three months

di beth97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** primo incontro ***
Capitolo 2: *** prologo ***
Capitolo 3: *** Kein ***
Capitolo 4: *** una foto mi porterà alla felicità?? ***
Capitolo 5: *** new bitchez.. ***



Capitolo 1
*** primo incontro ***


ciao a tutti :) questa è la mia prima fan fiction quindi siate buoni XD
ecco il primo vero capitolo spero che vi piaccia...
lasciatemi recensioni e critiche perchè ne ho davvero bisogno :D



Mi svegliai grazie alla luce che filtrava dalle grandi tende rosso sangue che avrebbero dovuto nascondere o non far passare i raggi solari della mia grande finestra, che dava sul lato Est della tenuta londinese di mio padre. Avevo sempre odiato quella stanza, quella tenuta e anche quella vita. Una vita fatta di bugie e sorrisi forzati per lasciare che le persone estranee alla mia famiglia potessero pensare che ero una figlia perfetta in una famiglia perfetta.
Aprii gli occhi e sorrisi al soffitto dipinto con affreschi ottocenteschi.
"Che giornata di merda.." dissi guardando quel fottuto angelo bianco che con la mano cercava di raggiungere uno stupido uomo senza abiti. Sbuffai e scostai le pesanti lenzuola rosse che ricoprivano metà del mio corpo. Subito il freddo settembrino mi raggelò il sangue grazie alla mini camicia da notte che indossavo. Chiamarla camicia da notte era un eufemismo. Certo la collezione di Victoria’s Secret rispettava i canoni di desiderio per un uomo ma non era adatta ai primi giorni settembrini inglesi. Mi strofinai le mani e presi la mia vestaglia abbinata. La mia mente viaggiava ancora ai ricordi estivi.. al mare, al sole, alla West Coast.
Le vacanze a Malibu erano passate troppo velocemente per i miei gusti.
Ricordavo ancora i raggi solari che mi riscaldavano la pelle o il sapore del sale che rimaneva sulla mia pelle dopo un bagno.
Ritornai con la mente al presente, con molto rammarico, scesi dall’imponente letto a baldacchino e mi diressi nella Toilette della mia stanza. Inizia a riempire la grande vasca da bagno in marmo e sorrisi al ricordo di tempi felici.
Come ogni adolescente su questa terra odiavo settembre. Come avrei potuto tornare in quell’orribile scuola?! Come avrei potuto sopportare gli odiosi professori e le interminabili ore di lezione?!
Feci un sorriso forzato allo specchio di fronte a me e mi diressi fuori dalla mia stanza. Erano le nove e per fortuna nessuno della mia famiglia si trovava in casa.
Contro voglia presi la lista del materiale scolastico e uscii di casa.
L’aria mi congelò il sangue nelle vene, si congelava ma non avevo voglia di prendere un cappotto così uscii e mi ritrovai in Knightsbridge. Il mio odioso quartiere pieno di ricconi scansafatiche. Già a quell’ora c’erano le casalinghe con i passeggini che si vantavano del nuovo regalo del marito con le “amiche”. Sbuffai e mi diressi verso una cartoleria. Quando aprii la porta uno stupido campanellino annunciò il mio arrivo.
Dorian apparve dietro a uno scaffale con in mano diverse copie di Harry Potter.
"Buondì Chérie.." Dorian mi salutò con il suo accento britannico.
Dorian alto, magro, capelli scuri e occhi color dell’oceano. Lo conoscevo da troppo tempo.. e lui purtroppo mi conosceva da troppo tempo. Sapevamo tutto l’uno dell’altra, eravamo delle anime gemelle senza affinità.
Gli sorrisi cordiale e lo salutai con un gesto della mano mentre osservavo dei braccialetti esposti in vetrina. Erano d’argento con delle scritte in latino: nox, amor, forma, lux, sanctitas.
"Cosa ci fai da queste parti?" mi chiese Dorian, con un sorriso che avrebbe fatto svenire qualsiasi ragazza ma non me. Dorian era uno sciupa femmine, di nome e di fatto. La madre, Mrs. Wood, l’aveva chiamato come il suo personaggio classico preferito: Dorian Gray.
"Devo prendere della roba per scuola.." dissi distogliendo lo sguardo dalla vetrina e puntando i miei occhi in quelli blu del mio migliore amico.
"Ahahaahah sfigata!!!" mi rise contro e mi fece la linguaccia.
"Solo perché hai finito la scuola l’anno scorso non ti sentire figo Dorian Wood!!"
"Scusa" mi disse Dorian avvicinandosi colpevole.
"Non so se ti perdonerò sai.. " gli dissi ridendo sotto i baffi.
Dorian mi guardò e sorrise, sapeva che lo stavo prendendo in giro.
"Guarda cosa sono arrivati.." disse e mi posò in mano dei bellissimi quadernoni con la statua della libertà, la bandiera americana, la casa bianca e altre bellezze americane. La mia bellissima patria.
Venni risvegliata da una voce che urlò "Guarda questo braccialetto sarebbe perfetto per Baby Lux!!"
Mi voltai e vidi due ragazzi che guardavano con ammirazione la vetrina della cartoleria. Dorian era già arrivato alle spalle dei clienti e stava dicendo alcune caratteristiche sul bracciale.
Mi voltai e continuai a osservare i quadernoni quando un rumore mi fece voltare. Uno dei due ragazzi aveva fatto cadere una serie di diversi quaderni che ora giacevano sul pavimento. Mi diressi verso di lui e mi inginocchiai aiutandolo a raccogliere i quaderni.
Indossava dei pantaloni neri, un Moncler, un cappello di lana da cui uscivano dei capelli scuri e ricci e dei rayban altrettanto scuri. Fatto insolito per un londinese soprattutto a inizio settembre.
Continuava a raccogliere i quaderni facendo finta di non avermi notata. Mi alzai dopo aver raggruppato i miei quaderni e lui alzò lo sguardo su di me. Sapevo che effetto facevo ai ragazzi. Ero bellissima, stupenda, affascinante, perfetta e una miriade di altri aggettivi. Alcuni mi avevano anche definita un angelo. Avevo l’altezza e la magrezza che solo una modella poteva vantare, i miei capelli ricci e scuri mi arrivavano ai fianchi e i miei occhioni grigi sotto le luci della cartoleria potevano sembrare verdi. Capii che l’avevo colpito con la mia bellezza dato che non sentiva il suo amico che lo chiamava dall’altra parte della sala.
Sorrisi genuinamente e dissi "Il tuo amico ti cerca.."
Blaterò qualcosa che assomigliava a un grazie e poi si diresse verso l’amico che aveva già acquistato il braccialetto.
"Ma a cosa diavolo stavi pensando amico? Ti ho chiamato almeno una decina di volte" gli chiese il ragazzo sempre urlando.
"Abbassa la voce Louis. E comunque stavo pensando solo a quanto sono rincoglionito per aver fatto cadere un intero scaffale di quaderni."
Il ragazzo di nome Louis gli sorrise come se fosse suo complice.
Uscirono salutando, uno urlando e l’altro con un sussurro.
Dorian si diresse verso di me "Ebbene il tuo fascino colpisce ancora Chérie. Sarebbe potuta andare a fuoco la cartoleria e lui si sarebbe perso guardandoti" mi sorrise maliziosamente e io lo lascia fare.

