La bella e il Mangiamorte

di SnowWhiteQueen
(/viewuser.php?uid=20224)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pregò ***
Capitolo 2: *** La terribile verità ***
Capitolo 3: *** Dove andrai? ***
Capitolo 4: *** Cosa cambierebbe se ti uccidessi? ***
Capitolo 5: *** La bella e il Mangiamorte ***



Capitolo 1
*** Pregò ***


Pregò

 

 

“Pentita?” chiese lui ancora abbracciato a lei.

“No, per niente, e tu?” chiese sorridente la ragazza.

“No” rispose sorridente il bel ragazzo biondo.

“Meglio così” disse la ragazza castana.

In risposta ebbe un grugnito.

Lei rise di cuore, poi domandò: “Ti ricordi come è iniziata?”

“E come faccio a scordarmelo? E’ stato il giorno più particolare della tua vita…”

 

FLASHBACK

 

Hermione camminava a tutta velocità. Era incavolata nera.

Ronald, sempre e solo lui che la faceva arrabbiare, era impossibile.

Non si rese conto che camminando era andata a sbattere contro qualcosa di duro.

Quella cosa si rivelò essere Draco Malfoy.

“Stai attenta a dove metti i piedi, Granger!” esclamò sprezzante.

“E tu stai più calmo la prossima volta!” sbottò Hermione.

Ci mancava solo lui, così la giornata poteva andare benissimo a puttane, o almeno così pensava Hermione.

“Granger, se ti vuoi alzare da sopra il mio bellissimo corpo?” domandò seccato lui.

Lei arrossì, rendendosi conto della posizione equivoca in cui stava. Ovvero, lei stava su di lui, seduta sul suo torace, e lui le aveva poggiato le mani sulla vita.

Non era equivoca, era semplicemente troppo ambigua.

“Dal tuo corpo mi ci levo, anche se ho qualche dubbio che sia bellissimo” rispose Hermione.

“Dici? E allora perché ci sono tutte quelle ragazze che mi sbavano dietro?” rispose lui con un ghigno.

“Sgualdrine” borbottò Hermione.

“Sì, ma sono molto più attraenti di te… mi sembri una suora!” esclamò Draco, era molto divertito.

“Sarò anche una suora, ma io non vado a letto con il primo che mi capita giusto perché quello sta in astinenza di sesso!” sbottò la Grifondoro.

“E cosa ci posso fare io? Ancora devi imparare a conoscere gli uomini. E credo che forse, se ti slacciassi un po’ la camicetta invece di tenerla ermeticamente chiusa, molti ragazzi ti verrebbero dietro…” ghignò il Serpeverde.

 Lei lo guardò con aria di sfida,  lui raccogliendo la sfida si avvicinò e le mise le mani sul primo bottone.

“Cosa fai?” chiese Hermione terrorizzata.

“Ti sbottono la camicia” rispose lui con ovvietà.

Fulminea gli diede uno schiaffo.

Malfoy si portò una mano sulla guancia ancora arrossata e disse: “Hai paura di me?”

“Mai” rispose lei.

“Bene”.

E ancora più velocemente lui le posò le labbra sulle sue.

“Sai che non ho più paura?” domandò lei.

“L’ho sempre saputo, Granger”.

 

FINE FLASHBACK

 

“Ora devo andare” disse Draco.

“Perché? Perché ti ostini a fare il Mangiamorte? Se rimani potremo fare qualcosa, insieme!” esclamò lei, anche se sapeva la risposta benissimo.

“Lo sai benissimo” disse freddo lui.

“Sì, lo so. Beh, allora addio, Draco” disse sconsolata Hermione.

Lui sorrise, poi disse: “Almeno ci rivedremo, questo lo sai…”

“Sì, certo! Ci rivedremo alla battaglia finale, che bella consolazione! Io auror, tu Mangiamorte…” e rise. Una risata vuota e amara.

“Ma almeno ci rivedremo” ripeté Draco.

Lei si avvicinò a lui, e lo baciò con passione.

“E’ arrivata l’ora” disse.

Poi aggiunse: “Ti amo Hermione”.

Lei alzò lo sguardo verso il viso del suo amante.

“Davvero?” domandò stupita.

“Davvero”.

Detto questo se ne andò in un fruscio di stoffa di seta.

“Anche io ti amo, Draco” mormorò lei all’aria.

 

Pregò, quella notte, Draco Lucius Malfoy pregò.

Pregò per lui, per Hermione, per la fine di quella stupida guerra, per la fine di tutte le sofferenze.

Pregò lui, che non aveva mai creduto in nessun Dio, che non si era mai inginocchiato di sua volontà davanti a nessuno.

Pregò lui che un tempo credeva di essere un Dio.

Pregò lui che si faceva beffe degli altri credendosi superiore.

Pregò per la vita dell’umanità.

Pregò, in cuor suo, di vivere per avere il ricordo di lei. Della sua Mezzosangue.

 

Ed intanto il rumore sordo della battaglia si faceva strada nel suo cuore ormai vuoto.

Inconsapevole che una ragazza, davanti a lui, pensava le stesse cose.

Ma consapevole che impugnando la bacchetta, avrebbe tentato di mettere fine a quella guerra voluta da un essere senza cuore, cosa che anche lui credeva di non avere, ma che grazie a lei, aveva scoperto di avere.

E nella sua mente aleggiava solo una frase, ripetuta in continuazione:

 

fa che il mio cuore potrà ancora battere per lei, un giorno…

 

Ma quella era più una speranza, o forse era una preghiera?

 

 

***

 

 

Fan fiction scritta molto tempo fa, a dire il vero l’ho scritta quando è morto il fratello di Silver, una mia carissima amica. Cioè tre anni fa.

E questa la vorrei dedicare a lei, a Silver_Slytherin, che mi fa ridere e piangere, che mi consola e si fa consolare, che mi vuole bene e si fa volere bene. Grazie!

Baci a tutte/i

 

SnowWhiteQueen

 

P.s.: stavo pensando di scrivere il seguito, ditemi cosa ne pensate, per favore. Grazie.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La terribile verità ***


La terribile verità

 

 

“Ed intanto il rumore sordo della battaglia si faceva strada nel suo cuore ormai vuoto.

