Il tuo nome sulle labbra

di Ailis_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio, ossia quando Fury comparve alla sua porta ***
Capitolo 2: *** Fidarsi è un po' come camminare sospesi nel vuoto ***
Capitolo 3: *** Anche in un mondo in guerra c'è spazio per la tenerezza ***
Capitolo 4: *** Il triangolo non lo avevo considerato ***
Capitolo 5: *** E' come scegliere tra l'Inferno appassionato e il Paradiso più dolce ***
Capitolo 6: *** Si fan cose folli quando si ama ***
Capitolo 7: *** I cliché sono classici che funzionano sempre ***
Capitolo 8: *** Un'offerta che devi rifiutare ***
Capitolo 9: *** Vivi oggi, combatti domani ***
Capitolo 10: *** Se è amore non puoi scappare ***
Capitolo 11: *** Send me away with the word of a love song ***



Capitolo 1
*** L'inizio, ossia quando Fury comparve alla sua porta ***


Loki/Lila

Buonasera!
Sono i primi di Settembre e come promesso io torno con il seguito de “Come un fiore su un precipizio”. Alla fine non sono riuscita a decidere quale dei due seguiti pubblicare, perciò li ho messi semplicemente entrambi.
Uno qui e l'altro sul mio livejournal, di cui vi aggiungo il link così che possiate lasciarmi un commento, se vorrete.
Non mi dilungherò in queste note.
Sono passati appena sei mesi dall'attacco di Loki eppure gli Avengers sono costretti a riunirsi perché qualcos'altro minaccia il mondo.
All'inizio avevo pensato a Thanos, ma mi sono resa conto di saperne così poco al riguardo che sarebbe un vero azzardo.
Non ho ancora deciso quale via prendere, però ho deciso comunque di cominciare a pubblicare e di modificare la storia di volta in volta.
Per questo gli aggiornamenti potrebbero non essere molto regolari.
Mi riservo di commentare capitolo per capitolo per spiegare il perché di certe scelte, anche se so che probabilmente troverete Loki un po' – o forse molto, chissà- OOC.
In ogni caso, buona lettura!
Me lo lasciate un commentino? 

A metà strada tra il cielo e la terra


Il tuo nome sulle labbra

Simile a un nobile cavaliere,
vorrei sguainare la spada, liberare il mio principe dal tormento
e lasciare che la mia anima segua il semidio liberato”
I dolori del giovane Werther, Goethe



Prologo


L'inizio, ossia quando Fury comparve alla sua porta


Quando l'oramai ben nota sensazione che presto sarebbe accaduto qualcosa fece la sua comparsa, Lila era seduta -accasciata, più che altro- sul divano dell'appartamento che divideva con Kurt e Jackson e sbocconcellava una ciambella: la sentì che le stringeva lo stomaco mentre la tv borbottava monotona in sottofondo.
L'ultima volta che era successa una cosa del genere si era ritrovata arruolata in una squadra di supereroi -cosa centrava lei era ancora una bella domanda- a difendere la Terra.
Allora aveva accettato solo per suo fratello, per permettergli di fare quell'intervento che altrimenti non avrebbero mai potuto permettersi.
Ma stavolta, se fosse accaduto un'altra volta una cosa del genere, avrebbe accolto la notizia quasi a braccia aperte.
E certo, avrebbe voluto dire che la Terra era di nuovo in pericolo, ma nei profondi recessi della sua anima Lila non chiedeva altro che potersi riunire agli altri Vendicatori.
Avrebbero dovuto incontrarsi ogni tanto per sorvegliare la situazione e per allenarsi un po' tutti insieme, ma Lila non andava a quelle riunioni da mesi dal momento che lo studio non le consentiva tali libertà.
Le mancavano tutti, anche se li sentiva sovente. Ogni occasione per lei era buona per prendere il telefono e fare due chiacchiere con Tony o con Bruce, anche solo per sapere come procedeva il lavoro.
Reperire Natasha e Clint era molto più difficile, ma niente a che vedere con l'impossibilità di parlare con Thor.
A volte si trovava a pensare a lui e, di conseguenza, al fratello, Loki. Si chiedeva cosa ne avessero fatto di lui, quale fosse stata la sua pena, e si scopriva a sperare che non fosse stata troppo severa.
Il tarlo del dubbio la coglieva di quando in quando: avrebbe potuto convincere Loki a desistere? Poteva lei, Lila, salvarlo da sé stesso?
Erano momenti fugaci, brevissimi battiti di ciglia che scomparivano quando la sopraffaceva il pensiero di Steve. Allora tornava a sorridere come mai aveva fatto.
Fu interrotta dal flusso dei suoi pensieri da qualcuno che bussava alla porta. Non il suono delicato delle nocche di Kurt quando dimenticava le chiavi e neanche quello ritmato di Jackson, ma qualcosa di deciso e forte.
Lila si districò dal groviglio di coperte in cui era avvolta e aprì la porta. Non si stupì di trovarsi di fronte a Nick Fury, mortalmente serio.
A volte Lila si chiedeva se quell'uomo sapesse cosa volesse dire sorridere e se, per caso, lo avesse mai fatto in tutta la sua vita.
Non le chiese il permesso di entrare, ma lo fece comunque e Lila fu costretta a farsi di lato per lasciarlo passare.

Prego, entri pure” ironizzò Lila mentre chiudeva la porta. Il direttore non diede segno di aver colto il sarcasmo nella voce della ragazza.
A cosa devo l'onore di questa visita?” domandò Lila. Avrebbero potuto sedersi, parlare magari di fronte a una tazza di caffè, ma Lila preferiva restare in piedi, quasi avesse la sensazione di poter affrontare meglio l'uomo che le si parava di fronte. Sapeva di dover essere attenta e perspicace perché con Fury tutto poteva succedere ed erano le cose non dette – le uniche attraverso le quali avrebbe potuto comprendere qualcosa di quell'uomo- le più pericolose, in quel frangente.
La Terra è di nuovo in pericolo”
Schietto, diretto al punto: di certo non si poteva dire che il direttore dello S.H.I.E.L.D fosse un uomo che girava intorno alle cose, quando voleva.
Lila alzò gli occhi al cielo “Ma da quando tutti i cattivi sono interessati a questo pianeta?” domandò, senza aspettarsi davvero una risposta.

Non è questo il punto, Lila. I Vendicatori si riuniranno domani sul Elivelivolo e spero vorrai essere dei nostri”
La ragazza dovette sforzarsi per mantenersi impassibile, ma avrebbe voluto aprirsi in un sorriso soddisfatto.
Da quando era tornata alla normalità, tutto le sembrava monotono e lei stessa si sentiva una ragazza come tante. Solo quando era con Steve riscopriva la sensazione che provava quando era tra gli altri Vendicatori e tornava a sentirsi speciale.
Ora, poteva finalmente sbarazzarsi di quella routine che la costringeva in limiti fastidiosi e tornare alla vita che segretamente bramava.

Credo di poterci essere” si limitò a dire molto diplomaticamente.
Pensava che a quel punto Fury avrebbe annuito e se ne sarebbe andato con qualche ermetica frase, magari dicendole che sarebbero andati a prenderla in qualche modo strano e contorto. Ma si sbagliava.
L'uomo rimase lì ad aspettare in perfetto silenzio.

Ehm, cosa dovrei fare ora?” gli domandò la ragazza ad un certo punto, non sapendo cosa aspettarsi da quella situazione.
Non vai a fare le valigie?”
Dobbiamo andare via subito?” gli domandò con tanto d'occhi. Le sembrò di vivere in un curioso deja-vu quando Fury annuì e si girò per attraversare la cucina con passi moderati.
Lila alzò gli occhi al cielo e sfrecciò in camera “Ma guarda te cosa mi tocca fare! Due volte! Due volte mi piomba in casa e mi ritrovo a fare i bagagli di fretta e furia. E' una congiura, ecco cos'è!”
Mugugnando e borbottando tutta la sua scontentezza, Lila afferrò tutto quello che poteva servirle e lo gettò in una valigia.
Di nuovo, si trovò a dover inventare una valida giustificazione per spiegare ai suoi coinquilini la sua assenza. Ci pensò un po' su e alla fine decise che sì, una piccola vacanza poteva essere la scusa ideale: non era forse Jackson che le diceva sempre che aveva bisogno di rilassarsi?
Quando uscì dalla sua stanza lasciò il bigliettino sotto un vaso di fiori -secchi, Kurt avrebbe dovuto cambiarli- posto all'ingresso.
Fury era già fuori e la attendeva sul viale d'ingresso ai dormitori accanto a un SUV nero. Lila si ritrovò a pensare di non averlo mai visto con addosso qualcosa di un colore diverso. Chissà, forse non sapeva dell'esistenza degli altri colori, pensò con un sorriso.
Infilò le valigie nel bagagliaio e poi si lasciò cadere sul sedile del passeggero.

Ci saranno tutti?” domandò ad un certo punto, proprio mentre fuori dal finestrino Harvard scorreva via come un l'acqua nel letto di un fiume.
Sono già lì” le rispose l'uomo alla guida e ogni pezzo del puzzle andò al suo posto.
Mi faccia indovinare: sono arrivati l'altro ieri”
Fury non si dette nemmeno la pena di replicare, ma a Lila non servivano conferme: erano -guarda caso- due giorni che Steve non si faceva sentire e quando erano usciti insieme l'ultima volta le aveva detto di avere una cosa importante da fare.
Lila aveva pensato a qualche missione da parte dello S.H.I.E.L.D e così non aveva protestato: con un sorriso gli aveva detto di stare attento e poi lo aveva coccolato abbastanza da saziarsi di lui.
Non immaginava certo che fosse un lavoro per i Vendicatori, ma Steve sicuramente lo sapeva. Ne era a conoscenza eppure non le aveva detto niente.
E Lila sospettava anche di saperne la ragione: quello stupidissimo istinto di protezione che si faceva vivo ogni volta che si parlava di lei. Era carino, ma fino ad un certo punto.
Le labbra si piegarono in una posa scontenta, ma si ripromise che gliela avrebbe fatta pagare. Oh sì, lo avrebbe fatto!

Continua

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Capitolo 2
*** Fidarsi è un po' come camminare sospesi nel vuoto ***


Lila/Loki

Buongiorno!
Eccomi con il primo capitolo effettivo della storia.
Ok, devo avvisarvi che questa sarà una storia piuttosto lenta: ci saranno molti momenti di riflessione e a volte i personaggi potrebbero essere un po' OOC.
Credo che Lila stessa sia diversa dalla ragazza che vi ho presentato nell'altra storia, soprattutto in questi primi capitoli.
Penso che sia dovuto al fatto che fino ad ora l'abbiamo vista in determinate situazioni, molto meno personali di quanto non siano quelle presentate in questa storia ed è per questo che il suo approccio sarà molto diverso.
Devo ancora decidere chi sarà il cattivo di questa storia, ma penso proprio che me lo inventerò di sana pianta.
Per quanto riguarda l'OOC dei personaggi, ditemi voi cosa ne pensate.
In ogni caso, vi auguro buona lettura per entrambe le storie.

A metà strada tra la terra e il cielo- Capitolo 1



Capitolo I


Fidarsi è un po' come camminare sospesi nel vuoto


Steve era seduto nella solita sala di riunione dei Vendicatori e stava pensando a dove fosse il direttore.
Aveva detto che sarebbe tornato presto, ma era il giorno prima e Steve cominciava a perdere la pazienza, anche se non era sicuramente l'unico.
Anche Tony cominciava, dall'altro lato del tavolo, a dare segni di noia.

Detesto interrompere questi momenti, ma qualcuno sa dov'è finito Fury?” domandò Stark mentre si alzava e andava ad armeggiare con un computer, probabilmente più per fare qualcosa e passare il tempo che per altro.
Tutti alzarono le spalle, chiaro segno che ne sapevano tanto quanto lui.
L'unico motivo per cui Steve voleva fare in fretta era la speranza di poter tornare presto a casa da Lils.
Non le aveva detto dove sarebbe andato nella speranza che lo S.H.I.E.L.D non avesse bisogno di convocare anche lei e per non farla preoccupare, ma gli mancava terribilmente.
Erano due giorni che non assaggiava la tenera consistenza delle sue labbra o non sfiorava la morbidezza della sua pelle. Il suo profumo di rose e gelsomino era evaporato dalla sua pelle.

Piuttosto, qualcuno sa perché siamo qui?” stavolta fu Bruce a parlare, ma la risposta fu sempre il solito silenzio.
L'informazione dilaga” scherzò Stark mentre si apriva un pacchetto di patatine.
Poi chiese ancora “Chi manca?”

Thor e Lila, direi. Non è venuta con te?” domandò Natasha guardando Steve. L'uomo si trovò momentaneamente in difficoltà, restio ad ammettere che non le aveva neanche chiesto di seguirlo.
La verità era che sarebbe stato molto più tranquillo a saperla al sicuro, lontana dal pericolo.
Era certo che se le avesse detto dove stava andando lei lo avrebbe seguito, anche a costo di farlo a sua insaputa. A volte era davvero testarda ai limiti dell'incoscienza.

Non credo verrà” si limitò a dire.
Credo che Fury sia andato a prenderla” ipotizzò Clint.
In quel momento mille prospettive si dipanarono di fronte agli occhi di Steve ed erano tutti quei mille modi in cui Lila avrebbe potuto fargliela pagare.
Non era neanche da prendere in considerazione l'eventualità che soprassedesse: c'erano più possibilità che all'improvviso il Sole si spegnesse.
Nello scenario più idilliaco gli avrebbe gridato contro, ma a essere realisti era molto più probabile che si vendicasse a tempo debito... sì, quello era decisamente il suo stile.
Era stato un folle a pensare che non lo sarebbe mai venuta a sapere. Diamine, lei era Lila e sembrava avere occhi e orecchie dovunque!
Si batté una mano sulla fronte e si chiese quando, quando gli era venuta l'idea di poterla fare franca.

Che c'è, Capitan Furbizia, volevi che se ne stesse a casa e non le hai detto niente?” lo prese in giro Tony mentre Bruce al suo fianco scuoteva il capo, poco convinto.
Speravo che lo facesse” borbottò lanciando un'occhiataccia a Stark. Non era il momento di fare dell'ironia, ecco. Lui rischiava di passare da supersoldato vivo a morto in meno di tre secondi e non c'era proprio niente di divertente.
Chi sperava cosa?”
Lupus in fabula! In quel momento Lila fece il suo ingresso nella sala con l'espressione poco pacifica che prometteva guerra.
Nonostante tutto, Steve non riuscì a non provare la solita stretta allo stomaco, la sensazione che provava ogni volta che la vedeva. Non si sarebbe mai abituato alla sua bellezza e non avrebbe mai smesso di stupirsene, proprio come un bambino che vede per la prima volta un arcobaleno.
Tony sghignazzò divertito mentre si avvicinava per salutare la nuova arrivata “Oh, nessuno. Sai, ci chiedevamo come mai non fossi qui”
Tony le passò un braccio intorno alle spalle e la strinse brevemente con un sorriso divertito che Lila non ricambiò.
Steve prese nota di fargliela pagare appena possibile: l'ultima cosa di cui aveva bisogno era che qualcuno soffiasse sul fuoco.

Per la verità io mi chiedevo perché voi foste qui”
Non ne sapevi niente?” le domandò innocentemente Tony e a Steve venne voglia di ringhiare.
No” si limitò a dire Lila prima di voltarsi verso di lui. Si avvicinò e si chinò su di lui, fulminandolo con gli occhi.
Io e te facciamo i conti più tardi” sibilò a pochi centimetri dal suo viso e Steve si protese per avvicinarsi a lei.
Dai, Lils, non te la prendere” provò a blandirla sfoderando il suo miglior sorriso, ma a quanto pareva lui era l'unico a lasciarsi ancora incantare perché lei rimase impassibile.
Anzi, se possibile il suo tentativo la fece arrabbiare ancora di più.
Lila mulinò i capelli e si lasciò cadere su una sedia a caso, ma Steve non si diede per vinto.
Fece per dirle qualcosa, ma in quel momento fece il suo ingresso Fury seguito da qualcuno che nessuno pensava di vedere lì.
Thor non era cambiato per niente in quei sei mesi e Lila gli rivolse un sorriso luminoso quando lo vide entrare. Un sorriso che si frantumò quando infine entrò Loki.


*


Lila avrebbe voluto provare paura e indignazione nel vedere Loki lì e, soprattutto, libero, ma sarebbe stata una bugia dire che effettivamente si sentì in quel modo.
A dire il vero provò una profonda sensazione di sollievo e qualcosa di simile alla speranza che si riaccendeva in lei.
Aveva sempre pensato di poter fare di più per aiutarlo e vederlo lì, anche senza sapere perché, era come se le venisse data quella possibilità, di nuovo.
Lo avrebbe preso per mano e lo avrebbe aiutato a fare le scelte giuste. Lo avrebbe preso a calci, se fosse stato necessario per farlo rigare dritto, ma non gli avrebbe permesso di cadere di nuovo nel baratro.
Era tutta colpa del suo stramaledetto istinto da crocerossina: suo fratello diceva sempre che un giorno le avrebbe procurato dei guai. Oppure si trattava di una qualche strana forma di sindrome di Stoccolma, ma non le importava. Sperava solo che Steve non fraintendesse la situazione.
Il fatto che volesse fare qualcosa per Loki non voleva dire niente; sentiva di doverlo fare, anche se non sapeva in base a cosa: era il suo istinto.
Non diede a Fury il tempo di parlare e, tra le proteste generali, si alzò e coprì la distanza che li separava dai due fratelli con poche falcate.
Non poté trattenersi dall'abbracciare il dio del tuono, benché credesse che la cosa lo mettesse a disagio.
Ridacchiò nel sentire che si tendeva come una corda di violino e poi si rilassava nel suo abbraccio.
Eppure non avrebbe dovuto essere sorpreso: Lila forse non era brava a esprimere a parole i propri sentimenti, ma non si era mai tirata indietro dal dimostrarli con abbracci, carezze e sorrisi.
Lo lasciò andare e gli regalò un bel sorriso, prima di voltarsi verso il fratello. Divenne improvvisamente seria, facendo correre lo sguardo sulla figura di Loki.
Era alto e – non avrebbe voluto che così non fosse- affascinante come lo ricordava. L'unico problema erano le occhiaie che gli circondavano gli occhi e il pallore più pronunciato. Per il resto sembrava stare bene, così si sciolse in un breve sorriso.

Finito l'esame, principessa?” la prese in giro con un sorriso beffardo, in parte infastidito per quell'accurata scansione.
Simpatico” borbottò la ragazza “avevo dimenticato quanto fosse piacevole parlare con te” ribatté lei e Loki accennò a un sorriso divertito: ecco finalmente un interlocutore degno di quel nome, qualcuno che riuscisse a tenergli testa.
Non mi abbracci neanche?” la schernì, ma dietro la maschera si scoprì a sperare vivamente che lei lo facesse.
Si disse che era solo perché era rimasto chiuso in una prigione, da solo, per tanto tempo: chiunque avrebbe agognato un qualunque contatto umano.
Lila scosse il capo, lasciandolo insoddisfatto e deluso: avrebbe voluto avere almeno un abbraccio, ma la ragazza non sembrava intenzionata a stringerlo a sé come aveva fatto con il fratello.
Doveva ammettere di essersi quasi dimenticato quanto gentili fossero i suoi lineamenti, quanto rosse le sue labbra o azzurri i suoi occhi. Ovviamente non avrebbe mai detto niente del genere ad alta voce, ma nel segreto del suo animo poteva concedersi di pensare che fosse la cosa più bella che vedeva da... be', da un pezzo.

Sei crudele”
Non la peggiore in questa stanza, ne converrai con me”
Loki alzò le spalle e si accomodò su una sedia accanto al fratello mentre la ragazza veleggiava verso Capitan America.
Quando Lila si lasciò cadere sulla poltroncina girevole si accorse che Steve la stava fissando e la sua espressione era, per Lila, un libro aperto.
Era contrariato, per non dire arrabbiato, ed era abbastanza certa che il problema fosse Loki. Se non fosse stata tanto indispettita per la bugia gli avrebbe stretto una mano per confortarlo, ma si limitò a mostrargli un sorriso e un'espressione un po' addolcita.

Cosa ci fa lui qui?” domandò Tony indicando il dio dell'inganno che sorrise alla volta di Iron man.
Lila era abbastanza sicura che quei due avrebbero potuto andare d'accordo.
Dopotutto, sotto certi aspetti -ironia, malizia, ancora ironia e intelligenza- erano davvero simili.

E' qui per aiutarci. E così veniamo al motivo per cui vi ho convocati” intervenne Fury e cadde il silenzio. Tutti erano voltati verso di lui e lo ascoltavano con attenzione.
Due settimane fa, una cittadina in Brasile è stata attaccata. Quando i nostri agenti sono sopraggiunti, le nostre forze li hanno messi in fuga. Pensavamo che fosse finita lì, ma la stessa cosa si è ripetuta la settimana scorsa e tre giorni fa” spiegò, salvo poi venire interrotto da Lila.
E chi sono questi fantomatici nemici?”
E' questo il punto. Non lo sappiamo. Sembrava un normale esercito di mercenari, ma si sono rivelati molto più forti di qualunque essere umano. Per questo ho permesso a Thor di portare lui, nella speranza che possa aiutarci” chiarì indicando Loki che intanto continuava a sorridere come se fosse la persona più felice del mondo.
E tu puoi aiutarci?” domandò con scetticismo Tony guardando il dio.
Tu vuoi aiutarci?” lo corresse Steve mentre riservava a Loki un'occhiata poco gentile.
Non mi è stata data molta scelta. E' la mia occasione per accorciare la mia pena” spiegò.
E come facciamo a fidarci di te?” gli domandò Bruce.
Non farà niente per sabotarci, garantisco io per lui” intervenne per la prima volta Thor.
Lila non disse niente, ma non aveva bisogno di Thor facesse da garante. Qualcosa le diceva che Loki non avrebbe tentato di fare nulla per tradirli, forse perché aveva anche lui i suoi interessi in quella guerra.
E se mai avesse provato a passare al lato oscuro ci avrebbe pensato lei a riportarlo sulla giusta strada, anche a costo di riportarcelo a forza.
Ma gli altri non sembravano convinti e, anzi, erano piuttosto lontani dall'esserlo così Lila pensò che fosse il caso di intromettersi. Non credeva che il suo intervento sarebbe stato deciso -al contrario, era certa che ognuno sarebbe rimasto della sua idea perché erano le persone più testarde del mondo, oltre che le più speciali- ma sentiva di dover dire la sua, come se qualcosa la spingesse a non tenersi tutto dentro.

Io mi fido” disse e con tre semplici parole riuscì ad attirare gli sguardi di tutti su di sé. C'era chi la guardava semplicemente e chi la fissava con tanto d'occhi come Steve, ma lei aveva occhi solo per Loki in quel momento.
Hai un'occasione, non me ne far pentire”
Si chiese distrattamente se le sue parole suonavano melense e assolutamente scontate come le sembravano, ma preferì non sapere la risposta.

E se dovessi deluderti?”
Lila gli rivolse un sorriso mettendo in mostra i denti bianchi “Non lo so, ma sono sicura di riuscire a inventarmi qualcosa. So essere molto fantasiosa, a volte”
Loki chinò il capo con un sorriso malandrino “Agli ordini, mia signora”
Lila abbozzò un sorriso prima di alzarsi “Bene, sbrigate le formalità, io vado a disfare i bagagli. Conosco la strada” anticipò Fury che stava per dire a qualcuno di accompagnarla e si diresse verso la sua stanza.


*


Steve si chiuse la porta alle spalle e abbracciò con lo sguardo tutta la stanza. Lila stava armeggiando con alcuni abiti e li stava riponendo in un armadio.
Era certo che si fosse accorta della sua presenza anche se non diede segno di averlo fatto. Dal canto suo Steve decise che era presto per rovinare quella pace con un litigio, perciò si sedette su una sedia e rimase ad ammirarla mentre si muoveva per la stanza.
A volte lo stupiva la quantità di tempo che avrebbe speso semplicemente guardandola. Non si sarebbe mai stancato di osservarla mentre si spostava o sorrideva o semplicemente era presente.
Tutto di lei lo attraeva, dal profumo dolce agli occhi grandi ed espressivi.
Lila lo prendeva sempre in giro e gli diceva che cadeva nei cliché peggiori della storia del mondo, ma lui non poteva proprio farci niente né voleva perché sospettava che, dopotutto, a Lila piacesse, anche se non lo avrebbe mai ammesso.
Non voleva che lei fosse arrabbiata; le aveva mentito per proteggerla, perché non avrebbe sopportato di sapere di non poterla difendere come avrebbe dovuto mentre era impegnato a combattere. Ma quella per Lila non sarebbe stata una spiegazione valida né sufficiente. Orgogliosa com'era non avrebbe mai ammesso di essere più in pericolo di tutti loro.
Aveva imparato a combattere, era vero, ma a Steve non bastava per stare tranquillo.
Fu strappato dalle sue riflessioni da un movimento repentino della chioma di Lila e quando alzò lo sguardo per incontrarne gli occhi li vide lampeggiare.
Ecco, era arrivato il momento dello scontro. Con un sospiro pesante si alzò e le si mise di fronte.

Perché non mi hai detto che saresti venuto qui?”
Volevo proteggerti”
Non hai ancora capito che non ne ho bisogno?”
“Questo non è il genere di cosa che una persona umana può affrontare senza rischi, Lils!” la afferrò per le braccia e le strinse. La ragazza non si aspettava una reazione così forte e spalancò gli occhi in un'espressione sorpresa.

Non capisci? L'ho fatto perché ti amo e non sopporterei di perderti. Non riesco” sibilò, come se le parole gli uscissero con difficoltà “a pensare alla mia vita senza te”
Lila rimase in silenzio.
Era una frase grande, mastodontica e occupava tutto lo spazio tra loro. Lila ne sentiva tutto il peso addosso e il suo calore sulla pelle che piano piano penetrava a fondo e raggiungeva il cuore.
Le faceva paura la grandiosità di quelle poche parole, ma allo stesso tempo erano bastate quelle per farla approdare a una realtà che non aveva mai compreso del tutto.
Una cosa che sapeva da sempre, ma che solo ora riusciva a realizzare davvero.
Neanche lei sarebbe più riuscita a immaginarsi senza Steve al suo fianco. Sarebbe stato come tentare di immaginarsi senza una parte di lei. Non un banale organo o arto, ma qualcosa di più profondo e importante come la sua stessa anima.

Steve” lo chiamò e lui la guardò negli occhi. Lila non disse altro, ma era sicura che lui stesse leggendo nei suoi occhi tutto quello che avrebbe voluto dire a parole.
Mi dispiace” confessò l'uomo dopo alcuni minuti di silenzio “ma ti faccio una promessa: d'ora in poi, ti dirò solo la verità”
E' difficile credere che un uomo dica la verità quando tu sai che se fossi al suo posto mentiresti”
Sarò sempre sincero, parola d'onore”
Lila non aveva bisogno di altro perché sapeva quanto una la parola d'onore fosse importante per lui. Non erano vuote frasi al vento, come per la maggior parte delle persone: lui ci credeva davvero.
Annuì perché non si fidava della sua voce.

Ora però tocca a te farmi una promessa. Sta lontana da Loki, non mi piace come ti guarda”
A quel punto Lila avrebbe potuto dirgli che lo avrebbe fatto, ma sarebbe stata una bugia. Non poteva farlo, non dopo essersi arrabbiata tanto per la sua menzogna a fin di bene.
Ma d'altronde non poteva neanche fare quanto le chiedeva: aveva fatto una promessa a sé stessa -tendere una mano a Loki e fare quello che non aveva fatto prima- e non sarebbe venuta meno, non di nuovo.

Non sono sicura di poterlo fare” gli disse e vide la sua espressione mutare. A quel punto Lila comprese che doveva aver frainteso le sue parole e gli mise una mano sul braccio per trattenerlo.
Voglio solo aiutarlo” gli spiegò.
Ha quasi distrutto la Terra e ti ha rapita. Perché?”
Credo che abbia bisogno di qualcuno che lo obblighi a fare le scelte giuste. Ha bisogno qualcuno che gli sia accanto ed è chiaro che non permetterà a Thor di farlo, benché lui lo vorrebbe. Ma posso farlo io per lui” gli spiegò.
Non gli disse che sapeva quanto potesse essere forte il legame tra due fratelli e che immaginava quanto grande potesse essere il dolore per la sua perdita. Se fosse stata al posto di Thor sarebbe stata divorata dalla sofferenza e avrebbe dato tutto per trovare un modo per riavere Simon.
Steve intanto era rimasto in silenzio e Lila pensava che stesse per ribattere, ma la sorprese stringendola a sé e passandole le braccia intorno alla vita.

Ti prego” le sussurrò mentre le accarezzava il collo con le labbra e il naso “ti prego, stai solo attenta. L'idea di perderti mi terrorizza”
Lila sorrise perché sapeva di aver vinto e fece quanto le aveva chiesto. Giurò che avrebbe fatto attenzione, ma quando si scostò per guardarlo negli occhi era un'altra la promessa che le aleggiava nelle iridi.
Con gli occhi, gli promise che mai lo avrebbe lasciato e che non sarebbe bastato Loki a dividerla da lui.
Dopotutto, pensò Lila mentre si lasciava coinvolgere nel bacio più dolce che avesse mai ricevuto, non si può dividere ciò che è semplicemente destinato ad essere.

Continua


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Capitolo 3
*** Anche in un mondo in guerra c'è spazio per la tenerezza ***


Lila-Loki

Non mi dilungherò in queste note, per vari motivi.
Prima cosa, devo andare a studiare latino e sono veramente in alto mare. Secondo, c'è inglese!
Oh, quante belle cose!
Be', rubo ancora un secondo allo studio per ringraziare chi ha messo la storia tra le seguite, chi tra i preferiti, chi legge e soprattutto chi recensisce.
Grazie, mi riempite il cuore di gioia!
E ora... buona lettura!

Solito link per l'altra storia. Volevo anche aggiungere che l'ho pubblicata anche sul sito di Fanword.it, perciò vi lascio entrambi i link.

A metà tra terra e cielo- LJ
A metà tra cielo e terra-Fanword.it

Capitolo II


Anche in un mondo in guerra c'è spazio per la tenerezza


Quando Lila si svegliò, la mattina dopo, trovò il letto vuoto, ma non si sorprese: sapeva quanto a Steve piacesse iniziare la giornata con un po' di sano allenamento ed era discretamente certa che lo avrebbe trovato in palestra.
Si avvolse nel lenzuolo e si trascinò in bagno mentre raccattava lungo il percorso la sua biancheria.
Biancheria di Victoria's secret oramai ridotta a brandelli, per la precisione. Era un vero peccato perché quel completo blu le piaceva proprio.
Fece spallucce e si infilò sotto la doccia con un sorriso allegro sul viso. Mentre l'acqua le scorreva sulla pelle cominciò a riflettere, anche se le sarebbe piaciuto conservare ancora per un po' quella sensazione di pace che provava al risveglio.
Purtroppo per lei, il suo cervello era una macchina inarrestabile e una volta avviato lavorava a pieno regime.
Si chiese come mai Fury l'avesse convocata di nuovo. Aveva bisogno di un'altra consulenza?
Il Tesseract era al sicuro, ad Asgard, e Lila non riusciva a comprendere a cosa potesse servirgli il suo aiuto.
Al di fuori del laboratorio lei era -le doleva ammetterlo- piuttosto inutile. Anche se era diventata brava a difendersi e Natasha le aveva fatto più volte i complimenti per come aveva imparato in fretta, Lila rimaneva convinta che poco avrebbe potuto in un attacco vero e proprio.
Ma allora perché?
Non riusciva a venire a capo di quel dilemma e per lei era inconcepibile non riuscire a comprendere. A cosa serviva essere un genio se poi non si arrivava a capire cose del genere?
Sbuffò indispettita e uscì dalla doccia: neanche lo scorrere dell'acqua sulla sua pelle l'avrebbe aiutata a rilassarsi ora.
Quando fu vestita e con i capelli raccolti in una treccia a spina di pesce si chiese cosa fare, ma le venne in soccorso il suo stomaco che, con un brontolio molto poco elegante, le comunicò che era proprio ora di colazione.
Quando entrò nella zona adibita al pranzo si stupì di trovarsi di fronte ad una tavola imbandita di mille prelibatezze.
Pancake, crepes, uova, muffin, bacon e mille tipi di salse e marmellate troneggiavano sul piano ed emanavano un profumo così invitante che Lila sentì l'acquolina in bocca.
C'era l'imbarazzo della scelta e per una volta non era stata lei a cucinare per tutti, anzi, poteva tranquillamente godersi la colazione senza pensare che a Kurt non piaceva questo e Jackson voleva le uova in un certo modo.
Era una bella sensazione e avrebbe anche potuto farci l'abitudine.
L'unica cosa che non le piaceva era il fatto di essere sola: aveva sempre pensato che una colazione degna di quel nome dovesse essere fatta in compagnia o in famiglia. Ad Harvard infatti lei non si metteva mai a tavola senza che ci fossero Jackson e Kurt.
Era strano trovarsi da sola a occupare tutto quel tavolo e il silenzio che aleggiava, rotto solo dal rumore del coltello che tintinnava contro il bordo del piatto, non le piaceva neanche un po'.
Con un'espressione scontenta si versò il tè e stava giusto infilando in bocca un pezzo di pancake annegato nello sciroppo d'acero quando la porta alle sue spalle si schiuse.

