Avatar: La Ricerca

di BalthierMid
(/viewuser.php?uid=230267)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incubo ***
Capitolo 2: *** L'incontro ***



Capitolo 1
*** L'incubo ***


"Guarda Tsyal, uno Yerik !" disse Nawmo.
Tsyal non stava più nella pelle. Avrebbe cacciato con suo padre. I due si avvicinarono lentamente e silenziosamente all'animale, che brucava l'erba ricoperta di rugiada mattutina. il blu della sua pelle spiccava nel verde della foresta.
"Padre, ma ..."
"Fnu !" lo interruppe Nawmo "Vuoi farlo scappare ?"
"Kea, ma sempul".
Ora erano aad una distanza adatta per colpirlo. Tsyal osservò ogni mossa, anche la più piccola, che faceva il padre. Anche lui voleva essere un bravo cacciatore come suo padre. Magari superarlo. Nawmo prese l'arco, lo impugnò, poi prese la freccia. Lo Yerik continuava a brucare, ignaro del cacciatore dietro di lui. Nawmo tese l'arco e si preparò a scoccare la freccia, ma dal nulla spuntò un umano. Lo Yerik spaventato scappò via. L'uomo si girò verso loro due e, con gli occhi sbarrati, estrasse una pistola, che brillava alla luce del sole che passava tra le foglie.
"Ma che cosa ..."
Nawmo non finì di parlare. L'uomo, senza preavviso, sparò un colpo puntando alla testa del Na'vi, che esplose in mille pezzi. Il figlio, seminascosto da una pianta, aveva osservato tutta la scena, durata qualche secondo. Rimase immobile per un po', coperto dal sangue e da pezzi di cervello del padre. Cominciò a piangere.
"Questa cazzo di scimmia blu gigante ha cercato di uccidermi senza motivo ! Ma io sono stato più veloce, per fortuna"
Tsyal guardò il corpo senza testa del padre, in una pozza di sangue. 
"M ... Ma sempul"
"C'è qualcuno ?"
L'uomo strinse più forte la pistola, e la puntò davanti a sé. Cominciò ad avanzare lentamente. Tsyal, accortosi di esser stato scoperto, si nascose in un tronco cavo caduto a terra e si rannicchiò più che potè. Sentì l'uomo scavalcare il tronco e girare intorno al corpo. Trattenne il respiro. Sentiva il cuore battere all'impazzata, come se volesse uscire dal suo corpo.
"Mah, probabilmente sto impazzendo, sento le voci. Forse è meglio che torni al Samson, si staranno chiedendo dove sono finito"
L'uomo sputò a terra e corse via, rimettendo la pistola nella fondina.
Dopo qualche tempo, Tsyal uscì dal nascondiglio. Erano passati minuti ? Ore ? Non lo sapeva, aveva aspettato finchè la foresta non era diventata silenziosa. Andò verso il corpo del padre. Si lasciò cadere a terra e pianse, pianse fino a quando non aveva più lacrime.
"Sei stato un codardo" pensò tra sé e sé "Potevi uccidere quell'essere, non nasconderti"
Osservò il corpo del padre. Vide scintillare la sua collana, fatta con un dente di Nantang. La prese e la strinse tra le mani.
"Non sarò mai più un codardo, lo giuro. ti vendicherò, padre ..." disse con un filo di voce.

