Monochrome Blue Sky

di Fear
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Two different worlds ***
Capitolo 2: *** Burning in the skies ***
Capitolo 3: *** Came from heaven ***
Capitolo 4: *** Prince and princess ***
Capitolo 5: *** Mint bath salts ***
Capitolo 6: *** I am in love ***
Capitolo 7: *** Remains to be seen ***
Capitolo 8: *** Bouquet of pink tulips ***
Capitolo 9: *** Broken heart ***
Capitolo 10: *** We are infinite ***
Capitolo 11: *** Fragments of my past ***
Capitolo 12: *** Wing feathers ***
Capitolo 13: *** Send me an angel ***
Capitolo 14: *** Having the rain inside ***
Capitolo 15: *** Her crystal eyes ***
Capitolo 16: *** The distant echo ***
Capitolo 17: *** Take my breath away ***



Capitolo 1
*** Two different worlds ***


Monochrome Blue Sky
Tra noi e l'Inferno o tra noi e il Paradiso c'è solo la vita, che è la cosa più fragile del mondo

 

 

 

Capitolo 1 - Two different worlds
 
 
-Cosa vuol dire insieme?!- gridò arrabbiata una ragazza dai capelli rosa, puntando l'indice verso una povera inserviente che doveva subirsi la sua furia ogni volta che portava un messaggio dalla sua amica... già, amica; una parola ormai troppo grande per essere detta così spontaneamente, senza pensarci.
Era passato un altro lungo anno dalla separazione di Rein e Fine, due amiche, due caratteri, due facce di una medaglia.
Fine se lo ricordava come se fosse ieri, quella volta in cui per un caso - o forse per destino - l'acqua e il fuoco si incontrarono.

-Mamma, papà è sopra quelle nuvole, vero?- chiese una bambina dai capelli color del mare a sua madre, indicando le nuvole che correvano veloci sopra le loro teste.
-Certo, tesoro. Papà veglia su di noi giorno e notte, anche se tu non te non lo vedi, lui è sempre con te.- rispose la madre sfoderando uno dei più bei sorrisi che una bambina dai capelli rossi, nascosta dietro un cespuglio, avesse mai visto. La bambina era rimasta lì, incantata, e non si era accorta che due occhioni blu come la più cristallina delle acque, la stavano scrutando curiosi.
La rossa urlò cadendo a terra per lo spavento.
-Uh? Scusa! Non avevo intenzione di spaventarti, dico sul serio! Avevo visto qualcosa muoversi dietro questo cespuglio e così sono venuta a vedere... comunque io sono Rein, piacere!- disse la turchina porgendo la mano alla piccola bambina dagli occhi cremisi per aiutarla ad alzarsi.
-Grazie... io sono Fine!- rispose la fanciulla sorridendo, vedendo quella bambina così differente da lei, eppure così simile. Ebbe una strana impressione.
Pochi giorni dopo, prima dell'inizio della scuola elementare le due bambine scoprirono di essere in classe insieme. Fine non aveva i genitori e viveva con lo zio, un uomo molto simpatico e gentile. Invece a Rein era rimasta solo la madre, una donna dai lunghi capelli color lavanda, cordiale e sempre sorridente. Le due bambine crebbero insieme diventando delle bellissime ragazze, ma soprattutto migliori amiche. Andarono anche al primo anno di scuola superiore insieme.
Erano tutte e due molto felici quando però un incidente accadde e poi... su tutti i giornali i volti di due ragazze: una dai capelli color del mare e l'altra con i capelli color rubino; erano state trovate tutte e due in un bosco, senza vita...


-Cavolo, Fine! Devi smettere di pensare al passato ogni volta che ricevi notizie di Rein!- si disse scuotendo la testa, iniziando a camminare per il corridoio immenso, dipinto esclusivamente di nero, solo qualche ritratto di antichi sovrani ravviva ogni tanto l'ambiente. Fine arrivò alla porta della sua stanza e posò la mano sopra il pomello dorato della porta.
-Eh? Ma... cosa?- Delle piccole gocce salate scendevano dagli occhi fiammeggianti, percorrendo i pallido volto della principessa dell'Inferno. Scendevano incessanti e non accennavano a fermarsi, cadendo pesantemente sul tappeto magenta del corridoio.
-Accidenti a te, Rein...- disse la principessa prima di entrare in camera e chiudere la porta chiave, in modo che i suoi dolci singhiozzi non arrivassero fino alla Sala del Trono.

 
-Che cosa vorresti dire con "insieme"?!- chiese euforica una ragazza dai capelli color del cielo raccolti in due splendidi codini da un nastro bianco - indossava un magnifico abito color panna che arrivava a sfiorare le piastrelle del pavimento bianco come la neve.
-Esatto vostra maestà, Erik, il ministro, nonché capo dei due regni, ha deciso di affidare una missione a lei e alla sua rivale Fine, dovrete collaborare per riuscirci. In poche parole il Paradiso contro l'Inferno e chi porterà per primo a termine la missione, riceverà un grande dono.- L'ancella fece una piccola pausa e sorrise, sapeva che per la principessa il solo pensiero di rivedere la sua "amica" - come la chiamava lei - la rendeva molto felice. Rein sgranò i suoi occhioni azzurri in attesa del seguito. -Potrà tornare a casa e avere un'altra possibilità. Una nuova vita.- finì l'ancella tutto d'un fiato, facendo un elegante inchino prima di lasciare la sala.
La principessa si lasciò cadere sul trono; non ci poteva credere, ci poteva essere la possibilità di ritornare a casa, ma soprattutto c'era la possibilità di rivedere Fine: la sua migliore amica.



 


 
VIDEO TRAILER

Salve a tutti! Sono di nuovo io, Miku! Sono qui con una storia per voi!
Questa storia la dedico a tutte le fan della Redmoon. Lo so che è strano dato che è Bluemoon, ma quando ho scritto Water and Fire ho conosciuto delle persone meravigliose.
Come dice il mio motto: Chi se ne frega se sono Bluemoon? Chi se ne frega se sei una Redmoon?
Proprio niente. Freghiamocene pienamente!
Bacini e cuoricini da Miku

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Capitolo 2
*** Burning in the skies ***


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Capitolo 2 - Burning in the skies



Il giorno dopo, la principessa Rein aprì gli occhi, ancora stesa nel suo letto celeste. Aveva una strana luce in volto, una luce che esprimeva felicità e amore. Aveva il sorriso sulle labbra, una cosa alquanto normale poiché non c'era niente che la faceva arrabbiare, ma oggi era diverso e lei lo sapeva, sapeva che oggi avrebbe rivisto la sua metà: Fine.
 

Nello stesso momento ma in un mondo completamente diverso c’era chi ancora sonnecchiava avvolta nelle morbide coperte del suo letto caldo e confortevole, rinchiusa nella buia stanza nella quale però filtrava qualche raggio di sole proveniente dalla finestra semiaperta. La proprietaria di quell'accogliente rifugio dormiva profondamente, niente e nessuno avrebbe potuto disturbare la sua quiete.
La porta si aprì.
La ragazza si rigirò tra le coperte, facendo finta di niente. Ma purtroppo, la sua pace era finita.
-Principessa Fine!? Mi dispiace interrompere il vostro sonno, ma vi avviso che la cerimonia dell'inizio della vostra missione sta per iniziare! Avete esattamente... nove minuti!- urlò agitata un'inserviente, spalancando le tende, facendo quasi accecare la principessa.
-Mmm? Aspetta mamma, non vedi che sto mangiando questa meravigliosa torta con panna e fragole?- rispose lei ancora nel mondo dei sogni.
-Principessa, siete in ritardo! Se non vi sbrigate, la vostra rivale Rein vincerà senza neanche partecipare!- disse l'ancella sbattendo le mani per far svegliare la ragazza.
-Eh, cosa?! Ma che ore sono?! Perché non mi avete svegliato prima?!- urlò la ragazza, balzando dal letto e inciampando nelle lenzuola. -È assurdo! Come faccio io ad essere pronta in un lampo?- disse la ragazza mentre correva nelle cucine reali e mangiava qualcosa presa a caso dal tavolo bandito esclusivamente per lei. -Lo sanno come sono fatta!- continuava mentre si precipitava in bagno. -È ridicolo, ridicolo! E pensare che avevo in programma di dormire per tutto il giorno oggi…-



-È ridicolo, ridicolo! Come fa una principessa ad essere in ritardo?!- disse arrabbiato un uomo con la barba bianca, picchiettando le dita sul tavolo in mogano. Rein era seduta di fianco a lui e ogni tanto gli lanciava delle occhiatacce, per poi girarsi dalla parte opposta.
-La prego, non si arrabbi. La principessa Fine avrà avuto le sue buone cause per essere in ritardo.- disse pacata Rein, alzandosi dalla sedia e camminando verso la finestra. -Sicuramente starà arrivando...-
Dopo pochi minuti di silenzio, si sentirono delle voci provenienti dall'esterno del palazzo del Paradiso e qualcuno aprì la porta.
Era arrivata.
Rein la vide, per la prima volta dopo un anno poteva rivederla. Indossava un vestito bordeaux abbastanza aderente, delle scarpe nere con tacco, che slanciavano la figura esile della ragazza. I suoi capelli rosa, erano stati arricciati per l'occasione. Sopra la sua testa risedeva una bellissima corona d'argento con dei rubini incastonati al suo interno che si abbinavano divinamente al vestito.
-Principessa Fine del regno dell'Inferno! Si rende conto di che ore sono?! È da quasi un'ora che aspettiamo!- Rein lo sapeva, non era un buon segno quando il ministro chiamava le principesse per intero.
-Mi scusi...- provò a dire Fine.
-E va bene! Ma lo faccio solo perché lei è la principessa. Che non si ripeta mai più!- rispose il ministro, un po' imbarazzato vedendo l'oscura bellezza della ragazza.
-La ringrazio!- rispose Fine, riprendendo il suo orgoglio. Rein sorrise, si rimise al suo posto facendo fluttuare i suoi capelli color del mare, legati elegantemente in un nastro giallo pallido. Una corona dorata con degli zaffiri era appoggiata finemente sopra la sua testa, il lungo vestito bianco era accompagnato da un fiocco celeste legato in vita. Le scarpe erano anch'esse celesti con il tacco ricoperto di diamanti. Erano tutte e due bellissime.


La riunione nel regno del Paradiso continuava senza sosta, erano ormai due ore che Rein e Fine erano costrette a stare sedute e ascoltare le parole del ministro riguardo la missione. Peccato che non aveva neanche detto in che cosa consisteva!
-Bene ragazze. Ora è arrivato il momento tanto atteso. Partirete per il mondo degli esseri umani, sarà lì che incomincerà la vostra avventura.- Il ministro fece una pausa, lasciando le principessa con il fiato sospeso. -C'è un ragazzo nel mondo degli esseri umani a cui non piace la propria vita, anche se non crede né nell'Inferno né nel Paradiso. Il vostro compito è quello di fargli cambiare idea, dovrete entrare nella sua vita e fargliela piacere. Questo è tutto. Buona fortuna, principesse.- Il ministro finì. Si alzò dalla sedia, lasciando le due ragazze a bocca aperta.
-Come fa a non amare la vita?- si chiese Fine.
-La vita è il dono più grande che ti sia mai stato dato.- sussurrò Rein prima di alzarsi, prendere per mano Fine e, senza dire nient'altro, camminare verso le porte di quel mondo in cui per la seconda volta avrebbero avuto l'onore di visitare: la Terra.

 
 



Bhe, che ne dite? Ho aggiornato in un giorno! Il fatto è che sono un po' malaticcia e quindi sto a casa! Che bello!
È già settembre...fra poco inizia l'autunno e fra 9 giorni c'è il mio compleanno! Yuppi!
A voi sicuramente non interesserà niente, quindi vi lascio che è meglio!
Bacini e cuoricini da Miku

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Capitolo 3
*** Came from heaven ***


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Capitolo 3 - Came from heaven

 

-Sei sicura Rein di voler partire così, senza neanche riflettere sulla missione che ci è stata data?- chiese Fine insicura. Erano uscite dal palazzo, ora erano davanti ad una porta in legno gigantesca. Non c'era niente intorno, solo le nuvole facevano da sfondo a quel paesaggio a dir poco magnifico.
I dubbi di Fine svanirono nel momento in cui Rein sorrise in modo così dolce, che persino il Re del regno dell'Inferno ne sarebbe rimasto colpito.
-Ma certo! È o non è la nostra missione? Bhe... in un certo senso siamo rivali, ma migliori amiche, no?- disse Rein, allargando le sue labbra lucenti.
Fine non rispose. Possibile che dopo così tanto tempo la reputava ancora la sua migliore amica? Lei lo sapeva benissimo che erano nemiche... sì, era quella l'unica parola con cui poteva essere descritto il rapporto delle ragazze.
-Coraggio Fine, andiamo!- disse Rein, interrompendo l'affollare dei pensieri della principessa dell'Inferno, alzando lo sguardo verso la grande porta.
-Sono pronta!- rispose quella, stringendo la mano della turchina. Rein chiuse gli occhi per qualche secondo sotto lo squardo indagatorio di Fine. All'improvviso una luce celeste a dir poco accecante invase tutto il paesaggio. Fine si coprì gli occhi, mentre Rein era rimasta in piedi impassibile, pronunciando delle parole incomprensibili. Dopo dieci secondi la principessa aprì i suoi meravigliosi occhi blu urlando: -Apriti! Via del Paradiso!- A quel punto silenzio... la porta iniziò ad aprirsi pian piano e Fine non credeva ai suoi occhi. Rein aveva un potere davvero incredibile.
-Bene, ha funzionato! Adesso ascoltami molto attentamente, Fine.- disse la turchina con un tono che non ammetteva repliche.
-Abbiamo una sola possibilità. Non devi lasciare mai la mia mano. La porta ci condurrà verso il pianeta Terra, se mi lasci la mano... verrai risucchiata dal tempo e non avrai via di scampo. Io sono la Principessa di questo regno, è per questo che mi è concesso di portare ovunque voglia qualsiasi persona, ma per nessuna ragione mi deve lasciare la mano, altrimenti la magia finisce. Sei pronta?- finì Rein, facendo spaventare la rossa, che la guardava con gli occhi cremisi spalancati come due fanali.
-Beh... insomma... non potrei...- provò a dire lei.
Troppo tardi.
-Andiamo!- urlò la principessa del Paradiso, lanciandosi nel vuoto, oltre la porta magica.
Fine urlò con tutto il fiato che aveva.

 
 
Un portale magico si aprì. Proprio dal centro della Luna piena due figure femminili fecero il loro ingresso all'orizzonte.
-Aiuto, Rein! Stiamo precipitando!- urlò la ragazza dai capelli rosa.
-Avanti, Fine! Usa la magia!- urlò la turchina battendo le mani.
-Cosa?!- Le ragazze all'improvviso si ritrovarono ad un centimetro da terra. Caddero sulla strada.
-Mi sa che dovevo schioccare le dita...- rise Rein mentre Fine era seduta a terra che si massaggiava il fondoschiena.
-Che male!- si lamentava lei.
-Coraggio Fine, dammi la mano!- disse Rein porgendo una mano all'amica, aiutandola ad alzarsi.
-Cosa credi che dobbiamo fare adesso? Nessuno ci ha detto niente...- disse Fine guardandosi attorno, cercando di capire in che posto fossero capitate. Era tutto normale. Strada normale, case normali e alberi normali.
Dopo pochi minuti si sentì qualcuno. Videro un uomo sui quarant'anni venire verso le ragazze e a Fine venne un'idea.
-Senti Rein, potrei chiedere a quel tizio dove ci troviamo!- disse sicura Fine.
-Ottima idea! Io ti aspetto qui!- rispose la turchina, sorridendo.


