Melodia

di Varda
(/viewuser.php?uid=1803)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***
Capitolo 19: *** 19 ***
Capitolo 20: *** 20 ***
Capitolo 21: *** 21 ***
Capitolo 22: *** 22 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Una dolce melodia riempiva la sala del trono della reggia ad Asgard; l’autrice di questo capolavoro sono io. Mi chiamo Alia e sono la cantante di corte; non per vantarmi ma sono piuttosto brava e quella che compongo e suono non è semplice musica.
 
Tutta la mia arte l’ho appresa da mio padre che era molto più bravo di me; purtroppo rimase bloccato in uno dei nove mondi, che Odino costudisce, quando il Bifrost fu rotto; così al suo posto ora ci sono io.
 
Stavo suonando tranquilla, dando ogni tanto un’occhiata fugace a Odino che mi ascoltava con un’espressione tranquilla sul volto, quando, all’improvviso, il portone venne aperto da Thor.
 
Ho detto aperto? Volevo dire spalancato …. Mancò poco che crollassero le pareti!
 
“Padre” urlò il dio
 
Odino aprì l’occhio, sospirò e si concentrò sul figlio; con un cenno della mano mi ordinò di smettere di suonare
 
“Figlio mio; qual è il motivo che ti ha spinto ad interrompere la nostra cantante?”
  
Thor mi guardò accorgendomi solo in quell’istante della mia presenza
 
Abbassai il volto intimidita da quegli occhi azzurri e da quel fisico possente.
 
“La questione è sempre la stessa padre: Loki” tuonò Thor “da quando siamo tornati dopo la battaglia su Midgard, non è più lui”
 
Non appena sentì pronunciare il suo nome le mie mani strinsero il mio strumento dalla rabbia: era per impedire la riuscita del suo piano diabolico che Thor era stato costretto ad abbattere il Bifrost condannando così mio padre all’esilio. Inoltre Thor, sempre per causa sua, dovette abbandonare Asgard per proteggere Midgar da un’invasione di Chitauri.
 
“Non mi hai detto quale è il problema; gli abbiamo tolto i poteri e reso innocuo, come era stato concordato. Fino a quando le Norne non decideranno la sua condanna non possiamo fare altro che sopportare il suo stato d’animo”
 
“Senza i suoi poteri è diventato mortale e si sta lasciando morire. Non l’ho riportato a casa per vederlo perire di stenti. So che dovrà pagare per i suoi sbagli, ma non in questo modo”
 
“Ti capisco figlio. Che cosa suggerisci?”
 
“Vengo appunto per chiedere il tuo saggio consiglio padre”
 
Odino sospirò ancora
 
“Ci vorrebbe qualcuno capace di convincerlo a non abbandonarsi, qualcuno che possa ricorrere ad una magia talmente sottile che nemmeno lui se ne accorga …” e dopo aver detto questo posò l’occhio su di me
 
“Lei?” esclamò Thor
 
Io?… pensai nello stesso istante. Non mi piaceva la situazione che si stava creando intorno a me
 
“Perché no? Alia è in grado di infondere in chi l’ascolta le proprie emozioni; sono sicuro che riuscirà a risvegliare Loki dalla sua inedia. Alia” disse, poi, rivolgendosi a me “comincerai domani mattina” concluse alzandosi dal trono

“E se non ci riuscisse?” domandò dubbioso Thor

Ma Odino non gli diede risposta ed uscì dalla stanza

Thor si avvicinò a me

“Giura che non farai nulla per danneggiare mio fratello” mi intimò il dio dei tuoni 

“Io … non so nemmeno se ho ben capito cosa dovrei fare” replicai con un fil di voce

“Mio padre ritiene la tua musica talmente eccezionale da riuscire a risvegliare Loki; ma forse ti sta sopravvalutando troppo; ad ogni modo desidero che non gli venga fatto nessun male, nonostante lui sia riuscito ad arrecarne a tanti”

“Se è questo che il padre degli dei comanda allora farò del mio meglio” stavo riprendendo un po’ di coraggio e di fiato “e prometto che non gli torcerò capello con la mia . . . musica. Le Norne sapranno infliggergli il giusto castigo e non hanno certo bisogno di aiuto da parte mia” conclusi 

“Bene. Fatti trovare qui domani mattina; ti scorterò personalmente da Loki” e detto questo anche lui se ne andò.

Prevedevo guai.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2 ***


La mattina seguente mi feci trovare nella sala del trono pronta ad attendere la mia scorta; essendo parecchio agitata cercai di calmarmi accordando la mia lira; volevo portarla con me visto che non sapevo che cosa avrei dovuto suonare.

Thor arrivò poco dopo di me, mi fece segno di seguirlo senza nemmeno salutarmi

“Dove stiamo andando?” chiesi gentilmente

“Lo vedrai” rispose secco

A quanto pare non sono l’unica ad aver dormito male, pensai

“Oggi sarò io la il tuo seguito, da domani troverai le guardie; di certo non passerò il mio tempo ad accompagnare … te” concluse fermandosi davanti ad un portone dove c’erano due guardie reali.

“Mi dispiace rubare il tuo prezioso tempo o possente dio dei tuoni” ribattei ironicamente “ma ti rammento che non sono qui di mia spontanea volontà” terminai con un sorriso sarcastico

L’espressione di Thor, dopo le mie parole, era impagabile; si rese conto, finalmente, anche lui che, pure a me, questa situazione non piaceva.

“Hai ragione, in effetti sono stato un pò … “

“Orco?” feci incrociando le braccia sul petto cercando di imitarlo

“Duro con te, ma la situazione non è facile. Dopotutto è sempre mio fratello, anche se ha fatto dei grossi sbagli”.

“Non posso dire che ti capisco perché non ho mai avuto fratelli o sorelle, però comprendo che faresti tutto quello che è in tuo potere per aiutare le persone che ti stanno a cuore; ora sarà bene entrare. A proposito dove siamo?”

“Nei suoi appartamenti” mi rispose aprendomi la porta.

Oh oh sto per entrare nella tana del lupo.

“Buon giorno fratello” esclamò Thor con un’allegria improvvisa “bella giornata, vero?”

Varcai la soglia di una grande stanza riccamente arredata; la luce del giorno giocava con i ricami dorati delle stoffe e con i decori della stessa; mai avevo visto tanto splendore ed ero solo nell’anticamera. Dalla mia posizione si riusciva a intravedere un altro ambiente, ben illuminato, dove erano stati disposti alcuni strumenti di ogni mondo conosciuto, compreso Midgard.

Ero ancora rapita dal lusso intorno a me che quasi non notai una figura seduta in un angolo buio fino a quando Thor non andò dritto verso quella zona; prese di peso la poltrona e il suo occupante portandoli tutti e due al centro della camera.

Ed ecco apparire davanti a me il famoso dio degli inganni: Loki.

 
“Alia ti presento Loki” disse Thor, poi rivolgendosi verso di lui “Loki, questa è Alia; nostro padre ha deciso che ti terrà compagnia fino a quando non verrà emessa la tua… punizione”

Mi aspettavo un’esplosione di rabbia da parte di Loki, che, invece, rimase a fissarmi come se non mi vedesse neppure

Era veramente questo lo stato in cui avevano ridotto il grande dio delle malefatte e degli inganni? O era solo una sua farsa?  

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3 ***


La figura che avevo davanti non si presentava nel suo stato migliore: la pelle del suo viso era opaca, i capelli un tempo neri e lucidi come le ali dei corvi di Odino erano spenti, lo sguardo vuoto cerchiato da profonde occhiaie bluastre; a tutto ciò bisognava aggiungere delle spesse manette, catene ai piedi e una museruola di metallo.
 
“Questa è veramente necessaria?” chiesi a Thor riferendomi alla museruola
 
Lui alzò le spalle
 
“Ora, che ne diresti di cominciare a fare il tuo dovere?” mi domandò lui appoggiandosi ad una parete
 
Mi accomodai su una poltrona poco distante da loro e cominciai a intonare un canto accompagnandomi con il mio strumento.
 
Il tempo passava e, senza che me ne accorgessi, arrivò il tardo pomeriggio dove venni interrotta dal bussare di una guardia
 
“Il nostro re richiede la vostra presenza possente Thor” disse una guardia
 
Il dio dei tuoni si riscosse e si diresse verso il portone
 
Mi alzai anche io
 
“Dove pensi di andare?” mi chiese Thor
 
“Credevo di aver terminato per oggi” risposi indicando la luce rossastra del tramonto che filtrava attraverso le grandi finestre.
 
“C’è stato forse qualche cambiamento in mio fratello? Direi proprio di no; quindi resterai fino a quando non ci sarà almeno un accenno di miglioramento” e uscì chiudendosi la porta dietro di sé.
 
“Ma …” volevo dirgli che avevo bisogno di mangiare e soprattutto di bere
 
Mi diressi verso l’uscita decisa a far valere le mie ragioni ma mi accorsi che la porta era chiusa a chiave
 
Mi lascia qui da sola… con suo fratello… ma cosa gli è saltato in testa?
 
Per prima cosa cercai di soddisfare il bisogno di bere; vidi su un mobile una brocca e la presi d’assalto dissetandomi; ora potevo pensare sul da farsi in maniera più lucida. Venni, però, distratta dalla visione di Loki in catene.
 
Mi inginocchiai davanti a lui e  tesi una mano per toccare la museruola. Capivo che erano misure di sicurezza ma quella cosa era orribile e molto umiliante. Forse, era anche quello, un motivo che gli impediva di ristabilirsi
 
Sapevo di poter fare qualcosa per migliorare la situazione e così senza pensarci troppo emisi una singola nota sbloccando il meccanismo di chiusura; purtroppo la tenni troppo a lungoe come risultato si aprirono anche manette e i ceppi ai piedi. 
Che guaio! Devo sistemare tutto prima che Thor faccia ritorno ….
 
Ma non feci in tempo a rimediare che la mia gola venne stretta da una mano possente: Loki si era risvegliato.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4 ***


4
Ad ogni secondo che passava diventava sempre più difficile respirare; tenevo gli occhichiusi troppo spaventata per guardarlo in faccia, ma anche così sentivo di essere sollevata in piedi e subito dopo di non toccare più il pavimento. Tentai di liberarmi dalla presa che opprimeva la mia gola con graffi e pugni, ma più lottavo e più questa diventava forte.

Ormai stavo perdendo le poche energie rimaste, quando la sua mano si allargò e io caddi rovinosamente a terra. Non appena libera arrancai verso l’uscita decisa a buttar giù la porta con il mio peso se si fosse reso necessario, però questa si aprì senza problemi.

“Guardie” cercai di chiamare, ma fu inutile perché non c’era nessuno davanti alla stanza

Ripreso un po’ di fiato mi diressi, senza voltarmi indietro e un po’ traballante, verso la sala delle udienze.

Giunsi finalmente a destinazione e questa volta fui io a spalancare le porte.

“Si è svegliato” dissi senza perdere tempo in rispettosi saluti.

“Come?” mi chiese Thor.

“Loki si è ripreso dalla sua inedia possente Thor” risposi … e ha cercato di uccidermi avrei voluto aggiungere.

Odino, presente anche lui, sorrise.

“Andiamo” mi prese per il braccio e si mise a correre verso gli appartamenti di Loki trascinandomi con sé.

Arrivammo alla meta
 
“Questo cosa sarebbe? Uno scherzo?” mi chiese il dio.
 
Diedi un’occhiata veloce e rimasi esterrefatta nel vedere che Loki era di nuovo seduto sulla poltrona con lo sguardo perso nel vuoto.
 
“Non avevi detto che si era ripreso?” domandò Thor.
 
“Infatti … e mi ha anche cercato di strangolare … guarda sul mio collo i segnidelle sue dita” e scostai i capelli.
 
