Gryfon and Raven

di caith_rikku
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. in una notte d'aprile ***
Capitolo 2: *** In Un'Altra Notte d'Aprile ***
Capitolo 3: *** Ripetizioni Alle Leggende ***
Capitolo 4: *** Qui Felpato...Mi Senti Ramoso? ***
Capitolo 5: *** Un Atteggiamento Materno ***
Capitolo 6: *** Uova Di Fata ***
Capitolo 7: *** Confessione In Un'Aula ***
Capitolo 8: *** Una Lettera da Casa ***
Capitolo 9: *** Vincere Contro un Gryffindor ***
Capitolo 10: *** Una Lunga giornata - parte prima: Hogsmeade ***
Capitolo 11: *** Una Lunga Giornata - parte seconda: Due Coppie ***
Capitolo 12: *** Una Lunga Giornata - parte seconda: Maledetta Nottataccia ***
Capitolo 13: *** I Goldstein. ***
Capitolo 14: *** Preparativi per una Riunione ***
Capitolo 15: *** Nella Camera Dei Malandrini ***
Capitolo 16: *** Memorie. ***
Capitolo 17: *** 16. ***
Capitolo 18: *** That's Amore!!! ***



Capitolo 1
*** Prologo. in una notte d'aprile ***


Capitolo 4

Prologo.




In Una Notte di Aprile.







S

eduto sulla scalinata dell'ingresso, nella penombra e nel silenzio delle ore più fonde della notte, un ragazzo dai lunghi capelli corvini fissava con intensità una lettera che teneva tra le mani.

Sirius Black, Settimo anno Gryffindor, fece scorrere, per l'ennesima volta, i suoi occhi su quelle poche righe scritte con una grafia spigolosa ed ordinata, mentre i muscoli delle proprie mani si tendevano involontariamente fino a stropicciare la pergamena pregiata.

Poi sospirò, scrollando appena le spalle in un vano tentativo di disperdere la tensione, calando il volto.

Solo nella notte, si concedeva la debolezza di far riflettere sui suoi lineamenti tutto quello che gli turbava l'animo. Il verso di qualche gufo, il cigolio lontano di qualche armatura, il frinire dei grilli, tutto quello non riusciva a sovrastare il rumore assordante dei suoi pensieri.

Sirius nel buio era a suo agio, lo cercava per nascondervisi, per affogarcisi, per cercare il barlume di un illusione.

Per un attimo sembrò che il tempo si fermasse, aleggiando sopra di lui, mentre tendeva le orecchie a captare un rumore di passi.

Passi leggeri, di piedi scalzi che tentavano di essere silenziosi.

Sirius riprese a respirare, non poteva essere Gazza.

Gazza, la cui spiccata intelligenza da custode non arriva a suggerirgli che, per catturare studenti in fragrante, doveva come minimo non farsi sentire.

-Chi è?- Chiese, con la sua voce profonda, guardandosi attorno cercando di aguzzare la vista nel buio.

I passi cessarono immediatamente.

-Di che hai paura? Non sono Gazza!- Sogghignò appena Sirius, si aspettava di trovarsi davanti, da un momento all'altro, uno dei ragazzini del primo anno della sua casa, spaurito e tremante ma con l'aria orgogliosa di ogni Gryffindor che, per la prima volta, viene meno alle regole vagando di notte per la scuola.

Invece, quando i passi ripresero ed una figura cominciò a delinearsi nel buio, il bruno si ritrovò davanti una ragazza dal corpo affusolato, in pigiama estivo bianco, con una cascata di ricci biondo scuro che le ricadevano scomposti sulle spalle.

-Mi hai spaventata...- mormorò lei in un soffio, sorridendo di se stessa, arrossendo appena. I suoi movimenti erano incerti e spauriti, il suo sguardo che, a volte, guizzava nel buio con aria apprensiva.

Sirius si ritrovò a ridere appena, con al sua risata simile ad un latrato, piegando con cautela la lettera che teneva ancora tra le mani, per riporla in una tasca dei pantaloni.

La ragazza sorrise di più, arrossendo maggiormente e passandosi una mano sui capelli per portarli all'indietro. Aveva graziosi lineamenti fini, e grandi occhi chiari.

-Noi non ci siamo mai parlati, ma tu sei Sirius Black, vero? Di Gryffindor...- mormorò, sembrava quasi emozionata.

Sirius ghignò quasi, -Si, sono io...Con chi ho il piacere di parlare?- Domandò, tendendo le gambe per stiracchiarle. Sirius Black, la leggenda di Hogwarts, ormai non notava nemmeno più l'emozione delle persone che lo avvicinavano per la prima volta.

Forse in quel momento non avrebbe notato nemmeno un Piton in vestiti succinti.

Lei gli si avvicinò dolcemente, con calma, tendendogli una mano dalle dita lunghe, le unghie smaltate di nero, -Mi chiamo Alison Goldstein, sono del settimo Ravenclaw...- cantilenò, con voce musicale.

La serenità di Sirius sembrò aumentare, mentre stringeva la mano alla ragazza, rendendosi conto di aver già visto quella capigliatura riccioluta a lezioni di incantesimi, -non stare in piedi, che mi sento a disagio- mormorò, tirandola cautamente verso di sè.

Le guance della ragazza si imporporarono appena, mentre prendeva posto vicino a Sirius. -Allora, cosa fai in giro per il castello a quest'ora di notte?- Domandò lui, con leggerezza, poggiando i gomiti nel gradino dietro di lui, in una posa che risultò sensuale senza che lui se ne rendesse conto.

Lei sembrò soffermarsi un secondo di troppo a riempirsi gli occhi del corpo slanciato del ragazzo, prima di riscuotersi, -potrei domandarti la stessa cosa...- rispose con una lieve malizia.

Sirius sorrise e Alison si voltò a fissarlo negli occhi.

Il tempo sembrò arrestarsi di nuovo.

Sembrò che tutto, per un attimo, trattenesse il respiro, si soffermasse ad aspettare qualcosa, mentre l'aria diventava improvvisamente più pesante e le emozioni più nitide.

La Ravenclaw vide, con orrore, il sorriso di Sirius morirgli in volto in un espressione profondamente disperata, prima che il ragazzo abbassasse prontamente il volto a coprirlo con i capelli.

-Non avevo sonno...- rispose dopo un secondo di pesante silenzio, la sua voce era talmente bassa che non lasciava catturarne il tono.

Alison sentì un groppo salirle in gola, a farle morire la voce. Per un attimo sembrò presa dal panico, assorbita dal silenzio pesante, poi trattenne un sospiro profondo ed allungò la propria mano fino a toccare quella del ragazzo, incerta.

Sirius sussultò, alzando il volto a guardarla misto tra lo stupito e l'infastidito. Nei suoi occhi vi era qualcosa di quasi...animalesco. Sembrò quasi soppesare per un attimo l'idea di ringhiare, sondando gli occhi blu di Alison, limpidi e fermi su di lui, che solo per un secondo sembrarono impauriti.

La ragazza rimase immobile, aspettando la reazione di Sirius e non spostando nemmeno un muscolo finchè non sentì quelli di Sirius rilassarsi impercettibilmente.

Allora la ragazza si aprì in un sorriso dolcissimo, un sorriso che ebbe il suono di parole di conforto, di quelle parole che, pronunciate, sarebbero risuonate così sbagliate, mentre muoveva lievemente le dita in un gesto così simile ad una carezza che Sirius sembrò maggiormente spiazzato.

Poi lui sospirò rumorosamente, -Ravenclaw, eh? Mente sveglia...cosa intendi fare finita la scuola? Finire al Ministero?- Domandò, gli angoli della bocca che cominciavano ad incresparsi in un sorriso. Alison sembrò illuminarsi appena, incoraggiata dalla possibilità che lui le dava, -No! Il Ministero è noioso!!- Disse, con una smorfia che la fece assomigliare ad una bambina.

Sirius rise spudoratamente, forse un po' troppo forte, ascoltando con sollievo la parlantina vivace della ragazza.










*****

Salve, sono tornata.

E ci provo di nuovo, a fare una storia a capitoli. Anche se non credo siano la mia specialità.

Spero vivamente di farcela fino alla fine...

Non ho molto da dire per il momento, se non che sono molto affezionata la personaggio di Alison ed anche a quello di Sirius (anche se non è mio XD).

Questa fan fiction ha un importanza rilevante, per quanto mi riguarda...Nel senso che nasce in un momento dove avevo veramente bisogno di sviarmi in qualcos'altro che non riuscivo a trovare...E proprio perchè non riuscivo a trovarlo, l'ho creato da sola.

Quindi gli voglio un bene particolare, ne sono affezionata.

Grazie a tutti quelli che leggono e soprattutto a chi commenta

il prossimo capitolo sarà postato tra qualche giorno.

A presto.

P.S.: volevo chiedervi...Se lo sapete...(questa uscita è completamente inutile, quindi potete anche saltarla a pie pari...sono io che ogni tanto devo sparare cagate...)

Avete presente l'albero genealogico dei Black? (non so come postarvelo, ma se su google immagini cercate "nobile casata dei black" la trovate...)

Bene...ora...vorrei farvi notare la bruciatura numero 4: Cedrella, che ha sposato Septimus Weasley.

è il nonno dei weasley che conosciamo noi, no? Che Sirius, nel quinto libro, dice che lui e Arthur sono cugini di secondo grado...

Ma la cosa che mi domando di più è: Callidora, sorella di Cedrella...è la nonna di Neville?

Perchè sposa un Longbottom, e non è segnata la sua data di morte...e potrebbe anche starci, visto che avrebbe poco più dell'età del nonno di Ron, che alla fine ha l'età di Neville...

Scusate la confusione, sto perdendo il filo anche io @___@

è che a scrivere questa fan fiction su Sirius, mi sono persa di continuo a guardare l'albero genealogico (diciamo anche per via dell'idea -che appoggio- per la quale il famoso R.A.B. sia regulus, il fratellino adorato di Sirius –che farà qualche piccola comparsa anche qui-...)...

Va bene...la smetto ^^"""

Grazie a tutti.

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Capitolo 2
*** In Un'Altra Notte d'Aprile ***


Capitolo 1

Capitolo 1.

 

In Un’Altra Notte Di Aprile.

 

 

 

 

 

 

 

H

 

ogwarts, come ogni vecchio castello che si rispetti, di notte aveva il potere di terrorizzare.

Di far improvvisamente riaffiorare alla mente le proprie paure infantili, e quelle più inconsce.

Di far perdere irrimediabilmente il senso dell'orientamento e di far sembrare tutto più vecchio e cadente, di far sobbalzare non appena un quadro sussurra o russa un po' più forte.

Alison sentiva il proprio cuore batterle nelle orecchie, mentre camminava con passo lieve ma spedito verso la scalinata di ingresso. Se i suoi passi non fossero dettati dalla frequenza con cui aveva percorso quei corridoi, probabilmente si sarebbe persa.

Era confortata dallo scalpiccio dei suoi piedi nudi sul marmo freddo, ma sobbalzò vistosamente quando il ritratto di un vecchio mago gracile parlò.

-Hai visto, Arminda? questo conferma ciò che dicevo: certo, Silente è un grand'uomo, ma con lui come Preside, qui gli studenti fanno quello che vogliono!!- Borbottò con un tono acuto alla sua vicina, una grassa donna opulenta. -Già Geoffry...Ah, ma quando andavamo a scuola noi, la parola del preside era legge! Manca disciplina, qui siamo tutti d'accordo! Hai sentito cos'è successo alla vicina di quel pazzo di Sir Cadogan? Mentre lei dormiva, qualche studente ha fatto diventare la sua bacchetta un simbolo fallico!!- Rispose allora lei, in tono indignato, un po' troppo forte.

Alison scosse vigorosamente i biondi capelli, affrettando il passo; ovviamente sapeva chi era stato, perchè solo un Ravenclaw del settimo anno sarebbe riuscito a modificare un ritratto.

Quando vide l'inizio della rampa di scale che portava all'ingresso, il cuore le morì in gola.

Non aveva il coraggio di fare un altro passo, per paura di disilludersi.

-...Sirius?- Chiamò con un soffio, i muscoli che si tendevano in un brivido non certamente dato dal freddo, mentre tentava inutilmente di far abituare maggiormente i propri occhi al buio che la circondava.

Sentì distintamente un fruscio, che fece aumentare il battito del suo cuore, -Alison?- Domandò una voce profonda, bassa.

La Ravenclaw sentì caldo dietro le orecchie, mentre riprendeva a camminare velocemente e davanti ad i suoi occhi cominciavano a stagliarsi i gradini e, verso la fine, la sagoma scura di Sirius.

Gli si sedette accanto con leggerezza, gli occhi illuminati da un sorriso.

-Come facevi a sapere che mi avresti trovato di nuovo qui?- Domandò il Gryffindor, un ciuffo di capelli lucenti che gli ricadeva scomposto sul volto. Sembrava stanco, ma nonostante tutto il suo sguardo riusciva ad essere intenso anche nella penombra, conferendo un'aria più selvaggia ai lineamenti nobili.

Alison scrollò le spalle, -non lo so...Lo immaginavo e basta...- sussurrò, sorridendo come una bambina, felice di aver avuto ragione.

Si sentì imbarazzata dallo sguardo confuso di Sirius e, senza rendersene conto, si portò una mano a sistemarsi i capelli sulle spalle. In realtà non sapeva cosa diamine ci faceva lì, lei odiava il buio, ne aveva paura, la sera precedente era in giro per il castello solo perchè si era trovata alle cucine con una sua amica degli Huffelpuff quando era ancora chiaro, ma erano rimaste troppo a parlare.

Però quella sera, mentre era nel suo letto a baldacchino dalle pesanti tende blu notte, leggendo svogliatamente un libro aspettando che il sonno la cogliesse, la mente le aveva vagato fino a raggiungere il ricordo della sera precedente, dell'espressione disperata di Sirius.

E l'aveva colta la consapevolezza che il ragazzo, in quel momento, era nello stesso identico posto in cui l'aveva incontrato il giorno prima, con la stessa angoscia inconfessata nel cuore, lo stesso ciuffo ribelle che andava a coprirgli un occhio, e lo stesso buio che lo avvolgeva e tentava di inghiottirlo.

Senza rendersene conto, era già a metà strada, mentre cominciava ad essere presa dalla paura del buio.

-Si nota tanto?- Domandò Sirius, sogghignando, ridendo di se stesso.

Alison fu scossa dai suoi pensieri, fissandolo interrogativamente, cercando di non perdersi a contemplare i suoi occhi. -Che sono disperato!- Continuò il ragazzo, e la Ravenclaw sbarrò improvvisamente gli occhi. -No, che dici!- Provò a mentire lei, ma si rese conto da sola che non era molto convincente.

Sirius rise di gusto, una risata simile ad un latrato, passandosi una mano a portarsi indietro i capelli corvini, così luminosi. Poi le sorrise, un sorriso tutto per lei, pieno di ringraziamento, -Non devi preoccuparti, Alison...Infondo, io sono un eroe, no??- Disse, gonfiando il petto e battendoci sopra il pugno. Poi la sua espressione si addolcì di nuovo, mentre allungava una mano a cogliere, tra le dita, una ciocca dei capelli di Alison, che avvampò improvvisamente. -Si vede che hai paura del buio...Non serviva che tu venissi fin qui, veramente...Ma ti ringrazio tanto...- Sussurrò appena Sirius, il tono pieno di gratitudine e malinconia, i lineamenti gentili, e lo sguardo profondo rivolto verso di lei, in cui sprofondò senza ritegno. Il Gryffindor si portò alle labbra la ciocca bionda, baciandola dolcemente, ed inspirando profondamente, prima di rialzare lo sguardo su di lei, -shampoo alle mandorle??- Domandò scherzoso. Alison, imbarazzata e tesa, si ritrovò a ridacchiare, di nuovo a suo agio.

Ma ad un tratto entrambi si bloccarono di colpo. Avevano sentito distintamente un miagolio, proveniente dalla Sala Grande.

-Cosa c'è, tesoro mio? Hai sentito la puzza di qualche sudicio studentello?- Domandò una voce acuta e smielata, una voce così disgustosa, che risuonava talmente stonata alle orecchie, che non poteva che essere di Gazza.

Alison impallidì improvvisamente, spaurita, cercando lo sguardo di Sirius, che non aveva per nulla perso la calma. Quelle situazioni, per lui, erano all'ordine del giorno. Si alzò con determinazione, tendendole la mano per aiutarla ad alzarsi e sorridendole per rassicurarla, -non preoccuparti, non ci faremo prendere da Gazza...- mormorò con tono di sfida.

Lei si sentì improvvisamente al sicuro, mentre lui la trascinava per corridoi che lei non si sforzava nemmeno di riconoscere, i loro passi fugaci che facevano poco rumore, il castello che non sembrava più spaventoso e buio come prima e l'orientamento di Sirius che aveva così poco di umano...

Ci sono situazioni, nella vita, che stranamente riescono a legare le persone con un filo inesorabile e resistente. Ci sono situazioni che vivi come un sogno, dove vieni travolto da emozioni di cui prendi consapevolezza solo a mente lucida, molto più tardi. Ci sono situazioni che riescono a svolgersi solamente se è notte.

Quella, era una di quelle situazioni.

La mano di Sirius era grande e calda, piena di tepore, e lui sembrava così imponente, così eroico, così tanto Gryffidor! Ed era talmente sicuro, anche mentre le lanciava un'occhiata per vedere se stava bene, che a Alison aveva quasi voglia di prenderlo a schiaffi, per togliergli quell'aria strafottente di chi ama l'adrenalina delle situazioni pericolose.

Quando Sirius si fermò, all'inizio di un corridoio, ormai Alison aveva completamente perso il senso dell'orientamento da tempo, mentre appoggiava inconsciamente la propria fronte sulla schiena del ragazzo, tentando di riprendere fiato.

Sentiva il cuore batterle accelerato nelle tempie, e l'odore di Sirius più forte e pungente che tentava di avvolgerla. I capelli le accaldavano il collo, e le guance arrossate non solo per il caldo.

Sentiva il respiro di Sirius, che mano a mano andava calmandosi, che le sembrava riempisse il silenzio.

-Bhe...Siamo arrivati...- sussurrò lui, con fare compiaciuto. Solo in quel momento Alison si riscosse, cominciando a guardarsi attorno. Le ci volle qualche secondo per rendersi conto di essere all'inizio del corridoio che l'avrebbe portata al ritratto per la propria Sala Comune, e ne fu quasi amareggiata.

Sorpassò Sirius sospirando, voltandosi a guardarlo, -Non serviva che tu mi accompagnassi fino a qui...- Mormorò, guardando ora con familiarità il corridoio.

Sirius sbadigliò, portandosi una mano davanti alla bocca, e lanciando un'occhiata verso le finestre, da dove si intravedeva uno squarcio di cielo ancora buio. -Ho preferito essere sicuro che non ti sarebbe successo nulla- Rispose, sorridendo ironico. La penombra giocava sui suoi tratti nobili e su quella bellezza quasi selvaggia.

Alison ridacchiò, sentendo ancora più caldo, -Allora grazie mille Sirius, è solo a te che devo il fatto di non essere finita in punizione!- disse allegra.

Non seppe mai dove trovò il coraggio di avvicinarsi di mezzo passo, porgersi sulle punte dei piedi poggiando la mano alla base del collo del ragazzo, per dargli un lieve bacio sulla linea della mandibola. Sentì la mano di lui sfiorarle appena il fianco, prima di staccarsi di nuovo, in un brevissimo contatto che le bruciò sulla pelle.

-Non devi ringraziarti, era mio dovere di Gryffindor salvaguardare la tua incolumità!- Disse scherzoso, mentre Alison si allontanava di nuovo da lui, notando lo sguardo di Sirius cominciare a cambiare luce ogni volta che la guardava negli occhi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*****

Ed anche questo è andato!!

Qua sta andando acora avanti un po’ lentamente, ma già dal prossimo capitolo entrerà in scena lui…L’Eroe…James Potter!!

Non vedo l’ora!! Mi sono divertita un sacco a scrivere di lui e Sirius…l’ho un po’ buttata sul ridere.

 

 

Grazie per tutti quelli che hanno letto e, soprattutto, un bacio a chi ha recensito

 

 

Kikka91: Sono contenta di essere riuscita nell’intento di dare a Sirius l’istinto canino…Approfondirò di sicuro il personaggio di Alison, bisogna solo avere un po’ di pazienza per questi capitoli ancora un po’ introduttivi.

Anche a me I Ravenclaw piacciono molto, un po’ mi ci rispecchio, sinceramente.

 

Vane91: aggiornata al più presto, contenta? ^___^

 

PiccolaBlack: Il personaggio di Sirius riserverà ancora molte sorprese, credo di aver dato il meglio del personaggio nel capitoli più avanti, quando comincerà a mostrarsi un po’ di più…Sappimi dire ^^

 

A presto, baci

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Capitolo 3
*** Ripetizioni Alle Leggende ***


Capitolo 4

Capitolo 2.

 

Ripetizioni Alle Leggende.

 

 

 

 

 

 

 

A

 

lison sbadigliò rumorosamente, prendendo tra le mani la tazza di caffè bollente, e lanciando un'occhiata annoiata al libro di Pozioni aperto, appoggiato in equilibrio precario alla caraffa del succo di zucca.

Il suo sguardo offuscato vagò senza permesso oltre la tavola, per andare a cercare quella Gryffindor. Sirius Black rideva con James Potter, incuranti degli sguardi adoranti che i loro compagni rivolgevano loro. Persino in quel momento, mentre si stava per soffocare con il succo di zucca, riusciva ad essere disgustosamente affascinante...E Potter, nonostante stesse giocando con due aringhe affumicate (stranamente non con un boccino sfavillante) come un bambino del primo anno, non era certo da meno in quanto bellezza. Perfino Lupin, concentrato su un libro, mentre lanciava solo qualche fugace sguardo divertito verso gli amici, nonostante la sua aria cagionevole e trasandata, emanava una qualche sorta di fascino.

Loro erano il massimo a scuola.

Il massimo del massimo.

Qualsiasi cosa avessero detto, sarebbero stati ovattati dalle acclamazioni.

Alison sentì maggiormente il peso delle poche ore di sonno, ed un lieve sconforto sembrò cercare di invaderla, mentre si malediceva con se stessa per aver distolto lo sguardo dal libro di pozioni, sua unica salvezza per quello che l'attendeva alla prima ora.

Poi un ragazzo invase la sua visuale, sedendosi davanti a lei. Alison sorrise e lo guardò con affetto: gli stessi suoi capelli biondo scuro, la stessa fronte, lo stesso naso, ma non molto altro in comune. -Buongiorno Lionel!- Esordì.

Lui le sorrise affettuoso, -Buongiorno sorella, non hai dormito bene?- Domandò con voce calda.

La ragazza sorrise, quasi divertita, -più che altro ho dormito poco...-.

Soppesò se era il caso di dire al fratello che erano due sere che faceva le ore piccole per incontrare la leggenda della scuola, Sirius Black; si chiese se, nel raccontarlo, i suoi occhi avrebbero cercato di nuovo il Gryffindor, cercando il fascino magnetico che la sua figura emanava.

Lionel corrucciò le sopracciglia, gli occhi scuri cercarono di scrutare nel volto della sorella qualcosa che gli potesse dire cosa la impensieriva, quando una voce profonda ebbe il potere di distrarlo, come riuscì a distrarre la gran parte della tavolata dei Ravenclaw, soprattutto femminile.

-Alison!-

Alison sussultò appena, battendo il ginocchio contro il tavolo e rompendo il delicato equilibro tra il libro di pozioni e la caraffa, che non si ribaltò grazie ad un suo preciso movimento della bacchetta, mentre dalla sua espressione si vedeva benissimo che si stava maledicendo per l'ennesima volta.

Sirius era dietro a lei, con la sua elegante bellezza, il sorriso spavaldo in volto e quel luccichio quasi animale nel profondo dei suoi occhi.

-Alison, posso chiederti un favore?- Domandò.

Lei si impose con forza di non arrossire, scavalcando la panca per potersi girare verso di lui, -...certo, se posso...- disse, sorridendo con un velo di rigidità.

Ma era Ravenclaw, e tendenzialmente riusciva a controllare le emozioni meno forti con la mente.

Sirius si accucciò con fare losco vicino a lei, lanciando una fugace occhiata verso il suo tavolo, come ad essere sicuro di non essere visto. -Hai presente Remus, vero?- Domandò, rivolto di nuovo verso lei.

Alison sentì uno sguardo pungergli sulla base della nuca, sicuramente di suo fratello, ma si impose di non farvi caso. -Lupin? Certo...- Disse, scrollando appena i riccioli raccolti, senza  capire dove voleva andare a parare il ragazzo.

-Vedi...lui dice che ne io ne James - James Potter, hai presente vero? - riusciremmo mai a prendere un "Eccezionale" in Pozioni senza il suo aiuto...- Continuò Sirius, grattandosi il mento con fare pensieroso, -la cosa che infastidisce...è che ha ragione! Cioè...Ammettiamolo...Non mi è mai piaciuta pozioni...- Continuò, mostrando un ghigno molto più canino che umano. Sirius si interruppe per un attimo, fissandola e sorridendole.

Alison sorrise di riflesso, contagiata dal suo, e si stupì della quantità di fascino e carisma che trasudava dal ragazzo. Si sentì stupida, e chiuse gli occhi per un paio di secondi, come per tornare in sè.

-Però io e James vorremmo dargli una lezione! Ed il nostro affezionato "Oltre Ogni Previsione", a Lupin non basta più!!- La voce di Sirius si faceva sempre più bassa, ma aveva una luce di emozione negli occhi, esaltato dal suo stesso piano.

-Ed è qui che entri in campo tu!!- Disse, alzando improvvisamente il tono di voce.

Alison lo guardò sbigottita, -io??- Chiese, un tono un po' troppo acuto.

Sirius le prese le mani che aveva in grembo, come a renderla già complice del losco piano. -Si Alison...Mi hai detto l'altra sera che vuoi provare a diventare Guaritrice...ed inoltre sei Ravenclaw...Quindi sarai un genio in pozioni!- Disse, spalancando appena gli occhi, il sorriso dipinto sulle labbra e sugli occhi, il volto illuminato. Talmente sicuro di quello che diceva che per nulla al mondo avrebbe accettato un qualcosa di diverso.

Esaltato come un bambino.

Le mani di Sirius, grandi e calde, le bruciavano sulle sue.

Si ricordò, improvvisamente e nitidamente, la loro corsa per i corridoi bui, la sua mano calda, i suoi piedi a contatto del pavimento freddo, i quadri che sussurravano indignati.

-Ma io non sono così brava in Pozioni!- Esclamò, le veniva quasi da ridere.

Sirius si zittì per un momento, quasi a soppesare ciò che lei aveva detto (cosa che probabilmente, in realtà, non fece), poi scoppiò a ridere, la sua risata simile ad un latrato, -ma smettila!! Cos'hai preso nell'ultimo compito di Lumacorno??- Domandò, ironico. Alison sentì caldo attorno al collo, abbassando lo sguardo, -...Eccezionale...- mormorò imbarazzata.

Sirius scoppiò a ridere di nuovo, e Alison si unì appena alla sua risata. Poi il Gryffindor si alzò, sgranchendosi le gambe, -Allora è deciso, darai ripetizioni segrete a me ed a James!- Esultò, solare. Guardò tra la folla della sua tavolata, e fece un cenno di vittoria verso Potter.

-Ci vediamo a pranzo dietro la serra numero 2, così non ci vede nessuno e possiamo fare un piano...di studi!- Sirius si bloccò un attimo a riflettere sulle sue stesse parole, poi scoppiò a ridere di nuovo, salutandola con la mano e tornando verso il proprio tavolo.

Alison sbattè un paio di volte le palpebre, poi si rigirò verso il tavolo, appena scombussolata.

Non riusciva ad abituarsi alla vicinanza di Sirius.

Come non riusciva ancora ad abituarsi alle varie sfaccettature del suo carattere, che stava scoprendo fin troppo velocemente.

Un Sirius disperato.

Un Sirius sicuro di se, come un paladino.

Un Sirius ilare e gioioso, adorato da tutti, la Leggenda.

Riprese la tazza di caffè tra le mani, cominciando a sorseggiarlo ed incontrando lo sguardo stupito del fratello.

Praticamente stupito quanto il suo.

-Conosci Sirius Black?- Domandò, quasi preoccupato, Lionel.

Erano gemelli, e lui si era sempre preso la briga di proteggere la sorella meglio che poteva, senza esagerare...Ma quello andava completamente fuori da tutti i suoi piani.

-mm mm...- Alison abbassò lo sguardo, evitando accuratamente di arrossire.

-E darai ripetizioni di pozioni a lui ed a James Potter?- Continuò Lionel, sempre più scioccato.

Sua sorella avrebbe stretto confidenze che le leggende di Hogwarts...Che erano famosi solo per ficcarsi in un guaio dietro l'altro, scontando una punizione dietro l'altra.

Inorridendo, Lionel non riusciva nemmeno ad immaginarsi in che pasticci si sarebbe mai ficcata.

-mm mm...-

-Ripetizioni private, in luoghi nascosti, da sola con Black e Potter??- La voce di Lionel ora era insistente. Era quasi disperato, sapeva perfettamente che sua sorella si sarebbe presa una cotta spaventosa per uno dei due, come tutte le persone del genere femminile (e qualcuna maschile) che erano venute in contatto con Black e Potter.

-mm....- La mente di Alison per un secondo si inceppò, posò pesantemente la tazza sul tavolo, prendendosi un paio di secondi per capire al meglio ciò che aveva detto il fratello, e fissò il fratello spalancando gli occhi, -COSA??- Chiese, stupita.

Lionel inarcò un sopracciglio, Alison si mise a ridere, senza malizia, -Si, detta così sembra piuttosto equivoca!- Disse, tranquilla.

Il ragazzo rimase spiazzato, si protese verso di lei, -ma...Alison...La situazione è ambigua!!-.

Alison inclinò appena la testa...Nulla da fare, sua sorella era sempre stata fin troppo ingenua e fiduciosa del prossimo. -Non dire sciocchezze, Lionel!- Lo rimproverò, sfogliando per l'ultima volta il libro di pozioni, prima di chiuderlo e depositarlo nella borsa.

 

 

Il compito di Pozioni fu, tendenzialmente, un bagno di sangue...

Probabilmente non sarebbe andata oltre l'Oltre Ogni Previsione, e uscì dall'aula con la divisa macchiata di sangue verde di drago, che non si decideva in nessun modo ad andare via.

Aveva tentato tutti gli incantesimi per pulire che conosceva (ed erano parecchi, visto che tra i Ravenclaw se ne inventavano a bizzeffe) prima di rivolgersi alle sue compagne di stanza, che ovviamente avevano tutte una loro convinzione di come togliere la macchia verdastra. Le passarono ogni unguento di Nonna Acetonella disponibile sul merecato, compresi i classici rimedi casalinghi (tra cui versarci sopra del limone), prima di dimostrarsi sconfitte e, guardando la macchia con aria critica, mormorare frasi di incoraggiamento della tacca di "sai che il verde ti dona?".

Così, quando a pausa pranzo si portò dietro la serra numero 2, la sua divisa non solo era macchiata, ma la stoffa sembrava anche stanca e provata tanto quanto Alison.

Sirius e James erano già là, illuminati da un raggio di sole che sembrava lì per loro ed una leggera brezza che soffiava dolcemente tra i loro capelli (si sa che, per far sventolare i propri mantelli, del vento deve sempre soffiare dolcemente sugli Eroi...). Ed ovviamente, James era riuscito a procurarsi un boccino con il quale giocare.

-Ehi Jamie, è arrivata Alison!- Mormorò Sirius, dando una gomitata all'amico, che si voltò verso di lei con aria curiosa. Potter si aprì in un largo sorriso da una guancia all'altra, catturando per l'ultima volta il boccino, -Ah! La nostra Salvatrice!!- Esclamò, alzandosi con aria spavalda.

Per un attimo, guardandoli, Alison si sentì intorpidita come in sogno. Sembrava che, senza rendersene conto, i due Gryffindor lottassero per chi avrebbe attirato maggiormente la sua attenzione.

Ma l'occhio di Alison cadeva sempre irrimediabilmente sulla figura di Sirius.

Sirius le si avvicinò, guardando divertito la macchia verde sulla divisa grigia, -sangue di drago?- Chiese con tono critico. Alison annuì, sistemandosi appena i capelli con aria imbarazzata, -non va via!- sbuffò, mettendo il broncio in un'espressione infantile, che sembrò intenerire dolcemente Sirius.

-Sangue di drago? Nulla di problematico!- Esclamò tranquillo James, avvicinandosi mentre si arrotolava le maniche della camicia sugli avambracci muscolosi. Puntò la bacchetta sul maglione, facendole fare un lieve movimento, e mormorò annoiato un incantesimo.

La macchia sparì magicamente.

Alison rimase per un secondo allibita, -Ed io sarei quella che deve dare ripetizioni a voi??- Domandò, spalancando gli occhi. -Si, ma di Pozioni!! Modestamente in Incantesimi sono il migliore- rispose prontamente James, scompigliandosi i capelli.

Sirius rise, -perdonalo, Alison...è così modesto che non si può non volergli bene!- esclamò, passando un braccio attorno al collo dell'amico, che si lamentava giocosamente.

Alison si sentì fortunata di potersi riempirsi gli occhi con una scena del genere.

James era poco più basso di Sirius, anche lui slanciato e con la muscolatura sviluppata, con grandi occhi nocciola sinceri, che sembravano scavarti dentro, affascinanti, sotto una massa di capelli disordinati che lo facevano sembrare un bambino di sette anni. Aveva un sorriso spontaneo, che aveva il potere di illuminare tutto il volto, di contagiare irrimediabilmente. Il comportamento sicuro di se, spavaldo, anche se a volte sembrava non rendersi effettivamente conto della propria forza.

Sirius, con i capelli corvini lucenti e gli occhi scuri come due pozzi torbidi in cui perdersi, con una luce profonda così selvaggia che contrastava con i lineamenti nobili ed il volto affilato. I movimenti sicuri ed eleganti, di chi sa perfettamente quanta forza mette in ogni gesto e quanto oltre può spingersi.

Sembravano completarsi a vicenda.

Quando i due ragazzi si staccarono, ormai lievemente trafelati, dopo aver ripreso fiato, James guardò la Ravenclaw con una luce divertita negli occhi, -bhe, Alison...Mi sa che dovrai fare un miracolo con noi, per farci ottenere un Eccezionale in Pozioni!-.

Alison si concesse di soppesare i due ragazzi con aria critica: sapeva che avevano sempre avuto una media piuttosto alta, vedeva i loro sguardi brillanti, sapeva che se l'erano cavata in situazioni irrimediabile...E poi, dai, erano le Leggende id Hogwarts...Dovevano pur valere qualcosa!!

Alison sorrise divertita, passando dagli occhi nocciola e vivaci di James, da ragazzino, a quelli scuri ed insondabili di Sirius, da chi porta sulle spalle un peso troppo grande per lui, poi sospirò, tranquilla. -Ma che miracolo, siete o non siete il meglio del meglio?- Chiese, con aria dura, poggiando le mani sui fianchi.

I due ragazzi rimasero così interdetti, gli occhi spalancati e la labbra di James semi aperte, che per un attimo il loro fascino sembrò impallidire.

-Se lo volete ottenere davvero, quell'Eccezionale sarà un gioco da ragazzi!! Insomma, io ho fiducia in voi!!- Esclamò, con tono limpido e dolce, gli occhi blu illuminati.

Era sincera, talmente sincera da meritarsi una spudorata risata da parte di Sirius, compiaciuto. Un lampo di gioia illuminò maggiormente i suoi lineamenti.

-Accidenti, pane per i nostri denti! Ma dove l'hai trovata, Sirius?- Chiese divertito James, alzando il tono di voce per sovrastare quella risata che non sembrava finire.

Sirius aveva le lacrime agli occhi, piegato dal ridere.

 

 

 

 

 

 

 

 

****

Ok, ok…James ha fatto solo una piccola comparsa…Ma sarà sempre più presente…

Una volta che James entra in scena, non se ne va più XD

Cmq li adoro, tutti e due in modo diverso…

 

Grazie mille per i vostri commenti, mi commuovono ç__ç

 

Vane91: sto continuando ad aggiornare in fretta…Non resisto!! Spero vivamente di riuscire a continuare così ^^

 

PiccolaBlack: grazie mille per i tuoi commenti così euforici…mi commuovi ç_ç grazie per aver detto che loro due sono una bella coppia!!

 

Kikka91: Che amore il Sirius cavaliere…Come ho già detto Jamie farà un po’ poco nel prossimo capitolo…Ma dopo non uscirà più di scena.

Ho un po’ caricato la sua aria da Eroe, sinceramente…Ma spero ti piaccia lo stesso ^^

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Capitolo 4
*** Qui Felpato...Mi Senti Ramoso? ***


Capitolo 3

Capitolo 3.

 

Qui Felpato…Mi Senti Ramoso?.

 

 

 

 

 

 

 

D

 

isteso sul letto, le braccia incrociate dietro la testa e lo sguardo torbido fisso sulla copertura scura del letto a baldacchino.

Nemmeno quella sera, Sirius riusciva a dormire.

Le coperte rosso scuro gli pesavano sul corpo, stranamente sensibile, ed un soffuso raggio di luna gli illuminava appena il volto dai muscoli tesi.

"Se lo volete ottenere davvero, quell'Eccezionale sarà un gioco da ragazzi!! Insomma, io ho fiducia in voi!!"

Sirius sospirò rumorosamente, girandosi su un lato e chiudendo gli occhi.

Rivide la figura così esile di Alison, in un atteggiamento deciso, le mani sui fianchi, protesa appena in avanti, le guance arrossate. Rivide i ricci biondi che le cadevano sulle spalle e rivide il suo sguardo.

Quello sguardo blu, limpido.

Quello sguardo pieno di fiducia incondizionata, quel credere in loro in maniera così spudorata e sincera...

Ed a lui era venuto da piangere.

Un groppo gli aveva chiuso la gola, mentre sentiva quelle parole che tanto aveva atteso da una persona che lo conosceva appena, ma che ci credeva in pieno.

Lei aveva fiducia in lui.

Come nessun altro aveva riposto fiducia in lui, come nessun altro gliel'aveva mai detto.

Bhe, certo, il compito di Pozioni in realtà era una stupidaggine, nulla per cui valeva la pena scaldarsi tanto quanto in realtà stavano facevano.

E si, certo, sapeva che i suoi amici riponevano fiducia in lui...Ma ovviamente, quando si trovavano tutti insieme, non si scambiavano frasi stucchevoli sul bisogno che ognuno aveva degli altri.

Sirius, cresciuto in una casa sempre troppo buia e maledetta, con le teste di vecchi Elfi Domestici appese per le scale come trofei di guerra e vecchi fantasmi di famiglia che facevano confusione in soffitta, era sempre stato ripudiato dai genitori.

Per loro, era sempre stato diverso, strano, infettato.

Per loro era stata un sollievo la nascita di Regulus, tanto aspettata.

Sirius non aveva mai ricevuto l'appoggio familiare, quell'appoggio di cui tutti i bambini piccoli hanno bisogno, il sentirsi dire di essere stati bravi quando si mostrano disegni orribili.

Quell'appoggio incondizionato e la fiducia verso quello che faceva il figlio.

E tutto quello, l'aveva visto quel pomeriggio nello sguardo di Alison.

E la cosa sembrava così surreale, così stupida e sollevante, che Sirius si era trovato spiazzato.

Si girò di nuovo, sentendo il lieve russare di James, nel letto accanto al suo.

Sospirò, tirandosi a sedere e prendendo, dalla federa del cuscino, quel foglio di pergamena pregiata, ormai stropicciata e piegata male, che non gli faceva chiudere occhio in quei giorni.

Lo osservò a lungo, senza aprirlo, come se già la filigrana di quella carta gli raccontasse quanto bastava. Sapeva a memoria cosa c'era scritto, aveva stampato nella mente ogni singola lettera, ogni singola curvatura spigolosa di quelle parole tracciate con inchiostro lucido e con una penna di falco pregiata.

Già quello, in effetti, era fin troppo per lui.

-Sirius...- un mormorio simile ad un soffio, che lo fece sussultare ma non spaventare.

Portò il proprio sguardo davanti a se, dove sapeva già di trovare gli occhi indagatori di Remus ad attenderlo. Lupin, il viso scavato e pallido, cercava di sondare gli occhi di Sirius, che distolse guardando fuori dalla finestra.

-Qualcosa ti impensierisce, Felpato?- Domandò Remus, sempre in un soffio, con la sua voce pacata e tranquillizzante.

Sirius sorrise, scuotendo appena la testa, -nulla di importante, Lunastorta...- mormorò, ponendo di nuovo la lettera nella fodera del cuscino.

Remus sospirò, per nulla convinto.

Il moro lanciò di nuovo una fugace occhiata a James addormentato, che aveva cambiato posizione.

-nulla di importante...- mormorò di nuovo Sirius, mentre la voce tendeva a morirgli in gola, nel tono di chi cerca di convincere più se stesso che qualcun altro.

 

-Qui Felpato...Mi senti, Ramoso?-

-Ti sento Felpato...parla pure!-

-Ramoso...Indicami la tua posizione!- mormorò Sirius, accucciato al riparo dietro ad una statua. Teneva tra le mani uno specchietto in cui era riflesso il viso concentrato di James.

-Sono all'inizio del corridoio Est, Felpato...- rispose in un soffio, appiattendosi contro il muro e porgendosi appena a guardare oltre l'angolo.

-Nessuno in vista?- Chiese Sirius, lanciando fugaci occhiate attorno a se.

-Solo due ragazze di Huffelpuff...Buongiorno bellezze!- James si esibì nel suo migliore sorriso luminoso, mentre si sentivano distintamente le risatine di due ragazze, -buongiorno James!-.

Sirius si passò una mano sul volto.

-Bene Felpato...Via libera!- disse James deciso ed, a quelle parole, Sirius scattò come un cane che insegue la preda. Superò James sfiorandogli la spalla e corse per altri due corridoi.

Poi si fermò, tra un'armatura ed un'altra, guardandosi attorno con circospezione.

-Bene...sono nel corridoio Nord...Pix è appena passato oltre un muro...Nessuno in vista...Raggiungimi Ramoso!-

Quando Potter lo raggiunse, i due ragazzi si guardarono per un attimo negli occhi, annuendo, -andiamo!- disse deciso il cercatore dei Gryffindor.

A passo di marcia, Sirius elegante e James con il petto gonfio, camminarono con circospezione per il corridoio, fermandosi davanti ad una porta.

In silenzio, aprirono lentamente uno spiraglio della porta, guardando entrambi dentro.

-ehi...pssss!!- James sibilò.

Dentro l'aula, seduta tra i tavoli, Alison sussultò violentemente, voltandosi verso la porta.

A vedere parte di quei due volti spuntare dallo spiraglio, si portò una mano al cuore sospirando, rendendosi poi conto di quanto era ridicola la scena.

-ehi...Goldstein...Via libera??- Domandò James, losco.

Alison inarcò le sopracciglia, guardandosi appena attorno con aria interrogativa, -em...si?!- disse, titubante.

Al che i due ragazzi entrarono, sospirando di sollievo e dandosi il cinque. -Ce l'abbiamo fatta Jamie!- Esclamò Sirius, portandosi le braccia dietro la testa.

James gonfiò il petto, -bhe, ci avresti dubitato??- Domandò, ghignando.

La Ravenclaw li guardò, sempre più confusa, -ce l'avete fatta a fare cosa?- Chiese, incuriosita.

-Ma a venire qui senza farci vedere da nessuno, ovviamente!!- Il tono di James era sempre scontato, come se pensasse che dare una spiegazione non ne valesse realmente la pena.

Alison si bloccò un attimo, poi scoppiò a ridere senza riguardi, -Ma proprio a dei Gryffindor dovevo dare ripetizioni?- Si chiese, divertita.

I due ragazzi ridacchiarono, avvicinandosi e sedendosi scompostamente di fronte a lei.

-Bella l'idea di usare l'aula di Storia della Magia...In effetti nessuno sano di mente la userebbe per studiare...- Disse Sirius pensieroso, guardandosi attorno per quell'aula ammuffita e sonnolenta.

-Nessuno tranne noi, ovviamente...- Lo corresse James, sorridendo.

Alison ridacchiò appena, aprendo il proprio libro di Pozioni con sicurezza, -bene...Abbiamo cinque giorni per prepararci...Direi che sono più che sufficienti! Vedrete che prendere un Eccezionale sarà un gioco da ragazzi!- Esclamò, portando i suoi occhi blu da uno all'altro Gryffindor.

Sotto quello sguardo, Sirius si sentì stranamente più sereno.

James si scompigliò distrattamente i capelli, -Se lo dici con quel tono, non possiamo proprio deluderti- disse ridendo.