-Ehm... mi scusi. Ci può dire che via, paese, stato e continente è questo?- chiese Fine, come se fosse la domanda più comune del mondo. Quello la guardò, rimanendo a bocca aperta.
-Che cosa?!- In quel momento Fine si ricordò dei suoi vestiti... erano ancora quelli della riunione.
-Beh, volevo dire... lo sa come fa il granchio? Io sono bravissima a fare il granchio, guardi!- disse Fine cercando di imitare il granchio, allontanandosi dal signore e dirigendosi verso Rein.
-Allora com'è andata?!- domandò la turchina.
-Non saprei... diciamo che ho fatto una figuraccia! Ma non hai visto come siamo conciate?!- disse Fine indicando i vestiti.
-Ci siamo dimenticate di cambiarci!- rise Rein mettendosi una mano sulla fronte.
-Si può sapere dove troviamo dei vestiti decenti?- chiese Fine per poi girarsi verso una casa da cui provenivano delle strane urla.
-Non saprei... per prima cosa dobbiamo trovare il ragazzo della missione, mangiare qualcosa...- continuò Rein senza badare a Fine.
-Zitta!- urlò Fine mettendo una mano sulla bocca della turchina.
-Ma che...?-
-Sh...ascolta.- sussurrò Fine.

-Vattene da questa casa! È tutta colpa tua! Non voglio vederti mai più!- urlò una figura femminile, visibile attraverso la finestra della casa. Poco dopo la porta si aprì. Un ragazzo dai capelli cobalto uscì, avviandosi verso la strada, sembrava triste. Chi era quella donna? E perché ce l'aveva con lui?
Rein e Fine si guardarono negli occhi.
-Sai una cosa Fine? Mi sa che lo abbiamo trovato. Ecco la nostra missione.- disse infine Rein, indicando il ragazzo che si stava avviando verso il parco.


 
 
 
 
Ciao a tutti, gente! Lo so, sono tremenda! E ben due giorni che aspettate il capitolo (?) Comunque, meglio tardi che mai...o no?
Che dire...finalmente ecco la missione delle principesse! Chi sarà il ragazzo?
Ovviamente lo sapete tutti, adesso! Ma non dico niente! Al prossimo capitolo!
Bacini e cuoricini da Miku

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Capitolo 4
*** Prince and princess ***


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Capitolo 4 - Prince and princess


Le due principesse stavano camminando, la strada era deserta e non c'era anima viva. Tutte e due continuavano ad avanzare a testa bassa.
-Rein… cosa dobbiamo fare adesso?- chiese Fine rompendo quel silenzio glaciale.
-Non lo so, anzi, sì che lo so! Dobbiamo tornare indietro!- disse ad un tratto la turchina, fermandosi e guardando gli occhi fiammeggianti dell'amica.
-Eh?!- Fine fece una faccia molto simile a quella fatta poco tempo prima, mentre si lanciava nel vuoto.
-Ma certo! Dobbiamo cercare quel ragazzo, dobbiamo aiutarlo, ma soprattutto...dobbiamo cambiarci! Questo vestito mi impedisce di camminare decentemente!- disse Rein togliendosi le scarpe, rimanendo a piedi nudi.
-Molto meglio!- sorrise soddisfatta.
-Sai una cosa, Rein? Per una volta sono d'accordo con te: diamoci da fare!- disse Fine slegandosi l’elegante acconciatura, lasciando i suoi capelli rosa confetto fluttuare nella brezza mattutina.
Sorrisero.
Infine iniziarono a correre, cercando di ricordare la strada fatta dal ragazzo.
-Guarda cosa ho trovato Rein! Secondo questa cartina, dovremmo trovarci in Giappone… più precisamente T-o-k-y-o.- disse Fine scandendo le lettere.
-Tokyo, Fine! Tokyo! La capitale del Giappone! Certo che quando eravamo a Miami non ti sei dedicata allo studio più tanto.- rispose Rein, mettendo le mani sui fianchi. Fine ridacchiò innocentemente.
-Continuiamo a cercare! Il parco di Shibuya non dovrebbe essere lontano!- disse la rosa indicando degli alberi all'orizzonte.
Dopo meno di dieci minuti di cammino le due ragazze arrivarono all'entrata del parco.
-Fine. Io vado da questa parte e tu da quella! Ci rivediamo qui tra un'ora, se trovi il ragazzo vienimi a cercare, mi raccomando!- disse la turchina indicando le due stradine immerse nel verde. Fine sorrise.
-Che l'avventura abbia inizio!- disse facendo l'occhiolino a Rein, per poi iniziare a correre.

 

-Lo sapevo mi sono persa… e non ho trovato il ragazzo. Uffa! Possibile che sono sempre così sfortunata!?- si lamentò Rein alzando le braccia al cielo. Ormai erano venti minuti che correva senza sosta; le facevano male i piedi, essi erano indolenziti e pieni di graffi dato che era ancora scalza e come se non bastasse la testa aveva cominciato a girarle, facendole perdere l'equilibrio.
-N-non ce… la faccio… più!- disse prima di lasciarsi cadere a terra, sull'erba umida.
Finalmente un po' di pace.
La principessa chiuse gli occhi.
-Devo portare a termine la missione. Fine non mi deve superare.- sussurrò ancora con gli occhi chiusi. I suoi capelli erano sparpagliati sull'erba e la sua frangetta era leggermente bagnata, c'era profumo di pioggia nell'aria.
-Che cosa stai facendo, ragazzina?- Rein spalancò gli occhi all'improvviso. Un ragazzo dai capelli cobalto e gli occhi del medesimo colore la stava fissando a pochi centimetri dal suo viso.
-Ma che cosa…?! Che cosa stai facendo?!- urlò Rein, allontanandosi velocemente.
-Io? Proprio niente! Mi stavo solo chiedendo che cosa ci fa una ragazzina tutta sola nel parco alle cinque del mattino.- ipotizzò lui.
-Beh… non sono affari tuoi e poi io ti potrei fare la stessa domanda!- rispose la turchina alzandosi in piedi.
-Ma come sei vestita? E poi, cos’è… hai perso le scarpe?- Quelle domande fecero perdere la pazienza a Rein.
-Ma ti sei visto?! Per caso sei stato di recente ad una riunione di cosplay?- disse in tutta risposta la ragazza indicando i suoi capelli blu acceso.
-Va bene! Se la metti così me ne vado!- disse lui, come se a Rein importasse qualcosa.
"Aspetta un momento! Ragazzo non identificato nel parco… capelli cobalto… possibile che?" Rein non ci poteva credere. Sapeva che era lui e non se lo poteva lasciar sfuggire, anche perché non aveva la minima idea di dove fosse l'uscita del parco.
-A-aspetta!- urlò la turchina in modo che il ragazzo la sentisse.
-Sì… insomma… potresti accompagnarmi fuori di qui?- chiese con le guance imporporate, avvicinandosi.
Lui la fissò, quasi dolcemnte, e si abbassò, mettendosi in ginocchio sulla stradina sterrata.
-Che cosa dovrei fare?- chiese la turchina guardandolo. Lui sorrise.
-Forse non sembra, ma so essere gentile! E poi non hai neanche le scarpe, scommetto che i piedi ti fanno male.- disse lui, distogliendo lo sguardo per un secondo. Rein era sorpresa e le sue guance divennero involontariamente rosse, ma aveva ragione: la testa le stava per esplodere e i suoi piedi riuscivano a malapena a reggerla in piedi.
-Ok… ma non sono troppo pesante?- domandò lei mettendogli le mani sulla schiena tonica e muscolosa.
-In quel caso chiamerei il carro attrezzi!- sorrise il ragazzo.
-Spiritoso!- disse ironicamente la turchina salendogli finalmente sulle spalle, non poté fare altro che sorridere anche se gli occhi le se chiudevano, stanchi.
-Comunque io sono Shade.- disse il ragazzo.
-La principessa Rein.- rispose lei al confine tra il mondo dei sogni e la realtà.
-Semplicemente Rein potrebbe andare bene, Vostra Maestà?- ridacchiò lui senza ricevera alcuna risposta.
-R-Rein?- la chiamò. Si fermò un secondo per poi girarsi, la ragazza si era addormentata. Era così dolce, il suo viso era appoggiato sulla spalla di Shade, i suoi capelli color del mare scivolavano sulla sua schiena e i suoi occhioni blu chiusi, sognando chissà quale avventura.
-Torniamo al castello, principessa.- sussurrò Shade, ricominciando a camminare verso l'uscita del parco.



 
Avete visto sono in anticipo! Dopo una giornata di scuola, sono riuscita comunque ad aggiornare!
Sono molto stanca! *sbadiglia* quindi se notate qualche errore, per favore ditemelo che domani provvederò.
Come avete visto in questo capitolo è comparso, finalmente, il nostro Shade! E non poco preparato! Infatti come avete letto c'è stato un bel momento Bluemoon!
Niente di che certo, ma una cosa dolce e carina! Non pensate anche voi?
La vostra stanchissima Miku vi saluta.
Bacini e cuoricini da Miku

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Capitolo 5
*** Mint bath salts ***


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Capitolo 5 - Mint bath salts
 
 

Una ragazza dai lunghi capelli color del mare aprì i suoi occhi azzurri fiordaliso.
-Dove sono...?- si chiese spaesata. Provò a guardarsi attorno, era distesa su un letto matrimoniale, davanti a lei c'era una scrivania con un telescopio e un armadio blu.
-Cosa?! Questa non è la mia camera! Qui non siamo nel regno del Paradiso!- disse sorpresa. Alzandosi dal letto notò che indossava ancora il vestito della sera scorsa.
Intravvide il bagno, connesso con la camera e corse verso lo specchio.
-Devo ammettere che ho un po' di paura a guardarmi...- disse titubante, pensando a quello che stava per fare. Mandò giù un bolo di saliva amara e alzò lo sguardo.
-Lo sapevo! Sono orribile, sembro un panda!- piagnucolò la turchina osservando il mascara nero colato sul suo candido viso, lasciando una striscia nera.
-Cosa?! Che cosa vedono i miei occhi?!- Si girò ad un tratto, vedendo l'inimmaginabile... era proprio lì, la cosa più bella che si potrebbe mai immaginare: una vasca da bagno.
-Ehi, Rein! Calmati. Questa non è casa tua, già, è vero... dove sono capitata?!- La turchina si riprese e decise di scendere le scale, che probabilmente avrebbero portato al primo piano. Scese silenziosa come un gatto e si mise dietro la porta della cucina. Dopo pochi secondi riconobbe la figura maschile della notte scorsa: Shade.
-Ti sei svegliata finalmente! Direi che ti sei fatta un bel pisolino di dieci ore! Ti rendi conto di che ore sono?!- disse lui, scaricandole già il peso del senso di colpa fin dal "mattino".
-Beh, ciao! Comunque io stavo per andarmene! Potevi anche lasciarmi al parco se volevi, io non ti ho chiesto niente!- rispose lei, arrabbiandosi. Prese per risalire le scale quando una presa ferrea le afferrò il polso. Si voltò si scatto.
-Che vuoi? Prendo il mio fermaglio e me ne vado!- disse lei, girandosi dall'altra parte.
-Scusa.- rispose il ragazzo abbassando lo sguardo.
-Prego?!- Rein fece finta di capire, le aveva veramente chiesto scusa?
-Ti ho chiesto scusa! Puoi restare se vuoi, tanto non credo che mia sorella tornerà a casa molto presto...- continuò lui. Rein notò subito il suo cambiamento nello sguardo: da prima arrogante e prepotente a dopo, triste e malinconico.
-Beh... in questo caso rimango, ad un patto però: fammi usare la vasca da bagno, ti prego!- rispose la turchina, abbandonando il lume della ragione; nella sua mente c'era solo quella vasca che aspettava solo acqua calda e dei bei sali da bagno alla lavanda.
-Va bene... però solo se lasci la porta aperta.- disse Shade sorridendo malizioso, un sorriso che diceva tutto su di lui o almeno quasi...
-Pervertito!- urlò Rein gonfiando le guance. -Sarà meglio tenere una distanza di sicurezza d'ora in poi!- Salì il primi gradini delle scale. -Stai giù e se sento che provi a salire anche un solo gradino, giuro che non vedrai mai più la luce del giorno!- disse lei minacciosa, findendo le scale con dei passi da elefante. Non le erano mai piaciuti i pervertiti.

-Che bello, ci voleva proprio! Meno male che aveva i sali, anche se mi sono dovuta accontentare di quelli alla menta.- disse Rein, avvolgendosi in un asciugamano celeste.
Stava per prendere il phon quando all'improvviso si ricordò dei suoi vestiti... non poteva di certo indossare i vestiti della festa.
-È ufficiale: la sfortuna mi ha presa di mira!- si disse la tuchina, aprendo il doppio giro di chiave della porta del bagno.
Guardò giù dalle scale, era lì, seduto sul primo gradino, intento a guardare fuori dalla finestra. Le guance di Rein si imporporarono all'istante come fecero anche quelle di Shade che appena la vide, mandò giù la saliva rumorosamente.
-R-Rein... non avevi detto che avresti chiuso la porta e non saresti uscita per nessuna ragione?- disse lui leggermente imbarazzato. La turchina, dopo aver sfiorato tutte le sfumature del rosso si decise a parlare.
-Il fatto è che... i miei vestiti sono... cioè... il mio vestito è...- Non riusciva neanche a dire una frase di senso compiuto.
-Ti servono dei vestiti?- La ragazza annuì, ringraziando mentalmente Shade di averla capita. -Vado a vedere in camera di Vera, magari ne ha lasciati qui qualcuno.- rispose lui, tornando qualche minuto dopo.
-Lancia!- disse Rein allungando le braccia.
-Lancia?! Guarda che sono stirati!- rispose Shade, per niente intenzionato a lanciare i vestiti sulle scale.
-Io non mi muovo da qui!- ribattè la turchina incrociando le braccia.
-E va bene, se non vuoi venire te da me... vorrà dire che verrò io da te.- disse Shade incominciando a salire le scale. Il corpo di Rein si immobilizzò di colpo.
-Tieni.- disse lui, porgendo i vestiti.
-Grazie!- ringraziò lei, correndo in camera per poi chiudere di nuovo la porta a chiave.

-Cosa mi avrà dato?- si chiese Rein osservando i vestiti.
-Non ci posso credere! Che belli! Quando ero a Miami li avevo visti in vetrina! Costavano poco, ma come al solito ero senza un soldo... Però, ha gusti questa Vera!- disse la turchina tutta felice.
   
-Sono perfetta adesso!- disse lei, davanti allo specchio. La gonna nera con dei bordi turchesi arrivava a metà coscia e si abbinava perfettamente alla camicetta grigia con cravatta dello stesso blu della gonna. Indossò anche delle calze nere che arrivavano poco sotto di essa e legò i suoi meravigliosi capelli celesti in due codini, con dei nastrini blu.
-Perfetto!- si disse guardandosi allo specchio soddisfatta.

-Shade! Sono pronta! Che ne dici? È stata una fortuna, io e tua sorella abbiamo la stessa taglia!- disse la ragazza sorridendo. Il ragazzo rimase incantato da tanta bellezza, era proprio carina.
-U-un angelo...- sussurrò.
Beh, in effetti...