Mi sollevò da terra e mi avvicinò a sé.
 
“Non trovo nulla di diverso Alia, sei sicura di quello che hai visto?” mi rimise a terra “non è che ti sei suggestionata? Questa mattina ti ho vista abbastanza agitata …”.
 
Spalancai la bocca per la sorpresa.
 
“In pratica mi stai dando della visionaria” conclusi.
 
“Non volevo dire questo … solo che arrivo qua e cosa vedo? Mio fratello che è ancora al suo posto con la stessa espressionedi questa mattina e degli altri giorni … dimmi tu cosa devo pensare”.
 
Se la situazione fosse stata all’inverso anche io avrei pensato la stessa cosa. Forse mi ero immaginata di vederlo riprendersi, ma la sensazione delle sue dita attorno alla mia gola e il rischiare di soffocare non era stata un’illusione.

“Io … non so cosa dire” abbassai lo sguardo dalla vergogna “mi dispiace, ma mi sono sentita alzare da terra e poi strangolare …” non sapevo che dire.

Thor si avvicinò e mi appoggiò le mani sulle spalle.

“Ascolta, la giornata è cominciata male ed è finita anche peggio se mi è permesso dirlo; stanotte dormi tranquilla e domani ritorni con più calma e serenità, va bene?”.

“S-si” farfugliai sull’orlo delle lacrime “devo riprendere la mia lira. L’ho dimenticata sulla poltrona”.

“Va bene; torna pure dentro. Ora devo tornare a faccende più serie delle tue … visioni. In più dovrò spiegare a mio padre che non era vero quello che hai detto” e vedendo la mia espressione spaventata “tranquilla … dirò che ti è sembrato che muovesse un dito ecc ecc insomma mi inventerò qualcosa di credibile” terminò mentre si allontanava.

Gli feci la linguaccia; se non altro questo gesto mi tirò un pò su di morale.

Ri-entrai nella camera del terrore e cercando di girare il più al largo possibile da Loki ripresi il mio strumento. Non fidandomi di lui decisi di percorrere la strada per uscire camminando di spalle in modo da non staccargli gli occhi di dosso. Pessima idea.

Inciampai nell’orlo del vestito e caddi all’indietro battendo la testa sul pavimento. Prima di perdere del tutto conoscenza vidi la sua espressione divertita dipinta sul volto… poi venne il buio. 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5 ***


5
Le prime cose che notai, quando fui sveglia , furono un soffittoche non conoscevo e un letto che non era il mio.

Che botta tremenda! Mi gira ancora la testa… Dove …? Ah già … la stanza di Loki … a quanto pare nessuno si è accorto della mia assenza e mi hanno dimenticata qua. Come mai, allora, non sono distesa per terra?

Feci una risatina, per risollevarmi il morale.

“Ridere da solinon è un buon segno… può essere un sintomo di pazzia … o la reazione ad un grave trauma” disse una voce  divertita nel buio.

Spaventata saltai velocemente fuori dal letto realizzando che poteva esserci solo una persona così … così … particolarmente simpatica: LOKI
Non mi sarei dovuta stupire più di tanto, dopotutto ero nella sua camera, e non solo...

Per sicurezza controllai se indossavo ancora il mio vestito.

“Non nego che tu abbia un certo fascino, ma sono sicuro di poter avere qualcosa di meglio” concluse.

Mi accorsi che la sua voce si avvicinava sempre di più e che la paura non mi lasciava proferire parola.

“Per di più, per colpa tua, mi è toccato riposare su di uno scomodo divanetto. Il mio magnifico letto era occupato e di certo non mi sarei mai sdraiato in parte a … te” sebbene non ci fosse luce mi immaginai una smorfia apparirgli sul volto.

La voce si fece sempre più vicina, troppo vicina per i miei gusti; ora lui era dietro di me, e potevo sentire il suo respiro sfiorarmi i capelli.

“Non dici nulla? Eppure fino a poco tempo fa straziavi le mie povere orecchiecon il tuo canto. Hai anche il coraggio di chiamarla musica quell’oscenità di prima?”

Ma bene.… ora cominciano gli insulti

Improvvisamente si accesero tutte le candele della stanza; mi girai di scatto credendo di trovarlo alle mie spalle ed invece …

“Meglio? Sai l’atmosfera di prima era troppo intima” e dette queste parole si materializzò davanti a me

Il suo sguardo era troppo profondo e difficile da sostenere … i suoi occhi verdi mi misero subito in soggezione; feci un passo indietro per allontanarmi da lui

“Non ti conviene indietreggiare; non so se ricordi ma è così che ti sei provocata il bernoccolo che hai sulla testa” ridacchiò “e poi io posso essere dappertutto” e si materializzò ovunque nella stanza.

Ma non gli avevano tolto i suoi poteri?

“Scommetto che ti stai domandando come riesco a fare tutto questo se non ho più i miei poteri, non è vero?”

Adesso ha anche il dono della lettura del pensiero?

“Sciocca di una ragazza … sei stata tu a ridarmeli. Non tutti … per ora” ridacchiò

“Come è possibile? Non sono in grado di spezzare incantesimi … Come ho fatto a ridarti le tue facoltà magiche?”

“Ah ma allora la voce ce l’hai ancora … Bè forse ho esagerato dando a te tutto il merito; è accaduto quando la serratura della museruola si è aperta. Ho sentito che ero di nuovo in grado di creare illusioni e le ho subito sperimentate su di te!”

Mi portai la mano alla gola

“Esatto” esultò vedendo quel gesto “quello che hai sentito intorno alla tua gola non era la mia mano ma bensì la forzadella mia mente; purtroppo ho voluto esagerare cercando di sollevarti in aria. Ad essere sincero il mio intento era di farti innalzare sul soffitto così ti saresti spaventata a morte … e magari, cadendo, saresti veramente morta” presefiato “ ma non avevo molta energia e così ho dovuto lasciarti prima”

Ecco perché Thor non ha visto i segnisulla gola

“Comunque è interessante il modo con cui hai aperto i miei ceppi” si avvicinò al mio orecchio“come fai? Quale è il tuo segreto?”

Senza rispondere mi misi a correre direttanell’anticamera dove erano rimasti per terra le manette e la museruola. Dovevo assolutamente rimetterli al loro posto.

“Non ci pensare nemmeno ragazzina!” urlò correndomi dietro e afferrandomi per la vita; mi fece ruotare verso di lui “non mi rimetterai in catene!”

Con le mani libere tempestai di pugni il suo torace senza, però, sortire alcun effetto dato che il suo vestito aveva delle protezioni di cuoio

“Ah ah sei patetica! Sei una triste, patetica strimpellatrice di corte!” disse ridendo mentre senza fatica mi tratteneva

Adesso basta insultarmi!

Presi fiato e intonai una canzone con tutta la rabbia che avevo in corpo

All’inizio non ebbe effetto, ma poco dopo si Loki staccò da me e piegandosi sulle ginocchia si tappò le orecchie

“Ne hai avuto abbastanza o devo continuare?” gli chiesi cercando di non dare a vedere che stavo tremando; riprovai a scappare prima di ottenere risposta

“Se fossi in te non lo farei; lo sai vero che ci sono delle guardie al di fuori di questa porta, vero?”

Mi fermai stupita dalla velocità della sua ripresa, ma in fondo anche lui era un dio come suo fratello.

“Il mio intento era proprio quello di chiamarle; ci penseranno loro o magari tuo fratello a rimetterti a posto!” gli risposi

“Hai già gridato al pericolo. Non ti crederanno una seconda volta e, inoltre, per quanto veloce sia Thor non arriverà mai in tempo per salvarti”

“Allora cercherò di rimanere in vita fino a domani mattina quando entreranno da quella porta e ti vedranno in piedi” ribattei “così il mio compito sarà finito e tu riceverai la giusta punizione”

“Perché non è già una punizione la tua presenza?” replicò Loki con un ghigno sul volto

Che rabbia!!!!

“Allora dimmi dio delle malefatte: cosa vuoi da me?”

Tornò rapidamente serio

“La tua voce naturalmente!”  

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6 ***



“Così credi che possa ridarti i tuoi poteri?” domandai scettica

“Solo Odino potrebbe restituirmeli, ma tu, con la tua voce, potresti donarmene degli altri”

“Immagino che una volta ottenuti metterai a ferro e fuoco tutti i nove i regni! Secondo te mi renderei complice di tutto ciò?”

“Per prima cosa non avresti dovuto nemmeno togliermi le catene.” mi rispose semplicemente “presto o tardi le Norne mi comunicheranno la mia punizione: molto probabilmente sarà l’esilio, quindi, tanto vale che me ne vada prima io in un posto a me più congeniale; inoltre non ci saranno vantaggi solo per me … ma anche per colei che mi ha aiutato” e mi fece l’occhiolino

Sapendo che era pericoloso anche solo starlo a sentire così fui io, questa volta, a tapparmi le orecchie

“Non ti voglio ascoltare! Se Heimdall sente e vede che ti do retta finirò i miei giorni rinchiusa chissà dove! A proposito” dissi togliendomi le mani dalle orecchie“come mai non ci sono ancora le guardie a sfondare il tuo portone? Sono sicura che ti avrà visto sveglio e pimpante!”

“Heimdall non ci vede perché sto creando un’illusione in cui noi siamo nei rispettivi letti a dormire” mi guardò “ma qui non sono l’unico che se vuole si può nascondere al nostro guardiano”

“Non so a cosa tu ti riferisca” dissi cercando di essere vaga

“Su su non penserai di tenere nascosto a me, il grande Loki, un segreto come il fatto che puoi renderti invisibile ai suoi occhi quando vuoi, come stai facendo ora; tutto questo grazie ovviamente alle tue origini”

“Non puoi sapere nulla su di me e sul mio passato”

“Credi? Invece so che tua madre non era di Asgard, ma veniva da Álfheimr, la terra degli elfi bianchi e solo grazie all’intervento di Frigg che tu sei potuta rimanere qui”

Il mio volto perse il poco colore che aveva

“Non vantarti tanto delle tue origini Loki. So bene che, pure tu, non sei nato in questo regno!” gli urlai contro; mi resi conto, però, dopo aver visto il suo sguardo colmo di rabbia, di aver commesso uno sbaglio.

“Le mie origini non devono interessare agli esseri a me inferiori!” mi urlò di rimando “in particolar modo ad uno scherzo della natura come te!”

Questo suo sfogo mi fece parecchio male

Mi accorsi che stavo per mettermi a piangere, ma non volevo che lui mi vedesse; girai sui miei tacchi e mi diressi verso l’uscita. Sbagliai clamorosamente e mi ritrovai nella stanza degli strumenti.

Sbattei la porta dietro di me più forte che potei e mi sedetti bloccandola con la schiena; volevo urlare ma non riuscivo a emettere nessun suono; la gola era stretta da un nodo di dolore troppo grosso da riuscire a sciogliere. Potevo solo lasciare che le lacrime scorressero liberamente sul mio viso. Quello che mi aveva detto mi ricordò che non appartenevo nè ad Asgard e nemmeno al regno di Álfheimr

“Strimpellatrice?” sentì chiamare dall’altra parte della porta

“Vattene! E non mi chiamo strimpellatrice! Anche se sono uno scherzo della natura ho un nome: è Alia!”

“Lo so come ti chiami … però strimpellatrice ti si addice di più”

Ma questo è fuori completamente di testa …

“Forse non hai sentito l’invito ad andartene; te lo ripeto un’altra volta: vattene!”

