Amore contro le regole

di GiulyHermi96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una Serpeverde ed un Tassorosso ***
Capitolo 2: *** Attacchi d'ira ***
Capitolo 3: *** Problemi in famiglia ***



Capitolo 1
*** Una Serpeverde ed un Tassorosso ***


Amore contro le regole

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Una piccola premessa:

Andomeda Black, almeno secondo Wikipedia, è nata nel 1953. Purtroppo ho avuto questa notizia molto dopo aver iniziato la storia (non avevo la connessione a internet) perciò, secondo la mia storia, Andromeda ha un anno in più. È nata, come anche Ted, nel 1952. So che avrei potuto cambiare le cose, ma per un fatto di maggiore età, non ho potuto... spero mi possiate perdonare questa mancanza :(
Grazie per l'attenzione.

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Cosa fate?” chiese il prefetto correndo in soccorso di alcuni ragazzi a terra.

Oh, bene, abbiamo anche il prefetto Ted Tonks in soccorso... scappate, è arrivato!” lo schernì Bellatrix Black ridendo.

Il ragazzo ascoltò il polso dei due ragazzi svenuti a terra e alzò lo sguardo arrabbiato.

Erano vicino alla foresta proibita, nella ronda notturna aveva notato l'assenza di qualche ragazzo della sua casa, vedendo dei lampi dalla finestra era corso da loro e aveva trovato Bellatrix Black e qualche altro Serpeverde che torturava quei poveretti.

Bellatrix era quel tipo di ragazza che, se non parlava e/o torturava la gente, poteva essere vista come veramente affascinante... peccato che fosse pazza. Completamente.

Lasciali stare Black... non ha senso fargli del male...” disse lui cercando di ragionare con lei.

La ragazza alzò gli occhi al cielo: “Oh cosa farai ora, mi toglierai dei punti? Come se la mia vita dipendesse da quello... ah ah. Sei proprio buffo.” disse puntandogli contro la bacchetta.

Ted si difese. Odiava dover combattere, ma alle volte era necessario. Vide un altro Serpeverde puntargli contro la bacchetta e si difese da lui, ma Bellatrix riuscì a colpirlo facendolo cadere.

Ted sentì il proprio respiro spezzarsi. Pensò che quella ne avesse avuto abbastanza, invece continuò a torturarlo, fino a che lui non sentì una voce arrivare da lontano dire: “BELLA! SMETTILA!” poi, tutto diventò buio.

*      *      *

Quando riaprì gli occhi, il ragazzo dovette schermarli con una mano. La luce non era forte, ma si rifletteva ovunque in quella stanza piena di oggetti bianchi e candidi.

Quando riuscì ad abituarsi meglio alla luce, si guardò intorno. Tutto era sfocato e, quando girò la testa alla sua destra, si mise immediatamente a sedere in allerta, riconoscendo la ragazza seduta sulla sedia di fianco a lui proprio come Bellatrix Black.

Lei allungò le braccia lentamente e lo prese per le spalle spingendolo gentilmente sul materasso: “Non dovresti fare scatti del genere... sei ancora convalescente Ted Tonks...” disse una voce calma a posata.

Lui si stese confuso e prese un sospiro, poi si stropicciò gli occhi e guardò la ragazza di fianco a se.

Era simile a Bellatrix in un modo spaventoso, ma i suoi capelli erano più chiari, del colore del mogano e le labbra avevano un'espressione più dolce e posata, rispetto a quella di scherno dell'altra. Gli occhi di questa ragazza, notò poi Ted, erano più chiari e grandi, forse troppo per quel viso così minuto ma al contempo così determinato.

La cravatta della ragazza era comunque verde-argento.

Bentornato tra i senzienti... ci hai messo un po' a riprenderti...” disse lei con un sorriso che non raggiunse gli occhi.

Lui la guardò confuso: “Perché, quanto sono stato addormentato?” chiese.

Lei alzò le spalle: “Un giorno più o meno... mi dispiace.” disse abbassando la testa: “Mia sorella ha esagerato... come al solito dovrei dire...” disse guardando il pavimento desolata.

Sei tu quella che l'ha chiamata per fermarla prima che svenissi?” chiese lui riconoscendo la voce.

Lei alzò gli occhi e benché fosse arrossita un pochino rimase impassibile: “Mia sorella va fermata alle volte... io sono più piccola di lei, ma si era resa conto di aver esagerato... in fondo siamo ancora a scuola.” disse alzando le spalle.

Che strana ragazza. Sembrava uscita da un romanzo dell'ottocento. Sedeva sulla sedia come una bambola di porcellana, con la schiena dritta, un'espressione ferma, le gambe unite dietro la gamba della sedia e le mani in grembo.

Siete sorelle... pensavo...” cercò di dire lui.

Lei sorrise senza allegria: “Pensavi fossi lei... sì, ci confondono spesso.” disse senza cambiare espressione.

Io...” disse la ragazza decisamente imbarazzata guardando per terra: “Ti devo chiedere un favore...” spiegò senza guardarlo.

Ted guardò la Serpeverde con curiosità.

Un favore?” chiese confuso.

Lei sospirò: “Un favore enorme, per essere precisi...” disse imbarazzata.

Ted attese e lei lo guardò negli occhi: “Ecco... gli altri due ragazzi non ricordano chi sia stato ad attaccarli... solo tu ti sei ricordato di Bella e... ti vorrei chiedere di non fare rapporto agli insegnanti...” disse lentamente.

Come?” chiese Ted sconvolto.

Lei sospirò: “Te ne prego... Bella se ne andrà quest'anno, tra qualche mese avrà i M.A.G.O. e non ci sarà più... lo so che non andrebbe bene... le parlerò, proverò a farle capire che non può fare del male alle persone quando vuole, ma ti prego non farle rapporto...” disse lei.

Lui la guardò incredulo: “Io... non posso farlo. È un mio dovere da prefetto. Non posso evitare di fare rapporto...” disse desolato, poi la guardò: “Perché non mi fai un incantesimo di memoria, sarebbe più comodo.” chiese lui senza capire.

Lei drizzò la schiena piccata: “Non è nel mio stile obbligare le persone a fare cose che non vogliono. Non ti sto ordinando qualche cosa, ti sto chiedendo un favore. Non sei obbligato a seguirlo.” disse seria.

In quel momento il professor Silente entrò in infermeria e si avvicinò al letto del Tassorosso accompagnato dalla professoressa Sprite.

Signor Tonks, spero si senta meglio...” lo salutò il preside.

Il ragazzo annuì: “Si signore, mi sento abbastanza bene.” rispose il ragazzo.

Signorina Black, è un piacere vederla... mi dispiace chiederglielo in questo modo, ma potrebbe lasciare il signor Tonks, me e la professoressa da soli, per cortesia? Potrà tornare tra poco.”

La ragazza abbassò la testa e uscì dalla tenda allontanandosi un po' ma mettendosi in un punto per riuscire comunque ad ascoltare.

Signor Tonks, Madama Chips ci ha detto che si è svegliato poco fa, quindi non le chiederemo molto tempo... le volevamo solo chiedere se si ricorda chi fossero gli aggressori...” disse il preside.

Ted stava per dirlo, sentiva che era la cosa giusta, ma si ricordò delle parole della ragazza: Non ti sto ordinando qualche cosa, ti sto chiedendo un favore. e decise di non dire nulla.

