Il legame più forte

di Seya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lettere ***
Capitolo 2: *** Alla Tana ***
Capitolo 3: *** A diagon alley ***
Capitolo 4: *** Ritorno ad Hogwarts ***
Capitolo 5: *** Halloween ***



Capitolo 1
*** Lettere ***


Ciao a tutti. Questa è la mia prima fic su questo argomento quindi non siate troppo crudeli. La storia si svolge durante il quinto anno nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Ho deciso di "ignorare" il quinto libro della Rowling e tutto ciò che è accaduto in quel periodo e spero che voi farete altrettanto. Per favore rescensite in tanti!!!!!

Seya

“PENSATO”

Capitolo 1

LETTERE

Era ormai notte inoltrata e Harry non riusciva a prendere sonno. Forse perché nella sua mente continuavano a riaffiorare i ricordi dell’anno scolastico passato a Hogwarts, la scuola di magia e stregoneria. Il professor Silente che annunciava l’inizio del torneo Tre Maghi… la sua vittoria contro l’Ungaro Spinato… il Ballo del Ceppo… la morte di Cedric Diggory e, soprattutto, la rinascita del Signore Oscuro, Voldemort. Harry lo aveva incontrato in altre occasioni, ed era sempre riuscito a salvarsi. Ma questa volta non lo aveva sconfitto e se non avesse saputo che il professor Silente aveva fatto un incantesimo speciale sulla casa dei Dursley, capace di tenere lontano Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, in questo momento sarebbe terrorizzato.

“Non che non sia spaventato” pensò Harry, rigirandosi fra le coperte. Incapace di stare sdraiato un momento di più Harry scattò fuori dal suo letto. Si diresse verso la finestra con la speranza di vedere Edvige, la sua civetta, ritornare da uno degli innumerevoli giri notturni. Scrutò il cielo stellato, illuminato solo dalla fievole luce dei lampioni di Privet Drive, e fu alquanto deluso quando si accorse che era completamente sgombro da ogni genere di rapace.

Non ebbe però tempo di chiedersi quando sarebbe ritornata Edvige perché la sua attenzione fu attratta da qualcosa che si muoveva sul marciapiede. Harry strizzò gli occhi per cercare di capire chi o cosa fosse, e fu molto sorpreso nel constatare che si trattava di un gatto grigio che teneva un pezzo di carta fra i denti.

Il gatto si guardò attorno e si avviò su per il vialetto del numero 4. Si avvicinò alla porta e adagiò il foglietto sul tappetino con la scritta “Benvenuti”. In quel momento Dudley, nella stanza accanto, russò fragorosamente e Harry distolse per un momento lo sguardo dal vialetto. Quando tornò a guardare il gatto era sparito.

Harry si chiese se, nel caso il foglio fosse indirizzato a lui, sarebbe stato prudente aspettare il mattino. Ma, ricordatosi della sfuriata che zio Vernon aveva fatto l’anno prima, quando Harry aveva ricevuto una lettera dalla mamma del suo amico Ron, decise che era decisamente meglio andare a controllare in quel momento.

Aprì la porta cercando di far cigolare i cardini il meno possibile e si diresse giù per le scale, ben attento a saltare l’ultimo gradino che scricchiolava.

Sentire zio Vernon russare tranquillizzò molto Harry, che moriva dal terrore solo a pensare a cosa gli sarebbe potuto accadere se l’avesse svegliato.Tolse il catenaccio dalla porta e l’aprì.

Sul tappetino marrone scuro spiccava quella che al buio poteva sembrare una lettera. Harry l’afferrò e cercò di decifrare l’indirizzo alla luce del lampione. Sopra c’era scritto:

Mr. Harry Potter

4, Privet Drive

Little Whinging

Surrey

Sul retro spiccava lo stemma di Hogwarts.

Il cuore di Harry fece un tuffo. Una lettera da Hogwarts! Questo voleva dire che presto Ron ed Hermione si sarebbero fatti sentire per andare ad acquistare l’occorrente a Diagon Alley. Non aveva loro notizie da più di un mese e cominciava a sentire la loro mancanza. Durante l’anno scolastico non l’avrebbe mai ammesso ma gli mancavano perfino le continue saccenze di Hermione.

Harry era così preso da questi pensieri che andò a sbattere contro il vaso che zia Marge aveva regalato a Zia Petunia l’anno passato, il quale crollò rovinosamente per terra, schizzando acqua e foglie da tutte le parti. Dal piano di sopra si sentì un urlo:

Harry schizzò in camera sua e si infilò sotto le coperte, tremando dalla paura. Dopo pochi secondi si sentirono dei rumori terribilmente simili ai passi di un elefante percorrere il corridoio. La porta della camera di Harry si spalancò e apparve zio Vernon, con la faccia rotonda trasformata da una smorfia d’ira e la vena della tempia che pulsava forte.

< COSA STAI COMBINANDO? Ti sembra il caso di fare così tanto rumore a quest’ora? E se ti sentissero i vicini?> Il terrore di zio Vernon era che qualcuno scoprisse che Harry era un mago.

ribatté Harry coraggiosamente.

disse sospettoso zio Vernon < E sarà meglio per te che non sia una delle tue stranezze o te la farò pagare >

Nell’esatto secondo in cui Mr. Dursley uscì dalla stanza di Harry, dalla finestra aperta planò dolcemente Edvige. A Harry si gelò il sangue nelle vene. “E adesso cosa faccio?” pensò.” Dove la nascondo? Cosa dico a zio Vernon?”

Era così spaventato che non appena sentì i passi di zio Vernon salire le scale, prese Edvige e la cacciò sotto il suo letto.

< È caduto il vaso di Marge> annunciò zio Vernon < Ma stai attento, ragazzo, perché ti tengo d’occhio. Se ne combinerai qualcuna delle tue non mi farò troppi problemi a sbatterti fuori casa. Sono stato chiaro?>

< Tuut! > tubò allegramente Edvige da sotto il letto.

< COSA? > esclamò esterrefatto zio Vernon.

< Oh, ehm, certo, si, insomma, chiarissimo! > disse rapido Harry. Gli occhietti porcini di zio Vernon saettarono sospettosi dal viso di Harry al suo letto. Poi, senza dire nulla, uscì dalla stanza. Non appena Harry sentì la porta della camera degli zii sbattere tirò un lungo sospiro di sollievo.

Attento a non fare il minimo rumore fece uscire Edvige da sotto il letto e le accarezzò la testa. Notò subito che trasportava un grosso pacco di fogli.La liberò dal fardello e le aprì la gabbia, dall’altra parte della stanza. Poi tornò sul suo letto, e aprì la busta della scuola. Essa conteneva due fogli. Il primo era l’elenco dei libri da comprare. Il secondo, una lettera della prof.ssa Mc Granitt, direttrice del Grifondoro e insegnante di trasfigurazione.

 

 

 

Caro signor Potter,

La informiamo il prossimo anno scolastico avrà inizio in data primo settembre. L’Espresso per Hogwarts partirà alle ore undici dal binario nove e tre quarti della stazione di King’s Cross.

Le ricordo inoltre che il prossimo anno riprenderà il campionato di Quidditch. La preghiamo quindi di ricordarsi l’iscrizione alla squadra del Grifondoro, sempre che Lei voglia prenderne parte.

Allego la lista dei libri necessari per il prossimo anno.

Cordialmente

Professoressa M. Mc Granitt

Vicepreside

Harry provò una gioia immensa quando finì la lettera. Non aveva avuto l’occasione di giocare a Quidditch da ben due anni e non vedeva l’ora di ricominciare. Il suo pensiero andò subito alla Firebolt, chiusa nel sottoscala, e provò l’irrefrenabile desiderio di farci un giro sopra.

Con una certa difficoltà riuscì a scuotersi dai suoi pensieri e volse lo sguardo verso il mucchio di roba che aveva portato Edvige. Come prima cosa decise di prendere il grosso pacco che sovrastava sul resto delle lettere. Con curiosità aprì la lettera allegata e cominciò a leggere:

Caro Harry,

Auguri di buon compleanno. Io sono appena tornato dalla Romania dove sono andata a trovare Charlie. Ho rivisto l’Ungaro Spinato che hai affrontato al torneo tre maghi. È cresciuto di dieci metri.

Hermione ha passato le sue vacanze in Spagna e dopodomani verrà qui alla Tana fino all’inizio della scuola. Mamma ha detto che verremo a prendere anche te. Quindi fatti trovare pronto mercoledì alle 3 e un quarto. Non ti preoccupare per i Babbani perché Silente ha dato a papà il permesso di fare un incantesimo in modo di convincerli più facilmente. E non penso che il ministero avrà voglia di mettersi contro Silente. Per i libri, andremo a Diagon Alley insieme.

Fred e George, come lavoro estivo, fanno i commessi da Zonko. Dicono che si devono esercitare se vogliono aprire un negozio. Mamma non è molto contenta, sai, lei voleva che lavorassero al ministero con papà e Percy. Ma mancano anche a lei le esplosioni che venivano dalla loro stanza.

Ci vediamo fra tre giorni, Harry!

Ron

P.S. Non ci crederai ma Percy ha ottenuto una promozione. Dovresti vedere come si vanta.

Harry sorrise e afferrò il grande pacco. Sull’involucro c’erano un mucchio di scritte come “FRAGILE” oppure “ATTENZIONE, CONTENUTO DELICATO”.

Curioso, Harry lo scartò non appena diede un occhiata al contenuto si commosse. Il pacco conteneva il modellino perfetto di un campo da Quidditch sopra al quale una quindicina di minuscole personcine volavano, passandosi quattro palle ancora più piccole. Harry lo osservò a lungo e solo dopo molto si accorse del biglietto attaccato su un lato della scatola trasparente.

Harry, questo è un modellino del campo di Quidditch di Hogwarts.Se usi la bacchetta magica puoi cambiare le squadre. Ora c’è Grifondoro contro Serpeverde. Se guardi bene ci siete anche tu e gli altri.Per questo regalo però devi ringraziare anche Fred e George perché hanno contribuito anche loro. Strano… non è che voi tre mi state nascondendo qual cosa? Ciao

Ron

Harry si ricordò che l’anno precedente aveva regalato ai due gemelli mille galeoni d’oro. Gli spiacque di non poter dirlo a Ron ma non voleva offenderlo.

Cercò di riconoscersi fra quei minuscoli omini e non gli fu difficile. Era il più mingherlino dei giocatori. Vide Angelina segnare un gol e dovette trattenersi non poco dall’urlare di gioia. Appoggiò il regalo sul comodino, prese la lettera di Hermione e si mise a leggere.

Caro Harry,

fra pochi giorni ci rivedremo! Dopodomani vado da Ron e il giorno dopo verrai anche tu. Non so se Ron te l’ ha già detto, è molto probabile che se ne sia dimenticato, in ogni modo ora lo sai quindi vedi di preparare i tuoi zii (Sarà difficile, pensò Harry).

Quest’anno sono andata in Spagna. Là è molto difficile trovare tracce di maghi antichi.Ti avverto che non ho alcuna intenzione di far copiare il tema di Rüf sulla rivolta dei Goblin del 1679 a te e Ron, quindi ti conviene di finirlo il prima possibile.

In vacanza mi sono fatta recapitare la Gazzetta del Profeta e ti posso assicurare che Rita Skeeter non ha scritto neanche mezza parola. A proposito, anche quest’anno devi ringraziare Edvige per il tuo regalo. È comparsa qui mezz’ora fa e ora è in cucina con i miei genitori. A loro è piaciuta subito. Spero solo che non si affatichi troppo. Trasporta già la lettera di Ron!

Ci vediamo dopodomani Harry!

Tua

Hermione

Harry prese il pacchetto di Hermione che sembrava molto leggero e lo scartò. Conteneva una penna d’oca verde smeraldo con attaccato un biglietto azzurro.

Sopra c’era scritto:

Questa è una penna d’Augurey incantata. Se la appoggi su un libro e le ordini cosa cercare, comincerà a scorrere le pagine fino a che non troverà un capitolo su quello che cerchi. Così fare il tema per Rüf ti sarà facile anche senza copiare.Stai attento a non perderla perché è molto rara.

Tua

Hermione

Harry si ripeté nella mente che doveva ringraziare assolutamente Hermione.