“E tu forse non ricordi che sei tu ad essere nei miei appartamenti e non il contrario; se qualcuno dovrebbe andarsene quella sei tu”

“Era quello che cercavo di fare qualche ora fa … se non avessi inciampato nel vestito sarei a casa mia, nel mio letto a preoccuparmi di cosa suonare. Invece sono qui a farmi insultare da te! Perché mi ha portato sul tuo letto? Ah già … servo per i tuoi scopi … quasi me ne stavo dimenticando”

“Prima di tutto non ti devo nessuna spiegazione, ma se proprio vuoi saperlo mi sentivo un po’ in colpa per il modo in cui ti ho spaventata; quindi, dopo che ho smesso di ridere per la tua caduta, ho creduto più opportuno adagiarti su di una superficie più comoda del pavimento. Se avessi saputo che avresti dormito fino a tardi ti avrei spinto fuori di sicuro!” ridacchiò ancora “forza esci da quella stanza”

“No!”

“Va bene … entro io” e si materializzò all’interno di essa

“Un’altra stupida illusione”

“Credi? Toccami” e, prima che me ne rendessi conto, mi prese la mano e se la portò sul suo torace “ancora convinta della tua idea?”

“N-no” feci con le lacrime che ancora mi rigavano le guance “Prima hai parlato di vantaggi anche per me, quali sarebbero?”

“Vedo che cominci a essere più ragionevole” sorrise “cosa vorresti?”

“Voglio che tu lasci una dichiarazione a tuo padre che mi hai costretto ad essere tua complice; anche se non appartengo a questo mondo è l’unica casa che ho e non ho intenzione di perderla” risposi

“Forza strimpellatrice … avrai qualche altro desiderio … fama? Successo? Amore?”

“Amore? Chi mai vorrebbe uno scherzo della natura come me?” e feci scivolare via la mia mano dalla sua “tra un po’ sarà l’alba e arriverà tuo fratello. Devo rimetterti i ceppi, poi cercherò di portarti a casa mia, li ci sono i libri di mia madre e sono sicura di trovare quello che ci serve”

“Frena frena frena” disse Loki “non si era mai parlato di incatenarmi di nuovo”

“Che cosa dirà Thor vedendoti senza catene? Non temere … se sono riuscita a liberarti una volta ne sarò capace una seconda”

“Io non ho paura! E’ chiaro?”

“Chiaro … allora grande Loki” sospirai “quale sarebbe il tuo piano?” chiesi

“Prima di tutto bisognerà inventarsi qualcosa sul fatto che tu sei qui prima del suo arrivo”

“Grande Thor ero così impaziente di cominciare il mio compito questa mattina, che ho avuto l’ardire di farmi trovare qui ancora prima di te” esclamai immaginandomi di trovarmi davanti a lui

“Si … potrebbe andare … ma mettici meno entusiasmo strimpellatrice, mio fratellastro non sarà un genio, ma non è nemmeno un completo idiota” fece Loki

“Va bene, altro?”

“Le catene … mi rimetterai solo la mordacchia” si morsicò il labbro inferiore “e dirai che le altre catene si sono aperte di loro spontanea volontà”

Sulla mia faccia si dipinse un’espressione di incredulità

“Scusa, ma non ci credo nemmeno io, figuriamoci lui”

“Ok ok … rimetterò tutto!”

“Lo so che non ti fidi di me.. se ti può star meglio, nemmeno io mi fido di te” gli spiegai “però non vedo via d’uscita”

“Ah si? Bene almeno abbiamo qualcosa in comune! Allora, ora abbiamo un accordo?” e fece per uscire dalla stanza, ma nel prendere la maniglia si accostò a me.
Mi accorsi che eravamo terribilmente vicini, uno di fronte all’altro in quella stanza rischiarata dalla tenue luce dell’alba. A quella luce rividi le sue iridi verdi che mi fecero di nuovo mancare il fiato.

“Una situazione compromettente, non credi strimpellatrice?” mi sussurrò

“Si, decisamente, ma sono certa che non avresti il coraggio di fare nulla” gli risposi nello stesso tono e mi spostai di lato per lasciarlo passare, ma la sua mano dalla maniglia si spostò rapidamente sul mio braccio trattenendomi e riportandomi dove ero poco fa.

Si avvicinò di più; sentii il suo profumo, il battito del suo cuore.

“Ne sei ancora convita?” e si avvicinò ancora di più al mio volto.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7 ***


“Non abbiamo tempo per questi giochetti” gli dissi dura.

La mia mano trovò la maniglia e la girò di scatto aprendo la porta dove ero appoggiata facendomi, così, finire un’altra volta per terra.

Smetterò mai di cadere oggi?

Loki in piedi davanti a me, con le mani sui fianchi, stava per mettersi a ridere quando gli feci cenno di fare silenzio portandomi il dito sulle labbra.

“Sta arrivando qualcuno” bisbigliai

Il suo sorriso sparì immediatamente.

“Presto alzati strimpellatrice!”

Si mise a correre arrivando nell’anticamera  sedendosi velocemente, sulla poltrona del giorno prima

“Le catene presto!!!”

“Eccole!” risposi prendendole; vidi, con mia sorpresa, che nel momento in cui gli dovetti sistemare la museruola i suoi occhi esprimevano angoscia

“Non ti preoccupare … prima di quanto pensi sarai di nuovo libero” lo rassicurai mentre la chiudevo; feci solo in tempo a mettermi a sedere che entrò Thor con il suo seguito di guardie

“Alia!” tuonò

“Si?” domandai io con l’espressione più innocente di tutta Asgard, fingendo di accordare la mia lira recuperata all’ultimo istante

“Dove eri finita? Come mai non ti sei fatta trovare come avevamo accordato?” mi chiese

“Ehm … “ mi alzai in piedi

Com’era la frase che mi ero inventata? Ah già …

“Thor” incominciai a sudare freddo “ero così … così … impaziente di cominciare il mio compito questa mattina, che ho avuto l’ardire di farmi trovare … ancora prima di te … qui … dove sono … ora…”

Spero che se la sia bevuta. Adesso devo trovare il modo per convincerlo lasciarci andare via di qui

“Ci sono stati dei miglioramenti?”

“Ha aperto e chiuso la mano quando sono entrata; è un buon segno … almeno credo”

Thor annuì con il capo.

“Andando avanti con questo ritmo, però, un risultato degno di nota arriverà alla notte dei tempi; forse non ti impegni abbastanza mia cara”

“Io mi impegno” urlai “solo che qui non mi sento a mio agio e la mia musica purtroppo ne risente” terminai in maniera più pacata.

“Suggerimenti?”

Ottimo sono riuscita a portare il discorso dove volevo

“Potremmo portarlo da me, nel mio ambiente sono certa di dare il massimo e di ottenere ben più di una mano che si muove”

“Uhm” fece Thor “non so se è una buona idea; non posso togliere guardie dal palazzo; lo dico anche per la tua incolumità” brontolò

“Oh ma non sarà necessario” intervenni immediatamente “vivendo da sola mi sono attrezzata con incantesimi di protezione; non avrò bisogno di guardie. Dopotutto Loki è innocuo e anche quando riprenderà completamente conoscenza sarà inoffensivo visto che non possiede poteri”

“Uhm” mugugnò di nuovo il dio dei tuoni “non sono  del tutto convinto …”

Diedi un’occhiata veloce a Loki seduto di fronte a me e mi tornò in mente lo sguardo preoccupato di poco fa

“Mi assumo tutta la responsabilità” mi precipitai a dire “non succederà nulla Thor, credimi”

“Uhm va bene. Hai il permesso di portarlo in casa tua, ma sia ben chiaro che è sotto la tua responsabilità”

Ma cosa dovrebbe accadergli di così terribile?

“Grazie!” e feci una riverenza.

empo un’ora e fummo pronti per partire; naturalmente Loki fu trasportato con una carrozza dotata di sbarre mentre io viaggiai sul cavallo insieme a Thor

Non c’era bisogno che ti scomodassi anche tu” gli dissi

E’ mio dovere accertarmi che casa tua sia priva di pericoli … anche per la tua di incolumità come ho già detto” mi rispose

In casa mia l’unico vero pericolo è di essere sommersi dalla polvere pensai tristemente

Arrivammo senza alcun intoppo a destinazione e con una canzone appena sussurrata ai cancelli della mia abitazione  questi si aprirono; non era una casa imponente come le altre nella via, ma aveva il suo fascino, con il suo ingresso ampio e soleggiato, le camere e bagni per gli ospiti, uno studio e una biblioteca e un bellissimo giardino che era anche il mio luogo preferito.

“Portatelo pure in giardino” ordinai alle guardie che mi guardarono strano “è una così bella giornata …” conclusi come per giustificare la mia scelta.

Si scambiarono un’occhiata e poi eseguirono il comando mentre Thor ispezionava tutta la casa con una lentezza esasperante.

Desiderai ardentemente che se ne andasse in modo da liberare Loki … ma una cosa mi domandai …

Perché questo desiderio?

“Certo non è una reggia però è decorosa” sentenziò il dio dei tuoni una volta terminata l’ispezione “un po’ polveroso però …” concluse passando un dito su di un mobile e mostrandomelo “non hai una canzone per spazzarla via?” mi chiese con tono beffardo

Ah ah ah spiritoso!

“Rimarrai anche tu?” gli chiesi

“No, divertiti pure da sola; manderò le guardie oggi al tramonto” e se ne andò salutandomi

Ciao ciao … e ora andiamo a liberare Loki …un’altra volta. 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8 ***


Dopo che Thor e le guardie se ne furono andate mi indirizzai in giardino a vedere come stava il mio ospite; lo trovai seduto sulla panchina posta all’ombra dell’albero più grande con lo sguardo ancora perso nel vuoto.

“Uhm … se lo libero ora di sicuro vorrà cominciare immediatamente la sua ricerca senza lasciarmi il tempo di mangiare e di sistemarmi” ragionai “mentre se lo lascio tranquillo lì dov’è, dovrei riuscire a fare tutto in meno di mezz’ora e per farmi perdonare dell’attesa gli offrirò la colazione”.

Presa questa decisione mi diressi nei miei appartamenti per lavarmi, cambiarmi e per poi, finalmente, mettere qualcosa nello stomaco; terminato tutto preparai la colazione a Loki da sola. Non ebbi molta scelta dato che, a parte me, in quella casa non c’era nessun altro ad occuparsene dopo la sparizione di mio padre.

“Forse potrei chiedergli di ritrovarlo; anche se sono certa che non accetterebbe mai di fare qualcosa per qualcun altro; forse è meglio che esaudisca il prima possibile il suo desiderio così se ne andrà via di qua” riflettei ad alta voce mentre finivo di sistemare un vassoio con il cibo e le bevande per poi tornare all’aperto.

Una volta arrivata intonai la nota per rendere libero senza nemmeno appoggiare le vivande.

“Questo lo chiami fare presto?” mi urlò contro “mi hai lasciato su questo schifo di panchina, all’ombra di questo schifo di albero per quanto? Per più di mezz’ora! E per cosa poi? Per fare i tuoi comodi!” detto questo colpì il vassoio in modo da farmi cadere addosso tutto il suo contenuto “non osare mai più fare una cosa del genere altrimenti …” mi minacciò con il dito puntato contro di me.

“Non lo fare …”gli suggerì calma nonostante grondassi succo e cibo,e ,soprattutto, desiderassi intensamente stampargli il vassoio in faccia.

“Cosa? Hai anche il coraggio di dirmi cosa devo fare?”.

“Ti suggerisco, per il tuo bene, di abbassare quel dito e di calmarti” continuai io cercando di tornare presentabile.

“Io faccio quello che mi pare!” sentenziò apparendo alle mia spalle tappandomi la bocca con la sua mano “ora vediamo quanto sei coraggiosa senza la tua voce”.

“Ti consiglio di lasciarmi andare …” cercai di dire ma uscì solo qualche parola soffocata.

