You saved me, i saved you.

di _FollowYourDreams_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il diavolo biondo. ***
Capitolo 2: *** La bomba, che ha fatto scoppiare l'amore. ***
Capitolo 3: *** Potresti restare qui? ***



Capitolo 1
*** Il diavolo biondo. ***


Ronnie camminava silenziosa per i corridoi della scuola stringendo i suoi libri al petto, come una bambina piccola stringe il suo orsetto per paura che le venga portato via.
I corridoi erano vuoti e grigi, ormai tutti erano in classe, e lei si incamminava come al solito in ritardo verso la sua aula, quella di Biologia, quando, girato l'angolo andò a sbattere contro qualcosa, o meglio..qualcuno.
- Ehilà, guarda chi c'è, la Cooper! - La risata sprezzante di Bieber riempi i corridoi vuoti e risuonò sulle pareti grigie, facendo rabbrividire Ronnie. Nel vedere i suoi occhi, l'ombra di un sorriso le attraversò il volto, per poi scomparire all'istante notando la pena e l'odio che lui provava verso di lei.
- Lasciami passare, sono in ritardo. - cercò di oltrepassarlo ma lui la spinse indietro facendola barcollare, sentiva gli occhi pizzicare ma non voleva piangere, non voleva mostrarsi debole a lui, ne avrebbe approfittato.
- Ehi ragazzi, guardate chi ho trovato! - dal nulla, sbucarono i suoi “seguaci” come li chiamava Ronnie: Chaz, Ryan, Christian, e Lucas.
La paura cominciò a batterle nel petto, sapeva che si stava per svolgere la routine di tutti i giorni.
- Oh, ma che piacere vederti. - ghignò Ryan.
- Il piacere è tutto vostro. - sussurrò, sperando che non la sentissero.
La circondarono, e lei si ritrovò a fissare gli occhi color caramello di Bieber, quegli occhi che la attraevano tanto, ma che la terrorizzavano allo stesso tempo. Quegli occhi erano come..vuoti. Ci mancava qualcosa, ma Ronnie non riusciva a capire cosa. Non riusciva a guardarli troppo che sentiva i suoi bruciare.
Cercò una via di fuga, ma quando capì che non c'era, si arrese. Si lasciò andare un sospiro.
- Non vi stancherete mai di torturarmi? - domandò, sussurrando.
- No, è divertente. - Chaz le fece cadere a terra tutti i libri, e quando lei si sporse per raccoglierli, si sentì prendere di peso e buttare in una stanzina buia, e poi la chiave nella toppa.
Si lanciò verso la porta.
- Aprite subito la porta, coglioni! APRITE! - ma le loro risate lasciavano intendere tutto tranne che avevano intenzione di aprire quella fottutissima porta.
Ronnie si guardò attorno: scope, secchi, libri vecchi e malandati e qualche registro qua e la. Era nello sgabuzzino.
Una luce fioca lasciava intravedere ombre, e Ronnie rabbrividiva. Voleva uscire, ma come?
Sperò nell'arrivo del bidello, o di Chanel, la sua compagna di banc che non vedendola sarebbe venuta a cercarla.
Ma niente di questo sucesse. Rimase chiusa li, a piangere, per ore, forse giorni, aveva perso il contatto del tempo, non aveva niente.
Quando ad un tratto, si chiese da dove venisse quella luce fioca. Scostò scatoloni e scope, e finalmente riuscì a trovare una finestrella che dava sul giardino, ma era troppo piccola, il suo corpo grassottello non sarebbe passato di li. E si odiò, ancora, per l'ennesima volta. Restò li, ancora per ore e ore, quando finalmente non sentì la porta aprirsi di scatto e una luce invadere la stanza, si alzò, e non fu mai stata cosi felice di vedere il volto della sua professoressa di Geografia, la signorina Steewell.
- Cooper, che ci fa qui dentro? - era pronta a dire tutto, a raccontare di Bieber e dei suoi seguaci, ma era consapevole che dopo avrebbe subito il doppio di quello che subiva ogni giorno, cosi si rassegnò.
- E-ero venuta a cercare un registro p-per il prof di Latino,  e per sbaglio sono rimasta c-chiusa dentro. - tremava, non sapevo quanto tempo fosse rimasta li dentro. Aveva fame, sete e sonno. Voleva solo andare a casa.
- E' due giorni che è assente a scuola, va tutto bene? - Ronnie spalancò gli occhi. DUE GIORNI?!
Era rimasta chiusa in quello sgabuzzino per due giorni?! “Se solo avessi Bieber qui ora io..ma che dico? Non vincerò mai contro di lui.” Ronnie si ritrovò a pensare, tanto da incuriosire la professoressa, che continuava a chidergli se stava bene.
- Si, n-non si preoccupi, s-sto bene, devo solo riposare, vado a c-casa, a domani. - si diresse verso l'uscita, ma la voce della signorina la fermò.
- Domani iniziano le vacanze, oggi è l'ultimo giorno! - Ronnie si lasciò sfuggire un gridolino di gioia, non avrebbe piu dovuto sopportare Bieber e i suoi amici, sarebbe stata libera, era estate.
Si girò, raggiante.
- Allora all'anno prossimo! -
Quando arrivò a casa ormai era sera, sua madre non c'era, e suo padre era in viaggio per lavoro. Era sola, di nuovo, ma ormai ci aveva fatto l'abitudine.
Si fece una bella doccia calda, si peparò una prosperosa cena che la rimise in sesto e si cambiò per poi infilarsi nelle coperte del suo letto, chiuse gli occhi sperando di addormentarsi il più presto possibile.
Le apparve il volto di Justin, stava per considerarlo un sogno quando le parole di lui la fecero ricredere.
“Ci rivedremo, sta tranquilla.”
Doveva esserne felice? Gli occhi di Justin, improvvisamente diventati color ghiaccio, le diedero la risposta: NO.
Poi, lui svanì, e lei tornò a dormire sonni tranquilli.

