I Discepoli del Cielo

di UnVecchioFratello
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo Terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quarto ***



Capitolo 1
*** Capitolo Primo ***


"Ecco gli incassi del mese capo."
"Perfetto , addirittura con un leggero aumento rispetto il mese scorso. Tieni, questi sono per il tuo ottimo servizio Krieg."
"La ringrazio molto capo, lieto di lavorare per voi."

Vi è mai capitato di fare un giro per le strade di Boston? Sempre tutte così belle pulite, piene di vita, di bella gente, pochi malvimenti, insomma la Giustizia rendeva tutto allegro e sorridente. Ecco, ora mentre passeggio me la ricordo ancora bene la vecchia Boston, ed intanto davanti a me appare il solito striscione davanti casa Capobianco rimasto li da quasi 15 anni, con la magnifica scritta "Boston, la città più tranquilla del pianeta! Benvenuti a casa nostra! 17/04/2020".
Più lo guardo più mi viene da ridere pensando che ora, la Malavita, la Mafia, la discriminazione, la malvagità, l'odio di tutto il mondo, sono tutti assieme, racchiusi in questa meravigliosissima città! La MIA Boston...

"Salve Luke, grazie per averci rifornirto anche questa settimana."
"E' un onore Signor Capobianco, per i miei migliori clienti è un dovere andarli a trovare di persona. I corrieri di oggi non sanno cosa sia il rispetto per le persone più anziane."
"Dice proprio bene, ora basta avere una pistola in mano, uno stuzzo in tasca, e si sentono i padroni del mondo. Ehh, dobbiamo proprio tenerli a bada, prima o poi dovremo lasciargli la sedia."
Stuzzo, quello che una volta erano degli ottimi 5 grammi di LSD, mi viene in mente un vecchio ricordo dove da ragazzino fui arrestato per il solo possesso; mi viene da ridere al solo pensiero.
"Sappiamo bene entrambi che non ci riusciranno mai, basta tenere a bada i loro ormoni e dargli un biscottino quando serve, e sono come piccoli cagnolini in gabbia."
"Naturalmente, finchè avrò la forza di muovermi nessuno mi prenderà il posto, questo è certo!"
Sorrido, "Ha proprio ragione. Col suo permesso, io tornerei a casa a riposarmi."
"Vada, vada pure Luke. Alla prossima settimana, e sia in orario come sempre!"
"Certo, arrivederla."
Quel vecchio ipocrita non si rende conto nemmeno che gli son rimasti pochi giorni di vita, almeno morirà felice.

Luke Bringle è una uomo intorno al metro e sessanta, occhi giallo vitreo, capelli neri come la pece, e un sorriso smagliante bianco puro. Lui dall'alto dei suoi 32 anni passati tra riformatorio, prigione, e le strade malfamate. Famiglia? Sono solo distrazione, e inutili legami non servono per sopravvivere in questo mondo. Lui odia mostrarsi al pubblico, avere gente attorno che lo biasima e lo esalta. Preferisce la tranquillità del suo piccolo studio, in quell'appartamento abitato solo da puttane. Le sue.
Quella sera, era il turno di Celine Mrox, andare nella stanza n°7, definita "Piacere e Morte". Impaurita lei apre la porta, trova un uomo nudo sdraiato su un letto, pieno di rughe, impaziente di ciò che deve fare, con degli occhi assettati dei suoi 1650 dollari appena spesi, pronto a gustarsi la ragazza con gli occhi. Sa che è lui. Sa quello che deve fare, lo ha fatto una marea di volte, eppure quella sera ha paura, negli occhi di quella persona vede il Terrore puro, e non sa come comportarsi. Nella sua vita ha sempre deciso di dare ascolto a chi potesse proteggerla, ma quella sera, il 17 aprile 2035, lei deciderà di non accettare più le regole di questo mondo, lo stesso mondo che l'aveva protetta e costretta a fare cose orribili nella sua vita.
L'uomo spazientito per il tempo perso, inizia ad andarle incontro dicendole di spogliarsi subito. Tra un'ora doveva tornare dalla moglie. Celine, sempre più impaurita cerca di difendersi in tutti i modi dall'uomo. Lei piange, urla, usa le unghie riuscendo a graffiargli il viso; l'uomo accecato dalla rabbia le sferra un pugno sulle mascelle, rompendole uno zigomo. Vedendo il suo viso sfigurato perde il controllo, la prende, le strappa quel vestitino tanto carino, un violetto chiaro, pajettato, sporco di sangue. Sfogandosi con tutta la rabbia che aveva in corpo riesce a strapparle il vestitino e il reggiseno, lasciando  il seno nudo davanti a lui. E li lo nota. Quello strano marchio al centro del petto della ragazza. Sfruttando questo momento di interdizione dell'uomo, Celine gli tirò un calcio con tutta la forza che aveva colpendolo nel basso ventre, l'uomo cadde in terra, è l'occasione per scappare! Celine spaventata, piangendo inizia a correre il più veloce possibile fuori da quell'orribile posto, che ha sempre chiamato casa.
Doveva fuggire, il più lontano possibile, pur sapendo che l'avrebbero trovata. Scende le scale di corsa, le scarpe con i tacchi non erano il massimo per correre, e se ne accorse pure lei, inciampando e cadendo per terra. Dalla tremenda botta si leva i tacchi, e ricomincia a correre, finendo in strada. L'aria calda di quella sera primaverile le riscalda il corpo, facendole bruciare le ferite presenti. Mentre corre verso il porto vede una sagoma in lontananza, più si avvicina a lui, più inizia a farle male la testa, vede tutto girare, e inizia a perdere le forze. "Non in questo momento maledizione!"