Poi mise la piuma accanto al regalo di Ron e prese la lettera successiva. Capì subito che era una lettera di Sirius perché l’indirizzo era stato scritto in un modo molto stilizzato probabilmente per non far riconoscere la calligrafia.

Improvvisamente gli tornò in mente che poco tempo prima aveva visto il suo padrino a scuola e da allora non si era più fatto sentire.

Caro Harry.

Mille auguri per il tuo compleanno. Ti prego di scusarmi se il regalo non te lo mando ora ma la tua civetta sembrava molto affaticata e non volevo sovraccaricarla. Credo che a scuola avrai qualche sorpresa anche quest’anno. Ma ricordati bene che i figli di quelli che erano Mangiamorte saranno più spavaldi di prima. Mi hai parlato spesso del figlio di Lucius Malfoy. Dì anche a Hermione di stare attenta. Sai bene che a loro non interessa che il sangue di un mago. E non ti preoccupare per me, sono in un posto sicuro.

A presto Harry

Sirius

Harry tremò di rabbia al ricordo di Draco Malfoy, l’essere più spregevole che pensava di conoscere.

Non gli sembrava comunque possibile che Malfoy si azzardasse a fare del male a Hermione, a meno che non fosse così idiota da farlo sotto gli occhi di Silente. Harry raccolse le lettere e si sdraiò nel suo letto. Cominciò a pensare all’invito dei Weasley. Non vedeva l’ora di liberarsi dai Dursley per un anno ma sapeva che quei tre giorni sarebbero stati lunghissimi per lui.

Stava per riaddormentarsi quando notò che sul davanzale della sua finestra ancora aperta, spiccava alla luce della luna un’altra busta che prima non aveva notato. Curioso si alzò e la prese cercando di capire da dove poteva arrivare quella busta così piccola e senza indirizzo.

Quando l’aprì rimase a bocca aperta perché riconobbe la scrittura di Hagrid.

Caro Harry (diceva la lettera).

Come ti butta? Per i primi mesi di quest’anno scolastico non sarò a Hogwarts. Non mi chiedere perché, il motivo non te lo posso dire. Sono affari della scuola. Non fatti mettere sotto da quel Malfoy mentre sono via. Dopo quello che è successo l’anno scorso dovete tutti dimostrare che non conta avere il sangue perfetto. Fatti valere, Harry! Ci si vede a Hogwarts.

Hagrid

Harry si sentì improvvisamente triste quando lesse non avrebbe visto Hagrid per altro tempo. Ma si vede che era troppo stanco per chiedersi quali erano gli “affari di Hogwarts” perché si addormentò, con la lettera ancora in mano e il cuore un po’ più leggero di com’era il giorno prima.

 

 

 

Ecco qui... sono nelle vostre mani. Aspetto recensioni ^^!!!

 

 

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Capitolo 2
*** Alla Tana ***


Capitolo 2

ALLA TANA

 

La sera precedente all’arrivo dei Weasley, Harry mise nel suo baule tutte le sue cose. Il mucchio dei libri era diventato notevole e Harry impiego un’oretta buona per cercare di pigiare tutto nella valigia. Al mio arrivo, pensò, chiederò alla mamma di Ron di fare un incantesimo per far ingrandire l’interno del mio baule.

Non fece uscire Edvige per paura che non ritornasse in tempo e rovistò ogni punto della stanza in cerca di qualche piuma d’oca dimenticata. Nei due giorni appena passati Harry aveva fatto di tutto per cercare di non innervosire zio Vernon.

Non gli aveva detto niente dell’arrivo dei Weasley ed era un po’ preoccupato per quello che sarebbe successo il giorno dopo. Dopo aver chiuso bene il baule cercò di addormentarsi, ma il pensiero che il giorno successivo avrebbe rivisto Ron ed Hermione gli impedì di addormentarsi prima dell’una.

Mente tutti in casa Dursley dormivano si sentì un gran botto alla porta d’ingresso. Harry si svegliò di soprassalto e, ancora un po’ intontito, sentì le voci degli zii:

< Vernon… c’è qualcuno! Stanno sfondando la porta, Vernon! Saranno dei delinquenti!> strillava Zia Petunia.

< Zitta Petunia! Li sento! Vai a chiamare Dudley. Non è al sicuro lì in camera da solo >. Logicamente nessuno dei due si preoccupò minimamente per Harry.

BAM! Si sentì un altro colpo. Zio Vernon, Zia Petunia e Dudley, che nel frattempo era stato svegliato, scesero dalle scale in pigiama. Harry, incuriosito, si infilò gli occhiali e li seguì. Zio Vernon afferrò il bastone di Snobkin di Dudley, pronto a colpire un’eventuale ladro. Proprio mentre passavano davanti all’ingresso, la porta principale si spalancò e comparve la signora Weasley.

< Ciao, Harry caro!> esclamò quest’ultima. Poi, dopo essersi guardata intorno, vide che erano tutti in pigiama e spalancò la bocca.

A Harry venne un dubbio atroce… fatti trovare pronto mercoledì alle 3 e un quarto… si guardò l’orologio e vide che erano proprio le tre e un quarto, ma di notte! Tentò di frenare una risata

< Davvero? Oh, povero caro, mi dispiace veramente tanto di aver svegliato te e i tuoi parenti a quest’ora. Vuoi che torni questo pomeriggio?>

Harry, che non ne poteva più di stare coi Dursley, esclamò: < Ma no, signora Weasley, non si preoccupi, ho già preparato il baule ieri sera. Mi dia un secondo che mi vesto > Zio Vernon, che era stato zitto per tutto il corso della conversazione tra Harry e Mrs. Weasley, stava per esplodere. Logicamente non aveva capito niente di niente ma si ricordava di aver già visto quella donna grassoccia e con i capelli rosso fiamma al ritorno di Harry da Hogwarts. “E quindi…” ragionò zio Vernon “…se conosce Harry, deve essere una poco di buono, come i genitori di Harry” (Zio Vernon considerava “poco di buono” ogni mago o strega esistenti). Complimentandosi con se stesso per il proprio intuito non si accorse neanche che Harry stava già sfrecciando su per le scale. Subito l’ira di prima tornò a galla. < DOVE CREDI DI ANDARE? E lei chi è?> starnazzò rivolto alla signora Weasley Come si permette di entrare a casa nostra nel cuore della notte senza preoccuparsi minimamente della gente che dorme? Questa è un’effrazione bella e buona! Deve essere anche lei una di quei pazzi che credono di essere maghi! E dove crede di portare Harry? Lui, senza il nostro permesso non va da nessuna parte! > urlò, assordando Mrs. Weasley, la quale, per niente spaventata dall’eccesso d’ira di zio Vernon sorrise e tese la mano dicendo:

< Piacere, sono Molly Weasley, la madre di un amico di Harry. Ci conosciamo già, ho ospitato Harry l’anno scorso per la Coppa del Mondo di Quidditch. Mi scusi per l’orario ma ai maghi non è consentito usare le Passaporte, sa, quegli oggetti che ti teletrasportano da un luogo a un altro, di giorno. Vorrei che Harry venisse a passare gli ultimi giorni delle vacanze con noi >. Nonostante si fosse espressa in un modo molto gentile ed educato zio Vernon si ritrasse come se a parlargli fosse stato un ragno schifoso.

< Lui-non-andrà-da-nessuna-parte > disse zio Vernon, con un tono che sarebbe sembrato imperioso, se non avesse parlato balbettando. Mrs. Weasley fece un grosso sospiro e disse: < Arthur mi aveva detto che avrei avuto dei problemi. Ma speravo di non dover usare questa magia… CONVINCTIBUS! > urlò, e una luce azzurra che uscì dalla sua bacchetta colpì il signore e la signora Dursley, i quali assunsero un’aria allegra. < Ma certo, Harry. Vai pure se desideri > disse zia Petunia, in modo del tutto inaspettato.

A Harry ricordò vagamente l’effetto che aveva l’incantesimo per cancellare la memoria e si spaventò un po’. < Scusi, signora… ma… torneranno normali, vero?> chiese titubante.

< Ma certo, caro, l’effetto dura due ore, poi dimenticano tutto > disse dolcemente Mrs. Dursley < Vai pure a prepararti >

Mentre Harry si dirigeva su per le scale vide Dudley che tremava come una foglia dietro a sua madre. < Ciao! Tu devi essere Dudley! Ti stai divertendo ?> chiese gentilmente.

Il doppio mento di Dudley tremò ancora più forte e il ragazzo chiese

< Co-cosa hai f-fatto a mamma e p-papà? >

< Niente, non ti preoccupare. Per due ore potrai chiedergli quello che vuoi e loro ti ubbidiranno!> spiegò con un sorriso.Gli occhi di Dudley s’illuminarono come due lucine di Natale.

< Davvero?> chiese mentre Harry scendeva le scale.

< Te lo posso assicurare > rispose < E ora andiamo, Harry. La Passaporta sarà pronta a momenti. Arrivederci signor Dursley > disse poi, rivolta a zio Vernon.

< Arrivederci a lei signora > salutò con un’aria da ebete dipinta sul viso. Harry e Mrs. Weasley lasciarono Dudley che esponeva i desideri ai genitori e risalirono il giardino del numero 4 trascinando a fatica il baule.

Mentre si dirigevano verso la periferia Harry disse:

< Grazie per l’invito signora. Come stanno Ron e gli altri? >

< Stanno tutti bene, grazie al cielo. Fred e George si sono trovati un lavoro estivo da Zonko. Io non volevo perché devono studiare ma hanno già finito i compiti! Appena finita la scuola sono stati delle giornate intere su i libri. Per il tema di Rüf sui draghi si sono fatti aiutare da Charlie >

A Harry, a sentir parlare di Fred e George che studiano venne da ridere, ma si trattenne. Invece chiese:

< Suo marito, invece? Come va in ufficio?> A questa domanda il viso di Mrs. Weasley si rabbuiò.

< Ah, Harry, sono brutti tempi. Caramell sta facendo di tutto pur di nascondere la faccenda di Tu-Sai-Chi. Fortunatamente Arthur ha trovato molte persone che lo aiuteranno a divulgare la notizia senza spargere il terrore. Ma se Caramell li scoprisse potrebbe anche essere licenziato e noi non ce lo possiamo permettere. Anche Percy, che dovrebbe essere in vacanza, è sempre in ufficio. Dopo quello che è successo a Crouch, lavora nell’Ufficio dei Collocamenti Temporanei per Lavoro, ma hanno bisogno un po’ tutti per tutto. Sai, cercano di darsi un po’ una mano ma non è facile > Concluse Mrs. Weasley con un sospiro.< Ah, eccoci arrivati, Harry. Dovremmo avere ancora due minuti > e, detto questo, afferrò un vecchio giornale Babbano e lo tese a Harry.

< È meglio se ci prepariamo ora > esclamò. < A volte sono in anticipo >. Difatti, meno di un minuto dopo Harry sentì l’ormai familiare strappo dalle parti dell’ombelico e in men che non si dica si trovò catapultato alla Tana.

Ma non NEL salotto, bensì sopra. Per una minuscola frazione di secondo rimase in aria e poi cadde per terra.

< Harry! Harry, svegliati! Hai fatto un bel volo! Si capisce che non sei ancora abituato a viaggiare con la Passaporta!> Harry sentì la voce di Ron in lontananza, come se fosse sott’acqua. Si schiaffeggiò il viso un paio di volte e vide Ron ed Hermione chini su di lui. Ron non si era abbronzato come l’anno scorso ma il compenso aveva una vecchia scottatura sul collo, probabilmente opera di un drago. Hermione invece non era mai stata così colorita.

< Come stai Harry?> chiese quest’ultima sorridendo.

< Bene grazie. Non mi sono fatto niente. L’atterraggio è stato morbido > rispose scherzando.

< Grazie, molto gentile > esclamò una voce da un punto imprecisato sotto di Harry < Ora che hai finito i saluti potresti rialzarti?>

Harry scattò in piedi e si accorse, una volta girato, che era caduto sopra a Fred e Ginny. Si sentì arrossire di colpo e balbettò qualcosa.

< Oh, scusa, cioè, volevo dire, ciao Fred, ciao Ginny, si, scusa, insomma.>

In quel mentre George uscì dalla cucina e, dopo aver capito cos’era successo, sbottò in una risata, che contagiò subito tutti. Harry aiutò ad alzarsi Fred e Ginny, la quale arrossì non poco.

