Un amore impossibile

di RoseHaylie
(/viewuser.php?uid=229695)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rose Weasley. ***
Capitolo 2: *** Stanza delle Necessità, alle cinque ***



Capitolo 1
*** Rose Weasley. ***


Capitolo 1.




Dopo la fine della guerra Magica, Ron e Hermione decisero di sposarsi, e dopo qualche anno diedero alla luce la loro primogenita, Rose.
La piccola Rose aveva preso molto dal carattere del padre, amava i dolci, ed era rossa di capelli, dalla madre, invece, aveva preso la voglia di studiare, la passione per i libri e l’intelligenza, non che il padre non fosse intelligente, ma la madre lo superava e di molto anche. 
Era sempre cresciuta ricoperta di attenzioni da parte dei nonni magici e anche da quelli babbani, soprattutto da quelli babbani, Rose era la loro prima nipote e quindi tutto quello che chiedeva le veniva regalato. Al contrario dei nonni magici, loro prima di lei avevano avuto altri nipoti e questo rendeva Rose la piccola di casa, e fortunatamente insieme a lei c’era Albus.
Qualche anno dopo, i suoi genitori diedero alla luce il piccolo Hugo, ma con il passare del tempo il bambino iniziò ad assomigliare molto al padre, rosso di capelli, goloso e aveva preso dal padre la voglia di non far nulla tranne pensare al Quidditch. 
Con il passare degli anni Rose, diventò una forte e bella ragazza e dopo aver compiuto undici anni, iniziò a frequentare la famosa scuola di magia, Hogwarts e venne smistata dal cappello in una delle casate più prestigiose: Grifondoro. Aveva provato una strana emozione quando il cappello parlante le aveva urlato nelle orecchie quel “GRIFONDORO”, e tutta contenta si era avvicinata all’enorme tavolo dei Grifoni. 
Gli occhi della piccola Rose brillavano mentre si dirigeva verso il tavolo rosso-oro, sperava che il cugino finisse in Grifondoro, ma Albus finì in Serpeverde, insieme al giovane Malfoy.

Anche se trascorrevano insieme praticamente ogni istante della giornata, e l’unico momento in cui i due cugini si separavano erano le lezioni, questo non piaceva affatto ai ragazzi. 
Erano sempre stati abituati a passare le giornate insieme visto che i genitori di entrambi erano sempre immersi nel lavoro e li lasciavano insieme alla Tana. 
Per Rose, Al era più di un cugino, era quasi come un fratello o forse anche di più, e la stessa cosa valeva per Albus.
Con il tempo i due bambini diventano dei ragazzi che ovviamente non smisero di stare sempre insieme. 
Credevano di essere due semplici amici, ma non era affatto vero. Infatti con il trascorrere degli anni ogni volta che i due giovani si incontravano, entrambi sentivano qualcosa all’altezza del cuore, soprattutto la ragazza. Si sa che le ragazze provano emozioni differenti quando sono innamorate.
Era un giorno d’inverno e la neve scendeva fitta, e Rose aveva appena finito di studiare mentre Al era rimasto con lei in biblioteca a fissarla.
-Posso sapere perché non studi??- Aveva chiesto la ragazza, incrociando le braccia al petto.
-Preferisco fissarti, sei… Sei bella quando ti impegni- Ed ecco il dolce viso di Al diventare rosso. 
Rose lo fissò spalancando gli occhi, per poi distogliere lo sguardo, sbattendo più volte le palpebre come per eliminare il viso rosso di Al.
-Albus, ti prego, mettiti a studiare.
-Rose lo sappiamo entrambi perché non ci riesco, se tu sei vicino a me non riesco a fare nulla. – Albus stava fissando gli occhi di Rose, la ragazza però non riusciva a ricambiare il suo sguardo, aveva gli occhi abbassati ed era china sui libri, voleva ignorare le parole del cugino, perché non voleva litigare.
-Rose guardami, ti prego. Non posso più tenermi dentro tutto, ti chiedo solo di ascoltarmi, poi me ne vado, te lo prometto.- 
D’un tratto Rose alzò gli occhi e fissò il ragazzo, ma sentiva il cuore uscirle dal petto.
-Albus..- Lei stava per dire qualcosa, ma il ragazzo le mise un dito sulle labbra impedendole di parlare. Piano le si avvicinò, e posò le labbra sulle sue. Rose non ricambiò il bacio, non subito almeno. 
Appena il bacio si fece più intenso, si lasciò andare, lo desiderava anche lei, e tanto anche. Entrambi sapevano l’errore che stavano commettendo ma forse non gli importava. Rose si staccò bruscamente, scuotendo poi la testa.
-Albus, sai che non possiamo. E’ sbagliato... Siamo... Siamo cugini! Cosa credi che penseranno le persone di noi?? E i nostri genitori, tu credi che mio padre sopporterà tutto questo??- Albus bloccò di nuovo il flusso di parole che usciva dalle labbra di Rose.
-Rose, Rose ti prego. E’ da anni che lo nascondiamo ormai, io non ce la faccio più. Ho voglia di stringerti a me, di baciarti.. Non riesco più a starti lontano. Lo vuoi capire o no??
Credo... credo di amarti Rose Weasley.-
Rose avvampando, tornò a fissare i suoi libri, e gli occhi si riempiono di lacrime che piano scesero e rigarono il suo dolce viso, finendo poi sui fogli.
Non disse nulla Rose, voleva solo poter dire al ragazzo che provava le stesse cose. Voleva urlarlo, urlare a tutti e soprattutto a lui che… che lo amava, e lo amava da sempre. 
-Al, è sbagliato. E’ sbagliato, è vero ma non riesco a starti lontano.. Perché anch’io..Anch’io provo le stesse cose che provi tu. Solo che io so di amarti, ed è sempre stato cosi. Già da bambini non facevo altro che pensare ai tuoi occhi verdi, al tuo sorriso ingenuo. E non ho mai smesso di farlo. Appena te ne vai, inizio a pensare che quei tuoi occhi dannatamente belli fissano me, che quel tuo splendido sorriso è rivolto a me e solo a me, che con il tempo le tue mani stringeranno le mie. Albus è sbagliato provare tutto ciò, perché siamo cugini. Ma anche se so che è sbagliato non riesco a non smettere di farlo, perché tu sei tutto ciò di cui m’importa da ora, da sempre.-
Era rimasta senza parole Rose, ma Al fissava la ragazza davanti sé rivolgendole un dolce sorriso. Uno di quei sorrisi che le rivolgeva quando era felice. Si avvicinò di nuovo a lei e le sfiorò il viso. Continuava a sorridere felice e, facendola alzare, la circondò in un abbraccio, e la strinse a se, per poi eliminare la distanza tra i loro visi, baciandola. Era un bacio diverso da quello precedente, dolce e pieno d’amore , di passione. Appena si staccarono, Rose arrossì, e sorrise fissandolo. Era tutto quello che desiderava, e finalmente si era avverato il suo desiderio più grande: stare accanto al ragazzo che amava, che aveva sempre amato.

