Harry Potter e il principe mezzo-scemo

di Dorothea
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Discorsi barbosi tra ministri, mangiamorte chiacchieroni e viaggi notturni ( insomma, di tutto e di più ) ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Un eccesso di scemenze ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Allo SlugClub non ci entri se delle buone credenziali non presenti ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Il Principe vittorioso ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Prima lezioncina privata ( della ragione ) e prima gloriosa impresa di capitan Harry ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Viaggi di ( poco ) piacere ***
Capitolo 7: *** Felix Felicis, un aggettivo della seconda classe che porta fortuna nei compiti di latino ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - Un Natale così ghiacciato da far scivolare Ron sui gradini di casa ***
Capitolo 9: *** In vino venenum ***
Capitolo 10: *** Un capitolo ricco di scoperte e di idiozie ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Discorsi barbosi tra ministri, mangiamorte chiacchieroni e viaggi notturni ( insomma, di tutto e di più ) ***


Capitolo 1

Dopo averci fatto aspettare anni, finalmente la Rowling ha pubblicato il sesto libro e siccome non avevo nulla di meglio da fare mi sono permessa di riscriverlo sotto forma di parodia, cosa di cui tutti avrebbero fatto volentieri a meno.

Attenzione: alto contenuto di spoiler ! Non leggete se non volete rovinarvi la lettura

Harry Potter e il principe mezzo-scemo

Capitolo 1
Discorsi barbosi tra ministri, mangiamorte chiacchieroni e viaggi notturni
( insomma, di tutto e di più )

    Harry Potter non era un ragazzo normale. I ragazzi normali non hanno libri che parlano di loro, in più Harry era un po’ disturbato, sentiva le voci e aveva le visioni, oltre ad essere decisamente cretino e tardo di comprendonio.
    Comunque sia, la storia non inizia con Harry Potter, ma con Tony Blair che passeggia nel suo studio in attesa di una telefonata dal presidente di un paese lontano lontano. Da una galassia lontana lontana, per la precisione, dato che aspettava la chiamata del maestro Yoda, divenuto presidente dopo che gli abitanti del pianeta Dagobah lo avevano eletto all’unanimità. Infatti l’unico abitante del pianeta Dagobah era lui.
    Tralasciamo il maestro Yoda, che non c’entra un piffero con la storia, e torniamo da Blair che ora sta guardando con apprensione la densa nebbia che preme contro le finestre. Già si intuisce che c’è qualche cosa che non va, voglio dire, quando mai si è vista la nebbia a luglio ? Però quell’anno c’era, a causa dei dissennatori che, ormai abbandonato il ministero, si davano alla pazza gioia aspirando emozioni agli sventurati che incontravano. Oltre alla nebbia, che aveva rovinato le vacanze estive a tutti gli inglesi, altri strani fenomeni si erano manifestati, come grandi tempeste, ponti che crollavano, vecchiette che ti lasciavano in pace, mucche parlanti e autobus in orario.
    Blair meditava su queste sventure quando Caramell gli si avvicinò di soppiatto per coglierlo di sorpresa « Buuuu ! »
    « Iiiiiik ! » strillò Blair nascondendosi sotto un divano « Caramell, ti venisse un accidente, mi hai fatto paura ! »
    « Lo so, l’ho fatto apposta » spiegò Caramell.
    « Che vuoi ? Ogni volta che ti fai vedere porti delle brutte notizie »
    « Ti volevo avvisare che tutti i casini che ci sono, sono opera di Tu-Sai-Chi e dei suoi fedeli mangiamorte, quindi non preoccuparti, penseremo a tutto noi »
    Blair si preoccupò lo stesso, e fece bene, prima di rivolgersi nuovamente a Caramell « E che ne è stato di quel tizio fuggito tre libri fa, Sirius Black ? »
    « Ah beh, abbiamo fatto un gran casino con lui, in realtà era innocente, ma ormai chi se ne frega, tanto è morto » spiegò « Comunque, volevo anche avvisarti che non sono più ministro della magia, mi hanno cacciato, chissà perché. Ora il ministro è Rufus Scrimgeour »
    Con squilli di tromba e rullo di tamburi fa la sua comparsa il misterioso personaggio dall’aspetto leonino di cui la Rowling, tanto per aumentare la nostra impazienza, ci aveva già messo al corrente della descrizione, descrizione che personalmente pensavo appartenesse a Godric Grifondoro o al massimo al Re Leone.
    Rufus Scrimgeour avanzò baldanzoso e diede una pacca sulla schiena a Blair « Ehilà, bella Tony, come ti butta ? Dammi un cinque ! » lo salutò scherzosamente Rufus.
    Blair lo guardava allibito mentre batteva il palmo contro il suo. Fatte le presentazioni i due maghi se ne tornarono a casina loro, lasciando che Blair continuasse ad aspettare la chiamata di Yoda.
    Nel frattempo, nei sobborghi di Londra, una volpe stava ravanando nei sacchi della spazzatura senza però trovare nulla di commestibile.
    Non fece n tempo ad imprecare che un’avada kedavra la stecchì.
    « Yuppie ! » esultò Narcissa « Una pelliccia nuova ! » Senza aggiungere altro se la sistemò intorno al collo.
    « Narcissa, ma si può sapere che diavolo stai facendo ? » la rimproverò la sorella Bellatrix « Devi scuoiarla prima ! »
    « Non ho tempo, devo fare una chiacchieratina con Severus » spiegò Narcissa riprendendo a camminare.
    « Nu ! Il signore oscuro non vuole ! »
    « Me ne frego » Detto questo Narcissa si affrettò verso la casa di Severus Piton, ovvero uno squallido buco scuro e poco confortabile. Ma tanto Piton se ne fregava, perché la maggior parte dell’anno la passava a Hogwarts, mica in quello schifo di casa. Dopo che Narcissa ebbe suonato il campanello, il professore di pozioni andò ad aprire la porta « Chi rompe a quest’ora di notte ? »
    « Severus, fammi entrare, devo parlarti ! »
    « Oh, Narcissa, per te questo e altro » disse Piton facendola passare « Entra pure tu Bellatrix, anche se la cosa non mi garba mica tanto »
    Le due donne entrarono nella casetta, dove un omino piccolino con indosso un grembiule a fiori e un piumino stretto nella mano argentata, stava facendo le pulizie.
    « Severus ! Io non sono la tua colf ! » protestò il sorcio traditore « Smettila di trattarmi da serva, altrimenti lo dico a Voldy ! »
    In tutta risposta Piton lo mandò a letto senza cena. Poi, dopo aver tentato senza successo di ubriacare Narcissa, decise di ascoltare quello che la signora Malfoy aveva da dirgli. « Dovevi parlarmi Narcissa cara ? »
    « Si ! Il signore oscuro ha assegnato una missione al mio Draco cucciolotto, ma tu lo sai com’è fatto, fa tanto lo sborone e il fenomeno, ma alla fin fine non riesce mai a combinare nulla, voglio che tu convinga il signore oscuro ad assegnare la missione a qualcun altro »
    « Mi hai preso per scemo ? » disse Piton « Non ci penso nemmeno ! »
    Narcissa si buttò a terra piangendo e strappandosi i capelli. Bellatrix ne approfittò per parlare lei con Piton « Non mi fido di te ! Perché non hai mai tentato di fare fuori Potter in tutti questi anni ? »
    « Che domanda scema ! » le rispose lui « Se Potter muore come la mandiamo avanti la storia ? »
    « Ah, già, è vero » convenne Bellatrix « Ma perché non sei venuto subito quando il signore oscuro è risorto ? »
    « Il mio mantello da Mangiamorte puzzava di naftalina. Ho dovuto lavarlo prima di venire, ma non appena ho finito di stirarlo sono accorso come tutti gli altri » spiegò Piton « Anzi, non tutti, se non sbaglio tu non c’eri, vero Bellatrix ? »
    « Certo che non c’ero, ero rinchiusa ad Azkaban, come diavolo facevo a venire ?! »
    « Comunque il signore oscuro ha trovato più utile la mia sistemazione da spia a Hogwarts che non la tua sistemazione di fedelissima ad Azkaban, pappappero ! »
    « Come osi ? » ruggì arrabbiata Bellatrix.
    Narcissa si rialzò dal pavimento e si aggrappò alle vesti di Piton « Ti prego Severus, fai qualche cosa, per il mio piccoletto ! Sei il suo professore preferito ! »
    « E va bene » cedette Piton « Dopotutto so qual è la sua missione, posso dargli un occhio »
    « Non c’è bisogno che gli dai un occhio, ne ha già due, piuttosto devi proteggerlo e prendere il suo posto nel caso dovesse farsela sotto e si tirasse indietro »
    Piton sospirò « Vedrò che riesco a fare »
    « No ! » ribattè Narcissa « Voglio che tu faccia Giurin Giurello ! »
    Sotto gli occhi di una sbalordita Bellatrix, Piton fece Giurin Giurello e Narcissa, finalmente soddisfatta se ne andò a fare shopping.
    Ma cosa sta facendo Harry Potter, l’eroe della saga ? Forse combattendo contro i più temibili mangiamorte del secolo ? Sconfiggendo draghi a tre teste ? Lottando furiosamente per liberare i suoi amici da un triste destino ? No, semplicemente sta ronfando con il viso schiacciato contro la finestra, la bocca un po’ aperta e un filo di bava che gli cola sulle ginocchia.
    La sua camera come sempre era il caos per antonomasia, biancheria buttata in giro, giornali sparsi ovunque, vestiti ammucchiati sulle sedie, libri riversi sul pavimento; assomiglia terribilmente alla stanza di mia sorella.
    Alcuni giorni prima Silente gli aveva inviato una lettera per avvisarlo che sarebbe venuto a Privet Drive per portarlo via. Harry aveva riso e buttato la lettera nel cestino convinto che si trattasse dello scherzo di qualche cretino; non immaginava che il preside di Hogwarts si stesse dirigendo veramente alla casa dei suoi zii.
    All’improvviso le luci in strada si spensero. “Oh no, il Blackout !” pensò Harry svegliandosi di soprassalto “Ora si scioglieranno tutti i gelati nel freezer !”
    Senza perdere tempo corse di sotto, ma si inciampò nel tappeto e ruzzolò per le scale, atterrando davanti allo zio che apriva la porta bestemmiando e imprecando.
    Zio Vernon rimase di stucco e cemento quando, sulla soglia, vide il professor Silente che lo guardava sorridente.
    « Salve » disse Silente estraendo un palloncino e gonfiandolo a forma di fiore. Lo porse a zioVernon, questi si scostò con aria perplessa mentre il preside entrava e salutava Harry « Ciao Harry. Dalla faccia di tuo zio capisco che non gli hai avvertiti del mio arrivo » Certo che Silente è il mago della deduzione.
    Zia Petunia accorse dal bagno dove stava cercando di sturare un gabinetto e cadde svenuta alla vista di Silente, Dudley invece gli chiese un regalo, avendolo scambiato per Babbo Natale.
    « Bene Harry » disse Silente « Sirius ha fatto testamento e ti ha lasciato tutti i suoi averi »
    « E vai ! » esultò Harry.
    « Compreso Kreacher »
    « No ! »
    Kreacher comparve all’improvviso strillando che non voleva stare con Harry, mentre quest’ultimo strillava che non voleva Kreacher.
    « Facciamo una prova per verificare che tu sia veramente il beneficiario del testamento » suggerì Silente « Ordina qualche cosa a Kreacher »
    « Kreacher, attacca ! » ordinò Harry puntando alla gamba di Silente.
    Kreacher si scagliò contro l’arto inferiore sinistro del povero Albus facendolo strillare per il dolore « Ahiouai ! Ok, ok, ora puoi farlo smettere ! »
    Controvoglia Harry ordinò all’elfo di smettere di rendere Silente zoppo.
    « Perché non lo mandi a lavorare a Hogwarts ? » propose Silente rialzandosi e medicandosi la gamba « Fa sempre comodo un elfo in più »
    « Si ecco, Kreacher, vai a sgobbare a Hogwarts e non rompere ! » gli ordinò Harry. Kreacher scomparve.
    « E adesso, Harry, è meglio se andiamo » sorrise Silente.
    « Ehm professore, devo ancora fare i bagagli » disse Harry.
    Silente sospirò mentre il maghetto correva in camera sua e buttava tutti i suoi averi nel baule. Meglio non immaginare che bordello c’era li dentro.
    Impachettato il baule tornò di sotto trascinando il bagaglio giù per gli scalini facendo un gran casino.
    « Bene Harry, questi li spediamo direttamente alla Tana » disse il preside facendo sparire il baule e la gabbia « Noi invece ci facciamo una passeggiatina notturna »
    Salutati i Dursley, Harry e Silente si incamminarono nella notte.
    « Professore, ma non è pericoloso aggirarsi per le strade col buio ? » chiese Harry ansioso.
    Silente sorrise beffardo « Non devi aver paura, sei con me, nessuno oserebbe mai attaccarmi »
    Finite di dire queste parole una banda di bambini prese a bastonate Silente con la chiara intenzione di rubargli le caramelle. Quando i bambini se ne andarono con il loro bottino Silente si rialzò da terra spolverandosi la veste. Fu allora che Harry notò l’orrendo anello che Silente portava al dito. Superato il primo momento di shock alla vista di un oggetto tanto brutto Harry si accorse anche che la mano di Silente era completamente nera e avvizzita « Professore che ha fatto … » cominciò a chiedere.
    « Ssh, non qui Harry » lo zittì il preside « E’ una lunga storia e non voglio raccontartela prima di essermi inventato particolari inesistenti per renderla più interessante. Ne riparleremo a Hogwarts »
    Harry annuì, tanto alla fin fine non è che gliene fregasse molto. Era più interessato alla loro destinazione « Dove stiamo andando prof ? »
    « A casa di un mio vecchio amico, anzi dobbiamo smaterializzarci, hai mica passato l’esame ? »
    « Non sono maggiorenne »
    « Ah, già. Allora tieniti stretto a me, ci smaterializzeremo insieme »
    Harry si avviluppò come una sanguisuga a Silente il quale si smaterializzò trascinandosi dietro il maghetto.
    « Ecco fatto » disse Silente scrollandosi Harry di dosso « Naturalmente non ci si può smaterializzare ovunque, nei confini del castello ad esempio… »
    « …è impossibile materializzarsi o smaterializzarsi » concluse Harry « Lo so, Hermione mi ha scassato l’anima con sta storia »
    « E brava la signorina Granger » fu il commento di Silente.
    Dopo alcuni minuti di cammino i due arrivarono a casa dell’amico di Silente, un certo Horace Slughorn che in quel momento si stava travestendo da poltrona.
    « Horace, ma che diamine fai ? » gli chiese allibito Silente.
    « Acc… cercavo di nascondermi alla vostra vista ! » spiegò il mago, che stando alle descrizioni della Rowling assomiglia a un grasso tricheco « Sai già qual è le mia risposta Albus ! Io non ci torno a Hogwarts ! »
    « E dai, peppiacere ! » disse Silente facendo gli occhi da cucciolo.
    « NO ! Ho sentito cos’è successo a Dolores Umbridge l’anno scorso, anche se se l’è meritato, quella donna idiota »
    A queste parole Harry cominciò a ridere come un matto e cadde dalla sedia in preda agli spasmi delle risa. Silente e Slughorn lo fissarono come si fissa un cretino, cosa direi appropriata dato che si tratta di Harry.
    « Scusate » disse Harry asciugandosi le lacrime « Ma la Umbridge non stava simpatica nemmeno a me »
    « Va bene Harry, ma d’ora in poi cerca di farti meno canne, ok ? » disse Silente prima di rivolgersi nuovamente a Slughorn « Posso andare al bagno ? Mi scappa… »
    « Terza porta a destra, devi metterci la monetina però » spiegò Slughorn mente Silente si dirigeva al bagno. Il tricheco-man si sedette in poltrona e fissò Harry per alcuni minuti prima di rivolgergli la parola « Sei uguale a tuo padre. Tranne gli occhi, hai gli occhi di tua madre »
    Harry ebbe una sensazione di dejà vù, gli sembrava di aver già sentito dire quelle parole.
    « Ricordo tua madre, era una strega molto dotata, ho sempre desiderato che fosse della mia casa »
    « Lei di che casa era ? » chiese curioso Harry.
    « Serpeverde »
    « Schifoso Serpeverde, prendi questo ! » e sputò in faccia al professore.
    « Ehi, ma che fai ? »
    « Mi scusi, deformazione professionale » disse Harry « In genere a scuola ci salutiamo così con le serpi »
    « Ah, capisco » disse Slughorn asciugandosi la faccia « Immagino tu sia un Grifondoro, vero ? Proprio come Lily, ah che strega dotata era Lily. Incredibile, ed era perfino babbana di nascita »
    « Non si permetta sa! » lo aggredì minaccioso Harry brandendo un attizzatoio « La mia migliore amica è babbana di nascita ed è la migliore nel nostro anno ! »
    « Ehi, calmati, non ho detto niente, era solo un constatazione ! Si vede che sei un Grifondoro, del resto come poteva essere il contrario dato che i tuoi genitori erano di quella casa » disse Slughorn « Anche se a dire la verità questo non c’entra, Sirius Black, ad esempio, era Grifondoro eppure tutta la sua famiglia era nella mia casa. Hai mai sentito parlare di Sirius Black ? »
    « Bastardo ! Come osi parlarmi di lui ! » strillò Harry spaccando una sedia sulla testa di Slughorn, che non capiva che accidenti avesse detto di male.
    Silente tornò venti minuti dopo.
    « Ben tornato » lo accolse Slughorn massaggiandosi il bernoccolo « Come mai ci hai messo tanto ? Hai la cacarella ? »
    « No, sono solo rimasto incastrato nel gabinetto » spiegò Silente « Allora, torni a Hogwarts a insegnare ? »
    « Ti ho già detto di no ! Mai e poi mai ! »
    « Va bene, allora ti lascerò Harry per il resto delle vacanze estive » disse Silente.
    Slughorn sbiancò e cominciò a tremare « Va bene, va bene ! Vengo, ma non lasciarmi il ragazzo, è un tipo violento ! »
    Silente sorrise soddisfatto e insieme a Harry lasciò la casa. « Sapevo che grazie a te sarebbe tornato » disse mentre camminavano per le strade deserte « Ora andiamo alla Tana »
    Dopo essersi smaterializzati nuovamente, facendo rimpiangere le scope a Harry, giunsero nel giardino di casa Weasley. Harry fece alcuni passi verso la porta d’ingresso, ma Silente lo prese per un braccio « Aspetta Harry, prima vieni un momentino con me nel capanno delle scope » disse accennando alla minuscola casetta di legno.
    « Professor Silente ! » esclamò Harry scioccato « Non credevo fosse un maniaco ! »
    « Ma che diamine hai capito, devo dirti due parole »
    Harry trasse un sospiro di sollievo e seguì il preside nella casetta che pullulava di ragni, quindi se ne deduce che Ron non ci abbia mai messo piede in vita sua.
    « Bene Harry, immagino che tu non avrai raccontato a nessuno della profezia, vero ? »
    « Oh, no signore. L’ho solo scritto nel mio blog »
    Silente sbiancò « Che cosa ?! »
    « Sto scherzando, prof ! » disse Harry con una risata.
    « Non dovresti fare questi scherzi a una persona anziana come me » lo rimproverò Silente « Comunque, non dire a nessuno della profezia »
    « Nemmeno a Ron e Hermione ? »
    « Vabbè, a loro si » disse Silente « Comunque, gioisci che domani arrivano i risultati dei G.U.F.O., in più quest’anno ti darò lezioni private. Voglio anche che tu abbia sempre il mantello dell’invisibilità con te e soprattutto non metterti nei guai mentre sei alla Tana »
    « Certamente ! Quando mai mi sono messo nei guai ? » chiese Harry con sguardo da finto innocente.
    « Potrei elencartene cento » disse Silente sbuffando.
    Finita la brillante chiacchierata i due si diressero alla porta della tana e Silente bussò.
    « Chi è ? » chiese la signora Weasley.
    « Sono Cappuccetto Rosso, nonnina cara » scherzò Silente.
    « Ah, è il professor Silente » disse Molly aprendo la porta « Chi altri potrebbe fare battutine sceme… »
    La signora Weasley aprì la porta e, come sempre, stritolò Harry fra le braccia. La mamma di Ron non era sola però, con lei c’era anche Tonks, la strega trasformista, che però appariva piuttosto abbattuta. Da questo punto in poi la Rowling ci mostrerà una Tonks perennemente depressa, cercando di convincerci che ciò sia dovuto alla morte di Sirius. Solo Harry è tanto tardo da credere a questa spiegazione idiota, dato che alla fine del quinto libro era evidente che a Tonks non importasse un accidente della morte del cugino di secondo grado.
    Comunque sia, Tonks scappa subito da casa Weasley, la stessa cosa fa Silente con la scusa che deve parlare al nuovo ministro ( a mezzanotte ?! ), lasciando Harry solo nelle grinfie della signora Weasley.
    « Harry, come sei cresciuto » disse guardandolo con occhi luccicanti « Siediti che ti preparo la pappa » Harry non fece in tempo a sedersi che venne aggredito da Grattastinchi « Ehi, ma allora anche Hermione è qui » disse rialzandosi dopo aver cacciato via il gatto con un calcio.
    « Certamente, sai che non passa mai molto tempo con la sua famiglia » spiegò la signora Weasley servendogli della zuppa di cipolle « Cambiando discorso… sai che Arthur è stato promosso ? »
    « Non sapevo andasse ancora a scuola » disse Harry sorpreso.
    « Intendo dire che il ministro gli ha offerto un lavoro migliore e più pagato »
    Harry cominciò a trangugiare la minestra evidentemente poco interessato alla carriera del signor Weasley. Il signor Weasley dal canto suo fece ritorno pochi minuti dopo.
    « Amore sono io » disse bussando la porta.
    « Non ora, sta per tornare mio marito » disse la signora Weasley.
    « Ma sono io, tuo marito ! » spiegò il signor Weasley « Ma potrei essere un Mangiamorte che ha sbagliato casa, quindi fammi la domanda »
    « Qual è la tua massima ambizione ? » gli chiese la moglie sospirando.
    « Scoprire come fanno gli aeroplani a stare su » rispose lui. Chi non ha certe ambizioni ? La signora Weasley cercò di aprire la porta al marito, ma questi la teneva saldamente chiusa « Molly aspetta ! Devo farti anch’io la domanda ! Qual è il tuo giochino erotico preferito ? »
    « Arthur ! Ma ti sembra il momento ? Ci sono tutti lettori che ci guardano ! »
    « Ops, non ci avevo pensato… va bè, me lo dici dopo a letto » Il signor Weasley entrò in casa e annusò il profumino che aleggiava nell’aria « Mmmmh… che buon odorino di zuppa di cipolla » si voltò speranzoso verso il tavolo, dove però trovò Harry « Harry ! Che piacere vederti ! Ma lo sai che odori di cipolle ? »
    « Si tratta della zuppa » gli spiegò Harry.
    « Ehi ! Ti sei pappato tutta la mia cena ! » esclamò con disappunto.
    « Calmati Arthur, c’è ne è ancora » lo tranquillizzò la moglie porgendogli una scodella di zuppa di cipolle.
    Il signor Weasley cominciò a trangugiare la sua cenetta e tra una cucchiaiata e l’altra raccontava tutte le avvincenti avventure che stava passando da quando era stato promosso. Harry sbadigliò rumorosamente dando ai coniugi Weasley la possibilità di ammirare le sue tonsille.
    « Uh, Harry, devi essere stanco » disse la signora Weasley alzandosi « Vieni che ti preparo il lettino » In realtà Harry sbadigliava a causa della noiosità del racconto di Arthur Weasley, ma doveva ammettere di essere un po’ assonnato.
    La signora Weasley lo accompagnò nella camera di Fred e George, loro ora vivevano in un appartamento sopra il loro negozio, così potevano andare a letto quando li pareva e fare tutto il casino che volevano. Harry si addormentò e fece sogni d’oro e d’argento, ma che sto scrivendo, Harry si addormentò e disturbò tutti con il suo russare.

***

Ecco qui il primo capitolo di una fiction che mi frullava in testa fin da questa estate, dato che la scrivo durante il tempo libero che mi lasciano gli altri scritti che ho in corso, passerà piuttosto tempo tra un aggiornamento e l’altro.
A proposito di altri lavori, prima che i lettori di HP e il mistero della panna montata comincino a tirarmi i coltelli, li avviso che non mi sono dimenticata di aggiornare quella fiction, ho il penultimo capitolo quasi pronto. Purtroppo non sono riuscita a fare il doppio aggiornamento a ottobre come desideravo, ma il ventiduesimo capitolo arriverà presto ^^.
L’inizio di questa fiction non è proprio il massimo del divertimento, ma il secondo capitolo di HP e il principe mezzo-sangue mi è talmente piaciuto che non volevo martoriarlo più di così ^^
Il fatto che lo ridicolizzi non significa che abbia qualcosa contro il sesto libro, anzi, è al secondo posto nella mia personale classifica di gradimento. Al primo posto invece rimane il terzo ^^
Ringrazio tutti quelli che hanno trovato il coraggio di leggere e chi lascerà qualche graditissima recensione ^^ Consigli e critiche sono ben accetti, è la prima volta che mi cimento in una parodia ( anche se da parecchio tempo ho il bruttto vizio di scrivere e pubblicare comico/demenziali ) e ho bisogno di sapere cosa c’è che non va per poterla migliorare ^^
Un bacione a tutti quanti !
Mary

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Un eccesso di scemenze ***


Capitolo 2

Capitolo 2
Un eccesso di scemenze

    La mattina dopo Harry venne svegliato da Ron e Hermione, i quali erano corsi in camera sua schiamazzando ed emettendo rumori molesti.
    « Ehi, Harry, come stai ? » gli chiese Ron contento, sbattendogli un bastone in testa.
    « Ron, non colpirlo ! » lo rimproverò Hermione mandandolo al tappeto con una mossa di kung fu « Quando sei arrivato ? » chiese poi rivolgendosi a Harry.
    « Stamattina presto » le rispose lui stiracchiandosi e sbadigliando « Prima me ne sono andato per Night insieme a Silente »
    « Sul serio ? » chiese Ron sbalordito.
    « No, in realtà siamo andati ad arruolare un nuovo professore »
    « Davvero ? E com’è ? » volle sapere Hermione « E’ bravo ? Spiega bene ? E’ equo nell’assegnare i voti ? E’ competente ? E’ una persona seria ? Sa la propria materia ? »
    « Hermione, calmati, che vuoi che ne sappia ? » le rispose Harry « So solo che era il direttore delle Serpi »
    « Urgh » fu il solo commento di Ron.
    « Ehi, ma che ore sono ? » chiese Harry preoccupato « Non avrò mica saltato la colazione ? »
    « Non preoccuparti, la mamma ti sta mandando su un vassoio »
    « Bleah ! Ma i vassoi sono indigesti da mangiare ! »
    « Ma con del cibo sopra »
    « Ah, allora si tratta di un altro paio di maniche »
    « Veramente credo ti abbia preparato dei toast e delle uova »
    Harry e i suoi amici risero e scherzarono per un po’, poco dopo li raggiunse anche Ginny; infine Fleur portò la colazione, sbaciucchiò un po’ Harry e annunciò il suo matrimonio con Bill.Quando Fleur se ne andò, Ginny manifestò il suo parere riguardo all' imminente unione vomitando sulla colazione di Harry.
    « Mamma vuole mandare all’aria il matrimonio ad ogni costo, la odia ! » esclamò Ginny « Le da fastidio che, per la paura di Tu-Sai-Chi, si sposino in fretta, come hanno fatto lei e papà a suo tempo » spiegò Ginny. La signora Weasley dimostra così, per l’ennesima volta, di essere una gran ipocrita, come nel primo libro, quando alla stazione si lamenta dei babbani o come nel quinto, quando vuole internare quel povero lupo mannaro del San Mungo. O come nel quarto, che si lamenta di quelli che danno credito agli articoli di Rita Skeeter e poi lo fa pure lei.
    « Suvvia Ginny, dopotutto non è così male » cercò di consolarla Harry.
    « Lo sapevo, ha dato alla testa pure a te ! » sbuffò la ragazza « Ti piace come dice ‘Arry, come ti sbaciucchia e come ti porta su la colazione, vero ? Immagino ti piaccia anche il modo in cui sculetta e la sua quinta di reggiseno, per non parlare poi… »
    « Ok, Ginny, ho capito » la interruppe Harry « Quello che non capisco è perché ti stia così sulle palle. Capisco vostra madre, ma tu ? Che motivo hai di detestarla ? »
    « Come sarebbe a dire “che motivo ho di detestarla” ? E’ un’oca totale, arriva qui e fa i comodi suoi, lei e Bill non fanno altro che scambiarsi effusioni in modo disgustoso, si porta via il mio fratello preferito, critica tutto e tutti, non fa altro che pavoneggiarsi, mi tratta come se avessi tre anni più una commozione cerebrale e non dovrei detestarla ?! »
    « Già, mi hai convinto » convenne Harry.
    « Le ho anche affibbiato un nomignolo cattivo: Flebo »
    « Perché Flebo ? » chiese Harry.
    « Così, me ne piaceva il suono » disse Ginny prima di infilarsi il tutù e uscire dalla stanza facendo finta di essere una ballerina.
    Quando anche Ginny se ne fu andata, Harry decise di levarsi il pensiero raccontando a Ron e Hermione della profezia.
    « Oh Harry, ma non hai paura ? » gli chiese Hermione quando lui ebbe finito di illustrare tutti i pro e i contro che la profezia comportava, ovvero più contro che pro « Non te la stai facendo addosso ? »
    « Non c’è bisogno di preoccuparsi, Hermione, dopotutto io sono il buono e Voldemort il cattivo, ricorda che le storie finiscono sempre con il buono che vince e il cattivo che ci lascia la pelle »
    « Conoscendo la Rowling non starei così tranquilla » disse saggiamente Hermione. La ragazza si sedette su uno sgabello, dove però era già seduto un vecchio aggeggio di Fred e George.
    « Ehi, che ti salta in mente ? » urlò furioso il vecchio aggeggio di Fred e George « Non vedi che qui ci sono seduto già io ? »
    « Oh, mi scusi signor vecchio aggeggio » disse Hermione.
    « Vecchio a chi ? » urlò il sempre più furioso vecchio aggeggio « Ma come ti permetti ? Che ragazza maleducata ! »
    « Ma anche l’autrice ti chiama così ! Perché io non posso ? » chiese Hermione piangendo per l’ingiustizia della cosa.
    « Perché, essendo lei che scrive, l’autrice può fare quello che più l’aggrada ! Che ragazza ignorante che sei ! »
    « Ah, no, questo è troppo ! » ribattè Hermione piccata « Mai dare a me dell’ignorante ! Sei solo un vecchio brutto aggeggio maleducato ! »
    « Hai rotto ! » disse il vecchio aggeggio prendendo Hermione a pugni in faccia, poi se ne andò a passeggio nei boschi per sbollire la rabbia.
    « Ohi ohi » si lamentò Hermione « La giornata non è iniziata tanto bene »
    « Vedrai che migliorerà, Hermione » la consolò Harry « Oggi devono arrivare i G.U.F.O. »
    « Harry, ma come parli ? » lo rimproverò la ragazza « Devono arrivare i gufi, oppure deve arrivare il gufo, stai attento alle concordanze ! »
    « Ma cosa hai capito ! I G.U.F.O., i voti degli esami ! »
    « Oh mamma santissima ! Adesso me lo dici ? Si salvi chi può ! » e urlando come un’indemoniata corse in cucina a tormentare la signora Weasley. Harry e Ron la raggiunsero pochi minuti dopo e sempre pochi minuti dopo arrivarono i gufi con i G.U.F.O.
    « Oh mamma santissima, oh mamma santissima, oh mamma santissima » continuava a ripetere Hermione mentre Harry e Ron srotolavano le proprie pergamene. Harry ebbe un sussulto. Era stato bocciato solo in storia della magia, divinazione e fisica quantistica, ovvero materie di cui non gliene fregava un piffero. La stessa cosa valeva per Ron, il quale per gioire fece di nuovo colazione. Hermione invece piangeva disperata perché non aveva ricevuto il massimo dei voti in difesa contro le arti oscure.
    Il giorno del compleanno di Harry la signora Weasley fece la torta e Remus Lupin venne a mangiarsela, intrattenendo i commensali con storie del terrore.
    « I mangiamorte hanno preso Fortebraccio ! Uuuuh ! »
    « No ! » pianse Harry « E ora chi mi darà i gelati gratis ? »
    « E Karkaroff è stato ucciso ! »
    « Affari suoi. A me la cosa non tange » disse Harry seriamente prima di scolarsi un bicchiere colmo di succo di prugne.
    « E Olivander è stato rapito ! »
    « Fortuna che io la mia bacchetta l’ho già comperata » sospirò Harry accarezzando affettuosamente la sua stecca di legno.
    « E se fate i capricci e non mangiate la minestra di rape che la mamma vi cucina, i mangiamorte prenderanno pure voi ! » aggiunse Lupin minaccioso mentre tutti scoppiavano in lacrime.
    « Remus, adesso basta ! » lo rimproverò mamma Weasley « Vergognati, spaventare così i bambini »
    « Ma mamma, noi piangevamo al pensiero di dover mangiare la minestra di rape » spiegò Ginny asciugandosi gli occhi.
    I giorni continuarono così per un po’, il quartetto ( dato che la sorella di Ron si era unita alle loro scorribande ) non faceva altro che giocare a quidditch, quando invece non giocavano a quidditch Harry non faceva altro che ridere di Fleur insieme a Ginny, mentre Hermione costringeva Ron a ripassare il comportamento del prefetto perfetto. In poche parole, facevano i cretini come sempre. Alla fine, però, dovettero darci un taglio con gli scherzi e le minchiate, le liste dei libri erano arrivate e dovevano perciò affrontare i pericoli che si annidavano al di là dei confini della tana, avventurandosi a Diagon Alley per lo shopping scolastico.
    La mattina designata per il viaggio a Diagon Alley, dopo una colazione leggera di soli dodici panini a testa, Harry e i suoi amici presero posto in una delle fighissime auto del ministero, spaparanzandosi sui sedili posteriori e sorseggiando cognac. Bill e Fleur li salutavano felicemente dalla finestra, contenti di avere finalmente un po’ di tempo per star soli e poter fare i loro comodi senza un branco di mocciosi in mezzo ai piedi.
    Arrivati a Diagon Alley trovarono ad aspettarli la loro guardia del corpo, ovvero Hagrid, che vale per quattro persone, ma costa per una, anzi per mezza, il mezzogigante non brilla per intelligenza e spesso si fa fregare sulla paga. Molti dei negozi erano barricati con assi perché i proprietari erano stati uccisi/rapiti/minacciati dai mangiamorte, alcuni invece erano semplicemente chiusi per ferie.
    In compenso c’erano un sacco di bancarelle che affollavano le vie, la maggior parte delle quali vendeva amuleti proibiti dal ministero.
    « Se fossi in servizio… » cominciò minaccioso il signor Weasley, ma la moglie lo fermò.
    « Ti prego Arthur, oggi non arrestare nessuno, non è simpatico farlo fuori servizio. Non verresti nemmeno pagato »
    « Volete un bel amuleto ? » disse un commerciante dallo sguardo avido alla signora Weasley « Un amuleto per la vostra graziosa bambina ? » aggiunse indicando Ginny.
    « Ohi, bambina a chi ? » tuonò Ginny con aria feroce « Io ho già quindici anni ! » ed emettendo il tipico urlo di guerra dei Weasley si slanciò sulla bancarella armata di martello.
    Dopo che Ginny ebbe sfasciato il banchetto abusivo, la comitiva continuò per la sua strada.
    « Dividiamoci » disse ad un certo punto Arthur Weasley, con la stessa aria da agente segreto che ha nel terzo film quando racconta a Harry di Sirius Black.
    « Come preferisci » gli rispose il certo punto.
    Harry, Ron, Hermione e Hagrid guardia del corpo si avviarono a comperar vestiti da Madama McClan. Harry e Ron avevano bisogno di divise nuove, Ron in particolare, sono sei libri che non fa altro che crescere, ormai può intraprendere la carriera di giocatore di pallacanestro. Hermione invece ha bisogno di abiti eleganti, probabilmente ha già letto il libro e sa che dovrà partecipare ai festini di Slughorn, quindi vuole qualcosa da indossare per l’occasione.
    Nel negozio di abiti trovarono Draco Malfoy che si stava sottoponendo agli esperimenti di agopuntura di Madama McClan, la quale aveva bevuto parecchio alcool durante la colazione. Draco stava anche provando un vestito ( altrimenti che ci faceva in un negozio di vestiti ? ) e, come c’era da aspettarsi, cominciò a provocare il trio; Harry cercò di sfruttare l’occasione per scatenare una rissa.
    « Uh, madre, è entrata una mezzosangue, senti che puzza » si lamentò Draco turandosi il naso.
    « Oh oh… devo aver pestato qualche cosa venendo qui » disse Hermione esaminandosi i sandali che indossava sopra a dei calzini color verde oliva marcia.
    « Fatti sotto fellone » dissero minacciosi Harry e Ron sguainando le loro bacchette, mentre Madama McClan ha il primo dei venti infarti che avrà nei successivi dieci minuti.
    « Uh, avevo ragione » disse Hermione « Guardate qui che cacca enorme ho pestato »
    « Non osate attaccare mio figlio ! » tuonò Narcissa facendo roteare l’ascia bipenne pieghevole che teneva in borsetta « Né con le bacchette, né a pugni e nemmeno con la colla ! »
    « Guarda quant’è grossa, Ron » disse Hermione sventolando il sandalo davanti alla faccia del ragazzo.
    « Si va bene Hermione, ho visto e sentito » disse Ron cercando di scansarsi, mentre Madama McClan cominciò ad arrotolare la veste sui polpacci di Draco.
    « Ecco caro, magari accorciandola un po’ viene fuori una bella minigonna »
    « Cosa fai, donna ubriaca ! » la sgridò Draco « Non mi alzare così la veste che non mi son fatto la ceretta ! »
    « Allora accorciamo le maniche » disse imperturbabile arrotolandogli la manica sinistra.
    « Non mi toccare il braccio sinistro ! » urlò minaccioso schiaffeggiandola.
    Intanto Harry continuava a battibeccare con Narcissa « Perché non va a cercare i suoi amichetti mangiamorte ? » le disse con vocetta da studente di scuola dell’ infanzia « Così forse il ministero riuscirà a trovarle una cella doppia con tutti i comfort insieme a quel pezzente di suo marito ! »
    « Non parlare a mia madre in questo modo ! » disse Draco avanzando minaccioso, ma si inciampò nella veste che indossava e ruzzolò fuori dalla porta d’ingresso.
    « L’avevo detto che era meglio accorciarla » gemette Madama McClan mentre la signora Malfoy si alzava con aria decisa.
    « Finirai all’inferno, Potter ! Ad arrostir salsicce alla brace insieme a Sirius ! » tuonò Narcissa mentre il figlio tornava nel negozio « Vieni Draco, andiamocene da un'altra parte »
    « Potevi dirmelo prima, madre, così non mi prendevo il disturbo di rientrare » disse Draco togliendosi la veste e buttandola sul pavimento, prima di seguire la madre fuori dal negozio.
    « Ma che modi ! » si lamentò madama McClan raccogliendo la veste, dato che Hermione ci si era appena pulita il piede. Alla fine madama McClan si occupò del magnifico trio e, ancora sotto i fumi dell’alcool, cercò di appioppare un abito da mago a Hermione.
    Completato lo shopping, i tre si ricongiunsero con il resto dei Weasley e tutti insieme appassionatamente andarono a far visita al negozio di scherzi di Fred e George.
    Fred e George avevano creato di tutto. Ma proprio tutto. Ed essendo anche uno dei pochi negozi aperti era pieno zeppo di clienti. Harry si fece il suo bel giro turistico e si riempì le tasche di qualsiasi cosa, tanto i gemelli a lui mica lo fanno pagare. A Ron invece si e per prendersi ancora più gioco di lui gli fanno uno sconto del cavolo, cioè uno zellino che praticamente vale 0,0020 Galeoni e 0,0034 falci. Questo perché in un galeone ci sono 17 falci e in un falci ci sono 29 zellini, ovvero i maghi se ne fregano altamente della matematica. Mi domando come facciano quelli cresciuti tra i babbani a capirci qualche cosa, probabilmente non capiscono affatto e si orientano un po’ a naso. Infatti ho sempre avuto l’impressione che Harry non si sia mai reso conto del denaro che spende.
    Dopo aver mostrato a Harry il negozio, Fred e George decisero di rompere le scatole a Ginny riguardo ai ragazzi. Ginny giustamente se ne frega, tutto quello che le interessa la momento è di convincere la madre a comprarle una puffola pigmea. Fu in quel momento che Harry vide Draco Malfoy aggirarsi da solo per la strada.
    « Forza ragazzi seguiamolo » disse a Ron e Hermione estraendo il mantello dell’invisibilità « Non perdiamo l’occasione di ficcare il naso nei suoi affari »     Senza perdere tempo i tre si infilarono sotto il mantello, solo Hermione fece appena un po’ di storie per dare l’impressione di essere una brava ragazza. Coperti dal mantello uscirono dal negozio e oltrepassarono Hagrid che, appoggiato al muro, suonava la chitarra e cantava allegro per racimolare un po’ di soldi e arrotondare così la sua misera paga. Si misero all’inseguimento di Draco, ma il ragazzo era parecchio più avanti di loro, così i tre si ritrovarono a un bivio senza sapere da che parte andare.
    « Chiediamo a quel bambino laggiù » propose Ron.
    « Ehi, bel bambino, mica hai visto un ragazzo biondo da ‘ste parti ? » chiese Harry dopo essersi tolto il mantello dell’invisibilità.
    « Si, certo che l’ho visto » rispose il bambino.
    « Puoi dirci da che parte è andato ? »
    « Dipende... hai da pagare ? » chiese il bambino con sguardo maligno.
    « Senti bel bambino, vuoi che ti spezzi una gamba ? » propose Harry.
    « Non servirà a niente, Harry » si intromise Hermione « Dagli quello che chiede e fallo in fretta, altrimenti non raggiungeremo mai Malfoy »
    Harry dovette sborsare cinquanta galeoni, cioè 24650 zellini, per far si che il bambino indicasse la strada presa da Draco, ovvero quella che portava a Notturn Alley.
    « Sai, Harry » disse Hermione mentre riprendevano a camminare sotto il mantello dell’invisibilità « Forse potevamo dedurlo da soli che si era inoltrato a Notturn Alley dato che l’altra strada portava al “club del mezzosangue e del mezz’orco” »
    Harry non commentò e i tre proseguirono finché non videro Draco dentro il negozio Magie Sinister. Il magnifico trio ficcanaso si mise ad origliare con le orecchie oblunghe.
    « Si può riparare ? » stava chiedendo Draco al commesso.
    « Boh » rispose il commesso « Forse »
    « Cavolo, che risposta » commentò Draco.
    « Dovrei vederlo, perché non lo porta qui in negozio ? »
    « Non posso ! E poi è molto sedentario, non gli piace uscire » spiegò Draco.
    « Allora non posso fare niente »
    « Ah no ? » Draco si sollevò la manica dell’abito e mostrò al signor Sinister qualche cosa che lo spaventò a morte. Il trio però non riuscì a vedere perché in quel momento un gruppo di giapponesi vacanzieri passò davanti alla vetrina « E se ne parla con qualcuno, Fenrir Greyback verrà qui e le farà la bua » lo minacciò Draco prima di uscire.
    Malfoy se ne era andato da un paio di secondi quando Hermione ebbe una delle sue brillanti idee « Aspettatemi qui » disse agli amici uscendo da sotto il mantello. Provò a sistemarsi i capelli nel riflesso della vetrina, ma lasciò perdere quasi subito, visti gli scarsi risultati; infine entrò nel negozio atteggiandosi da scema e parlando come uno dei componenti della famiglia Addams. Inutile dire che il signor Sinister si insospettì subito.
    « E’ in vendita questa collana ? »
    « A millecinquecento galeoni »
    « Sorbole che prezzi » commentò Hermione « Sono niente e po’ po’ di meno che 739.500 zellini. Non ci stanno tutti nel mio salvadanaio porcellino »
    Girovagò un altro po’ per il negozio « E questo simpatico teschio ? » chiese ammirando un teschio che raccontava barzellette sporche, ovvero barzellette sul fango e sulle macchie.
    « Sedici Galeoni »
    « Mmh... sono 7.888 zellini. E si può pagare anche con carta di credito ? » chiese. A sentir parlare di aggeggi babbani Sinister si insospettì ancora di più di quello che era già, così Hermione, sentendosi scoperta, si mise un golfino e gettò all’aria ogni cautela.
    « Vede, quel ragazzo che è appena uscito, Draco Malfoy, è un mio carissimo amico e fra poco è il suo compleanno, ma non volevo prendergli qualche cosa che ha già, quindi… »
    « Vada fuori ! » tuonò Sinister sapendo benissimo che il compleanno di Draco era già passato. Controlla sempre sul sito della Rowling queste cose. E poi non ha senso regalare a un ragazzo una collana. Hermione quindi corse fuori mentre il signor Sinister la inseguiva armato di lupara.
    Una volta fuori si nascose nuovamente sotto il mantello e Ron cominciò a prendersi gioco di lei, Hermione rispose per le rime e i due composero un’ottima poesia durante il ritorno al negozio di Fred e George. La signora Weasley era ormai ragionevolmente fuori di se dall’ ansia e i tre fecero finta di essere sempre stati nel retrobottega, così, oltre ad averle fatto perdere dieci anni di vita per la paura, le insinuarono pure il dubbio di essersi un po’ rincitrullita.