< Allora? Cos’è tutto questo rumore? Stiamo cercando di dormire là sopra, non vi vergognate? Vi state comportando come un branco di bambini!> disse una voce aspra alle loro spalle. Tutti sobbalzarono e si girarono e rimasero alquanto sorpresi nel vedere Bill, con indosso i vecchi occhiali di Percy e il suo cartellino da Caposcuola, che si cimentava nella parodia di un Percy particolarmente severo, esattamente come se lo ricordava Harry.

L’intero salotto scoppiò a ridere e Bill, seguito da Charlie, salutò allegramente Harry.

La signora Weasley entrò in salotto e apostrofò tutti severamente:

< Allora? Cosa ci fate svegli a quest’ora? Tutti a dormire! Subito!> Tutti i ragazzi Weasley salirono le scale, trascinando insieme il baule di Harry. Ron aprì la porta della sua stanza ed Harry entrò, rimanendo, come al solito, abbagliato da tutto quell’arancione che ricopriva la camera di Ron.

< Siamo fortunati che Fred e George non debbano dormire qui. Bill e Charlie dormono nella stanza di Percy > disse questo.

S’infilarono il pigiama e si buttarono a pesce sopra i letti a baldacchino, addormentandosi quasi subito. Non si svegliarono neppure quando Percy e il signor Weasley tornarono a casa, mezz’ora dopo.

*

I giorni a casa Weasley passavano velocemente per Harry. Lui, Ron ed Hermione andavano spesso nel bosco. Camminando per una quarantina di minuti si poteva arrivare, seguendo il sentiero, ad uno spiazzo in mezzo agli alberi. Lì Fred e George, avevano scoperto un laghetto d’acqua dolce dove si poteva nuotare. Spesso qualcuno andava con loro (la maggior parte delle volte Ginny, Fred e George, che avevano finito di lavorare).

Nello spiazzo d’erba fresca Harry insegnava a Ron ed Hermione come padroneggiare l’Incanto Patronus, anche se non usavano la bacchetta perché vietato dalle regole scolastiche. La domenica dopo l’arrivo di Harry, Mrs. Weasley preparò il pranzo e lo divise in undici cesti. All’ora di pranzo la famiglia al gran completo, più Harry ed Hermione, s’incamminò verso il laghetto e lì passarono un bellissimo pomeriggio. Durante il pranzo Harry non poté fare a meno di notare che il signor Weasley e Percy avevano due profonde occhiaie e si chiese se le avevano anche quando Voldemort era al potere. Fred e George trangugiarono il loro pasto e poi, dopo essersi avvicinati di soppiatto a Charlie, lo afferrarono e lo buttarono nel lago. Seguì una battaglia cruenta che vide protagonisti anche Harry, Ron, Bill, Ginny e Percy (in realtà Percy non aveva alcun’intenzione di fare il bagno, ma alla fine era talmente bagnato per colpa degli schizzi degli altri, che sembrava lo avesse fatto veramente).

La sera, tornati a casa, si sedettero in giardino a guardare le stelle cadenti. Harry approfittò di quel momento di quiete per mettere Ron e Hermione al corrente delle novità.

< Hagrid non sarà presente per i primi mesi di quest’anno?> chiese incredulo Ron.

< E non ti ha detto il motivo?> disse Hermione, agitata.

< Hagrid non sarà presente per i primi mesi di quest’anno?> ripeté Ron concluse, facendo una faccia talmente somigliante a quella di Piton che Harry ed Hermione si rotolarono dalle risate.

< Non mi ha detto perché > rispose Harry, una volta che si fu calmato .

< Non pronunciare quel nome > disse Ron < E comunque è troppo presto per preoccuparsi. Dovremmo aspettare di essere a scuola per saperlo.>

< Già. Hai ragione Ron > disse Hermione, alzando lo sguardo verso il cielo. < Ora vado a dormire. Buonanotte!>

< Notte, Hermione > disse Harry. Lei si alzò e, insieme a Ginny, si avviò verso la casa.

< Sai, Ron > disse Harry < sono stanco anch’… ehi! Cos’ hai fatto?> chiese, dopo essersi accorto dell’espressione sconvolta dell’amico.

< Incredibile… > disse Ron senza cambiare espressione < È la prima volta che mi dà ragione > E, senza aggiungere nient’altro, si alzò anche lui e, con Harry, andò a dormire.

*

< RON! RON, HARRY! Svegliatevi! > Harry, si svegliò di colpo e vide la Mrs. Weasley che cercava di svegliare Ron.

< Signora Weasley, cos’è successo? Siamo in piena notte!> Chiese Harry, con la voce ancora impastata dal sonno.

< Harry, sveglia Ron e digli di vestirsi. Vestiti anche tu! Fate più in fretta che potete. Io corro svegliare Fred e George > Mrs. Dursley uscì di corsa dalla stanza.

< Harry… cosa sta succedendo? > chiese Ron che si era svegliato

< Non lo so Ron. Vestiti! Deve essere successo qualcosa.> Per il corridoio continuavano a passare i signori Weasley chiamando i ragazzi.

Una volta pronti uscirono in corridoio, dove incontrarono Fred e George, che non capivano cosa sta succedendo. Quando furono tutti pronti il signor Weasley li fece scendere le scale e li radunò tutti in salotto.

< Statemi bene a sentire. Dovete stare molto attenti a quello che vi dico di fare se non volete rimetterci qualcosa > disse.

< Cos’è successo papà? > chiese Percy allarmato.

< È comparso il Marchio Nero sulla casa dei Fawcett > disse Mr. Weasley. Tutti i presenti nella sala inorridirono. Il Marchio Nero era il simbolo di Voldemort e quando appariva la maggior parte delle volte voleva dire morte. continuò < Amos Diggory sta venendo qui. Sua moglie mi ha avvertito prima via camino. Bill e Charlie, venite con me. Andremo sul posto con lui > I due annuirono con la tesa < Percy, tu Smaterializzati e vai ad avvisare i Lovegood. Rimani da loro finché non verrò a prenderti > Percy assunse un’aria seria, forse perché avrebbe voluto andare con gli altri, ma annuì. < Molly, va’ immediatamente a chiamare Silente. E voi sei > disse rivolgendosi verso Fred, George, Ron, Hermione, Ginny ed Harry < Andate a nascondervi nello spiazzo col lago. Fred, George, tenete d’occhio Ginny, non combinatene una delle vostre, mi fido di voi. Ecco Amos. Andate. Forza!>

Mrs. Weasley e Percy si smaterializzarono e Bill e Charlie si affrettarono a raggiungere il padre. I rimasti corsero verso la porta sul retro. Si misero due a due e si incamminarono. Harry chiese:

< Da che parte è la casa dei Fawcett? >

< Da quella parte > rispose George, indicando la parte del cielo nascosta dal muro della tana. < Fra un po’ la vedrai >

Non appena girarono l’angolo rimasero immobilizzati dalla paura. L’intera campagna circostante era illuminata da una luce verdastra. Nel mezzo del cielo, circondato da una cortina di fumo verdastro, spiccava un teschio con un serpente al posto della lingua. A Harry tornò in mente quando l’anno prima Voldemort aveva convocato i Mangiamorte. Erano stati perdonati ed erano tornati ad uccidere?

< Forza…> disse Fred < Andiamo >. A passo spedito raggiunsero la foresta e vi si inoltrarono. Ron, che era accanto a Harry, sembrava terrorizzato. Non faceva che guardare nella direzione di Hermione. Harry sapeva che Ron la considerava in pericolo. Gli tornò in mente la frase di Sirius: “ Sai bene che a loro non interessa che il sangue di un mago”. Erano a circa a metà strada quando si sentì un boato. Il gruppetto accelerò il passo e in pochi minuti arrivarono alla radura. Ginny singhiozzò un paio di volte. George cercò di consolarla: < Su, Ginny, non fare così. Sarà come alla Coppa. Qualche vecchio Mangiamorte che si diverte. > Ma non ne era convinto neanche lui.

< Harry, cos’ hai fatto? >chiese Fred improvvisamente.

< Questa cicatrice… mi sta facendo impazzire > disse Harry, strofinandosi la fronte. Ron ed Hermione si guardarono.

< Forse hai sbattut… > di colpo Fred tacque. < Avete sentito?>

< Cosa? > Chiesero gli altri all’unisono. Ma poi sentirono anche loro. Si udivano delle urla di persone, come di ubriachi, avanzare per la foresta.

< Harry, dici che sono i M-Mangiamorte? > chiese Hermione. Harry non fece in tempo a rispondere perché Ron urlò < NASCONDETEVI! >

Tutti si tuffarono fra gli alberi. In quell’istante comparvero degli uomini dal sentiero. Dovevano essere una dozzina. I loro volti erano nascosti da un cappuccio e indossavano le stesse vesti che Harry aveva visto alla Coppa del Mondo. Si muovevano barcollando e non camminavano in linea retta. Tuttavia nessuno si separava dal gruppo. Harry li sentì ridere e si chiese con orrore se erano contenti per la morte di qualcuno. Pregava perché proseguissero in fretta il cammino ma sembrava che i Mangiamorte non avessero alcuna intenzione di continuare. Si avvicinarono al laghetto e riempirono d’acqua alcune fiaschette. Improvvisamente cessarono di parlare. Harry si chiese il motivo ma non riuscì a capirlo perché un momento dopo il dolore che sentiva alla cicatrice raddoppiò. Si tenne la fronte cercando in tutti i modi di trattenersi dall’urlare. Ron gli diede una gomitata.

< Harry! Harry, guarda! >Harry alzò lo sguardo e inorridì. La luna era stata coperta dalle nuvole e sul lago era comparso un mago, alto, magro, anch’esso incappucciato. I Mangiamorte si disposero in cerchio e levarono le loro fiaschette, gridando: < AL RITORNO DI LORD VOLDEMORT >. Harry sentì Ginny trattenere il respiro e si voltò verso il lago. La fronte gli bruciava come se qualcuno gli avesse appoggiato sopra un ferro incandescente. L’uomo sopra il lago si mise a parlare: < Miei fedeli Mangiamorte. Mi avete dimostrato che siete pronti ad uccidere per me. Vi posso perdonare per avermi dimenticato. D’ora in avanti avremo nuovi alleati. Nessuno potrà fermarci. Vi darò dei compiti da portare al termine >. E, pronunciate queste parole, puntò la bacchetta sul lago, mormorò qualcosa e scomparve. I Mangiamorte si avvicinarono al lago e, come se qualcuno li avesse improvvisamente riaccesi, cominciarono a fare rumore tutti insieme. Agganciarono le fiaschette ai loro mantelli e ripresero il cammino. I ragazzi aspettarono che le voci non si sentissero più e uscirono dal loro nascondiglio. George balbetto:

< Era Voi-Sapete-Chi? >

< Sì > rispose Hermione in tono piatto < E ha fatto qualcosa al lago. Andiamo a vedere >. Si avvicinarono al lago con un po’ di apprensione ma non riconobbero cambiamenti. Fred cominciò a dire: < Sembra tale e quale a prima > quando la luna uscì dalla coltre di nuvole e illuminò la radura.

balbettò Ron girandosi verso di lui < È s-sangue!>. Tutti inorridirono e in quel momento sentirono una voce dietro di loro:

< Ragazzi! State bene? > Si girarono tutti di scatto e videro il signor Weasley correre verso di loro. < Non dite niente ragazzi, non dobbiamo farci sentire. Mi racconterete a casa >. Cominciarono tutti a marciare meccanicamente verso la Tana e, una volta arrivati entrarono in salotto. Le poltrone erano già tutte piene. Harry vide Charlie, Bill e Percy estremamente stanchi e si chiese se avevano corso. Riconobbe i signori Diggory e vide altre due famiglie. Improvvisamente sentì che qualcuno lo aveva afferrato all’altezza dello stomaco e lo stringeva forte: < Oh, ragazzi, oh ragazzi, ero così in pensiero! State tutti bene? Fred? George? Oh, grazie al cielo, grazie al cielo, ero così preoccupata! > Il signor Weasley staccò la moglie da Harry e Ron e disse: < Scusate, ragazzi. Spiegateci cos’è successo > Harry, Ron, Fred e George si lanciarono nel racconto di quello che era accaduto senza cercare di tralasciare alcun particolare. < … e così Vol… ehm… Voi-Sapete-Chi ha detto di averli perdonati e che avrebbero avuto nuovi alleati. Poi ha cambiato l’acqua del lago in sangue ed è scomparso > concluse Harry.

