No, Seb

di Alex_J
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1. Punto primo: come vi siete incontrati? ***
Capitolo 3: *** 2. Punto secondo: le prime emozioni ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


No , Seb.

Prologo

 

Vi è mai capitato di ascoltare una canzone e rendersi conto che parla di voi per metà? O di leggere un libro in cui la storia dei due protagonisti sembra sempre la metà di quella che voi avete vissuto?
Vi è mai capitato ? A me quasi mai , una volta sola a dirla tutta.
 
Sebastian alza lo sguardo dal banco e vede tutti intenti nello scrivere.
 
Non so se ho ancora voglia di raccontare la mia storia , non lo so.
Fa ancora male , come se la ferita che porto non si fosse mai chiusa. Almeno non viene continuamente bombardata da acqua ossigenata ora. No, il suo non era biondo ossigenato, era anzi é, biondo grano fluido e liscio come acqua cristallina.
I suoi occhi brillano come pietre nelle minerie - si non so fare paragoni azzeccati - pietre verdi molto preziose.
Volete sapere il suo nome?
Secondo voi sono così fesso da rivelarlo? Sebastian Smithie non dirà che é innamorato di Quinn Fabray.
Mai.
 
Sebastian rilegge le ultime righe e si porta la mano alla fronte. Quella ragazza lo porta proprio all'esasperazione.


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Capitolo 2
*** 1. Punto primo: come vi siete incontrati? ***


No, seb. Cap 1

 

1. Punto primo: come vi siete incontrati?

 

Rilegge ancora una volta l’introduzione al suo racconto- perché proprio di un racconto di tratta, e per di più autobiografico – e riprende a scrivere.

Non sa cosa hanno in testa in professori della Dalton per dare compiti così assurdi, forse hanno soltanto voglia di pettegolezzi.

 

Come la incontrai? Semplice, fin troppo.

Estate dell’ultimo anno prima del high school. Ero in campeggio con i miei al mare.

Avevo solo dodici appena compiuti e canticchiando , costruivo il mio castello di sabbia, che non ne voleva sapere di stare in piedi. Mi dibattevo, urlavo note alte per spaventarlo ma niente, niente voleva che quel cumolo di sabbia rimanesse fermo.I miei occhi erano intenti a fissare il secchiello, come se volessi bruciarlo.

Ed ecco che entra in scena lei, con il suo costume interno color rosso, che correva dalla mia parte e per sbaglio- almeno così mi disse poi – calpestò il mio povero non castello.

Si scusò mille volte , ma a me non importò. Ero rimasto incantato da quegli occhi grandi e dai capelli biondi raccolti in una piccola codina.

Senza che io le dissi niente si mise accanto a me e ricostruì il castello.

- Ma come hai fatto? - ero sorpreso, piacevolmente sorpreso.

- Ci mettevi troppa poca acqua e quindi non rimaneva attaccato - mi disse lei, con un assoluta tranquillità.

La guardavo mentre con quelle piccole manine modellava la sabbia.

- Comunque piacere Quinn- mi sorrise.

- Sebastian, chiamami Seb - dissi e cercai di aiutarla.

- No Seb, non devi fare così , altrimenti si rompe - La conoscevo solo da pochi secondi e la prima volta che pronunciò il mio nome, lo precedette al no.

Una cosa che ripeté spesso negli anni. Si , la conosco da anni.

Non mi piace contare quanti, mi fa deprimere, mi fa sentire ancora più stupido.

Visto che, ripeto anche se non vorrei, me ne sono innamorato.

 

Sebastian prende fiato e in quel momento la campanella suona. Si alza di colpo , raccogliendo i suoi fogli per poi riporli all’interno di un apposito contenitore.

Finalmente fuori dall’aula può pensare in santa pace, senza che nessuno dei suoi pensieri possa prendere veramente forma.

Sebastian odia questo compito e odia il fatto che si prolungherà per un mese, o forse più dipende da come vedono che procede il lavoro in generale.

Sebastian odia parlare della sua vita, soprattutto della parte riguardante Quinn, la sua Quinn.

Si perché da quel giorno, nonostante la differenza d’età e le scuole differenti, non avevano mai smesso di scriversi , di uscire… all’inizio come due buoni amici , poi.

Sebastian beve, sentendo la gola un po’ secca.

Se la vita per Forrest Gump è come una scatola di cioccolatini, per lui è come una bottiglietta d’acqua mezza vuota: vedi sempre il peggio, perché quando è a metà vuol dire che è quasi finita.

Forse la bottiglietta d’acqua è peggio di un bicchiere, quello non puoi portartelo in giro, la bottiglietta invece si e ti ricorda sempre che il tempo scorre, che le azioni passano e tu resti impotente.

Sebastian beve un altro sorso: la bottiglietta ora è finita.

- Seb ci vediamo oggi per le prove? - Si volta, sentendosi richiamare alla realtà.

- Certo Nick - Sebastian sorride, e per un attimo, un solo , niente è nei suoi pensieri.