***

Ecco qui il secondo capitolo, non mi ero dimenticata della fanfic ^^ Tra l’altra fanfiction da concludere e poi tra gli esami da dare non ho avuto molto tempo da dedicare a questa.
Informazione per i lettori, in questa fanfiction il nuovo professore di pozioni continuerà a chiamarsi Slughorn come in inglese, mi rifiuto categoricamente di usare quell’obbrobrio che gli hanno affibbiato ( e chi ha letto il Principe mezzo-sangue in italiano sa di cosa sto parlando )
Tutte le disquisizioni sul valore dei Galeoni sono un po’ il mio chiodo fisso ultimamente, ( insieme al cercare di raccapezzarsi sulle cronologie della saga e al cercare di convincere mia sorella che è possibile cadere su se stessi ), non se se ci abbiate mai fatto caso ( sperò di no per la salute dei vostri neuroni ), ma se un chilo di trippa costa un galeone è impossibile comprarne mezzo chilo a metà prezzo, perché è impossibile dividere un galeone a metà ( questo perché gli falci in un galeone sono 17, ovvero un numero primo e quindi indivisibile; allo stesso modo i zellini in un falci sono 29, ulteriore numero primo ). L’unica soluzione è quella di arrotondare, rimane da scoprire se i maghi arrotondano per eccesso o per difetto. Rimane anche da scoprire perché mi faccia simili viaggi mentali, ma lasciamo perdere.
Vi ringrazio immensamente per le recensioni, mi hanno fatto davvero molto piacere ^^

Strekon: grazie mille per i complimenti ^^ Beh, a mio parere non c’è bisogno di complicarsi la vita andando a pescare cose particolarmente ricercate per far ridere un po’, bastano un po’ battute semplici, genuine e coltivate biologicamente, ovvero create senza l’uso di stupefacenti e allucinogeni ( il che rende ancor più preoccupante lo stato della mia salute mentale ) Va be’, ti ringrazio ancora per la recensione, ciao ciao !
Dark_Lori: in effetti non richiede un grosso impegno questa fic, ha già fatto tutto la Rowling, io non devo far altro che farcirla con un po’ di scemenze ^^ Visto che non richiede un grosso impegno rimane il mistero sul perché ci abbia messo ere geologiche ad aggiornarla -__- Col prossimo capitolo sarò più svelta ^^ Ciao !
Batsheba: mi spiace per i crampi all’addome, sono contenta però che ti sia piaciuta ^^ Grazie per la recensione, ciao !
Shaida Black: ti ringrazio per tutti i complimenti, qui andrà a finire che mi monterò la testa ( adesso vado all’Ikea a prenderla e poi mi metto all’opera ) Mi sembrava di commettere un delitto nel fare la parodia del secondo capitolo ( Piton è fantastico in quella parte ) quindi mi fa piacere sapere che è piaciuto ^^ Ciao !
Call: Grazie ^^ Silente è un ottimo personaggio per creare scene folli, non so come farò adesso senza di lui. La scena con Slughorn piace particolarmente anche a me ^^ Grazie per la recensione, ciao !
Lothiriel: Non preoccuparti se non riesci a seguire, non devi leggerla a tutti i costi ^^ Senza aver letto il libro in effetti non credo abbia molto significato. Mi fa comunque piacere sapere che sia divertente ^^ Ci sentiamo presto ^__- ( oh no, basta mail deliranti ! ndLothiriel ormai ragionevolmente fuori di testa ) Ciao ciao !
Fay: la panna montata ha avuto la precedenza e mi sono dedicata a lei prima di continuare questa ^^ Credo di aver capito, la parodia mi riesce bene, ma mi riesce meglio inventarmi la storia di sana pianta, la cosa è rassicurante perché in effetti mi trovo più a mio agio a scrivere fanfiction di quest’ultimo genere ^^ Il lato positivo della parodia è che non devo preoccuparmi della trama, diciamo quindi che si tratta di una scrittura leggera tra una fanfiction un po’ più impegnata e l’altra ^^ ( anche se “fanfiction impegnata” non credo sia il termine giusto per riferirsi alla panna… come minimo uno scrittore di vere fanfiction impegnate dovrebbe sentirsi offeso da tale paragone ) Ti ringrazio molto per la recensione, ciao !
Suzako: Grazie ^^ La citazione del ratto mi sembrava appropriata per quella scena ^^ Grazie per la recensione, ciao !
Regina della serpi: grazie, mi fa piacere che ti sia piaciuta ^^ Ciao !

In teoria non dovrei metterci molto con il prossimo capitolo visto che buona parte l’ho già scritto, in pratica non si sa mai, ma farò del mio meglio per finirlo in fretta ^^ Ciao ciao a tutti !

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Allo SlugClub non ci entri se delle buone credenziali non presenti ***


Capitolo 3

Capitolo 3
Allo SlugClub non ci entri se delle buone credenziali non presenti
( che schifo di titolo… )

   Durante l’ultima settimana alla Tana, Harry si fece continuamente i viaggi mentali su Malfoy, era determinato a scoprire che cosa voleva dal signor Sinister. Ron e Hermione, dal canto loro, se ne fregavano bellamente. Ron era troppo impegnato a sistemare la sua scopa, voleva essere al meglio per far si che il nuovo capitano ( che guarda a caso è Harry ) lo riprendesse in squadra. Hermione invece era seduta sul davanzale della finestra, impegnatissima a imparare a memoria il suo nuovo libro di traduzione runica.
   « Draco Malfoy è un Mangiamorte ! » urlò all’improvviso Harry facendo sobbalzare gli amici e provocando la caduta di Hermione in giardino.
   « Ma cosa stai farneticando ? » gli chiese la ragazza aprendo la porta e tornando in camera « Come fa Draco a essere un Mangiamorte ? »
   « Ha preso il posto di suo padre » spiegò Harry « Per questo non voleva che Madama McClan gli scoprisse il braccio sinistro. E’ il braccio dove ha tatuato il marchio nero »
   Ron e Hermione si scambiarono un’occhiata e poi cominciarono a ridere come matti « Ah ah ah ! Ma dai Harry, non è possibile ! »
   « Si, invece ! » insistette Harry « E’ un Mangiamorte e sta tramando qualche cosa »
   « E’ altamente improbabile, Harry » disse Hermione risedendosi sul davanzale « Voldemort non permetterebbe a un sedicenne di diventare Mangiamorte »
   Offeso e arrabbiato, Harry la fece cadere di nuovo dalla finestra, poi uscì dalla camera con le divise sporche; la signora Weasley si era raccomandata di non lasciare vestiti da lavare all’ultimo momento e Harry, molto gentilmente, glieli porta l’ultimo giorno di vacanze. Dopo aver incontrato Ginny e aver riso con lei di Fleur, Harry entrò in cucina dove la signora Weasley, impegnata a passare il sapone a dei cavoletti di Bruxelles che facevano il bagno, era costretta ad ascoltare i progetti della futura nuora riguardo gli abiti delle damigelle. Non appena vide Harry la mamma di Ron zittì Fleur ficcandole uno strofinaccio in bocca e si precipitò da lui per servirgli la merenda e metterlo al corrente dei sicurissimi piani di sicurezza per il giorno dopo.
   « Harry caro, siediti e mangia mentre ti illustro i piani per raggiungere il binario nove e tre quarti senza restare uccisi » disse la signora Weasley con tono rassicurante.
   « Ci sarà anche Tonks, vero ? » chiese Harry con la bocca piena di sformato di patate.
   « Purtroppo Tonks è impegnata altrove »
   « Uffa » disse Harry incrociando le braccia imbronciato.
   La mattina dopo tutto filò liscio come l’olio e con la precisione di un orologio svizzero. La signora Weasley era stata alzata tutta la notte per poter pulire, asciugare e stirare le divise di Harry, ma la cosa non la scocciava minimamente, invece l’avrebbe scocciata parecchio se avesse dovuto farlo per uno dei suoi figli. Fleur saluto e sbaciucchiò tutti quanti, a parte Ron che, grazie ad una spinta di Ginny, era volato nel laghetto delle papere.    Purtroppo Hagrid non li aspettava alla stazione, aveva smesso di fare la guardia del corpo vista la misera paga, al suo posto però c’erano due auror con la barba finta. Uno di questi acciuffò Harry per un braccio e lo mise a sedere nel passeggino per poi spingerlo verso la barriera, Harry si divincolò e pianse finché non gli fu permesso di andare con le sue gambe.
   « So camminare da solo, scemo ! » urlò furioso inciampandosi sui suoi piedi e finendo dentro un tombino chiuso.
   Finalmente giunti al cospetto del treno Ron e Hermione si imboscarono nella carrozza dei prefetti, Harry invece prese da parte il signor Weasley.
   « Signor Weasley, posso dirle due parole ? »
   « Certo Harry »
   « Quando eravamo a far shopping a Diagon Alley… »
   « Ehi, avevi detto due ! » lo interruppe il signor Weasley accigliato « Me ne stai dicendo un bel po’ di più, invece »
   « Era solo un modo di dire » spiegò impaziente « Comunque quel giorno… » riprese Harry, ma il signor Weasley lo interruppe nuovamente con un sorriso sardonico.
   « Sto per scoprire che fine avevate fatto tu, Ron e Hermione anziché starvene nel negozio di Fred e George, vero ? »
   « Come fa a saperlo ? » chiese Harry sbalordito.
   « Andiamo Harry, stai parlando con l’uomo che ha allevato Fred e George »
   « E che non l’ha fatto molto bene, a giudicare dai risultati » commentò Harry.
   « Avrei voluto vedere te al mio posto… comunque, stavi dicendo ? »
   « Ah, si, abbiamo seguito Malfoy e … » Harry si zittì vedendo che il signor Weasley lo stava interrompendo nuovamente.
   « Harry, non raccontarmi balle, so benissimo che Malfoy si trova in prigione »
   « Non Lucius Malfoy, Draco Malfoy ! »
   « Ah, Draco, detto anche “Malfoy il piccolo”, “il giovin Malfoy”, “Draco il breve”, “Malfoy Junior” e noto alla malavita come “il biondo Lord” »
   Sorvolando su tutti i nomi con cui era conosciuto Draco, Harry riprese con il suo racconto « L’abbiamo seguito e lui è andato dal signor Sinister, voleva far aggiustare qualche cosa uguale a un altro aggeggio che voleva acquistare ! E c’è dell’altro: lo abbiamo visto fare un salto di un metro quando Madama McClan ha cercato di scoprirgli il braccio sinistro… »
   « Però, è un bravo atleta » fu il commento ( scemo ) del signor Weasley.
   « No, voglio dire, quello è il braccio in cui viene tatuato il marchio nero »
   « Ah, già, mi sembrava ci fosse dell’altro » disse il signor Weasley pensieroso « Ma non credo Tu-Sai-Chi permetterebbe a un sedicenne di diventare Mangiamorte »
   « Vi siete tutti quanti messi d’accordo per non darmi ragione ? » ribattè stizzito Harry « Perché non indagate un po’ ? »
   « Infatti lo faremo Harry » lo rassicurò il signor Weasley dandogli dei buffetti sulla guancia « Più che altro per farti smettere di rompere con questa storia »
   Intanto la signora Weasley saltava da una parte all’altra in preda all’ansia, il treno stava partendo e Harry ancora non era salito.
   « Harry, muoviti, per l’amor di Merlino ! » lo incitò lei mentre il mezzo cominciava a muoversi.
   Con un balzo felino Harry salì sul convoglio, poi si sporse dal finestrino per salutare i coniugi Weasley. La mamma di Ron si era data alla corsa e inseguiva il treno saltando pure gli ostacoli.
   « Durante le vacanze natalizie verrai da noi, abbiamo già concordato tutto con Silente e con Babbo Natale, quindi ci vediamo presto, mi raccomando stai bene e fai il bravo » urlò a Harry mentre cominciava a rimanere indietro « E stai attento ! »
   Harry annuì sorridente prima di sbattere la zucca nel semaforo della stazione, contro il quale la signora Weasley gli aveva inutilmente avvisato di fare attenzione. Harry ritirò la testa dolorante mentre alcuni arbitri facevano la prova del doping alla signora Weasley, impressionati da cotanta abilità nella corsa.
   Mentre trascinava il baule per i corridoi, Harry notò che molti studenti lo fissavano spudoratamente; non avendo mai apprezzato lo star sotto i riflettori, chiese al tecnico delle luci di spostarli prima di raggiungere Ginny e darle un pizzicotto sul sedere « Ehi, ti va di cercare uno scompartimento ? »
   « No, mi spiace Harry, ma ho cose più interessanti da fare con Dean al momento » e se ne andò per il corridoio.
Harry rimase una mezz’ora buona a lamentarsi e a maledire il mondo intero, irritato com’era dal rifiuto di Ginny e dall’improvviso rammentarsi che di solito la ragazza non frequenta lui e gli amici durante la permanenza forzata a Hogwarts. Nonostante i fan della coppia Harry/Ginny stiano già preparando il banchetto e gli addobbi per i festeggiamenti, Harry è un po’ tardo ed è ancora convinto di essere innamorato della McGranitt.
   Finalmente ridestatosi dai suoi turpi pensieri, Harry si accorse di essere circondato da una marea di ragazze dallo sguardo sognante, desiderose di poter prendere presto il posto di Ginny; Harry le guardò sempre più preoccupato finché giunsero Neville e Luna.
   « Ciao Harry » lo salutarono gli amici allegri.
   « Ragazzi, salvatemi ! » gridò Harry correndo verso di loro e saltando in braccio a Neville « Mi vogliono sedurre ! » aggiunse indicando le ragazze.
   Luna le allontanò a colpi di Cavillo, mentre Neville accompagnava Harry a uno scompartimento vuoto.
   « Hai visto Harry ? Tutti mi guardano e mi fissano ! » disse Neville eccitato mettendo i bauli sulla reticella « Dev’essere perché sono stato con te al ministero ! »
   « Io credo sia perché hai le mutande sui pantaloni » gli fece notare Harry « Ve’ mo che poi ti scambiano per Superman e ti buttano nel vuoto per vedere se voli » Neville sobbalzò e corse in bagno a cambiarsi.
   Tornato dal bagno, Neville si sistemò su un sedile e mostrò la sua bacchetta nuova agli amici « Guardate qui, ciliegio e crine di unicorno » disse orgoglioso.
   « Sai che, secondo certe teorie, tutti i personaggi che possiedono bacchetta con crine di unicorno moriranno entro il settimo libro ? » gli disse Luna.
   Neville fece un rapido gesto scaramantico « Comunque l’ho comperata da Olivander e… »
   Harry gli diede uno schiaffone « Bugiardo ! » urlò dandogliene un altro per accentuare il concetto « So benissimo che Olivander è stato rapito e rapinato, non cercare di fregarmi ! »
   « Infatti l’ho comperata prima che sparisse » piagnucolò Neville.
   Harry lo colpì altre due volte « La prossima volta dillo subito »
   Pochi minuti dopo una ragazza mora entrò nello scompartimento con aria baldanzosa.
   « Il mio nome è Vane, Romilda Vane » si presentò rivolgendosi a Harry « Per tutto l’anno ti scasserò l’anima nel disperato tentativo di fidanzarmi con te, considero i tuoi compagni di viaggio dei falliti e sono una delle persone più sciocche e insulse di Hogwarts. Ti andrebbe di venire nel mio scompartimento ? »
   « Ehm, no » disse Harry.
   « Accidenti, qualcosa di quello che ho detto non deve aver dato una buona impressione » borbottò tra se mentre usciva dallo scompartimento.
   Il resto della mattinata passò in fretta, Neville si mise a parlare dei suoi G.U.F.O., domandandosi se poteva continuare con trasfigurazione dal momento che aveva ottenuto un “Completamente negato” come voto. Harry però non lo ascoltava, era troppo perso a fantasticare su come poteva essere la sua vita se Voldemort avesse scelto Neville: niente cicatrice da nascondere con il fondotinta, nessun pazzo furioso che gli dava la caccia e Lily a salutarlo alla stazione, anziché quel surrogato di madre della signora Weasley che sembra voler più bene a Harry che ai propri figli. Neville però non è uno scemo e intuisce dal suo sguardo vuoto che probabilmente Harry non lo sta ascoltando, Luna ipotizza che Harry sia stato colpito da un gorgosprizzo, cosa che ritengo molto probabile e soprattutto accaduto quando era ancora bambino nella sua culla a forma di cigno nella casa di Godric’s Hollow.
   Finalmente Ron e Hermione tornarono, Ron informò Harry che Draco non stava svolgendo i suoi incarichi di prefetto, ovvero tiranneggiare i piccoli e abusare della propria posizione.
   « Lo immaginavo » disse Harry facendo scroccare le nocche « Questo perché è un Mangiamorte e sta tramando qualche cosa »
   Hermione aprì la bocca, ma non ebbe il tempo di ribattere in quanto un paggetto dal vestito di velluto rosso aveva appena fatto il suo ingresso nello scompartimento e si era inchinato profondamente di fronte a Harry « Un invito per messer Potter » disse allungandogli un rotolo di pergamena « E uno anche per messer Paciock » aggiunse porgendo un secondo rotolo a Neville.
   « Che è ? » chiese Neville srotolando il suo con dita tremanti « Oh mamma ho paura ! »
   « Ehi, è una convocazione da parte di Slughorn » annunciò Harry.
   « Da chi ? » chiese Neville.
   « Slughorn, un nuovo professore » spiegò Harry.
   « Ma io non ho fatto nulla ! » pianse Neville « Perché mi vuole punire ? Rimarrò segnato nell’anima per tutta la vita a causa di questo rimprovero ! »
   « Ma che frigni ? E’ un invito a mangiare da lui ! » lo sgridò Harry dandogli un ceffone « Muovi le chiappe o arriveremo quando gli altri avranno già spazzolato tutto » lo incitò poi spingendolo fuori dallo scompartimento con un calcio nel sedere.
   Giunti dal professor Slughorn trovarono lo scompartimento occupato dai vip di Hogwarts, ovvero studenti dai poteri particolari o con buoni contatti in giro per il mondo.
   « Benvenuti, ragazzi » li accolse Slughorn gioviale « Accomodatevi, accomodatevi… Harry, spero che tu non sia nervoso oggi, ho ancora vivido il ricordo di quella sedia che mi hai rotto in testa »
   Harry e Neville si sedettero nello stipato scompartimento mentre l’insegnante presentava loro gli altri studenti « Questo è Zabini, che naturalmente conoscete in quanto è del vostro anno » Harry conosceva bene Blaise, infatti si salutarono amichevolmente con sputi e insulti. Slughorn spiegò che le doti particolari di Blaise erano quelle di avere una madre che aveva fatto fuori i suoi sette mariti per accaparrarsi l’eredità e di essere l’unico personaggio della saga di cui l’autrice non riesce a farsi un’immagine mentale. « Questo invece è Cormac McLaggen, è della vostra casa quindi dovreste esservi incrociati, in caso contrario, Harry, lo conoscerai col passare dell’anno e scoprirai che è un gran rompiscatole… questo invece è Marcus Belby, mentre lei è Ginny Weasley » Ginny spuntò da un sedile e cominciò a fare le smorfie.
   « Bene, bene… volete del fagiano ? » chiese Slughorn trafficando con le sue innumerevoli ceste « Non preoccupatevi, non è cibo surgelato, ma un fagiano fresco fresco di cattura » Aprì il contenitore del fagiano e questi volò via starnazzando « Accidenti… forse un po’ troppo fresco » Dopo che un cacciatore mercenario ebbe riportato il fagiano a Slughorn, il gruppetto mangiò avidamente mentre il professore elogiava e cercava di entrare nelle grazie delle persone interessanti. Il povero Belby però non risultò essere tanto interessante quanto interessava all’insegnante, così venne gettato dal finestrino. Naturalmente la persona che riteneva essere più interessante di tutti gli interessanti era Harry, non solo perché è il protagonista del libro, ma anche perché ha sconfitto Voldemort più volte del normale e perché è figlio di Lily.
   « Ricordo bene Lily » disse Slughorn con aria sognante « Era una strega molto dotata, era naturale quindi che suo figlio ereditasse poteri fuori dall’ordinario »
   Zabini emise una risata di scherno, cosa che scatenò le ire di Ginny che lo colpì con una testata.
   « Oh, santo cielo ! » disse Slughorn ridacchiando mentre Zabini scivolava a terra sanguinante « Che ragazza violenta, proprio come te Harry, vedo già un roseo futuro insieme » e ammiccò in direzione dell’eroe che era troppo impegnato a mangiare biscottini al miele per dargli ascolto.
   Dopo aver raccontato a tutti della triste sorte dei genitori di Neville, Slughorn cacciò via i suoi ospiti perché erano quasi arrivati al castello e lui doveva ancora fare la pennichella pomeridiana.
   « Che ci facevi lì in mezzo, Ginny ? » chiese Harry alla ragazza mentre tornavano ai rispettivi scompartimenti « Ero strasicuro che tu e la tua famiglia non aveste nessun contatto con persone interessanti e famose, a parte me, ovviamente » aggiunse rimirandosi le unghie.
   « Mi ha visto mentre bastonavo Zacharias Smith e allora mi ha invitato a pranzo » disse Ginny « Ha detto che ci sarebbe stata un’altra persona con l’attitudine alla violenza e che sarebbe stato grandioso se fosse riuscito a combinare un appuntamento tra noi due » spiegò guardando Harry con aria allusiva.
   « Davvero ? Io non l’ho vista questa persona » commentò Harry dando sfoggio della sua intelligenza « Forse ha avuto da fare e non è potuta venire »
   Zabini passò loro di fianco e colse l’occasione per spintonare Harry per terra, Harry si vendicò lanciandogli un gavettone d’acqua che però colpì Cho Chang che stava facendo la corsa campestre lungo il corridoio. La visione di Zabini aveva però dato a Harry un’idea tanta azzardata quanto stupida: seguirlo nel suo scompartimento con indosso il mantello dell’invisibilità in modo da spiare Draco e raccogliere le prove per dimostrare agli amici che il ragazzo stava tramando qualche cosa.
   Indossato il mantello dell’invisibilità, Harry seguì Blaise nello scompartimento Serpeverde, dove Draco Malfoy e i pochi che erano nelle sue grazie fumavano marijuana e giocavano a tressette. Già che c’era Harry fece in modo che Blaise e Goyle si inciampassero a vicenda. Alla vista di quella scena comica Draco rise come un matto, mentre alle sue spalle Pansy continuava imperturbabile a fargli la messa in piega. Con tutto lo scompiglio Harry si arrampicò come una scimmia sulla reticella dei bagagli e si mise a leggere il fumetto della Pimpa di Goyle.
   « Che voleva Slughorn ? » chiese Draco rivolto a Zabini mentre Pansy, armata di phon e spazzola, lisciava i capelli al minimangiamorte.
   « Solo collezionare gente famosa » spiegò Blaise sedendosi e cominciando a sgranocchiare una merendina dietetica.
   « E a me non mi ha chiamato ?! Ueeeh ! » pianse Draco alzandosi e pestando i piedi per terra.
   « Draco non piangere » lo consolò Pansy con voce dolce ficcandogli in bocca una caramellina zuccherosa, di quelle che farebbero svenire i genitori di Hermione « Tanto non potevi andare da Slughorn, dovevo farti i capelli » aggiunse ricominciando a spazzolargli la chioma.
   « Chi altro è stato invitato ? » chiese Draco con il broncio.
   « Vediamo… McLaggen di Grifondoro, un certo Belby che però è stato gettato fuori dal finestrino, Paciock, Potter e la ragazza Weasley »
   « Paciock ?! » chiese Draco balzando nuovamente in piedi scatenando le ire di Pansy « Ha invitato Paciock ? »
   « Se Paciock era lì se ne deduce che sia stato invitato » disse Zabini dimostrando di essere l’unico abitante di Hogwarts con un po’ di intelligenza.
   « Era ovvio che invitasse Potter, voglio dire, adesso è il prescelto e poi è il protagonista, ma non capisco che ci facesse lì la Weasley ! »
   « Perché è carina » spiegò Pansy concludendo il suo lavoro con una spruzzata di lacca « Anche a Blaise piace »
   « Ma che dici ?! » si arrabbiò Blaise « A me non piacciono i traditori del sangue »
   « A Blaise piace la Weasley, a Blaise piace la Weasley » lo prese in giro Pansy con vocetta infantile riponendo le spazzole e togliendo la mantellina rosa a Draco.
   Passarono così dieci minuti in cui Pansy e Blaise si prendono in giro a vicenda come dei bambini dell’asilo, alla fine Draco, stanco che l’attenzione generale non fosse su di lui, cominciò ad alludere ad una missione da Mangiamorte per rendersi interessante. Harry drizzò le orecchie e maledì il fatto che i registratori vocali non funzionassero in prossimità della magia.
   « Io potrei non essere qui l’anno prossimo » disse Draco sorridendo.
   « Oh, non dire così, Dracuccino Capuccino » gemette Pansy « Vedrai che alla fine non ti bocceranno »
   « Non intendevo quello. Voglio dire, potrei essere passato a cose migliori e più grandi »
   « Intendi dire che sarai ingaggiato per recitare in un musical ?! » chiese Pansy con un bisbiglio impressionato.
Draco alzò gli occhi al cielo esasperato « Intendo il Signore Oscuro » Harry si agitò per l’emozione.
   « Sul serio ? » chiese Pansy impressionata mentre Draco sorrideva compiaciuto « Non sapevo che Il Signore Oscuro mettesse in scena dei musical »
   Rassegnato Draco si alzò sospirando « Vedo il castello, muoviamoci »
   I Serpeverde cominciarono a mettersi le divise, Harry rimunginava su quello che aveva sentito e non si accorse che Goyle stava prendendo il proprio baule, col risultato che il ragazzo per poco non venne steso dal bagaglio.
   « Ma porca puzzola !! » Urlò Harry furioso massaggiandosi la tempia. I Serpeverde si guardarono intorno sorpresi. Alla fine il treno arrivò alla stazione e i ragazzi cominciarono a uscire dallo scompartimento, Draco però rimase indietro con la scusa di dover controllare se aveva messo i braghini da corsa nel baule.
   Harry si sporse curioso, ma Draco lo immobilizzò con un petrificus.
   « Ah ah Potter, mi sembrava di averti sentito imprecare alcuni istanti fa ! Così impari a ficcare il naso nelle cose che non ti riguardano ! » e cominciò a prenderlo a calci sul muso, dando il via a una delle scene più belle del libro.
   Ridendo ancora come un indemoniato Draco si assicurò che Harry fosse ben coperto dal mantello dell’invisibilità, poi uscì allegro al pensiero che, magari, durante il viaggio di ritorno il treno potesse deragliare con Harry sopra per poi, se fosse stata proprio una giornata fortunata, cadere in un burrone senza fondo.

***

Mah, forse questo capitolo è un po’ sottotono rispetto ai primi due, questa parte non mi ha preso molto ed ero un po’ disinteressata al riguardo, ma non credo sia del tutto da buttare ^^
Comunque sia sono felice di essere riuscita a postare visto che questo fine settimana è partito il disco rigido del mio portatile, purtroppo “partito” non significa che è andato a sciare, ma che ha definitivamente smesso di funzionare è__é Dal momento che non ho più un computer personale su cui scrivere, i miei tempi di aggiornamento ( che già non eccellevano per la velocità ) potrebbero subire ulteriori ritardi. Fortunatamente possiedo una chiavetta usb dove ho una copia di tutti i miei documenti, quindi non ho perso nulla ^^
Dopo queste grandiose notizie passo a ringraziarvi con tutto il cuore per le recensioni

Suzako: e si, ci ho messo parecchio con lo scorso capitolo, con questo è andata un po’ meglio, dati i problemi non posso garantire nulla per il prossimo >__< Spero ti stia divertendo anche con la panna montata ^^ Grazie mille per la recensione, ciao !
Starliam: ti ringrazio, la continuerò finché non la finirò ^^ Grazie per la recensione, ciao !
Sara: grazie per i complimenti, spero che con il procedere mantenga le promesse di divertimento ^^ Perché non volevi più leggere una mia fanfic ? Che ho fatto ? Sul serio, non ne sapevo nulla ! Mi fa comunque piacere sapere di essere stata perdonata ^^ Grazie ancora per la recensione, ciao !
Judie: ehilà, chi si rivede ^^ In effetti il sesto libro è già abbastanza comico di suo, a parte l’ultimo capitolo, se penso che devo far ridere con quello mi sento male >__< Va bè, non preoccupiamoci di questo per ora. Ti ringrazio per tutti i complimenti, ormai credo che nella mia mente quei tre continueranno a chiamarsi triumsvitato per tutta la vita ^^ Ciao e a presto !
Minau: grazie mille ^^ Rispetto ai miei tempi abituali questo capitolo è arrivato presto ^^ Ciao !
Strekon: ti ringrazio, mi fa piacere che lo scorso capitolo ti abbia divertito ^^ Ero abbastanza soddisfatta della parte di Lupin, dopotutto un licantropo è la persona giusta per narrare storie del terrore ^^ Uh uh, buona la soluzione con i pesi, ma tengo per buona anche la possibilità che la Rowling si sia data agli alcolici^^ ( probabilmente attingendo dalla mia scorta… ) Grazie ancora per la recensione e per i complimenti, a presto !

Grazie a tutti quanti ( compresi gli innumerevoli solo lettori ^^ ), farò il possibile per preparare il prossimo capitolo in tempi decenti, intanto che aspettate potete lasciare una recensione, che non fa mai male ^^
Ciao ciao !

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - Il Principe vittorioso ***


Capitolo 4

Capitolo 4
Il Principe vittorioso
( o, se preferite, Piton Mezzo-sangue )


Nello scorso capitolo avevamo lasciato Harry, tutto lacero e contuso, steso e bloccato sul pavimento dello scompartimento di Draco, ovvero il responsabile dell’immobilità e del naso sanguinante del protagonista. Harry non sapeva come trarsi d’impiccio, provò e riprovò a fare incantesimi mentali, ma non gli riuscirono, dopotutto non riuscirà a farli nemmeno dopo che glielo hanno insegnato, quindi figuriamoci adesso. Sperava solo che Ron e Hermione notassero la sua mancanza, ma gli amici erano troppo impegnati a flirtare tra loro per accorgersi della sua assenza.
Dopo alcuni minuti il convoglio ripartì in direzione di Londra, sarebbe stato davvero divertente vedere cosa avesse fatto Harry una volta tornato nella capitale, ma a rovinare il divertimento ci pensa Tonks, la strega trasformista, giunta sul treno per salvarlo.
    « Ciao Harry » disse con voce depressa liberandolo dall’incantesimo d’immobilizzazione « Vieni, il treno è già ripartito, ma possiamo sempre buttarci mentre è in corsa, un po’ d’azione non guasta mai »
I due si buttarono; grazie alla sua controfigura Tonks riuscì a saltare decentemente, invece Harry finì dentro un fosso pieno di ortiche urticanti e posso dirvi per esperienza personale che non è il massimo della gioia. Ripescato il maghetto dal fosso, Tonks si diede da fare e curò il naso di Harry dando sfoggio delle sua abilità mediche.
    « Ecco fatto Harry, ora la bua non c’è più. Adesso sarà meglio incamminarsi verso la scuola »
Infilati gli scarponi da trekking, i due si misero in marcia verso il castello che evidentemente è stato costruito a chilometri di distanza dalla stazione. A pensarci bene forse è la stazione che è stata costruita a chilometri di distanza dal castello, comunque sia la strada da percorrere era un sacco, gli autobus non passavano per via dello sciopero dei mezzi pubblici e Harry aveva male alle gambe perché il giorno prima aveva passato la serata a saltare sul letto dei coniugi Weasley. Mentre il signor Weasley ci dormiva.
    « Come facevi a sapere che mi trovavo ancora sul treno ? » chiese Harry affaticato.
    « Perché sul libro c’è scritto che Draco ti avrebbe immobilizzato e lasciato a marcire nel suo scompartimento » spiegò Tonks sfogliando una copia di “Harry Potter e il principe mezzo-sangue”.
    « E come hai fatto a capire in quale scompartimento mi trovavo ? » insistette Harry arrancando col fiatone.
    « Sulla porta c’era un cartello con scritto “Qui giace Harry Potter” »
    « Ma non ha senso ! » esclamò Harry arrabbiato fermandosi di colpo « Quella frase si usa per le persone morte e io sono ancora vivo e vegetale »
    « Si vede che Draco aveva esagerato con il fumo » sospirò Tonks « Avanti Harry, muoviamoci, altrimenti non faremo in tempo ad arrivare che è già ora di tornare a casa »
    « Sono stanco » si lamentò Harry buttandosi di peso a sedere su una poltrona.
    « Hai davvero poca resistenza, abbiamo fatto a malapena dieci metri » gli fece notare Tonks « E non puoi sederti su una poltrona, non possono essercene qui in mezzo alla strada »
Constatato che Tonks aveva ragione, la poltrona sparì facendo cadere Harry per terra. Alla strega non rimase che caricarsi Harry sulle spalle e poi ripartire al galoppo verso il castello, Harry si divertì un mondo, ma dopo un po’ Tonks era stanca e stufa da far da ronzino, quindi fece scendere il ragazzo.
    « Forse potremmo prendere la scorciatoia attraverso la foresta proibita » propose Tonks.
    « Ehi, ma non si può ! » disse Harry allarmato « Si chiama proibita apposta e poi è pericolosa, ci sono i ragni giganti, i poco ospitali centauri, bestie immonde e putrescenti, per non parlare dei venditori ambulanti di calzini. Entrarci vorrebbe dire fare una cosa moralmente scorretta e pericolosa: non possiamo certo perderci un’occasione del genere ! Forza entriamo ! » aggiunse allegro correndo verso la foresta.
I due fecero alcuni passi aprendosi un varco tra i rami, finché non giunsero ad una porta di pietra sulla cui cima c’era incisa la seguente scritta: “Lasciate ogni speranza o voi che entrate, insieme alle borse di grosse dimensioni e ai cappotti. Vietato fumare e fare foto col flash. Si prega di spegnere i cellulari”.
Cercando di leggere meglio la scritta, Harry si avvicinò e inciampò finendo col battere la zucca sulla pietra « Tonks, il senso m’è duro » si lamentò massaggiandosi il bernoccolo.
Dando nuovamente sfoggio delle sue abilità curative, Tonks curò il bernoccolo di Harry e insieme proseguirono il cammino all’interno della foresta infernale, cioè proibita, finche non si trovarono davanti un gigantesco cane a tre teste che inneggiava a Satana.
    « Per la miseriaccia ! » urlò Tonks « Cerbero, il cane infernale ! »
    « Ma che Cerbero e Cerbero, si tratta di Fuffi » disse Harry che aveva riconosciuto la bestia di Hagrid « Basta suonargli qualcosina » ed estratta la sua arpa Harry cominciò a cantare. Fuffi, pur di non ascoltare, si mise i tappi nelle orecchie e finse di dormire. Oltrepassato il cane i due videro alcuni diavoli correre in modo indiavolato per la foresta più un vecchiaccio che trasportava in spalla una barchetta alla ricerca di un fiume dove farla navigare.
    « Mmmh… ho la sensazione che l’autrice abbia letto troppo Dante durante la sua vita e ora stia confondendo le cose » disse Tonks pensierosa « Forse non ci conviene passare per la foresta. Tra l’altro, adesso che ci penso, passare dalla foresta vorrebbe dire prendere la strada più lunga » aggiunse esaminando la mappa dei dintorni di Hogwarts « La vera scorciatoia sarebbe attraversare il lago a nuoto, ma non penso la cosa ti attragga » I due quindi fecero marcia indietro e ripresero a incamminarsi per la strada non solo più sicura, ma pure più corta.
Finalmente arrivarono ai cancelli della scuola, Harry era stanchissimo, aveva male ai piedi e alla gola perché per tutto il tempo non aveva fatto altro che parlare, cosa del tutto inutile visto che Tonks anziché ascoltarlo pensava ai fatti suoi. Il massiccio cancello era chiuso, fortunatamente arrivò Piton.
    « Bene, bene, a quanto pare a Potter piace fare entrate trionfanti » disse maligno aprendo il cancello con il telecomando.
    « Non è stata colpa sua » si intromise Tonks, ma Piton la interruppe.
    « Non me ne frega niente se è colpa sua o no, la cosa importante è che è in ritardo e che posso togliergli dei punti. Dieci punti in meno a Grifondoro ! » Salutata Tonks con allegre prese in giro sul suo Patronus, Piton scortò Harry verso il castello, senza smettere però di cercare pretesti per togliere dei punti al ragazzo.
    « Potter, ma come sei vestito ? » chiese adocchiando le scarpe nike che portava ai piedi « Lo sai che l’autrice non vuole vedere certi marchi nella sua fanfiction ! Dieci punti in meno a Grifondoro ! E poi quel papillon giallo vomito mi sembra di cattivo gusto, altri dieci punti in meno a Grifondoro »
Per tutto il resto del tragitto Piton non smette di sfottere Harry, il quale non fa che incolpare mentalmente l’insegnante di essere responsabile della morte di Sirius, sa che se c’è una persona che non è dispiaciuta per la morte del suo padrino, quella è Piton. Ci sarebbe anche l’autrice a dire il vero, ma questa è un’altra storia.
Finalmente giunti al castello, Harry entrò in sala grande e si diresse verso il tavolo dei Grifondoro. Tutti si voltarono a guardarlo dal momento che era ricoperto di sangue e in genere le persone ricoperte di sangue non passano inosservate. Certo che Tonks oltre a curarlo poteva pure dargli una pulita.
    « Oh, Harry, ma che ti è successo ? » chiese Hermione preoccupata quando l’amico raggiunse lei e Ron « Sei tutto ricoperto di sangue ! L’autrice ti ha picchiato ? »
    « Te lo dico un’altra volta » le rispose amaramente mentre lei lo lavava con una spugna « Com’è il mio naso ? »
    « A forma di trombetta » disse Ron.
    « Cosa ?! » urlò preoccupato Harry »
    « Sta scherzando, non preoccuparti, è come sempre » lo tranquillizzò Hermione « A pensarci bene sarebbe stato meglio a trombetta. Perché lo vuoi sapere ? »
    « Ho detto che te lo dico un’altra volta »
    « Ma cosa mi dici un’altra volta ? » insistette Hermione « Che cosa è successo esattamente ? »
    « Ho detto che te lo spiego un’altra volta ! » urlò minaccioso Harry con voce che gli dava un’aria diabolica. Hermione smise di fargli domande. Harry sperava che gli amici e il resto della popolazione di Hogwarts immaginassero che fosse stato coinvolto in uno scontro all’ultimo sangue con una banda di mangiamorte assatanati e diabolici; se anche fosse, lo avrebbero pensato per poco, dato che Draco stava provvedendo a raccontare a tutti cosa era veramente successo nello scompartimento. Draco ci teneva che tutti sapessero la verità, temeva che qualche fan della coppia Harry/Draco andasse in giro a insinuare cose a cui non voleva pensare nemmeno per sbaglio.
    « Che ha detto di interessante il cappello parlante ? » chiese Harry allungando la mano verso un paio di cosce di pollo che scapparono di corsa.
    « Nulla » rispose Ron.
    « Va bene, che ha detto il cappello parlante, interessante o meno ? » precisò Harry mentre riacchiappava le cosce di pollo con il lazo.
    « Le solite cose » rispose Hermione mentre Harry ingaggiava uno scontro con le cosce di pollo che lottavano coi denti e le sciabole per non farsi mangiare « Ha smistato i primini, ha detto di stare uniti e poi ha raccontato di essere arrivato primo a una gara di corsa, sai che difficoltà, voglio dire è un cappello, è normale che fosse in testa »
Harry ebbe la peggio con le cosce di pollo e dovette accontentarsi di una galletta. Nel frattempo Draco continuava la sua cronaca e Nick-Quasi-Senza-Testa bofonchiava qualcosa riguardo al morire anziché rivelare i segreti di Harry, Ron giustamente lo sfotte.
Quando tutti ebbero finito di cenare, Silente si alzò e di corsa si precipitò ad abbracciare e baciare uno per uno tutti gli studenti, poi si mise a ballare il Charleston con la professoressa Sinistra, ovvero l’insegnante mancina. Gli studenti lo guardavano allucinati, per via del suo comportamento e per la sua mano che aveva ancora l’aspetto cadaverico. Finito il suo balletto, si ricompose e prese la parola.
    « Bentornati e benvenuti a un nuovo anno scolastico qui a Hogwarts ! Voglio annunciavi che quel birbante di Gazza ha bandito tutti i prodotti Tiri Vispi Weasley, si vede che odiava proprio i gemelli » fece una pausa per ridere un po’ « E adesso passiamo al nostro nuovo acquisto, sono lieto di presentarvi il professor Slughorn che occuperà la cattedra di Pozioni »     « Pozioni ?! » chiesero tutti gli studenti stupiti.
    « Harry, ma ci avevi detto che insegnava Difesa Contro le Arti Oscure ! » esclamò Hermione arrabbiata « Sei un bugiardo ! » e lo spinse giù dalla panca. Harry cercò di spiegare che lui in realtà non aveva mai detto nulla del genere, ma la ragazza era talmente immusonita che non gli prestò attenzione.
Harry si risedette a fianco degli amici dando voce al suo più grande timore « Ma se Slughorn insegna Pozioni, allora Difesa Contro Le Arti Oscure dovrà essere insegnata da… »
    « …il professor Piton » concluse Silente prima di tornare al suo posto e servirsi nuovamente di zuppa di cavoli. Harry semplicemente perse i sensi e si accasciò sul tavolo.
I Serpeverde esplosero in applausi e urla di giubilo, Piton si alzò e scagliò i pugni in aria godendosi l’ovazione « Piton, Piton, Piton » urlavano i Serpeverde reggendo uno striscione con scritto “Vai Piton, sei il più forte”. Gasatissimo Piton prese il tavolo degli insegnanti e lo scagliò fuori da una vetrata facendo triplicare gli applausi dei Serpeverde, ma sottraendo anche il piatto da sotto il naso di Silente.
    « Cavoli, la mia zuppa di cavoli » protestò il preside « Ehi, che bel gioco di parole ! » e prese a sghignazzare come un idiota per la battuta altrettanto idiota.
La festante folla di Serpeverde sollevò Piton e lo trasportò con gioia per i corridoi del castello; visto che ormai il tavolo degli insegnanti non c’era più, il preside congedò anche tutti gli altri dicendo frasi senza senso in spagnolo e in aramaico. In sala grande rimasero solo Ron, Hermione e Harry senza sensi.
    « Harry, svegliati » Hermione gli stava rovesciando una caraffa d’acqua in faccia « Non farla così tragica, dopotutto non è la fine del mondo. Dovresti imparare a guardare il lato positivo delle cose, sai »
    « Già, hai ragione » convenne Harry « Il posto di Difesa porta sfiga, spero che Piton muoia alla fine dell’anno, buahahahah ! »
    « Harry, è orrendo quello che dici ! » strillò Hermione colpendolo con una tibia di dinosauro. Dopo che Harry fu nuovamente privo di sensi la ragazza se ne andò ad aiutare i primini a non perdersi per il castello lasciando Ron l’arduo compito di ritrovare i sensi perduti di Harry. Alla fine il ragazzo riuscì a far rinvenire Harry, e la prima cosa che questi disse quando aprì nuovamente gli occhi fu che Draco stava tramando qualche cosa. Prima che Ron potesse fuggire nel tentativo di non ascoltare i deliri dell’amico riguardo il nostro Serpeverde preferito (?), Harry lo prese per la collottola e gli infilò il guinzaglio. Mentre salivano le scale diretti al dormitorio riferì ad un Ron depresso tutto quello che aveva visto e sentito nello scompartimento dei Serpeverde.
    « Andiamo Harry » disse Ron spazientito passando attraverso il buco del ritratto « Ci stava solo provando con la Parkinson; e poi aveva fumato parecchio e anche tu devi essere stato sotto l’effetto del fumo passivo »
Harry si arrabbiò e pestò i piedi ( di Ron ), poi si buttò a piangere sul divano.
La mattina dopo, non appena si fu alzato, Harry raggiunse Hermione e le riferì quello che aveva riferito a Ron la sera prima.
    « Andiamo Harry » disse Hermione spazientita uscendo dalla sala comune per dirigersi a colazione « Ci stava solo provando con la Parkinson; e poi aveva fumato parecchio e anche tu devi essere stato sotto gli effetti del fumo passivo »
Per la rabbia, dato che Hermione aveva usato le stesse parole di Ron e questo lo faceva arrabbiare, Harry tirò un calcio a un’armatura ( facendosi più male che altro ). Hermione nel frattempo, da brava prefetto perfetto, sequestrava oggetti proibiti agli studenti, oggetti che sarebbero poi divenuti proprietà di Ron, il prefetto non del tutto perfetto, anzi diciamo per niente. Durante la colazione la McGranitt consegnò gli orari scolastici agli studenti e rimase di stucco quando si accorse che Harry non aveva intenzione di seguire Pozioni.
    « Oh, Harry, ma perché ! » gemette cadendo in ginocchio. Afferrò la veste di Harry e cominciò a scuoterlo in preda ai singhiozzi « Credevo che la tua ambizione segreta fosse quella di diventare un Auror ! Guarda che dicevo sul serio l’anno scorso, ti aiuterò a raggiungere i voti necessari, faremo ripassi la notte, truccheremo i compiti e chiederemo l’aiuto di Silente, il preside amante dei Grifondoro, vedrai che riuscirai a diventare un Auror, non mollare proprio adesso ! »
    « Professoressa, mi lasci ! » gridò Harry cercando di divincolarsi dalla presa ferrea dell’insegnante di Trasfigurazione « Ho preso Oltre Ogni Previsione nel gufo di Pozioni e lei mi ha detto che avrei dovuto prendere Eccezionale per poter frequentare »
La McGranitt lo lasciò andare e si rimise in piedi assumendo subito un’aria professionale « Oh, è per quello… » disse ricomponendosi « Ma vedi, valeva solo con Piton, il professor Slughorn sarà felice di averti nella sua classe anche con Oltre Ogni Previsione, figurati, dato che si tratta di te ti accetterebbe anche con un completamente negato come voto. L’importante è che non lo spaventi con gli scatti d’ira e tutto andrà per il meglio, vedrai »
    « Ehi, allora anch’io ! » esclamò Ron.
    « Naturale, dove va Harry devi andare anche tu perché sei l’aiutante del protagonista, sia dal punto di vista materiale che morale » disse la McGranitt seriamente.
    « Però, aiutante del protagonista, bella espressione, mi fa sentire importante » disse Ron compiaciuto.
    « Professoressa, io posso seguire Trasfigurazione nevvero ? » pigolò Neville con sguardo implorante.
    « Ma neanche per sogno ! » esclamò la McGranitt alzando le braccia al cielo « A parte il fatto che non vedevo l’ora che tu lasciassi la mia classe, perché mai vuoi seguire una materia in cui sei negato e che ti fa pure schifo ? »
    « La mia nonna lo voleva »
    « E che palle ‘sta nonna ! Senti, segui Erbologia, impara a riconoscere le piante più pericolose e poi le regali una bella pianta carnivora da mettere in salotto, così se siamo fortunati verrà mangiata per l’ora del tè »
Non appena la McGranitt se ne fu andata con il suo skateboard, Harry e Ron uscirono e se ne tornarono in sala comune perché avevano un buco proprio in quel momento. Se l’avessero saputo prima si sarebbero alzati più tardi.
Dopo un’ora passata a cazzeggiare i due amici si diressero verso l’aula di Difesa Contro le Arti Oscure, fuori dalla porta trovarono Hermione che trasportava una carriola piena di libri.
    « Uh, ho già un sacco di compiti su Antiche Rune » disse la ragazza indicando i suoi volumi « E scommetto che Piton farà altrettanto »
Allietati da questa prospettiva, Harry e Ron la seguirono demoralizzati nell’aula che Piton aveva decorato secondo i suoi gusti, cosa che mi sembra normale, che doveva fare, decorarla secondo i gusti di Goffredo lo stilista pazzo ?
Non appena si sedettero il professore prese la parola « Bene facciamo lezione: le arti oscure. Ah, le arti oscure, così misteriose e affascinanti, sono diverse e sempre mutanti, combatterle è come combattere un mostro a più teste, bla bla bla… »
Harry si distrasse subito a pensare male e peggio di Piton. Dopo tre quarti d’ora Piton smise di illustrare le arti oscure e cominciò la lezione del giorno « Bene, oggi facciamo gli incantesimi non verbali, mettetevi a coppie ed esercitatevi a colpirvi e difendervi senza proferire parola » disse spiccio prima di tornare alla cattedra a finire il puzzle dei dissennatori ballerini. Finito con piacere il puzzle ( sulla scatola c’era scritto due-tre anni e lui ci aveva messo solo due giorni ), andò a vedere che combinavano di bello i suoi studenti. Di bello non combinavano niente, anzi, non combinavano proprio nulla, essendo tutti incapaci di eseguire l’esercizio che aveva assegnato. Solo Hermione ci riesce, ma lei non conta perché non ha il pallottoliere.
    « Che schifo » disse Piton vedendo gli inutili sforzi di Ron « Si fa così ! » e lanciò un incantesimo non verbale contro Harry.
Harry non perse tempo e urlò la formula dell’incantesimo scudo attraverso un megafono, colpendo la fattura di Piton e ritorcendogliela contro. Piton caracollò e infine cadde col sedere nel cestino della carta straccia.
    « Sei sordo o cosa ? » gli chiese Piton stizzito cercando di sfilarsi il cestino « Non ricordi che avevo detto “non verbali” ? »
    « Si » rispose Harry immusonito.
    « Si, signore » precisò Piton.
    « Non c’è bisogno di chiamarmi signore. Vostra maestà va bene lo stesso »
    « Punizione, sabato sera » disse minaccioso Piton prima di uscire saltellando sul cestino della carta straccia.
I compagni di Harry si congratularono con lui per l’arguta risposta, Hermione invece lo rimproverò « Perché gli hai risposto così ? Non ti aveva fatto niente, cattivo ! »
    « Mi sta sulle palle ! » spiegò Harry marciando per il corridoio « Lo senti come parla delle arti oscure ? Sembri che le ami ! »
    « Beh, se devo essere sincere assomiglia un po’ a te » disse Hermione seriamente.
    « Cosa ?! » esclamò furioso Harry « Io assomiglierei a Piton ?! »
    « Non tu » si precipitò a spiegare Hermione intimorita dalla reazione dell’amico « Intendo il modo di parlare. In sintesi ha detto le stesse cose che ci hai detto tu l’anno scorso… » Hermione non poté continuare perché Harry l’aveva sollevata per il colletto della divisa.
    « Ah, io quindi parlo come Piton, eh ? Sembra che io ami le arti oscure, eh ? Oh, vuoi fare a botte ? » disse minaccioso Harry scuotendola.
    « Ehi, Harry »
Harry lasciò cadere per terra Hermione e si guardò intorno alla ricerca di chi lo chiamava. Jack Sloper lo stava raggiungendo con camminata baldanzosa.
    « E’ per te » disse allungandogli un rotolo di pergamena « Ho saputo che sei il nuovo capitano, a quando le selezioni ? »
    « Mmh, non ho ancora deciso, ma non preoccuparti, attualmente le tue probabilità di tornare in squadra sono decisamente sotto lo zero, fai troppo schifo »
Mentre Jack si allontanava in lacrime, Harry srotolò il suo pezzo di pergamena « Ehi, è di Silente, la nostra prima lezione privata è sabato sera alle otto, mi ha scritto la parola d’ordine del suo ufficio e si augura che mi sia divertito il primo giorno di scuola. Decisamente a Silente piace scherzare »
    « Ehi, ma quella stessa sera hai la punizione con Piton » gli fece notare Ron.
    « Ohi, hai ragione, ma Silente ha la precedenza perché è il boss della scuola, quindi non potrò andare da Piton, oh oh oh ! » Ridendo di gusto lui e gli inseparabili amici si diressero a lezione di Pozioni. A dire il vero prima fanno delle altre cose, ma acceleriamo un po’, mica posso star qui a raccontare tutto tutto.
Non appena arrivarono a Pozioni, Slughorn abbracciò Harry con trasporto, lo stesso trattamento riservò a Zabini non appena giunse al sotterraneo. Entrati nell’aula Harry venne investito da un forte odore: Slughorn aveva appena riaperto l’aula per la prima volta dal giugno precedente, mese in cui Piton aveva appoggiato le sue tute da ginnastica sporche e i suoi calzini usati sulla cattedra e poi li aveva dimenticati. Ci aveva perfino lasciato anche un bel pezzo di gorgonzola. Fortunatamente c’erano anche dei calderoni pieni di pozioni che emanavano dei profumi niente male. Uno in particolare emetteva un profumo molto allettante, così Harry si sedette di fianco al calderone da cui proveniva, cominciando a sniffare lentamente e fissando il vuoto con sguardo ebete.
    « Bene » disse Slughorn felice « Tirate fuori tutto il necessario per le pozioni »
    « Io e Ron non abbiamo comperato nulla » disse Harry.
    « Lo so, la McGranitt me l’ha detto » sorrise Slughorn « Tenete, pigliate queste due copie di riserva che ci sono in questo armadietto » e così dicendo porse loro due schifosissime copie di “Pozioni Avanzate”.
Harry, essendo il protagonista, ha tutti i privilegi, quindi a lui tocca il volume migliore « Toh, che culo, ci hanno già scritto su tutte le risposte » disse allegro esaminando la sua copia.
    « Perché non me ne va mai bene una ? » sospirò Ron deluso.
    « Non è leale ! » gli sussurrò Hermione « Prendi una gomma e cancella »
    « Fossi matto ! » e accarezzò affettuosamente il libro.
    « Chi mi sa dire che è questa ? » chiese Slughorn indicando il primo calderone.
    « Io, io, lo chieda a me, so la risposta, la prego lo chieda a me ! » strillò Hermione saltellando sulla sedia dimentica di Harry e del libro di pozioni.
Slughorn impressionato le permise di rispondere. Hermione partì in quarta « E’ Veritaserum, una pozione incolore e inodore che ti costringere a dire la verità; naturalmente la sua azione può essere contrastata con una grande concentrazione magica, ragion per cui non sempre è affidabile negli interrogatori… »
    « Va bene, va bene » la interruppe Slughorn « Dieci punti a Grifondoro. Invece chi mi sa dire cos’è questa ? » aggiunse poi indicando il secondo calderone.
    « Io, io, io, io, io, io ! » urlò Hermione rotolandosi sul pavimento.
    « Ehm, va bene signorina, lo dica pure »
    « E’ Pozione Polisucco » esclamò tutto d’un fiato « Serve per trasformarsi in un’altra persona, ma non funziona per trasformarsi in animali, e posso confermarlo, infatti… »
    « Va bene ! Tieni altri dieci punti per Grifondoro e statte buona » le disse Slughorn lanciandole uno zuccherino e rivolgendo la sua attenzione al terzo calderone « Invece credo che nessuno sappia che cos’è questa… »
    « Io lo so ! » strillò Hermione « E’ Amortentia ! E’ la più potente pozione d’amore del mondo ! »
    « Perfetto altri dieci punti a Grifondoro » la premiò Slughorn « Passiamo invece… » ma si interruppe vedendo che Hermione continuava imperterrita a parlare.
    « …è riconoscibile dal suo colore madreperlaceo e dal vapore che sale nelle caratteristiche spirali… »
    « Va bene, signorina… »
    « …e si suppone emani un odore diverso per ognuno di noi a seconda di quello che ci attrae di più, infatti io sento odore di erba appena tagliata, pergamena nuova e… » si interruppe diventando rossa pomodoro « Oh, merda » sussurrò in preda alla vergogna.
    « Beh, ognuno ha i suoi gusti » commentò Slughorn con un’alzata di spalle « Sono decisamente impressionato dalla sua preparazione, signorina. Come fa di nome ? »
    « Granger » borbottò Hermione ancora imbarazzata.
    « Granger… Granger… ho capito lei è imparentata con Hector Dagworth-Granger, il famoso pozionista »
    « Ehm, direi di no, io sono babbana di nascita »
    « Oh, certamente, Harry mi aveva detto di aver un’amica babbana di nascita che era la migliore del suo anno » disse Slughorn rammentando con orrore il suo primo incontro con Harry.
Hermione si rivolse a Harry senza fiato « Oh, Harry, davvero gli hai detto che sono la migliore dell’anno ? Che emozione ! »
    « Sai che roba » le disse Ron scocciato « Non è che ti abbia fatto chissà quale cortesia, sei effettivamente la migliore del nostro anno, cosa avrebbe dovuto dire ? Anch’io lo avrei detto » e poi si rivolse irritato verso Harry « Non provarci con Hermione »
    « Perché non dovrebbe ? » gli chiese Hermione con speranzosa curiosità.
    « Perché… perché… beh, perché l’autrice non vuole ovviamente, in genere non gliene frega niente di chi si mette con Harry, tanto è convinta che morirà alla fine, ma le Harry/Hermione le creano grossi scompensi psicofisici »
Hermione tornò ad ascoltare Slughorn delusa. Harry nel frattempo rifletteva su quello che l’amica aveva appena detto sull’Amortentia. Cominciava a temere che l’odore di fiori che sentiva e che era sicuro di aver già sentito alla Tana indicasse che aveva un debole per la signora Weasley.
Intanto Slughorn stava presentando la pozione contenuta nell’ultimo calderone « Invece questa bella pozione dorata, che per la cronaca ho bevuto, è niente po’ po’ di meno che… »
    « Felix Felicis ! » strillò Hermione saltando sul banco « E’ la pozione della fortuna, rende fortunati e… » Hermione non poté continuare in quanto Slughorn l’aveva centrata con un sonnifero.
    « Mamma mia, è allucinante » disse riponendo il fucile di precisione « Però è brava, ah se tutti gli studenti fossero così preparati » Rabbrividì al pensiero di avere una classe intera di Hermione Granger « Comunque, ‘sta qui è effettivamente Felix Felicis, un sorso e sarai fortunato »
    « Perché allora la gente non la beve di continuo ? » chiese un Corvonero dando voce all’interrogativo che tutti si ponevano e dando per la prima volta una manifestazione di intelligenza da parte dei Corvi. Almeno, io non ne ho mai viste altre, a parte Luna che, a modo suo, è la persona più sveglia e perspicace di Hogwarts.
    « Se ne fai uso eccessivo poi non funzia più, altrimenti sarebbe troppo facile » spiegò Slughorn con un sorrisino « In più ha degli effetti collaterali, se ne bevi troppa poi stai male, ti cadono i capelli e diventi basso, cominci a dire e fare cretinate e finisci col lavorare nella politica. Comunque la Felix Felicis è il premio per chi mi prepara la migliore pozione di distillato della morte vivente » concluse allegro mentre Hermione si risvegliava appena in tempo per partecipare alla sfida.
Gli studenti partirono in quarta a preparare la pozione e lo credo, con un premio del genere in palio che avrebbero dovuto fare ? Naturalmente hanno anche grosse difficoltà perché è una pozione difficile, ma Harry trovò la risposta sul volume vecchio e marcio che il professore gli aveva prestato « Oh, guarda qui, c’è la risposta scarabocchiata sul margine, decisamente mi piace questo libro »
Finita la lezione Harry si aggiudicò il primo premio ed Hermione si arrabbiò come una biscia « Hai barato, hai barato, ingannatore, approfittatore, le cose si fanno per bene, non come hai fatto tu, baro ! »
    « E dai basta Hermione ! » esclamò esasperato Harry dirigendosi in sala grande e prendendo posto al tavolo di Grifondoro per la consumazione del pasto. La sorella di Ron si unì a loro e Harry sentì che emanava lo stesso odore di fiori che aveva sentito nel sotterraneo di Slughorn. “La pozione faceva sentire l’odore delle cose che più ci attraevano” pensò Harry con pensieri pensierosi “E io ho sentito esattamente lo stesso odore di fiori che emana Ginny… devo chiederle dove compra il suo shampoo, lo voglio acquistare anch’io” e si servì di tacchino ripieno. Insomma, comincia a fare due più due, ma sbaglia risultato. Eppure lo sanno tutti che due più due fa cinque.
Hermione nel frattempo continuava a lamentarsi « Baro depravato, perverso imbroglione, scellerato ingannatore, impostore infame… »
    « Non ha ingannato nessuno, Hermione » cercò di farla ragionare Ron « Ha solo seguito delle istruzioni diverse dalle nostre che erano scritte sui margini delle pagine del libro, tutto qui »
    « Che cosa ?! » strillò Ginny abbandonando la sua cena per schiaffeggiare Harry con violenza « Hai preso ordini da un libro, Harry ? Allora non hai imparato proprio niente ! »
    « C… calmati, Ginny » disse Harry arretrando sotto lo sguardo minaccioso della ragazza « Non è come il diario di Riddle… e comunque qualche cosa l’ho imparata, dopotutto ho studiato sai. Senza contare che le tabelline le sapevo anche prima di venire qui »
    « Ginny ha ragione » disse Hermione confiscando il libro a Harry « Non sappiamo se possa essere pericoloso o no » estratta la bacchetta cominciò a colpire la consunta copia di Pozioni Avanzate mormorando incantesimi « Revelio ! Mostra il tuo lato cattivo, che sono sicura tu hai ! Rivelaci il tuo inganno ! Fai tre salti mortali, vola sulla folla, balla la samba, insulta Malfoy, buttati nel camino ! »
    « Hai finito ? » le chiese Harry spazientito « E’ un semplice libro di testo su cui qualcuno ci ha scritto sopra »
Hermione arrabbiata prese il volume e lo sbattè con rabbia per terra, poi ci saltò sopra un paio di volte e sputò sulla copertina con profondo disgusto.
    « Ehi ! » protestò Harry arrabbiato alzandosi e andando a recuperare il libro. Harry notò che sulla copertina erano apparse strane scritte. Lo sputo corrosivo di Hermione aveva sciolto una macchia d’unto sotto la quale c’erano incise codeste parole :

