Un Amore tra Illegalità, Favola e Realtà

di RinsWorld
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mr. Figo con un cervello da ameba ***
Capitolo 2: *** Un giorno a Gardaland (prima parte) ***
Capitolo 3: *** Un Giorno a Gardaland (second parte) ***
Capitolo 4: *** Il ragazzo della moto.. ***
Capitolo 5: *** Jack fidanzato?! ***
Capitolo 6: *** Il favore di Andrea ***
Capitolo 7: *** The Jack Telephon ***
Capitolo 8: *** "Ci siamo dentro tutti; Jack!" ***



Capitolo 1
*** Mr. Figo con un cervello da ameba ***


 
                                                                             ***CAPITOLO 1***
Mi recai in classe (vuota, come sempre, dopotutto la prima campanella doveva ancora suonare) e trovai la mia migliore amica Eva intenta a leggere una rivista di animali. La guardai torva, mi precipitai davanti a lei e gliela strappai di mano
-Suppongo ti debba chiedere cos’è successo.- constata lei
-Su, avanti: FALLO!- dico isterica
-Cos’è successo?- mi chiede lei alzando un sopracciglio
-Oh, nulla di che! Solo che mister se-non-vado-in-galera-almeno-una-volta-al-giorno-non-sono-contento è stato messo dentro un’altra volta, perché è stato coinvolto in una rissa e a chi è toccato il compito di andare a toglierlo dai guai? Alla sottoscritta! Sua mamma mi ha chiamato pregandomi di andare a tirarlo fuori. Non sai quanto mi sono dovuta lavorare mio zio prima che si decidesse a lasciarlo libero: CHECAZZO è LA SESTA VOLTA IN UN MESE CHE VIENE MESSO DENTRO, E LA SECONDA CHE MI TOCCA ANDARE AD AIUTARLO!- sbotto io incazzata. Ops, scusate la mia distrazione ma non mi sono presentata. Io sono Lara ho 17 anni e… beh come aspetto fisico sono presa abbastanza bene: sono alta 167cm, ho dei lunghi capelli mossi color nocciola, due occhi marroni con alcune sfumature arancioni, una pelle lattea della serie “non mi abbronzo neanche se sto una settimana sotto il sole” e fisico asciutto. Un’altra cosa che mi sono scordata di dirvi è che mio zio è a capo della polizia, per questo a me “santa donna” che sono mi tocca andare a tirar fuori di prigione il signorino “cacciarmi nei guai è il mio hobby” quando sua madre è via. Voi vi chiederete “ma se non ti piace farlo perché lo fai?” e io vi rispondo che i miei sono amici storici di sua madre, l’hanno anche aiutata nei tempi del divorzio e allora io devo aiutare il signorino, sia chiaro che lo faccio per sua madre: lei è una donna dolce e gentile, una donna che ormai ha perso la pazienza con il figlio, perfino che rinuncia a sgridarlo, così il ruolo di fargli la ramanzina tocca alla sottoscritta.
-Uau, che cosa interessante!- mi risponde con finta convinzione
-Cazzo Eva non deve essere interessante!- sbotto io
-Lara, smettila di fare la vittima! LUI sceglie che fare della sua vita: non TU!- mi dice lei mantenendo, come sempre, una calma invidiabile
-Ma cazzo, io non gli dico cosa fare o no. Ma se poi quello che fa lui ha ripercussioni su di me non mi va bene!-
-Okay, okay! Fai un bel respiro e calmati…- mi dice lei cercando di calmarmi
-Calmarmi, CALMARMI?! HO SPRECATO UN INTERO POMERIGGIO IN COMMISARIATO E DOVREI ANCHE CALMARMI?- gli urlo io, in effetti ultimamente ho sempre i nervi a fior di pelle e se poi ci si mette anche quel signorino-vado-in-galera-e-sono-contento il risultato è che posso pure dire addio al mio autocontrollo
-LARA!- mi richiama lei alzando di poco la voce
-Che c’è?- le chiedo acida
-S m e t t i l a- mi scandisce bene la parola così che io possa capire
-Senti: punto 1 io capisco bene cosa dici e non ho bisogno che tu mi sillabi le parole;
            punto 2 non sei tu che deve passare pomeriggi in commissariato per convincere tuo zio a scarcerare                  quel deficiente;
            punto 3 smettila di trattarmi come se fossi io la fuori di testa!- sbottai irritata, quella ragazza aveva il mistico potere di farmi saltare i gangheri quando ero già incazzata di mio, ma era pur sempre la mia migliore amica!
-Lara, hai ragione: non sono io che devo passare pomeriggi cercando di convincere mio zio a scarcerare una persona che odio dal profondo del mio cuore… ma cavolo non puoi incavolarti ogni volta, sennò fai a meno di andare ad aiutarlo!- dice lei strappandomi dalle mani la sua rivista sugli animali che, poco prima, era in mano sua e riprendendo a leggerla come se nulla fosse
-Ti ho già spiegato il perché lo faccio; io lo faccio per sua madre!- sbotto infastidita
-Lara: hai bisogno di staccarti! Non puoi continuare a “farlo per sua madre” se il giorno dopo ti vieni a sfogare da me con il livello di incazzatura all’ennesima potenza, piuttosto, quando lei ti chiama per andare a tirarlo fuori, tu rispondigli che è grande e una notte in prigione gli può fare altro che bene- dice lei continuando a leggere imperterrita.
-Beh, potrei provare a farlo per una volta…- dico io pregustandomi già quel momento.
Suona la campanella e, in pochi minuti, una mandria di bufali ehm… scusate, la forza dell’abitudine! Una mandria di ragazzi entra in classe strascicando i piedi e cartelle e con aria di rassegnazione. Per ultimo, ma non meno importante, entra Jack circondato da solito branco di ochette starnazzanti e pompate. Cavolo! Oggi ho proprio la testa tra le nuvole! Io e Eva abbiamo 17 anni e andiamo in 4^ liceo, mentre “mister sono figo con un cervello grande quanto una nocciolina” ne ha 18 ed è stato bocciato. Sfiga delle sfighe me lo sono pure ritrovato in classe!
-Ehi, come hai passato il pomeriggio ieri?- mi chiede Jack con un ghigno strafottente stampato in faccia
-Fanculo Jack!- gli rispondo acida mentre scoppia a ridere e se ne va a sedersi sull’ultimo banco seguito dalle solite ochette che mi lanciano occhiatacce di fuoco per il semplice fatto che “offendo” il “loro” Jackie. Ma guarda te che ragazze! Se vogliono avere la mia vita e andare a tirarlo fuori di prigione ogni santa volta, che si accomodino pure!
-Ragazzi ordine!- dice il prof. di latino entrando in classe –Facciamo l’appello e poi interrogo sui casi latini- dice sistemandosi e aprendo il registro: merda!
-Eva, tu hai studiato?- le sussurro, lei mi guarda con aria di superiorità annuendo: cazzo!
-Stai tranquilla, mi offro volontaria genia!- mi dice con un sorriso sincero sulle labbra
-Grazie, grazie, grazie!- le mimo con le labbra: e anche questa è fatta!
-Bene…- dice il prof. chiudendo il registro -…c’è qualche volontario?- chiede guardandosi in torno. La mia amica si alza e si dirige verso la cattedra –Molto bene signorina!- dice guardandola da sopra gli occhiali. Diciamo che, ormai, tutti in questa classe hanno perso interesse per una materia che non sia l’inglese. Il motivo? Semplice: il prof. di inglese è giovane, atletico e stra-carino, inoltre ha un metodo per catturare l’attenzione degli studenti unico, sa appassionare perfino Jack che prima aveva 3 e adesso ha 5… okay, non sarà un enorme passo avanti, ma per lui è il massimo che possa fare! Mi giro a guardarlo, ha le cuffiette nere dell’I-pod nelle orecchie. Sbuffo. Possibile che non possa fare il ragazzo serio ameno per una volta ogni 9 anni? Okay, ammetto che pur essendo un gran stronzo è pure un gran figo: capelli perennemente spettinati color castano chiaro, occhi verdi con qualche venatura d’azzurro, labbra che sembrano state disegnate da Michelangelo in persona da quanto perfette sono e un fisico che, appena lo vedi, lo vorresti stuprare. I capelli castani e le labbra le ha prese da sua madre, gli occhi e il fisico da stupro da suo padre. Da suo padre, purtroppo, non ha preso solo occhi e fisico, ma anche il carattere. Infatti suo padre ha lasciato sua madre perché scopava con una 19 in stile “barbie gonfiabile” e rifatta il più possibile… una parola per definire suo padre: stronzo! Infatti ha lasciato Denise (la madre di Jack) dalla bellezza pura ed eterna per fidanzarsi con una dalle labbra botulinose che si mette sempre il rossetto rosso shock, con un’intera terrazza al posto del seno, con un culo da “no comment”, capelli biondi ossigenati… ora trovare una sola piccolissima parte di lei che non sia rifatta sarebbe una mission impossible, tanto che potrebbero eleggerla miss Frankenstein. Devo dire che suo padre ha proprio dei gusti da far rivoltare lo stomaco a un troll! Mi ricordo che una sola volta ho provato ad affrontare Sergio (il padre di Jack).
Flash Back
-Lara, calmati!- mi ordina mio padre, ma io non ci sto, no! Lui deve pagare per tutto quello che ha fatto a Denise, per il suo cervello da ameba, per tutte le illusioni: per tutto! Ormai non mi riesco più a fermare, ormai sono in ballo e allora balliamo, no?!
-TU…- dico puntando il dito al torace dell’uomo –TU SEI UN COGLIONE!! HAI FATTO DEL MALE A TUA MOGLIE, LEI NON È UNA DONNA, LEI È LA DONNA CHE TI HA SOPPORTATO PER TUTTO QUESTO TEMPO, LEI È LA DONNA CHE HA SGOBBATO PER TE TUTTO QUESTO TEMPO, LEI È LA DONNA CHE TI HA LAVATO LE MUTANDE, LEI È LA DONNA CHE HA CRESCIUTO TUO FIGLIO, ED È COSÌ CHE LA RIPAGHI? FACENDOTI UNA DI 19 ANNI, UNA CHE, TRA L’ALTRO, È TUTTA RIFATTA, EH?! MA BRAVO, CHE BELL’ESEMPIO DI MARITO STRONZO! E TU…- dissi rivolgendomi alla ragazza che era con lui
-LARA!- mi richiama mia madre ma io la ignoro
-CHE BELL’ESEMPIO DI TROIA CHE SE LA SPASSA CON I VECCHI SOLO PER AVERE DEI SOLDI!-
-Ma come osi piccola insolente…- squittisce lei, ma io non la lascio finire
-IO SARÒ ANCHE PICCOLA, MA PER QUANTO RIGUARDA LA MATERIA GRIGIA IO SONO PIÙ GRANDE DI TE! E POI NON POTETE GIUDICARMI DATO CHE SIETE LETTERALMENTE VENUTI A CASA MIA CON L’INTENTO DI MINACCIARCI, NON VUOI CHE AIUTIAMO TUA MOGLIE DURANTE IL DIVORZIO PER PAURA DI PERDERE I SUOI SOLDI, NON HAI MAI MOSSO IL CULO NELLATUA INUTILE VITA E PRETENDI DI CONTINUARE A FARE IL MANTENUTO DA TUA MOGLIE ANCHE DA DIVORZIATO? Mi fai pena!- finisco velenosa
-Ma brava, davvero una bella rappresentazione che ti è valsa lo schiaffo che ti sto per dare!- detto questo mi dà un sonoro schiaffo
-MA COME SI PERMETTE!- urla mia madre, ma io la fermo con un gesto della mano dipingendomi sul volto un sorriso di sfida
-Ora che mi avete dato la mia “ricompensa” le sarei grata se sparisse da questa casa, dalle nostre vite, ma soprattutto da quelle della sua EX famiglia!- dico marcando bene le parole “ex”. Appena finì la frase andai con una calma mostruosa (la voglia di tirarli un calcio dove non batte il sole era tremenda!) alla porta, la aprì e i due uscirono, non prima che miss Frankenstein mi avesse lanciato un’occhiataccia alla “guardati bene alle spalle”
Fine flash back
Ovviamente ne Denise ne Jack sono al corrente della furiata che ho fatto contro Sergio e la bamboletta gonfiabile. Ripensando a quel giorno di un anno fa il sorriso mi si increspa da solo sulle labbra. MAI avevo mancato di rispetto ad un adulto e MAI qualcuno mi aveva fatto uscire dai gangheri in quel modo. Adesso però al posto del padre c’è il figlio… uffa che palle!
-Bene signorina, interrogazione eccellente!- dice il prof lodando la mia amica e appuntando il suo voto nel suo registro personale
-Grazie prof- dice lei sorridente e tornando al posto
-Allora?- le chiedo sapendo già del voto positivo
-9… un bel voto, eh?!- dice lei con aria di sufficienza, sapeva bene dei miei brutti voti in latino, oh se lo sapeva!
-Stronza!- le sibilo tra i denti.
Il resto della giornata scolastica passò così lenta che credevo mi potesse spuntare la barba da un momento all’altro! Ora sono con la mia amica e ce la stiamo battendo verso casa.
-Lara, tu credi che noi ci possiamo… fidanzare con un maggiorenne?- se ne salta fuori d’un tratto la mia amica
-Eh?! Come mai quest’uscita?- le chiedo spaesata
-Beh, così!- dice lei diventando rossa come un peperone, a me non la da a bere! Lei non è una tipa che mostra le sue emozioni così facilmente
-Eva, sono tua amica e ti conosco… per chi è che hai una cotta… ASPETTA, non mi dire che ti piace Jack!- al solo pensiero mi soffoco con la mia stessa saliva
-Ma che, cosa vai a pensare!- sbotta
-Meno male, temevo di averti persa!- dico sollevata –Allora chi ti piace?- le chiedo indagatoria
-Il prof d’inglese…- dice con voce flebile
-Come a tutte, no?!-
-No! A me non piace solo, io credo che a me piaccia, piaccia!-
-Piaccia, piaccia… ODDIO!!- sobbalzo io
-Beh, allora?- mi chiede riferendosi alla domanda di poco prima
-Eva… ci penseremo più avanti!- le dico facendole l’occhiolino convinta e indicandole la sua via
-Okay, ciao!- dice schioccandomi un bacio sulla guancia mentre svolta a destra
-CIAO!- le urlo io di rimando… DIO CHE STORIA! Credo che la mia amica sia proprio in un mare di guai!
 

