Il braccialetto d'oro zecchino

di Lucre12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quell'estate al cottage ***
Capitolo 2: *** Henry McCunningham, l'esploratore. ***



Capitolo 1
*** Quell'estate al cottage ***


Il Braccialetto d'oro zecchino


Quell’estate al cottage

C’era una volta una giovane bella e di buona famiglia.
Ella era la figlia di un nobile inglese e una dama scozzese, i quali l’avevano educata e istruita secondo tutti i criteri che dovevano essere seguiti in quegli anni. Nonostante d’inverno vivesse a Londra, la fanciulla trascorreva l’estate nel cottage della nonna materna, in Scozia. La vecchina non invitava solo la famiglia della sua unica figlia, ma anche tante altre famiglie scozzesi da lei favorite. Tra esse c’era una nobile famiglia di Edimburgo, la quale aveva stretti legami d’amicizia con la famiglia della figlia della loro ospite. Specialmente uno dei figli che era il migliore amico della fanciulla sin da bambini. Essi trascorrevano ottime passeggiate all’aperto, svolgevano diversi giochi, gite avventurose, danze campestri, ideavan progetti che un giorno avrebbero fatto insieme  poiché pensavano che non si sarebbero mai separati. Anche quando sarebbero cresciuti. Ma un giorno il ragazzo fu costretto dai genitori ad entrare nell’esercito e sarebbe tornato solo dopo cinque anni. Per la giovane cinque anni sembravano una vita e così il caro amico le promise che quando sarebbe tornato avrebbero trascorso un’estate indimenticabile.
“Tornerò presto! Al mio ritorno sarà come se non fossero mai passati cinque anni! Trascorreremo un’altra estate felice! Insieme!”
Allora lei aspettò. Trascorrendo l’estate senza il suo amico si accorse che venivano ospitati tantissimi suoi coetanei al cottage: non ci aveva mai fatto caso agli altri poiché c’era sempre stato lui. E con l’aumentare della nostalgia lei lo sognava tutte quante le notti. Sognava loro due che ridevano, scherzavano ,giocavano e ogni volta in cui si svegliava era sempre più felice perché sapeva che presto quei sogni si sarebbero avverati. Ogni giorno che passava, ogni istante lei capiva che i sentimenti che provava verso di lui erano diversi dall’amicizia e dall’affetto.
Ormai la fanciulla era follemente innamorata del caro amico.
Passarono cinque anni e entrambi i giovani erano cresciuti: la prima era fiorita in tutta la sua bellezza, il secondo era diventato forte e gagliardo. Chissà se anche qualcos’altro era cambiato! Appena il giovane arrivò al cottage a cavallo, la fanciulla corse immediatamente per abbracciare il caro amico, ritornando ad essere la bambina di una volta.
“Finalmente … saremo di nuovo insieme!” Mormorava tra sé in mentre correva.
Ed ecco che egli la salutò con un semplice baciamano, evitando un incontro di sguardi.
“Sono felice di rivederla … Milady”.
Non si sarebbe mai aspettata quest’azione . Ma, alla fine ,doveva capire che comunque costui aveva trascorso cinque anni nell’esercito. Passarono i giorni ma sembrava che il ragazzo la evitasse. Egli si comportava normalmente con tutti tranne che con lei: sorrideva a tutte le giovani dame tranne che a lei, scherzava con i suoi coetanei tranne che con lei, proferiva lunghi discorsi con tutti tranne che con lei. La fanciulla iniziava a insospettirsi  e cominciava a chiedere ai suoi genitori e alla nonna se avessero notato qualche comportamento strano del giovanotto nei suoi confronti. Ma tutti le rispondevano che, nonostante fosse stato nell’esercito e fosse maturato, era rimasto alla fin fine quel giovane di una volta. Allora la fanciulla tentò in tutti i modi di far ricordare al caro vecchio amico la sua promessa. Niente da fare: era come se lui non fosse mai tornato al cottage, come se fosse rimasto ancora nell’esercito. E lei continuava a sognarlo, ma questa volta, invece di svegliarsi col sorriso stampato in faccia, si svegliava piangendo perché i suoi sogni non si sarebbero mai realizzati. Ormai la sua disperazione faceva appassire la sua bellezza e la stava facendo ammalare.  La nonna si accorse immediatamente di ciò e ,per renderla felice come una volta, le regalò un braccialetto d’oro zecchino, il quale non le avrebbe più permesso di sognare il giovane soldato.
“Mia cara nipote, prendi questo bracciale che mi fu donato tanti anni fa. Ma fai attenzione! Se indosserai questo bracciale anche quando sarai desta, ti pentirai di averlo usato!”