Buongiorno, principessa” la salutò una voce a lei nota e per poco il boccone non le andò di traverso.
Tossicchiò e riuscì a inghiottire il pezzo di dolce che stava masticando solo dopo aver mandato giù anche del tè -bollente- che le ustionò la lingua.
Pessimo inizio di mattina, si disse.

'giorno” bofonchiò alla fine con una mano davanti alla bocca. Quando si voltò notò che Loki era ancora vicino alla porta con il suo solito sorriso beffardo.
Niente colazione per te?” gli domandò dopo un momento.
Non credo che quella roba che voi vi ostinate a chiamare cibo potrebbe piacermi” affermò, accennando al cibo nel suo piatto con un'espressione quasi disgustata.
Lila sgranò gli occhi “Non hai mai assaggiato del pancake con lo sciroppo d'acero?” gli chiese.
Quando lui scosse il capo Lila pensò che non c'era da stupirsi se aveva cercato di conquistare la Terra. Che razza di infanzia deviata aveva avuto quel ragazzo? Niente pancake e sciroppo d'acero a colazione?
Era una mostruosità, ecco.

Vieni qui” gli ordinò accennando alla sedia accanto alla sua. Loki la guardò un scettico, indispettito dal fatto che lei cercasse di dargli un ordine.
Ma la guardò e non vide nel suo sguardo un tentativo di comandarlo, quanto più il divertimento che quella situazione -che per lei doveva essere un gioco- le causava.
Alla fine fece come gli aveva chiesto perché il suo sguardo, diventato improvvisamente molto deciso, gli fece capire che se non avesse fatto come diceva con le buone lo avrebbe costretto con le cattive.
Si accomodò e Lila gli riempì il piatto di una cosa rotonda, di un color marroncino chiaro, che ricoprì con un'altra sostanza -sciroppo d'acero, così lo aveva chiamato prima- liquida e dorata.
Dovette ammettere che aveva un buon profumo, ma francamente per il resto non spasimava dalla voglia di assaggiare quei cibi midgardiani.

Assaggia” lo incitò lei mentre lo guardava con gli occhi ridenti.
Ne faccio volentieri a meno, grazie”
Non dire sciocchezze, è la cosa più buona che potresti assaggiare. Be', magari non la più buona, ma merita un posto nella top ten”
Lila sembrava decisa a fargli fare quella nuova esperienza a tutti i costi e a Loki ricordò un po' una madre con il proprio figlio.
Si era chiesto più di una volta come sarebbe stato se avesse avuto sempre accanto una persona come Lila, qualcuno capace di fargli vedere le cose sotto una prospettiva diversa, qualcuno che tenesse a lui abbastanza da condurlo a forza sulla retta via.
Per tanto tempo era stato solo un pensiero, ma adesso sembrava che si stesse avverando: Lila pareva intenzionata a comportarsi proprio così con lui e per un attimo Loki sentì una strana sensazione di calore.
Loki esitava e Lila alla fine si spazientì. Prese un pezzo di pancake e, dopo averlo infilzato con la forchetta, fece per imboccarlo.
Loki si stizzì: pensava che ne avesse davvero bisogno? L'aveva scambiato per un infante?

Ehi, possiamo restare così fino a quando vuoi. Ho tempo” lo avvertì lei che non sembrava per nulla intenzionata a desistere.
Sei sempre così testarda?”
“Assolutamente sì” gli rispose con un sorriso a trentadue denti tanto luminoso da non temere un confronto con il sole.

Ma tu sei sempre così di buon umore la mattina presto?” le domandò.
Proprio non riusciva a capire come si facesse ad essere tanto felici alle otto e mezza di mattina. Certo, anche lui era un tipo mattiniero, ma non sarebbe stato tanto allegro a quell'ora, neanche se fosse stato nel suo carattere.
Lila scosse la testa “Se pensi che questo mi distrarrà da quanto stavo facendo, ti sbagli. La mia mente è abbastanza spaziosa per entrambe le cose”
A quel punto Loki fu costretto, seppur a malincuore e mettendo a tacere il suo orgoglio, ad aprire la bocca e a mangiare il boccone che Lila gli porgeva.
Con enorme dispiacere si rese conto che Lila aveva ragione: era la cosa più deliziosa che avesse mai assaggiato fino ad allora.

Allora?” gli domandò la ragazza con gli occhi grandi e speranzosi, poggiando il mento sulla mano aperta a conca.
E'... buono” si costrinse ad ammettere. In realtà era assolutamente delizioso, ma non era necessario che lei sapesse.
Nonostante tutto il suo fermo proposito di tenere per sé i suoi veri pensieri, tutto sembrò vano quando vide un lampo di comprensione attraversare le iridi di lei e il suo sorriso mutare in una smorfia beffarda.

Io te l'avevo detto” gongolò.
Non vedevi l'ora di dirlo, vero?”
Spasimavo”
E tu saresti quella buona tra di noi?” le chiese con un ghigno. Aveva già detto che era esattamente quello a piacergli di lei?
Non lo aveva colpito tanto per la sua bellezza -di donne belle ne aveva viste tante e forse lei non era nemmeno la più bella - ma per quel suo irriducibile sarcasmo, per la sua intelligenza e, ancora di più, per la fierezza che aveva dimostrato di possedere.
Loki era fermamente convinto che il suo posto fosse su un trono, possibilmente al suo fianco. Sarebbe stata una regina davvero splendida, equa e fiera al punto giusto.

Così dicono” fece spallucce lei e tornò a gustarsi la sua colazione.
Per un momento l'unico rumore tra loro fu il suono delle posate contro il piatto poi Loki parlò di nuovo.

Perché mi hai dato un'occasione?” le domandò a bruciapelo.
Lila si era aspettata quella domanda già da tempo, ma non si voltò a guardarlo. Non aveva bisogno di vederlo per capire che la stava fissando: sentiva i suoi occhi sulla pelle ed era una strana sensazione.
Non sapeva dire se le piaceva o meno.

Tutti meritano una seconda chance, non credi?”
Ti fidi davvero di me?”
Non dovrei?” lo schernì lei.
Lila”
La ragazza sospirò e ruotò la poltroncina per inchiodarlo con gli occhi chiari, decisa a mettere le carte in tavola. Alcune, per lo meno.
Lei non era come Steve: per lui c'era solo la verità, pura e semplice, ed era facile per lui restare fedele a quella bella parola.
Per Lila era più difficile: lei non era – e mai sarebbe stata – così assolutamente pura come Steve e avrebbe sempre avuto qualcosa da nascondere, anche se si fosse impegnata ad essere sempre sincera.

Quando mi hai portata via con te, qualche mese fa, avresti potuto uccidermi. Oppure soggiogarmi per farmi fare qualunque cosa volessi. Potevi, ma non lo hai fatto. E' un favore che voglio ricambiare: non mi piace avere debiti”
Non era la verità, non tutta almeno, e Lila lo sapeva proprio come sapeva che non gli avrebbe mai detto tutto. Non ora, almeno. Loki non era pronto a sentirsi dire il vero motivo per cui lei era lì, disposta ad aiutarlo.
Non poteva ancora dirgli che lo faceva perché era convinta che, sotto la maschera da arrogante psicopatico, ci fosse un profondo desiderio di rivalsa e di affetto e che aveva bisogno di aiutarlo per essere a posto con la sua coscienza.
In più, come aveva detto a Steve, voleva ridare a Thor suo fratello. E a Loki il suo, perché era quello il risvolto della medaglia.

Non è un debito. Ti avrei portata via se non fossero arrivati i Vendicatori”
Il punto è un altro: non mi avresti mai fatto del male”
Ne sei sicura?” ringhiò l'uomo.
Non gli piaceva che qualcuno riuscisse a leggerlo così facilmente, a penetrare nei recessi più reconditi della sua mente con così tanta facilità. Doveva ricordare che Lila aveva uno sguardo davvero molto acuto per essere una terrestre.

Sì”
E non ti sei mai sbagliata?”
Lila fece spallucce “Mi è capitato una volta di pensare che stessi sbagliando, ma effettivamente mi sbagliavo. Smettila di farmi cambiare idea, ok?”
Loki scoprì di non desiderare che lo facesse, ma non lo disse. Si limitò a scuotere la testa con aria sdegnosa.
A quel punto si alzò e si diresse verso la porta “Ci vediamo dopo, principessa”

Dove vai?” gli domandò, tornando a fare colazione.
Loki alzò le spalle “A fare un giro” e detto ciò scomparve mentre alle sue spalle Lila sorrideva appena.


*


Era pomeriggio quando Steve entrò nella stanza di riunione insieme a Tony. Avevano passato le ultime quattro ore ad allenarsi ed era così impegnati a darsele di santa ragione da non accorgersi che il tempo era passato in fretta.
Trovò tutti intenti a rilassarsi in attesa di qualunque cosa dovesse accadere. Nessuno di loro sapeva bene cosa stessero aspettando, ma era chiaro che qualcosa sarebbe successo prima o poi.
Sondando la stanza, anche senza essere ancora arrivato al punto in cui sedeva, Steve sapeva già che Lila era lì.
Sembrava che il suo corpo ne avvertisse la presenza ancora prima di averla localizzata, come se avesse sviluppato un senso extra solo per lei.
E infatti la trovò seduta comodamente su una poltroncina. Non l'aveva vista per tutto il giorno e perciò si cibò avidamente della sua immagine, proprio come l'affamato che si trovi di fronti un piatto di cibo dopo giorni di digiuno.
Era adorabile nel suo vestito rosa, ma per Steve sarebbe stata bellissima anche con un sacco di iuta addosso.
Stava leggendo e sembrava così presa dal libro da non accorgersi dello sguardo che Steve le stava riservando.
Mentre si avvicinava si rese conto che non era l'unico a guardare Lila. Loki gettava di tanto in tanto occhiate nella direzione della ragazza e a Steve non piacque per niente lo sguardo che gli vide addosso.
Era molto diverso da quello da predatore che gli aveva visto una volta; sembrava velato di qualcosa di simile alla tenerezza e alla dolcezza, sentimenti che mai avrebbe pensato potesse provare.
Se fosse stata un'altra persona, Steve avrebbe detto che era quasi reverenziale. Ma lui era Loki e dubitava potesse arrivare a provare un sentimento tanto estremo in maniera sincera.
Tuttavia provò l'impulso di prendere Lila e spingerla dietro la propria schiena per nasconderla alla vista del dio degli inganni, nella speranza che smettesse di mangiarla con gli occhi.
Intanto l'aveva raggiunta e si era chinato su di lei. I suoi capelli erano morbidi e la vide sorridere di profilo senza voltarsi.

Cosa leggi?” le domandò.
Cime tempestose”
Cosa?” le domandò con un sorriso. Sapeva che adesso avrebbe alzato gli occhi al cielo, fingendosi esasperata per la sua ignoranza in fatto di letteratura -così diceva sempre-, prima di iniziare a spiegargli qualcosa sul libro del momento.
Sembrava che non ci fossero limiti alla cultura di Lila e a volte si chiedeva quante nozioni potesse incamerare quella testolina. Come da copione la ragazza sospirò esasperata, celando un mezzo sorriso, prima di iniziare a parlare.
O meglio, avrebbe voluto iniziare a farlo, ma la comparsa di Fury le impedì di fare quanto si era proposta.

C'è stato un altro attacco nei pressi di Huston. Vendicatori, è arrivato il vostro turno”
Non se lo fecero ripetere due volte e scattarono in piedi, ognuno diretto verso il luogo dove tenevano le attrezzature.
Era una stanza piena di teche, dietro le quali facevano bella mostra di sé l'armatura di Iron Man, lo scudo di Capitan America, l'arco di Clint e tutti gli attrezzi di cui poteva servirsi Natasha.
Proprio Natasha porse a Lila una tuta simile alla sua, nera e che prometteva di essere molto, molto aderente.
A Lila piaceva poco, ma doveva ammettere che aveva i suoi pregi. Era ignifuga e difficile da strappare, inoltre forniva una minima protezione verso coltelli e armi bianche.
Con una smorfia, la prese e si diresse verso un angolo appartato dove avrebbe potuto cambiarsi senza essere vista.
Una volta in cui avrebbe avuto un po' di tempo ne avrebbe migliorato il design, si ripromise mentre la indossava. Aveva dimenticato quanto fosse stretta, le mozzava quasi il respiro.

Carina” notò Loki quando uscì allo scoperto. Lila era ben consapevole che “carina” era un aggettivo blando per definire il modo in cui la divisa le si modellava addosso.
Era una seconda pelle, così fasciante da mettere in evidenza ogni singola curva: la faceva sentire nuda.

Non un'altra parola” lo minacciò con uno sguardo torvo.
Loki sogghignò e non disse altro, ma decise di porre tutta la sua attenzione sulla figura della ragazza che si allontanava.

E smettila di fissarmi!” gli urlò senza voltarsi mentre si avvicinava a Steve.
L'unica cosa che Loki riuscì a fare fu sorridere ancora di più e pensare che, dopotutto, non era stata poi una cattiva idea unirsi ai Vendicatori. C'erano decisamente lati molto positivi.

*

Dovresti restare qui”
Lila guardò l'orologio digitale sul pannello di controllo del telecomando: venti minuti. Conoscendo Steve pensava che ci sarebbe voluto molto meno prima che pronunciasse quelle tre paroline.
Era un nuovo record: di solito non resisteva nemmeno cinque minuti, il che era tutto dire.
Alzò gli occhi al cielo “Sai che non lo farò, mi chiedo quindi perché ti ostini a ripeterlo”

Forse perché ogni volta spero che ti entri un po' di sale in zucca”
Lila fece spallucce “La speranza è l'ultima a morire”
Steve la prese per le spalle e la fissò negli occhi “Tu starai qui” le ordinò.
A quel punto Lila pensò di aver sentito male. Certo, adesso sarebbero tutti scoppiati a ridere perché quello era sicuramente uno scherzo. Steve non stava tentando di darle ordini, figuriamoci. Lui sapeva benissimo quanto lei fosse insofferente a quel genere di cose.
Eppure l'espressione sul suo viso era seria e in un attimo Lila comprese che no, non stava scherzando.
Strinse le labbra in una linea sottile e assottigliò gli occhi, entrambi chiari segni dell'ira crescente.

Non provare a darmi ordini, Steven Rogers” soffiò.
Rimasero in silenzio a guardarsi, entrambi forti e immobili sulle loro posizioni: Lila era decisa a non farsi mettere i piedi in testa, ma anche Steve non avrebbe mollato dato che c'era in ballo la sicurezza di Lils, cosa che lei sembrava non comprendere.
A mettere pace tra i due amanti ci pensò Tony “Non prenderla a male, piccola leonessa, ma forse dovresti davvero restare sul jet”

Ti ci metti anche tu?! Qualcun altro, per caso?” si indignò Lila.
In effetti, anche io sono d'accordo” si fece avanti Thor “Tu non hai un'armatura, sei giovane e fragile. Non è un gioco, Lila”
Però, acuto” si prese gioco di lui la ragazza, tropo nervosa e arrabbiata per conservare un minimo di gentilezza “E io che pensavo di andare a giocare a scacchi”
L'aereo cominciò a scendere, chiaro segno che mancava poco all'atterraggio. Dal finestrino Lila scorse fumo e lingue di fuoco che si stagliavano contro il cielo mentre la cittadina ardeva.
Li fissò tutti con aria truce e battagliera e Steve sospirò. Non gli lasciava molta scelta, ma se quello era l'unico modo per tenerla al sicuro... be', allora lo avrebbe fatto.
Avrebbe accettato la punizione che ne sarebbe conseguita, pur di saperla al riparo da qualunque cosa potesse farle del male.

Non mi lasci molte possibilità” sospirò mentre la prendeva tra le braccia.
Che stai facendo?” strillò lei “Mettimi giù!”
Fece come gli aveva chiesto solo quando fu seduta su una piccola panca e Thor, che aveva capito le sue intenzioni, gli passò quella che sembrava tanto una fune. Lila strabuzzò gli occhi pensando che non la stessero davvero legando.
Le mani le prudevano dal desiderio di picchiare entrambi, ma la priorità ora era riuscire a sfuggire alla presa di Steve.
Voltò lo sguardo verso Tony e Bruce, ma nessuno dei due sembrava intenzionato a fare niente. Clint e Natasha dal canto loro sembravano troppo impegnati a pilotare l'aereo per poter intervenire.

E' per il tuo bene” le disse addirittura il dottore.
Finalmente incontrò due iridi verdi che la fissavano combattute. Fu in Loki che Lila vide la sua speranza e lo guardò con gli occhi più supplicanti del suo repertorio.
Si vedeva che Loki avrebbe tanto voluto lasciarla lì, al sicuro, ma alla fine con un ringhio di gola si intromise e la liberò con un colpo secco.

Lasciatela venire. Troverebbe comunque il modo di liberarsi e sarebbe ancora peggio”
Grazie” sussurrò la ragazza mentre gli rivolgeva uno dei suoi sorrisi più radiosi.
Stavolta è il tuo turno di non farmene pentire” borbottò in modo che solo lei potesse sentirlo.
Starò attenta” promise sbattendo le lunghe ciglia e guardandoli tutti.
Steve pensò che Lila sapesse essere tremendamente diabolica, quando voleva. Le bastava qualche sguardo, un sorriso e la gente rimaneva abbacinata e lei era brava a sfruttare quel vantaggio.
Steve sospettava che fosse per quella sua innata abilità a manipolare le persone che Fury l'avesse convocata tra i Vendicatori.

Sei una civetta” la riprese Tony bonariamente e la tensione si sciolse in una risata collettiva.
L'aereo atterrò sul tetto di un edificio e il portellone si aprì.

Pronti, Vendicatori?” li incitò Steve mentre si calava la maschera sul viso.
Facciamogli vedere quanto siamo tosti!” ribatté Tony e Lila sbuffò alzando gli occhi al cielo.
Il solito sbruffone” borbottò.
Si voltò verso Loki “Vedi di tornare sano e salvo” gli disse con un sorriso, dietro al quale tuttavia si nascondeva ansia sincera.
Poi incontrò lo sguardo di Steve “E lo stesso vale per te. Vi ucciderò tutti con le mie stesse mani se tornerete feriti” li minacciò.
Steve le baciò la fronte e lei gli regalò una carezza prima di scendere dal velivolo.

*

Combattevano da un tempo infinito.
Erano scesi in campo senza sapere cosa avrebbero dovuto affrontare e si erano stupiti di trovarsi di fronte a creature che apparentemente sembravano essere perfettamente umane.
Nessuna persona normale avrebbe potuto sollevare in quel modo un auto o resistere alla caduta di un intero cumulo di macerie senza un graffio: era fisicamente impossibile.
Lila era scesa in battaglia con il fermo proposito di scoprire quanto più possibile, ma sembrava che combattessero in modo da impedirle di osservare con attenzione.
Aveva il fiato corto, era sporca di polvere e sudata, ma non avrebbe dichiarato la resa così in fretta per nessuna ragione al mondo.
Ci voleva molto di più per metterla al tappeto, si disse, mentre una di quelle creature le sferrava un pugno allo stomaco che la fece boccheggiare.
Era stanca, aveva perso velocità e forza nelle gambe e nelle braccia, ma avrebbe combattuto comunque: era stata lei a voler scendere in campo e avrebbe dimostrato di potercela fare da sola.

Tutto qui?” ansimò con un mezzo sorriso di scherno.
Il suo nemico fece per colpirla un'altra volta, ma riuscì a scartare l'attacco mentre alle sue spalle altri tre o quattro cercavano di farla fuori.
Cinque contro uno... sleale, pensò con una smorfia. Non era quello il momento di pensare a cosa era leale e cosa no, si disse.
Intorno a lei, la cittadina di provincia bruciava come legna da ardere. Le persone erano state evacuate e la battaglia imperversava con una babele di suoni diversi: rumore d'armi, grida, oggetti distrutti.
Avrebbe voluto liberarsi in fretta di quegli stupidi aggressori per poter andare ad aiutare, ma con la coda dell'occhio notò che se la stavano cavando tutti meglio di lei.
Steve non aveva particolari problemi a fronteggiare quegli essersi, Thor e Bruce li vedevano a malapena mentre li fulminavano o li accartocciavano come bottigliette d'acqua.
Quella che aveva bisogno di aiuto, constatò con fastidio, era solo lei.
Parò e scartò fino a quando le fu possibile, ma ad un certo punto uno di quei mostri le afferrò una caviglia e si ritrovò a terra.
Batté la testa contro il suolo e provò una ben nota sensazione di leggerezza. Da qualche parte, il suo corpo faceva male, ma era una consapevolezza latente nella sua mente. Mille luci le esplosero davanti agli occhi e le orecchie presero a ronzare mentre il respiro le si mozzava in gola.
Ansimò e quando recuperò finalmente l'uso della vista scansò un colpo vibrato, per sua fortuna, con poca attenzione.
Se solo fosse riuscita a prendere un'arma, una qualunque, ci sarebbe voluto poco per sterminarli tutti, ma l'unica pistola nelle vicinanze era ad almeno sei metri e la testa le doleva terribilmente.
Neanche il tempo di pensarlo e il gruppetto si ritrovò sbalzato lontano, tutti privi di vita. Lila seguì la direzione del colpo e vide Loki armeggiare con il suo bastone.

Ce l'avrei fatto benissimo da sola” soffiò mentre si alzava.
Certo” la prese in giro con un sorriso sornione che urtò profondamente Lila. La ragazza aprì la bocca per dire qualcosa, ma in quel momento si materializzò al suo fianco Steve.
Stai bene?”
Non le diede neanche il tempo di rispondere -l'analisi delle sue condizioni fisiche doveva essere stato soddisfacente- che Steve si voltò verso Loki con un'espressione seria.

Grazie per averla salvata”
“Non l'ho fatto per te”

Lo so, ma non importa”
Rimasero a guardarsi in modo che Lila non riuscì a decifrare come avrebbe voluto. Lo sguardo di Steve era adombrato da qualcosa che non comprendeva, ma neanche gli occhi di Loki erano perfettamente sgombri.
Sembrava che si stessero valutando e Lila avrebbe giurato di sentire una certa tensione agitarsi tra loro.
Le vennero in mente le correnti contrarie che si agitavano sotto la superficie delle acque, una calma solo apparente.
Lila stessa si sentì tremendamente a disagio in quella situazione ma -e se ne accorse solo quando distolse lo sguardo dai due- non erano loro il motivo di quella sensazione.
Sentiva sulla pelle che qualcuno li stava guardando tutti, ma non riusciva a capire come potessero i suoi sensi averle trasmesso quella sciocca informazione.
Intorno a loro c'era solo guerra, devastazione, persone che combattevano e nessuno si sarebbe fermato per fissare loro.
Eppure non bastarono tutti quei pensieri, apparentemente così logici, a farle smettere di sentire quello sguardo sulla pelle.

Ragazzi” li richiamò ed entrambi si voltarono verso di lei “Non vi sembra che ci sia qualcosa di strano?”
I due si guardarono intorno, ma a parte il caos creato dalla battaglia che ancora imperversava intorno a loro non c'era altro.

Cosa intendi?”
Non lo so, ma ho una strana sensazione, come se ci stessero osservando”
Guardandoli si rese conto che non le credevano. Questo la indispettì: non avevano ancora imparato a fidarsi del suo istinto?
Dal canto suo Lila non aveva più alcun dubbio: lei aveva piena fiducia in quella sorta di sesto senso e sapeva che raramente sbagliava. Era certa che ci fosse qualcuno, da qualche parte, che li scrutava.
Come un lampo, nel suo cervello balenò un pensiero: che li stesse osservando per valutarli? Un nemico nell'ombra, pronto a cogliere ogni loro gesto e a scrutarli a fondo per conoscerli.
La conoscenza rende potenti, Lila lo aveva sempre detto. Un nemico astuto avrebbe potuto applicare quel principio: lei lo avrebbe fatto.
Quasi a tacita conferma del suo pensiero, l'esercito iniziò inspiegabilmente ad arretrare.
Quel gesto fugò ogni ragionevole dubbio in Lila e istintivamente si avvicinò di più a Steve e Loki, come se il suo corpo le imponesse di cercare protezione.
Entrambi se ne accorsero e Steve la strinse a sé. Tra le sue braccia un po' della sua ansia svanì, ma non smise di sentire quell'angosciante sensazione.
Incontrò lo sguardo di Loki e vi vide dentro una strana luce, ma batté le ciglia e quel barlume non c'era più, sparito così in fretta che Lila pensò di esserselo immaginato.

Torniamo alla base” li incitò la voce distorta dalla maschera di Tony e i tre si diressero in silenzio verso l'aereo.
Nonostante la presenza rassicurante dei due uomini, Lila non fu tranquilla fino a quando il portellone del velivolo non si fu chiuso alle sue spalle.
Due occhi intanto scrutavano tutto, nascosti dalle tenebre.


Continua



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Capitolo 4
*** Il triangolo non lo avevo considerato ***


Lila/Loki

Zan zan!
Eccomi di ritorno!
Sì, sono in ritardo e sì, mi dispiace molto. Ho notato che le recensioni sono un po' diminuite e devo dire che la cosa mi dispiace molto.
Ovviamente non posso obbligarvi a recensire, ma questo mi ha fatto molto pensare sul fatto di continuare a meno la storia.
Per ora aggiorno, ma la decisione è solo rimandata a presto.




Capitolo IV

Il triangolo non lo avevo considerato


Aveva la sensazione di fluttuare.
Decise di aprire gli occhi per capire dove fosse e quando lo fece si trovò a fissare qualcosa di bianco e familiare.
In un barlume di comprensione, capì che quella era una stanza, la sua.
Era esattamente come l'aveva, con le pareti rosa salmone che aveva dipinto lei stessa, i mobili di legno, il baldacchino di ferro lavorato e il disordine che ricopriva ogni superficie.
Nonostante la familiarità della situazione, Lila sentiva che c'era qualcosa di sbagliato in quella stasi innaturale. O meglio, qualcosa di impossibile: nessun luogo umano poteva essere così immobile.
Si alzò dal letto e mosse alcuni passi incerti verso la sala.
Sentiva di non avere il controllo completo del proprio corpo e che era qualcun altro a suggerirle cosa fare.
Il salotto era esattamente come lo aveva lasciato: c'era il divano, la tv accesa che trasmetteva una partita di football e il mazzo di fiori un po' secchi che Kurt avrebbe dovuto cambiare. Avrebbe dovuto sentirsi a casa, ma provava solo la stessa inquietante sensazione che aveva avvertito quel pomeriggio.
All'improvviso tutto cambiò con la stessa velocità con cui qualcuno avrebbe potuto far scattare un interruttore.
La stanza mutò lentamente e comparve suo fratello, poi Dave, Steve e infine gli altri Vendicatori.
Cominciò ad avere paura e il cuore prese a battere ad un ritmo più serrato. Il suo cervello era vigile e attento, in uno stato febbrile che le faceva cogliere ogni singolo dettaglio intorno a lei; i suoi sensi erano tesi fino allo spasmo: era quasi una sofferenza fisica.
Poi qualcosa cambiò ancora.
In un secondo si ritrovò a fissare i corpi esanimi delle persone che amava stesi a terra, immersi nel loro stesso sangue.
Sangue anche sulle pareti, sui suoi vestiti, sulle sue stesse mani.
Iniziò a tremare, mentre sentiva il cuore accartocciarsi nel petto. Non le importava dove fosse finito l'autore di quello scempio, voleva solo smettere di guardare.
Voleva tornare sul Elivelivolo, andare dovunque quella visione non avrebbe potuto raggiungerla.
All'improvviso le mani di qualcuno la afferrarono per le spalle e la spinsero contro il muro. Lila gemette per la botta alla schiena.
Riuscì a scorgere, sotto il cappuccio, solo le labbra.
Inquietanti, bluastre come se fosse rimasto esposto al gelo per lungo tempo e che presto si atteggiarono a un ghigno da far accapponare la pelle. Non c'erano parole, nel suo fornito vocabolario, in grado di definire la sensazione che stava provando: una mistura di angoscia, terrore, rabbia, paura.

Verrò a prendervi. Questo non è altro che lo specchio del futuro”
Le mani dell'uomo -sempre che fosse tale- serpeggiarono lungo il suo collo e strinsero la presa. Annaspò e per un attimo pensò che sarebbe morta.
Provò a dimenarsi, per quanto le fosse possibile.

Li ucciderò tutti e non potrai fare niente” la canzonò con un altro sorriso. La ragazza si abbandonò, incapace di continuare a combattere ancora.

Lils! Svegliati!”
Aprì gli occhi di scatto e la prima cosa che fece fu tirare un grande respiro per riempire i polmoni di aria.
L'ossigenò le bruciò la gola, ma non fu mai più contenta di sentire male.
Era finalmente ritornata nel letto in cui si era addormentata e quello era solo un incubo, ma il suo petto si alzava e si abbassava ancora affannosamente.
Si accorse di avere le braccia alzare, i polsi imprigionati nella morsa solida di due mani che ben conosceva.
Mise a fuoco tra le lacrime il volto gentile di Steve e fu con gioia che si rese conto che stava bene, che non c'erano tracce di sangue su di lui né sui muri della stanza.
Ancora ansante, si rese conto che non erano soli, ma che nella stanza c'erano anche gli altri Vendicatori.
Con sollievo vide che stavano bene anche loro, che era stato davvero solo uno stupido incubo.
Steve lasciò la prese sui suoi polsi e Lila si mise a sedere.

Era solo un incubo” sussurrò mentre si scostava i capelli da volto. Sì, era solo un sogno, ma allora perché l'inquietudine non la abbandonava?
Cosa hai sognato?” si intromise Loki. La ragazza alzò lo sguardo su di lui, ma era chiaro che non lo stesse guardando.
I suoi occhi vagavano ben al di là della sua figura mentre rispondeva.

E' stato orribile. C'era sangue ovunque: sulle pareti, sulle mie mani, sui vestiti...”
Pur non essendo una persona impressionabile, il ricordo del sangue, il suo odore ferroso, le provocarono un intenso moto di nausea.
Cercò la mano di Steve sulla coperta e la strinse. Si sentì meglio quando avvertì che lui ricambiava la sua stretta. Riuscì anche ad atteggiare le labbra in un pallido sorriso.

Ho urlato molto?” domandò agli altri Vendicatori.
Nah, magari in Australia qualcuno un po' duro d'orecchi non ti ha sentita” la prese bonariamente in giro Tony per farla sorridere ancora.
Non volevo spaventarvi, scusate” mormorò mentre si abbandonava a uno sbadiglio.
Dovresti tornare a dormire” la incitò Tony “Su, è decisamente tardi: i bimbi devono andare a letto presto”
Lila socchiuse gli occhi in un'espressione minacciosa mentre tutti scoppiavano a ridere. Sapeva benissimo che quello era un tentativo di farle dimenticare il sogno, magari soppiantandolo con un po' di sana rabbia.

Va' al diavolo” scandì prima di coricarsi e dare le spalle a tutti “Buonanotte!”
Un sorriso comparve sulle labbra di tutti mentre se ne andavano, ora più tranquilli. Rimase solo Steve e si stese sul letto insieme a Lila, infilandosi sotto le coperte con lei.
Lila ne avvertì il calore contro la schiena e sorrise mentre si lasciava avvolgere dalle sue braccia. Era abbastanza certa che così non avrebbe avuto incubi.
A volte le faceva paura lasciarsi avvicinare tanto da Steve proprio quando era più vulnerabile. Non era mai stata il tipo di persona da cercare conforto quando era triste o aveva paura. Al contrario, lo rifuggiva come la morte: le faceva paura l'idea di permettere a qualcuno di avvicinarsi così tanto proprio quando era più vulnerabile.
Tuttavia lui era Steve ed era l'eccezione: non sapeva neanche lei come o in base a quale principio, ma era certa che non l'avrebbe mai ferita.
Era una consapevolezza tanto romantica e sdolcinata da farle venire le carie ai denti e Lila non l'avrebbe mai detto a parole -mai una cosa così melensa sarebbe uscita dalle sue beffardissime labbra- ma glielo dimostrava ogni giorno della loro vita insieme.