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Capitolo 2
*** Un giorno a Gardaland (prima parte) ***


                                                                                          ***CAPITOLO 2***
-SONO A CASA!- urlo chiudendomi la porta alle spalle.
-Oh buongiorno tesorino, come è andata a scuola?- mi chiede mia madre emergendo dalla cucina, iniziamo bene, preannuncia sempre male quando mi affida nomignoli stupidi come “tesorino”, “amoruccio”, “cucciolotta” e robe varie
-Ehm… mamma, cosa ti serve?- le chiedo impaurita
-Perché mi deve servire qualcosa?- mi chiede lei sempre in modo gentile
-Okay, riformuliamo la domanda: cosa hai combinato?-
-Io non ho combinato niente!- esclama offesa –Una madre non può neanche chiamare in modo affettuoso una figlia?- mi chiede indignata
-Mamma!- la richiamo
-Okay, okay... Dobbiamo andare a Gardaland…- dice lei, ma io la interrompo prima che possa continuare
-Ma è una notizia stupenda!- esclamo io iniziando a saltare
-…però vengono anche Jack e il suo amico…- dice in tono più basso facendomi bloccare in salto, roba che tipo non cadevo e mi incalcavo un polso
-CHEEEE, stai scherzando, vero?! Okay lo scherzo è stato fatto molto bene e tutto il resto, ma io non ci sono cascata mi dispiace tanto… andrà meglio la prossima volta!- dico sperando che quello fosse uno scherzo
-Lara, non è uno scherzo… a Gardaland ci andremmo io, tu, tuo padre, la tua cuginetta Monica, Denise, Jack e Marco (il suo migliore amico)- parla in tono basso, credo si aspetti una sfuriata che non tarderà ad arrivare, infatti il sangue mi sta letteralmente ribollendo nelle vene
-NO, NO E NO! MI DISPIACE PER VOI MA IO NON CI VENGO SE CI VIENE ANCHE QUELL’AMEBA!- le urlo in faccia mentre cerca di mimetizzarsi con la parete. Figuriamoci se ci vado, Jack mi toglierà tutto il divertimento! Ancora, ancora Marco che è un ragazzo dolce e gentile e nei miei confronti è molto disponibile, credo sia QUASI il mio migliore amico maschio. Marco ha la mia età è nella mia classe ed è il secondo ragazzo più carino di tutta la scuola. È alto più o meno quanto Jack, ha la carnagione olivastra i capelli marrone scuro e gli occhi neri come la notte. Qualche volta mi capita di dover dare una mano anche a lui ad uscire di galera, ma questo capita tipo 3 volte l’anno massimo.
Eva ha sempre avuto un debole per lui, peccato che poi si sia stancata dato che lui non la degnava di attenzioni particolari.
-…ma cara, ragiona è solo un giorno…- tenta mia madre
-TE LO SCORDI MADRE INGRATA! SONO TUA FIGLIA E DOVRESTI COMPRENDERMI…- ma non riesco a finire la frase che il mio cellulare squilla –Scusa un secondo…- dico a mia madre mentre rispondo.
-Pronto, chi parla?- chiedo con una vocetta calma
-Ciao Lalla! Lo siai, andiamo sulle giostle, che bello!- dice la vocina dolce, ma allo stesso tempo squillante e vispa della mia cuginetta
-Ciao Amore! Si lo so che andiamo sulle giostre, ma non so se io potrò venire…- dico io assumendo un’aria colpevole, dato che immagino il faccino triste di mia cugina
-P…perché?- ecco, sta per piangere
-Oh no Amore, non fare così! Non è per colpa tua è che ho degli impegni!- bugia! Mi sento un viscido verme a mentirle in questo modo
-M…ma io vo…volevo pa…ssale un po’ di tempo co…con te!- dice in preda ai singhiozzi: merda! Io non resisto a mia cugina, le voglio un gran bene e detesto vederla piangere!
-Credo che posso rimandare facilmente questi impegni!- dico io, ecco ci ero cascata: doppia merda!
-D…davvero?- mi chiede mentre lancio occhiate omicide a mia madre che sta saltellando proprio come avevo fatto io all’inizio
-Certo cara! Ora è meglio che tu vada, lo sai che il cellulare fa male se lo tieni troppo all’altezza della testa!- dico io
-Okay, non vedo l’ola di andale sulle giostle!- dice per poi riattaccare. Appena chiudo la chiamata mi volto verso mia mamma
-Madre, non ti conviene gioire in quel modo! Anche perché ho come il sospetto che questa telefonata proprio in QUESTO momento sia stata abilmente architettata da te e dalla zia, dopotutto voi sapete che non posso resistere alla vocina dolce di mia cugina- dico io linciandola con lo sguardo –Quando è che ci andiamo?- le chiedo, poi, rassegnata
-Venerdì prossimo!- bene, oggi siamo giovedì… il tempo sufficiente per prepararmi psicologicamente a trascorrere una giornata con quell’ameba. E poi saltiamo anche un giorno di scuola!
-Almeno posso portare anche Eva?- le chiedo sempre con lo stesso tono rassegnato
-Certo! Ora a tavola che i mangia!- dice lei gioiosa, cosa ci sarà da gioire non lo capisco proprio!
***
Una settimana è passata in fretta, troppo per i miei gusti! Durante questa settimana io e Jack non abbiamo fatto altro che tirarci frecciatine, o meglio, lui le tirava a me e io mi arrabbiavo. Eva era sempre giù e se gli chiedevo qualcosa lei diceva di stare bene e Marco cercava di evitare che io picchiassi quella sottospecie di microcefalo, insomma: la solita routine!
-LARA SE NON TI ALZI DA QUEL LETTO GIURO CHE VENGO E TI GIRO IL MATERASSO CON TE SOPRA!- tuona mio padre. Ma che senso ha alzarsi alle 6 di mattina per farsi due ore di strada e andare a Gardaland, tanto valeva che me ne andassi a scuola, almeno potevo dormire un’ora in più!
-Arrivo!- biassico con voce impastata dal sonno. Mi alzo di malavoglia, esco dalla mia camera e percorro il corridoio a passo di bradipo, entro in bagno, apro il getto di acqua calda della doccia e comincio a spogliarmi.
Quando entro nel box e sento l’acqua calda entrare in contatto con la mia pelle una sensazione di torpore mi avvolge e non era per niente utile a svegliarmi, così girai la manopola e, in un attimo, mi ritrovai ad urlare sotto l’acqua gelida
-Credo di….es… ere abb…astanza sveglia!- constato tremando. Mi fiondo fuori dalla doccia e inforco un asciugamano abbastanza grande da coprire il mio corpo e me lo avvolgo intorno, esco dal bagno e mi reco in camera.
Una volta che ebbi chiuso la porta della mia camera mi liberai della salvietta e mi misi in intimo, mi immersi nel mio armadio e ne ritornai fuori con un paio di jeans neri a vita bassa, con una maglietta bianca con un miciotto dagli occhioni dolcissimi e con una felpa nera con una scritta grigia ornata da brillantini che recitava “I am Liberty”.
Quando scendo in salotto noto che ci sono anche Jack, Marco e Denise. Saluto Denise con un bacio sulla guancia, Marco con un abbraccio e Jack con un ringhio
-Ciao anche a te!- mi dice Jack con un ghigno che di rassicurante aveva molto poco.
-Jack, smettila di tormentare Lara! Sembrate due bambini cielo!- dice Denise alzando gli occhi al cielo
-Io dico che possiamo anche andare…- dice mio padre mentre mi sto infilando le mie Superga con il pelo all’interno
-Ma babbo, io devo ancora fare colazione!- mi lamento
-Potevi svegliarti prima, signorinella!- mi sgrida. Sbuffo come sono solita fare in questo ultimo periodo.
Saliamo in macchina, o meglio, io e i miei saliamo sulla nostra e Marco, Jack e Denise su quella di quest’ultima, infatti non ci stiamo tutti su una macchina, per di più dobbiamo anche andare a prendere mia cugina e Eva. Siamo rimasti d’accordo che noi andiamo a prendere la mia cuginetta e Denise, Jack e Marco vanno a prendere Eva: povera la mia amica, costretta in macchina con quell’ameba!
Dopo due orette di strada in cui io ho spremuto le meningi per raccontare delle storielle a mia cugina arriviamo al parcheggio dell’enormi parco divertimenti. Non appena metto un piede fuori dall’auto Eva mi salta al collo facendomi prendere una testata.
-Ui, ui, oi!- mi lamento mentre continuo a massaggiarmi la parte dolente, non perdo tempo a lanciare un’occhiataccia torva a Jack che se la stava ridendo di brutto
-Jack, Jack!- sento mia cugina che gli corre incontro
-Ehi piccola!- dice prendendola in braccio
-Ciao Jack! Come tai?- gli chiede mia cugina tutta felice di poterlo rivedere dopo tanto tempo. Ma cavolo, sono l’unica che considera Jack uno scorbutico, pieno di se, stronzo, cazzone e quanto più parolacce possibili e che farebbe molto volentieri a cambio di vita con un’esquimese per non rivederlo più?
-Io sto bene Moni e tu?- dice scompigliandogli i capelli. È strano vederlo così; sembra quasi… dolce…
-Anche Caca ta bene!- dice lei felice, Caca è il soprannome che si è auto-data quand’era ancora una bambina, o meglio, dato che era ancora piccola e non sapeva pronunciare correttamente il suo nome diceva sempre “Caca” e così è rimasto anche adesso che ha quasi 5 anni.
-Io propongo di entrare, voi che dite?- ci chiede Denise e noi annuiamo.

 
Capitolo dedicato a tay98 che ha messo la storia tra le preferite:)

N.D.A.: La giornata si prospetta magnifica e piena di sorprese, spero che la storia vi piaccia e che con l’andare dei capitoli non vi risulti meno interessante di com’è adesso;) Mi dispiace se il capitolo risulta corto, ma se non lo spezzavo diventava proprio troppo lungo^^’’’’
Per quanto riguarda la piccola Monica ho preso libera ispirazione dalla mia cucciolotta, ovvero dalla mia seconda cugina Monica che ha 4 anni.
Ringrazio di cuore Summer_JB che ha recensito il primo capitolo e che ha messo la mia storia tra le seguite.
Ringrazio anche coronabis che ha messo la mia storia tra le preferite/ricordate/seguite.
E ringrazio anche anits, Eli_17,
Giu_81, StelleSullaTerra per aver messo la mia storia tra le seguite:) 

SPOILER-IAMO:
nel prossimo capitolo…


(POV EVA)
[…] -Dolce Eva, tu credi nei miei poteri di veggente?- mi chiede l’anziana
-Ehm… si, credo- dico incerta
-Allora credi che io possa leggere il tuo destino?- mi chiede in tono gentile. Io annui convinta, perché io sentivo che di lei mi potevo fidare, sentivo che lei sapeva di me qualcosa che io ignoravo.
-Bene, allora guarda attentamente nella mia sfera di cristallo!- mi dice e mentre io punto gli occhi sulla sfera trasparente vedo che appaiono dei colori sfumati e vedo… non ci credo, vedo che sto baciando Marco!
A poco a poco quella scena scompare e me ne ritrovo un’altra davanti […]
 

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Capitolo 3
*** Un Giorno a Gardaland (second parte) ***



                                                                                   ***CAPITOLO 3***

-Lara, che ne dici se ci facciamo un giro nelle montagne russe… o hai paura?- mi chiede Jack alzando un sopracciglio. Appena siamo entrati i nostri ci hanno detto che ci ritrovavamo verso l’una del pomeriggio davanti all’entrata, così poi andavamo a mangiare, e ci hanno lasciato carta bianca.
-Io non ho paura!- ringhio tra i denti. Ma quanto gusto ci provava nel provocarmi? Beh, tanto!
-Bene, allora andiamo a prendere i biglietti! Rimanete voi qui con Monica che poi vi diamo il cambio?- dice rivolgendo l’ultima frase ai nostri amici
-Certo che ci rimaniamo noi Jack, vai tranquillo!- dice Marco in un sorriso, ma quanto è gentile quel ragazzo?
-Le ultime parole famose, state attenti a non perderla!- dice per poi dirigersi verso la biglietteria
-Moni, io e Jack andiamo a fare un giro in una giostra dove non puoi venire, ma ti prometto che poi andiamo sul bruco!- le dico facendogli l’occhiolino
-Okay Lalla!- mi risponde schioccandomi un bacio sulla guancia. Raggiungo Jack che, nel frattempo, si era già messo in fila per fare il giro
-Ti pago anche il biglietto, contenta?- mi chiede
-Ma che Gentlemen!- dico sarcastica, dopo 15 minuti buoni di coda saliamo nella giostra. Okay, ora non dico che avevo paura, ma io avevo sempre ODIATO le montagne russe, soprattutto quando arrivava il momento di scendere in picchiata, il fatto è che io avevo paura dell’altezza, ma non dell’altezza in per se, io avevo paura del vuoto. Ma certamente non potevo dirlo a Jack, altrimenti non avrebbe più smesso di prendermi in giro per tutta una vita e decisamente non era il caso. Okay: la regola era di non guardare in basso, ma è impossibile non guardare in basso quando scendi in picchiata e prendendo sempre più velocità, così presi la mano di Jack tra le mie e la strinsi forte. Da prima lo sentì sorpreso, ma poi ricambiò la mia stretta. Sentire la sua mano calda stringere le mie era rassicurante, mi trasmetteva calore e tranquillità, ma allo stesso tempo un sacco di brividi di piacere.
Quando il giro fu finito non fiatai, ma scesi direttamente e mi recai da Eva.
-Non è stata una bella idea, vero Lara?!- dice lei mentre alza un sopracciglio, anche lei sapeva della mia paura del vuoto. Mi fiondai addosso a lei abbracciandola, avevo bisogno del suo calore fraterno, avevo bisogno di sentire che ero ancora in vita… okay, la sto facendo tragica; ma non sapete che inferno che ho provato!
-Su, su… è tutto finito! Riprenditi che sei bianca come un cencio!- dice lei abbracciandomi di rimando
-Oddio Eva… non sai che colpo, credevo che avrei fatto un infarto da un momento all’altro- sussurro vicino al suo orecchio. Anche se, a pensarci bene, alla discesa non ci avevo pensato poi molto dato che tutta la mia concentrazione era per la mano di Jack e il calore che emanava.
-Mamma mia, che esagerata! Per una discesa…- dice Jack stiracchiandosi. Mi stacco dall’abbraccio di Eva e mi volto verso di lui guardandolo in cagnesco
-Tu non hai idea di quanta paura abbia avuto, io stavo per fare un infarto!- sibilai con le forze che mi rimanevano dato che non riuscivo neanche più ad arrabbiarmi
-Beh, potevi dire di no fin dall’inizio, no?!- mi chiede scettico
-Oh certo, per darti un motivo in più per prendermi per il culo!- gli rispondo acida, almeno il tono acido ero riuscita a farlo bene! –Ma sai che ti dico: ho avuto paura, okay?! Dopotutto avere paura è umano e se vuoi prendermi per il culo fallo pure!- detto questo gli volto le spalle e me ne vado, non so neanche dove ma non voglio ritrovarmi  davanti quel coglione. Eva mi raggiunge, poco dopo, con Monica in braccio e mi trova seduta su una delle tante panchine.
-Ehi Lara, che hai?- mi chiede lei sedendosi accanto a me
-Che ho, eh?! Oh beh, nulla di che solo che quello è solo uno stronzo!- sbotto acida
-Ne dubitavi?- mi chiede alzando un sopracciglio
-No, ma… prima, sulle montagne russe, io gli ho stretto la mano perché avevo paura e lui ha ricambiato la stretta in modo dolce trasmettendomi tanta sicurezza, per questo non ci ho pensato più di tanto alla discesa…- dico io abbassando lo sguardo
-Uau!- dice la mia amica meravigliata
-Già…- mormoro -…proprio “Uau”…-
-Ma Jack è dolce!- dice la vocetta di mia cugina
-Ovvio che è dolce!- risponde prontamente Eva lanciandomi uno sguardo alla “lasciamoglielo credere”, per poi continuare –Su, forza, andiamo dobbiamo ancora provare un sacco di attrazioni!- si alza, sempre con mia cugina in braccio, e mi invita a fare lo stesso. Proviamo un sacco di attrazioni e ci ingozziamo di caramelle gommose, ciuccetti e altri dolci. Alle 13:00 siamo nel posto prestabilito e ci incontriamo tutti assieme, ci rechiamo in uno dei ristoranti e pranziamo allegramente, anche se l’atmosfera che c’è tra me e Jack è fredda come al Polo Nord.
-Lara, Eva, Monica… non avete mangiato quasi niente!- osserva mia madre
-Beh, ecco…- lancio un’occhiata di sfuggita a Eva –Abbiamo fatto una colazione abbondante!- mi invento, di certo se venisse a sapere che non abbiamo fatto altro che abbuffarci di dolci tutta la mattina ci metterebbe un dito in gola per farceli vomitare tutti!
-Ma Lara, tu non hai fatto colazione!- osserva mia madre, da quando è così sveglia?
-Ehm…- merda e ora che faccio?
-Appunto sia (zia), dato che Lalla non ha fatto colassione ci siamo felmate a mangiale un po’ di latte e biscotti in un bal e dato che non voleva mangiale da sola abbiamo lifatto colasione anche noi!- dice Monica stampandosi in faccia un sorrisone, io mi lancio uno sguardo complice con Eva
-Quindi avete fatto colazione due volte… ora capisco perché non avete fame!- dice mia mamma cascandoci in pieno
-Lara, prima ho visto la capanna di una veggente, mi accompagni a darci un’occhiata?- mi chiede Eva facendo sviare il discorso
-Certo, ma ti avverto che io non entro… non credo a queste cose!- le rispondo io. Salutiamo i nostri e partiamo solo io e lei.
-4 anni ma un cervello da 17enne!- osserva riferendosi all’uscita di mia cugina
-Eheh, gli ho insegnato tutto io!- dico battendomi una mano sul petto fiera
-Se, se… come no!- risponde scettica
-Ehi mi offendi!- dico e metto su un finto broncio
-Scusa genia dei geni!- mi dice lei scoppiando a ridere seguita a ruota da me –Sai, prima non ti ho detto questa cosa perché c’era anche tua cugina…- continua assumendo un’aria seria
-ALT! Guarda che di mia cugina ti puoi fidare ancor più che di me- le dico per tranquillizzarla
-… va bene, comunque io ho passato bene il tempo con Marco quando tu eri a farti venire un infarto! Cioè lui è disponibile, buono dolce e gentile… ma a me non piace più!- dice l’ultima esclamazione troppo in fretta tanto che io capisco che non sta solo mentendo a me ma anche a se stessa!
-Ah, sicura che non ti piaccia più?- le chiedo cercando di nascondere il mio scetticismo
-Si, io l’ho sepolto e dimenticato! Io per lui non sono più che un’amica e lui per me non è più che un amico!- dice in tono leggermente incrinato, tanto che quest’affermazione non suona vera neanche a lei, me ne rendo conto dal suo sguardo
-Ecco, siamo arrivate!- dico io cercando di farle dimenticare quel discorso
-Già, allora io entro!- e sparisce dentro la tenda
POV EVA
-Permesso- dico con voce flebile
-Entra cara, entra!- dice in tono dolce una vecchietta
-Buongiorno!- dico più convinta
-Buongiorno anche a te Eva, accomodati pure. lo sai, ti stavo aspettando!- come fa a sapere il mio nome? Decido di seguire l’invito dell’anziana e mi siedo su una vecchia sedia in legno.
-Io vorrei sapere…- tento ma lei mi blocca
-Qualcosa sul tuo futuro, lo so già!- dice e per un attimo intravedo i suoi occhi color cioccolato, ricordano quelli di una ragazzina vispa, ma lei è vecchia e non so neanche come mi sia venuto in mente questo pensiero! -Dolce Eva, si sincera, tu credi nei miei poteri di veggente?- mi chiede l’anziana
-Ehm… si, credo- dico incerta
-Allora credi che io possa leggere il tuo destino?- mi chiede in tono gentile. Io annui convinta, perché io sentivo che di lei mi potevo fidare, sentivo che lei sapeva di me qualcosa che io ignoravo.
-Bene, allora guarda attentamente nella mia sfera di cristallo!- mi dice e mentre io punto gli occhi sulla sfera trasparente vedo che appaiono dei colori sfumati e vedo… non ci credo, vedo che sto baciando Marco!
A poco a poco quella scena scompare e me ne ritrovo un’altra davanti vedo la scena che mi aveva descritto Lara poco prima: vedo Jack che le stringe la mano. Anche questa va sfumando, adesso vedo una lapide con su scritto “Per me sei morto Marco” e mi vedo piangere mentre urlo un “non è vero, tu mi piaci ancora!”.
Alzo gli occhi dalla sfera più spaventata che mai e incontro quelli color cioccolato dell’anziana.
-Le cose che hai visto li dentro sono le cose che sono nascoste nel tuo subconscio. Ti dico subito che quella lapide ha un significato metaforico!- mi spiega in breve
-Ma… il mio futuro?- chiedo facendo saettare gli occhi da una parte all’altra di quella tenda
-Non hai ancora capito Eva? Io non posso prevedere il futuro, perché il nostro futuro lo scriviamo noi con le nostre scelte, le nostre risposte, i nostri pianti e le nostre risa, ora esci e vai a scrivere il tuo futuro, mi raccomando però, qualche volta dai ascolto anche al tuo cuore!- mi dice l’anziana sorridendo
-Grazie- dico io in risposta sempre sorridendo. Ma cosa voleva dire con la frase “qualche volta dai ascolto anche al tuo cuore”?
-Non ringraziarmi, hai fatto tutto da sola! Comunque per la frase di poco fa…- mi richiama prima che io possa uscire –Capirai da sola cosa voglia dire… e, ti prego, non mentire a te stessa!- detto questo mi fa un occhiolino che io ricambio con un sorriso spontaneo… ma perché sto sorridendo, e perché mi sento felice?
POV LARA
-Allora che ti ha detto?- le chiedo vedendola uscire
-Una cosa molto interessante!- mi risponde mentre io pendo dalle sue labbra –Inutile che fai quella faccia! Te l’ha dirò più avanti, quando tu avrai trovato la tua strada per un futuro migliore!- mi dice in un sorriso sincero e continuando a girare su se stessa
-Uffa!- sbuffo, anche se mi fa felice vederla così spensierata e allegra –Sarà meglio andare, sennò a casa ci arriveremo domani notte!- dico, lei mi prende per mano e iniziamo a correre felici. In quel momento non c’è più nessuno se non io, lei e la nostra amicizia che ci lega dalle elementari, un’amicizia profonda perché se lei è triste lo sono anch’io e se lei brilla dalla felicità, non m’importa più di nulla: dei miei, di Jack e le nostre litigate, di lei e Marco, proprio di nulla, perché se lei è felice lo sono anch’io!
 
