Neanche il never say never renderebbe questa storia possibile.

di loveforpenguine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1. ***
Capitolo 2: *** Chapter 2. ***
Capitolo 3: *** Chapter 3. ***
Capitolo 4: *** Chapter 4. ***
Capitolo 5: *** Chapter 5. ***
Capitolo 6: *** Chapter 6. ***
Capitolo 7: *** Chapter 7. ***



Capitolo 1
*** Chapter 1. ***


Chapter 1.

Quella sera tornai a casa dopo una pesante lezione di hip hop. 
Misi giù la borsa delle scarpe e presi il pc per guardare le mie mail. 
Sgranai gli occhi davanti ad una in particolare e iniziai a leggere sotto voce.

"Fan di Justin Bieber, avete un particolare talento per la danza e sapete ballare? Non perdete l'occasione di partecipare all'audizione online o di una persona..blah blah blah...guadagnarsi un posto nel Believe Tour..ecc ecc..una possibilità incredibile di realizzare un sogno: SALIRE SUL PALCO CON LUI MENTRE GIRA IL MONDO?"

Senza accorgermene rabbrividii al solo pensiero di poter vincere. 
Si, amavo ballare, e pensavo di saperlo fare. La speranza è l'ultima a morire. Volevo provarci anche se,  non essendo americana, ero più indietreggiata delle altre. Posai il computer al suo posto e mi stesi sul letto..prendendo sonno immediatamente, come un soffio, col sorriso sulle labbra. 

 

 

La mattina seguente mi svegliai come da un coma, non ricordando niente di niente. 

"Mamma?"- nessuna risposta.
 

La cercai per tutta la casa, ma evidentemente era andata al lavoro. Come la maggiorparte della giornata. Da quando cominciò il nuovo lavoro a casa ci stava solo per poche ore e cercavo di godermele perché avevo bisogno di lei, come qualsiasi ragazza di 15 anni ne ha.

Così, con la casa libera..decisi di fare quel video, decisi di dare inizio ai miei sogni. 
Presi la macchinetta HD e la misi su un mobiletto in modo che tutto il corpo si vedesse, e quando vidi il "REC" mi spostai indietro e feci partire un mix di Believe che comprendeva 4 canzoni.

Iniziai a fare tutte le mosse possibili imparate negli anni passati alle lezioni di hip hop. Mi scatenai dando il meglio di me. E quando finì di ballare spensi la macchinetta. 
Ero così nervosa che non ebbi neanche il coraggio di riguardarlo subito.
Così lo misi direttamente sul pc, modificai qualche cosa e poi lo misi su youtube. Senza riguardarlo.
Non volevo neanche sapere se avevo fatto schifo o meno. Avevo addiritura paura. 

Spensi il pc senza ripensamenti e basta. Mi cambiai e andai a fare un giro, solo io e il mio I-pod.


 


 





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Capitolo 2
*** Chapter 2. ***


Chapter 2.
La musica sembrava passare dalle cuffiette al corpo dando una sensazione piacevole, sembrava una droga. La sua musica per me lo era.
Mi guardai un po' in giro per poi vedere mio fratello con dei suoi amici.


"CHRIIIS"
Si girò sorridendo come un ebete e aprendo le braccia come se dovesse accogliere un ippopotamo, non sua sorella. Già, io e Chris eravamo molto legati, non come i soliti fratelli.

"Ciao piccola" - mi tenne stretta a sè e mi accarezzò i capelli. Mio fratello andava fuori città spesso. Da quando mio padre morì, mia madre lo vide come un combina guai e ha seconda di come le giravano lo spediva da dei parenti qua e là.
"Mi sei mancato così tanto." - scoppiai in lacrime come una bambina. I suoi amici ridevano. A loro sembra una cosa ironica non poter vedere il proprio fratello per settimane? Non sapevo niente di lui, nessuna notizia, non usava il cellulare.

"Quando sei tornato?" - dissi tra i singhiozzi.
"Sono appena arrivato in città piccola. La mamma dov'è?"
"Sai..da quando ha il nuovo lavoro sta sempre lì. A casa non c'è mai, tipo adesso. Sono uscita a fare un giro."


D'un tratto sul suo viso comparve un sorriso a 32 denti, arrivava da un orecchio all'altro. Mi guardava con uno sguardo così dolce e protettivo. Uno sguardo fiero.
"Sei cresciuta così tanto sorellina.."
"Sarà cresciuta, ma ha sempre in mente quello sfigato di Bieber."
Simpatici gli amici di mio fratello.
"Hei hei, lasciala stare."
Aveva un'aria così seria.