Vedi di non rubarmi le coperte come fai di solito” gli intimò.
Steve sorrise e le baciò la spalla nuda “Buonanotte anche a te”


*


La mattina dopo Lila gironzolava per la base dello S.H.I.E.L.D.
Aveva deciso di accantonare l'incubo e qualunque significato potesse avere: era stato uno stupido sogno, niente di più.
Probabilmente aveva mangiato pesante e quello, sommato alla brutta sensazione che le aveva lasciato addosso la battaglia, aveva causato l'incubo. Elementare, scontato, banale.
La base era piuttosto tranquilla, il che poteva significare solo che tutti gli altri Vendicatori stavano ancora dormendo.
Non ne fu sorpresa: dopotutto, chi si sarebbe svegliato tanto presto -le otto di mattina- quando non c'era nessuna missione?
Non potevano fare molto. Non sapevano chi stessero combattendo, cosa volesse e perché. Odiava ammetterlo, ma brancolavano nel buio più totale.
Con una smorfia risentita entrò nella piccola saletta che Fury aveva fatto costruire dopo la prima battaglia contro Loki.
Era immerso nella luce dorata del sole nascente, quella luce che c'era solo al mattino presto e che riusciva a far sembrare tutto più pacifico, più calmo.
Si accoccolò sulla poltrona più vicina all'ampia vetrata, laddove la luce del primo sole poteva lambirla senza infastidirla, e poi aprì il libro che si era portata dietro.
Cime tempestose, lesse sulla copertina con un sospiro.
Era un libro vecchio e consunto, oramai, ma Lila non se ne sarebbe mai separata. Fissò la copertina logora con affetto.
Aveva trovato quel libro per caso, frugando tra i tomi di sua madre quando era bambina. Era stato amore a prima lettura e da quel momento non lo aveva mai lasciato.
Non era importante dove andasse o per quanto, il volume la seguiva fedelmente in ogni spostamento.
Lo aveva letto tante di quelle volte che oramai conosceva molti dei dialoghi contenuti quasi a memoria.
Aveva una strana capacità di risucchiarla nel suo mondo: un momento prima era a casa sua e quello dopo si ritrovava a camminare tra la brughiera inglese insieme a Catherine e Heartcliff.

Come mai già sveglia?”
Lila sobbalzò e si rese conto che Tony Stark sedeva sulla poltrona di fronte alla sua con un sorrisetto impertinente.

Non volevo spaventarti”
Il modo migliore per non spaventare una persona è proprio comparirle alle spalle” ironizzò lei.
Tony accennò ad un sorriso divertito mentre Lila chiudeva il libro e lo appoggiava tra sé e il bracciolo.
Sapeva cosa stava per chiederle Tony, ma era una conversazione che non voleva affrontare. Non voleva rivivere ancora l'incubo di quella notte.
Mentre alzava lo sguardo su suo viso Lila si rese conto di un taglio che gli attraversava la fronte. Non l'aveva notato la sera prima, ma ora avevo un'aria poco rassicurante.
Si alzò e prese un kit medico, imbevette un batuffolo di cotone con il disinfettante e lo premette sulla ferita con delicatezza.

Dovresti farci mettere qualche punto”
E tu cosa ne sai?”
“Ho un fratello minore. Ne ho visti di tagli” si limitò a fargli notare. Simon era una peste da piccolo ed era più il tempo che passava a terra di quello in cui camminava, perciò era un'esperta nel medicare escoriazioni e tagli più o meno gravi.

A dire il vero speravo di riuscire a parlare con te, da soli”
Ecco, Lila sapeva che era arrivato il momento. Be', non poteva evitarlo per sempre, perciò che iniziasse: prima era, meglio sarebbe stato.

Dimmi” lo incitò senza incontrarne lo sguardo.
Perché hai deciso di fidarti di Loki?”
Ecco, quella era esattamente la domanda che non si aspettava. Spostò i suoi occhi su Tony e lo fissò con le iridi piene di sorpresa.
Dopo un momento di tentennate silenzio Lila parlò.

C'è un bel sole fuori”
Stai cercando di cambiare argomento?”
“Cosa te lo ha fatto pensare?”
Tony fece spallucce per poi tornare serio e Lila comprese che no, non l'avrebbe scampata stavolta.

Tutti meritano una seconda possibilità e voglio aiutarlo. Non l'ho fatto sei mesi fa perché era molto più facile odiarlo, ma ora che ne ho la possibilità... mi odierei se non lo facessi”
E' solo per questo?” le domandò l'uomo e fu come se qualcuno l'avesse schiaffeggiata. Si pose quella domanda per la prima volta.
O meglio, per la prima volta si interrogò sinceramente, senza farsi influenzare dalla consapevolezza di ciò che era giusto fare e dire, senza che niente oscurasse la risposta.
No, non era solo per quello.
In qualche anfratto della sua mente, c'era una parte di lei che le stava suggerendo la soluzione e che le dava della stupida per non esserci ancora arrivata.
Lei era un genio e la risposta davvero troppo semplice per non vederla. Eppure Lila si rifiutò di ascoltare quella parte – forse la voce della coscienza, chissà - che cercava di parlarle.
Aveva buone intenzioni, Lila ne era certa, ma non era pronta a sentire cosa aveva da dirle. Era un passo troppo lungo per le sue gambe.

Per quale altro motivo?” domandò.
L'ho chiesto prima io a te, principessa” la sbeffeggiò con un sorriso sarcastico in perfetto stile Stark, usando lo stesso soprannome con cui la chiamava Loki.
Non hai altro da dire? Niente niente?”
Mi dispiace deluderti, signor Stark, ma non ci saranno triangoli amorosi né soap opera da quattro soldi questa volta” rise Lila, sperando che quella risata mascherasse bene il suo turbamento interiore.
Meno male che c'è la pay per view per questo” sospirò di sollievo Tony, come se la cosa lo allietasse e Lila rise con lui e l'atmosfera si alleggerì.
Quando smisero di ridere Tony sembrò sul punto di dire qualcosa di tendenzialmente serio -Lila era sicura che se fosse successo quel giorno sarebbe diventato festa nazionale- ma una sirena suonò e li avvertì che stava succedendo qualcosa. Di nuovo.
Entrarono gli altri Vendicatori, alcuni con l'aria di essere stati buttati giù dal letto e forse era davvero così.

C'è stato un altro attacco, a Los Angeles” li informò Clint. Lui sicuramente non stava dormendo, ma Lila non se ne stupì. A dire il vero si chiedeva se mai lo facesse, perché era sempre sveglio quando lei si alzava e lo era ancora quando lei si coricava.
Possibile che i super cattivi non conoscano la domenica?” si lagnò Lila.
Essere cattivi è un lavoro a tempo pieno, bella mia. Su, andiamo a farci belli per la festa” li incitò Tony.
E poi successe una cosa che Lila non aveva mai pensato, qualcosa che mai avrebbe potuto prevedere.

Andate voi. Io resto qui”
Cinque parole in grado di far crollare la mascella di sette persone che ne avevano viste di tutti i colori. Dopo la rivolta che aveva messo in piedi il giorno prima pur di scendere in battaglia con loro, nessuno era pronto a vederla desistere senza nemmeno aver tentato. Nessuno se lo sarebbe mai aspettato, ecco.
Neanche Lila per la verità riusciva a credere a ciò che aveva detto. Per la prima volta non voleva andare con loro.
Sentiva il bisogno di stare sola, di mettere ordine tra i propri pensieri perché li sentiva già premere contro le tempie e sapeva che presto le avrebbero procurato un mal di testa con i fiocchi. Inoltre -anche se non lo avrebbe mai ammesso- non voleva provare di nuovo la sensazione del giorno prima: era convinta che fosse stata quella la causa degli incubi, come se si fosse impressa a fuoco nel suo subconscio.
Steve le si avvicinò e le posò una mano sulla fronte “Stai bene? Hai la febbre?”
Lila sbuffò e alzò gli occhi al cielo, poi rivolse a tutti un ghigno “Se proprio volete, verrò volentieri”
A quel punto fu un profondersi di “No no, per carità” e annessi e connessi da parte di Steve a cui fecero eco le risposte degli altri Vendicatori.
Una parte di Lila se ne risentì un po', ma subito si disse che era sciocco e infantile e assolutamente non da lei che non era né l'una né l'altra cosa.

Andate, prima che mi arrabbi” li incitò indicando la porta e scuotendo il capo, sconsolata.
Si incamminarono tutti.
Solo Steve rimase indietro. Lila gli rivolse un sorriso carico di dolcezza e lo abbracciò stretto. All'improvviso un brutto presentimento la attraversò e fu come una stoccata al petto.

Sta attento” sussurrò contro il suo collo. Ispirò il profumo del suo dopobarba e chiuse gli occhi perché le entrasse fin nell'anima.
Si allontanò quel tanto che bastava per potergli prendere il viso tra le mani e appoggiare la fronte su quella di lui.

Non provare a farmi strani scherzi, Steve. Io ti amo”
L'uomo si illuminò. Lila non glielo diceva spesso -non era il tipo da grandi discorsi romantici- e gli faceva sempre uno strano effetto sentirglielo dire, benché glielo dimostrasse ogni singolo secondo.

Quindi per farti dire quelle due magiche paroline basta che stia per partire per una missione potenzialmente mortale?” scherzò.
Ma Lila non era dell'umore e lo coinvolse all'improvviso nel bacio più appassionato che gli avesse mai dato. E Lila era la regina di quel genere di baci: sembrava sapere esattamente come fare per farlo impazzire.

Devo andare” le disse quando si separarono e, dopo un breve momento in cui Lila sembrò sul punto di opporsi, lo lasciò libero.
Steve si diresse verso la sala delle armi senza voltarsi. Sentiva uno strano groppo in gola e un'anomala stretta allo stomaco: se si fosse voltato non sarebbe salito sul velivolo per Los Angeles.
Si disse che era stupido, che Lila era al sicuro e che sarebbe stata lì anche a missione conclusa, ma qualcosa gli diceva che stava per succedere qualcosa.


*


Guardò la sua schiena allontanarsi e si voltò solo quando svoltò l'angolo. Aveva il cuore pesante di angoscia e di tante altre cose che non riusciva a comprendere.
Deglutì per ricacciare indietro il profondo magone che per un attimo aveva minacciato di sopraffarla. Non si era mai lasciata andare, neanche quando erano morti i suoi genitori. Di certo non lo avrebbe fatto ora. Per cosa poi? Una sensazione datale dal suo sesto senso? Non era infallibile, si disse, poteva sbagliare.

Principessa” sobbalzò nel sentirsi chiamare e si voltò trovando Loki sullo stipite della porta. Aveva addosso la sua armatura, con tanto d'elmo in testa.
Gli rivolse un sorriso stiracchiato “Non dovreste essere partiti?”
“Gli altri si stanno preparando. Partiremo tra cinque minuti” la informò mentre si avvicinava a lei. Aveva visto tutta la scena e, benché non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, non gli era piaciuta.
Per un attimo aveva invidiato Rogers e aveva desiderato essere al suo posto, tra le braccia di lei.

State attenti” gli disse mentre posava il suo sguardo su di lui. Si rese conto che non era ciò che voleva dire, non del tutto almeno.
Stai attento” si corresse.
Una curiosa replica, si disse: ecco cos'era quella scena. Il problema? Stava dicendo le stesse parole che aveva detto a Steve a un altro uomo, uno che avrebbe dovuto odiare.
Loki le si avvicinò e all'improvviso Lila si rese conto che non potevano esserci più di dieci centimetri a dividerli.
Dire che voleva che le stesse lontano era una bugia e Lila non poteva mentire a sé stessa. Questo non significava che non sapesse perfettamente quanto fosse sbagliato.

Sei preoccupata per me?” le chiese e stavolta non c'era traccia di ironia nella sua voce. Nessuna cattiveria, nessun sarcasmo: era davvero curioso di capire.
Io mi preoccupo per tutti voi” gli fece notare ed era vero.
Ti sei corretta e hai detto a me di stare attento” le fece notare con un mezzo sorriso. Loki era una mente brillante, doveva ricordarlo. Con lui non sarebbero bastati i soliti trucchetti che sfoderava con la gente.
A quel punto però non sapeva cosa dire. Alzò lo sguardo e incontro i suoi occhi. Verdi, intensi, come foreste irlandesi, con gli stessi giochi di ombre e luci.

Cosa vuoi che ti dica ora?” gli domandò.
Una volta hai detto che ero un essere miserabile, che non mi avresti mai amato. E' ancora così, principessa?”
Loki... per favore”
Quella situazione non faceva che confonderla e di certo non aveva bisogno di un aiuto in quel senso.

Ti metto in difficoltà?” le soffiò a pochi centimetri dal viso. Lila aveva un buon profumo che lo colpì e inebriò: sapeva di rose e gelsomino, con una vaga nota di cocco.
Sensuale, dolce, languido eppure stuzzicante al punto giusto... il profumo perfetto per Lila, insomma.
Decise che la risposta era evidente dalle sue guance rosate e dagli occhi luccicanti, così passò oltre.

Potrei morire oggi” le disse con un sorriso. Voleva solo vedere la sua reazione e non lo deluse quando strabuzzò gli occhi.
Non lo dire neanche per scherzo” ringhiò.
Perché non vuoi ammetterlo? Tu provi qualcosa per me” le soffiò all'orecchio.
Lila non trovò la forza di sottrarsi a quel calore, benché sapesse di doverlo fare.

Dì la verità, principessa. Io e te ci assomigliamo, ricordi? Siamo capaci di azioni inaccettabili, lottiamo per quello che vogliamo e non guardiamo in faccia nessuno nel farlo. Con me potresti essere te stessa, sempre”
Lila non avrebbe voluto sentire quelle parole, ma sapeva che erano vere. Lo aveva sempre saputo, già da quando gliele aveva dette un anno prima.
Allora non era stata disposta ad accettarle, ma in fondo erano sempre state lì e solo ora si rendeva conto davvero di essere lei, quella che Loki aveva dipinto.
Non una persona cattiva, ma una ambiziosa e disposta a tutto pur di avere ciò che voleva.

Basta. Ho bisogno di stare sola e tu devi andare” comandò Lila.
Loki non si scompose per quell'ordine: sapeva che non lo era perché aveva avvertito il tremito nella voce e gli era parso più che altro una supplica.

Va bene, principessa”
Le prese il mento tra le dita e la baciò con ardore. Tentazione, proibito, gioco pericoloso. Chiamatelo come volete, ma Lila non trovò la forza di sottrarsi a quel bacio e vi si abbandonò con languore. Le passò un braccio intorno alla schiena e la strinse a sé.
Loki sentì un piacevole calore al petto. Era solo un momento e forse, anzi, sicuramente Lila sarebbe tornata subito tra le braccia di Steve, ma non gli importava. Erano insieme, si stavano baciando ed era evidente che loro ci fosse qualcosa che neanche Lila con tutta la sua determinazione avrebbe potuto negare.
Solo quando il bisogno d'aria si fece impellente liberò Lila dalla sua stretta quel tanto che bastava per farla respirare e rimase con la fronte contro la sua, con gli occhi fissi in quelli di lei. Cielo ed erba in contrapposizione, mondi opposti e allo stesso tempo perfettamente complementari.

Vai” gli ordinò e per rendere più forte le sue parole fece un passo indietro. Gli rivolse una pallida imitazione di sorriso e ricevette in cambio un ghigno divertito.
Poi si voltò e imboccò la direzione della porta senza voltarsi indietro.


*


Si era avvicinata al vetro e aveva visto il caccia con gli altri partire alla volta di Los Angeles.
Quando il velivolo fu lontano all'orizzonte, lo sguardo di Lila si concentro sul proprio riflesso. Lo sfiorò con la punta delle dita e gli occhi furono attraversati da un ombra.
Cosa c'era di sbagliato in lei?
Il vetro le trasmetteva l'immagine imperfetta di una bella ragazza. Tanto bella fuori quanto brutta dentro. Era così che si sentiva Lila: una pessima persona.
Si stava lentamente trasformando in qualcuno che non era lei, qualcuno che non avrebbe mai voluto essere.
Non poteva negare quello che era appena accaduto, non quando le sue labbra erano ancora gonfie per i baci e sentiva ancora il calore di quei due uomini – non ebbe il fegato di chiamarli entrambi suoi- sulla pelle.
Allo stesso modo non poteva negare di provare qualcosa per Loki. Qualcosa che non era mera attrazione fisica, non più almeno. Non poteva negare l'alchimia che condividevano, sarebbe stato sciocco e inutile.
Abbassò lo sguardo perché per un'ammissione di quella portata non poteva guardarsi negli occhi.
Quando era successo?, si chiese mentre camminava senza meta per la base. Quando si era trasformata nell'eroina del suo libro preferito, Catherine, combattuta tra due uomini, due nemesi?
C'era Steve, senza il quale non sarebbe riuscita a immaginare la sua vita. Era semplicemente un limite oltre il quale la sua mente non riusciva ad andare. Scomparso lui era certa che sarebbe scomparsa anche lei.
E poi c'era Loki, l'altra faccia della medaglia.
Heartcliff e Linton, la stessa storia. L'unico problema era che non sapeva proprio chi fosse l'uno e l'altro; inoltre sperava che il finale fosse un po' diverso.
Con un gemito frustrato e la solita sensazione di panico svoltò verso il laboratorio. Quando era agitata o nervosa quel luogo la calmava. La scienza, con i suoi principi e le sue solide basi, le trasmetteva sicurezza e pace.



Continua



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Capitolo 5
*** E' come scegliere tra l'Inferno appassionato e il Paradiso più dolce ***


Lila/Loki cap. 5

Buongiorno!
Di ritorno dalla verifica di filosofia e da un pasto un po' misero – maledetta dieta!- pubblico questo nuovo capitolo.
Vorrei ringraziarvi per il vostro sostegno: non ho ancora deciso cosa fare, ma nel frattempo io aggiorno e poi si vedrà.
Comunque, il banner qui sotto è opera, ovviamente, di Lights che, come sempre, crea immagini meravigliose.
Detto ciò, vi lascio. Fisica mi aspetta e io non sono Lila, perciò mi servirà un po' per venirne a capo.
Buona lettura^^

Come al solito, vi lascio il link del seguito alternativo.

A metà tra cielo e terra-Capitolo 4

Capitolo V


E' come scegliere tra Inferno appassionato e Paradiso più dolce


Sul campo di battaglia, a tutti sembrava di vivere un curioso deja-vu.
L'esercito aveva combattuto a lungo e senza risparmiarsi. Steve esibiva vari tagli sul viso, ma anche gli altri non potevano certo vantare di essere in condizioni molto migliori delle sue.
C'era qualcosa di inspiegabile nell'atteggiamento di quei mostri – perché erano tutti unanimi nel considerare che non fossero semplici umani-, ma gli sfuggiva cosa fosse quel qualcosa.
Steve era sicuro che Lila l'avrebbe compreso, complice il suo istinto e il suo genio, ma non poteva negare che fosse contento di non averla lì.

Si stanno ritirando... di nuovo” notò con disappunto Tony. Era strano: perché farlo quando non erano in svantaggio?
Perché?” domandò Natasha. Nessuno seppe risponderle, nemmeno la mente geniale di Tony Stark.
Lils saprebbe intuirlo” buttò lì lo stesso Stark. Percepiva che c'era qualcosa che non avevano compreso, qualcosa che sembrava semplice ma che sfuggiva dalle loro dita come granelli di sabbia senza che ne comprendessero la natura.
Ma Lils non c'è, giusto?” ribatté Steve.
Grazie per l'appunto, Capitan Ovvio” lo prese in giro Tony, ma era più che altro un modo per sfogare la tensione. Non era abituato a non comprendere e il non riuscirci lo frustrava.
Quale potrebbe essere il loro scopo?” domandò Thor e la mente di Tony tornò a lavorare a pieno regime. Anche Bruce, tornato alle sue sembianze naturali, mise in moto i neuroni. Se avessero saputo qualcosa del loro nemico, forse avrebbero capito cosa stava succedendo, ma la verità era che brancolavano nel buio più totale.
Dovremmo chiederci soprattutto chi c'è dietro a tutto questo” fece notare Natasha e gli sguardi si spostarono su Loki.
Tu ne sai qualcosa?” gli domandò Clint senza gentilezza. Non aveva ancora dimenticato lo scherzetto che il dio gli aveva tirato qualche mese prima e forse mai lo avrebbe fatto.
Pensavo che fosse tutta opera di Thanos per avere il Tesseract, ma ora credo che non abbia niente a che fare con questa storia” gli rispose il dio degli inganni con supponenza, come se stesse spiegando un'ovvietà a un bambino poco sveglio.
E' possibile che questi attacchi siano un modo per valutarci?” esordì Tony, interrompendo le occhiate ostili di Hawkeye, improvvisamente memore della sensazione di Lila.
Il giorno prima nessuna l'aveva presa in seria considerazione, neanche lui. Solo in quel momento si rendeva conto di quanto fosse stato sciocco sottovalutarla.
Non perché lei fosse Lila e tutto ciò che usciva dalle sue labbra era ora colato, no. Semplicemente perché era una possibilità da prendere in considerazione, una mossa intelligente che un buon giocatore avrebbe fatto.

Cosa te lo fa pensare?” gli domandò Natasha.
Vi ricordate la sensazione di Lila? Ieri nessuno le ha creduto quando ha detto che qualcuno ci stava osservando, ma se la bimba avesse ragione? Se ci fosse stato davvero qualcuno a valutare le nostre forze?”
La conoscenza rende potenti” recitò Steve, ricordando una frase di Lila.
Bruce soppesò la possibilità e si trovò a pensare che in effetti era perfettamente logico. Quale mezzo migliore per sconfiggere i propri avversari che conoscere le loro debolezze?
Cadde il silenzio. Ognuno era immerso nelle proprie preoccupazioni e nei propri pensieri. Steve non riusciva a fare altro che darsi dello sciocco per non aver dato fiducia a Lila, per non averle creduto. Più di una volta gli aveva dimostrato che il suo istinto raramente sbagliava, eppure lui continuava a dubitare. Cosa gli serviva d'altro per capire e fidarsi?

Secondo voi questo ha qualche connessione con il sogno di Lils?” domandò improvvisamente, colto da illuminazione.
Potrebbe” ammise Loki. Aveva già letto e sentito parlare del fatto che a volte gli abitanti di Midgard vedevano proiettate in sogno paure e angosce, mentre in altre occasioni -e con soggetti particolarmente sensibili- la loro mente riusciva addirittura a sognare cose che non avevano ancora visto.
Se così fosse, vorrebbe forse dire che Lila ha una sensibilità fuori dal comune?” domandò Steve, ma Loki scosse il capo.
Non è solo questione di sensibilità. E' tutto nella testa di Lila. Lei lo chiama istinto, ma non è solo quello” gli spiegò per poi iniziare a meditare ad alta voce, come se avesse dimenticato la domanda che Capitan America gli aveva rivolto.
Ci stai dicendo che abbiamo una sorta di veggente tra noi e non ce ne siamo mai accorti?”
Non ho detto che è una veggente, non è questo. E' solo che la sua mente è lo strumento più potente che abbia visto da un po'” si difese Loki. Non credeva che Lila avesse il potere di prevedere il futuro, ma era indubbio che avesse un intuito fuori dal comune.
Cadde di nuovo il silenzio, interrotto dopo poco da Tony. Steve seppe che avrebbe detto qualcosa di particolarmente beffardo quando vide il ghigno che si era aperto sul suo viso.

Chissà come se la cava la fata Morgana con la lotteria” si domandò e tutti risero, persino Loki che abbozzò un mezzo sorriso.
Intanto il velivolo sorvolava l'oceano, diretto alla base.


*

Steve pareva impaziente di vedere il portellone aprirsi durante tutte le manovre di atterraggio e un osservatore attento avrebbe potuto notare un temperamento simile in Loki.
Entrambi spasimavano -anche se Loki non lo avrebbe mai ammesso- dal desiderio di vedere Lila, anche per frenare quel senso di angoscia che gli opprimeva le viscere.
Le aspettative di tutti non vennero deluse e quando scesero trovarono una familiare chioma castana, un sorriso da farfalle allo stomaco e profondi occhi azzurri. Accanto a lei c'era Fury, ma Steve non vi badò.
Colmò la distanza che lo separava da Lila con poche falcate e la strinse a sé. Chiuse gli occhi e si beò del suo profumo, così conturbante e dolce.
Lila lo strinse a sé, sollevata di vederlo sano e salvo e il senso di colpa che le strinse lo stomaco in una morsa.
Una vocina nella sua testa le disse che era una persona davvero pessima: avrebbe dovuto confessare tutto a Steve, dirgli che tuttavia lo amava e non voleva altro che lui.
Era la cosa giusta da fare, eppure Lila sapeva di non poterlo fare, a prescindere da quanto lo desiderasse.
Dirgli che andava tutto bene, che Loki non significava niente per lei... sarebbero state tutte bugie.
Cosa fare?
Spostò gli occhi verso un'altra direzione, ma nel farlo incontro la figura di Loki. Il suo cuore prese a battere all'impazzata e non poté trattenersi dal provare sollievo nel vederlo lì.
Ad onor del vero, dovette ammettere con se stessa che non era solo sollievo. Anzi, sentì l'insano desiderio di avvicinarsi e stringerlo come stava facendo con Steve.
Lasciò andare l'uomo e gli rivolse un sorriso.

Come è andata?” domandò mentre si avviava tutti verso la sala delle riunioni. Quando si furono accomodati tirarono un sospiro di sollievo e Lila sorrise con dolcezza: dovevano essere molto stanchi.
Li abbiamo ricacciati indietro, ovviamente” le rispose Tony con un sorrisetto divertito e Lila alzò gli occhi al cielo sbuffando qualcosa che somigliava a “sbruffone”.
Lila” la chiamò Bruce e lei si volse verso di lui “Ci puoi spiegare che tipo di sensazione hai provato ieri?”
Non era una sensazione. Ora come ora è diventata una certezza: c'era qualcuno che ci stava valutando e se voi non volete crederci...” lasciò la frase in sospeso.
Noi ti crediamo” la tranquillizzò Thor prima di continuare “Secondo Loki potresti avere una specie di senso extra, giusto?” chiese conferma al fratello.
Lila aveva paura a voltarsi verso di lui, ma alla fine cedette e ne incontrò lo sguardo. Erano sempre stati così verdi i suoi occhi?

Più o meno. Non ho mai visto nessuno con una sensibilità tanto spiccata” considerò.
Quindi cosa sono? Una sorta di Sibilla cumana?”
Loki abbozzò una sorriso sghembo “No, solo un'umana molto sensibile”

E con una mente portentosa” completò Tony mentre si versava una tazza di caffè.
E' anche per questo che sono qui, vero?” si voltò verso Clint, che forse era l'unica persona a poterle rispondere in quel momento e lo vide annuire.
Sì, anche”
“Ma come facevate voi a saperlo? Non ne ero a conoscenza neanche io!”

Lo S.H.I.E.L.D ti ha osservata per un po'. All'inizio ti avevano convocata solo per la tua intelligenza, ma mentre eri qui Fury si è accorto che c'era qualcosa altro a renderti speciale. Ovviamente non c'era certezze riguardo questo tuo talento, se così vuoi chiamarlo, ma c'erano discrete possibilità che ti dimostrassi fuori dal comune e non solo per la tua intelligenza” le disse e Lila rabbrividì, mentre pensava che fosse il discorso più lungo che avesse mai sentito fare all'agente Barton. Cosa doveva fare? Sapere che qualcuno l'aveva spiata, chissà per quanto tempo, senza che se ne accorgesse era una sensazione da brividi sulla pelle.
Avrebbe voluto ribattere, ma scorse con la coda dell'occhio Natasha che si massaggiava una spalla e Tony che sbadigliava.
Che stupida: lei era rimasta tutto il giorno a poltrire, ma solo avevano combattuto e dovevano essere a pezzi.
Assunse il suo miglior cipiglio da madre, lo stesso che esibiva con Simon quando doveva fargli fare qualcosa.

Non è il momento di continuare questa conversazione. Andate a riposarvi fino all'ora di cena” e fece loro cenno di andare.
Nessuno se lo fece ripetere due volte e si dileguarono.

Vieni?” le domandò Steve. Lila temeva di restare da sola con lui perché sapeva che sarebbe arrivato il momento di confessare la sua colpa.
Forse Steve glielo lesse negli occhi perché per un attimo il suo sorriso vacillò e Lila impallidì.

Ti raggiungo tra poco”
L'uomo annuì e se ne andò senza aggiungere altro, neanche un sorriso.


Rimasta sola, Lila si voltò e si rese conto di aver dimenticato qualcosa. O meglio, qualcuno.
Loki era ancora lì e le rivolgeva un sorrisetto divertito, come se vederla in difficoltà lo rendesse felice.
Lila sospirò e si avvicinò. Avrebbe voluto rimandare anche quella conversazione, ma doveva almeno mettere in chiaro una cosa.
Poi si sarebbe presa il suo tempo, ma c'era un'unica considerazione da fare, una comunicazione da trasmettere.

Mi chiedevo” la precedette il dio “come reagirà il tuo bel capitano quando saprà cosa è accaduto”
Non gli dirai niente, Loki” gli intimò.
Perché? Vuoi negare che ci sia qualcosa tra noi, principessa?”
Glielo dirò io, quando sarà il momento” rispose lei, eludendo la seconda parte della domanda.
E cioè quando?” gli occhi verdi di Loki sprizzarono scintille e si avvicinò mentre Lila retrocedeva. Non era di Loki che aveva paura, ma non si fidava del proprio corpo: aveva già dimostrato di non riuscire a controllarsi in sua presenza.
Non lo so” dovette ammettere. Non era del tutto vero: si conosceva e sapeva che non sarebbe riuscita a tenere quel segreto con Steve.
Come avrebbe fatto a guardare in quegli occhi così limpidi e a dirgli che lo amava con quel peso sullo stomaco?
No, non poteva fargli questo. Se c'era una cosa che Steve non si meritava, oltre al tradimento, era di essere anche ingannato.

Potrei farlo io. Immagino sarebbe divertente vedere la sua espressione nel sapere che la sua dolce amata lo ha tradito”
Un violento senso di nausea la sopraffece quando si rese conto che non era una termine sbagliato: lei aveva tradito Steve.
Provò il forte desiderio di piangere, ma trovò la forza di reagire e di accantonare quell'agghiacciante pensiero per il tempo di quella schermaglia.

Non lo farai. Non mi ferirai a tal punto” sussurrò inchiodandolo con gli occhi chiari.
Perché non dovrei? Se servirà ad ottenere il mio scopo...”
A quel punto Lila si rese conto che c'era un solo modo per fermarlo quando bastava perché fosse lei a risolvere quella situazione.
Una parte di lei avrebbe voluto togliersi quel peso, scaricandolo sulle spalle di Loki, ma poi si malediceva per quei pensieri: doveva essere lei e nessun altro a parlare a Steve.

Ora come ora sarebbe stupido negare che io provi qualcosa per te” ammise stancamente “ma non per questo te. Tu sei migliore di così, io lo so. Forse neanche tu ci credi, ma sono sicura che tu possa esserlo”
Loki rimase in silenzio, ma alla fine decise di cambiare argomento.

Cosa farai ora? Tornerai da lui e magari cercherai di sopprimere quello che provi?” la prese in giro, ma sotto l'atteggiamento beffardo sentiva il cuore sanguinare.
Lila non lo avrebbe mai scelto, non gli avrebbe mai concesso neanche una possibilità. Avrebbe voluto urlarle di concedergliene una, anche piccola e insignificante. Non essere preferito a qualcun altro... era la storia della sua vita.

No. Parlerò con Steve e poi... non lo so, ma potrebbe essere lui a lasciarmi” chiarì con un sorriso così amaro che Loki provò il desiderio di baciare di nuovo quelle labbra fino a cancellare quell'espressione così affranta.
Loki annuì e Lila considerò chiusa la conversazione, anche perché non credeva di poter reggere oltre.
Se Loki aveva sentito il suo cuore sanguinare, Lila era sicura che il suo stesse lentamente andando in frantumi, ma non si sarebbe lasciata abbattere da quella sensazione, anche perché era certa che il peggio dovesse ancora venire.
Per un attimo desiderò che Loki non fosse mai entrato nella sua vita e lo bramò con tanta intensità da alzare lo sguardo verso di lui e dirglielo.

A volte vorrei che non fossi entrato nella mia vita” erano parole pesanti come macigni, ma non c'era cattiveria in loro. Solo una disarmante sincerità.
Loki nascose dietro un sogghigno quanto quella frase lo avesse ferito, ma non disse niente perché era certo che avrebbe continuato.
E infatti non lo deluse.
Lila si avvicinò e alzò gli occhi su di lui. Gli puntò addosso due iridi chiare, azzurre come i fiumi e il cielo di Asgard.

Ma ora che ci sei dentro non posso immaginarla senza di te” finì e Loki sorrise.
Non il solito ghigno beffardo, ma un sorriso sincero che portò Lila ad arricciare appena le labbra a sua volta.

