Shadow

di Up_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Nuovi inquilini ***
Capitolo 3: *** Incontri ***
Capitolo 4: *** Bistecca ***
Capitolo 5: *** Distanza ***
Capitolo 6: *** Gala ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


*dedicata a TsunaxKyoko con taaanto affetto :) *











 

 PROLOGO 




 

 

 "VOOOI, datti una cazzo di mossa!"
Il tassista si limitó ad annuire e accellelare, visto che aveva una spada puntata alla gola.
Zig-zagarono a trecento e passa chilometri orari finchè non arrivarono all'ingresso del pronto soccorso.
Squalo scese dal taxi senza nemmeno pagare, congedando il povero tassista con qualche minaccia di morte; corse verso la segreteria sotto lo sguardo perplesso di alcuni pazienti che erano nei corridoi.
"Posso aiutarla?", domandó tranquillamente un'infermiera seduta dietro ad un computer, guardando con disinteresse il nuovo arrivato.
"VOOOI sto cercando mia sorella!"
"Chi?"
"Mia sorella!"
"Oddio…come si chiama, sua sorella?"
"Superbi, come me!"
La donna farfuglió qualcosa del tipo 'grazie che ha il tuo stesso cognome, è tua sorella' indicando poi a Squalo una delle stanze numerate del corridoio di destra.
"È la numero diec—"
Senza attendere oltre, Squalo si diresse a grandi falcate verso la stanza numero dieci, rimanendo poi fermo davanti alla porta.
Cosa avrebbe fatto, non appena avesse visto sua sorella?
Insomma, saranno stati anni che non si vedevano/parlavano.
Bussó, e attese che la cristallina voce della neo-mamma dicesse "Avanti!".
Squalo entró, avvicinandosi al letto con le coperte bianche (a lui molto familiare,visto tutte le volte che era costretto a medicarsi in infermeria) e squadrando la figura della donna distesa su di esso.
"Squalo…sei qui"
Squalo abbozzó un sorriso, sedendosi sulla sedia lì vicino.
"Era da un po' che non ci vedevamo, vero? Lei è tua nipote, Squalo"
La donna porse il fagotto rosa a Squalo, che lo prese goffamente senza peró far svegliare la bambina; Squalo vide sua sorella sorridere, forse commossa dalla scena, poi spostó la sua attenzione sulla bambina, che in quel momento aprì lentamente gli occhi.
Erano identici ai suoi, un grigio chiaro tendente all'azzurro; Squalo rimase immobile non appena la piccola mosse una manina, toccando la sua.
Per Squalo sembró che il tempo si fosse fermato: il tocco leggero della bambina aveva fatto nascere qualcosa in lui, una sensazione nuova.
"Affetto"
La familiare voce cristallina irruppe nei suoi pensieri, facendogli distogliere lo sguardo dal viso pallido della bambina.
"Cosa?", domandó confuso Squalo, accigliandosi.
La donna sorrise, riprendendo dalle mani dello spaddicino il fagotto.
"Il sentimento che hai provato…si chiama 'affetto', Squalo"
Lo spadaccino spostó di nuovo lo sguardo sulla bambina.
"Come si chiama?"
"Milena…Milena Superbi"
"S-superbi?"
La donna alzó le spalle, sorridendo.
"Ho divorziato giusto ieri mattina. Perció mia figlia avrà il mio cognome"
Squalo notó le labbra della bimba distendersi lentamente.
E per la prima volta in vita sua, esattamente come la neonata, sorrise.

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Capitolo 2
*** Nuovi inquilini ***




 

CAPITOLO PRIMO




 

 "VOOI mi serve una cazzo di doccia" 
Lussuria roteó gli occhi: era la centesima volta che Squalo ripeteva la stessa frase, e la centesima volta che lui gli rispondeva che a breve sarebbero arrivati alla residenza dei Varia (dove si sarebbe potuto fare quella benedetta doccia).
Con Squalo impegnato sotto un getto d'acqua bollente, Levi che combatteva contro un ciuffo ribelle, Mammon e Bel che si stuzzicavano in continuazione e Xanxus chiuso nel suo ufficio, Lussuria era l'unico "libero" e corse a rispondere al telefono (che squillava da una mezzora buona).

