Venere

di apricotgirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitoli da 1 a 5. ***
Capitolo 2: *** Capitoli da 6 a 10 ***
Capitolo 3: *** Capitoli da 11 a 15 ***
Capitolo 4: *** Capitoli da 16 a 20 ***
Capitolo 5: *** Capitoli da 21 a 25 ***
Capitolo 6: *** Capitoli da 26 a 30 ***
Capitolo 7: *** Capitoli da 31 a 35 ***
Capitolo 8: *** Capitoli da 36 a 40 ***
Capitolo 9: *** Capirtoli da 40 a 45 ***
Capitolo 10: *** Capitoli da 45 a 50 ***
Capitolo 11: *** Capitoli da 51 a 54 ***
Capitolo 12: *** Capitoli da 55 a 57 ***
Capitolo 13: *** V2: capitoli 1-3. ***
Capitolo 14: *** V2: capitoli 4-6 ***
Capitolo 15: *** V2: capitoli 7 e 8 ***
Capitolo 16: *** V2: capitoli 9 e 10 ***
Capitolo 17: *** V2: capitoli 11 e 12 ***
Capitolo 18: *** V2: capitoli 13 e 14 ***



Capitolo 1
*** Capitoli da 1 a 5. ***


Nuova pagina 1

Venere

 

Questa è la fanfiction più lunga che abbia mai scritto (l'unica che abbia mai pubblicato!). Ho cominciato e sto continuando a pubblicarla in un forum ma ho deciso di inserirla anche qui.

L'idea è nata notando quanto la storia tra Will e Jinny sia poco approfondita nell'anime di Marmalade boy (che adoro) così mi sono messa a scrivere e non sono più riuscita a smettere!

Oltre a questi personaggi, troverete anche Doris, Brian... (tutti di proprietà di Wataru Yoshizumi) e altri inventati da me.

Visto che la fanfiction è lunga e i capitoli sono brevi li pubblicherò a gruppi.

 

Capitolo 1: Venere e il nonno.

 

Venere era sempre stato il suo pianeta preferito. Ricordava chiaramente il momento in cui era nata questa sua passione.

Era una sera d’estate e aveva sette anni. Su una collina non lontana dalla casa di campagna dei suoi nonni dove trascorreva gran parte delle vacanze.

Fu proprio suo nonno a portarlo lì e a svelargli il cielo.

Non che non si fosse mai accorto della sua esistenza, era un bambino ma non era né cieco né tonto, solo che quella notte alzò gli occhi e lo vide come mai gli era capitato prima.

Vide le stelle, la scia luminosa della via Lattea e più luminosa di tutte lei: Venere.

Mentre con gli occhi sgranati osservava quello spettacolo della natura suo nonno cominciò a raccontargli storie e curiosità sulle costellazioni e sui pianeti da quella sera per molte altre successive a quella.

Quella che sembrava una fissazione infantile destinata ad esaurirsi in qualche mese si trasformò invece in una vera passione e anche adesso dopo dieci anni da quella notte magica continuava a guardare il cielo con gli stessi occhi sgranati pensando alle parole di suo nonno che ormai non c’era più ma gli aveva lasciato in eredità quella sua grande passione e i suoi i libri di astronomia per continuare a ad alimentarla.

 

Will era sempre stato un bambino timido e anche ora era piuttosto introverso forse per questo era così affascinato dall’esuberante bellezza di Venere che sfacciata osava brillare più delle altre stelle. Quando scoprì che quella luminosità era data da gas velenosi ormai ne era completamente catturato.

 

Entrò al liceo con il marchio “secchione asociale” stampato in faccia il suo obbiettivo era quello di farsi notare il meno possibile e non farsi coinvolgere da quel mondo così lontano da lui che si sentiva a suo agio solo in compagnia del suo telescopio. Dopo poche ore dal suo ingresso nella Saint Andrew High School accadde qualcosa di imprevisto e incredibile… la vide. Vide Venere nella mensa della sua scuola. Era lei. Spiccava tra tutte le ragazze per la sua bellezza ed era come se sprigionasse un’aura luminosa e così come Venere era anche lontana e irraggiungibile.

 

Capitolo 2: Plutone e il telescopio

 

Venere era lontana e irraggiungibile ma il solo stare ad osservarla lo rendeva felice. Così guardava da lontano “la sua Venere” e più il tempo passava e più gli sembrava che lei assomigliasse al sole, era al centro del suo sistema e tutti le giravano attorno, più lontano di tutti come Plutone c’era lui.

 

Will ricordava chiaramente un altro momento di felicità nella sua infanzia, oltre alle sere d’estate con il nonno, era la mattina del suo nono compleanno quando i suoi genitori entrarono nella sua stanza con un grosso pacco regalo, esattamente nell’istante in cui lo scartò sorrise come mai prima di allora aveva fatto. Era un telescopio, un vero telescopio! Passò tutto il giorno fremendo, aspettando con ansia che arrivasse la sera, al contrario di tutti gli altri bambini lui non era affatto spaventato dal buio perché sapeva che anche nella notte più tetra le stelle sarebbero state lì, magari nascoste dalle nuvole, ma sempre lì. Da quella sera Venere non fu più solo un lontano punto luminoso nel cielo ma gli si era avvicinata, anche se sempre distante, lui sentiva di starle accanto.

 

Ricordando tutte quelle sensazioni di alcuni anni prima sentì il bisogno di un nuovo telescopio, non di un vero telescopio come quello del suo compleanno, ma di qualcosa che potesse avvicinarlo a lei, non voleva più essere Plutone.

 

Capitolo 3: Mercurio e la montagna

 

Tra il Sole e Venere c’è Mercurio.

Chiunque lei fosse, Venere o il Sole, aveva un suo Mercurio. C’era un ragazzo che le stava sempre intorno anche se sembrava non essere una presenza a lei gradita lui continuava a starle addosso, in quel momento sentì un sentimento nuovo: invidia. Nonostante tutto non riusciva a non invidiare il fatto che lui riuscisse a starle così vicino. Cominciò ad osservarlo. Voleva capire chi era, come faceva a comportarsi in modo così diretto, avrebbe voluto assomigliarli un pochino solo per trovare il coraggio di sedere allo stesso tavolo a mensa salutarla al mattino.

Voleva trovare l’occasione per avvicinarsi a lei ma qualsiasi tentativo era bloccato dalla sua timidezza che come un bavaglio gli impediva di parlarle e come delle catene immobilizzava ogni passo verso di lei. Continuò per giorni e settimane a guardarli Venere che sorrideva, sbuffava e di nuovo rideva e Mercurio che imperterrito la seguiva.

Dopo un mese Maometto non si decideva ad andare incontro alla montagna e così fu lei ad avvicinarsi a lui. La montagna in questione era effettivamente più alta di lui, aveva i capelli rossi e uno sguardo minaccioso. Gli si avvicinò un giorno in un cortile ed esordì con un “Guarda che a me non interessano i finocchi come te! Quindi smettila di fissarmi o ti ridurrò talmente male che non troverai più un fidanzato!” Will rimase interdetto per un attimo, non si era aspettato quel genere di reazione, nonostante quello però la sua bocca si aprì da sola “Ho un’offerta da proporti” “Eh?! Senti guarda che non vengo con te neanche se mi paghi!” “Siamo in classe di matematica insieme, so che se non passerai il test della prossima settimana ti toglieranno dalla squadra di basket e tu non vuoi che accada questo, vero?” “Che stai dicendo? Smettila di farti gli affari miei!” “Posso aiutarti a superare quel test” “Eh?! Non mi fido. Cos’è che vuoi in cambio?” “Una cosa semplice.” “Senti te lo detto non sono interessato a quel genere di porcherie che fate voi…” “Ti chiedo solo di farmi sedere al tuo tavolo a mensa.” “Coosa?!” “È  una cosa semplice e salverai il tuo posto in squadra”

 

Capitolo 4: parole, parole e Jinny

 

Will stesso non sapeva da dove gli fossero uscite quelle parole. Continuava a chiederselo anche adesso che sedeva al tavolo degli atleti, il più ambito in tutte le high school americane, con la squadra di basket al completo e con lei, la “sua Venere”, Jinny.

La loro prima conversazione su surreale. Lei con sguardo malizioso lo riempiva di domande, continuava a chiedergli con sorrisetti allusivi da quanto fosse amico di Brian, come si erano conosciuti e Will imbarazzato con gli occhi incollati al pavimento farfugliava monosillabi. Quando si accorse di questa scena la montagna-Mercurio si intromise e con la faccia più rossa dei capelli cominciò a urlare “Jinny smettila di insinuare cose inesistenti! Will e io abbiamo dovuto lavorare insieme per una roba scolastica e…” Brian era visibilmente agitato e Will cominciava a sentirsi un po’ in colpa per averlo messo in quella situazione equivoca “…abbiamo scoperto di avere degli interessi comuni…” questa fu la prima frase degna di questo nome che riuscì a pronunciare in sua presenza alla quale lei replicò con un sorriso malizioso e una domanda ancora più imbarazzante “Quali per esempio?”. Cosa poteva rispondere? Non riusciva a immaginare una persona più diversa da lui di quel suo nuovo ‘amico’. Quello che sentì fu la voce di Brian che urlava “Roba da uomini! Vero amico?” e un dolore lancinante sulla schiena risultato di quella che voleva essere una ‘maschia amichevole pacca sulle spalle’.

“Dai Brian non c’è bisogno che fingiate… siamo in America è un paese libero e noi siamo di ampie vedute…” Disagio totale. Brian sempre più rosso in viso, con le vene del collo gonfie sembrava la personificazione dell’ira e stava per scoppiare in un altro disperato tentativo di affermare la sua virilità ma fu interrotto da una voce femminile  “Jinny smettila! Ti sei divertita abbastanza!” Will si voltò in direzione di colei che gli aveva gettato un salvagente proprio quando stava per sprofondare e affogare nell’imbarazzo, la osservò attentamente e sentì di somigliarle, anche lei come lui sembrava un’aliena a quel tavolo, completamente diversa da Jinny, timida e con un atteggiamento molto più adulto del resto del gruppo, gli sorrise “Scusa non mi sono presentata, mi chiamo Doris. Non fare caso all’atteggiamento di Jinny, siamo felici che tu ti sia unito al gruppo!” sembrava sincera, forse anche lei non era completamente a suo agio e riconosceva in lui un alleato così ricambiò il sorriso “Grazie” disse e si rilassò per la prima volta dal momento in cui si era seduto a quel tavolo. Durò poco perché a quel punto la sua Venere parlò “Scusa Will! Mi dispiace se non ti ho fatto sentire accettato! Non fraintendermi anche se non sei ‘l’amico speciale’ di Brian anch’io sono contenta che ti sia unito a noi!” Il quell’esatto momento temette di avere un infarto. Il suo cuore aveva smesso di battere normalmente da quando l’aveva vista per la prima volta, ma adesso era completamente impazzito, quelle fantastiche parole ‘sono contenta che ti sia unito a noi’ erano per lui! Però le parole per lui non erano finite…“Sai ho sempre voluto un amico gay! Quindi spero che diventeremo amici!”

 

Capitolo 5: amici e veleni.

 

Codardo. Non era solo timido ma anche un maledetto codardo. Non era riuscito a negare e adesso lei pensava fosse gay. Si odiava per questo ma in fondo aveva ottenuto ciò che voleva. Le poteva stare vicino, come amico. Non era più un pianeta lontano, lei non era più solo un punto luminoso ma luce che lo illuminava con la sua sola presenza.

Il tempo passava e gradualmente cominciava a sentirsi parte di quel gruppo all’inizio così estraneo, Brian e i ragazzi della squadra lo trattavano da amico, lo invitavano a partecipare agli allenamenti, in pizzeria dopo le partite, incredibilmente il ‘secchione asociale’ si era trasformato in un ‘individuo ben  integrato nell’ambiente scolastico’, oltre a questo il passare del tempo portò anche alla scoperta di qualcos’altro. In fondo Will lo sapeva già da un po’: la luminosità di Venere è data dalle sostanze velenose nella sua atmosfera. Come il pianeta da lui tanto amato anche Jinny aveva i suoi veleni.

Era felice di starle vicino eppure quella felicità era sempre più spesso mista a qualcos’altro: dolore. Non riusciva a spiegarsi come due sentimenti così diversi potessero coesistere in una sola persona nello stesso momento.

Il sole sulla pelle è piacevole ma può scottarla, guadarlo direttamente fa male agli occhi.

Jinny era bella e vitale, emanava un’energia contagiosa ma era capricciosa e volubile, l’aveva vista ferire più o meno intenzionalmente alcuni dei tanti ragazzi che l’approcciavano e poi ridere di loro; sapeva essere dolce e gentile ma il più delle volte non lo era.

Era bello e doloroso starle accanto, Will sapeva tutto questo ma continuava ad esporsi al sole anche se bruciava perché ormai non poteva più fare a meno della sua luce e del suo calore.

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Capitolo 2
*** Capitoli da 6 a 10 ***


Altri 5 capitoli...recensite!

 

Capitolo 6: the importance of “being” gay

 

I giorni passavano, con loro le settimane, che divennero mesi. In quel periodo Will frequentò le lezioni, prese i suoi soliti ottimi voti e uscì con i suoi nuovi amici. Una serata al bowling con Jinny anche se non era un appuntamento, anche se non erano soli, anche se c’erano tutti quei ragazzi che le ronzavano attorno lo rendeva semplicemente felice.

Tutto procedeva a meraviglia. Certo lei lo credeva ancora gay ma lui cominciava ad accettare la cosa. Si accorse dei vantaggi che comportava. Quando andavano al cinema tutti assieme Jinny lo faceva sedere sempre accanto a lei, la ragione non era quella che avrebbe sperato però il risultato era comunque positivo. Per questo doveva ringraziare Brian e la sua folle impulsività infatti tutto era cominciato quando durante la proiezione del Signore degli anelli nel bel mezzo di una silenziosa scena nella terra degli elfi dopo il rumore di un sonoro schiaffone Jinny si era alzata di scatto urlando “CRETINO! LEVAMI LE MANI DI DOSSO!” il cretino in questione era il suo amico che ci aveva appena provato spudoratamente con lei e dopo questa reazione aveva adottato la tecnica del camaleonte era diventato dello stesso rosso scarlatto delle poltrone della sala! Da quella serata si era sempre seduta tra Doris e lui.

Evidentemente era abituata al fatto che tutti i ragazzi che si avvicinavano a lei lo facessero per un secondo fine, credendolo gay Jinny si fidava di lui e lui… si sentiva un verme! Gli faceva piacere il fatto che si confidasse con lui e gli chiedesse consigli ma non poteva fare a meno di sentirsi un verme bugiardo. Si illudeva che le sue non fossero menzogne, non aveva mai confermato le sue insinuazioni però… non aveva fatto nulla per smentirle e questo in fin dei conti lo rendeva comunque un bugiardo. Nonostante la sua coscienza non fosse pienamente d’accordo Will aveva deciso che era importante che lei si fidasse di lui e se per ottenere questo doveva crederlo gay… allora era importante essere gay!

Almeno ai suoi occhi.

 

Capitolo 7: Pablo

 

Gli faceva piacere che lei si confidasse con lui. Era importante che si fidasse. Ma non era più tanto sicuro che fosse un bene che lo credesse gay. Questo combinato all’amicizia che lei provava per lui lo mise in una situazione molto più imbarazzante del loro primo incontro.

Jinny si era iscritta al club di teatro. Perfetto per la sua personalità ma non tanto per le conseguenze su Will.

Il Saint Andrew era una scuola interculturale che incoraggiava gli scambi con gli altri paesi e quindi capitava spesso che studenti stranieri si trasferissero per frequentare un semestre. Pablo era uno di questi. Tra i molti interessi di questo ragazzo spagnolo c’erano il teatro, l’astrologia e… i ragazzi. Questa coincidenza non poteva sfuggire a Jinny che si preoccupò subito di coinvolgerlo nel gruppo e presentarlo al suo amico con la premessa “Sono sicura che avrete molte cose in comune!” e uno dei suoi sorrisetti allusivi stampato in faccia.

Pablo era senza un dubbio un ragazzo a posto, era simpatico, intelligente, ma questo rendeva solo le cose più difficili con Jinny, che scusa doveva usare per non frequentarlo? Per fortuna di Will lo spagnolo era anche sveglio abbastanza da capire non solo che il suo appuntamento al buio, perché di questo si trattava, non era interessato a lui ma che il problema non era la sua persona ma la categoria in generale. Gli era bastato poco per capire che Will non era né gay né confuso sessualmente, tutt’altro aveva chiari i suoi gusti e corrispondevano alla biondina che li aveva presentati. Nonostante gli fosse bastato uno sguardo per capirlo c’era qualcosa che non riusciva ad afferrare e voleva andare a fondo alla faccenda così lo invitò a prendere un caffè fuori dal campus. Una cosa semplice che non avrebbe potuto rifiutare.

 

Capitolo 8: Pink Panther’s café

 

Un caffè è una cosa semplice che si prende anche con gli amici.

Lo sapeva, New York era una grande città, piena di locali di tutti i tipi, ma proprio tutti tutti i tipi.

Forse doveva sospettarlo quando gli aveva detto che il posto dove aveva preso il caffè migliore da quando era nella Grande Mela era nel Village e che voleva portarlo lì, però dentro di sé sperava che Pablo si riferisse a qualche tranquillo localino italiano invece… era seduto sulle soffici poltroncine di pelliccia sintetica fuxia del Pink panther’s café, luogo di incontro di tutti i giovani gay della città.

In quel preciso istante si maledisse, si ripromise che non avrebbe mai più nella sua vita detto bugie o nascosto verità, ma soprattutto, desiderò sprofondare nella pelliccia fuxia della sua poltroncina per non affrontare quell’assurda situazione. Si mise a guardare in giro cercando di fare il vago. Le pareti rosa confetto del locale erano tappezzate di immagini di icone gay e su tutte troneggiava la foto formato gigante dell’intero staff del locale completamente vestito di piume alla parata del gay pride. Che fare a questo punto? “Posto carino, non c’ero mai stato” non si poteva considerare una bugia, la seconda metà della frase era la pura verità, “Eh già! Io lo adoro!” e adesso che cosa si sarebbe inventato, un silenzio imbarazzante lo avrebbe ucciso “Salve ragazzi cosa volete ordinare?” salvato dalla cameriera… cameriere… la persona con le piume gialle proprio in cima al carro della foto.

Pablo ordinò un ‘Passione alla vaniglia’, nome improbabile per un cocktail altrettanto strano, Will dopo aver escluso i vari ‘Frutto del peccato’, ‘Banana innamorata’, ‘Bosco in estasi’ si affidò al meno inquietante ‘Caffè brasile’  e decise di avviare l’argomento teatro sperando che l’aspirante attore si sarebbe messo a parlare a ruota libera lasciandogli il tempo di riflettere su come tirarsi fuori da quella situazione. Fu così, almeno in parte. Pablo era molto preso dallo spettacolo che stavano preparando e aveva da dire un numero di cose sufficiente da far arrivare le ordinazioni, far finire a Will il Caffè Brasile ma non tante da fagli trovare una soluzione indolore per tutti.

 

Capitolo 9: verità

 

Uscirono dal café e Will cominciò a sentirsi leggermente meno a disagio, avevano parlato delle loro impressioni su New York e adesso lo spagnolo stava elencando tutti i posti che aveva visto o voleva ancora vedere “…ma soprattutto c’è una cosa che voglio fare”

“Cosa?” lo aveva chiesto più per cortesia che per effettivo interesse

“Devo andare a Broodway! Voglio assolutamente vedere un musical nel regno dei musical!”

“Ah si”

“Potremmo andarci assieme!”

“Uhm veramente…”

“Si è fantastico! Adoro questa città! Ci sono un sacco di posti in cui potremmo andare…insieme”

E adesso? Possibile che quel ragazzo volesse iniziare una relazione con lui? Questa cosa era andata troppo oltre, doveva dirgli la verità “Pablo, scusami, tu sei sicuramente un ottima persona però… io non sono gay!”

Silenzio.

“Ce l’hai fatta a dirlo!”

“Cosa? Lo sapevi già?!”

“Non sono cieco ho visto come guardavi Jinny!”