No signore... ricordo tre voci, due maschili e una femminile, ma è tutto... ricordo la signorina Black che ha fermato gli aggressori e mi ha salvato, ma questo è tutto quello che so...” disse guardandosi le mani cercando di sembrare desolato.

La professoressa Sprite gli posò una mano sulla spalla sorridendo gentilmente rincuorandolo e Silente sorrise guardandolo in un modo strano, ma ritirandosi insieme all'altra senza dire altro.

La Serpeverde si riavvicinò subito dopo: “Perché l'hai fatto?” sussurrò sorpresa.

Lui alzò le spalle e si stese meglio sul materasso senza guardarla: “Mi stai simpatica...” disse semplicemente aggiungendo subito dopo: “Non ti ci abituare, comunque... non sono solito dire bugie...” disse passandosi una mano sul viso.

Lei lo fissò confusa ma annuì raccogliendo la sua borsa e i suoi libri.

Sei rimasta qui da ieri?” chiese lui.

Lei, che si era già girata per andarsene, si arrestò e si schiarì la voce: “Più o meno... sono comunque andata a lezione...” disse mettendosi la borsa a tracolla.

Non mi hai detto come ti chiami...” disse lui prima che lei se ne andasse.

La ragazza, questa volta, si voltò e guardò quello strano ragazzo confusa.

Nessuno era mai stato interessato al suo nome, per tutti lei era la sorella di Bellatrix e della piccola Narcissa, che era più riconoscibile rispetto a lei... nient'altro.

Mi chiamo Andromeda...” disse stringendo alcuni libri al petto, come spaventata dal suono che il suo nome faceva.

Ted ci pensò e sorrise: “Come la costellazione?” chiese gentilmente.

La ragazza annuì.

Io sono Ted” disse sorridendole e guardandola andarsene dopo aver annuito.

* * *

Non mi parli più?” chiese la ragazza sedendosi di fronte Ted in biblioteca.

Il ragazzo alzò lo sguardo dal libro che stava sottolineando e fissò Andromeda di fronte a se confuso.

Si guardò intorno e non vide nessuno, poi tornò a guardare il suo libro con calma e continuò a sottolineare dicendo: “Io ti parlerei anche tutti i giorni Andromeda...” disse interrotto subito dalla ragazza: “Allora fallo.” disse spazientita.

Lui sorrise: “Fammi finire...” le disse.

Lei incrociò le braccia e aspettò.

Ti parlerei anche tutti i giorni, ma non credo che la tua famiglia sarebbe molto felice di vederti parlare con un mezzosangue... è così che ci chiamano?” chiese lui sorridendo.

Lei sbuffò arrabbiata.

Sei arrabbiata?” chiese lui continuando a sorridere gentilmente.

Lei annuì: “Sono arrabbiata perché hai ragione... e odio quando gli altri hanno ragione...” disse arrossendo appena un po' sulle guance.

Lui ridacchiò senza fare rumore: “Il punto è che ti avrei davvero voluto parlare, ma se l'avessi fatto probabilmente ti avrei messo nei guai con i tuoi parenti, non è così?” chiese gentilmente lui.

Lei alzò gli occhi al cielo ancora con le braccia incrociate come a dire: sì, hai ragione anche questa volta...

Ted sorrise di nuovo: “Anche se non sono intelligente quanto un Corvonero, alcune cose le capisco...” disse lui passando ad un altro libro.

Lei sospirò: “è ridicolo...” disse arrabbiata.

Lui la guardò confuso: “Ridicolo?”

Lei sbuffò: “Sì, è ridicola questa cosa che la mia famiglia sostiene. Mezzosangue, purosangue, babbano di nascita... che razza di differenza fa? Siamo tutti maghi!” disse alzandosi e andandosene come una furia.

Ted la guardò sorpreso, chiuse i tomi e la seguì in fretta.

Lo pensi davvero?” le chiese.

Lei si girò e lo guardò: “Certo che lo penso davvero... mi sento di vivere nel diciannovesimo secolo, quando le donne non avevano alcun diritto. È la stessa cosa. Solo perché non fate parte di una famiglia completamente magica siete sbagliati? Non capisco... proprio non li capisco...” disse a bassa voce dirigendosi verso il parco.

è strano sentirlo dire da una Black, e scusa se te lo dico.” disse lentamente.

Andromeda alzò gli occhi al cielo: “No che non è strano... Non si possono avere opinioni diverse?” chiese arrabbiata e confusa.

Ted scosse la testa: “Non ho detto questo, dico solo che i Black, di solito sono una famiglia molto unita... almeno sulle tradizioni.”

Lei si fermò in mezzo al prato: “Lo dici come se fosse una cosa cattiva...” disse senza guardarlo.

Ted scosse la testa: “Non è una cosa cattiva... ma le segui anche tu, ne sono certo. Forse non tutte, ma, per esempio, sei comunque una Serpeverde..” disse il ragazzo quasi vergognandosi delle proprie parole.

Andromeda sospirò: “Pensi che sia una Serpeverde solo perché lo è la mia famiglia lo è?” chiese impassibile.

Ted sospirò: “Il dubbio viene...” disse semplicemente.

Lei sospirò di nuovo: “Allora ti sfugge una cosa...” disse lei seriamente.

Cosa?” chiese dopo un po' il ragazzo quasi spaventato dalla risposta.

La ragazza sorrise quasi malignamente, assomigliando ancora di più alla sorella: “Ti sfugge il fatto che, probabilmente, il cappello mi ha messa dove mi ha messa, non per le mie origini, ma per quello che ho qui dentro...” disse indicandosi la testa.

Ted scosse la testa: “Non capisco...” disse.

Lei sospirò, sorrise di nuovo e si girò: “Forse sono portata per quella casa, come tu sei portato per la tua. Forse ho davvero qualche cosa di maligno dentro la mia testa...” disse guardandolo negli occhi infuriata per un motivo che conosceva solo lei e ricominciando ad incamminarsi con passo deciso e svelto.

Ted alzò gli occhi al cielo e la inseguì.


Angolino autrice:
è ufficiale, sono una pazza!
Oltre ad avere la mia long Lily e i malandrini ancora incompleta e nemmeno vicina al suo finale, ho anche la raccolta Welcome to death sulle spalle e mi metto a pubblicare questa storia che non è nemmeno completata sul computer...
Va bé... spero vi piaccia. Quetso è il primo capitolo... non credo saranno più di dieci, anzi credo saranno meno... Penso saranno davvero pochi e che arriverò al massimo fino alla nascita di Nimphadora... vedrò...
Un saluto, grazie a chiunque passerà :)
GiulyHermi96

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Capitolo 2
*** Attacchi d'ira ***


Amore contro le regole

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 “Non lo pensi nemmeno tu...” disse lentamente.

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Andromeda sospirò: cosa ne sapeva? Cosa poteva saperne di lei e di ciò che pensava o che aveva nella testa?

Cosa te lo dice? Cosa ne sai? Potrei essere pazza quanto lo è Bella, o passiva e posata, pur essendo piccolissima rispetto a noi, tanto da reagire solo in casi estremi, come lo è Cissy... cosa ne sai Ted?” gli chiese arrabbiata guardandolo.

Lui sospirò: “Se lo fossi non vedresti Bellatrix come pazza, la vedresti normale, perché la penseresti come lei. Se lo fossi non vedresti Narcissa troppo passiva, perché lo saresti a tua volta. Secondo me sei finita in Serpeverde per far felici i tuoi genitori...” azzardò lui.