ANGOLO AUTRICE.. 

E' la mia prima FanFiction, spero vi piaccia! <3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Stanza delle Necessità, alle cinque ***


Capitolo 2.


Dopo quel bacio, dopo quelle frasi appena sussurrate rinchiusi in biblioteca i due ragazzi si separarono, non ebbero il coraggio di guardarsi ancora negli occhi e la cosa era normale. Insomma si sentivano in imbarazzo a guardarsi ancora, a baciarsi, a stringersi, erano cugini. Cugini!
Mentre Rose non riusciva a non pensare a lui, Albus, non appena la vedeva nei corridoi, apriva la bocca come per dire qualcosa, ma poi si allontanava con il viso abbassato e con le mani strette a pugno.
Con il passare dei giorni Rose era sempre più triste, non mangiava e non usciva dalla sua stanza, se non per andare a lezione. Non sapeva con chi parlarne. Non poteva andare da Lily o da Rox e dire semplicemente: “Sapete mi sono innamorata di Albus, si Albus nostro cugino. Tuo fratello Lils.”
Per prima cosa l’avrebbero presa per pazza, e poi le avrebbero fatto capire che era un errore, che sono cugini, e che quello tra loro non era amore ma solo affetto, affetto tra due cugini. Ma la giovane Rose sapeva quello che sentiva ogni volta che incontrava i suoi occhi, sentiva il cuore battere all’impazzata ogni volta che lui le sfiorava la mano, anche se per sbaglio.
Voleva e doveva parlare con lui e l’unico modo per farlo era inviargli un biglietto con luogo e ora, almeno cosi sarebbe venuto.
“Stanza delle Necessità, alle cinque.
Rose.”
Aveva lasciato libero il foglio e quello si era smaterealizzato nelle mani di Al, che leggendolo non riuscì a trattenere l’enorme sorriso che quelle cinque parole gli procurarono. E poi era cosi bello leggere quel nome, il suo nome. Guardò l’orologio e subito, portandosi le mani ai capelli, urlò:
-Oh cazzo!- Mancava poco alle cinque e lui era ancora in giardino, se solo avesse osato arrivare in ritardo, Rose lo avrebbe spellato vivo, o peggio lo avrebbe ignorato a vita. Corse, corse molto veloce cercando di arrivare in fretta. Si scontrò con le persone ma, non chiese neanche scusa, e non sentì dolore. Era troppo preso da quello che stava facendo.
Rose, invece, era già nella Stanza. Aspettava lì da un po’, e si era sdraiata sul divano che era apparso. Era passata una mezz’oretta dal suo arrivo o forse anche di più, e nell’aspettare il ragazzo si appisolò. E inoltre aveva anche freddo.
Arrivato al settimo piano con il fiatone, Albus si mise a camminare davanti al muro per far apparire la porta. Pensava a Rose, pensava al suo viso.
Ci aveva azzeccato, la porta si aprì davanti a lui, e ovviamente lui vi entrò senza aspettare un secondo di più. Cercò Rose con lo sguardo e, una volta arrivato vicino a lei, notò la ragazza addormentata su quell’enorme e freddo divano.
Era cosi bella. Lo era davvero!
Si sedette vicino a lei e cercando di non svegliarla, le fece appoggiare il viso sulle sue gambe in modo che le sue mani accarezzassero piano la massa di capelli rossi che Rose si ritrovava.
-Piccola mia, perché deve essere tutto cosi complicato? Perché solo quando dormi riesco a parlarti?
