Anyone's shadow... di _Deah_ (/viewuser.php?uid=22696)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I'm Zoe...!! ***
Capitolo 2: *** NEW TOURNèE ***
Capitolo 3: *** "...I LOVE...YOU..." ***
Capitolo 4: *** "AGAIN..." ***
Capitolo 5: *** "DANGER SIGN" ***
Capitolo 6: *** "KEYRA...MISS BARBIE" ***
Capitolo 7: *** "I MISS YOU...SO FAR..." ***
Capitolo 8: *** "THINGS ARE NOT GOING WELL FOR ME" ***
Capitolo 9: *** "IT WAS JUST A MISTAKE" ***
Capitolo 10: *** "...BUT ANYWAY, WHAT AM I LOSING?" ***
Capitolo 11: *** "DEPARTURES AND ARRIVES" ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12. "I HATE LONELINESS" ***
Capitolo 13: *** "LONELY SILENCE" ***
Capitolo 1 *** I'm Zoe...!! ***
Nuova pagina 1
CAPITOLO 1. "I'M
ZOE...!"
"...Apro gli occhi verso qualcosa di
diverso..."
Con l’ultima nota, finii la mia canzone.
Nel teatro, gli applausi risuonarono per un minuto buono.
- Zoe...!! Sei stata fantastica!!! –
- ...Come sempre del resto... –
Sorrisi ai complimenti della mia band, anche se ormai avrei dovuto farci
l’abitudine. Riposai il microfono al suo posto e scesi velocemente dal palco.
Come di consueto, firmai qualche autografo, e dopo...scappai nel camerino, dove
trovai il resto della band.
- Bravi, bravi, bravi!!!! – disse Robert, il nostro manager;
- ...siete riusciti a raggiungere il vertice nelle classifiche!!! E con questo
concerto vi siete guadagnati pienamente il primo posto!!! –
Poggiai le spalle contro al muro e sorrisi.
Io sono Zoe, 19 anni, cantante dei “Black Angel”, gruppo rock formatosi da poco,
ma che ha avuto subito un grande successo.
Nel giro di pochissime settimane avevamp venduto milioni di copie, e ci eravamo
guadagnati il primo posto con il singolo “I WILL NEVER BE A MEMORY”, sicuramente
uno dei brani più belli di tutto il cd.
- Abbiamo altri concerti?? – chiese Maya, la mia chitarrista;
- Mi pare che questo fosse l'ultimo qui in Inghilterra...vero Zoe?? – aggiunse
l’altro chitarrista, Eric;
- ...cosa??? –
- Buona Notte, Zoe! – disse Alan ridacchiando;
- Scusate!!!! Si, cioè...no!! questo era l’ultimo concerto... – risposi;
- ...per ora!!! – continuò Maya.
Sorrisi nuovamente. Era bello vedere la mia band unita, sorridente, con la
battuta pronta. Era bello provare i pezzi, sempre con tanta voglia di fare,
anche dopo due ore di prove.
Da una semplice frase, ne usciva una vera e propria discussione, tra risate e
commenti vari...
Immancabili le scene di Alan (il batterista) che rincorreva Alex (il grande Alex...che
sta al basso!) con le bacchette in mano!
Per Robert era una vera e propria fatica badare a noi!!!
Ma cosa potevamo farci...eravamo una band formata da elementi che andavano dai
18 ai 20 anni, in fondo ci sentivamo ancora piccoli!
Guardai l’orologio, erano le otto di sera, un po’ tardi, dato che fra meno di
un'ora ci sarebbe stata la registrazione di una puntata SPECIALE su TRL! Anche
Robert si accorse dell'oriario;
- Ragazzi...anzichè fare i bambini, smuovetevi a prepararvi!! Fra un’ora
iniziano la registrazione... non aspettano mica voi!!! – disse spazientito;
- No, certo...non aspettano noi...e a chi riprendono, alla vicina di casa? –
chiese Eric con una nota di sarcasmo, che fece ridere Maya;
- Ragazzi!!! non fate i superiori!! E voi due che stat facendo? – chiese,
rivolto ad Alan ed Alex
- Nulla, Robert...ok! Andiamo! – disse Alan, smettendo di bacchettare ad Alex;
- E ora smuovetevi! Altrimenti vi annullo tutto... – disse Robert, con fare
minaccioso.
Non ce lo facemmo ripetere due volte: ci lavammo e ci truccammo nuovamente.
Mi guardai allo specchio: ero parecchio sciupata!! E le punte rosa dei miei
capelli iniziavano a sbiadirsi.
Maya guardava orripilata le sue occhiaie, mentre Alex, dietro di lei, le legava
i lunghi capelli neri.
Alan ed Eric invece, iniziarono a “costruirsi” veri e propri palazzi sulle loro
teste, grazie ai quintali di gel che avevano preso.
Dopo un quarto d’ora, eravamo tutti pronti; Robert tirò un sospiro di sollievo,
proprio come potrebbe fare una baby-sitter sapendo che il bambino cui doveva
badare era ancora salvo.
Ci guardammo in faccia per un minuto: sapevamo che questo tipo di perdita di
tempo faceva arrabbiare Robert da morire!!!!
Uscimmo dalla stanza ridendo, sentendo le urla del nostro caro manager
inseguirci per tutto il corridoio.
Arrivammo agli studi in perfetto orario; la saletta era piccola, ma molto
accogliente: diversi pouf (bhu...come s scrive?? xD Nd. Me) erano sistemati in
tutta la stanza, attorno ad un pouf più grande, dove evidentemente ci sarebbe
stato il presentatore.
Alcuni truccatori e parrucchieri ci diedero qualche ritocchino.
Scoppiai a ridere vedendo il parrucchiere osservare orripilato i capelli di Alan
ed Eric, ma loro due non si sarebbero fatti toccare nemmeno a morire!!!
Ci accomodammo nei pouf, aspettando il presentatore.
Dopo una decina di minuti, entrò il presentatore, seguito da alcuni
telecamera-men.
Accanto a me c’era Maya, che continuava ad arricciarsi nervosamente i capelli;
Alan, Eric ed Alex, invece, sembravano più freschi delle rose!
Riuscivo a sentire i loro discorsi...
- Aspetta, Eric! Sistemati meglio i capelli...dobbiamo farci vedere dalle
ragazze...!! –
- Si, giusto, Alex!! Così come va?? –
Sgranai gli occhi, osservandoli con un’espressione disgustata sulla faccia. Non
appena se ne accorsero, smisero subito di parlare.
Dopo qualche minuto, arrivò finalmente il presentatore;
- Salve, ragazzi!! Io sono Dylan... – si presentò;
- ...e sarò il vostro presentatore per un giorno...!! – concluse Alex, ridendo.
Al che, buttai uno dei tanti cuscini in faccia ad Alex, per farlo stare zitto.
Dylan ci guardò divertito;
- Ecco...ecco...è un buon inizio!! Dovete sentirvi a vostro agio!! Quando siete
pronti...iniziamo! Sarà una semplice intervista... – spiegò.
Tutti quanti annuimmo, e a un segnale di Dylan, le telecamere si accesero.
3...2...1...lo show aveva inizio...
Dylan iniziò a presentare i vari componenti...
- Buona sera, cari telespettatori!!! Ci troviamo qui, su TRL, in compagnia di
una band ormai famosa...i Black Angel! I componenti sono...Zoe, la dolce voce
del gruppo...! Maya, la chitarrista ritmica; Eric, il chitarrista solista; Alex,
il bassista e Alan, il batterista! Penso che per le presentazioni possiamo
fermarci qui! -
- Allora......il vostro ultimo tour...come vi è sembrato?? –
Iniziammo così la trasmissione, con domande del tutto legate al nostro “lavoro”,
parlando dei tour, dell’atmosfera all’interno della band, dando consigli o
facendo complimenti.
Ma nell’intervista ovviamente non potevano mancare le domande di cortile...
- Ma...passando ad altro...potete parlarci della vostra vita privata? – chiese
Dylan, con fare indulgente;
- Bha...si, posso dire che io sono follemente innamorato di Zoe...anche se la
tradisco con Maya... – iniziò a dire Alex;
- ALEX!! Stai zitto??? – dissi ridendo;
- Oh, ragazzi...ma è vero?? – chiese Dylan, inarcando le sopracciglia;
- Ma cer... – cercò di rispondere Alex, prima che Maya gli tappasse la bocca;
- Certo che no!!!! Io, personalmente sono single...!! – intervenni.
- Ma ora, cosa pensate di fare? A quanto pare siete pronti per una prossima
tournèe! –
- In effetti si...dovremmo partire per l’America, proprio fra una settimana.
Dovremmo organizzare una giornata insieme ad altre band, per beneficenza! –
risposi, sorridendo incerta alle telecamere;
- Una bella cosa! E quale sarà l'altra band? – chiese Dylan;
- Mhmm...ancora da decidere! Suppongo sarà qualcosa con i My Chemical Romance...abbiamo
firmato un contratto, e...si vedrà cosa fare! –
Terminammo la registrazione nel giro di un’ora e mezza: finalmente liberi!
Ammetto che non mi piaceva molto stare sotto i riflettori, ma...quando sei
famoso, devi essere disposto a tutto!
Robert ci aspettava fuori, come un cagnolino fedele;
- Finito? – chiese, avvicinandosi a noi;
- No, siamo evasi dallo studio! – rispose Alex, dando una pacca sulla spalla a
Rob, il quale ricambiò con uno sguardo del tipo “non-ci-provare-più”.
- Ritirato i biglietti? – chiese Maya, salendo in macchina;
- Si, si...lunedì partite, e ovviamente anche io! – rispose Rob, mostrando uno
sguardo fiero e soddisfatto.
Salii in macchina, guardando tutto il tempo fuori dal finestrino: America...nuova
meta!
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Capitolo 2 *** NEW TOURNèE ***
Nuova pagina 1
Ed ecco il secondo capitolo...^^...spero vi
piaccia...(al terzo inizierà la vera e propria storia....xD!!)
CAPITOLO 2. “NEW
TOURNèE...”
Le giornate che precedettero la partenza, furono piene di conferenze stampa e
prove, di ore dal parrucchiere, e interviste per qualche giornale o canale
musicale.
L’unico momento di vero relax, fu proprio la nostra partenza: un jet privato,
solo per noi, dove consumare le due ore di viaggio come meglio ci sembrava.
Stavo sonnecchiando, quando fui svegliata dalle pacche insistenti di Alan;
- Zoe...sveglia, siamo arrivati! –
Mi alzai lentamente, preparandomi psicologicamente a una delle classiche
“baraonde” dei giornalisti; in effetti, uscendo dall'aeroporto, c’erano parecchi
giornalisti, appostati ad ogni angolo, scattando foto a tradimento.
- “The Black Angel arrive in New York, in the afternoon” –
- Storia interessante, Zoe... – commentò Alex, cacciando uno sbadiglio;
- Ma quale storia, è scritto sul giornale! – dissi io, facendo una smorfia;
- Fa vedere...!! Wow...siamo sul giornale! – esclamò Alan, eccitato;
- Cosa ti aspettavi, che mettessero questo articolo nei fumetti di Winnie the
Pooh? – chiese Eric, prendendo in mano il giornale.
Hotel Victoria, New York. Io e il resto della band eravamo tutti in camera mia,
a leggere l’articolo riguardante il nostro arrivo.
Ma il vero motivo di quell’incontro, era prefissare meglio la scaletta per il
concerto che si sarebbe tenuto quella sera stessa.
Robert era seduto in un angolo, evidentemente non interessato all’articolo sul
giornale.
- Ragazzi, anziché pensare a cose futili, perché non vi organizzate per stasera?
– propose improvvisamente Robert, avvicinandosi a noi;
- Bhe, si...ma un attimo di tregua non ce lo darai mai? – chiese Alex, inarcando
le sopracciglia;
- ...no, finchè non morirete... – rispose Robert, mettendosi a ridere;
- (O_o) aehm...al lavoro! – pronunciammo all’unisono.
Passammo tutta la mattinata a rifinire la scaletta del concerto e, tra una
battuta e l’altra, arrivò la sera...e con se, l’imminente concerto.
Sentivo nell’aria una certa tensione: era la prima volta che suonavamo in uno
Stato come l’America.
Salii sul palco leggermente imbarazzata: sentivo migliaia e migliaia di sguardi
puntati su di me. Deglutii lentamente, presi il microfono in mano e...
Iniziai subito con un grande saluto, che venne ricambiato “alla grande” (come
potrebbe dire Alex!). Mi girai verso la mia band, e, ad un mio cenno, iniziarono
a suonare.
Alla fine del concerto ero esausta: avevo fatto il bis di parecchie canzoni,
allungando così il concerto. Ma vedere quei volti felici, mi incitava a dare il
massimo!
Anche se alla fine questo mi costava l’assenza di voce per qualche ora.
Ero seduta su uno dei divanetti del camerino, con gli occhi chiusi, ad ascoltare
le voci dei miei amici;
- ...favoloso!! Erano un sacco! – esclamò Eric;
- Non mi aspettavo così tanta folla! – aggiunse Maya;
- Possiamo ritenerci soddisfatti, no? – dissi all’improvviso, tenendo sempre gli
occhi chiusi;
- Bhe, si! Tu Robert, cosa dici? –
- Bel lavoro, ragazzi...ecco perché insisto sempre nel farvi provare! – disse
Robert, con il solito tono autoritario;
- ...ma chi glielo dice a Rob che l’ultimo brano l’abbiamo improvvisato? – mi
sussurrò Alex;
- Cos’è quel ghigno, Alex!? –
- Eh, cosa...io? nulla, Rob! Dicevo che sei un idolo...*_* -
- ...ruffiano! – sibilai, sorridendo.
Ma i nostri discorsi furono interrotti dall'improvviso bussare alla porta.
Un uomo in giacca e cravatta avanzò silenziosamente nel camerino, guardandosi
attorno; in un primo momento non capimmo chi fosse, ma dopo che Robert parlò,
tutto divenne più chiaro...
- Steph! Che piacere...allora sei venuto! – disse Robert, aprendo le braccia in
segno di benvenuto;
- Rob...hi! – rispose l’uomo, avanzando verso Robert;
- Ragazzi, lui è Steph, il manager dei My Chemical Romance (ovviamente l’ho
inventato! Nd. Me)!! –
Mi alzai lentamente dalla poltroncina, sistemandomi la gonna, e osservando
l’uomo vicino a Robert. Sorrisi in segno di benvenuto, e gli tesi una mano, per
salutarlo;
- Buona sera... – dissi;
- Buona sera, Zoe...e buona sera a tutti voi, ragazzi! – disse Steph, allargando
il sorriso;
- ...ma questo è un presentatore? – chiese Alex, in un sussurro. Mi girai verso
lui, incuriosita;
- Vi ho visti, lì sul palco! Grandiosi! Davvero grandiosi! Complimenti, Rob! –
continuò l’uomo;
- Ah certo...non fa i complimenti a noi, che ci facciamo un...un così! –
protestò Alex a bassa voce;
- ...naturalmente complimenti anche a voi, ragazzi! –
- Ah, ecco... – disse Alex ad alta voce, attirando l'attenzione di Steph.
Il colloquio con il manager fu breve: giusto il tempo di definire l’incontro che
si sarebbe tenuto il giorno seguente, nella serata.
Tornammo in albergo verso l’una di notte, stanchi e...senza voce!
Ognuno andò nelle proprie camere, senza le solite riunioni del “dopo-concerto”,
come eravamo soliti fare.
E mentre mi sdraiavo sul letto, mi accorsi che il giornale di quell’oggi era
ancora là “...Bella storia...” , pensai.
Già...e la giornata seguente sarebbe stata ancora più stressante.
Mi addormentai con questi pensieri, conservando per tutta la notte un sorriso
soddisfatto...
“E ZOE...SVEGLIA CHE è MATTINOOOOO!!! IL SOLE STA ‘NFRONTE A TEEEEE...”
Mi alzai di colpo, spaventata a morte da quel fragoroso risveglio. Affacciandomi
al balcone, mi accorsi che c’era Alex, già vestito, con in mano due bacchette
(DOVE SONO LE MIE BACCHETTE??? Nd. Alan), intento a riattaccare ad urlare;
- ALEX! Ma cosa stai facendo??? E...cosa ci fai nel mio balcone?? – chiesi,
spalancando gli occhi;
- Oh, Zoe! Ti sei svegliata? Ho fatto piano per non disturbarti...– disse lui,
sorridendo;
- ...evito di commentare... – risposi, scuotendo la testa.
Rimandai Alex in camera sua, con la promessa che non mi avrebbe mai più
risvegliata a quella maniera.
Mi vestii e scesi nella hall, dove c’era Robert che parlottava con Maya;
- Zoe! Eccoti! Stavamo giusto parlando con Maya del fatto che dovreste fare in
fretta! Il concerto che si terrà questa sera, non è qui a New York! – disse
Robert, non appena mi vide;
- Uh...e dove si fa allora? –
- Ci spostiamo a Los Angeles!-
- Cavolo...è lontanissimo!! Arriveremo tardi...I ragazzi li avete già avvisati?
–
- Si, si...preparati per bene e...partiamo! Non scordate le valigie! -
- Lasciamo l’albergo? – chiese Eric, arrivato in quel momento;
- ...si, andiamo a Los Angeles... –
- Cavolo! Ma sto viaggio è costato un bel po’, eh? – disse Alex, dando una pacca
a Robert.
Ci allontanammo in fretta da Robert, che stava iniziando a innervosirsi (Lo sai
che Rob odia quando gli dai delle pacche sulla spalla!!! Nd. Zoe) (lo so! Ma tu
pensa a quanto possa essere soddisfacente!! *.* Nd. Alex).
Dopo mezz’ora, ci ritrovammo nuovamente nella hall, insieme alle nostre valigie;
dopo un piccolo “esame” da parte di Rob, uscimmo fuori, e caricammo le valigie
nel nostro furgoncino, che ci scortò fino all’aeroporto.