Alex_J 's corner :

Allora, questa coppia la definerei come un esperimento... un esperimento che mi sta travolgendo sempre di più. Ce li vedo, tantissimo.
Beh , non so se riuscirò a convincere altri della bellezza che trovo in questo nuovo pairing ma io ci proverò lo stesso.
Questo è solo il primo capitolo, di una lunga serie - okey, non lunghissima, ma abbastanza lunga - e spero vi sia piaciuto.
Ringrazio chi ha messo la storia tra le seguite o ricordate, e sopratutto quell'anima buona che ha recensito.
Baci e alla prossima settimana( si , credo aggiornerò ogni settimana per ora di lunedì :) )

Alex_J


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Capitolo 3
*** 2. Punto secondo: le prime emozioni ***


Punto 2, le prime emozioni

2. Punto secondo : Le prime emozioni.

 

"Il primo amore non si scorda mai". Soprattutto se non corrisposto.

 Roberto Gervaso, La volpe e l'uva

 

Sebastian si siede al banco come suo solito, il banco a destra nella fila centrale. Piccole cose che fanno la differenza per lui ; quel banco , quel banco in cui un tempo Quinn si era seduta quando lo era andato a trovare… in quel pomeriggio d’autunno.

Ricorda ogni singolo istante in cui ha visto Quinn, ogni singolo secondo. Ricorda tutto, anche prima che si rendesse conto che ormai, per lui non c’era niente da fare ; Innamorato perso , così diceva sua madre. E lui negava , negava.

Negava che quando era accanto a lei , il mondo cambiava. Radicalmente.

Prime emozioni. Si , il titolo mi piace. Ho capito di che si tratta. Pensa il biondo , giocherellando lievemente con la sua penna a sfera.

 

 

Prime emozioni? Vediamo, un po’.

La prima emozione, il primo mio batticuore con lei? Non ricordo esattamente, forse perché mi accorsi troppo tardi quello che stava succedendo dentro di me.

Avevo solo quattordici anni e nella mia mente… la confusione più totale: tutti mi credevano gay e in fondo i ragazzi non mi dispiacevano più così tanto, ma lei… Lei, oh lei.

Lei sapeva farmi impazzire come i ragazzi non sapevano fare. Nel suo modo di spostarsi una ciocca bionda dietro l’orecchio, nel suo modo di guardarmi con i suoi occhi grandi e nel suo modo di sorridermi. Mi faceva sentire speciale, mi dedicava le sue attenzioni e io morivo ogni volta.

Forse ora inizio a ricordare qualcosa, quella volta che mi accorsi di provare qualcosa per lei ma non ero capace di dire cos’era.

 

Sebastian beve, ancora una volta. La sua bottiglietta d’acqua è mezza vuota e sorride debolmente.

 

Era l’estate della prima liceo, della sua prima liceo. Avevamo deciso di passarla ancora una volta insieme e lei continuava a ripetermi quanto si era divertita durante l’anno. Io dovevo andarci l’anno dopo e da cosa mi raccontava lei , tutto sembrava così bello e roseo.

Era entrata nelle cheerleader e si erano classificate per entrare nel gare regionali, l’anno dopo secondo le previsione potevano passarle ora che lei era in lista per diventare capitano.

Ero felice per lei e anche tanto. Per una volta riuscivo ad essere felice per una persona che non fossi io, visto che nessuno era mai felice per qualcosa di mio avevo imparato a fare lo stesso. Il cinismo diventava a mano a mano  parte di me, mentre con Quinn sembrava non fosse mai esistito.

Lei era l’unica che non si domandava cosa non andava in me, perché mi piacevano sia i ragazzi che le ragazze e non mi chiedeva mai niente di tutto questo se non ero io a parlargliene.

Forse lei era l’unica per cui le ragazze mi piacevano, l’unica a cui osservavo costantemente le labbra, o gli occhi o le curve ben visibili nei costumi più o meno striminziti.

Ma lei questo non lo sapeva e nemmeno io, allora. Ma quel giorno, per mia disgrazia lo capii.

Cercai di dimenticarmi la data, l’ora e il secondo ma ancora adesso, se mi sforzo, ricordo tutto. Perché è bastato un secondo di consapevolezza per far cambiare il mio mondo.

Un secondo, in cui, mentre eravamo in giro per il paesino più vicino mi ha preso a braccetto.

Solo sfiorarsi, ha mandato il mio cuore in visibilio, quello sfiorarsi mi ha mandato fuori.

Mi sono accorto il secondo dopo che tutte le cavolate di cui mia cugina parlava fino alla nausea con gli occhi a cuoricino erano vere. Tutte maledette vere.

 

 

Sebastian trema un po’, ma cerca di non darlo a vedere. Incrocia lo sguardo di Thad , che gli sorride e lui sorride pronto con un sorriso sghembo, strafottente che fa voltare per il rossore il castano.

Sebastian sa come comportarsi con i ragazzi , si trova meglio con loro. Preferisce i ragazzi alle ragazze , loro sono visibilmente più complicate e non cambiano facilmente.

I ragazzi invece sono complicati nell’animo , fingendosi proprio semplici. E per le storie che ha avuto Sebastian con loro, non c’era bisogno di scavare così tanto dentro di loro per trovare quello che gli serviva.

Calma i tremori e continua a scrivere, consapevole che tra poco avrà un incontro piacevole con Thad negli spogliatoi di fisica. Non gli piace , ma non importa.

Tutto meglio che pensare a Quinn , pensa mentre riprende a scrivere passando al terzo punto del racconto.

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