< Ma guarda! > esclamò una voce nota dietro di lui. Si girò e vide nientemeno che Silente.

< Ehm, professore! Noi non, non l’avevamo vista! > disse George alquanto imbarazzato.

< Non fa niente ragazzi. Dimmi Arthur: cos’è successo quando siete arrivati davanti a casa loro? > chiese, indicando con dito i Fawcett con un’aria molto vaga.

< Niente Silente. Fortunatamente loro non erano in casa (erano andati al villaggio) e così tutto quello che abbiamo potuto fare è stato sistemare le cose che avevano buttato per aria. >

< Capisco… scusa David > disse poi, rivolto al signor Fawcett < Ma credo che per voi sia meglio dormire dai Lovegood questa notte. Molly, portami a vedere quel lago. Buonanotte ragazzi. Cercate di dormire ora > e, detto questo, uscì dalla porta seguito dalla signora Weasley. I Fawcett e i Lovegood salutarono e se ne andarono anche loro. Ron, Harry ed Hermione si diressero al piano di sopra parlando fra loro.

< È stata una bella fortuna che non ci abbiano visti > disse Ron.

< Già > concordò Harry < Buonanotte Ginny, Buonanotte Hermione>

< Notte! > risposero le due ragazze e si avviarono verso la loro stanza.

 

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Capitolo 3
*** A diagon alley ***


Capitolo 3

A DIAGON ALLEY

Per una settimana si cercò di non parlare di quello che era successo. Silente aveva fatto tornare il lago normale ma nessuno voleva più avvicinarcisi. La mattina del trenta agosto Harry, scendendo dalle scale, trovò la signora Weasley che accendeva il camino.

< Buongiorno Harry, caro. Oggi andremo a Diagon Alley. Dillo anche agli altri > Harry risalì le scale e, dopo aver avvertito tutti, decise che era meglio vestirsi prima di scendere a fare colazione.

Dopo uno spuntino veloce, la signora Weasley prese il vaso dove teneva la Polvere Volante dicendo: < Bene, ragazzi, avete tutti la lista delle cose da prendere? Avete un’oretta per fare quello che volete, poi ci troviamo al Ghirigoro, prendiamo i libri e torniamo a casa > Due a due entrarono nel camino e gridarono < A DIAGON ALLEY! >. Harry girò più volte su se stesso e in men che non si dica si ritrovò davanti all’ingresso della Gringott. Harry entrò a prelevare un po’ di denaro mentre Ron ed Hermione aspettavano fuori. Dopo aver riempito la sua borsa con un po’ di Galeoni e qualche Falci uscì dalla banca. Fuori trovò Ron che contava dei soldi.

< Allora. Che facciamo ora? > chiese, rivolto ai due amici.

< Io devo andare a “Accessori per il Quidditch di prima Qualità” > disse Ron arrossendo < Ho risparmiato la paghetta di tutto l’anno per comprarmi un manico di scopa. Ho trentadue galeoni >

< Va bene. Ma poi devo andare in un posto. > disse Hermione in tono molto vago. Risalirono la strada fino ad arrivare davanti al negozio di manici di scopa. In vetrina spiccava una Firebolt, la stessa che Harry aveva tanto ammirato due anni prima. Non appena aprirono la porta furono travolti da un mago che, inveendo contro il commesso, usciva dal negozio.

< Non comprerò più niente qui. Ci può giurare. > e uscì sbattendo la porta. Il commesso, un uomo grassoccio e pelato, si asciugò la fronte sudata con un fazzoletto, sospirando. Harry, curioso, chiese:

< Cos’ ha fatto quell’uomo?>

< Oh… > rispose il mago < Nella Firebolt che ha comprato qui non funziona l’incantesimo autofrenante e lui si è arrabbiato molto perché non glie l’avevo detto. Ma come facevo io a saperlo, che era un modello difettoso? >

< E ora a quella scopa a quanto la venderebbe? > chiese Ron rapido. Avrebbe digiunato per un mese pur di possedere una Firebolt.

< Bah, ragazzo, cosa vuoi che ti dica. Di sicuro ci sarà qualcuno che la vorrà anche senza quell’incantesimo. Diciamo… settanta galeoni… > Ron si afflosciò come un palloncino sgonfio. Hermione, dopo averlo visto così depresso, tirò fuori il suo portafogli e disse:

Ron la guardò come se fosse impazzita ed esclamò, rivolto a Harry: < È pazza? > il quale, per tutta risposta disse al commesso:

< Un pacco regalo per favore > e prese dalla sua borsa una ventina di galeoni. < Sono pazzi > concluse Ron. Nel giro di due secondi Harry gli strappò di mano i suoi soldi e li sostituì con la scatola della Firebolt nuova fiammante. Ron non riuscì a spiccicare parola per una decina di minuti e quando apri la bocca disse: < Gr-grazie ragazzi! >.

Hermione fece un gesto con la mano e disse in tono sbrigativo: < Lascia perdere Ron. Piuttosto, dammi il pacchetto, devo vedere una cosa. > Ron le tese il manico di scopa e lei, dopo averlo ispezionato da vicino disse: < Mi sembrava di aver letto da qualche parte… AHA! Guarda qui Ron! > Ron guardò dove indicava Hermione e sussultò. Fra i ramoscelli che formavano la coda della Firebolt s’intravedeva una macchia rossastra. Chiese a Hermione.

Rispose lei in tono sbrigativo concluse arrossendo. Si girò dall’altra parte e partì spedita verso il Paiolo Magico. Ron la seguì con losguardo, sconvolto: <È pazza> e con Harry andò a comprare la pozione.

*

Dopo aver vagolato per una mezz’oretta Harry e Ron decisero che era ora di andare al Ghirigoro. Da lontano si potevano scorgere i capelli rosso fiamma di George, Fred e Ginny. Con loro c’era anche Hermione che, come li vide, arrossì. Harry voleva chiederle cos’aveva fatto ma i due gemelli gli piombarono addosso esclamando:

< Ron! Cos’è? Un manico di scopa? È tuo? Che tipo è?> Ron tentò disperatamente di controllare la dimensione del suo sorriso e rispose:

< È una Firebolt > George finse di svenire a quella notizia e Fred disse: e, con un sorriso soddisfatto, entrò nel negozio. Dopo aver acquistato i libri necessari si avviarono verso la farmacia. Sia Harry che Ginny avevano usato tutte le scorte per le pozioni e anche gli altri erano senza qualche ingrediente. Stavano per entrare quando una voce li fece sussultare:

< Molly! Molly Weasley! Come stai? Sono proprio contento di vederti.> Harry si girò di scatto e vide che a parlare era stato Caramell, il Ministro della Magia. A Harry, all’inizio stava abbastanza simpatico ma aveva da poco scoperto che a lui importava soltanto ciò che gli elettori pensavano di lui. Aveva cercato di far uccidere il suo padrino Sirius, due anni prima, e quando Voldemort era risorto non ci aveva creduto e aveva “bollato” Harry come un pazzo, psicopatico e visionario. Il ministro continuò a parlare: esclamò dopo aver adocchiato Harry. Harry stava per rispondere male ma la signora Weasley lo interruppe: < Stiamo tutti bene Ministro. E lei? >

< Bene, bene, grazie. Ma dimmi > chiese Caramell, oscurandosi in viso

< No, Ministro, è tutto vero. Pensavo che LEI lo sapesse.> aggiunse Mrs. Weasley sprezzante.

< Molly cara, sai benissimo che io non credo minimamente a quelli che affermano che Tu-Sai-Chi è risorto. Tuttavia…> aggiunse con un tono imbarazzato

La signora Weasley fece uno sbuffo di disapprovazione e disse:

Caramell arrossì un po’, tuttavia ribatté: La signora Weasley si fermò un secondo a pensare e rispose: Ministro. ed entrò nel negozio, lasciandolo ad un palmo di naso. Mentre ognuno consultava la propria lista Fred e George si rivolsero alla madre con un’aria indignata: La faccia della signora Weasley diventò rosso papavero. Era così nervosa che nel parlare rovesciò quasi un barile di code di lucertole.

Pieni di pacchetti e borse andarono tutti al paiolo magico dove Tom, l’oste, li aiutò a trovare un camino libero per andare alla Tana. Il pomeriggio passò senza inconvenienti. A cena la signora Weasley parlò al signor Weasley di Caramell.

<…e poi ha detto che poteva comunque offrirti un posto di lavoro. Io gli ho risposto che ne avrei parlato con te perché magari, se gli dicevo di no, lui se la prendeva e ti licenziava. Ma se l’incontro ancora cosa gli dico? > Il signor Weasley fece un sospiro e disse: < È da giugno che Caramell va da un ufficio all’altro cercando di mettere a tacere i fatti. Ormai sanno tutti com’è fatto. E in ogni caso non può licenziarmi senza il permesso del mio caporeparto. E con lui ho già parlato.> Dall’altra parte del tavolo i ragazzi parlavano di Quidditch: stava dicendo George

< Potremmo chiedere a Madama Bump di farci assistere agli allenamenti.> rispose Harry

disse Fred. Hermione e Ginny erano stranamente taciturne.

chiese Harry. Lei si scosse dai suoi pensieri e rispose: < Cosa? Oh, niente Harry. Non ho fatto niente > e si rimmerse nei suoi pensieri. Harry alzò le spalle e non ci fece più caso fino a quando, mentre si alzavano di tavola, successe una cosa che né lui né Ron si sarebbero mai aspettati. Percy, che era dall’altra parte del tavolo esclamò:

< Oh, a proposito Hermione. Ho saputo che sei diventata Prefetto. Complimenti > Ron ed Harry persero l’uso della parola. Hermione lanciò loro uno sguardo fra il terrorizzato e il disperato e corse in casa, seguita da Ginny. Harry e Ron si scambiarono uno sguardo molto vacuo e cercarono di seguirla ma, una volta arrivati davanti alla sua camera, si accorsero che era chiusa a chiave. Si misero il pigiama senza spiccicare una parola e s’infilarono sotto le coperte. Harry si addormentò quasi subito ma dovette alzarsi in piena notte per andare a bere. Quando rientrò in camera si accorse che Ron era sveglio e guardava con occhi spalancati il soffitto, come se qualcuno avesse scritto sul muro le risposte alle sue domande. Harry si sdraiò e disse: < Non riesci a dormire? >

< No > rispose Ron senza distogliere lo sguardo.

< Stai pensando a Hermione. Vero?>

Harry non sapeva se continuare a parlare con lui o se addormentarsi di nuovo. Stava ancora ragionando quando sentì la voce di Ron:

Ron, girò la testa verso di lui e lo guardò:

< Dici che ora non starà più con noi?> chiese Ron spalancando gli occhi.

Harry capì che era questo a preoccupare Ron e si sentì in dovere di aggiungere

Harry stava per dire che lui il bagno l’aveva già visto ma si tappò la bocca in tempo e disse:

e Ron chiuse finalmente gli occhi.

disse Harry, e si addormentò per la seconda volta.