 



 
Mamma mia! Ma da quanto tempo è che non mi faccio viva?! Fortunatamente non raggiunto il mese... Eh. Eh .Eh... Mi dispiace tanto, davvero!
Il fatto è che come sapete, io ho iniziato la scuola ad Agosto e a Ottobre ci sono le prime "pagelle" quindi sto incominciando a fare dei test!
Tornando al capitolo...che dire...non è successo niente di speciale ma mi serviva per far vedere il cambio degl'abiti e dovevo far arrivare il giorno!
Lo so! Voi vi starete chiedendo: dov'è Fine?! Non ve lo dico! *si rifugia nel suo rifugio anti-pomodori* Ma non preoccupatevi, non mi sono dimenticata di lei!
Bacini e cuoricini da Miku

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Capitolo 6
*** I am in love ***


Capitolo 6 - I am in love



-Cosa?- Rein rimase senza scossa nell'udire quelle parole; si sentì felice, ma quella sensazione era sfumata da tanta tristezza. "Ti prego non dire queste cose..." Dentro di sé sapeva benissimo che non poteva provare nessun sentimento per un essere umano, per questo incupì lo sguardo e scese lentamente le scale.
-Per caso ho detto qualcosa di male?- domandò Shade, osservando la turchina che fissava il pavimento.
"Sono qui da neanche un giorno e già mi sento così abbattuta? Di questo passo, se lui dovesse scoprirmi… potrei anche dire addio alla mia opportunità di vincere la competizione contro Fine. Ma perché sento questo calore? Perché sento il mio cuore battere così forte?"
-No, non preoccuparti. Va tutto bene.- Rein provò a fingere di non provare quel che invece le stava trafiggendo il cuore, ma lei non era mai stata brava a mentire e le sue lacrime ne erano una prova.
-Allora perché stai piangendo?- chiese il ragazzo avvicinandosi.
-No ti prego, stai lontano! I-io sto benissimo! Ora scusa ma devo proprio andare!- Rein corse verso la porta d'ingresso e senza voltarsi indietro uscì, sotto gli occhi increduli di Shade. Il suo viso era ormai solcato da piccole lacrime che però avevano un significato speciale. Quei diamanti, i suoi occhi color del mare che questa volta erano veramente bagnati come l'acqua dell'oceano, esprimevano un sentimento che Rein non aveva mai provato e che probabilmente non avrebbe mai potuto provare.
 

-Che dolore! Come può una principessa dormire su una panchina per cinque ore e poi vagare per la città senza una meta, con questo vestito e con queste scarpe!?- disse una ragazza dai capelli color confetto, alzando le braccia al cielo. -Chissà dove sarà Rein... spero che stia meglio di me.- continuò lei, camminando lentamente.
-Ma che?- All'improvviso la ragazza vide una figura che si avvicinava sempre di più.
-REIN!- urlò lei, correndo verso la figura dell'amica, come avrebbe potuto non riconoscerla?
-F-Fine... sei proprio tu?! FINE!- Rein corse più veloce di prima, saltando addosso alla povera Fine che l'accolse fra le sue braccia. La guardò; aveva i suoi meravigliosi occhi azzurri pieni lacrime, le quali sembravano non avessero intenzione di smettere di rigare il candido viso della fanciulla.
-Rein, che cosa è successo...?- chiese alla turchina, accarezzandole i morbidi capelli.
-Ormai non lo so più neanche io...- rispose Rein, abbassando lo sguardo.
Facendosi forza, Rein cominciò a raccontare all'amica la sua "avventura".
-E così... ora mi sento il cuore trafitto da mille lame. Non so perché mi sento così... confusa.- finì la turchina, asciugandosi il viso. Fine si alzò dalla panchina, sulla quale la sera scorsa aveva dormito.
-Senza dubbio sei stata meglio di me! Hai trovato il ragazzo della missione, questo Shade, e hai dormito in un bel letto caldo.- disse la rosa, mettendo le mani dietro la schiena.
-Fine, dove vai?- chiese Rein, notando che l'amica si stava allontanando.
-Beh, noi... o almeno io, sono qua per un motivo ben preciso e cioè quello di aiutare questo povero ragazzo. Sai Rein... povero per modo di dire, perché credo che la soluzione al suo problema l'abbia già trovata!- disse Fine fermandosi e puntando l'indice contro la turchina.
-Cosa vorresti dire?!- disse Rein, diventando inspiegabilmente rossa.
-Coraggio pappamolla! Andiamo a conoscere il ragazzo che ha rubato il cuore all'angioletto!- disse Fine, facendo l'occhiolino a Rein, che era rimasta spiazzata dalle parole dell'amica.
-Io n-non posso essere... in-innamorata...-
Una goccia bagnò il naso di Fine.
-Muoviti Rein, sta per piovere!- disse la rosa, iniziando a correre.

Dopo cinque minuti di corsa, le due principesse arrivarono davanti la casa di Shade. Rein teneva lo sguardo fisso sul terreno, era stanca, ma non lo dava a vedere; continuava a pensare a Shade, non aveva il coraggio di rivederlo, non poteva... non voleva.
-Eccoci qui! Rein, coraggio, suona il campanello!- disse Fine spingendo la turchina contro il cancello.
-N-no...- Non fece neanche in tempo a rispondere, che Fine suonò il citofono.
Silenzio.
Provò una seconda volta, ma ancora niente.
-Rein, sei sicura che questa sia la casa giusta?- chiese la rosa premendo un altro paio di volte il campanello.
-S-sì... sono sicura.- rispose lei, sgranando gli occhi. Era contenta che il ragazzo non fosse in casa, non era pronta psicologicamente per rivederlo.
La pioggia cadeva ormai pesantemente. Dopo pochi minuti di silenzio, Fine era fradicia mentre Rein, seduta sotto un albero, stava ascoltando la musica della pioggia.
-Sarà meglio trovare un posto per la notte, non voglio dormire ancora su una panchina!- disse la rosa pensando alla notte scorsa.
-Va bene, andiamo.- rispose la turchina, alzandosi da terra.
-R-Rein...- sussurrò Fine, indicando le spalle della turchina. Voltandosi, Rein sentì una stretta al polso, come se qualcuno l'avesse afferrata. Si girò e vide Shade, ansimante e bagnato.
-S-si può sapere dov'eri?! Ti ho cercato dappertutto!- Riusciva a malapena a parlare e comunque in quell'istante Rein era troppo occupata a fissarlo per pensare a una qualsiasi risposta da dargli. Dopo qualche secondo di trance, Rein si riscosse e sentì che c'era qualcosa nel ragazzo che non andava: la sua mano, stretta intorno al polso della ragazza, era…
-Shade! Ma tu scotti! Hai la febbre… perché sei uscito con questo tempo!? Almeno entra in casa e stenditi, altrimenti non…- Lui la azzittì con un'occhiata implorante.
-Per favore. Non devi fare più queste cose...- Lei sembrò sorpresa.
-Perché? Tu non mi conosci, quindi non c'è motivo che ti preoccupi per me.- Lui la guardò, con uno sguardo deciso.
-È qui che ti sbagli...- non riusciva a parlare. -Da quando mia sorella se n'è andata non c'è stato più nessuno, ma da ora, forse, ho trovato qualcuno... Per favore... non lasciarmi solo...- Le sue parole soffocarono e svenne subito dopo, crollando sotto lo sguardo incredulo delle due principesse.




 
Guten Abend! Sono tornata! Oggi ho avuto 2 ore di fila di tedesco quindi...!
Bene, bene...in ritardo vero? Purtroppo dovrete accontentarvi di questi ritmi perchè con la scuola, i compiti e le prove di canto...casino!
Lasciamo stare la mia vita privata e passiamo al capitolo...devo dire che all'inizio volevo far dichiarare Shade ma...mi sembrava ancora troppo presto! Quindi bhe...ho fatto così!
Io ho fatto del mio meglio! Dedico il capitolo a Milk...una santa che nonstante la mia rompiballaggine, mi risponde sempre con uno smile!
E anche perchè Miku, la Principessa del regno dei Draghi sta per fare la sua entrata!
Bacini e cuoricini da Miku

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Capitolo 7
*** Remains to be seen ***


Capitolo 7 - Remains to be seen



Shade non aveva la minima idea di cosa gli fosse successo, né di dove fosse. Intorno a lui ogni immagine appariva sfocata, ogni suono era sovrastato dal suo stesso ed unico pensiero che gli faceva girare la testa: Rein.
Provò a tirarsi su con i gomiti, ma non riuscì a sostenere il proprio peso, così si rimise giù. Cercò di sbrinare un po' la propria mente e di capirci qualcosa. Provò a guardarsi intorno; le immagini sbiadite intorno a sé gli suggerivano che si trovava in una stanza, probabilmente la sua stanza.
Improvvisamente si ricordò che era andato a cercare Rein sotto la pioggia, ma si sentiva malissimo, poi tutto diventò buio e ora era qui, di nuovo solo. Le sue gambe erano come immobilizzate e sentiva il bisogno di alzarsi dal letto.
Si alzò tremante, facendo cadere la coperta che aveva addosso. Appoggiandosi al muro per non cadere si avvicinò alla porta, proprio mentre questa si stava aprendo.
Rein entrò nella stanza con una bacinella d’acqua e delle pezze da mettere sulla fronte di Shade per alleviargli il dolore.
"Quello stupido..." pensò Rein prima di entrare, "possibile che per fare il cavaliere si è dovuto prendere l'influenza!"
Quando entrò in stanza e vide Shade fuori dal letto, appoggiato al muro, fece cadere la bacinella d’acqua e si precipitò subito a soccorrerlo.
-Ma cosa ti salta in mente? Hai la febbre alta, devi riposarti!- e lo riaccompagnò a letto. Dopo averlo coperto di nuovo, si chinò a raccogliere la bacinella che aveva fatto cadere poco prima.
-Aspetta qui e non muoverti, vado a prendere dell’acqua fresca per bagnarti la fronte.- Il ragazzo tese una mano verso di lei
-No… non andartene...- La ragazza si mise a sedere sul letto, vicino a lui.
-Shade... ora devi riposare. Quindi stai tranquillo e chiudi gli occhi. Non ti lascio solo, vado solo a prendere dell'acqua.- Shade voleva chiudere gli occhi, si sentiva debole, ma aveva paura di riaprirli e di non vedere più Rein accanto a lui. Sapeva che si stava comportando come un bambino, ma non gli importava.
-Promettilo.- Lei gli accarezzò la fronte, arrossendo leggermente.
-Non ti lascio solo, lo prometto.- disse la turchina sorridendo. Shade si tranquillizzò e lasciò che i suoi occhi si chiudessero e che la sua mente si abbandonasse ad un sonno tranquillo.
Rein non fece in tempo a uscire dalla stanza che sentì un rumore: -…n!- Era Shade. Non capiva cosa intendesse dire con "n", ma era molto preoccupata e si rimise a sedere accanto a lui. Lui ripeté di nuovo la stessa lettera… anzi no. La ragazza si accorgeva solo in quel momento che stava dicendo qualcos'altro… un sussurro agitato che prima non era riuscita a percepire: "R…Rein!" la ragazza arrossì violentemente. "No, ti prego! Non dirlo! Non chiamarmi, non sognarmi! Non illudermi, il mio cuore non ti potrà mai appartenere..." pensò lei. Shade continuava ad agitarsi nel sonno, stava veramente male. Rein non resisteva, non poteva vederlo in quel modo, ma non poteva abbandonarlo. Dopotutto glielo aveva promesso, no? Alzò leggermente la mano tremante. Anche se probabilmente se ne sarebbe pentita ora avvertiva il bisogno di sentirlo. Avvicinò la mano a quella del ragazzo e la strinse forte. Dopo poco lui si calmò e cominciò a dormire tranquillamente.
Rein rimase per qualche istante a contemplare il suo viso addormentato, poi uscì dalla stanza chiudendo piano piano la porta dietro di sé.
Appena uscì, si ritrovò Fine davanti.
-Come sta? La febbre è ancora molto alta?- domandò leggermente preoccupata.
-Credo di sì ed io purtroppo non so che cosa fare.- rispose la turchina con un velo di tristezza nella voce.
-Mentre eri di là ho cercato delle medicine, ma non ho trovato niente.- continuò Fine.
-Ascolta Fine, io vado in città a comprare delle medicine e qualcosa da mangiare, tu stai qua in caso Shade si svegliasse, va bene?- Rein era decisa e senza neanche dare il tempo all'amica di rispondere, uscì di casa.
-Rein aspetta...!- provò a dire Fine.
-Ah! È vero, tieni!- disse Rein, lanciando un completo alla rossa prima di uscire.

-Che cosa sarà?- si domandò Fine, spiegando i vestiti.
-Che belli! Ma questo mi ricorda qualcosa...- disse lei, ricordandosi di due anni fa.

Rein e lei erano andate in centro Miami per fare shopping.
-Fine! Al posto di stare attaccata alla vetrina della pasticceria vieni a dare un'occhiata qua!- urlò Rein dall'altra parte della strada.
-E va bene, arrivo!- rispose la rosa che stava letteralmente sbavando dietro una torta con panna e fragole. Alla secondo chiamata Fine si allontanò svogliatamente dalla pasticceria.
Rein intanto, stava appiccicata alla vetrina di un negozio di vestiti.
-Sai una cosa, Rein? Non ti capisco proprio! Come fai a sbavare dietro dei vestiti? Secondo me la torta alla panna è molto meglio!- disse la rosa osservando l'amica.
-Fine, sono bellissimi! Sembrano fatti apposta per noi! E poi...- disse Rein ridendo sadicamente, facendo gelare il sangue a Fine.
-SONO IN SALDO! Dobbiamo comprarli!- disse infine la turchina girandosi verso la povera Fine che aveva una brutta notizia.
-Rein... beh, ecco... lo sai che una settimana fa ho preso tre in geografia. Lo zio non mi ha dato la paghetta questo mese.- disse Fine insicura, aveva paura della reazione che avrebbe avuto l'amica.
-C-cosa vorresti d-dire?- chiese Rein con un tic all'occhio.
-Beh, in poche parole... sono al verde!- rispose Fine tutto d'un fiato.
-NO!- Rein si lasciò cadere sul marciapiede, sotto gli occhi stupiti dei passanti che osservavano la scena divertiti.
-Fine, come hai potuto farmi questo?!- si lamentò Rein, attirando sempre più gente intorno alla scena.
-Suvvia, Rein! Non è poi la fine del mondo! Se vuoi ho abbastanza soldi per una tazza di te e una fetta di torta alla panna!- disse Fine, dandole delle amichevoli pacche sulla schiena. La turchina abbozzò un sorriso.
-E va bene, Fine! Sei sempre la solita!- sorrise Rein.


Al pensiero di quel ricordo Fine sorrise.
Si vestì; quel completo le stava davvero bene. Indossava la stessa gonna di Rein solo che i bordi erano di un rosa acceso, anche la camicetta nera con dei bottoni rosa era molto bella. E per completare il tutto, si mise su delle calze nere che arrivavano a metà coscia.
-Sì! Dopotutto, quella volta, Rein aveva ragione! Questi vestiti sono proprio carini!- si disse Fine, facendo una giravolta davanti allo specchio.


Rein aveva appena finito le sue compere.
-Perfetto! Ora ho tutti gli ingredienti per fare il mio piatto preferito: il pollo al curry!- disse Rein alzando un braccio al cielo.
-Inoltre in farmacia avevano anche la medicina che mia mamma mi dava sempre quando avevo la febbre! Mi sarà utile con Shade!- continuò lei, felice.
Dopo pochi passi, andò a sbattere contro qualcosa o meglio, qualcuno.
-Scusa! Mi dispiace tanto! Giuro che non ti avevo visto! Va tutto bene?- chiese la turchina, allungando una mano alla povera ragazza ancora seduta a terra.
-Non ti preoccupare, io sto benissimo! Piuttosto te ti sei fatta male?- rispose la ragazza sorridendo.
-Uh? No! Nulla di rotto!- disse Rein facendo la linguaccia.
-Meglio così! A proposito io sono Vera!- si presentò la ragazza, iniziando a camminare insieme a Rein.
-Piacere, io mi chiamo Rein!- ... Vera, quel nome le ricordava qualcosa... era una ragazza proprio carina: sarà stata due, massimo tre anni più grande di Rein, aveva dei bellissimi capelli biondo platino e due occhi blu che assomigliavano a due zaffiri... che assomigliavano a quelli di...
"Cosa?! Non ci posso credere! Possibile che lei... sia... q-quella Vera?!"


