la bella e ...il clown

di batty
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** i found you ***
Capitolo 2: *** new life ***
Capitolo 3: *** kidnapping ***
Capitolo 4: *** revelations ***
Capitolo 5: *** first night ***
Capitolo 6: *** bad day ***
Capitolo 7: *** kiss ***
Capitolo 8: *** confusion ***
Capitolo 9: *** man behind the madness ***
Capitolo 10: *** broken heart ***
Capitolo 11: *** gunshot ***
Capitolo 12: *** fury ***
Capitolo 13: *** life or death ***
Capitolo 14: *** miracle ***



Capitolo 1
*** i found you ***


Era una nottata gelida ma il cavaliere oscuro sembrava non accorgersene mentre da un tetto scrutava la sua amata ma marcia Gotham, culla del crimine. Tutto tranquillo, almeno per i suoi standard , solo un semplice furto sventato in pochi minuti .
- Forse il mio lavoro sta dando i suoi frutti dopotutto - pensò stupito ma non fece in tempo a rallegrarsene che un urlo fendette la notte. Subito scattò in avanti e planò verso il luogo in cui pensava si stesse svolgendo un’ aggressione.
Dapprima non capì, vedeva un uomo avanzare con un coltello verso quello che gli parve un cucciolo rannicchiato. Si avvicinò furtivo e quello che vide lo sconvolse : non era un cucciolo ma una bambina, piccola, coperta di sangue che tentava disperatamente di fuggire rannicchiata contro il muro.
L'uomo visibilmente ubriaco rideva sguaiatamente e si avvicinava fendendo l'aria con la lama. Batman agì e balzando dal tetto atterrò accanto il criminale che tuttavia reagì e girando il braccio gli squarciò la tuta all'altezza  del petto senza però ferirlo. Il giustiziere si tirò indietro ma lui non desisteva e avanzava menando fendenti in modo scomposto , in pochi minuti però ne ebbe ragione e lo stordì violentemente .
Poi si avvicinò piano alla bambina che appena lo vide tentò di ritrarsi . Era piccola, poteva avere 7 o 8 anni e gli si strinse il cuore.
- Sta tranquilla, non voglio farti del male - si inginocchiò accanto a lei e gli tese una mano. La piccola, in evidente stato di shock, esitò  ma  si aggrappò a lui . L'uomo la controllò ...aveva un profondo taglio all'altezza della spalla e aveva perso molto sangue. Poco dopo, infatti, la bambina svenne e Batman allarmato la prese in braccio delicatamente, la pose nell' auto e si diresse subito a villa Wayne.


L'enorme macchina nera si fermò sgommando e subito ne uscì tenendo in braccio la bambina, completamente abbandonata sulla sua spalla.
- Alfred, Alfred ...-
Il maggiordomo emerse dall'oscurità allarmato dal tono dell' uomo - cosa succede signore ? - si avvicinò a Bruce che intanto aveva steso la bambina su un  tavolo e le apriva la maglietta per esaminare meglio la ferita .
- Prendi il kit di pronto soccorso presto - . Il maggiordomo sparì e prontamente riapparve con tutto il necessario.
Bruce , tuttavia, si rese subito conto che la ferita era troppo grave per essere ricucita da lui e la piccola era troppo debole.
- Dobbiamo portarla in ospedale subito - .
L'anziano servitore annuì e senza una parola prese la bambina e si diresse alla macchina mentre Bruce vestiva i panni del giovane miliardario. Provava una strana sensazione, una forte apprensione e sentiva che se fosse successo qualcosa alla bambina non se lo sarebbe perdonato.


Nell' ospedale c'era molta confusione. La bambina fu portata subito in sala operatoria mentre Bruce dovette rispondere a numerose domande sull' accaduto. Disse di averla vista distesa a terra mentre passava in auto e di averla portata immediatamente in ospedale e , naturalmente fu creduto. Poi si mise a sedere e attese. Dopo circa un ora comparve il medico e Bruce gli andò incontro per avere finalmente notizie.
L'uomo lo squadrò - mi dispiace ma non posso fornirle informazioni dato che lei non è nè un parente nè il tutore della bambina -.
Bruce irritato dalla stanchezza e dall' attesa tentò di controllarsi e disse che la bambina al momento non aveva nessuno che potesse occuparsi di lei e che lui poteva  garantire il suo impegno. Il medico era ancora scettico ma, dopo aver appreso l'identità del suo interlocutore, acconsentì a parlare.
- La bambina ha un taglio molto profondo sulla spalla, provocato probabilmente da un coltello...- .
- Va avanti maledizione ....non dire cose che già so !-  pensò ma dal suo volto non emerse nessuna emozione per cui il medico continuò.
-Siamo riusciti a fermare l'emorragia e abbiamo applicato dei punti, starà bene ma ha perso molto sangue ed è  debole ... probabilmente impiegherà qualche giorno per riprendersi -. 
Bruce annuì  - posso vederla ?-   il medico acconsentì e gli indicò una stanza poco distante.
Quando entrò vide la bambina stesa su un letto che appariva enorme per lei. Era molto pallida e i suoi capelli neri contrastavano con la sua pelle e con il bianco della stanza.
La flebo scendeva lenta e Bruce si accomodò nella poltrona vicino alla finestra. Rimase per un pò a fissare il vuoto, ripensando all'accaduto, accompagnato solo dal ticchettio dell' orologio sulla parete di fronte , poi vinto dalla stanchezza si addormentò.

Fu destato da qualcuno che gli scuoteva gentilmente la spalla e quando aprì gli occhi vide la faccia del maggiordomo che sorrideva sornione.
Si tirò su ancora assonnato - Alfred ....devo essermi addormentato - mormorò 
- Sono sorpreso anch'io signore, credevo non ne avesse più bisogno da tempo ormai - disse ironico .
Bruce scosse la testa sorridendo. Quel vecchio maggiordomo era la cosa più vicina a una famiglia che avesse mai avuto e gli era grato per il suo instancabile e incondizionato supporto. 
Si alzò e si avvicinò al letto ; bambina era ancora addormentata e appariva tranquilla e fragile. Bruce le scostò una ciocca di capelli dal volto e nel farlo sorrise senza  accorgersene , cosa che non sfuggì ad Alfred.
-Dovremmo controllare se ha dei parenti che possano prendersi cura di lei Alfred - disse a un tratto .
- Ho già  controllato signore ....la madre è morta poco dopo il parto  e il padre è un alcolista e un criminale ben noto alle forze dell' ordine . Non ha nessun parente nè amici- .
Bruce continuava a fissare la piccola e un idea gli sfiorò la mente - perchè no ...- si disse.
- Potremmo tenerla noi Alfred, adottarla- 
- Noi signore ??? - il tono del maggiordomo era sorpreso ma sembrava quasi che si aspettasse quella proposta.
-Si noi , sono ricco, villa Wayne è grande , fin troppo per due persone,tu ci sai fare con i bambini e poi ....non voglio che vada in un orfanotrofio -     - e soffra ancora -  ma quest'ultima parte la tenne per se .
- Si, potrebbe funzionare in fondo ma ....come la mettiamo con il nostro coinquilino notturno?- 
Bruce capì al volo cosa voleva intendere: prima o poi vivendo nella casa la bambina avrebbe scoperto il suo segreto, ma questo non lo preoccupava.
- All' inizio lo terremo nascosto poi, a tempo debito, se si rivelerà adatta saprà la verità -.
- Molto bene signore ...adesso però vado , il pranzo non si prepara da solo - e così dicendo sparì oltre la porta.
Bruce rimase ancora nella stanza, scrutando dalla finestra il parco di fronte all' ospedale. Era stato ricostruito dopo l'attentato compiuto da Joker grazie alle grandi donazioni che aveva fatto, ampliato e migliorato con un grande parco dove i convalescenti potevano beneficiare dell'  aria aperta e pulita ...ammesso che ce ne fosse ancora a Gotham. 
I suoi pensieri furono interrotti dallo smuoversi delle coperte e si avvicinò al letto. La bambina infatti , pochi istanti dopo aprì gli occhi .Enormi occhi blu intenso che bruce non aveva notato quella notte  e che lo rapirono.
La piccola si guardò attorno confusa e tentò di alzarsi ma Bruce glie lo impedì.
- Piano, non alzarti così o romperai i punti , ti aiuto io - aveva cercato di mantenere un tono calmo e rassicurante mentre l'aiutava a sistemarsi.
Lei però appariva confusa e i suoi  occhi si inumidirono immediatamente.
Bruce si allarmò ...non era un gran che con i bambini dato che non aveva mai avuto a che fare con loro.
- Stai tranquilla, sei al sicuro ora non piangere...- 
Lo fissò , puntando i due enormi fanali blu su di lui.
 Bruce insistette - Oh che maleducato, non mi sono presentato ...io sono Bruce e vivo qui a Gotham e tu?-
La bambina finalmente si riscosse - Ania - mormorò .
- Ania , è un bel nome e quanti anni hai ?- 
-Faccio 8 anni il 7 novembre - disse ancora titubante.
- Tra 2 mesi , che bello ....e dove ti piacerebbe andare?- 
Ania parve pensarci - al luna park ....non ci sono mai stata -
-Bene allora , se starai meglio ti prometto che ci andremo - 
- Davvero ??!! - Ania si animò e il suo volto divenne sognante .
-Certo e mangeremo un mucchio di zucchero filato ....-  Bruce  era contento di aver riscosso l'interesse della bambina  e cercava di accaparrarsi la sua fiducia. Continuarono a parlare per molto tempo, Ania ,superata la timidezza iniziale, era diventata un uragano di entusiasmo  tanto che Bruce arrivò a pensare che non ricordasse l'accaduto.
-Senti Ania - azzardò- mi puoi dire cosa è successo l'altra notte?- 
La bambina si irrigidì immediatamente e nei suoi occhi si dipinse la paura. Il cuore di Bruce si fermò e si maledisse  per la sua stupidità.
Improvvisamente Ania, ancora tremante, iniziò il suo racconto e quella storia narrata da labbra così piccole sembrava irreale.
Raccontò delle violenze quotidiane, della paura , della solitudine, di un padre che la terrorizzava. Prese a singhiozzare, le spalle le tremavano violentemente .
Bruce era sconvolto e senza pensare la prese tra le braccia  e iniziò a cullarla.  Ania affondò il viso nel suo petto, stringendo convulsamente la sua maglietta mentre lui con le labbra che sfioravano i suoi capelli sussurrava per tranquillizzarla.
- Non sarà mai più così, te lo prometto , ora ci sono io e nessuno potrà più farti del male - 
In cuor suo Bruce provava una pena straziante per la piccola e rabbia. Rabbia per ciò che era successo, rabbia per non essere riuscito ad evitarlo, rabbia perchè a Gotham era ancora possibile commettere quelle atrocità nell'indifferenza.
I singhiozzi lentamente cessarono e Ania cullata dalle possenti braccia dell'uomo si addormentò. Si staccò da lei con delicatezza e la rimise sotto le coperte. Ora  aveva uno sguardo sereno, si poteva credere che non fosse successo niente ma gli occhi gonfi e il viso segnato dal passaggio delle lacrime tradivano l'accaduto.
Bruce rimase a guardarla per un pò. Era certo ora che non avrebbe potuto abbandonarla , che l'avrebbe tenuta con se e per questo si diresse subito all'uscita. 
Doveva comunicare ad Alfred la sua decisione ma soprattutto  voleva essere lì quando si fosse svegliata .

 

Salve a tutti :) questa è una storia dedicata a Batman, il mio supereroe preferito, e si ispira ad un sogno che ho fatto tempo fa ( lo so faccio sogni strani XD ). Questa è la mia prima  "opera" quindi vi prego di commentare e dirmi se vale la pena di continuare . Anche e soprattutto le critiche sono gradite . Grazie  Batty  ;)

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Capitolo 2
*** new life ***


Le pratiche dell’ adozione furono subito avviate e procedevano spedite, nonostante le opposizioni del padre di Ania che non voleva rinunciare a lei dato che rappresentava un ottimo appiglio per ridurre gli anni di carcere. Questo anche grazie alla grande fama e considerazione di Bruce e all’ enorme attenzione mediatica che questa decisione aveva suscitato. Tutti ,infatti, ora parlavano del giovane playboy miliardario. Alcuni criticavano la sua condotta, lo ritenevano inadatto a crescere una bambina dato il suo stile di vita e ricordavano il noto incendio che aveva provocato a villa Wayne , altri invece avevano la speranza che fosse finalmente cresciuto e in questo modo iniziasse a prendere delle responsabilità. Bruce non fece caso all’enorme ondata di attenzione, dato che vi era in qualche modo abituato, ma questa travolse anche Ania che passò, da un giorno all’altro , da essere una sfortunata bambina della periferia alla piccola eletta destinata a diventare quella che i giornali definivano “ la principessina Wayn”. A lei non interessava essere famosa o ricca, non voleva apparire sui giornali ma avere qualcuno accanto che le volesse bene per ciò che era. Questi erano ragionamenti maturi, inadatti a una bambina della sua età ma il bisogno e il dolore l’avevano trasformata e portata a desiderare solo affetto, nient’altro. E forse l’aveva trovato. Bruce, infatti, quando era uscita dall’ ospedale l’aveva portata subito nella sua casa, o meglio nel suo castello e l’aveva trattata davvero come una principessa. Trascorreva tutto il tempo disponibile con lei, raccontandole la storia della casa, del suo lavoro, di tutto ciò che gli veniva in mente e sforzandosi di farla sentire a suo agio. Ania lo ascoltava felice. Era tutto nuovo per lei che aveva vissuto sempre in un appartamento cadente e quella serenità che lui le infondeva con la sua voce calda e cupa non l’aveva mai provata. Lo seguiva ovunque , persino al lavoro dove divenne in poco tempo la beniamina di tutti.Aveva un carattere tranquillo in genere ma sapeva alternare momenti di euforia a cui era impossibile non partecipare e quando Bruce era impegnato era capace di rimanere ore in silenzio, tanto da rendersi invisibile. Non voleva per alcun motivo disturbarlo e perdere l’occasione di stargli vicino. Il miliardario , dal canto suo, si stava affezionando sempre di più a quella piccola figura che gli trotterellava attorno , anche se davanti agli altri non lo dava a vedere e manteneva sempre un certo contegno. Non perdeva però mai occasione per renderla felice .
– Oggi voglio farti conoscere una persona- le disse una mattina .
Ania lo fissò con i suoi enormi occhi e afferrò la mano che gli tendeva . Chissà chi è pensò.
Scesero nei sotterranei della Wayne Tower e quando le porte dell’ ascensore si aprirono Ania rimase abbagliata . L’enorme angar illuminato si estendeva davanti ai suoi occhi, tanto che non riusciva a vederne la fine ed era pieno di scaffali e scrivanie ricoperte di strani oggetti meccanici che risvegliarono subito la sua curiosità di bambina. Bruce la guidò attraverso l’ampio spazio, compiaciuto della sua espressione stupita e subito furono accolti da un uomo di colore, vestito in modo molto elegante che li raggiunse sorridendo .
– Signor Wayne che piacere averla qui – proferì allegro
- Salve Lucius, come stai ?- - Tutto bene signore … e questa bella bambina chi è ?- disse sporgendosi in avanti.
Ania intimidita era rimasta seminascosta dietro la gamba di Bruce che ancora gli teneva la mano e prontamente la spinse avanti.
– Lei è Ania , il nuovo acquisto della famiglia Wayne – disse soddisfatto .
– Piacere – disse Lucius stringendo la piccola mano di Ania. Aveva un sorriso rassicurante e sembrava gentile per questo la bambina si rilassò e rispose con altrettanta cordialità. L’uomo li guidò attraverso l’angar mostrando le più disparate invenzioni e a volte facendo fare piccole prove pratiche che erano a dir poco emozionanti. Ania non aveva mai immaginato che potessero esistere cose simili e poco dopo , superata la timidezza iniziale, scorrazzava per l’enorme spazio con degli strani pattini a rotelle che si muovevano grazie a un forte getto di aria compressa, un regalo di benvenuto del Sr Fox. Trascorsero ore intere nel sotterraneo e era ormai ora di tornare a casa.
- Bene- disse Bruce con un sorriso appena trattenuto – ho riservato il meglio per ultimo.
– C’è di meglio?!? – cinguettò lei euforica.
– Oh si …- sollevò un telo e sotto apparve un enorme auto mimetica, o almeno Ania credeva fosse un’ auto anche se sembrava più un carro armato .
– Avanti monta – disse Bruce aprendo la strana portiera.
Quello che provò era indescrivibile . Paura, adrenalina , pura follia, urlava mentre Bruce faceva delle manovre spericolate all’interno di un ampio spazio vuoto, frenando e compiendo accelerazioni al limite della fisica. L’uomo al contempo rideva delle reazioni di Ania , e si sentiva dopo tanto tempo di nuovo completo.