Il viaggio da New York fino a Los Angeles, non fu molto tranquillo! Alex
continuava ad agitarsi, cantando a squarciagola; Robert, che non ne poteva più,
gli tirò diversi libri in testa.
Il jet, ad ogni loro movimento, sembrava sul punto diprecipitare...e fu così che
si alternarono le urla mie e di Maya, alle vociate di Alex.
Arrivammo a Los Angeles per l’ora di pranzo;
- Sto morendo di fame... – annunciò Alex, una volta giunti al ristorante;
- Ah, ecco...allora non erano tuoni quelli che sentivo! – rispose Maya,
osservandolo divertita;
- Su, forza! Meno chiacchere e...più lavoro! – disse Eric, addentando un pezzo
di pane.
Stavamo iniziando a mangiare, quando ci raggiunse Steph; Robert si alzò di
botto, facendo spaventare Alex.
- Ragazzi...disturbo? – chiese Steph, mostrando il suo bel sorriso;
- No, no! Assolutamente! La band dov’è? –
- Stanno mangiando nell’altra ala del ristorante...! – rispose Stpeh;
- Prego...accomodati! – disse Robert, mostrando un posto vuoto;
- Oh, no, no...grazie...volevo solo ricordarvi che nel primo pomeriggio abbiamo
una conferenza stampa! –
- Vero! Grazie di avermelo ricordato...a dopo! –
Questa poi! Un’altra conferenza stampa...non ne potevo più!
Finii in fretta di mangiare, e mi alzai dal tavolo, intenta ad andare a
riposarmi un po’. Inserii la chiave nella toppa e mi chiusi in camera per un’ora
buona.
Solo quando Alex iniziò ad urlare il mio nome per i corridoi, decisi di uscire;
- Il rispetto del silenzio non lo conosci? – chiesi irritata;
- Ma certo! Ma se ti nascondi... – rispose indignato;
- ...ero in camera, stupido! Non stavo giocando a nascondino! –
- Oh... ._. –
Lo presi per un braccio, e lo trascinai fin sotto, dove Robert aspettava,
paziente. La conferenza si sarebbe tenuta nell’aula magna dell’hotel stesso;
- Ragazzi...sedetevi là, per favore... – disse un giornalista, mostrandoci un
lungo tavolo;
- Ecco, perfetto...sorridete un po’, che scattiamo qualche foto! – disse un
altro.
Steph e la sua band erano già seduti, rivolti verso i giornalisti, eccetto Bob,
che non amava molto essere fotografato...
Mi andai a sedere vicino a Frank Iero, il chitarrista;
- Quanto tempo pensi perderemo? – mi chiese lui, non appena mi sedetti;
- ...spero prima di compiere i trent’anni... – risposi, con tono poco
convincente;
- ...comunque io sono Frank, penso tu lo sappia... – mi disse, abbassando il
tono della voce;
- ...certo! Io sono Zoe... – risposi, con un sorriso;
- Bene...! – disse, ricambiando il sorriso.
Ci voltammo nuovamente verso i fotografi, sforzandoci di sorridere.
Uscimmo dall’aula un’ora dopo, io ancora vicino a Frank, con il quale ci stavamo
scambiando da un pezzo battute idiote, ma di grande effetto!
Andammo direttamente nel luogo dove si sarebbe tenuto il concerto;
- Ragazzi...sbaglio o fa un tantino caldo? – disse Mikey;
- ...già! Per essere primavera, fa piuttosto caldo! – disse Bob, andandosi a
sedere dietro alla sua batteria;
- Ma già vi siete presentati? – chiese Frank, guardandoci uno ad uno;
- Bhe...si, più o meno! – rispose Alex, indicando Gerard;
- Perché indichi me? – chiese Gerard curioso;
- Avanti, prima di iniziare qualsiasi cosa, è bene conoscersi, no? ^_^ – disse
Frank, tutto contento.
- Ergh...(-.-“ )... –
Iniziammo così un giro di nomi e di brevi presentazioni...mi sembrava di essere
all’asilo! Però era buffo: sembrava che un po’ tutti ci conoscessimo da tempo!
Tranne Gerard...non saprei dire il perché, ma...non ho “legato” subito con lui.
Mi sistemai la mia solita sciarpetta in stoffa attorno alla gola e mi avvicinai
al microfono, per verificare se funzionasse bene.
Una volta “collaudato” il microfono, iniziai a riscaldare la voce; Gerard, poco
distante da me, faceva lo stesso.
Provammo a lungo, tutti i pezzi, alternando canzoni nostre a quelle dei MCR;
- Ragazzi!! Penso sia ora di andarvi a preparare... – disse Rob ad un certo
punto, salendo sul palco;
- Già arrivato il momento? – chiese Alex;
- ...arrivato, si! Tra meno di due ore vi esibirete, e dovete andarvi a cambiare
tutti quanti! – aggiunse Stpeh, avvicinandosi alla sua band.
Scrollai le spalle e mi diressi verso i camerini.
Le varie salette si erano già riempite di tecnici, parrucchieri, stilisti...
Entrai in una di quelle stanze, dove una ragazza mi fece sedere su uno sgabello
vicino allo specchio; guardavo desolata il mio riflesso, mentre la ragazza mi
sistemava i capelli.
Quando finì, uscii dalla sala e mi avvicinai al backstage, dove trovai Frank
intento a ripassare le note di alcune canzoni insieme a Ray;
- Ehi, ragazzi! Quanto manca? – chiesi, non appena mi avvicinai a loro;
- Mmm...dovremmo iniziare fra meno di un’ora. – rispose Ray, guardandosi
intorno;
- Gerard dov’è? – chiese Frank, continuando a suonare;
- Si stava facendo dare un sistematina...la mia band si è persa?? – chiesi io,
accorgendomi con orrore che nessuno dei "miei" era ancora lì.
- Arriveranno... – disse Gerard, spuntato in quel momento e mettendosi dietro di
me.
Inarcai le sopracciglia e mi allontanai...
- Ragazzi! Ma dove eravate?? – chiesi, vedendo Maya, Eric, Alan e Alex sbucare
da un corridoio;
- A giocare a bigliardo... – rispose Alex, in un ghigno;
Dopo aver trovato anche gli ultimi superstiti (bhe...dopo che siamo riusciti a
tirare fuori Bob dal bagno, dove per sbaglio si era chiuso), salimmo sul palco.
La folla era maggiore rispetto al giorno prima, forse perché saremmo state due
band in un unico concerto!! Mi avvicinai al microfono con il cuore che batteva a
mille: il primo turno era mio!!!
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Capitolo 3 *** "...I LOVE...YOU..." ***
Nuova pagina 1
^^.....grazie per le
recensioni....!!!!
Mi fa davvero molto piacere che vi stia interessando questa fic.... =D!! (E
questo fa venire molta voglia di scrivere!!! ^^)...
Il finale, a dire la verità, non l'ho ancora "progettato"...ma le idee non
mancano!
E...si, "linkin park", di sparate così, me ne vengono, eccome....xDDD...
Grazie, 'Cesca...^^...vediamo cosa ne pensate di questo capitolo......
CAPITOLO 3. "...I
LOVE...YOU..."
- E anche questa è andata!! – esclamò felice Mikey, al termine del concerto;
- Andata si! Andata benone! – aggiunse Alex, abbracciandomi;
- Ergh...mi fai male!!! – dissi, con il fiato mozzo;
- E se andassimo da qualche parte? – propose d’un tratto Frank.
La proposta venne accolta con grande consenso di tutti: mezz’ora dopo, ci
trovammo a camminare per strade e vicoli, fino a raggiungere un bar.
L’interno era piccolo, davvero carino, ed era quasi vuoto. Ordinammo da bere, e
prendemmo posto in uno dei tavoli sistemati nella terrazza, al piano superiore;
- Ma tu questi posti li sogni la notte? – chiesi ridendo;
- ...la notte preferisco sognare altro... – mi rispose lui, con un sorriso;
- Mhmmm...domani abbiamo impegni? – disse Eric, interrompendoci;
- Domani penso avremo una giornata di pausa... – rispose Gerard, scrutando me e
Frank da sopra il boccale di birra;
- ...già...una giornata di pausa, per modo di dire! – concluse Maya,
sbadigliando.
Rimanemmo a parlare per un’ora...o forse due? Avevo perso la cognizione del
tempo! So solo che avevo bevuto parecchio...
Nella strada di ritorno verso l'albergo, ero rimasta sola con Frank: parlavamo
di cose assurde, ridendo come due scemi...
Avevamo bevuto parecchio...
- Frank...non te ne andare! –
- Ehi, devo proprio... –
- Prima però...dammi un bacio... –
- Ai suoi oridini... -
Eravamo arrivati nella penombra della hall; gli altri erano saliti subito in
camera.
Non sapevo nemmeno cosa stessi facendo! Continuavo a ridere come un’idiota e...si,
mi ero ubriacat di brutto...maledizione!
Come richiesto, Frank si avvicinò a me, poggiando le sue labbra sulle mie; lo
guardai solo un momento, prima di crollare letteralmente dal sonno.
Mi svegliai verso le dieci del mattino.
Avevo un mal di testa incredibile, e ricordavo pochissimo della serata
precedente.
I ragazzi erano fuori, vicino alla piscina, intenti a prendere il sole e
scambiarsi qualche parola.
Fu lo sguardo di Frank a farmi ricordare quanto fosse accaduto la sera prima;
all’inizio non capivo, lo guardavo con le sopracciglia inarcate, come se stessi
aspettando una spiegazione...che non arrivò.
Passammo tutta la mattinata a rivolgerci sguardi muti, non una parola in tutta
la mattinata, solo sguardi... “non berrò più alcolici...” pensai tristemente;
- Ehm...qualcosa non va? – chiesi ad un certo punto, durante il pranzo;
- Assolutamente no... – rispose, mantenendo un tono abbastanza normale;
- Ok... –
Gli altri guardavano e non capivano: in particolare Alex;
- Ma cosa nascondete voi due? – chiese improvvisamente Alex, socchiudendo gli
occhi, in modo da assumere un aspetto investigatore;
- Alex, cosa vuoi che nasconda?? Ah, si...il tuo cervello... – risposi,
troncando così la discussione.
Durante il pomeriggio, decidemmo di provare qualche pezzo.
Frank continuava a guardarmi con la coda dell’occhio, ma preferivo evitare
qualsiasi discorso;
- Zoe...vieni un secondo? – mi chiese ad un certo punto;
- Certo... – ecco: era arrivato il momento! Ci allontanammo di qualche metro, la
distanza necessaria per evitare che ci sentissero;
- Mi dispiace per ieri... – iniziò lui, per scusarsi. Bhe...tutte le scuse
iniziano più o meno così, no?
- No, scusa tu... – risposi, scuotendo il capo;
- ...allora, bhe...non è successo nulla, ok? – continuò, con un sorriso
rassicurante;
- Certo! – risposi, ricambiando il sorriso.
Finimmo lì il discorso e tornammo dalle nostre band, con un peso in meno.
“Roba da bambini”, pensai, mentre cantavo.
Era appena passata l'ora di cena, e mi stavo dirigendo verso la mia camera,
quando sentii qualcuno avvicinarsi a me;
- A quest’ora le bambine non vanno a dormire?? – mi girai di colpo: era Gerard;
- Mhpf...anche le "divinità" dovrebbero esserlo...poi la stanchezza fa venire le
rughe... – risposi, acidamente.
- Un tantino acidella oggi, eh? – chiese lui, avvicinandosi;
- Semplicemente non ho nulla da condividere! – risposi con un sorriso tutt’altro
che amichevole. Mi dava sui nervi...
- ...mi chiedevo semplicemente se “Miss-mi-credo-la-padrona-del-mondo” volesse
fare una passeggiata con me... – disse lui, assumendo una falsa espressione
pensierosa;
- Mhmmm...ok. Vada per una passeggiata... –
Quella notte servì forse a farci conoscere un po’ meglio (meglio del primo
giorno, sicuramente...): parlammo a lungo di noi, dei nostri sogni...
Ma continuavamo lo stesso a comportarci come due semplici colleghi di lavoro,
senza abbandonare il solito tono neutrale.
Odiavo quando si "montava" non appena vedeva qualche fan...D'altro canto, lui mi
considerava una bambina che aveva ottenuto un po’ di successo.
***
- Pensi di rimanere qua dentro a vita? –
- Stavo suonando...non vedi? –
Pomeriggio tardo: ero seduta sugli scalini che conducevano al palco,
strimpellando un po’ la chitarra.
Gerard si era avvicinato, evidentemente incuriosito dal mio “isolamento”;
- Il concerto è finito...!! E dovremmo caricare le valigie... –
- Accidenti...!! Avete proprio bisogno di me? – chiesi spazientita, smettendo di
suonare e guardando Gerard con aria tutt'altro che felice;
- ...è inutile che cerchi di fare la vipera con me, Zoe...non funziona. –
rispose lui, con tono un po’ irritato.
- Non sto facendo la vipera! Sei tu che...– iniziai a dire, alterandomi;
- ...lo stai facendo di nuovo. – osservò lui, sedendosi accanto a me;
- Non sto facendo un cavolo, ok? – continuai, girandomi dall’altra parte;
- ...bambina... –
- Sei odioso... –
- Seriamente: ti stai comportando come una bambina. –
- Mi irrita la tua presenza, ok? Contento ora? –
Mi aspettavo che iniziasse ad urlarmi chissà quale insulto, e invece...
Si limitò a sorridere, scuotendo la testa, paziente...! Tutto ciò mi fece
irritare maggiormente...stavo per iniziare a parlare nuovamente, quando Gerard
si avvicinò un po’ di più, zittendomi con uno sguardo.
Eravamo così vicini...la punta del mio naso sfiorò la sua, quando...
- GERAAAAAAARD!!!! –
- È LA, è LA!!! –
- Oddio... – sussurrò Gerard, scostandosi di colpo. Un gruppetto di ragazze
armate di macchina fotografica, penne e block-notes, erano riuscite a
raggiungere il backstage: ma dove cavolo erano le guardie?
- Uff...ci vediamo...non iniziare a fare al solito tuo... – dissi, sbuffando.
Mi alzai, e con fare seccato, presi la chitarra, e lasciai Gerard là, con lo
sguardo di qualcuno a cui è stato rubato il suo giocattolo preferito.
Uscii fuori, raggiungendo Robert e il resto della band, intenti a sistemare le
valigie nella macchina, precedentemente prese dall’albergo.
Salii in macchina sfiorandomi le labbra: stava quasi per baciarmi...
Ancora più seccata di prima, sprofondai nel sedile e non dissi nulla per tutto
il viaggio;
- Zoe...ci hai abbandonati nel mezzo del cammino della tua giovane vita? –
cantilenò Alex;
- Oddio, Alex... stai zitto se non vuoi fare compagnia ai cani! – dissi, girando
il viso dall’altra parte;
- ...Gerard! – esclamò Alex trionfante, puntando il dito contro il bus dietro di
noi;
- Ma stai zitto... quello è solo un bambino arrogante... – risposi, sempre
tenendo il volto girato.
Balle: sapevo benissimo che quello che affermavo con così tanta enfasi non era
assolutamente vero!
Quando arrivammo, la prima cosa che feci, fu cercare Gerard; non sapevo nemmeno
io il perché, ma avevo voglia di vederlo...patetico?
Lo trovai nell’atrio, pronto a fumarsi una sigaretta.
Non appena mi vide arrivare, fece una smorfia;
- Il castello è troppo lontano, principessa? – disse, mettendosi la sigaretta in
bocca;
- Piantala... – risposi, con un mezzo sorriso;
- Cosa vuoi... – continuò, iniziando ad osservare con interesse il suo
accendino;
- Mi chiedevo se... –
Non mi fece finire di parlare; abbassò la mano che reggeva la sigaretta e si
avvicinò a me. Sempre non sapendo cosa fare, mi allontanai, abbassai lo sguardo
e corsi via.
- Zoe, Zoe!!! Guarda che quella è la mia penna, non la forchetta! –
- Oh...si, Alan, scusa... –
Era l’ora di cena, eravamo seduti tutti attorno al tavolo di una trattoria, dove
Steph ci aveva voluto portare a tutti i costi.
Seduti di fronte a me stavano Frank e Gerard, guardandomi, anche se in maniera
diversa: imbarazzato il primo, e un po’ irritato il secondo.
- ...Come vi sta sembrando la tournèe, ragazzi? – chiese Robert;
- Divertente! – fu il commento più o meno generale;
- ...si, c’è anche chi si diverte a fare altro... – commentò Gerard, puntando
gli occhi su di me;
- Qualcosa che non va? – chiesi acidamente;
- Oh, bhe...dimmelo tu! – rispose lui, accalorandosi;
- Non ho nulla da dirti! – dissi, alzando la voce;
- Cazzo, Zoe...non hai mai nulla da dirmi, vero? Però a fare la puttanella,
questo ti piace, no? – disse lui, alzandosi.
Lo guardai dritto negli occhi per un minuto intero.
Ad un certo punto, non potendone più di quell’alone di imbarazzo che era calato
fra di noi, mi alzai dal tavolo, lasciando tutti stupiti.
Gerard aveva posato violentemente la forchetta sul tavolo, mettendosi poi una
mano sulla fronte.
Uscii fuori, cercando una panchina dove potermi sedere.
Mantenni lo sguardo basso, giocherellando con la ghiaia vicina alle aiuole...forse
per scaricare la tensione, o forse perché realmente ferita nell’animo, iniziai a
piangere.
Improvvisamente, vidi qualcuno avvicinarsi a me; asciugai le lacrime e respirai
profondamente: era Gerard.
