I can believe in us

di Annit97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 Ero appena tornata a casa, era stata una giornata stancante, l'allenamento di calcio era stato faticoso, e la mattina passata ad aiutare papà in studio mi aveva alquanto stressata.                                                                                                                                                                                                                                                                       Il caldo estivo finalmente si faceva sentire, ed eravamo già al 17 giugno. Avevo appena finito di spreparare il borsone, volevo dare la buona notte hai miei fratelli e poi andare a letto. Andrea 8 anni stava giocando con il camion dei pompieri in salotto con lui Francesco 19 anni stava giocando con xbox e  trovarli mi è risultato facile, rimaneva jack (Giacomo) 24 anni, condividevo tutto con lui,eri il mio fratellone e io ero la sua bambina, vado in camera sua dove di solito ascolta musica o guarda la televisione ma appena apro la porta quello ce trovo davanti non è quello che mi aspetto di trovare. La camera era vuota, e non manca solo lui, mancava tutta la sua roba, i vestiti negli armadi, i modellini di automobili sugli scaffali, i libri sulla libreria, la sua chitarra.. Era uno scherzo? Dov'era? Allarmata scesi le scale e andai in cucina dove ora tutti erano seduti, c'era aria di confessioni e i miei fratelli non avevano belle facce, i miei genitori mi invitarono a sedere e anche se non ce la facevo a trattenermi dal sapere, con calma andai al mio posto e aspetta. Aspettai parole che non arrivavano,parole che sembravano bloccate in gola ai due signori rigidi e paonazzi che avevo davanti. Non assomigliavano ai miei genitori, perché non parlavano? Mi alzai di scatto e cercai informazioni "Se tutto questo centra con Giacomo ditelo adesso!" i miei genitori non si erano mossi nemmeno di una virgola, Francesco aveva gli occhi bassi, e Andrea guardava tutto con estrema curiosità. Mio papà si degnò di parlare "Jack,ragazzi, è partito.. è andato in america per studiare" cosa stava blaterando "era un po che ci pensava, sapete avere l'opportunità come voi di essere bilingue è una vera fortuna e lui ha voluto sfruttarla al massimo". Non poteva essere, lui condivideva tutto con me, mi aveva ferito, deluso, ingannato e mentito.. "Perché.. perché non me l'ha.. non ce l'ha detto?" mia mamma prese parola "Lui credeva di farvi un torto" esplosi "così il torto ce l'avete fatto tutti e tre". Corsi in camera,presi un borsone e ci buttai dentro lo stretto necessario per pochi giorni. I miei entrarono in camera e cercarono subito spiegazioni, gliele diedi subito, di getto "Devo vedere l'unica persona che può starmi vicina in questo momento, io parto, non so per quanto, vado da lui in Inghilterra". Chiamai il mio migliore amico e mi feci accompagnare fino all'aeroporto, lo salutai e comprai un biglietto per il primo volo.
Dovevo vederlo se pur correndo qualche rischio.
 

Ciao a tutti, non so se come inizio può andare ma ci ho messo tutta me stessa, ci terrei molto a delle vostre recensioni infondo sono gratis e veloci :D Spero di riuscire ad aggiornare velocemente, ringrazio tutti in anticipo, un forte bacio.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


L'aereo era appena decollato quando un mare di ricordi cominciarono a far capolino nella mia mente. Era tre anni che non vedevo mio cugino e di conseguenza non vedevo il suo migliore amico, solitamente ogni estate venivano in italia e passavamo tre mesi insieme. Gli avevo spinti a iscriversi ad x-factor per la loro grande passione e bravura, alla fine c'erano riusciti, erano passati. Ma non come solisti, il destino aveva voluto che fossero uniti in un gruppo con altri tre ragazzi. Arrivarono terzi, e da quel momento potevo avere novità sulla loro vita solo attraverso internet. A dire la verità mio cugino aveva cercato di contattarmi più volte via Facebook o per telefono ma ogni volta io non rispondevo, il nostro rapporto era sempre stato molto forte e io avevo voluto ricordarlo così, non avevo voluto che la fama lo rovinasse e a rovinare tutto ero stata io senza accorgermene. Ora stavo volando da lui, perché lui sarebbe stato l'unico a sapere come consolarmi. L'aereo atterrò e io chiamai subito mia zia per sapere dove quella sera la band di mio cugino si esibiva. "Loral Blei" ecco il nome del locale, chiamai un taxi e raggiunsi in trenta minuti il posto. Un omone sulla quarantina alto e grosso si trovava davanti una porticina in un vicolo,collegai che quella sarebbe stata la porta sul retro dove sarebbero usciti da li a poco i 5 ragazzi. Mi nascosi dietro un bidone e aspettai. Sentii delle voci piene di energia e divertite avvicinarsi e uscire dalla porta, in quel momento non ce la feci a rimanere ferma e osservarlo da lontano,gli corsi in contro ma l'omone mi fermo. Comincia a dimenarmi e ad urlare "Ehy Louis, Louis..digli che mi conosci". Louis sentendosi chiamare si girò,e di conseguenza anche i suoi amici, i nostri occhi si incrociarono e il volto di mio cugino si apri in un sorriso. Mi corse in contro, sposto la guardia mi prese in braccio quasi commosso dall'emozione                                                               L:"Oddio Anna cosa ci fai qui?"                                                                                                                                                                                   A:"è una storia lunga, avevo voglia di vederti"                                                                                                            L:"Anche io, ma tu mi evitavi e pensavo fossi arrabbiata con me perché sono diventato famoso"                                       A:"non potrei essere arrabbiata con te perché hai realizzato il tuo sogno”                                                                        Mi mise a terra e sentimmo delle finte tossi dietro di noi, ci girammo ancora emozionati e contenti e mi trovai davanti a quattro facce incuriosite, poi l’espressione del riccio si trasformo in un misto tra stupore e felicità. Gli andai in contro e incastrai il mio indice nella sua fossetta sinistra, gli sorrisi e di slancio lo abbraccia. Il mio cuore cominciò a battere più forte e vecchie emozioni tornarono a distruggermi lo stomaco.  A:”Hazza,mi sei mancato un sacco anche tu!” H:” Anche tu piccola, qual buon vento ti porta sulle strade londinesi in una ventilata notte di inizio estate?” Lo guardai negli occhi e scoppiai a ridere di gusto A:” Oh ma dai Hazza, non cercare di fare il filosofo, comunque è una storia lunga” L:” Bhe se ai ragazzi non da fastidio potrai raccontarcela nel bus mentre torniamo a casa?” A:”A dire il vero, io pensavo che potevo benissimo dormire in hotel,insomma non vorrei disturbare” H:” Tu non disturbi e poi non credo che a voi dia fastidio – si girò verso i ragazzi- guardate che faccino da cucciolo che ha” disse pizzicandomi le guance. Scoppiarono a ridere tutti mentre io sbuffavo sonoramente divertita. Louis mi presentò il resto del gruppo e raggiungemmo il pulmino che ci avrebbe portato in non so quale via del centro e io mi preparai già ha raccontare tutto ha mio cugino.

Ciao a tutti, ringrazio chi ha letto il primo capitolo ma sopratutto chihaavuto tempo di recensire. Mi ha fatto molto paicere. Scusate il ritardo, ma il computer si era rotto e volevo anche vedere se più di una persona recensiva, sperodi instaurare un rapporto di amicizia con voi. Aspetto almeno 2 reconsioni per continuare,
                                                                                                                                                           un bacio vostra ANNA

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