Lasciami amare

di Camellia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** *{Behind blue eyes ***
Capitolo 2: *** *{The awakening ***
Capitolo 3: *** *{On the road ***
Capitolo 4: *** *{Into the wild ***
Capitolo 5: *** *{Unexpected ***
Capitolo 6: *** *{Doubts of love ***
Capitolo 7: *** *{Moment of truth ***
Capitolo 8: *** *{The triumph of love ***
Capitolo 9: *** *{Hidden love ***
Capitolo 10: *** *{Explanations ***



Capitolo 1
*** *{Behind blue eyes ***


"Behind blue eyes"

Ormai Damon non aveva più bisogno di essere invitato ad entrare, così, in un attimo entrò in casa e si ritrovò seduto ai piedi del letto di Elena la quale, persa nei suoi pensieri sotto l'acqua calda della doccia non si era resa conto della presenza del vampiro. Jeremy, invece, era nella stanza affianco con la musica ad alto volume, intento anche lui a pensare a tutto ciò che era accaduto soltanto poche ore prima, a come la sorella fosse riuscita a scampare a quel terribile pericolo. Damon, impaziente, decise di fare irruzione in bagno trovando Elena ancora in doccia ad insaponare la sua sensuale schiena; sentì un piacevole calore accrescere dal petto fin sugli zigomi, provando una strana sensazione di imbarazzo. Essendosi perso nella sua incantevole bellezza non si era accorto che la ragazza aveva appena finito di sciacquarsi e stava, quindi, per aprire l'anta della doccia... Elena si ritrovò tutta nuda e gocciolante davanti ai profondi occhi azzurro mare del bel tenebroso il quale, strano a dirsi, non riuscì a spiccicare una parola o qualche battutina come era suo solito fare. Elena emise un urlo di spavento e subito allungò la mano verso il lavabo per prendere l'accappatoio e avvolgersi in esso. Nel momento in cui Elena diede l'urlo fu come se Damon si fosse risvegliato da uno stato di trance e si riaccese subito quel forte senso di imbarazzo, ma prima che le sue guance potessero arrossire come prima scattò fuori, in cameretta. Elena, più imbarazzata di Damon, si apprestò lesta ad indossare il suo carinissimo pigiamino, si diede uno sguardo allo specchio per assicurarsi che tutto si trovasse in buone condizioni, si acconciò i capelli con le dita e finalmente aprì la porta del bagno, pronta a bistrattare Damon, ma non fece nemmeno in tempo ad aprire bocca che lui subito la precedette dicendo:
"Delizioso questo pigiamino. Sai, certe volte sembri quasi carina come una ragazza!".
"Sempre molto gentile con le le tue solite battutine, non ti smentisci mai! Allora...a cosa devo questa tua visita notturna? E soprattutto che diamine ci facevi nel mio bagno?!?".
"Pensavo fossi una ragazza notturna dato che quando sei a casa con Stefan a quest'ora fate tutt'altro che dormire, dimenticando che io ho un udito supersviluppato, come tutti i vampiri d'altronde..." rispose Damon con il suo solito tono sobillatorio suscitando un pò di fastidio e allo stesso tempo imbarazzo in Elena e poi continuò:
"...Ma, bando alle ciance, sono qui per cose ben più serie!".
Ed Elena: "Bhè, non so se sei capace di tenere un discorso serio dato che ne approfitti sempre per fare battutine che a volte sono anche irritanti. Comunque sono stanca e vorrei dormire, quindi se non ti dispiace...".
"Quindi dovrei andarmene. Ma cavolo Elena sono venuto qui per parlarti di una cosa seria! Perchè nessuno prende mai in considerazione che forse dalla mia bocca potrebbero uscire discorsi seri senza alcuna battutaccia, non sai nemmeno cosa sto per dirti e già parti prevenuta...".
Elena, resasi conto che, in effetti, non gli aveva dato nemmeno il tempo di parlare, si scusò dicendo:
"Damon, adesso non dire così, non dirmi che nessuno ti prende sul serio, perchè io lo faccio, forse anche troppo spesso. Scusami se non ti ho dato modo di parlare ma il fatto è che ho avuto una brutta giornata in cui ho rischiato di morire e ora sono esausta. Ma se è qualcosa di tanto importante allora dimmi, io sono tutta orecchi!".
"Sono venuto a portarti questo" disse mostrandole il ciondolo con la verbena fatto da Stefan "è tuo no?".
Elena, con grande sbalordimento rispose: "Si, è mio. Pensavo di averlo perso e invece..".
"E invece eccolo qui, tra le mie mani" e Damon fece per allungare il braccio e porle la collana, lei tese la mano per prenderla ma Damon si tirò indietro.
"Damon, per piacere ridammela!" disse Elena con tono spaventato.
"Prima ho bisogno di dirti una cosa e tu devi ascoltarmi attentamente...".
"Perchè senza verbena?? Damon così mi spaventi" disse Elena col tono di chi comincia ad allarmarsi sul serio.
"Elena, non preoccuparti. E' solo che la cosa che sto per dirti probabilmente è la cosa più egoista che io abbia mai detto nella vita".
"Damon non farlo, non prima di avermi dato la verbena!"
"Oh andiamo Elena! Lasciamelo dire almeno una volta . Tu devi solo sentirtelo dire...Ti Amo Elena, ed è proprio perchè Ti Amo che tu ormai sei diventata il mio punto debole e quindi non voglio che tu lo sappia, o forse si...Nessuno sa come ci si sente ad essere sempre il cattivo della situazione, ad essere odiato per ogni cosa che fai, anche se quella giusta. Nessuno sa come ci si sente a provare questo sentimento che io provo per te, io non sento solo di amarti, no, io sento anche la necessità, il bisogno di proteggerti".
"Damon.." sussurò Elena. Fu l'unica parola che riuscì a pronunciare, come se la sua voce non riuscisse ad emettere alcun suono.
"No aspetta Elena! Io sono un vampiro, non sono un umano, non dovrei provare nessuna emozione, nessun sentimento eppure mi ritrovo qui a aprire il mio cuore, risvegliatosi da un un lungo letargo. Si è vero, sono un codardo a dirtelo senza che tu indossi la verbena, ma è l'unico modo che ho per sfogarmi senza causare conseguenze disastrose.".
Elena lo ascoltava con molta attenzione, come se stesse analizzando ogni minima parola pronunciata da Damon e non riusciva ad interromperlo, voleva sapere tutto. Damon intanto continuava:
"Nonostante io ti ama come non ho amato mai nessuno dopo la mia morte, so che io, io non ti merito ma Stefan si. Durante tutti questi anni ho fatto del male a tante persone, ed ora non posso che meritarmi di finire i miei giorni da solo, senza nessuno che mi ami come io amo te.".
La voce di Damon iniziò a farsi più tremolante; i suoi occhi luccicavano e nell'angolo del suo occhio una lacrima era già pronta a rigare il suo volto. Elena era come pietrificata e anche i suoi occhi erano lucidi, ma il suo sguardo era cambiato. Elena stava cominciando a vederlo con occhi diversi, forse come era già accaduto altre volte. Continuava a fissarlo nei suoi occhi lucidi e mai come in quell'istante dietro quegli occhi azzurri vide il Damon nascosto in lui, il vero Damon, quello umano e capì che dietro quel Damon forte e strafottente si nascondeva un ragazzo fragile e allo stesso tempo passionale. Ed era stata praticamente incantata da quel suo sguardo che ora le sembrava così dolce.
Damon allungò le sue mani, accarezzò con molta delicatezza prima il viso e poi i morbidi capelli color cioccolato. Con il naso sfiorò le labbra rosee e tenere di Elena, poi alzò la testa e le baciò delicatamente la fronte. Con il suo sguardo ammaliante la guardò fisso negli occhi e con voce tremolante disse:
"Come vorrei che queste parole non dovessi dimenticarle ma DEVI farlo!".
E così Damon in un secondo scomparve dalla camera. Elena riaprì gli occhi quasi come se si fosse svegliata da un sogno. Sul suo petto penzolava il suo ciondolo. Era rimasta esterrefatta perchè le parole che Damon aveva pronunciato non le aveva dimenticate e l'avevano lasciate senza parole...Il solo pensiero di lei e Damon la terrorizzava. Ma non poteva negare che nel momento in cui Damon si stava dichiarando, lei aveva avuto più volte il desiderio di zittirlo, poggiare le mani sulla sua nuca e baciarlo appassionatamente, come non aveva mai fatto nemmeno con Stefan. Sapeva da sempre che tra lei e Damon c'era qualcosa, ma fino ad allora pensava si trattasse di sola attrazione fisica e non aveva mai preso in considerazione di lasciare Stefan per correre tra le braccia del fratello maggiore, non lo trovava corretto. Ma quando quella sera Damon aveva pronunciato "Ti Amo" con quegli occhi lucidi, aveva capito anche lei che si trattava di ben altro. Ma cosa? Amore? Eppure bastava soltanto ammetterlo, bastava soltanto essere sincera prima con se stessa e poi con lui. Ma era difficile. Quella notte Elena non riuscì a chiudere occhio perchè continuava a domandarsi se Damon in quel momento, nonostante fosse lui in possesso del ciondolo, sapesse che lei aveva bevuto, come era solita fare, la sua dose di verbena mista ad acqua e che quindi il suo sguardo persuasivo non avrebbe funzionato. Eh già, quello sguardo non aveva ottenuto il suo scopo, ma servì a far capire ad Elena che anche lei era innamorata di Damon e che forse avrebbe dovuto prendere più coraggio e baciarlo come aveva desiderato fare.

