Ne approfitto per ringraziarvi per le vostre
utilissime recensioni. Ecco un nuovo capitolo di questa storia dedicata a House
e Wilson.
Cap 1 Incontri
-Ben
arrivato. Molto Piacere. Lisa Cuddy- la donna, sui
quaranta portati molto bene gli strinse calorosamente la mano con un sorriso
radioso.- sono molto contenta di averti qui, sai, ci serviva proprio un nuovo
oncologo e.. - in quel momento squillò il telefono-perdonami solo un istante-
esclamò sempre sorridendo.
-Sì?
Ah..ah..bene, sì me lo mandi immediatamente.-
Non
era una richiesta, quello era il tono di qualcuno a abituato a comandare e ad
essere obbedito. Sempre.
-Come
sarebbe a dire che non è rintracciabile??!!!- O forse no, non sempre, evidentemente
c’era qualcuno che faceva eccezione, ma Wilson non avrebbe voluto, chissà
perché, essere nei panni di questo sprovveduto contestatore.
-Emetti
un mandato di cattura, qualunque cosa e appena lo trovi digli che se non si
presenta nel mio ufficio all’istante l’ultimo luogo che vedrà di questo
ospedale saranno le latrine!!-
Wilson
sobbalzò.
Non
appena messa giù la cornetta, Lisa Cuddy, direttrice
dell’ospedale, tornò a rivolgergli tutta la sua attenzione con i suoi occhi
color indaco.
-Allora
Come ti trovi?-
-Dottor
Wilson un paziente per lei nella due- Wilson prese la cartella e si presentò
nella stanza.
Seduto
sul lettino vi era un uomo sulla cinquantina, con una barba ispida e un’aria
sofferente.
-Buongiorno,
sono il dottor Wilson-.
-So
leggere grazie-.
Wilson
sorrise, aveva già conosciuto in passato, pazienti poco amichevoli.
-Bene,
mi dica Signor- e lesse il nome dell’uomo sulla cartella. –Quali sono i suoi
sintomi?-
-Bè
è quasi un mese che ho questa tosse, oltretutto soffro di insonnia e...-
Wilson
cominciò ad auscultare il torace dicendo all’uomo di tossire.
-Per
prima cosa faremo degli esami preliminari.
-Non
avrò nulla di serio no?-domandò il paziente guardandolo speranzoso.
Wilson
rispose che solo gli esami avrebbero potuto fornire una risposta esauriente.
Terminò
la visita e gli prescrisse le successive radiografie.
Quella
tosse non gli piaceva, ma non significava che ci fosse qualcosa di grave. In
tal caso, ci avrebbe pensato in seguito. Da anni aveva imparato a concentrarsi
su un paziente alla volta, evitando di disperdere le sue energie inutilmente,
cosa che sarebbe andata a discapito di tutti i malati che si rivolgevano a lui.
Si
dispose quindi ad attendere il paziente successivo, dopo qualche istante, non
vedendo arrivare nessuno decise di aprire la porta e fu investito da acute
grida che riconobbe all’istante.
-E
questo cosa sarebbe???!!Avevo chiesto tutte le cartelle dell’ultimo mese!-La Cuddy strepitava all’accettazione.
-Non
è colpa mia- protestò con un filo di voce una giovane infermiera dall’aria spaventata.
-E
dove sono finite le altre cartelle? O devo chiamare la Cia
per averle?-
-L’ultima
volta le ho viste erano in mano al dottor House!-
Lisa
Cuddy tacque, cosa molto significativa per una donna come lei.
Wilson
le si avvicinò.
-C’è
qualche problema?-
-
House House sempre lui- borbottò Lisa Cuddy.
E
si affrettò verso le scale senza rispondergli.
Un’infermiera
gli corse incontro –Dottor Wilson, un’emergenza nella camera 104!.-
Wilson
si infilò lo stetoscopio al collo ed accorse.
-Cos’è successo?- esclamò non appena messo piede nella sala.
-Non
so, non capisco, stavamo facendo un prelievo e all’improvviso è collassato e
adesso…- l’uomo disteso sul letto aveva
le convulsioni.
-Sicuri
che non fosse allergico??-
-Certo,
gliel’abbiamo chiesto e…-
Wilson
ordinò un sedativo, ma le convulsioni non cessavano.
-Se
continua così…-
-Lo
so…- mormorò Wilson aiutando le infermiere a tenerlo fermo.
-Dategli
l’activan-
Wilson
si voltò di scatto –E lei cosa ci fa qui? Esca immediatamente!!- aveva
riconosciuto l’uomo della mensa.
-Quello
lo conosco! -esclamò un infermiere- è…-
-Allora
vogliamo darglielo quell’ activan
o preferiamo vederlo finire in stato
vegetativo?Allora sì che si sarà calmato!- esclamò l’uomo dalla giacca
spiegazzata
-Dottor
Wilson cosa…-
-Daglielo!-
Il
paziente si calmò e i valori tornarono normali.
-Ma
come diavolo…-Wilson si voltò verso l’uomo all’ingresso
della stanza, ma era scomparso di nuovo. Spalancò la porta e lo cercò in
corridoio.
Nulla.