Luke, stava tornando a casa, stanco per la giornata, non vedeva l'ora di potersi bere un bel bicchiere di brandy. Lui non poteva sapere che quella sera, non sarebbe tornato a casa. Che quella sera, tutto sarebbe cambiato.
Inizia a giragli la testa, si sente debole, strano lui non ha mai avuto problemi di salute.Nota con fatica una ragazza in lontananza, mezza nuda, piena di graffi, ferite, sangue, che corre verso di lui. Rimane incuriosito da quella ragazza, pur sapendo che lei sicuramente sarà una prostituta ubraica. Avendone un pò al suo servizio non fa fatica a riconoscerle. Eppure c'è qualcosa in lei che lo rende perplesso, lo intriga, lo ha colpito nel cuore, qualcosa che lo ha rapito e lo ha fatto suo.
La ragazza si lancia sulle sue braccia, si accascia appoggiandosi su di lui, lo guarda. Un viso pieno di sofferenze, rovinato dalle lacrime e dai grumi di sangue che scendono da quei meravigliosi capelli neri. Sorride. Un sorriso, bianco e puro come quello lo ha visto solo su un'altra persona. Lui stesso. "Sono riuscita a trovarti, dopo tutto questo tempo son riuscita a vedere il tuo magnifico sorriso Phiox, salvati, non devono scoprire chi siamo, corri, scappa e non pensare a me!"
In quello stesso momento si udì uno sparo, vide la ragazza cadere a terra. Luke alzò la testa, vide un uomo anziano, affatticato da una corsa, una pistola fumante in mano e il viso pieno di piacere e rabbia.

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Capitolo 2
*** Capitolo Secondo ***


Aveva perso la cognizione del tempo, non sapeva da quanto era li. Due, tre giorni al massimo? Seduto su quella scomodissima sedia in sala d'attesa. Le infermiere gli chiesero più volte di tornare a casa, ma lui no, imperterrito rimase la. Quella sera, Luke era scioccato. Riuscì a portare la ragazza all'ospedale, e non sapeva nemmeno lui perchè la stesse aspettando. In fondo non la conosce, non l'ha mai vista prima d'ora, non ha nessun legame ne motivo per interessarsi a lei. Dovrebbe pensare ai suoi affari, alle sue consegne. Ha già perso un paio di giorni di lavoro. La Nikky non si produce da sola, essendo l'unico produttore della sua potentissima droga, le sue richieste aumentano vertiginosamente. Eppure è li da lei.
Era talmente immerso nei suoi pensieri che non notò una strana persona vestita di nero camminare a passi lenti verso la stanza della ragazza.
Celine era sdraiata nel letto dell'ospedale, stanca e frastornata dalla morfina che le hanno somministrato. I suoi occhi notano subito dei strani fiori, erano di un violetto chiaro, a forma di campana. Dentro di lei sa che tipo di fiori sono. "Asagao.." strano. Non li aveva mai visti in vita sua e di certo non conosce il suo nome. Eppure sa come si chiamano. Era rimasta incantata dalla bellezza di quei fiori, tanto da non sentire la porta aprirsi.