Alison si illuminò, incoraggiata, arrossendo appena quando notò lo sguardo di Sirius puntato su di lei. Sirius aveva preso inconsapevolmente a studiarla, a guardare con attenzione le ciglia lunghe che coprivano gli occhi blu, le labbra rosse spesso sorridenti, in un sorriso che poteva anche solo essere di circostanza ma che aveva il potere di calmare, quei lineamenti delicati coperti in parte dai ricci biondo oro, che venivano illuminati dal sole, abbagliando. Aveva un atteggiamento rilassato, ma poco sicuro di se.

Solo in quel momento, Sirius si rese conto che forse la ragazza era in soggezione con loro. Non seppe se compiacersene o dispiacersi.

Poco dopo Alison cominciò a spiegare Pozioni con enfasi: i suoi occhi blu erano illuminati di sete di sapere, ma per quanto riuscisse a rendere interessante la materia, Sirius e James, ben presto, tolsero i propri occhi dai libri per concentrarsi in altro.

Non che non la ascoltassero, semplicemente Sirius perdeva il proprio sguardo sul prato fuori dalla finestra, mentre James scarabocchiava distrattamente sulla sua pergamena.

Ovviamente, spiccavano boccini e le iniziali della Evans.

-Direi che per oggi potrebbe anche bastare...- sospirò Alison dopo un paio d'ore, la voce provata dalle spiegazioni, mentre chiudeva con un tonfo il libro di pozioni.

James smise di scribacchiare boccini sulla sua pergamena, alzando lo sguardo come appena sveglio, -cosa? Di già?- Chiese, allibito. Sirius si stiracchiò come un felino, riportando il proprio sguardo sulla figura rassicurante della ragazza.

Alison sorrise a Potter, come a scusarsi, -Mi dispiace Potter...Ma sono due ore che parlo, sono un po' provata...Se volete, continuiamo a studiare, ma non ce al faccio più a spiegare!-.

James rimase in silenzio per un attimo, poi riprese a parlare -Sai Sirius...Avevi ragione...Lei non si è arrabbiata come la Evans!- Disse, quasi in imbarazzo.

Alison sbattè le palpebre perplessa, e James si protese verso di lei per spiegarle, -Sai, io avevo proposto che fosse la mia adorata Lily a farci ripetizioni...Ma tutte quelle volte che abbiamo provato, è sempre finita che mi lanciava dietro un libro...- Sospirò Potter, malato d'amore.

Alison rise, e James la guardò seriamente, -non sto scherzando!! Vedi qui, proprio qui?? Vedi che qui i miei splendidi capelli non crescono più?? È dove lei mi colpisce ogni volta!!- Disse, indignato, indicandosi un punto tra la massa scompigliata di capelli, ma prima che Alison potesse realmente vedere, lui vi aveva già passato una mano a scompigliarli.

Sirius rise sguaiatamente, -vedi Alison, la Evans non sopporta che, mentre lei spiega, io e Jamie guardiamo da tutt'altra parte!!-.

Alison alzò le spalle, scrollando i capelli, -bhe, a me non interessa...Voglio dire, tanto alla fine sono fatti vostri...è che so che nonostante sembrate distratti, in realtà vi entra tutto in testa- sorrise dolcemente, un sorriso che le illuminò gli occhi blu pieni di fiducia.

Vi fu un attimo di silenzio interdetto, in cui Sirius sentì una puntura al cuore, poi James indicò la ragazza guardando Sirius, -Sposala!!- Proferì, fin troppo serio in volto.

Sirius cominciò a ridere, seguito subito da Alison, nonostante le gote accese.

James guardò distrattamente l'orologio che aveva al polso, e con un gemito spalancò gli occhi, -DIAMINE! Sono in ritardo per l'allenamento di Quidditch!!- Urlò, raccattando in un lampo tutta la sua roba. Aprì uno spiraglio di porta, quel che bastava per farci passare la testa, guardò da entrambi i lati per vedere se la via era libera. Li salutò frettolosamente ed uscì correndo dall'aula, mentre Sirius, ancora seduto, rideva forte.

Alison era sempre più allibita da quei ragazzi. Sospirò forte, poi tirò fuori un paio di pergamene scritte in maniera ordinata.

Sirius si voltò a guardarla, incuriosito, seguendo i suoi movimenti calmi. Alison aveva preso delle pergamene vuote e stava incantando un paio di penne in modo che copiassero il contenuto delle pergamene scritte. Solo allora alzò gli occhi ad incontrare quelli torbidi di Sirius, ed avvampò vistosamente.

-Cosa fai?- Chiese il ragazzo, sporgendosi appena verso di lei. Vide Alison portarsi nervosamente una ciocca di capelli dietro le orecchie, era proprio in soggezione.

-Bhe, sono gli appunti di Pozioni...Credo vi possano servire...Dovreste dargli una letta veloce e ricordarvi le parti che ho sottolineato: sono spiegazioni che non sono presenti sul libro- disse dolcemente, facendo scorrere il dito su un paio di appunti sottolineati.

Sirius sorrise, intenerito, -mi sento in colpa...Fai tutto questo per noi...Non ti abbiamo nemmeno chiesto se vuoi qualcosa in cambio-.

Alison alzò di nuovo il volto a guardarlo, erano parecchio vicini e Sirius la vide arrossire maggiormente, gli occhi blu che diventavano lucidi e l'espressione farsi più morbida.

Non era particolarmente bella, ma Sirius cominciava ad esserne affascinato.

-Non preoccupatevi...Non voglio nulla...- borbottò Alison, fin troppo in fretta, tanto che, se possibile, arrossì maggiormente.

Vi fu un momento di silenzio pesante, in cui Sirius la vide guardarlo di sottecchi, prima che lei lo guardasse di nuovo negli occhi con una luce di curiosità e preoccupazione. Probabilmente senza nemmeno rendersene conto, Alison allungò le dita a sfiorare lo zigomo del ragazzo, che sentì il tocco freddo della pelle di lei.

-Sirius...Riesci a dormire di notte?- Domandò. Sirius si sentì intorpidire da quel tocco freddo e si rese conto che effettivamente era parecchio stanco, probabilmente aveva anche un accenno di occhiaie, -Perdo fascino quando sono stanco, vero?- Chiese ironico, ghignando.

Alison ridacchiò appena, ma arrossì maggiormente.

Sirius avvolse la mano di Alison con la sua, avvicinandola di più al suo volto, e fissando con intensità gli occhi blu di lei, -te l'ho già detto, Alison...Non devi preoccuparti per me...- Sussurrò, ma era felice. Era felice che lei notasse la sua stanchezza, che lei riuscisse a percepire la sua disperazione, che lei sapesse sempre la cosa migliore da dirgli.

-Mi dispiace...Io...- la ragazza si trovò in difficoltà e Sirius scosse il capo, -Non serve che dici nulla, figurati...- mormorò, prima di sciogliere quel contatto e di alzarsi.

Era stranito da ciò che lei gli faceva provare, stranito a tal punto che, a momenti, lo irritava, ritrovandosi spiazzato. Doveva andarsene da quella stanza, a prendere un po' di aria fresca ed ad ascoltare qualcuna delle stupidaggini di James...O magari qualcuna delle imprecazioni contro di lui da parte della Evans.

-Ora...è meglio se torno in Sala Comune, non vorrei che Remus si insospettisse...- Disse, a mo' di scusa, avviandosi verso la porta. Prima di chiuderla dietro di se, vide l'espressione addolorata e confusa di Alison e non lo sopportò.

Non sopportò che quella ragazza riuscisse a farlo sentire in colpa.

Cominciò a percorrere i corridoi con passo nervoso, accendendosi una sigaretta.

 

 

 

 

 

 

*****

Ed anche questo è andato…

Chiedo perdono se ho mandato in vacca sia James che Sirius nella scena in cui “giocano” con gli specchietti…Ma non sono riuscita a resistere XD

D’altronde, anche se maggiorenni, quei due li vedo sempre e comunque eterni ragazzini!!

 

Bene bene…Ormai comincia a prendere forma ed a ingarbugliarsi un po’ la cosa…

Mi piace troppo dare spessore al personaggio di Sirius!!

E comunque…James veramente non se ne andrà più…Credo che ormai sia presente in ogni capitolo dopo questo…

Sia perché un po’ l’ho adottato come mascotte della mia fan fiction, sia perché (come diceva anche Madama Rosmeta ne “Il Prigioniero di Azkaban”) dove c’è Sirius, c’è anche James!!

 

Grazie a chi ha letto, e soprattutto, a voi che avete recensito e che continuate a commuovermi ç__ç

 

Vane91: ecco a te il capitolo che attendevi ^-^ …A volte mi domando se il mio Sirius non sia fin troppo perfetto O_o”

 

PiccolaBlack: E no, mi dispiace…Le ripetizioni di pozioni sono solo delle ripetizioni ^^” …Servivano a me come scusa per far avvicinare Sirius ed Alison…E spero tu sia felice nel vedere che comunque ho aggiornato abbastanza in fretta ^__^

 

Kikka91: L’idea di Lionel è stata un caso, in effetti ^^” Quando mi è venuta in mente l’idea della fan fiction, quando cominciava a prendere forma, lui non c’era…Però più avanti avrà anche lui un ruolo, in mezzo ^^”

Complici, belli e unici. Due grandi^^” non sai quanto mi hai fatto felice con queste parole, percè era esattamente l’idea che avevo di loro, e sono contenta di essere riuscita a trasmetterla…Io mi immagino loro due che camminano, irradiando come luce propria, e le ragazze che svengono ai loro piedi XD

 

 

 

Al prossimo capitolo ^*^

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Un Atteggiamento Materno ***


Capitolo 4

Capitolo 4.

 

Un Atteggiamento Materno.

 

 

 

 

 

 

 

S

 

irius, seduto scompostamente sulla poltrona davanti al fuoco, guardò James, stanco e infangato ma esultante come sempre, entrare dal ritratto.

-Ehi James, ti devo parlare prima che Remus torni dalla biblioteca...- mormorò Sirius, con fare assonnato. Stare ad aspettare davanti al fuoco, lo faceva sentire pigro come un vecchio cane da compagnia.

James sospirò, guardando con scetticismo i propri vestiti infangati, -basta che fai in fretta, che il fango non mi dona...- borbottò.

Sirius sventolò dei rotoli di pergamena sotto il naso dell'altro, -Alison mi ha dato i suoi appunti di Pozioni...Direi che potremmo anche non prendere più ripetizioni da lei- disse, evitando di guardare il cercatore in faccia.

James strabuzzò gli occhi, passandosi una mano tra i capelli e poi facendo una smorfia disgustata, ricordandosi troppo tardi del fango sulla mano. -Senti Sirius, non so cosa ti frulli per quella mente bacata, ma oggi ho capito Pozioni. Ti rendi conto? So già quasi tutto. Alison è fantastica!- James era incredulo, ma qualcosa attirò la sua attenzione, -Ehi, Evans...buonasera!- disse, raggiante.

Lily, i capelli rosso scuro sciolti sulle spalle e i grandi occhi verdi con una luce di fermezza nello sguardo, si sedette su una poltrona, libro in mano, senza degnare James di uno sguardo.

-Ehi, Evans...Potresti anche salutare, sono stato gentile!- Esordì James, offeso, tentando di non usare un tono da ragazzino piagnucolante. Odiava quando la sua presenza veniva del tutto ignorata, il suo egocentrismo ne risentiva, piuttosto preferiva essere maledetto.

Sirius sbuffò, infastidito. Voleva chiudere presto quel discorso, già il solo fatto di aver aspettato James era stata per lui un'ardua prova. Se adesso la signorina Lily Evans, alle prese con crisi esistenziali che riguardavano James, cominciava anche a fare l'offesa, la cosa sarebbe andata per le lunghe.

-Mi dispiace, Potter, se non mi affretto cinguettante a salutarti, ma in questo momento ho cose più importanti da fare, piuttosto che assecondare il tuo egocentrismo...- berciò tagliente la rossa, aprendo svogliatamente il libro.

Sirius sorrise tra se, la Evans doveva solo ringraziare di essere una bella ragazza o se no, con il caratterino che si ritrovava, a suo modesto parere sarebbe rimasta zitella.

Ma per fortuna c'era James Potter, Mister Splendore, che, ovviamente, era irrimediabilmente innamorato dell'unica ragazza che non lo degnava di uno sguardo, Slytherin escluse, si intende.

James si parò davanti a Lily, braccia incrociante e fango che gocciolava sul tappeto. -Se continui così resterai zitella, Evans...- mormorò James, scuotendo la testa, sconcertato.

Lily alzò per la prima volta gli occhi su di lui, occhi arrabbiati e fermi, offesi, -meglio finire zitella che con te, Potter...Vedi di finirla di importunarmi e torna a parlare con Sirius della perfezione di quella Alison!- disse, infuriata, tornando a concentrarsi sul libro. Ma le sue guance erano imporporate, e Sirius capì benissimo che la Evans si era lasciata sfuggire più di quanto non volesse.

Black sospirò, a che pro nascondersi ancora? Tanto ormai se n'era accorto anche Peter che la Evans cominciava ad interessarsi a James...E se anche Codaliscia se n'era reso conto, significava proprio che la cosa era evidente.

James, nonostante tutto, si aprì in un sorriso trionfale, gli occhi illuminati come se avesse appena catturato il boccino più importante del campionato, -Cosa succede, Evans, sei gelosa??- Domandò malizioso, porgendosi appena verso di lei.

Lily arrossì appena, alzandosi scocciata, -non essere idiota, Potter!- Esclamò, accaldata, salendo le scale verso il dormitorio delle ragazze, e sbattendo la porta tanto forte da far tremare i vetri.

James, gli occhi ancora luminosi ed un sorriso idiota stampato in volto, guardò Sirius, sempre più sprofondato ed innervosito nella poltrona, -io sposerò quella ragazza!!-.

-Contento tu...- biascicò Sirius, issandosi per tornare ad una posizione quantomeno accettabile. -Comunque ho deciso che non prenderò più ripetizioni dalla Goldstein...- disse con una certa insistenza, tornando senza preamboli a ciò che veramente gli interessava.

James sembrò tornare in se, accantonando i pensieri da innamorato smielato e struggente, fissando Sirius per tentare di sondarlo. -Non capisco, Felpato...- borbottò infine, confuso.

Sirius lo guardò, irato, -cosa c'è da capire? Non ha più senso!- Esclamò, gesticolando con le mani. James inarcò un sopracciglio corvino, -ma cosa stai farneticando? Abbiamo passato con lei soltanto questo pomeriggio!! Come faremo con il nostro Eccezionale??- Chiese, cominciava anche lui ad infastidirsi.

-Forse questo Eccezionale non mi interessa più di tanto...- buttò là Sirius, scrollando le spalle.

James rimase interdetto, -Ma se è stata una tua idea!- Disse. Sirius lo guardò di nuovo, innervosito, -Vorrà dire che studieremo da soli, tanto abbiamo tutti il materiale!- era risoluto, ed aveva anche alzato il tono di voce.

-Ti stai comportando come un idiota, Sirius. Mi puoi dare almeno una motivazione valida??- Chiese James, erano sull'orlo di una lite, e non si capiva nemmeno su cosa.

-Non mi va e basta! è così strano?- Chiese Sirius, esasperato. Non aveva per nulla voglia di tentare di intavolare con James un discorso di cui nemmeno lui sapeva la fine.

-Come vuoi, Felpato...Ma lo dirai tu ad Alison!- James se ne andò indignato, gemendo schifato di nuovo quando si portò la mano tra i capelli.

Sirius sbuffò, sprofondando di nuovo nella poltrona.

Gli tornò in mente l'espressione confusa e dispiaciuta di Alison, e seppe perfettamente che sarebbe stata quella l'espressione della ragazza alla notizia, ma sapeva anche che non avrebbe fatto domande e che se ne sarebbe andata con gli occhi calati senza proferire parola.

E questo, a Sirius, fece male.

Fin troppo male.

Sirius si alzò, dirigendosi verso il proprio dormitorio dove trovò James, come sperato, appena uscito dalla doccia. Black si passò una mano sul volto, -ehi...James....- mormorò, titubante.

L'unica risposta che ebbe fu un grugnito.

Sirius sospirò, poi guardò le spalle dell'amico, -ehi, Jamie...Sembri più muscoloso...- esordì, con finto tono indifferente,

James si voltò di scatto, illuminato, -davvero??- Chiese, raggiante.

No, non era vero, ma Sirius non aveva voglia di scusarsi, e quello era l'unico modo per far togliere il broncio a Potter. -Certo Jamie...Gli allenamenti di Quidditch fanno miracoli!!- esclamò falso come un galeone di cioccolato.

James scoppiò a ridere, lanciando una cuscinata a Sirius, -smettila di cercare le mie grazie, e dimmi cosa ti serve!-.

Sirius si buttò sul letto, accendendosi una sigaretta, -ci parli tu con Alison?- domandò tutto d'un fiato.

James si sporse a guardare l'amico, -ehi, Felpato...Hai già fatto un danno come con tutte le altre ragazze?- Chiese, scettico.

Sirius si tirò a sedere di scatto, soffiando una nuvola di fumo, -cosa stai insinuando??- Chiese, fintamente offeso.

James rise, -Insinuo, signor Black, che quando combini qualcosa di male con una qualche ragazza, devo sempre essere io ad andarle a parlare!!- Esclamò, -ti ricordi l'ultima?? Mi ha anche provato a prendermi a calci, prendere a calci questa MERAVIGLIA DI CORPO!!- Disse indignato. Sirius rise spudoratamente.

-Non ho fatto nulla Ramoso...Solo, non lo so...Quella ragazza mi mette a disagio!- Se ne uscì Sirius, rigirandosi nel letto.

James si accasciò vicino a lui, prendendo a giocare con un boccino comparso improvvisamente dal nulla,

-A disagio? - Domandò, guardandolo con grandi occhi nocciola infantili. Sirius spense la sigaretta nel posacenere poggiato sul comodino, e guardò James sospirando: si, forse gli toccava spiegare qualcosa che non voleva ammettere nemmeno a se stesso.

-Jamie...Non so...è così strano...Ha quello sguardo così...Limpido e fiducioso...Che diventa facilmente così preoccupante ed apprensivo, che nota sempre se sono triste, se ho delle occhiaie appena accennate...E sento che lei mi è vicino, che mi appoggia, nonostante non dica nulla...Ogni sua espressione mi provoca irritazione ma anche felicità...Io non ci capisco più niente!- Sirius si alzò, frustrato, andando ad aprire la finestra. James rabbrividì appena, allungando un braccio a prendere il proprio maglione.

Il cercatore del Gryffindor si concesse qualche secondo di silenzio, poi guardò l'amico con gli occhi divertiti, -ti ricordi cosa ti ho detto uno dei primi giorni che ti eri trasferito da me? Quando in casa mia stavi ammattendo?- Chiese, ghignando.

Sirius scosse la testa, corrucciando le sopracciglia, senza capire. -Ti ho detto che, visto che tu non vieni da una famiglia vera e propria, vedere il comportamento di mia madre così da...da mamma...Tu non sapevi come comportarti, ed è per questo che ti irritavi di continuo...- disse, andando a scompigliarsi i capelli, con la mano finalmente pulita.

Black non rispose, appena stupito da quella rivelazione. -Jamie...Hai appena detto una cosa saggia, ti rendi conto?- Domandò, incredulo in volto, fin troppo teatralmente.

James scoppiò a ridere, poi cominciò a giocare seriamente con il boccino, alzandosi in piedi, -e te ne dirò un'altra, signor Sirius Black...Anche se questa parte dovrebbe farla Remus...- Potter si parò davanti a Sirius, indice alzato verso di lui e gli occhi nocciola sbruffoni. -Non devi scappare da Alison, forse è quello di cui hai bisogno...Invece di rinnegare ciò che senti, prova ad accoglierlo...è confortante avere accanto una persona con sentimenti del genere- disse serio.

Non sembrava nemmeno lui...Forse l'amore per Lily lo stava maturando.

-Certo, il tuo caso è molto diverso dal mio...Io ho sempre saputo che avrei sposato Lily dal primo giorno di scuola, quando mi maledisse per starle ostruendo il passaggio, lì ho pensato: Che ragazza fantastica, è l'unica degna di essere mia moglie!- James terminò il suo monologo con aria sognatrice ed idiota, gli occhi che luccicavano ed una mano posata sul petto.

Sirius rise. No, James era sempre e comunque James.

-Ma io non sono mica innamorato di lei!- Esclamò Black. James rimase in silenzio un attimo, osservandolo negli occhi, -Voglio dire...basta che se va a finire male, non devo essere io ad andare a parlarle, perchè poi Lily mi mette il muso...E non voglio un altro libro in testa!- disse, sorridendogli prima di dargli le spalle, le mani sui capelli.

Sirius rise di nuovo, -andiamo a mangiare, Jamie- disse divertito. James lo guardò con un ghigno malizioso, -vai avanti tu, io voglio vedere se riesco a stare un attimo da solo con la Evans...Hai visto come si è ingelosita prima?- Domandò, vagamente sognante.

Sirius rise di nuovo, uscendo dalla dalla stanza e poi dalla Sala Comune.

Ancora con il sorriso sulle labbra, Sirius voltò l'angolo per cambiare corridoio quando vide Alison che gli veniva incontro.

Quando si parla del Diavolo...

Sirius si sentì quasi teso, mentre lei si avvicinava. Non aveva ancora realmente soppesato le parole di James, e continuava a non capirci molto.

Alison aveva lo sguardo di chi aveva trovato ciò che cercava, il volto accaldato di chi ha camminato per tanto con passo più veloce del solito. -Sirius, si stavo cercando!- Esclamò, sollevata, gli occhi limpidi puntati su di lui.

Sirius sentì un'altra punta di tensione gravargli addosso, cosa voleva? Non era sicuro di volerla avere attorno in quel momento. Poi i suoi occhi torbidi si posarono sulla lettera che la ragazza teneva tra le mani, e gli sembrò di intuire qualcosa.

-Sirius, il professor Silente mi ha detto di darti questo, e che devi andare subito nel suo ufficio- disse, quando si ritrovò davanti a lui, porgendogli con entrambe le mani la busta sigillata con la ceralacca. Sirius  vide che la ragazza aveva guardato per un istante il sigillo, che aveva riconosciuto tranquillamente, ed i suoi occhi limpidi sembrarono offuscarsi appena.

Era una lettera del Ministero.

Sirius sospirò, imponendosi di non notare maggiormente lo sguardo offuscato della ragazza, -si, la stavo aspettando-.

Ma si rese conto che in realtà non era pronto per quello che sapeva attendergli. Si sentì improvvisamente stanco e sconfortato e, con suo estremo disappunto, estremamente fragile e vulnerabile.

Gli venne da sospirare di nuovo. Avrebbe voluto che lì ci fosse James, che lo alleggerisse con qualcuna delle sue frasi che, grazie a qualche mistero divino, suonavano sempre come battute.

Poi guardò Alison negli occhi, quegli enormi occhi blu che tanto lo confondevano, e li vide preoccupati e limpidi, ma sempre fiduciosi. Sentì l'ormai familiare punta di nervosismo unità a quella di felicità, nel vederla preoccupata, e gli venne voglia di allontanarsi da lei.

Ma poi si ricordò di quello che aveva detto James, che lui doveva affrontarla.

Si poteva vedere Sirius Black, la Leggenda, che evitava una ragazza solo perchè aveva un comportamento così simile a quello materno che non aveva mai avuto?

No, Sirius Black era la roccia, era il leone che ruggiva, era quello che affrontava i problemi di petto, il suo affascinante ed elegante petto largo!

Alison sembrò sul punto di dire qualcosa, ma poi vi ripensò, calando le ciglia scure sugli occhi blu.

Quando rialzò lo sguardo, quegli occhi erano offuscati, che tentavano di celare le emozioni, mentre si apriva in un sorriso dolce e triste.

Il sorriso di chi è preoccupato ma non osa chiedere, il sorriso di chi ti appoggia anche senza sapere nulla, un sorriso che rifletteva la fiducia dei suoi occhi.

Sirius si sentì invadere dal conforto, ma anche dall'esaperazione per quegli occhi preoccupati.

Guardò la lettera che ora reggeva tra le mani, rigirandola e guardandola con interesse, fissando intensamente l'indirizzo del Ministero.

Doveva andare da Silente, in quel momento era la più importante quello che il suo problema con Alison.

Fu di nuovo invaso dall'esasperazione, senza sapere bene cosa fare.

Avrebbe voluto che qualcuno gli fosse vicino, in quel momento. Che lo accompagnasse fin da Silente, per mostrargli tutto l'appoggio di cui aveva bisogno.

Poi sussultò improvvisamente, rendendosi conto di essere estremamente stupido ed irrazionale.

Guardò di nuovo Alison, che continuava a guardarlo tentando di comprenderlo in base alle diverse espressioni che si susseguivano sul volto.

Sirius si aprì in un sorriso di affetto, di abbandono, di sollievo.

-vieni con me, Ali?- Domandò, con gli occhi torbidi che si addolcirono leggermente.

Gli occhi di Alison sorrisero, ma lei non si concesse di farlo; non ci concesse di mostrarsi, in un certo qual modo, vittoriosa. Perchè sapeva che i Gryffindor odiavano quando non erano loro, quelli vittoriosi.

E Sirius si sarebbe infastidito, accaldandosi.

Entrambi sapevano, forse Alison solo per intuizione, che cominciava ad instaurarsi un precario equilibrio tra di loro, e bisognava stare attenti a non romperlo proprio in quel momento.

-Certo Sirius, se è questo che vuoi- mormorò lei con un tono di voce dolce e caldo, mentre calava le palpebre a coprire gli occhi, a tentare di coprire la gioia e la soddifazione.

Cominciarono a camminare in silenzio per i corridoi che cominciavano ad animarsi di ragazzi che andavano a cena in anticipo. Mancava un niente che i loro corpi si sfiorassero, ed il ragazzo sentiva a momenti il calore emanato dalla pelle di lei.

Sirius si rese conto che, in realtà, la vicinanza di quella ragazza non era poi così sgradevole...tutt'altro.

Poi, d'un tratto, lei ruppe il silenzio, e con esso ruppe i pensieri di Sirius, e per questo lui sentì una punta di irritazione.

-...vuoi interrompere le ripetizioni?- Domandò lei. Sirius sentì quella domanda come ciò a cui i suoi pensieri lo stavano lentamente portando. Per un attimo, sconcertato, si chiese se aveva pensato ad alta voce, ma fu presto una cosa da escludere.

Come faceva a saperlo?

Aveva dei parenti con la Vista? (come la chiamava la Cooman strabuzzando gli occhi, con aria solenne, folgorata fino all'ultima punta di capelli increspati. James riusciva ad imitarla in modo sorprendente: perfino Lily si lasciava sfuggire un sorriso quando lo vedeva così)

Sirius la guardò con la coda dell'occhio, notando le ciglia calate sugli occhi bassi e l'espressione quasi amareggiata. In realtà non lo sapeva ancora con certezza, ora che lei gli era accanto, la sua convinzione di prima sembrava vacillare.

Si concesse di assaporare appieno la piacevole sensazione di averla accanto, di sentire il suo quasi palpabile appoggio totale nei suoi riguardi, quella fiducia incondizionata che con la fine dell'infanzia tendenzialmente viene meno. Assaporò appieno la sua presenza, e si rese conto che non si sentiva più stanco, e nemmeno fragile, anzi gli sembrava di riaver recuperato le forze. Non era più preoccupato per il colloquio con Silente, anche se sapeva che tutto era correlato a quella maledettissima lettera pregiata che gli era arrivata qualche giorno precedente.

Si rese conto che, nonostante quella storia non l'avesse fatto dormire sonni tranquilli, adesso che aveva Alison affianco sembrava tutto svanito in una nuvola di fumo.

Ma non quello delle sue amate sigarette.

Sogghignando, si rese conto che James aveva ragione, era confortante averla accanto.

Sentì Alison trattenere un sospiro, ancora in attesa di una riposta.

Sirius sorrise di nuovo, allungando la mano grande a prendere quella di lei, sentendo teneramente Alison sussultare al contatto inaspettato. La mano di lei era piccola e fredda, che sembrò non aver aspettato altro fino a quel momento se non l'essere scaldata da quella grande di lui.

-Non voglio interrompere le ripetizioni, io e James siamo d'accordo: sei stata fantastica oggi pomeriggio...- esordì Sirius. Sentì improvvisamente un peso liberarsi dallo sterno.

Era quello l'accogliere i propri sentimenti? Bah, probabilmente ci stava ancora capendo relativamente poco.

Alison sospirò rumorosamente, arrossendo. Sirius sorrise di nuovo, -e poi, credi così tanto in me e Jamie...Che quell'Eccezionale ormai dobbiamo prenderlo per forza- disse, stringendo maggiormente la presa intorno alla mano di lei.

La Ravenclaw sorrise, poi si fermò improvvisamente, vedendo davanti a lei i Gargoyle che dividevano il resto della scuola dall'ufficio di Silente.

Il ragazzo sciolse dolcemente il contatto, sfiorandole appena il fianco, -non so quanto ci metterò...Se ci metto troppo, puoi tranquillamente andare giù a mangiare...- le disse, gioviale. Sembrava stesse per affrontare una partita di Quidditch, stranamente non era minimamente appesantito.

Alison gli sorrise dolcemente, guardandolo a lungo negli occhi, prima che Sirius sparisse dietro la porta nascosta.

Sapeva perfettamente che, anche se fosse stato a parlare con Silente fino a notte fonda, quando sarebbe uscito dal suo studio, avrebbe ancora trovato la figura di Alison ad aspettarlo.

 

 

 

 

 

 

 

******

 mmm…parecchio introspettivo questo capitolo…Mi sono persa nei meandri della mente di Sirius….

Abbiamo anche un James che mostra di avere molto altro oltre la figura dell’Eroe!! ^__^

 

Che dite?

(scusate l’attesa ^^””)

 

Kikka91: sono contentissima se mi dici che è assolutamente imprevedibile!! Cmq qui si capisce meglio quello che avevo accennato alla fine del capitolo precedente…Quindi ho fatto capire un po’ meglio la psicologia di Sirius…

 

PiccolaBlack: per la lettera credo bisognerà aspettare ancora un bel po’…mi dispiace XD …Sirius avrà altre cose a cui pensare per un po’…

 

Vane91: ora che succede? Ma si incasina sempre di più, è ovvio!! XD

 

 

Baci a presto

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Uova Di Fata ***


Capitolo 5

Capitolo 5.

 

Uova Di Fata.

 

 

 

 

 

 

 

 

A

 

lison sospirò di sollievo, allentando la lieve tensione muscolare.

Appoggiò la piuma e prese tra le mani la pergamena scritta fittamente, guardandola con aria critica. Rilesse velocemente e sorrise tra se e se.

Aveva finito il suo compito di Pozioni.

Soddisfatta, notò che le domande entravano pienamente tra quelle che lei aveva previsto e che, se Sirius e James si ricordavano tutto ciò che lei aveva spiegato il pomeriggio prima, il loro Eccezionale era assicurato.

Era quasi dispiaciuta di non dover più dare ripetizioni a quei due, ma si autoconvinse che, con le vacanze di Pasqua alle porte, potevano passare un po' di tempo assieme.

La sua mente vagò, per l'ennesima volta in quei giorni, alla lettera del Ministero che era arrivata a Sirius, ed al suo colloquio con Silente. Il Gryffindor non le aveva detto nulla, e lei era curiosa e preoccupata.

Scrollò appena la testa, i ricci biondi composti; se Sirius non le aveva detto nulla, significava che non voleva farle sapere nulla, quindi era inutile pensarci troppo.

Si alzò dal banco, la sedia che slittò fastidiosamente all'indietro, e consegnò il proprio compito al professor Lumacorno, che le sorrise viscido, prima di raccogliere la propria borsa ed uscire dall'aula.

 

Erano passati un paio di giorni quando Alison imboccò il corridoio che l'avrebbe portata alla Torre Ovest, nella Sala Comune dei Ravenclaw, quando la raggiunsero due voci conosciute.

-Mi dispiace, Ramoso...Ma a conti fatti, quello che può impersonare lo stereotipo di eroe, Sono io!-

-Ed in base a cosa, di grazia?-

-Ma come, non è ovvio? L'Eroe deve avere un oscuro passato. IO, ho un Oscuro Passato, tu hai avuto una banalissima infanzia!-.

Vi fu del silenzio, e Alison distinse le due figure dei Gryffindor seduti a terra, appoggiati al muro.

Era palese che stessero aspettando lei, e la ragazza sentì il proprio cuore accelerare.

-Ti sbagli Felpato...Siamo pari...- La voce di James era esaltata, si capiva che era euforico per aver trovato una scappatoia. Lui non poteva essere da meno di Sirius!

-Ah si, e perchè di grazia?- La voce di Sirius era scettica e, proprio in quel momento, la vide, ed il suo volto elegante si aprì in un dolcissimo sorriso.

-Beh, TU non sei un asso nel Quidditch!- Esultò il cercatore, tirando fuori da una tasca il suo amato boccino sfavillante.

-Ma certo che non lo sono! Il Quidditch mi rovinerebbe i capelli!!- Rise Sirius, alzandosi per aspettare che Alison li raggiungesse.

La Ravenclaw non era sicura che lui stesse del tutto scherzando.

Solo allora, anche James si voltò a vederla, scompigliandosi i capelli, ed il suo volto si illuminò come quello di un bambino. -Alison, Alison!!- Urlò, alzandosi e sbracciandosi verso di lei.

Sirius rise, e la Ravenclaw notò che aveva in mano un paio di fogli che sembravano molto (il suo cuore accelerò ulteriormente) i loro test di Pozioni, con tanto di giudizio. Appena se ne rese conto, cominciò a correre verso di loro, la borsa che le pesava sulla spalla.

-Vi ha consegnato i compiti!! Come sono andati??- Domandò euforica, lei Lumacorno l'avrebbe visto solo il giorno seguente.

I sorrisi smaglianti di Sirius e di James non le lasciarono molti dubbi, e prese tra le mani le pergamene che le porgeva Sirius.

Una rossa e smagliante "E" era impressa su entrambi i compiti, tutti e due senza il minimo errore.

Alison cacciò un urlo di gioia, aprendo le braccia per buttarle al collo di Sirius, mentre rideva scioccamente. Sirius le cinse i fianchi facendola volteggiare, mentre James cominciava a cantare con enfasi l'inno di Hogwarts.

Qualsiasi situazione era buona, per i due Gryffindor, per far baldoria.

Una delle prerogative in cui devi andare a sbattere quando vi sono in mezzo James Potter e Sirius Black, è che ogni emozione si intensificava in maniera impressionante.

Anche le braccia di Sirius, sui suoi fianchi, le davano un contatto che sembrava bruciarle sulla pelle, mentre cominciava a sentirsi a disagio nonostante la gioia.

Per fortuna, l'imprecazione di James li interruppe.

-SONO IN RITARDO PER IL QUIDDITCH!!!- Gridò, mentre guardava il suo orologio da polso. Si scompigliò i capelli, frustrato.

Salutò frettolosamente i due, ed un paio di secondi dopo era già scomparso, correndo. Per un po', si sentì ancora lui cantare l'inno di Hogwarts, anche se un po' più stonato e trafelato.

Sirius continuò a ridere, mentre Alison si staccava appena da lui, avvampando.

Si era abituata alla presenza di James, ma nonostante tutto, Sirius aveva ancora il potere di farla arrossire in continuazione.

Sirius le sorrise raggiante, gli occhi illuminati, pieni di affetto, che la guardava. -Senti Ali...Verresti con me fin davanti alla Sala Comune dei Gryffindor? Devo darti giustizia agli occhi di Remus...- Chiese allegro.

Alison arrossì, come ogni volta che lui usava un diminutivo per chiamarla, ed annuì, senza poter nulla contro il carisma che trapelava dal ragazzo. Se lui gliel'avesse chiesto, l'avrebbe seguito anche in capo al mondo.

Camminarono fianco a fianco, parlando animatamente del compito di Pozioni, e della faccia di Remus quando aveva saputo il voto. -Ti rendi conto?? Ha semplicemente sorriso, quel sorriso onnisciente ed imperturbabile, e ci ha detto "beh, non credetemi perdente...Io ho raggiunto il mio scopo: farvi raggiungere il massimo di voti"- Sirius si mise le mani nei capelli, innervosito, sconfitto su tutta la linea e caduto nella trappola per colpa della sua impulsività.

Sua e di James, naturalmente. E Remus li aveva veramente portati a fare il suo gioco.

Alison rideva di gusto, come Ravenclaw, apprezzava di gran lunga la scaltrezza di Remus, e l'aveva già colta da tempo, senza proferire parola.

Quando Sirius si bloccò di colpo.

Alison sentì l'aria appesantirsi, addensarsi, senza capirne il motivo. Guardò Sirius, e lo vide corrucciato. I suoi occhi lasciavano trapelare tutta la loro luce selvaggia, mentre le labbra erano contratte.

Alison seguì lo sguardo di Sirius, dritto davanti a se, ad incontrare una coppia di ragazzi. Erano Slytherin, ed uno era Severus Piton, con i suoi capelli unticci, la sua aria ingobbita e pallida, ed il suo enorme naso a becco.

L'altro, era un ragazzo che Alison non aveva mai visto. Un po' più alto di Piton, i capelli corvini lucidi, i lineamenti eleganti ed un certo fascino.

Sembrava la brutta copia di Sirius.

-Guarda con chi è andato a fare comunella Mocciosus...- mormorò Sirius. Il suo tono di voce era un ringhio di puro odio.

Il ragazzo vicino a Piton sorrise viscidamente, -piuttosto che schifosissimi Gryffindor e lupi mannari- disse con aria di sfida, avvicinandosi di un passo. -Solo con le ragazze ai sempre avuto buon gusto, fratello...- sibilò, rivolgendo la propria attenzione su Alison.

Sirius si parò lievemente davanti alla ragazza, con aria protettiva, -Non chiamarmi "fratello", Regulus...Tu non fai parte della mia famiglia...- ringhiò, i muscoli delle braccia contratti.

Regulus rise, -no fratello, sei tu che non fai più parte dei Black!-.

-E me ne vanto!- Sirius si eresse in tutta la sua statura, che superava quella del fratello, diventando imponente come un leone. Intimidatorio come un cane che rizza il pelo, che digrigna i denti con aria minacciosa.

Ed Alison, dietro a Sirius, dietro la sua schiena elegante, mentre studiava con attenzione la scena, si sentiva al sicuro.

-Già...Tu adesso abiti in quella putrida famiglia...I Potter...Schifosi traditori del proprio sangue, feccia che non ha il diritto di vivere...- l'aria di Regulus era disgustata ma provocatoria, continuando a guardare i fratello.

Sirius fece un passo in avanti, una mano a serrare la bacchetta sulla cintura, arrivando di fronte a Regulus, che sfigurava al confronto. -Non osare nominare i Potter, viscido codardo- era un ringhio basso, baritonale e pauroso, che fece perdere lievemente il colorito di Regulus.

Sirius non aspettò risposta, si voltò a prendere la mano di Alison per trascinarla oltre i due Slytherin. Passando, sputò in direzione di Piton.

La voce di Regulus squarciò il momento di pesante silenzio, -STUPEF...-.

Ma Sirius si girò, i riflessi fin troppo pronti, la bacchetta già in mano. -EXPELLIARMUS!- Sirius fu il più veloce. La bacchetta del fratello finì lontano, ed il ragazzo cadette a terra.

Il Gryffindor era troppo occupato a tenere sotto tiro di bacchetta il fratello, per vedere che Piton stava tirando fuori la propria, ma la cosa non sfuggì ad Alison.

La ragazza non proferì parola, bacchetta alla mano, ma lo Slytherin, improvvisamente, diventò duro come la pietra.

Quando Sirius se ne accorse, si voltò a guardarla, -Sei brava!- Disse, con tono stupito. Alison inarcò un sopracciglio, -Cosa ti aspettavi, scusa? I Ravenclaw sono i migliori negli Incantesimi Non Verbali!- disse, inacidita.

Sirius sorrise di imbarazzo, -bhe, si...Ma...Bho, non me l'aspettavo!!- Disse, passandosi una mano tra i capelli. Il nervoso della ragazza aumentò. -credi che non sia al tuo livello?- Chiese, provocatoria.

Sirius si gonfiò appena, -beh, adesso...Non sei al mio livello, dai...- disse, ghignando. Alison alzò il mento, corrucciando le sopracciglia, -ne sei sicuro, Sirius Black? Vogliamo provare??- Domandò, il tono di voce alto.

Sirius rimase impalato un momento, mentre il viso cominciava ad arrossarsi. Stava per perdere la calma, ma non voleva mettersi ad urlare contro una ragazza.

Nel mentre Regulus si era rialzato, di nuovo bacchetta in mano, -Ehi Sirius, ti conviene stare di nuovo attento a me, più che a quella ragazza!- disse, disorientato.

Sirius si voltò verso di lui, -Ma stai zitto!- Disse, esasperato.

-Stupeficium!- La voce di Alison, secca, fece partire un raggio verde dalla propria bacchetta, che colpì in pieno petto Regulus, che cadde a terra senza proferire parola.

Sirius rimase nuovamente senza parole.

-Ci stavo litigando io!- Esclamò, rivolto ad Alison, quasi indignato.

-No Sirius, tu stavi battibeccando con me!- Lo corresse lei, le mani puntate sui fianchi, gli occhi blu pieni di luce indignata puntati su quelli torbidi di Sirius.

Poi lui scoppiò a ridere fragorosamente, -caspita, non mi avevi mai mostrato tutto questo caratterino! Osi anche tenermi testa!!- Disse, divertito.

Alison non sapeva se arrabbiarsi o no, mentre lo fissava allibita.

Sirius smise di ridere, portandole un braccio attorno alle spalle, -hai equivocato le mie parole, non ho mai pensato che tu fossi scarsa nei Duelli, ma non ci avevo mai pensato...Hai un viso così dolce...- mormorò teneramente, cominciando a camminare di nuovo.

Alison avvampò, dimenticando improvvisamente tutto quanto. -Bella tattica, Sirius...- sussurrò, mentre Sirius ricominciava a ridere, la risata simile ad un latrato, che ormai cominciava a suonarle familiare e musicale.

Vi fu di nuovo un attimo di silenzio tranquillo, dove anche il braccio del Gryffindor sulle spalle della ragazza sembrava rilassato. Alison guardò Sirius con la coda dell'occhio: era di nuovo calmo, solo i muscoli tesi del volto facevano intuire la rabbia di poco prima.

-Senti Sirius...- mormorò Alison, titubante.

Il ragazzo sospirò pesantemente, stringendo appena la presa sulla sua spalla. Alison trattenne il respiro, forse aveva osato troppo.

-Bah...Visto che hai pietrificato Mocciosus...Temo che ti siano dovute delle spiegazioni...- Disse con leggerezza Sirius, scrollando le spalle.

Alison alzò il volto a guardarlo, a dirgli tacitamente che non era costretto a dirle nulla, e Sirius sorrise intenerito, -ehi, sono Gryffindor, per mia natura devo per forza essere corretto!-.

Alison ridacchiò, ma la sua concentrazione era rivolta a ciò che Sirius gli stava per dire. Quando Sirius notò la sua espressione incuriosita, si mise a ridere.

-Quello è mio fratello, Regulus...Ma credo che tu lo abbia capito!- Sorrise lui. Alison annuì timidamente.

-Bhe...Credo che ormai sia anche palese che tra me e lui non ci sia mai stato buon sangue...Voglio dire, io sono un Gryffindor a tutti gli effetti, mentre lui si nota che è un viscido Slytherin...- Disse. Aveva sempre il tono indifferente ma Alison vedeva la luce di rabbia nei suoi occhi, e la tensione muscolare sul braccio che le cingeva ancora le spalle.

-Ma tutta la mia famiglia è della tacca di Regulus...Perfino l'Elfo Domestico! Quindi l'anno scorso me ne sono andato da casa, trasferendomi da Jamie- Gli occhi di Sirius si spalancarono appena e, quando Alison seguì il suo sguardo, notò il quadro della Signora Grassa.

-Sirius...Sei fuggito di casa…?- Chiese Alison. Si rese conto di non saper nulla di Sirius, e che quando il ragazzo diceva a James di avere "un oscuro passato" forse in realtà non stava così tanto scherzando.

Ma James lo sapeva...Probabilmente era lei quella che non ne sapeva nulla.

Ma Sirius non continuò quella conversazione, la lasciò aspettare un attimo in corridoio, sparendo oltre il quadro, per ricomparire poco dopo con Remus.

Lupin, vedendola, vedendo le ornature azzurro bronzee sulla sua divisa, mostrò un espressione stupita ma divertita. -Adesso ho capito il vostro trucco!- Sorrise.