Lei si girò verso il ragazzo scuotendo la testa: “Non è così, sei di nuovo fuori strada... la casa di Serpeverde ha ospitato molti maghi oscuri, è vero, ma è anche la casa della furbizia e dell'astuzia... non hai mai pensato che fossi così? E poi, davvero Ted, cosa ne sai... magari mi sto facendo vedere così da te solo per mio tornaconto... in fondo, è come dici tu, la mia famiglia è quella che è, perciò non dovrei nemmeno parlarti. È per questo che continui a guardarti intorno, vero? Non vuoi che ti vedano in mia compagnia.”

Ted sospirò. Era di natura una persona molto calma. Era difficile per lui arrabbiarsi, ma quella ragazza gli scombussolava sempre i piani: “Non fare la sciocca Andromeda, sai che non lo faccio per me ma per te.” disse lentamente: “Che se la tua famiglia venisse a sapere che hai passato del tempo con uno come me, si infurierebbe. Non cercare di non capirmi. Sto solo cercando di vedere oltre la finta calma che ti caratterizza.”
Lei lo fissò confusa e irritata: “Finta calma?”

Camminando erano arrivati fino al lago e, impossibilitata ad andare più avanti, Andromeda si era arrestata davanti all'acqua, si era girata verso il ragazzo e lo aveva guardato con rabbia: “Cosa intendi con finta calma...?” chiese con più calma.

Ted si spiegò: “Andromeda, lo sai. Quando ti siedi e guardi le persone senza tradire alcun sentimento, quando sorridi, ma l'allegria non raggiunge gli occhi. È un mese che ti osservo. Abbiamo avuto la possibilità di parlare in infermeria. Avrei voluto farlo anche fuori da quel posto 'neutrale' in un certo senso, ma ho notato che giri sempre e solo con dei Serpeverde e, se non sei con loro te ne stai sola in un angolo senza nessuno, anche per ore intere. Questo vuol dire rimanere in una campana di vetro. Non ti biasimo per farlo. È un modo di vivere, se ne sei felice, allora va bene.”

Lei sbuffò e si girò per tornare al castello.

Non andartene, per una volta Andromeda...” disse lui prendendola gentilmente per un braccio.

Appena lo fece, la ragazza lo ritrasse di scatto, come impaurita o scottata.

Ted la guardò negli occhi e lesse la sorpresa e la confusione nelle sue iridi scure.

Andromeda, la tua famiglia ha mai alzato le mani su di te?” chiese gentilmente.

Lei lo guardò disgustata: “Cosa? No! Assolutamente no! Anche se... oh, insomma, certo che lo hanno fatto, ma erano delle semplici punizioni... saranno successe al massimo due o tre volte in tutta la mia vita. Non reagisco così apposta... è solo che...” deglutì accarezzandosi senza volere il braccio dove lui l'aveva sfiorata: “è solo che per come vivo io, con le persone con cui ho normalmente a che fare, è difficile avere dei contatti fisici.” disse alzando le spalle noncurante.

Ted la guardò sorpreso e confuso: “Vuoi dire che non vi abbracciate?” chiese sentendosi un bambino di quattro anni.

Lei alzò di nuovo le spalle: “Niente abbracci, niente baci della buona notte, niente strette di mano. Quando ci si incontra con altre famiglie purosangue sembra di essere tornati indietro nel tempo. Ci si veste bene, si fa l'inchino, se si è donne, con la gonna tra le mani e se si è uomini si alza il cappello in segno di saluto e rispetto. A ogni pasto ci si siede in un lungo e grande tavolo, non ci sono contatti nemmeno per passarsi le pietanze o altro, abbiamo i domestici per quello. Gli elfi puliscono, non facciamo i letti e non spolveriamo casa. Ai genitori si da del lei e agli estranei non si parla, a meno che non si sia presentati. Le regole sono chiare. Sì, se lo vuoi sapere si viene puniti se non si seguono le regole basilari, ma nulla di esagerato... o meglio, sì, fa male, ma la seconda volta sai che non lo farai più...” disse guardando il brillio dell'acqua dato dal tramonto.

Ted era scioccato. Ormai quasi nulla riusciva a sorprenderlo a quel modo, ma quella spiegazione lo aveva spiazzato, letteralmente.

Ti ho sorpreso? Sarei stupita del contrario...” disse lei impassibile.

Lui non disse nulla.

Immagino che tu sia cresciuto a favole della buona notte e abbracci amorevoli...” disse lei metà tra la tristezza e lo scherno per se stessa.

Per me è stranissimo sapere che si possa crescere a quel modo. Sono stata tirata su a disciplina e regole ferree. Il matrimonio che dovrò fare non è ancora stato combinato, ma immagino lo sarà presto...” disse.

Ted la guardò orripilato: “Vi sposate con matrimoni combinati?” chiese sconvolto.

Lei sospirò: “Ovviamente. Per preservare la purezza del sangue bisogna sposarsi con una famiglia altrettanto pura. Narcissa si sposerà con Lucius Malfoy quando sarà grande. È già stato combinato perché hanno più o meno la stessa età e mio padre non voleva che qualcuno si accalappiasse il ragazzo...” disse lei alzando gli occhi al cielo: “Bellatrix si sposerà con un certo Rodolphus Lestrange. Io probabilmente verrò data in moglie ad un lontano cugino o a uno col sangue altrettanto puro... non ci sono molti cugini della mia età, per questo non so ancora nulla... forse sarà un Parkinson, o un Goyle... non ne sono sicura... non ci sono molti scapoli. È difficile che crescano o nascano maschi forti da matrimoni tra cugini, perciò ci stiamo ritrovando con sempre più donne e sempre meno uomini...” disse lei calmissima.

è...” disse lui sempre orripilato.

Lei alzò la testa: “è la mia realtà. Ad alcune cose non ci si può ribellare.” disse calma.

Dalle voci che sento, un tuo cugino sta cercando di farlo...” disse Ted.

Andromeda sospirò: “Sì, e a che prezzo? La sua famiglia lo odia, lui continua a dire a tutti che non sarà mai un Serpeverde, inimicandosi parte della famiglia, e stiamo iniziando a considerarlo un ribelle.” disse lei.

Pensi che sbagli?” chiese il Tassorosso alla ragazza.

Lei incrociò le braccia e fissò l'orizzonte: “Sinceramente? Sì, ma io e Sirius siamo diversi. Lui è un ragazzo. Da grande potrà scegliere di non sposarsi, se non lo vorrà. Io sono una donna e, pur andando ad Hogwarts, la vita che faccio mi sta preparando, semplicemente, ad essere una moglie, una madre ed un'ereditiera. Se non mi sposerò con un purosangue, sarò inutile per loro. In più, lui me lo ha sempre detto. È piccolo, ha solo nove anni, ma queste cose me le dice spesso. Dice che odia la sua famiglia e che non sopporta di dover vivere lì. Io, potrà sembrarti strano, ma voglio bene alla mia famiglia.” disse spiazzando il ragazzo: “Forse non nel modo in cui una figlia dovrebbe amare i genitori o le sorelle, ma gli voglio bene. Forse non darei la mia vita per loro, ma mi dispiacerebbe se se ne andassero. Mi dispiacerebbe non rivedere alcuni di loro. Non tutti. Penso che la madre di Sirius sia una delle persone più intrattabili di questo mondo e penso che mio padre potrebbe benissimo andare a quel paese...” disse guardandosi intorno e controllando che non ci fosse nessuno: “Però mi dispiacerebbe non rivedere più la piccola Narcissa o mia madre...” disse guardandosi le mani: “Sono la mia famiglia, o comunque ciò di più simile ad una famiglia che io abbia mai avuto.” disse sospirando.