Capitolo dedicato a coronabis che ha messo la mia storia tra le preferite/ricordate/preferite*.*

N.D.A.: VIPREGONONLINCIATEMI! Okay… premettendo che questo capitolo l’ho scritto con il caldo soffocante e cercando di uccidere una zanzara rognosa, beh: È COLPA DELLA ZANZARA! Devo informarvi che questi ultimi due capitoli (un giorno a Gardaland parte 1 e 2) sono solo di passaggio, quindi è come se non fossero proprio esistiti! Non fatevi illusioni su Jack che ha tenuto la mano a Lara, l’unica cosa da tenere in considerazione è l’incontro tra Eva e la veggente. Un piccolo avviso (mi sembra di essere un prete alla fine della messaù.ù): sto correggendo dei piccoli errori di battitura- causati un po’ dai tasti stupidi del mio pc, un po’ dal dizionario di auto-correzione del mio pc e un po’ tanto dalla mia distrazione- che altro posso dire an sì, una piccola premessa per Toti1424 i litigi e i battibecchi non mancheranno e da qui in poi sarà guerra aperta;). Detto questo passiamo ai ringraziamenti! Prima di tutto vorrei ringraziare aerith94, Toti1424 e Summer_JB per aver recensito e Roberta Somerdobrev per averla messa tra le preferite/seguite/ricordate.
Ringrazio chi l’ha messa tra le seguite…
aerith94, anits, campanellina, coronabis, Eli_17, Giu_81, isabella22, PATATINAFRITTA, rosaa93, StelleSullaTerra, Summer_JB, Toti1424.
…Chi tra le ricordate…
coronabis, nadja_chan
…Chi tra le preferite
coronabis, Sunny Angel, Tay98.
Ultimissimo avviso poi me ne vado: gli aggiornamenti saranno scostanti e non so quanto ci metterò tra un capitolo e l’altro causa scuola:’(. Cercherò di aggiornare almeno una volta a settimana, ma non vi prometto nulla:3…

E ADESSO IL MOMENTO CHE TUTTI STAVATE ASPETTANDO!


SPOILER-IAMO
Nel prossimo capitolo…


[…]Inizio a correre, esco dalla classe e sento Eva che mi richiama, ma io non le do retta. Percorro tutti i corridoi e le due rampe di scale, esco e mi ritrovo davanti il cortile affollato di studenti, guardo a destra e poi a sinistra: non c’è nessuno che corrisponda a lui. Così mi avvio verso i cancelli facendomi strada tra tutti i miei compagni e lo trovo appoggiato alla sua moto con il suo solito ringhio beffardo sul volto.
 […]
–Pronto, Lara?- dice in tono cupo Eva dall’altra parte della cornetta
-Si, che c’è?- le chiedo spaventata
-Beh, ecco… ci servirebbe un favore- dice lei in tono rassegnato
-“Ci”…?- ripeto alzando un sopracciglio […]
 

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Capitolo 4
*** Il ragazzo della moto.. ***


               
                                                                           ***CAPITOLO 4***

-Lara alzati!- mi dice mia madre facendo irruzione, come ogni santa mattina, in camera mia. Io sbuffo e mi alzo di malavoglia… sarà meglio collegare il mio cervellino che sta ancora nel mondo dei sogni infatti, neanche a dirlo, il mio mignolino del piede va a sbattere contro l’armadio.
-AIO!!- urlo saltellando sul piede rimanente e massaggiandomi il mignolino
-Lara stai attenta!- dice mia madre cercando di soffocare una risata
-Madre, ti prego: taci!- sbotto infastidita mentre lei scende al piano inferiore. Vado in bagno e mi sciacquo il viso, mi faccio la piastra e i miei capelli MIRACOLOSAMENTE si lisciano senza troppe lotte inutili. Torno in camera e mi vesto prendendo i primi indumenti che mi capitano sotto mano (una maglietta dell’hard rock e dei leghins bianchi). Faccio colazione e esco di casa a passo di marcia per recarmi a scuola.
-Ehi Lara, come stai?- mi chiede Eva in tono solare
-Ehi Eva! Io sto benone a parte il fatto che ho sbattuto il mio adorato mignolino sull’armadio e mi fa ancora male- le dico piagnucolando
-In effetti devo dire che la mattina non è il tuo momento del giorno preferito… Comunque, tesoro mio adorato, la vuoi sapere una notiziona che ti rallegrerà la giornata?- mi chiede in tono eccitatissimo e felicissimo. L’ultima volta che ha usato questo tono era, alle elementari, per dirmi che, in un videogioco, si era riuscita a fidanzare con Dave che era il ragazzo più bello di tutto il videogioco.
-Fammi indovinare… i tuoi hanno deciso di comprarti “Dog Island” per ps2!- dico schiccando le dita allo stesso modo di una che ha avuto un’illuminazione
-No, a parte il fatto che ce l’ho già la notizia non è questa, è 200 volte meglio!-
-Su, su… cos’è mi stai facendo incuriosire!- credo di avere gli occhi che brillano e un’espressione tanto da ragazza pucciosa e curiosa
-Tu…- inizia lei fermandosi subito dopo
-Io…- dico spingendola a continuare con la frase
-Tu e io…-
-Io e te…-
-Andiamo…-
-Io e te andiamo…- okay, sembriamo due sceme e se qualcuno ci vede ci prenderà per due che hanno il cervello da bambina-cocco, ma che m’importa! Voglio dire a me piace comportarmi da bambina assieme ad Eva… mi sa sentire, a parte più giovane, più me stessa!
-In…-
-Io e te andiamo in…-
-A…-
-Io e te andiamo in A…-
-IN AMERICA!!- urla piena di gioia!
-In America?!- le chiedo sorpresa. Cioè io e lei in America…
-Precisamente a New York!- dice lei annuendo per poi spostare le sue braccia sulle mie spalle e iniziandomi a scuotere come una forsennata –TI RENDI CONTO! A NEW YORK!!- mi urla. Okay, sono io o il modo ha iniziato a muoversi con più velocità?
-Ho capito!- biassico quando smette di scuotermi –Ma come mai questa novità?- le chiedo
-Oh, beh… sai com’è abbiamo 17 anni io ho degli zii in America… con la scusa di un “vacanza-studio”…- ma quanto è intelligente sta ragazza? E quanto gli voglio bene io? 
-SEI UN GENIO!!- le urlo abbracciandola
-Ehm… scusate se vi disturbo…- dice Carmen sulla soglia della classe. Carmen è la più timida della classe e anche una ragazza d’oro: sa capire quando hai bisogno e fa di tutto per aiutare i suoi amici.
-Carmen, ciao! Unisciti a noi in questo abbraccio!- le dice la mia amica allargando le braccia verso di lei
-Beh, ma veramente…- tenta ma io la blocco, questa ragazza è pucciossissima!
-Dai su, non farti pregare!- allora lei si avvicina piano, piano fino a quando non viene avvolta dalle nostre braccia. Io e la Eva ci mettiamo a saltare come due deficienti, mentre l’altra accenna piccoli e timidi saltelli.
-Allora, ci dovevi dire qualcosa?- le chiedo io staccandomi dall’abbraccio
-Veramente si… c’è un ragazzo, fuori, che chiede di te- mi dice con il suo tono appena udibile
-Un ragazzo?- dice con una nota di malizia la mia amica –Ma che mi hai combinato?- continua poi facendomi un sorrisone
-Io, niente! E poi che tipo di ragazzo?- chiedo rivolta all’altra ragazza
-Beh un ragazzo… vai fuori, ha una moto nera- mi dice mogia, mogia. Una moto nera, non sarà… no, impossibile, cosa vuole da me lui?! Eppure è l’unico che conosco che la possieda. Ma cosa cavolo è venuto a fare qui, nella mia scuola, a cercarmi, con Jack nei paraggi poi… non pensa che si possa insospettire? Un lungo brivido mi percorre tutta la spina d’dorsale: ho un brutto presentimento! Inizio a correre, esco dalla classe e sento Eva che mi richiama, ma io non le do retta. Percorro tutti i corridoi e le due rampe di scale, esco e mi ritrovo davanti il cortile affollato di studenti, guardo a destra e poi a sinistra: non c’è nessuno che corrisponda a lui. Così mi avvio verso i cancelli facendomi strada tra tutti i miei compagni e lo trovo appoggiato alla sua moto con il suo solito ringhio beffardo sul volto.
-Ehi Lara!- sento che mi saluta
-Che diavolo vuoi ancora?- gli chiedo acida affrontandolo con lo sguardo
-Vedo che non ti è andato giù il fatto che sono tornato- dice tranquillo
-A rompere le palle nella mia vita- finisco la sua frase, ora non sono più una bambina e ho i miei metodi per difendermi
-Oh, non ce la avrai ancora con me per quella storia…- dice roteando gli occhi
-Lascia perdere! Certe cose non valgono la pena di essere rivangate. Il passato è passato!- gli dico neutra. Se c’è una cosa che ho imparato nel fronteggiare Jack è che non bisogna mai far trasparire le proprie emozioni davanti ad un avversario, o lui li potrà usare come punti di forza. Eppure io ho paura di lui, di quell’essere perfido che, si può dire, tolto tutta la mia infanzia. Il suo ghigno, per di più, non mi tranquillizza per niente.
-Ah Lara, Lara… sei cresciuta; sai?! Potresti anche essere definita carina…-dice lui scrutandomi attentamente, ovviamente, soffermandosi sul seno e sui fianchi. Quello sguardo addosso mi mette in soggezione e mi fa provare ribrezzo. Eppure delle ragazze mi guardano invidiose perché vorrebbero essere al mio posto, perché vorrebbero conoscerlo e magari farci sesso una notte dato che è “figo”, ma nessuna di loro lo conosce veramente; non sanno quanta cattiveria abbia in corpo!
-Ti prego risparmiami le tue lusinghe che mi fanno rivoltare lo stomaco!- esclamo schifata
-Oh facciamo la modesta, eh?! Ma non sai che molte delle tue compagne vorrebbero ricevere un complimento da me? Comunque guarda… sta arrivando anche Jack, così chiudiamo il quadretto!- esclama alzando una mano, in segno di saluto, per poi riabbassarla subito dopo
-Ehi capo come andiamo?- chiede la voce di Jack
-Benone tu sei sempre un “cattivo ragazzo” anche qua a scuola, vero?! Mi raccomando non mi deludere!- gli risponde l’altro stronzo
-Lara!- mi saluta freddamente Jack. Ecco il suo comportamento strafottente 24 ore su 24 tranne quando è in presenza di Andrea, quando c’è lui diventa un cubo di ghiaccio… noto che non sono l’unica che ricorda cos’è successo ancora al tempo della nostra infanzia. –Che ci fai qui?- mi chiede usando un tono che può fare gelare all’istante tutto l’Oceano Atlantico
-Chiedilo al tuo “amichetto”!- dico io sarcasticamente e marcando le parole “amichetto”, lui rivolge lo sguardo verso Andrea che gli fa le spallucce
-Mi serve un favore…- spiega breve l’altro
-Io.Non.Farò.Un.Favore.A.Te- ringhio velenosa, non glielo farò, non dopo quello che mi ha fatto!
-Guarda che ti divertirai!- dice aprendosi in uno dei suoi ghigni maliziosi e strafottenti
-Non mi interessa andare a letto con qualcuno per distrarlo mentre tu fai quel cazzo che devi fare… dopotutto hai quella puttanella di Alice, no?!- sputo acida
-E chi ti dice che sia quel genere di favore?- mi chiede scettico
-Perché quale altro favore ti dovrei fare, sentiamo?- ma prima che lui posa rispondere suona la campanella, così io gli rivolgo un ultimo sguardo omicida successivamente gli do le spalle e sparisco dentro l’edificio. Per tutto il resto della giornata scolastica non do retta a nessuno, neanche a Eva. Sono troppo arrabbiata anche per pensare di fare un discorso con qualcuno senza aggredirlo e picchiarlo a sangue.
Quando sento la campanella, che decreta la fine delle lezioni, suonare getto tutto nella cartella, per poi uscire e incamminarmi a passo svelto verso casa mia. Passo l’intero pomeriggio chiusa in camera rimuginando su cosa cavolo possa volere da me quello stronzo coglione e codardo. Insomma perché, dopo quello che mi ha fatto voleva un favore. Perché il solo guardarlo negli occhi mi incute timore e perché, diamine, il mio spirito combattivo va a farsi fottere! Sia chiaro che IO a LUI NON devo niente, casomai è LUI che mi deve chiedere scusa, solo che le sue scuse non basterebbero. Andrea è solo un viscido verme codardo che sfrutta gli altri per raggiungere i suoi scopi, adesso spaccia e contrabbanda. Sento il cellulare suonare e rispondo senza leggere neanche il nome sul display
-Pronto, chi parla?- chiedo cercando di usare un tono gentile
-Pronto, Lara?- dice in tono cupo Eva dall’altra parte della cornetta
-Si, che c’è?- le chiedo spaventata
-Beh, ecco… ci servirebbe un favore- dice lei in tono rassegnato
-“Ci”…?- ripeto alzando un sopracciglio
-Si, “ci”! Potresti… venire in commissariato, ti spiego tutto dopo!- in commissariato? Ma che cavolo succede?! L’hanno scippata, derubata, ha fatto un’incidente? Spaventata per questi pensieri le dico un veloce “ti raggiungo subito” e scendo dal mio lettone, mi infilo veloce le mi converse e scendo le scale inciampando una o due volte. Correndo per strada estraggo dalla tasca della mia giacca il mio BlackBarry bianco e leggo l’ora le 15:37, volto a sinistra e mi trovo davanti la struttura imponente con la scritta “Commissariato” all’entrata. Entro e trovo Eva seduta in una della poltroncine d’attesa con lo sguardo rivolto verso il pavimento grigio che le stava sotto i piedi
-Ehi Eva, che è successo- le chiedo con ancora deli ansimi per la corsa
-Oh, beh… devi aiutare Jack ad uscire di prigione…- mormora non degnandomi di uno sguardo
-CHE COSA??- le urlo io mentre lei si fa piccolina
-Lara, ti spiego dopo… nel frattempo…- ma non riesce a finire la frase che vedo mio zio andare verso la portineria
-Lara, sei qui per il tuo amichetto?- mi chiede in tono severo: merda!
-Zietto, ma che bella sorpresa!- dico facendogli un’espressione da cucciolo cuccioloso
-Sorpresa? Ma se io ci lavoro qui!- sbotta alzando un sopracciglio
-Oh, cioè… si, volevo dire… ehm… credevo fossi in vacanza!- ahia, mi sto arrampicando sugli pecchi!
-E chi è che ti avrebbe detto una simile sciocchezza?- sbotta alzando anche l’altro sopracciglio
-Oh, beh… dato che non vai mai in vacanza…-
-Ecco, appunto: io non vado mai in vacanza!- sbotta. Non lo sopporto proprio quando crede di fare “Capitan Ovvio”, oltre al fatto che mi fa sentire ignorante, mi da fastidio vedere la sua espressione irritata!
-Zietto?- lo chiamo
-Si…-
-Beh ecco, non potresti rilasciare…-
-NO!- interviene prima che io possa finire la mia frase e, preso un plico di fogli, se ne ritorna in ufficio
-Ho provato anche io a convincerlo a rilasciarlo… ma non ce n’è stato verso!- esclama la mia amica esasperata. Cristo Santo, che cosa mi tocca fare!
-Aspettami qua!- le dico sbrigativa mentre mi dirigo verso l’ufficio di mio zio, ultimamente fare la lecca culo era diventato il mio hobby, infatti 30 minuti, esatti, dopo stiamo uscendo dal commissariato.
-Ora mi volete spiegare che cazzo è successo?- sbotto irritata
-Non c’è niente da…- inizia Jack ma la mia amica gli molla, leggera, una gomitata e lui geme per il dolore. Evidentemente era preso abbastanza maluccio perché una cosa così leggera gli facesse male, perfino peggio delle altre volte: aveva un occhio nero (il classico), dalla testa gli scendeva un rivolo di sangue, le braccia erano piene di lividi e, non mi stupirei, se si fosse anche rotto qualcosa.
-Praticamente io stavo camminando per strada quando ho sentito delle grida, sono corsa dentro la piccola via e mi sono trovata davanti a dei ragazzi che si picchiavano, tra cui anche Jack se non si fosse capito, così sono intervenuta per fermarli, ma è arrivata la polizia così lui e gli altri sono finiti dentro.- finisce con un sospiro. Okay, ora è il momento in cui faccio la “donna acida”, come mi chiama lui, o più semplicemente il momento in cui gli faccio una ramanzina
-Jack, mi spieghi il perché continui a fare il coglione?- chiedo calma, non avevo nessuna intenzione di alzare la voce, anche per il fatto che non mi era permesso dato che la stavo anche per perdere!
-Io non faccio il coglione!-  esclama offeso
-Jack, hai ragione, tu non lo fai perché lo sei già! Comunque adesso ti accompagno a casa e ti medico quelle ferite, così torni come nuovo, fai a cazzotti di nuovo, vai in galera e io ti vengo a tirare fuori come ogni santa volta!- ero calma, anzi, rassegnata. Ora so il perché sua madre aveva perso la pazienza!
-Allora io giro- mi dice la mia amica per poi salutarmi cordialmente e svoltare a destra. Noi continuammo dritti, senza rivolgerci una parola, a camminare fino a quando non arrivammo a casa sua.
-Siediti qui, io vado a prendere la cassetta di pronto soccorso- dico indicandogli una sedia della cucina. Ormai conoscevo quella casa come le mie tasche, così non trovavo difficoltà nel muovermi tra le stanze. Tornai in cucina con la valigetta verde in mano e la depositai sul tavolo.
-Alza il viso che controllo il tuo occhio- dico, poi mi misi a tastare la pelle violacea e senti che lui si irrigidiva ogni volta che premevo. Sapevo che gli faceva male, ma lui non voleva dimostrarlo apertamente. Gli applicai l’apposita pomata e poi mi concentrai sulla ferita alla testa che disinfettai e poi bendai, successivamente esaminai il resto delle ferite, qualche volta, premendo forte il punto dolente, tanto per avere una piccola rivincita, mentre lui continuava ad imprecare.
Appena finì di medicarlo mi diressi a casa mia e mi rinchiusi di nuovo nella mia stanza. Presi il mio cellulare e notai che mi era arrivato un messaggio:
Ehi, spero non sarai arrabbiata con me:3… mi dispiace tanto gioia!” lessi il messaggio della Eva e sorrisi spontaneamente
Ma no che non sono arrabbiata con te sciocchina:), ce l’ho con quel coglione! È sempre, e ripeto, SEMPRE in mezzo ai casini!” le risposi io, la risposta arrivò in meno di mezzo secondo
Dato che non sei arrabbiata con me ti faccio una domanda:)… chi era il ragazzo della moto che ti cercava, stamattina?:S” rilessi il messaggio più volte. Ero davvero pronta a parlare di quel coglione di Andrea, ero davvero pronta a rivangare il passato e tutto il dolore che avevo provato?