Ora devo proprio andare”
Ci vediamo dopo, principessa”
Lila annuì, troppo spossata per dire altro. Si sentiva senza forze e stanca come se avesse combattuto con loro, ma c'era ancora una cosa che doveva fare, forse la peggiore: parlare con Steve.

*

Quando entrò nella stanza Lila trovò Steve seduto sul letto ad attenderla. Non si era ancora cambiato e aveva addosso un'espressione così seria da farle capire che aveva intuito qualcosa.
Ma d'altronde non la sorprese. Lei poteva anche avere quel senso extra super sviluppato, ma lui era Steve e la conosceva come nessun altro.
Forse persino meglio di quanto lei conoscesse se stessa e questo la diceva molto lunga.
Rimasero in silenzio per alcuni minuti.
Lila voleva godere di quegli ultimi minuti di pace, una situazione così statica da essere irreale. Ed era così: era la calma prima delle tempesta.
Steve, dal canto suo, aveva capito che c'era qualcosa che turbava profondamente Lila e lo aveva intuito guardando la sua espressione sconfortata e colpevole, la stessa di un bambino che ha fatto qualcosa che non doveva.
Dal canto suo Lila sapeva che era arrivato il momento di prendersi le proprie responsabilità: era sempre stata una ragazza coraggiosa, di quelle che non si fanno troppi problemi a perseguire i propri obbiettivi, anche a costo di ferire qualcuno.
Ma qui si trattava di Steve e la sola idea di fargli del male le pareva un abominio.
Si disse che non era una persona cattiva: lei non voleva Loki e Steve ai suoi piedi, si trattava solo di capire di chi dei due non poteva fare a meno e lasciare andare l'altro.
Facile a dirsi, ma la sola idea di restare senza uno dei due le faceva paura. Ed era certa che fosse un sentimento nato da motivi diversi, da affetti diversi.
Doveva essere così. Il problema era che le sembrava di amare entrambi con la stessa intensità, anche se in modi diversi, entrambi ugualmente impossibili da spiegare.

Che sta succedendo, Lils?”
La voce di Steve la riscosse e seppe che era arrivato il momento di parlare, ma non ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi.
Glielo devi, Lils, glielo devi, le ricordò la sua coscienza e si obbligò ad alzare lo sguardo da terra per posarlo sull'uomo che, intanto, si era alzato e la fissava a sua volta.

Ho baciato Loki”
A quel punto provò diverse sensazione. Dapprima sollievo -quel segreto pesava come un macigno- ma poi vide l'espressione sul viso di Steve e si sentì sprofondare di nuovo.

Cosa significa?” le domandò stupidamente e Lila provò l'insano desiderio di ribattere con una battuta.
Significa che le mie labbra hanno toccato le sue” istinto che, malauguratamente, non riuscì a sopprimere.
E allora Steve fece qualcosa che Lila non si sarebbe mai aspettata. O forse sì, anche se sperava in un'altra reazione.
Si lasciò cadere sul letto e si passò una mano sul viso.

Sapevo che prima o poi sarebbe successo. C'era qualcosa che non andava tra noi, Lils? C'è qualcosa che non va?”
Non c'è niente che non vada, Steve. E' successo e basta”
“Provi qualcosa per lui?”

Vuoi la verità o la comoda bugia?”
“La verità, Lils, sempre”

Sì, provo qualcosa per lui. E vorrei dirti che non è niente, ma mentirei e ho promesso di essere sincera con te. Ti avevo detto che volevo aiutarlo per Thor, ma credo che fosse anche per me, anche se non ero ancora pronta ad ammetterlo”
Va bene” ammise stancamente alzando finalmente lo sguardo. Lila avrebbe voluto che la aggredisse a parole, che le urlasse contro perché sarebbe stato più facile trovare il coraggio di cui aveva bisogno.
Se l'avesse aggredita avrebbe potuto reagire, in qualche modo, e per un po' il dolore sarebbe stato assopito dalla rabbia.
Verso Steve, verso Loki, verso se stessa... non le importava, voleva solo trovare qualcosa che le annebbiasse i sensi per un po'.

Io ti amo” iniziò Steve “e probabilmente lo farò per sempre, ma non posso stare con te”
Lila chiuse gli occhi. Si disse che non avrebbe pianto, che sarebbe stata forte, ma sentì lo stesso le lacrime scivolarle lungo le guance, fedifraghe e traditrici.

Non finché non farai la tua scelta. Lo capisci?”
Lila non riuscì a parlare, ma annuì semplicemente. In quel momento sentiva di non essere lei, come d'altronde si rendeva conto di non essere stata sé stessa in quei giorni.
Lila Cassandra Charmichael era una ragazza forte, decisa, non una mocciosa piagnucolante. E quando era finita in quel triangolo di pessimo gusto? Dov'era andata la vecchia Lila, giusta, incorruttibile, sicura di sé?
Si odiò per la propria debolezza e avrebbe voluto gridare al mondo tutto il suo disgusto.

Non posso stare senza di te” gli ricordò, in un ultimo tentativo di trattenerlo a sé. Si asciugò le lacrime e alzò gli occhi su di lui.
E Loki? Non puoi stare neanche senza di lui?” le domandò Steve.
Strinse le labbra “Loki è importante, non lo nego. Hai ragione” dovette convenire alla fine.
Benché l'avesse portata lui a dire quelle parole e benché fosse consapevole dei sentimenti di Lila, sentirla pronunciare quella frase lo ferì così a fondo che dubitava che quella ferita si sarebbe mai rimarginata.

Prenditi tutto il tempo che hai bisogno, Lils, ma scegli”
La ragazza annuì, incapace di dire altro e chiuse gli occhi quando Steve le posò un bacio sulla fronte, scostando i capelli.
Quando se ne andò rimase ancora un momento così, con le palpebre chiuse e mordendosi le labbra.
Quello sarebbe stato l'ultimo momento di debolezza.
Da quel momento in poi sarebbe tornata la vecchia Lila: forte e decisa. Avrebbe fatto la sua scelta e sarebbe stata per sempre, ma non ci sarebbero stati drammi.
Non avrebbe permesso a niente e nessuno di rovinare la magica complicità che si era instaurata tra tutti loro.



Continua


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Capitolo 6
*** Si fan cose folli quando si ama ***


Lila/Loki 6

Buongiorno!
Lo so, sono in ritardo, ma ho una buona motivazione.
Perciò vi prego, rimette a posto katane e spade e datemi il tempo di spiegare.
Allora, la storia ha subito una modifica rispetto a come l'avevo pensato prima di pubblicarla e perciò sto modificando capitolo per capitolo.
Purtroppo, questo richiedeva modifiche molto sostanziali e piuttosto estese perciò ci è voluto un po' per decidere come e dove intervenire.
Vi lascio alla lettura, sperando di non aver fatto danni.

A metà strada tra il cielo e la terra-Capitolo 5



Capitolo VI


Si fan cose folli quando si ama



La mattina dopo Lila si svegliò presto, troppo per i suoi gusti. Quando vide l'ora sulla sveglia decise che poteva permettersi di tornare a dormire.
Si rigirò nel letto per svariati minuti prima di desistere e di alzarsi. Era tornata a dormire nella stanza che era stata sua prima che si trasferisse a dormire in quella di Steve.
Non era più abituata a riposare sola e sentire il freddo dell'altro lato del materasso né ad avvertire sotto le dita la consistenza delle lenzuola invece che quella di un corpo caldo.
Preferì allontanarsi dal giaciglio piuttosto che tentare di procurarsi un calore che intanto non avrebbe trovato lì, sola.
Indugiò più a lungo del solito sotto la doccia e si dedicò con cura a scegliere i vestiti e pettinarsi. La routine quotidiana aveva sempre avuto un potente effetto calmante su di lei e quel giorno aveva decisamente bisogno di rilassarsi.
In particolare, spazzolarsi i capelli e districarne i nodi con le dita era un efficace deterrente per la tensione.
Forse, a livello inconscio, tutti quei procedimenti erano solo un modo per ritardare l'inevitabile. Lo stomaco le si annodò e le passò qualunque appetito, così decise di andare direttamente in laboratorio.
Di solito la scienza le trasmetteva pace e sicurezza, con tutte le sue solide basi e i suoi principi. Quello era un ambito che non le avrebbe mai presentato sorprese indesiderate, considerò con un sospiro di sollievo.
Era presto e sicuramente stavano ancora tutti dormendo, così iniziò a trafficare con le attrezzature.
Durante la sua notte tormentata aveva avuto una mezza idea. O meglio, più che un'idea era un'intuizione.
Loki aveva detto che forse c'era Thanos dietro tutta la vicenda, ma oramai era chiaro che chiunque fosse il loro nemico, non era certo chi si aspettavano. Nelle lunghe ore insonni di quella notte, Lila aveva compreso che era importante mettere fine a quel gioco -perché per lui, chiunque fosse, era sicuramente quello- presto, prima che l'attesa e l'ignoranza logorasse i loro nervi.
Era ragionevole pensare che volesse il Tesseract: dopotutto, quale super cattivo non avrebbe desiderato possedere una fonte di energia inesauribile e potentissima, oltre che un portale per mondi sconosciuti?
E allora perché non darglielo?, si chiese.
L'idea le era balenata nella mente per caso e quasi le era venuto da ridere. All'inizio aveva pensato di essere impazzita, ma poi si era soffermata a considerare meglio l'opzione e l'aveva trovata folle, assurda e quasi suicida.
Perciò era sicura che potesse funzionare.
Creare un oggetto simile al Tesseract, una fonte di energia che attirasse il loro nemico proprio nella trappola.
Avrebbe dovuto creare il cubo e trovare il modo di alimentarlo, in qualche modo, con raggi gamma o qualcosa di simile.
Non sarebbe stato facile, ma su quel elivelivolo c'erano tre geni: se c'era qualcuno che poteva farlo, erano proprio loro.
Iniziò ad armeggiare alla ricerca delle resine necessarie per creare il contenitore, ma un rumore alle sue spalle la fece sobbalzare e la costrinse a voltarsi di scatto impugnando un bastoncino elettrico come arma.

Stai cercando di minacciarmi?” le domandò Loki alzando un sopracciglio, scettico.
Sei impazzito? Oh, scusa, domanda infelice: tu sei già pazzo” ringhiò la ragazza.
Oh, questo era un colpo basso”
Mi hai spaventata” si giustificò lei e Loki le rivolse un sorriso poco rassicurante.
Si chiese cosa di un essere così beffardo, folle e, perché no, crudele potesse piacerle tanto da mettere in crisi il suo rapporto con Steve, ma poi si disse che era una domanda stupida.
Loki le piaceva perché non era solo tutte quelle cose. O almeno, lei ne vedeva molte altre che non avrebbe potuto descrivere a parole.
Sapeva solo che quegli occhi verdi le accendevano qualcosa dentro che la turbava per la sua intensità.
Un quid che mancava di un nome e che pure era tanto intenso e caldo da farle desiderare di abbandonarsi ad esso.

Principessa?” la chiamò e Lila si riscosse.
Ho parlato con Steve” iniziò lei “ora sa del bacio” specificò poi.
Sei stata veloce” Loki non poté trattenere un sorriso e a Lila pianse il cuore nel vederlo così speranzoso, così umano.
Le pianse il cuore perché per un attimo non desiderò altro che farsi stringere da quelle braccia.

E' complicato” continuò imperterrita, fingendo di non aver sentito le sue parole, prima di alzare di nuovo lo sguardo su di lui “Non so cosa fare”
Provi qualcosa per me, Lila?”
Mi pareva di avertelo già detto. Dov'è finito tutto il tuo acume, dio degli Inganni?” lo prese in giro lei per alleggerire la tensione.
Ma non hai intenzione di lasciare Steve” constatò Loki, ma Lila lo stupì.
E' già successo, ma non mi prenderò il merito di questa decisione: è stato lui”
E questo cosa significherà per noi?” le chiese, cominciando a scaldarsi. Cos'era lui, una sorta di ripiego?
La spalla a cui appoggiarsi ora che Steve l'aveva piantata in asso? Se era quella la condizione per starle accanto non era sicuro di poterlo fare.
Forse Lila comprese cosa gli passava per la testa perché fece un passo avanti e gli prese una mano, intrecciando le dita con le sue.

Non sei un rimpiazzo, Loki. Ma devo fare una scelta e Steve ha voluto darmi lo spazio di cui ho bisogno”
“Mi stai chiedendo del tempo da sola per pensare?” le chiese. Non riusciva a scherzare come aveva fatto prima con lei così vicina e le sue dita calde a contatto con le proprie.

Ti sto chiedendo spazio per pensare, per prendere la decisione giusta e definitiva, ma non voglio che stiate lontani. La solitudine non mi piace, Loki, e non sono abbastanza altruista da tenervi lontani da me”
Loki annuì. Ecco, ora avrebbe voluto baciarla, ma era certo che Lila lo avrebbe allontanato così, per evitare la sofferenza di un rifiuto, districò le dita da quelle di lei e si allontanò.
Pensava che lei lo avrebbe lasciato andare, ma si sentì trattenere dalla mano di Lila e in un attimo lo stava stringendo a sé, abbracciata a lui e con la testa appoggiata alla sua schiena.

Non ti chiedo di cambiare per me, ma voglio l'uomo migliore perché so che ce n'è uno dentro di te” sussurrò.
Non seppe dire cosa glielo fece cogliere, ma avvertì dietro quelle parole, proferite con semplicità, un dolore gigantesco.
In un attimo Loki comprese quanto grande fosse la scelta che le chiedevano di fare e, di conseguenza, quanto smisurato fosse il suo amore per loro.
Aveva sempre visto in Lila una donna impiegabile, astuta e non si era mai avveduto del fatto che si era piegata tanto tempo addietro alla forza dei propri sentimenti.
Forse Lila era anche astuta e calcolatrice, ma era prima di tutto una donna appassionata, capace di passioni così forti da piegare persino lei.
Come aveva fatto a non capirlo prima?
Alla luce di questa considerazione Loki preferì tacere la risposta beffarda che gli era salita alle labbra e si lasciò stringere, comprendendo quanto lo avesse sempre desiderato.

Mi stai concedendo una possibilità?” chiarì Loki.
Te ne concedo un'altra” sottolineò lei che, di possibilità, a Loki ne aveva concesse più di quanto non avessero fatto gli altri.
Abbandonò la presa e si separò da Loki mentre questi si girava con un'espressione scontenta.
Forse il dio si aspettava che dicesse ancora qualcosa, magari di tendenzialmente romantico e smielato, ma Lila lo sorprese mulinando i capelli e rivolgendogli un sorrisetto.

Ora io devo lavorare, perciò hai due opzioni: o sgombri il campo o resti qui e mi dai una mano”
E come pensi che possa aiutarti, principessa?”
Puoi passarmi quello di cui ho bisogno” ribatté candidamente lei.
Dimmi un po', mi hai scambiato per un maggiordomo?”
Certo che no!” si indignò lei “un maggiordomo non lavora certo in un laboratorio” rispose come se fosse un'ovvietà.
Loki sospirò e scosse la testa, ma non poté trattenere un sorriso divertito. Decise di lasciar perdere i libri nella sua stanza, visto che gli si offriva l'opportunità di passare del tempo con Lila e si accomodò su uno sgabello, dall'altra parte del piano dove Lila lavorava.
La vide armeggiare in un armadio alla ricerca di chissà cosa e sbuffare contrariata qualcosa come “non c'è mai quello che serve”

Cosa cerchi?” le domandò.
Resine”
“Che?”

Lascia perdere. Devo creare una copia del Tesseract”
“E a cosa ti servirà? Lo vuoi tenere da soprammobile, per caso?”

Spiritoso. No, voglio vedere se la mia idea funziona. E se lo farà avrete un motivo in più per chiamarmi genio, dopo aver battuto il nostro nemico”
Non dovremmo tentare di capire prima chi sia, questa persona?” le ricordò con una certa nota ironica che fece sì che Lila ignorasse completamente la domanda.
Allora Loki la guardò con fare interrogativo, chiedendosi cosa volesse fare. Conoscendo Lila, era certo che fosse qualcosa di assolutamente folle e spregiudicato. Ma, sempre sapendo con chi aveva a che fare, era quasi certo che avrebbe potuto funzionare.
Non indagò oltre, concentrato ad osservare come Lila si muovesse tra tutti quegli aggeggi a lui sconosciuti.
Loki si appoggiò al piano e iniziò a guardarla con attenzione. Non si era mai accorto dei piccoli gesti che Lila compiva inconsapevolmente.
Quando era concentrata aggrottava le sopracciglia, si mordicchiava il labbro inferiore e si scostava continuamente i capelli dal volto.

Se continuerai a fissarla così la consumerai” fece notare la voce beffarda di Tony.
Fece il suo ingresso in laboratorio insieme a Bruce, ma Lila non si dette la pena di rispondere né di alzare lo sguardo dal lavoro di taglio che stava facendo.

Che fai, Lils?” si intromise Bruce, impedendo a Loki di ribattere in qualunque modo.
Sto creando una copia del Tesseract” li informò lei, ma prevenne le altre domande continuando a spiegare “La useremo come esca per il nostro caro avversario”
“E tu lo sai perché sei la nostra sibilla cumana, giusto?” la sbeffeggiò Tony che, come al solito, non sapeva tenere per sé la sua ironia. “Mettiamola così” lo prese in giro Lila “non credo che sia qui perché adora il modo in cui facciamo il caffè, ecco”

La bimba fa del sarcasmo” berciò Tony guardando Bruce con un'espressione quasi orgogliosa “Ha avuto un grande maestro”
"Da che ricordi io” si intromise proprio Banner “non ha mai avuto bisogno di un maestro”
Guastafeste” si imbronciò Tony, ma Lila li richiamò subito all'ordine.
Avete intenzione di stare lì a cincischiare o pensare di darmi una mano?”
Li mise al lavoro entrambi, riprendendoli quando si distraevano -ossia quando Tony lo faceva- e ridacchiando di quando in quando con loro.
Persino Loki si lasciò carpire da quell'atmosfera di allegra confidenza, tanto che si ritrovò a sorridere con loro.
Poi comparvero Thor e Steve e Lila tacque improvvisamente, incupendosi. Tutti si resero conto che qualcosa era cambiato nell'aria perché i loro sguardi corsero tra Steve e Lila, entrambi taciturni e chiaramente scontenti.
In particolare Capitan America sembrava triste e abbattuto, mentre Lila aveva la classica espressione del bimbo che viene beccato con le mani nella marmellata.

Problemi in paradiso?” domandò Tony, ma nessuno dei due si prese la briga di rispondergli. Lila alzò lo sguardo e incontrò gli occhi di Steve.
Così azzurri, così intensi da farle mancare il fiato e provò una dolorosa stretta allo stomaco nel pensare di averlo ferito.
Avrebbe voluto correre tra le sue braccia e urlargli che lo amava, ma sapeva di non poterlo fare perché non avrebbe potuto dargli la garanzia che Loki non era niente più di un amico per lei.
Così si limitò a rivolgergli un mesto sorriso, prima di riprendere a lavorare. Doveva comportarsi come avrebbe fatto sempre, dopotutto non era cambiato nulla.
Cuori a pezzi e drammi amorosi a parte, ovviamente.

Cosa fai?” le chiese Steve avvicinandosi.
Prima che Lila potesse rispondere intervenne Tony “Stiamo costruendo una copia del Tesseract da usare come esca per il simpaticone che ha deciso di attaccare la Terra, cosa che succederà sicuramente seconda la nostra Pizia”
“Punto uno” scattò Lila “la pizia era invasata da un dio, quindi no, non mi rispecchio molto in lei. Punto due, se è un'idea così stupida nessuno vi obbliga a darmi una mano. Me la cavo da sola, grazie!” e detto ciò strappo dalle mani di Tony la resina che aveva preso e iniziò a scaldarla per renderla più duttile.

La bimba si è arrabbiata” notò Clint, giunto con Natasha in tempo per sentire la sua sfuriata.
Lila dovette far ricorso a tutta la sua pazienza per non urlargli contro, ma decise che non era il momento adatto. Prima o poi avrebbero fatto allenamento in palestra e allora sì che avrebbe potuto rendergli pan per focaccia.
Però, a ben vedere, qualcosa poteva già dirlo adesso.
Aprì la bocca, pronta a uscirsene con una qualche cattiveria, ma venne interrotta dall'entrata di un Fury piuttosto cupo.

Mi faccia indovinare: un altro attacco alieno?” gli chiese Clint con l'aria di chi la sa lunga.
L'uomo annuì e l'alone nero che gli gravitava intorno, chiaro segno del suo pessimo umore, sembrò aumentare.

Dove dobbiamo andare?” domandò Natasha.
Seattle”
Bastò quello per farli scattare verso la porta e dirigersi verso la sala delle armi.

Non ci sono possibilità che tu resti di nuovo qui, vero?” domandò Steve guardando Lila.
La ragazza scoppiò a ridere e mulinò la chioma castana.

Neanche mezza” confermò.
Lo sospettavo”


*


Quel giorno Lila si stava proprio divertendo.
Era folle, assurdo e privo di senno, ma mentre menava le mani contro un battaglione di uomini super dotati, riuscì finalmente a sfogare un po' della frustrazione e della rabbia che aveva represso.
A dire il vero non sapeva neanche di averne così tanta in corpo, ma questo non era importante. L'unica cosa che contava era fare fuori quanti più avversari poteva e sfogarsi.
Utile e dilettevole, come si suol dire.
Si accorse con rammarico di essersi liberata di tutto il gruppetto che l'aveva accerchiata – e di averlo fatto senza l'aiuto di nessuno, cosa che la riempì di soddisfazione-, così volse lo sguardo per vedere se qualcuno avesse bisogno d'aiuto.
A poca distanza da lei c'era Steve e sembrava cavarsela bene anche da solo, tuttavia lei decise di intervenire perché si sa: due è meglio di uno.
E poi voleva stargli accanto, in qualche modo. Anche se non poteva stringerlo a sé come avrebbe voluto, non in quel momento almeno, combattere al suo fianco forse glielo avrebbe fatto sentire più vicino e avrebbe colmato un po' la distanza -abissale, come se tra loro si fosse aperto un oceano- che sembrava dividerli.
Nessuno poteva sapere quanto ne avesse bisogno.

Bisogno di una mano?” gongolò, conscia che no, non ne aveva affatto bisogno, ma che avrebbe comunque accettato il suo aiuto, troppo gentiluomo per cacciarla.
Come aveva previsto le rivolse un mezzo sorriso “Perché no”
Schiena contro schiena, Lila non si era mai sentita così al sicuro, anche in mezzo a una battaglia.
Era così che doveva essere, si disse.
Loro due che combattevano, insieme, per qualche nobile causa, coprendosi le spalle a vicenda. Mentre assestava un calcio ad un mostro che stava per attaccare Steve si sentì al posto giusto.
Non nel mezzo nella mischia, ma accanto a lui.
Ma allora se si sentiva così perché non riusciva a scegliere lui? Perché la sola idea di abbandonare Loki la faceva stare male?
Decise che no, non era quello il momento adatto per pensare a certe cose, così si concentrò su quello che stava facendo.
Era una bella coppia, anche sul campo di battaglia, tanto che nel giro di dieci minuti avevano sbaragliato tutto il gruppo.
Il merito era per lo più di Steve, ma per una volta non le importò. Si fermarono a prendere fiato e si sorrisero.

Non ci avevo fatto caso, ma sei molto migliorata” le disse.
Non hai mai voluto vederlo, Steve: eri sempre troppo preoccupato di ciò che poteva accadermi per renderti conto che sono brava, davvero brava”
Steve fece un passo avanti e poi un altro ancora, fino a quando non fu a pochi centimetri da lei. Si chinò sul suo viso e Lila si ritrovò a specchiarsi nelle sue iridi azzurre.

Tu sei brava in tutto quello che fai” soffiò sulle sue labbra prima di colmare la distanza che li separa con un bacio.
In realtà, fu più che altro uno sfioramento di labbra, ma Lila rabbrividì per l'eccitazione.
Quando Steve si allontanò -restando pur sempre troppo vicino per i suoi gusti- Lila dovette ripetersi tutti i motivi per cui no, non poteva proprio saltargli addosso.

Lo stai facendo apposta?” gli domandò.
Devo convincerti a scegliere me, giusto? Bene. Userò tutte le armi a mia disposizione, anche se a sedurre sei sempre stata più brava”
Questo lo dici tu” borbottò, stando tuttavia ben attenta a non farsi sentire. Obbiettivo in cui fallì miseramente perché non solo Steve la sentì, ma le rivolse un sorriso compiaciuto.
Forse avrebbe anche detto qualcosa -davvero, doveva smettere di frequentare Tony o avrebbe cominciato a ribattere allo stesso modo- ma un rumore alla loro destra li costrinse a voltarsi.

Loki!” chiamò Thor e Lila vide il dio correre in direzione del fratello, pronto ad aiutarlo. Solo allora Lila si accorse di cosa stava accadendo intorno a loro.
Non si era resa conto della comparsa di un nuovo personaggio, ma era evidenti che in quei pochi minuti erano accadute molte cose.
Quando vide chi era, Lila impallidì.
Avrebbe riconosciuto quei ghigno crudele dovunque e istintivamente si mosse in avanti.

Non avvicinarti!” le intimò Steve, ma quando vide il viso della ragazza capì che non gli avrebbe dato ascolto: poteva essere spaventata e terrorizzata quanto voleva, ma ad essere in pericolo era Loki e quello vinceva ogni timore.
Se ne rese conto con dolore e rabbia, ma si disse che la reazione di Lila sarebbe stata la stessa anche se ci fosse stato lui al posto del dio.
Perché lei li amava entrambi, forse non ugualmente, ma entrambi.
La vide scattare avanti e corse nella sua stessa direzione. L'avrebbe seguita se non fosse stata improvvisamente circondato da altri nemici che gli sbarrarono il passo.
Loki e il suo avversario -ancora a volta coperto, ma a Lila non serviva vederlo per sapere chi si celava lì sotto- combattevano, ma le cose non sembravano andare nel migliore dei modi per il dio degli Inganni e Lila se ne rese conto con sgomento.
Scattò in avanti per intromettersi, ma le braccia di Thor la fermarono.

Non puoi farlo. Stai indietro, ci penso io” le disse e si lanciò in aiuto del fratello. Ebbe il tempo di sbattere le palpebre e quando le riaprì, Thor era già lontano, intento a rialzarsi dopo un volo di qualche metro.
L'altro afferrò Loki per il collo, strattonandolo mentre apriva un varco verso chissà quale mondo con uno strano scettro.

Tu dovresti andare bene: vedremo se saprai darmi le informazioni che cerco”
La sua voce era forse peggio del suo aspetto: gutturale, ferina, più simile al ringhio di una bestia che a una voce umana.
Ma stranamente Lila non provò paura. Per la prima volta da molto tempo si riconobbe nel fiotto di adrenalina che le si riversò nelle vene e nella rabbia che le divampò dentro.
Finalmente era di nuovo lei, la Lila coraggiosa e forte, determinata fino alla sconsideratezza. Ne fu felice.

Andiamo, abbiamo alcune cose di cui discutere” sogghignò l'uomo -sempre che lo fosse- da sotto il cappuccio.
Lascialo!” Lila si lanciò in avanti, dimentica di tutto il resto. Non avrebbe permesso a quel essere di portare via Loki, non fino a quando avrebbe potuto opporsi in qualche modo.
A quanto pare qualcuno qui ci tiene a te” rise e Lila si sentì ribollire di furia. Certo che c'era qualcuno che ci teneva a lui, come poteva credere il contrario?
Lila ringhiò qualcosa tra i denti e si sporse ancora con cautela. L'altro sogghignò: quella ragazzina aveva coraggio da vendere, ma questo lo aveva già capito.
Li aveva osservati tutti, per carpire ogni informazione possibile su di loro e aveva compreso come Lila fosse l'anello debole della catena.
Certo, poteva anche essere più coraggiosa di una persona normale, ma in lei non c'era nient'altro di speciale.

Vuoi fermarmi?” le domandò con un sorriso crudele.
Credi che non ce la farei?”
Sei solo una ragazzina piena di incertezza. Come pensi di vincere me, che sono la paura personificata, quando non sai vincere ciò che ti spaventa neanche nel tuo animo?” la prese in giro, ma Lila era ben lungi dal lasciarsi abbattere.
Oh, ti prego! Speravo che almeno i super cattivi non amassero cadere nei cliché peggiori della storia, ma mi sbagliavo” lo sbeffeggiò. Se pensava che bastasse dirle una tale ovvietà per distruggerle l'equilibrio su cui si muoveva, si sbagliava di grosso.
Aveva passato momenti ben peggiori e poi gli doveva ancora un favore per il bel sogno che le aveva provocato due notti prima.

Mi piacerebbe restare qui a parlare, ma io e il tuo caro dio abbiamo alcune cose di cui discutere” la congedò e detto ciò entrò nel portale.
Ma non aveva fatto i conti con la creatura testarda e priva di spirito di autoconservazione che era Lila.
Non pensò, si lasciò guidare dall'istinto e si lanciò in avanti.

Lila!” la richiamò Steve che aveva capito cosa avesse intenzione di fare, ma era troppo lontano per impedirglielo.
Vide Thor frapporsi tra la ragazza e il varco e per un attimo sospirò di sollievo: lui l'avrebbe sicuramente fermata.
Ma Lila era agile e scavalcò senza fatica apparente la figura massiccia del dio del tuono. Con la coda dell'occhio lanciò un'ultima occhiata a Steve e sorrise mestamente.
Forse era una follia e forse sarebbe morta quella volta, ma qualunque cosa sarebbe successa voleva tenere con sé il ricordo di Steve.
L'avrebbe sollevata nei giorni a venire, qualunque cosa sarebbe successa. Varcato il portale lo sentì chiudersi alle sue spalle e si ritrovò a cadere nel vuoto.
A quel punto le palpebre si fecero incredibilmente pesanti, impossibili da tenere aperte e alla fine, nonostante tutto, fu costretta a cedere e a lasciare che si chiudessero.



Continua



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Capitolo 7
*** I cliché sono classici che funzionano sempre ***


Capitolo VI- Loki/Lila

Toc toc!

Mi uccidete? No, voi siete buone e misericordiose perciò perdonerete l'enorme ritardo con cui pubblico... giusto?

La mia giustificazione è la più banale e la più consueta: studio. Senza contare che la storia ha bisogno di profonde modifiche quindi ci vuole sempre un po' per apportare le correzioni e pubblicare.

E non dimentichiamo che sto scrivendo circa tre storie, tutto allo stesso tempo ^^

Be', detto questo vi lascio e inserisco anche il banner creato da Lights. Non trovate che sia stupendo?





