Choices

di somochu
(/viewuser.php?uid=84728)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima parte ***
Capitolo 2: *** Parte seconda ***



Capitolo 1
*** Prima parte ***


 

 

Choices

 

 



 

 

 

Blaine ha sempre creduto al fato. Quella piccola parte di ogni uomo sulla terra che decide per lui ogni azione e ogni decisione.

Il fato sa cosa fare per ogni individuo; è quella casualità inaspettata; sono quegli eventi, negativi o positivi, che trascendono il volere dell'uomo. Quei momenti che non possono essere controllati.

Può accadere con una decisione importante, o con una persona che muore o con un abbandono.

E perché no, può anche prendere la forma di un volantino.

 

 

 

 

 

Blaine faceva le boccacce verso la macchina fotografica, portando Sebastian a sbuffare ripetutamente, mentre lo guardava attraverso l'obiettivo.

"Anderson, ti ficco questa macchinetta nel deretano se non fai un espressione decente. Anche se non credo che la cosa ti dispiacerà così tanto."

Blaine lo fissò oltraggiato, allargando la bocca in una 'O' di stupore. Stava per mandarlo gentilmente a quel paese per quella -neanche poco velata- frecciatina, ma il flash che gli accecò improvvisamente gli occhi lo bloccò sul nascere.

"Hey!" disse, guardando come Sebastian si stesse rotolando sul letto a furia di ridere. "L'hai fatto apposta per fotografarmi in maniera ridicola!"

Sebastian continuò a ridacchiare ancora per un po'. "Dovevi vedere la tua faccia, davvero," disse, contento. "E io l'ho immortalata, non potrei essere più soddisfatto di me stesso."

Blaine guardò come il suo ragazzo stesse ancora sorridendo, mentre fissava distrattamente la sua macchina fotografica nuova di zecca.

L'aveva acquistata da poco: diceva che Blaine era fissato con quelle smancerie tipiche da ragazzina e quindi aveva comprato loro quella macchinetta, così da immortalare i loro anni insieme.

Blaine, al trovarsela davanti, aveva saltellato dalla felicità e lo aveva baciato come se non ci fosse stato un domani e ricordava vagamente come si erano trascinati nella loro camera, intenti a divorarsi la faccia a vicenda.

In quel momento, mentre lo guardava sorridere al ricordo di una foto, non riusciva a controllare quell'insana felicità che gli stava rendendo quasi gli occhi lucidi.

Fece un finto broncio, portando entrambe le braccia al petto. Sebastian lo guardò alzando un sopracciglio.

"Su, non ci crede nessuno che sei davvero arrabbiato."

Decise di aumentare il suo broncio, gonfiando le guance d'aria e voltandosi dall'altra parte.

Immediatamente si ritrovò spinto contro il letto, mentre sentiva il peso di Sebastian sopra di sé e le sue labbra scendere sul suo collo in una scia bagnata e dannatamente eccitante.

"Mmm," mugolò l'altro sul suo collo, "sei così carino quando metti il broncio che potrei mangiarti."

Detto questo gli lasciò un morsetto sulla spalla, ridacchiando giocosamente.

Blaine lasciò che Sebastian si adagiasse meglio sopra di lui, prima di cercare le sue labbra; si baciarono lentamente e assaporando a vicenda il sapore delle loro labbra.

Come la lingua del suo ragazzo si fece strada nella sua bocca, Blaine lasciò andare un gemito, prima di staccarsi.

"Non ti basta la sveltina mattutina? Se continuamo così arriverai tardi a lavoro," disse, a bassa voce, carezzando una guancia morbida di Sebastian.

"Mi conosci, Blaine, pensi davvero che una sola scopata mi fa stare buono buono?"

Blaine gli diede uno schiaffetto per la poca delicatezza, ma si mosse dalla presa dell'altro, cercando di liberarsi.

“Dai, andiamo a fare colazione,” disse, mentre si alzava e Sebastian rotolava dall'altra parte del loro letto che condividevano. “Cosa vuoi stamattina?”

“Latte e te,” rispose Sebastian pronto, un ghigno storto sul volto.

Blaine sbuffò. “Questa fa così 2005, Seb.”

