The Corrupted Flower

di BluePhantomhive
(/viewuser.php?uid=168752)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La festa in maschera ***
Capitolo 2: *** La Principessa Rhue ***
Capitolo 3: *** L'incontro ***
Capitolo 4: *** L'inizio di tutto ***
Capitolo 5: *** Il mosaico ***
Capitolo 6: *** Promessa ***
Capitolo 7: *** L'oracolo ***
Capitolo 8: *** Il risveglio ***
Capitolo 9: *** Rabbia ***
Capitolo 10: *** Disperazione ***
Capitolo 11: *** Passato ***
Capitolo 12: *** L'uomo incappucciato ***
Capitolo 13: *** Rapimento ***
Capitolo 14: *** Riscatto ***
Capitolo 15: *** Fuga ***
Capitolo 16: *** Insieme ***
Capitolo 17: *** I Ribelli ***
Capitolo 18: *** Rose ***
Capitolo 19: *** Nella tana del lupo ***
Capitolo 20: *** Infiltrato ***
Capitolo 21: *** Al punto di partenza ***
Capitolo 22: *** In gabbia ***
Capitolo 23: *** Soccorso ***
Capitolo 24: *** Il Figliol Prodigo ***
Capitolo 25: *** In territorio nemico ***
Capitolo 26: *** Ultima chance ***
Capitolo 27: *** Giuramento di fedeltà ***
Capitolo 28: *** Addio ***



Capitolo 1
*** La festa in maschera ***


The Corrupted Flower
Capitolo 1: Il ballo in maschera


Era il 1832. La regione di Unima, fin da tempi antichi, era divisa in due casati che erano in conflitto da secoli: il casato degli Harmonia, che occupava la parte est della regione, e il casato dei Phoenix, che occupava la parte ovest. Io sono un umile scudiero del casato degli Harmonia e il mio nome è Kaito. 

Fin da piccolo sono stato al servizio del Re. All'inizio mi dovevo occupare della stalla e dei Pokèmon e mi piaceva, fino a quando non crebbi e, a causa della mia robustezza e della mia agilità in combattimento, il Re mi nominò scudiero di suo figlio, il Principe Kai. Con il Principe avevo un ottimo rapporto, infatti eravamo grandi amici. Diventare suo scudiero era un onore, sebbene il mestiere dello scudiero fosse decaduto anni prima, ma non volevo lasciare i miei amici Pokèmon. Però con il passare del tempo mi abituai al mio nuovo lavoro e poi mi divertivo tantissimo a passare tutto il tempo con il mio amico.

Passarono anni e arrivò il giorno del ventesimo compleanno di Kai. Era un ragazzo molto allegro ed estroverso, dai capelli castani, un ciuffo riccioluto che gli ricadeva sulla fronte e gli occhi verde acqua. Come il colore distintivo del suo casato. Come ogni anno, i suoi genitori gli organizzavano una festa dove invitavano i loro alleati, ma puntualmente si rivelava una noia, così io e Kai scappavamo in continuazione, ma quella sera fu diversa.
-Kaito! Kaito!-
Era un bellissimo pomeriggio di primavera. Io stavo tranquillamente sdraiato sul prato, ad ascoltare il canto dei Pidove, quando sentii Kai che mi chiamava. Poteva sembrare strano che io in quel momento non stessi facendo nulla, essendo un servitore del Re, ma io avevo molte più libertà rispetto ad un lavoratore comune. Io venni trovato dalla Regina quando ero molto piccolo e sono stato cresciuto come se fossi stato figlio loro, quindi non mi dicevano nulla se qualche volta mi prendevo una pausa. Inoltre io e il Principe Kai eravamo cresciuti insieme, come fratelli, quindi il nostro rapporto era diverso dagli altri. Era speciale.
-Ehi, Kai... Cosa c'è?- chiesi curioso.
-So il tema della festa!- 
Scattai in piedi in preda all'emozione.
-Davvero?! E dimmi... Qual'è?-
-Una festa in maschera!- rispose Kai tutto esaltato, ma io alzai gli occhi al cielo e tornai a stendermi sull'erba fresca.
Kai, notando la mia delusione, cercò di tirarmi su di morale 
-Dai...Guarda il lato positivo! Potremmo scappare senza essere visti e nessuno se ne accorgerà!-
-Per me è diverso! Essendo uno della servitù non mi potrò mascherare. Inoltre tu sarai il protagonista della serata, si accrogeranno immediatamente che mancherai.-  
-Oh... Quindi non potremmo scappare... Pazienza. Vuol dire che ci sorbiremo la festa!- disse Kai sdraindosi affianco a me.
Cadde il silenzio tra noi e lì si sentiva solo il canto dei Pidove.
-Visto che non potremmo scappare, potremmo pensare a corteggiare qualche ragazza!- disse Kai rompendo il silenzio e attirando la mia attenzione.
-Come scusa?- chiesi per capire meglio.
Kai si mise seduto accanto a me: -Tu sai che molti alleati dei miei genitori hanno delle figlie femmine, no?-
Annuii.
-Bene. Questa sera verranno proprio per conoscere me, festeggiato, nonchè Principe di questo casato.- 
-E quindi... Tu te ne sceglierai una!- dissi, capendo cosa volesse dire.
-Esatto! Ma non solo io... Anche tu!- disse indicandomi con un dito.
-Eh?!-
-Hai capito bene! Non è giusto che solo io mi diverta. Quindi anche tu ti sceglierai una ragazza!- 
Non potevo credere alle mie orecchie. Avrei dovuto ballare con una ragazza che non avrei potuto vedere bene in faccia a causa di una maschera. 
-Ti ricordo che sono uno scudiero. Non credo che possa farlo!- dissi.
-Allora te lo ordino! E dai... Voglio che tu ti diverta, una volta tanto.-
Guardai prima lui, poi tornai a fissare il cielo, meditando su quello che mi aveva detto. Mi sarebbe piaciuto divertirmi insieme al mio miglire amico, ma purtroppo, nonostante avessi l'affetto dei sovrani, non l'avrei potuto fare. 

Era scesa la sera e gli invitati erano arrivati con molta puntualità. All'inizio non pensavo che venissero molte ragazze, ma alla fine mi dovetti ricredere. C'erano tante di quelle ragazze da far paura. Tutte indossavano abiti sfarzosi, gioielli scintillanti, maschere che brillavano alla luce dei lampadari e per non parlare delle acconciature. Tutte quelle persone ben vestite facevano apparire la sala da ballo ancora più bella di quello che era. Io, essendo uno scudiero, dovevo stare a guardare come la festa procedeva e se accadeva qualche inconveniente dovevo intervenire. Ogni tanto pensavo che il Re mi avesse scambiato per una guardia. 
La festa era ormai incominciata. Ero pronto a chiudere le porte, visto che tutti gli invitati erano arrivati, ma qualcuno mi fermò. Io aprii la porta abbastanza per vedere chi fosse e fu allora che la vidi. Era una ragazza bellissima vestita con un lungo abito bianco che le lasciavano le spalle nude e un'apertura vertiginosa le scopriva quasi tutta la schiena. I capelli bianchi, quasi sull'argento, sciolti che le cadevano sulle spalle, il rossetto rosso le valorizzava le belle labbra carnose e la maschera bianca e argentata metteva in risalto il color rosso rubino dei suoi occhi. Era un pò inusuale vedere una donna, specialmente nubile, vestita in quel modo. Se una donna mostrava soltanto le spalle, veniva etichettata nel peggiore dei modi. 
-Questo è il Palazzo degli Harmonia, giusto? Spero di non essermi sbagliata.- disse lei, riportandomi alla realtà.
Aveva una voce così dolce e soave. 
-Oh, non si è sbagliata, signorina. Questa è la residenza degli Harmonia.-
Le aprii di più la porta e la lasciai entrare. Immediatamente gli occhi di tutti gli invitati caddero su di lei, che era entrata, con passo leggero ed elegante, nell'enorme sala da ballo. Proprio come avevo immaginato, nella sala si diffuse un brusio assordante.
-E' qui da sola?- chiesi, timidamente, cercando di non contare le voci intorno a noi.
Lei mi guardò dalla testa ai piedi, poi mi rivolse un sorriso cordiale. Era la prima volta che qualcuno, che non abitava a palazzo, mi rivolgeva la parola senza guardarmi di traverso. 
-Sì. Mia madre e mio padre non sono potuti venire. Avevano un impegno molto importante, quindi potresti portare al Re e alla Regina le mie scuse?- disse lei mostrando un bel sorriso.
Chiusi la porta.
-Ovviamente, signorina!-
-Grazie!- disse e la guardare fino a quando non la vidi sparire nella folla che la guardava meravigliata e sbalordita.

Arrivò il momento delle danze e tutti avevano trovato un partner. Anche Kai l'aveva trovato e aveva l'impressione di divertirsi molto. Però poco lontano dal gruppo di danzatori, rividi quella ragazza dall'abito bianco. Vedendola in disparte, mi avvicinai a lei. Ma avevo paura che mi avesse respinto e molto probabilmente sarebbe stato così, ma mi dispiaceva che tutti si divertivano tranne lei. Raccolsi tutto il mio coraggio.
-Salve!- salutai facendo un inchino.
-Oh... Tu sei quello dell'ingresso!-
Annuii.
-Come mai non balla?- chiesi, ma non rispose. Si limitò ad osservare la folla danzante. Poi mi venne un'idea.
-Vuole ballare con me?- chiesi, porgendole una mano.
Nessun servitore si sarebbe permesso di chiedere ad una signorina aristocratica di ballare con lui. Sarebbe stato scandaloso, ma come ho detto prima, mi dispiaceva non vederla divertirsi. Dentro di me ero pronto a ricevere insulti di ogni genere, ma la sua reazione fu completamente diversa da quella che mi aspettavo.
-Di solito non ballo con i servitori, ma visto che sei così gentile, credo che farò uno strappo!-
Prese la mano e incomminciammo a ballare. Devo dire che per essere la prima volta che ballavo, me la cavavo abbastanza bene, anche se parecchie volte sono inciampato. Non la smettevo di fare figuraccie, ma almeno ho fatto ridere quella ragazza. 

Quando i balli finirono, io e lei ci dirigemmo verso il terrazzo.
-Devo dire che è stato divertente!- disse lei, appoggiandosi al balcone.
Sorrisi ed ero quasi sicuro che arrossi, così abbassai lo sguardo cercando di nascondere il mio evidente imbarazzo.
Per la prima volta, però, mi era accaduta una cosa strana... Fin da quando l'ho vista, il mio cuore non ha smesso di battere all'imbazzata. Era una sensazione che avevo da tutta la serata. Cosa mi stava succedendo?
-E' bella la luna, non trovi?- mi chiese, riportandomi alla realtà.
-Sì, è stupenda!- risposi con un sorriso.
-Sai... Non mi sono mai divertita così tanto, in tutta la mia vita!-
-Sono contento per te!- 
Il suo sorriso era dannatamente bello. Proprio come la luna, che regnava sovrana nel cielo privo di stelle. Improvvisamente qualcosa in giardino attirò la sua attenzione.
-Credo che debba andare...- disse. 
-Di già?- chiesi, stupido.
-Sì. I miei mi voglio a casa presto.- 
-Ma la festa non è...-
Non finii la frase perchè mi diede un bacio sulla guancia, lasciandomi il segno del rossetto. Dopo il bacio, istintivamente mi toccai la guancia e lei si diresse verso la stanza.
-Spero che ci rincontreremo ancora. Grazie per la serata magnifica!-
-Aspetta...-
Cercai di fermarla, ma se ne andò e io non riuscii a chiedere il suo nome.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La Principessa Rhue ***


Capitolo 2: La Principessa Rhue
 
-Raccontami tutto dall'inizio!-
Erano passati due giorni dalla festa e Kai mi stava costringendo a raccontagli, di nuovo, della ragazza vestita di bianco.
-Perchè te lo dovrei ridire? Te l'ho raccontato un milione di volte!- dissi io disperato
-E dai!- disse facendomi gli occhioni dolci
-Guarda che non mi incanti!- 
-Uffa!-
Era una bella giornata, ma non so perchè, avevo la sensazione di aver dimenticato qualcosa. Ma cosa?
-Non hai la sensazione di aver dimenticato qualcosa?- chiesi a Kai, che nel frattempo stava giocherellando con un Ducklett.
-Nah...- disse lui continuando a stuzzicare quel povero Pokèmon
Però, all'improvviso, sentii una voce adirata dietro di me.
-Ma bravi! Quindi non avete nulla da fare, eh!-
Non avemmo nemmeno il tempo di voltarci che fummo trascinati via.
-La prego, generale Cobalion! Non ci faccia del male!- lo implorò Kai
-Mi dispiace, ma vi darò una punizione esemplare per non esservi presentati a lezione!- 
Ecco cosa mi ero dimenticato. La lezione di combattimento. Ora si che eravamo nei guai. Il Generale Cobalion era molto severo e odiava gli alunni che trasgredivano le sue regole. Per questo in combattimento era un genio. Annientava i suoi nemici con una velocità sorprendente e con la stessa severità che riservava ai suoi alunni.  
Avevo paura della punizione che ci avrebbe dato, visto che era famoso, non solo per la sua bravura, ma anche per le sue punizione ultra-pericolose.
Quando arrivammo al campo dove io e Kai ci allenavamo, ci lasciò e si mise di fronte a noi. 
-Allora... Che punizione vi posso dare?- disse
-La prego, generale... Non ci dia una punizione severa!- lo implorò Kai tremante come una foglia
-Mhmm... Credo proprio che...- iniziò a dire
Io e Kai ci guardammo con uno sguardo pieno di speranza.
-...Che vi lascerò nella foresta per un giorno intero!- continuò il Generale 
-COSA?!- scattò in piedi Kai e fu allora che si intromise Terrakion, fratello minore dei Generale. Era il consigliere più fidato del Re.
-Dai... Non è una cattiva idea!-
-Ma la foresta è un territorio che appartiene sia al mio casato che al casato dei Phoenix! E se li incontriamo?- disse Kai
-Userete le mosse che Cobalion vi ha insegnato!- rispose Virizion, sorella più piccola del Generale e di Terrakion.
Io e Kai ci guardammo. Non volevo andare nella foresta. Però non potevamo opporci. Altrimenti... non osavo immaginare!
-Allora, è deciso! Domani mattina andrete nella foresta!-
 
La mattina successiva io e Kai ci svegliammo quando il sole non era ancora sorto.
-Ma perchè così presto?- chiese Kai al Generale, che si era svegliato insieme a noi
-Perchè così ho deciso!- rispose il Generale con un sorriso sadico
Molte volte mi sono chiesto se il Generale lo facesse apposta per punirci o era nel suo carattere. Però, ogni volta, che vedevo il suo sorriso sadico mi convincevo che lo faceva apposta.
Dopo aver caricato l'unico cavallo che il Generale Cobalion ci aveva preparato, partimmo verso la foresta. La foresta era un luogo proibito perchè era l'unico territorio che non era ne degli Harmonia ne dei Phoenix. Quindi ci si poteva imbattere nell'altro casato.
Quando salutammo il Generale, Kai salì in groppo al cavallo e ci incamminammo verso la foresta.
 
Io e Kai decidemmo di accamparci quando il sole era ormai alto.
-Il Generale Cobalion è stato meschino e crudele!- disse Kai mentre io stavo montando la tenda.
-Dai... Noi non ci siamo presentati a lezione, era ovvio che avrebbe punito.- dissi io
-A volte penso che tu sei dalla sua parte!- disse lui
-Io guardo solo la verità oggettiva dei fatti. Tutto qui!- risposi voltandomi verso di lui
-Non è vero! Tu guardi solo quello che fa comodo a te! Io sono un principe! Il mio sogno è quello di mettere fine alle ostilità che dividono questa regione!- disse Kai adirandosi
Lo guardai senza proferire parola. Il suo era un grande sogno. E io lo stimavo per avere questo grande obiettivo.
-Vado a vedere se nei paraggi c'è un fiume, così provo a pescare qualcosa.- dissi e mi adentrai nel bosco lasciando da solo Kai.
All'inizio camminai a vuoto perchè la foresta era molto fitta e non riuscivo ad orientarmi. Credetti anche di essermi perso, quando scorsi una tenda rossa e un piccolo falò spento. A una prima occhiata sembrava un'accampamento e dal colore della tenda potevo capire che erano del casato dei Phoenix. Ora si che eravamo nei guai. I Phoenix erano famosi per le loro arti combattive. Mi voltai per andare ad avvisare Kai, ma una voce proveniente dall'accampamento mi fece fermare.
-Io vado al fiume! Ci vediamo dopo!-
A sentirla mi sembrava familiare e quando mi voltai... Vidi una ragazza dai capelli argentati, gli occhi rosso rubino e le labbra carnose. A prima vista sembrava la ragazza della festa. No. Era lei! Ne ero più che sicuro. Mi nascosi dietro un albero, quando uscì un ragazzo più o meno della mia età dalla tenda.
-Principessa Rhue... Sa benissimo che, senza il permesso di sua sorella, non si può muovere da qui!- disse l'uomo fermando la ragazza
-Io faccio quello che voglio! E poi... Se mia sorella si arrabbia, che si arrabbiasse. Non mi importa!-
-Ma, Principessa...- tentò di convincerla, ma lei lo linciò con lo sguardo
-Landorus... Io e te siamo cresciuti insieme. Sai benissimo come sono fatta. Quindi... Non è che potresti chiudere un occhio?- disse addolcendo di colpo lo sguardo
Il ragazzo annuì.
-Grazie mille! Ora vado al fiume!- e subito si dileguò
Io, senza farmi notare, camminai furtivamente e la seguii, fino a quando non arrivò al fiume. 
-Ah... Finalmente un pò di pace.- e incominciò a spogliarsi
Io ,immediatamente, mi girai di spalle per non vederla, però, contro il mio volere, mi rigirai e intravidi la sua schiena. I miei occhi percorsero tutta la linea della spina dorsale, fino a rigirarmi imbarazzato. Avevo visto fin troppo. Per l'emozione sentivo le guance andarmi a fuoco.
-Ah...- disse lei immergendosi nell'acqua e io potetti rigirarmi ad osservarla
Cercai di allontanarmi per poter tornare da Kai, però per sbaglio calpestai una zampa di uno Scolipede che dormiva beatamente vicino a me. Il dolore lo fece adirare e con tutta la furia che aveva, incominciò a rincorrermi facendomi uscire allo scoperto e cadere in acqua.
Una volta caduto, lo Scolipede tornò a dormire dietro al cespuglio. Io riemersi e i miei occhi si incontrarono con quelli della ragazza, che nel frattempo mi guardava spaventata.
-Aaaaaaaaah!- urlò e io urlai insieme a lei preso dallo spavento
-Un guardoneeeeee!- urlò prendendo il vestito e coprendosi
-No, no! Sono qui per puro caso! E' stato quello Scolipede a farmi cadere in acqua!- dissi cercando un modo per rimediare
Lei mi squadrò dalla testa ai piedi.
-Non è vero! Stai mentendo!- disse quasi con rabbia
Ecco... Mi aveva scoperto! Fui costretto a dirle la verità!
-Si, è vero. Ho mentito, ora però ti dico la verità. Io ti stavo seguendo perchè... sei identica a una ragazza che ho incontrato qualche giorno fa ad una festa.- 
-Questo non è un buon motivo per spiare una ragazza che tenta di fare un bagno in santa pace!- disse lei con un tono acido e distaccato
-Ah... Si e ti chiedo umilmente perdono!- feci un piccolo inchino, poi continuai -Prima di andarmene però ti voglio fare una domanda. Posso?-
-Sentiamo!- disse 
-E' lei la ragazza che tre giorni fa si presentò alla festa del casato Harmonia?-
 
 
*Angolo di Blue-Chan*
Io: Salve! Rieccomi con il capitolo due e ho pubblicato dopo 3 giorni dal primo cappy XD
Dialga: Si può dire che è un miracolo!
Io: Per la verità... Sei tu che sei prevenuto nei confronti della tua allenatrice!
Dialga: .-.
Io: Comunque... Vi è piaciuto il capitolo? A me si, soprattutto la parte in cui c'è lo Scolipede che attacca Kaito e lo fa cadere in acqua XD
Dialga: A me, invece, la parte successiva. Quella in cui la Principessa Rhue urla che è un guardone!
Io: Ahahaha! Comunque dal prossimo capitolo le cose cambieranno. Ovvero... La storia verrà raccontata da due punti di vista, quello di Rhue e quello di Kaito. Questo modo di scrivere l'ho già provato con un capitolo e mi hanno detto che è piaciuto, quindi provo a farlo anche qui XD
Dialga: E se non piace?
Io: Ti fucilo, perchè hai portato seccia >.<
Dialga: Mio dio O.o
Io: Ora vi lascio! Fatemi sapere la vostra opinione ^^ Al prossimo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** L'incontro ***


Capitolo 3: L'incontro
 
-Rhue
Fin da piccola ho avuto uno strano dono. Riuscivo a capire chi mentiva e chi diceva la verità. All'inizio ne soffrivo perchè nella mia famiglia non c'era nessuno che fosse sincero con me, ma poi... Mi sono abituata e le bugie non mi ferivano più. Però non mi accorsi che io stessa divenni una bugiarda.
 