La nipote acconsentì e cominciò a sognare sogni molto strani ma che non la facevano soffrire. Quei sogni e quel braccialetto iniziarono a influenzarla, dandole più fiducia in se stessa. Cominciò a partecipare a tutti i discorsi che facevano soltanto gli uomini, contraddicendo ogni singola parola del caro vecchio amico. Cominciò a essere costantemente in competizione, in qualsiasi , con il fiero soldatino. Per non parlare del suo continuo civettare con tutti i gentiluomini al cottage! Tutto questo per ottenere la sua attenzione. No, quella non era fiducia in se stessi : era orgoglio. Ma cos’altro poteva capitare a una giovinetta che indossava un bracciale scacciasogni anche quando era sveglia?
Arrivò l’ultimo giorno dell’estate, giorno in cui si svolgeva una grande festa da ballo d’addio. La giovane, emozionata, sapeva che avrebbe ballato con il giovane soldato e che entrambi avrebbero dichiarato il proprio amore. La sera si diede inizio alle danze, alle quali partecipavano dame con lussuosi vestiti.  La giovane aveva sfoggiato un elegante vestito di un rosso acceso che la rendeva più bella di tutte. Ballò con tutti i gentiluomini eppure ,durante ogni ballo , cercava con lo sguardo il caro amico. Finalmente egli si presentò con un sorriso più raggiante che mai e tutte le dame,civettuole, gli chiesero di ballare con loro. Il soldato rispose che presto avrebbe ballato con tutte. Quando le fanciulle si allontanarono da lui , la giovane si avvicinò e anche lei gli chiese un ballo. Ma egli le rispose che non avrebbe ballato con lei. Non usò scuse, né giustificazioni. Un “NO” netto. Ella si sentì offesa, ma non si arrese. Dunque chiese alla nonna di far condurre il ragazzo, alla fine del ballo, prima che avessero acceso i fuochi artificiali, in una piccola terrazza, dove la fanciulla lo avrebbe aspettato. Giunse quel momento e il giovane soldato fu portato nella terrazza.
“Lady Juliet mi desiderava? ” Chiese Henry con uno sguardo innocente.
“Da quanto tempo non mi chiamavi per nome Henry…
Quanti anni sono trascorsi! Ti ricordi? Ti ricordi della nostra amicizia, dei nostri giochi, delle nostre passeggiate… mi avevi promesso che saremo stati di nuovo insieme e ora rifiuti anche un ballo con me!” Disse con aria imbronciata ma mostrando un dolce sorriso.
“Naturalmente ricordo la nostra infanzia. Cinque anni non son tanti …”
“Davvero? A me non sembra ,mio caro Henry , dal modo in cui mi hai trattata in questi mesi!
Perché non hai mantenuto la promessa?” Lo interruppe bruscamente.
“Oh Juliet quanti cambiamenti sono avvenuti in questi anni…
Ormai siamo cresciuti e prenderemo strade diverse: io viaggerò come ho sempre sognato e tu passerai estati serene al cottage e una vita mondana d’inverno.”
Rispose con lo stesso tono che usava con lei cinque anni fa.
“Abbiamo fatto così tanti progetti insieme! Abbiamo desiderato di compiere tanti viaggi avventurosi INSIEME! E ora tutti questi sogni scompaiono. Ho fatto di tutto per ricordarti la promessa e fartela mantene…”
“ No Juliet” Il suo sguardo divenne cupo e glaciale nello stesso tempo, facendo venire dei brividi alla schiena della giovane. “Tu mi hai soltanto allontanato da te. L’orgoglio ha fatto sparire la Juliet che conoscevo … quella che amavo come una sorella. E ora smettila di vivere nei ricordi: vivi la tua vita!”
“Ma Henry … la mia vita non ha senso se tu non sei con me … al mio fianco … io ti amo!”
Disse Juliet singhiozzando.
In quel momento calò un silenzio anormale come se si fosse fermato il tempo, come se fossero esistiti solo loro al mondo. Ma ecco che  quel silenzio venne interrotto dalle voci degli invitati, i quali si stavano preparando per assistere allo spettacolo dei fuochi artificiali. Allora Henry proferì queste parole con voce bassa e calma :
“Il tuo amore non mi è mai interessato. Purtroppo non potrò mai ricambiarlo come invece ho fatto con l’affetto. Ma ormai neanche l’amicizia potrà legarci. Questa notte partirò per la Francia e non so se un giorno ci rivedremo. Che Dio ti protegga Juliet.”
E così abbandonò la fanciulla in terrazza mentre i fuochi variopinti illuminavano le sue lacrime.
Quella stessa notte la giovane pianse disperatamente per ore ed ore e, quando smise, prima di addormentarsi, capì che ormai aveva perso quel ragazzo che conosceva, il suo primo e vero amore.
E allora si tolse il braccialetto per sognarlo, illudendosi che sarebbe rimasto con lei.
Iniziò il sogno: poteva sentire il suo respiro sulla sua pelle, accarezzare il suo morbido viso, guardare quegli occhi di un colore così intenso che la facevano rabbrividire, tenere le sue calde mani e sfiorare le sue labbra con le sue. Voleva che quell’istante non finisse mai. Per questo non aprì mai più gli occhi.