Era così bello riaverlo a casa. Lo riabbracciai con tutta la forza che avevo nel corpo e poi mi vennero in mente le audizioni. Avrei dovuto dirglielo o no? Non avevo il coraggio. Non c'era un motivo in particolare, ma forse non era il momento, mi avrebbe messo in testa tante stronzate su quello che avrei fatto quando sarei stata lì, mentre invece poi la delusione mi avrebbe trascinata con sè scoprendo di non essere neanche tra le finaliste.
"Vieni a casa?"

Mi mancavano le giornate in cui mettevo Bieber a palla e facevamo dei video spastici mentre ballavamo e cantavamo. A lui piaceva Bieber..lo stimava e sapeva le sue canzoni. Per quello ne approfittavo.
"Certo cucciola."

Mi sorrise e aveva il sorriso più bello di tutto il mondo............dopo Bieber.
Mi faceva sciogliere. Era il mio fratellone, mi era sempre rimasto accanto, nonostante i nostri litigi stupidi.
Salutò quei coglioni e andammo a casa, dove finalmente potemmo rimanere in pace...cioè quasi.
Entrai con foga in casa e andai al pc. Lo accesi e misi subito casse e tutto. La macchinetta sul mobiletto in fondo alla cucina posizionato dirtto verso di noi. Presi le parrucche e ne diedi una a Chris. Partì la musica e con quella anche il nostro divertimento. Ballammo e ridemmo come degli schizzofrenici fino a quando la porta non si aprì e non facemmo la figura di merda con le parrucche in testa e con nostra madre a guardarci quasi scoppiando a ridere. Mi guardò per qualche secondo e poi andò subito da mio fratello abbracciandolo.

"Ciao piccolo"
"Ciao mamma"

Ricambiò l'abbraccio come se non la vedesse da anni.

Per un motivo anche stupido..andai a guardare ancora le regole delle audizioni. E la scadenza? Era proprio quel giorno. Iniziai a tremare e a sentirmi battere il cuore più rapido del normale.
*Clink*
Mi arrivò un'altra mail.
Mi indicava di guardare il video dove annunciavano i vincitori.
Ero terrorizzata all'idea di non esserci in quel video. Avevo paura.

"Chris.." - dissi a bassa voce tremando.
"Cosa c'è piccola?"
Venne subito vicino a me guardando lo schermo come se già sapesse tutto.
"Devo dirti una cosa.." - aveva uno sguardo impaurito. - " Ho fatto delle audizioni..per il Believe tour.."
"Eh?"

Sembrava sempre più stranito.
"Delle audizioni per essere fra i ballerini di Justin nel tour che comincia tra un mese."

Non parlò per qualche secondo.
"Ti hanno presa?" - azzardò a chiedere.
"Non ho il coraggio di guardare il video."


Lo aprì lui.
Misi i palmi davanti agli occhi e guardai fra le dita..impaurita.
Misero qualche video..erano davvero bravi..figuriamoci se avessero preso proprio me che..ah no..aspetta. No..
quello era il mio video. Quella ero proprio io.
Sgranai gli occhi davanti al computer e aprì la bocca a forma di O gigante. Mi alzai dalla sedia posizionandomi attentamente in un posto senza sedie o cose per terra.
Poi ..lo sclero totale.


"OH MIO DIO SONO UNA DELLE BALLERINE DI JUSTIN. OH MIO DIO LO VEDRO', LO ABBRACCERO', POTRO' ANDARE IN TOUR CON LUI. OH DIO SANTO GESU'."
Saltellai come una pazza per tutta la casa. Saltai sulle spalle dio mio fratello che nel frattempo rideva.
Andai nella stanza di mia madre.


"MAMMA, PREPARO LE VALIGE, PERCHE' PARTO PER L'AMERICA"
Mia madre mi guardò malissimo.
"Che cazzo dici, Juliet?"
"Dico che....SONO UNA TRA I BALLERINI DI JUSTIN."

Non mi riconoscevo più nemmeno io. Mi sentivo come se fossi su una nuvola leggera. Mi sentivo così bene..mi sentivo finalmente bene.
E quello..era l'inizio dei miei sogni.


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Ciao a tutte *-*
Ci ho impiegato ore a scriverlo quindi pietà. Grazie per la lettura. kiao. <3

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Capitolo 3
*** Chapter 3. ***


Nei giorni seguenti non pensai ad altro. 
Le valige erano già pronte anche se sarei dovuta partire un mese dopo. 
Mio fratello, tuttavia, era giù. 
Passava le giornate in camera sua a guardare dei film al buio e usciva solo se glielo chiedevano in ginocchio. Presi il coraggio di placare le mie emozioni e di bussare alla sua stanza. Avevo paura, quasi come quando si ha paura di bussare alla classe di qualcun'altro per un messaggio alla professoressa o un alunno.
Bussai.