"Permesso.. "

"Sì, salve..  ma la conosco?"

"Oh no, lei non mi conosce e non credo avrà la fortuna di conoscermi bene. Però le regalerò una gioia immensa." disse sogghignando.

"Cosa intende dire? Così mi spaventa.."

"Non c'è motivo di spaventarsi per così poco. Bisogna essere pronti a subire le conseguenze delle proprie azioni, lo sa? Non voglio farti soffrire molto cara, non amo le grida di dolore. Quindi cerca di stare in silenzio ok?"

Il volto di Celine inizia a sudare freddo.
"Cosa, c-cosa vuole fare?"

"Sss. Non serve parlare. Ti saluta calorosamente Mephisto."

Celine vide estrarre una pistola da una tasca interna del giubotto di pelle nero, sgranò gli occhi cercò una via di fuga, ma invano. Aveva ragione sua nonna, non si può sfidare la Morte e sfuggirle per sempre. Però, lei non voleva morire. Ci sono così tante cose a questo mondo da vedere, emozioni da provare, posti da scoprire. Il solo pensiero di non poter più assaporare il profumo dell'aria le infondò coraggio. Urlò con tutto il fiato che aveva in gola. In quel momento vide aprirsi la porta..

Luke sentì uno sparo provenire dalla stanza della ragazza. Iniziò a correre il più veloce possibile, il cuore gli saliva in gola, non riusciva a respirare, aveva paura. Lui, stava provando paura per la vita di una ragazza che neanche conosce, "Starò diventando pazzo" pensò.
Arrivò davanti la porta. Per terra, riversa in una pozza di sangue, vede un'infermiera con un foro da proiettile proprio in mezzo agli occhi. Guardando nella stanza, vede la ragazza in lotta con un omone enorme. L'uomo notando la presenza di Luke, gira la testa verso di lui, mostrando un sorriso perfetto, con tutti e trentadue denti di colore rosso sangue in mostra. Lo fissa negli occhi, lascia la ragazza e si lancia giù dalla finestra sorridendo e gridando: "Non pensavo fosse una tua protetta. Ma tanto non cambia, il vostro Destino è già scritto nell'Apocalisse. Ci rivedremo di nuovo Phiox."
"Di nuovo quel nome. Cosa diamine centro io con tutto questo?!" gridò al vento Luke.
La ragazza iniziò a piangere e a gridare. Dopo un'ora riuscì a tranquilizzarsi e addormentarsi sul letto. Per la prima volta, Luke notò il suo viso angelico. Lunghi capelli neri che scorrono lungo i fianchi, un nero lucente proprio come i suoi. Un viso chiaro, che emana purezza e trasmette una sensazione di calore. Come può una ragazza così carina, passare tutte queste atroci sofferenze?

Quella sera Luke, decise di vegliare la ragazza tutta la notte. Dopo tutta la stanchezza arretrata, crollò subito dal sonno appoggiandosi sulle gambe del letto. Persino nel sogno, l'immagine di quella strana persona lo tormenta. Quei denti color rosso sangue vivo; una cicatrice che taglia mezzo volto, chiudendogli un occhio; e quell'espressione. La conosceva bene quell'espressione, era la stessa che facevano i suoi clienti quando si calavano giù una dose di Nikky. Quell'incredibile senso di onnipotenza e potere. Eppure quell'espressione aveva un qualcosa in più. Era naturale.
Al mattino, quando Luke aprì gli occhi, si ritrovò sdraiato sul letto della ragazza. Tentò di alzarsi subito per cercarla, ma non ci riusci. Lei era abbracciata a lui. Il suo cuore iniziò a battergli forte, riusciva a sentire il respiro della ragazza, un respiro talmente soave che gli provocò una tranquillità incontrollata in tutto il corpo. Dopo un paio di minuti, passati a ripensare alla notte trascorsa, vide che la ragazza si svegliò. Lei lo guarda, gli sorride e gli da un bacio sulla guancia.

"Grazie per essermi stato vicino. Posso sapere il tuo nome?"

"Piacere fanciulla, Luke. Potresti per caso farmi scendere dal letto? Non voglio creare equivoci."