Inconsapevole che una ragazza, davanti a lui, pensava le stesse cose.

Ma consapevole che impugnando la bacchetta, avrebbe tentato di mettere fine a quella guerra voluta da un essere senza cuore, cosa che anche lui credeva di non avere, ma che grazie a lei, aveva scoperto di avere.

E nella sua mente aleggiava solo una frase, ripetuta in continuazione:

fa che il mio cuore potrà ancora battere per lei, un giorno…”

 

Londra, ore 19.25, Leicester Square

 

“Crucio!” ruggì un Mangiamorte alla sua sinistra.

Urla. Urla strazianti crebbero di volume, mischiate alla risata sguaiata dell’uomo che si divertiva a torturare quella povera ragazza.

“Avada Kedavra!” esclamò un'altra figura.

Un lampo di luce verde dritto al cuore di Neville Paciock.

Sciocco ragazzo, lui l’aveva sempre detto, non doveva partecipare a quella guerra, lo sapeva bene, ma era troppo fedele a Potter.

“Crucio!”

“Protego!” urlò una voce.

Quella voce.

Si girò di scatto, e la vide. La vide lì, mentre la sua chioma ondeggiava per schivare i colpi dei Mangiamorte, la vide orgogliosa di quello che faceva.

Si guardò intorno.

Ronald Weasley, l’ufficiale ragazzo della sua amante. Che buffo, lei non lo amava, e lui era un illuso, ma mentre lo vide combattere capì che forse lui aveva fatto la cosa giusta a tentare di non lasciarsi sfuggire Hermione.

Lui no, invece. Lui se l’era lasciata sfuggire. Lui, Draco Lucius Abraxas Malfoy, che si era innamorato. Se l’avessero detto ai tempi della scuola sarebbe stata considerata un battuta, ed invece era la verità. La terribile verità.

Vide Ginevra Molly Weasley, la ragazza di Potter per eccellenza, e vedeva anche nei suoi occhi l’orgoglio per quello che faceva.

Vide tantissime altre faccie.

Remus Lupin, Ninfadora Tonks, Lavanda Brown, Calì Patil, Seamus Finnigan, Dean Thomas, Luna Lovegood, Cho Chang, Arthur Weasley, Molly Weasley, Kinsgley Schacklebolt e tanti altri.

Vide Potter. Potter, pensò con un sorriso amaro.

Forse sarebbe dovuto stare dalla sua parte, così forse avrebbe avuto un futuro con la donna che amava. La sua amante, cosa da non crederci, erano usciti da due anni da Hogwarts, e per due anni si erano amati in segreto.

Schivò un incantesimo diretto a lui, ma non torturò, non uccise, stette fermo, nel mezzo della battaglia, della guerra.

Vide una sola cosa. Un incantesimo diretto a lei, e non si poté trattenere dal proteggerla, urlando avada kedavra su quello che doveva essere Theodore Nott, che stava per uccidere Hermione.

Vide quello, e non vide più niente, solo il buio, le tenebre…

… e poi una mano calda che gli accarezzava il braccio.

 

 

***

 

 

Spazio autrice mortificata: mi dispiace che questo chap sia così corto, sono davvero mortificata, ma se avessi continuato avrebbe perso al suspence. Voglio ringraziare tutte le recensitrici, che mi hanno esortato a scriverne un seguito.

Molto presto posterò il terzo capitolo, che sarà molto più lungo e sostanzioso di qusto.

 

Julya

 

Ringraziamenti:

 

Silver: tesoro, grazie di cuore. Mi fa molto piacere che tu l’abbia apprezzata. Per quanto riguarda l’uccellino, io uccido Abbigail che deve dire sempre tutto! XD Baci

 

Dark Angel: ecco il seguito, fammi sapere cosa ne pensi, e scusa per la lunghezza (o forse dovrei dire cortezza) del capitolo! Baci

 

white_tifa: sono contenta che sia riuscita ad esprimere bene la disperazione di Draco, perché era proprio quello che volevo esprimere… ti chiedo scusa per questo chap, che è veramente corto. Grazie mille della recensione, bacissimi

 

giuliastarr: meno male che è partita bene, fammi sapere cosa ne pensi… baci

 

SweetChocolate: dimmi se hai fatto bene ad aspettare, eh! ^^ Baci

 

ginny93: allora, direi che scrivi bene, anche se non è esattamente del mio genere la tua fan fiction. Comunque grazie! Baci

 

ginnyred: chiedo perdono anche a te per un seguito così corto, ma poi verrà il terzo capitolo, che sarà molto più sostanzioso. La prima parte anche a me è sembrata frettolosa, infatti la devo rivedere, per il fatto che Draco ha pregato, mi sono ispirata ad esperienza personale, perché io non credo in Dio… ed ho pregato un’unica volta, per qualcosa di tragico. Grazie per la recensione, baci

 

herm85: scusa tantissimo se non ho recensito la tua fan fiction, scusa tantissimo. Allora, beh… grazie per i complimenti, e penso che fare dei personaggi troppo OOC sia da stupidi, perché poi mi stravolgono la storia, perciò ho voluto lasciare la coerenza e spero che ti sia piaciuto, anche se è corto, il prossimo supererà tutte le aspettative di lunghezza, per i miei standard, o almeno spero. Bacissimi

 

Jessire: grazie! Dimmi se ti è piaciuto! Baci

 

MissMalfoy: ma che nome interessantissimo che hai! ^^ Diciamo che non mi dispiacerebbe essere la signora Malfoy… e da quanto vedo nemmeno a te! Comunque grazie per i complimenti e sono contenta che mi seguirai in caso continuassi, il continuo eccolo, sebbene sia corto, spero che ti piaccia, in attesa del terzo capitolo. Bacissimi

 

tigra88: eccolo qui il seguito, anche se non spiega nulla di importante, ho preferito postarlo così, perché se lo univo al capitolo successivo mi avrebbe rovinato tutto. Fammi sapere cosa ne pensi, baci

 

XxXafeliaXxX: grazie di aver recensito anche questa storia! Comunque il mio nome si pronuncia “alla spagnola”, nel senso che la J si pronuncia come la H in inglese, perciò aspirata… ok? Bacissimi

 

Julya

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Dove andrai? ***


N.b.: se volete, siate provviste della canzone Where will you go degli Evanescence, vi servirà per capire le emozioni di Hermione… baci

 

***

 

Londra, ore 16.45, Grimauld Place, 4 giugno 1999

 

Una mano delicata gli accarezzava il braccio.