“Stai supplicando di lasciarti andare strimpellatrice? Altrimenti che mi succede?” si mise a ridere beffardo.
Ora lo vedrai.
E mentre il dio degli inganni se la rideva, un ramo calò inesorabilmente sulla sua testa.

Fui dispiaciuta di non aver assistito alla scena di Loki messo ko da un arbusto però intuì quello che stava accadendo quando sentì il rumore che fece la sua testa nel momento in cui venne colpita.

“Che cosa? … ahi” urlò mentre mi lasciò andare; il mio protettore verde non era soddisfatto del suo operato perciò continuò a colpire il malcapitato in vari punti “fallo smettere strimpellatrice! Te lo ordino!”.

“C’è solo un modo per fermarlo: chiedermi scusa” gli suggerii.

“Ahi … Mai!! Ahi …” rispose Loki.

“Molto bene” e mi sedetti sulla panca per godermi meglio lo spettacolo “ah ora che ci penso a volte gli piace anche abbracciare le sue vittime”.

In quel momento le radici sbucarono fuori dal terreno e intrappolarono Loki che non ebbe più possibilità di scappare e tanto meno di difendersi.

“Va bene va bene va bene!! Scusa scusa scusa!!” gridò con tutto il fiato che aveva in corpo.

Con calma mi alzai e appoggiai la mia mano sulla corteccia; cantai una melodia rilassante ; a poco poco le radici allentarono la loro presa per poi ritornare sotto terra e così fecero i rami.

“Meglio?” chiesi.

“Umpf” rispose intanto che si massaggiava le parti colpite.

“Mi sarebbe piaciuto vedere come ti avrebbero ridotto le piante con le spine…” dissi cercando di nascondere una risata.

“Ah ah ah molto divertente”. disse ironico

“Mettiamo in chiaro le cose: qui a casa mia ci sono le mie regole da rispettare: la prima, e la più importante, è che chiunque mi farà del male se la dovrà vedere con la casa intera e solo io posso fermarla; ora tu ne hai avuto un assaggio e credo che questo ti sia entrato in testa per bene!” .

“Ok ho capito il concetto; se penso solo di farti del male rischio la vita. Ora strimpellatrice torniamo alle cose importanti: i miei poteri!” concluse pulendosi dalle foglie che gli erano rimaste attaccate.

Alzai gli occhi al cielo.

Ma penserà mai a qualcos’altro?

“Seguimi” gli ordinai .

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 9 ***


Andammo nell’ala est della casa dove si trovava la biblioteca della mia famiglia.

“Originale come nascondiglio per dei documenti importanti; mai avrei pensato di trovarli qua” commentò il dio degli inganni non appena fummo entrati

“Avresti un’idea migliore?” chiesi

“Non so … in cucina o potresti chiedere ad uno dei tuoi amici verdi di tenerli per te” rispose sarcastico

Lo guardai in tralice senza degnarmi di esprimere un parere.

“Pensavo che fossero anche amici tuoi visto come ti abbracciavano eh eh eh eh” ridacchiai.“forse è il caso di cercare quello che ci serve … non abbiamo tantissimo tempo; al tramonto verranno a prenderti” dissi con una punta di amarezza; odiavo ammetterlo, ma a volte era divertente averlo intorno.

“Triste per questo?” mi chiese.

Ops … Devo stare più attenta a quello che dico e a come lo dico.

“No affatto!” risposi prontamente “anzi sarò contenta quando non ci sarà più nessuno che mi chiamerà strimpellatrice”.

“Eppure … mi era sembrato di sentire una punta di tristezza in quello che dicevi”.

“E perché mai dovrei essere triste?” chiesi mentre controllavo gli scaffali in alto cercando quello giusto “spiegamelo o grande Loki”.

“Prima di tutto perché non avrai più il piacere della mia compagnia” incominciò “ e perché in fondo in fondo io ti piaccio” e dopo aver detto questo fece un ghigno che avrebbe dovuto essere un sorriso.

Fui talmente sbalordita dal suo responso che feci cadere il libro dritto sulla mia testa.

“Cosa?!” domandai sorpresa “che stai blaterando? Tu piacermi? Ammetto che se fossi una pazza isterica con manie di grandezza e di dominio come te, forse un pensierino lo potrei anche fare, ma visto che sono ancora sana di mente … no … non mi puoi piacere” conclusi cercando di concentrarmi sul libro che avevo raccolto e non sui suoi occhi verdi.

“Sicura?” mi domandò avvicinandosi a me.

“Concentriamoci sulle cose serie ora” replicai picchiandogli il torace con il dorso del volume che avevo recuperato da terra e allontanandomi “prendi questo … e questo … forse mi servirà anche questo qua … ah si questi due rotoli e … anche questo: bene adesso possiamo anche tornare in giardino” conclusi vedendo che lo avevo fatto sparire dietro una pila di volumi polverosi “.

“E’ lontano!” mugugnò Loki.

“Vero però là c’è più spazio per provare senza che tu ti possa fare del male”.

“Ti preoccupi per me strimpellatrice?”.

“Umpf, ho solo promesso a Thor che non ti sarebbe successo nulla”.

“Allora sei già venuta meno al tuo impegno” esclamò sbattendo per terra tutto il suo carico “e indicandomi la sua guancia disse: “guarda qua!”.

“Non guardo perché ci sarà solo un misero taglietto e nulla di più” replicai senza degnarlo di uno sguardo.

“Strimpellatrice anche se è un misero taglietto sanguinava fino a qualche secondo fa e sai bene quanto sia preziosa ogni goccia del mio sangue”.

“Cosa dovrei fare allora?” chiesi sull’orlo della crisi di nervi.

“Curalo! Nel tuo repertorio strampalato non hai una canzone che guarisce?”.

“Si ma non la userei mai su di te perché quel taglio te lo meriti!” urlai “e vuoi sapere perché te lo meriti?”.

Mi fece segno di no con la testa.

“Te lo dico lo stesso! Te lo meriti per avermi cercato di strangolare nei tuoi appartamenti, per avermi inclusa nei tuoi piani strampalati, per avermi versato addosso cibo e il succo che avevo preparato per te! Infine te lo meriti per ogni volta che mi chiami strimpellatrice! Ora raccogli tutto e porta il tuo sedere fino all’aperto, chiaro?”.

Come non detto; non è divertente averlo intorno.

“Limpido. Non c’era bisogno di scaldarsi tanto” rispose con tranquillità e, dopo aver recuperato tutto, si avviò verso l’esterno.

Una volta tornati in giardino.

“Allora … ah questo sembra fare al caso nostro” dissi prendendo il più grosso dei volumi “la mia pronuncia non sarà perfetta, ma non dovremmo avere problemi”.

“Che tipo di problemi dovrebbero esserci strimpellatrice?”.

“Se la pronuncia non è più che esatta ci possono essere degli effetti collaterali”.

“Tipo?”.

“Non so … verruche sul naso, orecchie sanguinanti, piedi giganti cose simili; tutti effetti gestibili e sistemabili nel giro di poco … tempo … almeno credo”.

“Credi?”.

“Sei pronto o no?”.

Mi confermò con un lieve cenno di testa.

“Ottimo! Si comincia!”.

Speriamo in bene. 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 10 ***


“Naturalmente ho delle preferenze per i miei nuovi poteri” affermò Loki.

“Uhm davvero? E cosa vorresti?” chiesi sarcastica mentre lo guardavo.

“Vediamo … forza immensa, no potermi muovere alla velocità della luce, il volo …” e mentre continuava a esporre quello che desiderava tornai con la testa china sui volumi.

“E’ inutile che continui a farmi l’elenco; ti dovrai accontentare del teletrasporto” lo interruppi io tranquilla.

“Cosa? Ma esisterà qualcosa di meglio, vero strimpellatrice?” fece una smorfia.

“Credo di si, ma al momento riesco ad usare solo questa di melodia” risposi “è una delle poche con la traduzione completa” in verità ne conoscevo altre, ma quel dono mi sembrava il più innocuo.

“E tutti gli altri?” mi chiese indicando i testi che avevo accanto a me.

“Non è roba per te; modificano solo l’aspetto fisico”” cercai di giustificarmi.

“Chissà allora quante volte le avrai usate su di te …” si mise a sogghignare.

“Oh guarda ho trovato il canto per far chiudere per sempre la bocca ad un dio antipatico e maleducato; sono sicura di scovare anche il soggetto adatto su cui testarlo” lo guardai sorridendo.

“Permalosa la strimpellatrice”.

“Come prego?” feci anche se avevo sentito bene.

“Nulla nulla” mise le mani in avanti in segno di resa “allora strimpellatrice, data la vasta scelta che ho, accetterò il teletrasporto … magari potrebbe essermi utile per fuggire da qui e anche da te”.

Sempre simpatico.

“Ma dovrò cantare tutte le volte anche io per utilizzarlo?” mi domandò preoccupato.

“Questo non lo so … faremo delle prove poi … abbiamo ancora tempo prima del tramonto”.

Mi avvicinai e giunsi le mani davanti a lui.

“Strimpellatrice, perché mi supplichi ora?” sghignazzò.

“Non ti sto pregando stupido; devo mettermi nella posizione indicata”.

“Oh ma mi potevi dire che c’è anche il balletto!”.

“Se vuoi che ottenga dei risultati decenti stai zitto!!” urlai.

Si fece segno di chiudersi la bocca.

Non appena ottenni un po’ di silenzio, chiusi gli occhi ed incominciai a cantare; la melodia si impossessò presto di me facendomi risplendere completamente.

Sentivo, però che la luce si affievoliva con la stessa velocità con la quale era apparsa.

“Dammi le tue mani” sussurrai.

“Ma …”.

“Devo far entrare in te questo chiarore prima che svanisca del tutto; te lo devo passare con le mani o metterti un dito in un occhio. A te la scelta.”.

Sentii le sue mani coprire le mie.

Che strana sensazione … sarà di sicuro un effetto della musica … o forse no … no no no non mi può piacere un individuo come lui …

Aprì gli occhi e lo guardai fisso.

Però ha davvero dei bellissimi occhi  mi misi a sorridere mentre lo pensavo.

Rispose con un raro sorriso sincero, senza derisione o fastidio in fondo a questo.

Sorride?

La luce venne assorbita da Loki che incominciò a rifulgere; ma dopo pochi istanti la stessa da dorata divenne verdastra per poi farsi viola e nera.

Allontanandomi sorpresa da lui lo vidi svanire e nel giro di pochi secondi sparire completamente. 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 11 ***


Oh miei dei!

Sparito ….Dove si era cacciato? Si era teletrasportato o era uno dei suoi soliti scherzi? E se aveva usato il potere sarà arrivato a destinazione integro?

Calma … ragioniamo … non mi devo far prendere dal panico.

Cosa dirà Thor quando non vedrà più suo fratello? Non ci pensiamo ora.

Bè questo avrei dovuto pensarci prima di fare l’incantesimoLoki non si sarebbe di certo tenuto il potere senza usarlo!

Così però non risolvo niente; meglio trovare il modo per  poterlo rintracciare.

Non potevo permettermi di perdere nemmeno un minuto e mi tuffai letteralmente tra i volumi che avevo portato; non trovando nulla dovetti tornare in biblioteca cercando in qualsiasi posto una soluzione.

Cantai tutte le canzoni che potevano servire al mio scopo e lo feci fino a quando non ebbi più fiato in gola; ma nessuna di queste funzionò.

Ora che faccio?

Non mi restava che piangere; mi accasciai per terra sconsolata quando, all’improvviso, sopra di me si stagliò un’ombra.

“Ti sei divertito a farmi disperare, non è vero?” chiesi alzando gli occhi.