“Questo libro non è mio, è tuo ! Cioè, non è tuo, è mio ! In poche parole, appartiene a me ! E “me” sono io e “io” sono il Principe Mezzo-Sangue, oh”

***

Scusate il ritardo, il capitolo era pronto già da un po’ però poi è saltato il sito e quando è tornato on line ero io a non avere il tempo di essere on line -___-
Da quanto ho iniziato questa fiction ho sempre dimenticato di mettere i disclaimer, anche se lo sapete tutti ribadisco che Harry Potter e tutti gli altri personaggi non mi appartengono e li uso senza scopi di lucro. Invece Cerbero cane infernale ( che poi era Fuffi ), Caronte con la sua barchetta e la porta di pietra appartengono a Dante; Goffredo lo stilista pazzo invece non so chi sia e nelle parole incise su Pozioni Avanzate c’è una citazione dei Peanuts.
Vi ringrazio per le recensioni che mi avete lasciato e che mi hanno fatto immensamente piacere ^^

Minau: ti ringrazio molto, mi fa piacere che ti piaccia ^^
Sara: e si, Harry che le busca da Draco è stata una scena bellissima ! Contenta che prometta bene e soprattutto spero che mantenga le promesse ^__- Quando ricordo che Silente non c’è più mi dispero… non per un motivo affettivo, intendiamoci, ma perché era uno dei personaggi migliori con cui scrivere scene comiche ç__ç Aspetta, mi chiarisco, quella della morte dei possessori di bacchette di crine d’unicorno è solo una delle tante teorie dei fan ( credo sia perfino un po’ datata… ) non una cosa che ha detto la Rowling, quindi non ha alcuna certezza ^^ Grazie mille per la recensione e i complimenti ^^
Moonlight rage: grazie, spero di non essere accusata di omicidio colposo ^^ Non male però, arma del delitto: una fanfiction XD Ti ringrazio, purtroppo c’è sempre qualche intoppo che mi impedisce di aggiornare in fretta, però l’intenzione c’è, ed è già qualcosa ^^
MandyJ: se tua madre deciderà di mandarti in manicomio allora ci incontriamo lì ^^ Sono molto conosciuta in quell’ambiente ^^ A parte gli scherzi, mi fa piacere che ti piaccia. Grazie per la recensione !
Shaida Black: vedo che Draco pestatore piace a molti ^^ Ah, ah, i cavolini di Bruxelles ! In effetti sono cugini di secondo grado del cavolino della Panna ( tranne uno che è acquisito ), lui invece non ha voluto prendere parte alla fanfiction dopo che nella scorsa è finito bollito e mangiato, o qualche cosa del genere. Adesso va a finire che mi metterò a fare l’albero genealogico della famiglia cavolini, come la Rowling ha fatto con i Black ^^ In realtà i cavolini c’erano già nel sesto originale ( e non credo la Rowling li abbia messi come omaggio alla mia fanfiction… ), comunque vedo che sei una lettrice attenta, mi fa piacere ^^ Ti ringrazio molto per la recensione e per i complimenti !
Nonna Minerva: Grazie ! Ed ecco un’altra mamma che accorre preoccupata, temo che comincino a farmi causa ^^ Grazie mille per la recensione !
Maryon: sono contenta che ti piaccia. Oddio, non so se sia una buona idea che la Rowling mi contatti, temo che le venga un colpo o qualche cosa del genere ( e poi non va avanti con il settimo libro e questo è male ) in più comincerei a tartassarla con domande idiote. Ti ringrazio per la recensione e i complimenti !

Al prossimo capitolo e un bacione a tutti quanti !
Ciao, ciao ^^

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - Prima lezioncina privata ( della ragione ) e prima gloriosa impresa di capitan Harry ***


Capitolo 5

Capitolo 5
Prima lezioncina privata ( della ragione ) e prima gloriosa impresa di capitan Harry

Durante tutte le lezioni di Pozioni, Harry non faceva ormai altro che scopiazzare i procedimenti dal libro del Principe Mezzo-Sangue, ottenendo così voti che non avrebbe mai immaginato di poter ottenere e rendendo Slughorn felice come non mai. Evidentemente il nuovo professore di Pozioni era ignaro delle valutazioni che Harry otteneva con Piton, altrimenti qualche sospetto gli sarebbe sicuramente venuto. La nuova bravura di Harry in Pozioni però, irritò irrimediabilmente Hermione; non solo una schiappa di pozionista come l’amico la superava in bravura, ma era perfino costretta ad assistere a ciò che odiava di più: le copiature e gli inganni. Come se non bastasse, non poteva nemmeno denunciarlo come la sua anima di Prefetto le suggeriva, altrimenti ci avrebbe fatto la figura della stronza e della bastarda. Hermione non sapeva che questo era solo l’inizio di un anno scolastico caratterizzato da irritazione e arrabbiature, tempo qualche altro capitolo e ci si metterà pure Ron a renderle la vita difficile.
Il sabato in cui sarebbe dovuto essere in castigo con Piton, Harry era tutto felice perché non avrebbe dovuto scontare la punizione, al contrario sarebbe andato da Silente ad apprendere fatti sconosciuti.
Alle otto di sera Harry si alzò dalla sua poltrona preferita, che infatti recava il suo nome, salutando gli amici « Ciao a tutti, me ne vado da Silente »     « Ti aspettiamo alzati, così poi ci racconti ! » esclamò estasiata Hermione.
    « Solo se mi finisci il compito » la ricattò Harry. Hermione annuì con un gesto militare e riprese a scrivere l’elaborato sulle piante erbivore dell’Amazzonia che Harry doveva consegnare alla professoressa Sprite.
    « Buona fortuna, amico » lo salutò seriamente Ron posandogli una mano sulla spalla « Cerca di tornare sano e salvo e con tutte e due le gambe »     « Vado solo da Silente » gli fece notare Harry.
    « Non si sa mai » spiegò Ron con un’alzata di spalle « Potresti sempre cadere dalle scale e ammazzarti. Oppure venire sbranato da Ms. Purr »
Harry uscì dalla sala comune e si diresse allo studio di Silente, guardando bene a dove metteva i piedi e pronto a colpire Ms. Purr se solo avesse fatto vedere il suo brutto muso peloso. Giunse al Gargoyle di pietra ancora in vita e senza mutilazioni, così tirò un sospiro di sollievo. Tirò fuori il bigliettino di Silente che Jack Sloper gli aveva portato alcuni giorni prima e, con voce alta e chiara, lesse la parola d’ordine « Apriti sesamo ! »
Il Gargoyle rimase immobile come se fosse fatto di pietra, ovvero come se si fosse fumato della pietra, anche se la costituzione pietrosa è una delle sue principali caratteristiche. Harry rimase a fissarlo dubbioso non sapendo che fare. Evidentemente Silente gli aveva dato una parola d’ordine sbagliata.
Si stava domandando se per caso la McGranitt era a conoscenza della parola d’ordine giusta e se poteva magari chiederla a lei, quando Alì Babà svoltò l’angolo di corsa con un pezzetto di pergamena in mano « Credo che le password siano state scambiate » disse fermandosi davanti a Harry e riprendendo fiato « Sono ore che sto davanti a una caverna urlando “Pallini acidi” inutilmente. Evidentemente Silente deve essersi confuso e ha dato a ognuno la parola d’ordine dell’altro »
Risolto l’equivoco, Alì Babà se ne andò e tornò dai quaranta pelandroni, tutti in attesa che lui aprisse la suddetta caverna da poco adibita a sala relax. Harry invece riuscì finalmente a smuovere il Gargoyle e a salire nell’ufficio del preside.
    « Oh, ciao Harry, cominciavo a stare in pensiero » lo accolse Silente dando un’occhiata al suo orologio.
    « Che hai da guardare ? » gli chiese irato l’orologio.
    « Niente, scusa » si scusò Silente prima di rivolgersi nuovamente a Harry « Ma che fine hai fatto ? Son due giorni che ti aspetto »
    « Ehm… ma non dovevamo vederci il sabato sera ? »
    « Si, infatti »
    « Beh, adesso è sabato sera » gli fece notare Harry.
    « Cosa ? » chiese stupito Silente « E io che credevo fosse già lunedì mattina, ah ah ! Ecco perché due giorni fa, che credevo essere sabato, i negozi erano tutti chiusi ! Era giovedì in realtà ! E pensare che ero uscito apposta per comperarmi un paio di scarpe da tennis nuove »
    « Comunque aveva perfino scambiato la mia password con quella di un certo Alì Babà » gli disse Harry.
    « Non è mica colpa mia » si giustificò Silente « E’ lui che si è bevuto troppo Rum e ha fatto confusione, come al solito. Quando è venuto a prendere la sua password già che c’ero gli ho affidato anche la tua, incaricandolo di portartela » spiegò Silente con un sospiro.
    « Ma a me l’ha portata Jack Sloper, non Alì Babà »
    « Uhm… il mistero si infittisce… » mormorò Silente pensieroso « Ma non preoccuparti, con la mia intelligenza fuori dal comune trovata in regalo in una scatola di detersivo, ho già risolto l’enigma: è stato il maggiordomo nella sala da biliardo con la spranga di ferro »
Harry fissò il preside con espressione dubbiosa, non aveva mai incontrato maggiordomi armati di spranghe di ferro per i corridoi di Hogwarts ed era strasicuro che la scuola non avesse nessunissima sala da biliardo. Per lo meno, sulla mappa del Malandrino non l’aveva mai vista « E Jack Sloper come rientra in tutto ciò ? » chiese.
    « Lui ha solo avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato » gli spiegò Silente « Non avrebbe dovuto schiacciare un pisolino sui binari della stazione di Hogsmeade alle cinque del pomeriggio. A quell’ora parte il diretto per Bologna, ma lui non poteva saperlo quindi non è colpa sua. Tu, invece, che mi racconti di bello ? Ho notato che ti sei dato da fare, già una punizione il primo giorno di scuola, vecchio birbante ! » e si alzò per dargli un fastidioso buffetto sulla guancia.
    « E’ Piton che si è dato da fare a darmela, non io a prenderla » rispose stizzito Harry.
    « Si dice “il professor Piton”, Harry. Quante volte te l’avrò ripetuto ? Proprio non vuoi impararlo, vecchio birbante ! » disse dando nuovamente un buffetto a Harry « Non devi piangere però, io e il vecchio Severus ci siamo messi d’accordo, potrai scontare la tua punizione sabato prossimo »
Finita la brillante ( e alquanto delirante ) chiacchierata, Silente si sistemò meglio sul suo scranno indicando a Harry la sedia di fronte a lui. Quando anche Harry si fu seduto cominciò ad illustrare le lezioni « Bene Harry, dal momento che Voldemort vuole farti fuori, credo sia meglio che tu apprenda determinate informazioni »
    « Ehi, ma l’anno scorso aveva giurato di dirmi tutto ! A quanto pare non è così se deve ancora darmi delle informazioni » esclamò irato balzando in piedi.
    « Infatti ti ho detto tutto quello che sapevo, non scaldarti subito. Vedi » disse mentre Harry si rimetteva seduto « Da questo momento in poi, lasceremo le salde fondamenta dei fatti e viaggieremo insieme attraverso le torbide paludi della memoria, per addentrarci nel folto delle più audaci congetture »
    « Eh ?!? » chiese Harry « Ma parla normale ! »
Silente sospirò « Intendo che quello che d’ora in poi ti mostrerò sono solo supposizioni. Da qui in avanti, Harry, io potrei essere tanto dolorosamente in errore quanto Humphrey Belcher, che credeva che i tempi fossero maturi per un calderone fatto di formaggio »
    « Perché, non lo sono ? »
    « Tu compreresti mai un calderone di formaggio ? » gli chiese Silente spazientito.
    « Mah, non saprei. Io il mio lo volevo prendere d’oro massiccio, ma Hagrid non ha voluto »
    « E per fortuna che Hagrid non ha voluto, Piton ti sfotteva già abbastanza senza che tu ti presentassi con un calderone d’oro »
    « Però lei crede di essere nel giusto, vero ? »
    « Si, certo, ma come già ti ho detto e dimostrato, tutti posso commettere degli errori »
    « Non io » disse seriamente Harry con aria da fenomeno lanciando una cartaccia nel cestino e facendola cadere fuori. Silente ignorò quest’ultimo commento e si alzò diretto al suo armadietto. Tornò alcuni secondi dopo reggendo l’ormai famoso e leggendario bacile di pietra.
    « Il pensatoio ! » urlò Harry ribaltandosi con la sedia « Vade retro Satana ! »
    « Mi sembri spaventato » commentò Silente nel vedere Harry che si nascondeva dietro Fanny la fenice ordinata.
    « E per forza ! Ho passato esperienze più brutte in quell’affare che in balia di Voldemort »
    « Esagerato » sorrise Silente posando il pensatoio sulla scrivania « Questa volta entrerai nel pensatoio con me e, cosa incredibile, con il permesso di farlo. Lo so che l’avere il permesso potrà sembrarti strano, ma dovrai farci l’abitudine »
    « Dove andiamo ? » chiese Harry prendendo coraggio e tornando a sedersi alla scrivania.
    « Te l’ho detto, nel pensatoio » gli rispose Silente domandandosi se non fosse per caso un po’ tardo.
    « Cioè, in che ricordo ci immergiamo ? »
    « Ah, andiamo nel ricordo di Bob Ogden » spiegò estraendo una bottiglia piena di ricordi vorticanti dalla tasca.
    « Ha detto “Ogden” ? Per caso ha a che fare con il whiskey Ogden Stravecchio ? Wow, un ricordo denso di fiumi di alcool, si prospetta un viaggio allegro e interessante » lo interruppe Harry.
    « Ehm, a dire il vero non c’è la minima goccia di alcool in questo ricordo » precisò il preside facendo emettere un verso di delusione a Harry « Ma sarà altamente istruttivo. Vedi, Bob Ogden era dipendente del dipartimento di applicazione della legge magica e in questo ricordo lo vedremo svolgere uno dei suoi compiti »
    « Cosa c’è di interessante nel vedere Bob Ogden che fa i compiti e soprattutto cosa centra con Voldemort e la profezia ? » chiese Harry.
    « No, non hai capito, compiti lavorativi, non scolastici » spiegò Silente stappando la bottiglia con un movimento della propria bacchetta.
    « Ah ! Per un attimo ho temuto andassimo a vedere uno che svolgeva gli esercizi di algebra »
Finalmente i due si buttarono nel pensatoio e atterrarono in una stradina di campagna dove camminava un tizio con un’accozzaglia di abiti indosso.
    « Ecco, Harry, quello è Bob Ogden » disse Silente indicando l’omino.
    « Credevo stesse andando a lavorare »
    « Infatti »
    « Con quel vestito credevo andasse a una festa in maschera » spiegò Harry.
Silente e Harry seguirono Bob fino a una catapecchia circondata da alberi e arbusti.
    « Mi sembra uno strano posto dove costruire una casa » disse Harry critico « Più che altro non capisco perché far crescere tutti questi alberi che non fanno altro che ostacolare la luce. Ecco, se si tagliassero un paio di alberi laggiù e quei pruni lì sulla destra, si potrebbe facilmente ottenere una bella vista della vallata sottostante. Poi, naturalmente, bisognerebbe passare con la falciatrice, ci son delle ortiche alte come me, a questo punto si potrebbe abbellire il giardino con un po’ di tulipani e gardenie, e perché no, magari anche con qualche orrendo nanetto da giardino »
    « Harry, per Merlino, chi se ne frega ! » lo riprese Silente « Quando sarai grande e avrai la tua casetta abbellirai il tuo giardino come ti pare e piace, adesso, per favore, è meglio se rivolgi la tua attenzione al ricordo che stiamo visitando »
Harry smise di osservare il cortile e portò nuovamente la sua attenzione a Bob Ogden che si stava dirigendo senza esitazioni verso la porta d’ingresso.
    « Accidenti professore, ma ha visto cosa c’è infisso alla casetta ? » chiese Harry sconvolto « E’ proprio di cattivo gusto ! Le decorazioni di Natale in questo periodo ! Saremo ormai ad estate inoltrata, a giudicare dalla temperatura e dall’indice d’umidità » disse Harry esaminando il suo termometro e barometro portatili. All’improvviso un tizio armato di bacchetta e coltello saltò giù da un albero.
    « Per la miseriaccia, via da qui ! » urlò l’uomo inveendo contro Ogden e contro i reumatismi che gli provocavano un sacco di acciacchi. Ogden però sembrava non capire un acca di quello che stava dicendo.
    « Tu capisci cosa dice quell’uomo, vero Harry ? » sussurrò Silente con un sorriso.
    « Certo, mica son scemo »
    « Perché, secondo te, Bob invece non lo comprende ? » chiese Silente indicando l’ufficiale del ministero che si grattava il capo dubbioso.
    « Perché è scemo ? » titubò Harry.
    « Perché parla Serpentese » gli spiegò Silente sospirando.
    « Ah ! » esclamò Harry « Allora devono essere in un qualche modo imparentato con Voldemort ! »
    « Molto bravo, Harry »
Harry si sentì molto compiaciuto di essere stato definito bravo e tornò ad osservare la scena soddisfatto.
All’improvviso un uomo più anziano uscì dalla catapecchia « A cuccia Morfin, a cuccia ! L’ha morsa ? » chiese rivolgendosi a Bob Ogden che giaceva riverso per terra.
    « Si… » gemette Bob « Sul naso »
    « Anche lei però, cosa si aspettava, se entra in una proprietà privata senza avvertire »
    « Ma, signor Gaunt, io l’ho avvertita, le ho mandato un gufo stamattina »
    « Io odio i gufi, gli ho sparato non appena l’ho visto e poi l’ho dato a mia figlia Merope perché lo cucinasse »
    « No ! Il mio adorato gufetto ! » pianse Ogden.
    « Su, la smetta di piangere e si levi dai coglioni, non voglio gentaglia come lei che mi scorrazza per il giardino »
    « Non potremmo entrare, invece ? » chiese Ogden « Dovrei discutere con lei della condotta di suo figlio Morfin »
Seccato, l’anziano signore entrò nella catapecchia seguito dal figlio e da Bob Ogden. In casa la figlia Merope stava cucinando le lasagne mentre l’ormai spennato gufo di Ogden arrostiva nel caminetto lì vicino. Ignorando il proprio gufo, il funzionario del ministero si rivolse al padrone di casa in tono professionale.
    « Suo figlio Morfin deve presentarsi a un’udienza »
    « E perché dovrebbe ? »
    « Ha violato la legge, ieri sera ha attaccato un babbano provocandogli l’orticaria »
    « Cosa ha fatto ?! » esclamò scioccato alzandosi in piedi « Bravo Morfin, sei l’orgoglio di papà ! » e corse ad abbracciare il figlio. Siccome voleva farlo con trasporto dovette aspettare che arrivasse l’autobus e si sa che sulle strade secondarie passa saltuariamente, così dovettero trascorrere due ore prima che potesse rivolgere nuovamente la sua attenzione a Bob.
    « Signor Gaunt, quello che suo figlio ha fatto è molto grave ! Ha deliberatamente attaccato un babbano con lo scopo preciso di fargli la bua e questo… »
    « Ah ! L’avevo intuito che lei era un babbanofilo ! » lo interruppe facendo roteare il bastone da passeggio.
    « Signore, per favore » cercò di tranquillizzarlo Bob pensando che forse doveva dar retta a sua madre quando gli consigliava di fare il dentista per draghi « Comunque suo figlio è convocato al ministero… »
    « Chi si crede di essere per convocare mio figlio da qualche parte ?! » lo interruppe nuovamente con rabbia « Non sa chi siamo noi ? Guardi qui ! » e alzò il dito medio davanti al naso dell’ufficiale.
    « Oh, per Merlino, gli sta facendo un gestaccio ! » gemette Harry sbiancando « Professor Silente con che coraggio mi mostra queste cose ? Sono ancora un mago minorenne ! »
    « Guarda meglio, Harry, noterai che gli sta mostrando un anello » gli sussurrò Silente. Harry osservò con più attenzione e notò che, in effetti, il signor Gaunt stava mostrando un anello orrendo a Bob Ogden.
    « Lo vede questo ? » ringhiò sventolandogli il cimelio davanti agli occhi.
    « Non è il caso di cercar di corrompermi con un gioiello ! Soprattutto se è brutto come il suo » esclamò indignato Bob Ogden.
    « Idiota, non sto cercando di corromperti, non vedi lo stemma ? Sai che significa questo anello ? »
    « Ehm, si, ma non vedo in che modo sia rilevante nella condotta di suo figlio Morfin il fatto che lei sia sposato »
Il signor Gaunt alzò gli occhi al cielo « Questo anello è nella mia famiglia da generazioni, significa che noi siamo completamente purosangue ! E c’è dell’altro » aggiunse balzando verso Merope e afferrando il medaglione che portava al collo « Questo apparteneva a Serpeverde ! Siamo i suoi diretti discendenti ! »
E dopo questo gran colpo di scena Harry fece un fischio impressionato, Bob sbadigliò evidentemente poco interessato alla questione, Morfin scuoiò un serpente per farsi una borsetta, Merope cominciò ad agonizzare mezza impiccata dalla catena del medaglione e le lasagne nel forno bruciarono.
Pochi istanti dopo, con gran baccano, una porsche con due persone a bordo si fermò davanti alla catapecchia e gli occupanti si misero a osservare la casa.
    « Miseria, che pugno nell’occhio ! » commentò una donna.
    « Cecilia cara, si tratta di una casa, non di un pugno » le fece notare il compagno.
Sentendo la voce dell’uomo, Morfin balzò in una posizione da segugio ringhiando arrabbiato. A Merope si mozzò il fiato ( quel poco che le restava ); riuscitasi finalmente a liberare dalla stretta paterna corse a prendere una margheritina e cominciò a toglierne i petali sussurrando “M’ama, non m’ama, m’ama, non m’ama…”.
    « Tom, hai visto cosa c’è infisso su quella casa ? » continuò la donna della porsche indicando la costruzione al compagno.
    « Per l’amor del cielo, addobbi di natale in questa stagione, è orripilante ! Non guardare Cecilia cara » gemette l’uomo coprendo gli occhi della ragazza.
    « Hai sentito, la chiamata “cara” » disse Morfin prendendo in giro la sorella. Merope staccò l’ultimo petalo sussurrando un “non m’ama” e scoppiò a piangere sconsolata.
    « Ehi, ma che significa ? » abbaiò il vecchio Gaunt arrabbiato « Non sarà mica che… eresia ! Mia figlia innamorata di un sozzo babbano ! Che il diavolo la prenda, fulmini e saette ! » e si gettò sulla figlia con la chiara intenzione di sbrigare il lavoro cominciato prima, ovvero strozzarla.
    « Ah no ! » protestò Ogden fermando Gaunt « Ora basta, sono venuto per parlarle e lei mi ignora ! Non mi ha nemmeno offerto una tazza di caffé »
    « Ma va al diavolo ! Morfin, pensaci tu »
Morfin non se lo fece ripetere, gettò le lasagne e il gufo arrosto contro Bob e poi gli corse dietro brandendo il suo pugnale.
    « Meglio uscire di qui, Harry, la situazione si sta scaldando » disse Silente e insieme seguirono Bob fuori dalla casa. Non appena giunse alla strada, Bob venne investito dalla porsche che era guidata da un giovine di bel aspetto.
    « Però, che figo » commentò Harry guardando il ragazzo.
    « Bene, credo sia meglio tornare alla realtà » disse Silente trascinando Harry fuori dal pensatoio.
Appena giunti all’ufficio, Silente accese un po’ di luci e si imbalzò in uno sgabello. Harry invece era ancora parecchio scosso dal ricordo appena visitato.
    « Che è successo alla ragazza ? » chiese non appena il preside si fu seduto « Il mio animo d’eroe mi impone di preoccuparmi per le sorti di una pulzella in difficoltà com’ella era ! » disse assumendo una posa da paladino della giustizia.
    « Non angustiarti, è sopravissuta » lo tranquillizzò Silente « Bob Ogden, che fortunatamente uscì illeso dall’incontro troppo ravvicinato con l’auto, corse al ministero, prese rinforzi e tornò indietro a regolare i conti. Fece togliere gli ormai datati addobbi natalizi e portò padre e figlio ad Azkaban. Morfin venne condannato a tre anni, per i precedenti, mentre Orvoloson dovette scontare sei mesi »
    « Ha detto “Orvoloson” ? » chiese Harry.
    « Si »
    « Quello era Orvoloson ? »
    « Esatto »
    « Quell’ Orvoloson ? »
    « Mh, mh »
    « Quello era il nonno di Voldemort ?! »
    « Bravo Harry, noto con piacere che ricordi la genealogia del nostro cattivo preferito »
    « Non so lei, ma di sicuro non è il mio di preferito » disse Harry « Allora la pulzella in difficoltà era sua madre ! Il buon senso sta avendo la meglio sul mio animo d’eroe e non mi angoscerebbe più di tanto saperla morta soffocata »
    « Sei sempre il solito simpaticone » sorrise Silente allungandosi sulla scrivania e dando nuovamente un buffetto a Harry « Comunque si, Merope era la madre di Voldemort e da quel che è accaduto abbiamo anche avuto un’apparizione fugace del padre, hai notato ? »
Harry rimase in silenzio a rifletterci un po’ su « Intende Bob Ogden ? »
    « No, intendo il ragazzo che guidava l'automobile » spiegò pazientemente prima di schiarirsi la voce e riprendere con le sue supposizioni « Quello che poi credo sia successo è questo: finalmente sola, Merope si diede da fare con le sue abilità da pozionista e somministrò a Tom della pozione d’amore e poi fuggirono insieme, si sposarono e visitarono le maggiori città europee, causando enorme scandalo in tutto il paese. Orvoloson tornò a casa pregustandosi una bella cenetta e portando souvenir da Azkaban, ma tutto quello che trovò fu l’abitazione che aveva urgente bisogno di pulizia e una cartolina da Parigi dove Merope lo informava di quello che aveva fatto. Disperato e più inetto dell’autrice a cucinare, morì di fame. Nel frattempo, a causa di uno scambio di bagagli, Merope perse i suoi ingredienti e prima di riuscire a procurarsene altri, la pozione d’amore esaurì il suo effetto e venne abbandonata dal marito, rimanendo sola, incinta e disperata » concluse soddisfatto « Allora Harry, che ne pensi della mia teoria ? »
    « Non male » commentò Harry impressionato « Se la cava niente male con le trame, potrebbe scrivere Fanfiction »
    « Ma già lo faccio » gli rivelò Silente con un sorriso « Pubblico sotto il nome di Silentuccio44. Quarantaquattro sta per il mio anno di nascita »
    « E’ così giovane ? » chiese Harry dubbioso.
    « Del secolo scorso » precisò.
    « Ah »
    « Comunque, ormai è tardi, devo andare a fare la nanna, che se no domani mi alzo che ho le occhiaie, ciao ciao Harry » lo salutò Silente.
Harry si diresse verso la porta, ma si fermò quando vide un anello orrendo, con la pietra fratturata, posato su un tavolino « Ehi, ma quello è l’anello che portava quando mi è venuto prendere ! » esclamò « Ma non è lo stesso che indossava Orvoloson Gaunt ? Come… »
    « Tempo scaduto, Harry » lo interruppe Silente spingendolo fuori dall’ufficio con una pedata « Ho detto che devo fare la nanna, non ho tempo per chiacchierare ulteriormente » e chiuse la porta. Harry finalmente se ne andò, tornò in sala comune e raccontò tutto agli amici.
I giorni passarono, Harry continuava ad andare maledettamente bene in pozioni e Hermione continuava a rodersi il fegato. Il sabato mattina dopo, a colazione, mentre Harry pensava agli imminenti provini di Quidditch che avrebbe dovuto supervisionare, arrivò la copia nuova e fiammante di pozioni avanzate per Harry.
    « Urrà ! » gioì Hermione lanciando bacon per aria dalla felicità « Finalmente potrai liberarti di quell’orrenda copia dell’altrettanto orrendo Principe Mezzo-sangue »
    « Fossi matto ! Mi tengo quella, ho già pensato a tutto… » e con la musichetta di Art Attack come sottofondo, Harry si diede da fare con forbici e colla. Dopo venti minuti di febbrile lavoro finì di scambiare le copertine dei due volumi e incaricò un primino di portare a Slughorn la copia nuova, che però sembrava quella vecchia e marcia.
Hermione sbuffò contrariata e non trovò nulla di meglio da fare che mettersi a leggere il giornale. La notizia bomba del giorno era che il ministero aveva arrestato un pericoloso Mangiamorte, si trattava di Stan Picchetto, cosa che fece ridere tutti quelli che l’avevano conosciuto. Stan ha la stoffa del Mangiamorte alla stessa maniera in cui Hermione ha la stoffa della giocatrice di Quidditch. Certo che anche Stan è proprio un pirla ad andare in giro facendo finta di sapere i piani dei Mangiamorte.
Dopo altri dieci minuti in cui i nostri eroi parlarono del più e del meno, e già che c’erano anche del per e del diviso, il fantastico trio scese al campo di Quidditch per le selezioni. Harry si mise la maglietta con scritto capitano ( per evitare equivoci ), Ron vomitò per la tensione ed Hermione spinse Lavanda giù dagli spalti, colpevole di averci provato con Ron per tutta la mattina.
Ai provini si presentarono duecentomilaquaranta persone. Il che vuol dire che si erano presentati anche delle persone che non erano della scuola dal momento che, secondo i miei personali calcoli, a Hogwarts ci sono circa duecentottanta studenti. Harry cominciò a sfoltire la folla mandando via le persone inutili, ovvero un gruppo che non sapeva volare, un gruppo che non aveva scope, un gruppo composto dalle ragazze più insulse della terra capeggiate da Romilda Vane e costituito principalmente dalle mie compagne di corso, e un gruppo di gente che non era di Grifondoro, ma era andata lì solo per fare la spiritosa e rompere un po’ le scatole. Dopo ore di estenuanti sforzi rimasero solo Ginny, Demelza Robins e Katie, che ottennero subito il ruolo di cacciatori, e due individui di nome Coote e Peakes che diventarono battitori ( Harry aveva allontanato Sloper e Kirke a colpi di bolide non appena li aveva visti ). Solo per il posto di portiere sorsero dei problemi, perché oltre a Ron c’era perfino quel rompi di McLaggen che voleva entrare in squadra a tutti i costi.
    « Me, me, ti prego prendi me ! Sono il più bravo, il più intelligente, il più fico ! Non puoi preferirmi quel pidocchioso di Weasley ! »
McLaggen continuava a darsi arie più di un ventilatore e a parlar male di Ron, finché un pesante volume intitolato “Numerologia e Grammatica” non gli piombò in testa, rintronandolo al punto da fargli sbagliare il provino. Più che felice di potersi cavare McLaggen dai coglioni, Harry assegnò il ruolo di portiere a Ron.
    « E vai ! » esultò Ron.
    « Bravo Ron, sei il migliore ! » si congratulò Hermione correndo verso di lui e spingendo Lavanda in una fossa che aveva personalmente scavato, per impedirle di rompere ulteriormente.
Finalmente adempiute tutte le pratiche che il Quidditch richiedeva e fissato un allenamento per il giovedì seguente, Harry se ne andò con i suoi folli amici a far visita all’altrettanto amico folle Hagrid. Il mezzogigante però non li accolse tanto bene, non appena li vide mise su il muso e si barricò in casa, offeso dal momento che nessuno dei tre aveva deciso di seguire la sua materia inconcludente.
Per farlo venir fuori, Harry dovette abbattere la porta usando Ron come ariete, nonostante lui protestasse sostenendo di essere dei pesci. In seguito passò il pomeriggio a rintronare Hagrid con scuse ridicole e falsi dispiaceri sulla loro assenza alle sue lezioni.
Tornati al castello per la cena incontrarono McLaggen nell’ingresso con un grosso bernoccolo in testa. All’improvviso, e con la velocità di un bradipo morto affetto da tontaggine, Harry ebbe un’illuminazione. Mentre il solito tecnico delle luci sistemava l’impianto di illuminazione, Harry afferrò Hermione per un braccio e la trattenne con se mentre Ron entrava in sala Grande.
    « Aspetta un attimo ! » le disse « “Numerologia e Grammatica” è di tua proprietà ! Te l’ho regalato personalmente nel libro scorso. Allora sei stata tu a rintronare in quel modo McLaggen »
    « Cosa ? » biascicò Hermione sorpresa « Io… io… e va bene, sono stata io, ti prego non mi picchiare ! Non volevo truccare i provini, ma sono stata moralmente costretta, McLaggen diceva delle cose talmente brutte su Ron, ti prego perdonami ! » implorò Hermione gettandosi in ginocchio davanti all’amico.
    « Si può sapere che state combinando ? » Ron fece capolino dalla porta della sala grande e si sorprese nel vedere Hermione che implorava Harry, in genere accadeva il contrario, era Harry a inginocchiarsi davanti a lei per ottenere la benedizione dei compiti da copiare.
    « Niente, niente » disse velocemente Hermione rialzandosi e raggiungendo Ron. Harry seguì gli amici, ma non fece in tempo a varcare la soglia che si ritrovò stretto nell’abbraccio di Slughorn.
    « Harry, mio adorato ! » disse il professore dopo averlo lasciato andare « Perché dopo cena non ti unisci a me e ad un gruppetto di altri accoliti ? Daremo una festicciola e ci divertiremo come dei pazzi. Naturalmente è invitata anche la signorina Granger » aggiunse volgendosi verso Hermione con un sorriso « Tanto ho parecchio sonnifero da somministrarle nel caso dovesse diventare troppo saccente. Il signor coso invece, Pel di Carota o come diavolo si chiama, non lo voglio, è troppo insignificante »
    « Accidenti, non posso proprio » disse Harry ( falsamente ) dispiaciuto « Stasera ho una punizione con Piton »
    « Mannaggia » sospirò Slughorn « Cercherò di convincere Piton a lasciarti libero. Comunque ne ho in programma un’altra per mercoledì sera »
    « Spiacente, ma il mercoledì ho le prove con la banda »
    « Banda ? » gli chiese Hermione accigliata.
    « Scusate, mi sono confuso con gli impegni della sorella dell’autrice » disse Harry dandosi una manata in fronte « Volevo dire ho l’allenamento di Quidditch »
    « Ma Harry » replicò Ron dubbioso « Guarda che è stato fissato per giov… » Ron non poté continuare perché Harry gli aveva ficcato un mango in bocca.
    « Orca l’oca, son proprio sfortunato » mugugnò il professore allontanandosi tristemente.
    « Bene, Ron » esordì Harry mentre l’amico ingeriva il mango « Avvisa gli altri: allenamento anticipato a mercoledì »
    « Corro » disse Ron balzando sull’attenti, poi corse via.
    « Ma dai, lo fai apposta ! » protestò Hermione.
    « Ovvio » fu la risposta alquanto ovvia di Harry.
    « Uffa, ma io non pratico Quidditch, sarò costretta ad andare alla festa senza ci siate tu o Ginny a farmi compagnia »
    « Problemi tuoi » le rispose Harry « Puoi sempre cercare di vincere la noia tirando libri in testa a McLaggen »
    « Una volta basta e avanza, non vorrei che i libri si danneggiassero »
In quella arrivò Giannino il postino con una lettera per Harry da parte di Piton.

Non mi interessa se hai da festeggiare con Slughorn o con la regina Elisabetta o addirittura con Dorothea, tu vieni nel mio ufficio come stabilito, non sia mai che vadano sprecate tutte le ore che ho passato a escogitare una punizione adeguatamente schifosa e ripugnante.