Era affascinante, quando sorrideva. Mostrava la sua parte adolescente, quella non razionale, non turbata da qualcosa, non cagionevole. Solo quando sorrideva i suoi occhi brillavano di una qualche luce.

Remus le tese la mano, -Remus Lupin...Quello che li ha fregati in pieno!-. Alison rise divertita, mentre Sirius borbottava qualcosa, indispettito. -Alison Goldstein...Quella che ti ha inconsciamente aiutato!- disse in tono di sfida, guardando Sirius con gli occhi blu intenso.

Sirius inarcò un sopracciglio. -Da che parte stai??- Domandò, sempre più indispettito. Remus le sorrise, un sorriso dolce di ringraziamento, poi si voltò verso Sirius, -bhe, adesso ho capito il motivo di ciò che tenevi accanto al letto...Credo di dovermene andare per lasciarvi nuovamente soli, o sbaglio?- Chiese, cantilenante.

Sirius sembrò arrossire leggermente, poi annuì distrattamente, senza guardare Alison.

La Ravenclaw sentì caldo dietro le orecchie, mentre salutava Remus con enfasi, prima di vederlo nuovamente sparire dietro al ritratto.

-"ciò che tenevi accanto al letto"?- Domandò allora lei a Sirius, incuriosita, mentre il cuore accelerava.

Lui sorrise misteriosamente, un sorriso accattivante estremamente affascinante, mentre le si avvicinava mettendosi una mano in tasca.

Quando gli porse la mano, sul palmo era posta una piccola sfera bianca perlata.

Alison si concesse qualche secondo per studiarlo, poi improvvisamente sentì di aver capito, ma la risposta sembrava fin troppo improbabile, -Sirius...Questo non sarà mica...- Non aveva coraggio di finire la frase, mentre gli occhi cominciarono a brillarle.

Lo sguardo di Sirius era torbido, denso ed inebriante come una BurroBirra calda nel pieno dell'inverno. Sembrò sul punto di ronfare soddisfatto. Si piegò appena su di lei, inondandola del suo odore forte che voleva avvolgerla.

-Si...è un uovo di fata...- sussurrò dolcemente.

Alison emise un "oh" di sorpresa, emozionata, prendendo in mano l'uovo che Sirius le stava porgendo.

-Puoi tenerla, non è vietato dalle regole di Hogwarts...Ho controllato...- specificò lui, notando l'espressione preoccupata di lei.

Alison alzò di nuovo il volto, arrossato dalla gioia, sentiva il cuore scoppiarle di gratitudine mentre teneva dolcemente, quasi cullando, quella perla così piccola, con la paura di romperla. -Ma...perchè??- Domandò, senza ancora riuscirsi a capacitare del regalo.

Un uovo di fata! Era così difficile reperirne qualcuno per gli studenti!

Sirius sorrise, -Come "perchè"? Ci hai sopportato ed aiutato per Pozioni...Dovevi ricevere qualcosa in premio!- disse.

Alison guardò Sirius, poi l'uovo, poi di nuovo Sirius, -Ma non dovevi!!- Finì, sincera.

Sirius rise, poi si curvò di nuovo verso di lei, poggiando l'avambraccio sul muro su cui era posata lei. -Quello è da parte di entrambi...- bisbigliò.

Poi si chinò maggiormente, posandole dolcemente le labbra sull'angolo della bocca. Si soffermò solo per un attimo, prima di scivolarle lungo la guancia, fino ad avvicinarsi all'orecchio di lei.

-Questo invece era solo da parte mia...-

Alison si sentì avvampare, mentre le sembrava che il proprio cuore avesse improvvisamente smesso di battere dallo stupore.

Sentì che lo sforzo di quei giorni era veramente servito a qualcosa, e non solo ad un voto a cui tutti sembrava stessero dando fin troppa importanza.

Quando Sirius si allontanò da lei, sembrò sorridere compiaciuto per l'espressione di completo smarrimento della ragazza.

Alison stava per dire qualcosa, quando si sentì chiamare.

-Aliiiiison!!!- L'urlo di James Potter riecheggiò per il corridoio, con il potere di far girare tutti i presenti, compresa la nominata.

James aveva dietro la sacca da Quidditch, i capelli più scarmigliati del solito. Si fermò davanti ad Alison ed a Sirius, trafelato.

Poi guardò Alison, con gli occhi illuminati di chi è convinto di avere un'idea geniale, e con il sorriso infantile dipinto in volto.

-Alison, ho avuto un'idea...Vuoi anche tu far parte della nostra sessione di studi per i M.A.G.O.?-.

 

 

 

 

 

 

 

 

*****

Ok ok..Avete ragione…La Cooman non c’era…

Ero così presa dallo scrivere che non ci ho fatto caso ^^””

Chiedo umilmente perdono, prometto che quando comincerò a correggermi tutti i capitoli, cambierò anche quello.

Ho riletto un paio dei primi capitoli…mio dio sono pieni di errori!!

Chiedo perdono per errori di battitura, o schifezze nel mezzo di una frase che non c’entrano nulla XD

Scusate, ma tendenzialmente rileggo fin troppo poco ciò che scrivo ^^”

 

 

Kikka91: mmm…Nell’ufficio del Preside è successo qualcosa che, ovviamente, ha a che fare con la fantomatica lettera di cui non si sa (e non si saprà ancora per un pezzo) il contenuto.

Sembra che Sirius abbia capito l’antifona, no? James è stato parecchio convincente.

 

Vane91: Purtroppo, ripeto, Sirius avrà parecchio da fare tra Alison e James…Quindi dovrete portare pazienza con la lettera ^^””

 

 

Baci ed a presto, al prossimo capitolo.

 

 

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Capitolo 7
*** Confessione In Un'Aula ***


Capitolo 6

Capitolo 6.

 

Confessione In Un’Aula.

 

 

 

 

 

 

 

I

 

l magnifico James Potter, il talentuoso cercatore della squadra di Quidditch, una delle Leggende di Hogwarts, arrivò in Sala Comune nel pieno di tutto il suo splendore.

Si portò una mano a scompigliarsi i capelli, come se ce ne fosse stato veramente bisogno, e si guardò attorno con gli occhi nocciola, alla ricerca di una capigliatura rossa che fin troppo adorava.

Purtroppo, incontrò solo sguardi adoranti di ragazzine che non aspettavano altro che la sua venuta divina tra loro comuni mortali. Stizzito, pensò di andare a parlare con una coppia di graziose Gryffindor del quinto anno, tanto per farle un dispetto.

Poi decise di non sprecare il suo fascino, ed usare le sue molteplici doti intellettive per cercarla.

Prima cosa: chiedere a qualcuno se l'avesse vista.

Inspirò leggermente, -avete visto Lily?- Domandò, a voce abbastanza alta per arrivare fino alla Signora Grassa.

Tutta la Sala Comune si immobilizzò per un istante, e tutti quelli che prima non lo stavano guardando, si voltarono verso di lui.

James Potter, gonfiando appena il petto e scompigliandosi i capelli, si esibì nel migliore dei suoi smaglianti sorrisi.

Tutti i ragazzi lo guardarono invidiosi, mentre tutte le ragazze del Gryffindor arrossivano vistosamente, affannandosi per dargli una risposta esauriente, cercando di spiccare sulle altre.

Si, era un genio. Un genio pieno di fascino.

Nonostante la confusione, la sua mente sveglia e selettiva capì distintamente che la Evans era andata via da poco, diretta in biblioteca. -Stava studiando trasfigurazione, quando ad un tratto non è riuscita a capire un passaggio ed è uscita di corsa per andare in biblioteca da Lupin, per cercare spiegazioni...è uscita con impazienza, dimenticandosi perfino la bacchetta!- Questa era la risposta esauriente, data da una ragazza del suo anno che si sistemava convulsamente i capelli cercando di darsi un contegno, rossa in volto.

Ma James in quel momento non si ricordava nemmeno il nome di quella ragazza, preso com'era a tenere a bada quell'animale che aveva cominciato a muoversi con insistenza nel suo stomaco, non appena era stato preso in causa Remus.

In cuor suo, nonostante fosse convinto che la Evans non poteva che cadere tra le sue braccia, aveva sempre pensato che il fatto di essere stranamente diventato un cervo, quando si era trasformato in animagus, aveva un che di profetico.

Aveva sempre l'inconscia paura di ritrovarsi un bel palco di corna anche quando non era trasformato.

Il fatto che, non stando ancora insieme, qualunque cosa avesse fatto la rossa non sarebbe stato prettamente visto come un tradimento, era una cosa marginale.

Sarebbe stato un affronto verso la sua meravigliosa persona, oltre che un affronto per tutta la dedizione che lui dava a Lily, una dedizione seconda solo a quella che dava a se stesso.

James si scompigliò maggiormente i capelli: ma a chi voleva darla più a bere? Quella ragazza stava diventando fin troppo importante per lui, ed ormai teneva a lei più che alla sua stessa vita.

Ma non l'aveva ancora proferito ad alta voce, spaurito, senza voler ammettere di dipendere così tanto da una persona che cominciava solo in quel periodo, dopo sette lunghi anni, a lanciargli occhiate con una luce quasi affettuosa.

Lui stesso stava cambiando, il suo egocentrismo e tutta la sua sicurezza stavano diminuendo, e mentre una volta il suo comportamento era l'esatta espressione del suo essere, del suo ego tendenzialmente egoista, ora era solo la maschera che copriva sensazioni da cui aveva paura di lasciarsi travolgere.

James stava diventando una caricatura, la forzatura di se stesso.

Il Gryffindor uscì dal ritratto della Signora Grassa con una certa fretta, con l'ansia di placare per l'ennesima volta le sue paure su Lily e Remus.

Se dava retta solo al suo lato presuntuoso, lo reputava impossibile: Lily poteva cadere solo tra le sue braccia.

Razionalmente, sapeva perfettamente che, indipendentemente da quello che avrebbe mai potuto provare lei, Remus non gli avrebbe mai fatto un affronto del genere.

Ma irrazionalmente, la parte che purtroppo si faceva sempre largo nel suo cuore quando aveva a che fare con Lily, non era poi sicuro di niente, ed una malefica vocina nella sua testa gli ripeteva che Lily era più simile a Remus che a lui. Una vocina che diventava insistente quando li vedeva andare via insieme per la ronda serale dei Caposcuola, mentre li vedeva così simili, così ben accostati insieme, che lui sembrava sparire.

Era ancora preso dai propri pensieri quando sentì quella che per lui fu una soave voce, -vedi di starmi lontano con quei capelli unti, non vorrei sporcarmi!-.

Lily era dietro l'angolo ma, quando James lo svoltò con passo deciso ed uno strano presentimento, la scena che vide non gli piacque proprio per nulla: Mocciosus stava intrappolando in un angolo la sua splendente Lily Evans, meravigliosa nel suo inconfondibile cipiglio alterato ed, in parte, una luce disgustata negli occhi. Vicino a lui c'era quello che riconobbe come Regulus, l'aria sfrontata.

-Urla Evans...Devi farti sentire dal tuo amato Potter, che arriverà a salvarti aiutato dal mio adorato fratello...- Regulus aveva le braccia incrociate al petto, l'aria fiera di chi crede di aver inscenato il piano perfetto e che vede compiere da qualcuno i propri ordini. Il qualcuno in questione, Severus Piton, i capelli unti troppo vicini al volto perfetto della rossa, aveva un ghigno viscido e malevolo in volto, bacchetta in mano.

Già...Lei aveva lasciato la bacchetta in Sala Comune.

-IMPEDIMENTA!- La voce di James risuonò tonante come un ruggito tra le mura dai mattoni a vista, la bacchetta puntata su Piton, che volò poco lontano, ma comunque lontano dalla Evans, che lo guardò sbattendo le sue meravigliose ciglia lunghe sugli occhi smeraldini.

Il leone che ruggiva forte per proteggere ciò che gli apparteneva.

James si gonfiò come una rana in calore, fiero e valoroso come un eroe che ha salvato la sua amata e si aspetta soltanto il bacio di ricompensa prima del "fine" che avrebbe terminato la fantastica ed emozionante storia della sua vita, nonostante l'assenza di un oscuro passato.

-Potter, dov'è Sirius?- Chiese spiazzato Regulus, voltandosi a guardarlo, perplesso.

Solo in quel momento James si ricordò della sua presenza.

-Già...Dov'è Sirius?- Chiese, rivolto più a se stesso che allo Slytherin, che riteneva alquanto marginale nel suo quadro eroico. In effetti gli era sembrato che mancasse qualcosa, alla sua scena gloriosa, ma era troppo preso da Lily per rendersi conto che ciò che gli mancava era la sua sempre presente spalla destra: Sirius.

Non l'aveva visto da nessuna parte...

Che stesse finendo in un qualche guaio con la Goldstein? In effetti da quando lui, tre giorni prima, le aveva chiesto di studiare con loro per i M.A.G.O., la ragazza non si era più vista.

James scrollò le spalle, -Bhe, ci sono io! E tu hai i momenti contati, devo salvare la mia amata!- Disse con tono grave, puntandogli contro il dito con aria minacciosa.

Lily rise ironica, come ogni volta che lo vedeva impersonare l'aria dell'eroe tragico.

Regulus si corrucciò di rabbia, -non mi interessi, Potter, io ho un conto in sospeso con mio fratello!-.

Non avrebbe potuto scegliere parole peggiori: l'egocentrismo del ragazzo subì un duro colpo e James si innervosì per essere fuori dagli interessi di Regulus, soprattutto dopo aver preso Lily apposta per farlo accorrere.

Non che di Regulus gli interessasse poi qualcosa, ma era più una questione di principio.

-Stupeficium!- Disse, secco, innervosito, prima ancora che Regulus prendesse in considerazione l'idea di quanto potesse essere pericoloso quel ragazzo che voleva fare l'eroe. Poco dopo, tanto per scaricare il nervoso sulla sua preda preferita, anche Piton fece la stessa fine.

E per la prima volta, Lily non proferì parola dell'abuso di potere di James, anzi lo guardò con una luce di ringraziamento negli occhi cristallini, mentre gli si avvicinava, per nulla scossa da quello che gli era capitato.

-Grazie James...- Sussurrò, alzandosi sulla punta dei piedi, poggiandosi appena al petto muscoloso di lui, baciandolo dolcemente sulla guancia.

James avvampò vistosamente, senza saper bene, per la prima volta, cosa fare. Impacciato come non lo era mai stato nemmeno quando era un ragazzino di undici anni. Rimase immobile, l'animale nel suo stomaco che ronfava godurioso, la mente improvvisamente vuota, che si rendeva solo conto che, più tardi, avrebbe avuto qualcosa da raccontare agli altri. Rimase immobile anche quando lei, con timidezza, gli prese una mano grande con la sua, affusolata e sporca di inchiostro.

-Mi accompagni in biblioteca da Remus?- Domandò come se nulla fosse, cominciando a camminare senza che lui opponesse resistenza.

Ma ora non aveva più timore della vicinanza fra Remus e Lily.

Un unica domanda gli sfiorava il cervello ormai vuoto: Cosa stava facendo Sirius, di tanto importante da fargli perdere quell'epico momento?

 

Alison scribacchiava con nervosismo su una pergamena, grattando fastidiosamente con la punta inchiostrata della sua piuma.

Si stava riuscendo a concentrare troppo poco.

Ogni frase del libro di Storia della Magia che leggeva, era interrotta nella sua testa dalla voce solare di James Potter che le chiedeva di studiare con loro per i M.A.G.O. Con "loro" intendeva Lupin, Minus, James, Sirius e la Evans. James le aveva confessato che credeva che Lily non volesse studiare con loro anche perchè, oltre all'irritarsi di continuo, era l'unica ragazza, e sperava che Alison avrebbe mediato in parte la cosa.

Questo l'aveva messa ancora più in confusione.

Non era sicura di voler studiare con loro.

Non era sicura di riuscire a reggere la vicinanza di tutte quelle persone che erano sempre viste come le migliori, le più ricercate, le più imitate (tranne per quanto riguarda Peter Minus, che comunque sembrava non esistere, non fosse per il suo abbagliante sguardo di adorazione verso i Malandrini).

Non era sicura di voler avere ancora a che fare in qualche modo con Sirius, lei stava perdendo il controllo, ed era una cosa che non accettava.

Non voleva, non poteva permettersi di essere irrazionale. Lei doveva pensare ad altro in quel momento, doveva pensare a Storia della Magia, ai suoi M.A.G.O., al suo futuro, a ciò che aveva promesso a suo padre, alla tosse persistente di sua madre.

Non era sicura di voler correre il rischio di dipendere da qualcuno, soprattutto se questo qualcuno era La Leggenda Sirius Black, che sapeva scivolarti dalle dita come acqua fresca.

Perchè, anche se non lo aveva ancora ammesso, Sirius Black la intrigava, l'affascinava, le riempiva la testa, la faceva arrossire, la confondeva, le faceva battere il cuore.

In altre parole, lui le piaceva.

Ma questo era un risultato scontato.

Scrollò i ricci biondi e spostò lo sguardo sul suo gatto nero che dormiva accanto a lei. Sospirò, prese una boccetta piena di pastiglie dal comodino, ne tirò fuori una e si preparò al peggio…

Darla al gatto.

Le sue due compagne di stanza, che stavano tentando di incantare un finto falco che cattura un boccino per l'imminente partita di Quidditch (Hufflepuff contro Ravenclaw), la guardarono con sguardo supplichevole, chiedendole tacitamente di risparmiarle, per quel giorno.

Alison le fissò infastidita, era di cattivo umore da tre giorni, se ne rendeva conto ma non aveva voglia di farci qualcosa a riguardo. -Sentite, non è che io mi diverta! Ma Faron ha un brutto raffreddore magico, e potrebbe aggravarsi...Devo per forza dargliele!- Disse esasperata. Appena il gatto si sentì nominare, rizzò le orecchie, anche lui pronto a prepararsi al peggio.

Non ci volle molto prima che la stanza si riempisse di confusione.

Dopo che Alison imprecò per l'ennesima volta ad alta voce, mentre  Faron gli sfuggiva di nuovo dalle braccia, una delle sue compagne di stanza sospirò, sconfortata, -non sei molto femminile quando fai così, Ally-.

Alison si lanciò all'inseguimento del gatto, che miagolava indignato, -Vuoi dargliela tu la pastiglia?- Chiese, trafelata. Imprecò di nuovo quando il gatto, approfittando del momento in cui una Ravenclaw entrò nel dormitorio, uscì dalla porta e, veloce come un razzo, oltre il buco del ritratto.

Ad Alison venne per un secondo da piangere, e pensò fortemente di farlo se solo la salute del gatto non fosse sicuramente venuta prima, nella sua testa…Come molte altre cose che le riempivano la testa in quei giorni.

In poche parole, era da fin troppo tempo che ricacciava dentro il pianto.

Si lanciò all'inseguimento per i corridoi, perdendolo di vista un paio di volte quando, ad un tratto, girato l'angolo, trovò Faron tra le braccia di, niente meno che, Sirius Black.

-Anche tu, sei sempre in mezzo!- Esclamò lei sulle lacrime, arrabbiata e frustrata, rivolta al Gryffindor, togliendosi dei ricci dalla fronte accaldata. Non si concesse nemmeno di stupirsi per averlo trovato così vicino alla Sala Comune dei Ravenclaw e, per di più, senza Potter.

Aveva il fiatone, quel maledetto gatto non aveva ancora preso la sua medicina, e si trovava davanti all'ultima persona che al momento voleva vedere.

Sirius le sorrise, un sorriso sulla difensiva, di chi ha capito di essere stato evitato apposta nei giorni precedenti e che si aspetta spiegazioni.

Alison si rese conto che lui era infastidito della situazione tanto quanto lei e che i suoi occhi torbidi la scrutavano cercando una certezza a cui appigliarsi.

Lo sguardo simile a quello di un cane vigile, all'erta, che aspetta la mossa avversaria prima di decidere sul da farsi.

In qualche modo, quello sguardo indagatore, per lei fu troppo.

Scoppiò a piangere senza ritegno.

Ed i singhiozzi aumentarono a dismisura quando Sirius, sempre sulla difensiva, ma che non riusciva a stare con le mani in mano, prese gentilmente la pastiglia dalle dita della Ravenclaw, senza che lei oppose resistenza, e la diede al gatto, che pacifico continuò addirittura a fare le fusa.

Con un moto di stizza e gelosia, Alison si avvicinò a Sirius strappandogli il gatto dalle braccia. Il suo gatto, che sapeva confortarla ed infonderle sicurezza.

L'unica parte di casa sua che si portava appresso, ad Hogwarts, per il lungo periodo scolastico.

Non voleva che Sirius lo tenesse tra le braccia in quel modo, che Faron si lasciasse coccolare così docilmente, che ronfasse socchiudendo gli occhi soddisfatto.

Faron era suo.

E sapeva che se non si sarebbe imposta di fermarsi, avrebbe provato nei confronti di Sirius la medesima sensazione possessiva e gelosa.

E non voleva. Non in quel periodo, non quando gli esami erano alle porte, non con Sirius Black.

Perchè lei, nel profondo, impaurita dai suoi stessi sentimenti, da ciò che non riusciva a controllare, sentiva di non essere all'altezza. La vicinanza della Leggenda di Hogwarts l'avrebbe schiacciata.

Guardò gli occhi torbidi di Sirius: lui avrebbe capito una cosa simile?

Gli sarebbe interessato capirlo? Lui, così perfetto e lontano, affascinante e selvaggio, circondato da tutta Hogwarts, perchè doveva perdere tempo con lei?

Eterna indecisa, cocciuta, fin troppo razionale, nel momento peggiore per legarsi a qualcuno?

E non solo per i M.A.G.O...C'era molto altro dietro, molto altro che le premeva nella mente anche mentre affondava il volto nel pelo folto di Faron, bagnandolo di lacrime, ed aspettando che Sirius si decidesse a fare qualcosa.

Non aveva la forza di fare il primo passo, e tanto sapeva che Sirius non avrebbe retto per molto senza fare nulla.

 

Sirius la guardava senza sapere realmente cosa fare.

Non era la prima volta che una ragazza gli piangeva di fronte senza che lui riuscisse a coglierne appieno il motivo, ma il pianto di Alison sembrava così infantile, liberatorio, pieno di frustrazione, che lo aveva spiazzato.

Sicuramente non era solo lui, la causa di tutto. O si?

Ma non aveva fatto nulla, per farla piangere in quel modo così disperato. O si?

Guardò con tenerezza la Ravenclaw, che sembrava ancora più piccola e minuta, le spalle che si sollevavano a ritmo con i suoi singulti, i capelli biondi che vibravano, il viso arrossato sprofondato nel nero pelo del gatto. Gli occhi, se possibile ancora più blu del solito, erano appannati da grosse lacrime che le rigavano il volto.

Avrebbe voluto confortarla, nonostante l'irritante sensazione di non capire la situazione, ma aveva paura di fare la cosa sbagliata.

Poi sospirò, innervosito nel ritrovarsi lì senza fare nulla, quando avrebbe tanto voluto capire cosa stava succedendo nella vivace ed oscura testa della ragazza, in un certo qual modo intrigato anche da quelle lacrime inspiegabili.

Le si avvicinò cautamente, con studiata disinvoltura, cingendole una spalla minuta con un braccio, portandola dolcemente in un'aula vuota, mentre lei si lasciava condurre docilmente.

Forse, pensava Sirius, Alison voleva soltanto che lui avesse un po' di polso, che fosse lui a decidere come risolvere una situazione a lui oscura.

Poi si rese conto di star pensando a stupidaggini, e la fece sedere su un banco, standole davanti ed aspettando pazientemente spiegazioni.

Tentò anche di levarle quel gatto nero dalle braccia, completamente abbandonato come un pupazzo, ma lei serrò forte la presa e singhiozzò più rumorosamente, così, come quando si è davanti ad un bambino capriccioso, Sirius la lasciò fare.

Con dolcezza, spinto da un istinto protettivo, raccolse le lacrime che le sgorgavano ancora dagli occhi, mentre lentamente la sentiva placarsi. Sapeva, istintivamente, che non sarebbe servito a niente parlare, se non aggravare la cosa.

Alison avrebbe parlato nel momento che lei avrebbe deciso opportuno.

-Non voglio studiare con voi per i M.A.G.O.- sussurrò lei, in tono infantile.

Sirius inarcò le sopracciglia, senza capire, -come vuoi...- le disse, rincuorato, sperando di rassicurarla. Se era solo quello il problema, era fortunato.

Alison alzò il volto arrossato a guardarlo con occhi accusatori, tanto che Sirius si domandò dove avesse sbagliato.

-Non ti dispiace?- Domandò allora lei, quasi una supplica nella voce.

Sirius continuava ancora a non capire. Cosa gli poteva interessare se lei studiasse con loro oppure no? Non avrebbe certamente passato tutte le proprie ore sui libri.  -Bhe...No...- Disse, scrollando le spalle.

Ma anche quella risposta si rivelò essere quella errata.

Alison ricominciò a piangere, stavolta silenziosamente, -forse è meglio se ti sto lontana, Sirius...- mormorò in un soffio. Non sembrava nemmeno lei sicura di quello che stava dicendo.

Il ragazzo la guardò sbarrando gli occhi, decisamente la situazione si stava aggravando senza che lui riuscisse a coglierne il motivo, e sentiva che la cosa gli stava sfuggendo di mano, -e perchè?- Chiese.

Alison lo guardò di nuovo, e si concesse un lungo minuto come a stamparsi il volto di Sirius nella mente, cosa che lo fece sentire in soggezione.

-Perchè è meglio così...- Disse infine, calando lo sguardo per non incontrare quello di lui. Sembrò che i suoi muscoli cedessero, perchè improvvisamente la presa attorno al gatto si sciolse, e lui scese a terra cominciando a girovagare per l'aula.

Sirius sentì il nervoso crescere, non sopportava non avere spiegazioni, soprattutto quando una situazione gli sfuggiva di mano.

L'eroe non poteva farsi sfuggire le cose di mano.

Perchè era l'eroe.

-Che diamine di risposta è?- Domandò, infervorato, alzando il tono della voce.

Alison sussultò impercettibilmente, e l'aria si fece più pesante. Scese dal banco, senza alzare la testa, e cercò di sgattaiolare fuori dall'aula senza dire una parola, come indignata ed offesa. Forse voleva essere capita.

Ma come faceva lui a capirla se lei non cercava nemmeno di spiegarsi?

Sirius, sempre più nervoso, le fu vicino con un paio di falcate decise, prendendole il polso con fare risoluto, tanto che la sentì sussultare nuovamente. La voltò e non le permise di divincolarsi dalla sua presa.

-Mi dici che diamine ti prende, Alison?- Domandò, scandendo le parole, insofferente ed infervorato. Alison alzò il volto velocemente, con aria risoluta, corrucciata in volto e con gli occhi blu carichi di frustrazione, -che diamine mi prende?? Sono confusa, Sirius! Sono confusa perchè sono in compagnia della Leggenda, perchè non capisco che razza di legame ci sia! Mi prende che non posso stare in tua compagnia, non posso guardarti negli occhi e non posso osservare la tua figura, perchè mi perderei affascinata, perderei lucidità! Mi prende che mi sembra impossibile che tu cerchi la mia compagnia, ho paura che tu ti stanchi di me proprio quando io comincio ad abituarmi alla tua presenza! Mi prende che non voglio nemmeno illudermi di qualcosa. Mi prende che non voglio dipendere da te, non voglio abituarmi alla tua vicinanza, non posso farlo in questo momento!- Usava un tono di voce alto, spedito, liberatorio, di chi sapeva perfettamente cosa doveva dire ed aspettava solo il momento giusto per farlo. Con il volto arrossato e gli occhi di nuovo appannati, senza dare a Sirius la possibilità di riprendersi, prese fiato e continuò. -Perchè, Sirius, era inevitabile che tu cominciassi a piacermi, ed io come una stupida ho lasciato che così fosse, ho lasciato che tu cominciassi a riempire i miei pensieri, che i tuoi occhi mi si imprimessero nella testa, che la tua presenza diventasse importante...-.

Poi non seppe più che dire. Le si leggeva in faccia.

Aveva l'aria smarrita di chi aveva perso il filo del discorso, la voce morta in gola, le labbra appena dischiuse come a pronunciare le parole che le mancavano, mentre calava lo sguardo. Tutto il suo corpo sembrò distendersi.

Aveva l'espressione di chi si era lasciato sfuggire troppo, l'espressione spaventata di chi si sentiva esposto.

Sirius si sentì orgoglioso di aver lasciato una Ravenclaw senza parole.

Gli venne da sorridere, un po' per tenerezza un po' per l'assurdità della situazione, un po' per il battito irregolare del suo cuore che gli sembrava così anomalo.

-Hai finito?- Domandò, con il sorriso a fior di labbra, addolcendo la presa attorno al polso di lei.

Vide il volto di lei, sempre basso, corrucciarsi appena, come se l'uscita di Sirius non fosse stata minimamente premeditata o calcolata tra le svariate ipotesi di esordio.

Sirius si compiacque di nuovo: non solo l'aveva zittita, ma anche spiazzata.

Stava migliorando.

Ridacchiò appena, chinandosi un po', prendendole il mento con la mano libera per poterle alzare il volto, quel tanto che gli bastava per poterla baciare.

 

 

 

 

 

******

aaaaaaah scusate…

C’ho messo un po’ più del solito, ad aggiornare…Chiedo umilmente perdono…

Ma in mia discolpa, vorrei anche dire che questo capitolo può anche permettersi di farsi aspettare!!

Allora, allora??

Hihihihi capitolo intenso, no?

Sono curiosa di sapere che ne dite, mie amate lettrici ^^

 

Vi ringrazio come sempre delle vostre meravigliose recensioni ^__^

 

Vane91: em…si…James è sempre in mezzo XD è che lo adoro,  mi piace troppo!!

Bhe, questa volta non li ha interrotti, no? Era troppo impegnato!!

 

PiccolaBlack: Non serve che ti scusi se non hai recensito un capitolo…figurati XD…Cmq, ripeto, adesso Sirius ed Alison si sono rifatti, con James fuori dai piedi ^^

 

Kikka91: Em…Regulus è comparso di nuovo XD …forse l’ho reso un po’ un personaggio demenziale…mmm…va bhe, credo che farà solo un’altra comparsa nella storia…

L’idea dell’uovo di fata mi è venuta leggendo “Animali Fantastici: Dove Trovarli”…mi sono detta “che bello sarebbe avere una fata…” e così… ^^”

 

Lys: Grazie mille per i complimenti ^^ …James è un amore, così in questo capitolo ho deciso di dargli un piccolo premio ^_-

 

Grazie anche a chi legge senza recensire ^^

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Una Lettera da Casa ***


CAPITOLO 7

Capitolo 7.

 

Una Lettera Da Casa.

 

 

 

 

 

 

 

 

J

 

ames non riusciva a capacitarsene e, probabilmente, visto il volto con una luce di costante stupore di Alison, non se ne capacitava nemmeno lei.

Probabilmente, lui aveva perso qualche passaggio.

Anzi, sicuramente.

Si disse che era stato troppo impegnato ad occuparsi del Quidditch, di Lily e, soprattutto, di se stesso.

Non poteva mica essere sempre partecipe della vita della sua spalla, alias Sirius Black...

Insomma, lui doveva curarsi molto, era difficile essere sempre prestanti ed all'altezza degli ammiratori.

Ma questo aveva portato alla mancanza di un tassello fondamentale, nella mente di James, grazie al quale si sarebbe spiegato il costante contatto fisico che era venuto improvvisamente ad instaurarsi tra Sirius ed Alison.

Le braccia di lui intorno alle spalle o alla vita della ragazza; mani intrecciate; le dita di Sirius che si attorcigliavano i biondi ricci di Alison come intente ad accarezzare un gatto.

Sirius, data la sua indole canina, diventava sempre possessivo con le persone a cui decideva di affezionarsi. James lo sapeva, e non era questo a sconvolgerlo.

Più che altro era indignato per essere stato tenuto all'oscuro di tutto, per non essere stato partecipe di quel tassello mancante.

Lui, l'eroe!

Come avevano potuto?

James aveva visto, nei giorni passati, lo sguardo preoccupato di Sirius. Sapeva del suo incontro con Silente, come anche Remus, del resto...Ma nessuno aveva ancora proferito parola.

Se Sirius non ne aveva ancora parlato, significava che per il momento non intendeva dare spiegazioni.

Ma adesso lo sguardo di Sirius era più placido e soddisfatto, la preoccupazione messa in secondo piano.

E questo, per James, era più importante del suo egocentrismo.

Anche se, c'è da aggiungere, anche a Sirius mancava un tassello: Lily Evans era improvvisamente gentile con James, lo guardava con luce diversa.

E questo rendeva più semplice a James l'ammettere di essersi perso un pezzo, perchè non era l'unico Eroe del Gryffindor ad avere quel problema.

 

-Felpato!! Felpato!! Hai visto la bacheca??- domandò James, quella domenica mattina, saltando sul letto di Sirius, ancora addormentato.

Sirius ringhiò appena, prima di sbadigliare, aprendo gli occhi e fissando James, con espressione vacua. -Jamie…Ti sembra che io possa essere andato a vedere la bacheca?- Chiese, atono.

James sorrise, un sorriso che andava da guancia a guancia, mentre si scompigliava i capelli. Era eccitato, l’avviso in bacheca era arrivato al momento giusto.

-Felpato, domenica prossima, l’inizio delle vacanze, c’è un’uscita ad Hogsmeade!! È fantastico!!- Urlò, saltellando appena nel letto.

Sirius si alzò a sedere, senza condividere l’esultanza del moro. -E allora?- Chiese, passandosi una mano sul volto assonnato.

James guardò Sirius, possibile che non ci arrivava?

Era la sua grande, migliore occasione, e doveva anche stare a spiegare?

Lui doveva impiegare il suo tempo a fare un piano di attacco, non a spiegare con pazienza una cosa ovvia.

-Sirius…Posso invitare la Evans!! Per una volta accetterà di venire con me ad Hogsmeade ed io potrò finalmente conquistarla con le mie superbe doti ammaliatrici!- Esultò, poggiandosi una mano sul petto.

L’eroe finalmente poteva dimostrare tutto il suo enorme valore.

Sirius scoppiò a ridere. –Se lo dici tu, Jamie…-.

Remus, dietro di loro, li interruppe. -Non credo potrò andare ad Hogsmeade, domenica prossima…- disse, il suo sorriso di rassegnazione dipinto in volto.

A James ci volle un attimo per realizzare che domenica prossima era prevista la luna piena e che, quindi, Remus sarebbe stato parecchio debole e malaticcio durante il giorno.

Sirius sorrise, comprensivo. -Non preoccuparti, Lunastorta…Ti faccio compagnia io al castello- disse dolcemente.

Remus scosse la testa, ridacchiando. -Non puoi, Sirius…Qualcuno si aspetta di venire con te in città, domenica!- disse, divertito.

Sirius spalancò un secondo gli occhi. -Già…è vero…- sussurrò.

James scosse appena il capo, era indignato. Lui stava diventando letteralmente scemo per avere la Evans mentre Sirius, completamente fuori dal mondo, aveva già Alison in pugno.

-Se fossi nella Goldstein, io ti pianterei subito!- Disse convinto il cercatore, scuotendo energicamente la testa, le braccia incrociate al petto. Sirius lo guardò ridendo, ma per un attimo ci fu una lieve luce di insicurezza negli occhi torbidi, che soddisfò immensamente il cercatore.

Si voltò verso Remus, che osservava la scena con il suo solito sguardo indagatore di chi studia una cosa dall’esterno, una luce divertita negli occhi. James si sentì in soggezione per un attimo.

–Ci dispiace non poter rimanere con te durante il giorno, Remus…Ma la sera andremo tutti insieme alla Stamberga Strillante!!- Disse James, euforico come se si trattasse di andare ad una festa.

Remus rise divertito, e Sirius si unì subito dopo.

James lasciò che i suoi amici si alzassero con calma, scendendo in Sala Comune da solo, nella speranza di trovare Lily. Odiava aspettare di mettere in pratica un piano.

Fortunatamente, lei era lì e lui le si avvicinò con passo sicuro.

Le era alle spalle, stava per aprir bocca, ma lei, tenendo lo sguardo fisso sul libro che leggeva, lo precedette. -non credo proprio, James…- disse, tranquilla.

Almeno non aveva un tono avvelenato.

James ne fu compiaciuto ed incoraggiato. Era così abituato ad i “no” della Evans, che non si era aspettato molto altro al primo attacco.

Le si accucciò davanti, sorridendo smagliante. Contemplò per un attimo quel viso concentrato, le lentiggini, i grandi occhi verdi coperti dalle ciglia lunghe.

La amava.

Ne era completamente perso.

-Non sai nemmeno cosa ti stavo per chiedere, Lily…- Disse, dolcemente, il tono un po’ profondo per cercare di aumentare il proprio fascino. La sentì colpita da quella frase completamente senza presunzione, e si sentì ancora più soddisfatto.

Sapeva che aveva qualche possibilità, doveva solo giocare al meglio le proprie carte.

Lily alzò lo sguardo intenso su di lui, studiandolo per un lungo momento. James si perse nello sguardo cristallino, sprofondando in quei pozzi di acqua verde, scuotendosi solo quando lei parlò, calibrando le parole.

-Mi stavi per chiedere se andavamo ad Hogsmeade insieme…Ed io non voglio andare al villaggio da sola con te…-.

James si bloccò un secondo.

C’era una scappatoia, in tutto quello, che la sua brillante mente aveva già individuato.

Lei non voleva andare ad Hogsmeade con lui, se fossero stati soli…

E se non lo fossero stati?

In una frazione di secondo aveva già un nuovo piano, mentre ringraziava mentalmente Sirius, che tanto era sicuro gli avrebbe concesso il favore.

-Sbagli Lily…Ti volevo chiedere se volevi venire ad Hogsmeade con me, Sirius ed Alison…- disse, trionfante, cercando di trattenere l’entusiasmo.

Lei lo fissò di nuovo, studiandolo attentamente, interrogativa.

James era sempre più euforico. -Bhe…Da quel che ho capito, sta nascendo qualcosa tra quei due…Ma Alison sarebbe imbarazzata ad uscire da sola con Sirius…Per questo lui mi ha chiesto gentilmente se io e te potevamo accompagnarli…-.

Solo quando finì di raccontare quell’eclatante balla, si rese conto di quanto fosse fasulla.

Già di per sé non stava molto in piedi che Alison fosse imbarazzata ad uscire da sola con Sirius…Che poi lui fosse andato da James a chiedergli gentilmente un favore del genere, non stava ne in cielo ne in terra.

James si morse la lingua, vedendo tutte le proprie speranze sfumargli davanti agli occhi: Lily non ci sarebbe mai cascata.

La guardò negli occhi, disperato, e quando la vide sorridere si stupì tanto che si sentì arrossire.

Era un sorriso malizioso, e James si rese conto che lei lo aveva smascherato in pieno, come si aspettava, ma era anche dolce. –Va bene…Se è per fare un favore a Sirius…- sussurrò cantilenante lei, guardandolo di striscio, divertita.

James sentì caldo al collo.

Tanto caldo al collo.

Ma doveva darsi un contegno.

Si alzò, con un sorriso trattenuto. -Grazie Lily…Vado a dirlo a Sirius…- disse. Sapeva di essere sul punto di esplodere. Sentiva i propri movimenti meccanici nel tentativo di controllarsi.

Sentì lo sguardo di lei seguirlo mentre lui saliva nuovamente le scale verso il dormitorio. In cima, quando vide Sirius aprire la porta per scendere, James lo respinse con forza dentro, la tentazione di urlare di gioia ormai irresistibile.

-Se mi fai questo favore ti sarò debitore a vita…- sibilò tra i denti, prima di chiudersi la porta alle spalle in modo che non ci fosse pericolo di essere visti.

 

-Em…Sorella?- Lionel distrasse Alison, impegnata a scrivere fervidamente sulla pergamena.

La ragazza sussultò appena, alzando lo sguardo per incontrare gli occhi scuri del fratello. Stranamente, li trovò preoccupati.

-Qualcosa non va, Lionel?- Chiese, curiosa.

Lionel sembrava facesse difficoltà a mostrare una parvenza calma. –No…Volevo solo dirti che c’è Sirius Black, qua fuori…E quando sono passato mi ha chiesto se potevo mandarti a chiamare…- disse, senza riuscire a tenere le sopracciglia rilassate.

Alison si sentì avvampare improvvisamente, mentre il cuore cominciava a batterle frenetico. Sensazioni che cominciavano ad essere costanti nelle sue giornate.

Si schiarì la voce, alzandosi. -Grazie, fratello…- riuscì a dire, con un fugace sorriso, sparendo velocemente oltre il buco del ritratto.

Vedere Sirius, bello, splendente, affascinante, appoggiato al muro di pietre a vista,  che stava spettando solo lei, per un attimo la fece quasi collassare.

Un raggio di sole entrava dalla finestra con l’unico scopo di illuminare il Gryffindor. rendendo la sua visione simile ad un’apparizione divina.

Si sentì goffa ed impacciata, sotto quello sguardo torbido che la osservava senza ritegno. Come ogni volta che gli andava in contro, Alison quasi non si sentì pronta.

-Ciao…- sussurrò, emozionata, mentre lui le sorrideva felice e compiaciuto. Le prese gentilmente un polso, per posarla contro al muro, coprendola con il proprio corpo.

Avvampò, ed il respiro le morì irrimediabilmente in gola. Inspirò profondamente l’odore di Sirius, mentre sentiva il contatto con il corpo di lui bruciarle fino a farle girare la testa.

Sirius era caldo. Di un calore che cercava di inglobarla, di renderla propria.

Lui la baciò come se fosse la cosa più naturale del mondo…Ed in effetti lo era per la situazione in cui si trovavano, ma Alison non riusciva ad abituarsi.

Sentì il cuore batterle furioso nelle tempie, il respiro di Sirius che le faceva il solletico, un senso di eccitazione che le partiva dal ventre. Le gambe le tremarono appena e, per sostenersi, le sue braccia andarono a circondargli il collo, tuffando le dita nei folti capelli color dell’ebano.

Alison si sentì sicura, protetta, come se nulla potesse scalfirla.

Poi, quando si era quasi abituata a quella sensazione di torpore indefinito, che le faceva dimenticare ogni cosa fuor che lui, Sirius si staccò appena da lei.

Lo vide tenere per un attimo gli occhi ancora chiusi, mentre espirava lentamente dalla bocca. Quando aprì gli occhi grigi, Alison si sentì quasi commuovere dalla fortuna di poter tenere Sirius Black tra le braccia.

-Ali…Volevo portarti ad Hogsmeade…- disse tranquillo, ma c’era qualcosa che lo irritava appena, negli occhi.

Alison sentì il proprio cuore mancare un battito: Sirius le aveva chiesto di uscire.

Questo significava che potevano definirsi una coppia?

Certo…Era un paio di giorni che lui non faceva altro che baciarla per i corridoi e vicino al lago…Ma continuava a sembrarle tutto così strano che non era sicura di poter definire in qualche modo quella relazione.

Ma se uscivano ad Hogsmeade, significava che stavano insieme, o no?

-Però sai Ali…Come sempre Jamie ha il dono naturale di riuscire a rovinare tutto…- continuò lui, divertito, ma c’era un velo di sottile amarezza in tutto quello.

-Diciamo che mi ha incastrato…E che usciremo insieme a lui ed alla Evans…Sempre se tu vuoi venire con me ad Hogsmeade- Disse lui, prendendo tra le dita una ciocca di riccioli biondi, come amava fare.

Alison sorrise dolcemente, era comunque contenta. Forse era un po’ emozionata di conoscere Lily, la solita sottile paura di non esserne all’altezza, ma gli occhi di Sirius le davano sicurezza. –Sono contenta…- sussurrò, azzardandosi ad accarezzargli la guancia.

Lui la guardò di nuovo sfiorandole le labbra con le proprie, sorridendo di sbieco. -Avrei preferito essere da solo con te…-.

Alison avvampò, poi ridacchiò appena. -Ma dai, Sirius…Che probabilmente stamattina per un po’ non ci avevi nemmeno pensato!- Disse, tranquilla.

Sirius sbarrò appena gli occhi, ed Alison seppe di aver immaginato giusto. Stranamente, le veniva facile capire i pensieri del Gryffindor.

Non era infastidita per quello, alla fine non pretendeva nulla da parte di Sirius, ed il solo fatto che lui volesse andare ad Hogsmeade insieme era più di quanto non avesse immaginato.

 

Sirius si sentiva uno stupido.

Certo, stranamente sereno e soddisfatto, ma comunque stupido.

Lui sapeva che Alison era inconsapevole di quanto lo rasserenasse la sua presenza.

Era inconsapevole di essere affascinante nella sua insicurezza; affascinate nei suoi occhi blu così cristallini da cui si intravedevano i suoi pensieri.

E mentre lei gli si avvicinava, Sirius sentiva un sorriso idiota stamparglisi in volto.