Allora perché non ti costruisci la tua di famiglia...?” chiese lui ancora scioccato arrossendo un pochino.

Andromeda rise con una risata amara e senza allegria: “Anche se lo facessi vorrebbe dire andarmene. Vorrebbe dire affidarmi alla persona con cui avrei 'deciso' di costruire una famiglia. Vorrebbe dire, dire addio a tutto ciò che conosco, vorrebbe dire non rivedere più e non avere più a che fare con la mia famiglia. Ma più di tutti, vorrebbe dire affidarsi completamente a questa persona e, sinceramente, non credo ci riuscirei.” disse lei tetra.

Ted la guardò confuso: “Perché no?”

Lei sospirò e si sedette su una roccia appoggiando la borsa di fianco a se e continuando a guardarsi le mani.

Io... tendo a non avere fiducia nelle persone.” confessò a mezza voce.

Le persone che conosco sono quasi tutte poco affidabili e piano piano, crescendo e andando avanti negli anni, bé... ho dovuto imparare a cavarmela da sola, senza aiuti o altro. La fiducia non è mai rientrata nei miei insegnamenti.” disse tristemente: “Uno dei motti di famiglia e 'da soli è meglio'... mi sono dovuta adattare.” disse sorridendo amaramente: “Forse ti sembrerà un esempio stupido, ma qui non ho molti amici, all'infuori della mia casa.” disse guardando il sole ormai completamente dietro le colline: “Quelli con cui parlo sono persone che incontro fuori da Hogwarts e che sono figli di persone che la mia famiglia conosce... Perciò, fidarmi completamente di una persona è difficilissimo per me, credo non sia mai capitato.”

Non ti sei mai fidata di nessuno...?” chiese lui incredulo.

Andromeda ci pensò su poi scosse la testa: “Non affiderei a nessuno la mia vita. Non credo ci sia nessuno di cui potermi fidare completamente...”

Ted sorrise: “Se vuoi, ci sono io.” disse gentilmente.

Andromeda si voltò verso di lui incredula: “Ted, la fiducia implica conoscenza... io non ti conosco... non so nemmeno quale sia il tuo colore preferito...” disse ridendo quasi istericamente.

Lui sorrise: “Bé, a quello si pone rimedio. Mi piace il giallo, ma a volte anche l'arancione. Dipende...” disse sorridendo.

Lei scosse la testa sorridendo: “Va bene, ma...”
“Il tuo?” la interruppe lui.

Andromeda sospirò: “Non lo so... non ci ho mai pensato... il viola credo... non è importante” disse alzando le spalle.

Certo che è importante. Pensa se per decidere se farti sopravvivere o ucciderti l'assassino mi chiedesse: qual è il colore preferito di questa ragazza? Ora lo saprei.”

Cosa?” chiese lei scoppiando a ridere e arrestandosi quasi subito.

Non dovresti fermarti quando ridi...” disse il ragazzo.

Lei sospirò: “è una...”
“Regola...” completò lui: “L'avevo capito, ma io non sono un Black...” disse sorridendole.

Andromeda sospirò: “Mi ci vorrà un po'...” disse continuando a fissarsi le mani.

Ted si alzò in piedi e sorrise: “Non ho fretta...” poi porgendole la mano: “Signorina...” disse aiutandola, mentre lei rideva un pochino.

* * *

Come hai potuto Meda!” le urlò in faccia Bellatrix dopo aver mandato Narcissa brutalmente nei dormitori.

La ragazza sospirò.

Qualcuno aveva fatto una soffiata a Bella, dicendole che fosse amica di un mezzosangue.

Ovviamente non aveva potuto non sgridarla.

Un mezzosangue, un traditore!” disse sputando per terra.

Andromeda era di fronte a lei e non diceva nulla. L'ascoltava. Sapeva che qualunque risposta le sarebbe costata cara, famiglia o meno.

Oh quando nostro padre lo saprà...” continuò Bellatrix con un ghigno sadico sulle labbra.

Andromeda alzò gli occhi non sicura se essere nel panico o meno: “Non dirai niente di niente a nostro padre! Non puoi!” le disse con calma.

Bellatrix sorrise: “Oh certo che posso! E lo farò!” disse ridacchiando.

Andromeda scosse la testa: “No, non lo farai, perché se non fosse stato per il mezzosangue, come lo chiami tu, non avresti finito l'anno, ma saresti stata espulsa.” disse lentamente.

Bellatrix soffiò aria fuori dal naso arrabbiata: “Non è vero!” la minacciò con la bacchetta sotto il mento.

Andromeda la guardò negli occhi sicura: “è la verità. Non ti ha incolpata di averlo torturato, ha taciuto. Non ha detto nulla. Gli sei debitrice. Il debito di un mago è importante. Non dirai nulla e non gli farai del male. Glielo devi.” disse con gli occhi scintillanti.

Andromeda sapeva che la sorella non avrebbe potuto dire nulla, se legata ad un debito. Certo, era pazza, spesso perfida e sadica, ma niente avrebbe potuto rompere quel debito, a meno che la situazione fosse stata molto a vantaggio di Bella.

Livida di rabbia, Bellatrix lanciò un soprammobile contro una vetrinetta che si ruppe.

I vetri volarono dovunque e un pezzo affilato colpì di striscio il viso di Andromeda.

Bellatrix salì le scale verso il dormitorio noncurante, Andromeda, invece, uscì dalla sala comune, asciugandosi velocemente il sangue con un fazzoletto di stoffa con le sue iniziali sopra, e si diresse in biblioteca senza curarsi degli sguardi delle persone o del bruciore sul labbro inferiore.

Le era andata bene. Le era andata terribilmente bene, forse troppo.

Andromeda, posso sedermi?” chiese Ted vedendola al tavolo dopo un po' di tempo.

Lei deglutì, annuì e si coprì il viso con la mano sulla fronte, come se stesse pensando a fondo.

Hai visto cosa è successo prima in Sala Grande? Ci sono stati... stai bene?” le chiese interrompendosi quando vide che non alzava la testa.

Sto bene...” disse lei serenamente senza muoversi.

Sei sicura? C'è qualche cosa che non va?” chiese sospettoso.

No, è tutto a posto...” disse lei cercando di parlare il meno possibile.

Ogni movimento delle labbra le provocava un acuto dolore.

Ted la guardò confuso, poi guardò il fazzoletto che aveva in mano.

Allungò la mano, aprì quella della ragazza e prese il quadretto di stoffa che aveva in mano.

Nascosto dalle dita della ragazza gli era sembrato immacolato, appena girato, invece, vide una macchia di sangue scuro.

Sanguini Andromeda?” chiese restando calmo.

Lei scosse la testa. Non voleva che la vedesse. Non voleva che le chiedesse nulla.

Puoi alzare la testa? Per cortesia Andromeda...” le chiese calmo.

Lei respirò a fondo, lui non disse più nulla, aspettò solamente che lei facesse qualche cosa.

Controvoglia, la ragazza alzò il capo lentamente mostrando al Tassorosso il labbro tagliato.

Lui sospirò: “Vieni con me.” disse a metà tra l'arrabbiato e il calmo.

Lei iniziò a raccogliere la sua roba: “Non ti preoccupare, quelli li prendiamo dopo.” disse il ragazzo prendendola per una mano e ignorando il sussulto sorpreso di lei.