Chi era?

Aprì un occhio e vide il viso della persona che tormentava i suoi pensieri, i suoi sogni, ed ora ce l’aveva davanti.

“Ah, ti sei svegliato, Malfoy” disse lei rendendosi conto che il “malato” aveva aperto gli occhi.

“E meno male, così almeno ci spiegherà qualcosa di interessante…” cominciò Harry Potter.

Oh no! Pensò Draco, forse era meglio che fosse stato ucciso.

Malfoy, ci spieghi cosa è successo? Perché hai salvato Hermione? Lo sai che ti hanno levato il Marchio Nero?” chiese Ron, mentre abbracciava possessivamente la sua ragazza.

Hermione guardò Draco negli occhi, dove lui lesse molte cose, ma quella che lo colpì più di tutti fu il rammarico.

“Calmo Weasley. Io non mi ricordo nulla… so solo che ho lanciato un protego per difendere Hermione, e poi sono svenuto” disse risoluto.

“Hermione? Hai chiamato lei con il suo vero nome, l’hai chiamata Hermione?” chiese Ron scioccato.

“Sì, non è quello il suo nome? Va bene che non mi ricordo le ultimo 24 ore, ma come si chiamano le persone lo so”, stava per dire le persone che amo, ma si trattenne saggiamente dal dirlo.

“Non mi convinci Malfoy…” disse Harry, gli occhi ridotti a due fessure.

Draco imprecò e si alzò, mettendosi seduto.

E fu la cosa più stupida che fece quel pomeriggio, perché facendo così, la catenina d’ora che aveva appesa al collo, come quella di Hermione, cadde.

Lui fece per abbassarsi, ma Ron fu più veloce, per grande sfortuna di Draco ed Hermione.

“Questa catenina mi ricorda qualcosa…” disse pensoso il Weasley.

“… è come quella di Hermione!” esclamò Harry, come illuminandosi.

“No, non è vero” disse Draco ed Hermione si limitò ad annuire.

“Non è che l’hai strappata ad Hermione quando l’hai salvata, magari è la stessa?” domandò Harry.

Sia lodato Harry, sia lodato Harry! Pensarono in quello stesso momento Draco ed Hermione.

“Infatti, perché la mia non la trovavo più” esclamò Hermione come se si fosse ricordata solo il quel momento che non la trovava.

“Comunque non siamo qui per parlare di catenine, ma di cosa è successo!” sbottò Draco, sviando il discorso.

“Già… beh, Harry ha ucciso Voldemort!” esclamò Hermione traboccando di gioia. La voglia di baciare Draco era immane, ma si dovette trattenere, facendo un sorriso smagliante.

“Davvero?” chiese Malfoy, non molto stupito a dire la verità.

“Sì! E penso che se ci dici i nomi di alcuni Mangiamorte potresti essere liberato… e… Herm, Hermione! Oddio!” esclamò Harry vedendo Hermione che si accasciava sul pavimento.

 

---

 

Londra, ore 17.00, rovine di Leicester Square, 4 giugno 1999

 

“Come faremo ora?” si disperava Bellatrix Lestrange.

“Zitta, Bella! Se non fosse stato per mio figlio!” ruggì Lucius Malfoy molto arrabbiato.

“Malfoy, noi gli abbiamo tolto il Marchio dal braccio…” cominciò titubante Peter Minus.

“E come avete fatto?” chiese il Mangiamorte biondo.

“Non lo so, ci ha pensato Nott. Comunque volevamo ucciderlo, ma abbiamo pensato che levandogli il Marchio avrebbe sofferto di più…” disse di nuovo Codaliscia.

“Avete fatto bene… ma ora dov’è?”

“L’ha portato via quello Sfregiato di Potter” disse tra i denti Bellatrix.

“Cosa?” si stupì Lucius.

“E’ proprio così…” disse Narcissa Malfoy, guardandosi attorno.

C’erano tante rovine ammassate, rovine di vecchi cinema babbani, di locali alla moda, di case normali. Ad un qualsiasi essere umano quello spettacolo avrebbe fatto gelare il sangue nelle vene, ma non a loro, gli ultimi fedeli del Signore Oscuro, e fieri di esserlo.

“Cosa facciamo ora?” chiese Nott senior.

“Andiamo a vendicarci” affermò risoluto Lucius Abraxas Malfoy.

 

---

 

Londra, ore 17.15, San Mungo, 4 giugno 1999

 

Hermione si svegliò con il mal di testa ed un grande senso di nausea.

Dove si trovava?

“Si è svegliata, sono contenta signorina Granger!” esclamò un’infermiera, poi aggiunse: “Le vado a chiamare i suoi amici?”

Hermione ancora stordita annuì. E subito entrarono nella stanza Harry e Ron, non c’era Draco, pensò Hermione; ma si sbagliava perché appena la porta fu chiusa lui si levò il mantello dell’invisibilità.

“Come stai Hermione?” chiese Harry con un sorriso smagliante.

“Sto bene! Non c’era bisogno di portarmi all’ospedale! Come vi è venuto in mente!?” sbraitò lei.

“Non urlare, Granger, fa male al bambino” disse Malfoy beffardo.

“Al bambino?” chiese Hermione senza capire.

“Al bambino, sì Hermione! Sei incinta!” esclamò il bambino-sopravvissuto.

“Cosa? No no no! Non è vero! Non ci posso credere!” disse Hermione tra le lacrime.

“Puttana!” esclamò Ron alla sua presunta ragazza.

