scommetterò sempre su di te

di Insecurity
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Finisco di applicarmi l’eyeliner dorato sulle palpebre. Chiudo gli occhi, li riapro e guardo il mio volto riflesso allo specchio
-  Ce l’ho fatta.Sono uno stilista. Ho realizzato il mio sogno, finalmente. Sì.. vestire dei poveri ragazzi che nel giro di una settimana moriranno. Che grandi aspirazioni, eh Cinna?
-  Sono arrivati, sono arrivati!
Senza prendersi il disturbo di bussare, Octavia spalanca la porta della camera, si fionda con ben poca grazia verso di me, fermandosi a cinque centimetri dalla mia faccia
-  Allora, sei pronto? Oh, sono così esaltata per quest’edizione, non puoi capire quanto!
Non credo stia aspettando una risposta, penso tra me e me; infatti, inizia a saltellare per la stanza, ma inciampa nei tacchi 30 centimetri color melanzana, che secondo lei tanto si intonano alla sua carnagione verde pisello, si aggrappa malamente alla tenda della finestra, ma cade lo stesso a terra con un gran tonfo. Fa una risatina, di quelle basse e affettate, che tanto vanno di moda tra la gente di Capitol City. Moda. Davvero quelle persone credono che un paio di baffi, la pelle color verde menta o dei ghirigori sulle guance li faccia apparire attraenti? Già, è di questo che si tratta. Apparenza. Gli abitanti di Capitol City non sanno cosa voglia dire, non l’hanno mai saputo a dir la verità, essere semplicemente sé stessi.
-  Cinna, CIIIINNA!? Per favore dammi una mano!
Allunga verso di me una grassoccia mano verde, inanellata fino al mignolo. Non senza fatico la tiro su, si rassetta la camicetta bourdeaux con delle esagerate maniche a sbuffo e, imbarazzata Octavia mi dice:
-  Sono nuovissime queste scarpe, ti piacciono? Dicono che siano all’ultima moda, ti piacciono?
-  Sì, certo. – rispondo fingendomi interessato. -  Allora, ti ricordi cosa dovete fare tu e gli altri?
-  Certo, dobbiamo lavare e preparare la ragazza, ma non dobbiamo assolutamente truccarla o tingerle i capelli o la pelle e non le diciamo nulla dei vestiti che hai in mente per lei. Ok, perfetto capo, ci vediamo dopo!
Così corre via, o meglio cerca di correre, facendo dei piccoli passetti per evitare di finire a gambe all’aria un’altra volta. Mi muovo anche io, voglio andare a controllare i vestiti per il tributo. Il guardaroba è ai piani sotterranei, perciò devo prendere l’ascensore. I tributi. Eccone alcuni. A giudicare dai loro sguardi determinati, devono essere dei Favoriti. Quello biondo e alto, è sicuramente del 2, ha la faccia da assassino.
Ma sono solo ragazzi, penso tra me e me, non sono colpevoli dell’educazione che hanno ricevuto. Tristemente, penso, se fin da piccoli gli viene insegnato come ammazzare, è più che naturale che diventino per davvero assassini. Io provo tanta pena per loro; sì, sono arroganti, spietati e brutali, ma è ciò che gli è stato insegnato. In un angolino, c’è una ragazzina… lei dev’essere dell’11, ha la pelle scura scura, probabilmente è abituata a stare tutto il giorno al sole. Lei invece.. questo non  è il suo posto. Ha l’espressione spaventata. Comprensibile, penso. Non avrà nemmeno dodici anni, è stata portata via dalla sua famiglia e dalla sua casa e sa che non tornerà mai più. Lo sa, non ha speranza di vincere, li ha visti gli altri tributi. Come può uno scricciolo indifeso come lei affrontare quei giganti?
Ecco il piano giusto. Il guardaroba del 12 è l’ultimo in fondo al corridoio, sono costretto a passare di fronte agli altri. Sono tutti così esaltati.
Sono tutti così ciechi e ottusi.                                                                                  
Ma davvero non capiscono quello che succede veramente durante questi hunger games? Davvero non capiscono che 24 ragazzi si dovranno ammazzare per il nostro, per il loro piacere?
Oh, ecco Portia, con l’immancabile rossetto nero sulle labbra; lei è già all’opera.
- Oh ciao Cinna! Allora, sei pronto?
Pronto a vestire un tributo, che tra qualche giorno indosserà un vestito da funerale?
-  Certamente, la nostra idea è fantastica, i nostri tributi attireranno l’attenzione di tutti
-  È quello che penso anche io, sei geniale Cinna!
Ci guardiamo negli occhi, ci sorridiamo. Con lei è diverso. Sì, si veste come gli altri, ma io sento che lei sa, sento che lei è diversa. O magari è speranza, non lo so. Abbiamo una connessione di un qualche tipo e.. se non si truccasse così tanto, sarebbe davvero attraente.
-   Hai già visto il ragazzo?
-   No, ma mi hanno detto che è molto carino e.. spaventato.
-  Beh, mi sembra normale…
-   Già…
 