Con profondo disprezzo,
Professor Piton

    « Ma che palle » fu il commento di Harry « A dire il vero non so cosa sia peggio, se una punizione con Piton o una stupida festa con Slughorn »
    « Però, Piton ne ha di fantasia » disse Hermione leggendo la lettera « Nemmeno sotto effetto di potenti allucinogeni si potrebbe pensare che l’autrice possa solo immaginare di desiderare di invitarti ad una festa » fu l’intelligente commento di Hermione.
Così Harry passò la serata nel sotterraneo a leccare i vermi nel tentativo di individuare quelli putrefatti e gettarli via, Piton voleva che la sua scorta fosse perfetta dal momento che la mattina dopo doveva andare al lago con Voldemort e gli altri mangiamorte per la loro tradizionale gara di pesca, gara in cui tutti lasciavano sempre vincere il signore oscuro altrimenti questi li picchiava e li frustava per ripicca.

***

Come sempre Harry Potter e tutti gli altri personaggi non sono di mia proprietà, ma appartengono alla Rowling, in questo caso alla Rowling appartiene pure la trama, io non ho fatto praticamente un tubo tranne ideare una manciata di idiozie.
Il maggiordomo con la spranga di ferro e la sala da biliardo sono saltati fuori dal gioco da tavolo Cluedo ( dove nel mio la spranga è stata sostituita da una mandorla, dal momento che è impossibile possedere un gioco da tavolo senza perderne qualche pezzo ), la porsche appartiene al signor Riddle che l’ha vinta grazie al concorso del pandoro Melegatti, Giannino il postino è il fratello di Goffredo lo stilista pazzo dello scorso capitolo.
Vi ringrazio tantissimo per le recensioni che mi avete lasciato !

Starliam: sono contenta che il capitolo sia stato di tuo gradimento e non ti abba delusa ^^ Ti ringrazio, e pensare che per me invece risulta più difficile scrivere drammatiche, se ci provo salta fuori della roba che a momenti fa più ridere di quelle comiche -__- Grazie mille per la recensione, ciao !
Emma: ti ringrazio molto sia per i complimenti che per la recensione ^^ Ciao !
Sara: ti ringrazio, si, concordo, far passare Harry per scemo diverte molto anche me ^^ Silente è molto versatile come personaggio ( e un po’ penso che in quest’ultimo capitolo avrebbe potuto fare di meglio ) Non preoccuparti, le richieste non mi stressano ( anzi, a volte possono essere pure fonte d’ispirazione ^^ ) nel caso della Harry/Hermione ho preferito specificarlo nel capitolo perché da quando ho completato la scorsa fanfiction ricevo spesso mail con la richiesta di quella coppia. In genere nello scrivere mi limito alle coppie canon, ma comunque non è che abbiano gran spazio nelle mie fanfiction, sono più che altro di contorno ^^ Grazie mille per la recensione, ciao !

Del prossimo capitolo non ho scritto ancora nulla ( a parte la dicitura “Capitolo 6”, che è sempre meglio che niente ), ma ne ho ideato parecchio, quindi non ci metterò pochissimo a prepararlo, ma neanche troppo ^^.
Magari vedere un po’ di recensioni potrebbe indurmi ad un’euforia tale da smuovermi con il lavoro e velocizzarmi con la stesura del capitolo sei ^^ ( della serie “ogni scusa è buona per chiedere le recensioni” )
Un bacione a tutti quanti !

Ps: ho fatto personalmente dei casini nel mio programma di posta ed ho perso tutte le mail ricevute a maggio. Mi sembra però di aver già risposto a tutti, se così non fosse e qualcuno è stato escluso me la rimandi, così provvedo ^^

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - Viaggi di ( poco ) piacere ***


Capitolo 6

Capitolo 6
Viaggi di ( poco ) piacere


Nei giorni successivi Harry si accorse che Silente spariva spesso. O meglio, Hermione gli fece notare che Silente spariva spesso, poi scoprì che il libro del principe mezzo-sangue conteneva anche degli interessanti incantesimi e il preside che spariva gli uscì del tutto dalla testa.
Era una mattina buia e tempestosa, Harry si era svegliato presto in seguito ad un sogno allucinante dove Draco Malfoy faceva il notaio, la McGranitt la ballerina di can-can e Ginny la bombarola.
Per ammazzare il tempo decise prima di rompere tutti gli orologi e poi di leggere un po’ il suo adorato libro di pozioni.“Questo sembra interessante” pensò adocchiando l’incantesimo Levicorpus. Era un incantesimo catalogato come Nvlb e Harry ci mise circa due ore per capire che significava non verbale. Ormai era quasi ora di alzarsi, così fece la conta per vedere su quale dei suoi compagni provare l’incantesimo, naturalmente toccò a Ron che, senza preavviso si ritrovò appeso al soffitto per la caviglia, ovvero il modo in cui tutti ambiscono ad essere svegliati.
In un primo momento Ron non era del tutto felice di quello che gli era capitato, però, essendo un gran mattacchione, dopo due minuti aveva già messo da parte il rancore ( per utilizzarlo più avanti ) e si stava soffocando e mandando il latte su per il naso a forza di ridere nel raccontarlo a Hermione durante la colazione. Hermione si dovette far raccontare tutto nuovamente da Harry, perché dal racconto di Ron non ci aveva capito un tubo. Finalmente capito cosa era successo, Hermione si arrabbiò molto e li sgridò tutti e due; poi i tre amici cominciarono a discutere di puro-sangue e mezzo-sangue, insinuandomi il dubbio che stiano parlando di cavalli anziché di maghi.
Infine vennero interrotti dall’arrivo di Ginny in bicicletta.
    « Una lettera per te » annunciò la ragazza travolgendo un paio di studenti del primo anno.
    « Te chi ? » chiese Ron guardandola accigliato « Siamo in tre qui, specifica meglio »
    « Per Tè, Tè, la bevanda ! » spiegò Ginny allungando una busta ad un’emozionantissima teiera che da mesi aspettava delle nuove dal cugino cinese « Poi c’è il nuovo numero di Vene Varicose per Hermione, la bolletta della luce per Ron e infine una lettera per Harry »
Harry cadde dalla sedia per l’emozione « E’ di Silente ! » gioì « Prossima lezione: lunedì sera. Che bellezza, bisogna festeggiare, ti unisci a noi nelle scorribande ad Hogsmeade, Ginny ? »
    « Mmmh, aspetta che controllo » disse Ginny esaminando la sua agenda « Mi spiace, ma sono stata prenotata da Dean per tutta la giornata, magari ci vediamo là e diamo insieme fuoco all’emporio degli scherzi di Zonko, così Fred e George non dovranno temere la concorrenza » detto questo ripartì con la bici e travolse la professoressa Sprite.
Arrivati a Hogsmeade ebbero una brutta sorpresa: Zonko aveva chiuso i battenti ! Ora non avevano più la scusa per divertirsi a dargli fuoco, cosa che gli avrebbe perfino scaldati un po’. Così ripiegarono su Mielandia, fonte di guadagno per i dentisti, se i genitori di Hermione avessero saputo che la loro figlia metteva piede nel regno della carie sarebbero come minimo svenuti.
Anche da Mielandia ebbero una brutta sorpresa: nel negozio c’era il professor Slughorn che faceva rifornimento.
    « Harry, ma salti sempre le mie cene, perbaccolina » si lamentò il professore colpendolo con un fraterno pugno sul petto che lo mandò lungo steso sul pavimento « Perché manchi sempre ? Non mi vuoi più bene ? » chiese piagnucolando.
    « Sa professore, “stranamente” le sue cene coincidono sempre con gli allenamenti di Quidditch » spiegò Harry con tono falsamente dispiaciuto.
    « Certo che con questo allenamento la tua squadra vincerà di sicuro la coppa. Domani, come prima cosa, scommetto un po’ d’oro su Grifondoro vincente » disse Slughorn saggiamente « Però so per certo che lunedì prossimo non c’è allenamento dato che lo stadio è inagibile, mastro Gazza mi ha detto che deve tagliarne l’erba con le cesoie, quindi ti aspetto »
    « Veramente lunedì ho un appuntamento con Silente »
    « Miseria, come sono sfortunato » gemette Slughorn « Sta a vedere che c’è qualcuno che mi sta facendo il malocchio » e se ne andò pestando i piedi a Ron.
    « Uffa, un’altra cena sola in compagnia di Zabini e McLaggen » si lamentò Hermione « Comunque queste cene non sono così terribili, anzi, a volte ci si diverte pure un po’… » Ron cominciò a piangere al pensiero di quello che si perdeva.
    « Va be’, andiamo ai Tre Manici di Scopa, che lì fa caldo, c’è quella bonazza di Rosmerta e si beve dell’alcool » propose Harry. Ron smise di piangere alla felice prospettiva di poter passare il tempo provandoci con Rosmerta.
Appena fuori al freddo e al gelo, videro Mundungus che cercava di sbolognare merce al fratello di Silente, che però non era minimamente interessato alle patacche che il mago ladruncolo gli offriva. Dopo un’occhiata alla roba che teneva fra le braccia, Harry si accorse che le patacche di Mundungus altro non erano che i beni di Sirius.
A questo punto, Harry ci vide rosso. Con fumo che gli usciva dalle narici e con lo stesso temperamento di un ippogrifo insultato, Harry si buttò su Mundungus e lo scaraventò contro al muro tenendolo per la gola « Hai saccheggiato la casa si Sirius » disse minaccioso estraendo un coltello a serramanico « Maledetto, adesso ti cavo gli occhi e ti taglio la lingua, le orecchie e bottoni della veste ! »
Preso dal panico Mundungus tentò un gesto estremo e si liberò dalla stretta di Harry alitandogli in faccia una zaffata di alcool e tabacco. La mente di Harry si annebbiò per un attimo o due, permettendo a Mundungus di liberarsi e di smaterializzarsi il più lontano possibile da quell’Harry furioso.
    « Maledetto torna qui e combatti da uomo ! » urlò Harry non appena la testa gli smise di girare.
    « Harry, non urlare così forte ! » lo rimproverò Tonks sbucando all’improvviso dal cesso pubblico « Non riesco a meditare sulle mie misere condizioni e a deprimermi ancora di più, con il casino che fai »
    « Ma ha rubato le cose di Sirius ! »
    « Si, va be’, ma adesso vai al caldo che se no ti viene la tosse, dopotutto chi se ne frega di Sirius, ormai è morto »
Immusonito e arrabbiato, Harry entrò ai Tre Manici di Scopa spintonando la gente e dando calci alla mobilia e soprattutto senza smettere di urlare come Tonks gli aveva saggiamente suggerito di fare « Stava rubando le cose di Sirius » urlò in faccia a Hermione riempiendola di saliva « Perché l’ordine non lo tiene d’occhio ? »
    « Cerca di calmarti ! » gli disse Hermione spingendolo su una sedia mentre si asciugava il volto « Capisco che sei arrabbiato, dopotutto quelle cose ora appartengono a te »     « E’ vero ! » esclamò Harry balzando nuovamente in piedi « Tutte le cianfrusaglie del quartier generale ora sono mie ! Maledetto Mundungus, come si permette, adesso ti denuncio a Silente e quanto ti rincontro ti spacco tutte le costole e anche qualche gamba »
    « Questa è una buona idea » concordò Hermione sollevata « Cioè, quella di denunciarlo a Silente intendo » aggiunse in fretta « Silente è l’unico in grado di spaventarlo, soprattutto quando gli sbuca alle spalle con indosso la maschera di Spongebob »
Il resto della mattina passò nel modo più barboso possibile, Harry si scolava bottiglie dietro bottiglie di burrobirra imprecando contro Mundungus, mentre Hermione faceva schioccare la frusta ogni qual volta lo sguardo di Ron cadeva nei pressi di Rosmerta.
Quando alla fine uscirono per tornare a scuola, l’umore già nero di Harry si abbassò ulteriormente dal momento che non si erano incontrati con Ginny. Dopotutto, pensò Harry, lei e Dean saranno stati al calduccio da Madama Piediburro, ovvero il locale più disgustoso di tutta Hogsmeade. In realtà Ginny non era lì, ma alla Testa di Porco a bere Whisky incendiario e a ballare sui tavoli.
Il fantastico trio se ne stava tornando a scuola, preceduto da Katie Bell e la sua amica Leanne, che litigavano e si picchiavano per un pacco dall’aria sospetta. All’improvviso successe una cosa strana: Batman e Superman entrarono a Hogwarts di soppiatto e si intascarono il vaso da notte di Silente. Come se non bastasse anche Katie si mise a dare i numeri, volteggiando per aria in preda a forti dolori.
    « Oh, santo cielo ! » esclamò Hermione indicando Katie che ora urlava e si contorceva « Avete visto ? »
    « Si, ma non sono stato io, lo giuro ! » esclamò Harry sulla difensiva.
Hermione lo ignorò e si precipitò ad aiutare Leanne a far scendere Katie; Ron e Harry la seguirono. Non appena le toccarono la caviglia, Katie precipitò in testa a Ron. Harry si offrì ad andare al castello in cerca di aiuto in modo da non dover trovarsi nelle vicinanze della ragazza che, a forza di dimenarsi, stava riempiendo di calci tutti quanti.
Nei pressi dell’ ingresso andò a sbattere contro quello che sembrava un orso.
    « Ehi, guarda dove vai, screanzato ! » lo rimproverò l’orso, un bel esemplare di orso bruno appena giunto a Hogwarts a lavorare.
    « Ciao Harry ! » Hagrid giungeva dalla sua capanna e lo stava salutando amichevolmente « Vedo che hai già conosciuto Basileo » aggiunse indicando l’orso che ora stava entrando nel castello imprecando contro i giovani del giorno d’oggi « E’ venuto a fare il tappeto per la sala dei trofei. Ti va di venire con me a trovare Grop ? Ormai è quasi diventato un vero gentelman, sta perfino cominciando a parlare con un perfetto accento inglese »
    « Da Grop non ci voglio venire né ora né mai » rispose Harry terrorizzato all’idea di dover rincontrare il fratellone di Hagrid « E poi in questo momento ho bisogno di aiuto, cioè a dire il vero non sono io ad averne, ma Katie, almeno, a giudicare da come urla per il dolore presumo ne abbia bisogno »
    « Deve trattarsi di crampi allo stomaco » disse Hagrid con sicurezza « Capita col cibo pesante che si mangia qui a Hogwarts »
    « Non so, forse è meglio se vieni a vedere »
Quando Hagrid giunse da Katie, che Hermione, Ron e Leanne tentavano inutilmente di tenere ferma, al mezzo-gigante bastò un occhiata per capire che la causa non era il cibo pesante della scuola.
    « Sorbola, ma che le è preso ? » chiese Hagrid tentando di evitare di essere preso a calci dalla ragazza « Non è che è posseduta ? Nel caso conosco un buon esorcista, è già stato qui nel sessantanove, o nel settanta, non ricordo bene, quando la McGranitt venne posseduta dallo spirito di Gioacchino, il campione olimpico di lancio del cocomero, cosa che creò dei problemi perché eravamo in Gennaio e la McGranitt per rifornirsi di cocomeri da lanciare doveva importarli dai paesi caldi – »
    « Hagrid, ma chi se ne frega adesso ! » lo interruppe Hermione sconvolta « Katie sta malissimo, bisogna portarla subito da madama Chips ! »
Hagrid ubbidì e, caricatasi Katie in spalla come un sacco di patate, corse di filato al castello. Quando la figura di Hagrid fu sparita all’orizzonte ( però, era ancora piuttosto lontano il castello ) Hermione si avvicinò a Leanne che ancora tremava e piangeva « Come è successo ? » le chiese passandole un braccio sulle spalle.
    « E’ iniziato tutto quando il pacco si è rotto » disse singhiozzante e indicando l’involucro di carta marrone che ora giaceva zuppo sul terreno. Dentro c’era una collana di opali che emanava una strana luce verdastra, Ron si avvicinò, ma Harry prontamente lo fermò.
    « Non la toccare, quella collana stava da Sinister e ricordo di aver letto un bigliettino che diceva che era maledetta » lo avvisò Harry. Un sonoro applauso per la straordinaria memoria di Harry, che riesce a rammentare perfettamente un particolare apparentemente idiota visto quattro anni prima e non che possedeva un metodo veloce per contattare Sirius senza il bisogno di forzare l’ufficio della Umbridge e di scaraventarsi a Londra con tutta la scorta.
    « Ricordo anch’io quella collana » disse Hermione avvicinandosi « Il signor Sinister mi ha detto che costava una sbaraccata di soldi. Come ha fatto Katie a procurarsela ? »
    « Ai Tre Manici di Scopa è tornata dal bagno con quel pacco dicendo che doveva consegnarlo a qualcuno a Hogwarts » spiegò con un singhiozzo « Oh, deve essere stata sotto la maledizione Imperius, come ho fatto a non accorgermene, avrei dovuto capirlo che si comportava in modo non da lei quando ha cominciato a parlare come Babbo Natale e si domandava dove avesse parcheggiato la slitta » gemette afferrando il fazzoletto che Hermione le porgeva e asciugandosi le lacrime che le rigavano il volto.
Hermione aiutò Leanne ad alzarsi e si incamminarono verso il castello, Harry la seguì insieme a Ron, ma prima avvolse la collana nella sciarpa e la portò con se affermando che dovevano mostrarla a qualcuno. Certo che Harry nel sesto è diventato molto meno scemo ( non me la sento di dire intelligente, mi sembra un po’ troppo azzardato ).
Erano ormai giunti al castello e stavano per salire le scale quando la McGranitt uscì dal portone e si diresse verso di loro « Ho appena incontrato Hagrid, mi ha detto che voi eravate con Katie quando è successo, salite immediatamente nel mio ufficio » disse in fretta « Potter che cos’hai lì in mano ? »
    « L’oggetto che Katie ha toccato » rispose Harry porgendo la collana all’insegnante.
    « Oh mio Dio ! » gemette la McGranitt.
    « Non sapevo lei venerasse le collane » disse Harry sorpreso.     « Era solo un’esclamazione Potter » spiegò secca prendendo l’involucro dalle sue mani e consegnandolo a Gazza perché la portasse a Piton, che, poverino, voleva passare un sabato pomeriggio in tutto relax leggendo l’ultimo numero di “Piastre e Piastrelle”, anziché esaminare collane maledette.
Nel suo ufficio la McGranitt cercò di farsi raccontare da Leanne quello che era successo, ma la ragazza singhiozzava troppo e non si capiva un accidente, così l’insegnante la mandò in infermeria e si fece raccontare il resto da Harry.
    « Posso vedere il professor Silente ? » chiese Harry una volta finito il racconto, aveva fretta di mettere il preside al corrente dei suoi sospetti, sospetti che “stranamente” coinvolgevano Draco.
    « Il professor Silente è via, è andato a trascorrere il fine settimana a Honolulu in compagnia di suo cugino mago Merlino » spiegò la McGranitt « Ma sei hai qualcosa da dire puoi benissimo dirlo a me, dopotutto io faccio le veci del preside »
    « Vuol dire che va in bagno al posto suo ? » chiese Ron accigliato.
    « Ron, ha detto “veci” non “feci” » gli spiegò Hermione.
    « Ah, mi sembrava un po’ strano in effetti »
La McGranitt ignorò Ron e Hermione « Ebbene ? Cosa dovevi dire al preside Potter ? »
    « Che secondo me è stato Malfoy » disse tutto d’un fiato. Ron e Hermione alzarono gli occhi al cielo esasperati.
    « Quindi porgi denuncia ? Hai qualche prova ? »
    « Ehm, no »
    « Non sei proprio il massimo come investigatore » commentò la McGranitt.
Harry, allora, cominciò a raccontarle di quando avevano seguito Malfoy da Magie Sinister e della sua conversazione che avevano origliato, quando ebbe finito la McGranitt parve leggermente confusa.
    « Quindi Malfoy è andato da Magie Sinister a fare il riparatore ? » chiese aggrottando le sopracciglia.
    « No, aveva bisogno di sapere come riparare un oggetto »
    « Ah ! Quindi ha portato lì l’oggetto da far riparare ? »
    « No, non aveva l’oggetto con se, voleva solo le istruzioni » spiegò Harry.
    « E il matrimonio riparatore cosa c’entra con tutto ciò ? »
    « Ma non c’è nessun matrimonio riparatore, professoressa »
    « Ah, però Malfoy è uscito con un pacco ? »
    « No, ha chiesto a Sinister di conservarlo e – »
    «No, non è andata così ! » lo interruppe all’improvviso Hermione « Sinister gli ha chiesto se lo voleva ritirare e Malfoy ha rifiutato con la scusa che avrebbe fatto una figura del cavolo a trasportala per strada »
    « Si ma… » cercò di intromettersi Harry, ma lei lo bastonò.
    « Non interrompermi, per Merlino azzoppato ! In più io ho chiesto informazioni su quella collana e Sinister mi ha detto che costava millecinquecento galeoni ovvero 739.500 zellini, quindi non poteva essere già venduta »
    « Questo perché reciti come una mucca macellata ! » la aggredì Harry « Parlavi come un’ubriaca che ha preso una botta in testa »
    « Harry, che cattivo che sei a offendermi » singhiozzò Hermione infilando una mano in tasca per prendere il fazzoletto e accorgendosi solo in quel momento che Leanne se l’era intascato.
    « E poi Sinister può aver mandato la collana a Malfoy più tardi in serata e… »
    « Ehi, basta così, perbaccolina » lo interruppe la McGranitt « Continuate a parlare ignorandomi bellamente, non mi sembra carino. E poi non puoi accusare una persona solo perché è stata nello stesso negozio dell’arma del delitto, senza contare che con le nuove misure di sicurezza quella collana non può assolutamente essere entrata nella scuola. In più Malfoy ha un alibi di ferro: oggi era con me in punizione »
A Harry cadde la mascella dalla sorpresa « In punizione ?! »
    « Si, perché non ha fatto i compiti »
    « Ah ! » rise Ron « Non ha fatto i compiti, che pirla, poteva copiarli come facciamo noi. E lei perché era in punizione professoressa ? »
La McGranitt lo ignorò « Quindi è meglio se andate »
    « No, no ! » urlò Harry afferrando l’insegnante per le spalle e cominciando a scuoterla « E’ stato Malfoy, è stato Malfoy ! Sono sicuro ! »
    « Calmati per Diana, calmati Potter ! » esclamò la McGranitt scandalizzata scrollandoselo di dosso.
    « E’ stato Malfoy, vi dico che è colpevole ! » strillava Harry mentre gli amici cercavano di infilargli una camicia di forza « Lui è un Mangiamorte, è un Mangiamorte vi dico ! »     « Ehm, signor Weasley e signorina Granger, portatelo in infermeria e dite a madama Chips di somministrargli un po’ di pozione calmante, mi sembra un po’ stressato, per non dire ossessionato »
Ron e Hermione annuirono trascinando fuori dall’ufficio Harry che si dimenava e lanciava urla perforanti. La McGranitt chiuse la porta scuotendo la testa rassegnata.
Il lunedì mattina Harry venne dimesso dall’infermeria con la raccomandazione di Madama Chips di prendere una tazza di camomilla tutte le sere e di trovarsi un nuovo hobby che l’aiutasse a distendere i nervi. Quella stessa sera Harry si diresse da Silente un po’ arrabbiato dal momento che Ron e Hermione si mettevano i tappi nelle orecchie ogni qual volta accennava a Malfoy. Entrato nell’ufficio Silente lo accolse salutandolo allegramente « Che gioia vederti, Harry ! Come sempre ti tieni impegnato, a quanto ho sentito ti sei rimesso a giocare all’investigatore »
    « Elementare Watson » disse Harry fumando la pipa « Come sta Katie ? »
    « Ancora male, l’abbiamo fatta trasferire al San Mungo, dovrà rimanerci a lungo a quanto pare »
    « Mannaggia, sono a corto di un cacciatore » esclamò Harry « Professor Silente, a Hogsmeade ho incontrato quel bastardo di Mundungus e aveva con se certi oggetti che non avrebbe dovuto avere »
    « Eh già, ultimamente presta molte attenzioni ai tuoi beni » convenne Silente « L’ho personalmente aiutato a impachettare uno scatolone di argenteria una settimana fa »     « Professor Silente, come ha potuto ? » pianse Harry.
    « Mi ha ingannato » si giustificò il preside « Mi aveva detto che le portava a lucidare, non potevo immaginare che mentiva. Comunque adesso l’ho rimproverato, gli ho confiscato la fionda, l’ho mandato a letto senza cena e ho deciso di non dargli più la paghetta per tre mesi »
    « Bene. Non è che la McGranitt le ha parlato del nostro colloquio ? »
    « Certamente Harry, prima o poi prenderò tutte le precauzioni necessarie, ovvero che agli studenti non vengano mai crisi di nervi come le tue, adesso però voglio farti vedere un mio ricordo dai risvolti piuttosto interessanti » disse con occhi che brillavano per l’eccitazione « Ricordi la puntata precedente ? »
    « Si, certo » disse Harry.
    « No ! » pianse Silente « Ci tenevo tanto a fare il riassuntino. Va be’, fingi di non ricordartelo » disse gioioso battendo le mani « Dunque, Merope venne abbandonata dal marito e rimase sola a Londra in attesa del suo bambino »
    « E come fa a sapere che si trovava proprio a Londra ? » chiese Harry « Non poteva trovarsi, che so, ad Alessandria d’Egitto ? »
    « Ho le prove –al contrario tuo, che accusi senza uno straccio di prova e poi pretendi che ti credano, povero illuso –da parte di Burke »
    « E chi diamine è Burke ? »
    « Il proprietario di Magie Sinister » spiegò Silente.
    « Ma non è il signor Sinister il proprietario di Magie Sinister ? » chiese Harry accigliato « Questo Burke da dove diavolo salta fuori ? »
    « L’insegna italiana del negozio è stata leggermente modificata, in originale aveva il nome di tutti e due i proprietari, infatti in inglese si chiama Borgin and Burges » spiegò sistemando il pensatoio sulla scrivania.
    « Sembra il nome di un fast-food » commentò Harry.
    « Infatti sul retro del negozio, quello che da su Diagon Alley, c’è il servizio Take Away per chi non ha tempo o voglia di scendere dalla scopa » disse Silente « Comunque, il signor Burke mi raccontò di come comperò il medaglione da Merope, pagandolo come se fosse una patacca. La ragazza morì poco dopo aver dato alla luce Voldemort, in un orfanotrofio della città » aggiunse alzandosi « Ma questo è argomento del mio ricordo quindi andiamo e non perdiamo ulteriore tempo »
Detto questo i due si tuffarono e piombarono in un’antica viuzza londinese « Eccomi là ! » si indicò Silente gioioso « Di mo', non ero bello ? »
    « Già… peccato si sia rovinato con gli anni » disse Harry, poi non soddisfatto, continuò a sfottere il Silente del passato per il vestito assurdo color prugna che indossava. Il nuovo Silente e Harry seguirono il Silente del passato fino ad un vecchio orfanotrofio. Silente suonò e disse di essere aspettato da una certa signora Cole, la quale rimase un po’ perplessa nel vedere un vecchio stravagante che la salutava lanciando stelle filanti e suonando la trombetta.
    « Oh mamma, un matto » gemette la signora Cole portandosi una mano alla tempia « Va be’, andiamo nel mio ufficio, và »
Silente e Harry seguirono Silente e la signora Cole nell’ufficio di quest’ultima « E’ venuto per Tom Riddle vero ? » chiese la direttrice sedendosi dietro la sua scrivania e indicando una sedia per Silente.
    « Si, vorrei portarlo nella mia scuola »
    « Ah, che bellezza ! » esclamò estasiata la signora Cole « Finalmente me lo levo dai piedi »
    « Però d’estate deve tornare qui, tutti gli insegnanti vanno al mare e non può certo rimanere solo con il custode » la avvertì Silente aprendo una bottiglia di brandy nel tentativo di ubriacare la signora Cole evitando così che opponesse resistenze.
    « Peccato. Sempre meglio di niente però » disse la signora Cole con un’alzata di spalle e scolandosi tutto il brandy con una sola sorsata.
    « Perché è così ansiosa di mandarlo via ? » le chiese Silente osservando con delusione che il brandy non aveva nessunissimo effetto su di lei.
    « Perché – ehi, io glielo dico, però lei promette di prenderselo comunque, vero ? » chiese la signora Cole sospettosa.
    « Ehm, si certo » la tranquillizzò Silente cominciando a preoccuparsi un pochino sullo stato comportamentale di Tom Riddle.
    « Ebbene » disse la signora Cole abbassano la voce « Spaventa gli altri bambini »
    « Tutto qui ? » chiese Silente con un sorriso « E’ una cosa che anch’io faccio sempre con i miei colleghi, striscio di soppiatto alle loro spalle indossando una maschera di Spongebob, dovrebbe vedere che infarti che si – »
    « No, non in modo scemo ! » lo interruppe impaziente la signora Cole e prese a raccontare tutte le cose agghiaccianti che accadevano quando Tom era nei dintorni, ovvero animali che si impiccavano da soli, bambini che prendevano misteriosamente fuoco, oggetti che si spostavano subito dopo aver finito di riassettare e le inquietanti voci dei Teletubbies che riecheggiavano nei corridoi « Ma adesso le mostro il ragazzo così vi presentate un po’ » concluse alzandosi.
Il vecchio Silente, che però era giovane, cioè quello del ricordo per intenderci, venne accompagnato alla stanza di Tom Riddle; Harry e il nuovo Silente, che però è quello più vecchio, entrarono con lui.
Tom Riddle se ne stava imbronciato disteso sul letto a leggere i fumetti di Spider-man e se ne fregò bellamente dell’uomo dal vestito ridicolo che era appena entrato in camera sua.     « Ehm, ciao » tentò di salutarlo Silente con un sorriso dopo che la signora Cole li ebbe lasciati soli « Io sono Silente »
    « E allora perché parli ? » ribattè Tom scontroso « Sta' zitto, no ? »
    « Ah, ah, ma che spiritoso che sei ! » rise Silente dandogli delle fastidiose pacche sulla testa « Tu devi essere Tom, vero ? Immagino il tuo peggior nemico si chiami Jerry ! Anch’io sono spiritoso, nevvero ? »
Tom Riddle mandò mentalmente a fanculo Silente, mentre Harry vomicchiava per la battuta orrenda fatta dal suo preside.
    « Trovo che Tom sia un nome carino, sai ? » gli disse Silente cercando di rendersi simpatico con inutili complimenti.
    « A me fa schifo » ribattè semplicemente Tom « Un sacco di gente si chiama così, per una persona speciale come me ci vuole un nome speciale, non uno che hanno tutti »
    « Suvvia, non c’è poi tanta gente che si chiama così. Io conosco solo Tom il barista, Tom l’ombrellaio, Tom lo spazzino, Tom il ragazzino di quinta che si è preso un trofeo in testa l’altra settimana, i due Tom di sesta, Tom mio cugino di secondo grado, Tom l’asinello, Tom l’addestratore di ippogrifi, Tom il bigliettaio, Tom il lavandaio, Tom che si è diplomato l’anno passato, Tom l’ubriacone, per non contare il gruppo bandistico “Ci chiamiam tutti Tom” i cui tredici componenti portano casualmente lo stesso nome »
Il ragazzino lanciò uno sguardo malevolo a Silente, come se gli augurasse una morte lenta fra atroci tormenti.
    « Ma adesso passiamo agli affari » aggiunse in fretta Silente prendendo posto su una seggiola « Io sono un professore e sono venuto ad offrirti un posto nella scuola in cui insegno »
Riddle balzò subito in piedi estraendo una mazza da baseball da sotto il letto « Stammi lontano ! Ho capito, vieni dal manicomio, ma io non sono pazzo ! » urlò.
    « Eh eh, Hogwarts non è una scuola di pazzi » cercò di tranquillizzarlo Silente sorridendo affabile.
    « Bugiardo » disse Harry al Silente del presente ammonendolo con il movimento del dito indice.
    « Se stai buono un secondo, ti spiego cos’è Hogwarts » stava dicendo il Silente del passato a Riddle « Hogwarts è una scuola di magia e tu sei un mago »
    « Forte ! » esclamò Tom lanciando la mazza fuori dalla finestra e tornando tranquillo « Quindi tutto quello che riesco a fare è magia ? »
    « Perché, cos’è che riesci a fare ? »
    « Oh, un sacco di cose » disse Tom alzando le spalle « Riesco a muovere gli oggetti senza toccarli, a far fare le acrobazie agli animali, a spaventare con effetti supernaturali le persone, so chiacchierare amabilmente con i serpenti e se a qualcuno dico “Tu domani muori” quello muore veramente il giorno dopo. Senza contare che osservando intensamente una persona riesco a procurarle atroci dolori e a costringerla a buttarsi giù dal terzo piano, se voglio, in genere non voglio perché poi mi obbligano a pulire e non mi piace sporcarmi con ciò che è fuoriuscito dalle loro zucche »
    « Uh, sei terrorizzante » gemete Silente ritraendosi sulla sedia « Ma quale utilità avrebbe costringere una persona a gettarsi da una pila di tre pianoforti con in mano una zucca ? »
    « Anche tu sei un mago ? » chiese Riddle ignorando la domanda idiota « Fammi vedere che sai fare »
    « Ok, l’hai voluto tu » disse semplicemente Silente muovendo la bacchetta con noncuranza e appiccando il fuoco all’armadio di Tom.
    « Aaah, che fai ! » strillò Riddle spaventato « Ci sono i fuochi d’artificio lì dentro ! »
    « Potevi anche dirmelo, per dindirindina ! » protestò Silente.
    « Che ne sapevo io che volevi dargli fuoco ? » gli fece giustamente notare il ragazzino.
Nei dieci minuti che seguirono si scatenò l’inferno, i fuochi d’artificio che Tom teneva da parte per capodanno esplosero e inondarono la stanza, il vecchio Silente si bruciacchiò il vestito nel tentativo di farli evanescere tutti.
Quando anche l’ultimo fuoco d’artificio fu sparito, Silente si sedette di peso sulla sedia sbuffando affaticato « Non credo che quei fuochi d’artificio tu li abbia comperati coi tuoi soldi, ma che li abbia sgraffignati a qualcuno » lo rimproverò arcigno « Adesso dovrai restituire tutto al legittimo proprietario »
    « Ma sono esplosi » gli fece notare Tom.
    « Ah, già » convenne Silente « Comunque il furto non è tollerato a Hogwarts, dovresti vedere le bastonate che mi ha dato il preside Dippet quando gli ho fregato la sua porzione di budino alla menta »
    « Quindi non potrò più prendere un oggetto come trofeo ad ogni bambino da me spaventato ? » chiese Tom mestamente.
    « Assolutamente no ! » esclamò Silente scandalizzato « Hai preso degli oggetti come trofei agli altri bambini ? »
Tom annuì.
    « Beh, li restituirai » disse Silente fermamente.
    « Sono bruciati con l’armadio » dichiarò Tom « Era li che li tenevo »
    « Va beh, comunque non ti conviene nemmeno fare il bullo con gli altri studenti di Hogwarts, anche loro fanno magie e potrebbero spaccarti il muso se li fai arrabbiare » lo mise in guardia Silente « E ora vieni, andiamo a Diagon Alley a fare shopping scolastico »
    « Ehi, io non voglio farmi vedere in giro con un vecchio strampalato come te » protestò Tom « Vado da solo, tanti non sono mica deficiente »
Silente non protestò tanto la cosa gli faceva comodo, adesso poteva tornarsene a casa prima del previsto ed esercitarsi nel tennis contro il muro, doveva migliorare la sua tecnica di gioco perché vinceva sempre quest’ultimo.
Il Silente ormai preside afferrò Harry e insieme tornarono all’ufficio.
    « Ci ha messo molto meno di me a capire che era un mago » disse Harry sedendosi « Hagrid ci ha messo del bello e del buono per convincermi »
    « Questo perché forse tu sei un po’ scemo » commentò Silente « Bene, compito »
    « Compito ? » chiese scioccato Harry « Non credevo, non dovrò fare un tema, vero ? »
    « No, no » lo tranquillizzò Silente con un sorriso « Solo un paio di equazioni matematiche e riflettere se quello che abbiamo imparato oggi. Cosa abbiamo imparato oggi ? »
    « Ehm, che non bisogna dare fuoco agli armadi pieni di fuochi d’artificio ? » rispose Harry.
    « Anche, ma quello che abbiamo appreso di più importante sono le abitudini di Voldemort, ovvero: fare le cose per contro proprio, collezionare trofei e sentirsi speciale. Bene, adesso possiamo salutarci, ciao ciao Harry »
Cacciato dallo studio del preside, Harry se ne tornò alla torre dei Grifondoro e se ne andò a letto con l’intenzione di raccontare tutto agli amici l’indomani mattina a lezione di Erbologia. Forse per colpa della serata stancante o per le generose dosi di camomilla che era costretto a trangugiare, Harry si sognò nuovamente Draco notaio, la McGranitt ballerina di can-can e Ginny bombarola, questa volta invischiati in un inquietante triangolo amoroso, che gli rese il sonno difficile e disturbato.

***

Eccomi qua con il sesto capitolo, non mi soddisfa molto, ma lasciarlo a stagionare nel computer non ne migliora la qualità, quindi ho deciso di postarlo comunque. Rileggendoli ho notato che anche i due capitoli precedenti non sono questo gran che, non che li trovi dei fallimenti totali, anzi un pochino mi divertono anche, ma sento che avrei potuto fare di più. Sarà che ultimamente ho la testa da tutta altra parte, ho raggiunto livelli di distrazione preoccupanti, al punto che un paio di settimane fa ho dimenticato per più di due ore il pane in un forno che avevo dimenticato di accendere -___- Vedrò di impegnarmi un po’ di più con i prossimi capitoli ^^
Tutti i personaggi, luoghi e situazioni appartengono a J.K.Rowling, tranne Batman, Superman, i Teletubbies e Spongebob ( mio personale molliccio ) che appartengono ai relativi creatori. Il sogno su Draco notaio, McGranitt ballerina e Ginny bombarola l’ho fatto personalmente, il che significa che è nocivo dormire al pomeriggio.
Ringrazio tantissimo per le recensione Emma, Samvise, Ele09 e in particolare sara che mi ha avvisato che il capitolo scorso aveva la particolare caratteristica di non vedersi, cosa tra l’altro comprensibile dal momento che avevo dimenticato di inserire il codice html -__-
Del prossimo capitolo ho diverse parti già scritte, spero quindi di non metterci troppo, anche se entro luglio volevo iniziare a postare un ipotetico settimo libro in chiave comica e non so se riesco a gestire due aggiornamenti diversi in un mese ( anche se dovrei, non è un’impresa che richieda poteri particolari ^^ Quello che mi frega è il dover scrivere il codice html ).
Un bacione a tutti quanti, sia recensori che solo lettori !

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Capitolo 7
*** Felix Felicis, un aggettivo della seconda classe che porta fortuna nei compiti di latino ***


Capitolo 7


Capitolo 7
Felix Felicis, un aggettivo della seconda classe che porta fortuna nei compiti di latino


La mattina seguente durante la lezione di Erbologia Harry raccontò a Ron ed Hermione dell’avventurosa avventura vissuta nell’avventuroso pensatoio dell’avventuriero Silente.
    « Oh, mamma, Tu-Sai-Chi piccolo mi fa quasi più paura di quello grande ! » gemette Ron infilandosi una marea di indumenti protettivi « Andrà a finire che stanotte avrò gli incubi »
    « E’ successo qualche cosa di particolarmente eclatante alla festa di Slughorn ? » chiese Harry che voleva rimanere al passo con tutto quello che succedeva nel castello.
    « Be’, è stato piuttosto divertente » ammise Hermione finendosi di allacciare l’armatura protettiva « Non tanto quando ha messo McLaggen su un piedistallo e ha cominciato ad inchinarsi davanti a lui esortandoci a comporre poesie in sua memoria, però abbiamo mangiato bene e ci è stata presentata Gwenog Jones »
    « Cosa ?! » chiese scioccato Ron cadendo dallo sgabello « Quella Gwenog Jones ?! Il capitano delle Holyhead Harpies ? Accidenti, mi hai preso un autografo ? »
Hermione fece per rispondere, ma la professoressa Sprite sbucò all’improvviso alle loro spalle e la zittì ficcandole del concime in bocca « Bona lè parlare, datevi una mossa che siete indietro come dei cocomeri » li rimproverò minacciosa prima di allontanarsi.
    « Accidenti Harry, avremmo dovuto usare quell’incantesimo del principe che riempie le orecchie dell’ascoltatore di cerume » disse Ron sottovoce riprendendo posto sul proprio sgabello.
    « Non sia mai ! » esclamò Hermione sputando il concime e lanciando in aria cesoie con espressione scandalizzata « Incantesimi del principe, ho quale orrore ! »
Dopo che ebbero recuperato le cesoie ( che erano atterrate a pochi centimetri di distanza da Lavanda ) i tre si dedicarono all’ardua impresa di estrarre un baccello dalla pianta; lottarono come dei pazzi per ben dieci minuti, evitando per pura fortuna mutilazioni permanenti. Infine ebbero il loro bel baccello pronto per essere strizzato, cosa che richiedeva dell’ulteriore fatica.
    « Che pianta bellicosa » sospirò Ron togliendosi gli occhiali protettivi e asciugandosi il sudore che gli colava dalla fronte « Credo proprio che per nessun motivo al mondo ne metterò mai una nel mio giardino, non ci tengo proprio a rischiare di essere ucciso mentre ritorno al focolare. E poi non mi piace nemmeno questa storia dei baccelli, non vorrei che prendano le mie sembianze durante la notte e si sostituiscono a me nella vita di tutti giorni »
    « Cosa ? » chiese Harry confuso.
    « Può succedere » gli spiegò Ron con tono confidenziale « L’ho visto accadere in un film babbano tanti anni fa, papà ci portò al cimena, cimina, o come diavolo si chiama »
    « Se eri al cinema dubito che quello che hai visto fosse una cosa reale » spiegò Hermione alzando a sua volta gli occhiali protettivi prima di rivolgersi a Harry « Comunque Harry, Slughorn sta organizzando una festa di Natale coi fiocchi e non c’è proprio modo che tu possa scamparla, perché, non essendo scemo, ha deciso prima di sapere quando sei libero e poi fissare la festa »
Harry gemette masticando maledizioni, Ron invece si rabbuiò « Immagino sia solo per gli accoliti di Slughorn, vero ? »
    « Si, solo per lo Slug Club » ammise Hermione.
    « Che schifo di nome » commentò Ron « Forse è meglio che non possa parteciparvi, non so quanto gioverebbe alla mia immagine prendere parte a una festa tanto scema »
    « Come sarebbe a dire “non vuoi venire” ? » chiese Hermione delusa « Io avevo intenzione di invitarti ! »
    « Sul serio ? » domandò Ron con voce rotta dall’emozione « Oh che emozione, da tempo sognavo un invito del genere da parte tua ! Si vede che Babbo Natale ha deciso di ascoltare le mie preghiere »
Harry, rendendosi conto che la conversazione tra i suoi due amici stava per prendere una piega disgustosamente sdolcinata cominciò a cercare una via di fuga, l’unica soluzione che trovò fu quella di lanciare il baccello lontano da se in modo da vedersi poi costretto ad andare a recuperarlo. Senza perdere tempo strappò il baccello dalle mani di Hermione e lo lanciò con potenza attraverso la serra, facendolo ricadere poco dopo con un tonfo sordo.
    « Oh, mi è scivolato il baccello » esclamò con falsa sorpresa « Sarà meglio andare a prenderlo » aggiunse alzandosi e lasciando che gli amici flirtassero in pace. Si diresse dall’altra parte della serra scavalcando la professoressa Sprite che giaceva a terra priva di sensi con un bernoccolo enorme nel punto in cui era stata colpita dal baccello volante di Harry.
Alcuni minuti dopo si sentirono le sirene dell’ambulanza giunta in soccorso della professoressa Sprite, a quel rumore Ron e Hermione si riscossero dai loro discorsi, così Harry poté smettere di importunare Neville con le cesoie e ritornare al posto di lavoro. A questo punto Harry comincia a farsi i problemi inutili, nonostante avesse immaginato che prima o poi i suoi amici avrebbero cominciato a provarci l’uno con l’altro ( e se ci era arrivato lui… ) teme però che la situazione possa degenerare in:

a) Ron e Hermione super sdolcinati, roba da farti venire un attacco di diabete ogni volta che si è a meno di venti metri di distanza;

oppure in

b) Ron e Hermione che, dopo essere finalmente riusciti a mettersi insieme, si lasciano e smettono di rivolgersi la parola.