“Cosa?” domandò Harry che non ci stava capendo nulla.

“Noi… noi non abbiamo… non abbiamo mai…” cominciò Ron balbettando dall’imbarazzo e dalla rabbia.

“Davvero?” chiese Harry ad Hermione.

Lei si vide costretta ad annuire, Harry bisbiglio un sommesso: “Chi?”

Ma Hermione era entrata in bagno con le lacrime agli occhi e ci si era chiusa; Ron invece stava immobile in piedi vicino al letto; Harry seduto dove poco prima c’era la sua migliore amica e Draco su una sedia lì vicino.

“Granger! Esci dal bagno e spiegaci!” sbottò Malfoy, che non vedeva l’ora che quella questione finisse.

“No, no! Come ho potuto essere così sciocca? Come ho potuto?” urlò lei piangente.

“Hermione” mormorò Harry, “ti prego esci, non ti voglio dire niente, ma una spiegazione me la devi…”

Si decise ad uscire e andò davanti ad Harry.

“Hermione spiegami per piacere…”, mentre Ron continuava a bisbigliare puttana.

“Vedi, non ci crederesti mai, ma lo amo. Ci siamo incontrati a scuola ed è nato per gioco, quando ancora non stavo con Ron, poi è successo quello che è successo, la morte di Fleur, la disperazione ed io non volevo deludere tutti, così mi sono messa con Ron. Ma la relazione esisteva ancora e…” cominciò Hermione ma venne interrotta.

“Chi? Dimmi chi! Dimmelo che voglio spaccare la faccia a quel bastardo!” sbraitò Ron.

Hermione scosse la testa e disse: “E’ meglio che non lo sai, Ron, fidati…”

“Fidarmi? Ma come pensi che possa fidarmi dopo quello che hai fatto con un bastardo di cui ora non mi vuoi dire nemmeno il nome?” urlò lui.

Non lo chiamare bastardo!” sibilò Hermione, “e non ti permettere di trattarmi così! Tanto sarebbe finita, sarebbe finita e io sarei stata con te! Con lui non può durare! Tu non capisci, non capirai mai quanto lo amo! Ma non poteva continuare, non poteva…” disse Hermione di nuovo con le lacrime.

“Perché? Perché non poteva continuare?” chiese Harry, accarezzando i capelli dell’amica.

“Perché è un Mangiamorte” disse Draco Malfoy, sorprendendo tutti.

“E tu come lo sai? Che faceva quel bastardo? Si scopava la mia ragazza e ve lo veniva a raccontare a voi?” domandò sarcastico Ron.

“No, perché lui l’amava e la ama tutt’ora, ma non poteva continuare quella storia. E poi non sono fatti tuoi il perché lo so!”

“Si invece che sono fatti miei! Lo sono eccome! La mia ragazza è incinta e non sono affari miei!?”

“Infatti Weasley, te lo ripeto non son…” ma non finì la frase, perché Harry lo interruppe:

“No, non può essere così. Dimmi di no Hermione…” sussurrò. Sembrava una supplica.

“Cosa Harry?” chiese lei, il suo migliore amico aveva capito, e non era una consolazione.

“La catenina, ti ha salvato…” cominciò Harry, ma a quel punto anche a Ron era venuto l’illuminazione.

“Tu!” ruggì contro Malfoy, “tu! Sei tu che hai messo incinta la mia ragazza! Sei un porco bastardo…” stava per lanciargli un incantesimo, ma Hermione gridò: “NO!”

“Cosa c’è?” chiese Ron stupito dall’interruzione.

“Ma non capisci? Non capisci che NON TI AMO? Non lo capisci? Pensavo fossi più intelligente…” disse Hermione.

“E chi ameresti? Lui?” domandò Ron, la sua sembrava una risata.

Hermione annuì e Draco le andò vicino per abbracciarla, ma il Weasley lo fermò dicendo: “Non ti avvicinare a lei!

Questa volta Hermione non resistette, andò davanti a Ron e gli diede uno schiaffo, poi si fiondò ad abbracciare Draco, che le prese il viso tra le mani e lei disse: “Ti seguirò, ma dimmi dove andrai, non scappare…”

 

You’re too important for anyone
You play the role of all you want to be
But I, I know who you really are
You’re the one who cries when you’re alone

But where will you go
With no one left to save you from yourself
You can’t escape
You can’t escape

You think that I can’t see right through your eyes
Scared to death to face reality
No one seems to hear your hidden cries
You’re left to face yourself alone

I realize you’re afraid
But you can’t abandon everyone
You can’t escape
You don’t want to escape

I’m so sick of speaking words that no one understands
Is it clear enough that you can’t live your whole life all alone
I can hear you in a whisper
But you can’t even hear me screaming

I realize you’re afraid
But you can’t reject the whole world
You can’t escape
You won’t escape
You can’t escape
You don’t want to escape

Evanescence – Where will you go

Sei troppo importante per tutti

C’è qualcosa di sbagliato in qualunque cosa vedi

Ma io, io so chi sei realmente

Tu sei l’unico che piange quando sei solo

 

Ma dove andrai

Con nessuno che ti salva da te stesso

Non puoi scappare

Non puoi scappare

 

Tu pensi che io non posso vedere il giusto nei tuoi occhi

Nessuno sembra ascoltare i tuoi pianti nascosti

Tu hai lasciato il tuo viso solo

 

Mi rendo conto che sei spaventato

Ma tu non puoi abbandonare tutti

Tu non puoi scappare

Tu non vuoi scappare

 

Sono così stanco di parlare parole che nessuno capisce

È abbastanza chiaro che tu non puoi vivere tutta la tua vita solo

Posso sentirti in un sussurro

Ma tu non puoi mai sentirmi urlare

 

Mi rendo conto della tua paura

Ma tu non puoi rifiutare il mondo intero

Tu non puoi scappare

Tu non scapperai

Tu non puoi scappare

Tu non vuoi scappare

 

***

 

Spazio autrice: grazie grazie! Sono così contenta che la storia vi sia piaciuta.