Porca miseria! Era così trasparente la cosa? Aveva creduto di essere riuscito a ingannare tutti…

“Tranquillo lei è profondamente convita che tu sia gay”

“Perché mi hai invitato fuori e mi hai portato in quel posto se avevi già capito tutto?”

“Sono un tipo curioso”

“Allora?!”

“Volevo vedere quanto avresti resistito! Bravo! Quel bar è troppo anche per me!”

Will cominciò a innervosirsi, si era preoccupato di non ferire i suoi sentimenti e questo lo ricambiava prendendolo in giro! “Beh visto che ti ho divertito abbastanza, me ne posso tornare al campus”

“Aspetta!”

“Perché?! Non abbiamo niente da dirci!”

“Beh però io dovrò spiegare a Jinny perché non ha funzionato tra noi…”

Era un ricatto? “Cosa vuoi ancora da me?!”

“Non sono da molto in America e non so come funzioni qui ma, di solito, i ragazzi etero evitano di farsi credere gay… soprattutto dalle ragazze di cui sono cotti!”

 

Capitolo 10: astrologia

 

Incredibile. Era appena uscito da un locale gay con un ragazzo appena conosciuto ed era seduto con lui su una panchina nel mezzo di Central Park tra coppie che amoreggiavano. Se gli avessero detto una cosa del genere qualche mese prima sarebbe scoppiato a ridere! Paradossalmente però la cosa più incredibile non era questa, ma che gli stava raccontando gran parte dei fatti suoi!

Per qualche strana ragione aveva smesso di sentirsi in imbarazzo e aveva cominciato ad aprirsi con quel perfetto sconosciuto.

Gli raccontò tutto.

“Quindi ti sei innamorato subito di lei, eri geloso di Brian ma tutti hanno pensato che ti piacesse e tu non hai fatto nulla per smentire l’equivoco! Hai paura che ti scarichi come fa con gran parte dei ragazzi che la circondano e ti sei adattato al ruolo di amico-gay!”

“In poche parole è così! Faccio pena vero?!”

“Da un certo punto di vista è una situazione romantica… hai già confrontato i vostri temi natali?”

“Eh?!”

“Non sei un appassionato di astrologia?!”

“AstroNOMIA!”

“La ragazza ha le idee confuse, ha deciso di farci conoscere quando le ho detto che mi interessavo astrologia… mah! Comunque…di che segno sei?”

“Non lo so. Non credo a queste scemenze!”

“Non sono scemenze! Quando sei nato?”

“16 marzo”

“Pesci! Vediamo un po’ lei è cancro… uhm…” Pablo aveva tirato fuori un librettino e lo stava sfogliando “Eh si come immaginavo! Forza leggi qua!”

“Va bene. ‘Il segno del Cancro e quello dei Pesci sono probabilmente i più sensibili dello zodiaco. Tuttavia, va tenuto presente che entrambi sono in grado di giocare con le emozioni dell'altro e quindi rischiano di farsi del male. Questa relazione potrà rivelarsi duratura se i partner comunicheranno apertamente ed onestamente.’ Contento? L’ho letto! Tieni! Io non credo a queste cretinate te l’ho detto!”

“Fai come vuoi! Non sono affari miei. Però… astri a parte, le dovresti parlare…”

“Non voglio farlo e hai detto bene non sono affari tuoi…”

“È vero… la vita è tua! Comunque… anche se sono convito che tu stia sbagliando… non le dirò niente.”

“Grazie”

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Capitolo 3
*** Capitoli da 11 a 15 ***


Nuova pagina 1

 

Grazie a Kimi per la recensione! Recensite! Mi fa piacere sapere cosa ne pensate!

Avevo iniziato a pubblicare i singoli capitoli ma poi mi sono accorta che è molto più comodo così! (Oltre al fatto che immagino sia meglio anche per chi legge! ^_^)

 

Capitolo 11: buone intenzioni.

 

Alla fine le cose non erano andate troppo male. Non era stato coinvolto in una relazione gay, Pablo non si era preso una cotta per lui e gli aveva promesso che non avrebbe detto nulla a Jinny.

La mattina dopo quello strano appuntamento Will studiava in biblioteca durante un’ora di buco quando una bionda si sedette di fronte a lui “Non si fa così! Sono stata in ansia tutta la sera! Perché non mi hai detto niente?”

“Perché non c’era nulla da dire… comunque… buongiorno anche a te!”

“Will non puoi fare così! Io ti combino un fiasco di appuntamento devi almeno darmi la possibilità di consolarti!”

“Non c’era bisogno…credimi.”

“Però anche tu potevi essere più chiaro…”

Che stava dicendo? In che senso più chiaro?

“…astronomia, astrologia che ne posso sapere io che sono cose diverse!”

“Immagino che tu abbia parlato con Pablo. Cosa ti ha detto esattamente?”

“Che non avete poi molti interessi comuni e che non vi siete trovati d’accordo su una questione astrologica… ma era qualcosa di così importante?!”

“Ehm… si direi di sì…”

“Uff! Che peccato era un ragazzo così carino, mi sarebbe piaciuto vedervi insieme….”

Ma cosa doveva sentire! “Senti Jinny puoi farmi un favore?”

“Si certo mi sembra il minimo!”

“In futuro evita di organizzarmi questo genere di incontri ok?”

“Mi dispiace, ma io…”

“Lo so che lo hai fatto con le migliori intenzioni però preferisco che tu non lo faccia più”

“Ok… neanche se…”

“No”

“Ok, ok… ho capito. Adesso vado e ti lascio studiare… a dopo!”

In fondo era carina a preoccuparsi per lui, forse gli voleva veramente bene… peccato solo come ad un amico!

 

Capitolo 12: Nick.

 

Era passato circa un mese da quella faccenda e i loro rapporti erano completamente distesi. Jinny ormai lo considerava il suo migliore amico e a lui questa posizione non dispiaceva troppo.

Un paio di settimane prima lei aveva preso un brutto voto in biologia e lui si era offerto di aiutarla, così spesso si trovavano a studiare insieme, soli.

A Will piaceva il rapporto che si era creato, lei parlava con lui liberamente e questa cosa lo faceva sentire importante. Era felice ma arrivò la sera del 26 febbraio e in quel momento soffrì del fatto di essere il suo confidente.

Il 26 febbraio Jinny conobbe Nick.

Quella sera dovevano studiare assieme per la verifica del giorno successivo ma lei era inquieta, aveva un’aria strana, diversa dalla solita, sembrava più distratta e più… dolce.

“Mi sono innamorata!”

Fu un’esplosione.

Lei aveva gli occhi sognanti e un gran desiderio di condividere questa sua gioia con il suo migliore amico.

“Oddio Will non puoi capire quant’è carino! Fa parte della squadra di pallanuoto, si chiama Nick, non è un nome dolce?! E poi…”

E poi… lui sentì solo una fredda, tagliente lama infilata nel petto.

Sapeva che prima o dopo sarebbe arrivato quel giorno. Era uscita con diversi ragazzi da quando l’aveva conosciuta, ma riusciva a sopportarlo perché sapeva che a lei non importava molto di loro, ma questa cosa era diversa. Anche se sapeva che sarebbe arrivato quel momento, non era preparato al dolore che lo colpì.

 

Capitolo 13: 16 marzo-parte uno

 

Dopo pochi giorni Jinny e Nick diventarono la coppia più popolare della scuola. Will soffriva come un cane e in aggiunta a questo doveva sopportare la visione di quei due che si baciavano in ogni angolo della scuola con il poco piacevole sottofondo delle lamentele di Brian.

Nei corridoi, a mensa, quello era sempre lì, alto e perfetto, accanto a lei. Lei sembrava essere così fastidiosamente felice. Perché non poteva essere contento per lei? Da quando era diventato così egoista? Da quando?

La risposta la conosceva: da quando lui la stava portando via.

Avevano smesso di studiare assieme. Lei non si sedeva più con loro a pranzo, né veniva con loro al bowling o al cinema.

Arrivò il 16 marzo, la incrociò nei corridoi della scuola ma lei si limitò a salutarlo con il suo quotidiano sorriso. Si era dimenticata del suo compleanno. Si era dimenticata del compleanno di quello che qualche settimana prima era il suo migliore amico.

Passò la mattinata, il pranzo e poi il pomeriggio e lei non l’aveva cercato.

Venere è in realtà piena di gas velenosi. Si era avvicinato troppo a lei e adesso lo stavano soffocando? O forse era solo tornato ad essere Plutone e non era più abituato al gelo dato dalla lontananza da quella fonte di luce e calore?

 

Capitolo 14: 16 marzo-parte due

 

Erano le undici di sera Will gli occhi rivolti al soffitto rimuginava, si dava dell’idiota per il fatto di essersi innamorato di una persona del genere e soffriva. Unica nota positiva il fatto di non dover dividere la stanza con nessuno, aveva vinto la borsa di studio e aveva diritto ad una singola, perfetta per crogiolarsi nella sua agonia. Immerso in questo stato d’animo percepì un rumore. Di nuovo lo stesso. Bussavano alla sua porta. Sentì bisbigliare “Will” quella voce… “Will aprimi per favore”.

Aprì la porta. Lei era lì con lo sguardo afflitto “Mi fai entrare un attimo?”. Lui era rimasto immobile con una mano sulla maniglia, stupito. Non avrebbe potuto essere lì a quell’ora. I dormitori maschili e femminili erano nello stesso palazzo ma su piani diversi e non era permesso girovagare nell’edificio dopo le dieci di sera ma lei era lì di fronte a lui. Si scansò la fece entrare e chiuse la porta.

“Mi dispiace così tanto! Però non è ancora troppo tardi… auguri Will!”

“Non c’era bisogno che tu venissi qui a quest’ora per questo…”

“Mi sento così tanto in colpa, non so come ho potuto dimenticarmene…”

“Eri impegnata e poi non fa niente…”

“Non dire bugie! Lo so che ci sei rimasto male! Devo essermi rimbecillita per scordarmi così il compleanno del mio migliore amico!”

Quindi lei lo considerava ancora il suo migliore amico, forse non l’aveva persa del tutto, forse non erano ancora così lontani, sentì di nuovo una piacevole sensazione di calore dentro

“Mi puoi perdonare?”

La guardò, sembrava così sincera… “Figurati ti avevo già perdonata quando ti ho aperto la porta!” Jinny gli sorrise “ Meno male, avevo paura di perderti…” lei teneva a lui, aveva paura di perderlo! “…insomma che questa cosa potesse far finire la nostra amicizia!” anche se solo come amico, per lei lui era importante, questa consapevolezza rese Will improvvisamente più sereno.

“Tranquilla va tutto bene” forse non era proprio così, ma in quel momento lui si sentiva davvero bene, anche se nelle ultime settimane non si erano quasi parlati ora lei era lì e gli aveva appena detto che non lo voleva perdere.

“Mi dispiace…”

“L’hai già detto…”

“Non solo per oggi! Oggi ho toccato il fondo! Però mi sono accorta che in quest’ultimo periodo sono stata terribile! Vi ho trascurati, il teatro, Doris… te”

“Lascia stare…”

“Sono così presa da Nick! Non mi aspettavo di provare tutte queste sensazioni, sono così nuove per me, mi sono lasciata trasportare senza pensare ad altro…”

“Probabilmente è normale che sia così…”

“No! Io ho bisogno anche di te!”

Aveva bisogno di anche di lui? Che significato avevano quelle parole? Will non riusciva a capire

“Mi sono accorta solo adesso di quanto mi sia mancato parlare con te…”

È questo che era per lei, un confidente. Non sapeva se la cosa gli faceva piacere o meno ma immaginava di non poter sperare il altro.

“Puoi sempre parlare con me.”

“Avrei così tante cose da dirti…”

“Hai sonno?”

“Veramente non molto…”

“Neach’io. Se vuoi possiamo rimanere svegli a chiacchierare per un po’…”

 

Capitolo 15: regalo di compleanno.

 

Restarono in piedi fino alle due, lei gli raccontò tutto quello che le era accaduto negli ultimi giorni, come si sentiva, quanto era felice e lui ascoltò ogni parola, quando gli chiese come la pensava non sapeva cosa dire.

“Sono contento per te…” forse non era completamente vero

“…Nick sembra un tipo apposto…” era un’impressione poco personale ma oggettiva

“…però non pensi che stiate correndo un po’ troppo? Vi conoscete da pochissimo tempo e siete già così assorbiti l’uno dall’altra…Jinny?!”

Si era addormentata.

La ragazza che amava si era addormentata sul suo letto. Qualche mese prima avrebbe creduto che potesse accadere solo in un sogno, ma era la realtà. Forse qualche entità superiore aveva voluto fargli un regalo di compleanno.

La coprì con un plaid e prese la sedia accanto alla scrivania e si sedette di fronte a lei. Non riusciva a smettere di guardarla. Era così bella. Mentre contemplava il suo amore si rese dolorosamente conto che nonostante fosse lì a un metro da lui era lontana anni luce.

Era in una posizione assurdamente scomoda e il cuore gli batteva impazzito alla visione di Jinny sul suo letto ma incredibilmente era riuscito ad addormentarsi, l’altalena di emozioni di quella giornata l’aveva sfinito.

Calore. Sentì qualcosa di tiepido che gli si posava delicatamente addosso poi il rumore della porta che si chiudeva. L’orologio sul comodino segnava le 6:35, Jinny non era più sul suo letto ma aveva lasciato il suo profumo sul plaid che adesso lo copriva. Sorrise, poi riconobbe una voce odiata proveniente dall’esterno della sua stanza “Che ci fai qui a quest’ora, baby?!” Baby?! Ma si faceva davvero chiamare così?! “Nick! Ciao sei già sveglio?” “Oggi ho gli allenamenti prima delle lezioni te l’avevo detto ieri mi pare…” “Già è vero! Beh allora sbrigati tesoro o arriverai tardi! Ci vediamo dopo!” “Hey aspetta non mi hai risposto!” Lo sentì sbuffare, poi avvicinarsi alla sua porta, fermarsi qualche istante per poi proseguire nel corridoio.

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Capitolo 4
*** Capitoli da 16 a 20 ***


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Capitolo 16: amici vecchi e nuovi.

 

Si stese sul letto, i muscoli intorpiditi dalle ore passate sulla sedia scomoda, gli occhi chiusi, assaporava il profumo di lei ancora nell’aria. Rimase mezz’ora in una sorta di dormiveglia, rivivendo le ultime ventiquattr’ore, poi si alzò, si fece la doccia e si vestì.

Decise di passare a ritirare la posta come gli avevano detto di fare i suoi al telefono il giorno prima.

“William Matheson? C’è un pacco e una lettera…”

Erano i suoi. La calligrafia di sua madre ‘Auguri tesoro! Mi dispiace avremmo voluto che ti arrivasse il giorno del tuo compleanno (tuo padre ha anche litigato con l’addetto alla posta!) purtroppo non è stato possibile. Consideralo un prolungamento della tua festa! Abbiamo riflettuto a lungo sul regalo da farti per il tuo primo compleanno lontano da casa. Avevamo pensato di prendere due biglietti aerei e raggiungerti ma poi ci siamo resi conto che in questo modo avremmo fatto un regalo non a te ma a noi. Adesso scarta il pacco!’ tornò in camera, non gli sembrava il caso di aprilo in mezzo alla folla degli altri studenti.

Tolto il primo strato di carta c’era un altro biglietto. ‘Avevamo paura che ti sentissi solo in quella grande città. Ricordati di non perdere mai i tuoi punti fermi e che “le stelle brillano anche dietro le nuvole!” ’ Glielo diceva sempre suo nonno “quando ti senti perso guarda in alto e le stelle ti condurranno a casa”. Sentì un’incredibile nostalgia. Gli mancavano i suoi, ma soprattutto sentì il peso della morte di suo nonno molto più di quando era a casa.

A casa passava le serate con gli occhi incollati al suo telescopio, esplorando il cielo e in questo modo era come se avesse mantenuto un rapporto con lui. A settembre quando si era trasferito quel suo vecchio amico, compagno di tante piacevoli serate solitarie, era dovuto rimanere là. Troppo pesante da trasportare, ingombrante da tenere nelle piccole stanze del campus.

Tolse il secondo strato di carta. La calligrafia di suo padre ‘Non è come quello che hai qui, ma lo puoi portare sempre con te. Abbiamo pensato che ti mancasse.’

Ritornò con la mente allo stesso giorno di sei anni prima.

“UAU! Ma è proprio vero?! Un telescopio! Un vero telescopio tutto per me!”

Sorrise a quel ricordo. Il primo di una lunga serie con quel vecchio amico. Comete, allineamenti di pianeti, aveva visto tante cose con lui. Gli mancava. Ma adesso aveva cominciato una nuova vita e aveva un nuovo amico che sarebbe stato testimone delle sue future esperienze.

 

Capitolo 17: 17 marzo- un tavolo troppo affollato.

 

Sarebbe stato contento quando avrebbe potuto finalmente scrutare il cielo quella sera. Come quel compleanno di sei anni prima era felice del suo regalo, ma la sua attesa era meno trepidante, c’era una giornata che lo attendeva prima che giungesse nuovamente la notte e sentiva che sarebbe stata una buona giornata.

Stupido ottimista.

Dopo quattro ore di lezioni si ritrovò con Doris, Brian e gli altri a mensa.

Si erano appena seduti a tavola quando una voce famigliare chiese “Ciao ragazzi! Ci sono un paio di posti per noi?”

In fondo gliel’aveva detto proprio l’altra sera che non voleva più trascurali.

“È assurdo che non vi abbia ancora presentato! Lui è Nick il mio ragazzo! Loro sono Doris, Will, Brian…”

“Quindi tu sei Will!” lo stava squadrando “Mi fa piacere conoscerti…”

“Si anche a me” più o meno, ma perché lo stava guardando così?

“Mi sai spiegare perché ho visto la mia ragazza uscire da camera tua all’alba?”

A questo punto tutto il tavolo lo stava fissando con aria interrogativa.

Che doveva fare? Cosa poteva dire?

“Questo tavolo è troppo affollato per i miei gusti! Vado a mangiare da un’altra parte!”

“Aspetta Brian che ti prende?! Vacci a parlare tu Will a te dà retta” Jinny gli stava offrendo la possibilità di non dover rispondere alla domanda del suo ragazzo.

Pur stupito della reazione dei suoi amici si alzò e seguì quello che aveva appena abbandonato la tavola.

 

Capitolo 18: 17 marzo- cibo indigesto.

 

“Brian che ti è preso?”

“Che ci faceva Jinny in camera tua all’alba?”

“Ieri sera è venuta a scusarsi per essersi dimenticata di farmi gli auguri e poi si è addormentata, ma perché quella reazione? Sei geloso di me?” gli sorrise, sapeva che non poteva essere così.

Infatti… “Eh?! Geloso di te? Ma figurati! Te e Jinny insieme? Neanche fra mille anni!”

“Allora?” Lo chiese anche se conosceva la risposta.

“Lo odio! Odio quel dannatissimo Nick! Odio come le sta appiccicato! Mi si è bloccato lo stomaco… dovrò buttare il pranzo!”

“Allora è grave! Non ti mai visto saltare un pasto!” Una volta a cena si era mangiato tre interi menù del McDonald’s!

“Beh forse mangerò lo stesso… ma ti assicuro che il cibo avrà un pessimo sapore e mi rimarrà sullo stomaco… come quel dannato Nick!”

In realtà anche Will si sentiva così. Anche per lui quel ’dannato Nick’ era un cibo indigesto.

Era contento di essersi alzato da tavola, non solo per non dover rispondere a quella domanda ma anche per non essere costretto ad assistere agli amoreggiamenti della coppia e all’insopportabile voce di lui che la chiamava ‘baby’, terribilmente irritante.

“Non potrai continuare così per sempre” lo stava dicendo al suo amico o a sé stesso?

“Lo so. Ma mi ci vuole un po’ di tempo, oggi non la posso affrontare. Torna pure al tavolo.”

“Sicuro?” Will prego intensamente che gli dicesse di rimanere.

“Si, vattene! Voglio stare un po’ solo.”

“Come ti pare.” Non aveva più scuse doveva tornare al tavolo. Lasciò Brian e il suo panino sulla panchina e si avviò verso il resto del gruppo.

 

Capitolo 19: 17 marzo- dimenticanze.

 

Doveva affrontarlo.

Doris lo vide arrivare e gli chiese “Vuole essere lasciato in pace?”