Capitolo dedicato a TwinElis che ha messo la mia storia tra le seguite:)
 
N.D.A.: Buonsalve gente, come la va? Chi sarà questo Andrea? E cosa avrà a che fare con Jack e Lara? ma soprattutto, cosa ha fatto alla nostra protagonista e chi è Alice? Qual è il filo che li lega?
Okay, lo ammetto: sono un po’ stronza a mettervi addosso tutte queste curiosità e non continuare più… ma che ci volete fare: sono fatta così:P! Tornando a noi… allora, che ne pensate di questo capitolo? Personalmente io ne sono fiera:)!
Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite…
…tra le seguite…
…tra le ricordate…
…e chi legge solamente:)
Per di più vorrei regalare un ringraziamento speciale alle mie amiche che,
nel momento del bisogno,
mi sono sempre accanto e mi offrono una spalla su cui contare:)


N.D.Anna(migliore amica di Caterina):heilà ragazzuole come state????? adesso sono accanto alla mia amica caterina (caterina va con la "c" miniuscola perchè l'itagliano si imparà cosssi) e ho insistito per fare un saluto alle sue fan (non so come facciano a sopportarmi! ndGen) con tanto love:) Baci e abbracci.
P.S: leggo anch'io la storia, solo che io sono già arrivata al 5^ capitolo;)


SPOILER-IAMO:
nel prossimo capitolo...

[…]
-[…]Comunque lo sai che fra poco è il compleanno di Jack, no?!- mi chiede retorica. Io alzo di nuovo le spalle. Come se non lo sapessi! Tutti gli anni mi hanno sempre rotto con la storia “Lara è il compleanno di Jack, non fare la scortese!”, si certo! Come se fossi io la scortese, comunque mi hanno sempre rotto con sta storia e vogliono che mi dimentichi anche il giorno del mio inferno?! Mando giù un l’intera brioche (non spaventatevi, è solo perché ieri non ho cenato!)  e poi mi rivolgo a mia madre
-Allora?-
-Beh, Denise ha pensato a una festa a sorpresa…- la interrompo prima che possa continuare
-Nah, non è il tipo!- le dico sincera
-Appunto, volevamo che tu organizzassi una festa per il suo compleanno: discoteca, casa, ristorante… fai un po’ tu!- mi dice facendomi strozzare con la mia stessa saliva […]
 

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Capitolo 5
*** Jack fidanzato?! ***



                                                                                               ***CAPITOLO 5***

[“Dato che non sei arrabbiata con me ti faccio una domanda:)… chi era il ragazzo della moto che ti cercava, stamattina?:S” rilessi il messaggio più volte. Ero davvero pronta a parlare di quel coglione di Andrea, sono davvero pronta a rivangare il passato e tutto il dolore che avevo provato?]

Nessuno in particolare:)! Senti ora devo andare a letto, ci sentiamo domattina, ciao:*” no, decisamente non sono ancora pronta. Mi dispiace mentirle, ma non me la sentivo di raccontarle tutto su Andrea, sarebbe come rievocare una lacuna troppo grande!
“OOOKKKKAYYYY, se lo dici tu:), ‘notte a domani;)” mi rispose lei su un altro messaggino. Mi cambiai e mi misi sotto le coperte anche se erano a mala pena le 8 di sera, avevo voglia di dormire, di isolarmi in un mondo mio fatto a mio piacere, avevo voglia di non pensare più a tutte le cose belle o brutte che fossero.
***
-Lara, che hai?-sento la voce di una bambina di 8 anni che mi chiama, apro gli occhi e mi ritrovo abbagliata dai raggi del sole, così li richiudo in uno scatto repentino. –Ehi, Lara!- sento la voce di prima richiamarmi, così volto il viso in direzione di quella voce e apro gli occhi
-A…Alice?- chiedo io sbigottita io, io e lei abbiamo 8 anni! Sono tornata indietro nel tempo, di sicuro è un sogno!
Mi guardo attorno… eppure questo posto, quei bambini… QUEL bambino, sto vivendo un ricordo! Ma non un ricordo qualsiasi QUEL ricordo!
Sento la risata cristallina della bambina affianco a me e mi volto a guardarla. È una bambina paffuta ma tremendamente dolce, che con il suo carattere immensamente ingenuo può fare sciogliere un iceberg.
-Lara, che ti prende? Hai una faccia buffissima!- dice soffocando delle risa, è bello tornare nel passato e rivivere i ricordi felici, peccato che non possano durare per sempre! Infatti ci si avvicina un ragazzo 11enne dall’aria perennemente imbronciata
-Alice, vieni!- ordina lui seguito lanciandoci un’aria di sufficienza. Mamma mia, ma quanto l’ho odiato per quelle sue occhiatacce?!
-Ma veramente io…- tenta di ribattere la mia amica
-MUOVITI!- la interrompe lui, Alice abbassa il capo e lo segue
***
-Lara, svegliati!- mi sussurra dolcemente mia madre all’orecchio, la adoro quando fa così e non mi butta giù dal letto a son di urla!
-Sono sveglia!- dico alzandomi a sedere e stiracchiandomi. Ho tutte le ossa indolenzite e il braccio destro è informicolito, che fastidio!
Riesco ad alzarmi e a cambiarmi, poi vado in bagno e mi sciacquo il viso, fatto questo scendo a fare colazione.
-Ah, Lara! Prima che mi dimentichi…- mi richiama mia madre mentre io mi sbrano un’intera brioche al cioccolato
-Si?- le chiedo io con un boccone in bocca, lei rotea gli occhi
-Lara, lo sai che non si parla con la bocca piena!- mi rimprovera ma io alzo le spalle –Come non detto! Comunque lo sai che fra poco è il compleanno di Jack, no?!- mi chiede retorica. Io alzo di nuovo le spalle. Come se non lo sapessi! Tutti gli anni mi hanno sempre rotto con la storia “Lara è il compleanno di Jack, non fare la scortese!”, si certo! Come se fossi io la scortese, comunque mi hanno sempre rotto con sta storia e vogliono che mi dimentichi anche il giorno del mio inferno?! Mando giù un l’intera brioche (non spaventatevi, è solo perché ieri non ho cenato!)  e poi mi rivolgo a mia madre
-Allora?-
-Beh, Denise ha pensato a una festa a sorpresa…- la interrompo prima che possa continuare
-Nah, non è il tipo!- le dico sincera
-Appunto, volevamo che tu organizzassi una festa per il suo compleanno: discoteca, casa, ristorante… fai un po’ tu!- mi dice facendomi strozzare con la mia stessa saliva
-CHEEE???-le chiedo scioccata, ma si è bevuta il cervello?!
-Non fare quella faccia! E poi fila a scuola che è tardi!- lancio un’occhiata veloce all’orologio e noto che mancano 10 minuti all’inizio delle lezioni.
-Madre, non pensare di cavartela così!- ringhio mentre mi metto le converse e esco di casa con lo zaino dell’Eastpack sulle spalle.

POV EVA
-Buongiornooo!- dico a Lara vedendola entrare con una faccia da chi sta mandando maledizioni a tutti, lei mugugna un “ciao” tra i denti. –Ehi, che hai?- le chiedo vedendo che mi lincia con lo sguardo –Oh, ma non sarà per ieri?! Scusami, io… io ho tentato di fermarli, ma non ci sono riuscita così è scoppiata la rissa e…-
-Non è per ieri, è per il fatto che mia madre mi ha incaricato ad organizzare la festa per i 19 anni di Jack- mi ringhia interrompendomi
-Ma tu adori organizzare feste!- le ricordo io
-Si, ma non le feste dei coglioni!- ribatte lei. Ma perché quei due non vanno d’accordo? Sarebbero una coppia perfetta!
-Dai, tu devi pensare che sia una festa qualunque, se vuoi ti aiuto io ad organizzarla!- le sorrido sincera e rassicurante
-Non ti preoccupare, oggi pomeriggio parlo con mia madre e le dico che non si fa niente!- dice lei sorridendomi di rimando. Eh no cara mia! Una festa io non me la perdo, neanche se fosse una festa per il compleanno di un bambino di 6 anni non me la perderei: io adoro le feste! E poi cavolo, anche lei adora organizzarle!
-E cosa pensi che dirà Denise? La vuoi deludere, eh?!- lo so, lo so… sono stata subdola a tirare in ballo questa carta, ma è l’unico modo per cui mi avrebbe dato ascolto e avrebbe fatto la festa!
-Beh, ecco… io veramente… oh: d’accordo!- soffia tra un ringhio e l’altro. So che molto probabilmente si sta trattenendo a stento dallo strangolarmi e che la cosa che sto per fare peggiorerà di certo la situazione: ma AL DIAVOLO TUTTO!
-YEEEE!!! Evvai!!- gioisco io saltando
-Te l’ho mai detto che sei una bastarda?!- ringhia, per un momento il sangue mi si gela dalla paura dato che il suo sguardo promette tutto di negativo ma niente di buono.
-Ehm… sono la tua migliore amica tanto pucciosa, pucciosa puccina picciò..- tento con uno sguardo da cagnolino bastonato. Ma è possibile che faccia tante storie solo per una festa?! Bah…
-Evuccia cara, lo sai che per avermi cacciato in questo guaio la tua punizione sarà di aiutarmi con la festa?!- dice lei con un ghigno maligno. Oh ma dai: cosa vuoi che sia?!
-Va bene!- dico mentre il suo ghigno non muta. Ma davvero pensa che lavorare a una festa a sorpresa sia così tanto maligno per me?! Strano: non la facevo così ottusa; io non sono lei e non mi da fastidio Jack, insomma qualche volta esagera sul serio, ma io non ho mai avuto nulla contro di lui!
Si sente il trillo della campanella e dopo neanche due minuti Jack entra con le ochette coccò a presso, mi giro verso Lara ma lei ha preso in mano il suo libro della settimana e si è già immersa nella lettura. Dopotutto la prima ora abbiamo latino, una materia da schifo in cui Lara ha altrettanti voti da schifo, il cui la prof. ha un modo di spiegare da schifo… e potrei andare avanti all’infinito, ma preferisco fermarmi anche perché non voglio che mi cresca la barba!
-Oh Jackie: sei così coraggioso!- sento sospirare Marzia la troietta delle troiette. Ci prova con Jack spudoratamente 24 ore su 24, 7 giorni alla settimana, 365 giorni all’anno. Mi giro a guardare e vedo che Marzia è tranquillamente seduta sulle ginocchia di Jack e che gli sta accarezzando il petto, scena disgustosa!
-Bleah!- faccio una smorfia schifata e mi siedo al fianco alla mia amica mentre è assorta dal suo libro. Le sue labbra pronunciano silenziosamente le parole scritte sul suo libro come una litania.
La campanella  suonò per la seconda volta, suono che accompagnò l’entrata della professoressa.
 
