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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Prologo. in una notte d'aprile *** Capitolo 2: *** In Un'Altra Notte d'Aprile *** Capitolo 3: *** Ripetizioni Alle Leggende *** Capitolo 4: *** Qui Felpato...Mi Senti Ramoso? *** Capitolo 5: *** Un Atteggiamento Materno *** Capitolo 6: *** Uova Di Fata *** Capitolo 7: *** Confessione In Un'Aula *** Capitolo 8: *** Una Lettera da Casa *** Capitolo 9: *** Vincere Contro un Gryffindor *** Capitolo 10: *** Una Lunga giornata - parte prima: Hogsmeade *** Capitolo 11: *** Una Lunga Giornata - parte seconda: Due Coppie *** Capitolo 12: *** Una Lunga Giornata - parte seconda: Maledetta Nottataccia *** Capitolo 13: *** I Goldstein. *** Capitolo 14: *** Preparativi per una Riunione *** Capitolo 15: *** Nella Camera Dei Malandrini *** Capitolo 16: *** Memorie. *** Capitolo 17: *** 16. *** Capitolo 18: *** That's Amore!!! ***
eduto sulla scalinata dell'ingresso, nella penombra e nel silenzio delle ore più fonde della notte, un ragazzo dai lunghi capelli corvini fissava con intensità una lettera che teneva tra le mani.
Sirius Black, Settimo anno Gryffindor, fece scorrere, per l'ennesima volta, i suoi occhi su quelle poche righe scritte con una grafia spigolosa ed ordinata, mentre i muscoli delle proprie mani si tendevano involontariamente fino a stropicciare la pergamena pregiata.
Poi sospirò, scrollando appena le spalle in un vano tentativo di disperdere la tensione, calando il volto.
Solo nella notte, si concedeva la debolezza di far riflettere sui suoi lineamenti tutto quello che gli turbava l'animo. Il verso di qualche gufo, il cigolio lontano di qualche armatura, il frinire dei grilli, tutto quello non riusciva a sovrastare il rumore assordante dei suoi pensieri.
Sirius nel buio era a suo agio, lo cercava per nascondervisi, per affogarcisi, per cercare il barlume di un illusione.
Per un attimo sembrò che il tempo si fermasse, aleggiando sopra di lui, mentre tendeva le orecchie a captare un rumore di passi.
Passi leggeri, di piedi scalzi che tentavano di essere silenziosi.
Sirius riprese a respirare, non poteva essere Gazza.
Gazza, la cui spiccata intelligenza da custode non arriva a suggerirgli che, per catturare studenti in fragrante, doveva come minimo non farsi sentire.
-Chi è?- Chiese, con la sua voce profonda, guardandosi attorno cercando di aguzzare la vista nel buio.
I passi cessarono immediatamente.
-Di che hai paura? Non sono Gazza!- Sogghignò appena Sirius, si aspettava di trovarsi davanti, da un momento all'altro, uno dei ragazzini del primo anno della sua casa, spaurito e tremante ma con l'aria orgogliosa di ogni Gryffindor che, per la prima volta, viene meno alle regole vagando di notte per la scuola.
Invece, quando i passi ripresero ed una figura cominciò a delinearsi nel buio, il bruno si ritrovò davanti una ragazza dal corpo affusolato, in pigiama estivo bianco, con una cascata di ricci biondo scuro che le ricadevano scomposti sulle spalle.
-Mi hai spaventata...- mormorò lei in un soffio, sorridendo di se stessa, arrossendo appena. I suoi movimenti erano incerti e spauriti, il suo sguardo che, a volte, guizzava nel buio con aria apprensiva.
Sirius si ritrovò a ridere appena, con al sua risata simile ad un latrato, piegando con cautela la lettera che teneva ancora tra le mani, per riporla in una tasca dei pantaloni.
La ragazza sorrise di più, arrossendo maggiormente e passandosi una mano sui capelli per portarli all'indietro. Aveva graziosi lineamenti fini, e grandi occhi chiari.
-Noi non ci siamo mai parlati, ma tu sei Sirius Black, vero? Di Gryffindor...- mormorò, sembrava quasi emozionata.
Sirius ghignò quasi, -Si, sono io...Con chi ho il piacere di parlare?- Domandò, tendendo le gambe per stiracchiarle. Sirius Black, la leggenda di Hogwarts, ormai non notava nemmeno più l'emozione delle persone che lo avvicinavano per la prima volta.
Forse in quel momento non avrebbe notato nemmeno un Piton in vestiti succinti.
Lei gli si avvicinò dolcemente, con calma, tendendogli una mano dalle dita lunghe, le unghie smaltate di nero, -Mi chiamo Alison Goldstein, sono del settimo Ravenclaw...- cantilenò, con voce musicale.
La serenità di Sirius sembrò aumentare, mentre stringeva la mano alla ragazza, rendendosi conto di aver già visto quella capigliatura riccioluta a lezioni di incantesimi, -non stare in piedi, che mi sento a disagio- mormorò, tirandola cautamente verso di sè.
Le guance della ragazza si imporporarono appena, mentre prendeva posto vicino a Sirius. -Allora, cosa fai in giro per il castello a quest'ora di notte?- Domandò lui, con leggerezza, poggiando i gomiti nel gradino dietro di lui, in una posa che risultò sensuale senza che lui se ne rendesse conto.
Lei sembrò soffermarsi un secondo di troppo a riempirsi gli occhi del corpo slanciato del ragazzo, prima di riscuotersi, -potrei domandarti la stessa cosa...- rispose con una lieve malizia.
Sirius sorrise e Alison si voltò a fissarlo negli occhi.
Il tempo sembrò arrestarsi di nuovo.
Sembrò che tutto, per un attimo, trattenesse il respiro, si soffermasse ad aspettare qualcosa, mentre l'aria diventava improvvisamente più pesante e le emozioni più nitide.
La Ravenclaw vide, con orrore, il sorriso di Sirius morirgli in volto in un espressione profondamente disperata, prima che il ragazzo abbassasse prontamente il volto a coprirlo con i capelli.
-Non avevo sonno...- rispose dopo un secondo di pesante silenzio, la sua voce era talmente bassa che non lasciava catturarne il tono.
Alison sentì un groppo salirle in gola, a farle morire la voce. Per un attimo sembrò presa dal panico, assorbita dal silenzio pesante, poi trattenne un sospiro profondo ed allungò la propria mano fino a toccare quella del ragazzo, incerta.
Sirius sussultò, alzando il volto a guardarla misto tra lo stupito e l'infastidito. Nei suoi occhi vi era qualcosa di quasi...animalesco. Sembrò quasi soppesare per un attimo l'idea di ringhiare, sondando gli occhi blu di Alison, limpidi e fermi su di lui, che solo per un secondo sembrarono impauriti.
La ragazza rimase immobile, aspettando la reazione di Sirius e non spostando nemmeno un muscolo finchè non sentì quelli di Sirius rilassarsi impercettibilmente.
Allora la ragazza si aprì in un sorriso dolcissimo, un sorriso che ebbe il suono di parole di conforto, di quelle parole che, pronunciate, sarebbero risuonate così sbagliate, mentre muoveva lievemente le dita in un gesto così simile ad una carezza che Sirius sembrò maggiormente spiazzato.
Poi lui sospirò rumorosamente, -Ravenclaw, eh? Mente sveglia...cosa intendi fare finita la scuola? Finire al Ministero?- Domandò, gli angoli della bocca che cominciavano ad incresparsi in un sorriso. Alison sembrò illuminarsi appena, incoraggiata dalla possibilità che lui le dava, -No! Il Ministero è noioso!!- Disse, con una smorfia che la fece assomigliare ad una bambina.
Sirius rise spudoratamente, forse un po' troppo forte, ascoltando con sollievo la parlantina vivace della ragazza.
*****
Salve, sono tornata.
E ci provo di nuovo, a fare una storia a capitoli. Anche se non credo siano la mia specialità.
Spero vivamente di farcela fino alla fine...
Non ho molto da dire per il momento, se non che sono molto affezionata la personaggio di Alison ed anche a quello di Sirius (anche se non è mio XD).
Questa fan fiction ha un importanza rilevante, per quanto mi riguarda...Nel senso che nasce in un momento dove avevo veramente bisogno di sviarmi in qualcos'altro che non riuscivo a trovare...E proprio perchè non riuscivo a trovarlo, l'ho creato da sola.
Quindi gli voglio un bene particolare, ne sono affezionata.
Grazie a tutti quelli che leggono e soprattutto a chi commenta
il prossimo capitolo sarà postato tra qualche giorno.
A presto.
P.S.: volevo chiedervi...Se lo sapete...(questa uscita è completamente inutile, quindi potete anche saltarla a pie pari...sono io che ogni tanto devo sparare cagate...)
Avete presente l'albero genealogico dei Black? (non so come postarvelo, ma se su google immagini cercate "nobile casata dei black" la trovate...)
Bene...ora...vorrei farvi notare la bruciatura numero 4: Cedrella, che ha sposato Septimus Weasley.
è il nonno dei weasley che conosciamo noi, no? Che Sirius, nel quinto libro, dice che lui e Arthur sono cugini di secondo grado...
Ma la cosa che mi domando di più è: Callidora, sorella di Cedrella...è la nonna di Neville?
Perchè sposa un Longbottom, e non è segnata la sua data di morte...e potrebbe anche starci, visto che avrebbe poco più dell'età del nonno di Ron, che alla fine ha l'età di Neville...
Scusate la confusione, sto perdendo il filo anche io @___@
è che a scrivere questa fan fiction su Sirius, mi sono persa di continuo a guardare l'albero genealogico (diciamo anche per via dell'idea -che appoggio- per la quale il famoso R.A.B. sia regulus, il fratellino adorato di Sirius –che farà qualche piccola comparsa anche qui-...)...
ogwarts, come ogni vecchio castello che si rispetti, di
notte aveva il potere di terrorizzare.
Di far improvvisamente riaffiorare alla mente le proprie
paure infantili, e quelle più inconsce.
Di far perdere irrimediabilmente il senso
dell'orientamento e di far sembrare tutto più vecchio e cadente, di far
sobbalzare non appena un quadro sussurra o russa un po' più forte.
Alison sentiva il proprio cuore batterle nelle orecchie,
mentre camminava con passo lieve ma spedito verso la scalinata di ingresso. Se
i suoi passi non fossero dettati dalla frequenza con cui aveva percorso quei
corridoi, probabilmente si sarebbe persa.
Era confortata dallo scalpiccio dei suoi piedi nudi sul
marmo freddo, ma sobbalzò vistosamente quando il ritratto di un vecchio mago
gracile parlò.
-Hai visto, Arminda? questo conferma ciò che dicevo:
certo, Silente è un grand'uomo, ma con lui come Preside, qui gli studenti fanno
quello che vogliono!!- Borbottò con un tono acuto alla sua vicina, una grassa
donna opulenta. -Già Geoffry...Ah, ma quando andavamo a scuola noi, la parola
del preside era legge! Manca disciplina, qui siamo tutti d'accordo! Hai sentito
cos'è successo alla vicina di quel pazzo di Sir Cadogan? Mentre lei dormiva,
qualche studente ha fatto diventare la sua bacchetta un simbolo fallico!!- Rispose allora lei, in tono
indignato, un po' troppo forte.
Alison scosse vigorosamente i biondi capelli, affrettando
il passo; ovviamente sapeva chi era stato, perchè solo un Ravenclaw del settimo
anno sarebbe riuscito a modificare un ritratto.
Quando vide l'inizio della rampa di scale che portava
all'ingresso, il cuore le morì in gola.
Non aveva il coraggio di fare un altro passo, per paura
di disilludersi.
-...Sirius?- Chiamò con un soffio, i muscoli
che si tendevano in un brivido non certamente dato dal freddo, mentre tentava
inutilmente di far abituare maggiormente i propri occhi al buio che la
circondava.
Sentì distintamente un fruscio, che fece aumentare il
battito del suo cuore, -Alison?- Domandò una voce profonda, bassa.
La Ravenclaw sentì caldo dietro le orecchie, mentre
riprendeva a camminare velocemente e davanti ad i suoi occhi cominciavano a
stagliarsi i gradini e, verso la fine, la sagoma scura di Sirius.
Gli si sedette accanto con leggerezza, gli occhi
illuminati da un sorriso.
-Come facevi a sapere che mi avresti trovato di nuovo
qui?- Domandò il
Gryffindor, un ciuffo di capelli lucenti che gli ricadeva scomposto sul volto. Sembrava stanco, ma
nonostante tutto il suo sguardo riusciva ad essere intenso anche nella
penombra, conferendo un'aria più selvaggia ai lineamenti nobili.
Alison scrollò le spalle, -non lo so...Lo immaginavo e
basta...- sussurrò, sorridendo come una bambina, felice di aver avuto ragione.
Si sentì imbarazzata dallo sguardo confuso di Sirius e,
senza rendersene conto, si portò una mano a sistemarsi i capelli sulle spalle.
In realtà non sapeva cosa diamine ci faceva lì, lei odiava il buio, ne aveva
paura, la sera precedente era in giro per il castello solo perchè si era
trovata alle cucine con una sua amica degli Huffelpuff quando era ancora
chiaro, ma erano rimaste troppo a parlare.
Però quella sera, mentre era nel suo letto a baldacchino
dalle pesanti tende blu notte, leggendo svogliatamente un libro aspettando che
il sonno la cogliesse, la mente le aveva vagato fino a raggiungere il ricordo
della sera precedente, dell'espressione disperata di Sirius.
E l'aveva colta la consapevolezza che il ragazzo, in quel
momento, era nello stesso identico posto in cui l'aveva incontrato il giorno
prima, con la stessa angoscia inconfessata nel cuore, lo stesso ciuffo ribelle
che andava a coprirgli un occhio, e lo stesso buio che lo avvolgeva e tentava
di inghiottirlo.
Senza rendersene conto, era già a metà strada, mentre
cominciava ad essere presa dalla paura del buio.
-Si nota tanto?- Domandò Sirius,
sogghignando, ridendo di se stesso.
Alison fu scossa dai suoi pensieri, fissandolo
interrogativamente, cercando di non perdersi a contemplare i suoi occhi. -Che
sono disperato!- Continuò il ragazzo, e la Ravenclaw sbarrò improvvisamente gli
occhi. -No, che dici!- Provò
a mentire lei, ma si rese conto da sola che non era molto convincente.
Sirius rise di gusto, una risata simile ad un latrato,
passandosi una mano a portarsi indietro i capelli corvini, così luminosi. Poi
le sorrise, un sorriso tutto per lei, pieno di ringraziamento, -Non devi
preoccuparti, Alison...Infondo, io sono un eroe, no??- Disse, gonfiando il petto e battendoci sopra
il pugno. Poi la sua espressione si addolcì di nuovo, mentre allungava una mano a
cogliere, tra le dita, una ciocca dei capelli di Alison, che avvampò
improvvisamente. -Si vede che hai paura del buio...Non serviva che tu venissi
fin qui, veramente...Ma ti ringrazio tanto...- Sussurrò appena Sirius, il tono pieno di
gratitudine e malinconia, i lineamenti gentili, e lo sguardo profondo rivolto
verso di lei, in cui sprofondò senza ritegno. Il Gryffindor si portò alle labbra la
ciocca bionda, baciandola dolcemente, ed inspirando profondamente, prima di
rialzare lo sguardo su di lei, -shampoo alle mandorle??- Domandò scherzoso. Alison, imbarazzata e
tesa, si ritrovò a ridacchiare, di nuovo a suo agio.
Ma ad un tratto entrambi si bloccarono di colpo. Avevano
sentito distintamente un miagolio, proveniente dalla Sala Grande.
-Cosa c'è, tesoro mio? Hai sentito la puzza di qualche
sudicio studentello?- Domandò
una voce acuta e smielata, una voce così disgustosa, che risuonava talmente
stonata alle orecchie, che non poteva che essere di Gazza.
Alison impallidì improvvisamente, spaurita, cercando lo
sguardo di Sirius, che non aveva per nulla perso la calma. Quelle situazioni,
per lui, erano all'ordine del giorno. Si alzò con determinazione, tendendole la
mano per aiutarla ad alzarsi e sorridendole per rassicurarla, -non
preoccuparti, non ci faremo prendere da Gazza...- mormorò con tono di sfida.
Lei si sentì improvvisamente al sicuro, mentre lui la
trascinava per corridoi che lei non si sforzava nemmeno di riconoscere, i loro
passi fugaci che facevano poco rumore, il castello che non sembrava più
spaventoso e buio come prima e l'orientamento di Sirius che aveva così poco di
umano...
Ci sono situazioni, nella vita, che stranamente riescono
a legare le persone con un filo inesorabile e resistente. Ci sono situazioni
che vivi come un sogno, dove vieni travolto da emozioni di cui prendi
consapevolezza solo a mente lucida, molto più tardi. Ci sono situazioni che
riescono a svolgersi solamente se è notte.
Quella, era una di quelle situazioni.
La mano di Sirius era grande e calda, piena di tepore, e
lui sembrava così imponente, così eroico, così tanto Gryffidor! Ed era talmente
sicuro, anche mentre le lanciava un'occhiata per vedere se stava bene, che a
Alison aveva quasi voglia di prenderlo a schiaffi, per togliergli quell'aria
strafottente di chi ama l'adrenalina delle situazioni pericolose.
Quando Sirius si fermò, all'inizio di un corridoio, ormai
Alison aveva completamente perso il senso dell'orientamento da tempo, mentre
appoggiava inconsciamente la propria fronte sulla schiena del ragazzo, tentando
di riprendere fiato.
Sentiva il cuore batterle accelerato nelle tempie, e
l'odore di Sirius più forte e pungente che tentava di avvolgerla. I capelli le
accaldavano il collo, e le guance arrossate non solo per il caldo.
Sentiva il respiro di Sirius, che mano a mano andava
calmandosi, che le sembrava riempisse il silenzio.
-Bhe...Siamo arrivati...- sussurrò lui, con fare
compiaciuto. Solo in quel momento Alison si riscosse, cominciando a guardarsi
attorno. Le ci volle qualche secondo per rendersi conto di essere all'inizio
del corridoio che l'avrebbe portata al ritratto per la propria Sala Comune, e
ne fu quasi amareggiata.
Sorpassò Sirius sospirando, voltandosi a guardarlo, -Non
serviva che tu mi accompagnassi fino a qui...- Mormorò, guardando ora con familiarità il
corridoio.
Sirius sbadigliò, portandosi una mano davanti alla bocca,
e lanciando un'occhiata verso le finestre, da dove si intravedeva uno squarcio
di cielo ancora buio. -Ho preferito essere sicuro che non ti sarebbe successo
nulla- Rispose, sorridendo ironico. La penombra giocava sui suoi tratti nobili
e su quella bellezza quasi selvaggia.
Alison ridacchiò, sentendo ancora più caldo, -Allora
grazie mille Sirius, è solo a te che devo il fatto di non essere finita in punizione!-
disse allegra.
Non seppe mai dove trovò il coraggio di avvicinarsi di
mezzo passo, porgersi sulle punte dei piedi poggiando la mano alla base del
collo del ragazzo, per dargli un lieve bacio sulla linea della mandibola. Sentì
la mano di lui sfiorarle appena il fianco, prima di staccarsi di nuovo, in un
brevissimo contatto che le bruciò sulla pelle.
-Non devi ringraziarti, era mio dovere di Gryffindor
salvaguardare la tua incolumità!- Disse scherzoso, mentre Alison si allontanava di nuovo da lui,
notando lo sguardo di Sirius cominciare a cambiare luce ogni volta che la
guardava negli occhi.
*****
Ed anche questo è andato!!
Qua sta andando acora avanti un po’
lentamente, ma già dal prossimo capitolo entrerà in scena lui…L’Eroe…James
Potter!!
Non vedo l’ora!! Mi sono divertita un sacco
a scrivere di lui e Sirius…l’ho un po’ buttata sul ridere.
Grazie per tutti quelli che hanno letto e,
soprattutto, un bacio a chi ha recensito
Kikka91: Sono contenta di essere riuscita
nell’intento di dare a Sirius l’istinto canino…Approfondirò di sicuro il
personaggio di Alison, bisogna solo avere un po’ di pazienza per questi
capitoli ancora un po’ introduttivi.
Anche a me I Ravenclaw piacciono molto, un
po’ mi ci rispecchio, sinceramente.
Vane91: aggiornata al più presto, contenta?
^___^
PiccolaBlack: Il personaggio di Sirius
riserverà ancora molte sorprese, credo di aver dato il meglio del personaggio
nel capitoli più avanti, quando comincerà a mostrarsi un po’ di più…Sappimi
dire ^^
lison
sbadigliò rumorosamente, prendendo tra le mani la tazza di caffè bollente, e
lanciando un'occhiata annoiata al libro di Pozioni aperto, appoggiato in
equilibrio precario alla caraffa del succo di zucca.
Il suo sguardo offuscato
vagò senza permesso oltre la tavola, per andare a cercare quella Gryffindor.
Sirius Black rideva con James Potter, incuranti degli sguardi adoranti che i
loro compagni rivolgevano loro. Persino in quel momento, mentre si stava per
soffocare con il succo di zucca, riusciva ad essere disgustosamente
affascinante...E Potter, nonostante stesse giocando con due aringhe affumicate
(stranamente non con un boccino sfavillante) come un bambino del primo anno,
non era certo da meno in quanto bellezza. Perfino Lupin, concentrato su un
libro, mentre lanciava solo qualche fugace sguardo divertito verso gli amici,
nonostante la sua aria cagionevole e trasandata, emanava una qualche sorta di
fascino.
Loro
erano il massimo a scuola.
Il
massimo del massimo.
Qualsiasi
cosa avessero detto, sarebbero stati ovattati dalle acclamazioni.
Alison
sentì maggiormente il peso delle poche ore di sonno, ed un lieve sconforto
sembrò cercare di invaderla, mentre si malediceva con se stessa per aver
distolto lo sguardo dal libro di pozioni, sua unica salvezza per quello che
l'attendeva alla prima ora.
Poi
un ragazzo invase la sua visuale, sedendosi davanti a lei. Alison sorrise e lo
guardò con affetto: gli stessi suoi capelli biondo scuro, la stessa fronte, lo
stesso naso, ma non molto altro in comune. -Buongiorno Lionel!- Esordì.
Lui
le sorrise affettuoso, -Buongiorno sorella, non hai dormito bene?- Domandò con
voce calda.
La
ragazza sorrise, quasi divertita, -più che altro ho dormito poco...-.
Soppesò
se era il caso di dire al fratello che erano due sere che faceva le ore piccole
per incontrare la leggenda della scuola, Sirius Black; si chiese se, nel
raccontarlo, i suoi occhi avrebbero cercato di nuovo il Gryffindor, cercando il
fascino magnetico che la sua figura emanava.
Lionel
corrucciò le sopracciglia, gli occhi scuri cercarono di scrutare nel volto
della sorella qualcosa che gli potesse dire cosa la impensieriva, quando una
voce profonda ebbe il potere di distrarlo, come riuscì a distrarre la gran
parte della tavolata dei Ravenclaw, soprattutto femminile.
-Alison!-
Alison
sussultò appena, battendo il ginocchio contro il tavolo e rompendo il delicato
equilibro tra il libro di pozioni e la caraffa, che non si ribaltò grazie ad un
suo preciso movimento della bacchetta, mentre dalla sua espressione si vedeva
benissimo che si stava maledicendo per l'ennesima volta.
Sirius
era dietro a lei, con la sua elegante bellezza, il sorriso spavaldo in volto e
quel luccichio quasi animale nel profondo dei suoi occhi.
-Alison,
posso chiederti un favore?- Domandò.
Lei
si impose con forza di non arrossire, scavalcando la panca per potersi girare
verso di lui, -...certo, se posso...- disse, sorridendo con un velo di
rigidità.
Ma
era Ravenclaw, e tendenzialmente riusciva a controllare le emozioni meno forti
con la mente.
Sirius
si accucciò con fare losco vicino a lei, lanciando una fugace occhiata verso il
suo tavolo, come ad essere sicuro di non essere visto. -Hai presente Remus,
vero?- Domandò, rivolto di nuovo verso lei.
Alison
sentì uno sguardo pungergli sulla base della nuca, sicuramente di suo fratello,
ma si impose di non farvi caso. -Lupin? Certo...- Disse, scrollando appena i
riccioli raccolti, senzacapire
dove voleva andare a parare il ragazzo.
-Vedi...lui
dice che ne io ne James - James Potter, hai presente vero? - riusciremmo mai a
prendere un "Eccezionale" in Pozioni senza il suo aiuto...- Continuò
Sirius, grattandosi il mento con fare pensieroso, -la cosa che infastidisce...è
che ha ragione! Cioè...Ammettiamolo...Non mi è mai piaciuta pozioni...-
Continuò, mostrando un ghigno molto più canino che umano. Sirius si interruppe
per un attimo, fissandola e sorridendole.
Alison
sorrise di riflesso, contagiata dal suo, e si stupì della quantità di fascino e
carisma che trasudava dal ragazzo. Si sentì stupida, e chiuse gli occhi per un
paio di secondi, come per tornare in sè.
-Però
io e James vorremmo dargli una lezione! Ed il nostro affezionato "Oltre
Ogni Previsione", a Lupin non basta più!!- La voce di Sirius si faceva
sempre più bassa, ma aveva una luce di emozione negli occhi, esaltato dal suo
stesso piano.
-Ed
è qui che entri in campo tu!!- Disse, alzando improvvisamente il tono di voce.
Alison
lo guardò sbigottita, -io??- Chiese, un tono un po' troppo acuto.
Sirius
le prese le mani che aveva in grembo, come a renderla già complice del losco
piano. -Si Alison...Mi hai detto l'altra sera che vuoi provare a diventare
Guaritrice...ed inoltre sei Ravenclaw...Quindi sarai un genio in pozioni!-
Disse, spalancando appena gli occhi, il sorriso dipinto sulle labbra e sugli
occhi, il volto illuminato. Talmente sicuro di quello che diceva che per nulla
al mondo avrebbe accettato un qualcosa di diverso.
Esaltato
come un bambino.
Le
mani di Sirius, grandi e calde, le bruciavano sulle sue.
Si
ricordò, improvvisamente e nitidamente, la loro corsa per i corridoi bui, la
sua mano calda, i suoi piedi a contatto del pavimento freddo, i quadri che
sussurravano indignati.
-Ma
io non sono così brava in Pozioni!- Esclamò, le veniva quasi da ridere.
Sirius
si zittì per un momento, quasi a soppesare ciò che lei aveva detto (cosa che
probabilmente, in realtà, non fece), poi scoppiò a ridere, la sua risata simile
ad un latrato, -ma smettila!! Cos'hai preso nell'ultimo compito di Lumacorno??-
Domandò, ironico. Alison sentì caldo attorno al collo, abbassando lo sguardo,
-...Eccezionale...- mormorò imbarazzata.
Sirius
scoppiò a ridere di nuovo, e Alison si unì appena alla sua risata. Poi il
Gryffindor si alzò, sgranchendosi le gambe, -Allora è deciso, darai ripetizioni
segrete a me ed a James!- Esultò, solare. Guardò tra la folla della sua
tavolata, e fece un cenno di vittoria verso Potter.
-Ci
vediamo a pranzo dietro la serra numero 2, così non ci vede nessuno e possiamo
fare un piano...di studi!- Sirius si bloccò un attimo a riflettere sulle sue
stesse parole, poi scoppiò a ridere di nuovo, salutandola con la mano e
tornando verso il proprio tavolo.
Alison
sbattè un paio di volte le palpebre, poi si rigirò verso il tavolo, appena
scombussolata.
Non
riusciva ad abituarsi alla vicinanza di Sirius.
Come
non riusciva ancora ad abituarsi alle varie sfaccettature del suo carattere,
che stava scoprendo fin troppo velocemente.
Un
Sirius disperato.
Un
Sirius sicuro di se, come un paladino.
Un
Sirius ilare e gioioso, adorato da tutti, la Leggenda.
Riprese
la tazza di caffè tra le mani, cominciando a sorseggiarlo ed incontrando lo
sguardo stupito del fratello.
Praticamente
stupito quanto il suo.
-Conosci
Sirius Black?- Domandò, quasi preoccupato, Lionel.
Erano
gemelli, e lui si era sempre preso la briga di proteggere la sorella meglio che
poteva, senza esagerare...Ma quello andava completamente fuori da tutti i suoi
piani.
-mm
mm...- Alison abbassò lo sguardo, evitando accuratamente di arrossire.
-E
darai ripetizioni di pozioni a lui ed a James Potter?- Continuò Lionel, sempre
più scioccato.
Sua
sorella avrebbe stretto confidenze che le leggende di Hogwarts...Che erano
famosi solo per ficcarsi in un guaio dietro l'altro, scontando una punizione
dietro l'altra.
Inorridendo,
Lionel non riusciva nemmeno ad immaginarsi in che pasticci si sarebbe mai
ficcata.
-mm
mm...-
-Ripetizioni
private, in luoghi nascosti, da sola con Black e Potter??- La voce di Lionel
ora era insistente. Era quasi disperato, sapeva perfettamente che sua sorella
si sarebbe presa una cotta spaventosa per uno dei due, come tutte le persone
del genere femminile (e qualcuna maschile) che erano venute in contatto con
Black e Potter.
-mm....-
La mente di Alison per un secondo si inceppò, posò pesantemente la tazza sul
tavolo, prendendosi un paio di secondi per capire al meglio ciò che aveva detto
il fratello, e fissò il fratello spalancando gli occhi, -COSA??- Chiese,
stupita.
Lionel
inarcò un sopracciglio, Alison si mise a ridere, senza malizia, -Si, detta così
sembra piuttosto equivoca!- Disse, tranquilla.
Il
ragazzo rimase spiazzato, si protese verso di lei, -ma...Alison...La situazione
è ambigua!!-.
Alison
inclinò appena la testa...Nulla da fare, sua sorella era sempre stata fin
troppo ingenua e fiduciosa del prossimo. -Non dire sciocchezze, Lionel!- Lo
rimproverò, sfogliando per l'ultima volta il libro di pozioni, prima di
chiuderlo e depositarlo nella borsa.
Il
compito di Pozioni fu, tendenzialmente, un bagno di sangue...
Probabilmente
non sarebbe andata oltre l'Oltre Ogni Previsione, e uscì dall'aula con la
divisa macchiata di sangue verde di drago, che non si decideva in nessun modo
ad andare via.
Aveva
tentato tutti gli incantesimi per pulire che conosceva (ed erano parecchi,
visto che tra i Ravenclaw se ne inventavano a bizzeffe) prima di rivolgersi
alle sue compagne di stanza, che ovviamente avevano tutte una loro convinzione
di come togliere la macchia verdastra. Le passarono ogni unguento di Nonna
Acetonella disponibile sul merecato, compresi i classici rimedi casalinghi (tra
cui versarci sopra del limone), prima di dimostrarsi sconfitte e, guardando la
macchia con aria critica, mormorare frasi di incoraggiamento della tacca di
"sai che il verde ti dona?".
Così,
quando a pausa pranzo si portò dietro la serra numero 2, la sua divisa non solo
era macchiata, ma la stoffa sembrava anche stanca e provata tanto quanto
Alison.
Sirius
e James erano già là, illuminati da un raggio di sole che sembrava lì per loro
ed una leggera brezza che soffiava dolcemente tra i loro capelli (si sa che,
per far sventolare i propri mantelli, del vento deve sempre soffiare dolcemente
sugli Eroi...). Ed ovviamente, James era riuscito a procurarsi un boccino con
il quale giocare.
-Ehi
Jamie, è arrivata Alison!- Mormorò Sirius, dando una gomitata all'amico, che si
voltò verso di lei con aria curiosa. Potter si aprì in un largo sorriso da una
guancia all'altra, catturando per l'ultima volta il boccino, -Ah! La nostra
Salvatrice!!- Esclamò, alzandosi con aria spavalda.
Per
un attimo, guardandoli, Alison si sentì intorpidita come in sogno. Sembrava
che, senza rendersene conto, i due Gryffindor lottassero per chi avrebbe
attirato maggiormente la sua attenzione.
Ma
l'occhio di Alison cadeva sempre irrimediabilmente sulla figura di Sirius.
Sirius
le si avvicinò, guardando divertito la macchia verde sulla divisa grigia,
-sangue di drago?- Chiese con tono critico. Alison annuì, sistemandosi appena i
capelli con aria imbarazzata, -non va via!- sbuffò, mettendo il broncio in
un'espressione infantile, che sembrò intenerire dolcemente Sirius.
-Sangue
di drago? Nulla di problematico!- Esclamò tranquillo James, avvicinandosi
mentre si arrotolava le maniche della camicia sugli avambracci muscolosi. Puntò
la bacchetta sul maglione, facendole fare un lieve movimento, e mormorò
annoiato un incantesimo.
La
macchia sparì magicamente.
Alison
rimase per un secondo allibita, -Ed io sarei quella che deve dare ripetizioni a
voi??- Domandò, spalancando gli occhi. -Si, ma di Pozioni!! Modestamente in
Incantesimi sono il migliore- rispose prontamente James, scompigliandosi i
capelli.
Sirius
rise, -perdonalo, Alison...è così modesto che non si può non volergli bene!-
esclamò, passando un braccio attorno al collo dell'amico, che si lamentava
giocosamente.
Alison
si sentì fortunata di potersi riempirsi gli occhi con una scena del genere.
James
era poco più basso di Sirius, anche lui slanciato e con la muscolatura
sviluppata, con grandi occhi nocciola sinceri, che sembravano scavarti dentro,
affascinanti, sotto una massa di capelli disordinati che lo facevano sembrare
un bambino di sette anni. Aveva un sorriso spontaneo, che aveva il potere di
illuminare tutto il volto, di contagiare irrimediabilmente. Il comportamento
sicuro di se, spavaldo, anche se a volte sembrava non rendersi effettivamente
conto della propria forza.
Sirius,
con i capelli corvini lucenti e gli occhi scuri come due pozzi torbidi in cui
perdersi, con una luce profonda così selvaggia che contrastava con i lineamenti
nobili ed il volto affilato. I movimenti sicuri ed eleganti, di chi sa
perfettamente quanta forza mette in ogni gesto e quanto oltre può spingersi.
Sembravano
completarsi a vicenda.
Quando
i due ragazzi si staccarono, ormai lievemente trafelati, dopo aver ripreso
fiato, James guardò la Ravenclaw con una luce divertita negli occhi, -bhe,
Alison...Mi sa che dovrai fare un miracolo con noi, per farci ottenere un
Eccezionale in Pozioni!-.
Alison
si concesse di soppesare i due ragazzi con aria critica: sapeva che avevano
sempre avuto una media piuttosto alta, vedeva i loro sguardi brillanti, sapeva
che se l'erano cavata in situazioni irrimediabile...E poi, dai, erano le
Leggende id Hogwarts...Dovevano pur valere qualcosa!!
Alison
sorrise divertita, passando dagli occhi nocciola e vivaci di James, da ragazzino,
a quelli scuri ed insondabili di Sirius, da chi porta sulle spalle un peso
troppo grande per lui, poi sospirò, tranquilla. -Ma che miracolo, siete o non
siete il meglio del meglio?- Chiese, con aria dura, poggiando le mani sui
fianchi.
I
due ragazzi rimasero così interdetti, gli occhi spalancati e la labbra di James
semi aperte, che per un attimo il loro fascino sembrò impallidire.
-Se
lo volete ottenere davvero, quell'Eccezionale sarà un gioco da ragazzi!!
Insomma, io ho fiducia in voi!!- Esclamò, con tono limpido e dolce, gli occhi
blu illuminati.
Era
sincera, talmente sincera da meritarsi una spudorata risata da parte di Sirius,
compiaciuto. Un lampo di gioia illuminò maggiormente i suoi lineamenti.
-Accidenti,
pane per i nostri denti! Ma dove l'hai trovata, Sirius?- Chiese divertito
James, alzando il tono di voce per sovrastare quella risata che non sembrava
finire.
Sirius
aveva le lacrime agli occhi, piegato dal ridere.
****
Ok,
ok…James ha fatto solo una piccola comparsa…Ma sarà sempre più presente…
Una
volta che James entra in scena, non se ne va più XD
Cmq
li adoro, tutti e due in modo diverso…
Grazie
mille per i vostri commenti, mi commuovono ç__ç
Vane91: sto continuando ad aggiornare in
fretta…Non resisto!! Spero vivamente di riuscire a continuare così ^^
PiccolaBlack: grazie mille per i tuoi commenti così
euforici…mi commuovi ç_ç grazie per aver detto che loro due sono una bella
coppia!!
Kikka91: Che amore il Sirius cavaliere…Come ho già
detto Jamie farà un po’ poco nel prossimo capitolo…Ma dopo non uscirà più di
scena.
Ho
un po’ caricato la sua aria da Eroe, sinceramente…Ma spero ti piaccia lo stesso
^^
isteso
sul letto, le braccia incrociate dietro la testa e lo sguardo torbido fisso
sulla copertura scura del letto a baldacchino.
Nemmeno
quella sera, Sirius riusciva a dormire.
Le
coperte rosso scuro gli pesavano sul corpo, stranamente sensibile, ed un
soffuso raggio di luna gli illuminava appena il volto dai muscoli tesi.
"Se
lo volete ottenere davvero, quell'Eccezionale sarà un gioco da ragazzi!!
Insomma, io ho fiducia in voi!!"
Sirius
sospirò rumorosamente, girandosi su un lato e chiudendo gli occhi.
Rivide
la figura così esile di Alison, in un atteggiamento deciso, le mani sui
fianchi, protesa appena in avanti, le guance arrossate. Rivide i ricci biondi
che le cadevano sulle spalle e rivide il suo sguardo.
Quello
sguardo blu, limpido.
Quello
sguardo pieno di fiducia incondizionata, quel credere in loro in maniera così
spudorata e sincera...
Ed
a lui era venuto da piangere.
Un
groppo gli aveva chiuso la gola, mentre sentiva quelle parole che tanto aveva
atteso da una persona che lo conosceva appena, ma che ci credeva in pieno.
Lei
aveva fiducia in lui.
Come
nessun altro aveva riposto fiducia in lui, come nessun altro gliel'aveva mai
detto.
Bhe,
certo, il compito di Pozioni in realtà era una stupidaggine, nulla per cui
valeva la pena scaldarsi tanto quanto in realtà stavano facevano.
E
si, certo, sapeva che i suoi amici riponevano fiducia in lui...Ma ovviamente,
quando si trovavano tutti insieme, non si scambiavano frasi stucchevoli sul
bisogno che ognuno aveva degli altri.
Sirius,
cresciuto in una casa sempre troppo buia e maledetta, con le teste di vecchi
Elfi Domestici appese per le scale come trofei di guerra e vecchi fantasmi di
famiglia che facevano confusione in soffitta, era sempre stato ripudiato dai
genitori.
Per
loro, era sempre stato diverso, strano, infettato.
Per
loro era stata un sollievo la nascita di Regulus, tanto aspettata.
Sirius
non aveva mai ricevuto l'appoggio familiare, quell'appoggio di cui tutti i
bambini piccoli hanno bisogno, il sentirsi dire di essere stati bravi quando si
mostrano disegni orribili.
Quell'appoggio
incondizionato e la fiducia verso quello che faceva il figlio.
E
tutto quello, l'aveva visto quel pomeriggio nello sguardo di Alison.
E
la cosa sembrava così surreale, così stupida e sollevante, che Sirius si era
trovato spiazzato.
Si
girò di nuovo, sentendo il lieve russare di James, nel letto accanto al suo.
Sospirò,
tirandosi a sedere e prendendo, dalla federa del cuscino, quel foglio di
pergamena pregiata, ormai stropicciata e piegata male, che non gli faceva
chiudere occhio in quei giorni.
Lo
osservò a lungo, senza aprirlo, come se già la filigrana di quella carta gli
raccontasse quanto bastava. Sapeva a memoria cosa c'era scritto, aveva stampato
nella mente ogni singola lettera, ogni singola curvatura spigolosa di quelle
parole tracciate con inchiostro lucido e con una penna di falco pregiata.
Già
quello, in effetti, era fin troppo per lui.
-Sirius...-
un mormorio simile ad un soffio, che lo fece sussultare ma non spaventare.
Portò
il proprio sguardo davanti a se, dove sapeva già di trovare gli occhi
indagatori di Remus ad attenderlo. Lupin, il viso scavato e pallido, cercava di
sondare gli occhi di Sirius, che distolse guardando fuori dalla finestra.
-Qualcosa
ti impensierisce, Felpato?- Domandò Remus, sempre in un soffio, con la sua voce
pacata e tranquillizzante.
Sirius
sorrise, scuotendo appena la testa, -nulla di importante, Lunastorta...-
mormorò, ponendo di nuovo la lettera nella fodera del cuscino.
Remus
sospirò, per nulla convinto.
Il
moro lanciò di nuovo una fugace occhiata a James addormentato, che aveva
cambiato posizione.
-nulla
di importante...- mormorò di nuovo Sirius, mentre la voce tendeva a morirgli in
gola, nel tono di chi cerca di convincere più se stesso che qualcun altro.
-Qui
Felpato...Mi senti, Ramoso?-
-Ti
sento Felpato...parla pure!-
-Ramoso...Indicami
la tua posizione!- mormorò Sirius, accucciato al riparo dietro ad una statua.
Teneva tra le mani uno specchietto in cui era riflesso il viso concentrato di
James.
-Sono
all'inizio del corridoio Est, Felpato...- rispose in un soffio, appiattendosi
contro il muro e porgendosi appena a guardare oltre l'angolo.
-Nessuno
in vista?- Chiese Sirius, lanciando fugaci occhiate attorno a se.
-Solo
due ragazze di Huffelpuff...Buongiorno bellezze!- James si esibì nel suo
migliore sorriso luminoso, mentre si sentivano distintamente le risatine di due
ragazze, -buongiorno James!-.
Sirius
si passò una mano sul volto.
-Bene
Felpato...Via libera!- disse James deciso ed, a quelle parole, Sirius scattò
come un cane che insegue la preda. Superò James sfiorandogli la spalla e corse
per altri due corridoi.
Poi
si fermò, tra un'armatura ed un'altra, guardandosi attorno con circospezione.
-Bene...sono
nel corridoio Nord...Pix è appena passato oltre un muro...Nessuno in
vista...Raggiungimi Ramoso!-
Quando
Potter lo raggiunse, i due ragazzi si guardarono per un attimo negli occhi,
annuendo, -andiamo!- disse deciso il cercatore dei Gryffindor.
A
passo di marcia, Sirius elegante e James con il petto gonfio, camminarono con
circospezione per il corridoio, fermandosi davanti ad una porta.
In
silenzio, aprirono lentamente uno spiraglio della porta, guardando entrambi
dentro.
-ehi...pssss!!-
James sibilò.
Dentro
l'aula, seduta tra i tavoli, Alison sussultò violentemente, voltandosi verso la
porta.
A
vedere parte di quei due volti spuntare dallo spiraglio, si portò una mano al
cuore sospirando, rendendosi poi conto di quanto era ridicola la scena.
Alison
inarcò le sopracciglia, guardandosi appena attorno con aria interrogativa,
-em...si?!- disse, titubante.
Al
che i due ragazzi entrarono, sospirando di sollievo e dandosi il cinque. -Ce
l'abbiamo fatta Jamie!- Esclamò Sirius, portandosi le braccia dietro la testa.
James
gonfiò il petto, -bhe, ci avresti dubitato??- Domandò, ghignando.
La
Ravenclaw li guardò, sempre più confusa, -ce l'avete fatta a fare cosa?-
Chiese, incuriosita.
-Ma
a venire qui senza farci vedere da nessuno, ovviamente!!- Il tono di James era
sempre scontato, come se pensasse che dare una spiegazione non ne valesse
realmente la pena.
Alison
si bloccò un attimo, poi scoppiò a ridere senza riguardi, -Ma proprio a dei
Gryffindor dovevo dare ripetizioni?- Si chiese, divertita.
I
due ragazzi ridacchiarono, avvicinandosi e sedendosi scompostamente di fronte a
lei.
-Bella
l'idea di usare l'aula di Storia della Magia...In effetti nessuno sano di mente
la userebbe per studiare...- Disse Sirius pensieroso, guardandosi attorno per
quell'aula ammuffita e sonnolenta.
-Nessuno
tranne noi, ovviamente...- Lo corresse James, sorridendo.
Alison
ridacchiò appena, aprendo il proprio libro di Pozioni con sicurezza,
-bene...Abbiamo cinque giorni per prepararci...Direi che sono più che sufficienti!
Vedrete che prendere un Eccezionale sarà un gioco da ragazzi!- Esclamò,
portando i suoi occhi blu da uno all'altro Gryffindor.
Sotto
quello sguardo, Sirius si sentì stranamente più sereno.
James
si scompigliò distrattamente i capelli, -Se lo dici con quel tono, non possiamo
proprio deluderti- disse ridendo.
Alison
si illuminò, incoraggiata, arrossendo appena quando notò lo sguardo di Sirius
puntato su di lei. Sirius aveva preso inconsapevolmente a studiarla, a guardare
con attenzione le ciglia lunghe che coprivano gli occhi blu, le labbra rosse
spesso sorridenti, in un sorriso che poteva anche solo essere di circostanza ma
che aveva il potere di calmare, quei lineamenti delicati coperti in parte dai
ricci biondo oro, che venivano illuminati dal sole, abbagliando. Aveva un
atteggiamento rilassato, ma poco sicuro di se.
Solo
in quel momento, Sirius si rese conto che forse la ragazza era in soggezione
con loro. Non seppe se compiacersene o dispiacersi.