Si andò a sedere vicino a me, come se nulla fosse;
- Mi dispiace...non... – iniziò a dire, balbettando;
- ...non mi diverto a fare la puttana... non l’ho mai fatto... – dissi,
continuando a tenere lo sguardo basso;
- ...non volevo dire quelle cose! Ammettilo, Zoe: abbiamo iniziato male... –
- Non puoi giustificarti così... – dissi, scrutandolo;
- Per favore...Zoe... –
“Per favore” “Perdonami...”...parole fin troppo ovvie!
Ma in fondo cosa mai poteva importarmi di un tipo arrogante come lui?
Mi ero illusa, anche se per un attimo, che forse qualcosa oltre ad un rapporto
di solo lavoro, potesse esserci...
Tornai a giocherellare con la ghiaia, tirando lunghi sospiri;
- Non c’era bisogno che tu venissi... – sussurrai;
- Non c’è mai bisogno di nulla per te...Mi metti in una posizione difficile:
cosa posso fare se continui a rfiutarmi? –
- Non ti rifiuto! Semplicemente, preferisco non avere nulla a che fare con
persone arroganti come te! – dissi, alzandomi in piedi;
- Ma sei tu che ti comporti da bambina! Mi accusi sempre di tutto...ma non ti
sei mai resa conto in questi pochi giorni che... – si bloccò, non riuscendo a
continuare la frase.
Calciò un sassolino, abbassando la testa;
- Di cosa non mi sono accorta? – chiesi, inarcando le sopracciglia;
- ...sei sempre persa nel tuo mondo... – rispose, quasi eludendo la mia domanda;
- Cosa, Gerard? – chiesi, iniziandomi ad irritare.
Stava iniziando a piovere: fantastico!
Ma nessuno dei due si mosse.
Solo dopo qualche attimo di silenzio, Gerard alzò la testa e sussurrò;
- ...non ti sei mai accorta che ci tengo... –
- A cosa tieni? Perché devi parlarmi in codice!? – dissi, scostandomi i capelli
bagnati dagli occhi;
- Oddio, Zoe! Possibile che tu non capisca? –
Rimasi immobile al mio posto, aprendo la bocca per dire qualcosa, ma ancora una
volta quella sensazione di disagio si impossessò di me...
Gerard era di nuovo accanto a me, ma stavolta non scappai...
- ...ti amo... – mi sussurrò all’orecchio.
Rimasi come paralizzata: amare me, dopo tutto quello che era successo? Amare
me...nonostante ci conoscessimo da pochissimo?
Ma non mi opposi quando lui iniziò a far scivolare la sua mano lungo la mia
schiena, e poggiare le sue labbra sulle mie.
Nonostante la pioggia, rimanemmo là, vicino a quella panchina, con le parole
ancora sospese nelle tenebre della notte...A dirci con uno sguardo ciò che non
ci eravamo mai detti...
...Non sono mai stata da sola...
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Capitolo 4 *** "AGAIN..." ***
Nuova pagina 1
FRYTTY:
In effetti, in questa fiction, ho cercato di "adattare" i loro caratteri al
"mondo comune"...una scelta un po' azzardata?? xD!! Spero di no!! Spero più che
altro io riesca a trasmettere almeno in parte le emozioni dei personaggi....^^
OLIVIA SUMMER: ...sarò forse ripetitiva, ma non ho
altre parole...xD...: mi fa davvero piacere che stia iniziando a piacere!!! E
comunque, si....hai ragione....sono proprio i colpi di scena così inaspettati
che rendono la cosa più interessante....penso...!!
'CESCA: tranquilla che ancora, prima di
finire....................!! xDDDD!! Comunque tranquilla, non mi annoi!! ^^
CAPITOLO 4. "AGAIN..."
- Cavolo, Zoe! Mi fai
prendere certi colpi...! –
- Ehi, Eric, sono ancora viva: l’importante è questo, no? –
- Non vi abbiamo più visto! –
- Con quella pioggia cosa potevi vedere? E poi tu, Maya, che sei miope... –
- Stai zitto, Alex! –
Eravamo appena tornati in albergo, io bagnata fradicia.
Corsi subito in camera, seguita da Maya, evidentemente curiosa;
- Zoe...ma come mai vi siete trattenuti a lungo fuori? –
- Abbiamo parlato... – dissi, assumendo un tono di voce vago;
- ...e...? – continuò a chiedere lei, con una nota di speranza nella voce;
- E mi sono bagnata, fine della storia... – dissi, troncando la discussione;
- Steph e Rob erano parecchio dispiaciuti... Poi voi due che siete i punti di
riferimento... – disse improvvisamente Maya;
- Hanno detto qualcosa? –
- Bhe, nulla di che... dopo che sei uscita tu, Frank ha detto qualcosa a Gerard,
che è uscito immediatamente dopo. –
- Già...ma con Frank? – chiesi, cambiando discorso;
- Frank? Non lo conosco nemmeno... – rispose, con un sorriso sarcastico;
- Non è una buona cosa! – dissi, lanciandole un cuscino in faccia;
- ...però proprio stamattina ho parlato un po’ con lui... – disse sospirando.
- ...vi ho visti l’altra sera... – aggiunse poco dopo, soffermandosi tra una
parola e l’altra, quasi a volerne sottolineare l’importanza;
- Cosa? –
- Dopo che siamo tornati da quel pub... –
- Oh...ehi, guarda che è stato davvero un errore! Eravamo uno più ubriaco
dell’altro...lo sai anche tu! – dissi, cercando di giustificarmi.
Lei non rispose, e iniziò a giocherellare con il cuscino, lanciandomi ogni tanto
qualche occhiata;
- Ehi, davvero... non possiamo comportarci come liceali che si azzuffano per un
ragazzo! Non è successo nulla –
- Non mi dire pure tu che sono miope, allora! – disse, ridendo;
- No, stupida! Davvero... io ho... – non continuai la frase;
- ...cosa hai? –
- Nulla! Ok, ho la mia vita... – dissi, cambiando letteralmente senso alla
frase.
Più sollevata, Maya si mise il pigiama e si infilò le coperte “Ok, ti credo!”
disse poco dopo.
Con un sorriso, mi coricai anche io.
Stavo per addormentarmi, quando sentii il cuscino arrivarmi in faccia:
-...ma non farlo mai più! - aggiunse Maya, ridendo nuovamente.
Il mattino seguente, mi alzai parecchio di malumore: con l’acqua che avevo preso
la sera prima, mi era venuto un mal di testa assurdo; in più, Alex, nella notte,
aveva avuto la felice idea di farci una “visitina”.
- Oggi facciamo un po’ di prove, eh? – disse Rob, venendomi incontro;
- Ok... –
Domani ancora concerto...avremmo avuto ancora parecchie date prima di
concludere.
Mi avvicinai al resto della mia band, intenta a scambiarsi sguardi e parole,
tutti quanti parecchio eccitati!
- Questo vostro buonumore a cosa è dovuto? – chiesi;
- Oh, eccola: la nuvola nera della band... –
- Chiudi la bocca, Alex! –
- Oddio, ZOE!! HAI SENTITO?? – urlò Maya;
- La tua voce? Si, direi di si... –
- ...Rob ci ha dato il via per girare un singolo! – disse Alan;
- Davvero?? Ma...è fantastico! –
- Quando finiremo la tournèe, possiamo iniziare a girarlo, anche se pensare fin
da adesso cosa fare, non sarebbe male! – aggiunse Eric;
- Che singolo prendiamo? – chiese Alex.
Per tutta la mattinata non parlammo d’altro: quale singolo girare? Come girarlo?
Quando farlo uscire?
Avevamo un sacco di domande in testa, anche se, apparentemente, non riuscivamo a
trovarne risposta.
Alla fine, dopo estenuanti domande, Rob ci indirizzò su quale brano scegliere;
- ...Prendete quello più “quotato”, no? –
- Perché, abbiamo brano quotati? – chiese Alex, ovviamente per scherzare;
- Stupido... – sibilò Maya, scuotendo la testa;
- Insomma, il brano che ha suscitato maggiore interesse! O uno che vi sta
particolarmente a cuore...! – aggiunse Rob, osservando Alex nascondersi sotto il
tavolo per non ridere.
...In my shadow...era uno dei brani più quotato, sicuramente...ed era anche
quello che mi stava più a cuore. Con un sorrisetto soddisfatto, comunicai la mia
idea al gruppo, che sembrò accoglierla ben volentieri;
- Lo so che è un brano personale...ma proprio per questo, ritengo si meriti di
essere conosciuto meglio... –
- Bhe, devo darti ragione: in effetti, si presta bene ad un video! – disse Rob,
anche lui soddisfatto della scelta.
Alex riemerse dal tavolo, assumendo un’espressione seria;
- Ma Zoe...sei sicura...? – chiese, scrutandomi attentamente: com’è che quel
ragazzo comprendeva subito ciò che provavo?
- ...si... – risposi, annuendo.
La verità è che quel brano era legato ad un evento particolare della mia vita,
del quale sicuramente non potevo rallegrarmi...
Ma trasformarlo in musica, mi aveva reso più forte...
Alex continuò a guardarmi, quasi si aspettasse un mio cambio di idea, come
sovente facevo: ma non questa volta.
- Se è così, ragazzi, comunico la vostra decisione...magari il nostro caro
regista può iniziare a pensare a qualcosa! – annunciò Robert, prendendo il
cellulare.
Mi alzai dalla poltrona, stiracchiandomi, intenta a dirigermi nell’atrio, per
cambiare un po’ l’aria; la giornata era calda, e sembrava assurdo che la sera
prima avesse piovuto così violentemente!
Uscendo nel giardino, incontrai Gerard, intento a fumare una delle sue
sigarette.
Non appena mi vide, abbassò la mano, senza dire parola;
- Bella giornata, vero? – chiesi timidamente, alzando una mano per salutarlo;
- Già... –
Ci guardammo per qualche secondo, o forse minuti? Fino a che non fu lui a
rompere il “ghiaccio” in una giornata afosa come quella;
- Ho saputo del video... – disse, avvicinandosi;
- Oh...come? –
- Le urla di Maya si possono sentire anche dall’altra parte del mondo! – disse,
sorridendo.
- Già...bhe, non abbiamo un’idea precisa di cosa fare, si vedrà... – dissi,
cercando di non anticipare nulla di quanto avevamo appena deciso.
Continuavamo a guardarci e parlarci come persone che si vedevano per la prima
volta.
Lo guardai in tralice, per fargli capire che forse c’era qualcosa che non
andava;
- Tutto bene? – chiese, osservando il mio volto;
- Bhe, si...potrei chiederti lo stesso...?? –
- Tutto bene... –
Ancora quelle parole a metà...possibile non riuscivamo a dialogare?? Eppure...
- è strano... – sussurrai dopo altri minuti di silenzio;
- Strano? –
- Si...è assurdo: non abbiamo argomenti da condividere, cose su cui scherzare...mi
sembra quasi che "l'evento" di ieri, sia stato solo l’ennesimo errore fatto da
chi ha bevuto parecchio... – sussurrai, libera di mostrare le mie paure e i miei
pensieri;
- Apprezzo molto la tua sincerità... – rispose, con una scrollatina di spalle.
In quel momento, riuscì a farmi sentire coma una bambina che cerca di parlare
con un adulto. Continuai ad osservarlo inarcando le sopracciglia;
- Lo sai che sei stupidissima...!?!! – esclamò poco dopo, ridendo e tirandomi
per un braccio;
- Sei stupido tu che cerchi di farmelo credere... - risposi, avvicinando il suo
viso al mio.
- ...ora devo andare... – sussurrò.
Mi diede un bacio sulla guancia e si allontanò per cercare la sua band.
Rimasi a osservarlo fino a che non scomparve dietro l’angolo;
- BRAVA, ZOE! – urlò Alan, spuntando da dietro un cespuglio;
- ALAN! COSA CAVOLO URLI?? – urlai di rimando, spalancando gli occhi;
- Quali gradevoli parole scambiavi con Gerard? – chiese, dandomi un colpetto nel
fianco con il gomito;
- Niente... – risposi frettolosamente, allontanandomi da lui;
- Niente, eh? –
- Nulla...parlavamo, semplicemente -
- ...questo l’avevamo capito tutti! – disse Alex, spuntando da un altro
cespuglio;
- Origliavate? – chiesi, con un mezzo sorriso;
- Noi, origliare? Scherzi, sorella? Non è una parola presente nel mio
vocabolario... – rispose Alex, indignato;
- Vero, nel tuo vocabolario è presente il verbo “ficcare-il-naso-in-cose-che-non-ti-riguardano”!
– dissi sarcastica;
- Ma quanto siamo vipere... – commentò Alex, facendo una smorfia;
Mi misi a ridere, ma non aggiunsi altro.
Entrai nuovamente nell’albergo, facendo cenno ai ragazzi di seguirmi.
Ma proprio mentre andavo verso camera mia, fui costretta a fermarmi di botto;
- Zoe...? – chiese Alex preoccupato;
- ...nulla...Alex... – risposi, annaspando.
Non so cosa mi fosse successo, mi sentii improvvisamente una fitta al petto,
come se qualcuno mi avesse tolto il respiro per qualche secondo.
Dopo un lungo respiro, mi accasciai a terra;
- ...Zoe! – disse Alan, correndo vicino a me;
- Niente, Alan! Non è niente...forse è solo il mal di testa di oggi... – dissi,
chiudendo gli occhi.
- Sei sicura? – chiese Alex;
- Si, sicura... –
Li pregai di allontanarsi, non volevo troppa confusione attorno; li pregi anche
di non fare parola con nessuno di quanto era successo, non ora che c’erano in
ballo così tanti progetti...
Rimasi seduta sulla scalinata per minuti interi, sempre con un unico pensiero:
“...di nuovo...”.
Nel pomeriggio, Rob ci costrinse a provare;
- Dovete essere ben preparati per domani! – aveva protestato durante l’ora di
pranzo;
- Ma così ci prepari a dormire più a lungo! – rispose Alex, mettendosi le mani
dietro la nuca;
- ...ti faccio provare tutti i pezzi da solo se non stai zitto... –
Lavorare con Robert era parecchio divertente: non solo per la sua personalità o
il suo carattere, quanto per le scenette che ci offriva giornalmente...sempre in
coppia con Alex!
A volte, lo consideravamo come la “strega cattiva” di Biancaneve, anche se
infondo Rob ci voleva un gran bene!
Aveva speso anima e corpo per la pubblicazione del cd, e teneva molto alle
nostre carriere: pensava realmente che avessimo talento.
Sbuffando, provammo per tutto il pomeriggio, includendo anche una “piccola
riunione” per definire meglio il progetto del video;
- ...e poi mettiamo qualche fantasma qua e la... – concluse Alex, dopo aver
illustrato a lungo il suo progetto nei riguardi del video;
- E le mummie non le metti?? – chiese Maya sarcastica, inarcando le
sopracciglia;
- ...ah, vero! Grazie Maya! E anche le mummie mettiamo! – aggiunse Alex,
prendendola in parola;
- Oddio...questa canzone non è mica un party della morte... – obiettò Alan,
rileggendo il progetto di Alex;
- Ma scusa, che dobbiamo metterci, le fatine che svolazzano? – chiese Alex
schifato;
- Dai, tu con il tutù e le ali non staresti male... – osservò Maya.
Scoppiammo a ridere.
Avevamo finito le prove, e Rob aveva proposto a ognuno di noi di scrivere come
avremmo voluto fosse ambientato il video.
Ne uscirono cose assurde, in particolar modo dal progetto di Alex: ma chi, del
resto, poteva dire cose assurde se non lui?
Eravamo tutti parecchio confusi, poiché era difficile farsi un’idea precisa
della rappresentazione di quella canzone;
- Bhe, ragazzi...partite da questa domanda: quale argomento tratta questa
canzone? – suggerì Robert, vedendoci in difficoltà;
- In effetti, non ci ho pensato... – disse Alex, strappando la lista dalle mani
di Alan;
- Illustraci tu la scena, Zoe...l’hai scritta tu quella canzone... – disse Eric;
- Bhe... –
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Capitolo 5 *** "DANGER SIGN" ***
Nuova pagina 1
FRYTTY:
Già...da ora in poi,
la storia prenderà più significato...^^...
OLIVIA_SUMMER: Ancora grazie...xDD!!! Eh
eh...vediamo cosa ne pensi di questo...
'CESCA: In effetti, l'inizio della fic "tradisce"
un po', vero?? Forse da qua in poi capirai qualcosa in più...comunque davvero,
tranquilla: non scassi affatto!! =D...
Bene, sono arrivata al 5 capitolo...Da ora, la storia dovrebbe iniziare ad
assumere maggiore importanza...
Non vi stupide se viene rappresentato un Gerard così dolce...xDD...spero la fic
sia comunque di vostro gradimento...=)...
CAPITOLO 5. "DANGER
SIGN"
Arrivammo a cena stanchi morti, continuando però a ridere pensando ai progetti
folli di Alex;
- Ma sei un mito, Alex! – commentai, senza smettere di ridere;
- Avrei dovuto fare il regista... – disse lui, mostrando un sorriso fiero;
Prendemmo posto assieme agli altri, impegnati a mangiare.
- Ma è domani mattina il concerto? – chiese Mikey, osservando il suo piatto di
pasta;
- Si...alle dieci se non sbaglio. – rispose Ray, spostando la sedia per farmi
posto;
- Spero solo che arriverò a festeggiare a casa mia! – dissi;
- Cosa dovresti festeggiare? – chiese Frank;
- Il mio compleanno, no? – risposi sorridendo;
- Compleanno? – ripetè Frank;
- Sulla terra si usa festeggiare l’anniversario della nascita... – dissi
sarcastica;
- E sono venti, eh, Zoe? – disse Alex;
- Venti, si... – risposi tristemente.
Venti anni fa ero nata, e negli ultimi anni continuavo a vivere con il
ricordo...
- Zoe...? Sveglia! –
- Ah, eh, cosa?? –
- Dai, lo so che questa notte non hai dormito... chissà cosa hai fatto... –
commentò Alan, ridendo;
- Cosa dovrei fare? – chiesi.