Un sorriso che gli sembrava potesse vagamente ricordare quello stucchevole di James quando guardava Lily.

Sirius si riempiva gli occhi, guardandola. Guardando il corpo longilineo ancheggiare appena, giusto quanto bastava per farlo soffermare sulla linea morbida dei fianchi. Guardando i ricci biondi che oscillavano, che lui adorava intrecciarsi tra lei dita.

Perché lui poteva.

Poteva passarle un braccio attorno alle spalle; poteva fissarla negli occhi blu; poteva sfiorargli accidentalmente l’orlo della gonna della divisa.

Poteva baciarla.

Baciarla era gustare appieno quella sensazione di possesso. Era sentirla accondiscendente ed emozionata ad ogni suo gesto.

E tutto quello gli causava un sentimento quasi doloroso, istintivo, di potere. Un sentimento che sembrava giungere irrimediabilmente al basso ventre.

Quando incontrava lo sguardo incredulo di lei, uno sguardo pieno di incondizionata fiducia, Sirius sentiva i propri muscoli rilassarsi. Sentiva che tutti i suoi problemi potevano passare in secondo piano. Era per questo che, per un paio di giorni, era riuscito a dimenticarsi dell’incontro con Silente.

 

Faron, il gatto, era nella sua sopraelevata posizione sulla mensola sopra il camino. Adorava stare sopra quella mensola, avere tutta la Sala Comune sott’occhio e sentire tiepido il calore del focolare scaldargli il pelo.

Placidamente, quando sentì un rumore provenire da buco del ritratto, vide Alison, la sua padrona, entrare nella stanza. 

Si vedeva lontano un miglio che la sua testa era da tutt’altra parte, persa in chissà quali pensieri. Non si era nemmeno accorta che lui era nel suo posto preferito, e la stava osservando.

Sotto un certo punto di vista, se ne sentì indignato. Però così poteva scrutarla senza problemi, con gli occhi ambrati socchiusi.

La vide con un sorriso sciocco a fior di labbra, mentre si dirigeva verso la poltrona blu scuro vicino al caminetto: forse quando si sarebbe seduta l’avrebbe visto, e l’avrebbe chiamato per poterlo coccolare un po’.

Ma Lionel, suo fratello, quel ragazzo alto forse un po’ troppo magro, per il quale Faron aveva sempre provato l’indifferenza più totale, interruppe il cammino della ragazza con aria grave.

-Ali…Ascoltami un secondo, per favore…- disse, scuro in volto. Aveva una pergamena in mano, ma Alison sembrò non notare tutto quello, ancora presa dai suoi pensieri.

La bionda lo guardò incuriosita. -Spero tu non mi voglia parlare di Sirius…- disse, sulla difensiva.

Faron sentì della gelosia pungere Lionel, ma il ragazzo non si scompose. -No Ali…Non è tempo per quelle sciocchezze…Mi è arrivata una lettera da casa…- disse, la voce che irrimediabilmente sentiva calare.

Il gatto, dalla sua posizione, vide distintamente la sua padrona sbiancare e indietreggiare impercettibilmente. Era sempre così quando si parlava di casa, Faron lo sapeva bene.

-è mamma?- domandò lei, la voce atona che non voleva nemmeno sperare. Le spalle le tremarono lievemente. Quando Lionel scosse la testa, Alison sembrò riacquistare lievemente colorito, ma nemmeno più di tanto.

-No…Papà dice che vuole parlarci, ma non so cos’abbia in testa…Vuole che andiamo lì il primo Lunedì delle vacanze di pasqua…- disse, leggendo di nuovo la lettera, come a cercare nuovi indizi, prima di passarla ad Alison.

Faron sapeva, per esperienza, che quando il padre dei due ragazzi aveva qualcosa in mente e chiedeva di parlare con entrambi, non c’era mai da stare tranquilli.

Alison stava finendo di leggere la lettera, quando strabuzzò gli occhi, avvampando.

Il gatto sentì l’ira salire irrimediabilmente nel corpo della Ravenclaw, e seppe con certezza che dopo lei avrebbe tuffato il viso sul suo pelo nero, in cerca di conforto. Faron aspettava con trepidazione quel momento.

-Lionel…- la voce tremò per un attimo, poi si fece sicura. La ragazza alzò lo sguardo su quello scuro di suo fratello, che ora si era fatto quasi divertito. –Lionel…Papà vuole che porti con me anche Sirius…- disse Alison, si vedeva che non si capacitava della cosa.

Lionel represse a fatica un sorriso. -Così sembra…- disse tranquillo. Alison gli lanciò in faccia la pergamena. -Cosa diamine vai a dire a papà?? Chissà che idee si è fatto in testa!! Sto con Sirius da nemmeno una settimana e la cosa diventa improvvisamente seria?? Io non porterò Sirius lì. Non voglio che papà gli metta in testa strane idee sul matrimonio, sul prendersi cura di me quando loro non ci saranno più! Non ti rendi conto della cazzata che hai fatto? Sirius non piacerà nemmeno a papà!- Stava urlando.

Molti Ravenclaw si erano voltati a guardarli, indiscreti. Alison era rossa in viso ed a Faron era facile interpretarle i pensieri, soprattutto dopo tutto quello che Alison gli aveva sussurrato in quei giorni, coccolandolo.

Alison aveva paura che Sirius si allontanasse da lei.

Lionel sorrise appena. -dai sorella, non farla così tragica…-.

Alison alzò il mento, i riccioli che fremevano, guardò glaciale il fratello. -lo sapevi benissimo, Lionel…Solo perché a te Sirius non piace e sai che non piacerà nemmeno a papà…Vedi di starmi lontano…- Disse, oltrepassandolo.

Faron miagolò forte, alzandosi, facendo notare la sua presenza alla sua padrona, che lo prese gentilmente dalla mensola per portarlo nella propria stanza.

Ora Faron avrebbe ricevuto le sue coccole, bagnate di lacrime salate.  

 

 

 

 

 

*****

Ed anche questo è andato….

Sinceramente credo sia uno di quelli che mi ha fatto più dannare…

Non so cosa mi passava per la testa mentre lo scrivevo, ma a rileggerlo avevo notato una punteggiatura disastrosa!!

Ora è un disastro lo stesso, ma almeno è più leggibile ^^”

 

Posso dire che mi sono divertita un mondo ad usare Faron come punto di vista? ^^”

Amo i gatti ^--^

 

Grazie a tutti quelli che hanno letto, ed un bacio a chi ha recensito

 

 

Pai80: grazie per aver segnato il tuo passaggio, e grazie per il commento ^^ Spero che la storia continui ad appassionarti.

 

Kikka 91: sono contenta di averti emozionato così. Mi sono divertita molto a scrivere quella scena ^^”

Cito le tue parole “Mi lasci spiazzata dinanzi a tanta dote!”….credo di aver pianto leggendole T___T non sai che piacere mi hai dato!

 

PiccolaBlack: Grazie per l’entusiasmo ^^””” mi fa rimanere allibita, davvero ^^””””” Io avevo avvertito che James non se ne sarebbe più andato…E così continua ad essere ^^

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Vincere Contro un Gryffindor ***


Sirius guardò James scocciato, le braccia incrociate al petto ed i capelli arruffati

Capitolo 8.

 

Vincere Contro un Gryffindor.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

S

 

irius guardò James scocciato, le braccia incrociate al petto ed i capelli arruffati.

Avevano appena finito un goffo tentativo di lotta, in cui nessuno dei due voleva fare del male all’altro nonostante il nervosismo che gravava su entrambi.

Remus era tra di loro, nel mezzo della stanza, con aria rassegnata e cagionevole, anche lui in un certo senso scocciato per essere stato interrotto nello studio per quello che era uno stupido motivo.

Erano nella loro stanza, tutti i cuscini dei letti erano gettati a casaccio per terra, visto che i due se li erano tirati in precedenza. Peter era accoccolato su un letto, gli occhi acquosi irrequieti, che si spostavano con timore da Sirius a James, per poi posarsi rassicurati su Remus, unica rassicurazione nella stanza.

Ogni volta che Sirius e James litigavano, era come se fosse la prima volta.

Succedeva tutto così rapidamente, che di solito Remus li interrompeva solo quando stavano già per prendersi a pugni.

Oddio…Prendersi a pugni…a spintonarsi senza metterci davvero forza.

E tutto, sempre, succedeva per qualcosa di estremamente stupido ma che diventava subito di importanza vitale.

Motivo della litigata? L’uscita ad Hogsmeade.

 

Sirius stava trattenendo il fremito alle mani. Era già un minuto che non faceva altro che guardare James, truce, e per lui era fin troppo.

Doveva fare qualcosa, anche solo urlare.

Sapeva perfettamente che James era nella stessa situazione, vedeva chiaramente la luce di irrequietezza nei suoi occhi.

-Che diamine è successo, stavolta?- Chiese Remus, portandosi una mano in volto, anche lui lievemente irritato.

Sirius lo guardò per un lungo istante, possibile che non si fosse accorto di nulla?

-“cosa è successo”? Non ti sei accorto di nulla?- Domandò James con fare teatrale.

Appunto.

Per un attimo si avvertì un brivido di solidarietà tra James e Sirius, entrambi infastiditi da quella domanda per loro così stupida.

-No, perché stavo facendo altro…- Rispose tranquillo Remus, tirando fuori un po’ di carattere dalla voce.

Era come se tutti i presenti nella stanza, seguissero lo stesso identico copione ogni volta che Sirius e James litigavano.

Primo Atto: Litigio, spintonate, Remus in mezzo, Peter terrorizzato su un letto.

Secondo Atto: Remus non capisce la situazione, Sirius e James gliela spiegano urlandosi contro.

-Succede che non solo Ramoso mi ha costretto ad un’uscita a quattro ad Hogsmeade…Ma adesso pretende anche che ad un certo punto, con una qualsiasi scusa, io ed Alison ci dileguiamo!- Disse urlando Sirius, indicando James.

-Non capisco cosa lo turbi tanto, visto che anche lui vuole stare da solo con la sua ragazza!- Rispose a tono il cercatore dei Gryffindor, incrociando maggiormente le braccia al petto.

-Ma Lily non è la tua ragazza…- il mormorio di Codaliscia si spense non appena due paia di occhi, uno nocciola ed uno grigio, si posarono con odio su di lui.

-è il principio, James!! Ma cosa serve parlartene, tanto non capiresti! Non capisci nulla di quello che va oltre la tua persona e la Evans!- Continuò Sirius, ma la sua voce stava già perdendo convinzione.

Si stava già stancando di litigare. Come ogni volta, tutto cominciava già a perdere senso.

-Ma che principio e principio! Sai solo dire fandonie per tentare di abbindolare gli altri! Non c’è nessun tipo di problema se io ti dico di fare una cosa ed a te va bene!- Continuò James, anche lui calando appena il tono della voce. Per un attimo la sua concentrazione fu rapita da un gufo fuori dalla finestra.

Remus trattenne il sorriso; anche lui, come tutti, del resto, si stava aspettando il Terzo Atto: un’uscita di Sirius, una risposta sfrontata di James, e la risata del primo che avrebbe allentato completamente la situazione.

-James, ma che vai blaterando? Ma tu credi che ti sia tutto dovuto?- Domandò Sirius, avvicinandosi di un paio di passi verso di lui.

Remus chiuse gli occhi per un secondo, sperando intensamente.

James lo guardò allibito, così allibito che sembrava incapace di muoversi e, tanto meno, di scrollarsi i capelli.

-Certo che tutto mi è dovuto!- Disse, in tono ovvio, quasi offeso per quella domanda retorica.

Vi fu un momento di attonito silenzio, poi Sirius scoppiò fragorosamente a ridere, la sua risata simile ad un latrato, avventandosi su James in modo giocoso.

Finirono a ruzzolare a terra come due bambini.

Remus sospirò forte, prima di tornare ai suoi studi.

Peter sorrideva felice, battendo appena le mani, come se fosse la prima volta che seguiva una scena simile.

 

Alison si torceva nervosamente le mani, lasciando che fosse la memoria a condurre i suoi passi e non la mente, che era da tutt’altra parte.

Era nervosa, perfino i capelli raccolti che le solleticavano il collo tendevano ad irritarla.

Avrebbe mai avuto un po’ di pace stando con Sirius?

Non credeva proprio.

Ma la domanda giusta era:  a lei importava avere pace, se poteva avere Sirius Black?

Ripercorse mentalmente tutto il discorso che si era appuntata su una pergamena, in Sala Comune. Ripercorse tutti i punti chiave, e fu felice che nonostante tutto se li ricordava a memoria.

Non fosse che nemmeno lei ci credeva, forse avrebbero anche potuto servire a qualcosa.

Ma alla fine, per quale assurdo ed insano motivo Sirius si sarebbe mai spinto volentieri ad incontrare i genitori della ragazza, dopo solo una settimana di relazione?

Cioè…Era così assurdo che si vergognava persino a provare a convincerlo.

Si fermò alzando lo sguardo verso il ritratto della Signora Grassa, che la guardò con aria di superiorità. -tu non puoi entrare, carina!- disse.

Alison inarcò un sopracciglio, senza nemmeno degnarsi di risponderle, quando il quadro si aprì e ne sbucò Remus.

Sembrò sorpreso si trovarla lì, mentre Alison, che non si lasciò stupire, si rese conto della fortuna che aveva.

-Lupin!!- Disse, gioviale.

Lui le sorrise, gentilmente e dolcemente, il viso pallido e lievemente scavato.

Alison si chiese se non stesse covando una brutta influenza.

Sperò che non la passasse a Sirius.

O magari si…Così il Lunedì successivo sarebbe stato troppo male per andare a conoscere la sua adorabile famiglia.

-Buongiorno Goldstein…Ti chiamo Sirius?- Chiese, gentilmente.

Il tono pacato e rincuorante di Remus aveva il potere di farle affiorare un sorriso alle labbra.

–Se puoi, mi faresti un favore…- Rispose lei, appena  titubante.

Lui la studiò per un lungo secondo, e sembrò quasi sondare la sua titubanza, cercandone l’origine.

Lei si sentì scoperta, sotto quello sguardo, e per istinto quasi chiuse la mente. Probabilmente gli si irrigidì lo sguardo, perché Remus distolse i suoi occhi da lei, riprendendo a sorridere.

-Em…Ti avverto…Ha appena litigato con James…Quindi adesso sembra che vadano d’amore e d’accordo, ma sono ancora innervositi l’uno con l’altro…- disse, prima di scomparire di nuovo dentro il ritratto.

La mente di Alison si mise subito a lavorare fervidamente: Sirius che litigava con James? In effetti molte volte si era ritrovata a pensare che quei due, fin troppo simili, se non si fossero trovati in simpatia, si sarebbero odiati.

Era incuriosita, e non le sarebbe dispiaciuto assistere ad un loro litigio, anche perché avrebbe scoperto un lato nuovo di Sirius.

Poi la sua mente da Ravenclaw ebbe il sopravvento: poteva usare il litigio tra i due come un fattore favorevole ai suoi scopi?

Ne sapeva fin troppo poco, ma non poteva gettare la spugna a priori…Alla fine, aveva bisogno di aggrapparsi a qualcosa.

Quando Sirius uscì dal ritratto, era seguito a rotta di collo da James, ed Alison ne fu spiazzata. C’era una lieve tensione tra di loro, ma sembravano sforzarsi ad essere cordiali.

Il che era comico da vedere.

-Em…Jamie…Sei sicuro che la Evans non fosse nella sua stanza?- Chiese Sirius, con un sorriso forzato. James scosse vigorosamente la testa.

-No, no…In teoria è qua in torno…- disse, guardandosi in giro con aria troppo poco interessata perché si trattasse effettivamente di Lily.

Ad Alison non ci volle poi molto a capire la balla.

-Non è che, per caso, già che sei qui, ti viene in mente improvvisamente che devi dire qualcosa ad Alison, vero?- Chiese Sirius, inarcando un sopracciglio poco convinto.

La mente di Alison lavorava fervida, mentre analizzava i due.

James si voltò verso di lei, come a notarla solo in quel momento.

Si, era un attore nato, ma dava quella teatralità anche al minimo gesto banale, da venire facilmente scoperto.

–Giusto…In effetti, Alison…- cominciò, ma Sirius non lo fece finire, parandosi maggiormente davanti a lei, e sorridendole.

-Mi spiace, Jamie…Ma Ali voleva parlarmi, e credo che la tua richiesta possa essere messa in secondo piano…- disse, mentre la guardava con intensità negli occhi, sperando che lei gli reggesse il gioco.

James si scompigliò fervidamente i capelli.

-Si, non c’è problema, aspetto!- Disse, tranquillo.

Alison stava per scoppiare a ridere.

Sirius lo guardò con la coda dell’occhio.

-Hai intenzione di aspettare qui?- Domandò, una luce vagamente irritata negli occhi.

Potter si aprì nel suo sorriso infantile, da una guancia all’altra, ingenuo.

-E dove se no?- Chiese, scrollando le spalle.

Alison ridacchiò appena, facendo si che l’attenzione di Sirius si spostasse su di lei. –Scusalo Ali…Lui e le sue manie di protagonismo…Andiamo da qualche parte? Mi dovevi dire qualcosa?- Chiese lui, continuando a lanciarle occhiate penetranti.

Lei capiva benissimo che lui voleva allontanarsi da James, in qualche modo, e che voleva che lei gli reggesse il gioco. Come non voleva che Potter le ponesse la domanda che aveva in testa, anche se Alison non capiva perché.

-Si, dovrei parlarti…- Mormorò, ancora presa dai suoi calcoli.

Forse aveva un modo per convincere Sirius, ma era rischioso e la imbarazzava a morte.

Ma d’altronde non aveva nulla da perdere.

Il volto del Gryffindor si illuminò appena, indicandole le scalinate più vicine. -Bene…andiamo?-.

Sirius non contava sul fatto che i piani di Alison non fossero in linea con i suoi.

Lei non si mosse, poi sospirò profondamente.

Sirius, e perfino James, la guardarono incuriositi.

Poi lei parlò tutto d’un fiato, diventando rossa in volto.

-Mio padre vorrebbe che tu venissi a casa nostra per poterti conoscere, lunedì prossimo, quando io e mio fratello andremo a trovarlo…-.

Poi serrò gli occhi con forza. Aveva visto di sfuggita la reazione esterrefatta e quasi terrorizzata di Sirius, l’espressione di chi viene colpito in piena faccia da una gettata di acqua gelida mentre stava dormendo.

Alison pregò con tutta se stessa che la reazione di James andasse come lei aveva previsto.

Potter scoppiò a ridere, senza riuscire a trattenersi. –Secondo te, Sirius Black verrebbe a conoscere tuo padre??- Chiese, senza riuscire a trattenersi dal ridere, dando voce ai pensieri di tutti e tre i presenti.

Ma era la reazione giusta, ed Alison ebbe il coraggio di alzare lo sguardo verso Sirius, sperando ardentemente.

Sirius guardava James con aria di sfida, il mento di poco alzato, lo sguardo torbido irritato. Poi si voltò verso Alison; per un attimo, i suoi occhi grigi divennero preoccupati, ma rimasero fissi.

-Per me va bene, Ali…- Disse, scrollando le spalle, come se non gli importasse.

James Potter smise di ridere, allibito e spiazzato. Si scrollò i capelli con energia, come se quel gesto lo aiutasse a capire meglio la situazione.

Alison cercò in tutti i modi di trattenere la propria esultanza.

Dimostrare ad un Gryffindor che un’azione è completamente l’opposto di quello che si aspetta l’avversario, è come costringerlo a farla.

Avventati, impulsivi, che accettano ogni sfida gli si pari davanti, i Gryffindor erano facile preda dei sottili intrighi di chi, come i Ravenclaw, lavorano tutto di mente.

Alison sapeva che Sirius, dopo, si sarebbe amaramente pentito del suo consenso, ma sapeva anche che non si sarebbe tirato indietro, perché sarebbe stato come ammettere la propria sconfitta a James.

E grazie a questo, Sirius non si sarebbe reso conto di essere caduto completamente nella tela della ragazza.

Non si sarebbe reso conto di uscire perdente da una battaglia.

Perché era Alison ad aver vinto, ed aveva vinto contro un Gryffindor.

 

Quando tornò in Sala Comune, una sua compagna di stanza le si avvicinò emozionata. -Alison!! L’uovo…si muove! Si sta per schiudere!!-.

Alison sentì il proprio cuore cominciare a battere, poi cominciò a correre verso il dormitorio. Si accucciò trafelata accanto al comodino, osservando l’uovo che cominciava piano piano a creparsi.

Il guscio si ruppe, ed una piccola larva rosso acceso cominciò a muoversi timidamente. Alison non ne fu per nulla disgustata.

Sapeva che le fate nascevano come larve, prima di chiudersi in un bozzolo dopo sei-dieci giorni, rimanendo a dormire per un mese prima di uscire sottoforma di fate mature.

La Ravenclaw raccolse delicatamente in mano la piccola larva, con la paura di farle male. L’accarezzò appena, era così piccina che aveva paura di perderla.

Sentì il cuore batterle furioso: quel regalo era da parte di Sirius.

Si, anche di James…Ma non importava.

 

 

 

 

 

 

 

*****

Scusate se ci ho messo più del previsto per questo capitolo che, in realtà, è solo di passaggio.

Ho avuto un po’ di casini, chiedo perdono ^^””

Cmq mi sono divertita a scrivere della lite di James e Sirius…Credo li farò litigare ancora, prima o poi XD

Dicevo…Questo capitolo non è altro che di passaggio, adesso a Sirius aspettano due meravigliose e durissime giornate: La domenica, con l’uscita ad Hogsmeade e la nottata di luna piena; e il Lunedì, a casa Goldstein…

In pratica, se ne vedranno delle belle!!

A presto, allora ^^

 

 

 

Pai80: credo che lo userò ancora, in effetti. È perfetto per fare vedere le cose da un punto di vista esterno, ma che non dà fastidio a nessuno. Inoltre, segretamente credo che Faron sia il mio preferito ^__^

 

Kikka91: James credo che anche in questo capitolo abbia dimostrato la sua buona dose di sfacciataggine XD. Si, è prevedibile…ma d’altronde fa un po’ la parte dell’eroe stereotipato, quindi non posso che renderlo un po’ prevedibile XD

Hai proprio azzeccato il punto: James e Lily sono effettivamente una “quasi coppia”…Bisogna solo che qualcosa dia loro una scaturita…hihi, non preoccuparti, ho già qualche ideuzza in mente!!

Le sensazioni di Alison credo siano le più realistiche in quanto cerco di immedesimarmici al massimo…Ed Alison, essendo donna, mi viene meglio XD. Anche a me viene voglia di baci ç__ç Voglio Sirius…

Per sapere com’è il caro signor Goldstein dovrai aspettare un po’…perché la giornata di Hogsmeade sarà al quanto impegnativa XD

L’uscita ad Hogmeade al prossimo capitolo, scusami se me la tiro ^__-

 

PiccolaBlack: sei adorabile nella tua euforia, mi fa sempre sorridere ^__^

mmm….Lionel credo sia il personaggio meno definito, ed è così anche nella mia testa XD

In effetti è un po’ geloso…porello…La sua adorata sorella si sta andando ad inguaiare con La Leggenda Sirius Black…Anche lui è un po’ preoccupato XD

…Mi dispiace se ti ho fatto attendere un po’, per questo capitolo…Chiedo perdono in ginocchio ^^”

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Una Lunga giornata - parte prima: Hogsmeade ***


Capitolo 9

Capitolo 9.

 

Una Lunga Giornata – Parte Prima:

Hogsmeade.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A

 

lison quel giorno si preparò con cura, nonostante le mani che le tremavano leggermente.

Aveva passato più tempo del solito a modellarsi i ricci con le dita, a truccare gli occhi blu, a scegliere il pendente giusto da indossare. Il vero problema erano stati i vestiti.

Le sue compagne di stanza avevano passato tutta la sera precedente a rovistare in maniera critica dentro al baule, ognuna con un’idea diversa di come lei avrebbe dovuto vestirsi per compiacere Sirius Black.

Si era rifiutata di indossare ogni vestito rosa, colore che non sopportava, nonostante le insistenze su quanto si intonasse con i suoi occhi blu ed i capelli biondi.

Si era rifiutata di indossare quella maglia dallo scollo vertiginoso e quella gonna troppo corta. Non si sarebbe per nulla sentita a proprio agio.

Alla fine si irritò, non solo per le sue compagne di stanza, ma anche per lo stare così tanto a scegliere cosa indossare per una stupida uscita.

Anche se, in cuor suo, non la riteneva affatto stupida.

Si voltò a guardare Faron, che dormiva acciambellato su una maglia bianca a collo alto ed un paio di jeans, e pensò che la scelta del suo gatto fosse, a conti fatti, la migliore.

 

Sirius si era svegliato perché il suo olfatto sviluppato aveva captato uno strano odore nauseante. Un secondo dopo, alle orecchie gli erano anche arrivati dei suoni che potevano tranquillamente essere il verso di uno snaso in calore.

Ma in realtà era molto peggio: James Potter che cantava sotto la doccia.

Poche delle sue innumerevoli fan sapevano quella macchia nella perfezione del loro eroe (e quelle che lo sapevano, si convincevano del contrario): James era irrimediabilmente stonato.

Sirius si alzò nauseato da quel profumo, guardando con gratitudine Remus, più pallido che mai, spalancare la finestra, prendendo una gran boccata d’aria.

-Jamie, lasciatelo dire, questo profumo fa schifo!- Urlò Sirius, la voce ancora roca.

Il canto gregoriano si interruppe. -Lo so Felpato…è per questo che mi sto facendo la mia seconda doccia!!- Urlò di rimando il cercatore, superando lo sciabordio dell’acqua.

Sirius si posò una mano in fronte, scrollando la testa, mentre sentiva lo sguardo di Remus pungergli sulla nuca. Lupin lo guardava con un sorriso gentile ma divertito. -e tu, non ti prepari?- Domandò.

Sirius inarcò un sopracciglio. -Si, beh…Ma non ci metterò tanto quanto James!- Rispose cinico.

Remus si appoggiò alla finestra, nonostante la lunga dormita sembrava spossato, le leggere cicatrici sul suo volto risaltavano inesorabilmente. –Non c’è nulla di male in quello che fa James…Anche se lui esagera sempre…Non vuoi farti bello per Alison?- Domandò provocatorio, con una leggera malizia negli occhi.

Sirius sentì le guance cominciare ad arrossire appena.

Avrebbe dovuto indossare qualcosa in particolare?

Forse avrebbe anche lui dovuto mettersi del profumo…Ma se poi non piaceva ad Alison?

Ma che diamine stava pensando?

Sirius costrinse se stesso ad uno dei suoi migliori sorrisi strafottenti. -Figuriamoci se devo farmi problemi per un’uscita ad Hogsmeade…e poi, io sono già bello!- disse ghignando.

Remus sorrise, un sorriso quasi intenerito, come se avesse letto nel cuore del moro, ma la luce di divertimento non svanì dagli occhi. –Beh…Spero che almeno tu abbia la decenza di vestirti un po’ elegante, domani…- consigliò.

Sirius trattenne a stento una smorfia, mentre sentiva stringersi le viscere.

Il giorno dopo sarebbe dovuto andare a casa Goldstein.

Roba da pazzi!

Ripensò velocemente alla scena di qualche giorno prima: che Alison lo avesse adescato in una trappola?

-Tu e Ramoso siete troppo impulsivi…Non riuscite a percepire quando una persona sta cercando di farvi fare quello che vuole…- mormorò Remus, quasi a leggergli nella mente. Sirius sospirò, poggiandosi una mano a coprirgli gli occhi: anche lui si sentiva già stanco.

Poi si alzò, costringendo se stesso a non pensare troppo a cosa indossare.

Jamie usciva dalla doccia gorgheggiando quello che poteva essere Stubby Boardman, solista degli Hobgoblin, ma Sirius non ne era per nulla sicuro.

-Cos’è questo batticuore che mi rende spaesato?

Un filtro d’amore mi hai somministrato?

Come un incantesimo confondente,

Non capisco più la mia mente;

Come una Maledizione Imperius, Magia Oscura…

Per l’inferno, resisterti è davvero dura-.

 

Alison, appoggiata al muro emozionata, il cappotto nero e lungo tra le braccia, guardava di sottecchi la Signora Grassa.

Aveva finito di prepararsi in anticipo, e non aveva retto di aspettare che Sirius la venisse a prendere fin davanti alla propria Sala Comune, così aveva pensato di andargli in contro.

Il ritratto della Signora Grassa si aprì, e ne uscirono tutti e quattro i Malandrini.

Sirius bello come il sole, i capelli neri raccolti con del nastro di raso che lasciavano vedere meglio i lineamenti nobili e la mandibola pronunciata.

James Potter sembrava meno sicuro del solito. Emozionato e irrequieto, guardava in continuazione l’orologio e si spettinava di continuo i capelli. Poi se li appiattiva, ricordandosi che a Lily non piaceva quel suo brutto vizio.

Lupin era pallido come un cencio, le cicatrici che spiccavano maggiormente sul viso bello ma scavato. Aveva gli occhi tormentati, nonostante il sorriso gentile che gli dipingeva le labbra ed un certo divertimento nel guardare Sirius e James.

Peter Minus, di cui Alison si accorse solo dopo una seconda occhiata, era invisibile a confronto con gli altri tre. Basso, grassoccio, con i capelli color topo, i gesti sempre irrequieti e gli occhi acquosi con luce costantemente adorante verso gli altri tre. Aveva qualcosa di viscido, che fece rabbrividire leggermente la Ravenclaw, mentre leggeva nel fondo dei suoi occhi una luce di pura invidia che sembrava divorarlo dentro.

Sirius stava prendendo in giro James, ma quando la vide spalancò leggermente gli occhi. -Ali…Dovevo essere io a venirti a prendere…- mormorò, stupito. Sembrò colpito nel suo ego da Eroe gentiluomo.

La ragazza sorrise, scrollando appena le spalle come risposta.

Remus ridacchiò appena, poi si voltò verso Minus. -Andiamo in biblioteca, Codaliscia…- mormorò, con aria stanca.

Alison rivolse il proprio sguardo verso di lui, mentre Sirius le prendeva dolcemente la mano. -Non vieni ad Hogsmeade, Lupin?- Domandò cortesemente. Remus scosse appena la testa, sorridendo dolcemente, le occhiaie che incupivano il volto, ma senza rispondere.

-…Ti senti bene?- Insistette titubante. Poi si morse appena le labbra, forse era stata troppo invadente.

Remus continuava a sorriderle, e James si intromise, mettendosi tra i due con aria sbrigativa ed irrequieta. -si si…Sta benissimo…è solo il suo piccolo problema peloso…- disse, scrollando appena la testa e spingendo Alison verso le scalinate.

-…Hai un coniglio, Remus?- Domandò lei, incuriosita. Come sempre, quando diventava curiosa, non riusciva a tenere a freno la lingua.

Sirius scoppiò a ridere, levando Alison dalla presa di James per poterle passare un braccio attorno alle spalle. –Non preoccuparti per lui…Starà benone…- disse, sottovoce, ma un po’ si vedeva che gli dispiaceva lasciarlo da solo in quello stato.

-Dai che facciamo tardi!!!- James digrignò i denti, passandosi la mano a scompigliarsi i capelli più energicamente del solito, come a volersi rendere ancora più affascinante.

Poi se li appiattì nuovamente, con la stessa furia.

-Non preoccuparti James…E non scompigliarti ancora I capelli, sei già perfetto così…- Lo rincuorò Alison, sorridendo intenerita, concentrandosi più sul nervoso di James che sul proprio. Lui si voltò a guardarla con gli occhi che luccicavano. -Grazie Ali…- disse con voce drammaticamente commossa.

Sirius la strinse leggermente più a se. -Vediamo di darci un taglio, eh?- Disse, con finta noncuranza.

James sorrise, la Ravenclaw arrossì fino alla punta delle orecchie, ridacchiando imbarazzata. -non preoccuparti, Sirius…Anche tu sei perfetto così…- disse giocosa, alzando il volto a guardarlo.

Sirius inarcò le sopracciglia, guardandola per un secondo prima di scoppiare a ridere, mentre le passava una mano capace tra i ricci biondi.

-James…Ma come mai la Evans non era con voi?- Chiese Alison, mentre camminavano.

James sorrise, quasi intenerito. -bhe…Lily è fatta in un modo tutto suo…Ha preferito uscire prima ed aspettarci al portone d’ingresso…- disse. Gli occhi nocciola gli luccicavano irrimediabilmente, ed il costante lieve rossore sulle guance lo rendeva ancora più bello, da quanto sembrava vulnerabile.

Sirius scosse energicamente la testa. -quella ragazza vive in un mondo a parte…- mormorò a mezza voce.

James lo sentì e si voltò verso di lui corrucciato. -Non ti permetto di offenderla, Black!- Disse, protettivo, gonfiando appena il petto.

Alison sentì il braccio di Sirius irrigidirsi appena, e cadde in panico.

-La mia larva ha fatto il bozzolo!- esordì, la voce di un’ottava più alta per catturare l’attenzione dei due.

I due ragazzi si fermarono per guardarla interdetti, gli occhi lievemente spalancati.

Alison scoppiò a ridere da sola. -si, nel senso…La mia larva si è chiusa nel suo bozzolo stamattina…Tra un mese avrò la mia fata- disse, gli occhi illuminati, felice. Non vedeva l’ora.

Sirius sorrise indulgente, intenerito, ricominciando a camminare. James cominciò a raccontarle com’erano riusciti a procurarle l’uovo.

Alison tirò un sospiro di sollievo.

 

Lily Evans, i capelli rosso scuro che le cadevano composti sulle spalle, respirò con calma. Si rifiutava di avere anche un minimo di agitazione.

Lei non poteva essere agitata perché usciva con James Potter.

Si bhe…Sirius Black, la sua ragazza e James Potter.

In pratica, un’uscita a quattro.

Lily si sentì avvampare, ma prima che il rossore le riempisse tutto il viso, scrollò energicamente la testa, sbuffando.

Si ricordò mentalmente di quanto James Potter fosse idiota, infantile, sbruffone, teatrale, spavaldo e borioso.

Le venne quasi da sorridere dolcemente, intenerita dal suo comportamento da bambino. Ma anche qui, si riscosse subito.

Preferì pensare a quanto fosse meschino con gli altri, a lanciare incantesimi ad ogni persona non gli andasse a genio, compreso Severus Piton…

Certo che, James Potter l’aveva salvata da quel viscido Slytherin, e dal fratello di Black…Non fosse stato per lui, in realtà, non avrebbe saputo che pesci pigliare.

Ma d’altronde, l’avrebbe fatto chiunque…

Anche se, quando aveva sentito la voce di James Potter aveva provato qualcosa, nel petto…Qualcosa che lei non voleva confessare…

Certo, anche lei alla fine aveva dovuto ammettere che lui era un bel ragazzo. Aitante, prestante nel Quidditch ed intelligente, anche se usava stupidamente le sua facoltà intellettive…Ma questo non significava nulla!!

Nulla!!

Sbuffò ancora, corrucciando le sopracciglia.

-Auguri James…La vedo già arrabbiata di prima mattina…-.

La voce ironica di Black la riscosse, e lei si voltò verso le scale.

-Non è meravigliosa quando è arrabbiata?- Domandò James, avvicinandosi a lei, scendendo i gradini due a due.

Lily arrossì. Era bello…Con i capelli più appiattiti del solito, gli occhi nocciola che la guardavano illuminati ed un sorriso splendente tutto per lei.

Si era cercato di appiattire i capelli per lei?

Lily sentì un sorriso cercare di affiorarle.

James si inchinò appena di fronte a lei, prendendole dolcemente la mano e sfiorandola con le labbra calde.

Lily si sentì scaldare…Ecco, se lui si fosse sempre comportato così, con lei…Forse…

–Buongiorno, sei pronta per questa magnifica giornata insieme al ragazzo più bello di Hogwarts?- Chiese James, guardandola di sottecchi.

Ecco, aveva rovinato tutto.

Lily si corrucciò nuovamente, levando la mano dalla presa di James. -Lo faccio solo per fare un favore a Black!- disse, voltandosi ed aprendo il portone.

-Volevo aprirtelo io!!- Esclamò James, posando una mano sul portone perché lei passasse più facilmente.

Lily sbuffò, ormai era inutile che lui fosse gentile…

 

-Se è solo per fare un favore a me…Allora potevano benissimo battibeccare da qualche altra parte…- masticò appena Sirius. Alison sorrise, dandogli una leggera pacca sulla schiena. -dai Sirius!-.

Lui posò il proprio sguardo su di lei. -e tu, sei pronta per una magnifica giornata con il ragazzo più bello di Hogwarts?- Domandò malizioso, il tono profondo e gli occhi divertiti.

Alison si sentì avvampare, ma rise lo stesso. -Siete uguali!!- Disse, divertita. Si strinse maggiormente al corpo caldo di lui, che aumentò la presa attorno alle sue spalle. –No…Io ho un gusto migliore, in fatto di ragazze…- Mormorò Sirius, dopo poco.

Alison non lo credeva minimamente, ma fu felice di quel complimento, e per la prima volta fu lei a prendere l’iniziativa per baciarlo.

Sirius sembrò talmente stupito, che inizialmente non la strinse, fino a che Alison non stette per perdere l’equilibrio, talmente doveva sollevarsi per potergli arrivare alle labbra.

Camminarono poco dietro rispetto a Lily e James, che litigavano come una coppia di sposini, urtando i nervi di Sirius.

Alison era incuriosita da Lily e dal suo comportamento, perché sotto sotto si vedeva lontano un miglio che James le piaceva. Talmente incuriosita che non riuscì a non fare un paio di domande a Sirius su di lei, ma dopo che lui le rispose in malo modo, visibilmente scocciato, virò abilmente il discorso.

Hogsmeade era intasata dall’esorbitante numero di studenti lasciati in libera uscita. Non sembrava la stessa folla che strascicava i piedi per i corridoi di Hogwarts: lì tutti sembravano più felici, sereni e gioiosi.

-Bhe…Cosa vuoi fare?- Le domandò Sirius, ad un orecchio per farsi sentire.

Ad Alison cadde l’occhio sulla vetrina di Mondomago (accessori magici per ogni evenienza), dove erano esposte in bella mostra un numero considerevole di piume nuove di zecca.

-…Io dovrei prendermi una nuova piuma…- Disse, titubante. Le faceva così strano andare in giro per Hogsmeade con lui.

Lui sembrò sentire il suo imbarazzo, e la guardò sorridendo intenerito. Ma Lily si mise in mezzo.

-Anche tu?? Anche io ne avrei bisogno…Pensavo di prendermela di aquila, sono abbastanza resistenti…Potremmo andare mentre questi due si fermano davanti al negozio di Accessori per il Quidditch: James ci sta davanti ore, ed a me non interessa minimamente…- Lily aveva una parlantina veloce, sicura, e sembrò ignorare totalmente lo sguardo sconfortato di James e quello seccato di Sirius.

Alison, che li aveva notati entrambi, non sapeva che pesci pigliare. -em…Magari potremmo andare tutti insieme in entrambi i posti…- provò a dire, senza riuscire a guardarla negli occhi. Ma lei non la stava nemmeno ascoltando, cominciando a trascinarla all’interno del negozio salutando i due ragazzi, così allibiti da non riuscire a dir nulla, con una mano. -vi veniamo a prendere tra un po’…- disse.

Quando furono dentro al negozio, Alison sentì la mancanza del tocco bollente del corpo di Sirius contro il proprio. Provò una forte antipatia per la Evans.

-Senti Evans…- Cominciò, avvicinandosi a lei che stava già guardando con occhio critico le varie piume in esposizione.

Lei si alzò a guardarla, e le sorrise limpidamente. -Chiamami pure Lily…Non ci siamo ancora presentate…Tu sei Alison, vero?- disse. Aveva gli occhi verdi che brillavano come pietre preziose che studiavano tutto ciò che incontravano, sembrando coglierne ogni minima sfumatura. Aveva anche una voce cortese e tranquilla, che faceva sentire la Ravenclaw a proprio agio.

Assomigliava terribilmente a Remus.

Poca pazienza a parte.

Era forse per quello che Lily piaceva così tanto a James?

-Senti, Lily…Non credi che…Insomma…Che James ci sia rimasto male?- Domandò Alison, titubante. Non riusciva a guardarla negli occhi, come se la Gryffindor avesse il potere di leggerle dentro.

Vide di sfuggita quegli immensi occhi verdi indurirsi, ma nonostante tutto, ora che James non era nei paraggi, il comportamento di Lily era piuttosto pacato. –Fa nulla…Non avevo voglia di perdere ore dentro il negozio di Quidditch…- Disse la rossa, scrollando appena le spalle, spostando di nuovo il proprio sguardo sulle piume.

Vi fu un momento di silenzio, in cui Alison si trattenne dal torcersi le mani…In realtà avrebbe voluto tornare da Sirius…

-Scusami, ti sembrerò una bambina viziata…- La voce di Lily le arrivò alle orecchie come un mormorio, un sussurro, una confidenza troppo intima per essere proferita a voce alta.

Alison si accucciò vicino a lei, fingendo di interessarsi alle piume.

-Non lo so…Non ti capisco, e quindi cerco di evitare di farmi giudizi…- disse gentilmente la Ravenclaw. Era incuriosita da quello strano momento, in cui Lily Evans, per lei una mezza sconosciuta, le stava quasi per fare una confessione.

La rossa sorrise appena, scrutando Alison con i suoi grandi occhi verdi, poi calò lo sguardo. -adesso capisco perché piaci a Sirius…- mormorò.

Alison arrossì vistosamente, domandandosi cosa effettivamente pensasse Lily. Un po’ voleva che lei esplicitasse i propri pensieri, avrebbe aumentato la sua autostima.

-Ed io ho capito perché James ti adora…- mormorò la bionda, sorridendole.

Ed era vero.

Razionale, per nulla impulsiva, tranquilla e che sapeva far male più con le parole che con la bacchetta, Lily placava tutto ciò in cui James esagerava.

Il fatto che, in quella ragazza dai lunghi capelli fulvi e dagli occhi limpidi, fossero insediati anche il coraggio, la fedeltà, ed il temperamento bollente di un Gryffindor, mandava semplicemente in estasi Potter.

Era per quello che lui sorrideva sempre più innamorato ogni volta che lei lo ribeccava, ogni volta che smontava la sua presunzione, ogni volta che rideva alle sue uscite da eroe tragico.

Lily scelse una piuma di falco. Era affusolata e sobria, ma abbastanza elegante, ed Alison si ritrovò a pensare che la rossa avesse buon gusto. La Gryffindor ne prese un’altra, la soppesò un attimo, poi la porse alla bionda, sorridendo amorevolmente.

-Te la regalo io…Per avermi sopportato…Così abbiamo qualcosa di uguale!- Disse dolcemente. Alison sorrise, felice, sentendosi commuovere da quel gesto. -non preoccuparti, me la pago da sola…- disse, cercando di prendere la piuma dalle mani di Lily.

La rossa si alzò, lo sguardo fermo senza lasciarle la piuma, ed andò a pagarle.

Stavano per uscire, quando Lily parlò di nuovo. -lo so che James è un bravo ragazzo…Ma ciò che provo per lui non è ancora forte tanto quanto i sentimenti di lui…E sono in imbarazzo in sua compagnia…Non è ancora giusto che io stia con lui…-.

Alison si voltò a guardarla, la maniglia della porta stretta in mano, e vide Lily rossa in volto, che non ricambiava il suo sguardo. Alison ne fu intenerita. -questo dovresti dirlo a Potter…E poi, credo che a lui basti anche questo…-.

Quando uscirono, rimasero stupite dal vedere i due ragazzi lì fuori che le aspettavano. James era appoggiato alla vetrina, e andò subito incontro a Lily, sorridendole. -Abbiamo preferito aspettarvi, piuttosto che andare a vedere gli accessori per il Quidditch…Infondo, quelli li posso vedere sempre…- aveva il tono di voce dolce e caldo.

Lily calò lo sguardo, e sembrò sul punto di dire una cattiveria, ma Alison si schiarì la voce e la rossa si bloccò. Sospirò, -grazie…- mormorò in un soffio che fece avvampare James.

Alison si voltò a cercare la figura di Sirius, poco lontana, di spalle. Stava fumando una sigaretta ed…Aveva una ragazza vicino.

Alison sentì una puntura nel cuore ed il nervoso nelle tempie. Senza riflettere, si avvicinò a passi decisi.

-Sirius…Che ne diresti di andare a prendere insieme una Burrobirra? Offro io…- stava mormorando la ragazza con voce strascicata, che cercava di essere suadente. Si avvicinò a Sirius di un passo e stava per toccargli l’orlo del cappotto, quando Alison si aggrappò al braccio del Gryffindor, che la guardò sorpreso.