“Già”

Jinny guardò l’amica “Oh beh gli passerà!”

“Senti Will” la voce di Nick lo spaventava “baby mi ha spiegato tutto di stamattina…”

“Ah si? Ah ah beh è naturale, non c’è niente da nascondere…”

“Infatti! Gli ho spiegato che avevo dimenticato di fare i compiti per oggi e quando me ne sono accorta stamattina, presa dal panico sono corsa a chiederteli!”

Will aveva un ricordo leggermente diverso di quello che era successo comunque… “Già proprio così!” le due ragazze lo guardarono, una grata dell’appoggio, l’altra incuriosita perché sapeva che in verità la sua compagna di stanza aveva scordato qualcosa di diverso dai compiti e ci aveva messo tutta la notte per rimediare a quella dimenticanza, anche se non sapeva in che modo.

Fu un pranzo faticoso, cercare di avere una conversazione normale in quelle circostanze era veramente difficile e per la prima volta fu contento quando suonò il campanello che segnava l’inizio delle lezioni pomeridiane.

Biologia. Era in classe con Jinny. Avrebbe voluto chiederle perché aveva mentito a Nick. Aveva immaginato che gli avrebbe raccontato la verità sottolineando la sua omosessualità, ma non era stato così.

La lezione di Mr Wiggins non era l’occasione adatta per parlare di quell’argomento e pensò che avrebbe trovato momenti migliori, ma né quando si incrociarono in corridoio, né quando quel tipo la venne a prendere per uscire assieme gli sembrarono adatti.

Così passò il resto della giornata e scese il buio. Quella sera aveva un appuntamento.

 

Capitolo 20: di nuovo a casa.

 

I suoi genitori erano dei veggenti. Dopo una giornata così aveva proprio bisogno delle sue stelle.

Dopo una rapida doccia mise un cd e cominciò a montare il suo nuovo telescopio. Non fu un’operazione lunga era un modello molto pratico, comodo da trasportare, l’ideale per la sua attuale situazione. L’indomani avrebbe chiamato i suoi per ringraziarli ma adesso aveva un’altra priorità.

Aprì la finestra.

Non era una situazione ottimale. Un albero copriva parte del cielo e il bagliore dei grattacieli di Mahnatthan sull’altra riva dell’Hudson non avrebbe permesso di vedere granché ma per quel giorno sarebbe bastato. Non importava quanto lontano riusciva a vedere, aveva solo bisogno di tornare in contatto con quella parte di sé che aveva trascurato da un po’. Aveva bisogno del silenzioso dialogo tra lui e le stelle, di quel conforto e di quel senso di casa che riusciva a provare solo quando osservava il cielo con la sua musica preferita alle orecchie in un perfetto isolamento consolatore.

L’aria fuori era ancora fredda ma Will non riusciva a sentirla. Era completamente assorbito da quello che si era accorto solo in quel momento quanto gli fosse mancato. Come in una rimpatriata tra vecchi amici, riconosceva una ad una tutte le costellazioni, Andromeda, Cassiopea, il Cigno.

Nella solitudine di quella stanza così lontano dai suoi affetti si sentì di nuovo a casa.

A un certo punto della serata gli parve di sentire la voce di suo nonno “quando ti senti perso guarda in alto e le stelle ti condurranno a casa” probabilmente era dovuto alla stanchezza, al fatto che la notte precedente aveva dormito solo poche ore e in una condizione assurda, in ogni caso quelle parole gli furono di conforto, sentì quanto erano vere e capì che non si riferivano soltanto alla capacità di trovare il nord individuando la stella polare, come aveva sempre creduto.

Le stelle, il cielo, gli davano quel senso di armonia profonda che gli avrebbe permesso di trovarsi a suo agio, come a casa, in qualsiasi situazione si trovasse. Facevano parte della sua essenza, c’erano quand’era bambino, erano lì nel suo presente, sarebbero state ancora lì nel suo futuro, qualsiasi cosa gli avrebbe portato. Erano testimoni della sua vita, se fosse riuscito a non perdere il contatto con loro non avrebbe mai perso sé stesso.

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Capitolo 5
*** Capitoli da 21 a 25 ***


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Ehi ma c'è qualcuno che legge?! Recensite!

 

Capitolo 21: pace e tensione.

 

Quella notte andò a dormire sentendosi in pace con il mondo. La mattina dopo si svegliò completamente riposato e pronto ad affrontare il nuovo giorno.

Alla quarta ora era in classe con entrambi i componenti della ‘coppia del secolo’ terminata la lezione gli chiesero di andare a mensa insieme gli rispose che doveva fare una telefonata e li avrebbe  raggiunti dopo.

Non era solo una scusa per non stare con loro, aveva deciso di chiamare i suoi e a quell’ora non c’era fila ai telefoni per gli studenti.

Dopo aver parlato con sua madre, suo padre era a lavoro a quell’ora, si incamminò nel viale che portava alla mensa. Seduto su una panchina lungo quel viale c’era Brian immerso nel suo pasto solitario.

“Per quanto ancora hai intenzione di fare così?”

“Non lo so.”

“Mangerai da solo per tutto l’anno?”

“Forse”

“Vado a prendermi un panino e ti raggiungo.”

Per procurarsi il pranzo doveva necessariamente passare per la mensa e quindi davanti a loro.

“Wiiiiill! Siamo qui!” era Jinny che lo chiamava agitando la mano, non poteva ignorarla così fece un cenno nella sua direzione e dopo aver preso il suo pranzo li raggiunse.

“Scusate, mentre venivo qua ho incontrato Brian che mangiava su una panchina, mi dispiace lasciarlo da solo. Lo raggiungo.”

La tensione nell’aria era palpabile.

Lei gli rivolse uno sguardo amareggiato “Capisco. Allora ci vediamo dopo a lezione!”

“Ok”

Appariva come un perfetto altruista preoccupato per l’amico, non era corretto, ma era un’immagine decisamente migliore di quella che aveva Will di sé stesso. Era un codardo, aveva sfruttato la scusa di Brian per non dover pranzare con quei due, non avrebbe mai avuto il coraggio di confessare i suoi sentimenti a lei, probabilmente le sarebbe rimasto sempre accanto come amico fingendo di non provare nulla per lei.

 

Capitolo 22: Zenit e Nadir.

 

Per due settimane si ripeté la stessa scena ogni pranzo. Brian rifiutava di sedersi allo stesso tavolo con l’oggetto del suo interesse e ‘quel parassita che le stava perennemente appiccicato’. Will in fondo provava gli stessi sentimenti ma per rimanere fedele al suo ruolo non poteva comportarsi allo stesso modo. Qualche volta raggiungeva l’amico e mangiava con lui, provava a convincerlo a unirsi agli altri ma inutilmente. Aveva tanti difetti ma sicuramente non si poteva negare che agisse sempre coerentemente alle sue intenzioni e sensazioni, qualcuno lo avrebbe definito cocciuto e testardo, ma lui ammirava quel lato del suo carattere, diretto ai suoi obbiettivi come un treno. Non riusciva a fare un canestro dal fondo campo, si sarebbe allenato fino a riuscirci; Jinny non lo voleva, lui ci avrebbe provato senza arrendersi. Agli antipodi. Nord e Sud, Yin e Yang, Zenit e Nadir.

A quel punto Jinny si arrese. Un pomeriggio prese da parte Will e Doris e gli chiese di non offendersi se non si sarebbe più seduta a tavolo con loro.

“Brian è un maledetto cocciuto! Non si deciderà mai a farsela passare ma mi dispiace che si stia comportando così e che questa cosa vi faccia soffrire, lo so quanto tenete a lui…” li guardò entrambi con uno sguardo colpevole e lui si chiese quale fosse il motivo del suo senso di colpa “…quindi ho deciso che sarò io a farmi da parte. Ditegli pure che può tornare al suo vecchio tavolo! Non ci troverà più lì. Quando si sarà sbollito fatemelo sapere…”

Dopo quella conversazione Brian tornò al suo posto, Jinny si trasferì con Nick al tavolo della squadra di pallanuoto, non ebbero più molte occasioni per stare insieme, lei evitava il gruppo, usciva esclusivamente con lui e aveva smesso di bussare alla sua porta. Ecco che si allontanava di nuovo, il loro rapporto diventava ogni giorno più freddo, saluti, brevi conversazioni di poca importanza.

Anime distanti, ai poli opposti della sfera celeste, Zenit e Nadir.

 

Capitolo 23: maggio.

 

Anestetizzato dalla routine di quei giorni fatti di lezioni, compiti, pranzi senza lei, serate trascorse con le sue stelle, non si accorse del tempo che passava e improvvisamente arrivò maggio.

Maggio era il mese del fervore scolastico. C’era una specie di agitazione che permeava le aule, i corridoi, tutti gli studenti erano presi da mille pensieri. Le ultime importanti verifiche che avrebbero decretato i voti conclusivi del semestre e di conseguenza l’atmosfera con cui sarebbero stati riaccolti a casa per le vacanze, le ultime partite dei campionati scolastici e infine in testa a tutto… il ballo.

Will era immune a tutto questo. Aveva già ottimi voti che non sarebbero crollati neanche se avesse fatto un disastro per tutte le successive settimane, sapeva già che avrebbe passato le vacanze nella tranquillità della casa di campagna con sua nonna, non faceva parte di nessun club sportivo e… non aveva alcuna intenzione di partecipare al ballo scolastico. Non aveva alcun senso andarci da solo.

Brian invece era completamente preso da quella follia collettiva. I suoi voti erano perennemente traballanti, al limite della sufficienza, la sua squadra di basket era arrivata in finale e per quanto riguardava il ballo… non sarebbe dovuto andare da solo, molte ragazze lo avevano invitato però le  aveva rifiutate tutte.

“Credi davvero che lei lo lasci e venga a chiederti di andare insieme al ballo?! Non vorrei distruggere i tuoi sogni ma…”

“Uffa statti zitto tu! Non infierire… prima o poi capirà che quello non è la persona giusta per lei… e quel giorno io sarò lì per lei!” Eccolo con la faccia da supereroe! Probabilmente non si sarebbe mai arreso!

 

Capitolo 24: re, regine e supereroi

 

Quel giorno c’era una grande agitazione a scuola, non solo perché erano ancora nel mese di maggio, ma anche perché quella sera si sarebbe disputata la finale del torneo interscolastico di basket.

Era la prima volta dopo anni che la squadra del Saint Andrew riusciva ad arrivarci, dopo un campionato strepitoso erano giunti a quella partita quasi imbattuti. Quella mattina si faceva un gran parlare del capitano della squadra che era riuscito ad assumere quella carica così importante nel primo mese del suo anno da matricola, riuscendo a guadagnarsi il rispetto dei compagni di squadra per le sue capacità indiscutibili e li aveva guidati vittoria dopo vittoria. La cosa incredibile è che questo ‘supereroe’ era suo amico! Il suo amico Brian così capra nello studio era un vero genio della pallacanestro, lo riconosceva, ma non lo avrebbe mai ammesso pubblicamente!

L’altra notizia che circolava tra quei corridoi quel giorno era l’apertura delle iscrizioni per l’elezione di ‘Re e reginetta del ballo’ e al momento sembravano esserci solo due candidati possibili, ‘la coppia dell’anno’, i ‘perfetti e innamoratissimi’ Jinny e Nick.

Per quanto fosse preso dall’evento che lo aveva come protagonista, quello era pur sempre un liceo, un ambiente in cui certe cose si vengono a sapere anche se si vive con gli occhi chiusi e le orecchie tappate, così la notizia del giorno arrivò anche a Brian.

Will non si aspettava che corresse entusiasta a riempirli di congratulazioni ma neanche quel tipo di reazione. Era come shockato, poi innervosito e infine iracondo!

“Dovevo esserci io al suo posto! Possibile che non si renda conto che è un grande pezzo di m****! Dev’essere cieca per non accorgersi del grande s****** che è!” si sfogò l’amico

“Brian adesso non esagerare! Posso capire che non ti piaccia, ma non puoi accusarlo senza ragioni…”

“Fidati ho le mie buone ragioni…”

“Quali sarebbero?!”

 

Capitolo 25: re della scuola?

 

“Ho saputo che quando ha cominciato a frequentare Jinny lo s****** aveva un’altra ragazza, non ha avuto neanche le p***** di scaricarla di persona, ma ha mandato un suo compagno di squadra! L’ho saputo da lui…”

“Ma lei lo sa?

“No. Avevo sospetti su di lui da un po’, ma solo da poco ho avuto la conferma di che razza di persona è! Poi ho sentito anche un'altra cosa…”

“Cosa?”

“L’ho sentito mentre si vantava con i suoi amici. Diceva che l’avrebbe portata in un albergo dopo il ballo e che lei ci sarebbe sicuramente stata… Altro che re della scuola! Quello è solo uno s******!”

“Le hai parlato di tutto questo?”

“Non riesco ad avvicinarmi a lei con quel figlio di p****** sempre attaccato alle costole! E poi.., non credo che mi ascolterebbe…”

“Già probabilmente penserebbe che è solo un tuo disperato tentativo per farli lasciare e provarci di nuovo con lei…”

“Se non fossi così maledettamente diretto con i miei sentimenti! Avrei ancora un minimo di credibilità ai suoi occhi! A volte vorrei saper fingere…”

“Lascia stare non è un granché di tattica neanche quella..”

Brian lo guardava incuriosito, si era scoperto troppo? Sospettava forse qualcosa? Doveva deviare il discorso.

“Potrei provare a parlarci io… cercherò di incontrarla da solo, non ti preoccupare oggi devi pensare solo alla partita, dimostra a tutti quanto vali!”

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Capitolo 6
*** Capitoli da 26 a 30 ***


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Capitolo 26: coraggio.

 

Che soggetto incredibile che era! Era sconvolto da quello che aveva saputo su Nick proprio ora che stava raggiungendo un equilibrio, proprio quando sentiva che avrebbe potuto accettare quella situazione, era emotivamente distrutto eppure si era messo a consolare l’amico, aveva promesso di parlare con lei.

Promessa facile da pronunciare non tanto da mantenere.

Non gli mancava la volontà, sentiva forte dentro di sé il bisogno di aprire gli occhi all’amica, ma questa non era una persona con cui fosse semplice comunicare a quattr’occhi. In effetti erano due mesi che non avevano quel tipo di conversazione e si chiese come potesse pretendere di averla entro la giornata! Eppure doveva trovare un momento per stare solo con lei.

Ripensò a quando era felice solo guardandola, a quella magica sera del suo compleanno, alla gioia provata nel passare la notte a parlare e alle parole di lei ‘avevo paura di perderti’, si era sentito enormemente importante in quell’istante, raccolse quelle sensazioni e trovò il coraggio di fermarla in corridoio “Scusa Nick te la posso rubare un attimo?” domanda puramente formale perché la prese per un braccio e la trascinò a qualche metro di distanza “Ho bisogno di chiederti un favore, in realtà si tratta più di un consiglio… però vorrei poterti parlare in una situazione un po’ più calma e più… intima.” Insomma l’opposto del corridoio in cui si trovavano! Lei sorrise “Ok. È una cosa urgente? Perché pomeriggio ho un impegno… ma se è urgente posso anche rimandare…” “No, non è urgente…” “Facciamo stasera dopo la partita?” “Perfetto, ci vedremo lì allora!” “D’accordo! A stasera!” “A stasera! Ah dimenticavo congratulazioni per la candidatura, reginetta!” Gli sorrise. Adorava quel sorriso così luminoso.

Cominciava ad avere dei dubbi. Era giusto parlarle? Era giusto rovinare la sua felicità? E il più angosciante di tutti: lo stava facendo davvero per lei?

 

Capitolo 27: Sarah Silverstone - parte uno

 

Quel pomeriggio la squadra di basket era ad un ritiro prepartita.

In realtà si trattava di un allenamento-riunione nella palestra della scuola, quindi fu facile per Will fare cenno a Brian perché lo raggiungesse. Uscì in cortile dove l’amico l’aspettava.

“Le hai già parlato?”

“No. Le ho detto che avevo bisogno di chiederle un consiglio, così ero sicuro che non avrebbe rifiutato, ci vedremo stasera dopo la partita.”

“Capisco. Non sei qui solo per dirmi questo vero?”

“Già. C’è una cosa che volevo chiederti. Hai parlato di una ragazza che stava con lui quando ha cominciato a frequentare Jinny, sai chi è? La conosci?”

“Si e la conosci anche tu, come tutto il resto della scuola”

“Chi è?!”

“Sarah Silverstone” disse volgendo lo sguardo verso il campo da football della scuola.

“La Sarah Silverstone capo cheerleader? Quella Sarah Silverstone?!”

“Lei.”

Che cavolo aveva quel maledetto Nick per attirare tutte le ragazza più belle della scuola?! Chiaramente Will era innamorato di Jinny ma aveva gli occhi e non poteva negare che quella Sarah fosse un tipo molto attraente.

“Come mai non si è saputo nulla di tutta questa storia prima?! Non sono due tipi che passano inosservati!”

“Avevo sentito parlare di una storia tra loro, ma pensavo fosse finita non so bene come siano andate le cose…”

“Brian Samuel Grant! Essere il capitano della squadra non ti autorizza a fare come vuoi!”

“Arrivo coach! Scusa Will devo andare, ci vediamo stasera!”

 

Capitolo 28: Sarah Silverstone - parte due

 

Stava per fare qualcosa che non avrebbe mai pensato di poter fare.

Da sempre era stato il timido secchione preso in giro dalle cheerleader e adesso era diretto al campo da football per parlare con il loro capo!

“Sarah Silverstone!” si stava allenando con le altre, anche loro in un ‘ritiro prepartita’.

“Che vuoi ragazzino?!”

Ragazzino?! Ma se avevano la stessa età! Decise di soprassedere e continuò con una certa fatica a parlare. “Scusami. Il preside mi ha chiesto di chiamarti perché vuole parlare con te” scusa patetica, ma era la migliore che era riuscito a trovare in quei pochi minuti.

“Va bene, ci vado dopo l’allenamento…”

“Veramente…aveva una certa urgenza, mi ha chiesto di portarti da lui…”

Sbuffò mise una felpa sul top che indossava e lo raggiunse.

Fatti pochi passi gli chiese: “Allora che vuoi? Ho capito che era solo una scusa per parlarmi! Sappi che non ho intenzione di farmi vedere con te al ballo”

“E io non ho intenzione di chiedertelo” risposta acida ad un atteggiamento altrettanto acido.

“Vuoi che faccia entrare la tua ragazza nella nostra squadra il prossimo anno? Vuoi entrarci tu?” sorrise maliziosa.

Lui capì che doveva andare al sodo e le domandò senza tanto giri di parole: “Come sono andate esattamente le cose tra te e Nick Tyler?”

Era irritata “Perché lo vuoi sapere?”

“Amore di verità!” che risposta assurda aveva dato!

Lei cambiò espressione, gli fece uno strano sorriso poi  “Cosa vuoi sapere?”

 

Capitolo 29: Sarah Silverstone - parte tre

 

Adesso era tutto chiaro, Sarah gli aveva raccontato tutto. Lei e Nick si erano messi insieme a ottobre, dopo le vacanze di Natale i loro rapporti si erano raffreddati per un po’, era allora che il resto della scuola aveva pensato che fosse finita tra loro ma in realtà non si erano lasciati, continuavano a vedersi anche se avevano ridotto le effusioni in pubblico, per questo lei fu shockata quando si cominciò a parlare della nuova ‘coppia del secolo’.

“Sapevo di non poter fare una scenata in pubblico senza essere scambiata per una ex gelosa così decisi di affrontarlo in privato. Lui mi disse che con Jinny era solo un gioco, che l’avrebbe lasciata presto, che lui amava solo me. Purtroppo in quel periodo ero completamente accecata da lui e continuai a frequentarlo di nascosto da tutti, aprii gli occhi dopo quasi un mese, mi ci volle anche quel colpo umiliante. Quello s****** non ha avuto neanche il fegato di lasciarmi di persona. Ha mandato un suo amico a dirmi che non voleva più saperne di me.”

Raccontava tutto questo con gli occhi leggermente lucidi ma la voce era calma e ferma.