Sebastian ridacchiò, alzandosi dal letto e incurante della sua nudità s'incamminò fuori dalla stanza, certo che l'altro gli stesse fissando il sedere.

Una volta solo in stanza, Blaine sbuffò, cercando di controllarsi.

Prima o poi avrebbe ucciso il suo ragazzo. O l'avrebbe sbattuto contro un muro e fatto di lui cosa indicibili, perché no?

 


 

 

 

 

Mentre gustavano la propria colazione, Sebastian aveva l'abitudine di leggere il giornale. Blaine non sopportava questa cosa: preferiva che chiacchierassero durante i pasti.

Infatti Sebastian non si stupì quando Blaine gli afferrò la carta dalle mani e la buttò dietro di sé con un sorriso noncurante.

“Oh, non sapevo di avere una mogliettina in cerca di attenzioni.”

“Ora lo sai,” disse, Blaine, noncurante del sarcasmo dell'altro. “Dimmi cosa farai oggi al lavoro.”

Quando s'impuntava era impossibile smuoverlo.

“Stiamo ancora facendo il praticantanto, lo sai, quindi le solite scartoffie inutili.”

Blaine piegò i gomiti sul tavolo, posando il viso sulla mano per sorreggerlo mentre sbuffava. “Uffa. Odio che tu debba andare a lavorare e io no,” borbottò, appoggiando i gomiti sul tavolo. “Mi sento così... Inutile.”

Da quando Blaine aveva finito la scuola delle Arti non aveva ancora trovato uno straccio di lavoro. Aveva fatto mille provini, ma l'avevo scartato in quasi tutte e le piccole parti che aveva ottenuto non bastavano per definirsi 'lavoro'.

“Tu hai la stoffa per fare grandi imprese. Però la tua occasione deve ancora venire, semplicemente,” lo consolò Sebastian,” per ora posso pagare io l'affitto e quindi tu tieniti calmo.”

“Troverò un lavoro,” disse, invece, Blaine risoluto.

Sebastian si sporse verso di lui, posando una mano sulla sua guancia per pulire dove l'altro era rimasto sporco di farina.

“Ma guardati, non sai nemmeno mangiare per bene.”

Posò le labbra su quelle di Blaine, in bacio leggero e quasi affettuoso. “Ti basterà muovere un po' di bacino e vedrai in quanti ti prenderanno.”

Blaine fece finta di pensarci.

“Oppure potrei andare a letto con qualche regista importante.”

Sebastian lo ribaciò di nuovo, questa volta con più passione. Lasciò che le loro labbra si staccassero e rincontrassero un paio di volte, prima di mordergli con forza il labbro inferiore.

“Non provarci. Ricordati che sei di mia proprietà,” scherzò Sebastian, sebbene la luce nei suoi occhi non prometteva nulla di buono.

Blaine ridacchiò della gelosia dell'altro, prima di dargli una spinta per farlo alzare.

“Su, forza, fila a lavorare ,” disse, ridendo.

Sebastian si lagnò un po', prima di andare in camera sua.

Tornò vestito di tutto punto, giacca e cravatta e capelli pettinati. Blaine poteva concedersi di fare sogni erotici sul suo stesso ragazzo quando già lo aveva?

A quanto pare era possibile.

Sebastian lo osservò con un ghigno. “Lo so che ti mancherò da morire. Cerca solo di non trastullarti troppo in mia assenza.”

Prima che Blaine potesse tirargli qualcosa contro, Sebastian si era chiuso la porta alle sue spalle.

Di nuovo si trovò a sorridere tra sé e sé e a benedire il giorno in cui aveva conosciuto Sebastian.

 

 

 

 

 

 

 

Quando il fato s'intromette nella vita non puoi percepirlo.

Blaine non era sicuro di cosa stesse per accadergli, finché, uscito dal bar, non si trovò la più grande bufera mai vista davanti agli occhi.

Il caffè che aveva in mano stava per volargli via a causa del vento, e stava cercò di farsi strada sul marciapiede per riuscire a tornare a casa.

Era difficile camminare controvento, soprattutto per Blaine che era piccolino e rischiava di trovarsi in Alaska, con quel ritmo.

Mentre stava cercando di coprirsi gli occhi per un po' di sabbia che c'era finita dentro, notò qualcosa che volava davanti di lui, avvicinandosi a velocità incredibile.