Poco
dopo Alison cominciò a spiegare Pozioni con enfasi: i suoi occhi blu erano
illuminati di sete di sapere, ma per quanto riuscisse a rendere interessante la
materia, Sirius e James, ben presto, tolsero i propri occhi dai libri per
concentrarsi in altro.
Non
che non la ascoltassero, semplicemente Sirius perdeva il proprio sguardo sul
prato fuori dalla finestra, mentre James scarabocchiava distrattamente sulla
sua pergamena.
Ovviamente,
spiccavano boccini e le iniziali della Evans.
-Direi
che per oggi potrebbe anche bastare...- sospirò Alison dopo un paio d'ore, la
voce provata dalle spiegazioni, mentre chiudeva con un tonfo il libro di
pozioni.
James
smise di scribacchiare boccini sulla sua pergamena, alzando lo sguardo come
appena sveglio, -cosa? Di già?- Chiese, allibito. Sirius si stiracchiò come un
felino, riportando il proprio sguardo sulla figura rassicurante della ragazza.
Alison
sorrise a Potter, come a scusarsi, -Mi dispiace Potter...Ma sono due ore che
parlo, sono un po' provata...Se volete, continuiamo a studiare, ma non ce al
faccio più a spiegare!-.
James
rimase in silenzio per un attimo, poi riprese a parlare -Sai Sirius...Avevi
ragione...Lei non si è arrabbiata come la Evans!- Disse, quasi in imbarazzo.
Alison
sbattè le palpebre perplessa, e James si protese verso di lei per spiegarle,
-Sai, io avevo proposto che fosse la mia adorata Lily a farci ripetizioni...Ma
tutte quelle volte che abbiamo provato, è sempre finita che mi lanciava dietro
un libro...- Sospirò Potter, malato d'amore.
Alison
rise, e James la guardò seriamente, -non sto scherzando!! Vedi qui, proprio
qui?? Vedi che qui i miei splendidi capelli non crescono più?? È dove lei mi
colpisce ogni volta!!- Disse, indignato, indicandosi un punto tra la massa
scompigliata di capelli, ma prima che Alison potesse realmente vedere, lui vi aveva
già passato una mano a scompigliarli.
Sirius
rise sguaiatamente, -vedi Alison, la Evans non sopporta che, mentre lei spiega,
io e Jamie guardiamo da tutt'altra parte!!-.
Alison
alzò le spalle, scrollando i capelli, -bhe, a me non interessa...Voglio dire,
tanto alla fine sono fatti vostri...è che so che nonostante sembrate distratti,
in realtà vi entra tutto in testa- sorrise dolcemente, un sorriso che le
illuminò gli occhi blu pieni di fiducia.
Vi
fu un attimo di silenzio interdetto, in cui Sirius sentì una puntura al cuore,
poi James indicò la ragazza guardando Sirius, -Sposala!!- Proferì, fin troppo
serio in volto.
Sirius
cominciò a ridere, seguito subito da Alison, nonostante le gote accese.
James
guardò distrattamente l'orologio che aveva al polso, e con un gemito spalancò
gli occhi, -DIAMINE! Sono in ritardo per l'allenamento di Quidditch!!- Urlò,
raccattando in un lampo tutta la sua roba. Aprì uno spiraglio di porta, quel
che bastava per farci passare la testa, guardò da entrambi i lati per vedere se
la via era libera. Li salutò frettolosamente ed uscì correndo dall'aula, mentre
Sirius, ancora seduto, rideva forte.
Alison
era sempre più allibita da quei ragazzi. Sospirò forte, poi tirò fuori un paio
di pergamene scritte in maniera ordinata.
Sirius
si voltò a guardarla, incuriosito, seguendo i suoi movimenti calmi. Alison
aveva preso delle pergamene vuote e stava incantando un paio di penne in modo
che copiassero il contenuto delle pergamene scritte. Solo allora alzò gli occhi
ad incontrare quelli torbidi di Sirius, ed avvampò vistosamente.
-Cosa
fai?- Chiese il ragazzo, sporgendosi appena verso di lei. Vide Alison portarsi
nervosamente una ciocca di capelli dietro le orecchie, era proprio in
soggezione.
-Bhe,
sono gli appunti di Pozioni...Credo vi possano servire...Dovreste dargli una
letta veloce e ricordarvi le parti che ho sottolineato: sono spiegazioni che
non sono presenti sul libro- disse dolcemente, facendo scorrere il dito su un
paio di appunti sottolineati.
Sirius
sorrise, intenerito, -mi sento in colpa...Fai tutto questo per noi...Non ti
abbiamo nemmeno chiesto se vuoi qualcosa in cambio-.
Alison
alzò di nuovo il volto a guardarlo, erano parecchio vicini e Sirius la vide
arrossire maggiormente, gli occhi blu che diventavano lucidi e l'espressione
farsi più morbida.
Non
era particolarmente bella, ma Sirius cominciava ad esserne affascinato.
-Non
preoccupatevi...Non voglio nulla...- borbottò Alison, fin troppo in fretta,
tanto che, se possibile, arrossì maggiormente.
Vi
fu un momento di silenzio pesante, in cui Sirius la vide guardarlo di
sottecchi, prima che lei lo guardasse di nuovo negli occhi con una luce di
curiosità e preoccupazione. Probabilmente senza nemmeno rendersene conto,
Alison allungò le dita a sfiorare lo zigomo del ragazzo, che sentì il tocco
freddo della pelle di lei.
-Sirius...Riesci
a dormire di notte?- Domandò. Sirius si sentì intorpidire da quel tocco freddo
e si rese conto che effettivamente era parecchio stanco, probabilmente aveva
anche un accenno di occhiaie, -Perdo fascino quando sono stanco, vero?- Chiese
ironico, ghignando.
Alison
ridacchiò appena, ma arrossì maggiormente.
Sirius
avvolse la mano di Alison con la sua, avvicinandola di più al suo volto, e
fissando con intensità gli occhi blu di lei, -te l'ho già detto, Alison...Non
devi preoccuparti per me...- Sussurrò, ma era felice. Era felice che lei
notasse la sua stanchezza, che lei riuscisse a percepire la sua disperazione,
che lei sapesse sempre la cosa migliore da dirgli.
-Mi
dispiace...Io...- la ragazza si trovò in difficoltà e Sirius scosse il capo,
-Non serve che dici nulla, figurati...- mormorò, prima di sciogliere quel
contatto e di alzarsi.
Era
stranito da ciò che lei gli faceva provare, stranito a tal punto che, a
momenti, lo irritava, ritrovandosi spiazzato. Doveva andarsene da quella
stanza, a prendere un po' di aria fresca ed ad ascoltare qualcuna delle
stupidaggini di James...O magari qualcuna delle imprecazioni contro di lui da
parte della Evans.
-Ora...è
meglio se torno in Sala Comune, non vorrei che Remus si insospettisse...-
Disse, a mo' di scusa, avviandosi verso la porta. Prima di chiuderla dietro di
se, vide l'espressione addolorata e confusa di Alison e non lo sopportò.
Non
sopportò che quella ragazza riuscisse a farlo sentire in colpa.
Cominciò
a percorrere i corridoi con passo nervoso, accendendosi una sigaretta.
*****
Ed
anche questo è andato…
Chiedo
perdono se ho mandato in vacca sia James che Sirius nella scena in cui
“giocano” con gli specchietti…Ma non sono riuscita a resistere XD
D’altronde,
anche se maggiorenni, quei due li vedo sempre e comunque eterni ragazzini!!
Bene
bene…Ormai comincia a prendere forma ed a ingarbugliarsi un po’ la cosa…
Mi
piace troppo dare spessore al personaggio di Sirius!!
E
comunque…James veramente non se ne andrà più…Credo che ormai sia presente in
ogni capitolo dopo questo…
Sia
perché un po’ l’ho adottato come mascotte della mia fan fiction, sia perché
(come diceva anche Madama Rosmeta ne “Il Prigioniero di Azkaban”) dove c’è
Sirius, c’è anche James!!
Grazie
a chi ha letto, e soprattutto, a voi che avete recensito e che continuate a
commuovermi ç__ç
Vane91:
ecco a te il capitolo che attendevi ^-^ …A volte mi domando se il mio Sirius
non sia fin troppo perfetto O_o”
PiccolaBlack:
E no, mi dispiace…Le ripetizioni di pozioni sono solo delle ripetizioni ^^”
…Servivano a me come scusa per far avvicinare Sirius ed Alison…E spero tu sia
felice nel vedere che comunque ho aggiornato abbastanza in fretta ^__^
Kikka91:
L’idea di Lionel è stata un caso, in effetti ^^” Quando mi è venuta in mente
l’idea della fan fiction, quando cominciava a prendere forma, lui non
c’era…Però più avanti avrà anche lui un ruolo, in mezzo ^^”
“Complici,
belli e unici. Due grandi^^” non sai quanto mi hai fatto felice con queste
parole, percè era esattamente l’idea che avevo di loro, e sono contenta di
essere riuscita a trasmetterla…Io mi immagino loro due che camminano,
irradiando come luce propria, e le ragazze che svengono ai loro piedi XD
irius, seduto
scompostamente sulla poltrona davanti al fuoco, guardò James, stanco e
infangato ma esultante come sempre, entrare dal ritratto.
-Ehi
James, ti devo parlare prima che Remus torni dalla biblioteca...- mormorò
Sirius, con fare assonnato. Stare ad aspettare davanti al fuoco, lo faceva
sentire pigro come un vecchio cane da compagnia.
James
sospirò, guardando con scetticismo i propri vestiti infangati, -basta che fai
in fretta, che il fango non mi dona...- borbottò.
Sirius
sventolò dei rotoli di pergamena sotto il naso dell'altro, -Alison mi ha dato i
suoi appunti di Pozioni...Direi che potremmo anche non prendere più ripetizioni
da lei- disse, evitando di guardare il cercatore in faccia.
James
strabuzzò gli occhi, passandosi una mano tra i capelli e poi facendo una
smorfia disgustata, ricordandosi troppo tardi del fango sulla mano. -Senti
Sirius, non so cosa ti frulli per quella mente bacata, ma oggi ho capito
Pozioni. Ti rendi conto? So già quasi tutto. Alison è fantastica!- James era
incredulo, ma qualcosa attirò la sua attenzione, -Ehi, Evans...buonasera!-
disse, raggiante.
Lily,
i capelli rosso scuro sciolti sulle spalle e i grandi occhi verdi con una luce
di fermezza nello sguardo, si sedette su una poltrona, libro in mano, senza
degnare James di uno sguardo.
-Ehi,
Evans...Potresti anche salutare, sono stato gentile!- Esordì James, offeso,
tentando di non usare un tono da ragazzino piagnucolante. Odiava quando la sua
presenza veniva del tutto ignorata, il suo egocentrismo ne risentiva, piuttosto
preferiva essere maledetto.
Sirius
sbuffò, infastidito. Voleva chiudere presto quel discorso, già il solo fatto di
aver aspettato James era stata per lui un'ardua prova. Se adesso la signorina
Lily Evans, alle prese con crisi esistenziali che riguardavano James,
cominciava anche a fare l'offesa, la cosa sarebbe andata per le lunghe.
-Mi
dispiace, Potter, se non mi affretto cinguettante a salutarti, ma in questo
momento ho cose più importanti da fare, piuttosto che assecondare il tuo
egocentrismo...- berciò tagliente la rossa, aprendo svogliatamente il libro.
Sirius
sorrise tra se, la Evans doveva solo ringraziare di essere una bella ragazza o
se no, con il caratterino che si ritrovava, a suo modesto parere sarebbe
rimasta zitella.
Ma
per fortuna c'era James Potter, Mister Splendore, che, ovviamente, era
irrimediabilmente innamorato dell'unica ragazza che non lo degnava di uno
sguardo, Slytherin escluse, si intende.
James
si parò davanti a Lily, braccia incrociante e fango che gocciolava sul tappeto.
-Se continui così resterai zitella, Evans...- mormorò James, scuotendo la
testa, sconcertato.
Lily
alzò per la prima volta gli occhi su di lui, occhi arrabbiati e fermi, offesi,
-meglio finire zitella che con te, Potter...Vedi di finirla di importunarmi e
torna a parlare con Sirius della perfezione di quella Alison!- disse,
infuriata, tornando a concentrarsi sul libro. Ma le sue guance erano
imporporate, e Sirius capì benissimo che la Evans si era lasciata sfuggire più
di quanto non volesse.
Black
sospirò, a che pro nascondersi ancora? Tanto ormai se n'era accorto anche Peter
che la Evans cominciava ad interessarsi a James...E se anche Codaliscia se
n'era reso conto, significava proprio che la cosa era evidente.
James,
nonostante tutto, si aprì in un sorriso trionfale, gli occhi illuminati come se
avesse appena catturato il boccino più importante del campionato, -Cosa
succede, Evans, sei gelosa??- Domandò malizioso, porgendosi appena verso di
lei.
Lily
arrossì appena, alzandosi scocciata, -non essere idiota, Potter!- Esclamò,
accaldata, salendo le scale verso il dormitorio delle ragazze, e sbattendo la
porta tanto forte da far tremare i vetri.
James,
gli occhi ancora luminosi ed un sorriso idiota stampato in volto, guardò
Sirius, sempre più sprofondato ed innervosito nella poltrona, -io sposerò
quella ragazza!!-.
-Contento
tu...- biascicò Sirius, issandosi per tornare ad una posizione quantomeno
accettabile. -Comunque ho deciso che non prenderò più ripetizioni dalla Goldstein...-
disse con una certa insistenza, tornando senza preamboli a ciò che veramente
gli interessava.
James
sembrò tornare in se, accantonando i pensieri da innamorato smielato e
struggente, fissando Sirius per tentare di sondarlo. -Non capisco, Felpato...-
borbottò infine, confuso.
Sirius
lo guardò, irato, -cosa c'è da capire? Non ha più senso!- Esclamò, gesticolando
con le mani. James inarcò un sopracciglio corvino, -ma cosa stai farneticando?
Abbiamo passato con lei soltanto questo pomeriggio!! Come faremo con il nostro
Eccezionale??- Chiese, cominciava anche lui ad infastidirsi.
-Forse
questo Eccezionale non mi interessa più di tanto...- buttò là Sirius,
scrollando le spalle.
James
rimase interdetto, -Ma se è stata una tua idea!- Disse. Sirius lo guardò di
nuovo, innervosito, -Vorrà dire che studieremo da soli, tanto abbiamo tutti il
materiale!- era risoluto, ed aveva anche alzato il tono di voce.
-Ti
stai comportando come un idiota, Sirius. Mi puoi dare almeno una motivazione
valida??- Chiese James, erano sull'orlo di una lite, e non si capiva nemmeno su
cosa.
-Non
mi va e basta! è così strano?- Chiese Sirius, esasperato. Non aveva per nulla
voglia di tentare di intavolare con James un discorso di cui nemmeno lui sapeva
la fine.
-Come
vuoi, Felpato...Ma lo dirai tu ad Alison!- James se ne andò indignato, gemendo
schifato di nuovo quando si portò la mano tra i capelli.
Sirius
sbuffò, sprofondando di nuovo nella poltrona.
Gli
tornò in mente l'espressione confusa e dispiaciuta di Alison, e seppe
perfettamente che sarebbe stata quella l'espressione della ragazza alla
notizia, ma sapeva anche che non avrebbe fatto domande e che se ne sarebbe
andata con gli occhi calati senza proferire parola.
E
questo, a Sirius, fece male.
Fin
troppo male.
Sirius
si alzò, dirigendosi verso il proprio dormitorio dove trovò James, come
sperato, appena uscito dalla doccia. Black si passò una mano sul volto,
-ehi...James....- mormorò, titubante.
L'unica
risposta che ebbe fu un grugnito.
Sirius
sospirò, poi guardò le spalle dell'amico, -ehi, Jamie...Sembri più
muscoloso...- esordì, con finto tono indifferente,
James
si voltò di scatto, illuminato, -davvero??- Chiese, raggiante.
No,
non era vero, ma Sirius non aveva voglia di scusarsi, e quello era l'unico modo
per far togliere il broncio a Potter. -Certo Jamie...Gli allenamenti di
Quidditch fanno miracoli!!- esclamò falso come un galeone di cioccolato.
James
scoppiò a ridere, lanciando una cuscinata a Sirius, -smettila di cercare le mie
grazie, e dimmi cosa ti serve!-.
Sirius
si buttò sul letto, accendendosi una sigaretta, -ci parli tu con Alison?-
domandò tutto d'un fiato.
James
si sporse a guardare l'amico, -ehi, Felpato...Hai già fatto un danno come con
tutte le altre ragazze?- Chiese, scettico.
Sirius
si tirò a sedere di scatto, soffiando una nuvola di fumo, -cosa stai
insinuando??- Chiese, fintamente offeso.
James
rise, -Insinuo, signor Black, che quando combini qualcosa di male con una
qualche ragazza, devo sempre essere io ad andarle a parlare!!- Esclamò, -ti
ricordi l'ultima?? Mi ha anche provato a prendermi a calci, prendere a calci
questa MERAVIGLIA DI CORPO!!- Disse indignato. Sirius rise spudoratamente.
-Non
ho fatto nulla Ramoso...Solo, non lo so...Quella ragazza mi mette a disagio!-
Se ne uscì Sirius, rigirandosi nel letto.
James
si accasciò vicino a lui, prendendo a giocare con un boccino comparso
improvvisamente dal nulla,
-A
disagio? - Domandò, guardandolo con grandi occhi nocciola infantili. Sirius
spense la sigaretta nel posacenere poggiato sul comodino, e guardò James
sospirando: si, forse gli toccava spiegare qualcosa che non voleva ammettere
nemmeno a se stesso.
-Jamie...Non
so...è così strano...Ha quello sguardo così...Limpido e fiducioso...Che diventa
facilmente così preoccupante ed apprensivo, che nota sempre se sono triste, se
ho delle occhiaie appena accennate...E sento che lei mi è vicino, che mi
appoggia, nonostante non dica nulla...Ogni sua espressione mi provoca
irritazione ma anche felicità...Io non ci capisco più niente!- Sirius si alzò,
frustrato, andando ad aprire la finestra. James rabbrividì appena, allungando
un braccio a prendere il proprio maglione.
Il
cercatore del Gryffindor si concesse qualche secondo di silenzio, poi guardò
l'amico con gli occhi divertiti, -ti ricordi cosa ti ho detto uno dei primi
giorni che ti eri trasferito da me? Quando in casa mia stavi ammattendo?-
Chiese, ghignando.
Sirius
scosse la testa, corrucciando le sopracciglia, senza capire. -Ti ho detto che,
visto che tu non vieni da una famiglia vera e propria, vedere il comportamento
di mia madre così da...da mamma...Tu non sapevi come comportarti, ed è per
questo che ti irritavi di continuo...- disse, andando a scompigliarsi i
capelli, con la mano finalmente pulita.
Black
non rispose, appena stupito da quella rivelazione. -Jamie...Hai appena detto
una cosa saggia, ti rendi conto?- Domandò, incredulo in volto, fin troppo
teatralmente.
James
scoppiò a ridere, poi cominciò a giocare seriamente con il boccino, alzandosi
in piedi, -e te ne dirò un'altra, signor Sirius Black...Anche se questa parte
dovrebbe farla Remus...- Potter si parò davanti a Sirius, indice alzato verso
di lui e gli occhi nocciola sbruffoni. -Non devi scappare da Alison, forse è
quello di cui hai bisogno...Invece di rinnegare ciò che senti, prova ad
accoglierlo...è confortante avere accanto una persona con sentimenti del
genere- disse serio.
Non
sembrava nemmeno lui...Forse l'amore per Lily lo stava maturando.
-Certo,
il tuo caso è molto diverso dal mio...Io ho sempre saputo che avrei sposato
Lily dal primo giorno di scuola, quando mi maledisse per starle ostruendo il
passaggio, lì ho pensato: Che ragazza fantastica, è l'unica degna di essere mia
moglie!- James terminò il suo monologo con aria sognatrice ed idiota, gli occhi
che luccicavano ed una mano posata sul petto.
Sirius
rise. No, James era sempre e comunque James.
-Ma
io non sono mica innamorato di lei!- Esclamò Black. James rimase in silenzio un
attimo, osservandolo negli occhi, -Voglio dire...basta che se va a finire male,
non devo essere io ad andare a parlarle, perchè poi Lily mi mette il muso...E
non voglio un altro libro in testa!- disse, sorridendogli prima di dargli le
spalle, le mani sui capelli.
Sirius
rise di nuovo, -andiamo a mangiare, Jamie- disse divertito. James lo guardò con
un ghigno malizioso, -vai avanti tu, io voglio vedere se riesco a stare un
attimo da solo con la Evans...Hai visto come si è ingelosita prima?- Domandò,
vagamente sognante.
Sirius
rise di nuovo, uscendo dalla dalla stanza e poi dalla Sala Comune.
Ancora
con il sorriso sulle labbra, Sirius voltò l'angolo per cambiare corridoio
quando vide Alison che gli veniva incontro.
Quando
si parla del Diavolo...
Sirius
si sentì quasi teso, mentre lei si avvicinava. Non aveva ancora realmente
soppesato le parole di James, e continuava a non capirci molto.
Alison
aveva lo sguardo di chi aveva trovato ciò che cercava, il volto accaldato di
chi ha camminato per tanto con passo più veloce del solito. -Sirius, si stavo
cercando!- Esclamò, sollevata, gli occhi limpidi puntati su di lui.
Sirius
sentì un'altra punta di tensione gravargli addosso, cosa voleva? Non era sicuro
di volerla avere attorno in quel momento. Poi i suoi occhi torbidi si posarono
sulla lettera che la ragazza teneva tra le mani, e gli sembrò di intuire
qualcosa.
-Sirius,
il professor Silente mi ha detto di darti questo, e che devi andare subito nel
suo ufficio- disse, quando si ritrovò davanti a lui, porgendogli con entrambe
le mani la busta sigillata con la ceralacca. Siriusvide che la ragazza aveva guardato per un istante il sigillo,
che aveva riconosciuto tranquillamente, ed i suoi occhi limpidi sembrarono
offuscarsi appena.
Era
una lettera del Ministero.
Sirius
sospirò, imponendosi di non notare maggiormente lo sguardo offuscato della
ragazza, -si, la stavo aspettando-.
Ma
si rese conto che in realtà non era pronto per quello che sapeva attendergli.
Si sentì improvvisamente stanco e sconfortato e, con suo estremo disappunto,
estremamente fragile e vulnerabile.
Gli
venne da sospirare di nuovo. Avrebbe voluto che lì ci fosse James, che lo
alleggerisse con qualcuna delle sue frasi che, grazie a qualche mistero divino,
suonavano sempre come battute.
Poi
guardò Alison negli occhi, quegli enormi occhi blu che tanto lo confondevano, e
li vide preoccupati e limpidi, ma sempre fiduciosi. Sentì l'ormai familiare
punta di nervosismo unità a quella di felicità, nel vederla preoccupata, e gli
venne voglia di allontanarsi da lei.
Ma
poi si ricordò di quello che aveva detto James, che lui doveva affrontarla.
Si
poteva vedere Sirius Black, la Leggenda, che evitava una ragazza solo perchè
aveva un comportamento così simile a quello materno che non aveva mai avuto?
No,
Sirius Black era la roccia, era il leone che ruggiva, era quello che affrontava
i problemi di petto, il suo affascinante ed elegante petto largo!
Alison
sembrò sul punto di dire qualcosa, ma poi vi ripensò, calando le ciglia scure
sugli occhi blu.
Quando
rialzò lo sguardo, quegli occhi erano offuscati, che tentavano di celare le
emozioni, mentre si apriva in un sorriso dolce e triste.
Il
sorriso di chi è preoccupato ma non osa chiedere, il sorriso di chi ti appoggia
anche senza sapere nulla, un sorriso che rifletteva la fiducia dei suoi occhi.
Sirius
si sentì invadere dal conforto, ma anche dall'esaperazione per quegli occhi
preoccupati.
Guardò
la lettera che ora reggeva tra le mani, rigirandola e guardandola con
interesse, fissando intensamente l'indirizzo del Ministero.
Doveva
andare da Silente, in quel momento era la più importante quello che il suo
problema con Alison.
Fu
di nuovo invaso dall'esasperazione, senza sapere bene cosa fare.
Avrebbe
voluto che qualcuno gli fosse vicino, in quel momento. Che lo accompagnasse fin
da Silente, per mostrargli tutto l'appoggio di cui aveva bisogno.
Poi
sussultò improvvisamente, rendendosi conto di essere estremamente stupido ed
irrazionale.
Guardò
di nuovo Alison, che continuava a guardarlo tentando di comprenderlo in base
alle diverse espressioni che si susseguivano sul volto.
Sirius
si aprì in un sorriso di affetto, di abbandono, di sollievo.
-vieni
con me, Ali?- Domandò, con gli occhi torbidi che si addolcirono leggermente.
Gli
occhi di Alison sorrisero, ma lei non si concesse di farlo; non ci concesse di
mostrarsi, in un certo qual modo, vittoriosa. Perchè sapeva che i Gryffindor
odiavano quando non erano loro, quelli vittoriosi.
E
Sirius si sarebbe infastidito, accaldandosi.
Entrambi
sapevano, forse Alison solo per intuizione, che cominciava ad instaurarsi un
precario equilibrio tra di loro, e bisognava stare attenti a non romperlo
proprio in quel momento.
-Certo
Sirius, se è questo che vuoi- mormorò lei con un tono di voce dolce e caldo,
mentre calava le palpebre a coprire gli occhi, a tentare di coprire la gioia e
la soddifazione.
Cominciarono
a camminare in silenzio per i corridoi che cominciavano ad animarsi di ragazzi
che andavano a cena in anticipo. Mancava un niente che i loro corpi si
sfiorassero, ed il ragazzo sentiva a momenti il calore emanato dalla pelle di
lei.
Sirius
si rese conto che, in realtà, la vicinanza di quella ragazza non era poi così
sgradevole...tutt'altro.
Poi,
d'un tratto, lei ruppe il silenzio, e con esso ruppe i pensieri di Sirius, e
per questo lui sentì una punta di irritazione.
-...vuoi
interrompere le ripetizioni?- Domandò lei. Sirius sentì quella domanda come ciò
a cui i suoi pensieri lo stavano lentamente portando. Per un attimo,
sconcertato, si chiese se aveva pensato ad alta voce, ma fu presto una cosa da
escludere.
Come
faceva a saperlo?
Aveva
dei parenti con la Vista? (come la chiamava la Cooman strabuzzando gli occhi,
con aria solenne, folgorata fino all'ultima punta di capelli increspati. James
riusciva ad imitarla in modo sorprendente: perfino Lily si lasciava sfuggire un
sorriso quando lo vedeva così)
Sirius
la guardò con la coda dell'occhio, notando le ciglia calate sugli occhi bassi e
l'espressione quasi amareggiata. In realtà non lo sapeva ancora con certezza,
ora che lei gli era accanto, la sua convinzione di prima sembrava vacillare.
Si
concesse di assaporare appieno la piacevole sensazione di averla accanto, di
sentire il suo quasi palpabile appoggio totale nei suoi riguardi, quella
fiducia incondizionata che con la fine dell'infanzia tendenzialmente viene
meno. Assaporò appieno la sua presenza, e si rese conto che non si sentiva più
stanco, e nemmeno fragile, anzi gli sembrava di riaver recuperato le forze. Non
era più preoccupato per il colloquio con Silente, anche se sapeva che tutto era
correlato a quella maledettissima lettera pregiata che gli era arrivata qualche
giorno precedente.
Si
rese conto che, nonostante quella storia non l'avesse fatto dormire sonni
tranquilli, adesso che aveva Alison affianco sembrava tutto svanito in una
nuvola di fumo.
Ma
non quello delle sue amate sigarette.
Sogghignando,
si rese conto che James aveva ragione, era confortante averla accanto.
Sentì
Alison trattenere un sospiro, ancora in attesa di una riposta.
Sirius
sorrise di nuovo, allungando la mano grande a prendere quella di lei, sentendo
teneramente Alison sussultare al contatto inaspettato. La mano di lei era piccola
e fredda, che sembrò non aver aspettato altro fino a quel momento se non
l'essere scaldata da quella grande di lui.
-Non
voglio interrompere le ripetizioni, io e James siamo d'accordo: sei stata
fantastica oggi pomeriggio...- esordì Sirius. Sentì improvvisamente un peso
liberarsi dallo sterno.
Era
quello l'accogliere i propri sentimenti? Bah, probabilmente ci stava ancora
capendo relativamente poco.
Alison
sospirò rumorosamente, arrossendo. Sirius sorrise di nuovo, -e poi, credi così
tanto in me e Jamie...Che quell'Eccezionale ormai dobbiamo prenderlo per forza-
disse, stringendo maggiormente la presa intorno alla mano di lei.
La
Ravenclaw sorrise, poi si fermò improvvisamente, vedendo davanti a lei i
Gargoyle che dividevano il resto della scuola dall'ufficio di Silente.
Il
ragazzo sciolse dolcemente il contatto, sfiorandole appena il fianco, -non so
quanto ci metterò...Se ci metto troppo, puoi tranquillamente andare giù a
mangiare...- le disse, gioviale. Sembrava stesse per affrontare una partita di
Quidditch, stranamente non era minimamente appesantito.
Alison
gli sorrise dolcemente, guardandolo a lungo negli occhi, prima che Sirius
sparisse dietro la porta nascosta.
Sapeva
perfettamente che, anche se fosse stato a parlare con Silente fino a notte fonda,
quando sarebbe uscito dal suo studio, avrebbe ancora trovato la figura di
Alison ad aspettarlo.
******
mmm…parecchio introspettivo questo
capitolo…Mi sono persa nei meandri della mente di Sirius….
Abbiamo
anche un James che mostra di avere molto altro oltre la figura dell’Eroe!! ^__^
Che
dite?
(scusate
l’attesa ^^””)
Kikka91:
sono contentissima se mi dici che è assolutamente imprevedibile!! Cmq qui si
capisce meglio quello che avevo accennato alla fine del capitolo
precedente…Quindi ho fatto capire un po’ meglio la psicologia di Sirius…
PiccolaBlack:
per la lettera credo bisognerà aspettare ancora un bel po’…mi dispiace XD
…Sirius avrà altre cose a cui pensare per un po’…
Vane91:
ora che succede? Ma si incasina sempre di più, è ovvio!! XD
lison
sospirò di sollievo, allentando la lieve tensione muscolare.
Appoggiò
la piuma e prese tra le mani la pergamena scritta fittamente, guardandola con
aria critica. Rilesse velocemente e sorrise tra se e se.
Aveva
finito il suo compito di Pozioni.
Soddisfatta,
notò che le domande entravano pienamente tra quelle che lei aveva previsto e
che, se Sirius e James si ricordavano tutto ciò che lei aveva spiegato il
pomeriggio prima, il loro Eccezionale era assicurato.
Era
quasi dispiaciuta di non dover più dare ripetizioni a quei due, ma si
autoconvinse che, con le vacanze di Pasqua alle porte, potevano passare un po'
di tempo assieme.
La
sua mente vagò, per l'ennesima volta in quei giorni, alla lettera del Ministero
che era arrivata a Sirius, ed al suo colloquio con Silente. Il Gryffindor non
le aveva detto nulla, e lei era curiosa e preoccupata.
Scrollò
appena la testa, i ricci biondi composti; se Sirius non le aveva detto nulla,
significava che non voleva farle sapere nulla, quindi era inutile pensarci
troppo.
Si
alzò dal banco, la sedia che slittò fastidiosamente all'indietro, e consegnò il
proprio compito al professor Lumacorno, che le sorrise viscido, prima di
raccogliere la propria borsa ed uscire dall'aula.
Erano
passati un paio di giorni quando Alison imboccò il corridoio che l'avrebbe
portata alla Torre Ovest, nella Sala Comune dei Ravenclaw, quando la
raggiunsero due voci conosciute.
-Mi
dispiace, Ramoso...Ma a conti fatti, quello che può impersonare lo stereotipo di
eroe, Sono io!-
-Ed
in base a cosa, di grazia?-
-Ma
come, non è ovvio? L'Eroe deve avere un oscuro passato. IO, ho un Oscuro
Passato, tu hai avuto una banalissima infanzia!-.
Vi
fu del silenzio, e Alison distinse le due figure dei Gryffindor seduti a terra,
appoggiati al muro.
Era
palese che stessero aspettando lei, e la ragazza sentì il proprio cuore
accelerare.
-Ti
sbagli Felpato...Siamo pari...- La voce di James era esaltata, si capiva che
era euforico per aver trovato una scappatoia. Lui non poteva essere da meno di
Sirius!
-Ah
si, e perchè di grazia?- La voce di Sirius era scettica e, proprio in quel
momento, la vide, ed il suo volto elegante si aprì in un dolcissimo sorriso.
-Beh,
TU non sei un asso nel Quidditch!- Esultò il cercatore, tirando fuori da una
tasca il suo amato boccino sfavillante.
-Ma
certo che non lo sono! Il Quidditch mi rovinerebbe i capelli!!- Rise Sirius,
alzandosi per aspettare che Alison li raggiungesse.
La
Ravenclaw non era sicura che lui stesse del tutto scherzando.
Solo
allora, anche James si voltò a vederla, scompigliandosi i capelli, ed il suo
volto si illuminò come quello di un bambino. -Alison, Alison!!- Urlò, alzandosi
e sbracciandosi verso di lei.
Sirius
rise, e la Ravenclaw notò che aveva in mano un paio di fogli che sembravano
molto (il suo cuore accelerò ulteriormente) i loro test di Pozioni, con tanto
di giudizio. Appena se ne rese conto, cominciò a correre verso di loro, la
borsa che le pesava sulla spalla.
-Vi
ha consegnato i compiti!! Come sono andati??- Domandò euforica, lei Lumacorno
l'avrebbe visto solo il giorno seguente.
I
sorrisi smaglianti di Sirius e di James non le lasciarono molti dubbi, e prese
tra le mani le pergamene che le porgeva Sirius.
Una
rossa e smagliante "E" era impressa su entrambi i compiti, tutti e
due senza il minimo errore.
Alison
cacciò un urlo di gioia, aprendo le braccia per buttarle al collo di Sirius,
mentre rideva scioccamente. Sirius le cinse i fianchi facendola volteggiare,
mentre James cominciava a cantare con enfasi l'inno di Hogwarts.
Qualsiasi
situazione era buona, per i due Gryffindor, per far baldoria.
Una
delle prerogative in cui devi andare a sbattere quando vi sono in mezzo James
Potter e Sirius Black, è che ogni emozione si intensificava in maniera
impressionante.
Anche
le braccia di Sirius, sui suoi fianchi, le davano un contatto che sembrava
bruciarle sulla pelle, mentre cominciava a sentirsi a disagio nonostante la
gioia.
Per
fortuna, l'imprecazione di James li interruppe.
-SONO
IN RITARDO PER IL QUIDDITCH!!!- Gridò, mentre guardava il suo orologio da
polso. Si scompigliò i capelli, frustrato.
Salutò
frettolosamente i due, ed un paio di secondi dopo era già scomparso, correndo.
Per un po', si sentì ancora lui cantare l'inno di Hogwarts, anche se un po' più
stonato e trafelato.
Sirius
continuò a ridere, mentre Alison si staccava appena da lui, avvampando.
Si
era abituata alla presenza di James, ma nonostante tutto, Sirius aveva ancora
il potere di farla arrossire in continuazione.
Sirius
le sorrise raggiante, gli occhi illuminati, pieni di affetto, che la guardava.
-Senti Ali...Verresti con me fin davanti alla Sala Comune dei Gryffindor? Devo
darti giustizia agli occhi di Remus...- Chiese allegro.
Alison
arrossì, come ogni volta che lui usava un diminutivo per chiamarla, ed annuì,
senza poter nulla contro il carisma che trapelava dal ragazzo. Se lui
gliel'avesse chiesto, l'avrebbe seguito anche in capo al mondo.
Camminarono
fianco a fianco, parlando animatamente del compito di Pozioni, e della faccia
di Remus quando aveva saputo il voto. -Ti rendi conto?? Ha semplicemente
sorriso, quel sorriso onnisciente ed imperturbabile, e ci ha detto "beh,
non credetemi perdente...Io ho raggiunto il mio scopo: farvi raggiungere il
massimo di voti"- Sirius si mise le mani nei capelli, innervosito,
sconfitto su tutta la linea e caduto nella trappola per colpa della sua
impulsività.
Sua
e di James, naturalmente. E Remus li aveva veramente portati a fare il suo
gioco.
Alison
rideva di gusto, come Ravenclaw, apprezzava di gran lunga la scaltrezza di
Remus, e l'aveva già colta da tempo, senza proferire parola.
Quando
Sirius si bloccò di colpo.
Alison
sentì l'aria appesantirsi, addensarsi, senza capirne il motivo. Guardò Sirius,
e lo vide corrucciato. I suoi occhi lasciavano trapelare tutta la loro luce
selvaggia, mentre le labbra erano contratte.
Alison
seguì lo sguardo di Sirius, dritto davanti a se, ad incontrare una coppia di
ragazzi. Erano Slytherin, ed uno era Severus Piton, con i suoi capelli unticci,
la sua aria ingobbita e pallida, ed il suo enorme naso a becco.
L'altro,
era un ragazzo che Alison non aveva mai visto. Un po' più alto di Piton, i
capelli corvini lucidi, i lineamenti eleganti ed un certo fascino.
Sembrava
la brutta copia di Sirius.
-Guarda
con chi è andato a fare comunella Mocciosus...- mormorò Sirius. Il suo tono di
voce era un ringhio di puro odio.
Il
ragazzo vicino a Piton sorrise viscidamente, -piuttosto che schifosissimi
Gryffindor e lupi mannari- disse con aria di sfida, avvicinandosi di un passo.
-Solo con le ragazze ai sempre avuto buon gusto, fratello...- sibilò,
rivolgendo la propria attenzione su Alison.
Sirius
si parò lievemente davanti alla ragazza, con aria protettiva, -Non chiamarmi
"fratello", Regulus...Tu non fai parte della mia famiglia...-
ringhiò, i muscoli delle braccia contratti.
Regulus
rise, -no fratello, sei tu che non fai più parte dei Black!-.
-E
me ne vanto!- Sirius si eresse in tutta la sua statura, che superava quella del
fratello, diventando imponente come un leone. Intimidatorio come un cane che
rizza il pelo, che digrigna i denti con aria minacciosa.
Ed
Alison, dietro a Sirius, dietro la sua schiena elegante, mentre studiava con
attenzione la scena, si sentiva al sicuro.
-Già...Tu
adesso abiti in quella putrida famiglia...I Potter...Schifosi traditori del
proprio sangue, feccia che non ha il diritto di vivere...- l'aria di Regulus
era disgustata ma provocatoria, continuando a guardare i fratello.
Sirius
fece un passo in avanti, una mano a serrare la bacchetta sulla cintura,
arrivando di fronte a Regulus, che sfigurava al confronto. -Non osare nominare
i Potter, viscido codardo- era un ringhio basso, baritonale e pauroso, che fece
perdere lievemente il colorito di Regulus.
Sirius
non aspettò risposta, si voltò a prendere la mano di Alison per trascinarla
oltre i due Slytherin. Passando, sputò in direzione di Piton.
La
voce di Regulus squarciò il momento di pesante silenzio, -STUPEF...-.
Ma
Sirius si girò, i riflessi fin troppo pronti, la bacchetta già in mano.
-EXPELLIARMUS!- Sirius fu il più veloce. La bacchetta del fratello finì
lontano, ed il ragazzo cadette a terra.
Il
Gryffindor era troppo occupato a tenere sotto tiro di bacchetta il fratello,
per vedere che Piton stava tirando fuori la propria, ma la cosa non sfuggì ad
Alison.
La
ragazza non proferì parola, bacchetta alla mano, ma lo Slytherin,
improvvisamente, diventò duro come la pietra.
Quando
Sirius se ne accorse, si voltò a guardarla, -Sei brava!- Disse, con tono
stupito. Alison inarcò un sopracciglio, -Cosa ti aspettavi, scusa? I Ravenclaw
sono i migliori negli Incantesimi Non Verbali!- disse, inacidita.
Sirius
sorrise di imbarazzo, -bhe, si...Ma...Bho, non me l'aspettavo!!- Disse,
passandosi una mano tra i capelli. Il nervoso della ragazza aumentò. -credi che
non sia al tuo livello?- Chiese, provocatoria.
Sirius
si gonfiò appena, -beh, adesso...Non sei al mio livello, dai...- disse,
ghignando. Alison alzò il mento, corrucciando le sopracciglia, -ne sei sicuro,
Sirius Black? Vogliamo provare??- Domandò, il tono di voce alto.
Sirius
rimase impalato un momento, mentre il viso cominciava ad arrossarsi. Stava per
perdere la calma, ma non voleva mettersi ad urlare contro una ragazza.
Nel
mentre Regulus si era rialzato, di nuovo bacchetta in mano, -Ehi Sirius, ti
conviene stare di nuovo attento a me, più che a quella ragazza!- disse,
disorientato.
Sirius
si voltò verso di lui, -Ma stai zitto!- Disse, esasperato.
-Stupeficium!-
La voce di Alison, secca, fece partire un raggio verde dalla propria bacchetta,
che colpì in pieno petto Regulus, che cadde a terra senza proferire parola.
Sirius
rimase nuovamente senza parole.
-Ci
stavo litigando io!- Esclamò, rivolto ad Alison, quasi indignato.
-No
Sirius, tu stavi battibeccando con me!- Lo corresse lei, le mani puntate sui
fianchi, gli occhi blu pieni di luce indignata puntati su quelli torbidi di
Sirius.
Poi
lui scoppiò a ridere fragorosamente, -caspita, non mi avevi mai mostrato tutto
questo caratterino! Osi anche tenermi testa!!- Disse, divertito.
Alison
non sapeva se arrabbiarsi o no, mentre lo fissava allibita.
Sirius
smise di ridere, portandole un braccio attorno alle spalle, -hai equivocato le
mie parole, non ho mai pensato che tu fossi scarsa nei Duelli, ma non ci avevo
mai pensato...Hai un viso così dolce...- mormorò teneramente, cominciando a
camminare di nuovo.
Alison
avvampò, dimenticando improvvisamente tutto quanto. -Bella tattica, Sirius...-
sussurrò, mentre Sirius ricominciava a ridere, la risata simile ad un latrato,
che ormai cominciava a suonarle familiare e musicale.
Vi
fu di nuovo un attimo di silenzio tranquillo, dove anche il braccio del
Gryffindor sulle spalle della ragazza sembrava rilassato. Alison guardò Sirius
con la coda dell'occhio: era di nuovo calmo, solo i muscoli tesi del volto
facevano intuire la rabbia di poco prima.
-Senti
Sirius...- mormorò Alison, titubante.
Il
ragazzo sospirò pesantemente, stringendo appena la presa sulla sua spalla.
Alison trattenne il respiro, forse aveva osato troppo.
-Bah...Visto
che hai pietrificato Mocciosus...Temo che ti siano dovute delle spiegazioni...-
Disse con leggerezza Sirius, scrollando le spalle.
Alison
alzò il volto a guardarlo, a dirgli tacitamente che non era costretto a dirle
nulla, e Sirius sorrise intenerito, -ehi, sono Gryffindor, per mia natura devo
per forza essere corretto!-.
Alison
ridacchiò, ma la sua concentrazione era rivolta a ciò che Sirius gli stava per
dire. Quando Sirius notò la sua espressione incuriosita, si mise a ridere.
-Quello
è mio fratello, Regulus...Ma credo che tu lo abbia capito!- Sorrise lui. Alison
annuì timidamente.
-Bhe...Credo
che ormai sia anche palese che tra me e lui non ci sia mai stato buon
sangue...Voglio dire, io sono un Gryffindor a tutti gli effetti, mentre lui si
nota che è un viscido Slytherin...- Disse. Aveva sempre il tono indifferente ma
Alison vedeva la luce di rabbia nei suoi occhi, e la tensione muscolare sul
braccio che le cingeva ancora le spalle.
-Ma
tutta la mia famiglia è della tacca di Regulus...Perfino l'Elfo Domestico!
Quindi l'anno scorso me ne sono andato da casa, trasferendomi da Jamie- Gli
occhi di Sirius si spalancarono appena e, quando Alison seguì il suo sguardo,
notò il quadro della Signora Grassa.
-Sirius...Sei
fuggito di casa…?- Chiese Alison. Si rese conto di non saper nulla di Sirius, e
che quando il ragazzo diceva a James di avere "un oscuro passato"
forse in realtà non stava così tanto scherzando.
Ma
James lo sapeva...Probabilmente era lei quella che non ne sapeva nulla.
Ma
Sirius non continuò quella conversazione, la lasciò aspettare un attimo in
corridoio, sparendo oltre il quadro, per ricomparire poco dopo con Remus.
Lupin,
vedendola, vedendo le ornature azzurro bronzee sulla sua divisa, mostrò un
espressione stupita ma divertita. -Adesso ho capito il vostro trucco!- Sorrise.
Era
affascinante, quando sorrideva. Mostrava la sua parte adolescente, quella non
razionale, non turbata da qualcosa, non cagionevole. Solo quando sorrideva i
suoi occhi brillavano di una qualche luce.
Remus
le tese la mano, -Remus Lupin...Quello che li ha fregati in pieno!-. Alison
rise divertita, mentre Sirius borbottava qualcosa, indispettito. -Alison
Goldstein...Quella che ti ha inconsciamente aiutato!- disse in tono di sfida,
guardando Sirius con gli occhi blu intenso.
Sirius
inarcò un sopracciglio. -Da che parte stai??- Domandò, sempre più indispettito.