"Si? Chi parla?"
"Potrei parlare con Squalo Superbi?"
"In questo momento Squ è sotto la doccia…"
"Non fa niente, non si preoccupi. Puó lasciargli un messaggio da parte mia?"
"Certo, dica pure!"
"Gli riferisca che Milena verrà presto a trovarlo, visto che io sono impegnata con il lavoro…e credo che rimarrà con lui per un po', essendo il parente più prossimo"
"D'accordo, glielo riferiró…mi scusi per la maleducazione, ma chi sta parlando?"

La linea cadde, forse per colpa del temporale che aveva fatto saltare la corrente elettrica.
Lussuria sbuffó, contrariato dal fatto che non avesse scoperto l'identità della donna misteriosa…forse era un'amante di Squ!
"Ma quando mai…il giorno in cui troverà una donna che lo sopporti festeggeremo dalla mattina alla sera!", affermó convinto il guardiano.
Si diresse in cucina trotterellando, iniziando a preparare la cena.
Quando tutti i guardiani si furono accomodati, e con loro il boss, Lussuria servì ad ognuno un'abbondante porzione di spaghetti al pomodoro e basilico; mangiarono tranquilli, finchè Lussuria non si ricordó della telefonata ricevuta qualche tempo prima.
"Squ! Mi ero dimenticato di dirti una cosa! Poco fa a chiamato una donna, e mi ha detto di dirti che verrà a trovarti una certa Milena—"
Squalo si strozzó con il boccone che stava masticando, guardando poi con occhi sbarrati Lussuria.
"Cosa. Hai. Detto?"
"Che una certa Milena verrà qui"
"Mi…Mile…"
Mammon diede delle piccole pacche sulla schiena allo spadaccino, mentre quest'ultimo faceva profondi respiri.
"Si puó sapere chi è questa Milena, feccia?"
La voce roca di Xanxus lo fece rabbrividire, tanto che il suo cervello inizió a formulare una scusa plausibile.
"Ho dimenticato una cosa", disse Squalo alzandosi e uscendo dalla sala, seguito da Lussuria sotto ordine del boss.
"Va e scopri cos'ha quella feccia"

Lussuria aveva, naturalmente, ubbidito seguendo Squalo fino al tetto della residenza.
Lo spadaccino aveva le gambe penzoloni, e guardava il cielo notturno; Lussuria gli si affiancó, silenzioso.
Senza che gli avesse detto niente, Squalo inizió a raccontare.
"Milena è la figlia di mia sorella minore"
"Oh"
L'esclamazione di Lussuria fece ghignare Squalo.
"Incredibile, vero? Adesso dovró sopportare quella piattola, e per di più devo ancora dirlo al boss"
"Per quello non ci sono problemi, posso pensarci io!"
Squalo chiuse gli occhi per qualche istante, poi si alzó.
"Nonostante tu sia un inutile effeminato, sai sempre come risolvere le situazioni…non è forse vero, Lussuria?"

L'altro guardiano sorrise, seguendo poi Squalo al piano inferiore; ritornarono entrambi nella sala dove gli altri stavano ancora consumando la cena.
"Io e Squ abbiamo un annuncio da farvi!", trilló contento Lussuria.
"VOOOI stai zitto, meglio che parli io…"
Xanxus alzó lo sguardo verso i due guardiani, annoiato; ne aveva le tasche piene dei problemi altrui.
Squalo prese un profondo respiro, gridando nel suo tono usuale la pura e semplice verità.
"Mia nipote verrà qui a breve, perció volevo chiedere a voi fecce la massima collaborazione e a lei, boss, se poteva rimanere qui!"
Le facce sconvolte dei presenti furono una soddisfacente risposta.  
	