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Capitolo 2
*** La bomba, che ha fatto scoppiare l'amore. ***


Capitolo 2.
3 MESI DOPO.

Era il primo giorno di scuola, e Ronnie camminava senza timore nei corridoi della scuola, l'estate l'aveva cambiata.
Il suo corpo era diventato perfetto, slanciato e con le giuste forme. L'apparecchio aveva lasciato spazio a una fila di denti bianchissimi. I suoi capelli mori e mossi erano rasati da un lato e lasciati lunghi dall'altro, i suoi occhi color ghiaccio avevano una nuova luce. Era una nuova Ronnie Cooper.
- Ro! - da lontano, la sua compagna di banco, Chanel, richiamò la sua attenzione.
- Ehilà, Cha. - la ragazza si avvicinò correndo verso di lei, la abbracciò, e lei potè sentire il profumo dei suoi lunghi capelli biondi invaderle le narici, sapeva di vaniglia.
- Mi sei mancata questa estate, ma..wow. - si fermò e la osservò.
- Sei davvero tu? - le chiese sbalordita, facendole fare una giravolta su se stessa.
- Visto? Ero stufa di essere trattata come la solita sfigata, mi sono rinnovata. Ti piacciono i capelli? Io li trovo fighi cosi. - e si atteggiò da modella facendoli ondeggiare.
- Bellissimi! Davvero alla moda ahahah. - le due ragazze si misero a ridere e si avviarono insieme verso la classe, prima di entrare però Ronnie diede un ultimo sguardo al corridoio ormai vuoto, non c'era traccia del diavolo biondo.
E non sa per quale assurdo motivo, le dispiacesse questa cosa. Forse, voleva solo che la vedesse cambiata, che la smettesse di insultarla, o forse..no.
Le ore passarono velocemente: Diritto, storia, matematica, e biologia.
Quando finalmente la giornata scolastica terminò, Ronnie si ritrovò a cercare nel corridoio gli occhi del ragazzo, ma di Bieber ancora nessuna traccia.
i suoi seguaci, però, la guardavano di sottecchi.
- Che hanno da guardare i seguaci di Bieber? - chiese Ronnie sussurrando all'amica. Chanel si voltò impercettibilmente verso di loro.
- Secondo me sono rimasta scioccati, sei cambiata un casino! - e detto questo, la lasciò li davanti all'armadietto per raggiungere il suo ragazzo, Joe, con cui ormai stava da piu di un anno.
“Come stanno bene insieme, vorrei anche io avere un fidanzato cosi..”  Ronnie si ritrovò a fantasticare sul ragazzo perfetto per lei.
- Ehi bella, possiamo sapere il tuo nome? Sei nuova? - Ronnie si girò, riconoscendo la voce del ragazzo che le aveva parlato: Chaz.
Affianco a lui, Christian, Lucas e Ryan sorridevano beffardi.
- Ciao, Chaz. - ghignò lei, con il tono più freddo e calmo che potesse mantenere. Sul volto di Chaz comparve un espressione indecifrabile.
- COOPER?! - Gli altri imbecilli, accanto a lui, la osservavano con la bocca aperta.
- Esatto, Ronnie Cooper, la ragazzina che avete perseguitato e che ora dovete lasciare stare, perchè è cambiata. Addio. - fece tre passi, poi si voltò, consapevole che si sarebbe pentita subito di quello che avrebbe chiesto a poco.
- Il vostro “boss”, Bieber? - Chaz la guardò male. - Non ti riguarda, è a scuola, ma non ti conviene sapere dove. - dopo di che, si allontanarono ridacchiando.
Stava per uscire dall'edificio, quando un tonfo improvviso attirò la sua attenzione: un gruppo di polizziotti, fece capolinea nella scuola, sotto gli occhi increduli di Ronnie.
- Dobbiamo evaquare la scuola, è stata rilevata la presenza di una bomba all'interno dell'edificio. - gridò al megafono uno dei polizziotti che teneva al guinzaglio un cane lupo. Ronnie venne presa dal panico, come tutto il resto della scula dopottutto.
Prof che correvano, alunni disperati, tutti che si affrettavano a uscire al più presto dalla scuola. Ronnie non si riusciva a muovere, era rimasta pietrificata, fino a quando non arrivò Chanel che la tirò per un braccio e la trascinò fuori, lasciando che il libro di biologia cadesse pesante per terra. Arrivata in giardino, si allontanarono tutti immediatamente. I seguaci di Bieber erano spaventati, e Ronnie era la prima volta che li vedeva deboli: nei loro occhi, c'era una luce diversa, estranea..
Trafficavano agitati con i cellulari, urlavano il nome di..BIEBER!
Ronnie si accorse improvvisamente che all'appello mancava lui, il diavolo biondo. Le prese una sorta di attacco di panico.
Metà scuola, saltò in aria. Scoppiò il finimondo.
Ronnie prese a correre verso la scuola, non sa perchè ne come ci fosse riuscita, sembrava che qualcosa la stesse chiamando. Sembrava che dovesse tornare li, doveva farlo..
- ELEONORE ELIZABETH COOPER, TORNI IMMEDIATAMENTE QUA! -
- RONNIE! FERMA! E' PERICOLOSO! - Le voci disperate della professoressa e di Chanel le entravano da un orecchio e le uscivano dall'altro. Doveva tornare in quella scuola, doveva trovare il diavolo biondo. LEI SAPEVA, CHE NON ERA SALTATO IN ARIA INSIEME ALL'ALA DESTRA DELLA SCUOLA. Era li, da qualche parte, e la stava chiamando.
- Signorina che diamine sta facendo?! CI SONO DELLE BOMBE IN QUESTA SCUOLA, NON SI AZZARDI A ENTRARE! -