Ora mancano uno o due capitoli per finirla. Diciamo che il capitolo in per sé non è lungo, ma per i miei standard è chilometrico. Spero che vi sia piaciuto.

Non ho resistito a mettere la mia canzone preferita!

 

Julya

 

XxXafeliaXxX: eccotelo qui il capitolo, e non hai manco dovuto aspettare molto! Dimmi cosa ne pensi! Baci

 

ginny93: grazie, spero che ti sia piaciuto anche questo! Baci

 

camyxpink: ecco qui il capitolo, spero ti sia piaciuto. Per il fatto di Draco, io penso che in una battaglia ci sia molto caos e ognuno pensi a se stesso, perciò se qualcuno non combatte nessuno se ne accorge… ma è la il mio pensiero, fammi sapere cosa ne pensi. Baci

 

white_tifa: siccome già era pronto, non sono riuscita a non postarlo! Perciò eccotelo qui, e dimmi se ti piace! Bacissimi

 

Julya

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Cosa cambierebbe se ti uccidessi? ***


“Sei hai la febbre e tu lo sai batti le mani, se hai la febbre e tu lo sai batti le mani, se hai la febbre e stai tanto male batti le mani, se hai la febbre e tu lo sai batti le mani…”

Poi le persone dicono che fortuna e sfortuna non esistono, io sono del parere contrario, è possibile che a luglio mi sposo, oggi dovevo andare a vedere le bomboniere e gli inviti e… mi viene la febbre! Non è possibile, così, in mancanza di meglio da fare, oggi mi dedico alla fan fiction, e spero che vi piaccia! Baci

N.B.: in corsivo sono messi i pensieri di Hermione, mentre i dialoghi sono normali.

I pensieri di Lucius sono sottolineati in corsivo.

Julya

 

 

Londra, ore 18.00, San Mungo, 4 giugno 1999

 

“Hermione, mi dispiace tanto, sono felice per te, ma credo che ti sei comportata molto male con Ron, e per questo gli devi chiedere almeno scusa… non ti posso assicurare che capirà, perché lui ti ama, ma provaci. Perché in questa guerra non si può continuare a dividerci, ma dobbiamo rimanere uniti e sai come è fatto Ron, vai e fai quello che devi fare” disse Harry ad Hermione, dopo che Ron fu uscito dalla stanza e si fu seduto su una sedia di fuori con il viso tra le mani.

Harry aveva detto parole sante. La guerra era tutto quello che aveva fatto sì che succedessero tutte quelle cose.

Se non c’era la guerra avrebbe potuto continuare a frequentare Draco, non si sarebbe messa con Ron inutilmente, non sarebbero state uccise tante persone innocenti. Ma la cosa più importante era che quella stupida guerra si combatteva per difendere il mondo da un pazzo, non era la loro guerra, non era di nessuno.

Anche guardandosi intorno vedeva la disperazione, la stanza dell’ospedale era stata ristrutturata recentemente, leggeva disperazione negli occhi di Harry che le supplicavano di cercare di riparare il danno fatto, la leggeva negli occhi di Draco e vedendosi allo specchio la lesse chiaramente nei suoi stessi occhi. Quegli occhi che quando andava ad Hogwarts erano vispi e attenti ad ogni minimo movimento, sempre pronti ad intercettare qualcosa di illegale, ora sembravano morti.

Annuì lentamente ed uscì.

Lo trovò seduto su una sedia, con il viso tra le mani, in lacrime. Gli si avvicinò lentamente e si sedette accanto a lui.

Non avrebbe detto nulla, se ora lei gli avrebbe parlato. Doveva aspettare, e se serviva per la fine della guerra, avrebbe aspettato volentieri.

Passarono due minuti, cinque, dieci, mezz’ora, un’ora, poi lui disse: “Cosa vuoi da me? Non ti basta quello che mi hai fatto?”

Era dispiaciuta, Ron era come un fratello per lei, come Harry, e non voleva distruggere quel legame che si era creato tra di loro. Ma forse, lo aveva già distrutto.

Rimase zitta, e quando lui si girò e la prese per le spalle lei sussultò.

“Ascoltami bene, Hermione, perché lo dico una volta sola. Io ti amo, e tu lo sai bene, ma non credo che se anche tu non mi ami, per te non valgo niente”.

“Infatti io…” intervenne Hermione, ma Ron la zittì con un cenno.

“Perciò io ti perdono Hermione, anche se non dovrei. Ti perdono perché so benissimo che se siamo divisi i Mangiamorte rimasti ci sconfiggeranno, facendo forza sulle nostre debolezze. Per questo ti perdono, ma non posso dire di essere felice per te, perché non mi è mai piaciuto, ma se tu lo ami mi sta bene. Ma sappi una cosa: se ti prova ad abbandonare, io lo uccido con le mie stesse mani” concluse Ron.

Hermione cercò di sorridere tra le lacrime.

Non aveva distrutto la loro amicizia, Ron aveva capito, e questo la rendeva piena di gioia.

“Oh Ron!” e lo abbracciò stretto, prima di svenire un’altra volta.

“Hermione! Oddio, infermiera, infermiera! Venga qui!”

 

---

 

Londra, ore 20.00, vicino il San Mungo, 4 giugno 1999

 

“Malfoy, signore! Come agiremo?” chiese un Codaliscia impaziente.

Certo che Peter Minus è stupido, chissà cosa se l’è tenuto a fare il Signore Oscuro dopo che gli ha fornito le informazioni sui Potter…

“Non lo so, zitti! Fatemi pensare!” sibilò ai Mangiamorte.

… cosa si poteva fare? Di certo non potevano entrare al San Mungo ed uccidere Potter inosservati, quello era da escludere, potevano entrare dalla finestra…

“Bella, vieni qui” e fece cenno a Bellatrix Lestrange.

“Dimmi, Lucius” disse lei.

“Credi di poter entrare dalla finestra?”

“Come faccio? Non sono mica invisibile io! Mi servirebbe un mantello dell’invisibilità, così riuscirò ad entrare senza essere vista, poi vi aprirò la finestra e voi entrerete, ma è rischioso Lucius, troppo rischioso, e noi non possiamo permetterci di rischiare: siamo troppo pochi…” disse ragionando Bellatrix.