Ma al posto di Loki mi trovai davanti un Thor molto arrabbiato; aveva in mano la museruola di Loki.

“Cosa significa questo?” mi domandò.

“Come?”

“Ho chiesto cosa significa questo!” rimarcò mostrandomi di nuovo la mordacchia “questa doveva stare addosso a mio fratello, non in giro per il giardino” urlò di rimando.

Non riuscì a rispondergli.

“Voglio sapere dove è Loki!” continuò urlando.

“Ma non è ancora il tramonto … cosa ci fai tu qui così presto?”.

Non mi rispose; mi prese per le spalle e iniziò a scuotermi.

“Dov’è mio fratello?” tuonò.

“Non lo so Thor!! Non lo so!” gridai cercando di farmi sentire al di sopra delle sue urla.

“Come non lo sai? Era stato affidato a te, o sbaglio?”

“Si ma lui è sparito!”

“Lo so!! Ma come ha potuto farlo?”.

Non c’era altra soluzione che raccontagli tutto.

“Che cosa?” Ma ti sei bevuta il cervello?”

“Non so che cosa mi sia preso; io … ho solo cercato di aiutarlo …”

“Aiutarlo? Aiutarlo a fare cosa? Ma perché lo hai fatto?”

“Non lo so … io … non lo so” e mi misi a singhiozzare e poi a piangere.

“Ora riportalo qui!”

“Ho già provato a farlo Thor! Non ci riesco; ho provato tutto quello che conosco e tutto quello che ho trovato scritto qui”.

“Guardie” urlò di nuovo “portatela via” e poi fissandomi “adesso spiegherai tutto a mio padre”.

Le guardie mi afferrarono, mi incatenarono le mani e mentre mi portavano via vidi Thor che lanciava, urlando, in mezzo al prato le catene di Loki.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 12 ***


Raccontai a Odino come andarono le cose il quale, al termine della storia, mi accusò di alto tradimento; sapevo bene quale era la condanna per quel tipo di reato: la morte.

Fui messa subito in cella di isolamento; l’unico mio contatto con l’esterno era una finestra posta in alto; da lì potei vedere che questa giornata tremenda stava terminando.

Cosa mi è saltato in testa? Come ho fatto a cacciarmi in questo guaio?

Mi misi a cantare per alleviare il dolore che provavo per essere stata tradita, anche se avrei dovuto aspettarmelo da un individuo come Loki.

Chissà che fine avrà fatto?

Ricominciai a cantare, ma fui interrotta poco dopo.

“Speravo che avessi terminato il tuo repertorio”.

“Loki” feci io gelida.

“Confidavo in un’accoglienza più calorosa”.

“La prossima volta farò i salti mortali al tuo arrivo. Ma purtroppo per me non ci sarà una prossima volta, grazie a te!” continuai con lo stesso tono.

“Forza strimpellatrice … la tua situazione non è mica così tremenda”.

“Sono stata accusata di alto tradimento; tu sai qual è la punizione per questo crimine, vero?” dissi.

“Oh” esclamò e finalmente apparve davanti a me.

“Dove eri finito?” chiesi arrabbiata.

“Sono qui, per l’appunto, a raccontartelo: quando sono sparito, la prima volta, ho pensato a che faccia avrebbe fatto Thor non trovandomi più e dopo pochi istanti sono apparso proprio davanti a lui. Avresti dovuto vedere il suo sguardo” ridacchiò.

Ah! Ecco perché era arrivato prima del tramonto.

“Ma non è finita qui” continuò il dio “naturalmente sono fuggito e mi sono materializzato nella tua camera da letto, chissà come mai, e lì aspettavo il momento buono per riapparire davanti a te”.

“Sai il momento buono era quando Thor mi scuoteva chiedendomi di te” gli suggerì.

“Credimi, non era il caso che comparissi in quel momento aggravando maggiormente la tua condizione”.

“Non so se lo hai notato, ma mi trovo a poche ore dal patibolo!” gli urlai contro “credo che non ci sia circostanza più grave di questa” terminai ad un passo dalle lacrime.

Si sedette accanto a me.

“Strimpellatrice …”.

“Stai zitto, per favore! Fammi un favore … vattene! Metti a frutto il potere che ti ho dato e sparisci per sempre dalla mia vista” mi alzai cercando di allontanarmi il più possibile da lui.

“Perché non scappi da qui?”mi chiese tranquillo.

“E come pensi che io possa evadere?” risi alla sua domanda indicando le mura e le sbarre.

“Con la tua magia naturalmente” replicò.

“Finiscila di prendermi in giro”.

“Ormai dovresti fidarti di me e di quello che ti dico; inoltre sappiamo bene tutti e due che non sono state le parole scritte su quei libri a donarmi il teletrasporto, ma è stata la tua voce o meglio la tua magia. Che tu non fossi una semplice strimpellatrice l’avevo già capito, ma ho impiegato un po’ di tempo a comprendere che sei una maga dei canti”.

“Ti sbagli di grosso! Se lo fossi sarei già stata bandita da Asgard. Sai bene anche tu che solo poche persone hanno il permesso di Odino per praticarla”.

“Smettila di prendermi in giro!”gridò “tuo padre ti ha insegnato a cantare e a suonare solo per tenere a bada i tuoi poteri, ma non ti avrà di certo nascosto la verità su di essi”.

“Hai visto anche tu in che guaio mi sono cacciata non appena li ho usati di nuovo!”

“Però ti è piaciuto, e questo non lo puoi negare! Non c’è nulla che possa eguagliare l’emozione che da la magia quando scorre nelle vene ed invade tutto il corpo” si alzò e mi prese la vita con entrambe le mani “è per quello che mi hai aiutato … per risentire quella sensazione che ti è stata negata troppo a lungo, non è vero? Siamo più simili di quanto tu non possa immaginare”.

“Anche se fosse ormai non la potrò mai più usare” lasciai che tenesse le sue mani su di me.

Mi avvicinò a lui; il mio corpo a stretto contatto con il suo, il suo viso a pochissimi centimetri dal mio.

“Alia” sussurrò “vieni via con me”

“E dove andremo?” domandai in un soffio.

“Che importanza ha? Con i miei e i tuoi poteri potremo perfino dominare i nove regni e cercarne uno nostro” i suoi occhi si fissarono sui miei “cosa mi rispondi?” 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 13 ***


Se qualcuno mi avesse detto che sarei finita tra le braccia di Loki avrei replicato dicendogli che era un pazzo; ora la pazza sono io che addirittura considero la possibilità di scomparire con lui.

Fuggire con il re delle bugie … mi porterà di sicuro nei guai, ma d’altronde nei pasticci ci sono già. In più rischio, perfino, di essere abbandonata in uno dei nove regni.

Sorrisi.

“E sia, andiamocene da Asgard” risposi con il cuore che batteva a mille.

Chiusi gli occhi, pronta ad essere trasportata lontano con la sua magia, ma non avvenne nulla.

“Già arrivati?”chiesi socchiudendo un occhio.

Gli aprii tutti e due e notai che eravamo ancora nella mia cella.

“Non capisco …” fece lui guardandosi intorno “dovevamo già esser su Midgar, ed invece non ci siamo spostati di un millimetro”.

Midgar? Cosa ci sarà di intressante su quel regno?

“Strimpellatrice penso di sapere perché non ci siamo spostati: tu pesi troppo!”.

“Ma ti sembra una cosa da dire? Di certo non ce ne siamo andati per una questione di peso! Soprattutto del mio!” esclamai staccandomi da lui.

Screanzato! Per di più è quasi un giorno che non mangio nulla …

“Continuo a non capire … ho girato per tutta Asgard senza problemi” continuò lui facendo finta di nulla “è forse uno di quegli effetti collaterali di cui mi parlavi?”.

“No … credo di sapere quale sia il problema” risposi tristemente.

Loki sollevò un sopracciglio in segno di domanda.

“Su di me i poteri, che ti ho donato, non funzionano e per di più bloccano pure l’effetto su di te” terminai sedendomi sul letto.“ purtroppo non mi hanno dato la possibilità di studiarne le cause e gli eventuali rimedi”.

“Sei in un vicolo cieco strimpellatrice” sbuffò.

Mi rialzai e, una volta di fronte a lui, mi sollevai sulle punte per sussurrargli all’orecchio.

“E’ ora che tu te ne vada”.

“Come?”

“Vattene Loki se non vuoi essere catturato; l’alba si sta avvicinando e tra non molto arriveranno a controllarmi” continuai a dirgli senza riuscire ad allontanarmi da lui.

Contrasse la mascella per la rabbia.

“Continuano ad interromperci sul più bello” disse cercando si fare dello spirito.

“Già” confermai con un mezzo sorriso.

“Andrò a casa tua e cercherò tra i libri di tua madre e non appena sarà buio te li porterò. Sono certo che troverai la soluzione strimpellatrice!” e detto questo svanì nel nulla.

“Domani notte non sarò più qui Loki … questa era la mia ultima notte” sussurrai.

Pochi istanti dopo entrarono i custodi della prigione.

“La sentenza è stata emessa; Odino desidera comunicartela lui stesso. Seguici” ordinò una delle guardie.

Senza dire una parola mi feci condurre al cospetto del padre degli dei. 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 14 ***


Mentre attraversavo, sorvegliata, i corridoi che conoscevo bene, gli asgardiani, intorno a me, mi guardavano con un misto di stupore e di curiosità.

Si staranno chiedendo “cosa potrà mai aver fatto la strimpellatrice di corte per ritrovarsi in mezzo alle guardie di Odino ” … volevo dire la cantante di corte … quel nomignolo mi perseguiterà finché vivrò … non per molto quindi.

Chissà cosa penserà Loki quando saprà della mia scomparsa…

I miei occhi si riempirono di lacrime al pensiero di non rivederlo mai più.

“Sai Alia, c’è un detto su Midgar: è inutile piangere sul latte versato” fece una voce dietro di me che riconobbi immediatamente come quella di Thor “in parole povere avresti dovuto pensarci prima alle conseguenze che avresti affrontato”

Sapevo che non si sarebbe perso la mia umiliazione; non aveva mai avuto molta simpatia per me.

“Possente Thor” salutai freddamente non appena si palesò di fronte a me “è un proverbio molto saggio, ma non sempre le persone sono governate dalla ragione” terminai senza dargli possibilità di controbattere.

Thor si limitò a precedere, senza proferire parola, la mia scorta.

Giungemmo così alla sala delle udienze dove fummo ricevuti immediatamente.

Avanzai verso il trono, dove sedeva Odino, con la sola compagnia del dio dei fulmini.

“Alia, sei stata accusata di alto tradimento e la condanna per questo reato è la morte” il padre degli dei pronunciò queste parole con estrema gravità “tuttavia questo non avverrà.”

Oh miei dei! Rimarrò in vita!

“Il motivo di ciò è che voglio evitare un incidente diplomatico con Alfheimr, dato che tu non sei completamente asgardiana” continuò con lo stesso tono di voce “ad ogni modo ti verrà inflitta una pena di egual portata”.

Cosa mi succederà ora?

“Verrai privata del dono del canto ed oltre a questo ti esilio seduta stante su Alfheimr” sentenziò.

“No il canto no! Piuttosto la morte, grande Odino!” supplicai cadendo in ginocchio.

“Silenzio!” urlò lui “e ora in piedi!”

Mi sollevai da terra a fatica.

Odino si alzò dal trono, e con la sua fedele lanciaGungnir in mano, si avvicinò a me.

Mi mise la punta di questa sulla gola.

“Queste rune incise sulla tua pelle faranno in modo di non darti più la possibilità di cantare; così ho deciso e così sarà!” poi si girò verso Thor “ora Thor la puoi portare via”.

Thor mi mise una mano su di una spalla.