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Capitolo 2
*** *{The awakening ***


"The awakening"

Il mattino seguente Elena era distesa sul suo letto, le lenzuola ingarbugliate ai suoi piedi. Si risvegliò con una leggera brezza che le accarezzava la sua nuda schiena. Aprì lentamente gli occhi. Il primo pensiero che la assalì fu Damon, non Stefan. Questo continuava a suscitarle turbamento...'Perchè Damon e non Stefan?'. In un primo momento aveva pensato di aver sognato la dichiarazione di Damon, ma poi con le sue dita sottili toccò il ciondolo e ciò la riportò a quella stessa notte, quella notte in cui dietro quegli occhi azzurri aveva visto un Damon che solo con lei poteva avere speranze di essere liberato e aveva capito che lei era davvero importante per Damon. E forse anche lui lo era per lei.
'Ha combinato un vero casino questa volta Damon' pensava. Eh si, proprio un bel casino. La povera ragazza non sapeva se comportarsi come aveva sempre fatto fino ad allora o far capire a Damon che tutte le sue parole non erano andate al vento, ma erano entrate nel cuore e nella mente di Elena, la quale non riusciva a fare a meno di pensare e ripensare. Le avevano proprio scombussolato la vita.
Erano passati circa 10 minuti ed Elena era ancora distesa sul suo letto, con gli occhi arrossati, segno di quella notte in bianco che aveva appena trascorso. Ma doveva alzarsi e vestirsi, da lì a pochi minuti sarebbe passato Stefan per il controllo mattutino e non voleva di certo farsi trovare in quello stato. Inoltre non poteva fare tardi a scuola, doveva assolutamente arrivare puntuale per la lezione di storia, altrimenti Alaric si sarebbe preoccupato. Era un periodo in cui tutti coloro che "sapevano" si preoccupavano per lei, facevano di tutto per proteggerla. Ma ad Elena non piaceva affatto questa situazione. Era priva perfino di saltare una lezione a scuola perchè si sarebbe potuta trovare in pericolo, ovunque lei andasse c'era sempre qualcuno che la seguiva e la controllava, che fosse Stefan, Alaric o Damon lei era stufa di tutto ciò. Desidarava tanto passare una giornata in completa libertà, come quelle che passava con Bonnie e Caroline prima dell'incidente dei suoi genitori. Erano passati mesi ormai e lei da tempo non passava una giornata come quelle. Lo desiderava tanto. Come volevasi dimostrare, mentre stava sfilando la maglia del pigiama ecco che irruppe un'ombra nella sua stanza. Elena, continuò a spogliarsi, convinta che fosse Jeremy o Stefan. Fece per voltarsi e intravide una chioma nera. No, decisamente non era nessuno di loro due. La ragazza si coprì subito con un maglioncino color rosso fuoco e si voltò nuovamente verso di lui. Era Damon che subito disse con tono piuttosto allegro:
"Buongiorno signorina Gilbert"
"Buongiorno anche a te Damon. Ma tu irrompi così spesso nelle stanze delle fanciulle?". Appena pronunciò questa frase si rese conto di aver detto una cretinata. Lei "non ricordava" nulla di quella notte.
"Bhè, si mi piace così tanto fare queste sorprese. E uno dei tanti motivi è che così vedo più reggiseni di chiunque altro ragazzo al mondo" rispose Damon con la sua solita ironia.
Elena accennò un sorrisetto, ma poi si rese conto che era meglio non farlo. Era così tesa.
"A cosa devo la tua visita? Di solito è Stefan a passare di qui la mattina."
"Stefan stanotte l'ha passata sveglio. Abbiamo un'ospite in casa: Rose. E' una donna davvero accattivante. Stamattina Stefan era così stanco e ha deciso che forse è meglio se ti accompagno io oggi a scuola. Sai, ieri sera ho notato una certa complicità tra i due..." spiegò Damon cercando più motivazioni possibili per non farle capire che era solo un pretesto per vederla.
"Inutile che mi racconti di Rose, non sono gelosa. So che il mio Stefan non mi tradirebbe mai, mi ama troppo, ed io amo lui. Meglio scendere a fare colazione che altrimenti facciamo tardi. Hai già fatto colazione?" disse Elena.
"Fai con comodo Elena, arriveremo in tempo. Si, ho già fatto colazione, ma già che ci sono non ho problemi a farne un'altra, la mia "fame" non ha mai fine." rispose Damon sogghignando.
"Bene, allora scendiamo giù in cucina che Jenna avrà già preparato tutto. Sarà molto contenta di vederti!" disse Elena con tono compiaciuto. Damon la rispose con un sorrisetto falso e poi insieme scesero le scale e si recarano in cucina.
Come previsto la tavola era già apparecchiata: biscotti, cereali, latte, succo d'arancia, pancake. Era già tutto pronto. Damon si ingozzò a più non posso sotto gli occhi stupefatti di Jenna, Jeremy ed Elena. Il vampiro alzò lo sguardo e con la bocca piena di briciole disse loro:
"Bhè? Cosa c'è? Avevo fame."
"Ma non avevi già fatto colazione?" disse Elena ridacchiando.
"Non so se hai mai assaggiato la colazione preparata da Stefan, non è che sia un grande chef. Uova fritte e bacon a colazione: disgustoso! Io ho origini italiane e mi piace fare colazione all'italiana! E poi quel bacon bruciacchiato..decisamente disgustoso!" rispose Damon ancora con il boccone in bocca.
"Ma non avevi detto che Stefan era stanco e dormiva?" chiese Elena un pò dubbiosa sulle parole di Damon. "Ehm..Elena non perderti in discorsi futili. Sbrigati che devo accompagnarti a scuola. Dopo non dire che è colpa mia se fai tardi!"
"Si, questa volta hai ragione. Altrimenti faremo tardi." disse Elena che, guardando l'orologio si rese conto che erano già in ritardo.
"Mi correggo, siamo in ritardo! Damon ti prego mi accompagni?" pregò Elena.
"Ma questo pancake è davvero delizioso! Come.."
"DAMON!"
"Ok ok andiamo. Non voglio sentirti lamentare per il resto dei miei giorni. Su andiamo.."
"Aspetta" disse Elena avvicinandosi al volto di Damon. Guardò le sue labbre, allungò una mano e con una leggera carezza fece cadere le briciole dal suo volto. Rimase ancora una volta incatantata dai suoi occhi fin quando a rompere il silenzio fu Damon che disse:
"Allora? Andiamo!".
Elena salutò con un tenero bacio sulla guancia Jenna e corse all'esterno dove Damon aveva già messo in moto la macchina. Elena saltò su e Damon partì con l'accelleratore.