 

 

Buona sera popolo di EFP! Sono di nuovo io e questa volta non sono in ritardo!
Oggi sono incazzata arrabbiata nera! Questo capitolo doveva uscire oggi pomeriggio ma quando stavo per scegliere i colori, Internet si è fermato con tutta la mia storia su!
Grrr...ma dopo aver spezzato 5 matite (brutta cosa la rabbia), dopo aver guardato Koda fratello orso e aver pianto (ebbene sì! Mi gurado e piango quando guardo quel film! La fine è così...triste!)
Ma lasciamo perdere!
Come avete visto Fine si sta legando sempre di più a Rein. E Shade...va bhe! Lui è sempre così molto figo! E questa Vera..questo nuovo personaggio chi sarà?
Mi sembra ovvio che per saperlo dovrete leggere il prossimo capitolo!
Bacini e cuoricini da Miku

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Capitolo 8
*** Bouquet of pink tulips ***


Capitolo 8 - Bouquet of pink tulips



Rein non ci poteva credere, la sua bocca formava una O perfetta, dalla quale, però, non usciva una parola. Ormai non poteva essere una coincidenza e poi a guardarla bene, si vedeva che aveva la stessa taglia di vestiti della turchina.
Per un secondo le passò per la mente la voglia di darsela a gambe levate, ma poi decise di non farlo.
"Basta scappare, Rein! Devi affrontare il presente: è ovvio che questa ragazza è la sorella di Shade!" pensò mettendosi una mano sulla fronte. "Sì, ok... ma come faccio ad averne la prova? Non ho altra scelta, le chiederò con tutta la calme del mondo se ha un fratello di nome Shade. Tutto qua!" Rein sorrise, cosa che Vera notò.
-A che cosa stai pensando?- chiese la bionda facendo girare la turchina verso di lei, con sempre quel sorrisetto stampato in faccia.
-In un certo senso... senti, Vera! Posso farti una domanda?- chiese poi lei inarcando le labbra ancora di più.
-Certo!- rispose la bionda.
-E va bene! Per caso hai un fratello di nome Shade: capelli blu, occhi del medesimo colore e sorrisetto da pervertito stampato in faccia che ogni volta ti fa venire voglia di tirargli una ciabatta?- disse la turchina iniziando ad innervosirsi nel pensare al ragazzo dai capelli cobalto.
Dopo qualche secondo di silenzio alquanto imbarazzante, Vera parlò.
-... Io non ho nessun fratello di nome Shade, vivo da sola.- Rein rimase sconvolta da quella dichiarazione, possibile che avesse sbagliato persona? Eppure, se aveva sentito bene, la ragazza aveva esitato prima di rispondere. Non è che..."Questa mi sta prendendo in giro!" Pensò la turchina facendosi tornare il sorrisetto sulle labbra lucide.
-Davvero? E i tuoi genitori? Come mai vivi da sola?- Rein le stava facendo il terzo grado senza notare che la ragazza si era fermata davanti un fioraio.
-Vieni, Rein! Mi puoi aiutare a scegliere dei fiori?- disse la ragazza cercando di mascherare la tristezza con un sorriso.
-Va bene... per quale evento?- chiese la turchina, ma prima di dare il tempo a Vera di rispondere, i suoi occhi iniziarono a luccicare davanti un bellissimo mazzo di tulipani rosa. -Che dici? Ti piacciono quei tulipani?- chiese Rein senza distogliere lo sguardo dai fiori. Vera sorrise vedendo la ragazza che, anche se non la guardava, le supplicava di comprare quei tulipani.
-Sì, sono molto belli. Prendiamo quelli, grazie.- disse la bionda allungando i soldi alla fioraia.



Erano ormai passate quasi due ore da quando Rein se n'era andata e Fine non si dava pace; continuava a camminare avanti e indietro per il salotto.
Ad un certo punto sbuffò e si lasciò cadere pesantemente sul divano in stoffa.
Silenzio.
-Ma quanto tempo ci mette?!- urlò la ragazza dai capelli rosa, non si era accorta che una figura dietro di lei la stava osservando.
-Vorrei tanto saperlo anche io!- disse una voce alle sue spalle. D'istinto si girò e strabuzzò gli occhi vedendo Shade appoggiato alla porta che la guardava intensamente.
-E tu che cosa ci fai qui?! Perché ti sei alzato?!- balbettò Fine girandosi dall'altra parte per via delle sue gote imporporate.
-Non ho più sonno, e poi non posso dormire lasciando una donna da sola.- sorrise malizioso, Fine non poteva vederlo, ma se lo sentiva e ne era certa, conosceva fin troppo bene i tipi come lui.
Dopo pochi secondi Shade si avvicinò fino a sedersi esattamente di fianco a Fine, la guardava senza distoglierle gli occhi di dosso, cosa che alla ragazza diede molto fastidio. -Beh... che vuoi?- chiese accigliata.
-Io? Proprio niente!- rispose lui cercando di fare l'innocente.
Altri minuti di silenzio imbarazzante e il ticchettio dell'orologio che segnava il passare del tempo non era certo di aiuto alla povera Fine.
-Sai, adesso che ci penso non so neanche il tuo nome. So solo che sei un'amica di Rein, giusto?- domandò senza preavviso il ragazzo. Ma Fine non doveva cedere e a testa alta rispose.
-Fine. Mi chiamo Fine e sono beh... diciamo che sono un'amica di Rein.- Shade sorrise un'altra volta.
-Fine, eh? Carino come nome e anche tu non sei male.- disse con tutta la tranquillità del mondo, non si poteva dire lo stesso della rossa, la quale aveva sfumato il viso con tutte le tonalità del rosso.
-E va bene! Ho capito, non ti piacciono i complimenti direi! Sei identica a Rein anche se non si direbbe. Avanti, vieni con me!- disse Shade alzandosi dal divano e porgendo la mano alla ragazza, la quale guardò la mano non sapendo cosa fare. Dopo qualche secondo di esitazione si alzò dal divano e sistemandosi i capelli si diresse verso la porta.
-Allora, dove andiamo?- chiese all'improvviso Fine sorridendo. Shade al contrario non sembrava molto felice, ma sorrise lo stesso.
-Andiamo a trovare i miei genitori.-


 



Ehm...sì, bhe...non so come dire...Sono tornata!
Ebbene pensavate che avessi abbandonato questa storia? No. Non lo farei mai! Questa è stata la mia prima storia e non l'abbandonerò mai!
Comunque che dire...ho deciso di dedicarmi un po' di più a questa che all'altra,
il fatto è che mi è venuto quasi da piangere quando avevo visto che erano mesi che non aggiornavo quindi mi sono messa all'opera!
Lo so, è venuto uno schifo, ma mi serviva per introdurre il prossimo capitolo che (forse) arriverà nel week-end.
Spero di non aver perso le ragazze che mi recensivano prima!
Bacini e cuoricini da Miku

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Capitolo 9
*** Broken heart ***


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Capitolo 9 - Broken heart



Fine era leggermente sorpresa dalla risposta del ragazzo, ma non si poteva di certo tirare indietro. Quella non era solo la missione di Rein, era anche la sua e per questo avrebbe fatto l'impossibile. Non potette, però, fare una domanda. La domanda più semplice e comune che sicuramente tutti noi usiamo più di una volta al giorno: “Perché?”
La risposta di Shade fu rilassata, anche se si poteva notare uno strano velo di tristezza che gli copriva il volto come un lenzuolo che non gli permetteva di sorridere realmente. Fine lo aveva capito fin da subito: erano solo falsi sorrisi quelli sul suo volto.
-Perché è da un sacco di tempo che non vado a trovarli e poi, mi piace andare in compagnia.- Questa fu la risposta del ragazzo che fece abbassare lo sguardo alla principessa.
-Capisco...- rispose Fine senza distaccare lo sguardo dal pavimento in resina.
-Allora? Andiamo?- chiese Shade aprendo la porta d'ingresso.
Fine annuì.

 

Rein e Vera avevano ricominciato a camminare, erano già passati dieci minuti e la turchina era con lo sguardo fisso sul “suo” mazzo di tulipani. Stavano camminando, ma Rein non stava seguendo la via per casa, stava solo seguendo la ragazza bionda, la quale la stava portando chissà dove.
-Ti piacciono proprio i tulipani, vero?- chiese ad un tratto Vera, sorridendo teneramente. Rein alzò lo sguardo e per qualche strano motivo si perse. La sua mente si perse per un istante scontrandosi con ricordi lontani:

Rein camminava tutta sola per il giardino della scuola elementare. Ormai la pausa pranzo era finita e doveva sbrigarsi a tornare in classe.
Arrivò alla porta d'ingresso quando qualcuno le mise una mano sulla spalla, un ragazzino della sua età la stava osservando timidamente con un leggero rossore sugli zigomi diafani. I suoi occhi corallo incontrarono quelli di Rein che arrossì all'istante.
-Tieni.- disse rompendo il silenzio che si era creato, porgendo alla bambina un fiore, più precisamente un tulipano, un bellissimo tulipano rosa che profumava di quell'aria fresca che si creava in primavera.
Senza dire niente, Rein prese il fiore tra le mani facendo attenzione a non danneggiare i petali delicati della corolla. I suoi occhi si illuminarono vedendo la bellezza del fiore, cosa che la fece involontariamente sorridere.
-Grazie!- rispose infine sorridendo felice. Il bambino ricambiò il sorriso per poi girarsi e correre via.
Rein rimase per qualche secondo a fissare la sagoma del ragazzino che piano piano si faceva sempre più piccola per poi scomparire all'orizzonte.
-Oh, no! Sono in ritardo!- disse la turchina aprendo la porta della scuola e correndo in classe con il fiore al sicuro, vicino al suo cuore.


-Già, sono sempre nel mio cuore.- sussurrò la turchina in modo impercettibile.
Dopo pochi minuti di cammino Vera si fermò.
-Siamo arrivati.- disse girandosi verso Rein, la quale appena vide il posto rabbrividì. Quello era... un cimitero.
“Ora si spiega tutto! I fiori, i tristi sorrisi di Vera...” pensò la turchina per poi guardare la bionda, era con la testa bassa e si vedeva benissimo che avrebbe pianto da un momento all'altro.
-Senti Vera, io non volevo. Non pensavo che tu... io ti ho fatto tutte quelle domande senza sapere niente. Mi dispiace tanto!- disse Rein scusandosi, anche lei aveva quasi le lacrime agli occhi.
-Non fa niente, Rein. Ormai è da tanto tempo che i miei se ne sono andati.- incominciò, iniziando a camminare. -I miei genitori erano delle persone stupende, si amavano come poche persone sanno fare e passavano tutto il tempo insieme, proprio come la loro morte. Morirono insieme.- continuò la bionda iniziando a singhiozzare. -Mia mamma era la persona più dolce che io avessi mai conosciuto, era sempre disponibile, sorridente e sapeva capirmi ogni volta. Mio padre invece non era da meno, sempre protettivo nei miei confronti, era lui che mi accompagnava a scuola ogni giorno, era lui che...- Non riuscì a finire la frase che le lacrime presero il sopravvento, inondandole il viso e i suoi occhi cobalto diventarono ancora più profondi e pieni di tristezza.
Era chiaro che non mentiva e Rein si sentiva terribilmente in colpa, si avvicinò e l'abbracciò più forte che poteva, ormai anche i suoi occhi cristallini erano velati da calde lacrime.

Il mazzo di tulipani cadde a terra.

-Non ci posso credere.- disse all'improvviso una voce alle spalle delle due ragazze. Rein si voltò e lo stesso fece Vera, quest'ultima rimase a bocca aperta e gli occhi erano sbarrati come due fanali.
-Shade.- sussurrò la bionda trasformando la sua espressione in uno sguardo serio... quanto più serio, arrabbiato.
-Vera.- rispose Shade con il suo sguardo indifferente che passava dalla bionda a Rein.
-Fine?- disse Rein, guardandola con uno sguardo interrogativo.
-Rein!- rispose Fine sorpresa.


 


 

Buonasera ragazze di EFP!
Sono arrivata con un nuovo capitoletto! Scusate se è un po' corto, ma dovevo fare per forza un capitolo prima di scrivere quello che sarebbe successo.
Sono un po' in ritardo, ma purtroppo non ho molto tempo.
È anche per questo che ho cancellato Lovely Complex, mi dispiace,
ma in questo periodo voglio dedicarmi solo a questa storia e magari a qualche One shot. Spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto, un po' triste, ma cruciale! Ho lasciato un po' di suspance.
Bacini e cuoricini da Miku

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Capitolo 10
*** We are infinite ***


Capitolo 10 - We are infinite



Tutti erano immobili, incapaci di aprire bocca. Chissà chi per primo avrebbe rotto il ghiaccio.
-Ciao sorellina.- disse all'improvviso Shade con apparente distacco. L'espressione di Vera divenne ancora più arrabbiata e le lacrime questa volta non stavano scendendo per tristezza, ma per rabbia e rancore.
-Cosa? Sorellina? Ma questo vuol dire che...- Rein si riprese dopo quel piccolo stato di trance in cui si trovava e si concentrò sulla frase di Shade; sorellina? Ma Vera non aveva detto che non aveva nessun fratello? Le cose si facevano complicate e la turchina non ci capiva più niente.
-Ti sbagli, Rein.- rispose ad un tratto Vera senza distaccare gli occhi, neanche per un secondo, dal ragazzo. -Lui non è mio fratello. Lui... è solo un assassino.- Vera teneva lo sguardo basso e le mani erano strette a pugno. Stava urlando e la sua voce era spezzata, calde lacrime che le rigavano il volto cadendo sul terreno di ghiaia.

I quattro ragazzi stavano camminando verso la casa di Shade. Nessuno osava parlare, in quel momento anche la più banale delle parole sarebbe stata troppo azzardata. Solo Fine e Rein bisbigliavano cercando di stare dietro Vera e Shade.
-Fine, tu cosa credi che sia successo realmente?- bisbigliò la turchina usando un tono di voce quasi impercettibile.
-Non lo so. Una cosa è certa però: loro due sono fratello e sorella, solo che Vera non sembra accettarlo.- rispose Fine osservando i passi lenti dei due ragazzi di fronte.
-Hai ragione. Dobbiamo far luce su questo mistero, io non credo che Shade sia un assassino, ma deve aver combinato qualcosa di grosso.- disse Rein spostando lo sguardo su Shade.

Arrivati a casa del ragazzo, Vera senza degnare né di uno sguardo né di una parola a nessuno, se ne andò in quella che doveva essere la sua camera. Era completamente vuota, c'era solo un letto bianco al centro della stanza e un comodino con una foto; raffigurava una giovane donna dai capelli blu zaffiro e grandi occhi celesti che esprimevano gioia e serenità. Al fianco della donna c'era un signore che sembrava essere abbastanza serio, ma con un bellissimo sorriso sul volto, era alto, con dei lineamenti ben marcati, i suoi capelli erano color grano e gli occhi piccoli, ma allegri, color della notte. Tutti e due avevano per mano una bambina dai capelli biondi con due guance rosee che sorrideva con tutta quella purezza che solo una bimba può avere.
Fine e Rein riuscirono solo a intravedere la figura pallida di Vera che correva verso la foto per poi stringersela fra le braccia. Dopo ciò la porta si chiuse in un colpo secco che rimbalzò nell'aria come una fucilata.
Le due ragazze si guardarono con aria preoccupata mentre Shade saliva le scale per dirigersi in terrazza, anche lui senza dire una parola; dopotutto avevano qualcosa in comune.
-Rein, dobbiamo andare a parlare con loro, sono sempre rimasti da soli e sono sicura che provano molto rancore. Non hanno nessuno con cui parlare, noi possiamo fare qualcosa, non credi?- Fine disse quelle parole facendo quasi commuovere l'amica, lei sì che era una vera principessa.
-Hai ragione. Da chi vuoi andare?- chiese Rein come se non sapesse la risposta.
-Vai tu da Shade, sicuramente sarà più felice di vedere te. Io andrò da Vera, va bene?- disse la rosa sorprendendo Rein, la quale senza pensarci due volte annuì per poi salire le scale.


