Carillon di hannover (/viewuser.php?uid=66870)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gatti, albicocche e tatuaggi ***
Capitolo 2: *** Piante aromatiche ***
Capitolo 3: *** Toothpaste ***
Capitolo 1 *** Gatti, albicocche e tatuaggi ***
Sakura apre gli occhi, li stropiccia con il dorso della mano, fissa il
soffitto per un attimo. Trova una ragnatela che la disturba molto,
così, afferrata la scopa che tiene dietro l'armadio, la
elimina. Mentre ripone la sua arma contro lo sporco cerca una risposta
alle consuete domande mattutine che da tempo è solita porsi:
"chi sono? dove mi trovo? qual è il mio scopo nella vita?".
Bene, conosce le risposte.
Molto bene. E' Sakura Haruno, si trova nella camera della sua casa
universitaria e il suo scopo è laurearsi alla
facoltà di medicina. Vorrebbe fare la scrittrice, ma rimane
con i piedi per terra.
In ginocchio sul letto si guarda intorno. Decide di aprire la finestra
per far cambiare aria, è terrorizzata dall'idea che la
concentrazione naturale di radon nella stanza aumenti troppo facendole
beccare un tumore. Davvero molto professionale, dottoressa. Ride di
sè considerando che è solo al secondo anno.
Spalancate le imposte nota con disappunto che la parte dinistra del
letto è vuota. Ciò che di solito la occupa
probabilmente è in cucina.
In effetti Ino sta preparando la colazione:
"Ehi, fronte spaziosa, quando mi sono svegliata ti ho chiamato ma
sembravi un cadavere. Ho pensato di lasciar perdere. Ti ho preparato il
caffè latte, va bene? Vuoi i cereali? Ci sono quelli nuovi
da provare!"
Voltandosi, Ino resta per un attimo ad osservare Sakura con un sorriso
divertito: calze di lana grigia lunghe fin sopra il ginocchio,
maglietta bianca informe taglia XL, capelli raccolti in una coda alta,
ciuffetti infami costantemente davanti agli occhi neutralizzati grazie
al nastro rosso che le aveva regalato quando erano bambine. Passo
ciondolante, occhi verdi semi-chiusi, occhiaie.
La risposta di Sakura è un misto tra un grugnito e un
mugolio.
Ino ridacchia porgendole la tazza: "Credo che ti ci voglia dell'altro
caffè, ne vuoi?". Si avvicina al piano cottura e spegne il
gas. Sakura la guarda allungandole il contenitore di porcellana azzurra
che tiene fra le mani con due occhi che urlano "DAMMI IL CAFFE'". Ino
inclina la moka fumante. Il risultato è una bevanda che non
è più nè un latte macchiato
nè un caffè latte: pare più un
caffè allungato in tazza grande.
Sakura non vuole i cereali. Ino prende una fetta biscottata: "Saku, ne
vuoi una? Mia madre mi ha spedito la marmellata fatta con le albicocche
del mio giardino, è davvero buo.." "Albicocche? oh mamma,
Ino, questa notte ho fatto un sogno assurdo, posso raccontartelo?"
"Veramente non mi interessa molto, ma se proprio devi" "Oh, andiamo! io
ascolto sempre le tue considerazioni deliranti quando hai qualcosa da
commentare!" "Vero, te lo concedo. Sentiamo"
Ino si siede accanto a Sakura, le stampa un bacio su una guancia,
comincia a mangiare la sua fetta biscottata spalmata di marmellata
all'albicocca. E' buona!
"Non ricordo bene il contesto, ero in una cucina, credo, ma tanto non
ha importanza. Insomma, incontro un gatto, un gatto grigio, tigrato mi
pare, come quelli che piacciono tanto a te. Il gatto mi parla, e dice
di essere per metà maschio e per metà femmina, ma
mica con un criterio logico! Uno pensa ad un ermafrodito, esistono, ma
no, specifica che la testa e le zampe anteriori sono da maschio, mentre
la coda e le zampe posteriori sono da femmina".
Ino guarda Sakura, le sorride allegramente, prende i cereali nuovi,
vuole proprio assaggiarli. Scopre che non le dispiacciono.
"Il peggio deve ancora venire: il gatto è fatto di
marmellata. Marmellata di albicocche, da grigio e peloso diventa
arancione e molliccio, come una gelatina ballonzolante. Ad un certo
punto si taglia a metà, come fosse la cosa più
normale del mondo, la parte maschile in equilibrio sulle zampe
anteriori, quella femminile sostenuta dalla coda. Folle, giuro. Ma mica
quel gattaccio si ferma lì: chiama a raccolta un esercito di
gatti petulanti e miagolanti che tra parentesi rovinano con le loro
unghiette il parquet della cucina in cui ci troviamo nel sogno. In
realtà tutti quei gatti non hanno un ruolo preciso, stanno
lì e basta poveri,. Erano anche dei bei gatti."