Sai, dopo quel giorno, dopo quei baci ho capito che tutto quello che sogno da una vita si sta avverando, ma una volta tornato nel mio dormitorio mi sono reso conto di quanto tutto questo sia sbagliato. Siamo cugini, e ci amiamo. E' una cosa impossibile, piccola.- Albus sembrava una macchinetta, continuava a parlare e senza rendersene conto aveva aumentato il volume della voce finendo per svegliare la ragazza.
-Se stai zitto un attimo, ti spiego perché siamo qui.- Rose si alzò e si sedette accanto a lui, voltandosi appena per poterlo fissare meglio. Le tremavano le mani, sentiva il cuore battere veloce e le farfalle nello stomaco.
-Primo, so che è sbagliato ma ti amo e voglio stare con te anche se dovremo nasconderci.
Secondo, so quello che entrambi proviamo e credimi se ti dico che questo è più forte di tutto e di tutti.
Albus io non voglio starti lontana, capisci? Non ci riesco e, anche se so che è sbagliato, voglio stare accanto a te perché sei la persona più importante per me, perché senza di te sarei vuota. Perché tu sei il ragazzo che voglio e non smetterò mai di dirtelo.-
Rose aveva iniziato a parlare e aveva lasciato uscire quelle parole che per giorni aveva tenuto segretamente dentro sé, facendo attenzione a non farle uscire davanti a nessuno, neanche davanti a Lils o Rox.
Albus guardava la ragazza senza saper bene cosa dire, in fin dei conti la rossa gli aveva appena detto di volere lui e di voler fregarsene della gente, che il loro amore contava più di tutto. Non sapeva se ridere o piangere, Al.
Alla fine prese la mano di Rose, avvicinando cosi la ragazza a sé, e prima che iniziasse a dire altro, lui la attirò a sé, baciandola.
Un altro bacio, un altro bacio che vede i due ragazzi persi nel proprio amore, un amore di cui nessuno avrebbe mai saputo nulla.
-Sapevo che mi avresti cercato, sapevo che non avresti permesso che tutto finisse. Rose, piccola mia voglio stare con te. Voglio poter pensare che tu sei mia e solo mia. Voglio poterti dire che ti amo, liberamente senza doverlo tenere per me….- Ogni singola parte del corpo del ragazzo sprizzava felicità. Rose si avvicinò a lui e fermò il suo flusso di parole con un altro bacio.
-Che fai??.- Le sussurrò il ragazzo non appena le loro bocche si staccarono.
-Ti faccio smettere con quei discorsi senza senso che stavi facendo, Potter!
Qualche volta sei noioso, sai??- Rose iniziò a ridere, mettendosi fra le sue braccia sentendosi finalmente completa.
-Weasley cara, ti ricordo che stai parlando con il tuo ragazzo quindi non puoi dirmi che sono noioso.-
-Hai…Hai detto il tuo ragazzo??-
-Si, sono il tuo ragazzo e tu sei solo mia.-
Gli occhi di Rose si illuminarono, e sul suo volto comparve un sorriso.
Tutto andava bene, adesso. Loro erano felici e solo questo era l’importante, la loro felicità. Perché della scuola, dei loro genitori o del resto della famiglia a loro non importava, erano finalmente felici. Felici di stare insieme.
-Ti amo, Potter, lo sai vero?-
-Lo so Rose, e devo dire che ti amo anch’io e tanto!-
Un dolce bacio fece finire quella giornata. I due ragazzi furono costretti a dividersi e a tornare nei propri dormitori, passarono la notte a pensare a loro due e si addormentarono felici, consapevoli che l’amore e la felicità avevano finalmente preso possesso delle loro vite.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1244373