Rein arrivò all'entrata della terrazza. Adesso che ci pensava non aveva mai notato quella terrazza quando era stata in quella stanza qualche giorno prima. Era un grande terrazza, ma come la stanza di Vera era vuota, c'era solo...
-Un pianoforte?!- si chiese la turchina ad alta voce attraendo l'attenzione di Shade.
-Che cosa ci fai qua?- chiese il ragazzo girandosi verso di lei.
-I-io ero solo venuta a vedere se stavi bene.- disse Rein titubante.
-Se sto bene?! Secondo te come posso stare bene dopo quello che è successo?! Per mia sorella non esisto, i miei genitori sono morti ed io sono la causa della loro morte, questo tu lo chiami stare bene?!- Rein rimase spiazzata dalle parole del ragazzo, non aveva mai alzato la voce con lei. Le lacrime si facevano sentire e le era venuto un nodo in gola. Si girò e fece per andarsene, ma poi ci ripensò: non poteva farlo, sarebbe stata già la seconda volta.
-Non c’è nessuno a questo mondo in grado di tornare sui propri passi. Qualunque cosa accada non si può fare altro che spalancare gli occhi e proseguire senza voltarsi indietro...- disse Shade con un tono più calmo, che si fosse pentito di essersi arrabbiato con Rein? La turchina era girata di spalle, sapeva benissimo la risposta da dargli; la sua infanzia poteva essere stata anche terribile, ma non sapeva la sua. Morire all'improvviso, essere scaraventata in un altro mondo, non vedere mai più la sua mamma e delle stupide regole che non ti permettevano di innamorarti di nessuno. Capiva Shade fin troppo bene.
-Però, se pure gli esseri umani non hanno modo di tornare sui loro passi, anche il fatto di non conoscere la strada che si sta percorrendo può essere uno sbaglio.- Shade esitò, Rein era diversa da come l'aveva immaginata, forse, avevano più cose in comune di quanto pensasse.
-Se hai bisogno sono di sotto.- disse lei.
-Rein...- sussurrò Shade andando verso di lei. La guardò negli occhi, aveva uno sguardo triste. La strinse fra le sue braccia, non l'avrebbe mai lasciata andare.
Rein rimase sbigottita per un secondo, ma anche lei sapeva di provare qualcosa per Shade, qualcosa che per un angelo era severamente proibito provare: l'amore. Ma in questo momento non le importava e forse è stato per quello che ricambiò l'abbraccio sentendo il suo profumo, sentendo il suo cuore che batteva all'unisono con il suo.
-Ti amo.-




 
Buonasera ragazze di EFP!
Mi dispiace molto, sono ritardo e ho rimandato un sacco di volte, ma è quesi Natale e sono occupata.
Comunque vi avevo promesso un capitolo prima di Natale, no? Direi che sono in orario!
Wow! Questo è già il 10 capitolo! Forse il finale è un po' troppo romantico...fatemelo sapere, ma prima o poi lo doveva pur dire!
Non so quanto far durare la storia...perché in effetti volevo fare altri 7 capitoli e poi care mie: è finita!
Ma non disperiamoci, mancano ancora 7 capitoli e dopo questa storia ho 1000 idee che mi passano per la mente!
Ci vediamo al prossimo capitolo e auguro a tutte voi un buon Natale e un felice Anno Nuovo!
Bacini e cuoricini da Miku

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Capitolo 11
*** Fragments of my past ***


Capitolo 11 - Fragments of my past



Fine si era ritrovata a rispondere a quella domanda come se avrebbe saputo cosa fare, ad esempio cosa dire a Vera quando si sarebbe ritrovata di fronte a lei. In quel momento proprio non lo sapeva e come una stupida aveva iniziato a camminare avanti indietro dal soggiorno fino alla porta della camera della ragazza, ancora chiusa.
-Ma che cosa sto facendo?- si disse Fine fermandosi e arrabbiandosi con sé stessa.
Aggrottò le sopracciglia e si voltò di scatto verso la porta. Iniziò a camminare verso di essa con passo deciso per poi alzare leggermente la mano pallida e appoggiarla sul lucente legno della porta.
-Forza e coraggio, Fine!- Incoraggiò il suo spirito. Era sempre stata una ragazza fiammante e piena di energie, ma quando si trattava di parlare di cose delicate non era brava, anche se era la principessa dell'Inferno aveva paura di far soffrire le persone senza farlo apposta, ma non si sarebbe mai tirata indietro di fronte a niente, amava vedere la gente sorridere a avrebbe fatto qualsiasi cosa per far sorridere anche Vera.
Bussò alla porta con delicatezza, come se essa avesse potuto cedere ad un tocco troppo impetuoso.
Sapeva che Vera era molto triste e di conseguenza sapeva che non le avrebbe risposto, per cui prese il pomello e lentamente aprì la porta, facendola cigolare leggermente.
-Posso entrare, Vera?- chiese timidamente, l'idea di conversare da sola senza l'aiuto di Rein la preoccupava ancora.
Vera era nello stesso posto in cui le principesse l’avevano vista prima, con la stessa fotografia tra le braccia e con lo stesso sguardo nel quale si potevano vedere milioni e milioni di emozioni passare come nuvole in una giornata ventosa.
-Chi sei...?- chiese Vera con la voce roca e probabilmente spezzata dal troppo piangere.
-Io sono Fine, un'amica di Rein.- rispose Fine provando a sorridere. Si avvicinò alla bionda la quale aveva appena alzato lo sguardo. Si sedette di fianco a lei; gambe incrociate e schiena appoggiata al letto.
Come aveva già notato Fine, la stanza era praticamente vuota. Il letto era semplice; con delle lenzuola bianche, esattamente uguale al colore delle pareti: bianche. Tutto quel bianco faceva sembrare quella stanza ancora più grande e Fine si sentiva piccolissima. L'unico schizzo di colore che la calmò fu la fotografia che Vera teneva stretta.
-Scommetto che sei te con i tuoi genitori, vero?- disse Fine cercando di instaurare una conversazione. Infatti funzionò e dopo un profondo respiro, Vera parlò.
-Esatto. Mamma, papà ed io eravamo perfetti fino quando lui non arrivò e rovinò tutto.- Lo sguardo di Vera si voltò verso gli occhi magenta di Fine, guardandoli intensamente. Rabbia, rancore, rabbia, rancore... Fine riconobbe subito quei sentimenti e abbassò lo sguardo.
-Vuoi raccontarmi quello che è successo?- chiese Fine comprensiva, ma sorridendo con occhi tristi.
-Shade. È tutta colpa sua se i miei genitori sono morti, è solo colpa sua.- Fine non riusciva a capire cosa avesse potuto fare Shade per meritarsi tutto questo odio da sua sorella.
-Tutto è successo quindici anni fa...-

Era una splendida giornata d'estate, un’allegra famiglia era seduta nel giardino di casa, c'era una giovane donna dai corti capelli color zaffiro che, felice, accarezzava il grosso pancione che aveva, pensando al bambino che portava in grembo, per nove mesi era stato sotto il suo cuore e mancava poco alla sua nascita.
Al fianco della donna c'era una piccola bambina con un dolce cappello di paglia in testa che beveva tranquillamente un dolce succo alla pera.
Infine, di fronte alla donna, c'era un uomo dai capelli color grano che le sorrideva gioiosamente.
-Nostro figlio nascerà tra poco e ho già scelto il nome che gli darò, mi piace tantissimo Shade.- disse convinta la donna.
-È molto bello, cara. Ma se invece nascerà una bambina?- rispose l'uomo davanti a lei facendole sollevare lo sguardo al cielo.
-No, è un maschio. Ovvio, non so dirti perché, ma sono sicura che sarà un maschio.- si girò verso la bambina dai capelli biondi e le mise una mano sulla testa. -È stato lo stesso quando aspettavo Vera; ero stata assolutamente sicura che sarebbe nata una femminuccia.- continuò lei accarezzando la guancia della piccola.
-Vera e Shade.- finì l'uomo guardando prima la bimba e poi il pancione della moglie. Sorrise.


Vera si fermò per un attimo mentre Fine pendeva letteralmente dalle sue labbra, in attesa di sentire il resto.
-La mamma aveva ragione, era un maschietto. Il giorno in cui è nato, papà l'ha accompagnata all'ospedale, quella fu l'ultima volta che li vidi. Non tornarono mai più.- guardò Fine con gli occhi, per la medesima volta, lucidi.
-Quel pomeriggio vidi una donna, che non avevo mai visto prima, con un fagotto in braccio, ma dei miei genitori non c'era alcuna traccia. La donna mi sorrise e mi disse che mamma e papà non sarebbero mai più tornati. A quel punto mi misi a piangere e piangere senza fermarmi, fino a che un giorno non scoprii la verità; avevano fatto un incidente. Ma ti rendi conto, Fine? Mia madre era morta proteggendo con il suo corpo Shade mentre mio padre era morto sul colpo. Da quel momento quella donna si prese cura di noi fino a che io non ebbi compiuto quattordici anni. E poi se ne andò anche lei, scomparì per sempre dalla nostra vita, come avevano fatto tutti e in quel momento non avevamo più nessuno.-
Fine si sentì gli occhi pizzicare e involontariamente una, due, tre gocce salate le solcarono il volto senza il suo permesso.
-Dopo poco tempo io me ne andai, volevo andare a scuola come tutti gli altri ragazzi e volevo diventare qualcuno. Lasciai Shade in questa casa, sapevo che se la sarebbe cavata. Mi ricordo che non lo salutai nemmeno, lui era la causa della morte dei miei genitori. Se lui non fosse mai venuto al mondo mamma e papà sarebbero ancora qui, ma questo per me è solo un sogno di tanto tempo fa...-



 

Buona sera a tutti dalla vostra Miku!
Sono terribilmente in ritardo e mi dispiace molto, ma in questo periodo non ho molta voglia di scrivere...
Questo capitolo è un po' triste, ma dovevo far sapere il motivo della rabbia di Vera e farvi scoprire il passato dei due fratelli.
Spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto!
Bacini e cuoricini da Miku

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Capitolo 12
*** Wing feathers ***


Capitolo 12 - Wing feathers



La brezza notturna sfiorava delicatamente il viso di Rein, si potevano udire i grilli frinire formando una soave melodia e le lucciole illuminavano quel poco che bastava per rendere l'atmosfera assolutamente meravigliosa.
Rein era ancora tra le braccia di Shade, i suoi capelli le accarezzavano il viso e il suo profumo era così inebriante, tanto da farla sognare ad occhi aperti.
Dopo qualche minuto la lasciò anche se entrambi avrebbero voluto stare in quella posizione per sempre.
Si guardarono negli occhi, i suoi color fiordaliso contro quelli color oltremare di Shade. In quel momento le parole erano superflue, Rein si portò le mani al cuore. Sapeva che il suo viso era ormai diventato rosso, gli occhi erano umidi e il cuore... il cuore era fermo, non emetteva alcun battito. Però non le importava, presto, forse, sarebbe tornato a battere.
Il viso di Shade si stava avvicinando molto lentamente, avrebbe dovuto cedere? Avrebbe dovuto infrangere una delle regole più importanti? Ma soprattutto: ne valeva la pena?
Quelle domande le scivolarono via dalla mente, come le labbra di Shade che si posarono come un petalo di rosa su quelle screpolate di Rein. Erano come la sabbia arida del deserto; anche se fa male, è estremamente calda. Rein chiuse gli occhi mentre Shade le cingeva dolcemente la vita.
Il tempo non sembrava fermarsi, ma scorreva veloce e portava via tutti i brutti ricordi del passato, sarà quella la sensazione che si prova quando si è innamorati?
Entrambi avrebbero avuto molte cose da dirsi, ma in quel momento era il silenzio a far da padrone, un silenzio strano che urlava tutto il loro amore.

 
 
La luce fioca del sole che penetrava le finestre rendeva ancora più luminosa quella stanza dalle pareti color pervinca.
Il sole si fece pian piano sempre più alto e andò a colpire la frangetta celeste di una ragazza sdraiata sul letto matrimoniale di quella camera. Lei se ne accorse, strinse gli occhi e si girò dalla parte opposta alla finestra.
Dopo pochi minuti si sentì una stretta su una ciocca di capelli. Mugugnò e andò per toccarsi i capelli, con gli occhi ancora chiusi, quando toccò qualcosa che le afferrò la mano. A quel punto aprì gli occhi di scatto e vide i lineamenti dolci e perfetti di Shade. Peccato che in quel momento Rein non si stava concentrando molto sul viso di Shade, ma nella posizione e nello stato in cui erano. Rein era sulla parte sinistra del letto e Shade sulla destra.
Lo guardò con occhi assassini, sperando di trattenere il demone che stava cercando di uscire dal suo corpo e dall'urlo che provava a calmare.
-Shade. Che cosa stai facendo?- domandò con un tic all'occhio e con una voce apparentemente calma.
-Stavo solo contemplando la tua bellezza.- rispose lui con innocenza. Un'innocenza che non gli si addiceva affatto.
Rein si riprese, fortunatamente aveva una pazienza d'oro e non valeva la pena di arrabbiarsi con un essere come Shade, avrebbe solo sprecato del tempo.
Sì alzò dal letto e andò spedita in bagno, chiuse la porta a chiave, com'era solita a fare, e fece un profondo respiro. Si mise seduta con la schiena appoggiata alla porta, si abbracciò le gambe e sprofondò il viso nelle braccia. Doveva restare in pace, erano successe troppe cose in poco tempo. Ma purtroppo la pace non era lunga quanto sperava.
Un dolore lancinante e acuto le percorse la schiena fino a fermarsi alle scapole. Non ebbe nemmeno il tempo di urlare che si sentì strana, come se qualcosa dovesse uscire dal suo corpo e una luce color lavanda l'avvolse, sembrava la stessa luce che c'era nel suo regno... il regno del Paradiso.