Sfiga vuole che, grazie all’aggiunta di Lavanda, entro la fine del capitolo Harry debba sopportare entrambe le scocciature, anche se lievemente modificate da come le temeva.
I giorni passarono e Katie non tornava dal San Mungo, Harry era quindi a corto di un cacciatore e non ne riusciva a trovare un altro perché si era ormai riaperta la stagione della caccia ed erano tutti irreperibili. Così un giorno si avvicinò a Dean Thomas e gli offrì il posto di Katie. Dean fece quattro capriole per aria dalla felicità e corse via urlando e gioendo per i corridoi. Seamus invece, deluso per non essere stato scelto, pianse e si mise a letto con dieci ore di anticipo per la depressione.
Agli allenamenti andò tutto per il verso giusto, a parte Ron che era stato preso dall’insicurezza e aveva finito col giocare da schifo.
    « Gioco come un sacco di letame di Drago » gemette Ron dopo che ebbero finito l’allenamento e dopo aver praticamente spaccato la faccia a Demelza.
    « Non dire fesserie » lo rimproverò Harry « Ho visto sacchi di letame giocare meglio. Il problema sono i nervi » aggiunse avviandosi al castello con l’amico « perché i sacchi non hanno i nervi quindi non possono innervosirsi, al contrario tuo. Un altro problema è mantenere il controllo, in questo i Serpeverde sono avvantaggiati perché è risaputo che i serpenti sono animali a sangue freddo »
Continuarono così per tutto il tragitto verso la torre dei Grifondoro, l’umore di Ron era ormai tornato ad altezze quasi ragionevoli fino al momento in cui, imboccata la scorciatoia che non sapeva mangiare da sola, trovarono il corridoio occupato da Dean e Ginny. I due sembravano incollati per le labbra, ma qualche cosa lasciava intendere che il responsabile non era l’incantesimo di adesione permanente.
Harry sentì come se qualcosa di grosso si fosse risvegliato nello stomaco, il sangue gli ribollì nelle vene e sentì l’urgente bisogno di acchiappare Dean, riempirlo di botte, buttarlo giù dalla torre, spaccargli tutte le ossa, tranciargli gli arti con una motosega, dargli fuoco con il lanciafiamme, investirlo col trattore cingolato di mastro gazza e passarne tutti i resti nel passino per le verdure. Harry è una persona un po’ gelosa.
Anche Ron comunque non era rimasto impassibile ad ammirare le doti glottologiche della sorella « Non posso credere ai miei occhi, mia sorella che pratica atti osceni in luogo pubblico ! » gemette traumatizzato.
    « Senti non rompere » gli disse Ginny voltandosi « Questo una volta era un corridoio deserto, prima che arrivaste voi c’erano pure i cammelli »
    « Non voglio che mia sorella passi il tempo a pastrugnare ! » ribattè Ron sconvolto.
    « Pastrugna cosa ? » chiesero Harry, Ginny e Dean guardando Ron come se fosse un pazzo ubriaco.
    « Pastrugnare » ripetè il ragazzo « Ovvero quella cosa immorale che si stava praticando poco fa »
    « Un semplice “baciare” non andava bene come parola ? » domandò giustamente Ginny.
Nel frattempo Dean, spaventato dallo sguardo omicida di Harry, dalla rabbia di Ron e soprattutto temendo che quest’ultimo fosse perfino sotto l’effetto di sostanze pesanti dato lo strano vocabolario che usava, decise da bravo vigliacco di battere in ritirata e scappare in sala comune « Ehm, ciao a tutti, si è fatto tardi e mi sono ricordato adesso che devo sturare un gabinetto » detto questo corse via a gambe levate.
    « Mettiamo in chiaro un paio di cose » disse Ginny arrabbiata dopo che Dean se l’era squagliata « Tanto per cominciare è da un bel pezzo che non siamo più nel Medioevo, ad ogni modo quello che faccio e con chi lo faccio non è affar tuo »
    « Ginny, con il tuo comportamento stai infangando l’onore della famiglia, tu non sei altro che una meretrice ! » la aggredì Ron « Una baldracca, una donna di malaffare, una sgualdrina, una peripatetica, una bagascia, una battona, una mignotta, una zoccola, una bella di notte, una donnina allegra, una mala femmina, una donnaccia – »
    « Ron, basta con il vocabolario dei sinonimi » lo interruppe Harry « Abbiamo inteso il concetto »
Ginny fissava sconvolta il fratello « Ron, come osi parlarmi in questo modo, sei solo invidioso ! »
Ron e Ginny stavano rapidamente passando dalle aggressioni verbali a quelle fisiche, fortunatamente c’era Harry a tenere sotto controllo la situazione « Oh, no, stanno per fare a botte, questa è una missione per SuperHarry ! » infilatosi la mascherina da super eroe si gettò a separare i litiganti « Fermi amici ! »
In tutta risposta i due lo spinsero via facendolo rotolare per due rampe di scale. Quando tornò al luogo dell’incidente vide Ron estrarre la pistola e sparare un colpo contro la sorella, che fortunatamente venne mancata. Scioccato dalla reazione violenta dell’amico, Harry lo prese per il colletto e lo sbattè contro il muro, che si distrusse perché era fatto di cartapesta. Quando costruirono quella parte del castello i fondatori avevano finito i fondi e dovettero arrangiarsi con mezzi di fortuna.
    « Cercarti qualcuno da sbaciucchiare, o pastrugnare come dici tu, e lascia in pace i veterani » urlò Ginny al fratello « Perfino Hermione ha baciato Krum » e con un’ultima pernacchia scappò via in sala comune.
Ron sembrava aver perso l’uso della parola « Hermione che cosa ? » biascicò sconvolto rialzandosi « Quest’affronto va pulito col sangue » aggiunse minaccioso caricando la pistola.
    « Non vorrai mica sparare a Hermione ? » chiese Harry spaventato.
    « No di certo, ma a Krum quando lo rivedo » spiegò Ron « Se sparo a Hermione poi da chi copiamo i compiti ? »
    « Ah, Per fortuna » sospirò sollevato Harry.
Per tutta la serata Ron rimase dell’umore di un Ungaro Spinato, così Harry ritenè saggio non rivolgerli la parola. Purtroppo l’umore da Ungaro Spinato rimase anche per i giorni seguenti, cosa che fece impazzire Harry, Hermione, gli altri giocatori, gli altri Grifondoro, gli altri studenti, gli insegnanti, mastro Gazza, gli elfi, insomma tutti quanti.
Harry era sconvolto. Non perché il suo migliore amico avesse dei problemi, bensì perché con il portiere in quelle condizioni avrebbe persero la prima partita di Quidditch, ma il ragazzo aveva un asso nella manica. Era rimasto lì dall’ultima volta che aveva giocato a poker.
La mattina della partita scese al tavolo dei Grifondoro e offrì da bere a Ron usando le stesse parole usate dalla Umbridge nel quinto libro, ma Ron, che sembrava sul punto di vomitare anche l’anima, rifiutò.
Harry stava tenendo l’amico per il naso cercando di forzarlo a bere, quando arrivò Hermione reggendo la bandiera dei Grifondoro.
    « Come state ? » chiese « E soprattutto, cosa stai cercando di fare, Harry ? »
    « Non vuole bere » ansimò Harry impegnato sia nella colluttazione con Ron sia nel tentativo di non far rovesciare il liquido.
Hermione aveva ripassato matematica la sera prima e fece due più due alla velocità della luce « Ron, guai a te se bevi ! Ci ha messo dentro qualche cosa, ne sono sicura ! »
    « Hermione, smetti di rompermi le palle » disse Ron e per dispetto si scolò tutto il calice che Harry gli porgeva.
    « Harry sono profondamente scioccata ! » esclamò Hermione con faccia effettivamente scioccata « Come hai potuto fare una cosa del genere ? Dovresti essere espulso e frustato sulla pubblica piazza per questo ! » e corse via arrabbiata.
Harry e Ron scesero al campo da Quidditch ed entrarono nello spogliatoio, lì trovarono Ginny che dava le ultime notizie del giorno « Vasey ha preso un bolide in testa ieri sera e ora il bolide sta troppo male per poter giocare, Malfoy ha la peste e non gioca neppure lui, Silente è stato tamponato sulla statale… »
    « Che cosa ? » esclamò Harry sorpreso.
    « Silente è stato tamponato sulla statale » ripetè Ginny « Stava andando in posta a spedire una raccomandata, siccome il suo motto è “Chi va piano va sano e va lontano” andava lentissimo e una tartaruga gli è arrivata addosso a tutta velocità »
    « No, intendo quello di prima, hai detto che Malfoy è malato ? »
    « Sì, sfiga per lui e culo per noi » disse Ginny « Gioca Harper la posto suo, ma non preoccuparti, è un idiota. Ora passiamo al meteo, si prevedono piogge sparse su tutta l’Inghilterra… » Harry ignorò il meteo e cominciò a pensare che forse Malfoy stava tramando qualche cosa, suo chiodo fisso da ormai inizio libro.
Finalmente tutti i giocatori furono pronti e Madama Bump fischiò l’inizio della partita. A sostituire Lee Jordan, ormai in pensione dopo una lunga e gloriosa carriera di commentatore, c’era Zacharias Smith che più che commentare non fa altro che sfottere i Grifondoro e stranamente la McGranitt non gli dice nulla. Ron si sentiva fortunato e parava tutti i tiri con apparente facilità, forse i Serpeverde quell’ anno erano semplicemente delle schiappe, ma questo non ci è dato saperlo. I Grifondoro erano in vantaggio quando all’improvviso Harper vide il boccino e schizzò via al suo inseguimento, Harry era impegnato a maledire Smith e non se ne accorse subito, così rimase indietro.
Harper aveva quasi raggiunto i boccino, così Harry preso dal panico decise di urlargli qualche cosa per distrarlo « Ehi Harper ! Hai un elefante appollaiato sulla spalla ! »
Harper, che temeva gli elefanti più di ogni altra cosa al mondo ed era effettivamente un idiota come Ginny aveva detto, si spaventò e cadde dalla scopa. Harry prese il boccino e Grifondoro vinse, i giocatori si gettarono sul loro capitano e a momenti lo stritolavano, Ginny invece si munì di bombardiere e polverizzò il palco del commentatore.
I giocatori andarono a cambiarsi felici poi andarono nella sala comune dove Seamus stava organizzando i festeggiamenti. Harry si attardò ad allacciare le scarpe a Ron ed erano ormai rimasi solo loro due nello spogliatoio quando arrivò Hermione reggendo ancora la bandiera.
    « Harry, così mi costringi a denunciarti, lo sai benissimo che è illegale, Slughorn l’ha detto » esordì la ragazza con voce grave.
    « Cosa è illegale ? » chiese Ron « Far credere agli avversari di avere elefanti sulle spalle ? »
    « No ! » strillò Hermione isterica « La Felix Felicis è illegale e tu Harry ne hai versata un po’ nel succo di zucca di Ron questa mattina ! E’ per questo che è andato tutto per il verso giusto, altrimenti come avrebbe fatto Ron a fare quelle parate a occhi chiusi stando ritto sulla scopa tenendosi solo con una mano e facendo i numeri da giocoliere allo stesso momento ? »
    « Io non ci ho messo nulla, guarda qui » Harry le fece vedere la bottiglietta che era sigillata e con la pellicola salva freschezza ancora integra.
    « Però hai finto di avercela messa, è una cosa altrettanto bastarda » replicò Hermione guardandolo storto.
    « Vedi, le cose le so fare anche senza pozione che rende fortunati, gne gne gne ! » disse Ron a Hermione.
    « Forse gli avversari hanno bevuto la pozione che rende sfortunati per sbaglio » ipotizzò Hermione. Ron si incacchiò ancora di più e se ne andò dallo spogliatoio.
Hermione si mise a piangere, si soffiò il naso nella bandiera e scappò via pure lei.
Harry sospirò affranto e si domandò perché doveva avere degli amici così complicati.
Giunto alla sala comune, Harry trovò una festa di enormi proporzioni, musica a palla, gente che si ubriacava, inni cantati a squarciagola; la McGranitt non protestava per la confusione per il semplice fatto che era la prima a crearne.
Ron era talmente strafatto e ubriaco che si ritrovò a baciare Lavanda, pochi istanti dopo Harry vide Hermione uscire dal buco del ritratto, si precipitò a seguirla, ma venne ostacolato da Romilda Vane che voleva andare alla festa di Natale con lui. Liberatosi di Romilda con un abile lancio della stessa giù dalla finestra, Harry uscì dalla sala comune e cercò l’amica, la trovò in un aula che creava talmente tanti canarini che preferisco non sapere in quali condizioni era la stanza.
Harry cercò di trovare un argomento di conversazione che non fosse Ron « Wow ! Ma che belli uccellini ! » esclamò con il più falso tono interessato che si possa immaginare « Li hai fatti tutti da sola o alcuni li hai comperati al Serraglio Stregato ? »
    « Sembra che Ron si stia divertendo alla festa » piagnucolò Hermione ignorando la domanda idiota di Harry.
    « Ehm… chi sarebbe Ron, scusa ? » chiese Harry, ma poi vedendo che Hermione lo guardava con l’espressione di chi ti vuol dire “Smetti di fare l’imbecille, che non sei divertente” decise di smettere con la tecnica del finto tonto « Mah, non saprei, a te è sembrato ? »
    « Oh, Harry, non far finta di non averlo visto. Non si stava propriamente nascondendo, dal momento che lui e Lavanda si baciavano rotolandosi sul tavolo delle bevande… »
In quella entrò Ron con Lavanda, la faccia di Harry spaventò la ragazza che corse via terrorizzata. Hermione, alla vista di Ron, si arrabbiò non poco « Maledetto ! Uccellini, quell’essere dai capelli rossi è venuto qui per girare un film con voi ! »
Senza perdere tempo gli uccellini ( che erano tutti aspiranti attori ) si scagliarono con violenza su Ron e cercarono di farlo a pezzi, Harry si mise ad osservare la scena impressionato sgranocchiando pop-corn mentre Hermione scappava via a dar man forte a Mirtilla Malcontenta nell’allagatura dei bagni.
Nei giorni che seguirono Harry non fece una bella vita, come aveva temuto i suoi migliori amici non si parlavano più e Ron non parlava più neppure con lui, avendo sempre la bocca impegnata a fare altro con Lavanda. I due erano ufficialmente fidanzati, Ron era talmente strafatto che non ricorda come fosse potuto accadere, ma durante i festeggiamenti si era non solo fatto fare il tatuaggio di una puffola pigmea, ma aveva perfino chiesto a Lavanda di sposarlo offrendole un anello di diamanti che aveva trovato in un pacchetto di Gelatine Tutti Gusti Più Uno. Le poche volte che Ron parlava, inveiva contro Krum, al punto che il povero bulgaro dovette andare da un otorino a causa del continuo fischio alle orecchie.
L’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie Harry era con Hermione in biblioteca.
    « Harry, domani c’è la festa di Natale di Slughorn… » prese a ricordargli la ragazza, ma Harry si buttò a terra gemendo.
    « No, no, la festa di Natale no ! » pianse rotolandosi sul pavimento « Non ci voglio andare ! »
    « Smettila di fare i capricci ! » lo rimproverò Hermione rimettendolo seduto « Non puoi non andarci e soprattutto dovrai invitare una ragazza » Harry si ributtò sul pavimento.
    « No, no, con una ragazza no ! Non c’è nessuna che voglia invitare ! » a dire la verità avrebbe invitato volentieri Ginny, ma essendo questa la sorella di Ron, temeva poi reazioni violente e omicide da parte dell’amico.
    « Se non ne inviti una, qualcuna si farà portare con l’inganno » lo mise in guardia Hermione « Ho origliato, vogliono somministrarti una pozione d’amore »
    « E come hanno fatto a farle entrare ? » chiese Harry rimettendosi seduto come una persona normale « Credevo che Gazza controllasse tutto quello che entrava, se sono riuscite a entrare le pozioni allora anche Malfoy, che ti ricordo sta sicuramente tramando qualche cosa, può aver fatto entrare la collana »
Hermione si mise a piangere a sentire ancora l’amico decelebrarsi su Draco e su quello che aveva in mente di fare « Smettila con questa storia, e poi quella collana era talmente potente che perfino un broccolo come Gazza l’avrebbe notata, ma delle pozioni d’amore non saltano all’occhio – »
Si interruppe nel sentire dei passi minacciosi che si avvicinavano, Madama Pince sbucò da dietro una libreria con un fucile a pompa. Harry e Hermione si scambiarono un’occhiata preoccupata.
    « Mai insultare Argus Gazza di fronte a me ! » ringhiò caricando l’arma. Hermione stava raccogliendo tutte le sue cose in fretta e furia quando l’occhio di madama Pince cadde sul libro di pozioni di Harry.
    « Ehi, ma che schifo ! » protestò Harry « Si metta una benda se non riesce a tenerlo fisso nell’orbita »
Madama Pince si chinò a raccogliere il proprio bulbo oculare e si accorse che il libro di Harry era completamente ricoperto di scritte. Per il dolore la bibliotecaria urlò e svenne in preda alle convulsioni.
    « Accidenti, Harry, tu e il tuo maledetto libro di pozioni » lo rimproverò Hermione trascinandolo fuori dalla biblioteca.
    « Ehi, mica è colpa mia, è lei che ha cominciato a turbarsi per quello che hai detto su Gazza, ho sempre pensato che ci fosse qualcosa tra loro due » A questa notizia ci sono rimasta, non credevo che Harry passasse il suo tempo libero ad accoppiare gli altri personaggi della saga.
Non appena tornato alla sala comune Harry venne aggredito da Romilda che cercò con tutte le sue forze di fargli ingurgitare un liquido sospetto, dopo estenuanti minuti di lotta Harry riuscì a scappare, non senza che la ragazza fosse riuscita a donargli una scatola di cioccocalderoni, scatola che Harry nascose nel baule in attesa di un momento ( non ) propizio per ritirarla fuori.
Il giorno dopo non fu uno dei migliori, Ron fece il verso a Hermione ( e lo fece male ), la ragazza si mise a piangere e Harry se ne andò in giro con un sopracciglio giallo. In compenso Harry incontrò Luna e la invitò alla festa di Slughorn, così forse Romilda e le altre la smettevano di rompere.
Il fatto che Harry andasse alla festa con Luna era la notizia bomba del giorno, insieme a quella che Hermione andava alla festa con McLaggen. Quella sera Harry e Luna arrivarono alla festa, Slughorn cercò subito di sequestrare il suo prediletto e presentarlo agli altri personaggi famosi che aveva invitato.
    « Harry caro mio, vieni che ti presento un vampiro »
    « Vuoi un morso ? » chiese il vampiro.
    « No, grazie » rispose Harry.
    « Questo invece è Eldred Worple » disse Slughorn presentandogli un omino grasso con gli occhiali.
    « Acciderpolina, Harry Potter » esclamò Worple scuotendo la mano di Harry « Tutti noi ci domandiamo dove sia la sua biografia »
    « Ehm, sua di chi ? »
    « La tua »
    « Si spieghi meglio, la mia o la sua ? »
    « Ma non la mia, a chi importerebbe, intendo la biografia di Harry Potter »
    « Ah ! Beh, dovrà chiederlo a lui, non le pare ? »
    « Ma lo sto chiedendo a lui ! »
    « A me sembra che lo stia chiedendo a me »
    « Ma lei è Harry Potter »
Harry si voltò a guardare Luna « No, si sbaglia, lei è Luna »
    « No, lei nel senso di tu ! »
    « Ma sa parlare ? » gli chiese Harry « Vuole dire tu però dice lei, intende tua, ma poi dice sua, sia chiaro ! »
    « Oh insomma, voglio scrivere la tua biografia, che ne dici ? »
    « Ma c’è già, i sei ( che si spera presto siano sette ) libri della mia saga sono praticamente la storia della mia vita »
    « Si, però intendevo qualcosa che entrava più in profondità nelle vicende personali » spiegò Worple « In poche sedute possiamo preparare il libro, l’oro che potresti guadagnare, non ne hai idea… »
    « E lei non ha idea dell’oro che possiedo già » lo interruppe Harry lustrandosi le unghie « Mi spiace, ma la sua proposta non mi interessa, conosco già la mia storia, non ho motiva di leggerla su un libro » detto questo afferrò Luna e la trascinò via. Pochi istanti dopo incontrarono Hermione che fuggiva terrorizzata.
    « Aiuto ! » gridò Hermione « McLaggen vuole incastrarmi sotto il vischio ! »
    « Ben ti sta » disse Harry.
    « Occhio ai Nargilli » la mise in guardia Luna.
    « Sono uscita con lui solo perché sapevo che avrebbe dato fastidio a Ron » spiegò Hermione « Anche se in un primo momento avevo pensato di chiederlo a Zacharias Smith »
Harry vomitò nel calice di un mago di passaggio.
I tre si spostarono in un angolo dove la professoressa Cooman si ubriacava di gin, ma Hermione fuggì non appena vide McLaggen avvicinarsi.     « Ehi, hai visto Hermione » chiese Cormac a Harry.
    « Chi ? » chiese Harry facendo il finto tonto « Mi spiace, ma non conosco nessuno con questo nome » e si voltò verso la professoressa Cooman, che solo in quel momento si accorse della sua presenza, prima l’aveva scambiato per un attaccapanni.
    « Harry –hic –Potter ! » esclamò la professoressa « Lo –hic –sapevo che eri il prescelto, avresti –hic –dovuto tornare a –hic –divinazione, è una materia di massima –hic –importanza… »
    « Tutti pensiamo che la nostra materia sia la migliore, Sibilla » disse Slughorn arrivando con una scorta di viveri in mano « Ma se c’è una materia in cui Harry è naturalmente dotato quella è Pozioni ! » Detto questo allungò un braccio e disse “Accio Severus”.
Piton arrivò in un istante al fianco di Slughorn, che gli passò fraternamente un braccio sulle spalle « Stavo parlando dell’incredibile abilità di Harry nelle pozioni, naturalmente deve essere merito tuo, sei tu che per cinque anni l’hai istruito al riguardo »
    « Ma se non sono mai riuscito a insegnargli nulla » replicò Piton sorpreso.
    « Allora è proprio una dote naturale, è perfino più bravo di te Severus » gioì Slughorn dando una pacca sulla schiena a Harry che stava sudando nervosamente.
    « La cosa è sospetta » sussurrò Piton guardando Harry con sguardo penetrante.
In quella arrivò Gazza trascinando Draco per le orecchie.
    « Lasciami, lasciami ! » protestava Draco.
    « Ho trovato questo essere che si aggirava per i corridoi, voleva intrufolarsi alla festa nonostante non sia stato invitato » disse Gazza.
    « Fa lo stesso, Gazza » ribatté Slughorn « Dopotutto è Natale, lascialo pure qui con noi alla festa » Gazza se ne andò furioso, mentre Piton afferrò Draco per un braccio conducendolo verso l’uscita di quell’ aula chiassosa.
    « Suvvia Piton, lascialo qui a far bordello con noi, dopotutto è Natale e – »
    « Draco è della mia casa e decido io cosa farne » lo interruppe Piton spiccio.
    « Come vuoi » si arrese Slughorn con un alzata di spalle « Ma se deciderai di punirlo cerca di non essere troppo “Severus” » Fatta questa battuta orrenda il professore cominciò a ridere a crepapelle, senza che nessun altro si unì alle sue risate.
Harry non perse tempo, con la scusa che doveva andare al cesso mollò Luna con la Cooman e si mise a pedinare Piton e Draco. Questi si erano rintanati in un’aula e Harry accostò l’orecchio alla porta per origliare meglio.
    « –Non devi più fare errori del genere Draco » stava dicendo Piton.
    « Che gliene importa a lei ? » rispose Malfoy con voce strafottente « Non è neppure più mio insegnante »
    « Si, ma scrivere la terza persona del verbo avere senza acca e sbagliare le doppie sono errori elementari che tutti gli insegnanti puniscono severamente »
Harry ebbe un sussulto. Allora era vero quello che si diceva in giro: Malfoy ignorava le più basilari regole dell’ortografia, ovvero l’arte di scrivere sugli ortaggi.
    « E devi fare attenzione a come agisci, tutti sospettano di te ne nell’affare collana »
Harry ebbe un altro sussulto, molto più grosso questa volta: stava per avere le prove che Draco era coinvolto nel recente attentato.
    « Io sono innocente ! » protestò Draco veemente « Quel giorno io ero in punizione con la McGranitt, a trasfigurare degli orrendi nani da giardino in ben più graziosi vasi di peonie, non so niente di quella storia »
    « E allora perché stai praticando l’occlumanzia contro di me ? » chiese Piton « Cos’hai da nascondermi ? »
    « Mica mi piace che si sbirci senza ritegno nella mia mente, ho anch’io la mia vita privata che vorrei per l’appunto mantenere privata »
    « Ascolta Draco » disse Piton con voce da cospiratore « Sto cercando di aiutarti, ho promesso a tua madre che ti avrei protetto, ho perfino fatto un Giuramento Inscindibile, più noto alle masse con il comune nome di Giurin Giurello »
    « Chi se ne frega, non ho bisogno dell’aiuto di nessuno »
    « Infatti stasera ti sei fatto beccare come un pivello »
    « Se lei non avesse messo in punizione Tiger e Goyle… » cominciò Draco, ma Piton lo interruppe.
    « Tiger e Goyle sono degli scemi, io posso aiutarti meglio, in più sono un ottimo commediante, dove credi sarei stato se non avessi saputo recitare ? Credi forse che sarei riuscito ad aggiudicarmi quell’ oscar senza la mia bravura nella recitazione ? »
    « Lo so che vuoi fare, vuoi rubarmi la gloria, cattivo ! »
    « Ti comporti proprio come un bambino » disse Piton pacatamente.
    « Non è vero » protesto Draco coi lacrimoni e il ciuccio in bocca « E mi hai anche fatto cadere il lecca-lecca, buuh ! »
Piangendo disperatamente Draco uscì di corsa dall’aula, sorpassò Harry nascosto sotto il mantello dell’invisibilità e sparì per il corridoio. Pochi istanti dopo anche Piton uscì, con tranquillità si diresse verso il party accendendosi una sigaretta.
Harry non stava più in se dall’entusiasmo. Aveva sempre avuto ragione, Malfoy stava tramando qualche cosa e i suoi amici ora non avrebbero più potuto negarlo, non vedeva l’ora di tornare da loro e vantarsi per questo.

***

Tutti i personaggi, luoghi e situazioni appartengono a J.K. Rowling, il film che Ron ha visto al cinema da piccolo è L’invasione degli ultracorpi di Don Siegel mentre il film che è costretto a girare con gli uccellini è, ovviamente, Gli Uccelli di Hitchcock.
Un grazie a tutti lettori e in particolari a coloro che hanno recensito, ovvero:
Master Romy: ti ringrazio per tutte le recensioni, mi fa piacere averti divertito ^__^ Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo tre, a rileggerlo mi sembrava venuto troppo serio, è confortante sapere che è stato comunque gradito dai lettori ^__^ Grazie mille, ciao !
PrinceLily: e si, questa fiction è davvero forte, riesce a sollevare senza aiuto oggetti pesanti e rompere senza fatica muri di cemento… o intendevi un’altra cosa ? ^__- A parte gli scherzi ti ringrazio per i complimenti e per la recensione. Il nuovo capitolo eccolo qui ! Anch’io non vedevo l’ora di postarlo, ma purtroppo mi si era rotto l’orologio ^^ Grazie e ciao !
Emma: Mi rincuora sapere che farai il tifo ugualmente ^^ In effetti facevo affidamento al potenziale demente (?) di Silente, ma il vecchiaccio mi ha un po’ tradita, si vede che sono già nell’ottica di dovermi arrangiare senza di lui. Scrivendo una storia originale sono più libera di disporre a piacimento dei personaggi, invece la parodia che ha già una sua trama mi vincola un po’. Ti ringrazio per la recensione e il sostegno morale, spero di non averti fatto spazientire troppo ^^ Ciao !
Lunastorta92: Mi pare di intuire che la fanfiction sia stata gradita ^__^ Ti ringrazio molto per i complimenti e la recensione ( risate convulse permettendo ^^ ) Ciao !
Shaida Black: bentornata e grazie ^^ Proprio come hai detto tu la difficoltà più grossa che ho riscontrato fino adesso in questa fanfiction è la limitazione nella trama, con la panna montata ero molto più libera e con meno vincoli ( a questo punto il buon senso suggerirebbe di scrivere più fiction con trame originali e meno parodie, ma questo è un ragionamento troppo normale per la sottoscritta ). Sono contenta che questa parodia faccia comunque ridere, la decisione di scrivere l’ipotetico settimo libro c’è già, manca solo la decisione definitiva sulle vicende da raccontare, ho rimandato nuovamente il “postaggio” perché una settimana fa ho cambiato la trama per l’ennesima volta >__< Spero comunque di farcela in tempi brevi ^__- Non preoccuparti, non ti è andato in fumo il cervello ( il mio forse si però … ), la vacanza ad Honolulu con Mago Merlino è un riferimento alla Spada nella Roccia ^^ Grazie per la recensione e i complimenti, ciao !
Sara: sono contenta che il capitolo ti sia comunque piaciuto ^^ Forse sono un po’ troppo severa con me stessa. Mi fa piacere anche che Harry risulti scemo, era proprio così che volevo renderlo ^^ ( comunque leggendo i libri si ha quasi la certezza che sia proprio un po’ scemo di suo ). Eh si, ci sono molti Tom al mondo ^__^ Non so perché, ma ce lo vedevo bene Voldy a leggere Spiderman ^^ Grazie mille per la recensione, ciao !
Ele09: è bello sapere che il capitolo scorso ti sia piaciuto, spero che anche questo sia stato di tuo gradimento ^__^ Mi fa piacere essere un mito, ho sempre desiderato essere citata nei libri di epica ^^ ( non far troppo caso alla mia idiozia ) Ti ringrazio per i complimenti e per la recensione, ciao !
Hermione 93: ti ringrazio, mi fa piacere. Alla fine nuovo capitolo è arrivato ^^ Ciao !

Non faccio pronostici riguardo a quando posterò il capitolo otto, ne ho scritto la metà, ma il venti di agosto riparto e non so se riuscirò a concluderlo per quella data. Nel peggiore dei casi dovreste avere l’occasione di leggerlo per i primi di settembre ^^
Un bacione a tutti quanti !

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 - Un Natale così ghiacciato da far scivolare Ron sui gradini di casa ***


Capitolo 8

Capitolo 8
Un Natale così ghiacciato da far scivolare Ron sui gradini di casa


Harry e Ron stavano tranquilli in cucina a lavare dei cavolini di Bruxelles, alimento che è già la seconda volta che compare in cucina Weasley, colpa del signor Weasley che adora mangiarli con sopra marmellata di albicocche.
    « Avevo ragione, avevo ragione, Malfoy sta tramando qualche cosa, oh come avevo ragione ! » cantava Harry con gioia.
    « Purtroppo devo ammettere che l’avevi sul serio » sospirò Ron « E dimmi, quindi Piton gli stava offrendo dell’aiuto ? »
    « Già »
    « Davvero Piton gli stava offrendo dell’aiuto ?! »
    « Si »
    « Gli stava veramente offrendo dell’aiuto ? »
    « Mmh »
    « Ma… dici sul serio, gli offriva dell’aiuto ? »
    « Si, si, porco boia, si ! » urlò Harry esasperato « Quante volte me lo vuoi chiedere ? Se me lo domandi ancora ti uccido con questo cavolino »
    « Non è un’arma molto pericolosa » disse Ron esaminando il cavolino « Non ha l’aspetto molto letale »
    « Non sembra, ma è un killer efferatissimo » spiegò Harry « E’ capace di far fuori un pesce semplicemente portandolo fuori dall’acqua. Purtroppo è un cavolo che non capisce un cavolo, gli altri cavolini hanno difficoltà a comunicare con lui, sai, è straniero, anziché da Bruxelles proviene dalla Macedonia »
    « Un cavolo nella macedonia è decisamente fuori luogo » disse Ron « Non c’entra proprio un cavolo »
    « Infatti nel suo paese Natale si sentiva un po’come un pesce fuor d’acqua, condizione che gli ha suggerito il modo di commettere i suoi crimini » spiegò Harry     « Poi Babbo Natale gli ha consigliato di mettersi in viaggio e vedere il mondo, così ecco che ce lo siamo ritrovato qui »
    « Che storia affascinante » sospirò Ron con aria sognante « Ma tornando a Malfoy, hai detto che Piton ha fatto Giurin Giurello ? »
    « Si, ma non capisco che significhi » ammise Harry.
    « Il Giurin Giurello è un altro modo con cui è chiamato il Patto Inscindibile » spiegò Ron gravemente.
    « Ah. E cos’è un patto inscindibile ? »
    « Un patto che non può essere sciolto »
    « Ma dai ? » disse Harry sarcastico « Che strano, l’avevo quasi immaginato che era una cosa del genere. E cosa succede se non mantieni il giuramento ? »
    « Schiatti » spiegò Ron « Quando ero piccolo Fred mi ha quasi costretto a farne uno, dovevo giurare che non lo avrei mai scambiato con George, però poi papà è sbucato fuori da una cassapanca spagnola e si è arrabbiato come un criceto nano della Tasmania, ha sculacciato talmente tanto Fred che da quel momento la sua natica sinistra è rimasta diversa dall’altra e con una vaga somiglianza alla faccia di Winnie The Pooh »
La porta della cucina si aprì ed entrarono i gemelli « Scusate, gradirei che lasciaste le mie natiche fuori dalle vostre conversazioni se non vi spiace » disse Fred irritato.
    « Ehi, guardali ! » esclamò George indicandoli « Usano i coltelli, che sfigati ! »
Ron guardò male suo fratello e brontolò con rabbia qualche cosa riguardo al diventare maggiorenne entro un paio di mesi. Fred e George cominciarono giustamente a sfottere il fratello minore per la sua relazione con Lavanda, esasperato Ron prese un coltello e lo lanciò contro Fred. Il ragazzo avrebbe potuto benissimo fermare la corsa del coltello con un semplice movimento della bacchetta, purtroppo aveva dimenticato la stecca di legno al cesso, quindi morì trafitto.
    « Oh mio dio, che ho fatto ! » gemette Ron premendosi le mani sulla bocca e guardando il corpo senza vita del fratello « Non volevo… non avevo veramente intenzione… »
    « Ah no, un gemello solo no » disse Harry con fermezza « E’ inconcepibile che uno se ne vada in giro senza l’altro » così estrasse un fucile e sparò una schioppettata a George.
Il ragazzo cadde a terra in una pozza di sangue « Ma noi eravamo solo le controfigure… » biascicò prima di morire.
Fortunatamente, come già detto da Fred, no da George, va be’, uno dei due, i gemelli visti fino ad adesso erano solo le controfigure dei gemelli veri, che non volevano prendere parte a una scena così pericolosa come il lancio dei coltelli. I gemelli originali presero il loro posto e si misero ad ascoltare la madre che rimproverava Ron per aver sporcato la cucina di sangue, prima di rivolgersi a loro « Freddie e Georgino cari stasera arriverà Remus »
    « Ci fa piacere, racconta storie del terrore eccezionali, ci fa meno piacere però che tu ci chiami con quei nomi da decelebrati »
    « Scusate cari, comunque Remus dormirà in camera di Bill quindi Bill dovrà dormire con voi due »
    « Nessun problema, ancora meno problema se con lui vene anche Fleur »
    « No, lei dorme in camera con Ginny »
In quella Ginny passò di corsa davanti alla porta della cucina urlando indemoniata per lo shock di avere la futura cognata come compagna di camera.
    « Charlie non torna a casa » continuò la signora Weasley « Quindi Ron ed Harry possono starsene tranquilli in mansarda »
    « Percy quindi non farà vedere il suo brutto muso nemmeno quest’anno? » chiese Fred.
La signora Weasley cominciò a singhiozzare.
Harry aveva intenzione di raccontare a tutti il dialogo a cui aveva assistito, compresa la stampa se solo ci fosse riuscito; non aveva fatto in tempo a dirlo ad Hermione però, lei era già andata a letto da tempo quando era tornato dalla festa e il mattino dopo non gli prestava attenzione perché distratta da Ron e Lavanda che si salutavano con il linguaggio dei segni.
La sera della vigilia di Natale la famiglia Weasley e i suoi ospiti si trovavano in salotto costretti da Molly ad ascoltare il concerto di Celestina Warbeck; nel frattempo Ron fissava Bill e Fleur prendendo appunti. Lupin aveva appena finito di leggere le fiabe ai ragazzi e ora se ne stava assorto a guardare il fuoco. Il signor Weasley sedeva poco distante insieme a Harry.
    « Signor Weasley » esordì Harry dopo un po’ « Ricorda del nostro colloquio alla stazione ? »
    « Certo Harry, sono andato a casa dei Malfoy a controllare e non avevano nulla che non avrebbero dovuto avere » rispose Arthur « A parte dei film e file musicali scaricati illegalmente da internet, ma questo non è affare del ministero della magia »
    « Va bene, ma ho dell’altro » disse Harry con aria da cospiratore e prese a raccontare dell’incontro tra Piton e Draco che aveva origliato, anche Lupin si voltò ad ascoltare.     « Ehm, non ti è venuto il dubbio che magari Piton stesse fingendo per scoprire cosa aveva in mente Malfoy ? » chiese il signor Weasley quando Harry ebbe finito il suo racconto.
    « Uffa, lo immaginavo che sarebbe venuto a dirmi questo » sbuffò Harry incrociando le braccia « Ma come facciamo a saperlo con esattezza ? »
    « Saperlo non è affare nostro » si intromise Lupin « Quello è un compito per… Silente ! » urlò assumendo una posa da supereroe « Silente si fida di Piton, io credo in Silente e quindi per la proprietà intransitiva credo anche in Piton » aggiunse risedendosi davanti al fuoco.
    « Ma Silente può sempre sbagliare » gli fece notare Harry « E poi scusa, a te piace Piton ? »
    « Non dico che mi piace, non vorrei che qualcuno finisca col fraintendere le mie parole e cominci a scrivere fiction romantiche su noi due, però non mi sta antipatico. Dico sul serio ! » aggiunse vedendo che Harry si rotolava per terra dalle risate « Non saremo mai amici al punto da andare insieme a sputare alle automobili nei parcheggi a più piani come facevo con James e Sirius, però mi ha preparato la pozione Anti Lupo per un anno e gli sono riconoscente per questo » spiegò con un sorriso.
    « Tu non l’hai sentito, sembrava proprio che dicesse sul serio, non che fingesse ! » insistette Harry.
    « Piton è molto bravo a recitare ed è un persona molto sveglia e astuta, sa il fatto suo. Anche se non è sempre stato così » aggiunse pensieroso « Quando eravamo al primo anno era un ragazzo piuttosto distratto e con la testa fra le nuvole, infatti James e Sirius per prenderlo in giro lo chiamavano sempre “Svampiton” »
    « Ho capito, nessuno vuole darmi retta » si lamentò Harry imbronciato « Cosa hai fatto in questi ultimi tempi ? »
    « Sono stato insieme agli altri lupi mannari » raccontò « Chi meglio di me poteva fare da spia in quell’ambiente ? Però è difficile convincerli, sono dei gran testoni, e Greyback non ne vuole sapere di discutere »
    « Chi è Greyback ? » chiese Harry.
    « Non sai chi è Grayback ?! » chiese Lupin con occhi sgranati « E’ il lupo mannaro più feroce di tutti i tempi » dichiarò con voce grave accompagnato dallo scoppio di un tuono, che non c’entra nulla, ma fa molto effetto « E’ assetato di sangue, lui non colpisce a caso, ma si apposta nelle vicinanze della vittima scelta ! E non è tutto, la sua specialità è mordere i bambini, li infetta da piccoli e poi li alleva lontano dai genitori facendoli crescere con l’odio verso i maghi » continuò con voce tenebrosa.
    « Mi stai inquietando un po’ » disse Harry muovendosi a disagio sulla sedia.
    « La sua missione è mordere quanta più gente è possibile, vuole creare un esercito di lupi mannari che possa sopraffare i maghi » aggiunse con voce sempre più cupa « Voldemort ricatta la gente con la minaccia di sguinzagliarlo sui loro figli, e se loro non ubbidiscono… lui –wham- se li mangia in un sol boccone ! » concluse Lupin balzando all’improvviso verso Harry, che cadde dalla sedia per lo spavento.
    « Remus, non starai raccontando storie del terrore a Harry, vero ? » chiese la signora Weasley severa « Dopo avrà gli incubi e si sveglierà nel mezzo della notte chiamando la mamma, che non potrà andare da lui, essendo già sottoterra da anni con la poca pelle rimasta che le penzola dalle ossa rinsecchite e i vermi che le brulicano nel cervello »
Grazie alla descrizione di Lily in via di decomposizione fatta da mamma Weasley Harry si angosciò ancora di più.
    « Tranquilla, Molly » sorrise Lupin affabile « Gli raccontavo solo un po’ della mia vita. Sai, Harry, fu Greyback a mordermi » aggiunse rivolgendosi a Harry che si stava lentamente rialzando in piedi.
    « Davvero ? Quando eri solo un bambino ? »
    « Già, mio padre lo offese, in quel periodo Greyback soffriva di calvizie e aveva ripreso a fumare, così il babbo gli disse “Il lupo perde il pelo, ma non il vizio”, ma a quanto pare Greyback non ha molto senso dell’umorismo »
    « Scusa se te lo dico, ma l’uscita di tuo padre mi sembra un po’ da pirla » disse Harry « A proposito di padri… hai mai sentito parlare del Principe Mezzo-sangue ? » chiese abbassando la voce « Sarebbe un tizio che ha scarabocchiato cose interessanti sul mio libro di pozioni, siccome c’è anche quell’ incantesimo usato da mio padre su Piton nel pensatoio pensavo che, magari… »
    « Mai sentito nominare » rispose sicuro Lupin « Quell’ incantesimo andava di moda all’epoca, molti lo usavano, James compreso »
Finito di chiacchierare con Lupin, Harry se ne andò a letto come tutti gli altri; grazie ai discorsi fatti quella sera si sognò Lily zombie che se ne andava in giro a scuoiare lupi mannari e a bollire bambini. Quando però alla mattina si svegliò, vide una cosa molto più terrorizzante dei suoi incubi, ovvero il disgustoso regalo che Lavanda aveva fatto a Ron. Comunque anche tra i suoi ne trovò uno piuttosto orripilante, ovvero la cassa di vermi donatagli da Kreacher.
Al pranzo tutti indossavano i maglioni nuovi dalla signora Weasley, tranne Fleur, stranamente Molly non aveva abbastanza lana anche per il suo. La signora Weasley invece era tutta ingioiellata, i gemelli avevano svaligiato pochi giorni prima una gioielleria e le avevano donato il bottino.
    « Harry, hai un verme fra i capelli » disse Ginny allungandosi sulla tavola per toglierlo. A Harry venne la pelle d’oca, ma non per il verme né per gli spifferi d’aria, piuttosto la causa andava ricercata nell’ampia scollatura della ragazza. Mamma Weasley aveva infatti deciso di confezionare dei maglioni scollati quell’anno, decisione presa dopo essersi accorta di non aver comperato la colla.
    « Forza, mangiate altrimenti non diventate grandi » li ammonì mamma Weasley prendendo posto.
All’improvviso, con effetto sorpresa, arrivò Percy alla porta di casa.
    « E’ tornato Percy ! » esclamarono increduli i ragazzi.
    « Oh, tesorino mio adorato ! » pianse la signora Weasley stringendo il figlio in uno di quelli abbracci che le costole di Harry ormai conoscono molto bene « Proprio in tempo per il pranzo »     « Non ti eccitare troppo mamma » la ammonì Percy tenendola a debita distanza « Sono qui solo per accompagnare il ministro » e con squilli di tromba e rulli di tamburi il ministro Scrimgeour saltò fuori da sotto il mantello del ragazzo.
    « Salve a tutti, belli e brutti ! » salutò il ministro gioioso lanciando confetti e distribuendo palloncini colorati.
    « Oh, buongiorno signor ministro » lo salutò Molly sorpresa « Come mai qui ? Percy non avrà fatto il cattivo, vero ? »
    « Certo che no, volevo solo scambiare quattro chiacchiere con il bambino sopravissuto o il prescelto come viene chiamato adesso » spiegò guardando Harry con occhi bramosi « Vieni, andiamo fuori, così Percy può tranquillizzare la sua mammina e dimostrarle che sa vivere da solo raccontandole il buffo incidente della settimana scorsa, col quale ha quasi dato fuoco al suo appartamento »
Harry seguì il ministro nel giardino innevato.
    « Bene Harry » esordì Scrimgeour appoggiandosi a una staccionata e ammirando il pupazzo di neve che Fred e George avevano costruito il giorno precedente « Sappiamo che c’era qualcuno con Silente, il ministero sa fare due più due, ti prego di dirmi dove siete stati »
    « Uh ? » chiese Harry guardandolo con aria interrogativa « Questo è quello che deve dirmi al funerale, non adesso ! »
    « Oh, perdincibacco, ho scambiato i discorsi » esclamò Scrimgeour battendosi una mano sulla fronte « Ehm, volevo dire, che ne dici di fare un po’ di propaganda per il ministero ? »
    « Devo distribuire volantini ? »
    « No, solo venire da noi di tanto in tanto, sai fa bella impressione far vedere che il prescelto lavora per noi e ci da una mano a vincere la guerra »
    « Voi volete fare di me una mascotte ! » sbottò Harry che si stava scaldando al punto da sciogliere la neve intorno a se « Peccato io non approvi le scelte del ministero. Come l’aver rinchiuso Stan Picchetto e non aver legalizzato le droghe leggere ad esempio »
    « Quindi ti dissoci dal ministero ? Eppure ci lavora pure quella dolce signorina della Umbridge »
    « Bleah, un motivo in più per dissociarmi »
    « Capisco, sei un’ uomo di Silente in tutto e per tutto »
    « Già e… ehi, bello slogan, quasi quasi me lo faccio stampare sulla maglietta » aggiunse compiaciuto « Grazie ministro, ora la saluto, vorrei rientrare prima di diventare un surgelato e soprattutto prima che gli altri finiscano il dessert » fischiettando allegramente rientrò in casa da dove usciva irato Percy ricoperto di purea di pastinaca. All’interno Fred, George e Ginny litigavano furiosamente e si menavano con un bastone per accaparrarsi i diritti sull’idea di lanciare la purea addosso al fratello con l’uso della catapulta di famiglia.
Alcuni giorni dopo capodanno Harry e i due Weasley minori partirono con la Metropolvere e arrivarono nel camino della McGranitt, che fortunatamente non lo aveva acceso come invece aveva fatto la sera di natale provocando gravi ustioni a Babbo Natale. Giunti al ritratto della signora Grassa incontrarono Hermione che salutò con trasporto Harry e Ginny mentre ignorò bellamente Ron, il quale due minuti dopo venne sequestrato da Lavanda che si nascondeva sotto un tappeto appositamente per fare uno scherzo al fidanzato. Ginny se ne andò da Dean e Harry rimase solo a rivelare a Hermione tutte le ultime novità: la visita del ministro, le condizioni di salute di Lupin e, non meno importanti, i discorsi segreti tra Draco e Piton.
    « So quello che starai per dire » la anticipò Harry dopo aver finito di raccontare la conversazione che “per caso” aveva sentito « Che Piton si stava offrendo di aiutarlo solo per scoprire cosa aveva in mente. Anche il babbo di Ron e Lupin la pensano così, comunque non puoi negare che Malfoy stia tramando qualche cosa e che stia seguendo gli ordini di Voldemort, come io ho sempre detto »
    « Non mi sembra che uno dei due abbia fatto il nome di Voldemort » puntualizzò Hermione.
    « No, ma… chi altri può essere ? » chiese Harry « Non credo che Draco prenda ordini da Putridus, il demoniaco e putrescente halibut delle mense scolastiche »
    « Non si può mai dire » mormorò Hermione pensierosa « Passando ad altro, Silente mi ha incaricato di darti questo » e così dicendo gli porse un rotolo di pergamena.
    « Cosa aspettavi a darmelo ? » le chiese Harry afferrandolo « E’ già un po’ che sei qui con me »
    « Aspettavo un momento di pathos, e la notizia che forse Draco prende ordini da un pesce in putrefazione mi sembrava adeguata » spiegò Hermione mentre Harry srotolava la pergamena che conteneva la data per la prossima lezione con Silente, ovvero la sera seguente.
La mattina dopo iniziarono le lezioni, ma, cosa più importante e soprattutto eccitante, in bacheca era apparso un nuovo avviso.

Ti piacerebbe materializzarti ?

Ebbene se hai diciassette anni, o li compi prima del 31 agosto, potrai partecipare ad un corso di dodici settimane tenuto da un istruttore di Materializzazione del Ministero della Magia. Se invece ne hai meno gira al largo e non rompere.
Il costo è di 12 Galeoni, ovvero 204 Falci o 5916 Zellini.
Se non li hai cazzi tuoi.