Capitolo VII


I cliché sono classici che funzionano sempre



Quando aprì gli occhi Lila vide solo tenebre, al punto di pensare che, forse, aveva solo creduto di aver sollevato le palpebre. Poi i suoi occhi si adattarono lentamente alla mancanza di luce e, socchiudendoli, scorse i contorni poco precisi degli oggetti.
Non che ci fosse molto da vedere: c'erano alcuni mobili e una porta, bassa e stretta. Sotto le dita percepì la consistenza delle mattonelle del pavimento e del muro. Quando il suo cervello ebbe raccolto più dati possibili, si rese conto che quella doveva essere una cella o qualcosa di molto simile.
Ma come ci era arrivata lì? Chi l'aveva rinchiusa?
Ricordava di essersi lanciata nel portale per seguire Loki e di essere... svenuta?
Si alzò e si massaggiò il capo dolorante: chiunque l'avesse portata lì non doveva averla depositata con molta grazia. Per fortuna aveva la testa particolarmente dura, perché se così non fosse stato avrebbe rischiato un trauma cranico tanto tempo prima.
Percorse con passi lenti il perimetro quadrato della stanza, misurandola e muovendosi con circospezione. Intanto percepì dentro emozioni contrastanti; dapprima ci furono panico e sgomento.
Non era la prima volta che si metteva in un guaio -davvero, doveva fare qualcosa per sopperire alla mancanza di spirito di conservazione- ma l'unica volta in cui aveva rischiato tanto era stato quando Loki l'aveva rapita e anche allora non aveva provato quelle sensazioni che perciò la colsero del tutto impreparata.
Già allora aveva pensato di aver provato paura e sconforto, ma con il senno di poi ora capiva che quella non era mai stata angoscia.
Una parte di lei -qualcosa che neppure lei all'epoca aveva avuto l'acume di ascoltare- sapeva già allora che Loki non le avrebbe fatto davvero del male.
Forse aveva ucciso e avrebbe voluto soggiogare il loro mondo -senza forse, le ricordo la sua coscienza, lo avrebbe fatto se ci fosse riuscito- ma a lei, Lila, Loki non avrebbe mai torto un capello.
Ma stavolta non era con lui che aveva a che fare, ma con qualcuno che aveva visto per pochi minuti e che pure sembrava molto pericoloso.
Pensò a Loki, si chiese dove potesse essere e sentì la paura attanagliarle le viscere: cosa gli stavano facendo? E chi era la persona che li aveva rapiti?
Immaginò i mille modi in cui avrebbe potuto torturarlo e si sentì mancare il fiato per l'angoscia. Avrebbe voluto gridare, ma si limitò a ringhiare frustrata mentre percorreva il pavimento a passi sempre più grandi e nervosi.
Poi decise che quello era il momento di calmarsi e riprendere il controllo della propria mente e di tutte le sue facoltà.
Ragiona, si impose. L'intelligenza era l'unica cosa su cui poteva contare lì e se ne avesse fatto buon uso avrebbe potuto trasformare il suo soggiorno forzato in un modo per ottenere le informazioni che mancavano ai Vendicatori.
Prima o poi qualcuno sarebbe venuto e allora avrebbe messo in atto tutte le astuzie di cui era capace, ma fino ad allora non le restava che lasciarsi cadere sul pavimento a far niente.
Incapace di restare inattiva, la sua mente volò inevitabilmente a Steve e a Loki e di nuovo l'ansia la sopraffece.
Non riusciva a stare ferma e iniziò a tamburellare con le dita sulle mattonelle, fino a quando non si ritrovò a chiedersi cosa fosse quel sentimento che provava per Loki, quello che la spingeva a preoccuparsi tanto.
Non era semplice attrazione, ma questo voleva dire che quindi era amore? Non era lo stesso sentimento che provava per Steve, quella era una certezza.
Ciò che provava per Capitan America era qualcosa di destabilizzante, qualcosa che aveva ribaltato il suo mondo.
L'amore che provava per Steve aveva trasformato il suo modo di vedere tutto; mari, stelle, vento, persone... tutto si era fermato e poi aveva ripreso a muoversi intorno ad un altro asse di simmetria.
E allora perché non le bastava un sentimento del genere? Qualunque ragazza avrebbe dato tutto per avere qualcuno che la guardava come faceva Steve, per essere amata in quel modo.
Cosa c'era di sbagliato in lei? Perché non riusciva ad essere felice con tutto quello che aveva?
Mi sto trasformando in Catherine, constatò con una punta di amarezza, e sto diventando lagnosa come la protagonista di una soap opera della abc.
Sbuffò una mezza risata, poi sentì una chiave girare nella toppa della serratura e la porta aprirsi.
Scattò in piedi, pronta ad affrontare qualunque avversario, ma l'unico a varcare la soglia fu Loki. O meglio, l'unico ad essere spinto attraverso l'uscio fu lui.
Lila non vide chi fosse l'autore del gesto né se ne curò: scivolò laddove Loki era caduto e si chinò su di lui.
Gli abiti erano strappati sulle braccia e sulla schiena, laddove era passata la frusta, trascinando via con sé la pelle e lasciando profondi squarci.
Il viso, per quel poco che riusciva a vedere, era pallido e sporco di sangue: ad occhio e croce doveva avere il labbro inferiore spaccato in più punti.
Aveva paura di toccarlo e di muoverlo: non voleva provocargli dolore.

Loki!” lo chiamò sfiorandogli delicatamente la spalla.
Loki” lo chiamò ancora e cominciò a spaventarsi quando non ottenne nessuna risposta. Sentì la stessa preoccupazione che provava quando Steve andava in battaglia assalirla e sommergerla.
Si chinò su di lui per sentire se respirava e avvertì il suo respiro spostarle una ciocca di capelli.
Solo allora sospirò di sollievo e ricacciò indietro la paura. Non poteva farsi prendere dal panico: doveva pensare a lui, curarlo e lenire il suo dolore: sentiva che era suo dovere farlo.   
In quel momento Loki aprì gli occhi e Lila gli rivolse un sorriso pieno di tenerezza, ma non si azzardo ad accarezzargli una guancia.

Stai bene?”
Ho avuto momenti migliori” sussurrò lui, regalandole tuttavia un mezzo sorriso per poi scoppiare in un eccesso di tosse.
C'è dell'acqua” gli fece notare Lila alzandosi per prendere la brocca posata sul tavolo “ne vuoi un po'?”
Loki scosse il capo mentre si sistemava su un lato, probabilmente una delle poche parti prive di ferite.

Aspetta” intervenne lei a sostenerlo.
Guardandosi intorno si rese conto che la cosa più simile a un letto era un pagliericcio su cui era stato buttato sopra una coperta e storse il naso.
Non avrebbe fatto coricare Loki lì, non con le ferite ancora aperte che potevano infettarsi facilmente.
Si spostò perciò verso il muro e vi appoggiò la schiena, lasciando poi che Loki prendesse posto tra le sue gambe, con il capo appoggiato contro la sua spalla.
Da quella posizione Loki poteva respirare a pieni polmoni il profumo di Lila, una mistura perfetta di gelsomino, cocco e rose.
Era tremendamente rilassante e gli trasmetteva una sensazione di calore che lo avvolse e quasi lenì il dolore. Era assurdo che lui, un dio, si sentisse al sicuro nell'abbraccio di una fragile umana, ma era proprio così.

Se continuerai a mostrarti così dolce potrei pensare che ti sia improvvisamente accorta di amarmi” la prese debolmente in giro e Lila non lasciò sfuggire l'occasione di una piccola schermaglia verbale.
Non montarti troppo la testa. Sai, mi sembrava che questo fosse il momento in cui il principe -e tu lo sei, permettermi di ricordartelo- si mostra in tutta la sua forza alla principessa” si fece beffa di lui.
Per fortuna che non ce n'è una in vista” mormorò e Lila ridacchiò.
Le palpebre si fecero pesanti e provò il desiderio di risposare tra le braccia di Lila, nel calore di quella stretta. Piano piano, senza neanche accorgersene, cedette a quella tentazione e si addormentò.

Cosa è successo?” gli domandò, ma non ottenne risposta.
Abbassò lo sguardo e vide che dormiva con un'espressione beata sul viso, così sorrise e iniziò a carezzargli i capelli.
All'improvviso la stanchezza sopraffece anche lei, ma era decisa a non chiudere gli occhi. Avrebbe vegliato su Loki fino a quando non si fosse svegliato e per tenersi vigile afferrò la brocca d'acqua e, strappato un lembo di stoffa dai suoi pantaloni, lo usò per lavare via il sangue.
Guardando il volto rilassato di Loki, fremette mentre gli sfiorava il viso e i capelli, mentre posava le labbra sulla sua fronte e sulla punta del naso.
Una prigione era fatta per contenere cose pericolose che non potevano girare in libertà e quel sentimento lo era: una lama a doppio taglio, da maneggiare con estrema cautela, ma che ancora non aveva un nome.
Tuttavia non voleva reprimerlo. Aveva passato tutta la sua vita a sconfiggere tutte quelle sensazioni che il suo cervello valutava come inappropriate e il risultato qual era stato? Si era persa mille esperienze.
Era venuto il momento di lasciarsi andare a quella sensazione di calore che provava sia con Steve che con Loki: tutto stava nel comprendere chi dei due fosse più importante nella sua vita.
Sapeva che non sarebbe stato semplice, ma al diavolo! Per una volta non voleva preoccuparsi di niente e godere di quel momento -forse l'ultimo- di pace.


*

Una pazza, folle, sconsiderata, incosciente e imprudente, ecco cos'è la tua fidanzata, Steve!” ringhiò Thor sbattendo il pugno sul tavolo.
Steve si chiese dove stesse la novità. Era insolitamente calmo, vista la situazione, e questo non piaceva a nessuno.
Non aveva ancora proferito verbo da quando erano tornati e questo era anche peggio, dato che non avevano fatto altro che pensare a dove potessero essere Lila e Loki e come fare per riportarli a casa. E di solito quando si parlava di piani d'azione Steve non era silenzioso, mai.
Il fatto era che stava ancora assimilando bene ciò che era successo: Lila, la sciocca e sconsiderata Lila, si era gettata in un portale per seguire il loro nemico e Loki.
Scavando a fondo ed essendo sincero con sé stesso, Steve non poté negare che era quello a preoccuparlo e sentì un vero egoista.
Dopotutto, rischiavano entrambi di morire, giusto? Eppure a lui importava solo del fatto che lei aveva scelto di correre quel rischio per Loki e non per lui.
Lo avrebbe fatto anche per te, gli disse la sua coscienza e razionalmente -se ci poteva essere qualcosa di razionale in quella storia- lo sapeva anche il suo cervello, solo che era difficile da accettare.
Proprio come era dura da digerire la rabbia che provava verso la ragazza.
Non pensava alle conseguenze delle sue azioni? Quando l'avrebbero trovata le avrebbe fatto passar ela voglia di compiere gesti così folli, o se lo avrebbe fatto!

Il problema non è la sconsideratezza di Lila” iniziò Natasha, ma venne interrotta dal borbottio di Capitan America, qualcosa di molto simile a “questo lo dici tu”.
Il problema” continuò imperterrita “è capire con chi abbiamo a che fare e perché ha portato via Loki e poi trovare il modo di scovarli, dovunque siano”
E hai qualche idea per la prima e un piano per la seconda?” la prese in giro Tony. Steve si appuntò di dirgli che no, il sarcasmo non era un modo per allentare la tensione e che al contrario ne creava solo dell'altra.
Natasha fu costretta a tacere, anche se si vedeva lontano un miglio che avrebbe voluto poter rispondere a quella provocazione.

Cosa possono volere da Loki?” si chiese Thor, con un tono di voce abbastanza alto perché tutti potessero sentire.
Nessuno riuscì a trovare una risposta e il dio del tuono rimase ad arrovellarsi il cervello. Poteva essere vendetta per il suo fallimento? Una punizione per la mancata conquista di Midgard e del Tesseract?
O c'era altro?
In ogni caso, gli importava relativamente. Voleva solo ritrovare suo fratello e salvarlo, dovunque fosse.
Poteva anche aver ucciso e tutto il resto, ma per Thor Loki sarebbe stato sempre, qualunque cosa fosse successa, il suo fratellino.
E nella sua ottica era suo dovere di fratello maggiore proteggere l'altro.
Certo, era anche preoccupato per Lila, ma il pensiero di lei veniva completamente oscurato da quello di Loki e della sua incolumità.
Voleva riportarlo a casa anche perché sentiva, per la prima volta dopo molto tempo, che Loki stava tornando ad essere il fratellino che aveva sempre amato.
Ed era merito di Lila e forse anche un po' suo. Probabilmente non era vero, ma gli piaceva pensarla così.
Sospirò, ma le sue elucubrazioni furono interrotte dall'ingresso di Fury che teneva in mano un oggetto che non riconobbe subito.

Questo cos'è?” domandò.
Tutti spostarono lo sguardo sul cubo e all'improvviso ricordarono: Lila ci stava lavorando prima della battaglia.

Niente di importante, ora come ora” borbottò Tony mentre prendeva l'oggetto e iniziava a giocherellarci. Avrebbe dovuto buttarlo, dopotutto Lils non era lì per metterci mano, tuttavia qualcosa gli diceva che sarebbe tornato utile un giorno.
Non sapeva cosa fosse a suggerirglielo, però sentiva che era un oggetto prezioso, forse addirittura la chiave per la liberazione di Loki e Lila.
Tutto stava nel trovare il modo in cui usarlo.

A ben pensarci” considerò Stark mentre esaminava l'oggetto sotto varie angolazioni “potremmo finire il lavoro di Lila”
A che scopo?” gli domandò Barton
Pensateci un attimo” li incitò Bruce “se noi concludiamo la copia del Tesseract potremmo mettere in atto il piano di Lila per attirare lui, chiunque sia, qui”
E farci dire dove ha rinchiuso Loki e Lila” completò Thor battendo ancora una mano sul tavolo, ma stavolta con un sorriso che gli attraversava il viso da orecchio a orecchio.
Tony si alzò “Allora, cosa state facendo ancora lì? Su su, abbiamo qualcuno da prendere a calci” e con questa perla di saggezza si diresse verso il laboratorio.


*

Quando Loki aprì gli occhi si chiese dove fosse e cosa fosse la cosa profumata su cui era appoggiata la sua testa. Sapeva di fiori, con una nota calda e accogliente: in qualche modo gli ricordava l'aria di Asgard, il profumo che entrava dalle finestre nelle calde mattine della primavera morente.
In un attimo i ricordi della sera passata gli riempirono la mente e quando realizzò che era una spalla quella su cui si era accasciato la notte prima, alzò lo sguardo.

Buongiorno” Lila lo guardò con dolcezza, in un modo diverso da quanto avesse mai fatto e Loki se ne rese conto, anche con i sensi annebbiati dal sonno.
Buongiorno” biascicò. Sentiva il corpo debole e affaticato, ma la sua mente, al di là della nebbia del sonno che si stava lentamente diradando, era lucida.
C'era qualcosa che però non quadrava. La debolezza era legittima, ma avrebbe dovuto essere accompagnata dal dolore e dal pulsare delle ferite.
Non sentiva né l'uno né l'altro e solo allora si accorse che anzi erano pulite e cominciavano a rimarginarsi.
Poteva essere stata solo lei, Lila. La guardò, come a chiedere una spiegazione, ma non ne ebbe bisogno: vide gli occhi azzurri, quelli che tanto gli piacevano, contornati da profonde occhiaie violacee e comprese.
Lo aveva vegliato tutta la notte, stringendolo a sé e curandolo come avrebbe fatto una madre. O un'innamorata.
Il pensiero era dolce come il miele, tentatore, ma non voleva che la sua mente se ne assuefacesse perché altrimenti non ne avrebbe più potuto farne a meno.

Come ti senti?” gli chiese accarezzandogli i capelli scuri, in netto contrasto con quelli di lei, quasi biondi.
Loki si perse ad osservare quel gioco di colori, così diversi che chiunque avrebbe potuto pensare che non potessero conciliarsi l'uno con l'altro.
Ma non era così: il castano dorato di Lila sembrava simile al sole per i suoi riflessi e sembrava fatto apposta per illuminare il nero notte di quelli di Loki.
Quei pensieri non erano proprio da lui, assolutamente inadatti a un dio: era tutta colpa del dolore che gli aveva annebbiato la mente, ecco.

Meglio” le rispose dopo svariati minuti di silenzio e Lila si aprì in un sorriso tirato.
Doveva essere davvero stanca, considerò Loki. Da quanto non dormiva? Uno, due giorni?

E tu invece?” le chiese.
La ragazza si portò una mano alla bocca e sbadigliò “Ho solo molto sonno” si limitò a dire.
Fu il turno di Loki di sorridere -o ghignare, a seconda dei punti di vista- e sollevarsi a sedere.

Aspetta, ti si apriranno le ferite!” lo redarguì lei, ma era troppo stanca per opporre una vera resistenza.
Ma Loki non si appoggiò al muro -le ferite potevano anche essere in via di guarigione, ma restavano un punto estremamente sensibile-, ma si stese di lato sulla coperta e trascinò Lila con sé.
La avvolse con le braccia e notò quanto fosse minuta, abbastanza affinché le sue braccia la circondassero completamente.
Gli fece uno strano effetto sentire che non si opponeva a quel contatto, come se avesse deposto le armi e si fosse arresa a ciò che provava.
Era ora, pensò.

Dormi” le disse solo mentre spostava la testa e le sue labbra sfioravano accidentalmente la fronte di Lila che pure sorrise e scosse il capo.
Non riesco a fare niente se c'è silenzio totale, neanche dormire”
Sei assurda. Come fai di solito?”
“Ipod” rispose semplicemente lei. Le palpebre erano pesanti, eppure era certa che nel momento in cui sarebbe calato il silenzio tra loro non sarebbe più riuscita a dormire.

E cosa sarebbe?”
Lila ridacchiò, poi si sistemò meglio nell'abbraccio di Loki, mugugnando soddisfatta quando trovò il calore che cercava “Te lo spiego un'altra volta, eh?”
“E cosa dovrei fare per farti dormire?” le chiese, beffardo, ma Lila era davvero troppo esausta per badarvi.

Parla”
Di cosa?”
Di tutto ciò che vuoi. Per esempio, non ti senti mai in colpa per le persone che hai ucciso?”
“Oh, vuoi iniziare con i discorsi pesanti, eh? Perché dovrei, principessa?”

Perché avevano una vita, una famiglia, dei figli, fratelli”
E questo dovrebbe commuovermi?” le domandò con voce fredda perché aveva capito esattamente dove Lila voleva andare a parare.
Se ci fosse stato mio fratello tra quelle persone, io ne sarei morta” gli fece notare semplicemente “Il legame tra due fratelli è qualcosa di unico, Loki, forse ancora più di quello tra madre e figlio e marito e moglie. L'amore va e viene, ma un fratello è per sempre”
“Io e Thor non siamo davvero fratelli, Lila. Non vedo perciò l'utilità di questo discorso”
Lila era stanca, ma non avrebbe mollato ora che era riuscita a iniziare il discorso. Aveva atteso tanto per arrivare a quel punto e non avrebbe permesso alla stanchezza di vincerla.

I legami di sangue sono sopravvalutati. Io ho avuto un padre per metà della mia vita, ma Simon no. Per lui è Dave il suo papà, anche se non è colui che gli ha dato fisicamente la vita. Come puoi vedere, non contano poi molto dna, annessi e connessi”
Perché fai tutto questo?”
“Come ti ho detto, se mi portassero via mio fratello in qualunque modo ne morirei e vorrei che qualcuno me lo riportasse indietro. La famiglia è l'unica cosa ad essere sempre con noi”
“Questi sono un sacco di clichè” la redarguì con una punta di cattiveria.

Può darsi” sussurrò lei, per poi chiudere gli occhi e posare la testa sul suo petto “Ma sono clichè per un motivo: i classici funzionano sempre” le ultime sillabe scemarono in un mormorio indistinto e poi si addormentò.
A Loki non rimase che rimuginare, suo malgrado, sulle parole di Lila in solitudine, cullato solo dal respiro regolare della ragazza e dalle smorfie sul suo volto.
Avrebbe preferito poterle rimuovere, ma ogni volta che abbassava lo sguardo sul viso addormentato di Lila gli tornavano alla mente a tradimento.
Si disse che per lei era facile parlare: era la primogenita e non aveva mai dovuto vivere all'ombra di un fratello come Thor.
Non aveva mai dovuto competere per un trono né i suoi genitori le avevano mai preferito qualcun altro, perciò non poteva sapere cosa aveva provato, cosa lo aveva spinto a fare quel che aveva fatto.
Stranamente desiderò svegliarla e spiegarle tutto per farle capire tutte quelle cose. Fu tentato di farlo davvero, ma poi vide la sua espressione rilassata contro il suo petto e rinunciò.


*


Benché avrebbe di gran lunga preferito continuare a lavorare per trovare Loki e Lila, alla fine Thor dovette cedere e andò a letto.
Ci mise molto ad addormentarsi, oppresso dall'angoscia e dalla rabbia. Ogni minuto trascorso coricato sul materasso –e classificato perciò come una perdita di tempo- era una vera tortura.
Alla fine cedette senza accorgersene, proprio nel pieno di un ricordo che si trasformò in sogno. Forse per quello ci mise un po' a comprendere di essersi addormentato.
Nel sogno c'erano lui e Loki.
Non potevano avere più di sei anni e stavano giocando a fare la lotta in un prato. Lo faceva spesso, quando erano lontani dagli occhi vigili di Frigga.
Già allora Thor aveva dimostrato una maggior predisposizione al combattimento, ma ogni tanto gli piaceva lasciar vincere il fratellino.
Era bello vederlo sorridere quando succedeva e sembrava bastare davvero poco per renderlo felice.
Thor sorrise guardando se stesso e Loki mentre si azzuffavano senza vera cattiveria.
Solo dopo un po' si rese conto che la prospettiva da cui guardava era strana. Insomma, avrebbe dovuto vivere quel ricordo, non guardarlo da fuori come se fosse un semplice spettatore.
Era... strano.
Si guardò intorno, ma alla fine la sua attenzione fu di nuovo attratta dai due bambini che giocavano.
Socchiuse gli occhi, guardandoli con tenerezza.
Avrebbe tanto voluto poter tornare a quei tempi, quando Loki non sapeva ancora di essere stato adottato e sorrideva più spesso. Quando, soprattutto, non lo odiava.
Non aveva mai pensato a quanto gli volesse bene finché Loki non aveva iniziato a disprezzarlo e a tentare di ucciderlo.
Quel pensiero lo uccideva, proprio come lo torturava l'idea di averlo ferito per tanto tempo.

Siete adorabili” sussurrò una voce dolce alle sue spalle.
Thor sussultò e quando si voltò si trovò di fronte a Lila. Lo stupì vederla con addosso una lunga veste verde pallido e ancora di più lo sorprese il fatto che la sua attenzione si fosse catalizzata su quel dettaglio insignificante.

Cosa ci fai qui?” le domandò, scrutandola con stupore.
Non lo so” ammise sinceramente “un momento prima stavo dormendo in una cella e quello dopo mi sono trovata qui”
Non è opera tua?” le domandò avvicinandosi. La sfiorò con le dita e si accorse che era reale, tanto quanto lo era lui almeno.
Come potrebbe? Sono un essere umano, ricordi?” lo prese bonariamente in giro. Thor socchiuse gli occhi e decise che sì, quella era decisamente Lila.
Lila si avvicinò e lo affiancò. Era tanto vicina che ne poteva sentire il suo profumo -rose e gelsomino- unito però a una nota nuova, diversa eppure familiare.

State bene? Siete feriti?” le domandò.
Lila attese un momento: non voleva farlo preoccupare, ma dirgli che era tutto a posto equivaleva a mentire. Alla fine opto per una mezza

Ora stiamo bene. Entrambi” chiarì senza guardarlo negli occhi, rivolgendo la sua attenzione ai due bimbi che ora hanno smesso di lottare e ridono insieme.
Eravate adorabili” ribadì sorridendo brevemente. E c'era tanta tristezza in quel sorriso che Thor la sentì più vicina a sé e per la prima volta capì davvero quanto Lila tenesse a Loki.
Poi gli venne in mente un dubbio, un dettaglio su cui non poteva sorvolare.

Cosa vuol dire che ora state bene?”
Lila si morse il labbro inferiore prima di parlare “Loki è stato torturato, ma ora sta bene” si affrettò ad aggiungere quando vide l'espressione sul viso di Thor.

Dobbiamo tirarvi fuori da lì”
“E come pensi di fare? Non sappiamo neanche dove siamo”

Tony e Bruce stanno lavorando alla copia del Tesseract” la informò nella speranza che le venisse una qualche idea geniale.
State portando avanti la mia idea? A che pro? Se anche doveste catturare quella creartura non vi dirà dove ci tiene rinchiusi”
Hai altre idee?”
“No, insomma, quella della copia è buona, ma sento che non funzionerà” si lagnò lei spostando lo sguardo su di lui.
Cominciò a camminare avanti e indietro di fronte a lui e Thor si chiese cosa stesse passando per la mente di Lila. La conosceva da abbastanza da sapere che se c'era un modo per liberarli lei lo avrebbe trovato. La sua mente era l'arma più potente che le fosse stata data e lo sapeva proprio tutti.
Ad un certo punto Lila si immobilizzò e si voltò con un'espressione concentrata impressa sul viso.

Thor, pensate di poter finire in fretta la copia del cubo?”
Tony dice che è quasi terminata. Ancora poche ore di lavoro, così ha detto”
Lila annuì e tornò a camminare, ma stavolta la sua espressione era impercettibilmente mutata.
Tornò a fissarlo, ma quando aprì la bocca non ne uscì nessun suono. Thor inarcò con un sopracciglio, stupito e confuso.
Lila boccheggiò e cercò di dire qualcosa, ma niente: sembrava che qualcuno le avesse rubato la voce.
Si sporse verso Thor che tentò di afferrarla al volo, ma gli sembrò di toccare aria condensata che si faceva via via sempre più impalpabile.

Lila!” la chiamò. Avrebbe voluto avere più tempo, chiederle ancora come stava Loki e magari ringraziarla per quello che stava facendo per lui, ma Lila stava lentamente svanendo e c'era una cosa che doveva fare prima che sparisse del tutto.
La abbracciò e fu una sensazione strana, come se stesse cercando di afferrare il fumo a mani nude.

Abbraccia mio fratello anche per me” sussurrò ed era certo che lei avesse capito perché la vide annuire brevemente un momento prima che si dissolvesse nell'aria.
Solo quando fu scomparsa del tutto si rese conto che non gli aveva detto cosa aveva in mente e come avesse pensato di risolvere la situazione.
Tuttavia lei era Lila ed era insieme a Loki: insieme quei due avrebbero pensato a qualcosa e lui si fidava. Di entrambi.



Continua


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Capitolo 8
*** Un'offerta che devi rifiutare ***


Il tuo nome sulle labbra- 8

Ehm, ehm...
Dai, so che non mi odierete: a Natale siamo tutti più buoni e io ho deciso di aggiornare proprio oggi così da farvi anche un piccolo regalino.
Altro regalo: non mi dilungherò affatto con le note.
Ho solo una cosa da dire: chiedo scusa per la brevità delle risposta alle recensioni, ma mia madre chiama e devo preparare il dolce per domani.
Ebbene sì, oltre alla scrittrice – che non è che mi riesca così bene xD- faccio anche la cuoca a tempo perso.
Che è davvero tempo perso, anche se fino ad ora non ho ancora avvelenato nessuno e i miei muffin sembrano essere apprezzati.
Ultima cosa: il banner è opera di Lights, bravissima come al solito.
Bene, ora vi lascio.
Buona lettura!



Capitolo VIII


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Un'offerta che devi rifiutare




Lila sbatté le palpebre un paio di volte per accertarsi di essere davvero sveglia, stavolta.
Era stato strano trovarsi nel sogno di Thor, a chissà quanti chilometri -o forse mondi- di distanza. Non sapeva come fosse possibile, ma era sicura che non ci fosse niente di razionale in quella connessione.
Decise che non era il momento di pensarci. Aveva ancora sonno e il tepore del corpo caldo di Loki premuto contro il suo era molto piacevole.
Si acciambellò ancora di più contro di lui e affondò il viso contro il suo petto, chiudendo di nuovo gli occhi.
Si ricordò all'improvviso di una cosa importante che doveva fare e alzò lo sguardo sul volto di Loki.
Stava guardando di fronte a sé e sembrava molto concentrato.
Forse non si era accorto del fatto che si fosse svegliata.

Buongiorno” la salutò.
Lila gli rivolse un mezzo sorriso mentre gli passava le braccia intorno al collo e lo stringeva a sé con quanto più affetto poteva.
Voleva trasmettergli esattamente ciò che aveva avvertito nell'abbraccio di Thor, tutto il calore che il dio aveva cercato di comunicarle affinché lo portasse con sé per donarlo a Loki.

E' da parte di tuo fratello” sussurrò.
Loki non capì cosa stesse dicendo e quando Lila si scansò la inchiodò con lo sguardo.

Cosa stai dicendo?”
Fu allora che Lila gli spiegò cosa era appena successo, premurandosi di affermare che no, non era un semplice sogno. Lo aveva capito subito quando aveva aperto le palpebre e aveva visto la luce accecante del primo pomeriggio.
All'inizio non aveva capito dove fosse eppure aveva iniziato a camminare, mossa da chissà quale istinto e ad un certo punto si era trovata a fissare due bambini che giocavano.
Non ebbe bisogno che qualcuno le dicesse di essere ad Asgard e che quelli erano Thor e Loki da piccoli: lo sapeva, semplicemente.
Li stava osservando, all'ombra di un salice, quando qualcosa aveva attirato la sua attenzione. Un uomo alto, biondo e aitante era comparso nel suo raggio visivo, ma chissà da quanto tempo era lì senza che lei se ne accorgesse: Thor.
Anche lui stava guardando i due giocare e si era avvicinata. Ciò che lui le aveva detto era stato illuminante e poteva tornarle utile.
Doveva ideare un piano ed era sicura che la copia del Tesseract potesse tornare utile, anche se non sapeva bene come.
Lila decise che nessuno poteva aiutarla come Loki in quel momento perciò quando ebbe finito di raccontare gli espose il problema.

Tu puoi aiutarmi a ideare un piano” concluse. Poi Lila notò di essere ancora stretta a lui e che la distanza tra le loro labbra era quella di un soffio.
Il cuore prese a martellarle nel petto e sbatté le palpebre, confusa da quella sensazione di calore e dal desiderio di allungarsi quel tanto che bastava per sfiorarle.
Ne ricordava la consistenza e la morbidezza tentatrici, ma poi pensò a Steve e si disse che non avrebbe dovuto farlo.
Scosse lievemente il capo per togliersi dalla mente quei pensieri e tornò a concentrarsi sul vero problema.

Se davvero sono pronti con la copia del Tesseract” iniziò Loki “allora potrebbero davvero mettere in atto il tuo piano”
Pensi che lui ci cascherebbe? Pensi che direbbe loro dove ci tiene, anche se lo catturassero? E, ultima ma non meno importante, credi che voglia davvero il Tesseract”
Credo che sia l'unica cosa che possa desiderare” confermò, ma poi scosse il capo e dovette convenire con lei che no, non avrebbe funzionato.
E se variassimo un po' il piano di base?” le propose dopo qualche minuto di silenzio. Lila socchiuse le palpebre e ne incontrò gli occhi, resi più luminosi dall'idea che aveva in mente.
Spiegami”
Abbiamo sempre pensato di dover fargli confessare dove siamo, ma se bastasse attirarlo lontano da qui?”
Lila lo guardò come se fosse impazzito “Vuoi tentare la fuga? Sei impazzito, Loki? Ci sono un milione di motivi per cui non funzionerà”

Pensaci: se sarà lontano per cercare di rubare il Tesseract ai Vendicatori, spiegherà tutta le sue forze, magari facendone entrare qualcuna allo S.H.I.E.L.D. Ciò che a noi importa è il fatto che qui la guardia sarà molto diminuita”
“Certo” lo prese in giro lei “e una volta usciti da qui che facciamo? Chiediamo gentilmente dov'è l'uscita?”

No. Recuperiamo il mio scettro e torniamo sul Elivelivolo”
Lila rimase alcuni minuti in silenzio, ponderando il piano. Nella sua mente prese vita tutto ciò che avrebbe potuto andare storto e le possibili conseguenze, tuttavia non riuscì a pensare a una soluzione migliore.
In ultima analisi, non le restava che fidarsi di Loki. Lei non sapeva nulla del loro nemico e forse neanche Loki, anche se lo aveva visto il giorno prima, quando lo avevano torturato.
In ogni caso, non restava loro che fare supposizioni e sperare che andasse tutto bene. Era, purtroppo, la loro unica possibilità di salvarsi.
Alla fine sospirò sconfitta.

E va bene, Loki”
L'uomo le sorrise e Lila si sorprese del modo in cui riuscisse a farle venire voglia di sorridere ogni volta. Era contagioso, ecco.
Fece per stiracchiare le labbra in un sorriso, ma vennero carpite in un bacio da Loki. In realtà, forse definirlo tale era esagerato dato che si limitò a sfiorarle le labbra con le proprie, ma tanto bastò a far fremere entrambi.
Lila sentì i brividi correre lungo la spina dorsale. Sapeva di star commettendo un errore, ma quando quel contatto finì il suo primo impulso fu di cercarne ancora e non riuscì a pentirsene.

Sai” gli disse quando si separarono e mentre si tirava a sedere “credo di avere una mezza idea per migliorare il tuo piano”
Il nostro piano” la corresse mentre copiava i suoi movimenti “Comunque, di cosa si tratta?”
Lui – e, tra le parentesi, se sapessi il suo nome sarebbe carino dirmelo- deve sapere che i Vendicatori hanno il Tesseract” gli rispose solo.
E tu hai intenzione di dirglielo”
Verranno a prendere uno di noi per farlo parlare, Loki. Andrò io”
Quando Loki fece per parlare e opporsi Lila lo precedette “Niente storie. Tu sei già ferito e non è il caso di vedere fino a che punto il tuo fisico può resistere, ok? Qualunque cosa mi faranno, la sopporterò e poi fingerò di confessare” concluse.
Loki la guardò negli occhi. Erano gli occhi della ragazza che lo aveva affrontato tante volte quando voleva conquistare la Terra, lo stesso sguardo deciso e sgombro di chi sa cosa deve fare.
Chissà, forse Lila era semplicemente un'imprudente, ma Loki si trovò ad ammirarla lo stesso. Era così diversa da lui... tanto da essere complementare.
Capì che niente l'avrebbe dissuasa, così si limitò a prenderle una mano e a baciarla, attirandola di nuovo a sé.
Lila non oppose resistenza e si lasciò intrappolare dalle braccia di Loki.