Rein aprì gli occhi, era svenuta. Il suo corpo non era più lo stesso, era come se avesse qualcosa in più.
Si alzò lentamente in piedi e andò, per caso, a scontrarsi con il suo riflesso nello specchio vicino la vasca da bagno. Le sue pupille color pece si rimpicciolirono all'improvviso, diventando quasi invisibili e per poco non lanciò un grido. Non era girata di schiena eppure si vedevano chiaramente, erano proprio lì e nonostante non fosse nel regno del Paradiso aveva le sue ali...
Alzò la mano tremante e la posò sull'ala sinistra, accarezzandola, ancora con la bocca aperta per lo stupore. Sorrise con occhi tristi, in quel momento non aveva voglia di piangere, non voleva disperarsi, non voleva abbandonare la ragione e accasciarsi a terra pensando a come le avrebbe tenute nascoste dagli occhi di tutti. Allora sorrise, ma un sorriso non vuol dire che una persona è felice, ci sono lacrime che non arrivano agli occhi, ma si fermano al cuore e anche se il suo non palpitava, conteneva ancora le emozioni di un tempo.
La turchina non si accorse nemmeno che qualcuno stava bussando preoccupato la porta, era immersa nei suoi pensieri. Non poteva dire a nessuno delle sue ali, non poteva uscire da quel bagno, Shade l'avrebbe vista. Poi, come per magia, le comparve davanti l'immagine del volto dell'unica persona che sarebbe stata in grado di aiutarla. Girò lo sguardo, la finestra era abbastanza grande ed era spalancata.
Corse, fece un salto, spiegò le sue ali e sentì il venticello mattutino tra i capelli acquamarina.
-Fine.-

Era da più di dieci minuti che Shade bussava insinstentemente la porta, non sentiva alcun rumore e Rein era chiusa là dentro da già mezz'ora.
Non potette fare altro; prese la chiave di scorta del bagno dal comodino e aprì la porta. Una folata di vento proveniente dalla finestra completamente aperta lo colpì e notò subito che Rein non c'era.
Poco dopo la sua attenzione di spostò su un piccolo oggetto sul pavimento. Era color bianco d'avorio con dei riflessi azzurri ed era anche molto morbido e soffice al tatto. Non poteva essere nient'altro che...
-Una piuma?-

 




Buon pomeriggio! Ho aggiornato abbastanza in fretta, il fatto è che non vedo l'ora di finire questa storia.
Ora dico così, ma so già che mi mancherà quando l'avrò finita...
Comunque adesso siamo a -5 capitoli, è iniziato il countdown! Beh, fatemi sapere come vi sembra!
L'idea delle ali mi è venuta all'improvviso e la scena del bacio è stato un piccolo regalo di San Valentino (in ritardo) per tutte voi!
Mi raccomando, mettete la Monochrome Blue Sky tra i preferiti, mi farebbe davvero molto piacere!
Bacini e cuoricini da Miku

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Capitolo 13
*** Send me an angel ***


Capitolo 13 - Send me an angel

 

Rein riuscì ad arrivare a terra con molta grazia, senza le solite cadute. Aveva visto la camera di Vera, il giorno prima, e si ricordava benissimo che le tende era serrate. Infatti si voltò verso l'unica, grande finestra della sua stanza e notò che la luce mattutina riusciva a stento a penetrarla.
Non riusciva a decidersi, sarebbe stato un guaio se Vera avesse visto le sue ali. In quel momento però, Rein non ci pensò su più di tanto. Prima o poi lo avrebbe scoperto, lei era sua amica. La conosceva da poco e, probabilmente, non l'avrebbe mai conosciuta abbastanza, ma si era accorta che non era una persona cattiva. No, lei era solo triste. Una ragazza con il cuore spezzato, ma non dal ragazzo che ama, dal suo stesso fratello. Sì, si fidava di lei e doveva ammetterlo; si fidava anche di Shade.
Si incamminò verso la finestra sentendo migliaia di emozioni percorrerle ogni minimo centimetro del suo corpo, erano tutte mischiate insieme ed era difficile capire ciò che provava veramente. I piedi nudi sull'erba umida dalla rugiada, il sole caldo d'estate, che ormai era arrivata, e quel venticello che in un momento all'altro avrebbe fatto posto ad un bell'acquazzone.
Arrivò alla finestra e posò una mano sul vetro, già tiepido. Cercò di riporre le ali il più possibile, ma era tutto inutile, erano là e si vedevano chiaramente.
Un nodo alla gola incominciò a formarsi e non riusciva più a mandar giù la saliva. No, non voleva piangere un’altra volta. Ogni tanto le veniva da pensare che se non fosse stata mandata in missione, se non fosse mai tornata sul suo pianeta d’origine, se non avesse mai incontrato quello stupido essere umano… probabilmente non si sarebbe ritrovata a piangere ogni giorno, non avrebbe spento il suo sorriso così spesso e non si sarebbe mai innamorata. Da piccola sognava sempre il suo principe azzurro, un ragazzo dai capelli dorati con un fiammeggiante mantello rosso, eppure si era ritrovata tra le braccia di un cavaliere dagli occhi oltremare che indossava un mantello nero, ma... era possibile che si sentisse più al sicuro tra le braccia del misterioso cavaliere?
I suoi occhi divennero spenti, ma una goccia d’acqua sporca le bagnò il naso risvegliandola dai suoi pensieri. L’odore della pioggia era così esaltante che le vennero i brividi, aveva la possibilità di prendersi un raffreddore così prese un profondo respiro e bussò gentilmente al vetro della finestra che era diventato improvvisamente freddo.
Nessuno rispose, ma si sentirono dei passi provenire dall’interno. Rein sperava con tutto il cuore che fosse Fine, l’avrebbe detto a Vera, ma prima voleva consultare lei e voleva provare quel conforto che solo la principessa del regno dell’Inferno le riusciva a dare. Quando le sussurrava dolci parole per poi ritrasformarsi nel solito maschiaccio oppure quando semplicemente le accarezzava la morbida chioma azzurra.
Vide un colore acceso farsi spazio tra le sontuose tende beige. Guardando più attentamente Rein si accorse che quello era proprio il suo colore preferito: il rosso. Esatto, amava tutte le tonalità di blu e le indossava spesso, ma aveva iniziato ad amare quel colore così diverso ma allo stesso tempo così simile a lei… un po’ come Fine, d’altronde. Perché anche lei aveva iniziato ad amare il blu.

-Rein! Ma che cos…- Non appena Fine vide quelle cose emergere dalle scapole di Rein perse la parola. I suoi occhi color ciliegia si spostavano velocemente da Rein fino a contornare precisamente le ali, ancora socchiuse.
La cosa che sorprese Rein, ma che in fondo sospettava, era che Fine non aveva la minima traccia di dolore o sofferenza e, chiaramente, non le era successo nulla di strano. La turchina abbassò lo sguardo sull’erba semi-asciutta. Al contrario, Fine era a dir poco sconvolta anche se i muscoli del suo viso erano rilassati. Rein si era ridetta mille volte quella frase nella sua mente, ma questa volta proprio non riusciva a tener fede alla sua promessa. Non poteva trattenere le lacrime. Cosa poteva farci oltre che a darsi della stupida mentalmente? Così, senza, o quasi, volerlo si ritrovò a spezzare i pochi passi che dividevano le due ragazze. Rein si buttò tra le braccia di Fine e lei, sapeva che in quel momento le parole non servivano così si limitò a ricambiare l’abbraccio senza dire una parola. Ma nonostante tutto, sorrise.
Rimasero così per poco tempo, troppo poco. Perché questa volta un’altra figura si ergeva a pochi centimetri dalle spalle di Fine. La rosa non poteva vederla, ma Rein si era paralizzata all’istante riconoscendo gli occhi cobalto della ragazza.
Probabilmente Fine sentì i brividi percorrere velocemente il corpo della ragazza, per questo sciolse l’abbraccio. Non incontrò lo sguardo di Rein, il quale era completamente rivolto a qualcosa alle sue spalle. Si girò bruscamente e la vide: Vera.
Un leggera brezza fece volare le lacrime fredde di Rein insieme a quelle calde di Vera creando dei piccoli bagliori nell’aria. La bionda abbozzò un sorriso carico di gioia, cosa che stupì Rein. Ma fu la frase che disse subito dopo che lasciò incredule le due principesse, più di quanto non lo fossero già.
-Finalmente ti ho trovato. Sei tu il mio angelo custode?-






Capitolo dedicato a Juls
Santo cremino e accipigna messi insieme! Sono ancora viva e vegeta, con un nuovo capitolo pronto per voi!
Non mi sono fatta sentire per un mese, mi spiace e chiedo perdono, ma sapete come sono fatta ed io voglio mettere il 100% di me in ogni capitolo!
Che dire...spero che vi sia piaciuta, abbiamo una sopresa finale! Chissà come andrà a finire! Mi spiace anche per gli eventuali errori, ma sono piuttosto stanca...e dimenticavo il count-down: -4!
Ne approfitto per fare gli auguri a tutti i vostri papà e specialmene al mio, che adesso è di fianco a me a giocare alle macchine con l'iPad! Tanti auguri papino!
Bacini e cuoricini da Miku

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Capitolo 14
*** Having the rain inside ***


Capitolo 14 – Having the rain inside



Era troppo da gestire. Troppo da compatire e no, non poteva affrontare il destino. Sapeva che in ogni caso sarebbe tornato, magari più infelice e infausto di prima, ma questa volta voleva solo scappare. Sarebbe tornato... prima o poi. O forse... il destino se l’era già presa da tanto tempo.
Lei aveva sempre creduto nelle coincidenze, il destino era un semplice modo di sfogare la propria frustrazione su qualcosa. Come tutti doveva dare anche lei la colpa a questo destino? No, perché ogni cosa, anche la più piccola, succede per una ragione concreta. E dire che lei di fantasia ne aveva... Dopo essere diventata principessa era maturata parecchio, perché anche se una persona è giovane non vuol dire che non conosca il dolore. Però, di una cosa ne era sicura: sarebbe riuscita ad affrontare qualsiasi genere di pericolo perché qualcuno le sarebbe stata accanto in ogni momento. Chi dalla Terra e chi da lassù, nel cielo; il suo cielo.
Ed è così che, per l’ennesima volta con le lacrime che le solcavano il viso, le sue gambe si mossero da sole. Da prima tremanti come delle foglie in balia del vento a dopo, libere di scappare come se avessero un cervello tutto loro. Infatti Rein, senza nemmeno accorgersene, si ritrovò alla fine del giardino, appoggiata ad un albero, con il fiatone e una mano sulla fronte scintillante dal sudore causato un po’ dal caldo e un po’ dalla breve corsa.
Nessuno vide che Fine sorrise, un piccolo sorriso di appena un secondo. Sia lei che Vera erano rimaste immobili. Per un secondo le iridi cobalto di Vera si scontrarono con quelle color ciliegia di Fine, sembrava un bellissimo tramonto sul mare. Rosso e blu.
Come successe a Rein, anche Fine abbassò lo sguardo per prima, per via del colore così intenso di quegli occhi.
Una piacevole folata di vento fece di nuovo alzare lo sguardo di Fine e sorrise un'altra volta rivolgendosi a Vera. Fine non era mai stata brava con le parole, però come per magia quel sorriso si aprì e le labbra si mossero da sole in una sola parola che fece muovere Vera verso Rein.
-Va'.-

In quei pochi passi è come se Vera realizzasse tutto. Rein era un angelo, ma perché era là? Era venuta proprio come le aveva detto sua mamma? Si ricordava perfettamente quella frase che nei momenti di sconforto si ripeteva sempre per darsi coraggio. C'è un piccolo esserino che vive sulla tua spalla, è il tuo Angelo Custode e un giorno lo conoscerai in tutta la sua bellezza e bontà.
Pensando a quella frase si avvicinò all'albero su cui Rein era appoggiata e disse quella parola.
-Angelo...-
Rein sentì quelle parole appena percettibili e a quel punto la sua testa esplose.
-Non ti avvicinare, Vera! Piuttosto che venire da me vai da tuo fratello.- Le lacrime aumentarono e scesero copiosamente dai suoi occhi cristallini. Quelle parole che aveva appena detto non avevano il solito tono caldo e umile, ma erano quasi urlate con una rabbia che stava cominciando a prendere il sopravvento.
-Lui non è mio fratello. Non lo è più da tanto tempo.- Le voci di Rein e Vera avevano la stessa serietà e anche quest'ultima rispose con freddezza glaciale. Fu proprio quella la goccia che fece traboccare il vaso.
-SMETTILA!- Rein urlò spiegando le ali assumendo un'aria spaventosa. Era abbastanza. Un sorriso quasi disperato le incorniciò le labbra.
-Non puoi farci nulla: Shade è tuo fratello.- disse con un tono quasi malvagio. I suoi occhi assunsero dei riflessi porpora.
-No!- Vera era decisa. Lui era un assassino, aveva ucciso i suoi genitori, non lo avrebbe mai perdonato.
-Lui è sangue del tuo sangue.- continuò Rein, i suoi occhi avevano appena uno spiraglio azzurro, il resto: rosso.
-NO! NO!- Vera sembrò avere un forte mal di testa. Tutti i suoi rimorsi, la sua indifferenza, la sua cattiveria, i suoi sentimenti negativi la stavano mangiando da dentro.
Si mise le mani fra i capelli e iniziò ad abbassarsi fino a rimanere accovacciata a terra in preda al panico.
-Vera,- Come un battito di ciglia gli occhi di Rein tornarono nuovamente turchesi e si girò verso la ragazza dandole il colpo di grazia. -lui fa parte di te.-
Gli occhi chiusi di Vera si aprirono di colpo per pochi secondi per poi chiudersi di nuovo in un sonno profondo. Era svenuta, stesa sul prato color smeraldo con una faccia disperata anche nel sonno. Tutto quello stress erano arrivati a farle perdere la ragione. Qualcuno però le aveva finalmente detto la verità e quel qualcuno era proprio il suo angelo.
Rein si incamminò verso di lei e questa volta aveva un sorriso quasi materno sulle labbra, un sorriso dolce. Quella ragazza ne aveva passate troppe.
Si inginocchiò di fianco a lei e contemplò il suo bellissimo viso che si increspava disturbato e le mani che si muovevano, il corpo perennemente assalito da spasmi. Stava avendo un incubo, chissà quanti ne aveva avuti da quando i suoi genitori se n'erano andati.
-Stai tranquilla. Sarai perdonata per tutto il tuo odio, tutti hanno il diritto di avere una seconda possibilità.- Rein mise una mano sulla fronte di Vera chiudendo gli occhi e avvolgendo la ragazza in un'aura dorata che ispirava pace.
Vera smise di muoversi, i suoi occhi erano chiusi dolcemente e un sorriso invisibile si impossessò delle sue labbra screpolate.
Le ali di Rein scomparirono dopo che lasciò la fronte della ragazza. Una buona azione sostituisce sempre una cattiva.
Mai a nessuno avrebbe rivelato il suo piccolo segreto: lei non riusciva a fare magie, non riusciva a cambiare una persona, ma aveva un potere tutto suo: il potere del sorriso, che riusciva a rendere tutti felici. Almeno un po'.




VIDEO TRAILER

Capitolo dedicato a Juls perché è una persona meravigliosa.
Capitolo dedicato a Lala perché la sua dolcezza e generosità non hanno limiti e in più perché aspettava con ansia questo capitolo, prima di diventare la vecchietta del Titanic.
Capitolo dedicato a Milk per essere, finalmente, tornata.
Capitolo dedicato a Nuvola per aver appena iniziato l'avventura delle nostre due principesse preferite.
Ragazze! Sorprese? Arrabbiate? Tristi? Come state?
Questo capitolo è stato molto movimentato in un certo senso e Rein si è fatta coraggio facendo rivedere la luce a Vera. Spero che sia stato di vostro gradimento!
Il countdown è a -3.
Bacini e cuoricini da Miku

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Capitolo 15
*** Her crystal eyes ***


Capitolo 15 – Her crystal eyes



Un intenso profumo di gelsomini inebriava l’aria. Il tramonto del sole era un’orgia di colori, il cielo era tinto di rosso vino. Il sole - che era apparso solo da poco - dipingeva il cielo di varie sfumature: rosa, giallo, rosso e arancio come le nuvole, così, d’incanto tutto diventava un quadro perfetto. Anche il respiro profondo della pioggia, che a Shade sembrava quasi di assaporare, si era attenuato.
Tutto sembrava così indissolubile, così perfetto, ma non lo era. Ormai sembrava che lui fosse l’unico ad essere allo scuro di tutto, perfino in quei pochi minuti in cui vide sua sorella, sembrava che lei sapesse più di lui. Ma la domanda giusta da fare era: che cos'era questo presentimento che aveva? Sentiva che presto qualcosa se ne sarebbe andato, ma cosa? Chi?
Era anche sicuro che Rein e Fine gli stessero nascondendo qualcosa, qualcosa di grande.
E solo adesso, Shade, si stava iniziando a chiedere il perché della loro apparizione. Due ragazze così diverse, legate da un rapporto così profondo. Fine, una ragazza che all'inizio sembra un tipo misterioso, ma che possiede un cuore d'oro e Rein, una ragazza lunatica, che parla a sproposito, che si arrabbia per niente e che può essere una frana in tutto... tranne che ha sorridere. Perché il suo sorriso è qualcosa di straordinario.
Quella mattina aveva trovato la piuma e poco tempo prima c'era Rein in quel posto, ma probabilmente era solo un caso, sì, sarà stata una piuma di un cuscino o magari il vento l'aveva trasportata dall'esterno. E pensare che si era preoccupato così tanto per la ragazza, era sparita, invece poco tempo dopo Fine gli aveva detto di non preoccuparsi: stava bene e non voleva vederlo, almeno per adesso. Perché? Non sarebbe mai riuscito a capirla, sarebbe sempre stata un mistero per lui.
Inspiegabilmente un flebile sorriso apparve sulle labbra di Shade e passandosi una mano tra i capelli si spostò dal vetro della finestra.