Io non sono la vera figlia del Re. Sono solo una trovatella che la Regina accolse in casa sua. All'inizio fu molto difficile abituarmi alla vita da Principessa, perchè ero abituata ad arrampicarmi sugli alberi e a correre a piedi nudi nella natura, ma dopo mille sforzi riuscii a comportarmi come una Principessa. Però la vita principesca non faceva per me, quindi scappavo nella foresta, che era l'unico luogo in cui potevo essere me stessa e i Pokèmon non erano bugiardi con me. Credevo fosse il mio luogo personale, però un giorno vidi un ragazzo dai capelli neri e gli occhi azzurri che dava delle bacche ai Pokèmon. 
Era la prima volta che lo vedevo e dai suoi occhi potevo capire che non aveva cattive intenzioni. Credendo che fosse solo, incominciai ad avanzare verso di lui, però...
-Kaito!-
Qualcuno lo chiamò. Il ragazzo si voltò verso la direzione in cui proveniva la voce.
-Che c'è, Kai?- chiese
-Mio padre ti vuole!- rispose la voce
-Arrivo!-
Se ne andò e non lo rividi più. Passarono alcuni anni e il mio desiderio di incontrarlo divenne molto forte, quindi, con l'aiuto di Tornadus e Thundurus, due gemelli che lavoravano per mio padre, feci delle ricerche e scoprii che apparteneva al casato degli Harmonia ed era uno scudiero.
Quando sentii il nome degli Harmonia abbandonai il tentqativo di incontrarlo, però Tornadus e Thundurus mi parlarono di una festa in maschera. Io, apprendendo la notizia, dicisi di infiltrarmi e di avvicinarmi a lui. E così feci. Riuscii ad attirare la sua attenzione e passai la serata con lui. Volevo rimanere un pò di più, però notai che Landorus era venuto a cercarmi, quindi fui costretta ad andarmene.
Tre giorni dopo, però, quando io, mia sorella e Landorus andammo in gita, me lo trovai davanti.
 
-Allora? E' lei la ragazza che si presentò tre giorni fa al palazzo degli Harmonia?-
Non sapevo che rispondergli. Era lì di fronte a me ad aspettare una risposta, ma io mi limitavo a guardarlo. Alle luci della sera mi sembrava bello, ma a guardarlo con la luce del sole... Era molto più bello. I suoi occhi mi lasciavano senza parole. Però dovevo dire qualcosa...
-Io...- iniziai, però arrivò quancuno che mi fece fermare.
-Kaito! Kaito, dove sei?-
-Kai!- disse lui rivolgendosi all'amico
-Abbiamo un... Oh!- disse il ragazzo guardando me 
-Ehmm... Lei è...- incominciò Kaito, però si fermò.
Io seguii il suo sguardo e vidi mia sorella e Landorus che ci osservavano.
-Ma bene... Ci sono il Principe del casato Harmonia e il suo scudiero! Che bella sorpresa!- disse mia sorella con sarcasmo
L'amico di Kaito si voltò e impaurito cercò di salutarla.
-S-Salve!-
Mia sorella lo linciò con lo sguardo, come suo solito. Lei aveva un brutto carattere, infatti chiunque la guardasse negli occhi gli si gelava il sangue nelle vene.
-Visto che siamo tutti qui... Vorrei sapere come mai due del casato Harmonia sono qui.- disse mia sorella
-Non crede che si dovrebbe presentare prima?- disse Kai in modo gentile
Mia sorella sospirò.
-Scusami... Io sono Azula del casato Phoenix, Principe Kai degli Harmonia! Ora rispondi alla mia domanda.-
-Io e il mio scudiero siamo partiti per una gita, ma ci troveremo qui solo per un giorno!- rispose Kai con un pò di imbarazzo
-Mhmm... Capisco! Rhue!-
Mi voltai verso di lei.
-Esci e vestiti! Torniamo a casa!- ordinò e io ubbidii
Kaito mi guardava con occhi tristi. Anche per me era triste lasciarlo lì, ma dovevo obbedire a mia sorella Azula.
 
-Vorrei sapere come faceva lo scudiero del Principe Kai a conoscerti!-
Eravamo appena tornate e Azula era infuriata. Beh... Ormai ero abituata al suo brutto carattere. Non volevo rispondere alla sua domanda, perchè se avrebbe scoperto che avevo partecipato ad una festa del casato Harmonia, mi avrebbe uccisa.
-Allora?- urlò
Mi limitai a guardarla. Si avvicinò a me, mi afferrò i capelli e disse:
-Ti conviene dirmelo, altrimenti i tuoi bei capelli scompariranno! Allora?-
-Non lo conosco! Mi stava spiando, mentre stavo facendo un bagno!- mentii
Lasciò la presa.
-Bene! Sei stata brava a dirmelo! Ora vado.- e se ne andò.
Appena fui sola, uscii dalla mia camera e mi diressi verso la fine del cortile dove c'era una piccola casetta.
Appena la raggiunsi, mi guardai intorno ed entrai.
-Tornadus! Thundurus! Ci siete?-
Nessuna risposta. C'era solo un gran silenzio, ma all'improvviso sentii un rumore provenire dal piano di sopra.
Mi avvicinai alla scala e scrutai il piano di sopra e come per magia vidi Thundurus e Tornadus davanti a me!
-Salve, Principessa Rhue!- dissero in coro
Sospirai.
-Che bello vedervi ragazzi!- dissi io
-Perchè è venuta qui?- mi chiese Thundurus
-Sono venuta... per chiedervi un favore!-
 
-Kaito
-Quella Azula... E' antipatica! Ma che dico... E' super antipatica!- disse Kai
Eravamo appena arrivati al palazzo e Kai non faceva altro che lamentarsi di Azula.
-Però vorrei sapere una cosa!- mi chiese
Lo guardai.
-Sembrava che tu conoscessi la ragazza che si stava facendo il bagno... E' vero?-
Abbassai lo sguardo. Dovevo dirgli che quella era la ragazza che avevo incontrato alla festa? Beh... Era il mio migliore amico. Dovevo dirglielo.
-Devi sapere che quella ragazza... E' quella che ho incontrato alla festa tre giorni fa!- dissi e lui mi guardò sbalordito
-Lei è cosa?! Quella ragazza magnifica che stava a pochi metri da te nell'acqua era quella che hai incontrato alla festa?!-
Annuii.
Kai si avvicinò a me, mi prese per le spalle e mi disse: 
-Devi. Trovare. Quella. Ragazza!- 
Lo guardai sorpreso.
-Eh?!-
-Te ne rendi conto! Hai trovato una ragazza magnifica! Approfittane amico mio!-
-Non capisco! Tu mi stai spingendo tra le braccia di una ragazza, che è per di giunta una principessa del casato dei Phoenix!-
-E allora? E' pur sempre una ragazza! Per una volta fa come ti dico!-
In fondo aveva ragione. La Principessa Rhue era bella e affascinante, ma... Io non ero il tipo adatto a lei. Lei era una principessa, io... un umile scudiero. Non eravamo fatti per stare insieme. 
Insieme io e Kai ci dirigemmo verso l'atrio del castello, per poi divederci per andare verso le nostre stanze. Essendo un servitore del Re, la mia stanza si trovava nel lato ovest del palazzo, mentre quella di Kai si trovava al lato opposto.
Appena entrai nella stanza, mi stesi sul letto. Per la prima volta mi sentii stanco. Era una cosa che capitava raramente, in più di pomeriggio. Prima del tramonto non ero mai stanco, anzi... ero sempre vispo e allegro. Non volevo addormentarmi, ma alla fine mi arresi al sonno.
 
OOM!
Che strano suono... Che cosa sarà stato?
EKROOM!
Sembra quasi che mi voglia dire qualcosa. Ma cosa?
ZEKROM!
Zekrom?! Questo nome... Già l'ho sentito! Ma non ricordo dove...
Zeekrooom!
Mi devo svegliare?! Perchè, questo è un sogno?
Si, è un sogno!
Chi ha parlato?
Se apri gli occhi lo saprai.
... Li ho aperti, ma non vedo nulla!
Forse perchè dentro di te ci sono ancora le tenebre.
Tenebre? Che cosa vorresti dire?
Che non hai ancora trovato il vero te stesso.
Continuo a non capire.
Lo capirai in futuro.
Ma io voglio capire adesso!
Non essere impaziente. Ora però ascoltami. Tu hai sulle tue spalle un grande destino e purtroppo non puoi tirarti indietro!
Destino?! Che destino?!
Un destino che nessuno può fermare e SOLO TU puoi portare al termine!
Ma di cosa stai parlando?
Kaito... Tu non sei un essere umano! Tu sei qualcosa di molto più superiore! Ma per capire chi sei veramente dei trovare il vero te stesso e scacciare le tenebre che affuscano la tua anima e i tuoi ideali.
Non sono un essere umano? Allora cosa sono in realtà?
Lo capirai solo quando avrai trovato la verità.
La verità?
Si, Kaito. Ora vai... E trovala!
 
Mi risvegliai quando la luna era già alta. Mi alzai dal letto frastornato e confuso. Il sogno che avevo fatto non era stato molto chiaro e mi aveva lasciato la testa in confusione. Mi diressi verso il bagno, quando sentii una rumore provenire dalla finestra.
Mi avvicinai, ma non vidi nessuno. Mi allontanai un paio di metri e risentii lo stesso rumore. Mi rigirai e fu allora che vidi due figure con addosso un lungo mantello nero vicino al vetro. Cautamente mi avvicinai e aprii la finetra per capire chi fossero, ma ancora prima di domandare chi fossero, le due figure entrano velocemente nella mia stanza. Richiusi la finestra e mi girai verso di loro.
-Chi siete?- chiesi 
Le due figure, quasi in sincronia, si tolsero il cappuccio e potei vedere i loro visi.
Uno aveva aveva dei corti capelli bianchi e uno strano ciuffo azzurro che andava verso l'alto e due occhi neri.
L'altro aveva lo stesso taglio di capelli del compagno solo che erano verde smeraldo e il ciuffo viola. Occhi dello stesso colore. 
A una prima occhiata potevo dire che erano fratelli.
Dopo essersi calati il cappuccio, risposero alla mia domanda.
-Io sono Thundurus!- rispose quello con il ciuffo azzurro
-E io Tornadus!- disse l'altro
Li guardai sbalordito. Che volevano da me?
-Siamo stati mandati dalla...- incominciò Tornadus
-... Principessa Rhue! Ci ha detto di dirti che vi dovete incontrare nella foresta, vicino al fiume a mezzanotte.- e finì Thundurus 
Quando sentii il nome della Principessa Rhue il mio cuore si fermò di colpo. Che voleva da me?
-P-Perchè?- chiesi con voce tremolante
-Non lo sappiamo.-
-Ha detto solo di portarti questo messaggio.-
-Ora se non ti spiace...-
-...Noi andiamo! Good bye!-
E proprio come erano entrati, se ne andarono via più veloci del vento.
 
La luna splendeva magnifica nel cielo e mancavano pochi minuti a mezzanotte. Ero arrivato con largo anticipo nella foresta, ma poco importava. Volevo sapere quello che mi voleva dire la Principessa e questo mi aveva reso impaziente e sono subito corso nel luogo dell'appuntamento.
Mi sedetti su una roccia ad aspettare il suo arrivo, quando la vidi dietro di me che indossava un lungo mantello di seta bianco. Davanti a quella visione celestiale rimasi senza parole.
-Sono contenta che tu sia venuto!- disse facendo un tenue sorriso
Io sono mi inchinai e la salutai: -Buonasera, Principessa Rhue!-
Lei mi squadrò.
-Non ti inchinare e non chiamarmi Principessa, altrimenti ci scoprono!- disse a bassa voce
-Chi ci scopre?- chiesi abbassando la voce anch'io
-Gli scagnozzi di mia sorella! A volte mi fa pedinare. Comunque ti ho chiamato qui per dirti una cosa molto importante.- disse lei guardandomi con uno sguardo talmente intenso che, almeno credo, mi abbia fatto arrossire notevolmente.
Annuii in modo che lei potesse continuare.
-Ecco... Ti volevo chiedere se... Volevi fuggire via con me.-
A quelle parole rimasi stupefatto. 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** L'inizio di tutto ***


Capitolo 4: L'inizio di tutto
 
-Rhue
-Ti prego... Vieni via con me!-
Era una serata bellissima. La luna era alta nel cielo e le stelle erano numerose. Proprio quella notte incontri Kaito.
Non so bene perchè gli chiesi di scappare via con me, ma sapevo solo che avevo il desiderio di andare il più lontano possibile da mia sorella e stare più vicino a lui.
-Allora?- dissi visto che non aveva risposto alla mia domanda
-Cosa?- disse lui come se non mi avesse sentito
-Come cosa! Ti ho chiesto se vuoi scappare con me!- dissi perdendo la pazienza 
Abbassò lo sguardo.
-Mi dispiace, ma non posso!-
-Come non puoi?- chiesi quasi con le lacrime agli occhi 
-Sono uno scudiero e il mio compito è quello di stare accanto a Kai. Mi dispiace...-
Lo guardai allibita. Senza accorgermene, le lacrime incominciarono a scendere rigandomi le guancie. Mi girai di spalle per non fargli vedere che stavo piangendo. 
-Se è così... Ti chiedo scusa per averti fatto venire qui.-
-No, sono io quello che si deve scusare.- disse lui
-Figurati. Ora vai, prima che ci scoprono.- dissi senza voltarmi
Sono quasi certa che lui si inchinò e lentamente si allontanò. Quando fui certa che fosse abbastanza lontano, mi abbandonai al pianto.
Ma perchè piangevo? In fondo aveva fatto la sua scelta. Non era obbligato a venire con me, ma perchè soffrivo così? Volevo fermare le lacrime, però più pensavo al suo rifiuto, più le lacrime scendevano. Perchè mi sentivo così?
 
-Kaito
Quella notte non chiusi occhio. Pensavo alla Principessa Rhue e alla sua proposta.
Avevo fatto bene a rifiutare? Forse era meglio scappare con lei? No... Avevo fatto bene a rifiutare, altrimenti sarebbe scoppiata un ennesima guerra tra i Phoenix e gli Harmonia. Però mi sentivo in colpa. Anche se si era girata di spalle, capii benissimo che era scoppiata a piangiare per colpa mia. 
I miei pensieri furono interrotti, quando il Generale Cobalion entrò nella stanza facendomi capire che era ora di alzarsi, però vedendomi seduto sul letto lo sorprese.
-Fin da piccolo sei stato un dormiglione, ora invece ti vedo sveglio alle 8.30 del mattino. E' un miracolo.- disse scherzosamente
Sorrisi.
-Dai, preparati. Fra un'ora inizia l'allenamento .- disse e se ne uscì, lasciandomi da solo con i miei pensieri
 
-Bene! Oggi simuleremo un combattimento!-
-Eh?!-
Era appena iniziato l'allenamento e al Generale era venuta la brillante idea di fare una simulazione. Di solito ero contento di fare le simulazioni, così potevo evitare le torture del Generale, ma quel giorno non ero in vena di fare un combattimento.
-Su... Forza prendete una spada e incominciate.- disse il Generale 
Presi una spada e io e Kai incomminciammo a combattere, ma anche se mi stavo allenando avevo la testa altrove.
All'improvviso vidi Terrakion che disse una cosa al Generale. Doveva essere una cosa importante per terminare la simulazione. E infatti era così.
-Cosa succede?- chiesi dopo essermi fermato
-Lo scoprirai presto. Il re ha chiesto la vostra presenza.- rispose il Generale incominciando ad avviarsi verso il palazzo.
 
-Come mai siamo qui? Perchè mio padre ci vuole?- chiese Kai una volta giunti davanti al portone che portava nell'atrio
-Purtroppo ragazzi è successo un guaio.- disse il Generale
Dai suoi occhi potevo capire che era successo qualcosa di molto grave e, non so perchè, incominciai a pensare alla Principessa Rhue e alla sua proposta. Non è che c'entrava qualcosa?
-Che tipo di guaio?- chiese Kai un pò preoccupato
-Guardate con i vostri occhi!- disse il Generale aprendo i portone richiamando l'attenzione di tre persone che stavano parlando.
Il primo era il Re Iroh, padre di Kai, poi un altro uomo, vestito di rosso, affiancato da una ragazza dai lunghi capelli castani raccolti da una coda. Era Azula. Quindi potei dedurre che l'uomo affianco a lei doveva essere il Re dei Phoenix.
-Cobalion! Spero di non averti disturbato troppo!- disse il Re Iroh
-Non si preoccupi! Per me è un onore servirla!- disse il Generale facendo un inchino
-Su, ragazzi! Entrate.- disse Terrakion spingendoci
Appena entrammo, il Re ci fece segno di avvicinarmi.
-Padre, perchè ci ha convocato?-
-Perchè mia sorella è scappata e crediamo che c'entrata in qualcosa.- disse Azula
Ecco lo sapevo!
-La principessa Rhue è scappata?!- disse Kai sorpreso
-Già... Forse tu non lo sai, ma credo che lo scudiero sappia qualcosa.- disse Azula avvicinandosi a me
-Io non so niente!- dissi con freddezza in modo da non sembrare troppo nervoso e farle capire che sapevo qualcosa della sorella
-Davvero?! Non mi sembra. E credo anche che voi due vi conoscevate già da prima, visto come vi guardavate quando ti ho trovato nel fiume insieme a Rhue... O è una mia impressione?-
Quella maledetta...
-Kaito... Cos'è questa storia?- mi chiese il Generale
-Io non l'avevo mai incontrata. E' stato un caso trovarla lì nel giorno in cui io e Kai eravamo andati nel bosco per una breve gita. In più non sapevo nemmeno che sarebbe scappata!- dissi
Azula sorrise.
-Stai mentendo.-
-Non è vero! E' la verità!- dissi
-Si, è vero! Io ne sono testimone!- disse Kai difendondomi
-Ok, è la verità, ma un uccellino mi ha riferito che Rhue stanotte si è incontrata con te... Lo ammetti?-
Rimasi in silenzio.
-Chi tace acconsente! Allora... Dimmi dov'è Rhue!- disse Azula 
-Non lo so.- dissi
-Non lo sai. Allora facciamo così... Ti do tre giorni di tempo per dirmi dov'è mia sorella, altrimenti io e l'esercito di mio padre attaccheremo il vostro regno. Non è d'accordo, padre?-
-Si, sono d'accordo!- disse il re dei Phoenix
-Bene! Allora ci vediamo fra tre giorni, scudiero!- disse e se ne andò

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Il mosaico ***


Capitolo 5: Il mosaico
 
-Kaito
-Allora ci rivedremo fra tre giorni, scudiero!-
Una volta detto la frase, Azula e suo padre lasciarono il palazzo.
-Kaito...-
Il generale mi guardava con uno sguardo pieno di rimprovero e interrogativo.
-Mi spieghi perchè la Principessa Azula ti ha incolpato della scomparsa della sorella?-
Abbassai lo sguardo.
-Non lo so.-
-Ma è vero che hai incontrato la Principessa Rhue?-
Annuii.
-Perchè non me lo hai detto?-
-Non credevo che sarebbe andata così!-
Davvero... Non credevo! Il fatto che sia venuta Azula e mi abbia incolpato mi aveva letteralmente sconvolto. E anche la scomparsa di Rhue... Non me lo aspettavo.
-Visto che sei stato incolpato... Farai la ricerca da solo!-
Guardai il Generale. Aveva tutto il diritto di essere arrabbiato.
-Ma da solo in tre giorni non ce la farà mai!- disse Kai
-Non m'importa. Lui combinato il guaio e lui rimedia! Non è d'accordo con me, Sire?-
Re Iroh rimase in silenzio per due minuti, poi disse: -Si, ma anche mio figlio Kai ha ragione. Non ce la farà mai in tre giorni tutto da solo. E' giusto che ci sia qualcuno che lo accompagni nella ricerca.-
-Lo accompagnerò io.- si offrì Kai
-Ne sei sicuro?- chiese il Re
-Certo! Lui, non solo è il mio scudiero, è anche il mio migliore amico! E' giusto che io lo accompagni.-
-Allora è deciso. Mio figlio Kai ti accompagnerà e partirete fra un'ora!-
Sapere che mi avrebbe accompagnato Kai mi aveva rincuorato, però avevo la sensazione che sarebbe successo qualcosa di brutto
 
-Ecco i cavalli e le provviste. Credo che abbiate tutto quello che vi occorre.- disse con gentilezza Virizion
-Grazie mille!- ringraziammo in coro io e Kai
-Di nulla. Sapete... Sono preoccupata per questa spedizione.-
Io e Kai ci guardammop.
-Non ti preoccupare. C'è la caveremo.- disse Kai con un sorriso 
Virizion sorrise e ci abbracciò.
-Allora... In bocca al lupo.- e ci lasciò
-Su, ragazzi! Dovete andare, altrimenti arriverete in citta dopo il tramonto!- disse Terrakion
-Si.- dicemmo in coro e ci dirigemmo verso i cavalli.
-Buona fortuna!-
Una volta salutato il Consigliere Terrakion e sua sorella Virizion, ci incamminammo verso la città più vicina: Mistralopoli.
Era un piccolo villaggio dove soffiava sempre il vento. Non ho mai amato quella città, però ogni volta che ci andavo ero felice... Non chiedetemi il perchè. So solo che c'era qualcosa che mi faceva sentire a casa. Però avevo la strana sensazione che Rhue non si trovava in quella città.
 
-Rhue 
Mi svegliai nel bosco quando il sole era già alto. Non ricordavo precisamente dove mi trovavo, ricordavo solo di aver pianto per il rifiuto di Kaito. Mi alzai e mi diressi verso la città. Quando fui giunta all'entrata del villaggio, sentii una strana melodia. Andai verso la direzione da cui proveniva la melodia e subito mi ritrovai in un mercato. 
-Avete sentito della Principessa del casato dei Phoenix che è scappata?-
-Sì! Ho sentito anche che la sorella, la Principessa Azula, ha dato tre giorni di tempo al re per trovarla. Se non la trovano dichiarerà guerra.-
-Incredibile...-
Azula era accorrente della mia scomparsa?
-Avete sentito l'ultima? Pare che la Principessa Azula abbia incolpato lo scudiero del Pricipe Kai!-
Cosa?
-Sì! Pare anche che la Principessa Rhue si incontri segretamente con lo scudiero!-
-Oddio!-
-Già!-
Quella maledetta! Come aveva potuto fare una cosa del genere? Però se sapevano che ero scappata, vuol dire che mi potevano riconoscere. Quindi alzai il cappuccio del mio mantello e mi avventurai per il mercato.
Vagai per alcuni minuti, fino a quando la melodia mi portò ai confini della città. Imboccai la strada e notai che la melodia, ogni volta che avanzavo, diventava sempre più forte. Dopo mezz'ora di cammino arrivai ai piedi di una torre gigantesca. Ma appena la vidi, l'unica cosa che ricordo era un ragazzo dai capelli color dell'oro che veniva verso di me.
 