angolo autrice
ecco qua! ho notato che è estremamente corto quindi perdonatemi :) continuerò con 3 recensioni baci Beth.

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Capitolo 2
*** prologo ***



Non ho mai pensato di poter desiderare di più dalla mia vita ma la sua comparsa mi aveva fatto cambiare opinione..
Sorrisi pensando a come la mia vita aveva subito un duro e piacevole cambiamento in soli tre mesi.
Sapevo di essere cambiata psicologicamente e fisicamente.
Non ero più la ragazzina altezzosa nata nell’Upper East Side e trasferita in Inghilterra per consolidare una solida formazione scolastica. Non ero più quella ragazzina che come idolo aveva Blair Waldorf e cercava di assomigliarle in tutto e per tutto. Non ero più la spocchiosa stronzetta che importunava i giovani sfortunati e incuteva terrore alle bambine delle elementari.
Ero cambiata grazie a un ragazzo amorevole che mi aveva colpito con la sua freccia di cupido e il suo nome era Harry Edward Styles

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Capitolo 3
*** Kein ***


ciao a tutti :D eccomi qui con un nuovo capitolo..  vorrei ringraziare le persone che hanno recensito e anche quelle che hanno solo visualizzato i capitoli precedenti ... vi lascio con il capitolo baci B.

Mancavano cinque giorni al ritorno dalle vacanze estive.
Sul mio letto poggiava la valigia vuota e a lato le orribili divise scolastiche della Charterhouse. Quella scuola assomigliava più a un castello medievale che ad una scuola. Mia sorella minore entrò correndo e urlando
“Sono arrivate le divise, sono arrivate le divise!!”. Sarebbe stato il suo primo anno alla Chaterhouse e ne era molto felice.
Le sorrisi sapendo che quell’allegria sarebbe scomparsa dopo averle indossate. La giacca nera era troppo grande per la sua figura esile e la gonna grigia si posava come un sacco di patate sulle sue magrissime gambe da ballerina.
“E’ orribile” mi disse con l’orrore negli occhi. Le sorrisi dandole conforto.
La gioia tornò a illuminarle gli occhi “Chèrie indovina chi ha trovato i biglietti per andare al party esclusivo dei 1D??!!” mi chiese. I 1D alias One Direction cioè vita per la mia piccola sorellina dodicenne.
“Mmm lasciami pensare forse la loro più grande fan??!! Sono contenta per te Maggie, ma non credo che papà ti lascerà andare da sola” Maggie iniziò a sbattere i suoi lunghi capelli rossi segno che era in disaccordo con me.
“Ho già parlato con papà e ha detto che ci posso andare se ci verrai anche tu!” il suo viso era supplichevole. Ma non avevo proprio voglia di andare a un party di cantanti commerciali soprattutto l’ultimo sabato delle mie vacanze estive. Maggie aprì maggiormente gli occhioni verde giada, era così esasperante! Tutto doveva girare per le sue voglie e quelle della sua odiosa madre. Ma non potevo prendermela con quell’angioletto dagli occhi color giada le sorrisi e lei iniziò a saltare sulla moquette. Scossi la testa e mia sorella sparì.
L’altoparlante che si trovava nella mia stanza trillò facendomi saltare in aria e una voce che conoscevo, purtroppo, troppo bene mi invitò a scendere per il pranzo. Per tutte le altre famiglie la domenica significava andare a messa, pranzo dai parenti e pomeriggio con gli amici. Per me significava sorbirmi le cazzate che quella vipera avrebbe sviscerato durante pranzo e cena. Sbattei la porta della mia camera e due occhi grigi identici ai miei mi guardarono maliziosamente.
“La porta ti ha lasciato?? Bhè in questo caso sto dalla parte della porta. Tu sei troppo difficile Chérie nessuno ti sopporterà mai.. tranne il sottoscritto”
“Potrei accettare la tua proposta Nate..” risposi avvicinandomi al mio gemello, che mi sorrise. Non avevo mai visto un ragazzo più bello di lui, modestamente era identico a me. Alto quasi due metri e muscoloso era un fusto niente male. L’unica differenza che avevamo erano i capelli. I suoi lisci come spaghetti e di un color caramellato, i miei ricci e color cioccolato.
“Spero che lo farai sorella. Già mi ci vedo, tu ed io in una casa enorme con i capelli bianchi, zitelli e circondati da milioni di gatti” disse pensando la scena.
“Con i capelli bianchi?!” pensai inorridita. “Vi volete muovere voi due!!” ci urlò Maggie dalle scale.
Sospirai e mi diressi al patibolo.
 