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Capitolo 2
*** Henry McCunningham, l'esploratore. ***


Henry McCunningham, l'esploratore.


"Il 23 Settembre , munita dei conforti religiosi,
è venuta a mancare all’affetto dei suoi cari, per morte ignota,
Ms. Juliet, Virginia Green.
I genitori Walker e Roxanne, la nonna Lady Jocelyn Scott,
ne danno il doloroso annuncio."

Continuavo a leggere e rileggere quel necrologio sul giornale che avevo conservato per circa tre anni. Ormai avrei potuto recitare a memoria quelle righe e non c'era più bisogno che  lo tenessi sempre con me, nella tasca interna della mia giacca.
«Henry, sbrigati o arriveremo in ritardo.»
Mio padre era appena entrato nella stanza e mi osservava con la sua solita aria burbera.
«Sì, padre.»
Presi il giornale e feci per mettermelo in tasca, ma poi mi fermai e lo posai di nuovo sulla mia scrivania scuotendo la testa in segno di negazione. Scesi le scale e entrai nella carrozza dove mi aspettavano i miei genitori.
«Henry,caro, finalmente sei sceso!» Disse mia madre con un tono di rimprovero eppure dolce allo stesso tempo. L'aria era umida e non smetteva di diluviare: in lontananza tuoni e fulmini inondavano il paesaggio di conifere e nuvole nere come inchiostro ricoprivano le nostre terre. Era una tipica giornata d'estate in Scozia e mia madre aveva insistito che anch'io venissi in carrozza al Whale Cottage invece che a cavallo. Come poteva chiamarsi in quel modo un cottage che non si trovava nemmeno sulle coste delle Highlands ma in piena campagna lontano da tutto e da tutti?
 "La nonna, durante una delle sue tante avventure, aveva incontrato un fiero marinaio che aveva abbandonato la Royal Navy, si era dedicato alla pesca e spesso aveva compiuto anche dei viaggi. Essendo diventati subito grandi amici, ella gli chiese di portarla con lui a navigare per il Mar del Nord. Sai com'è lei... le piace fare nuove scoperte. Dopo aver attraversato molti chilometri, affrontato tempeste e visti nuovi posti, erano passati dei mesi e il marinaio si era innamorato perdutamente di lei. Da un momento all'altro le avrebbe chiesto di sposarlo ma Lady Scott non poteva ricambiare il suo amore. Purtroppo non riusciva confessarglielo perché sapeva che in questo modo lo avrebbe fatto soffrire. Quel giorno che temeva arrivò.  Era mattina e non c'era nessuna nuvola che potesse coprire il cielo azzurro. Allora il marinaio decise di rivelare il suo amore alla nonna. Ma, ad un certo punto, un balena gigantesca uscì dall'acqua e con un grande tuffo... Splash! Bagnò completamente mia nonna e il marinaio. Quest'ultimo, il quale era molto superstizioso, lo prese per un segno, cambiò idea e decise di riportare mia nonna a casa. Ella volle ringraziare quella balena dando al Cottage il nome 'Whale' ossia balena!"
Così mi raccontava Juliet quando eravamo piccoli e io non facevo altro che chiederle di raccontare ancora quella storia perché lei amava farlo e io adoravo il modo in cui lo faceva.
«Il cielo sta piangendo per Lady Scott.» Affermò dopo un po' di tempo mia madre interrompendo i miei pensieri.
«Ci mancherà molto quella donna dal cuore impavido. » Aggiunse mio padre che in rari momenti come questo dimostrava di essere "pietoso". Se non fosse stato per mia madre mi sarei ritrovato a cavallo sotto quella scarica di pioggia, in quella strada fangosa. Non dico che non avevo mai affrontato una situazione del genere, anzi, mi era capitata molte volte, ma ero appena  tornato da uno dei miei viaggi e non ero mai stato così stanco. "Henry McCunningham, l'esploratore" così volevo farmi chiamare da bambino perché sognavo di viaggiare, di avere nuove avventure proprio come Lady Scott: non facevo altro che ascoltare le sue storie e fare esplorazioni durante i giochi con sua nipote. Per tre anni ho viaggiato senza mai fermarmi, attraversando oceani, conoscendo nuove culture e incontrando persone che cambiarono la mia vita. Appena chiusi gli occhi per ascoltare la pioggia battente e sentire il profumo che emanava pensai  ad Isabeau. I suoi capelli corvini, la pelle candida e gli occhi scuri come la notte mi avevano sempre ricordato quelle giornate di pioggia rinfrescanti dopo settimane afose. Nove mesi fa ero giunto per la seconda volta in Francia, dove fui ospitato da un mio vecchio amico conosciuto quando ero entrato nell'esercito. Egli era di famiglia nobile e ,trasferitosi a Parigi, aveva sposato una donna bellissima, anch'ella aristocratica e più grande di lui di quattro anni. Durante il nostro viaggio in Italia non aveva fatto altro che parlare di lei e aveva deciso di presentarmela. Probabilmente quello fu il più grande errore che lui avesse mai fatto nella sua vita. Quando la vidi era appoggiata ad una finestra a leggere un libro di poesie francesi. Stava leggendo a bassa voce e io ormai ero completamente rapito da quelle labbra rosse e dalle sue forme sinuose ricoperte da tessuti pregiati. E quando iniziò a parlarmi mi innamorai di lei ancora di più. Era immensamente colta e impazziva per la letteratura. Eravamo attratti l'uno dall'altra in breve tempo diventammo amanti. Suo marito era del tutto assente poiché dopo i cinque anni nell'esercito era divenuto un uomo d'affari, sempre in viaggio. Colei che manteneva l'ordine, che influenzava la società era Isabeau , come una castellana medievale. Questo suo lato mi affascinava  moltissimo ed ero anche consapevole del fatto che saremmo stati insieme solo fino a quando lei lo avrebbe voluto. La ammiravo follemente.  
Mr. Richard Hall, sfortunatamente, venne a sapere del tradimento di sua moglie. Ciò provocò un enorme scandalo nella società aristocratica di Parigi e, di conseguenza, anche la distruzione di Isabeau. Mio padre mi convocò immediatamente per non provocare altri problemi e la mia Signora mi diede il permesso di partire. Quando la lasciai la sua bellezza era ormai sfiorita per l'umiliazione ricevuta: non era più bene accetta in società. Credeva che tutte le colpe ricadessero su di me e per questo non mi accusò mai delle sue pene. Il giorno della partenza mi salutò con un bacio sulla fronte come faceva mia madre quando ero piccolo e salii in carrozza allontanandomi sempre di più da quella creatura dai capelli lunghi corvini,sciolti e mossi dal vento.  Un mese dopo mi giunse la notizia della sua morte per tubercolosi e adesso di lei mi rimangono solo ricordi o sogni. Posso ancora vederla seduta vicino alla finestra intenta a leggere e il suo dolce sorriso che mi rivolgeva quando si accorgeva della mia presenza...