Fece giusto in tempo a notare che era un foglio di carta, prima che il foglio lo prendesse in pieno viso.

Sembrava una di quelle scene da film cretine e si maledì quando dovette staccarsi il foglio dalla faccia. Probabilmente gli sarebbe rimasto il segno sul viso.

Riuscì a tornare a casa solo venti minuti più tardi, ringraziando il cielo di essere ancora vivo.

Mentre si stava togliendo il giacchetto, vide il foglio di carta che gli era venuto addosso cadere a terra; lo raccolse, incuriosito.

Lo posò sul tavolo, mentre si sedeva e leggeva.

Offerta di lavoro.

Se sei un artista, ma nessuno riesce ad apprezzarti come meriti. Se ami cantare e danzare, ma non hai mai avuto il coraggio di farlo.
Se semplicemente non riesci a farti strada nel mondo dello spettacolo, ecco a te un'offerta unica: lavoro in Europa con noi.

I fratelli Frixman cercano uomini talentuosi che siano disposti a trasferirsi per sempre dall'altra parte dell'oceano con loro, esibirsi in diversi spettacoli e farsi notare dalla gente importante di tutto il mondo.
Una settimana di provini: se sei abbastanza bravo, sei dei nostri.
Che aspetti a venire? Prova. Non perdere la tua chance.

Blaine sentiva il suo cuore battere all'impazzata mentre leggeva quel volantino.

Era come se l'offerta della sua fosse gli fosse volata in faccia. Ed era successo. Letteralmente.

Aveva l'occasione si farsi notare, se non in America, lontano.

Magari era tutta una farsa, ma se non avesse provato...

Sobbalzò quando sentì la porta chiudersi dall'altra parte della stanza.

“Hey, Mogliettina, sei in casa?”

E l'unico problema in tutto quello era appena entrato. Sebastian...

 

 

 

 


Blaine era sicuro di averlo nascosto per bene, il volantino, per questo si stupì, tre giorni dopo, di trovarsi il suo ragazzo seduto al loro tavolo con quel foglio davanti agli occhi.

Quando entrò lasciò andare le chiavi e aspetto che fosse Sebastian a parlare.

“Perché non me l'hai detto, Blaine?”

Blaine sapeva che glielo avrebbe chiesto. Decise di rimare in piedi, fissando la finestra per non voler sostenere lo sguardo del suo ragazzo.

“Non so ancora se accettare, io... Non credo di voler partire per sempre...”

“Blaine, questa è l'offerta che aspettavi da tutta la vita, non fare il coglione,” disse Sebastian, concitatamente.

“No,” rispose Blaine, risoluto.

“Blaine, non puoi rifiutare. Ti prenderanno sicuramente e sarà una cosa che rimpiangerai tutta la vita. Non voglio pensare di averti tra cinque anni, ma con il rimpianto negli occhi.”

“No,” ritentò.

“Devi farlo. E lo sai.”

Non poteva star succedendo veramente.

“Io... Posso non andare. Troverò qualcosa qui!” disse Blaine, concitatamente. “Certo, questa è un'opportunità, ma non è l'unica. Posso farcela anche da solo!”

Sebastian scosse la testa, alzandosi e andando ad abbracciarlo.

Blaine si lasciò cullare dalle sue braccia, incurante si star bagnando con le lacrime la camicia costosa di Sebastian.

Poi quelle parole, quelle che non avrebbe voluto dire, ma che gli uscirono dalla bocca involontariamente non appena capì come sarebbe andata.

Non appena capì che Sebastian lo avrebbe lasciato andare.

“Non voglio perderti.”

“Non preoccuparti, non lascerei scappare il tuo bel culo neanche tra mille anni.”

Risero entrambi, ormai certi di come sarebbe andata.

 

 

 

 

Al primo anno erano i voli: prenotavano sempre dei voli per vedersi. O meglio, Sebastian li prenotava, andando in ogni parte del mondo fosse Blaine durante il tour.

Parigi, Londra, Praga, Roma, Budapest. Si vedevano e per quel poco che Blaine poteva vedere Sebastian restavano giorni chiusi in stanza d'albergo a fare l'amore, a visitare le varie città e comportandosi da coppietta appena sposata.