-Mi spiace Anna, ma Sirius non ha tempo…- disse dolcemente la Ravenclaw, socchiudendo appena gli occhi, e trascinandosi via un Sirius divertito, che cominciava a ridere soddisfatto. Le cinse le spalle, calandosi alla sua altezza per baciarla, ancora con il sorriso a fior di labbra.

-Gelosa?- Mormorò, ad un soffio dalle sue labbra. Alison mugugnò appena, arrossendo, distogliendo lo sguardo.

L’odore forte di Sirius si confondeva con quello della sigaretta, ma stranamente il risultato era piacevole, suadente.

-Ti dispiace se fumo?- Chiese lui, senza allontanarsi. Alison scosse la testa, i ricci che andarono a sfiorare il volto di lui.

Sirius le passò una mano a scrollarle teneramente i capelli, prima di darle un casto bacio sulle labbra.

Si raddrizzò, e tornarono ad avvicinarsi a James ed a Lily, che stranamente non litigavano.

Sirius guardò James. -mi spiace Ramoso…Io non resisto più…Me la porto via…Al massimo ci vediamo dopo!- disse, lasciando cadere il mozzicone di sigaretta e spegnendola con la scarpa.

James sorrise, complice, andando ad appiattirsi i capelli, mentre Lily gli rivolgeva un sorriso carico di tenerezza.

Sirius cominciò a trascinarsi via Alison, completamente in sua balia. Finalmente avrebbe avuto la sua uscita da sola con Sirius….E prima di quanto si era aspettata. Sentiva il nervoso cominciare a salirle di nuovo, e si maledisse da sola quando sentì un lieve tremore alle mani.

–Vedi di divertirti un po’, con la Evans…Magari si scioglie!- Urlò Sirius a James, che avvampò di colpo.

Alison rise, mentre l’urlo indignato ed imbarazzato della Evans faceva girare parecchi studenti.

-BLACK SEI UN IDIOTA!!-.

 

 

 

 

 

 

******

Fine della prima parte ad Hogsmeade…

Non sono carini? *--*

Cosa succederà nel prossimo capitolo?

Riuscirà Hogsmeade a far fare il passo decisivo a James per poter avere la sua Lily?

E Sirius ed Alison?

Bwahahahahahahaha…voglio farvi logorare un po’ XD

Scusate…deliro un po’ più del solito…

 

La “lunga giornata” è divisa in tre parti, e questa e la prossima sono dedicate ad Hogsmeade.

Scusate se a volte mi dimentico di postare…ma perdo la cognizione del tempo @_@

Ma ieri Kikka mi ha chiesto così gentilmente di postare…che non ho potuto rifiutarmi ^^”

 

Kikka91: mi diverto troppo a vedere Sirius e Jamie insieme…Anche perché a volte non so nemmeno io appieno come si svolgeranno le situazioni XD

Siamo in molte a volerlo, povero caro. In quante parti si deve scindere?” il “povero caro” fa molto Mamma Weasley XD

 

PiccolaBlack: come faccio a scrivere così bene?? ^^” mmm…del silenzio, un gatto vicino ed un amore spropositato per i miei personaggi ^^”

Ho aggiornato prima che potevo…ma continuo a perdere la cognizione del tempo, quindi sii clemente se non sono molto regolare ^^”

 

Loryherm: Grazie mille per i complimenti…James in effetti è quello che mi diverto di più a descrivere, e forse un po’ di nota. Grazie mille anche per i complimenti sul mio modo di scrivere…Credo stia mutando man mano questa fan fiction va avanti…Mio papà dice che a volte è troppo pesante ç_ç

 

 

 

 

Baci a presto ^__^

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Capitolo 11
*** Una Lunga Giornata - parte seconda: Due Coppie ***


Capitolo 10

Capitolo 10.

 

Una Lunga Giornata – Parte Seconda:

Due Coppie.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

S

 

alve Sirius…Dove hai lasciato James?- Domandò gioviale Madama Rosmeta, mentre trasportava nel retro una cassa di bottiglie vuote.

-Oggi non sono con James, oggi sono in dolce compagnia…- Rispose soddisfatto Sirius, portando Alison vicino al banco.

Adorava vedere come anche quel semplice gesto la facesse arrossire.

-Mi hai portato la tua ragazza?- Domandò ironica la barista, facendo l’occhiolino ad Alison. Sirius si passò una mano tra i capelli, concedendosi un momento di silenzio.

Vide la Ravenclaw guardarlo di sottecchi, quasi attendendo trepidante la risposta.

Alison era la sua ragazza?

-Si-

Gli uscì spontaneo, ed evitò di pensarci su troppo.

Madama Rosmeta rimase interdetta per un attimo, poi si aprì in un sorriso malizioso. -Ah Sirius, ci stiamo innamorando?- Chiese complice.

Sentì Alison abbassare lo sguardo e sussultare lievemente, e lui per un attimo sentì il cuore mancare un battito. Si impose di ridere, preferendo non dare una risposta.

Ci sarebbe stata, poi, una risposta che non avrebbe portato scompiglio?

-Puoi darci un Whisky incendiario e…Ali, cosa vuoi?- Chiese, guardando Alison. Lei si portò un indice sotto al mento, l’espressione pensierosa che ricordava una bambina.

Quando i suoi occhi blu si illuminarono, Sirius seppe che aveva deciso.

-Dell’idromele aromatizzato alla cannella!- Rispose, con voce trillante.

Sirius la guardò sorpreso. -credevo bevesi qualcosa di leggero!-. Quella ragazza non smetteva mai di stupirlo.

Dell’idromele! Si sarebbe ubriacata?

Sarebbe stato immorale, poi, approfittarsi di lei?

Si…Probabilmente si…

Quindi forse era meglio che lei rimanesse sobria.

Così poteva tranquillamente fare quello che voleva.

-A cosa stai pensando, Sirius?- Alison lo distolse dai propri pensieri, e si rese conto che probabilmente gli si stava accendendo il volto. Scosse appena la testa. -Nulla, nulla…-.

Lei si corrucciò appena. -comunque bevo quello che voglio…- Disse, mettendo il broncio. Sirius le sorrise, ed a lei si accese appena il volto. -Ma non è meglio se bevi qualcosa di più leggero?- Chiese lui gentilmente.

Solo dopo si rese conto che quella era l’uscita sbagliata.

-Bevo quello che voglio!- Si intestardì lei.

Rimasero in silenzio un attimo, poi scoppiarono entrambi a ridere.

Sirius le passò la mano sui ricci, scompigliandoglieli dolcemente. Adorava far muovere quei ricci biondi.

-Che carini che siete…Proprio una bella coppia!- Madama Rosmeta interruppe quel momento, in cui Sirius aveva notato che la Ravenclaw era arrivata anche a sentirsi a proprio agio in sua presenza.

Ora, Alison era arrossita di nuovo.

La barista spinse sul tavolo i due boccali, e Sirius tirò fuori una manciata di monete per pagare. Alison gli mise una mano sopra la sua, come a volerlo fermare.

-Pago io al mia parte…- disse timidamente.

Sirius corrucciò le sopracciglia…Quella era una cosa che si doveva chiarire: lui era l’Eroe Gentiluomo. Non esisteva che fosse lei a venirlo a prendere in Sala Comune, o che pagasse qualsiasi minima stupidaggine quando era in sua compagnia.

Non andava bene.

-Non ci pensare nemmeno Ali…- disse irremovibile, pagando alla barista e prendendo entrambi i boccali. Alison fece per aiutarlo, ma Sirius interruppe il suo gesto. -tu trova un posto dove sedersi…E non smorzarmi la parte…-.

Alison sorrise di sfuggita, prima di fargli strada verso il tavolo più appartato che riuscisse a trovare.

 

-Vuoi che entriamo?- Chiese Lily, con tutta la sua buona volontà. Sperò che James Potter decidesse in fretta, perché presto la sua proposta non sarebbe più stata valida.

Erano davanti alla vetrina del negozio di Accessori per il Quidditch ed a James Potter si erano illuminati gli occhi come quelli di un bambino.

Alla sua domanda, lui si era tirato su, guardandola con quegli occhi nocciola gioviali, increduli. -Sul serio??- domandò esterrefatto.

Lily si impose di sorridere.

Lei odiava il Quidditch.

Era un gioco stupido e pericoloso.

E lei odiava James Potter quando giocava a Quidditch, perché diventava più sbruffone del solito.

Ma lui era stato gentile, l’aveva aspettata fuori dal negozio insieme a Sirius, e lei sentiva di dover ricambiare.

-Si, certo…- si sforzò di dire, cercando di essere naturale.

Ma James Potter sembrava titubante, sondandola per un lungo momento e lanciando di sfuggita occhiate all’invitante vetrina. Poi diede le spalle al negozio, come se gli fosse più facile se non lo guardava. -No Lily…Oggi andiamo dove vuoi tu…- disse, sorridendo.

Sembrava spossato da quella decisione.

La rossa sentì il cuore aumentare i battiti.

Ecco, quando James Potter faceva così…Lei si sarebbe anche potuta…

Anche potuta…

Innamorare.

-Non c’è problema, Jamie…Entriamo qui…- disse, sorridendo. Questa volta non dovette sforzarsi.

James avvampò improvvisamente, e Lily ne fu compiaciuta: lo sapeva che gli avrebbe fatto piacere essere chiamato “Jamie”…Era il soprannome affettuoso che usava Sirius.

Ma stranamente lui fu irremovibile, mentre la portava verso Mielandia. Goffamente, le sfiorò la mano con la propria, e Lily la prese dolcemente, lasciandosi guidare dall’Eroe.

Dal suo Eroe.

 

-Andiamo qui dentro?- Chiese Sirius, indicandole la Stamberga Strillante.

Alison sentì un brivido freddo correrle lungo la schiena. -perché alla Stamberga Strillante?- Domandò, con voce fin troppo acuta. Non voleva darlo a vedere a Sirius…Ma quel posto le incuteva timore.

Sirius la guardò di sottecchi e ghignò. -che c’è, Goldstein, hai paura?- Chiese malizioso, abbassandosi per poterle parlare all’orecchio.

Alison si corrucciò, cominciando a giocare con un ricco biondo, in imbarazzo, senza guardarlo negli occhi. -certo che no…- Mentì.

Ma perché diamine tra tutti i posti, Sirius voleva trascinarla dentro quella casa stregata?

Si diceva che nelle notti di luna piena si sentissero orribili e spaventosa urla, che riecheggiavano per tutto il villaggio, senza far dormire gli abitanti.

-Ed allora? Non vuoi stare un po’ sola con me?- Sussurrò Sirius seducente, accarezzandole dolcemente la schiena e posando la mano su un fianco. Alison si sentì avvampare, colta daun lieve giramento.

Certo che voleva stare sola con lui! Che domande!!

Ma proprio in quel posto?

La ragazza continuava ad essere titubante, continuando a giocare insistentemente con i propri capelli.

Dopo qualche secondo di silenzio, sentì Sirius sospirare, sconfitto, e passarle un braccio attorno alle spalle.

-Va bene…Ho capito…Andremo all’inizio del bosco…- disse, sembrava divertito.

Alison avvampò maggiormente. Tutto quello sembrava un sogno.

 

James guardò Lily, la sua Dea, concentrata a curiosare tra i diversi dolci di Mielandia.

Era bella, bellissima, ed era lì con lui.

Sentì una scossa lungo la schiena e con un atto di coraggio, degno del migliore degli Eroi, gli passò una mano a cingerle il fianco.

La vide sussultare deliziosamente, avvampare in volto fino a far nascondere in parte le lentiggini e voltare il proprio sguardo limpido (mio dio, quegli smeraldi lo avrebbero accecato, tanto erano luminosi!) su di lui.

James deglutì appena, aspettando con ansia la risposta al suo ardito gesto.

Nonostante la sensazione di morte imminente, James non riusciva a non provare un ardente desiderio di accarezzare il fianco della ragazza. Avrebbe voluto insinuare la propria mano sotto il maglione blu di lei, per poter toccare quella pelle candida, per sentirla sotto le dita, per poterla conoscere.

Lily non disse nulla, semplicemente calò di nuovo lo sguardo sulle Api Frizzole.

James sospirò pesantemente, e gli venne da sorridere di sollievo.

-Vuoi che te ne prenda un po’?- Domandò il Gryffindor, stringendo lievemente la presa al fianco di lei, non riuscendo a farne a meno.

Lily abbassò maggiormente la testa. -Non essere ridicolo, Potter…Me le prendo da sola le Api Frizzole…- borbottò.

James sorrise maggiormente: la conosceva talmente bene, che sentiva che lei adesso era a disagio.

Era a disagio per la sua vicinanza, per la sua mano sul fianco.

-Non ci pensare nemmeno…Devi lasciarmi fare l’Eroe!!- Disse euforico, prendendo una manciata di caramelle prima che lei potesse ribattere di nuovo.

Sentì Lily sospirare, ma non disse nulla. Quando lui si avviò verso il banco per pagare, dandole le spalle, sentì distintamente le dita di lei che gli prendevano l’orlo del cappotto.

James voltò la testa, per poterla guardare di sfuggita. Per poter ammirare tutto il suo imbarazzo, per potersi riempire gli occhi di quella scena: Lily Evans, la sua Lily Evans, stava esprimendo esplicitamente la sua voglia di stargli vicino.

Di certo quello era un giorno da ricordare.

Ringraziò Sirius, pensando di dedicargli un altare.

Però non sarebbe stato giusto che Sirius ne avesse avuto uno mentre lui, l’Eroe, sarebbe rimasto senza.

Chissà se Sirius in quel momento era felice anche solo la metà di quanto lo era lui.

Probabilmente si.

 

Sirius si accomodò alla meno peggio nel terreno, al riparo di qualche albero.

Certo, avrebbe preferito andare alla Stamberga Strillante, ma non poteva certo portarci una Alison spaurita.

Aveva sorriso tra sé e sé quando lei aveva mostrato timore, non solo per la tenerezza, ma anche per il semplice fatto che lui ci sarebbe andato comunque quella stessa notte, alla Stamberga.

Nonostante tutto, stare seduto sul terreno freddo non gli dispiaceva più di tanto: aveva o non aveva una spiccata indole canina?

Guardò Alison, ancora in piedi davanti a lui, titubante, le gote accese per il freddo e l’idromele nelle vene.

Reggeva discretamente l’alcool…E questo non era male.

-Vieni qui, dai!- La incoraggiò il ragazzo, battendosi le mani sulle gambe.

Alison lo guardò interrogativamente, inclinando leggermente la testa di lato, i riccioli che le incorniciavano il viso.

Sembrava un gattino.

-Dai Ali…Mettiti qui a cavalcioni!- La esortò nuovamente lui, sbilanciandosi verso di lei per prenderle la mano.

Voleva tenerla tra le braccia, poterla avere tutta per lui. Era da quando l’aveva vista quella mattina che frenava il desiderio.

La trascinò con pochi riguardi su di se, per poterla baciare con foga.

Inizialmente stupita, lei fu subito arrendevole tra le sue braccia, cominciando a passargli una mano sui capelli. Sirius adorava essere accarezzato in quel modo.

Cominciò a sbottonarle il cappotto, quando lei mise una mano sopra le sue.

Aveva le mani fredde, e piccole.

Sirius smise di baciarla, per guardarle gli occhi per cercare di capire perché diamine lo stesse fermando.

Cosa c’era, ancora?

-Sirius…- la voce di lei era un sussurro, un pigolio pudico.

Lui chiuse per un attimo gli occhi.

-…zitta…- mormorò alla fine, con voce bassa ma dolce, appropriandosi di nuovo delle sue labbra e continuando la sua opera. –Ma io ho freddo…- si lamentò lei, in uno dei pochi momenti di respiro.

Sirius non riuscì a trattenersi dal ridere. –Ma sai che sei un bel tipo?- Domandò, guardandola ironico. Slacciato l’ultimo bottone, fece scivolare le proprie mani sotto la maglia della ragazza, sui suoi fianchi.

Lei sussultò.

-Hai sentito, ho le mani calde…- mormorò, sempre più divertito, mentre la vedeva imbarazzarsi maggiormente. Fu lei a protendersi per baciarlo di nuovo, buttandogli le braccia al collo.

-Non preoccuparti…Tra poco non avrai più freddo…- le mormorò malizioso lui ad un orecchio.

 

Lily aspettò che James uscisse dal negozio, con un sacchettino di carta in mano da cui tirava fuori delle cioccorane. Era così dolce, sembrava un bambino mentre il cioccolato lasciava una traccia sulle sue labbra.

Fu più forte di lei, l’allungare la mano a toccargli quelle tracce di cioccolato sull’angolo della sua bocca.

Al tocco, James sussultò visibilmente, arrossendo. Gli occhi gli si fecero improvvisamente profondi. La guardò intensamente, uno sguardo sotto il quale Lily si sentì le gambe tremare.

Come riusciva a sortirle un certo fascino solo ora, dopo sette anni?

Perché non aveva mai notato prima quanto fosse bello?

Lui le sfiorò dolcemente il polso, calandosi appena verso di lei.

-Lily…- mormorò, con voce bassa, un sussurro tutto per lei.

E lei sentì il cuore scoppiarle nel petto, mentre lui si avvicinava.

Avrebbe dovuto lasciarsi baciare così?

 

-Sirius…- Alison non ce la fece più. Quel senso di colpa sembrava tentare di ucciderla, soprattutto in quel momento, tra le braccia di un Sirius dolce e passionale.

Lui la guardò, lo sguardo più torbido del solito, perso.

-Sirius…Non voglio costringerti a venire a casa mia, domani…- Disse, disperata. Aveva tenuto quel peso per tutta la settimana, ed ora non ce la faceva più.

Sirius indurì lo sguardo. –Non parliamone adesso…- tentò di convincerla, stringendola maggiormente a se.

Ma Alison era irremovibile, come ogni volta che si intestardiva su qualcosa. –Sirius, davvero…Non serve che vieni…- provò di nuovo, calando lo sguardo.

Non voleva guardarlo. Cosa avrebbe detto?

-Credi che io mi possa rimangiare così la parola data?- Si sentì domandare. Era arrabbiato.

Alison si rese conto che forse aveva ferito il suo istinto da Eroe Gryffindor. Male.

Perché era stata così stupida ed ingenua?

Per l’anima Pia di Rowena Ravenclaw, perché non ci aveva pensato?

La ragazza alzò lo sguardo verso di lui, a cercare di sondarlo maggiormente. La sua mente non era per nulla lucida, e non riusciva a ragionare.

-Sirius…so che non vuoi venire- Provò di nuovo, con voce dolce e confusa. Accarezzò la guancia del Gryffindor, ma lo vide indurirsi maggiormente.

Quell’espressione fredda le fece fin troppo male.

-ho detto che venivo, e verrò…- Le disse Sirius, risoluto, impuntandosi. Evitò di incontrare lo sguardo di lei.

Alison si stava sentendo sempre peggio, maledicendo se stessa per avere la mente offuscata da quei momenti con lui.

-Ma lo so che l’hai fatto solo per indispettire James- apostrofò la bionda in tono lagnoso. Spostò la testa per cercare di guardare il Gryffindor negli occhi. Ma lui la prese per i fianchi, alzandola e spostandola da sopra di lui senza sforzo. Poi si alzò, in silenzio, battendosi la mani sui jeans per togliere la terra.

Solo in quel momento la guardò, ma il suo sguardo era torbido e ferito nell’orgoglio. Insondabile.

-Basta Alison, non è una cosa di cui discutere. Andiamo via, dobbiamo cercare James e Lily- disse con indifferenza, dandole le spalle. Si mise a camminare senza aspettarla, ma Alison gli fu subito dietro.

Alla Ravenclaw faceva male al cuore, una morsa che l’aveva colta e le aveva mozzato il respiro.

Aveva sbagliato tutto.

Avrebbe voluto semplicemente togliere a Sirius un peso. In realtà aveva peggiorato maggiormente le cose.

 

James, sempre e comunque il migliore ragazzo di tutta Hogwarts, era al settimo cielo. Certo, in realtà non aveva baciato la sua amata, ma ci era andato molto vicino.

Se solo lei non gli avesse messo dolcemente la mano sulle labbra…

Ma lui non demordeva: ci sarebbero stati altri momenti, ora che Lily finalmente cominciava a pensare a lui.

Finalmente, il suo enorme fascino faceva effetto anche su di lei.

Le teneva dolcemente la mano, tentando di scaldare quella pelle candida e fredda. Lei non aveva più proferito parola da quel momento, ma si lasciava condurre per le strade affollate di Hogsmeade.

James parlava e parlava, di tutto e di nulla, di ogni singola cosa che gli passava per la testa. Sentiva un sorriso che tentava di aprirsi continuamente sulle sue labbra.

Fu mentre le chiedeva se voleva andare da Madama Piediburro, che Lily interruppe il suo silenzio. –Jamie…Ci sono Sirius ed Alison…- mormorò, indicando le due figure tra la folla.

James fece una smorfia con la bocca. Era già finito il tempo che aveva a disposizione con Lily?

Poi la sua mente tornò a capire, e notò l’espressione buia di Sirius.

Di sicuro si era infastidito per qualcosa. E probabilmente, non volendo urlare contro Alison, si stava tenendo tutto dentro.

In pratica, James sapeva che Sirius se la sarebbe presa in qualche modo con lui, appena ne avesse avuto l’occasione.

-Sirius!!- Lo chiamò James, tentando di sovrastare il chiacchiericcio della folla.

Molte ragazze si girarono prima verso di lui, poi verso Sirius, sospirando con aria adorante.

Sirius lo vide, si girò per un secondo per vedere se Alison era ancora dietro di lui, poi accelerò il passo.

Solo in quel momento James notò l’espressione affranta della Ravenclaw, le guance arrossate. Sembrava sul punto di scoppiare a piangere.

Si, avevano sicuramente litigato.

-James…Torniamo al castello?- Chiese Sirius, speranzoso, appena gli fu vicino. La frase era posta come interrogativa solo per gentilezza.

Ecco, quella domanda James non la voleva sentire.

Lui voleva stare per tutto il resto della sua vita in quel maledetto villaggio, con Lily.

Tornare al castello significava mettere fine a quella giornata.

Ma Lily, accanto a lui, annuì fervidamente. –Si, torniamo al castello…- Disse risoluta, con la sua voce cristallina e gli occhi verdi che evitavano quelli di James.

Il cercatore del Gryffindor ne rimase alquanto deluso, ma ciò che diceva Lily era sacrosanto. Quindi, a malincuore, asserì anche lui.

Rimase sorpreso del viaggio di ritorno: sembrava l’unico che aveva voglia di parlare. Sirius rispondeva con un ringhio a qualsiasi cosa lui gli dicesse, mentre le due ragazze non proferivano parola, entrambe con lo sguardo basso.

James guardò di sottecchi Sirius, ripensando al fatto che quella sera sarebbero dovuti comunque andare alla Stamberga Strillante.

James si ritrovò a pensare, in maniera profetica, che quella sarebbe stata una nottataccia.

 

 

 

 

 

 

 

*****

Sono un po’ in ritardo?

Mio dio…Ho un po’ di febbre, chiedo scusa ç_ç

Buona pasquetta a tutti ^^

 

E Lily e James?? Hihihi che carini…

 

Grazie a tutti

 

Kikka91: tesoro, ma quanto lunghe stanno diventando le tue recensioni? ^__^ Mi fai così felice!! Commenta quando vuoi, anche in ritardo, sei sempre ben accetta ^^

Faron è un gatto magico, e come tale (ed essendo un gatto –amo i gatti!!) sa rendersi utile in mille e più modi ^_^ caro l’amore mio!

Sirius è Sirius…grazie nel dire che è una delle versioni più belle e realistiche…Qui Sirius diventa un po’ una testa calda XD Si vedranno altri lati di lui…Hihihi, adoro essere onnisciente.

Mmmm…forse la curiosità di Alison non è sempre un bene…Ed anche il fatto di non riuscire a stare zitta, come si capisce in questo capitolo! Infondo, anche lei ha qualche difettuccio, ovviamente…

No, Lily non è coerente…Ma d’altronde una Gryffindor che cerca di essere razionale, credo sia un po’ un paradosso vivente!!

No, ti giuro, il fatto che James sia stonato per me è stata un’ispirazione divina!! Caspita! Non poteva che essere stonato! Non so perché, ma su di lui non fa che aumentare fascino! Credo che quel ragazzo sarebbe irresistibile anche mentre sguazza nel fango O_O

E approposito…Continua presto la tua ff su Mr Black ^__^ che sono curiosa!!

 

Loryherm: Grazie mille per i tuoi complimenti ç_ç Spero che anche questo capitolo ti abbia preso come gli altri! Sto cercando di non annoiare mai, perché mi servono ancora un po’ di capitoli prima di quella che chiamerò “l’inizio della fine”…

 

Baci, a presto

 

 

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Capitolo 12
*** Una Lunga Giornata - parte seconda: Maledetta Nottataccia ***


Capitolo 10

I personaggi (tranne Alison e pochi altri) sono di proprietà della Rowling, e sicuramente io non voglio usarli a scopo di lucro. La stessa citazione, presente qui sotto, è tratta da “Harry Potter ed il Prigioniero di Azkaban”, sempre della Rowling, che riporto solo per eventuali chiarimenti e specifiche presenti nel capitolo.

Quindi, le citazioni non sono mie, non le ho scritte io e non le uso per scopo di lucro. Sono della Rowling, che io ammiro e rispetto ed alla quale mi inchino.

 

 

“…Una volta al mese diventavo un mostro a tutti gli effetti.

[…] È molto doloroso trasformarsi in Lupo Mannaro. Non avevo umani da mordere, così mordevo e graffiavo me stesso.

Fecero per me una cosa che non solo rese le mie trasformazioni sopportabili, ma le mutò nei momenti più belli della mia vita. Diventarono Animagi.

[…] Sotto il loro influsso, diventai meno pericoloso. Il mio corpo era ancora lupesco, ma la mia mente lo era molto meno quando stavo con loro.

[…] Prendemmo ad abbandonare la Stamberga Strillante ed a vagare nei prati del castello e per il villaggio. Sirius e James si trasformavano in animali così grossi, che erano più che in grado di tener testa ad un Lupo Mannaro…”

[…]

“…Si udì un terribile ringhio. La testa di Lupin si stava allungando. Anche il corpo. Le spalle gli si incurvarono. I peli spuntarono a vista d’occhio sul viso e sulle mani, che si trasformarono in zampe artigliate…

Mentre il Lupo Mannaro alzava la testa e faceva scattare le lunghe zanne, Black scomparve dal fianco di Harry. Si era trasformato. L’enorme cane nero simile ad un orso fece un balzo in avanti…”.

                                                              Il Prigioniero di Azkaban – J.K. Rowling

 

 

 

 

 

 

Capitolo 11.

 

Una Lunga Giornata – Parte Terza:

Maledetta Nottataccia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E

 

m…- Alison era titubante a parlare. Avrebbe peggiorato le cose?

Ma d’altronde, se l’Eroe non voleva tirarsi indietro, bisognava che lei parlasse.

-Domani mattina…- mormorò, guardando con intensità la schiena di Sirius. Il ragazzo era ancora qualche passo davanti a lei e si fermò appena la sentì parlare.

Erano nel giardino del castello, con il cielo che ormai cominciava a prepararsi al tramonto. C’era un vento tagliente che sferzava il viso, e che scompigliava i capelli di Sirius.

James si fermò per guardarli, ma Lily lo prese sotto braccio e lo trascinò avanti, con grande felicità del Cercatore.

-Mi troverai puntuale davanti al Portone d’Ingresso…- disse Sirius. La sua voce si disperse appena al vento, ma la Ravenclaw lo sentì lo stesso.

Il ragazzo si voltò quel tanto che bastava per poterla guardare, le mani in tasca e le spalle ben aperte. La sua figura era così imponente che non sembrava sferzato dal tempo. Alison in quel momento avrebbe soltanto voluto rifugiarsi in un suo caldo abbraccio.

Ma doveva affrontare la situazione.

Possibilmente senza piangere. Non di nuovo davanti a lui.

Alison fremette sotto il suo sguardo, ma non abbassò il proprio. –Bene…Ci troviamo alle sette e mezza…In modo che, con calma, possiamo raggiungere Hogsmeade e materializzarci a casa dei miei. Se riusciamo ad arrivare in anticipo, magari non ti scuoiano vivo nella prima mezzora…- Disse lei, riacquistando un po’ di carattere nel tono di voce. Organizzare qualsiasi cosa la rendeva più sicura.

Sirius sbatté le palpebre lentamente. –Perfetto…- disse. Poi si voltò di nuovo, con l’intenzione di riprendere a camminare.

Non poteva lasciarlo andare via così.

Lo avrebbe perso…

-Sirius!- La sua voce suonò più alta e disperata di quanto in realtà non avrebbe voluto.

Sirius si bloccò all’istante, questa volta voltandosi completamente verso di lei. L’Eroe non riesce mai a rimanere indifferente ad un tono disperato.

Alison gli si avvicinò di qualche passo, portandosi una mano chiusa alla base della gola.

–Sirius mi dispiace…Non volevo ferirti in qualche modo…Volevo solo toglierti un peso…Ma ho sbagliato tutto-.

Aveva perso il coraggio di guardarlo negli occhi.

Lui fece un passo, togliendo quasi del tutto la distanza tra loro due.

Non si calò verso di lei, non tese una mano per sfiorarla e non ebbe un tono di voce rassicurante.

-Lo so…Ma sono nervoso lo stesso, ed ora non puoi più farci nulla…-.

Alison alzò il volto, sentendosi arrossire da qualcosa che assomigliava alla rabbia ed al rimorso.

Rimorso verso ciò che aveva detto prima.

Rabbia verso se stessa, per non essere stata all’altezza della situazione. Chi era lei per meritare di stare con Sirius Black quando, al primo momento, lo faceva innervosire?

Rabbia verso Sirius.

Stupido Gryffindor orgoglioso ed eroico, che non poteva calare la cresta nemmeno un momento. Avrebbe voluto togliergli quell’aria imperturbabile a suon di maledizioni. Non poteva andarle incontro? Capire quanto ci fosse rimasta male?

Alison si morse l’interno delle guance, mentre sentiva gli occhi inumidirsi ed il naso pizzicare. Doveva rimanere zitta, o avrebbe peggiorato di nuovo le cose.

Sirius si portò una mano in volto, sospirando pesantemente. –Non fare quella faccia, Alison. Non è morto nessuno. Sono solo nervoso. Tempo una dormita e mi passa tutto…- mormorò con voce stanca.

Alison lo sondò con lo sguardo. Era davvero così fortunata da avere a che fare con una di quelle persone che, nell’arco di un paio d’ore, dimenticavano un arrabbiatura?

-Dai, Ali! Sono Gryffindor! Sono irruente! Siccome mi infervoro subito, mi stanco anche altrettanto presto!- Disse Sirius, guardandola con un mezzo sorriso in volto. Era ancora teso.

-Sirius…- Cominciò lei, senza sapere esattamente cosa dire.

-Basta…- Ordinò lui dolcemente, chinandosi a darle un lieve bacio. Poi le passò un braccio attorno alle spalle e la portò tranquillamente verso il castello.

 

Remus distolse il proprio sguardo dalla scacchiera per sorridere garbatamente a James ed a Lily.

Stava vincendo la terza partita a scacchi magici contro Codaliscia, quando la coppia era tornata nella Sala Comune.

James con un sorriso più idiota del solito.

Lily, invece, stranamente non stava urlando, ed era colorita in volto.

-Ben tornarti…- Esordì pacatamente Lupin, soffermando il proprio sguardo soprattutto sulla ragazza, che gli sorrise distrattamente. Remus la vide confusa, ma soddisfatta, e non poté che compiacersene.

-Senti Lily…Non è che potresti coprirmi nella ronda dei Caposcuola, stasera? Continuo a non sentirmi molto bene…Credo che andrò a farmi dare una controllata dalla Chips, più tardi…- Disse distrattamente Remus, mentre muoveva la propria Regina Bianca.

Lily scrollò la testa. –Certo Remus…Nessun problema-.

Non era per nulla stupita.

Remus si voltò a guardarla, un brivido freddo che gli ghiacciava la schiena, e vide quella che sembrava una luce di consapevolezza negli occhi verdi di lei.

Scacco Matto.

-Hai vinto di nuovo, Lunastorta…- Piagnucolò Peter, sospirando sconfortato.

 

James sentiva di aver capito poco. Perché Lunastorta improvvisamente aveva quell’aria preoccupata?

Probabilmente era solo l’imminenza della notte.

Vide Lily, accanto a lui, prendere la strada per il proprio dormitorio, in un turbinio di capelli rossi.

–Lily!- La chiamò, con un certo affanno.

Dopo quella giornata, aveva paura che lei gli sfuggisse.

Lei si voltò a guardarlo con un lieve sorriso dipinto in volto. James si sentì vittorioso più di quando aveva preso il boccino d’oro, lo scorso anno, che aveva decretato la vincita della Coppa per Gryffindor.

-Lily…Grazie per la splendida giornata…Ti auguro buonanotte…- Le disse dolcemente, sorridendo e scompigliandosi violentemente i capelli.

La vide arrossire, e si sentì anche lui avvampare fino alla radice dei capelli. –Grazie a te James. Buonanotte…- rispose con la voce soffice, abbassando appena gli occhi.

Poi sparì oltre il suo dormitorio, e James si lasciò cadere su una poltrona.

Sentiva il cuore che gli scoppiava in petto. Sarebbe morto di infarto a diciassette anni?

-La amo…- Riuscì soltanto a proferire, estatico.

Remus ridacchiò appena, nonostante la sua voce avesse qualcosa di triste nel profondo. –Scusa se ti interrompo, Ramoso, ma devi andare a prendere il mantello. Appena arriva Sirius è meglio se andiamo- mormorò il Lupin, lanciando una fugace occhiata fuori dalla finestra.

James scattò violentemente in piedi, ancora carico di energie. –Subito!!- Rispose, cominciando a correre verso la stanza.

 

-Non dovresti entrare fumando!! Lo dirò al tuo Caposcuola!- Urlò indignata la Signore Grassa, gonfiandosi, se possibile, ancora di più.

Sirius le rivolse un’occhiata scocciata. Per dispetto, aspirò maggiormente dal filtro della sua sigaretta, prima di sbuffarle una nuvola di fumo sul quadro.

-Come osi!! Mi rovini i colori!!- Urlò maggiormente il ritratto.

Sirius sorrise, soddisfatto. Forse un po’ del nervosismo stava andando esaurendosi. –Senti…Ti ho detto la parola d’ordine…Mi vuoi aprire??- Disse sfrontato.

La Signora Grassa arrossì di rabbia, prima di aprirsi. –Lo dirò al tuo Caposcuola!- Minacciò nuovamente, severa.

Sirius rise spudoratamente. –Si, fa pure!- Rispose, entrando con eleganza innata nella Sala.

La prima cosa che vide fu il pallore di Remus, poi la sua immane tristezza dipinta nel profondo degli occhi.

Aveva visto James tornare con Lily?

Si guardò attorno con aria nervosa. –Dov’è Ramoso?- Domandò Sirius.

Remus lo studiò per un lungo istante e Sirius, sentendosi scrutato dentro, distolse lo sguardo prendendo un’altra boccata di sigaretta.

–Hai litigato con Alison?- chiese Lupin, con un cortese divertimento negli occhi.

Ecco. Non sopportava quando Lunastorta aveva lo sguardo onnisciente dello spettatore esterno.

Soprattutto perché aveva sempre ragione.

-Non è la risposta alla mia domanda…- ringhiò il moro, guardando male due ragazzini del primo anno che lo avevano accidentalmente urtato. I due ragazzini si volatilizzarono, impauriti.

-James è andato un attimo in dormitorio…- Squittì Peter, intromettendosi solo in quel momento. Sirius inarcò un sopracciglio, buttando a terra la sigaretta finita.

Remus sorrise di nuovo, pacato e dolce, come se nulla lo toccasse davvero. –Felpato…Non buttare le sigarette per terra…- disse.

Sirius si portò una mano sulla nuca. –Hai ragione Lunastorta…Perché non mi dai una punizione?- Domandò con tono insolente ed annoiato. Remus si alzò in piedi, indurendo lo sguardo. –Non prendertela con i tuoi amici se ti innervosisci con la tua ragazza…- mormorò Lupin, ma il suo tono di voce aveva perso ogni traccia di cortesia.

In quel momento, la porta del dormitorio maschile si aprì sonoramente e James Potter ne uscì, petto gonfio e capelli scompigliati. –Il Magnifico è tornato!!- Urlò gasato, con tutto il fiato che aveva in gola.

Remus cominciò a ridere, seguito subito dopo da Sirius che si chinava per raccogliere il mozzicone spento.

 

Severus Piton si stava muovendo ingobbito per i corridoi attorno alla Sala Grande.

Era riuscito a seminare Regulus Black. Non lo sopportava più, con quella sua aria superiore. Chi si credeva di essere?

Ma gli serviva. Regulus era potente, e Severus da solo si era reso conto di non essere nulla.

Si era reso conto che gli altri lo vedevano solo come uno strano individuo, immerso fino al collo nelle Arti Oscure.

Si, la gente lo evitava.

Piton sapeva che, per farsi spazio nella vita, bisognava principalmente avere le conoscenze giuste. Regulus, lo Slytherin dal sangue più puro che tutti cercavano, era perfetto per il suo scopo.

Fu mentre era preso dai pensieri, che sentì distintamente le voci di quei quattro luridi Gryffindor. Il Ridicolo Eroe con il suo seguito: il Rinnegato, il Lupo Mannaro e il Viscido Servo Adorante.

Si ricordò che quella sera ci sarebbe stata la luna piena. Sperò che quella sera rischiassero nuovamente l’osso del collo e che, per una volta, le sue preghiere venissero esaudite.

Perché nessuno di quei maledetti Gryffindor ci rimetteva nulla più di qualche graffio?

-Cosa facciamo stasera?- Domandò il Viscido Servo Adorante, timoroso.

-Quello che facciamo tutte le sere, Codaliscia: tentare di conquistare il mondo!- Ne uscì euforico il Ridicolo Eroe. Il Rinnegato si esibì nella sua classica stonatissima risata che sembrava un latrato di un cane sotto tortura.

-Questa sera avevamo deciso di vagare per il parco del Castello…è da un bel pezzo che non ci andiamo di notte!- Sentì dire dalla voce disgustosamente gentile del Lupo Mannaro.

Il volto di Piton si illuminò in maniera malsana da un ghigno inquietante.

Perché non fare un “innocuo” scherzetto a quei piccoli Gryffindor?

Doveva muoversi…Doveva andare velocemente alla gufiera.

 

Trasformarsi in Lupo Mannaro non era mai stato piacevole, e mai lo sarebbe stato.

Nessuno, quando scriveva sui Lupi Mannari, pensava mai a quanto potesse essere doloroso sentire il proprio corpo trasformarsi. Il corpo mutava senza controllo ed un istinto animale tentava inesorabilmente di impossessarsi della sua mente.

L’istinto del Lupo Mannaro era più forte di qualsiasi altra cosa.

Riusciva a rimanere lucido solo grazie al fatto che non aveva umani sotto tiro, ma a volte la voglia di mordere era così forte che doveva farlo su se stesso.

Remus allungò lentamente i propri arti, sgranchendosi.

Gli faceva sempre uno strano effetto sentire i muscoli scattanti ed i sensi acuti. Vedeva più lontano e molto più chiaramente di quando era umano, e riusciva a cogliere anche i movimenti più veloci.

Guardò con affetto i suoi amici. Era sempre talmente commosso di ciò che loro avevano fatto per potergli stare vicino, che si sentiva sopraffatto da quei sentimenti.

Ramoso e Felpato si stavano azzuffando giocosamente, coinvolgendo qualsiasi oggetto presente nella Stamberga. Il cervo bramiva, il cane ringhiava, gli oggetti si rompevano rumorosamente al loro passaggio e Codaliscia, vicino a Remus, squittiva. Nel complesso, la confusione era paurosa.

Remus non era sorpreso che gli abitanti di Hogsmeade credessero che quella casa fosse infestata.

Lupin ululò forse, per farsi sentire sopra gli altri. Si stupì da solo della potenza delle proprie corde vocali, che non riusciva pienamente a gestire.

Il topo, il cervo ed il cane si voltarono tutti a guardarlo, e Remus si grattò l’orecchio con la zampa posteriore. Poi si alzò, cominciando a camminare a quattro zampe, in direzione dell’uscita dalla Stamberga.

Se dovevano andare in giro per il parco, era meglio andare presto.

Felpato uggiolò di felicità, cominciando a zampettare dietro a Remus, seguito a ruota dagli altri tre.

 

Lily sentì la confusione aumentare, nella Sala Comune. Accigliata, alzò lo sguardo dal libro e notò una piccola folla di persone concitate attorno alla finestra. Si alzò, il suo istinto di CapoScuola che prevaleva addirittura sulla curiosità, avvicinandosi al gruppo.

-Cosa succede?- Chiese, tentando di sovrastare la confusione.

Una ragazzina del primo anno, che si sporgeva sulle punte per cercare di vedere, si girò emozionata. –Sembra ci sia un gufo!- Disse con la vocina acuta.

Lily inarcò un sopracciglio: un gufo a quell’ora?

-Fatemi passare!- Disse allora, con fare severo, tentando di insinuarsi nella folla. Quando arrivò alla finestra, Eve, una sua compagna di stanza, la guardò con aria stupita. –è per te, Lily…- Disse, con gli occhi leggermente spalancati, porgendole una pergamena arrotolata.

Lily guardò per un attimo il gufo che aveva portato il messaggio, sulla spalla di Eve. Era sicuramente uno dei gufi della scuola, con quell’aria regale ma consumata, malaticcia. Corrucciandosi, prese la pergamena che la Gryffindor le porgeva e si diresse con fare pensieroso sulla poltrona.

Lesse avidamente quelle poche righe:

 

Lily,

è successa una cosa terribile. Non so che fare, sono disperata.

Ti prego di raggiungermi subito nel parco, vicino al lago.

                                                                                                                        Alice.

 

Lily sbarrò lentamente gli occhi, alzandosi di scatto senza rendersene nemmeno conto.

Alice, la sua amica degli Hufflepuff, quella ragazza sorridente e forte. L’eterna fidanzata di Frank Paciock, di Gryffindor.

Lily si guardò attorno, ma non vide la figura di Frank.

–Dov’è Paciock?- Chiese alla Sala Comune, ma tutti le risposero con una scrollata di spalle, mormorando che non si vedeva da dopo cena.

Cosa diamine poteva essere successo?

Il suo istinto di Gryffindor avventata prevalse, nella preoccupazione dell’amica.

Senza nemmeno guardare se aveva con se la bacchetta, prese un mantello a caso e si mise a correre. Doveva arrivare al lago il prima possibile.

 

Sirius adorava trasformarsi in cane, e poter correre per l’erba del prato. Sentiva un senso di libertà entrargli dentro ai polmoni, i muscoli delle zampe che lo incitavano ad andare sempre più veloce.

La luna piena illuminava il castello in maniera spettrale, e si rifletteva sul lago grigio facendolo risplendere. Il fruscio degli alberi era sovrastato dalla loro corsa.

Sentì James tentare di raggiungerlo, e Sirius tentò di correre più veloce, ma le zampe lunghe del cervo lo superarono dopo poco. Giocosamente indispettito, Felpato diede una zampata ad uno degli zoccoli di Ramoso, facendolo incespicare e crollare al suolo.

Sirius fu sopra al cervo in un momento, riprendendo la lotta che Lunastorta aveva interrotto nella Stamberga. Rimase sorpreso quando sentì il peso del Lupo Mannaro gravargli sulle spalle.

In tre, cominciarono a ruzzolare tra l’erba, controllando ogni zampata ed ogni morso, per non fare troppo male agli altri.

Sirius distinse nitidamente, nella foga, Codaliscia attaccato disperatamente al pelo grigio di Remus, terrorizzato. Gli venne da ridere, ma quello che ne uscì fu un abbaiare molto strano.

Ad un tratto Sirius, con il suo istinto animale, sentì l’atmosfera cambiare.

Remus, sopra di lui, si era improvvisamente immobilizzato.

Felpato rotolò appena di lato per guardare il Lupo Mannaro, e vide gli occhi scuri di Remus spalancati. Aveva le narici dilatate.

Sirius inspirò profondamente, e qualcosa raggiunse anche le sue narici: un leggero profumo, dolciastro, e l’odore di un umano. James scalpitò appena.

Sirius si rizzò sulle zampe, guardandosi attorno.

E la vide, ad una decina di metri di distanza. Era inconfondibile, in quel turbine di capelli rossi: Lily Evans.

 

Ci era caduta in pieno.

Se ne rese conto solo in quel momento.

Così presa dalla foga Gryffindor, Lily non si era nemmeno resa conto che quella grafia era troppo spigolosa per essere quella di Alice.