Improvvisamente sentii una mano sfiorare la mia, mi girai, e vidi Gerard, che
continuava a tossire.
Mi girai nuovamente verso Alan, senza dire nulla.
Finita la cena, sia Steph che Robert ci diedero il “via libera”; era come essere
in gita! Ne approfittammo per uscire...
- E ora? – chiese Bob;
- E ora, cosa? – chiese Alex;
- E ora dove andiamo, scemo! – rispose Maya;
- ...un pub? – propose Alan;
- Oh, no! Meglio di no! – rispondemmo io e Frank all'unisono;
- Ecco, meglio di no... – aggiunsero Maya e Gerard.
Scoppiammo a ridere, e dopo varie proposte, decidemmo di andare al parco;
- Ma che facciamo al parco a quest’ora?? – chiese Alex, parecchio turbato da
questa decisione così "strana";
- Andiamo a rincorrere i piccioni... – disse Mikey, inarcando le sopracciglia;
- Ma non ci sono piccioni! – obiettò Alex;
- ...era una battuta. –
- Ah... –
Arrivati al parco, ognuno di noi si divise: chi a fare le altalene (come Maya,
Alex e Frank), chi a bighellonare e chi, come me e Gerard, seduti su una
panchina.
- Allora... – iniziò lui, mettendomi un braccio attorno alle spalle;
- Ehm...allora... – ripetei, guardando tutto fuorché il suo viso;
- ...dove eravamo rimasti stamattina? – sussurrò, mettendomi una mano sotto il
mento.
Sfiorò la mia bocca con un dito, ma proprio mentre stavo per spingere le sue
labbra contro le mie, arrivò Alex, urlando come un matto;
- NOOOOOOOO!!! MA GUARDALI, ZOE! –
- Cazzo... – sussurrò Gerard;
- Oddio, Alex...cosa c’è? – chiesi, irritata;
- Ma no, dai! Ma ci sono quei due, là... – disse, indicando le altalene;
- Quei due chi? – chiese Gerard, scostandosi i capelli dalla fronte;
- ...Maya e Frank...ma è assurdo... – continuò a dire, scuotendo la testa;
- Hanno rapinato un negozio di giocattoli? – chiesi, inarcando le sopracciglia;
- ...peggio... – rispose Alex, scuotendo la testa;
- Hanno rotto un’altalena! – suggerì Gerard;
- ...peggio, peggio ancora... –
- Ma quei due si baciano! – esclamò Alan, arrivato in quel momento;
- Oddio...Frank e...? – sussurrai, scattando in piedi;
- Sisi, e quella svergognata di Maya! – concluse Alex.
Mi misi a ridere: finalmente qualcosa di positivo era successo!
Peccato che per comunicare una notizia così, Alex abbia dovuto disturbare me...
Rimandai tutti quanti a “giocare”, riprendendo posto accanto a Gerard;
- Ma non stava con te? – mi chiese, inarcando le sopracciglia;
- Chi? –
- Frank... –
- Ti ci metti pure tu? Non siamo mai stati insieme! E...non sarei qua con te a
quest'ora, non credi? –
- Vero... – disse, rimettendo il braccio attorno alle mie spalle;
- ...sembra quasi un primo appuntamento... – osservai, diventando rossa;
- Sei una persona romantica, eh? – commentò lui, sorridendo;
- Forse... non ho mai conosciuto l’amore sotto questo punto di vista... –
spiegai, osservando il terreno;
- ...rimedio io... – sussurrò.
Mi prese per una mano, facendomi alzare;
- Dove andiamo? – chiesi;
- Dove vuoi tu... – rispose, osservando il cielo;
- Bene... –
Senza sapere la meta, attraversammo tutto il parco, fino ad arrivare ad una
piccola collinetta.
Guardai estasiata il panorama che si poteva ammirare da lassù, mi girai verso
lui e gli feci cenno di sedersi;
- Bel posto...degno di una principessa... – osservò, sdraiandosi sull’erba
umida;
- Ancora??? – chiesi, mettendomi a ridere;
- Ancora... – rispose, tirandomi verso di lui;
- ...stavolta non c’è Alex... – sussurrò divertito. Sorrisi.
Con un sorriso soddisfatto, iniziò a baciarmi il collo, fino a raggiungere le
mie labbra. Sospirai quando mi fece poggiare contro il terreno;
- Non arriva nessuno, vero? –
- ...anche se venissero... –
In effetti, dopo una decina di minuti, sentimmo qualcuno avvicinarsi.
Svelto, Gerard si rimise in piedi, annaspando.
Mi alzai anche io, parecchio spaventata;
- Eccovi! – disse Ray, una volta giunto innanzi a noi;
- ...Ray...! – esclamai, sistemandomi i capelli;
- Penso sia ora di tornare in albergo, altrimenti domani col cavolo che ci
esibiamo! –
- Giusto! –
- ...ah, Zoe...hai la maglietta alzata... – aggiunse Ray pensieroso.
Diventai completamente rossa, mentre Gerard iniziò a ridere;
- Col cavolo che te la do di nuovo se non la smetti di ridere... – sussurrai a
Gerard, passandogli accanto;
- Ehi, ehi...dove vai... –
Tornammo all'albergo verso mezzanotte passata.
Lentamente cercammo di raggiunere le nostre stanze, ma una volta arrivati sulla
cima delle scale...
- Ragazzi...è questa l’ora di tornare? –
- Ergh...Rob... – sussurrammo;
- Ma domani come pensate di salire sul palco? – chiese, fulminandoci con gli
occhi;
- Possiamo anche proporre al pubblico di dormire, no? Buttiamo qualche cuscino e
suoniamo una ninna nanna... – propose Alex, alzando le spalle;
- Meno sarcasmo, Alex! A letto, subito! –
Scappammo in camera, ridendo: quante ne potevamo combinare!
Maya si poggiò sul letto senza nemmeno cambiarsi: sembrava stesse sognando ad
occhi aperti;
- Complimenti... – le dissi;
- ...anche a te... –
- Anche a me cosa? –
- Di certo non eravate andati a raccogliere funghi, no? – disse lei, accennando
un sorriso;
- Bhe, no... –
- E allora? –
- E allora prima tu devi raccontarmi qualcosa, non pensi?? –
E chi dormì quella notte? Passammo la maggior parte del tempo a raccontare cosa
era successo...risultato? Un sonno tremendo il giorno seguente...
Maya era completamente andata: non dava più segni di vita, e sembrava essere
sprofondata in uno stato “zombie”;
- Bella cera, ragazze! – commentò Bob, vedendoci arrivare;
- Cera? Hanno passato la cera? – chiese Maya, guardandosi attorno;
- Oddio, questa è partita... – disse Frank;
- ...sono ancora qua... – rispose lei, non capendo di cosa si stesse parlando.
- Non so se Rob sarà molto contento di questo... – osservò Alex, addentando un
toast;
- ...di cosa non dovrei essere contento? – chiese Rob, arrivato in quel momento.
Tornammo a mangiare silenziosamente, senza dire parola.
Una volta finito, Steph ci condusse fino al palco dove ci saremmo esibiti. Anche
quella mattinata era parecchio afosa, e molti ragazzi erano già sotto il palco,
a saltellare e ripassare ad alta voce alcune canzoni.
Sbuffando, andai in camerino;
- Cavolo, ancora quanti ne mancano? – chiese Mikey, sbadigliando;
- Abbiamo un mese pieno...prima dell’inizio dell’estate, dovremmo aver finito! –
rispose Gerard, stiracchiandosi;
- Oddio, proprio oggi non mi va di cantare... – dissi, guardandomi allo
specchio, che rifletteva un’immagine smunta e pallida di me;
- ...non hai nemmeno un bell’aspetto... – commentò Eric, poggiando le mani sulle
mie spalle;
- Ma forse non ho dormito abbastanza... – dissi.
Solo in parte era vero: quella mattina, mentre ero in bagno, sentii nuovamente
quella fitta al petto che il giorno prima mi aveva colta salendo per le scale.
Senza farmi notare, poggiai una mano sul cuore: questa situazione mi spaventava.
Ad un certo punto spuntò Rob, avvertendoci che avremmo iniziato a breve.
“Perfetto...altra giornata da stress...” pensai, uscendo dal camerino.
Eppure, non avrei mai potuto rinunciare a quell’emozione che si prova solo
quando sei su un palco, quando hai migliaia di sguardi puntati, quando tutti
aspettano sognanti la prima nota...
- Non è andata male! – commentò Gerard, una volta finito il concerto;
- Ormai va sempre allo stesso modo...penso che faremo qualcosa di grande solo
all’ultimo concerto! – aggiunse Alan, posando le sue fedeli bacchette.
Sentivo di non aver dato il massimo di me in quel concerto, ma in un certo senso
mi spaventavo a sforzarmi troppo...e se quel dolore fosse tornato anche durante
il concerto? Scossi la testa, cercando di non pensarci.
- Andiamo a mangiare qualcosa...muoio di fame... – disse Frank, poggiandosi con
una mano sulla spalla si Maya;
- Basta che non ci siano birre in mezzo, ok? – disse Ray, ridendo;
- ...quelle sono le nostre parole d’ordine! – obiettò Gerard, facendo cenno a
tutti di uscire.
Alla fine mangiammo in macchina: Frank e Alex erano andati ad ordinare qualcosa.
- ...e questo è per te, Zoe... – disse Frank, porgendomi un panino;
- Ehm...non ho molta fame... – dissi, osservando quasi disgustata il cibo che mi
stava offrendo;
- Ma se fino a ieri te ne saresti mangiata anche venti! – esclamò Alex,
inarcando le sopracciglia;
- ...ma oggi non ho fame! – dissi, respingendo il panino.
Gerard mi guardò con aria parecchio seria, ma non disse nulla.
Rimasi a guardare i miei amici mangiare per tutto il tempo, senza intervenire
sugli argomenti che avevano uscito fuori;
- ...ma l’avete vista a quella signora?? Ma cosa fa?? –
- ...assurdo! –
- Si! L’hai vista, Zoe?? –
- ...Zoe...? –
- Ah, scusate... dicevate a me? –
- Sembri un po’ strana oggi... –
- No, Bob, ho solo sonno... –
Potevo tirare avanti con la scusa del sonno solo per qualche altra volta, ma
poi... non penso l’avrebbero più bevuta!
Solo quando Frank iniziò a baciare Maya, capimmo che quello era il momento di
tornare in albergo;
- Ragazzi! Vi voglio ricordare che oggi avete un’intervista! – disse Steph, non
appena ci vide entrare;
- Anche le interviste? Ma un bagno caldo mai, eh? – sbuffò Alex;
- Intervista di cosa...? giornale? – chiesi, parecchio sconfortata;
- Si...smuovetevi a cambiarvi! Vi voglio qui fra meno di un’ora! –
- Questo è peggio di Rob... – commentò Eric, sussurrando.
Arrivata in camera, mi buttai sul letto, senza più muovere un muscolo.
Avevo un leggero senso di nausea, e il fatto che avremmo avuto un’intervista, mi
deprimeva parecchio...
Maya sembrava davvero felice: tirò fuori dalla valigia tutti i vestiti, cercando
quello che si sarebbe intonato meglio alla giornata;
- ...questo rosso com’è? – mi chiese, mettendomelo davanti agli occhi;
- Ma mettine uno del colore degli occhi di Frank, se ci tieni... – risposi;
- Zoe! Ma cos’è successo? – chiese, sedendosi sul bordo del mio letto;
- Non voglio andare a fare quell’intervista... – risposi;
- Ma se tu sei sempre la prima che non vede l’ora di farsi intervistare! –
osservò Maya;
- Non oggi...non mi sento bene... –
- L’ho notato... ehi, quest’ultimo sforzo, e poi vai a letto! –
Mi alzai di malavoglia, prendendo il primo vestito che mi capitava.
Un’ora dopo ero sotto, dove già c’erano tutti.
- Non capisco perché dobbiate essere così abbattuti...ormai siete famosi! –
escalmò Rob, con un gran sorriso;
- Si, Rob...ma visto che non mi sento bene, posso rimanere qua? – chiesi,
sbadigliando;
- La tua malattia si chiama “pigrizia”...! E ora forza, usciamo! –
Non ci fu verso di rimandare l’intervista: quel giorno era e quel giorno doveva
rimanere.
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Capitolo 6 *** "KEYRA...MISS BARBIE" ***
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FRYTTY: Eheh...e cosa combinano, vero?? xDDDD!!!
Comunque, grazie ancora!! è una cosa buona avere "fan affezionate"...!!! XDD!!
CAPITOLO 6. "KEYRA...MISS
BARBIE"
A dir la verità, ero ’unica a non voler partecipare a quell’intervista: tutti
quanti discutevano allegramente su cosa avrebbero potuto dire. Bha...
L’appuntamento era in un edificio poco lontano dal parco, la giornalista aveva
spiegato a Rob che voleva metterci a nostro agio.
In effetti, in quella saletta, c’erano parecchi divani, e alcuni drink erano
poggiati su un tavolo vicino;
- Wow...sembra quasi di essere ad un party... – commentò Ray, osservando i
bicchieri pieni di chissà quale liquore;
- ...voglio che lo diventi... – confermò una voce alle nostre spalle.
Ci voltammo tutti contemporaneamente: una bella ragazza, con lunghi capelli
neri, grandi occhi chiari, quasi grigi, e una penna in mano, si avvicinò,
mostrando un sorriso smagliante;
- Perdonatemi...Io sono Keyra Huston... – si presentò la giornalista, allargando
il sorriso;
- Wow... – sussurrò Gerard;
- Che ne dite di accomodarci? – propose Keyra, mostrandoci con la mano le
poltrone in fondo alla stanza.
Già quella tipa non mi piaceva...sembrava troppo...”falsa”!!
Gli altri sembravano penderle letteralmente dalle labbra; ad ogni sua parola, o
ad ogni suo gesto, seguivano lunghi sguardi ammaliati da parte dei ragazzi;
- Direi che così vada bene... – sussurrò Keyra, accomodandosi in una poltrona;
- ...durerà molto? – chiesi, cercando di sembrare amichevole;
- Oh, no, no...non voglio rubarvi troppo tempo... – rispose, continuando a
sorridere.
Quel tono mieloso mi dava sui nervi...
- Bhe...innanzitutto, vorrei partire con una domanda abbastanza scontata...come
vi sembra questa tournèe? Mi sembra sia la prima volta che organizzate un
concerto “doppio”, se così vogliamo definirlo... – iniziò a dire, portandosi la
penna in bocca;
- È un’esperienza sicuramente...emozionante! Abbiamo conosciuto così un’altra
band, con il nostro stesso "gusto"...e la cosa devo dire mi allettava molto,
quando se ne parlò! Direi che è come passare una giornata con amici... – rispose
subito Gerard;
- ...già, giornata con amici... – ripetei, tossendo;
- ...dopo cosa avete intenzione di fare? –
- Sono arrivate parecchie proposte, come incidere un disco assieme... – rispose
Mikey, annuendo soddisfatto;
- ...anche se penso si tornerà alla vita normale... – aggiunse Alex, con
un’alzata di spalle.
Keyra sembrava ìdivertita da questa intervista. Ci scrutava parecchio
soddisfatta, lanciando ogni tanto qualche occhiata più “intensa” alla parte
maschile...
- Toglimi una curiosità: ma quanti anni hai? – chiesi, inarcando le
sopracciglia;
- Ne ho 23...non sono una giornalista a tutti gli effetti, ma per imparare,
faccio qualche intervista...il mio Direttore è parecchio esigente... – rispose,
senza accorgersi del mio tono di voce freddo;
- ...ma quanto mi dispiace... – sibilai,
- ...qualcosa da bere? – chiese Keyra, ora un po’ imbarazzata.
L’intervista durò un paio d’ore; quando Keyra ci congedò, balzai dal posto,
facendo trasparire così la mia impazienza.
Una volta fuori, Gerard mi prese da parte;
- Ti sei comportata come una bambina... – sussurrò, avvicinandosi in modo tale
che lo potessi sentire solo io;
- Ancora con questa storia? E poi mi fa antipatia... – dissi, digrignando i
denti;
- Ma smettila...nemmeno la conosci... –
- Ah...perchè, tu si? Vi siete già scambiati i numeri di telefono? Cavolo,
Gerard...ti sentivo come sussultavi ogni volta che ti rivolgeva una domanda... –
dissi, fissandolo dritto negli occhi;
- Oh, Zoe... è impossibile parlare con te... – rispose, mettendomi una mano
sulla spalla;
- ...oh, ciao, Gerard! – salutò Keyra, uscita in quel momento;
- Eh...ci si vede! – rispose lui, sorridendo.
Levai brutalmente la mano di Gerard dalla mia spalla e mi allontanai,
raggiungendo Frank e Maya;
- Ragazzi! Abbiamo scelto un nuovo modo per viaggiare... – annunciò Stpeh,
facendo cenno di avvicinarci;
- ...cosa, i deltaplani? – chiese Alex;
- Zitto...no, no...proprio ora che ci sposteremo in Europa, mi sembra giusto
ricorrere al caro vecchio metodo del “pulmino”... –
- E tu vorresti fare entrare 12 persone in un pulmino? – chiese Frank,
spalancando la bocca;
- No, no...certo che no! Due pulmini vanno più che bene! – intervenne Rob.
- Secondo me, Rob e Steph si sposeranno un giorno... – mi sussurrò Alex.
Mattino seguente. Hotel.
Come ci aveva “gentilmente” chiesto Robert (“SE NON FATE LE VALIGIE ENTRO 10
MINUTI, VI BUTTO Giù A PEDATE DALLE SCALE!”), stavamo preparando le valigie,
pronti per iniziare l’avventura del pulmino.
Bhe, per lo meno, non avrei sentito parlare di quella Keyra, no?
Eppure, mi sbagliavo di grosso...