"Scusami, per stanotte." Si scosta. "Sentivo freddo e ti ho notato ai piedi del letto, tu ti sei svegliato e mezzo sonnambulo ti sei sdraiato con me."

"Ero talmente stanco che non mi ricordo nemmeno. Posso sapere il tuo di nome invece?"

"Piacere, Celine. Celine Mrox." sfoggiando un tenero sorriso.

"Vedo che ti senti meglio, riesci a camminare?"

"Perchè dovrei? Non ho un posto dove andare, non conosco un solo angolo di questa maledetta città dove poter star tranquilla..."

"Allora non conosci casa mia" disse Luke mostrandole un sorriso come non aveva fatto prima. "Cosa sto facendo?! Sto invitando in casa mia, una sgualdrinella trovata per strada?!" Iniziò a pensare Luke, sentendo dentro di sè, un qualcosa che lo attrae sempre di più verso quella misteriosa ragazza.

"Davvero? Saresti disposto ad ospitarmi in casa tua? Di solito evito sempre gli sconosciuti, ma c'è qualcosa in te di familiare."

"Strano! Pure io ho la stessa convinzione. Sa, io ho un pò di fame, vuoi qualcosa?"

"Mi porteresti una brioches? Alla crema, le adoro!"

"E brioches alla crema sia, arrivo e vedi di non sparire. Che poi mi tocca cercarti per tutto l'ospedale." disse ironicamente Luke.

"Va bene" rispose sorridendo.

Luke uscì dalla stanza, mentre si dirige verso il bar continua ad avere un pensiero fisso in testa.
"Perchè ho l'impressione che questa ragazza sia qualcuno che non vedo da molto tempo? Non ci sto capendo niente. In questo momento ho solo voglia di bere."

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Capitolo 3
*** Capitolo Terzo ***


"Non riesco a capire perchè ti ostini a voler venire a casa mia.."

"Dai Luke! Lo sappiamo entrambi che è l'unico posto dove posso stare!"

Sì è vero, poteva stare solo da lui. "Dai entra. Quello lì è il divano e laggiù in fondo al corridoio c'è il bagno. Mettiti a tuo agio."

"Ma.. ma è enorme! Tutti questi tappeti? Guarda questo quadro! Ma dipingi?! E questo gattino? Oh che amore!" esclamò Celine tutta estasiata.

"Questo è il principale motivo per cui non sopporto voi donne. Lascia stare Nio, non è paziente come me. Vuoi un caffè?"

"Si grazie!"

Celine, si era persa in quella meraviglia che aveva davanti agli occhi. Una casa così bella non l'aveva mai vista. C'erano tappeti, quadri, colori, tende, stoffe di tutti i colori sparse per il pavimento e le pareti. Sembrava un vero è proprio harem. C'erano cuscini, e tavolini piccolissimi. Però, notò un particolare. C'era una sola unica fotografia in tutta la casa.

"Sei sposato vero?" guardò Luke mostrando un po' di dispiacere

"Sposato? No, ero fidanzato una volta, e lei me la portò via."

"Oh quindi quest'angelo è tua figlia? E come si chiama?" disse Celine indicando la fotografia

Luke la prese tra le mani, con amore, lo stesso che ha un padre verso la propria figlia tenendola in braccio. Era perso nei suoi pensieri, si sentiva solo. Passò una mano su quella bambina. Quella magnifica bambina con un sorriso bianco puro, proprio come il suo. Quei riccioli neri, sopra quelle guance tanto rosse quanto grandi. Cinque anni, aveva cinque anni quella meravigliosa creatura. E la sua ex-fidanzata l'aveva portata via da lui. Sono passati quasi due anni da quando sono scomparse. Sono quasi due anni che Luke piange tutte le notti nel suo letto pensando a sua figlia.
"Lucy." girò la fotografia, posandola su un altro comodino. "Si chiama Lucy."

"Oh, scusami Luke, non volevo.."

"Tranquilla, io so che è viva. Mi sta aspettando. E un giorno la troverò.." gli occhi di Luke, iniziarono a brillare.

"Luke.." Celine l'abbracciò di scatto. Affetto. Così quello è ciò che chiamano affetto?