Ecco, è quello ciò di cui stavo parlando: anche per lei tutto questo non è giusto ma.. ma come per tutti gli altri, non lascia apparire la vera Portia, ma una Portia modaiola, dai folti ricci e dalle labbra nere.
- arrivato il momento di andare a vedere cosa stanno combinando i miei assistenti, a quest’ora avranno già fatto venire mal di testa al mio tributo – dico scherzando
-  Oh, non vedo l’ora di vedere la faccia che faranno quei due vedendo i costumi per la sfilata! Ci vediamo dopo
La sto per incontrare. La ragazza che renderò bella, ma che presto morirà. Ma voglio che nessuno si dimentichi di lei. Voglio che nessuno si scordi il suo viso. Voglio che tutti conoscano il suono della sua voce.
Eccola lì, stesa sul lettino, con la pelle irritata e liscia come la pelle di un bambino. Gira la testa verso di me, i nostri occhi si incrociano.
-  Ciao, Katniss.
Sono gli occhi della ghiandaia imitatrice.

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Capitolo 2
*** 2. ***


- Ciao, Katniss. Sono Cinna, il tuo stilista — dico con una voce tranquilla
- Ciao – azzarda con cautela
Rimane sulla difensiva, ma capisco che non è spaventata; dev’essere una ragazza coraggiosa, ma questo l’ha già dimostrato, chiunque al suo posto ormai si sarebbe rassegnato al proprio destino, ma lei, lei non lo è.
Una fiamma arde nel suo sguardo.
Può vincere, penso subito. E ne sono davvero convinto.
-  Dammi solo un momento, vuoi? – inizio a girarle attorno.
Le giro attorno: è magra, molto magra, ma non come le donne di Capitol City, no non è per moda, è come se non avesse abbastanza di che vivere. Il che non mi sorprende, conoscendo il distretto da cui proviene.
Nonostante questo, sembra in forze: braccia e gambe muscolose, le mani piene di calli nonostante l’intervento di Flavius e gli altri.. le mani di una lavoratrice.
-  Octavia, Venia e Flavius non si sono risparmiati, eh?
-  Già, non ho più neanche un pelo su tutto il corpo, a parte le sopracciglia – cerca di sdrammatizzare
-  Spero che non ti abbiano dato fastidio, parlano tanto ma sono innocui e svolgono il loro lavoro con grande.. entusiasmo. – Abbozzando un sorriso, mi siedo accanto a lei sul lettino.
-  Oh, a parte il mal di testa è tutto ok.
-  Okay! Allora, il tuo amico Peeta è nelle mani della mia collega Portia. Per la sfilata tutti i tributi devono indossare un costume che rappresenti il proprio distretto.
-  Avrò un vestito da minatore, quindi?
-  No, io e Portia pensiamo sia roba vecchia, il costume più scontato che ci possa essere per il distretto 12; oltretutto un minatore non è affascinante, voi dovete conquistare i cittadini di Capitol City
-  Già, ma non avete intenzione di ricoprirci di carbone, vero?
-  Oh no, ! – immagino subito quello che le sta passando per la testa, così do voce al suo pensiero: - E non ti preoccupare, non sarete nudi. Invece… - Mi giro per guardarla negli occhi – non hai paura del fuoco, vero Katniss?
 
Adesso mi sta guardando negli occhi. Sta cercando di capire cosa voglio fare. Probabilmente penserà che la voglio arrostire.
-          No, certo che no, ma… cosa avete intenzione di fare? Mi risponde con una nota di allarme nella voce
-          Oh, per adesso è una sorpresa. Ti posso assicurare però che durante la sfilata, la gente di Capitol City avrà occhi solo per voi. Gli altri tributi scompariranno quando entrerete in scena voi. Tutta Panem vi ammirerà, gli altri ventidue tributi vi invidieranno: lascerete tutti senza fiato, ne sono sicuro. Per ora devi solo sapere – aggiungo, prendendole la mano e stringendogliela con calore – che puoi fidarti di me e non ho alcuna intenzione di farti del male. Credi di riuscirci?
Come risposta, ricevo un timido ma caldo sorriso.
***
 