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Capitolo 3
*** Incontri ***



 
     CAPITOLO SECONDO



 Squalo ancora non si capacitava di due cose.
Uno, sua sorella gli avrebbe mollato la figlia per nessuno-sa-quanto tempo.
Due, il Boss aveva accettato la sua rischiesta.
E adesso era lì, immobile davanti all'ingresso della residenza, ombrello in pugno ad aspettare la bambina—
Bambina?
Aspetta, quanti anni avrebbe dovuto avere? 
Ah, giusto.
Diciassette.
Quanto tempo che era passato.
Quando macchina bianca si fermó davanti al vialetto, Squalo sentì il cuore perdere un battito; si avvicinó allo sportello posteriore, aprendolo in fretta.
E incontró di nuovo quegli occhi grigio chiaro tendenti all'azzurro, identici ai suoi.
"Seguimi"
Porse la mano alla ragazza, che la strinse per aiutarsi a uscire in fretta dalla macchina, e si rifugió sotto l'ombrello che Squalo teneva in mano.
Da bravo gentiluomo, lo spadaccino si caricó sulla spalla la valigia della giovane, facendole strada finchè non arrivarono all'ingresso.
"Abiti qui, zio?"
Zio.
Quell'epiteto stonava tantissimo tra i molti aggettivi che si era guadagnato nel tempo come assassino.
Abbozzó un sorriso, annuendo.
"Non farti notare troppo"
"Tranquillo, zio. Sono brava ad essere invisibile"
Squalo si guardó attorno circospetto, nel caso qualche guardiano o lo stesso Xanxus volessero subito farla fuori.
Ma lo spadaccino ne dubitava fortemente.
Le mostró dove si trovassero il bagno e la cucina, poi il salotto e la sala da pranzo, e infine la sua camera.
"La mia è qui accanto e—"
"e per qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi. La so tutta, zio"
La ragazza sollevó senza sforzo la valigia, posizionandola in fondo al letto.
"Mamma mi ha detto che vivi con altre sei persone…dove sono?"
"In missione. O in giro"
Milena sospiró; le sarebbe piaciuto molto conoscere le persone con cui lavorava suo zio.
In quel momento di silenzio Squalo ebbe l'occasione di fare uno scanner dettagliato della ragazza: era alta come Bel, dalla corporatura minuta, con una lunga treccia di capelli color argento e i famosi occhi grigio chiaro tendenti all'azzurro; vestiva semplice, con un paio di pantaloni neri e un maglione azzurro dello stesso colore delle scarpe.
"Ti lascio sfare la valigia. Mi trovi di sotto"
Squalo uscì dalla camera, scese le scale e si diresse spedito in cucina; aprì il frigorifero, prendendo un bicchiere di succo d'ananas e bevendolo tutto d'un sorso.
"Anche a me piace il succo d'anasas. Ci somigliamo parecchio, vero zio?"
Squalo sputacchió un po' di succo per la sorpresa.
"Quand'è che sei scesa?!"
"Non appena ho finito di sfare la valigia. Come mi hai detto tu"
Squalo scosse la testa; Milena si accomodó sul ripiano della cucina, al fianco dello spadaccino, sorseggiando il bicchiere pieno di succo d'ananas preparatogli da Squalo.
La porta d'ingresso si aprì di colpo, e Milena vide chiaramente suo zio diventare di sale.
"Squ siamo tornati! La nuova arrivata è già qui?"
Milena fece appena in tempo a battere le ciglia, che si trovó circondata da sei strani individui.
 

 




 