Gli studenti andarono a lezione discutendo della materializzazione ed erano così eccitati che gli insegnanti fecero fatica a mantenere l’ordine senza dover ricorrere allo scudiscio. Quella sera Harry andò alla lezione con Silente e senza perdere tempo si sedette pronto a raccontare quello che Piton e Draco si erano detti, ma Silente fu più veloce e cominciò a parlare prima lui.
    « So che hai incontrato il ministro della magia »
    « Già, ma lei deve sempre spiare tutto e tutti ? La parola privacy non le dice nulla ? Comunque il ministro non è molto soddisfatto di me »
    « Eh già, non lo è neppure di me, ma la cosa non è che mi crei grandi scompensi psico-fisici, quindi chi se ne frega »
    « Mi ha anche accusato di essere un uomo di Silente in tutto e per tutto e io gli ho detto che lo sono ! » dichiarò Harry assumendo una posa da statua commemorativa.
A queste parole gli occhi di Silente si riempirono di lacrime.
    « Professore ma che fa ? » chiese Harry sconvolto « Piange ?! »
    « E’ che stavo seduto sopra Fanny la fenice per comodità »
    « E allora ? »
    « Ha appena preso fuoco… » gemette Silente con voce fioca.
Dopo che Harry ebbe aiutato Silente a spegnersi, i due ripresero comodamente posto intorno al pensatoio.
    « Bene Harry, il primo ricordo che voglio mostrarti… » Silente si interruppe vedendo che Harry desiderava ancora parlare.
    « Prima di partire professore, vorrei raccontarle quello che ho per caso sentito dire tra Piton e Malfoy… beh, non proprio per caso, mi sono messo ad origliare avendoli scorti mentre andavo al bagno… a dire la verità li ho seguiti fin dall’aula di Slughorn, comunque quello che si sono detti… »
    « Si, si, non c’è bisogno che tu me lo racconta » lo interruppe Silente con un gesto impaziente della mano « So già tutto e probabilmente so anche più di te, quindi lasciamo perdere la faccenda »     « Quindi lei si fida di Piton ? » gli chiese Harry sbalordito.
    « Si ! » rispose esasperato Silente « Sono vent’anni che tutti mi fanno questa domanda e tu me l’avrai chiesta almeno una decina di volte ! »
    « Forse se tutti le fanno questa domanda un motivo ci sarà » gli fece notare Harry.
    « Comunque sia io mi fido di Severus Piton, oh. E adesso procediamo con la lezione di oggi, che si sta facendo tardi » Silente si sistemò meglio sulla sedia « Nella puntata precedente il piccolo orfanello Tommy aveva appena scoperto di essere un mago. Il cappello parlante lo smistò a Serpeverde non appena lo vide in fila con gli altri primini. Non so se nella sala comune di Serpeverde abbia mai spaventato gli altri studenti con turpiloqui in Serpentese, tuttavia davanti agli insegnanti si dimostrava sempre gentile e tranquillo senza dar segni di arroganza e aggressività entrando presto nelle grazie del corpo docente, in poche parole si comportava da perfetto lecchino » Silente fece una pausa per versare il ricordo nel pensatoio « Mentre era a scuola formò un gruppo insieme ad altri studenti, provarono a darsi alla musica, ma non ebbero successo, così si limitarono a fare del male e a provocare incidenti, diventando i precursori di quelli che sarebbero poi stati i Mangiamorte. Non sono riuscito a trovare ricordi di Tom a scuola, a quanto pare la gente preferisce dimenticarlo, chissà perché. Questo che voglio mostrarti è un ricordo dove Tom Riddle sedicenne va a trovare i suoi parenti materni durante le vacanze scolastiche »
Detto questo i due partirono e si ritrovarono ancora una volta nella vecchia casa di Orvoloson Gaunt. Solo che Orvoloson non c’era, e grazie era già morto da anni, nell’abitazione c’era solo il figlio Morfin che si stava facendo crescere la barba in occasione del concorso per il Babbo Natale migliore.
Tom Riddle arrivò buttando giù la porta e, mentre Harry non poté fare a meno di notare quanto sia diventato bello, intavolò una conversazione con lo zio.
    « Che ci fai in casa mia, lurido puzzone ? » sbraitò Morfin vedendo Riddle junior e avendolo scambiato per Riddle senior.
    « Sta zitto e lasciami parlare » lo ammonì Tom « Dov’è Orvoloson ? »
    « E’ morto »
    « E tu chi sei ? »
    « Morfin, suo figlio »
    « Zietto ! » strillò Tom Riddle gettandogli le braccia al collo « Che bello, ho trovato il mio zio preferito, dato che è l’unico. Mi porti in gita a Gardaland ? »
    « Aaah, vade retro Satana ! » urlò Morfin spaventato « Come diamine è possibile che io sia lo zio del babbano che abita nella grande casa oltre la tangenziale ? »
    « Quale babbano ? » chiese Tom accigliato raccogliendo le braccia che aveva lanciato.
    « Il babbano di cui mia sorella si era innamorata » spiegò Morfin « Un momento, se il babbano della grande casa oltre la tangenziale è mio nipote, allora vuol dire che è figlio di mia sorella. Che pervertita, ha sposato il proprio figlio ! »
    « Chiariamo un paio di cose, io non sono lui »
    « Lo che non sei Lui, sei il babbano della grande casa oltre la tangenziale »
    « Voglio dire, non sono il babbano della grande casa oltre la tangenziale »
    « Ma gli assomigli moltissimo » ribattè stupito Morfin.
    « Hai detto che tua sorella ha sposato quel babbano là ? »
    « Si, quella maledetta ! E non solo, si è pure portata via il nostro cimelio di famiglia, l’antico medaglione di Serpeverde, adesso mi è rimasto solo l’anello di famiglia… »
    « Si, si va bene » lo interruppe impaziente Tom fregandogli l’anello e ficcandoselo in tasca « Questo vuol dire che il babbano della grande casa oltre la tangenziale è mio padre » concluse Tom amaramente.
    « Cosa ?! » chiese scioccato Morfin « Quello è tuo padre ? Ma se tu sei mio nipote… allora il babbano della grande casa oltre la tangenziale è mio fratello, gasp ! » urlò sconvolto ribaltandosi dalla sedia. Avanzando sulle ginocchia l’uomo si portò davanti al quadro di Orvoloson e cominciò a gemere « Padre mio ! Che facesti di male per avere un figlio babbano ! E perché me l’hai sempre tenuto nascosto, non avrei avuto problemi a commettere un fratricidio, potevi quindi dirmelo. Certo, forse temevi che avrei anche compiuto un parricidio, ma ti giuro che mai e poi mai avrei alzato un dito sul parroco del paese »
    « Piantala » urlò severo Tom afferrando il quadro del nonno e spaccandolo in due sul proprio ginocchio.
    « Mi spiace, so solo seminare »
    « L’importante è che chiudi quel forno »
    « Come desideri » disse Morfin alzandosi e chiudendo lo sportello del forno.
    « Bene, ora chiudi anche la bocca » Tom fece alcuni passi per la stanza prima di rivolgersi nuovamente allo zio « Io sono figlio di quel babbano e di tua sorella Merope » spiegò.
    « Quindi quella sgualdrina di mia sorella ha avuto un figlio con l’altro suo fratello ? »
    « Ma sei proprio scemo ! Quel babbano non è tuo fratello »
    « Finalmente una buon notizia » sospirò sollevato Morfin.
    « E l’altra buona notizia è che oggi qualcuno che se lo merita morirà »
    « Hai intenzione di suicidarti ? » chiese Morfin.
Prima che Tom Riddle potesse rispondere un’oscurità innaturale calò sul ricordo. Silente ritenne che quello che avevano visto era abbastanza perché riportò Harry alla realtà del suo ufficio confortevole e alla moda (?).
    « Ehi, chi ha spento la luce ? » si domandò Harry riprendendo posto di fronte al preside « Morfin non aveva pagato la bolletta ? »
    « E’solo che la memoria di Morfin è stata modificata in quel punto » spiegò Silente con serietà « Tommy quella notte ha ucciso il padre e i nonni con la bacchetta di Morfin, poi ha installato il ricordo di aver commesso l’omicidio nella mente dello zio. Così lui confessò il delitto e finì ad Azkaban mentre il nome di Tom non venne mai neppure segnato sul registro degli indagati »
    « Oh quale indecenza ! » esclamò Harry irato « Un oltraggio alla morale e all’etica, è uno scandalo che il ministero non sappia rilevare chi ha esattamente eseguito una magia, soprattutto nel caso si tratti di un minorenne e – »
    « Va bene, ora basta Harry » lo fermò Silente.
    « Ma professore, non posso tacere, devo esprimere il mio disappunto e il mio sdegno per il modo in cui il ministero gestisce queste cose ! »
    « E’ molto nobile da parte tua Harry, ma siamo già ad otto pagine di word in font Times New Roman grandezza dodici, quanto vogliamo farlo lungo questo capitolo? E’ meglio darsi una mossa, tra l’altro devo ancora farti vedere il secondo ricordo, il più importante di tutti » così dicendo Silente trascinò nuovamente Harry nel pensatoio, questa volta atterrarono in una delle aule di Hogwarts, dove un giovane Slughorn stava inequivocabilmente dando uno dei suoi festini. Tra la folla Harry scorse Tom Riddle, notando, come sempre purtroppo, quanto fosse bello è affascinante il giovane Voldemort. Voldemort voleva informazioni sugli Horcrux, in alcune parti però il ricordò sembrava difettoso, Slughorn cambiava atteggiamento così in fretta da sembrare schizofrenico, per non parlare della pessima qualità video e audio del reperto.
    « Che era ‘sta schifezza ? » chiese Harry non appena tornato al presente « Non si capiva una mazza »
    « Il professor Slughorn ha tentato disperatamente di modificarlo » spiegò Silente « Voleva tenerci nascosto il suo vero ricordo, probabilmente perché se ne vergogna, ma ha eseguito un copia-incolla davvero pessimo »
    « E cos’à fatto di tanto orrendo da vergognarsi ? » chiese Harry con bramosa curiosità.
    « Scoprirlo sarà il tuo compito per il nostro prossimo incontro »
    « Oh no, preferivo le divisioni in colonna » si lamentò Harry « Non potrebbe farlo lei ? »
    « Oh, io non sono in grado di estorcere informazioni al professor Slughorn, tu invece puoi riuscire dove io ho fallito, ricorda però che con la forza non si ottiene nulla, soprattutto nel caso di Horace che potrebbe decidere di lasciare la scuola dalla paura »
Harry annuì sconsolato, allontanando dalla mente la prima idea a cui aveva pensato, ovvero quella di avvicinare Slughorn in un corridoio deserto e dargliele di santa ragione finché non avesse fornito il ricordo esatto.

***

Alla fine ce l’ho fatta a preparare anche questo capitolo, a parte un paio di particolari qua e là era praticamente scritto tutto da secoli, ma ho avuto poco tempo da dedicargli. In quest’ultimo periodo sono un po’ incasinata con l’università e adesso che riniziano i corsi avrò ancora meno tempo per le fanfiction. Sempre per questo motivo non ho ancora iniziato a postare il settimo libro in versione comica ( nonostante abbia i primi tre capitoli perfettamente completi e tutti gli altri più o meno abbozzati ) non voglio iniziare una fanfiction per poi rischiare di abbandonarla per mesi solo perché non ho abbastanza tempo da dedicarle. Rimando quindi la pubblicazione per un po’ ^^ Comunque sia questa parodia dovrebbe continuare a essere postata con la solita regolarità ( sempre che i miei tempi di aggiornamento possano essere definiti “regolari” -__- ) visto che come fanfiction non richiede molo impegno^^
Ora basta con gli annunci, vi ringrazio invece per le recensioni, che come sempre mi hanno fatto molto piacere ^^

Lunastorta92: Ti ringrazio, alla fine ho postato prima di partire, intendo per le vacanze dell’anno prossimo^^ ( fu così che Lunastorta lanciò un oggetto contundente in testa a Dorothea ) Ron conosce bene i vocaboli italiani, legge sempre cinque o sei pagine di vocabolario prima di andare a dormire ^^ Grazie mille per la recensione e tutti i complimenti, ciao !
Emma: Harry non è mai stato tanto ossessionato per qualche cosa come lo è nel sesto libro °__° Eh si, devo ammettere che la parte con Worple non è venuta malaccio, e pensare che all’inizio volevo toglierlo per velocizzare un po’ il capitolo. Ti ringrazio molto per i complimenti e ringrazio anche la tua amica ( a quanto pare la panna montata miete ancora vittime ^^ ) Ciao !
Peppe: Grazie ! No, addosso dalle risate no ! Oltre le spese dei manicomi mi verranno addebitate pure quelle della lavanderia ! Va be’, dopotutto me la sono cercata, non me l’aveva certo ordinato il dottore di scrivere una parodia ^^ Grazie mille per i complimenti e per la recensione, ciao !
Hermione93: indubbiamente il settimo libro come lo immagino io è fantastico, non c’è verso che tutte quelle scemenze possano capitare nella vita reale^^ Bisognerà aspettare ancora un po’ per leggerlo però, altri impegni hanno la precedenza. Grazie mille per i complimenti, ciao !
Master Romy: ti ringrazio molto. Mi spiace, ma non leggo fanfiction su richiesta, riesco a malapena a dare una scorsa alle mie e non potrei trovare il tempo per dedicarmi alla lettura delle fanfiction di tutti quelli che me lo chiedono ^^ Sono contenta che la fiction ti piaccia ( e spero continui a piacerti ^^ ) Ciao !

Tutti i personaggi appartengono a J.K.Rowling, non li uso a scopo di lucro. Il cavolino di Bruxelles ( che però è straniero ^^ ) è un mio vecchio collega, Winnie The Pooh appartiene alla Walt Disney, le controfigure di Fred e George hanno accettato il lavoro di loro spontanea volontà, lo sputare sulle macchine nei parcheggi a più piani dei supermercati è un passatempo scemo mio e di alcuni miei ex compagni durante una fuga da scuola, Putridus il demoniaco e putrescente Halibut appartiene alle mie memorie scolastiche, nella mia mensa delle medie il cibo era pessimo, l’halibut in particolare faceva decisamente schifo.
Mi raccomando fatemi sapere come avete trovato questo capitolo ( cliccando sulla dicitura “ultimo capitolo” ovviamente Nd Lettori ) se non recensite come punizione domani troverete Putridus, il demoniaco e putrescente halibut in qualsiasi posto andrete a mangiare ^^
A parte gli scherzi, spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento e vi abbia divertito almeno un po’^^
Un bacione a tutti quanti !

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Capitolo 9
*** In vino venenum ***


Capitolo 9

Capitolo 9
In vino venenum

    Harry riferì ai suoi migliori amici dell’impresa impossibile che Silente gli aveva affidato, ovvero recuperare il ricordo di Slughorn riguardo a Voldemort che chiede informazioni riguardo agli Horcrux. Lo fece in momenti diversi però, in quanto Ron e Hermione tendevano a non essere molto in armonia al momento.
    « Chiediglielo e basta » consigliò Ron spiccio prima di volgere nuovamente la sua attenzione a Lavanda. Hermione invece si dimostrò un po’ più saggia al riguardo, forse anche un po’ pessimista, ma discusse con Harry della strategia da effettuare mentre costruivano un Silente di neve in giardino.
    « Oh Harry, questa si che è una missione difficile » sospirò affranta costruendo il naso del preside « Oserei dire, quasi impossibile, voglio dire, se non è riuscito Silente dubito che possa riuscirci tu »
    « Grazie per la fiducia, Hermione » la ringraziò Harry attaccando noci secche come bottoni.
    « Horcrux… che cosa saranno mai? » aggiunse pensierosa raccogliendo un’altra manciata di neve « Non ne ho mai sentito parlare, deve trattarsi di qualche cosa su cui è difficile ottenere informazioni, altrimenti perché Voldemort lo avrebbe chiesto anziché fare una ricerca su Google o Wikipedia? Devi studiare una strategia sofisticata, Harry, Slughorn non sarà così facile da avvicinare al riguardo »
    « Ron mi ha consigliato semplicemente di andare da lui e chiedergli il ricordo »
    « E questa ti sembra una strategia adeguata?! » strillò Hermione isterica « Ma dopotutto bisognava aspettarselo, quando mai ci sono giunti saggi consigli da Ron Ron, il ragazzo che fa le fusa quando è eccitato? » e dopo aver distrutto con rabbia il pupazzo di neve che stavano costruendo se ne tornò al castello ad assegnare qualche punizione per sbollire la collera.
    Harry non rivide l’amica fino alla lezione seguente di pozioni, ma visto in che caratteraccio era Hermione, la cosa non lo dispiacque più di tanto. Quel giorno Slughorn risultò essere piuttosto allegro, probabilmente perché aveva vinto una scatola di ananas candito all’annuale pesca di beneficenza, organizzata da mastro gazza per ricavare un po’di soldi da investire in stracci e detersivi. La prima cosa che il professore fece fu quella di chiedere la definizione di terza legge di Golpalott, naturalmente Hermione diede la risposta, gli altri studenti non sapevano nemmeno di che stesse parlando, tutto quello che sapevano era la seconda legge della termodinamica e il numero di avogadro, in modo da contattarlo nel caso avessero delle rogne legali.
    La terza legge di Golpalott non solo era ignota agli studenti, ma era pure incomprensibile ai più, i meno erano altrettanto spiazzati dalla sua definizione, mentre i per e i diviso ne intuivano il senso, ma non riuscivano ad applicarla. Fu in questo clima di ignoranza che Slughorn assegnò il compito del giorno, ovvero trovare gli antidoti per il veleno dato.
Hermione sorrise maligna. Non solo conosceva il procedimento giusto, ma sapeva benissimo che, anche avendo tutti i libri con tutte le soluzioni del mondo, ma ignorando quale di queste cercare, Harry era comunque nella merda. E questa è la sacrosanta verità, come molti studenti possono confermare.
    Harry però non si diede per vinto, sfogliò nonostante tutto il libro del mezzo-sangue fino alla pagina relativa alla terza legge di Golpalott, ma non c’era nulla che lo aiutasse a risolvere il problema. Non c’erano nemmeno le prime due leggi di Golpalott, che si supponeva dovessero esistere dal momento che ne stavano studiando la terza. Harry non sapeva che era impossibile trovarle in un libro di pozioni, in quanto si riferivano la prima alla finanza e la seconda ai flussi migratori dei piccioni da combattimento.
    Dopo un’ora la lezione di pozioni stava per finire, Harry stava per fare una figuraccia con Slughorn e Hermione gongolava sul proprio lavoro. Solo a questo punto il nostre eroe si accorse di un’annotazione del principe riguardo al bezoar e alle sua mirabolanti capacità contro i veleni. Trattenendo il fiato per l’emozione Harry corse all’armadietto per impossessarsi della pietra evitando alcuni fan scalmanati che strillavano e litigavano per aggiudicarsi il titolo di “Chi per primo si è ricordato delle parole di Piton nel primo libro” e alcuni altri che teorizzavano su come l’accaduto facesse logicamente presagire una relazione amorosa tra Harry e Piton.
    Nell’esaminare i lavori dei propri studenti, Slughorn ignorò l’impeccabile risultato ottenuto da Hermione e lodò il tentativo riuscito di Harry di scavarsi di dosso le parti difficili di un compito. Dopotutto Harry ha solo fatto la cosa più facile anziché quella giusta, nonostante Silente si fosse sempre raccomandato di fare il contrario.
    Finita la lezione Hermione se ne andò via più infuriata che mai e anche Ron non sembrava troppo contento del modo in cui Harry era riuscito ad aggiudicarsi un buon voto in pozioni. Rimasto solo con l’insegnante, Harry decise di mettere in pratica la fenomenale strategia che aveva escogitato: fare esattamente come aveva fatto Voldemort.
    « Professore vuoti il sacco, cosa sono gli Horcrux? Io so che lei sa »
    « Cosa? » chiese Slughorn d’improvviso spaventato     « Tu sai che non so »
    « Io so che Silente sa che lei sa »
    « Tu sai quello che Silente sa, ma io non so quello che lui sa che io so »
    « Lui sa che lei sa che quello che Silente sa non è quello che lei veramente sa »
    « Nescio! » esclamò Slughorn singhiozzando.
    « Basta con queste idiozie » esclamò Harry mentre alcune zie idiote lasciavano l’aula offese « Mi dia il ricordo esatto »
    « Quello che Silente ti ha mostrato è il ricordo esatto! Io non so cosa sono gli Horcrux, non ne ho mai sentito parlare, non voglio neppure saperlo, non vedo non sento e non parlo ! » detto questo scappò a gambe levate.
    Fallito il primo tentativo di portare a compimento la missione, Harry lasciò in pace il professore per un po’, deciso ad attaccarlo nuovamente quando questi si fosse fatto l’illusione di essere al sicuro. Per la prima volta Harry non vedeva l’ora di essere invitato ad un festino dello Slugclub, ma Slughorn, che non è scemo, non ne organizzava più. Nel frattempo Hermione era stata tradita dalla biblioteca, cosa che la scosse profondamente e la lasciò nell’angoscia per una settimana intera.
    Nel frattempo iniziarono le lezioni di materializzazione, di cui non parlerò perché non ne ho voglia. Tutto quello di importante che accadde fu che Harry origliò nuovamente Draco ed ebbe l’illuminante idea di verificare la locazione del ragazzo utilizzando mappa del malandrino. Peccato l’idea gli fosse venuta di giorno e l’incredibile illuminazione non poté essere sfruttata. Ne è contento il tecnico delle luci che temeva di essere licenziato. Come se Harry non fosse stato abbastanza fissato su Draco e quello che combinava, negli ultimi periodi non perdeva momento per controllalo sulla mappa, arrivò perfino a fare uscite straordinarie dalle lezioni, il giorno in cui chiese tredici volte alla McGranitt il permesso di andare in bagno lei lo mandò da Madama Chips a farsi dare qualche cosa contro l’incontinenza.
    Dal momento che Katie ci aveva quasi lasciato la pelle, le uscite ad Hogsmeade vennero abolite, con grande scorno di Ron che stava organizzando un party di compleanno alla Testa di Porco. Così Ron decise di festeggiare il diciassettesimo compleanno dormendo fino alle tre del pomeriggio. Non riuscì a fare nemmeno questo perché Harry lo svegliò alle sette del mattino lanciandogli un regalo in testa. In seguito, dimentico di lui, Harry rovesciò il contenuto del suo baule sul pavimento della stanza per tirare fuori la mappa del malandrino e controllare in quale luogo potesse essersi mai imboscato Draco nel tentativo di mettere in atto i suoi oscuri e malvagi intenti. A quanto pare nel nulla perché Draco non era in nessun luogo del castello.
    Nel frattempo Ron scartava i regali sovraeccitato e non si accorse che la scatola di Cioccocalderoni che si stava sbafando in realtà era quella che Romilda aveva regalato a Harry, che tra l’altro erano scaduti i primi di gennaio. Ovviamente i cioccocalderoni erano zuppi di pozione d’amore e Ron andò completamente fuori di testa.
    « Oh Romilda, amore della mia vita, non posso vivere senza di te! »
    « Uh? » chiese Harry voltandosi sorpreso verso l’amico che delirava « Guarda che la tua ragazza si chiama Lavanda »
    « Chi se ne frega di Lavanda, il mio amore è Romilda, nessuno è bello quanto lei, voglio dedicare tutta la mia vita a renderla felice ! »
    « Mi stai dicendo che ti sei innamorato di Romilda Vane?! » chiese scioccato Harry « Prima Lavanda poi Romilda, i tuoi gusti sono decisamente discutibili »
    « Come osi insultare la donna della mia vita ! » urlò Ron diventando rosso e con il vapore che gli usciva dalle orecchie « Pagherai per questo! » e afferrato una clava la diede in testa a Harry.
    « Ahio! » pianse Harry e, prima che Ron potesse colpirlo con il machete appena ricevuto in regalo da Charlie, gli spedì contro l’incantesimo Levicorpus e lo appese al soffitto.
    Spremendosi le meningi nel tentativo di racappezzarsi come mai il suo amico ultimamente dimostrava una predilezione per le ragazze oche, Harry capì che la responsabile doveva essere la pozione d’amore. Così decise di portare Ron da Slughorn, ma prima si bevve la spremuta di meningi.
    « Vieni Ron, Romilda ti sta aspettando nell’ufficio di Slughorn » gli disse facendolo scendere.
    « E cosa fa lì? » chiese sospettoso « Mi tradisce?! Nel caso Slughorn non la passerà liscia » aggiunse minaccioso estraendo la pistola.
    « No! » si affrettò a rispondere Harry spaventato « Fa solo ripetizione di pozioni »
Harry trascinò Ron giù per le scale e attraverso la sala comune, ma davanti al buco del ritratto incontrarono Lavanda.
    « Ronnuccio caruccio, eccoti finalmente » disse « Ho un regalo per te, non indovinerai mai che ti ho comperato una maglietta rosa shocking con su scritto “sono un cucciolone pucciosone” »
    « Non rompere e ficcati quella maglietta in un posto che non dico solo perché la fanfiction ha un rating troppo basso per le parole che sto pensando » la liquidò in fretta Ron mentre Harry le scoppiava a ridere in faccia.
    Finalmente arrivarono all’ufficio del professor Slughorn e persero dieci minuti a bussare. Quando ormai Harry pensava che forse il professore era già sceso a colazione, Slughorn aprì con ancora la faccia grondante di sonno.
    « Accidenti Harry » biascicò « Ma è presto, io il sabato dormo fino a tardi »
    « Si, ma Ron ha bevuto della pozione d’amore e se non si fa qualcosa in fretta questo si ritrova con una seconda fidanzata, il che porterà di sicuro a dissidi e dissapori con la prima, oltre ad aumentare quelli che ha già con Hermione, l’autrice sarebbe costretta a sistemare tutti i conflitti amorosi e piuttosto che scrivere di argomenti del genere si trasferisce definitivamente in segreteria studenti lasciando la fanfiction incompiuta, generando così delle crisi nei lettori che con la loro furia omicida finirebbero per distruggere il mondo »
    « Sei un bel po’ esagerato, Harry » commentò Slughorn « Come fanno quattro gatti a distruggere il mondo? Al massimo andranno in cerca dell’autrice e nel tentativo di bastonarla finiranno per distruggere la segreteria studenti, cosa di cui non possiamo che essere grati. Tra l’altro, visto che sei così bravo, non puoi prepararla da solo la pozione? »
    « Ehm… » Harry non sapeva che rispondere a questa domanda intelligente.
    « Harry per l’amor di Merlino, ma dov’è ? » urlò affranto Ron « Non la vedo, oh come soffro e mi tormento per la lontananza dalla donna che si è impadronita del mio muscolo cardiaco »
    « Perché lo vuoi far rinsavire ? » chiese Slughorn guardando Ron divertito « Fa morire dal ridere »
    « Ho capito, il ciccione con i baffi la tiene nascosta ! » ruggì infine Ron truce « Gli taglierò la pancia così impara ! »
    « Ehm, ripesandoci sarebbe meglio somministrargli un antidoto » ribattè in fretta Slughorn preoccupato.
    « Grazie professore » rispose Harry sollevato cercando di trattenere Ron « Oggi è perfino il suo compleanno »
    In pochi secondi l’antidoto fu pronto e, ficcato un imbuto nella gola del ragazzo, costrinsero Ron a bere fino all’ultima goccia. Ron tornò normale nel giro di pochi istanti assumendo un’aria disgustata e finendo per vomitare nel grammofono di Slughorn in preda all’orrore.
    « Mi dispiace per il grammofono, ma sono contento per il mio pancino » disse Slughorn aprendo una bottiglia di Idromele aromatico « Beviamo qualcosina, ogni occasione è quella buona, questa bottiglia dovevo regalarla a Silente per Natale, ma poi ho preferito donargli una sorpresina inutile dell’ovetto Kinder »
    Fischiettando con allegria versò il liquido ambrato nei bicchieri, chissà se i professori possono servire alcolici agli studenti ? Comunque sia Slughorn non si pone tanti problemi, ne lo fa Ron nonostante sia prefetto ( si, va be' ) e men che meno se ne fa Harry che spera di ubriacare il professore e fotografarlo in atteggiamenti ambigui in modo da estorcerli il ricordo con il ricatto.
    « Bene, prima il discorso che ci sta bene » disse Slughorn porgendo un bicchiere a Ron che se ne fregò altamente e si scolò subito tutto il contenuto « Caro Pel di Carota tanti auguri per il tuo compleanno, che tu possa vivere ancora altrettanti anni. Anche un po’ di più magari »
    Ron però non diede segno di voler vivere altri diciassette anni dal momento che cadde dalla poltrona in preda alle convulsioni.
    « Il tuo amico non regge molto bene l’alcool, sai Harry? »
    « Ma professore, non vede che sta male? » urlò scioccato Harry indicando Ron che ora sbavava in giro.
    « Oh per la miseriaccia, ha la rabbia questo qui! Harry, fai in modo che non mi morda! »
    « No, quello che serve è… un bezoar ! » strillò harry catapultandosi nella dispensa del professore « Che culo che mi ci sia imbattuto proprio pochi giorni fa »
    Così Harry trovò il bezoar, lo ficcò in gola a Ron e salvò la vita all’amico. Ovviamente dopo questa esperienza Ron non era molto allegro e pimpante, madama Chips lo ricoverò in infermeria e all’ora di cena non si era ancora svegliato. Ad assisterlo c’erano Harry, Ginny, i gemelli venuti per radere al suolo Zonko ed Hermione super sconvolta.
    « Qualcuno vuol fare fuori Slughorn » disse Harry.
    « Aspetta » lo interruppe Ginny « Hai detto che la bottiglia la voleva regalare a Silente, quindi è il preside che qualcuno vuole uccidere »
    « Oppure Slughorn voleva avvelenare Silente » disse George.
    « No, Slughorn voleva avvelenare Harry, ma ha scambiato i bicchieri » ipotizzò Fred.
    « Oppure voleva avvelenare Ron »
    « Slughorn voleva avvelenarsi e poi ha fatto confusione »
    « Ron voleva avvelenare Slughorn, ma sappiamo che è un po’ scemo »
    « Dimitri il cavallo assassino voleva uccidere Harry, ma i piani non sono andati come voleva »
    « Harry voleva avvelenare Ron »
    « Ron ha cercato di suicidarsi »
    « Slughorn voleva suicidare Harry »
    « Ron ha avuto solo mal di stomaco »
    « Harry voleva uccidere Dimitri il cavallo assassino »
    « Basta! » urlò Hermione « E’ lampante che l’assassino voleva uccidere Silente e ha avvelenato la bottiglia che Slughorn voleva regalargli, evidentemente l’assassino non ha studiato a fondo la psicologia del nostro professore di pozioni altrimenti avrebbe immaginato che avrebbe preferito tenere per se un alimento così gustoso »
    Mentre una laurea in detectivologia veniva consegnata a Hermione, Ron cominciò ad emettere versi a detta di Harry incomprensibili, a detta mia stava dicendo il nome dell’amica perché questa parlava vicino al suo orecchio e gli disturbava il sonno.
Pochi istanti dopo entrò Hagrid.
    « Accidenti » disse « Chi mai pensava che Ron fosse talmente importante da attirare gli assassini? Prima Katie, poi Ron… ehi, vogliono distruggere la squadra di Grifondoro! Ecco il movente »
    Mentre una laurea in stupidologia veniva consegnata a Hagrid ( laurea che per la cronaca ho anch’io ) i coniugi Weasley entrarono in infermeria e Molly stritolò Harry.
    « Ho Harry quando ho saputo… » singhiozzò « Per poco sarebbe potuto accadere a te! E in quel caso Ron non sarebbe stato così sveglio da pensare al bezoar »
    « E’ una fortuna che Ron si sia seduto vicino a te il primo giorno di scuola » disse Arthur quando Harry venne lasciato libero « Hai salvato la vita a metà della nostra famiglia… però pensandoci bene metà della nostra famiglia non sarebbe stata in queste condizioni se non ti avessimo conosciuto quindi bisognerebbe rivedere un po’ il concetto di fortuna e sfortuna »
    Siccome i componenti facevano un baccano d’inferno madama Chips cacciò via Harry, Hermione e Hagrid, ovvero coloro che hanno l’iniziale in H che sono essere risaputi i più casinari (?).
    « Povero Silente » disse Hagrid.
    « Guarda che è Ron ad essere stato avvelenato » gli fece notare Harry.
    « Si però Silente ora ha un sacco di gatte da pelare, studenti che vengono attaccati, il ministro che ficca il naso e ha perfino litigato con Pi… »
    « Si? » chiese Harry d’improvviso interessato « Ha litigato con Piton? »
    « Ehi, non ho detto questo » disse Hagrid allarmato.
    « Ma lo stavi dicendo »
    « No, io stavo dicendo che Silente ha litigato con… con… con Pinocchio, ecco. Già, ha proprio litigato con Pinocchio, il burattino si è arrabbiato quando Silente lo ha accusato di essere un bugiardo »
    « Piantala di dire baggianate, non sono scemo »
    « Questo è discutibile »
    « Non offendere e dimmi perché Silente ha litigato con Piton »
    « Beh, Piton ha detto che non lo voleva più fare »
    « Mmh, interessante, interessante » commentò Harry pensieroso. Dopo aver incontrato Gazza e aver lasciato Hagrid a litigare con lui, Harry e Hermione giunsero in sala comune dove la ragazza augurò la buona notte all’amico.
    « Io invece rimango ancora un po’ qui » le disse Harry « Non sono per nulla stanco e penso che passerò il tempo a sospettare di Piton »
    Quando Hermione se ne fu andata Cormac McLaggen spuntò fuori da una poltrona.
    « Bubu settete! » urlò facendo cadere Harry dallo spavento « Senti ciccio, ho visto che Weasley non mi sembra molto in forma, dubito che possa giocare sabato prossimo »
    « Oh no » gemette Harry « Non dirlo… »
    « Quindi come secondo miglior portiere tocca a me sostituirlo »
    « L’ha detto » sospirò Harry rassegnato « Sfiga vuole che sia così »
    « Bene » continuò McLaggen « Ho un sacco di strategie nuove da proporti, potrei rivoluzionare il nostro modo di gioco e ho in mente pure una discreta idea di marketing per promuovere la nostra squadra, se firmassimo un contratto con le gelatine tutti gusti più uno in cambio di pubblicità loro potrebbero darci i soldi necessari per permetterci una mascotte, dei gadget e delle ragazze pompon, senza contare che… »
    « Un’altra volta Cormac » lo interruppe Harry « Voglio andare a dormire »
    « Ma hai appena detto di non essere stanco »
    « Si, ma tu sei una cura per l’insonnia » detto questo scappò in dormitorio.
    Il giorno seguente tutti seppero che Ron era stato avvelenato, ma più che altro se ne fregarono, i simpatici Grifondoro in particolare erano più interessati all’imminente partita più che al rischio di morte corso dal loro compagno.
    Nel frattempo l’ ossessione che Harry aveva nei confronti di Draco aveva cominciato ad assumere livelli da ricovero, pur di scoprire che fine faceva l’amato Serpeverde trascurava perfino la sua passione per il Quidditch. Tra McLaggen che rompeva e Lavanda che forse rompeva anche di più, la settimana passò e finalmente arrivò il giorno di sta benedetta partita.
    Prima della partita Harry andò a trovare Ron. L’amico piangeva perché madama Chips gli aveva proibito di assistere al match.
    « Harry mi raccomando » disse Ron asciugandosi le lacrime « Falla pagare a McLaggen »
    « Forse vuoi dire a Zacharias Smith »
    « Si lui » si corresse « E senti… non è che Hermione passa qui prima della partita, eh? Non che la cosa mi interessi in modo particolare, sia chiaro » chiese in finto tono disinvolto.
    « No, è già giù allo stadio »
Ron represse a fatica un singhiozzo mentre nuove lacrime gli scendevano per le guance.
    « Un’altra cosa, la tua ragazza mi sta facendo uscire di testa! »
    « Quale ragazza? »
    « Come quale ragazza? Lavanda, no? »
    « Ah lei, manco mi ricordavo che esistesse »
    « Va be’, io vado, vengo a trovarti dopo la partita » detto questo Harry uscì con la scopa in spalla.
    Un paio di corridoi più in giù incontrò Draco che se ne andava in giro per il castello con un paio di ragazze. Draco lo sfotté un poco prima di voltare l’angolo e Harry aveva quasi voglia di gettare alle ortiche la partita per inseguire Draco e scoprire cosa aveva in mente. Poi passato il momento di follia la sua mente tornò a ragionare ( per quanto ne sia in grado ) e si rese conto che le conseguenze sarebbero state terribili: oltre alla partita che avrebbe avuto un gran prurito lui stesso avrebbe subito atroci dolori dopo che gli altri Grifondoro avessero finito di bastonarlo. Così scese agli spogliatoi. L’impazienza dilagava tra i giocatori, Cootes e Peakes erano talmente ansiosi che stavano cercando di spaccarsi le gambe a vicenda con le proprie mazze.
    « Come mai ci hai messo così tanto? » gli chiese Ginny.
    « Ho incontrato Malfoy che se ne andava a spasso con due ragazze »
    « Capisco, ma non lasciare che l’invidia ti faccia arrivare tardi alle partite d’ora in poi »
    Finita la brillante conversazione la squadra Grifondoro entrò in campo salutata dagli applausi dei compagni di casa e dagli sputi dei Serpeverde.
    « Bene » esordì McLaggen con odiosa aria saputa « Volate in modo che si veda bene la marca delle scope, niente paga meglio degli sponsor… »
    « Taci e vai a parare!» lo zittì Harry colpendolo con la pala volante di Demelza che fungeva da scopa. A scanso di equivoci, è Demelza quella che funge da scopa, la pala volante ha preso il suo posto come cacciatore in quanto più bravo e sagace.
Finalmente Madama Bump fischiò l’inizio della partita e Harry cercò di fare del suo meglio non per aggiudicarsi un buon punteggio, ma per concludere il prima possibile e andarsene così a pedinare Draco.
    Zacharias Smith era seriamente impegnato a prenderle dai Grifondoro così la McGranitt come commentatore aveva assunto Luna Lovegood. Nessuno con la testa a posto avrebbe permesso a Luna Lovegood di fare la cronaca, infatti, come notò Harry guardando gli spalti, la McGranitt se ne stava seduta con la testa appoggiata sul sedile a fianco.
    Dalle parti della porta le cose non andavano troppo bene, essendo McLaggen troppo impegnato a mostrare per bene al pubblico tutti gli sponsor che indossava piuttosto che occuparsi di cose futile come parare i tiri dei Tassorosso. Harry lo rimproverò, McLaggen si offese e lo colpì con la mazza sottratta a Coote. O forse a Peaks, insomma uno dei due. Essere colpito in testa da una mazza da battitore non fece molto bene a Harry, il quale perse i sensi e li ritrovò che era ormai il tramonto. Quando aprì gli occhi si ritrovò davanti la faccia ghignante di Ron e grazie alla sua intelligenza fuori dal comune ( abitava in provincia ) dedusse che forse era stato ricoverato in infermeria.
    « E’ vero che avevi promesso di venirmi a trovare dopo la partita, ma non credevo ti fermassi pure a dormire » disse l’amico prima di ribaltarsi dalle risate.
    « Ma che c’hai da ridere? » gli chiese truce Harry « Non la trovo una situazione molto divertente »
    « Hai la testa così fasciata che sembra tu abbia un turbante da incantatore di serpenti » e giù di nuovo a ridere, cadendo pure dal letto questa volta.
    Harry nel frattempo fumava dalla rabbia, ma madama Chips gli fece notare che nel castello vigeva il divieto di fumo, così dovette smettere. Naturalmente se Harry era arrabbiato non era perché aveva la testa fracassata, era stato ricoverato in infermeria o la sua squadra aveva perso la partita, ma perché ormai non aveva più occasione di ficcanasare negli affari di Malfoy e scoprire cosa stava tramando.
    « Prima è venuta a trovarti Ginny » lo informò Ron. All’improvviso il pensiero della ragazza cacciò via quello di Malfoy dalla testa di Harry, che si mise a immaginare una Ginny piangente mentre Ron vestito da vicario gli univa in matrimonio gettando acqua santa negli occhi di Madama Chips. Quando Harry cominciò a sbavare al pensiero della prima notte di nozze, Ron lo riportò alla realtà versandogli in testa del Tantum Verde.
    « Ehi, ascoltami » lo rimproverò Ron gettando il bicchiere furori dalla finestra « Mica carino che prima mi vieni a trovare e poi ti occupi solo di sbavare sulle lenzuola »
    « Zitto Ron » lo ammonì Harry « Devo contattare i miei agenti segreti » detto questo chiamò a raccolta Dobby e Kreacher che in calzoncini e guantoni stavano disputando un match di boxe con Pix come arbitro.
    « Bene agenti elfo sotto zero zero sette e elfo raggio per raggio per tre e quattordici, voglio che seguiate Malfoy ovunque vada senza farvi vedere, voglio che scopriate cosa combina quando è sveglio e già che ci siete anche quando dorme, voglio che scopriate quali intenzioni ha e cosa ha in mente per attuarle, voglio che indaghiate sul perché a colazione preferisce la marmellata di albicocche a quella di rabarbaro, voglio che scopriate quante volte al giorno va in bagno e perché lo fa, che biancheria indossa, quale raccolta di figurine sta facendo al momento e se usa qualche prodotto per schiarirsi i capelli; insomma voglio sapere vita e miracoli su di lui, forza andate, scattare, avanti marsh! »
    Dopo essersi messi velocemente sull’attenti i due elfi sparirono con uno schiocco e Harry poté addormentarsi tranquillo sognando Ginny in modi che Ron non avrebbe di sicuro approvato.
    Quando la settimana scolastica riniziò come sempre gli studenti andarono a colazione bestemmiando e maledicendo il mondo intero, mentre Harry e Ron venivano dimessi dall’infermeria. Ron era felice perché era già una settimana che era rinchiuso lì dentro, mentre a Harry un po’ scocciava di averci speso il week end senza però perdere nemmeno un giorno di lezione. Ad accompagnarli c’era Hermione che aveva finalmente fatto pace con Ron.
    « Ragazzi, ho un sacco di notizie sensazionali dalla scuola » esordì Hermione marciando per il corridoio « Tanto per iniziare Silente ha fortunatamente rinunciato alla sua idea folle di mettere in scena un dramma amoroso, in più la squadra di Grifondoro ha maciullato selvaggiamente Cormac McLaggen » fece una pausa mentre aspettava che gli amici la smettessero di esultare « Poi Ginny e Dean hanno litigato »
    « E vai! » esultò Harry eseguendo un triplo salto carpiato con avvitamento « Quindi si sono lasciati? »
    « No, ma a te che importa scusa? »
    « Ehm, nulla, voglio dire, non vorrei che questo comportasse ulteriori turbamenti alla squadra » cercò di giustificarsi Harry « Oh guarda c’è Luna » e più che per evitare lo sguardo indagatore di Hermione che altro corse ad abbracciare l’amica « Luna! Non sai che felicità rivederti! Tristi e sconsolate giornate si susseguivano monotone senza la tua gioiosa aura a rischiararle »
    « Io l’ho già detto che secondo me sei stato infettato da un gorgosprizzo » commentò lei impassibile « Comunque, to mo un rotolo da Silente » Mentre Harry apprendeva con gioia che la seguente lezione con Silente era in programma per quella sera, Ron si complimentava con Luna per l’arguto e divertente commento alla partita. In quella, introdotta da un calo della luce, da una brezza fredda e da una musica alquanto inquietante, arrivò Lavanda. Detta così sembra un’entità perfida e malvagia.
    « Ehi, perché non mi avevi avvisato che ti avrebbero dimesso? » chiese furiosa con occhi lampeggianti e lapilli che le uscivano dalle narici « E poi lo sai che sono leggermente gelosa, perché sei con lei? » aggiunse indicando Hermione « E non solo, anche con lei? » continuò indicando Luna « Come se non bastasse pure con Harry! Ho come il sospetto che tu mi tradisca! »
    Per evitare di essere testimone ad una scenata di gelosia alquanto assurda e di cui sinceramente non gliene fregava nulla, Harry afferrò Hermione e la trascinò con se in sala da pranzo lasciando che Ron se la vedesse con Lavanda.
    Quella sera tutto allegro e baldanzoso Harry andò da Silente dove trovò il preside che si sorbiva la sfuriata della Cooman. In un primo momento credette che la professoressa fosse anche lei gelosa come Lavanda, ma dopo un accurato origliare ( dopo tanti anni di pratica è esperto ) capì che il problema era invece Fiorenzo reo di averle fregato le scorte di Sherry. Dopo che la Cooman fu rotolata giù dalla scala a chiocciola, la lezione ebbe inizio.
    « Bene Harry » esordì Silente « Hai fatto i compiti? »
    « Oh merda, mi sono scordato! »
    « Ma ti avevo detto che era importante » frignò Silente con il labbro inferiore tremante « Non te ne frega nulla di quello che ti so mostrando, buuh! » e si mise a piangere disperatamente.
    « Ma no professore, cosa va dicendo, come potrebbe non importarmi dal momento che questo è tutto quello che ho per evitare di essere massacrato da Voldemort? E’ che mi sono distratto, avevo cominciato a lavorarmi il professor Slughorn, ma poi Ron si è avvelenato, c’era la partita, avevo la materializzazione da imparare, McLaggen e Lavanda mi rompevano, continuavo a fare sogni vietati ai minori su Ginny ( ma non lo dica a suo fratello ); capisce anche lei che avevo altro per la testa »
    « Già, credo tu abbia ragione » ammise Silente « Se è per questo hai avuto anche altro sulla testa dal momento che Madama Chips ti ha fatto il turbante, ma mi aspettavo un po’ più di impegno da parte tua. Va be’, guardiamo i ricordi che sono in programma per oggi, anche se senza il ricordo che dovevi portarmi perderanno un po’ di significato, sai com’è l’ordine cronologico va a farsi friggere, certo che se tu avessi avuto un po’ più di costanza forse… »
    « Professore non ricominci! Guardiamoci ‘sti ricordi e bona lè! »
    « Giusto, il primo ricordo appartiene a Hockey, non lo sport, ma un’elfa domestica »
    Entrati nel pensatoio si trovarono nel salotto di una grassa signora di nome Hepzibah Smith, se sia imparentata o no con il caro Zacharias non ci è dato saperlo.
    « Hockey, per l’amor del cielo, muoviti fra poco sarà qui! »
    « Si padrona »
    « E servi quei dolcini che gli piacciono tanto »
    « Si padrona »
    « E poi spazza il camino »
    « SI padrona »
    « E stai pronta nel caso dovessi chiamarti »
    « Si padrona »
    Poco dopo suonarono il campanello, ma si trattava solamente dello scherzo di un deficiente ( leggasi autrice ). Dopo che il campanello ebbe suonato nuovamente l’elfa monotematica introdusse nel salotto il giovane Tom Riddle. Era talmente bello che Harry arrossì.
    « Oh, Tommolo, che gioia rivederti » squittì Hepzibah deliziata. Se a Voldemort the Young desse il voltastomaco essere chiamato con quel nome da deficiente non lo diede però a vedere, invece porse un mazzo di fiori alla donna e si sedette con il sorriso sulle labbra.
    « Hockey, porta le tortine e quelle due reliquie di famiglia che voglio mostrare a Tommolo »
    « Si padrona » disse l’elfa posando le tortine e tornando pochi minuti dopo con due scatole che porse alla padrona.
    « Ebbene Tommolo » esordì Hepzibah quando Hockey se ne fu nuovamente andata « Guarda che roba che ho qui. Ta-dan! » e mostrò una coppa con un tasso inciso sopra.
    « Minchia, la coppa di Tosca Tassorosso! » esclamò Voldemort sorpreso « Cioè… accidenti signora, proprio un ottimo reperto di interesse storico e artistico. Da notare inoltre con che perizia è stata eseguita l’incisione »
    « Sapevo ti sarebbe piaciuta » gongolò Hepzibah « Ma ora guarda questo, ta-dan! » ed estrasse un medaglione.
    « Il medaglione di Serpeverde! » urlò Tom cadendo dalla sedia per la sorpresa « Come lo ha avuto? »
    « L’ho comperato da quell’idiota di Burke, lui lo aveva comperato da una ragazza cenciosa anni fa per poche patacche »
    « Non insultare mia madre! » intimò Voldemort con gli occhi che lampeggiavano di rosso.
    « Tua madre?» chiese Hepzibah sorpresa.
    « Ehm, si, mia madre, ovvero il signor Burke » spiegò Tom arrossendo per la gaffe fatta.
    « Non sapevo il signor Burke fosse tua madre »
    « Già, neanch’io »
Silente afferrò Harry per una spalla e lo riportò al presente « Bene Harry, Hepzibah fu assassinata il giorno dopo »
    « Perché era al corrente dell’inquietante segreto che Burke era la madre di Voldemort? »
    « No, ma per fregarle le reliquie » spiegò Silente « Ma la colpa ricadde su Hockey »
    « Cosa? Ma perché? » chiese Harry alzandosi scandalizzato.
    « Perché Tom le aveva immesso il ricordo di averlo fatto, come con suo zio, ed essendo Hockey un elfo il ministero non indagò molto a fondo e se ne fregò »
    « Ehi, questa è discriminazione sugli elfi ! » esclamò Harry « Qualcuno dovrebbe fondare un' associazione che tuteli i diritti di queste povere creature »
    « A dire il vero la tua amica Hermione l’aveva fatto un paio di anni fa, ma non mi sembrava ti fosse interessato più di tanto »
    « Mi sta dicendo che quella minchiata del crepa era in realtà un cosa seria? Accidenti non si smette mai di imparare »
    « Su questo hai ragione, pensa che proprio stamattina ho imparato che è meglio non insultare le persone grandi e grosse con un brutto carattere e inclini alla violenza, soprattutto quando sono armate di mazze da baseball » convenne Silente « Ma ora passiamo al secondo ricordo, nel quale tra l’altro ci sono pure io, o quale gaudio! »
    Rientrati nel pensatoio si ritrovarono nell’ufficio di Silente del passato dove lo stesso Silente di qualche decennio prima faceva un solitario. Pochi minuti dopo entrò Tom Riddle.
    « Oh, Tommy, che gioia rivederti! » lo salutò Silente allegro « Qual buon vento ti porta qui? »
    « Sono venuto ad insegnare »
    Silente lo fissò per alcuni minuti serio prima di scoppiare a sghignazzare « Insegnare? Tu? Tommy come sei divertente! »
    « Nessuno ormai mi chiama più Tom » aggiunse « Ora sono conosciuto come… Voldemort! » e assunse una posizione che secondo lui doveva essere inquietante, ma in realtà era solo ridicola.     « Si lo so, ma per me rimarrai sempre il piccolo Tom »
    Harry capì che la decisione di Silente di non utilizzare il nome che Voldemort si era scelto stava a indicare che il preside aveva la memoria corta e non riusciva a ricordarselo.
    « Ho saputo che hai girato il mondo » continuò Silente offrendogli un po’ di vino « Ma non mi hai mandato nemmeno una cartolina, bricconcello »
    « Sono stato impegnato » si giustificò Voldemort sorseggiano il vino che sapeva di tappo « Ho spinto la mia conoscenza otre i confini umanamente possibili, ho visto cose che voi babbanofili non potete nemmeno immaginare »
    « Sarà, comunque ci sono cose di cui rimani tristemente ignorante, cose come l’amore » aggiunse Silente assumendo una posa angelica mentre uccellini e fiorellini volteggiavano e una musichetta celestiale echeggiava in sottofondo.
    « Bah, ancora sta scemenza hippy dell’amore »
    « Ho visto più di quel che immagini Tommy, quando viaggiavo con il mio furgone a fiori, cioè l’altro ieri » disse Silente.
    « Non lo dubito, specialmente se prima si era pure fumato qualche cosa » disse Voldemort « Allora me lo da il posto? »
    « Manco morto! Da quello che la gente mi dice di te come minimo ti offrirei un posto al manicomio »
    « Non ascolti quello che la gente dice, la grandezza genera invidia, l’invidia genera rancore, il rancore genera bugie, saperlo dovresti »
    « Tommy caro, perché parli come il maestro Yoda? » chiese Silente leggermente turbato.
    « A forza di passare il tempo con lui ho preso le sue abitudini » spiegò Voldemort « Passiamo molto tempo insieme, siamo in combutta per la distruzione del mondo »
    « Ah, quindi ammetti di avere dei piani malvagi? » chiese Silente trionfante.
    « No, cioè, volevo dire… oh insomma parlerò solo in presenza del mio avvocato »
    « E’ passato il tempo in cui potevo spaventarti dando fuoco al tuo armadio » sospirò Silente con aria mesta « Vorrei poterlo fare ancora, purtroppo ho saputo che ora possiedi un armadio di amianto »
    « Se non mi dai il posto allora non ti parlo più! » detto questo Voldemort mise il broncio, si alzò e lasciò la stanza. Il Silente del futuro afferrò Harry e insieme lasciarono lo studio del passato per tornare in quello del presente, il tutto effettuato senza l’uso della macchina del tempo.
    « Quel mariuolo » esclamò Harry infuriato « Voleva il posto di difesa, ci scommetto »
    « Infatti era proprio quello che voleva » annuì Silente « Da quel giorno nessun insegnante di difesa è durato più di un anno »
    « Ehi, allora il posto di difesa porta veramente sfiga! L’anno prossimo non dobbiamo più sorbirci Piton, yuppie! »
    Harry danzava felice per la camera, dopo averlo osservato per un po’ battendo le mani a tempo Silente si accorse che il capitolo era ormai lungo dieci pagine di word così mandò a letto il suo cocco e già che c’era mandò a letto anche Harry, rammentandogli che doveva recuperare il ricordo da Slughorn, altrimenti sarebbe stato punito con la visione forzata di tutte le puntate di Beautiful.

