Bianco su Nero.

di _wallflower13
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** He's back. ***
Capitolo 3: *** L'amore è un'altra cosa. ***
Capitolo 4: *** Litigata. ***
Capitolo 5: *** Un otto al contrario. ***
Capitolo 6: *** Queste cose le studi la notte? ***
Capitolo 7: *** Operazione Cenerentola?Conclusa. ***
Capitolo 8: *** I want ***
Capitolo 9: *** Un gioco pericoloso ***
Capitolo 10: *** Torno in me. ***
Capitolo 11: *** Ero io ***
Capitolo 12: *** Just a Kiss ***
Capitolo 13: *** Another life ***
Capitolo 14: *** Oh darling, don’t you ever grow up ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Bianco su nero.

Prologo.

Ricorderò sempre quegli occhi verdi, dopotutto li ho visti per dieci anni prima che me li portassero via, dieci anni di quei riccioli scuri, di quelle fossette quando rideva, credo che niente mi farà dimenticare di lui.  

Una mattina due signori si presentarono alla nostra porta, la donna aveva i capelli scuri e sorrideva, l'altro un po' meno. Salutarono i miei genitori. Siamo venuti a presentarci, dato che da oggi siamo i vostri vicini, volevamo stringere un buon rapporto. Disse la donna. Si strinsero la mano tutti e quattro, poi salutarono mia sorella, era già una graziosa bambina di 8 anni, con i riccioli biondi che le ricadevano sulle spalle, un adorabile vestitino rosso e nero infilato a tradimento da mia madre e un paio di scarpette nere. E poi c'ero io, la pecora nera della famiglia, combinavo già un sacco di pasticci e mia madre era costretta a chiudermi in casa, prima che facessi a botte con i bambini che c'erano lì intorno. I due davanti a noi sembravano da soli, ma non era così, erano in quattro, la donna aveva un enorme pancione, e dietro le sue gambe c'era lui. Un bambino spaurito spuntò da lì dietro, riccioli scuri e un pupazzetto fra le mani. Mi feci avanti e gli strinsi la mano. La famiglia entrò in casa e io presi per mano l'altro bambino e lo portai a giocare con me. E' il ricordo più vivido che ho di lui. 

Un giorno però, al compimento dei miei 10 anni, ci fu un trasloco, se ne andavano per sempre, lui usciva dalla mia vita. Non avevo più nessuno con cui giocare, nessuno a cui confidare i miei segreti da bambini, nessuno a cui rubare le caramelle e tentare di affogare nella bassa piscina allestita dai miei. Nessuno con cui complottare alle spalle dei compagni d'asilo. Nessuno.

Ogni tanto, nelle mie giornate più scure un pensiero andava sempre a quel bambino che viveva vicino a me, dove sarà? Che fa? Si ricorda ancora di me? Ora ho 18 anni, non lo vedo da otto anni, la sua famiglia si trasferì a Doncaster per lavoro.

Harry era il mio migliore amico.

 

*Taaaadan, sono tornata:3*

Questa è la mia terza fan fiction:)

Il personaggio di questa è un po' diverso 

ed è venuta fuori da sola, spero possa piacervi

Un bacio -g 

xxx

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Capitolo 2
*** He's back. ***


Capitolo1. He's back.

-MARION!!- mi urla mia madre dal piano di sotto, era il momento di svegliarmi per il mio tragico primo giorno di scuola, ultimo anno del liceo, sia ringraziato il cielo. Urlo a mia sorella Carol di svegliarsi, almeno per stamattina sarò io ad occupare la sua mezz'ora in bagno. Mi guardo allo specchio, sono stata al mare cinque volte quest'estate con Mallory, la mia migliore amica, non ho preso uno straccio di abbronzatura, classica mozzarella londinese. Mi faccio una doccia e quando esco noto che i miei capelli si sono allungati tantissimo. La mia chioma rossa si distingue sempre nella mia famiglia, sono l'unica ad averla, mia sorella è bionda come mio padre, mentre io credo di aver preso da mia nonna, rossa naturale con gli occhi blu. Esco dal bagno, mia madre mi sta già urlando contro dicendo di darmi una mossa, un classico, il primo giorno di scuola è sempre una tragedia, mia sorella non va più a scuola, ma oggi comincia a lavorare e la mamma è più tesa di lei. Mi vesto, prendo il mio zaino e mi fiondo al posto davanti in macchina, rubandolo a Carol che mi lancia un occhiataccia, nostro padre ci guarda sorridendo, mentre svoltiamo noto che c'è un camion di traslochi, qualcuno si è trasferito nella vecchia casa degli Styles, dove viveva il mio migliore amico, Harry. 

-Papà chi sono?- dico a mio padre, indicando la casa

-Non ne ho idea, sono venuti mezz'ora fa, ma dei proprietari neanche l'ombra- dice lui e io annuisco.

Arriviamo a scuola in perfetto orario, e io come ogni anno corro nella piazzetta vicino la scuola, dove ad attendermi su una panchina c'è Mallory. Le corro incontro e ci abbracciamo, ci siamo viste due settimane prima, ma è come se non ci vedessimo dalla fine della scuola.

-Allora pronta per questo ultimo anno?- le dico

-Si, anche se sarà uno strazio, senti te lo dico già da ora, quest'anno partecipiamo al ballo, CON UN RAGAZZO! Non come ogni anno che siamo solo io e te.- dice lei

-Mal..guarda che ci siamo andate solo due volte in tutti gli anni.- dico io

-Si ma eravamo da sole, comunque ho parlato con la prof di matematica, ha detto che ci sono un sacco di nuovi arrivi, anche nella nostra classe.- dice e io sorrido, chissà magari ci faremo tanti amici, e magari riesco a beccare un ragazzo per il ballo. Restiamo ancora un po’ in cortile, nessuno di nuovo per ora, il che è una fortuna, ci ho messo tanto ad abituarmi ai miei compagni di classe, figuriamoci ad averne dei nuovi. Che poi la prof di Matematica abbia detto che ci siano nuovi arrivi è solo perché sta dietro ai pettegolezzi di alunni e professori, è la più giovane insegnante di tutte, ma a volte sembra solo una vecchia pettegola.

Entriamo in classe appena suona la campana e prendiamo i posti migliori, vicino la finestra e i termosifoni, per non subire il caldo estivo e il freddo invernale, strategico.

Entrano tutti, la smorfiosetta di Tiffany con le sue tirapiedi sfigate Jenny e Mitchell con la puzza sotto al naso,  e i nostri soliti compagni di classe con il secchione di turno Liam, Niall e Zayn, due soggetti a cui non si possono dare aggettivi, e infine entra la prof di matematica, stupida pettegola impicciona, per colpa sua un anno sono dovuta rimanere in classe a smistare i suoi 200 test, solo perché credeva che io avessi copiato da Mallory nell’ultima verifica, cosa non vera, dato che è sempre stato il contrario, ma è inutile ragionare con quella stupida vacca.

-Buongiorno ragazzi! Non cullatevi come al solito, quest’anno ci sarà da divertirsi!- dice con quella sua odiosa voce, se avessi un porto d’armi e la licenza la ucciderei senza esitazioni. Certo che ci sarà da divertirsi, per loro di sicuro, se potessero ci boccerebbero all'istante. Fa l’appello ma non riesce a finirlo.

Perché c'è ancora qualcuno, uno che non mi aspettavo, forse era in ritardo, è ovvio che lo sia, forse viaggiava da Doncaster da parecchie ore, ma non è solo, ha un amico con se, uno con la maglia a righe e un sorriso largo quanto una casa. Ma continuo a fissare lui, capelli ricci spettinati, occhi verdi, alto e fossette.

Harry Styles era tornato.


 

 

Come avete potuto leggere i membri 

della band ci sono tutti e cinque. 

Ma nei prossimi capitoli ad interagire

saranno solo due o tre:)

Hope you like it:)

-g xx

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Capitolo 3
*** L'amore è un'altra cosa. ***


Capitolo2. L’amore è un’altra cosa

Continuo a guardarlo, ma lui sembra non accorgersi di me, e quando incrocia il mio sguardo si ferma per un microsecondo ma sembra non riconoscermi, possibile che io sia cambiata tanto? Certo, negli anni avrò messo su qualche chilo e le mie forme sono cambiate, ma il mio viso? A me sembra sempre lo stesso.

Continuiamo a seguire i nostri professori, che ci ricordano che è il nostro ultimo anno e abbiamo gli esami, che dobbiamo studiare sodo o resteremo ancorati in quel buco per sempre, grandi prospettive insomma. Mallory nota il mio sguardo pensieroso, ho ancora la testa su Harry, ha preso con il suo amico i posti dietro al mio, mi chiedo solo a cosa stia pensando. Finalmente arriva l’ora del pranzo, Harry e il suo amico, Louis, escono fuori a mangiare un panino, mentre io resto dietro la porta a vetri che dà al cortile esterno, loro sono seduti, Harry ride, quanto mi è mancato quel sorriso. Ma adesso? Cosa faccio? Gli parlo o no? Prendo coraggio e apro la porta e mi dirigo a passo lento verso di loro. Sono a meno di un metro di distanza dalla panchina quando Harry alza lo sguardo verso di me.

-Ci conosciamo?-chiede

-Uhm, ecco, io sono Marion, Marion Evans.-dico

-Quella ragazzina che abitava vicino a casa mia?- chiede ancora, sembra stia ricordando

-Si, da piccoli ci facevano giocare insieme.-dico sorridendo

-Ma certo!- esclama lui, alzando le braccia. –Mi sembrava di ricordarti! È un piacere rivederti!Sei cambiata moltissimo!- continua

-Anche per me è un piacere.- dico, con voce abbastanza malinconica

-Oh, io sono Louis, Tomlinson, piacere.- interviene l’altro ragazzo

-Piacere!- esclamo stringendo la mano a Louis. In cortile arriva anche Mallory e la presento ai ragazzi. Quando torniamo a casa a piedi, Harry mi racconta un po’ quello che gli è successo in questi otto anni, si erano trasferiti a Doncaster perché suo padre era stato trasferito lì, a scuola aveva conosciuto Louis ed erano diventati grandi amici, un anno fa i suoi genitori divorziarono e lui si è trasferito con la madre, la sorella e Louis nella vecchia casa vicino la mia, e inoltre si era fidanzato e forse era quella la cosa che mi aveva fatto più male di tutto il racconto. Lo saluto mentre sono sulla soglia di casa e rientro, mia sorella non è ancora tornata e i miei genitori lavorano fino al tardo pomeriggio e mi tocca restare da sola, ma siccome non ne ho voglia dopo pranzo prendo il mio cellulare ed esco. Vado al parco, come sempre e mi siedo sulla panchina che da sul laghetto, dopo circa 10 minuti qualcuno si siede vicino a me.