Doveva ammettere che aveva cervello, e pure molto, l’unica pecca era che aveva permesso a Narcissa di fare il Voto Infrangibile con Severus, quel doppiogiochista, che come tutti i doppiogiochisti era finito male. Molto male.

“Bene, faremo così allor…” ma venne interrotto da sua moglie, che disse: “Non è saggio mandare Bellatrix, è troppo importante per voi, andrò io, che sono più magra ed agile, e se mi uccidessero non conterei nulla. Lo considero come il ripagamento al danno che ho fatto tre anni fa”.

Che stia dicendo la verità? Speriamo di sì…

“Va bene Narcissa, credo che si possa fare” asserì lui.

Bellatrix sogghignò, “Così, sorella, ti sei resa conto del danno che hai fatto… bene, ora sei una vera Black!”

“Serve il mantello però, chi ce l’ha, Lucius?” sviò il discorso Narcissa.

“Io” disse lui semplicemente, evocando un mantello dal nulla, “era di mio padre” spiegò.

“Bene, allora addio” si congedò Narcissa, ma i Mangiamorte non avevano idea di quello che poteva fare lei, una stupida Black, repressa per anni dal marito.

Scalò con agilità il piccolo palazzo, individuata la stanza di Potter, aprì lentamente la finestra.

 

---

 

Londra, ore 20.10, San Mungo, 4 giugno 1999

 

“Ti sei svegliata, mi stavi facendo preoccupare!” esclamò Draco appena Hermione aprì un occhio, e nemmeno rendendosi conto fu in tre secondi incatenata alle sue labbra.

Che bel risveglio… peccato che ci sono Harry e Ron!

“Draco, cosa è successo? Sono svenuta un’altra volta?” chiese Hermione, ben sapendo la risposta.

“Sì, sei svenuta, Weasley ha chiamato l’infermiera e io mi sono dovuto rimettere il mantello dell’invisibilità, finché non se ne è andata…” le spiegò dolcemente Draco Malfoy.

Draco Malfoy dolce? Doveva essere veramente preoccupato…

“Che tragedia Malfoy! Sono stati sono venti minuti!” esclamò Harry.

“Venti minuti a soffoc…” cominciò lui, ma Hermione intervenne dicendo: “Fa freddo, Ron, puoi chiudere la finestra?”

Appena Ron si avvicinò non successe esattamente quello che doveva succedere, perché venne respinto indietro da una forza invisibile, e sbatté contro il letto di Hermione.

La figura si tolse il mantello, e tra lo stupore di tutti disse: “Sono qui per aiutarvi, Draco, non voglio che muori”.

Narcissa Malfoy.

Non è possibile! Lei è una Mangiamorte!

“Madre, credo che i tuoi amichetti ti stiano aspettando” sibilò freddo il figlio.

“No, Draco loro stanno arrivando, e io vi sto avvertendo, a discapito mio, unicamente mio” spiegò Narcissa, prima di venire freddata da un lampo di luce verde, da dietro.

Sulla finestra c’era, in tutta la sua eleganza, Lucius Abraxas Malfoy, con un ghigno stampato sulle labbra.

“Vedi Draco, nemmeno quella sciocca di tua madre ti ha salvato!”

“Sei un mostro! Hai ucciso tua moglie!” urlò Draco, infuriato.

Harry non perse tempo a scaraventarsi contro gli altri Mangiamorte che avevano raggiunto il primo. Uccise senza difficoltà Minus e Nott senior ed ingaggiò un duello contro Bellatrix Lestrange, intento a vendicare il padrino.

Draco si buttò contro il padre, ma lui fu più veloce, afferrando il figlio per il polso lo girò e gli puntò la bacchetta alla gola.

“Avanti, uccidimi. Uccidimi per aver aiutato la persona che amo!” disse Draco, la voce poco più che un sussurro.

“Cosa cambierebbe se ti uccidessi? Siamo entrambi già morti” disse Lucius, e lasciò andare Draco.

“Io non sono morto! Se devi vivere tutta la vita strisciando come un verme, alzati e muori!” urlò il figlio, prima di spingere il padre con tutte le sue forse contro la finestra, per poi farlo cadere nel vuoto.

E con quel gesto, finì la guerra e finì l’odio. E Draco pensò che forse, però, un po’ di Lucius Malfoy stava dentro di lui… perché quando si girò non provò dolore, gioia, rancore, rimpianto. Non provò nulla vedendo i corpi morti. E l’odio fa questo.

 

Quando odiamo qualcuno, odiamo nella sua immagine qualcosa che sta dentro di noi...

O forse erano solo bugie?

 

 

Bound at every limb by my shackles of fear
Sealed with lies through so many tears
Lost from within, pursuing the end
I fight for the chance to be lied to again

You will never be strong enough
You will never be good enough
You were never conceived in love
You will not rise above

They'll never see
I'll never be
I'll struggle on and on to feed this hunger
Burning deep inside of me

But through my tears breaks a blinding light
Birthing a dawn to this endless night
Arms outstretched, awaiting me
An open embrace upon a bleeding tree

Rest in me and I'll comfort you
I have lived and I died for you
Abide in me and I vow to you
I will never forsake you

 

Evanescene – Lies

***

 

“Cosa cambierebbe se ti uccidessi? Siamo entrambi già morti” frase deliberatamente presa dal telefilm Lost, (What would change if you killed to you? We are both already died).

Se devi vivere tutta la vita strisciando come un verme, alzati e muori” (Jim Morrison)

“Quando odiamo qualcuno, odiamo nella sua immagine qualcosa che sta dentro di noi…” (Jim Morrison)

 

---

 

Spazio autrice: cosa ve n’è sembrato? Spero che vi sia piaciuto.