Ma Ronnie aveva appena aperto il portone della scuola, era piu forte di lei, il pensiero che Justin fosse..no, non poteva pensarci. Eppure lui l'aveva sempre trattata male, lei aveva sempre provato PAURA nei suoi confronti, vero? Beh, non c'era tempo per pensarci.
Si ritrovò a osservare la scuola spezzata in due, dall'interno. Qualche fuoco, qua e la, faceva alzare un fumo che le offuscava la vista.
- BIEBER! - Chiamò, ma niente. Entrò dentro l'aula di scienze, inglese, biologia, storia..ancora niente.
Dopo un pò le venne un lampo di genio: la segreteria.
Prese a correre, scese le scale, anche se sapeva che era la cosa assolutamente più sconsigliata da fare, ma non le importava.
Lei doveva trovare il diavolo biondo, l'artefice di tutti i suoi dolori e le sue lacrime.
Cercò invana di aprire la porta della segreteria, ma era chiusa a chiave.
- JUSTIN! - Urlò, per quella poca aria che aveva ancora in corpo.
- Sono qua! La porta non si apre! Chi sei? - provò una gioia immensa nel sentire la sua voce, sapere che stava bene e che non era saltato in aria.
- Non ha importanza, ci sono delle bombe nella scuola, devi uscire di li! -
- Non pensi che se avessi potuto farlo, l'avrei già fatto?! - la voce del diavolo biondo era spezzata, dalla paura, dal terrore.
Ronnie si guardò attorno, una trave caduta le sembrò la cosa migliore per sfondare la porta. L'afferrò, riempendosi le mani di scheggie e facendole sanguinare, ma non le importava. La tirò su con tutta la forza che le rimaneva.
- Bieber, levati dalla porta! - non seguì risposta, ma Ronnie pregò che si fosse spostato, perchè sfondò la porta con la trave.
Lo trovò li, a osservarla, con gli occhi pieni di lacrime. Vedere Justin Bieber, il ragazzo più popolare della scuola, il bullo che la perseguitava da anni, cosi debole ai suoi occhi, glielo fece vedere sotto un'altra luce.
Justin non perse tempo e usci da quella porta, prese per mano Ronnie, e nemmeno il tempo di muovere tre passi, che accanto a loro saltò in aria un altro pezzo della scuola. Istintivamente Justin l'attirò a se proteggendola nel petto, e lei provò una strana sensazione, si sarebbe voluta fermare cosi..tra le sue braccia. Tossì, ormai stava perdendo le forze, la scuola ormai era in fiamme e la maggior parte era saltata in aria. Sarebbero mai usciti di li?
Si guardarono per un secondo negli occhi, ancora stretti l'uno nell'altra, sul volto di Bieber fece capolinea la stessa espriossione di Chaz.
- Non è po..- un altro boato. Ronnie cominciò a correre, ormai le lacrime scendevano a fiumi, aveva paura. Paura di non uscire di li.
In un secondo, chissà come, si ritrovò fuori dall'edificio, per mano a Bieber. Tutti li guardavano dire STUPITI era dire poco.
Il diavolo biondo la trascinò via dalla scuola, e andarono il più lontano possibile. La guardò.
- Ronnie..sei tu? - ma lei non ebbe il tempo di rispondere che le cedettero le gambe, e fece appena in tempo a sentire due braccia cingerle  fianchi impedendole di cadere, prima di vedere il BUIO.

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Capitolo 3
*** Potresti restare qui? ***