“Andiamo Alia” mi disse stranamente gentile.

Con lo sguardo gli domandai dove saremmo andati ora.

“Ti accompagnerò io da tua madre” mi rispose.

“Ma come? Il Bifrost è ancora rotto …” ebbi la forza di replicare.

“Useremo il Tesseract” il cubo cosmico era già lì pronto per essere usato.

Mi guardai intorno per imprimere meglio il ricordo di quel luogo dove avevo passato gli anni più belli. Non avrei più rivisto il palazzo, né Asgard e nemmeno lui.

“Alia” mi chiamò di nuovo il dio dei tuoni “lui non verrà per portarti via con sé perchè pensa solo a sé stesso” terminò guardandomi dritta negli occhi.

Annuì senza pronunciare una sola sillaba; dopodichè posi le mani sul cubo e partimmo. 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 15 ***


Quando il nostro viaggio terminò ci trovammo al centro di in un ampio salone tutto bianco.

“Dovremmo esserci materializzati nella sala del trono” mi disse Thor “Odino ha informato la sovrana del nostro arrivo, quindi tra poco saremo ricevuti”.

Non appena finì di pronunciare quelle parole uno stuolo di elfi entrò dal maestoso portone d’ingresso e si presentò al nostro cospetto come il seguito della regina; dopo pochi attimi fece la sua comparsa anche Ililsa la sovrana del regno di Alfheimr.

“Benvenuto possente Thor” disse con voce melodiosa; poi posò lo sguardo su di me sorridendo.

Si avvicinò a me e mi abbracciò forte.

“Alia, sono così felice che tu sia tornata”.

“Tornata?” feci.

Ililsa si staccò da me.

“Cara, a quanto pare nessuno ti ha mai raccontato chi tu sia veramente”.

La mia testa accennò ad un no confermando quello appena detto.

“Alia, devi sapere che tu sei mia figlia e di conseguenza l’erede al trono di questo regno” e mentre pronunciava questa frase il suo sorriso si allargò.

Ecco perché Odino mi ha risparmiato la vita! Uccidere un membro reale di un altro regno era una dichiarazione di guerra.

La regina interruppe i miei di pensieri con una risata; era come sentire tanti campanellini d’argento suonare.

“Ma …” non riuscii a mettere insieme una frase; quella notizia mi aveva mandato in confusione.

“Ora che sei qua con me, ti racconterò tutto, ma a tempo debito”.

“Se vostra maestà me lo permette, io toglierei il disturbo” disse Thor.

“Permesso negato potente Thor perché parteciperai pure tu ai festeggiamenti in suo onore” si rivolse al dio dei fulmini.

“Ma il Tesseract deve essere riportato ad Asgard”.

“Farò in modo che venga messo al sicuro; dopotutto è solo questione di aspettare fino a domani sera. Una volta terminata la festa te ne potrai andare anche immediatamente” e con questo bloccò qualsiasi replica da parte di Thor “accompagnatelo pure negli appartamenti riservati agli ospiti” ordinò ad alcune delle dame presenti che subito eseguirono gli ordini.

“Torniamo a noi Alia cara” fece mentre si dirigeva e sedeva sul suo trono “sono pronta per le tue domande”.

“Perché?” chiesi con un filo di voce
.
“Perché cosa?”

“Perché abbandonarmi su Asgard?”

“In realtà non ti ho abbandonata, ma ti ho salvato la vita”

“E come? Raccontami tutto per favore”

“Il giorno del tuo primo compleanno coincise con l’inizio della guerra con il regno degli elfi oscuri; tutti gli ambasciatori e gli ospiti degli altri mondi vennero richiamati, per ragioni di sicurezza, nella propria patria. Asgard fu la prima a far rientrare i suoi membri compreso quello che credi sia tuo padre”

Altra rivelazione!

“Affidarti a lui era l’unica speranza per sottrarti alla morte nel caso avessimo perso e così ti affidai a malincuore al bardo di corte asgardiano insieme ad alcuni miei preziosi scritti. Nessuno sarebbe andato a cercare un membro reale presso una famiglia non nobile. Solo un’altra persona è a conoscenza di questo: Frigg”

E per celare la mia vera natura mi insegnarono a imbrigliare la mia magia nella musica.

“Quanto durò la guerra?”

“Parecchi anni e finì solo poco tempo fa; volevo riportarti a casa, ma il Bifrost era stato danneggiato e il Tesseract era ancora in mano ai midgardiani”

Sempre per colpa di Loki; chissà se è riuscito a non fare danni sugli altri regni?

“E il mio vero padre dove si trova?”

“Sta visitando il nostro regno per controllare che tutto sia al proprio posto; sarà contento di saperti qui di nuovo con noi.” mi prese la mano “naturalmente pure io sono contenta che tu sia potuta ritornare anche se a causa di circostanze non piacevoli. Cosa è successo di preciso?” continuò mia madre.

“Ecco io …” cominciai imbarazzata.

“Mi han detto che ti eri alleata con il dio degli inganni e che hai usato i tuoi incantesimi per farlo tornare potente. Sinceramente non posso credere a questo”.

“Ebbene madre, quello che hai sentito è la verità” divenni rossa per la vergogna.

I suoi occhi si spalancarono dallo stupore.

“Dicono che Loki possieda un grande fascino, di sicuro è stato quello a farti capitolare. Non parliamo più di cose spiacevoli” continuò prima che dalla mia bocca uscissero altre confessioni ”concentriamoci sulla tua festa; ho deciso di invitare tutti i nobili del reame … magari tra loro troverai la persona adatta a te”

Mi basterebbe dimenticare la persona sbagliata per me … chissà dove sarà ora? 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** 16 ***


 Passai la mattinata in compagnia di mia madre che mi mise al corrente della situazione del regno, mentre nel pomeriggio fui presa d’ostaggio dalle sue ancelle le quali vennero incaricate  di sistemarmi per la festa della sera dopo.

Mi accompagnarono nei miei appartamenti dove rimasi sbalordita dallo splendore e dal buon gusto degli arredi.

“Tutto questo è per me?”

“Certo principessa” mi rispose una di loro “volete riposarvi un po’?”

“Si, grazie ne ho proprio bisogno” risposi continuando a guardarmi attorno meravigliata “ho avuto parecchie emozioni per oggi”.

“Torneremo tra qualche ora. Se lo desiderate nella camera di servizio è già pronto un bagno. In caso aveste bisogno di qualcosa mi faccia pure chiamare. Sono Elenwe, e vostra madre mi ha dato l’incarico e l’onore di essere al vostro servizio” terminò prendendo commiato insieme alle altre.

Non appena fui sola mi diressi verso il bagno dove trovai una vasca enorme colma di acqua calda e profumata; senza indugiare mi ci immersi completamente con un sospiro di beatitudine. Finito il più piacevole dei bagni decisi di testare la morbidezza dell’enorme letto che avevo intravisto.

“Dormirei una giornata intera!” affermai non appena toccai le coltri e senza rendermene conto mi addormentai.

Al mio risveglio trovai tutto il plotone di ancelle che mi attendevano.

“Ben svegliata principessa!” esclamarono tutte insieme.

“Che … che ore sono?” chiesi nascondendo uno sbadiglio.

“Direi che è più opportuno domandare che giorno sia” rispose Elenwe ridendo.

“Ho dormito fino a …?”.

“Esatto principessa, fino a questa mattina” terminò per me “ma non preoccupatevi, era comprensibile dopo tutto quello che avete passato; soprattutto l’essere preda di quello spregevole dio degli inganni”.

Loki …

Mi faceva male il solo pensarlo.

“Avrete di sicuro fame” sentì una voce dietro di me.

“In effetti …” dissi sentendo il mio stomaco brontolare; mi avviai quindi in un’altra stanza nella quale era stata imbandita una tavola ricolma di ogni prelibatezza.

Concluso il mio primo pasto elfico lasciai che le ragazze facessero il loro dovere sistemandomi per bene dalla punta delle dita dei piedi fino ai capelli; tutto questo richiese una giornata intera e solo poche ore prima del ballo riuscì a rimanere un po’ da sola.

 Guardai la mia immagine riflessa, ma feci fatica a riconoscermi abbigliata da principessa; controllai dove Odino aveva inciso l’incantesimo, non notando nulla di diverso così provai a cantare: un dolore lancinante attraversò il mio corpo e sul collo apparvero più luminose che mai le rune asgardiane.

Quando smisi di soffrire osservai più attentamente la superficie dello specchio constatando che al mio posto c’era un’altra persona: Loki.

Incatenato ad una parete il suo volto era più pallido del solito, le labbra tumeffate e con del sangue rappreso vicino alla tempia sinistra, gli occhi chiusi erano circondati da lividi bluastri.

Desiderai gridare il suo nome per assicurarmi che fosse ancora in vita, ma svanì rapido come si era manifestato.

E’ nei guai e a quanto pare anche grossi … devo parlare assolutamente con Thor. 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** 17 ***


L’araldo, incaricato alla presentazioni, aveva già annunciato il mio nome, ma io non accennavo a muovermi dalla cima della scalinata; ero persa nella visione di me stessa che rotolava giù dopo aver messo un piede in fallo.

Calma e sangue freddo, sono sicura che ci sarà un modo di affrontare questo scalone senza inciampare nell’orlo del vestito.


“Principessa Alia, serve aiuto?” sentì domandare in parte a me.

Vidi Thor, con indosso la sua armatura lucente, porgermi il braccio; senza pensarci troppo accettai la sua offerta e misi il mio sopra il suo. Con l’altra mano raccolsi parte dell’abito e mi accinsi finalmente a scendere.

“Fai un gradino alla volta e vedrai che non ci saranno problemi” mi disse sorridendo “ne ho viste di dame in difficoltà, ma tu sembravi completamente nel panico!”

“E’ la prima volta che indosso un abito del genere” replicai come per difendermi “ed è anche la prima volta che partecipo ad un ballo; di solito rimango in disparte a gestire i musicisti”

“Me lo ricordo; eri anche molto brava” e poi lasciandomi andare “eccoci arrivati. Come vedi sei riuscita a scendere tutti gli scalini senza fare brutte figure”

Oh guarda un po’! Sono arrivata incolume nel salone centrale.

“Buon divertimento principessa!” Thor si inchinò e mi baciò il dorso della mano.

Mia madre non perse tempo e, non appena il dio dei fulmini si allontanò da me, incominciò a presentarmi tutti i partecipanti illustri; una girandola di volti sconosciuti che si inchinavano e mi sorridevano. All’inizio tentai di ricordarmi i nomi, ma dopo il centesimo mi misi a sorridere a tutti quanti senza nemmeno sforzarmi di pensare chi fosse.

Dopo il “gioco delle presentazioni” fui “rapita” dagli stessi che mi fecero esibire sulla pista da ballo insieme a loro raccontandomi intanto buona parte della loro vita e la storia della loro casata.

Aiuto! Come facevo ad invidiare tutte le dame ai banchetti e alle feste di Asgard?

Intanto che piroettavo tra le braccia dell’ennesimo sconosciuto, la mia mente si mise a vagare per altri luoghi e a cercare nei ricordi un paio di occhi verdi che tanto mi mancavano.
“… e così il mio trisavolo acquisì tutte le nostre attuali proprietà … va tutto bene principessa?” domandò il mio attuale cavaliere.

Ma stava parlando con me? E di cosa?

“Mi scusi, ma sono un po’ stanca … se non le dispiace avrei bisogno di una boccata d’aria fresca” dissi liberandomi dalla sua presa.

“Come desiderate; vi accompagno volentieri in giardino”

“Da sola se non le dispiace” ribadii prima che mi seguisse.

“Oh, capisco” fece un po’ risentito, ma non gli tempo di dire altro guadagnandomi la mia libertà.