-Kaito
-Finalmente siamo arrivati a Mistralopoli!- 
Il sole stava per tramontare e io e Kai arrivammo al villaggio. Appena arrivammo scendemmo dai cavalli e ci dirigemmo verso una locanda. Quando entrammo, tutti, compreso l'oste, si inchinarono nel vedere Kai.
-Salve anche a voi!- disse Kai e tutti ritornarono ai loro posti
Io e Kai ci sedemmo vicino alla finestra.
-Allora... Da dove incominciamo le ricerche?- mi chiese Kai
-Non lo so.- risposi
-Non hai nemmeno una mezza idea?-
Scossi la testa.
-Ah... Allora siamo messi male.-
Ci fu un attimo di silenzio, quando all'improvviso sentii una strana musica. Come stregato, mi alzai e mi diressi verso la musica.
-Kaito... Dove vai?- mi chiese Kai seguendomi
-Sento una strana musica...-
-Ma che musica? Io non sento nulla!- 
-Seguimi e basta!-
E subito dopo mi ritrovai ai piedi di una gigantesca torre.
-Wow! E' enorme!- disse Kai
Però nonostante fossi arrivato ai piedi della torre, la musica non era cessata. Era come se la musica mi volesse condurre all'interno della torre.
Ricominciai a sentire la musica e girai intorno alla torre fino a trovare un piccolo ponte che conduce verso un enorme portone.
-Ehi, Kai! Vieni qui!-
Corsi verso il portone.
-Che vuoi fare?- mi chiese Kai una volta avermi raggiunto
-Ho intenzione di continuare a seguire la musica!-
-La senti ancora?-
Annuii.
-Ah... Dobbiamo avventurarci all'interno di questa enorme torre?-
-Kai...- dissi -Può sembrare una follia, ma io sento che questa musica mi condurrà da Rhue!-
Era vero! Non so perchè, ma ero sicuro che quella musica mi avrebbe condotto da lei.
Spalancai il portone e io e Kai vedemmo davanti ai nostri occhi una caverna con al centro una stretta stradina che porta verso un'altra porta.
Io incominciai a camminare verso la seconda porta e Kai mi seguì. Una volta raggiunta, l'aprii. Ero convinto di ritrovarmi di nuovo in un'altra grotta e invece mi ritrovai in un atrio immenso, con un ampia scalinata al centro.
-Caspita!- disse Kai 
Quel "caspita" rimbombò per tutto l'atrio. Era sorprendente come una torre del genere poteva nascondere una stanza così enorme.
Appena varcammo la soglia dell'atrio, la scala si illuminò e vidi una donna vestita di bianco che saliva le scale. Incomincia a correrre verso di lei, convinto che fosse Rhue.
-Rhue!- provai a chiamarla, ma lei non si girò
Corsi più veloce che potei e cercai di prenderle il polso, ma non riuscii ad afferrarla... Come se avessi toccato un fantasma.
Mi fermai. Era davvero Rhue? O era solo una mia allucinazione? Io ero fermamente convinto che fosse Rhue... Il suo portamento elegante, corpo esile, il bianco candido dell'abito. Mi sembrava proprio lei, ma allora perchè?
All'improvviso sentii qualcuno mettermi una mano sulla spalla. Mi voltai e non vidi nessuno. Poi sentii dei passi e mi rivoltai, ma di nuovo non vidi nessuno.
-Kaito!-
Rhue! Mi aveva chiamato!
-Rhue! Riesci a sentirmi? Dove sei?-
Nessuna risposta. Incominciai a correre e a girare per la torre per trovarla, fino a quando, alla fine del corridoio, vidi un mosaico che raffigurava due Pokèmon che volavano nel cielo lasciando una scia di fulmini e di fiamme. Erano giganteschi, uno bianco e uno nero. Uno era leggiadro ed elegante, l'altro feroce e superbo. Era la prima volta che guardavo quel magnifico mosaico eppure quei due Pokèmon mi erano familiari. Istintivamente toccai la parte di mosaico che rappresentava il Pokèmon nero e, appena lo toccai, si illuminò, si aprì e davanti a me comparve una grande scalinata. Quando la vidi, la musica divenne più forte, talmente forte da farmi venire il mal di testa. 
Salii il primo scalino, poi il secondo, fino a quando il mosaico si chiuse di botto e io fui inghiottito dalle tenebre.
 
-Rhue
AAM!
Chi sei?
RAAAM!
Chi sei? Rispondi!
Sono te.
Me?
Sì. Anche se la risposta giusta è che sono una parte di te.
Una parte di... me?
Esatto.
Ma perchè non ti vedo?
Non è arrivato ancora il momento.
Il momento di cosa?
Lo saprai presto.
Ma io voglio saperlo ora.
Non essere impaziente. Qualcuno ti mostrerà la strada che devi percorrere.
E se questo qualcuno non mi troverà?
Ti troverà, vedrai!
Come farò a riconoscerlo?
Basta che ascolterai il tuo cuore. 
Il mio cuore... E' da tanto tempo che non riesce più a distinguere il bene e il male.
Ora il tuo cuore è stato corrotto dalle troppe falsità, ma quando troverai lui...
Lui?!
Sì... L'ideale.
Ideale?
E' l'obiettivo che tu vuoi raggiungere. Ora nel tuo cuore non hai ideali, non hai nessuno scopo. Quando lo troverai... Il tuo cuore sarà libero.
 
-Kaito
-Maledizione! E ora come faccio ad uscire da qui?-
Ero ancora intrappolato nel musaico e per di più non vedevo nulla. Battei un pugno sul muro. All'improssivo, come per magie, si accesero delle torce.
-Ah... Se lo sapevo, l'avrei fatto prima.-
Incominciai a salire la scale, che più salivo, più diventava piccola e stretta. Dopo aver salito quella scala infinita, vidi una piccola porta. Cercai di aprirla, ma niente. Allora presi la rincorsa e mi spiansi contro di lei, abbattendola. Una volta buttata giù la porta, mi alzai e cercai di capire dove mi trovassi.
Era una stanza gigantesca con un gigantesco buco su un muro e un mare di macerie sparse in giro. Incominciai a girare per quella stanza, quando vidi nei pressi del buco una figura esile stesa per terra.
Corsi verso quella figura, per capire che cosa fosse. Appena la vidi rimasi scioccato!
Era Rhue! L'avevo trovata!
Una volta riconosciuta, mi sedetti vicino a lei e cercai di farla rinvenire.
-Rhue! Svegliati, ti prego!-
Cercai di scuoterla, ma niente. Non si svegliava. Era tutto inutile. Incominciai a piangere. Come era potuto succedere? Le lacrime mi scendeva inarrestabili, fino a cadere sul viso delicato di Rhue. Senza accorgemene, Rhue mi accarezzò una guancia, asciugandomi le lacrime.
-Non piangere...- disse fiocamente
Allora non era morta! Che sollievo. L'abbracciai per la felicità.
-Che bello! Ti ho trovata! Non sai quanto mi sono spaventato, quando ti ho vista qui per terra. Credevo fossi morta, ma ora va tutto bene.-
Rhue ricambiò l'abbraccio.
-Grazie, Kaito!-
Ci sciogliemmo dall'abbraccio e ci guardammo negli occhi. Era così bello averla lì accanto a me. Sembrava un sogno. Il cuore mi batteva così forte da farmi male. Poi i miei occhi si posarono sulle sue labbra. Anche senza rossetto erano di un bel rosa. Solo guardandole mi venne voglia di toccarle e così, involontariamente, il mio pollice le accarezzò. Lei a quel gesto mi guardò con far interrogativo. Anche io non sapevo cosa mi fosse preso, però era una bella sensazione... Piano piano, però, il mio viso si avvicinò al suo, fino a quando le mie labbra non si posarono sulle sue.
Quando mi accorsi di quello che stava succedendo, mi alzai di sbotto e misi una mano davanti alla bocca.
-Scusa! Non volevo baciarti! E' stata una cosa involontaria, non volevo!- dissi tutto rosso dalla vergogna
Lei stava per dire qualcosa, quando Kai arrivò nella stanza.
-Kaito!- disse vedendomi da lontano 
Corse verso di me e quando mi raggiunse disse: -Come ti è saltato in mente di abbandonarmi in quell'atrio gigantesco tutto da solo?!-
-Scusa... Non volevo!-
-Non fa niente!- disse rivolgendomi un sorriso, poi si girò verso Rhue
-Eh?! Hai trovato la Principessa!- disse sorpreso
-Come puoi vedere...- dissi guardandola
-Wow... Non credevo che l'avremmo trovato così facilmente.- disse Kai
-E invece l'avete fatto.- disse Rhue alzandosi
-Visto che ti abbiamo trovato... Si torna a casa!- disse Kai, ma Rhue lo fermò.
-No!-
-Come no? Lo sai che tua sorella ci ha dato un ultimatum per trovarti? Ha detto pure che avrebbe dichiarato guerra se non ti avessimo riportata da lei.-
-E' questo il punto!-
Io e Kai ci guardammo.
-Io non voglio tornare da mia sorella! Lei mi odia e per questo mi tratta sempre male. Mi usa come il suo burattino. Ma non lo fa solo con me! Lo fa con tutti! Anche con nostro padre! E' per colpa sua se ora mia madre... la donna che mi ha preso e portata con se... Non c'è più.-
-Che cosa vuoi dire?- disse Kai
-Voglio dire.. Mia sorella è talmente assetata di potere che ha avuto il coraggio di uccidere la sua stessa madre!-

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Promessa ***


Capitolo 6: 
 
-Rhue
-Voglio dire.. Mia sorella è talmente assetata di potere che ha avuto il coraggio di uccidere la sua stessa madre!-
Kaito e il suo amico, il Principe Kai, mi avevano trovata. Ero felice, ma allo stesso tempo triste, perchè mi avrebbero riportato da mia sorella. Non mi pentii di aver detto quella frase, anzi mi ero tolto un peso dal cuore. Mantenere quel segreto era diventato insopportabile!
-E' impossibile!- disse Kai 
-Invece è la verità!- dissi
-Aspetta... Rhue, sei sicura di quello che hai detto? Guarda che è una cosa molto grave!- disse Kaito
-Certo che ne sono sicura! L'ho visto con i miei occhi!-  risposi
Kaito e Kai si guardarono.
-E perchè lo avrebbe fatto?- chiese Kai
Lo guardai per un paio di secondi.
-Ecco... E' una storia piuttosto lunga da raccontare.-
Kaito e il Principe si sedettero.
-Ebbene noi abbiamo tutto il tempo! Prego, incomincia pure.- disse Kai e io incominciai il racconto
-Avevo tredici anni quando vidi l'accaduto. Allora nel regno dei Phoenix c'era una grave crisi e mio padre aveva cercato in tutti i modi per risanare la situazione, ma fu tutto inutile. Talmente si era accanito che si ammalò. Tutti i dottori dissero a mia madre che non si sarebbe salvato, quindi i saggi si riunirono per decidere chi sarebbe stato il suo succere, nel caso in cui sarebbe morto.
Tutti votarono per Azula visto che era la sua unica figlia, ma mia madre si oppose dicendo che Azula avrebbe portato il regno alla rovina.
I saggi si chiesero perchè e lei rispose che mia sorella pensava solo a se stessa e avrebbe fatto talemente tante guerre che il regno non ne sarebbe uscito illeso.
Quindi i saggi chiesero a mia madre chi sarebbe stato il più adatto e lei propose me. Tutti si opposero perchè ero un orfanella e che non avevo sangue reale. Ma mia madre non si arrese. Fece una proposta ai saggi. Io sarei salita al trono solo se avessi trovato uno sposo di sangue reale e loro acconsentirono. 
Azula, che aveva sentito tutto il discorso, si sentì offesa e tradita. Credeva che la madre patteggiasse per lei, che era la sua unica figlia naturale e invece non era così. Poichè lei voleva il trono, decise di vendicarsi. Così comprò delle armi e incominciò ad allenarsi. Passata una settimana, chiamò mia madre e la candusse nel gazebo in cortile, in modo che nessuno la potesse vedere. Incominciarono a parlare, quando...- 
Mi fermai. Era troppo doloroso per me ricordare l'accaduto. Talmente doloroso che scoppiai a piangere.
Kaito si alzò e mi abbracciò.
-Se è troppo doloroso per te lascia perdere.-
-No.- dissi -Ve lo devo dire. Così capirete che persona è mia sorella!-
Mi asciugai le lacrime e contiuai.
-Incominciarono a parlare. Mia sorella le chiese perchè non aveva scelto lei come futura regina e lei disse le stesse cose che disse ai saggi. Azula incominciò a urlare e poco dopo... La uccise.-
-Che persona spregevole. Con quale coraggio si può uccidere la proprio madre?! Io non ce l'avrei mai fatta.- disse Kai
-E poi che successe?- chiese Kaito
-Successe quello che successe. Azula lasciò il corpo della madre nel gazebo e, la mattina successiva, fece finta di passare per quelle parti per caso e quando vide il corpo lanciò un urlo. Le guardie accorsero e videro la Regina inerme. Avvisarono i saggi e mio padre, che nel frattempo era guarito.-
-Mio dio...- 
-E i saggi? Annullarono tutto?- 
-Sì. Azula andò a piangere da lui e gli raccontò di quello che la madre disse ai saggi, così mio padre ordinò loro di elegere mia sorella come sua erede.-
-Che orrore! Tutto questo solo per avere il trono per se...- disse Kai
-Già.- dissi 
Ci furono degli attimi di silenzio, poi Kaito disse: -Ora andiamo!-
Kai si alzò.
-Mi riporterete da mia sorella?- chiesi
Si fermarono. Kaito si girò e disse: -Non lo so... Ma non credo che lo farò.-
Sorrisi. Ero sicura che Kaito non mi avrebbe riportata da quella arpia. Però avevo un brutto presentimento.
 
-Kaito
Quando uscimmo dalla torre il sole era ormai calato e aveva fatto spazio alla solitaria luna.
-Ora che facciamo? E' tardi per tornare al palazzo.- disse Kai
-Andremo alla locanda dove ci eravamo fermati, prima di venire qui. Poi domani mattina ritorneremo al palazzo.- dissi voltandomi verso di lui.
-Ma...- disse Rhue, ma io la fermai
-Non ti preoccupare! Non ti porterò da tua sorella.- dissi sorridendole
-E cosa vuoi fare?- chiese Kai
-Voglio raccontare la storia che ci ha raccontato Rhue al Generale Cobalion.- risposi
-Cosa?! Di sicuro il Generale non ci crederà!- 
-E invece lo deve fare! Così almeno possiamo capire cosa fare con Azula...- dissi
-Ma anche se vi credesse, mia sorella farebbe di tutto per eliminarlo. Quando ha saputo che io avevo visto tutto, mi ha minacciata di uccidermi se l'avessi detto a qualcuno.- disse Rhue
-E noi cercheremo di non farglielo sapere!- dissi facendo l'occhiolino
-Speriamo.- 
-Su ora andiamo che ho una fame da lupi!- disse Kai avanzando verso la città
Incominciai a seguirlo, quando notai che Rhue era rimasta indietro.
-Ehi... Che hai?- chiesi
-Niente... Sono solo molto preoccupata!- disse
Mi avvicinai e l'abbracciai.
-Andrà tutto bene! Non ti preoccupare.- dissi per rassicurarla. Anche se anche io ero preoccupato per quello che sarebbe accaduto.
 
Era arrivata la mattina e io e Kai ci svegliammo presto per preparare i cavalli per il ritorno. Facemmo colazione e subito dopo partimmo. Per tutto il tragitto notai smarrimento e paura negli occhi di Rhue. Come avrei voluto aiutarla e toglierle quel senso di smarrimento che la tormentava.
Quando arrivammo al palazzo, cercammo di fare meno rumore possibile. Scendemmo dai cavalli e andammo verso la serra di Virizion, che si trovava nel bosco. Per prima cosa avremmo parlato con lei, così ci avrebbe aiutato a parlare con il Generale.
-Ehy, Virizion! Ci sei?- disse Kai entrando nella serra
Virizion, sentendo la voce di Kai, si precipitò e appena ci vide, ci corse incontro e ci abbracciò.
-Ragazzi! Che bello, siete tornati! Ero così preoccupata! Ma come mai siete ritornati così presto? Avete avuto dei problemi?- chiese Virizion
 -No... E' solo che...-
Io e Kai ci guardammo.
-Abbiamo trovato la Principessa!- dicemmo in coro facendole vedere Rhue che si trovava dietro di noi.
Virizion a vederla rimase a bocca aperta nel vederla. 
-Wow! Avete fatto subito!- disse, poi si avvicinò a Rhue e si presentò: -Piacere! Io sono Virizion!-
-E' il medico di corte! Ma per me e Kaito è come una madre!- disse Kai
Rhue la guardò dalla testa ai piedi.
-Piacere di conoscerla, Dottoressa Virizion!- disse facendo un inchino
-No... Non c'è bisogno che ti inchini e nemmeno di chiamarmi Dottoressa... Chiamami semplicemente Virizion!- disse Virizion mostrandole il suo caloroso sorriso cordiale
-Però, ragazzi...- disse Virizion rivolgendosi a noi -Perchè l'avete condotta qui, invece da Cobalion?-
Io e Kai ci guardammo.
-Vedi...- incominciò Kai
Insieme ci avvicinammo a Virizion e incominciammo a parlare sotto voce.
-E' una questione un pò delicata.- dicemmo
-Ok, ma... Perchè parlate a bassa voce?-
Virizion è una donna dolcissima, ma a volte si rivelava un pò stupidina. Però Cobalion e Terrakion ritenevano che non fosse stupida, ma bensì ingenua.
Io e Kai la prendemmo delicatamente e, approfittando di un momento di distrazione di Rhue, la portammo un pò più lontano, in modo da parlare senza essere ascoltati.
-Mi spiegate cosa sta succedendo?- chiese Virizion
-Ecco... Ti vorremmo chiedere un favore!- disse Kai
Virizion ci guardò con sguardo interrogativo.
-Devi convincere Cobalion a tenere Rhue qui con noi.- dissi
-Come?!- disse
-Purtroppo Rhue ci ha raccontato una cosa sulla sua famiglia e noi non vogliamo che le succeda qualcosa di brutto.- disse Kai
-E cosa è successo di così allarmante?- ci chiese e noi incominciammo a raccontarle di quello che ha fatto Azula.
Una volta finito il racconto, cadde il silenzio. Virizion non proferiva parola, ma si capiva dalla sua espressione che era innoridita.
-Allora?- disse Kai rompendo quel pesante silenzio
Virizion abbassò lo sgurdo, poi disse: -Sono d'accordo!-
Ah...! Sapere che lei era dalla nostra parte era un sollievo. Ma il vero problema era il Generale. Chissà se si sarebbe convinto...
-Ehi... Che state facendo?- ci chiese Rhue
-Niente! Su, venga con noi!- disse Kai facendole strada e io lo seguii.
Rhue si avvicinò a me.
-Dove mi volete portare?- chiese
La guardai e sorrisi.
-Non ti preoccupare. Non ti porteremo da tua sorella! Te lo giuro!-
 
-Rhue
Erano passate due ore da quando mi portarono al palazzo degli Harmonia e la maggior parte del tempo lo passai in un enorme salone.
-Che ci facciamo qui?- chiesi a Kaito e al Principe, ma loro erano troppo nervosi da ascoltarmi.
Mi girai verso Kaito e aprii bocca per dire qualcosa, quando nel salone entrarono due uomini, uno dai capelli argentati, con riflessi azzurrini, e l'altro dai capelli color fango, entrambi molto alti. 
A vederli Kai e Kaito si misero sugli attenti.
-Spero che si qualcosa di urgente, per avermi fatto chiamare!- disse l'uomo dai capelli argentati.
-Si, Cobalion!- disse Virizion
-E sentiamo... Cos'è?- chiese l'altro
-Ecco, Terrakion... E' un pò difficile da spiegare!-
Cobalion fece una smorfia.
-Taglia corto.- disse 
Il suo modo prepotente mi dava sui nervi!
-Ecco, riguarda...- Virizion si girò verso di me, ma gli occhi azzurrognoli di Cobalion subito caddere su di me
-Ma quella...- incominciò a dire Terrakion
-Avete trovato la Principessa?!- disse Cobalion sorpreso
Kai e Kaito annuirono intimoriti. Ma perchè avevano così tanta paura di lui?
-Kaito! E' davvero lei?- chiese Cobalion
-Si!- rispose
-Bene....-
Cadde un minuto di silenzio.
Cobalion si voltò verso una guardia e disse: -Manda una lettera alla Principessa Azula, dove la informiamo del ritrovamento di sua sorella.-
A quelle parole quasi svenni. Non volevo tornare da quella strega!
-No, fermo!- lo fermò Virizion
Cobalion si girò repentinamente verso di lei e chiese: -Perchè?-
Virizion abbassò lo sguardo.
-Virizion... Perchè lo ha fermato?- chiese Terrakion con dolcezza
-La Principessa non vuole tornare a casa!- rispose
-Cosa?! Ma lo sai che se non la riportiamo dalla sorella ci dichiarerà guerra, vero?- urlò Cobalion
-Lo so, ma i ragazzi mi hanno raccontato una cosa...-
-I ragazzi!- 
Cobalion camminò verso di loro. 
-Visto che avete raccontato una cosa a Virizion, vorrei saperla anche io!- disse
Si vedeva dagli occhi che era furioso.
Kai e Kaito mi guardarono.
-Rhue ci ha raccontato che Azula...-
-Che Azula?- disse Cobalion per spingerlo a continuare
-Azula ha ucciso sua madre per sete di potere e, per avere tutto nelle sue mani, usa a suo piacimento le persone.- continuò Kaito
Cobalion lo guardò allibito. 
-Ha ucciso... Sua madre?- disse fiocamente
-Sì! E visto che la Principessa Azula la maltratta, la Principessa è scappata!- disse Kai
Cobalion non parlò più. Sembrava innoridito da quello che aveva appena sentito.
-Per questo ti abbiamo chiamato! Per convincerti a tenere la Principessa Rhue qui con noi.- disse Virizion
Però lui non disse nulla.
-Tu che dici Terrakion?- 
-Non lo so. La decisione spetta a Cobalion.-
Tutti si voltarono verso di lui. Aspettavamo con ansia la sua risposta.
-Ok... La principessa rimarrà qui! Però... Se succederà qualcosa, la responsabilità non sarà mia! Chiaro?- disse rivolto a Kaito e al Principe, che subito annuirono contenti.
-Bene... Ora vado, che ho da fare!- disse e se ne andò
 
-Non credevo che il Generale avesse ceduto...- 
Ci trovavamo io, Kai, Kaito, Virizion e Terrakion in giardino. Dopo quella "snervante" chiaccherata con Cabalion, Virizion ci aveva preparato dell'ottimo thè. 
-Nemmeno io! Credevo che avesse spedito subito la Principessa da quella megera di Azula!- disse Kai
-Kai!- lo intimò Virizion
-Scusa, ma se lo merita!-
Stare con loro mi dava conforto. Era come se loro fosse sempre stata la mia famiglia.
-Spero che vada tutto bene e che non succeda nulla di inconvenevole.- disse Terrakion sorseggiando il suo thè
-Perchè?- chiese Virizion
-Perchè se la Principessa Azula scopre che abbiamo trovato la sorella, ma non l'abbiamo riportata da lei, ci dichiarerà subito guerra.- rispose Terrakion
-Ma anche se passano questi tre giorni senza che lei lo scopra, ci dichiarerà lo stesso guerra, quindi...- disse Kai
Terrakion lo guardò. Si vedeva dal suo sguardo che era preoccupato.
Quello che avevano detto sia Kai che Terrakion era vero. Azula avrebbe dichiarato guerra. Però, perchè combattere, quando la situazione poteva essere risolta benissimo con le parole?
 