Quella sera Ania si divertì a raccontare tutto ad Alfred che l’ascoltava paziente, ridendo sotto i baffi . L’anziano maggiordomo era divenuto ,come Bruce, parte integrante della sua vita e lo considerava quasi un nonno. Era gentile, disponibile e la presenza della bambina gli ricordava Bruce quando aveva la sua età anche se era sicuramente più calmo di quella piccola peste dai capelli neri. Ania stava spesso con lui e lo seguiva qualsiasi cosa facesse . A volte Alfred si sorprendeva dell’ enorme pazienza che la piccola dimostrava e quando l’aiutava a riordinare la sua stanza gli raccontava storie e leggende che era solito raccontare anche a Bruce. Quest’ ultimo l’aveva sistemata in una stanza accanto alla sua, una stanza enorme che alla bambina appariva come una casa: un grande letto a baldacchino troneggiava al centro affiancato da un tavolino e una cassettiera di legno pregiato. Da un lato vi erano un enorme armadio ,un elegante scrivania compresa di computer e il pavimento era ricoperto di tappeti persiani. Su una parete si apriva una finestra che dava direttamente sul piazzale di fronte alla villa ma la cosa che a Ania piaceva di più erano le pareti riccamente decorate con drappeggi e colonne dipinte che rendevano la stanza degna di una regina.Ogni tanto però Ania si sentiva sola e aveva paura di stare al buio nell’ enorme casa. Una notte si svegliò di colpo e la stanza si popolò di strane figure e tutto attorno a lei sembrava muoversi. Sapeva che era solo frutto della sua immaginazione quindi tentò di calmarsi ma alla fine non resistette e silenziosa scivolò dal letto e uscì in corridoio. Dopo pochi passi si trovò di fronte alla stanza di Bruce e delicatamente aprì la porta. L’uomo era appena rientrato e stanco morto dopo una nottata di pestaggi si era gettato sul letto addormentandosi subito. Ania salì sul letto e lo scosse piano.
– Bruce … Bruce-
Il miliardario con uno sforzo sovraumano si costrinse ad aprire gli occhi – Ania che ci fai quì ? -
- Bruce ho fatto un brutto sogno … - disse lei piano
- Oh … si capita a tutti ogni tanto – Bruce si era tirato su a stento e cercava di pensare coerentemente .
– Posso rimanere con te stanotte ?- sussurrò .
L’uomo era impreparato e rimase senza parole.
– Ti prego, ti giuro che non ti darò fastidio sono piccola e non occupo tanto spazio – disse lei con occhi supplicanti notando la sua indecisione. Bruce allora intenerito alzò le coperte e gli fece cenno di entrare.Ania non se lo fece ripetere due volte e subito si accoccolò sul suo petto avvolta nell’ abbraccio delle possenti braccia.Ora si sentiva al sicuro e protetta contro qualsiasi minaccia e cullata dal battito ritmico del suo cuore si addormentò.Questo scena si ripetè molte altre notti e Bruce faceva di tutto per esserci . Ania aveva finalmente trovato un equilibrio e sperava che quella serenità durasse per sempre … non sapeva che, di lì a poco, il destino avrebbe bussato alla sua porta.



Ciao a tutti : )sono tornata e spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto. E’ un capitolo di passaggio , nel quale ho voluto dare un’idea della nuova vita di Ania e delle sue emozioni prima di entrare nel vivo della storia. Ringrazio tutti i coloro che hanno letto ,che hanno la storia tra le seguite e Psiche Nike e Floyder che hanno commentato dandomi la voglia di continuare . Un saluto e al prossimo aggiornamento :) batty

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Capitolo 3
*** kidnapping ***


I due mesi trascorsero in fretta e finalmente arrivò il compleanno di Ania. Bruce non aveva dimenticato la sua promessa e si era liberato di tutti gli impegni pur di offrirle una giornata speciale.Quando si svegliò Ania si vestì in fretta e scese a fare colazione, era in ritardo per la scuola e quasi si dimenticò che giorno fosse. Appena entrò in cucina però rimase sorpresa. Sul tavolo troneggiava una grande torta rosa con caramelline colorate che componevano il suo nome in cima e una candela segnalare il grande traguardo : 8 anni. Alfred sorrideva e indossava un buffo cappellino , tipico delle feste, poi affiancato da Bruce intonò tanti auguri. Ania era senza parole e rimase a fissarli un po’ imbarazzata prima di andare ad abbracciarli e a ringraziarli.
Pensava che fosse finita lì e per questo aveva preso lo zaino e si stava dirigendo verso la porta, ma Bruce la fermò.
– Dove credi di andare?- le disse con un tono fintamente autoritario.
– A scuola … - rispose lei un po’ confusa
- Niente scuola oggi, è un giorno speciale e dobbiamo festeggiare quindi andremo al Luna Park. Te l’ho promesso e non vengo mai meno alla mia parola – sentenziò allegro.
Ania rise e saltò ad abbracciare Bruce che la prese al volo e la fece girare, ridendo a sua volta. Sarebbe stata una giornata indimenticabile .

Appena arrivati Ania rimase a bocca aperta, frastornata da quell’ insieme di luci e colori che aveva davanti. Era il più grande parco divertimenti di Gotham e si estendeva a perdita d’occhio al confine della città, contrastando con l’usuale grigiore che caratterizzava la metropoli. Vi era praticamente di tutto , ogni gioco che un bambino potesse sognare e anche di più : autoscontro, giochi acquatici, giostre di ogni tipo e sullo sfondo torreggiavano delle immense montagne russe affiancate da una ruota panoramica dalla quale , pensò Ania , forse si poteva toccare il cielo. La bambina fissò Bruce con gli occhi carichi di emozione – possiamo fare tutto ? – chiese
- Tutto quello che vuoi, dal primo all’ ultimo gioco – le rispose sorridendo e facendo si che Ania sprofondasse nella gioia più pura . Si tuffarono nel mare di folla che si stagliava di fronte a loro e iniziarono a divertirsi . Bruce pensava di essere tornato bambino e si divertiva al pari della sua piccola accompagnatrice assencondandola in ogni suo desiderio . A un certo punto arrivarono di fronte a una giostra, piena si peluches messi in bella mostra, un mare di morbidezza e colori che attirarono subito l’attenzione della bambina.
Scosse l’uomo per la manica – Bruce , Bruce mi prendi un peluches ti prego -
Sorrise – Certo, quale vuoi ? – le disse abbassandosi alla sua altezza
-Quello lì … mi piace quello !- disse Ania emozionata indicando un grande pipistrello di pluches nero con le ali spalancate e i denti bianchi che spuntavano dal muso sorridente .
- E’ proprio destino allora … - pensò Bruce , sorridendo tra se , ma non fece commenti .Pagò, prese in braccio il fucile che l’uomo gli porse con un’ occhiata scettica e iniziò a sparare. Pochi minuti dopo Ania trotterellava stringendo al petto il suo piccolo trofeo. Il tempo volò e arrivarono così a fine giornata.
- E’ ora di andare Ania, ma c’è tempo per un’ ultima giostra . Dai scegli .- le disse Bruce guardando l’orologio .
La bambina si guardò in torno indecisa , avevano fatto quasi tutto e non c’era molto da scegliere. Poi però la sua attenzione venne attirata dalla Casa degli Orrori ,e senza pensare la indicò all’ uomo , che vi si diresse. Salirono nel carrellino e questo subito partì . Ania era un po’ ansiosa al pensiero di ciò che avrebbe visto ma la presenza di Bruce al suo fianco le diede coraggio. Era un lungo corridoio oscuro, che si snodava sinuoso e il loro passaggio era accompagnato da scricchiolii , risate e strani versi . Ania si strinse di più a Bruce che non potè impedirsi di sorridere . Successivamente spuntarono manichini di mostri e zombi che colsero di sorpresa la bambina, strappandole degli urletti e infine dei lunghi ululati accompagnate dall’apparire di fantasmi , poi più niente .Bruce pensò fosse finita e si alzò aiutando Ania a fare lo stesso … poi però accadde qualcosa.
Un fruscio accanto a lui, una risata ben conosciuta , l’urlo di Ania poi un dolore sordo dietro la nuca e il calore del sangue che gli annebbiava la vista . Tentò di reagire ma inutilmente , era stato colto di sorpresa e l’unica cosa che potè fare fu guardare la macchia viola allontanarsi e le urla di Ania che si affievolivano, prima di perdere i sensi.


Quando finalmente Ania si riprese non riuscì a capire dove si trovasse. La vista era annebbiata e la testa sembrava scoppiare … cos’ era successo ? . Non lo ricordava , un attimo prima era con Bruce nella giostra poi delle risate, qualcuno che la trascinava via e più niente . Tentò di muoversi ma non ci riuscì , era legata ad una sedia e si trovava nel bel mezzo di una stanza vuota e poco illuminata. Ancora stordita iniziò a guardarsi intorno finche, dal nulla, vide spuntare una figura terrificante e curiosa al tempo stesso.
– Ben svegliata , era ora principessina – disse con tono sarcastico l’uomo .
Le labbra rosso sangue, che proseguivano in lunghe cicatrici, erano tirate in un sorriso che faceva rabbrividire , i capelli verdi cadevano scompostamente ai lati della teta e indossava uno strano completo viola che faceva risaltare il bianco del suo viso e due occhi profondi come pozzi. Ania sussultò per la sorpresa .
– Tu … tu sei Joker ? – riuscì a dire.L’ uomo senza smettere di sorridere le si avvicinò .
– Esatto , sono felice che tu mi abbia riconosciuto
- Ania , ancora confusa, non riusciva a formulare frasi coerenti e la sua mente era affollata da mille interrogativi. Finalmente, dopo un po’ riuscì a parlare .
- perchè sono qui ?-
Il joker iniziò a girarle intorno - Oh ma è semplice, perché so che il ricchissimo Bruce stà per adottarti e che presto tu diventerai la “ Principessina Wayne ”- disse poggiandole le mani sulle spalle .
– Vuoi un riscatto ?- sibilò lei irritata. Si stava riprendendo e pian piano realizzava la sua precaria e pericolosa situazione . Il clown le andò di fronte e la guardò come se avesse detto la più grande stupidaggine pensabile e con aria quasi offesa disse – No .. Oh no , cosa me ne faccio dei soldi, sono completamente inutili per me … no, io voglio qualcosa che né tu né nessun altro qui a Gotham può darmi -
Ania non riusciva a capire - allora cosa vuoi da me ?-
- Oh niente di particolare , voglio solo che tu resti qui e faccia da esca finche Batman non viene a salvarti - .
Si piegò fino all’ altezza del suo viso , come per farle una confidenza e sussurrò – sai , Batman non viene mai quando lo invito , ha bisogno sempre di qualche incentivo -.
Ania non aveva staccato per un momento gli occhi da quelli neri di Joker . Questo sorprese molto il criminale … tutti prima o poi fissavano le sue cicatrici o comunque abbassavano lo sguardo , questa ragazzina invece lo guardava diritto in faccia, senza paura , come a voler leggere nella sua anima. Scacciò questa sensazione e raddrizzandosi continuò – comunque credo che i tuoi parenti rimarranno in pensiero per un po’ - .
Sul volto della ragazza passò una smorfia improvvisa di dolore e amarezza. – Mi dispiace deluderti ma non ho nessun parente che sia in pena per me … -
Joker rimase immobile … conosceva quello sguardo , gli era appartenuto una volta . Aspettò che la ragazza continuasse . Infatti ,dopo pochi attimi di indecisione, Ania riprese – mia madre è morta quando ero piccola e sono cresciuta con mio padre, uno psicopatico alcolista che non faceva altro che urlare e picchiarmi -. Con un movimento brusco della testa scostò i capelli dal collo mostrando alla base la cicatrice, quasi del tutto rimarginata, segno della lama. – Questa me l’ha fatta due mesi fa … è tornato ubriaco ,come ogni sera ,ma non l’ho sentito arrivare e non ho fatto in tempo a nascondermi , a chiudermi nella mia stanza e aspettare che le urla si calmino e che svenga da qualche parte , come sempre ... ma tu non puoi capire – disse fredda - sei uno psicopatico come lui -. Due lacrime le scesero lungo il volto , senza che potesse controllarle .
Joker non parlò , ma estrasse un coltello. Ania trasalì ma rimase immobile .
Lui si avvicinò e iniziò a tagliare le corde che bloccavano la bambina che lo fissò interdetta .
– cosa stai facendo? – chiese incredula ,ma Joker non rispose e dopo averle liberato anche i polsi si diresse in un’altra stanza .
– Vieni .. – disse a un certo punto bloccandosi .
– Non hai paura che scappi ? – disse lei confusa
- No , puoi andare … sei libera ma prima vorrei dirti una cosa - .
La bambina voleva fuggire ma alla fine decise di seguirlo. Entrarono in una piccola stanzetta ,dove vi era solo una poltrona rossa e una stufa in un angolo. Joker si sedette e le fece cenno di avvicinarsi e salire sulle sue ginocchia. Ania era titubante e aveva paura … ma qualcosa dentro di se la spinse ad avvicinarsi e lui l’aiutò a sistemarsi . Poi improvvisamente , con lo sguardo perso in un punto lontano disse – sei stata onesta con me , mi hai raccontato la tua storia e non voglio che tu creda che non ti capisca per questo ho deciso di svelarti la mia -. Spostò lo sguardo sulla bambina , che lo guardava immobile … aveva la stessa età , lo stesso animo puro che aveva perso . Sospirò e iniziò a parlare . – Sono nato in una piccola cittadina vicino Los Angeles , i miei genitori provenivano entrambi da due famiglie benestanti e per questo vivevamo agiatamente in una villa .Ero il bambino più ricco del quartiere, il più invidiato , non mi mancava niente … se non l’affetto e una famiglia degna di questo nome . Per tutti, infatti, ero solo il frutto di un errore ,o meglio di una violenza. Mio padre, da sempre alcolizzato, aveva approfittato di mia madre durante una festa e lei era rimasta incinta. I genitori erano furiosi, l’avevano portata da molti specialisti ma “sfortunatamente” non si poteva procedere ad un aborto senza ucciderla. Così , per salvare le apparenze, le due famiglie avevano costretto i due a sposarsi ma questo non aveva fatto altro che accrescere il loro odio. Mi crebbero nell’ indifferenza più totale, provvedendo ai miei bisogni ma niente di più … mai una carezza , mai una parola gentile . Per loro ero la prova vivente dei loro errori , per i nonni il nipotino bastardo di cui vergognarsi. Questo andò avanti per molto tempo , fino a che una sera mio padre non tornò più ubriaco del solito . Urla, vetri infranti , il caos … osservavo la scena immobile , cercando di non farmi notare, desiderando di sparire. Mio padre con una bottiglia in mano urlava contro mia madre
- tu … sporca puttana , guarda come mi hai ridotto … tu e tuo figlio –
- sei tu brutto schifoso che mi salisti sopra quella notte , io non lo voglio non l’ho mai voluto … mi ha condannato a vivere con un porco ubriacone come te -
Lui le lanciò la bottiglia che la sfiorò , poi voltandosi notò la mia presenza . –Oh eccolo qui , il piccolo Jack – barcollando si avvicinò a me . Sapevo che voleva farmi del male ma ero paralizzato e quando capii era troppo tardi. Lui mi afferrò e iniziò a picchiarmi. Urlavo di dolore cercando l’aiuto di mia madre che rimase a fissare la scena con uno sguardo freddo e carico d’odio … non riuscivo a capire . Finalmente mio padre mi lasciò , sentivo il sangue scorrermi sul viso e sperai che fosse finita ,ma non era così. Afferrò un coltello da cucina e si chinò di nuovo su di me . Mia madre sussultò ma poi il suo volto tornò ad essere una maschera di indifferenza. Avevo paura, premevo le spalle sulla parete, come se avessi potuto trapassarla e fuggire … ma non c’era via d’uscita. Mio padre parve esitare in un lampo di lucidità ma poi, con un sorriso stampato in faccia ,mi torse il braccio così forte da farmi urlare ,mi schiacciò a terra con il suo peso e con il coltello mi sfregiò il viso.Appena lo fece fui invaso da un dolore insopportabile , le ferite bruciavano come il fuoco e poco dopo persi i sensi. Mi svegliai molto tempo dopo in ospedale , orfano e … così per sempre - . A quest’ultima frase Joker si portò istintivamente le mani al viso, sentendo le cicatrici irregolari sotto le dita. Ania era senza fiato , scossa da un sentimento di pietà e comprensione per l’uomo e senza nemmeno pensare lo strinse poggiando il viso sulla sua spalla. Joker si irrigidì sotto il suo tocco . Non era abituato a gesti d’affetto e rimase incerto per qualche istante prima di rispondere in modo impacciato all’abbraccio. Si staccò da lei, fissando quei piccoli occhi cielo che avevano visto troppa violenza e senza parlare la accompagnò fuori e le indicò una pattuglia di poliziotti , poi scomparve così come era arrivato.