Oggi sei molto arrendevole” le fece notare e la sentì ringhiare qualcosa contro il suo petto per poi pizzicargli un braccio. Con un sorriso si massaggiò l'arto dolorante.
Dicevi?” gli chiese sbattendo le ciglia in un'espressione così fintamente innocente che non avrebbe ingannato nessuno.
Niente, scherzavo”
Lila rise e per un attimo non furono più seduti su uno squallido pagliericcio, dispersi chissà dove.
Poi però la porta si aprì ed entrambi tornarono seri.
La prima cosa che Lila fu tentata di fare quando vide la creatura che era entrata fu arretrare, ma si impose di rimanere immobile. Sulla porta c'era lui. Non si aspettava che si scomodasse lui stesso per venirli a prendere, ma evidentemente si sbagliava.
La prima volta che si era trovata a scontrarsi con lui non lo aveva osservato bene, ma ora che poteva farlo si rese conto che poteva apparire un uomo qualunque.
Era alto, con la pelle più chiara che avesse mai visto e inquietanti occhi neri, in netto contrasto con i capelli biondo platino.
Non era certo il genere di aspetto che avrebbe conferito a un super cattivo, anche se Lila doveva ammettere che le ricordava un po' gli antagonisti nei film fantasy che suo fratello adorava tanto.
Nonostante questo, l'aura intorno a lui sembrava pregna di negatività e grave, come se con la sua sola presenza potesse privare ogni animo della gioia e della capacità di sperare.
Se il primo impulso fu quello di arretrare, il secondo fu il ringhio che le salì lungo la gola quando lo vide avvicinarsi.
Dovette fare violenza su se stessa per evitare che sgorgasse dalle labbra, ma quando vide il sorriso derisorio sul viso di quella creatura non riuscì più a frenarsi.
Ringhiò, come una leonessa pronta a difendersi dal suo aggressore, ma lui non smise un attimo di ghignare.

Possiamo riprendere da dove ci siamo interrotti, dio degli Inganni?”
Dapprima Lila sbatté le palpebre, confusa, ma quando sollevò Loki e lo strattonò lontano da lei comprese e sussultò.
Scattò a sedere “No! Lui non ti serve, prendi me!”

Che generosità, ragazzina. Ma non preoccuparti, arriverà anche il tuo turno”
Lila tentò di colpirlo, ma la creatura la spinse brutalmente per terra e, con una risata roca, scomparve insieme a Loki.
Lila si alzò e si fiondò sulla porta, battendo vigorosamente i pugni contro il legno al punto di graffiarsi le mani, lanciando maledizioni e imprecando.
Sapeva che era un gesto sciocco e privo di utilità, ma era l'unica cosa che potesse fare. L'idea di restare ad attendere la faceva impazzire perciò continuò a colpire l'uscio con quanta più forza aveva in corpo.
Era consapevole che non avrebbe risparmiato a Loki le peggiori torture e quella consapevolezza la logorava da dentro, procurandole un dolore sordo e rabbia cruda.
Provare rabbia era un bene, si disse. Le impediva di scivolare nel vortice della debolezza e la manteneva forte e aggressiva al punto giusto.
Alla fine si lasciò cadere a terra, sfinita dal conflitto interiore, dalla preoccupazione e dal sonno irrequieto.
Si accoccolò contro il muro di pietra, freddo e nudo, e lasciò che a riscaldarla fosse l'abbraccio di Morfeo.

*


Aveva sempre saputo che la frusta non era la peggiore delle sofferenze che Phobos -questo era il suo nome, avrebbe dovuto dirlo a Lila una volta tornato nella cella- avrebbe potuto infliggergli e lo aveva compreso a pieno quando aveva visto avvicinarsi il suo aguzzino con un sorriso crudele e tra le mani ferri arroventati.
Ora che quegli stessi strumenti lo stavano infilzando lentamente, per fargli sentire tutto il dolore possibile, non poteva fare altro che maledirli tutti, imprecare contro di loro e bestemmiare i loro nomi.
Era l'unico modo che aveva per sfogare l'atroce sofferenza che lo dilaniava.
Ogni volta che credeva di essere arrivato al limite scopriva che non era così e che poteva andare molto oltre. Sembrava non esserci un confine a cui aggrapparsi per resistere.
Poi, proprio quando stava pensando che Thanos avrebbe continuato fino alla fine dei suoi giorni, la tortura cessò.
Ma il dolore non diminuì e l'aria fredda che attraversava le pareti e gli sfiorava la carne viva era una sofferenza atroce.
Si abbandonò contro le catene che lo tenevano in piedi e che gli graffiarono i polsi già lividi.
Non c'era parte di lui che non soffrisse in quel momento, ma si costrinse ad alzare lo sguardo sul suo avversario.

Questo è solo l'inizio, dio degli inganni” gli ricordò Phobos e Loki fremette involontariamente quando gli si avvicinò.
Ho passato molto tempo a cercarti. Mi stupisce vederti al fianco di quegli insulsi umani. In realtà, avevo sentito parlare del tuo tentativo di conquistare la misera potenza della Terra e speravo che volessi essere mio alleato in questa missione”
Non gli diede il tempo di rispondere che gli afferrò il viso e lo sollevò ancora di più. Loki gemette per quel movimento inaspettato e brusco.

Dovrei ucciderti subito e mettere fino a questo gioco, ma potresti ancora essermi utile. Ho una proposta per te, dio degli inganni”
Phobos comprese che lo stava ascoltando e stirò le labbra in un sorriso crudele. Riuscire a catturare Loki era stato provvidenziale per i suoi piani: poteva sfruttarlo fino a quando si fosse dimostrato utile e solo allora ucciderlo.
Avrebbe preso due piccioni con una fava, come dicevano su quell'insulso pianeta: Loki sarebbe morto e lui avrebbe ottenuto ciò che voleva.
L'unica nota stonata nei suoi piani era la presenza di quella ragazzina, la Vendicatrice. Non aveva previsto che qualcuno li seguisse per salvare Loki, ma era un problema da poco.
Se ne sarebbe sbarazzato in fretta una volta ottenuto il Tesseract: dopotutto era una fragile umana.

Il tuo compito è semplice, Loki. Combatterai al loro fianco e poi mi porterai il Tesseract al momento opportuno. Farai ciò che ti viene meglio, ingannare e tradire, in cambio della sua vita”
Cadde il silenzio.
Era un'offerta allettante, si disse Loki. Non si illudeva che Phobos lo avrebbe davvero risparmiato, ma in quel modo gli avrebbe dato il tempo di fuggire o di fare qualunque cosa per salvarsi.
Avrebbe dovuto accettare: si sarebbe salvato e poco gli sarebbe importato se la stessa fortuna non sarebbe toccata agli altri Vendicatori.
Tuttavia, quando prese seriamente in considerazione l'idea di accettare e di gettare alle ortiche la seconda possibilità che tutti gli avevano offerto, si rese conto di non poterlo fare.
Hai un'occasione, non me ne far pentire, così gli aveva detto Lila.
Non poteva tradirla, si rese conto. Non
voleva farlo perché spezzare il cuore di Lila -la donna che amava e che lo accettava così com'era- sarebbe stato spezzare anche il proprio.
Ma non era solo per Lila che lo faceva; lei era l'unica ad avergli concesso la sua fiducia.
Anche Thor lo aveva fatto e, per quanto avrebbe preferito ignorare quelle sensazione, non voleva deluderlo ancora una volta.
Per quanto avesse provato -e, davvero, lui ci aveva provato così tanto!- non riusciva a non considerarlo un fratello. Forse a parole poteva anche rinnegarlo, ma dentro di sé non avrebbe mai potuto cambiare quella realtà.
Una volta accettati quei pensieri, fu facile prendere una decisione.

Grazie, ma mi vedo costretto a declinare l'offerta” un ghignò gli si delineò sul viso nel vedere l'espressione furiosa di Phobos.
E sia, dio degli inganni. Non ti ucciderò ora: la tua tortura sarà lenta e scoprirai cos'è davvero il dolore”
Fece un cenno a uno dei suoi super uomini, che fino ad allora era rimasto in disparte, e quello tirò di nuovo fuori i ferri ardenti.
La tortura era appena iniziata e sarebbe andata avanti per le lunghe.


*

Tu hai sognato Lils. E avete parlato della sua idea del cubo” riassunse Steve con una punta di fastidio.
Non credo fosse proprio un sogno” rimuginò Thor. A dire il vero non ne sapeva molto -l'esperto di magia, annessi e connessi era Loki- ma era abbastanza certo che quella cosa, qualunque cosa fosse, non era un parto della sua mente.
Non del tutto almeno. Certo era che non era per niente facile capire di cosa si trattasse, perciò aveva smesso di chiederselo e aveva accettato la cosa così com'era.

Qualunque cosa fosse” sbottò Steve, liquidando la questione.
Thor lo guardò di traverso. Decise di non prendersela, dopotutto Steve era solo preoccupato, esattamente come lo era lui: immaginava come dovesse sentirsi.

E se anche fosse un sogno nessuno potrebbe biasimarti, Thor” intervenne Tony per alleggerire un po' l'atmosfera, riuscendo a strappare un mezzo sorriso a tutti.
Persino Steve sospirò e sollevò le labbra in un accenno di sorriso. No, non lo avrebbero biasimato, ma solo invidiato, si disse Capitan America. Esattamente come stava facendo lui in quel momento.
Avrebbe tanto voluto sognarla lui, Lils. Almeno avrebbe potuto mettere a tacere un po' di quel senso di mancanza e privazione che da due giorni a quella parte non lo abbandonava mai.
E sapeva che non sarebbe stato come avere Lila accanto in carne e ossa, ma sarebbe stato sempre meglio che niente.
Si abbandonò ad un sospiro silenzioso.

Non riesco a capire perché ti abbia chiesto a che punto siamo se pensa che non possa funzionare” osservò Steve.
Oh Capitano, mio Capitano. E' evidente che ha un piano” lo informò Tony.
E perché non lo ha detto a Thor?”
“Non ne ha avuto il tempo” lo informò l'asgardiano “quando ha tentato di parlare di nuovo ha cominciato a sparire”

Quindi cosa dovremmo fare?” chiese Natasha.
Temo che l'unica alternativa che ci resta è aspettare e seguire il corso degli eventi” considerò Bruce massaggiandosi le tempie.
Quella situazione era davvero massacrante. Non solo dovevano cercare di sconfiggere un nemico più sfuggente del fumo, ma ora dovevano anche salvare Lila e Loki senza sapere dove si trovassero. E purtroppo la ricerca poteva estendersi in qualunque luogo: la Terra, altri mondi, altri universi addirittura. Era una ricerca letteralmente infinita.

A meno che Lils non si degni di farci un'altra visitina per comunicarci le sue intenzioni” riassunse Tony, senza tracce di sarcasmo nella voce.
Succedeva raramente che Anthony Stark non infarcisse le sue frasi con una buona dose di ironia, ma quando accadeva era il chiaro segno della gravità della situazione.
Tutti annuirono e si congedarono: era oramai notte inoltrata e ognuno non vedeva l'ora di andare a letto.
Steve si coricò nel proprio, ma il sonno tardava ad arrivare. Il materasso erano freddo e vuoto e le lenzuola oramai avevano perso il classico profumo di rose, gelsomino e cocco di Lila.
Non riusciva a dormire dalla sua parte del letto, a toccare i suoi abiti e le sue cose né a entrare nella sua stanza. Eppure sarebbe stato facile: la porta era lì, proprio di fianco alla sua. Non sarebbe stato difficile entrare e magari alla fine si sarebbe sentito meglio.
Forse era quello il punto.
Sentire il profumo di lei, vedere le sue cose... tutto gliela avrebbe fatta sentire più vicina. Si sarebbe cullato nella dolce illusione di averla accanto, forse avrebbe potuto addirittura immagine la dolce consistenza delle sue labbra o delle sue carezze.
E per qualche ora gli sarebbe bastato ricordare, salvo poi tornare bruscamente alla realtà. Sarebbe caduto dalle nuvole e l'urto sarebbe stato cento volte più doloroso della sensazione di vuoto che provava in quel momento.
Forse avrebbe dovuto amarla meno, si disse. Chissà, se non si fosse buttato con tutto il suo cuore in quella relazione forse ora avrebbe ancora la possibilità di non uscirne a pezzi.
Eppure era certo che se anche fosse tornato indietro, anche sapendo cosa lo attendeva, non avrebbe esitato ad amarla con tutto se stesso.
Era innamorato, non c'era altro da dire, e Lila gli mancava da morire.
Alla fine chiuse gli occhi e si lasciò carpire dalle braccia di Morfeo.




Continua


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Capitolo 9
*** Vivi oggi, combatti domani ***


Vivi oggi, combatti domani

No, non proverò neanche a giustificarmi.
La puntualità non è proprio più il mio mestiere perciò taglio molto corto e vi lascio subito alla storia.
Per farmi perdonare – ed evitare il lancio di pomodori- oggi pubblicazione doppia: due capitoli al prezzo di uno.



Capitolo IX



Vivi oggi, combatti domani



Il rumore della porta che ruotava sui cardini e di qualcosa che veniva lasciato cadere dentro la cella la riscosse.
Quando Lila si alzò la porta si era già richiusa alle sue spalle e per terra c'era Loki. La casacca nera era a brandelli, il torace era coperto di sangue rappreso e ferite e i polsi erano lividi e martoriati.
Lila emise un gemito strozzato di angoscia e stupore mentre si chinava su di lui. Allungò una mano, ma non osò sfiorarlo per paura di procurargli altro dolore.

Loki” lo chiamò con dolcezza.
Quando non le rispose sentì il panico montare dentro di lei e accelerarle i battiti del cuore.

Loki!”
Finalmente il ragazzo aprì gli occhi e la ragazza tirò un sospiro di sollievo.
Fu di nuovo tentata di accarezzargli il volto, ma si bloccò a mezz'aria fino a quando Loki non le rivolse un sorriso stiracchiato.
A quel punto non poté più fermarsi e gli carezzò il viso con tutta la delicatezza di cui era capace, ricambiando il sorriso per trasmettergli una sicurezza che non sentiva di avere.

Andrà tutto bene” tentò di rassicurarlo.
Ultimamente cadi in troppi cliché, principessa” la prese in giro e la ragazza sbuffò una mezza risata, sollevata.
Non perché lui si stesse beffando di lei, no -era certa che Loki lo avrebbe fatto anche in punto di morte- quanto perché riuscì a sincerarsi delle condizioni in cui versava davvero.
Le ferite erano brutte e da non sottovalutare, ma aveva già notato come il corpo di Loki tendesse a reagire ai traumi molto più velocemente di un organismo umano.
Era un bene, soprattutto in una cella fredda e sporca come quella. A proposito di quello, doveva trovare un modo per disinfettate le ferite e purtroppo i suoi pantaloni erano già ridotti al minimo.
Adocchiò uno dei lenzuoli stesi sul pagliericcio e lo afferrò, per poi esaminarlo a fondo. Non era perfetto, ma era sempre meglio che niente.
Lo fece a pezzi e ne immerse un brandello nell'acqua avanzata nella brocca.

Questo potrebbe fare un po' male” lo ammonì mentre strizzava il fazzoletto. Loki annuì, troppo stanco per fare altro e chiuse gli occhi, abbandonandosi alle cure di Lila.
Avrebbe voluto dormire, ma quando il panno entrò a contatto con la sua pelle fu peggio che se ci avessero riversato sopra la lava.
Nella confusione dovuta al dolore artigliò qualcosa di morbido e vi immerse le dita e le unghie così a fondo che ad un certo punto sentì qualcosa di caldo colare sulla sua mano, ma non se ne diede pena fino a quando Lila non ebbe finito di pulire le ferite.
A quel punto gli fasciò il torace con i brandelli di lenzuolo restanti mentre Loki riapriva gli occhi.

Mi dispiace, avrei dovuto essere più delicata”
Loki scosse la testa, ma le parole gli rimasero impigliate in gola quando vide che la sua mano aveva afferrato la coscia di Lila, proprio sopra il ginocchio, e che aveva stretto al punto da lacerarne la pelle.
Rivoli rosso scuro sgorgavano dalle ferite e le imbrattavano la pelle, ma lei non aveva fatto una piega.
Pur di continuare a medicarlo aveva sopportato in silenzio la presa.

Non preoccuparti” si affrettò a rassicurarlo quando vide il suo sguardo perso “sono taglietti da niente. Ne ho viste di peggiori quando mio fratello ha scoperto la sua passione per il fioretto”
Loki cercò di tirarsi a sedere, ma Lila intervenne prontamente.

Non ti devi muovere. Se vuoi qualcosa te lo prendo io”
In effetti, c'è una cosa che vorrei” sussurrò a bassa voce, così che lei dovette chinarsi su di lui per sentire meglio.
Era esattamente ciò che Loki sperava facesse. Allungò un po' il collo e in un attimo le labbra di Lils erano sulle sue, calde e morbide nonostante tutto.
Pensava che sarebbe fuggita subito da quel contatto così inatteso, ma dopo l'irrigidimento iniziale, si sciolse e lo lasciò fare.
Decise che era il momento di osare di più e le accarezzò le labbra con la lingua, chiedendo un accesso che gli concesse.
Ne fu stupito e felice, ma furono emozioni fuggevoli perché un momento dopo si stava lamentando per il dolore: Lila lo aveva morso e ora lo stava guardando con un'espressione divertita e malandrina.

Un momento prima mi baci e quello dopo mi mordi, mi abbracci e poi mi prendi a pugni... Lila, soffri di disturbi della personalità?” la sbeffeggiò.
Ma guarda, hai ritrovato la voce. Comunque, la mia personalità sta benissimo e, tecnicamente, sei tu che baci e abbracci me”
Loki avrebbe voluto ribattere affermando che quelle non erano che sottigliezze, ma di nuovo nell'arco di poche ore la porta si riaprì e di nuovo comparve Phobos.
La rabbia oscurò lo sguardo di Lila che si alzò in piedi per fronteggiarlo, un ringhio crudo che le accarezzava la gola.
La creatura non si dimostrò per nulla inquietata dalla sua reazione, al contrario, parve quasi divertito e le rivolse uno sguardo compiaciuto e soddisfatto.

E' il tuo turno, ragazza” disse mentre la afferrava. Lila si dimenò, disgustata da quel contatto indesiderato, mentre la sua mente le diceva che era l'occasione che aspettava.
Se Phobos voleva sapere dov'era il Tesseract, lei glielo avrebbe detto. Avrebbe condotto i giochi, anche se sottoposta a tortura, e sarebbe stata sempre lei ad aver ragione in quella battaglia.
Che rida pure, presto non si divertirà più così tanto, parola di scout, si ripromise mentre la lasciava cadere con poca grazia sul pavimento di un'altra stanza.
Non erano soli, notò subito. In un angolo c'era un chitauro. Uno di quelli giganteschi, con due braccia grandi almeno quando le sue cosce e che brandiva -con troppa allegria per i suoi gusti- una frusta.
Aveva sempre saputo a cosa andava incontro; ciò nonostante impallidì e la gola le si fece secca. Per un attimo la paura minacciò di ottenebrarle la mente -e forse Phobos voleva quello- ma si impose di rimanere lucida.
Quando la porta si chiuse alle spalle dei suoi aguzzini si disse che era il momento.
Che i giochi abbiano inizio.

*


La schiena bruciava terribilmente, ma Lila era decisa a non dare a Phobos la soddisfazione di sentirla gridare.
Strinse le labbra e quando sentì l'ennesima scudisciata infrangersi sulla sua carne sussultò, ma non gemette.

Che mano delicata. Mia nonna saprebbe fare meglio” sputò con un sorriso di scherno. Sapeva che era stupido provocarli così, ma era nella sua natura.
Certo, questo voleva dire aumentare la sua tortura, sia in intensità sia in durata, ma non poteva fare a meno di sputare sui suoi aguzzini tutto il suo disprezzo.
Come aveva previsto la frustata successiva la colpì con maggior forza e la tagliò poco sopra le natiche.

Meglio?” la prese in giro Phobos
Decisamente” sibilò tra i denti.
Hai intenzione di parlare?”
Lila serrò le labbra: non sarebbe stato credibile se avesse confessato ora, dopo averli appena presi in giro.
Doveva sopportare ancora un po'.
Una scudisciata, un'altra, un'altra e un'altra ancora... Lila ora era certa di non poter più resistere e il sangue fluiva dalle ferite mentre i vestiti erano oramai ridotti a pochi brandelli.
Avrebbe dovuto gemere e magari piangere, far capire che era arrivata al limite e che avrebbe fatto di tutto per non subire quella tortura, ma qualcosa non andò come aveva previsto.
All'improvviso realizzò che piangere, gemere, supplicare la cessazione della tortura equivalevano a sottomettersi, come se si fosse inchinata.
E Lila non poteva farlo. Quando arrivò l'ennesima frustata sentì le lacrime premerle contro gli occhi, ma non per il dolore.
Era l'umiliazione, la consapevolezza della sua necessità ad annebbiarle lo sguardo. Sapeva di doverlo fare, era indispensabile per il loro piano.
Arrivò fino al punto di sperare che continuasse a torturarla perché il dolore della carne era niente in confronto a ciò che sentiva dentro e al suo orgoglio che veniva ucciso dalla crudele necessità.

Hai deciso di parlare?”
Alla fine si disse che era il momento e non poteva più rimandarlo.
Lasciò scorrere le lacrime sulle guance e gemette prima di annuire. Immaginò come Phobos dovesse essere soddisfatto, ma decise di non voltarsi per non permettergli di vedere la furia che le divampava negli occhi.

C-cosa v-vuoi sapere?”
Il Tesseract. Dov'è?” la voce non era più sardonica, ma somigliava a un ringhio.
Lo hanno i Vendicatori” gemette tra le lacrime, fedele fino in fondo alla sua recita benché dentro di sé provasse un profondo disprezzo verso se stessa.
Pensava che fosse finita e che nessuno l'avrebbe più importunata, ma Phobos si chinò su di lei e le prese il mento tra le dita.
Lila si dimenò per quanto poté, disgustata da quel contatto indesiderato.

Alla fine ti sei inchinata anche tu”
A quel punto Lila non riuscì a trattenersi. Cercò di scattare in piedi e allungò le mani per ferirlo, emettendo un grido di rabbia cruda, ma una fitta lancinante alla schiena le impedì di fare ciò che avrebbe voluto.
Phobos rise e fece cenno al chitauro di condurla di nuovo nella sua cella.
Lila gemette quando si sentì sollevare, ma era più che decisa a non emettere altro fiato. Sarebbe morta prima di dare altra soddisfazione a quella creatura spregevole.
La porta della sua cella si spalancò e il mostro la lasciò cadere sul pavimento, il tutto senza che Lila avesse emesso un singulto.
Quando l'uscio si chiuse si sentì afferrare da due braccia e il suo cuore traboccò di gioia quando vide il viso di Loki.
Era segnato dalla preoccupazione e per una volta il ragazzo non si stava premurando di nasconderla.

Guarda come ti sei fatta ridurre” la riprese gentilmente, sfiorando con i polpastrelli i contorni del viso di Lila.
Quel gesto gentile le fece salire le lacrime agli occhi, non tanto per il dolore alla schiena -che pure era tanto- quando per quello che le stava stritolando l'anima.
L'umiliazione bruciava più di cento frustate.

Ti sto facendo male?” le domandò subito, preoccupato di star stringendo troppo o di sfiorarla maldestramente.
Loki le afferrò il viso tra le mani e raccolse con le labbra le lacrime impigliate tra le ciglia di lei, un gesto privo di qualunque malizia e così dolce che normalmente le avrebbe fatto girare la testa.

No, le ferite non fanno troppo male” sussurrò e un groppo alla gola le impedì di procedere oltre. Temeva di scoppiare in lacrime da un momento all'altro, perciò preferì chiudersi in un ostinato mutismo.
Sei sicura che vada tutto bene?”
La ragazza annuì e poi si allontanò da lui, lasciandosi scivolare prona sul giaciglio di fortuna della cella.

Dovresti farti medicare” tentò ancora Loki, sperando di vedere in lei una qualunque reazione di orgoglio.
Dannazione, non poteva averla ridotta tanto male da aver fiaccato anche il suo spirito!

E tu invece dovresti smettere di interpretare la parte di ragazzo premuroso. Non ti si addice” lo freddò lei e Loki fu felice di sentire il veleno che usciva da quelle labbra riversarsi su di lui.
Qual è il proble...” non finì la frase che Lila riprese a parlare, ma con gli occhi chiusi, intenzionata ad abbandonarsi al sonno molto presto.
Chissà, se avesse chiuso gli occhi e si fosse lasciata carpire dalle tenebre forse si sarebbe svegliata nel proprio letto, al caldo e al sicuro e avrebbe scoperto che era tutto un dannatissimo incubo.

Una volta hai preteso che mi sottomettessi a te. Sai, sarebbe bastato fare ciò che ha fatto oggi Phobos per ottenere ciò che volevi”
In un attimo Loki comprese dove fosse il problema. Era quello, dunque? Pensava davvero di essersi sottomessa dando a Phobos ciò che voleva da lei?

Non ha ottenuto nulla, Lila” chiarì “Gli hai dato quel che ha chiesto perché noi lo avevamo deciso. Non ha vinto”
Lei non gli rispose e Loki si sporse oltre la sua spalla. Dormiva, ma sul suo viso non c'era l'espressione beata della notte precedente.
Non sapeva esattamente da cosa lo intuisse, ma leggeva in quell'espressione apparentemente pacifica un enorme dolore e una tristezza senza limite, come se qualcosa si fosse rotto e la stesse logorando dall'interno.
Le carezzò una guancia e poi si stese al suo fianco. Avrebbe dormito con lei, ma non per questo avrebbe permesso ai brutti sogni di rovinarle l'unico momento di quiete in quella giornata piena di efferatezze.


*

Quando vide dove si trovava non riuscì a trattenere un sorriso.
Era un posto che conosceva, ci era stato un milione di volte. Con Lila. Era stata lei a farglielo scoprire ed era lì che lo aveva portato la prima volta che erano usciti a Cambridge.
Ricordava ancora le parole che gli aveva rivolto mentre si accomodavano ad un tavolo nel portico.

Non hai vissuto veramente fino a quando non assaggi le lasagne di Giuseppe”
Aveva annuito e lui era scoppiato a ridere, trascinandosi dietro anche lei. Un velo di nostalgia gli annebbiò lo sguardo mentre lo spostava alla ricerca del loro tavolo.
Poi all'improvviso il riso scomparve sostituito dallo stupore quando vide che, seduta là, c'era Lila.
Lila e un sorriso invitante.
Senza attendere altro corse da lei e la costrinse ad alzarsi per abbracciarla forte.
Affondò il viso tra i suoi capelli, ne ispirò il profumo dolce e le carezzò la schiena e le braccia prima di allontanarla da sé quel tanto che bastava per sfiorare il suo naso con il proprio.
Non riuscì a trattenersi e la baciò come se da quello dipendesse la sua vita.
Lila ricambiò con lo stesso ardore, posando le mani sulle sue spalle per sostenersi. Steve annullò ogni pensiero logico e si abbandonò a quel contatto con ogni parte di sé.
Era ciò che era accaduto a Thor. Forse tutta l'atmosfera era un'illusione, ma Lila era lì, era reale. E la stava davvero baciando, era davvero tra le sue braccia.
Non le avrebbe permesso di andarsene, non di nuovo. Aveva già commesso quell'errore una volta, non lo avrebbe fatto di nuovo.
Quando si separarono per il bisogno di ossigeno Lila mugugnò contrariata e Steve si sedette, seguito a ruota da lei.
Le afferrò una mano in una deliziosa replica di quel loro famoso appuntamento.

Stai bene?” le domandò.
Sembrava in salute, si disse mentre la scrutava. Forse un po' pallida, ecco.

Ho avuto momenti migliori, ma me la cavo”
Cosa vuol dire?” le chiese.
Lila rimase in silenzio e Steve comprese che non voleva dirgli la verità per non farlo preoccupare.

Lila!” la richiamò, arrabbiato.
La ragazza sussultò e si rese conto che era furibondo. Non succedeva mai che Steve si infuriasse a quel modo, ma quando lo faceva persino Lila se ne sentiva urtata.

Sono stata torturata” sussurrò e Steve sbiancò. C'erano un milione di domande che Steve avrebbe voluto farle, ma quando vide i suoi occhi comprese che non era il suo corpo a stare male.
Cosa c'è che non va?”
Lo sguardo di Lila si riempì di malinconica dolcezza “Tu sei sempre riuscito a capirmi con uno sguardo” constatò, allungandosi per accarezzargli una guancia.

Dov'è il problema?”
Mi sono lasciata torturare perché era il piano che io e Loki abbiamo ordito. Gli ho detto ciò che voleva sapere” sussurrò abbassando il capo.
Era stata debole e anche se quello era ciò che doveva fare il suo orgoglio non lo accettava.
Steve comprese quale fosse il problema e le strinse più forte la mano.

Non sei stata debole, Lils. Ti sei lasciata tortura e hai mantenuto la mente abbastanza lucida da ingannare Phobos. Io lo chiamerei coraggio, questo!”
Lila alzò lo sguardo, pronta a ribattere, ma quando incontrò gli occhi ardenti di Steve, così sinceri e convinti, non riuscì a parlare.
Si chiese se davvero fosse stata una sconfitta. Dopotutto, aveva ingannato Thanos, lo aveva portato esattamente dove volevano loro.
Non si era inchinata, si disse, e se anche lo avesse fatto avrebbe preso la sua rivincita su quella creatura presto, molto presto.

Grazie” sussurrò a quel punto Lila.
Steve le sorrise, ma poi tornò subito serio “Mi manchi, Lils”

Anche tu”
“Davvero? Non ti basta Loki accanto a te?”
Lila strabuzzò gli occhi e quando Steve si rese conto delle sue parole si morse la lingua, desiderando rimangiarsele. Non avrebbe voluto farle sentire la sua amarezza, non quando avevano così poco tempo per stare insieme.

Non hai ancora preso una decisione, vero?” le domandò, incapace di cambiare argomento ora che avevano iniziato quello.
Lila scosse il capo e non disse altro. Cadde il silenzio e Steve sospirò. Avrebbe voluto sentirle dire che aveva fatto la sua scelta, che era lui che voleva, ma sapeva di dover attendere ancora.
Ad un certo punto Lila alzò lo testa di scatto “Abbiamo perso tempo, Steve! Non so come faccio ad essere qui, ma è un bene. Dovete essere informati del piano”

Ma Lila...”
Niente ma, Steve. Phobos pensa che voi abbiate e il Tesseract e lo vuole”
“E perché pensa questo?”
“Perché glielo ho detto io. Quando verrà a cercarlo, e lo farà presto, dovrete tenerlo occupato abbastanza a lungo da permettere a me e a Loki di fuggire”

E come avete intenzione di fare? Non sarà pericoloso?” le domandò.
Non ti preoccupare di questo. Non so come Phobos abbia intenzione di agire, ma tenetelo occupato quanto più potete”
E se doveste fallire?”
A quel punto, anche se Lila tacque, Steve comprese tutto ciò che lei non voleva dirgli. Quasi soffocò nella consapevolezza che quella poteva essere l'ultima volta che la vedeva.
Si alzò e la costrinse a fare altrettanto, poi se la strinse al petto. Dolorosamente, come se dipendesse la sua vita da quell'abbraccio.
Lila chiuse gli occhi e si lasciò andare tra quelle braccia. Poteva essere l'ultima volta che lo stringeva a sé e se proprio doveva morire voleva farlo con il suo ricordo ben impresso nella mente.
Il suo profumo la faceva impazzire e non riuscì a trattenersi dal baciarlo. Non era un semplice bacio, ma pura necessità.
Entrambi dipendevano da quel contatto come se fosse stato aria o acqua.
Si scoprì ad attingere a piene mani da quell'oceano di dolcezza e passione e il bacio crebbe in fretta, come se fossero i loro corpi a dettare il ritmo al di là della loro volontà.
Non che loro non fossero pienamente consenzienti.
Sembrava che l'istinto li spingesse ad attingere quanto più potevano da quel bacio, come un assetato a cui viene dato da bere dopo una lunga astinenza.
Se fosse dipeso da loro sarebbero rimasti così fino alla fine dei loro giorni, ma Steve si rese conto presto -troppo- che Lila stava cominciando a sparire.
Era esattamente come lo aveva descritto Thor: dapprima perse consistenza, poi la sua immagine sbiadì lentamente.

Ti amo!” riuscì solo ad dirle prima che se ne andasse.
Anche io, qualunque cosa succeda” e poi scomparve del tutto, lasciandolo sveglio e madido di sudore nel proprio letto.