"Si?"
Sentii una voce priva di emozioni.
"Sono io Chris, posso entrare?"
"Sì, entra pure."

Aprii la porta e trovai Chris steso sul letto con un pacchetto di patatine in braccio a guardare la TV. Mi sedetti sul letto con le braccia strette al corpo e le mani unite. Avevo quasi paura di parlare. 
"Allora..cos'hai in questi giorni Chris?"
"Cosa dovrei avere secondo te?"
- mi tirò uno sguardo tra la rabbia e il 'you don't say?'. 
Spostai lo sguardo verso il basso quasi vergognandomi.
"Scusa.." -azzardai.
"E di che cosa scusa? Stai per realizzare il tuo sogno, sono io l'imbecille che rimarrà a casa ad aspettare altri 3 anni prima di vedere sua sorella."
Lo guardai.
"No, tornerò un giorno. Farò una pausa, no? Verrai a trovarmi qualche volta, e la data in Italia? Verrai a vedermi col biglietto che ho comprato per me. Non è finita qui. Lo sai quanto bene ti voglio. Di cos'hai paura?"
"Che tu ti dimentichi di avere un fratello, che tu ti dimentichi di me. Ho paura che .."
Gli misi il dito sopra le labbra per zittirlo.
"Tu sei il mio fratellone. Sei la persona più importante per me. Come potrei dimenticarti? Qualsiasi persona, qualsiasi ragazza desidererebbe un fratello come te e io ho avuto la fortuna di averti. Dovrei dimenticarti? Non lo farò."
Lo abbracciai con tutta la forza che avevo nel corpo. Come poteva minimamente pensare che l'avrei dimenticato? Quel ragazzo era tutta la mia vita. 
"Grazie piccola. Tiferò sempre per te e quando verrò al concerto..punterò il dito e dirò 'quella è la mia sorellina'
Mi vennero i brividi. 
Voglio dire, non era un sogno, ero stata davvero scelta come una tra le ballerine di Justin. Tutto stava per cambiare. 


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Un mese dopo.

Mi svegliai quasi svegliata da un incubo in cui sognavo di non arrivare in tempo. Ed ero in ritardo.
"Mammaaa"
Inciampai nella valigia che la sera prima lasciai in mezzo alla stanza. Cercai di sbrigarmi, ma essendo appena sveglia inciampavo in qualsiasi cosa mi capitasse fra i piedi. 
"MAMMA CAZZO DOBBIAMO ANDARE"
Andai di fretta in bagno, mi lavai il viso e poi mi guardai allo specchio.
Ok Juliet, stai per andare dal tuo idolo.
Sentii bussare. Mi girai di scatto verso la porta. 

"Sì?"
"Piccola, apri. E' tardi e dobbiamo andare."
Era mio fratello ed era tardi per davvero. Presi una tuta e decisi di cambiarmi in macchina.
Uscimmo dalla porta, ma tornai di corsa dopo aver dimenticato il mio I-pod.
In macchina non poteva mancare Believe a palla e la mia voce che avrebbe spaccato le finestre da un momento all'altro.

"Amore, mi mancherai da morire." - mia mamma restò fissa con lo sguardo in strada, quasi piangendo.
"Mamma, non preoccuparti, sarà bellissimo. Verrai a trovarmi e ti farò conoscere Justin." 
Parlavo come una bambina di 5 anni che stava per andare a comprare il suo giocattolo preferito visto in vetrina.
Mia madre sorrise e scosse la testa. 
Sapevo che ci sarei stata male pure io dopo un po', ma il pensiero che avrei abbracciato Justin..mi confortava in un certo senso.

"Mamma, Chris..vi voglio bene. Non dimenticatelo mai."
Arrivati all'aeroporto a mio fratello scesero le prime lacrime. 
Lo abbracciai, anche se il mio abbraccio non potè far altro che alimentare quelle lacrime. 

"Non puoi capire quanto mi mancherai piccola." 
"Sì, lo so. Pure tu mi mancherai. Ti voglio bene Chris. Sempre.

Mi staccai e gli porsi il mignolo, come facevamo quand'eravamo piccoli quando dovevamo farci un apromessa importante.
"Dove vado io vai tu e non ti lascerò mai andare. I'd never let you go, ok?" -conclusi.
Sorrise.
Abbracciai poi mia madre che mi fece un sacco di raccomandazioni su come avrei dovuto comportarmi con lo staff o con Justin in persona, su come avrei dovuto comportarmi con chi mi avrebbe aiutata. Della serie..mamma keep calm.
Salutai per l'ultima volta i miei cari e salii sull'aereo. 

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Capitolo 4
*** Chapter 4. ***


Chapter 4.