Chi poteva avere una grafia così spigolosa, ed essere talmente viscido da ficcarla in una situazione del genere?

Un nome le affiorò alla mente: Severus Piton.

Ed ora vedeva con terrore quella figura animale rizzarsi verso di lei.

Non le ci volle molto per capire che era un Lupo Mannaro.

Non le ci volle molto per capire che era Remus.

Ormai lo sapeva da mesi che Lupin era un Lupo Mannaro.

Ma non credeva che fosse in giro di notte per il parco.

E cos’erano quei grossi animali che aveva affianco?

Ma non aveva tempo di pensarci: quel Lupo Mannaro l’aveva comunque fiutata.

E lei aveva lasciato la sua maledettissima e splendente bacchetta nella sua stanza. Era sotto al cuscino, pronta per ogni evenienza.

Certo, per ogni evenienza.

Crescere in una casa Babbana ti fa dimenticare fin troppo spesso che la bacchetta, per un mago, è importante quanto la propria vita.

Ed era assurdo che, in quel momento di panico, lei fosse presa da quei pensieri superflui.

Ma ora, cosa avrebbe fatto?

 

No…Tutto ma quello no…

Tutti…Ma lei no…

Non Lily.

Remus sentiva il proprio respiro diventare più pesante, e l’istinto da Lupo Mannaro spingere dentro di lui. L’istinto da bestia voleva prendere possesso della sua mente.

E ci stava riuscendo.

Non Lily.

Tutti ma non Lily.

Sentiva i propri muscoli tendersi, la saliva aumentargli in bocca.

Voleva morderla.

No, non Lily.

Voleva stringerla fino a romperla, ferire quella pelle mordendola.

No, non Lily.

Voleva sentire l’odore pungente del sangue, quel sangue che gli avrebbe bagnato le fauci.

No, non Lily.

Voleva sentire l’osso di quel collo fragile rompersi, sotto le zampe poderose.

Ti prego fa che non sia Lily.

 

James sentì la terra crollargli sotto ai piedi.

Quella era Lily.

Remus l’aveva sentita, e stava per scattare all’inseguimento.

Lily era la preda del Lupo Mannaro.

Doveva salvarla.

Lily era solo sua, di James Potter, e non l’avrebbe mai divisa con nessun’altro. Tanto meno se c’era la possibilità che venisse sbranata.

Non pensò di fermare Remus, pensò di salvare Lily.

Galoppò verso di lei, correndo più veloce che poteva.

Lily urlò. Urlò terrorizzata, senza riuscire a fare altro. Spaventata dalla visione del Lupo Mannaro e da quell’enorme cervo che aveva cominciato a galoppargli incontro.

Lily Evans urlò e James si bloccò,  come pietrificato.

Lily Evans urlò ed il Lupo Mannaro scattò, affamato.

 

Sirius per qualche istante guardò la scena talmente basito da non riuscire a fare nulla.

C’era una ragazza dai meravigliosi capelli rossi, sotto la luna, che aveva appena urlato terrorizzata.

C’era un cervo che aveva cominciato a correre verso lei, ma poi si era bloccato di colpo spiazzato da quell’urlo.

C’era un Lupo Mannaro che stava per raggiungere la sua preda.

Remus Lupin stava per mordere Lily Evans.

Maledetta nottataccia.

Sirius scattò, cominciando a correre più veloce che poteva, il sangue che gli pompava nelle vene.

Vide Lily riprendersi lievemente, quel tanto che bastava per farle decidere di cominciare a fuggire, disperatamente.

Ma Sirius sapeva che quel Lupo Mannaro era sicuramente più veloce di lei.

Ringhiò forte, aumentando la corsa, e quando James lo sentì sembrò riscuotersi. Anche il cervo ricominciò a correre.

Le corna di Ramoso colpirono Lunastorta su un fianco, facendolo crollare a terra. Sirius gli fu sopra qualche secondo dopo, cercando di atterrarlo.

Lily urlò di nuovo, cadendo rovinosamente a terra.

James la raggiunse in poco tempo, avvicinandosi a lei per proteggerla, ma lei era spaventata, senza sapere cosa fare.

Sirius tentava di mettere più peso che poteva, di tendere i muscoli maggiormente per tenere Remus a terra, ma il Lupo Mannaro si dimostrò più forte. Si alzò, spingendolo in parte, lontano, e riprese la sua caccia verso quella preda.

Cosa fare?

Maledetta nottataccia

 

Quel cervo le era vicino. Ma lei non stava capendo assolutamente nulla.

Solo gli occhi nocciola dell’animale le sembrarono familiari, ma in quel momento non era certo abbastanza lucida per riconoscerli.

Lily tentò di alzarsi, ma le gambe tremarono violentemente, senza ascoltarla.

Era completamente terrorizzata.

Malediva se stessa, Gryffindor per nulla.

Sentì le lacrime pungerle gli occhi, mentre vedeva il Lupo Mannaro cacciare lontano quella specie di cane, e venire di nuovo verso di lei.

Il cervo le si parò davanti, cercando di difenderla.

Quel Lupo Mannaro non poteva essere Remus.

Remus non le avrebbe mai fatto del male.

Sentì violentemente il contatto tra le corna del cervo e il corpo del Lupo.

Vide, come in sogno, gli zoccoli del cervo che cominciavano a perdere terreno, nonostante tutto l’evidente sforzo di mantenere la propria posizione.

Vide il Lupo prendere tra le zampe le corna del cervo (usando le zampe come mani), e rovesciarle in modo da far crollare a terra l’animale.

Di fondo si sentì il poderoso ringhio del cane, che, ripresosi, ricominciava a correre verso di loro.

Ma Lily sapeva che non ce l’avrebbe fatta.

Ormai tra lei ed il Lupo Mannaro non c’era nulla, e tra poco sarebbe stata morsa.

Morsa da Remus Lupin.

Non aveva voce nemmeno per urlare.

 

Una parte di Remus si rendeva conto della situazione, impotente.

Una parte di se stesso vedeva Lily atterrita, che tremava, con i grandi occhi verdi splendidi nonostante il terrore.

Vedeva le sue lacrime farsi spazio in quel viso, arrossandogli le guance.

Stava per fare del male a Lily.

No, ti prego, non Lily.

Lily con i suoi capelli fiammanti; con i suoi enormi occhi sinceri; con il suo carattere forte; con la sua mente vivace; con la sua risata adorabile.

No, non la splendida Lily.

La stava per mordere, lo sapeva.

Sapeva che Sirius non sarebbe mai arrivato in tempo.

E vide la stessa consapevolezza dipinta negli occhi di Lily.

Sarebbe finita così, allora? Avrebbe vissuto nel rimorso di aver rovinato la vita di Lily?

No, non Lily.

 

Fu un lampo, e James seppe perfettamente cosa fare.

Non ci pensò nemmeno, perché non ne aveva il tempo.

Lui era abbastanza vicino, Sirius era troppo lontano. C’era un’unica cosa da fare.

E per Lily l’avrebbe fatta.

James si concentrò ed, in un attimo, assunse nuovamente l’aspetto umano.

Poi si tuffò tra Lily e Remus.

Se qualcuno doveva essere morso, sarebbe stato lui.

Sarebbe stato morso da Eroe, come era giusto che fosse. Da Eroe che protegge la sua amata.

Nessuno poteva anche solo permettersi di sfiorare Lily.

Nemmeno Remus. Nemmeno se fosse stato umano.

Vide gli occhi scuri del Lupo Mannaro luccicare appena.

Chissà cosa pensava Remus, dentro di se, oltre quella coperta spessa di istinto.

Sarebbe stato morso, nulla avrebbe potuto impedirlo.

Ma James non aveva paura.

Aveva salvato Lily.

 

Sirius rimase incredulo.

Forse era proprio vero che la fortuna aiuta gli audaci. Gli audaci e gli Eroi.

E se uno era audace ed Eroe, non poteva che avere tutta la fortuna a propria disposizione.

Non si riusciva a spiegare, o se no, la coincidenza grazie alla quale la luna si oscurò.

Proprio in quel momento, grosse nuvole nere avevano deciso di inscenare un temporale.

Remus si bloccò a mezz’aria, le fauci semiaperte, proteso verso il corpo di James. Poi cacciò un forte ululato, spostandosi violentemente dai due, portandosi le zampe alla testa.

Ululò nuovamente, barcollando, graffiandosi, mentre il suo corpo cominciava a tornare umano.

Codaliscia cadde dal corpo di Remus, e riprese le sembianze umane. Sirius fece lo stesso, avvicinandosi.

Remus ormai era tornato totalmente umano, accasciato al suolo, sfibrato.

Sirius lo sentì distintamente singhiozzare, e presto gli fu accanto, abbracciandolo

In quel momento cominciò a piovere.

Maledetta nottataccia.

 

James si voltò verso Lily, abbracciandola con foga.

Rideva come un pazzo, singhiozzando, sentendo il cuore battergli irregolare.

Sembrava impossibile. Era salvo.

Erano tutti salvi.

Lily era salva.

Sentì Lily cominciare a piangere, disperata, aggrappandosi a lui come se fosse la sua unica ancora di salvezza. James la strinse maggiormente.

Si tirò a sedere, prendendola tra le braccia e cullando il suo pianto liberatorio, cullando la sua dolce bambolina dai capelli rossi.

Era troppo felice per non piangere di gioia.

 

Non le aveva fatto nulla.

Non aveva fatto nulla né a lei né a James.

Ma ciò non toglieva che era un mostro.

Uno schifoso mostro che stava per fare del male a Lily.

Si, a Lily. Alla donna che amava.

Era un mostro.

Un mostro perché non riusciva a controllarsi.

Un mostro perché non poteva nulla contro l’istinto di uccidere.

Un mostro perché amava la ragazza che amava James.

Remus singhiozzava forte, sentendo le gocce di pioggia cominciare a bagnarlo.

Ma quella pioggia non poteva lavare le sue colpe.

Nemmeno l’abbraccio di Sirius riusciva a confortarlo.

 

Sirius sapeva, e forse era l’unico, di ciò che provava Remus.

Sapeva da tempo del suo amore per Lily, quell’amore che era nato in un sentimento puro tanto simile all’adorazione.

E sapeva, per questo, il tormento che si agitava nel corpo di Remus.

Sapeva che per lui non era come tutte le altre volte che stava per uccidere qualcuno.

Sapeva che per lui non era come quando aveva quasi ucciso Mocciosus.

Sirius si chiese come sarebbe stato lui, al posto di Remus.

Come sarebbe stato aver quasi ucciso Alison, senza poterci fare nulla.

Sirius rabbrividì. Preferiva di gran lunga non saperlo.

Maledetta nottataccia.

Il ragazzo strinse maggiormente il corpo provato di Lunastorta, e guardò James.

-Andiamo alla Stamberga Strillante…è meglio stare lì per un po’…- proferì James, ormai fradicio.

Si, era la soluzione migliore.

Sirius si alzò, aiutando Remus a fare lo stesso insieme a Peter.

Il ragazzo sentì il corpo ammaccato, ora che la tensione svaniva. Era stanco morto, pieno di lividi e con la disperazione nel cuore. Se tutto fosse andato bene, avrebbe piovuto per tutto il giorno seguente.

Maledetta nottataccia.

Con disperazione, Sirius si ricordò che fra qualche ora avrebbe affrontato il signor Goldstein, l’adorabile padre della propria ragazza.

Altro che affrontare Lupi Mannari.

Maledetta nottataccia.

 

 

 

 

 

*****

Ed anche questo capitolo è andato.

Mi ha causato parecchie difficoltà, devo ammetterlo, ma il risultato è migliore di quanto io stessa non mi aspettassi.

Si, questo capitolo è il mio preferito.

Sono molto soddisfatta di esso!

Credevo di confondermi, con tutti i vari punti di vista…Ma invece è stato parecchio semplice.

Ogni Malandrino ha, nella mia testa, un carattere così diverso dall’altro che i loro pensieri mi scivolavano dalle dita come acqua fresca.

 

Mi dispiace tantissimo per Remus.

Io stessa mi sono commossa per lui…

 

Comunque finalmente questa maledetta giornata è finita…Povero Sirius, è sfiancato!! E per lui non è ancora finita!!

 

Ah…E vorrei sottolineare…Spero che voi me lo concediate…

Diciamo che quando i Malandrini tornano nel loro aspetto normale sono già vestiti?

Si, dai, concedetemelo ^^””””

Ci ho pensato solo in seguito XD

 

Sappiatemi dire

 

Jenny: Grazie mille per la recensione. Sono contenta di aver messo su carta gli stessi Sirius e James che ti immagini tu! Non preoccuparti per Sirius ed Alison…Sono una coppia abbastanza affiatata, e poi Sirius non riesce a rimanere arrabbiato per troppo tempo!

Il prossimo capitolo, per una volta, sarà dedicato praticamente tutto a loro.

Si, James è un ragazzo d’oro, ed è anche un vero Eroe, come spero di esser riuscita a far capire con questo capitolo. Cosa ne pensi?

James è stato meraviglioso!

Diciamo che si sta meritando sempre di più l’amore di Lily.

 

PiccolaBlack: So cosa vuol dire essere interrotta dai genitori…A me succede anche mentre scrivo…Quindi ti sono vicina XD

Beh, dai…Anche Sirius non può essere perfetto. In quanto Gryffindor, anche lui sa essere parecchio problematico. Ma non preoccuparti, non era nulla di serio o duraturo.

Grazie mille per i complimenti, e scusa se spesso non sono regolare ne veloce con gli aggiornamenti…Chiedo perdono ç__ç

 

 

Baci a presto

 

P.S.: volevo chiedere…Posso mettere le citazioni del libro, all’inizio del capitolo? Perché mi è sorto il dubbio…Se qualcuno mi sa dire, per favore…

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Capitolo 13
*** I Goldstein. ***


-Alison muoviti

Capitolo 12.

 

I Goldstein.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A

 

lison muoviti! Sei sempre in ritardo!- Lionel batté il tacco della scarpa con fare indignato. Alison sbuffò, scendendo le scale del proprio dormitorio più velocemente che poteva, legandosi i capelli.

-Sei tu che sei sempre in anticipo!- Rispose lei, nervosa.

Lunedì mattina, primo giorno delle vacanze di Pasqua, ore sette e vent’otto, Sala Comune.

Non c’era nessuno.

E ci credeva!

Non ci sarebbe stata nemmeno lei, se solo avesse potuto.

Lionel la prese per il polso, camminando verso il ritratto.

–Dai Alison…Anche se probabilmente Black non sarà ancora arrivato-.

Alison sbuffò nuovamente.

 

La testa gli pulsava in maniera atroce e gli occhi gli bruciavano fino a lacrimare.

Accidenti alla Evans.

La sera prima, nessuno era più riuscito a chiudere occhio, ovviamente. Tutti fin troppo scossi.

Sirius aveva fumato in quantità impressionanti, tanto che aveva creduto di vomitare. Purtroppo, per quanto avesse provato a toglierselo, l’odore di sigarette non accennava ad andarsene.

Se non fosse stato per l’aiuto di Remus, anche il suo vestiario avrebbe avuto un aspetto disastroso.

Era davanti al portone di ingresso, di poco in anticipo. Tutta la scuola era deserta, ed il surreale silenzio soporifero non faceva che aumentare la sua voglia di buttarsi su un letto per un tempo indefinitivamente lungo.

Sentì in lontananza i passi frettolosi di due persone.

Non potevano che essere la sua splendida ragazza con il suo adorabile fratello.

Anche perché tutto il resto della scuola aveva abbastanza sanità mentale da dormire.

Perfino gli altri Malandrini, insieme alla Evans, erano alla fine crollati sui divani e sulle poltrone della Sala Comune. Giusto quando lui stava per uscire.

Alison e Lionel comparvero nella scalinata.

Lionel sembrava dispiaciuto di vederlo già sul portone, ma ad Alison si aprì un sorriso di vittoria.

Almeno il fatto che lui non aveva dormito, era servito a qualcosa.

-Sirius!- Esordì lei, staccandosi dalla presa del fratello per corrergli incontro.

La faccia invidiosa di Lionel diede a Sirius un’immensa soddisfazione.

Alison gli fu vicino, e lui si calò a baciarla dolcemente. Ma la ragazza si staccò quasi subito.

-Sirius, quanto diamine hai fumato?- Domandò, con i nervi a fior di pelle. La vide chiudere per un attimo gli occhi, probabilmente colta da un capogiro.

Sirius si ritrovò a sorridere, mesto.

–Mi dispiace, piccola…-.

La vide stupita dal suo aspetto stanco e spossato. Sirius sorrise maggiormente.

- …Hai dormito questa notte?- Domandò lei, sulla difensiva.

Sirius ridacchiò, divertito. –Non proprio…Sono successi un paio di imprevisti con i ragazzi…- Mormorò vago, passando una mano a portarsi indietro i capelli.

Non poteva certo mettersi a raccontarle tutto. Non ne aveva nemmeno la minima voglia.

Lionel si schiarì la voce, lanciando un’occhiata di disprezzo nei confronti di Sirius, che non si scompose minimamente.

Era fin troppo divertito dalla spiccata gelosia di Lionel. Si ripromise di fare di tutto per fargliela aumentare.

-Direi che possiamo andare…- disse secco il Ravenclaw.

La mattinata non prometteva decisamente nulla di buono.

 

Alison sospirò, sorridendo amorevolmente. Indicò la propria casa, tra quelle a schiera, e si voltò verso Sirius.

-è quella!!- Disse, euforica.

Sirius spense la sua ennesima sigaretta, sorridendole stancamente. Alison lo studiò di nuovo, domandandosi per quale assurda ragione Sirius avesse delle occhiaie marchiate sotto gli occhi.

Era stanco ed aveva la voce più roca, dovuto al numero eccessivo di sigarette che stava fumando.

Sembrava un delinquente, ed era anche più affascinante del solito. Ma anche più selvaggio.

A papà non sarebbe di certo piaciuto.

Per fortuna era vestito in modo discreto, con un paio di jeans scuri ed una giacca nera sopra una semplice camicia bianca.

Probabilmente lo aveva aiutato Remus.

Alison gli si avvicinò, toccandogli i capelli. –Non posso raccoglierteli?- Domandò, cercando di essere più dolce possibile.

Sirius le prese la mano, bloccandola. Sembrava meno paziente del solito, il che era tutto dire.

-Lascia stare, Ali…E smettila di preoccuparti-.

Lionel, dietro di loro, rise cinicamente. –Fa bene a preoccuparsi, invece…- Disse, a mezza voce.

Sirius si voltò a guardarlo di striscio, ma non si degnò di rispondere.

Alison sospirò. –Vedete di smetterla…-.

Tra suo fratello e Sirius, da quando si erano incontrati quella mattina, c’era un’aria tesa. Erano uno infastidito dalla presenza dell’altro.

Sirius si corrucciò appena. –Io non ho fatto assolutamente nulla!-.

Alison scosse appena la mano, e si incamminò nuovamente verso la propria casa.

 

Il campanello trillò in maniera perforante, e Sirius sentì il proprio mal di testa aumentare.

E così erano alla resa dei conti.

Si passò una mano sul volto, cercando di svegliarsi un po’ di più.

Non credeva di essersi mai trovato in una situazione del genere.

La porta si aprì, e ne comparve un uomo di mezz’età.

Alto, dalla struttura longilinea di Lionel ma più robusto. Aveva i capelli lunghi di un biondo scuro, lievemente striati di grigio, ricci come quelli di Alison e raccolti in una coda bassa. Aveva la stessa fronte ampia dei due gemelli, e gli occhi scuri come quelli di Lionel.

L’espressione del viso era severo, le labbra sottili, con una lieve barba brizzolata. Aveva quella austera nobiltà che a Sirius ricordò un re delle leggende medievali.

Alison lo abbracciò con slancio, e lui la strinse affettuosamente, come se fosse il suo unico tesoro. Male.

Probabilmente quell’uomo stravedeva per la sua unica figlia.

Questo era solo un punto decisamente a sfavore di Sirius. Significava che non sarebbe mai andato a genio al Signor Goldstein.

Dopo che anche Lionel lo ebbe salutato, il Signor Goldstein rivolse finalmente la sua attenzione sul Gryffindor.

Sirius cercò di esibirsi nel suo sorriso più gentile ed educato.

Il Signor Goldstein alzò appena il mento, mostrando la sua superiorità.

-Anthony Ulysses Goldstein…- Disse l’uomo, presentandosi in maniera alquanto formale. Gli tese la mano, e Sirius sorrise, cercando di trovare qualche forza per ricambiare la stretta vigorosa.

-Sirius Alphard Black- rispose il Gryffindor a tono, cercando di darsi un contegno.

Sorrise tra se, domandandosi da quanto non pronunciava il suo secondo nome. Era strano prendere atto dei casi del destino: l’unico Black che lo sopportava, era proprio colui dal quale aveva preso il suo secondo nome.

Suo Zio Alphard…

-Benvenuto in casa nostra…- disse il Signor Goldstein, lasciandolo entrare in casa. Sembrava soddisfatto dalla presentazione di Sirius.

Sirius ghignò appena: nonostante lui fosse un rinnegato, il cognome dei Black faceva sempre il suo ridondante effetto. Non che ne fosse fiero, ma almeno poteva sfruttarlo con il Signor Anthony Ulysses.

La casa era, a differenza delle sue aspettative, scura. Le pareti stuccate di bianco, ma ogni mobile era di legno scuro o di una qualche tonalità di blu.

Non era un arredamento così ricercato e non mostrava ricchezza ed opulenza, ma nella sua semplicità vi era un qualcosa di nobile.

Certo, il blu era presente dappertutto.

Sirius sorrise divertito, abbassandosi verso Alison per poterle parlare all’orecchio.

-Tutti Ravenclaw in famiglia, eh?-.

Alison lo guardò con la coda dell’occhio, sorridendo complice.

-Come hai fatto a capirlo?- Chiese ironica.

Entrarono in un salotto dalle scure poltrone blu, con un grande camino che scoppiettava allegro. Una donna, in piedi nella stanza, stava dando ordini ad una giovane Elfa Domestica.

Aveva una figura sottile, ed i capelli biondi così chiari che sembravano illuminare lievemente la stanza. Il volto era rilassato, e mostrava accenni dell’età agli angoli degli occhi grandi e blu. Ma era il sorriso che la rendeva inconfondibilmente la madre di Alison: le stesse labbra che si inarcavano dolcemente, in un sorriso accogliente.

Sembrava dirti che tutto andava bene.

-Bentornati, cari!- Disse, con fare gioioso. Batté appena le mani, ma ogni gesto che faceva risultava comunque composto. Lionel ed Alison le furono subito attorno, cercando di avere l’attenzione della madre.

Lei accarezzò con amore la guancia della figlia, e sistemò con fare materno la cravatta di Lionel. Poi si volse verso Sirius.

-Buongiorno, Signora Goldstein…- si affrettò a dire lui, prima che la donna parlasse. Cercava di ricordarsi qualche nozione di buone maniere, ma con la mente che gli batteva era alquanto difficile.

Lei sorrise dolcemente. –Buongiorno. Sono la Signora Sophia Goldstein- rispose con un certo divertimento nella voce. Sembrava burlarsi del proprio titolo.

-…Tu devi essere Sirius…- disse, avvicinandosi a lui con movimenti composti.

Appena lei fu abbastanza vicina, Sirius calò la testa in un accenno di inchino. –Sirius Alphard Black, Signora…La ringrazio per la vostra ospitalità…- Disse con fare garbato. Non sembrava così difficile, nel complesso.

Infondo, bastava pensare a cosa avrebbe detto Remus.

Lei si portò una mano alla guancia. –Oh, che ragazzo educato!- Disse, con una punta di innocua ironia nella voce.

Sirius alzò lievemente un sopracciglio, cercando lo sguardo di Alison.

La sua ragazza era al quanto felice, quindi probabilmente tutto stava andando bene.

-Sedetevi, sedetevi…Sono così contenta di avere qualche persona giovane per casa…Anthony sa essere così severo e noioso…- Disse garbatamente, continuando a mostrare quella lieve luce di ironia nello sguardo.

Sembrava si prendesse gioco di tutto, fuorché dei propri figli.

Il signor Goldstein sospirò. –Non farti riconoscere subito…- mormorò alla moglie.

I ragazzi si sedettero, Alison a dividere il fratello dal Gryffindor.

Alla Signora Goldstein non sfuggì lo sguardo duro di Lionel, non appena vide Alison stringere la mano di Sirius.

-Non essere sciocco, caro…Sei sempre stato troppo attaccato a tua sorella…- disse, scrollando appena la mano, aspettando che il proprio marito prendesse posto sulla poltrona.

Lionel distolse subito lo sguardo, imbarazzato.

-Sai, Sirius…Sono sempre stati così adorabili da bambini! Erano i miei due angeli, il mio orgoglio! Con i loro capelli biondi e così simili! Quando vi era la cena di Natale, con tutta la famiglia, li facevo cantare indossando delle piccole ali piumate…Erano così belli!- Disse nostalgica la Signora Goldstein.

I due gemelli arrossirono vistosamente, e Sirius sorrise divertito.

Sperò che sembrasse un sorriso di tenerezza.

L’Elfa Domestica tornò traballante con un vassoio carico di bevande, e lo poggiò su un tavolino vicino alla poltrona in cui era seduto Anthony Ulysses. La Signora Goldstein prese tra le mani la bottiglia di Scotch, e lo versò in un bicchiere, insieme a del ghiaccio. Poi lo passò al marito.

L’uomo si rigirò il bicchiere tra le mani.

-Tu bevi Scotch, ragazzo?- Domandò a Sirius.

Che diamine avrebbe risposto Remus?

-Si, ma solo quando posso permettermi di essere un po’ alticcio…Quindi non molto spesso-.

Alison sembrò trattenere una risata.

Il Signor Goldstein annuì appena, sembrando compiaciuto. La signora preparò altri due bicchieri di Scotch, e l’Elfa Domestica di affrettò a portarne uno a Sirius ed uno a Goldstein.

-Tu, tesoro, vuoi qualcosa?- domandò amorevolmente alla figlia. Alison scosse appena la testa.

Solo allora, Sophia Goldstein si andò a sedere sulla poltrona dall’altra parte del divano.

 

Lionel bevve un altro sorso del suo Scotch freddo.

Diamine, quel Sirius Black era pieno di risorse.

Aveva tirato fuori un’educazione ed una gentilezza impeccabili e sincere.

Perfino suo padre cominciava a rilassarsi.

Forse aveva giudicato male Black, forse non era poi malvagio come aveva sempre pensato. Forse Alison poteva cadere anche in mani peggiori.

Forse, invece, quei pensieri erano solo dati dallo Scotch che faceva effetto.

Nonostante tutto, la conversazione filava liscia.

Sirius aveva cominciato a sentirsi così a proprio agio, con l’acool in circolo, che aveva cominciato anche a fare dello spirito.

Maledettissimo Black.

Fu con sollievo sentire sua madre dire divertita, ad un certo punto: -Sirius, vuoi vedere la stanza di Alison? Te la mostro con piacere-.

Lei era l’unica che si stava divertendo davvero.

Quella era una banalissima scusa per poter lasciare solo lui, sua sorella e suo padre, per poter finalmente parlare.

Alison avvampò di colpo, ma non poté dire nulla.

Sirius capì tranquillamente che doveva comunque lasciare la stanza, e non sembrò dispiaciuto della cosa. –Con piacere, Signora…- Disse gentilmente, alzandosi.

Almeno per un po’ Lionel non avrebbe avuto sotto gli occhi la sua maledetta figura.

Quando Sirius e sua madre sparirono, suo padre cominciò a parlare.

 

-Arriviamo al motivo per cui vi ho chiesto di venire…Preferivo parlare di questa questione di persona…- esordì suo padre, finendo lo Scotch.

Alison si fece attenta, rizzandosi meglio a sedere.

-Ora che i vostri M.A.G.O. sono vicini, mi sono preso la briga di spedire qualche lettera…- Disse tranquillamente lui.

-Lettera?- Chiese Alison, trepidante.

-Si…Se volete fare qualcosa di importante, usciti da Hogwarts, bisogna darsi una mossa- spiegò il Signor Goldstein.

-Lionel…Per te, ho spedito qualche lettera al Ministero-.

Lionel parve stupito, ma anche alquanto interessato. -Come sai, avere la carica nell’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, senza aver fatto anni di gavetta, è alquanto difficile. Ma sono stati piacevolmente sorpresi dal tuo profitto scolastico impeccabile, da degno Ravenclaw. Sono disposti a prendere in considerazione la tua assunzione se i voti dei tuoi M.A.G.O. ne saranno all’altezza…- Il Signor Goldstein fece una significativa pausa.

-Ma è ovvio che saranno all’altezza. Non è così, figlio mio?- Domandò mellifluo.

-Certo padre!- Rispose prontamente il ragazzo.

Per lui non era un sacrificio prendere il massimo dei voti, visto anche che si trattava di realizzare un suo sogno. Lo sapevano tutti, in famiglia.

-Perfetto…Per quanto riguarda te, Alison…- gli occhi di suo padre si addolcirono appena.

Si, lei era sempre stata la favorita di suo padre, Alison lo sapeva bene.

-Mi sono permesso di scrivere una lettera al San Mungo, per chiedere se prendono tirocinanti per il reparto di Avvelenamento da Pozioni e Piante, dove vuoi specializzarti dopo essere diventata Guaritrice…-.

Alison sentì il cuore aumentare di battito. Avrebbe lavorato al San Mungo subito finita la scuola? Sarebbe stata una buona piattaforma di lancio, una volta che avesse finito i propri studi da Guaritrice!

Già si vedeva finire l’orario di lavoro, ed uscire dal San Mungo dove la aspettava Sirius. Avrebbero camminato per le strade di Londra, e lei gli avrebbe raccontato divertenti aneddoti della sua giornata nell’Ospedale.

-L’ufficio Informazioni del San Mungo mi ha gentilmente risposto che loro non accettano tirocinanti. Se vuoi specializzarti nell’avvelenamento, dovresti provare a sentire la loro sede in Italia- suo padre sembrava alquanto orgoglioso.

Cosa??

Italia?

-L’ospedale di Roma, che ovviamente ho contattato, ha detto che sarebbe felice di averti nello Staff, se i tuoi voti non si abbassano. Loro hanno i migliori Guaritori di avvelenamento d’Europa, e ti darebbero la preparazione migliore che tu possa mai avere.

Vorrei sottolineare che questa è una proposta davvero allettante, ma che dovrai lavorare sodo in quegli anni…- Disse tranquillo suo padre.

Sembrava un placido Re sul trono, soddisfatto di come si stava sviluppando il proprio Regno sotto la sua vigile sorveglianza.

-Papà…In Italia?- Domandò lei, sentendo una fitta di timore.

Il signor Goldstein sorrise, intenerito. –Puoi sempre Smaterializzarti a casa quando vuoi, tesoro…- disse, indulgente.

Alison sospirò. Già…Poteva sempre smaterializzarsi.

Ogni tanto dimenticava quasi si essere una strega maggiorenne.

-è tutto qui?- Chiese con ansia la ragazza.

Suo padre inarcò un sopracciglio.

–Tutto qui? Ragazzi, si parla del vostro futuro! Ovviamente non serve che vi dica esplicitamente che non mi aspetto delusioni da parte vostra!- Disse in tono severo.

-Come non credo di dover sottolineare che i vostri studi, al momento, sono più importanti di qualsiasi cosa…- marcò attentamente le ultime parole, guardando allusivamente Alison.

-Cosa stai insinuando?- Chiese la bionda.

-Nulla, per il momento…- rispose mellifluo lui, socchiudendo appena gli occhi.

-A proposito, devo ancora fare quattro chiacchiere con quel Sirius Black…- mormorò con fare pensoso.

Ecco, adesso Lionel sarebbe stato contento.

 

Erano sulle scale e stavano per scendere quando, con stupore di Sirius, la Signora Goldstein cominciò a tossire.

Non era una tosse normale, ma veniva dal profondo. Una tosse dolorosa, che le faceva riprendere fiato con difficoltà. Forte e persistente, che la fece piegare appena su se stessa, la mano sullo sterno.

Sirius si chinò su di lei. –Signora, tutto bene??- Chiese.

Domanda del cazzo.

Probabilmente lo pensò anche la donna, perché lo guardò con gli occhi blu pieni di divertimento. Sembrava trovare l’ironia in ogni cosa.

Lei tirò fuori una boccetta da una tasca nascosta del vestito. La stappò ed annusò profondamente il contenuto, tra una tosse e l’altra.

Chissà che diamine vi era lì dentro.

Poco dopo, la tosse si affievolì fino a scomparire.

-Signora, vado a chiamare suo marito?- Domandò apprensivamente Sirius. Non coglieva la situazione.

La donna sembrò inorridire. –No no, caro…Non dire a nessuno di questo piccolo intoppo- disse con noncuranza. La voce suonava provata.

Sirius deglutì.

Miseria…Che diamine stava succedendo?

 

Alison si trovava in cucina con Lionel, mentre loro padre era finalmente riuscito a parlare da solo con Sirius.

-Sorella…Hai visto la mamma?- Chiese Lionel, con fare dubbioso.

Alison lo guardò di striscio, ricambiando il suo sguardo preoccupato. –No Lionel…è scomparsa poco dopo essere tornata con Sirius…-.

Lionel sospirò forte.

-Non pensi che ci stia nascondendo qualcosa?- Domandò retoricamente.

-Non lo penso…Lo so e basta…-

-Credi prenda più medicine di quanto non sembrerebbe?-

-Si Lionel…Credo che nostra madre stia peggio di quanto non vuole dare a vedere alla famiglia…-

Alison ricacciò indietro le lacrime, sospirando sconfortata.

 

-Che intenzioni hai con mia figlia?-.

Ok, l’avevano aspettata tutti, quella domanda. Perfino Ramoso, per tutta la settimana, gliel’aveva posta, divertito.

-Io…tengo molto a sua figlia!- Si sforzò di dire Sirius.

Nonostante tutto, quella situazione aveva un che di ridicolo.

Bevve un altro sorso di Scotch.

-Ed hai intenzione di sposarla?- Lo incalzò il Signor Goldstein.

Un’altra domanda banale.

In effetti, Sirius aveva sperato di qualcosa di più arguto da parte di un ex Ravenclaw.

-Non lo so Signore…Mi frequento con sua figlia solo da qualche settimana…- disse il ragazzo sulla difensiva.

Dio lo risparmi dal matrimonio!

L’uomo si protese appena verso il Gryffindor. –Non ti nasconderò che non mi piaci molto, ragazzo…Sei uno di quei classici tipi che piacciono alle donne, con i tuoi capelli lunghi trasandati e le tue occhiaie di chi ha passato la notte a divertirsi…-.

Certo, aveva proprio passato la notte a divertirsi…

-Scusi se mi permetto, Signore…Ma sua figlia è una ragazza parecchio intelligente…Non credo di piacerle solo per via dei miei capelli lunghi e delle mie occhiaie…- Rispose stizzito, cercando di tenere il tono pacato.

Sperava di non infervorarsi.

-Si bhe, la mia Alison è una ragazza parecchio sveglia…- disse dolcemente il Signor Goldstein.

–Ma continui a non piacermi!-.

Sirius inarcò le sopracciglia, ma si limitò a rimanere in silenzio.

-Io e mia moglie non ci saremo per sempre a prenderci cura di lei. Di Lionel non mi preoccupo…No, mio figlio se la riuscirebbe a cavare tranquillamente. Ma mia figlia? Non voglio mentirti: il pensiero di lasciarla sola mi preoccupa alquanto…-.

-Signore…Credo che Alison abbia tutte le capacità per farcela da sola-.

-Non è questo il punto, Black. Io non voglio lasciare Alison da sola…Mi spiego?- Chiese il Signor Goldstein, tornando a fissare Sirius severamente.

Il ragazzo annuì. Nemmeno lui avrebbe voluto lasciarla sola.

-E tu non sei decisamente quel tipo di persona, che ispira fiducia, a cui lascerei la mia bambina…- continuò l’uomo, parlando tranquillamente come se non stesse parlando male di lui.

Sirius stava per sbadigliare. Credeva peggio, in effetti.

-Ma tanto questa è una passione adolescenziale, vero? Sono sicuro che Alison si stancherà presto di te…- Disse tagliente l’uomo. Si passò una mano sulla barba, pensieroso.

Sirius sentì i muscoli tendersi.

–Ne è sicuro, Signore?- Domandò con finta calma.

Il signor Goldstein gli sorrise. –Non te la starai mica prendendo, no? Non credi che la mia Alison sia sprecata con un ragazzo come te? Spavaldo e superficiale?-.

-Temo che lei stia prendendo un granchio, signore-.

-Non credo proprio-.

Sirius si alzò. Sentiva il sangue ribollirgli nelle vene.

Perfetto, si era infervorato.

Si incamminò a passi decisi verso la cucina.

-Non sono venuto qui per lasciarmi insultare. Tutta questa situazione è una follia, e farmi giudicare da un uomo di mezz’età non è di certo la mia massima aspirazione!-.

Stava quasi parlando più a se stesso, ma con un tono di voce abbastanza alto da giungere fino al padre della sua ragazza.

-Come osi??- Domandò quello, oltraggiato, alzandosi anche lui dal suo trono.

Sirius entrò in cucina, prese Alison per un polso e la trascinò nuovamente nel salotto.

-Grazie per l’ospitalità e per la calorosa accoglienza. Non me ne frega assolutamente nulla di tutti i suoi discorsi pomposi del cazzo- disse, rivolto a Signor Goldstein.

Alison sbarrò appena gli occhi, non capendo.

-Credevo di trovare qualcosa di meglio di uno stupido purosangue che giudica solo in base al cognome…Invece vi trovo anche borioso, pieno di pregiudizi e che si crede così superiore da poter giudicare una persona dopo due ore di fasulla conversazione!-.

Sirius stava urlando tanto che Lionel sbucò dalla cucina, divertito.

Il Signor Goldstein era diventato paonazzo in volto e stava per parlare (o meglio…probabilmente stava per urlare), ma Sirius lo interruppe di nuovo.

-Non mi interessa quel che ha da dire…E se vuole solo cacciarmi di casa, non c’è problema: ce ne stiamo già andando!-

E detto questo, uscì dalla casa insieme ad Alison e si smaterializzò ad Hogsmeade prima che lei potesse proferire parola.

 

 

 

 

 

*****

Chiedo umilmente perdono per il ritardo spropositato!!

Mi sta venendo il blocco della scrittrice WAAAAAAH T____T

Spero di non bloccarmi più così a lungo.

Se dovesse succedere, mi prostro già ai vostri piedi, scusandomi in anticipo.

 

Ok, dopo il capitolo precedente, abbastanza forte ed introspettivo, vi lascio respirare un attimo con uno un po’ più leggero. Qui ci sono molti più dialoghi, ed il ritmo è veloce.

Ma già dal prossimo credo si tornerà a fare un po’ più introspettivo.

 

Bene e…Mi sono divertita un mondo a scrivere di Sirius in questo capitolo XD

Povero caro, capitato in una casa di Ravenclaw, non sapeva più da che parte girarsi!

Da notare che i nomi dei genitori di Alison sono pensati a posta…Mi spiego meglio:

Entrambi sono stati Ravenclaw e lei si chiama Sophia (da Sofia, sapere…) e lui si chiama Anthony (che sia il nonno di Anthony Goldstein, della stessa età di Harry? A me piace pensarlo…) Ulysses (da Ulisse, che tutti sanno che era un grande stratega).

 

Mmmm…si rivelerà uno stratega anche il padre di Alison?

Vi lascio con il dubbio per un po’ ^__^

Beh, che ne pensate?

 

 

Blue Krum: Grazie mille per aver lasciato il tuo passaggio. Sono contenta che tu l’abbia letta dall’inizio! Anche io sono curiosa di sapere come andrà a finire tra Sirius ed Alison XD

Oddio, si, so come finirà…Ma ho paura che ad un certo punto i personaggi si muovano da soli, fregandosene delle mie idee XD

Continua a leggere, mi raccomando ^__^

 

Kikka91: Ma tesoro, rimango sempre sbalordita dalla lunghezza delle tue recensioni O_O mi divertono un mondo XD

Cmq il tuo commento “Il nostro Eroe però è un po' troppo impulsivo e facile all'incazzatura, eh ù.ù”…Beh, lo ha dimostrato anche in questo capitolo a quanto pare, no? Ma il mio Sirius è aqnche un po’ così…Una maledetta testa calda!! Che amore *-* (deliroooo delirooo XD)

Questo credo sia il primo capitolo dopo un sacco di tempo in cui non compare il nostro Eroe James Potter alias La Leggenda Più Bella Di Hogwarts ed il Cercatore Più Dotato Da Secoli. L’ho lasciato un po’ riposare, perchè ha faticato fin troppo nel capitolo precedente XD

James e Lily mi piacciono un sacco insieme, e non li lascerò stare per molto, anche loro alla fine dovranno mettersi insieme, no?

fatto una recensione forse non molto degna di questo capitolo toccante” Ma stai scherzando? Hai colto appieno il capitolo!

Si, quello di Remus voleva apposta essere un colpo di scena. D’altronde Remus e Lily li ho sempre visti bene insieme, ed anche James la pensa come me (^^”””), ed è per questo che è altamente geloso del Lupo Mannaro. Remus è quello più tormentato del gruppo, l’ho sempre visto così e così cerco sempre di ritrarlo. Mi dispiace un mondo per lui, però ç__ç

Da notare come Peter, per quanto mi riguarda, è una presenza alquanto indifferente XD

Schifosissimo ratto >__< (ok, scusa…piccolo sfogo…delirooooo XD)

E comunque…quanto ci metti a postare un altro capitolo della tua fic? ç__ç (io dovrei solo che stare zitta XD)

 

Loryherm:Tesoro mio, tu hai davvero talento! Una delle poche quasi perfette del sito! Certo ognuno ha i suoi difetti, ma tu sei proprio fantastica!” Ma lo sai che mi hai fatto piangere? ç__ç dico sul serio…Ti ringrazio infinitamente…Non sai quanto piacere mi hai dato.

Cmq l’inizio della fine non è ancora arrivato, ci vogliono ancora un po’ di capitoli e di colpi di scena…Ma non manca poi molto (almeno credo XD).

La battuta “cosa facciamo stasera?” “quello che facciamo tutte le sere: tentare di conquistare il mondo” devo ammettere che non è mia.

È di quei due topini, che non mi ricordo come si chiamano…Quelli bianchi che di notte fuggivano e tentavano sempre piani assurdi per conquistare il mondo (sto parlando di un cartone animato, non sono del tutto impazzita XD), non l’hai mai visto?

Però in bocca a James era perfetta XD

Non ho resistito a far fare a James la parte dell’eroe vera e propria. Secondo me ci voleva un qualcosa del genere per far avvicinare James e Lily…Quindi…Chissà come si evolverà adesso tra loro due!? (io lo sooo, io lo sooo…hihihi ^---^)

Ah…approposito…Mi hai per caso contattato?

Eh…Doppio Ah! Ho visto adesso le tue fic O_o dovrò mettermi a leggerle!! Appena ho tempo o_O

 

PiccolaBlack: ^__^ ti ho scioccata? Beh, era questo l’intento!! Quella scena ho cercato di farla con più suspance possibile apposta…

Cmq i tuoi commenti mi fanno sempre sganasciare dal ridere XD

Chiedo di nuovo perdono per averci messo una settimana ad aggiornare T__T dispiace anche a me.

Non sapevo che tu e Lory foste cugine…^^” potete anche non parlare di me, che io mi imbarazzo.

Grazie mille per avermi fatto pubblicità ^____^

Segreti Celati, Segreti Celati…MIO DIO! Sono 17 capitoli O_O

Ok…Mi metterò a leggerli tutti…Non so quanto ci metterò O__o

Quando ho finito giuro che commento!! Giuro!!!

 

 

Beh, a presto miei adorabili lettori ^__^

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** Preparativi per una Riunione ***


A Lily piaceva alzarsi presto, durante i giorni festivi

Capitolo 13.

 

Preparativi Per Una Riunione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A

 

 Lily piaceva alzarsi presto, durante i giorni festivi.

Le piaceva assaporare appieno il silenzio, mentre tutti erano ancora addormentati.

La rilassava, la concentrava e le faceva cominciare la giornata con il buon umore.

Quel martedì mattina aveva uno scopo in più.

Meno rumorosamente possibile, per non spezzare quel silenzio che così tanto le piaceva, uscì dal castello per dirigersi vicino al lago. Sapeva che lì, sotto lo stesso grande albero di sempre, avrebbe trovato Remus.

Doveva parlargli.

Da dopo l’accaduto di due notti prima, Remus la stava evitando, rintanandosi in un silenzio ed in una solitudine ancora maggiori del normale.

E Lily odiava quella situazione.

Si avvicinò con passo sicuro e deciso, cominciando a scorgere la figura del ragazzo.