“Pensai di vendicarmi, avrei voluto umiliarlo pubblicamente, mostrare a tutti che razza di persona fosse in realtà… ma ormai era troppo tardi, se si fosse saputo in giro che continuavo a frequentarlo mentre stava Jinny, sarei stata io a fare la figura dell’‘altra’ agli occhi di tutta la scuola… ero stata ferita abbastanza, non avevo bisogno che fosse rovinata anche la mia immagine…”

“Mi dispiace che ti sia successo tutto questo…”

“Adesso cosa vorresti fare? Pensi di andare a raccontarlo a Jinny?”

“Voglio che apra gli occhi…”

“Non ti crederà.”

“Perché lo pensi? Sono sicuro che quando saprà…”

“Fidati, non ti crederà. Ho provato a parlarle una volta, ha detto che solo ero gelosa, che le avevo raccontato delle balle perché ero innamorata del suo ragazzo e che dovevo farmene una ragione se lui aveva scelto lei!”

“Devo provarci comunque”

“Buona fortuna.” Lo salutò con un cenno della mano e tornò dalle altre cheerleaders.

 

Capitolo 30: aspettando la partita…

 

Arrivò la sera. Era seduto con Doris sui gradoni della palestra affollata in attesa dell’inizio della partita. Jinny si avvicinò tutta sorridente “Ciao! C’è posto vicino a voi?” Nick non sembrò molto entusiasta della loro risposta positiva, ma si accomodò ugualmente.

Fu la ragazza rossa ad iniziare la conversazione “Ho sentito della vostra candidatura per re e regina del ballo, sembra proprio che non abbiate rivali…”

“Oh beh, non che ci importi molto…”

“Che bugiarda che sei Jinny! Scommetto che da stasera ti metterai a fare le prove per i ringraziamenti davanti allo specchio!”

“Non mi prendere in giro Dodo! È vero, un pochino mi fa piacere e poi… sembra una cosa così divertente! Ehi ora che ci penso… non mi avete ancora detto con chi andrete al ballo!”

“Non penso che verrò…”

“Will! Come puoi dire questo! Questo è il tuo primo ballo del liceo! Non si può evitare! È un’esperienza che va fatta! E poi non mi vuoi vedere con la corona in testa?!”

Intervenne l’amica “Ti conviene dirle che verrai o ti assillerà per tutta la serata!”

A quel punto si intromise il ‘futuro re’ “Tu Doris con chi verrai? Scommetto che hai qualcuno con cui vorresti…” lei era arrossita “Dai Nick lasciala stare! Uh guardate sta entrando la nostra squadra!”

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Capitolo 7
*** Capitoli da 31 a 35 ***


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Capitolo 31: momenti di gloria… e confusione!

 

Guardare giocare Brian era un’esperienza entusiasmante anche per chi come Will non era appassionato di basket. Aveva avuto paura che preso dalla faccenda di Jinny l’amico avrebbe combinato un disastro in campo, invece, aveva trasformato la tensione e la rabbia in energia ed era riuscito a giocare una partita eccezionale, non aveva permesso agli avversari di avvicinarsi al suo canestro, aveva segnato un punto dopo l’altro vincendo quasi da solo la partita.

Dopo il fischio finale dell’arbitro ci fu un’ovazione generale, la Saint Andrew Basket team cominciò a sollevare in aria il suo capitano e i tifosi vi si accalcarono attorno.

Andare a congratularsi con l’amico in quel momento era impensabile così uscirono dalla palestra.

Nick doveva incontrarsi con i suoi amici, Doris che scriveva per il giornale della scuola era andata ad intervistare l’allenatore, erano rimasti soli.

“A quanto pare siamo rimasti io e te! Meglio così! Oggi mi hai detto che volevi chiedermi un consiglio…”

“Si però… qui c’è troppa confusione… ti dispiace se andiamo da un’altra parte?”

Non sapeva dove portarla, sembrava che ogni angolo della scuola fosse invaso da gente rumorosa. Durante questo peregrinare, Will cercava di trovare le parole giuste per parlare all’amica ma capì che non esistevano, fu assalito ancora una volta dal dubbio atroce che fosse la cosa sbagliata…

“…camera tua?”

Non stava ascoltando. “Eh?”

“Ti stavo dicendo, perché non andiamo in camera tua a parlare?”

Era terribilmente agitato, adesso erano soli, non c’era più nessuna scusa, doveva raccontarle tutto, temeva la sua reazione ma era pronto ad offrirle tutto il suo appoggio.

“Allora dimmi… hai conosciuto qualcuno?”

“In un certo senso…”

“Davvero che bello! Come si chiama?”

“Sarah Silverstone”

 

Capitolo 32: apri gli occhi!

 

“Eh?! Scusa Will forse ho capito male?”

“Hai capito bene. Sai chi è non è vero?”

“Che c’entri tu con quella matta?!”

“Jinny, Nick non è la persona giusta per te! Ti ha presa in giro e continua a farlo!”

“Non mi dire che è venuta anche da te a raccontarti quelle assurdità!”

“Nick la frequentava mentre stava con te!”

“È un balla! Si è inventata tutta quella storia perché non voleva accettare il fatto che Nick l’avesse lasciata!”

“Nick non l’ha mai lasciata! Stavano ancora assieme quando ha cominciato a uscire con te!”

“Non è vero!”

“Dopo un mese che stava con te ha mandato un suo amico a scaricarla! Quel bastardo non ha avuto neanche il coraggio di farlo da solo!”

“Chi te l’ha detto?”

“Brian. L’ha sentito direttamente da uno degli amici del bastardo.”

“Oh perfetto! Non pensavo potesse arrivare a tanto!”

“Jinny…”

“Non hai capito? Si è inventato tutto! Ti ha raccontato questa balla così saresti venuto a raccontarmela, sperava che io ci sarei cascata e che avrei lasciato Nick! Mi stupisce che tu gli abbia creduto!”

“Brian non farebbe mai una cosa simile! Possibile che tu ti fidi più di quel verme che dei tuoi amici?!”

“Nick non è un verme! Mi hai deluso Will! Ti credevo più intelligente e invece ti sei fatto abbindolare da quel cretino di Brian!”

“L’altro giorno Nick si vantava con i suoi amici che ti avrebbe portata in un albergo dopo il ballo e che tu ci saresti sicuramente stata!”

“L’hai sentito tu?!”

“…”

“Scommetto che anche questo te l’ha detto il tuo amichetto! Senti Will non mi importa, capisco che lui ti piaccia, anche se non mi spiego perché, ma non ti devi fidare di quello che ti racconta…”

“Mi dispiace Jinny ma io gli credo. Brian non è una persona meschina, non si inventerebbe mai una storia del genere…”

“Will ti prego apri gli occhi…”

“TU APRI GLI OCCHI! Nick non è la persona che credi…”

“Perché mi vuoi ferire ad ogni costo?!”

“NON SONO IO QUELLO CHE TI STA FACENDO DEL MALE… POSSIBILE CHE TU SIA COSÌ ACCECATA DA LUI!? POSSIBILE CHE TU NON RIESCA A CAPIRE LE PERSONE!?”

Aveva reagito d’istinto, le stava stringendo le braccia con entrambe le mani, voleva che lo guardasse negli occhi, che capisse.

“Lasciami Will mi stai facendo male…”

Mollò la presa.

“Scusa. Non vuoi credermi? Vattene!”

“Will…”

“Ti fidi più di lui che di me. Allora vattene, VA DA LUI!

“Will…”

“Ti ho detto vattene! Io ti ho avvisato e tu non mi hai voluto credere, arriverà il giorno in cui ti farà soffrire e… sappi che io non ci sarò! NON SARÒ LA SPALLA SU CUI PIANGERAI QUANDO TI AVRÀ SPEZZATO IL CUORE! SE NON TI FIDI DI ME LA NOSTRA AMICIZIA NON ESISTE.”

“Tu non vuoi capire…” Jinny con le lacrime agli occhi si precipitò verso la porta poi si fermò di scatto con la mano sulla maniglia e si voltò verso di lui “…dici di essere mio amico, che lui mi farà soffrire… MA ADESSO STO PIANGENDO PER COLPA TUA!” uscì correndo in corridoio senza chiudere.

Will si avvicinò lentamente alla porta, la chiuse e si appoggiò ad essa sedendosi per terra. Davanti a lui il suo amico telescopio aveva assistito a tutta quell’orribile scena, stavolta neanche lui sarebbe riuscito a consolarlo. La testa sulle ginocchia, le mani tra i capelli e le lacrime agli occhi non avrebbe mai immaginato che potesse finire così.

 

Capitolo 33: Brian

 

“WIIILLLL!” e adesso che succedeva? TONK TONK TONK Possibile che non potesse neanche disperarsi in pace!

“Che c’è Brian, vuoi sfondare la porta!” si asciugò come meglio poté le lacrime e aprì.

“Che cavolo è successo Will? Ho incrociato Jinny sulle scale, mi ha insultato ed è scappata via piangendo! Le hai parlato? Ma perché ha preso a parolacce me e non quello s******?”

“Crede che tu ti sia inventato tutto.”

“Cosa?! Facciamoglielo sentire direttamente da quella Sarah!”

“È inutile ci ha già parlato e dice che è solo gelosa, che racconta balle perché non ha digerito il fatto di essere stata lasciata da Nick!”

“Quando è successo?!”

Realizzò in quel momento che non parlava con l’amico dal pomeriggio.

“Tempo fa lei era già andata da Jinny, ma non è stata creduta. Me l’aveva detto che non avrebbe creduto neanche a me, ma io non le ho dato retta!”

“Sei andato da Sarah?!”

“Si. Quando tu sei tornato in palestra. Mi ha raccontato tutto di come sono andate le cose, che bastardo!”

“Non ha creduto neanche a te. Non è possibile! Che facciamo?”

“Nulla.”

“Cosa?! Ti vuoi arrendere così?!”

“È tutto inutile anche se chiedessimo a Doris di convincerla, anche se tutta la squadra di pallanuoto le raccontasse la verità lei crederà comunque a lui. Ci ha tagliati fuori dalla sua vita.”

“Me***” Brian era infuriato con la testa appoggiata al muro lo prendeva a pugni.

“Mi dispiace oggi dovrebbe essere il tuo giorno di gloria, dovresti festeggiare con la tua squadra…”

“Non me ne frega niente. Avrei voluto festeggiare con lei, ma lei preferisce quel bastardo…”

“Non possiamo farci più nulla, deve capirlo da sola quando le spezzerà il cuore…”

“Basta, devo darci un taglio con Jinny! Non può rovinare così la vita alla gente! Andiamo!”

“Ehi aspetta! Dove mi trascini?”

“Raggiungiamo gli altri! Andiamo a festeggiare la vittoria!”

 

Capitolo 34: festeggiamenti.

 

Will continuava a chiedersi cosa ci facesse lì, si sentiva totalmente fuori luogo in mezzo a quella baldoria, tra giocatori di basket e cheerleaders brilli ed esaltati. Ma chi gli aveva dato gli alcolici? Unica persona normale in quel pandemonio era Doris.

“Pensi che dovrei descrivere anche questo nell’articolo?!” gli chiese sorridendo. Non sapeva ancora nulla di quello che era successo con Jinny e lui non se la sentiva ancora di parlarne.

“Cronaca di un gruppo di adolescenti ubriachi!”

“Forse non sarebbe molto originale! Sai che fine ha fatto Brian? Non gli ho fatto ancora i complimenti…”

“Siamo venuti qui assieme ma appena arrivati è stato rapito da un gruppo di cheerleaders con una bottiglia di vodka…”

“Capisco.”

“Ehi, ma non è quello laggiù con Sarah Silverstone?!” Che cosa avrà in mente?

“La capo cheerleaders? Già sembra lui. Beh lasciamo stare non ha bisogno delle mie congratulazioni… anzi, credo che andrò in camera mia, ho sonno e domani c’è ancora lezione.”

“Vengo con te.” Forse era meglio che sapesse cosa era successo prima di incontrare l’amica.

Le raccontò quello che aveva saputo e la discussione che ne era conseguita.

“Sentivo che c’era qualcosa che non andava … però lei è accecata da lui, anche se provassi io a convincerla finirei solo con il peggiorare le cose.”

“Non potrà continuare a fingere di essere quello che non è per molto ancora, presto Nick farà un passo falso e lei capirà chi è veramente, allora avrà bisogno di qualcuno e non credo che vorrà me”

“Non la lascerò sola”

“Grazie”

“Nonostante tutto è mia amica”

 

Capitolo 35: cronaca (rosa) della festa.

 

Nel suo letto Will si tormentava. Non doveva parlarle, era colpa sua, non doveva immischiarsi, però era suo amico non poteva tacere quello che aveva saputo, ma lei non gli aveva creduto! Come poteva sbagliarsi così tanto nel giudicare le persone? Jinny era così sbagliata per lui, non trovava una sola ragione valida perché valesse la pena soffrire così tanto per lei ma purtroppo non riusciva ad evitarlo e si odiava per questo.

Si addormentò con il proposito di cancellarla dal suo cuore e dopo un’ora suonò la sveglia.

Non era convinto che ce l’avrebbe fatta. Affrontare la giornata, dimenticarla, troppi impegni da gestire soprattutto dopo una notte insonne.

Dopo le prime due ore di lezione si trovò assieme a Doris alla lezione di arte. Erano seduti vicini, dietro loro due ragazze che erano alla festa la sera prima stavano spettegolando ed era inevitabile sentire i loro discorsi.

“Ma davvero per tutta tutta la sera?”

“Sì ti giuro! Sono stati appiccicati tutto il tempo!”

“Beh in effetti sono una bella coppia… capitano della squadra di basket e capo cheerleaders!”

A sentire questo i due amici si irrigidirono.

“Brian è molto carino e dopo la partita di ieri ha guadagnato un sacco di punti, sai che ti dico secondo me potrebbero anche soffiare il posto di re e reginetta a Nick e Jinny!”

“Si sono già candidati?!”

“Così pare…”

“Eh?! Ma se fino a ieri sera quasi non si erano mai parlati!”

“Oh ma alla festa non hanno fatto altro! Si sono appartati ed erano presi da un dialogo fitto fitto! Mi chiedo di cosa parlassero con così tanto interesse…se fossi stata Sarah mi sarei appartata con Brian per fare ben altro!”

“Lucy!”

“Beh che c’è? È carino!”

“Ehi voi due avete finito? Avete intenzione di seguire la lezione o vi devo mandare fuori così potete continuare liberamente?!”

“Scusi prof!”

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Capitolo 8
*** Capitoli da 36 a 40 ***


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Altri 5 capitoli... commentate!

 

Capitolo 36: la notte stellata.

 

La prof aveva appena assegnato gli artisti su cui fare il lavoro finale con il vicino di banco.

Will ringraziò di essere seduto vicino a Doris che era secchiona almeno quanto lui, per una volta non avrebbe fatto la ricerca da solo per poi farla firmare anche ad un altro.

“Siamo fortunati. Van Gogh! L’altra settimana hanno aperto una mostra con alcune sue opere qua New York potremmo andarci? Se ti va.”

Non era necessario andare alla mostra per la ricerca, però quel pomeriggio non avevano lezioni, era una bella giornata, sicuramente sarebbero stati meglio fuori, in un museo, piuttosto che nella biblioteca della scuola circondati da pettegole.

Decisero di mangiare fuori dal campus, per un giorno niente cibo della mensa!

Dopo pranzo andarono nel museo. Mentre passeggiavano tra i corridoi entrambi si fermarono davanti ad un’opera.

“La notte stellata. Immaginavo che ti saresti fermato qui.”

“Sono così prevedibile?”

“Sei un appassionato di stelle…”

“In realtà non ha nulla a che fare con l’astronomia però mi ha attratto… non so, forse mi sono fermato solo perché è una delle sue opere più famose… sono banale?”

“Non sei banale! O forse si ma in quel caso saremmo in due! È anche la mia preferita. Però penso che se è così famosa una ragione c’è…”

“È … ipnotica.”

“Già. Non so è come se ti trascinasse al suo interno in una specie di mondo parallelo e quando sei lì ti accorgi che non è un luogo estraneo ma quel cielo, quel posto in realtà ti appartiene, è una parte di te, come se quella tela avesse espresso i tuoi pensieri più intimi… scusa forse ti sto annoiando…”

“No anzi! Anche a me dà le stesse sensazioni solo che tu le hai descritte meglio di quanto avrei fatto io!”

 

Capitolo 37: parlando del ballo…

 

Usciti dal museo si erano fermati in un parco, in quella perfetta giornata di maggio era un peccato rinchiudersi in una biblioteca così decisero di organizzare la ricerca lì all’aria aperta.

Erano circondati da coppiette che passeggiavano tenendosi per mano o amoreggiavano su qualche panchina, Will pensò che quello che stava vivendo era la cosa più simile ad un appuntamento che avesse mai avuto, ma era uscito con Doris, per una ricerca, non si poteva considerare un appuntamento.

Si sentiva a suo agio, era piacevole stare in compagnia di quella ragazza, probabilmente lei era molto più giusta per lui di quanto non lo fosse Jinny, perché non poteva innamorarsi di lei? Era carina, intelligente, gentile erano compatibili caratterialmente, che cos’è che non andava?

“Sei ancora intenzionato a non andare al ballo?” gli chiese

“Non so, non mi hanno mai attratto molto queste cose…”

“Non sei neanche un po’ curioso di vedere l’elezione del re e la reginetta?”

“Tu sì?!”

“Devo scrivere il pezzo per il giornalino scolastico, quindi devo andare per forza! Però visto che i candidati sono nostri amici…”

“Ma la scuola finisce il giorno del ballo…”

“Infatti il pezzo verrà pubblicato a settembre…cosa stupida vero?”

“Mah! Però in effetti vorrei capire che cosa si è messo in testa Brian…”

“Forse sta dimenticando Jinny…”

“Proprio con Sarah?! Secondo me c’è qualcosa sotto…”

“Uh?!”

“Ma forse vuole davvero dimenticare Jinny! Chissà! Con chi andrai al ballo?”

“Beh suppongo che saremo io, la mia penna e il mio taccuino!”

“Non vorresti andarci con un ragazzo?! Magari uno in particolare…”

“Il fatto che io voglia andarci con qualcuno non significa che io ci possa andare…”

“Scusa non voglio impicciarmi a tutti costi…ma…hai pensato di chiederglielo?”

“Troppo tardi. Già preso! Ma probabilmente anche se mi fossi svegliata mesi prima… non sarebbe venuto lo stesso con me, non sono il suo tipo, non sono una ‘reginetta’!”

Quindi anche Doris aveva un amore non corrisposto… si ricordò della sera prima, aveva notato che era arrossita quando Nick le aveva chiesto con chi sarebbe voluta andare al ballo, possibile che… in effetti quando le aveva raccontato la storia di Sarah lei non lo aveva insultato … possibile che lei fosse innamorata del ragazzo della sua amica? Chissà se Jinny lo sapeva. Pensò a una frase che gli aveva detto “Nonostante tutto è mia amica”… cosa significava?

“Potremmo andare assieme?” questa domanda gli uscì dalla bocca naturalmente “Come amici… che ne dice signorina O’Conner? Mi farebbe l’onore di accompagnarla al ballo?”

“Con molto piacere signor Matheson!”. Risero insieme a continuarono a farlo per tutto il percorso fino al campus.

 

Capitolo 38: specchio.

 

Buona parte degli studenti del Saint Andrew aspettava quel giorno da mesi. La fine della scuola, il ballo, l’inizio delle vacanze.

Will al principio non era così impaziente, pensava con malinconia alla fine della scuola come al momento in cui non avrebbe più visto Jinny per tre lunghi mesi, ma nelle ultime settimane le cose erano cambiate. Desiderava con tutto sé stesso che arrivasse quel momento. Era fermamente deciso a dimenticarla, l’avrebbe vista quella sera al ballo e poi sarebbe partito la mattina seguente. Non l’avrebbe più incontrata per tre mesi consecutivi. Non trovava migliore medicina.

Uscito dalla doccia cominciò a vestirsi. Infilati i pantaloni cominciò a cercare la camicia quando fu distratto da qualcosa, la sua immagine allo specchio. Di solito non ci si soffermava molto, la guardava distrattamente, non faceva caso a che aspetto avesse ma questa volta rimase bloccato davanti ad essa.