Le figure sono confuse. I rumori sono troppo forti. L'odore del fumo ancora impresso nelle mie narici.
- Bene, ti sei svegliata. - un'infermiera dai lunghi capelli neri mi osserva sorridendo con in mano una cartellina su cui scrive rapida.
- Uhm? - sinceramente, non mi ricordo niente.
- La tua scuola è..diciamo..saltata in aria, e te sei svenuta. Ti ha portata qui un ragazzo. -
BIEBER! Il mio cervello si attiva improvvisamente, e le immagini della mia scuola in fiamme mi tornano in mente nitide e reali.
- E lui? Il ragazzo..dove è? - chiedo all'infermiera, alzando il busto.
- Non lo so, mi ha detto che sarebbe tornato quando ti saresti svegliata ma non ha lasciato numero ne niente, quindi non sappiamo come avvertirlo. - il mio viso si incupisce.
- Bene, uscirai tra un'oretta, preparati pure. - mi sorride ed esce dalla stanza.
Mi alzo a fatica dal letto, ma sento bruciare da morire nel fianco e a stento trattengo le lacrime dal dolore. Sollevo la maglietta e noto una bruciatura, me la devo esser fatta con la trave con cui ho sfondato la porta.
Cerco nei cassetti un cerotto e me lo metto, infilo i miei vestiti puliti che mi hanno lavato e esco dalla stanza.
Avverto l'infermiera che vado a casa e lei si dilegua con un flebile 'arrivederci'.
Arrivo a casa circa 20 minuti dopo, non avevo voglia di prendere un autobus, cosi me la sono fatta a piedi.
- Mamma? Papà? - la casa è vuota e silenziosa. Non c'è nessuno, strano..AHAHAHAHAH, no, non è strano.
Vado in camera e mi fiondo a peso morto sul letto, ripensando a Justin.
Ma perchè? Io lo odio, lui odia me. Lui mi ha sempre picchiata e trattata male, non si interesserebbe mai a una come me.
Riesco quasi a sentire ancora le sue braccia cingermi il corpo per proteggermi.
Mi addormento, con questo pensiero.
Un vento gelido mi sfiora le gambe nude, cosi istintivamente mi tiro su la coperta, ma questo vento soffia ancora. Apro gli occhi e noto la finestra aperta..che strano pensavo di averla chiusa.
Mi alzo, la chiudo, e quando mi giro Bieber è davanti a me.
- Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh! - urlo dal terrore. Mi porto una mano al cuore e mi siedo velocemente sul letto, mentre Justin mi guarda preoccupato.
- Stai bene? - mi chiede sedendosi.
- STO BENE?! Cosa cazzo ti salta in mente? HO. RISCHIATO. L'INFARTO. E poi, come diamine sei entrato? Santo cielo, ora svengo di nuovo, me lo sento. - mi sdraio e chiudo gli occhi, respirando lentamente. Bieber ride e io lo fulmino con lo sguardo.
- Fuori. da. casa. mia. ora. -
- Ehi ehi calma, ero venuto a vedere come stavi. - dice alzando le mani in segno di resa.
- Avevi intenzione di mandarmi all'ospedale un'altra volta? - contrabbatto arrabbiata.
- Grazie. - sussurra guardando fuori dalla finestra. Mi alzo perplessa.
- Per cosa? -
- Per avermi salvato, oggi. Senza di te probabilmente sarei rimasto bloccato li dentro. Sai quando noi, cioè io..mi sento intrappolato perdo le..forze. - continua a guardare un punto vuoto.