Mi accolse una hostess sorridente e molto carina. Mi girai un'ultima volta per guardare mio fratello e mia madre piangere.

"Non ti preoccupare tesoro, staranno bene." -disse la hotess sorridendo.

Una volta sull'aereo mi sedetti accanto alla hostess.
"Allora..come ti chiami?" -mi chiese.
"Io sono Juliet e tu?" - le sorrisi.
"Aww, come mai hai un nome inglese? Non sei italiana? Comunque Francesca, piacere."
"I miei volevano chiamarmi così, sono italiana, ma i miei preferiscono i nomi inglesi, come mio fratello che si chiama Chris."
Annuì e stette zitta per qualche minuto. L'aereo non partiva più.
"Comunque spero che ti divertirai in America, è un bel posto."

"Mi divertirò. Ovvio. Ballerò col mio idolo per 3 anni"
"Davvero? E chi?"
Aveva un'aria davvero stupita. L'aereo partì. Prima a terra con velocità assurda e poi decollò.
Mi vennero le lacrime e Francesca se ne accorse.

"Ehi..che succede?"
"Sto andando dal mio idolo. Cosa mi dovrebbe capitare? E' la cosa più bella del mondo. Il paradiso."
Cominciai a piangere come una bambina.
"Aww, sei dolcissima. Chi è lui? Dev'essere davvero importante."
"Lo è. E' Justin Bieber."

Mi guardo per qualche secondo con aria stupita.
"Scherzi?"
Mi stava prendendo in giro oppure era stupita davvero?
"No..perché dovrei?"
"Ascolto spesso la sua musica..mi faresti fare un autografo?"
Mi girai verso di lei e i suoi occhi erano sinceri.
"Oddio sì."
Non so perché mi venne spontaneo abbracciarla. Ricambiò l'abbraccio borbottando qualcosa che non capii e non volli nemmeno capire.
"Ascolta piccola, io vado un po' perché devo lavorare. Dopo torno, promesso."
Sorrise, aveva un sorriso delizioso e dolce. Poi andò via lasciandomi sola.
Presi L'I-pod e decisi di lasciarmi trasportare nel sonno che mi mancava, dalla musica di Justin. Dopotutto erano 12 ore.
Finchè non arrivò l'hostess con i dolci.

"Ehi signorina, ragazza."
Aprii gli occhi spaventata e lei sorrise.
"Desidera qualcosa dal carrello?"
Già il fatto di interrompermi il sonno è sbagliato. Placai gli istinti omicidi.
"Certo. Grazie."
Presi una barretta di cioccolata e guardai l'orologio. Avevo dormito davvero così tanto? Mancava solo mezz'ora. Ciò significava che stavo per arrivare davvero a New York, e ciò sigificava che ero sopra l'America.
Guardai in basso pensando che quella fosse l'America, ma non riuscivo a realizzare che nel giro di mezz'ora avrei messo piede sulla terra dei miei sogni.


*Dlin dlon.*
"Avvisiamo i passeggeri che l'aereo sta atterrando a New York."

Andai in panico e mi venne un nodo in gola.
L'aereo stava atterrando e in quel momento Francesca venne accanto a me.

"Ascoltami, so che sei emozionata. Spero che non ti dimenticherai di Francesca, ok? Divertiti e goditela. Tiferò per te."

Era così carina, ma le farfalle nello stomaco non si placarono.
Ed eccolo lì. L'aereo era già atterrato?

Francesca mi accompagnò agli arrivi e mi abbracciò lasciandomi lì. Mi guardai un po' in giro già con le lacrime agli occhi e vidi in lontananza una persona con un cartello.
Mi avvicinai ed era Scooter. ERA SCOOTER. Teneva stretto a sè un cartello con scritto il mio nome. C'era scritto proprio "Juliet Osborn".
Mi piegai su me stessa scoppiando in lacrime. La gente mi guardava male. Ma davanti a me c'era Scooter.
Gli corsi incontro e lo abbracciai con tutte le forze che avevo. Non penso mi avesse riconosciuta, non penso neanche gli fosse smbrato strano vedersi una ragazzina della mia età abbracciarlo come se lo conoscesse da una vita. Ricambiò l'abbraccio ridendo.


"Sono io Juliet Osborn"-dissi fra le lacrime.
"Ow, sei tu?"-aprì la bocca e poi mi abbracciò.-"Su, andiamo, la macchina ci aspetta e anche Bieber."
Lo guardai ancora più incredula e scoppiai a piangere di nuovo. Le lacrime scorrevano sul mio viso come una cascata e non riuscivo a fermarle.
"Oddio sei davvero
Scooter, oddio, non riesco a crederci."
Iniziò a ridere e mettendomi un braccio intorno al collo mi prese la valigia e si incamminò verso l'auto.
La bellezza di quell'auto era indescrivibile.
Sgranai gli occhi e entrai dopo che Scooter me l'aprì.