-Louis!- esclamo, lui mi saluta con un cenno della mano e scuote il ciuffo.-Come mai qui?- gli chiedo

-Non avevo niente da fare, Harry è uscito con sua madre per fare spese per la casa e non mi andava di andare con loro..- dice lui

-Capisco,tu conosci la ragazza di Harry?- gli chiedo

-Come mai ti interessa di lei?- mi chiede sorridendo

-Uhm, così, tanto per sapere..- mentisco io

-Certo come no, comunque si, la conosco, si chiama Judith, ha 20 anni ed è una bionda montata di Doncaster nata però in America, una poco affidabile insomma.- racconta lui

-Wow, però, un bel tipo.- dico io fissando quello che ho davanti

-Non preoccuparti, si lasceranno prima o poi, ed Harry si accorgerà di te.- mi dice

-Nemmeno mi conosci, come fai a dire queste cose?-

-Ogni volta che senti il nome di Harry ti brillano gli occhi, e poi da quando avete parlato oggi lui mi ha parlato molto di te, si vede che avete molto in comune..-

-Ma questo non basta Louis, l’amore è un’altra cosa, non è avere qualcosa in comune, una volta sembrava quasi attratto da me, per quanto fossimo piccoli, adesso ha uno sguardo distante, io non so più niente di lui e lui non sa più niente di me, non sarà mai più come prima.- dico io

-Ne parli come se fosse una tragedia, Marion, vi siete rivisti oggi dopo otto anni,è normale che sia così, ma con il tempo recuperate quello che avete perso, vedrai. E in ogni caso ci sono io.-

-Come scusa?-

-Sono ancora single, e quindi sei non puoi avere lui, avrai almeno me!- dice sorridendo

-Sai, ti ho conosciuto oggi ma già ti odio.- dico io alzandomi

-Si, ti voglio bene anch’io.- dice lui ridendo, il tempo è scaduto però, devo tornare a casa, lo saluto e mi incammino verso casa. Rifletto su quello che Louis mi ha detto,  dopotutto io ed Harry ci siamo rivisti solo oggi, le cose possono ancora cambiare.

 

Scialla belli:3

Louis come al solito ironizza,lol

Ringrazio tutti quelli che hanno letto e recensito!

Siete degli angeli:3

xx -g

 

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Capitolo 4
*** Litigata. ***


Capitolo3. Litigata

Cosa fai quando è inverno e fa troppo freddo per uscire fuori? Resti a casa ovvio.

Questo non è il pensiero di Mallory.

È un ghiacciato pomeriggio di Novembre quando Mallory mi telefona obbligandomi ad uscire con lei, non ho scelta se non accettare o mi telefonerà per tutto il pomeriggio e me lo rinfaccerà per settimane. Lei è già fuori che mi aspetta e in poco tempo andiamo al McDonald più vicino, almeno dentro è caldo. Prendiamo i nostri soliti menù ‘leggeri’ e prendiamo il tavolo più appartato.

-Allora, che mi racconti? A scuola non si può mai parlare in santa pace dannazione.- chiede lei, rosicchiando una patatina

-Ieri ho litigato con Harry.- dico ricordando il giorno prima

-E perché?- chiede lei e io iniziai a raccontare:

-L’ho telefonato per uscire, non mi andava di restare da sola perché Carol è partita con il suo ragazzo a Berlino, lui ha accettato, ma già al telefono aveva un’aria seccata. Siamo andati un po’ in giro e poi ci siamo seduti in un bar a parlare. Non so come mi è venuto in mente ma gli ho chiesto perché non mi avesse più cercata, insomma esiste Facebook, Twitter, un modo per trovarmi c’era. Lui però è rimasto sul vago, cose tipo “non avevo tempo ecc.” Poi ad un tratto si è arrabbiato, dicendo: “ma cosa credi che io in questi otto anni mi sia divertito? Per te è tutto facile! Potevi anche cercarmi tu se ci tenevi tanto! Io ho avuto un sacco di problemi con la mia famiglia e il resto!” Non sapevo che fare e mi sono limitata a tacere, poi mentre tornavamo non so come diavolo mi è venuto in mente ma ho tentato di baciarlo e lui mi ha detto che tra noi non potrebbe esserci niente se non una semplice amicizia. Fine.-

-Merda. E adesso?- dice lei

-Niente, non lo sento da ieri pomeriggio.- dico io

-Telefonalo no?-

-Ma..- comincio io

-Niente “ma” telefonalo e basta, perché se non lo fai tu lo faccio io.- mi interrompe lei.

-E va bene! Tu piuttosto..che mi dici?-

-Zayn mi ha chiesto di uscire e io sono tipo al settimo cielo. Niente di che insomma.- dice lei tutta sorridente

-Fico, buona fortuna allora.- le auguro io. Continuiamo a parlare e a fine serata torniamo a casa. Sono sul letto quando vedo il telefono sulla scrivania, non chiamarlo adesso potrebbe significare perderlo, ma se invece lo faccio, forse ho ancora una speranza. Mi alzo di forza, prendo il telefono e compongo il numero che già conosco a memoria, squilla.

-Harry..- dico

-Scusami Marion, non..non avrei dovuto trattarti in quel modo..- dice lui

-No, scusami tu, non avrei dovuto tentare di baciarti.-dico, e senza esitare riattacco. Almeno mi sono scusata, combinando il danno di sbattergli il telefono in faccia. Pazienza, non ne combino una giusta.

Il giorno dopo la nostra scuola sprizza di gioia, i nostri professori e i muri ci hanno “annunciato” del ballo che sarà naturalmente prima delle vacanze di Natale. Entro in classe evitando lo sguardo di Harry, è vero mi sono scusata per quello che era successo, ma non per avergli sbattuto il telefono in faccia ieri sera, mi siedo e vedo che Mallory ha un sorriso enorme e le chiedo il perché, ma lei mi tiene sulle spine dicendo che me lo avrebbe detto quando saremmo state per conto nostro. Quando scendiamo per pranzare, muoio dalla voglia di sapere cosa le è successo e riapro l’argomento.

-ZAYN MI HA INVITATA AL BALLO!.- dice lei tutta allegra e sorridente, si vede proprio che muore dalla gioia

-Tutto qui?- dico io scherzosamente

-Certo! E tu piuttosto? Risolto con il riccio?- dice lei, alludendo ai capelli di Harry

-Si e no.- dico

-Come si e no? Non lo hai chiamato?- dice lei

-Si l’ho fatto, e mi sono scusata per l’altro giorno ma..- mi blocco

-Ma?- dice

-Gli ho chiuso il telefono in faccia appena ho finito di parlare.- dico e noto il suo sguardo.-Non picchiarmi, ero arrabbiata per quello che avevo fatto e non ci ho nemmeno pensato!- continuo

-E quando hai intenzione di parlarci? Tra altri due giorni?- dice lei

-Boh, ringrazio solo che domani sia domenica, almeno starò lontana da tutto e da tutti chiusa in camera mia.- dico e Mallory alza gli occhi al cielo. 

 

Mi odio da sola quando scrivo

dei capitoli così corti,

questo alla fine serviva solo per 

"annunciare" il ballo e la storia della

litigata tra i nostri due eroini-ini-ini.

un bacio -g

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Capitolo 5
*** Un otto al contrario. ***


Capitolo4. Un otto al contrario.

Grazie al cielo la Domenica posso restare in pace senza che nessuno mi rompa le scatole, ma verso mezzogiorno devo rimangiarmi questo pensiero.

Sono in camera mia quando sento suonare il campanello, scendo giù correndo e apro la porta, è Harry.

-Oh, ciao..- dico io

-Ciao.- dice lui.- Senti siccome Louis e mia madre sono a Doncaster per alcune commissioni, e non mi va di restare da solo, ti va se andiamo da qualche parte?- chiede, io resto lì a fissarlo e intanto ci penso, massì.

-Dammi solo il tempo di cambiarmi, non posso uscire in tuta.- dico e lo faccio entrare. Intanto vado a cambiarmi, metto una gonna con dei pantacollant e un maglioncino, lego i capelli e usciamo. Harry ha la sua solita aria persa nel vuoto, ma quando suona il suo cellulare il suo sguardo sembra illuminarsi, con la coda dell’occhio leggo “Judith”, certo, la sua ragazza. Quando lei lo chiama siamo davanti allo Starbucks, e io sto gelando lì fuori, ma i toni fra Harry e la sua ragazza sembrano abbastanza accesi e non voglio che tutti quanti si girino a guardarci nel locale. Quando finisce la telefonata Harry sembra abbastanza abbattuto.

-Va tutto bene?- gli chiedo quando siamo seduti al tavolo

-Per niente.- dice lui

-Problemi con la tua ragazza?- dico mentre il cameriere ci porta il nostro pranzo

-Già.- dice lui cercando di troncare il discorso

-Ti va di parlarmene?- chiedo

-E’ una lunga storia…- dice

-Ho tutto il tempo che vuoi.- dico io sorridendo

-Ok, non ho più scuse, diciamo che a Judith non è andato giù il fatto che io sia tornato qui, lontano da lei, poi si è arrabbiata solo perché quando eravamo a Doncaster non volevo che uscisse con troppi ragazzi, insomma siamo a ferri corti da un pezzo, ho cercato di ricostruire il rapporto ma niente, e ora ci siamo presi una pausa.- racconta lui

-Vi siete?- dico io

-Si è presa una pausa..non volevo contraddirla come al solito..- dice lui

-Wow..- mi limito a dire io

-Non è una gran cosa. A volte avrei voglia di troncare, solo che..mi dispiacerebbe ecco..- dice

-Oh, ti capisco, ma certo non puoi stare con una persona con cui ti trovi male.- dico

-Già, devo trovare una soluzione.- dice e intanto il cameriere ci porta il nostro pranzo, mangiamo in silenzio e ogni tanto accenniamo a  qualcosa. Sembra così serio quando mangia, sarà anche per il litigio con la sua ragazza. Finito di pranzare, usciamo e facciamo un giro per le strade. Stiamo per tornare a casa, quando una donna anziana, all’apparenza molto povera, con un cesto pieno di braccialetti, mi prende per un braccio e mi fissa in modo strano, prima me e poi Harry.