Nella hall, con i suoi bei vestiti firmati e gli occhiali da sole, stava Keyra,
più sorridente che mai;
- Oh cielo...qualcuno mi pensa... – sussurrai, non appena lei si avvicinò;
- Ciao, ehm...? Zelda? –
- ...ZOE... –
- Oh, si, Zoe... –
- Come mai qua? –
- Il mio Direttore ha pensato bene di farvi da “giornalista privata”...una
specie di reportage su di voi...un’idea carina, non trovi? – spiegò, togliendosi
gli occhiali da sole;
- Oh, davvero molto carina...ma Keyra, guarda che pesce d’Aprile è già
passato... – dissi, sorridendo.
Lì per lì non capì la mia battuta, ma non avrebbe potuto ribattere ugualmente,
visto che erano arrivati gli altri, insieme alle loro valigie.
- Zoe... – sussurrò Gerard, venendomi incontro;
- Stai tranquillo che non l’ho ammazzata... – dissi sarcastica;
- Smettila... – rispose, dandomi un bacio sulla guancia.
Bello...tutta la passione di una sera era sfumata di fronte alla grande
giornalista Keyra? Gerard le si avvicinò, salutandola con un gesto della mano;
- Ehi, amico...non la consumare tutta, eh? – disse Frank scherzando;
- Stai zitto tu, idiota... – gli sibilai, con sguardo corrucciato.
- Alan, la levi quella mano? Non vedi che ci sono io? –
- E tu spostati! –
Eravamo sul pulmino, e l’esperienza risultava parecchio “scomoda”.
Keyra, fortunatamente, seguiva strade diverse dalle nostre, il che significava
no averla tra i piedi almeno durante le ore di “pausa”.
- Mhmm...ho notato che quella Keyra la ami molto! – esclamò Maya, scostandosi
dal macello che stavano combinando Alex e Alan;
- Oh, si... amore folle... – risposi, tirando fuori la lingua;
- Ma dai...sembra simpatica! Non ha fatto nulla di male... – osservò Maya;
- Non ha fatto nulla??? È il semplice fatto che viva che mi da fastidio...e poi
lancia sguardi strani... – dissi, quasi parlando a me stessa;
- Sguardi? –
- Si...non a me! A lui... – continuai a dire, con sguardo vacuo;
- Ah...ehi, guarda che oggi Frank scherzava... –
Si, si...scherzava...
In quel momento le avrei voluto dire “Ma tanto a te cosa importa? Hai Frank...e
nessuna gallina che gli gira intorno...”, però mi trattenni: in fondo lei voleva
solo aiutarmi.
Sbuffando, presi in mano una di quelle riviste che avevo comprato strada
facendo. Maya prese il suo I-pod e si infilò le cuffiette nelle orecchie,
perdendosi in chissà quale canzone.
Ad un certo punto squillò il telefono: sul display compariva il nome “Gerard”;
- ‘Cavolo vuoi... – borbottai, non appena accettai la chiamata;
- Oh, ciao anche a te! – rispose;
- ...ancora arrabbiata? – continuò;
- No, che dici! Ho perso una partita a carte e mi sto rodendo... – dissi
sarcasticamente;
- ...ehi, caro...non c’è bisogno che sprechi soldi per me... – continuai poco
dopo;
- Smettila, Zoe...sei gelosa e non vuoi ammetterlo... – disse;
- Io, gelosa? Ok, Gerard...ci sentiamo dopo, ciao... –
Sbagliai di grosso forse a chiudergli il telefono in faccia...?
Come se mi stesse leggendo nella mente, Maya mi guardò con rimprovero;
- Per lo meno lo potevi trattare più gentilmente, no? Non fate che litigare... –
osservò, sfilandosi una cuffietta;
- Ma non ho mai pace con lui, eh? E prima ci odiavamo perché di odiavamo...ora
entra questa barbie con i capelli scuri... –
Senza dire nulla, Maya si rimise le cuffie; si, avevo fatto male...
Ci fermammo qualche ora dopo in un’area di sosta;
- Vallo a cercare... – suggerì Maya;
- Io? Ma non se ne... –
- Vacci subito! –
Sotto costrizione di Maya, salii sull’altro pulmino, dove trovai la band intenta
a chiacchierare ;
- Zoe... – sussurrò Gerard, come se mi avesse vista in abito da sera, il giorno
del ballo di fine anno;
- Gerard...vieni, per favore? –
Sotto lo sguardo abbastanza incuriosito di tutti, lui mi seguì fuori.
Poggiò le spalle contro il fianco del pullman, sorridendo;
- I rimorsi si fanno sentire? – chiese, incrociando le braccia;
- L’unico rimorso che ho è di non aver ricambiato ciò che mi hai detto quella
sera... – dissi, tenendo lo sguardo basso;
- Cosa ti ho detto?? – continuò a chiedere, allargando il sorriso;
- ...non fare il finto tonto...lo so che lo sai... – sussurrai;
- ...mi dispiace, ma odio a quella Keyra... – continuai, ignorando che Gerard si
fosse avvicinato;
- ...non facciamo che litigare... – conclusi, alzando lo sguardo.
Non disse nulla, anche se avrebbe voluto...sotto lo sguardo attonito di Frank e
Mikey, scesi in quel momento, mi abbracciò, facendomi poggiare la testa contro
la sua spalla. Quanto avrei voluto piangere...
...quanto avrei voluto dimenticare gli ultimi anni...
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Capitolo 7 *** "I MISS YOU...SO FAR..." ***
Nuova pagina 1
Eh si...Miss Barbie non
ci voleva...
ma in questa fic, nulla è scritto a caso.......^^
Buona lettura!!! (tnx Frytty!! :P)
CAPITOLO 7. "I
MISS YOU...SO FAR..."
Dormii malissimo quella notte: forse perché avevo Alex addosso?? O semplicemente
perché quel dolore al petto non passava...
Come promesso, Alex e Alan non dissero nulla a Rob di quanto fosse accaduto quel
giorno, sulle scale; ma da un lato sentivo il bisogno di farlo sapere...
...o semplicemente di farmi curare...
Buttai Alex per terra, per potermi alzare. Affannosamente, mi avvicinai alla
finestra: ero sudata.
- Zoe...? –
- A-Alan...cosa ci fai in piedi? –
- Posso chiederti la stessa cosa...? –
- ...non è nulla, un incubo... –
- Non è un incubo, Zoe...lo stai creando tu...tutti ce ne siamo accorti...anche
nell’ultimo concerto, ho visto che ad un certo punto stavi per
cadere a terra. – mi disse, facendomi sedere;
- Io...non so più cosa fare...ho paura, tanta paura...litigo con tutti, tratto
male Gerard, e questo non fa che peggiorare le cose...e questo
dolore non passa... – dissi, scoppiando a piangere;
- Non è il caso di fermare tutto? – chiese, asciugandomi una lacrima con la
mano;
- Non posso...ho fatto una promessa, tempo fa... – risposi, continuando a
piangere;
- ...promessa? –
- Non posso dirlo...non ora... –
Rimasi tutta la notte a parlare con Alan; solo verso l’alba mi addormentai, con
le guance ancora bagnate.
Nonostante Alan avesse fatto di tutto per evitare di svegliarmi, fui svegliata
lo stesso dalle urla di Alex;
- QUANDO ARRIVIAMO??? –
- Oddio, Alex...l’hai svegliata... –
- No! Zoe...dormi, per favore... –
- Inutile, mi hai svegliata... – dissi debolmente, sbadigliando.
Alzai lentamente la testa: tutti quanti mi guardavano come se dovessi svenire da
un momento all’altro.
Un po’ turbata da tutte quelle attenzioni, andai a prendere un po’ d’acqua; il
dolore era passato, ma avevo un senso di nausea...
- Cavolo...le mie punte rosa sono andate a quel paese! – commentai;
- E non solo le punte... – aggiunse Eric, per scherzare;
- Zitto... – sibilai.
Rob fece irruzione in quel “quadretto familiare”;
- Zoe...tutto bene? Stanotte ti ho sentita alzarti... –
- Ehm...si, tutto bene... – risposi, poggiando una mano sul petto.
- Perfetto! Perché domani al concerto devi spaccare tutto e tutti! – esclamò,
alzando una mano in segno di vittoria.
L’unica cosa che potrebbe spaccarsi è il mio cuore...
Passai tutto il pomeriggio a disegnare: adoravo farlo, soprattutto quando ero
nervosa o arrabbiata.
Muovevo lentamente la matita fra le mani, come se potesse darmi l’ispirazione;
ecco allora che inizio a tracciare i segni di una vita passata...
- è bellissimo! – esclama Maya, sedendosi accanto a me;
- Oh...grazie... – sussurro, senza staccare gli occhi dalla mia “creatura”;
- Ti vedo pensierosa...sei sicura di continuare? –
- ...ho fatto una promessa... – dissi nuovamente, con un tono di voce quasi
sognante.
Per l'ora di pranzo, i pulmini si fermarono in un'area di sosta.
Frank salì sul pulmino;
- Maya sta dormendo... – gli dissi, vedendolo arrivare;
- No...volevo parlare con te: ti va? –
Annuisco, senza capire il perché di quella “visita”.
Mi fa sedere sui gradini del pulmino;
- Cos’hai? – chiese, semplicemente;
- Non ho nulla! – risposi frettolosamente;
- ...e litighi con Gerard, vai in bagno e vomiti... –
- Come sai che vomito...? – lo guardai sconcertata;
- Sarò tutto quello che vuoi, ma non stupido...non converrebbe bloccare almeno
per un mese la tournèe? –
- Lo dico anche a te: ho fatto una promessa...e intendo mantenerla... –
Mi fissò: odiavo quando lo faceva.
Alzò le spalle, come a volermi far capire che, se non mi andava di parlare, non
ci faceva nulla;
- Oh...aspetta... – dissi improvvisamente, fermandolo;
- ...uh? –
- Tempo fa, conobbi un ragazzo...si chiamava Caleb: nome curioso, no? Eppure era
un ragazzo così dolce... Avevo appena diciassette anni. Lo incontrai per caso, a
scuola...
scoprii, sempre casualmente, che studiava canto; a quel tempo non ero molto
interessata, ma visto il rapporto che si era venuto a creare, accettai ben
volentieri di farmi dare qualche lezione.
scattò in me una vera e propria passione! Cantavamo insieme, uscivamo insieme,
STAVAMO insieme...
...era una fredda giornata invernale. Più precisamente, una domenica di
dicembre. Correvo velocemente, ignorando la pioggia incessante.
Giunsi in un piccolo bar; Caleb era seduto ad un tavolo;
- Zoe... –
- Caleb, amore...scusa! Con questa pioggia ho tardato un po’... –
- Ehi, tranquilla! Senti...devo dirti una cosa... –
...”Mi hanno trovato un cancro...non sapevo come dirtelo...io...” quelle
parole mi colpirono come l’acqua gelida: respirai affannosamente, trattenendo le
lacrime;
- C-cosa...? – chiesi, con voce tremante;
- ...Zoe, dai...lo vedi: io sorrido...tu hai un sorriso fantastico...mostramelo!
–
- ...Come potevo sorridere? Lo abbracciai, e basta...
Non passò molto da quella fredda giornata che... –
...”Signorina, non può entrare...”.
Ero da quella notte seduta là, in una sala d’attesa di uno stupidissimo
ospedale!
Avevo in mano un bicchiere di caffè: non avevo chiuso occhio.
Nella tarda mattinata, il medico mi fece entrare nella camera di Caleb;
- Ehi... – sussurrai, trattenendo le lacrime;
- ...ehi... – rispose, con un fil di voce;
- ...mi devi promettere una cosa, Zoe...una sola... – continuò, sorridendo;
- ...devi continuare a cantare...qualunque cosa accada...hai una bella voce;
come hai fatto emozionare me, farai emozionare gli altri...
- Ok... – annuii;
- ...ti amo, lo sai? –
- ...ecco perché non risposi quella sera a Gerard..."ti amo", era una frase
ancora troppo legata al passato... –
Rimasi un minuto in silenzio, come per far comprendere meglio quanto avevo
detto;
- E cosa successe poi? – chiese Frank, preso dalla storia;
- ...è morto due giorni dopo...i medici non aveva fatto in tempo a cercare
qualche cura adatta, nonostante la chemio... – risposi, tenendo la
testa fra le mani.
Parlarne fu forse la cosa migliore; piansi, piansi tutto il tempo.
Non avevo raccontato mai del mio passato...
Frank mi abbracciò, come potrebbe fare un migliore amico. Non disse nulla,
semplicemente mi abbracciò, come per dire “Io ci sono...”...
...ti amo...ma non ci sei più...
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Capitolo 8 *** "THINGS ARE NOT GOING WELL FOR ME" ***
Nuova pagina 1
FRYTTY: Per quanto riguarda il dolore che sente Zoe...lo scoprirai
presto...;P
'CESCA: oh, tranquilla!! Capita a tutti di
scordarsi qualcosa....XDDDD (me compresa...)....si, Zoe e Gee parleranno più
avanti...
LADY NUMB: appo'! Nuova lettrice!! Grazie!! ;p!!
Allora...annuncio
subito che questo è più in capitolo di "transito" che di altro...Inoltre...beh, quando lei parlerà della canzone "CEMETERY DRIVE"...non pensare Frytty ad un plagio o cose del genere!! xD!! Semplicemente AMO questa canzone, e...mi fa davvero emozionare...ho riversato quindi questa "caratteristica" anche in Zoe...
Non è molto, ma...serve per i prossimi capitoli!!! Buona lettura e...
...commentate!! xD
CAPITOLO 8. "THINGS
ARE NOT GOING WELL FOR ME"
Chiesi a Frank se
avessi potuto passare la notte sul loro pulmino: accettò.
Gerard era buttato in un angolo, canticchiando qualcosa. Si alzò, quando mi vide
entrare;
- Cosa ci fai qui? –
- Voglio stare con te... – sussurrai, più a me stessa che a lui.
Gli feci cenno di sedersi; mi accuccai accanto a lui, poggiando la mia testa sul
suo petto. Come si potrebbe fare con una bambola, iniziò ad accarezzarmi i
capelli;
- Tutto bene? – chiese, avvicinando il suo viso al mio;
- ...si... – mentii, ma non era proprio il momento adatto per raccontargli né di
Caleb, né del mio malessere...e tutto questo mi faceva stare male...
I ragazzi erano in fondo, nell’oscurità del pulmino: stavano sicuramente
dormendo. Un po' intimorita, poggiai la mia mano sul suo viso...
Sussurrò qualcosa, ma non ci badai molto; mi fece distenedere sotto di lui.
Notai con la coda dell’occhio che Frank stava conducendo tutti nell’altro
pulmino “ANDIAMO A FARE FESTA...!” urlava, facendo un cenno a Gerard.
Sorridendo, avvicinai le mie labbra alle sue...
...basta con i fantasmi del passato...
Sussultai quando iniziò a sbottonarmi il vestito, ma non mi opposi. Mi toccava
quasi nervosamente, baciandomi ripetutamente dove poteva...
Fu la mia vera prima notte con un uomo.
Dopo essersi spogliato, con un sorriso malizioso, mi strinse a sé; chiusi gli
occhi...
- Ma non sentite strane urla? – chiese Bob, seduto vicino al pulmino;
- COSA DICI?? È LA RADIO DI QUELLA MACCHINA! – urlò Frank, indicando una
macchina poco distante;
- ...se lo dici tu... –
Continuavo a respirare affannosamente, mentre Gerard mi osservava quasi
sognante. Lo baciai un’altra volta, prima di dirgli “...ti amo...”.
Sorrise.
Ad un certo puntò, salì Keyra, con il suo solito sorriso;
- Cazz...!! – esclamò Gerard, tirandosi le coperte fino al mento;
- Oddio... – disse lei, spalancando gli occhi;
- Devi anche scrivere come procede la nostra vita sessuale?? Vuoi anche scrivere
di quanto sia bravo Gerard a... – iniziai, parecchio irritata;
- ...stop! ok! Scusate... – mi interruppe lei, scendendo di corsa.
Fantastico...è mai possibile che non si possa passare un momento soli?
Buttai le coperte a terra, e sbuffando, mi rivestii; non ci guardammo nemmeno in
faccia: a dir la verità, era calato un alone di imbarazzo...
Da una parte mi sentivo uno schifo: proprio qualche ora fa avevo finito di
raccontare la storia di Caleb.
“Cavolo, la devo smettere con certi pensieri! Lui non c’è...ok?” pensai,
abbottonando il vestito.
Scesi in fretta gli scalini, sistemandomi con una mano i capelli;
- Eccola... –
- Maya! –
- Sopravvissuta? –
- ...evitiamo le battute... –
Nello spiazzale, c’era Maya, che aspettava fossimo pronti per ripartire.
- Keyra è sul nostro pulmino... – disse Maya, quasi mi stesse leggendo nel
pensiero;
- Ah...e gli altri? –
- Frank ha detto che doveva fare una cosa...Bob, Mikey e Ray sono insieme a
Keyra e Rob! –
Salii sul nostro pulmino; Keyra stava parlando con Rob, stavano accordando
alcune cose. Bob giocherellava con due legnetti, mentre Ray sonnecchiava in un
angolo;
- Ragazzi...ognuno ai propri posti! Si parte! – annunciò Steph, salendo.
Mi andai a sedere “sbadatamente” accanto a Keyra; aveva davanti a sé alcuni
fogli, e cancellava o aggiungeva qualche parola con la sua bella penna
stilografica;
- Mhmm...correggi i compiti ai tuoi alunni? – chiesi sarcastica;
- Oh, no... è la sceneggiatura del prossimo film porno dove sarai
protagonista... – rispose, acidamente.
Non potevamo davvero vederci! Ogni parola o frase dava adito a nuovi piccoli
“litigi”, a colpi di insulti e parole abbastanza pesanti.
“E non c’è Gerard, a difenderla!” pensai, scrutandola.