Il pranzo fu noioso e superficiale. Mio padre era imbambolato da qualche nuovo artista musicale e continuava a utilizzare il blackbarry sotto lo sguardo contrariato di Francene alias la strega.
Nate e io non spiccicammo parola fino all’arrivo del dolce quando l’attenzione di nostro padre cadde su di noi, ovvero su di me.
“Francene mi ha detto che accompagnerai Margaret al party dei one direction, ti fa onore figlia mia” sorrisi a mio padre, anche se la frase che aveva appena detto non aveva alcun senso, almeno per me.
Nate mi guardò e si mise a ridere sotto i baffi, Maggie aveva un sorriso a 32 denti.
Francene cambiò argomento “Gregory ci pensi.. quest’autunno i nostri figli saranno tutti alla Charterhouse” sussultai quando quella vipera disse nostri. Io non ero sua e neanche Nate. Mio padre le sorrise e le baciò le nocche. Quella strega aveva sposato mio padre solo per un motivo: i soldi!! E io la odiavo. L’unica cosa bella che aveva portato nella nostra cupa famiglia era Maggie col suo fare giocoso e bambinesco.
“Tesoro, tra due mesi uscirà la nuova borsa di Armani, e tra una settimana ci sarà quel party a corte.. Io vorrei fare bella figura” Francene e i suoi discorsi superficiali. Per lei esisteva solo la vanità e l’essere prima in tutto.. in questo eravamo molto simili, ma io ero un’adolescente me lo potevo permettere no?!! Mio fratello sbuffò alle parole della strega e io sorrisi senza farmi vedere.
“Allora Nathaniel sei andato a quel corso sulla sessualità?” chiese la strega con un sorriso malefico sulle labbra. Non potevo credere che l’avesse veramente chiesto. Nate sorrise e incassò il colpo della strega. Era un’adolescente di quarant’anni, povera sfigata.
Nate mi mandò un bacio e io alzai gli occhi al cielo, sapendo che se Nate era gay io ero liscia naturale.
Prima che la strega mi rivolgesse qualche battutina mi alzai e uscii da quella prigione che chiamavo casa.
Presi l’I-pod e uscii di casa sbattendo la porta e beccandomi un’occhiataccia da Francene.
Non avevo una meta precisa, volevo solo scaricare la tensione. Nelle mie orecchie si riversarono le note di Madness dei Muse. Canticchiai sottovoce mentre mi avvicinavo alla London Eye. Mi sedetti su una panchina che dava sul canale.
Rimasi a guardare l’orribile panorama che avevo davanti. Il cielo si stava oscurando e io ero abbastanza sicura che sarei tornata a casa zuppa.
Dietro di me alcuni ragazzi si divertivano a giocare con schiamazzi. Una di quelle voci mi sembrava familiare. Abbassai il volume e ascoltai la voce che diceva “Dai Lux saluta Kevin” lo riconobbi subito. Il ragazzo del bracciale!! Teneva tra le braccia un angioletto dai capelli biondi e dagli occhi chiari. Di fianco a lui un ragazzo biondo reggeva due bastoncini di zucchero filato. Un altro ragazzo con una cresta scura rincorreva un piccione urlando “KEVIN!!!” Tutti indossavano occhiali e cappelli che gli nascondevano il viso.
Rimasi imbambolata in quella scena di fratellanza e mi ritrovai a sorridere come fanno le ragazzine quando vedono un neonato. Mi voltai subito verso il canale e feci sparire quello stupido sorriso.
Il ragazzo della gioielleria continuava a parlare e al discorso si aggiunse una voce femminile.
Perché diavolo stavo origliando, mi chiesi. Ad un tratto mi ritrovai la piccola bimba seduta alla mia destra. Mi indicò un piccione e disse “Kein!!” Le sorrisi e lei continuò a indicare tutti i volatili che vedeva e urlava “Kein! Ken!”
“Lux, non devi infastidire la signorina” disse un ragazzo inginocchiandosi davanti alla bambina.
“Non mi ha dato alcun fastidio, anzi mi ha insegnato il nome dei piccioni” le sorrisi. E lei iniziò a urlare “Kein! Kein!” Rivolsi il mio sguardo verso il giovane. I miei occhi grigi incontrarono un paio di ray-ban che conoscevo. Il ragazzo cadde all’indietro sul sedere e la piccola Lux incominciò a ridere, aveva una risata squillante e bellissima che solo i bambini possiedono.
Il ragazzo con la voce squillante corse in aiuto dell’amico e disse “Harry non riesci proprio a stare in piedi eh?!!”
Il ragazzo con la cresta aggiunse “Si sarà innamorato”.
Lo sguardo del ragazzo con la voce squillante si rivolse a me e rimase impietrito per qualche istante.
“Ma io ti ho già visto?!” si domandò.
La bimba mi toccò il braccio e si avvicinò al mio orecchio e disse “Lus parla coi Kein!!” le sorrisi e lei scese dalla panchina andando incontro ad un altro ragazzo dai capelli scuri.
“Ebbene noi due ci siamo già visti ammettilo” il ragazzo con la voce squillante mi indicò sotto al mento. E il mio caraterraccio ebbe il sopravvento “Nei tuoi sogni più intimi..” gli sorrisi con fare malizioso e lui divenne rosso come un pomodoro. Il ragazzo si avvicinò e mi sussurrò “Semmai nei tuoi ammettilo..” e mi fece l’occhiolino.
“Io non ho bisogno di sogni.” Gli sorrisi e mi alzai dalla panchina.
La bambina richiamò la mia attenzione “Tu saluta Kein!!”
“Lo farò” le dissi sorridendo. La bimba si attaccò maggiormente alla ragazza dai capelli ricci e le sussurrò qualcosa nell’orecchio.
La ragazza si rivolse a me “Lux vuole sapere come si chiama la sua nuova amica”
Il mio sguardo si posò sul ragazzo della gioielleria quello che avevo fatto cadere e che non aveva ancora staccato gli occhi da me “Chérie.. Mi chiamo Chérie”.
Rimasi imbambolata scrutando quelle lenti scure.
Quel ragazzo l’avevo già visto, avevo già visto quei ragazzi e la bimba da qualche parte. Forse erano dei miei compagni di scuola, o li avevo già visti per Londra.
Non riuscivo a identificarli grazie allo strano abbigliamento che indossavano. Mi voltai senza salutare nessuno, riaccesi l’I-pod e mi feci accompagnare a casa da quella dolce melodia…
 