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Capitolo 3
*** *{On the road ***


"On the road"
 
La macchina andava. Elena era piuttosto agitata perchè sapeva già cosa le aspettava a scuola e, a dire il vero, fu uno dei pochi momenti in cui riuscì a non pensare all'accaduto. Damon, invece, premeva sempre più il piede sull'accelleratore quasi non volesse più fermarsi. La ragazza non si era nemmeno resa conto che avevano superato la scuola già da circa 10 min. Quando ritornò in sè andò su tutte le furie e disse: 
"Damon! Abbiamo superato la scuola da un pezzo! Riportami subito a scuola! Ora! Oddio e adesso..." con tono agitato.
"Elena, tranquilla, non agitarti tanto. E' solo una stupida lezione di storia. Alaric capirà." disse Damon cercando di calmarla.
"Stupida lezione di storia?"
"Andiamo Elena, penso che un giorno di libertà sarà di certo meno noioso di una lezione di storia, e poi so che in fondo anche tu desideri saltarla per passare una giornata con me." rispose Damon con la sua solita ironia ma Elena capì che non lo disse con alcuna allusività e poi pensò che in effetti non aveva tutti i torti. Ma no, non voleva dargliela vinta.
"Senti Damon, adesso tu mi riporti a scuola e spieghi ad Alaric che abbiamo avuto un problema con il motore della macchina. Non voglio che si preoccupi per me anche quando non dovrebbe." rispose infuriata.
"Non preoccuparti, ho già avvertito Alaric che oggi avresti salatato la sua lezione" disse Damon tentando di convincerla.
"Sul serio Damon?" rispose Elena che sentito questo si era già placata.
"Si, certo!"
"...". Elena si voltò e vide Damon ridacchiare sotto i baffi e allora lo guardò come se volesse fargli capire che era meglio dire la verità.
"Ahh. Non si può proprio scherzare con te. No, Alaric non sa nulla. Ma andiamo, lo chiameremo strada facendo.."
"Strada facendo? Damon dove hai intenzione di portarmi?" chiese Elena preoccupata di allontanarsi troppo da casa.
"Elena ti agiti troppo. Ricorda che sei in compagnia di un vampiro, non potrà accaderti nulla di terribile. Ti fidi di me?" domandò Damon.
"Perchè dovrei? E poi posso sapere dove diamine mi stai portando??" rispose Elena nuovamente adirata.
"Ok,ok! Stiamo procedendo verso il Lago Jackson." rispose Damon seccato.
"J-Jacks..Lago Jackson?" pronunciò Elena con voce tremolante.
"Ebbene si Elena. Hanno sentito bene le tue piccole orecchie."
"Ma come..."
"Niente 'ma', Elena. So già dove vuoi andare a parare. Ricordati che io ho un ottimo udito..."
"Quindi... l'altro giorno hai ascoltato la conversazione tra me e Stefan?" chiese Elena stupita.
"Esatto! Sei proprio una ragazza perspicace!" disse Damon con il suo consueto sarcasmo.
"Ma chi ti autorizza ad ascoltare conversazioni private??" disse la ragazza un pò irritata ma allo stesso tempo felice perchè si stavano
 dirigendo nel luogo in cui da bambina, insieme alla sua famiglia passavano delle giornate stupende. Fu proprio pochi giorni prima che rivelò a Stefan il desiderio di ritornarci.
"Ma io non ho bisogno di essere autorizzato... In ogni caso pensavo ti facesse piacere andarci. Si, lo so, non sono Stefan, ma che importa! Se tu desideri tornare a casa ritorneremo a casa ma non so se ti conviene ritornare..." spiegò Damon.
"Ok,Damon. Andiamo! Ma devi riportarmi a casa entro la mezzanotte. Domani dovrei andare a scuola, non voglio perdere altre lezioni." concluse Elena che era stata persuasa dalle sue parole.
"Agli ordini Cenerentola!" e Damon mostrò il suo bellissimo e affascinante sorriso ed Elena ricambiò. Poi si voltò di colpo; non voleva essere rapita  anche dal suo sorriso. Successivamente ci furono dei minuti di silenzio. In quello spazio di tempo Elena meditò sulla conversazione appena conclusa: Damon si stava comportando in modo abituale e inoltre non aveva fatto nessuna allusione alla notte precendente. Pensò che probabilmente non sapeva. Era confusa. Per la prima volta aveva cominciato a mettere in discussione il rapporto tra lei e Stefan, all'insaputa di quest'ultimo ovviamente. Damon l'aveva turbata, e non poco. Ed era proprio questo che lei non riusciva a capire. Perchè quelle parole l'avevano sconvolta così tanto? Non avrebbero dovuto fare questo effetto ad una ragazza innamorata. 
Elena vide che Damon si era reso conto che la ragazza era troppo pensierosa, così fu lei a rompere il silenzio.
"Allora...Penso proprio che dobbiamo fermarci in un'area di servizio e comprare qualcosa da mangiare".
"Ho già pensato a tutto io mio cara ragazza. Cibo e bevande sono nel bagagliaio. Quando faccio una cosa la faccio per bene!".
"Oh, bene." disse Elena stupefatta. "Non me lo sarei mai aspettata da te."
"L'ho sempre detto. Molte persone mi sottovalutano...".
"Si ma tu non dai modo di fare il contrario!" ribattè Elena.
"Mmm...non è sempre così. Comunque tra circa mezz'ora saremo giunti a destinazione e potrai assaggiare la mia cucina!".
" No, aspetta. Hai cucinato tu?" chiese Elena che subito scoppiò in una grossa risata.
"Sono contento che tu sia così entusiasta di assaggiare i miei deliziosi piatti!" disse Damon compiaciuto.
"No, seriamente Damon. Dove hai comprato questo cibo? In qualche fast food? Non riesco ad immaginarti ai fornelli!" e continuò la sua risata.
"Ah-ah-ah. Mia cara Miss, a questo punto devo pensare che non mi conosci abbastanza per sapere che io, quando mi impegno, riesco ad ottenere tutto, anche ottime pietanze. A differenza del tuo fidanzato che è soltanto capace di bruciacchiare due uova col bacon!" ironizzò Damon ed insieme scoppiarono in una grossa risata. 
"Allora non vedo l'ora di arrivare al lago e assaggiare tutto ciò che hai cucinato!".
Sembravano felici e spensierati insieme in quel momento. Una coppia di amici, o forse qualcosa di più. Entrambi erano riusciti a buttarsi alle spalle, almeno per un pò di tempo, quel brutto periodo che stavano passando. E fu così per quasi tutto il tragitto: Damon proseguì con le sue battutine ed Elena continuò a mostrare il suo sorriso migliore. 
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Capitolo 4
*** *{Into the wild ***


"Into the wild"
 