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Capitolo 4
*** Bistecca ***



 
     CAPITOLO TERZO



 "Come ti chiami?"
"Milena..."
"Da dove vieni?"
"Italia..."
"Sei nella Mafia?"
"B-bhe..."
"Sei veramente la nipote di…quello?"
Sfortunatamente per Levi, Squalo sentì, e non mancó di sfoderare la sua spada e rincorrere il Fulmine per tutta la residenza.
"VOOOI Levi stavolta ti ammazzo!"
Lussuria rise, rivolgendo poi la sua attenzione sulla povera Milena, ancora scioccata dalla scena.
"Tranquilla cara, stanno solo giocando! Comunque io sono Lussuria, ma tu puoi chiamarmi Luss!"
L'enfasi con cui lo disse spaventó ancora di più Milena; quasi si era pentita di non aver seguito sua madre in America!
Milena notó un ragazzo biondo con un bambino incappucciato in braccio, e si voltó verso Lussuria per chiedergli chi fossero.
"Che sbadato, non ti ho presentato gli altri! Loro sono Belphegor e Mammon - una dei sette Arcobaleno - mentre il tizio con i piercing e i capelli scuri è Levi—"
La porta del salotto si spalancó e l'aura di Xanxus invase la stanza; Milena sussultó e vide che anche Lussuria aveva perso il suo sorriso.
"Uhm…tira una brutta aria, oggi! Infine, voglio presentarti il nostro boss, nonchè candidato per la nomina di Decimo Boss dei Vongola, Xanxus"
Milena mormoró un 'mamma mia' appena percettibile; spostó lo sguardo sull'uomo, e si ritrovó a fiissare i suoi occhi di un colore indefinito.
Sembravano lava incandescente.
"Così tu sei Milena, la nipote di quella feccia…"
Milena rimase in silenzio, anche se dentro di se era…arrabbiata.
Come si permetteva di offendere suo zio dandogli della 'feccia'?!
Represse la rabbia stringendo i pugni, lasciando che le nocche diventassero bianche.
Xanxus si accorse del gesto della ragazza, e l'angolo della sua bocca si curvó in un ghigno.
"Qualche problema, ragazzina?"
Ragazzina?
Ragazzina?!
"No", soffió Milena, mantenendo un solido contatto visivo.
Nessuno dei due sembrava cedere, perció Lussuria decise di intervenire.
"Non litigate, mannaggia! Cosa desiderate per cena?"
"Bistecca", risposero in coro i diretti interessati, guardandosi ancora di più in cagnesco.
"Non copiarmi, ragazzina"
"Come se lo stessi facendo"
Lussuria sospiró, prendendo poi Milena per le spalle e riportandola in camera sua.
Non appena fu sicura di essere abbastanza lontana da voci indiscrete (Xanxus), Milena diede un pugno contro il muro, lasciandovi un vero e proprio cratere.
"Lo odio!"
"Ma no, non dire così!"
"Lo odio!"
"È perchè non lo conosci"
"Lo odio!"
"Con il tempo ti ci abituerai, cara"
Milena parve calmarsi, e abbozzó un debole sorriso verso il guardiano.
"Nonostante tu sia un po' strano, sai sempre come risolvere le situazioni…non è forse vero, Luss?"
Il guardiano rimase di sale.
Quell'espressione.
Quel sorriso.
"Lo sai che sei la copia di Squ? Più femminile ed educata, naturalmente"
Milena sorrise, stavolta spensieratamente, abbandonandosi poi sul letto.
"Stasera non scendo"
"Non mangi?"
"No, non ho fame. Grazie di tutto, Mama Luss"
Lussuria uscì dalla stanza, asciugandosi poi una lacrima al bordo dell'occhio.
L'aveva chiamato 'Mama Luss', e lui non poteva esserne più felice!
Sulle scale incontró Squalo, che aveva appena finito di conciare per le feste Levi.
"VOOI Dov'è Milena?"
"In camera sua, e credo che stasera non cenerà con noi"
"Ah. Le porteró qualcosa dopo"
Lussuria sorrise.
Sembrava che l'arrivo di Milena avesse cambiato un po' tutti, no?
Magari un giorno avrebbe potuto far parte dei Varia!
 
 

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Capitolo 5
*** Distanza ***



 
     CAPITOLO QUARTO



	
 I guardiani era usciti tutti quanti, a eccezione di Xanxus; Milena, annoiata, girovagava senza meta per i corridoi della villa.
«Feccia? Perchè mi hai chiamato?»
Milena si fermó di colpo, avvicinandosi alla porta in mogano dell'ufficio del boss, silenziosa.

«Volevo chiederle se Milena si sta comportando bene…»
«Che mi frega di quella ragazzina?»
«…come preferite. Ho solo chiesto»
«Se ci tieni tanto, la prossima volta piazzi il tuo culo qui e le fai da babysitter»
«…»
«E comunque…non sta dando nessun fastidio»
«Ah. Bene»
«Adesso concentrati sulla missione, feccia. Magari torna sano e salvo»
«Mica mi chiamo Levi»