Erano bellissimi quei momenti assieme. Erano bellissimi finché non era il momento di ripartire e stare lontani per altre settimane intere.

Al secondo anno era i messaggi e internet: si erano accorti che i voli costavano troppo e il lavoro non permetteva a entrambi di prendersi troppe vacanze. Quindi facevano di tutto purché anche solo dieci minuti di una giornata potessero vedersi su skype e ripetersi mille volte quanto si mancavano.

I messaggini dove flirtavano, ridevano, scherzavano, si amavano erano tantissimi e nessuno dei due aveva intenzione di smettere di scriversi. Almeno finché le bollette troppo alte, il lavoro troppo stancante per sentirsi tutti i giorni e la troppa frustrazione non diventavano troppo pesanti da gestire.

E come si erano trovati, si allontanarono.

Dopo cinque anni si consideravano mollati, anche se non ne avevano mai parlato direttamente.

Blaine ancora mandava qualche raro messaggio a Sebastian. Non riusciva a smettere. Non riusciva a farsene una ragione.

Dopo dieci anni Blaine non sentiva Sebastian da quasi tre anni, ma si era ormai rassegnato a una vita senza l'altro. Aveva un lavoro fisso, un agente personale e aveva scoperto che a Londra si viveva molto bene, quindi aveva deciso di stabilirsi del tutto lì.

Ogni mattina si svegliava nella sua nuova casa in un letto vuoto, abbracciava il cuscino forte senza lasciarsi andare alle emozioni e ogni giorno andava a lavorare con la mente completamente svuotata.

Era uscito con altri ragazzi, tutti troppo noiosi, troppo ricchi, troppo stupidi, troppo non da lui.

Non capiva, ma continuava a cercare il motivo per cui era partito quel giorno di tanti anni fa.

 







Ora, dopo quindici anni, Blaine sta insieme a un altro uomo. Nicholas è fantastico, simpatico, dolce. Blaine sente di amarlo e di aver trovato finalmente il suo posto nel mondo.

Eppure ogni giorno non può far a meno di chiedersi cosa sarebbe successo se avesse preso un'altra decisione. Se non fosse partito.

Se quel cazzo di volantino non fosse andato a sbattere contro di lui.

Come sarebbe ora, la sua vita, insieme a Sebastian?

 

 







__________________________________________________________________________________________

Storiella divisa in due parti che ci ha messo mooolto a convincermi. Diciamo che se ora è qui è anche per l'aiuto di Ila e Marti che mi iniettano un po' di autostima! Ragazze, siete l'amore, davvero. 
Non so se farò piangere qualcuno, ma... Oddio, SI SONO LASCIATI *piange
Mentre scrivevo ero disperata tra me e me e sì, non sto bene.
Spero che apprezziate e ci tenevo a dire che siete mitici anche solo se siete arrivati fin qui a leggere queste note. 
Un saluto :)

Somo

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Parte seconda ***


Choices

 

 

 

 

Cosa sarebbe successo se... Se quel cazzo di volantino non fosse andato a sbattere contro di lui?

 

 

 

Il bar quel giorno era affollatissimo, il che incuriosì particolarmente Blaine, visto che era abituato a un massimo di dieci persone al suo interno.

Si fece strada verso l'uscita e dalla porta a vetri del bar si potevano notare oggetti che volavano a gran velocità e un vento pazzesco.

“Che succede?” chiese al ragazzo vicino a lui che fissava a sua volta fuori.

“Una terribile tempesta. Meglio non uscire.”

Blaine era indeciso.

Voleva sbrigarsi a tornare a casa – Sebastian lo stava aspettando per pranzare -, ma d'altra parte beccarsi la tempesta non sembrava un opzione così invitante.

Posso sempre chiamarlo, pensò.

“Pronto?”

La voce di Sebastian era scocciata come ogni volta che lo chiamavano durante i pasti e Blaine ridacchiò di questo.

“Sebastian,” disse, salutandolo. “Sono Blaine.”

Sì, mio caro Hobbit, lo so che sei te, ho il tuo numero salvato. Sai com'è, sei il mio ragazzo.

Blaine grugnì come ogni volta che Sebastian gli dava quel soprannome.

“Appunto: sono il tuo ragazzo, dovresti essere più gentile con me.”