"Grazie mille." -sorrisi.
Ricambiò il sorriso e dopo aver messo la valigia nel portabagagli salì pure lui al volante.
"Allora, sei felice?"-mi fece la domanda più stupida che potesse fare.
"Sei Scooter, siamo in America e stai guidando per farmi arrivare dritta da Justin, come non potrei?"
Piangevo ancora. In continuazione.
"Che carina ahah, però in realtà ora non stiamo andando da Justin. Justin lo potrai vedere domani. Adesso l'hotel ti aspetta. Condividerai una stanza con un ballerino..che tra parentesi..è un maschio quindi attenta..la camera ha di tutto. Un mini-bar, un pc. E' il paradiso ragazza e spero ti troverai bene."
Restai zitta per qualche secondo.
"Pur di vedere Justin starei pure in una stalla. Quindi..grazie mille."

Cominciai a calmarmi e poi arrivammo. Quell'hotel era enorme e quando vidi la stanza..era di un lusso..
Mi girai verso Scooter e lo abbracciai ancora e ancora.

"Grazie davvero. Con tutto il cuore. Sei la mia salvezza. Grazie di tutto."
Ricambiò l'abbraccio e poi andò via.
Mi buttai sul letto con le lacrime agli occhi.
"E tu che ci fai qui?"
Mi alzai di scatto. C'era un ragazzo con solo un asciugamano indosso. Arrossii.
"Eh? Io? Io..condivido questa camera."
"Ah, sei tu l'altra ballerina? Carina."

Restai zitta.
"Io sono Ryan. Piacere."
Continuava a sorridere.
"Juliet, piacere."
Mi guardai in giro e notai che c'era solo quel letto..ed era matrimoniale.
"Ma c'è solo questo letto?"
"Hai paura a dormire nello stesso letto di un ragazzo?"
"Certo che no ma...doman..domandavo."

Abbassai lo sguardo.

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Capitolo 5
*** Chapter 5. ***


Chapter 5.

Restai immobile con lo sguardo nel vuoto.
"Vado a cambiarmi bella."
Mi risvegliai da quella specie di sonno per poi distendermi sul letto affondando in un sonno di ben due ore.
Mi risvegliai nel letto coperta per bene. Mi alzai di scatto come spaventata.
Mi alzai di fretta per poi vedere colori strani e per sentirmi disorientata per qualche secondo. 

"Finalmente.."
Girai la testa e vidi Ryan seduto davanti al mio letto.
"Pensavo fossi morta..per questo ti ho coperta.."
Sembrava nervoso.
"Ah si?" - feci un sorrisetto malizioso togliendomi la felpa che avevo indosso.
"Sennò per cosa? Dai, cambiati e andiamo a fare un giro."
Lo guardai male.
"Che ore sono?"
"Sono le 11 ormai."

"DI MATTINA" -sgranai gli occhi.
"Di sera genio della lampada."
Rimasi disorientata lo stesso. Quel fusorario non era per me. 
Andai in bagno e mi cambiai con i primi vestiti che trovai. 
Ryan mi sorrise e mi fece cenno di uscire per prima, mi seguì.

"Allora..perché sei venuta qui?"
Domanda più stupida non poteva fare.
"Per lo stesso motivo tuo..credo."
"Soldi?" 

Sbagliò.
"Justin."
"Sei una di quelle fansette sfegatate che urlano quando lo vedono? Wow, domani non voglio esserci."
Mi fermai e mi girai verso di lui.
"Ascolta mr.sotuttoio, se non ti andava di vedere una fan come me qui, potevi anche non venire, i soldi si guadagnano anche in un'altra maniera."
Scoppiò a ridere e mise il braccio intorno al mio collo.
"Ne avrai da imparare sul mondo del lavoro."
"Non fare l'uomo vissuto." 

Quel suo tono da perfetto deficiente mi diede sui nervi. Ma stetti zitta.

New York era la città più bella che avessi mai visto. Non riuscivo a credere di essere in America finalmente. Guardavo tutto con gli occhi lucidi e col sorriso sulle labbra. 
Respiravo aria americana. Era tutto più bello, più semplice.
 

Insegne, luci, era tutto perfetto. Proprio come vedevo in quei film americani.
Andai in trans guardando tutte quelle luci e sentii Ryan ridere.


"Perché ridi?"
Ero seria e a quanto pare questo lo fece ridere ancora di più. Uno schiaffo non glielo tolse nessuno.
"AHI. CHE COSA C'E'?"
"PERCHE' RIDI?"