Remus le sorrise, un sorriso dolce di ringraziamento, poi si voltò verso
Sirius, -bhe, adesso ho capito il motivo di ciò che tenevi accanto al
letto...Credo di dovermene andare per lasciarvi nuovamente soli, o sbaglio?-
Chiese, cantilenante.
Sirius
sembrò arrossire leggermente, poi annuì distrattamente, senza guardare Alison.
La
Ravenclaw sentì caldo dietro le orecchie, mentre salutava Remus con enfasi,
prima di vederlo nuovamente sparire dietro al ritratto.
-"ciò
che tenevi accanto al letto"?- Domandò allora lei a Sirius, incuriosita,
mentre il cuore accelerava.
Lui
sorrise misteriosamente, un sorriso accattivante estremamente affascinante,
mentre le si avvicinava mettendosi una mano in tasca.
Quando
gli porse la mano, sul palmo era posta una piccola sfera bianca perlata.
Alison
si concesse qualche secondo per studiarlo, poi improvvisamente sentì di aver
capito, ma la risposta sembrava fin troppo improbabile, -Sirius...Questo non
sarà mica...- Non aveva coraggio di finire la frase, mentre gli occhi cominciarono
a brillarle.
Lo
sguardo di Sirius era torbido, denso ed inebriante come una BurroBirra calda
nel pieno dell'inverno. Sembrò sul punto di ronfare soddisfatto. Si piegò
appena su di lei, inondandola del suo odore forte che voleva avvolgerla.
-Si...è
un uovo di fata...- sussurrò dolcemente.
Alison
emise un "oh" di sorpresa, emozionata, prendendo in mano l'uovo che
Sirius le stava porgendo.
-Puoi
tenerla, non è vietato dalle regole di Hogwarts...Ho controllato...- specificò
lui, notando l'espressione preoccupata di lei.
Alison
alzò di nuovo il volto, arrossato dalla gioia, sentiva il cuore scoppiarle di
gratitudine mentre teneva dolcemente, quasi cullando, quella perla così
piccola, con la paura di romperla. -Ma...perchè??- Domandò, senza ancora
riuscirsi a capacitare del regalo.
Un
uovo di fata! Era così difficile reperirne qualcuno per gli studenti!
Sirius
sorrise, -Come "perchè"? Ci hai sopportato ed aiutato per
Pozioni...Dovevi ricevere qualcosa in premio!- disse.
Alison
guardò Sirius, poi l'uovo, poi di nuovo Sirius, -Ma non dovevi!!- Finì,
sincera.
Sirius
rise, poi si curvò di nuovo verso di lei, poggiando l'avambraccio sul muro su
cui era posata lei. -Quello è da parte di entrambi...- bisbigliò.
Poi
si chinò maggiormente, posandole dolcemente le labbra sull'angolo della bocca.
Si soffermò solo per un attimo, prima di scivolarle lungo la guancia, fino ad
avvicinarsi all'orecchio di lei.
-Questo
invece era solo da parte mia...-
Alison
si sentì avvampare, mentre le sembrava che il proprio cuore avesse improvvisamente
smesso di battere dallo stupore.
Sentì
che lo sforzo di quei giorni era veramente servito a qualcosa, e non solo ad un
voto a cui tutti sembrava stessero dando fin troppa importanza.
Quando
Sirius si allontanò da lei, sembrò sorridere compiaciuto per l'espressione di
completo smarrimento della ragazza.
Alison
stava per dire qualcosa, quando si sentì chiamare.
-Aliiiiison!!!-
L'urlo di James Potter riecheggiò per il corridoio, con il potere di far girare
tutti i presenti, compresa la nominata.
James
aveva dietro la sacca da Quidditch, i capelli più scarmigliati del solito. Si
fermò davanti ad Alison ed a Sirius, trafelato.
Poi
guardò Alison, con gli occhi illuminati di chi è convinto di avere un'idea
geniale, e con il sorriso infantile dipinto in volto.
-Alison,
ho avuto un'idea...Vuoi anche tu far parte della nostra sessione di studi per i
M.A.G.O.?-.
*****
Ok
ok..Avete ragione…La Cooman non c’era…
Ero
così presa dallo scrivere che non ci ho fatto caso ^^””
Chiedo
umilmente perdono, prometto che quando comincerò a correggermi tutti i
capitoli, cambierò anche quello.
Ho
riletto un paio dei primi capitoli…mio dio sono pieni di errori!!
Chiedo
perdono per errori di battitura, o schifezze nel mezzo di una frase che non
c’entrano nulla XD
Scusate,
ma tendenzialmente rileggo fin troppo poco ciò che scrivo ^^”
Kikka91:
mmm…Nell’ufficio del Preside è successo qualcosa che, ovviamente, ha a che fare
con la fantomatica lettera di cui non si sa (e non si saprà ancora per un
pezzo) il contenuto.
Sembra
che Sirius abbia capito l’antifona, no? James è stato parecchio convincente.
Vane91:
Purtroppo, ripeto, Sirius avrà parecchio da fare tra Alison e James…Quindi
dovrete portare pazienza con la lettera ^^””
l
magnifico James Potter, il talentuoso cercatore della squadra di Quidditch, una
delle Leggende di Hogwarts, arrivò in Sala Comune nel pieno di tutto il suo
splendore.
Si
portò una mano a scompigliarsi i capelli, come se ce ne fosse stato veramente
bisogno, e si guardò attorno con gli occhi nocciola, alla ricerca di una
capigliatura rossa che fin troppo adorava.
Purtroppo,
incontrò solo sguardi adoranti di ragazzine che non aspettavano altro che la
sua venuta divina tra loro comuni mortali. Stizzito, pensò di andare a parlare
con una coppia di graziose Gryffindor del quinto anno, tanto per farle un
dispetto.
Poi
decise di non sprecare il suo fascino, ed usare le sue molteplici doti
intellettive per cercarla.
Prima
cosa: chiedere a qualcuno se l'avesse vista.
Inspirò
leggermente, -avete visto Lily?- Domandò, a voce abbastanza alta per arrivare
fino alla Signora Grassa.
Tutta
la Sala Comune si immobilizzò per un istante, e tutti quelli che prima non lo
stavano guardando, si voltarono verso di lui.
James
Potter, gonfiando appena il petto e scompigliandosi i capelli, si esibì nel
migliore dei suoi smaglianti sorrisi.
Tutti
i ragazzi lo guardarono invidiosi, mentre tutte le ragazze del Gryffindor
arrossivano vistosamente, affannandosi per dargli una risposta esauriente,
cercando di spiccare sulle altre.
Si,
era un genio. Un genio pieno di fascino.
Nonostante
la confusione, la sua mente sveglia e selettiva capì distintamente che la Evans
era andata via da poco, diretta in biblioteca. -Stava studiando
trasfigurazione, quando ad un tratto non è riuscita a capire un passaggio ed è
uscita di corsa per andare in biblioteca da Lupin, per cercare spiegazioni...è
uscita con impazienza, dimenticandosi perfino la bacchetta!- Questa era la
risposta esauriente, data da una ragazza del suo anno che si sistemava
convulsamente i capelli cercando di darsi un contegno, rossa in volto.
Ma
James in quel momento non si ricordava nemmeno il nome di quella ragazza, preso
com'era a tenere a bada quell'animale che aveva cominciato a muoversi con
insistenza nel suo stomaco, non appena era stato preso in causa Remus.
In
cuor suo, nonostante fosse convinto che la Evans non poteva che cadere tra le
sue braccia, aveva sempre pensato che il fatto di essere stranamente diventato
un cervo, quando si era trasformato in animagus, aveva un che di profetico.
Aveva
sempre l'inconscia paura di ritrovarsi un bel palco di corna anche quando non
era trasformato.
Il
fatto che, non stando ancora insieme, qualunque cosa avesse fatto la rossa non
sarebbe stato prettamente visto come un tradimento, era una cosa marginale.
Sarebbe
stato un affronto verso la sua meravigliosa persona, oltre che un affronto per
tutta la dedizione che lui dava a Lily, una dedizione seconda solo a quella che
dava a se stesso.
James
si scompigliò maggiormente i capelli: ma a chi voleva darla più a bere? Quella
ragazza stava diventando fin troppo importante per lui, ed ormai teneva a lei
più che alla sua stessa vita.
Ma
non l'aveva ancora proferito ad alta voce, spaurito, senza voler ammettere di
dipendere così tanto da una persona che cominciava solo in quel periodo, dopo
sette lunghi anni, a lanciargli occhiate con una luce quasi affettuosa.
Lui
stesso stava cambiando, il suo egocentrismo e tutta la sua sicurezza stavano
diminuendo, e mentre una volta il suo comportamento era l'esatta espressione
del suo essere, del suo ego tendenzialmente egoista, ora era solo la maschera
che copriva sensazioni da cui aveva paura di lasciarsi travolgere.
James
stava diventando una caricatura, la forzatura di se stesso.
Il
Gryffindor uscì dal ritratto della Signora Grassa con una certa fretta, con
l'ansia di placare per l'ennesima volta le sue paure su Lily e Remus.
Se
dava retta solo al suo lato presuntuoso, lo reputava impossibile: Lily poteva
cadere solo tra le sue braccia.
Razionalmente,
sapeva perfettamente che, indipendentemente da quello che avrebbe mai potuto
provare lei, Remus non gli avrebbe mai fatto un affronto del genere.
Ma
irrazionalmente, la parte che purtroppo si faceva sempre largo nel suo cuore
quando aveva a che fare con Lily, non era poi sicuro di niente, ed una malefica
vocina nella sua testa gli ripeteva che Lily era più simile a Remus che a lui.
Una vocina che diventava insistente quando li vedeva andare via insieme per la
ronda serale dei Caposcuola, mentre li vedeva così simili, così ben accostati
insieme, che lui sembrava sparire.
Era
ancora preso dai propri pensieri quando sentì quella che per lui fu una soave
voce, -vedi di starmi lontano con quei capelli unti, non vorrei sporcarmi!-.
Lily
era dietro l'angolo ma, quando James lo svoltò con passo deciso ed uno strano
presentimento, la scena che vide non gli piacque proprio per nulla: Mocciosus
stava intrappolando in un angolo la sua splendente Lily Evans, meravigliosa nel
suo inconfondibile cipiglio alterato ed, in parte, una luce disgustata negli
occhi. Vicino a lui c'era quello che riconobbe come Regulus, l'aria sfrontata.
-Urla
Evans...Devi farti sentire dal tuo amato Potter, che arriverà a salvarti
aiutato dal mio adorato fratello...- Regulus aveva le braccia incrociate al
petto, l'aria fiera di chi crede di aver inscenato il piano perfetto e che vede
compiere da qualcuno i propri ordini. Il qualcuno in questione, Severus Piton,
i capelli unti troppo vicini al volto perfetto della rossa, aveva un ghigno
viscido e malevolo in volto, bacchetta in mano.
Già...Lei
aveva lasciato la bacchetta in Sala Comune.
-IMPEDIMENTA!-
La voce di James risuonò tonante come un ruggito tra le mura dai mattoni a
vista, la bacchetta puntata su Piton, che volò poco lontano, ma comunque
lontano dalla Evans, che lo guardò sbattendo le sue meravigliose ciglia lunghe
sugli occhi smeraldini.
Il
leone che ruggiva forte per proteggere ciò che gli apparteneva.
James
si gonfiò come una rana in calore, fiero e valoroso come un eroe che ha salvato
la sua amata e si aspetta soltanto il bacio di ricompensa prima del
"fine" che avrebbe terminato la fantastica ed emozionante storia
della sua vita, nonostante l'assenza di un oscuro passato.
-Potter,
dov'è Sirius?- Chiese spiazzato Regulus, voltandosi a guardarlo, perplesso.
Solo
in quel momento James si ricordò della sua presenza.
-Già...Dov'è
Sirius?- Chiese, rivolto più a se stesso che allo Slytherin, che riteneva
alquanto marginale nel suo quadro eroico. In effetti gli era sembrato che
mancasse qualcosa, alla sua scena gloriosa, ma era troppo preso da Lily per
rendersi conto che ciò che gli mancava era la sua sempre presente spalla
destra: Sirius.
Non
l'aveva visto da nessuna parte...
Che
stesse finendo in un qualche guaio con la Goldstein? In effetti da quando lui,
tre giorni prima, le aveva chiesto di studiare con loro per i M.A.G.O., la
ragazza non si era più vista.
James
scrollò le spalle, -Bhe, ci sono io! E tu hai i momenti contati, devo salvare
la mia amata!- Disse con tono grave, puntandogli contro il dito con aria
minacciosa.
Lily
rise ironica, come ogni volta che lo vedeva impersonare l'aria dell'eroe
tragico.
Regulus
si corrucciò di rabbia, -non mi interessi, Potter, io ho un conto in sospeso
con mio fratello!-.
Non
avrebbe potuto scegliere parole peggiori: l'egocentrismo del ragazzo subì un
duro colpo e James si innervosì per essere fuori dagli interessi di Regulus,
soprattutto dopo aver preso Lily apposta per farlo accorrere.
Non
che di Regulus gli interessasse poi qualcosa, ma era più una questione di
principio.
-Stupeficium!-
Disse, secco, innervosito, prima ancora che Regulus prendesse in considerazione
l'idea di quanto potesse essere pericoloso quel ragazzo che voleva fare l'eroe.
Poco dopo, tanto per scaricare il nervoso sulla sua preda preferita, anche
Piton fece la stessa fine.
E
per la prima volta, Lily non proferì parola dell'abuso di potere di James, anzi
lo guardò con una luce di ringraziamento negli occhi cristallini, mentre gli si
avvicinava, per nulla scossa da quello che gli era capitato.
-Grazie
James...- Sussurrò, alzandosi sulla punta dei piedi, poggiandosi appena al
petto muscoloso di lui, baciandolo dolcemente sulla guancia.
James
avvampò vistosamente, senza saper bene, per la prima volta, cosa fare.
Impacciato come non lo era mai stato nemmeno quando era un ragazzino di undici
anni. Rimase immobile, l'animale nel suo stomaco che ronfava godurioso, la
mente improvvisamente vuota, che si rendeva solo conto che, più tardi, avrebbe
avuto qualcosa da raccontare agli altri. Rimase immobile anche quando lei, con
timidezza, gli prese una mano grande con la sua, affusolata e sporca di
inchiostro.
-Mi
accompagni in biblioteca da Remus?- Domandò come se nulla fosse, cominciando a
camminare senza che lui opponesse resistenza.
Ma
ora non aveva più timore della vicinanza fra Remus e Lily.
Un
unica domanda gli sfiorava il cervello ormai vuoto: Cosa stava facendo Sirius,
di tanto importante da fargli perdere quell'epico momento?
Alison
scribacchiava con nervosismo su una pergamena, grattando fastidiosamente con la
punta inchiostrata della sua piuma.
Si
stava riuscendo a concentrare troppo poco.
Ogni
frase del libro di Storia della Magia che leggeva, era interrotta nella sua
testa dalla voce solare di James Potter che le chiedeva di studiare con loro
per i M.A.G.O. Con "loro" intendeva Lupin, Minus, James, Sirius e la
Evans. James le aveva confessato che credeva che Lily non volesse studiare con
loro anche perchè, oltre all'irritarsi di continuo, era l'unica ragazza, e
sperava che Alison avrebbe mediato in parte la cosa.
Questo
l'aveva messa ancora più in confusione.
Non
era sicura di voler studiare con loro.
Non
era sicura di riuscire a reggere la vicinanza di tutte quelle persone che erano
sempre viste come le migliori, le più ricercate, le più imitate (tranne per
quanto riguarda Peter Minus, che comunque sembrava non esistere, non fosse per
il suo abbagliante sguardo di adorazione verso i Malandrini).
Non
era sicura di voler avere ancora a che fare in qualche modo con Sirius, lei
stava perdendo il controllo, ed era una cosa che non accettava.
Non
voleva, non poteva permettersi di essere irrazionale. Lei doveva pensare ad
altro in quel momento, doveva pensare a Storia della Magia, ai suoi M.A.G.O.,
al suo futuro, a ciò che aveva promesso a suo padre, alla tosse persistente di
sua madre.
Non
era sicura di voler correre il rischio di dipendere da qualcuno, soprattutto se
questo qualcuno era La Leggenda Sirius Black, che sapeva scivolarti dalle dita
come acqua fresca.
Perchè,
anche se non lo aveva ancora ammesso, Sirius Black la intrigava, l'affascinava,
le riempiva la testa, la faceva arrossire, la confondeva, le faceva battere il
cuore.
In
altre parole, lui le piaceva.
Ma
questo era un risultato scontato.
Scrollò
i ricci biondi e spostò lo sguardo sul suo gatto nero che dormiva accanto a
lei. Sospirò, prese una boccetta piena di pastiglie dal comodino, ne tirò fuori
una e si preparò al peggio…
Darla
al gatto.
Le
sue due compagne di stanza, che stavano tentando di incantare un finto falco
che cattura un boccino per l'imminente partita di Quidditch (Hufflepuff contro
Ravenclaw), la guardarono con sguardo supplichevole, chiedendole tacitamente di
risparmiarle, per quel giorno.
Alison
le fissò infastidita, era di cattivo umore da tre giorni, se ne rendeva conto
ma non aveva voglia di farci qualcosa a riguardo. -Sentite, non è che io mi
diverta! Ma Faron ha un brutto raffreddore magico, e potrebbe aggravarsi...Devo
per forza dargliele!- Disse esasperata. Appena il gatto si sentì nominare,
rizzò le orecchie, anche lui pronto a prepararsi al peggio.
Non
ci volle molto prima che la stanza si riempisse di confusione.
Dopo
che Alison imprecò per l'ennesima volta ad alta voce, mentreFaron gli sfuggiva di nuovo dalle
braccia, una delle sue compagne di stanza sospirò, sconfortata, -non sei molto
femminile quando fai così, Ally-.
Alison
si lanciò all'inseguimento del gatto, che miagolava indignato, -Vuoi dargliela
tu la pastiglia?- Chiese, trafelata. Imprecò di nuovo quando il gatto,
approfittando del momento in cui una Ravenclaw entrò nel dormitorio, uscì dalla
porta e, veloce come un razzo, oltre il buco del ritratto.
Ad
Alison venne per un secondo da piangere, e pensò fortemente di farlo se solo la
salute del gatto non fosse sicuramente venuta prima, nella sua testa…Come molte
altre cose che le riempivano la testa in quei giorni.
In
poche parole, era da fin troppo tempo che ricacciava dentro il pianto.
Si
lanciò all'inseguimento per i corridoi, perdendolo di vista un paio di volte
quando, ad un tratto, girato l'angolo, trovò Faron tra le braccia di, niente
meno che, Sirius Black.
-Anche
tu, sei sempre in mezzo!- Esclamò lei sulle lacrime, arrabbiata e frustrata,
rivolta al Gryffindor, togliendosi dei ricci dalla fronte accaldata. Non si
concesse nemmeno di stupirsi per averlo trovato così vicino alla Sala Comune
dei Ravenclaw e, per di più, senza Potter.
Aveva
il fiatone, quel maledetto gatto non aveva ancora preso la sua medicina, e si
trovava davanti all'ultima persona che al momento voleva vedere.
Sirius
le sorrise, un sorriso sulla difensiva, di chi ha capito di essere stato
evitato apposta nei giorni precedenti e che si aspetta spiegazioni.
Alison
si rese conto che lui era infastidito della situazione tanto quanto lei e che i
suoi occhi torbidi la scrutavano cercando una certezza a cui appigliarsi.
Lo
sguardo simile a quello di un cane vigile, all'erta, che aspetta la mossa
avversaria prima di decidere sul da farsi.
In
qualche modo, quello sguardo indagatore, per lei fu troppo.
Scoppiò
a piangere senza ritegno.
Ed
i singhiozzi aumentarono a dismisura quando Sirius, sempre sulla difensiva, ma
che non riusciva a stare con le mani in mano, prese gentilmente la pastiglia
dalle dita della Ravenclaw, senza che lei oppose resistenza, e la diede al
gatto, che pacifico continuò addirittura a fare le fusa.
Con
un moto di stizza e gelosia, Alison si avvicinò a Sirius strappandogli il gatto
dalle braccia. Il suo gatto, che sapeva confortarla ed infonderle sicurezza.
L'unica
parte di casa sua che si portava appresso, ad Hogwarts, per il lungo periodo
scolastico.
Non
voleva che Sirius lo tenesse tra le braccia in quel modo, che Faron si
lasciasse coccolare così docilmente, che ronfasse socchiudendo gli occhi
soddisfatto.
Faron
era suo.
E
sapeva che se non si sarebbe imposta di fermarsi, avrebbe provato nei confronti
di Sirius la medesima sensazione possessiva e gelosa.
E
non voleva. Non in quel periodo, non quando gli esami erano alle porte, non con
Sirius Black.
Perchè
lei, nel profondo, impaurita dai suoi stessi sentimenti, da ciò che non
riusciva a controllare, sentiva di non essere all'altezza. La vicinanza della
Leggenda di Hogwarts l'avrebbe schiacciata.
Guardò
gli occhi torbidi di Sirius: lui avrebbe capito una cosa simile?
Gli
sarebbe interessato capirlo? Lui, così perfetto e lontano, affascinante e
selvaggio, circondato da tutta Hogwarts, perchè doveva perdere tempo con lei?
Eterna
indecisa, cocciuta, fin troppo razionale, nel momento peggiore per legarsi a
qualcuno?
E
non solo per i M.A.G.O...C'era molto altro dietro, molto altro che le premeva
nella mente anche mentre affondava il volto nel pelo folto di Faron, bagnandolo
di lacrime, ed aspettando che Sirius si decidesse a fare qualcosa.
Non
aveva la forza di fare il primo passo, e tanto sapeva che Sirius non avrebbe
retto per molto senza fare nulla.
Sirius
la guardava senza sapere realmente cosa fare.
Non
era la prima volta che una ragazza gli piangeva di fronte senza che lui
riuscisse a coglierne appieno il motivo, ma il pianto di Alison sembrava così
infantile, liberatorio, pieno di frustrazione, che lo aveva spiazzato.
Sicuramente
non era solo lui, la causa di tutto. O si?
Ma
non aveva fatto nulla, per farla piangere in quel modo così disperato. O si?
Guardò
con tenerezza la Ravenclaw, che sembrava ancora più piccola e minuta, le spalle
che si sollevavano a ritmo con i suoi singulti, i capelli biondi che vibravano,
il viso arrossato sprofondato nel nero pelo del gatto. Gli occhi, se possibile
ancora più blu del solito, erano appannati da grosse lacrime che le rigavano il
volto.
Avrebbe
voluto confortarla, nonostante l'irritante sensazione di non capire la
situazione, ma aveva paura di fare la cosa sbagliata.
Poi
sospirò, innervosito nel ritrovarsi lì senza fare nulla, quando avrebbe tanto
voluto capire cosa stava succedendo nella vivace ed oscura testa della ragazza,
in un certo qual modo intrigato anche da quelle lacrime inspiegabili.
Le
si avvicinò cautamente, con studiata disinvoltura, cingendole una spalla minuta
con un braccio, portandola dolcemente in un'aula vuota, mentre lei si lasciava
condurre docilmente.
Forse,
pensava Sirius, Alison voleva soltanto che lui avesse un po' di polso, che
fosse lui a decidere come risolvere una situazione a lui oscura.
Poi
si rese conto di star pensando a stupidaggini, e la fece sedere su un banco,
standole davanti ed aspettando pazientemente spiegazioni.
Tentò
anche di levarle quel gatto nero dalle braccia, completamente abbandonato come
un pupazzo, ma lei serrò forte la presa e singhiozzò più rumorosamente, così,
come quando si è davanti ad un bambino capriccioso, Sirius la lasciò fare.
Con
dolcezza, spinto da un istinto protettivo, raccolse le lacrime che le
sgorgavano ancora dagli occhi, mentre lentamente la sentiva placarsi. Sapeva,
istintivamente, che non sarebbe servito a niente parlare, se non aggravare la
cosa.
Alison
avrebbe parlato nel momento che lei avrebbe deciso opportuno.
-Non
voglio studiare con voi per i M.A.G.O.- sussurrò lei, in tono infantile.
Sirius
inarcò le sopracciglia, senza capire, -come vuoi...- le disse, rincuorato,
sperando di rassicurarla. Se era solo quello il problema, era fortunato.
Alison
alzò il volto arrossato a guardarlo con occhi accusatori, tanto che Sirius si
domandò dove avesse sbagliato.
-Non
ti dispiace?- Domandò allora lei, quasi una supplica nella voce.
Sirius
continuava ancora a non capire. Cosa gli poteva interessare se lei studiasse
con loro oppure no? Non avrebbe certamente passato tutte le proprie ore sui
libri.-Bhe...No...- Disse,
scrollando le spalle.
Ma
anche quella risposta si rivelò essere quella errata.
Alison
ricominciò a piangere, stavolta silenziosamente, -forse è meglio se ti sto
lontana, Sirius...- mormorò in un soffio. Non sembrava nemmeno lei sicura di
quello che stava dicendo.
Il
ragazzo la guardò sbarrando gli occhi, decisamente la situazione si stava
aggravando senza che lui riuscisse a coglierne il motivo, e sentiva che la cosa
gli stava sfuggendo di mano, -e perchè?- Chiese.
Alison
lo guardò di nuovo, e si concesse un lungo minuto come a stamparsi il volto di
Sirius nella mente, cosa che lo fece sentire in soggezione.
-Perchè
è meglio così...- Disse infine, calando lo sguardo per non incontrare quello di
lui. Sembrò che i suoi muscoli cedessero, perchè improvvisamente la presa
attorno al gatto si sciolse, e lui scese a terra cominciando a girovagare per
l'aula.
Sirius
sentì il nervoso crescere, non sopportava non avere spiegazioni, soprattutto
quando una situazione gli sfuggiva di mano.
L'eroe
non poteva farsi sfuggire le cose di mano.
Perchè
era l'eroe.
-Che
diamine di risposta è?- Domandò, infervorato, alzando il tono della voce.
Alison
sussultò impercettibilmente, e l'aria si fece più pesante. Scese dal banco,
senza alzare la testa, e cercò di sgattaiolare fuori dall'aula senza dire una
parola, come indignata ed offesa. Forse voleva essere capita.
Ma
come faceva lui a capirla se lei non cercava nemmeno di spiegarsi?
Sirius,
sempre più nervoso, le fu vicino con un paio di falcate decise, prendendole il
polso con fare risoluto, tanto che la sentì sussultare nuovamente. La voltò e
non le permise di divincolarsi dalla sua presa.
-Mi
dici che diamine ti prende, Alison?- Domandò, scandendo le parole, insofferente
ed infervorato. Alison alzò il volto velocemente, con aria risoluta,
corrucciata in volto e con gli occhi blu carichi di frustrazione, -che diamine
mi prende?? Sono confusa, Sirius! Sono confusa perchè sono in compagnia della
Leggenda, perchè non capisco che razza di legame ci sia! Mi prende che non
posso stare in tua compagnia, non posso guardarti negli occhi e non posso
osservare la tua figura, perchè mi perderei affascinata, perderei lucidità! Mi
prende che mi sembra impossibile che tu cerchi la mia compagnia, ho paura che
tu ti stanchi di me proprio quando io comincio ad abituarmi alla tua presenza!
Mi prende che non voglio nemmeno illudermi di qualcosa. Mi prende che non
voglio dipendere da te, non voglio abituarmi alla tua vicinanza, non posso
farlo in questo momento!- Usava un tono di voce alto, spedito, liberatorio, di
chi sapeva perfettamente cosa doveva dire ed aspettava solo il momento giusto
per farlo. Con il volto arrossato e gli occhi di nuovo appannati, senza dare a
Sirius la possibilità di riprendersi, prese fiato e continuò. -Perchè, Sirius,
era inevitabile che tu cominciassi a piacermi, ed io come una stupida ho
lasciato che così fosse, ho lasciato che tu cominciassi a riempire i miei
pensieri, che i tuoi occhi mi si imprimessero nella testa, che la tua presenza
diventasse importante...-.
Poi
non seppe più che dire. Le si leggeva in faccia.
Aveva
l'aria smarrita di chi aveva perso il filo del discorso, la voce morta in gola,
le labbra appena dischiuse come a pronunciare le parole che le mancavano,
mentre calava lo sguardo. Tutto il suo corpo sembrò distendersi.
Aveva
l'espressione di chi si era lasciato sfuggire troppo, l'espressione spaventata
di chi si sentiva esposto.
Sirius
si sentì orgoglioso di aver lasciato una Ravenclaw senza parole.
Gli
venne da sorridere, un po' per tenerezza un po' per l'assurdità della
situazione, un po' per il battito irregolare del suo cuore che gli sembrava
così anomalo.
-Hai
finito?- Domandò, con il sorriso a fior di labbra, addolcendo la presa attorno
al polso di lei.
Vide
il volto di lei, sempre basso, corrucciarsi appena, come se l'uscita di Sirius
non fosse stata minimamente premeditata o calcolata tra le svariate ipotesi di
esordio.
Sirius
si compiacque di nuovo: non solo l'aveva zittita, ma anche spiazzata.
Stava
migliorando.
Ridacchiò
appena, chinandosi un po', prendendole il mento con la mano libera per poterle
alzare il volto, quel tanto che gli bastava per poterla baciare.
******
aaaaaaah
scusate…
C’ho
messo un po’ più del solito, ad aggiornare…Chiedo umilmente perdono…
Ma
in mia discolpa, vorrei anche dire che questo capitolo può anche permettersi di
farsi aspettare!!
Allora,
allora??
Hihihihi
capitolo intenso, no?
Sono
curiosa di sapere che ne dite, mie amate lettrici ^^
Vi
ringrazio come sempre delle vostre meravigliose recensioni ^__^
Vane91: em…si…James è sempre in mezzo XD è che lo
adoro,mi piace troppo!!
Bhe,
questa volta non li ha interrotti, no? Era troppo impegnato!!
PiccolaBlack: Non serve che ti scusi se non hai
recensito un capitolo…figurati XD…Cmq, ripeto, adesso Sirius ed Alison si sono
rifatti, con James fuori dai piedi ^^
Kikka91: Em…Regulus è comparso di nuovo XD …forse
l’ho reso un po’ un personaggio demenziale…mmm…va bhe, credo che farà solo
un’altra comparsa nella storia…
L’idea
dell’uovo di fata mi è venuta leggendo “Animali Fantastici: Dove Trovarli”…mi
sono detta “che bello sarebbe avere una fata…” e così… ^^”
Lys: Grazie mille per i complimenti ^^ …James è
un amore, così in questo capitolo ho deciso di dargli un piccolo premio ^_-
ames
non riusciva a capacitarsene e, probabilmente, visto il volto con una luce di
costante stupore di Alison, non se ne capacitava nemmeno lei.
Probabilmente,
lui aveva perso qualche passaggio.
Anzi,
sicuramente.
Si
disse che era stato troppo impegnato ad occuparsi del Quidditch, di Lily e,
soprattutto, di se stesso.
Non
poteva mica essere sempre partecipe della vita della sua spalla, alias Sirius
Black...
Insomma,
lui doveva curarsi molto, era difficile essere sempre prestanti ed all'altezza
degli ammiratori.
Ma
questo aveva portato alla mancanza di un tassello fondamentale, nella mente di
James, grazie al quale si sarebbe spiegato il costante contatto fisico che era
venuto improvvisamente ad instaurarsi tra Sirius ed Alison.
Le
braccia di lui intorno alle spalle o alla vita della ragazza; mani intrecciate;
le dita di Sirius che si attorcigliavano i biondi ricci di Alison come intente
ad accarezzare un gatto.
Sirius,
data la sua indole canina, diventava sempre possessivo con le persone a cui
decideva di affezionarsi. James lo sapeva, e non era questo a sconvolgerlo.
Più
che altro era indignato per essere stato tenuto all'oscuro di tutto, per non
essere stato partecipe di quel tassello mancante.
Lui,
l'eroe!
Come
avevano potuto?
James
aveva visto, nei giorni passati, lo sguardo preoccupato di Sirius. Sapeva del
suo incontro con Silente, come anche Remus, del resto...Ma nessuno aveva ancora
proferito parola.
Se
Sirius non ne aveva ancora parlato, significava che per il momento non
intendeva dare spiegazioni.
Ma
adesso lo sguardo di Sirius era più placido e soddisfatto, la preoccupazione
messa in secondo piano.
E
questo, per James, era più importante del suo egocentrismo.
Anche
se, c'è da aggiungere, anche a Sirius mancava un tassello: Lily Evans era
improvvisamente gentile con James, lo guardava con luce diversa.
E
questo rendeva più semplice a James l'ammettere di essersi perso un pezzo,
perchè non era l'unico Eroe del Gryffindor ad avere quel problema.
-Felpato!!
Felpato!! Hai visto la bacheca??- domandò James, quella domenica mattina,
saltando sul letto di Sirius, ancora addormentato.
Sirius
ringhiò appena, prima di sbadigliare, aprendo gli occhi e fissando James, con
espressione vacua. -Jamie…Ti sembra che io possa essere andato a vedere la
bacheca?- Chiese, atono.
James
sorrise, un sorriso che andava da guancia a guancia, mentre si scompigliava i
capelli. Era eccitato, l’avviso in bacheca era arrivato al momento giusto.
-Felpato,
domenica prossima, l’inizio delle vacanze, c’è un’uscita ad Hogsmeade!! È
fantastico!!- Urlò, saltellando appena nel letto.
Sirius
si alzò a sedere, senza condividere l’esultanza del moro. -E allora?- Chiese,
passandosi una mano sul volto assonnato.
James
guardò Sirius, possibile che non ci arrivava?
Era
la sua grande, migliore occasione, e doveva anche stare a spiegare?
Lui
doveva impiegare il suo tempo a fare un piano di attacco, non a spiegare con
pazienza una cosa ovvia.
-Sirius…Posso
invitare la Evans!! Per una volta accetterà di venire con me ad Hogsmeade ed io
potrò finalmente conquistarla con le mie superbe doti ammaliatrici!- Esultò,
poggiandosi una mano sul petto.
L’eroe
finalmente poteva dimostrare tutto il suo enorme valore.
Sirius
scoppiò a ridere. –Se lo dici tu, Jamie…-.
Remus,
dietro di loro, li interruppe. -Non credo potrò andare ad Hogsmeade, domenica
prossima…- disse, il suo sorriso di rassegnazione dipinto in volto.
A
James ci volle un attimo per realizzare che domenica prossima era prevista la
luna piena e che, quindi, Remus sarebbe stato parecchio debole e malaticcio
durante il giorno.
Sirius
sorrise, comprensivo. -Non preoccuparti, Lunastorta…Ti faccio compagnia io al
castello- disse dolcemente.
Remus
scosse la testa, ridacchiando. -Non puoi, Sirius…Qualcuno si aspetta di venire
con te in città, domenica!- disse, divertito.
Sirius
spalancò un secondo gli occhi. -Già…è vero…- sussurrò.
James
scosse appena il capo, era indignato. Lui stava diventando letteralmente scemo
per avere la Evans mentre Sirius, completamente fuori dal mondo, aveva già
Alison in pugno.
-Se
fossi nella Goldstein, io ti pianterei subito!- Disse convinto il cercatore,
scuotendo energicamente la testa, le braccia incrociate al petto. Sirius lo
guardò ridendo, ma per un attimo ci fu una lieve luce di insicurezza negli
occhi torbidi, che soddisfò immensamente il cercatore.
Si
voltò verso Remus, che osservava la scena con il suo solito sguardo indagatore
di chi studia una cosa dall’esterno, una luce divertita negli occhi. James si
sentì in soggezione per un attimo.
–Ci
dispiace non poter rimanere con te durante il giorno, Remus…Ma la sera andremo
tutti insieme alla Stamberga Strillante!!- Disse James, euforico come se si
trattasse di andare ad una festa.
Remus
rise divertito, e Sirius si unì subito dopo.
James
lasciò che i suoi amici si alzassero con calma, scendendo in Sala Comune da
solo, nella speranza di trovare Lily. Odiava aspettare di mettere in pratica un
piano.
Fortunatamente,
lei era lì e lui le si avvicinò con passo sicuro.
Le
era alle spalle, stava per aprir bocca, ma lei, tenendo lo sguardo fisso sul
libro che leggeva, lo precedette. -non credo proprio, James…- disse,
tranquilla.
Almeno
non aveva un tono avvelenato.
James
ne fu compiaciuto ed incoraggiato. Era così abituato ad i “no” della Evans, che
non si era aspettato molto altro al primo attacco.
Le
si accucciò davanti, sorridendo smagliante. Contemplò per un attimo quel viso
concentrato, le lentiggini, i grandi occhi verdi coperti dalle ciglia lunghe.
La
amava.
Ne
era completamente perso.
-Non
sai nemmeno cosa ti stavo per chiedere, Lily…- Disse, dolcemente, il tono un
po’ profondo per cercare di aumentare il proprio fascino. La sentì colpita da
quella frase completamente senza presunzione, e si sentì ancora più
soddisfatto.
Sapeva
che aveva qualche possibilità, doveva solo giocare al meglio le proprie carte.
Lily
alzò lo sguardo intenso su di lui, studiandolo per un lungo momento. James si
perse nello sguardo cristallino, sprofondando in quei pozzi di acqua verde,
scuotendosi solo quando lei parlò, calibrando le parole.
-Mi
stavi per chiedere se andavamo ad Hogsmeade insieme…Ed io non voglio andare al
villaggio da sola con te…-.
James
si bloccò un secondo.
C’era
una scappatoia, in tutto quello, che la sua brillante mente aveva già
individuato.
Lei
non voleva andare ad Hogsmeade con lui, se fossero stati soli…
E
se non lo fossero stati?
In
una frazione di secondo aveva già un nuovo piano, mentre ringraziava
mentalmente Sirius, che tanto era sicuro gli avrebbe concesso il favore.
-Sbagli
Lily…Ti volevo chiedere se volevi venire ad Hogsmeade con me, Sirius ed
Alison…- disse, trionfante, cercando di trattenere l’entusiasmo.
Lei
lo fissò di nuovo, studiandolo attentamente, interrogativa.
James
era sempre più euforico. -Bhe…Da quel che ho capito, sta nascendo qualcosa tra
quei due…Ma Alison sarebbe imbarazzata ad uscire da sola con Sirius…Per questo
lui mi ha chiesto gentilmente se io e te potevamo accompagnarli…-.
Solo
quando finì di raccontare quell’eclatante balla, si rese conto di quanto fosse
fasulla.
Già
di per sé non stava molto in piedi che Alison fosse imbarazzata ad uscire da
sola con Sirius…Che poi lui fosse andato da James a chiedergli gentilmente un
favore del genere, non stava ne in cielo ne in terra.
James
si morse la lingua, vedendo tutte le proprie speranze sfumargli davanti agli
occhi: Lily non ci sarebbe mai cascata.
La
guardò negli occhi, disperato, e quando la vide sorridere si stupì tanto che si
sentì arrossire.
Era
un sorriso malizioso, e James si rese conto che lei lo aveva smascherato in
pieno, come si aspettava, ma era anche dolce. –Va bene…Se è per fare un favore
a Sirius…- sussurrò cantilenante lei, guardandolo di striscio, divertita.
James
sentì caldo al collo.
Tanto
caldo al collo.
Ma
doveva darsi un contegno.
Si
alzò, con un sorriso trattenuto. -Grazie Lily…Vado a dirlo a Sirius…- disse.
Sapeva di essere sul punto di esplodere. Sentiva i propri movimenti meccanici
nel tentativo di controllarsi.
Sentì
lo sguardo di lei seguirlo mentre lui saliva nuovamente le scale verso il dormitorio.
In cima, quando vide Sirius aprire la porta per scendere, James lo respinse con
forza dentro, la tentazione di urlare di gioia ormai irresistibile.
-Se
mi fai questo favore ti sarò debitore a vita…- sibilò tra i denti, prima di
chiudersi la porta alle spalle in modo che non ci fosse pericolo di essere
visti.
-Em…Sorella?-
Lionel distrasse Alison, impegnata a scrivere fervidamente sulla pergamena.
La
ragazza sussultò appena, alzando lo sguardo per incontrare gli occhi scuri del
fratello. Stranamente, li trovò preoccupati.
-Qualcosa
non va, Lionel?- Chiese, curiosa.
Lionel
sembrava facesse difficoltà a mostrare una parvenza calma. –No…Volevo solo
dirti che c’è Sirius Black, qua fuori…E quando sono passato mi ha chiesto se
potevo mandarti a chiamare…- disse, senza riuscire a tenere le sopracciglia
rilassate.
Alison
si sentì avvampare improvvisamente, mentre il cuore cominciava a batterle
frenetico. Sensazioni che cominciavano ad essere costanti nelle sue giornate.
Si
schiarì la voce, alzandosi. -Grazie, fratello…- riuscì a dire, con un fugace
sorriso, sparendo velocemente oltre il buco del ritratto.
Vedere
Sirius, bello, splendente, affascinante, appoggiato al muro di pietre a
vista,che stava spettando solo
lei, per un attimo la fece quasi collassare.
Un
raggio di sole entrava dalla finestra con l’unico scopo di illuminare il
Gryffindor. rendendo la sua visione simile ad un’apparizione divina.
Si
sentì goffa ed impacciata, sotto quello sguardo torbido che la osservava senza
ritegno. Come ogni volta che gli andava in contro, Alison quasi non si sentì
pronta.
-Ciao…-
sussurrò, emozionata, mentre lui le sorrideva felice e compiaciuto. Le prese
gentilmente un polso, per posarla contro al muro, coprendola con il proprio
corpo.
Avvampò,
ed il respiro le morì irrimediabilmente in gola. Inspirò profondamente l’odore
di Sirius, mentre sentiva il contatto con il corpo di lui bruciarle fino a
farle girare la testa.
Sirius
era caldo. Di un calore che cercava di inglobarla, di renderla propria.
Lui
la baciò come se fosse la cosa più naturale del mondo…Ed in effetti lo era per
la situazione in cui si trovavano, ma Alison non riusciva ad abituarsi.
Sentì
il cuore batterle furioso nelle tempie, il respiro di Sirius che le faceva il
solletico, un senso di eccitazione che le partiva dal ventre. Le gambe le
tremarono appena e, per sostenersi, le sue braccia andarono a circondargli il
collo, tuffando le dita nei folti capelli color dell’ebano.
Alison
si sentì sicura, protetta, come se nulla potesse scalfirla.
Poi,
quando si era quasi abituata a quella sensazione di torpore indefinito, che le
faceva dimenticare ogni cosa fuor che lui, Sirius si staccò appena da lei.
Lo
vide tenere per un attimo gli occhi ancora chiusi, mentre espirava lentamente
dalla bocca. Quando aprì gli occhi grigi, Alison si sentì quasi commuovere
dalla fortuna di poter tenere Sirius Black tra le braccia.
-Ali…Volevo
portarti ad Hogsmeade…- disse tranquillo, ma c’era qualcosa che lo irritava
appena, negli occhi.
Alison
sentì il proprio cuore mancare un battito: Sirius le aveva chiesto di uscire.
Questo
significava che potevano definirsi una coppia?
Certo…Era
un paio di giorni che lui non faceva altro che baciarla per i corridoi e vicino
al lago…Ma continuava a sembrarle tutto così strano che non era sicura di poter
definire in qualche modo quella relazione.
Ma
se uscivano ad Hogsmeade, significava che stavano insieme, o no?
-Però
sai Ali…Come sempre Jamie ha il dono naturale di riuscire a rovinare tutto…-
continuò lui, divertito, ma c’era un velo di sottile amarezza in tutto quello.
-Diciamo
che mi ha incastrato…E che usciremo insieme a lui ed alla Evans…Sempre se tu
vuoi venire con me ad Hogsmeade- Disse lui, prendendo tra le dita una ciocca di
riccioli biondi, come amava fare.
Alison
sorrise dolcemente, era comunque contenta. Forse era un po’ emozionata di
conoscere Lily, la solita sottile paura di non esserne all’altezza, ma gli
occhi di Sirius le davano sicurezza. –Sono contenta…- sussurrò, azzardandosi ad
accarezzargli la guancia.
Lui
la guardò di nuovo sfiorandole le labbra con le proprie, sorridendo di sbieco.
-Avrei preferito essere da solo con te…-.
Alison
avvampò, poi ridacchiò appena. -Ma dai, Sirius…Che probabilmente stamattina per
un po’ non ci avevi nemmeno pensato!- Disse, tranquilla.
Sirius
sbarrò appena gli occhi, ed Alison seppe di aver immaginato giusto.
Stranamente, le veniva facile capire i pensieri del Gryffindor.
Non
era infastidita per quello, alla fine non pretendeva nulla da parte di Sirius,
ed il solo fatto che lui volesse andare ad Hogsmeade insieme era più di quanto
non avesse immaginato.
Sirius
si sentiva uno stupido.
Certo,
stranamente sereno e soddisfatto, ma comunque stupido.
Lui
sapeva che Alison era inconsapevole di quanto lo rasserenasse la sua presenza.
Era
inconsapevole di essere affascinante nella sua insicurezza; affascinate nei
suoi occhi blu così cristallini da cui si intravedevano i suoi pensieri.
E
mentre lei gli si avvicinava, Sirius sentiva un sorriso idiota stamparglisi in
volto.
Un
sorriso che gli sembrava potesse vagamente ricordare quello stucchevole di
James quando guardava Lily.
Sirius
si riempiva gli occhi, guardandola. Guardando il corpo longilineo ancheggiare
appena, giusto quanto bastava per farlo soffermare sulla linea morbida dei
fianchi. Guardando i ricci biondi che oscillavano, che lui adorava intrecciarsi
tra lei dita.