"Ecco, siamo arrivati!" disse Damon soddisfatto. Parcheggiò la macchina non molto lontano dalla riva, spense il motore e uscì mentre Elena esitò a mettere piede su quel terreno. Era rimasta senza parole: ricordava benissimo quel luogo dove in passato aveva organizzato picnic insieme alla sua famiglia, quel lago gelido dove, insieme a Jeremy, si era tuffata più e più volte, quel bellissimo prato verde sul quale le piaceva stendersi supina e immergersi nei suoi pensieri...i ricordi l'assasalivano. Damon la osservava senza che lei potesse accorgersene, tanto era in soprappensiero. Osservava i suoi lunghi e morbidi capelli castani che al sole risplendevano e mostravano riflessi rossastri. Osservava i suoi profondi occhi brillare: le lacrime erano già pronte a scendere ma le dita della ragazza le fermarono appena in tempo. Damon in quel momento sentì più che mai il desiderio di stringerla forte a sè per confortarla, ma non gli parve il caso. Ormai aveva imparato a non seguire troppo spesso il suo istinto.
"Allora? Che te ne pare?" chiese Damon rompendo quel silenzio.
"Damon è...è stupendo! Proprio come lo ricordavo!" rispose Elena euforica.
"Bene! Allora...possiamo iniziare a mangiare?" domandò Damon.
"Perchè devi sempre distruggere questi bei momenti? Goditi un pò la natura...siamo al Lago Jackson, Damon!" urlò allegramente Elena.
"Scherzavo...Bhè, cosa vogliamo fare?" chiese allora Damon. Ma non fece nemmeno in tempo a dirlo che Elena già si era allontanata. Ne approfittò per dare uno sguardo in giro: il paesaggio era davvero stupendo come lo ricordava. In quel posto, prima del 1864, lui e la sua famiglia venivano spesso a caccia di cervi. Erano bei ricordi quelli in cui lui era ancora umano e aveva tanta voglia di vivere. Alzò lo sguardo verso il cielo: quella mattina era sereno, nessuna nuvola in giro; fu molto facile, per lui, trovare il sole,  quella palla infuocata che sprigionava il calore che bastava a riscaldarlo. Era bello per un vampiro sentire i raggi del sole battere sulla propria pelle, era una sensazione che li faceva sentire vivi. 
Gli occhi di Damon ritrovarono Elena, la quale era distesa supina sotto ad un sambuco, come da bambina. Le piaceva tanto quel luogo, era così silenzioso, tranquillo e sereno. Era il posto ideale per staccare la spina dalla realtà. Si alzò sui gomiti per poter osservare con più accuratezza quel lago che era splendido: nelle sue acque risplendevano il limpido cielo azzurro e i monti che si ereggevano sull'altra sponda. 
"Che meraviglia!!" scandì Elena, sempre col sorriso stampato sulle labbra.
" Sì, davvero fantastico!" disse Damon che, avendo sentito la ragazza si era avvicinato e disteso al suo fianco.
"Grazie Damon.".
"Oh, non devi ringraziarmi. L'ho fatto per me, avevo solo bisogno di un pò di compagnia..." rivelò Damon.
"Perchè sei sempre così crudele?" chiese Elena, seria.
"E' nella mia indole da sempre, Elena, e nessuno mi potrà mai cambiare!" rispose Damon, tentando di autoconvincersi.
"Stai mentendo e anche a te stesso! Sai che non è vero." affermò la ragazza. Ci furono alcuni minuti di silenzio e poi riprese "Stefan mi ha raccontato tutto. So che fu lui ad indurti a nutrirti di sangue umano all'inizio. Non sei sempre stato così 'cattivo' come vuoi far sembrare agli altri. Per te è più facile mostrare la parte malvagia che quella fragile, vero?" affermò Elena.
"Non sono fragile..." rispose il vampiro.
"Ed è qui che ti sbagli, Damon. Vuoi convincerti che il Damon di una volta non esiste più, ma in realtà è sempre lì, dentro di te e non vede l'ora di uscire allo scoperto. Fa male tenersi tutto dentro e non esporre le proprie emozioni." spiegò la ragazza.
"Tu lo fai sempre?" chiese serio Damon.
"Cosa?" rispose Elena con voce tremolante.
"Esponi sempre le tue emozioni? Le tue VERE emozioni?" incalzò.
"Bhè, se questo è il momento-verità allora devo risponderti con sincerità...Non lo faccio sempre. Ci sono alcuni sentimenti che forse è meglio sopprimere perchè magari sono solo passeggeri..." rispose Elena alludendo a quello che lei 'forse' provava per Damon e tentava di convincersi che era giusto così.
"Elena, non esistono sentimenti passeggeri. I sentimenti o ci sono o non ci sono. E sono per sempre." affermò Damon con fermezza tentando di riuscire a farle esprimere i suoi.
"Come sei poetico stamattina Damon" rispose Elena ridacchiando per evitare di rispondere. Sarebbe stato troppo difficile per lei dire la verità perchè era ancora confusa.
"Oh, sono le 12 ed io ho un certo languorino, che ne dici di mangiare ora?" continuò per cambiare discorso.
"Mmm...ok, ok. Vado a prendere la roba dal bagagliaio." disse Damon che aveva capito qual era stato il gioco di Elena. Il vampiro ritornò pochi istanti dopo con un cesto di vimini stracolmo, lo poggiò a terra; dal suo interno sfilò un telo abbastanza grande per accogliere due persone e lo distese sul terreno morbido. Poi cominciò ad estrarre il cibo. Elena lo aiutò ad ordinare tutto sul grande telo rosso fin quando il cesto rimase vuoto.  
Le pietanze erano davvero buone ed Elena rimase stupefatta dalla bravura di Damon. I due mangiarono e bevvero birra fino a quando non rimase più nessuna briciola e nessuna goccia. Erano esausti ma continuavano a ridere e scherzare. Erano entrambi un pò brilli, forse Elena più di Damon che, invece, reggeva l'alcool. 
Imrovvisamente Elena si alzò e cominciò a spogliarsi; stava per sfilarsi la maglia quando fu fermata da Damon.
"Ehi,ehi vacci piano" disse Damon impedendole le mani e continuò "So che non riesci a resistermi, ma non è questo il momento, sei ubriaca." 
"Voglio fare un bagno in queste splendide acque...quando ero piccola mi ci tuffavo insieme a mio fratello e ci divertivamo un sacco..." affermò Elena con le guance un pò arrossate per tutta la birra bevuta.
"Si ma scommetto che lo facevi d'estate quando la temperatura dell'acqua non è al di sotto della norma. Siamo in inverno,l'acqua è gelida, ti verrà qualcosa se ti tuffi." spiegò il premuroso Damon.
"Oh si, hai ragione...Tu hai sempre ragione. Ah ah ah!".
"Ok, stai delirando. Forse è meglio che riposi un pò. Su, stenditi sul telo."
Non fece nemmeno in tempo a dirlo che se la ritrovò distesa al suo fianco. Si abbassò anche lui: i loro volti erano a pochi centimetri di distanza. Damon aspettò che lei si fosse addormentata, la osservò per qualche minuto e poi socchiuse gli occhi per riposarsi.



 
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Capitolo 5
*** *{Unexpected ***


"Unexpected"
 
Elena riaprì lentamente gli occhi, avrebbe voluto dormire ancora un pò ma intorno a lei era buio e capì che forse era arrivato il momento di tornare a casa. Davanti ai suoi occhi aveva il bellissimo volto del vampiro, che, stanco anche lui, continuava a riposare. Rimase lì distesa al suo fianco a guardarlo a quella distanza ravvicinata. Era così dolce quando dormiva: le mani sotto la sua faccia a mò di cuscino, i capelli neri che cadevano sulla sua fronte, la sua sottile bocca semichiusa e le sue narici che sistematicamente si dilatavano e si restringevano.
"Damon, su svegliati" disse scuotendolo delicatamente con una mano. "E' tardi, devo tornare a casa.". 
Damon, che aveva il sonno leggero, spalancò subito gli occhi e vide Elena acconciarsi i capelli con le dita. Strizzò gli occhi e li riaprì e poi di scatto si alzò, si passò una mano tra i morbidi capelli, si diede una sistemata ai vestiti e poi disse:
"Bhè, io sono pronto e tu?" disse Damon.
"Si, pronta."
Racimolarono tutto da terra, Damon ripose il cesto di vimini nel bagagliaio, aprì la portiera della macchina e saltò su. Elena diede un ultimo sguardo alla natura, fece un sospiro e poi salì in macchina. Il vampiro si assicurò che Elena si fosse allacciata la cintura di sicurezza e poi partì. Il viaggio di ritorno fu veloce e tranquillo; i due si scambiarono poche parole ma solo perchè erano entrambi stanchi. Elena dormì per quasi tutto il tragitto perchè aveva ancora i residui della sbornia e Damon, invece, era occupato a tenere fermo il piede sull'accelleratore. 
Arrivarono a Mystic Falls intorno alle 23.30, giusto in tempo per il coprifuoco di Elena. Damon posò la macchina fuori casa Gilbert e spense il motore. Elena era ancora persa in un sonno profondo e Damon non voleva svegliarla, così decise di portarla dentro lui. Scese dalla macchina, aprì la portiera della ragazza e, stando molto attento a non svegliarla, la prese con molta delicatezza e richiuse la portiera. Provò una bella sensazione nel tenere stretta tra le sue braccia robuste la ragazza che lui amava così tanto. Salì lentamente i gradini che li separava dall'ingresso ma forse non fece molta attenzione perchè si sentì un tonfo: un vaso era caduto dalla balaustra, rovesciando a terra tutto il terreno umido e alcuni fiorellini. Elena aprì debolmente gli occhi e sentì una strana sensazione: si trovava sospesa in aria sorretta da due sole braccia, forti e robuste. Damon si accorse che la ragazza si era svegliata e le fece poggiare i piedi a terra. 
"Cos'era quel rumore?" domandò la ragazza.
"Oh, niente...è soltanto caduto un vaso, ma non ti preoccupare, metterò in ordine." rispose Damon.
La ragazza vide quel vaso a terra e quasi le venne da piangere: quella piantina fu comprata e curata dai suoi genitori qualche anno prima, era il simbolo del loro amore e vederla lì per terra, distrutta la devastò. Ma, non si sa per quale motivo, non se la prese con Damon il quale aveva capito il danno che aveva compiuto.
"Scusa Elena, riparerò al più presto il vaso se ci tieni tanto. Non volevo..."
"Non preoccuparti Damon.." interruppe Elena.
"Aah, combino sempre guai. Ogni volta che cerco di rendermi utile succede un disastro. Forse non è il mio destino fare del bene...Sono più bravo a fare del male.." si sfogò Damon.
"Grazie!" interruppe nuovamente Elena.
"Grazie? E per cosa? Per aver rotto un vaso a cui tenevi tanto?" domandò Damon stranito.
"Grazie Damon. Grazie per non avermi accompagnato a scuola stamattina, grazie per avermi portato al lago, grazie per avermi fatto assaggiare la tua cucina, grazie per avermi fatto divertire, grazie..." e ad ogni grazie la ragazza si avvicinava sempre più al vampiro, che era lì, immobile, attento ad ascoltare ogni singola parola.
Continuò: "Grazie per avermi fermato quando volevo tuffarmi nell'acqua gelida, grazie per avermi lasciato dormire in macchina, grazie per avermi riportata a casa in tempo e grazie per avermi accompagnata in braccio fino all'ingresso.". I ringraziamenti erano finiti e i due si ritrovarono faccia a faccia, ad una distanza minima. 
"Ma non dev...".
"Shh" Elena lo zittì, poi si avvicinò alla sua guancia e lì pose un delicato bacio.
"Grazie per tutto quello che fai per me." sussurrò al suo orecchio.
Damon era rimasto sbalordito dalle parole di Elena e non sapeva come comportarsi, o forse si. Elena allontanò il suo volto lievemente, mantenendo comunque una piccola distanza. Ora erano faccia a faccia, quasi i loro nasi si toccavano. Si guardarono negli occhi e in quell'istante Damon capì che era arrivato il momento. Fissò la sua bocca semichiusa, e pian piano avvicinò le sue labbra alle sue. Le due bocche si sfiorarono, fu un tenero e delicato bacio. Si staccò, la guardò negli occhi e riprese a baciarla, questa volta in modo più passionale. Damon posò le mani sul volto della ragazza per mantenerla stretta a sè. Fu un bacio focoso. Elena durante la giornata aveva meditato a lungo sulle parole di Damon e quella sera si era sentita davvero amata. Aveva seguito il suo istinto e per quella volta aveva dato retta al suo cuore. In cuor suo sarebbe rimasta lì a baciarlo per ore però si distaccò dalle sue labbra, Damon le accarezzò le guance e le diede un ulteriore bacio. Questa volta fu lui a distaccarsi. Si sorrisero. Poi, però, Elena ritornò seria.
"Damon, cosa abbiamo combinato?".
"Non penso sia un reato baciarsi.".
"Ma nella nostra situazione lo è quasi, cioè c'è la nostra amicizia, c'è Stefan..." disse Elena agitata.
"Oh andiamo Elena, ci siamo baciati. E questo bacio è stato voluto da entrambi, io..io ho sentito uno strano effetto baciandoti...mi sono sentito vivo, fragile...e se questo è quello che provi anche tu allora vuol dire che era la cosa giusta da fare, Elena." spiegò Damon
Elena gli accennò un sorriso e Damon le accarezzò delicatamente il viso. Elena, in cuor suo, avrebbe voluto dirgli la verità, ovvero, voleva dirgli che lei ricordava tutto di quella notte, ricordava ogni singola parola pronunciata da lui; ma non lo fece, pensò che per quel momento era meglio non dirlo.
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Capitolo 6
*** *{Doubts of love ***