Per un attimo gli venne in mente Nick poi si vide. Non poteva far a meno di paragonarsi a lui e rendersi conto di quanto fosse ridicolo. Non importava che persona fosse in realtà, tutti erano affascinati da quella sua dannata perfetta apparenza. Era alto, muscoloso, nonostante l’età aveva un aspetto… virile. Al contrario di lui, bassino, gracile, un ragazzino. Non poteva assolutamente competere con lui, almeno sul piano fisico, probabilmente a Jinny interessava solo quello per questo doveva dimenticarla.

Era quasi ora, finì di vestirsi dopo poco Doris bussò alla sua porta.

Era inusuale che fosse la ragazza ad andare a prendere il ragazzo prima del ballo ma loro erano una coppia strana, in realtà non erano neanche una coppia! Era stata lei a dire che non aveva senso che lui salisse al suo piano per poi dover scendere di nuovo, probabilmente il vero motivo era che si era accorta dei silenzi e mancati saluti tra il suo accompagnatore e la sua compagna di stanza.

 

Capitolo 39: star.

 

Era strano. Sembrava quasi un mondo parallelo. La palestra addobbata, la musica, tutti i compagni agghindati. Un altro mondo rispetto a quello quotidiano fatto di jeans e abiti sportivi.

C’era molta gente, prevalentemente coppie. Tra queste mancavano però le due più attese. Quando finalmente arrivarono si comportarono come star, consapevoli che tutti li aspettavano, odiosi.

Will non parlava con Jinny dalla sera della partita, da quella sera anche Brian aveva cominciato a comportarsi in maniera strana. Passava gran parte del tempo con Sarah e sembrava quasi lo evitasse, credeva forse in quel modo di nascondergli quello che aveva in mente? Aveva intuito che questa improvvisa passione per la capo cheerleader non era altro che l’ennesimo disperato tentativo di attirare l’attenzione di Jinny, aveva notato che la distanza tra loro era inversamente proporzionale al numero di persone da cui erano circondate, incollati negli affollatissimi corridoi e mensa, si ignoravano quando in giro non c’era nessuno. Assurdi, ma probabilmente avevano ottenuto il loro scopo. Nell’ultimo periodo erano diventati l’argomento principale di molte conversazioni. Quanto erano carini insieme, forse meglio di Jinny e Nick, chissà chi avrebbe vinto, questi commenti riecheggiavano per tutta la Saint Andrew high.

Sarah e Brian fecero il loro ingresso trionfale, lei nel suo abito firmato, lui con un completo elegante, sicuramente scelto da lei, e la faccia compiaciuta. Aveva assunto quell’espressione da quando due giorni prima la favoritissima squadra di pallanuoto aveva perso rovinosamente la finale del campionato. Aveva perso, Nick aveva perso.

Non sembrava un perdente, era entrato nella palestra con il suo solito aspetto perfetto, il sorriso della vittoria sul volto, si era girato e aveva teso la mano alla ‘sua dama’ recitando il suo ruolo di ‘nobile cavaliere’. Vedendo quella scena Will non poté non pensare “Che farsa” guardò Doris, possibile che anche lei fosse innamorata di quel tipo?! Da quello che aveva capito era interessata al ragazzo da tempo, Jinny probabilmente lo sapeva e aveva ignorato la cosa. Doveva dimenticare quella pessima persona.

Era entrata. Fu come quando da piccolo sua madre per svegliarlo apriva la finestra e lui ancora assonnato era accecato dal sole del mattino.

Perché l’apparenza era così lontana dalla realtà. Criticava Jinny per essere innamorata di Nick solo per il suo aspetto fisico ma lui non era diverso. Era convito di aver visto qualcosa di più profondo in lei, ma probabilmente anche lui era stato accecato da quell’esteriorità perfetta, un bellissimo contenitore, vuoto.

 

Capitolo 40: ballo e premiazioni.

 

Sorrideva in mezzo alla gente, di nuovo lontana. Razionalmente Will sapeva che non sarebbe mai potuta essere sua, che lei non era la persona per lui, ma il suo cuore batteva più rapido ogni volta che la vedeva e quella sera Jinny era bellissima, le sembrò di nuovo Venere.

Doveva dimenticarla. Avrebbe dovuto resistere solo quella sera e non avrebbe più avuto la sua presenza attorno a fare impazzire il suo battito.

Passò accanto a loro salutò Doris e lo ignorò.

Una stretta allo stomaco, un pugnale ghiacciato nel petto, perché era finita così? Non doveva essere lui quello trattato con tanta freddezza. Per la prima volta anche il suo cuore sentì quello che il suo cervello aveva capito da tempo, era ora di lasciarla perdere.

Brian evitò si avvicinarsi a loro. Perché le cose erano cambiate così?

“Che facciamo andiamo a ballare?”

“Scusa Doris ma sono assolutamente incapace…”

“In realtà anch’io… però rimanere qui immobili…”

“Vogliamo provare?! In effetti gli occhi di tutti sono su quei quattro…”

“Già non si accorgerà nessuno di noi!”

Imbranati, assolutamente dei pessimi ballerini, non avrebbero mai calcato gli sfavillanti palcoscenici di Broodway… ma inaspettatamente si divertirono.

Una coppia però non si stava divertendo molto, lui era teso e stava fissando la compagna di qualcun altro. Fu risvegliato quando la musica si fermò e il preside lo invitò a salire sul palco insieme al resto della sua squadra.

 

“Ancora complimenti alla nostra squadra di pallacanestro! E adesso passiamo ad un'altra premiazione… Brian resta qui, ci raggiungano sul palco Sarah Silverstone, Jinny Golding e Nick Tyler. Avrete capito di che si tratta, come è tradizione di questa scuola, ogni anno viene eletta dagli studenti una coppia che prende il titolo di ‘Re e regina della scuola’ in realtà sapete che è un modo carino per scegliere chi a settembre farà la presentazione alla cerimonia di inizio anno per le matricole. Però so che per voi è più divertente così vero?”

Will non lo trovava molto divertente, gli sembrava una cosa piuttosto inutile…

“Quest’anno abbiamo avuto come candidati solo due coppie, ma devo dire che mai il risultato è stato così combattuto fino alla fine… ok vedo che siete impazienti e non ne potete più di sentirmi parlare, quindi… il re e la regina della scuola di quest’anno sono…”

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Capitolo 9
*** Capirtoli da 40 a 45 ***


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Grazie a Gaia per le recensioni! :)

Sono molto contenta di sapere che qualcuno sta leggendo la mia storia!

 

Capitolo 41: congratulazioni ai vincitori, conforto ai ‘perdenti’.

 

“…il re e la regina della scuola di quest’anno sono…” Will riusciva a vedere la contrazione della mascella di Brian da metri di distanza, era davvero così importante per lui vincere quell’assurdo titolo?

“…Jinny Golding e Nick Tyler!”

Sì, era veramente importante. Mentre Sarah con uno dei suoi migliori finti sorrisi si congratulava con i vincitori e sussurrava qualcosa all’orecchio di Nick, Brian era saltato giù dal palco ed era uscito dalla palestra come una furia.

“Forse è meglio che vada da lui prima che combini qualche cavolata”.

Corse fuori. Si guardò attorno, il cortile era quasi vuoto, un paio di coppiette ma del suo amico nessuna traccia. Dove poteva essere andato?

Gli venne in mente un solo posto.

Uno spiazzale di cemento con due vecchi canestri malandati. Il vecchio campo di basket all’aperto era stato abbandonato da quando la palestra era stata attrezzata per quello sport. Un ragazzo in abito elegante era seduto a terra al centro di quel luogo desolato, fissava il canestro di fronte a lui.

“Brian! Immaginavo fossi qua”

“Che sei venuto a fare qui? Lasciami in pace!”

“No.”

Si girò verso di lui con aria stupita, non era una risposta tipica del suo amico. “Eh?!”

“Che pensavi di ottenere con quella messinscena?!”

“Uffa ti ho detto di lasciarmi in pace! Lo so che pensi che sia un cretino, perdi tempo con un idiota come me, torna dalla tua ragazza!”

“Quale ragazza?!”

“Te e Doris non vi siete messi insieme?! Nelle ultime settimane vi ho visti sempre insieme, siete venuti al ballo insieme…”

“Sarah è la tua ragazza?!”

“…”

“Beh almeno io e Doris siamo amici, voi cosa siete complici?! Cosa pensavate di ottenere?!”

“Will se devi rompere vattene!”

“Volevi dimostrare a Jinny di essere migliore di Nick vincendo quello stupido titolo e ti sei associato all’unica che avrebbe potuto batterla e lei ha accettato perché voleva diventare ‘reginetta’ e pensava di avere buone probabilità con il nuovo ‘supereroe’ della scuola.”

“Squallido, no?! Sono un idiota!”

“Sei veramente innamorato di lei, vero?”

“Non lo so. All’inizio le avevo chiesto di uscire perché mi piaceva, mi aveva colpito la sua bellezza, però… se fosse solo questo sarei dovuto riuscire a rinunciare a lei molti rifiuti fa…”

Non l’aveva mai visto così, se non fosse stato Brian-la montagna avrebbe pensato che stesse per piangere.

“Ho visto un pallone laggiù. Ti va di insegnarmi quel tiro fantastico che hai fatto alla finale?”

Brian aveva bisogno delle ‘sue stelle’, così si misero a giocare a basket.

Will era giù ma confortando l’amico stava consolando un pochino anche il suo cuore.

 

Capitolo 42: alla ricerca dei cavalieri perduti.

 

“Siete qua!”

“Sarah! Doris! Perché siete qui?!”

“Siamo state abbandonate dai nostri cavalieri…”

“Scusa Doris…è colpa mia se Will ti ha mollata lì…” non si aspettava questo dal suo amico, di solito era un testone egocentrico, ma lo sapeva che in fondo era un ragazzo d’oro.

“Sei un cretino! Mi hai fatto perdere la faccia davanti a tutta la scuola! Ora passerò per quella che è stata mollata al ballo dal ragazzo isterico perché non sa perdere con classe!”

“Scusa Sarah ma non reggo più a questa assurda recita, non ha senso…”

“Recita?!”

“Sì Doris, io e Brian non stiamo insieme, fondamentalmente non ci sopportiamo… Accordo sciolto?”

“Sì. Possiamo continuare ad ignorarci, mi dispiace che non abbia funzionato”

“Già. Beh io torno dentro voi che fate?”

“Resto qua. Dopo che me ne sono andato in quel modo se rientrassi, dovrei sentire tutti che mi parlano alle spalle…non ne ho alcuna intenzione!”

“Che vuoi fare Doris?”

“Resto qua con voi…”

“Vabbé allora me ne vado…”

La mancata reginetta si era allontanata.

“Che stai facendo?!”

“Mi tolgo le scarpe! Non posso mica giocare con i tacchi!”

Così si concluse quell’anno scolastico al Saint Andrew high.

Due giacche e due cravatte abbandonate su una panchina, vicino un paio di scarpe con i tacchi.

Due ragazzi con quello che restava dei loro completi eleganti e un ragazza scalza in abito da sera giocavano a basket in un vecchio campo abbandonato mentre non lontano da loro si stava ancora svolgendo il ballo.

L’indomani sarebbero partiti per le vacanze non si sarebbero rivisti per tre mesi, ma avrebbero continuato a pensare a quella serata e all’altalena di emozioni diverse che l’aveva accompagnata.

 

Spero non siate rimaste troppo deluse ma far vincere Nick e Jinny era più funzionale per il resto della storia...

 

 

NDA (Nota Di Apricotgirl ^^!): Da qui (per tutti i capitoli in blu) inizia una parte dedicata alle vacanze estive di Will lontano da New York.

 

Capitolo 43: ricordi.

 

I ricordi della serata precedente, dell’anno appena trascorso si affollavano nella mente di Will mentre un vecchio autobus lo stava conducendo nel luogo dove sperava di dimenticare parte di quello che erano stati quegli ultimi mesi, c’era una persona che doveva essere cancellata dalla sua mente e soprattutto dal suo cuore.

Non era sicuro che fosse la condizione ideale. Solo con sé stesso, chissà forse avrebbe anche potuto peggiorare la sua ‘situazione di dipendenza da Jinny’, ma amava la casa in campagna dei suoi nonni e non sapeva dove altro andare. Poi non era solo, c’era sua nonna con lui.

Con suo nonno aveva un legame speciale ma adorava sua nonna.

Quando lui se n’era andato i suoi genitori le avevano proposto di andare a vivere con loro, immaginavano che la casa di campagna fosse troppo grande, isolata e piena di ricordi per lei, ma lei ringraziò e rifiutò l’invito.

Aveva trascorso quarant’anni della sua vita con quell’uomo.

Quaranta meravigliosi anni. Anche se una parte di sé sentiva che lui l’aveva lasciata troppo presto, non c’era giorno in cui non ringraziasse il Signore per quello che le aveva donato, suo marito, il suo grande amore, i loro dolcissimi ricordi. Non avrebbe mai abbandonato quella casa.

Ma la nonna di Will non era solo questo. Non era una persona ‘contemplativa’, aveva scelto di rimanere vicina alle sue memorie, ma non per crogiolarsi nel dolore della sua perdita. Era una donna forte, piena di interessi, iperattiva.

 

Capitolo 44: Appleville e la nonna.

 

L’autobus si fermò alla piccola stazione di Appleville. Recuperò i bagagli e scese.

Si guardò attorno, tutto era come sempre. Il bar del signor Jackson sui cui tavolini all’aperto c’erano immancabili i vecchi del paese impegnati in qualche partita a carte, i bambini che giocavano a palla sotto gli archi, la signora Smith che li sgridava, era… a casa.

Una vecchia jeep arrivò rumorosamente nella piazza, un po’ troppo veloce per essere in un paese, ma nessuno ci fece troppo caso, erano abituati a quella scena.

La macchina si fermò e da questa scese tutta trafelata una donna. Sessantacinque anni, capelli bianchi raccolti in una coda da ragazzina, jeans e T-shirt.

Gli corse incontrò e lo abbracciò.

“William tesoro!” sua nonna lo chiamava così da sempre “Scusa! È tanto che aspetti?!”

“No nonna non ti preoccupare sono arrivato adesso vedi l’autobus non è ancora ripartito!”

Sì, quella donna agitata era sua nonna.

“Sono andata a portare le torte a Hester, sai com’è quella donna no?! Non smetteva più di parlare… ma tu come stai? Sei dimagrito! Ma ti danno da mangiare in quella scuola? Allora mi devi raccontare un sacco di cose! Come ti è sembrava New York?! Ti sei fatto nuovi amici?!”

“Ehm…nonna?!”

“Scusa! Sarai stanco dopo il viaggio! Ti porto a casa così potrai fare una doccia e dopo potremmo chiacchierare davanti a una bella fetta di torta!”

“Alle mele?”

“Certo! Lo so che è la tua preferita! Ah! Sono così contenta che tu sia qui!” Lo abbracciò un’altra volta e poi salirono in macchina.

 

Capitolo 45: a casa.

 

Sua nonna era una pazza. Come poteva guidare in quel modo?! Aveva visto troppi gran premi in tv, credeva di potersi comportare come un pilota di formula uno con quella vecchia jeep sgangherata!

Dopo cinque minuti poté finalmente scendere dalle montagne russe… ehm… dalla macchina.

“Wow! Nonna ma il giardino è sempre più bello!” era una grande passione della nonna, aveva piantato personalmente ogni albero, aiuola, fiore e li curava con grande amore.

Il nonno aveva le stelle, lei le piante.

“Eh sì quest’anno il tempo è stato favorevole… hai visto che belle le ortensie?! Ho trovato un nuovo concime… ma non credo ti interessi! Va a casa, fatti una doccia, sistema le tue cose, intanto io ti preparo uno spuntino…”

Viaggiare in autobus era pesante, lavata via la stanchezza, la strepitosa torta alle mele di sua nonna lo avrebbe fatto riprendere completamente, scese le scale e sentì nelle voci sconosciute.

“NOOOONNAAAAAA! SIAMO QUIIII!”

“Cretina non c’è bisogno di urlare!”

“Stupido tu! Non sto urlando! Volevo solo far sapere a nonna Mary che siamo qui!”

“Ciao ragazzi! Puntuali come sempre!”

“Niente di meglio dopo la piscina di una fetta delle fantastiche torte di nonna Mary!”

Entrò in cucina, una ragazzina stava baciando sua nonna e un ragazzo che aveva all’incirca la sua età era seduto a tavolo.

“William tesoro! Ti senti meglio adesso? Ti presento Becky e John Finn.”

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Capitolo 10
*** Capitoli da 45 a 50 ***


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Don't worry! Will tornerà a NY quando sarà il momento... per ora vi presento...

 

Capitolo 46: i Finn.

 

Il medico di Appleville era andato in pensione alcuni mesi prima ed era stato sostituito dal dottor Henry Finn. Si era trasferito con i due figli in una villetta appena fuori dal paese.

Era il loro secondo trasferimento. Il primo era avvenuto dodici anni prima, dopo la morte di sua moglie aveva deciso si abbandonare Los Angeles per un luogo più tranquillo e lontano dai ricordi, non voleva che Becky e John crescessero oppressi dal suo fantasma. Erano ancora piccoli, due e quattro anni, sarebbe stato difficile ma avrebbe fatto del suo meglio per crescerli anche senza Lilian.

Forse aveva sbagliato, forse avrebbe dovuto trovare un’altra madre per i suoi bambini, non c’era riuscito. Gli anni erano passati, lui si era sempre diviso tra il suo lavoro e i suoi figli. Aveva sempre cercato di dare la priorità a questi ultimi, ma era stato costretto a trasferirsi, si sentiva in colpa per averli strappati dal loro ambiente ma non aveva altra scelta, loro nonostante tutto sembravano aver capito.

John aveva dovuto lasciare la squadra di basket e la sua ragazza ma dopo l’iniziale ribellione aveva accettato la situazione, Becky era sempre stata una ragazzina sveglia e allegra, non avrebbe avuto grossi problemi a farsi nuovi amici.

Henry aveva una sola preoccupazione per la figlia, temeva che l’assenza di una figura femminile di riferimento potesse essere un problema per lei, ormai aveva quattordici anni, entro pochi mesi sarebbe andata al liceo, anche se come ogni padre avrebbe voluto che rimanesse sempre ‘la sua bambina’ sapeva che entro breve sarebbe dovuta diventare una donna, quello che non sapeva era se sarebbe riuscito ad essere il suo supporto in quella fase così difficile. Non si trattava solo dei cambiamenti fisici, era un medico, non aveva avuto problemi a spiegargli che cosa stava accadendo al suo corpo, lui si preoccupava di altro, le tante piccole cose per cui avrebbe avuto bisogno di una figura materna. Era contento che avesse legato con la nuova vicina, non si aspettava che potesse assumere quel ruolo, ma aveva l’impressione che quel rapporto avrebbe fatto bene alla figlia.

 

Capitolo 47: John e Becky.

 

John aveva un anno in più di Will, Becky un anno in meno.

Da bravi fratelli passavano gran parte delle loro giornate a litigare e insultarsi. Lui si lamentava perché la sorella stava sempre tra i piedi, lei lo accusava di essere paranoico e rivendicava la libertà di fare quello che voleva compreso andare negli stessi posti del fratello.

Da qualche settimana però avevano trovato un nuovo passatempo, in paese avevano aperto una piscina.

Quel posto divenne parte importante delle vite dei tre ragazzi in quei mesi, vi trascorrevano quasi tutte le mattine e molti pomeriggi, nuotando, schizzandosi sgridati dal bagnino, quando non erano lì passavano ore a giocare a basket davanti al garage di casa Finn.

La sera naturalmente c’erano le stelle. All’inizio Will andava da solo sulla ‘sua’ collinetta, ma dopo un po’ John e Becky vinti dalla curiosità si associarono a lui e rimasero affascinati da quello speciale mondo notturno.

Le giornate estive trascorrevano serene, i momenti divertenti in piscina e nel loro campo da basket improvvisato rendevano la presenza di Jinny sempre più evanescente, John era un ottimo compagno di avventura, aveva l’energia di Brian ma una dose molto minore di egocentrismo, Becky era una specie di vulcano che gli impediva di essere malinconico. Erano diventati un trio inseparabile finché il dottor Henry Finn decise di fare una sorpresa al figlio.

 

Capitolo 48: Susan.