Perché
lui poteva.
Poteva
passarle un braccio attorno alle spalle; poteva fissarla negli occhi blu;
poteva sfiorargli accidentalmente l’orlo della gonna della divisa.
Poteva
baciarla.
Baciarla
era gustare appieno quella sensazione di possesso. Era sentirla
accondiscendente ed emozionata ad ogni suo gesto.
E
tutto quello gli causava un sentimento quasi doloroso, istintivo, di potere. Un
sentimento che sembrava giungere irrimediabilmente al basso ventre.
Quando
incontrava lo sguardo incredulo di lei, uno sguardo pieno di incondizionata
fiducia, Sirius sentiva i propri muscoli rilassarsi. Sentiva che tutti i suoi
problemi potevano passare in secondo piano. Era per questo che, per un paio di
giorni, era riuscito a dimenticarsi dell’incontro con Silente.
Faron,
il gatto, era nella sua sopraelevata posizione sulla mensola sopra il camino.
Adorava stare sopra quella mensola, avere tutta la Sala Comune sott’occhio e
sentire tiepido il calore del focolare scaldargli il pelo.
Placidamente,
quando sentì un rumore provenire da buco del ritratto, vide Alison, la sua
padrona, entrare nella stanza.
Si
vedeva lontano un miglio che la sua testa era da tutt’altra parte, persa in
chissà quali pensieri. Non si era nemmeno accorta che lui era nel suo posto
preferito, e la stava osservando.
Sotto
un certo punto di vista, se ne sentì indignato. Però così poteva scrutarla
senza problemi, con gli occhi ambrati socchiusi.
La
vide con un sorriso sciocco a fior di labbra, mentre si dirigeva verso la
poltrona blu scuro vicino al caminetto: forse quando si sarebbe seduta
l’avrebbe visto, e l’avrebbe chiamato per poterlo coccolare un po’.
Ma
Lionel, suo fratello, quel ragazzo alto forse un po’ troppo magro, per il quale
Faron aveva sempre provato l’indifferenza più totale, interruppe il cammino
della ragazza con aria grave.
-Ali…Ascoltami
un secondo, per favore…- disse, scuro in volto. Aveva una pergamena in mano, ma
Alison sembrò non notare tutto quello, ancora presa dai suoi pensieri.
La
bionda lo guardò incuriosita. -Spero tu non mi voglia parlare di Sirius…-
disse, sulla difensiva.
Faron
sentì della gelosia pungere Lionel, ma il ragazzo non si scompose. -No Ali…Non
è tempo per quelle sciocchezze…Mi è arrivata una lettera da casa…- disse, la
voce che irrimediabilmente sentiva calare.
Il
gatto, dalla sua posizione, vide distintamente la sua padrona sbiancare e
indietreggiare impercettibilmente. Era sempre così quando si parlava di casa,
Faron lo sapeva bene.
-è
mamma?- domandò lei, la voce atona che non voleva nemmeno sperare. Le spalle le
tremarono lievemente. Quando Lionel scosse la testa, Alison sembrò riacquistare
lievemente colorito, ma nemmeno più di tanto.
-No…Papà
dice che vuole parlarci, ma non so cos’abbia in testa…Vuole che andiamo lì il
primo Lunedì delle vacanze di pasqua…- disse, leggendo di nuovo la lettera,
come a cercare nuovi indizi, prima di passarla ad Alison.
Faron
sapeva, per esperienza, che quando il padre dei due ragazzi aveva qualcosa in
mente e chiedeva di parlare con entrambi, non c’era mai da stare tranquilli.
Alison
stava finendo di leggere la lettera, quando strabuzzò gli occhi, avvampando.
Il
gatto sentì l’ira salire irrimediabilmente nel corpo della Ravenclaw, e seppe
con certezza che dopo lei avrebbe tuffato il viso sul suo pelo nero, in cerca
di conforto. Faron aspettava con trepidazione quel momento.
-Lionel…-
la voce tremò per un attimo, poi si fece sicura. La ragazza alzò lo sguardo su
quello scuro di suo fratello, che ora si era fatto quasi divertito.
–Lionel…Papà vuole che porti con me anche Sirius…- disse Alison, si vedeva che
non si capacitava della cosa.
Lionel
represse a fatica un sorriso. -Così sembra…- disse tranquillo. Alison gli
lanciò in faccia la pergamena. -Cosa diamine vai a dire a papà?? Chissà che
idee si è fatto in testa!! Sto con Sirius da nemmeno una settimana e la cosa
diventa improvvisamente seria?? Io non porterò Sirius lì. Non voglio che papà
gli metta in testa strane idee sul matrimonio, sul prendersi cura di me quando
loro non ci saranno più! Non ti rendi conto della cazzata che hai fatto? Sirius
non piacerà nemmeno a papà!- Stava urlando.
Molti
Ravenclaw si erano voltati a guardarli, indiscreti. Alison era rossa in viso ed
a Faron era facile interpretarle i pensieri, soprattutto dopo tutto quello che
Alison gli aveva sussurrato in quei giorni, coccolandolo.
Alison
aveva paura che Sirius si allontanasse da lei.
Lionel
sorrise appena. -dai sorella, non farla così tragica…-.
Alison
alzò il mento, i riccioli che fremevano, guardò glaciale il fratello. -lo
sapevi benissimo, Lionel…Solo perché a te Sirius non piace e sai che non
piacerà nemmeno a papà…Vedi di starmi lontano…- Disse, oltrepassandolo.
Faron
miagolò forte, alzandosi, facendo notare la sua presenza alla sua padrona, che
lo prese gentilmente dalla mensola per portarlo nella propria stanza.
Ora
Faron avrebbe ricevuto le sue coccole, bagnate di lacrime salate.
*****
Ed
anche questo è andato….
Sinceramente
credo sia uno di quelli che mi ha fatto più dannare…
Non
so cosa mi passava per la testa mentre lo scrivevo, ma a rileggerlo avevo
notato una punteggiatura disastrosa!!
Ora
è un disastro lo stesso, ma almeno è più leggibile ^^”
Posso
dire che mi sono divertita un mondo ad usare Faron come punto di vista? ^^”
Amo
i gatti ^--^
Grazie
a tutti quelli che hanno letto, ed un bacio a chi ha recensito
Pai80:
grazie per aver segnato il
tuo passaggio, e grazie per il commento ^^ Spero che la storia continui ad
appassionarti.
Kikka
91: sono contenta di averti
emozionato così. Mi sono divertita molto a scrivere quella scena ^^”
Cito
le tue parole “Mi lasci spiazzata dinanzi a tanta dote!”….credo di
aver pianto leggendole T___T non sai che piacere mi hai dato!
PiccolaBlack:
Grazie per l’entusiasmo
^^””” mi fa rimanere allibita, davvero ^^””””” Io avevo avvertito che James non
se ne sarebbe più andato…E così continua ad essere ^^
Sirius guardò James scocciato, le braccia incrociate al petto ed i
capelli arruffati
Capitolo 8.
Vincere Contro un Gryffindor.
S
irius guardò James
scocciato, le braccia incrociate al petto ed i capelli arruffati.
Avevano appena
finito un goffo tentativo di lotta, in cui nessuno dei due voleva fare del male
all’altro nonostante il nervosismo che gravava su entrambi.
Remus era tra di
loro, nel mezzo della stanza, con aria rassegnata e cagionevole, anche lui in
un certo senso scocciato per essere stato interrotto nello studio per quello
che era uno stupido motivo.
Erano nella loro
stanza, tutti i cuscini dei letti erano gettati a casaccio per terra, visto che
i due se li erano tirati in precedenza. Peter era accoccolato su un letto, gli
occhi acquosi irrequieti, che si spostavano con timore da Sirius a James, per
poi posarsi rassicurati su Remus, unica rassicurazione nella stanza.
Ogni volta che
Sirius e James litigavano, era come se fosse la prima volta.
Succedeva tutto
così rapidamente, che di solito Remus li interrompeva solo quando stavano già
per prendersi a pugni.
Oddio…Prendersi a
pugni…a spintonarsi senza metterci davvero forza.
E tutto, sempre,
succedeva per qualcosa di estremamente stupido ma che diventava subito di
importanza vitale.
Motivo della
litigata? L’uscita ad Hogsmeade.
Sirius stava
trattenendo il fremito alle mani. Era già un minuto che non faceva altro che
guardare James, truce, e per lui era fin troppo.
Doveva fare
qualcosa, anche solo urlare.
Sapeva
perfettamente che James era nella stessa situazione, vedeva chiaramente la luce
di irrequietezza nei suoi occhi.
-Che diamine è
successo, stavolta?- Chiese Remus, portandosi una mano in volto, anche lui
lievemente irritato.
Sirius lo guardò
per un lungo istante, possibile che non si fosse accorto di nulla?
-“cosa è successo”?
Non ti sei accorto di nulla?- Domandò James con fare teatrale.
Appunto.
Per un attimo si
avvertì un brivido di solidarietà tra James e Sirius, entrambi infastiditi da
quella domanda per loro così stupida.
-No, perché stavo
facendo altro…- Rispose tranquillo Remus, tirando fuori un po’ di carattere
dalla voce.
Era come se tutti i
presenti nella stanza, seguissero lo stesso identico copione ogni volta che
Sirius e James litigavano.
Primo Atto:
Litigio, spintonate, Remus in mezzo, Peter terrorizzato su un letto.
Secondo Atto: Remus
non capisce la situazione, Sirius e James gliela spiegano urlandosi contro.
-Succede che non
solo Ramoso mi ha costretto ad un’uscita a quattro ad Hogsmeade…Ma adesso
pretende anche che ad un certo punto, con una qualsiasi scusa, io ed Alison ci
dileguiamo!- Disse urlando Sirius, indicando James.
-Non capisco cosa
lo turbi tanto, visto che anche lui vuole stare da solo con la sua ragazza!-
Rispose a tono il cercatore dei Gryffindor, incrociando maggiormente le braccia
al petto.
-Ma Lily non è la
tua ragazza…- il mormorio di Codaliscia si spense non appena due paia di occhi,
uno nocciola ed uno grigio, si posarono con odio su di lui.
-è il principio,
James!! Ma cosa serve parlartene, tanto non capiresti! Non capisci nulla di
quello che va oltre la tua persona e la Evans!- Continuò Sirius, ma la sua voce
stava già perdendo convinzione.
Si stava già
stancando di litigare. Come ogni volta, tutto cominciava già a perdere senso.
-Ma che principio e
principio! Sai solo dire fandonie per tentare di abbindolare gli altri! Non c’è
nessun tipo di problema se io ti dico di fare una cosa ed a te va bene!-
Continuò James, anche lui calando appena il tono della voce. Per un attimo la
sua concentrazione fu rapita da un gufo fuori dalla finestra.
Remus trattenne il
sorriso; anche lui, come tutti, del resto, si stava aspettando il Terzo Atto:
un’uscita di Sirius, una risposta sfrontata di James, e la risata del primo che
avrebbe allentato completamente la situazione.
-James, ma che vai
blaterando? Ma tu credi che ti sia tutto dovuto?- Domandò Sirius, avvicinandosi
di un paio di passi verso di lui.
Remus chiuse gli
occhi per un secondo, sperando intensamente.
James lo guardò
allibito, così allibito che sembrava incapace di muoversi e, tanto meno, di
scrollarsi i capelli.
-Certo che tutto mi
è dovuto!- Disse, in tono ovvio, quasi offeso per quella domanda retorica.
Vi fu un momento di
attonito silenzio, poi Sirius scoppiò fragorosamente a ridere, la sua risata
simile ad un latrato, avventandosi su James in modo giocoso.
Finirono a
ruzzolare a terra come due bambini.
Remus sospirò
forte, prima di tornare ai suoi studi.
Peter sorrideva
felice, battendo appena le mani, come se fosse la prima volta che seguiva una
scena simile.
Alison si torceva
nervosamente le mani, lasciando che fosse la memoria a condurre i suoi passi e
non la mente, che era da tutt’altra parte.
Era nervosa,
perfino i capelli raccolti che le solleticavano il collo tendevano ad
irritarla.
Avrebbe mai avuto
un po’ di pace stando con Sirius?
Non credeva
proprio.
Ma la domanda
giusta era:a lei importava avere
pace, se poteva avere Sirius Black?
Ripercorse
mentalmente tutto il discorso che si era appuntata su una pergamena, in Sala
Comune. Ripercorse tutti i punti chiave, e fu felice che nonostante tutto se li
ricordava a memoria.
Non fosse che
nemmeno lei ci credeva, forse avrebbero anche potuto servire a qualcosa.
Ma alla fine, per
quale assurdo ed insano motivo Sirius si sarebbe mai spinto volentieri ad
incontrare i genitori della ragazza, dopo solo una settimana di relazione?
Cioè…Era così
assurdo che si vergognava persino a provare a convincerlo.
Si fermò alzando lo
sguardo verso il ritratto della Signora Grassa, che la guardò con aria di
superiorità. -tu non puoi entrare, carina!- disse.
Alison inarcò un
sopracciglio, senza nemmeno degnarsi di risponderle, quando il quadro si aprì e
ne sbucò Remus.
Sembrò sorpreso si
trovarla lì, mentre Alison, che non si lasciò stupire, si rese conto della
fortuna che aveva.
-Lupin!!- Disse,
gioviale.
Lui le sorrise,
gentilmente e dolcemente, il viso pallido e lievemente scavato.
Alison si chiese se
non stesse covando una brutta influenza.
Sperò che non la
passasse a Sirius.
O magari si…Così il
Lunedì successivo sarebbe stato troppo male per andare a conoscere la sua
adorabile famiglia.
Il tono pacato e
rincuorante di Remus aveva il potere di farle affiorare un sorriso alle labbra.
–Se puoi, mi
faresti un favore…- Rispose lei, appenatitubante.
Lui la studiò per
un lungo secondo, e sembrò quasi sondare la sua titubanza, cercandone
l’origine.
Lei si sentì
scoperta, sotto quello sguardo, e per istinto quasi chiuse la mente.
Probabilmente gli si irrigidì lo sguardo, perché Remus distolse i suoi occhi da
lei, riprendendo a sorridere.
-Em…Ti avverto…Ha
appena litigato con James…Quindi adesso sembra che vadano d’amore e d’accordo,
ma sono ancora innervositi l’uno con l’altro…- disse, prima di scomparire di
nuovo dentro il ritratto.
La mente di Alison
si mise subito a lavorare fervidamente: Sirius che litigava con James? In
effetti molte volte si era ritrovata a pensare che quei due, fin troppo simili,
se non si fossero trovati in simpatia, si sarebbero odiati.
Era incuriosita, e
non le sarebbe dispiaciuto assistere ad un loro litigio, anche perché avrebbe
scoperto un lato nuovo di Sirius.
Poi la sua mente da
Ravenclaw ebbe il sopravvento: poteva usare il litigio tra i due come un
fattore favorevole ai suoi scopi?
Ne sapeva fin
troppo poco, ma non poteva gettare la spugna a priori…Alla fine, aveva bisogno
di aggrapparsi a qualcosa.
Quando Sirius uscì
dal ritratto, era seguito a rotta di collo da James, ed Alison ne fu spiazzata.
C’era una lieve tensione tra di loro, ma sembravano sforzarsi ad essere
cordiali.
Il che era comico
da vedere.
-Em…Jamie…Sei
sicuro che la Evans non fosse nella sua stanza?- Chiese Sirius, con un sorriso
forzato. James scosse vigorosamente la testa.
-No, no…In teoria è
qua in torno…- disse, guardandosi in giro con aria troppo poco interessata
perché si trattasse effettivamente di Lily.
Ad Alison non ci
volle poi molto a capire la balla.
-Non è che, per
caso, già che sei qui, ti viene in mente improvvisamente che devi dire qualcosa
ad Alison, vero?- Chiese Sirius, inarcando un sopracciglio poco convinto.
La mente di Alison
lavorava fervida, mentre analizzava i due.
James si voltò
verso di lei, come a notarla solo in quel momento.
Si, era un attore
nato, ma dava quella teatralità anche al minimo gesto banale, da venire
facilmente scoperto.
–Giusto…In effetti,
Alison…- cominciò, ma Sirius non lo fece finire, parandosi maggiormente davanti
a lei, e sorridendole.
-Mi spiace,
Jamie…Ma Ali voleva parlarmi, e credo che la tua richiesta possa essere messa
in secondo piano…- disse, mentre la guardava con intensità negli occhi,
sperando che lei gli reggesse il gioco.
James si scompigliò
fervidamente i capelli.
-Si, non c’è
problema, aspetto!- Disse, tranquillo.
Alison stava per
scoppiare a ridere.
Sirius lo guardò
con la coda dell’occhio.
-Hai intenzione di
aspettare qui?- Domandò, una luce vagamente irritata negli occhi.
Potter si aprì nel
suo sorriso infantile, da una guancia all’altra, ingenuo.
-E dove se no?-
Chiese, scrollando le spalle.
Alison ridacchiò
appena, facendo si che l’attenzione di Sirius si spostasse su di lei. –Scusalo
Ali…Lui e le sue manie di protagonismo…Andiamo da qualche parte? Mi dovevi dire
qualcosa?- Chiese lui, continuando a lanciarle occhiate penetranti.
Lei capiva
benissimo che lui voleva allontanarsi da James, in qualche modo, e che voleva
che lei gli reggesse il gioco. Come non voleva che Potter le ponesse la domanda
che aveva in testa, anche se Alison non capiva perché.
-Si, dovrei
parlarti…- Mormorò, ancora presa dai suoi calcoli.
Forse aveva un modo
per convincere Sirius, ma era rischioso e la imbarazzava a morte.
Ma d’altronde non
aveva nulla da perdere.
Il volto del
Gryffindor si illuminò appena, indicandole le scalinate più vicine.
-Bene…andiamo?-.
Sirius non contava
sul fatto che i piani di Alison non fossero in linea con i suoi.
Lei non si mosse,
poi sospirò profondamente.
Sirius, e perfino
James, la guardarono incuriositi.
Poi lei parlò tutto
d’un fiato, diventando rossa in volto.
-Mio padre vorrebbe
che tu venissi a casa nostra per poterti conoscere, lunedì prossimo, quando io
e mio fratello andremo a trovarlo…-.
Poi serrò gli occhi
con forza. Aveva visto di sfuggita la reazione esterrefatta e quasi
terrorizzata di Sirius, l’espressione di chi viene colpito in piena faccia da
una gettata di acqua gelida mentre stava dormendo.
Alison pregò con
tutta se stessa che la reazione di James andasse come lei aveva previsto.
Potter scoppiò a
ridere, senza riuscire a trattenersi. –Secondo te, Sirius Black verrebbe a
conoscere tuo padre??- Chiese, senza riuscire a trattenersi dal ridere, dando
voce ai pensieri di tutti e tre i presenti.
Ma era la reazione
giusta, ed Alison ebbe il coraggio di alzare lo sguardo verso Sirius, sperando
ardentemente.
Sirius guardava
James con aria di sfida, il mento di poco alzato, lo sguardo torbido irritato.
Poi si voltò verso Alison; per un attimo, i suoi occhi grigi divennero
preoccupati, ma rimasero fissi.
-Per me va bene,
Ali…- Disse, scrollando le spalle, come se non gli importasse.
James Potter smise
di ridere, allibito e spiazzato. Si scrollò i capelli con energia, come se quel
gesto lo aiutasse a capire meglio la situazione.
Alison cercò in
tutti i modi di trattenere la propria esultanza.
Dimostrare ad un
Gryffindor che un’azione è completamente l’opposto di quello che si aspetta
l’avversario, è come costringerlo a farla.
Avventati,
impulsivi, che accettano ogni sfida gli si pari davanti, i Gryffindor erano
facile preda dei sottili intrighi di chi, come i Ravenclaw, lavorano tutto di
mente.
Alison sapeva che
Sirius, dopo, si sarebbe amaramente pentito del suo consenso, ma sapeva anche
che non si sarebbe tirato indietro, perché sarebbe stato come ammettere la
propria sconfitta a James.
E grazie a questo,
Sirius non si sarebbe reso conto di essere caduto completamente nella tela
della ragazza.
Non si sarebbe reso
conto di uscire perdente da una battaglia.
Perché era Alison
ad aver vinto, ed aveva vinto contro un Gryffindor.
Quando tornò in
Sala Comune, una sua compagna di stanza le si avvicinò emozionata. -Alison!!
L’uovo…si muove! Si sta per schiudere!!-.
Alison sentì il
proprio cuore cominciare a battere, poi cominciò a correre verso il dormitorio.
Si accucciò trafelata accanto al comodino, osservando l’uovo che cominciava
piano piano a creparsi.
Il guscio si ruppe,
ed una piccola larva rosso acceso cominciò a muoversi timidamente. Alison non
ne fu per nulla disgustata.
Sapeva che le fate
nascevano come larve, prima di chiudersi in un bozzolo dopo sei-dieci giorni,
rimanendo a dormire per un mese prima di uscire sottoforma di fate mature.
La Ravenclaw
raccolse delicatamente in mano la piccola larva, con la paura di farle male.
L’accarezzò appena, era così piccina che aveva paura di perderla.
Sentì il cuore
batterle furioso: quel regalo era da parte di Sirius.
Si, anche di
James…Ma non importava.
*****
Scusate se ci ho messo
più del previsto per questo capitolo che, in realtà, è solo di passaggio.
Ho avuto un po’ di
casini, chiedo perdono ^^””
Cmq mi sono
divertita a scrivere della lite di James e Sirius…Credo li farò litigare
ancora, prima o poi XD
Dicevo…Questo
capitolo non è altro che di passaggio, adesso a Sirius aspettano due
meravigliose e durissime giornate: La domenica, con l’uscita ad Hogsmeade e la
nottata di luna piena; e il Lunedì, a casa Goldstein…
In pratica, se ne
vedranno delle belle!!
A presto, allora ^^
Pai80: credo che lo userò ancora, in effetti. È
perfetto per fare vedere le cose da un punto di vista esterno, ma che non dà
fastidio a nessuno. Inoltre, segretamente credo che Faron sia il mio preferito
^__^
Kikka91: James credo che anche in questo capitolo
abbia dimostrato la sua buona dose di sfacciataggine XD. Si, è prevedibile…ma
d’altronde fa un po’ la parte dell’eroe stereotipato, quindi non posso che
renderlo un po’ prevedibile XD
Hai proprio
azzeccato il punto: James e Lily sono effettivamente una “quasi coppia”…Bisogna
solo che qualcosa dia loro una scaturita…hihi, non preoccuparti, ho già qualche
ideuzza in mente!!
Le sensazioni di
Alison credo siano le più realistiche in quanto cerco di immedesimarmici al
massimo…Ed Alison, essendo donna, mi viene meglio XD. Anche a me viene voglia
di baci ç__ç Voglio Sirius…
Per sapere com’è il
caro signor Goldstein dovrai aspettare un po’…perché la giornata di Hogsmeade
sarà al quanto impegnativa XD
L’uscita ad
Hogmeade al prossimo capitolo, scusami se me la tiro ^__-
PiccolaBlack: sei adorabile nella tua euforia, mi fa
sempre sorridere ^__^
mmm….Lionel credo
sia il personaggio meno definito, ed è così anche nella mia testa XD
In effetti è un po’
geloso…porello…La sua adorata sorella si sta andando ad inguaiare con La
Leggenda Sirius Black…Anche lui è un po’ preoccupato XD
…Mi dispiace se ti
ho fatto attendere un po’, per questo capitolo…Chiedo perdono in ginocchio ^^”
Capitolo 10 *** Una Lunga giornata - parte prima: Hogsmeade ***
Capitolo 9
Capitolo 9.
Una Lunga Giornata – Parte Prima:
Hogsmeade.
A
lison quel giorno
si preparò con cura, nonostante le mani che le tremavano leggermente.
Aveva passato più
tempo del solito a modellarsi i ricci con le dita, a truccare gli occhi blu, a
scegliere il pendente giusto da indossare. Il vero problema erano stati i
vestiti.
Le sue compagne di
stanza avevano passato tutta la sera precedente a rovistare in maniera critica
dentro al baule, ognuna con un’idea diversa di come lei avrebbe dovuto vestirsi
per compiacere Sirius Black.
Si era rifiutata di
indossare ogni vestito rosa, colore che non sopportava, nonostante le
insistenze su quanto si intonasse con i suoi occhi blu ed i capelli biondi.
Si era rifiutata di
indossare quella maglia dallo scollo vertiginoso e quella gonna troppo corta.
Non si sarebbe per nulla sentita a proprio agio.
Alla fine si
irritò, non solo per le sue compagne di stanza, ma anche per lo stare così
tanto a scegliere cosa indossare per una stupida uscita.
Anche se, in cuor
suo, non la riteneva affatto stupida.
Si voltò a guardare
Faron, che dormiva acciambellato su una maglia bianca a collo alto ed un paio
di jeans, e pensò che la scelta del suo gatto fosse, a conti fatti, la
migliore.
Sirius si era
svegliato perché il suo olfatto sviluppato aveva captato uno strano odore
nauseante. Un secondo dopo, alle orecchie gli erano anche arrivati dei suoni
che potevano tranquillamente essere il verso di uno snaso in calore.
Ma in realtà era
molto peggio: James Potter che cantava sotto la doccia.
Poche delle sue
innumerevoli fan sapevano quella macchia nella perfezione del loro eroe (e
quelle che lo sapevano, si convincevano del contrario): James era
irrimediabilmente stonato.
Sirius si alzò
nauseato da quel profumo, guardando con gratitudine Remus, più pallido che mai,
spalancare la finestra, prendendo una gran boccata d’aria.
-Jamie, lasciatelo
dire, questo profumo fa schifo!- Urlò Sirius, la voce ancora roca.
Il canto gregoriano
si interruppe. -Lo so Felpato…è per questo che mi sto facendo la mia seconda
doccia!!- Urlò di rimando il cercatore, superando lo sciabordio dell’acqua.
Sirius si posò una
mano in fronte, scrollando la testa, mentre sentiva lo sguardo di Remus
pungergli sulla nuca. Lupin lo guardava con un sorriso gentile ma divertito. -e
tu, non ti prepari?- Domandò.
Sirius inarcò un
sopracciglio. -Si, beh…Ma non ci metterò tanto quanto James!- Rispose cinico.
Remus si appoggiò
alla finestra, nonostante la lunga dormita sembrava spossato, le leggere
cicatrici sul suo volto risaltavano inesorabilmente. –Non c’è nulla di male in
quello che fa James…Anche se lui esagera sempre…Non vuoi farti bello per
Alison?- Domandò provocatorio, con una leggera malizia negli occhi.
Sirius sentì le
guance cominciare ad arrossire appena.
Avrebbe dovuto
indossare qualcosa in particolare?
Forse avrebbe anche
lui dovuto mettersi del profumo…Ma se poi non piaceva ad Alison?
Ma che diamine
stava pensando?
Sirius costrinse se
stesso ad uno dei suoi migliori sorrisi strafottenti. -Figuriamoci se devo
farmi problemi per un’uscita ad Hogsmeade…e poi, io sono già bello!- disse
ghignando.
Remus sorrise, un
sorriso quasi intenerito, come se avesse letto nel cuore del moro, ma la luce
di divertimento non svanì dagli occhi. –Beh…Spero che almeno tu abbia la
decenza di vestirti un po’ elegante, domani…- consigliò.
Sirius trattenne a
stento una smorfia, mentre sentiva stringersi le viscere.
Il giorno dopo
sarebbe dovuto andare a casa Goldstein.
Roba da pazzi!
Ripensò velocemente
alla scena di qualche giorno prima: che Alison lo avesse adescato in una
trappola?
-Tu e Ramoso siete
troppo impulsivi…Non riuscite a percepire quando una persona sta cercando di
farvi fare quello che vuole…- mormorò Remus, quasi a leggergli nella mente.
Sirius sospirò, poggiandosi una mano a coprirgli gli occhi: anche lui si
sentiva già stanco.
Poi si alzò,
costringendo se stesso a non pensare troppo a cosa indossare.
Jamie usciva dalla
doccia gorgheggiando quello che poteva essere Stubby Boardman, solista degli
Hobgoblin, ma Sirius non ne era per nulla sicuro.
-Cos’è questo
batticuore che mi rende spaesato?
Un filtro
d’amore mi hai somministrato?
Come un
incantesimo confondente,
Non capisco più
la mia mente;
Come una
Maledizione Imperius, Magia Oscura…
Per l’inferno,
resisterti è davvero dura-.
Alison, appoggiata
al muro emozionata, il cappotto nero e lungo tra le braccia, guardava di
sottecchi la Signora Grassa.
Aveva finito di
prepararsi in anticipo, e non aveva retto di aspettare che Sirius la venisse a
prendere fin davanti alla propria Sala Comune, così aveva pensato di andargli
in contro.
Il ritratto della
Signora Grassa si aprì, e ne uscirono tutti e quattro i Malandrini.
Sirius bello come
il sole, i capelli neri raccolti con del nastro di raso che lasciavano vedere
meglio i lineamenti nobili e la mandibola pronunciata.
James Potter
sembrava meno sicuro del solito. Emozionato e irrequieto, guardava in
continuazione l’orologio e si spettinava di continuo i capelli. Poi se li
appiattiva, ricordandosi che a Lily non piaceva quel suo brutto vizio.
Lupin era pallido
come un cencio, le cicatrici che spiccavano maggiormente sul viso bello ma
scavato. Aveva gli occhi tormentati, nonostante il sorriso gentile che gli
dipingeva le labbra ed un certo divertimento nel guardare Sirius e James.
Peter Minus, di cui
Alison si accorse solo dopo una seconda occhiata, era invisibile a confronto
con gli altri tre. Basso, grassoccio, con i capelli color topo, i gesti sempre
irrequieti e gli occhi acquosi con luce costantemente adorante verso gli altri
tre. Aveva qualcosa di viscido, che fece rabbrividire leggermente la Ravenclaw,
mentre leggeva nel fondo dei suoi occhi una luce di pura invidia che sembrava
divorarlo dentro.
Sirius stava
prendendo in giro James, ma quando la vide spalancò leggermente gli occhi.
-Ali…Dovevo essere io a venirti a prendere…- mormorò, stupito. Sembrò colpito
nel suo ego da Eroe gentiluomo.
La ragazza sorrise,
scrollando appena le spalle come risposta.
Remus ridacchiò
appena, poi si voltò verso Minus. -Andiamo in biblioteca, Codaliscia…- mormorò,
con aria stanca.
Alison rivolse il
proprio sguardo verso di lui, mentre Sirius le prendeva dolcemente la mano.
-Non vieni ad Hogsmeade, Lupin?- Domandò cortesemente. Remus scosse appena la
testa, sorridendo dolcemente, le occhiaie che incupivano il volto, ma senza
rispondere.
-…Ti senti bene?-
Insistette titubante. Poi si morse appena le labbra, forse era stata troppo
invadente.
Remus
continuava a sorriderle, e James si intromise, mettendosi tra i due con aria
sbrigativa ed irrequieta. -si si…Sta benissimo…è solo il suo piccolo problema
peloso…- disse, scrollando appena la testa e spingendo Alison verso le
scalinate.
-…Hai
un coniglio, Remus?- Domandò lei, incuriosita. Come sempre, quando diventava
curiosa, non riusciva a tenere a freno la lingua.
Sirius
scoppiò a ridere, levando Alison dalla presa di James per poterle passare un
braccio attorno alle spalle. –Non preoccuparti per lui…Starà benone…- disse,
sottovoce, ma un po’ si vedeva che gli dispiaceva lasciarlo da solo in quello
stato.
-Dai
che facciamo tardi!!!- James digrignò i denti, passandosi la mano a
scompigliarsi i capelli più energicamente del solito, come a volersi rendere
ancora più affascinante.
Poi
se li appiattì nuovamente, con la stessa furia.
-Non
preoccuparti James…E non scompigliarti ancora I capelli, sei già perfetto
così…- Lo rincuorò Alison, sorridendo intenerita, concentrandosi più sul
nervoso di James che sul proprio. Lui si voltò a guardarla con gli occhi che
luccicavano. -Grazie Ali…- disse con voce drammaticamente commossa.
Sirius
la strinse leggermente più a se. -Vediamo di darci un taglio, eh?- Disse, con
finta noncuranza.
James
sorrise, la Ravenclaw arrossì fino alla punta delle orecchie, ridacchiando
imbarazzata. -non preoccuparti, Sirius…Anche tu sei perfetto così…- disse
giocosa, alzando il volto a guardarlo.
Sirius inarcò le
sopracciglia, guardandola per un secondo prima di scoppiare a ridere, mentre le
passava una mano capace tra i ricci biondi.
-James…Ma come mai
la Evans non era con voi?- Chiese Alison, mentre camminavano.
James sorrise,
quasi intenerito. -bhe…Lily è fatta in un modo tutto suo…Ha preferito uscire
prima ed aspettarci al portone d’ingresso…- disse. Gli occhi nocciola gli
luccicavano irrimediabilmente, ed il costante lieve rossore sulle guance lo rendeva
ancora più bello, da quanto sembrava vulnerabile.
Sirius scosse
energicamente la testa. -quella ragazza vive in un mondo a parte…- mormorò a
mezza voce.
James lo sentì e si
voltò verso di lui corrucciato. -Non ti permetto di offenderla, Black!- Disse,
protettivo, gonfiando appena il petto.
Alison sentì il
braccio di Sirius irrigidirsi appena, e cadde in panico.
-La mia larva ha
fatto il bozzolo!- esordì, la voce di un’ottava più alta per catturare
l’attenzione dei due.
I due ragazzi si
fermarono per guardarla interdetti, gli occhi lievemente spalancati.
Alison scoppiò a
ridere da sola. -si, nel senso…La mia larva si è chiusa nel suo bozzolo
stamattina…Tra un mese avrò la mia fata- disse, gli occhi illuminati, felice.
Non vedeva l’ora.
Sirius sorrise
indulgente, intenerito, ricominciando a camminare. James cominciò a raccontarle
com’erano riusciti a procurarle l’uovo.
Alison tirò un
sospiro di sollievo.
Lily Evans, i
capelli rosso scuro che le cadevano composti sulle spalle, respirò con calma.
Si rifiutava di avere anche un minimo di agitazione.
Lei non poteva
essere agitata perché usciva con James Potter.
Si bhe…Sirius
Black, la sua ragazza e James Potter.
In pratica,
un’uscita a quattro.
Lily si sentì
avvampare, ma prima che il rossore le riempisse tutto il viso, scrollò
energicamente la testa, sbuffando.
Si ricordò
mentalmente di quanto James Potter fosse idiota, infantile, sbruffone,
teatrale, spavaldo e borioso.
Le venne quasi da
sorridere dolcemente, intenerita dal suo comportamento da bambino. Ma anche
qui, si riscosse subito.
Preferì pensare a
quanto fosse meschino con gli altri, a lanciare incantesimi ad ogni persona non
gli andasse a genio, compreso Severus Piton…
Certo che, James
Potter l’aveva salvata da quel viscido Slytherin, e dal fratello di Black…Non
fosse stato per lui, in realtà, non avrebbe saputo che pesci pigliare.
Ma d’altronde,
l’avrebbe fatto chiunque…
Anche se, quando
aveva sentito la voce di James Potter aveva provato qualcosa, nel
petto…Qualcosa che lei non voleva confessare…
Certo, anche lei
alla fine aveva dovuto ammettere che lui era un bel ragazzo. Aitante, prestante
nel Quidditch ed intelligente, anche se usava stupidamente le sua facoltà
intellettive…Ma questo non significava nulla!!
Nulla!!
Sbuffò ancora,
corrucciando le sopracciglia.
-Auguri James…La
vedo già arrabbiata di prima mattina…-.
La voce ironica di
Black la riscosse, e lei si voltò verso le scale.
-Non è meravigliosa
quando è arrabbiata?- Domandò James, avvicinandosi a lei, scendendo i gradini
due a due.
Lily arrossì. Era
bello…Con i capelli più appiattiti del solito, gli occhi nocciola che la
guardavano illuminati ed un sorriso splendente tutto per lei.
Si era cercato di
appiattire i capelli per lei?
Lily sentì un
sorriso cercare di affiorarle.
James si inchinò
appena di fronte a lei, prendendole dolcemente la mano e sfiorandola con le
labbra calde.
Lily si sentì
scaldare…Ecco, se lui si fosse sempre comportato così, con lei…Forse…
–Buongiorno, sei
pronta per questa magnifica giornata insieme al ragazzo più bello di Hogwarts?-
Chiese James, guardandola di sottecchi.
Ecco, aveva
rovinato tutto.
Lily si corrucciò
nuovamente, levando la mano dalla presa di James. -Lo faccio solo per fare un
favore a Black!- disse, voltandosi ed aprendo il portone.
-Volevo aprirtelo
io!!- Esclamò James, posando una mano sul portone perché lei passasse più
facilmente.
Lily sbuffò, ormai
era inutile che lui fosse gentile…
-Se è solo per fare
un favore a me…Allora potevano benissimo battibeccare da qualche altra parte…-
masticò appena Sirius. Alison sorrise, dandogli una leggera pacca sulla
schiena. -dai Sirius!-.
Lui posò il proprio
sguardo su di lei. -e tu, sei pronta per una magnifica giornata con il ragazzo
più bello di Hogwarts?- Domandò malizioso, il tono profondo e gli occhi divertiti.
Alison si sentì
avvampare, ma rise lo stesso. -Siete uguali!!- Disse, divertita. Si strinse
maggiormente al corpo caldo di lui, che aumentò la presa attorno alle sue
spalle. –No…Io ho un gusto migliore, in fatto di ragazze…- Mormorò Sirius, dopo
poco.
Alison non lo
credeva minimamente, ma fu felice di quel complimento, e per la prima volta fu
lei a prendere l’iniziativa per baciarlo.
Sirius sembrò
talmente stupito, che inizialmente non la strinse, fino a che Alison non stette
per perdere l’equilibrio, talmente doveva sollevarsi per potergli arrivare alle
labbra.
Camminarono poco
dietro rispetto a Lily e James, che litigavano come una coppia di sposini,
urtando i nervi di Sirius.
Alison era
incuriosita da Lily e dal suo comportamento, perché sotto sotto si vedeva
lontano un miglio che James le piaceva. Talmente incuriosita che non riuscì a
non fare un paio di domande a Sirius su di lei, ma dopo che lui le rispose in
malo modo, visibilmente scocciato, virò abilmente il discorso.
Hogsmeade era
intasata dall’esorbitante numero di studenti lasciati in libera uscita. Non
sembrava la stessa folla che strascicava i piedi per i corridoi di Hogwarts: lì
tutti sembravano più felici, sereni e gioiosi.
-Bhe…Cosa vuoi
fare?- Le domandò Sirius, ad un orecchio per farsi sentire.
Ad Alison cadde
l’occhio sulla vetrina di Mondomago (accessori magici per ogni evenienza), dove
erano esposte in bella mostra un numero considerevole di piume nuove di zecca.
-…Io dovrei
prendermi una nuova piuma…- Disse, titubante. Le faceva così strano andare in
giro per Hogsmeade con lui.
Lui sembrò sentire
il suo imbarazzo, e la guardò sorridendo intenerito. Ma Lily si mise in mezzo.
-Anche tu?? Anche
io ne avrei bisogno…Pensavo di prendermela di aquila, sono abbastanza
resistenti…Potremmo andare mentre questi due si fermano davanti al negozio di
Accessori per il Quidditch: James ci sta davanti ore, ed a me non interessa
minimamente…- Lily aveva una parlantina veloce, sicura, e sembrò ignorare
totalmente lo sguardo sconfortato di James e quello seccato di Sirius.
Alison, che li
aveva notati entrambi, non sapeva che pesci pigliare. -em…Magari potremmo
andare tutti insieme in entrambi i posti…- provò a dire, senza riuscire a
guardarla negli occhi. Ma lei non la stava nemmeno ascoltando, cominciando a
trascinarla all’interno del negozio salutando i due ragazzi, così allibiti da
non riuscire a dir nulla, con una mano. -vi veniamo a prendere tra un po’…-
disse.
Quando furono
dentro al negozio, Alison sentì la mancanza del tocco bollente del corpo di
Sirius contro il proprio. Provò una forte antipatia per la Evans.
-Senti Evans…-
Cominciò, avvicinandosi a lei che stava già guardando con occhio critico le
varie piume in esposizione.
Lei si alzò a
guardarla, e le sorrise limpidamente. -Chiamami pure Lily…Non ci siamo ancora
presentate…Tu sei Alison, vero?- disse. Aveva gli occhi verdi che brillavano
come pietre preziose che studiavano tutto ciò che incontravano, sembrando
coglierne ogni minima sfumatura. Aveva anche una voce cortese e tranquilla, che
faceva sentire la Ravenclaw a proprio agio.
Assomigliava
terribilmente a Remus.
Poca pazienza a
parte.
Era forse per
quello che Lily piaceva così tanto a James?
-Senti, Lily…Non
credi che…Insomma…Che James ci sia rimasto male?- Domandò Alison, titubante.
Non riusciva a guardarla negli occhi, come se la Gryffindor avesse il potere di
leggerle dentro.
Vide di sfuggita
quegli immensi occhi verdi indurirsi, ma nonostante tutto, ora che James non
era nei paraggi, il comportamento di Lily era piuttosto pacato. –Fa nulla…Non
avevo voglia di perdere ore dentro il negozio di Quidditch…- Disse la rossa,
scrollando appena le spalle, spostando di nuovo il proprio sguardo sulle piume.
Vi fu un momento di
silenzio, in cui Alison si trattenne dal torcersi le mani…In realtà avrebbe
voluto tornare da Sirius…
-Scusami, ti
sembrerò una bambina viziata…- La voce di Lily le arrivò alle orecchie come un
mormorio, un sussurro, una confidenza troppo intima per essere proferita a voce
alta.
Alison si accucciò
vicino a lei, fingendo di interessarsi alle piume.
-Non lo so…Non ti
capisco, e quindi cerco di evitare di farmi giudizi…- disse gentilmente la
Ravenclaw. Era incuriosita da quello strano momento, in cui Lily Evans, per lei
una mezza sconosciuta, le stava quasi per fare una confessione.
La rossa sorrise
appena, scrutando Alison con i suoi grandi occhi verdi, poi calò lo sguardo.
-adesso capisco perché piaci a Sirius…- mormorò.
Alison arrossì
vistosamente, domandandosi cosa effettivamente pensasse Lily. Un po’ voleva che
lei esplicitasse i propri pensieri, avrebbe aumentato la sua autostima.
-Ed io ho capito
perché James ti adora…- mormorò la bionda, sorridendole.
Ed era vero.
Razionale,
per nulla impulsiva, tranquilla e che sapeva far male più con le parole che con
la bacchetta, Lily placava tutto ciò in cui James esagerava.
Il
fatto che, in quella ragazza dai lunghi capelli fulvi e dagli occhi limpidi,
fossero insediati anche il coraggio, la fedeltà, ed il temperamento bollente di
un Gryffindor, mandava semplicemente in estasi Potter.
Era per quello che
lui sorrideva sempre più innamorato ogni volta che lei lo ribeccava, ogni volta
che smontava la sua presunzione, ogni volta che rideva alle sue uscite da eroe
tragico.
Lily scelse una
piuma di falco. Era affusolata e sobria, ma abbastanza elegante, ed Alison si
ritrovò a pensare che la rossa avesse buon gusto. La Gryffindor ne prese
un’altra, la soppesò un attimo, poi la porse alla bionda, sorridendo
amorevolmente.
-Te la regalo
io…Per avermi sopportato…Così abbiamo qualcosa di uguale!- Disse dolcemente.
Alison sorrise, felice, sentendosi commuovere da quel gesto. -non preoccuparti,
me la pago da sola…- disse, cercando di prendere la piuma dalle mani di Lily.
La rossa si alzò,
lo sguardo fermo senza lasciarle la piuma, ed andò a pagarle.
Stavano per uscire,
quando Lily parlò di nuovo. -lo so che James è un bravo ragazzo…Ma ciò che
provo per lui non è ancora forte tanto quanto i sentimenti di lui…E sono in
imbarazzo in sua compagnia…Non è ancora giusto che io stia con lui…-.
Alison si voltò a
guardarla, la maniglia della porta stretta in mano, e vide Lily rossa in volto,
che non ricambiava il suo sguardo. Alison ne fu intenerita. -questo dovresti
dirlo a Potter…E poi, credo che a lui basti anche questo…-.
Quando uscirono,
rimasero stupite dal vedere i due ragazzi lì fuori che le aspettavano. James
era appoggiato alla vetrina, e andò subito incontro a Lily, sorridendole.
-Abbiamo preferito aspettarvi, piuttosto che andare a vedere gli accessori per
il Quidditch…Infondo, quelli li posso vedere sempre…- aveva il tono di voce
dolce e caldo.
Lily calò lo
sguardo, e sembrò sul punto di dire una cattiveria, ma Alison si schiarì la
voce e la rossa si bloccò. Sospirò, -grazie…- mormorò in un soffio che fece
avvampare James.
Alison si voltò a
cercare la figura di Sirius, poco lontana, di spalle. Stava fumando una
sigaretta ed…Aveva una ragazza vicino.
Alison sentì una
puntura nel cuore ed il nervoso nelle tempie. Senza riflettere, si avvicinò a
passi decisi.
-Sirius…Che ne
diresti di andare a prendere insieme una Burrobirra? Offro io…- stava
mormorando la ragazza con voce strascicata, che cercava di essere suadente. Si
avvicinò a Sirius di un passo e stava per toccargli l’orlo del cappotto, quando
Alison si aggrappò al braccio del Gryffindor, che la guardò sorpreso.