Continua

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Capitolo 10
*** Se è amore non puoi scappare ***


L'amore


Come promesso, il secondo capitolo in una sola giornata.
Vi chiedo scusa se non risponderò alle recensioni, ma non mi sento molto bene in questi giorni e andrò nel letto appena pubblicato.
Buona lettura^^




Capitolo X



Se è amore non puoi scappare


Lila aprì gli occhi, ma avrebbe preferito rimanere ancora nel suo sogno, o qualunque cosa fosse.
Si sentiva debole, spossata dalle ferite e dalla tristezza.
Fino a quando era rimasta sveglia e con Loki accanto era stato facile non pensare a Steve e alla sua lontananza, ma ora che lo aveva rivisto non poteva negare quanto le mancasse: era come se mille coltelli arroventati le avessero infilzato il cuore e la carne.
Una volta superata l'iniziale ondata di dolore, Lila si accorse di una mano che le accarezzava i capelli.

Sei sveglia?” le chiese Loki e Lila annuì.
Ti sei agitata molto stanotte” le disse e la ragazza notò la sua freddezza.
Se ne risentì: perché un minuto prima doveva essere premuroso e quello dopo doveva tornare ad essere semplicemente il dio degli Inganni di sempre? I suoi cambiamenti di umore le facevano girare la testa.

Cosa c'è che non va, Loki?” gli domandò con un sospiro, troppo stanca per mostrare tutta la sua indignazione.
Hai invocato più di una volta il nome di Steve”
Ho fatto un sogno, come l'altra volta, e gli ho comunicato i nostri piani” disse. Non si stava giustificando, non aveva fatto niente di male dopotutto, ma Loki doveva comunque sapere che i Vendicatori erano al corrente dei loro piani. Questo non implicava certo che dovesse sapere cos'altro era successo.
Terranno Phobos occupato?”
Lila annuì e si sentì stanchissima, come se avesse corso per miglia senza mai fermarsi.
Vide lo sguardo di Loki e comprese che c'era qualcosa che voleva chiederle, una domanda che aveva intenzione di farle: glielo leggeva negli occhi.

Cosa vuoi sapere, Loki?”
Il ragazzo si chinò su di lei e Lila si sentì sovrastare dal suo corpo. Fronte contro fronte, Lila si ritrovò occhi negli occhi con lui.
Se fosse stata un'altra persona forse Lila avrebbe pensato al desiderio di trasmetterle il proprio amore, ma era Loki e la ragazza era certa che ci fosse dell'altro.

E avete parlato solo del piano?” le domandò e in un attimo fu tutto chiaro: quel suo sguardo era un modo per comprendere se stesse davvero dicendo la verità.
Buffo come il dio degli inganni pretendesse da lei la sincerità.

No, ma questi non sono affari tuoi, giusto?”
Ne sei convinta?” le soffiò a pochi centimetri dalle labbra.
Il bisogno di contatto fisico di Loki a volte la sconcertava, tanto più che non lo aveva visto comportarsi in quel modo con nessuno. Sembrava che avesse bisogno di sentire vicina solo lei, Lila.
Si era chiesta perché accettasse i suoi baci, le sue carezze, i suoi abbracci e all'inizio si era detta che poteva essere un modo per raggiungere lo scopo che si era prefissa, ma ora non era più credibile.
Era inutile negare che le piaceva quando le stava vicino e che il contatto fisico era una parte integrante del loro rapporto, qualunque esso fosse.

Sì” sussurrò prima che lui la baciasse. Si attardò un po' sulle labbra di lei e quando la liberò dal suo abbraccio Lila sospirò.
Non poteva più negare il nome di quel sentimento, non a quel punto almeno. E in fondo si trattava solo di dargli uno stupidissimo nome, la cosa più semplice da fare a quel punto.
Era amore, quel tipo di amore che addolcisce lo sguardo e illumina di un luce nuova ogni cosa.
Se fosse stata in un'altra situazione avrebbe gioito per l'aver finalmente raggiunto la conoscenza, ma in quel caso serviva solo a complicare la situazione.
Loki si rese conto che qualcosa era cambiato nello sguardo di Lila.

Mi guardi in modo diverso” le fece notare.
E' perché ti amo” gli rispose, simulando il suo stesso stupore di fronte a quelle parole.
Non aveva deciso di dirlo, non era nemmeno sicura che fosse giusto farlo, eppure la frase era sgorgata dalle sue labbra prima che riuscisse a fermarla e con una naturalezza che la sorprese.
Tuttavia non si sarebbe tirata indietro perché sapeva che erano vere.
Dapprima Loki faticò a credere alle proprie orecchie, poi piano a piano le sue parole penetrarono dentro di lui e alla fine non riuscì a trattenere un sorriso.

Mi ami?”
Lila annuì, inchiodandolo con gli occhi. Non era il tipo da fuggire di fronte alle cose, neanche quando minacciavano di provocarle dolore.
Lei era più il genere di persona che prendeva in mano la situazione e così fece anche in quella situazione.
Prese il viso di Loki tra le mani e lo avvicinò al proprio “Io ti amo. Non so che tipo di amore sia, so solo che ti amo. So che questo complicherà la mia scelta, ma dovevo dirtelo”
“Perché?”
Lila gli rivolse un sorriso sfavillante, di quelli che gli riservava tempo prima “Perché mi avevi chiesto una possibilità e ti sto dimostrando che te l'ho concessa davvero”
Fu lei stavolta a baciarlo e quando le sua labbra toccarono quelle di lui, Loki pensò di non aver mai provato un'emozione così intensa.
Gli scoppiò nel petto, simile a un fuoco d'artificio, e si irradiò per tutto il suo corpo, simile a un fiume.
Non aveva mai provato un'emozione tanto forte né aveva mai amato -sì, non poteva negare di amarla- qualcuno a quel modo.
Fu felice di aver rifiutato l'offerta di Phobos e si disse che ora aveva un motivo in più per non morire.
Rumore di armi, ringhi e urla feroci li costrinsero a separarsi e a volgere lo sguardo verso la porta. Non ci voleva un genio per capire che Thanos si stava muovendo ed entrambi si scambiarono uno sguardo significativo.
Dal momento in cui il chiasso sarebbe cessato non avrebbero avuto molto tempo e avrebbero dovuto fare in fretta se volevano uscirne vivi.

Pronta?” le domandò
Lila annuì e si alzò in piedi. Le doleva la schiena e muoversi era difficile, ma non poteva permettersi nessuna debolezza in quel momento, tanto più che neanche Loki era in piena forma.
A dire il vero, forse quello messo peggio era proprio lui perciò avrebbe dovuto stringere i denti. Ma prima di iniziare doveva assicurarsi di una cosa. Si voltò verso Loki e ne incrociò lo sguardo.
Fuori l'aria era ancora satura dei suoni che precedono una battaglia.

Se qualcosa andasse storto e solo tu dovessi raggiungere lo scettro, devi andare via”
Non ti lascio qui” inorridì lui.
Non servirebbe a niente essere catturati entrambi di nuovo. Tu puoi capire dove siamo mentre fuggi e portare con te i Vendicatori, io no. E' semplice, Loki”
Il dio avrebbe voluto trovare un argomento che lei non potesse confutare per dimostrarle che aveva torto, ma, per quanto si sforzasse, non riuscì nel suo intento.
Alla fine dovette desistere e fu costretto ad annuire.
Lila sospirò, sollevata. Era stata una decisione difficile da prendere e ci aveva riflettuto a lungo.
Era un gesto assurdamente eroico, il classico sacrificio da film -sì, Lila aveva anche trovato il tempo di riderci sopra-, ma per Lila aveva un significato ben preciso.
Voleva dire mettere da parte l'istinto di sopravvivenza, letteralmente se stessi, per lasciare spazio a qualcun altro e non era neanche lontanamente facile come pensava chi non si trovava in quella situazione.
La sola idea di essere lasciata sola la faceva impazzire, ma era la cosa giusta da fare e non poteva ignorarlo.
Non era però il momento per pensarci: ora doveva fare l'impossibile per fuggire.

Bene” chiuse la questione e tese l'orecchio.
I rumori si erano placati, sostituiti dal silenzio, il che voleva dire che era giunto il momento di agire.
Appena furono in piedi si presentò loro il primo ostacolo, una cosa che pure con le loro menti illuminate non avevano considerato: la porta.

Non capisco come abbiamo fatto a dimenticarcene” considerò Loki.
Lila la esaminò in ogni dettaglio: era un uscio di legno massiccio, ben saldo sui cardini e con una stupida serratura arrugginita.
Se ci fossero stati Steve o Thor avrebbe detto loro di buttarla giù a spallate, ma non era sicura -in realtà ne era certa- che la sua forza e quella di Loki non fossero sufficienti.
No, la soluzione era un'altra e arrivò proprio ripensando all'unica volta in cui si era trovata prigioniera in una stanza.
Sorrise diabolicamente, armeggiando con i propri capelli e alla fine trovò ciò che aveva bisogno.

Non mi sembra il momento di dedicarsi alla propria immagine” la prese in giro.
Lila alzò gli occhi al cielo mentre si chinava sulla serratura con un sorriso furbo.

Cosa pensi di fare?”
La stessa cosa con cui ho fregato te sei mesi fa”
Iniziò ad armeggiare con la forcina e la porta. La sua espressione si faceva via via più concentrata mano a mano che procedeva nello sforzo di unire velocità ed efficacia.
Lila sapeva di non avere troppo tempo e quella porta si stava rivelando fin troppo complicata da aprire per i suoi gusti.
Sentì che una parte del cilindro scattava, ma nonostante questo la porta opponeva ancora resistenza ai suoi tentativi di aprirla.

Oh, dannazione!” imprecò scagliando un calcio all'uscio che ruotò su se stesso. Lila strinse le labbra in un'espressione stizzita mentre Loki scoppiava a ridere alle sue spalle.
Be'” ansimò alla fine il dio “almeno l'hai aperta”
La ragazza lo fulminò, ma decise di rimandare ad un altro momento la sua legittima vendetta: ora dovevano sbrigarsi.
Il corridoio era sgombro, ma ora erano di fronte ad un altro problema.

Come troviamo il tuo scettro?” domandò rivolta a Loki. Quando lo vide ammutolire, sbiancò.
Se il loro piano fosse andato a monte Thanos li avrebbe uccisi. Ma, a ben pensarci, quella era la prospettiva più rosea.
Poteva frustarli fino alla morte, torturarli o far loro del male in mille altri modi, tutti di gran lunga peggiori della morte.
Loki chiuse gli occhi e Lila si aggrappò inconsciamente al suo braccio.

Non preoccuparti, principessa. Seguiamo la scia di energia”
Non sapeva di cosa stesse parlando, ma Lila si fidava di lui e lo seguì senza remore. Solo a metà strada si rese conto che Loki avrebbe potuto condurla in una trappola.
Aveva parlato con Thanos da solo e poteva aver stretto con lui un'alleanza che gli salvasse la vita.
Una persona normale avrebbe preso in considerazione quell'eventualità e avrebbe cercato di tutelarsi, in qualche modo, ma non Lila.
Lei era certa che non l'avrebbe ingannata né messa in pericolo, non dopo quello che si erano detti -che lei gli aveva detto, si corresse- e che avevano passato in quei giorni, insieme.
Era così immersa in quei pensieri che non si accorse che Loki si era fermato ad un angolo e continuò a camminare fino a quando il dio non la afferrò per la vita e la strinse a sé, impedendole di procedere oltre.

Ma cos...” la sua domanda venne stroncata dalla mano di Loki. Si sporsero e notarono due chitauri a fare da guardie alla porta dove era evidentemente custodito lo scettro di Loki.
Idee?” le domandò e Lila annuì mentre Loki mollava la presa sulla sua vita. A Lila bastò poco per scattare in avanti e correre verso i due mostri.
Quando la videro diedero l'allarme, ma quel gesto segnò la loro disfatta. Dovevano essere molto deboli, perché per Lila fu facile metterli al tappeto.
Rubò loro le armi e fece cenno a Loki si avvicinarsi. L'allarme non la smetteva di suonare e a breve sarebbero stati sotto attacco.

Sei un'incosciente” le disse mentre la vedeva buttare giù la porta grazie all'arma che si era appena conquistata.
Volevi entrare, giusto? Bene, ti ho aperto la strada” gli fece notare mentre varcavano l'uscio o quello che un tempo lo era stato.
Al centro della stanza faceva bella mostra di sé il tanto sospirato scettro. Quando Loki lo afferrò brillò di più per un momento.

Devo dire che non sono mai stata così contenta di vederti con un'arma in mano” scherzò Lila.
Sapeva che erano vicini al raggiungimento del loro piani e non poté trattenere l'euforia quando si rese conto che presto sarebbero stati con gli altri Vendicatori, al sicuro.
In quel momento un boato distrusse la parete di fronte a loro e un gruppo di chitauri fece la sua comparsa, armato e pronto ad aggredirli.

Andiamo via di qui!” urlò Loki e tentò di afferrare il braccio di Lila.
Purtroppo per lui la ragazza venne strattonata lontano e sbatté la testa contro il muro. Quando si tastò la nuca sentì qualcosa di caldo e appiccicoso impiastricciarle le dita, ma stranamente il mondo intorno a lei non perse consistenza.
Per un attimo si velò, come se fosse scesa la nebbia, ma tornò subito nitido. Si rialzò un po' a fatica, anche a causa delle ferite sulla schiena e schivò un paio di colpi, poi finalmente trovò un secondo per voltarsi verso Loki.
Stava combattendo con un gruppo di mostri, ma i suoi movimenti erano lenti e le ferite lo rendevano goffo.
Doveva andare a dargli una mano, decise, ma prima che potesse muovere un solo passo vide un chitauro allungarsi, superare la guardia di Loki e colpirlo al fianco.
In un'altra occasione probabilmente Loki non avrebbe fatto una piega, ma il suo corpo era sfiancato dalle ferite e troppo debole per resistere.
Scivolò in ginocchio e Lila si slanciò verso di lui. Era furiosa e preoccupata, una combinazione che non portava mai niente di positivo.
Sapeva di dover rimanere lucida, ma la rabbia la accecò e all'improvviso la priorità divenne avvicinarsi a Loki e capire se stava bene.
Con un calcio ben assestato riuscì ad allontanare l'ultimo chitauro che si era frapposto fra lei e il suo obiettivo.

Loki!” lo chiamò.
Prendi lo scettro e va via” sussurrò mentre tentava di rialzarsi.
Lila non gli diede retta.
Recuperò lo scettro, scivolato poco più avanti, e strinse la presa sul braccio di Loki. Non sapeva esattamente cosa doveva fare ed era sicura che non avrebbe funzionato fino a quando non fosse stato Loki a volerlo.

Loki, devi essere tu. Lo scettro con me non funziona” lo richiamò con energia.
Il dio, per parte sua, si sentiva galleggiare in una sorta di curioso dormiveglia. Le tenebre promettevano di dargli un sonno tranquillo, una pace tanto agognata, ma c'era la voce di Lila, calda e luminosa come un raggio di sole, che gli impediva di addormentarsi.
Dovette sforzarsi per comprendere le sue parole, ma alla fine riuscì a decifrarle.
Mosse una mano e afferrò lo scettro che lei gli porgeva.
Lila lo strinse a sé e in un attimo scomparvero.

*


Stavano combattendo da troppo poco tempo, si disse Steve mentre vedeva che i Chitauri cominciavano ad arretrare verso il portale.
Dovevano dare più tempo a Lila e Loki di fuggire.

Bloccateli!” urlò agli altri Vendicatori e subito Tony e Bruce si frapposero fra i mostri e la loro via di fuga.
Steve non era concentrato come avrebbe dovuto e lo sapeva anche lui. Tuttavia il suo pensiero era solo per Lila e per ciò che stava facendo.
Perché ci metteva tanto?
La sua mente non faceva che proporgli gli scenari peggiori e stava letteralmente diventando pazzo.
Un lampo di luce azzurra illuminò il campo di battaglia e Steve perse un battito.
Si distrasse e come lui fecero tutti i Vendicatori, quel tanto che bastava per permettere ai chitauri di fuggire.
A nessuno importava visto che quel raggio poteva voler dire solo una cosa: Lila e Loki ce l'avevano fatta.
E infatti un secondo dopo la luce scomparve e al suo posto c'erano i due ragazzi.
Visibilmente provati, sporchi di sudore, polvere e sangue, con gli abiti a brandelli, ma vivi.
Il cuore di Steve perse un battito per il sollievo.
Non gli importava nemmeno che Lila tenesse Loki tra le sue braccia: la sola cosa importante era che fosse libera.
Coprirono tutti la distanza che li separava dal duo con poche falcate veloci, dimentichi di tutto ciò che non fossero loro.

State bene?” domandò Bruce, tornato alla sua forma umana e avvicinandosi per accertarsi delle condizioni di salute di entrambi.
Lila annuì, ma guardò significativamente Loki. Le aveva passato un braccio intorno alle spalle e lei lo sorreggeva per la vita.
La figura di Loki la sovrastava e Lila sembrava malferma sotto il suo peso, ma non diede cenno di voler lasciare la presa.

Direi che abbiamo passato momenti migliori”
Fai la sbruffona mentre siamo in piena fuga e vedi cosa accade” la rimbrottò a mezza voce Loki e Lila sbuffò una mezza risata.
Non facevo la sbruffona. Ti ho salvato il culo” constatò, stizzita. Loki fece per allontanarsi, ma non aveva considerato il taglio al fianco dal quale perdeva sangue e le ferite, tanto che un violento capogiro lo fece vacillare.
Pensava che sarebbe caduto, nonostante le mani di Lils che si erano protese per afferrarlo, e chiuse gli occhi, aspettando l'impatto con il suolo.
Un contatto che tuttavia non arrivò.
Ci mise un po' a capire che qualcuno lo aveva afferrato, qualcuno di molto più forte e grande di Lila

Fratello” lo chiamò Thor.
A quelle parole, Loki alzò lo sguardo proprio a ribattere che no, lui non era suo fratello, ma fu fermato da qualcosa nello sguardo di Thor.
Una tenerezza che non vedeva da tanto, un affetto antico che aveva ignorato per troppo tempo. Per un attimo Loki capì di cosa parlava Lila quando diceva di amare suo fratello.
Le sue riflessioni furono interrotte dall'abbraccio in cui lo avvolse Thor. Era assurda e strana tutta quella delicatezza messa in relazione al dio del tuono.
All'inizio cercò di opporsi, ma alla fine desistette e ricambiò timidamente la sua stretta. A quel punto non poteva negare che una parte di lui, per quanto avesse cercato di metterla a tacere, considerava ancora -e lo avrebbe fatto sempre e per sempre- Thor suo fratello.

Bentornato” sussurrò il dio del tuono e Loki si lasciò scappare un mezzo sorriso.
Lila si morse il labbro e gli occhi le si inumidirono, ma sfoggiò un bel sorriso, come quello di chi ha finalmente raggiunto il traguardo dopo una lunga maratona.
Intanto Steve si fece avanti, la afferrò e la strinse a sé delicatamente. Non sapeva di che tipo fossero le sue ferite e quanto male le facessero, perciò non voleva provocarle dolore.

Ciao” la salutò mentre lei appoggiava il capo sulla sua spalla. Lila sorrise contro il suo collo e a Steve parve che un tassello importante del puzzle fosse finalmente andato al suo posto.
Ciao” sussurrò la ragazza aumentando la presa sul suo collo.
Accanto a loro, Loki guardava la scena senza fiatare. Sapeva che sarebbe successo ed era giusto, ne era conscio.
Mentre abbracciava Steve, le si affacciarono alla mente parole che sembravano essere state pronunciate in un'altra vita.
Steve una volta aveva detto che solo un miracolo avrebbe potuto salvare il rapporto di Thor e Loki ed era così sicuro della sua affermazione da aver scommesso con lei una cena nel suo ristorante giapponese preferito.

Ho vinto io” gli ricordò con un sorriso divertito. All'inizio Steve parve non capire, ma poi una significativa occhiata a Thor che sollevava tra le braccia Loki gli fece comprendere ciò a cui Lila stava alludendo.
Vinto cosa?” domandò Tony.
Spero che vi piaccia il giapponese, ragazzi. Stasera paga Steve” annunciò la ragazza mentre Capitan America scuoteva il capo, sconsolato.
Prevedevano tempi di magra per il suo povero portafogli.


*


E' proprio necessario tutto questo?” domandò per l'ennesima volta Loki.
Sei stato torturato” ribadì Thor, con lo stesso tono di voce che avrebbe usato con un bimbo poco sveglio -il che era piuttosto comico, oltre che paradossale-.
Ma sto bene!” si lagnò di nuovo il dio degli inganni e Thor alzò gli occhi al cielo. Era segretamente felice di battibeccare in quel modo con Loki: gli sembrava di essere tornato ai tempi in cui erano poco più che bambini e discutevano per le piccole cose.
Non sapeva cosa fosse successo durante la prigionia, ma qualcosa doveva essere accaduta. Loki se n'era andato come il dio degli Inganni ed era tornato come suo fratello.
Dopo attenta analisi, Thor aveva deciso che non gli importava: l'unica cosa che contava era riavere suo fratello.
Intanto Loki continuava ad agitarsi, irrequieto, sul lettino dell'infermeria in cui lo aveva costretto. Probabilmente se non fosse rimasto lì sarebbe sgattaiolato via tempo prima, ma Bruce non aveva ancora finito di curarlo e le sue ferite erano davvero brutte.

Sai, se persino peggio di Lila” notò Bruce mentre suturava un taglio su una spalla.
Loki e Thor lo guardarono senza capire e il dottore alzò lo sguardo per un secondo, giusto il tempo di sorridere appena e tornò al suo lavoro.

Ha fatto molte scene e quando ho tentato di farle l'anestesia... be', ha tirato fuori tutta la sua aggressività”
Ha affrontato eserciti, Phobos, la frusta... e ha paura di un ago?” rise Loki, appuntandosi mentalmente di prenderla in giro per questo.
Bruce non disse niente e Thor sorrise, ma da quel momento cadde il silenzio fino a quando la porta non si aprì ed entrarono gli altri Vendicatori.
Per ultima entrò Lila. Era ancora pallida, aveva un braccio fasciato, appeso al collo e si muoveva con cautela evitando i movimenti bruschi.
In una mano teneva una scatola verde mentre mangiucchiava quelli che avevano l'aria di essere biscotti.

Perché lei mangia mentre io sono qui a farmi medicare?”
Perché mentre Bruce suturava i miei tagli, Steve è andato a prendermi i macarons” gli fece la linguaccia lei prima di addentare un altro di quei dolcetti.
Cosa?” le domandò e Lila si avvicinò, porgendogli con un sorriso uno di quegli strani biscotti.
E' la mia ultima offerta” lo avvertì dopo un minuto buono di attesa “Ora o mai più”
Aveva un profumo e un aspetto invitante, dovette ammettere, così ne addentò cautamente un pezzo.
E scoprì che Lila aveva fatto bene a chiedere quei così per prima cosa: erano assolutamente squisiti.
Forse la ragazza comprese quanto gli fosse piaciuto perché gli porse la scatola.

Dai, mangiali con me” lo incitò.
Per quanto fosse golosa -e pochi sapevano quanto- a Lila piaceva mangiare in compagnia e dividere il proprio cibo.
Riteneva che condividere con le persone importanti qualcosa di banale come il proprio cibo preferito potesse trasformare un azione di tutti i giorni in qualcosa di speciale.

Ora che siamo tutti qui, che ne dite di raccontarci un po' cosa è successo mentre eravate rinchiusi?” chiese Natasha.
Avrebbe voluto lasciarli in pace, almeno per un po', ma non c'era tempo per il riposo: erano in guerra e dovevano avere quante più informazioni possibili.

Se volete sapere del nascondiglio di Phobos vi rivolgete alle persone sbagliate” la freddò Loki “Non siamo riusciti a scoprire nulla”
A parte che me la pagherà per ciò che ci ha fatto” ringhiò Lila serrando i pugni.
Non avrebbe voluto reagire in quel modo, ma il ricordo dell'umiliazione subita era ancora vivido in lei e lo sarebbe sempre stato.
Bruce le aveva detto che le ferite si sarebbero rimarginate e che se fossero rimaste cicatrici sarebbero state molto piccole e quasi impossibili da vedere, ma Lila avrebbe sempre saputo che erano lì: un tatuaggio, un marchio inciso sulla sua stessa pelle.

A questo punto non possiamo neanche programmare di attaccarlo” sospirò Steve mentre prendeva una mano di Lila e la stringeva delicatamente.
A questo punto l'unica cosa che possiamo fare è aspettare” concordò Clint.
A nessuno piaceva l'idea di lasciare che fosse Phobos a fare la prima mossa, ma non aveva niente che potesse aiutarli a pianificare una strategia.

Aspettare e tenerci pronti” gli diede man forte Tony.
Cadde il silenzio, rotto solo di tanto intanto dagli strumenti che Banner posava e afferrava di quando in quando.
Dopo qualche minuto, il dottore alzò la testa e sorrise “Ho finito”
Si tolse i guanti e li gettò di lato, poi tornò a guardare i suoi due pazienti “Vi riprenderete benissimo entrambi, ma per precauzione è meglio che vi riposiate in questi giorni. E” aggiunse quando vide che Lila era pronta a ribattere “adesso conviene che andiate a dormire. Senza offesa, ma avete delle occhiaie spaventose”

Sarà emozionante dormire di nuovo in un vero letto” asserì sbadigliando Lila mentre si dirigeva verso la porta, imboccando la via per la sua stanza.
Loki la seguì e mentre si allontanavano li sentirono parlare.

Ma come” stava dicendo il dio “quel pagliericcio non ha soddisfatto i tuoi bisogni?”
Non sentirono la replica di Lila, ma il rumore di uno schiaffo fu per loro una risposta esauriente e scoppiarono a ridere.



Continua



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Capitolo 11
*** Send me away with the word of a love song ***


Send me away with the words of a love song- Il tuo nome sulle labbra

Buondì!

Lo so, gli aggiornamenti regolari non sono il mio forte, ma consolatevi: l’odissea di questa storia –che si trascina da un anno e più- sta per finire perché avete di fronte l’ultimo capitolo prima dell’epilogo.

E manca tanto così alla scelta.
Per pura curiosità: voi lettori con chi fareste finire Lila?

Perciò, accomodatevi e godetevi il capitolo.

 

 

 

 

Capitolo XI

 

 

Send me away with the words of a love song


Lord make me a rainbow, I'll shine down on my mother
She'll know I'm safe with you when she stands under my colors
Oh, and life ain't always what you think it ought to be, no
Ain't even gray, but she buries her baby

If I die young, The Band Perry

 

Quattro giorni dopo era ancora tutto tranquillo.
Lila era decisissima a godersi un giorno -uno solo, non chiedeva certo tanto!- di meritato risposo come lo intendeva lei.
E ciò non comprendeva un letto, coperte, bevande calde  e cinque Vendicatori nella loro miglior versione di chiocce protettive.
Così si era svegliata molto presto e aveva convinto -più che altro obbligato- un pilota molto gentile ad accompagnarla a terra.
Certo, l'uomo era stato un po' reticente perché non aveva avuto nessuna autorizzazione da parte di Fury, ma alla fine Lila era riuscita a persuaderlo a portarla giù per poi venirla a prendere nel tardo pomeriggio.
Si era fatta depositare su un tetto nei sobborghi di New York e ora camminava tranquillamente per le strade di Manhattan, diretta verso Broadway.
Aveva chiamato suo fratello e gli aveva detto di volerlo vedere, così gli aveva concesso di saltare la scuola e di raggiungerla da Starbucks.
Un comportamento non proprio da lei che doveva aver insospettito Simon, ma il ragazzo non aveva protestato.
Lila aveva bisogno di respirare un po' di normalità e credeva di averne anche il diritto.
Insomma, non la si poteva biasimare se per alcune ore cercava di sfuggire all'orrore che era diventato parte della sua stessa vita.
Aveva passato quattro giorni in una prigione, con l'incubo della morte sempre accanto, e probabilmente mai avrebbe dimenticato le battaglie e la distruzione di quei giorni...
Nell'ottica di Lila, era quasi un dovere trovare qualcosa di cui sorridere di tanto in tanto, in tutto quel caos.
Entrò nel negozio e la accolse subito la familiare aria profumata di caffè, caramello e latte.
Diede un'occhiata in giro e scorse una ben nota chioma bionda che sorseggiava un caffè e si pavoneggiava con alcune ragazzine in divisa, esibendo la tua felpa della squadra di football come se fosse una medaglia al valore.
“A volte mi chiedo come facciamo io e te ad essere parenti” lo prese in giro con un sorriso sardonico.
“Sorella!” si alzò e la strinse in un abbraccio da orso.
Simon aveva solo quattordici anni, ma era già più alto di lei e con le spalle larghe di un uomo. Non sapeva come avesse fatto a diventare così massiccio, ma era sicura che non fosse una cosa di famiglia: prova ne era il fatto che lei era tanto minuta e aggraziata quanto lui alto e massiccio.
Se qualcuno li avesse visti -lei quasi bionda, piccola e lui castano scuro e muscoloso- avrebbe pensato che non fossero neanche lontanamente parenti.
Quando la lasciò libera di tornare a respirare Lila si accomodò sulla sedia di fronte e ordinò un latte caramellato con tanta, tanta panna.
“Come va con la scuola?” domandò con un sorriso disinvolto.
Simon la scrutò con occhi attenti e alla fine si sporse verso di lei con l'espressione più seria che gli avesse mai visto addosso.
“Cosa c'è che non va, Lils?”