*

Il mattino dopo Harry fu svegliato da Ron: Harry si alzò di malavoglia e s’infilò un vecchio paio di jeans di zio Vernon e uno dei maglioni che la signora Weasley aveva fatto per lui. Poi, ancora assonnato scese le scale, chiedendosi se Hermione era a colazione. Purtroppo in cucina c’era solo la signora Weasley che, come li vide, disse: Harry e Ron si servirono del bacon e trangugiarono la colazione in dieci secondi. La signora Weasley alzò le sopracciglia e chiese con tono sospettoso:

. Ron rispose, con la bocca piena di pancetta: <‘obbiamo parlare ‘on Hermione>. Con gran sorpresa di Harry la signora Weasley disse:

< Voi non andate da nessuna parte prima di aver fatto il baule.> Ron fece un gran sospiro, come se lo fosse aspettato, e dopo aver aiutato Harry a sparecchiare si fiondò su per le scale, spalancò l’armadio di camera sua, e cominciò a scaraventare i vestiti nella valigia che aveva spalancato sul letto.

ripeté per la terza volta, dopo aver lanciato uno sguardo disgustato al suo vestito da cerimonia. Harry finì molto prima di Ron e lo aiutò a preparare la sua valigia (Ron aveva appallottolato i vestiti e li aveva infilati nel baule così com’erano). Dopodiché presero le loro Firebolt e andarono a cercare Mrs. Weasley. La trovarono in sala, che chiacchierava con una donna che Harry riconobbe come la signora Fawcett. Appena lo vide, la signora Weasley gli fece un gran sorriso e disse:

disse Harry

Harry e Ron salutarono la Mrs. Fawcett con un cenno della mano e uscirono di corsa dalla Tana. Ron era scuro in viso:

Harry non voleva rispondere niente perché aveva il sospetto che avesse ragione e per distrarlo disse:

< Proviamo a raggiungerla volando. Se passiamo dalla strada che porta al lago non ci può vedere nessuno.> Ron fu subito entusiasta di quest’idea provò a montare sulla sua scopa nuova.

disse subito. Harry ricordava bene cosa aveva provato la prima volta che aveva cavalcato la sua Firebolt. Si era sentito subito a suo agio ma per lui non era niente a confronto della prima volta che era salito sulla sua fedele Nimbus Duemila. Si mise a cavallo del suo manico di scopa e si posizionò pari a Ron, dicendo:

al grido di Harry i due amici scheggiarono attraverso gli alberi. Ron gridava:

Harry annuì, felice. Proseguirono,zigzagando fra gli alberi, fino a quando non arrivarono allo spiazzo col lago. Sotto un albero videro subito Hermione, immersa nella lettura di una copia nuova fiammante di “Manuale di incantesimi, volume quinto”. Harry e Ron scesero dalle scope cercando di non farsi sentire da Hermione. Quando le furono accanto, Ron disse:

< Studi sempre tu, eh? > Hermione alzò gli occhi e, come li vide diventò color rosso fiamma e abbassò gli occhi, dicendo:

< Ciao Ron. Ciao Harry > I tre stettero in silenzio per qualche minuto fino a quando Harry non si decise a dire:

< Allora sei diventata Prefetto. Complimenti > Hermione non rispose e non lo guardò neppure. Harry vide che Ron cercava di mordersi la lingua. Immaginando cosa stava per dire cercò di zittirlo con uno sguardo ma non fece in tempo:

Hermione alzò lo sguardo e lo fissò con gli occhi arrossati. Stette in silenzio per un momento e sbottò:

< È che…voi due parlate sempre, male di chi è Prefetto. Percy, Cedric, la fidanzata di Percy. Immaginavo che ve la sareste presa anche con me quando ve l’avessi detto > Ron scoccò a Harry un’occhiata strana e poi disse:

< Ma Hermione! Noi non l’avremmo mai fatto! E comunque l’ hai detto a Percy. Perché non a noi?> A quella frase lo sguardo di Hermione diventò furente:

< Ron! È il suo lavoro questo! Lo sa solo perché lavora al Ministero!> Harry si affrettò a rispondere per Ron:

Hermione parve rasserenarsi ma poi arrossì e disse:

< C’è un problema… insomma, quando ho ricevuto la lettera della scuola la Mc Granitt diceva che se volevo potevo essere Prefetto. Io all’inizio le ho risposto di no, perché ho tanto da fare con lo studio e non sarei mai riuscita a fare tutto il lavoro di un Prefetto. Sai, bisogna aiutare quelli che vanno in prima, andare a qualche riunione… Ma lei mi ha detto che quello non era un problema perché tutti i Prefetti hanno almeno due amici che li aiutano a fare il loro lavoro. Allora le ho detto che l’avrei chiesto a voi due e che le avrei detto. Solo che non sapevo come dirvelo. Voi non potrete fare esattamente tutto quello che fa un Prefetto ma quasi. Logicamente se non volete…> aggiunse subito, dopo aver visto la faccia di Harry.

< Stai scherzando?> disse questo Hermione aveva gli occhi ancora arrossati ma sorrise:

< Sì, penso proprio di sì. Se volete potete anche prendere la carrozza dei Prefetti e mangiare al tavolo apposta… anche se io preferirei comportarmi normalmente > Ron, che non aveva ancora detto niente, esclamò:

Hermione rise e fece una faccia molto simile a quella di Piton:

< Lo so. “Potter e Weasley passano il limite da quando sono in questa scuola.” Dai Ron, non sono mica la Mc Granitt…Comunque se non vuoi fa lo stesso > Ron si affrettò a dire:

Hermione, finalmente rasserenata sorrise e tuffò di nuovo la testa sul suo libro. Ron e Harry continuarono a provare le Firebolt fino a quando Ginny non venne a cercarli per il pranzo. Quel pomeriggio pioveva e così rimasero tutti a casa a giocare a scacchi. Harry vide per la prima volta Ron in difficoltà mentre giocava con Bill. Doveva avergli insegnato lui. Comunque riuscì a vincere grazie ad una torre e ad un cavallo molto sanguinario. Quella sera Mr. Weasley e Percy tornarono a casa prima del solito ma erano entrambi stanchi. Il signor Weasley parve molto arrabbiato.

disse senza salutare < Voglio vedere una cosa >

La signora Weasley corse in cucina e in men che non si dica il signor Weasley si trovò circondato dai suoi figli e con la famosa rivista in mano.

disse, girando nervosamente le pagine esclamò. Pose la rivista a sua moglie e disse: La signora Weasley afferrò il giornale, preoccupata.

< Come curare le verruche?> chiese titubante, guardando il marito come se fosse impazzito.

< Ma no! Quello sotto!> La signora Weasley abbassò lo sguardo e rimase come folgorata. In un piccolo riquadro nero, intitolato “L’angolo del pettegolezzo” era scritto, in caratteri gialli:

Corre voce che sulla casa di David Fawcett, poco più di una settimana fa, sia comparso il Marchio Nero. Si dice che parecchi Babbani siano stati uccisi o gravemente feriti da un mago dal volto misterioso. La signora Pamela Lovegood, vicina di casa dei signori Fawcett si è infatti lamentata per la scarsa efficienza del Ministero. Perché è stata messa a tacere la cosa? È vero che un gruppo di Mangiamorte sia fuggito da Azkaban? Per sapere la verità bisognerà indagare negli uffici del Ministero e chiedere al Ministro della Magia delle spiegazioni sull’avvenuto. Firmato: T. T.

La signora Weasley impallidì e disse, con voce tremante:

< Ma… Pamela non avrebbe mai detto niente al Settimanale delle Streghe.. lo sai anche tu com’è lei… e suo marito lavora al Ministero … no, Arthur, lei non è proprio il tipo di persona che si mette a sparlare. E chi è che ha scritto quest’articolo? T.T. … non conosco nessun giornalista con queste iniziali.> Il signor Weasley fece un grosso sospiro e disse:

< Lo so. Fatto sta che oggi suo marito è stato licenziato. Faceva il cacciatore di vampiri e Caramell oggi è andato da lui e gli ha detto che gli dispiaceva ma lo doveva licenziare per una cosa che è accaduta più di dieci anni fa! Non c’è dubbio che l’abbia fatto per questo articolo. E sua moglie non ha detto niente. Ne è sicuro anche lui.> La signora Weasley si gonfiò come un tacchino ed esclamò, indignata: In quel momento suonò il campanello e la signora Weasley parve ridestarsi: < Ah, deve essere Shirley che ha accompagnato Eileen > E si avviò verso l’ingresso. Si sentirono delle risatine e dei borbottii e poco dopo ricomparve con a fianco una ragazza alta e magra coi capelli marroni e lisci legati in una coda di cavallo che salutò Fred e George con un cenno della mano. La signora Weasley la presentò agli altri dicendo:

< Ragazzi, questa è Eileen Fawcett. Domani viene a Hogwarts con noi. Fred e George, voi forse la conoscete già > I due annuirono con la testa. Percy si alzò dalla poltrona e si diresse verso Eileen con aria solenne, le strinse la mano e aggiunse, in tono pomposo:

< Sono Percy Weasley. Ero caposcuola tre anni fa. Di sicuro ti ricorderai di me. Molto piacere > La ragazza diventò scarlatta e strinse a sua volta la mano a Percy, leggermente confusa da tutte quelle cerimonie. Fred e George ridacchiarono e la signora Weasley disse:

< Bene, io vado a preparare la cena. Divertitevi, voi > Non appena sua madre uscì dalla porta George chiese, tutto d’un fiato:

aggiunse in fretta con tono agitato.

< No, no! > disse Ginny in fretta, dopo aver lanciato un’occhiataccia a suo fratello < Purtroppo dovrai dormire con me e Hermione. Le altre stanze sono tutte occupate >

< Non c’è problema > disse con un sorriso. In quel momento entrarono Bill e Charlie con la scacchiera in mano, chiedendo:

< Chi vuole fare una partita a scacchi? > Percy bofonchiò che doveva andare in camera sua a lavorare ed uscì dalla stanza un po’ più velocemente del normale. Harry si preparava ad assistere ad un altro scontro fra Bill e Ron quando, con sua sorpresa, Bill chiese a Eileen di giocare e lei accettò. Dopo una decina di minuti sembrava che Bill avesse totalmente la meglio su di lei, ma quando tutti non se l’aspettavano, la ragazza fece scorrere una torre per la scacchiera e disse: Bill rimase sconcertato. Cercò di capire cos’era successo ma in quel momento la signora Weasley li chiamò per la cena. Il tavolo all’aperto era ricoperto da ogni genere di leccornia. Harry si sedette fra Ron e George e ricominciò a servirsi la sua ultima cena dai Weasley. Fred e George stavano prendendo in giro Bill per la sconfitta e lui guardava in suo piatto con aria molto truce. Charlie ed Eileen discutevano di draghi e Percy si era lanciato in un resoconto della sua ultima impresa in ufficio.

La serata fu molto piacevole e Harry fu sorpreso nello scoprire che Eileen giocava a Quidditch nella squadra dei Tassorosso. Hermione aveva dimenticato completamente la questione dei Prefetti e sembrava si stesse divertendo un mucchio. Dopo tre orette erano tutti satolli e nessuno si lamentò quando la signora Weasley mandò i ragazzi a dormire. Harry salì in camera con Ron. Si diresse verso Edvige e le disse che non poteva uscire quella sera. Lei lo guardò un po’ severamente ma non sembrava arrabbiata e così Harry si addormentò non appena sdraiato.

Ciao a tutti! Sto rileggendo questi vecchi capitoli e devo dire che sono veramente orrendi… non importa, nei nuovi cercherò di calcare la mano sul rapporto Ron/Hermy. Comunque grazie a tutti che avete commentato i gli altri capitoli. Grazie mille a:

Kairi_chan

Llyala

Mew Pam

Klaretta

Asmara

Le vostre parole mi hanno incoraggiata, grazie. Spero che la prossima lista dei ringraziamenti sarà più lunga. Un bacione a tutti voi

Seya

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Capitolo 4
*** Ritorno ad Hogwarts ***


Capitolo 4

RITORNO A HOGWARTS

 

 

Il mattino seguente Harry si alzò molto prima di quando avrebbe dovuto. Al pensiero di Hogwarts gli si stringeva lo stomaco per la contentezza e non riusciva a prendere più sonno. Si vesti il più lentamente e silenziosamente possibile, nonostante sperasse ardentemente che Ron si svegliasse, e scese al piano terra, augurandosi di vedere la signora Weasley che preparava la colazione. Purtroppo la cucina e la sala da pranzo erano totalmente vuote, ad eccezione di Errol, appollaiato su una poltrona. In quell’istante sentì qualcosa che gli tirava la gamba. Spaventato, abbassò lo sguardo e vide che era solo Grattastinchi che gli si strusciava addosso. Inveendo contro se stesso e contro la propria impressionabilità, aprì la porticina che dava sul retro per far uscire il gatto e si accorse che in giardino c’era George, seduto sul bordo di uno dei vasi. Si avvicinò a lui e gli si sedette accanto. Lui si voltò a guardarlo e gli disse:

“Ciao. Neanche tu riesci a dormire, eh?”