***

Mamma mia che ritardo questa volta, e pensare che metà capitolo era già pronto mentre postavo quello scorso -___-
Mi dispiace molto avervi fatto aspettare così a lungo, in quest’ultimo periodo ho avuto lezione fino a tardi così mi sono ritrovata poco tempo per scrivere, tra l’altro ho cambiato facoltà il che significa che ho dovuto consegnare dei documenti alla segreteria, impresa che ha richiesto ore di fila e diversi giorni per riprendermi dallo shock ( a dire il vero durante l’attesa ho scribacchiato qualche cosa ^^ ) In più per tutto il mese scorso non mi ha funzionato internet quindi non avrei comunque potuto postare un bel niente.
Ringrazio tantissimo tutti i lettori e i recensori ovvero Sara, Faf, Emma, Dark Feder, Ele 09, Silvia91, Tonks78 e Hermione93.
Spero di riuscire a preparare il prossimo capitolo entro Natale e farvelo avere come regalino natalizio ^^
Un bacione a tutti quanti!

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Capitolo 10
*** Un capitolo ricco di scoperte e di idiozie ***


Capitolo 10

Capitolo 10
Un capitolo ricco di scoperte e di idiozie

    I giorni si susseguirono come sempre, il che significa che non accadde nessun capovolgimento spazio temporale degno di nota. Harry osservava da vicino Slughorn, primo perché non ci vedeva bene, secondo perché era determinato a trovare un modo per carpirgli il ricordo. Prima avesse sbrigato questa faccenda prima avrebbe potuto dedicarsi a spiare Draco.
    Una sera lui e gli amici erano in sala comune a finire una ricerca sulle piante erbivore dell’Amazzonia, argomento che stanno studiando dal quinto capitolo, questo perché il programma di Erbologia del sesto anno non è molto ampio e soprattutto perché l’autrice non aveva voglia di pensarne ad un altro. Ron aveva qualche difficoltà a terminare il proprio in quanto la penna comperata dai gemelli stava smettendo di funzionare e lo aveva ribatezzato Roonil Wazlib.
    All’improvviso, con uno schiocco e puzza di cavolo misto a zolfo, Dobby e Kreacher comparvero nella stanza « Nuove nuove da Malfoy, Harry Potter signore! » urlò Dobby facendo un inchino.
    « E vorrei anche vedere che mi portiate delle nuove vecchie » commentò Harry « Ah già » aggiunse vedendo lo sguardo inquisitorio di Hermione « Non te l’ho detto, ma ho sguinzagliato i miei agenti segreti alle costole di Malfoy ».
    « Non li avrai sfruttati vero? » chiese sospettosa.
    « No di certo, non oserei mai togliere loro la frutta. Allora che avete scoperto? » chiese poi ai suoi agenti « Quale raccolta di figurine sta facendo? »
    « Calciatori 2006 ».
    « Ehi, ma siamo ancora nel 1997!» ribatté Harry.
    « Si, ma l’autrice scrive nel 2006 ».
    « Peccato, non posso fare cambio di doppie » sospirò Harry « E che altro avete scoperto? »
    « Usa solo biancheria di pregiata fattura » cominciò Kreacher « Proprio come si conviene a un giovine purosangue, tutti i giovedì gioca a canasta al club dei collezionisti di barattoli vuoti ».
    « E dov’è che si imbosca per ideare i suoi folli intenti? »
    « Nella stanza delle necessità » rispose Dobby.
    « Porco diamine, la stanza delle necessità! » esclamò Harry dandosi una manata in fronte « Come ho fatto a non pensarci, sono proprio scemo! »
    « Vero » concordarono Ron ed Hermione all’unisono.
    « Ora che ci penso Tiger e Goyle erano sempre davanti a quella stanza quando ho guardato sulla mappa… » disse Harry ignorando gli amici « Ma certo, ecco perché ogni volta che ci passavamo davanti incontravamo sempre delle ragazzine! »
    « Ehi, ma non abbiamo mai incontrato delle ragazzine e soprattutto non siamo mai passati davanti alla stanza delle necessità » disse Ron dando un’occhiata ai capitoli scorsi.
    « Questo perché l’autrice non ne ha parlato » spiegò Hermione.
    « Ah. Quindi Malfoy sta nella stanza delle necessità e le ragazzine del suo fan club lo aspettano all’esterno? »
    « Ma no! » ribatté Harry « Quelle ragazzine sono Tiger e Goyle sotto l’effetto della pozione polisucco »
    « Questo spiega perché ultimamente siano così mogi » disse Ron.
    « Bene agenti » si complimentò Harry dando loro degli zuccherini scaduti « Avete fatto un buon lavoro con quel farabutto di Malfoy »
    « Padron Draco è un nobile signore » mormorò Kreacher amareggiato.
    « E’ solo uno spocchioso piccolo arrogante » ribatté Dobby dando un calcio a Kreacher « Oh no, cosa ho detto! » gemette portandosi le mani alla bocca.
    Al che accadde di tutto e di più. Dobby, urlando dall’angoscia, si mise a correre verso il caminetto acceso con la chiara intenzione di arrostirsi, Hermione, alla vista del gesto estremo dell’elfo, balzò in piedi urlando “il crepa non può tollerare che un elfo muoia carbonizzato”, Ron imprecava e tirava giù tutti i santi dal paradiso perché Hermione nell’alzarsi aveva rovesciato la cioccolata calda sul suo compito, i santi tirati giù da Ron caddero sul pavimento con grossi tonfi, Kreacher aprì l’ombrello dicendo “piovono santi a catinelle” e Harry, da bravo eroe, corse all’aula di babbanologia, prese un estintore, tornò in sala comune e spense il fuoco prima che Dobby ci finisse dentro. Il tutto in dieci secondi scarsi.
    Congedati gli elfi e i santi che uscirono massaggiandosi i lividi, Hermione si dedicò a sistemare il compito di Ron.
    « Bene » esordì Harry dopo alcuni minuti « Ora vado alla stanza delle necessità e provo ad entrare, così potrò dare un’occhiata a quello che combina Draco »
    « Non hai alcuna possibilità di riuscirci » disse Hermione distrattamente versando lo smacchiatore sul compito di Ron « Quindi lascia perdere. Piuttosto è meglio che tu ti metta d’impegno nel recuperare quel ricordo, è quello che ti serve per sconfiggere Voldemort. A proposito di Voldemort, hai poi più avuto sogni su di lui? »
    « No, ora usa l’occlumanzia, non posso più averne »
    « Beh, meglio così. Ora immagino che tu non abbia più sogni particolari, vero? »
    Il pensiero dei sogni su Ginny passò in fretta nella mente di Harry « Ehm, qualcosina ogni tanto, ma nulla che implichi le arti oscure »
    « In effetti ti sento agitato la notte » si intromise Ron     « Cos’è che sogni di preciso? »
    « Ron, tu non lo vuoi sapere » disse Harry veementemente.
    « Si invece »
    « No, ti dico che non lo vuoi sapere »
    « Ma ti dico di si! »
    « Ti assicuro che non lo vuoi veramente sapere »
    « Ma Harry, se te l’ha chiesto vorrà dire che desidera saperlo, no? » aggiunse Hermione perplessa « Dopotutto interessa anche a me »
    Messo alle strette Harry decise che la strategia migliore da adottare era la fuga « Toh, guarda che ora si è fatta, sono in ritardo alla lezione con Silente »
    « Stasera non hai lezione con Silente » gli fece notare Hermione.
    « No? Allora sarà meglio avvertirlo » disse balzando in piedi e correndo verso il buco del ritratto.     « Ma Silente è assente! Non è al castello » continuò Hermione.
    « Vorrà dire che gli lascerò un biglietto sulla porta » detto questo Harry se la diede a gambe lasciando gli amici a fissarsi perplessi.
    Nei giorni che seguirono, Harry trascorse tutti i momenti liberi al settimo piano nel disperato tentativo di entrare nella stanza delle necessità, nonostante Hermione gli avesse spiegato più volte che era impossibile. Se poi incontrava Tiger o Goyle sotto forma di ragazzine si metteva a fare il pirla fingendo di provarci con loro. Nel frattempo i suoi amici seguivano corsi supplementari di smaterializzazione in vista dell’esame, Ron, oltre che passare l’esame, desiderava anche lasciare Lavanda, ma non trovava il fegato, nemmeno con l’aiuto di un manuale di anatomia.
    Un giorno, leggendo il giornale, appresero che Mundungus era stato arrestato con l’accusa di tentata rapina travestito da infero, il mago aveva detto e ridetto agli Auror che stava andando ad una festa in maschera, ma non venne creduto. Quello stesso giorno Harry andò male in un’interrogazione sui fantasmi che perfino mia cugina di quattro anni avrebbe saputo fare meglio, poi, come se non bastasse, Tonks fu sorpresa a gironzolare nel castello a cercare un Silente che non c’era.
    Infine, il giorno dell’esame di smaterializzazione, arrivò una tragica notizia: Aragog era morto. Grop l’aveva trovato sulla tendina della finestra del bagno e l’aveva spiaccicato con una sua ciabatta. Il peggio però era che Hagrid voleva che partecipassero al funerale. Con la scusa che non si poteva uscire di notte, che era pericoloso, che i professori non volevano, che non ricordavano la strada per la capanna e che avevano paura del buio, i tre amici declinarono l’invito.
    Quel pomeriggio Harry augurò buona fortuna ai suoi amici con la materializzazione. Al che Ron ebbe un’idea illuminante.
    « Harry, ma certo, tutto quello che ti serve con Slughorn è fortuna! » esclamò.
    « Bella scoperta ».
    « Ma non capisci? Usa la Felix Felicis che hai vinto » spiegò l’amico.
    « Ron ha ragione! » esclamò deliziata Hermione « Ehi, come mai è venuto in mente a lui e non a me? La cosa è strana… ».
    « E’ un’idea, farò prima un altro tentativo oggi a pozioni e se non dovessi riuscirci questa sera proverò con la Felix » decise Harry.
    Salutati gli amici Harry andò a pozioni, ma fallì miserabilmente. Stessa cosa accadde a Ron, che venne bocciato per aver lasciato indietro mezzo sopracciglio. Hermione invece venne promossa, ma su questo non dubitava nessuno.
    Dopo cena i tre salirono con fare cospiratorio nel dormitorio dei maschi, dove Harry tirò fuori la boccetta piena di pozione dal baule e Ron perse il bottone dei pantaloni.
    « Ma che sfiga » esclamò il ragazzo cercando inutilmente il bottone perduto « Proprio il bottone placcato d’oro ».
    « Forse dovresti metterti a dieta » gli suggerì Hermione.
    « Non centra, è che questi pantaloni sono quelli di seconda mano passatimi da mio cugino di sette anni, quindi mi vanno un po’ stretti ».
    « Davvero sono di tuo cugino piccolo? » chiese Hermione sorpresa « Non l’avrei mai detto dal momento che ti erano lunghi di almeno una spanna »
    « Lui è un po’ più alto di me » spiegò il ragazzo.
    « Avete finito con i dialoghi idioti? » li riprese Harry « Allora, ne bevo solo un piccolo sorso, non credo mi serva tutta ». Detto questo Harry bevve una sorsata di liquido dorato e improvvisamente un mondo in infinite possibilità gli si spalanco davanti, sentiva che avrebbe potuto facilmente fare con successo tutto quello che voleva.
    « Bene » disse agli amici « Vado a giocare al Superenalotto »
    « Harry, no! » lo fermò Hermione « Devi recuperare il ricordo di Slughorn, ricordi? »
    « Ah già, è vero » convenne Harry deluso « Vorrà dire che andrò a trovare Hagrid »
    « Sta diventando più scemo del solito » fu il commento di Ron.
    « Non preoccupatevi so quello che faccio » cercò di tranquillizzarli Harry coprendosi con il mantello dell’invisibilità e correndo giù per le scale. Pensando che quello fosse un motivo in più per essere preoccupati, Ron e Hermione sospirarono e scesero a loro volta le scale. Non appena usciti dal dormitorio vennero accolti da un acuto strillo di Lavanda.
    « Oh mio dio, Ron Ron, stai uscendo dal dormitorio in compagnia di Hermione Granger e per di più con i pantaloni slacciati! » urlò scioccata « Farabutto infedele, brutto bigamo che non sei altro! ».
    Abbandonando l’amico alle prese con Lavanda, Harry si infilò nel buco del ritratto, dove incrociò Ginny e Dean che tornavano da una partita di golf. Volendo approfittare dell’invisibilità per esaminare tattilmente alcune parti della ragazza, allungò la mano, ma essendo impedito nel fare le cose, tutto quello che ottenne fu di spintonare Ginny e farla cadere lunga distesa sul pavimento. Lasciandosi alle spalle Ginny che distruggeva l’intero kit di mazze di golf sulla testa di Dean, Harry scese le scale e giunse all’ingresso dove ebbe la fortuna di trovare il portone aperto. Uscito in giardino decise di passare per l’orto, dove incontrò Slughorn che comperava erbe sospette dalla professoressa Sprite. Quando la Sprite se ne fu andata, il ragazzo si tolse il mantello e sbucò all’improvviso davanti al professore facendogli venire un principio d’infarto.
    « Mannaggia Harry, mi hai spaventato » balbettò Slughorn portandosi una mano al petto « E che ci fai qui nell’orto a quest’ora? ».
    « Oh, nulla professore, mi stavo solo dirigendo al paradiso terrestre » rispose Harry con un sorriso.
    « Il paradiso terrestre?! »
    « Passando per l’orto si arriva al paradiso terrestre, non lo sapeva? Ovvero la casa di Hagrid ».
    « Tutto avrei pensato sulla casa di Hagrid tranne che fosse il paradiso terrestre ».
    « Quindi non sa che Hagrid in casa ha dei preziosissimi peli di unicorno? Stasera poi ha intenzione di seppellire un’acromantula a cui era molto affezionato e lei sa che il veleno di queste creature vale circa duecento galeoni al litro. Inoltre Hagrid è un babbeo, perfino uno scemo riuscirebbe a farsi donare tutte queste cose preziose ».
    « Perdindirindina, quante casse di ananas candito potrei comperarmi con tutto quel tesoro » sospirò Slughorn con gli occhi che brillavano per l’eccitazione « Aspettami che vengo con te! Un momento hai detto che Hagrid sta per celebrare un funerale? Allora forse è meglio che mi tolga questo abito a righe gialle, verdi e rosa e mi metta qualcosa di più sobrio » e corse al castello a cambiarsi.
    Nel frattempo Harry andò da Hagrid e bussò alla porta.
    Il mezzogigante aprì la porta con gli occhi gonfi e arrossati, dal momento che le mani erano impegnate a reggere la pala.
    « Oh Harry, come sono felice che tu sia venuto » singhiozzò.
    « Condoglianze. Ti consiglio di prendere qualche cosa per gli occhi, hai una congiuntivite tremenda » lo salutò Harry « Ah, viene anche Slughorn, non poteva rinunciare a mettere le mani su tutte le cose prezios… cioè non poteva di certo non venire a porgere l’estremo saluto a un mostro orripilante e disgustoso che manco conosceva ».
    « Slughorn è sempre molto gentile » disse Hagrid tirando su con il naso « Aragog l’avrebbe apprezzato ».
    « Ci credo, con tutta quella ciccia. E, Hagrid, non tirare su con il naso che ti fa male ».
    Pochi minuti dopo arrivò anche Slughorn portando una bottiglia di vino scadente per festeggiare l’evento. Finito di seppellire il ragno gigante, esperienza che sono sicura tutti voi desideriate provare almeno una volta nella vita, i tre entrarono in casa e ci diedero dentro con la bottiglia. Harry, memore di quello che era accaduto a Ron dopo aver bevuto bevande di Slughorn, non ne toccò nemmeno una goccia, ma si divertì a incantare la bottiglia con un incantesimo ricaricatore.
    « Accidenti » singhiozzò Slughorn « Chi l’avrebbe detto che questa bottiglia contenesse così tanto vino. Ma ora brindiamo alla barba di Silente! »
    « Giusto! » esclamò Hagrid ubriaco « E anche alla sottoveste scozzese della McGranitt! »
    « Brindiamo agli spazzoloni di mastro gazza! »
    « Alle erbe allucinogene della professoressa Sprite! »
    « A quello studente Tassorosso che ieri è caduto nel cesso! »
    « Al biliardo del ministro! »
    « Ai calzini sporchi dei maghinò! »
    « Alle pentole incrostate che gli elfi devono pulire! »
    « Agli orsi in letargo! »
    « Alle lezioni di trigonometria! »
    « Ai verbi irregolari! »
    « Agli aggettivi della seconda classe! »
    « Al trasporto pubblico babbano! »
    « Alle pulci da guardia! »
    « Ai corn flakes ballerini! »
    « Alla metafisica applicata! »
    « Alla chimica spaziale! »
    « Alla propulsione ottica! »
    « Ai makaki che lavano le patate dolci nel mare! »
    « Ai lettori di questa fanfiction! »
    « Ai martelli rotti! »
    « Ai genitori di Harry! »
    « Ehm, Hagrid, i miei genitori sono morti » gli ricordò Harry.
    « Oh che peccato » biascicò Hagrid cadendo addormentato.
    « Già, proprio un peccato » continuò Slughorn decisamente ubriaco « Mi dovevano dei soldi ».
    « Non le ho mai raccontato i particolari della loro morte, vero? » chiese Harry con sguardo sadico « Voldemort non si è limitato a usare l’avada kedavra ».
    « Ah no? » chiese Slughorn leggermente preoccupato.
    « No, prima si è divertito a massacrarli allegramente ».
    « Oh cielo ».
    « Dopo aver disarmato mio padre, Voldemort l’ha trapassato con una spada inchiodandolo al pavimento, poi, non pago, gli ha tranciato il braccio sinistro con la mannaia di famiglia per poi finirlo a colpi di attizzatoio sul cranio, colpi che hanno irrimediabilmente sporcato di sangue e frammenti cerebrali la tappezzeria del salotto. Ripresosi la spada ne ha pulita la lama sulle tendine di pizzo della finestra ».
    « Mamma mia… » farfugliò Slughorn decisamente impressionato « Povere tendine di pizzo »
    « Dopo aver scavalcato il cadavere di mio padre pulendosi i piedi sopra, ha cominciato a salire le scale armato di trapano Black&Decker con l’intenzione di raggiungere mia madre che si nascondeva al piano superiore ».
    « Harry… forse è meglio se ti fermi qui, sai sono un uomo anziano… » biascicò Slughorn tamponandosi il sudore che gli colava dalla fronte.
    « Ma adesso viene la parte migliore! Voldemort saliva le scale lentamente e ad ogni gradino faceva rombare minacciosamente il trapano, la mamma era terrorizzata e lo sarebbe stata ancor di più se avesse saputo che Voldemort aveva intenzione di inciderle sul corpo tutta la Divina Commedia con l’uso di un chiodo arroventato e che infine avrebbe usato il suo sangue per ritingere la camera da letto. Armato di trapano entrò nella stanza dove lei si nascondeva e con urla diaboliche ridusse a pezzi la preziosa cassettiera di mogano! »
    « Oh no, la cassettiera di mogano no! » pianse Slughorn « Ti prego Harry smettila, non riesco a sopportare racconti così crudeli! »
    « Solo se mi consegna il vero ricordo! »
    « Ti ho già detto che io nulla non so, come a dartelo farò? »
    « Visto che continua a dire le bugie, e lo fa pure in rima, vecchio stolto, io continuerò a raccontare: allora, constatato che il trapano funzionava, Voldemort decise di verificare se funzionava altrettanto bene contro la testa dura della mamma… »
    « Va bene, va bene, ti do il ricordo!» si arrese Slughorn piangendo copiosamente « Solo non raccontarmi più queste cose! »
    « Yadilallè! » gioì il ragazzo afferrando il ricordo che il professore gli porgeva e poi mandando a nanna quest’ultimo spaccandogli la bottiglia in testa. Conclusa la sua missione, Harry si scaraventò fuori dalla capanna e corse al castello intenzionato a raccontare agli amici del genialissimo modo con cui aveva carpito il ricordo a Slughorn. Sempre che Ron avesse finito di litigare con Lavanda e il mughetto. E sempre che l’autrice la smetta con le battutine idiote che non fanno ridere.
    Giunto all’ingresso della torre Grifondoro dovette sorbirsi la ramanzina della signora Grassa riguardo l’ora tarda a cui era tornato, riguardo al fatto che se ne andava in giro ad un’ora proibita e soprattutto perché aveva osato toccare il ritratto con le mani unte di patatine fritte.
    « Comunque non puoi entrare, ho cambiato la parola d’ordine, gne gne gne! » lo canzonò « Dovrai buttare Silente giù dal letto e chiederla a lui »
    « Lo farei se fosse qui al castello » sospirò Harry.
    « Ma Silente c’è » lo informò Nick apparendo così all’improvviso come se fosse passato attraverso il muro, cosa che probabilmente aveva fatto « Il Barone Sanguinario me l’ha detto »
    « Ah bene, e dov’è? »
    « Oh, è sulla torre di Astronomia che geme e batte le catene come al solito »
    « Sei scemo o cosa? Voglio sapere dov’è Silente non il Barone Sanguinario! »
    « Scemo sarai tu, t’ho detto che Silente è sulla torre di astronomia che geme e batte le catene! » ribadì stizzito « Ci arrivi o devo farti un disegnino? » e se ne andò innervosito.
    Recuperato Silente che faceva il demente circondato da coppiette sbaciucchianti, ormai diventate, grazie alle fanfiction, fauna tipica della torre di Astronomia, e portatolo nello studio, Harry, con fare plateale, consegnò il tanto ambito ricordo nella mani del preside mettendo fine a questa frase che sembra uscita da una traduzione di latino.
    « Che bello, Harry » gioì Silente recuperando il pensatoio dall’armadio degli alcolici.
    « Grazie professore, ma non c’è bisogno di rammentarmi il mio bell’aspetto » lo ringraziò Harry lisciandosi i capelli.
    « Finalmente potremo vedere il ricordo senza manomissioni e falsificazioni » continuò il preside ignorando le uscite idiote del suo pupillo « Forza Harry, entriamo nel pensatoio! »
    Gettatisi entusiasticamente nel pensatoio, Harry e Silente giunsero nell’aula dove Slughorn stava inequivocabilmente dando uno dei suoi festini.
    « Ehi, ma io questa scena l’ho già vista » protestò Harry sospettoso « Per me si tratta di un plagio »
    « Harry non ricordi? Noi abbiamo già visto questo ricordo nella versione manomessa dal professor Slughorn, questa invece è la versione originale senza effetti speciali »
    « Ah già è vero » rammentò Harry dandosi una pacca sulla fronte « A volte non so proprio dove ho il prosciutto di Parma »
    « Eh? »
    « Scusi, volevo dire il cervello, ogni tanto scambio tra loro i premi vinti alla lotteria »
    « Hai vinto il tuo cervello a una lotteria? »
    « Purtroppo no, mai vinto nulla alle lotterie » sospirò Harry « Ma del resto come si dice “Sfortunati al gioco, ma fortunati in amore” »
    « Infatti la tua storia con Cho è andata che è una meraviglia » commentò Silente sarcastico « Ma ora osserviamo questo splendido ricordo »
    « Professore, cosa sono gli Horcrux? » stava chiedendo Tom una volta che lui e Slughorn furono rimasti soli.
    « E perché lo vuoi sapere? »
    « Ehm, l’ho letto mentre leggevo »
    « Incredibile riuscire a leggere una cosa mentre si sta leggendo, devi avere delle capacità fuori dal comune, Tom » disse Slughorn impressionato.
    « Capacità fuori dal comune o no, non sono riuscito a capire che significasse e non ho trovato alcuna informazione nei libri della scuola »
    « Di certo non puoi trovarne, è un argomento tabù a Hogwarts, Silente ha bandito tutti i libri che trattavano di questo argomento »
    « Ah, ecco chi è il responsabile della scarsità di informazioni! » esclamò Harry truce « Professore, sa che ha fatto venire una crisi isterica a Hermione? »
    « Dopo tutto quello che le sta facendo passare Ron Ron, una crisi isterica è cosa di poco conto » commentò Silente con un’alzata di spalle « Piuttosto segui che poi ti interrogo »
    Preoccupato Harry volse nuovamente la sua attenzione al ricordo. Voldemort stava adulando il professore in modo da convincerlo a vuotare il sacco su cosa fossero gli Horcrux. Harry si era dedicato talmente tanto a questa attività che non poteva non riconoscere un maestro all’opera. « Notare il modo impeccabile con cui usa le pause » disse Harry osservando Riddle con occhio critico « Per non parlare poi della cura calcolata con cui usa le esitazioni e come ci da dentro con l’ adulazione, senza però eccedere ».
    « Va bene, Harry » lo interruppe Silente « Non te lo sto facendo vedere perché tu giudichi la bravura di Tom, ma perché tu ne possa ascoltare il contenuto ! »
    Infine Harry si mise tranquillo a guardare l’importante ricordo, apprendendo così cosa fossero gli Horcrux e cosa ci volesse fare Voldemort.
    « Come hai potuto notare » esordì Silente una volta che lui e Harry furono tornati nello studio presente « alla stessa età che ora hai tu, Tom Riddle stava cercando di scoprire come rendersi immortale »
    « Accidenti, io non ho ancora fatto nulla di tutto ciò » disse Harry preoccupato « Sarà meglio che mi dia da fare »
    « Non devi diventare immortale » sbuffò Silente « Stavo solo facendo il punto della situazione »
    « E perché lo deve fare lei ? La situazione non è capace di farsi da sola un benedetto punto ? »
    « Comunque ricorderai che Voldemort stava raccogliendo antichi oggetti appartenuti ai fondatori nevvero? Riesci a immaginare che cosa volesse farne? »
    « Ehm, aprire un robivecchi? » ipotizzò Harry.
    « No! Li voleva usare come Horcrux. Ognuno di questi oggetti sarebbe servito a contenere un frammento della sua anima, così ora abbiamo un’anima Voldemortesca divisa in sette parti, sei celate in Horcrux e una agli arresti domiciliari nel suo corpo, quest’ultima è la più importante e quella che distruggerà Voldemort una volta per tutte, ma non se prima non saranno distrutti gli altri sei frammenti »
    « E io dovrei cercare questi sei oggetti, che potrebbero essere ovunque nel mondo, e distruggerli? Oh mamma » e svenne.
    « Ehi, Harry, rinvieni per Merlino! » lo schiaffeggiò Silente.
    « Preferisco rinvenire per me stesso » biascicò Harry ritrovando i sensi.
    « Su con la vita e gioisci, del resto due di questi Horcrux sono già stati distrutti »
    « Davvero? »
    « Già, uno era il diario che aveva abbindolato Ginny, Voldy sarà stato molto contento quando Lucius gli avrà riferito la fine che ha fatto, l’altro era l’anello dei Gaunt » disse allungato la mano annerita e mostrando l’anello che portava al dito.
    « Quindi è così che si è rovinato la mano? E’ stato nel tentativo di distruggere l’Horcrux che ci ha rimesso un arto? » chiese Harry impressionato.
    « Già… in realtà me la sono bruciata con la padella rovente una volta tornato al castello, comunque sia se non fosse stato per il pronto intervento di Piton ora avrei un uncino al suo posto » spiegò « Un po’ mi dispiace, sarebbe stato bello impersonare capitan Uncino e far camminare gli studenti sull’asse dei pirati, ma è anche vero che un uncino è un po’ scomodo da usare, la mano offre decisamente più soddisfazioni »
    « Occhio che se la usa troppo per ottenere soddisfazioni poi diventa cieco »
    « Non intendevo quello, non essere sempre così malizioso » lo rimproverò Silente diventando color Fanny durante il giorno del falò « Tornando agli Horcrux, sono quasi sicuro che gli oggetti usati siano: la coppa Tassorosso, il medaglione Serpeverde, una reliquia di Corvonero e come ultimo, essendo la reliquia di Grifondoro ancora al sicuro qui alla scuola, il suo amato serpente Nagini »
    « Ammazza » esclamò Harry scioccato.
    « Si, ammazza pure, come può confermare Arthur che a momenti finiva all’altro mondo. Per fortuna siamo riusciti a mantenerlo qui, conoscendolo non ci avrebbe nemmeno mandato una cartolina. Se ti può interessare, Harry, quando mi allontano dalla scuola non è solo per andare ai concerti rock, ma anche per cercare i rimanenti Horcrux, tra l’altro ne ho quasi trovato uno »
    « Quando lo trova posso venire anch’io a distruggerlo? » chiese Harry saltellando eccitato.
    « Si, ok »
    « Yupillallè! » esultò Harry « E una volta distrutti gli Horcrux Voldemort potrà essere sconfitto? »
    « Si, ma ricorda che i suoi poteri, la sua abilità e la sua bastardaggine rimangono inalterati, quindi ci vorrà una grande potenza magica per distruggerli una volta per tutte ».
    « Ovvero ci vuole me » disse Harry con aria da fenomeno.
    « Già, perché tu hai un potere a lui sconosciuto, ovvero l’amore » spiegò Silente assumendo una posa angelica mentre uccellini e fiorellini volteggiavano e una musichetta celestiale echeggiava in sottofondo.
    « Avrei sperato qualcosa di più micidiale » sospirò Harry.
    « Bene, ora vai a nanna, potremmo star qui ancora a lungo discutere sulle profezie e il libero arbitrio, ma sono argomenti troppo seri per questa fanfiction, quindi ciao »
    Harry salutò Silente e se ne andò meditando sul fatto che questo è già il quarto capitolo che si conclude con lui che va a letto, domandandosi quale arcana e misteriosa spiegazione illogica e psicologica si celi dietro questo fatto, se ne tornò in sala comune. Si stupì perfino della brevità con cui suddetto capitolo è stato scritto. Stupore che lo accomuna tutti i lettori.

***

E a tempo di record ecco qui il decimo capitolo! Per quel che mi riguarda Dicembre è sempre stato un mese prolifico dal punto di vista delle fanfiction ^^ Ringrazio i recensori ovvero sara, Hermione93 ed Emma e i numerosi lettori senza nome ^^
Per la stesura di questo capitolo si ringraziano mia sorella Angela che per prima ha suggerito la scena di Ron che vuole sapere i sogni di Harry e il mio professore di istituzioni di storia del cinema che, parlando di western, mi ha fatto immaginare la casa di Hagrid come il paradiso terrestre, anche se ad essere sincera mi sfugge la connessione logica. Si ringrazia anche la panchina della facoltà, che mi ha sorretto ( in senso materiale più che spirituale ) durante buona parte della scrittura del capitolo, infatti il mio prossimo impegno sociale sarà quella di applicarci una targa commemorativa.
I personaggi sono di proprietà di J.K.Rowling e non li uso a scopo di lucro, a parte l’estintore ( già la Rowling è ricca ci mancherebbe che le regalassimo un preziosissimo estintore ), il trapano Black&Decker e il bottone placcato d’oro di Ron che in realtà è finto. Intendo il bottone non Ron.
A quanto pare le recensioni aumentano con l’uso delle minacce, con Putridus avevo ottenuto dei buoni risultati ^^ Ebbene, se non recensite Babbo Natale parcheggerà la sua slitta sulla vostra macchinina nuova. Se invece non avete la macchinina e non possedete nemmeno una micro machine anziché portarvi i regali vi fregherà il panettone e il computer, così non potrete più collegarvi a EFP e leggere questa “meravigliosa” fanfiction ( tra l’altro diventa controproducente anche per me 0__0 )
Un bacione a tutti quanti e Buon Natale!

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

Capitolo 11
Mi venisse in mente un maledetto titolo da dare a questo maledetto capitolo, maledizione!