-Kaito
Passarono due giorni e la Principessa Azula non si fece nè vedere nè sentire. Come se fosse scomparsa nel nulla. Tutti al palazzo, ci tranquillizzammo. Credevamo che Rhue fosse al sicuro e che nessuno l'avrebbe portata via.
-Sono passati due giorni ormai. Credo che Azula si sia dimenticata della sorella.- dissi a Kai mentre ci preparavamo per l'allenamento
-Anche io la penso come te. Prima ci da un ultimatum e poi se ne dimentica.-
-Che strana ragazza...-
Una volta preparati andammo nel cortile, dove di solito il Generale ci allenava. Però quella mattina non era lì.
-Dove è finito il Generale?- chiese Kai
-Non lo so... Se per questo non vedo nemmeno Rhue.- dissi notando l'assenza di Rhue, visto che aveva insistito per guardare il nostro allenamento
-Forse si stanno ancora preparando...- suppose Kai, ma non era così. C'era qualcosa di strano nell'aria.
All'improvviso vidi Virizion che correva verso di noi.
-Ragazzi! E' successa una cosa terribile!- disse dopo averci raggiunto
Io e Kai la guardammo.
-Cosa è successo?- chiesi
-La Principessa e i suoi cavalieri... Sono tornati a prendere Rhue!-
Cosa?! Come aveva fatto a sapere che era qui con noi?!
-Come faceva a sapere che era qui?- chiese Kai
-Non lo so. Ma ora venite, presto.- disse Virizion e noi la seguimmo
 
Dopo cinque minuti arrivammo nel salone, dove erano riuniti il Re Iroh, Il Generale, Terrakion e Rhue.
-Ho portato i ragazzi!- disse Virizion quando entrammo nella stanza
Azula si girò verso di noi.
-Che bello rivedervi! Come avete passato questi due giorni?- ci chiese con un falso sorriso
Rhue corse verso di me.
-Ti prego, Kaito. Non mandarmi da lei.- disse
-Non ti preoccupare. Andrà tutto bene.- dissi, anche se in realtà non mi sentivo affatto sicuro.
-Ah... E pensare che sono venuta io in persona a venirti a prendere. Questo è il ringraziamento che mi dai? Vabbè... Fa niente. Un giorno mi apprezzerai.- disse Azula 
Si voltò verso il Generale e disse: -Comunque vi ringrazio per aver trovato mia sorella e per averla ospitata. Ora però è tempo che ritorni a casa. Mio padre è molto preoccupato per lei.-
-Non è vero! E' solo una menzogna!- urlò Rhue
-Ti prego, sorellina. Non fare la cocciuta. Torna a casa. Lo sai che nostro padre quando si preoccupa troppo, poi si ammala. Quindi, ti prego, torna a casa.- disse con gentilezza, anche se il suo sguardo traspariva tutt'altro.
-No!- disse Rhue
Azula la fissò in malo modo. Poi fece un profondo respiro e disse: -Se non vieni, sarò costretta a dichiarare guerra... E' questo che vuoi? Far andare nei guai i tuoi amici?-
Rhue non rispose. Capii subito che era in difficoltà.
-Se lei non vuole venire, è una sua scelta. Non la puoi costringere a venire con te!- dissi prendendo le sue difese
Azula mi guardò.
-E chi sei tu da dirmi quello che devo fare?- mi disse aspramente
Aveva ragione. Chi ero io da dirle quello che doveva fare? Ero solo un umile scudiero. Abbassai lo sguardo, umiliato. Però non potevo permetterle di trattare male Rhue. 
-Hai ragione! Ma tu non puoi trattare tua sorella come se fosse il tuo giocattolo personale!- dissi prendendo coraggio
-Oh!- disse con finta sorpresa -Davvero? Io tratto mia sorella come il mio giocattolo personale?! Questa mi giunge nuova! Se proprio la metti così allora... Landorus! Di alle guardie di iniziare l'attacco!- ordinò a un uomo che si trovava dietro di lei
-Si fermi!- disse il Generale, poi si girò verso di me -Kaito! Consegna Rhue alla sorella! E' un ordine!-
Guardai Rhue. Non volevo abbandonarla. E poi... Se la consegnavo ad Azula non avrei mantenuto la mia promessa. Però...
-Kaito! Non fare lo stupido! Obbedisci!- urlò il Generale
-Kaito...- disse fiocamente Rhue
La guardai un ultima volta, sorrisi.
-Scusa...- dissi e la consegnai ad Azula.
-Hai fatto la cosa migliore, scudiero!- disse, prese Rhue e se ne andarono, lasciando nel mio cuore un gran senso di colpa.
 
-Rhue
Ero appena tornata a casa, quando mia sorella mi chiuse a chiave nella mia stanza. Ero così triste. Non per il fatto che sia tornata nella grinfie di mia sorella, ma che Kaito non abbia mantenuto la sua promessa. Perchè tutti mi mentivano? Perchè non facevano altro che spezzarmi il cuore? Scoppiai a piangere. Eppure... Eppure credevo che Kaito fosse un ragazzo sincero, ma mi sbagliavo. Come sempre, in fondo. Sono sempre stata una stupida. E lo ero anche in quel momento. Talmente stupida... Da innamorarmi di lui.
 
-Kaito
Passarono due settimane da quando avevo consegnato Rhue e il senso di colpa non mi era passato. Non avevo mantenuto la mia promessa e questo mi faceva sentire una schifezza.
Come avrei voluto non consegnarla! Se avessi agito e affrontato Azula, forse Rhue sarebbe rimasta con me.
-Hai fatto la cosa migliore.- disse il Generale mettendomi una mano sulla spalla
-La cosa giusta...- ripetei
-Sì! Se non lo avessi fatto ora saremmo in guerra.- disse Terrakion rivolgendomi un sorriso
Abbassai lo sguardo. Anche se avevo fatto la cosa giusta, mi sentivo lo stesso in colpa. In colpa per non aver mantenuto quella stupida promessa e soprattutto per aver protetto Rhue.  
All'improvviso la mia attenzione si concentrò su Virizion, che correva verso di noi allarmata.
-Che cosa è successo Virizion?- chiese Terrakion
Virizion prese fiato e rispose: -Il Re dei Phoenix...-
-Il Re dei Phoenix...- disse Terrakion in modo da farla continuare
-E' stato ucciso!- disse Virizion
-Cosa?!- esclamò il Generale sorpreso
-Questa è una disgrazia!- 
-E' chi sarà il successore del Re?- chiese il Generale Cobalion
Ci fu un attimo di silenzio, poi Virizion disse: -Azula è stata incoronata ieri. Ora è la Regina dei Phoenix!-
-Questa non ci voleva.- disse Terrakion mettendosi le mani nei capelli
-Ma c'è di più.- disse Virizion
-Cos'altro c'è?- disse il Consigliere
All'improvviso si sentì l'urlo di una guardia.
-I Phoenix! I Phoenix stanno arrivando! Stanno marciando verso di noi!-
-Oh, no! Questa non ci voleva!- disse Terrakion
-Ma perchè ci stanno attaccando?! Abbiamo mantenuto la nostra parola! Ora che abbiamo fatto?!- urlò il Generale infuriato
-Ecco...- incominciò a dire Virizion -Quando i Saggi dei Phoenix chiesero chi fosse stato il colpevole, la Princip... Ehm... Regina Azula ha detto che...- si fermò e guardò me -Sono stati Kai e Kaito... Per ordine del Re degli Harmonia!-

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** L'oracolo ***


Capitolo 7: L'oracolo
 
-Kaito
-Come la Principessa Azula ha incolpato Kai e Kaito dell'uccisione del Re dei Phoenix?! Come ha potuto fare una cosa del genere?- 
Il Regno degli Harmonia era stato appena attaccato dall'armata dei Phoenix e io, il Generale e Terrakion avevamo appena saputo che il Re dei Phoenix era morto, per l'esattezza ucciso, e la Principessa, non che nuova Regina, Azula aveva incolpato me e Kai. 
Da quella notizia il Generale era furioso. Io invece ero scioccato. Come era potuto accadere una cosa del genere? E ora... Cosa sarebbe successo?
-Cobalion... A dopo le domande! Ora dobbiamo pensare a difendere il Regno, altrimenti i Phoenix ci spazzeranno via come il vento fa con le foglie in autunno! Dobbiamo sbrigarci!- disse Terrakion e in fondo non aveva tutti i torti
Il Generale riflettè due secondi, poi si voltò verso il soldato e ordinò: -Ordina alle guardie di andare in soccorso ai villaggi attaccati dall'esercito nemico! E fa portare con loro dei medici, in modo da prestare soccorso ai feriti.-
Il soldato subito scattò e si diresse verso gli alloggi dei soldati.
-Almeno così riusciremo a contrastarli per un pò. Noi andiamo dal Re... Vediamo cosa dice.- disse e subito si diresse verso il castello.
 
Non appena fummo davanti alla gigantesca porta della sala del trono, il Generale con passo deciso, spalancò le porte e ottenne l'attenzione del Re Iroh.
-Cobalion... Qual buon vento ti porta a farmi visita?- chiese con il sorriso il Re
-Purtroppo non buone notizie.- disse il Generale abbassando lo sguardo
Sul viso del Re scomparve il sorriso.
-Parli... dell'attacco dei Phoenix, vero? L'ho saputo.- disse
-Allora cosa dobbiamo fare? Io ho mandato delle truppe per soccorrere i villaggi sotto attacco, ma non sono capaci di contrastare un'armata.- disse il Generale 
Il Re si avvicinò lentamente e gli mise le mani sulle spalle, in segno di conforto.
-Non ti preoccupare, Cobalion. Andrà tutto bene.-
-Ma come faremo a fermarli?- disse il Generale disperato
Il Re si girò di spalle.
-Ah...- sospirò -Non abbiamo altra scelta... E' arrivato quel momento.-
Quale momento?
-Ne siete sicuro, sire? Se giocheremo questa carta metterete in gioco la vita di...- disse Terrakion, ma si fermò e guardò me. Poi continuò -... persone a voi care.-
Perchè si era fermato? Cosa mi volevano nascondere?
-Lo so... Ma è l'unico modo.- disse e cadde il silenzio
Ma perchè erano così afflitti? Se era una cosa che sarebbe servita a fermare i Phoenix dovevano essere contenti. Perchè allora si comportavano così? 
All'improvviso il silenzio fu rotto da Virizion che entrò nella sala e ottenne la nostra attenzione.
-Scusate se vi interrompo, ma è arrivato un ospite.- disse facendo un piccolo inchino
-Oh!-
Appena seppe questa notizia, il viso del Re si illuminò.
-Sire... Chi stavate aspettando?- chiese il Generale
-Ora lo conoscerai. Prego Virizion... Fai accomodare il nostro ospite.- disse e subito Virizion obbedì.
Dopo pochi minuti entrò nella sala un ragazzo molto giovane, dai capelli color oro e gli occhi di un blu molto intenso, ma talmente intenso che sembravano... Due diamanti. La pelle era molto chiara, non sembrava della regione di Unima, ed era vestito in modo molto elegante, ma anche i suoi movimenti era leggeri ed eleganti. Mi ricordò Rhue.
-Josh! Che bello rivederti!- disse il Re Iroh andandogli incontro
-Salve Re Iroh! Da quanto tempo.- disse il ragazzo abbracciandolo
I due si sciolsero dall'abbraccio.
-Mio dio come sei cresciuto! Mi ricordo che mi arrivavi all'altezza del busto. Ora invece... Sei più alto di me! Ahahahah!- disse
-Beh... In fondo sono passati più di 10 anni!- disse sorridendo
-E dimmi... Come va con la tua Sakura?- disse il Re con uno sguardo malizioso
Il ragazzo arrossì violentemente.
-Ahahahaha! Da come sei arrossito, capisco che sta andando a gonfie vele!- disse il Re Iroh dandogli delle pacche sulle spalle, poi guardò noi.
-Oh! Che maleducato! Josh... Ti presento il mio consigliere, Terrakion.- disse presentandogli Terrakion
-Piacere di conoscerti!- disse il ragazzo porgendogli la mano 
-Il piacere è tutto mio.- disse Terrakion strigendogli la mano
Poi il Re si girò verso il Generale.
-Lui invece è il generale delle mie truppe. La persona che mi ha sempre portato alla vittoria. Cobalion.- disse
E anche loro si strinsero la mano. Poi, infine, il Re presentò me.
-E infine ti presento Kaito. Lo scudiero e il mio migliore amico di mio figlio Kai.- 
-Ciao, Kaito! Piacere di conoscerti!- disse sorridendomi e porgendomi la mano
Ricambiai il sorriso e strisi la mano. Appena la toccai, il mio corpo fu invaso da una scarica elettrica e all'improvviso fui preso dall'ansia e dall'angoscia. Chi era quel tizio?
-Mi scusi, Re Iroh... Ma non è meglio che ora mi presenti?- disse il ragazzo al Re
Il Re lo guardò.
-Oh... Scusami. Come avete sentito, lui si chiama Josh e viene dalla lontana regione di Sinnoh ed è un oracolo.-
Un... Oracolo? 
-Ma Sire... Gli oracoli non sono altro che degli impostori che raccontano fandonie pur di raccimolare qualche soldo. Perchè lo ha condotto qui?- disse Cobalion quasi contrariato
Josh si avvicinò a lui.
-Mi dispiace... Non sono come gli altri. Non sono un impostore. E se vuoi... Te lo posso dimostrare.- disse con spavalderia
Cobalion appassò lo sguardo.
-Se il Re si fida di te... Ci fideremo anche noi di te.- disse
Il Re si girò verso di me.
-Kaito... Puoi portare Kai qui? Vorrei presentarlo al nostro amico.- disse con un sorriso
Feci un inchino, ma Josh mi fermò.
-E se invece... Andassimo noi da lui? Se lo chiamiamo crederà che sia successo qualcosa di brutto.- disse
-Hai ragione. Kaito sai dov'è mio figlio?- mi chiese
-Mi dispiace, ma non lo so.- risposi
-Oh... Lui sta facendo un sonnellino nel bosco vicino alla serra di Virizion.- ribattè Josh
Cobalion sussultò.
-Come fai a saperlo?-
-Sono un oracolo. Vedo presente, passato e futuro.- rispose Josh con un sorrisino malizioso
 
Poco dopo raggiungemmo Kai che, veramente, stava schiacciando un pisolino nel bosco.
-Kai... Kai... Sveglia.- dissi scuotendo il mio amico in modo da svegliarlo
-Kaito... Lasciami dormire.- disse girandosi su un lato e continuando a dormire
Incominciai a perdere la pazienza. Ero pronto a dare il meglio di me per svegliarlo, ma Josh mi anticipò. Incominciò a dargli dei piccoli calci alla schiena e subito Kai si alzò.
-Ma come ti permetti?! Sai chi sono io?- urlò Kai
-Ovvio che lo so. E ora alzati.- disse inflessibile
Kai lo guardò sorpreso.
-Figliolo... Lui è Josh un oracolo, e mio amico, che viene da Sinnoh.- disse il Re
Kai ora guardò il padre.
-Un oracolo? Ma padre...- disse Kai
Il Re gli mise un braccio sulle spalle e lo condusse verso il castello.
-Vieni... Dobbiamo parlare di una cosa importante.-
Kai annuì, abbassando lo sguardo amareggiato.
 
-Come forse tu non sai, il Re dei Phoenix è morto e ora la nuova Regina Azula ha attacco il nostro regno.- esordì il Re una volta giunti all'interno del castello
-Come?! E perchè lo ha fatto?- disse sorpreso Kai
Ora fu Cobalion a parlare: -Ha detto ai saggi del suo ragno che a uccidere il Re siate stati tu e Kaito.-
Lo guardò scioccato.
-E ora cosa succederà?- chiese con un filo di voce
-Dovrai andare in battaglia.- disse spedito il Re
Kai lo guardò.
-Ma padre... Sono troppo giovane e inesperto. Come posso combattere per la mia patria, quando a malapena difendo me stesso?- disse Kai disperato
-Non sarai solo.- si intromise Josh -Avrai con te il leggendario Pokèmon Zekrom!-
Zekrom? Questo nome non mi era nuovo. Mi dava un senso di nostalgia. E' come se questo nome avesse risvegliato qualcosa in me di lontano, sepolto nella memoria. 
-Parlate del Pokèmon del leggendario eroe?-
Josh annuì.
-Sì. Ma prima dobbiamo constatare che tu sia il nuovo eroe. Altrimenti non riuscirai mai a compiacere Zekrom.- disse il ragazzo
-Scusate...- mi intromisi -Ma chi è questo eroe? E cosa c'entra con il leggendario Pokèmon?-
Tutti i presenti mi guardarono.
-Devi sapere che molto tempo fa, la regione di Unima non era divisa in due parti ed era governata da un solo sovrano. Il sovrano aveva due figli, due gemelli per l'esattezza, che avevano con loro il grande Pokèmon leggendario, protettore della regione. Con il passare degli anni, però, il re morì e i due fratelli incominciarono a contendersi il trono. Il leggendario Pokèmon, non sapendo da che parte stare, si divise in due. La parte degli ideali, ossia Zekrom, andò con il primo fratello. Mentre la parte che seguiva la verità, Reshiram, con il secondo. Si combatterono per molti anni, quando i due principi morirono e i due Pokèmon, non sapendo che fare ed esaurite le energie, si trasformarono in due pietre, nel chiarolite e nello scurolite, e si sperserono nella regione, aspettando due eroi che avrebbero portato Unima alla pace di un tempo.- mi spiegò Terrakion 
Poi si intromise Josh: -Però... C'è un'altra versione dei fatti.-
Tutti lo guardarono con un fare interrogativo. In che senso versione dei fatti?
-Ora vi spiego. Dopo che i due gemelli morirono, il Re di tutti i Pokèmon e di tutti gli esseri, Arceus, venuto a conoscenza della situazione a Unima, scese sulla Terra e chiese spiegazioni al Pokèmon guardiano della regione. Quando lo vide diviso in due e con esso anche la regione, si infuriò e decise di punirli con la morte. Ma non avendo avuto il coraggio di ucciderli, fece credere loro di averli uccisi e poi, prosciugate tutte le loro energie, li trasformò nelle due pietre e li mise in posto in cui nessuno li avrebbe trovati.-
-Ma è una cosa impossibile! E poi chi è questo Arceus?!- disse il Generale infastidito da quello che aveva detto Josh
Josh lo guardò con indifferenza.
-E' il creatore dell'universo. Una specie di... essere perfetto. E' poi ho detto che è solo una seconda versione dei fatti, non ho detto mica che è la verità. Non c'è bisogno che ti scaldi tanto.- disse
Il Generale abbassò lo sguardo.
-Ma questo cosa c'entra con la guerra che stiamo per compiere?- chiesi non avendo afferrato ancora il senso di tutto quel discorso
-Ecco, Kaito...- incominciò Kai -Essendo il principe del casato Harmonia è mio dovere andare in guerra. Quando nacqui i miei genitori si fecero prevedere il futuro da un oracolo.-
Josh alzò la mano in segno per far capire che l'oracolo di cui stavano parlando era lui. Poi Kai continuò il discorso.
-Lui predisse che...- si interruppe
Lo guardammo tutti.
-Predisse che io... Avrei condotto Unima alla pace... Con l'aiuto del Leggendario Pokèmon Zekrom.- disse tutto d'un fiato
Si girò e mi guardò.
-In poche parole... Io sono l'eroe degli ideali!-
 
-Rhue
Quella notte non riuscii a chiudere occhio. Pensavo ancora a ciò che era successo con Kaito e del fatto che provavo dei sentimenti per lui. Tutto ciò mi sembrava una cosa assolutamente assurda. Più pensavo al fatto che non aveva mantenuto la sua promessa, più i pensieri negativi venivano sostituiti con immagini di lui che sorrideva e mi sussurrava nell'orecchio parole dolci. Mi alzai di scatto dal letto e mi diressi verso il balcone per prendere un pò d'aria fresca. Dovevo scacciare tutte le preoccupazioni e le angoscie che mi stavo portando dientro da un po'. Incominciai ad ammirare il magnifico giardino del palazzo, fino a quando la mia attenzione non fu attirata da una figura che conoscevo bene. Azula! 
Mi coprii con la mia vestaglia rosa e a piedi nudi scattai fuori dalla mia stanza, diretta versa l'atrio. Quando arrivai sull'uscio dell'enorme stanza, mi fermai di colpo nel sentire un mormorio e, non capendo nulla di quello che dicevano, mi avvicinai e mi nascosi dietro una colonna. Sbirciai e notai Azula che parlava ad una vecchietta in maniera saccente.
-Sono la tua Regina! Te lo ordino!-
-Va bene. Come vuole, Regina.- disse la vecchietta rassegnata
La vecchietta si inginocchiò per terra e tese le mani ad Azula, invitandola a fare lo stesso. Con un pò di riluttanza mia sorella la seguì e le diede le mani.
La vecchietta, non appena ebbe tra le sue le mani di Azula, chiuse gli occhi.
-Allora?! Cosa vedi?!- chiese Azula con impazienza
-Tutto a suo tempo, mia Regina.- disse con molta calma
Azula, a quella risposta, fece una smorfia.
Dopo poco, la vecchietta riprese a parlare.
-Lei... Per questa battaglia, non avrà l'appoggio del Leggendario Pokèmon Reshiram.-
Azula scattò in piedi dalla rabbia e urlò: -Ma come sarebbe a dire?! Reshiram DEVE essere dalla mia parte!-
Allora la vecchia, senza perdere la calma, la invitò a sedersi nuovamente.
-Purtroppo non può costringere un Pokèmon Leggendario ad obbedire ad ogni suo comando se non è l'eroe prescelto.-
Azula la guardò.
-Ma io sono la Regina dei Phoenix! Una discendente dell'eroe della verità! Come è possibile che Reshiram non mi ubbidisca?!-
Spaventata, incomincia ad indietreggiare, in modo di andarmene, quando non scontrai con una guardia che era appena entrata nella stanza. Appena ci scontrammo, la spada che portava vicino all'armatura cadde facendo un rumore assordante, attirando l'attenzione di Azula e della vecchia. 
Azula appena mi vide, mi squadrò da capo a piede.
-E tu che ci fai qui?- chiese infuriata
Aprii bocca per dire qualcosa, ma Azula mi azzittì subito.
-Vabbe... Non dirmi nulla! Non mi interessano le tue stupide scuse. Non ho tempo da pensare a te. Ora va in camera tua.-
E senza che io dicessi nulla, la guardia che avevo scontrato, mi accompagnò in stanza e mi chiuse la porta a chiave.
 