-Mi spiace Anna, ma
Sirius non ha tempo…- disse dolcemente la Ravenclaw, socchiudendo appena gli
occhi, e trascinandosi via un Sirius divertito, che cominciava a ridere
soddisfatto. Le cinse le spalle, calandosi alla sua altezza per baciarla, ancora
con il sorriso a fior di labbra.
-Gelosa?- Mormorò,
ad un soffio dalle sue labbra. Alison mugugnò appena, arrossendo, distogliendo
lo sguardo.
L’odore forte di
Sirius si confondeva con quello della sigaretta, ma stranamente il risultato
era piacevole, suadente.
-Ti dispiace se
fumo?- Chiese lui, senza allontanarsi. Alison scosse la testa, i ricci che
andarono a sfiorare il volto di lui.
Sirius le passò una
mano a scrollarle teneramente i capelli, prima di darle un casto bacio sulle
labbra.
Si raddrizzò, e
tornarono ad avvicinarsi a James ed a Lily, che stranamente non litigavano.
Sirius guardò
James. -mi spiace Ramoso…Io non resisto più…Me la porto via…Al massimo ci
vediamo dopo!- disse, lasciando cadere il mozzicone di sigaretta e spegnendola
con la scarpa.
James sorrise,
complice, andando ad appiattirsi i capelli, mentre Lily gli rivolgeva un
sorriso carico di tenerezza.
Sirius cominciò a
trascinarsi via Alison, completamente in sua balia. Finalmente avrebbe avuto la
sua uscita da sola con Sirius….E prima di quanto si era aspettata. Sentiva il
nervoso cominciare a salirle di nuovo, e si maledisse da sola quando sentì un
lieve tremore alle mani.
–Vedi di divertirti
un po’, con la Evans…Magari si scioglie!- Urlò Sirius a James, che avvampò di
colpo.
Alison rise, mentre
l’urlo indignato ed imbarazzato della Evans faceva girare parecchi studenti.
-BLACK SEI UN
IDIOTA!!-.
******
Fine della prima
parte ad Hogsmeade…
Non sono carini?
*--*
Cosa succederà nel
prossimo capitolo?
Riuscirà Hogsmeade
a far fare il passo decisivo a James per poter avere la sua Lily?
E Sirius ed Alison?
Bwahahahahahahaha…voglio
farvi logorare un po’ XD
Scusate…deliro un
po’ più del solito…
La “lunga giornata”
è divisa in tre parti, e questa e la prossima sono dedicate ad Hogsmeade.
Scusate se a volte
mi dimentico di postare…ma perdo la cognizione del tempo @_@
Ma ieri Kikka mi ha
chiesto così gentilmente di postare…che non ho potuto rifiutarmi ^^”
Kikka91: mi diverto
troppo a vedere Sirius e Jamie insieme…Anche perché a volte non so nemmeno io
appieno come si svolgeranno le situazioni XD
“Siamo
in molte a volerlo, povero caro. In quante parti si deve scindere?” il “povero
caro” fa molto Mamma Weasley XD
PiccolaBlack: come
faccio a scrivere così bene?? ^^” mmm…del silenzio, un gatto vicino ed un amore
spropositato per i miei personaggi ^^”
Ho aggiornato prima
che potevo…ma continuo a perdere la cognizione del tempo, quindi sii clemente
se non sono molto regolare ^^”
Loryherm: Grazie
mille per i complimenti…James in effetti è quello che mi diverto di più a
descrivere, e forse un po’ di nota. Grazie mille anche per i complimenti sul
mio modo di scrivere…Credo stia mutando man mano questa fan fiction va
avanti…Mio papà dice che a volte è troppo pesante ç_ç
Capitolo 11 *** Una Lunga Giornata - parte seconda: Due Coppie ***
Capitolo 10
Capitolo 10.
Una Lunga Giornata – Parte Seconda:
Due Coppie.
S
alve Sirius…Dove
hai lasciato James?- Domandò gioviale Madama Rosmeta, mentre trasportava nel
retro una cassa di bottiglie vuote.
-Oggi non sono con
James, oggi sono in dolce compagnia…- Rispose soddisfatto Sirius, portando
Alison vicino al banco.
Adorava vedere come
anche quel semplice gesto la facesse arrossire.
-Mi hai portato la
tua ragazza?- Domandò ironica la barista, facendo l’occhiolino ad Alison.
Sirius si passò una mano tra i capelli, concedendosi un momento di silenzio.
Vide la Ravenclaw
guardarlo di sottecchi, quasi attendendo trepidante la risposta.
Alison era la sua
ragazza?
-Si-
Gli uscì spontaneo,
ed evitò di pensarci su troppo.
Madama Rosmeta
rimase interdetta per un attimo, poi si aprì in un sorriso malizioso. -Ah
Sirius, ci stiamo innamorando?- Chiese complice.
Sentì Alison
abbassare lo sguardo e sussultare lievemente, e lui per un attimo sentì il
cuore mancare un battito. Si impose di ridere, preferendo non dare una
risposta.
Ci sarebbe stata,
poi, una risposta che non avrebbe portato scompiglio?
-Puoi darci un
Whisky incendiario e…Ali, cosa vuoi?- Chiese, guardando Alison. Lei si portò un
indice sotto al mento, l’espressione pensierosa che ricordava una bambina.
Quando i suoi occhi
blu si illuminarono, Sirius seppe che aveva deciso.
-Dell’idromele
aromatizzato alla cannella!- Rispose, con voce trillante.
Sirius la guardò
sorpreso. -credevo bevesi qualcosa di leggero!-. Quella ragazza non smetteva
mai di stupirlo.
Dell’idromele! Si
sarebbe ubriacata?
Sarebbe stato
immorale, poi, approfittarsi di lei?
Si…Probabilmente
si…
Quindi forse era
meglio che lei rimanesse sobria.
Così poteva
tranquillamente fare quello che voleva.
-A cosa stai
pensando, Sirius?- Alison lo distolse dai propri pensieri, e si rese conto che
probabilmente gli si stava accendendo il volto. Scosse appena la testa. -Nulla,
nulla…-.
Lei si corrucciò
appena. -comunque bevo quello che voglio…- Disse, mettendo il broncio. Sirius
le sorrise, ed a lei si accese appena il volto. -Ma non è meglio se bevi
qualcosa di più leggero?- Chiese lui gentilmente.
Solo dopo si rese
conto che quella era l’uscita sbagliata.
-Bevo quello che
voglio!- Si intestardì lei.
Rimasero in
silenzio un attimo, poi scoppiarono entrambi a ridere.
Sirius le passò la
mano sui ricci, scompigliandoglieli dolcemente. Adorava far muovere quei ricci
biondi.
-Che carini che
siete…Proprio una bella coppia!- Madama Rosmeta interruppe quel momento, in cui
Sirius aveva notato che la Ravenclaw era arrivata anche a sentirsi a proprio
agio in sua presenza.
Ora, Alison era
arrossita di nuovo.
La barista spinse
sul tavolo i due boccali, e Sirius tirò fuori una manciata di monete per
pagare. Alison gli mise una mano sopra la sua, come a volerlo fermare.
-Pago io al mia
parte…- disse timidamente.
Sirius corrucciò le
sopracciglia…Quella era una cosa che si doveva chiarire: lui era l’Eroe
Gentiluomo. Non esisteva che fosse lei a venirlo a prendere in Sala Comune, o
che pagasse qualsiasi minima stupidaggine quando era in sua compagnia.
Non andava bene.
-Non ci pensare
nemmeno Ali…- disse irremovibile, pagando alla barista e prendendo entrambi i
boccali. Alison fece per aiutarlo, ma Sirius interruppe il suo gesto. -tu trova
un posto dove sedersi…E non smorzarmi la parte…-.
Alison sorrise di
sfuggita, prima di fargli strada verso il tavolo più appartato che riuscisse a
trovare.
-Vuoi che
entriamo?- Chiese Lily, con tutta la sua buona volontà. Sperò che James Potter
decidesse in fretta, perché presto la sua proposta non sarebbe più stata
valida.
Erano davanti alla
vetrina del negozio di Accessori per il Quidditch ed a James Potter si erano
illuminati gli occhi come quelli di un bambino.
Alla sua domanda,
lui si era tirato su, guardandola con quegli occhi nocciola gioviali,
increduli. -Sul serio??- domandò esterrefatto.
Lily si impose di
sorridere.
Lei odiava il
Quidditch.
Era un gioco
stupido e pericoloso.
E lei odiava James
Potter quando giocava a Quidditch, perché diventava più sbruffone del solito.
Ma lui era stato
gentile, l’aveva aspettata fuori dal negozio insieme a Sirius, e lei sentiva di
dover ricambiare.
-Si, certo…- si
sforzò di dire, cercando di essere naturale.
Ma James Potter
sembrava titubante, sondandola per un lungo momento e lanciando di sfuggita occhiate
all’invitante vetrina. Poi diede le spalle al negozio, come se gli fosse più
facile se non lo guardava. -No Lily…Oggi andiamo dove vuoi tu…- disse,
sorridendo.
Sembrava spossato
da quella decisione.
La rossa sentì il
cuore aumentare i battiti.
Ecco, quando James
Potter faceva così…Lei si sarebbe anche potuta…
Anche potuta…
Innamorare.
-Non c’è problema,
Jamie…Entriamo qui…- disse, sorridendo. Questa volta non dovette sforzarsi.
James avvampò
improvvisamente, e Lily ne fu compiaciuta: lo sapeva che gli avrebbe fatto
piacere essere chiamato “Jamie”…Era il soprannome affettuoso che usava Sirius.
Ma stranamente lui
fu irremovibile, mentre la portava verso Mielandia. Goffamente, le sfiorò la
mano con la propria, e Lily la prese dolcemente, lasciandosi guidare dall’Eroe.
Dal suo Eroe.
-Andiamo qui
dentro?- Chiese Sirius, indicandole la Stamberga Strillante.
Alison sentì un
brivido freddo correrle lungo la schiena. -perché alla Stamberga Strillante?-
Domandò, con voce fin troppo acuta. Non voleva darlo a vedere a Sirius…Ma quel
posto le incuteva timore.
Sirius la guardò di
sottecchi e ghignò. -che c’è, Goldstein, hai paura?- Chiese malizioso,
abbassandosi per poterle parlare all’orecchio.
Alison si
corrucciò, cominciando a giocare con un ricco biondo, in imbarazzo, senza
guardarlo negli occhi. -certo che no…- Mentì.
Ma perché diamine
tra tutti i posti, Sirius voleva trascinarla dentro quella casa stregata?
Si diceva che nelle
notti di luna piena si sentissero orribili e spaventosa urla, che
riecheggiavano per tutto il villaggio, senza far dormire gli abitanti.
-Ed allora? Non
vuoi stare un po’ sola con me?- Sussurrò Sirius seducente, accarezzandole
dolcemente la schiena e posando la mano su un fianco. Alison si sentì
avvampare, colta daun lieve giramento.
Certo che voleva
stare sola con lui! Che domande!!
Ma proprio in quel
posto?
La ragazza
continuava ad essere titubante, continuando a giocare insistentemente con i
propri capelli.
Dopo qualche
secondo di silenzio, sentì Sirius sospirare, sconfitto, e passarle un braccio
attorno alle spalle.
-Va bene…Ho
capito…Andremo all’inizio del bosco…- disse, sembrava divertito.
Alison avvampò
maggiormente. Tutto quello sembrava un sogno.
James guardò Lily,
la sua Dea, concentrata a curiosare tra i diversi dolci di Mielandia.
Era bella,
bellissima, ed era lì con lui.
Sentì una scossa
lungo la schiena e con un atto di coraggio, degno del migliore degli Eroi, gli
passò una mano a cingerle il fianco.
La vide sussultare
deliziosamente, avvampare in volto fino a far nascondere in parte le lentiggini
e voltare il proprio sguardo limpido (mio dio, quegli smeraldi lo avrebbero
accecato, tanto erano luminosi!) su di lui.
James deglutì
appena, aspettando con ansia la risposta al suo ardito gesto.
Nonostante la
sensazione di morte imminente, James non riusciva a non provare un ardente
desiderio di accarezzare il fianco della ragazza. Avrebbe voluto insinuare la
propria mano sotto il maglione blu di lei, per poter toccare quella pelle
candida, per sentirla sotto le dita, per poterla conoscere.
Lily non disse
nulla, semplicemente calò di nuovo lo sguardo sulle Api Frizzole.
James sospirò
pesantemente, e gli venne da sorridere di sollievo.
-Vuoi che te ne
prenda un po’?- Domandò il Gryffindor, stringendo lievemente la presa al fianco
di lei, non riuscendo a farne a meno.
Lily abbassò
maggiormente la testa. -Non essere ridicolo, Potter…Me le prendo da sola le Api
Frizzole…- borbottò.
James sorrise
maggiormente: la conosceva talmente bene, che sentiva che lei adesso era a
disagio.
Era a disagio per
la sua vicinanza, per la sua mano sul fianco.
-Non ci pensare
nemmeno…Devi lasciarmi fare l’Eroe!!- Disse euforico, prendendo una manciata di
caramelle prima che lei potesse ribattere di nuovo.
Sentì Lily
sospirare, ma non disse nulla. Quando lui si avviò verso il banco per pagare,
dandole le spalle, sentì distintamente le dita di lei che gli prendevano l’orlo
del cappotto.
James voltò la
testa, per poterla guardare di sfuggita. Per poter ammirare tutto il suo
imbarazzo, per potersi riempire gli occhi di quella scena: Lily Evans, la sua
Lily Evans, stava esprimendo esplicitamente la sua voglia di stargli vicino.
Di certo quello era
un giorno da ricordare.
Ringraziò Sirius,
pensando di dedicargli un altare.
Però non sarebbe
stato giusto che Sirius ne avesse avuto uno mentre lui, l’Eroe, sarebbe rimasto
senza.
Chissà se Sirius in
quel momento era felice anche solo la metà di quanto lo era lui.
Probabilmente si.
Sirius si accomodò
alla meno peggio nel terreno, al riparo di qualche albero.
Certo, avrebbe
preferito andare alla Stamberga Strillante, ma non poteva certo portarci una
Alison spaurita.
Aveva sorriso tra
sé e sé quando lei aveva mostrato timore, non solo per la tenerezza, ma anche
per il semplice fatto che lui ci sarebbe andato comunque quella stessa notte,
alla Stamberga.
Nonostante tutto,
stare seduto sul terreno freddo non gli dispiaceva più di tanto: aveva o non
aveva una spiccata indole canina?
Guardò Alison,
ancora in piedi davanti a lui, titubante, le gote accese per il freddo e
l’idromele nelle vene.
Reggeva
discretamente l’alcool…E questo non era male.
-Vieni qui, dai!-
La incoraggiò il ragazzo, battendosi le mani sulle gambe.
Alison lo guardò
interrogativamente, inclinando leggermente la testa di lato, i riccioli che le
incorniciavano il viso.
Sembrava un
gattino.
-Dai Ali…Mettiti
qui a cavalcioni!- La esortò nuovamente lui, sbilanciandosi verso di lei per
prenderle la mano.
Voleva tenerla tra
le braccia, poterla avere tutta per lui. Era da quando l’aveva vista quella
mattina che frenava il desiderio.
La trascinò con
pochi riguardi su di se, per poterla baciare con foga.
Inizialmente
stupita, lei fu subito arrendevole tra le sue braccia, cominciando a passargli
una mano sui capelli. Sirius adorava essere accarezzato in quel modo.
Cominciò a
sbottonarle il cappotto, quando lei mise una mano sopra le sue.
Aveva le mani
fredde, e piccole.
Sirius smise di
baciarla, per guardarle gli occhi per cercare di capire perché diamine lo
stesse fermando.
Cosa c’era, ancora?
-Sirius…- la voce
di lei era un sussurro, un pigolio pudico.
Lui chiuse per un
attimo gli occhi.
-…zitta…- mormorò
alla fine, con voce bassa ma dolce, appropriandosi di nuovo delle sue labbra e
continuando la sua opera. –Ma io ho freddo…- si lamentò lei, in uno dei pochi
momenti di respiro.
Sirius non riuscì a
trattenersi dal ridere. –Ma sai che sei un bel tipo?- Domandò, guardandola
ironico. Slacciato l’ultimo bottone, fece scivolare le proprie mani sotto la
maglia della ragazza, sui suoi fianchi.
Lei sussultò.
-Hai sentito, ho le
mani calde…- mormorò, sempre più divertito, mentre la vedeva imbarazzarsi
maggiormente. Fu lei a protendersi per baciarlo di nuovo, buttandogli le
braccia al collo.
-Non
preoccuparti…Tra poco non avrai più freddo…- le mormorò malizioso lui ad un
orecchio.
Lily aspettò che
James uscisse dal negozio, con un sacchettino di carta in mano da cui tirava
fuori delle cioccorane. Era così dolce, sembrava un bambino mentre il
cioccolato lasciava una traccia sulle sue labbra.
Fu più forte di
lei, l’allungare la mano a toccargli quelle tracce di cioccolato sull’angolo
della sua bocca.
Al tocco, James
sussultò visibilmente, arrossendo. Gli occhi gli si fecero improvvisamente
profondi. La guardò intensamente, uno sguardo sotto il quale Lily si sentì le
gambe tremare.
Come riusciva a
sortirle un certo fascino solo ora, dopo sette anni?
Perché non aveva
mai notato prima quanto fosse bello?
Lui le sfiorò
dolcemente il polso, calandosi appena verso di lei.
-Lily…- mormorò,
con voce bassa, un sussurro tutto per lei.
E lei sentì il
cuore scoppiarle nel petto, mentre lui si avvicinava.
Avrebbe dovuto
lasciarsi baciare così?
-Sirius…- Alison
non ce la fece più. Quel senso di colpa sembrava tentare di ucciderla,
soprattutto in quel momento, tra le braccia di un Sirius dolce e passionale.
Lui la guardò, lo
sguardo più torbido del solito, perso.
-Sirius…Non voglio
costringerti a venire a casa mia, domani…- Disse, disperata. Aveva tenuto quel
peso per tutta la settimana, ed ora non ce la faceva più.
Sirius indurì lo
sguardo. –Non parliamone adesso…- tentò di convincerla, stringendola
maggiormente a se.
Ma Alison era
irremovibile, come ogni volta che si intestardiva su qualcosa. –Sirius,
davvero…Non serve che vieni…- provò di nuovo, calando lo sguardo.
Non voleva
guardarlo. Cosa avrebbe detto?
-Credi che io mi
possa rimangiare così la parola data?- Si sentì domandare. Era arrabbiato.
Alison si rese
conto che forse aveva ferito il suo istinto da Eroe Gryffindor. Male.
Perché era stata
così stupida ed ingenua?
Per l’anima Pia di
Rowena Ravenclaw, perché non ci aveva pensato?
La ragazza alzò lo
sguardo verso di lui, a cercare di sondarlo maggiormente. La sua mente non era
per nulla lucida, e non riusciva a ragionare.
-Sirius…so che non
vuoi venire- Provò di nuovo, con voce dolce e confusa. Accarezzò la guancia del
Gryffindor, ma lo vide indurirsi maggiormente.
Quell’espressione
fredda le fece fin troppo male.
-ho detto che
venivo, e verrò…- Le disse Sirius, risoluto, impuntandosi. Evitò di incontrare
lo sguardo di lei.
Alison si stava
sentendo sempre peggio, maledicendo se stessa per avere la mente offuscata da
quei momenti con lui.
-Ma lo so che l’hai
fatto solo per indispettire James- apostrofò la bionda in tono lagnoso. Spostò
la testa per cercare di guardare il Gryffindor negli occhi. Ma lui la prese per
i fianchi, alzandola e spostandola da sopra di lui senza sforzo. Poi si alzò,
in silenzio, battendosi la mani sui jeans per togliere la terra.
Solo in quel
momento la guardò, ma il suo sguardo era torbido e ferito nell’orgoglio.
Insondabile.
-Basta Alison, non
è una cosa di cui discutere. Andiamo via, dobbiamo cercare James e Lily- disse
con indifferenza, dandole le spalle. Si mise a camminare senza aspettarla, ma
Alison gli fu subito dietro.
Alla Ravenclaw
faceva male al cuore, una morsa che l’aveva colta e le aveva mozzato il
respiro.
Aveva sbagliato
tutto.
Avrebbe voluto
semplicemente togliere a Sirius un peso. In realtà aveva peggiorato
maggiormente le cose.
James, sempre e
comunque il migliore ragazzo di tutta Hogwarts, era al settimo cielo. Certo, in
realtà non aveva baciato la sua amata, ma ci era andato molto vicino.
Se solo lei non gli
avesse messo dolcemente la mano sulle labbra…
Ma lui non
demordeva: ci sarebbero stati altri momenti, ora che Lily finalmente cominciava
a pensare a lui.
Finalmente, il suo
enorme fascino faceva effetto anche su di lei.
Le teneva
dolcemente la mano, tentando di scaldare quella pelle candida e fredda. Lei non
aveva più proferito parola da quel momento, ma si lasciava condurre per le
strade affollate di Hogsmeade.
James parlava e
parlava, di tutto e di nulla, di ogni singola cosa che gli passava per la
testa. Sentiva un sorriso che tentava di aprirsi continuamente sulle sue
labbra.
Fu mentre le
chiedeva se voleva andare da Madama Piediburro, che Lily interruppe il suo
silenzio. –Jamie…Ci sono Sirius ed Alison…- mormorò, indicando le due figure
tra la folla.
James fece una
smorfia con la bocca. Era già finito il tempo che aveva a disposizione con
Lily?
Poi la sua mente
tornò a capire, e notò l’espressione buia di Sirius.
Di sicuro si era
infastidito per qualcosa. E probabilmente, non volendo urlare contro Alison, si
stava tenendo tutto dentro.
In pratica, James
sapeva che Sirius se la sarebbe presa in qualche modo con lui, appena ne avesse
avuto l’occasione.
-Sirius!!- Lo
chiamò James, tentando di sovrastare il chiacchiericcio della folla.
Molte ragazze si
girarono prima verso di lui, poi verso Sirius, sospirando con aria adorante.
Sirius lo vide, si
girò per un secondo per vedere se Alison era ancora dietro di lui, poi accelerò
il passo.
Solo in quel
momento James notò l’espressione affranta della Ravenclaw, le guance arrossate.
Sembrava sul punto di scoppiare a piangere.
Si, avevano
sicuramente litigato.
-James…Torniamo al
castello?- Chiese Sirius, speranzoso, appena gli fu vicino. La frase era posta
come interrogativa solo per gentilezza.
Ecco, quella
domanda James non la voleva sentire.
Lui voleva stare
per tutto il resto della sua vita in quel maledetto villaggio, con Lily.
Tornare al castello
significava mettere fine a quella giornata.
Ma Lily, accanto a
lui, annuì fervidamente. –Si, torniamo al castello…- Disse risoluta, con la sua
voce cristallina e gli occhi verdi che evitavano quelli di James.
Il cercatore del
Gryffindor ne rimase alquanto deluso, ma ciò che diceva Lily era sacrosanto.
Quindi, a malincuore, asserì anche lui.
Rimase sorpreso del
viaggio di ritorno: sembrava l’unico che aveva voglia di parlare. Sirius
rispondeva con un ringhio a qualsiasi cosa lui gli dicesse, mentre le due
ragazze non proferivano parola, entrambe con lo sguardo basso.
James guardò di
sottecchi Sirius, ripensando al fatto che quella sera sarebbero dovuti comunque
andare alla Stamberga Strillante.
James si ritrovò a
pensare, in maniera profetica, che quella sarebbe stata una nottataccia.
*****
Sono un po’ in
ritardo?
Mio dio…Ho un po’
di febbre, chiedo scusa ç_ç
Buona pasquetta a
tutti ^^
E Lily e James??
Hihihi che carini…
Grazie a tutti
Kikka91: tesoro, ma
quanto lunghe stanno diventando le tue recensioni? ^__^ Mi fai così felice!!
Commenta quando vuoi, anche in ritardo, sei sempre ben accetta ^^
Faron è un gatto
magico, e come tale (ed essendo un gatto –amo i gatti!!) sa rendersi utile in
mille e più modi ^_^ caro l’amore mio!
Sirius è
Sirius…grazie nel dire che è una delle versioni più belle e realistiche…Qui
Sirius diventa un po’ una testa calda XD Si vedranno altri lati di lui…Hihihi,
adoro essere onnisciente.
Mmmm…forse la
curiosità di Alison non è sempre un bene…Ed anche il fatto di non riuscire a stare
zitta, come si capisce in questo capitolo! Infondo, anche lei ha qualche
difettuccio, ovviamente…
No, Lily non è
coerente…Ma d’altronde una Gryffindor che cerca di essere razionale, credo sia
un po’ un paradosso vivente!!
No, ti giuro, il
fatto che James sia stonato per me è stata un’ispirazione divina!! Caspita! Non
poteva che essere stonato! Non so perché, ma su di lui non fa che aumentare
fascino! Credo che quel ragazzo sarebbe irresistibile anche mentre sguazza nel
fango O_O
E
approposito…Continua presto la tua ff su Mr Black ^__^ che sono curiosa!!
Loryherm: Grazie
mille per i tuoi complimenti ç_ç Spero che anche questo capitolo ti abbia preso
come gli altri! Sto cercando di non annoiare mai, perché mi servono ancora un
po’ di capitoli prima di quella che chiamerò “l’inizio della fine”…
Capitolo 12 *** Una Lunga Giornata - parte seconda: Maledetta Nottataccia ***
Capitolo 10
I personaggi (tranne Alison e pochi altri) sono
di proprietà della Rowling, e sicuramente io non voglio usarli a scopo di
lucro. La stessa citazione, presente qui sotto, è tratta da “Harry Potter ed il
Prigioniero di Azkaban”, sempre della Rowling, che riporto solo per eventuali
chiarimenti e specifiche presenti nel capitolo.
Quindi, le citazioni non sono mie, non le ho
scritte io e non le uso per scopo di lucro. Sono della Rowling, che io ammiro e
rispetto ed alla quale mi inchino.
“…Una volta al mese diventavo un mostro a tutti
gli effetti.
[…] È molto doloroso trasformarsi in Lupo
Mannaro. Non avevo umani da mordere, così mordevo e graffiavo me stesso.
Fecero per me una cosa che non solo rese le mie
trasformazioni sopportabili, ma le mutò nei momenti più belli della mia vita.
Diventarono Animagi.
[…] Sotto il loro influsso, diventai meno
pericoloso. Il mio corpo era ancora lupesco, ma la mia mente lo era molto meno
quando stavo con loro.
[…] Prendemmo ad abbandonare la Stamberga Strillante
ed a vagare nei prati del castello e per il villaggio. Sirius e James si
trasformavano in animali così grossi, che erano più che in grado di tener testa
ad un Lupo Mannaro…”
[…]
“…Si udì un terribile ringhio. La testa di Lupin si stava
allungando. Anche il corpo. Le spalle gli si incurvarono. I peli spuntarono a
vista d’occhio sul viso e sulle mani, che si trasformarono in zampe artigliate…
Mentre il Lupo Mannaro alzava la testa e faceva
scattare le lunghe zanne, Black scomparve dal fianco di Harry. Si era
trasformato. L’enorme cane nero simile ad un orso fece un balzo in avanti…”.
Il Prigioniero di Azkaban –
J.K. Rowling
Capitolo 11.
Una Lunga Giornata – Parte Terza:
Maledetta Nottataccia.
E
m…- Alison era
titubante a parlare. Avrebbe peggiorato le cose?
Ma d’altronde, se
l’Eroe non voleva tirarsi indietro, bisognava che lei parlasse.
-Domani mattina…-
mormorò, guardando con intensità la schiena di Sirius. Il ragazzo era ancora
qualche passo davanti a lei e si fermò appena la sentì parlare.
Erano nel giardino
del castello, con il cielo che ormai cominciava a prepararsi al tramonto. C’era
un vento tagliente che sferzava il viso, e che scompigliava i capelli di
Sirius.
James si fermò per
guardarli, ma Lily lo prese sotto braccio e lo trascinò avanti, con grande
felicità del Cercatore.
-Mi troverai
puntuale davanti al Portone d’Ingresso…- disse Sirius. La sua voce si disperse
appena al vento, ma la Ravenclaw lo sentì lo stesso.
Il ragazzo si voltò
quel tanto che bastava per poterla guardare, le mani in tasca e le spalle ben
aperte. La sua figura era così imponente che non sembrava sferzato dal tempo.
Alison in quel momento avrebbe soltanto voluto rifugiarsi in un suo caldo
abbraccio.
Ma doveva
affrontare la situazione.
Possibilmente senza
piangere. Non di nuovo davanti a lui.
Alison fremette
sotto il suo sguardo, ma non abbassò il proprio. –Bene…Ci troviamo alle sette e
mezza…In modo che, con calma, possiamo raggiungere Hogsmeade e materializzarci
a casa dei miei. Se riusciamo ad arrivare in anticipo, magari non ti scuoiano
vivo nella prima mezzora…- Disse lei, riacquistando un po’ di carattere nel
tono di voce. Organizzare qualsiasi cosa la rendeva più sicura.
Sirius sbatté le
palpebre lentamente. –Perfetto…- disse. Poi si voltò di nuovo, con l’intenzione
di riprendere a camminare.
Non poteva
lasciarlo andare via così.
Lo avrebbe perso…
-Sirius!- La sua
voce suonò più alta e disperata di quanto in realtà non avrebbe voluto.
Sirius si bloccò
all’istante, questa volta voltandosi completamente verso di lei. L’Eroe non
riesce mai a rimanere indifferente ad un tono disperato.
Alison gli si
avvicinò di qualche passo, portandosi una mano chiusa alla base della gola.
–Sirius mi
dispiace…Non volevo ferirti in qualche modo…Volevo solo toglierti un peso…Ma ho
sbagliato tutto-.
Aveva perso il
coraggio di guardarlo negli occhi.
Lui fece un passo,
togliendo quasi del tutto la distanza tra loro due.
Non si calò verso
di lei, non tese una mano per sfiorarla e non ebbe un tono di voce
rassicurante.
-Lo so…Ma sono
nervoso lo stesso, ed ora non puoi più farci nulla…-.
Alison alzò il
volto, sentendosi arrossire da qualcosa che assomigliava alla rabbia ed al
rimorso.
Rimorso verso ciò
che aveva detto prima.
Rabbia verso se
stessa, per non essere stata all’altezza della situazione. Chi era lei per
meritare di stare con Sirius Black quando, al primo momento, lo faceva
innervosire?
Rabbia verso
Sirius.
Stupido Gryffindor
orgoglioso ed eroico, che non poteva calare la cresta nemmeno un momento.
Avrebbe voluto togliergli quell’aria imperturbabile a suon di maledizioni. Non
poteva andarle incontro? Capire quanto ci fosse rimasta male?
Alison si morse
l’interno delle guance, mentre sentiva gli occhi inumidirsi ed il naso
pizzicare. Doveva rimanere zitta, o avrebbe peggiorato di nuovo le cose.
Sirius si portò una
mano in volto, sospirando pesantemente. –Non fare quella faccia, Alison. Non è
morto nessuno. Sono solo nervoso. Tempo una dormita e mi passa tutto…- mormorò
con voce stanca.
Alison lo sondò con
lo sguardo. Era davvero così fortunata da avere a che fare con una di quelle
persone che, nell’arco di un paio d’ore, dimenticavano un arrabbiatura?
-Dai, Ali! Sono
Gryffindor! Sono irruente! Siccome mi infervoro subito, mi stanco anche
altrettanto presto!- Disse Sirius, guardandola con un mezzo sorriso in volto.
Era ancora teso.
-Sirius…- Cominciò
lei, senza sapere esattamente cosa dire.
-Basta…- Ordinò lui
dolcemente, chinandosi a darle un lieve bacio. Poi le passò un braccio attorno
alle spalle e la portò tranquillamente verso il castello.
Remus distolse il
proprio sguardo dalla scacchiera per sorridere garbatamente a James ed a Lily.
Stava vincendo la
terza partita a scacchi magici contro Codaliscia, quando la coppia era tornata
nella Sala Comune.
James con un
sorriso più idiota del solito.
Lily, invece,
stranamente non stava urlando, ed era colorita in volto.
-Ben tornarti…-
Esordì pacatamente Lupin, soffermando il proprio sguardo soprattutto sulla
ragazza, che gli sorrise distrattamente. Remus la vide confusa, ma soddisfatta,
e non poté che compiacersene.
-Senti Lily…Non è
che potresti coprirmi nella ronda dei Caposcuola, stasera? Continuo a non
sentirmi molto bene…Credo che andrò a farmi dare una controllata dalla Chips,
più tardi…- Disse distrattamente Remus, mentre muoveva la propria Regina
Bianca.
Lily scrollò la
testa. –Certo Remus…Nessun problema-.
Non era per nulla
stupita.
Remus si voltò a
guardarla, un brivido freddo che gli ghiacciava la schiena, e vide quella che
sembrava una luce di consapevolezza negli occhi verdi di lei.
Scacco Matto.
-Hai vinto di
nuovo, Lunastorta…- Piagnucolò Peter, sospirando sconfortato.
James sentiva di
aver capito poco. Perché Lunastorta improvvisamente aveva quell’aria
preoccupata?
Probabilmente era
solo l’imminenza della notte.
Vide Lily, accanto
a lui, prendere la strada per il proprio dormitorio, in un turbinio di capelli
rossi.
–Lily!- La chiamò,
con un certo affanno.
Dopo quella
giornata, aveva paura che lei gli sfuggisse.
Lei si voltò a
guardarlo con un lieve sorriso dipinto in volto. James si sentì vittorioso più
di quando aveva preso il boccino d’oro, lo scorso anno, che aveva decretato la
vincita della Coppa per Gryffindor.
-Lily…Grazie per la
splendida giornata…Ti auguro buonanotte…- Le disse dolcemente, sorridendo e
scompigliandosi violentemente i capelli.
La vide arrossire,
e si sentì anche lui avvampare fino alla radice dei capelli. –Grazie a te
James. Buonanotte…- rispose con la voce soffice, abbassando appena gli occhi.
Poi sparì oltre il
suo dormitorio, e James si lasciò cadere su una poltrona.
Sentiva il cuore
che gli scoppiava in petto. Sarebbe morto di infarto a diciassette anni?
-La amo…- Riuscì
soltanto a proferire, estatico.
Remus ridacchiò
appena, nonostante la sua voce avesse qualcosa di triste nel profondo. –Scusa
se ti interrompo, Ramoso, ma devi andare a prendere il mantello. Appena arriva
Sirius è meglio se andiamo- mormorò il Lupin, lanciando una fugace occhiata
fuori dalla finestra.
James scattò
violentemente in piedi, ancora carico di energie. –Subito!!- Rispose,
cominciando a correre verso la stanza.
-Non dovresti
entrare fumando!! Lo dirò al tuo Caposcuola!- Urlò indignata la Signore Grassa,
gonfiandosi, se possibile, ancora di più.
Sirius le rivolse
un’occhiata scocciata. Per dispetto, aspirò maggiormente dal filtro della sua
sigaretta, prima di sbuffarle una nuvola di fumo sul quadro.
-Come osi!! Mi
rovini i colori!!- Urlò maggiormente il ritratto.
Sirius sorrise,
soddisfatto. Forse un po’ del nervosismo stava andando esaurendosi. –Senti…Ti
ho detto la parola d’ordine…Mi vuoi aprire??- Disse sfrontato.
La Signora Grassa
arrossì di rabbia, prima di aprirsi. –Lo dirò al tuo Caposcuola!- Minacciò
nuovamente, severa.
Sirius rise
spudoratamente. –Si, fa pure!- Rispose, entrando con eleganza innata nella
Sala.
La prima cosa che
vide fu il pallore di Remus, poi la sua immane tristezza dipinta nel profondo
degli occhi.
Aveva visto James
tornare con Lily?
Si guardò attorno
con aria nervosa. –Dov’è Ramoso?- Domandò Sirius.
Remus lo studiò per
un lungo istante e Sirius, sentendosi scrutato dentro, distolse lo sguardo
prendendo un’altra boccata di sigaretta.
–Hai litigato con
Alison?- chiese Lupin, con un cortese divertimento negli occhi.
Ecco. Non
sopportava quando Lunastorta aveva lo sguardo onnisciente dello spettatore
esterno.
Soprattutto perché
aveva sempre ragione.
-Non è la risposta
alla mia domanda…- ringhiò il moro, guardando male due ragazzini del primo anno
che lo avevano accidentalmente urtato. I due ragazzini si volatilizzarono,
impauriti.
-James è andato un
attimo in dormitorio…- Squittì Peter, intromettendosi solo in quel momento.
Sirius inarcò un sopracciglio, buttando a terra la sigaretta finita.
Sirius si portò una
mano sulla nuca. –Hai ragione Lunastorta…Perché non mi dai una punizione?-
Domandò con tono insolente ed annoiato. Remus si alzò in piedi, indurendo lo
sguardo. –Non prendertela con i tuoi amici se ti innervosisci con la tua
ragazza…- mormorò Lupin, ma il suo tono di voce aveva perso ogni traccia di
cortesia.
In quel momento, la
porta del dormitorio maschile si aprì sonoramente e James Potter ne uscì, petto
gonfio e capelli scompigliati. –Il Magnifico è tornato!!- Urlò gasato, con
tutto il fiato che aveva in gola.
Remus cominciò a
ridere, seguito subito dopo da Sirius che si chinava per raccogliere il
mozzicone spento.
Severus Piton si
stava muovendo ingobbito per i corridoi attorno alla Sala Grande.
Era riuscito a
seminare Regulus Black. Non lo sopportava più, con quella sua aria superiore.
Chi si credeva di essere?
Ma gli serviva.
Regulus era potente, e Severus da solo si era reso conto di non essere nulla.
Si era reso conto
che gli altri lo vedevano solo come uno strano individuo, immerso fino al collo
nelle Arti Oscure.
Si, la gente lo
evitava.
Piton sapeva che,
per farsi spazio nella vita, bisognava principalmente avere le conoscenze
giuste. Regulus, lo Slytherin dal sangue più puro che tutti cercavano, era
perfetto per il suo scopo.
Fu mentre era preso
dai pensieri, che sentì distintamente le voci di quei quattro luridi
Gryffindor. Il Ridicolo Eroe con il suo seguito: il Rinnegato, il Lupo Mannaro
e il Viscido Servo Adorante.
Si ricordò che
quella sera ci sarebbe stata la luna piena. Sperò che quella sera rischiassero
nuovamente l’osso del collo e che, per una volta, le sue preghiere venissero
esaudite.
Perché nessuno di
quei maledetti Gryffindor ci rimetteva nulla più di qualche graffio?
-Cosa facciamo
stasera?- Domandò il Viscido Servo Adorante, timoroso.
-Quello che
facciamo tutte le sere, Codaliscia: tentare di conquistare il mondo!- Ne uscì
euforico il Ridicolo Eroe. Il Rinnegato si esibì nella sua classica
stonatissima risata che sembrava un latrato di un cane sotto tortura.
-Questa sera
avevamo deciso di vagare per il parco del Castello…è da un bel pezzo che non ci
andiamo di notte!- Sentì dire dalla voce disgustosamente gentile del Lupo
Mannaro.
Il volto di Piton
si illuminò in maniera malsana da un ghigno inquietante.
Perché non fare un
“innocuo” scherzetto a quei piccoli Gryffindor?
Doveva
muoversi…Doveva andare velocemente alla gufiera.
Trasformarsi in
Lupo Mannaro non era mai stato piacevole, e mai lo sarebbe stato.
Nessuno, quando
scriveva sui Lupi Mannari, pensava mai a quanto potesse essere doloroso sentire
il proprio corpo trasformarsi. Il corpo mutava senza controllo ed un istinto
animale tentava inesorabilmente di impossessarsi della sua mente.
L’istinto del Lupo
Mannaro era più forte di qualsiasi altra cosa.
Riusciva a rimanere
lucido solo grazie al fatto che non aveva umani sotto tiro, ma a volte la
voglia di mordere era così forte che doveva farlo su se stesso.
Remus allungò
lentamente i propri arti, sgranchendosi.
Gli faceva sempre
uno strano effetto sentire i muscoli scattanti ed i sensi acuti. Vedeva più
lontano e molto più chiaramente di quando era umano, e riusciva a cogliere
anche i movimenti più veloci.
Guardò con affetto
i suoi amici. Era sempre talmente commosso di ciò che loro avevano fatto per
potergli stare vicino, che si sentiva sopraffatto da quei sentimenti.
Ramoso e Felpato si
stavano azzuffando giocosamente, coinvolgendo qualsiasi oggetto presente nella
Stamberga. Il cervo bramiva, il cane ringhiava, gli oggetti si rompevano
rumorosamente al loro passaggio e Codaliscia, vicino a Remus, squittiva. Nel
complesso, la confusione era paurosa.
Remus non era
sorpreso che gli abitanti di Hogsmeade credessero che quella casa fosse
infestata.
Lupin ululò forse,
per farsi sentire sopra gli altri. Si stupì da solo della potenza delle proprie
corde vocali, che non riusciva pienamente a gestire.
Il topo, il cervo
ed il cane si voltarono tutti a guardarlo, e Remus si grattò l’orecchio con la
zampa posteriore. Poi si alzò, cominciando a camminare a quattro zampe, in
direzione dell’uscita dalla Stamberga.
Se dovevano andare
in giro per il parco, era meglio andare presto.
Felpato uggiolò di
felicità, cominciando a zampettare dietro a Remus, seguito a ruota dagli altri
tre.
Lily sentì la
confusione aumentare, nella Sala Comune. Accigliata, alzò lo sguardo dal libro
e notò una piccola folla di persone concitate attorno alla finestra. Si alzò,
il suo istinto di CapoScuola che prevaleva addirittura sulla curiosità,
avvicinandosi al gruppo.
-Cosa succede?-
Chiese, tentando di sovrastare la confusione.
Una ragazzina del
primo anno, che si sporgeva sulle punte per cercare di vedere, si girò
emozionata. –Sembra ci sia un gufo!- Disse con la vocina acuta.
Lily inarcò un
sopracciglio: un gufo a quell’ora?
-Fatemi passare!-
Disse allora, con fare severo, tentando di insinuarsi nella folla. Quando
arrivò alla finestra, Eve, una sua compagna di stanza, la guardò con aria
stupita. –è per te, Lily…- Disse, con gli occhi leggermente spalancati, porgendole
una pergamena arrotolata.
Lily guardò per un
attimo il gufo che aveva portato il messaggio, sulla spalla di Eve. Era
sicuramente uno dei gufi della scuola, con quell’aria regale ma consumata,
malaticcia. Corrucciandosi, prese la pergamena che la Gryffindor le porgeva e
si diresse con fare pensieroso sulla poltrona.
Lesse avidamente
quelle poche righe:
Lily,
è successa una
cosa terribile. Non so che fare, sono disperata.
Ti prego di
raggiungermi subito nel parco, vicino al lago.
Alice.
Lily sbarrò
lentamente gli occhi, alzandosi di scatto senza rendersene nemmeno conto.
Alice, la sua amica
degli Hufflepuff, quella ragazza sorridente e forte. L’eterna fidanzata di
Frank Paciock, di Gryffindor.
Lily si guardò
attorno, ma non vide la figura di Frank.
–Dov’è Paciock?-
Chiese alla Sala Comune, ma tutti le risposero con una scrollata di spalle,
mormorando che non si vedeva da dopo cena.
Cosa diamine poteva
essere successo?
Il suo istinto di
Gryffindor avventata prevalse, nella preoccupazione dell’amica.
Senza nemmeno
guardare se aveva con se la bacchetta, prese un mantello a caso e si mise a
correre. Doveva arrivare al lago il prima possibile.
Sirius adorava
trasformarsi in cane, e poter correre per l’erba del prato. Sentiva un senso di
libertà entrargli dentro ai polmoni, i muscoli delle zampe che lo incitavano ad
andare sempre più veloce.
La luna piena
illuminava il castello in maniera spettrale, e si rifletteva sul lago grigio
facendolo risplendere. Il fruscio degli alberi era sovrastato dalla loro corsa.
Sentì James tentare
di raggiungerlo, e Sirius tentò di correre più veloce, ma le zampe lunghe del
cervo lo superarono dopo poco. Giocosamente indispettito, Felpato diede una
zampata ad uno degli zoccoli di Ramoso, facendolo incespicare e crollare al
suolo.
Sirius fu sopra al
cervo in un momento, riprendendo la lotta che Lunastorta aveva interrotto nella
Stamberga. Rimase sorpreso quando sentì il peso del Lupo Mannaro gravargli
sulle spalle.
In tre,
cominciarono a ruzzolare tra l’erba, controllando ogni zampata ed ogni morso,
per non fare troppo male agli altri.
Sirius distinse
nitidamente, nella foga, Codaliscia attaccato disperatamente al pelo grigio di
Remus, terrorizzato. Gli venne da ridere, ma quello che ne uscì fu un abbaiare
molto strano.
Ad un tratto
Sirius, con il suo istinto animale, sentì l’atmosfera cambiare.
Remus, sopra di
lui, si era improvvisamente immobilizzato.
Felpato rotolò
appena di lato per guardare il Lupo Mannaro, e vide gli occhi scuri di Remus
spalancati. Aveva le narici dilatate.
Sirius inspirò
profondamente, e qualcosa raggiunse anche le sue narici: un leggero profumo,
dolciastro, e l’odore di un umano. James scalpitò appena.
Sirius si rizzò
sulle zampe, guardandosi attorno.
E la vide, ad una
decina di metri di distanza. Era inconfondibile, in quel turbine di capelli
rossi: Lily Evans.
Ci era caduta in
pieno.