ANGOLO AUTRICE:
eccolo qua :D non è il massimo lo so ma non ho avuto molto tempo... spero ke vi piaccia :D continuerò appena possibile scuola permettendo XD fatemi sapere cosa ne pensate..
XX Beth

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Capitolo 4
*** una foto mi porterà alla felicità?? ***


ciaooo :) ecco qui un nuovo capitolo... l'ho scritto di fretta quindi scusate se ci sono degli errori... ecco qui il capitolo :) lasciatemi una recensione please... XX Beth.

Mancava un giorno al rientro a scuola. Avevo deciso di passare il pomeriggio con Dorian e poi a malincuore sarei dovuta andare al Party esclusivo dei One Direction. Tutto ciò mi eccitava moltissimo, pensai ironica.
Quando entrai nella cartoleria il campanello avvertì Dorian del mio arrivo.
Uscimmo dalla cartoleria e ci dirigemmo a una gelateria.
“Sarà strano.. non vederti tutti i giorni..” mi disse con uno sguardo amareggiato negli occhi.
Gli sorrisi, non ci eravamo mai separati da quando ci conoscevamo.
Mi ero trasferita a Londra dopo la morte di mia madre all’età di cinque anni. Mio padre non aveva molto tempo per noi due gemelli così ci aveva iscritto in una specie di scuola estiva.
Ricordo perfettamente quel giorno era estate ma io non avevo caldo.
Indossavo una salopette scozzese e delle All Star alte rosse come la mia salopette. Mi si era slacciata una stringa e non sapevo allacciare quella dannata scarpa quando un angelo dagli occhi blu mi si avvicinò con fare rassicurante.
“Vuoi una mano?” mi chiese, da sotto il ciuffo.
“No c’è la faccio da sola” gli risposi arrogante sperando che sparisse velocemente. Al contrario di ciò che pensavo, si sedette di fianco a me sulla panca. Avvicinò una mano verso la scarpa come per chiedere un permesso che non sarebbe mai uscito dalle mie labbra. Avvicinò la mano alle stringhe e velocemente compose un’asola perfetta.
Mi sorrise e disse “Sei stata bravissima”.
Da quel giorno fummo inseparabili. Nate e Dorian per mia fortuna erano culo e camicia, quindi passavo la maggior parte del tempo con i miei due uomini. Nate dopo la morte di nostra madre aveva smesso di parlare ma l’amicizia con Dorian l’aveva come guarito e l’aveva fatto tornare il bambino più bello del mondo.
Sarebbe stato difficile non vivere più con Dorian tra i piedi. Era il mio migliore amico e il solo pensiero di non vederlo per un giorno mi faceva ribrezzo.. non l’avrei visto per settimane, mesi..
Non l’avrei mai dato a vedere però, era come se ci fosse un tacito accordo con le persone che amavo. Loro sapevano cosa provavo per loro senza che io dovessi dire quelle paroline tanto agoniate da tutti.
“Lo so che non riuscirai a sopravvivere senza la mia presenza Dori, però avrai foto e poi hanno inventato un apparecchio interessante credo che si chiami cellulare..” mi sorrise senza far caso all’appellativo che gli avevo dato. Lui odiava il suo soprannome, Dori, perché era il nome del pesce blu di Nemo.
“Sai non mi manchi già più..” disse sorridendo.
 