Tsyal si svegliò di soprassalto, sudato e tremante.
"Anche questa notte ..." pensò. "Cosa vuoi dirmi padre ? Sto cercando di vendicarti ..."
Ormai erano passati 8 anni, e lui non aveva ancora trovato l'assassino. Sempre lo stesso sogno. L'incubo di quell'orribile giorno lo perseguitava ogni notte, impedendogli di dormire. Non poteva andare avanti così. Doveva trovarlo assolutamente, forse così sarebbe tornato a dormire. Si guardò intorno. La luce del sole filtrava tra i rami e le foglie del Kelutral, il giorno era arrivato. Uscì dalla sua amaca e scese i rami, arrivando a terra. Trovò molti Na'vi già svegli che pregavano, tessevano, parlavano o andavano sui loro Pa'li. Cercò sua madre. La trovò con altre tessitrici intenta a tessere e a cantare una canzone Na'vi, di cui sentì qualche parola:
"Tompayä kato, tsawkeyä kato,
Trrä sì txonä,
Sì ayzìsìtä kato ..."
Quando lo videro avvicinarsi, si fermarono tutte. Mi'niri, sua madre, si girò verso il figlio e gli corse incontro. Lo squadrò dalla testa ai piedi, vedendo le occhiaie e i capelli arruffati, con le treccine che cadevano sul lato destro della testa quasi sciolte.
"Non hai dormito neanche stanotte, ma 'itan ?"
"No, ma sa'nok" disse con voce stanca.
"Parla con Tsahik, forse lei ti può aiutare"
"No, non può"
"Non devo sentirti in colpa per quel giorno, lo vuoi capire ? Non puoi continuare così, devi dormire"
"Tu non capisci, lo devo vendicare"
"No che non devi, ma 'itan. Ora lui è con Eywa, è felice"
"Non mi interessa se è felice, lo devo vendicare"
"Kehe !" urlò Mi'niri, visibilmente arrabbiata. Ora alcuni Na'vi stavano guardando i due.
"Se non lo vendico, gli uomini del cielo non si fermeranno mai. Distruggeranno tutto, e uccideranno tutti noi !" urlò Tsyal, puntando il dito verso i Na'vi. "Uccidendo uno di loro, capiranno che non devono scherzare con noi, o avranno la nostra vendetta !" urlò più forte.
Mi'niri non ce la faceva più. Ogni giorno la stessa storia.
"Oh Nawmo, perchè sei morto ?" pensò, abbassando lo sguardo.
Ci fu un momento di silenzio tra i due, rotto da Tsyal.
"Oggi vado a caccia, ma sa'nok"
"Kea, ma 'itan. So cosa andrai a fare. Tornerai come al solito senza niente. Non lo troverai mai, lo vuoi capire ?!"
"Io andrò lo stesso. Ti prometto che oggi andrò veramente a cacciare, ma sa'nok. Te lo prometto"
"Come vuoi. Ma se torni senza niente, non uscirai mai più da qui se non sei con qualcun'altro, capito ?"
"Certo, ma'sanu"
I due camminarono sulla spirale al centro del Kelutral e arrivarono in cima, dove si trovavano gli Ikran. Mi'niri diede al figlio il coltello, l'arco e le frecce. Ormai era un Taronyu suo figlio, come suo padre. Ed aveva un'Ikran. Tsyal si preparò per la caccia e poi emise dei souni per richiamare il suo Ikran, che dopo poco arrivò, mostrando i suoi lucidi denti. Era bianco con striature blu.
"Ralu ..." disse Tsyal.
L'Ikran si abbassò per far salire il suo cavaliere, che si connesse a lui con lo Tsahaylu. Poi Tsyal montò.
"Non fare cavolate Tsyal, mi raccomando"
"Te lo prometto ma sa'nu, te lo prometto"
L'Ikran si alzò. Tsyal guardò negli occhi la madre. Poi disse:
"Tswayon, Ralu !"
L'ikran urlò e si alzò in volo, sbattendo ritmicamente le ali. Poi, a poco a poco, sparì all'orizzonte. Mi'niri rimase immobile a fissare l'orizzonte.
"Non fare cavolate Tsyal, per favore" disse.
Poi si girò e scese verso il telaio, per continuare il lavoro.




CONTINUA ...





Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** L'incontro ***


Tsyal volava veloce in sella al suo Ikran. Sentiva l'aria passargli attraverso i capelli scompigliati e la sentiva fendergli la faccia stanca. Lo faceva sentire meglio, questa sensazione. In più lo aiutava a non pensare. Sarebbe andato a caccia oggi. Nulla di più.
"È proprio quello che vuoi ?" diceva una vocina nella sua mente "Solo cacciare ?"
Non voleva tradire la fiducia di sua madre, almeno oggi. Intorno a sé sentiva stormi di Riti volare veloci in cerca di prede, sotto di sé vedeva Talioang abbeverarsi nei fiumi. La gente del Cielo non poteva distruggere tutto questo. Era il suo mondo, non il loro. ma non doveva pensare a queste cose, oggi.
"Cosa posso cacciare ?"
Tsyal si guardò intorno. I Talioang erano troppo grandi, Ralu non avrebbe sopportato tutto quel peso. Abbassandosi di quota, vide uno Yerik abbeverarsi ad un fiume. Era solo, sarebbe stata una preda perfetta. Così si abbassò ancora di più e prese l'arco. Ma un'enorme ombra si stagliò sopra di lui ...
Toruk, il re dei cieli, aveva puntato loro due. Emise un ruggito che fece scappare gli animali che si trovavano al fiume. Ora si abbassava su Ralu con gli artigli aperti.
"Oddio no ! Ralu, abbassati !"
L'ikran eseguì l'ordine all'istante, abbassandosi di quota. Toruk chiuse gli artigli, ma non prese Ralu. Tsyal fece una virata a destra mentre Toruk cercava di divorare l'Ikran, senza riuscirci. Per salvarsi, doveva passare tra le piante ed entrare nella foresta, lì Toruk, a causa delle sue dimensioni, non sarebbe potuto passare. Così si addentrò nella foresta. Tsyal schivava tutte le piante che poteva, si addentrava sempre di più tra gli alberi, si feriva il volto e le braccia a causa dei rami, ma Toruk lo seguiva ugualmente. Si girò, e lo vide a poca distanza da lui, che ruggiva. Continuò a volare tra gli alberi, mentre Toruk, per passare, Si lasciava dietro una scia di distruzione. Alla fine, Tsyal, spazientito dall'inseguimento, prese arco e freccia, si girò e mirò a Toruk. Ma in quel preciso momento l'Ikran si bloccò di colpo, impigliato in alcune liane di cui Tsyal non si era accorto, facendo sbalzare il suo cavaliere in avanti, che cadde interrompendo lo Tsahaylu tra lui e il suo Ikran. Mentre cadeva, vide  Toruk avvicinarsi a Ralu, che urlava in cerca di aiuto. Tsyal colpì rami, foglie e piante mentre cadeva, fino a toccare terra con un tonfo.
"R ... Ra ... Ralu!" urlò, prima di svenire.

Tsyal si svegliò con un forte mal di testa e con un dolore lancinante al fianco sinistro. Aprì lentamente gli occhi e si guardò attorno. Si trovava in una capanna, appoggiato ad un muro. dall'altra parte della stanza vide il suo arco e le sue frecce. Qualcuno lo aveva trasportato lì. Ma chi ? Si alzò dolorante appoggiandosi alla parete e si diresse verso l'uscita. Si allontanò un poco dall'edificio e lo guardò. Non era un edificio Na'vi. Era umano. E abbandonato. Che fosse stato un umano a salvarlo ? Impossibile. Sono solo mostri, loro, pensò. Gironzolò un po' intorno all'edificio, per vedere se trovava qualcuno; ma non trovò nessuno. Si fermò per riprendere fiato e per osservare la ferita. Doveva aver perso molto sangue. La foresta era silenziosa, stranamente silenziosa. Dove si trovava ?? Mentre pensava, sentì un urlo a lui familiare. A poco distanza da lui si appoggiò a terra Ralu, che si avvicinò al suo cavaliere.
"R ... Ralu ?!" Tsyal andò verso il suo Ikran e lo abbracciò "Pensavo di averti perso !"
L'Ikran aveva una medicazione sull'ala sinistra. Una medicazione Na'vi. Mentre osservava la medicazione, sentì dietro di sé un legnetto rompersi. Arrivava qualcuno. Si girò di scatto e prese il coltello e lo puntò verso il punto in cui aveva sentito il rumore. I passi si avvicinavano, sempre di più.
"Mawey, Na'vi, mawey ! Kempe si nga ? Abbassa il coltello"
Da un cespuglio uscì un Na'vi molto più alto di Tsyal, con muscoli possenti e grandi occhi. Portava tra le mani delle erbe mediche, evidentemente per lui. Aveva qualche ano in più di Tsyal ed un grande arco in spalla. Tsyal lo osservò per poco, poi rimise a posto il coltello. Era ancora incerto sul da farsi, ma voleva sapere chi era.
"Chi sei ? Di che clan sei ?"
"Chi sono io non è importante. Chi sei TU, invece ?"