POV LARA
Sento di sfuggita le spiegazioni della nostra prof. di latino mentre continuo a leggere il mio libro,  sento anche i chiacchiericcio dei miei compagni che parlano tra loro, ma non me ne curo più di tanto anche perché sto leggendo e quando leggo entro in un mondo tutto mio. Mi esilio dagli altri e non penso più a Jack e le sue risse, a Marzia e l’ochetta che è in lei, a Marco… non penso più a nessuno, nel mio mondo ci siamo solo io e i personaggi del libro: nessun altro!
Suona la campana e io di malavoglia sono costretta ad abbandonare il mio libro per la seguente ora di matematica.
-Lara, ehi Lara… ci sei??- sento Eva che mi chiama e io mi giro a guardarla ancora con aria assorta. Infatti fino a poco tempo prima ero a pensare al mio adorato libro.
-È strano come il ragazzo perfetto esista solo nei libri e nelle storie… il principe azzurro, oppure il ragazzo popolare della scuola che ha un carattere dolce oltre che una bellezza disarmante- me ne salto fuori io senza neanche pensare a quello che stavo dicendo. La mia amica mi guardò con uno sguardo un po’ confuso ma poi la vidi annuire per darmi ragione.
-Effettivamente nella realtà i ragazzi dolci sono quasi tutti spariti ed è raro trovarsene uno davanti, ormai sono rimasti solo i ragazzi belli e stronzi, coglioni  deficienti e superficiali. Ormai i ragazzi dolci che vanno in profondità e tentano di capire quello che provi non esistono più. Ora sono rimasti i ragazzi che vanno, letteralmente, a puttane!- dice mentre con gli occhi fissa un punto indefinito del suo astuccio. Effettivamente a ragione, mi ricordo delle storie che mi raccontava mia nonna Amelia per farmi addormentare, lei non me l’aveva mai detto, ma si capiva benissimo che erano fatti accaduti nella sua adolescenza. Mi raccontava della giovane Lulù (cioè mia nonna) e di come avesse conosciuto il suo ragazzo (cioè il nonno). Ogni sera mi raccontava un episodio diverso fino a quando, finalmente, Lulù si sposò.
-E con quei ragazzi dolci sono sparite le storie serie e il vero amore- continuo io il suo discorso, solo che appena pronuncio quelle parole mi vengono degli strani brividi.
-Tutto okay?- mi chiede Eva vedendo il mio cambiamento. Volevo tremendamente bene a quella ragazza, si accorgeva subito quando c’era qualcosa che non andava e anche quando stavo male, l’unico difetto è che si accorgeva anche di quando mentivo!
-Si tranquilla, è solo un po’ di freddo!- la tranquillizzo io mentre lei mi guarda con uno sguardo per nulla convinto. Poi sembra ricordarsi di qualcosa e tira fuori dallo zaino una piccola bustina contenente del mangime per non so che cosa, poi dalla sua borsa tira fuori una scatola di scarpe con tanti forellini attorno. Oh no; non ditemi che l’ha fatto davvero! E invece si: dalla scatola fa uscire un piccolo cricetino color panna, con le orecchie nere.
-Devo dargli da mangiare prima che entri il prof. di inglese!- esclama aprendo la busta e versandogli in una piccola ciotolina del mangime, ripose quest’ultima e il criceto dentro la scatola da scarpe che lasciò aperta per fare respirare la piccola bestiola.
-Mi spieghi che cavolo di Bruxelles ci fai con un criceto a scuola?!- quasi mi metto ad urlare per lo sgomento.
-Shh…-mi intima lei –È un povero piccolo e indifeso!- continua lei mettendo la mano dentro la scatola e accarezzando il pelo morbido del criceto.
-Lo sai che se ti beccano con un cricet…- ma non riesco a finire la frase che entra il prof. di matematica, Eva chiude velocemente la scatola e la fa scivolare in borsa cercando di essere delicata.
-Buongiorno ragazzi…- ci saluta con un sorriso l’anziano prof. di matematica.. ha un cognome impronunciabile, ma dato che assomiglia incredibilmente ad Einstein lo chiamiamo come quest’ultimo.
***
La campanella suona a 12:05, e noi usciamo da scuola per recarci nelle nostre adorate casucce, Eva mi ferma appena uscite dal cancello di scuola e si reca verso il muretto che circonda la scuola. Io la seguo guardandola con aria interrogativa, ma poi capisco tutto quando dalla borsa estrae la scatola di scarpe, la apre, prende l’esserino che c’è dentro e se lo posa in spalla, per poi ricacciare la scatola dentro la sua borsa. Ci incamminiamo verso le nostre case.
-Che sonno!- commento io portandomi una mano alla bocca per sbadigliare. Eva mi guarda con aria stanca
-Non lo dire a me che stanotte ho dormito solo tre o quattro ore…- si lamenta strofinandosi gli occhi
-Come mai?- gli chiesi curiosa mentre calciavo qualche sasso che era in mezzo al marciapiede
-Abbiamo Sora da noi…- ma io la interrompo con gli occhi luccicanti
-Sora l’alano di tua nonna?- le chiedo. Quando eravamo in quinta elementare andavamo sempre a casa di sua nonna e salivamo in groppa a Sora per giocare.
-Esattamente, mia nonna ha deciso di partire a visitare il mondo… non guardarmi così, pensa che quando sono venuta a saperlo io quasi non cadevo dal divano per le risate. Comunque ci ha consegnato il cane e ieri si era addormentato sul mio letto solo che dato che pesa troppo non sono riuscita a spostarlo, così ho cercato di incastrarmi meglio che potevo per non cadere, solo che guarda un po’ sono caduta così dopo altri tentativi ci ho rinunciato e sono andata a dormire con i miei genitori, solo che ci ho messo un bel po’ ad addormentarmi perché mio papà russa!- appena finito di raccontare io scoppio a riderle in faccia e lei mi guarda indignata, per poco non cadevo in mezzo alla strada dal ridere… certo: povera la mia Eva… ma cavolo non potete dire che questa storia non fa ridere!
La mia amica mi lincia con lo sguardo e quando è il momento di girare non mi saluta neanche, si limita a sibilarmi un “ ‘fanculo”, ovviamente questo a me fa venire ancora più da ridere così continuo a ridere perfino quando entro in casa. Mia madre mi guarda come se fossi una pazza psicopatica fuggita dal manicomio.
-Tesoro, ma siamo proprio sicuri che all’ospedale qualche infermiera mezza ubriaca non abbia scambiato la nostra adorabile bambina con una di un manicomio?- chiede mio papà a mia madre che annuisce incerta. Io cerco di ricompormi, mi reco in bagno e mi tiro addosso dell’acqua gelida che mi fa subito smettere di ridere. Torno in cucina e trovo mio padre intento a mangiare
-Papà, come mai sei a casa così presto?- gli chiedo sedendomi a tavola e iniziando a mangiare
-Perché oggi pomeriggio io e tua madre dobbiamo andare via…- dice mio padre mentre guarda  il telegiornale alla tv.
-Ah, quindi oggi sono a casa da sola?!- penso ad alta voce.
-Si tesoro… comunque sta sera a cena abbiamo ospiti!- dice mia madre guardando il suo piatto.
-Chi?- chiedo io curiosa, anche se avevo già una mezza idea su chi fossero gli ospiti…
-Denise, Jack e la sua ragazza…- e infatti Denise, Jack e la sua ragazza… ASPETTATE UN SECONDO: LA SUA COSAAA???

Capitolo dedicato a Kasane che ha messo la mia storia tra le preferite:)



N.D.A.: BUONSAAALVE (?) gente riponete pure i pomodori e le uova perché ce l’ho fatta e ho aggiornato:).. e così Jack ha una ragazza eh?! Sorprese gioie mie??
Ahah… io mi sono sorpresa perfino mentre lo scrivevo ù.ù… non credo di aver accettato bene la cosa infatti ora la mia camera è leggermente in disordine… ehm; OVVIAMENTE NON È CERTO PERCHÉ MI SONO INCAVOLATA CON JACK E LA SUA RAGAZZA (??) CHE LA MIA CAMERA è COSÌ IN DISORDINE;).. ahah sto dicendo cose senza senso mi faccio pena da sola-.-‘’’ vabbeh non sto qui a scrivere tutti i nomi perchè sono un po' di corsa:3, comunque ringrazio ognuno di voi:):) con tutto il cuore!!
BAAASSSSCCIIII CENTEEEEE:*
 

SPOILER-IAMO
Nel prossimo capitolo…

[…]
-Mi dici il perché cazzo sei venuto fino a qui Andrea?! Perché cazzo sei venuto a cercarmi? Ero riuscita a farmi una vita fuori dal nostro quadrato e adesso me la rimandi in mona!- sputo fuori piangendo. Andrea mi guarda con uno sguardo di gelo con degli occhi distanti da me –Almeno degnati di rispondermi- dissi ormai con un fil di voce mentre i singhiozzi prendevano il sopravvento.
-Non sono venuto qui per rovinarti tutta la tua “vita sociale”, ma per chiederti uno straccio di favore!- dice serio, non l’avevo mai visto così. Distaccato, spaccone, duro, scazzato e sfrontato sempre, fin da giovane età, ma così serio mai. Forse è qualcos’altro, forse non si tratta di fare la sua puttana o la sua schiava. Decido di rischiare, anche se so che non potrò più tornare indietro.
-Di che si tratta?- gli chiedo fronteggiandolo con lo sguardo, i miei occhi si stavano ancora bagnando mentre i singhiozzi, però, erano cessati. […]
 

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Capitolo 6
*** Il favore di Andrea ***