Ciao :) ecco a voi il nuovo capitolo con un bel colpo di scena ... spero vi sia piaciuto . Joker mostra di avere un lato umano e Ania riesce a farlo emergere, ditemi cosa ne pensate . Ringrazio tutti quelli che leggono e Floynder , Jarmione , Ramingo viandante per aver commentato. Alla prossima Batty :)

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Capitolo 4
*** revelations ***


I poliziotti erano euforici e soddisfatti di aver ritrovato Ania e avevano quasi urlato mentre lo comunicavano alla radio.
La bambina era ancora confusa e riusciva a mala pena a rispondere con monosillabi alle loro domande apprensive. Era diventata davvero importante , la principessina Wayne  …. qualche settimana prima nessuno si sarebbe preoccupato per lei e ora l’intero corpo della polizia era stato mobilitato. Ma era toppo stanca per pensarci a causa delle forti emozioni che si erano susseguite e si abbandonò sul sedile dell’ auto, mentre i due poliziotti chiacchieravano allegramente. Arrivarono presto alla villa ma per percorrere il viale ci volle quasi mezz’ ora . Era infatti gremito di giornalisti e curiosi che, richiamati dalla notizia, si accalcavano contro la macchina.Finalmente , con l’aiuto di altri poliziotti, riuscirono a varcare il cancello e ad entrare in casa.
Alfred, che in genere aveva un comportamento composto di fronte agli estranei , la accolse con un enorme sorriso e quasi commosso le toccò la spalla con la mano, poi fu letteralmente investita da Bruce che la sollevò da terra e la strinse così forte da toglierle il respiro. Era totalmente senza parole … il sicuro e serio Bruce che si lasciava andare così a una dimostrazione d’affetto?! Stretta al suo largo petto riusciva a sentire il battito accelerato del cuore, il suo solito profumo la inebriò e in un attimo si sentì a casa. L’uomo la mise a sedere su un tavolo e iniziò a controllare che non fosse ferita, ignorando le continue rassicurazioni di Ania poi appurato che era tutto apposto si rilassò e si sedette. Alfred le portò un panino e in quel momento la bambina si accorse di star morendo di fame. Era quasi un giorno che non mangiava e lo divorò così velocemente che il maggiordomo corse premuroso a farne un altro. Mentre mangiava osservava Bruce che ora aveva recuperato il suo solito contegno ma sembrava triste e allo stesso tempo ancora preoccupato. Poi finalmente si decise a parlare.
– Cosa è successo, raccontami -.  Ania iniziò raccontandogli del risveglio e della conversazione con il clown e Bruce pian piano si mostrava sempre più sorpreso .
– Quindi non ha scoperto la mia identità, ha solo pensato che dato che la piccola è famosa avrebbe attirato l’ attenzione di Batman … bene – pensò sollevato.
Nel racconto però Ania aveva tralasciato le ultime cose che il clown le aveva detto, infatti  Bruce perplesso le chiese come avesse fatto scappare. Così gli disse della confessione del criminale e di come avesse deciso di lasciarla andare.
Bruce era sconvolto – ti ha lasciato andare ???- . Lei annuì . Al tg era giunta la notizia che il Joker nelle ultime ore aveva  cercato di far evadere dei detenuti da Arkham e il bilancio era di 10 morti e più di 50 feriti …. Come mai era stato così magnanimo , cosi umano?
– Sembra che gli ricordi lui da piccolo e che quindi nutra una sorta di senso di protezione nei tuoi confronti … è strano ma è un sollievo che non rappresenti più una minaccia per te – riflettè l’uomo carico di dubbi per aver scoperto la vera storia del suo rivale ma non aveva tempo per pensarci poiché ora aveva davanti una situazione più urgente da risolvere.
Si avvicinò alla bambina e le scostò i capelli scarmigliati dal volto  
– Senti Ania … io … io devo parlarti – disse in evidente difficoltà . Lei lo fissò senza capire,aspettando che continuasse.
– Io sono stato un egoista , uno stupido … avevo promesso che ti avrei protetto da qualsiasi cosa e non ne sono stato capace … - .
Ania stava per dire qualcosa ma lui la fermò con un gesto. Poi continuò 
 - Ti ho preso con me perche volevo renderti felice , guarire le tue ferite ma soprattutto perché tu riuscivi in qualche modo a lenire le mie … mi ero giurato che ti avrei tenuto lontano da tutto questo , che la tua infanzia sarebbe stata tranquilla , come quella di ogni bambino ma non è stato possibile . Sono stato uno stupido anche solo a pensarlo … tutti quelli che mi stanno accanto muoiono o sono infelici e non avrei dovuto coinvolgerti ….ti prego perdonami- .
La bambina non capiva … Perché diceva quelle cose ? cosa avrebbe dovuto perdonare ?.
- Io ho un grande segreto Ania – continuò – un segreto oscuro, un fardello che sopporto da anni . Te lo avrei detto un giorno, quando saresti stata grande, in grado di scegliere … ma ormai non ha senso tenerlo nascosto-. La prese per mano e la guidò per la villa fino a che raggiunsero il suo studio , in cui era solito chiudersi per lavorare la sera fino a tardi. Si avvicinò al pianoforte, al lato della stanza e con due dita sfiorò dei tasti, il cui accostamento era poco gradevole. Appena lo fece la libreria sulla parete di fronte si spostò , rivelando una porta nascosta. Ania sgranò gli occhi e guardò Bruce che ancora silenzioso entrò nel passaggio, invitandola a fare lo stesso. L’apertura si rivelò essere la porta di un ascensore di metallo che l’uomo mise in funzione con una leva e che cigolando iniziò a scendere, fino alle fondamenta della villa. Quando uscì Ania credette di sognare. Di fronte a lei si snodava un enorme caverna, illuminata artificialmente che si estendeva forse sotto tutta la villa. Il rumore dell’acqua che scorreva in fiumiciattoli lungo le pareti  rimbombava e sul soffitto erano annidati centinaia di pipistrelli che stridevano . La bambina era scioccata e lo fu ancora di più quando arrivarono di fronte all’ enorme macchina nera.
–Questa …. questa è … -  disse senza riuscire a terminare la fase e fissando Bruce che annuì. Poi l’uomo la condusse di fronte a una teca, dove era conservata l’armatura, la sua seconda pelle, la sua vera essenza : Batman .
Ania ebbe un flash, ricordò tutto.
Ricordò di quella notte, del freddo che faceva , del dolore , del sangue e poi si ricordò di Lui . Quell’uomo in nero, quell’ angelo oscuro che l’aveva salvata, la sua voce cupa , il suo tocco gentile. In fondo al cuore sentì di averlo sempre saputo. Bruce rimase in silenzio, dandole il tempo di assorbire il colpo.
– Questo Ania è quello che faccio … quello che sono – sussurrò – se sei arrabbiata lo capisco, se vorrai andartene non ti fermerò … ma sappi solo che non ho voluto altro che la tua felicità - 
Ania si voltò verso di lui e di slancio lo abbracciò. Bruce commosso si inginocchiò e la strinse forte. Rimasero così per molto tempo poi Ania si staccò e fissandolo gli sussurrò qualcosa, delle parole che si incisero a fuoco nel suo cuore: - Non lasciarmi mai ti prego … sei il mio angelo custode - .   

 

Da quel giorno la vita di Ania non fu più la stessa . Non era più una semplice bambina ma era diventata qualcosa di più … la custode di un enorme segreto, l’aiuto di un giustiziere mascherato che vigilava sulla città e combatteva in nome della giustizia. Anche lei voleva dedicare la sua vita alla lotta contro il crimine , voleva creare un mondo migliore e aiutare tutti coloro che soffrivano ed erano vittime dei malvagi. Non voleva che altri bambini dovessero sopportare quello che lei aveva subito perché non tutti erano fortunati come lei.
Ora se ne rendeva conto, era consapevole più che mai di avere un enorme debito nei confronti di Bruce e lo avrebbe ripagato a tutti i costi. Per questo volle subito iniziare a prepararsi ... a prepararsi per il giorno in cui avrebbe affiancato Batman. Bruce aveva opposto resistenza, non voleva coinvolgerla così presto e non aveva ancora attutito il dolore e l’apprensione che gli aveva causato il suo rapimento, per quanto breve ma Ania era decisa, irremovibile e riuscì a convincerlo ad addestrarla, con la promessa di non combattere se non quando lui l’avesse considerata pronta. E quando quel giorno sarebbe arrivato nessuno avrebbe potuto fermarli … Batman e Batgirl due difensori del bene,  due cavalieri oscuri .



 
Ciaooooooooo ecco a voi il 4 capitolo, il più difficile da  scrivere fino ad ora soprattutto la parte della rivelazione. Ma sono abbastanza soddisfatta del risultato e spero che lo siate anche voi.:) fatemi sapere. Ringrazio come al solito tutti quelli che hanno la pazienza e la forza di leggere quello che scrivo e Jarmione, Floyder e Fluorescent per i loro commenti . 

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Capitolo 5
*** first night ***


Gotham city – 10 anni dopo


La figura in nero sfrecciava silenziosa sui tetti della città, accompagnata solo dal fruscio del suo mantello. Era una notte importante, la sua prima notte e avrebbe dimostrato ciò che valeva. Batman l’attendeva già sul luogo, ci sarebbe stata la consegna di una grande quantità di droga  con alcuni elementi di spicco della criminalità che volevano assolutamente catturare.
Balzò agilmente in avanti ,il suo fisico temprato da anni di allenamenti era snello e scattante e in poco tempo arrivò sul posto. Batman le dava le spalle mentre dell’ alto osservava i movimenti dei criminali sotto di lui. La sentì arrivare ma non si voltò e attese che gli arrivasse di fianco. Era concentrato ma soprattutto preoccupato per la sua aiutante e nonostante la certezza che fosse ben allenata, non poteva impedirsi di stare in ansia. Era alta e forte ma rispetto lui sembrava ancora una ragazzina, e forse dal suo punto di vista lo sarebbe sempre rimasta.
– Sei pronta – sussurrò  con la sua voce cupa.
Lei annuì decisa.
– Andiamo allora …… ma sta attenta-  
Batgirl gli sorrise e come un ombra sparì nella notte. Gli uomini intanto,ignari di tutto, continuavano a scaricare le casse e a caricarle su furgoncini. Batman neutralizzò le guardie sulla destra in modo discreto e lo stesso fece la giovane sull’ altro lato. Presto però i malviventi si resero conto del pericolo e con le armi puntate erano pronti a sparare su qualsiasi cosa si muovesse.
Batgirl fu la prima ad agire e con un agile balzo raggiunse un uomo, disarmandolo e stordendolo con rapidi movimenti . Non si era accorta però di un altro criminale che ora l’aveva sotto tiro e sarebbe finita male se Batman non l’avesse fermato in tempo, prendendolo alle spalle. Continuarono la lotta, coprendosi a vicenda  e in poco tempo neutralizzarono tutti gli avversari . Li legarono e attesero nell’ ombra l’arrivo della polizia prima di ritirarsi.