Odiavo in quel momento quella sua pelle perfetta, i suoi occhi bellissimi, il
suo sorriso accattivante...odiavo semplicemente che ancora una volta fossi
superata da qualcuno! Cosa ho in fondo io di speciale? Nulla...tralasciando le
punte dei miei capelli che cambiano di colore continuamente, ero normalissima;
forse anche un po’ infantile...una ragazza che ancora non riusciva a dimenticare
i fantasmi del passato...
Continuava a leggere quei fogli, sorridendo ad ogni parola;
- ...la macchina si è rotta? – chiesi nuovamente, irritata dalla sua presenza;
- In effetti... il veleno che sputi non fa bene al motore... – rispose, quasi
sorridendo.
Prima tappa del viaggio in Europa, fu Madrid.
Arrivammo nel primo pomeriggio, veramente stanchi (soprattutto io, stanca
psicologicamente!), e pensando che il concerto sarebbe stato quella sera, ci
sentivamo davvero male!
Oddio, non che mi sentissi nuovamente male fisicamente...ma mancava davvero
poco...i livelli di sopportazione erano arrivati al minimo, e come se non
bastasse, Keyra si era intromessa nella MIA vita così, senza avvertire.
- Gerard dov’è? – chiese lei, una volta scesi dal pulmino;
- ...sono qui... – rispose lui, venendoci alle spalle;
- Posso parlarti un momento?? Un semplice incontro formale... –
Li vidi allontanarsi parecchio dalla postazione, e ciò iniziava a farmi
innervosire...
Mi rifiutai anche di provare: una persona era riuscita a farmi amare la musica,
una sola...e un’altra iniziava a farmela odiare.
“Iniziate ad entrare...iniziamo fra qualche minuto...”; eccomi là, sul palco:
nuovamente...
Dovevamo cantare l’ultima canzone, ma ecco che quel dolore iniziò a
tormentarmi... respirai profondamente, ma continuavo ad annaspare, quasi mi
mancasse l’aria.
Alan se ne accorse, e disse a Gerard di darmi il cambio.
Ero seduta dietro le quinte, con gli occhi chiusi, quand’ecco che sentii quella
canzone...
...Cemetery Drive...
Dannazione a quel ritornello!! Piansi per tutta la durata della canzone...come
poteva suscitare in me pensieri che credevo morti?
- È ora che tu vada dal medico... – suggerì Alan, poggiandosi contro la parete;
- ...è solo stanchezza! –
- Stanchezza un cazzo, Zoe! Possibile che tu non te ne renda conto? – urlò,
pentendosene subito dopo;
- ...non voglio che tu stia male – concluse, abbassando la voce.
“Io non sto male...ho solo una tremenda voglia di abbandonare tutto...” pensai,
mentre Gerard e la sua band facevano ritorno nei camerini.
Incrociai il suo sguardo, prima che parlasse;
- ...come stai? – chiese allarmato;
- Bene...solo un calo di zuccheri... – dissi, ignorando lo sguardo di rimprovero
di Alan.
Mi abbracciò, contento che non fosse nulla di grave.
...i rimpianti di una vita passata... mi dispiace, Gerard, non va affatto
bene...
“Si accomodi qui, la chiameremo noi”.
Eccomi seduta nuovamente in una sala d’aspetto d’ospedale, ma questa volta
aspettavo per me stessa.
Eravamo partiti dopo due giorni da Madrid, ed ora eravamo nuovamente in
Inghilterra, per una settimana.
Alan era seduto là accanto: nessuno, al di fuori di me e lui, sapeva che fossi
là.
Guardai nervosamente l’orologio: erano le dieci.
Dopo qualche minuto, il dottore fece cenno di accomodarmi;
- Zoe...successo qualcosa? – oh, dimenticavo...lui era il medico di famiglia;
- Più o meno... – sospirai.
Fece una breve visita, prima di prescrivermi qualche analisi.
Uscii dall'ospedale parecchio sconfortata: il medico mi aveva fatto capire che
non era un raffreddore a farmi stare male...
Alan, dal canto suo, non disse nulla a Robert, anche se quest’ultimo immaginava
che ci fosse qualcosa di storto...
...non posso essere la nota stonata del mio stesso spartito...
- Vi ricordo che fra due settimane è il mio compleanno! – annunciò Maya,
nell'ora di pranzo;
- Ed è anche la fine del tour! Questa si che sarà una bella data... – disse Alex,
addentando un panino;
- ...e cosa farai? – chiese Frank, mettendole un braccio attorno alle spalle;
- Penso una festa! – rispose lei.
Non mi sembrava vero: due settimane e finiva tutto!
...finivo forse anche io?
Allontanai questi brutti pensieri, concentrandomi sul compleanno di Maya.
Keyra aveva uno sguardo abbastanza soddisfatto; si era seduta tra me e Gerard,
conversando con lui per quasi tutta la durata del pranzo: mi sentivo quasi
un’intrusa...
Tornai a guardare il mio piatto di pasta, accorgendomi che non avevo davvero
fame! Mi allontanai con la sedia dal tavolo, per poi correre in bagno.
Gerard se ne accorse e, con una scusa, si diresse verso il bagno;
- Cosa succede...? – chiese, incrociando le braccia;
- Nulla... – risposi, evasiva, tenendo la testa fra le mani;
- Sei gelosa o cosa? –
- ...stupido! – borbottai, con disprezzo.
Dopo averlo osservato, parecchio arrabbiata, iniziai a piangere...
- Perché tutto a me...? – chiesi, in tono flebile, quasi parlando a me stessa;
- ...perchè non mi dici nulla... – sussurrò, accarezzandomi la testa.
Non posso...ti tengo troppe cose nascoste, ma non voglio condizionarti troppo...
Gerard, non voglio che ti affezioni troppo...
...prima ancora di scoprire cosa io abbia davvero...
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Capitolo 9 *** "IT WAS JUST A MISTAKE" ***
Nuova pagina 1
FRYTTY: Tnx...Si, povero Gee...in effetti sono stata un po' crudele...xDD...colpa
del mio umore?
'CESCA: Wow....possiamo anche fare gli inviti per
il suo funerale!! =) (uhahah....ma niente funerale tipo "HELENA"...altrimenti
qualcuno si ingelosisce....xDD)....!!
OLIVIA_SUMMER: Bentornata...!! Uh...cosa pensavi
per quel dolore?? Ad ogni modo....lo scoprirai in questo capitolo!! Ah, e
aggiungo un'altra cosa.....per "creare" Keyra, mi sono ispirata ad una mia
"amica"...xDD!!
E grazie anche per chi
legge....(il che fa davvero tanto!! xD)....Buona lettura!! =)
CAPITOLO 9. "IT WAS
JUST A MISTAKE"
- Ti svegli? È tre ore che ti chiamo... – alzai la testa;
- ...prima qualcuno ti ha chiamata al cellulare! – disse Eric, sbadigliando;
- Oddio...chi era? – chiesi, allarmata;
- ...il medico... –
Mancava ancora una settimana alla fine del tour; eravamo in Francia, ma chiamai
ugualmente il medico.
L’ansia che provavo in quel momento, era pari a quella del giorno in cui Caleb...
“Mi dispiace, il dottore non è in ospedale al momento”...cazzo, anche questo!
Scaraventai nervosamente il cellulare nel mio letto;
- Anche le dive si disperano? – chiese una voce mielosa alle mie spalle;
- Keyra... – sussurrai, digrignando i denti;
- Ti ricordo che abbiamo un’intervista in tv... –
- “Abbiamo”? –
- ...Robert ha pensato bene di farmi assumere il ruolo di “collaboratrice”... –
spiegò lei, sorridendo;
- ...collaborare a rovinare un rapporto? – chiesi, inarcando le sopracciglia.
Ma la discussione fu troncata dall’arrivo di Gerard.
Nell’intervista, rivelai quale sarebbe stato il singolo che sarebbe uscito fra
qualche mese;
- ...un brano personale, sicuramente difficile da rappresentare, ma...è l’unico
modo che ho per far capire chi sono... – risposi, al conduttore del programma,
girandomi poi verso Gerard, che abbassò lo sguardo, quasi amareggiato;
- Non puoi dirci nulla di più? – chiese il conduttore, interessato
all’argomento;
- ...solo una cosa...non so davvero se ci saranno prossime tournèe... – risposi
di getto, senza rendermi conto di quello che avevo appena detto.
Tutta la mia band si girò verso di me, assumendo un’aria parecchio stupita.
Anche l’altra band mi guardò incredula: ma non smentii nulla...
Solo alla fine del programma, tutti quanti mi chiesero spiegazioni;
- Ma cosa ti salta in mente?? – sbraitò Robert, una volta fuori;
- L’ho detto senza pensare! – cercai di difendermi, anche se i miei amici
sembravano più preoccupati che arrabbiati;
- Forse devi dirci qualcosa? – aggiunse Gerard, poggiando le spalle contro il
muro.
Io...non riuscivo a trovare le parole...e come potevo spiegare la situazione se
non avevo ancora in mano i risultati?
Scossi la testa, facendo cenno che ne avrei parlato a tempo debito.
Mi allontanai, e nessuno osò seguirmi...
Beh, non proprio nessuno...
- Così facendo, fai stare male anche gli altri... – mi girai: era Ray;
- ...cosa? –
Nonostante io non abbia mai avuto un rapporto confidenziale con lui, gli
raccontai dell’ultimo mese, dell’arrivo di Keyra e di quei maledetti esami. Mi
ascoltò senza commentare, okiannuiva, quasi mi capisse.
Poggiai il viso contro il freddo muro di pietra: non era possibile vivere con
un’agonia del genere...
Ray mi poggiò una mano sulla spalla, quasi sorridendo;
- ...non sei mai stata sola... –
Non appena sentii questa frase, ripensai subito a quella sera di pioggia...
Era iniziato tutto quasi per gioco...
Mi convinsi delle sue parole: dovevo parlarne alla mia band...
Era il giorno del compleanno di Maya.
Cautamente mi avvicinai a lei, per poi farle cadere il regalo che le avevo
comprato sopra la testa;
- Zoe...!! è per me? – chiese arrossendo;
- ...no, è per il cane... – risposi ridendo.
Aspettai che aprisse il pacchetto: le avevo comprato un nuovo mp3, e insieme a
questo, avevo allegato una nostra foto, fatta qualche giorno prima.
Le luccicarono gli occhi, forse per l’mp3, o forse per la foto...
Sorrisi soddisfatta. Alan, Eric e Alex interruppero quel momento, dandole i loro
regali: magliette, cioccolatini, e anche un profumo!
Sul quel pulmino si respirava aria di festa!
- ...e questa sera... – iniziò lei;
- ...ho già in mente cosa fare... –
Dimenticavo: l’indomani ci sarebbe stato l’ultimo concerto.
Erano passati alcuni mesi da quella famosa intervista, ed ora ecco che tutto era
finito...
Potevano essere le quattro del pomeriggio, quando il dottore mi chiamò. Con mano
tremante, presi il cellulare;
- P-pronto...? –
- Zoe? –
- Si... – respirai a fondo;
- Ho qua i risultati dei tuoi esami...temo tu debba venire a fare altri
controlli. – disse il dottore, con voce incerta;
- Quali sono i risultati? – chiesi, abbassando la voce;
- ...temo tu abbia una malattia cardiaca congenita... – rispose, sinceramente
dispiaciuto;
- ...e vorrei che non ti sforzi troppo, purtroppo questa è una malattia molto
delicata e, mi dispiace dirlo, può causare anche morte immediata. Non è
cattiveria, devo semplicemente informarti dei rischi che corri, e non sarò
tranquillo finché non faremo un ulteriore esame. – aggiunse.
Rimasi a fissare il vuoto, tenendo con mano malferma il telefono.
Malattia congenita...l’avevo fin dalla nascita e non me ne ero mai accorta...
- Io...cosa devo fare? – chiesi, seriamente preoccupata;
- Finché non faremo quell’esame, preferirei tu sospenda ogni concerto: non
voglio che ti affatichi troppo. Hai già corso un bel rischio... –
Chiusi la comunicazione, abbassando lentamente il braccio.
Non volevo dire nulla per ora, nonostante gli sguardi puntati su di me: era il
compleanno di Maya, e non volevo di certo rovinarle una giornata come quella!
- Zoe, Zoe!!! Scendiamo!!! – esclamò Alex, distogliendomi dai miei pensieri;
- Oh, certo... – dissi, sorridendo.
Continua così. Fingi se puoi.
Il cielo era limpido, e cercare di fingere, mi sembrava solo l’ennesima
pagliacciata. Con mia sorpresa, mi accorsi che anche Keyra era stata invitata.
Era poggiata alla macchina; quel giorno sembrava diversa: nessuna coda, nessun
completo pantalone-giacca. Aveva una mini gonna di jeans, una maglietta
scollata, e i capelli sciolti che le arrivavano fino alla vita. Nonostante
avesse gli occhiali da sole, notai subito che il suo sguardo era fisso su Gerard,
messo in un angolo a fumare la sigaretta.
Mi avvicinai titubante a Gerard, che tolse la sigaretta dalla bocca per darmi un
bacio;
- Fumi troppo, sai? – dissi, scherzando;
- Nervosismo... – rispose, rimettendo la sigaretta in bocca. Mi allontanai quasi
subito: “non devo stare accanto al fumo...peggioro...”.
- Ehm...forse è meglio se la spegni quella sigaretta... – dissi poco dopo,
sentendo accelerare i battiti del cuore;
- Cosa c’è? Non ti ha mai dato fastidio... –
Ok: dovevo stare forse zitta. Scossi lievemente la testa, ma continuai a
rimanere accanto a lui.
Maya scese dal pulmino poco dopo, accompagnata da Frank, che la guardava quasi
fosse una principessa; sorrisi a quella scena così “sdolcinata”...
Keyra si mosse appena, tenendo fisso lo sguardo su me e Gerard. Quel giorno non
avevamo ancora parlato, e potevo scommettere che avrebbe riservato le sue
battute velenose per quella sera.
Maya aveva scelto di farci passare quella serata in una casa in riva al mare che
i suoi genitori le avevano voluto affittare per l’estate: “...è una fortuna
essere qua, no?” aveva detto, durante il pranzo.
La festa non era ancora cominciata: mancava il cibo, la musica...
Ma già le birre avevano fatto la loro comparsa sui tavolini; Keyra aveva
iniziato a bere parecchio, seguita da Bob e Mikey, che cantavano come due scemi;
- ...Zoe, vieni qua a farci divertire un po’... – diceva Mikey, tra una sorsata
e l’altra;
- Penso non sia il caso...c’è sempre Keyra... – dissi, con una punta di ilarità;
- Keyra...ma dov’è finita? Fino a un momento fa era qua... –
In effetti non c’era, ma non me ne preoccupai molto!!
Rimasi per la maggior parte del tempo insieme a Ray, a discutere dell’ultima
giornata di concerto.
Era quasi mezzanotte, quando anche Maya e Frank scomparvero...
...sapevo perfettamente dove fossero!
- Buon compleanno, Maya... – le sussurrò Frank, avvicinando il suo viso al suo;
erano nella camera accanto al salone, ma con tutto il casino che c’era, non si
potevano sentire.
Accostandomi alla porta, sentii chiaramente le loro risate, e per un momento ne
fui quasi gelosa: perché io non potevo...?? Se tutto questo doveva finire...
Tornando vicino a Ray, mi accorsi che effettivamente nemmeno Gerard era là
presente. Affannatamene, quasi stessi immaginando qualcosa si brutto, iniziai a
cercarlo, chiamandolo, senza però avere risposta.
Alla fine, lo trovai nel bagno, ma lo spettacolo non era dei migliori...
Keyra era letteralmente “appiccicata” a lui, poggiati sul muro, e di certo non
stavano conversando...
Mi portai una mano alla bocca, rimanendo per qualche istante a guardare quella
scena così DISGUSTOSA... cercai di allontanarmi senza fare rumore, ma
sbadatamente buttai a terra una bottiglia che si trovava sopra un mobile, là
vicino; Gerard si girò di scatto. Sorpreso dalla mia presenza, si raddrizzò
immediatamente, iniziando a farfugliare parole incomprensibili...
- Mi...fai...schifo... – sussurrai, allontanandomi cautamente da là;
- No, aspetta...Zoe... – iniziò a dire lui, cercando di prendermi per un
braccio;
- Cosa cazzo vuoi...hai bevuto? Ti stai divertendo? – urlai, scostando
violentemente la sua mano.
In quel momento avrei solo voluto urlargli contro... e non sapeva nulla, nulla!
- Dove...dove vai? –
- Il più lontano possibile da te!! – continuai ad urlare;
- ...non sai un cazzo di me! Non te ne importa nulla!! Non ti importa sapere che
forse non vivrò mai abbastanza per poterti dire quello che non sai? – dissi,
correndo verso l’ingresso;
- Cosa significa? – chiesi, rincorrendomi;
- ...la gente è cattiva...trova sempre il modo peggiore per mostrarsi... –
sussurrai, fermandomi di botto;
- Cosa...? –
- Gerard, io sono malata...nè d’amore, né di pazzia... sono malata fin dalla
nascita, e il dottore mi ha fatto capire che non si sa quando... – mi
interruppi, inghiottendo a fatica.
Aprii la porta di scatto, continuando a correre, finché non raggiunsi la
spiaggia.
Mi buttai sulla sabbia umida, cercando di respirare normalmente, anche se mi
mancava l’aria.
Non volevo che finisse così...non volevo di certo urlargli contro...
La sua presenza in quel momento mi irritava solamente. Si avvicinò lentamente,
buttandosi accanto a me;
- Perché non me lo hai detto prima? – chiese, spostando il suo sguardo su di me;
- ...mpf! Non mi dire che se tu lo avessi saputo, non avresti fatto ciò che ho
visto! – dissi, ridendo;
- Scusa... – sussurrò, puntando lo sguardo su, verso il cielo.
Ancora quelle stupidissime scuse...