 

Erano tornati come al solito da una giornata in piscina, posate le bici in giardino erano entrati affamati in casa di nonna Mary che li aspettava con una delle sue fantastiche torte e il suo té freddo. Sul tavolo c’era un bicchiere in più.

“Ciao!”

“Oh mio dio Susan! Ma che ci fai qui?” John era corso ad abbracciare la ragazza “Non mi dire che sei scappata di casa?!”

“No non ti preoccupare! È stato tuo padre a convincere i miei… credo sia il suo regalo per il tuo compleanno…”

“Devo ricordarmi di dirgli che lo adoro! Sono troppo contento che tu sia qui!”

“Immaginavamo che lo saresti stato!”

“Ha coinvolto anche te nonna Mary!”

“Già! Mi ha chiesto di andarla a prendere e tenerle compagnia finché non saresti tornato.”

“Grazie!”

“Ma figurati! Ragazzi vi lascio soli, ho da fare di là…”

“Ma che rimbambito ho dimenticato le presentazioni! Will lei è Susan la mia ragazza! Lui è Will il nipote di nonna Mary…”

“Piacere!”

“Piacere!”

“… e quella rompiscatole di mia sorella la conosci già!”

“Antipatico! Ciao Susy sono contenta di vederti!”

Susan sarebbe rimasta una settimana fino al compleanno di John, il 23 agosto.

 

Capitolo 49: Becky (parte uno)

 

Quella settimana il trio inseparabile era diventato un quartetto, o meglio, due coppie.

John e Susan passavano il tempo a tubare, Will e Becky continuavano giocare a basket, a fare gare e schizzarsi in piscina. A giugno, quando erano iniziate le sfide, lei lo batteva spesso, adesso le cose erano un po’ cambiate lei vinceva solo quando era lui a farla vincere, probabilmente tutto lo sport di quell’estate aveva rafforzato i suoi muscoli e i centimetri che si erano aggiunti alla sua altezza lo avvantaggiavano sulla ragazza. In realtà gli era difficile considerarla una ragazza, si comportava sempre esattamente come suo fratello e spesso indossava anche gli stessi vestiti! Magliette larghe da basket che le arrivavano appena sopra le ginocchia sbucciate, bermuda, gli era sempre sembrata un ragazzino… fino a quella settimana.

Un giorno erano in piscina, John e Susan erano andati al bar, Will stava nuotando e a metà vasca sentì una mano che gli stringeva la caviglia, sapeva chi era, sott’acqua vide Becky, le prese un braccio, riemersero ridendo.

“Ehi tu?! Dove credi di andare?! Pensi di passarla liscia così?!”

“Sì!” gli disse con un sorriso da furbetta e si mise a nuotare per allentarsi da lui ma lui la raggiunse rapidamente e mise le sue braccia attorno alla sua vita

“Presa!”

“Lasciami! Dai Will smettila!” era arrossita. Solo in quel momento si rese conto che abbracciandola scherzosamente in quel modo le stava sfiorando il seno. Sì era una ragazza, Becky era decisamente una ragazza.

“Ehm scusa!” imbarazzato l’aveva lasciata andare e si era messo a nuotare per conto suo.

 Quel giorno non si erano più parlati, così la sera Will che si sentiva ancora a disagio era andato direttamente sulla ‘sua collinetta’ con il telescopio.

 

Capitolo 50: Becky (parte due)

 

 Quella sera non c’erano nuvole, né foschia, le stelle splendevano e lui era così catturato da quello spettacolo da non sentire il rumore di una bicicletta che lo stava raggiungendo.

“John e Susan sono a passeggiare mano nella mano da qualche parte ma perché non mi sei venuto a chiamare?!”

“Scusa Becky, non pensavo volessi venire…”

“E secondo te mi sarei persa una serata così!?”

Le sorrise “Vieni qua! Guarda…” lei si avvicinò al telescopio “…Cassiopea”

Era diversa, non aveva una delle solite magliette sportive, sembrava avesse preso in prestito i vestiti dalla valigia di Susan… perché?

Avevano passato un’oretta con gli occhi sul telescopio poi lei si era andata a sedere sulla coperta che Will portava sempre con sé per potersi stendere ad ammirare le stelle senza telescopio come faceva da piccolo. “Vieni qui!” lui le si avvicinò, lei gli prese la mano e lo fece cadere. Era addosso a lei, la faccia a pochi centimetri dalla sua, lo guardava negli occhi. Lui si spostò di scatto e si stese sulla coperta più lontano possibile da lei, non riusciva a capire cosa stava succedendo. Becky ignorò il suo tentativo di allontanarsi e si sistemò vicina a lui, così vicina che poteva sentire il profumo di shampoo dei suoi capelli. Rimasero così per un po’ guardando le stelle ma con in mente mille pensieri.

All’improvviso lei si mise seduta delle parole uscirono dalla sua bocca, un sussurro appena udibile nel silenzio di quella serata.

“Mi piaci.”

Si alzò, corse verso la sua bici e si diresse a tutta velocità verso casa.

A presto con gli altri capitoli e ricordate che... le recensioni sono sempre bene accette! ^^

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Capitolo 11
*** Capitoli da 51 a 54 ***


Nuova pagina 1

Ciao! Eccomi qui grazie Gaia per la recensione! ^^ (anche a me piace tanto Becky!)

Stavolta ho messo 4 capitoli... vi spiegherò al prox aggiornamento perché...

 

Capitolo 51: mi piaci.

 

Mi piaci, mi piaci, mi piaci, mi piaci, mi piaci, mi piaci… quelle parole riecheggiavano nella sua testa. Non credeva possibile che fossero dirette a lui. Lei era fuggita ma lui non sarebbe riuscito a inseguirla neanche se si fosse mossa a rallentatore, era rimasto pietrificato, immobile in quell’angolo di coperta. Non sapeva che fare, cosa pensare, era tutto così inaspettato…

‘Mi piaci’ aveva sognato quelle parole, le aveva sognate più volte uscire da delle labbra che non vedeva da mesi, non pensava a quelle labbra da un po’, ma adesso erano di nuovo nella sua mente, quelle labbra, quei capelli, quegli occhi… Jinny. Perché non riusciva a dimenticarla?!

Non poteva rimanere su quella collina per sempre, si alzò e si diresse verso casa.

Sua nonna era ancora sveglia in cucina. L’indomani era il compleanno di John e lei si era offerta di preparare un pranzo eccezionale per festeggiarlo.

Avrebbe potuto essere geloso, per il suo compleanno non aveva avuto nessuna nonna che preparava manicaretti… però aveva avuto Jinny nella sua camera. Ancora lei. Sempre lei nella sua mente.

Era steso sul suo letto chiuse gli occhi. Quando li riaprì era nella sua stanza a New York, una voce lo chiamava “Will… aprimi per favore”, era tornato indietro nel tempo, era il giorno del suo compleanno, Jinny gli parlava ancora, era venuta a scusarsi, lui sentì che doveva dirle quelle parole che sintetizzavano i suoi sentimenti, che se non l’avesse fatto l’avrebbe persa, stava per aprire la bocca ma la sua immagine si stava sfumando, i capelli erano diventati più corti, gli occhi verdi, gli abiti meno femminili, “mi piaci” lo aveva detto lo stesso, non a Jinny ma a Becky. Si svegliò.

Un sogno strano. Era solo un sogno. Allora perché si sentiva così confuso? Perché aveva scambiato quelle due ragazze così diverse? Quelle due parole, avevano davvero un significato? Le aveva dette a quella che aveva considerato ‘un ragazzino’ fino al giorno prima! Chissà forse a forza di fingere era diventato gay veramente! Ma che cavolo stava pensando!?

Aveva passato la notte tra pensieri del genere, non riusciva a dormire, incredibile chi fosse la causa di tutto questo!

 

Capitolo 52: strane!

 

La casa in campagna della nonna era il luogo dei sonni ristoratori. Per la prima volta non era stato così. Voleva rimanere a letto ancora ma sapeva che sarebbe stato inutile e optò per una doccia per svegliarsi. Avevano deciso di non andare in piscina quella mattina e quindi non aveva molto da fare scese pigramente le scale con l’intenzione di raggiungere la nonna in cucina.

“Buongiorno nonna”

“Buongiorno tesoro!”

“Buongiorno pigrone!” Sorpresa! La nonna non era sola in cucina!

“Che ci fai qui?!”

“Gentile! Ricordi? Oggi è il compleanno di mio fratello… voglio collaborare alla preparazione del pranzo!”

Lei si comportava come al solito. Possibile che avesse immaginato quelle parole?! No era impossibile. Non c’erano state solo quelle due parole, lei si era avvicinata a lui come non aveva mai fatto, non era stata la sua immaginazione. Forse però lei aveva cambiato idea, era rinsavita, come poteva piacerle uno come lui!? Meglio non tornare sull’argomento.

Mancavano ancora un paio d’ore al pranzo e il suo amico era da qualche parte con la ragazza così si mise il giardino a leggere. Come accadeva sempre quando era preso da un libro che lo appassionava non si era accorto del passare del tempo e di quello che accadeva attorno a lui, fu risvegliato da John.

“Terra chiama Will. Terra chiama Will.”

“Ciao John! Scusa ero un po’ preso… auguri amico!”

“Grazie”

“Ehi ma non eri con Susan?!”

“Sì ma è corsa a casa, ha detto di volersi cambiare per il pranzo, le ho detto che non c’era bisogno ma ha detto che voleva farlo per me… sai come sono le ragazze…”

“…strane!” dissero insieme e si misero a ridere.

Intanto era arrivato il dottor Finn, chiacchierarono un po’ mentre aspettavano, finalmente la nonna chiamò Will per aiutarla ad apparecchiare, lui notò che Becky non c’era.

Il tavolo in veranda era pronto, la lasagna fuori dal forno ed arrivarono.

 

Capitolo 53: dulcis in fundo.

 

Due ragazze uscirono da casa Finn. Una era Susan ma l’altra?! Possibile che fosse Becky?! Perfino padre e fratello ebbero difficoltà a riconoscerla. Quand’era l’ultima volta che l’avevano vista in abiti femminili?! Forse al suo battesimo! Will non era presente in quell’occasione quindi era forse anche più sorpreso, piacevolmente sorpreso. Era cieco?! Possibile che non si fosse accorto prima di quanto fosse carina?!

Durante il pranzo fu distratto, non riusciva a seguire la conversazione, era troppo impegnato a controllare i suoi occhi che continuavano a posarsi sulla sorella del festeggiato.

Era assurdo sentirsi così nei confronti di una persona che si considerava una amica fino a poco prima. Che cosa gli stava accadendo?!

“Will mi accompagni a prendere la torta?!”

“Ehm..s-sì” non era una proposta indecente, perché si era messo a balbettare?! Non c’era bisogno di due persone per prendere una torta, lei gli voleva parlare, cosa doveva dirle?!

“Mi volevi parlare?”

“Io?! Sei tu che mi hai chiesto di venire ad aiutarti con la torta!”

“È tutto il pranzo che mi guardi come se volessi dirmi qualcosa!”

Cavolo se n’è accorta! Doveva spiegarle cosa pensava di lei anche se non lo sapeva ancora bene neanche lui.

“Ieri sera…”

“So quello che è successo ieri sera...”

“…quello che mi hai detto… so che non lo pensi veramente…”

“Eh?! Perché credi questo?!”

“Forse perché sono l’unico ragazzo che hai attorno oltre a tuo fratello! Io non ti piaccio!”

“Tu mi piaci. Durante l’anno vado a scuola e li ci sono altri ragazzi… nessuno di loro è come te!”

“Già probabilmente loro sono meglio! Becky sei una ragazza sveglia, allegra, carina, puoi trovare qualcuno migliore di me…”

“…ma a me piaci tu!”

“…pe-perché?!”

“…perché sei carino e gentile e quando parli delle tue passioni i tuoi occhi si illuminano in un modo… sei una persona speciale e non te ne rendi conto…”

>“EHI VOI, MA LA TORTA LA STATE PORTANDO O PREPARANDO?!”

“SÌ, SÌ ORA ARRIVIAMO! Will io so che mi piaci, quello che non so è quello che provi tu per me… e forse non è il momento giusto per parlarne… dobbiamo andare di là… prendi i piatti”

 

Capitolo 54: speciale.

 

‘…quello che non so è quello che provi tu per me…’ avrebbe voluto saperlo anche lui…

Era successo tutto troppo in fretta, sentiva qualcosa per Becky ma non riusciva a definire quelle sensazioni e poi nella sua mente c’era ancora l’immagine di un’altra ragazza… per lei lui non era speciale, non si parlavano neanche e nonostante questo continuava a pensare a lei, non era giusto.

Dopo la torta e il brindisi la nonna si mise a sistemare aiutata dal signor Finn, John e Susan si godevano il loro ultimo pomeriggio assieme sul dondolo, Will portò Becky in camera sua con la scusa ufficiale di farle vedere un libro in realtà per avere un po’ di privacy per parlare.

“Non sono una persona speciale…”

“Non te ne rendi conto…”

“Becky… sei una ragazza carina e mi sono affezionato tanto a te in questi mesi ma… ho un’altra ragazza per la testa…”

“Hai una ragazza?! Perché non me l’hai mai detto?!”

“Non è la mia ragazza… sono partito con l’intenzione di dimenticarla, credevo di esserci riuscito ma… continuo a pensarci…ti voglio bene Becky, non è giusto prenderti in giro… ma che fai adesso?! Piangi?! Mi dispiace…” la abbracciò.

“Lo vedi quanto sei speciale! Quella ragazza è una stupida se non se ne accorge…”

“Chissà forse è così…” sorrise.

Rimasero per un po’così, lei appoggiata al suo petto piangeva, lui le accarezzava dolcemente i capelli.

“Mi prometti che non cambierà nulla tra noi?”

“Non ti preoccupare. Adesso però asciugati le lacrime, dobbiamo andare giù o ci daranno per dispersi!”

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Capitolo 12
*** Capitoli da 55 a 57 ***


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Stavolta 3 capitoli...

 

Capitolo 55: ultimi giorni a Appleville.

 

La mattina dopo accompagnarono tutti assieme Susan alla stazione degli autobus.

Per consolare John lo trascinarono in piscina e cercarono di coinvolgerlo il più possibile nei giochi che li avevano accompagnati per tutta l’estate, Will e Becky si comportarono come al solito e fu così per tutti i dieci giorni successivi. Piscina, basket, torte della nonna, stelle, giochi, scherzi… arrivò così il momento della sua partenza per New York. Brutto momento, significava abbandonare quell’idillio di serenità e divertimento, ricominciare.

Quest’anno avrebbe avuto un compagno di stanza, la borsa di studio speciale era solo per il primo anno, questo significava l’inizio di una convivenza forzata in uno spazio ristretto, niente privacy… peggio del Grande fratello! Oltre a questo avrebbe dovuto fare di nuovo i conti con i suoi sentimenti per Jinny, incontrarla tutti i giorni, sempre accanto a quel tipo… sarebbe rimasto volentieri ad Appleville! Ma non poteva.

Pensava a questo steso sul suo letto, dopo una fantastica cena preparata da sua nonna con l’aiuto di Becky mentre lui e John si sfidavano per l’ultima volta a basket, avevano preso le bici ed erano andati sulla collinetta con il telescopio, era stata una bella giornata ma ormai era finita, l’indomani sarebbe partito. Chiuse gli occhi.

TOC TOC TOC “Will… Will… aprimi per favore” di nuovo quel sogno!

“Will! Non ci credo che stai già dormendo!” non stava sognando ma non poteva essere alla finestra!

Si avvicinò al vetro.

“Becky ti sei impazzita!? Che ci fai qui?! Come hai fatto?!”

“Se non te ne sei accorto quell’albero è attaccato alla tua finestra! Mi sono semplicemente arrampicata…”

“Ma è pericoloso! Potevi cadere!”

“Non sono caduta! E poi è stato divertente!”

“Mi fa piacere ma… mi spieghi perché sei venuta qui a quest’ora e in questo modo?!”

“Ti dovevo dare una cosa prima che partissi…”

“Ci saremmo visti comunque domattina…”

“Con mio fratello tra i piedi! È una cosa personale… non volevo dartela in sua presenza…”

 

Capitolo 56: regalo prima di partire.

 

Si tolse lo zainetto dalle spalle e si mise a cercare tirò fuori un blocco da appunti.

Conosceva quel blocco. Becky ci aveva scribacchiato per tutta l’estate e ogni volta che lui o John tentavano di sbirciare il suo contenuto lei inferocita glielo impediva. Ora lo aveva messo tra le sue mani.

“Ma questo… è davvero per me?!”

“Uhm… però sbrigati ad aprirlo sennò cambio idea… che imbarazzo!”

Disegni, tanti disegni, erano solo schizzi ma tutti bellissimi.

“Li hai fatti tu?!”

“Uhm”

“Ma sei bravissima! Perché non me li hai fatti vedere prima?!”

“Mi vergognavo… era imbarazzante… poi il soggetto… ma adesso tu stai per partire…”

“Ehi aspetta ma questo sono io?!”

“Uhm, già!”

“Questi siamo io e John in piscina!”

“Non mi piacciono molto le fotografie… però mi piace ricordare i momenti belli… così li disegno”

“Non posso accettare un regalo del genere è troppo…”

“Voglio che lo abbia tu…”

“Grazie davvero però io non ho niente per te…”

“Non importa…”

“Ma mi dispiace non darti nulla… c’è qualcosa che vuoi? Magari ti posso spedire qualcosa da New York…”

“Ora che ci penso c’è qualcosa che vorrei…”

“Cosa?”

“Fammi una promessa!”

“Se posso…”

“Promettimi che non ti dimenticherai mai di me!”

Le sorrise “Non succederà mai promesso!”

Quello che successe poi fu assolutamente inaspettato.

Becky si alzò sulle punte dei piedi… chiuse gli occhi e lo baciò sulle labbra.

“Così non ti dimenticherai di me!”

Rapidamente si allontanò verso la finestra.

“Ciao Will!”

 

Capitolo 57: effetto-Becky.

 

“Fatti sentire!” “Vienici a trovare presto!”

L’insensibile motore dell’autobus copriva le ultime raccomandazioni della nonna e dei suoi amici.

Will li salutava con la mano e intanto pensava che era finita, l’estate era veramente finita.

A New York non ci sarebbero stati i manicaretti della nonna, le mattinate in piscina con John e Becky… Becky. Aveva ragione, non l’avrebbe mai dimenticata, quello dell’altra sera era stato il suo primo incancellabile bacio. Non avrebbe saputo descrivere cosa aveva provato, si era addormentato abbandonandosi a quel mare di sensazioni e nella fretta della mattina della partenza non aveva avuto il tempo di pensarci. Nella calma di quell’autobus semivuoto, isolato dalle cuffie con la sola compagnia della sua musica preferita, cominciò a sfogliare il suo regalo. I ricordi di quell’estate si affollavano nella sua mente ma la sua memoria continuava a soffermarsi su quello che era accaduto la sera precedente. Si accorse che stava sorridendo, si sentiva un po’ stupido a sorridere da solo per un semplice ricordo ma non poteva farne a meno. Arrivò all’ultima pagina del blocco con i disegni, non l’aveva notato prima ma c’era scritto qualcosa…

‘Qualsiasi cosa ti succederà, chiunque incontrerai, qualsiasi cosa ti diranno, ricordati sempre che sei una persona speciale. Ti voglio bene. Becky’

Sorrise ancora. Quello era l’effetto-Becky, lo faceva sentire bene solo con la sua presenza, le sue parole o il suo ricordo. Perché non le aveva permesso di aiutarlo a dimenticare Jinny? Perché nonostante tutto continuava a pensare a lei? Si chiedeva se rivedendola avrebbe trovato una risposta, se sarebbe riuscito a sopportare ancora la visione della ‘Regina della scuola’ accanto al suo ‘Re’, se avrebbero continuato a ignorarsi…

Quella valanga di pensieri lo tenne occupato finché una voce metallica annunciò:

“New York, stazione centrale”.

La sua fermata. Si ricominciava.

 

Le vacanze sono finite! Dal prox capitolo comincia una nuova parte... il secondo anno al Saint Andrew High! Visto che altrove l'ho battezzata Venere 2... farò così anche qui ^^

Aggiornerò presto promesso!