 
Xanxus riagganció, alzandosi poi dalla scrivania. Fece qualche passo verso la finestra, fermandosi di colpo.
«Puoi anche entrare»
Milena trattenne il respiro, ed entró nella spaziosa stanza di Xanxus.
Rimase immobile sulla soglia, in silenzio.
«Cos'hai ragazzina? Il gatto ti ha mangiato la lingua?»
Milena sospiró, sistemando meglio le pieghe della gonna che aveva indossato quel giorno.
«No»
«Stavi per caso origliando? Ma che lo chiedo a fare…certo che lo stavi facendo»
Milena rabbrividì non appena Xanxus puntó i suoi occhi in quelli di lei.
«Quella feccia ci tiene a te…è proprio debole»
«Mostrare affetto verso una persona non è segno di debolezza»
La sicurezza con cui aveva risposto la ragazza lo infastidì; la raggiunse con due falcate, rimanendo a qualche centimetro da lei.
«Chi prova affetto è debole»
«Non credo proprio: perchè il Nono ti avrebbe sigillato con le fiamme? Pensavi che fosse una punizione? No. Lui ti voleva semplicemente ben—»
«Sta zitta!»
Xanxus afferró Milena per il collo, sollevandola da terra; vedeva la ragazza che cercava invano di liberarsi, e strinse la presa.
«Non parlarmi in quel modo. Sei sotto il mio tetto, ossia casa mia. Ti ho accettata solo perchè eri la nipote di Squalo…ed io che speravo in qualcuno che avesse almeno qualche abilità…invece mi ritrovo una ragazzina incapace che di abilità ha solo sputare veleno sugli altri…»
Xanxus fece qualche passo avanti, quel tanto che bastava per sbattere con forza la ragazza contro il muro.
Milena ansimó, ormai a corto di aria: smise di scalciare, ormai certa che Xanxus avesse la chiara intenzione di ucciderla.
Chiuse gli occhi, lentamente.
«Uccidimi…»
Xanxus sbarró gli occhi all'affermazione della ragazza; questa lasció che la presa delle sue mani su quelle del mafioso andasse a scemare sempre di più.
Sembrava un bambola che era stata presa per il collo e che rischiava di essere gettata nella pattumiera.
«Cosa?»
«Uccidimi!»
Xanxus lasció la presa, ma invece di lasciarla cadere a terra la prese al volo.
E accadde qualcosa di inaspettato.
Sentì una strana sensazione, e subito dopo si rese conto di ció che stava succedendo.
Si allontanó di scatto, barcollando verso il lato opposto della stanza.
Xanxus la seguì con uno sguardo e un sorriso entrambi poco promettenti; si alzó, aprendo poi la porta.
«Perchè l'hai fatto?!», gridó Milena con quel poco fiato che aveva ancora nei polmoni.
Xanxus si voltó, lanciandole un'occhiata: aveva i capelli scarmigliati, il fiato corto e le guance arrossate.
Sorrise.
«Devi capire che finchè sei sotto il mio stesso tetto…è come se fossi una mia proprietà, ragazzina»
Detto ció, uscì dalla porta, lasciando Milena e i suoi pensieri completamente fuoripista.
Era già notte inoltrata, e l'unica luce che faceva breccia nella sua stanza era quella della Luna.
Milena si rigirava convulsamente tra le coperte, gli occhi chiusi e le mani che stringevano con forza il cuscino.
Soffoncó un grido.
E l'incubo ebbe inizio.

"Attento!"
Un'esplosione.
Due, tre.
Un raggio di luce gialla, e il corpo di Lussuria steso a terra. 
La scena divenne nitida, tanto che Milena potette distinguere un ring con al centro la figura di un sole.
Al lato sinistro di quest'ultimo vi erano tutti i Varia; all'opposto, i Vongola.
Riconobbe il Decimo Boss, quel ragazzo che si chiamava Sawada Tsunayoshi.
Riportó la sua attenzione su Lussuria, che non accenava a rialzarsi.
Lanció un'occhiata verso Xanxus, e lo sentì quando disse al Gola Mosca:
"Non appena si riprende, fallo fuori"
Rimase di sale.
Sapeva chi era il soggetto di cui parlava Xanxus, e strinse i pugni.
Chiamava suo zio 'feccia'.
Uccideva chi era debole.
"Egoista bastardo!"

Si sveglió ansimante e con la gola secca.
Speró che l'incubo fosse solo la sua immaginazione, e che Lussuria non stesse correndo nessun pericolo.
Scansó le coperte, alzandosi e aprendo la piccola finestra di vetro lì vicino.
Soffocó un grido non appena vide Xanxus, in piedi accanto al Gola Mosca, che diede l'ordine di fare fuori Lussuria; il guardiano del Sole se ne stava in ginocchio, con il capo basso, aspettando che la sua ora scoccasse.
«Lussuria!»
Il tono carico di preoccupazione della ragazza fece voltare entrambi gli assassini: Lussuria abbozzó un sorriso, Xanxus spalancó gli occhi.
Milena non perse un secondo, e si precipitó nel cortile, parandosi davanti a Lussuria.
«Milena, non farlo…»
Le preghiere del Sole vennero zittite dal ghigno poco promettente che si dipinse sul volto di Xanxus.
«Cosa pensi di fare, ragazzina?»
Ragazzina.
Milena sostenne lo sguardo del mafioso, assumendo un atteggiamento di difesa.
«Impedirti di uccidere Lussuria»
«E…illuminami, come pensi di farlo?»
Touché.
Colpita e affondata.
Milena boccheggió per qualche secondo, poi prese un lungo respiro.
Mosse, lentamente, alcuni passi verso Xanxus; quest'ultimo rimase immobile, il solito ghigno stampato in faccia.
Si fermó a qualche centimetro dal mafioso, alzandosi poi in punti di piedi per arrivare alla sua altezza. 
«Come? Semplice»
Il mafioso inarcó un sopracciglio, confuso.
Ma di cosa stava parlando quella ragazzina?
«Non appena si presenterà l'occasione…diró a tutti il tuo piccolo segreto…»
Xanxus trattenne il respiro per qualche secondo.
«Cosa?»
«Hai capito bene, pervertito», soffió Milena, sorridendo soddisfatta.
Xanxus incasso la provocazione, e alla fine decise di lasciare in vita Lussuria.
Per quella sera, nessuno ebbe altro da obiettare. 
 