Dopo tutto il tempo passato, aveva dimenticato cosa si provasse. Lei alzò lo sguardo, incrociando i suoi occhi. Si osservarono, si biasimarono, provarono pietà l'uno per l'altra, notarono entrambi la dolcezza dei loro visi. Uno sguardo così intenso che rendeva armonioso tutto l'ambiente circostante. Solo il sibilio del caffè osò interrompere quella tenera scena. Luke si staccò di colpo e si diresse verso la cucina imbarazzato. Celine si accomodò su un cuscino, sorridendo, cercando di nascondere quel piccolo battito forte provenire dal suo cuore.
Dopo aver preso il caffè, Luke prese coraggio. Era giunto il momento di comprendere.

"Celine, non voglio farti stare male, però cerca di ricordare. Quando quel vecchio uomo ti sparò, tu mi hai abbracciato. Avevi un viso completamente diverso da ora. In quell'istante mi hai chiamato Phiox, dicendomi di salvarmi. Di fuggire, di.."

"Aspetta Luke." disse Celine seria, interrompendolo. "Voglio farti vedere una cosa, non giudicarmi per questo. Ti spiegherò tutto ciò che so."

La ragazza, si alza, inizia a spogliarsi della veste che aveva indosso, mostrandogli il proprio seno.

Luke rabbrividì. I suoi occhi iniziarono a diventare vitrei, "Quel segno..". Iniziò a sudare freddo, vecchi ricordi gli tornarono in mente. Non riusciva più a ragionare. Quel segno era l'unione con sua figlia. Quel segno gliel'aveva portata via. Quel segno, gli ha reso la vita un inferno. Il volto di Luke diventò pallido, si sedette e incominciò ad ansimare.
Celine preoccupata si rivestì in fretta, e cercò di tranquillizzarlo. Ma ormai era tardi. Luke era in una specie di coma. Non parlava, non si muoveva, aveva gli occhi fissi nel vuoto ed era immobile. La ragazza spaventata tentò di abbracciarlo, tranquillizzarlo; ma quando gli cinse le braccia intorno a lui, si rese conto che la sua schiena bruciava. Emanava una strana luce bluastra. Alzandogli la maglia lo vide.
Quindi non era sola. Anche lui era come lei. Anche lui aveva Il segno. Forse si sarebbe salvata! Forse lui potrebbe aiutarla a fuggire. A scappare. Si calmò, e iniziò a scuoterlo. Luke immobile, si girò. La guardò inclinando il collo, la prese e la baciò. Subito dopo si alzo, e mentre camminava strisciando i piedi verso la sua stanza, continuava a sussurrare strane parole inconcepibili.

Celine, scioccata da quando successo, crollò sul divano. Doveva riposare, l'indomani avrebbe dovuto sfoggiare tutta la sua femminilità. Mentre la sua testa tentava di convincerla che doveva ottenere a tutti i costi un suo aiuto, il suo cuore pensava solo a quel bacio. Un bacio inaspettato, pieno di passione. Un bacio in grado di provocarti un immenso squilibrio ormonale. Un bacio diventatto talmente importante da impedirle di dormire sul divano. Infatti si alzò e si diresse verso la stanza di Luke. Lo vede sdraiato nel letto ancora vestito. Passò dieci minuti a spogliarlo e metterlo sotto le coperte facendo attenzione a non svegliarlo. Dopo di che, stanca si mise accanto a lui, abbracciandolo e si addormentò.

Quando lui aprì gli occhi, si ritrovò dentro una stanza oscura. Luke non capì, si guardò intorno e c'era solo nero. Un nero talmente scuro da impedirgli di vedere i propri piedi. Ad un certo punto sentì una voce, continuò a guardarsi in giro, spaventato non riusciva a capire da dove arriva.

"Phiox, finalmente hai deciso di destarti."

"Ancora Phiox? Ma io sono Luke! E tu chi sei?"

"Non è importante sapere chi sono, ma sapere cosa diventerò."

"Dove sei?! Fatti vedere!"

"Non posso. Il mio potere è ancora sigillato dentro di te. Sei tu l'unico a potermi liberare."

"Dentro di me? Fammi capire!"

"Ancora è presto giovane Phiox. Con calma capirai tutto, fai attenzione. La guerra è vicina."

"Dimmi il tuo nome! Non riesco a seguirti, cosa sta succedendo?"

"Svegliati Phiox, Lei ha bisogno di te. Non abbandonarla!"

"Aspetta non andare via! Aiutami!"