Appena attraversai la soglia di casa Maggie saltò giù dalle scale inferocita.
“Dove sei stata?” mi urlò contro.
“Mamma daiii sono in ritardo solo di cinque minuti, c’era traffico” non sorrise alla mia battutina, mi tolsi il giubbino.
“E tu vorresti andare a vedere i 1D vestita così!! Non hai saputo la grande notizia?! Liam ora è single” annui non sapendo di chi diavolo stesse parlando e iniziai a salire le scale.
Solo a quel punto mi accorsi di come si era conciata Maggie.
Aveva un abito da sera, rosso come i suoi capelli che erano stati acconciati in uno chignon alto, ai piedi portava dei decollete con plateau sempre rosse.
Alzai un sopracciglio e la guardai storta. Doveva partecipare al ballo delle debuttanti o andare a un party per giovani adolescenti?!
“Io, se ti vesti così non ti accompagno da nessuna parte..” le dissi sorridendo.
Furiosa mi spinse di lato e salì le scale barcollante per le scarpe che indossava, sbuffai e andai in camera mia.
 
Eravamo in ritardo di cinque minuti di certo non per colpa mia. Maggie voleva essere perfetta e dai suoi vestiti voleva far arrapare tutti gli esseri di sesso maschile presenti quella sera al party. Indossava una minigonna nera, che arrivava dal mio armadio e un top nero che metteva in mostra un qualcosa di inesistente. Il reggiseno imbottito non riusciva a far star su il top così Maggie aveva dovuto optare per una maglietta accollata di Abercrombie. Alla fine quando Miss Margaret scese le scale con la giacca in mano eravamo in ritardo di ben 12 minuti. Mi fulminò con i suoi occhioni verde, segno che il mio abbigliamento non le piaceva proprio ma eravamo già in ritardo così rimase zitta.
Durante il viaggio in macchina mia sorella continuava a sfregare le scarpe con tacco 8 sul sedile posteriore segno di impazienza e che mi irritava in una maniera assurda.
“Ti potevi vestire meglio..” mi ripeté per la cinquantesima volta Maggie osservando disgustata i miei leggins neri, la maglia grigia con la scritta “Keep calm and Carry on” e le All-Star alte nere.
“..o almeno potevi mettere un po’ di fard su quelle guance”. Mi guardai nello specchietto retrovisore. La mia pelle era bianca, cristallina quasi trasparente, metteva in risalto i capelli scuri e gli occhi grigi.
Sorrisi sapendo che la sua era solo invidia. Tutti adoravano la mia pelle d’alabastro e lei si ritrovava solo con una pelle ex-abbronzata.
 
Arrivammo in ritardo di ben 20 minuti ma sembrava che a nessuno importasse. Dopo aver fatto vedere i nostri biglietti a due tizi muscolosi entrammo in una sala con pareti argento e divanetti in pelle viola, sui quali c’erano dodicenni con tacchi vertiginosi e vestiti cortissimi.
Maggie corse verso una di queste e l’abbracciò. Se fosse stata una sedicenne l’avrei chiamata troia, ma dato che era una dodicenne credo che bimbaminkia sia più appropriato. Indossava un abitino d’oro che le arrivava a malapena a metà coscia. Era senza spalline e la parte superiore piatta le rimaneva incollata come una seconda pelle. Ai piedi indossava dei decollete brillantinati. Cercava di camminare in modo seducente ma inciampava solo nei suoi piedi. Alzai gli occhi al cielo pensando in quale pasticcio mi ero cacciata.
Mi sentivo estraniata da quel gruppo di barbie non cresciute così iniziai a guardarmi in giro. Dietro a delle colonne romane c’era un bar con delle bibite analcoliche ovviamente. Sbuffai assaggiando un liquido rosa che sapeva solo di fragole. Dietro al bancone c’era una ragazza sui trent’anni che lavorava in silenzio. Delle urla si levarono dai divanetti a quanto pare le star erano arrivate. Mi sedetti su uno degli sgabelli del bar mentre la barista entusiasta lasciava il suo posto di lavoro per unirsi al branco di ragazzine che urlavano. Appoggia la testa sul bancone e rimasi lì.
 