"
«Bonjour, Mr. McCunningham» Mi disse e mi porse la sua candida mano.
«Buongiorno, mia Signora» Le risposi facendo il baciamano.
Lei posò il libro sulla sedia e si fece più vicina a me. Ci osservammo intensamente e quell'istante di tempo in cui i nostri sguardi si erano incontrati sembrava un secolo. All'improvviso Isabeau mi diede un bacio di sfuggita e mi sussurrò all'orecchio:
«Henry, i tuoi occhi sono qualcosa di prezioso. Paiono due gemme rare, un prato soffice, il mare cristallino. Non voglio che quegli occhi mi abbandonino proprio ora. »
«Io non ti lascio.»
«Henry, ti prego, aiutami. AIUTACI! »"

«Henry, svegliati. Siamo arrivati.» La voce tuonante di mio padre mi svegliò da quel sogno e nei miei pensieri lo maledii per averlo fatto. La carrozza si era fermata davanti a una grande casa rovinata,grigia e circondata da erba altissima. Che non fosse un cottage si sapeva. Era  Lady Scott a chiamarlo in quel modo nonostante le enormi dimensioni della casa. Ma io non riuscivo a credere che una volta quella era la villetta in cui, durante la mia gioventù, trascorrevo tutte le estati. Era come se il Whale Cottage sapesse che la sua padrona sarebbe morta da un momento all'altro.




Nota dell'autrice:

Cari lettrici e lettori, chiedo scusa per non aver più scritto nulla e non aver continuato questa storia.
Purtroppo non ho trovato più il tempo e inoltre ho avuto una specie di "blocco dello scrittore".
Questa volta non vi farò aspettare tanto per leggere il terzo capitolo. Spero che questo vi sia piaciuto.
Recensite pure! Ho bisogno di qualche commento che mi aiuti a migliorare la storia. Grazie e alla prossima ;) .
Lucre12

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