Passarono due ore da quando mia sorella aveva ordinato di farmi chiudere nella stanza e io mi stavo annoiando a morte. Avevo provato varie volte ad aprire la porta o a chiamare qualcuno, ma senza successo. Quando avevo perso le speranze, mia sorella Azula aprì la porta con uno strano sorrisino stampato sulla faccia.
-Rhue!- disse dolcemente
La guardai sorpresa. Era un comportamento insolito per mia sorella. Di sicuro aveva architettato qualcosa e le serviva il mio "aiuto".
-Cosa c'è?- dissi con un filo di voce
Si avvicinò lentamente. 
-Vieni con me. Voglio portarti in un posto speciale e mentre ci andiamo, ti racconto un bella storia che, sono sicura, ti piacerà.- disse prendendomi per mano e insieme uscimmo dalla mia stanza
 
-Allora? Che storia mi devi raccontare?-
Erano venti minuti che io e Azula stavamo camminando per il castello e nessuna delle due aveva proferito parola.
-Devi sapere, sorellina... Molto tempo fa, quando la regione di Unima non era divisa, c'erano due principi. Questi due principi avevano con loro due Pokèmon Leggandari, Zekrom e Reshiram. Un giorno litigarono per il trono e incominciò una lunga lotta. Poichè nessuno dei due vinse la guerra, la regione di divise, per questo oggi ci troviamo in questa situazione.- disse Azula, mentre ci dirigemmo verso una scala a chiocciola di pietra.
-Questo cosa c'entra con noi la storia dei due Pokèmon Leggendari?- chiesi curiosi
-C'entra eccome!- disse e dopo aver sceso le scale, percorremmo un lungo corridoio, fino a fermarci davanti ad un dipindo di un gigantesco Pokèmon in volo, tutto bianco, che ad ogni suo passaggio incendiava tutto ciò che trovava.
-Il Pokèmon qui raffigurato è Reshiram, il Pokèmon della Verità che si alleò con uno dei principi, ossia il mio antenato, il primo Re dei Phoenix. E io, essendo sua discendente, sono destinata a controllarlo.- disse mia sorella, ritornando a camminare
-Ma se lui non vuole?-
-Purtroppo deve farlo. Io sono l'eroe. Anche se non condivide le mie idee, deve essere dalla mia parte.-
-E sai dove si trova in questo momento?-
Ci furono due minuti di silenzio, poi Azula si fermò e rispose: -Purtroppo no. Ma secondo un'antica leggenda si dice che Reshiram, quando morì l'eroe, perse ogni energia e morì e si dice, che sia rinato sotto spoglie umane.-
-Spoglie... Umane?- ripetei
-Sì. E si dice, anche, che è una ragazza dal corpo esile e dal portamento leggero ed elegante. E un comportamento regale.- disse, aprendo una porta arrugginita ed facendo segno di entrare.
-E tu hai trovato una ragazza con queste caratteristiche?- chiesi entrando nella piccola stanza
-Beh, sì. E l'ho avuta sempre sotto il naso!- disse
-E chi è?- chiesi
Azula chiese la porta a chiave.
-Sei tu, Rhue! Sei tu il Leggendario Pokèmon dell'eroe! Tu sei Reshiram!- disse e se andò ridendo

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Il risveglio ***


Capitolo 8: Il risveglio
 
-Rhue
 
Erano passate due ore da quando Azula mi aveva rinchiuso, con l'inganno, in un piccola stanza in un luogo che sembravano le segrete del palazzo. Io come una stupida ero caduta nella sua trappola. Cercai in tutti i modi di uscire da quel luogo, ma senza successo. Dopo aver urlato, mi sedetti sul piccolo lettino che si trovava nella stanza e mi strinsi le ginocchia al petto. Ma come avevo fatto a trovarmi in questa situazione? Più cercavo di capire la situazione e trovare una risposta alla mia domanda, più mi tornava alla mente la frase di Azula.
 
"Tu sei Reshiram!"

Quella frase occupava la mia mente senza lasciarmi in pace. Cosa mi sarebbe successo? Incominciai a piangere, ma ben presto, il mio pianto si interruppe quando sentii qualcuno aprire la porta. Scattai in piedi appena scorsi la figura di un uomo dietro la porta, e quando entrò nella stanza, vidi davanti a me Landorus. Appena lo vidi, mi tranquillizzai e corsi verso di lui per abbracciarlo, ma lui mi fece segno di fermarmi. Lo guardai allibita.
-C'è qualcosa che non va?- chiesi per capire perchè si era comportato in quel modo 
-Mi dispiace, Principessa.- disse con un filo di voce, senza guardarmi negli occhi
-Ma per cosa?- chiesi
Questa volta mi guardò negli occhi.
-Ho ricevuto l'ordine di portarla al cospetto del consiglio dei saggi.-
Lo guardai basita.
-Cosa?!- dissi incominciando ad indietreggiare
-Per favore, mi segua senza fare storie.- disse con dolcezza, invitandomi ad uscire dalla stanza
Scossi la testa in segno di disapprovazione. 
-Perchè devo andare dai saggi?-
Landorus sospirò.
-Vi prego...- disse -Seguitemi.-
-Dimmi perchè!- urlai -Altrimenti non mi muoverò da qui!-
Abbassò lo sguardo.
-Credono che lei sia Reshiram e se ne vogliono accertare.-
Lo guardai. Dal suo sguarda capii che anche lui credeva che io fossi Reshiram.
-Ci credi anche tu, vero?- chiesi
Mi guardò, facendo finta di non capire.
-A cosa?-
-Non fingere di non capire. Anche tu credi al fatto che sia Reshiram, giusto?-
Non rispose. Si limitò, semplicemente, ad abbassare lo sguardo. Senza rendermene conto incominciai a piangere. Anche il mio migliore amico credeva a quella storia e questo mi aveva ferita. Landorus vedendomi piangere, si avvicinò e cercò di asciugarmi una lacrima, ma quando la sua mano mi sfiorò la guancia, la scacciai via.
-Mi scusi.- disse
-Non fa niente. Scusami tu.- disse e lentamente uscii dalla stanza
Perchè la sorte era così avversa nei miei confronti? Però io non sentivo, dentro di me, la presenza del Leggendario Pokémon... Perchè dovevano dire una cosa del genere? Era una bugia! Dovevo dirlo a qualcuno, ma anche le persone di cui mi fidavo mi avevano tradito. C'erano solo due, o meglio una, a cui avrei potuto dire la verità: Kai e Kaito.
 
Con passo lento, io e Landorus ci dirigemmo verso la sala del consiglio. Il sole ormai aveva lasciato il posto ad una bellissima luna splendente che, come il faro illumina il mare durante le notti di tempesta, illumina il cielo buio. 
Quando giungemmo alla porta dell'atrio, la strada ci fu sbarrata da Tornadus e Thundurus.
-Tornadus! Thundurus! Per favore, spostatevi!-
I due fratelli non si mossero, nonostante le esortazioni di Landorus.
-Ragazzi! Non fatemi arrabbiare!- disse Landorus 
-Noi non vogliamo che la Principessa Rhue vada dai saggi!- dissero in coro
Landorus si avvicinò ai gemelli.
-Sentite... La Principessa è stata convocata e voi non potete impedirlo- disse con dolcezza
Amavo questo lato di Landorus. Era sempre dolce e gentile con i suoi fratelli e anche quando combinavano dei guai non si arrabbiava mai.
Thundurus e Tornadus si guardarono.
-Prima che vada dai saggi, possiamo salutare la Principessa?- chiese Tornadus
-Da soli.- aggiunse Thundurus
Landorus si voltò e mi guardò, poi tornò a guardare i suoi fratelli.
-Va bene... Però non metteteci molto.- disse e si allontanò
Quando fu abbastanza lontano, i due ragazzi corsero ad abbracciarmi ed io ricambiai l'abbraccio.
-Principessa, ma cosa succederà ora?- mi chiese Tornadus
Scossi la testa.
-Non lo so.- dissi con amarezza
-Ma perchè l'hanno chiamata?- chiese l'altro
-Perchè credono che io sia Reshiram.- risposi
Mi guardarono allibiti.
-Ma non è vero!- dissero in coro
-Lo so. Ma non posso fare nulla per smentire questa "diceria"- dissi e me ne andai diretta verso Landorus
-Principessa!-
Mi voltai verso di loro.
-Non si preoccupi.- disse Tornadus
-Ci penseremo noi.- continuò il fratello
Sorrisi e continuai la mia marcia verso la sala del consiglio.
 
-Kaito
 
Eravamo tutti riuniti nella sala del trono e Kai, il mio migliore amico, mi aveva raccontato ciò che l'oracolo gli aveva predetto quando nacque, ossia che lui avrebbe combattuto una guerra a fianco del Leggendario Pokèmon Zekrom. 
 
"Io sono l'eroe degli ideali!"
 
Da quella rivelazione rimasi stupefatto. Non potevo credere a quello che mi aveva raccontato. Come poteva un essere umano guadagnarsi la fiducia di un Pokèmon come quello? Se non ci fosse riuscito, sicuramente sarebbe successo qualcosa di brutto e io non volevo. Era il mio migliore amico, non volevo perderlo. 
Notando il mio stupore, ma anche, allo stesso tempo, preoccupazione, Josh si avvicinò e mi disse: -Non preoccuparti. Non gli succederà nulla di spiacevole. Ci saremo noi con lui.-
Feci un tenue sorriso. Sapere che non era solo e noi saremmo stati insieme a lui mi aveva tranquillizzato.
-Bene. Ma ora che Kai conosce la situazione... Cosa bisogna fare?- chiese Virizion
-Beh, dobbiamo andare sulla Torre Cielo.- rispose prontamente Josh
Terrakion lo guardò sorpreso.
-Perchè proprio su quella torre?- chiese
-Perchè in cima a quella torre c'è una campana d'oro.- rispose il biondo
-Quella campana è in disuso ormai da anni!- esclamò Cobalion
-Infatti! E poi a cosa ci serve?- chiesi
Sul viso di Josh comparve un sorriso malizioso.
-Per capire se Kai è davvero l'eroe degli ideali.-
Dopo quella frase cadde il silenzio.
-Continuo a non capire a cosa c'entri la campana.- disse il Generale
Josh sospirò.
-Semplice! Quando arriveremo in cime alla Torre, Kai toccherà la campana e, se sarà il nuovo eroe, essa suonerà.-
-E una volta che abbia suonato?-
-Niente! Non succederà nulla, a parte il fatto che...- disse, ma non finì la frase 
-Che?- dicemmo tutti in coro, curiosi di quello che potesse dire.
-No, è solo una leggenda. Quindiè inutile che ve lo dica.- disse scuotendo la testa
-Beh... Ora hai iniziato la frase, quindi la termini.- disse il Re Iroh
Josh ci guardò.
-In poche parole... La leggenda dice che, quando l'eroe prescelto suoni la campana, il Leggendario Pokèmon si risveglia dal suo lungo sonno e incomincia a cercarlo.-
-Quindi è come se fosse una specie di richiamo.-
Josh annuì.
-Ma è solo una leggenda che ho letto su un libro. Non so se è vera.-
Ci guardammo.
-Bene. Allora partiamo alla volta della Torre Cielo.- disse il padre di Kai -Fra un'ora vi voglio vedere pronti fuori al cortile. Intesi?-
Annuimmo tutti insieme e subito ci dirigemmo verso le nostre stanze a prepararci.
 
Dopo 45 minuti ci presentammo tutti nel cortile, pronti a partire verso la Torre Cielo. Io, sinceramente, ero in ansia. Non facevo altro che immaginare cosa sarebbe successo in cima a quella torre. Dopo aver preparato i cavalli, una donna dai capelli lunghi, mossi alle punte, color acqua marina, due occhi grigio cenere e una pancia piuttosto pronunciata si avvicinava verso di noi.
-Madre!- esclamò Kai notando la donna e correndo verso di lei
-Kai!- disse la donna abbracciando il figlio
-Che ci lei qui?- chiese Kai sciogliendosi dall'abbraccio e stringendo tra le sue le delicate mani della madre
-Ho saputo che stai per partire, così ho pensato di salutarti.- rispose
-Ma madre! Lo sa che la troppa fatica fa male al bambino.- disse Kai appoggiando le mani sul grembo rigonfio della madre
La Regina Alicia era incinta da ben 7 mesi e, a causa della sua malattia, tutti erano preoccupati. In precendenza, la Regina era rimasta incinta varie volte, ma ogni volta si ammalava gravemente e non riusciva mai a terminare la gravidanza. Quindi Kai e questo bambino erano, per tutti e per il Re, un vero e proprio miracolo.
-Regina Alicia!-
-Josh!-
La regina notando Josh si avvicinò a lui.
-Da quanto tempo.- disse la Regina una volta raggiunto
-E' un piacere rivederla. E noto anche che abbiamo una bella pancia.- disse in modo scherzoso
-Sì e non vedo l'ora che nasca!- disse con un sorriso
All'improvviso la felice conversazione, fu interrotta dal Generale che ci comunicò che stavamo per partire.
-Madre ora dobbiamo proprio andare.- disse Kai dandole un bacio sulla guancia
-Aspetta.- disse fermandolo, poi si tolse dal collo un ciondolo. Una volta tolto, prese la mano di Kai e glielo mise nel palmo della mano.
-Tienilo sempre con te. Ti porterà fortuna. Ora vai.- 
-Grazie.- disse Kai e insieme ci dirigemmo verso i nostri cavalli
 
Dopo tre ore di tragitto arrivammo ai piedi della Torre Cielo. Era una torre altissima, così alta che la cima sembrava andare oltre le nuvole. Vedere una torre così gigantesca mi metteva pressione. Immaginavo che da un momento all'altro mi sarebbe caduta addosso.
-Bene. Eccoci qui.- disse Josh scendendo da cavallo
-Ora che si fa?- chiese il Generale
Josh si voltò verso di noi.
-Prima di tutto ci divideremo in gruppi.- annunciò il ragazzo
-Perchè?- chiese il Re Iroh
-Perchè non credo che Lei abbia energie abbastanza per scalare tutta la torre. Non credete?-
Il Re lo guardò.
-Ma io ce la faccio benissimo!- 
-Sire, io credo che Josh abbia ragione. Ormai non è più giovane. Quindi segua il consiglio del ragazzo.- disse Terrakion cercando di convincerlo
Il Re, comprendendo la situazione, annuì amareggiato.
-Va bene. Ma chi andrà sulla torre insieme a mio figlio?- chiese
-Insieme a Kai andremo io, Kaito e il Generale. E con Lei, Sire, rimaranno Virizion e Terrakion.- disse Josh
-Va bene.-
Una volta detto ciò, ci dirigemmo verso l'entrata della Torre. Aprimmo il portone dorato che cigolò in modo sinistro. Appena superammo il portone, entrammo e vedemmo davanti a noi due lapidi e dietro una grossa scala a chiocciola.
-Wow... Questo posto è...- disse Kai
-Bleah!- finì Josh facendo una smorfia per far capire tutto il suo disgusto
-Adesso mi leggi anche nel pensiero?.- lo guardò torvo.
Il Generale, non facendo caso al loro discorso, si avvicinò alle due lapidi. 
-Chissà di chi sono?.- disse il Generale
Josh si avvicinò e disse: -Non c'è tempo per queste cose. Andiamo.-
Con passo veloce incominciò a salire le scale e noi, quasi correndo, lo seguimmo.
L'andamento di Josh ci constrinse ad accellerare il nostro passo, costringendoci a far di corsa tutti i piani della grande torre. Per tutta la salita mi sentivo nervoso. Non so precisamente perchè, ma l'idea che Kai stesse per suonare la campana,per confermare il destino predettogli dall'oracolo, mi metteva in agitazione. Non volevo che andasse in guerra, ma era egoistico da parte mia, nonostante non volessi che gli succedesse qualcosa di brutto. Sapevo che doveva farlo. In fondo, lui andava in guerra per la sua patria.
Dopo aver superato l'ultima rampa di scale, ci trovammo davanti ad un enorme portone arrugginito. Il Generale si avvicinò ma, dopo vari tentativi, non riuscì ad aprirla.
-Niente.- disse allontanandosi dalla porta 
Io e Kai ci guardammo, quasi divertiti. Era la prima volta che vedevamo il Generale, un uomo potente come lui, non riuscire ad aprire una semplice porta.
-Spostetevi. Ci penso io.- disse Josh con fare altezzoso
Incominciò a togliersi la giacca, rimboccandosi le maniche, facendo intravedere i muscoli delle braccia.
Sotto il suo consiglio, ci spostammo e dopo pochi secondi Josh prese una piccola rincorsa e diede una spallata alla porta e l'abbattè, come se fosse carta. 
Io e Kai rimanemmo basiti, ma Kai cambiò subito espressione.
-Tsk. Sbruffone!- disse sottovoce per non farsi sentire, ma da come lo guardò Josh compresi che lo sentì.
Senza far caso a quello che disse Kai, Josh superò la porta e noi lo seguimmo. Appena la superammo e fummo sul tetto della torre, fummo investiti da una potente raffica di vento.
-Questo è il tetto?!- disse Kai sorpreso -Non me lo aspettavo così ampio!-
-Ti aspettivi qualcosa di diverso, forse?- chiese il Generale
-E' solo che me lo immaginivo un pò più... piccolo.- ammise Kai
Josh, senza badare al discorso, si diresse forse un piccolo oggettino dorato.
-Ecco! Questa è la campana.- disse urlando per sovrastare il rumore del vento
Ci avvicinammo e vedemmo una piccola campana decorata con piccoli zaffiri e rubini, che la imprezziosivano ulteriormente. 
-Ora che devo fare?- chiese Kai
-La devi toccare.-
Con un pò di riluttanza, Kai allungò la mano fino a far sfiorare il suo dito con la campana, per poi appoggiare tutta la mano.
Dopo un paio di secondi, Kai tolse la mano, ma la campana non suonò.
Kai la guardò sorpreso e, allo stesso tempo, deluso.
-Non suona.- disse con un filo di voce
-Forse non era vero che tu sei l'eroe.- disse il Generale
Kai annuì amareggiato.
-Forse ha ragione. Su, andiamo.-
Detto ciò , il Generale e Kai si voltarono per ritornare dagli altri. Io guardai per un'ultima la campana, poi mi voltai per raggiungerli, quando...
Un forte rintocco ruppe il silenzio che incompeva sulla torre.
Sopresi, ci voltammo e vedemmo la campana che ondeggiava.
Non potevo credere a ciò che vedevo. Da un parte ero contento, perchè finalmente avevamo trovato l'eroe che ci avrebbe portato alla pace, ma dall'altra era triste, perchè mi ero sentito sollevato, quando non ho sentito la campana suonare.
Mentre tutti esultavano dalla gioia, il cielo si rabbuiò di colpo. E il cielo fu squarciato da un fulmine.
-Caspita...-
-Credo che fra poco verrà a piovere. E' meglio che ci sbrighiamo.- disse il Generale incominciando a correre verso la porta
Io e Kai lo seguimmo, quando sentii una fitta al cuore e caddi per terra.
-Kaito! Che hai?- chiese Kai accorrendo in mio soccorso
-Non lo so!- risposi
La fitta ritornò più forte di prima e la vista si offuscò.
-Kaito, ma che ti senti?- chiese il Generale
Ansimando, dissi: -Delle fitte al cuore...-
Un altro fulmine e questa volta sentii qualcosa pungermi dietro la schiena. Per il dolore incominciai ad urlare.
-Kaito! Calmati!-
Un altro fulmine.
-Credo che la leggenda che vi ho raccontato sia vera.- disse Josh con estrema calma
Kai e il Generale lo guardarono.
-Non mi dire che...- il viso del Generale sbiancò
All'improvviso sentii la pelle squarciarmi e notai che stava diventando nera. Non sapevo quello che mi stava succedendo, ma volevo che quel dolore sparisse. 
Mi rialzai a fatica, ma ricaddi subito al terra. E' come se avessero messo un macigno sulle mie spalle. Poi uno strappo netto mi sguarciò la pelle.
Non so cosa mi sia uscito dalla schiena, ma dalla faccia di Kai e del Generale capii che era qualcosa di orribile.
La vista si annebbiò di colpo, però notai che il Generale prese per il braccio Kai e lo strascinò verso le scale che avevamo preso per salire sul tetto.
Appena furono al coperto, si fermarono.
-Che ci fai ancora lì?! Vieni!- urlò il Generale a Josh, ma il biondo non si mosse nemmeno di un millimetro dalla sua posizione. 
Poi ,lentamente, si avvicinò a me e mi disse nell'orecchio, quasi per tranquillizzarmi: -Non ti preoccupare. Andrà tutto bene.-
E dopo avermi detto ciò, la svista si offuscò completamente e mi accasciai per terra. L'ultima cosa che sentii fu un fortissimo verso di un Pokèmon.
-ZEEEEKROOOOOOM!-
 