    Stanco e assonnato a causa delle sue chiacchierate notturne con il preside, Harry stava approfittando dell’incasinata ora di incantesimi per mettersi in bella mostra con Ron e Hermione raccontando loro delle sue geniali imprese. Poi, un po’ più depresso, spiegò loro cosa diamine fossero gli Horcrux e li mise al corrente della strana, ma tuttavia alquanto utile, natura di Lord Voldemort.
    Ron era molto eccitato dal racconto così, per la gioia, cominciò a far nevicare e costruì un pupazzo di neve al fianco del suo banco. Ron era particolarmente di buon umore quel giorno dal momento che la sera prima si era finalmente lasciato con Lavanda. A voler essere pignoli si era fatto lasciare da Lavanda, ma alla fin fine il risultato era comunque lo stesso.
    « Ieri è stata una brutta serata per le storie d’amore » spiegò Hermione a Harry « Anche Ginny e Dean si sono lasciati. Immagino che questo adesso di darà dei grattacapi, nevvero? »
    « In che senso? » chiese Harry fermandosi a metà di una capriola esultante « E tu cosa ne sai? Hai imparato la legilimanzia? »
    « Ma… il quidditch no? » aggiunse perplessa « Se Ginny e Dean non si parlano. Cosa avevi capito? »
    « Ah il quidditch! Già è vero, dei gran grattacapi, già » disse Harry fingendosi pensieroso e ignorando l’ultima domanda fattagli da Hermione.
    In quella la porta dell’aula si aprì ed entrò Katie « Non preoccuparti per il quidditch Harry, sono tornata e sto bene quindi posso giocare. Mi domando solo come farò a sostenere i M.A.G.O. però, dal momento che ho perso tutto l’anno scolastico » detto questo uscì nuovamente dall’aula.
    « Oh che bellezza! Hai visto Dean? » gli chiese Harry voltandosi verso di lui « Katie è tornata e la tua utilità alla squadra adesso è pari a quella di un sacco di sterco di drago, quindi smamma ».
    Dean, che già non era di ottimo umore, nascose la testa tra le braccia e cominciò a piangere silenziosamente.
    « Oh insomma!» protestò Vitious vedendo che chiunque si faceva i fatti propri « Io sto facendo lezione! Nessun ha un po’ di rispetto per me e la mia materia? » In tutta risposta gli studenti cominciarono a rincorrersi e a lanciare oggetti fuori dalla finestra. « Che ingrati » commentò scuotendo la testa rassegnato « La mia mamma me l’aveva detto che fare lo spazzino mi avrebbe dato più soddisfazioni, ma io no, non l’ho voluta ascoltare… »
    Nei giorni che seguirono Harry ebbe i pensieri, voleva chiedere a Ginny di uscire, ma aveva paura di eventuali reazioni violente da parte di Ron, che tra l’altro si era assunto il ruolo di terzo incomodo e rompeva sempre le scatole quando Harry riusciva finalmente a rimanere solo con lei. Comunque sia la cosa non impedì a Harry di continuare ad essere fissato su Draco.
    Un bel giorno, mentre se ne stava tornando in sala comune sfrecciando per i corridoi con i suoi roller, Harry scovò Draco che frignava in un bagno in compagnia di Mirtilla Malcontenta. Curioso di scoprire se il minimangiamorte avesse qualche problema o stesse solo facendo l’imitazione della fantasma, Harry aprì lentamente la porta e cominciò a ficcanasare. Draco non ne fu molto contento ed estratta la bacchetta cercò di lanciare qualche maledizione contro lo spione Grifondoro. Harry, impanicato, sfoderò la spada e incise una “H” sul petto del ragazzo.
    « Ah, mi uccidi » gemette Draco cadendo sanguinante. Mirtilla, vuoi per l’orrore o perché temeva di rimanere uccisa, fuggì via dando l’allarme. Piton arrivò pochi secondi dopo e, viste le gravi condizioni del ragazzo, estrasse la valigetta del primo soccorso e cominciò a medicarlo. Arginato il peggio aiutò Draco a rialzarsi e lo accompagnò in infermeria, senza aver però prima intimato a Harry di non muoversi. Harry attese il suo ritorno come se stesse giocando a “un due tre per le via di Roma”.
    Dopo pochi minuti di attesa Piton fece ritorno, chiuse la porta dietro di se e si mise a fissare Harry arcigno. « Ma pensa, mai avrei creduto che tu andassi in giro con armi così pericolose e oscure » disse adocchiando la spada.
    Harry deglutì preoccupato, leggendo il libro del mezzo-sangue aveva appreso che il portarsi appresso una spada spesso ti salva da situazioni spinose. Infatti è utilissima per aprirsi dei varchi nei roveti.
    « Portami il tuo libro di pozioni » ordinò Piton.
    « C…Cosa? » biascicò Harry preoccupato « Ma… non posso, è…è…è in tintoria! »
    « Smetti di dire idiozie e vammi a prendere quel libro se non vuoi che usi la tua spada per pulirti i setti nasali ».
    Spaventato Harry ubbidì. Arrivato in sala comune chiese in prestito il libro a Ron e nascose il suo nella stanza delle necessità, che per l’occasione era diventata un incrocio tra un ufficio di oggetti smarriti e una pattumiera.
    Tornato al bagno consegnò il libro a Piton senza però aprire al cuore che gli batteva forte nel petto.
    « Sei sicuro che sia il tuo libro? » chiese Piton voltando lentamente le pagine.
    « Certo professore » mentì Harry.
    « Allora come mai al posto del tuo nome c’è scritto “Roonil Wazlib”? » chiese accigliato.
    « E’ il mio soprannome » spiegò Harry in preda al panico.
    « Il tuo soprannome? Strano, non mi è mai parso di sentire i tuoi amici dirti: “Ehi, bella Roonil, come butta”. Tra l’altro credevo che il tuo soprannome fosse deficiente ».
    « Ehm, se mi ridà il libro lo aggiungo ».
    « Sai cosa penso Potter? »
    « Che mi vorrebbe prendere calci nel culo? »
    « Anche, ma soprattutto penso che tu sia un bugiardo e un imbroglione ».
    « Devo aggiungere anche questi alla lista dei soprannomi? »
    « Già che ci sei aggiungi anche che da qui alla fine dell’anno passerai tutti i sabati in punizione con me ».
    « Ma professore, sabato prossimo c’è la partita! »
    « Oh non preoccuparti, non mi crea alcun disturbo non poterci assistere ».
    Finita la chiacchierata con Piton, Harry era disperato. Non perché avesse quasi ucciso un suo compagno, ma perché adesso non poteva partecipare alla partita di Quidditch. Interessante anche notare come a Hogwarts per tentato omicidio uno si becchi semplicemente una punizione. Comunque sia, Harry dovette riassumere Dean dal momento che aveva trasferito Ginny al ruolo di cercatore e poi sorbirsi la predica di Hermione che di certo non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione.
    Il sabato della partita Harry scese nel sotterraneo di Piton a svolgere un lavoro lungo e tedioso, mentre il professore si divertiva ad ascoltare musica con il suo lettore Mp3. Lettore che a rigor di logica non dovrebbe funzionare a Hogwarts, come ci ricorda sempre Hermione, ma nelle mie fanfiction la logica è ancora latitante quindi Piton può benissimo ascoltare i Led Zeppelin con l’ipod rosa. Dopo questo discorso inutile e venti ore di lavoro, Harry venne lasciato libero e poté tornare alla sala comune domandandosi chi avesse vinto e meditando su come gli esiti della partita riflettessero la sua riuscita o meno di mettersi con Ginny. A quanto pare Harry è uno shipper incallito.
    Quando la signora Grassa si fu tolta dai piedi quello che Harry vide fu l’intera torre che festeggiava e con lei tutti i suoi abitanti. Con un semplice ragionamento capì che probabilmente avevano vinto la partita e con essa l’intero campionato.
    « Harry, Harry, abbiamo vinto! » urlò Ron gioioso saltando come un canguro « Purtroppo la coppa era finita e ci hanno dato la mortadella, ma ciò che importa è che abbiamo vinto! »
    Mentre Ron continuava a saltare dalla gioia, Harry vide Ginny che correva verso di lui con un sorriso raggiante. A quel punto decise di passare al contrattacco e di baciare una volta per tutte la ragazza, ma, per l’emozione, sbagliò la mira e baciò un vecchietto accanto, uno dei pluriripetenti di Hogwarts.
    « Oh, che emozione! » esclamò il vecchietto arrossendo « Erano anni che nessuno mi dava un bacetto con così tanto ardore! Sai, io sono stato compagno di banco di Silente durante la mia seconda prima, ricordo che era maledettamente bravo, anche se non baciava bene quanto te figliolo – »
    « Ehm, c’è stato un equivoco » lo interruppe Harry « Io in realtà volevo baciare lei » disse indicando Ginny e senza perdere ulteriore tempo afferrò la ragazza per le spalle e le diede un lungo bacio appassionato. Dopo una settimana i due si scollarono, Dean dalla rabbia stava distruggendo tutta la cristalleria dei Grifondoro, Romilda si esercitava nel lancio del peso e Hermione esultava felice, credendo che la nuova coppia fosse merito suo. Harry si guardò in torno in cerca di Ron, non appena lo vide si gettò in ginocchio con le mani giunte e gli occhi imploranti di chi ti chiede di non ammazzarlo di botte. Ron lasciò correre e si fece un panino alla mortadella.
    Alcuni giorni dopo i due erano nella sala comune insieme a Ron e Hermione, Ginny leggeva il giornale mettendo al corrente gli altri della politica estera e dell’andamento delle azioni.
    « Che bello, le azioni di mio zio sono fallite! » gioì Harry « E dimmi, quali gossip girano per il castello? »
    « Mmmh, Romilda Vane ci teneva molto a sapere se è vero che hai la scritta “Made in China” tatuata sul petto, ma io le ho fatto credere che in realtà si tratti della cartina a grandezza naturale dei principali sentieri di montagna della Valtellina. »
    « Ah ah! Che brava che sei Ginny, dammi un bacio » e presero a baciarsi rotolandosi sul pavimento.
    « Ohi, che fate! » gridò Ron sconvolto « Ogni lingua alla propria bocca di appartenenza grazie. E, Harry, faresti meglio a tenere le mani dove posso vederle se non vuoi che te le mozzi ».
    I due si ricomposero imbronciati.
    « Se non la piantate revoco il mio permesso e rinchiudo Ginny nella torre di Astronomia » disse arrabbiato Ron.
    « Hermione, non è che devi portare Ron a svolgere qualche incarico da prefetto, vero? » le chiese Ginny speranzosa.
    « No. Essendo io il prefetto più perfetto dell’universo ho già svolto tutti i nostri compiti da qui allo finire dell’anno scolastico prossimo » disse Hermione « Tanto non hai tempo per pomiciare, Ginny, devi studiare per i G.U.F.O. » detto questo la trascinò via a svolgere un complicato ripasso sulle pozioni. Certo che deve essere stressante avere Hermione come amica.
    A pochi giorni dagli esami Harry era in sala comune, in teoria a finire il compito di erbologia, in realtà a pensare al piacevole pomeriggio appena passato, primo perché era per l’appunto più piacevole, secondo perché ormai Harry ne aveva le tasche piene di occuparsi delle piante erbivore dell’Amazzonia della professoressa Sprite. In quella arrivò Hermione.
    « Harry dobbiamo parlare » disse imperiosa sedendosi di fronte a lui.
    « Non volevo! » si difese Harry « Non volevo convincere Ginny a non ripassare le formule di incantesimi per trascorrere meglio il tempo, non ero neppure in me quando per fare prima le ho svolto io gli esercizi di trasfigurazione che tu le avevi consigliato di fare per ripasso, non volevo interromperla mentre studiava pozioni stamattina per proporle di andare a spasso nel parco, non intendevo neppure darti della rompiscatole quando ho saputo che l’avevi rinchiusa a chiave in biblioteca! »
    « E’ confortante scoprire tutte queste cose » commentò la ragazza dopo che Harry ebbe finito di confessare cose che Hermione nemmeno sospettava « Ma ero venuta qui per il principe mezzo-sangue ».
    « Ah, hai deciso infine di servirti pure tu del suo libro? »
    « No, ho una nuova teoria al riguardo ».
    « Santo cielo, le tue teorie sono più bislacche di molte di quelle ideate dai miei fan » sospirò Harry esasperato « Ebbene, cos’hai in mente questa volta? »
    « Guarda qui » disse Hermione trionfante gettando un vecchio ritaglio del profeta sul tavolo « Eileen Prince ».
    Harry osservò per un po’ la foto della ragazza che secondo la gazzetta era stata capitano di gobbiglie, poi scambiò un paio di occhiate interrogative con Ron che, anche se non l’ho detto, era al tavolo pure lui « Embè? » chiese poi tornando a guardare l’amica.
    « Prince, Harry, Prince » sottolineò impaziente « Che nel caso non lo sapessi significa Principe »     « E allora? Dubito si tratti dell’autore del mio libro ».
    « Maschilista » lo aggredì Hermione alzandosi « Vedrai, si scoprirà che avevo ragione » e se ne andò in biblioteca.
    In quella Giannino il Postino consegnò una convocazione in presidenza a Harry. In fretta e furia il ragazzo uscì dalla sala comune e corse a più non posso verso l’ufficio di Silente. Si fermò solo davanti alla stanza delle necessità, questa volta non per tentare di entrarci, ma perché aveva visto la Cooman venirne sbattuta fuori.
    « Professoressa che cosa le è accaduto? » le chiese aiutandola ad alzarsi.
    « Sono entrata un attimo nella stanza e qualcuno che stava festeggiando mi ha buttato fuori dalla stanza » spiegò offesa.
    « Deve assolutamente dirlo a Silente » disse Harry eccitato per la scoperta che Draco sembrava essere riuscito nei suoi intenti.
    « Io non impongo la mia compagnia a chi non l’apprezza » disse seria la professoressa « Quindi andrò dalla McGranitt a farle i tarocchi. Ormai viene sempre la stessa carta! La torre colpita dai fulmini, oh mamma mia, significa che le disgrazie e i tormenti stanno per arrivare! »
    « Si, beh, non ci vuole una grande preveggenza per predirlo, è risaputo che il concentrato delle sfighe accade sempre alla fine del libro. Piuttosto insisto che lei vada da Silente, deve sapere che è stata cacciata via da un festino illegale. Potrà anche dire che è stato Fiorenzo ad organizzarlo, così forse lo relega nella stalla del castello ».
    «Ehi, buona idea! »
Così tenendosi a braccetto Harry e la Cooman si diressero verso l’ufficio del preside, per tutto il tragitto la professoressa non smise di blaterale e parlare male dei suoi colleghi.
    « La McGranitt è una gran taccagna » raccontò « Le avevo chiesto in prestito appena due milioni di galeoni, ma lei no, si è rifiutata di darmeli. Ruf invece è un gran maleducato, l’altro giorno mi è caduto uno scialle e non si è nemmeno preso il disturbo di raccoglierlo, mentre Piton è un gran ficcanaso, durante il mio colloquio di lavoro con Silente si è messo ad origliare dal buco della serratura »
    A questa notizia Harry si fermò di botto pieno di rabbia.
    « Ehm, Harry va tutto bene? » gli chiese la Cooman guardando preoccupata il suo sguardo diabolico e il fumo che gli usciva dalle narici. In tutta risposta Harry tirò un pugno a uno specchio che c’era lì.
    « Ho no, sette anni di guai! » gemette la Cooman « Ma tanto ci sarai abituato, mi sa che da piccolo devi aver fatto qualche disastro in un negozio di specchi ».
    « Lei resti qui, vado a scambiare quattro paroline con Silente » disse Harry con furia.
    « Ehi, ma anch’io devo venire dal preside! » ribatte lei « Che ti succede? Non sarai arrabbiato perché ho chiamato Piton ficcanaso, vero? Scusami, non sapevo foste amici ».
    Senza dire una parola Harry prese la Cooman e la infilò a forza in vaso cinese che c’era lì, poi corse allo studio del preside. Tolse di mezzo il gargoyle con un candelotto di dinamite poi si mise a salire le scale cinque scalini alla volta, ma cadde, quindi riprese a salirli due alla volta. Aperta la porta con un calcio si ritrovò davanti Silente in tenuta da montagna con lo zaino in spalla e il bastone in mano pronto a partire.
    « Ciao Harry! » lo salutò allegro « Pronto per partire? Per l’occasione ho perfino comperato i calzoncini tirolesi, guarda che belli » e girò su se stesso per dare la possibilità ad Harry di ammirarli per bene, ma il ragazzo continuava a fumare dalla rabbia « Perché sei così arrabbiato Harry? Problemi con la tua ragazza? Mmh, ancora non te l’ha data? » chiese scrutandolo meglio.
    « Ehi, e basta con la legilimanzia! Piuttosto, non me l’aveva detto che era stato Piton a riferire a Voldemort della profezia! Con che coraggio gli permette di insegnare qui? »
    « Harry, potrei spiegarti tutto su Piton e sul perché mi fidi di lui, ma perché farlo ora, non è meglio rimandare tutto all’ultimo libro e lasciare che i fan si spacchino la testa al riguardo? Sono così teneri quando impazziscono nel cercare di dare spiegazioni (il)logiche ai quesiti del libro ».
    « C’è dell’altro » aggiunse Harry « Draco era nella stanza delle necessità che esultava e festeggiava. E’ evidente che è riuscito nei suoi folli intenti, di sicuro lui e Piton stanno per complottare qualche cosa e lei se ne va lasciando il castello sguarnito – »
    « Tutto puoi dire su come lascio il castello, ma non che lo lasci sguarnito! » lo interruppe Silente « Comunque sia ho trovato un Horcrux, vuoi dunque venire con me a distruggerlo? »
    « Certo! »
    « Ti avverto che potrà essere molto pericoloso ».
    « Non temo la paura, anche se quello che più mi fa paura è la paura di avere paura della paura ».
    « Ehm, già » disse Silente che non aveva capito una mazza « Potrai venire a una condizione, che tu obbedisca a qualsiasi mio ordine, me lo prometti? »
    « Certo ».
    « Se ti ordinerò di scappare mi ubbidirai? »
    « Altrochè ».
    « Se ti ordinerò di nasconderti lo farai? »
    « Si ».
    « Se ti ordinerò di correre lo farai? »
    « Si ».
    « Se ti ordinerò di coprirti di ridicolo facendo l’imitazione di un gibbone che balla il fox-trot sotto effetto di lassativi lo farai? »
    « Si, ma spero non me lo chieda ».
    « Bene, allora possiamo andare. Vatti a mettere il golfino, forse farà un po’ freddo. Già che ci sei prendi anche il mantello dell’invisibilità ».
    Non fidandosi del preside, Harry decise di provvedere personalmente alle difese del castello. Piazzate un po’ di tagliole e altre trappole lungo i corridoi corse poi in sala comune, dove a quanto pare Hermione era ritornata dal momento che era con Ron alla scrivania. Ignorando i loro richiami, che per la cronaca assomigliano terribilmente a quelli del chiurlo(?), corse nel dormitorio dove afferrò la mappa del malandrino e un paio di calzini. Poi tornò giù e spiegò loro tutta la situazione e dove stesse andando.
    « Bene, raccattate tutti i membri dell’Es che riuscite a trovare e tenete d’occhio Piton e Draco. Prendete questi per aiutarvi » disse porgendo la mappa a Hermione e i calzini a Ron.
    « Uh, calzetti nuovi che bello » gioì Ron « Mi servivano proprio, i miei sono tutti pieni di buchi ».
    « Dentro c’è la Felix Felicis. Dovete prenderne un po’ voi e un po’ Ginny. Temo vi servirà il contagocce » spiegò Harry « Bene, io devo andare, mi raccomando fate i bravi e date un bacio mozzafiato a Ginny da parte mia » detto questo uscì dal ritratto.
    Ron e Hermione si scambiarono un’occhiata perplessa.
    « Intendeva in senso figurato, vero ? » chiese Ron.
    Nel frattempo Harry aveva raggiunto Silente e insieme erano usciti dal castello per poi materializzarsi su una scogliera in riva al mare. Harry seguì il preside fin dentro una grotta umida, anzi molto umida dal momento che all’interno c’era un lago illuminato da una spettrale luce verde.
    « Bene Harry, sono sicuro che l’Horcrux si trovi nel mezzo di questo lugubre laghetto, prendiamo la simpatica gondola e attraversiamolo, ma bada bene a non toccare l’acqua » Detto questo presero la gondola che raccontava le barzellette e cominciarono la traversata. Durante il tragitto Harry diede un’occhiata a quello che giaceva sul fondo e per poco non svenne dall’orrore.
    « Oh per il santo cielo, ci sono dei cadaveri qui dentro! » esclamò saltando in braccio a Silente « Oh mamma ho paura! »
    « Non sono la tua mamma, lei è morta ricordi? »
    « Buuh! »
    « Non devi aver paura di un mero corpo senza vita. Voldemort usa il buio e la morte per spaventare perché lui stesso li teme entrambi ».
    « Cosa? Voldemort ha paura del buio? Ah ah, un boss cattivo come lui che deve dormire con la bacchetta accesa! » rise Harry.
    « Con buio intendevo metaforicamente l’ignoto, non prendere alla lettera tutto quello che dico » sbuffò Silente.
    Infine, giunti in un isolotto al centro del lago, i due sbarcarono e si diressero guardinghi verso una strana costruzione. Si trattava di un recipiente colmo di liquido verde.
    « Mmmh, credo che l’unico modo per svuotare questo bacile sia bere tutta la strana pozione » disse Silente dopo aver tentato invano di rovesciarla, travasarla e farla evaporare con il fornelletto da campeggio.
    « Non mi sembra proprio una cosa salutare da bere » obiettò Harry.
    « Non devi preoccuparti, Harry, non credo sia tossico, almeno non abbastanza da farmi schiattare all’istante, di sicuro Voldemort desidera tenere in vita il profanatore abbastanza a lungo da poterlo interrogare e capire così dove installare i nuovi sistemi di sicurezza ».
    « Sarà » disse Harry ancora scettico.
    « Bene, ora dovrai fare in modo che la beva tutta » aggiunse Silente facendo apparire un calice « Per nessun motivo dovrai permettere che mi interrompa, sia che ti implori sia che ti offra dei soldi. Ricorda che hai giurato di ubbidire a qualsiasi mio ordine ».
    A malincuore Harry annuì. Dei soldi gli avrebbero fatto comodo.
    Silente immerse il calice nel liquido verde e lo portò alle labbra. A quanto pare si trattava di qualche cosa di piuttosto tossico dal momento che cominciò a soffrire di crampi allo stomaco, ma soprattutto di allucinazioni.
    « Aaaah! » urlò in preda al dolore « No, ti prego no, la lezione di latino, no! »
    « Forza professore, beva!» disse Harry continuando a versargli in gola la pozione.
    « Non voglio, non voglio » gemette « Non voglio ascoltare la discografia passata, presente e futura di Gigi D’Alessio! »
    Harry si odiò per quello che doveva fare, impressionato dai supplizi che Silente stava subendo, ma continuò imperterrito a fargli trangugiare il liquido verde.
    « No, non voglio ascoltare tutti i particolari della vita dell’uomo più vecchio del mondo! » supplicava Silente « No! Tutto, ma questo no! L’intera visione di Pearl Harbor no! »
    Finalmente nel riempire il calice per la decima volta questi grattò il fondo del bacile, che era in preda al prurito e quindi ringraziò per la premura. Esaurita la pozione, Silente si sentiva un po’ gonfio, e grazie, uno si sente gonfio anche dopo aver bevuto dieci calici d’acqua figuriamoci quindi dopo dieci calici di schifezza tossica. « A…a…acqua » chiese con un sussurro.
    « Credevo avesse bevuto abbastanza » Harry andò stupidamente a riempire il bicchiere nel lago anziché utilizzare la borraccia di Hello Kitty che si erano portati dal castello. Il gesto di Harry risvegliò gli inferi che si alzarono con aspetto non poco incazzato.
    « Aiuto! » urlò Harry in preda al panico « Sono cadaveri, potrebbero attaccarmi qualche malattia! »
    « Vade retro Satana! » lo salvò Silente colpendo i corpi con un incendio « Il fuoco è ciò che li ferma, nessuno di loro aveva chiesto di essere cremato ». Urlando e chiamando i pompieri gli inferi se ne tornarono nel fondo del lago e Harry tirò un sospiro di sollievo che però non fu molto felice di essere lanciato lontano.
    Afferrato l’Horcrux, che era il medaglione di Serpeverde, i due avventurieri presero nuovamente la simpatica gondola e se ne tornarono all’esterno della grotta.
    « Harry » biascicò Silente « Non mi sento troppo bene, non credo di riuscire a praticare la smaterializzazione ».
    « Non si preoccupi prof, ci penso io » disse Harry risoluto.
    Fortunatamente le lezioni di smaterializzazione avevano avuto una qualche utilità, Harry riuscì a riportare a Hogsmeade Silente e se stesso senza lasciare indietro un solo arto e senza atterrare in testa a una vecchia che faceva la spesa.

***

Chiedo perdono! Credevo di poter fare abbastanza in fretta visto che la maggior parte di questo capitolo era stata scritta ancor prima di postare la fanfiction, ma e sapendo di essere a buon punto ho finito per prendermela con fin troppa calma. Poi ci si è messa la parte della caverna che avrò riscritto almeno una decina di volte e nonostante tutto continua a piacermi come la coca cola allungata con il latte.
In realtà questo doveva essere l’ultimo capitolo, ma le continue aggiunte lo stavano rendendo un po’ lunghetto, così l’ho tranciato in due. Teoricamente il prossimo è già scritto, ma devo ancora correggerlo, quindi non voglio fissare scadenze che tanto poi non riesco a mantenerle e finisco solo con darvi vane speranze.
Vi ringrazio per tutte le recensioni ( voi siete così gentili e io vi do i capitoli in ritardo, che ingrata é_è )

Sara: ti ringrazio molto! Beh, i miei ragionamenti sono sempre un po’ folli ^^ Credo che con l’interrogazione sui fantasmi Harry abbia toccato il fondo ( conoscendolo però non si può mai dire… ) Grazie mille per la recensione, ciao!
Anya: forse per la tua salute mentale era meglio continuare a non ricordare i miei capitoli scorsi ^^ Ti ringrazio molto, beh meglio stendere un velo pietoso sulla questione “aggiornare in fretta” -__- Dai, non dovrei metterci troppo con il prossimo ^^ ( o almeno spero… ) Ciao, grazie per la recensione!
Ele23: Questo capitolo non l’ho finito proprio "in fretta", ma finalmente lo si può comunque leggere ^^ Ti ringrazio, anche a me piacciono i discorsi stupidi, soprattutto scriverli^^ Grazie!
Lupin e Raptor: Vi ringrazio molto per i complimenti e per la recensione!
Hermione93: mi spiace molto, ma non sono riuscita a fare più in fretta di così é__è Mi impegnerò di più al riguardo con il prossimo! Grazie per la recensione e i complimenti!
Marion: non saprei dirti dove trovo le idee assurde, credo siano loro che vengono da me ^^ Il dover rimanere legata alla trama alla fine si è rivelata una gran scocciatura, non credevo fosse così faticoso! E pensare che avevo iniziato una parodia proprio per scrivere qualche cosa di poco impegnativo… Grazie mille per la recensione!
Emma: grazie per avermi informato della maggior serietà dello scorso capitolo, per me è molto importante sapere quando i capitoli fanno meno ridere, mi aiuta a regolarmi nello scrivere quelli nuovi. Mi fa molto piacere che tu l’abbia trovato scritto bene, tengo molto anche a questo aspetto^^ Ti ringrazio molto, ciao!

Naturalmente ringrazio anche tutti i numerosi solo-lettori, sperando che la fanfiction sia di vostro gradimento ^^
Ricordo che tutti i personaggi non appartengono a me e che non li uso a scopo di lucro, sfido chiunque a credere il contrario. Non se la prendano i fan di Gigi D’Alessio/ Pearl Harbor/latino ^^
Un bacione a tutti quanti!

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

Capitolo 12
La fine è la parte migliore ( dal momento che finisce )

    Nello scorso capitolo avevamo lasciato Harry alle prese con la smaterializzazione accompagnata e un Silente non troppo in forma. Incredibilmente Harry riuscì a portare se stesso e il preside nel villaggio di Hogsmeade « Professore, ce l’abbiamo fatta, siamo a Hogsmeade e -» cominciò ad esultare Harry, ma si interruppe alla vista del viso completamente privo di barba di Silente « Professore ma… quando ha avuto il tempo di sbarbarsi? »
    « Hai lasciato la mia barba nella grotta » spiegò Silente con un gemito.
    « Accidenti, ma non si preoccupi, basta metterne una finta » e così dicendo appiccicò una barba posticcia al volto del preside.
    « Harry, è meglio se vai a chiamare il professor Piton » disse urgentemente Silente.
    « Ah no, quel bastardo no » protestò Harry « Non preferisce per caso Madama Chips? Altrimenti posso andare a chiamare la guardia medica. »
    « Devi chiamare Piton » insistette Silente « Non parlare con nessun altro, portami Piton. »
    In quella arrivò Madama Rosmerta in vestaglia « Oh mamma mia è terribile, è terribile! » gemette angosciata.
    « Cosa, che la fanfiction sia scritta da Dorothea? Sono d’accordo » convenne Harry.
    « Mi riferivo al marchio nero su Hogwarts » spiegò Madama Rosmerta indicando il grosso teschio che galleggiava sopra la torre di Astronomia facendo le linguacce.
    « Porco cane » imprecò Silente « Che non ci abbiano fatto fuori una coppietta sbaciucchiante! Basta un niente perché certi shipper impazziscano dalla rabbia! Corriamo al castello presto! » e fregate un paio di scope presero il volo ignorando le proteste del cane e del porco offesi dalle parole di Silente.
    Alla torre di Astronomia le cose precipitarono. Ed essendo la torre piuttosto alta si fecero anche del discreto male. Comunque sia, una volta sulla torre, Silente perse tempo a immobilizzare Harry che si nascondeva sotto il mantello dell’invisibilità, così venne disarmato da Draco appena giunto sul luogo.
    « Ti ho messo con le spalle al muro, vecchio bacucco » esultò Draco.
    « Non mi sembra » disse Silente tranquillo.
    « Come no?! » si stupì Draco « Ma… ma… io sono quello armato, non lei! »
    « Si, ma non ho le spalle al muro, dietro me c’è solo il parapetto della torre » spiegò Silente.
    « E perché, di che è fatto il parapetto? Di certo non di ricotta » sbuffò Draco « Ma se preferisci allora ti ho messo con le spalle al parapetto, oh » si corresse il ragazzo.
    « E ora cos’hai intenzione di fare? »
    « Di ucciderla è ovvio. »
    « Ne dubito. »
    « Come? » chiese Draco non credendo alle proprie orecchie, ben sapendo che sono delle irrimediabili bugiarde.
    « Ne dubito dubitandone » spiegò Silente interpretando in che modo « Vedi, il problema non è se il dubbio e dubbioso, ma se dubitandone si cade nel dubbio. »
    « Eh?!? »
    « Prrr » gli fece una pernacchia Silente.
    « Ora basta con questi giochini » sbottò arrabbiato Draco « Sono diventato un antagonista professionista ormai » disse mentre Silente tratteneva a fatica una sghignazzata di scherno « E come ogni antagonista che si rispetti devo perdere tempo prezioso a raccontare come sono riuscito ad attuare i miei diabolici piani » detto questo partì in quarta a raccontare di come era riuscito a riparare l’armadio svanitore solo con l’uso del manuale del piccolo restauratore, di come aveva tentato con la collana maledetta e di come era riuscito a far entrare a scuola il veleno fregando le idee a Hermione. « E ora la ucciderò! » concluse soddisfatto mentre Silente sbadigliava per la noia.
    « Non credo. »
    « Cosa non credi? » chiese Draco perplesso.
    « Non credo mi ucciderai. »
    « Invece credo proprio si dovrà ricredere. »
    « Ah, tu credi? »
    « Si, io… un momento, credo cosa? »
    « Credi veramente di credere che io creda che tu creda che io mi ricreda su ciò che credi? »
    « Credo di non aver capito. »
    « E pensi che io ci creda? »
    « Basta! Quanti discorsi inutili, voglio ucciderla e lo farò! »
    « No, non vuoi. »
    « Si che lo voglio »
    « Tu credi di volerlo, ma in realtà vuoi solo credere di volere e vuoi che io creda tu voglia, ma io non credo tu ci creda. »
    « Aiuto! » implorò Draco ormai prossimo alla confusione mentale.
    In quella la porta si aprì ed entrò Gargantua, il dromedario folle dalla gobba molle cantando un inno sacro. In realtà non è vero, entrarono solo quattro mangiamorte che, diciamo la verità, sono molto più buffi e assurdi di un dromedario assurdo. Che cosa assurda. Comunque sia i quattro mangiamorte arrivarono sulla torre e uno di loro aveva pure un banjo e cantava “Oh Susanna” con voce stonata.
    « Draco, ancora non lo hai ucciso? » chiese Amycus, ovvero il mangiamorte fratello di Alecto, ovvero la mangiamorte sorella di Amycus, ovvero il mangiamorte fratello di Alecto, ovvero… va be’, avete capito.
    « Mi confonde! » pianse Draco tirando su con il naso « Cerca di incastrarmi con discorsi senza senso e dalla logica contorta, ma soprattutto non esistente. »
    « Lo faccio io allora » ringhiò Greyback legandosi un tovagliolo intorno al collo e affilando forchette e coltelli « Spezzatino di Silente, gnam gnam. »
    « No! Deve farlo Draco! » lo fermò Alecto, la mangiamorte sorella di Amycus, non nel senso che è una suora, ma che sono imparentati .
    « Giusto » le fece eco il fratello « Tu cosa ne dici Gianfredo? » chiese rivolto al quarto mangiamorte.
    « … ho lasciato la mia mamma per venire qui da te! » cantò lui.
    « Sapevo fosse venuta così tanta gente avrei preparato del tè con i pasticcini » disse Silente « Però il suonatore di banjo potevate anche lasciarlo a casa, le mie orecchie stanno inneggiando alla sordità da quanto canta male. »
    Offeso il mangiamorte cantante lanciò il banjo giù dalla torre gridando imprecazioni, poi si mise in un angolino con il broncio.
    « Mmh, poco incline ad accettare le critiche » commentò Silente « Bene, fuori uno. »
    « Forza Draco, muoviti, prima che ci elimini tutti quanti con metodi assurdi » lo esortò Amycus.
    « Greyback, mi sembri un po’ spelacchiato » disse Silente esaminando il lupo mannaro con occhio critico « Stai di nuovo perdendo il pelo? O hai ricominciato a farti la ceretta? Eppure mi sembra di averti già detto che un lupo depilato è ridicolo. Scommetto che hai anche ripreso a fumare. Del resto come disse quella volta il babbo di Remus: il lupo perde il pelo, ma non il vizio. »
    « Uffa, sono stufo che mi si citi questa massima ogni qual volta riprendo a fumare! » ruggì Greyback e per la rabbia andò a prendere a calci un telescopio che era lì.
    « Forza Draco, sbrigati » esortarono i Mangiamorte rimasti « Draco, Draco, Draco! »
    In quella la porta si aprì nuovamente ed entrò Piton.
    « Abbiamo un problema » lo informò Amycus.
    « Io sono Severus Piton, risolvo problemi » disse lui.
    « Ah, bene. Un fruttivendolo ha venti mele, ne vende due, quanto gli rimane? »
    « Un po’ di scocciatura perché gli affari sono andati da schifo » rispose Piton.
    « Ehi, grazie » lo ringraziò Mangiamorte appuntandosi la risposta su un quaderno « La mia maestra sarà contenta, non tutti gli alunni dell’asilo sanno risolvere problemi così complessi. »
    Piton avanzò verso Silente, che improvvisamente cominciò ad implorarlo, ma Piton non sembrò dare ascolto alle sue suppliche. O forse si, nel caso lo stesse implorando di ucciderlo, ma su questo non ponderiamo adesso. Comunque sia colpì il preside con un Avada Kedavra e lo spedì di sotto. Metodo veloce per andare al pianterreno senza usare l’ascensore, che tra l’altro a Hogwarts non c’è neppure.
    I Mangiamorte fuggirono a gambe levate, e senza gambe non si sa bene come fecero a fuggire, fatto sta che fuggirono lo stesso. Harry si accorse di potersi nuovamente muovere e si diede all’inseguimento di Piton, con l’intenzione di fargliela pagare per tutto quello che aveva causato. Durante l’inseguimento attraversò un agguerrito campo di battaglia dove i membri dell’ordine e i mangiamorte si scontravano lanciandosi maledizioni, incantesimi, bombe a mano e palle di neve. Harry li oltrepassò continuando a inseguire Piton e travolgendo altri studenti nella foga.
    Nel cortile, già che c’erano, i Mangiamorte diedero fuoco alla capanna di Hagrid, spaventati da una così disgustosa costruzione edilizia.
    « Maledetti! » urlò Hagrid che in quel momento si trovava nell’orto ad innaffiare l’insalata « C’è il mio cane dentro! »
    « Bene, così brucia pure lui » gli risposero questi correndo verso il cancello.
    Harry intanto non smetteva di stare alle calcagna di Piton.
    « Fermati se ne hai il coraggio! » gli urlò arrabbiato « Fermati e combatti da Grifondoro »
    « Mai stato un Grifondoro, Potter » gli ricordò questi voltandosi verso di lui.
    « Per fortuna, ci mancava solo che Grifondoro dovesse sopportare gentaglia come te, già deve sopportare mezze calzette come Neville. »
    Neville, che stava passando da quelle parti in bicicletta, ci rimase male a sentire quelle parole, così pedalò via con gli occhi pieni di lacrime, motivo per cui non vide la strada e volò in un burrone, finendo così per essere ricoverato in infermeria.
    Harry nel frattempo cercava di colpire Piton con qualche incantesimo, ma questi li bloccava tutti con apparente facilità. Harry allora tentò con un Levicorpus, ma Piton bloccò anche quello e si incazzò pure.
    « Come osi usare contro di me gli incantesimi che io stesso ho inventato! » ululò furioso.
    « Cosa, tu sei il Principe?! » esclamò Harry scioccato dalla rivelazione « Ed eri così sfigato da farti prendere per il culo con i tuoi stessi incantesimi? » chiese rammentandosi di suo padre « Sarebbe meglio chiamarti Mezzo-Scemo più che Mezzo-Sangue » commentò prima che Piton lo mandasse al tappeto e scappasse a bordo di una motoslitta.
    Quando Harry infine si rialzò, Piton e Draco si erano già smaterializzati oltre i cancelli della scuola. Imprecando si voltò verso Hagrid che cercava di spegnere la sua casa con l’estintore.
    « Mannaggia, tutti gli asticelli saranno andati in fumo, poverini, non poteva accadere cosa peggiore oggi » si lamentò il mezzogigante.
    « Silente è morto » lo informò Harry « Piton lo ha ucciso. »
    « Harry, sei diventato scemo? »
    « Ma è vero! »
    « Avrai preso una botta in testa » disse Hagrid con un’alzata di spalle. Tornando verso il castello però Hagrid dovette ammettere che Harry non era diventato più scemo del solito, ma aveva detto la verità, dal momento che Sprite stava tracciando la sagoma del corpo di Silente con il gesso.
    Harry si avvicinò e raccolse il medaglione caduto fuori dalla tasca rendendosi conto che non era quello che aveva visto nel pensatoio « Ehi, è tarocco! » apertolo ne tirò fuori un biglietto.

A quel bastardo del signore oscuro,
così oscuro che se esce di notte come minimo lo tirano sotto.
Ti ho fregato, ho scoperto il tuo segreto e ho rubato il tuo Horcrux, gne gne gne!
E non puoi farmi niente, tanto io sarò già morto quando leggerai questa nota, gne gne gne!
Ora sei nella merda, nevvero? Spero ti spacchino il culo.
Con tanto affetto e amore,
il sempre ben educato R.A.B.

    Dopo aver letto la missiva Harry rimase per lungo tempo al fianco di Silente, triste perché il preside lo aveva lasciato senza insegnargli il modo di confondere i nemici, come aveva fatto sulla torre solo pochi minuti prima. Infine arrivò Ginny, caricò Harry su una carriola e lo portò in infermeria.
    « Non sono ferito » disse Harry.
    « Ordini della McGranitt » spiegò lei.
    « Un momento, sono morti altri? »
    « Solo un mangiamorte, ma di lui ce ne freghiamo. Neville si è fatto male andando in bicicletta e Bill probabilmente avrà bisogno di una plastica facciale. »
    « Perché, cosa gli è successo? »
    « Greyback l’ha attaccato e l’ha ridotto a una brutta copia di un Picasso; fortunatamente non era trasformato in lupo mannaro, ma Madama Chips teme che Bill sia rimasto in un qualche modo contaminato. In che modo esattamente lo lasciamo immaginare ai fan, che così è più divertente. »
    Giunti in infermeria Harry trovò tutti gli altri intorno al letto di Bill. Si avvicinò anch’egli e, alla vista della faccia deturpata e piena di cicatrici dell’amico, prese a sghignazzare come un idiota « Guarda che faccia! Ora a tutti i carnevali potrà travestirsi da Malocchio Moody! » Ginny lo fece smettere di dire boiate con un simpatico calcio negli stinchi.
    « Suvvia, non è tanto grave » disse Ron sgranocchiando patatine « Silente troverà di sicuro una cura. »
    « Ron, testa di legno, Silente è morto » lo informò Ginny. Ron rimase dieci minuti buoni a bocca aperta per la sorpresa.
    « Che cosa?! » strillò Lupin sconvolto « Maledetta, porca, insensibile J.K.Rowling! » e bestemmiando cominciò a prendere a calci il letto di Neville e colui che lo occupava.
    In quella entrò la McGranitt « Oh per dindirindina, Harry, Hagrid sostiene che tu sia un testimone oculare, hai veramente visto tutto? »
    « Si, ero immobilizzato sotto il mantello dell’invisibilità, ma ho potuto comunque assistere all’omicidio: Draco ha disarmato Silente e poi Piton lo ha ucciso. »
    « Cioè Piton ha ucciso Draco? » chiese la McGranitt senza capire.
    « No, Silente! »
    « Silente ha ucciso Draco? »
    « Ma no! Piton ha ucciso Silente. »
    « Oh santo cielo, Piton » gemette la McGranitt accasciandosi su una sedia « Eppure Silente si fidava di Piton! »
    « Si, ma Silente era anziano » le ricordò Lupin con voce dura « Forse era affetto da demenza senile. »
    « Oh, è colpa mia! » sospirò la McGranitt asciugandosi le lacrime con un fazzoletto scozzese « Sono stata io a dire a Vitious di chiamarlo. »
    « Non è stata colpa tua » disse fermamente Lupin.
    « Sono stata così stupida » singhiozzò Hermione « Io e Luna eravamo davanti all’ufficio di Piton a spiarlo quando Vitious ne è entrato… Piton poi ci ha detto che Vitious era svenuto e che dovevamo aiutarlo e così ci è sfuggito. »
    « Non è stata colpa tua » ripetè fortemente Lupin « E nemmeno di Luna. »
    « Io, Harry, ho fallito » disse Ron « Ero con Ginny e Neville a controllare Draco, ma quando è uscito dalla stanza delle necessità ci ha gettato addosso la polvere di oscurità istantanea peruviana ed è riuscito a svignarsela insieme ai mangiamorte. »
    « Non è stata colpa tua » ribadì Lupin fermamente.
    « Devo scambiare qualche parolina con Fred e George » continuò Ron « Che stiano più attenti a chi vendono la loro merce. »
    « Si, ma non è stata colpa loro » sostenne Lupin.
Infine arrivarono i coniugi Weasley con Fleur, mettendo quindi fine ai discorsi del gruppetto e soprattutto facendo finalmente smettere a Lupin di assolvere tutti.
    « Arthur mi dispiace » disse subito Lupin rivolto al signor Weasley « Il tuo figliuolo si è fatto la bua, ma non è stata colpa sua, Greyback è il colpevole. »
    « Cosa?! Ma… adesso che accadrà a Bill? » chiese preoccupato mentre la moglie rubava il lavoro a madama Chips.
    « Non lo sappiamo con certezza » cercò di spiegargli Lupin « Non era in atto la trasformazione, ma ci saranno di sicuro delle contaminazioni, probabilmente d’ora in poi Bill muterà il pelo ad ogni cambio di stagione e ululerà alla luna. »
    « Ed è vero… Silente è…? »
    « Si. »
    « Molly, Silente è morto » la informò il marito.
    « Sai quanto me ne frega in questo momento » disse gentilmente la signora Weasley tamponando le ferite di Bill « Il mio povero bambino! Proprio adesso che si doveva sposare! Va be’, vorrà dire che rimanderemo indietro i regali di nozze. »
    Fleur non fu molto felice nell’udire queste parole e non si fece scrupoli nel mandare la signora Weasley al diavolo. Che, diciamolo francamente, era pure ora, è dall’inizio del libro che Molly scassa le palle e tenta di mandarle all’aria il matrimonio.
    Il problema è che poi ci si mette Tonks a fare l’isterica « Ecco vedi, lei lo sposa lo stesso, non le importa se è stato morso! » urlò furiosa contro Lupin.
    « Si, ma che c’entra? » chiese Lupin.
    « C’entra che neanche a me importa! »
    « Voglio dire, che c’entra adesso? Ti sembra il momento? Non possiamo parlarne dopo davanti a una bella tazza di cioccolata fumante? »
    A interrompere questa scenetta assurda ci pensò Hagrid che, piangente come un salice, era appena giunto in infermeria « Professoressa McGranitt, l’ho fatto, ho portato il professor Silente alla camera mortuaria. »
    « Ben fatto Hagrid, ora però desidererei parlare con i direttori delle case, valli a raccattare e unisciti a noi se non ti spiace. Slughorn potrà rappresentare Serpeverde, fermalo prima che riesca a fuggire » disse la McGranitt. Quando Hagrid fu nuovamente uscito si rivolse a Harry « Vorrei scambiare due parole con te. »
    « Va bene, solo se sono doppie però » precisò Harry seguendola fuori dall’infermeria. Salirono le scale fino all’ex ufficio di Silente, ormai di proprietà della McGranitt essendo questa divenuta la nuova preside della scuola e signora indissolubile del castello.
    Entrati nell’ufficio circolare la McGranitt si guardò un po’ attorno prima di gettarsi ad abbracciare morbosamente la scrivania « Mio, mio, è tutto mio! » gioì con voce sadica. Si ricompose quando vide che Harry la guardava con sguardo allucinato « Oh, scusami Potter » disse lisciandosi la veste « Mi sono fatta sopraffare dalle emozioni. Oh, quale perdita abbiamo subito oggi! » singhiozzò asciugandosi una lacrima.
    « Ehm, non doveva parlarmi? »
    « Ah già, giusto » ricordò la McGranitt sedendosi dietro alla scrivania « Sono assai curiosa di sapere dove siete andati tu e il professor Silente questa notte. »
    « Non posso dirglielo. »
    « Suvvia, perché no? Cos’è, ti vergogni? » insistette la McGranitt « Che, siete andati al locale a luci rosse di Hogsmeade? »
    « Magari, manco sapevo ci fosse un locale a luci rosse a Hogsmeade. »
    « In effetti non mi è sembrato di vedervi durante il mio numero di striptease » convenne la McGranitt pensierosa. Harry la fissò scioccato per un po’, prima che incalzasse nuovamente con le domande « Allora, dov’è che siete andati? Credo di avere il diritto di saperlo. »
    « Il professor Silente si è raccomandato di mantenere segreta la cosa » le spiegò Harry.
    « Ma io sono io! » esclamò scioccata la McGranitt « Voglio dire, sono sicura che il professor Silente si fidasse di me, e poi scusa, il professor Silente ormai è morto, anche se me lo dici non se ne renderà di certo conto. »
    « Le piacerebbe saperlo, eh? » sogghignò soddisfatto Harry « Mi spiace, dovrà accontentarsi delle supposizioni. »
    La McGranitt borbottò irritata, in quel momento i direttori delle case entrarono nello studio.
    « Piton! » esclamò Slughorn scioccato « Chi l’avrebbe mai immaginato! E sono stato io a istruirlo! »
    « Si, ma non è stata colpa tua! » puntualizzò Lupin uscendo all’improvviso da sotto la scrivania.
    « Remus, che diamine ci facevi lì sotto? » chiese la McGranitt sconvolta.
    « Oh, scusami Minerva, cercavo di evitare di dover discutere con Tonks » spiegò sgranocchiando un kinder cereali.
    « Per l’amor del cielo, mettetevi insieme, così quella benedetta ragazza la smette di essere perennemente depressa! » esclamò la McGranitt « E’ tutto il libro che ci stressa con le sue paturnie d’amore. »
    Una volta che Lupin fu uscito in sella alla sua mountain bike, scassata per essere stata prestata a Neville, la professoressa riprese a parlare con i suoi colleghi « Ebbene che facciamo? Chiudiamo la scuola o la manteniamo aperta? »
    « Bisogna vedere se viene qualche studente o no » disse la Sprite.
    « Prima di prendere qualsiasi decisione è meglio consultare i dirigenti » puntualizzò Vitious.
    « Chiudiamo e approfittiamone per restaurare il castello » propose la Sprite.
    « Prima di prendere qualsiasi decisione è meglio consultare i dirigenti » ripetè Vitious.
    « Chiudiamo e fuggiamo alle Canarie » suggerì Slughorn.
    « Prima di prendere qualsiasi decisione è meglio consultare i dirigenti » insistette Vitious.
    « Tu Hagrid invece che consigli? » gli chiese la McGranitt che cominciava ad avere mal di testa.
    « Io rimango e insegno anche se non c’è nessuno che frequenta » dichiarò risoluto « Sembrerò un deficiente, ma non m’importa. »
    « Si, ma voglio rammentarvi che prima di prendere qualsiasi decisione è meglio consultare i dirigenti! »
    « Che stress che fai venire, Filius! » sbraitò la McGranitt « Va bene, consultiamo prima i dirigenti, sei felice adesso? Mamma mia, sono preside da nemmeno dieci minuti ed ho già l’esaurimento. »
    « Un’altra cosa professoressa » aggiunse Harry « Bisogna seppellire il professor Silente. »
    « Si, ma a quello ci penserà il becchino. »
    « Intendevo che bisognerà organizzargli un funerale » spiegò Harry « A cui possano partecipare tutti gli studenti. »
    « E’ vero » convenne la Sprite « Vorranno dirgli addio. Senza contare che il funerale di Silente sarà uno degli appuntamenti mediatici più importanti degli ultimi anni, secondo solo alla finale dei mondiali di lancio dello scopino del water. »
    All’improvviso il ritratto di uno dei precedenti presidi si rivolse alla McGranitt « Il ministro sta per arrivare, l’ho visto partire con la motoretta proprio adesso. »
    « Ti ringrazio Jones… cioè voglio dire Smith… no aspetta, è Julius, giusto? »
    « Everard » la corresse l’ex preside con un sospiro rassegnato.
    « Ah già, scusami, ma è difficile imparare tutti i vostri nomi » si giustificò la McGranitt prima di rivolgersi nuovamente a Harry « E’ meglio se te ne vai prima che arrivi il ministro. »
    Senza farselo dire due volte Harry uscì e se ne tornò in sala comune. Anziché unirsi ai compagni che si spartivano i soldi delle scommesse vinte puntando sulla morte di Silente, Harry se ne andò in dormitorio, tanto lui aveva puntato sulla morte di Sirius e aveva perso dal momento che questi era già morto. In dormitorio trovò Ron, anche lui aveva sbagliato la puntata, scommettendo sulla morte di se stesso.
    « Allora, che si dice per il castello? » gli chiese Ron quando Harry si fu seduto sul proprio letto.
    « Vogliono chiudere Hogwarts. »
    « No! Non possono farlo! » protestò Ron dopo essere rimasto dieci minuti buoni a bocca aperta per la sorpresa.
    « Eccome se possono, basta chiudere la porta a chiave » spiegò Harry « E faranno un funerale a Silente in diretta televisiva e sponsorizzato da gadget. »
    « Capisco. Ma ora basta parlare di questi argomenti deprimenti, allora dimmi, che ne è dell’Horcrux? »
    « Era fasullo, un bastardo di nome R.A.B. l’ha sgraffignato e ci ha fatto fare un sacco di fatica per nulla. » Ron rimase dieci minuti buoni a bocca aperta per la sorpresa.
    Pochi giorni dopo Harry, Ginny, Ron e Hermione erano in sala comune a scrivere sui muri. Quando Ginny si fu rotta del passatempo idiota e se ne fu andata a letto, Hermione prese da parte Harry e Ron con fare cospiratorio e li mise al corrente di quello che aveva scoperto.
    « Ehi raga, avevo ragione su Eileen Prince » disse esultante.
    « Nisba, il principe mezzo-sangue è Piton, me l’ha detto lui » la corresse Harry.
    « Voglio dire, avevo ragione a pensare che il libro fosse suo. Lei era la madre di Piton, aveva sposato un babbano, cosa che faceva del figlio un mezzo-sangue. » Ron rimase dieci minuti buoni a bocca aperta per la sorpresa, mentre Harry si malediva per non aver mostrato il libro a Silente.
    Il giorno del funerale gli studenti scesero a colazione vestiti di nero, ma la cosa non fece molta differenza, dal momento che tutti i giorni dell’anno erano vestiti così. Il ministro Scrimgeour si era accomodato sulla vecchia sedia di Piton, domandandosi come mai tutti i presenti avessero un’aria così mesta. Da questo momento in poi Harry si distrae sempre a pensare ai fattacci suoi e per riportarlo alla realtà Ginny gli da tante di quelle gomitate che potrebbe essere benissimo denunciata per percosse. Infine tutti quanti parteciparono al funerale, dove era presente quasi tutto il mondo magico e dove Hagrid suonò la canzone preferita di Silente con una chitarra scordata.
    Finita la cerimonia funebre Harry si rivolse a Ginny « Penso sia meglio se smettiamo di frequentarci » disse facendo svenire i fan della coppia, che comunque non hanno fatto altro che festeggiare per tutta la narrazione.
    « Sapevo l’avresti detto » disse lei « Avevo già letto il libro. »
    Dal momento che la ragazza sapeva già tutto e quindi non c’era bisogno di discutere ulteriormente, Harry la lasciò e si allontanò verso il lago. Pochi istanti dopo venne raggiunto dal ministro Scrimgeour.
    « Ehilà Harry, bella festa non trovi? » lo salutò bonariamente « Allora che mi dici della notte in cui Silente è morto? Gira voce che tu fossi con lui. »
    « E lei che ne sa? »
    « C’erano due manici di scopa su quella torre » spiegò Scrimgeor « Il ministero sa fare due più due, Harry. »
    « Ah, davvero? E mica dica, quanto fa? »
    « Tre. »
    « Sbagliato, fa cinque. »
    « Accidenti mi sono confuso con la tabellina dell’undici » esclamò il ministro dandosi una pacca sulla fronte « A parte questo, mi vuoi dire dove siete andati? »
    « Manco morto, non l’ho detto alla McGranitt, non vedo perché dovrei dirlo a lei. »
    « E riguardo alla proposta che ti ho fatto a Natale? »
    « Manco morto pure quella, ricordi che io sono un uomo di Silente in tutto e per tutto!» ribadì Harry assumendo una posa da statua commemorativa, ma senza pagarle lo stipendio.
    « Che palle fai venire… » detto questo Scrimgeour si allontanò e se ne tornò dal resto della delegazione che stava giocando a scala quaranta, Percy perdeva perché credeva di star giocando a memory.
    Nel frattempo Ron e Hermione avevano raggiunto Harry « Che cosa voleva il ministro? » gli chiese Hermione.
    « La stessa cosa che voleva a Natale » le spiegò Harry « Propormi di diventare il ragazzo poster del ministero, ma io ovviamente ho rifiutato, non mi allieta l’idea di dover star appiccicato a un muro. »
    Hermione si voltò a guardare il castello « E’ tremendo pensare che forse non torneremo più. Come si può chiudere Hogwarts, dico io? »
    « Con le chiavi, me l’ha spiegato Harry » rispose Ron.
    « Anche se aprisse io non tornerò » rivelò loro Harry. Ron rimase dieci minuti buoni a bocca aperta per la sorpresa .
    « Sapevo l’avresti detto » sospirò Hermione.
    « Pure tu, come Ginny, hai già letto il libro? »
    « Ma cosa farai? » gli chiese Ron.
    « Cercherò i rimanenti Horcrux e li distruggerò. Poi andrò da Voldemort e lo ucciderò una volta per tutte. Se nel frattempo dovessi incontrare Piton gli faccio un culo così » spiegò Harry « Prima però torno a rompermi un po’ dai Dursley, Silente ci teneva così tanto. »
    « Verremo anche noi » disse risoluta Hermione.
    « Dove? »
    « Dai tuoi zii » rispose Ron « Passeremo le vacanze lì, pensa alla loro faccia quando scopriranno che dovranno ospitare dei maghi. »
    Alla prospettiva di rovinare le vacanze ai Dursley i tre presero a ridere come dei deficienti. Nonostante l’avvenire incerto e pericoloso che gli si parava davanti e la resa dei conti che sapeva si sarebbe dovuta disputare tra lui e Voldemort nella via principale di un pesino del Far West a mezzogiorno in punto, Harry si sentì più leggero al pensiero che ci sarebbe comunque sempre stato il momento per fare e dire cazzate insieme a Ron e Hermione.

***

Finita, finalmente! Spero vi siate divertiti tutti e vi siate fatti delle grasse risate, se proprio non vi siete sbellicati spero almeno di essere riuscita a strapparvi qualche sorrisino ^^
Se siete interessati a leggere qualche cosa d’altro di mio, c’è, fresca fresca di pubblicazione, un’ipotetica versione demenziale del settimo libro nel mio account, Harry Potter e l’improbabile settimo libro, leggetela se ne avete voglia e nel caso non dimenticate di recensire ^^
Se invece preferite le parodie dei libri temo dobbiate fare senza per un bel po’ perché non ho intenzione di iniziarne un’altra adesso. Ovviamente non posso ipotizzarne una del settimo libro senza averlo prima letto e del resto non è detto che si presti a un’operazione del genere. Staremo a vedere ^^

Per la realizzazione di questa fanfiction si ringraziano mia sorella Angela per il sostegno e i preziosi consigli, J.K.Rowling per aver scritto il libro originale e per aver creato questa fantastica saga, il dizionario d’italiano per aver risolto i miei dubbi amletici sulla corretta grafia delle parole, i miei gatti che immagino volessero aiutarmi vista la frequenza con cui passeggiavano sulla tastiera, i professori universitari che con le loro lezioni riescono sempre a fornirti ispirazione, i Beatles i Led Zeppelin i Queen i Nightwish Mozart e la canzoncina scema di Furia cavallo del West per avermi allietato durante la scrittura ( abitudine che ho preso da poco, prima tendevo a non ascoltare molto la musica mentre scrivevo ) e last but not least chi ha commentato questa fanfiction, ovvero Strekon, Emma, Master Romy, Lunastorta92, Dark-Iori, Batsheba, Shaida Black, Call, Lothiriel, Fay, Dark Feder, Suzako, Regina delle Serpi, Hermione93, Maryon, Starliam, Sara, Judie, Minau, Moonlight Rage, Mandy JJ, Lupin e Raptor, Nonna Minerva, Marion, Samvise, Ele09, Peppe, Faf, Silvia91, Tonks78, Anya, e, ovviamente, i numerosi lettori anonimi^^

Cercate di recensire anche quest’ultimo capitolo, non fatevi minacciare ^^ ( che comunque ha il suo effetto, ogni volta che ricorro a questo metodo le recensioni raddoppiano O__O ) Se per ragioni di principio, morali o politiche(?) non volete usare lo spazio recensioni potete sempre contattarmi per mail ^^ O, se ci riuscite, telepaticamente, ma non garantisco risposte con questo metodo.
Un bacione immenso a tutti quanti!

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