Vera aprì gli occhi lentamente. Si guardò intorno e notò che era nella sua camera. In quel momento di pace e tranquillità non voleva nemmeno chiedersi come ci fosse finita là, si sentiva così bene che quando portò una mano alla bocca, sentì sotto i polpastrelli una mezza luna, stava sorridendo e magari qualcuno stava sorridendo con lei.
Mosse leggermente le gambe e sentì un peso sulle lenzuola immacolate. Con i gomiti alzò il busto per vedere cosa stesse succedendo e vide l'armadio davanti al suo letto con tutte le ante aperte e i vestiti ridotti a stracci. Abbassò lo sguardo sui cassetti sotto l'armadio e solo allora vide una figura chinata a frugare in essi. In un secondo riuscì a mettere a fuoco i capelli color fiordaliso della ragazza e i suoi occhi acquamarina accesi e scintillanti che si muovevano dappertutto in cerca di qualcosa.
-Rein?- La voce di Vera era un po' roca, ancora assonnata.
Sentendosi chiamare, Rein si girò velocemente e fece un'espressione da bambina che era appena stata scoperta a frugare tra i gioielli della mamma.
-Che cosa stai facendo?- continuò Vera aggrottando le sopracciglia.
-Ben risvegliata Vera! Io? Cosa sto facendo? Beh...sto cercando l'ultimo yukata che ci serve per il Toronagashi! Ho già trovato il mio e quello di Fine, manca solo il tuo!- rispose Rein ritornando con il solito sorriso cristallino.
Vera non rispose, abbassò lo sguardo, sapeva benissimo in che cosa consisteva il Toronagashi. Non era una delle tante feste che si festeggiavano là in Giappone, ma era un'occasione per salutare le anime dei defunti. Il rito avviene deponendo nelle acque del parco Chidorigafuchi delle piccole imbarcazioni, simili a delle lanterne galleggianti, che rappresentano le anime dei cari scomparsi.
Vera si era sempre ridetta di andare a quella “festa”, ma ogni sera in cui si preparava, finiva sempre per piangere fino a decidere che sarebbe andata l'anno dopo. Infatti, di solito, al solo pensiero le lacrime prendevano il sopravvento, ma questa volta era strano: nessuna lacrima rigò le sue guance, certo, il suo sorriso era triste, ma non piangeva. Forse quest'anno era l'anno giusto, non era da sola; ci poteva andare con Rein e Fine... e forse anche Shade.
Vera sgranò gli occhi per un secondo: era la prima volta che pensava a suo fratello con il suo nome e non come lui.
Guardò i due yukata sul letto, poi si ricordò di Rein e alzò di nuovo gli occhi sul suo viso sorridente.
-Eccolo! Questo è perfetto per te, Vera!- esclamò Rein notando un bellissimo yukata color rosa molto pallido con delle delicate fantasie floreali, si poteva notare anche una fascia rosa più accesso all'altezza della vita.
-Rein... non credi che sia un po' troppo elegante per questa occasione? Quello yukata era di mia madre e non vorrei rovinarlo...- Vera si sedette sul letto e prese lo yukata tra le mani, accarezzando la seta pregiata e liscia. In quel momento poteva addirittura sentire il dolce profumo di sua madre, un profumo di rose, non troppo accentato, ma comunque percettibile.
-Stai tranquilla Vera. Sono sicura che tua madre sarebbe fiera di te se indossassi il suo yukata, è bellissimo e ti starà d'incanto.- Nella voce di Rein, Vera sentì una nota strana, come se fosse comparsa in un suo sogno prima d'ora, ma non ci pensò molto e annuì abbracciandola brevemente.


-Avanti Shade, non fare tante storie ed esci dal bagno!- squillò la voce di Fine con un sorrisetto.
La porta finalmente si aprì e Shade uscì con la testa bassa dall'imbarazzo. Fine per poco non gli rideva in faccia, sembrava un bambino. Era stato facile convincerlo a venire al Toronagashi, però il fatto di indossare uno yukata non l'allettava così tanto. Però Fine lo obbligò a cambiarsi e... non gli stava così male. Gli yukata per ragazzi erano semplici e senza decorazioni: gli donava.
-Allora? Sei tu che mi hai costretto ad indossare questo coso, almeno dimmi se sono presentabile!- commentò Shade leggermente irritato e allo stesso tempo imbarazzato.
-Stai benissimo, Shade. Davvero, con questo yukata hai un certo fascino!- ridacchio Fine facendogli la linguaccia, tutti e due lo presero per uno scherzo, ma per Fine era la verità: Shade era un bel ragazzo e non poteva negarlo.
-Coraggio, Shade! Io vado di sotto a prepararmi con Rein e Vera. Tu aspetta pure in giardino, non ci metteremo tanto, anche perché neanche a me piace indossare un ingombrante vestito!- Fine fece un veloce cenno con la mano prima di scendere le scale, lasciando uno Shade ancora imbarazzato e una Fine sorridente e frizzante.


In poco tempo Rein, Fine e Vera erano pronte.
Rein indossava uno yukata bianco neve con delle fantasie floreali astratte color oltremare ed una fascia cobalto in vita dava al tutto il tocco finale. I capelli erano sciolti, tirati indietro da un pettinino argento.
Fine invece non era da meno, il suo yukata era rosa chiaro con dei fiori rossi e azzurri. I suoi capelli color rubino erano raccolti in uno chignon intrecciato.
Lo yukata dava a tutte e due un aspetto regale, ma allo stesso tempo impacciato. Rein sorrideva, rassegnata alla cintura che le stringeva tanto, troppo, i fianchi. Invece Vera, al loro fianco sembrava essere a suo agio con quello yukata che le dava un'aria quasi principesca, i suoi bellissimi capelli biondi erano leggermente tirati indietro da un fiore di peonia color rosa antico.
Uscirono tutte e tre e videro Shade che le stava aspettando. Sia Rein che Fine dovevano ammettere di essere leggermente preoccupate per via di Vera e Shade, ma il presentimento che avevano era buono e la speranza non si sarebbe mai spenta.
Appena Shade le vide rimase senza parole, era tutte bellissime, nessuna esclusione. Tre ragazze stupende erano lì con lui. Shade, sei fortunato. Pensò grattandosi il capo con un sorrisetto.
-Ciao Shade!- dissero Rein e Fine all'unisono squadrandolo dalla testa ai piedi. Shade guardò Rein sorpreso, non aveva detto che non voleva vederlo? Ma dopotutto aveva ragione: Rein era decisamente una ragazza lunatica. Ma sicuramente preferiva il suo lato allegro e pieno d'energia a quello malinconico.
Lui non rispose, ma spostò lo sguardo su sua sorella e lei alzò il suo sui suoi occhi. Il loro sguardi erano così simili e due bellissime pozze color oltremare si incontrarono. Nessuna aveva quella scintilla d'odio di pochi giorni fa.
Vera gli sorrise timidamente. Per la prima volta in anni.
Shade rimase sorpreso, aveva visto pochissime volte il sorriso della sorella e quelle poche volte, i suoi sorrisi non erano stati dedicati a lui.
-Andiamo? Fine, Rein, sorellina?- Shade osò chiamarla con quel vezzeggiativo, doveva provarci, per la prima volta Vera gli sembrava diversa, sembrava serena.
Shade si incamminò verso il cancelletto, seguito da Rein e Fine che già chiacchieravano animatamente.
Vera rimase indietro per un attimo e in un sussurrò si unì anche lei al gruppo.
-Arrivo, fratellino.-








 

Capitolo dedicato a Tonia, perché è un tesoro che sta a tavola 3 ore.
Capitolo dedicato a Rin, perché con le sue faccine, oltre a farmi saltare i nervi mi fa anche sorridere.
Capitolo dedicato a Ros, perché nel prossimo capitolo la farò piangere.
Buonasera ragazze! Non posso dire di essere in anticipo, però dato che aggiorno ogni mese, sono in anticipo di 2 giorni!
Questo capitolo è lunghissimo: wow! Volevo mettere anche il  Toroganashi in questo capitolo, ma nel prossimo capitolo avrò più spazio per le descrizioni e per... il colpo di scena!
Niente spoiler mie care.
Amo troppo i due fratelli Vera e Shade, sono sicura che Vera è stata "purificata" per bene da Rein, sono felice per lei.
Mi rammarico di dirvi che è il terzultimo capitolo...ma non piangiamo adesso!
Non vi prometto quando aggiornerò la prossima volta perché la scuola è quasi finita e c'è pure la gita di una settimana alle porte! Non vedo l'ora di spaccarmi la schiena!
Stay strong.
Bacini e cuoricini da Miku

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Capitolo 16
*** The distant echo ***


Capitolo 16 – The distant echo



La via verso il Toronagashi non era lunga, il treno non era necessario. Il cinguettio dei passerotti accompagnava i ragazzi e solamente il rumore delle infradito faceva da eco sulla loro strada. Dei vecchi lampioni illuminavano indiscriminatamente la strada, senza rubare la scena alla luna che illuminava insieme a tanti puntini. Le stelle si riflettevano negli occhi chiari di Rein, nei quali si poteva notare un piccolo tremolio d’emozione. Nessuno proferì parola fino a che non si videro delle grandi varietà d’alberi spuntare da dietro centinaia di case grigie e fili della corrente che vagavano per tutta la città.
Maestose querce, meravigliosi aceri rossi e rododendri profumati. Nascosti tra le chiome di questi alberi, i prunus, più comunemente conosciuti come ciliegi, aspettavano il loro momento di gloria. Adesso erano solo degli arbusti secchi, ad un occhio inesperto potevano quasi sembrare morti, ma Rein poteva intravedere delle piccole gemme color smeraldo proprio sui rami pietrificati.
Silenziosamente, il cielo divenne scuro in poco tempo. Ormai le luci soffuse del Toronagashi erano ben visibili e in pochi minuti i ragazzi furono circondati da alberi decorati con lanterne, nastri color pastello e piccoli oggettini che ciondolavano dappertutto.
La gente era riunita vicino a quelle poche bancarelle che vendevano zucchero filato o dei semplici spuntini per i turisti che erano venuti ad assistere ad uno spettacolo così singolare quale era il Toronagashi.
Fine appena vide lo zucchero filato si allontanò dal gruppo, lei amava le feste e la gente così allegra. Tutti sorrisero nel vederla tornare con una gigante nuvola rosa fatta completamente di zucchero in mano, era talmente grande che non sapeva da dove cominciare. Sicuramente in quel momento si stava lamentando di quanto fosse troppo grosso, ma Rein sapeva benissimo che l'avrebbe finito senza problemi.
-Ne volete un po'?- domandò lei porgendo la stecca di zucchero filato. Gli altri scossero la testa e ridacchiarono a Fine che, alzando le spalle, ricominciò a mordicchiarlo con una faccia da bambina con in mano il suo giocattolo preferito.
-Dove vogliamo andare?- chiese Vera.
Il cielo era già abbastanza scuro, la luna e le stelle erano scomparse e solo le luci decorative degli alberi facevano luce, anzi no, anche una deliziosa bancarella situata vicino al fiume che si poteva notare in lontananza. Quello ero probabilmente il posto dove si potevano comprare le lanterne e le candele da usare poi, durante il rito.
-Andiamo lì.- propose Shade indicando proprio quel banco.
-Ok, coraggio Vera!- annuì sicura Rein prendendo Vera per mano e trascinandola nel posto indicato, dove Fine era già arrivata.
Gli occhi di Rein si illuminarono quando arrivò. C'erano lanterne di tutti i tipi; da quelle più grandi a quelle più piccole, da quelle più colorate a quelle semplici e raffinate. C'era anche una varia scelta per quanto riguardava le candele. Alcune profumavano di ciliegia, altre di giglio e alcune di rosa. Rein prese subito il suo piccolo borsellino di pezza dalla tasca dello yukata e con un sorriso a trentadue denti puntò una lanterna semplice, color ocra, e una candela celeste al profumo di lavanda. Fine invece aveva optato per una lanterna con un colore un po' più sul rosso e una candela al profumo di fragola.
Le due principesse chiamarono anche Vera e Shade e li lasciarono scegliere. Vera aveva comprato una candela bianca, Shade una simile a quella di Rein, ma di colore più scuro. Le lanterne erano semplici, color papiro.
Scambiandosi un sorriso, i ragazzi si diressero al fiume. L'area era piuttosto grande, tanto che il fiume sembrava quasi un lago.
In poco tempo il posto si riempì di gente, l'atmosfera non era quella di una festa, c'era odore d'incenso nell'aria e l'ambiente era solenne. Facendo un grande respiro, tutte le persone, piano a piano si chinarono alla riva del fiume accendendo le proprio candele e posizionandole all'interno delle lanterne, dando poi una piccola spinta e lasciarle andare nelle acque del fiume.
“Quando gli spiriti degli antenati riemergono dall'oscuro regno delle ombre e tornano a camminare tra le strade e i paesi, per far visita ai vivi, le lanterne illumineranno il percorso delle anime, facendole ritornare nell'altro mondo.”
Questo era ciò che il cartello impiantato nel terreno a pochi metri dalla riva spiegava.
Anche Fine e Vera si aggregarono all'altra gente. Rein rimase in piedi, a chi avrebbe dovuto mandare la sua lanterna? A sé stessa probabilmente, ma sarebbe stato da egoisti.
Shade si avvicinò alla ragazza che si era da poco abbassata sulle sponde del fiume. La sua lanterna era accesa, ma c'era qualcosa che la turbava.
Shade accese la sua e sfiorò la mano di Rein, lei arrossì lievemente e lo guardò. Aveva un dolce sorriso sul volto.
-Lasciamole andare insieme.- Rein accennò un'espressione sorpresa. Shade aveva il potere di rendere tutto così speciale, tutto così importante anche con solo tre parole. Quanto avrebbe voluto, Rein, che quelle tre parole fossero altre...
Rein fece un cenno con la testa e si alzò in piedi, si tolse le infradito e fece un passo nell'acqua non troppo fredda.
-Che cosa stai facendo, Rein?- chiese Shade. Rein non rispose e continuò ad avanzare nell'acqua trascinando la sua lanterna e quella di Shade. Quando l'acqua le fu al petto si fermò e con potenza, ma anche delicatezza spinse la sua lanterna e quella di Shade. Arrivarono più lontane di tutte le altre che si erano appena iniziate a muovere grazie al leggero venticello, appena alzato.
Uscì dal fiume tutta inzuppata, con lo yukata gocciolante, ma con il sorriso sul volto. Shade le venne incontro.
-Ma sei impazzita? Ti sei bagnata tutta.- Rein non rispose, ma spostò lo sguardo altrove.
-Dovevo farlo. Così avrai un bel ricordo di me quando me ne andrò.- sussurrò con sguardo improvvisamente triste, Rein.
Shade posò le mani sulle sue spalle e la spinse di getto sul suo petto. Rein iniziò a piangere per l'ennesima volta.
-Tu non te ne andrai, resteremo insieme, sempre.- Shade non sapeva il significato della parola sempre, ma la usò per quella volta, con Rein.
No, no, no. Rein aveva uno strano presentimento.
Shade non doveva dire queste cose, Rein non poteva infrangere la regola più importante, non poteva, assolutamente.
-Perché io ti amo, Rein.-
Quel dolore.
Le sue guance divennero rosse dal pianto che stava per emergere dal suo cuore. Quel dolore poteva significare solo una cosa. Strinse il lembo dello yukata di Shade, un po' per la tristezza immensa e un po' per il dolore lancinante che stava provando. Avrebbe scoperto il suo segreto? Ma perché? Era ingiusto. Perché avevano scelto lei per diventare la principessa? Perché? Perché?
-Rein, che cos'hai?- chiese Shade allontanandola leggermente da sé. Rimase allibito quando vide la faccia della ragazza piene di lacrime.
Rein lanciò un urlo di dolore.
Cadde inginocchio insieme a Shade e strinse ancora di più la veste.
-Mi dispiace tanto, Shade, ti prego, perdonam- La frase fu tagliata da un altro urlo. Shade impallidì, la gente intorno a lui sembrava non accorgersi di niente.
-Rein che cos'hai? Rispondimi, ti prego!- I suoi occhi oltremare divennero lucidi.
Ed eccole. Ecco la luce celestiale, ecco le candide piume, ecco la sua rovina.
Quando Shade vide quello che non avrebbe mai dovuto vedere spalancò gli occhi e Rein si mise le mani sul volto, come se volesse nascondersi dall'oscura realtà.
Le mani sulla sua pelle, il suo cuore che batteva, il suo calore, il suo amore. Non li avrebbe mai potuti avere, mai.
Rein si tolse le mani dal viso e incrociò per un'ultima volta il suo sguardo, provò a sorridere ma non ci riuscì.
-Addio, principe mio.-
Fu con queste parole che Shade si ritrovò tra le braccia il semplice nulla. Nessuno di fianco a lui, nessuno intorno a lui.
Le lacrime uscirono impavide dai suoi occhi e con dei cenni disperati delle braccia cercò il contatto del corpo di Rein, ma non c'era. Non c'era.
-REIN!- Un urlò disperato si alzò oltre le nuvole.