 
Ania scese  euforica dall’ enorme macchina nera  
– Wow Bruce è stato fantastico, quegli uomini armati e noi che li abbiamo stesi tutti solo in due … favoloso e io modestamente sono stata a dir poco superba-.
Bruce scese dall’ auto e la fissò  scuotendo la testa e cercando di trattenere un sorriso.
– Non avrei potuto scegliere un aggettivo migliore – disse in tono serio – sei stata superba, incosciente , stupida. Ti sei buttata nella mischia senza pensare, dimenticando tutto ciò che ti avevo raccomandato …. Se non ci fossi stato io a coprirti le spalle a quest’ ora sarei qui a ricucirti o peggio – .
Ania sbuffò fintamente offesa – d’accordo d’accordo forse sono stata leggermente avventata … ma è la mia prima volta e non puoi  negare che me la sono cavata- disse sorridente sbarrandogli il passo.
L’uomo alzò gli occhi al cielo – si ti sei comportata discretamete – ammise sconfitto – ma non potrai mai superare il maestro - .
Con un ghigno fintamente malvagio la scostò facendola ruzzolare a terra. Poi scoppiò in una sonora risata osservando lo sguardo smarrito della ragazza.
– Non vale non ero pronta … - disse mettendo il broncio e questo non fece che aumentare le risa dell’ uomo .Lei piccata si alzò con un balzo e lo attaccò. I loro corpi volteggiavano e si univano in un enorme macchia nera, scambiandosi colpi a vicenda e cercando di far cadere l’avversario. La lotta fu interrotta dall’ arrivo di Alfred  che si schiarì rumorosamente la gola per farsi notare . I due contendenti si separarono imbarazzati .
- quando il signore e la signorina avranno finito di giocare  e se naturalmente se la sentono  ci sarebbero gli ospiti da intrattenere . Mi permetto di ricordare che sono presenti i personaggi più autorevoli e famosi di gotham ad attenderli – disse ironico .
- Andate a fare una doccia immediatamente – aggiunse poi serio – ho finito il mio repertorio di barzellette.-
- Credevo fosse infinito Alfred – disse Bruce scherzando .
– Lo era signore … ma sono anni che copro i suoi ritardi e le sue assenze. Con permesso – disse voltandosi e sparendo nell’ ascensore.
– Sarà meglio che ci muoviamo, non sia mai che si alteri … potrebbe farci stare senza cena per settimane … e qui è l’unico che sa cucinare – sussurrò l’uomo  ridendo a una ancora più allegra Ania che subito lo seguì nella villa.


 

Quando fecero la loro apparizione nel grande salone calò il silenzio, rotto soltanto da mormorii e sussurri ammirati.
Bruce come sempre elegantissimo in uno smoking nero avanzava fiero ed eretto tenendo sotto braccio Ania che non era da meno. Lei indossava uno splendido vestito nero , lungo che le fasciava il corpo snello e perfetto risaltando le sue curve. Sul busto vi erano intessuti piccoli cristalli che davano un tocco raffinato all’ abito e da un ampio spacco, che metteva in risalto il corpo della giavane, si intravedevano dei vertiginosi tacchi. Erano bellissimi insieme e tutti gli ospiti si prodigarono in complimenti.
Poi però furono separati : Ania attorniata da giovani pretendenti che cercavano di ottenere il suo  favore e l’accompagnavano nei balli , Bruce tra uomini d’affari e politici . Si scambiarono un’occhiata d’intesa … loro condividevano un segreto enorme e nulla avrebbe mai potuto separarli davvero. 


Ciao :) spero che questo capitolo vi sia piaciuto , anche se è un pò corto. Grazie ancora a chi mi segue e a chi ha commentato . Alla prossima . batty



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Capitolo 6
*** bad day ***


Era una splendida giornata e Ania passeggiava tranquilla nel centro di Gotham. La città era divenuta leggermente più sicura grazie agli sforzi della polizia e naturalmente di Batman e si stava riprendendo dalla terribile crisi economica in modo rapido con le grandi donazioni e raccolte fondi organizzate da  Bruce Wayne.
Ania era amareggiata quando ci pensava, quell’ uomo aveva donato la sua esistenza per il bene di quella città e nessuno lo avrebbe mai saputo , nessuno avrebbe visto il suo vero valore … lei era fortunata a stargli accanto .
La giovane indossava dei semplici jeans e una felpa con cappuccio con cui si copriva il viso se necessario per sfuggire ai fotografi o ai curiosi. Crescendo , infatti,era diventata sempre più famosa, un modello per tutte le giovani donne di Ghotam e nonostante questo fosse piacevole a volte aveva nostalgia dell’ anonimato e della tranquillità. Quel giorno non voleva essere riconosciuta, quel giorno lei era una ragazza normale che dopo aver terminato la maturità si godeva  il meritato riposo. Finalmente era libera e aveva un’ intera estate per divertirsi e  scegliere l’università.
Il voto finale era 85 ,abbastanza soddisfacente considerando le notti passate in bianco a saltare per i tetti della città e anche Bruce era contento. Ora che ci ripensava le aveva chiesto di passare in banca per dare una comunicazione a suo nome ed era quasi orario di chiusura, doveva sbrigarsi. Accellerò il passo, tagliando senza pensarci per dei vicoli. Una persona sana di mente li avrebbe accuratamente evitati ma l’addestramento ricevuto e la vita notturna avevano eliminato quasi del tutto la paure in lei e in pochi minuti arrivò di fronte alla Ghotam Bank. L’enorme edificio si innalzava maestoso al centro della città ed era perennemente pattugliato da guardie addestrate. Ania entrò e dopo aver passato i vari controlli si ritrovò nella stanza principale, quella della borsa. Non era la prima volta che vi andava, aveva spesso accompagnato Bruce ma ogni volta le dava la stessa impressione : di essere capitata nel bel mezzo di un mercato . L’enorme folla di commercialisti, e uomini d’affari si accalcava verso il centro, spingendo per guardare i monitor e gestire al meglio le proprie azioni. Ania non li sopportava. Troppo infidi, troppo opportunisti e troppo egoisti per prestare attenzione al modo, a ciò che accadeva fuori e troppo impegnati per occuparsi di altro  oltre che di se stessi. La giovane  sgattaiolò tra le persone, non senza attirare occhiate scettiche per il suo abbigliamento poco adatto all’ ambiente ma non ci fece caso e in pochi attimi si trovò di fronte all’ operatore. Gli comunicò sbrigativa ciò che doveva fare e dopo il controllo delle impronte digitali l’operazione fu condotta a termine .
Soddisfatta stava per andarsene quando degli spari  dietro di lei la fecero sussultare, provocando il panico nella sala. Il suo corpo, memore dell’ addestramento,reagì per lei e svelta si appiattì a terra cercando di individuare i nemici e le possibili vie per neutralizzarli.
-Otto … anzi no nove – contò Ania mantenendo la calma. Se avesse avuto la sua armatura, se avesse potuto muoversi liberamente li avrebbe neutralizzati in poco tempo ma era giorno e c’erano troppi testimoni. Non poteva contare neanche sull’ aiuto di Batman quindi ritenne opportuno mostrarsi spaventata e comportarsi come un comune ostaggio.
– SILENZIO !! HO DETTO SILENZIO O VI FACCIO SALTARE LA TESTA!!-  alcuni uomini si erano disposti lungo tutto il perimetro della sala e minacciavano i presenti mentre altri due, che forse dovevano essere gli organizzatori del colpo si davano da fare presso il cavou riempiendo sacche di denaro. Ania sperò che una volta preso quello che volevano se  ne sarebbero andati ma un impiegato  preso dal panico tentò di fuggire e scatenò la reazione dei rapinatori . Fu agguantato immediatamente e gli puntarono l’arma alla testa
– Hei bastardo che volevi fare??!! Ti avevo detto di rimanere fermo cosa sei sordo ?!! –
Il rapinatore si voltò come per far vedere a tutti – ecco cosa succede  se qualcuno tenta di fare il furbo ancora – .
Tolse la sicura e stava per sparare ma una voce lo interruppe
– FERMO LASCIALO STARE … - L’uomo si voltò stupito e fissò Ania che ora era in piedi e lo guardava con uno sguardo misto tra la minaccia e la preghiera . Lasciò andare l’impiegato che scivolò a terra svenuto e si avvicinò a lei .
– E tu chi saresti ragazzina??! Come ti permetti a darmi ordini – .Affondò le mani nei suoi capelli corvini e la costrinse a guardarlo in volto .
 - Se ti piace tanto fare l’eroina allora ti accontento subito … ci serviva giusto un ostaggio e dato che ti sei offerta volontaria non posso certo rifiutare - la spinse indietro  tra le braccia di due  energumeni e subito si diressero verso l’uscita.
Il sequestro di Ania aveva riscosso gli animi dei presenti che provarono a protestare debolmente ma furono subito zittiti da una scarica di colpi contro il soffitto. La giovane fu trascinata fuori e gettata in un furgone bianco accanto alla refurtiva e subito i rapinatori partirono. Erano seguiti forse da tre o quattro volanti a giudicare dalle sirene suppose Ania ma non era certa che sarebbero riusciti a fermarli . I malviventi , infatti , non sembravano spaventati e dopo poco iniziarono a rispondere al fuoco della polizia. La giovane con le mani legate era sballottata senza possibilità di ripararsi ed era piena di lividi. In qualunque posto stavano andando sperò che  fosse vicino e che vi si arrivasse presto.
Anche se la polizia non riusciva a  salvarla lei non aveva paura perché  confidava nel suo angelo custode  ed era certa che lui l’avrebbe trovata ovunque. Doveva solo aspettare che calasse la notte e Batman sarebbe arrivato a lei  seguendo il suo cuore. Guardò il ciondolo che le aveva regalato per il suo compleanno e sorrise:  un delicato cuore d’oro che conteneva un segnalatore .


- Non posso permettere che la cosa più preziosa che ho vada in giro senza che possa rintracciarla – le aveva detto Bruce dandole il ciondolo .
- Ma è solo un pezzo di metallo … non è poi così importante-  aveva risposto perplessa .
- Già ... ma io non stavo parlando del ciondolo … -

Chiuse gli occhi - Si … arriverà presto - 


Ciao ecco il nuovo capito ... ho cercato di fare presto perchè domani ricomincia la scuola :'(
Comunque spero che sia di vostro gradimento . 
Ringrazio ancora tutti quelli che stanno leggendo la storia e Jarmione , Aleca 92 e Floyder per i commenti . Un bacio batty

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Capitolo 7
*** kiss ***


Quando finalmente le tolsero quel orrendo cappuccio di tela dal viso Ania fu abbagliate dalle luce al neon sopra di lei.
Si guardò attorno spaesata: si trovavano in un grande appartamento , alquanto squallido  con i muri pieni di macchie e crepe e le finestre spaccate .Sul fondo della stanza era collocata una piccola cucina malmessa  e varie brande erano sparse nel resto dell’ambiente . Sulla sinistra vi erano poi un piccolo bagno e una porta che probabilmente conduceva in un’ altra stanza. Alcuni dei suoi sequestratori si erano seduti a un grande tavolo di legno e giocavano a carte mentre uno distribuiva merendine e cioccolato. Doveva essere una base fissa dato che era abbastanza organizzata e fornita suppose.
Gli uomini erano euforici e molto soddisfatti di aver portato a termine il colpo e si congratulavano a vicenda ignorandola completamente.

-è stato un colpo spettacolare, da manuale –
-già tutto quel malloppo … non vedo l’ora di avere la mia parte-
- il capo arriverà presto e allora sarà festa per tutti –
Ania legata ad una sedia ascoltava in silenzio, aspettando il momento buono per fare la sua mossa.
–Le corde dei polsi non sono tanto strette … se ci lavoro un po’ riesco di sicuro a sfilarmele – senza attirare l’attenzione la giovane iniziò a muoversi e a strisciare le corde contro il metallo della sedia ma proprio quando stavano per cedere un uomo che si era abbassato a raccogliere una carta notò i suoi movimenti

- Hei tu che stai cercando di fare-  le venne in contro minaccioso e la scosse per il braccio
-  Questa puttanella cercava di liberarsi –  disse notando le corde allentate, rivoto ai suoi compagni che ora la fissavano con uno sguardo talmente crudele da farla rabbrividire … sentiva i loro occhi su di se e le si strinse lo stomaco. Cercò di divincolarsi ma l’uomo strinse ancora di più la presa tanto che pensò stesse per staccargli il braccio e la spinse di più  contro la sedia-.
– Ma bene  vedo che hai tanta energia … che ne dici allora di giocare un po’ – disse guardandola in modo languido e suscitando la reazione dei suoi compagni

 - voi che ne dite.?.... sono sicuro che al capo non dispiacerà se ci divertiamo un po’ prima di ucciderla – .
Si abbassò su di lei per baciarla ma Ania scattò e con tutta la forza che  aveva  gli assestò una testata sul mento .
L’uomo sorpreso e dolorante la lasciò andare per un istante , portandosi le mani al volto

-  Hahahahaha steve credo che tu non le piaccia-
-   Si forse è il tuo alito –  lo schernirono i compagni. 
L’uomo pieno d’ira e di vergogna si riprese subito .
- Tu  brutta puttanelle come osi –  le sferrò un melrovescio che le fece voltare la testa .
Ania tornò a fissarlo sorridendo, con uno sguardo di sfida , il sangue che colava copioso da uno spacco sul labbro . L’uomo ancora più irato  alzò il braccio per colpirla ancora ma uno dei compagni gli bloccò il braccio a mezz’aria.

-  Lasciami andare , devo educare questa piccola bastada – urlò fuori di se.
-   Conosci le regole Steve…. Il capo non vuole che uccidiamo i prigionieri senza il suo permesso . Dopo sarà tutta tua te lo prometto - .
L’uomo riluttante si allontanò– ci vediamo dopo – ghignò .
Ania tornò a respirare, il cuore le batteva all’impazzata … aveva rischiato grosso. Doveva assolutamente andarsene .
I suo pensieri furono interrotti da qualcuno che entrò calciando violentemente la porta.  La giovane sobbalzò per la sorpresa e quando vide  il suo  cuore perse un colpo. I capelli verdi, le labbra tirate in quell’ eterno sorriso quegli occhi neri e bui come l’inferno,  ad Ania sembrò di essere tornata bambina .