"Eccome se è importante chi sei ! Mi hai portato qui ! Dimmi, dove ci troviamo ?"
"Prima rispondi alla mia domanda, ragazzo"
"Ragazzo ?! Sarò poco più giovane di te !"
"Rispondi alla mia domanda !" urlò lo sconosciuto, arrabbiato
"Mawey, Na'vi. Il mio nome è Tsyal Nakaryu, figlio di Nawmo e mi'niri, del clan degli Omaticaya. Tu invece ?"
A quelle parole lo sconosciuto si sorprese.
"Oel ngati kameie, Tsyal. Io sono Atan. Anche io ero Omaticaya, un tempo"

"Un tempo ? Che significa ?"
"Non sono affari tuoi, Tsyal" disse, entrando nella capanna. Tsyal lo seguì.
"Dove ci troviamo, esattamente ?"
"Nelle terre della Gente del Cielo, ragazzo"
"Cosa ?! E tu cosa ci fai qui ?"
"Cosa ci fai tu, piuttosto"
"Stavo cacciando. Almeno, volevo cacciare, ma Toruk mi ha attaccato"
Atan si lasciò andare ad una sonora risata. Tsyal rimase immobile, appoggiato al muro.
"Cacciare ? Tu non volevi cacciare, ragazzo. Stavi scappando da qualcosa. O da qualcuno ?"
"Non stavo scappando da nessuno. Stavo cacciando"
"Vuoi che io ci creda, ragazzo ?"
"Smettila ... Di chiamarmi ... RAGAZZO !" disse a denti stretti Tsyal.
"Fnu !" Atan sospirò "Come vuoi, non ti chiamerò più così"
Atan lasciò a terra le erbe mediche ed uscì. Tsyal lo guardava raccogliere legna, impilarla e poi accendere un fuoco. Si avvicinava la notte.
"Hai fame, Tsyal ?"
"Sì. Non mangio da questa mattina"
Atan prese della carn di Yerik che aveva appena cacciato e dei Teylu. Fece cuocere la carne sul focolare per qualche minuto, poi la diede a Tsyal, che la prese e la divorò.
"Avevi molta fame, a quanto vedo"
Tsyal annuì con la testa, poi prese dei Teylu. Il loro sapore dolce gli invase la bocca e lo fece sentire sazio.
"Grazie per averci salvato" disse indicando lui e Ralu.
"Io ho salvato solo te. Ralu l'ho solo medicato"
"Quindi si è liberato da solo dalle liane ?!"
"Sì, ed ha anche graffiato Toruk"
"Cosa ?!"
"Già. Il tuo Ikran è forte, Tsyal. Non sottovalutarlo. Ma il suo nome ..." rise senza farsi notare, ma Tsyal se ne accorse.
"Il suo nome cosa ? Cos'ha che non va ?"
"
È un nome da bambino ! Come si fa a chiamare un Ikran con un nome da bambino ?!"
"L'Uniltaron, ecco come. Durante l'Uniltaron, Eywa mi ha detto questo nome per lui. L'Ikran è il mio animale guida"
"Comunque è un nome da bambino"
"Non mi importa quello che pensi tu. Per quanto dovrò rimanere qui ?"
"Cosa intendi ?"
"Non mi devi curare con quelle erbe ?" disse indicando le erbe mediche.
"Se fosse per me, ora dovresti essere già tornato a casa, non amo la compagnia"
Tsyal rimase allibito. Perchè lo aveva salvato ? Intanto, il fuoco scoppiettava, coprendo la bioluminescenza della notte.
"Ralu non può volare. Hai visto anche tu che è ferito ad un'ala"
"Puoi tornare a casa a piedi"
"E come ? Non so neanche dove sono !"
"Ok, ok. Questa notte potrai rimanere qui. Ma domani ... Domani torni a casa. Non mi interessa come"
"Grazie Atan. Se vuoi puoi venire con me, avevi detto che eri omaticaya, un tempo ..."
"Meglio di no. non sarei ben accetto ..."
"Perchè ?"
"Ho già parlato troppo" disse, alzandosi in piedi "Bene, ora è meglio andare a dormire"
Atan spense il fuoco mettendoci sopra della terra, liberando la bioluminescenza della foresta. Ogni cosa, piante, animali, alberi e Na'vi brillava di una luce propria, rendendo la notte luminosa come il giorno. I due na'vi entrarono nella capanna e si distesero a terra.
"Ci vediamo domattina, Tsyal"
Poi la notte divenne silenziosa, e tutto si addormentò.

Mi'niri era rimasta sulla cima del Kelutral ad aspettare Tsyal. Ormai era notte, e lui non era ancora tornato.
"Oh Tsyal, dove sei ? Spero che tu ... No non può essere"
Mi'niri si lasciò andare a terra e pianse, pensando che il figlio fosse morto.
"Dove sei, Tsyal ? Torna, ti prego"
Asciugatasi le lacrime, Mi'niri scese per andare a dormire, oppressa da quell'orribile pensiero.


Continua ...







Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1247158