-Rhue
Il vociare di sottofondo che animava la sala dei saggi non arrivava alle mie orecchie, poichè la mia mente era immersa in tanti pensieri. Pensieri su di lui. Su come mi sarebbe venuto a salvare. Però qualcuno che pronunciò il mio nome mi distolse da quella dolce visione. Alzai lo sguardò verso il Capo dei Saggi, che era seduto su quello che sembrava un piedistallo.
-Bene, principessa Rhue. L'abbiamo chiamata qui per discutere di una faccenda molto importante.- disse il Capo
Annuii.
-Abbiamo sentito dire che lei è la reincarnazione del Leggendario Pokèmon Reshiram. E' vero?- disse una donna
Questa era una domanda a cui non sapevo rispondere. Era solo un equivoco, così cercai di chiarire il malinteso, ma appena le mie labbra si dischiusero, non riuscii a dire nulla perchè il Capo dei Saggi mi interruppe.
-Data la sua riluttanza a rispondere alla nostra domanda, agiremo a modo nostro.- disse incominciando a scendere dal suo piedistallo
Cosa?! Ma io stavo per rispondere! Ora cosa mi avrebbero fatto? Le gambe incominciarono a tremarmi e il cuore mi batteva all'impazzata.
Perchè credevano che io fossi un Pokèmon? Avevo le fattezze di un essere umano, mica di un gigantesco Pokèmon alato... E' vero che si narra che Reshiram sia diventato, dopo la sua morte, un umano, ma era una cosa inverosimile!
Lentamente incominciai a seguirlo.
-Dove mi portate?- chiesi con un filo di voce, purtroppo però non arrivò nessuna risposta.
Camminammo ininterrottamente, senza parlare, fino a condurci davanti ad un'antica porta.
Il Saggio prese una chiave arrugginita e la inserì nella serratura. Fece un paio di giri e dalla porta si sentì uno scattò.
Lentamente la porta si aprii, provocando un sinistro cigolio. Una volta aperta, il Saggio mi fece gesto di entrare.
Dopo la brutta esperienza con Azula, non mi mossi dalla mia posizione.
-Non si preoccupi, Principessa.- disse, ma non mi fecei incantare.
-Dove conduce la porta?- chiesi
Fece un sospiro.
-In un luogo sacro al Leggendario Pokèmon.-
Quella frase non mi convinceva. Dentro di me c'era qualcosa che mi diceva che quella era una bugia, però volevo capire se ero davvero Reshiram, così avrei dimostrato a tutti che quella diceria era falsa.
-Entra con me?- chiesi al Saggio, ma lui subito rispose.
-Non posso. E' un luogo sacro e solo i reali possono entrare.- 
Lo guardai. Io non ero una reale, ma facendo finta di nulla, entrai.
Dopo aver superato la porta, mi fermai e mi voltai verso di lui, e le porte si chiusero nuovamente alla mie spalle.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Rabbia ***


Capitolo 9: Rabbia
 
-Kaito
Quando mi risvegliai era già mattina. Mi sentivo tutto intorpidito, come se il giorno prima avessi fatto un allenamento intensivo. Mi alzai a fatica. Quando misi a fuoco bene la vista, notai che non ero nella mia camera, bensì su un divano in una grande stanza. Dalle lenzuola di seta capii che era una camera per gli ospiti. Mi misi a sedere e vidi la porta aprirsi e subito dopo nella stanza entrò Josh.
-Oh... Ti sei ripreso vedo.- disse con un sorriso
-Sì. Anche se ho un forte mal di testa.- dissi
Lui si avvicinò e si sedette di fianco a me.
-Ma cosa è successo sul tetto di quella torre?- chiesi -Ricordo solo di essermi sentito male.-
Josh mi guardò in silenzio.
-Ecco...- incominciò a dire, ma fu interrotto da Kai che entrò precipitosamente nella stanza.
-Josh! Mio padre ti...- disse, ma si fermò non appena mi vide
Mi fissò un paio di secondi, poi si gettò addosso e mi abbracciò.
-Kaito! Che bello! Sei vivo! Credevo non ti saresti più ripreso!- disse Kai stringendomi talmente forte da non farmi respirare
-K-Kai... Soffoco.- dissi e subito si allontanò e io tornai a respirare
Dopo un paio di secondi, tornai seduto di fianco a Josh.
-Ma cosa è successo ieri?- chiesi di nuovo
Josh e Kai si guardarono.
-Ieri, tu...- incominciò Kai, ma Josh lo fermò con un gesto della mano
-Ti ricordi di quella leggenda che vi ho raccontato? Quella del richiamo?- disse il biondo
Annuii.
-Bene. Quando la campana ha suonato, Zekrom è stato davvero richiamato.- continuò
Lo guardai sorpreso.
-Davvero?!- esclamai alzandomi 
-Sì.- disse, ma dai sui occhi capii che c'era qualcosa in più
-Però?- dissi, in modo da farlo continuare
Mi guardò.
-Tu sei Zekrom.- 
 
 
-Rhue
Erano passate un paio di ore da quando mi avevano spedito nella terra sacra a Reshiram.
Devo dire che me la immaginavo in modo diverso. Credevo ci fosse un piccolo giardino, con al centro un piccolo altare. Invece la terra era arida e si sentiva uno strano odore nell'aria. Al centro di quella terra sterile e spoglia, c'era un grosso altare, con al centro un gigantesco fuoco che illuminava l'intero luogo. 
Mi avvicinai ad esso per farmi un pò di tepore, però per mia grande meraviglia emanava un aria gelida e pungente.
Mi allontanai e mi sedetti sopra allo scalino. Mi guardai intorno... Quel luogo desolato mi faceva sentire sola. Senza volerlo, quel sentimento mi aveva fatto scoppiare a piangere. Cercai di pensare ad altro, in modo da scacciare tutto quella tristezza e solitudine, ma la mia mente non riusciva a pensare altro che Kaito. Lui e i suoi sorrisi, i suoi bellissimi sorrisi rassicuranti che mi riscaldano il cuore, ma quella dolce visione venne sostituita dalla risata maligna e dalle cattiverie di Azula. L'angoscia mi travolse.
All'improvviso il fuoco fece uno strano scoppiettio. Mi voltai verso di esso e mi sembrava un pò più piccolo. Mi alzai e subito dopo il fuoco mi travolte come un onda. Indietreggiai, cercando di scacciare le fiamme, che sempre di più, mi avvolgevano nella loro morsa. Lentamente il vestito che avevo indosso si bruciò e mi ritrovai completamente nuda. Subito dopo sentii un pizzichio sulle braccia e notai che dall'alto del busto in poi mi stavano uscendo delle piume bianche. Poi incominciai a sentire un caldo soffocante da togliermi il respiro. Cercai di prendere un pò d'aria, ma niente. Incominciai a tossire. Quel fuoco mi stava facendo girare la testa, ma talmente tanto che caddi per terra priva di sensi.
 
Aprii gli occhi e mi ritrovai in un immenso luogo tutto nero. Mi guardai intorno per cercare una fonte di luce, ma nulla. Era tutto nero. Incominciai a camminare, ma all'improvviso sentii una risata.
-Ahahahahah!-
Mi voltai verso la fonte da cui proveniva la voce, ma non vidi nessuno.
-Sono qui... Davanti a te!- disse di nuovo e mi voltai 
Appena girata vidi me stessa con un lungo abito bianco, con le braccia conserte e il rossetto rosso sulle labbra. Aveva in volto una espressione di superiorità.
-Ma tu sei... Me?!- dissi sconcertata per quello che avevo davanti agli occhi
-Sì! Risposta esatta, anche se per la verità TU sei ME.- disse avvicinandosi, facendo volteggiare il suo abito
La guardai allibita.
Trattenne una risata.
-Non hai ancora capito? Io sono, anzi io e te siamo Reshiram.-
Se era così, allora...
-Allora erano vere tutto quello che ti ha detto quell'umana.- disse la mia copia come se mi avesse letto nel pensiero
Abbassai lo sguardo.
-Guarda che non c'è nulla di male ad essere un Pokèmon.-
La guardai.
-E dimmi quali sono i vantaggi?- dissi quasi con rabbia
Sorrise.
-Beh... Tutti ti rispettano per paura che tu li possa incendiare da un momento all'altro.-
La guardai torva.
-Io vedo solo svantaggi.- 
-Parli del tuo amore per quello scudiero... Kaito, giusto? Puoi avere di meglio.- disse e questa cosa mi offese
-Io voglio lui!- dissi
Mi guardò sorpresa.
-Oooh... Scusa. Però... Se sei così piena di dubbi, posso prendere io il tuo posto.- disse con superbia
-Dubbi? Io non ho dubbi!- urlai
Rise fragorosamente.
-Certo. Allora perchè non hai agito?- 
La guardai. Era vero. Se non avevo dubbi, perchè non ho agito? Il fatto che non avevo dubbi era solo una scusa per convincermi. Ma in realtà era solo una bugia.
-Visto che indugi così tanto, lascia fare a me. Così compirò la mia vendetta.-
Quell'ultima frase mi colpì. Perchè voleva vendicarsi?
-Vendicarsi?- dissi con un filo di voce
-L'amore è solo un illusione che ferisce e porta alla disperazione.- dissi con amarezza
La guardai.
-Perchè dici questo?-
Si avvicinò e mi strinse le mani nelle sue.
-Lo capirai molto presto.- disse, mi lasciò la mano e rise fragorosamente e, subito dopo, davanti a noi comparve una leggera nebbiolina.
Poi dalla nebbia incominciai a vedere il palazzo e all'improvviso un gigantesco Pokèmon bianco spuntò dal castello, distruggendolo.
Il Pokèmon incominciò a volteggiare in aria e alla fine vidi Azula che rideva. Ecco... Aveva vinto. Aveva avuto quello che desiderava. L'appoggio di Reshiram... Il mio appoggio... Per una guerra che non volevo combattere.
-Finalmente mi vendicherò di quello che gli Harmonia mi fecero anni fa!- urlò la mia copia e scomparve 
 
 
-Kaito
Appena Josh mi raccontò tutto quelle che accadde sul tetto della Torre Cielo, ci dirigemmo verso la Sala del Trono per parlare con il Re Iroh.
Quando entrammo nella stanza vedemmo il Re che parlava con Terrakion e il Generale.
-Salve!- disse Josh interrompendo la conversazione
Sentendo il saluto di Josh i tre si voltarono verso di noi.
Aprirono bocca per dire qualcosa, ma non appena mi videro si zittirono.
Poi il Re Iroh, si fece coraggio.
-Kaito! Ti sei ripreso. Vieni ti dobbiamo parlare di una cosa importante.- disse facendomi segno di avvicinarmi
Lentamente mi avvicinai.
-Bene. Ora Kaito ti illustreremo cosa è successo nelle ultime ore.- disse Terrakion
-Le truppe dei Phoenix sono tornati ad attaccare le nostre città e non vogliono fermarsi.- disse il Generale
-Allora mandate altre truppe, così da fermarli.- dissi
-Ci avevamo pensato, ma sono rimasti pochi soldati, quindi non possiamo mandarli, altrimenti rimarremmo scoperti se attaccheranno il palazzo.-
-Allora cosa dovremmo fare?- chiesi 
Mi guardarono. Josh si alzò dalla poltrona su cui era rimasto seduto per tutta la convesazione.
-Dobbiamo scendere in campo.- disse a bruciapelo. Si fermò per prendere fiato, poi continuò. -I soldati si sentono abbandonati a loro stessi e, fino a quando combatteranno da soli, continueranno a sentire questo sentimento. Hanno bisogno di un capo. Di qualcuno che li guidi e che li dia fiducia. Sopratutto durante il prossimo attacco.-
Il Re lo guardò scettico.
-Hai ragione. Ma perchè proprio durante il prossimo attacco?-
Josh aprì bocca per rispondere, ma si fermò di colpo non appena sentimmo un rumore.
-Avete sentito?- disse Kai, ma il biondo lo azzittì
Lentamente, Josh si avvicinò verso l'enorme vetrata e tirò giù le tende e davanti a noi comparve due ragazzi.
-Tana per gli intrusi.- disse scherzosamente Josh spingendo i due ragazzini in avanti per esortarli ad uscire allo scoperto.
Appena li guardai meglio, li riconobbi. Erano i due gemelli che mi informarono che Rhue mi aspettava vicino al fiume.
-Kaito!- dissero in coro i due non appena mi videro e mi corsero incontro.
Non appena furono vicini dissero: -Ti prego! Aiuta la Principessa Rhue! E' in pericolo!-
Li guardai sorpreso.
-Cosa? Rhue è in pericolo?!-
Annuirono. Dalle loro espressioni capii che quello che dicevano era vero. Rhue era davvero in pericolo e dovevo fare qualcosa. Forse erano venuti proprio perchè speravano in un mio aiuto.
-Kaito.- disse Terrakion riportandomi alla realtà. -Conosci questi due ragazzini?- 
Lo guardai e lentamente annuii.
-Quali sono i vostri nomi?- chiese gentilmente Virizion
-Thundurus e Tornadus!- dissero in coro
Josh fece una smorfia non appena udì i loro nomi. Facendo finta di nulla chiesi: -Perchè siete qui?-
-Ci devi aiutare!- disse Thundurus
-La Principessa ieri è stata chiamata al cospetto dei Saggi del regno dei Phoenix.- incominciò a spiegare l'altro
-Perchè l'hanno convocata?- chiesi
-Perchè quella vipera della nuova regina sostiene che la Principessa sia Reshiram! Quando non è vero!- rispose Tornadus
-Ma se i saggi dichiareranno che la principessa è Reshiram Azula avrà la meglio e vi eliminerà e così avrà il controllo di tutta Unima!-
Ci guardammo. Mi ricordai del fatto che io ero Zekrom, quindi l'avrei potuta sconfiggere. Ma se Rhue fosse stata davvero Reshiram, come avrei potuto combrattere contro di lei?
-Siete proprio sicuri che Rhue sia caduta in una trappola? Che non sia Reshiram?- chiese Kai
Annuirono.
-E perchè ne siete così sicuri?- chiese Virizion
-Perchè la Principessa è troppo dolce per essere uno spietato Pokèmon Leggendario.- dissero in coro
-Però ci dobbiamo preparare per un eventuale attacco di Azula, nel caso in cui avesse avuto l'appoggio di Reshiram.- disse Terrakion
-E cercate di farlo in fretta, perchè credo ci servirà subito.- disse Josh che nel frattempo si era avvicinato alla finestra 
Ci precipitammo tutti vicino alla finestra e vedemmo un gigantesco Pokèmon bianco che stava distruggendo con le sue fiamme un intero villaggio.
-Oddio!- 
-Questo si che è un disastro!- esclamò il Generale allontanandosi da quella visione orrenda.
-E ora che si fa?- chiese Kai
-L'unica cosa da fare è scendere in campo e fermarli, prima che distruggano altri villaggi.- disse Josh
Ero d'accordo. Non volevo che qualche persona soffrisse e soprattutto volevo fermare quel gigantesco Pokèmon e salvare Rhue.
Ci accordammo per partire alla volta del villaggio sotto attacco, ma non facemmo in tempo che la terra sotto il castello tremò.
-E ora cosa succede?- 
-Credo che Reshiram ci abbia anticipato.- disse con una nota di ironia Josh
All'improvviso sentimmo le urla di un soldato.
-Siamo sotto attacco! I Phoenix ci stanno attaccando!-
Ci precipitammo fuori e vedemmo Reshiram che con Lanciafiamme stava attaccando tutti coloro che cercavano di fermarlo.
-Siamo stramaledettamente fottuti.- disse Kai rimanendo impietrito davanti al Pokèmon.
-Puoi ben dirlo.- disse una voce
Incuriositi, distogliemmo lo sguardo dal Pokèmon e vedemmo Azula seguita da un gigantesco esercito.
-Che c'è? Siete sorpresi di vedermi?- disse 
La guardammo.
-Lo sai? Ci hai anticipato. Volevamo farti una visitina, ma alla fine... Comunque non fa niente. Vuol dire che ti accoglieremo come si deve.- disse Josh avanzando di un passo per farsi notare
Azula lo guardò sorpresa.
-E tu chi sei?- chiese
-Josh Diamond. Principe della regione di Sinnoh e il più grande oracolo del mondo.- si vantò il biondo
All'improvviso si fecero avanti Thundurus e Tornadus.
-Cosa ha fatto alla Principessa Rhue?- dissero con rabbia rivolti ad Azula
Azula li guardò in malo modo.
-Thundurus! Tornadus! Che ci fate voi qui?- chiese un ragazzo della mia età dai capelli bianchi con un ciuffo arancione
-Vogliamo salvare la Principessa! E tu non ci fermerai, Landorus!- urlarono
-Per favore, ragazzi! Non iniziate con questa storia e venite qui! E' pericolo per voi.- disse 
-Non ci importa! Sacrificheremmo la vita per salvare la nostra Principessa!- disse Tornadus
-Lasciali perdere, Landorus! Vuol dire che faranno la stessa fine dei loro nuovi amici. Reshiram!- disse Azula attirando l'attenzione del Pokèmon
-Attaccali!- ordinò e subito Reshiram ci attaccò con una gigantesca sfera di fuoco. 
Per un pelo riuscimmo a scansarla, ma il castello venne semi distrutto.
Non appena Kai alzò gli occhi e vide il palazzo, urlò: -Madre!- e subito corse verso quel che è rimasto del palazzo.
Il Re, infuriato, si voltò e disse ad Azula: -Questo non dovevi farlo!-
-Oh, scusa non volevo.- disse con falsa innocenza
Kai si voltò verso Azula: -Giuro che se è successo qualcosa a mia madre me la pagherai cara!-
-Ma che bimbo carino che sei! Vuoi bene alla tua mamma! Non sei cresciutello per stare con la mammina?- lo prese in giro Azula
Kai prese una spada che aveva trovato per terra e la girò tra le mani: -Giusto, tu non sai cosa si prova per una madre. Hai ucciso la tua!-
Azula fece un sorrisino.
-Se per questo... Ho ucciso anche mio padre. Se aspettavo che quel vecchio moriva, mi facevo vecchia io!- 
Kai a quella affermazione si scagliò contro di lei con una furia che non avevo mai visto, ma Landorus lo fermò.
-Mi dispiace, ma finchè ci sarò io non attaccherai la Regina.- disse con estrema freddezza
-Come puoi stare dalla parte di una donna senza cuore?- chiese il mio amico 
-Lei è la mia Regina... E io devo obbedire ad ogni suo ordine.- disse quasi con riluttanza
Kai guardò prima lui, poi Azula e infine me. Gli occhi gli brillavano e da ciò capii che gli balenò qualcosa in testa.
Abbassò la spada e disse ad Azula: -Sai... Non sei l'unica qui che ha un asso della manica.- Indicò con il pollice Reshiram che continuava ad incendiare la foresta intorno a noi. 
Azula lo guardò con fare interrogativo.
-Che cosa intendi?- disse. Forse aveva già intuito cosa voleva fare il mio migliore amico e questo mi spaventava. Avevo paura di quello che sarebbe successo e sopratutto se fossi riuscito a trasformarmi... Quando l'ho fatto la prima volta non ero cosciente, quindi avevo paura.
-Questo!- Kai si voltò verso di me e non appena mi concentrai un fulmine squarciò il cielo.
-Non è possibile...- disse la nostra nemica con un filo di voce, poi sul suo viso comparve un sorrisino beffardo.
-Bene! Da quel che capisco questa guerra sarà una guerra ad armi pari. Io ho Reshiram e tu Zekrom. Quindi... E' ora che lo show abbia inizio!-. Alzò un braccio, poi lo abbassò indicandoci. -Soldati! All'attacco!-
Subito, nel giro di pochi secondi, i soldati ci attaccarono e subito incominciammo a lottare. 
il Generale si liberò di sue soldati che lo avevano bloccato e subito corse a prendere due spade e immediatamente si precipitò a combattere.
Kai e Landorus incominciarono a combattere, mentre Azula impartiva ordini a Reshiram che, con potentissime fiamme, incendiava tutto e tutti.
Incominciai a correre verso Azula, in modo da fermare anche Reshiram, ma delle guardie mi si pararono davanti con l'intenzione di non farmi avanzare. Fecero per colpirmi, ma una lancia colpì in pieno petto il soldato di destra e come un fulmine Josh avanzò verso il soldato rimasto e con la spada lo trafisse alla gola. Lo guardai sorpreso.
-Ebbene... Non sono solo capace di prevedere il futuro.- disse con un sorriso malizioso, poi se ne andò.
Io ripresi la mia corsa verso Azula e non appena la raggiunsi, si voltò verso di me.
-Lo sai... Quel scemetto del tuo principe non ti dovrebbe lasciarti scorrazzare da solo. E' pericoloso.- disse
-Mi dispiace, ma io non sono il suo cagnolino. Quindi faccio quello che voglio e quello che reputo giusto.- ribattei
Mi squadrò dalla testa ai piedi.
-E cosa reputi giusto?- chiese
-Aiutare e proteggere le persone che si amano.- dissi tranquillo, anche se non lo ero per niente.
Da quello che dissi sembrava divertita.
-"Proteggere le persone che si amano". Ma non farmi ridere!- disse scendendo da cavallo e avvicinandosi a me -Ti assicuro che le persone che tu ami un giorno ti tradiranno, quindi è inutile che ti affatichi tanto per loro. Tutte le volte che fai qualcosa per loro, loro puntualmente feriscono i tuoi sentimenti e se sei in difficoltà non fanno altro che riderti in faccia.-
Si voltò per andarsene, ma la fermai.
-Forse le persone che conosci tu lo fanno, ma quelle che conosco io non lo farebbero mai.- dissi e lei si voltò
-Le persone ricambiano ciò che hanno avuto. I genitori danno amore ai loro figli e se lo aspettano da quest'ultimi. In una famiglia, in una coppia è un continuo dare e ricevere. E la stessa cosa vale anche per un Pokèmon. Tu cosa stai dando a Reshiram, in cambio della sua fedeltà?-
-Niente. Mi ha solo riconosciuta come la sua eroina. Ma ora basta parlare, passiamo ai fatti. Reshiram! Attacca il Principe Kai!- disse indicando Kai che durante lo scontro con Landorus si era avvicinato al palazzo.
Reshiram subito obbedì e lanciò una sfera di fuoco verso Kai. Immediatamente mi precipitai per salvarlo e per un pelo riuscii a fargli evitare quella morte certa. Io, Kai e Landorus ci salvammo, ma la palla di fuoco precipitò sul palazzo, mandandolo a fuoco.
Kai si alzò di scatto a guardare quello spettacolo, poi si voltò verso Azula. 
-Ti odio!- urlò, per poi correre verso di lei, che subito scansò il colpo per poi dargli una ginocchiata nello stomaco. Kai urlò per il dolore e si accasciò per terra.
Io mi precipitai verso il mio amico, per aiutarlo ad alzarlo, ma lui con un gesto mi ordinò di fermarmi. Obbedii e lui si rialzò.
-A quanto vedo non ti arrendi facilmente, eh?- disse Azula con un sorrisino malizioso
Notai uno strano lampo negli occhi di Kai e all'improvviso il mio cuore incominciò a martellarmi nel petto. Subito dopo tutto il corpo fu invaso da una strana scarica elettrica e fu solo allora che capii cosa stava succedendo. La mia parte Pokèmon si stava per risvegliare e la rabbia di Kai aveva fatto in modo che ciò accadesse. 
Il cielo si scurì e il vento si alzò. Quando un tuono squarciò il cielo, il sorrisetto di Azula scomparve dal suo volto. E quando le mie ali comparvero, sul viso di Azula comparve un sorriso di sfida.
-Vedo che hai deciso di giocare la tua carta vincente. Beh... Ti fermerò e gli Harmonia non esisteranno più!-
Lentamente i miei piedi si sollevarono da terra e divenni gigantesco, talmente grande che tutti quelli che stavano combattendo erano diventati minuscoli. Feci un respiro profondo, per poi lanciare una specie di "grido di battaglia".
Facendo il mio verso attirai l'attenzione di Reshiram che cadde in picchiata per colpirmi, ma la scansai libbrandomi in aria. Lei mi seguì e così iniziò un combattimento aereo. Reshiram incominciò ad attaccarmi con Lanciafiamme, io scansai l'attacco e subito contrattaccavo con fulmine, ma la colpii solo di striscio, ferendola ad un ala. Non volevo attaccare Reshiram, perchè, secondo le voci dei gemelli, doveva essere Rhue, quindi non volevo ferirla. Però dovevo fermarla. Infuriata dal mio attacco, si fermò e creò una gigantesca palla di fuoco e me la scagliò contro, però la scansai e la palla andò sulla foresta e la incendiò tutta. Immediatamente il campo di battaglia fu invaso dal fumo.
Reshiram non doveva combinare altri guai, così decisi di condurla in un posto isolato. L'attaccai più volte, ma non mi pensò minimamente. Era concentrata su qualcuno, ma non capivo chi. Mi concentrai sulla folla e notai Kai e Azula che combattevano. Poi riguardai Reshiram e capii che stava anche lei seguendo il loro combattimento. Fu allora che capii. Stava studiando i movimenti di Kai in modo da poterlo colpire al momento opportuno. Non appena Kai ci diede le spalle, Reshiram fece dragartigli per colpirlo, ma all'improvviso...
-Fragortempo!-
Sentii urlare dalla folla di soldati un strano nome e un gigantesco fascio blu notte che la colpisce in pieno.
Per il dolore, Reshiram urlò. Tutti si voltarono verso di lei, compreso Kai. Azula, approfittando della situazione, scattò in avanti per uccidere Kai che si era girato di spalle. Io, per fermare Azula, ritornai umano e corsi verso Kai, in modo da salvarlo. Però vidi una scena che non mi sarei mai immaginato. 
Il Re Iroh si gettò tra Azula e Kai e il colpo trafisse il Re in pieno petto. Davanti a quella scena il tempo sembrava essersi fermato. Sul viso di Azula scomparve il sorriso, mentre Kai guardava con occhi disparati il padre che lentamente si accasciava per terra.
Non appena il Re toccò terra, Kai lo affiancò, con le lacrime negli occhi.
-Kai... Figliolo, non piangere.- disse con un filo di voce il Re
-Sssh! Non parli. Conservate le energie, così potrà stare meglio.- disse Kai con le guance rigate dalle lacrime
Il Re Iroh sorrise e accarezzò Kai.
-Kai, sei sempre stato un bravo figliolo e di sicuro sarai un grande Re, giusto e buono. Il bene vince sempre sul male. Ricorda le mie parole. E soprattutto... Proteggi tua madre, mi raccomando.- detto questo chiuse gli occhi ed esalò il suo ultimo respiro.
Mi avvicinai a Kai, che stava piangendo come una fontana. Avrei voluto tanto consolarlo, ma l'unica cosa che seppi fare fu mettergli una mano sulla spalla e lasciarlo sfogare.
-Mamma mia... Quante lacrime per uno stupido vecchio! Tanto un giorno sarebbe morto lo stesso!- disse Azula insensibile 
Kai, sentendo tali parole, smise immediatamente di piangere e guardo con rabbia Azula.
-"Stupido vecchio"? Lui era MIO PADRE! E se non fosse stato per te, lui ora sarebbe ancora vivo! Hai addirittura reso orfano un bambino che deve ancora nascere! Come puoi dire una cosa tanto crudele?!- 
Azula fece una smorfia.
-Uffa! Ma lo sai che sei noioso. Ripeti sempre le stesse cose!- 
Kai, sempre più accecato dall'ira, urlò: -Non ti perdonerò mai!-
Poi si scagliò contro di lei, gettandola a terra. Cercò di darle qualche pugno, ma lei si scansò. Con un'abile mossa si girò e così si trovarono lei sopra e Kai sotto. Azula gli assestò qualche pugno sul viso, fino a fargli uscire il sangue dal naso e dal labbro superiore.
All'improvviso Reshiram tornò, infuriata, e con una zampa, scagliò Azula lontana da Kai, ferendola all'addome.
Azula si rialzò a fatica e, rivolta al Pokèmon Leggendario, urlò: -Reshiram! Ma cosa hai in mente! Io sono la tua padrona non mi devi attaccare!-
Reshiram si voltò verso di lei e con Dragartigli cercò di colpirla, ma mi misi davanti e lei si fermò di colpo. 
-Prenditela con me, se proprio vuoi sfogarti con qualcuno!-
Reshiram non si mosse, ma fece il suo verso, facendo capire che non era d'accordo. Feci un respiro profondo e dissi: -Reshiram, anzi... Rhue! Sono che sei lì e so anche che non sei cattiva e non vuoi fare del male. Quindi ti prego... Ritorna in te. Ti prego, fallo per me!-
Il viso di Reshiram si avvicinò al mio e notai che stava piangendo. Fece un grido soffocato, fino a quando le fiamme non la invasero e dopo due secondi, davanti a me comparve Rhue che si accasciò per terra, priva di sensi e... Completamente nuda!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Disperazione ***