"Doubts of love"
 
Mentre i due si stavano baciando dolcemente sull'uscio della porta improvvisamente, alle spalle di Damon apparve un'ombra. Elena subito si distaccò dal vampiro e cominciò ad agitarsi. Damon sentì la presenza del fratello e senza voltarsi disse:
"Ciao fratello! Come va?" e si girò verso di lui. Stefan, senza esitare, gli sferrò un pugno con la mano destra. Damon si accarezzò la guancia colpita ma non reagì.
"Dove diamine eravate? Vi ho cercato dappertutto e ora arrivo qui e vi vedo ...baciarvi. Penso mi dobbiate delle spiegazioni!" disse Stefan rivolgendosi ad entrambi.
"Lei non c'entra niente, Stefan. E' stata una mia idea." spiegò Damon.
"Fuggire dalla città o baciare la mia ragazza?" domandò Stefan tirando un altro pugno al fratello,  questa volta sull'altra guancia. Damon cominciò ad infastidirsi.
"Bhè, portarla al lago è stata una mia idea ma il bacio non è stato di mia iniziativa." affermò Damon con tono di sfida. Elena lo guardò stranita.
"Stefan io non...".
"E-Elena, ha ragione?" domandò il vampiro fissandola negli occhi: gli occhi non avrebbero potuto mentire. Elena, guardò nuovamente Damon e poi abbassò lo sguardo.
"Elena guardami negli occhi! E' stato di tua iniziativa?" ridomandò Stefan afferrandole il mento per farle alzare lo sguardo. 
"Andiamo Stefan, che importanza ha? Ci siamo baciati!" affermò Damon compiaciuto da dietro le spalle del fratello, precedendo la risposta della ragazza. Stefan si voltò verso di lui, lo afferrò per la giacca per sferrargli un ulteriore cazzotto, si girò nuovamente verso Elena che si stava avvicinando per fermarlo, e poi scomparve nel nulla.
Elena cominciò a piangere. Damon rimase muto per qualche istante.
"Su, non piangere Elena" le disse abbracciandola, ma lei si distaccò, fredda. Damon la guardò stranito.
"Damon, per piacere lasciami stare. Voglio stare da sola." e si avvicinò alla porta ma Damon le si presentò davanti, impedendole il passaggio.
"Senti Elena, posso capire che ora sei confusa e stai così per quello che è successo con Stefan. Ma non voglio che ti comporti in questo modo con me. Penso che abbiamo iniziato con il piede giusto stasera e non voglio buttare tutto all'aria. Io, io Ti Amo, Elena e so che anche tu provi qualcosa per me, altrimenti non mi avresti mai baciato." disse Damon poggiando le mani sulle spalle della ragazza e poi continuò:
"Adesso è meglio che riposi." e la baciò sulla fronte. "Buonanotte, Elena." le sussurrò all'orecchio e poi scomparve.
Elena rientrò in casa, attenta a non fare rumori molesti per non svegliare Jenna e Jeremy. Si diresse velocemente nella sua camera e si gettò di colpo sul letto. Cominciò a meditare su tutto l'accaduto. Elena era davvero devastata, davvero confusa. Amava Stefan, lui era dolce, gentile, buono e sempre calmo. Vederlo in quello stato quella sera l'aveva davvero lasciata senza parole. Ma allo stesso tempo sapeva di provare qualcosa per Damon, il bel tenebroso, rude, virile ma dolce a modo suo. Ma le cose non potevano rimanere così, Elena sapeva che prima o poi avrebbe dovuto fare una scelta: Stefan o Damon? Questo era il suo dilemma. Quella sera, però decise che forse era meglio dormirci su. 
Il mattino seguente era distesa sul letto, con la stessa maglia e lo stesso jeans della sera prima. Nella stanza non c'era molta luce, fuori era nuvoloso. Si alzò lentamente, aprì l'armadio, prese quello che le serviva ed entrò in bagno. Aveva bisogno di una bella doccia calda. Quella mattina nessuno venne a farle visita nè Stefan nè Damon. Giù in cucina la stavano aspettando Jeremy e Jenna.
"Buongiorno sorellina" disse Jeremy e Jenna seguì facendo cenno con la testa.
"Buongiorno anche a voi.".
Elena si aspettava da entrambi un rimprovero per quello che aveva fatto il giorno prima, ma non ci fù. Jenna e Jeremy si comportavano come sempre.
"E' successo qualcosa Elena?" domandò Jenna sempre premurosa nei suoi confronti. Ma Elena non rispose.
"Ho capito, hai litigato con Stefan." affermò Jenna con tono di chi ha avuto esperienza. 
"Non ho voglia di parlarne..." rispose Elena.
"Ok ok. Quando hai voglia di parlarne io sarò qui" disse Jenna.
"Oggi ti do un passaggio a scuola. Sei pronto Jeremy?" chiese Elena al fratello.
"Prontissimo!"
"Allora noi andiamo, Jenna!"
"Buona giornata ragazzi. Vi voglio bene!" disse Jenna
"Ti voglio bene!" risposero a coro i ragazzi. Si chiusero la porta alle spalle e salirono in macchina.
"Passiamo a prendere anche Bonnie?" domandò Jeremy curioso.
"...Si, certo. Perchè? chiese Elena.
"Oh, niente niente." disse Jeremy imbarazzato.
"Mmm, niente..." disse Elena e poi sorrise.
"Perchè sorridi?" chiese Jeremy.
"Perchè sei in imbarazzo ogni volta che si parla di lei o c'è lei, non è che.."
"Ooh Elena, andiamo! Tu e queste tue insinuazioni!" 
"Era solo una supposizione, Jeremy." affermò Elena che si stava divertendo a prendere in giro il fratello.
"Bhè, tienitele per te le tue supposizioni!" disse Jeremy.
"Oh eccola! Fermati qui!" esclamò il ragazzo. Bonnie stava aspettando sul marciapiede, tremava per il freddo. indossava un cappottino nero con una grossa sciarpa di lana e un berretto alla francesce rosso dal quale fuoriscivano i suoi lunghi e luminosi capelli castano chiaro.
Elena accostò e Bonnie saltò su.
"Ciao Elena!" disse Bonnie. "Ah ci sei anche tu! Ciao Jeremy!" continuò dopo essersi accorta della sua presenza.
"Bonnie devo dirti una cosa, ho bisogno di dirla a qualcuno!" affermò Elena.
"Dimmi Elena! E' successo qualcosa? Hai una brutta cera..."
"Te lo dirò dopo, ora non posso.." sussurrò Elena facendo cenno a Jeremy.
Pochi minuti dopo arrivarono nel parcheggio della scuola.
"Eccoci arrivati! Ciao Jeremy!" disse Elena quasi cacciandolo.
"Ciao Bonnie! Ci-ci vediamo! Ah, bel cappello!" disse Jeremy imbarazzato.
"Oh grazie!" disse Bonnie arrossendo. "Che carino Jeremy!" continuò rivolgendosi ad Elena, che la guardò in modo strano.
"Allora? Cosa devi dirmi di così importante? Riguarda Damon, vero?" domandò Bonnie, ritornata seria.
"S-si! Come fai a saperlo?" domandò Elena stupita.
"Dimentichi che sono veggente, amica  mia!" affermò Bonnie.
"Si, si tratta di Damon e me...Ieri sera ci siamo baciati!"
"Cosa?!?"
 