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Chiedo scusa a tutti coloro che stanno seguendo con piacere questa storia, ho avuto problemi e troppi impegni e non ho avuto molto tempo per continuare a scrivere :) Prometto che da ora pubblicherò con più frequenza :) Grazie a tutti coloro che seguono, recensiscono la storia! Grazie davvero a tutti! =)

Ciao, A.

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Capitolo 4
*** Capitolo Quarto ***


Quando Luke aprì gli occhi, notò Celine sdraiata al suo fianco.  Era bella, davvero molto bella. Non era tanto alta, aveva un bel lineamento, eppure dentro di lei c'era qualcosa che lo attraeva di più, rispetto alla sua bellezza. Inizialmente non riusciva a riconoscere quella ragazza, non era una delle solite sgualdrine che frequentava, non rispettava i suoi standard. Poi ricordò. La sera dello sparo, il tizio con la veste nera in ospedale e la sera prima a casa sua. Però, c'era qualcosa che non quadrava. Si ricordava di averle visto il seno, di aver visto il marchio e quando aprì gli occhi si ritrovò nel suo letto. Il marchio! Doveva assolutamente rivedere il marchio! Quella ragazza centra sicuramente qualcosa con Lucy. Scostò la coperta dalla schiena nuda della ragazza..

"Cosa volevi fare mentre dormivo, piccolo maiale?" disse ironicamente Celine con un bel sorriso

"Un galantuomo non abuserebbe mai di una giovane fanciulla incolume" rispose in tono Luke

"Buongiorno." dandogli un bacio

Luke rimase un attimo a capire quello che stava succedendo. Il suo cuore scoppiava di felicità, eppure lui non capiva i propri sentimenti. Appena i due si misero comodi nel letto, lei cercò subito di prendere una discussione.

"Temo di averti scioccato con quello."

"Il bacio? Oh Celine, solamente non me lo aspettavo."

"Oh. Riguardo al marchio cosa ti è preso?" rispose lei

Luke scosse la testa "Non ero pronto a ri-vederlo."

"Ne vuoi parlare?"

Sospirò. "Devi sapere che non sei l'unica ad avere quel marchio. Lo porto pure io sulla mia schiena." disse Luke, girandosi e mostrandole la schiena

"Oh.." toccò la schiena di Luke. Era piena di graffi, tagli, ferite, cicatrici, tutte in direzione del marchio, però lui era pulito. Celine provò ancora quello strano calore, che provò quando tocco il marchio la sera prima.

"Cosa siamo?" chiese Luke

"Non lo so nemmeno io. Però sento dentro di me un qualche strano.."

"Una strana voce?" lo interruppe Luke

"Sì. C'è una voce che continua a chiamarmi 'Iphidora'. Mi viene da credere che sia il marchio a parlarmi.."

"Il marchio? Iphidora.. Lo stesso vale per me, mi sento chiamare 'Phiox'. Una cosa è certa. O stiamo diventando entrambi pazzi, o ci hanno drogato, o è tutto vero.."

"Ogni tanto, mi capita di perdere i sensi. Mi gira la testa e non vedo più niente. Quando mi risveglio, mi ritrovo da un'altra parte. E temo di fare o dire cose senza saperlo.. Un po' come te, ieri sera.."

"Ieri sera? Io.. Credo di essere svenuto dopo aver visto il tuo marchio. E' successo qualcosa?"

"Eh? Nono nulla di importante!" gridò Celine arrossendo

"Oh, ok. Allora vado a farmi una doccia."

Sotto la doccia Luke continuava a chiedersi chi fosse questo Phiox. Cercava di cancellare dalla sua mente, tutti i ricordi legati al marchio. Rivedeva sua figlia, in un vicolo scuro, il giorno del suo compleanno; circondata da quattro maledetti perversi pedofili. Lei piangeva, e lui la cercava per tutta la città, ad un certo punto la sentì urlare. Arrivò in quella strada e la vide. Vide comparire quel marchio sulla sua mano, brillare di rosso sangue. Lei in preda ad una risata isterica piena di malvagità. Quattro persone in terra, poco lontane da lei. Sangue dappertutto, ossa rotte, un polmone letteralmente sventrato. Persone squartate, smembrate, irriconoscibili. Lui sentì dentro di sè una voce. "Corri, salvala.  Non possiamo lasciarla all'Apocalisse, è importante per noi!" Si lanciò su di lei, la prese in lotta, e dopo un po', riuscì ad abbracciarla, stringedola a sè. Lei piangeva, chiedendo aiuto a lui. Nel giro di pochissimi istanti, sentì un bruciore tremendo alla schiena e sia lui che sua figlia svennero per terra. Quando venne trovato dall'ambulanza. Sua figlia non c'era. Appena riuscì a tornare a casa, sua figlia e la sua ragazza erano scomparse, sparite nel nulla. Il giorno dopo, lo vide. Cicatrici, sangue e ferite in tutta la schiena, con al centro quel maledetto marchio. Da quel giorno, gli capitava spesso di perdere conoscenza, o avere un forte mal di testa.