Quello -l'innata capacità di guardare dentro le persone- avrebbe invece confermato che erano proprio fratello e sorella.
“Perché dovrebbe esserci qualcosa che non va? E non hai risposto alla mia domanda”
“Tu mi hai fatto saltare la scuola. E tu non lo fai mai, a meno che non sia qualcosa di veramente serio. Perciò, sorellina, dimmi qual è il problema, senza girarci troppo intorno”
La ragazza abbassò lo sguardo e si mordicchiò nervosamente il labbro inferiore, tamburellando le dita sul tavolo.
Non poteva coinvolgere suo fratello in quella guerra, ma aveva bisogno di parlare con qualcuno della situazione con Steve e Loki, qualcuno che non la giudicasse e che l'avrebbe amata a prescindere da qualunque scelta avesse fatto.
“Mi sono innamorata di un altro uomo” esalò alla fine.
“E Steve? Lo amavi così tanto!”
“E lo amo ancora! E' questo il problema, capisci? Come posso scegliere tra due tipi di amore così diversi, eppure ugualmente forti?”
“Ok, ho capito. Ora taci e ascolta, sorella” la fermò lui stringendole una mano. Lila era stata una bambina, poi una ragazza e infine una donna decisa e forte. Era stata un modello da seguire, non tanto per i suoi traguardi -irraggiungibili per lui, in realtà- ma per la sua capacità di fare la cosa giusta, anche quando era la scelta più difficile.
Spesso lo aveva fatto per lui, spesso per sé stessa... ma questo non la rendeva una persona perfetta, priva di macchie e sovrumana.
Al contrario, sua sorella era tremendamente umana e Simon poteva solo immaginare quanto le dispiacesse non riuscire a fare la cosa giusta.
“Io adoro Steve e tu lo sai, ma non ti dirò di scegliere lui se non sei sicura e spero non sia questo quello che ti aspettavi. Il punto non sono loro, ma tu: io voglio che tu sia felice e forse il fatto che questo amore ti provochi tanta sofferenza vuol solo dire che non sono le persone giuste per te. L'amore dovrebbe essere la cosa che più ci avvicina alla magia, non dovrebbe tormentarti fino a desiderare di fuggire. Non so cosa provi esattamente per loro, ma qualunque sia la tua scelta, ti appoggerò sempre” la rassicurò.
“Cosa mi stai suggerendo?”
“Sto solo dicendo che non ti lascerò mai sola. Mi dispiace, ma dovrai sopportarmi ancora per... il resto della tua vita?”
Lo sguardo di Lila si addolcì mentre si alzava con il suo latte caramellato da asporto. Simon la seguì e insieme uscirono dal locale.
“Ora devo andare. Posso anche aver saltato la scuola, ma non posso mancare agli allenamenti”
Lila lo abbracciò. Mentre lo stringeva a sé si rese conto che di lì a poco si sarebbe scatenata la più terribile delle battaglie che la Terra avesse mai visto e che sarebbe potuta morire davvero. Non era un'opzione improbabile: quella poteva essere l'ultima volta che abbracciava suo fratello.
Gli occhi le si riempirono di lacrime. Lo faceva anche per lui, si disse, eppure l'idea di un futuro senza Simon la distruggeva.
Aveva amato suo fratello dal primo momento in cui aveva respirato ed era stato la sua famiglia prima che arrivassero Kurt, Jackson e i Vendicatori.
“Qualunque cosa succeda” gli sussurrò all'orecchio “ti vorrò sempre bene”
“Cosa dovrebbe succedere, sorella?” rise lui e Lila provò una stretta allo stomaco mentre si allontanava da lui.
“Niente, hai ragione, ma sappi comunque che sono tremendamente fiera di ciò che sei diventato”
“Sì, modestia a parte, sono un fico”
“Sì, ho fatto proprio un ottimo lavoro con te” scherzò Lila e Simon si imbronciò borbottando parole incomprensibili.
Quando si separarono, Lila prese a camminare in fretta per allontanarsi da Broadway. Le parole di suo fratello l'avevano fatta riflettere.
Era stato facile non pensare alla scelta che doveva fare fino a quando era stata rinchiusa: aveva altro a cui pensare e nessuno l'avrebbe biasimata per questo.
Ma ora che era tornata non poteva più esimersi. Mentre camminava e sbocconcellava distrattamente un  dolcetto comprato in una piccola pasticceria, si ritrovò a fissare una grande fontana in pieno Central Park.
Avrebbe dovuto tornare per non far preoccupare nessuno, ma decise che poteva concedersi qualche minuto per ammirare i giochi d'acqua e il riflesso del sole.
Da quando era rimasta rinchiusa in quella microscopica prigione con Loki aveva iniziato ad apprezzare di più gli spazi ampi e la solitudine. Non aveva mai apprezzato tanto la libertà.
Ma non era quello il motivo per cui voleva un po' di quiete. Doveva fare la sua scelta, non c'era possibilità.
A volte si chiedeva se non stesse diventando monotona: l'unica cosa a cui riusciva a pensare ora era quella.
Non poteva andare a impelagarsi in una storia più scontata: lei, lui, l'altro.
Con uno sbuffò si lasciò cadere su una panchina, al sole: novembre era una stagione fredda, ma quel giorno i raggi dorati erano tiepidi a sufficienza da scaldarle il viso.
Steve o Loki? Chi scegliere?
Aveva sempre saputo di amare Steve e di farlo con un'intensità tale da togliere il fiato. Non aveva mai provato un amore del genere per qualcuno.
Lui tirava fuori il meglio di lei, la rendeva una persona migliore, degna di ogni cosa buona.
Qualunque ragazza sognava un amore di quel genere.
E allora perché a lei non bastava?
Non era quello il punto, comprese in un lampo. Non era questione di farsi bastare Steve. Il problema era che non aveva chiesto di innamorarsi anche di Loki, non lo aveva voluto per compensare una qualche insoddisfazione.
Era successo e basta ed era stufa di chiedere scusa per quello.
Sì, amava anche Loki. Forse non allo stesso modo di Steve, ma sicuramente con la stessa intensità.
Fu quel pensiero a farle capire che non avrebbe mai potuto scegliere.
Avrebbe voluto e dovuto farlo, ma se li amava con la stessa forza... come fare a dire addio a uno dei due?
Sapeva che se avesse scelto, prima o poi avrebbe fatto pesare quella decisione sul capo del fortunato e non era ciò che voleva.
C'era un'unica cosa da fare, anche se questa le avrebbe spezzato il cuore, un'unica decisione da prendere e...
All'improvviso i suoi pensieri vennero interrotti da un boato assordante e dalle urla di migliaia di persone.
Scattò in piedi e notò, al di là della sommità degli alberi, filoni di fumo e polvere provenienti dal 'Upper West Side.
Non ci volle molto a capire cosa stesse accadendo e tutto divenne ancora più palese quando notò il varco nel cielo.
Non aveva tempo di inorridire, così corse in direzione della battaglia. Mentre si muoveva afferrò l'auricolare che per precauzione portava sempre con sé e se lo infilò.
“Ragazzi, mi sentite?”
Quando non ricette risposta si lasciò scappare un'imprecazione colorita.
“Dannazione, volete rispondere?”
“Lila, sono Bruce. Che succede?”
“Thanos sta attaccando New York. Dovete venire qui, ora. Io mi sto dirigendo verso la zona”
“Aspetta! Non puoi andare da sola!” la richiamò la voce di Steve.
“Sono già qui, non starò ad aspettare che tutto sia distrutto. Fate in fretta” gridò mentre entrava nel pieno dell'azione.
Sembrava di rivedere l'attacco dei chitauri di sei mesi prima. Alcuni edifici stavano crollando, la gente correva da una parte all'altra, tutto intorno a lei c'erano macchine distrutte e altre che bruciavano.
Era uno spettacolo terribile, uno scenario di morte e distruzione che mai Lila avrebbe potuto dimenticare.
“Lila, no, aspetta! Dannazione, fermati!”
“Muovetevi” ribadì prima di chiudere le comunicazioni. Le avrebbe riaperte una volta che fossero comparsi sul campo di battaglia.

Diamo il via alle danze.

*

 

“Io. Odio. I. Chitauri” ringhiò Tony mentre si risollevava dalla polvere.
Al suo fianco, tutti gli altri Vendicatori erano sudati, sporchi di polvere e sangue. Ed erano tutti stremati: combattevano da ore senza pause e al massimo delle loro forze.
Natasha e Lila sembravano le più provate, ma dopotutto erano umane e combattevano senza l'ausilio di armature.
Nessun essere semplicemente umano avrebbe retto a ritmi del genere, ma erano entrambe decise a non mollare.
“Il peggio deve a-ancora a-arrivare” ansimò Lila mentre si piegava su un fianco e tossiva per lo sforzo, salvo poi spostare la testa a destra e sinistra.
Non era solo la stanchezza del corpo a stordirla, ma anche quella dello spirito. I suoi occhi avevano visto  morti, sangue, devastazione a sufficienza per infiacchire anche l'animo più coriaceo.
Era sconfortata: se non avevano potuto salvare tutto quelle vite, per cosa combattevano?
“Dovresti riposarti un po'” azzardò Steve e Lila alzò lo sguardo su di lui, fronteggiandolo con una strana luce negli occhi.
“Fingerò che tu non abbia aperto la bocca per dire una stronzata tanto grande” sibilò e, pur nella confusione, il linguaggio di Lila attirò la loro attenzione. Lei non era mai volgare, mai, neanche per sbaglio.
“Scusate, divento sboccata quando sono arrabbiata. E nervosa. E stressata. Ho bisogno di un centro benessere” gemette alla fine, facendo sorridere tutti per un attimo.
Poi tornarono a combattere, forse con più forza di prima.
Lila aveva ragione: il peggio non era ancora arrivato dal momento che Thanos non era ancora giunto.
Nessuna comparsa, neanche breve. Niente.
Quell'assenza era sospetta e quantomeno preoccupante.
Lila pugnalò un mostro e si lasciò cadere per un attimo a terra, ansante. Sentiva i polmoni in fiamme, le gambe molli e la testa pulsante.
Ogni respiro era una sofferenza e sembrava che qualcuno la infilzasse la trachea con lame roventi.
All'improvviso i chitauri si ritrassero e accerchiarono i Vendicatori che a loro volta si strinsero in un cerchio, guardandosi le spalle a vicenda.
Una luce azzurra, familiare e inquietante, illuminò brevemente la strada e le macerie per poi dissolversi, lasciando il posto a lui.
Thanos.
Solo quando lo vide sul viso di quel mostro, Lila capì quanto aveva sperato di vederlo comparire.
Non aveva mai provato un disprezzo così intenso, così pulsante, verso qualcuno, ma non le faceva paura.
Era galvanizzante, un veleno caldo che le serpeggiava lungo le membra e le fece vibrare in gola un ringhio.
Fu felice di vedere che non sorrideva più. Al contrario, sembrava furibondo.
“Pagherete entrambi per avermi ingannato” sibilò e per qualche strana ragione a Lila ricordò il suono di un serpente pronto ad attaccare.
“Che ne dici di fare meno chiacchiere e più a botte?” lo istigò Tony mentre tutti i Vendicatori serravano la propria presa sulle armi.
“Vi do un'ultima chance, Vendicatori” esordì Thanos “consegnatemi il Tesseract e quei due e avrete salva la vita insieme alla libertà del vostro pianeta”
Se non avesse chiesto la consegna del cubo sarebbe stata un'offerta allettante, quasi impossibile da rifiutare.
Sarebbe stato bello poter ottenere una vittoria senza combattere, senza rischiare di sacrificare nessuno, ma non a quel prezzo.
Il Tesseract doveva restare ad Asgard, al sicuro. Senza contare che nessuno avrebbe permesso a Thanos di portare via Loki e Lila.
Nessuno lo disse, ma nemmeno per un attimo i Vendicatori presero in considerazione di cedere la vita di quei due per la loro libertà.
Lila spostò lo sguardo su tutti loro e vide impressa nei loro occhi la stessa sicurezza che era sicura fosse presente anche nei propri.
In un attimo comprese quanto grande dovesse essere l'affetto che nutrivano per lei e, a dispetto di tutto, per Loki.
Se ne sentì toccata e commossa perché mai avrebbe pensato che qualcuno avrebbe scelto una guerra pur di salvare lei.
Non che fosse l'unica ragione, questo lo sapeva. Ciò nonostante non riuscì a levarsi di dosso la sensazione di intenerimento che le accese gli occhi.
“Grazie per l'offerta, ma ci vediamo costretti a rifiutare” affermò con sicurezza Steve.
Cadde una calma irreale sul campo di battaglia, ma tutti sapevano che era la quiete prima della tempesta.
Lila sfruttò quegli ultimi secondi di pace per posare lo sguardo su Steve e poi su Loki. Se fosse sopravvissuta a quella guerra, avrebbe detto loro qual'era la sua scelta
perché oramai non aveva più dubbi.
Era la cosa migliore da fare, anche se dentro di sé si sentiva morire per la tristezza e il suo cuore si accartocciava per il dolore.
Decise che non voleva pensarci, non ora. Le bastava vederli lì, accanto a lei, ancora entrambi suoi, anche se forse era un pensiero egoista.
Un mezzo sorriso fece la sua timida comparsa sul suo viso, ma venne presto spazzato via dal boato che diede inizio allo scontro.
 

 

Lila aveva un obbiettivo. E non era quello di arrivare viva alla fine della guerra -non solo almeno- ma qualcosa di molto più ambizioso.
Voleva Thanos.
Sapeva che era folle, sconsiderato e imprudente -e probabilmente i Vendicatori l'avrebbero placcata prima che lo raggiungesse- ma voleva saldare il vecchio debito e non si sarebbe data pace fino a quando non lo avesse fatto.
L'umiliazione bruciava e le ferite erano un monumento ad essa, un ricordo inciso su di lei.
Non avrebbe perdonato né dimenticato ciò che aveva fatto a lei e a Loki e voleva saziare quell'insano desiderio di vendetta.
Era riuscita a strappare una lancia ad un chitauro e l'aveva eletta a sua arma, scoprendo con essa un' affinità maggiore di quanto avrebbe mai immaginato: le piaceva ed era facile maneggiarla.
Con un gesto secco la strappò dal torace di un mostro morente e si guardò intorno alla ricerca del suo nemico.
In un altro momento, un gesto così crudo l'avrebbe almeno turbata, ma non in quel frangente.

La guerra priva l'uomo della sua umanità, pensò con amarezza, salvo poi svuotare la mente.
Aveva scoperto che era più facile se si lasciava andare all'istinto, se permetteva al disperato desiderio di vivere di guidarla.
Non trovò Thanos e questo gli parve strano: dove poteva essere andato?
Steve combatteva con un'orda di chitauri, Bruce e Natasha combattevano a terra, mentre Thor e Tony controllavano il perimetro, il tutto sotto l'occhio vigile -e la freccia pronta- di Occhio di Falco.
Che fosse fuggito? Era certa che volesse ucciderli di persona e non credeva di essersi sbagliata.
Eppure lì lui non c'era, di questo era certa.
Voltò il capo in ogni direzione, scansando attacchi e distruggendo avversari di quando in quando fino a quando non si trovò in un punto più esposto degli altri.
E li lo vide: Thanos che le sorrideva, crudele.
Qualcuno aveva detto che basta un attimo perché tutto cambi e in effetti fu questione di un secondo.
Vide Thanos alzare lo scettro, una raggio di luce partire da esso e attraversarla.
Dopodiché fu il buio.
Ma non erano le tenebre accoglienti e prive di paura nelle quali si dovrebbe intravedere la luce, no.
Erano dolorose e contorte, come un labirinto.
Le sembrava le stessero lacerando le pelle in mille punti e ogni parte del suo corpo andava alla deriva.
Non aveva il controllo delle gambe, delle braccia, del viso... era intontita, confusa e ogni volta che provava a focalizzare l'attenzione su un pensiero la testa pulsava fino a darle la nausea.
Sentiva lo stomaco bruciare come se dentro vi fosse lava e avrebbe voluto poter parlare per chiedere aiuto.
Per quanto tentasse di riprendere il controllo del proprio corpo questo le sfuggiva e cadeva in uno stato di incoscienza fino a quando una nuova fitta non la riportava indietro.
Il dolore era insopportabile ed eccessivo.
Il silenzio era irreale, soprattutto perché aveva la vaga sensazione che avrebbe dovuto udire il rumore di qualcosa, anche se non ricordava cosa e le feriva i timpani.
A un certo punto venne sostituito da un vociare confuso e caotico, come se tante persone stessero parlando tutte insieme.
Non riusciva a distinguerle nel caos, anche se aveva la vaga sensazione che fossero familiari.
Qualcuno al suo fianco gemeva, qualcuno la chiamava. Perchè era lei Lila, no? Era il suo il nome che stavano invocando, giusto?
E all'improvviso, senza alcun nesso logico, realizzò che stava morendo; che un momento prima stava combattendo una guerra e quello dopo giaceva a terra, morente.
Stava morendo.
Provò panico e terrore, ma non così tanto come avrebbe pensato. Forse perché la sua mente cominciò a lavorare a pieno regime per trovare il modo di rifiutare quella realtà.

C'è ancora speranza, sussurrò a sé stessa e si aggrappò con forza a quel frammento di coscienza per non andare alla deriva.
Eppure sembrava così facile mollare la presa. Era come fare un passo o respirare: del tutto naturale e di una semplicità disarmante.
Ma non poteva, aveva troppi motivi per restare lì, motivi che superavano il dolore. Non voleva che cessasse perché se l'avesse fatto sarebbe stata morta.
Fredda, irrigidita, perduta.
Suo fratello aveva ancora bisogno di lei e lei stessa non si sentiva pronta a una vita -anche ultraterrena- senza Steve e Loki.
E non era pronta neanche a lasciare se stessa. Amava ciò che era e non voleva morire. Voleva vivere, con ogni fibra del suo essere. No, si disse, non avrebbe mollato la presa.

 

*

Era stato impossibile non vedere cosa era accaduto a Lila, eppure tutti continuavano a pensare che si sarebbe rialzata da un momento all'altro.
Certo, sarebbe scattata in piedi digrignando i denti e ringhiando come una tigre arrabbiata, pronta a tornare a combattere.
Ma quando niente di tutto quello si avverò il panico li assalì e un dolore forte, persistente, invase l'animo e lo sguardo di Steve.
All'improvviso non furono più importanti i chitauri né le milioni di persone da proteggere. L'unica cosa davvero essenziale era lei, il centro del suo universo, stesa in una pozza di sangue e mortalmente pallida.
Provò la stessa sensazione che avrebbe sentito se qualcuno avesse preso il suo cuore e lo avesse stritolato crudelmente fino a farlo morire.
Una volta le aveva detto di non riuscire a pensare alla propria vita senza di lei. Solo ora si rendeva conto di quanto fossero vere quelle parole: ora che lei era lì, coperta di sangue e polvere, comprese come sarebbe stato inutile tentare di tornare a vivere se lei fosse morta.
Si sarebbe trascinato stancamente fino alla fine dei suoi giorni, combattendo i cattivi e difendendo il pianeta per cui Lila aveva tanto lottato, ma non sarebbe stato paragonabile a quando c'era lei.
Avrebbe respirato la stessa aria, camminato sotto lo stesso cielo, guardato la stessa luna... eppure niente sarebbe stato uguale, come se qualcuno avesse tolto il colore ad un film.
“Lila” la chiamò, scioccamente mentre si lasciava cadere accanto a quel corpo mortalmente pallido, dimentico della battaglia intorno a lui.
Avrebbe continuato a proteggere la terra, non avrebbe perso la fiducia nella giustizia, avrebbe continuato ad essere Capitan America, ma non quel giorno.
“Lils...” la chiamò ancora, prendendola tra le braccia e accarezzandole i capelli. Il sangue gli imbrattò i guanti, ma non se ne curò.
Rimase lì, con gli occhi sgranati e le labbra posate sulla fronte di Lila, mentre intorno a lui imperversava la battaglia.
Non gli importava: non si sarebbe alzato da lì.

 

 

*

 

 

Come si uccide un immortale?, si chiese Loki mentre scansava un colpo ben assestato di Thanos.
Combatteva con quel mostro da un tempo che gli pareva lunghissimo, ma probabilmente non erano più che una manciata di minuti.
Non aveva visto cosa era accaduto a Lila, troppo impegnato a combattere contro un manipolo di chitauri, ma ad un certo punto aveva avvertito una strana sensazione allo stomaco e poi era stato come se una crepa gli si fosse aperta al centro del petto, laddove c'era il cuore.
Allora si era voltato come guidato da un istinto superiore e aveva visto Lila cadere a terra, simile a un fiore in boccio reciso.
Era stato allora che aveva provato una vasta gamma di emozioni. Dapprima c'era stata la negazione, sostituita presto dalla rabbia, incontrollata e forte, che aveva scaricato su altri mostri.
Infine era stata la volta del dolore, acuto e straziante come se mille aghi di fuoco gli stessero dilaniando il cuore.
A quel punto non aveva più pensato e per la prima volta aveva agito d'istinto: si era lanciato contro Thanos e avevano iniziato a combattere, mosso da qualcosa che era parte di lui e che conosceva da sempre: la vendetta, calda, dolce, inebriante.

Come si uccide un immortale?, si domandò ancora.
Non lo si uccide: questa fu l'unica desolante risposta.
Eppure doveva esserci un modo per annientarlo, uno qualunque. La mente di Loki lavorava incessantemente e a pieno regime per trovarlo, ciò nonostante la soluzione tardava ad arrivare. Tuttavia era certo che di esserci tanto vicino da poterla sfiorare con le dita, una volta che avesse allungato la mano nella direzione giusta.

Come si uccide un immortale?,
ripeté, quasi come se ribadire la domanda lo avvicinasse alla risposta.
“Lo si rende mortale” gli rispose nella sua testa la voce di Lila , divertita proprio come la sentiva sovente. Sembrava che lo stesse prendendo in giro e quasi gli cadde l'arma di mano nel sentirla nella propria testa.
“Sto impazzendo?” chiese.
“Mi sembrava che fossimo d'accordo che tu sei già pazzo”
“E tu saresti... cosa, esattamente? La mia coscienza?”
“Oh no! Sono una proiezione della tua mente”
“E cosa intendi con ?” le domandò ancora. Sembrava uno sciocco mentre faceva tutte quelle domande, ma una parte di lui voleva continuare a sentire la voce di Lila, convinto che, fino a quando lei avesse parlato, il suo corpo non sarebbe morto.
“Renderlo soggetto alla morte, privarlo dell'immortalità... ti bastano come sinonimi o ne vuoi altri?” lo prese bonariamente in giro.
“E, sentiamo, come dovrei fare?”
“Non lo so, sei tu il mago, giusto? Io mi fido di te” lo disse con noncuranza e se avesse avuto un volto e un corpo avrebbe anche alzato le spalle e accennato a un sorriso distratto.

Quello sarebbe stato esattamente da Lils.
Intanto però la sua voce era andata facendosi più flebile e Loki comprese che quel parto della sua mente stava per dissolversi.
“Aspetta!” la richiamò “Tutto questo è reale?” le domandò scioccamente. Avrebbe fatto di tutto per trattenere un pezzo di Lils legato a sé, anche se questo voleva dire costringerla come fantasma su quella terra.
Era crudele ed egoistico, ma non le avrebbe permesso di andare da nessuna parte, in nessuna forma.
“E' così importante saperlo?”
“Se tutto questo fosse reale, tu saresti morta”
La voce rise, divertita, leggera, come se stessero prendendo un tè e Loki avesse detto chissà quale amenità.
“Non sono morta, non ancora, ma questo non vuol dire che non stia succedendo davvero. Sono un frutto della tua mente, Loki, sono te”
Poi ci fu solo silenzio, presto sostituito dall'attività brulicante della sua mente alla ricerca febbrile di un piano.
In tutto quel trambusto non aveva cessato di combattere e nel frattempo cercò tra le tante letture qualcosa che facesse al caso suo.
Ripensò ai libri letti ad Asgard, ai trattati di Magia Oscura, a ciò che aveva appreso nei suoi lunghi pellegrinaggi nell'universo.
E sì, Lila aveva ragione: c'era un modo, un incantesimo  che avrebbe potuto mutare la natura di qualunque creatura, mortale o immortale che fosse, un incanto così potente da assottigliare la linea di demarcazione tra un dio e un uomo.
Avrebbe richiesto un dispendio enorme di energia e una concentrazione smisurata, ma Loki sapeva di potercela fare.
Ma avrebbe avuto bisogno di aiuto, qualcuno che occupasse Thanos a sufficienza da permettergli di racimolare l'energia necessaria.
Si guardò intorno con la coda dell'occhio e scorse a poca distanza suo fratello.
Per un attimo, mentre ne incontrava lo sguardo, gli sembrò di essere tornato ai vecchi tempi in cui combattevano l'uno al fianco dell'altro, pronti a difendersi e ad aiutarsi.
Aveva pensato che mai sarebbe tornati quei giorni, ma a quanto pareva il destino aveva altri piani per loro e Loki decise che era il momento di dimostrare a suo fratello che poteva fidarsi.
Che non si trincerava dietro parole, che era cambiato davvero.
Indietreggiò fino a che non furono vicini, abbastanza da potergli comunicare le sue intenzioni.
“Fratello” lo chiamò e Thor si voltò verso di lui mentre, schiena contro schiena, cercavano di combattere contro i loro avversari.
“C'è un modo per distruggere Thanos”
“Quale?”
“Un incantesimo che lo renderà mortale. Solo allora potremo distruggerlo, non prima”
Con la coda dell'occhio Loki vide il volto di Thor illuminarsi.
“Puoi farlo?” gli domandò mentre schivava un fendente e distruggeva colui che lo aveva menato.
Loki annuì “Avrò bisogno che teniate a bada Thanos e il suo esercito mentre mi concentro”
Thor gli rivolse un sorriso “A loro pensiamo noi, tu fai quel che devi fare”
Detto ciò si parò di fronte a lui e lo spinse in lato, in modo che non fosse più coinvolto nello scontro. A quel punto iniziò a muovere le mani a disegnare forme astruse, cercando di concentrare ogni suo pensiero in direzione del compito che doveva adempiere, ma scoprì diverse difficoltà in questo.
La sua mente volava sempre a Lila e la vista di Capitan America che stringeva a sé un corpo apparentemente senza vita non era certo d'aiuto.
Se non l'avesse rivista mai più? Se l'unico modo per averla accanto da quel momento fosse stato il suo ricordo?
No, si disse, non doveva pensarci. Loro avrebbero distrutto Thanos e Lila sarebbe stata bene, ecco tutto.
Tornò a concentrarsi e sentì l'energia scorrere nelle suo corpo, giungere alle mani e continuare a circolare.
Era una sensazione inebriante, afrodisiaca, ma non vi badò a lungo, giusto il tempo di assaporarla, prima di cercare di convogliare tutta quella magia negli arti, laddove sarebbe stato più facile maneggiarla.
Non aveva mai provato quel tipo di incanto, ma sapeva di non avere che un tentativo per distruggere il loro avversario: se avesse fallito sarebbero morti tutti.
Piano, lasciò che l'energia raccolta fluisse al di fuori di lui e formasse una sfera luminosa, iridescente, tra le sue mani.
A quel punto non era più sicuro di chi comandasse cosa. Sentiva che la sfera gli ubbidiva, ma era come se avesse una sua volontà, come se si sottomettesse a lui per sua scelta.
Era strano, ma piacevole e avrebbe voluto avere più tempo per assaporare quella sensazione così dolce, ma sapeva anche di non poterlo fare.
“Forza, piccolo cervo. Siamo nelle tue mani” lo incitò la voce distorta dal metallo di Tony e Loki storse il naso nel sentirsi chiamare in quel modo, ma non protestò.
In quel momento Thanos era nella posizione perfetta, esattamente di fronte a lui.

Ora o mai più.
“Fallo, Loki!” gli urlò Thor e il dio non se lo fece ripetere due volte. Senza attendere oltre, lanciò con tutta l'energia residua la sfera e poi trattenne il fiato.
Sembrò che il tempo si fosse congelato e che tutto si muovesse a rallentatore. Da un certo punto di vista avrebbe anche potuto essere buffo, chissà, ma se anche lo fosse stato loro erano troppo tesi per rendersene conto.
Da quel singolo momento dipendevano le loro vite, la sopravvivenza di un intero pianeta e tutti ne erano ben consapevoli.
Tutti rimasero immobili e sentirono ogni speranza crollare quando Thanos scansò l'attacco all'ultimo secondo.
Ma Loki non si diede per vinto. Aveva sentito quanto fosse malleabile quella sfera d'energia, quanto fosse docile e decise di provare a giocare l'ultimissima carta.
Mosse le mani e la palla copiò i suoi movimenti come se fosse uno specchio. Thanos sorrideva come se avesse già la vittoria in mano e alzò lo scettro, pronto a colpire.
Lo vide brillare con maggior forza, proprio mentre alle sue spalle la sfera si avvicinava, veloce come la luce e silenziosa.
Quando lo colpì, l'espressione di Thanos variò dal sorpreso al furioso, ma non ebbe tempo di mutare ancora.
Come pietrificato, la sua pelle scolorì e passò dall'azzurro al grigio spento. Era il momento, si disse Loki, l'unico che mai avrebbero avuto per mettere fino a quello spettacolo di morte e devastazione.
“Colpitelo!” urlò lasciandosi cadere a terra, allo stremo. Non aveva più forze, oramai, ma d'altronde lui la sua parte l'aveva fatta.
Ci avrebbero pensato gli altri Vendicatori a Thanos, si disse. Provò sollievo, gioia, un'enorme sensazione di libertà quando vide il corpo di quel mostro andare in frantumi e disperdersi in mille pezzi.
Chissà, forse non era davvero morto, forse non era realmente sconfitto, ma per il momento andava bene così.
C'era pace, la guerra era finita. Forse solo temporaneamente, ma era finita e sembrava persino troppo bello per essere vero.
Dopo i rumori della battaglia, quella quiete – benché relativa, visto il rumore delle macerie che cadevano e della gente che gridava ancora- era più piacevole che mai.
Loki vide Thor avvicinarsi e sollevarlo in piedi, tenendolo ben saldo per le spalle. Gli occhi del dio del tuono scintillavano per lo sforzo e la soddisfazione.
“Sei stato grande, fratello”
Era la prima volta che suo fratello ammetteva l'utilità della sua magia in battaglia e Loki ne fu felice, anche senza darlo a vedere.
“Mi duole interrompere questo delizioso quadretto” li interruppe Iron Man senza nessuna traccia di ironia nella voce “ma abbiamo ancora un problema”

 

*

Morire era uno schifo, ecco la dura realtà.
Non solo per la questione delle faccende irrisolte, l'addio ai cari, il paradiso, l'inferno e tutte quelle cose in cui, peraltro, Lila nemmeno credeva.
Il problema era l'atroce e insopportabile dolore che torturava ogni parte di lei. Sentiva che piano piano stava prendendo di nuovo il controllo del proprio corpo, ma non era sicura che fosse una cosa buona perché ogni parte con cui entrava in contatto faceva male.
Un male terribile, come se le avessero versato dell'acido nelle vene e sulla pelle viva.
Cercò di ragionare e mettere ordine tra i propri pensieri. Se sentiva dolore voleva dire che era ancora viva. Quindi era una cosa positiva, giusto?
Forse, chissà, non sarebbe morta. Forse c'era ancora una possibilità per lei.
Cercò di aprire gli occhi e si rese conto con stupore di non riuscire a comandare i propri muscoli. Era come quando era molto stanca e le palpebre erano pesanti, tanto da non riuscire a tenerle aperte.
Solo che stavolta non era solo sonno.
Alla fine, dopo innumerevoli tentativi, riuscì ad aprire appena gli occhi.
Pensava che una volta che fosse riemersa dalle tenebre opprimenti tutto sarebbe andato meglio, ma si sbagliava di grosso.
Il dolore la sommerse come un'onda, tanto intenso da mozzarle il fiato. E dire che pensava che non potesse peggiorare!
Nelle sue intenzioni c'era un sorriso, magari l'ultimo – sperava proprio di no- affinché tutti la ricordassero così, serena e allegra. Ma, per quanto tentasse, non riuscì a stirare i muscoli del viso e l'unico risultato del suo magro tentativo fu un rantolo di dolore e una smorfia.
Se fosse morta ora, sul campo di battaglia, la gente l'avrebbe ricordata come un'eroina. Probabilmente le avrebbero dedicato canzoni strappalacrime sparata a diecimila decibel e la gente che l'aveva conosciuta avrebbe parlato di lei tra le lacrime.
Ma Lila non voleva niente di tutto ciò: voleva solo vivere, nulla più.
Voleva continuare a cantare, a ridere, magari piangere qualche volta in più per la gioia, a dire cattiverie e fare tutte quelle cose che la rendevano Lila.
Ma quei pensieri vennero spazzati via quando vide il volto di Steve, una maschera pallidissima di panico che si aprì in un sorriso stiracchiato.
“Abbiamo vinto, sai?” le disse e Lila sbuffò una risata, seguita da colpi di tosse. Si accorse degli altri Vendicatori solo quando Bruce cercò di far spostare Steve per controllare le sue condizioni.
Fu Lila a rifiutare.
Non era un medico, ma non le serviva esserlo per sapere che era in fin di vita e non sarebbe sopravvissuta. Tanto valeva godere degli ultimi minuti con le persone che amava, così cercò con lo sguardo Loki e quando lo trovò, appoggiato al fratello, gli sorrise.
Il dio si lasciò cadere di fianco a lei e le prese una mano. Era il massimo che potesse ottenere di fronte a tutti, Lila lo sapeva. Eppure era ancora conscia del fatto che quel gesto valeva tanto quanto un bacio.
“Starai bene” le disse ancora Steve.
“Lo dici per consolare me o te?” riuscì a sussurrare e a quella domanda Steve non seppe cosa rispondere, così tacque e le posò le labbra tremanti sulla fronte.
Lila chiuse gli occhi per nascondere le lacrime.

Quello le sarebbe mancato, a prescindere da dove sarebbe andata. Steve e Loki le sarebbero mancati, proprio come tutti gli altri Vendicatori. E Kurt. E Jackson. E poi lui, Simon.
Quando realizzò che mai più avrebbe rivisto suo fratello non poté più trattenere le lacrime e i singhiozzi.
Il suo corpo era scosso e le doleva così tanto da farle perdere il contatto con la realtà, ma intanto non sarebbe riuscita a ragionare lucidamente comunque.
Il solo pensiero di non rivedere mai più Simon le faceva accartocciare il cuore nel petto. Non credeva nella possibilità di una seconda vita o di un paradiso da cui vegliare protettiva su suo fratello.
Lei era una scienziata, voleva agire ed essere lì, nel pieno dell'azione, quando Simon si sarebbe diplomato o quando avrebbe preso la laurea o ancora quando si sarebbe sposato e infine avesse visto nascere il suo primo figlio. Lei non ci sarebbe stata e avrebbe perso tutti quei momenti.
Era così persa nel suo mare di tristezza da metterci un po' a capire che qualcosa era cambiato.
La realtà si fece di nuovo sfuocata e i rumori ovattati, come se una coltre di nebbia fosse calata sui suoi sensi.
Non vide la famosa luce bianca, ma non ne aveva bisogno per capire che era quasi finita.
Prese un respiro tremulo e decise che sarebbe morta proprio come era vissuta: fiera, orgogliosa e forte.
“Lils?” la chiamò Steve quando vide che le sue palpebre cominciavano a farsi più pesanti.
“Lila!” la richiamò ancora.
“A-alla fine” sussurrò lei con un mezzo sorriso “non s-sono riuscita a-a scegliere. A-amo entrambi” tossì, ma doveva finire il suo discorso prima che fosse troppo tardi. Dovevano capire entrambi perché non poteva andarsene con il dubbio che la stessero odiando “ e f-fino a quando l'universo non collasserà su se stesso, fino a q-quando io non smetterò di esistere -in qualunque forma io mi manifesti- vi a-amerò. Sarò sempre con voi, anche quando non mi sentirete. Fino alla fine dei tempi, vi amerò”
Una lacrima le solcò la guancia e alla fine si lasciò andare al vuoto che l'attendeva. Che dietro alle tenebre che la accolsero ci fosse il paradiso, l'inferno o il nulla non le importava.
Non sapeva dove stesse andando o da chi. Sapeva solo chi si stava lasciando alle spalle.

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