Passarono secoli, anni, in verità solo minuti ma per me fu un supplizio.
Un ragazzo si avvicinò al bancone e disse “E vengono anche pagati!” disse rivolto alla mancanza della barista. Andò dietro al bancone e si preparò qualcosa “Signorina le posso offrire qualcosa? Un analcolico secondo me è adeguato” disse rivolto a me. “Certo offrimi pure qualcosa, tanto pagano gli sfigati che cantano no?!” dissi sempre con la testa appoggiata al bancone.
“Già offrono degli sfigati estremamente carini.. Ma perché sei a un loro party esclusivo se non ti piacciono?” disse giocando con i bicchieri.
“Devo fare da baby-sitter a mia sorella. Questo drink arriva si o no?” dissi disinteressata e alzando la testa dal bancone.
Il tipo si era voltato aveva dei ricci scuri acconciati ad arte e una giacca blu. Stava facendo due cocktail cercando di fare il barman e di lanciare le bottiglie di qui e di là. Mentre faceva girare una bottiglia di vodka sul dorso della mano fissò i suoi occhi nei miei. Verde con grigio. CAZZO!
La bottiglia cadde sul pavimento ma i suoi occhi rimasero incollati ai miei.
Quel ragazzo era quello il tipo della gioielleria e quello che avevo incontrato al canale vicino alla London Eye.  Era ovvio che quel viso mi era familiare l’avevo visto milioni di volte nella stanza di Maggie o in televisione.
“Ti sei fatto male?” chiesi alzandomi per vedere se i suoi piedi fossero interi.
“N-no..” disse volgendo anche lui lo sguardo verso i suoi piedi. Si abbassò per raccogliere i pezzi di vetro.
“Tu sei Harry Styles, vero?” chiesi prendendo dal lavandino uno straccio.
“Già..” disse tenendo gli occhi verso il pavimento.
“Ti facevo più spavaldo e arrogante..” dissi pensando ad alta voce. I suoi occhi verdi furono subito catturati dai miei.
“Non sono timido o insicuro! Mi hai preso solo alla sprovvista..” si difese.
“Tre volte di seguito?” chiesi asciugando il pavimento.
Sorrise raccogliendo i pezzi di vetro “Allora mi hai riconosciuto..”
“Degli sfigati carini non passano certo inosservati..” sorrisi di rimando.
Abbassò gli occhi. “Il tuo ragazzo sa che sei qui?” mi chiese tenendo lo sguardo basso. Lo guardai spaesata. “Il tuo ragazzo quello della cartoleria..” mi spiegò. Non riuscii a trattenere le risa e scoppiai come un’idiota in una risata fragorosa.
“Dorian.. ahahah. Non è il mio ragazzo.. E’ solo un amico” pensai all’idea di noi due assieme come fidanzati e mossi la testa per scacciare l’idea.
“Felice di aver scatenato questa risata..” disse in imbarazzo.
“Tu invece non dovresti correre dalle tue fidanzatine arrapate?” chiesi indicando  oltre il bancone del bar.
“Mmm.. hanno dei vestitini attillati che farebbero arrapare molta gente se fossero un po’ più grandi.. Se tu indossassi uno di quei vestitini.. direi che sarei molto felice di vederti indossare uno di quei vestitini..” mi sorrise maliziosamente.
“Ok bhè rivaluto le mie affermazioni.. sei un pervertito” dissi scherzando. Lui riuscì a leggere il mio fare giocoso e si mise a ridere.
“Devo proprio andare Chérie.. Ma mi farebbe molto piacere rivederti..” prese l’I-phone dalla tasca e mi fece una foto.
“Sei proprio convinto che io ti dia il mio numero di telefono?” chiesi stupefatta e mi alzai buttando lo straccio nel lavandino.
Uscii da dietro il bancone e andai a prendere il giubbino dalla sedia e mi diressi verso la sala con i divanetti.
“Tu non mi vuoi dare il tuo numero ok va bene. Ti darò io il mio.” Continuai a camminare.
“Chèrie.. ti prego.. tu sei diversa.. non sei come tutte le altre” continuò Harry.
“Harry ecco dov’eri finito” disse una ragazza che avevo già visto, quella con il vestito d’oro. Sorrise ammiccando a Harry, io alzai gli occhi al cielo e lui mi sorrise. Al seguito della troietta dorata comparve mia sorella.
“Chérie dove diavolo sei stata ti ho cercato dappertutto.. Oddio ciao Harry” disse Maggie sorridendo come un ebete verso Styles.
Alzai di nuovo gli occhi al cielo pensando a che effetto faceva Harry verso le ragazzine della sala. Faceva anche un certo effetto anche a me era sexy con quel suo faccino malandrino.
Era veramente bello.
“Questa qui è tua sorella?” mi chiese la tipa con il vestito d’oro, squadrandomi dall’alto dei suoi tacchi.
Maggie prese in mano la situazione “Si Anne, lei è Chérie mia sorella. Chérie, Anne verrà con noi alla Chaterhouse, sarà anche per lei il primo anno.”
“Frequenti la Charterhouse?” mi chiese Harry allibito.
“Già.. Allora ce ne possiamo andare?” chiesi a Maggie.
“Prima posso fare una foto con Harry?” chiese mia sorella supplichevole.
Presi il telefono e gli feci una foto.
“Inviamela..” mi disse Harry.  Mia sorella era felicissima pensava già alle sue nozze con Harry Styles. Harry mi diede il suo numero e a malincuore, forse, gli inviai la foto. 

angolo autrice:
voilà!! spero che vi sia piaciuto.. finalmente la protagonista riconosce Harry .. ma abbiamo anche incontrato un altro personaggio che sarà molto importante nei prossimi capitoli Anne non vi voglio svelare altro quindi vado a studiare! lasciatemi delle recensioni con critiche, non riesco mai a capire se la storia vi piaccia...
continuo a 3 recensioni bye bye Beth <3

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Capitolo 5
*** new bitchez.. ***


scusate per il colossale ritardo ma avevo perso l'ispirazione spero che vi piaccia B.