Stette per qualche secondo zitto sorridendo e trattenendo la risata sembrando ubriaco e poi ricominciò. Alzai gli occhi al cielo pregando che qualcuno lassù mi aiuti. 
"Avevi uno sguardo così....stupido" 
se ne uscì così. 
Mi staccai di nuovo da lui. 

"Oh, ma cosa vuoi? Sono in America..IN AMERICA. A
NEW YORK, IN QUESTA CITTA' C'E' JUSTIN E DOMANI LO INCONTRERO'."
"Stai calmina belieber"

Cosa ci trovasse di così divertente..avrei voluto capirlo.
Ero stanca..sì, anche dopo tutte quelle infinite ore ero stanca, suggerii di andare a casa.
A casa oddio. 
Entrati in casa una leggera arietta ci accolse. Si stava così bene.
Mi cambiai e in due secondi ero già finita nel caldo e morbido letto. Stavo per addormentarmi quando ricordai che quella notte avrei dormito con un ragazzo. Aprii gli occhi di scatto.
Entrò in camera da letto dopo essersi cambiat..spogliato e si infilo nelle coperte accanto a me.
Arrossii senza accorgermene.

"Notte squilibrata"
Feci finta di essermi già addormentata e chiusi gli occhi per tranquillizzarmi. 

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ciaaao, so che fa schifo, abbiate pietà di leggerlo e di darmi consigli. grazie per aver letto.

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Capitolo 6
*** Chapter 6. ***


Chapter 6.

Quella voce schifosa metallica della TV mi svegliò. 
Non volevo alzarmi.
Aprii prima un occhio, poi un altro. 
Non so come nè perché..quel coglione di Ryan se ne accorse e saltò sopra il letto.
"SVEGLIAAA" 
Rideva. Perché cazzo rideva? 
Mi misi seduta, presi il cuscino e glielo tirai in testa.
"CREPA."
Smise di ridere per qualche secondo fregandosi la testa poi ricominciò a fare il cretino.
"Ti strappo qualcosa se continui a ridere"
"Dai..alzati che dobbiamo andare alle prove."
Mi si illuminò il volto.
"Dici..le prove con Bieber?"
"No, con Obama.."
Feci una smorfia e poi scesi dal letto facendo una mossa da super diva guardando nel vuoto..
Mi vestii in un lampo, ma Ryan sembrava impiegare più di un esercito di ragazze nel prepararsi.
Bussai col palmo della mano alla porta del bagno.
"CAZZO RYAN, MUOVITI O FAREMO TARDI."
Aprì la porta e si presentò in tutto il suo splendore. Senza accorgermene lo squadrai dalla testa ai piedi. 
"Andiamo...?"
Scossi un po' la testa e aprii la porta.
Faceva freschetto la mattina lì, per quello mi portai un giacchetto di pelle. Avevo i brividi e non capivo se provenissero dal freddo oppure dal fatto che da lì a qualche momento avrei abbracciato il mio idolo. 
Il cuore mi batteva talmente forte da sentirlo in gola, nelle orecchie. Tutto mi sembrava così strano e mi sentivo svenire. Che faccio mo'? Torno a casa oppure vado dal mio idolo essendo consapevole di essere licenziata poi? Ahah, okay la seconda. 
Arrivammo davanti alla palestra.
Il cuore batteva a mille e mi stavo sentendo male. 
Volevo cominciare a correre, ma non sarei stata professionale.
Entrammo e c'erano più ballerini che stavano facendo riscaldamento. Lui non c'era. Feci un respiro profondo chiudendo gli occhi e mi accolse una ballerina dai capelli rossi.
Aprì le braccia e mi abbracciò come se mi conoscesse da una vita.
"Ciaaao, io mi chiamo Susan."
Mi tenne a stretta a lei per un bel po' e non feci altro che ricambiare il suo caloroso benvenuto.
"Ciaaao, io sono Juliet."
Sciolse l'abbraccio per poi guardarmi intensamente.
"Sei proprio bella"
Se ne uscì così.
Sentii la porta aprirsi e mi girai di scatto.
Il mio cervello and in tilt, mi misi ad urlare come se il mio cervello fosse importato su 'se vedi bieber sei ad un concerto fatti sentire'. Sentivo il cuore battere a mille. Era lì davanti a me a qualche passo da me. Misi la mano davanti la bocca cominciando a piangere. Lui si mise a ridere. 
Corsi da lui lanciandogli le braccia attorno al collo e stringendolo. Profumava di zucchero filato. Non riuscivo a crederci che quello fose proprio Justin. Il mio idolo.
"Ehi ehi, calma."
"Ti amo, ti amo con tutto il mio cuore, grazie per tutti questi anni. Grazie di tutto."
Mi sorrise e riaprì le braccia.
"Vieni qui dai."
Mi prese in braccio. No, non poteva essere davvero lui. No, era un suo sosia. Ditemi che non è un sogno vi prego, perché non voglio risvegliarmi.
Continuavo a piangere e a piangere e le gambe mi tremavano anche se in quel momento ero tra le sue braccia e continuavo a piangere sulla sua spalla.
"Oddio non ci posso credere."
Tutte le mie preghere erano state esaudite e non riuscivo più a controllarmi. 
Poi rivolgendosi a Scooter disse.
"Possiamo tenerla?"
Che poi..wtf? Mica ero un cane.
Sorrisi come una demente e basta.
"Sisisi, per favore." -dissi.
Ma in che stato ero ridotta?
Non riuscivo a capire proprio niente. Tutto ciò che avevo sempre desiderato era in quellaa palestra.
Mi stavo sentendo male. Non capivo proprio più niente.
"Senti..si vede che stai male..per oggi puoi guardare le prove e basta, va bene? Facciamo che domani vieni prima alle prove e la recuperiamo insieme. Okey?"
Sorrise. Aveva il sorriso più bello di tutto l'universo. Neanche un milione di stelle avrebbero potuto eguagliarlo. 
Stava sorridendo per me. 
Il mio stomaco stava facendo i fuochi d'artificio e piangevo in continuazione piegandomi su me stessa.
Non potevo crederi insomma.
Dopo 4 anni passati a piangere davanti a dei poster si era materializzato davanti a me.
Per tutte le prove non feci altro che piangere e piangere. 
Ormai la mia faccia era diventata una specie di peperone gigante.
Finite le prove tutti indossarono il proprio giacchetto e andarono via. 
Dopo aver salutato tutti venne da me e si inginocchiò.
"Ehi, non piangere dai."
Premette con i palmi sulle mie ginocchia facendole tremare.
"Ti amo così tanto."
Lo abbracciai per l'ennesima volta.
"Va tutto bene."
Ma dovetti e dico dovetti tornare a casa. 
"Domani vieni un'ora prima alle prove così recuperiamo ciò che abbiamo perso oggi, va bene?"
Mi stampò un bacio sulla guancia e poi si allontanò con Scooter.