- Salve a tutti-
Joker avanzò fino al tavolo da gioco tra i suoi scagnozzi che ora in religioso silenzio si facevano da parte.
– Allora ditemi com’è andato il nostro lavoretto?- disse giocherellando con le carte.
Gli uomini si fissarono incerti poi uno finalmente prese il coraggio - bene capo , abbiamo fatto tutto quello che ci hai detto e il guadagno è considerevole …. Ma abbiamo avuto delle rogne con gli sbirri e siamo stati costretti a prendere un ostaggio – .
Joker che fino ad allora era sembrato disinteressato e quasi annoiato dal discorso parve rianimarsi – OH abbiamo un ospite –si guardò in torno e vide Ania che  aveva quasi dimenticato di respirare . Era alto e forte e nonostante fossero passati quasi 10 anni dalla prima volta che lo aveva visto sembrava non essere cambiato, l’immortale clown principe del crimine. Si avvicinò a lei e la scrutò attentamente . Ania ricambiò  suo sguardo, sforzandosi di non distoglierlo dai suoi occhi
– Mi dispiace dolcezza è il tuo giorno sfortunato. Probabilmente non ne uscirai viva- disse ironico e si voltò dirigendosi verso una porta .
Ania si riscosse – Non hai molta fantasia non è vero ?! … sempre la stessa sedia, le stesse corde, posto lugubre e tetro non hai nulla di nuovo?-
Il clown si voltò , gli occhi ridotti a due fessure – ci conosciamo ? - 
- Certo ci siamo incontrati in questo modo già una volta, ma ero piccola allora, quasi 10 anni fa … ora non sono più una principessina -.
Joker rimase colpito da quelle parole e parve riconoscerla. La principessina Wayne, la piccola a cui aveva rivelato la sua storia, l’unica sopravvissuta a lui, l’unica a non temerlo, l’ unico suo gesto di pietà in tanti anni .
– Slegatela – ordinò e subito un tirapiedi obbedì . Le porse una mano, che Ania accettò tremante e sotto lo sguardo confuso dei suoi uomini l’aiutò ad alzarsi. La guardò come se avesse dovuto scavare nella sua anima e si perse nel blu dei suoi occhi: puri, innocenti comprensivi come allora … non avrebbe mai potuto dimenticarli. Si perse ad ammirare i lineamenti delicati del suo viso, la sua carnagione lattea, i capelli neri come la notte ma poi la sua attenzione venne attirata dalla ferita sul labbro ancora sanguinante e gonfia e parve riscuotersi.
Si voltò bruscamente verso gli uomini. 
– Chi l’ha colpita ? – il suo tono tradiva una rabbia trattenuta a stento e tutti si pietrificarono.
–Ho chiesto  chi … l’ha …colpita – disse scandendo le parole ,tagliente.
Gli uomini si voltarono verso Steve che bianco come un cencio fu costretto a farsi avanti  - I … io signore …mi disp…. –
Non fece in tempo a finire che il clown lo colpì in viso violentemente spedendolo a terra .
–Questo è quello che succede a chi osa ancora disubbidirmi –
Con un sguardo impassibile puntò la pistola sull’ uomo a terra che strisciava implorando e stava per fare fuoco quando delle mani calde e morbide avvolsero le sue delicatamente,bloccandolo .Ania era di fronte a lui , i loro corpi si sfioravano provocandogli brividi e rimase immobile, completamente vinto e in balia della volontà di quella giovane. Mai si era sentito così debole e vulnerabile. Lentamente abbassò l’arma, con grande sollievo della ragazza e senza parlare la condusse nell’altra stanza e la fece accomodare su un piccolo divano sedendosi al suo fianco.
La guardò in viso e con una gentilezza che non gli era mai appartenuta le sfiorò il labbro ferito ripulendolo dal sangue. Ania avvampò e imbarazzata distolse lo sguardo ma lui le afferrò delicatamente il mento e la costrinse a guardarlo di nuovo negli occhi , quei pozzi neri in cui si era già persa una volta. Poi senza preavviso si avvicinò al suo viso e la baciò. Un bacio casto e dolce che stupì Ania che non si ritrasse ma anzi ricambiò spinta da qualcosa di sconosciuto e incomprensibile. Joker si staccò lentamente da lei e tornò a guardarla . Schiuse le labbra come per parlare ma un forte deflagrazione glie lo impedì.
L’intera parete crollò di fronte a loro e furono investiti da una pioggia di detriti, subito dopo Batman entrò come una furia e  si scagliò contro il Joker picchiandolo in modo rabbioso. Ania era sconvolta ma reagì prontamente – fermati … ti prego fermati non è necessario – disse tirando l’uomo per un braccio mentre continuava ad asestare colpi. Nella furia del momento  fu scaraventata a terra e li rimase fissando l’opera distruttiva del suo salvatore. Poi lui la costrinse a salire in macchina e fuggirono lasciandosi dietro mille interrogativi  e dubbi mentre le sue labbra ancora bruciavano per quel fugace  contatto.



Ciao a tutti :) :) ecco il nuovo capitolo che da finalmente una svolta alla storia . Fatemi sapere cosa ne pensate di quasto Joker e del suo comportamento chè è certamente inusuale. Spero comunque che vi sia piaciuto . RIngrazio tutti quelli che leggono e commentano e mi danno energia e voglia per continuare . Un bacio e alla prossima Batty :)

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Capitolo 8
*** confusion ***


Bruce non aprì bocca per tutto il tempo, mentre sfrecciava veloce tra le strade , le mani strette sul volante, la bocca contratta per la rabbia e per l’ansia. Aveva rischiato ancora di perderla, tutto per colpa di quel maledetto clown … se non ci fosse stata lei, se non fosse stato per la sua unica regola avrebbe messo fine all’ esistenza di quel maledetto pazzo .
Ania stanca e confusa più che mai era abbandonata sul sedile , lo sguardo perso fuori dal finestrino. Non poteva smettere di pensare a quello che era successo, di pensare a Lui. L’aveva risparmiata due volte, aveva quasi ucciso l’uomo che l’aveva ferita e poi … l’aveva baciata.
-Perché? … perché io ?-

Arrivarono presto alla villa e solo allora Bruce le rivolse la parola, abbracciandola e sciogliendo la tensione che aveva accumulato . Ania ricambiò ma la sua mente era altrove e  l’uomo se ne accorse subito.
-ti ha fatto del male ? – disse avvicinandosi e sfiorando il labbro gonfio  mentre una voglia irrefrenabile di vendetta si faceva strada nel suo petto.
- no sto bene , sei arrivato subito … - disse per rassicurarlo ma il suo tono era flebile e cercava di evitare il suo sguardo , come se Bruce avesse potuto leggere nei suoi occhi l’accaduto. L’ uomo non era affatto convinto ma evitò di insistere, pensò che fosse solo scossa e la cullò tra le sue braccia come faceva quando era bambina. Ania con il volto sul suo possente petto si sentiva sporca, una bugiarda traditrice e vinta dalla tensione si sfogò piangendo su di lui. Quando si fu calmata  si staccò delicatamente.
-ora vado in camera mia … sono molto stanca – disse con gli occhi volti a terra.
–sei sicura di stare bene ? – 

- si … ho solo bisogno di riposare, domani sarò come nuova – disse con un timido sorriso per rassicurarlo e lasciò la stanza sotto lo sguardo preoccupato di Bruce.
Si gettò sul letto e affondò il viso nel cuscino. L’immagine di Joker la tormentava, le sue labbra formicolavano ancora al ricordo di quel bacio. Mai quell’ uomo si era comportato in modo così gentile, così umano mai aveva risparmiato le sue vittime e aveva sempre goduto del loro dolore.
Ricordò quando Bruce ritornava la sera sporco di sangue , provato e ferito dall’ ennesimo combattimento con il clown. Le raccontava delle atrocità che aveva commesso , delle vite che aveva spento e Ania rabbrividiva la solo pensiero. Ma con lei, con lei era diverso, vulnerabile ,accondiscendente come se si fosse arreso alla sua volontà. 
– devo sapere ! – pensò alzandosi .
Oramai era quasi l’alba e si affacciò alla finestra, lasciando che la brezza fredda le schiarisse le idee. Chiuse gli occhi e inspirò forte. Quella notte sarebbe uscita , lo avrebbe trovato e costretto a spiegarsi .
Pensò a Bruce e sperò che andasse tutto bene … non voleva che soffrisse per causa sua, aveva già perso troppe persone care e non avrebbe sopportato di perderne un'altra.


Ecco un altro capitoletto , un pò corto ma è solo di passaggio. Ania è davvero confusa e forse si sta cacciando in guai troppo grandi per lei ... speriamo vada tutto bene XD . Fatemi sapere che ne pensate ;) un bacio a tutti Batty

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Capitolo 9
*** man behind the madness ***


Ania trascorse l’intera giornata a casa in compagnia di Bruce che la sorvegliava costantemente e faceva di tutto per distrarla da quello che era accaduto la notte precedente. La ragazza cercava di mostrarsi tranquilla e spensierata come prima ridendo e stuzzicando l’uomo in ogni modo, proprio come quando era bambina ma dentro il suo animo si agitava una tempesta di emozioni e le domande che la tormentavano premevano sempre più per venire fuori. Si sentiva davvero una vigliacca a ingannare  Bruce in quel modo , il suo mentore, il suo salvatore … la sua unica famiglia ma non aveva scelta.
Finalmente, con suo grande sollievo, arrivò il momento di andare a letto e si ritirò nella sua stanza. Bruce quella notte non sarebbe uscito. Non si sentiva di lasciare  Ania sola a casa per timore che qualcuno potesse ancora minacciarla … non sapeva che l’agnello stava andando spontaneamente verso il lupo.

Ania sgattaiolò fuori silenziosa e agile come un gatto, la maglia e i pantaloni neri la aiutavano a confondersi nel buio. Salì su una moto che aveva nascosto oltre il cancello della villa e partì sgommando verso Ghotam. Adorava andare in moto: il vento che la investiva, il brivido della velocità … si sentiva finalmente libera e invincibile. Era stranamente euforica al pensiero di rivedere Joker, voleva avere risposte ma al contempo aveva paura di ciò che avrebbe sentito … senza contare che poteva anche rimetterci la vita. Scacciò questo pensiero dalla mente e accellerò. Non aveva idea di dove trovarlo ma era stata addestrata dal più  grande detective del mondo ed era certa che in qualche modo ci sarebbe riuscita. Si diresse nell’ appartamento in cui era stata portata dopo il rapimento,nella periferia della città .Era il luogo migliore per cominciare la sua ricerca, l’unico luogo per quanto ne sapesse.
 
Scese dalla moto e si tolse il casco, liberando una cascata di capelli corvini che le ricaddero sulle spalle trattenuti solo da un fermaglio. Dinnanzi a lei si apriva l’ enorme voragine che Bruce aveva creato nel muro quando era venuto a salvarla e da li si intravedevano i resti della stanza e il divano rovesciato su un lato. Si avvicinò cauta e entrò camminando tra le macerie e i vetri. Esplorò tutto l’appartamento oramai abbandonato ma non trovò nessuno. Non sapeva se sentirsi delusa o sollevata. Tutto quello che c’era era stato portato via probabilmente in un altro covo segreto chissà dove … l’unica speranza di rivederlo era in uno scontro con Batman ma sarebbe stato davvero complicato. Varcò di nuovo l’apertura del muro e si diresse verso la moto .
- Stavi cercando qualcuno?- una voce calda e roca dietro di lei la fece sobbalzare . Avava già riconosciuto il proprietario ma quando si voltò rimase comunque sorpresa.
Joker era appoggiato al muro con le braccia conserte e un sorriso sornione sul viso. Indossava il consueto vestito viola, i capelli disordinati gli incorniciavano il volto e la fissava con quei profondi occhi neri che la trafissero come spade.

-magnifico … - si ritrovò a pensare senza accorgersene.
L’uomo senza smettere di sorridere si staccò dal muro e le si avvicinò
- Non lo sai che è pericoloso per una principessina come te girovagare di notte per Gotham tutta sola ?!… potresti incontrare qualche malintenzionato -  il suo volto esprimeva finta preoccupazione , a sottolineare l’assurdità della  situazione .... Ania finalmente si riscosse
 – Già hai ragione … per fortuna per il momento non né ho visto ancora nessuno - disse cercando di sembrare sicura di se – giusto?- aggiunse poi a bassa voce guardandolo negli occhi.
Il volto del clown si aprì in uno strano sorriso, sembrava quasi soddisfatto ma era difficile dirlo con sicurezza.

- Giusto  ma non si sa mai  di questi tempi … posso avere l’onore di accompagnarla ?- disse e con un movimento elegante le offrì il braccio.
Ania era  stupita dalla piega che stava prendendo la situazione ma accettò e si appoggiò a lui.

- ok …. calma …. Sto camminando sotto braccio al più grande e spietato supercriminale della città ma va tutto bene …. È tutto sotto controllo …Ania era agitata ,i suoi pensieri andavano da soli senza che potesse fermarli e piano piano realizzava in che pericolosa  situazione era finita. Però… stare accanto al clown, per quanto strano, la rendeva euforica ,quasi felice. Sentiva il suo braccio muscoloso e caldo sotto la stoffa e incredibilmente si sentiva protetta .
Passeggiarono per un po’ senza parlare, Joker aveva un’aria tranquilla, quasi normale mentre la guidava per i vicoli deserti . Giunsero in un piccolo parco e si sedettero su una panchina . Oramai era notte fonda e iniziava a fare freddo e Ania senza volerlo rabbrividì. Joker notando il suo disagio si tolse la giacca la avvolse  attorno alle spalle esili della ragazza che arrossì imbarazzata e interdetta.
– no tieni fa freddo non puoi rimanere solo con quella camicia leggera finirai per ammalarti-

-io ammalarmi?!  Bambina io sono Joker … un po’ di freddo non potrà certo fermarmi- disse divertito.
La giovane scosse la testa - mi chiamo Ania comunque –
- che strano nome … quasi peggio del mio –
- Hei non sono venuta fin qui per  farmi offendere – disse stizzita
- hahahahha d’accordo non ti scaldare piccola … allora che sei venuta a fare?- disse ridendo allegramente.
- io …io stavo cercando qualcosa – rispose  presa alla sprovvista
- qualcosa o…. qualcuno ? – disse fissandola e Ania fu costretta ad abbassare lo sguardo.
- lo sapevo – disse trionfante – nessuna donna può resistermi –
- è vero io sono venuta qui per te – sussurrò ,sentendosi ispiegabilmente delusa da quelle parole – ma vedo che sono solo un divertimento e quindi, se non vuoi uccidermi, tolgo il disturbo  –  fece per andarsene ma lui la trattenne per un braccio .
- aspetta … e che... non sono molto bravo in queste cose …. Non volevo offenderti mi dispiace - .
Ania era esterrefatta . Sembrava  una persona normale , un uomo normale che non sa come comportarsi con ad un appuntamento… perché quello sembrava un appuntamento o qualcosa che ci somigliava.
è buffo– pensò Ania – sembra una persona del tutto diversa dal mostro che tutti conoscono

Prese coraggio - volevo sapere perché … intendo perché mi hai risparmiata per ben due volte ,perché sei così gentile con me e … perché mi hai baciato… - disse tutto d’un fiato arrossendo .
- io … io ti ho risparmiato perché sei l’unica a non avere paura di me, a non evitarmi nonostante quello che sono perché ti fidi e riesci a stare qui a parlare con me anche se potrei ucciderti in qualunque momento … perché nonostante tu abbia sofferto non hai perso la fiducia nella gente – disse fissando a terra mentre Ania lo guardava sempre più stupita. Era stanco della violenza, stanco di uccidere … voleva solo lasciarsi andare, sparire per sempre.
- Anche lui ha un cuore … ha sofferto molto e non ha avuto mai nessuno accanto nel momento del bisogno
Ania si avvicinò a lui e gli prese il viso tra le mani, costringendolo a guardarla.
- se vuoi … io posso aiutarti a ritrovarla – sussurrò
Nei suoi occhi scuri si accese una luce nuova e una lacrima gli scese lungo una guancia.Ora era vulnerabile più che mai , completamente  abbandonato alla sua volontà.
Ania la tolse via con un dito e senza pensare poggiò le sue labbra su quelle del clown.
Lui all’ inizio rimase immobile  senza respirare per non rovinare quel momento, per non rischiare di perdere quell’ angelo che voleva salvare la sua anima corrotta ,poi timidamente rispose al bacio.
Quando si staccarono Ania si aprì in un sorriso . Si accoccolò sul suo petto e rimasero senza parlare a guardare le poche stelle che apparivano nel cielo di Ghotam. Ania era consapevole che il giorno avrebbe spento quell’idillio e li avrebbe separati ma cercava di non pensarci. Si sentiva stranamente felice, appagata e non avrebbe permesso a nessuno di interferire ,di farle perdere l’unica speranza di redimere il più grande criminale di Ghotam.