-Forse vuole che tu scelga un bracciale.- azzarda Harry, così senza parlare inizio a frugare tra i bracciali, la mia mano si blocca nella presa della donna, mi ha fermato su un bracciale di cuoio nero con un piccolo pendente d’argento attaccato sopra, è un otto al contrario, il simbolo dell’infinito.

L’anziana donna  lascia la presa sul mio polso e la allontana dal cesto, io e Harry ci guardiamo, senza capire il senso dei suoi gesti, finchè finalmente non decide di spiccare qualche parola.

-Prendete.- dice prendendo due di quei bracciali  e dandoceli. –Sono dei portafortuna, ma non solo, segnano un legame.- continua

Io guardo Harry, ha uno sguardo perplesso, come se avesse sentito le sue parole ma non sa cosa significhino.

-Siete più di quello che credete, c’è qualcosa di più profondo tra voi.- continua, questa cosa mi ricorda tanto le scene di quei film, in cui vecchi mendicanti si mettono a parlare del rapporto tra le persone che hanno davanti per poi scomparire nel nulla. Guardo di nuovo Harry e poi mi rivolgo alla donna prendendo i bracciali.

-Quanto le dobbiamo?- chiedo

-Nulla, è un regalo, conservatelo.- ci dice, per poi prendere il suo cesto e scomparire dietro l’angolo. Intanto io ed Harry siamo ancora impalati lì come due salami a guardare i braccialetti, guardo meglio il mio, alla chiusura c’è una piccola letterina, una M, prendo quello di Harry e sul suo c’è una H.

-Guarda.- dico ad Harry mostrando le due lettere.

-Wow.- dice lui

-Mi aspettavo un commento un po’ più entusiasmante, comunque, credi sia una coincidenza?- dico io

-Uhm, può darsi.- dice continuando a fissare il suo bracciale. –Mi aiuti a metterlo?- chiede e io premo il bottoncino per chiudere il bracciale, e dopo metto il mio.

-Andiamo a casa?- chiedo e lui annuisce, per tutto il tragitto del ritorno non spicca una parola, come se quell’incontro lo avesse scosso, anche io d’altronde non facevo altro che pensarci, quella donna ha parlato come se ci conoscesse, e quelle lettere sui braccialetti? Non so cosa pensare, durante tutta la notte non faccio altro che girarmi e rigirarmi nel letto, anche la più piccola traccia di sonno viene scacciata da quelle immagini, mi chiedo solo se Harry riesca a dormire. Mi alzo dal letto e dalla finestra della mia camera guardo in direzione della sua finestra, la luce è accesa, e sono le due di notte passate, vedo la sua ombra attraverso la tendina, va avanti e indietro per la stanza, finchè non lo vedo alzare il braccio e abbassare la testa, torno indietro verso il mio letto.

-Buonanotte Harry.- sussurro.

 

Tessori :3 

Vi sto aggiornando in fretta, lol

Coomunque, in questo capitolo si capisce

il perchè del titolo della storia. 

Per chi non ci arrivasse, 

Bianco su nero, si riferisce al bianco 

dell'argento del pendente del bracciale

e il nero al cuoio su cui è attaccato.

Come fantastico ah? Grazie a tutti 

per le recensioni. Un besssossss

xx -g

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Capitolo 6
*** Queste cose le studi la notte? ***


Capitolo 5. Queste cose le studi la notte?

La scuola è in subbuglio, tra due settimane esatte ci sarà il ballo di Natale e tutte le ragazze e i ragazzi sono alla ricerca del partner perfetto. Harry si è lasciato da un paio di settimane con la sua ragazza, me lo ha comunicato prima Louis perché sapeva che la cosa mi interessava e inoltre ha dovuto anche consolarlo per un’intera giornata, e poi me lo ha comunicato Harry la sera stessa, aveva bisogno di una ragazza per parlarne come si deve, come aveva detto lui al telefono: Ho bisogno anche di te per superare questa cosa, sei l’unica ragazza con cui possa parlarne.

Lo presi come un complimento e un ritorno ai vecchi tempi, forse il rapporto per lui era rimasto lo stesso, ma per me no, volevo di più, sapere della sua storia con Judith mi aveva fatto star male, perché lo volevo tutto per me. Era egoista lo so, ma non volevo reprimere i miei sentimenti e star male e mi sembrava che questo ballo potesse essere un’occasione da sfruttare.

Al break, scendo giù e chiamo Louis.

-Ehi Marion , dimmi- dice subito lui

-Vai al ballo?- gli chiedo

-Si, ma sono da solo ,avevo pensato di chiederlo a Tiffany ma non l’ho ancora beccata.-

-Tiffany?La mangiatrice di uomini?- dico io  a bocca aperta

-Avanti, è dannatamente sexy.- dice lui allargando le braccia

-Ok, come non detto, Harry va con qualcuno?- gli chiedo

-No, è libero come l’aria in tutti i sensi.- dice sorridendo e mi incita di voltarmi e di andare, c’era Harry in corridoio. Vado verso di lui

-Ciao!- mi saluta

-Ciao! Pronto per questo ballo?-  chiedo

-Beh più o meno.- dice lui

-Senti, ti andrebbe di venirci con me?-  gli chiedo prima che io possa pentirmi di averlo detto

-Ehm ,sai..un’altra me l’ha già chiesto e..e ho accettato.- dice lui, sta mentendo, glielo leggo in faccia, ma faccio finta di nulla.

-Non preoccuparti, fa nulla.- dico, e poi parliamo un altro po’ e io me ne vado, mi ha mentito spudoratamente, e la cosa più buffa è che io già sapevo la verità, perché se una ragazza avesse chiesto ad Harry di andare al ballo, immediatamente Louis e quindi anche io, lo avremmo saputo, ma invece nessun fiato. Vado da Mallory decisa a trovare una soluzione

-Mal, sono indecisa, lo faccio ingelosire o vado lì e lo faccio pentire?- chiedo, muoio di vendetta dentro di me.

-Perché non entrambi?- dice lei, sfoggiando un invidiabile sorriso malefico

-Allora, vado al ballo con un altro?- dico

-Fingi di andare al ballo con un altro, lo fai sapere un po’ in giro, così lui intanto si ingelosisce e poi al ballo lo seduci per bene.- dice lei, come se stesse progettando un piano degno dei servizi segreti

-Ti ho già detto che ti voglio bene?-dico –Come facciamo però a farlo sapere in giro?- chiedo e come se lo avesse voluto il destino ci passa davanti Tiffany, la pettegola della scuola, se lo dico a lei, lo viene a sapere anche il presidente degli Stati Uniti d’America. Vado nella sua direzione e la fermo, per una volta non è circondata da quelle due sfigate.

-Ciao nullità.- mi dice lei

-Ho bisogno di una mano. Ti prometto che in cambio ti farò un favore.- le dico

-Sentiamo.- dice lei in tono altezzoso

-Tu sei la voce della scuola e ho bisogno che tu faccia girare la notizia che io vado al ballo con …uhm..Niall.- dico, accidenti non avevo ancora trovato un altro che mi reggesse il gioco.

-Questo è darmi della pettegola, ma comunque, fammi indovinare, questa voce deve arrivare alle orecchie di Styles, giusto?-  dice lei sorridendo sotto i baffi

-Afferrato, cosa posso fare per te?- le dico

-Non ho ancora accettato! Ma va bene, fa in modo che io vada al ballo con Louis.- dice lei in tono di minaccia, chi lo avrebbe mai detto.

-Aggiudicato, domani Louis ti chiederà di andare al ballo, grazie.- le dico e corro via prima che possa cambiare idea, missione compiuta, ora devo solo sperare che Niall mi regga il gioco. Per una fortunatissima combinazione Niall è in corridoio, e sembra stia per tornare in classe ma riesco a fermarlo, e gli racconto del mio piano.

-L’hai architettato di notte per caso? Comunque ci sto. Dirò alla ragazza con cui andrò di tenere la bocca chiusa fino alla sera del ballo, e sai sei fortunata, ha anche lei i capelli rossi, solo un po’ più corti.- è la sua risposta

-Oh grazie, non so come ringraziarti davvero!- dico io

-L’hai appena fatto.- dice lui sorridendo e mi da un bacio sulla guancia. Mentre sto per voltarmi per andare via vedo Harry, sulle scale infondo al corridoio che ci guarda, sembra che Tiffany sia stata più veloce del previsto. La conferma mi arriva quando nel pomeriggio invito Mallory a casa e lei mi chiede impazzita se è vero che io ci vada con Niall, ma le spiego il piano.

-Harry crederà che io vada al ballo con Niall, invece lui ci andrà con un’altra, io mi vestirò da perfetta sconosciuta, tanto tutti avremo delle maschere, e ne approfitterò.- dico io, fiera della mia idea.

-Ehi Cenerentola, cosa ci guadagni tu se vai da Harry come una sconosciuta?- chiede lei, e in effetti non ci avevo ancora pensato.

-Io nulla, a parte vendicarmi.- dico io

-Beh, contenta tu.- dice lei perplessa. Mentre studiamo telefono Louis per dirgli di chiedere a Tiffany di andare al ballo e anche lui un po’ incredulo accetta. Dopo un’oretta mi arriva un messaggio, da Tiffany:                Grazie nullità. xx

 

Quando si dice scendere a patti con il diavolo, lol

Hope you like it:)

xx -g

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Capitolo 7
*** Operazione Cenerentola?Conclusa. ***


Capitolo 6. Operazione Cenerentola? Conclusa!

“Buongiorno gente dell’Upper East Side” direbbe Gossip Girl.