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Capitolo 13
*** V2: capitoli 1-3. ***


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Eccomi qui! Da questi capitoli inizia una specie di "seconda serie" di Venere visto che altrove l'avevo battezzata Venere2-V2 ho deciso di lasciare lo stesso nome (anche per non impicciarmi con i capitoli! ^^), essendo però inscindibile dalla prima parte non la pubblico come altra storia ma proseguo qui.

Visto che la sto ancora scrivendo ridurrò il numero di capitoli per aggiornamento a 3.

La parte in viola è dal punto di vista di Jinny.

Mi scuso per la lunga e noiosa premessa ma prima di lasciarvi alla storia volevo ringraziare: chi la legge, chi recensisce (Grazie Gaia! ^^) e (visto che non l'ho ancora fatto) anche chi la commenta altrove (Grazie amichette del forum!^^)

 

 

Venere 2 - V2

 

Capitolo 1 (V2): di nuovo il campus.

 

Saint Andrew High. Un anno prima aveva fissato quella stessa scritta, era inquietante, era di nuovo lì davanti e non faceva più paura era diventata, in qualche modo, familiare.

Si diresse verso i dormitori, i bagagli cominciavano ad essere pesanti e sentiva il bisogno di farsi una doccia, recuperò le chiavi della sua nuova stanza, il suo compagno non era ancora arrivato e alla segreteria non avevano saputo dirgli chi fosse, sistemò le sue cose, lavò via la stanchezza del viaggio sotto il getto d’acqua, si cambiò e decise di fare un giro per il campus.

La fame lo condusse al bar ma anche qualcun altro era stato portato lì dallo stesso motivo.

“Will! Sei tornato oggi?!”

“Ciao Doris! Sono arrivato mezz’ora fa… e tu da quanto?”

“Un paio d’ore… ma sai che sei anche cresciuto? Quasi quasi non ti riconoscevo!”

“Ma dai! Solo per qualche centimetro… tutto merito del nuoto e del cibo di mia nonna!”

“Ti trovo bene! Ma dimmi come sono andate le vacanze?”

“Bene! È stata un’estate piacevole… e la tua?”

“Anche la mia… a dir la verità non avevo molta voglia di tornare!”

“Perfetto! Neanch’io! Che dici scappiamo di nuovo?!”

“Potrebbe essere un’idea! Jinny e Brian non sono ancora tornati… penso arriveranno all’ultimo momento con ancora il costume addosso! Potremmo seguire il loro esempio!”

“Già!”

Scoppiarono a ridere.

Ad un tavolo vicino due ragazze stavano spettegolando.

“EH! SI SONO LASCIATI!?!”

Notizia vecchia. Probabilmente parlavano di Brian e Sarah, Will sapeva che in realtà non erano mai stati veramente assieme.

“Mi chiedo cosa faranno per la cerimonia di apertura per le matricole…”

Questo cosa c’entrava con Brian e Sarah? Ma forse…

“…pensa io avevo votato per loro! Erano una coppia così carina! Ero contenta che avessero vinto!”

“Sì anch’io! Ma che è successo?!”

“Guarda non lo so di preciso ma Wendy mi ha detto che lei se ne è tornata in camera sua e lui se n’è andato via con Sarah Silverstone…”

“Con Sarah?! Erano stati insieme vero?! Cos’è un ritorno di fiamma!?”

“Una fiamma molto appassionata!”

“EH?! Che vuoi dire?!”

“A quanto pare dopo il ballo se ne sono andati in un albergo…”

“COOOSAAAAAA?!? E a te chi te l’ha detto!?”

“Ehm… Meredith che era lì con il suo ragazzo… ti lascio immaginare cosa ci facessero lì…”

“Uaaahh! E io che continuo a vedere le soap! Gli intrighi del Saint Andrew sono molto più interessanti!”

“Will andiamo a parlare da un’altra parte” Doris lo trascinò in una zona del cortile deserta.

“Non si sono lasciati.”

“Non si sono lasciati?!”

“Dopo il ballo lui l’ha accompagnata in camera. Ho sentito Jinny alcuni giorni fa e non mi ha detto nulla…”

“Può essere che siano solo pettegolezzi…”

“Stiamo parlando di Nick… sappiamo entrambi come si è comportato con Sarah…”

“Pensi che...”

“Già…”

 

Capitolo 2 (V2): ‘bentornata’ Jinny!

 

Jinny sarebbe tornata il giorno successivo, dovevano parlarle prima che sentisse quelle voci da qualcun altro, però non poteva farlo lui, la loro ultima conversazione non era stato un bell’esempio di comunicazione… Ci avrebbe provato Doris con calma nella loro stanza, sperava di riuscire a convincerla. Will segretamente temeva che non le avrebbe creduto, si chiedeva se avrebbe pensato che l’amica si fosse inventata tutto perché innamorata di Nick… ma lo era veramente?! Cominciava ad avere dei dubbi, si domandava come gli fosse venuta in mente un’idea simile!

 

La sala hobby del dormitorio era immediatamente di fronte alla porta d’ingresso, da quella si vedevano un tavolo da biliardo e la metà di un divano che al momento dell’arrivo di Jinny erano occupati rispettivamente da due ragazze e dalla sua adorata amica e compagna di stanza, appena la vide corse a salutarla.

“DODOOOO! Quanto sono contenta di vederti!!!” entrata nella stanza aveva notato che l’amica stava chiacchierando con qualcuno ma non l’aveva riconosciuto immediatamente, era cambiato. Conosceva bene l’interlocutore della sua amica ma non si parlavano da un po’, i loro rapporti erano diventati terribilmente freddi, lo salutò “Ciao Will”.

 

Eccola di nuovo davanti a lui, l’aveva salutato, non pensava che l’avrebbe fatto.

“Ciao Jinny”

Le ragazze al tavolo da biliardo avevano smesso di giocare e li stavano fissando, una si avvicinò.

“Bentornata Jinny! Mi dispiace tanto! Eravate una così bella coppia! Non avrei mai immaginato che lui fosse quel tipo di persona…”

“Scusa non credo di conoscerti…”

“Già è vero non ci siamo mai presentate sono Meredith Talking… scusa se mi sono permessa di impicciarmi dei fatti tuoi ma quando l’ho visto ci sono rimasta proprio male! Nick è stato proprio orribile! Andarsene con quella Sarah…”

“Scusa devo posare le valigie…”

Si avviò verso le scale lasciando le borse dietro di sé.

“Seguila tu Doris… porto io le sue cose su…”

 

Capitolo 3 (V2): macchinette.

 

Salì al piano di sopra. Jinny e Doris erano chiuse nella loro camera.

Will in corridoio sentì una voce

“Che significa?! Perché quella ragazza mi ha detto quelle cose?!” era incredula, sconvolta, gli faceva male sentirla così, avrebbe voluto entrare… prenderla tra le braccia… ma non poteva. Addossò le valigie alla porta e se ne andò nella sua stanza.

Rimase lì, steso sul letto, senza mangiare, senza muoversi fino a sera.

Soffriva per lei, soffriva perché avrebbe voluto starle accanto, soffriva perché lei non lo avrebbe voluto vicino a sé, ne era convinto. Nonostante questo stato d’animo verso le dieci il suo stomaco cominciò a lamentarsi, a quell’ora mensa e bar erano naturalmente chiusi così prese qualche moneta e si trascinò alle macchinette del piano terra.

Vicino alle bevande riconobbe una figura femminile, non era pronto a incontrarla, avrebbe voluto dirle tante cose ma non sapeva come fare, eppure la sua bocca si mosse da sola.

“Perché?”

Lei si voltò “Uh?! Sei tu. Perché cosa?!”

“Perché sei tornata con lui?!”

“Non sono affari tuoi!”

“Rispondimi!”

“Che vuoi da me?! Chi ti autorizza a impicciarti della mia vita?! Posso fare quello che voglio!”

“Non quando ci sono in mezzo i sentimenti di altre persone!”

“Perché ti preoccupi tanto per lei?! È solo una stupida… si è rifiutata di andare in albergo con lui, significa che non lo voleva più… così sono andata io con lui! Doveva immaginarselo cosa credeva di potersi tenere un ragazzo solo baciandolo come fosse una bambina dell’asilo!?”

Qualcun altro aveva avuto sete ed era scesa al piano delle macchinette giusto in tempo per sentire quell’ultima frase.

 

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Capitolo 14
*** V2: capitoli 4-6 ***


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Capitolo 4 (V2): reazione.

 

“Jinny?!”

Per un attimo che sembrò lunghissimo rimasero tutti e tre immobili. La tensione era palpabile, le due ragazze si stavano fissando e Will scrutava quella a cui teneva di più temendone la reazione.

Ad un tratto questa si girò, corse verso la porta del dormitorio, la aprì e continuò a correre, lui la seguì non prima di aver lanciato uno sguardo eloquente all’altra.

“Jinny! Jinny fermati dove vorresti andare?!”

Era riuscito a raggiungerla e l’aveva bloccata afferrandole il braccio

“Lasciami!”

Lei gli dava le spalle, tremava.

“Lasciami ti ho detto!”

“No!”

“Ti prego… lasciami andare”

“No, perché ti dovrei lasciare andar via?”

“Perché ho voglia di piangere e non posso farlo sulla tua spalla! L’hai detto anche tu no?!”

Era per questo. Era per quelle parole dette mesi prima che non gli permetteva di starle vicino.

La fece girare delicatamente, la abbracciò, il modo che la sua testa potesse appoggiarsi al suo petto, avrebbe sentito il battito impazzito del suo cuore, avrebbe capito tutto, ma non gli importava, Becky gli aveva detto quello che provava, lo poteva fare anche lui.

“Mi dispiace Jinny. Per tutto quello che ti ho detto quella sera…”

“Avevi ragione, avrei dovuto ascoltarti…” disse tra le lacrime e i singhiozzi.

“Shh. Stai tranquilla, ci sono io, qualsiasi cosa accadrà avrai sempre la mia spalla…”

“Sono stata così stupida… ho rischiato di perdere una cosa così importante come la nostra amicizia… ti sei comportato sempre da vero amico Will e io non l’ho capito…”

Amicizia… ecco cosa li legava. Amico… ecco cosa era per lei.

Forse non era abbastanza per lui, ma in quel momento l’aveva tra le sue braccia, accanto a lei così fragile si sentì per la prima volta forte. Le avrebbe detto quello che provava? Non ancora.

Voleva essere tutto per lei e in quella circostanza tutto quello di cui aveva bisogno era un amico, gli andava bene essere considerato così.

Lei continuò a piangere sulla sua spalla per un po’, poi senza dirsi nulla si allontanarono e lui l’accompagnò nella sua stanza.

L’indomani sarebbe stata una giornata dura. Ci sarebbe stata la cerimonia di apertura dell’anno. Questo significava che lui sarebbe tornato. Come avrebbe reagito?

 

Capitolo 5(V2): altri arrivi.

 

La cerimonia sarebbe stata il pomeriggio. Nick arrivò al campus la mattina ma non si incontrarono.

Lui e Jinny avrebbero dovuto fare la presentazione insieme. Il preside li richiamò poco prima di pranzo per consegnargli il discorso che avrebbero dovuto tenere di fronte alle matricole.

Will l’aveva vista poco prima.

“Jinny non sei veramente obbligata a farlo lascia perdere se ti fa star male…”

“Non mi importa, voglio tenere quel discorso, non ti preoccupare per me… sto bene.”

Quelle parole non l’avevano convinto. Temeva quell’incontro, non sapeva come lei avrebbe reagito, era terrorizzato all’idea che lei avrebbe potuto perdonarlo e tornare con lui. I suoi sospetti sembrarono avvicinarsi terribilmente alla realtà durante il pranzo, lei non li raggiunse, così si trovò a mangiare solo con Doris.

Erano al tavolino della mensa quando qualcuno gli si avvicinò.

“Ehi ma ormai voi due siete diventati inseparabili! Perché non ammettete di esservi messi insieme?!”

“Ma che stai dicendo stupidone! Alla fine ce l’hai fatta a raggiungerci! Penso tu sia stato l’ultimo a tornare al campus se aspettavi un altro po’ arrivavi a semestre finito!”

“Sei sempre carina con me Doris eh?!”

“Bentornato Brian!”

“Comunque non è colpa mia se sono arrivato così in ritardo…”

“Sentiamo cosa è successo?! Ti ha rapito una navicella spaziale oppure…”

“Fai poco lo spiritoso tu! Eccola lì la causa del mio ritardo!”

“BRUTTO IDIOTA! SEI QUI! TI SEMBRA IL MODO DI COMPORTARTI?!”

Un ragazzo stava inveendo contro Brian.

“Mi hai mollato al dormitorio con tutti i bagagli senza spiegarmi nulla!”

“Beh è ora che impari a cavartela da sola piccoletto! Non pretenderai che ti faccia da balia tutti i giorni! Non vorrai starmi appiccicato come una piattola?!”

“PICCOLETTO?! Non chiamarmi più così! Ho solo un anno meno di te! Se continui a trattarmi male posso raccontare un sacco di cosucce in giro… anzi ho una cosa migliore… potrei raccontare a quella ragazza che ti piace tanto di quelle riviste che tieni sotto il materasso…”

“Ehm…”

“NON OSARE! Se lo fai giuro che spargerò per tutta la scuola la foto di quando ti hanno vestito da ragazza perché avevi perso quella scommessa con quei cretini dei tuoi amici!”

“EHM?!”

“Uh?!” entrambi si girarono. Stessi capelli, stesso colore degli occhi, forse era una domanda la cui risposta sarebbe stata scontata…

“Ehm scusate… mi dispiace interrompere questa ‘idilliaca conversazione’… ma mi togliete una curiosità… voi due siete fratelli?!”

La faccia di Brian si fece immediatamente seria.

“Si. Avete scoperto la mia sciagura più grande! Questo soggetto terribile è mio fratello Michael!”

“Ti odio! Comunque non date retta a questa specie di bestione! Non sono affatto un soggetto terribile e sono contento di conoscervi!”

“Senti soggetto terribile hai preso anche le chiavi della mia stanza?!”

“Non te lo meriti ma il tuo eccezionale fratellino ha preso anche le tue chiavi e ti dirò di più so anche il nome del tuo nuovo compagno di stanza!”

“Ah si?! Chi è ?”

“Un certo… aspetta che l’ho scritto da qualche parte… ecco! William Matheson! Lo conosci?!”

 

Capitolo 6 (V2): cerimonia d’apertura.

 

Mancava poco all’inizio della cerimonia. Michael si era mischiato alle altre matricole, Doris era pronta con il suo taccuino a prendere appunti per il suo prossimo articolo sul giornale, accanto a lei due ragazzi stavano chiacchierando.

“Non ci credo che siamo finiti in camera insieme! Ti ricordo che a me piacciono le donne quindi non farti strane idee!”

“Non ti preoccupare di questo… piuttosto spero che tu abbia risolto quel problema di piedi! Mi piace respirare la notte!”

“Stai insinuando che mi puzzano i piedi?!”

“Ehi voi due la volete smettere!? Il preside è salito sul palco e se non la fate finita lo faccio scrivere a voi l’articolo!”

> “Un caloroso benvenuto a tutti i nuovi iscritti! Mi presento sono Joseph Wing  il preside di questa scuola. Lo scorso anno è stato un buon anno e spero che questo sia anche migliore del precedente! Non vi tedierò con un lungo ed inutile discorso… ho affidato questo compito a qualcun altro! Eccoli qui! Sono stati eletti ‘re e regina della scuola’ e saranno loro a introdurvi i programmi e le regole del Saint Andrew High.”

“Salve a tutti sono Nick Tyler e sono il capitano della squadra di pallanuoto”

“Come va gente? Sono Jinny Golding e sono su questo palco per spiegarvi cosa si deve e non si deve fare una volta entrati in questa scuola. Riesco a sentire da qua i commenti delle ragazze ‘ohh ma quanto è figo il capitano della squadra di pallanuoto!?...”

Probabilmente quelle non erano le parole del preside. Cosa stava combinando Jinny?!

“…Beh lasciatevi dire una cosa… lasciate perdere! Non vi sto dicendo questo perché sono la sua ragazza! Che c’è Nick sono ancora la tua ragazza?! Perché tutta la scuola dice che ci siamo lasciati ma pare che tu non mi abbia informato di questo piccolo dettaglio! Ma forse eri troppo impegnato con Sarah in qualche squallido albergo…”

Due persone si mossero rapidamente dalle loro posizioni quasi contemporaneamente il preside strappò imbarazzatissimo il microfono alla sua reginetta e cercò di riprendere in mano la situazione ma qualcun altro salì inferocito sul palco.

“Razza di bastardo come hai potuto tradirla!” disse tirandogli un pugno sulla mandibola.

“Sei un verme viscido e schifoso” lo colpì alla bocca dello stomaco.

Il preside in panico cercò di afferrare Brian ma lui si divincolò pronto a scaraventarsi di nuovo su Nick ma una voce lo fermò.

“Smettila cretino!”

“Che fai difendi questo verme!? Sei ancora innamorata di lui nonostante quello che ti ha fatto?!”

“Smettila e basta! Non hai nessun diritto di impicciarti dei fatti miei!”

“Lo sai perché mi impiccio! Io non ti avrei mai tradita!”

“Smettila di girarmi attorno non voglio saperne di te!”

Lei si allontanò passando dietro le quinte e lui saltò giù dal palco dopo aver dato un ultimo spintone al bastardo.

Il preside incominciò il suo discorso come se niente fosse davanti ad una platea rimasta senza parole per la scena a cui aveva assistito

> “Bravissimi i nostri ragazzi del club di teatro! Scommetto che ci siete cascati! Volevamo darvi una piccola dimostrazione di quanto questa scuola farà fiorire i vostri talenti nascosti! E adesso passiamo all’illustrazione del regolamento…”

 

È tornato tutto a posto tra Jinny e Will ma tante cose devono ancora accadere... quindi non mi mollate, continuate a leggere e se vi va recensite! ^^

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Capitolo 15
*** V2: capitoli 7 e 8 ***


cap 7

Scusate l'assenza ma sn stata sommersa da problemi con il pc, impicci personali e tutta una serie di cose che non mi hanno permesso di aggiornare! Sono riuscita a risolvere alcune cose... se c'è ancora qualcuno che ha voglia di leggerla vorrei riuscire a portare avanti la storia anche se potrei andare un po' a rilento...

nota: la parte in blu è dal punto di vista di Doris

 

Capitolo 7 (V2): compagni di stanza.

Che pomeriggio assurdo! Dopo la scena-madre della cerimonia di apertura, il preside era andato avanti come se nulla fosse accaduto. Doris e Will si separarono per seguire i rispettivi compagni di stanza.

"Jinny era proprio necessaria quella scenata in pubblico?!"
"Sì. Non era giusto che quello str**** se ne continuasse ad andare in giro a testa alta dopo essersi comportato in quel modo!"
"Ok, capisco però… Brian non c’entra nulla con questa faccenda…"
"Appunto! Non so più in che modo convincerlo a lasciarmi in pace!"
Un ragazzo si avvicinò alle due amiche.
"Ciao ragazze! Sapete di stasera?"
"Stasera cosa?!"
"I prof portano le matricole ad una specie di campeggio per conoscersi, socializzare…quella roba lì! Il punto è che il campus sarà quasi libero da quei vecchiacci rompiballe insomma la situazione perfetta per una festa! Vi unite a noi?"
"Non cred…"
"Non mancheremo!"
"Jinny?! Vuoi andare veramente a una festa con un tipo del genere?!"
"Doris non rompere! Ho lasciato mia madre in California non me ne serve un’altra qua a New York!"
"Fai un po’ come ti pare!"

"Brian la smetti di correre!"
"Smetti tu di inseguirmi e lasciami in pace!"
"Che vuoi fare?!"
"Non lo so!"
"Non puoi prendertela così per lei!"
"Uffa! Perché non mi lasci in pace?!"
"Perché voglio controllare che non ti metti a fare a botte con qualcuno…"
"Io non faccio a botte con la gente! Me la prendo solo con chi se lo merita!"
"HEYYYY BRIAAAN! Stavo cercando te!"
Una ragazza si avvicinò al suo amico, l’aveva già vista ma non ricordava dove.
"Brian! Stasera i prof sono fuori con quelli del primo così io e le altre ragazze volevamo organizzare un festa…"
Festa?! Già la festa! Dopo la finale del torneo di basket! Era una delle ragazze con la bottiglia di vodka!
"…ci farebbe piacere se ti unissi a noi! Porta pure qualche amico…"
La gattamorta si allontanò sculettando.
"Allora che fai vieni con me o resti in stanza a fare il vecchietto?!"
"Passo. Penso che il ruolo di ‘vecchietto’ mi stia meglio rispetto a quello di ubriacone!"
"Stai per farmi una predica?! Mi basta mio fratello qua a New York non ho bisogno che tu mi faccia da genitore!"
"Fa come vuoi!"