Quando la sentì avvicinarsi e si voltò a guardarla, Remus sembrò impallidire. Chiuse il libro che teneva tra le mani, e le cercò di sorridere con il suo sorriso garbato ed invulnerabile.

-Ero sicura di trovarti qui…- Soffiò lei, a voce bassa. Non ce n’era realmente bisogno, ma non voleva danneggiare quella quiete surreale.

Si sedette vicino a lui e l’erba scricchiolò dolcemente sotto il suo peso.

Remus stirò maggiormente le labbra in un sorriso, abbassando appena lo sguardo. –Mi conosci, Lily…- Cantilenò, quasi soddisfatto.

-Remus, non mi piace che tu mi eviti…- Disse lei, di colpo.

Era brava a girare attorno agli argomenti, ma era una cosa che non le era mai piaciuta. Preferiva essere schietta.

Come le aveva insegnato la sua mamma Babbana, un cerotto va tolto con un unico strappo, tentennare non fa che aumentare il dolore.

Remus ridacchiò appena, poggiando la testa contro il tronco dell’albero.

-Sempre sincera, noto con piacere…-.

-Stai continuando ad evitare l’argomento- lo ribeccò Lily, continuando a fissarlo.

Remus rise di nuovo, poi si voltò per ricambiare lo sguardo. Il Gryffindor aveva gli occhi stanchi e pieni di tormento. Lily vi lesse un affetto che lei non avrebbe mai voluto notare, ed abbassò il proprio sguardo.

-Sei stata troppo abituata a guardare ciò che ti circondava, da piccola…- Disse dolcemente lui. Sembrava stesse parlando con una cosa delicata.

Lily non rialzò lo sguardo, ma sentì la curiosità farsi largo.

-Cosa intendi dire?-

-Che capisci fin troppo, delle persone. E questo perché sei sempre stata abituata ad osservare ed a rendere tuo tutto ciò che percepivi…-.

Lily rimase interdetta per un attimo, poi sorrise maliziosamente, come soddisfatta. –E tu come fai a saperlo?- domandò, scoperta.

-Perché anche io sono così, Lily- mormorò lentamente Remus, continuando a guardare attentamente ogni gesto di lei.

Lily si sentì in imbarazzo.

-Stai comunque evitando l’argomento…- cercò di virare lei.

Remus sospirò. –Non posso scappare ancora, vero?- Domandò divertito.

Lily non si prese nemmeno la briga di rispondere.

-Stavo per ucciderti, Lily-

-Credi che non lo sappia?-

-E perché cerchi ancora la mia vicinanza?-

-Perché quello non eri tu…- disse lei con semplicità, cogliendo una margherita.

Remus strinse i pugni. –Si che ero io! È questo il punto! Diamine!!- disse, scocciato, passandosi una mano sul volto.

Sospirò sconfortato.

Lily rimase in silenzio per un lungo momento, cercando le parole più adatte. –Volevo dire che…Non eri cosciente…Tu non mi avresti mai fatto del male…- Mormorò, evitando sempre e comunque il suo sguardo.

-Non cambia i fatti…Mi sento in colpa, Lily…Io sono un mostro!- Esclamò lui.

Lily alzò lo sguardo di colpo. Non sapeva bene se innervosirsi o intenerirsi.

Allungò una mano, poggiandogli le dita a lato di un occhio. Lui sussultò al tocco, guardandola con confusione.

-Remus…Sei già abbastanza tormentato anche senza avere sensi di colpa su di me- disse Lily, sorridendo dolcemente.

Remus rimase in silenzio, guardandola con gli occhi scuri. Era così pieno di tristezza e di affetto, che Lily non era sicura di riuscire a reggere ancora a lungo lo sguardo. Sperò che lui facesse qualcosa.

Ma quando vide nei suoi occhi farsi largo una decisione, Lily tolse la mano di colpo, come scottata.

-Lily io…-

-Ti prego, Remus…Non rendermi le cose difficili…- supplicò a mezza voce lei, abbassando lo sguardo.

E così, lei aveva sempre visto giusto, nonostante non ci avesse mai creduto sul serio.

Remus sospirò, poi guardò il libro che aveva tra le mani. –Studiavo Trasfigurazione…Continuiamo insieme?- Domandò.

Lily trattenne un sospiro di sollievo. Scrollò i capelli fulvi e sorrise.

–Certo, perché no?-.

 

-E lei cosa ha detto?-

-Questa è la parte più bella…Lei ha riso!-

-Ha riso??-

-Si, ha riso fino a farsi venire le lacrime agli occhi!-.

Sirius e James erano tranquillamente appoggiati al muro della Sala Grande. Non avevano la minima idea di andare al loro tavolo a fare colazione, visto che Pix aveva deciso di colpire chiunque avesse a tiro con uova sode ed aringhe affumicate.

Loro dovevano ancora finire di parlare di cose serie.

-E davvero non ha detto niente?- Domandò nuovamente James. Guardò divertito una Gryffindor del primo anno talmente audace da tentare di lanciare contro Pix l’intera caraffa di succo di Zucca.

Ora c’era Succo di Zucca e cocci di vetro ovunque.

-Beh…Veramente ha detto qualcosa del tipo “sei proprio un Gryffindor”…-

-Sei veramente fortunato, Felpato-.

Sirius indicò la folla con un cenno del capo, incrociando le braccia al petto. –Che dici, ci buttiamo nella mischia?- Chiese.

James si portò le mani dietro lo testa, pensandoci un attimo. –Nooo! Mi sporcherei i capelli…- Proferì, con fare annoiato.

Vi fu un momento di silenzio.

Silenzio tra di loro, non nella Sala.

-E con la Evans?- Domandò Sirius, alla sprovvista.

La Gryffindor che prima era stata così audace, adesso era la mira favorita del poltergaist, come ci si aspettava. Ormai aveva addosso rimasugli di qualsiasi cibo presente sulla tavolata.

-La Evans fa di tutto per non rimanere da sola con me…-

-Si comporta come Lunastorta…-

-Non ricordarmelo ogni volta, Felpato!- Esclamò infervorato James. Batté con rabbia un pugno contro il muro.

-Scusa James…Ma tanto ormai Lily è tua…-

-Non parlare solo per confortarmi…Non serve…-

-Ramoso, ma che stai dicendo? Domenica notte non si staccava più da te!-

-Ma era sconvolta!-

-Si, ed in un momento in cui cercava conforto, si è appoggiata a te…-

-Dici che è così?-

-Secondo me si…Ma poi le donne sono un mondo a parte…-

-Già…Chi le capisce è bravo…E pensare che io me la dovrò sposare, la Evans!- Disse James, sconfortato, come se quello fosse un destino a cui non poteva opporsi.

Sirius rise di gusto. –Dio me ne scampi dal matrimonio!- Rispose il moro.

James lo guardò di sottecchi. –Non me la dai a bere, Sirius…Dopo il tuo discorso con il padre della tua ragazza, credo che tu qualche pensiero sul matrimonio te lo stia facendo…-.

Sirius si voltò a guardare James spalancando gli occhi.

Non era bello quando gli si leggeva nella mente.

Ora non sapeva più che pesci pigliare.

Per fortuna Pix lo salvò in extremis, decidendo che era ora di coinvolgerli nella baraonda.

James si ritrovò con una torta in faccia.

-Maledetto schifosissimo Poltergaist!!- Urlò James, tirando fuori la bacchetta.

Sirius rise di gusto.

Rimase un attimo a guardare James inveire contro Pix, schivando abilmente tutto ciò che gli lanciava.

Forse era arrivata l’ora di parlare a tutti di quella lettera che teneva ancora sotto il cuscino.

 

-Sorella, con quel sorriso divertito in volto sembri la mamma…- Disse con affetto Lionel, guardandola coccolare il gatto.

Seduti sul tappeto davanti al fuoco, i due gemelli stavano facendo un veloce ripasso di Erbologia prima di scendere a colazione.

-Non posso farne a meno, Lionel…- rispose lei, continuando a sorridere maliziosamente.

Continuava a ripensare a Sirius, rosso in volto, che urlava contro suo padre.

-Stai pensando a quanto sia semplice adescare un Gryffindor?- Domandò Lionel.

-Esattamente-

-Spiegherai tutto a Sirius?-

-Non lo so…Credo che lo terrò sulle spine ancora un po’…- mormorò lei con fare pensieroso. Poi si mise a ridere, divertita.

Suo padre non cambiava mai.

-Vedo che Sirius ha sorpreso anche te…- disse divertita, guardando il fratello con la coda dell’occhio.

Lionel fece una smorfia. –Ammetto che ha coraggio da vendere…- rispose, senza sbilanciarsi.

Alison sorrise maggiormente, felice e divertita.

Una ragazzina entrò adorante nella Sala Comune, con i capelli sporchi di una qualche sostanza strana. Sospirò profondamente, sprofondando in una sedia.

-Ci sono James Potter e Sirius Black, nella Sala Grande, che stanno inscenando una guerra di cibo…Sono così belli, sporchi di torta!- Spiegò ad una sua compagna che la guardava incuriosita.

Alison scoppiò a ridere, alzandosi.

-Vado a prendere il mio Eroe che torna dalla guerra della colazione!- Disse al fratello, uscendo divertita.

Fece la strada con il sorriso sulle labbra, affacciandosi poi nella Sala Grande.

 

-Coraggio, miei prodi! Abbattiamo il nemico!- Urlò tonante James Potter, in piedi con un piede appoggiato alla tavolata. A capotavola, con la bacchetta tesa ed i capelli sporchi di cibo, aveva alle spalle una mezza dozzina di Gryffindor.

Sirius, dall’altro capo della tavola, in piedi sulla panca, lo guardò beffardo. Anche lui aveva il suo esercito personale di Gryffindor. –Non ci lasceremo sconfiggere!! Arcieri, attaccate!!- Esclamò Sirius, gonfiando il petto.

Un paio di Gryffindor lanciarono dei pasticcini cercando di colpire Potter.

Ma un incantesimo scudo, lanciato da una ragazzina al fianco di James, fece fallire l’attacco. –Credevate che i miei druidi non fossero abili in incantesimi curativi??- Domandò beffardo il cercatore, sorridendo smagliante alla ragazzina.

Poi si tese di nuovo verso la tavolata. –Coraggio, cavalieri!! All’assalto!!-.

Non appena James diede il comando, anche Sirius fece un cenno ampio con il braccio. Entrambi gli eserciti tirarono fuori le proprie bacchette e tutto il cibo rimanente nella tavolata prese il volo magicamente.

-Potter!! Black!! Cosa state facendo?-

Ma la voce vibrante della McGranitt fece immobilizzare la Sala.

Sembrava alquanto esterrefatta della scena.

-Settanta punti in meno a Gryffindor!!- Urlò la professoressa, muovendo una mano sopra la testa.

James si tolse un’aringa dalla testa, sembrava schifato dalla condizione dei suoi capelli. Sirius scese dalla panca.

–Professoressa, ha cominciato Pix- disse con tono orgoglioso.

La McGranitt si guardò attorno, e vide Pix inseguire un Gufo che volava poco sotto il soffitto stregato. La donna sembrò vibrare.

-Pix insegue un gufo…- Mormorò lei lentamente. Sembrava trattenere l’esplosione di rabbia.

-Ma è colpa sua se abbiamo cominciato! Mi ha lanciato una torta in faccia!- si lamentò James.

La McGranitt fremette.

-questa Sala è diventata un porcile!- Berciò la donna, le guance che si imporporarono indignate.

Seguì un silenzio, in cui tutti si guardarono attorno appurando le condizioni disastrose della Sala.

-Uscite tutti di qui! Tutti! Tranne Black e Potter!- Urlò la McGranitt, muovendo velocemente la bacchetta. Tutti i Gryffindor, tranne i due Eroi, tornarono lindi.

Velocemente, gli alunni si affrettarono ad uscire dalla Sala, sospirando di sollievo.

Alison scosse la testa, ancora sulla soglia dell’ingresso.

-Per quale assurdo motivo siete sempre in mezzo?- Chiese inviperita la professoressa.

-Ma perché siamo gli Eroi, Professoressa!- Disse euforico James. Sirius rise.

La McGranitt fremette nuovamente.

-Allora fate una missione Eroica: pulite questo schifo senza l’ausilio della magia!- Disse la donna, abbracciando con un braccio tutta la Sala.

-Cosa?? Ma non è tutta colpa nostra!!- Urlò James, indignato.

La McGranitt lo fulminò con lo sguardo. –Lo so benissimo, Potter. Ma siete voi ad aver istigato questo finimondo, come sempre! Ed è ora che vi diate una calmata!-.

Sirius sbuffò, voltandosi ed incontrando gli occhi blu di Alison.

La Ravenclaw guardò Sirius, sporco di cibo fino alla punta dei capelli, e cominciò a ridere.

I Gryffindor, quel giorno, avevano perso la Guerra.

 

-Jamie…Ascoltami…Stasera vorrei parlarvi- Disse Sirius, sgranchendosi la schiena.

Avevano passato gran parte della giornata a pulire, e per le ore restanti si erano buttati nei loro letti cercando di recuperare qualche ora di sonno.

-Perché non farlo adesso? Vado a chiamare Lunastorta e Codaliscia…- Rispose James, sbadigliando.

Sirius scosse la testa. –No, non voglio che nessuno senta, e voglio che ci sia anche Alison…- disse. Parlare con tutti in un’unica volta gli faceva risparmiare un sacco di tempo.

-Va bene, non c’è problema-.

-Mi serve il mantello dell’invisibilità- disse tutto d’un fiato Sirius.

James inarcò un sopracciglio. –E per cosa?-.

-Vorrei parlarvi qui…E vorrei dormire con Alison- Rispose il Gryffindor, distogliendo lo sguardo dall’amico.

James saltò sul letto. –Ma stai scherzando?? Ed io, Remus e Peter dove andiamo a dormire???- Chiese, esterrefatto.

Sirius si alzò di scatto. Era lievemente rosso in viso. –Non pensare male, Jamie! Voglio solo dormirci!! Ma per farla arrivare qui dentro, mi serve il tuo mantello dell’invisibilità…-.

James sospirò profondamente. –Non farmi prendere di queste paure, Felpato…Va bene…Ti darò il mantello-.

Sirius si illuminò in volto. –Va bene, questo è il piano- trasse un profondo respiro, e cominciò a spiegare.

 

Remus era tornato dalla ronda dei Caposcuola, quando Sirius uscì di corsa, con la Mappa del Malandrino ed il mantello dell’invisibilità sotto al braccio, per andare a prendere Alison nella sua Sala Comune.

James sbadigliò forte e, dopo un paio di minuti, uscì anche lui dal ritratto per seguire il piano.

La sua fervida mente aveva già capito che Sirius, quella sera, voleva parlare di quella lettera e di quel colloquio con Silente.

Si scrollò forte i capelli. Con suo stupore, vide la sua Lily Evans venirgli in contro per il corridoio.

Probabilmente si era attardata con qualche sua amica Prefetto.

James sorrise dolcemente, come ogni volta che la vedeva da dopo quella maledetta nottataccia. Ogni volta che guardava quegli occhi verdi, se li ricordava disperati e pieni di lacrime che cercavano il suo appoggio.

Lily lo vide e sussultò, stranamente arrossendo.

Ma riuscì a riscuotersi subito. –Cosa fai in giro, Potter? Se non torni in Sala Comune, dovrò darti una punizione…- Disse, cercando di avere un tono deciso.

James aumentò il sorriso, e lei rimase spiazzata.

-Buonasera Lily…Chiedo perdono, ma sono in missione, non posso tornare dentro…- Disse cantilenante, avvicinandosi a lei gioioso.

Lily sembrò aver quasi la tentazione di indietreggiare. –Cosa state combinando?- domandò.

James continuò a sorridere, ma non rispose.

Allungò una mano verso di lei, che si ritrasse appena. James la guardò profondamente, e lei sembrò rimanerne colpita.

Lo perforò con i suoi occhi luminosi, ed il Cercatore si sentì mancare per un attimo. Allungò nuovamente la mano, e le accarezzò la guancia lentamente.

Vide il volto di Lily arrossire, piano piano, e gli occhi farsi lucidi.

-Sono contento che non ti sia successo nulla…- Mormorò lui in un soffio, calandosi appena verso di lei.

Gli occhi della Evans sembrarono inumidirsi. Sembrò perdere il controllo per un attimo.

-Jamie…- pigolò di risposta, dolcemente e disperatamente. Sembrava stesse lottando per non affondare il volto nel petto di lui.

Lui ridacchiò appena, intenerito.

-Il mio piccolo giglio con le spine…-

 

Alison era in pigiama, sbadigliando rumorosamente, quando Sirius imboccò il corridoio per la sua Sala Comune. Lo guardò incuriosita.

-Ali, svelta, infilati qua sotto!- Disse Sirius, senza tanti preamboli, tirando fuori il mantello di James.

Alison sentì i propri occhi spalancarsi.

-Un mantello dell’invisibilità!! Non ne avevo mai visto uno!!- Esclamò sorpresa, cominciando a toccare il mantello, incuriosita.

Vide Sirius sorridere di tenerezza per un attimo, ma tornò subito serio.

-Dai Ali!! Non abbiamo tempo! Infilati qua sotto, è l’unico modo!- Disse sbrigativo. Consultava uno strano foglio di pergamena che aveva tra le mani. Ad Alison sembrò di vedere dei puntini muoversi, su quel foglio.

Inarcò un sopracciglio biondo.

-Cos’è?- Domandò, tendendo il collo verso la Mappa.

Sirius sospirò. –Ma non riesci a frenare un po’ la tua curiosità?- Domandò divertito.

Alison arrossì vistosamente, distogliendo subito lo sguardo dalla mappa.

-Perché devo indossare il mantello? Che vuoi fare?- Domandò, virando abilmente discorso.

Sirius si passò una mano sul volto. –Voglio portarti nel mio dormitorio…- Disse senza tanti giri di parole.

Alison si voltò di scatto, spalancando gli occhi.

Cosa??????

-Nel tuo dormitorio??- Domandò, arrossendo improvvisamente.

Sirius si fermò un secondo, ed anche il suo viso si colorì appena. Poi scoppiò a ridere. Alison non seppe se esserne rincuorata.

Aveva il cuore in petto che non decideva a calmarsi.

Probabilmente aveva un’espressione stravolta.

Sirius si chinò appena su di lei, portandogli una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Si era fatto improvvisamente serio, con gli occhi insondabili ed un ghigno dipinto in volto.

-Cosa c’è, non hai mai dormito con qualcuno?- Domandò con voce morbida.

Alison sentì tutto il suo corpo accaldarsi improvvisamente.

-Sirius!!!- Esclamò, quasi scandalizzata, allontanandolo appena da se.

Sirius scoppiò a ridere di nuovo.

Si stava prendendo gioco di lei.

Alison mise un finto broncio, per nascondere l’effettivo imbarazzo.

-Non stasera, Ali…- Disse sempre divertito il Gryffindor.

Alison sentì il rossore continuare a diffondersi, ma la curiosità aveva comunque il sopravvento. Ma continuò ad evitare di guardarlo.

-“Non stasera” cosa?- domandò.

In realtà non era sicura di voler sapere la risposta.

Sirius rise di nuovo, sembrava trovare la cosa alquanto esilarante.

Beato lui!

-Non faremo stasera quello che hai immaginato…Ho altri piani!- disse.

Alison sospirò di sollievo impercettibilmente. Si rivolse di nuovo verso di lui.

-Che piani?- Chiese dubbiosa.

Sirius stavolta sembrò incupirsi per un attimo.

Era impressionante come cambiava rapidamente stato d’animo.

-Devo parlarti…E devo parlare anche ai ragazzi…Quindi pensavo di fare tutto in una volta…E così ho anche pensato di invitarti a dormire con me…-.

Sottolineò accuratamente la parola “dormire”, divertito, per non creare altri fraintendimenti.

Alison si sentì arrossire lo stesso.

Sapeva già che quella notte non avrebbe chiuso occhio, se le cose stavano così. Ma d’altronde, non voleva lasciarsi scappare l’opportunità di dormire con Sirius.

Sarebbe stato dolcissimo.

Con un sorriso dipinto in volto, Alison prese il mantello buttandoselo sulle spalle. –Forza allora, andiamo!- Disse tornata gioviale.

 

James era così vicino al volto di Lily da poterle contare le lentiggini.

Lo avrebbe fermato anche questa volta?

Sperò ardentemente di no.

Aveva Lily ad un soffio, non sapeva se avesse potuto subire lo smacco di lasciarsela sfuggire di nuovo.

La ragazza dal canto suo sembrava parecchio combattuta. Prima ricambiava il suo sguardo, poi gli occhi le cadevano immancabilmente sulle sue labbra.

James si avvicinò ancora.

Poteva sentire il suo profumo dolce, e l’odore della sua pelle.

Stare così vicino alla Evans gli causava le vertigini.

Poi lei…Chiuse gli occhi.

James sentì le campane suonargli alle spalle, con tanto di marcia trionfale.

Anzi, di marcia nuziale.

Era rimasto così scioccato che per un attimo non fece nulla.

Sentiva il bisogno di scrollarsi fortemente i capelli.

Ma quello non era decisamente il momento.

Le sfiorò le labbra, sentendola sussultare impercettibilmente quando…

Si sentirono dei passi.

Incanto Finito.

Lily sbarrò improvvisamente gli occhi, scacciando repentinamente James lontano da se.

James aveva voglia di uccidere chiunque si stesse avvicinando.

Peccato che si rese conto subito dopo che fosse la sua amabile spalla destra Sirius Black.

Arrivato giusto in tempo per sbagliare entrata.

Forse se ne rese conto anche lui perché dopo un secondo di ilarità, Sirius gli rivolse un esplicito sguardo pieno di rammarico.

James aveva una gran voglia di piangere. Non fosse stato un Eroe, forse avrebbe anche preso in considerazione l’idea.

-Scusami se ti ho fatto aspettare, Jamie…Ma vedo che eri in buona compagnia…Forse dovevo arrivare un po’ più tardi…- Esclamò gioviale Sirius, senza riuscire a risparmiarsi la frecciatina.

James incrociò le braccia al petto, decisamente infastidito. –Si, infatti!-.

Sirius si avvicinò, ridendo di gusto, mentre vedeva Lily arrossire.

 

Sirius le passò vicino, e Lily sentì qualcosa di strano.

Un fruscio…

Come di un mantello.

Seguito da uno spostamento di aria che non poteva essere causato da Sirius.

Senza rendersene conto, la rossa aveva sporto la mano e le era sembrato…

…Di sfiorare qualcosa?!

Lily si corrucciò appena, guardando la schiena di Sirius. C’era qualcosa di strano.

Solo in un secondo momento notò una parte del maglione leggermente tirata. Come se qualcuno…

Fosse aggrappato a lui.

Lily Evans era sempre stata brava ad osservare ed a fare due più due.

-Dove vuoi portare Alison?- Domandò senza nemmeno rendersene conto.

Le sue parole ebbero l’effetto di appesantire l’aria.

Notò un guizzo di stupore negli occhi di James, prima che lui riuscisse a coprirlo. Sirius si voltò un secondo dopo.

Quei due non erano mai stati bravi a raccontare bugie.

Ad omettere, si. A girare le cose come meglio preferivano, anche.

Ma a mentire, no.

-Cosa diamine vai farneticando, Evans?- Domandò Sirius, scrollando le spalle. Si, era teso.

Lily sorrise, vittoriosa, facendo qualche passo verso Sirius. Vide distintamente la presa sul maglione di Sirius allentarsi fino a scomparire.

Alison era scaltra.

-Smettetela…Non siete bravi a mentire…C’è Alison sotto il mantello dell’invisibilità…- Disse tranquillamente Lily.

James fece qualche passo verso di lei, avvicinandosi a Sirius, ma andò a cozzare contro qualcosa.

Qualcosa di invisibile.

Lily sorrise ancora più vittoriosa. Sirius sospirò, sconfortato. –James, sei un idiota!-.

James avvampò, scaldandosi. –Senti, Felpato, io poco fa stavo quasi per baciare la Evans!! Credi che adesso possa anche avere la mente lucida?-.

Lily avvampò. Alison, sotto al mantello, non riuscì a trattenere una risata.

-La commedia è finita…Non so che intenzione abbia Sirius, ma non vi permetterò di farla entrare nella nostra Sala Comune…Se veniamo scoperti la McGranitt ci espelle!!- disse truce Lily.

James si passò una mano sui capelli. –Che facciamo, Sirius?- domandò.

Sirius sospirò ancora, sconfortato.

-Caricatela di peso, James…Vorrà dire che anche lei ascolterà ciò che ho da dire!-.

Il cercatore non se lo fece ripetere due volte.

 

 

 

 

*****

Sono in ritardo di nuovo…E va beh…

È la vita… (vorrei dirlo in francese, ma sicuramente farei una castroneria).

Allora…

James mi sta decisamente prendendo la mano O__O

Ormai quel ragazzo si muove davvero da solo…Mi fa paura! È sfuggito al mio controllo!! Ma da lui dovevo aspettarmelo…

(deliro O__o)

 

Bene…direi che siamo un po’ alla resa dei conti…Che dite?

 

Grazie mille alle quelle due adorabili cugine che continuano a leggere la mia fic, e che sopportano i miei ritardi

(e che, vorrei aggiungere, mi hanno spaccato un timpano :P)

 

PiccolaBlack: XD calma i tuoi bollenti spiriti!! Mmm…Forse il padre di Alison ha qualcosa in mente, non credi?

Come vedi, i due piccioncini non hanno litigato, anzi…Lei è scoppiata a ridere XD

 

Loryherm: e il migol..e il milgnol col il prof prof prof prof…’naaachio!! (AHAHAHAHAHAHAHA XD basta!!)

Lily e James…che dici? Non sono bellissimi???

Povero James…Gliela stò proprio facendo penare XD

 

 

 

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Capitolo 15
*** Nella Camera Dei Malandrini ***


Tutti i Gryffindor erano così abituati ai colpi di testa di James Potter che, quando lui entrò nella Sala Comune con Lily butta

Capitolo 14.

 

Nella Camera dei Malandrini.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

T

 

utti i Gryffindor erano così abituati ai colpi di testa di James Potter che, quando lui entrò nella Sala Comune con Lily buttata sulla sua spalla come un sacco di patate, nessuno ci fece molto caso.

Nemmeno le maledizioni di Lily, molto assortite, riuscirono a riscuotere il minimo interesse.

Alison ne rimase divertita. Fosse successa una cosa del genere nella sua Sala Comune, tutti si sarebbero affrettati ad informarsi sulla situazione, incuriositi.

Solo qualche ragazzina invidiosa lanciò qualche sguardo di traverso a Lily, mentre James cominciava a salire i gradini due a due, verso la sua stanza, canticchiando.

 

-Saltiamo i preamboli? Detesto girare in tondo…- Mormorò Sirius, passando una mano sul volto. Era visibilmente a disagio.

Remus, seduto sul letto di fronte, socchiuse appena gli occhi.

La presenza di Lily nella propria stanza gli stringeva lievemente lo stomaco.

Si mise a studiare attentamente la strana scena in cui era capitato.

C’era Peter, che guardava con occhi pieni di timore ed imbarazzo Alison e Lily, come se fosse la prima volta che vedeva due esseri di genere femminile così da vicino. Guardava con invidia James e Sirius, così vicini alle ragazze, ed arrossiva di continuo.

C’era James, effervescente ed esaltato al massimo, che era riuscito a convincere Lily a rimanere seduta sul suo letto. Ora le lanciava occhiate piene di tronfio orgoglio come se stesse guardando un trofeo.

Lily, dal suo canto, si guardava intorno come se fosse un animale braccato. I grandi occhi verdi che incontravano spesso quelli di Remus, come a cercare un qualche conforto in mezzo a quella situazione che per lei non aveva senso.

Alison, accanto a Sirius, era contemporaneamente intimorita ed incuriosita. Si vedeva che stava attentamente studiando ogni singolo particolare di quella stanza. Si soffermava con lo sguardo sul comodino di Sirius, sul suo baule, su qualche suo vestito buttato alla rinfusa. Teneva stretta la mano di Sirius, ed ogni tanto lo guardava con gli occhi preoccupati, anche lei notando il disagio del ragazzo.

E c’era Sirius. Sirius preoccupato ed a disagio, forse confuso. Incontrava brevemente lo sguardo di Alison, a volte, ma non guardava nessun’altro negli occhi.

Sembrava si fosse effettivamente alla resa dei conti.

-Beh, insomma…Un po’ di tempo fa ho ricevuto una lettera…- mormorò Sirius, interrompendo i pensieri di Remus.

Si sporse indietro per prendere quella fatidica lettera da sotto il cuscino, cominciando a rigirarsela tra le mani.

-Beh…è di mia madre. Mi informa che…Beh…-

Sirius sospirò a fondo. Alison gli strinse la mano maggiormente.

-Mio Zio Alphard, l’unico parente che mi abbia mai appoggiato…Lui è gravemente malato…-.

Il silenzio fu totale e glaciale. Anche chi non aveva mai sentito parlare di Zio Alphard (cioè Lily, Alison e Peter) capirono immediatamente che quello, per Sirius, non era soltanto il parente che ti dà qualche Galeone di mancia quando lo si va a trovare durante le feste comandate.

Tutti percepirono, senza difficoltà, quanto Zio Alphard fosse stato, per Sirius, l’unica boccata d’aria fresca in un’intera casata contro di lui.

Alison, l’unica che ebbe il coraggio di rompere il silenzio, mormorò qualcosa senza senso, che suonò molto come una domanda.

Voleva chiedere come si sentiva Sirius?

O da quanto lo sapeva?

O che cosa aveva Alphard?

O tutte queste cose contemporaneamente?

Sirius le sorrise intenerito. Come se fosse lui a dover rincuorare lei.

-è già tanto che mia madre mi abbia mandato questa lettera…Non mi ha specificato cos’ha mio Zio. Alphard è vecchio, e non l’ho mai visto completamente sano…Un po’ c’era da aspettarselo…-.

Ma nessuno se l’era effettivamente aspettato.

Remus socchiuse di nuovo gli occhi. Sentì il bisogno di cambiare posizione, e non lo fece solo per non rompere di nuovo il silenzio.

James si mosse nel suo letto.

-Ed il colloquio con Silente?- Domandò il cercatore. Forse lui non aveva la stessa sensibilità spiccata di Remus.

Lily, infatti, gli lanciò un’occhiataccia, scandalizzata dalla poca delicatezza.

Sirius riuscì addirittura a sogghignare divertito.

-Da quel che sembra, mio Zio ha già trascritto le sue volontà. Ha detto che voleva che Silente le leggesse, e che lui avrebbe saputo cosa fare…-

Sirius sospirò impercettibilmente.

-Beh, sembrerebbe che mio Zio voglia lasciarmi tutti i suoi averi in eredità…- Disse, sorridendo di commozione.

Poi fu di nuovo il silenzio.

Nessuno sapeva bene cosa fare, in realtà.

Fu, ovviamente, James a togliere dall’imbarazzo.

-Ma quindi…Vuol dire che quest’estate non verrai a stare da me?- Domandò, spalancando gli occhi.

Sembrava un bambino sperduto, al quale dicevano che suo fratello sarebbe andato via di casa. Tutti sembrarono sorridere inteneriti.

Forse Peter no. Lui era arrossito vistosamente, calando il volto, dopo aver visto il lieve sorriso di Lily.

Forse nemmeno Sirius.

Anzi, decisamente Sirius non stava sorridendo. Si stava arrabbiando.

 

Alison capì subito cosa stava succedendo.

Lo capì soltanto dalla stretta di Sirius, che si fece dolorosamente forte.

Poi il moro si alzò di scatto, accaldato. –James! Ti sto dicendo che mio Zio sta morendo e l’unica cosa di cui ti preoccupi è di dove diamine abiterò quest’estate?- Chiese Sirius, il tono della voce pericolosamente alto.

Peter sussultò, Remus scosse il capo, Lily sbuffò alzando gli occhi al soffitto.

James spalancò lentamente gli occhi. Probabilmente non colse appieno ciò che aveva detto Sirius, o il perché lo aveva detto, ma si infervorò prontamente in ugual misura.

Si alzò anche lui, fronteggiando l’amico.

-Credi che tutto giri intorno a te, Sirius?- Domandò James, cercando quella che gli sembrava l’uscita più appropriata.

E sbagliando di grosso.

Alison quasi sorrise di tenerezza.

-No Jamie, per quello basti ed avanzi tu!-

-Mi stai dando dell’egocentrico?- Domandò James. Sembrava offeso nel profondo.

-Certo James!- Sbottò Sirius, spalancando le braccia.

James si avventò su Sirius e lo spinse con poca convinzione. Sirius prese il braccio di James e gli diede uno scossone.

Alison inarcò un sopracciglio. Non capiva cosa stessero facendo, e non sapeva se preoccupasi ed intervenire.

Cercò lo sguardo di Remus e, trovandolo placido, tornò più serenamente a studiare la strana lite di James e Sirius.

-Sei uno stupido egocentrico, Potter! L’unica cosa che riesci a fare è scompigliarti quei maledettissimi capelli!-

L’esclamazione di Sirius venne accolta da vigorosi cenni di assenso da parte della Evans.

James non sapeva cosa ribattere, rosso in volto per lo sdegno ed il finto sforzo.

-E tu sei un insulso purosangue rinnegato! Se non ti avessi dato un posto in cui dormire saresti finito per strada!-

Alison spalancò gli occhi inorridendo.

Qui si stava decisamente esagerando. Pensò di alzarsi e bloccarli, ma non fece tempo nemmeno ad issarsi dal letto che Remus era già in mezzo a loro.

I due ragazzi si divisero, assumendo entrambi un espressione scocciata, incrociando le braccia al petto evitando lo sguardo dell’altro.

 

Remus sospirò profondamente, guardando prima James, poi Sirius.

Atto Primo.

-Mi dite cosa diamine vi è preso?-

Peter squittì terrorizzato dal suo letto.

-“cosa diamine vi è preso”? Non ti sei accorto di nulla?- Domandò James con fare teatrale.

Sirius scosse il capo, scandalizzato da Remus.

Come se tutto accadesse per la prima volta.

Remus scosse le spalle. –Vi infervorate così spesso che tendenzialmente non ci faccio più caso- spiegò con un sorriso pacato stampato in volto.

Sapeva di dare sui nervi, così.

Sirius mugugnò qualcosa di incomprensibile tra i denti, sempre più scandalizzato.

-Allora, si può sapere cos’è successo?- Domandò Lupin, con fare annoiato.

Secondo Atto.

Adesso James e Sirius avrebbero urlato contemporaneamente le loro motivazioni.

-Succede che sono due idioti dalla testa calda…Che non sanno fare una conversazione civile senza finire sull’orlo di una lite- interruppe tranquillamente la Evans, con il suo miglior tono velenoso.

Vi fu un pesante silenzio, mentre tutti si voltavano verso Lily.

James e Sirius avevano l’espressione persa di chi vede le proprie abitudini volatilizzarsi in una nuvola di fumo.

Remus inarcò un sopracciglio. Non aveva pensato che qualcuno potesse intromettersi.

-Puoi ripetere, Evans?- Sirius era stato il primo a riprendersi, aggredendo subito la rossa.

Lei rimase impassibile, ovviamente, scrutandosi con attenzione una ciocca di capelli. –Devo spiegartelo in modo più semplificato, Black? Siete entrambi incivili quanto un troll!-.

James inorridì, scuotendo vigorosamente la testa.

-Impossibile, tesoro. Noi siamo gli Eroi!!- Disse, con tono dolce. Sembrava stesse spiegando ad una bambina le regole fondamentali della vita.

Lily lo guardò inarcando un sopracciglio.

Alison ridacchiò.

Sirius si fermò un secondo, prima di scoppiare in una fragorosa risata canina.

-Sei un’idiota, Ramoso!- Disse affettuosamente, stringendo un braccio attorno al collo di Potter con fare fraterno.

-Si, ma pur sempre un Eroe…- Si intromise Alison, divertita.

Sirius rise più forte, James si esaltò maggiormente.

-Esatto Goldstein! Vedo che tu sei Ravenclaw per qualche cosa!!- Disse, stringendole vigorosamente la mano.

Avrebbero potuto vincere una medaglia solo per la rapidità in cui avevano cambiato totalmente umore.

 

Sirius sbuffò, disteso comodamente sul suo letto.

Si stava per inscenare un’altra litigata. Questa volta tra James e la Evans.

E lui non voleva averci assolutamente nulla a che fare, preferiva guardare svogliatamente Alison, che giocava a scacchi magici con Remus.

-Potter, io devo andare nel mio dormitorio!- Escamò Lily. Aveva un tono di voce così alto che sembrava stesse cercando di parlare con una persona a centinaia di metri di distanza.

Probabilmente James sarebbe diventato sordo, a furia di intestardirsi con lei.

-Se proprio devi, Lily, va pure…- Rispose controvoglia il Cercatore.

Lily rimase in silenzio un momento, poi arrossì di sdegno.

-Ma è tardi! Se mi vedono uscire dalla vostra stanza a quest’ora, chissà cosa penseranno!-

-E tu lascia che pensino!- James ora aveva un sorriso ebete dipinto in volto.

-Sei un’idiota, Potter!-

-Ma scusa, la soluzione è tanto semplice!-

-E quale sarebbe di grazia?- Chiese ironica Lily, incrociando le braccia al petto.

-Ma naturalmente puoi rimanere a dormire qui!- Esultò James, allargando le braccia. Il suo sorriso ora aveva qualcosa di incredulo ed estatico: sembrava avesse assistito ad un’apparizione divina.

Lily scosse violentemente il capo, spalancando gli occhi. Sembrava terrorizzata all’idea.

-Oh no…No, no, no…Non ci penso nemmeno! Non dormirò con te, Potter!-

James parve leggermente deluso, e la sua espressione diventò quella di un cucciolo bastonato. –Non importa, Lily. Ti cedo volentieri il mio letto…- Disse, con dolcezza.

La Evans arrossì leggermente e le parole sembrarono mancarle per un istante.

In quel momento di silenzio, Alison mosse il proprio cavallo, e poi si girò verso la rossa.

-Dai Lily…Non credo tu abbia molto di cui preoccuparti. Potresti fare uno strappo alla regola, per una volta. Ed io mi sentirei molto più tranquilla a non essere l’unica ragazza qui dentro…- Disse dolcemente la Ravenclaw.

Sirius sorrise tra se. Alison era meravigliosamente strategica.

Anche James sembrò pensare la stessa cosa, perché i suoi occhi si illuminarono di speranza.

Lily evitò accuratamente lo sguardo di James, sospirando appena di sconforto.

Masticò qualche imprecazione tra i denti, poi scosse la testa per sistemare i capelli.

-Va bene, Alison…Resterò per non lasciarti sola con i Malandrini- disse, come se stesse facendo un enorme opera caritatevole.

Sirius vide Alison sorridere vittoriosa sotto i baffi, e lui fu orgoglioso di avere una ragazza Ravenclaw.

 

Alison sospirò, serena, accoccolandosi meglio al corpo di Sirius.

Nonostante le tende tirate del letto a baldacchino, l’oscurità non era totale, e lei riusciva ad intravedere la figura del ragazzo con cui avrebbe dormito.

Prese una mano di Sirius tra le sue, e cominciò ad accarezzargli le dita, catturata.

Il profumo di Sirius la avvolgeva, ed era intorpidita dall’eccessivo calore.

Posò il palmo della mano grande di Sirius sul proprio, per constatare la differenza.

Il Gryffindor aveva il palmo talmente ampio, rispetto a quello di lei, che sembrava che la sua mano volesse avvolgerla.

-Che mani grandi che hai…- Bisbigliò appena lei, sfiorandogli le dita con le labbra.

Sirius si girò verso di lei, dandole un puffetto sulla guancia.

-è per toccarti meglio…- Rispose ironico, ingrossando appena la voce.

Alison ridacchiò.

-Potreste evitare di fare sdolcinatezze?- Domandò bruscamente una voce lamentosa dal pavimento.

Alison ridacchiò più forte. Sirius fece finta di sbuffare indispettito.

-Pensate a chi passerà la notte su un freddo pavimento, con soltanto la consolazione di un cuscino…- Si lamentò James, rigirandosi rumorosamente ai piedi del letto.

-Zitto e dormi, Potter. L’hai detto tu che mi lasciavi il letto!-

Come sempre Lily sapeva essere di una dolcezza disarmante.

Alison rise di nuovo.

-Dai piccola, adesso prova a dormire…- Sussurrò Sirius, baciandole affettuosamente la fronte.

Lei si strinse maggiormente a lui, con il cuore che le scoppiava nel petto.

-Non so se ci riuscirò, Sirius…-

Una voce lugubre si alzò nuovamente da pavimento.

-Nemmeno io so se riuscirò a dormire, Sirius…-.

 

 

 

 

 

*********************

Sono un disastro T_____T

Lo so…Vi ho fatto aspettare tantissimo!! Sono proprio deplorevole! (chissà se è la parola giusta…ma ho il cervello che non funziona @_@)

 

Posso provare a tiare fuori qualche scusa che può fare da attenuante?

Ho un orribile blocco dello scrittore (T___T sono disperata!!)

La scuola mi sta facendo uscire di testa! (T____T mio dio….)

 

Bene…adesso potete pensare alla tortura da sottopormi…

Tanto so che non mi ammazzerete…almeno non fino alla fine della Fic…

Curiosi, eh? Hihihihihi…

(Che bello avere il coltello dalla parte del manico *-*)

 

Cmq io-adoro-James…

Certo, Sirius è Sirius…Ma per fortuna che c’è James! O la mia Fic non sarebbe quella che è.

 

Bene…E qui si scoprì cosa era scritto nella lettera…

Ovviamente, il tutto non può finire qui, giusto?

Hihihihihihi…

 

Che ne dite?

 

Grazie a voi che avete recensito ç_ç (me commossa come sempre)

 

Blue Krum: Sono contenta che ti incuriosisca, ma mi dispiace da morire averti fatto aspettare tanto T__T

Spero che nonostante la mia incostanza, tu continui a leggere la mia Fic ed a provare interesse!

 

PiccolaBlack: eh no, tesoro…Nemmeno qui Lily e James combinano qualcosa ^--^ Ve la sto facendo sudare parecchioooo!!! Hihihihii

Mi scuso per il ritardo T___T

 

Kikka91:Una delle Lily/James e Sirius/nuovo personaggio più belle ch'io abbia mai letto.” Stavo piangendo ç___ç giuro!

“Ho compreso cosa il signor Goldstein e il resto della famiglia hanno combinato a Sirius . Penso una specia di... prova? Dopotutto tu stessa hai cercato di invogliare le nostre menti a ricercare il mistero. Ulysses, abile stratega...” …Chi vivrà vedrà ^___-

Comunque si, ti ho fatto penare XD

Adesso vedrò di non mancare più aggiornamenti…Lo spero…

Tanto io e te ci sentiamo…Quindi nessun problema!

Sono sempre commossa dalle tue recensioni ç__ç Grazie tesora ^*^

 

 

Bene…Scusate ma sono un po’ di fretta…

Devo andare a sbattere la testa nel libro di storia dell’arte >_>

Baci!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 16
*** Memorie. ***


memorie
Capitolo 15.

Memorie.