- Vattene... – sussurrai, evitando di guardarlo;
- ...cosa? – chiese incredulo;
- Vattene...per favore... – sussurrai nuovamente.
Silenziosamente, si alzò, indugiando per qualche istante;
- ...Io...è stato un errore...perchè...io ti amo... – disse, prima di
ripercorrere la strada verso casa.
Rimasi distesa su quella spiaggia fino all’alba; Maya mi venne incontro,
seriamente preoccupata, con tutti i capelli scombinati e il trucco sfatto;
- Zoe...mi fai prendere un colpo...cosa ci fai qua? –
- Ti rendi conto che potrebbe essere l’ultima volta...?? – chiesi sottovoce,
ammirando il panorama e cambiando letteralmente discorso;
- ...cosa dici...?? –
- Maya...sai...non sempre va tutto come credi... – continuai a dire, abbassando
lo sguardo.
Le raccontai tutto: a partire proprio da Caleb...il motivo per cui avevo
iniziato a cantare...dicendole cosa realmente pensassi di questa torunèe, di
Gerard, di me... quando arrivai agli ultimi fatti, mi interruppi per qualche
secondo, cercando le parole più adatte. Alla fine optai per la verità nuda e
cruda, dicendole così quanto mi aveva riferito il medico;
- Ma...stasera? L’ultimo concerto? – chiese lei;
- ...è l’ultimo concerto. Sarà fatto. – dissi, parecchio convinta. Forse sarebbe
stato davvero l’ultimo?
- Perché non ci hai detto subito come stavano le cose?? In questi giorni ti sei
sforzata un sacco...stress, prove, interviste... –
- ...Keyra... – aggiunsi, facendo una smorfia;
- Keyra? – chiese lei, attonita;
- Si vede che questa notte eri davvero occupata... – commentai, con una falsa
risata;
- ...è una puttana, ecco cos’è... – aggiunsi, vedendo lo sguardo curioso di
Maya.
Non aggiunsi altro; mi alzai velocemente, invitando lei a fare altrettanto.
...I never said I'd lie and wait forever...
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Capitolo 10 *** "...BUT ANYWAY, WHAT AM I LOSING?" ***
Nuova pagina 1
FRYTTY: Grazie ancora x il commento!! ^^ ...ancora è tutto in fase di
elaborazione e...vediamo come finirà!! xDD
CRAZY4FRANKIERO: Grazie grazie grazie anche a
te.....=) !!! Si, forse in questo chap sono stata un po' crudele....xDDD!!!!
OLIVIA_SUMMER: No, tranquilla.....questo capitolo
non sarà l'ultimo....!! ^^ ...In effetti per la malattia di Zoe...ci ho dovuto
pensare un po'....!!! Vabbò...speriamo t piaccia questo chap!!! Tnx!!
'CESCA: xDDD!!! Wow, pastiglie per il cuore?? Te le
presto io....sai com'è....quando c'è compito di Greco servono!! xDD!!!
...diciamo che lasciare le scene così, "aperte", mi piace un sacco!! Da molto
più spazio all'immaginazione....^^ Grazie anche a te!! =p
LINKIN PARK: tranquilla...!! ^^ ...il medico mi sa
tanto che ha ragione....!! Ma non anticipo nulla....tnx!!
E ora....buona lettura!!!
AVVERTENZE:
IL TESTO DELLA CANZONE CHE CANTA ZOE....L'HO SCRITTO IO DI MIO PUGNO!! XDDD!!!!
La posto sia in inglese (come in effetti la canta lei) e in
italiano....perdonatemi davvero, ma non so se la traduzione è giusta, quindi se
ci sono errori di grammatica o vocaboli sbagliati, chiedo in anticipo scusa!!!!
=P!! è giusto per rendere l'idea....XDD!!! (siate clementi....XDDD....!!)...
CAPITOLO 10. "...BUT ANYWAY, WHAT AM I LOSING?"
Aprii lentamente la porta di casa; regnava il silenzio più assoluto.
Alex e Mikey erano buttati in un angolo, ancora con le carte in mano; Keyra
dormiva su una poltrona, il trucco un po’ colato, la bocca socchiusa.
Gerard era forse l’unico sveglio. Era seduto accanto a Keyra, e leggeva
parecchio interessato qualche foglio.
Avvicinandomi, capii che quei fogli erano proprio gli scarabocchi miei della
sera prima: testi di canzoni, poesie, frammenti di pensieri...
Tutto in quei fogli azzurrognoli, sbiaditi da qualche lacrima o qualche macchia
di birra. Maya si allontanò cautamente, rientrando in camera, dove c’era Frank.
Il silenzio era quasi innaturale, e nonostante avessimo fatto un po’ di rumore
nell’entrare, lui sembrò non accorgersene;
- Divertente, vero? – chiesi, piazzandomi davanti;
- Io...scusa, ho trovato questi fogli, e... – non concluse la frase;
- Puoi anche tenerteli... – dissi, allontanandomi;
- No, aspetta... –
Ancora una volta cercò di afferrarmi e, come la volta precedente, mi allontanai
violentemente, chiudendomi in bagno.
Mi avvicinai allo specchio: “Quanto sei patetica...” sussurrai a me stessa,
toccandomi il viso.
In quel momento odiavo tutto di me...senza riflettere, diedi un pugno allo
specchio, frantumandolo in mille pezzi: ma cosa importava?
Urlai per il dolore: parecchi pezzi di vetro si erano infilati nella mia mano,
impedendomi così di muoverla;
- Zoe! Cosa è successo? – urlò Alex, svegliato da quel rumore improvviso;
- N-niente... – dissi, cercando di tamponare il sangue.
Uscii da là poco dopo, la mano avvolta nell’asciugamano, il viso sbiancato.
Ormai tutti erano svegli, e puntavano il loro sguardi su di me, chiedendosi cosa
mai fosse successo.
Tenendo lo sguardo puntato a terra, nascosi la mano dietro la schiena, anche se
con scarso successo;
- Cosa hai fatto alla mano...?? – chiese Gerard in un soffio, alzandosi di
botto;
- Un incidente... –
- Non è stato un incidente... – disse Keyra, con tono poco convinto ma davvero
molto serio;
- Stai zitta tu, puttana... – sibilai.
Lei mi guardò con aria mortificata, mentre la mia band osservava stupita quel
piccolo scambio di parole.
Gerard ammutolì, osservando ora Keyra risedersi nuovamente.
Non era di certo una bella aria quella che tirava la...
- Sei stupidissima... – commentò Frank, una volta arrivati al pronto soccorso;
- Non l’ho fatto apposta!! – protestai;
- Come puoi non farlo apposta? Non mi dire che lo specchio ti è venuto
incontro... –
Il dottore ascoltava divertito i nostri discorsi, mentre con una pinzetta
estraeva i frammenti di vetro rimasti. Una volta conclusa questa operazione, mi
disinfettò le ferite più piccole, cucendo i tagli più profondi.
Tornai dagli altri qualche ora dopo, con la mano fasciata e Frank che non la
smetteva di parlare.
- Ma oggi canterai, vero? – chiese Ray, venendomi incontro;
- Certo... – risposi, osservando per un istante Maya.
- Beh, nulla di grave, giusto? Mica muori... – disse Mikey, osservando la
fasciatura;
- ...lo spero! – esclamai, senza pensarci.
Tutti quanti, eccetto Gerard, inarcarono le sopracciglia: ma in fondo non avevo
tutti i torti...
Nonostante mi fossi resa conto delle parole dure che avevo rivolto a Keyra, non
le chiesi scusa: non le parlai direttamente. Quando ci “intervistò” per gli
ultimi aggiornamenti, non la ascoltai nemmeno.
Ma d’altronde non rivolsi la parola nemmeno a Gerard; buffo, visto che quella
sera avremmo dovuto cantare in coppia!
Sfilai lo spartito dalle mani di Frank, osservandolo per qualche minuto;
- Non ti piace? – mi chiese curioso;
- No, è bello! Ma ho un’altra idea... –
Serata limpida. Una grandissima folla davanti allo stadio.
Quello sarebbe stato l’ultimo concerto, la fine delle mie pene, lontana da
lui...
Presi con aria titubante il microfono, ripensando agli avvertimenti del
dottore... “Ma in fondo è l’ultimo concerto: non succederà nulla, no?”. Aspettai
trepidante il mio turno; la penultima canzone del concerto l’avrei cantata io,
chiudendo poi con il famoso duetto insieme a Gerard, che tutti i fan
aspettavano. Feci scorrere il filo del microfono sulla fasciatura della mano,
iniziando a fremere.
3...2...1...
Le note della prima canzone iniziarono, lente e placide come richiedeva il
testo:
“So...How's feeling defeated?
I could say you goodbye
when i wanted to
when you'd needed me...
You went in and out of my life too many times...
CHORUS. But anyway, what am i losing?
you're just a liar....
"...don't waste your tears..."
This time i won't let you trick me.
I could keep on dreaming
If you only didn't break my dreams
Oh, if somebody told me who really you are:
deceiver of my time...
CHORUS. But anyway, what am i losing?
you're just a liar....
"...don't waste your tears..."
This time i won't let you trick me.
I mourn because i dreamed about a perfect life...
in a world of illusions....
But everything i've done,
right or wrong,
i did it for love....
Because this is what is destroying me...
...well, because there isn't love..”
E così...com'è sentirsi sconfitti?
Avrei potuto darti l'addio,
quando avrei voluto...
Voltarti le spalle
quando avresti avuto bisogno di me...
Sei entrato e uscito dalla mia vita troppe volte...
RIT. Ma infondo,
cosa perdo? Sei solo un bugiardo...
"...Non sprecare le tue lacrime..."
Questa volta non mi farò ingannare.
Potevo continuare a sognare,
se solo non mi avessi distrutto i miei sogni...
Sei riuscito a calpestare la mia dignità...
Oh, se mi avessero detto chi tu fossi realmente:
ingannatore del mio tempo...
RIT. Ma infondo,
cosa perdo? Sei solo un bugiardo...
"...Non sprecare le tue lacrime..."
Questa volta non mi farò ingannare.
Rimpiango di aver sognato la mia vita perfetta,
in un mondo di illusioni...
Ma ogni cosa che ho fatto,
nel bene o nel male,
l'ho fatto per amore...
Perchè è questo che mi sta distruggendo...
...o meglio la sua mancanza...
Terminai con un sospiro: dalla frustrazione di un mese, ne era nata una canzone.
Gerard mi si avvicinò, quasi timidamente, prendendo in mano l’altro microfono;
- Sei pronta...? – sussurrò, prendendomi una mano;
- Si... – risposi e, non potendo fare scenate là, continuai a tenergli la mano.
Uno sguardo, un piccolo cenno e...
...come avevo chiesto a Frank, iniziarono a suonare “Broken”, la famosa canzone
di Amy Lee e Seether, mettendo in difficoltà Gerard, che si aspettava le note di
“Without you I'm nothing” (canzone dei Placebo).
Con un sorriso, iniziai a cantare, seguita da Gerard, ancora parecchio turbato.
Un’esibizione molto azzardata, poiché avevamo provato quel brano insieme solo
qualche volta, per gioco.
...`Cause I`m broken when I`m lonesome...And I don`t feel light when you`re gone
away.....
Conclusi io la canzone, tra gli sguardi emozionati dei fan, e lo sguardo ancora
parecchio turbato di Gerard.
Dopo i soliti convenevoli, rientrammo tutti nel backstage, dove stavano Robert e
Steph, alquanto commossi;
- Ma siete bravissimi... –
- Stupendi!! Ma Zoe...la mano...come va? –
- Oh, bene Rob... –
“è qualcos’ altro che non va...” pensai, poggiando una mano sul cuore.
Quel giorno non avevo avuto segnali di cedimento: non ero nemmeno stanca come le
altre volte, ma ciò, anziché rallegrarmi, iniziava a preoccuparmi.
Uscendo, una folla di giornalisti ci “investì”, bombardandoci di domande, alle
quali cercammo di rispondere.
Gerard mi prese per un braccio, sottraendomi a quella folla e conducendomi in un
angolo, in quella quieta serata.
Il classico profumo di fiori mi investì in pieno, procurandomi qualche brivido;
o forse fu semplicemente quel suo sguardo a incutermi così timore...?
Ero con le spalle poggiate al muro, giocherellando nervosamente con le punte dei
miei capelli, come sovente facevo.
Improvvisamente, mi bloccò il polso, costringendomi con l’altra mando a
guardarlo negli occhi;
- Innanzitutto complimenti...mi hai colto di sorpresa... – iniziò a dire,
sarcastico;
- ...ringrazia il cielo che non ti ho sputato in un occhio davanti a tutti! –
sussurrai, allentando la sua presa;
- Non essere patetica...ti sei lacerata una mano, hai pianto tutta la notte, ma
non avresti mai il coraggio di fare una cosa del genere... –
- Mi sottovaluti...io ad esempio non pensavo avresti preso così alla leggera il
nostro rapporto! Abbiamo iniziato in maniera a dir poco terribile...poi in
quella sera di pioggia è cambiato tutto...abbiamo avuto sempre qualche
discussione e ora, alla prima occasione, te la fai con una che addirittura non
sopporto?? Mi fai schifo! – dissi, alzando il tono della voce;
- ...cazzo, Zoe...è stato un errore...stupidissimo errore...lei aveva bevuto un
sacco...l’ho accompagnata in bagno, abbiamo iniziato a parlare e... – con quella
pausa fece intendere quanto fosse realmente accaduto.
Tornai a giocherellare con i miei capelli, guardandolo stavolta negli occhi;
- ...da quanto tempo sapevi che eri malata...? – chiese dopo qualche minuto,
abbassando lo sguardo;
- Da ieri –
- Cosa pensi di fare? –
- Ora che abbiamo finito la tournèe...immagino tornerò in Inghilterra, e... –
- No... – mi interruppe;
- ...cosa pensi di fare...con me? Abbiamo finito la tournèe, è vero, ma... –
continuò, volgendo lo sguardo verso la band, ancora nelle grinfie dei
giornalisti;
- ...ma deve finire...non credi? Cosa potremmo fare altrimenti? –
Ci guardammo per qualche minuto...
Eravamo arrivati alla fine, incredibile.
Mi sporgo un tantino per vedere che fine avessero fatto gli altri, ma Gerard
sembrava volesse bloccarmi;
- Si riparte fra pochi giorni... – mi ricordò;
- Si, grazie, lo sapevo... – rispondo sarcastica, cercando di allontanarmi;
- Dobbiamo iniziare a litigare un’altra volta? –
Ancora silenzio. Odio quando si viene a formare quell’atmosfera di imbarazzo fra
noi due...odio sentirgli pronunciare solo parole di rammarico o rimprovero...
- Cosa vuoi che ti dica?? Eh? Che è tutto finito? – inizio a dire, tornando ad
appoggiarmi contro il muro;
- ...non posso perderti, non ora... – sussurra lui, chiudendo gli occhi.
Abbassai lo sguardo: sapevo a cosa alludesse.
Lo sentii avvicinarsi a me, prendermi una mano e stringerla come a non volerla
più lasciare.
...è difficile...è difficile convivere ogni giorno con una sensazione di
vuoto che ti riempie l’anima...o forse è più difficile ammettere che ti amo...?
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Capitolo 11 *** "DEPARTURES AND ARRIVES" ***
Nuova pagina 1
'CESCA: Tranquilla...anche io sono un tipo
fondamentalmente romantico...!! Però delle volte adoro il tragico...XD!!!
Comunque...grazie ancora x avere recensito!! (le tue recensioni mi fanno morire
dal ridere...XDDD)!!! Per quanto riguarda tuo fratello...ti capisco bene...-_-
FRYTTY: ...sei una veggente!! =) Comunque si...un
po' ribelle lo è...dipende tutto dal mio umore...XD!! Gentilissima anche tu a
commentare!! ;)
OLIVIA_SUMMER: Grazie grazie!! =) Non ci sono
parole....GRAZIE!! ^^ (L'HO LETTA LA TUA FIC!!! ^^)
LADY NUMB: Ammettiamolo...Gee è un BEL traditore...XDD!!!
E comunque si...un comitato anti-Keyra si può sempre organizzare...!! Grazie
anche a te per le recensioni!! =)
NOTA:
Non fate caso se Gee è TROPPO dolce...ma ogni tanto ci vuole...^^ buona lettura
carucci!! (commentate...=)...)
CAPITOLO 11. "DEPARTURES AND
ARRIVES"
Il giorno seguente
arrivò fin troppo velocemente.
Ci riunimmo per una nuova intervista, stavolta l’ultima, per lo meno l'ultima
che riguardasse questo concerto!
Keyra era poggiata in un angolo, con il block-notes in mano, lo sguardo quasi
assente: non ci rivolse nemmeno una domanda, facendo intervenire solamente i
suoi colleghi.
Immaginavo che lei ci stesse davvero male per tutta questa situazione...non
tanto per me, ma per Gerard: sembrava tenerci davvero...
Dopo la chiacchierata della serata precedente, avevo ripreso a parlare con
Gerard, anche se in maniera piuttosto distaccata;
- è già qualcosa... – aveva commentato lui, dopo aver a lungo discusso sul video
che avrei girato a giorni.
Già...il video!
Maya era la più elettrizzata, e cercava di coinvolgere in tutto e per tutto il
resto della band.
Alex era ancora parecchio titubante: il tema della canzone (pensava lui), era
troppo intimo.
Anche la giornata della partenza arrivò, puntuale come non mai.
Alex stava trafficando con la sua valigia, cercando di far entrare tutti i
regalini ricevuti durante quella tournèe.
Maya e Frank erano intenti a pomiciare in un angolo, non badando alle urla
disperate di Bob, che cercava le sue bacchette.
Sembravano tutti allegri: chi rideva, chi scherzava...insomma, si stavano
lasciando tutti con delle promesse.