“Marion fila a scuola.” Urla mia madre.

Lo svolgimento della mia travagliata vita procede con un Harry (geloso) che mi tempesta di domande su me e Niall, Mallory che mi ripete che non concluderò nulla con il mio folle piano che ha gentilmente ribattezzato “Operazione Cenerentola”, Louis che si chiede come Tiffany abbia ceduto senza esitazioni al suo invito e la mia coscienza, che dice che manca una settimana al ballo e non posso più tirarmi indietro.

Devo ancora trovare un vestito decente, e la cosa mi mente abbastanza ansia, perché se non ho un vestito come si deve, non faccio nulla. Per cui un pomeriggio decido di farmi un giro tra i negozi. Provo vestiti di ogni genere, uscendo delusa da ogni negozio, finchè non me ne rimane uno solo, confido almeno in quello, è la mia ultima speranza. Finalmente trovo il vestito perfetto, la mia scelta ricade su un vestito lungo lilla, con una fascia sulla vita dello stesso colore, solo un po’ più scura, la parte superiore del vestito è senza spalline ed è ricoperto da brillantini lilla e argento. Insieme al vestito prendo delle scarpe non molto alte e una maschera che copre gli occhi, bianca. Appena tornata a casa mando un MMS a Mallory con la foto del vestito e lei ne è entusiasta.

Arriva il fatidico giorno del ballo e io sono più agitata che mai. La mattina frequentiamo a scuola normalmente e nel pomeriggio ognuno si prepara per conto suo, per poi ritrovarsi alle 20 a scuola, per il ballo. Io mi preparo a casa mia con Mallory. Arriccio i capelli sia a me che a lei. Mettiamo i vestiti e le scarpe, il suo vestito è rosso, con dei ricami neri e arriva fino alle ginocchia ,le sta benissimo, guardandola mi accorgo di quanto è bella, la mia migliore amica. Ha i capelli neri scurissimi, gli occhi verdi, la pelle abbastanza chiara e le fossette, come me, e sorride sempre, anche nei momenti più bui ha sempre un sorriso da regalare a tutti. Ci prepariamo e come ultimo tocco ha portato due coroncine da mettere.

-Tanto per concludere la tua operazione Cenerentola, tesoro.- dice

Mio padre ci accompagna a scuola, che è diventata un posto meraviglioso. E’ tutta allestita a tema per il ballo, con striscioni e palloncini. La sala da ballo non è altro che il nostro atrio, e se qualcuno vuole prendere un po’ di fresco la porta dà sul cortile della scuola, anch’esso reso bellissimo da qualche alberello in più e qualche luce fioca. Entriamo e vediamo che c’è tutta la scuola al completo, e una folla si è già radunata, lascio che Mallory vada da Zayn e intanto cerco Harry  tra la folla, per caso guardo il mio braccio e noto di avere il braccialetto, quello con il simbolo dell’infinito, ma non lo tolgo.  Vedo solo Niall e gli faccio un cenno di saluto con la mano sorridendo e lui ricambia. La musica inizia a farsi più forte e comincio a muovermi a ritmo, cercando Harry con lo sguardo, finchè non mi scontro di schiena con qualcuno, è lui. Mi volto e vedo che mi sta osservando, è senza maschera, la regola infatti vuole che tutti i maschi siano senza maschera, le ragazze invece tutte con la maschera, un bel vantaggio insomma. Ci mettiamo a ballare insieme finchè lui non mi trascina fuori.

-Ci conosciamo?- mi chiede

-Dovremmo?- rispondo io

-Sei di questa scuola?- mi chiede ancora

-Può darsi, ma devi sapere che mi piace molto imbucarmi alle feste.- dico io, la mia voce non si distingue bene in tutto quel trambusto e per me è un vantaggio, la canzone cambia, parte “She will be loved”, la mia canzone preferita.-Balleresti con me? E’ la mia canzone preferita.- gli chiedo, e lui annuisce, mi posa una mano su un fianco e con l’altra prende la mia mano. Balliamo. Verso la fine poso la mia testa sul suo petto, sento battere il suo cuore anche sotto quella musica assordante. Il calore delle sue mani e il suo respiro profondo mi trasportano a ritmo di musica.

Aimè, finisce la canzone e rintocca la mezzanotte, Harry mi guarda negli occhi attraverso la mia maschera, ho paura che possa scoprirmi e sentirsi tradito. La musica ora è quella di Taylor Swift, le dolci note di Enchanted risuonano nella sala, ma non posso più trattenermi, ci vorrà poco prima che Harry scopra la verità guardandomi a fondo, per cui lascio la sua mano e  corro fuori, lui mi viene dietro.

-Ma dove vai?- mi chiede inseguendomi

-Mi dispiace.- dico io, scuoto la testa e gli vado incontro stampandogli un bacio sulle labbra.-Scusa, è stato bellissimo stare con te.- gli dico e scappo via. Lasciandomi qualcosa dietro però.

Come poteva terminare l’Operazione Cenerentola? La sconosciuta che fugge dal ballo, perde la scarpa, un classico. Mi volto a guardare la scarpa, vedo che però Harry mi ha quasi raggiunto e corro via.

E’ durata così poco.

Mando un messaggio a Niall:

Grazie per avermi retto il gioco, ti devo un favore.

Dopo poco mi risponde:

Nulla dolcezza.

Mi siedo su una panchina del parco. Mi tolgo la scarpa e la maschera e resto a fissarle. Mi sento così vuota.  

-Qualcuno si è perso il principe.- dice una voce alle mie spalle. Mi volto a guardare.

-E tu Niall? Ti sei perso la principessa?- dico a Niall, spuntato dal nulla

-Mi ha abbandonato, non fa per me, si era vestita come te sai?- dice lui

-Wow.- dico io

-E il tuo principe?- mi chiede

-E’ con una scarpa numero 37 alla ricerca di una sconosciuta.- mi limito a dire io

-Una perfetta Cenerentola.- dice sedendosi accanto a me

-Già, aveva ragione Mallory, questa bravata non mi è servita a nulla, mi sento solo più sola e vuota, ora lui magari si è innamorato di una sconosciuta, non di me, non  ci ho guadagnato niente, ho solo contribuito ad allontanarlo da me.- dico, rendendomi conto di quanto sia stata stupida.

-Non sei sola, e poi se è destino Harry si accorgerà di te.-dice

-Posso poggiarmi sulla tua spalla?- gli chiedo, non so da dove mi sia venuta questa cosa, ho solo bisogno del calore umano, quello che ho perso lasciando Harry lì. Lui annuisce e mi poggio sulla sua spalla. Restiamo lì per un po’.

-Vuoi che ti accompagni a casa?- mi chiede

-Ok.- dico io

-Vuoi andare in giro scalza?- mi chiede, facendomi notare che sono senza scarpe

-Beh? L’ho fatto altre volte.- dico io sorridendo, ci incamminiamo verso casa mia. E’ inverno e fa molto freddo, Niall se ne accorge e mi da la sua giacca.

Arriviamo davanti casa mia.

-E’ stato un piacere accompagnarti.- dice lui

-Grazie mille, non so davvero come ringraziarti.- dico

-Nulla, non c’è problema.- dice lui, gli restituisco la giacca e tanto per ringraziarlo, gli rifilo un bacio sulla guancia. Mi saluta sorridendo e se ne va. Niall è un ragazzo così dolce, viene definito il belloccio della scuola, ma non è così, a volte soffre ad essere sempre al centro dell’attenzione. Ha avuto un sacco di delusioni con le ragazze, in questi anni l’ho conosciuto molto bene e so com’è fatto. Sa come trattare una persona, ma nessuno ha saputo trattare lui.

Mentre apro il cancello per entrare con la coda dell’occhio guardo la finestra di Harry, lui è lì che guarda verso di me. Chissà se sta ancora pensando alla sconosciuta, che gli ha dato un bacio ed è scappata via. Con un cenno della mano lo saluto e lui ricambia. Salgo in camera mia e metto la scarpa sulla finestra. Lui non la vedrà mai da lì, ma so che anche lui ha conservato l’altra. Sarà il mio piccolo segreto, dopotutto, chi è che non ha segreti?

 

Beh, che dire, amo questo capitolo, lol

E amo anche tutte quelle belle stelline

che recensiscono e che seguono! 

Grazie a tutti!

xx -g

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Capitolo 8
*** I want ***


Capitolo7. I want.

Risveglio traumatico il mio. Avrei preferito non svegliarmi proprio, ho ancora la testa che mi rimbomba di musica, appena mi sveglio noto che la tapparella della mia camera è stata alzata, già è domenica. Guardo nella camera di mia sorella, c’è la valigia per terra, metà dei vestiti buttati all’aria, scarpe dovunque, Carol è tornata da Berlino. Spunta fuori dal bagno con la sua chioma dorata.

-Buongiorno, da quand’è che sei qui?- le chiedo

-Si, grazie per il bentornata, comunque sono qui dalle 5.- dice lei

-Sorry, bentornata!- le dico e la abbraccio. Nonostante sia una gran rompiballe, la amo con tutta me stessa. Entro in bagno e mi guardo allo specchio, ho ancora il trucco di ieri sera, mezzo sbavato, i capelli appiccicati di lacca e uno sguardo di chi ha preso una botta in testa. Non è andata poi così male infondo, ma proprio infondo però. Dopo essermi fatta una doccia, torno in camera e guardo la finestra, la scarpa è ancora lì, illuminata dai pochi raggi di sole di oggi,  per un attimo guardo il mio polso con il braccialetto nero, mi chiedo se l’avrà visto.

Scendo giù e vedo che Harry è in giardino per cui esco e vado a salutarlo.

-Buongiorno.- mi dice salutandomi con la mano

-Giorno a te.- dico

-Allora com’è andata ieri sera?- mi dice avvicinandosi al mio recinto

-Ah, lasciamo perdere, uno strazio, tu piuttosto?-gli chiedo

-Se sali su te lo racconto.- mi dice e annuisco, faccio il giro ed entro in casa sua. Saliamo nella sua camera, è abbastanza ordinata, per lo standard di un ragazzo, guardo un po’ in giro, e poi guardo la finestra per guardare come si vede la mia da lì, sul davanzale, lui ha messo la mia scarpa, quella che ho perso. Mi avvicino e la prendo.