La portò fuori dalla biblioteca, percorsero il corridoio, arrivarono alle serre e si fermarono dietro alla scuola, nel punto più illuminato in quel momento.

Fece fermare Andromeda sotto l'ombra di un albero e la fece sedere su una sedia fatta apparire sul momento.

Pensavo andassimo in infermeria.” disse lei impassibile maledendosi per aver parlato, visto che le labbra le facevano sempre più male.

Ted sospirò: “Madama Chips ha molto da fare oggi. Qualcuno ha lanciato il malocchio a tutte le scope della squadra di Corvonero. Perciò ora sono tutti in infermeria.” disse il Tassorosso facendo apparire un'altra sedia e mettendosi davanti a lei per guardarla meglio in viso.

Questo non è un taglio da poco Andromeda... non è una ferita che si fa con un semplice schiaffo...” disse facendole vedere la propria mano per avvertirla che le avrebbe toccato il mento.

Lei sospirò e non disse nulla.

Ne vuoi parlare?” chiese lui mormorando un paio di incantesimi.

Il sollievo fu istantaneo: “Sinceramente?” chiese lei ironica.

Ted sorrise: “Immaginavo avresti detto così... non ti fidi?” chiese guardandola negli occhi.

Lei sospirò di nuovo: “Sai che mi fido Ted, è solo che...” sospirò. Avrebbe fatto rapporto. Quella volta lo avrebbe fatto e non sarebbe più stato protetto dal debito.

Lo scoprirò comunque Andromeda. Sono un prefetto, le voci girano e so quali prendere per vere.” disse lentamente lasciandole il mento.

Lei si sfiorò la ferita già rimarginata e prese un respiro profondo: “Qualcuno ha fatto una soffiata a mia sorella sul fatto che sto molto tempo con te.” disse guardandosi le mani.

Ah” disse lui un po' sorpreso.

Andromeda sorrise senza felicità e incrociò le braccia alzando la testa per guardare le fronde degli alberi muoversi col vento: “Bella ha minacciato di dirlo a nostro padre e io le ho detto che non può farlo.”

Ted piegò la testa confuso.

Lei sorrise: “Non può perché è in debito con te.”

Ted fissò la ragazza: “Con me?”

Andromeda annuì: “Sì, con te. Nel momento in cui non l'hai denunciata ai professori, l'hai messa in condizione di avere un debito con te, visto che non è stata espulsa dalla scuola.”

Ted si alzò in piedi.

Dove vai?” chiese lei sorpresa dallo scatto.

Vado a denunciarla ai professori...” disse lui con calma incamminandosi.

Andromeda si alzò in fretta e furia e gli si parò davanti: “Non puoi farlo.” disse guardandolo negli occhi.

Sì che posso.” disse lui incredulo da quelle parole.

Lei scosse la testa con foga: “No, non puoi, se lo farai non sarà più in debito con te...” disse lei.

Lui scosse la testa, la superò e si avviò verso il castello.

Lei rimase ferma sconvolta: “Se lo farai niente ti proteggerà da lei! Se sarai fortunato ti torturerà!” gli disse.

Ted si fermò e si girò verso di lei.

Andromeda sospirò: “Questo debito ti protegge Ted. Ti protegge da lei. Se mio padre venisse a sapere di te, ti assicuro che non sarebbe bello per te o per me.”

Ted le si avvicinò: “Ti ha fatto del male.” sussurrò indicando il labbro.

La ragazza scosse la testa: “Non appositamente. Quando ha capito di avere un debito, per la rabbia ha tirato un soprammobile contro una vetrina della sala comune che è andata in frantumi e mi ha ferita. Questo non è niente a confronto a ciò che potrebbe farti se non fosse più in debito. Ted, quello che ti ha fatto vicino alla foresta non è niente.” disse scuotendo la testa: “Quando avevo cinque anni mia madre mi comprò un coniglio bianco. Mio padre non era d'accordo, ma non avevo voluto nessun altro animale domestico... non mi erano mai piaciuti i serpenti o gli schiopodi, perciò mia madre mi prese un coniglio. Un giorno tornai in camera e non vidi il coniglio. Narcissa era troppo piccola, quindi andai in camera di Bellatrix e la trovai col coniglio in mano. Lo teneva per la coda e lo stava per dare in pasto al suo serpente. Aveva meno di dieci anni.” disse deglutendo: “Se a quell'età riusciva a fare quelle cose senza magia, cosa credi che sappia fare con le persone a diciotto?” chiese lei guardandolo.

Ted sospirò: “Non bisognerebbe alzare le mani sulla propria famiglia.” spiegò lui seriamente.

Andromeda nascose il viso tra le mani: “Come vuoi, Ted, pensala come ti pare. Solo non dirlo a nessuno. Se lo farai un taglio sul labbro sarà il minimo, davvero.” disse tenendosi intorno le braccia.

Ted sospirò infastidito.

Andromeda lo guardò implorante: “Ti prego. Ti supplico. Io non sono una che prega la gente di solito, ma ora lo sto facendo. Domani andremo tutti a casa e lei non tornerà. Andrà per la sua strada e fine della storia. Per piacere, ti prego. Non fare cose stupide. Lasciala andare...” gli disse implorandolo.

Ted non l'aveva mai vista così. Possibile che la sorella fosse talmente perfida e cattiva?

Guardò gli occhi scuri della Serpeverde. Sì, probabilmente lo era.

Va bene.” disse. Andromeda sorrise. Di un vero sorriso.

Grazie Ted!” gli disse.

Lui la fermò: “Però...” disse tirando fuori un foglio e una penna: “Senza offesa, ma tua sorella non mi pare il tipo di persona che mantiene la parola data. Se avrai qualunque tipo di problema, io abito qui...” disse dandole il foglio: “Se avessi bisogno di qualsiasi cosa, anche solo di parlare, vieni qui, d'accordo?” chiese guardandola negli occhi.

Lei sospirò e annuì, certa, almeno allora, che non l'avrebbe fatto.


Angolino autrice:
Ed ecco il secondo capitolo.
Grazie a voi quattro che mi seguite e a voi due che avete recensito *-*
Volevo dire che, in caso qualcuno di voi stia seguendo anche Lily e i malandrini, no, non sono morta, ma ultimamente gira intorno alla mia testa il blocco dello scrittore e non so davvero cosa scrivere al riguardo... spero di aggiornare presto. "Perché scrivi questa, allora?" chiederete. Rispondo che questa è già scritta fino al quarto capitolo ed è una storia più corta...
Ad ogni modo, spero questo capitolo sia stato decente. A me è piaciuto un sacco scriverlo qualche settimana fa e la storia mi piace :)
Comunque, un saluto, al prossimo capitolo :D
Giuly

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Capitolo 3
*** Problemi in famiglia ***


Amore contro le regole

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Così, l'anno scolastico finì e tutti gli studenti di Hogwarts tornarono a casa.

Passò luglio e iniziò agosto. Era il 3 di quello stesso mese, quando Bellatrix entrò come una furia in camera della sorella che stava leggendo.

Io non ce la faccio più Meda!” disse furiosa.

La ragazza alzò gli occhi e fissò la sorella confusa.

Non ce la fai più a proposito di cosa?” le chiese.

A tacere su che razza di gente frequenti in quella scuola da quattro soldi! Dovresti vergognarti! Nasconderti dietro un arazzo e non venirne mai più fuori! Come puoi anche solo tollerare la presenza di quel pezzente di fianco a te?” chiese sputando a terra.