 
 
Ok qui Joker è terribilmente, enormemente , incommensurabilmente  OCC ma vi prego di non uccidermi XD In questa storia anche lui ha dei sentimenti ( è strano lo so ma è così ) e in lui sta avvenendo un grande cambiamento. Fatemi sapere che ne pensate  e se devo ritirarmi in esilio per aver osato tanto !!! 

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Capitolo 10
*** broken heart ***


Il tempo passava e Ania sentiva che il cerchio delle sue omissioni, delle sue bugie si stava stringendo e che presto l’avrebbe stritolata.
Da quella notte strana in cui tutto era cominciato, in cui aveva avuto l’onore o la disgrazia di conoscere l’uomo nascosto sotto la corazza di follia e odio a forma di clown,  il suo cuore si era diviso a metà.

Da un lato Bruce, il suo angelo custode, il suo salvatore , colui che l’aveva presa con se quando non c’era nessuno e l’aveva amata come una figlia. Lui la considerava il suo tesoro, era la sua gioia e mentirgli in quel modo la straziava e la faceva sentire indegna di lui.
Ma che cosa avrebbe potuto fare ?! dirgli  - ei sai mi sono presa una cotta per il più pericoloso supercriminale di Ghotam … ma è tutto apposto ! -. No … non avrebbe mai potuto dargli questo dolore.
Ma non voleva rinunciare … non voleva gettare via l’unica possibilità di eliminare per sempre la più grande minaccia di Gotham senza spargere altro sangue. Stava cercando di fare qualcosa che nessuno aveva mai tentato prima, qualcosa di pericoloso e insano che nella sua follia aveva un senso : combattere l’odio con l’amore , curare piuttosto che ferire , salvare invece di distruggere. In Joker c’era ancora qualcosa di umano, lo vedeva e lo sentiva ogni volta che si incontravano …. quando la sfiorava, quando il loro respiro si fondeva in uno solo e tutto era terribilmente bello. Era pericoloso lo sapeva … lui avrebbe potuto stancarsi di lei, dimenticare tutto ciò che le aveva promesso, ammesso che fosse sincero e ucciderla. Ma valeva la pena tentare.


Ania trascorreva le giornate chiusa nella villa. Mangiava poco, dormiva ancora meno e si era fatta più taciturna, più tesa. Viveva solo aspettando che facesse  notte per poter uscire. Batgirl e Ania due anime un solo corpo , due entità che lottavano per il bene e la giustizia con mezzi diversi, totalmente opposti. Quando indossava la maschera era una paladina senza timore che lottava al fianco di Batman contro la malavita. Sempre attenta, sempre pronta e  soprattutto  imparziale .Ma quando toglieva quella maschera diveniva solo una ragazza,timida, vulnerabile che si era innamorata di un folle assassino che forse la considerava solo un gioco. Aveva perso ogni capacità di giudizio, era troppo coinvolta per riuscire a fermarlo con la forza e troppo illusa di riuscire a cambiarlo.
Bruce era sempre più preoccupato per lei ma non sapeva che fare, cercava di capire cosa c’era di sbagliato, perché la sua piccolina era cambiata e lo aveva quasi tagliato fuori dalla sua vita ma nonostante si sforzasse non arrivava a nessuna spiegazione logica . Ania lo conosceva bene e per questo era riuscita a tenere nascosto tutto e lui di certo non poteva immaginare una situazione tanto insana e paradossale. Un giorno si fece coraggio e bussò alla porta della ragazza.
-Avanti …-
Entrò nella stanza e la vide  stesa sul letto, con le cuffie alle orecchie che fissava concentrata i ricami sul soffitto, come se da questi avesse potuto trovare la soluzione a qualche immenso segreto. Si avvicinò e si sedette sul bordo del letto
-posso parlarti? – le chiese serio ma cercando di non far trasparire la sua agitazione. Ania si raddrizzò e si mise a sedere. Lo fissò con i suoi occhi blu che lo avevano rapito la prima volta e annuì.
Bruce sospirò – Ania ultimamente c’è qualcosa che non va,qualcosa che ti fa stare male o comunque ti disturba e vorrei aiutarti-

-non capisco … sto bene  perché mi fai queste domande?- rispose cercando di essere convincente ma quelle parole suonarono false persino alle sue orecchie e Bruce se ne accorse.
-no… non stai bene! Non mangi, non dormi,  a mala pena parli, sei diventata l’ombra di te stessa – disse l’uomo risoluto – non capisco cosa ti stia succedendo  ma voglio aiutarti quindi ti prego parlami –
Ania sentì la verità premere prepotente per poter uscire ma si dominò … doveva farlo da sola, non poteva coinvolgerlo, anche se questo avrebbe significato allontanarlo. Le lacrime le inumidirono gli occhi e fu costretta ad abbassare lo sguardo.
Bruce  sorpreso e allarmato da quella reazione si addolcì all’ istante  - mi dispiace … non volevo … e solo che sono preoccupato per te -.
Ania si riscosse – no non sei tu …. sono io… scusami e che …- si interruppe e lo guardò negli occhi .Il suo sguardo era preoccupato, dolce … probabilmente se avesse saputo la verità l’avrebbe guardata con ribrezzo .

Mi dispiace Bruce … ti prego perdonami 
-scusami  non posso dirtelo  … ma ti prego fidati di me … e voglio che mi prometta che in ogni caso, per quanto la realtà sia orribile e ingiusta, tu non rinuncerai mai a combattere – concluse amareggiata.
L’uomo annuì, turbato e colpito da quelle parole e si diresse verso la porta

-Aspetta … - disse poi di getto
Non sapeva se avrebbe avuto ancora l’opportunità di dirglielo e voleva che sapesse …
Bruce si voltò speranzoso
-voglio solo che tu sappia che … che ti voglio bene e che qualunque cosa succeda tu rimarrai per sempre nel mio cuore …il mio angelo custode. –
-anche io ti voglio bene … e ci sarò sempre per te – disse sorridendo  prima di uscire.

Quando si chiuse la porta alle spalle il peso di quelle parole lo schiacciarono … stava accadendo qualcosa di grave …. ma non poteva fare altro che  fidarsi di lei come le aveva chiesto.


Ania rimase immobile fino a che Bruce non fu uscito, poi vinta dalla tensione e dal rimorso pianse, affondando la testa nel cuscino, cercando di soffocare il dolore.
Che cosa sto facendo ?! 

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Capitolo 11
*** gunshot ***


Una valigetta piena di denaro sbatte rumorosamente sulla scrivania di fronte all’ l’uomo che non battè ciglio .
Falcone si protese in avanti – siamo d’accordo allora ?-
-Oh si – disse l’individuo esibendo un sorriso sghembo  mentre contava il denaro , la mano segnata da una grande cicatrice bianca risaltava alla luce della lampada.
- molto bene non deludermi allora … lo voglio morto !! –
-sarà fatto signore … lo giuro sulla mia vita … -

 
Quella notte Ania era particolarmente ansiosa, mentre con Batman pattugliava la città.
Una sensazione strana , come un presentimento le opprimeva il petto e non riusciva a spiegarselo .
Lui le aveva detto più volte di rimanere nella villa perchè non era sicuro che, nello stato in cui versava, la sua piccola sarebbe stata pronta e attenta per gestire i pericoli ma lei aveva insistito per accompagnarlo. Quel costume era ormai divenuto una parte di lei e non avrebbe mai rinunciato così come lui non avrebbe mai smesso di essere Batman … perché lo completava, perché gli permetteva di arrivare dove la legge non poteva, oppressa dalle catene della corruzione  e dall’inerzia dei buoni che non si ribellavano per apatia o paura. Sfrecciavano veloci tra le strade di Ghotam tra gli sguardi d’odio e di ammirazione della gente. Da quando Dent era morto Batman non era più solo amato ma anche temuto e considerato un assassino. Eppure loro continuavano a lottare ogni notte, tutte le notti. Sventavano rapine, fermavano omicidi e violenze , instancabili perché a Ghotam il crimine non dorme mai. Un suono familiare riscosse Ania dai suoi pensieri riportandola alla realtà : lo schermo dell’ enorme auto nera si illuminò e la voce di Gordon risuonò nell’abitacolo forte e ansiosa. Batman aveva dato al commissario una piccola ricetrasmittente protetta che poteva utilizzare per contattarlo solo in caso di estrema necessità . Ania sorpresa guardò Bruce che rimase impassibile e aprì senza esitare la comunicazione.
-batman ! batman mi senti ? –
-che cosa succede ?- chiese con la sua voce cupa senza tradire alcuna emozione .
- Oh dio ti ringrazio … abbiamo bisogno di aiuto, qui è un inferno! Sta succedendo qualcosa di grosso ,una faida tra mafiosi o qualcosa del genere ci sono sparatorie e tumulti e non riusciamo a controllarli. Credo siano coinvolti anche Falcone e Joker , ti prego vieni subito -
Nell’ udire quel nome la ragazza sussultò ma rimase immobile mentre Bruce girava l’auto e si dirigeva sul luogo. Lo avrebbe rivisto, questa volta non come Ania ma come Batgirl e forse avrebbe dovuto combatterlo, fermarlo con la forza ma non sapeva se ce l’avrebbe fatta.
E se lui l’avesse riconosciuta? Bruce, Alfred …. Tutti sarebbero stati in pericolo . Doveva dirglielo ma non poteva. Sarebbe stato un tradimento troppo grande da sopportare, lui non le avrebbe permesso di andare e sarebbe stato troppo preoccupato e distratto per poter combattere.
-dopo stanotte gli dirò tutto – decise .
Era stanca di continuare a nascondersi e si convinse che lui avrebbe capito … doveva capire.

Quando arrivarono rimasero scioccati di fronte al terribile spettacolo che li attendeva. Centinaia di criminali si erano riversati nella strada e combattevano in modo feroce, sparando alla cieca mentre i poliziotti intimiditi e impotenti non potevano fare altro che delimitare il perimetro e evitare che i civili venissero coinvolti. A scontrarsi non erano dei semplici malavitosi che lottavano per il territorio ma due delle  più grandi personalità di Gotham: Falcone, il signore dei boss e dello spaccio e Joker il folle clown principe del crimine . Era una vera e propria resa dei conti … uno dei due sarebbe caduto quella notte.
Ania era senza parole  … cosa avrebbero potuto fare lei e Bruce ? erano solo in due contro un esercito .
Si voltò verso di lui attendendo istruzioni, il cuore che batteva forte, come impazzito

-Stai calma … la paura è una grande alleata ma se le dai spazio può ucciderti – le disse calmo senza staccare gli occhi dal combattimento.
 – Non avere paura … tu sei più forte di loro, possiamo fermarli insieme ma devi avere fiducia in me … fiducia in noi – la guardò e sorrise per incoraggiarla.
Ania fu scossa da quelle parole e un nuovo fuoco avvampò in lei. Come aveva potuto dubitare di lui?! Lui era Batman, il paladino di Ghotam, il cavalire oscuro e finchè sarebbe stato al suo fianco tutto sarebbe andato bene .

-Sono pronta- disse sicura
Bruce annuì e insieme si gettarono nella mischia.
Non potevano fermare tutti quei criminali uno alla volta ma potevano eliminare coloro che li spingevano.
Per uccidere un serpente bisogna tagliargli la testa … o in questo caso le teste.
Falcone non partecipava direttamente al combattimento ma lo seguiva in disparte ben protetto e sarebbe stato difficile arrivare a lui .Al contrario Joker godeva di quel mare di violenza e si aggirava per le strade mentre le sue vittime cadevano sotto i suoi colpi  come spighe di fronte ad una falce.

Quando Ania lo vide arrancare tra i corpi, sporco di sangue e con uno sguardo che non aveva niente di umano rimase paralizzata. Era quello il suo vero volto? La sua vera essenza? dove era finito l’uomo che aveva conosciuto se mai era esistito?.
Rabbrividì senza volerlo.
Era questo allora il mostro che tutti temevano e lei, l’ultima arrivata, aveva pensato di poterlo semplicemente redimere … era stata solo una stupida presuntuosa. Ma ora doveva fermarlo. Si diresse verso di lui ma Batman la fermò
– No … è troppo pericoloso … lo affronterò io direttamente e tu dovrai intervenire solo se sarò in pericolo d’accordo-  .
Lei annuì e l’uomo scattò in avanti per fronteggiare il suo eterno rivale .