Finalmente di nuovo tranquilla.

La musica della festa si allontanava da me mentre l’unico rumore che udivo era solo quello dei miei passi sulla stradina attraverso il parco; quest’ ultimo era spettacolare anche di notte: tutto il sentiero e le fonti, che lo adornavano, erano illuminate da piccole sfere di luce colorate. Decisi di avvicinarmi ad una delle meravigliose fontane che si esibivano in uno straordinario gioco acquatico di spruzzi e cascate. Trovata quella di mio gradimento mi sedetti sul bordo di essa immergendo poi una mano nell’acqua fresca.

“Principessa” fece una voce dietro di me “una persona del suo rango non dovrebbe stare da sola in un giardino buio … rischia di fare qualche brutto incontro”.

“Non aspetto altro che quello” affermai girandomi per vedere in volto la persona che aveva appena parlato. 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** 18 ***


Ed ecco proprio davanti a me il grande Loki in tutto il suo splendore … o quasi: sul suo viso c’erano le stesse ferite che lo specchio mi aveva mostrato.

Mi alzai e, cercando di contenere il mio desiderio di abbracciarlo, gli sorrisi contenta di rivederlo.

“Non dici nulla?” domandai mentre studiavo il suo volto.

“Sono quasi senza parole. Ti lascio strimpellatrice e quando ti ritrovo sei addirittura principessa” dicendo questo tentò di sorridere.

“Lasciata? Di pure abbandonata al proprio destino!” ribattei ancora furiosa per il suo mancato intervento “piuttosto come mi hai trovato?”

“Naturalmente con il teletrasporto; l’ho perfino migliorato. Hai presente quando ti dissi che sarei andato a cercare una soluzione?” annuii ”non ci crederai ma sono andato veramente a casa tua per trovarla e casualmente, leggendo gli scritti di tua madre, ho scoperto un modo per potenziarlo. Però è stata una vera sorpresa non trovarti più in cella, sai?”

Immagino sarà stata una bella sorpresa per te, vero? Finalmente avevi ciò che desideravi e contemporaneamente ti eri liberato della sottoscritta” conclusi.

“Una principessa non dovrebbe lamentarsi sempre” mi schernì “ad ogni modo ho provato a rintracciarti subito dopo la tua scomparsa”.

“Ho visto con che celerità sei venuto in mio soccorso; se fosse stato per te a quest’ora non avrei più la testa attaccata al collo”.

“Ho dovuto sistemare una faccenda in sospeso! Non dovresti lagnarti … tutto sommato sei ancora viva” concluse “.

“Già, ma Odino mi ha comunque punito per averti aiutato a fuggire”.

“E quale tremenda punizione ti avrebbe inflitto il grande e potente padre degli dei?” domandò con tono sarcastico.

“Non posso più cantare”.

Il suo viso perse colore.

“Come?”.

“Ha inciso sulla mia gola delle rune che mi impediscono di cantare” risposi seccata.

“Questo, strimpellatrice, è un grosso guaio soprattutto per me” e si sedette sul bordo della fontana prendendosi la testa fra le mani.

“Il dio degli inganni senza via di fuga? Impossibile”.

“Sono contento che tu abbia tanta fiducia in me”

“In quale guaio ti sei cacciato?”

“Vedi, avevo promesso a certi amici di portar loro il Tesseract, ma con te e la tua magia al mio fianco lo avrei preso e poi mi sarei astenuto a consegnarlo”.

“E chi sarebbero questi tuoi cosiddetti amici?”

“I chitauri”.

“Cosa???”

“Strimpellatrice chi credi mi abbia potuto ridurre così?” indicò la sua faccia mentre si rialzava “ad ogni modo non me ne andrò a mani vuote” mi prese il polso e mi attirò a sè violentemente “con o senza i tuoi poteri tu mi aiuterai ad ottenere ciò che voglio”. 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** 19 ***


“Cosa speri di ottenere?” chiesi spaventata dal suo comportamento; non era mai stato troppo gentile con me, ma non aveva nemmeno esagerato come ora.

“Dimentichi di essere la principessa di questo regno … tua madre mi darà qualsiasi cosa pur di vederti in salvo” strinse più forte la presa.

“Perciò mi useresti come moneta di scambio con il Tesseract … l’unica ragione della tua apparizione” lo sfidai cercando di liberarmi.

“Allora è proprio come avevo immaginato: il mio prezioso tesoro è ancora qui su questo insulso regno. Non ho fatto un viaggio a vuoto per fortuna!” poi guardandomi “Credevi forse che fossi qui per una visita di cortesia?”.

Mi divincolai di nuovo riuscendo questa volta a sciogliermi dalla sua stretta.

“Quindi è vero … sei qui solo per quello … Come mai mi hai mandato la visione di te in pericolo?”

“Quale visione?”

“ … e perché farti vedere da me? Avresti potuto afferrare il tuo tesoro e andartene via per sempre” urlai contro di lui “dimmi il vero motivo della tua venuta!”

“Lo sai benissimo strimpellatrice!” gridò anche lui.

“Bene! Allora tutto ciò rende il mio compito ancora più facile”.

“Cosa intendi dire?”

“Significa che era un po’ esitante sul fare da esca per catturarti, ma ora le tue parole le hanno schiarito bene le idee” intervenne Thor “prendetelo” ordinò puntandogli contro Mjollnir.

Dall’oscurità comparvero anche le guardie reali che circondarono immediatamente Loki puntandogli contro le loro armi.

“Oh oh Thor sono contento che anche tu ti sia unito alla nostra chiacchierata!Vedo che ti sei fatto accompagnare da degli amichetti armati. Mi spiace per te … questa volta eri quasi riuscito a catturarmi” ridacchiò il dio “e ora se volete scusarmi ho un cubo che mi aspetta” e cercò di sparire ma ebbe una brutta sorpresa “non riesco a spostarmi …” continuando poi con una serie di parole poco gradevoli in una lingua sconosciuta.

“E’ inutile che ti agiti tanto dio degli inganni” disse mia madre apparsa insieme ai suoi custodi “ho creato una barriera che blocca qualsiasi tuo tentativo di fuga; inoltre quel potere che ti è stato conferito, è di origine elfica quindi soggetto alle regole di questo mondo”.

“Mi avete incastrato per bene a quanto sembra!” commentò quando gli misero i ceppi alle mani e ai piedi.

“Ed ora Loki, tu ed io faremo un bel viaggetto verso Asgard dove non potrai più fare danni e dove ti attende il tuo destino” affermò Thor.

“No!” esclamai e prima che qualcuno potesse dire o fare qualcosa continuai “prima di tutto Thor, tu sei ancora invitato alla festa in mio onore e mia madre non ti ha dato il permesso di andartene” presi fiato e proseguii “secondo devi darmi ciò che avevamo pattuito!”

“Sicura che sia questo il momento adatto? chiese il dio dei fulmini facendo vagare lo sguardo su tutti i presenti.

“Sicurissima !” replicai guardando in faccia Loki.

“Come desideri” e mi tese una piccola boccetta di vetro colma di un liquido dorato “ecco l’antidoto che Odino ha preparato per te come d’accordi”.

Non appena fu tra le mie mani la stappai e bevvi avidamente il suo contenuto; le rune sulla mia gola cominciarono a brillare e a bruciare come quando vennero incise sulla mia pelle.

Continuarono a risplendere fino ad esplodere in una bolla di luce color oro.

Provai subito a cantare qualche nota e con mia immensa gioia non avvertivo più dolore.

“Così … mi hai venduto al miglior offerente strimpellatrice” commentò Loki, poi si lasciò portar via senza fiatare.

Nell’udire quelle parole la mia felicità svanì immediatamente e una lacrima rigava il mio volto mentre lo guardavo allontanarsi. 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** 20 ***


Tornai alla festa, ma durante la stessa simulai un malore in modo tale che la mia fedele Elenwe mi potesse accompagnare nei miei appartamenti dove, non appena fui da sola, elaborai un piano per far fuggire Loki.

Per poter agire dovetti attendere che anche l’ultimo fruscio scomparve; quando finalmente tutti i rumori sparirono, uscì dai miei appartamenti.

Sapevo di non avere molto tempo così mi incamminai immediatamente per i corridoi del palazzo senza curarmi di coprire la mia leggera camicia da notte; tra le mani tenevo un tesoro prezioso che gli avrebbe ridato la libertà ed era necessario portarglielo il prima possibile. Mentre percorrevo quei passaggi silenziosi intonai un canto per addormentare chi ancora indugiava a entrare nel mondo dei sogni e farvi rimanere il più a lungo possibile coloro che vi erano già.

“… mi hai venduto al miglior offerente … “

Quelle parole continuavano a risuonare nella mia mente ed ogni volta era come se ricevessi una pugnalata al cuore.

Mi dispiace Loki per quello che ho fatto, sembrava che fosse necessario per il tuo bene … credevo che tu fossi in pericolo … ho sbagliato … e forse sto sbagliando anche ora …

Mi fermai pronta a tornare sui miei passi.

Non è ancora troppo tardi … nessuno si sarà accorto che ho lasciato la mia camera; domani mattina lui se ne andrà per sempre da qui e dalla mia vita … senza fare altri danni.

Non diedi retta alla voce saggia della mia coscienza e mi diressi, senza più indugiare, da lui.

Le guardie russavano già in maniera sonora quando giunsi a destinazione, ma trovai Thor, sull’uscio della porta della prigione, ancora sveglio.

Probabilmente il potere di Mjollnir lo protegge dal mio canto … ma riuscirà a difenderlo anche da un incantesimo più forte?

“Alia? Perché sei qui?” mi chiese lui.

“Dovresti saperlo Thor”.

“Come fa Loki a essere così importante per te? Rifletti Alia! E’ tornato solo per il Tesseract”.

“All’inizio l’ho pensato anche io e dopo quello che mi aveva detto sembrava essere confermato , ma poi mi è venuto in mente come funziona il dono che gli ho fatto” sorrisi al fatto che non ci fossi arrivata subito “vedi basta desiderare di essere in un luogo o di vedere una persona ed arriverai a destinazione”.

E lui non è apparso nella stanza del cubo …

“Alia non farlo, non rischiare di nuovo tutto per lui” continuò puntandomi contro il martello “inoltre avevamo un patto se non ricordo male”

“Infatti: io facevo da esca per catturare Loki e tu intanto recuperavi l’antidoto per me. Tutti e due abbiamo ottenuto quello che volevamo … ora è un’altra questione”

“Non costringermi a farti del male!” tuonò.

“E’ inutile che mi minacci, non avrai mai il coraggio di colpirmi; inoltre ho già preso la mia decisione”.

Congiunsi le mani all’altezza del cuore e nella mia mente prese forma l’incanto che si sprigionò attraverso il mio corpo sotto forma di nebbia azzurrina. Strisciando arrivò ai piedi del dio dei fulmini e in pochi secondi lo avvolse completamente.

“Fermati per fav …” ma non riuscì a completare la frase prima di cadere a terra privo di sensi.

Più grossi sono e più rumore fanno quando cadono …

“Quando ti sveglierai avrai solo un vago ricordo di questa conversazione … mi spiace solo che non troverai spiegazione al gran mal di testa che ti verrà domani mattina” gli dissi anche se non poteva udirmi.

Lo scavalcai e mi introdussi nella stanza accanto dove si trovavano le celle.

“Loki?” feci guardando all’interno di ogni stanzetta.

“Guarda guarda chi mi è venuto a trovare: la traditrice!” sentì in risposta al mio richiamo.

Sospirai e mi diressi verso il fondo dove lo trovai appoggiato alle sbarre con le braccia a penzoloni.

“Non sono una traditrice!” ribattei irritata.