Andromeda mise il libro nel suo baule e sospirò.

Era tutta l'estate che Bellatrix era intrattabile con lei. Per sicurezza la ragazza aveva deciso di tenere il baule sempre pronto, in modo che, in caso di bisogno, avrebbe avuto le sue cose a portata di mano.

Andromeda alzò lo sguardo e guardò l'ora: “Ad ogni modo, Bella, è ora di pranzo. Ne discutiamo più tardi.” disse con calma lei sorpassandola e scendendo giù al piano terra.

Al tavolo, i genitori erano seduti uno di fronte all'altra nelle parti più strette, Bellatrix da sola in un lato lungo e Andromeda e Narcissa erano sedute l'una di fianco all'altra nell'ultimo lato.

Andromeda?” la chiamò il padre a circa metà del pranzo.

Sì padre?” rispose prontamente la ragazza alzando lo sguardo e posando le posate.

Dopo il desinare, vorrei che tu e il resto della famiglia veniate nel mio studio. C'è una cosa molto importante che ho da dire.” disse fissando la figlia senza espressione.

Un po' turbata, ma impassibile a sua volta, la ragazza annuì: “Sì padre.” rispose continuando a mangiare.

Alle tre e mezza in punto, le quattro donne si erano recate nello studio del padrone di casa e, una alla volta, erano entrate.

Andromeda si era posizionata in piedi di fronte alla scrivania del padre, Bellatrix era rimasta con le braccia incrociate in un angolo della stanza e la signora Black aveva appoggiato le mani sulle spalle della più piccola, in modo da rassicurarla.

Vi ho convocate qui, per dirvi che il matrimonio di Andromeda è stato combinato.”

Una morsa allo stomaco prese il corpo della ragazza che guardò sconvolta il genitore.

Sapeva che quel giorno sarebbe arrivato, ma non ci aveva più pensato da... dalla discussione con Ted sul lago.

Andrà in sposa ad un mio lontano cugino. Finita la scuola vi fidanzerete e si terranno le nozze tra qualche anno.” disse l'uomo appuntando qualche cosa su delle pergamene.

No...” sussurrò Andromeda sconvolta.

Quattro paia di occhi si fissarono sulla ragazza.

Hai detto qualche cosa Andromeda?” chiese il padre con espressione neutra.

Il cuore della ragazza batteva a mille, non sapeva se rispondere negativamente e accettare il proprio destino, o rispondere che sì, aveva detto 'no' e soffrire nelle ore a seguire.

Non seppe mai se fosse stata l'adrenalina o il pensiero di Ted comparso nella sua testa, ma rispose: “Sì, padre, ho detto di no.” con voce ferma.

L'aria sembrò raggelarsi.

Hai osato contraddirmi?” chiese il signor Black con calma.

Andromeda deglutì, ma rimase ferma immobile in mezzo alla stanza.

Hai osato rispondermi?” chiese il padre girandole attorno.

Lei non rispose, rimase impassibile ed immobile.

Rispondimi figlia sciagurata! Hai osato rispondermi?” chiese lui prendendola con forza per un braccio.

Lei deglutì: “Sì signore.”

Voi fuori!” urlò alle altre tre. La signora Black prese Narcissa con se e la portò in fretta fuori, Bellatrix, invece, rimase nella stanza.
“Vuoi essere punita anche tu? Ti ho detto di uscire!” sibilò il signor Black.

Bellatrix guardò il padre con fierezza: “In verità padre, volevo punirla a mia volta. Mi ha fatto un torto a scuola, anzi lo ha fatto a tutti noi.” rispose la ragazza.

Andromeda chiuse gli occhi. Era finita. Una volta saputo quello che la sorella stava per dire, il padre l'avrebbe ammazzata quasi sicuramente.

Cosa intendi?” chiese lui allontanandosi dalla seconda delle sue figlie e avvicinandosi a Bellatrix.

è stata in compagnia di un mezzosangue padre, per gli ultimi cinque mesi! Ho cercato di dissuaderla, ma questa sciagurata non mi ha ascoltata! Non ha voluto ascoltare la figura più autorevole dentro Hogwarts della sua famiglia” disse fieramente la ragazza.

Gli occhi del signor Black si infuocarono: “Sei stata in compagnia di un mezzosangue?” chiese l'uomo infuriato.

Andromeda non disse nulla. Due incantesimi le raggiunsero la schiena in contemporanea facendola cadere a terra dolorante. La forza era stata simile a quella di due frustrate. Pur non avendo il vestito lacerato, sapeva che la pelle sanguinasse sulla schiena.

Rispondi a nostro padre!” urlò la sorella.

Sì.” soffiò lei tra i colpi di tosse.

Un altro incantesimo le prese la spalla e la fece girare.

Vide la sorella lanciargliene un ulteriore e sentì la stoffa e la pelle dell'avambraccio aprirsi.

Il padre stette a guardare senza sporcarsi le mani. L'ira della più grande era abbastanza per entrambi.

Andromeda, tra un incantesimo e l'altro della sorella si chiese perché dovesse vivere così, perché dovesse continuare a rimanere nella paura.
In quei mesi passati quando poteva con Ted, si era sentita libera e felice per la prima volta. Perché avrebbe dovuto rimanere impassibile davanti a tanta crudeltà? Perché avrebbe dovuto continuare a vivere a quel modo?

L'albero...” sussurrò con voce rotta.

Bellatrix si fermò: “Come hai detto?” chiese con gli occhi in fiamme.

Andromeda tossì dolorante e si preparò. Fortunatamente ci si poteva smaterializzare nella casa, per quanto nessuno glielo avesse mai permesso.

Cancellatemi... dall'albero genealogico...” disse sbalordendo il padre e la sorella e scomparendo in camera sua con una smaterializzazione.

Prese il foglio di Ted, diede un bacio sulla guancia a Narcissa che era lì, afferrò una maniglia del baule e si smaterializzò appena prima di vedere la sorella arrivare in camera sua per continuare a farle del male.

* * *

Ted sentì uno schiocco e un leggero bussare alla porta d'ingresso. Si alzò velocemente dal divano, prese fuori la bacchetta e si precipitò là.

Prese un respiro profondo e aprì la porta
La scena che gli si presentò davanti sembrava uscita da un libro.

Andromeda era in piedi, con il pugno con cui aveva bussato ancora alzato e con la maniglia del baule stretta in una mano. Aveva un vestito lungo fino ai piedi grigio, con le maniche che arrivavano al gomito, ma in moltissimi punti era lacerato e strappato e sotto la stoffa si vedevano il sangue scorrere e la carne aperta in profondità.

Piccoli tagli le percorrevano la guancia sinistra, e i capelli, probabilmente legati in uno chignon fino a qualche ora prima, erano sfatti e si erano un po' sciolti.

“Ted...” sussurrò la ragazza appena lo vide: "Piove..." disse tremando sotto le goccie di pioggia che le cadevano sulla testa e, tremando, mollò senza forze il baule.

Prevedendo cosa sarebbe successo, Ted la prese tra le braccia prima che crollasse a terra: “Andromeda, cosa è successo?” chiese lui spaventato portando lei e il baule dentro casa e chiudendo a chiave la porta.

I-io...” cercò di dire lei, ma le parole non le uscirono.

Devo portarti al San Mungo.” disse lui cercando di tirarla su.