Ino continua a mangiare i suoi cereali. Guardandosi intorno si accorge
che sono finite le mele: deve ricordarsi di segnarle sulla lista della
spesa, Sakura adora le mele.
"Insomma, il gatto mi chiede di fargli vedere il mio tatuaggio, ma io
non ho un tatuaggio. Lui dice che dovrei farmene uno, e il sogno
finisce. Credo di essere pazza."
Ino finisce il suo caffè latte, mentre Sakura comincia a
sorseggiare il suo.
"Io ho un tatuaggio!" Sakura la guarda un po' stranita. "Sì,
sulla piega dell'inguine. L'ho fatto in modo che sia nascosto dalle
mutande. E' una cosmea. Come puoi non averla mai notata?" "Non ci ho
fatto caso, che ne so?" "Se ti spicci a finire la tua colazione e vieni
in camera te la faccio vedere".
Ino sogghigna maliziosa, Sakura abbassa lo sguardo e arrossisce un po'.
Dalla camera Ino urla: "Dovremmo prenderci un gatto! Un gatto grigio,
tigrato."
Sakura mentre lava le tazze della colazione pensa che le piacerebbe
avere un gatto.
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Capitolo 2 *** Piante aromatiche ***
Ino ama cucinare ed è brava, Sakura non potrebbe negarlo.
Sakura ama mangiare e non si lamenta, Ino non potrebbe negarlo.
Una delle noie più grandi che la bionda aveva dovuto
sopportare nel corso della sua vita erano state le persone schizzinose
in fatto di cibo: "non mi piacciono i formaggi, non mangio pesce, la
carne solo cucinata in questo modo, pasta in bianco, odio l'insalata,
non mangio dolci..". A Ino la buona cucina piaceva da sempre, non
partiva mai dal presupposto che un piatto non le sarebbe piaciuto,
aveva imparato ad amare i piatti insoliti e sofisticati, non rifiutava
mai un nuovo assaggio. La migliore fortuna che potesse capitarle era
stata andare a vivere nello stesso appartamento di Sakura. Le ragazze
si erano divise i compiti e li rispettavano rigorosamente: a Ino
spettavano la camera da letto, i pavimenti, la cucina e i piatti da
lavare, Sakura provvedeva al resto.
Gli occhi azzurri dell'una avevano avuto un guizzo quando, dopo le
prime settimane di convivenza, si erano accorti che quelli verdi
dell'altra non rifiutavano alcuna pietanza venisse loro proposta, sia a
casa che fuori. Ino aveva così cominciato a condividere le
sue conoscenze culinarie con la coinquilina, educandola e rendendola
una seguace della buona cucina. Sakura si prestava bene, ma non
riusciva a sviluppare la stessa raffinata passione per gli alimenti
dimostrata dall'altra. Ino però non se ne lagnava.
"Ino, io ti voglio bene, lo sai. Assecondo tutte le tue trovate e porto
pazienza, non mi lamento quando lasci in giro il tuo spazzolino o
quando fai sparire i miei elastici per capelli lasciandomene
costantemente sfornita. Ma posso sapere perchè il nostro
balconcino, che già era piccolo per conto suo, sembra
diventato una selva oscura e non ci sta più una seggiola?"
Sakura guarda indispettita i numerosi vasetti disposti ordinatamente a
terra seguendo il filo della ringhiera, ognuno con un piccolo sottovaso
a prevenire un allagamento. Sono carini, non c'è nulla da
dire, esteticamente danno al poggiolo un tempo completamente spoglio un
tocco in più, ma la sedia sulla quale Sakura è
solita leggere o prendere un po' di sole ha subito un drastico cambio
di collocamento.
La cosa non le va giù. "INO! insomma?"
Non ottenendo neanche la parvenza di una risposta, gli occhi verdi
roteano, innervositi. La ragazza appoggia il libro e il lettore MP3 che
teneva in mano sulla sua
seggiola, una seggiola di legno con la seduta di paglia, una seggiola
della misura giusta per Sakura, una seggiola che Ino usurpa troppo
spesso per i suoi gusti, e corre su per la scala che collega il
soppalco al salotto. Trova l'autrice delle sue seccature sdraiata sul
letto a due piazze, immersa in un libro di biologia; sul comodino una
bottiglia aperta di vino rosso e un calice pronto per essere riempito
alla prima pausa. Gli occhi verdi si rassegnano: non si può
competere con la biologia.