 

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Capitolo 6
*** Gala ***



 
     CAPITOLO QUINTO



	
 Stupidi Vongola.
Nonostante sapesse perfettamente di dipendere dalle decisioni del Nono, questa volta cercó di opporsi in tutti i modi possibili: minacciare, alzare la voce, sfoderare le pistole, usare la propria fiamma…
Niente.
Alla fine, aveva dovuto accettare.
Stupidi Vongola.
Rilesse ancora una volta il documento ufficiale in cui vi era scritto qualcosa riguardo ad un "ristretto gala" a cui vi si poteva partecipare ad una condizione.
"Si prega di portare una presenza femminile al fianco del boss".
Ma erano diventati scemi o cosa?
Di solito spediva Squalo per queste rotture, ma in questo caso serviva la presenza del boss…e di una donna.
Stupidi Vongola.
E adesso?
Avrebbe potuto chiedere a qualsiasi sottoposta della famiglia, ma nessuna si sarebbe rivelata all'altezza…
Poi, l'idea geniale.
Ghignó, prendendo il documento e scendendo al piano inferiore.

«Così state combattendo per i Vongola Ring, ossia gli anelli della famiglia»
«Esatto! Ci sono sette anelli: quello del Cielo, della Tempesta, della Pioggia, del Fulmine, della Nuvola e della Nebbia»
Milena annuì, assorbendo come una spugna tutte le informazioni che i guardiani, durante la cena, le stavano dando.
Si alzó di scatto, quasi senza accorgersene, e corse in camera sua.
Sentì, mentre era in piedi contro il muro, Xanxus che facedeva varie domande ai guardiani.
Passi.
Passi che si dirigevano verso di lei, verso la porta della sua camera.
«Ti ho già spiegato che è inutile scappare»
Milena smise di respirare per la seconda volta nell'arco della giornata; Xanxus le porse (non proprio delicatamente) il documento.
Milena lo lesse tutto d'un fiato, guardando poi di sottecchi il mafioso.
«E allora?»
«Non hai ancora capito? Devi farmi da accompagnatrice a quello stupido gala»
Milena scosse energicamente la testa, e ridette il documento al legittimo proprietario.
«No, no…no, no e poi no! Mai! Nada
Xanxus sospiró; prese il volto della ragazza con una mano, avvcinandolo al proprio.
«Sei alle mie dipendenze. Ubbidisci, ragazzina»
Milena reagì quasi istintivamente.
E si sentì salva.
L'espressione sconvolta di Xanxus e le sue iridi infuocate peró le fecero pensare tutt'altro.
«Sei…Tu verrai con me a quel gala. Costi quel che costi»
Uscì dalla stanza della ragazza, percorrendo velocemente i corridoi; con un gesto secco della mano tolse dalla guancia quel rivolo bianco di saliva con cui l'aveva distratto.
Gli aveva sputato.
A lui, Xanxus, futuro Decimo dei Vongola…
Sorrise.
Si, quella Milena era proprio interessante.