Se ne rese conto
solo in quel momento.
Così presa dalla
foga Gryffindor, Lily non si era nemmeno resa conto che quella grafia era
troppo spigolosa per essere quella di Alice.
Chi poteva avere
una grafia così spigolosa, ed essere talmente viscido da ficcarla in una
situazione del genere?
Un nome le affiorò
alla mente: Severus Piton.
Ed ora vedeva con
terrore quella figura animale rizzarsi verso di lei.
Non le ci volle molto
per capire che era un Lupo Mannaro.
Non le ci volle
molto per capire che era Remus.
Ormai lo sapeva da
mesi che Lupin era un Lupo Mannaro.
Ma non credeva che
fosse in giro di notte per il parco.
E cos’erano quei
grossi animali che aveva affianco?
Ma non aveva tempo
di pensarci: quel Lupo Mannaro l’aveva comunque fiutata.
E lei aveva
lasciato la sua maledettissima e splendente bacchetta nella sua stanza. Era
sotto al cuscino, pronta per ogni evenienza.
Certo, per ogni
evenienza.
Crescere in una
casa Babbana ti fa dimenticare fin troppo spesso che la bacchetta, per un mago,
è importante quanto la propria vita.
Ed era assurdo che,
in quel momento di panico, lei fosse presa da quei pensieri superflui.
Ma ora, cosa
avrebbe fatto?
No…Tutto ma quello
no…
Tutti…Ma lei no…
Non Lily.
Remus sentiva il
proprio respiro diventare più pesante, e l’istinto da Lupo Mannaro spingere
dentro di lui. L’istinto da bestia voleva prendere possesso della sua mente.
E ci stava
riuscendo.
Non Lily.
Tutti ma non Lily.
Sentiva i propri
muscoli tendersi, la saliva aumentargli in bocca.
Voleva morderla.
No, non Lily.
Voleva stringerla
fino a romperla, ferire quella pelle mordendola.
No, non Lily.
Voleva sentire
l’odore pungente del sangue, quel sangue che gli avrebbe bagnato le fauci.
No, non Lily.
Voleva sentire
l’osso di quel collo fragile rompersi, sotto le zampe poderose.
Ti prego fa che
non sia Lily.
James sentì la
terra crollargli sotto ai piedi.
Quella era Lily.
Remus l’aveva
sentita, e stava per scattare all’inseguimento.
Lily era la preda
del Lupo Mannaro.
Doveva salvarla.
Lily era solo sua,
di James Potter, e non l’avrebbe mai divisa con nessun’altro. Tanto meno se
c’era la possibilità che venisse sbranata.
Non pensò di
fermare Remus, pensò di salvare Lily.
Galoppò verso di lei,
correndo più veloce che poteva.
Lily urlò. Urlò
terrorizzata, senza riuscire a fare altro. Spaventata dalla visione del Lupo
Mannaro e da quell’enorme cervo che aveva cominciato a galoppargli incontro.
Lily Evans urlò e
James si bloccò,come pietrificato.
Lily Evans urlò ed
il Lupo Mannaro scattò, affamato.
Sirius per qualche
istante guardò la scena talmente basito da non riuscire a fare nulla.
C’era una ragazza
dai meravigliosi capelli rossi, sotto la luna, che aveva appena urlato
terrorizzata.
C’era un cervo che
aveva cominciato a correre verso lei, ma poi si era bloccato di colpo spiazzato
da quell’urlo.
C’era un Lupo
Mannaro che stava per raggiungere la sua preda.
Remus Lupin stava
per mordere Lily Evans.
Maledetta
nottataccia.
Sirius scattò, cominciando
a correre più veloce che poteva, il sangue che gli pompava nelle vene.
Vide Lily
riprendersi lievemente, quel tanto che bastava per farle decidere di cominciare
a fuggire, disperatamente.
Ma Sirius sapeva
che quel Lupo Mannaro era sicuramente più veloce di lei.
Ringhiò forte,
aumentando la corsa, e quando James lo sentì sembrò riscuotersi. Anche il cervo
ricominciò a correre.
Le corna di Ramoso
colpirono Lunastorta su un fianco, facendolo crollare a terra. Sirius gli fu
sopra qualche secondo dopo, cercando di atterrarlo.
Lily urlò di nuovo,
cadendo rovinosamente a terra.
James la raggiunse
in poco tempo, avvicinandosi a lei per proteggerla, ma lei era spaventata,
senza sapere cosa fare.
Sirius tentava di
mettere più peso che poteva, di tendere i muscoli maggiormente per tenere Remus
a terra, ma il Lupo Mannaro si dimostrò più forte. Si alzò, spingendolo in
parte, lontano, e riprese la sua caccia verso quella preda.
Cosa fare?
Maledetta
nottataccia
Quel cervo le era
vicino. Ma lei non stava capendo assolutamente nulla.
Solo gli occhi
nocciola dell’animale le sembrarono familiari, ma in quel momento non era certo
abbastanza lucida per riconoscerli.
Lily tentò di
alzarsi, ma le gambe tremarono violentemente, senza ascoltarla.
Era completamente
terrorizzata.
Malediva se stessa,
Gryffindor per nulla.
Sentì le lacrime
pungerle gli occhi, mentre vedeva il Lupo Mannaro cacciare lontano quella
specie di cane, e venire di nuovo verso di lei.
Il cervo le si parò
davanti, cercando di difenderla.
Quel Lupo Mannaro
non poteva essere Remus.
Remus non le
avrebbe mai fatto del male.
Sentì violentemente
il contatto tra le corna del cervo e il corpo del Lupo.
Vide, come in
sogno, gli zoccoli del cervo che cominciavano a perdere terreno, nonostante
tutto l’evidente sforzo di mantenere la propria posizione.
Vide il Lupo
prendere tra le zampe le corna del cervo (usando le zampe come mani), e rovesciarle in modo da far crollare a
terra l’animale.
Di fondo si sentì
il poderoso ringhio del cane, che, ripresosi, ricominciava a correre verso di
loro.
Ma Lily sapeva che
non ce l’avrebbe fatta.
Ormai tra lei ed il
Lupo Mannaro non c’era nulla, e tra poco sarebbe stata morsa.
Morsa da Remus
Lupin.
Non aveva voce
nemmeno per urlare.
Una parte di Remus
si rendeva conto della situazione, impotente.
Una parte di se
stesso vedeva Lily atterrita, che tremava, con i grandi occhi verdi splendidi
nonostante il terrore.
Vedeva le sue
lacrime farsi spazio in quel viso, arrossandogli le guance.
Stava per fare del
male a Lily.
No, ti prego, non Lily.
Lily con i suoi
capelli fiammanti; con i suoi enormi occhi sinceri; con il suo carattere forte;
con la sua mente vivace; con la sua risata adorabile.
No, non la
splendida Lily.
La stava per
mordere, lo sapeva.
Sapeva che Sirius
non sarebbe mai arrivato in tempo.
E vide la stessa
consapevolezza dipinta negli occhi di Lily.
Sarebbe finita
così, allora? Avrebbe vissuto nel rimorso di aver rovinato la vita di Lily?
No, non Lily.
Fu un lampo, e
James seppe perfettamente cosa fare.
Non ci pensò
nemmeno, perché non ne aveva il tempo.
Lui era abbastanza
vicino, Sirius era troppo lontano. C’era un’unica cosa da fare.
E per Lily
l’avrebbe fatta.
James si concentrò
ed, in un attimo, assunse nuovamente l’aspetto umano.
Poi si tuffò tra
Lily e Remus.
Se qualcuno doveva
essere morso, sarebbe stato lui.
Sarebbe stato morso
da Eroe, come era giusto che fosse. Da Eroe che protegge la sua amata.
Nessuno poteva
anche solo permettersi di sfiorare Lily.
Nemmeno Remus.
Nemmeno se fosse stato umano.
Vide gli occhi
scuri del Lupo Mannaro luccicare appena.
Chissà cosa pensava
Remus, dentro di se, oltre quella coperta spessa di istinto.
Sarebbe stato
morso, nulla avrebbe potuto impedirlo.
Ma James non aveva
paura.
Aveva salvato Lily.
Sirius rimase
incredulo.
Forse era proprio
vero che la fortuna aiuta gli audaci. Gli audaci e gli Eroi.
E se uno era audace
ed Eroe, non poteva che avere tutta la fortuna a propria disposizione.
Non si riusciva a
spiegare, o se no, la coincidenza grazie alla quale la luna si oscurò.
Proprio in quel momento,
grosse nuvole nere avevano deciso di inscenare un temporale.
Remus si bloccò a
mezz’aria, le fauci semiaperte, proteso verso il corpo di James. Poi cacciò un
forte ululato, spostandosi violentemente dai due, portandosi le zampe alla
testa.
Ululò nuovamente,
barcollando, graffiandosi, mentre il suo corpo cominciava a tornare umano.
Codaliscia cadde
dal corpo di Remus, e riprese le sembianze umane. Sirius fece lo stesso,
avvicinandosi.
Remus ormai era
tornato totalmente umano, accasciato al suolo, sfibrato.
Sirius lo sentì
distintamente singhiozzare, e presto gli fu accanto, abbracciandolo
In quel momento
cominciò a piovere.
Maledetta
nottataccia.
James si voltò
verso Lily, abbracciandola con foga.
Rideva come un
pazzo, singhiozzando, sentendo il cuore battergli irregolare.
Sembrava
impossibile. Era salvo.
Erano tutti salvi.
Lily era salva.
Sentì Lily
cominciare a piangere, disperata, aggrappandosi a lui come se fosse la sua
unica ancora di salvezza. James la strinse maggiormente.
Si tirò a sedere, prendendola
tra le braccia e cullando il suo pianto liberatorio, cullando la sua dolce
bambolina dai capelli rossi.
Era troppo felice
per non piangere di gioia.
Non le aveva fatto
nulla.
Non aveva fatto
nulla né a lei né a James.
Ma ciò non toglieva
che era un mostro.
Uno schifoso mostro
che stava per fare del male a Lily.
Si, a Lily. Alla
donna che amava.
Era un mostro.
Un mostro perché
non riusciva a controllarsi.
Un mostro perché
non poteva nulla contro l’istinto di uccidere.
Un mostro perché
amava la ragazza che amava James.
Remus singhiozzava
forte, sentendo le gocce di pioggia cominciare a bagnarlo.
Ma quella pioggia
non poteva lavare le sue colpe.
Nemmeno l’abbraccio
di Sirius riusciva a confortarlo.
Sirius sapeva, e
forse era l’unico, di ciò che provava Remus.
Sapeva da tempo del
suo amore per Lily, quell’amore che era nato in un sentimento puro tanto simile
all’adorazione.
E sapeva, per
questo, il tormento che si agitava nel corpo di Remus.
Sapeva che per lui
non era come tutte le altre volte che stava per uccidere qualcuno.
Sapeva che per lui
non era come quando aveva quasi ucciso Mocciosus.
Sirius si chiese
come sarebbe stato lui, al posto di Remus.
Come sarebbe stato
aver quasi ucciso Alison, senza poterci fare nulla.
Sirius rabbrividì.
Preferiva di gran lunga non saperlo.
Maledetta
nottataccia.
Il ragazzo strinse
maggiormente il corpo provato di Lunastorta, e guardò James.
-Andiamo alla
Stamberga Strillante…è meglio stare lì per un po’…- proferì James, ormai
fradicio.
Si, era la
soluzione migliore.
Sirius si alzò,
aiutando Remus a fare lo stesso insieme a Peter.
Il ragazzo sentì il
corpo ammaccato, ora che la tensione svaniva. Era stanco morto, pieno di lividi
e con la disperazione nel cuore. Se tutto fosse andato bene, avrebbe piovuto
per tutto il giorno seguente.
Maledetta
nottataccia.
Con disperazione,
Sirius si ricordò che fra qualche ora avrebbe affrontato il signor Goldstein,
l’adorabile padre della propria ragazza.
Altro che
affrontare Lupi Mannari.
Maledetta
nottataccia.
*****
Ed anche questo
capitolo è andato.
Mi ha causato
parecchie difficoltà, devo ammetterlo, ma il risultato è migliore di quanto io
stessa non mi aspettassi.
Si, questo capitolo
è il mio preferito.
Sono molto
soddisfatta di esso!
Credevo di
confondermi, con tutti i vari punti di vista…Ma invece è stato parecchio
semplice.
Ogni Malandrino ha,
nella mia testa, un carattere così diverso dall’altro che i loro pensieri mi
scivolavano dalle dita come acqua fresca.
Mi dispiace
tantissimo per Remus.
Io stessa mi sono
commossa per lui…
Comunque finalmente
questa maledetta giornata è finita…Povero Sirius, è sfiancato!! E per lui non è
ancora finita!!
Ah…E vorrei
sottolineare…Spero che voi me lo concediate…
Diciamo che quando
i Malandrini tornano nel loro aspetto normale sono già vestiti?
Si, dai,
concedetemelo ^^””””
Ci ho pensato solo
in seguito XD
Sappiatemi dire
Jenny: Grazie mille
per la recensione. Sono contenta di aver messo su carta gli stessi Sirius e
James che ti immagini tu! Non preoccuparti per Sirius ed Alison…Sono una coppia
abbastanza affiatata, e poi Sirius non riesce a rimanere arrabbiato per troppo
tempo!
Il prossimo
capitolo, per una volta, sarà dedicato praticamente tutto a loro.
Si, James è un
ragazzo d’oro, ed è anche un vero Eroe, come spero di esser riuscita a far
capire con questo capitolo. Cosa ne pensi?
James è stato
meraviglioso!
Diciamo che si sta
meritando sempre di più l’amore di Lily.
PiccolaBlack: So
cosa vuol dire essere interrotta dai genitori…A me succede anche mentre
scrivo…Quindi ti sono vicina XD
Beh, dai…Anche
Sirius non può essere perfetto. In quanto Gryffindor, anche lui sa essere
parecchio problematico. Ma non preoccuparti, non era nulla di serio o duraturo.
Grazie mille per i
complimenti, e scusa se spesso non sono regolare ne veloce con gli
aggiornamenti…Chiedo perdono ç__ç
Baci
a presto
P.S.: volevo
chiedere…Posso mettere le citazioni del libro, all’inizio del capitolo? Perché
mi è sorto il dubbio…Se qualcuno mi sa dire, per favore…
lison muoviti! Sei
sempre in ritardo!- Lionel batté il tacco della scarpa con fare indignato.
Alison sbuffò, scendendo le scale del proprio dormitorio più velocemente che
poteva, legandosi i capelli.
-Sei tu che sei sempre
in anticipo!- Rispose lei, nervosa.
Lunedì mattina,
primo giorno delle vacanze di Pasqua, ore sette e vent’otto, Sala Comune.
Non c’era nessuno.
E ci credeva!
Non ci sarebbe
stata nemmeno lei, se solo avesse potuto.
Lionel la prese per
il polso, camminando verso il ritratto.
–Dai Alison…Anche
se probabilmente Black non sarà ancora arrivato-.
Alison sbuffò
nuovamente.
La testa gli
pulsava in maniera atroce e gli occhi gli bruciavano fino a lacrimare.
Accidenti alla
Evans.
La sera prima,
nessuno era più riuscito a chiudere occhio, ovviamente. Tutti fin troppo
scossi.
Sirius aveva fumato
in quantità impressionanti, tanto che aveva creduto di vomitare. Purtroppo, per
quanto avesse provato a toglierselo, l’odore di sigarette non accennava ad
andarsene.
Se non fosse stato
per l’aiuto di Remus, anche il suo vestiario avrebbe avuto un aspetto
disastroso.
Era davanti al
portone di ingresso, di poco in anticipo. Tutta la scuola era deserta, ed il
surreale silenzio soporifero non faceva che aumentare la sua voglia di buttarsi
su un letto per un tempo indefinitivamente lungo.
Sentì in lontananza
i passi frettolosi di due persone.
Non potevano che
essere la sua splendida ragazza con il suo adorabile fratello.
Anche perché tutto
il resto della scuola aveva abbastanza sanità mentale da dormire.
Perfino gli altri
Malandrini, insieme alla Evans, erano alla fine crollati sui divani e sulle
poltrone della Sala Comune. Giusto quando lui stava per uscire.
Alison e Lionel
comparvero nella scalinata.
Lionel sembrava
dispiaciuto di vederlo già sul portone, ma ad Alison si aprì un sorriso di
vittoria.
Almeno il fatto che
lui non aveva dormito, era servito a qualcosa.
-Sirius!- Esordì
lei, staccandosi dalla presa del fratello per corrergli incontro.
La faccia invidiosa
di Lionel diede a Sirius un’immensa soddisfazione.
Alison gli fu
vicino, e lui si calò a baciarla dolcemente. Ma la ragazza si staccò quasi
subito.
-Sirius, quanto
diamine hai fumato?- Domandò, con i nervi a fior di pelle. La vide chiudere per
un attimo gli occhi, probabilmente colta da un capogiro.
Sirius si ritrovò a
sorridere, mesto.
–Mi dispiace,
piccola…-.
La vide stupita dal
suo aspetto stanco e spossato. Sirius sorrise maggiormente.
- …Hai dormito
questa notte?- Domandò lei, sulla difensiva.
Sirius ridacchiò,
divertito. –Non proprio…Sono successi un paio di imprevisti con i ragazzi…-
Mormorò vago, passando una mano a portarsi indietro i capelli.
Non poteva certo
mettersi a raccontarle tutto. Non ne aveva nemmeno la minima voglia.
Lionel si schiarì
la voce, lanciando un’occhiata di disprezzo nei confronti di Sirius, che non si
scompose minimamente.
Era fin troppo
divertito dalla spiccata gelosia di Lionel. Si ripromise di fare di tutto per
fargliela aumentare.
-Direi che possiamo
andare…- disse secco il Ravenclaw.
La mattinata non
prometteva decisamente nulla di buono.
Alison sospirò,
sorridendo amorevolmente. Indicò la propria casa, tra quelle a schiera, e si
voltò verso Sirius.
-è quella!!- Disse,
euforica.
Sirius spense la
sua ennesima sigaretta, sorridendole stancamente. Alison lo studiò di nuovo,
domandandosi per quale assurda ragione Sirius avesse delle occhiaie marchiate
sotto gli occhi.
Era stanco ed aveva
la voce più roca, dovuto al numero eccessivo di sigarette che stava fumando.
Sembrava un
delinquente, ed era anche più affascinante del solito. Ma anche più selvaggio.
A papà non sarebbe
di certo piaciuto.
Per fortuna era
vestito in modo discreto, con un paio di jeans scuri ed una giacca nera sopra
una semplice camicia bianca.
Probabilmente lo
aveva aiutato Remus.
Alison gli si
avvicinò, toccandogli i capelli. –Non posso raccoglierteli?- Domandò, cercando
di essere più dolce possibile.
Sirius le prese la
mano, bloccandola. Sembrava meno paziente del solito, il che era tutto dire.
-Lascia stare,
Ali…E smettila di preoccuparti-.
Lionel, dietro di
loro, rise cinicamente. –Fa bene a preoccuparsi, invece…- Disse, a mezza voce.
Sirius si voltò a
guardarlo di striscio, ma non si degnò di rispondere.
Alison sospirò.
–Vedete di smetterla…-.
Tra suo fratello e
Sirius, da quando si erano incontrati quella mattina, c’era un’aria tesa. Erano
uno infastidito dalla presenza dell’altro.
Sirius si corrucciò
appena. –Io non ho fatto assolutamente nulla!-.
Alison scosse
appena la mano, e si incamminò nuovamente verso la propria casa.
Il campanello
trillò in maniera perforante, e Sirius sentì il proprio mal di testa aumentare.
E così erano alla
resa dei conti.
Si passò una mano
sul volto, cercando di svegliarsi un po’ di più.
Non credeva di
essersi mai trovato in una situazione del genere.
La porta si aprì, e
ne comparve un uomo di mezz’età.
Alto, dalla
struttura longilinea di Lionel ma più robusto. Aveva i capelli lunghi di un
biondo scuro, lievemente striati di grigio, ricci come quelli di Alison e
raccolti in una coda bassa. Aveva la stessa fronte ampia dei due gemelli, e gli
occhi scuri come quelli di Lionel.
L’espressione del
viso era severo, le labbra sottili, con una lieve barba brizzolata. Aveva
quella austera nobiltà che a Sirius ricordò un re delle leggende medievali.
Alison lo abbracciò
con slancio, e lui la strinse affettuosamente, come se fosse il suo unico
tesoro. Male.
Probabilmente
quell’uomo stravedeva per la sua unica figlia.
Questo era solo un
punto decisamente a sfavore di Sirius. Significava che non sarebbe mai andato a
genio al Signor Goldstein.
Dopo che anche
Lionel lo ebbe salutato, il Signor Goldstein rivolse finalmente la sua
attenzione sul Gryffindor.
Sirius cercò di
esibirsi nel suo sorriso più gentile ed educato.
Il Signor Goldstein
alzò appena il mento, mostrando la sua superiorità.
-Anthony Ulysses
Goldstein…- Disse l’uomo, presentandosi in maniera alquanto formale. Gli tese
la mano, e Sirius sorrise, cercando di trovare qualche forza per ricambiare la
stretta vigorosa.
-Sirius Alphard
Black- rispose il Gryffindor a tono, cercando di darsi un contegno.
Sorrise tra se,
domandandosi da quanto non pronunciava il suo secondo nome. Era strano prendere
atto dei casi del destino: l’unico Black che lo sopportava, era proprio colui
dal quale aveva preso il suo secondo nome.
Suo Zio Alphard…
-Benvenuto in casa
nostra…- disse il Signor Goldstein, lasciandolo entrare in casa. Sembrava
soddisfatto dalla presentazione di Sirius.
Sirius ghignò
appena: nonostante lui fosse un rinnegato, il cognome dei Black faceva sempre
il suo ridondante effetto. Non che ne fosse fiero, ma almeno poteva sfruttarlo
con il Signor Anthony Ulysses.
La casa era, a
differenza delle sue aspettative, scura. Le pareti stuccate di bianco, ma ogni
mobile era di legno scuro o di una qualche tonalità di blu.
Non era un
arredamento così ricercato e non mostrava ricchezza ed opulenza, ma nella sua
semplicità vi era un qualcosa di nobile.
Certo, il blu era
presente dappertutto.
Sirius sorrise
divertito, abbassandosi verso Alison per poterle parlare all’orecchio.
-Tutti Ravenclaw in
famiglia, eh?-.
Alison lo guardò
con la coda dell’occhio, sorridendo complice.
-Come hai fatto a
capirlo?- Chiese ironica.
Entrarono in un
salotto dalle scure poltrone blu, con un grande camino che scoppiettava
allegro. Una donna, in piedi nella stanza, stava dando ordini ad una giovane
Elfa Domestica.
Aveva una figura
sottile, ed i capelli biondi così chiari che sembravano illuminare lievemente
la stanza. Il volto era rilassato, e mostrava accenni dell’età agli angoli degli
occhi grandi e blu. Ma era il sorriso che la rendeva inconfondibilmente la
madre di Alison: le stesse labbra che si inarcavano dolcemente, in un sorriso
accogliente.
Sembrava dirti che
tutto andava bene.
-Bentornati, cari!-
Disse, con fare gioioso. Batté appena le mani, ma ogni gesto che faceva
risultava comunque composto. Lionel ed Alison le furono subito attorno,
cercando di avere l’attenzione della madre.
Lei accarezzò con
amore la guancia della figlia, e sistemò con fare materno la cravatta di Lionel.
Poi si volse verso Sirius.
-Buongiorno,
Signora Goldstein…- si affrettò a dire lui, prima che la donna parlasse.
Cercava di ricordarsi qualche nozione di buone maniere, ma con la mente che gli
batteva era alquanto difficile.
Lei sorrise
dolcemente. –Buongiorno. Sono la Signora Sophia Goldstein- rispose con un certo
divertimento nella voce. Sembrava burlarsi del proprio titolo.
-…Tu devi essere
Sirius…- disse, avvicinandosi a lui con movimenti composti.
Appena lei fu
abbastanza vicina, Sirius calò la testa in un accenno di inchino. –Sirius
Alphard Black, Signora…La ringrazio per la vostra ospitalità…- Disse con fare
garbato. Non sembrava così difficile, nel complesso.
Infondo, bastava
pensare a cosa avrebbe detto Remus.
Lei si portò una
mano alla guancia. –Oh, che ragazzo educato!- Disse, con una punta di innocua
ironia nella voce.
Sirius alzò
lievemente un sopracciglio, cercando lo sguardo di Alison.
La sua ragazza era
al quanto felice, quindi probabilmente tutto stava andando bene.
-Sedetevi,
sedetevi…Sono così contenta di avere qualche persona giovane per casa…Anthony
sa essere così severo e noioso…- Disse garbatamente, continuando a mostrare
quella lieve luce di ironia nello sguardo.
Sembrava si
prendesse gioco di tutto, fuorché dei propri figli.
Il signor Goldstein
sospirò. –Non farti riconoscere subito…- mormorò alla moglie.
I ragazzi si
sedettero, Alison a dividere il fratello dal Gryffindor.
Alla Signora
Goldstein non sfuggì lo sguardo duro di Lionel, non appena vide Alison
stringere la mano di Sirius.
-Non essere
sciocco, caro…Sei sempre stato troppo attaccato a tua sorella…- disse,
scrollando appena la mano, aspettando che il proprio marito prendesse posto
sulla poltrona.
Lionel distolse
subito lo sguardo, imbarazzato.
-Sai, Sirius…Sono
sempre stati così adorabili da bambini! Erano i miei due angeli, il mio
orgoglio! Con i loro capelli biondi e così simili! Quando vi era la cena di
Natale, con tutta la famiglia, li facevo cantare indossando delle piccole ali
piumate…Erano così belli!- Disse nostalgica la Signora Goldstein.
I due gemelli
arrossirono vistosamente, e Sirius sorrise divertito.
Sperò che sembrasse
un sorriso di tenerezza.
L’Elfa Domestica
tornò traballante con un vassoio carico di bevande, e lo poggiò su un tavolino
vicino alla poltrona in cui era seduto Anthony Ulysses. La Signora Goldstein
prese tra le mani la bottiglia di Scotch, e lo versò in un bicchiere, insieme a
del ghiaccio. Poi lo passò al marito.
L’uomo si rigirò il
bicchiere tra le mani.
-Tu bevi Scotch,
ragazzo?- Domandò a Sirius.
Che diamine avrebbe
risposto Remus?
-Si, ma solo quando
posso permettermi di essere un po’ alticcio…Quindi non molto spesso-.
Alison sembrò
trattenere una risata.
Il Signor Goldstein
annuì appena, sembrando compiaciuto. La signora preparò altri due bicchieri di
Scotch, e l’Elfa Domestica di affrettò a portarne uno a Sirius ed uno a
Goldstein.
-Tu, tesoro, vuoi
qualcosa?- domandò amorevolmente alla figlia. Alison scosse appena la testa.
Solo allora, Sophia
Goldstein si andò a sedere sulla poltrona dall’altra parte del divano.
Lionel bevve un
altro sorso del suo Scotch freddo.
Diamine, quel
Sirius Black era pieno di risorse.
Aveva tirato fuori
un’educazione ed una gentilezza impeccabili e sincere.
Perfino suo padre
cominciava a rilassarsi.
Forse aveva giudicato
male Black, forse non era poi malvagio come aveva sempre pensato. Forse Alison
poteva cadere anche in mani peggiori.
Forse, invece, quei
pensieri erano solo dati dallo Scotch che faceva effetto.
Nonostante tutto,
la conversazione filava liscia.
Sirius aveva
cominciato a sentirsi così a proprio agio, con l’acool in circolo, che aveva
cominciato anche a fare dello spirito.
Maledettissimo
Black.
Fu con sollievo
sentire sua madre dire divertita, ad un certo punto: -Sirius, vuoi vedere la
stanza di Alison? Te la mostro con piacere-.
Lei era l’unica che
si stava divertendo davvero.
Quella era una
banalissima scusa per poter lasciare solo lui, sua sorella e suo padre, per
poter finalmente parlare.
Alison avvampò di
colpo, ma non poté dire nulla.
Sirius capì
tranquillamente che doveva comunque lasciare la stanza, e non sembrò
dispiaciuto della cosa. –Con piacere, Signora…- Disse gentilmente, alzandosi.
Almeno per un po’
Lionel non avrebbe avuto sotto gli occhi la sua maledetta figura.
Quando Sirius e sua
madre sparirono, suo padre cominciò a parlare.
-Arriviamo al
motivo per cui vi ho chiesto di venire…Preferivo parlare di questa questione di
persona…- esordì suo padre, finendo lo Scotch.
Alison si fece
attenta, rizzandosi meglio a sedere.
-Ora che i vostri
M.A.G.O. sono vicini, mi sono preso la briga di spedire qualche lettera…- Disse
tranquillamente lui.
-Lettera?- Chiese
Alison, trepidante.
-Si…Se volete fare
qualcosa di importante, usciti da Hogwarts, bisogna darsi una mossa- spiegò il
Signor Goldstein.
-Lionel…Per te, ho
spedito qualche lettera al Ministero-.
Lionel parve
stupito, ma anche alquanto interessato. -Come sai, avere la carica nell’Ufficio
Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, senza aver fatto anni di
gavetta, è alquanto difficile. Ma sono stati piacevolmente sorpresi dal tuo
profitto scolastico impeccabile, da degno Ravenclaw. Sono disposti a prendere
in considerazione la tua assunzione se i voti dei tuoi M.A.G.O. ne saranno
all’altezza…- Il Signor Goldstein fece una significativa pausa.
-Ma è ovvio che
saranno all’altezza. Non è così, figlio mio?- Domandò mellifluo.
-Certo padre!-
Rispose prontamente il ragazzo.
Per lui non era un
sacrificio prendere il massimo dei voti, visto anche che si trattava di
realizzare un suo sogno. Lo sapevano tutti, in famiglia.
-Perfetto…Per
quanto riguarda te, Alison…- gli occhi di suo padre si addolcirono appena.
Si, lei era sempre
stata la favorita di suo padre, Alison lo sapeva bene.
-Mi sono permesso
di scrivere una lettera al San Mungo, per chiedere se prendono tirocinanti per
il reparto di Avvelenamento da Pozioni e Piante, dove vuoi specializzarti dopo
essere diventata Guaritrice…-.
Alison sentì il
cuore aumentare di battito. Avrebbe lavorato al San Mungo subito finita la
scuola? Sarebbe stata una buona piattaforma di lancio, una volta che avesse
finito i propri studi da Guaritrice!
Già si vedeva
finire l’orario di lavoro, ed uscire dal San Mungo dove la aspettava Sirius.
Avrebbero camminato per le strade di Londra, e lei gli avrebbe raccontato divertenti
aneddoti della sua giornata nell’Ospedale.
-L’ufficio
Informazioni del San Mungo mi ha gentilmente risposto che loro non accettano
tirocinanti. Se vuoi specializzarti nell’avvelenamento, dovresti provare a
sentire la loro sede in Italia- suo padre sembrava alquanto orgoglioso.
Cosa??
Italia?
-L’ospedale di
Roma, che ovviamente ho contattato, ha detto che sarebbe felice di averti nello
Staff, se i tuoi voti non si abbassano. Loro hanno i migliori Guaritori di
avvelenamento d’Europa, e ti darebbero la preparazione migliore che tu possa
mai avere.
Vorrei sottolineare
che questa è una proposta davvero allettante, ma che dovrai lavorare sodo in
quegli anni…- Disse tranquillo suo padre.
Sembrava un placido
Re sul trono, soddisfatto di come si stava sviluppando il proprio Regno sotto
la sua vigile sorveglianza.
-Papà…In Italia?-
Domandò lei, sentendo una fitta di timore.
Il signor Goldstein
sorrise, intenerito. –Puoi sempre Smaterializzarti a casa quando vuoi, tesoro…-
disse, indulgente.
Alison sospirò. Già…Poteva
sempre smaterializzarsi.
Ogni tanto
dimenticava quasi si essere una strega maggiorenne.
-è tutto qui?-
Chiese con ansia la ragazza.
Suo padre inarcò un
sopracciglio.
–Tutto qui?
Ragazzi, si parla del vostro futuro! Ovviamente non serve che vi dica
esplicitamente che non mi aspetto delusioni da parte vostra!- Disse in tono
severo.
-Come non credo di
dover sottolineare che i vostri studi, al momento, sono più importanti di
qualsiasi cosa…- marcò attentamente le ultime parole, guardando allusivamente
Alison.
-Cosa stai
insinuando?- Chiese la bionda.
-Nulla, per il
momento…- rispose mellifluo lui, socchiudendo appena gli occhi.
-A proposito, devo
ancora fare quattro chiacchiere con quel Sirius Black…- mormorò con fare
pensoso.
Ecco, adesso Lionel
sarebbe stato contento.
Erano sulle scale e
stavano per scendere quando, con stupore di Sirius, la Signora Goldstein
cominciò a tossire.
Non era una tosse
normale, ma veniva dal profondo. Una tosse dolorosa, che le faceva riprendere
fiato con difficoltà. Forte e persistente, che la fece piegare appena su se
stessa, la mano sullo sterno.
Sirius si chinò su
di lei. –Signora, tutto bene??- Chiese.
Domanda del cazzo.
Probabilmente lo
pensò anche la donna, perché lo guardò con gli occhi blu pieni di divertimento.
Sembrava trovare l’ironia in ogni cosa.
Lei tirò fuori una
boccetta da una tasca nascosta del vestito. La stappò ed annusò profondamente
il contenuto, tra una tosse e l’altra.
Chissà che diamine
vi era lì dentro.
Poco dopo, la tosse
si affievolì fino a scomparire.
-Signora, vado a
chiamare suo marito?- Domandò apprensivamente Sirius. Non coglieva la
situazione.
La donna sembrò
inorridire. –No no, caro…Non dire a nessuno di questo piccolo intoppo- disse
con noncuranza. La voce suonava provata.
Sirius deglutì.
Miseria…Che diamine
stava succedendo?
Alison si trovava
in cucina con Lionel, mentre loro padre era finalmente riuscito a parlare da
solo con Sirius.
-Sorella…Hai visto
la mamma?- Chiese Lionel, con fare dubbioso.
Alison lo guardò di
striscio, ricambiando il suo sguardo preoccupato. –No Lionel…è scomparsa poco
dopo essere tornata con Sirius…-.
Lionel sospirò
forte.
-Non pensi che ci
stia nascondendo qualcosa?- Domandò retoricamente.
-Non lo penso…Lo so
e basta…-
-Credi prenda più
medicine di quanto non sembrerebbe?-
-Si Lionel…Credo
che nostra madre stia peggio di quanto non vuole dare a vedere alla famiglia…-
Alison ricacciò
indietro le lacrime, sospirando sconfortata.
-Che intenzioni hai
con mia figlia?-.
Ok, l’avevano
aspettata tutti, quella domanda. Perfino Ramoso, per tutta la settimana,
gliel’aveva posta, divertito.
-Io…tengo molto a
sua figlia!- Si sforzò di dire Sirius.
Nonostante tutto,
quella situazione aveva un che di ridicolo.
Bevve un altro
sorso di Scotch.
-Ed hai intenzione
di sposarla?- Lo incalzò il Signor Goldstein.
Un’altra domanda
banale.
In effetti, Sirius
aveva sperato di qualcosa di più arguto da parte di un ex Ravenclaw.
-Non lo so
Signore…Mi frequento con sua figlia solo da qualche settimana…- disse il
ragazzo sulla difensiva.
Dio lo risparmi dal
matrimonio!
L’uomo si protese
appena verso il Gryffindor. –Non ti nasconderò che non mi piaci molto,
ragazzo…Sei uno di quei classici tipi che piacciono alle donne, con i tuoi
capelli lunghi trasandati e le tue occhiaie di chi ha passato la notte a
divertirsi…-.
Certo, aveva
proprio passato la notte a divertirsi…
-Scusi se mi
permetto, Signore…Ma sua figlia è una ragazza parecchio intelligente…Non credo
di piacerle solo per via dei miei capelli lunghi e delle mie occhiaie…- Rispose
stizzito, cercando di tenere il tono pacato.
Sperava di non
infervorarsi.
-Si bhe, la mia
Alison è una ragazza parecchio sveglia…- disse dolcemente il Signor Goldstein.
–Ma continui a non
piacermi!-.
Sirius inarcò le
sopracciglia, ma si limitò a rimanere in silenzio.
-Io e mia moglie
non ci saremo per sempre a prenderci cura di lei. Di Lionel non mi
preoccupo…No, mio figlio se la riuscirebbe a cavare tranquillamente. Ma mia
figlia? Non voglio mentirti: il pensiero di lasciarla sola mi preoccupa
alquanto…-.
-Signore…Credo che
Alison abbia tutte le capacità per farcela da sola-.
-Non è questo il
punto, Black. Io non voglio lasciare Alison da sola…Mi spiego?- Chiese il
Signor Goldstein, tornando a fissare Sirius severamente.
Il ragazzo annuì.
Nemmeno lui avrebbe voluto lasciarla sola.
-E tu non sei
decisamente quel tipo di persona, che ispira fiducia, a cui lascerei la mia
bambina…- continuò l’uomo, parlando tranquillamente come se non stesse parlando
male di lui.
Sirius stava per
sbadigliare. Credeva peggio, in effetti.
-Ma tanto questa è
una passione adolescenziale, vero? Sono sicuro che Alison si stancherà presto
di te…- Disse tagliente l’uomo. Si passò una mano sulla barba, pensieroso.
Sirius sentì i
muscoli tendersi.
–Ne è sicuro,
Signore?- Domandò con finta calma.
Il signor Goldstein
gli sorrise. –Non te la starai mica prendendo, no? Non credi che la mia Alison
sia sprecata con un ragazzo come te? Spavaldo e superficiale?-.
-Temo che lei stia
prendendo un granchio, signore-.
-Non credo
proprio-.
Sirius si alzò. Sentiva
il sangue ribollirgli nelle vene.
Perfetto, si era
infervorato.
Si incamminò a
passi decisi verso la cucina.
-Non sono venuto
qui per lasciarmi insultare. Tutta questa situazione è una follia, e farmi
giudicare da un uomo di mezz’età non è di certo la mia massima aspirazione!-.
Stava quasi
parlando più a se stesso, ma con un tono di voce abbastanza alto da giungere
fino al padre della sua ragazza.
-Come osi??-
Domandò quello, oltraggiato, alzandosi anche lui dal suo trono.
Sirius entrò in
cucina, prese Alison per un polso e la trascinò nuovamente nel salotto.
-Grazie per
l’ospitalità e per la calorosa accoglienza. Non me ne frega assolutamente nulla
di tutti i suoi discorsi pomposi del cazzo- disse, rivolto a Signor Goldstein.
Alison sbarrò
appena gli occhi, non capendo.
-Credevo di trovare
qualcosa di meglio di uno stupido purosangue che giudica solo in base al
cognome…Invece vi trovo anche borioso, pieno di pregiudizi e che si crede così
superiore da poter giudicare una persona dopo due ore di fasulla
conversazione!-.
Sirius stava
urlando tanto che Lionel sbucò dalla cucina, divertito.
Il Signor Goldstein
era diventato paonazzo in volto e stava per parlare (o meglio…probabilmente
stava per urlare), ma Sirius lo interruppe di nuovo.
-Non mi interessa quel
che ha da dire…E se vuole solo cacciarmi di casa, non c’è problema: ce ne
stiamo già andando!-
E detto questo,
uscì dalla casa insieme ad Alison e si smaterializzò ad Hogsmeade prima che lei
potesse proferire parola.
*****
Chiedo umilmente
perdono per il ritardo spropositato!!
Mi sta venendo il
blocco della scrittrice WAAAAAAH T____T
Spero di non
bloccarmi più così a lungo.
Se dovesse
succedere, mi prostro già ai vostri piedi, scusandomi in anticipo.
Ok, dopo il
capitolo precedente, abbastanza forte ed introspettivo, vi lascio respirare un
attimo con uno un po’ più leggero. Qui ci sono molti più dialoghi, ed il ritmo
è veloce.
Ma già dal prossimo
credo si tornerà a fare un po’ più introspettivo.
Bene e…Mi sono
divertita un mondo a scrivere di Sirius in questo capitolo XD
Povero caro,
capitato in una casa di Ravenclaw, non sapeva più da che parte girarsi!
Da notare che i
nomi dei genitori di Alison sono pensati a posta…Mi spiego meglio:
Entrambi sono stati
Ravenclaw e lei si chiama Sophia (da Sofia, sapere…) e lui si chiama Anthony
(che sia il nonno di Anthony Goldstein, della stessa età di Harry? A me piace
pensarlo…) Ulysses (da Ulisse, che tutti sanno che era un grande stratega).
Mmmm…si rivelerà
uno stratega anche il padre di Alison?
Vi lascio con il
dubbio per un po’ ^__^
Beh, che ne
pensate?
Blue Krum: Grazie mille per aver lasciato il tuo
passaggio. Sono contenta che tu l’abbia letta dall’inizio! Anche io sono
curiosa di sapere come andrà a finire tra Sirius ed Alison XD
Oddio, si, so come
finirà…Ma ho paura che ad un certo punto i personaggi si muovano da soli,
fregandosene delle mie idee XD
Continua a leggere,
mi raccomando ^__^
Kikka91: Ma tesoro, rimango sempre sbalordita dalla
lunghezza delle tue recensioni O_O mi divertono un mondo XD
Cmq il tuo commento
“Il nostro Eroe però è un po' troppo impulsivo e facile all'incazzatura,
eh ù.ù”…Beh, lo ha dimostrato anche in questo capitolo a quanto pare, no? Ma il
mio Sirius è aqnche un po’ così…Una maledetta testa calda!! Che amore *-*
(deliroooo delirooo XD)
Questo credo sia il primo capitolo dopo un sacco di
tempo in cui non compare il nostro Eroe James Potter alias La Leggenda Più
Bella Di Hogwarts ed il Cercatore Più Dotato Da Secoli. L’ho lasciato un po’
riposare, perchè ha faticato fin troppo nel capitolo precedente XD
James e Lily mi piacciono un sacco insieme, e non li
lascerò stare per molto, anche loro alla fine dovranno mettersi insieme, no?
“fatto una
recensione forse non molto degna di questo capitolo toccante” Ma stai
scherzando? Hai colto appieno il capitolo!
Si, quello di Remus voleva apposta essere un colpo di
scena. D’altronde Remus e Lily li ho sempre visti bene insieme, ed anche James
la pensa come me (^^”””), ed è per questo che è altamente geloso del Lupo
Mannaro. Remus è quello più tormentato del gruppo, l’ho sempre visto così e
così cerco sempre di ritrarlo. Mi dispiace un mondo per lui, però ç__ç
Da notare come Peter, per quanto mi riguarda, è una
presenza alquanto indifferente XD
E comunque…quanto
ci metti a postare un altro capitolo della tua fic? ç__ç (io dovrei solo che
stare zitta XD)
Loryherm: “Tesoro mio, tu hai davvero talento! Una
delle poche quasi perfette del sito! Certo ognuno ha i suoi difetti, ma tu sei
proprio fantastica!” Ma lo sai che mi hai fatto piangere? ç__ç dico sul
serio…Ti ringrazio infinitamente…Non sai quanto piacere mi hai dato.
Cmq l’inizio della fine non è ancora arrivato, ci
vogliono ancora un po’ di capitoli e di colpi di scena…Ma non manca poi molto
(almeno credo XD).
La battuta
“cosa facciamo stasera?” “quello che facciamo tutte le sere: tentare di
conquistare il mondo” devo ammettere che non è mia.
È di quei due topini, che non mi ricordo come si
chiamano…Quelli bianchi che di notte fuggivano e tentavano sempre piani assurdi
per conquistare il mondo (sto parlando di un cartone animato, non sono del
tutto impazzita XD), non l’hai mai visto?
Però in bocca a
James era perfetta XD
Non ho resistito a
far fare a James la parte dell’eroe vera e propria. Secondo me ci voleva un
qualcosa del genere per far avvicinare James e Lily…Quindi…Chissà come si
evolverà adesso tra loro due!? (io lo sooo, io lo sooo…hihihi ^---^)
Ah…approposito…Mi
hai per caso contattato?
Eh…Doppio Ah! Ho
visto adesso le tue fic O_o dovrò mettermi a leggerle!! Appena ho tempo o_O
PiccolaBlack: ^__^ ti ho scioccata? Beh, era questo l’intento!!
Quella scena ho cercato di farla con più suspance possibile apposta…
Cmq i tuoi commenti
mi fanno sempre sganasciare dal ridere XD
Chiedo di nuovo
perdono per averci messo una settimana ad aggiornare T__T dispiace anche a me.
Non sapevo che tu e
Lory foste cugine…^^” potete anche non parlare di me, che io mi imbarazzo.
Grazie mille per
avermi fatto pubblicità ^____^
Segreti Celati,
Segreti Celati…MIO DIO! Sono 17 capitoli O_O
Ok…Mi metterò a
leggerli tutti…Non so quanto ci metterò O__o
A Lily piaceva alzarsi presto, durante i giorni festivi
Capitolo 13.
Preparativi Per Una Riunione.
A
Lily piaceva alzarsi presto, durante i
giorni festivi.
Le piaceva
assaporare appieno il silenzio, mentre tutti erano ancora addormentati.
La rilassava, la
concentrava e le faceva cominciare la giornata con il buon umore.
Quel martedì
mattina aveva uno scopo in più.
Meno rumorosamente
possibile, per non spezzare quel silenzio che così tanto le piaceva, uscì dal
castello per dirigersi vicino al lago. Sapeva che lì, sotto lo stesso grande
albero di sempre, avrebbe trovato Remus.