Sakura si avvicina al comodino e versa un po' di vino nel bicchiere:
solo allora Ino si accorge di lei e le fa notare che quello
è il suo dannato vino, costa ben sette euro a bottiglia e
sarebbe bello che quella spugna della sua compagna di appartamento non
lo bevesse tutto. 'Spugna' le sorride e svuota il bicchiere.
"Ino, abbiamo per caso dimenticato di dare il diserbante sul balcone?".
Ino abbandona il sistema circolatorio, fa una rotolatina sul materasso
e si alza in piedi: "Di che parli, Saku? A volte ho paura che prendere
troppo sole ti dia alla testa" "Parlo dell'improvviso inselvamento del
nostro terrazzo che sembra diventato una serra. La mia sedia non ci sta
più, non c'è spazio per sedersi!" "Oh! le mie
piantine, le hai viste? Non sono adorabili? Ho deciso di dare una
svolta importante al mio repertorio culinario! Dai vieni!"
La bionda scivola con le calze sul parquet della camera e scende
velocemente le scale. In un attimo è sul terrazzo. Sakura si
domanda come possa aver commesso il terribile errore di scegliere
proprio lei come compagna di viaggio, proprio lei come co-abitatrice di
vita. Ammette (solo con se stessa) che non potrebbe prendere
nessun'altra.
Raggiunge la nuova botanica e si ripromette di non picchiarla.
"Osserva, fronte spaziosa, e non fare quella faccia: qui abbiamo
diverse piantine aromatiche che ogni donna che si rispetti dovrebbe
possedere per arricchire i suoi piatti! Inoltre devi ammettere che
anche esteticamente sono molto carine. Vedi? Rosmarino, salvia, menta,
basilico, timo. Niente prezzemolo, quello cresce a ciuffetti, lo trovo
antiestetico e in ogni caso è molto più comodo
averlo surgelato, così come è molto
più comodo avere dell'origano essiccato!" "Dico, le piante
per cucinare te le concedo, infondo anch'io ne traggo dei vantaggi.. ma
tutti questi altri vasetti?" "Andiamo Sakura, non avrai mica il
coraggio di pretendere che IO non acquisti dei fiori trovandomi in una
serra in cerca delle piantine aromatiche! Quelli servono a completare
l'insieme sia dal punto di vista cromatico che olfattivo! Guarda qui:
lavanda (andiamo, tu ami la lavanda), dalie, lillà e cosmee,
naturalmente."
Sakura si ferma un attimo. Osserva i vasetti in cotto con
più attenzione: Ino li ha dipinti con un bel bianco sporco
tendente al beige, ognuno di loro ha un fiocchetto che si intona o
contrasta con il colore della pianta che contiene. Dannazione,
dannazione e ancora dannazione al senso estetico di quella ragazza.
Sono davvero belli.
Sbuffa, entra in casa e va a prendere la bottiglia di vino sul
comodino, porta con sè anche il calice già usato,
ne prende un altro pulito. Prima di uscire si avvicina alla borsa:
prende anche le sigarette. Raggiunge la compagna sul balcone, sistema
la sua seggiola a metà tra il pavimento della cucina e il
piano del terrazzino. Fa lo stesso con un'altra sedia. Ino finisce di
dare da bere alle piantine servendosi di un piccolo innaffiatoio di
latta con dei girasoli dipinti.
Si siede poi accanto all'altra, afferra il bicchiere di vino e la
sigaretta che le vengono poste, guarda il centro storico accavallando
le gambe.
Sakura nota che con la sedia in questa posizione il sole non le arriva
negli occhi e può osservare meglio la città
dietro la ringhiera marrone.
"Il prossimo passo è far arrampicare dell'edera sul muro"
dice Ino. "Oppure una buganvilla" commenta Sakura.
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Capitolo 3 *** Toothpaste ***
Ino credeva che le più brillanti considerazioni e le idee
migliori venissero mentre ci si lava i denti. Davanti allo specchio,
sopra al lavandino, con uno spazzolino di un bel colore e il
dentifricio giusto chiunque sarebbe stato in grado di risolvere
importanti quesiti sulla vita. Sospettava addirittura che la teoria
della relatività di Albert Einstein fosse stata sviluppata
dal grande fisico mentre si lavava i denti, mica con delle inutili
mele. A Ino le mele neanche piacevano.
E poi lavarsi i denti costituiva una parte importante del rituale
mattutino di presentazione al mondo esterno: dei denti curati sono un
bell'inizio, dopo tutto.
Ino strofina con attenzione le setole del suo spazzolino viola contro i
denti bianchi ben allineati. Non è molto soddisfatta
però: Sakura ha acquistato un dentifricio scadente con un
sapore orribile, e giusto perchè ha deciso di impegnarsi per
rovinarla del tutto ha scelto il formato grande, essendo questo in
offerta. Maledizione.