- Conosco la sensazione. - sussurro abbassando lo sguardo.
Justin si gira verso di me, e la voglia di saltargli addosso in questo momento è tanta. Mi squadra da capo a piedi.
- Sei davvero cambiata. - ammette sorridendo.
- Lo so. Ho deciso di..dare una svolta alla mia vita. -
Mi alzo, vado dall'altra parte del letto e mi infilo nelle coperte.
- Che hai intenzione di fare? - gli chiedo, indicando la finestra. - Sei entrato di li? - continuo.
- Si, abito qui di fronte. - sorrido.
- Puoi passare dalla porta d'ingresso, questa volta. -
Justin si alza, e si avvicina alla porta.
- Vabbè allora, buonanotte Ronnie..ci si vede a scuola. - chiude la porta alle sue spalle e la stanza cala nel buio. Il panico mi assale, mi sono cosi presa paura prima, che non credo di poter restare da sola.
Apro la porta e corro di sotto, senza accendere le luci e niente, sperando che non sia già uscito di casa.
- Justin, aspetta! - lui si ferma e si gira, è cosi bello, illuminato solo dalla luce dell luna, sembra quasi un..fantasma.
- Po..potresti restare qui? Sai, mi hai fatto prendere cosi paura prima che ora n..non voglio restare da sola. - lui ride e si avvicina a me.
- Che ci guadagno? - siamo a pochi centimetri di distanza.
- Ehm..beh, io, non lo so..- Justin si dirige al piano di sopra.
- Ti avverto, dormo in boxer. - mi urla prima di scomparire sulle scale.
Arrivo in camera e lui è già in boxer, sento una vampata di calore salirmi dalle viscere e le guance andare a fuoco. Lui se ne accorge e ridacchia, poi va in bagno.
Ne approfitto per chiudere la finestra e nascondere la chiave in un posto segreto, ho ancora strizza, anche se ora c'è Justin.
Ma..come posso fidarmi? Insomma, lui mi ha sempre picchiata, non dovrei stare da sola con lui..
I miei pensieri vengono interrotti da Justin che esce dal bagno, mi irrigidisco subito.
- Tranquilla, non ti farò del male, è acqua passata. - ma che è, mi legge nel pensiero? Annuisco e mi infilo sotto le coperte.
Justin mi copia, ci giriamo tutti e due da lati opposti, e per un pò restiamo cosi. Io non riesco a prendere sonno.
Sento un movimento delle lenzuola e poco dopo ecco il braccio di Bieber cingermi un fianco e attirarmi a se.
- Buonanotte. - mi sussurra, e posso sentire il suo fiato sul collo. Non rispondo, forse pensa che sto dormendo.
Mille farfalle si dimenano nel mio stomaco, nelle sue braccia mi sento a casa. Alla fine, mi addormento anche io.
La mattina mi sveglio, ma accanto a me non c'è piu Justin.
Una folata di vento mi scompiglia i capelli, portando il mio sguardo sulla finestra..aperta.

LOOK HERE.
Ok, ho aggiornato dopo troppo tempo, ma sono soddisfatta di questo capitolo e per averlo scritto alle 3.17 di notte direi che è venuto fuori bene.
Ho cambiato e ora il racconto non è piu in terza persona ne al passato perchè mi veniva meglio scriverlo cosi.
Spero vi sia piaciuto e che mi lasciate qualche
recensioncina çç
Luv Yah.
#Sara.

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