-E questa?- chiedo io, brandendo la scarpa in aria

-E’ di questo che volevo parlarti.- dice – Vedi ieri sera al ballo ho conosciuto una tizia, abbiamo ballato per un po’, ma poi mi ha baciato ed è scappata.- continua

-E questa che c’entra?- dico, posando la scarpa

-L’ha persa mentre fuggiva, mi aiuteresti a ritrovarla?- dice

-Ma cosa sai di lei?- chiedo, come se non sapessi già la risposta a tutte queste domande

-Un bel niente.- dice

-E ora cosa hai intenzione di fare? Andare in giro per Londra a cercare una ragazza che porta un 37?- dico

-Cos’altro posso fare? Mi ha colpito davvero.- dice

-Beh, vedrò di aiutarti, ok?- dico e lui annuisce. Mentre parliamo ancora arriva una chiamata sul mio cellulare. È Niall. Accidenti. Rispondo..

Ciao, senti sei libera oggi? Mi chiede lui, va dritto al sodo lui.

Uhm, beh si..rispondo

Ti andrebbe di uscire? Chiede ancora

Va bene dico

-Niall?- mi chiede Harry

-Già.- dico, ci salutiamo e torno a casa.

Nel pomeriggio Niall passa a prendermi, a piedi e andiamo un po’ in giro. Mi racconta un po’ di lui, come se non ne sapessi già abbastanza. E’ un bel pomeriggio dopotutto e lui è uno a cui nessuna ragazza della scuola rifiuterebbe un appuntamento.

Nelle settimane seguenti Niall mi chiede più volte di uscire, io non me la sento di dirgli di no, è stato così carino e gentile con me, e mi sembrerebbe ingiusto.

Finchè un giorno però mi bacia.

Mi ha portato da McDonald, abbiamo preso un panino e abbiamo mangiato. Siamo usciti a prendere un po’ d’aria, perché dentro la puzza di fritto stava iniziando a darci alla testa, fuori intanto un acquazzone aveva colto tutti quanti di sorpresa, e anche noi.  Sulla strada del ritorno ci rifugiamo sotto ad un portone, prima di prenderci una polmonite entrambi, avremmo aspettato che il temporale allentasse. Così ci mettiamo a parlare un po’, ma mentre parliamo mi bacia, cogliendomi di sorpresa, per un attimo resto immobile, ma poi mi tiro subito indietro.

-Scusa.- mi dice –Non avrei dovuto.-

-E’ che, non sei tu..sono io.- gli dico

-Lo so, è per Harry vero? Tu non lo sostituirai mai.. dovevo saperlo che per te c’è solo lui.-  dice

-Scusami.-  gli dico, intanto è cessato il temporale, e lui mi riaccompagna a casa, in silenzio.

Vorrei dirgli che mi dispiace di averlo illuso che tra noi potesse esserci qualcosa, che io potrei anche amarlo, che potrei baciarlo ogni secondo, ma non posso.

Vorrei solo non essere innamorata di Harry Styles.

Vorrei non amare i suoi occhi, il suo sorriso, le sue fossette, la sua voce. Perché è un amore che mi fa soffrire, perché sento che lui non mi ricambia, che sarò sempre e solo io a pendere dalle sue labbra e a sperare che un giorno sia solo mio. Ogni giorno diventa una tortura, perché appena lo vedo devo sintonizzare il mio cervello sul canale: solo amici. Non voglio che sia così.

A volte vorrei non averlo mai conosciuto, vorrei che non fosse mai tornato.

 

 

 

Ho l'impressione che leggendo il prossimo 

capitolo mi odierete. Spero di no :o

Grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono, 

siete degli angeli!

Hope u like it:)

xx -g

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Capitolo 9
*** Un gioco pericoloso ***


Capitolo 8. Un gioco pericoloso

 

And they say

She's in the Class A Team

Stuck in her daydream

Been this way since 18

But lately her face seems

Slowly sinking, wasting

Crumbling like pastries

And they scream

The worst things in life come free to us

Cos we're just under the upperhand

And go mad for a couple of grams

And she don't want to go outside tonight

And in a pipe she flies to the Motherland

Or sells love to another man

It's too cold outside

For angels to fly

Angels to fly

 

Natale e Capodanno sono passati così in fretta, le vacanze sono durate pochissimo, e oggi si torna a scuola.

Il mio umore? Pessimo.

Non ho riso una volta in queste due settimane. Perché? Sempre lui.

Mi ha parlato pochissimo, e quando gli ho chiesto perché, mi ha detto che era occupato a cercare la sua sconosciuta, mi è sembrato troppo crudele sbattergli in faccia che quella stupida versione moderna di Cenerentola ero io, ma più ci penso e più me ne pento. Di notte la mia rabbia si tramuta in pianto. Sto male, sto male ogni giorno perché lo amo.

Si può star male perché si ama? Si, ne ho la conferma.

Il ritorno a scuola è uno strazio. Mallory cerca di tirarmi su, ma neanche lei ci riesce, Niall si è allontanato da me, ha fatto bene. Sembra che tutti quelli che mi frequentano si stanchino in fretta di me. La scuola non fa altro che aumentare la mia depressione. Se ne accorgono tutti ormai. E puntuale come un orologio svizzero c’è lui, il tossico della scuola, o per come fa sapere lui, ex tossico. Ma lo sanno tutti che Jeremy spaccia all’interno della scuola, tutti anche preside e professori, ma non gli fanno nulla perché si dice che l’anno scorso il padre abbia minacciato il preside con un coltello, se avrebbe sospeso o espulso Jeremy, non sarebbe finita bene. Per quanto ne so ora il padre è in carcere per rapina e omicidio. Ben gli sta.

-Ehi, signorina depressione.- mi schernisce lui

-Cosa vuoi?- gli chiedo

-Quella dovrebbe essere la mia battuta non credi? Sei così giù ultimamente.- dice

-Pensi di vendermi quelle schifezze? Te lo sogni.- cerco di troncare io

-E chi ha detto niente. Sei tu che pensi male.- dice

-E allora sparisci, qui non c’è niente per te.- dico, facendogli cenno di andar via

-Io però ho una cosa per te, senza impegno. Tieni.- mi apre la mano e ci ficca un sacchettino con della polverina bianca, mi sorride e se ne va. Ma cosa crede? Che io mi metta a drogarmi? No, mai.

Ma qualcosa mi spinge a non gettare nella spazzatura quel sacchetto. Lo metto in tasca e torno alle mie cose. Giorno dopo giorno mi accorgo della lontananza di Harry. La cosa mi fa soffrire, mi butta giù, mi deprime, mi uccide.

Quando ero piccola mia madre mi proibiva di guardare i film con il bollino rosso, diceva che la roba che facevano vedere non era per me. Io invece mi sedevo sulle scale dove non poteva vedermi nessuno, e restavo a guardare il film. Cosa facevano vedere? Niente di che. Gente che si drogava, che buttava persone dal decimo piano di un palazzo, cadaveri insanguinati e ferite, non mi hanno fatto mai impressione.

Cosa centra? Nulla lo so. Negli anni ho imparato a curarmi le ferite da sola, anche quelle più brutte, le bruciature,  le slogature e a fasciarmi da sola, senza piangere mai. Si trattava di ferite sul corpo, ma le ferite che avevo nell’anima non riuscivo proprio a curarle.

Entro nella mia camera come ogni pomeriggio, col muso come sempre, triste e avvilita, e lo vedo, il sacchettino di Jeremy. L’ho messo su dei libri, tanto in camera mia non entra mai nessuno, né mia sorella, né mia madre. Mi avvicino e lo prendo. Lo fisso a lungo, e rivolgo uno sguardo alla finestra di Harry, non è in casa, è in giardino con sua sorella e Louis, stanno torturando qualche lucertola.

Ritorno a guardare il mio sacchettino.

Stupida, buttalo via. Non è roba per te.

E se non fosse? Se mi facesse stare meglio?

Ma cosa dici? Buttalo via! Tutto questo per amore? Sei una sciocca.

Per amore. Si, un amore tormentato il mio. Triste.

La guerra nel mio cervello impazza. Le due voci si sovrappongono, provocandomi un enorme mal di testa. Sono stanca, voglio stare meglio.

In preda ad un misto tra rabbia e frustrazione, prendo il sacchetto e lo svuoto sul tavolo della mia scrivania. Prendo un pezzo di carta, lo arrotolo e la respiro.

Dopo due minuti una sensazione meravigliosa mi pervade il corpo, mi sento benissimo, sento che potrei ridere per ore senza stancarmi. Che potrei vivere cento anni senza Harry.

Dannazione, ci sono cascata.

 

 


 

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Capitolo 10
*** Torno in me. ***


Capitolo 9. Torno in me

[..] had gone all wrong and been trampled on,
and lost and thrown away,
got to the hallway, well on my way to my lovin’ bed,
I almost didn’t notice all the roses,
and the note that said...
i’ve heard every album, listened to the radio,
waited for something to come along,
that was as good as our song...
cause our song is a slamming screen door,
sneaking out late, tapping on his window,
when we’re on the phone and he talks real slow,
cause it’s late and his mama don’t know,
our song is the way he laughs,
the first date “man, I didn’t kiss him, and I should have”
 

 

Volete sapere come passo la settimana seguente?

Sono passati due giorni, l’euforia di quel pomeriggio è svanita, mi sento solo più triste e abbattuta. La scuola non mi aiuta, quelle lezioni mi pesano in un modo enorme. Al break, sempre puntuale c’è Jeremy alla porta a vetri.

-Vedo che hai accettato il mio consiglio.- dice con un sorriso beffardo

-Cos’altro vuoi?- dico

-Sempre la stessa storia, sei tu che vuoi qualcosa.- dice, non rispondo, è come ammettere che è così. Mi apre la mano come l’ultima volta e ci piazza un sacchettino.

-Quanto ti devo..- chiedo

-Per ora, niente.- mi sussurra all’orecchio.

Torno a casa e chiusa a chiave nella mia stanza, assumo anche quella. Mi sento subito meglio.