"E' anche inutile che mi lamenti, dovrei aver imparato che se voglio le
cose in ordine devo accompagnare quella fronte spaziosa a fare la
spesa, altrimenti per risparmiare un paio di centesimi sarebbe capace
di portare a casa i flaconi di detersivo al posto del sapone per le
mani. Il commento sarebbe: puoi
usarne la metà per ottenere lo stesso risultato,
ottimizziamo!
Ottimizziamo? Andiamo, il detersivo non va bene per la pelle, le mie
belle mani ne risentirebbero! Hanno bisogno di idratazione. Che
diamine, non si è ancora svegliata? Ah sì.. no
aspetta, che rumore è? E' caduta dalle scale?". Ino infila
la testa nella fessura tra la porta semiaperta del bagno e lo stipite,
lo spazzolino sempre in bocca.Si affaccia nel salotto: "Saku, che stai
combinando?" "Stavo cadendo dalle scale."
Gli occhi azzurri si alzano verso il soffitto, rassegnati. E'
adorabile, ecco cosa.
Torna in bagno, sputacchia quel dentifricio disgustoso nel lavandino,
si sciacqua la bocca un paio di volte e lava lo spazzolino. Lo ripone
in un bicchiere di plastica accanto a quello arancione della compagna.
Sakura entra in bagno per prepararsi, Ino corre in camera a scegliere i
vestiti e cerca i libri per la lezione del giorno disseminati sul
pavimento. Non trovandoli si agita un po', poi controlla sotto il
letto. Ah, eccoli.
Torna giù per le scale con i jeans non ancora abbottonati,
la canottiera infilata solo per metà, si precipita in bagno
a cercare un elastico per i capelli biondi: una coda di cavallo ben
fatta è incredibilemnte funzionale durante le lezioni.
Prendere appunti è più facile senza capelli
traditori davanti agli occhi, e poi il viso di Ino diventa quasi
più aggraziato con i capelli raccolti. Gliel' hanno sempre
detto tutti.
Sakura, prendendo lo spazzolino, la guarda: "Ino, sei in anticipo, che
fretta hai?". Gli occhi azzurri tirano una rapida occhiata all'orologio
da polso abbandonato sul piano del lavandino. Uffa.
Ino finisce di vestirsi con calma, si infila l'orologio, sistema la
coda, stende un velo di fondotinta e agguanta il burro di cacao. Di
sottecchi osserva Sakura che spreme il tubetto di dentifricio.
Ricorda improvvisamente di aver visto una pubblicità, una
volta, non ricorda dove, nella quale si diceva che a seconda del modo
in cui una persona spreme il dentifricio si può intuire la
sua personalità. L'aveva trovato ridicolo.
Torna a fissare il tubetto. TOOTHPASTE, una scritta di un bel rosso
acceso sullo sfondo argentato del contenitore. Nota il segno lasciato
dal suo utilizzo: lei lo spreme schiacciandolo al centro. "Cos'era?
Qualcosa tipo "impulsivo", o che so io. Hahaha, che sciocchezze, tutti
spremono così il dentifricio. E' così che si
dovrebbe fare!" pensa.
Sakura prende il tubetto dal fondo, fa uscire il composto al fluoro
arrotolando un poco la parte terminale della scritta, coprendo la E
rossa. La zona schiacciata da Ino si rigonfia.
"Oh mio Dio, quella pubblicità aveva ragione! Diceva che chi
spreme il dentifricio così è un risparmiatore.
Hahahahaha, incline alla depressione, tra parentesi" Ino ride divertita
osservando la scena.
Sakura, con lo spazzolino in bocca e un po' di dentifricio che le cola
dall'angolo destro della bocca, la guarda interrogativa. La bionda
dissimula, rimane a osservarla. Poi le racconta della
pubblicità, delle considerazioni che ha fatto. Sakura fa
l'offesa: "incline alla depressione"? Impiccati, Yamanaka.
Ino decide che è il caso di salvare capra e cavoli: non le
va di pranzare con una nuvola indirizzante fulmini e saette nella sua
direzione. Ci è già passata, non è
stato piacevole.
"C'era una terza immagine nella pubblicità. Un tubetto mai
aperto. Definiva quel personaggio "asociale, con l'alito cattivo",
hahaha dai, era un'idea carina!".
Sakura incrocia le braccia, la guarda corrucciata, sbuffa. La bionda
deve correre ai ripari.
Si avvicina un po', le sorride. Le schiocca un bacio su una guancia.
"Il tuo alito è buono, chiaramente". Altro bacio, sull'altra
guancia. "O almeno credo. Magari controllo, ah?".
Sakura deve cedere, si lacia dare un bacio, un bacio che sa di buono.
Ino, comunque, continua a pensare che quel dentifricio sia
davvero orrendo.
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