Sirius era in una stanza scura, dalle mura con i mattoni a vista e l’arredamento antico e massiccio.
Anche in quella casa, come nella sua, ogni minimo elemento aveva il simbolo dei Black.
Sentì di odiare quel posto.
Era ancora piccolo, talmente piccolo che superava di poco in altezza lo scrittoio vicino all’ingresso.
Ma qualcosa, in quella casa, la rendeva totalmente diversa da qualunque altra appartenente ad un suo familiare. Nonostante la tenera età, o forse proprio grazie a questa, aveva capito che l’atmosfera che li circondava aveva qualcosa di totalmente anomalo, rispetto a quello a cui era abituato.
Si respirava…Pace?
Serenità.
Quella casa era accogliente e, in quale modo, solare.
E poi vide quell’uomo.
Era altissimo. Tutti gli adulti gli sembravano altissimi, in quel periodo.
Ed aveva il classico comportamento regale e la bellezza affascinante dei Black, che Sirius era così nauseato di vedere anche quando solo si guardava allo specchio.
Ma quell’uomo aveva qualcosa di diverso.
Aveva una luce viva negli occhi.
Aveva una malizia ed un’ironia che sembravano prendersi gioco della vita.
Sembrava dominasse il suo destino.
Si può dominare il proprio destino?
Lui, Zio Alphard, sembrava riuscirci…
Gli si accucciò di fronte, sorridendogli come Sirius non aveva mai visto fare a nessuno.
Un sorriso di comprensione. Un sorriso di tenerezza.
Lo zio aveva portato la propria mano dietro all’orecchio di Sirius, poi aveva esibito una faccia stupita.
“Ma guarda un po’ cosa c’è dietro il tuo orecchio…” mormorò sorpreso.
Adesso la mano stringeva un lecca-lecca di un rosso intenso, che Zio Alphard diede a Sirius allargando il proprio sorriso.
“Smettila con questi stupidi giochi da babbanofilo, fratello!” Aveva berciato sua madre, dietro di lui.
Ma Sirius era così affascinato…
Erano sicuri che quell’uomo era un Black?
Poi qualcosa cominciò a ticchettare.
Cos’era che ticchettava? Stonava così tanto con il ricordo…

Sirius aprì gli occhi, confuso.
Quel ticchettio non proveniva dal suo sogno.
Proveniva dalla finestra della sua stanza.
Mugugnò appena, tirando leggermente le tende del baldacchino, accecandosi con la tenue luce del mattino.
Un gufo picchiettava alla finestra.
Sbuffando, Sirius tolse il braccio da sotto il collo di Alison, ingenuamente addormentata, e si alzò per aprire la finestra.
Il Gufo aveva le piume arruffare, e sembrava alquanto contrariato di non essere appollaiato da qualche parte a dormire dopo la caccia notturna.
Sirius prese la lettera, schivando abilmente una beccata, e la rigirò tra le mani. Non vi era scritto nulla, se non il suo nome, “Sirius”, con una grafia che non riconosceva.
Incuriosito ma assonnato, si sedette nuovamente nel letto.
Si voltò a guardare Alison, rimirandola. I boccoli biondi scomposti, le labbra semiaperte, le ciglia lunghe a coprirgli gli occhi. Respirava profondamente, immersa nel sonno. Girata su un fianco, le mani vicino alla bocca, le ginocchia raccolte. Sembrava un micio indifeso.
Sirius sospirò, assaporando appieno tutta quella pace, interrotta solo da un lieve russare che proveniva dal pavimento. Ma era così abituato al russare di James, che raramente vi faceva ancora caso.
Diede di nuovo le spalle ad Alison, per poter aprire la lettera.
La scartò sereno, aprendo sempre più interessato alla pergamena stropicciata.
Poi il mondo sembrò arrestarsi.

Alison non seppe dire cosa l’aveva svegliata.
Forse il lieve spiraglio di sole che la colpiva, ora che le tende del baldacchino non la riparavano più.
O forse il lieve gemito strozzato che scaturì dalle labbra di Sirius.
O forse era quel dolore lancinante che sentiva provenire dal petto, un dolore che sicuramente non era suo. Un dolore che veniva da Sirius, voltato di spalle.
Alison si alzò, puntellandosi su un gomito.
Scombussolata e con il cuore che le batteva all’impazzata nel petto.
Qualcosa non andava.
-Sirius…?-
Il ragazzo non diede nemmeno segno di averla sentita.
Alison scivolò verso di lui, le lenzuola che frusciavano ad ogni suo movimento. Gli toccò dolcemente una spalla, e si sporse oltre di lui per vedere cosa stava tenendo tra le mani.
In una pergamena stropicciata, vi erano scritte solo poche parole, con una calligrafia veloce e tremolante, ma comunque spigolosa e curata.

Alphard è morto poche ore fa. Ti farò sapere per il funerale.
Cygnus Black

-Merda…- Le parole le sfuggirono senza che lei potesse fare nulla.
Si sedette sulle ginocchia, portandosi la testa di Sirius alla base della gola, stringendolo a se con forza.
Sirius le portò un braccio a cingerle la schiena, stringendo la presa fino a farle mancare il respiro. Ma Alison non si oppose, continuando ad accarezzare i capelli del ragazzo, oscillando lievemente come a cercare di confortarlo in quell’atteggiamento materno.
La consapevolezza che qualsiasi cosa detta sarebbe risuonata sbagliata le attanagliò le viscere aumentando il senso di panico.
Cosa poteva fare un Ravenclaw, quando le parole non servivano più?
Rimase in silenzio, cercando disperatamente qualcosa da fare.
Piangendo per il dolore che sentiva scaturire da Sirius.
Piangendo per la paura di non sapere come affrontare una situazione del genere.
Forse fu solo un sollievo sentire Lily muoversi nel suo letto, sveglia.

A Regulus non piaceva andare da Zio Alphard. Sirius si ricordava bene quel pianto da ragazzino viziato che riempiva il silenzio di casa loro, ogni volta che la loro madre voleva lasciarli da suo fratello.
Sirius non capì mai perché di tanto astio.
Forse Alphard sembrava troppo eccentrico, agli occhi di Regulus.
Lo Zio abitava da solo, e non era servito da Elfi Domestici. Lì, Regulus non poteva farsi viziare come amava fare a casa.
“Scegli una carta, piccolo Sirius” gli diceva ogni tanto lo Zio, con un mazzo di carte babbane in mano.
Ovviamente, Regulus diffidava di quegli sconosciuti trucchi babbani, codardo com’era.
Ma Sirius si divertiva, e sceglieva prontamente una carta.
“Vedi, piccolo Sirius, ogni agnellino, per crescere, deve vedere cosa c’è oltre il proprio recinto” diceva lo Zio, lanciandogli uno sguardo significativo.
Sirius gli consegnava la carta, dopo averla guardata, e lo Zio la mischiava nel mazzo.
Poi sembrava cambiare totalmente argomento.
“Sai, c’è chi non conosce altro che la strada che sta percorrendo. Ma per sapere qual è quella giusta per ognuno, quali sono quelle accidentate e quali quelle alberate, bisogna vederle tutte. Solo così potrai decidere di rimanere su quella che ti stanno facendo percorrere o di seguirne tutt’altra”
Sirius credeva di capire solo in parte.
Era ancora troppo piccolo.
Ma sapeva che lo Zio gli stava insegnando qualcosa di importante e si impresse a fuoco nella mente le sue parole.
Lo zio prendeva una carta nel mazzo e la mostrava a Sirius: era la stessa che lui aveva pescato prima.
“Te lo ricorderai, piccolo Sirius?”
“Si, Zio”

Qualcosa l’aveva svegliata. Un suono che assomigliava ad un pianto trattenuto.
Lily si alzò di scatto a sedere, sbattendo più volte le palpebre per mettere a fuoco la stanza.
Per un attimo inorridì nel vedere James Potter addormentato ai piedi del letto, poi la mente si fece lucida ed i ricordi tornarono.
Beh, non che così inorridì di meno.
Ma almeno sapeva dov’era e cosa ci faceva lì.
Voltò il proprio sguardo verso i lievi singhiozzi che sentiva.
-Alison?- Chiese, in un sussurro.
I singhiozzi sembrarono aumentare appena.
-Lily…- Mormorò la voce della bionda, in quella che sembrava una richiesta di aiuto disperata.
Lily si alzò prontamente, facendo il giro del letto.
Alison stringeva a se Sirius, che aveva il volto affondato nel braccio della ragazza. Lei lo stringeva, accarezzandogli i capelli in quello che sembrava un gesto per tentare di calmare entrambi. Piangeva, gli occhi blu lucidi e persi.
Poi l’attenzione della rossa si posò sulla pergamena caduta ai piedi di Sirius, che lesse velocemente.
Le si serrò un nodo alla gola.
Incontrò lo sguardo di Alison, e capì che la ragazza non aveva la più pallida idea di cosa fare e cercava disperatamente il suo aiuto.
Lily sentì una morsa chiuderle lo stomaco.
-James, svegliati!- Disse la rossa a voce alta, il tono lievemente tremante.
Alison chiuse gli occhi, appoggiando le labbra sulla capigliatura corvina di Sirius. Sembrava quasi confortata.
Si sentì un mugugno dal pavimento.
Lily fece di nuovo il giro del letto, arrivando davanti a James, che si voltava assonnato. –James muoviti…- Disse secca Lily, cercando di non lasciar intravedere l’incertezza nella sua voce.
-Cosa c’è?- Chiese lui con voce impastata.
-Alphard è morto…- Mormorò la voce di Sirius, spenta, cupa, apatica.
James si tirò a sedere di scatto, alzandosi in men che non si dica.
Anche Remus sembrò alzarsi in quel momento, dirigendosi subito di fronte a Sirius.
Peter squittì nel suo letto.
Bene…Almeno adesso erano in cinque a non sapere cosa fare.
Lily sperò che L’Eroe James Potter sapesse risolvere anche questa situazione.

Maledizione.
Maledizione.
Maledizione.
James si scosse vigorosamente i capelli, sedendosi accanto a Sirius.
Non riusciva a vederlo in faccia, visto che aveva il volto ancora infossato nel braccio di Alison, ma sembrava quasi riuscire a toccare il suo dolore, tanto era forte.
Che fare?
Era sempre stato negato per quelle situazioni.
Lui era più bravo ad agire, non a fare discorsi di condoglianze.
Alzò lo sguardo a cercare quello di Remus, di fronte a loro. Anche lui, sembrava stesse invano cercando qualcosa da fare.
Maledizione.
Maledizione.
Maledizione.
E lui aveva male dovunque. Merito di una comodissima dormita su un pavimento freddo.
Almeno Alison sembrava si stesse calmando: aveva smesso di piangere.
James si guardò nervosamente attorno, senza sapere cosa fare, ma con l’intenzione di fare per forza qualcosa. Solo in quel momento vide la pergamena a terra, soffermandosi a leggerla.
-Chi è Cygnus?-
Vide di sfuggita Remus rivolgergli un’occhiata carica di rimprovero.
Maledizione.
James corrucciò un attimo le sopracciglia.
-L’ho detto a voce alta?- Domandò, confuso.
Remus inarcò un sopracciglio. –Si, Ramoso…- Disse, apatico.
Maledizione.
-è l’altro fratello di mia madre…- Disse quella che, con un po’ di immaginazione, poteva essere la voce di Sirius.
Ma era così spenta, così lieve e senza tono, che James sentì una morsa stringergli il cuore.
Maledizione.

Durante le sue prime vacanze di Natale, da quando era entrato ad Hogwarts, Sirius sentì sua madre urlare come non aveva mai fatto.
Non avrebbe mai creduto possibile che una donna potesse urlare tanto.
Forse erano imparentati con una Banshee.
Quando finalmente le mancò la voce, dopo un paio di giorni, Walburga Black in Black imparò a riservare a Sirius uno sguardo pieno di ribrezzo.
Aveva undici anni, e lui era ancora il piccolo Sirius, quando capì di essere la delusione di sua madre e di tutta la famiglia.
Fu così che si rifugiò da Zio Alphard.
“Zio, io sono sbagliato?” Gli domandò.
“Piccolo Sirius, perché dici una cosa del genere?”
Lo Zio cominciava ad invecchiare, ed aveva una strana e persistente tosse che faceva interrompere i suoi discorsi affascinanti.
“Ho sentito un giorno la mamma che diceva che non dovevo nascere, che sono nato sbagliato…”
Lo Zio sorrise enigmatico. “Dipende sempre dai punti di vista, piccolo”.
Ma Sirius non capì, guardandolo con occhi grigi confusi ed in cerca di sicurezze.
“Piccolo Sirius…Ti trovi bene con i tuoi compagni di Casa?” Domandò dolcemente lo Zio, mentre si posava un Galeone nel palmo.
“Si Zio! Ho fatto amicizia con un altro Gryffindor…Si chiama James Potter, e tutti dicono che sembriamo fratelli!” Rispose Sirius, gioioso.
Zio Alphard socchiuse appena gli occhi. “E come mai?” Domandò, quasi cantilenante.
Fece vedere la moneta a Sirius, rigirandola come a fargli capire che quel Galeone non aveva niente di particolare.
“Perché abbiamo tutti e due i capelli neri. E perché dicono che ci assomigliamo nel carattere!” Rispose prontamente Sirius, fissando con intensità la moneta.
Lo Zio chiuse la moneta nel palmo, e quando riaprì la mano il Galeone era scomparso.
“E non hanno mai detto qualcosa del genere a te ed a Regulus?” Domandò paziente l’uomo.
Sirius scosse la testa. “Io e Regulus sembriamo opposti, se non fosse per l’aspetto”.
“Come tra Gryffindor e Slytherin?” Domandò divertito lo Zio, ma subito dopo si affrettò a far concentrare l’attenzione di Sirius su altro.
“Non credi che sia molto bello che tu abbia trovato degli amici, e delle persone che hanno qualcosa in comune con te?” Domandò Alphard.
Sirius annuì.
“E tu credi che abbiate in comune il fatto di essere figli di maghi?” Domandò ancora lo Zio.
Sirius corrucciò appena il volto infantile. “Non stiamo parlando di questo, Zio” Disse, perplesso.
Zio Alphard ridacchiò appena. “No, è vero, non stiamo parlando di questo”.
Poi lo Zio chiuse di nuovo la mano, e quando la riaprì il Galeone era di nuovo comparso sul suo palmo.
“Stai crescendo bene, piccolo Sirius. Ma questo farà si che i tuoi amici diventeranno la tua unica famiglia…” Aveva detto, quasi tristemente.

-…La mia unica famiglia…-
Alison trattenne un attimo il respiro, abbassando il volto verso la testa di Sirius tra le sue braccia. Allontanò appena Sirius da sé.
Aveva il volto cereo, e lo sguardo spento, ma sembrava stesse cominciando a riprendersi. Non una lacrima gli rigava il volto, ma i suoi occhi erano del colore delle nuvole cariche di pioggia.
-Cosa, Sirius?- Domandò dolcemente Alison, apprensiva.
Tutti sembrarono farsi appena più vicini, per sentire meglio quello che diceva il ragazzo.
-Voi siete davvero diventati…La mia unica famiglia…- Mormorò Sirius.
Alzò il volto, guardò Alison negli occhi ed abbozzò un sorriso triste e stanco.
Nessuno trovò qualcosa da dire.
James sembrava avesse le lacrime agli occhi, e strappò Sirius dalle mani della ragazza per poterlo abbracciare. –Si, io e te siamo fratelli!- Disse, commosso.
Sirius ridacchiò appena, togliendosi dall’abbraccio di James.
Il cercatore mostrò il pollice all’amico, dove era segnata una bianca e fine cicatrice. –Ti ricordi? Abbiamo fatto un patto di sangue! Noi siamo fratelli!- Continuò James, allargando i suoi grandi occhi da bambino.
Sirius ridacchiò di nuovo, ed appoggiò il proprio pollice su quello di James.
-Si Jamie…- Mormorò, ed i suoi occhi sembrarono illuminarsi appena.
Alison sospirò di nuovo.
James stava riuscendo, chissà come, a salvare anche quella situazione.

Lily si sentì cogliere da un senso di sollievo così prorompente che sentì le lacrime pungerle gli occhi.
Guardava prima James, che sorrideva come un bambino, poi Sirius, al quale era tornata un po’ di luce negli occhi. Poi tornava costantemente a guardare James.
Si sentiva così…Orgogliosa.
Orgogliosa di cosa?
Orgogliosa di James, di come riusciva sempre e comunque a salvare ogni situazione. Di come risultava estremamente affascinante. Di come riuscisse a intenerirla ogni volta. Di come riusciva ad essere un eroe in ogni situazione.
Di come riusciva a toccarla dentro, come nessuno aveva mai fatto.
Lo ammirò.
Per la prima volta, Lily ammise di voler avere qualcosa di James, della sua esuberanza, del suo eroismo.
Lily, dentro di sé, ammise di volere James Potter per sé.
Solo per sé.
Non voleva più quelle ragazzine che lo guardavano adoranti, che lo spogliavano con gli occhi, che gli si avvicinavano facendo le fusa come tante gatte in calore.
Non voleva più che James guardasse le altre ragazze con il suo sguardo ammaliatore, che sorridesse loro con aria affascinante. Se gli occhi di James non fossero stati così belli, Lily probabilmente avrebbe avuto la tentazione di cavarglieli.
Lily scosse impercettibilmente la chioma rossa.
Quello probabilmente non era il momento giusto per perdersi in quei pensieri.

Alison guardava inerme la scena davanti ad i suoi occhi.
James stava parlando, con la sua solita allegria ed esuberanza, di tutte le volte che avevano scambiato lui e Sirius per fratelli.
Sirius, adesso, abbozzava addirittura un sorriso, contagiato dalle risate di James e Remus.
Si sentì inutile.
Non era riuscita a fare nulla per Sirius, nonostante fosse la sua ragazza.
La sua intelligenza e la sua razionalità non erano servite a nulla.
Aveva la tentazione di fuggire. Di andare a prendere tra le braccia Faron, affondando il volto nel suo pelo fitto, inspirando odore di casa, e facendosi cullare dal suo rassicurante ronfare.

Sua mamma stava sgridando amorevolmente Regulus.
Tutto quello che sua mamma faceva a Regulus, aveva un che di soffocante senso materno colmo di amore.
Almeno Sirius aveva cominciato a vederla insopportabilmente così da due anni prima, da quando era entrato ad Hogwarts.
Da quando sua madre aveva smesso di guardarlo negli occhi.
Erano davanti alla casa di Zio Alphard, ma Sirius non capiva cosa facevano lì.
D’altronde, non poteva domandarlo. Sua mamma non gli avrebbe risposto, e lui avrebbe solo sprecato fiato.
Poi la porta si aprì, e gli occhi di Sirius si spalancarono.
Zio Alphard, che improvvisamente non sembrava più tanto alto ed imponente, aveva un aspetto malconcio, pallido in viso e con spesse occhiaie sotto agli occhi.
Sirius si chiese se lo Zio fosse sempre stato così gracile.
Poté rimanere da solo con lui solo dopo qualche ora, quando sua madre e Regulus se ne andarono senza far caso se Sirius li seguisse o meno.
Lo Zio tossì forte, una tosse che sembrò partire direttamente dai suoi organi vitali, e Sirius si alzò di scatto, senza sapere cosa fare.
Ma poco dopo Alphard smise di tossire, inspirando profondamente boccate d’aria.
“Cos’hai, Zio?” Domandò Sirius, spaventato.
Era sull’orlo delle lacrime.
Vedere suo Zio così debole, lo aveva reso insicuro su tutto.
Tutta la sua vita gli era parsa improvvisamente insopportabile, tutta l’aria che respirava aveva un peso di cui non si era mai accorto.
Cosa avrebbe fatto, senza lo Zio Alphard?
Dove sarebbe andato a rifugiarsi?
Lo Zio lo scrutò a lungo, riuscendo a leggergli le paure che stavano premendo nello stomaco.
“Piccolo Sirius…E’ ora che affronti qualche altro passo da solo…”
Disse, con stanchezza.
Sirius lo guardò, la sensazione di smarrimento che si faceva sempre più forte dentro di se.
“Devi trovare appoggio su altro, non sul tuo vecchio ed eccentrico Zio malato…” continuò Alphard, con un certo sarcasmo nella voce.
Sirius per un attimo si convinse ciecamente che lo Zio stesse solo scherzando.
Ma sapeva benissimo che non era così.
“…Zio…Ma stai male?”
Alphard lo guardò con gli occhi grigi stanchi e vitrei, dove si poteva ancora scorgere quello che era l’orgoglio dei Black.
“Promettimi una cosa, Piccolo Sirius…”
Sirius si fece tutt’orecchie, i muscoli tesi nel sentire l’aria appesantirsi. Un brutto presagio che gli offuscava i pensieri.
“Piccolo Sirius, io non ci sarò per sempre…Ma quando lascerò questo mondo, devi promettermi che non piangerai per me.
Non devi farlo.
Sarò solo che contento di aver lasciato questa vita piena di rimorsi che mi logorano…Sarò contento di aver lasciato tutta questa famiglia, e di aver insegnato tutto quello che c’era da insegnare al mio piccolo Nipote.
Piccolo Sirius, tu non devi stimare una persona come me…Io sono solo un codardo, una persona che aspira alla morte ma che non ha il coraggio di farla sopraggiungere da solo.
Tu devi avere altri stereotipi da seguire.
Devi essere sempre forte e coraggioso, come un eroe di quelle storie che tanto amavi sentire da bambino.
Devi essere sempre gentile e galante con le Donne, perché sono la linfa vitale di questo mondo, Dee terrene che devi venerare.
Combatti sempre per ciò in cui credi.
Infine, lotta per chi ami, e sacrificati per loro, se è necessario”.
Quella fu l’ultima volta che Sirius parlò seriamente con Zio Alphard.
Dopo quel discorso, Zio Alphard ritenne che non ci fosse altro da spiegare a Sirius.
Ormai, lui non era più piccolo.

Remus guardò Sirius sospirare profondamente.
Poi, allibito, lo guardò sfoderare uno dei suoi migliori e sgargianti sorrisi.
-Direi che forse sarebbe meglio andare in Sala Grande…Ho bisogno di sgranchirmi le gambe…- Mormorò il moro, come se nulla fosse.
Tutti si ammutolirono, stupiti e sconcertati.
Sirius si alzò, come se nulla fosse, stirando i muscoli delle braccia e del collo.
Poi si voltò verso gli altri, che ancora lo osservavano perplessi.
-E allora? Forza!!- Li incitò maggiormente.
James, ovviamente, fu il primo ad alzarsi, scattante.
Sirius gli passò un braccio intorno al collo, trascinandolo verso la porta.
Sulla soglia, gli scompigliò violentemente i capelli, mentre James si ribellava, arruffato come un pulcino.

“Zio…Ho deciso che mi trasferirò da James Potter…”
Aveva una valigia consumata in mano, e guardava lo Zio sulla soglia della porta.
Più passava il tempo, più Alphard sembrava diventare fragile.
Zio Alphard gli dedicò un sorriso carico di orgoglio.
Quello sguardo che Sirius aveva cercato per tutta la vita negli occhi dei suoi genitori.
Gli occhi grigi di Alphard si inumidirono, ma non si scompose.
“Bravo Sirius…Sono fiero di te…”mormorò.
Sirius pianse lacrime di gioia e sollievo.










****
Sono definitivamente tornata…
Chiedo scusa per la lunga, lunghissima pausa…Ma quando il blocco dello scrittore vero e proprio mi prende, non c’è più nulla da fare…
In questo lungo periodo sono successe tante cose, belle, brutte, insulse, noiose…Ma Gryfon and Raven era lì che mi aspettava…
Ogni tanto quando frugavo nel computer la trovavo e…mi ripromettevo che l’avrei portata a termine, visto che oltretutto la trama generica è già delineata nella mente.

Quindi chiedo davvero perdono a tutti…
Il minimo che ho potuto fare è stato mandare una mail a chi aveva segnato la fic tra i suoi preferiti.

A presto, giuro

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Capitolo 17
*** 16. ***


Faron aveva captato la situazione non appena Alison era entrata nel dormitorio

16.

Faron aveva captato la situazione non appena Alison era entrata nel dormitorio.

Sentiva distintamente che qualcosa la faceva preoccupare, anche solo guardando la sua espressione offuscata di quando rimuginava troppo.

Per questo, stiracchiandosi, si diresse subito verso di lei, miagolando, per farsi prendere tra le braccia.

Subito lei lo strinse protettiva e bisognosa di lui.

Alison si accoccolò sul letto, sistemando meglio Faron, e aprì il libro di incantesimi.

Era classico della Ravenclaw: ogni volta che qualcosa la faceva soffrire, si rifugiava nel suo piccolo mondo fatto da Faron e dai libri; per lei, era il modo più semplice per sfuggire alla realtà.

Faron aumentò il volume delle fusa, tentando di placare l’irrequietezza della ragazza, che continuava ad esibirsi in sospiri fin troppo profondi.

Lei abbassò lo sguardo, ad incontrare gli occhi del micio. –Sono solo una bambina viziata che piagnucola vero, micio?- Domandò, sconfortata.

Faron si strusciò maggiormente contro la sua mano.

Alison ricacciò indietro le lacrime che le avevano appena offuscato la vista.

No, non era il caso di piangere. Era solo una stupida.

Avrebbe solo voluto sfogarsi accoccolata tra le braccia di Sirius, cercando conforto ed attenzioni, cercando la certezza che lei valesse qualcosa. Voleva la certezza che anche se non era riuscita a fare nulla, lei per lui era fondamentale.

Ma Alison aveva lasciato Sirius e gli altri Gryffindor appena fuori la Sala Grande, subito dopo la colazione, con una scusa palese sussurrata tra i denti.

Quello non era certo il momento per i piagnistei.

Perché di quelli si trattava, se ne rendeva benissimo conto.

Piagnistei da bambina viziata.

Sirius le stava facendo andare in fumo il cervello.

D’altronde, cosa aveva sperato?

Non conosceva Sirius da così tanto tempo, come James.

Non era sicuramente un’eroina, come James.

E sapeva cavarsela solo con le parole, al contrario di James.

Alison scosse il capo, cominciava veramente ad ammattire se arrivava ad invidiare James.

Ricominciò a focalizzare l’attenzione su un incantesimo di grado avanzato, sperando utopicamente che il malumore se ne andasse.

-Em…Balck…Scusa…-

Sirius distolse lo sguardo dal fuoco del camino, voltandosi verso la sua piccola interlocutrice. Una ragazzina dei primi anni lo guardava con emozione, le guance arrossate.

-Dimmi?- La incoraggiò lui, abbozzando un sorriso stanco.

Forse non era stata la mossa migliore, perché lei arrossì maggiormente.

-Em…Il…Il Preside ti vuole…- mormorò imbarazzata.

Sirius si alzò con un lungo sospiro: non poteva dire che non se l’aspettava.

Superò la ragazzina, scrollandole teneramente i capelli.

–Grazie mille piccola-.

-Jamie…sono preoccupato per Sirius…Credi che abbiamo fatto bene a lasciarlo da solo in Sala Comune?- Remus stiracchiò le gambe sull’erba fresca, senza distogliere lo sguardo dal libro che teneva tra le mani. Non vi fu risposta alla sua frase.

-Forse avremmo fatto bene a stare con lui…Sirius non è mai stato poi così bene da solo, ed in un momento del genere credo dovremmo stargli vicino anche fisicamente…- Remus rilesse per la quarta volta la stessa riga.

Di nuovo, le sue parole non ebbero risposta.

-Insomma, Jamie, mi stai ascoltando?- Domandò con un minimo di irritazione nella voce, voltandosi di scatto verso il cercatore dei Gryffindor.

James momentaneamente non era raggiungibile, preso com’era a rimirare la sua Lily, addormentata sull’erba accanto a lui. Potter sospirò pesantemente, estatico, giocando con un ciuffo di quei capelli rossi sparsi attorno al volto candido.

Remus sorrise appena, bloccando prontamente una fitta di gelosia.

Si stava quasi rassegnando.

-Jamie?- Provò ancora.

James, come uscito da un sogno, si voltò sussultando. –si?- domandò, gli occhi luminosi di chi stava piano piano raggiungendo la propria felicità.

-Non credi dovremmo andare da Sirius?- Domandò Remus.

James si scosse appena i capelli, corrucciandosi appena. –Lasciamolo stare solo ancora po’…- Mormorò pensoso, prima di tornare a concentrarsi sulla sua Dea personale.

-Credo tu già sappia che non ti ho convocato solo per porgerti le mie più sentite condoglianze…-

Silente, come sempre seduto compostamente dietro la propria cattedra, guardava Sirius attraverso i suoi occhiali a mezzaluna. Sembrava sentitamente dispiaciuto per lui, cosa che faceva sentire a disagio il Gryffindor.

Il ragazzo si limitò ad annuire.

-Anche se con grande malavoglia, Cygnus mi ha detto di consegnarti questa lettera…Di cui, non ti nascondo, sono quasi sicuro di saper già il contenuto…- Mormorò- il Preside, con una luce di divertimento onnisciente negli occhi.

Cercando di bloccare un tremolio leggero della mano, Sirius prese la busta, aprendola.

La lesse velocemente, rimanendo sempre più sgomento.

Alzò gli occhi verso il preside.

-Complimenti, Sirius…-.

-Grazie Signore…-.

Un silenzio imbarazzato calò nella stanza, poi, dopo una manciata di secondi, Silente sospirò. –Beh, visto che sei qui, ti preannuncio che la settimana prossima convocherò te, Potter, Lupin, Minus e qualche altro studente…Devo parlarvi…-.

Sirius si corrucciò appena, -abbiamo fatto qualcosa, Signore?-.

Silente sorrise, enigmaticamente, -No, a parte sembrar promettere di rivelarvi estremamente utili per la guerra…-.

-Alison! Alison!- Due sue compagne di casa irruppero nel suo dormitorio, facendola sussultare.

-Che c’è?- Doamndò, stranita.

Le due ragazze cinguettavano come uccellini fastidiosi. –C’è Sirius che ti aspetta appena fuori alla Sala Comune!-.

Alison si sentì avvampare. Sarebbe riuscita a mantenere un po’ di contegno davanti a lui, senza scoppiare a piangere come una bambina?

Doveva almeno provarci.

Lionel vide sua sorella uscire dal proprio dormitorio seguita da due ragazzine esagitate che stavano dicendo qualcosa di incomprensibile…Ma da cui lui riuscì a trarre la parola “Sirius”.

Il Ravenclaw si corrucciò appena: da quando sua sorella frequentava Sirius, la vedeva sempre più spesso in preda a balzi d’umore. Anche quel giorno, lei era sicuramente preoccupata per qualcosa.

Prima dell’arrivo del Gryffondor nella sua vita, sua sorella era sempre stata sorridente e senza troppe preoccupazioni che non centrassero con il prossimo compito di Storia della Magia.

Mentre Alison usciva dal ritratto, sicuramente per tuffarsi fra le braccia del suo cavaliere, Lionel si corrucciò maggiormente, arrivando alla conclusione che doveva fare assolutamente qualcosa.

Sirius aveva gli occhi grigi più torbidi del solito.

Appena lei gli si avvicinò abbastanza, ancor prima di potergli chiedere come stava, lui la prese tra le braccia, stringendola come lei aveva stretto prima Faron: protettivo e bisognoso di lei.

Ed Alison, a quell’abbraccio ed al bacio che ne seguì, sentì tutte le proprie difese cedere. Cominciò a piangere, sfogandosi di tutto quello che le era vorticato dentro, sollevata da quelle attenzioni che ora Sirius le stava dando.

Il ragazzo non chiese spiegazioni, limitandosi a baciare ogni lacrima che le scendeva dalle guance, continuando a stringerla a sé, ad accarezzarle dolcemente la schiena.

Mentre la mano di Sirius disegnava sulla sua schiena, attirando ogni sua attenzione, Alison sentì la sofferenza placarsi, ed un inizio di passione farsi largo nel suo corpo, facendola avvampare.

Gettò le breccia al collo di Sirius, ricambiando i suoi baci focosi con altrettanta foga ed amore, fino a sentire le gambe cominciare e tremarle.

Sirius la allontanò leggermente, sospirando pesantemente. Era accaldato, gli occhi intorpiditi da quella che sicuramente non era preoccupazione.

-Alison…Ti prego…Vuoi venire con me?- domandò, con la voce arrochita.

Alison sentì il cuore sussultare. –Dove?- Chiese.

Una domanda così insensata, visto che in quel momento l’avrebbe tranquillamente seguito all’inferno.

Ma Sirius non le rispose, mostrandole solo un sorriso enigmatico carico di promesse.

***

Grazie veramente per tutte le recensioni…Ho superato le sessanta!! *_*

Sono così felice ç_ç

Credevo di essere rimproverata per la lunga pausa (a ragione!) ed invece mi avete accolto con tale enfasi ç_ç

Vi voglio bene! (non ho tempo di ringraziare uno ad uno, mi dispiace, ma devo fuggire a studiare per domani ç_ç)

Solo altre due cose:

  1. indico una specie di sondaggio: questo capitolo, come qualcuno avrà notato, non ha nome…Perché non so trovarglielo! In realtà da solo questo capitolo non sta in piedi, mi mi serviva per preannunciare sia il prossimo che quelli ancora più futuri…Indi per cui: perché, se avete voglia, non proponete un titolo? (badate bene, non voglio recensioni solo con suddetto titolo, dai!! XD)

  1. Piccolo piccolo spoiler (ed avvertimento)…Dal prossimo capitolo il dovrò modificare il rating ad arancione…hihihihi…

A presto *--*

Baci a tutti!

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Capitolo 18
*** That's Amore!!! ***


that's amore
17.

That’s Amore!!!













Quando Lily aprì gli occhi, si trovò davanti il bel viso di James Potter, che la osservava con venerazione.
Per poco non urlò.
James si aprì in uno dei suoi sorrisi più belli e dolci, anche se inebetito. –Hai dormito bene?- Domandò gongolante.
Lily sbattè più volte le palpebre, tirandosi a sedere. Corrucciò le sopracciglia. –Dov’è Remus?- Domandò, guardandosi attorno.
Vide James accigliarsi prima di mettersi a sedere. –è andato via…Voleva lasciarci da soli…- Mormorò scontroso.
Lily si domandò se lui se la fosse presa per il fatto di esser stato completamente ignorato. Beh, la cosa non le interessava.
Aveva deciso che avrebbe continuato ad ignorare in più possibile Potter, finchè non avesse fatto un po’ di luce su quel batticuore che cominciava insistenetemente a prenderla, quando stavano insieme.
Lily si alzò. –Beh, io torno al castello, oggi volevo cominciare a studiare Trasfigurazione…- disse, senza degnarlo di uno sguardo, dando le spalle al ragazzo e cominciando a camminare verso il castello.
Lo sentì alzarsi di colpo.
-Evans!- La sua voce era seria ed imperiosa, forte e bassa, come non l’aveva mai sentito. Quasi spaventata, per un attimo prese in considerazione l’idea di non voltarsi.
-Evans, sono stufo di essere preso in giro…- La voce di James non accettava scuse.
E Lily ebbe paura di quella resa dei conti.

-Che posto è questo?- La voce di Alison, così curiosa davanti ad un posto nuovo, non potè che farlo sorridere.
L’aveva portata nella Stanza delle Necessità, ed aveva faticato non poco per non far apparire un enorme letto pieno di cuscini. Almeno il letto che era comparso era sobrio.
Preso dalla voglia di sentirla maggiormente vicino a sé, Sirius, come sempre, si era lasciato prendere dall’impulso senza pensare alle conseguenze. Ora aveva paura di spaventare la sua piccola Ravenclaw, facendola sentire un coniglio tra le fauci del lupo.
-Un posto che può esprimere tutti i tuoi desideri…- mormorò con la sua ormai collaudata voce sensuale. Cingendole la vita da dietro, Sirius scostò dolcemente i capelli della ragazza, per poterle sfiorare il collo con le proprie labbra.
-Sirius…- La voce di lei adesso era diventata spaurita e tremolante.
Solo Alison poteva non aver capito fino a quel momento che intenzioni aveva.
Sirius sorrise intenerito a quel pensiero, ma si impose anche di far le cose con calma, senza forzare la mano. O se no l’avrebbe spaventata davvero.
-Stai tranquilla…Rilassati…Sei con me, piccola…- mormorò caldo all’orecchio di lei, sentendola rabbrividire a quel sussurro.
La strinse maggiormente, a tentare di placare almeno per un po’ ancora quella voglia che sentiva pulsargli nelle vene.
-Rilassati…Sai che non farei niente che tu non voglia…- sussurrò di nuovo, affondando appena i denti nella pelle morbida della sua spalla.
Senza riuscire a trattenersi, cercò di infilare le dita sotto la sua maglia, a volerle sentire la pelle dei fianchi.
La sentì mormorare il suo nome, mentre si voltava tra le sue braccia, per potergli affondare le mani nei capelli e baciarlo profondamente.
Esultante, quasi emozionato, alzò il lembo della sua maglia per poterle accarezzare la schiena. L’aveva voluta per così tanto che adesso poterla finalmente stringere arrendevole tra le sue braccia gli diede una scossa lungo tutto il corpo.
Quando la sentì invocare di nuovo il suo nome, sussurrato a fior di labbra, sentì che stava perdendo il controllo.
-Alison…Se continui così, non riuscirò più a fermarmi…- Mormorò ironico, tentando di spezzare la tensione che sentiva affiorargli sui muscoli.
Lei, per tutta risposta, cominciò a mordergli il collo con forza.
Sirius gemette, prima di trascinarla verso quel letto che improvvisamente era diventato più grande e confortevole.
E non era di certo stata opera sua.

James sentiva il suo cuore battere furioso contro le tempie.
Non ce la faceva più. Sapeva perfettamente che la sua mossa azzardata quasi sicuramente avrebbe solo che portato a risultati contrari al suo volere, ma ormai il dado era tratto.
Non sopportava più quel gioco tra lei e Lily, dove prima facevano un passo avanti e poi due indietro. Anche lei, adesso, doveva mettere le cose in chiaro.
Si era avvicinato a lei a grandi passi, cercando di non farsi commuovere da quegli occhi spalancati da cerbiatta impaurita, o dalla bellezza di quel volto lentigginoso.
Per una volta, con lei, doveva essere duro.
-Evans…Sono stanco di questa situazione, sono davvero stanco- cominciò, con voce sofferente.
La vide calare appena lo sguardo, come confusa.
-Anche se sai perfettamente cosa provo per te, e lo ribadirò l’ennesima volta!- Proclamò risoluto mentre gli occhi di lei si spalancavano.

Continuava ad invocare il nome di Sirius senza poterne fare a meno, continuando a passare le proprie mani su quel torace nudo.
Le loro rispettive maglie giacevano già scomposte ai piedi del letto.
Lui continuava a baciarla ed accarezzarla, e lei sapeva perfettamente che si stava trattenendo perché lei potesse abituarsi alla situazione.
Sirius sentiva, sotto le sue mani esperte, i propri muscoli tesi?
Capiva l’emozione che la stava cogliendo impreparata?
Ciò che vorticava nel suo animo e nel suo corpo, presa da lui come forse mai prima?
Quando, con dolcezza, Sirius cominciò a sfilarle i pantaloni, Alison sentì che i pensieri cominciavano a scivolarle tra le dita.
Solo una cosa continuava a rimanere chiara nella sua testa.
Sirius, Sirius, Sirius, Sirius.
E dopo poco, non capì più se il suo nome risuonava solo nella sua testa o lo stava sussurrando all’orecchio di lui.

-Lily…Tu mi piaci…- James era serio, con gli occhi illuminati da tutti quei sentimenti che lei si era sempre imposta di non vedere.
-Mi piaci dal primo giorno che ci siamo visti…- Continuò lui, avvicinandosi maggiormente alla ragazza.
Lei ebbe la tentazione di indietreggiare, ma le sue gambe non riposero.
James poggiò una mano sulla sua guancia, e lei sentì la tensione dei suoi muscoli.
-Ti amo, Lily Evans-.

Sirius si puntellava con un braccio sul materasso, per non pesare alla sua Alison, accoccolata sotto di lui.
Il braccio cominciava a fargli male, ma lui si impose di non cedere o le avrebbe fatto male.
La vide fare una smorfia di dolore, e con l’altro braccio le accarezzò una guancia, cercando di confortarla. –Stai tranquilla, piccola mia…Non avere paura…- mormorò.
Lei aprì gli occhi ed i loro sguardi si incrociarono.
Per un attimo si perse in quei grandi occhi blu che gli mostravano tutte quelle emozioni. La sentì rilassarsi sotto le sue braccia, e lui colse l’occasione per avvicinare maggiormente i propri fianchi a quelli di lei.
La sentì gemere, ma finalmente non vi era solo dolore nella sua voce.
Unì completamente il proprio bacino a quello di lei.

Lily sentì un capogiro prenderla, ed istintivamente si appoggiò al braccio caldo di James, che prontamente la sorresse.
Rialzò lo sguardo, trovando i suoi occhi nocciola più vicini di prima.
-Lily, te lo chiederò per l’ultima volta: vuoi metterti con me?-

Alison si sentì scaldare, mentre il suo cuore sembrava aprirsi in una miriade di sensazione che mai aveva creduto di provare tutto insieme.
Il dolore se ne stava andando, lasciando il posto all’eccitazione che aumentava ad ogni movimento di Sirius.
Lo strinse a sé più che poteva, presa non solo dalla passione ma anche da quello che provava per lui.
Invocò nuovamente il suo nome, gemendo, mentre lui la baciava con una tenerezza che non aveva limiti.

Un bacio…
Lily si staccò da James, abbassando subito lo sguardo, lievemente affannata.
Poi si voltò e cominciò a correre.
Ovviamente, come la classica protagonista di qualsiasi favola.
Come in ogni storia che si rispetti, adesso si sarebbero guardati per un po’ con imbarazzo, senza sapere minimamente come comportarsi.
Lily, pudica, avrebbe abbassato lo sguardo avvampando ogni volta che lo vedeva.
E la loro storia non sarebbe nata finchè non sarebbero riusciti a trovarsi di nuovo da soli…
….
E no, cazzo!!
James con uno scatto l’aveva già raggiunta, stringendole il polso e tirandola a se, assaporando l’effetto che faceva avere il volto di Lily addossato al suo petto.
Sentiva il respiro di lei, ed il suo cuore che batteva velocemente.
-Adesso non ti lascio più andare…- mormorò James, la voce arrochita ed emozionata.

Sirius accellerò il ritmo, sentendo il corpo di Alison chiamarlo, cercarlo, volerlo.
Si sentiva impazzire, ad averla sotto di sé così indifesa e lasciva, mentre gli passava le unghie sulla schiena.
Si sentiva impazzire a guardare quelle labbra sempre più rosse, a sentire la sua voce sempre più spezzata dal piacere.
Quando la sentì invocare per l’ennesima volta il suo nome, la vide inarcare appena la schiena, buttando indietro la testa.
Sirius sentì il cuore scoppiargli in petto, imponendosi di non fermarsi per darle il massimo piacere in quel momento.
Lei gemette, quasi urlò, arpionandosi alle sue spalle e cingendo la sua vita con le gambe lunghe.
Sirius la strinse forte, sentendola lievemente tremare.
-Ti amo, Alison…-
Il suo sussurro, probabilmente sorprese lui per primo.
Lei cominciò a piangere, singhiozzando, cercandogli le labbra. Un dolce bacio che sapeva di salato.
-Anche io ti amo, Sirius…-










*******
Ok, ok, chiedo scusa per il titolo…
Ma era tutto così serio e dolce, e lovvoso…Che non ho resistito a giocare un po’ XD

Finalmente gli inciuci sono stati fatti!
E finalmente James ha la sua Lily…Spero che adesso non cerchi più di prendermi tanto spazio quanto prima >_<
Maledetto personaggio carismatico senza controllo >___<

Comunque…Primo annuncio: come avete visto, ci ho messo due settimane ad aggiornare…Mi dispiace, ma so di sicuro che sarà così anche per il prossimo aggiornamento…Per interrogazioni varie T__T
Per il resto, il ritmo dovrebbe rimanere questo (ogni uno o due fine settimana)

Secondo annuncio:
Grazie in particolar modo a tutti quelli che hanno proposto un titolo…Mi ha fatto davvero molto piacere, anche perché mi piace interagire con chi mi legge (vi sfrutterò ancora! MWAHAHAHA!)
Quindi, passo a dire le conclusioni dei miei ragionamenti che hanno portato alla scelta del titolo del capitolo precedente:

“Emozioni”, proposto da Dance, l’ho scartato perché, non so, mi richiamava troppo il nome del capitolo precedente “Memorie”…
Anche “Premessa”, di Liserc…Anche perché è ciò che avevo pensato anche io…Ma di per sé come titolo non vuol dire nulla, quindi cercavo altro…
“Human Uncertainty” di Jame non mi dispiaceva, ma scegliere un titolo in inglese dopo 16 capitoli con titolo in italiano mi sembrava stonasse lievemente…Ed in effetti, tradotto in italiano, non aveva lo stesso effetto…
“Il Bisogno di Amarti” di dido e “L’amore è la migliore delle consolazioni” di ade_tahi…Centravano relativamente il capitolo…Ma li vedevo troppo sdolcinati! (tendo a non amare le cose troppo troppo zuccherose…basta vedere come ho buttato in vacca questo capitolo tramite il titolo XD)
“Vuoi venire con me?” di Pallina in un primo momento non mi dispiaceva, in quanto era uno di quei titoli incisivi che tendo ad usare…Ma poi ho pensato che non rappresentasse appieno il capitolo…

rimangono quindi “Crescere” di SoRrOw PoEtEsS (che solo per scrivere il nick ci ho messo 5 minuti XD) e “Tempo di Crescere” della Fra…
in effetti, credo che come tematica siano quelli più adatti, visto anche quello che verrà dopo (che voi ancora non sapete hihihihi)…E mi sono data della stupida per non averci pensato da sola.
Il titolo, quindi, è diventato “Tempo di Crescere”, come potete vedere.

Volevo sottolineare che questa non era sicuramente una gara, e non ho scelto il titolo in base al MIGLIORE, ma in base ad un’idea COMPLETAMENTE ED EGOISTICAMENTE SOGGETTIVA di quello che erano maggiormente i miei bisogni…
Quindi, anche se non ho scelto il vostro titolo, non prendetevela!

Comunque…cosa ne dite di questo capitolo? Piaciuto l’alzamento di Rating? ^_-

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