“Già…” rispose Harry “A cosa stavi pensando?” George fece un sospirone e disse:

“Rifletto sul mio futuro, Harry. Voglio diventare Caposcuola” Harry si girò a guardarlo, chiedendosi se era possibile che una persona fosse ubriaca alle cinque del mattino. Per fortuna si accorse che George stava trattenendo a stento le risate.

“Dai, non scherzare!” disse Harry, mollandogli una gomitata “Dimmi a cosa stai pensando”

George assunse un’aria vacua e rispose:

“Niente in particolare. Pensavo a quanto saranno difficili gli esami, a quanto mi manca il Quidditch, a quanto adoro Piton…”

“Cooosa?” chiese Harry con gli occhi fuori dalle orbite.

“Ma dai, Harry, tu non capisci mai le mie battute! Sei peggio di Percy!” affermò George con aria offesa.

Passarono una mezz’oretta parlando di Quidditch, fino a quando Mrs. Weasley non li venne a chiamare per la colazione. In tavola c’erano già Percy e Bill, anche se in pigiama. La signora Weasley corse su per le scale a svegliare gli altri mentre Harry si serviva un paio di toast. Quando tutti ebbero finito la colazione l’intera casa cominciò ad agitarsi. Per più di una volta i gemelli si scontrarono per le scale e, nella fretta Harry, sbagliò stanza parecchie volte. Quando tutti i bauli furono ammassati nel salotto il signor Weasley raccolse i figli e gli ospiti davanti a se e disse:

“Il Ministero ci ha prestato tre macchine per andare a Londra. Saranno qui a momenti” In quel secondo si udì il suono di un clacson e i ragazzi Weasley si precipitarono in giardino, trascinando con loro le valige. Mentre gli autisti caricavano i bauli nei bagagliai, Harry salì sulla vettura centrale seguito da Ron, Hermione e Ginny. Mentre le auto ripartivano Harry lanciò uno sguardo nostalgico alla Tana. Era contento di andare a Hogwarts ma i giorni passati con i Weasley erano stati i migliori di tutta l’estate. Le auto del Ministero riuscivano, come al solito, a scivolare tra il traffico senza alcuna difficoltà. Arrivarono alla stazione di Londra prima del previsto e, dopo aver riempito quattro portabagagli, decisero di concedersi uno spuntino. Harry si aspettava che i Weasley lo conducessero al bar, che si trovava all’ingresso della stazione, e fu molto stupito quando lo oltrepassarono senza degnarlo di uno sguardo. Ron gli diede una gomitata:

“Ehi, guarda George!” Harry si girò e vide George che, mentre camminava, chiacchierava con Eileen tenendo gli occhi e la bocca spalancati e guardando solo la ragazza. Fu un guaio che non stesse guardando in avanti perché in quel preciso istante si andò a schiantare contro la colonna di marmo che gli stava davanti, stramazzando al suolo. La signora Weasley cacciò uno strillo e si precipitò a controllare la salute di suo figlio. I passanti si fermarono, incerti se ridere o preoccuparsi. Fortunatamente George scattò in piedi, rosso come un pomodori, dicendo:

“Scherzo! Stavo scherzando! Ci siete cascati, vero? Ah, ah, ah! Non vi preoccupate, è tutto a posto” Eileen lo osservò con un’aria vagamente preoccupata per la sua salute mentale, ma si riprese quasi subito, scoppiando in una risatina imbarazzata. Fred, dietro di lei, si sganasciava dalle risate e per poco non si rotolava per terra tenendosi la pancia dal dolore.

George si affrettò a cambiare discorso: “Ehi, mamma, siamo arrivati!” esclamò, indicando un angolo della sala di aspetto di King’s Cross. Harry si girò e vide una piccola e traballante porticina di legno, aperta, esattamente dove sarebbe dovuto starci l’angolo formato dai due muri. Stranamente tutti ci passavano davanti senza degnarlo di uno sguardo, come se non lo vedessero. A Harry ricordò moltissimo la prima volta che era andato al Paiolo Magico. Probabilmente era stata fatta una magia che rendeva impossibile l’ingresso di ai Babbani. Come per confermare la sua teoria il signor Weasley disse:

“Non ti lasciare confondere dall’aspetto. Lo abbiamo stregato in modo che nessun Babbano la possa vedere. Loro, in quel punto, vedono solo del muro” Harry dubitava seriamente che in quel decrepito negozietto vendessero i suoi dolci preferiti, ma si fece coraggio ed entrò.

Il suo primo pensiero fu quello che i signori Weasley dovevano essersi sbagliati porta, perché davanti ai suoi occhi c’erano solo altri negozi.

 Dopo pochi secondi capì che era arrivato in una specie di Diagon Alley in miniatura, dove c’erano un Pub, un piccolo negozio di libri, uno di animali magici e una serie di botteghine dall’aria malandata.

I ragazzi si divisero (Hermione lanciava occhiate desiderose verso il negozio di libri) e decisero di ritrovarsi all’ingresso un quarto d’ora dopo, giusto in tempo per andare a prendere il treno. Harry e Ron seguirono svogliatamente Hermione mentre i signori Weasley entravano nel piccolo Pub. Nella libreria, dove il commesso sembrava l’unico altro mago, aleggiava un forte odore di polvere. Hermione si catapultò sul primo mucchio di libri che vide mentre Ron dava un’occhiata ad alcune vecchie copie di Le avventure di Martin Miggs, il Babbano matto.

 Harry si sentiva stranamente inquieto e si mise a camminare fra i vecchi scaffali che sembrava volessero schiacciarlo da un momento all’altro. Gli scaffali erano ricoperti da tomi impolverati e dai titoli più strani: Pelle di mannaro … Vita di un ammazza streghe…  La sua attenzione fu attratta da un libro fuori posto. Lo afferrò e lo sfilò cautamente dalla pila di volumi, sentendosi stranamente colpevole. Il titolo era per metà illeggibile poiché la copertina era stata letteralmente squarciata. Il retro della copertina era tutto impolverato. Harry lo pulì con il dorso della mano e quel che vide lo fece sussultare. Era l’immagine di un occhio nero, penetrante, cerchiato dalle occhiaie. Harry ebbe la sgradevole sensazione che quell’occhio lo stesse fissando e sostenne fermamente lo sguardo, nonostante avvertisse un vago senso di nausea.

“Harry, cos’ hai trovato di bello?” chiese una voce squillante alle sue spalle. Harry si spaventò così tanto che fece cadere il libro sul pavimento e si girò di scatto. Hermione lo stava fissando con un’aria vagamente preoccupata:

“Tutto bene Harry? Scusa, non volevo spaventarti” Harry arrossì, sperando che Hermione non se ne accorgesse. Fortunatamente lei stava guardando il libro con interesse

“Cos’è?” chiese curiosa, raccogliendolo “Ah, è un libro sui mostri. Sembra molto interessante…lo compro!”

Harry non fece in tempo dire niente, perché Ron li stava chiamando:

“Harry! Hermione! Forza, dobbiamo andare!” I due ragazzi corsero dal loro amico e, dopo aver pagato il libro, uscirono dal negozio. Fuori erano già tutti radunati ad eccezione di Fred, George ed Eileen che erano in ritardo. Dopo poco li videro sbucare dal negozio di animali, tutti contenti, tenendo una grossa gabbia coperta in mano. La signora Weasley li guardò allarmata e disse:

“Fred! George! Cos’avete comprato? Non sarà mica un animale velenoso o qualcosa del genere!” I due ragazzi risero di gusto e tolsero il panno. Sotto c’era uno stupendo esemplare di gufo, profondamente addormentato.

L’intero gruppo non poté trattenere un’esclamazione di sorpresa, con gran soddisfazione dei gemelli, che dissero:

“Bello, vero? Volevamo avere un animale tutto per noi” Ginny lo contemplava rapita:

“Che bello!” disse “Come si chiama?”

“Di sicuro non Leotordo” Rispose George frettolosamente “Pensavamo di chiamarlo Jack” in quell’istante il gufo apri gli occhi, che erano di un bel marrone chiaro.

Il signor Weasley lanciò un’occhiata all’orologio e disse, con voce allarmata:

“Ragazzi, dobbiamo spicciarci se non volete perdere il treno” dopo aver recuperato i portabagagli s’incamminarono tutti verso il binario 9 e ?. Arrivati si divisero in gruppi da tre. Harry, Ron ed Hermione furono i primi ad attraversare la barriera. Fecero finta di appoggiarsi e, chiacchierando, scivolarono dall’altra parte. L’Espresso per Hogwarts, il primo ricordo che Harry aveva della scuola, li aspettava lì, gremito da persone. Dopo che il resto dei Weasley li ebbero raggiunti, cercarono un vagone libero e lo trovarono circa a metà del treno. Eileen, che aveva visto alcuni suoi amici, ringraziò i signori Weasley per averla accompagnata e salutò i ragazzi con un” Ci vediamo dopo!”

Harry caricò il suo pesante baule sul vagone vuoto e scese per salutare il signore e la signora Weasley, la quale insistette per abbracciarlo. Dopodiché, con occhi lucidi, gli disse:

“Stai molto attento, Harry” Harry ringraziò per l’estate e si precipitò sul treno, poiché un lungo e penetrante fischio aveva annunciato la partenza. Si affacciò al finestrino e, sventolando la mano, salutò Percy, Bill e Charlie, finché una curva non li fece scomparire dalla visuale.

Harry si sentiva felice: aveva appena passato una stupenda estate, Voldemort permettendo. Vicino a lui, Ron e Ginny guardavano fuori dal finestrino. Hermione era sprofondata nella lettura del suo nuovo libro e Fred e George contemplavano Jack.

Si stava quasi per addormentare quando la porta scorrevole del vagone si spalancò. Era Draco Malfoy che disse, con un ghigno di cattiveria:

“Potterino e Lenticchia! Che piacere rivedervi! Pensavo che vi avessero cacciati dalla scuola e mandati a raccogliere ortiche per guadagnarvi da mangiare!” evidentemente si era preparato questa battuta durante l’estate.

“Malfoy…” rispose Harry, glaciale “Pensavo che il tuo paparino avesse deciso di mandarti a Dumstrang”

“Evidentemente non ha superato gli esami di ammissione Harry” disse Hermione con un sorrisetto malizioso. Il viso di Malfoy diventò di un bel rosso papavero:

“Taci, sporca Mezzosangue. Non ho chiesto il tuo parere” sibilò in direzione di Hermione. Ron scattò in piedi.

“No, Ron, non ne vale va pena” disse Fred, sbucando da dietro una poltrona “Malfoy non vorrà mettersi nei guai di fronte al suo nuovo Caposcuola” aggiunse, esibendo un cartellino attaccato al maglione. Sembrava che Malfoy si stesse torturando la lingua per non controbattere. Non era così stupido da attaccare briga sotto gli occhi di un Caposcuola il primo giorno.

“Andiamo!” disse ai suoi amici, dopo aver gettato un’occhiata velenosa a Harry. Si girò e, dopo aver dato un calcio al cestino di Grattastinchi che soffiava furiosamente, uscì, sbattendo la porta. Hermione guardò Fred sbalordita:

“Fred! Dove hai preso quel cartellino?” Fred nascose un sorriso:

“Era di Percy. Sapevo che mi sarebbe stato utile” Scoppiarono tutti a ridere.

“Ron!” disse Hermione all’improvviso “Cosa c’è?” Ron aveva la faccia tirata per la rabbia e stringeva convulsamente le mani:

“Non ho intenzione di sopportare un altro anno di insulti. Se offende un’altra volta Hermione si ritroverà il naso rotto prima che possa dire “Quidditch”“ Hermione sembrava tranquillissima.

“Dai, Ron” disse Hermione “Sappiamo tutti che razza di cretino è Malfoy. Quest’anno non può offendermi. Sono Prefetto, non ricordi?” Ron si calmò e si sedette. George disse:

“Dai, Fred, dobbiamo andare a cercare Lee. Non gli abbiamo ancora detto che sei diventato Caposcuola” e, dopo aver salutato gli altri con cenno della mano, spalancarono la porta, trovandosi faccia a faccia con Neville.

“Ciao Harry! Ciao Ron! È da tanto tempo che non ci si vede!” disse questo, accomodandosi su un sedile. Harry stava per ricambiare il saluto quando entrò la signora dei dolci e la sua attenzione si concentrò tutta su quello che aveva mangiato da più di tre mesi.