                                                                                        ***CAPITOLO 6***

-Papà… da quando in qua Jack ha una ragazza?- gli chiedo mentre prendo un bicchiere d’acqua e lo bevo tutto d’un sorso: esatto gente mi stavo soffocando con gli spaghetti!
-Non lo so, Denise ci ha solo chiesto se poteva venire anche codesta ragazza perché stava rompendo le scatole a Jack che voleva venire- risponde lui facendo le spallucce. Cazzo: devo segnarmi nel calendario il giorno in cui si sono messi assieme per vedere se batteva il record della sua ragazza precedente, per la cronaca 4 ore… ehm vi avevo già detto che Jack era un puttaniere; no?!
-Ah… vabbeh!- dico io mentre continuo a mangiare la mia pasta… dopo un po’ mi viene un’idea –Mamma dato che oggi pomeriggio sono a casa da sola mi puoi dare un po’ di soldi che vado a far compere?-
-D’accordo, ma prima devi finire tutti i compiti!- dovevo pur approfittare delle ultime giornate di caldo, anche perché con l’arrivo dell’autunno, si stavano accorciando sempre di più quindi dovevo rinunciare alle mie passeggiate serali.
-Tranquilla tanto ho solo inglese da fare!- rispondo sorridendo e vado a poggiare il mio piatto vuoto nel lavabo per poi salire in camera mia per fare i compiti. All’inizio avevo pensato di invitare anche Eva, solo che poi ci ho ripensato perché volevo dedicare un pomeriggio solo a me stessa, infatti avevo intenzione di andare dall’estetista per fare la manicure e la pedicure, dalla parrucchiera per tentare di domare i miei capelli e infine in giro per i negozi: bel programma, no?!
Presi velocemente l’astuccio, il diario e il libro e iniziai a fare i compiti, ovviamente inglese è la mia materia preferita, quindi non ci misi molto per fare i tre esercizi che ci avevano assegnato per casa.
Appena finì i compiti lanciai uno sguardo alla mia sveglia sopra il comodino e notai che erano le 13:48, così presi dei soldi dal mio portafoglio e li infilai in tasca, poi scesi in cucina e mia mamma me ne diede degli altri, ovviamente non senza avermi fatto la solita minaccia ovvero “voglio lo scontrino e il resto!”, ovviamente poi se lo dimenticava sempre… ah la mia madre adorata!
Mentre cammino per raggiungere il centro mi trilla il cellulare in tasca, lo prendo e leggo il messaggio di Eva. È una catena… sbuffo: sono le solite cavolate, anche se mi piace  molto rinviarle, soprattutto perché ho i messaggi gratis!
Raggiungo il piccolo centro città e svolto a sinistra, in una stradina laterale, e mi trovo davanti l’insegn con scritto “beautiful passion”, entro e un ragazza sulla 20 mi saluta cordialmente.
-Ciao, sono qui per farmi manicure e pedicure- dico alla giovane ragazza che annuisce solare
-Prego, accomodati da questa parte!- e mi fa segno di sedermi in una delle tante poltrone panna che ci sono. Certo: io non sono una tipa che va molto dall’estetista, soprattutto perché amo mangiarmi le unghie e quindi sarebbe inutile, ma ogni volta che ci vado preferisco fare le cose fatte bene!
-Allora dimmi…- riprende la giovane commessa -…hai preferenze; come vuoi che ti faccia le unghie?-
-Vorrei farmi la ricrescita a quelle delle mani… e magari mettermi uno smalto lillà…- dico pensando all’effetto finale. In effetti il lilla è un bel colore e mi piace… si penso proprio che me le farò così!
-Anche le unghie dei piedi con lo smalto lillà?- mi chiede cortesemente la ragazza e io annuisco. Le lascio fare il suo lavoro e dopo una buona oretta e mezza sono fuori dalla piccola boutique di bellezza che tento di combattere contro la voglia di mordicchiarmi le ricrescita. Tento di non pensarci e alla fine funziona!
Mi dirigo ne negozio di fronte all’estetista, entro e trovo già delle donne che si stanno facendo la permanente. Mi siedo sulle poltroncine azzurro mare e, dopo un’altra buona mezzora, una donna ha finito così si libera il posto e una delle parrucchiere mi chiama. Ho deciso di domare i miei capelli in una permanente e di farmi un ciuffo che mi ricada libero sulla fronte.
Mentre sento le mani esperte della parrucchiera che mi fanno lo shampoo e i massaggi alla testa mi rilasso e mi lascio andare alla sensazione di leggerezza e di tranquillità che riusciva a trasmettermi, non pensavo più, il mio cervello era andato in vacanza e se ne stava dormendo bello che tranquillo.
***
Esco dal piccolo negozietto con i capelli setosi ancora più mossi di prima e con il ciuffo piastrato che mi ricade morbido sull’occhio. Cammino per la città guardando le vetrine, talvolta entro in qualche negozio.  È bellissimo trovare un po’ di tempo da dedicare a se, ti aiuta a rilassarti e, in quel periodo, ne avevo proprio bisogno: fra Jack e le sue risse, Eva e le sue trovate… beh, si; me lo sono proprio meritata questo pomeriggio per me stessa!
Mi ritrovo a camminare per il centro con un bel po’ di borse in mano quando senti il rombo di una moto dietro di me. Mi voltai e lo vidi. Vidi Andrea che si toglieva il casco, lo vidi fissare gli occhi nei miei, sentì la stessa sensazione che avevo provato il giorno passato. Non volevo che mi parlasse, non volevo dargli retta fino a quando non avessi sentito uscire dalle sue labbra un “scusa Lara, scusa per tutto!”, eppure le mie gambe si iniziarono a muovere da sole e andarono nella sua direzione, è come se avessi perso completamente il controllo su quei dannati arti, più tentavo di arrestarle, più loro avanzavano. Così non mi rimase altra alternativa che affrontarlo.
-Lara…- mi fa cenno con la mano lui. Io lo guardo e faccio un cenno con la testa.
-Che vuoi? Perché ieri sei venuto a cercarmi a scuola, perché mi segui… ti ho già detto che non farò la tua puttanella personale; vero?!- dico io sicura di me. Mi spiace ma lui, per me, rimarrà sempre un’ombra scura del mio passato, la causa della mia tristezza, la causa per cui io ho odiato sia l’Alice che Jack. Lui non mi risponde ma mi indica il bar dietro di lui, io annuisco sicura di me: non mi sarei fatta mettere i piedi in testa un’altra volta!
Camminiamo fianco a fianco, senza parlare, verso il bar indicato da Andrea poco prima. Ci accomodammo su uno dei tavolini al di fuori e il ragazzo cominciò a parlare
-Lara, sai perché sono qui…- dice lui puntando i suoi occhi nei miei. I suoi occhi… proprio quegli che avevo imparato ad odiare e ad amare allo stesso tempo, ma ero ancora una bambina e non sapevo cosa volesse dire amare qualcuno, non che adesso lo sappia, ma all’epoca non sapevo che l’Andrea per cui avevo una cotta platonica era solo una montatura per coprire un ragazzo malvagio e carico di risentimento. Dal canto suo, Andrea è sempre stato un po’ duro e musone, ma quello che conoscevo da piccola era dolce e gentile… avevo conosciuto il ragazzo buono che si nascondeva sotto la maschera da duro. Ma di certo non sapevo che il vero suo lato era malvagio: l’avrei imparato crescendo, per tutti i pomeriggi chiusi in camera a piangere, per tutte le ore di angoscia dopo la litigata con Alice e per tutto l’odio che covo verso il mio compagno di classe; perché infondo quei due sono identici!
-No cazzo: non lo so! So solo che vuoi un favore…- gli rispondo alzando di un tono la mia voce.
-Lara… non ti è arrivata la lettera?- mi chiede lui in tono duro, però dalla sua voce sento trasparire una nota cupa.
-Di che lettera stai parlando?- gli chiedo a mia volta. Lui non mi risponde, lo sento mormorare un “ma come cavolo è possibile?!”, ma non da segni di volermi rispondere –Allora; di che lettera stai parlando?-  insisto io, ma il suo sguardo assume una nota acida e di astio. A quel punto non resisto più, non ci sto capendo più niente: che favore dovrei fargli, ma soprattutto di quale lettera sta parlando?!
-Mi dici il perché cazzo sei venuto fino a qui Andrea?! Perché cazzo sei venuto a cercarmi? Ero riuscita a farmi una vita fuori dal nostro quadrato e adesso me la rimandi in mona!- sputo fuori piangendo. Andrea mi guarda con uno sguardo di gelo con degli occhi distanti da me –Almeno degnati di rispondermi- dissi ormai con un fil di voce mentre i singhiozzi prendevano il sopravvento.
-Non sono venuto qui per rovinarti tutta la tua “vita sociale”, ma per chiederti uno straccio di favore!- dice serio, non l’avevo mai visto così. Distaccato, spaccone, duro, scazzato e sfrontato sempre, fin da giovane età, ma così serio mai. Forse è qualcos’altro, forse non si tratta di fare la sua puttana o la sua schiava. Decido di rischiare, anche se so che non potrò più tornare indietro.
-Di che si tratta?- gli chiedo fronteggiandolo con lo sguardo, i miei occhi si stavano ancora bagnando mentre i singhiozzi, però, erano cessati.
-Lo vuoi  sapere, sicura che poi non ti incazzerai con me come hai fatto quando eravamo bambini; vero?!- cerca di assicurarsi che io gli rimanessi fedele e gli facessi quel caspita di favore.
-Non tirare fuori quella storia che è tutta colpa tua!- sbotto cercando di far cessare le lacrime ma con scarsi risultati. Dio solo sa quanto odiavo rendermi debole davanti a qualcuno!
-Lara, tu non hai mai voluto sapere tutta la verità e sai perché?! Perché trovavi comodità nel darmi la colpa… non è successo quel che è successo per causa mia e tu lo sai bene! Comunque non sono qui per discutere con te di questa cosa, torniamo al favore… riguarda Jack…- mi dice in tono serio, le mie lacrime cessano per la paura. Stavo tremando, avevo i brividi e la pelle era diventata ancora più bianca di quello che già era.
-Se devo salvargli il culo dalla prigione un’altra volta no eh!- tento di dire in tono sarcastico, ma quello che mi esce è più simile a un sussurro, un misero soffio
-Lara, Sergio è tornato… e lui non perdona!- mi dice ignorando la mi frase precedente.
***
-SONO A CASA!!!- urlo da salotto mentre appoggio faticosamente tutte le borse sul divano.
-SI PUÒ SAPERE DOVE CAVOLO SEI STATA?!- mi urla di rimando mia madre dalla cucina, lanciai uno sguardo all’orologio appeso sopra la porta d’ingresso e… ahiahi: erano le 18:17.
-Scusa mamma ma ho incontrato un vecchio amico e ci siamo fermati a fare due chiacchere- la informo facendo capolinea in cucina. Lei si volta e mi scruta da cima a fondo, poi i suoi occhi prendono a brillare e si mette ad urlare cose tipo “matrimonio in vista! Lo sapevo io che quei due erano destinati a sposarsi!”. Mio padre, disturbato dalle urla, ci aggiunge in cucina; mi scruta anche lui dalla testa ai piedi e si mette ad urlare assieme a mia mamma. E dopo loro due dovrebbero essere degli adulti?! Bah… gli adulti di oggi…
-NON SONO ANDATA DALLA PARRUCCHIERA PERCHÉ SONO GELOSA DELLA FIDANZATA DI JACK!- urlo io in modo che la mia voce si senta sopra la loro. Loro si guardano come per dire “Se, se…”, poi guardano me e il mio sguardo gli fa capire che non sto scherzando quindi mio papà se ne torna sconsolato in camera e mia mamma se ne torna, sempre sconsolata, a cucinare la cena. Sbuffo: non è una novità che i miei e Denise ci stiano programmando il matrimonio fin dalla nascita, l’unica cosa che non sanno è che noi due non ci sposeremo MAI!
-Tesoro vatti a preparare che tra meno di un ora arriva Denise!- mi dice mia mamma in tono mogio, io mi avvicino e le schiocco un sonoro bacio sulla guancia per poi dirigermi verso il bagno.
Sto in doccia una buona mezzoretta, esco mi asciugo e mi reco in camera mia per vestirmi. Vedo sopra il letto le buste di oggi pomeriggio che, molto probabilmente, sono state portate qui da mia madre. Inizio ad aprirne una per una in cerca della felpa che avevo acquistato. La trovo e la fisso ancora un po’ prima di metterla, proprio come avevo fatto in negozio. La felpa è blu notte con una scritta che dice “Life is Now”  azzurra ornata da brillantini color argento. Tolgo l’etichetta e la indosso, poi prendo un vecchio paio di jeans a vita bassa tutti strappati e me li infilo: un po’ di trucco, una controllatina ai capelli et voilà; il gioco è fatto!
Suonano alla porta, mia madre va ad aprire la porta e, dal piano superiore, sento che saluta calorosamente Denise e Jack. Faccio un bel respiro profondo e scendo le scale per ritrovarmi in soggiorno. Vedo Denise e subito le salto al collo, la saluto e mi stacco da lei. Poi vedo Jack e affianco a lui c’è nientemeno che… MARZIA?! …COSA CAVOLO CI FA QUELL’OCHETTA POMPATA A CASA MIA?! FATELA USCIRE IMMEDIATAMENTE, SENNÒ ME NE OCCUPO IO MA LA CACCIO A CALCI IN CULO!! E va bene che mi dovevo sopportare Jack: ma anche lei no… eccheccazzo, che diamine avevo fatto per meritarmi tutte le disgrazie io, eh?! Me lo dite per piacere?
-Ciao Jack, ciao Marzia…- dico io vomitando con disgusto l’ultimo nome, quest’ultima mi guarda con un cipiglio soddisfatto e strafottente. Mi giro verso mia madre e vedo che Denise gli sussurra qualcosa all’orecchio e lei annuisce incerta mentre lancia occhiate fulminanti alla troietta, perfetto: almeno sarebbe stata una cosa breve dato che anche lei non vuole averla per casa!
-Allora… finalmente vedo casa tua…- dice con un sorrisetto amichevole. Non m’incanta la zoccola!
-Ah ah.. come se avessi voluto vederla!- mi limito a rispondergli facendo un’espressione incurante, lei fa le spallucce e si attacca al braccio di Jack… bleah: posso vomitare?!
-Oh Jackuccio mio; ti ho mai detto che mi sento protetta con te qui?!- okay: emergenza bagno! Rischio di vomitare addosso a qualcuno…
-Se volete accomodarvi a tavola…- dice indicandoci la tavola imbandita di stuzzichini. Mentre mi sto dirigendo al tavolo mi suona il cellulare, do un’occhiata al display e mi appare un numero sconosciuto.
-Scusate ma devo andare a rispondere…- mi congedo e salgo in camera mia, premo velocemente la cornetta verde.
-Pronto?!- dico portandomi il telefono all’orecchio
-Ciao bellissima, ho pensato di darti il mio numero qual ora ti servisse una mano…- è Andrea. Sbuffo sonoramente in modo che si senta anche dall’altra parte della cornetta
-Andrea: 1. Non sono un bambina e so badare a me stessa; 2. Il fatto che io ti faccia QUESTA cosa non ti permette di chiamarmi “bellissima”!- dico io un po’ scazzata e acida
-Okay, okay… scusa!- dice in tono innocente, ma poi continua -…comunque il numero…-
-Si, lo so… grazie Andrea! Ciao..- lo saluto ma lui riattacca senza neanche degnarmi di un saluto: ma che brutto stronzo!
Faccio per voltarmi e tornare giù, quando noto che c’è Jack appoggiato allo stipite della porta di camera mia.
-Che voleva?- mi chiede guardandomi seriamente, direttamente nei miei occhi. Sento una fitta al cuore a cui non faccio caso.
-Nulla Jack… nulla!- sospiro abbassando gli occhi e passandomi una mano nel ciuffo per sistemarlo dietro l’orecchio, poi impianto i miei occhi scuri sui suoi e tento di darmi un’aria più incazzata e acida possibile –E comunque mi spieghi chi ti ha dato il permesso di salire in camera mia?!-
-Lara: cosa voleva?!- è un ordine. Mi sta ordinando di dirglielo, peccato che si è dimenticato che io non sono uno dei suoi amici che gli corrono appresso appena schiocca le dita!
-Jack: non sono cazzi tuoi; okay?! Tu hai i tuoi cazzi con LUI e io ho i miei!- inizio a scocciarmi di questa scena e per di più sto morendo di fame: quindi se non si sposta da li e mi lascia passare entro due secondi lo strangolo, così mi tolgo anche un peso dal cuore!
-Ma se fino a ieri lo odiavi!- mi ricorda.
-Non ho mai detto che non lo odio più… e poi scendiamo che ho fame!- sbotto e mi dirigo a passo deciso verso la porta, lui si scansa e mi lascia passare. Ma non faccio a tempo a cantar vittoria che lui mi prende per i fianchi e si avvicina, da dietro, al mio orecchio
-Dimmi che voleva…- mi soffia dolcemente vicino all’orecchio. Io sento dei brividi in tutta la schiena, sento il suo odore, sento il suo calore… insomma sento semplicemente Jack. Conosco i suoi modi di fare e so che questo è un suo metodo di persuasione, la voglia di mandarlo a fanculo è tanta; ma poi penso a quello che mi ha detto Andrea oggi, mi volto verso di lui e scuoto la testa.
-Mi dispiace Jack… e intendo che mi dispiace per tutto. Solo che non posso… non posso dirtelo, lo faccio per il tuo bene!- alzo lo sguardo sui suoi occhi. I suoi occhi sono duri e nascondono tanta cattiveria e sofferenza, ma soprattutto voglia di vendetta. È assurdo come un’adolescente si possa portare a presso un sacco di delusioni e di sofferenze; è assurdo che un’adolescente provi un sentimento di vendetta così grande e tutto da solo. Per tutti questi anni l’ha portato tutto da solo.
I miei occhi sono lucidi, segno che tra un po’ scoppierò a piangere solo che voglio stringere i denti: non posso farlo davanti a lui!
-Come diamine… te l’ha detto: tu lo sai!- è arrabbiato e la presa sui miei fianchi si stringe sempre di più, mi fa male…sento che scoppierò da un momento all’altro e non devo farlo; preferisco tirare fuori la carta della cattiveria: devo allontanarlo da me come prima!
-Cos’è che devo sapere? Che sei solo un cazzone: ecco cosa devo sapere! Mi spieghi che cazzo devo sapere io; eh?! Io ti ho chiesto scusa perché mia cugina Monica vuole che noi diventiamo amici, così non sta più male per colpa delle tue cazzo di liti!- devo stare attenta a non urlare perché giù ci potrebbero sentire ed è l’ultima cosa che voglio: ma comunque il mio tono si alza notevolmente. Mi libero dalla sua stretta nei miei fianchi e raggiungo gli altri a tavola.
Gli avevo mentito ma è stata la cosa giusta da fare. Di certo non potevo dirgli che sapevo tutto; di certo non potevo dirgli che Andrea mi aveva detto tutto…
 
***flashback***
[…]
-Lara… Sergio picchiava Jack e abusava di Denise. Quando sua madre presentò i documenti per il divorzio ricevette delle minacce pesanti da parte del marito, per questo non l’ha mai denunciato!- disse il ragazzo di fronte a me mentre mi guardava dritto negli occhi, vedendo il mio sguardo perso nel vuoto continuò –Ti starai chiedendo perché Denise non ha fatto direttamente la denuncia alla polizia… beh, temeva per lei, per suo figlio e anche per… no, questo non te lo posso dire: neanche Jack la sa questa storia!- io mi risvegliai dal baratro in cui ero caduta e mi degnai di fargli una domanda, una domanda un po’ buttata la e un po’ ragionata
-Ma e l’uomo che era un tempo? Voglio dire: io sapevo del tradimento non di tutte queste cose… io sapevo che Sergio era un uomo gentile anche se faceva lo spaccone e il gonfiato. Vuoi dire che quando eravamo all’asilo e andavamo a casa di Jack e suo padre ci aiutava a fare i biscotti “Pan di Stelle” con la nutella e la panna spray quando Denise ce lo vietava… e l’uomo che era sempre dalla nostra parte se pur orgoglioso e testardo; mi stai dicendo che quell’uomo non è mai esistito e che era tutta una montatura?- chiesi io non poco scioccata, questo significava che la vita in cui io vivevo era fatta solo ed esclusivamente di menzogne!
-No… lui era davvero se stesso, solo che è cambiato. Dopotutto non importa che età si ha; si può sempre cambiare!- disse lui facendomi un sorriso amaro che io ricambiai. Già. Ne avevo un esempio davanti di persona che era cambiata!
[…]
***fine flashback***
 
-Lara… ehi Lara…- sento mia madre che mi chiama sventolandomi davanti la sua mano. Deve essere da parecchio tempo che mi sono fermata a pensare, dato che mi sta guardando con uno sguardo preoccupato.
-Eh… che c’è?!- le chiedo io facendo un sorriso forzato. Sono sicura che anche lei sapesse tutto quello che sa Andrea, solo che non lo dice. Poi c’è la storia della lettera che mi squadra… che lettera avrei dovuto ricevere? E poi quali sono le cose che io non so di questa storia, ma soprattutto quali sono le cose che Jack ignora in tutto questo ambaradan di cose?
-Tutto okay… mi sembravi immersa in un mondo tutto tuo. E per di più non hai neanche toccato il pasticcio e tu ami il pasticcio!- dice confusa. Io la guardo amorevolmente.
-Mamma non ti preoccupare stavo solo pensando alla Eva che oggi ha… no niente, te lo dirò un’altra volta!- evvai: potrebbero eleggermi “miss pinocchio” se continuo a mentire in questo modo! –Mamma… non mi sento molto bene ho mal di testa, vado a letto…- continuo: beh almeno su una cosa non avevo mentito; avevo la testa che mi scoppiava e l’unica cosa che desideravo era rifugiarmi nel mio letto a piangere, esatto volevo proprio piangere! Volevo piangere perché sono stata così cieca e ingenua; volevo piangere perché mi definisco “grande”, ma quando facevo un’azione gli altri ne subivano le conseguenze; volevo piangere perché sono tremendamente cocciuta e testarda; volevo piangere perché continuavo a mentire; volevo piangere perché mi facevano male gli ematomi che mi aveva procurato Jack stringendo i miei fianchi; volevo piangere perché Eva non c’era e non sapevo come dirle tutto.