Nel frattempo, Celine stava preparando qualcosa da mangiare per colazione. Un piatto di uova e una tazza di latte era tutto quello che era riuscita a trovare in quell'appartamento.

"Chissà come sta Luke.." pensò ad alta voce

"Ma quindi ti interessa sapere veramente come sto?"

Fece un sobbalzo dallo spavento "Luke! Non ti avevo sentito arrivare."

"Scusami, non pensavo che una ragazza forte come te avesse paura della propria ombra." disse ridendo

"Ah si? Allora scordati la colazione!" si girò offesa, tornando a pensare alle uova

La giornata passò velocemente, i due ragazzi pulirono casa, riempirono il frigo e passarono il pomeriggio a cercare il significato di quello strano simbolo presente su i loro corpi. Quella sera, una delle varie puttane di Luke, suonò al campanello.
 
"Ehi, tu chi saresti? Una nuova in prova dal Capo?"

"Come scusa?" rispose Celine

"Fa' addirittura la garbata questa ragazza! Troietta vedi di spostarti e fammi parlare con Luke."

Le due ragazze iniziarono ad urlarsi contro, creando diverso scompiglio nell'atrio. Luke, attirato dalle urla di Celine andò a vedere.

"Quindi mi stai dicendo che sei un pappone?! Uno di quei luridi e schifosi che ci vende? Pensavo fossi diverso Luke.."

"Celine, non ti ho raccontato tutto della mia vita fino ad ora. Dovresti sapere che io non vivo pienamente nella legalità.."

"Cos'altro fai?! Spacci? Vendi schiavi? Ammazzi?"

"Conosci lo Stuzzo? Sono l'unico produttore e venditore."

"Oh Luke.."

Dopo aver chiarito la situazione tra Celine e la ragazza, e dopo aver convinto Celine che avrebbe cambiato vita all'istante, decise di andare a farsi un giro nel suo vecchio negozio. Sapeva quello che doveva fare, aveva molti soldi da parte, quindi poteva sopravvivere senza problemi. Krieg aprì la porta della bottega salutandolo come sempre col sorriso.

"Buonasera capo, le serve qualcosa?"

"Krieg, Krieg caro. Sono giunti tempi dove un padre deve lasciare il posto al proprio figlio. Io ti ho accudito come un figlio, hai vissuto con me, in questo ludico mondo da quando avevi dieci anni. Credo proprio che dovrò prendermi una pausa."

"Davvero? Luke tu vorresti lasciarmi il negozio?!" gli disse Krieg stupito

"No. Il negozio continuerà ad essere in mio possesso. Devo continuare a mangiare per vivere no?" rispose sorridendo

"Ma quindi.. Tu, cioè lei.. non vorreste mica lasciarmi il giro?" disse sempre più meravigliato

"Vedo che hai imparato in fretta. Congratulazioni. Queste sono le chiavi, sai già tutto quello che c'è da sapere. Salutami molto calorosamente il Signor Capobianco! E auguragli di vivere il più a lungo possibile, anche se non credo che ci riuscirà.."

Luke decise di lasciare le ragazze del condominio libere della propria vita. Non voleva più seguire il giro, non voleva più avere a che fare con nessuno tranne che con la sua drogheria. Si sentiva soddisfatto. Si era liberato definitivamente dello Stuzzo. In parte dentro di lui, sapeva che gli sarebbe mancato; in fondo lo aveva inventato lui. Ma ora è tempo di cambiare. Aveva una ragazza da proteggere, aveva una figlia da trovare, uno strano marchio da comprendere.
Mentre Luke stava tornando a casa, vide diversi pompieri dirigersi verso casa sua. Quando arrivò sotto casa, ciò che vide lo lasciò a bocca aperta.

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