 
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Capitolo 7
*** *{Moment of truth ***


"Moment of truth"
 
"Non urlare Bonnie!" disse sottovoce Elena, cercando di zittirla.
"Ma sei impazzita?" continuava Bonnie.
"Non lo so, non so cosa mi è preso..." cercò di spiegare, poi fece un sospiro e si voltò dall'altro lato, quasi non volesse farsi vedere piangere da Bonnie.
"Scusa Elena non volevo...è solo che, beh non ci posso credere che tu abbia fatto una cosa del genere..." si giustificò Bonnie che abbracciò subito la sua migliore amica per confortarla.
"E la cosa più grave è che Stefan ci ha visti mentre ci baciavamo..." ed Elena scoppiò in un vero e proprio pianto.
 Bonnie le fece alzare il volto, le asciugò le lacrime cadute sulle guance e la guardò dritto negli occhi: improvvisamente sentì un brivido accrescere dal petto agli occhi e fu in quell'istante che ebbe visione. Era come in uno stato di trans ed Elena la osservava stranita ma non riusciva a staccare gli occhi da quelli di Bonnie. Poi si riprese.
"Avanti dimmi, cosa hai visto?" domandò subito Elena un pò preoccupata.
"Beh, non credo ti farà piacere, ma ho la sensazione che tra Damon e Stefan non..."
"C-cosa??  Cosa succede? Avanti Bonnie dimmi!" esclamò Elena agitandosi. Bonnie non seppe dirle altro.
"Devo andare da loro!" esclamò Elena decisa.
"Cosa? Sei sicura di voler affrontare la situazione Elena?" le domandò Bonnie premurosa.
"No, ma devo farlo prima o poi. Su andiamo.".
Elena davvero non si sentiva pronta ad affrontare i due fratelli ma sapeva che prima lo faceva e meglio era, per se stessa e per loro.
Durante il tragitto spiegò nei minimi particolari tutta la situazione a Bonnie, la quale non riusciva ancora a crederci.
"Bonnie, vorrei un tuo consiglio, ne ho davvero bisogno!".
"Beh, sai che quel Damon non mi piace affatto, senza dubbio è un bel ragazzo ma è superbo e arrogante e i tipi come lui non mi vanno a genio, e fino a poco tempo fa nemmeno a te. Ma ora è diverso, non so cosa hai visto in lui di così speciale ma da come vedo ci tieni a tal punto da riuscire a mettere in discussione il rapporto tra te e Stefan." espresse Bonnie.
Elena rimase in silenzio per qualche istante. 
"Mi ha detto di amarmi" rivelò Elena, mentre teneva gli occhi attenti rivolti verso la strada.
Bonnie non ne fu molto sorpresa, in fondo era da tempo che aveva notato che a Damon non gli era indifferente Elena.
"Elena devi pensarci bene e soprattutto devi essere sincera con te stessa." consigliò la strega.
Giunsero in poco tempo a casa Salvatore e il cuore di Elena cominciò a palpitare sempre più forte.
"Andrà tutto bene, vedrai Elena. Le cose si aggiusteranno." la confortò Bonnie.
Si sentivano delle urla e dei rumori strani provenire dal salone e così, di scatto, Elena scese dalla macchina e  si precipitò alla porta, che era socchiusa. Entrò. Bonnie rimase in macchina.
"Ciao Elena" dissero in simbiosi i due fratelli.
Damon teneva Stefan per il collo e allo stesso tempo Stefan. La loro presa si faceva sempre più stretta. In giro, per terra, erano sparsi resti di ceramica e di vetro.
"Basta Damon, finiamola qui!" esclamò Stefan.
"Abbiamo appena cominciato fratellino!".
"Ok basta! Smettetetela tutti e due! Sembrate due bambini!" li rimproverò Elena con tono autorevole.
Damon la guardò e allentò subito la presa, e lo stesso Stefan. 
"Sono venuta qui perchè devo dire la verità ad entrambi." rivelò Elena.
"Quale verità?" domandò Stefan.
"Iniziamo da te, Damon. C'è una cosa che non ti ho detto e non so se ti farà imbestialire ma...beh, l'altra sera, quando venisti a portarmi il ciondolo..."
"C-Cosa?".
"Ecco. Volevo dirti che io ricordo perfettamente ogni singola parola che mi hai detto quella sera..."
Damon accennò un sorriso e Elena lo guardò confusa.
"Con questo vuoi dirmi che le mie parole ti hanno fatto cambiare idea sul mio conto? Finalmente hai aperto gli occhi?" domandò Damon speranzoso.
"Beh, mi hanno fatto riflettere molto ma oggi ho capito che tra noi non penso potrà funzionare, forse siamo troppo diversi e poi ho amato Stefan.."
"Cosa vorresti dire con questo 'ho amato' Elena?" domandò Stefan allarmato.
"Stefan, in questi giorni ho pensato a lungo a noi e ho capito che ti devo delle scuse..."
"Elena se è perchè hai baciato mio fratello, beh sono disposto a perdonarti." affermò Stefan che aveva paura di perdere Elena anche se in cuor suo sapeva che ormai l'aveva già persa. 
"Stefan non è per questo! Ho capito di non amarti più come prima. Mi dispiace averti ferito ma...ma penso che dobbiamo lasciarci.". E mentre diceva ciò le salì un nodo alla gola e una lacrima scese sulla sua guancia.
"Ora è meglio che vada. Addio Stefan, addio Damon...". Elena diede il suo ultimo saluto ai due vampiri poi uscì dalla porta d'ingressoe i due fratelli rimasero lì impalati senza dire una parola, avrebbero voluto dire tanto ma rimasero in silenzio.
Elena salì in macchina e senza fiatare accese il motore e in un attimo si allontanò da quella casa.
Bonnie non le fece alcuna domanda; guardandola negli occhi aveva capito che era meglio non domandarle niente, non era il momento adatto ma aveva capito che le cose lì dentro non erano andate tanto bene perchè Elena non aveva una bella cera. 
Dopo aver accompagnato Bonnie a casa corse subito a casa. Non si sentiva affatto bene aveva un forte mal di stomaco. Sentiva un senso di vuoto, in un attimo aveva perso entrambi ed ora era rimasta da sola, di certo ci sarebbero stati sempre Jeremy e Bonnie al suo fianco, ma Elena sentiva la sua mancanza...
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Capitolo 8
*** *{The triumph of love ***


"The triumph of love"
 

Il solo pensiero che non lo avrebbe più rivisto le faceva venire un nodo alla gola; non avrebbe più rivisto i suoi occhi blu, il suo sguardo così profondo che solo lei era riuscita a vedere fino in fondo, i suoi capelli neri che cadevano sulla sua fronte, la sua dolce e tenera bocca che aveva assaporato, il suo modo di difenderla, di proteggerla, di stringerla a sè, di baciarla...insomma le sarebbe mancato tutto di lui. Per una volta nella sua vita aveva deciso di intraprendere la strada che le sembrò più facile, ma forse solo più dolorosa. Ormai aveva preso una decisione e non poteva più tornare indietro, o meglio, poteva ma non ne aveva il coraggio. Era davvero triste, sentiva un vuoto dentro di sè, come se una parte della sua anima fosse andata via insieme ai due vampiri, ma i due vampiri erano a pochi isolati da lei ed Elena era ancora in tempo per poterla riprendere.
Passarono dei giorni e il senso di vuoto in Elena non era andato via, anzi, ogni giorno che passava senza vederlo non faceva altro che aumentare il suo stato di malinconia. Bonnie le fu molto vicina ma non sapeva davvero cos'altro fare per farle ritornare il buon umore.
Un pomeriggio, dopo scuola, le due amiche si recarono al Mystic Grill dove Elena sperava di incontrarlo; c'era tanta gente, tanto casino, ma tra la folla lei lo vide, lasciò subito il tavolo dove si erano appena sedute e gli andò incontro, senza pensarci due volte.