Oh, ma lo sai che lo sono. Solo quando siamo sotto le lenzuola, però.”

Blaine rinunciò da subito a rispondergli. Non c'erano speranze per quel deficiente.

“Non torno a casa per pranzo, oggi,” disse, cercando di sembrare arrabbiato. Come se non avesse un sorriso sul volto, in realtà.

Cosa, e perché?” gli chiese subito Sebastian, il tono innervosito.

“Sono bloccato al bar, non so se hai notato che c'è la bufera.”

Sentì una specie di 'gn' di disapprovazione provenire da Sebastian. Ma lui che poteva farci?

Lo sai che in questo modo sarò costretto a mangiare te, quando torni?

 

 

 

 

 

 

 

Blaine non fece in tempo a chiudere la porta di casa che delle labbra si posarono con forza sulle sue.

Senza neanche aprire gli occhi ricambiò il bacio, assaporando quel gusto che ormai conosceva così bene. Portò le braccia a circondare le spalle di Sebastian, gemendo per il contatto eccitante delle loro lingue che si accarezzavano.

“Ti sono mancato così tanto?” sussurrò Blaine, nel bacio, passando la mano ad accarezzare l'attaccatura dei capelli.

Sebastian non rispose, ma entrambi sapevano la risposta a quella domanda.

Continuarono a baciarsi con passione, finché Sebastian non lo spinse leggermente sul divano, facendo cadere Blaine sopra di esso; si posizionò sopra di lui velocemente, carezzandogli il viso con la mano.

Quando si staccarono per qualche secondo per guardarsi negli occhi, si sorrisero immediatamente.

Le labbra di Sebastian tornarono veloci su quelle di Blaine, lente e morbide, mentre assaporava la sua bocca ripetutamente. Sentivano i brividi scorrere per tutto il corpo – come fosse la prima volta che si baciassero – e Blaine mosse il bacino contro quello dell'altro, sentendolo gemere e beandosi di quel suono.

Blaine sentiva che tutto quello era perfetto.

Non sapeva se nella vita si potesse sentire in un certo senso... Completi. Ma se non era così, perché ora lui si sentiva come se fosse una metà di Sebastian?

A sentire i suoi pensieri Sebastian avrebbe riso, prendendolo in giro per quanto sdolcinati potessero essere quei ragionamenti.

Quindi si limitò a lasciarsi trasportare dal bacio e lasciare che Sebastian slacciasse la sua cintura e infilasse la mano dentro i suoi pantaloni.

Tutto quello era così giusto che Blaine chiuse gli occhi e sorrise nei gemiti.

Così doveva essere la sua vita. Con Sebastian.

Amandolo e non lasciandolo mai andare lontano da lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

Erano passati cinque anni.

Cinque anni di bisticci, sesso, amore, risate e tanti litigi. Cinque anni e loro erano ancora insieme.

Blaine si sentiva a tre metri sopra il pavimento ogni volta che camminava, talmente si sentiva felice. Quel giorno lo era anche particolarmente.

Era a fare spese con Jeff perché aveva bisogno di una nuova camicia per l'ennesimo provino.

Aveva trovato qualche piccola parte, in quegli anni, e per ora lavorava in un piccolo ristorante dove si esibiva cantando.

Adorava passare il tempo con i suoi vecchi amici e quindi il sorriso proprio non ne voleva sapere di andarsene.

“Presto Sebastian ti chiederà di sposarlo.”

Blaine quasi si strozzò con la sua stessa saliva.

“Che cosa?”

Jeff era un pettegolo di prima categoria, lo sapevano tutti. Appena si erano incontrati, quella mattina, Blaine aveva potuto vedere la saliva che scendeva dagli angoli della sua bocca come ogni volta che aveva un segreto succulento da mantenere.

E ora si era appena fregato.

“L'ho beccato mentre comprava un anello in gioielleria,” continuò Jeff, auto punendosi mentalmente. “Mi ha minacciato di non dirtelo, ma non ce l'ho fatta Blaine!”

Blaine allargò la bocca, non sapendo bene cosa dire.

Sebastian voleva sposarlo. Sebastian voleva sposarlo. Sebastian voleva sposarlo.