Capitolo 10: Disperazione
 
 
-Kaito
Ho sempre immaginato che il mio destino fosse diverso. Avrei voluto vivere una vita serena, in pace, al fianco del mio migliore amico. E invece... Mi ritrovo a combattere una guerra e, in tutto ciò, nei panni di un Pokèmon Leggendario. In più la donna che amavo era il mio nemico e proprio in quel momento si trovava di fronte a me, distesa per terra, senza uno straccio addosso.
Vederla in quello stato mi fece battere il cuore a milla. Che dovevo fare? L'unica cosa che riuscivo a pensare erano pensieri che... Beh... Non posso rivelare. 
Virizion, capendo la situazione, corse e con il camice che indossava la coprì. Non appena glielo, Virizion mi fece segno di avvicinarmi. Obbedii e quando mi chinai, mi disse: -Portala dentro.-
Presi Rhue in braccio e mi incamminai verso il palazzo, o, per meglio dire, verso ciò che rimaneva del palazzo, però...
-Fermi! Dove credete di andare con Reshiram?!- urlò Azula -Lei è mia, fa parte del mio casato, e voi non potete portarla via!-
Mi voltai e la guardai negli occhi.
-Per prima cosa non è Reshiram, ma Rhue ed è tua sorella! Poi lei non è di nessuno!-
Detto ciò, tornai a camminare verso il palazzo. Essendo anche di spalle, potei percepire la rabbia di Azula.
-Avete vinto la battaglia, ma non la guerra! Ritornerò a riprendermi Rhue!- disse Azula per poi correre verso il cavallo che gli aveva preparato un suo soldato e se ne andò seguita da quel che restava del suo esercito.
Josh e il Generale Cobalion, ricorperti di sangue sul viso e tra i capelli, gettarono le spade e lentamente si avviarono verso il palazzo, seguiti dai gemelli. Terrakion e due soldati presero il corpo ormai inerme del Re e lo portarono verso gli appartamenti di Virizion, che quest'ultima usava per ospitare i suoi pazienti. Infine Virizion convinse Kai ad entrare e a calmarsi.
Percorremmo il corridoio in completo silenzio. Nessuno riusciva a parlare dopo quello che era successo al Re.
Quando raggiunsi la prima camera degli ospiti, vi entrai e misi Rhue sul letto. 
Fu allora che Kai parlò.
-E ora che succederà?- disse con un filo di voce
Lo guardammo. In effetti aveva ragione. Non riuscivo a pensare a quello che sarebbe potuto accadere.
-Prima dovremmo dire alla Regina Alicia che il Re è morto. Poi penseremo al da farsi.- disse Josh
Kai si girò di scatto verso il biondo.
-Ma mia madre è incinta! Sapere che mio padre è morto sarà un duro colpo per lei!-
-E' suo diritto saperlo.- disse Virizion mettendogli una mano sulla spalla.
Kai abbassò lo sguardo.
-Però chi glielo dirà?- domandò Tornadus
-Lo farò io!- esclamò Kai
Lo guardammo sorpreso.
-Ne sei sicuro?- chiesi
Il mio amico annuì.
-Sono suo figlio. E' mio dovere dirglielo!-
Aveva ragione. In più il padre era morto per difenderlo, quindi toccava a lui dirlo alla madre.
-Va bene. Andiamo a cercarla.- disse Josh incominciando ad aprire la porta per uscire
-Ma chi rimane con Rhue?- dissi fermandoli, però intervenne Virizion
-Non ti preoccupare! Rimarrò io con lei!-
-Rimaniamo anche noi con la Principessa!- dissero in coro i due gemelli
Annuii e seguii Kai, Josh e il Generale Cobalion verso gli appartamenti reali per trovare la Regina. Per tutto il tragitto pregai Dio affichè non succedesse nulla di brutto, ma la mia preghiera andò a vuoto.
 
-Rhue
Quando mi risvegliai, mi trovavo ancora in quell'immenso luogo tutto nero. Però questa volta ero da sola. Almeno non dovevo più ascoltare la mia copia che urlava di vendicarsi. In quel momento l'unica cosa che desideravo era lui, il mio Kaito. Era l'unica persona che volevo accanto a me. Volevo andare via con lui in un luogo dove niente e nessuno ci potesse raggiungere. Però vedere tutto quel vuoto mi metteva tristezza e inoltre avevo freddo. Come avrei voluto qualcosa per riscaldarmi. Chiusi gli occhi per portarmi alle spalle la solitudine che mi portava quel posto desolato. Incominciai a immaginare la mia vita in una piccola villa, su un'isola di Unima. Io sto dormendo sul letto, tra delle candide lenzuola bianche, stretta tra le braccia di Kaito. Lui mi svegliava dolcemente, dandomi dei teneri baci sulla guancia. E non appena aprii i miei occhi vidi il suo magnifico sorriso. Ma quell'immagine paradisiaca fu completamente distrutta dalle fiamme. Persino Kaito scomparì tra quelle lingue di fuoco che lentamente stavano divorando tutto ciò che mi circondava.
Poi mi vennero in mente le parole della mia copia.
 
L'amore non è altro che un illusione che porta alla disperazione.
 
Vedere tutte quelle fiamme che distruggevano i miei sogni... Mi fecero venire le lacrime agli occhi. Perchè tutto quello che desideravo doveva venire distrutto? Eppure non desideravo nulla di speciale, ma solo la libertà. Volevo solo essere libera delle mie scelte e delle mie azioni e non dare conto a nessuno. Ma purtroppo Azula mi aveva in pugno e non potevo fare nulla. Come vorrei risvegliarmi e trovare Kaito affianco a me. Trovarmi fuori dalla gabbia che mi teneva prigioniera e volare via.
 
-Kaito
Dopo una lunga camminata in completo silenzio, ci fermammo davanti alla gigantesca porta che segnava l'inizio degli appartamenti reali.
-Su, forza! Ce la farai!- disse il Generale facendo coraggio al mio amico che si era letteralmente bloccato. 
Fece un respiro profondo e, lentamente, aprì la porta. Appena entrammo vedemmo un gigantesco salone, con enormi vetrate e ai lati due immensi corridoi. Al centro del salone c'erano un tavolo tondo e due poltrone, una su cui era seduta la Regina.
Kai si schiarì la voce, poi disse: -Buongiorno, Madre. Come sta?-
Al suono della voce di Kai, la Regina Alicia si voltò e non appena lo vide, si alzò, gli colse incontro ad abbracciarlo.
-Grazie a Dio stai bene! Quando ho sentito l'esplosione, le guardie mi hanno subito portata al riparo e mi hanno informata dell'attacco dei Phoenix, seguiti da un Pokèmon gigantesco. Quando hanno detto che anche tu avevi preso parte alla battaglia, ho subito pensato al peggio. Ma sono molto più tranquilla sapendo che stai bene!- disse stringendo il figlio
Kai ricambiò l'abbraccio e sorrise. Poi il sorriso scomparve dal suo volto.
-Madre... Le devo dire una cosa importante.- disse sciogliendosi dall'abbraccio. La Regina lo guardò, in attesa di ciò che il figlio le stava per dire.
-Ecco... Durante la battaglia è successa una cosa brutta.- continuò Kai cercando di mantenere la calma
-E cosa?-
Kai la guardò e fece un respiro profondo. Doveva essere molto difficile per lui.
-Purtroppo... Il mio nobile padre è stato ferito dalla Regina dei Phoenix e... Non ce l'ha fatta. Mi dispiace.- concluse con le lacrime agli occhi
La madre del mio amico, non appena assimilò tale notizia, incominciò a urlare dalla disperazione e scoppiò a piangere.
Cercammo di calmarla in tutti modi, ma nulla. Vedendo la madre piangere, anche Kai, alla fine, si abbandonò alla tristezza. Volevo fare qualcosa per loro, in fondo per me era la mia famiglia, e vederla così disperata mi faceva piangere il cuore. Però il fatto di non saper cosa fare mi faceva sentire onnipotente.
-Dai... E' vero. E' triste sapere che un proprio familiare è morto, però bisogna andare avanti. Ci sono passato anche io, quindi so quello che si prova.- disse Josh e notai un velo di tristezza nei suoi occhi
Ma improvvisamente sentimmo uno strano rumore e tutti ci girammo verso la fonte di tale rumore. E non appena ci voltammo e vedemmo la regina che si era piegata in due e mettendosi una mano sul pancione.
-Oh no!- disse il Generale scattando verso la Regina
-Che cos'ha, madre?- chiese Kai preoccupato
-Mi è venuta una forte fitta.- rispose la madre di Kai, facendo una smorfia non appena gli venne una seconda fitta.
Proprio in quel momento entrò Virizion nella stanza.
-Ragazzi, vi devo dire una...- stava per dire qualcosa, ma non appena vide la Regina scattò in avanti e corse ad aiutarla.
-Mi volete spiegare cosa sta succedendo?- dissi, ma poi i miei occhi si abbassarono verso i piedi della regina e notai dell'acqua per terra.
-Ecco... Il bambino sta per nascere.- mi spiegò Josh e devo dire che lì per lì mi stava per venire un mancamento. Un bambino non doveva nascere prima.
-Ma è presto!- esclamò Kai
Josh scrollò le spalle, poi disse: -A volte capita.-
Io e Kai ci guardammo, allibiti. Non credevo che certe cose succedessero.
-Non è il momento di perdere il tempo! Dobbiamo pensare a far nascere questo bambino!- disse Virizion senza smettere di stare vicino alla madre di Kai
-Virizion ha ragione, ma tu sei pronta per il parto?- disse il Generale rivolto prima a noi, poi alla sorella
Virizion scosse la testa.
-Mi dispiace, ma non posso farlo. Non sono specializzata nel parto, ci vuole un ostetrica esperta.- spiegò lei
-E ora che si fa?- disse Kai passandosi una mano tra i capelli disperato
Cadde un silenzio assordante. Nessuno si azzardava a parlare. Poi Josh disse: -Non rimane altra scelta... Dovrò farlo nascere io!-
Lo guardammo sorpresi di quella decisione improvvisa.
-Se non può farlo Virizion, figuriamoci tu che sei un oracolo!- disse il Generale
-A Sinnoh ho fatto nascere parecchi bambini. Quindi ho un pò d'esperienza.- si vantò il biondo
Ci guardammo.
-Non resta che fare così.- disse Kai -Josh... Ti affido mia madre.-
Josh fece un inchino e portarono la Regina Alicia in una stanza, dove, seguendo tutte le indicazioni del biondo, sarebbe avvenuto il parto.
 
Erano passate due ore da quando la Regina Alicia, Josh e due cameriere si erano chiusi nella stanza per far nascere il bambino. Eravamo tutti in ansia, perchè volevamo delle notizie, ma Josh non ci voleva far entrare. L'unica cosa che riuscivamo a sentire erano solo urla e pianti.
Una volta esserci arresi ad avere notizie, Josh uscì dalla stanza sudato, senza la solita giacca blu, la cravatta era allentata e le maniche della camicia alzate fino ai gomiti.
Non appena lo vedemmo, lo riempimmo di domande.
-Allora? Come sta andando- chiese Kai preoccupato
Josh scosse la testa.
-Non bene. Il parto è più difficile di quanto credessi, in più gli è salita la febbre.- disse passandosi una mano tra i capelli
-Cosa? E come è successo?- chiese Terrakion che ci aveva raggiunti non appena seppe della situazione
-Il parto le ha abbassato le difese immunitarie e così è salita la febbre.- rispose il biondo
-E il bambino?-
Josh sospirò.
-Sapere della morte del marito è stato un duro colpo, inoltre si è messa anche la febbre, quindi non ha più forza sia fisicamente sia spiritualmente.-
-Che vuoi fare?- domandò il Generale
-Deve venire Virizion, in modo da cercare di abbassare la febbre, e Kai, che incoraggerà la madre.- spiegò Josh
-Va bene, però con me deve venire anche Kaito.- disse il mio amico
Josh annuì e così dopo pochi minuti entrammo nella stanza. La Regina Alicia era distesa sul letto ed era affiancata dalle due cameriere, che cercavano di tranquillizzarla senza successo.
Virizion andò sulla sua destra, mentre Kai andò al lato opposto, dove prese una sedia e si sedette accanto alla madre e io dietro di lui.
-Come state?- chiese Kai rivolgendo un sorriso affettuoso alla madre
Al suono delle sue parole, la Regina sorrise.
-Sto bene, non ti preoccupare.- mentì
-Non è vero. Ha la febbre e il bambino non è ancora nato.- disse Kai guardando con dolcezza
-Ahaha! Mi hai scoperto, però non ce la faccio. Sono troppo stanca.-
-Ma se vi sforzate un pò per far nascere il bambino, si potrà riposare. E dopo la stanchezza, potremmo andare a fare una gita, come quando ero piccolo.-
Il viso della madre di Kai si rabbuiò di colpo.
-Lo so che lo facevamo con mio padre, però se lui fosse qui vorrebbe di sicuro che questo bambino nascesse! La prego.- disse Kai con le lacrime agli occhi
La Regina, dopo un paio di secondi, annuì e immediatamente la stanza di riempi di incitamenti e grida.
Dopo una ventina di minuti tutto era finito, ma non si sentiva alcun pianto.
-Ehi, Josh. Che succede?- chiesi preoccupato, però il biondo non rispose
Qualche secondo dopo, la stanza si riempì del pianto di un bambino.
Josh si voltò verso di noi e mise tra le braccia di Kai un bambino avvolto in un lenzuolo azzurro.
-E' un maschietto sanissimo.- disse Josh con un sorriso
Kai sorrise nel vedere il suo fratellino. Ero felice per lui. Per tanto tempo aveva desiderato avere un fratello, però con il passare del tempo aveva capito che questo forte desiderio non si sarebbe mai desiderato. Ora stringere il proprio fratello tra le braccia lo aveva portato al settimo cielo.
Poi Kai distolse lo sguardo dal fratello, per guardare la madre. 
-Guardi, madre. Non è bellissimo?- disse facendogli vedere il bambino
La madre si voltò verso di lui con il fiatone e il viso sudato. Quando lo vide sorrise.
-Hai ragione... E' bellissimo.- disse
-Come si chiamerà?- chiesi curioso
Mi guardarono entrambi. Poi lo sguardo di Kai si spostò sulla madre.
-Si chiamerà... Thomas.- disse la Regina
Io e Kai sorridemmo.
-E' un bel nome. Come diminutivo potremmo chiamarlo Tommy.- dissi
-Sì! Tommy è un diminutivo simpatico. Non è vero madre?- disse Kai, ma la Regina non rispose. Da quel che vedevo, sembrava stesse dormendo.
-Madre?- disse Kai sfiorandola. 
Poi una strana idea ci balenò in testa.
-Madre!- urlò Kai scuotendola, ma non accennava a svegliarsi. Poi Tommy, che nel frattempo si era calmato, riscoppiò a piangere. Questa volta anche Kai si mise a piangere.
-Madre, vi prego! Non abbandonatemi anche voi! Per favore!- urlò Kai disperato, poi si accasciò per terra e si abbandonò ad un pianto irrefrenabile, con in braccio il piccolo Tommy, che non accennava a calmarsi.
Virizion si avvicinò a lui e lo abbracciò. Io invece rimasi al mio posto. Pietrificato. Come si poteva essere così sfortunati? Kai aveva perso entrambi i genitori in un solo giorno! Perchè il destino gli ha messo davanti così tanta crudeltà? Non si meritava tutta questa tristezza. Non aveva mai fatto del male! Perchè ora invece aveva perso le persone per lui più care?
 