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Capitolo 7
*** Chapter 7. ***


Chapter 7.

Restai lì immobile sulla panchina cercando di fermare le mie lacrime con i palmi delle mani, ma continuavo.
Arrivò Ryan che mi prese per un braccio e mi portò fuori da quella palestra. Justin stava firmando degli autografi e il mio cuore comincò a galloppare di qua e di là rivedendolo. Mi fermai cinque secondi a guardarlo da qualche metro.
Era così bello. I suoi capelli splendevano al sole, i suoi pantaloni, ahah, si, quelli da hip hop con le tasche sulle ginocchia, il suo sorriso magico e splendente.
Quel ragazzo era l'incarnazione della perfezione.
Guardai Ryan per essere certa che non mi avesse fermata e cominciai a correre.
Quando arrivai davanti a Justin non seppi far altro che lanciargli le braccia al collo. 
Sentivo il suo profumo così puro, dolce, paradisiaco.
Zucchero filato dicevano, ed era così.
Ryan mi prese in braccio e iniziai ad urlare.
"CAZZO RYAN MOLLAMI."
"Dobbiamo arrivare a casa e continuando così non mi aiuti."
"E CHI TI VUOLE AIUTARE? PORTAMI DA JUSTIN" 

Justin si girò di scatto ridendo.
"Ci vediamo domani tesoro."
Mi comparse un sorriso mai visto sul viso e mi lasciai a peso morto su Ryan.

**

Cominciai a saltare sul letto. Il mio cuore batteva sempre più forte, volevo riprovare quello che avevo provato quel giorno.
Justin.
Bieber.
Abbraccio.
Oh Dio. Era finto. Sembrava finto.
Ryan scoppiò a ridere.
"Ti droghi?" -chiesi fermandomi.
"No è che sei così divertente."
Nel giro di due secondi mi prese per i fianchi e mi butto sul letto, mi guardò dritto negli occhi con uno sguardo strano. 
Stavo avendo paura, voleva baciarmi? Perché se non lo voleva lo sembrava, avevo il batticuore, non perché mi piacesse quella situazione, anzi. Avrei voluto andarmene in quell'istante, ma non so cosa mi teneva bloccata proprio lì, sotto di lui.
Spostò il suo sguardo seducente dagli occhi alle labbra e senza neanche accorgermene, due secondi dopo le sue labbra erano appoggiate alle mie, e quello sfioramento diventò un vero e proprio bacio.
Cercai di staccarmi, ma evidentemente le mie mani sul suo petto per lui significavano 'oh si, come on baby'. 
Riuscii a staccarmi poco dopo.
"Ma insomma mi vuoi dire che avevi in mente?"
"Era solo un bacio" -si giustificò.
Mi alzai in piedi.
"Solo un bacio? E' così che fate voi qui? Solo un bacio con la prima che capita? E ora scusa tanto, ma vado via."
Che grande stronzo. 
Uscii sbattendo la porta come in un film. Sognavo tanto di farlo. 
Scooter mi aspettava di sotto, a quanto pare sarei dovuta andare comunque a scuola. 
Un sorriso mi comparve da un orecchio all'altro, tipo Joker, e corsi ad abbracciare quell'uomo. Mi sentivo già parte di quella famiglia.
"Ciao, com'è andato il primo giorno?"
"Sono stragasata, amo stare qui."
"Ti piacerà anche la scuola, ne sono sicuro."