Capitolo dedicato a Teto Moon che ha messo la mia storia tra i preferiti:)


N.D.A.: Scciaoo a tuuteee ragazze:) anticipo che non ho messo lo spoiler finale per alcuni e svariati importanti motivi... ora se state pensando che ci sarà un colpo di scena che non voglio anticipare vi sbagliate di grosso: il fatto è che ho solo iniziato il 7 capitolo-.-'' xD ahahah=D Sisisi.. lo so lo so: sono la solita sfaticata:')! ma vi giuro che il capitolo lo posto entro la settimana prossima... OVVIAMENTE se non mi requisiscono la chiavetta:3!
Ringrazio chi ha cagato il sesto capitolo:)
Inoltre Ringrazio: aerith94; alessia_alex7; Chydor; juliet327; Kuro Neko; Roberta Somerdobrev; tay98 e Teto Moon che hanno messo la mia storia nei preferiti:) :D

Aaaaannie; aerith94; anits; coronabis; dakota_st; ElixArmstrong; Eli_17; Enli94; gra_lily; MomoHope; morettinahouse96; Ninfa Azzurra; paci; PATATINAFRITTA; Roberta Somerdobrev; rosaa93; SimpleEchelon; Sposina86; Summer_JB; Toti1424; valentina 93; Zonami84; lisasomerhalder_ che seguono la mia storia*----*
E infine ringrazio coronabis; kikathefly; nadja_chan; Roberta Somerdobrev; _life che hanno messo la mia storia tra le ricordate *3*
Ultimo avviso: se volete potete consigliarmi alcune ff vostre da leggere (anche di un'altro fandom) e che non sia rating rosso xD. Ultimissima cosa e poi mi teletrasporto via: posso pubblicizzare le vostre ff, basta solo che mi mandate un messaggio (non scrivetelo nella recensione) con il titolo della storia:)
Vado, scappo, corro!! Bye
Gen*3*




 

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Capitolo 7
*** The Jack Telephon ***



***CAPITOLO 7***

Mi sveglio perché sento qualcuno che mi accarezza dolcemente la testa, apro gli occhi pigramente. La testa mi scoppia e all’inizio l’immagine della persona che è seduta davanti a me mi appaiono un po’offuscate ma, pian piano la figura diventa sempre più nitida, vedo Eva con un enorme sorriso che le illumina il volto.
-Allora: ben svegliata pigrona! Ho saputo che ieri hai avuto sia Jack che Marzia qui a cena… quindi si spiga il fatto che sei andata a letto vestita, senza nemmeno cambiarti e metterti il pigiama. Ora: voglio sapere tutto; quanto ti hanno esasperato, se si sono comportati da fidanzatini…- e inizia a fare una lista lunghissima a cui, però, non do neanche retta. Concentro tutta la mia attenzione alla piccola palla di pelo che si muove affianco a me sul cuscino.
-Eva… ti dirò tutto se mi spieghi che cavolo ci fa quel criceto nel mio cuscino!- dico guardandola con un sopracciglio alzato, ovviamente il mio tono è piuttosto basso dato che avevo la testa che mi scoppiava.
-Niente, solo che l’ho messo io per farlo stare più comodo… sai: lui ama stare sulla spalla, solo che dopo un po’ inizia a stancarsi- mi spiega lei dolcemente –Dai… su forza: adesso devi dirmi tutto di ieri sera!- mi ordina lei e io rinuncio alla questione criceto perché so che non mi porterà a sapere chi diamine gli ha dato il permesso per metterlo nel mio cuscino!
-E che ti devo dire… Jack e Marzia si sono messi assieme e sono venuti a cenare a casa mia, lei gli stava appiccicata come una piovra anche se non mi sembrava si stessero comportando proprio da fidanzati, fidanzati- dico io mettendomi seduta sul letto e massaggiandomi la testa
-Beh… è tipico di Jack, quando si fidanza non è che fa esattamente “puci-puci”, lui le porta a letto e morta li! …però deve essere parecchio brava a letto Marzia se ci si è messo assieme e la deve ancora mollare…- constata pigliando il mio mp4 da sopra il comodino. La guardai negli occhi e pensai al mio mal di testa… dovevo dirgli tutto e subito. Lei doveva sapere chi era veramente il ragazzo della moto e doveva sapere della mia infanzia!
-Eva; ti devo dire una cosa…- puntai il mio sguardo serio sul suo felice che, un po’ alla volta si fece cupo. Vedo che si sistema meglio sul mio letto e io mi alzo in piedi davanti a lei –Ti ricordi il tipo che mi era venuto a cercare a scuola?- le chiedo, lei mi fa un’espressione incerta e annuisce –Bene, lui si chiama Andrea e quando eravamo piccoli eravamo migliori amici, lui mi piaceva e anche molto; ma era solo una cotta infantile. Comunque eravamo in quattro, ci chiamavano gli inseparabili: tenevamo uno all’altro, se stava male uno lo stavano anche gli altri tre…eravamo io, Andrea, Alice e…- ma mi interrompe prima che possa continuare
-Jack?!- dice lei, io annuisco senza perdere il suo contatto visivo
-Esatto! Fatto sta che ci fu un evento che ci fece dividere tutti quanti, o meglio, che mi fece staccare dal gruppo. Jack e Alice seguirono Andrea, mentre io non ci stavo così mi ritrovai da sola ad affrontare tutti i pregiudizi della gente, tutte le litigate e tutti i malintesi. Fatto sta che ce la feci; poi ti conobbi e iniziai una nuova vita da bambina felice, credevo di essermi dimenticata di tutto quello che era successo… e infatti fu così fino all’altro ieri, fino a quando Andrea non mi è venuto a cercare…- le spiego io. I ricordi riaffiorano uno dopo l’altro ma io li caccio via come fossero mosche.
-E… cosa voleva?- mi chiede lei in tono basso con la paura di fare un passo falso e di mettere il piede in un terreno instabile.
-A scuola suonò la campanella della prima ora così non gli diedi neanche il tempo di parlare, ma ieri l’ho incontrato in piazza e siamo andati in un bar così lui mi ha spiegato il favore che voleva da me, mi ha detto che dovevo aver ricevuto una lettera che, in realtà, io non ho mai ricevuto. Comunque mi ha detto che…- e inizio a dirgli tutte le cose che mi ha detto Andrea, alcune volte ripeto le sue parole, altre le spiego con i miei termini.
Quando finisco di parlare lei mi guarda ed è sotto shock, come lo ero stata io quando Andrea mi aveva detto tutto.
-Lara… posso sapere che hai raccontato a Jack?- mi chiede lei. Cavolo ma è proprio stupida allora!
-Eva: io non gli ho detto nulla! È meglio fare come ha detto Andrea e tenere Jack all’oscuro di tutto…- le dico guardandola dritta nei suoi occhi color cioccolata
-Ah… ehm: Lara; so che non dovrei chiedertelo perché so che se non me l’hai detto c’è un motivo, ma cosa diamine è successo tra voi quattro quando eravate piccoli?- io la guardai dolcemente come una madre fa con il suo piccolo
-Non sono ancora pronta per parlarne; ma appena lo sarò sarai la prima a saperlo!- le dico facendole l’occhiolino che lei ricambia con un sorriso.
-E adesso che ne dice di andare a fare un giro per la città signorina?- cambia argomento lei, io mi stampo un sorriso in faccia e annuisco, poi mi dirigo verso il mio armadio per potermi cambiare; ma mi ricordo di un piccolo particolare: ero andata a letto vestita! Così mi dirigo verso il bagno; mi sciacquo il viso e tento di togliermi il trucco sbavato della sera prima. Appena ci riesco prendo la matita nera e me ne metto un po’ sotto l’occhio, in modo leggero non calcando eccessivamente il tratto, e torno in camera da Eva.
-Allora… dici che posso restare con questa felpa e con questi jeans?- le chiedo facendo un giro su me stessa, lei squadra il mio abbigliamento, poi mi guarda e annuisce facendo il pollice all’insù.
Afferro il mio cellulare dal comodino e assieme alla mia amica e alla sua palla di pelo scendiamo le scale ritrovandoci in salotto. Io mi fermo a mettermi le scarpe mentre la mia amica è andata ad avvisare mia madre che usciamo.
-Eva si può sapere di chi è il cellulare che tieni in mano?- chiedo alla mia amica vedendola con in mano un Blackberry identico al mio solo che nero, eravamo appena uscite da casa mia e stavamo camminando tranquillamente.
-A quanto pare se l’è dimenticato Jack ieri sera…- dice guardando il cellulare che tiene in mano, io la guardo interrogativa –Ah, non chiedere a me da quando ha cambiato cellulare! Comunque se non l’avessi capito dobbiamo andare a restituirglielo!- continua lei. Io mi fermo in mezzo al marciapiede e la guardo con uno sguardo che non promette nulla di buono
-Stai pensando anche tu quello che penso io?- le chiedo alzando un sopracciglio con aria d’intesa
-Intendi che vuoi leggere i suoi messaggi e sbirciare un po’ i suoi cavoli?!- mi chiede retorica, mentre anche i suoi occhi brillano come i miei. In una cosa siamo uguali noi due: non sappiamo resistere al fatto di farci i cazzi altrui… ficcanaso di prima categoria; potevamo fare gli agenti per l’FBI se solo lo avessimo voluto!
-Yeah baby!- rispondo facendole l’occhiolino -…Ma non qui, andiamo da “Pink’s” che non ho fatto colazione e ho fame!- “Pink’s” era una pasticceria a pochi passi da cosa mia ed era gestita da un’anziana signora molto cordiale e gentile… pensate che dato che vado da lei praticamente da quando sono nata non mi fa neanche pagare ciò che consumo: praticamente è un vero angelo!
-Anche io non ho fatto colazione… okay: allora andiamo!- acceleriamo il passo e in pochi secondi ci troviamo davanti all’entrata della pasticceria.
-Ciao piccola Lara… è da tanto che non vieni a trovarmi!- esclama l’anziana venendo a salutarmi calorosamente -…Eva cara; anche tu sei cresciuta, sei diventata molto più donna dall’ultima volta!- esclama poi salutando anche la mia amica.
-Allora: cosa vi posso offrire?- ci chiede con un sorriso che va da un orecchio all’atro. Noi prendiamo posto a uno dei tanti tavolini e ordiniamo, io prendo un latte con il cioccolato e tre muffin (si: tre muffin!), mentre la mia amica un cappuccino con una brioches al cioccolato.
-Svelta dammi il cellulare!- le dico mentre l’anziana signora se ne torna al bancone con le nostre ordinazioni. Scorro veloce il menù fino ad arrivare ai messaggi, guardo le conversazioni… sono attirata da quella con Marzia. Praticamente questi messaggi sono peggio di un video porno (scusate la franchezza), ma cazzo! Lei che continua a ricordargli delle cose fatte le notti che hanno passato assieme e lui che risponde solo con “si”, “no”, “ah ah”, “se…” praticamente una conversazione attiva solo dalla parte di Marzia, si può dire che a Jack non gliene può fregare di meno!
Cambio conversazione e mi capita quella con Marco... quella è quella che mi colpisce di più di tutte. Leggo velocemente i messaggi e noto che, a quanto pare, Marco sapeva di Sergio, sicuramente gliel’aveva detto Andrea a giudicare dalle risposte di Jack sui messaggi di quest’argomento.
-Jack è una testa di cazzo! Possibile che non riesca a capire che è davvero in pericolo?!- si lamenta la mia amica facendo incurvare la mia bocca in una smorfia amara.
-Jack è orgoglioso quanto un mulo, pensa di potercela fare da solo quando invece non è così! E poi, ed è la prima volta che lo ammetto, ho paura anch’io di quello che potrebbe fare suo padre!- finisco guardandola dritta negli occhi, avevo davvero paura, paura che Sergio potesse fare del male a Denise o a Jack, o ancora a me o alla mia famiglia. Avevo bisogno che qualcuno mi abbracciasse e mi dicesse che andasse tutto bene e che non succederà nulla di male!
-Lara nessuno farà del male a nessuno: ci siamo capite?!- mi dice seria guardandomi negli occhi, io annuisco mentre sulle sue labbra compare un sorriso rassicurante. Arrivano le nostre ordinazioni, facciamo colazione, paghiamo e poi usciamo. Gironzoliamo un po’ in giro guardando le vetrine e commentando qualche vestito veramente osceno.
-Non sarebbe ora di andare a portare sto benedettissimo cellulare al suo benedettissimo padrone?- mi chiede Eva ricordandosi dell’oggetto di Jack. Io annuisco, Eva lancia uno sguardo al display del cellulare di Jack e fa un salto di 3 metri buoni
-CAZZOÈTARDISSIMO!!!- urla tutto d’un fiato. Mi da il cellulare di Jack –Devo andare via con mia zia!-mi spiega per poi iniziare a correre in direzione di casa sua. Tipico: ha talmente la testa tra le nuvole che si dimentica perfino dei suoi impegni!
Sospiro sconsolata e mi incammino verso casa di Jack. Un secondo: io VADO A CASA DI JACK DA SOLAAA?!?! CAZZO MERDA E PUPU’ DI CANE!!
Su Lara: mantieni la calma… mantieni la calma… COME FACCIO??!! Respiro cento volte in un solo minuto per poi ritrovarmi a pregare tutti gli dei dell’olimpo.
Camminai lentamentissimamente per tutto il tragitto fino a che non fui, per mia sfortuna, sotto casa del proprietario dell’oggetto che avevo in mano. Respirai più aria possibile ed entrai nel vialetto, per poi suonare il campanello.
 

N.D.A.:*corre alla mo’ di beiwach (o come si scrive)* ZALVE PELLE PIMPE! *viene riempita di pomodori e uova* u.u dovevo aspettarmelo èwé… due secondi che vado a farmi la doccia! *dopo due ore* BuonZalve a tutti Cente! Mi scuso già per il ritardo bestiale, ma il 2013 è iniziato una merda: mio papà si è operato, mia nonna ha avuto un malore, è stata ricoverata e poi è deceduta e poi sto passando un periodo depressivo bestiale! L’unica cosa che mi da la forza di continuare a scrivere è una mia amica con la sua storia d’amore che tutti sogneremmo… ve la racconto in breve: praticamente sta mia amica corre dietro a sto tipo da un bel po’, loro si vedono sempre in navetta e lei fa figuracce ogni volta che lo incontra, giusto sabato si sono conosciuti ufficosalmente (???) e si è scoperto che anche lui prova qualcosa per lei, si sono scambiati i numeri e lui le ha chiesto un appuntamento! Praticamente quando un’altra mia amica che la sfotteva sempre e il migliore amico del tipo con cui si sente la mia amica (che talaltro, la mia amica, sta cercando di farmi mettere assieme a sto tipo solo che è troppo basso per me xD) si conosceranno meglio partiranno gli smerdamenti a tutto andare! A breve scriverò una storia, non appena la mia amica mi darà il consenso, spero che andrete a vederla:3 anche se non me lo merito proprio:’3.. vabbeh ora vado che sennò l’N.D.A. diventa più lungo del capitolo ù.ù
Al prossimo capitolo PimPe mie e grazie di essere a leggere le mie cagate:3
p.s: volevo sapere se posso cambiare il tempo di narrazione e metterlo al passato anziché al presente:3, se sprecate un solo minutino per scriverlo nelle recensioni io ve ne sono infinitamente grata!:)
p.p.s.: ricordo che c’è lo spazio pubblicità per chi volesse pubblicizzare qualche fanfiction!:)
                     

SPOILER-IAMO
Nel prossimo capitolo…

[…]
Ero tranquillamente sdraiata sul mio banco con la testa ben nascosta sotto il quaderno di storia quando la mia “adorata” amica Eva me lo tolse da sopra la testa, lo arrotolò e me lo picchiò sulla testa.
-Aioh ma sei scema??- borbotto io massaggiandomi la parte dolente. Gli volevo un mondo di bene, ma è da un po’ che ho notato che lei non è più la ragazza timida e dolce dell’anno scorso.
-No: sono Eva! Comunque mi dici che minchia è successo che sei così depressa?- mi guarda indagatrice mentre io faccio le spallucce.
-Non sono depressa sono semplicemente stanca e sto morendo di sonno!- dico io pigramente mentre uno sbadiglio mi coglie alla sprovvista. Mi trovai a ripensare a quello che avevo archiviato due secondi prima: effettivamente lei era cambiata davvero! Non l’avevo mai vista con così tanta grinta come quest’anno, e credetemi quando vi dico MAI! È sempre stata una ragazza timida e riservata, sempre un po’ sulle sue, ma comunque dolce e carinosa (?). Mi ritrovai a pensare al perché di questo cambiamento…
[…]
 

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Capitolo 8
*** "Ci siamo dentro tutti; Jack!" ***


                                                                                       ***CAPITOLO 8***

ATTENZIONE: ho cambiato il tempo di narrazione della storia, troverete le spiegazioni a fine capitolo sull’N.D.A. adesso vi lascio al capitolo:3 Buona lettura bellezze:)
 