La pioggia bagnava piano il finestrino della BMW nera che mi stava accompagnando a scuola. I miei fratelli sedevano affianco a me, Nate si era addormentato contro l’altro finestrino invece Maggie continuava a canticchiare
“Let’s go crazy crazy crazy till we see the sun
I know we only met but let’s pretend it’s love
And never never never stop for anyone
Tonight let’s get some
And live while we’re young
And live while we’re young
Tonight let’s get some
La nuova canzoncina dei One Direction, era orecchiabile e il testo aveva abbastanza senso almeno per me.
Mi stavo preparando psicologicamente quando qualcosa vibrò nella mia tasca. Estrassi il cellulare e lessi uno dei tanti messaggi che Styles mi aveva mandato e a cui io non avevo risposto. Rimisi il cellulare in tasca mentre ci avvicinavamo al grande edificio in pietra marrone, ovviamente pioveva.
“OMG!! Sembra di essere in una favola..” le parole di Maggie fecero sbuffare Nate che si stava dirigendo all’entrata della scuola.
Uno dei guardiani dietro di noi portava i nostri bagagli.
Nel portico della scuola sedeva una ragazza i capelli a caschetto ossigenati teneva in mano il cellulare assorta nei suoi pensieri.
Rivederla dopo quasi tre mesi faceva effetto.
“Ciao Stronzaaa!!” le dissi buttandomi alle sue spalle e baciandole le guance.
“Oddio Chérie allontanati chissà cosa hai messo in bocca durante tutta questa estate.. Peni su peni..” la mia migliore amica mi abbracciò e mi diede due baci sulle guance.
“Che schifo Chérie! Dopo lavati le guance.. sai Izzy la sborra la ingoia..” sorrise Nate. Nate e Izzy erano trombamici e si divertivano a prendersi per il culo a vicenda. Sulla soglia dell’atrio Maggie ci guardava straniti come se non sapesse che noi usavamo quel linguaggio scurrile. Lei era ancora nell’età degli unicorni rosa e pensava che tutti le sarebbero stati amici solo perché era simpatica; ma non sapeva che in quella scuola per essere qualcuno dovevi farti valere.
La stronza della vicepreside ci passò di fianco e disse con il suo accento tedesco “Che dispiacere godere anche quest’anno della sua presenza Miss Spencer.”
“Che gran piacere rivederla ancora viva Miss Brown.” La vicepreside mi lanciò uno sguardo assassino e se ne andò.
 