Intanto Vera si era diretta verso le bancarelle per cercare Fine, invano.







 

Accipigna ragazze mie. Sono veramente sconcertata. I-io non credevo che avrei mai pubblicato questo capitolo.
Probabilmente non sono brava con le scene strappalacrime, ma io ho fatto del mio meglio.
Sono a casa da sola ed è per questo che mi sono messa di buon impegno, nessuna distrazione.
Questo capitolo è dedicato a tutte le ragazze che hanno recensito la storia e in particolare a Nicolas (Winter Kaito) soprannominato la femminuccia ♥
Mamma mia. Un bel colpo è stato per me... vedremo cosa succederà nell'ulti-ultim-non riesco a dirlo!
Vi saluto qua.
Fear è molto schockata dal suo capitolo (ho cambiato nickname, si nota vero?)
Stay strong.
Bacini e cuoricini da Miku

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Capitolo 17
*** Take my breath away ***


Capitolo 17 – Take my breath away





Credo che quando tutto finisce ogni cosa torni alla mente come dei flash. È come un caleidoscopio di ricordi, tutto torna indietro. Ma non davvero.
Penso che una parte di me sapesse che sarebbe accaduto già nell'istante in cui l'ho visto. Non è qualcosa che ha detto o che ha fatto, è stata una sensazione che è arrivata in quel momento. La cosa folle è che non so se mi sentirò mai di nuovo così. Ma non so se dovrei. Forse ne era consapevole quando mi ha vista. Mi chiedo se ho semplicemente perso il mio equilibrio.
Ma, forse, la parte peggiore di tutto questo non è stata perdere lui, ma perdere me stessa.


Bianco.
Rein era circondata solo ed esclusivamente da quel colore. Era sospesa in aria, accovacciata su sé stessa aveva appena aperto gli occhi. Osservava il suo corpo nudo, acerbo ed esile, proprio come quello di una bambina, ma, allo stesso tempo, sensuale e sinuoso come essere privo di sesso; come un angelo. Perché era proprio quello: una creatura celestiale fatta di luce e aria che aveva sembianze umane. Lei era la guardiana della luce e delle stelle. Era stata rimossa dal piano materiale degli uomini per diventare quello che era adesso.
Se questo le piaceva? Per niente.
Molte volte il desiderio di essere una ragazza normale l'aveva attirata con sé, ma era per lo stesso desiderio che certe volte si rifugiava nella sua stanza e riempiva il cuscino di lacrime, lacrime di un capriccio che non sarebbe mai stato accontentato.

Nero.
Quel colore predominava rendendo tutto artificiale. Fine aveva quasi paura. Il suo corpo -ancora puro e innocente- era perfetto. Le sue curve erano morbide e i suoi seni erano quelli di una ragazza cresciuta troppo in fretta. Il suo sesso era nascosto da un paio di ali nere, che quasi non si riuscivano a distinguere nel buio di quel posto.
In quel momento, Fine si stava facendo delle domande sulla sua famiglia. Da sempre i diavoli sono stati considerati come la personificazione del male. Si diceva che essi visitassero gli uomini e le donne durante il sonno e che alleggiassero su di loro inducendoli al peccato e alla lussuria. Ma non era mai stato così, queste semplici e futili congetture non avrebbero mai spiegato nulla della verità. Molti demoni erano innocenti, non tutti avrebbero fatto del male e Fine ne era una prova. Lei, che era l'unica luce in quelle tenebre. Lei, che per niente al mondo sarebbe caduta nell'oscurità.

Un rumore simile a quello di una goccia che cade in uno specchio d'acqua rieccheggiò in entrambi gli spazi dove risedevano le principesse.
Rein alzò lo sguardo molto lentamente, i suoi occhi sembravano molto stanchi, arrossati, facevano fatica a restare aperti. Anche Fine -nello stesso momento- aprì gli occhi, che fino a poco tempo prima erano rimasti chiusi, serrati dalla paura e dal vuoto infinito.
Tutte e due le principesse ebbero un'allucinazione e per un secondo i loro occhi si incontrarono.
Sapevano che il momento era arrivato, il momento del giudizio, lo stesso momento in cui le loro vite -se così si potevano chiamare- avrebbero ricevuto una svolta totale.
La figura di Erik, il ministro, comparve in ognuna delle due stanze. I suoi occhi di ghiaccio osservavano accuratamente le due ragazze, poi incominciò a parlare.
-Rein, principessa del regno del Paradiso- iniziò con una nota di delusione. -e Fine, principessa del regno dell'Inferno. Il momento tanto atteso è ormai giunto.- Sul suo volto non c'era neanche l'ombra di un sorriso.
Rein e Fine erano tutte e due distrutte, ma appena Erik iniziò a parlare, la loro curiosità salì al massimo. Esatto, perché ormai era solamente una curiosità, non una competizione. Anche se il premio era importante non sarebbe mai stato quanto importante quanto il sentimento che provavano l'una per l'altra. Ed è stato così che per un momento le loro mani si intrecciarono; nelle loro menti si davano sicurezza a vicenda.
Erik non perse tempo e con uno sbuffo continuò: -Principessa Rein, mi può gentilmente spiegare che cosa è successo in queste settimane?- Erik pronunciò quelle parole con un tono di disgusto, quasi disprezzasse la principessa. Quest'ultima provò una vergogna incredibile, non avrebbe voluto rispondere ed infatti non lo fece, ma quel silenzio fu la conferma che Erik aspettava.
-Credo che la punizione delle ali non sia stata abbastanza. ... Innamorarsi di un essere umano, che cosa stupida e insignificante.- Erik ghignò, quasi ci godesse a vedere quei piccoli diamanti provenienti dagli occhi chiari della ragazza che risuonavano in tutta la stanza, proprio come una leggera pioggerellina. Rein dentro di sé sapeva che sarebbe successo, sapeva che l'aver infranto la regola numero uno della legge dell'Aldilà le sarebbe costato caro e una semplice punizione, sicuramente non sarebbe stato abbastanza.
Aveva già perso il gioco ancora prima di iniziarlo.
-Mi hai deluso Rein. Hai deluso il tuo regno. Hai deluso il tuo popolo. Hai disonorato me e tutti quelli che credevano nella loro principessa.-
Una lama tagliente la stava perforando dall'interno, dura come l'accaio e bollente come il fuoco. Ma non era Rein quella a soffrire.
Poi l'urlo.
Raggiunse le orecchie di Rein in un boato.
Si voltò, gridò il nome di Fine, ma nessuno rispose. Senza alcun motivo apparente, Rein iniziò a vedere la stanza in cui era scurirsi. Superò le varie sfumature di bianco fino a fermarsi al grigio, un grigio fumo. E proprio in quel momento scorse una figura ad una decina di metri da lei.
-Fine!-
Erik comparve dal nulla, si voltò verso Fine. Ella si dimenava scalciando, come fosse in preda ad uno spasmo.
Rein, compiendo uno sforzo disumano le fu accanto in poco tempo.
-Passami il dolore.- Quello di Fine era un sussuro impercettibile, il dolore traspirava dalle sue parole.
Le lacrime pizzicarono gli occhi di Rein e dopo pochi secondi il loro sapore salato raggiunse le sue labbra.
-Il suo potere...- Erik era in piedi, davanti ai corpi inermi delle principesse. Senza distogliere lo sguardo da Fine, disse a Rein le parole che pensava non avrebbe mai più dovuto dire o sentire.
-Lei... sta assorbendo il tuo dolore, Rein. Tutto il tuo dolore sta crescendo nel suo corpo. Fine sta...- Erik distolse lo sguardo, Rein, che da prima aveva la bocca chiusa e i denti serrati, ora aveva le labbra che si aprivano piano e a scatti. I suoi occhi imploranti, le sue pupille rimpicciolite all'improvviso.
Un altro urlo squarciò il silenzio.
Il futuro e il passato, mischiati, tristezza e poi allegria e poi di nuovo tristezza.
La tela multicolore di un ragno distrutta, infranta nel ghiaccio, immensamente triste. Era passato, presente, futuro.
Fine avrebbe voluto rispondere, ma era in mille pezzi.

Buona fortuna, principessa Rein.

Erik scomparve.
Rein prese dolcemente Fine tra le braccia. Un rivolo di sangue scarlatto le scorreva sulla tempia, tingeva il viso perlaceo, lo scomponeva, lo macchiava, come oro su argento. I suoi occhi erano delle sottili fessure, il suo respiro disturbato.
Fine stava morendo, per lei.
La mano tremante di Rein le asciugò il sangue dal viso. Per la prima volta la vide debole, impotente. Lei. Lei che era la forza, lei che era sempre stata energia pura.
-Fine... che cosa hai combinato?- Rein le passò una mano tra la zazzera di capelli vermigli, le fece una carezza sulla guancia.
Fine sorrise, nonostante tutto.
-La vincitrice- fece una pausa e sospirò dolorosamente. -devi essere tu e nessun altro, ti ho vista piangere fin troppe volte e sono stanca di vederti soffrire. Il tuo dolore è il mio dolore.- Fine, con le ultime forze che le rimanevano alzò la mano. Asciugò gli occhi di Rein, ma non vide i suoi.
Le lacrime si affacciavano sugli occhi, per la prima volta in un sacco di tempo e, brillanti come perle, trasparenti come diamanti, le illuminavano le palpebre e le rigavano gli zigomi. Rein singhiozzò e poggiò la testa sul grembo di Fine. La schiena si muoveva a ritmo dei suoi singhiozzi.
-Non piangere... sarò sempre con te. Qualunque cosa accada.- Fine accarezzò i capelli celesti della sua migliore amica, il suo sguardo ormai disperso nel vuoto.
Rein si alzò e tra un paio di sussulti disse: -Promesso?- Come una bambina allungò il mignolo verso quello di Fine e lo intrecciò con il suo. Fine strinse ancora più forte.
-Promesso.- confermò. -Vivi una vita piena di sorrisi, vivi dei giorni infiniti, vivi con i tuoi sogni. Vivi per me e per te, mio piccolo angelo.-
Rein non riusciva a smettere. Avrebbe voluto dirle che sarebbe andato tutto bene, che sarebbero tornate a casa insieme, ma Fine lo sapeva meglio di lei: solamente nelle fiabe esiste il "e vissero tutti felici e contenti", ma la vita, la vera vita, no. Quella è un'altra storia.
Rein mosse le labbra debolmente e cercò di sfiorare le dita della sua amica.
Sono morta.
Sono morta due volte.
E infatti non vedo più nulla.

Un tonfo sordo, come un vaso di coccio che si rompe sul cemento, un corpo che si trasforma in un bagliore di ricordi.
E poi un silenzio irreale.


Il suono monotono e fastidioso della sveglia fece alzare Shade.
Con passo lento si avviò verso il bagno e ne uscì non troppo tempo dopo. Una camicia bianca gli avvolgeva l'addome scolpito perfettamente e un paio di pantaloni blu rendevano la sua aria da teppista un po' più seria.
Prendendo la cartella di cuoio marrone aprì la porta e indossò le scarpe.
-Shade, spostati! Sono in ritardo! Il treno se ne andrà senza di me!- Vera scese le scale veloce come un ghepardo e si precipitò in strada. Prima di iniziare a correre salutò Shade con la mano e un bel sorriso.
-Non osare pranzare senza di me!- urlò Vera poco prima di scomparire dietro l'angolo che portava alla stazione.
Shade sorrise rassegnato e chiuse la porta alle sue spalle chiudendola a chiave.
Il primo giorno di scuola, pensò sospirando.
La strada, solitamente grigia e cupa, oggi splendeva sotto il sole primaverile trasformandosi in un tappeto di petali rosa. I ciliegi erano finalmente fioriti e i petali, cadendo, regalavano uno spettacolo a dir poco mozzafiato. Il vento creava dei piccoli mulinelli profumati e il sole filtrava attraverso i fitti rami degli alberi.
Ed è stato proprio là, nell'atmosfera romantica della primavera, che la vide.
Vide una figura fatta di luce, il sole era proprio dietro di lei e Shade non riusciva a distinguerla bene.
La salita era faticosa, ma piano piano avanzò verso la cima. I suoi occhi oltremare ne scorsero un altro paio simili, ma di una-due gradazioni più chiari. Mise a fuoco la visuale: lunghi capelli celesti che tanto ricordavano il cielo estivo, un corpo sottile e delle labbra fini, increspate in un sorriso dolce e pieno di felicità, capace di mandar in delirio qualsiasi ragazzo.
Shade si fermò a meno di un metro dalla ragazza; indossava una deliziosa divisa alla marinara bianca e blu.
-Ciao, amore mio.-
Due corpi che si sfiorano, mani tra i capelli, essenze di profumi, labbra unite.
-Rein.-








Per il capitolo scritto, per la storia scritta, ringrazio: Primavere rouge, Dorotea De Spirito, Maggie Stiefvater e Miho Obana.

Tutto ha una fine, tranne Monochrome Blue Sky.
Sapete, sono stata giorni e notti a pensare come finire questo capitolo e che cosa scrivere nelle note autore, ma la volete sapere una cosa? Ho cancellato tutto. Io dovevo vivere il momento, dovevo sentire l'emozione e così ho fatto. Ho messo la parola "Fine" nella mia mente, ma non l'ho scritta, non la scriverò mai; nessuna storia è destinata a finire.
Ed ecco gli occhi lucidi. Penso a quando ho iniziato questa storia; quasi un anno fa. Questa storia che mi ha accompagnato nei momenti belli e nei momenti meno belli. Ed ora, sospirando le dirò addio.
Ciao Rein, mio dolce angioletto. Tu sei sempre stata la mia fonte di ispirazione, tu che puoi perdere tutto tranne il sorriso, tu che ci insegni ad amare.
Ciao Fine, mia coraggiosa diavoletta. Tu, che probabilmente non avresti dovuto morire, tu che avresti dovuto vivere e avresti dovuto aiutare quella pasticciona della tua migliore amica. Ma nonostante tutto sei proprio tu quella che ci hai insegnato a vivere.
Ciao Shade, mio misterioso cavaliere. Tu, che mai hai ceduto. Tu che non ti sei mai arreso, tu che hai aiutato le nostre principesse a superare i loro ostacoli, nonostante fossi tu quello che aveva bisogno d'aiuto.
Ciao Vera, mia piccola principessa. Tu, che hai superato il tuo dolore, hai lottato e alla fine hai vinto. Hai vinto una vita felice.
Questo capitolo è dedicato a tutti quelli che hanno letto, che hanno recensito, che hanno messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite e che hanno anche solamente aperto la pagina per sbaglio. Vi voglio dire solo una cosa: grazie. Grazie di cuore per avermi accompagnato in questo viaggio, per avermi fatto sorridere e per avermi fatto sentire realizzata, felice. Grazie di tutto.
Stay strong, believe and never give up.
Un abbraccio grande quanto l'interno universo da Miku

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