«Lussuria?»
«Si cara?»
«Dove stiamo andando?»
Lussuria si fermó nel bel mezzo del marciapiede, davanti alla vetrina di un negozio.
«A comprare il vestito per il gala!»
Milena si sentì morire, ma prima che cadesse al suolo come un sacco di patare, Lussuria la trascinó dentro il negozio chiudendola in un camerino.
«Adesso ti prendo dei vestiti, ok? Dovrai provarli tutti!»
«Tutti…tutti?!»
«Vado e torno!»
Milena, chiusa dentro il camerino, compose velocemente il numero di suo zio sul cellulare.
Uno squillo.
Due, tre…

«VVOOOOIII»
«Zio! Sono Milena!»
«VOOOI perchè mi hai chiamat—»
«Sei stato tu a mettermi dei sonniferi nel succo?!»
«Eh?»
«Non fare lo scemo, zio! Ricordo perfettamente di essere svenuta, e di essermi risvegliata in macchina con Lussuria!»
«Per la storia dei sedativi…»
«Xanxus»
«Ehm…si»


Milena attaccó, e quando alzó lo sguardo si ritrovó una ventina di abiti appesi a delle grucce sopra di lei.
«Forza tesoro, provali!»
Milena prese un profondo respiro.
Poi tolse il primo abito dalla gruccia.

Xanxus aspettava da circa dieci minuti, e già era stanco dell'atteso.
Quanto ci metteva una donna per prepararsi?!
Nemmeno Lussuria impiegava così tanto tempo…
«"Metti le scarpe col tacco!"…ma vaff—»
Milena scese le scale e si fermó esattamente davanti a Xanxus.
Si guardarono negli occhi qualche istante, poi spostarono ognuno lo sguardo sull'abito dell'altro.
Xanxus era in giacca e camicia bianca, sicuramente di qualche marca italiana prestigiosa.
Milena indossava un lungo abito rosso scuro senza spalline, mentre torturava la pochette bianca che aveva tra le mani.
«Lussuria ha insistito per un abito fatto a mano»
«Lo so. Gliel'ho chiesto io»
Milena si trattenne dal prenderlo a schiaffi, seguendolo invece nella limo che li aspettava all'ingresso.
«I vostri inviti, prego»
Milena porse i due biglietti decorati con foglia d'oro al cameriere, che li condusse ad un tavolo per otto persone.
«Otto?», chiese Milena perplessa.
«Vongola, Cavallone e Simon. Poi ci siamo noi»
«Ah»
Un istante dopo, li raggiunsero anche le altre coppie.
Milena riconobbe Tsunayoshi, Dino e Enma, chiaccherando poi con le tre ragazze che li accompagnavano.
«Mi chiamo Kyoko, e sono la ragazza di Tsuna», esordì la ragazza dai capelli arancioni, vestita con lungo abito blu notte.
«Io sono Hali, la ragazza di Enma», disse una biondina dal corto abito nero.
«Io invece sono Marianna, la moglie di Dino», disse la donna al fianco del tanto temuto boss dei Cavallone.
Moglie.
A soli ventidue anni, Dino era già sposato.
Con una donna bellissima, per giunta.
«Io mi chiamo Milena, sono l'accompagnatrice di Xanxus»
Le altre annuirono, tornando poi a parlare di cose che non riguardavano assolutamente la famiglia.
Spostó lo sguardo su Xanxus, ma quest'ultimo non la degnava nemmeno di un'attenzione.
Incontró invece lo sguardo curioso del castano di fronte a se…Tsunayoshi Sawada.
Lui la fissava con interesse.
Lei rispondeva con altrettanto interesse.
"Come fai a stare con lui?", mimó Tsunayoshi nella sua direzione.
Milena sorrise.
"Non lo so. Comunque piacere, sono Milena"
"Il piacere è tutto mio, sono Tsuna"
Si guardarono per un lungo istante.
E Xanxus non sembrava affatto contento.
L'unico motivo per cui desiste dal picchiare Sawada e trascinare via Milena fu l'enorme piatto di bistecca che gli fu servito.
Per il resto, la cena fu piacevole.

Quando uscirono, Xanxus notó che Sawada non smetteva di tenere gli occhi puntati su Milena…e la cosa gli dava non poco fastidio.
Per tutta la durata del tragitto, nessuno dei due proferì parola.
Ma arrivati alla villa…
«Non farlo mai più»
«Cosa?»
«Non avvicinarti a Sawada»
«Perchè, sei geloso?»
Xanxus si voltó verso Milena, costringendola fra se e la parete del corridoio.
Si avvicinó alla ragazza, annullando le distanze fra di loro.
Xanxus si staccó appena dalle labbra della ragazza, quel tanto che bastava per sussurrarle:
«Odio quando la gente gioca con le mie cose…e tu rientri fra queste, ragazzina. Sei mia. Fattene una ragione»
 
 
 

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