La mia camera era singola per mia fortuna ma si trovava all’ultimo piano e ovviamente l’ascensore era inesistente. Mi voltai verso lo specchio e cercai di entrare nella parte. Lì ero la più bella e la più sfacciata. Indossai la divisa lasciando alcuni bottoni della camicetta slacciati. La gonna che a molte ragazze arrivava alle ginocchia a me arrivava a metà coscia. Acconcia i miei capelli ad arte mi truccai con un po’ di rossetto rosso sangue e ero pronta. Quella sera ci sarebbe stata la cerimonia di apertura nell’auditorium e la cena nella mensa.
Uscii dalla mia stanza e mi diressi per quei lunghi corridoi che conoscevo a memoria. Ero quasi arrivata vicino alla biblioteca quando sentii qualcuno che emetteva dei gemiti post-orgasmo.
Mi nascosi dietro una colonna e notai che in fondo al corridoio una ragazza stava inginocchiata davanti a un tipo che godeva come un maiale con la testa poggiata al muro. Nell’oscurità notai che la ragazza indossava un braccialetto in cui risaltava una lettera “A”.
Non era la prima volta che assistevo a una scene del genere ma potevano aspettare l’inizio delle lezioni almeno.
Intravidi delle ombre nel corridoio adiacente, mi scostai dal mio rifugio e andai verso il corridoio dove cinque ragazzi guardavano arrapati la scena.
“Alcuni studi hanno provato che alcuni uomini preferiscono guardare scene di sesso invece che farlo” dissi ai cinque che si svegliarono e imbarazzati si voltarono verso di me.
Oh Mio Dio! I One Direction mi fissavano stupefatti forse per il fatto di trovarsi davanti una ragazza o per il fatto che quella ragazza fossi io.
Il ragazzo biondo, Niall e quello dai capelli scuri corti, il neo single come l’aveva chiamato Maggie avevano la faccia rosso pomodoro.
“Che cazzo ci fate voi qui?” sussurrai verso i cinque ragazzi per non essere scoperti dalla coppietta del pompino.
“Se avessi letto i miei ultimi messaggi lo sapresti..” mi sorrise Styles.
“Ho lasciato il telefono in camera..” dissi come per scusarmi.
Il ragazzo con la cresta mi girò attorno e disse “E così tu saresti la nuova fiamma di Hazza”
“Io sarei cosa di chi?” chiesi alzando le mie sopracciglia perfette.
“Sarebbe meglio se ci spostassimo..” disse il neo-single, Liam ecco come si chiamava.
“Paura che vi possano appellare come guardoni” dissi sorridendo maliziosamente.
“Anche tu stavi guardando quindi taci!” mi disse Louis sorridendo.
“Mi hanno appellata in modi peggiori” dissi seguendoli fuori dall’edificio. L’aria gelida mi faceva congelare le gambe, Harry se ne accorse e mi offrì la sua giacca io scossi la testa e lui allora se la rimise.
“Allora perché siete qui?” chiesi alle cinque figure che proseguivano senza cagarmi di striscio.
“Non hai proprio letto nessuno dei miei messaggi allora?!” affermò tristemente Harry.
“Siamo qui per studiare..” rispose Niall.
“Mi state prendendo per il culo?! Cioè voi non potete studiare qui avete tutti più di diciotto anni e non potete essere ammessi nel campus” dissi.
“In realtà Harry ne ha diciotto..” mi disse Zayn ammiccando con gli occhi verso il diretto interessato.
“Vogliamo solo acculturarci maggiormente..” disse Liam sorridendomi.
“E in tutte le scuole d’Inghilterra proprio nella mia dovevate capitare?” chiesi arrabbiata.
“E’ anche una delle migliori e delle più costose d’Inghilterra” disse dolcemente Niall con i suoi occhioni blu.
La nostra discussione venne interrotta dall’uscita di un ragazzo. Come ero riuscita a dimenticarmi di lui così in fretta? Era sempre bellissimo ma mentre lo guardavo uscire non sentivo più le farfalle nello stomaco o altri movimenti nel basso ventre. Il mio storico ex alzò la testa verso di me e con la sua solita aria da figlio di puttana disse “Sempre circondata dai cazzi Chérie..” risposi subito “Non è colpa mia se ho avuto la conoscenza di qualcosa che non può essere definito tale”
“Fino all’anno scorso godevi grazie a quel qualcosa, quindi non ci vuole tanto per farti godere puttana”
Harry e Louis intervennero “Ehy non ti puoi permettere di trattarla così! E’ una ragazza le ragazze non si trattano male”.
“Mi spiace frocetti ma io non prenderei le difese di una troia.”
“So difendermi da sola.. E poi come sei caduto in basso… sesso orale nei corridoi?” dissi facendo l’indignata.
“Come se tu non avessi fatto di peggio in quei corridoi!” disse con un sorriso malizioso. Un tempo l’avrei trovato sexy, in quel momento mi faceva schifo.
“Chérie sei stata una brava bocchinara..” ribrezzo.
Dietro al mio ex, Alex, apparve Nate.
“Ripetilo se c’hai le palle..” disse tutto incazzato.
“Nate non giocare coi bambini ti prego.. è quello che vuole lui. Un gioco per il bambino ricordi..” il mio gemello mi guardò negli occhi e annuì.
“Dì qualcos’altro contro Chérie e te lo taglio..” Alex sbuffò e se ne andò.
“Non so come hai fatto a metterti con quel figlio di puttana..” mi disse, poi osservò la mia compagnia. Nate era abituato a vedermi circondato da ragazzi, ma rimase spaesato alla vista di quei ragazzi.
“Siete mica usciti da un poster?” gli chiese spavaldo.
Tutti si misero a ridere, Nate era il mio salvatore. Si voltò e si diresse verso l’auditorium.
“Grazie per quello che avete fatto ma.. non fatelo mai più. So difendermi da sola.” Mi voltai e poi dissi “Sarebbe meglio se faceste finta di non conoscermi… Tutto sembrerà normale e vi farà meno male”
Mi incamminai senza voltarmi sapevo che cosa avevo provocato in loro ansia e forse ribrezzo verso una puttana come mi aveva definito Alex.
 
Mi sedetti in uno dei posti che Izzy aveva tenuto occupati, ai miei lati c’erano Nate che silenzioso corteggiava una delle sue ex e altri ragazzi che si definivano miei “amici” in realtà me ne sbattevo di loro. Le uniche persone a cui tenevo in quella scuola erano sempre state quattro: Izzy la mia migliore amica che aveva cambiato tante acconciature quanti ragazzi, Nate e Dorian le mie due ancore persone con cui non sarei sopravvissuta e Alex, che al momento non rientrava nella lista, sostituito da Maggie che sedeva in prima fila con la ragazza del party del sabato precedente.
Il preside un uomo che conoscevo profondamente grazie alle ore passate nel suo ufficio, attaccò discorso parlando delle solite palle mortali. Capii che aveva nominato i one direction quando le ragazzine delle prime classi iniziarono a gridare.
Una di queste in prima fila alzò la mano e al braccio brillò un braccialetto con una piccola “A”.
Il preside le diede la parola e la ragazza si alzò, riconobbi subito la piccola Anne fan dei one direction nuova pompinara alla Charterhouse.
“I ragazzi che classi frequenteranno?”
“I ragazzi frequenteranno i corsi che intraprendono i ragazzi dai sedici anni in su.. resteranno nel campus di questi e non potranno avere contatti con le classi minori per la loro sicurezza. Altre domande?”
Nessuno alzò la mano allora il preside continuò a parlare di cose futili quando “..bene ragazzi. Prima di lasciarvi vorrei congratularmi con Mr Alexander Barnes, Miss Isabelle Carter, Mr Nathaniel Spencer e Miss Charlotte Spencer per non esservi ancora cacciati nei guai per oggi e per il fatto che non avete visto ancora il mio nuovo ufficio. L’ho rimodernizzato ed è veramente sofisticato. Bene credo di potervi lasciare e ora tutti a cena.” Concluse il preside lasciandoci allibiti e stupefatti. Tutti ci fissavano per il fatto che il preside ci avesse nominato. Mi alzai e incrociai degli occhi verdi, ora avrebbe seguito il mio consiglio e sarebbe stato alla larga da me.
 

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