"Ehi".
"El
ena...".
"Come va?" domandò Elena.
"Me la cavo..." rispose.
"E ...?" gli chiese.
"Non so, non abbiamo parlato molto dopo quella sera." le rispose freddamente e poi andò via. Elena rimase lì impalata a vederlo allontanare verso il bancone e ordinare un bicchiere di Cointreau. Non si aspettava quella reazione, sembrava non gli fregasse molto di quella situazione e ne rimase un po' delusa. Poi pensò che lui era molto bravo a nascondere i suoi sentimenti e le sue emozioni, così si diresse spedita verso di lui, si sedette al suo fianco e ordinò lo stesso drink.
"Allora è vero?" domandò lei bevendo un sorso.
"Vero cosa?".
"Che ora stai bene, non te ne importa più..".
"Elena ma cosa ti aspettavi, che a quest'ora stavo ancora piangendo per te? Mi dispiace Elena ma non sono così, io vado avanti...".
"Come sei andato avanti con Katherine? Andiamo smettila di fingere!".
"Sei tu che fingi, sei tu che menti!" affermò il vampiro alzandosi dallo sgabello. Si alzò anche Elena.
"Hai detto che tra noi non potrà mai funzionare ma non mi hai detto cosa provi per me! Io penso di aver fatto tutto ciò che potevo per dimostrarti quello che provo per te, ma tu? Tu hai deciso di lasciar perdere. Hai lasciato Stefan perchè hai capito di non amarlo più ma per quale motivo non hai voluto provarci con me? Io ho capito qual è il motivo. Non è perchè tra noi non potrà mai funzionare perchè questo non lo puoi sapere, ma è perchè hai paura, sì, hai paura di affrontare la verità, di esporre i tuoi sentimenti verso di me, perchè so che ci sono, diamine! Allora sai cosa ti dico? Che sei una codarda!" disse tutto di un fiato Damon.
Elena rimase sbalordita: Damon aveva centrato il 'problema' e non sapeva che altra scusa inventarsi.
"Damon, tu la fai troppo facile, non è così..".
"Sbaglio o eri tu a dirmi che i sentimenti non devono essere nascosti, che fa male tenersi tutto dentro?".
"Si, ero io. Ma hai ragione, quello che mi mancava fino ad ora era il coraggio..." affermò la ragazza.
"Ed ora?" domandò Damon.
"...Nient'altro!" concluse Elena.
"Damon...in questi giorni che siamo stati lontani mi è mancato tutto di te, stavo male e non sapevo come rimediare a quello che avevo combinato, ma non mi ero ancora convinta di quello che provavo per te. Poi oggi, dopo aver perso tutte le speranze, ti ho visto qui e ho ritrovato subito il sorriso e allora ho capito...ho capito che io non potrei andare avanti senza di te; sei tu che mi fai sentire protetta, sei tu che mi fai ridere con le tue battute, sei tu che mi conosci più di tutti, sei tu che mi fai sentire amata e ora ho finalmente capito che  io Ti amo!". affermò finalmente Elena, che mentre diceva queste parole si era persa nuovamente nei suoi occhi blu.
Damon non le fece nemmeno finire di parlare, non riuscì a controllarsi, la tirò a sè, la avvolse con le sue braccia e la baciò. Lei poggiò le braccia sulla sua nuca mentre lui la stringeva sempre più. Fu un bacio romantico e passionale.
"Ora sono il vampiro più felice della terra!" affermò Damon, Elena lo afferrò per il collo del giubbotto e lo baciò nuovamente.
Intanto
Bonnie, che aveva assistito a tutta la scena, non potè fare altro che sorridere: finalmente Elena aveva ritrovato il sorriso. Era seduta al tavolo, da sola, ma improvvisamente arrivò qualcuno.
"Ciao Bonnie!" esclamò.
"Ehi Jeremy!" disse alzandosi.
"Sei davvero incantevole stasera!" affermò il ragazzo, senza alcun imbarazzo.
"Oh,grazie." disse arrossendo.
"Hai visto? Finalmente tua sorella ha ritrovato la felicità." continuò, voltandosi per indicare Damon e Elena.
Jeremy con una mano le girò il volto verso di lui, si avvicinò pian piano e le stampò un bacio sulle labbra.
"Anche io l'ho trovata."

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Capitolo 9
*** *{Hidden love ***


“Hidden love”
 