Comprò un po’ di tutto e si divertì a scambiare le figurine dei maghi famosi con gli altri. Ormai la sua collezione era pari a quella di Ron. Nel tardo pomeriggio Ginny e Hermione uscirono per cambiarsi e mettersi la divisa di Hogwarts. Harry era nervosissimo ma cercava di non darlo a vedere. Presto avrebbe rivisto i suoi compagni, la sua stanza e i suoi professori.

Il treno si fermò prima di quando Harry pensasse. Scese dal treno e incontrò Hermione davanti al suo vagone. Sulla sua divisa nera spiccava il cartellino di Prefetto.

“Primo anno! Primo anno da questa parte!” Harry si girò, sperando di vedere Hagrid che, come ogni anno, radunava i nuovi studenti. Invece era Gazza, che li faceva salire sulle imbarcazioni con un sorriso poco rassicurante.

“Scommetto che non vede l’ora di farne cadere qualcuno nel lago” sussurrò Ron nell’orecchio di Harry, che trattene a stento le risate.

Salì su una carrozza insieme ai suoi amici. Neville disse:

“Wow, Hermione, sei diventata Prefetto!” Lei arrossì non poco, ma cercò di non farsi vedere. Costeggiarono il lago per una decina di minuti e, dopo poco, riuscirono a vedere il castello. Le finestre erano tutte illuminate e lo spettacolo era davvero suggestivo. Le carrozze si fermarono davanti all’ingresso dell’edificio. I ragazzi si radunarono e salirono i gradini fino al portone che si spalancò non appena vi si avvicinarono. Dietro c’era la professoressa Mc Granitt, severa come sempre, con i capelli raccolti in uno stretto chignon e un’espressione indecifrabile sul suo volto.

Essa fece entrare i ragazzi e accompagnò i nuovi arrivati in un’aula vuota. Poi tornò a prendere gli alunni rimanenti e li fece accomodare in Sala Grande. La stanza era illuminata come sempre e molto più grande di quanto Harry si ricordasse.

Si sedette al tavolo dei Grifondoro, in modo di dare le spalle ai Serpeverde ed avere davanti i Corvonero. Al tavolo dei professori Harry non vide nessun professore nuovo ma non ebbe tempo per farci caso perché entrò la Mc Granitt seguita dai nuovi “primini”. Li sistemò davanti al tavolo dei professori e, dopo aver preso uno sgabello, ci appoggiò sopra il Cappello Parlante. La Sala Grande si ammutolì all’istante. Dopo pochi secondi uno strappo del cappello si spalancò e lui strillò una nuova canzone di presentazione

 

Son mille anni o forse anche più

che questa scuola fondata fu.

I maghi che tessero codesta trama

erano quattro e di grande fama:

Godric Grifondoro dal cuor di leone,

Salzar Serpeverde di grande ambizione,

Tosca Tassorosso da sempre costante,

infin Corvonero, ma lente brillante.

Tutti furono molto contenti

quando incontrare gli fecer gli eventi

poiché insieme poteron fondare

questa Hogwarts dove poi insegnare.

E quello che di più li acclamava

eran le virtù che ognuno stimava:

per Corvonero l’intelligenza

era al di sopra di ogni potenza;

e se Tassorosso l’impegno cercava

il buon Grifondoro il coraggio premiava.

Infine l’oscur Serpeverde gradiva

chi una grande ambizione nutriva.

E quando io fui creato

un grande compito mi venne dato:

leggere i pensieri per poter smistare

tutte le menti, anche le più rare.

E, vi assicuro, ne ho viste tante

perché io sono il Cappello Parlante                                                                        

 

La sala grande rimbombò di applausi. Non appena tornò il silenzio la professoressa Mc Granitt si fece avanti e disse:

“Ora leggerò i vostri nomi ad alta voce. Quando sentirete il vostro dovrete farvi in avanti e indossare il Cappello Parlante” dopodiché srotolò una lunga pergamena e si mise ad elencare gli studenti:

“Alleys Roderick!” Un ragazzo paffutello camminò nervoso verso lo sgabello sistemato davanti al tavolo dei professori e indossò il Cappello Parlante:

“TASSOROSSO!” La tavola alla destra di Harry applaudì calorosamente mentre il ragazzo andava a sedersi. Poi fu la volta di una ragazza:

“Barton Rowena!”

“CORVONERO!” Harry scorse tra la folla il viso di Cho Chang che applaudiva la nuova arrivata. La ragazza si girò proprio in quell’istante e scoccò a Harry un sorriso radioso. Harry diventò violaceo e sprofondò sulla sua sedia.

Boyce Gwyneth!” Una ragazzina con due trecce rosso fiamma si fece avanti.

“GRIFONDORO!” Harry e Ron applaudirono calorosamente mentre la nuova ragazza si univa a loro.

“Carson Alison!”

“SERPEVERDE!” Malfoy, dal suo tavolo applaudì con aria annoiata.

“Dickens Philip!”

“CORVONERO!”

“Dobson Bryan!”

“TASSOROSSO!”

“Drelid Matt!”

“GRIFONDORO!” Harry cominciava ad aver fame ed erano solamente alla lettera D. Pregò la Mc Granitt che si spicciasse.

“Jeffres Kathleen”… Poi una Grifondoro “Rowley Virginia” I ragazzi che aspettavano di essere smistati erano sempre meno fino a che non arrivò l’ultima persona (Ashley Thompson !).  Ron impugnò le posate e disse:

“Finalmente si mangia!” Il professor Silente si alzò in piedi e si schiarì la voce:

“Benvenuti ad un nuovo anno a Hogwarts! Spero che i nuovi arrivati si trovino a loro agio. Sono lieto di informarvi che quest’anno avremo con noi dei nuovi professori. Prima di tutto, vorrei fosse fatto un applauso al signor Lovegood, che ha accettato all’ultimo minuto l’incarico per professore di Difesa contro le Arti Oscure” La Sala Grande rimbombò di applausi e un uomo alto e magro si alzò in piedi, evidentemente imbarazzato.

“Harry! Quello è il mio vicino! Quello che è stato licenziato da Caramell!” Hermione rispose:

“Probabilmente Silente gli ha offerto questo lavoro dopo che ha saputo di quello che è successo! Dopotutto era un cercatore di vampiri, dovrebbe essere in gamba, no?” Harry non riuscì a rispondere perché in quel momento Silente aveva ricominciato a parlare:

“Sono spiacente di dirvi che per i primi mesi di quest’ anno scolastico sarà assente il nostro professore di Cura delle Creature Magiche Hagrid Rubeus. A sostituirlo ci sarà una ragazza che fino a due anni fa studiava qui a Hogwarts. Penelope Light!” Ron era ancora più sbalordito:

“Harry! Ma quella è la fidanzata di Percy. Non ci posso credere! Cos’è,una riunione di famiglia? Non è possibile!” Ron era così sconvolto che non lasciò ad Harry il tempo di ribattere. Come al solito Hermione aveva la risposta giusta:

“Sarà stato Percy a offrirle il posto… dopotutto è il suo lavoro, no?” Ron annuì con la gola secca.

“Ed infine… su richiesta di alcuni giocatori di Quidditch, sono lieto di informarvi che Marcus Flitt e Oliver Baston, ex capitani delle squadre di Grifondoro e Serpeverde, hanno acconsentito a tornare a Hogwarts per quest’anno, ad allenare i ragazzi e ad aiutarli a scegliere i nuovi giocatori”

Harry schizzò in piedi gridano dalla gioia mentre Fred e George gridavano a squarciagola:

“Oliver è tornato! Oliver è tornato!”

Baston venne a sedersi al tavolo dei Grifondoro, mentre Angelina, Alicia e Katie gli davano delle grandi pacche sulla schiena.

“Ed ora, saziatevi!” Gridò Silente, cercando di sovrastare gli applausi.

“Era ora!” Urlò Ron, buttandosi a capofitto sul suo piatto. La serata trascorse tranquilla e, quando furono tutti sazi, si avviarono verso i dormitori.

“La nuova parola d’ordine è Lampodoro” disse Hermione. Dopo aver attraversato il ritratto i ragazzi si avviarono verso i loro dormitori dove trovarono i loro bauli. Si cambiarono in fretta e, con la pancia piene, di addormentarono.

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Capitolo 5
*** Halloween ***


Capitolo 5

Capitolo 5

HALLOWEEN

 

La mattina dopo a colazione arrivarono i fogli degli orari. La mattina Harry e Ron avevano Cura delle Creature Magiche e Storia della Magia mentre il pomeriggio Erbologia e Divinazione.

I ragazzi si chiedevano dove si sarebbe potuta svolgere la lezione visto che ora non c’era più Hagrid.

< Molto probabilmente le lezioni si terranno ancora davanti alla sua capanna! >  disse Hermione in tono mogio. E difatti appena usciti dal castello videro Penelope che radunava i ragazzi. Anche quest’ anno i Grifondoro seguivano il corso con i Serpeverde.

< L’anno scorso un mezzogigante, quest’anno una ragazzina > stava dicendo Malfoy con voce strascicata < Non so cosa ci sia peggio >

< La ragazzina qui presente, signor Malfoy, desidera essere chiamata professoressa Light, a meno che lei non voglia fra perdere venti punti a Serpeverde il primo giorno di lezioni > disse Penelope, guardandolo con aria divertita. Malfoy arrossì lievemente e tacque così la ragazza riprese a parlare:

< Ci siete tutti? Bene. Seguitemi mentre vi parlo. Oggi vi insegnerò come trattare i Jobberknoll > e così dicendo indicò sul prato delle immense voliere che contenevano piccoli uccelli azzurri a macchie. Volavano ma non si sentiva alcun suono, tranne il fruscio delle loro ali.

< Chi sa dirmi qualcosa di loro?> chiese. Hermione subito alzò la mano:

< I Jobberknoll vivono nel nord Europa e in America. Non emettono alcun suono ma al momento della morte si esibiscono in un urlo che consiste in tutti i suoni sentiti durante la vita rigurgitati alla rovescia. Le loro penne vengono usate per Sieri della Verità >

< Benissimo. Dieci punti per il Grifondoro. Ora > disse Penelope < questi esemplari sono divisi in gabbie a seconda della loro età. Il vostro compito è dar loro da mangiare > E così dicendo indicò un barile pieno di piccoli insetti. La lezione procedeva silenziosamente quando ad un certo punto un canto terribilmente triste e melodioso insieme si levò dalla gabbia degli uccelli più anziani Il canto andò aventi per qualche minuto ed alla fine di esso l’uccello prese fuoco e scomparve.  In quel momento suonò la campana e i ragazzi si avviarono senza fretta alla lezione del professor Rüf, mentre Ron ed Harry si chiedevano se era il caso di portarsi dietro un cuscino.

La lezione fu meno terribile del solito in quanto il professore si addormentò a metà spiegazione ed i ragazzi si riposarono cercando di non svegliarlo.

Quando uscì Harry era mezzo addormentato e si scontrò contro un Grifondoro del primo anno che andava nella direzione opposta, facendolo finire per terra. Alle serre li aspettava la professoressa Sprite

< Nessuna novità oggi, ragazzi > disse < ho bisogno che qualcuno mi aiuti a rinvasare le Mandragole e visto che voi sapete già come fare ho pensato che si poteva approfittare di questa prima lezione > Rassegnati, i ragazzi presero posto davanti ai vasi e indossarono i loro paraorecchie.

Harry afferrò con fermezza il ciuffo d’erba davanti a se e, al segnale convenuto, diede un forte tirone. Si aspettava di dover porre resistenza ad un piccolo essere indemoniato che scalciava soffiando ma quel che vide lo fece rimanere pietrificato dall’orrore. Al posto delle radici si trovava un groviglio insanguinato. Harry si guardò attorno e con disgusto scoprì che anche le altre Mandragole erano ridotte allo stesso modo. I ragazzi si tolsero lentamente le cuffie ed Hermione sussurrò:

< Dugbog… > la professoressa Sprite, che sembrava sotto choc, si riprese e disse:

< Si, signorina Granger, questa è l’opera di un Dugbog. Sono animali incredibilmente nocivi che si nutrono di piccoli mammiferi e di Mandragole. Quando sono fermi hanno l’aspetto di piccoli pezzi di legno. Sono pericolosi anche per i maghi più inesperti perché mordono le caviglie di chiunque gli si avvicini. Solo che..> aggiunse con aria pensierosa Neville sembrava terrorizzato.