“No?” fece lui sarcastico indicando la sua prigione.

“Ok ammetto di aver sbagliato qualcosa. Se non ti avessi visto nello specchio ferito ed incatenato non mi sarei preoccupata e non ne avrei parlato a tuo fratello per trovare una soluzione”

“Ohhhhhh e questa sarebbe la soluzione? Incarcerarmi e farmi riportare ad Asgard? E poi si può sapere come hai fatto a vedermi in quello stato?”

“Speravo che me lo avresti spiegato tu” risposi.

“Forse è successo perché hopensatoperunattimoate” disse velocemente.

“Come?” mi scappò un mezzo sorriso a quelle parole, però volevo risentirle più chiaramente.

“Ho detto che forse è successo perchè per un attimo ho pensato a te!” ripeté “un secondo dopo mi sono ritrovato in un giardino di un palazzo sconosciuto con qualcuno vicino che parlava elfico; ho intuito di trovarmi su Alfheimr. Ho atteso la notte e quando ho visto il reggia illuminata mi sono intrufolato alla festa rimanendo scioccato nel constatare che era un ricevimento in tuo onore. Sono rimasto a guardarti parlare e ballare con quei elfi fessacchiotti e quando ti ho visto uscire ti ho seguita”.

“Anche io …  ho pensato a te” abbassai il viso perché non volevo che mi vedesse arrossire “probabilmente lo abbiamo fatto nello stesso istante ed, a quanto pare, è bastato quello per creare un contatto”.

“Strimpellatrice …” disse prendendomi il mento e alzandomi il viso.

“Si?” deglutì

“Fammi uscire da qui!” 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** 21 ***


“E secondo te sono scesa fino qui per una visita di cortesia?” domandai seccata.

Per un attimo … per un istante grande come un granello di polvere pensai, o meglio sperai, che mi volesse baciare.

… meno male che non ha capito …

“Allora sbrigati! Quel bietolone di Thor non rimarrà svenuto per sempre … certo che più sono grandi e più rumore fanno quando cadono” sogghignò a quest’ultima battuta.

“Prima però io e te facciamo un patto” e incrociai le braccia sul petto.

“Non hai nulla che mi possa alletare …” e imitò la mia postura.

“Intendi dire che non ho nulla che ti possa interessare a parte la possibilità di farti lasciare il pianeta senza che nessuno se ne accorga?”

“Ora hai tutta la mia attenzione; sentiamo”.

“Primo: tu vai, il Tessaract ritorna ad Asgard con Thor” presi fiato “il mio regno ha da poco terminato una guerra … non e comincerà un’altra per colpa tua”.

… e mia …

“Secondo?” chiese alzando gli occhi al cielo.

“Lascerai in pace Alfheimr ” era duro da dire però sapevo che dovevo farlo “per sempre!”

“Considerando che ci sono altri otto regni a cui posso dare fastidio posso rinunciare a questo ridicolo pianeta … per ora!” mi fissò “altro?”

Oh non pensavo di chiedere qualcos’altro … una cosa in effetti ci sarebbe …

“Un ba … “dissi di getto senza pensarci troppo fermandomi giusto in tempo “no nulla”

Stupida! Ma cosa stavo facendo?

“Ho la tua parola per queste due condizioni?”

“Hai la mia parola, croce sul cuore” e si segnò il petto “devo fare altro per suggellare il nostro contratto? Sputarmi sulla mano e poi stringere la tua? O forse preferiresti un bacio?” domandò ridacchiando.

Spiritoso

“Va bene … va bene … mi fido” misi fine alla sua risata con una nota acuta che aprì la serratura della cella.

“Ben fatto strimpellatrice” si congratulò facendo scorrere la porta ed uscendo “ed ora come me ne vado da questo regno insulso?”

“Se non la smetti di offendere il mio mondo, te ne andrai grazie ad un mio calcio sul tuo sedere divino” gli risposi candidamente cercando di non farmi vedere mentre osservavo la parte tirata in causa.

“Senti senti la strimpellatrice si sta arrabbiando con me. Scommetto che sei ancora offesa per la storia del bacio, non è vero?”

“Ora stai esagerando e sto seriamente prendendo in considerazione l’idea di lasciarti di nuovo in mano al dio dei fulmini” continuai con la stessa intonazione di prima “ e poi è anche ora che tu smetta di chiamarmi –strimpellatrice-. Sono una principessa, te ne sei scordato?”

“E sia, principessa” disse facendo un inchino esagerato “Spero che tu abbia un piano per non far scoprire la mia evasione … principessa”.

Ma perché sembra che mi stia sempre prendendo in giro?

Mi feci vicino e gli sfilai il pugnale che aveva appeso alla cintura; con quello gli tagliai una ciocca di capelli che poi strinsi nel mio pugno.

“Ma che fai?” fece lui portandosi una mano alla testa.

“Vuoi andartene da qui o no?” lui annuì “allora soffia!” gli dissi mostrando il pugno sul quale soffiò come gli era stato ordinato.

“Stai creando un feticcio con le mie somiglianze?”

Dissi di sì con la testa.

“Ma soprattutto con il tuo marchio, così non ci saranno sospetti su di me o su qualcuno di qua; ora mi serve il tuo sangue”.

“Questo è meglio che lo faccia io … altrimenti rischio di ritrovarmi senza un dito o addirittura una mano” e si bucò la punta del dito.

Passai la ciocca tagliata sul sangue fresco e portai il tutto sulla branda della cella.

L’incantesimo non era tra i più semplici ed era importante che il suo sosia durasse almeno il tempo del viaggio da qui al regno degli dei. Poche note e il clone si manifestò sdraiato sul lettino.

“Non è la prima volta che lo fai a quanto sembra”

“E’stato uno dei primi canti che ho imparato da sola; così mi creavo dei compagni di giochi uguali ai bambini asgardiani” ricordai “però non duravano tanto. Questo dovrebbe resistere, come minimo, fino ad Asgard”

Mi rialzai e uscimmo dalla prigione; scavalcammo Thor addormentato e ci dirigemmo fuori nel parco del palazzo. Riuscimmo ad uscire indisturbati perché tutto e tutti intorno a noi erano intrappolato nel sonno più profondo, che solo con le prime luci del giorno, avrebbe cessato.

“Ora manca solo un’ultima cosa: la tua partenza”. 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** 22 ***


“Quale potente magia userai questa volta?” mi chiese incuriosito il dio degli inganni.

“Quella di Odino naturalmente” risposi mentre gli mostravo la stessa boccettina usata da me ,qualche ora prima, contenente ancora alcune gocce di liquido dorato “ho conservato
quest’ultimo sorso in caso di bisogno” terminai sorridendogli e porgendogliela.

“Sei piena di sorprese strimpellatrice; è più forte di me … non riesco proprio a chiamarti principessa” e terminò la frase accennando ad un sorriso.

“Bevendo il filtro potrai superare l’isolamento di questo mondo creato da mia madre; magari riuscirai a recuperare parte di quei poteri che ti erano stati tolti ” dopo aver detto ciò creddetti che mi strappasse la bottiglietta dalla mano, invece se ne stava lì, davanti a me, osservandomi con le mani appoggiate sui fianchi “che cosa stai aspettando? Non hai molto tempo. All’alba il palazzo si ridesterà e con lui anche Thor …”

“Tu cosa farai?” questa domanda mi colse alla sprovvista.

“Non capisco … cosa dovrei fare?”

“Ti avevo fatto un’offerta alcuni giorni fa” mi rispose.

Incominciai a tremare più per l’emozione di sentirmi di nuovo tra i suoi pensieri, che per l’aria fresca della notte; anche Loki se ne accorse e, credendo che fossero brividi di freddo, si tolse il suo mantello per avvolgermi. Le sue mani si fermarono sulle mie spalle e mi avvicinarono a lui.

“Non c’è abbastanza pozione per tutti e due”.

“Puoi inventare una scusa migliore strimpellatrice”

“Non posso venire con te, lo sai … devo rimanere qui …” rivolsi lo sguardo per terra.

“Eppure la prima volta che te lo chiesi eri entusiasta di fuggire con me”.

“Non avevo più nulla da perdere” alzai la testa per fissarlo negli occhi “ora invece …”

… perderò solo te … purtroppo. Vorrei gettare tutto alle ortiche e fuggire con te … ma non posso più..

“Tutto questo non sarebbe successo se ti avessi fatto rotolare fuori dalla mia camera invece di portarti sul mio letto” si staccò da me “dopotutto mi avevi già tolto i ceppi e la museruola … mi sarei dovuto accontentare e arrangiarmi” sospirò “invece mi sono fatto ingolosire dalle tue capacità e dalla possibilità di avere di più … molto di più” si staccò da me bruscamente.

“Al contrario io sono contenta di ciò che è accaduto; dopotutto ho scoperto di essere molto più di una semplice strimp … volevo dire cantante di corte. Ho perfino trovato la mia vera famiglia e …” mi fermai; nonostante sapessi che non l’avrei più rivisto non avevo il coraggio di confessargli quello che provavo.

”Questo, allora, è un addio” conclusi tristemente facendo scivolare la mia mano sulla sua consegnandogli così la bottiglietta. Non riuscii però a separarla dalla sua. Fu lui a toglierla dalla mia.

“Devo andare” disse stappandola e bevendone il contenuto; dopodiché si voltò e si incamminò lontano da me.

Non trattenni più le lacrime e non volevo che se ne andasse per sempre in quella maniera; senza pensarci gli corsi dietro e lo chiamai.

Si girò appena, guardandomi da sopra una spalla.

Loki ebbe giusto il tempo di ruotare su se stesso, che mi gettai tra le sue braccia. Solo dopo qualche istante, che sembrò un’eternità, anche lui ricambiò il mio abbraccio.

Sentii le sue labbra sui miei capelli, sulla mia fronte e avvertii che si avvicinavano alla mia bocca, Sentì che si stava per tirare indietro e in quel momento presi l'ultimo pezzo di coraggio che mi era rimasto in corpo e lo bacia!

Subito dopo le sue labbra presero confidenza con le mie muovendosi con lo stesso ritmo; quella magia durò poco e mi resi conto che non potevo più trattenerlo.

“Alia, devi lasciarmi andare” e si sciolse definitivamente dalla mia stretta.

Annuì mentre osservavo Loki diventare sempre più trasparente finchè di lui non rimase più nulla.

                                            **********************                                                       

Non potendo farmi scoprire in giardino, soprattutto avvolta nel mantello di Loki, mi diressi verso i miei appartamenti prima che l’incantesimo si spezzasse; una volta arrivata là nascosi il manto in fondo ad uno dei tanti bauli che si trovavano nella mia stanza e mi infilai nel mio letto.

La mattina seguente io e mia madre salutammo la delegazione di Asgard. Solo qualche giorno più tardi sentimmo tuonare in lontananza: Thor, a quanto pare, si era accorto dell’inganno. Nonostante questo però non ci giunse nessuna dichiarazione di guerra e nessuna minaccia da parte degli asgardiani.

Passata la paura di essere scoperta arrivò alla tristezza che curai riprendendo a suonare e a cantare; ci volle lo stesso parecchio tempo prima di ricominciare a sorridere e a ridere. A volte, quando mi trovavo nel giardino dove ci eravamo separati, mi soffermavo a pensarlo e a chiedermi che cosa mi sarebbe accaduto se avessi deciso di andarmene con lui. Fu in uno di quei giorni che, una volta tornata in camera mia, trovai sul mio cuscino un ciondolo di osso rettangolare con davanti incisa una singola lettera: L.

Abbozzai un sorriso, ma il mio cuore sobbalzò quando, girando il pendente, vidi l’altra scritta: a presto strimpellatrice.

A presto dio degli inganni! 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1065419