-Ma bene … sei arrivato finalmente, cominciavo ad annoiarmi – disse ghignando e ripulendo la lama grondate di sangue . Poi si sporse e notò Ania ,tesa e concentrata, i muscoli pronti all’ azione e il suo sorriso si allargò – e hai potato anche la tua piccola aiutante … due piccioni con una fava! Stasera vi seppellirò entrambi! –
Si gettò come una furia sull’ uomo che prontamente rispose e iniziarono a lottare. I colpi erano sempre più violenti, Joker mirava ad uccidere, mutilare mentre Batman a disarmare e stordire. Ania li guardava sempre più ansiosa, sperando che Bruce rimanesse illeso e che riuscisse a fermarlo . Infatti il cavaliere oscuro sembrava avere la meglio sul clown che indietreggiava e portava colpi sempre più imprecisi . Riuscì ad assestarli un pugno violento allo stomaco e Joker  cadde in ginocchio stringendosi il ventre
-Ora basta arrenditi ! – gli urlò Bruce oramai sfinito. Abbassò la guardia per pochi secondi , e questo gli fu fatale .
Joker si alzò di scatto e gli lanciò un pugno di polvere negli occhi. Batman indietreggiò stupito e indifeso e Joker lo colpì violentemente alla testa spedendolo a terra . Con gli occhi chiusi Bruce tentava di reagire ma era oramai impotente.
 – Strano, credevo che i pipistrelli fossero ciechi- disse scoppiando in una risata folle  – mi dispiace ma ho vinto io … Addio ! –
Fece per avvicinarsi a Bruce, il coltello in mano  ma Ania lo colpì facendolo indietreggiare e si pose tra lui e il suo maestro .
– Oh oh è vero … mi ero dimenticato di te – disse raddrizzandosi – ma rimediamo subito –

-Fermo … non ti avvicinare-  
Rise –Ah no ??! e se lo faccio che mi fai ?-
-Ora basta non è un gioco … lo capisci che quello che fai è orribile, è sbagliato … non ha senso! Ti prego arrenditi …io posso aiutarti !- disse tentando di farlo ragionare.
Joker rimase a fissarla un po’ prima di scoppiare in una risata divertita.
– Nessuno può aiutarmi piccola ingenua …. nessuno può …  
lo vuoi sapere come mi sono fatto queste cicatrici ?- disse tornando serio .
Ania era esasperata e sull’  orlo delle lacrime .
 Ti prego basta ...
Stava per rispondergli quando la sua attenzione venne attirata da un uomo che si avvicinava correndo .
Una cicatrice bianca sulla mano …. E nella mano una pistola puntata contro Joker .
- Attento spostati – gridò .
Agì senza pensare e si gettò in avanti  proteggendolo con il suo corpo. Il rumore di uno sparo, poi un dolore lancinante al fianco la investì. Il sangue iniziò a scorrere caldo e le gambe non la ressero più . Joker ,che era rimasto immobile e scioccato dal gesto, spinto da qualcosa di incomprensibile la afferrò prima che cadesse e la adagiò lentamente al suolo. La fissò , il suo corpo leggero tra le braccia era scosso dal dolore.

- Perché lo hai fatto ?- riuscì a dire
La giovane aprì gli occhi lentamente – p… perchè  ho promesso che… ti avrei salvato - disse a fatica ,guardandolo intensamente.
La maschera non riusciva a celare quegli enormi occhi blu e Joker ebbe un tuffo al cuore. La consapevolezza iniziò a farsi strada nella sua mente e una nuova sensazione di dolore gli squarciò il petto .

-A .. Ania .?!.- balbettò
Lei sorrise stancamente e con una mano fece scivolare via la maschera liberando la  chioma nera e  mostrando il suo viso oramai pallido e sporco di sangue.


Ciao a tutti ecco a voi un altro capitolo con un colpo di scena ! .... dite la verità non ve lo aspettavate XD Ania si è messa in mezzo per salvare Joker e ora è gravemente ferita . Ce la farà o esalerà gli ultimi respiri tra le sue braccia? e il nostro clown come reagirà ? ... sinceramente non lo so neanche io . Fatemi sapere che ne pensate ! :) Un enorme grazie a tutti quelli che commentano e mi seguono e alla prossima Ciaooooooo :*

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Capitolo 12
*** fury ***


Ania respirava a fatica, il dolore al fianco era quasi insopportabile  ma era stranamente calma mentre guardava Joker chino su di lei. Lui la fissava, immobile senza riuscire a parlare e la stringeva a se come se da un momento all’ altro avesse  potuto  sfuggirgli. I suoi occhi neri ora erano limpidi, sinceri, velati dal dolore  e lo spirito sanguinario che li aveva accesi poco prima sembrava scomparso.
Bruce era poco lontano immobile anche lui, troppo sconvolto e addolorato per fare qualsiasi cosa. Aveva visto tutto : l’uomo con la pistola puntata contro Joker, Ania che l’aveva protetto  con il suo  corpo senza esitazione , pronta a morire per  salvarlo e … e lui … lui che l’aveva sorretta senza esitare e l’aveva adagiata al suolo con una delicatezza che non pensava avrebbe mai potuto avere. Poi Ania si era tolta la maschera.
Perché ? perché la sua piccola aveva rivelato la sua identità al loro nemico più  pericoloso?. Poi Aveva sentito il clown mormorare il  suo nome e aveva finalmente capito ciò che la sua mente si rifiutava  di credere con tutte le forze e  la verità gli era piombata addosso come un macigno …il suo sguardo preoccupato, la delicatezza con cui la teneva fra  le braccia , il sorriso di Ania . Si conoscevano già e  tra loro c’era qualcosa, … qualcosa di nuovo, insano,incredibile. Ma come ? quando ? e soprattutto perché? .Come era possibile che la sua Ania avesse fatto  una cosa del genere? cosa aveva visto in quel folle assassino  tanto da spingerla a sacrificare la sua vita?.

Bruce era schiacciato dalla forza di questa rivelazione e un mare di domande turbinavano nella sua mente ma non c’era tempo … Ania era ferita e aveva bisogno subito di cure. Si alzò e si avvicinò a lei . Joker non parlò e si scostò delicatamente facendo spazio a l’uomo che si chinò sulla ragazza cercando di tamponare la ferita. Il clown guardava ma non riusciva a rendersi conto della gravità della ferita e non sapeva se lei ce l’avrebbe fatta. Era esperto nel mutilare, ferire, uccidere ma non sapeva se era possibile curare , non l’aveva mai fatto, non gli era mai interessato …. fino ad ora.
-Salvala … ti prego – sussurrò .
Bruce  alzò lo sguardo su di lui. I suoi occhi esprimevano pena e sembravano sinceri .
Possibile che sia riuscito a cambiarlo ?!
Si limitò ad annuire e prese in braccio Ania che, confusa e sfinita,era completamente abbandonata sul suo petto . Joker fece per andarsene ma fu fermato dalla stretta debole della ragazza che gli afferrò  la mano.
-Non lasciarmi ti prego- ansimò mentre lottava per rimanere cosciente.
Negli occhi del clown passò un lampo di sorpresa poi il suo sguardo si addolcì e delicatamente si liberò dalla sua presa .
-Tornerò … te lo prometto – sussurrò, poi scomparve tra la folla.
Bruce sempre più scioccato si diresse verso la macchina e partì sgommando mentre Ania stesa sul sedile, delirava .
-Mi dispiace … mi dispiace … sono un essere orribile . Bruce tu …. tu … la tua fiducia ….  e io … io ti ho tradito …. sono un mostro – farfugliò tra le lacrime prima che il buio calasse su di lei.
 
 
Appena la macchina scomparve dalla sua vista la follia tornò a lui e una furia omicida divampò nel suo petto forte come non mai. Nei suoi occhi ora vi era solo una rabbia, sorda e implacabile che avrebbe riversato su tutti coloro che avevano osato fare del male alla sua unica speranza, alla sua unica salvezza, al suo unico amore. Avrebbero pagato tutti, sarebbero bruciati tra le fiamme della sua vendetta. Non li avrebbe soltanto uccisi, no … era troppo semplice per loro, troppo conveniente. Avrebbero sofferto,avrebbero implorato come vermi, avrebbero maledetto le loro madri per averli messi al mondo.
Aveva già visto l’uomo con la cicatrice quando era stato rinchiuso ad Arkham, anche lui secondo i medici era uno schizzoide violento e aveva una fissa particolare che lo aveva interessato : sceglieva le sue vittime e le uccideva con un solo colpo  di pistola, uno solo. Se per caso la vittima riusciva a sfuggirgli o la mancava lui non ritentava… se ne andava semplicemente .
-Tutti siamo destinati a morire – diceva- … se non è la tua ora il mio proiettile non ti colpirà- .
Joker lo aveva risparmiato quando era evaso perché trovava stranamente logico il suo ragionamento, anche lui era un agente del caos, un uomo che agiva fuori dagli schemi e rifiutava le  catene della società … ma ora niente e nessuno avrebbe potuto salvarlo da lui, il suo destino era segnato ormai .

Radunò i suoi uomini e in poche ore l’assassino del destino, così si faceva chiamare, venne condotto di fronte a lui . Era legato ad una sedia, le mai poggiate su i braccioli e una benda gli copriva gli occhi. Joker fece uscire tutti e nella stanza piombò il silenzio, rotto soltanto dagli asìnsiti dell’ uomo.  Si avvicinò lentamente alle sue spalle e si chinò su di lui fino a che non fu a pochi centimetri dal suo viso.
-ciao … io sono il tuo destino- sussurrò cupo-  tu sei sempre stato spinto dal desiderio di conoscere la sorte degli altri, vedere chi   di loro era abbastanza forte da vivere e chi invece doveva morire … ora è il tuo turno –
L’uomo mugolò terrorizzato mentre i suoi respiri si facevano sempre più rapidi e irregolari.
-Allora,dimmi chi ti ha mandato a uccidermi? –continuò il clown
L’uomo serrò le labbra tentando di controllarsi  - non si rivelano gli emissari del destino – ansimò
-Ah no ?! … bene se è così allora la lingua non ti servirà più – gli afferrò la testa e con forza gli spinse una lama in bocca. L’uomo urlava e si dibatteva ma pochi secondi dopo un moncone sanguinolento giaceva a terra poco lontano mentre  dalla bocca sputava fiotti di sangue per non soffocare.
Joker ripulì con calma il coltello sui vestiti dell’ uomo .
-Ora amico mio spero che ti si sia …. sciolta la lingua – disse sogghignando – allora vuoi dirmi chi ti ha mandato? –
L’uomo mugolò incomprensibilmente, la saliva mista al sangue gli colava lungo il mento. 
-cosa? scusa non ho capito bene- disse il clown portandosi una mano all’ orecchio e protendendosi verso di lui.
Sorrise - sei un tipo testardo, fedele ai suoi principi e ti ammiro – poi il suo volto mutò in un ghigno crudele -ma questo non ti salverà-
Gli strappò la benda dagli occhi e lo costrinse a guardarlo.

-guardami , guardami bene … perché sono l’ultima cosa che vedrai -.
Con uno scatto infilò il coltello nell’occhio dell’uomo e con una precisione chirurgica gliè lo strappò via. La vittima si dimenò come se fosse stata attraversato da una scossa elettrica, la sua bocca sfigurata  spalancata in un urlo muto, i suoi polmoni che elemosinavano aria che non arrivava.

Joker si allontanò di qualche passo, per evitare gli schizzi di sangue che arrivavano tutto intorno e riprese a ripulire il suo coltello, come se non stesse succedendo niente.
-Oh avanti che sarà mai – sbottò poi, come infastidito – in fondo il destino è cieco no … o era la fortuna ? – .
Scoppiò in una risata folle, che riuscì a bloccare l’uomo, nonostante il dolore atroce che gli consumava il volto.
Poi il clown si battè un mano sulla fronte.
-Oh che stupido … stavo quasi per dimenticarmi che ho ancora una persona da uccidere . E'  stato bello giocare con te ma ora devo andare -
Prese una tanica di benzina  e la versò sull’ uomo , scosso da nuovi spasmi, poi si diresse veloce verso la porta. Ad un tratto si bloccò e tornò in dietro  fermandosi di fronte all’uomo che con l’unico occhio rimasto lo guardava attraverso le lacrime , mugolando, supplicandolo .Joker accese un fiammifero e glie lo mise davanti, facendo in modo che lo guardasse, che realizzasse che cosa sarebbe accaduto. L’uomo iniziò a dimenarsi cercando di fuggire e Joker sfoggiò un ghigno .

-Addio – sussurrò e gettò il fiammifero sul suo petto .
La benzina si infiammò subito avvolgendolo completamente mentre urlava e tentava di liberarsi . Poi si fermò  e rimase solo il  crepitio del fuoco che continuava a divorare  il suo corpo e a consumarlo. Joker stette a guadare finchè di fronte a lui non  ci fu solo cenere . –Tutto brucia – disse stancamente  e sparì oltre la porta.

 
 
 
Falcone entrò nel suo studio e congedò le guardie che rimasero a controllare il corridoio. Era molto  stanco ma soddisfatto. Da quando aveva mandato quel killer a freddare Joker, quello psicopatico non si era più visto in giro e i suoi avevano avuto la meglio sui suoi tirapiedi … ora era davvero il padrone incondizionato di Ghotam e nessuno avrebbe più osato sfidarlo. Si versò da bere per festeggiare  e  si sedette sul divanetto accanto alla finestra. Portò il bicchier alle labbra ma quando alzò lo sguardo questo gli scivolò via di mano frantumandosi a terra.
Joker era seduto dietro la sua scrivania e lo fissava con un ghigno stampato in faccia mentre giocherellava  distrattamente con un  pugnale.
-Tu … tu eri morto- balbettò incredulo.
Tentò di alzarsi e di arrivare alla pistola nascosta nel mobiletto accanto a lui ma il clown fu più veloce e con uno scatto scavalcò la scrivania e lo spinse con violenza di nuovo sulla poltrona. L’uomo terrorizzato fece per urlare ma la lama fredda contro il suo collo seppellì il suono in fondo alla gola.

Joker scosse la testa – Tu sei solo un criminale da 4 soldi, un porco, un patetico avanzo di galera… non meriti neanche che mi sporchi le mani su di te.-
Falcone vide la tenue speranza di sopravvivere accendersi – Oh grazie …. Ti darò tutto quello che vuoi, ti … farò diventare ricco , io ho tan…-
Senza peravviso Joker spinse la lama a fondo nel suo collo,  fino a che questa non si conficcò nella pelle del divano.

Falcone in preda al dolore e allo shock  tentava inutilmente di fermare il sangue mentre i suoi occhi vagavano disperati sul volto del suo assassino
-Ho detto che non ne vale la pena … non che non lo avrei fatto – disse freddo prima di andarsene e lasciarlo soffocare nel suo stesso sangue, mentre le guardie ignare chiacchieravano oltre la porta.