Doveva parlargli.
Da dopo l’accaduto
di due notti prima, Remus la stava evitando, rintanandosi in un silenzio ed in
una solitudine ancora maggiori del normale.
E Lily odiava
quella situazione.
Si avvicinò con
passo sicuro e deciso, cominciando a scorgere la figura del ragazzo.
Quando la sentì
avvicinarsi e si voltò a guardarla, Remus sembrò impallidire. Chiuse il libro
che teneva tra le mani, e le cercò di sorridere con il suo sorriso garbato ed
invulnerabile.
-Ero sicura di
trovarti qui…- Soffiò lei, a voce bassa. Non ce n’era realmente bisogno, ma non
voleva danneggiare quella quiete surreale.
Si sedette vicino a
lui e l’erba scricchiolò dolcemente sotto il suo peso.
Remus stirò
maggiormente le labbra in un sorriso, abbassando appena lo sguardo. –Mi
conosci, Lily…- Cantilenò, quasi soddisfatto.
-Remus, non mi
piace che tu mi eviti…- Disse lei, di colpo.
Era brava a girare
attorno agli argomenti, ma era una cosa che non le era mai piaciuta. Preferiva
essere schietta.
Come le aveva
insegnato la sua mamma Babbana, un cerotto va tolto con un unico strappo,
tentennare non fa che aumentare il dolore.
Remus ridacchiò
appena, poggiando la testa contro il tronco dell’albero.
-Sempre sincera,
noto con piacere…-.
-Stai continuando
ad evitare l’argomento- lo ribeccò Lily, continuando a fissarlo.
Remus rise di
nuovo, poi si voltò per ricambiare lo sguardo. Il Gryffindor aveva gli occhi
stanchi e pieni di tormento. Lily vi lesse un affetto che lei non avrebbe mai
voluto notare, ed abbassò il proprio sguardo.
-Sei stata troppo
abituata a guardare ciò che ti circondava, da piccola…- Disse dolcemente lui.
Sembrava stesse parlando con una cosa delicata.
Lily non rialzò lo
sguardo, ma sentì la curiosità farsi largo.
-Cosa intendi
dire?-
-Che capisci fin
troppo, delle persone. E questo perché sei sempre stata abituata ad osservare
ed a rendere tuo tutto ciò che percepivi…-.
Lily rimase
interdetta per un attimo, poi sorrise maliziosamente, come soddisfatta. –E tu
come fai a saperlo?- domandò, scoperta.
-Perché anche io
sono così, Lily- mormorò lentamente Remus, continuando a guardare attentamente
ogni gesto di lei.
Lily si sentì in
imbarazzo.
-Stai comunque
evitando l’argomento…- cercò di virare lei.
-Perché quello non
eri tu…- disse lei con semplicità, cogliendo una margherita.
Remus strinse i
pugni. –Si che ero io! È questo il punto! Diamine!!- disse, scocciato,
passandosi una mano sul volto.
Sospirò
sconfortato.
Lily rimase in
silenzio per un lungo momento, cercando le parole più adatte. –Volevo dire
che…Non eri cosciente…Tu non mi avresti mai fatto del male…- Mormorò, evitando
sempre e comunque il suo sguardo.
-Non cambia i
fatti…Mi sento in colpa, Lily…Io sono un mostro!- Esclamò lui.
Lily alzò lo
sguardo di colpo. Non sapeva bene se innervosirsi o intenerirsi.
Allungò una mano,
poggiandogli le dita a lato di un occhio. Lui sussultò al tocco, guardandola
con confusione.
-Remus…Sei già
abbastanza tormentato anche senza avere sensi di colpa su di me- disse Lily,
sorridendo dolcemente.
Remus rimase in
silenzio, guardandola con gli occhi scuri. Era così pieno di tristezza e di
affetto, che Lily non era sicura di riuscire a reggere ancora a lungo lo
sguardo. Sperò che lui facesse qualcosa.
Ma quando vide nei
suoi occhi farsi largo una decisione, Lily tolse la mano di colpo, come
scottata.
-Lily io…-
-Ti prego,
Remus…Non rendermi le cose difficili…- supplicò a mezza voce lei, abbassando lo
sguardo.
E così, lei aveva
sempre visto giusto, nonostante non ci avesse mai creduto sul serio.
Remus sospirò, poi
guardò il libro che aveva tra le mani. –Studiavo Trasfigurazione…Continuiamo
insieme?- Domandò.
Lily trattenne un
sospiro di sollievo. Scrollò i capelli fulvi e sorrise.
–Certo, perché
no?-.
-E lei cosa ha
detto?-
-Questa è la parte
più bella…Lei ha riso!-
-Ha riso??-
-Si, ha riso fino a
farsi venire le lacrime agli occhi!-.
Sirius e James
erano tranquillamente appoggiati al muro della Sala Grande. Non avevano la
minima idea di andare al loro tavolo a fare colazione, visto che Pix aveva
deciso di colpire chiunque avesse a tiro con uova sode ed aringhe affumicate.
Loro dovevano
ancora finire di parlare di cose serie.
-E davvero non ha
detto niente?- Domandò nuovamente James. Guardò divertito una Gryffindor del
primo anno talmente audace da tentare di lanciare contro Pix l’intera caraffa
di succo di Zucca.
Ora c’era Succo di
Zucca e cocci di vetro ovunque.
-Beh…Veramente ha
detto qualcosa del tipo “sei proprio un Gryffindor”…-
-Sei veramente
fortunato, Felpato-.
Sirius indicò la
folla con un cenno del capo, incrociando le braccia al petto. –Che dici, ci
buttiamo nella mischia?- Chiese.
James si portò le
mani dietro lo testa, pensandoci un attimo. –Nooo! Mi sporcherei i capelli…-
Proferì, con fare annoiato.
Vi fu un momento di
silenzio.
Silenzio tra di
loro, non nella Sala.
-E con la Evans?-
Domandò Sirius, alla sprovvista.
La Gryffindor che
prima era stata così audace, adesso era la mira favorita del poltergaist, come
ci si aspettava. Ormai aveva addosso rimasugli di qualsiasi cibo presente sulla
tavolata.
-La Evans fa di
tutto per non rimanere da sola con me…-
-Si comporta come
Lunastorta…-
-Non ricordarmelo
ogni volta, Felpato!- Esclamò infervorato James. Batté con rabbia un pugno
contro il muro.
-Scusa James…Ma
tanto ormai Lily è tua…-
-Non parlare solo
per confortarmi…Non serve…-
-Ramoso, ma che stai
dicendo? Domenica notte non si staccava più da te!-
-Ma era sconvolta!-
-Si, ed in un
momento in cui cercava conforto, si è appoggiata a te…-
-Dici che è così?-
-Secondo me si…Ma
poi le donne sono un mondo a parte…-
-Già…Chi le capisce
è bravo…E pensare che io me la dovrò sposare, la Evans!- Disse James,
sconfortato, come se quello fosse un destino a cui non poteva opporsi.
Sirius rise di
gusto. –Dio me ne scampi dal matrimonio!- Rispose il moro.
James lo guardò di
sottecchi. –Non me la dai a bere, Sirius…Dopo il tuo discorso con il padre
della tua ragazza, credo che tu qualche pensiero sul matrimonio te lo stia
facendo…-.
Sirius si voltò a
guardare James spalancando gli occhi.
Non era bello
quando gli si leggeva nella mente.
Ora non sapeva più
che pesci pigliare.
Per fortuna Pix lo
salvò in extremis, decidendo che era ora di coinvolgerli nella baraonda.
James si ritrovò
con una torta in faccia.
-Maledetto
schifosissimo Poltergaist!!- Urlò James, tirando fuori la bacchetta.
Sirius rise di
gusto.
Rimase un attimo a
guardare James inveire contro Pix, schivando abilmente tutto ciò che gli
lanciava.
Forse era arrivata
l’ora di parlare a tutti di quella lettera che teneva ancora sotto il cuscino.
-Sorella, con quel
sorriso divertito in volto sembri la mamma…- Disse con affetto Lionel,
guardandola coccolare il gatto.
Seduti sul tappeto
davanti al fuoco, i due gemelli stavano facendo un veloce ripasso di Erbologia
prima di scendere a colazione.
-Non posso farne a
meno, Lionel…- rispose lei, continuando a sorridere maliziosamente.
Continuava a
ripensare a Sirius, rosso in volto, che urlava contro suo padre.
-Stai pensando a
quanto sia semplice adescare un Gryffindor?- Domandò Lionel.
-Esattamente-
-Spiegherai tutto a
Sirius?-
-Non lo so…Credo
che lo terrò sulle spine ancora un po’…- mormorò lei con fare pensieroso. Poi
si mise a ridere, divertita.
Suo padre non
cambiava mai.
-Vedo che Sirius ha
sorpreso anche te…- disse divertita, guardando il fratello con la coda
dell’occhio.
Lionel fece una
smorfia. –Ammetto che ha coraggio da vendere…- rispose, senza sbilanciarsi.
Alison sorrise
maggiormente, felice e divertita.
Una ragazzina entrò
adorante nella Sala Comune, con i capelli sporchi di una qualche sostanza
strana. Sospirò profondamente, sprofondando in una sedia.
-Ci sono James
Potter e Sirius Black, nella Sala Grande, che stanno inscenando una guerra di
cibo…Sono così belli, sporchi di torta!- Spiegò ad una sua compagna che la
guardava incuriosita.
Alison scoppiò a
ridere, alzandosi.
-Vado a prendere il
mio Eroe che torna dalla guerra della colazione!- Disse al fratello, uscendo
divertita.
Fece la strada con
il sorriso sulle labbra, affacciandosi poi nella Sala Grande.
-Coraggio, miei
prodi! Abbattiamo il nemico!- Urlò tonante James Potter, in piedi con un piede
appoggiato alla tavolata. A capotavola, con la bacchetta tesa ed i capelli
sporchi di cibo, aveva alle spalle una mezza dozzina di Gryffindor.
Sirius, dall’altro
capo della tavola, in piedi sulla panca, lo guardò beffardo. Anche lui aveva il
suo esercito personale di Gryffindor. –Non ci lasceremo sconfiggere!! Arcieri,
attaccate!!- Esclamò Sirius, gonfiando il petto.
Un paio di
Gryffindor lanciarono dei pasticcini cercando di colpire Potter.
Ma un incantesimo
scudo, lanciato da una ragazzina al fianco di James, fece fallire l’attacco.
–Credevate che i miei druidi non fossero abili in incantesimi curativi??-
Domandò beffardo il cercatore, sorridendo smagliante alla ragazzina.
Poi si tese di
nuovo verso la tavolata. –Coraggio, cavalieri!! All’assalto!!-.
Non appena James
diede il comando, anche Sirius fece un cenno ampio con il braccio. Entrambi gli
eserciti tirarono fuori le proprie bacchette e tutto il cibo rimanente nella
tavolata prese il volo magicamente.
-Potter!! Black!!
Cosa state facendo?-
Ma la voce vibrante
della McGranitt fece immobilizzare la Sala.
Sembrava alquanto
esterrefatta della scena.
-Settanta punti in
meno a Gryffindor!!- Urlò la professoressa, muovendo una mano sopra la testa.
James si tolse
un’aringa dalla testa, sembrava schifato dalla condizione dei suoi capelli.
Sirius scese dalla panca.
–Professoressa, ha
cominciato Pix- disse con tono orgoglioso.
La McGranitt si
guardò attorno, e vide Pix inseguire un Gufo che volava poco sotto il soffitto
stregato. La donna sembrò vibrare.
-Pix insegue un
gufo…- Mormorò lei lentamente. Sembrava trattenere l’esplosione di rabbia.
-Ma è colpa sua se
abbiamo cominciato! Mi ha lanciato una torta in faccia!- si lamentò James.
La McGranitt
fremette.
-questa Sala è
diventata un porcile!- Berciò la donna, le guance che si imporporarono
indignate.
Seguì un silenzio,
in cui tutti si guardarono attorno appurando le condizioni disastrose della
Sala.
-Uscite tutti di
qui! Tutti! Tranne Black e Potter!- Urlò la McGranitt, muovendo velocemente la
bacchetta. Tutti i Gryffindor, tranne i due Eroi, tornarono lindi.
Velocemente, gli
alunni si affrettarono ad uscire dalla Sala, sospirando di sollievo.
Alison scosse la
testa, ancora sulla soglia dell’ingresso.
-Per quale assurdo
motivo siete sempre in mezzo?- Chiese inviperita la professoressa.
-Ma perché siamo
gli Eroi, Professoressa!- Disse euforico James. Sirius rise.
La McGranitt
fremette nuovamente.
-Allora fate una
missione Eroica: pulite questo schifo senza l’ausilio della magia!- Disse la
donna, abbracciando con un braccio tutta la Sala.
-Cosa?? Ma non è
tutta colpa nostra!!- Urlò James, indignato.
La McGranitt lo
fulminò con lo sguardo. –Lo so benissimo, Potter. Ma siete voi ad aver istigato
questo finimondo, come sempre! Ed è ora che vi diate una calmata!-.
Sirius sbuffò,
voltandosi ed incontrando gli occhi blu di Alison.
La Ravenclaw guardò
Sirius, sporco di cibo fino alla punta dei capelli, e cominciò a ridere.
I Gryffindor, quel
giorno, avevano perso la Guerra.
-Jamie…Ascoltami…Stasera
vorrei parlarvi- Disse Sirius, sgranchendosi la schiena.
Avevano passato
gran parte della giornata a pulire, e per le ore restanti si erano buttati nei
loro letti cercando di recuperare qualche ora di sonno.
-Perché non farlo
adesso? Vado a chiamare Lunastorta e Codaliscia…- Rispose James, sbadigliando.
Sirius scosse la
testa. –No, non voglio che nessuno senta, e voglio che ci sia anche Alison…-
disse. Parlare con tutti in un’unica volta gli faceva risparmiare un sacco di
tempo.
-Va bene, non c’è
problema-.
-Mi serve il
mantello dell’invisibilità- disse tutto d’un fiato Sirius.
James inarcò un
sopracciglio. –E per cosa?-.
-Vorrei parlarvi
qui…E vorrei dormire con Alison- Rispose il Gryffindor, distogliendo lo sguardo
dall’amico.
James saltò sul
letto. –Ma stai scherzando?? Ed io, Remus e Peter dove andiamo a dormire???-
Chiese, esterrefatto.
Sirius si alzò di
scatto. Era lievemente rosso in viso. –Non pensare male, Jamie! Voglio solo
dormirci!! Ma per farla arrivare qui dentro, mi serve il tuo mantello
dell’invisibilità…-.
James sospirò
profondamente. –Non farmi prendere di queste paure, Felpato…Va bene…Ti darò il
mantello-.
Sirius si illuminò
in volto. –Va bene, questo è il piano- trasse un profondo respiro, e cominciò a
spiegare.
Remus era tornato
dalla ronda dei Caposcuola, quando Sirius uscì di corsa, con la Mappa del
Malandrino ed il mantello dell’invisibilità sotto al braccio, per andare a
prendere Alison nella sua Sala Comune.
James sbadigliò
forte e, dopo un paio di minuti, uscì anche lui dal ritratto per seguire il
piano.
La sua fervida
mente aveva già capito che Sirius, quella sera, voleva parlare di quella
lettera e di quel colloquio con Silente.
Si scrollò forte i
capelli. Con suo stupore, vide la sua Lily Evans venirgli in contro per il
corridoio.
Probabilmente si
era attardata con qualche sua amica Prefetto.
James sorrise
dolcemente, come ogni volta che la vedeva da dopo quella maledetta nottataccia.
Ogni volta che guardava quegli occhi verdi, se li ricordava disperati e pieni
di lacrime che cercavano il suo appoggio.
Lily lo vide e
sussultò, stranamente arrossendo.
Ma riuscì a
riscuotersi subito. –Cosa fai in giro, Potter? Se non torni in Sala Comune,
dovrò darti una punizione…- Disse, cercando di avere un tono deciso.
James aumentò il
sorriso, e lei rimase spiazzata.
-Buonasera
Lily…Chiedo perdono, ma sono in missione, non posso tornare dentro…- Disse
cantilenante, avvicinandosi a lei gioioso.
Lily sembrò aver
quasi la tentazione di indietreggiare. –Cosa state combinando?- domandò.
James continuò a
sorridere, ma non rispose.
Allungò una mano
verso di lei, che si ritrasse appena. James la guardò profondamente, e lei
sembrò rimanerne colpita.
Lo perforò con i
suoi occhi luminosi, ed il Cercatore si sentì mancare per un attimo. Allungò
nuovamente la mano, e le accarezzò la guancia lentamente.
Vide il volto di
Lily arrossire, piano piano, e gli occhi farsi lucidi.
-Sono contento che
non ti sia successo nulla…- Mormorò lui in un soffio, calandosi appena verso di
lei.
Gli occhi della
Evans sembrarono inumidirsi. Sembrò perdere il controllo per un attimo.
-Jamie…- pigolò di
risposta, dolcemente e disperatamente. Sembrava stesse lottando per non
affondare il volto nel petto di lui.
Lui ridacchiò
appena, intenerito.
-Il mio piccolo
giglio con le spine…-
Alison era in
pigiama, sbadigliando rumorosamente, quando Sirius imboccò il corridoio per la
sua Sala Comune. Lo guardò incuriosita.
-Ali, svelta,
infilati qua sotto!- Disse Sirius, senza tanti preamboli, tirando fuori il
mantello di James.
Alison sentì i
propri occhi spalancarsi.
-Un mantello
dell’invisibilità!! Non ne avevo mai visto uno!!- Esclamò sorpresa, cominciando
a toccare il mantello, incuriosita.
Vide Sirius
sorridere di tenerezza per un attimo, ma tornò subito serio.
-Dai Ali!! Non
abbiamo tempo! Infilati qua sotto, è l’unico modo!- Disse sbrigativo.
Consultava uno strano foglio di pergamena che aveva tra le mani. Ad Alison
sembrò di vedere dei puntini muoversi, su quel foglio.
Inarcò un
sopracciglio biondo.
-Cos’è?- Domandò,
tendendo il collo verso la Mappa.
Sirius sospirò. –Ma
non riesci a frenare un po’ la tua curiosità?- Domandò divertito.
Alison arrossì
vistosamente, distogliendo subito lo sguardo dalla mappa.
-Perché devo
indossare il mantello? Che vuoi fare?- Domandò, virando abilmente discorso.
Sirius si passò una
mano sul volto. –Voglio portarti nel mio dormitorio…- Disse senza tanti giri di
parole.
Alison si voltò di
scatto, spalancando gli occhi.
Cosa??????
-Nel tuo
dormitorio??- Domandò, arrossendo improvvisamente.
Sirius si fermò un
secondo, ed anche il suo viso si colorì appena. Poi scoppiò a ridere. Alison
non seppe se esserne rincuorata.
Aveva il cuore in
petto che non decideva a calmarsi.
Probabilmente aveva
un’espressione stravolta.
Sirius si chinò
appena su di lei, portandogli una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Si era
fatto improvvisamente serio, con gli occhi insondabili ed un ghigno dipinto in
volto.
-Cosa c’è, non hai
mai dormito con qualcuno?- Domandò con voce morbida.
Alison sentì tutto
il suo corpo accaldarsi improvvisamente.
-Sirius!!!- Esclamò,
quasi scandalizzata, allontanandolo appena da se.
Sirius scoppiò a
ridere di nuovo.
Si stava prendendo
gioco di lei.
Alison mise un
finto broncio, per nascondere l’effettivo imbarazzo.
-Non stasera, Ali…-
Disse sempre divertito il Gryffindor.
Alison sentì il
rossore continuare a diffondersi, ma la curiosità aveva comunque il
sopravvento. Ma continuò ad evitare di guardarlo.
-“Non stasera”
cosa?- domandò.
In realtà non era
sicura di voler sapere la risposta.
Sirius rise di
nuovo, sembrava trovare la cosa alquanto esilarante.
Beato lui!
-Non faremo stasera
quello che hai immaginato…Ho altri piani!- disse.
Alison sospirò di
sollievo impercettibilmente. Si rivolse di nuovo verso di lui.
-Che piani?- Chiese
dubbiosa.
Sirius stavolta
sembrò incupirsi per un attimo.
Era impressionante
come cambiava rapidamente stato d’animo.
-Devo parlarti…E
devo parlare anche ai ragazzi…Quindi pensavo di fare tutto in una volta…E così
ho anche pensato di invitarti a dormire con me…-.
Sottolineò
accuratamente la parola “dormire”, divertito, per non creare altri
fraintendimenti.
Alison si sentì
arrossire lo stesso.
Sapeva già che
quella notte non avrebbe chiuso occhio, se le cose stavano così. Ma d’altronde,
non voleva lasciarsi scappare l’opportunità di dormire con Sirius.
Sarebbe stato
dolcissimo.
Con un sorriso
dipinto in volto, Alison prese il mantello buttandoselo sulle spalle. –Forza
allora, andiamo!- Disse tornata gioviale.
James era così
vicino al volto di Lily da poterle contare le lentiggini.
Lo avrebbe fermato
anche questa volta?
Sperò ardentemente
di no.
Aveva Lily ad un
soffio, non sapeva se avesse potuto subire lo smacco di lasciarsela sfuggire di
nuovo.
La ragazza dal
canto suo sembrava parecchio combattuta. Prima ricambiava il suo sguardo, poi
gli occhi le cadevano immancabilmente sulle sue labbra.
James si avvicinò
ancora.
Poteva sentire il
suo profumo dolce, e l’odore della sua pelle.
Stare così vicino
alla Evans gli causava le vertigini.
Poi lei…Chiuse gli
occhi.
James sentì le
campane suonargli alle spalle, con tanto di marcia trionfale.
Anzi, di marcia
nuziale.
Era rimasto così
scioccato che per un attimo non fece nulla.
Sentiva il bisogno
di scrollarsi fortemente i capelli.
Ma quello non era
decisamente il momento.
Le sfiorò le
labbra, sentendola sussultare impercettibilmente quando…
Si sentirono dei
passi.
Incanto Finito.
Lily sbarrò
improvvisamente gli occhi, scacciando repentinamente James lontano da se.
James aveva voglia
di uccidere chiunque si stesse avvicinando.
Peccato che si rese
conto subito dopo che fosse la sua amabile spalla destra Sirius Black.
Arrivato giusto in
tempo per sbagliare entrata.
Forse se ne rese
conto anche lui perché dopo un secondo di ilarità, Sirius gli rivolse un
esplicito sguardo pieno di rammarico.
James aveva una
gran voglia di piangere. Non fosse stato un Eroe, forse avrebbe anche preso in
considerazione l’idea.
-Scusami se ti ho
fatto aspettare, Jamie…Ma vedo che eri in buona compagnia…Forse dovevo arrivare
un po’ più tardi…- Esclamò gioviale Sirius, senza riuscire a risparmiarsi la
frecciatina.
James incrociò le
braccia al petto, decisamente infastidito. –Si, infatti!-.
Sirius si avvicinò,
ridendo di gusto, mentre vedeva Lily arrossire.
Sirius le passò
vicino, e Lily sentì qualcosa di strano.
Un fruscio…
Come di un
mantello.
Seguito da uno
spostamento di aria che non poteva essere causato da Sirius.
Senza rendersene
conto, la rossa aveva sporto la mano e le era sembrato…
…Di sfiorare
qualcosa?!
Lily si corrucciò
appena, guardando la schiena di Sirius. C’era qualcosa di strano.
Solo in un secondo
momento notò una parte del maglione leggermente tirata. Come se qualcuno…
Fosse aggrappato a
lui.
Lily Evans era
sempre stata brava ad osservare ed a fare due più due.
-Dove vuoi portare
Alison?- Domandò senza nemmeno rendersene conto.
Le sue parole
ebbero l’effetto di appesantire l’aria.
Notò un guizzo di
stupore negli occhi di James, prima che lui riuscisse a coprirlo. Sirius si
voltò un secondo dopo.
Quei due non erano
mai stati bravi a raccontare bugie.
Ad omettere, si. A
girare le cose come meglio preferivano, anche.
Ma a mentire, no.
-Cosa diamine vai
farneticando, Evans?- Domandò Sirius, scrollando le spalle. Si, era teso.
Lily sorrise,
vittoriosa, facendo qualche passo verso Sirius. Vide distintamente la presa sul
maglione di Sirius allentarsi fino a scomparire.
Alison era scaltra.
-Smettetela…Non
siete bravi a mentire…C’è Alison sotto il mantello dell’invisibilità…- Disse
tranquillamente Lily.
James fece qualche
passo verso di lei, avvicinandosi a Sirius, ma andò a cozzare contro qualcosa.
Qualcosa di
invisibile.
Lily sorrise ancora
più vittoriosa. Sirius sospirò, sconfortato. –James, sei un idiota!-.
James avvampò,
scaldandosi. –Senti, Felpato, io poco fa stavo quasi per baciare la Evans!!
Credi che adesso possa anche avere la mente lucida?-.
Lily avvampò.
Alison, sotto al mantello, non riuscì a trattenere una risata.
-La commedia è
finita…Non so che intenzione abbia Sirius, ma non vi permetterò di farla
entrare nella nostra Sala Comune…Se veniamo scoperti la McGranitt ci espelle!!-
disse truce Lily.
James si passò una
mano sui capelli. –Che facciamo, Sirius?- domandò.
Sirius sospirò
ancora, sconfortato.
-Caricatela di
peso, James…Vorrà dire che anche lei ascolterà ciò che ho da dire!-.
Il cercatore non se
lo fece ripetere due volte.
*****
Sono in ritardo di
nuovo…E va beh…
È la vita… (vorrei
dirlo in francese, ma sicuramente farei una castroneria).
Allora…
James mi sta
decisamente prendendo la mano O__O
Ormai quel ragazzo
si muove davvero da solo…Mi fa paura! È sfuggito al mio controllo!! Ma da lui
dovevo aspettarmelo…
(deliro O__o)
Bene…direi che
siamo un po’ alla resa dei conti…Che dite?
Grazie mille alle
quelle due adorabili cugine che continuano a leggere la mia fic, e che
sopportano i miei ritardi
(e che, vorrei
aggiungere, mi hanno spaccato un timpano :P)
PiccolaBlack: XD
calma i tuoi bollenti spiriti!! Mmm…Forse il padre di Alison ha qualcosa in
mente, non credi?
Come vedi, i due
piccioncini non hanno litigato, anzi…Lei è scoppiata a ridere XD
Loryherm: e il
migol..e il milgnol col il prof prof prof prof…’naaachio!! (AHAHAHAHAHAHAHA XD
basta!!)
Tutti i Gryffindor erano così abituati ai colpi di testa di James Potter
che, quando lui entrò nella Sala Comune con Lily butta
Capitolo 14.
Nella Camera dei Malandrini.
T
utti i Gryffindor
erano così abituati ai colpi di testa di James Potter che, quando lui entrò
nella Sala Comune con Lily buttata sulla sua spalla come un sacco di patate,
nessuno ci fece molto caso.
Nemmeno le
maledizioni di Lily, molto assortite, riuscirono a riscuotere il minimo
interesse.
Alison ne rimase
divertita. Fosse successa una cosa del genere nella sua Sala Comune, tutti si
sarebbero affrettati ad informarsi sulla situazione, incuriositi.
Solo qualche
ragazzina invidiosa lanciò qualche sguardo di traverso a Lily, mentre James
cominciava a salire i gradini due a due, verso la sua stanza, canticchiando.
-Saltiamo i
preamboli? Detesto girare in tondo…- Mormorò Sirius, passando una mano sul
volto. Era visibilmente a disagio.
Remus, seduto sul
letto di fronte, socchiuse appena gli occhi.
La presenza di Lily
nella propria stanza gli stringeva lievemente lo stomaco.
Si mise a studiare
attentamente la strana scena in cui era capitato.
C’era Peter, che
guardava con occhi pieni di timore ed imbarazzo Alison e Lily, come se fosse la
prima volta che vedeva due esseri di genere femminile così da vicino. Guardava
con invidia James e Sirius, così vicini alle ragazze, ed arrossiva di continuo.
C’era James, effervescente
ed esaltato al massimo, che era riuscito a convincere Lily a rimanere seduta
sul suo letto. Ora le lanciava occhiate piene di tronfio orgoglio come se
stesse guardando un trofeo.
Lily, dal suo
canto, si guardava intorno come se fosse un animale braccato. I grandi occhi
verdi che incontravano spesso quelli di Remus, come a cercare un qualche
conforto in mezzo a quella situazione che per lei non aveva senso.
Alison, accanto a
Sirius, era contemporaneamente intimorita ed incuriosita. Si vedeva che stava
attentamente studiando ogni singolo particolare di quella stanza. Si soffermava
con lo sguardo sul comodino di Sirius, sul suo baule, su qualche suo vestito
buttato alla rinfusa. Teneva stretta la mano di Sirius, ed ogni tanto lo
guardava con gli occhi preoccupati, anche lei notando il disagio del ragazzo.
E c’era Sirius.
Sirius preoccupato ed a disagio, forse confuso. Incontrava brevemente lo
sguardo di Alison, a volte, ma non guardava nessun’altro negli occhi.
Sembrava si fosse
effettivamente alla resa dei conti.
-Beh, insomma…Un
po’ di tempo fa ho ricevuto una lettera…- mormorò Sirius, interrompendo i
pensieri di Remus.
Si sporse indietro
per prendere quella fatidica lettera da sotto il cuscino, cominciando a
rigirarsela tra le mani.
-Beh…è di mia
madre. Mi informa che…Beh…-
Sirius sospirò a
fondo. Alison gli strinse la mano maggiormente.
-Mio Zio Alphard,
l’unico parente che mi abbia mai appoggiato…Lui è gravemente malato…-.
Il silenzio fu
totale e glaciale. Anche chi non aveva mai sentito parlare di Zio Alphard (cioè
Lily, Alison e Peter) capirono immediatamente che quello, per Sirius, non era
soltanto il parente che ti dà qualche Galeone di mancia quando lo si va a
trovare durante le feste comandate.
Tutti percepirono,
senza difficoltà, quanto Zio Alphard fosse stato, per Sirius, l’unica boccata
d’aria fresca in un’intera casata contro di lui.
Alison, l’unica che
ebbe il coraggio di rompere il silenzio, mormorò qualcosa senza senso, che
suonò molto come una domanda.
Voleva chiedere
come si sentiva Sirius?
O da quanto lo
sapeva?
O che cosa aveva
Alphard?
O tutte queste cose
contemporaneamente?
Sirius le sorrise
intenerito. Come se fosse lui a dover rincuorare lei.
-è già tanto che
mia madre mi abbia mandato questa lettera…Non mi ha specificato cos’ha mio Zio.
Alphard è vecchio, e non l’ho mai visto completamente sano…Un po’ c’era da
aspettarselo…-.
Ma nessuno se l’era
effettivamente aspettato.
Remus socchiuse di
nuovo gli occhi. Sentì il bisogno di cambiare posizione, e non lo fece solo per
non rompere di nuovo il silenzio.
James si mosse nel
suo letto.
-Ed il colloquio
con Silente?- Domandò il cercatore. Forse lui non aveva la stessa sensibilità
spiccata di Remus.
Lily, infatti, gli
lanciò un’occhiataccia, scandalizzata dalla poca delicatezza.
Sirius riuscì
addirittura a sogghignare divertito.
-Da quel che
sembra, mio Zio ha già trascritto le sue volontà. Ha detto che voleva che
Silente le leggesse, e che lui avrebbe saputo cosa fare…-
Sirius sospirò
impercettibilmente.
-Beh, sembrerebbe
che mio Zio voglia lasciarmi tutti i suoi averi in eredità…- Disse, sorridendo
di commozione.
Poi fu di nuovo il
silenzio.
Nessuno sapeva bene
cosa fare, in realtà.
Fu, ovviamente,
James a togliere dall’imbarazzo.
-Ma quindi…Vuol
dire che quest’estate non verrai a stare da me?- Domandò, spalancando gli
occhi.
Sembrava un bambino
sperduto, al quale dicevano che suo fratello sarebbe andato via di casa. Tutti
sembrarono sorridere inteneriti.
Forse Peter no. Lui
era arrossito vistosamente, calando il volto, dopo aver visto il lieve sorriso
di Lily.
Forse nemmeno
Sirius.
Anzi, decisamente
Sirius non stava sorridendo. Si stava arrabbiando.
Alison capì subito
cosa stava succedendo.
Lo capì soltanto
dalla stretta di Sirius, che si fece dolorosamente forte.
Poi il moro si alzò
di scatto, accaldato. –James! Ti sto dicendo che mio Zio sta morendo e l’unica
cosa di cui ti preoccupi è di dove diamine abiterò quest’estate?- Chiese
Sirius, il tono della voce pericolosamente alto.
Peter sussultò,
Remus scosse il capo, Lily sbuffò alzando gli occhi al soffitto.
James spalancò
lentamente gli occhi. Probabilmente non colse appieno ciò che aveva detto
Sirius, o il perché lo aveva detto, ma si infervorò prontamente in ugual
misura.
Si alzò anche lui,
fronteggiando l’amico.
-Credi che tutto giri
intorno a te, Sirius?- Domandò James, cercando quella che gli sembrava l’uscita
più appropriata.
E sbagliando di
grosso.
Alison quasi
sorrise di tenerezza.
-No Jamie, per
quello basti ed avanzi tu!-
-Mi stai dando
dell’egocentrico?- Domandò James. Sembrava offeso nel profondo.
-Certo James!-
Sbottò Sirius, spalancando le braccia.
James si avventò su
Sirius e lo spinse con poca convinzione. Sirius prese il braccio di James e gli
diede uno scossone.
Alison inarcò un
sopracciglio. Non capiva cosa stessero facendo, e non sapeva se preoccupasi ed
intervenire.
Cercò lo sguardo di
Remus e, trovandolo placido, tornò più serenamente a studiare la strana lite di
James e Sirius.
-Sei uno stupido
egocentrico, Potter! L’unica cosa che riesci a fare è scompigliarti quei
maledettissimi capelli!-
L’esclamazione di
Sirius venne accolta da vigorosi cenni di assenso da parte della Evans.
James non sapeva
cosa ribattere, rosso in volto per lo sdegno ed il finto sforzo.
-E tu sei un
insulso purosangue rinnegato! Se non ti avessi dato un posto in cui dormire
saresti finito per strada!-
Alison spalancò gli
occhi inorridendo.
Qui si stava
decisamente esagerando. Pensò di alzarsi e bloccarli, ma non fece tempo nemmeno
ad issarsi dal letto che Remus era già in mezzo a loro.
I due ragazzi si
divisero, assumendo entrambi un espressione scocciata, incrociando le braccia
al petto evitando lo sguardo dell’altro.
Remus sospirò
profondamente, guardando prima James, poi Sirius.
Atto Primo.
-Mi dite cosa
diamine vi è preso?-
Peter squittì
terrorizzato dal suo letto.
-“cosa diamine vi è
preso”? Non ti sei accorto di nulla?- Domandò James con fare teatrale.
Sirius scosse il
capo, scandalizzato da Remus.
Come se tutto
accadesse per la prima volta.
Remus scosse le
spalle. –Vi infervorate così spesso che tendenzialmente non ci faccio più caso-
spiegò con un sorriso pacato stampato in volto.
Sapeva di dare sui
nervi, così.
Sirius mugugnò
qualcosa di incomprensibile tra i denti, sempre più scandalizzato.
-Allora, si può
sapere cos’è successo?- Domandò Lupin, con fare annoiato.
Secondo Atto.
Adesso James e
Sirius avrebbero urlato contemporaneamente le loro motivazioni.
-Succede che sono
due idioti dalla testa calda…Che non sanno fare una conversazione civile senza
finire sull’orlo di una lite- interruppe tranquillamente la Evans, con il suo
miglior tono velenoso.
Vi fu un pesante
silenzio, mentre tutti si voltavano verso Lily.
James e Sirius
avevano l’espressione persa di chi vede le proprie abitudini volatilizzarsi in
una nuvola di fumo.
Remus inarcò un
sopracciglio. Non aveva pensato che qualcuno potesse intromettersi.
-Puoi ripetere,
Evans?- Sirius era stato il primo a riprendersi, aggredendo subito la rossa.
Lei rimase
impassibile, ovviamente, scrutandosi con attenzione una ciocca di capelli. –Devo
spiegartelo in modo più semplificato, Black? Siete entrambi incivili quanto un
troll!-.
James inorridì,
scuotendo vigorosamente la testa.
-Impossibile,
tesoro. Noi siamo gli Eroi!!- Disse, con tono dolce. Sembrava stesse spiegando
ad una bambina le regole fondamentali della vita.
Lily lo guardò
inarcando un sopracciglio.
Alison ridacchiò.
Sirius si fermò un
secondo, prima di scoppiare in una fragorosa risata canina.
-Sei un’idiota,
Ramoso!- Disse affettuosamente, stringendo un braccio attorno al collo di
Potter con fare fraterno.
-Si, ma pur sempre
un Eroe…- Si intromise Alison, divertita.
Sirius rise più
forte, James si esaltò maggiormente.
-Esatto Goldstein!
Vedo che tu sei Ravenclaw per qualche cosa!!- Disse, stringendole vigorosamente
la mano.
Avrebbero potuto
vincere una medaglia solo per la rapidità in cui avevano cambiato totalmente
umore.
Sirius sbuffò,
disteso comodamente sul suo letto.
Si stava per
inscenare un’altra litigata. Questa volta tra James e la Evans.
E lui non voleva
averci assolutamente nulla a che fare, preferiva guardare svogliatamente
Alison, che giocava a scacchi magici con Remus.
-Potter, io devo
andare nel mio dormitorio!- Escamò Lily. Aveva un tono di voce così alto che
sembrava stesse cercando di parlare con una persona a centinaia di metri di
distanza.
Probabilmente James
sarebbe diventato sordo, a furia di intestardirsi con lei.
-Se proprio devi,
Lily, va pure…- Rispose controvoglia il Cercatore.
Lily rimase in
silenzio un momento, poi arrossì di sdegno.
-Ma è tardi! Se mi vedono
uscire dalla vostra stanza a quest’ora, chissà cosa penseranno!-
-E tu lascia che
pensino!- James ora aveva un sorriso ebete dipinto in volto.
-Sei un’idiota,
Potter!-
-Ma scusa, la
soluzione è tanto semplice!-
-E quale sarebbe di
grazia?- Chiese ironica Lily, incrociando le braccia al petto.
-Ma naturalmente
puoi rimanere a dormire qui!- Esultò James, allargando le braccia. Il suo
sorriso ora aveva qualcosa di incredulo ed estatico: sembrava avesse assistito
ad un’apparizione divina.
Lily scosse violentemente
il capo, spalancando gli occhi. Sembrava terrorizzata all’idea.
-Oh no…No, no,
no…Non ci penso nemmeno! Non dormirò con te, Potter!-
James parve
leggermente deluso, e la sua espressione diventò quella di un cucciolo
bastonato. –Non importa, Lily. Ti cedo volentieri il mio letto…- Disse, con
dolcezza.
La Evans arrossì
leggermente e le parole sembrarono mancarle per un istante.
In quel momento di
silenzio, Alison mosse il proprio cavallo, e poi si girò verso la rossa.
-Dai Lily…Non credo
tu abbia molto di cui preoccuparti. Potresti fare uno strappo alla regola, per
una volta. Ed io mi sentirei molto più tranquilla a non essere l’unica ragazza
qui dentro…- Disse dolcemente la Ravenclaw.
Sirius sorrise tra
se. Alison era meravigliosamente strategica.
Anche James sembrò
pensare la stessa cosa, perché i suoi occhi si illuminarono di speranza.
Lily evitò
accuratamente lo sguardo di James, sospirando appena di sconforto.
Masticò qualche
imprecazione tra i denti, poi scosse la testa per sistemare i capelli.
-Va bene,
Alison…Resterò per non lasciarti sola con i Malandrini- disse, come se stesse
facendo un enorme opera caritatevole.
Sirius vide Alison
sorridere vittoriosa sotto i baffi, e lui fu orgoglioso di avere una ragazza
Ravenclaw.
Alison sospirò,
serena, accoccolandosi meglio al corpo di Sirius.
Nonostante le tende
tirate del letto a baldacchino, l’oscurità non era totale, e lei riusciva ad
intravedere la figura del ragazzo con cui avrebbe dormito.
Prese una mano di
Sirius tra le sue, e cominciò ad accarezzargli le dita, catturata.
Il profumo di
Sirius la avvolgeva, ed era intorpidita dall’eccessivo calore.
Posò il palmo della
mano grande di Sirius sul proprio, per constatare la differenza.
Il Gryffindor aveva
il palmo talmente ampio, rispetto a quello di lei, che sembrava che la sua mano
volesse avvolgerla.
-Che mani grandi
che hai…- Bisbigliò appena lei, sfiorandogli le dita con le labbra.
Sirius si girò
verso di lei, dandole un puffetto sulla guancia.
-è per toccarti
meglio…- Rispose ironico, ingrossando appena la voce.
Alison ridacchiò.
-Potreste evitare
di fare sdolcinatezze?- Domandò bruscamente una voce lamentosa dal pavimento.
Alison ridacchiò
più forte. Sirius fece finta di sbuffare indispettito.
-Pensate a chi
passerà la notte su un freddo pavimento, con soltanto la consolazione di un
cuscino…- Si lamentò James, rigirandosi rumorosamente ai piedi del letto.
-Zitto e dormi,
Potter. L’hai detto tu che mi lasciavi il letto!-
Come sempre Lily
sapeva essere di una dolcezza disarmante.
Alison rise di nuovo.
-Dai piccola,
adesso prova a dormire…- Sussurrò Sirius, baciandole affettuosamente la fronte.
Lei si strinse
maggiormente a lui, con il cuore che le scoppiava nel petto.
-Non so se ci
riuscirò, Sirius…-
Una voce lugubre si
alzò nuovamente da pavimento.
-Nemmeno io so se
riuscirò a dormire, Sirius…-.
*********************
Sono un disastro
T_____T
Lo so…Vi ho fatto
aspettare tantissimo!! Sono proprio deplorevole! (chissà se è la parola giusta…ma
ho il cervello che non funziona @_@)
Posso provare a
tiare fuori qualche scusa che può fare da attenuante?
Ho un orribile
blocco dello scrittore (T___T sono disperata!!)
La scuola mi sta
facendo uscire di testa! (T____T mio dio….)
Bene…adesso potete
pensare alla tortura da sottopormi…
Tanto so che non mi
ammazzerete…almeno non fino alla fine della Fic…
Curiosi, eh?
Hihihihihi…
(Che bello avere il
coltello dalla parte del manico *-*)
Cmq io-adoro-James…
Certo, Sirius è
Sirius…Ma per fortuna che c’è James! O la mia Fic non sarebbe quella che è.
Bene…E qui si
scoprì cosa era scritto nella lettera…
Ovviamente, il
tutto non può finire qui, giusto?
Hihihihihihi…
Che ne dite?
Grazie a voi che
avete recensito ç_ç (me commossa come sempre)
Blue Krum: Sono contenta che ti incuriosisca, ma mi
dispiace da morire averti fatto aspettare tanto T__T
Spero che
nonostante la mia incostanza, tu continui a leggere la mia Fic ed a provare
interesse!
PiccolaBlack: eh no, tesoro…Nemmeno qui Lily e James
combinano qualcosa ^--^ Ve la sto facendo sudare parecchioooo!!! Hihihihii
Mi scuso per il
ritardo T___T
Kikka91: “Una delle Lily/James
e Sirius/nuovo personaggio più belle ch'io abbia mai letto.” Stavo piangendo
ç___ç giuro!
“Ho compreso cosa il
signor Goldstein e il resto della famiglia hanno combinato a Sirius . Penso una
specia di... prova? Dopotutto tu stessa hai cercato di invogliare le nostre
menti a ricercare il mistero. Ulysses, abile
stratega...” …Chi vivrà vedrà ^___-
Comunque si, ti ho fatto penare XD
Adesso vedrò di non mancare più aggiornamenti…Lo spero…
Tanto io e te ci sentiamo…Quindi nessun problema!