Suonai il campanello ma nessuno si degnò di venirmi ad aprire… iniziai già a ballare la conga, purtroppo però smisi subito quando, tristemente, sentì dei passi dietro la porta. Sperai con tutta me stessa e fino all’ultimo che fosse Denise…
-Ciao Lara… cosa ci fai qui?- mi chiese Jack in tono freddo dopo aver aperto la porta. Perché nessuno ascolta le mie preghiere lassù; me lo spiegate?!
-Questo…- dissi mostrandogli il cellulare -…è tuo; no?!- continuai fredda come un pezzo di marmo. Lui mi fulminò con lo sguardo, che fa: prima si dimenticava il telefono a casa mia e dopo mi vuole uccidere con lo sguardo solo perché sono stata così gentile da riportarglielo? Ovviamente possiamo anche omettere la parte che mia madre la scaricato ad Eva e Eva la a sua volta scaricato a me… sono piccoli ed insignificanti dettagli!
Mi strappò l’oggetto dalle mani e gli diede una rapida controllata. Puntò il suo sguardo sullo schermo dell’oggetto che passò ai raggi-x
-Non hai spedito messaggi strani a nessuno noto!- disse alzando un sopracciglio in modo scettico. Beh… tutto sommato non aveva capito che avevo letto i messaggi; no?!
-Per chi mi hai preso, scusa?- gli domandai un po’ irritata: insomma io non faccio questi gesti infantili!
-Tutto sommato sono quasi sicuro che hai letto i messaggi!- minchia, da quando in qua leggeva nella mente?! Aveva un sorriso beffardo stampato in faccia, stava dicendo “ti conosco troppo bene!”
-Io non ho letto nulla!- protestai cercando di essere il più credibile possibile. Credo che la cosa non mi uscì affatto bene anche perché mi rise in faccia dicendo un “certo, come no…” tra una risata e l’altra, dopo un po’ si fece serio e si spostò per lasciarmi entrare. Ovviamente io rimasi frema dov’ero.
-Entra e non fare la bambina che noi due dobbiamo parlare!- mi ordinò in tono glaciale che mi fece venire i brividi dalla paura, se l’avessi contraddetto sarebbe andata a finire davvero male… ma io me ne fregai e corsi il rischio.
-Non mi sembra che io e te dobbiamo parlare di qualcosa Jack!- protestai acida facendo un passo indietro. Lui mi guardò glaciale, uno sguardo che non prometteva nulla di buono, forse avevo leggermente sbagliato a non dargli retta ma non volevo rimanere li un minuto di più!
-Ti ho ordinato di entrare- disse placido cercando di mantenere la calma. Puntò il suo sguardo duro sul mio e io mi immobilizzai all’istante dalla paura, dal mio coccige partivano grandi scosse d’allerta. Non riuscì a sostenere il suo sguardo per molto tempo, infatti lo abbassai ed entrai in quella stramaledettissima casa, quando fui dentro mi chiuse la porta alle spalle. MERDA: ero entrata nella tana del lupo e il lupo non sembrava avere buone intenzioni… ma perché diamine mi assale solo adesso sto cavolo di paura? Perché tutte le volte che venivo qui a medicarlo non provavo questo terrore?
-Cos’hai Jack?- raccolsi gli ultimi residui di coraggio che mi rimanevano e gli feci una domanda a cui lui non rispose, ma sentivo dei lunghi respiri profondi segno che stava cercando di calmarsi. Che cavolo faccio se non si calma?
-Siediti!- mi ordinò dopo un po’ di silenzio, io feci come mi aveva ordinato e sedetti sul divano del salotto cercando di farmi piccola, piccola e di scomparire.
Non parlò più nessuno per un bel po’. Io avevo paura di fare qualcosa di sbagliato, mentre lui era ancora in piedi cercando di calmarsi. Pensai a qualcosa per sdrammatizzare quella cavolo di situazione ma non riuscì a trovare niente nel mio repertorio, Jack era incavolato davvero: ma possibile che lo fosse solo perché non avevo accettato di entrare subito quando me la chiesto?
-Presumo che tu abbia letto tutti i miei messaggi; no? Voglio la verità Lara, oggi non voglio farmi pigliare per il culo da te!- sbottò alzando il suo sguardo sul mio. Io mi limitai ad annuire, non volevo peggiorare la mia situazione con qualche frase inappropriata!
-Hai letto anche quelli di Andrea?- mi chiese apparentemente calmo, peccato che lo conoscessi da quando eravamo piccoli e riuscivo a capire che lui voleva sembrare calmo ma in realtà non lo era.
-No!- esclamai sincera, lui mi guardò furente e in due secondi percorse la distanza che ci separava e mi fu davanti, tutta la mia vita mi passò davanti come se fosse un trailer.
-Dimmi.la.verità!- disse digrignando i denti e mettendomi una mano sul collo.
-È la verità!- protestai cercando di cacciare indietro alcune lacrime che volevano uscire. Che cavolo gli stava prendendo?
-Non mi prendere per i fondelli!- sibilò stringendo un po’ la presa sul mio collo. Non ce la feci più e scoppiai in un pianto silenzioso, le lacrime scendevano silenziose sulle mie guance e i singhiozzi venivano repressi da me. Un lampo di lucidità gli attraversò gli occhi e mi lasciò andare e poi si voltò mentre le lacrime continuavano a scendere ancora più a cascata sulle mie guance. Stavo tremando e avevo tanto freddo quanta la paura che avevo prima, cavolo deve imparare ad autocontrollarsi!
-Ti.. ti giuro… non… che non… ho letto i me…ssaggi di Andrea!- riuscì a dire cercando di calmarmi e di autocontrollare i miei singhiozzi, mi chiusi a riccio cercando di non far vedere il mio volto a Jack. Lui si rigirò verso di me, sentivo il suo sguardo addosso.
-Che altri messaggi hai letto?- mi chiese. Si era evidentemente calmato, forse si era reso conto di ciò che aveva fatto. Ogni tanto perdeva il controllo e diventava un’altra persona.
-Quelli di Marco!- dissi velocemente in modo da non farmi prendere alla sprovvista da degli spasmi portati dal pianto. Ero ancora chiusa a riccio e avevo anche freddo, stavo tremando.
-Non voglio che ne tu ne Marco vi immischiate in questa storia!- sbottò contrariato. Quello che non sapeva è che ormai, non solo io e Marco, ma anche Eva era immersa in questa storia fino all’ultima punta dell’ultimo capello, povero illuso!
-Io ci sono già dentro tanto quanto te!- esclamai alzando il viso e trovandomi i suoi occhi subito in contatto co i miei -…Sergio è incazzato con me e io so un sacco di cose scomode per lui, quindi si: tuo “padre” vuole uccidere anche me.-
-NON È MIO PADRE!- mi urlò contro furioso, cazzo: si che era suo padre e doveva accettare la verità!
-È tuo padre biologico, non affettivo, ma è pur sempre tuo padre: con questo NON ti sto dicendo che gli devi volere bene, ma non puoi neanche ripudiarlo come padre!- gli spiegai asciugandomi le lacrime con la manica della felpa che diventò nera grazie alla matita che era colata con il liquido dei miei occhi.
-E poi ce ne sono dentro anche Eva e Marco tanto quanto me! Loro sanno troppo…- continuai io.
-Giuro che uccido Andrea: questa è la volta buona che lo faccio!- disse incazzato nero, meno di prima però.
-Ad Eva l’ho detto io e poi Andrea non centra un cazzo! Marco è comunque vicino a te e quindi Sergio l’avrà preso lo stesso come bersaglio… meglio che sappia tutta la storia se deve rischiare!- gli spiegai cercandolo di farlo ragionare.
-Cosa ti ha detto di preciso Andrea ieri?- mi chiese ignorando la mia uscita di prima. Quanto odio la gente che ignora, soprattutto se è una cosa importante come questa!
-Non sono fatti tuoi!-
-Ohhh si invece dato che il tipo in questione è mio “padre”!- disse; beh… io ci avevo provato!
-E chi ti dice che mi ha raccontato proprio qualcosa su di te e sulla tua famiglia?- sbottai infastidita dalla sua megalomania.
-Ieri sera a casa tua…-
***Flash back***
-Che voleva?- mi chiese guardandomi seriamente, direttamente nei miei occhi. Sentì una fitta al cuore a cui non feci caso.
-Nulla Jack… nulla!- sospirai abbassando gli occhi e passai una mano nel ciuffo per sistemarlo dietro l’orecchio, poi impiantai i miei occhi scuri sui suoi e tentai di darmi un’aria più incazzata e acida possibile –E comunque mi spieghi chi ti ha dato il permesso di salire in camera mia?!-
-Lara: cosa voleva?!- è un ordine. Mi stava ordinando di dirglielo, peccato che si era dimenticato che io non sono uno dei suoi amici che gli corrono appresso appena schiocca le dita!
-Jack: non sono cazzi tuoi; okay?! Tu hai i tuoi cazzi con LUI e io ho i miei!- iniziai a scocciarmi di questa scena e per di più stavo morendo di fame: quindi se non si spostava da li e mi lascia passare entro due secondi lo strangolavo, così mi toglievo anche un peso dal cuore!
-Ma se fino a ieri lo odiavi!- mi ricordò.
-Non ho mai detto che non lo odio più… e poi scendiamo che ho fame!- sbottai e mi diressi a passo deciso verso la porta, lui si scansò e mi lasciò passare. Ma non feci a tempo a cantar vittoria che lui mi prese per i fianchi e mi si avvicinò, da dietro, al mio orecchio
-Dimmi che voleva…- mi soffiò dolcemente vicino all’orecchio. Io sentì dei brividi in tutta la schiena, senti il suo odore, sentì il suo calore… insomma sentì semplicemente Jack. Conosco i suoi modi di fare e so che quello era un suo metodo di persuasione, la voglia di mandarlo a fanculo era tanta; ma poi pensai a quello che mi aveva detto Andrea, mi voltai verso di lui e scossi la testa.
-Mi dispiace Jack… e intendo che mi dispiace per tutto. Solo che non posso… non posso dirtelo, lo faccio per il tuo bene!- alzai lo sguardo sui suoi occhi. I suoi occhi erano duri e nascondevano tanta cattiveria e sofferenza, ma soprattutto voglia di vendetta. È assurdo come un’adolescente si possa portare a presso un sacco di delusioni e di sofferenze; è assurdo che un’adolescente provi un sentimento di vendetta così grande e tutto da solo. Per tutti questi anni l’ha portato tutto da solo.
I miei occhi erano lucidi, segno che tra un po’ scoppierò a piangere solo che voglio stringere i denti: non posso farlo davanti a lui!
-Come diamine… te l’ha detto: tu lo sai!- era arrabbiato e la presa sui miei fianchi si strinse sempre di più, mi faceva male…sentì il bisogno di scoppiare da un momento all’altro e non dovevo farlo; preferivo tirare fuori la carta della cattiveria: devo allontanarlo da me come prima!
***fine flashback***
Perché sono così stupida? Mi ero lasciata sfuggire troppo… dovevo smentire tutto subito; invece no perché miss sono-una-folpa Lara è così tanto folpa da non pensare subito di sviare i sospetti di mister folpo Jack!
-È vero; abbiamo parlato di Sergio. Mi ha detto tutto sul suo conto! Mi ha detto che adesso è qui e vuole te e Denise. Però la sai la novità: vuole anche uccidermi!- gli spiegai con tutta la calma possibile, tentando di reggere il suo sguardo.
-E per quale motivo ti vorrebbe uccidere?- chiese acido
-Motivo numero 1: so tutto;
Motivo numero 2: l’ho sfidato… tempo fa…-
-MA TI SEI RINCRETINITA ANCHE QUEL POCO DI CERVELLO CHE AVEVI?- mi urlò dietro facendomi incavolare ancora di più. In realtà non l’avevo proprio sfidato… gli ho solo dato del coglione/stronzo (vedi cap. 1) ma mi sa che lui la preso come una sfida.
-IO NON MI SONO RINCRETINITA NULLA RAZZA DI COGLIONE! COSA CAZZO NE POTEVO SAPERE IO CHE LUI ERA CAPACE DI UCCIDERE!- lo guardai con occhi furenti.
-Lui è capace di tutto; stupida!- mi disse con tono normale. Ma possibile che lui deve sempre offendermi? Okay che io lo insultavo ogni volta che mi capitava a tiro… forse anche quando lui non era presente… forse anche nei sogni… okay, okay: praticamente SEMPRE, ma io posso farlo perché sono una donna; lui no! GUAI a chi contraddice questa logica!
-Adesso lo so!- sbuffai linciandolo con lo sguardo.
-Comunque i tuoi genitori lo sanno già… avevano chiesto a me di evitare che lo venissi a sapere- appunto numero uno: chiarire con i miei genitori che non sono più una bambina che ha bisogno di una protezione morbosa.
-Magnifico! Adesso i miei torneranno a darmi i liofilizzati dato che secondo loro sono ancora una bambina!- sbottai roteando gli occhi facendo sghignazzare il ragazzo difronte a me -…è inutile che ridi!- ripresi facendogli la linguaccia
-Gnegne… mamma: Jack fa il cattivo con meeee!- mimò la mia voce credendo di essere simpatico e scoppiando a ridere come uno stupido. Io lo fulminai con lo sguardo, questo però lo fece solo ridere di più… ma sono così buffa??
-Non sei simpatico!- dissi seria, lui continuò a ridere tanto da avere le convulsioni. Alzai gli occhi al cielo e sbuffai, poi mi diressi verso la porta d’ingresso e me ne andai a passo di marcia. Ma quanto odiavo quel ragazzo??
***
Entrai in classe a passo svelto, mi sedetti sul mio solito posto affianco alla finestra, tirai fuori i libri di storia (dato che l’avevamo alla prima ora) e poggiai la testa sul banco cercando di riposare almeno due secondi dato che quella notte non avevo dormito un granché dato che ero in preda agli incubi. Non contenta della luce che non mi lasciava pace mi misi il libro sulla testa, così riuscì almeno a sonnecchiare un po’. Sentì dei passi venire verso il mio banco ma io non ci feci caso.
Ero tranquillamente sdraiata sul mio banco con la testa ben nascosta sotto il quaderno di storia quando la mia “adorata” amica Eva me lo tolse da sopra la testa, lo arrotolò e me lo picchiò sulla testa.
-Aioh ma sei scema??- borbotai io massaggiandomi la parte dolente. Gli volevo un mondo di bene, ma era da un po’ che avevo notato che lei non era più la ragazza timida e dolce dell’anno prima.
-No: sono Eva! Comunque mi dici che minchia è successo che sei così depressa?- mi guardò indagatrice mentre io feci le spallucce.
-Non sono depressa sono semplicemente stanca e sto morendo di sonno!- dissi io pigramente mentre uno sbadiglio mi colse alla sprovvista. Mi trovai a ripensare a quello che avevo archiviato due secondi prima: effettivamente lei era cambiata davvero! Non l’avevo mai vista con così tanta grinta come quest’anno, e credetemi quando vi dico MAI! È sempre stata una ragazza timida e riservata, sempre un po’ sulle sue, ma comunque dolce e carinosa (?). Mi ritrovai a pensare al perché di questo cambiamento…
-CIAO EVAAAA; CIAO LARAAAA!- ci urlò una vocina stridula. Ed ecco come i miei bei propositi di pensare andarono a farsi fottere!
-Cazzo vuoi Marzia?- sbottai acida mentre mi massaggiavo le tempie dato che quell’urlo mi aveva spappolato il cervello.
-Scusa se volevo essere gentile e venirti a salutare!- disse facendo una smorfia. Datemi una motosega che pongo fine alla sua vita: vi prego!
-Sono sicura che tu abbia compiuto un grande sforzo venendo fin qui a salutarci- osservò Eva guardandola scettica.
-No; ti sbagli Evvyyy!- uohoh… guai in vista! Mi voltai verso Eva che a quel soprannome aveva ridotto gli occhi a due fessure.
-Io.mi.chiamo.Eva!- sibilò acida. Io stavo per scoppiare a ridere come una ritardata mentale, solo che la campanella suonò e il branco dei miei compagni di classe entrò strascinando i piedi, Marzia corse incontro a Jack ed Eva prese posto accanto a me ancora furente mentre io ero già partita a ridere.
-Se non fosse suonata la campana poi sarebbe toccato a me a doverti chiamare per tirarmi fuori di prigione, dato che SICURAMENTE avrei commesso un omicidio! “Evy” sarà la sua barbie, non di certo io!- disse facendomi ridere ancora di più.
La prof. entrò con in braccio un sacco di cartelle e di libri, appena riuscì ad arrivare alla cattedra, lasciò cadere l’ammasso di cose ed emisero un tonfo sordo che mi fece prendere un colpo. Penso che i capelli mi fossero diventati bianchi.
-Buongiorno miei pargoli: come avete passato la domenica?- ci domandò cortese sistemandosi sulla sedia. Alcuni risposero un “bene”, altri un “non ne voglio parlare”.
-È andata bene, dai!- esclamò la mia amica mentre sistemava i libri.
-Sono contenta per quelli che l’hanno passata bene e mi dispiace molto per quelli a cui è andata male, comunque vi devo dire che da oggi avremmo una nuova compagna; infatti tra un po’ dovrebbe arrivare il pres…- nemmeno finita la frase che bussarono alla porta e dopo un “avanti” detto in coro da tutta la classe (quanto amavo questi momenti di unione… sigh snif… se ci penso mi commuovo …sob sigh) entrò il preside seguito da un ragazza dall’aria familiare… -…Salve preside, stavo proprio dicendo della nuova alunna ai miei allievi!- disse la professoressa alzandosi dalla sedia e andando incontro al preside.
-Buongiorno anche a lei professoressa, come già anticipato dalla mia collega da oggi avrete una nuova compagna di classe!- disse rivolgendosi a noi, poi si girò verso la ragazza –Coraggio; si presenti pure!- la incitò. La nuova aveva capelli rossi sistemati in una coda alta ed occhi azzurro con qualche venatura bianca, era alta quasi quanto me (centimetro più, centimetro meno), era magra ma con le curve ben accentuate e al posto giusto.
-Ciao a tutti, io mi chiamo Alice e da oggi sarò la vostra nuova compagna di classe!- disse cordialmente rivolgendoci un sorriso. Appena sentì il nome “Alice” il mio cuore rallentò il battito e la saliva formò un tappo in gola, la guardai a lungo per poi accorgermi che i suoi occhi erano fissi su un punto alle mie spalle, mi voltai e vidi Jack che la guardava a sua volta. Quella era la mia Alice, ne ero sicura!

N.D.A.: Ssssciauuu bellezze:) come va? Prima di tutto vi faccio gli Auguri anche se in ritardo èwé e poi vi ringrazio tutte dato che siete ancora qui a leggere la mia ff :) Aaaluuorr vi dico che il capitolo l’ho scritto in fretta e furia quindi non so quanto coerente possa essere e so che ci saranno degli errori:3 comunque devo decidermi a prendere in mano anche gli altri capitoli per cambiare il tempo dei verbi e anche per aggiustali… quindi rivedrò anche questo:3. Il motivo per cui ho cambiato il tempo della storia è che ne sto scrivendo un’altra al passato e speso mi capitava di confondermi:3 Al prossimo capitolo baci a tutte bellezze:*
P.S.: non c’è lo spoiler perché penso che la fine di questo cap. dica tutto:3

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