Sorrisi.
Quella scuola era gigantesca. Tutti erano a lezione, nessuno stava nei corridoi, anche perché penso che se avessero visto Scooter..
"Buongiorno signora. Sono Scooter"
Tese la mano a quella donna bellissima che doveva essere la preside.
"Buongiorno"
Sorridendo spostò lo sguardo su di me.
"Tu devi essere Juliet, è un enorme piacere averti qui. Ho visto i tuoi voti e anche il tuo provino per..come si chiama?"
"Il Believe Tour"

Sorrisi e diventai rossa. Aveva visto il mio video? Oddio che imbarazzo. 
"Scooter, la prego, può accompagnare la signorina nell'aula a destra? Procederanno gli insegnanti ad aiutarla. Grazie"
Avevo di nuovo il batticuore, ero nuova e non conoscevo proprio nessuno. Un continente nuovo oltre che stato e città e pure scuola. Era davvero troppo.
Scooter bussò e sentimmo solo un "avanti".
Mi fece entrare e poi mi seguì.
"Buongiorno"
Le ragazzine stavano sclerando.
"Lei è la nuova alunna, Juliet Osborn." -continuò.
"Oh certo, prego signorina, si sieda vicino a Mr. Hudson."
Seguì il dito della professoressa e mi sedetti vicino ad un ragazzo piuttosto bello, ma pieno di sè.
"Allora io vado Juliet, buona giornata, a domani."
"Grazie"

Sorrisi.
"Signorina, come mai è qui?" -domandò la professoressa
"Io..sono italiana, ho fatto delle prove per il tour del mio idolo ed...eccomi qui."
"E non le toccherà andare in tour?"
"Il tour comincia a gennaio, quindi..fin quando rimarrò qui a New York, andrò a scuola come i comuni mortali."

La classe mi guardava come se fossi un dea, c'erano anche sguardi d'invidia. Mi sentivo potente. 
"Bene, accogliete la vostra nuova compagna. Juliet Osborn."
Perché stavano applaudendo? Non ero mica io la star. Ero solo..Juliet.
Sorrisi.
Era tutto così divertente e le cose divertenti passano in fretta.
Presi lo zaino e uscii da scuola con aria di superiorità. 
Non voglio mentire, mi sentivo accettata finalmente.
Fin quando non sentii una mano toccarmi il sedere.
Mi girai di scatto.
"Piacere, io sono Mike."
Mi rigirai e andai per la mia strada.
"Dai, non fare la difficile, non voglio niente di che." 
"Dimmi che ho sentito male."

"Sei te quella maliziosa. Non io."
Cercai con lo sguardo la macchina di Scooter e quando la trovai mi girai un'ultima volta.
"Ciao Mike."
"Ciao Juliet, com'è andata?"
"Tutto okey." 

Lo guardavo sempre con sguardo tonto e col sorriso più grande del mondo.
"Dopo mi ha detto il capo di ricordarti di venire un'ora prima."
"Come potrei scordarlo?"

Scesi dalla macchina e andai di sopra, anche se sapevo che ad aspettarmi ci sarebbe stato Ryan.
Appoggiai lo zaino a terra e accesi la TV. Continuavo a guardare l'orologio.
Dovevano essere le 2.30, solo le 2.30 e sarei andata.
*Driiiin*
"ALLELUJA SIGNORE."
Cominciai a saltellare. Stavo andando di nuovo dal mio idolo.
Ma Ryan dov'era? Cominciai a correre e sentii le gambe correre prima del cervello, pensavo di far tardi addiritura, ma arrivata lì mi resi conto di essere sola.
Entrai semplicemente. 
Mi sedetti sulla panchina aspettando Justin. Il tempo passava, le lancette dell'orologio si spostavano e il mio battito accelerava. 
Si aprì la porta e vidi una sagoma entrare dentro a quella palestra quasi abbandonata.

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