La lezione fu sospesa e la Calì Patil fu mandata a chiamare la professoressa Mc Granitt perché aiutasse la Sprite a disinfestare la serra. Pensierosi Harry e Ron si separarono da Hermione e raggiunsero la torre di Divinazione. Durante l’estate non era cambiato niente: nell’aula era un caldo infernale nonostante fuori fosse già fresco ed Harry desiderò di aver bevuto un caffè per non addormentarsi.

L’aula si riempì e tutti gli alunni aspettarono l’arrivo della professoressa con timoroso silenzio ad eccezione di Calì e Lavanda che squittivano tutte contente e  Ron che sbadigliava sonoramente. Improvvisamente dall’angolo di un aula venne fuori una voce e la professoressa Cooman uscì da una porticina camminando come se avesse le ruote:

< Buongiorno miei cari, e benvenuti ad un nuovo anno scolastico. Spero che voi ragazzi continuerete ad impegnarvi come avete fatto l’anno passato e che coloro che sono più dotati in questa materia riescano a raggiungere livelli più alti del previsto > così dicendo attraversò l’aula e si sistemò in una poltrona di fronte al fuoco.

Poi guardò tutti i suoi alunni soffermandosi di tanto in tanto e quando vide Harry spalancò gli occhi in maniera esagerata ed esclamò :

< Harry! Che sorpresa vederti qui e per giunta in buona salute!> ad Harry quella frase suonò tanto come un:

< Che sorpresa vederti ancora vivo!> ma non lo diede a vedere. Durante la lezione la professoressa spiegò come certi minerali influivano sull’umore e sulle scelte delle persone e consigliò ad Harry di trovare una pietra protettrice.

Le giornate trascorrevano monotone. Le lezioni di Penelope erano sempre interessanti anche se Harry provava nostalgia di Hagrid.

La mattina di Halloween Edvige portò ad Harry una sua lettera

 

Caro Harry,

qui tutto bene. Ti spiegherò tutto quando torniamo. Saluta anche Ron ed Hermione.

                                                   Hagrid

 

Come ogni anno i professori avevano deciso di programmare la gita a Hogsmeade per quel giorno e così, appena arrivati al villaggio, i ragazzi decisero di prendere una Burrobirra ai Tre manici di scopa. La maggior parte dei ragazzi aveva avuto la stessa idea e ora si trovava lì. Harry non potè fare a meno di notare che Cho Chang si era seduta dall’altra parte della stanza e stava chiacchierando con le sue amiche. Si chiese come poteva farle capire i sentimenti che provava per lei. L’anno prima lei era andata al Ballo del Ceppo con Cedric e quest’anno l’unica occasione per Harry di invitarla ad un ballo era quella sera, alla festa di Halloween. Harry si dimenticò di essere in un bar gremito di ragazzi e si alzò, circondato da una strana nebbia. Si diresse verso Cho, che in quel momento era l’unica persona che distingueva chiaramente. Le era ormai vicino e… andò a schiantarsi contro Fred che aveva indossato per scherzo un cappello da notte a pon-pon e si divertiva a ballare il valzer con George facendo ridere a crepapelle Angelina, Katie, Alicia ed Elieen, che li stavano guardando.

George prese Harry per le spalle e cominciò a trascinarlo per la sala al posto di Fred. Harry si sentì sprofondare e spintonò via George, correndo a sedersi al suo tavolo.

< Complimenti Potter > ghignò Malfoy, che passava di lì e se ne andò ridendo.

< Cosa ti è saltato in mente? > gli chiese Ron con un sorrisetto, mentre Harry cercava di nascondersi con il suo boccale di Burrobirra.

< Niente, niente > rispose, rosso in viso. Il resto della visita ad Hogsmeade fece dimenticare quasi del tutto ad Harry quello che era successo.

Quella sera la Sala Grande era decorata come poche altre volte. Un gran numero di pipistrelli volava in alto, portandosi sulle spalle una candela. Tutti i ragazzi si sedettero ai tavoli e si servirono. Harry non faceva che guardare in direzione di Cho anche se questo fece credere a Ron che stesse diventando strabico. Appena finito di mangiare Silente fece scomparire i tavoli e la musica che si era sentita appena per tutta la cena si fece più forte. Alcuni ragazzi si diressero al centro della stanza e cominciarono a ballare. Harry cercò Cho con lo sguardo e, dato che non la vedeva, cominciò ad innervosirsi. Con la scusa di andare a prendere da bere si avvicinò alle sue amiche che parlavano e sentì dei brindelli di conversazione:

<…si, è andata subito nel dormitorio…l’anno scorso ballava con Cedric…> Harry capì che se ne era andata per rispetto di Diggory e tornò tristemente al suo tavolo dove una sorpresa lo aspettava: Ron era da solo e fissava in tono imbronciato la pista da ballo. Harry guardò a intermittenza lui e i ragazzi cercando di capire cosa gli prendev…. E ad un tratto capì. Hermione stava ballando con un ragazzo di Tassorosso che sembrava felicissimo. Facendo finta di non aver visto niente si avvicinò a Ron e chiese:

< Ehm… cos’è successo? > Ron lo guardò con aria infuriata e gli rispose:

< È successo che è arrivato quella sottospece di bellinbusto analfabetabeta al nostro tavolo. È successo che ha chiesto ad Hermione se voleva ballare ed è successo che lei gli ha detto di si >

< Beh..> disse Harry

Ron fece un sospiro.

e così dicendo si avviò verso il dormitorio.

 

*  

 

Harry pensava che stava diventando tutto un po’ troppo monotono. Ogni anno succedeva che Hermione andava ad una festa con un ragazzo e regolarmente Ron si arrabbiava con lei. Non capiva cosa ci fosse di male a scambiare due chiacchiere con qualcuno che non fosse il solito compagno di dormitorio. Fatto sta che la mattina dopo Halloween Harry era seduto a colazione fra loro due ed era nervoso. Non aveva voglia di sentire i suoi amici che si beccavano

Si sentiva come quelle persone che si trovavano con un paio di pinze in mano davanti ad un filo rosso e uno blu sapendo che se tagli quello giusto il timer della bomba si ferma ma se tagli quello sbagliato la bomba esplode. Decise di provare col filo rosso:

< Che fate oggi di bello? > chiese con aria innocente

< Vado in biblioteca > rispose Hermione

< Ah si?> disse Ron

“Ahi…” pensò Harry “…ho sbagliato”. Hermione alzò la testa dal piatto guardando Ron, sorpresa:

< Che amichetto? > Harry pregò con ogni singola cellula del corpo che Ron stesse zitto ma lui rispose, imperterrito:

< Il tuo compagno di danze > Hermione arrossì leggermente e ribatté:

< Guarda che è un tipo a posto. E poi non l’ ho più sentito >

< Come no > disse Ron con una punta di sarcasmo < Doveva essere proprio disperato per chiedere ad una perfetta sconosciuta di ballare con lui >

< Sempre meglio che stare imbambolata su una sedia aspettando che a qualcuno venga un’ispirazione > rispose Hermione, e così dicendo prese i suoi libri e se ne andò.

Nei giorni seguenti a Harry sembrò di essere tornato all’anno precedente. Hermione e Ron non si parlavano e, nonostante fosse meglio stare zitti che litigare, dopo un po’ diventava noioso.

Gli studenti non vedevano l’ora che arrivassero le vacanze di Natale. Le giornate erano sempre più gelide e i ragazzi avevano avuto il permesso dal preside di prendere in prestito una stanza dove fare le lezioni di Cura delle Creature Magiche al caldo. Dopo Halloween iniziarono gli allenamenti di Quidditch. La squadra si doveva preoccupare di trovare dei buoni giocatori per l’anno successivo ma c’era un problema ancora più urgente: erano senza portiere. Anche se Baston li allenava non poteva giocare in quanto non faceva più parte della scuola. La prima partita era Grifondoro contro Corvonero e si sarebbe dovuta disputare la seconda settimana di Dicembre. Baston aveva proposto di aspettare ancore un po’ per cercare un sostituto. In un pomeriggio di metà Novembre i ragazzi del Grifondoro si stavano allenando quando una voce li interruppe bruscamente.

< HARRY! BASTON! VENITE A VEDERE!> era Hermione che correva trafelata verso di loro < Mi hanno appena dato questo comunicato: dice che la partita sarà anticipata per motivi della scuola > A Harry si gelò il sangue nelle vene. Baston sbuffò con aria scocciata.

< È un bel problema > disse < Di quanto l’ hanno anticipata? Una settimana?> Hermione scosse la testa e, guardando da un’altra parte, sussurrò:

< A dopodomani >

 

*

 

Harry non poté mai dimenticare i due giorni successivi. Tutto il dormitorio era in preda ad uno sconforto indescrivibile. Baston continuava a guardare il vuoto e a dire < Non è possibile. Siamo senza portiere e l’unico modo per cercare di vincere è prendere il boccino il prima possibile > Fred e George avevano smesso di scherzare e stavano seri sui loro libri. La mattina della partita si svegliarono tutti con la netta sensazione che sarebbe stata una bruttissima giornata. Molti dei loro compagni decisero di non vedere neppure la partita.

 Pochi minuti prima di entrare in campo Harry si ricordò che Cho era ancora la Cercatrice del Corvonero e decise di dare il meglio di se per fare almeno una bella figura con lei.

Al fischio d’inizio i giocatori del Corvonero cominciarono a sfrecciare nel campo e nel giro di due minuti erano gia 20 a 0. Angelina, Alicia e Katie non avevano ancora toccatola palla. Quando si arrivò all’imbarazzante punteggio di 90 a 10 Baston chiese tempo per il Grifondoro:

< Cosa-state-combinando?> urlò < Vi sembra questo il modo di disputare una partita? Anche se non avete un portiere potete benissimo giocare decentemente. Perché diavolo vi comportate così? Siete depressi? Non mi interessa! È otto anni che uso il mio tempo per il Quidditch, per voi! Mi state forse dicendo che tutto questo tempo è andato perso? È così che mi ringraziate? Ora voi entrate in campo e fate vedere loro cosa siete veramente!>

Mentre il gruppo tornava sulle scope con una nuova energia dentro Harry vide che Cho gli faceva un segno d’incoraggiamento e si sentì bollire di rabbia. Non voleva fare una figuraccia davanti a lei. I Corvonero rimasero sbattezzati dalla velocità che i Grifondoro avevano assunto.

< Grifondoro in possesso, Alicia passa a Katie. Franks le ruba la palla e si dirige verso la porta dei Grifondoro. Tira.. ma ecco Angelina che riesce a fermarla in tempo! Guardate come fila quella ragazza, è incredibile! George Weasley allontana un bolide ed ora Angelina ha la via libera. Tira e SEGNA!> Harry fece un giro della morte per la contentezza.

< Venti a novanta per Corvonero > urlò Lee Jordan < Chissà che la sgridata di Baston non abbia un po’ svegliato i giocatori del Grifondoro > la partita procedeva a ritmi serrati e nonostante il Grifondoro desse il meglio di se non riusciva a stare dietro agli avversari. Per ogni suo gol il Corvonero ne faceva tre.

< Ora il punteggio è 40 a 190, Katie ha la palla e.. aspettate un attimo, Chang deve aver visto il boccino > Harry si girò di scatto. Era vero. Cho stava sfrecciando a tutta birra verso quello che non poteva essere altro che un boccino.

Harry accelerò dirigendosi verso di lei e intanto pensava “ Se prendo il boccino pareggiamo ma se lo prende lei perdiamo”  La sua Firebolt non ebbe problemi a raggiungere Cho ed Harry stava per afferrare il boccino quando successero due cose incredibili: il cacciatore di Corvonero segnò e nello stesso istante Harry prese il boccino. Madama Bump fischiò la fine e lo stadio ammutolì. Com’era finita? Avevano pareggiato o perso? Lee Jordan disse il risultato finale con voce fioca, ma abbastanza forte da essere sentito da tutti:

< 190 a 200. Vince Corvonero >

 

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