Continuò a ripeterselo mentalmente, mentre sentiva le gambe fremere per saltare dalla gioia.

“Finalmente, direi,” disse, cercando di contenersi.

Avrebbe lasciato tutta la sua euforia uscire quando Sebastian glielo avrebbe chiesto.

“Però Jeff, mi hai rovinato il momento!”

“Scusami, scusami, scusami,”

Ora che ci pensava, avrebbe dovuto uccidere il suo migliore amico.

 

 

 

 

 

 

Mentre stavano tornando, decisero di fermarsi qualche minuto al bar per bere qualcosa.

Si sedettero al primo tavolo, continuando a discutere con Jeff su quale film della Disney fosse più bello, quando la sua attenzione venne catturata da un fogliettino sul loro tavolo.

Sembrava un volantino di lavoro e prima che potesse prenderlo, Jeff glielo fregò da sotto il naso.

Vide l'amico aggrottare le sopracciglia mentre leggeva, per poi alzare lo sguardo a su di lui; gli passò il volantino, borbottando un 'leggi bene'.

 

 

 

E dopo cinque anni, rieccoci in cerca di nuove persone disposte a lavorare con noi:

 

Se sei un artista, ma nessuno riesce ad apprezzarti come meriti. Se ami cantare e danzare, ma non hai mai avuto il coraggio di farlo. Se semplicemente non riesci a farti strada nel mondo dello spettacolo, ecco a te un'offerta unica: lavoro in Europa con noi.

I fratelli Frixman cercano uomini talentuosi che siano disposti a trasferirsi per sempre dall'altra parte dell'oceano con loro, esibirsi in diversi spettacoli e farsi notare dalla gente importante di tutto il mondo.

Una settimana di provini: se sei abbastanza bravo, sei dei nostri.

Che aspetti a venire? Prova. Non perdere la tua chance.

 

 

 

Sembrava l'offerta che cercava da una vita, sembrava...

Il cuore gli batteva all'impazzata, mentre rileggeva quelle parole.

“È quello che hai sempre cercato, no? Girare il mondo, esibirti... Pensaci, Blaine,” quelle parole sembrarono costare a Jeff.

Sapeva che lo avrebbe perso.

E pesavano anche lui. Perché in tutto questo c'era la parola Sebastian che gli martellava in testa.

Decise di tenere comunque il volantino per pensarci, aveva ancora una settimana.

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando tornò a casa dopo la spesa, qualche giorno dopo, non trovò Sebastian che lo aspettava con le candele come si immaginava. Non trovò il suo compagno pronto a chiedergli di essere suo per il resto della sua vita.

Non trovò una cena pronta o un sorriso ad attenderlo.

Sebastian al contrario era seduto sul tavolo, le braccia incrociate davanti a sé.

Forse le candele erano troppo, poteva tranquillamente ammetterlo, ma non si spettava quello.

Il volantino era sul tavolo proprio davanti a Sebastian e quest'ultimo non faceva altro che fissarlo. Non alzò nemmeno la testa al suono della porta che si chiudeva.

Blaine lasciò cadere le buste della spesa – sentendo il crack delle uova che si rompevano, ma fregandosene – preda di un terribile Deja-Vu.

Sentì gli occhi bagnarsi di lacrime e il respiro farsi pesante, senza neanche sapere il perché. Come se già immaginasse cosa stava per succedere.

“Perché non me l'hai detto, Blaine?”

 

 

 

 

 

 

Blaine ha sempre creduto al fato. Quella piccola parte di ogni uomo sulla terra che decide per lui ogni azione e pensava che lui e Sebastian semplicemente non erano destinati.

A volte si può tentare di cambiare il fato, ma esso trascende sempre il nostro volere. Spesso ha in serbo per noi le peggiore scelte. Spesso promette solo cose brutte o che ci rovinano la vita.

E lui le mette sempre in pratica. Tutte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quindi questa seconda parte è tutta un megagigantesco “what if...” spero sia stato chiaro dall'inizio, con la bufera e il resto.
Insomma, visto il finale, sappiamo tutti cosa accadrà e... niente, sono maledettamente cattiva con loro.
Comunque spero abbiate apprezzato e ringrazio di cuore chi ha messo la storia la seguite/ricordate/preferite e a chi ha recensito :)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1225883