Ho trovato quelle frasi appropriate per il contesto in cui le ho messe, soprattutto quella di Lost mi ha colpito molto. Ci sentiremo il più presto possibile, perché voglio scrivere un piccolo epilogo, ditemi se vi va bene…

 

Julya

 

Ringraziamenti:

 

ginny93: dimmi cosa ne pensi, grazie per i complimenti! Baci

 

Babe: sono contenta che la canzone ti sia piaciuta, perché trovo che calzi a pennello con i sentimenti di Hermione e Draco, e anche io adoro gli Evanescence. Dimmi cosa ne pensi delle frasi che messo… baci

 

white_tifa: Ron è un coniglio… io l’ho sempre pensato! XD Comunque, in questa fan fiction ho voluto farlo mettere a posto, perché per le riflessioni di Harry all’inizio del chap, sono anche le mie di riflessioni, perché penso che in una guerra se si è divisi non si va da nessuna parte. Poi è vero, nelle Draco/Hermione Lenticchia sta sempre in mezzo a fare il broccolo… o forse non lo fa, lo è direttamente. Poi ti volevo anche dire della recensione sull’altra mia fan fiction, grazie… anche se non ho comprato un vestito da sposa grande e sfarzoso, perché non mi piacciono troppo le perline e le cose varie, ma mi piace essere sobria… glassssie! ^^ Bacissimi

 

camyxpink: e spero che anche questo sia pieno di rivelazioni… o meglio, di sconvolgimenti, per la mia velocità, diciamo che la storia l’avevo già scritta, ma mi serviva l’occhiata della mia beta fidata Silver_Slytherin, senza di lei non vado da nessuna parte! Sono contenta che ti sia piaciuta e dimmi se pensi che l’epilogo vada fatto… non ti assicuro però il “vissero felici e contenti”… bacissimi

 

Silver_Slytherin: grazie tesorina mia! Lo so che Ron dovrebbe morire, ma gli ho voluto dare una chance! Bacissimi

 

Julya

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** La bella e il Mangiamorte ***


Londra, ore 20.30, casa Malfoy, 24 dicembre 2014

 

“Hermione! Ci sei?” chiamò a gran voce Ginny.

“Sì, arrivo! Aspetta un attimo, sistemo Jo e arrivo!” rispose una voce dalla camera da letto dell’appartamento.

Hermione Granger aveva una figlia, di quindici anni, che si chiamava Josephine. Tutti si chiedevano perché lei l’avesse chiamata così, ma in pochi lo sapevano veramente.

Molti pensavano che era un nome della famiglia di Hermione, altri dicevamo che era il secondo nome di Hermione, altri ancora dicevano che era il secondo nome di Narcissa, la madre di Draco Malfoy.

Inutile dire che tutti si sbagliavano di grosso, quel nome era solo una speranza per Hermione. Quando, all’età di 12 anni aveva letto uno dei romanzi babbani più conosciuti aveva deciso che sarebbe stato quello il nome di sua figlia, sempre se ce l’avesse avuta.

Quel romanzo è il romanzo che tutte le piccole donne avevano letto almeno una volta, quel romanzo che parlava di Meg, la più grande delle sorelle, di Beth la tranquilla, di Amy la vanitosa e di Josephine, Jo per tutti. E da lì Hermione aveva preso il nome della sua piccola, perché sperava che un giorno sua figlia sarebbe diventata forte, con degli ideali da portare, speranza non vana.

Jo era una ragazzetta di quindici anni tutti da vendere, aveva i capelli castano ramato della madre e gli occhi grigi del padre, era una strega ed era finita a Serpeverde.

Inutile dire che era una delle più belle ragazze di Hogwarts, se non la più bella. Aveva ereditato l’eleganza del padre e il carisma della madre, molti dei ragazzetti della sua età le andavano dietro, e lei non se li degnava nemmeno di uno sguardo, suscitando il malcontento di tutti.

Aveva due amici da cui non si separava mai: Johnathan Zabini e Michael Potter, John era Serpeverde fino alla nausea, Mickey invece era Grifondoro quanto l’altro era Slytherin, ma Jo sapeva che si volevano bene, tanto bene.

Quando andavano in giro per Hogwarts tutti li additavano e bisbigliavano due Serpeverde e un Grifondoro? Che cosa è successo, si è ribaltato il Mondo? Ma loro non se ne curavano, perché la scuola era cambiata, il Mondo era cambiato, ed anche se continuavano e sussistere le case non c’era più disprezzo. Inoltre nessuno osava dirlo apertamente, per paura di quello che poteva succedere: lei era Josephine Molly Malfoy, figlia di Draco Lucius Abraxas Malfoy prigioniero ad Azkaban da quando era nata Jo e sarebbe stato liberato fra un anno: 15 anni ad Azkaban, la pena per essere stato un Mangiamorte. Poi c’era Johnathan Zabini, figlio di Blaise Zabini, ex-mangiamorte, anch’esso pentito e spedito ad Azkaban con Draco Malfoy ed infine c’era Michael, figlio di Harry James Potter e di Ginevra Molly Weasley, e perciò rispettato da tutti. Si sapeva che Mike aveva un debole per Jo, tutti lo sapevano, ma com’è normale in questi casi, la diretta interessata non lo sospettava minimamente.

Erano talmente uniti che quel Natale lo avrebbero passato tutti a casa Malfoy.

Hermione invece era andata a lavorare come impiegata, era la segretaria del ministro della magia Remus Lupin, già proprio lui, che grazie a non so quale nozionista poteva dominare il suo piccolo problema peloso, come lo prendeva in giro Harry, che intanto era diventato auror e si era sposato con Ginny Weasley.

Ron invece era il portiere di una famosa squadra di Quidditch, ed era fidanzato con una sua compagna di squadra, ora che aveva completamente dimenticato Hermione.

Ma ritornando ad Hermione, lei era felice, aveva una vita, una figlia magnifica e degli amici invidiati da tutti, ma c’era qualcosa che le mancava, ed era l’amore. Dopo che avevano condannato Draco a quindici anni di prigione non aveva avuto un uomo, nemmeno uno, benché Ginny glieli faceva conoscere a raffica, lei rimaneva fedele al suo Draco. E chissà cosa faceva lui ad Azkaban, probabilmente nulla.

“Hermione! Ti sei persa per casa?” chiamò Ginny.