Lei scosse la testa: “No! No, ti prego! Non in ospedale! Mi troveranno se andrò là! Te ne prego! Non in ospedale!” disse lei stringendogli un braccio con una presa tremante e debole.

Andromeda, non sono ancora*** un medimago. Conosco alcune cure, ma non sono come loro...” disse lui nel panico più totale.

Lei lo guardò implorante con le palpebre che le si facevano pensati ogni secondo di più: “Ti prego... ti prego Ted...” disse lei fissandolo implorante.

Lui sospirò:” Va bene... resta sveglia.” le disse facendole comparire un cuscino dietro la testa e porgendole un bicchiere d'acqua.

Le sollevò la testa: “Bevi, o ti dissanguerai.” le disse aiutandola.

Il viso della ragazza era tremendamente pallido, le sue labbra erano livide e gli occhi sempre più spenti.

Ascoltami... devi rimanere sveglia. Non addormentarti, d'accordo? Parlami di qualche cosa...” disse alla ragazza mentre le tagliava le maniche dell'abito per guardare le ferite.

Lei respirava a singhiozzi: “Quando avevo c-cinque anni pensavo che un giorno sarebbe arrivato un principe a salvarmi dalla torre, dove a volte mi mettevano in punizione.” disse facendo sorridere il ragazzo.

Ah sì?” chiese lui appellando un libro sulle medicazioni.

Sì, pensavo che mia sorella Bellatrix fosse il drago che mi tenesse prigioniera, che mio padre fosse il re cattivo e che Narcissa e mia madre fossero i piccoli aiutanti della casa, troppo piccoli per fare qualche cosa.

Quando andavo là m-mi cambiavo colore del vestito. Mio padre ci ha sempre fatte vestire di colori scuri. Secondo lui erano colori adatti a delle ragazze dell'alta società. Narcissa è sempre stata fortunata, ha avuto la possibilità di vestirsi di verde. Bellatrix ha continuato a vestirsi di nero e a me sono sempre toccati il grigio scuro e chiaro. Quando andavo lassù coloravo il mio vestito di lilla e ballavo nella stanza senza sapere che fosse p-piena di strumenti di tortura...” disse lei rabbrividendo.

Ted armeggiava con la bacchetta e con una pozione curativa sul braccio destro di Andromeda, che non ne voleva sapere di migliorare.

Lei sbadigliò con le palpebre pesanti.

Ted le schioccò le dita davanti al viso: “Non addormentarti.” le ripeté.

Lei sospirò: “S-sono talmente stanca...” gli disse con gli occhi lucidi.

Ted annuì: “Lo so, ma non ora. Tra un po', quando ho finito, almeno fammi finire questo braccio... è messo malissimo.” disse versandoci sopra un po' della pozione curativa, che sprigionò un fumò violetto.

AH!” gemette lei sentendo il braccio bruciare.

Lui la tenette giù per le spalle: “Mi dispiace, mi dispiace, è necessario...” le disse dispiaciuto.

Andromeda respirava velocemente, dolorante.

Cosa ti hanno fatto?” chiese lui guardando le braccia e il viso escoriati della ragazza.

Non... non si vedono tutte... la schiena credo sia messa altrettanto male...” sussurrò lei non riuscendo a essere imbarazzata per il troppo dolore.

Credo che ci dovremo pensare dopo. Per ora dobbiamo chiudere queste...” disse fissando, disgustato per la brutalità, le ferite su tutte le braccia e sulle spalle della Serpeverde.

Lei sospirò senza fiato per il bruciore e annuì.

Merlino... ma come diavolo...” disse lui fissando tutte le profonde e lunghe ferite.

Guardò negli occhi la ragazza, sempre più pallida: “Accidenti, ma cosa hanno fatto?” chiese sconvolto.

I-io... non...” al solo pensiero si ritrovò troppo sconvolta per parlare.

Ted sospirò. Glielo avrebbe chiesto dopo. Le diede dell'altra acqua da bere.

Continuò con l'altro braccio e con le spalle, piene di sangue e tagli ovunque.

Un'ora dopo riuscì a chiudere anche l'ultimo taglietto sulla guancia della ragazza.

Va bene... va bene, ora è meglio se ti siedi su una sedia... ce la fai?” chiese il ragazzo guardando Andromeda.

Lei deglutì e annuì: “Ci provo.” disse lentamente.

Ted la prese per la vita e l'aiutò ad alzarsi.

Una volta che si fu seduta su uno sgabello nella cucina dell'appartamento, si slacciò la cerniera dell'abito, mettendo da parte l'imbarazzo. La schiena le bruciava in un modo indescrivibile, aveva fasce e bende ovunque ed era appena scappata di casa, non era proprio il momento di imbarazzarsi.

Ma con cosa ti hanno colpita, accidenti!” imprecò il ragazza inginocchiandosi dietro di lei e passandole stracci bagnati sui tagli.

Niente di materiale o tangibile, se lo vuoi proprio sapere...” disse lei ricordando gli incantesimi dei parenti.

Ted arrestò la cura e piegò la testa per guardarla in viso: “Vuoi dire che ti hanno colpita con degli incantesimi?” chiese sconvolto.

Lei rimase impassibile. Avendo chiuso le ferite più profonde, aveva ripreso un po' di colore e un po' di energia, quindi era più facile per lei rimanere posata e senza emozioni.

Sono stata fortunata che non fossero maledizioni pesanti, se no non avresti potuto curarle.” disse lei sfiorandosi una benda vicina al polso.

Come fai a rimanere così calma Andromeda? Merlino! Hanno appena cercato di ucciderti e rimani impassibile?” le chiese cercando di non tremare dalla rabbia.

La morte non mi spaventa, Ted. Non lo ha mai fatto.” disse lei guardando il muro di fronte a lei.

Lui sbuffò. Quando era così criptica poteva davvero diventare intrattabile.

Alzò gli occhi al cielo e versò qualche goccia della pozione sulle ferite più brutte sulla schiena della ragazza, che la raddrizzò ancora di più per il dolore.

La pelle di Andromeda era bianca come la neve, evitati i punti feriti, che erano rossi e rosa scuro, la ragazza aveva letteralmente una pelle diafana senza difetti o macchie scure.

Una volta che ebbe finito, Ted prese la ragazza tra le braccia e la portò in camera da letto.

In un altro momento la cosa l'avrebbe imbarazzato parecchio, ma in quel momento era talmente arrabbiato e al contempo lei era talmente debole e indifesa, che il pensiero di un possibile imbarazzo non lo sfiorò nemmeno.

Tra le sue braccia sembrava talmente piccola.

La posò sul materasso sotto le coperte, ma lei si risedette subito.

I-io... mi dispiace di essere piombata qui così...” disse guardandolo.

Ted scosse la testa mettendo da parte per un momento la rabbia: “Non ti preoccupare Andromeda... mi fa piacere che tu lo abbia fatto.” disse lui scacciando il pensiero insinuatosi nella sua testa dove immaginava cosa sarebbe successo alla Serpeverde se non si fosse smaterializzata fuori da quell'inferno.

Aprendo un cassetto di un comò, Ted prese fuori una sua maglia piuttosto grande e la passò alla ragazza: “è meglio se togli quello...” disse indicando l'abito insanguinato: “Ti prenderei un tuo pigiama, ma immagino siano tutte camicie da notte pregiate...” disse sorridendo vedendo il sorriso della ragazza: “Quindi metti quella per ora...” disse indicando la maglia bianca e uscendo dalla stanza.