Nelle settimane dopo la mia vita è un giorno di scuola, vado a chiedere una dose a Jeremy, e cinque giorni al parco. La  mattina prendo il mio zaino e mi incammino per scuola, ma a metà tragitto cambio strada e mi dirigo al parco. Mi siedo su una panchina e fisso il nulla.

Ogni tanto torno in me e mi chiedo Ma davvero la mia vita è questa?

Ma sono abbastanza “ubriaca” di droga da non rendermene conto. Sono diventata una tossica.

Nessuno se ne accorge perché mi faccio vedere di rado a scuola, e a casa, per non far vedere le mie occhiaie mi trucco, giustifico il mio dimagrimento con lo scarso appetito, e il troppo cibo a scuola. Tutti mi credono, nessuno si immaginerebbe mai che io sia finita con il drogarmi.

Nessuno tranne una persona.

Sono al parco, seduta su una panchina con il mio zaino vicino.

-Non dovresti essere a scuola?- dice una voce maschile

-Dovresti andarci anche tu.- dico a Louis, con in spalla il suo zaino

-Smettila, sono giorni che non vieni a scuola, che succede?- dice lui

-Nulla, solo non ne ho voglia. Punto.- dico

-Avanti Evans, mi prendi per un ritardato?- dice

-Cosa vuoi dire?- gli chiedo

-Credi che non sappia riconoscere una che si droga se la vedo?- dice, sono stata scoperta.

-N..Non è vero.- mentisco

-E queste occhiaie?- dice, passandomi un dito sotto l’occhio e rimuovendo il trucco

-Non dormo da un po’.- dico

-Smettila di prendermi in giro.- dice in tono fermo, e scoppio a piangere, lui mi abbraccia.

Gli spiego cosa mi è successo. Lui, in tono severo mi dice che devo smetterla, ma promette di aiutarmi. Mi promette anche che non dirà niente a nessuno, a patto che io riprenda a frequentare la scuola e stia lontano da Jeremy. 

Il giorno dopo torno a scuola, è così difficile, ho voglia di ricominciare a prendere la droga, ma Louis mi resta vicino, impedendomi di fare sciocchezze. Harry e io ci riavviciniamo, ha capito che sto male, ma non sa nulla per fortuna. Ritrovo anche Mallory, che avevo un po’ allontanato.

Dopo due settimane sto già meglio. Sento che non ne ho più bisogno, ne esco finalmente. Ringrazio Louis dalla mattina alla sera, senza di lui non ce l’avrei fatta.

Una mattina, al break, sono in corridoio a farmi i fatti miei. Finchè non si ripresenta Jeremy.

-Allora, perché è da un po’ che non mi hai cercato?- dice

-Ho smesso con quella roba, il divertimento è finito.- dico in tono serio

-Bella battuta Evans.- dice ridendo

-Tieniti la tua robaccia.- dico, lui si avvicina a me spingendomi al muro

-Nessuno mi dice di no, ficcatelo in testa.- dice

-E tu ficcati un palo su per il culo.- dico, cercando di allontanarlo da me invano. Qualcos’altro lo fa al mio posto, o qualcun altro dovrei dire. Harry spinge Jeremy a terra e iniziano a fare a botte e intanto si raduna una piccola folla in corridoio.

-Tu devi lasciarla in pace hai capito brutto sfigato?-  gli dice Harry, dandogli un pugno sul naso, fanno a botte per un po’ finchè il bidello non li divide.

-E ora, tutti e due in presidenza!- canticchia allegro  il bidello tenendoli per le maglie. Se Harry lo ha picchiato forse vuol dire che sa tutto. Louis è appena sceso dalle scale quando gli corro incontro.

-Cosa gli hai raccontato?- chiedo urlando a Louis

-Io? Niente.- dice sorridendo

-E perché stava per ammazzare Jeremy?- gli dico

-È gelosia.- dice lui, sorridendo ancora di più. Mi lascio scappare un piccolo sorriso, Harry è geloso di me.

 

 

 

L'unica cosa che mi viene in mente da dire

è : Oh Harrey*-*

Vabbè, torno seria,

grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono:3

xx -g

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Capitolo 11
*** Ero io ***


Capitolo 10. Ero io.

 

Harry e Jeremy ne sono usciti con una settimana di espulsione e il naso rotto dell’ultimo. Sembra che Harry abbia un buon destro.

Un giovedì una Mallory tutta eccitata ha da comunicarmi una notizia sensazionale a suo parere, si è fidanzata con Zayn. Naturalmente sono felice per lei, spero solo per la vita di Zayn che non la faccia soffrire, ha già sofferto una volta, non voglio trovarmi a doverla consolare e a diventare depressa insieme a lei, ma sembra che Zayn abbia buone intenzioni, buon per lui. Il giorno stesso Tiffany ci invita ad una festa a casa sua, secondo i pettegolezzi, è un modo per avvicinarsi ancora a Louis, mi chiedo perché non ne abbia approfittato al ballo. Siccome le feste di Tiffany a cui veniamo invitate sono rare quanto gli unicorni rosa, accettiamo sia io che una Mallory riluttante.

“Le feste di Tiffany sono le classiche feste in cui l’alcool è proibito, vengono serviti succhi di frutta, dolcini fatti in casa, niente musica alta, anzi, la musica è rigorosamente classica e i camerieri ci servono il cibo in piatti di ceramica.”

Volete sapere chi ha detto questa stronzata? Liam il secchione. No tipo, è la cosa più senza senso degli ultimi mille anni dopo la guerra mondiale.

Appena arriviamo davanti al cancello la musica rimbomba già da fuori, figuratevi dentro. Ci facciamo strada ed entriamo. Trovo Harry e Louis che sono già a bere qualcosa insieme agli altri, stasera si prospetta un tutti ubriachi persi. Quando Tiffany da una festa il giorno dopo a scuola non viene nessuno, sono tutti a casa a smaltire la sbornia della serata. Louis mi guarda come per dire “tu tieni le mani in tasca”, gli direi di star tranquillo, non ho intenzione di tornare a casa barcollando. Io e Mallory usciamo fuori nel giardino e balliamo un po’, la musica come al solito altissima mi sta già fondendo il cervello, senza bisogno di alcool. Ad un certo punto perdo Mallory e trovo il diavolo.

-Ciao dolcezza, non hai bisogno di niente?- Jeremy è davanti a me, ha il naso ancora violaceo del pugno di Harry.

-Hai bisogno dell’apparecchio acustico? Stammi lontano, o la prossima volta ti troverai naso e occhi viola.- dico, cercando di sembrare il più minacciosa possibile, ma lui si fa una bella risata.

-Prendi questa, e vedi come torni al mondo!- dice ridacchiando, mi ficca uno dei suoi sacchettini in mano, io mi faccio strada tra la folla, prendo un cestino e la butto nella spazzatura, faccio in modo che lui lo veda. Si avvicina a me e mi punta un dito contro –Non finisce qui, nessuno butta via la mia roba!- e si allontana.

Torno da Mallory a ballare per un altro po’. Tiffany viene a farci visita.

-Ciao care, vi divertite?- dice sorridendo

-Si.- dico io, tappando la bocca a Mallory prima che possa cominciare a sputacchiare qualche insulto gratuito.

-Beh se mi cercate sono in camera da letto, siete pregate di bussare!- urla lei, e si dilegua tra la folla

-Figurati chi vuole cercarti!- dice Mallory. -Sta stronza.- mancava l’insulto. Io mi limito a sorridere. Mi accorgo di avere la bocca un po’ secca, così vado al tavolo e prendo un bicchiere con del succo d’arancia, evito gli alcolici. Il succo ha un saporaccio, sarà che è lì da un sacco di tempo, ma mi costringo a buttarlo giù, e  per levarmi quel brutto sapore bevo un bicchier d’acqua.

Mi faccio largo tra gli altri, senza trovare Mallory, né nessun altro. Una brutta sensazione inizia a salirmi dalle gambe. Le sento molli, sento poi le braccia irrigidirsi, comincio a sudare freddo, i battiti del cuore mi accelerano, finchè non svengo a terra, vicino ad una panchina del giardino. Nessuno fa caso a me. Finchè sento qualcuno sollevarmi da terra e mettermi a sedere. Cerco di aprire gli occhi, ma li sento pesanti e li richiudo. Qualcuno mi porge dell’acqua e la bevo, senza alcun risultato. Sento le loro voci parlare, capisco che si tratta di Harry, Louis e Mallory.

-Secondo me è la pressione.- azzarda Mallory

-Ma non vedi che ha le pupille dilatate? Secondo me è imbottita di droga!- dice un Louis agitato

-Ehi relax! Non ne so niente di queste cose.- dice Mallory

-Ma per me non l’ha presa di sua volontà, non stavolta- dice ancora Louis, almeno qualcuno si fida di me, mi giocherei la testa che è opera di Jeremy

-Ho visto Jeremy qui in giro, se fosse lui? Che ha voluto vendicarsi? E poi che significa non stavolta?- chiede Harry

-Niente, poi ti spiego- gli risponde Louis

-Ehi, Marion, sveglia! Non addormentarti! Ti prego!-  mi chiama Harry, devo star sveglia

-Harry..- riesco a tirar fuori quel nome con un filo di voce.

-Dobbiamo portarla da qualcuno, a casa sua non se ne parla, da me c’è mia madre che lo racconterebbe subito ai suoi.- dice Mallory

-Mia madre non c’è, e mia sorella terrà la bocca chiusa.- dice Harry.  Ricordo di essere stata caricata su una macchina e portata via.

Apro gli occhi, sento di avere ancora della droga in corpo e che sono incosciente. Harry è vicino a me e mi sta chiamando.

-Menomale, temevo non ti svegliassi più.- mormora

-Non, non sono stata io, Jeremy.- riesco a soffocare qualche parola

-Lo so, tranquilla, ora devi restare sveglia.- mi dice

-Non ci riesco, ho tanto sonno.- sussurro

-Allora parliamo!- dice sorridendo

Parliamo di un sacco di cose, di me, di lui, riesco solo a dire la verità, non perché non voglia mentirgli, è che come si dice? Quando si è ubriachi o abbastanza incoscienti, si dice sempre la verità perché non abbiamo abbastanza forza per mentire. Poi apre l’argomento del ballo.