Immancabile lo scambio di numeri e indirizzi che mai ci eravamo dati in quei
mesi. Tutti felici, si...forse tranne Gerard ed io...
Sapevamo perfettamente che sarebbe stato difficile rivederci: lui in America, io
in Europa...
Qualche ora prima della partenza, ci incontrammo in riva al mare, quasi fosse il
primo appuntamento...o l’ultimo...
- Ciao... – ci salutammo contemporaneamente, mettendoci poi a ridere.
- Bhe...la fine è arrivata, no? – disse lui, sedendosi sulla sabbia, invitandomi
a fare lo stesso;
- Già... - sospirai. Ora che stava accadendo, non volevo che finisse...
- ...ti sembrerà patetico, forse...addirittura stupido, ma devo dirtelo... –
iniziò a dire, creandomi uno scombussolamento psicologico;
- ...ti amo...ti ho conosciuto come una patetica ragazzina, eppure...un’avventura
come questa che finisce...io...non me la sento di guardare questo panorama per
l’ultima volta con te...non me la sento di svegliarmi e pensare che sentirò la
tua voce solo alla televisione...si, anche i nostri litigi mi mancheranno:
buffo...è nato tutto così all’improvviso, sembrava quasi un gioco! –
- Non è stato un gioco... – balbettai;
- No, assolutamente, ma...adesso? –
“Adesso”...non risposi, mi limitai semplicemente ad osservare il
panorama, con un sorriso sulle labbra.
- Zoe, spostati da la! Rifacciamo questa scena, ok? –
Stavamo girando il nuovo video, e ancora dovevamo decidere le scene!
Era passato un mese esatto da quel pomeriggio in spiaggia, e quelle immagini
continuavano a tornarmi in mente...
Non dormivo più la notte, e il fatto che ci sentissimo pochissime volte, mi
faceva stare quasi male.
Maya non ne soffriva tantissimo: lei e Frank, del resto, avevano e continuavano
ad avere un rapporto sicuramente allegro!
Iniziammo a girare la scena...
...mi aggiravo lentamente in un parco buio, dove la sola luce, era quella
della luna...
E in tutte quelle tenebre, iniziava così la canzone, lenta, malinconica,
“mossa” dal suono forte delle chitarre e dal ritmo della batteria.
...stava procedendo bene, ma...
- Successo qualcosa? –
- No...scusate... – mi ero fermata quasi di botto, interrompendo quella bella
atmosfera che si era formata;
- ...sicura di voler continuare? – sussurrò Alex, distogliendo lo sguardo dal
suo basso;
- Certo... –
Ammettilo, Zoe: era una lotta contro te stessa.
Dovevi vedere quanto resistevi, vero? E ora che si accavallavano due ricordi...cantare
sembrava ancora più difficile...
Mi congedai per qualche minuto, uscendo un po’ fuori.
Il ritorno a casa mi era sembrato come la cosa più malinconica che potesse
esistere...
Quelle fitte al petto sembravano non finire mai, e da quando ero tornata,
sembravo essere peggiorata.
Il medico non aveva approvato che avessi fatto l’ultimo concerto, e notava
piccoli peggioramenti che sarebbero potuti diventare deleteri.
Senza pensare al fastidioso bruciore che sentivo al petto, cercai di
concentrarmi sulla scena, su quello che avrei dovuto fare.
Malinconicamente, rientrai dentro.
Tutti quanti si erano presi una pausa: Rob girava per la stanza con il caffè in
mano; Maya era al telefono, evidentemente con Frank...i ragazzi invece stavano
facendo una gara a chi “suonava più veloce”.
Con aria distratta, tornai fuori, guardando il display del cellulare.
Una chiamata senza riposta.
Sospirai nuovamente: non andava affatto bene...
Ricontrollai il cellulare, quasi mi spaventassi a posarlo. Quel numero...
- Gerard... – sussurrai, rileggendo mille volte quei numeri.
In uno dei miei attacchi di crisi isterica (che devo dire, capitavano ormai
spesso...), avevo cancellato il suo numero, quasi volessi liberarmi di quel
ricordo così dolce, ma così amaro allo stesso tempo.
In quell’ultimo mese, avevo quasi iniziato a fumare: davvero una mossa azzardata
per una ragazza nelle mie condizioni! Ma quel maledettissimo buon senso di Alex,
riuscì a fermarmi...
“Non sprecare la tua vita così...pensa che c’è chi l'avrebbe donata per te...”
mi aveva detto qualche pomeriggio fa, dopo l’ennesimo mio pianto.
Nervosismo...insonnia...e quel fottutissimo dolore al petto che mi tormentava
anche durante le ore di relax! E anziché cercare di riposarmi, aumentavo il
lavoro.
Robert non era assolutamente contento di questa situazione, eppure non diceva
nulla...
I miei pensieri furono interrotti dalla voce squillante di Maya;
- Non puoi capire!! Frank mi ha detto una cosa... –
- Cosa, vi sposate? – chiesi sarcastica, un po’ irritata da tutta quella
allegria;
- Ma no! Cioè...magari...no, ma non è questo il punto! Mi ha detto che
passeranno qui, a Londra, nel fine settimana, per incontrare un produttore, non
saprei... –
- E quindi? –
- E quindi sabato sera sono ospiti a casa nostra... –
Ecco: proprio quelle parole potevano distruggermi completamente...
“Lo rivedrai”...
Da giorni interi desideravo il suo ritorno...
E ora che si presentava l’occasione, avevo quasi paura: paura forse di rivederlo
e starci doppiamente male quando sarebbe ripartito?
Se dovevo soffrire, preferivo farlo da sola...
Eppure mi mancava così tanto...
Ancora una volta, Maya mi riportò alla realtà, con una breve risata;
- ...dimenticavo: c’è Gee al telefono... –
Mi attaccò il telefono all’orecchio, mentre io iniziavo a sbiancare...
- Zoe... – la sua voce...
- Gerard...Io... – non riuscivo a dire una parola: era come sentirlo per la
prima volta.
- Non devi dire nulla, solo...ci vediamo sabato... –
...non è mai troppo dolce un incontro se i giorni prima non li si passano in
solitudine...
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Capitolo 12 *** CAPITOLO 12. "I HATE LONELINESS" ***
Nuova pagina 1
Ciao raga!!!
Pubblico dopo millenni perchè....si, insomma.....ho avuto un periodino
"così"....
I ragazzi............................!!
Ma vabbè!! Pubblico ora il nuovo chap, sperando sia di vostro gradimento!!! ;D
FRYTTY: Ehi, grazie mille......mi fa piacere che ti
commuova...cioè....non voglio che tu pianga però va....è per dire che allora fa
effetto!! xD
CRAZY4FRANKIERO: mcr4ever si!! (anche se ora Mikey
abbandona per un poco il tour....!! Ma d'altronde.....neo-sposo....ihih...!!)
comunque, grazie mille anche a te!! ^^
LADY NUMB: scusa se ho fatto aspettare....^^!!
Comunque....eh si....Frank mica scherza in quando bellezza....*tsè*....xDD!!
OLIVIA_SUMMER: weeee.....;D commento positivo
vedo!! Grazieee...^^
'CESCA: Ma tu mi fai morire dalle risate....xDDD!!!
Carù.....!!! Ti capisco perfettamente: ho un fratello pure io....! xD!!
COmunque no, non fai venire la dissenteria, sono ancora viva!! =D Grazie per il
sostegno!! xDD!!!
P.S. - dammi il numero di Gee.....XDDD!!
CAPITOLO 12. "I HATE LONELINESS"
Quel sabato
arrivò quasi come un temporale in piena estate: imprevisto.
Avevo tolto di mente l’incontro con Gerard e la band, e mi trovai così a passare
tutta la mattinata a rimuginare sui miei pensieri.
Mancava ancora una settimana per completare il video, e tutte queste prove non
facevano che stancarmi...
- Arriveranno fra poco... – disse gentilmente Eric, quasi non volesse
disturbarmi;
- Ah...ok... – risposi, con aria assente.
Uscii dal buio della mia stanza e mi diressi in salotto, dove Maya ed Alex
stavano sistemando le robaccie che c’erano in giro.
Passarono secondi...minuti...fino a che quel campanello non suonò.
Mi precipitai alla porta, cercando di sorridere: lui era là, davanti, con un
gran sorriso. Dietro lui stavano Frank, Mikey, Bob e Ray, ansiosi di vedere casa
nostra.
Tutti quanti si precipitarono in salotto, tra una risata e l’altra, tranne
Gerard, che rimase sulla soglia dell'entrata;
- Un po’ di tempo, eh...?? –
- Evidentemente troppo... – risposi, osservandolo negli occhi;
- Sembri diversa... – commentò, passandomi una mano sulla guancia, quasi volesse
accarezzarmi;
- ...non è cambiato nulla... – dissi frettolosamente, abbassando lo sguardo.
Si, qualcosa forse era cambiato...
Mi era mancato così tanto, che negli ultimi tempi avevo iniziato quasi ad
odiarlo...a temerlo...
E ora che era davanti a me, non avevo il coraggio di dirgli come stavano le
cose?
- Non entri? – chiesi dopo qualche secondo;
senza dire nulla, si avvicinò al mio viso lentamente, sfiorando con le labbra la
mia guancia, avvicinandosi poi alle mie labbra.
Non lo fare...ti prego...
Non so dire perché, ma in quel bacio non ci fu soltanto il contatto della sua
lingua con la mia...qualche lacrima salata bagnò il mio viso.
Si staccò dopo qualche minuto, più perplesso che contento, ma non disse nulla.
Lo condussi lentamente verso il salotto, continuando a sfiorarmi le labbra,
asciugando le ultime lacrime;
- Bella casetta, eh! – commentò Mikey, buttandosi sul divano;
- Ci teniamo molto! – disse Alan, prendendo posto accanto a lui;
- ...ma se non fate altro che lasciare le vostre cose in giro... – obiettò Maya,
accoccolandosi accanto a Frank.
- Vado a prendere qualche birra... – dissi io, lasciando così la confusione del
salotto che si era appena creata.
Aprii distrattamente il freezer, per accorgermi che effettivamente di birre ne
erano rimaste ben poche; con un sospiro ne tirai fuori tre, iniziando ad aprirne
una e berne poi lunghi sorsi.
Nella penombra della cucina, riuscivo a sentire perfettamente i commenti dei
ragazzi in salotto;
- ...ma cos’ha Zoe? Sembra strana!! –
- Bho...è da stamattina che è così... –
- Gee...non è che le hai detto che ti sei visto con Keyra una settimana fa? –
Posai violentemente la bottiglia sul tavolo, ritornando in salotto con aria
abbastanza perplessa;
- ...Keyra? – sussurrai sbigottita;
- No, no...cioè... – balbettò Gerard, fissando Frank nel peggiore dei modi;
- ...no, è che abbiamo avuto un intervista... – aggiunse Ray, quasi volesse
riparare il “danno”;
- Anche se avete scopato, non mi importa moltissimo... – sibilai, scrollando le
spalle.
Gerard abbassò lo sguardo, tornando a sedersi sul divano.
Dopo qualche minuto di silenzio, Alex incominciò a parlare nuovamente;
- ...fra una settimana dovremmo aver finito il nuovo video! –
- Fantastico! - esclamò Bob;
- Si!! E qual è la canzone? – chiese Mikey, curioso;
- ...In my shadow... – risposi io, con aria sognante;
- E...? –
- E niente... una canzone tristissima da ascoltare quando ci si vuole
suicidare... – risposi, con un sorriso.
Tutti tornarono a guardarmi nuovamente, con un’espressione sempre più stupita
dipinta sul viso.
Passammo la serata guardandoci un film: “Fragile”.
Mi arrivarono parecchi popcorn in faccia, senza contare la bottiglia di birra
che Gerard, accidentalmente, mi aveva fatto cadere sulla maglietta;
- Scusa, scusa, scusa... – disse, una volta in bagno, al piano superiore;
- Risparmiati le scuse per altro... – risposi sarcastica, tamponando la
maglietta con una spugna;
- ...l’ho fatto apposta... – disse poco dopo, cingendomi la vita da dietro;
- Sei stupidissimo...ora me la ricompri tu la maglietta... – continuai a dire,
con un lieve sorriso, osservando la maglietta allo specchio.
ma il mio sorriso si tramutò presto in un’espressione preoccupata: lo vedevo
osservarmi attraverso il riflesso dello specchio con aria triste...
- Ancora non mi hai detto come stai... –
- Io sto benissimo, Gerard... –
- Maya non ne sembrava molto convinta... –
Mi girai verso di lui: “diglielo, Zoe...cosa ti costa?” pensai, cercando di
sostenere il suo sguardo.
Il giorno prima che arrivassero loro, qui, a Londra, ero stata dal medico per
una delle tante visite...
- Non possiamo fare nulla di concreto...non vorrei peggiorare le cose, ma il
mio consiglio rimane sempre quello: nessuno sforzo...mi dispiace dirle che la
situazione è peggiorata non poco... –
- Cosa devo fare? Rimanere a casa per il resto della mia vita? –
- ...non so nemmeno quanto possa durare la sua vita... –
Rimasi in silenzio per qualche secondo, indecisa se dirgli o meno come stessero
veramente le cose...
- Gerard...apprezzo molto il fatto che tu sia passato qua, ma... –
- Ma...? – il respiro iniziava a fari sempre più pesante, non riuscivo a trovare
le parole giuste...
- ...ma non so fino a che punto possa servirmi...lo sai perfettamente quali
siano le mie condizioni, e rivederti è stato un grosso errore...perchè quando te
ne andrai sarà peggio... – dissi debolmente, cercando di dare maggiore enfasi al
discorso;
- Con questo cose vorresti dire? O meglio...cosa vorresti fare? –
- Non lo so... –
- “non lo so, non lo so...”, non sai mai nulla, eh? Non hai mai voluto sapere
come fosse andata realmente quella notte con Keyra, ti sei fermata a quanto
avevi visto...non hai mai saputo allora che venire qui in Inghilterra è stato un
grosso sacrificio per me e la band? Ho sacrificato una settimana di concerti...ho
annullato tutto per venirti a trovare, per farti sapere fino al tuo ultimo
respiro quanti ti amassi...e ora? Ora cosa devo fare? Girare i tacchi,
attraversare quella cazzo di porta e dirti che è stato un piacere conoscerti?
Che magari ci incontreremo in un’altra vita? – urlò lui, fregandosene di come
avrei potuto reagire;
- Non urlare, per favore... – sussurrai, osservandolo spaventata.
Si mise una mano in fronte, continuando a sussurrare brevi scuse.
Nonostante il cuore mi stesse battendo a mille, mi avvicinai a lui, per
abbracciarlo;
- Non voglio che tu te ne vada... Non mi puoi lasciare solo... Zoe... –
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Capitolo 13 *** "LONELY SILENCE" ***
Nuova pagina 1
Ehi,
guys!!! =D
Questo è solo un capitolo di 'transito'....non c'è scritto nulla di molto
importante, ma dà il VIA al chap successivo....=)!!!
Scusate
se non posso rispondere alle recensioni.....purtroppo sono di fretta!!! XDD
Ma vi ringrazio DAVVERO TANTISSIMO!!! =DDDDD!!!
I luv
u! XD!
CAPITOLO 12. "LONELY SILENCE"
...mi scostai
leggermente da Gerard, quel tanto che mi serviva per respirare.
No, ancora...
Quel dolore sembrava lacerarmi, dall'interno...
Socchiusi gli occhi, serrando le labbra in una smorfia di dolore, ma cercai di
non far vedere a Gerard come stavo.
Sapevo che prima o poi sarebbe finita...
Feci cenno di scendere sotto, gli altri si sarebbero preoccupati!
Effettivamente Alex era vicino alle scale, lo sguardo fisso al piano
superiore...
...senza nessun sorriso stampato sulle labbra.
Li guardai tutti, uno ad uno, ma l'unico sguardo che ricevevo, era solo uno
sguardo preoccupato, apprensivo.
Cercai di sorridere: cazzo, ancora non ero morta!
Maya spezzò quel silenzio:
- Beh...e se facessimo una passeggiata?? -
- A quest'ora??? Ma hai idea di che ore siano? - chiese Frank, quasi
scandalizzato;
- Sono ancora le dieci e mezza... -
- E infatti! Dico va, così presto? - aggiunse Frank, ridendo.
Inarcai le sopracciglia, ma accettai lo stesso di seguirli.
L'aria notturna era davvero fresca...
Forse anche troppo.
Gerard mi passò le chiavi della macchina, con un sorriso;
- Guida tu! -
- Io... - Non pensavo sarebbe stata la cosa migliore, guidare in quella maniera,
ma se dovevo....
- ...ok! - risposi dopo qualche attimo di esitazioni.
Presi in mano le chiavi, tremando. Nel sedile posteriore c'erano Frank e Maya,
divertita all'idea che guidassi io.
Gerard, seduto accanto a me, mi sorrideva rassicurante.
Inserii la chiave e accesi il motore.
Guidai per qualche minuto tranquillamente, ascoltando i discorsi stupidi di
Frank, cambiando ogni tanto canale di musica, e soprattutto sorridendo all'idea
che quel dolore fosse momentaneamente passato.
- Dove dobbiamo andare? - chiesi, dopo l'ennesima volta che cambiavo strada;
- Fai un po' tu! - rispose Maya, osservando il cielo da fuori il finestrino.
Cambiai nuovamente strada, e ne imboccai una quasi buia.
Ogni tanto davo un'occhiata allo specchietto retrovisore, per vedere se anche
Alex e gli altri mi stessero seguendo.
Dopo qualche minuto di guida, iniziarono a presentarsi i primi segni di
cedimento.
Il cuore batteva irregolarmente, proprio come quando sono emozionata, come
quando devo salire sul palco...
....ma non ora....l'unico palco sul quale sto, è la mia VITA.....
Fermai la macchina di botto, buttandomi in avanti, per poggiarmi contro il
volante.
Silenzio....
solo silenzio.............
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