Andromeda si sfilò l'abito e lo fissò. Sarebbe stato impossibile salvarlo, il che era un gran peccato, visto che era uno dei suoi preferiti.

Si infilò la maglietta e si toccò i capelli. Doveva avere un aspetto terribile, probabilmente le sparavano da tutte le parti. Non sarebbe stata una sorpresa.

Vide uno specchio sul comò da dove Ted aveva preso la maglietta.

Prese coraggio, si alzò un po' tremante in piedi e si piazzò davanti allo specchio.

Sospirò un po' rassegnata e un po' inorridita.

Fortunatamente le bende coprivano le ferite, oppure sarebbe stato peggio.

Alcuni ciuffi di capelli erano insanguinati. Prese la bacchetta da una tasca dell'abito ormai rovinato e li pulì. Guardò quello che fino a qualche ora prima era un ordinato e pratico chignon.

Sospirò e cominciò a sfilarsi le forcine una per una, guardando i suoi capelli caderle sulle spalle e dietro la schiena in morbide onde. Almeno quelle miglioravano un pochino il suo aspetto.

Stava per togliere l'ultima, quando Ted bussò alla porta.

Posso entrare?” chiese gentilmente.

Andromeda si guardò allo specchio. La maglia del ragazzo la copriva quasi fino alle ginocchia.

Aveva i capelli sciolti. Era difficile per le persone vederla con i capelli sciolti. Anche ad Hogwarts li legava sempre. Erano troppo lunghi e attiravano l'attenzione.

Sospirando si sfilò l'ultima forcina facendo cadere l'ultima ciocca di capelli appoggiandosi al comò con un sospiro. Stare in piedi l'aveva stancata tantissimo.

Sì, entra...” disse con un filo di voce.

Ted guardò il letto e lo trovò vuoto. Si girò e vide la ragazza tenersi stretta al comò per non cadere.

Andromeda! Per Merlino! Se ti ho lasciata seduta sul letto vuole dire che non ti devi muovere di lì!” disse appoggiando un vassoio su una sedia e aiutandola a stendersi nuovamente.

Mi dispiace...” sussurrò lei esausta: “Volevo solo vedere come fossi messa...” disse lei alzando le spalle.

Ted sospirò: “Male, come vuoi essere messa? Per poco non morivi nel salotto di casa mia.” disse scuotendo la testa e riprendendo il vassoio.

Prendi...” disse porgendole una tazza di tè.

Faceva stranamente fresco lì cosa strana, visto che era ancora agosto.

Spostandosi i capelli su una spalla, Andromeda bevve lentamente un po' di tè.

Ted prese una sedia, la spostò vicina al letto e ci si sedette sopra.

Andromeda lo fissò: “Ti ho invaso casa... mi spiace...” disse con la tazza ancora appoggiata sulle labbra.

Ted la guardò scuotendo la testa: “Te l'ho già detto, non devi scusarti.” disse fissando la ragazza.

Andromeda sospirò e continuò a bere.

Vuoi parlarne ora?” chiese lui calmo.

Lei sospirò, tirò su le gambe e appoggiò la tazza sulle sue ginocchia tenendola con la mano.

Da quando siamo tornate da Hogwarts, Bella è più intrattabile del solito.” disse guardando il liquido scuro nella tazza.

Mio padre mi ha detto dopo pranzo che sarei dovuta diventare moglie del tale suo cugino mai visto probabilmente col doppio della mia età...” disse lei senza voltarsi.

Ted sospirò. Sapeva che quel momento sarebbe arrivato.

Andromeda sospirò: “Mi sono rifiutata...” disse arrossendo.

Ted alzò le sopracciglia confuso: “Perché?” chiese.

Lei scosse la testa: “Non lo so... non lo so perché l'ho fatto.” disse passandosi una mano sul viso disperata.

Mi sono sentita malissimo all'idea e gli ho detto di no... a quel punto Bella ha raccontato tutto, ha vuotato il sacco sul fatto che avessi passato del tempo con te e...” disse lei con voce rotta: “è finita com'è finita...” disse lei fissandosi le bende.

Queste cose le dovresti raccontare agli Auror..” disse lui.

La ragazza sospirò e sorrise: “Ted... stiamo parlando dei Black... sai quanti agganci abbiamo al ministero...? No. No non lo posso raccontare.”

Ted la guardò confuso: “Andromeda, stavi per morire! Solo perché ti sei rifiutata di fare una cosa! È una cosa che andrebbe raccontata alle autorità!” disse lui sconvolto.

Lei scosse la testa.

Lo farò io se non lo farai tu Andromeda. Queste cose vanno raccontate.”

Lei lo fissò spaventata: “No! No! Non lo puoi fare!” disse: “Ted, ragiona. Non siamo a scuola. Questa è la vita vera! Se andrò dalle autorità mi rintracceranno. Finché non farò nulla non mi cercheranno, ma se per caso dirò o confesserò qualcosa, ti assicuro che faranno di tutto per uccidere me, e di conseguenza te.” disse con le mani in grembo cercando di calmarsi: “E sai una cosa, vorrei proprio evitare che delle persone innocenti come te perdessero la vita per colpa mia.” disse lei impassibile.

Ted sospirò: “Non sono innocente, Andromeda, è anche colpa mia se sei messa come sei ora.” spiegò lui lentamente.

Lei girò la testa e lo fissò incredula: “Colpa tua?” chiese confusa, poi ci pensò: “Sì, è vero.” disse fermandolo prima che potesse dire qualche cosa con un cenno della mano: “è colpa tua se sono cambiata in meglio, è colpa tua se negli ultimi mesi ho vissuto davvero, è colpa tua se ora ho delle foto con dei sorrisi... sì, è decisamente colpa tua.” disse alzando gli occhi al cielo.

Ted scosse la testa: “è colpa mia perché ti ho messo strane idee in testa, perché se non l'avessi fatto non saresti ferita, non saresti scappata, non avresti paura di tornare...”

Andromeda sorrise: “Io non ho paura di tornare... semplicemente non intendo farlo... gli ho detto di togliermi dall'albero genealogico... letteralmente devo dire...” disse lei pensandoci su.

Non sarebbe successo se non ti avessi riempito la testa di cose diverse da quelle che pensavi.” disse lui desolato.

Lei sbuffò: “Ted, sono abbastanza grande per decidere da sola. Quelle cose le pensavo già, le hai semplicemente ingrandite, ecco tutto, ma, per dirtela tutta, l'idea di non rimanere a casa mi aveva sempre sfiorata. Quest'anno è solo diventata reale, ecco...” disse lei sospirando.
Ted sospirò e Andromeda lo fissò con un semi sorriso negli occhi.
Sapeva che ci sarebbe voluto tempo per fargli capire che non fosse colpa sua, ma ci avrebbe lavorato su.
Gli sarebbe rimasta vicino, in particolare per proteggerlo.
Quel ragazzo aveva fatto talmente tanto per lei, che, si promise, non gli avrebbe fatto capitare nulla di male. MAI.

*** Non ho trovato da nessuna parte che lavoro facesse Ted Tonks, perciò ho pensato che sarebbe stato un buon medimago :)

Angolino autrice:
Eccomi qui :)
Questo è il punto in cui sono arrivata anche io. Spero vi piaccia la ff. Ora mi metto d'impegno e la continuo. Come vi ho detto, però, non sarà molto lunga.
Spero questo capitolo vi sia piaciuto. Io l'ho amato :3
Un saluto,
Giuly

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