Ciaooooo :) finalmente sono riuscita ad aggiornare … è stata davvero una faticaccia .Spero però che ne sia valsa la pena. Vi prego commentate e fatemi sapere cosa ne pensate perché sono davvero in crisi e vorrei sapere se “sto andando bene “ . Grazie a tutti e alla prossima  Batty :*

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Capitolo 13
*** life or death ***


Bruce camminava nervosamente lungo il corridoio ...la giacca appoggiata sulla sedia, la camicia leggermente sbottonata , le maniche alzate fino ai gomiti. Non riusciva a stare fermo,era troppo preoccupato e si sentiva impotente e inutile. Ania era in sala operatoria da ore ormai e ancora non si sapeva niente. Vedeva medici e infermieri entrare e uscire velocemente ma nessuno si fermava a parlare e la sua frustrazione cresceva di minuto in minuto. Alfred seduto lì accanto lo fissava in silenzio, sempre composto, solo un’insolita tristezza nello sguardo tradiva la sua preoccupazione.
-Si calmi signor Wayn, sono sicuro che andrà tutto bene- disse il maggiordomo per rassicurarlo.
Bruce si bloccò – No Alfred, tu non capisci … la sto perdendo, la sto perdendo a causa di uno psicopatico!-

-Lei non la perderà mai, lei è l’uomo che l’ha cresciuta e amata e nessuno potrà mai cambiare questo , nessuno! … e poi signore anche lei è uno psicopatico!-
Bruce lo fissò accigliato - cosa vuoi dire ?-
-Be volteggiare per la città vestito da pipistrello pestando i criminali non è quello che comunemente si definisce un comportamento normale- sentenziò
-Non è la stessa cosa !- rispose indignato
Si lasciò cadere sulla sedia e si portò le mani al viso.
-Che cosa ho sbagliato Alfred?-
-Lei non ha sbagliato niente signore, ha cresciuto una bambina sana e intelligente che ora si è trasformata in una donna. Ha preso tutto da lei: ha la sua stessa forza, il suo coraggio, la sua volontà … e il suo stesso cuore-.
Bruce alzò finalmente lo sguardo.
-Ci pensi signore - continuò il maggiordomo – se lei avesse avuto un qualsiasi potere su Joker, se avesse avuto la possibilità di cambiarlo, di redimerlo sono sicuro avrebbe fatto la stessa cosa. Ania ha a cuore  il destino di questa città e soprattutto tiene ai suoi abitanti … tiene a lei signore e per questo sta cercando di eliminare il più grande criminale di Ghotam, offrendogli la stessa cosa che le fu offerta più di dieci anni fa da lei signor Wayne …una seconda possibilità ! –
Bruce era interdetto, non aveva pensato a questo. Forse Ania era riuscita a guardare oltre le apparenze, oltre quelle cicatrici e a vedere ciò che lui non vedeva, a trovare la chiave per decifrare quella mente folle.
-Vuoi … vuoi dire che lei non lo ama davvero ma sta solo recitando ?!- chiese Bruce perplesso.
-Questo non possiamo dirlo signore … ma Ania deve aver sentito qualcosa per quell’uomo per aver osato tanto. Forse il sentimento che li lega non è amore, forse è un reciproco bisogno di comprensione e fiducia …  non possiamo saperlo ma qualunque cosa sia è più forte di quanto possiamo immaginare-
Bruce rimase in silenzio, lo sguardo fisso a terra , a riflettere su quelle parole. Il maggiordomo probabilmente sapeva o aveva intuito tutto prima di lui ma non aveva  tradito Ania , aveva avuto fiducia in lei, nelle sue scelte … ed era quello che doveva fare anche lui, avere fiducia. Trascorsero due ore senza avere  notizie poi, finalmente,il medico uscì dalla sala operatoria : i guanti macchiati di sangue, la mascherina ancora sul volto. Bruce si precipitò da lui .
-Allora dottore ?! come sta?-
Il medico aveva uno sguardo spento,le occhiaie evidenti segno dell’ enorme sforzo di concentrazione che aveva dovuto sostenere e la fronte ancora imperlata di sudore . Si calò la mascherina.
-Il signor Wayne ?-
Bruce annuì – si sono io , la prego mi dica come sta-
-Il proiettile che ha colpito sua figlia era conficcato in profondità nel ventre e abbiamo faticato a estrarlo a causa dell’ emorragia . Ha urtato una costola e un polmone ma per fortuna non ha intaccato altri organi vitali . L’operazione è andata bene ma le sue condizioni sono critiche … ha perso davvero troppo sangue e rischia il coma. L’unica cosa che ci resta da fare e aspettare e sperare. Mi dispiace- il medico gli strinse la spalla con la mano per mostrargli la sua solidarietà poi se ne andò. Bruce era senza parole, una morsa di dolore gli attanagliava il petto e non riusciva a respirare. Ania … Ania poteva morire!. L’uomo si appoggiò al muro per sorreggersi e Alfred gli fu subito accanto. –signor Bruce deve essere forte adesso, deve reagire ... Ania ha  bisogno di lei. Può ancora salvarsi ma lei deve crederci, deve esserle vicino!-
Bruce respirò forte cercando di dominarsi, di bloccare le lacrime che già gli offuscavano la vista. Si tirò su e annuì – hai ragione Alfred … grazie-  e strinse l’anziano maggiordomo, come faceva quando era bambino.
 
Quando entrò nella sua stanza il cuore di Bruce rallentò, fino quasi a volersi fermare. Ania era abbandonata sul letto, immobile,gli occhi chiusi cerchiati di nero e il volto così pallido da far paura. Era collegata ad alcune macchine e delle sacche di sangue erano appese accanto a lei...si poteva credere fosse morta se non fosse stato per il regolare e rassicurante bip dell’ elettrocardiogramma. Bruce prese una sedia e si sedette accanto al letto. Guardò Ania e il suo cuore fu invaso nuovamente dal dolore e dallo sconforto.
-Hei piccola … mi senti? Volevo solo dirti che … che ti voglio un bene dell’anima e che , anche se non capisco, rispetto le tue decisioni e sono e sarò sempre fiero di te, qualunque cosa succeda- Una lacrima gli rigò il volto senza che riuscisse a fermarla. Le prese delicatamente la mano e la strinse … era fredda, immobile .Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di vederla sorridere di nuovo, pur di rivedere i suoi occhi blu, pur di salvarla. Chiuse gli occhi e pianse silenziosamente, soffocando i singulti,cercando di essere forte.
-Ti prego svegliati – sussurrò - … ho bisogno di te - 


Salve ,ecco a voi un altro capitoletto un pò triste .... fatemi sapere cosa ne pensate 
Un enorme grazie a tutti coloro che leggono e commentano . Un bacione e alla prossima :)

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Capitolo 14
*** miracle ***


Era buio ormai e Bruce, sfinito, si alzò dalla sedia e si diresse verso la finestra della stanza. Quella notte nel cielo cupo di Gotham, per la prima volta, si vedevano le stelle e l’uomo si perse ad ammirare quella miriade di luci così belle eppure così fredde e distanti.
Erano passati ormai cinque giorni ma Ania ancora non mostrava segni di ripresa e il giovane miliardario era diventato l’ombra di ciò che era: la barba incolta,le occhiaie evidenti , ingobbito sotto il peso del dolore mentre la speranza si affievoliva ogni momento di più. Sospirò. Se c’era un dio da qualche parte lo pregò con tutte le sue forze di fare qualcosa … doveva fare qualcosa.
Solo ora realizzava appieno quanto Ania fosse diventata fondamentale nella sua vita, era il sole attorno a cui girava la sua intera esistenza, la ragione che gli impediva di lasciarsi andare e estraniarsi dal mondo. Non riusciva nemmeno a immaginare la sua vita senza di lei e sapeva che il suo cuore l’avrebbe seguita,qualsiasi fosse il suo destino.

Ad un tratto qualcuno bussò alla porta.
-Avanti – disse oramai privo di forze.
Un uomo che Bruce non aveva mai visto avanzò oltre la porta. Alto e muscoloso si ergeva di fronte lui, i riccioli biondi gli incorniciavano il volto e delle cicatrici, bianche come falci di luna, gli attraversavano le guance.
Bruce rimase senza fiato . Joker … Joker era di fronte a lui, senza trucco e vestito come un uomo normale e con l’aria titubante e insicura, come un animale selvaggio che si trova davanti a qualcosa di sconosciuto.
-Tu … - riuscì a pronunciare ,sconvolto da quella visione.
- Io …io volevo vederla-  disse l’uomo . Nella sua voce non vi era traccia del solito sarcasmo, il suo tono non era tagliente ma calmo e leggermente venato dall’ansia.
Il miliardario rimase interdetto , spostando lo sguardo da lui ad Ania. Stava già pensando a come neutralizzarlo quando gli tornarono alla mente le parole di Alfred e si costrinse ad annuire. Doveva avere fiducia, per una volta doveva credere all’ impossibile. Joker avanzò titubante e Bruce gli si avvicinò.
-Sappi che se le farai del male non importa quanto lontano andrai, non importa cosa farai, io riuscirò a trovarti e verrò meno alla mia unica regola … questa non è una minaccia  è una promessa- disse imprimendo forza in ogni parola. 
Joker tenne lo sguardo basso e si limitò ad annuire  mentre l’uomo usciva e si richiudeva la porta alle spalle. Non era per niente sicuro di ciò che aveva fatto e se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.


Quando sentì la porta chiudersi alle sue spalle Joker tornò a respirare e lentamente si avvicinò ad Ania, timoroso , come se avesse potuto farle del male anche solo standole accanto. Aveva corso un grosso rischio entrando nell’ ospedale, aveva rinunciato a tutto ciò che era per lei … ma ne valeva la pena.
Ania immobile sul letto appariva pallida, priva di forze , completamente indifesa ma ai suoi occhi non era mai stata tanto bella. Così fragile  eppure così nobile nel sostenere il suo dolore, nel lottare per vivere …era per questo che lo aveva colpito, era per questo che era l’unica a possedere le chiavi del suo cuore.

Lei era uno spirito libero, capace di sopportare tutte le avversità della vita senza perdere mai la fiducia, senza che quella fiamma che le animava lo sguardo potesse essere domata. Lei era la sua cura,la sua unica salvezza e ora che l’aveva trovata rischiava di perderla per sempre e questo pensiero lo straziava. Si sedette accanto al letto e prese delicatamente una mano tra le sue. Era piccola, così pura rispetto alle sue che erano responsabili di atroci violenze e sporche del sangue di centinaia di uomini … non era degno di toccare una cosa tanto perfetta. Sospirò forte. Aveva talmente tante cose da dirle ma non riusciva a trovare le parole giuste per esprimere ciò che provava … forse neanche esistevano.
-Ania … sono io, sei sorpresa di sentirmi scommetto. Sono venuto qui per vedere come stavi e … per  ringraziarti. Ancora non riesco a credere che tu abbia fatto una cosa tanto folle per me . A quest’ora dovrei esserci io su quel letto, non tu … dovrei essere morto . Non dovevi metterti in mezzo … la mia vita non vale quanto la tua , sulla mia anima pesano molte morti mentre tu sei ancora pura, sei giusta. Ora devi vivere … devi farlo per tutti coloro a cui hai sconvolto la vita, per tutti coloro che ti amano … devi farlo per me. Tu mi hai cambiato … hai distrutto le catene che imprigionavano il mio cuore, mi hai mostrato che la speranza è una forza incontrollabile e che anche il peggiore di noi può essere salvato. Ora che ho imparato ad amare … ad amarti non puoi abbandonarmi … non puoi lasciarmi di nuovo solo-.
Portò la sua mano alle labbra e la baciò delicatamente mentre le lacrime salate gli rigavano il viso. Chiuse gli occhi e appoggiò la testa sul letto oramai privo di ogni volontà,desiderando solo di annullarsi e di raggiungerla.
-J..Joker –
Questo debole sussurro fu come musica alle orecchie dell’ uomo che alzò la testa di scatto e vide quegli occhi blu, quei magnifici occhi blu che tanto amava, aperti e puntati su di lui.
-Ania … sei … sei sveglia –
La giovane era confusa ma felice di vederlo accanto a lei senza trucco, per quello che era davvero … solo un uomo. Sorrise debolmente mentre con una mano gli asciugava le lacrime che ancora gli bagnavano il viso.
Il cuore di Joker batteva all’impazzata… era viva, era ancora con lui e ora poteva dirle tutto ciò che provava .
-Ania io devo dirti che … -
La ragazza lo zittì poggiando le dita sulle sue labbra, sfiorando delicatamente le cicatrici irregolari.
-Lo so … - sussurrò, mentre Joker la fissava confuso.
- Non riuscivo a muovermi ma potevo sentirti – continuò la ragazza-  solo seguendo la tua voce ho trovato la forza di svegliarmi …  anche io ti amo –
Lo sguardo di Joker si addolcì immediatamente , mentre nel suo petto si diffondeva una strana sensazione di calore mai provata prima. Si sporse su di lei e la baciò dolcemente, stando attento a non farle del male e lei rispose con trasporto.
-Dov'è Bruce ?- chise poi la ragazza guardandosi attorno.
- E' quì fuori ... vado a chiamarlo-.
Ania annuì e lui sparì altre la porta.
Bruce attendeva nel corridoio poco distante, appoggiato al muro  e con lo sguardo perso nel vuoto.
Joker si accostò a lui –Si è svegliata … vai presto vuole vederti – disse.
Il volto dell’uomo si rianimò in un momento –Ania è sveglia ?!- esclamò con la voce carica di emozione mentre entrava nella stanza,seguito a ruota dal maggiordomo.
Ania era sveglia davvero … non poteva crederci era un miracolo .
La abbracciò e la strinse a se, piangendo lacrime di gioia … la sua piccola era viva e tutto sarebbe andato bene . Joker sorrise senza accorgersene nel vedere Ania circondata da tanto affetto e amore. Non c’era più posto per lui adesso e si voltò per andarsene.

-Hei fermo !-
Una voce dietro di lui lo bloccò nel mezzò del corridoio. Si voltò e vide Bruce che gli correva incontro.
-Dove stai andando?! – disse l’uomo
Joker era confuso – Via …- rispose
-Non puoi andartene … Ania ha bisogno di te, ti vuole al suo fianco-
Joker sgranò gli occhi ... dopo tutto quello che aveva fatto gli permetteva di rimanere con lei , non poteva crederci . Si limitò ad annuire e a seguire l’uomo verso la stanza.
-Grazie … Joker – sussurrò lui a un tratto senza fermarsi.
- Jack … mi chiamo Jack –
Bruce sorrise impercettibilmente .
Ci è riuscita davvero … l’ha cambiato davvero.


 
Ecco a voi un altro capitolo  …. Joker è tremendamente OCC ma è troppo dolce *-* e ho preferito dare un lieto fine alla storia . Fatemi sapere cosa ne pensate per favore e non esitate a fare delle critiche di qualsiasi genere . Un enorme grazie a tutti quelli che hanno avuto  grande forza  e pazienza per leggere questa storia e commentarla . Un bacione vi adoro :) batty


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