-Tu..non lo sai chi era quella ragazza vero?- dice ridendo, come se stesse parlando con la bocca della verità, rido anch’io.

Lultima cosa che ricordo è di aver pronunciato Ero io. e di essere crollata in un sonno profondo.

 

 

 

Come si dice, la verità viene sempre a galla no?


So che qualcuno di voi mi prenderebbe 

a sprangate volentieri perchè scrivo dei capitoli

troppo corti, vi prego, non lo fate:3

Hope u like it:)

xx -g

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Capitolo 12
*** Just a Kiss ***


Capitolo 11.

 

Lying here with you so close to me
It’s hard to fight these feelings
when it feels so hard to breathe
Caught up in this moment
Caught up in your smile

I never open up to anyone
So hard to hold back
when I’m holding you in my arms

We don’t need to rush this
Let’s just take it slow

Just a kiss on your lips in the moonlight
Just a touch of the fire burning so bright
I don’t want to mess this thing up
I don’t want to push too far
Just a shot in the dark that you just might
be the one I’ve been waiting for my whole life
So baby I’m alright with just a kiss goodnight

 

Mi sveglio e mi guardo intorno, non sono a casa mia, le tende sono tirate, sento una mano calda e un fredda, cosa paranormale, finchè non mi accorgo che la mano calda è fra la stretta di Harry, che è addormentato come un bambino con la testa sul letto e il resto su una poltroncina. Mi rendo conto di non ricordare nulla della sera precedente, ho solo un gran mal di stomaco, e in pochi secondi sono costretta a lasciare la mano di Harry e correre in bagno per vomitare. Ecco smaltito tutto. Ora posso dire di essere pulita. Scendo giù tossendo, bevo un bicchiere di latte che mi offre Louis. Intanto Harry scende. Parliamo un po’ di quello che è successo alla festa. In pratica Jeremy si è offeso perché ho buttato via la sua roba e ha deciso di ripagarmi con un bel mix letale nel bicchiere di succo. Louis esce con la sorella di Harry per fare spese, mentre io resto da sola in casa con Harry. Lui deve farsi una doccia, per cui io resto giù, sento aprire il rubinetto della vasca, e poi lui scende da me.

-Allora? Come ti senti?- mi chiede

-Ho lo stomaco sotto sopra, ma per il resto bene.- dico

-Menomale, ieri sera ho temuto davvero tanto quando non ti svegliavi più, poi per fortuna hai aperto gli occhi e hai parlato.- dice, per poco non mi va storto il latte che sto ancora bevendo, il capitolo “Ieri sera abbiamo parlato” è ancora oscuro, perché non ricordo una mazza di quello che ho detto o sentito, a parte un “Ero io”, che non ricordo a quale contesto fosse riferito.

-Uhm, ieri sera..hai detto una cosa, non so se ho capito male, ma voglio che me lo dica tu.- comincia lui, oh no, improvvisamente mi ricordo del rubinetto della vasca ancora aperto.

-Harry, l’acqua in bagno!- gli dico interrompendolo, salgo su prima di lui e mi accorgo che il bagno è tutto allagato. Cerco di prendere uno straccio per cominciare ad asciugare, ma scivolo e mi ritrovo con il sedere per terra. Lui entra e si mette a ridere vedendomi a terra.

-Non c’è niente da ridere stupido idiota.- gli dico buttandogli lo straccio già pieno d’acqua in faccia, lui cerca di mantenersi per vendicarsi e finisce per cadere anche lui. Scoppio a ridere.

-Molto divertente.- dice  lui e mi strofina lo straccio in faccia ridendo, alla fine ci ritroviamo tutti e due stesi nell’acqua a ridere. Cerchiamo di rialzarci ma è impossibile, nell’ultimo tentativo cado su di lui. Ops.

Mi guarda fisso negli occhi. I nostri visi si avvicinano, sta per baciarmi.

-Se volevate fare le vostre cose non c’era bisogno di allagare il bagno.- sussurra davanti alla porta un Louis sorridente, beccandoci in flagrante. Ci aiuta a rialzarci e poi ci mettiamo ad asciugare il bagno.

A scuola torna tutto come prima, per fortuna. Un pomeriggio Harry mi chiede di aiutarlo a studiare, una richiesta un po’ strana ma accetto.

Entra in casa e sale subito in camera mia con il quaderno di chimica, materia che odia. Lo lascio salire in camera e intanto vado a preparare qualcosa da mangiare per merenda. Dopo qualche minuto le vedo scendere giù.

-Oh senti, mi sono ricordato che ho una cosa da fare, senti..sai cosa? Uhm, beh, mi faccio aiutare da Louis.- Harry ha una voce strana, come se avesse visto un fantasma, apre la porta e se ne va. Salgo in camera mia, mi chiedo cosa possa aver visto, apro la porta e realizzo. La scarpa.

Scendo giù per le scale correndo ed esco, vado verso casa di Harry, deve aver capito tutto. Suono al campanello di casa sua, ma non apre o risponde, sono certa che sia ancora in casa.

-Harry ti prego! Aprimi!- gli urlo da dietro la porta. -Per favore..-sussurro, dopo qualche secondo, quando sembro aver perso le speranze, la porta si apre. Harry ha gli occhi spenti, è evidente che abbia capito tutto. Sto per parlare..

-Perché non me l’hai detto?- mi interrompe lui

-A cosa ti riferisci?- gli chiedo

-A tutte e due le cose. Sia il ballo e sia la droga.-

-Io..avevo paura, in tutti e due i casi.- dico

-Credevo fossimo amici.-

-È proprio questo il problema, avevo paura che per te fossimo solo quello, tu lo sai, per me sei sempre stato di più che un amico.- penso io ad alta voce- Io ti ho sempre amato Harry, sono sempre stata innamorata di te.- gli butto in faccia tutta la verità, per la prima volta

-Io..credi che per me sia diverso?- mi chiede lui

-Si, ho sempre creduto che io per te fossi solo.- non riesco a finire la frase perché le sue labbra sono sulle mie. Rispondo al suo bacio. Mi trascina in camera sua baciandomi, mi ritrovo sulla sua porta chiusa, mi sfilo la giacca di jeans buttandola terra. Mi stringo sempre di più a lui, non voglio più lasciarmelo scappare adesso che l’ho trovato.

Abbracciata a lui mi ritrovo stesa sul suo petto, entrambi sdraiati sul letto. Ci giriamo e rigiriamo baciandoci, Dio solo sa quanto lo amo, spero che lui lo capisca, che mi ami come lo amo io. Adesso però voglio essere sua, sua per sempre. Ci togliamo i vestiti lanciandoli sul pavimento, tiriamo giù le coperte dal letto e ci mettiamo sotto, mi stringo a lui e intanto lui si toglie gli slip. Inizio a sentirlo, lo sento in me, mi lascio scappare un sorriso ed un gemito. Si muove lento, avanti e indietro, continua a baciarmi, arriviamo al culmine del piacere. Lo amo. È il pensiero continuo che mi balena in mente. Ci stacchiamo per un momento, poi mi bacia sul collo, alla fine ci abbracciamo e ci guardiamo per un po’.

-Scusa..- mi sussurra

-Per cosa?-

-Per averti fatto aspettare tutto questo tempo.- mormora

-Scusami tu, per averti mentito un sacco di volte, non succederà più.- dico

-Ti amo.- dice

-Ti amo anch’io.- gli sussurro e lo bacio.

Finalmente, erano mesi che lo aspettavo, non ho mai amato nessuno come amo lui. Oh, un momento, non ho mai amato nessun’altro prima di lui. 

 

 

 

 

Taaaadan, Finalmente hanno fatto fikifiki *-*

La verità è stata svelata, e..

Non è ancora finita. :3 

Grazie a tutti quegli splendori che recensiscono, in particolare 

a Hi Carrots e Maybepunky che mi lasciano sempre 

delle recensioni chilometriche e stupendose.

Grazie anche a quei lettori silenziosi che apprezzano

Un bacio

xx -g

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Capitolo 13
*** Another life ***


Capitolo 12. Another life.

 

I mesi freddi cominciano a lasciare il posto a giornate soleggiate, calde e anche più lunghe. Il tempo da trascorrere con gli amici aumenta, i pomeriggi al parco, le domeniche in giro e le serate a fare il barbecue con i vicini. Io e Harry stiamo insieme da quasi due mesi, siamo felici, sembra che niente possa più dividerci o farci del male. Ma come al solito io parlo troppo.

E’ una sera di Aprile, sto tornando a casa da sola, sono stata da Mallory tutto il pomeriggio perché ha preso l’influenza, sua madre aveva la macchina rotta e gli autobus da casa sua non passano. Ogni volta che vado da lei ho sempre il terrore di tornare da sola, le strade sono sempre vuote e il quartiere non è dei più affidabili. Cerco di camminare sotto la luce, il marciapiede è sporco, pieno di cartacce con qualche siringa qua e là. Spero solo di non perdere l’autobus che parte da lì. Ho sentito Harry prima di uscire da casa di Mallory, mi ha detto di tenere gli occhi aperti e non parlare con nessuno, neanche fosse mio padre, anzi, loro vanno più che d’accordo, perché ho deciso di non tenere segreto che stiamo insieme, ormai ho 18 anni, le nostre famiglie sono state molto contente, sapevano che ci conoscevamo fin da piccoli e infondo infondo hanno sempre voluto che stessimo insieme.

-Non è il posto per te, che ci fai qui?- sputacchia ridendo qualcuno, mi volto, l’ultima persona su questa terra che avrei voluto vedere

-Vattene Jeremy.- mi limito a dire io, sperando che quel maniaco mi ascoltasse

-Qui non dovresti esserci tu..ma, sai, voglio che resti! Dobbiamo ancora parlare.- si avvicina e mi stringe il polso tra le mani, inutile tentare i dileguarmi. Mi trascina in un vicolo buio e mi butta a terra. L’acqua delle pozzanghere mi bagna i jeans. Mi guarda con occhi malefici.