Ecco il vestito preparato per i ragazzi: una semplice calzamaglia nera che li copre quasi del tutto, lucidi stivali fino al ginocchio. Ma la parte migliore sono il mantello e il copricapo, ricoperti da una cascata di arancio, giallo e rosso.
Li chiamo, e quando mi raggiungono gli svelo la sorpresa:
-          Lo so, visti così sembrano dei semplici costumi neri. Quando salirete sul carro, daremo fuoco ai vostri costumi, letteralmente.  Oh, non abbiamo intenzione di arrostirvi, le fiamme sono sintetiche, non correte alcun rischio. Ve lo prometto. – Aggiungo, guardando Katniss negli occhi. Ricambia lo sguardo, ma percepisco la sua preoccupazione.
-          Bene, forza non abbiamo tempo da perdere, siamo già in ritardo!
I ragazzi si infilano le tute, la troupe li aiuta con il mantello voluminoso; mi avvicino a Katniss che è seduta davanti ad uno specchio.
-          Per fortuna ho caldamente invitato Octavia Venia e Flavius a non toccarti i capelli; sarà il tuo distintivo.
Katniss, la ragazza in fiamme.
Mi occupo personalmente di lei  e decido di non truccarla in modo pesante. Un velo di fard per risaltare gli zigomi, ciglia lunghissime e folte per rendere il suo sguardo più intenso e luminoso e basta.
-          Sai, i ragazzi sono rimasti delusi dal fatto che io abbia deciso di non modificare la tua pelle… fosse per loro, a quest’ora avresti già la pelle bordeaux!
Mi guarda con aria preoccupata, molto preoccupata e così la rassicuro: - Non temere, finché ci sono io non ti faranno nulla e, come ho già detto, in realtà sono innocui. Sai, sei bellissima. – aggiungo. Le evito l’imbarazzo di rispondere, non credo sia abituata ai complimenti, così le do dei colpetti sulla spalla:
-          Forza, andiamo, siamo in ritardo, tu e Peeta dovreste già trovarvi sul carro!
Corriamo verso il Centro Immagino, manca poco all’inizio della cerimonia. Quasi tutti i tributi sono già pronti sui loro carri, ma il 12 è l’ultimo distretto, perciò abbiamo ancora un po’ di tempo. Vestiti sgargianti e lussuosi per i distretti 1 e 2; il ragazzone con l’aria da killer è vestito come un gladiatore romano; il ragazzo del distretto 4 è ricoperto da una fitta rete, sicuramente riciclata da altre edizioni. La piccolina dell’11 ha un vestito blu cobalto e una coroncina in testa, le dona molto, anche se la fa sembrare più piccola di quanto non sia. Ecco Haymitch ed Effie. La donna, vestita con un completo rosa caramella, saltella sui tacchi verde smeraldo, impaziente ed esaltata come solo una donna di Capitol City può esserlo.
Mi giro verso i ragazzi, con le teste vicine e li sento confabulare tra loro. Probabilmente pensano che questi siano i loro ultimi momenti di vita. O stanno cercando un modo per salvarsi dal fuoco. I due, in realtà, non mi sembrano essere molto in confidenza, ma condividono il loro timore.
È il momento.
Il carro del distretto 11 è partito, Peeta e Katniss si posizionano: mi avvicino a loro con una torcia accesa in mano, pronto per il pezzo forte del loro costume.
-          Eccoci, allora – dico, e prima che abbiano dei ripensamenti appicco fuoco ai loro mantelli
-          Visto? Siete ancora vivi. Ora andate, sono sicuro che farete… faville!
Scendo dal carro, ma tutt’a un tratto mi balza un idea in mente. Li chiamo, ma ormai stanno partendo perciò non riescono a capire. Gesticolo alzando le braccia ed unendo le mani. Peeta capisce e cerca di prendere la mano di Katniss; si scosta, ma ascolta le parole di Peeta e decide di fidarsi.
Tutti gli altri tributi sono entrati in scena come degli sconosciuti, nessuno di loro ha prestato attenzione al proprio compagno. Quel gesto attirerà ancora di più l’attenzione verso di loro: il distretto 12 unito.
Arrivato il loro turno, dal pubblico si alza un boato di urla e di esclamazioni.
La gente di Capitol City sta acclamando a gran voce Peeta e Katniss, i tributi del distretto 12. I ragazzi di fuoco.

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