Sono sempre commossa dalle tue recensioni ç__ç Grazie
tesora ^*^
Bene…Scusate ma sono un po’ di fretta…
Devo andare a sbattere la testa nel libro di storia
dell’arte >_>
Sirius era in una stanza scura,
dalle mura con i mattoni a vista e l’arredamento antico e massiccio. Anche in quella casa, come nella
sua, ogni minimo elemento aveva il simbolo dei Black. Sentì di odiare quel posto. Era ancora piccolo, talmente
piccolo che superava di poco in altezza lo scrittoio vicino
all’ingresso. Ma qualcosa, in quella casa, la
rendeva totalmente diversa da qualunque altra appartenente ad un suo
familiare. Nonostante la tenera età, o forse proprio grazie a questa,
aveva capito che l’atmosfera che li circondava aveva qualcosa di
totalmente anomalo, rispetto a quello a cui era abituato. Si respirava…Pace? Serenità. Quella casa era accogliente e,
in quale modo, solare. E poi vide quell’uomo. Era altissimo. Tutti gli adulti
gli sembravano altissimi, in quel periodo. Ed aveva il classico
comportamento regale e la bellezza affascinante dei Black, che Sirius
era così nauseato di vedere anche quando solo si guardava allo specchio. Ma quell’uomo aveva qualcosa di
diverso. Aveva una luce viva negli occhi. Aveva una malizia ed un’ironia
che sembravano prendersi gioco della vita. Sembrava dominasse il suo
destino. Si può dominare il proprio
destino? Lui, Zio Alphard, sembrava
riuscirci… Gli si accucciò di fronte,
sorridendogli come Sirius non aveva mai visto fare a nessuno. Un sorriso di comprensione. Un
sorriso di tenerezza. Lo zio aveva portato la propria
mano dietro all’orecchio di Sirius, poi aveva esibito una faccia
stupita. “Ma guarda un po’ cosa c’è
dietro il tuo orecchio…” mormorò sorpreso. Adesso la mano stringeva un
lecca-lecca di un rosso intenso, che Zio Alphard diede a Sirius
allargando il proprio sorriso. “Smettila con questi stupidi
giochi da babbanofilo, fratello!” Aveva berciato sua madre, dietro di
lui. Ma Sirius era così affascinato… Erano sicuri che quell’uomo era
un Black? Poi qualcosa cominciò a
ticchettare. Cos’era che ticchettava? Stonava
così tanto con il ricordo…
Sirius aprì
gli occhi, confuso. Quel ticchettio non proveniva dal suo
sogno. Proveniva dalla finestra della sua stanza. Mugugnò
appena, tirando leggermente le tende del baldacchino, accecandosi con
la tenue luce del mattino. Un gufo picchiettava alla finestra. Sbuffando,
Sirius tolse il braccio da sotto il collo di Alison, ingenuamente
addormentata, e si alzò per aprire la finestra. Il Gufo aveva
le piume arruffare, e sembrava alquanto contrariato di non essere
appollaiato da qualche parte a dormire dopo la caccia notturna. Sirius
prese la lettera, schivando abilmente una beccata, e la rigirò tra le
mani. Non vi era scritto nulla, se non il suo nome, “Sirius”, con una
grafia che non riconosceva. Incuriosito ma assonnato, si
sedette nuovamente nel letto. Si voltò a guardare Alison,
rimirandola. I boccoli biondi scomposti, le labbra semiaperte, le
ciglia lunghe a coprirgli gli occhi. Respirava profondamente, immersa
nel sonno. Girata su un fianco, le mani vicino alla bocca, le ginocchia
raccolte. Sembrava un micio indifeso. Sirius sospirò,
assaporando appieno tutta quella pace, interrotta solo da un lieve
russare che proveniva dal pavimento. Ma era così abituato al russare di
James, che raramente vi faceva ancora caso. Diede di nuovo le
spalle ad Alison, per poter aprire la lettera. La scartò
sereno, aprendo sempre più interessato alla pergamena stropicciata. Poi
il mondo sembrò arrestarsi.
Alison non seppe dire
cosa l’aveva svegliata. Forse il lieve spiraglio di sole che
la colpiva, ora che le tende del baldacchino non la riparavano più. O
forse il lieve gemito strozzato che scaturì dalle labbra di Sirius. O
forse era quel dolore lancinante che sentiva provenire dal petto, un
dolore che sicuramente non era suo. Un dolore che veniva da Sirius,
voltato di spalle. Alison si alzò, puntellandosi su un gomito. Scombussolata
e con il cuore che le batteva all’impazzata nel petto. Qualcosa
non andava. -Sirius…?- Il ragazzo non diede nemmeno
segno di averla sentita. Alison scivolò verso di lui, le
lenzuola che frusciavano ad ogni suo movimento. Gli toccò dolcemente
una spalla, e si sporse oltre di lui per vedere cosa stava tenendo tra
le mani. In una pergamena stropicciata, vi erano scritte solo
poche parole, con una calligrafia veloce e tremolante, ma comunque
spigolosa e curata.
Alphard è morto poche ore fa. Ti
farò sapere per il funerale.
Cygnus Black
-Merda…-
Le parole le sfuggirono senza che lei potesse fare nulla. Si
sedette sulle ginocchia, portandosi la testa di Sirius alla base della
gola, stringendolo a se con forza. Sirius le portò un braccio
a cingerle la schiena, stringendo la presa fino a farle mancare il
respiro. Ma Alison non si oppose, continuando ad accarezzare i capelli
del ragazzo, oscillando lievemente come a cercare di confortarlo in
quell’atteggiamento materno. La consapevolezza che qualsiasi
cosa detta sarebbe risuonata sbagliata le attanagliò le viscere
aumentando il senso di panico. Cosa poteva fare un Ravenclaw,
quando le parole non servivano più? Rimase in silenzio,
cercando disperatamente qualcosa da fare. Piangendo per il
dolore che sentiva scaturire da Sirius. Piangendo per la
paura di non sapere come affrontare una situazione del genere. Forse
fu solo un sollievo sentire Lily muoversi nel suo letto, sveglia.
A Regulus non piaceva andare da
Zio Alphard. Sirius si ricordava bene quel pianto da ragazzino viziato
che riempiva il silenzio di casa loro, ogni volta che la loro madre
voleva lasciarli da suo fratello. Sirius non capì mai perché di
tanto astio. Forse Alphard sembrava troppo
eccentrico, agli occhi di Regulus. Lo Zio abitava da solo, e non
era servito da Elfi Domestici. Lì, Regulus non poteva farsi viziare
come amava fare a casa. “Scegli una carta, piccolo
Sirius” gli diceva ogni tanto lo Zio, con un mazzo di carte babbane in
mano. Ovviamente, Regulus diffidava di
quegli sconosciuti trucchi babbani, codardo com’era. Ma Sirius si divertiva, e
sceglieva prontamente una carta. “Vedi, piccolo Sirius, ogni
agnellino, per crescere, deve vedere cosa c’è oltre il proprio recinto”
diceva lo Zio, lanciandogli uno sguardo significativo. Sirius gli consegnava la carta,
dopo averla guardata, e lo Zio la mischiava nel mazzo. Poi sembrava cambiare totalmente
argomento. “Sai, c’è chi non conosce altro
che la strada che sta percorrendo. Ma per sapere qual è quella giusta
per ognuno, quali sono quelle accidentate e quali quelle alberate,
bisogna vederle tutte. Solo così potrai decidere di rimanere su quella
che ti stanno facendo percorrere o di seguirne tutt’altra” Sirius credeva di capire solo in
parte. Era ancora troppo piccolo. Ma sapeva che lo Zio gli stava
insegnando qualcosa di importante e si impresse a fuoco nella mente le
sue parole. Lo zio prendeva una carta nel
mazzo e la mostrava a Sirius: era la stessa che lui aveva pescato prima. “Te lo ricorderai, piccolo
Sirius?” “Si, Zio”
Qualcosa
l’aveva svegliata. Un suono che assomigliava ad un pianto trattenuto. Lily
si alzò di scatto a sedere, sbattendo più volte le palpebre per mettere
a fuoco la stanza. Per un attimo inorridì nel vedere James
Potter addormentato ai piedi del letto, poi la mente si fece lucida ed
i ricordi tornarono. Beh, non che così inorridì di meno. Ma
almeno sapeva dov’era e cosa ci faceva lì. Voltò il proprio
sguardo verso i lievi singhiozzi che sentiva. -Alison?-
Chiese, in un sussurro. I singhiozzi sembrarono aumentare
appena. -Lily…- Mormorò la voce della bionda, in quella che
sembrava una richiesta di aiuto disperata. Lily si alzò
prontamente, facendo il giro del letto. Alison stringeva a se
Sirius, che aveva il volto affondato nel braccio della ragazza. Lei lo
stringeva, accarezzandogli i capelli in quello che sembrava un gesto
per tentare di calmare entrambi. Piangeva, gli occhi blu lucidi e persi. Poi
l’attenzione della rossa si posò sulla pergamena caduta ai piedi di
Sirius, che lesse velocemente. Le si serrò un nodo alla gola. Incontrò
lo sguardo di Alison, e capì che la ragazza non aveva la più pallida
idea di cosa fare e cercava disperatamente il suo aiuto. Lily
sentì una morsa chiuderle lo stomaco. -James, svegliati!-
Disse la rossa a voce alta, il tono lievemente tremante. Alison
chiuse gli occhi, appoggiando le labbra sulla capigliatura corvina di
Sirius. Sembrava quasi confortata. Si sentì un mugugno dal
pavimento. Lily fece di nuovo il giro del letto, arrivando
davanti a James, che si voltava assonnato. –James muoviti…- Disse secca
Lily, cercando di non lasciar intravedere l’incertezza nella sua voce. -Cosa
c’è?- Chiese lui con voce impastata. -Alphard è morto…-
Mormorò la voce di Sirius, spenta, cupa, apatica. James si
tirò a sedere di scatto, alzandosi in men che non si dica. Anche
Remus sembrò alzarsi in quel momento, dirigendosi subito di fronte a
Sirius. Peter squittì nel suo letto. Bene…Almeno
adesso erano in cinque a non sapere cosa fare. Lily sperò che
L’Eroe James Potter sapesse risolvere anche questa situazione.
Maledizione. Maledizione. Maledizione. James
si scosse vigorosamente i capelli, sedendosi accanto a Sirius. Non
riusciva a vederlo in faccia, visto che aveva il volto ancora infossato
nel braccio di Alison, ma sembrava quasi riuscire a toccare il suo
dolore, tanto era forte. Che fare? Era sempre stato
negato per quelle situazioni. Lui era più bravo ad agire, non
a fare discorsi di condoglianze. Alzò lo sguardo a cercare
quello di Remus, di fronte a loro. Anche lui, sembrava stesse invano
cercando qualcosa da fare. Maledizione. Maledizione. Maledizione. E
lui aveva male dovunque. Merito di una comodissima dormita su un
pavimento freddo. Almeno Alison sembrava si stesse calmando:
aveva smesso di piangere. James si guardò nervosamente
attorno, senza sapere cosa fare, ma con l’intenzione di fare per forza
qualcosa. Solo in quel momento vide la pergamena a terra, soffermandosi
a leggerla. -Chi è Cygnus?- Vide di sfuggita Remus
rivolgergli un’occhiata carica di rimprovero. Maledizione. James
corrucciò un attimo le sopracciglia. -L’ho detto a voce alta?-
Domandò, confuso. Remus inarcò un sopracciglio. –Si, Ramoso…-
Disse, apatico. Maledizione. -è l’altro fratello di
mia madre…- Disse quella che, con un po’ di immaginazione, poteva
essere la voce di Sirius. Ma era così spenta, così lieve e
senza tono, che James sentì una morsa stringergli il cuore. Maledizione.
Durante
le sue prime vacanze di Natale, da quando era entrato ad Hogwarts,
Sirius sentì sua madre urlare come non aveva mai fatto. Non avrebbe mai creduto
possibile che una donna potesse urlare tanto. Forse erano imparentati con una
Banshee. Quando finalmente le mancò la
voce, dopo un paio di giorni, Walburga Black in Black imparò a
riservare a Sirius uno sguardo pieno di ribrezzo. Aveva undici anni, e lui era
ancora il piccolo Sirius, quando capì di essere la delusione di sua
madre e di tutta la famiglia. Fu così che si rifugiò da Zio
Alphard. “Zio, io sono sbagliato?” Gli
domandò. “Piccolo Sirius, perché dici una
cosa del genere?” Lo Zio cominciava ad
invecchiare, ed aveva una strana e persistente tosse che faceva
interrompere i suoi discorsi affascinanti. “Ho sentito un giorno la mamma
che diceva che non dovevo nascere, che sono nato sbagliato…” Lo Zio sorrise enigmatico.
“Dipende sempre dai punti di vista, piccolo”. Ma Sirius non capì, guardandolo
con occhi grigi confusi ed in cerca di sicurezze. “Piccolo Sirius…Ti trovi bene
con i tuoi compagni di Casa?” Domandò dolcemente lo Zio, mentre si
posava un Galeone nel palmo. “Si Zio! Ho fatto amicizia con
un altro Gryffindor…Si chiama James Potter, e tutti dicono che
sembriamo fratelli!” Rispose Sirius, gioioso. Zio Alphard socchiuse appena gli
occhi. “E come mai?” Domandò, quasi cantilenante. Fece vedere la moneta a Sirius,
rigirandola come a fargli capire che quel Galeone non aveva niente di
particolare. “Perché abbiamo tutti e due i
capelli neri. E perché dicono che ci assomigliamo nel carattere!”
Rispose prontamente Sirius, fissando con intensità la moneta. Lo Zio chiuse la moneta nel
palmo, e quando riaprì la mano il Galeone era scomparso. “E non hanno mai detto qualcosa
del genere a te ed a Regulus?” Domandò paziente l’uomo. Sirius scosse la testa. “Io e
Regulus sembriamo opposti, se non fosse per l’aspetto”. “Come tra Gryffindor e
Slytherin?” Domandò divertito lo Zio, ma subito dopo si affrettò a far
concentrare l’attenzione di Sirius su altro. “Non credi che sia molto bello
che tu abbia trovato degli amici, e delle persone che hanno qualcosa in
comune con te?” Domandò Alphard. Sirius annuì. “E tu credi che abbiate in
comune il fatto di essere figli di maghi?” Domandò ancora lo Zio. Sirius corrucciò appena il volto
infantile. “Non stiamo parlando di questo, Zio” Disse, perplesso. Zio Alphard ridacchiò appena.
“No, è vero, non stiamo parlando di questo”. Poi lo Zio chiuse di nuovo la
mano, e quando la riaprì il Galeone era di nuovo comparso sul suo palmo. “Stai crescendo bene, piccolo
Sirius. Ma questo farà si che i tuoi amici diventeranno la tua unica
famiglia…” Aveva detto, quasi tristemente.
-…La
mia unica famiglia…- Alison trattenne un attimo il respiro,
abbassando il volto verso la testa di Sirius tra le sue braccia.
Allontanò appena Sirius da sé. Aveva il volto cereo, e lo
sguardo spento, ma sembrava stesse cominciando a riprendersi. Non una
lacrima gli rigava il volto, ma i suoi occhi erano del colore delle
nuvole cariche di pioggia. -Cosa, Sirius?- Domandò dolcemente
Alison, apprensiva. Tutti sembrarono farsi appena più vicini,
per sentire meglio quello che diceva il ragazzo. -Voi siete
davvero diventati…La mia unica famiglia…- Mormorò Sirius. Alzò
il volto, guardò Alison negli occhi ed abbozzò un sorriso triste e
stanco. Nessuno trovò qualcosa da dire. James
sembrava avesse le lacrime agli occhi, e strappò Sirius dalle mani
della ragazza per poterlo abbracciare. –Si, io e te siamo fratelli!-
Disse, commosso. Sirius ridacchiò appena, togliendosi
dall’abbraccio di James. Il cercatore mostrò il pollice
all’amico, dove era segnata una bianca e fine cicatrice. –Ti ricordi?
Abbiamo fatto un patto di sangue! Noi siamo fratelli!- Continuò James,
allargando i suoi grandi occhi da bambino. Sirius ridacchiò di
nuovo, ed appoggiò il proprio pollice su quello di James. -Si
Jamie…- Mormorò, ed i suoi occhi sembrarono illuminarsi appena. Alison
sospirò di nuovo. James stava riuscendo, chissà come, a
salvare anche quella situazione.
Lily si sentì
cogliere da un senso di sollievo così prorompente che sentì le lacrime
pungerle gli occhi. Guardava prima James, che sorrideva come
un bambino, poi Sirius, al quale era tornata un po’ di luce negli
occhi. Poi tornava costantemente a guardare James. Si sentiva
così…Orgogliosa. Orgogliosa di cosa? Orgogliosa di
James, di come riusciva sempre e comunque a salvare ogni situazione. Di
come risultava estremamente affascinante. Di come riuscisse a
intenerirla ogni volta. Di come riusciva ad essere un eroe in ogni
situazione. Di come riusciva a toccarla dentro, come nessuno
aveva mai fatto. Lo ammirò. Per la prima volta,
Lily ammise di voler avere qualcosa di James, della sua esuberanza, del
suo eroismo. Lily, dentro di sé, ammise di volere James Potter
per sé. Solo per sé. Non voleva più quelle ragazzine
che lo guardavano adoranti, che lo spogliavano con gli occhi, che gli
si avvicinavano facendo le fusa come tante gatte in calore. Non
voleva più che James guardasse le altre ragazze con il suo sguardo
ammaliatore, che sorridesse loro con aria affascinante. Se gli occhi di
James non fossero stati così belli, Lily probabilmente avrebbe avuto la
tentazione di cavarglieli. Lily scosse impercettibilmente la
chioma rossa. Quello probabilmente non era il momento giusto
per perdersi in quei pensieri.
Alison guardava
inerme la scena davanti ad i suoi occhi. James stava parlando,
con la sua solita allegria ed esuberanza, di tutte le volte che avevano
scambiato lui e Sirius per fratelli. Sirius, adesso, abbozzava
addirittura un sorriso, contagiato dalle risate di James e Remus. Si
sentì inutile. Non era riuscita a fare nulla per Sirius,
nonostante fosse la sua ragazza. La sua intelligenza e la sua
razionalità non erano servite a nulla. Aveva la tentazione di
fuggire. Di andare a prendere tra le braccia Faron, affondando il volto
nel suo pelo fitto, inspirando odore di casa, e facendosi cullare dal
suo rassicurante ronfare.
Sua mamma stava sgridando
amorevolmente Regulus. Tutto quello che sua mamma
faceva a Regulus, aveva un che di soffocante senso materno colmo di
amore. Almeno Sirius aveva cominciato a
vederla insopportabilmente così da due anni prima, da quando era
entrato ad Hogwarts. Da quando sua madre aveva smesso
di guardarlo negli occhi. Erano davanti alla casa di Zio
Alphard, ma Sirius non capiva cosa facevano lì. D’altronde, non poteva
domandarlo. Sua mamma non gli avrebbe risposto, e lui avrebbe solo
sprecato fiato. Poi la porta si aprì, e gli
occhi di Sirius si spalancarono. Zio Alphard, che improvvisamente
non sembrava più tanto alto ed imponente, aveva un aspetto malconcio,
pallido in viso e con spesse occhiaie sotto agli occhi. Sirius si chiese se lo Zio fosse
sempre stato così gracile. Poté rimanere da solo con lui
solo dopo qualche ora, quando sua madre e Regulus se ne andarono senza
far caso se Sirius li seguisse o meno. Lo Zio tossì forte, una tosse
che sembrò partire direttamente dai suoi organi vitali, e Sirius si
alzò di scatto, senza sapere cosa fare. Ma poco dopo Alphard smise di
tossire, inspirando profondamente boccate d’aria. “Cos’hai, Zio?” Domandò Sirius,
spaventato. Era sull’orlo delle lacrime. Vedere suo Zio così debole, lo
aveva reso insicuro su tutto. Tutta la sua vita gli era parsa
improvvisamente insopportabile, tutta l’aria che respirava aveva un
peso di cui non si era mai accorto. Cosa avrebbe fatto, senza lo Zio
Alphard? Dove sarebbe andato a rifugiarsi? Lo Zio lo scrutò a lungo,
riuscendo a leggergli le paure che stavano premendo nello stomaco. “Piccolo Sirius…E’ ora che
affronti qualche altro passo da solo…” Disse, con stanchezza. Sirius lo guardò, la sensazione
di smarrimento che si faceva sempre più forte dentro di se. “Devi trovare appoggio su altro,
non sul tuo vecchio ed eccentrico Zio malato…” continuò Alphard, con un
certo sarcasmo nella voce. Sirius per un attimo si convinse
ciecamente che lo Zio stesse solo scherzando. Ma sapeva benissimo che non era
così. “…Zio…Ma stai male?” Alphard lo guardò con gli occhi
grigi stanchi e vitrei, dove si poteva ancora scorgere quello che era
l’orgoglio dei Black. “Promettimi una cosa, Piccolo
Sirius…” Sirius si fece tutt’orecchie, i
muscoli tesi nel sentire l’aria appesantirsi. Un brutto presagio che
gli offuscava i pensieri. “Piccolo Sirius, io non ci sarò
per sempre…Ma quando lascerò questo mondo, devi promettermi che non
piangerai per me. Non devi farlo. Sarò solo che contento di aver
lasciato questa vita piena di rimorsi che mi logorano…Sarò contento di
aver lasciato tutta questa famiglia, e di aver insegnato tutto quello
che c’era da insegnare al mio piccolo Nipote. Piccolo Sirius, tu non devi
stimare una persona come me…Io sono solo un codardo, una persona che
aspira alla morte ma che non ha il coraggio di farla sopraggiungere da
solo. Tu devi avere altri stereotipi
da seguire. Devi essere sempre forte e
coraggioso, come un eroe di quelle storie che tanto amavi sentire da
bambino. Devi essere sempre gentile e
galante con le Donne, perché sono la linfa vitale di questo mondo, Dee
terrene che devi venerare. Combatti sempre per ciò in cui
credi. Infine, lotta per chi ami, e
sacrificati per loro, se è necessario”. Quella fu l’ultima volta che
Sirius parlò seriamente con Zio Alphard. Dopo quel discorso, Zio Alphard
ritenne che non ci fosse altro da spiegare a Sirius. Ormai, lui non era più piccolo.
Remus
guardò Sirius sospirare profondamente. Poi, allibito, lo
guardò sfoderare uno dei suoi migliori e sgargianti sorrisi. -Direi
che forse sarebbe meglio andare in Sala Grande…Ho bisogno di
sgranchirmi le gambe…- Mormorò il moro, come se nulla fosse. Tutti
si ammutolirono, stupiti e sconcertati. Sirius si alzò, come
se nulla fosse, stirando i muscoli delle braccia e del collo. Poi
si voltò verso gli altri, che ancora lo osservavano perplessi. -E
allora? Forza!!- Li incitò maggiormente. James, ovviamente, fu
il primo ad alzarsi, scattante. Sirius gli passò un braccio
intorno al collo, trascinandolo verso la porta. Sulla soglia,
gli scompigliò violentemente i capelli, mentre James si ribellava,
arruffato come un pulcino.
“Zio…Ho deciso che mi trasferirò
da James Potter…” Aveva una valigia consumata in
mano, e guardava lo Zio sulla soglia della porta. Più passava il tempo, più
Alphard sembrava diventare fragile. Zio Alphard gli dedicò un
sorriso carico di orgoglio. Quello sguardo che Sirius aveva
cercato per tutta la vita negli occhi dei suoi genitori. Gli occhi grigi di Alphard si
inumidirono, ma non si scompose. “Bravo Sirius…Sono fiero di
te…”mormorò. Sirius pianse lacrime di gioia e
sollievo.
****
Sono definitivamente tornata… Chiedo scusa per la
lunga, lunghissima pausa…Ma quando il blocco dello scrittore vero e
proprio mi prende, non c’è più nulla da fare… In questo lungo
periodo sono successe tante cose, belle, brutte, insulse, noiose…Ma
Gryfon and Raven era lì che mi aspettava… Ogni tanto quando
frugavo nel computer la trovavo e…mi ripromettevo che l’avrei portata a
termine, visto che oltretutto la trama generica è già delineata nella
mente.
Quindi chiedo davvero perdono a tutti… Il
minimo che ho potuto fare è stato mandare una mail a chi aveva segnato
la fic tra i suoi preferiti.
Faron aveva captato la situazione non appena Alison era entrata nel
dormitorio
16.
Faron aveva captato la situazione non appena Alison era
entrata nel dormitorio.
Sentiva distintamente che qualcosa la faceva preoccupare,
anche solo guardando la sua espressione offuscata di quando rimuginava troppo.
Per questo, stiracchiandosi, si diresse subito verso di lei,
miagolando, per farsi prendere tra le braccia.
Subito lei lo strinse protettiva e bisognosa di lui.
Alison si accoccolò sul letto, sistemando meglio Faron, e
aprì il libro di incantesimi.
Era classico della Ravenclaw: ogni volta che qualcosa la
faceva soffrire, si rifugiava nel suo piccolo mondo fatto da Faron e dai libri;
per lei, era il modo più semplice per sfuggire alla realtà.
Faron aumentò il volume delle fusa, tentando di placare
l’irrequietezza della ragazza, che continuava ad esibirsi in sospiri fin troppo
profondi.
Lei abbassò lo sguardo, ad incontrare gli occhi del micio.
–Sono solo una bambina viziata che piagnucola vero, micio?- Domandò,
sconfortata.
Faron si strusciò maggiormente contro la sua mano.
Alison ricacciò indietro le lacrime che le avevano appena
offuscato la vista.
No, non era il caso di piangere. Era solo una stupida.
Avrebbe solo voluto sfogarsi accoccolata tra le braccia di
Sirius, cercando conforto ed attenzioni, cercando la certezza che lei valesse
qualcosa. Voleva la certezza che anche se non era riuscita a fare nulla, lei
per lui era fondamentale.
Ma Alison aveva lasciato Sirius e gli altri Gryffindor
appena fuori la Sala Grande, subito dopo la colazione, con una scusa palese
sussurrata tra i denti.
Quello non era certo il momento per i piagnistei.
Perché di quelli si trattava, se ne rendeva benissimo conto.
Piagnistei da bambina viziata.
Sirius le stava facendo andare in fumo il cervello.
D’altronde, cosa aveva sperato?
Non conosceva Sirius da così tanto tempo, come James.
Non era sicuramente un’eroina, come James.
E sapeva cavarsela solo con le parole, al contrario di
James.
Alison scosse il capo, cominciava veramente ad ammattire se
arrivava ad invidiare James.
Ricominciò a focalizzare l’attenzione su un incantesimo di
grado avanzato, sperando utopicamente che il malumore se ne andasse.
-Em…Balck…Scusa…-
Sirius distolse lo sguardo dal fuoco del camino, voltandosi
verso la sua piccola interlocutrice. Una ragazzina dei primi anni lo guardava
con emozione, le guance arrossate.
-Dimmi?- La incoraggiò lui, abbozzando un sorriso stanco.
Forse non era stata la mossa migliore, perché lei arrossì
maggiormente.
-Em…Il…Il Preside ti vuole…- mormorò imbarazzata.
Sirius si alzò con un lungo sospiro: non poteva dire che non
se l’aspettava.
Superò la ragazzina, scrollandole teneramente i capelli.
–Grazie mille piccola-.
-Jamie…sono preoccupato per Sirius…Credi che abbiamo fatto
bene a lasciarlo da solo in Sala Comune?- Remus stiracchiò le gambe sull’erba
fresca, senza distogliere lo sguardo dal libro che teneva tra le mani. Non vi
fu risposta alla sua frase.
-Forse avremmo fatto bene a stare con lui…Sirius non è mai
stato poi così bene da solo, ed in un momento del genere credo dovremmo stargli
vicino anche fisicamente…- Remus rilesse per la quarta volta la stessa riga.
Di nuovo, le sue parole non ebbero risposta.
-Insomma, Jamie, mi stai ascoltando?- Domandò con un minimo
di irritazione nella voce, voltandosi di scatto verso il cercatore dei
Gryffindor.
James momentaneamente non era raggiungibile, preso com’era a
rimirare la sua Lily, addormentata sull’erba accanto a lui. Potter sospirò
pesantemente, estatico, giocando con un ciuffo di quei capelli rossi sparsi
attorno al volto candido.
Remus sorrise appena, bloccando prontamente una fitta di
gelosia.
Si stava quasi rassegnando.
-Jamie?- Provò ancora.
James, come uscito da un sogno, si voltò sussultando. –si?-
domandò, gli occhi luminosi di chi stava piano piano raggiungendo la propria
felicità.
-Non credi dovremmo andare da Sirius?- Domandò Remus.
James si scosse appena i capelli, corrucciandosi appena.
–Lasciamolo stare solo ancora po’…- Mormorò pensoso, prima di tornare a
concentrarsi sulla sua Dea personale.
-Credo tu già sappia che non ti ho convocato solo per
porgerti le mie più sentite condoglianze…-
Silente, come sempre seduto compostamente dietro la propria
cattedra, guardava Sirius attraverso i suoi occhiali a mezzaluna. Sembrava
sentitamente dispiaciuto per lui, cosa che faceva sentire a disagio il
Gryffindor.
Il ragazzo si limitò ad annuire.
-Anche se con grande malavoglia, Cygnus mi ha detto di
consegnarti questa lettera…Di cui, non ti nascondo, sono quasi sicuro di saper
già il contenuto…- Mormorò- il Preside, con una luce di divertimento
onnisciente negli occhi.
Cercando di bloccare un tremolio leggero della mano, Sirius
prese la busta, aprendola.
La lesse velocemente, rimanendo sempre più sgomento.
Alzò gli occhi verso il preside.
-Complimenti, Sirius…-.
-Grazie Signore…-.
Un silenzio imbarazzato calò nella stanza, poi, dopo una
manciata di secondi, Silente sospirò. –Beh, visto che sei qui, ti preannuncio
che la settimana prossima convocherò te, Potter, Lupin, Minus e qualche altro
studente…Devo parlarvi…-.
Sirius si corrucciò appena, -abbiamo fatto qualcosa,
Signore?-.
Silente sorrise, enigmaticamente, -No, a parte sembrar
promettere di rivelarvi estremamente utili per la guerra…-.
-Alison! Alison!- Due sue compagne di casa irruppero nel suo
dormitorio, facendola sussultare.
-Che c’è?- Doamndò, stranita.
Le due ragazze cinguettavano come uccellini fastidiosi. –C’è
Sirius che ti aspetta appena fuori alla Sala Comune!-.
Alison si sentì avvampare. Sarebbe riuscita a mantenere un
po’ di contegno davanti a lui, senza scoppiare a piangere come una bambina?
Doveva almeno provarci.
Lionel vide sua sorella uscire dal proprio dormitorio
seguita da due ragazzine esagitate che stavano dicendo qualcosa di
incomprensibile…Ma da cui lui riuscì a trarre la parola “Sirius”.
Il Ravenclaw si corrucciò appena: da quando sua sorella
frequentava Sirius, la vedeva sempre più spesso in preda a balzi d’umore. Anche
quel giorno, lei era sicuramente preoccupata per qualcosa.
Prima dell’arrivo del Gryffondor nella sua vita, sua sorella
era sempre stata sorridente e senza troppe preoccupazioni che non centrassero
con il prossimo compito di Storia della Magia.
Mentre Alison usciva dal ritratto, sicuramente per tuffarsi
fra le braccia del suo cavaliere, Lionel si corrucciò maggiormente, arrivando
alla conclusione che doveva fare assolutamente qualcosa.
Sirius aveva gli occhi grigi più torbidi del solito.
Appena lei gli si avvicinò abbastanza, ancor prima di
potergli chiedere come stava, lui la prese tra le braccia, stringendola come
lei aveva stretto prima Faron: protettivo e bisognoso di lei.
Ed Alison, a quell’abbraccio ed al bacio che ne seguì, sentì
tutte le proprie difese cedere. Cominciò a piangere, sfogandosi di tutto quello
che le era vorticato dentro, sollevata da quelle attenzioni che ora Sirius le
stava dando.
Il ragazzo non chiese spiegazioni, limitandosi a baciare
ogni lacrima che le scendeva dalle guance, continuando a stringerla a sé, ad
accarezzarle dolcemente la schiena.
Mentre la mano di Sirius disegnava sulla sua schiena,
attirando ogni sua attenzione, Alison sentì la sofferenza placarsi, ed un
inizio di passione farsi largo nel suo corpo, facendola avvampare.
Gettò le breccia al collo di Sirius, ricambiando i suoi baci
focosi con altrettanta foga ed amore, fino a sentire le gambe cominciare e
tremarle.
Sirius la allontanò leggermente, sospirando pesantemente.
Era accaldato, gli occhi intorpiditi da quella che sicuramente non era
preoccupazione.
-Alison…Ti prego…Vuoi venire con me?- domandò, con la voce
arrochita.
Alison sentì il cuore sussultare. –Dove?- Chiese.
Una domanda così insensata, visto che in quel momento
l’avrebbe tranquillamente seguito all’inferno.
Ma Sirius non le rispose,mostrandole solo un sorriso enigmatico carico di promesse.
***
Grazie veramente per tutte le recensioni…Ho superato le
sessanta!! *_*
Sono così felice ç_ç
Credevo di essere rimproverata per la lunga pausa (a
ragione!) ed invece mi avete accolto con tale enfasi ç_ç
Vi voglio bene! (non ho tempo di ringraziare uno ad uno, mi
dispiace, ma devo fuggire a studiare per domani ç_ç)
Solo altre due cose:
indico
una specie di sondaggio: questo capitolo, come qualcuno avrà notato, non
ha nome…Perché non so trovarglielo! In realtà da solo questo capitolo non
sta in piedi, mi mi serviva per preannunciare sia il prossimo che quelli
ancora più futuri…Indi per cui: perché, se avete voglia, non proponete un
titolo? (badate bene, non voglio recensioni solo con suddetto titolo,
dai!! XD)
Piccolo
piccolo spoiler (ed avvertimento)…Dal prossimo capitolo il dovrò
modificare il rating ad arancione…hihihihi…
Quando Lily aprì gli occhi, si trovò davanti il
bel viso di James Potter, che la osservava con venerazione.
Per poco non urlò.
James si aprì in uno dei suoi sorrisi più belli e
dolci, anche se inebetito. –Hai dormito bene?-
Domandò gongolante.
Lily sbattè più volte le palpebre, tirandosi a
sedere. Corrucciò le sopracciglia.
–Dov’è Remus?- Domandò,
guardandosi attorno.
Vide James accigliarsi prima di mettersi a sedere.
–è andato via…Voleva lasciarci da
soli…- Mormorò scontroso.
Lily si domandò se lui se la fosse presa per il fatto di
esser stato completamente ignorato. Beh, la cosa non le interessava.
Aveva deciso che avrebbe continuato ad ignorare in più
possibile Potter, finchè non avesse fatto un po’
di luce su quel batticuore che cominciava insistenetemente a prenderla,
quando stavano insieme.
Lily si alzò. –Beh, io torno al castello, oggi
volevo cominciare a studiare Trasfigurazione…- disse, senza
degnarlo di uno sguardo, dando le spalle al ragazzo e cominciando a
camminare verso il castello.
Lo sentì alzarsi di colpo.
-Evans!- La sua voce era seria ed imperiosa, forte e bassa, come non
l’aveva mai sentito. Quasi spaventata, per un attimo prese in
considerazione l’idea di non voltarsi.
-Evans, sono stufo di essere preso in giro…- La voce di
James non accettava scuse.
E Lily ebbe paura di quella resa dei conti.
-Che posto è questo?- La voce di Alison, così
curiosa davanti ad un posto nuovo, non potè che farlo
sorridere.
L’aveva portata nella Stanza delle Necessità, ed
aveva faticato non poco per non far apparire un enorme letto pieno di
cuscini. Almeno il letto che era comparso era sobrio.
Preso dalla voglia di sentirla maggiormente vicino a sé,
Sirius, come sempre, si era lasciato prendere dall’impulso
senza pensare alle conseguenze. Ora aveva paura di spaventare la sua
piccola Ravenclaw, facendola sentire un coniglio tra le fauci del lupo.
-Un posto che può esprimere tutti i tuoi
desideri…- mormorò con la sua ormai collaudata
voce sensuale. Cingendole la vita da dietro, Sirius scostò
dolcemente i capelli della ragazza, per poterle sfiorare il collo con
le proprie labbra.
-Sirius…- La voce di lei adesso era diventata spaurita e
tremolante.
Solo Alison poteva non aver capito fino a quel momento che intenzioni
aveva.
Sirius sorrise intenerito a quel pensiero, ma si impose anche di far le
cose con calma, senza forzare la mano. O se no l’avrebbe
spaventata davvero.
-Stai tranquilla…Rilassati…Sei con me,
piccola…- mormorò caldo all’orecchio di
lei, sentendola rabbrividire a quel sussurro.
La strinse maggiormente, a tentare di placare almeno per un
po’ ancora quella voglia che sentiva pulsargli nelle vene.
-Rilassati…Sai che non farei niente che tu non
voglia…- sussurrò di nuovo, affondando appena i
denti nella pelle morbida della sua spalla.
Senza riuscire a trattenersi, cercò di infilare le dita
sotto la sua maglia, a volerle sentire la pelle dei fianchi.
La sentì mormorare il suo nome, mentre si voltava tra le sue
braccia, per potergli affondare le mani nei capelli e baciarlo
profondamente.
Esultante, quasi emozionato, alzò il lembo della sua maglia
per poterle accarezzare la schiena. L’aveva voluta per
così tanto che adesso poterla finalmente stringere
arrendevole tra le sue braccia gli diede una scossa lungo tutto il
corpo.
Quando la sentì invocare di nuovo il suo nome, sussurrato a
fior di labbra, sentì che stava perdendo il controllo.
-Alison…Se continui così, non riuscirò
più a fermarmi…- Mormorò ironico,
tentando di spezzare la tensione che sentiva affiorargli sui muscoli.
Lei, per tutta risposta, cominciò a mordergli il collo con
forza.
Sirius gemette, prima di trascinarla verso quel letto che
improvvisamente era diventato più grande e confortevole.
E non era di certo stata opera sua.
James sentiva il suo cuore battere furioso contro le tempie.
Non ce la faceva più. Sapeva perfettamente che la sua mossa
azzardata quasi sicuramente avrebbe solo che portato a risultati
contrari al suo volere, ma ormai il dado era tratto.
Non sopportava più quel gioco tra lei e Lily, dove prima
facevano un passo avanti e poi due indietro. Anche lei, adesso, doveva
mettere le cose in chiaro.
Si era avvicinato a lei a grandi passi, cercando di non farsi
commuovere da quegli occhi spalancati da cerbiatta impaurita, o dalla
bellezza di quel volto lentigginoso.
Per una volta, con lei, doveva essere duro.
-Evans…Sono stanco di questa situazione, sono davvero
stanco- cominciò, con voce sofferente.
La vide calare appena lo sguardo, come confusa.
-Anche se sai perfettamente cosa provo per te, e lo ribadirò
l’ennesima volta!- Proclamò risoluto mentre gli
occhi di lei si spalancavano.
Continuava ad invocare il nome di Sirius senza poterne fare a meno,
continuando a passare le proprie mani su quel torace nudo.
Le loro rispettive maglie giacevano già scomposte ai piedi
del letto.
Lui continuava a baciarla ed accarezzarla, e lei sapeva perfettamente
che si stava trattenendo perché lei potesse abituarsi alla
situazione.
Sirius sentiva, sotto le sue mani esperte, i propri muscoli tesi?
Capiva l’emozione che la stava cogliendo impreparata?
Ciò che vorticava nel suo animo e nel suo corpo, presa da
lui come forse mai prima?
Quando, con dolcezza, Sirius cominciò a sfilarle i
pantaloni, Alison sentì che i pensieri cominciavano a
scivolarle tra le dita.
Solo una cosa continuava a rimanere chiara nella sua testa.
Sirius, Sirius, Sirius, Sirius.
E dopo poco, non capì più se il suo nome
risuonava solo nella sua testa o lo stava sussurrando
all’orecchio di lui.
-Lily…Tu mi piaci…- James era serio, con gli
occhi illuminati da tutti quei sentimenti che lei si era sempre imposta
di non vedere.
-Mi piaci dal primo giorno che ci siamo visti…-
Continuò lui, avvicinandosi maggiormente alla ragazza.
Lei ebbe la tentazione di indietreggiare, ma le sue gambe non riposero.
James poggiò una mano sulla sua guancia, e lei
sentì la tensione dei suoi muscoli.
-Ti amo, Lily Evans-.
Sirius si puntellava con un braccio sul materasso, per non pesare alla
sua Alison, accoccolata sotto di lui.
Il braccio cominciava a fargli male, ma lui si impose di non cedere o
le avrebbe fatto male.
La vide fare una smorfia di dolore, e con l’altro braccio le
accarezzò una guancia, cercando di confortarla.
–Stai tranquilla, piccola mia…Non avere
paura…- mormorò.
Lei aprì gli occhi ed i loro sguardi si incrociarono.
Per un attimo si perse in quei grandi occhi blu che gli mostravano
tutte quelle emozioni. La sentì rilassarsi sotto le sue
braccia, e lui colse l’occasione per avvicinare maggiormente
i propri fianchi a quelli di lei.
La sentì gemere, ma finalmente non vi era solo dolore nella
sua voce.
Unì completamente il proprio bacino a quello di lei.
Lily sentì un capogiro prenderla, ed istintivamente si
appoggiò al braccio caldo di James, che prontamente la
sorresse.
Rialzò lo sguardo, trovando i suoi occhi nocciola
più vicini di prima.
-Lily, te lo chiederò per l’ultima volta: vuoi
metterti con me?-
Alison si sentì scaldare, mentre il suo cuore sembrava
aprirsi in una miriade di sensazione che mai aveva creduto di provare
tutto insieme.
Il dolore se ne stava andando, lasciando il posto
all’eccitazione che aumentava ad ogni movimento di Sirius.
Lo strinse a sé più che poteva, presa non solo
dalla passione ma anche da quello che provava per lui.
Invocò nuovamente il suo nome, gemendo, mentre lui la
baciava con una tenerezza che non aveva limiti.
Un bacio…
Lily si staccò da James, abbassando subito lo sguardo,
lievemente affannata.
Poi si voltò e cominciò a correre.
Ovviamente, come la classica protagonista di qualsiasi favola.
Come in ogni storia che si rispetti, adesso si sarebbero guardati per
un po’ con imbarazzo, senza sapere minimamente come
comportarsi.
Lily, pudica, avrebbe abbassato lo sguardo avvampando ogni volta che lo
vedeva.
E la loro storia non sarebbe nata finchè non sarebbero
riusciti a trovarsi di nuovo da soli…
….
E no, cazzo!!
James con uno scatto l’aveva già raggiunta,
stringendole il polso e tirandola a se, assaporando l’effetto
che faceva avere il volto di Lily addossato al suo petto.
Sentiva il respiro di lei, ed il suo cuore che batteva velocemente.
-Adesso non ti lascio più andare…-
mormorò James, la voce arrochita ed emozionata.
Sirius accellerò il ritmo, sentendo il corpo di Alison
chiamarlo, cercarlo, volerlo.
Si sentiva impazzire, ad averla sotto di sé così
indifesa e lasciva, mentre gli passava le unghie sulla schiena.
Si sentiva impazzire a guardare quelle labbra sempre più
rosse, a sentire la sua voce sempre più spezzata dal piacere.
Quando la sentì invocare per l’ennesima volta il
suo nome, la vide inarcare appena la schiena, buttando indietro la
testa.
Sirius sentì il cuore scoppiargli in petto, imponendosi di
non fermarsi per darle il massimo piacere in quel momento.
Lei gemette, quasi urlò, arpionandosi alle sue spalle e
cingendo la sua vita con le gambe lunghe.
Sirius la strinse forte, sentendola lievemente tremare.
-Ti amo, Alison…-
Il suo sussurro, probabilmente sorprese lui per primo.
Lei cominciò a piangere, singhiozzando, cercandogli le
labbra. Un dolce bacio che sapeva di salato.
-Anche io ti amo, Sirius…-
*******
Ok, ok, chiedo scusa per il titolo…
Ma era tutto così serio e dolce, e lovvoso…Che
non ho resistito a giocare un po’ XD
Finalmente gli inciuci sono stati fatti!
E finalmente James ha la sua Lily…Spero che adesso non
cerchi più di prendermi tanto spazio quanto prima
>_<
Maledetto personaggio carismatico senza controllo >___<
Comunque…Primo annuncio: come avete visto, ci ho messo due
settimane ad aggiornare…Mi dispiace, ma so di sicuro che
sarà così anche per il prossimo
aggiornamento…Per interrogazioni varie T__T
Per il resto, il ritmo dovrebbe rimanere questo (ogni uno o due fine
settimana)
Secondo annuncio:
Grazie in particolar modo a tutti quelli che hanno proposto un
titolo…Mi ha fatto davvero molto piacere, anche
perché mi piace interagire con chi mi legge (vi
sfrutterò ancora! MWAHAHAHA!)
Quindi, passo a dire le conclusioni dei miei ragionamenti che hanno
portato alla scelta del titolo del capitolo precedente:
“Emozioni”, proposto da Dance, l’ho
scartato perché, non so, mi richiamava troppo il nome del
capitolo precedente “Memorie”…
Anche “Premessa”, di Liserc…Anche
perché è ciò che avevo pensato anche
io…Ma di per sé come titolo non vuol dire nulla,
quindi cercavo altro…
“Human Uncertainty” di Jame non mi dispiaceva, ma
scegliere un titolo in inglese dopo 16 capitoli con titolo in italiano
mi sembrava stonasse lievemente…Ed in effetti, tradotto in
italiano, non aveva lo stesso effetto…
“Il Bisogno di Amarti” di dido e
“L’amore è la migliore delle
consolazioni” di ade_tahi…Centravano relativamente
il capitolo…Ma li vedevo troppo sdolcinati! (tendo a non
amare le cose troppo troppo zuccherose…basta vedere come ho
buttato in vacca questo capitolo tramite il titolo XD)
“Vuoi venire con me?” di Pallina in un primo
momento non mi dispiaceva, in quanto era uno di quei titoli incisivi
che tendo ad usare…Ma poi ho pensato che non rappresentasse
appieno il capitolo…
rimangono quindi “Crescere” di SoRrOw PoEtEsS (che
solo per scrivere il nick ci ho messo 5 minuti XD) e “Tempo
di Crescere” della Fra…
in effetti, credo che come tematica siano quelli più adatti,
visto anche quello che verrà dopo (che voi ancora non sapete
hihihihi)…E mi sono data della stupida per non averci
pensato da sola.
Il titolo, quindi, è diventato “Tempo di
Crescere”, come potete vedere.
Volevo sottolineare che questa non era sicuramente una gara, e non ho
scelto il titolo in base al MIGLIORE, ma in base ad un’idea
COMPLETAMENTE ED EGOISTICAMENTE SOGGETTIVA di quello che erano
maggiormente i miei bisogni…
Quindi, anche se non ho scelto il vostro titolo, non prendetevela!
Comunque…cosa ne dite di questo capitolo? Piaciuto
l’alzamento di Rating? ^_-