Capitolo 8 (V2): festini (parte uno).

Quelli del primo erano partiti portandosi via anche la maggior parte dei ‘controllori’ del campus.
Molti ragazzi e ragazze erano riusciti a procurarsi gli alcolici e con il volume degli stereo al massimo avevano creato vari festini qua e là per il campus.
Will non era attratto da questo genere di cose e era rimasto in stanza a fare il ‘vecchietto’, c’era rimasto finché aveva sentito una voce familiare provenire da una delle stanze vicine.
"Dai smettila!" che stava succedendo? Era tardi, che ci faceva ancora lì?
Uscì in corridoio e seguendo quella voce individuò la porta da dietro la quale proveniva, non era chiusa così entrò.
"Tutto bene?!"
Jinny era seduta sul letto un ragazzo le teneva il braccio sulla spalla e la mano… un po’ più giù.
"Chi sei? Chi ti ha autorizzato a entrare nella mia stanza?!"
"WIIIIIILL!" si era alzata e gli si era buttata addosso "CIAO!" aveva bevuto.
"Forse è meglio se ognuno se ne torna nella sua stanza!"
Lasciato il ragazzo-mano-morta da solo sul suo letto erano in corridoio.
"Su dai Jinny, ti accompagno..."
"Uffa Will non mi va di tornare da mammina Doris"
"Mammina-Doris?! Che c’è avete litigato?! Vuoi che usciamo un attimo a parlarne?"

Il cortile della scuola era deserto si misero a sedere sugli scalini appena fuori il dormitorio.
"Mi ha sgridato per come ho trattato Brian oggi…"
"In effetti non sei stata molto carina con lui…"
"Non ti ci mettere pure tu!"
"Ok scusa, lui forse ha esagerato ma tu non dovevi prendertela con lui in quel modo… sai quello che prova per te e aveva appena scoperto quello che ti ha fatto… in fondo Nick se li meritava un po’ di pugni…"
"L’ho pensato anch’io ma… non potevo mica ringraziarlo!"
"Beh non dico questo però…"
"Però cosa?! Dovrei essere carina con lui?! Non è giusto! Se lo facessi lui si illuderebbe… ma io non mi metterò mai insieme a lui!"
"Ok probabilmente mi dirai che non son fatti miei ma… perché? Brian nonostante i suoi difetti è una persona buona e ti vuole veramente bene allora perché…"
"Perché no!"
"Scusa se insisto ma mi sembra strano che tu non gli abbia mai dato una possibilità… sei uscita con ragazzi molto peggiori di lui! Senza offesa…"
"Non mi offendo… lo so. All’inizio avevo pensato che avrei potuto uscirci qualche volta però…"
"Però..?!"
"Non mi sembrava corretto nei confronti di una persona che provava dei veri sentimenti per lui, tengo tanto a lei, è veramente meravigliosa e quello scimmione non se ne accorge!"
Poteva essere una sola persona. Finalmente aveva capito… Doris era innamorata di Brian.
Uno degli strani scherzi di Cupido!
"Non capisco perché non mi lascia perdere… io sono orribile!"
"Ma che dici!? Una persona orribile non si preoccupa per un’amica!"

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Capitolo 16
*** V2: capitoli 9 e 10 ***


cap 7

 

Note: il capitolo 9 è tutto da punto di vista di Doris, il 10 torna al pdv di Will.

Capitolo 9 (V2): festini (parte due).

Aveva finito di scrivere l’articolo per il giornale e voleva studiare un po’ ma i rumori delle stanze a fianco la distraevano. Forse aveva ragione Jinny a dirle che si comportava troppo da secchiona e che aveva delle manie da ‘mammina apprensiva’ però non ci poteva fare nulla, quella era la sua natura! Non riusciva a trovarci nulla di divertente nel bruciarsi il cervello con gli alcolici e quegli stupidi festini l’annoiavano. Si preoccupava per l’amica, per il suo atteggiamento e anche per qualcun altro…
“POKER DI RE! Questo è imbattibile! Via i reggiseni!”
Che stava succedendo?! Decise di andare a controllare; sapeva che non erano affari suoi però...
"POKER DI ASSI! Via le mutande Brian!"
"Ma no dai le mutande no!"
"Che c'è ti vergogni del tuo cosino?!"
"Cosino a chi?! Ora vi faccio vedere io!"
Le cose stavano degenerando in modo incredibile! Doris aveva aperto la porta e non era preparata alla scena che si trovò di fronte: Brian che si stava per togliere i boxer di fronte a tre ragazze in slip e reggiseno!
Superato lo shock iniziale notò le carte da gioco sul letto e diverse bottiglie di alcolici sul pavimento. I quattro la stavano guardando con aria interrogativa. Brian con le mani che tenevano ancora l’elastico dei boxer le sorrise
“Ciao! Giochi con noi?”
“Credo proprio di no e penso che anche tu debba smettere!”
“Noooo lo strip poker finisce solo quando tutti i giocatori sono nudi!”
“Penso che tu sia nudo abbastanza” disse mentre raccoglieva i vestiti del ragazzo
“Doris non rompere le scatole! Ha perso quindi si deve togliere le mutande!”
“Non mi sembra il caso… dai andiamocene!” lo prese per mano e lo trascinò fuori dalla stanza.
“Ehi ma che ti prende mi stavo divertendo…”
“Sei ubriaco!”
“Non sono affari tuoi!”
“Rivestiti!” l’istinto da ‘mammina rompiscatole’ le suggeriva di fargli una ramanzina sul suo comportamento irresponsabile e sui danni da alcol, però la visione del suo torace nudo la distraeva.
Lui placò il suo spirito ribelle e cominciò mettendosi la maglietta, barcollava, nell’infilarsi i jeans perse l’equilibrio e cadde a terra.
“Ma si può sapere quanto hai bevuto?!”
“Boh! Ma non è colpa mia! È che sono così sfortunato al poker…”
“Che c’entra?!”
“Prima stavamo giocando al poker-alcolico, sai quello dove chi perde beve… poi sono finite le bottiglie…”
“Vabbé ho capito, tirati su, ti accompagno in camera tua prima che crolli di nuovo in corridoio…”
Gli porse la mano e lui si sollevò, la sua faccia non prometteva niente di buono...
“Doris dov’è il bagno di questo piano?”

Capitolo 10 (V2): post-festino (parte uno).

Jinny non era una completa egoista come aveva creduto, si preoccupava delle persone cui teneva.
La guardava mentre parlava e sentiva muoversi qualcosa dentro di sé. Quella sera gli sembrava così dolce e fragile, aveva una voglia incredibile di proteggerla, abbracciarla, baciarla… ma non era il momento… si alzò dallo scalino, non poteva rimanere lì, così vicino a lei.
“È tardi, è meglio che tu vada a dormire adesso…”
“Già hai ragione…” si sollevò “mi gira la testa” stava perdendo l’equilibrio, Will se ne accorse e si avvicinò, lei si appoggiò a lui. Rimase alcuni secondi in silenzio con la testa sul suo petto poi lo guardò sorridendo.
“Hai fatto sport quest’estate!”
Lui arrossì e farfugliò “Ho nuotato parecchio…”
“Si vede! Sei più alto e hai messo su anche qualche muscoletto! Stai bene sai!”
Per fortuna il cortile era poco illuminato altrimenti lei avrebbe visto l’effetto che quelle parole avevano avuto su di lui. Sentiva il viso in fiamme. Anche Doris aveva commentato il suo cambiamento fisico ma era tutta un’altra cosa!
“Sei sempre così carino con me… sai… sei davvero una persona speciale…”
Il suo cuore stava per scoppiare. Pensò a Becky, anche lei gli aveva detto quelle parole e lui non le aveva creduto ma sentirle da Jinny…
“…ma sei proprio sicuro di essere gay?! È un vero peccato sai?”
Era il momento adatto per parlare e spiegarle tutto…
“Ma che scema che sono! Scusa! Non dare retta a quello che ti ho detto…sto straparlando, sono ubriaca! È meglio se vado a dormire!”
Aveva bevuto tanto, non era lucida ma… Will sapeva due cose sugli ubriachi: negano di esserlo ma a parte questo dicono sempre la verità. Lei stava ammettendo l’ubriacatura… cosa significava?
Stava barcollando verso la porta del dormitorio.
“Non ti reggi in piedi ti accompagno…”
“Grazie”

 

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Capitolo 17
*** V2: capitoli 11 e 12 ***


cap 7

Capitolo 11 (V2): post-festino (parte due) [dal punto di vista (pdv) di Doris]

Per fortuna erano vicini al bagno del piano della ragazze. Quando aveva desiderato stare più vicina a lui non era esattamente quello che aveva in mente.
“Va un po’ meglio?”
Tossiva, era pallido, non l’aveva mai visto in uno stato simile.
“Penso proprio che non berrò mai più…”
“Va tra i propositi per l’anno nuovo?”
“Se mi vedi di nuovo con qualcosa di alcolico davanti per favore ricordami di questo momento!”
“Ok. Però tu promettimi di non mi dirai che sono una mammina rompiscatole!”
“Non te lo posso promettere…”
“Ah sì?! Perché?”
“Perché è vero che sei una ‘mammina rompiscatole’!”
“Ah sì!? Bel ringraziamento! E io che sto pure qui ad ascoltarti e a vederti vomitare… ti assicuro che non sei affatto uno bello spettacolo!”
“Scusa Doris! Grazie di non avermi mollato in mezzo al corridoio… Mi dispiace che mi hai visto in questo stato… ”
“Però sono sempre una ‘mammina rompiscatole’?!”
“Se non fosse stato per te a quest’ora sarei in mezzo a tre cheerleader mezze nude…”
“Beh scusa se ti ho rovinato la serata! Allora me ne vado così torni da loro!”
“Ma dove vai?! È vero che sei una ‘mammina rompiscatole’ ma… solo perché ti preoccupi per gli altri e alla fine hai sempre ragione tu! La situazione in quella stanza era arrivata a un punto… non era proprio il caso che rimanessi lì… poi probabilmente se fossi rimasto avrei finito con il vomitare sul letto e a quel punto mi avrebbero buttato fuori in corridoio senza vestiti!”
“Probabilmente…”
“Ti immagini girare nudo per il liceo?!”
“Preferisco non immaginarlo!” era arrossita, forse proprio perché se lo stava immaginando…
“Grazie Doris” aveva un’espressione diversa dal solito, seduto a terra con le mani sulle ginocchia, ancora pallido le sembrava un cucciolo indifeso… nonostante il suo metro e novanta e il suo fisico non proprio ‘da cucciolo’!
La guardava con quei suoi occhi azzurro intenso, di solito non si posavano mai su di lei, erano impegnati a fissare sempre qualcun’altra… si sentì sciogliere.
“Figurati... poi se voglio diventare medico mi dovrò abituare a cose peggiori di un po’ di vomito! Dai andiamo adesso è tardi…”
“Non c’è bisogno che mi accompagni…”
“Non mi fido… potresti crollare di nuovo in mezzo al corridoio oppure tornare nella stanza con quelle tre ninfomani e nel tuo stato non è una buona idea!”

 

 

 

Capitolo 12 (V2): ultime conseguenze del festino. [pdv Will]

Stava salendo le scale ondeggiando.
“Jinny ce la fai?!”
“Ma sì, sto bene, non ti preoccupare, non c’è bisogno che mi accompagni!”
Pronunciate queste parole prese male uno scalino e se non fosse stato per Will sarebbe caduta.
“Ti vuoi suicidare buttandoti dalle scale?! Non fare la stupida! Ti porto io in camera tua!” d’impulso la prese in braccio.
“Ok, a quanto pare non posso oppormi…”
Salirono le ultime rampe di scale in silenzio, arrivati davanti la porta della stanza della ragazza, lui la guardò in viso e si accorse che incredibilmente si era addormentata tra le sue braccia.
Sarebbe rimasto a fissarla per ore ma non era la situazione ideale. Cercò di bussare alla porta con il piede. Nessuna risposta. Riprovò ancora. “Doris? Ci sei?” Nulla.
Si chiedeva dove fosse a quell’ora, iniziava a preoccuparsi, come avrebbe fatto con Jinny?
Fece l’ultimo tentativo possibile non credendoci molto, con il gomito si appoggiò alla maniglia, per sua fortuna la prudentissima Doris era stata meno prudente del solito e non aveva chiuso la porta a chiave.
Era la prima volta che entrava nella sua stanza, nonostante questo non ebbe difficoltà a riconoscere quale fosse il suo letto. Gli bastò una rapida occhiata ai comodini… libroni impegnativi da una parte, riviste di moda e gossip dall’altra… si avvicinò subito a quest’ultimo.
Lei dormiva ancora tra le sue braccia, anche se erano un po’ indolenzite, non avrebbero voluto mai abbandonare quel dolce peso. La adagiò con delicatezza sopra il letto, attento a non svegliarla, lei aveva ancora le braccia attorno al suo collo quando socchiuse gli occhi “Perché Nick?” mormorò, stava sognando, Nick, era per lui che si era ubriacata, per quello che le aveva fatto quel bastardo.
Mentre pensava con rabbia a quell’essere viscido, Jinny continuava a parlare nel sonno “Non mi lasciare Nill…” aveva avvicinato il suo bellissimo viso al suo, prima che riuscisse a rendersi conto di ciò che stava accadendo Will sentì il morbido tocco di quelle labbra tanto sognate sulle sue, un brivido gli percorse al schiena, il cuore sembrava uscirgli dal petto, nonostante la mente annebbiata e confusa riuscì a percepire un rumore dietro di sé, a malincuore si staccò dall’inaspettato quanto agognato contatto e si girò sussurrando.
“Dorme, l’ho recuperata ubriaca nella stanza di fronte alla mia”
“Anch’io ho recuperato il tuo compagno si stanza ubriaco…”
“Ci siamo scambiati i ruoli! Beh adesso vado…buonanotte Doris”
“Notte Will”
Era vero, quella notte c’era stato un casuale scambio di ruoli, avevano confortato ciascuno il compagno di stanza dell’altro. In realtà entrambi erano stati contenti della casualità che gli era toccata, al di là di tutto, del modo più o meno bizzarro in cui ciò era avvenuto, avevano condiviso un momento speciale, intimo, con la persona che amavano.
Probabilmente Doris avrebbe preferito qualcosa di diverso, ma si dice che quando si sostiene qualcuno che sta male si crea un legame speciale con quella persona.
Will era profondamente confuso, era chiaro che Jinny pensava ancora a Nick, era lui che stava sognando? Era lui che stava baciando? Che diavolo significava ‘non mi lasciare Nill’?!
‘Nill’?! non ‘Nick’, ma nemmeno ‘Will’… era ubriaca, in dormiveglia, si sarebbe ricordata quello che era successo? Come si doveva comportare con lei?
Se l’avesse baciato chiamandolo con il suo nome avrebbe trovato il coraggio per esprimerle quei sentimenti da troppo tempo nascosti… ma non era stato così.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 18
*** V2: capitoli 13 e 14 ***


cap 7

Capitolo 13 (V2): ‘effetto Jinny’.

Era ormai rientrato nella sua stanza, Brian dormiva abbracciato al cuscino…
“Jinny…” farfugliava nel sonno, Will si chiedeva se avrebbe fatto così per tutto l’anno, in tal caso non era sicuro che sarebbe sopravvissuto!
Si era buttato sul letto ancora vestito, nella mente un pensiero fisso: ‘Jinny l’aveva baciato’. Qualsiasi fosse il significato di quel bacio per lei, per lui era stato una conferma dei suoi sentimenti, non aveva nulla a che fare con quello che c’era stato con Becky. Allora aveva pensato che fosse ‘carino’, un piacevole gesto d’affetto ma... non c’era stato nessun brivido. Immaginando l’irraggiungibile contatto con quelle labbra, credeva che sarebbe stato bello, ma non aveva previsto la tempesta interiore che gli aveva provocato, l’insieme di sensazioni che l’aveva invaso. Oscillava tra la completezza e l’insoddisfazione. Quella bocca sulla sua era la parte che gli mancava, ne voleva ancora e temeva che non l’avrebbe più potuta avere.
Sapeva che quella notte non avrebbe chiuso occhio, infatti suonò la sveglia e lui non era riuscito a dormire neanche un minuto.
“NOOOOO! Non voglio alzarmi!” che meraviglia la ‘aggraziatissima’ voce di Brian di primo mattino!
“Fa un po’ come ti pare! Io vado a farmi la doccia…”

 

Capitolo 14 (V2): pranzo.

Per fortuna era solo il primo giorno di scuola e i prof consapevoli che gli alunni avevano ancora la testa sulla spiaggia si erano limitati a lezioni di presentazione non troppo impegnative.
Finalmente era arrivata l’ora di pranzo Will si era appena seduto al tavolo con Brian e Michael che avevano immediatamente incominciato a litigare.
“Che vuoi piattola?!”
“Piattola a chi?!”
“Piattola tu! Hai intenzione di starmi appiccicato per sempre?! Perché non mangi con qualche altro moccioso come te?!”
“Perché oggi mi va di mangiare con voi”
“Ma a me non va di farmi vedere in giro con te!”
“Pensate di mangiare o avete intenzione di discutere tutto il tempo?!”
“È lui che ha iniziato!”
“Ma che stai dicendo?! È colpa tua che sei una piattola!”
Che mal di testa! Non aveva dormito e adesso doveva sopportare quei due… in lontananza vide un’ancora di salvezza.
“Ciao Doris! Siamo qui!” lei fece un cenno e si avvicinò seguita da Jinny. Non era troppo sicuro di riuscire ad affrontarla, si chiedeva se si ricordava qualcosa di quello che era successo, se avrebbe cambiato nuovamente atteggiamento nei suoi confronti…
“Ciao Will!” gli sorrise poi guardò gli altri due ragazzi al tavolo, ignorò Brian e fissò l’altro “Ci conosciamo?!”
“No! Io sono Michael! Il fratello di questa scimmia ma, cognome e colore di capelli a parte, non ho nulla a che fare con lui!”
“Beh buon per te! Comunque io sono Jinny piacere.”
“Hai intenzione di ignorarmi per sempre?!”
“Forse”
“Mi dispiace per te ma oggi non potrai farlo…”
“Perché?!”
“Perché il preside ha dato a entrambi la stessa punizione!”
“Che punizione?!” Will, Michael e Doris li guardavano dubbiosi.
“Tutta colpa di quel verme di Nick!”
“Per quanto riguarda te Brian il preside ha ragione! Non si picchia la gente… poi potevi evitare di farlo in pubblico! Non ti lamentare! Ma tu che c’entri Jinny?!”
“Lascia stare, sono depressissima per questa storia… il preside non ha capito nulla del motivo della mia scenata era solo arrabbiato perché l’ho messo in difficoltà e ha deciso di punirmi… devo passare il pomeriggio a sistemare l’archivio della biblioteca scolastica…”
“Dai su avrai il mio validissimo aiuto e la mia meravigliosa compagnia!”
“AAAAHHHHH! Che disperazione! Quattro ore chiusa in una biblioteca polverosa con questo scimmione analfabeta!”
“HEY!? Analfabeta a chi?!”
“A te troglodita! E la cosa peggiore è che quello str**** passerà il pomeriggio in giro con quella… AAHHH non voglio neanche definirla!”
Sul tavolo scese il silenzio. Michael sapeva bene che il fratello non era iscritto a nessun club di recitazione quindi nonostante nessuno gli avesse spiegato nulla aveva capito da solo che era meglio non commentare quella affermazione.
Dopo alcuni secondi il silenzio era diventato imbarazzante. Will guardava Doris sperando che trovasse qualcosa per uscire da quella situazione, poi sentì gli sguardi degli amici su di lui, strani, delle braccia attorno al collo…
“William tesoro!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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