 
Elena quella sera disse a Damon di non dire nulla al fratello, di aspettare un po’ prima di metterlo al corrente della sua scelta. Damon, nonostante non fosse molto d’accordo sul tenere nascosto una cosa del genere al fratello, aveva accettato la proposta della ragazza. Elena decise che per un  po’ di tempo sarebbe stato meglio vedersi di nascosto, non davanti agli occhi di tutti perché sapeva che le voci in città correvano molto velocemente e alla stessa velocità sarebbero arrivate a Stefan; infondo soltanto Bonnie e Jeremy ne erano al corrente ed era sicura che loro non avrebbero aperto bocca.
Damon era seduto al bancone del Mystic Grill insieme al suo, ormai, amico Alaric. Non appena la vide arrivare sentì un brivido diffondersi per tutto il corpo; in quel preciso istante avrebbe voluto andare lì a salutarla ma non poteva, così rimase lì seduto e chiese altro gin.
Elena appena entrò cominciò a cercarlo con lo sguardo, ma senza farsi accorgere da Caroline, che non sapeva nulla. Quando lo vide lì, seduto al bancone come suo solito, accennò un piccolo sorriso: proprio in quell’istante Damon si voltò per guardarla e ricambiò il sorriso. Le guance di Elena cominciarono ad arrossirsi…
“Ok Elena, quando avrai finito di fare gli occhi dolci a Damon raggiungici al tavolo!” le sussurrò all’orecchio Bonnie trascinandosi anche Caroline. Chissà per quale motivo Bonnie era un po’ infastidita del fatto che Elena aveva deciso di vedersi di nascosto con il fratello del suo ex ragazzo ma era sua amica e l’avrebbe appoggiata in ogni circostanza. Elena non esitò a raggiungerle per non destare sospetto.
Alaric si accorse che era cambiato qualcosa guardando negli occhi Damon.
“Allora..che si dice? Novità? Noto una certa allegria nei tuoi occhi…c’è qualcosa che devi dirmi?” domandò curioso.
“Io? No, non è successo nulla…forse sono solo un po’ brillo per questo sono allegro!” affermò Damon, cercando di trovare una scusa plausibile.
“Mm…non me la conti giusta, ma non preoccuparti, se non vuoi dirmi cosa è successo non fa niente, tanto lo scoprirò da me!” disse Alaric che non era stato convinto dalle parole di Damon.
“Oh andiamo, cosa vuoi che sia successo? Nulla…ti ripeto sono solo un po’ brillo!” continuava a difendersi il vampiro.
“A me non la dai a bere! Ho capito, sai…c’è di mezzo una  ragazza!” Affermò Alaric fissandolo in  attesa di una sua reazione.
Damon avrebbe voluto dire ‘Si è così, mi sono innamorato della ragazza di mio fratello che oltretutto è la nipote della tua fidanzata!’, invece si limitò a dire:
“Ma no, Alaric, una ragazza non mi fa quest’effetto, sono un vampiro…ci vuole ben altro per rendermi felice.” Sorseggiando il bicchiere di gin un po’ agitato.
“Dì quello che vuoi, ma io so riconoscere gli occhi di un innamorato..” rivelò Alaric, sogghignando, con tono di chi ha una certa esperienza.
“Pensala come vuoi…” concluse Damon che cercava di porre fine al discorso perché cominciava a sentirsi a disagio.
Dopo aver finito il suo drink si alzò dallo sgabello del bar, salutò Alaric e si diresse verso la porta d’uscita. Elena aspettò qualche minuto prima di alzarsi anche lei dal tavolo per andar via, con la scusa di dover tornare a casa presto per aiutare la zia a cucinare. Caroline aveva notato qualcosa di strano ma decise di non dire nulla, era intenta a fissare Tyler che, da un po’ di tempo a questa parte, cominciava ad affascinarla. Elena varcò la porta dell’uscita e si sentì afferrare i fianchi da dietro; in un batter d’occhio si ritrovò sul tetto di un’alta casa. Damon le coprì gli occhi per nasconderle qualcosa…
“Adesso apri” disse, spostando le sue mani dal volto.
Elena rimase senza parole…era un qualcosa di straordinario. Da quel terrazzo così alto c’era un panorama stupendo: si vedeva tutta la città, il bosco, il parco e, alzando lo sguardo,  un cielo nero ricoperto di stelle che luccicavano rendendo luminosa la notte. Rimase lì incantata per qualche minuto, poi Damon le afferrò la mano e la portò all’altro lato del terrazzo, dove vi era una piccola serra all’interno della quale vi erano fiori di tutti i tipi. Aprì la porta ed entrò dentro: un candido odore si diffondeva nell’aria e qualche candela qua e là rendevano l’ambiente ancora più accogliente.
“Buon compleanno Elena.” le sussurrò all’orecchio spostandole i  capelli dal viso. Elena sorrise.
I loro volti erano a pochi centimetri di distanza. Elena prese l’iniziativa e gli stampò un bacio sulle labbra. Damon la afferrò per i fianchi per stringerla di più a sé mentre Elena le accarezza delicatamente i capelli. Ma lei aveva paura di andare oltre per cui si distaccò bruscamente. Damon rimase un po’ stranito.
“Cosa c’è? Ho sbagliato qualcosa?” domandò il vampiro.
“No Damon, assolutamente! È tutto perfetto qui, il terrazzo, il panorama, i fiori, le candele, tu! Il fatto è che a mio parere stiamo facendo la cosa sbagliata…” affermò Elena.
“Quanto può essere sbagliata se è la cosa che desideriamo entrambi?? Elena io sono stufo di nascondere la nostra, se così si può chiamare, relazione. Ho finto per mesi di non amarti, anche ai tuoi occhi, e ora non voglio continuare a fingere, non voglio continuare a  mentire ad Alaric, a Stefan…voglio urlarlo a tutto il mondo che ti amo, ma perché non posso? Perché devo continuare a nascondere il mio amore per te? È così sbagliato amarti?”.
“Damon, riesci a capirmi? Non sono ancora pronta a farlo, non sono ancora pronta a rivelare a tutti che provo qualcosa per te. Non è una situazione facile, devi darmi il tempo di riflettere, capire. D’altronde è passato così poco tempo …”.
“Io ti darei anche un’eternità per riflettere il problema è che so qual è la tua paura…Stefan! Tu nonostante tutto hai paura di continuare a  ferirlo, ma non capisci che ragionando in questo modo ferisci me!” .
Elena non disse una parola; Damon non aveva torto, lei aveva paura di far soffrire Stefan  che già aveva sofferto abbastanza per lei. Il problema era che se avesse continuato così avrebbe fatto soffrire anche Damon.  Era confusa.
“Ti dispiace riportarmi a casa? Non sono dell’umore giusto per festeggiare il mio compleanno ora…” disse la ragazza.
“Come vuoi…” disse il vampiro.
La accompagnò fino all’uscio della porta. Lei si allungò verso di lui per dargli un bacio ma lui si voltò e dicendo:
“Buonanotte Elena…rifletti sulle mie parole!”.
“Lo farò!”.                                                                                                                                                               

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Capitolo 10
*** *{Explanations ***


“Explanations”

 
Era un po’ di tempo che Stefan si era allontanato dalla città: dopo quella brutta delusione aveva capito che l’unico modo per dimenticarla era quello di lasciare Mystic Falls, niente più lo tratteneva, né Elena, né Damon, né chiunque altro. Si sentiva abbandonato, aveva perso tutto e ora aveva bisogno di ricominciare tutto da capo, chiudere quel libro e cominciare a scriverne un altro, ma per fare ciò era necessario scrivere il finale del primo e quale modo migliore se non con un semplice addio?
 
Elena, appena tornata dalla serata con Damon, chiuse dietro le spalle la porta d’ingresso e corse al piano di sopra. Non aveva alcuna intenzione di scontrare Jeremy perché avrebbe cominciato a farle domande e lei non era dell’umore giusto. Si diresse verso la sua camera e chiuse silenziosamente la porta. A quel punto accese la luce, si voltò verso la stanza e vide Stefan lì, davanti alla finestra, come un’allucinazione.
“S-Stefan..?”
“Sì, Elena, sono proprio io. Scusami se ti ho spaventata ma l’unico modo per poter entrare era la finestra, quindi…”
Elena rimase perplessa: ‘Per quale motivo è venuto qui?’ pensò tra sé e sé.
“Sì, lo so, adesso ti starai chiedendo perché sono qui.”
Elena rimase in silenzio, non sapeva cosa dirgli, era agitata.
“Bhè, innanzitutto perché volevo dirti che io sto per partire. Questa notte lascerò la città, non so dove andrò ma sicuramente abbastanza lontano da qui per poter pensare di poter ritornarci, un giorno. Se prima eri tu a trattenermi qui, ora non c’è nessuno e io non ho alcun altro motivo per restare.”
Intanto la ragazza soffriva in silenzio.
 “Non sono venuto qui per dirti solo questo… mi sono ricordato che oggi è il tuo compleanno e, nonostante tutto, non volevo mancassero i miei ultimi auguri. Ed infine ci tenevo a dirti che…che io…”.
“Ti prego Stefan, non dire altro, non farlo, mi faresti solo stare male più di quanto non lo sia adesso.” Lo interruppe prima che il ragazzo potesse pronunciare altro, ma Stefan sentiva il bisogno di dirlo, aveva bisogno di pronunciare quelle parole per l’ultima volta.
“Io ti amo, Elena, ti amo ancora e penso che ti amerò per sempre, ma… accetto la tua scelta, io voglio che tu stia bene e se lui ti rende felice io lo sono per te.”.
Elena rimase un po’ perplessa. Come faceva a sapere della sua ‘scelta’?
“Ma come…?” gli domandò, allora.
“Bhè, è più di un secolo che conosco mio fratello e riconosco lo sguardo di chi ha finalmente ottenuto ciò che vuole e lui voleva te, a tutti i costi…e ci è riuscito.” Ammise il vampiro senza mostrare alcun segno di fastidio.
 “Un’ultima cosa, so che sembra fuori luogo ma io vorrei che tu tenessi questo” disse, infine, Stefan poggiando un album sulla scrivania.
“E’ l’album delle nostre foto che avrei dovuto regalarti per il tuo compleanno. Io voglio chiudere con il passato qui a Mystic Falls, con te e tutti gli sconvenienti che sono accaduti quest’anno.  Lo do a te perché è giusto che sia così, in un certo senso appartiene a te. Fanne quello che vuoi, gettalo via o conservalo come nostro ricordo…Addio Elena.”
Il vampiro stava per fuggire via ma Elena lo fermò.
“Aspetta Stefan!” disse afferrandolo per un braccio.
Stefan si voltò verso di lei in attesa delle sue parole.
“Aspetta, prima che tu te ne vada voglio dirti che è’ stato bello incontrarti ed è stato bello stare con te, sei una persona adorabile, dolce, sensibile mentre io sono stata una stronza nei tuoi confronti, ti ho spezzato il cuore…ed è per questo che non ti merito, tu meriti di più. Questa volta ho seguito il cuore, ed il cuore mi ha sussurrato il suo nome.. Spero tu possa incontrare la tua anima gemella e spero che tu possa vivere altre centinaia di anni in sua compagnia felicemente. Volevo solo dirti che mi dispiace per tutto questo. Addio Stefan. Addio…”.
Stefan, in seguito alle parole della ragazza, accennò un piccolo sorriso e poi scomparve nella notte, senza dire alcuna parola.
Elena rimase davanti alla finestra. Accennò un sorrisetto anche lei e poi emanò un respiro di sollievo, si era tolta un peso che non le faceva dormire la notte e ora si sentiva più leggera, più libera. Ora che aveva chiarito la faccenda con Stefan e gli aveva detto addio serenamente, sentiva il bisogno di vedere Damon e chiarire anche con lui.

 

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