Da una stanza uscì Mike che corse ad abbracciare la madre.

“Mamma! Finalmente! Dovevamo andare a cena mezz’ora fa, ma Jo non è ancora pronta! Sempre la solita!” sbuffò, per poi tornare in Sala da Pranzo seguito da Ginny.

“Scacco matto!” esultò John, dopo aver vinto la partita.

“Ma se hai barato!” protestò Mike, “sei proprio un Serpeverde! Ma ora te la facci vedere io!” urlò gettandosi sopra l’amico ingaggiando una lotta amichevole.

In quel momento uscì dalla sua stanza Josephine con Hermione dietro.

Com’erano vestiti risaltava molto la loro somiglianza, Jo aveva una molto-mini-poco-gonna, come le chiamava Harry abbinata ad una maglietta nera e fuxia a righe, con delle calze identiche alla maglietta e delle ballerine nere senza tacco, giustamente, era ancora troppo piccola per i tacchi.

Hermione invece aveva un vestito sobrio ed elegante: un tubino nero senza spalline fino a metà coscia, delle calze velate e delle decolletè con un tacco chilometrico.

“Ma la smettete voi due! Siete sempre i soliti!” disse bonariamente Hermione.

Jo si sporse per dare due baci sulla guancia ai suoi migliori amici, dei quali Mike avvampò all’istante, invece John la abbracciò forte.

“Buon Natale, zia Ginny!” disse poi la ragazzetta alla cosiddetta “zia”.

“Dove andiamo a mangiare, Hermione?” chiese educatamente l’unico Serpeverde nella sala a parte Jo.

“Non lo so, Harry mi ha detto che era una sorpresa” rispose per lei Ginny.

“Ah, va bene” risposero in coro Mike e Jo.

Presi i cappotti, uscirono per strada e si smaterializzarono a Diagon Alley, come sotto indicazione del salvatore del mondo magico.

 

---

 

Londra, ore 20.40, Diagon Alley, 24 dicembre 2014

 

“Beh, ed ora?” chiese Jo piuttosto scettica. E non aveva tutti i torti, cosa aveva in mente quel grandissimo intelligentone di Harry?

“Non lo so, Jo, lo sai che lo zio Harry è stupido” gli disse Ginny.

“Hey! Il mio papà non è stupido!” protestò Mike.

“Se tu hai preso da lui, allora si può dedurre che è molto stupido…” disse John sarcastico e pungente.

“Ecco Mr. Simpatia! Ma perché è venuto pure lui?” si rivolse a Jo.

“Perché io gli voglio bene quanto voglio bene a te!” ripose Jo sorridente, dando un buffetto sulla guancia di Mike che arrossì all’istante, mentre invece John se la divertiva alla grande.

“Io credo che è meglio entrare, che ne dite?” domandò Hermione accennando al Ristorante che avevano davanti.

“Sì, andiamo!” esclamarono tutti all’unisono.

Quando entrarono furono mandati ad un tavolo apparecchiato per otto.

“Perché per otto? Noi siamo solo sei!” esclamò ragionevolmente Jo.

Ginny ed Hermione scossero la testa, perché nemmeno loro lo sapevano, aveva fatto tutto Harry.

Si sedettero e conversarono per vari minuti finché arrivò un Harry affannato, ma sorridente.

“Zio Harry, ti sei dimenticato i regali” fece notare la sua nipotina, ovvero Josephine.

Harry le sorrise raggiante, “Oh, no! Me li sono ricordati, ma è una sorpresa, la volete vedere subito?” chiese ben sapendo la curiosità di tutti.

“Sì!” infatti esclamarono in coro.

In quel momento entrarono due figure, ammantate in un mantello nero, quando arrivarono al tavolo di levarono il cappuccio.

Ad Hermione, Jo e John mancò il fiato.

Lì davanti a loro c’erano Draco Malfoy e Blaise Zabini.

Hermione corse da Draco e lo abbracciò stretto, per poi baciarlo dolcemente.

“Finalmente, finalmente sei tornato!” esclamò lei.

Lui non disse nulla, ma fece un sorriso che significava più di mille parole.

Intanto John aveva guardato suo padre scioccato, poi gli si era gettato addosso, lui lo aveva già visto il padre, perché ogni tanto lo andava a trovare ad Azkaban.

Quella più scioccata però, fu di certo Jo. Lei non aveva mai visto il padre, perché Hermione non voleva che si avvicinasse alla prigione, a cui erano stati rimessi di guardia i dissennatori.

Draco si staccò da Hermione e guardò gli occhi di Jo, tempesta nella tempesta, ghiaccio nel ghiaccio, due specchi. Negli occhi dell’uno si rispecchiavano quelli dell’altra.

A rompere quegli sguardi fu Jo che esclamò: “Papà!” e piangendo lo abbracciò forte.

“Eccomi, sono qui, piccola mia, Jo” la confortò lui.

A quell’abbraccio si aggiunse Hermione e sigillarono quel momento con una promessa.

“Papà, promettimi che non te ne andrai!” esclamò Jo.

“Non me ne andrò mai, vi amo, piccole mie” promise lui, e sorrise.

E quello fu il più bel regalo di Natale che ebbero mai ricevuto.

Quello in cui la bella e il Mangiamorte si rincontrano e con un sorriso siglarono il loro amore.

 

***

 

Spazio autrice: ed ecco qui la mia piccola fan fiction giunta la termine. Quando l’avevo scritta non avevo idea di continuarla, ma pensavo di lasciarla una one-shot. Ma con i vostri incoraggiamenti l’ho continuata ed ecco qui quello che è uscito.

Non ho potuto fare a meno del “… e vissero felici e contenti!”

Lo so che può sembrare troppo sdolcinato, ma proprio non ci riesco a far cose drammatiche, perché inizio col drammatico e vado a finire col romantico.

Tanto è sempre così.

 

Volevo ringraziare tutte le persone che hanno commentato e recensito (che ora non ho tempo di scrivere perché devo correre a fare l’aerosol), e anche un grosso grazie a tutti quelli che leggono.

 

With love

Julya

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=123895