-Lasciami andare..- supplico io, ma lui si fa una risata

-Devo ancora fartela pagare per avermi umiliato e mandato per due giorni dietro le sbarre.- dice lui

-Io non centro niente, è colpa tua..- rispondo , e la cosa lo fa arrabbiare ancora di più, comincia a prendermi a calci. Sento lo stomaco contrarsi e supplicare. I calci arrivano sulle gambe, uno in faccia, sulla schiena e alla pancia. Poi mi rialza da terra prendendomi per il collo, sento i capelli impastarsi di fango e il corpo indolenzito e umido. Mi spinge con la testa al muro e inizia a prendermi a schiaffi. Poi mi scaraventa ancora a terra, sento la testa urtare a terra e scoppiarmi. Mi salta addosso, sedendosi a cavalcioni su di me, cerco di muovermi per tentare di scappare, inutile. Tira fuori un coltellino e me lo punta addosso.

-Adesso ci divertiamo un po’.- dice, vedo la sua fronte gocciolare di sudore. Si abbassa la zip dei pantaloni e cerca di alzarmi la maglia.

-LASCIAMI!- mi metto ad urlare come una pazza e inizio a piangere, lui mi prende a schiaffi e mi tappa la bocca, urtandomi con la lama del coltello sulla guancia. La sento bruciare, e poi bagnarsi di qualcosa di caldo. Cerca di aprirmi i jeans, ma ho messo l’unico paio che ha bisogno di una cintura, perché mi vanno un po’ larghi, essendo di mia sorella. Fa fatica a  slacciare la cintura, ma quando ci riesce sorride e tira giù i jeans. Toglie la mano dalla bocca e ricomincio a gridare chiedendo aiuto e a muovermi per cercare di spostarlo di dosso. Si arrabbia e mi tira un pugno proprio sulla guancia tagliata, si sporca del sangue che stava iniziando a cadere. Sputacchia qualche parolaccia, ma non prima che qualcuno lo aggredisca. Nella luce fioca li riconosco, sono Zayn e Louis. Iniziano a prenderlo a calci e a pugni.

-Devi lasciarla stare brutto schifoso! Se ti becco ancora intorno a lei, giuro su quello che ho di più caro che ti manderò in prognosi riservata!- gli grida Louis prendendolo per il colletto della maglia. Lo ributta a terra e Jeremy corre via, scomparendo.

Louis si avvicina a me, cercando di farmi rialzare, mi ritiro su i jeans e cerco di asciugarmi le lacrime, mi scortano entrambi sotto la luce e guardano il mio viso, la mano con cui ho asciugato la guancia è piena di sangue, sento ancora la ferita pulsare, il taglio dev’essere profondo.

-Dobbiamo portarla in ospedale.- dice Zayn, Louis annuisce, mi aiutano a salire in macchina e mi portano via. Mi poggio con la testa al finestrino e piango, l’ho scampata, senza di loro Jeremy mi avrebbe violentata di sicuro. Entriamo al pronto soccorso e mi portano in una stanza. Ricordo solo di aver visto il soffitto bianco prima di svenire.

Quando mi sveglio ci sono ancora Louis e Zayn vicino a me. Ho una flebo attaccata al braccio e mi sento tutta indolenzita, con il braccio libero mi tocco sotto la guancia, c’è un cerotto, faccio una piccola pressione e sento pulsare la carne.

-Quanto ho dormito?- chiedo a Louis

-Un paio d’ore, ho già avvertito tua madre tranquilla, dovrebbe arrivare tra poco.- risponde lui, entra il medico con una cartella in mano.

-Mi dispiace per quello che le è successo..- inizia il medico

-Mi hanno solo preso a botte dopotutto.- rispondo io, cercando di sdrammatizzare

-Come non lo sa?- dice, io scuoto la testa

-Cosa dovrei sapere scusi?- chiedo

-Lei era incinta di quasi un mese, ha perso il bambino per le percosse.- il mondo mi crolla addosso. Comincio a fissare la parete.

-Lei..lei non lo sapeva.- dice Louis al mio posto, il medico mi sussurra un “Mi dispiace” ed esce. Cominciano a cadere altre lacrime, credevo di averle esaurite. Louis mi guarda, dispiace anche a lui, ha gli occhi lucidi.

-Harry non deve saperlo.- riesco a dire tra le lacrime, Louis annuisce. Avevo promesso a me stessa che con lui non avrei avuto segreti, ma questa volta è diverso, se mai glielo dicessi impazzirebbe, sono certa che andrebbe da Jeremy e lo riempirebbe di botte, lo farebbe solo arrabbiare. Il mattino dopo mi lasciano tornare a casa, sono triste.

Triste perché per quasi un mese ho tenuto dentro di me un bambino, senza saperlo, una vita che se n’è andata senza vedere la luce. 

 

 

 

 

Ahiahiahi, odio questo capitolo, mi odio per averlo scritto.

Spero comunque che il proseguire della storia

vi piaccia! 

Un grazie alle stelline che leggono e recensiscono, 

amo leggere le vostre bellissime recensioni,

mi lasciano sempre un sorriso!

xx  -g


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Capitolo 14
*** Oh darling, don’t you ever grow up ***


Capitolo 13. Oh darling, don’t you ever grow up

 

I still hear your voice, when you sleep next to me.
I still feel your touch in my dreams.
Forgive me my weakness, but I don’t know why.
Without you it’s hard to survive.

Cause everytime we touch, I get this feeling.
And everytime we kiss I swear I can fly.
Can’t you feel my heart beat fast, I want this to last.
Need you by my side.
Cause everytime we touch, I feel this static.
And everytime we kiss, I reach for the sky.
Can’t you hear my heart beat so
I can’t let you go.
Want you in my life.

Your arms are my castle, your heart is my sky.
They wipe away tears that I cry.
The good and the bad times, we’ve been through them all.
You make me rise when I fall.

Cause everytime we touch, I get this feeling.
And everytime we kiss I swear I can fly.
Can’t you feel my heart beat fast, I want this to last.
Need you by my side.
Cause everytime we touch, I feel this static.
And everytime we kiss, I reach for the sky.
Can’t you hear my heart beat so
I can’t let you go.
Want you in my life

Cause everytime we touch, I get this feeling.
And everytime we kiss I swear I can fly.
Can’t you feel my heart beat fast, I want this to last.
Need you by my side

 

 

Torno a scuola anche contro il parere di mia madre, tutti hanno saputo quello che Jeremy ha fatto, ed è stato letteralmente allontanato da tutti. Il livido al mio occhio sta lentamente scomparendo, ora c’è solo un enorme alone viola, invece al posto del taglio sulla guancia c’è solo una lunga cicatrice, che spero scompaia in fretta. Naturalmente Harry ha saputo quello che è successo, non potevo inventarmi di essere caduta dalle scale con dei lividi del genere, sono riuscita a far si che non trovasse il modo di far fuori Jeremy, per quanto riguarda la mia gravidanza interrotta, ho preferito tenere tutto per me. Louis ha promesso che non glielo dirà, e spero che mantenga. Io ed Harry trascorriamo molto più tempo insieme e fortifichiamo il nostro rapporto. Le settimane passano e giungiamo alla tanta agonizzata fine dell’anno, passiamo gli esami con il massimo dei voti e siamo finalmente liberi dalla scuola.

Decido di andare in campeggio con Harry, Louis, Mallory e Zayn. Portiamo le cose essenziali e partiamo. La zona che abbiamo scelto è una località di mare, il caldo di giugno comincia a farsi sentire e ci ritroviamo tutti a mezze maniche. Montiamo le tende e facciamo un po’ in giro, la parte più bella è di sicuro quella della passerella dove si siedono i pescatori, la trovo molto suggestiva. Guardo Harry, sembra così contento, mi sento in colpa per non avergli detto tutta la verità sull’aggressione.

Decido di andare a parlargli.

-Ehi..-

-Ehi che fine avevi fatto?- mi chiede lui

-Ho fatto un giro, qui è così bello.- lui annuisce -Senti, devo parlarti di una cosa.-

-Dimmi..-

-Uhm , ti ricordi l’aggressione?- inizio io e lui fa di si con la testa –Ecco, io non ti ho detto tutta la verità, ho tralasciato una cosa.-

-Cosa? Sai che puoi dirmelo..- dice

-Io..ero incinta e..ho perso un bambino.- cerco di mantenere un tono serio e le parole mi escono secche dalla bocca, lui resta un po’ perplesso, e poi abbassa la testa, sospirando

-Perché non me ne hai parlato?-

-Non volevo che facessi una sciocchezza con Jeremy.- dico e lui mi abbraccia

-Niente ci separerà più Marion, mettitelo in testa.- mi sussurra, lo guardo negli occhi, sono lucidi e sembra stia cercando di trattenere le lacrime, con la mano le scaccio via.

-Ci sono qui io con te.- riesco a dire io

-Piccioncini, dovremmo mangiare.- irrompe Louis, il suo solito tempismo

Ceniamo tutti insieme, guardo Zayn e Mallory, sono felici insieme e spero che duri, e poi fisso Louis, lui è ancora solo, mi chiedo se troverà la sua anima gemella, come l’ho trovata io, ma sembra poi così contento anche da solo.

È che a volte crediamo di star bene circondati solo da amici, ma una piccola parte di noi desidera sempre una persona accanto, qualcuno da poter baciare, abbracciare, qualcuno in cui rifugiarsi.

Aspettiamo il tramonto e ci sediamo in riva al mare a guardarlo, è così bello.

-E ora cosa ci aspetta?- chiedo io, gli altri si girano a guardarmi.

-Ora? Ora ci attende il per sempre.- dice Harry sorridendo, mi mette un braccio intorno alle spalle.

-E’ arrivato il filosofo.- ironizza Louis. Harry lo guarda male e cominciano a fare a botte.

È inutile, non cresceranno mai.

 

                                                                                                                                                                                 fine

 

 

 

 

 

 

 

Aaaaand, it's finish :(

"Casualmente" è finita con il 13esimo capitolo

nonchè numero preferito della mia Swift e 

anche mio u.u

Beh, spero che la storia vi sia piaciuta,

a breve pubblicherò un'altra cosina

dopo quest'ultimo capitolo:)

Grazie a tutti quelli che l'hanno letta 

e recensita! 

xx -g

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