Erano passati due giorni dalla morte dei genitori di Kai e il mio amico si era letteralmente chiuso in se stesso. Non mangiava, non usciva dalla sua stanza, non parlava e non voleva nemmeno salutare Tommy. Tutto quello che era successo lo aveva distrutto.
-Povero Kai. Come vorrei fare qualcosa per risollevargli il morale.- dissi pensando alla situazione del mio amico
Virizion bevve un sorso di thè, poi disse: -Ti capisco. Anche io vorrei fare qualcosa, ma non mi viene in mente nulla.-
-E se andiamo a fare una gita? Così potremmo portare anche Tommy a prendere una boccata d'aria.- disse Terrakion e la sua idea fu accolta benevolmente
-Sì, buona idea! Su, Kaito. Cerca di convincerlo.- disse il Generale e subito corsi nella camera di Kai
Educatamente bussai ed aspettai il permesso del mio amico.
-Avanti.- disse ed entrai.
Vidi che era seduto sulla poltrona a guardare fuori dalla finestra, ma i suoi occhi erano assenti.
-Kai... Ti va di venire a fare una gita? Portiamo con noi anche il piccolo Tommy.- dissi
-Non ho alcuna voglia di uscire.- rispose senza guardarmi
Lo guardai amareggiato. Mi faceva pena. Però doveva uscire, altrimenti non si sarebbe mai ripreso. Così mi avvicinai e mi sedetti affianco a lui.
-Senti, Kai... Capisco il tuo dolore, ma ormai non ci sono più e tu non puoi fare niente per riportarli indietro. Devi andare avanti per la tua strada!- dissi
Kai si voltò verso di me e mi guardò.
-Come posso andare avanti? E' per colpa mia se mio padre è morto. Se io non mi fossi distratto durante il combattimento contro Azula, lei non avrebbe tentato di attaccarmi e lui non mi avrebbe difeso! Ed è sempre colpa mia se ora anche mia madre non c'è più!- disse il mio amico con le lacrime agli occhi
Scossi la testa, per esternare il mio disappunto.
-Non è vero, Kai! Non è colpa tua! Era destino!-
-Destino... Ma quale destino! Tutto ciò è successo per colpa mia!-
Ma perchè faceva così? Non era colpa sua! Suo padre si era sacrificato per lui e la madre aveva fatto nascere Tommy. Ma come potevo fargli capire che non era colpa sua?
Stavo per dire qualcosa, quando entrarono nella stanza Tornadus e Thundurus allarmati.
-Kai! Kaito! Venite! La Principessa Rhue sta male!-
A quella notizia io e Kai ci precipitammo fuori dalla stanza e ci dirigemmo verso la stanza in cui dormiva Rhue.
Non appena entrammo vedemmo Virizion e Josh vicino a lei, che cercavano di capire che cosa avesse.
-Che cos'ha?- chiesi con un filo di voce
Josh mi guardò.
-La temperatura si è abbassata inaspettatamente e la sua pelle è diventata più chiara del solito.- disse il biondo guardandomi
Io mi avvicinai a lei e notai che Josh aveva ragione. Era pallidissima. E tremava come una foglia.
-Ma cosa è successo? Come mai la sua temperatura si è abbassata?- chiese Kai
-C'è solo una spiegazione logica.- esordì Josh
Lo guardammo.
-Ossia?-
-I suoi poteri e la sua energia spirituale sono alimentati dalla cosidetta "Fiamma della Vita".- spiegò il biondo
-Fiamma della Vita?- ripetè Kai
Josh annuì.
-A quanto pare, questa fiamma si sta lentamente spegnendo.-
Lo guardai sorpreso. Se questa fiamma si spegnerà, allora...
-E se si spegne completamente?- chiese Virizion
L'espressione di Josh si rabbuiò.
-Morirà.-
Sussultai. Non volevo che morisse! Io l'amavo, non volevo che le succedesse qualcosa di brutto.
-Come mai la Fiamma della Vita si è indebolita?- chiese Kai
Josh lo guardò.
-Reshiram è per natura uno spirito libero. Per tutti questi anni ha sempre represso la sua libertà e così ha perso energia. In più il suo risveglio è stato forzato, non si è risvegliato in modo naturale, come è successo a Kaito. Tutti questi fattori l'hanno portata ad indebolirsi.- spiegò il biondo
Mi voltai di scatto verso Josh, che mi guardò basito.
-C'è un modo per non farla morire?- dissi, esitando un pò sulla parola "morire"
Josh ci riflette un pò, poi disse: -C'è un modo.-
Mi sentii sollevato.
-E qual'è?-
-In un libro ho letto che Dialga e Palkia, i creatori della regione di Sinnoh, quando crearono l'universo insieme al Leggendario Arceus, consumavano molte energie. Quindi se uno dei due sprecava molte energie, l'altro condivideva la sua con la sua controparte.- spiegò
-In poche parole?- disse Kai
-In poche parole Kaito, che è Zekrom, condividerà la sua energia con Rhue, ossia Reshiram.-
Annuii.
-E come si fa?- chiesi
Josh sbuffò.
-Devi darle un bacio.-
Lo guardai sorpreso.
-Che cosa?!- urlai -Dialga e Palkia si baciavano per lo scambio di energie?-
Notai un leggero rossore sulle guancie del biondo.
-No, ma Dialga e Palkia sono due Pokèmon diversi. Su, dalle questo bacio e facciamola finita.- 
Guardai Kai, che mi fece l'occhiolino.
-Approfittane!- disse
Mi girai e feci un respiro profondo. Come potevo darle un bacio? Io ero un umile scudiero e lei una Principessa. In più dormiva! Non potevo farlo. Però non appena i miei occhi si posarono sulle sue labbra carnose venne il forte desiderio di farlo. Involontariamente il mio corpo si mosse e mi sporsi in avanti e... la baciai.
Dopo un paio di minuti, mi allontanai, ma notai che Rhue non stava meglio.
Mi voltai verso il biondo, che stava soffocando una risata.
-Sei sicuro che bisognava baciarla?- chiesi
Josh non riuscì a trattenere la risata e disse: -No, potevi semplicemente stringerle la mano, ma volevo farti un piccolo scherzetto!-
Come si era permesso di farmi uno scherzo simile? Solo l'idea di esserci cascato, mi faceva salire il sangue alla testa. Però non mi era dispiaciuto baciarla. All'improvviso sentii uno strano calore dietro di me. Mi voltai e notai che la pelle di Rhue era tornata normale e quando intravidi i suoi occhi il mio cuore incominciò a battermi all'impazzata.
Finalmente la mia Rhue era tornata da me e per nulla al mondo avrei permesso ad Azula di portarla via di nuovo.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Passato ***


Capitolo 11: Passato
 
-Rhue
Mi trovavo ancora in quel luogo buio e l'unica cosa che riuscivo a fare era sperare di uscire da lì.
Mi strinsi le ginocchia al petto e chiusi gli occhi.
All'improvviso sentii una voce alle mie spalle.
-Che fai? Dormi?-
Mi voltai e vidi la mia copia con un sorriso beffardo dipinto sul volto.
-Ciò che faccio non ti riguarda!- dissi ritornando nella posizione in cui mi trovavo prima.
Ci fu un attimo di silenzio, poi si mise davanti a me, incrociò le braccia al petto e, con il suo solito sorrisino, mi disse: -Stai pensando a Kaito, vero?-
Non appena sentii il nome di Kaito, alzai di scatto la testa e la guardai.
-Non è vero!- mentii. L'unica cosa che riuscivo a pensare era al suo magnifico sorriso.
Però il sorrisino beffardo della mia sosia scomparve dal suo viso e si fece improvvisamente seria.
-Menti.- disse con calma glaciale
Abbassai lo sguardo e lei sospirò.
-Ricordo ancora quando anche io pensavo all'uomo che amavo.-
La guardai incuriosita. Davvero si era,o per meglio dire, mi ero innamorata di un altro uomo nella mia vita passata?
-Ti posso fare una domanda?- dissi cercando di nascondere la mia esitazione
La mia parte passata mi guardò e annuì frettolosamente.
Feci un respiro profondo per prendere coraggio, poi dissi: -Chi era l'uomo che amavi? Sai... Non ricordo nulla del passato...-
Lei mi guardò malinconica.
-Preferisco non ricordarlo.-
Tra noi cadde il silenzio, ma poi mi chiese: -Perchè me lo chiedi?-
-Perchè non ricordavo di essermi innamorata di un uomo nella mia vita passata e inoltre... Non faccio altro che pensare alla frase che mi ha detto prima... "L'amore è solo un illusione che porta alla disperazione."... Per dire una frase del genere vuol dire che hai sofferto molto per amore.- risposi, alzandomi e guardandola negli occhi.
Abbassò lo sguardo, pensierosa. Poi mi guardò e disse: -Seguimi.-
Lei iniziò a camminare a passo svelto e io la seguii. Dopo pochi minuti arrivammo davanti ad una piccola porta rossa. Improvvisamente la porta si aprì da sola, cigolando, e un fascio di luce ci investì in pieno. La mia me passata mi prese per il braccio ed insieme varcammo la soglia della porta. Poco dopo lei mi lasciò e notai che stavo fluttuando nell'aria.
-Dove ci troviamo?- chiesi
Lei senza guardammi disse: -Questo è il luogo dove si trovano tutti i tuoi ricordi, anche quelli che riguardano me.-
Annuii e subito intorno a noi si materializzò un gigantesco giardino e alle spalle di esso si trovava un enorme palazzo.
-Come tu ben saprai... Noi, quando non esistevano ancora i due casati rivali, eravamo un unico essere con Zekrom, l'essere degli ideali. Però le cose iniziarono a cambiare quando l'ultimo Re di Unima era prossimo alla morte e i suoi unici eredi erano due gemelli...- iniziò la mia sosia e all'improvviso si sentirono due voci maschili.
Mi avvicinai un pò verso la fonte delle due voci e vidi due ragazzi sui quindici anni che giocavano con una specie di palla di cuoio, tutta rovinata.
Quello che aveva la palla in mano aveva gli occhi rossi e i capelli castani, con un ciuffo riccioluto che gli cadeva sulla fronte. L'altro invece, quello che si preparava per il tiro, aveva i capelli neri e gli occhi verde acqua. Quando notai il suo viso notai una certa somiglianza con Kaito e Kai... Infatti a guardarlo meglio sembrava proprio loro due messi insieme. Era una cosa che mi toglieva il fiato, ma non sapevo se era per il fatto che lui assomigliasse a Kaito e al suo amico, o perchè era estremamente bello.
-Loro sono i due gemelli di cui ti stavo parlando... Quello con gli occhi rossi è il Principe Leon, il secondo. L'altro invece è il Principe Christian.-
Mi voltai verso di lei.
-Scusami... Ma loro cosa c'entrano con l'uomo che amavi?- chiesi non capendo il senso di tutto quello
-C'entrano eccome. Io mi innamorai...- esitò un attimo, poi continuò -... del Principe Christian, eroe degli ideali.-
Da quell'affermazione rimasi basita.
-Quindi ti eri innamorata... del tuo avversario?-
Annuì.
-Anche se lui era mio nemico lo amavo comunque... E anche lui mi amava.-
La guardai sorpresa, ma all'improvviso lo scenario mutò e ci ritrovammo in un enorme sala circolare, circondata da tante vetrate. Dal bellissimo cielo stellato che si poteva ammirare, capii che era notte. Poi qualcuno entrò nella sala e ordinò al suo Pokèmon di fare luce. Dopo pochi minuti tutte le candele della stanza si accesero, dandole un'atmosfera magica. Potei infine vedere il volto della persona e del Pokèmon che erano entrati in sala. Erano un Emboar e il Principe Christian, però molto più grande, quasi sui trent'anni.
Christian, seguito dal suo Pokèmon, si sedette alla scrivania, che si trovava di fronte ad una libreria stracolma di libri. Dopo pochi minuti, però, si sentì qualcuno bussare ad una delle vetrate. Lui si alzò di scatto e corse verso la vetrata, ma prima di aprire si guardò intorno e ordinò al suo Pokèmon di uscire dalla stanza e di evitare di far entrare persone perchè voleva essere lasciato solo. Una volta che Emboar uscì dalla stanza, lui aprì la porta e una persona con addosso un mantello bianco con un cappuccio entrò frettolosamente.
Quando Christian chiuse le porte della vetrata, la persona si tolse il cappuccio e notai che ero io.
-Cosa ci fa qui? Ti ho detto tante volte che non devi venire qui.- disse lui a bassa voce per non farsi scoprire
La mia me del passato si voltò verso di lui, gli mise le braccia la collo e, con voce dolce, disse: -Ma avevo tanta voglia di vederti.-
-Però se vieni qui da me ti scopriranno, soprattutto Leon... E non voglio che soffra.-
-Non ti preoccupare! Tuo fratello non scoprirà nulla, fidati!- disse lei facendogli l'occhiolino
Lui sorrise e la strinse a se. Dopo un pò le accarezzò il viso.
-Lo sai che ti amo, vero?- disse con dolcezza.
-Ti amo anche io.- disse lei e i due si baciarono.
Vedere quella scena mi lasciò senza fiato. Mi ero innamorata di un Harmonia, nonchè mio nemico. 
Poi i due si sciolsero dal bacio e lei disse: -Resterai sempre con me, vero?-
Lui sorrise.
-Certo! E ti proteggerò. Anche a costo della mia vita. Non lascerò che ti accada nulla di male.-
A quelle parole mi venne in mente la promessa che mi aveva fatto Kaito. 
Poi Christian la prese in braccio e insieme si stesero sul letto, baciandosi e scambiandosi paroli dolci e tenere.
-Quella fu la notte più bella della mia vita. Credevo avrebbe mantenuto la sua promessa... Credevo in lui, ma in fondo l'amore è cieco.- continuò la mia copia
-Poi cosa successe?- chiesi curiosa di sapere come andò a finire.
Mi guardò.
-Venimmo scoperti... Da Zekrom.-
Ci fu un cambiamento, ma questa volta ci ritrovavamo sempre nella stessa stanza, solo che era mattina.
La mia me del passato e Chistian stavano dormendo, quando qualcuno bussò alla porta.
-Principe Christian! Sono Zekrom, è ora di alzarsi.- 
Non ricevendo alcuno risposta, bussò di nuovo, con più insistenza.
-Per favore, Principe. Si alzi, ha un sacco di cose da fare stamattina. Non mi costringa ad entrare.- disse di nuovo Zekrom da dietro la porta.
Passarono un paio di minuti e Zekrom da dietro la porta, disse: -Mi ci avete costretto voi!-
Con un colpo potentissimo aprì la porta e si precipitò nella stanza. Quando lo vidi, rimasi di sasso... Era identico a Kaito. I capelli neri, gli occhi azzurri e il fisico robusto... Però i capelli di Zekrom erano lunghi e raccolti con un codino e alcune rughe sul viso gli davano un aria anziana,anche se si vedeva benissimo che non lo era per niente. Fece un paio di passi e si fermò di stucco di fronte al letto.
I due, che si erano svegliati per il rumore forte, si coprirono con il lenzuolo, cercando di trovare una scusa plausibile.
-Zekrom... Non è come credi.- disse Christian
-Non è come credo... Eppure vedo una ragazza esattamente identica a Reshiram nel vostro letto.- disse con molta calma
-Non identica a lei, bensì è lei in carne ed ossa.- disse la me passata quasi con orgoglio
Zekrom, questa volta rivolta a lei, disse: -Come ti è saltato in mente? Lo sai bene che è contro le regole innamorarsi di un essere umano!-
-Regole? Quali regole?- chiese Christian, ma nessuno dei due fece caso alla sua domanda.
-Il Re Arceus chiuderà un occhio! In fondo al cuore non si comanda!- disse lei prendendo il vestito e mettendoselo addosso
-Chiudere un occhio?! Ti porterà davanti alla corte e ti giustizierà!- disse Zekrom
Poi prese un respiro profondo e con calma assoluta tornò a Christian: -Si sbrighi, ha molte cose da fare. Poi se non le dispiace, vorrei parlarle... Ed è urgente.-
Zekrom si avviò verso la porta e se ne andò. Non appena si chiuse la porta alle sue spalle, Christian si alzò dal letto e incominciò a vestirsi.
-Scusami. Ora vorrà avere qualche spiegazione.-
Finì di vestirsi, diede alla mia me passata un bacio e se ne andò.
-Passarono un paio di giorni ed io e Christian non ci vedemmo. Poi un giorno recevetti una sua lettera dove mi diceva di incontrarlo nella villa che si trovava nel boschetto vicino al suo palazzo. Io andai di corsa, perchè mi mancava tanto. Però successe una cosa che non mi aspettavo proprio...- continuò la mia sosia e il luogo cambiò per l'ennesima volta. Questa volta ci trovavamo nell'atrio di una villa.
Lentamente la mia parte passata, con il suo solito mantello, aprì il portone ed entrò.
-Reshiram!- esclamò Christian dalla cima delle scale
Lui scese di corsa le scale e l'abbracciò.
-Mi sei mancata tantissimo!- disse tenendola stretta tra le sue braccia
-Anche tu mi sei mancato!- disse lei ricambiando l'abbraccio.
Poi si sentirono del passi provenire dal piano superiore.
-Cosa è stato?- chiese lei sciogliendo l'abbraccio
-Non è niente. Sarà stato qualcuno della servitù.- disse Christian, prendendola per le spalle e dandole un bacio sulla fronte per tranquillizzarla.
All'improvviso le porte della villa si aprirono ed entrò Zekrom, accompagnato da un piccolo esercito e alcuni anziani saggi. Tutti rimasero impietriti.
-Voi che ci fate qui?- chiese Christian con un filo di voce
Nessuno rispose alla sua domanda, però uno degli anziani saggi si fece avanti e, indicando la mia me passata, disse irritato: -E lei che ci fa qui?-
Christian guardò prima l'anziano saggio, poi lei, in cerca di una spiegazione plausibile.
Poi il suo sguardo cambiò.
-Guardie... Catturatela!-
Immediatamente le guardie la catturarono, cercando di tenerla ferma.
-Ma cosa...- disse lei senza distogliere il suo sguardo da quello del Principe. Sul volto di Christian poi si dipinse un sorriso beffardo.
-Credevi davvero che ti avessi condotto qui per incontrarti? Mi dispiace, ma era una trappola e tu ci sei cascata!- disse con un tono talmente gelido che fece accapponare la pelle, poi con un gesto della mano ordinò alle guardie di portarla via.
A quelle parole le guancie di lei si rigarono di calde lacrime, mentre i suoi occhi divampavano per la rabbia. Poi incominciò ad urlare.
-Come hai potuto farmi questo?! Avevi giurato che mi avresti protetto, invece mi hai ingannata! Avevi detto che mi amavi, ma era tutto una menzogna! Ti odio Christian Harmonia! Ti odio e ti odierò per sempre! E sappi che la mia vendetta sarà tremenda!- detto ciò fu trascinata via dai soldati.
Finito di vedere tale spettacolo, mi voltai verso la mia sosia e dissi: -Come ha potuto fare una cosa del genere?-
Lei scosse la testa.
-Non lo so.-
-Non potevi capire se stava mentendo?- chiesi
-Non potevo farlo. Essendo l'eroe degli ideali, non potevo leggere dentro di lui.- rispose tenendo gli occhi bassi
-Ah...- dissi annuendo, facendole capire che avevo compreso il concetto, poi feci un'altra domanda.
-E cosa è successo dopo?-
Sospirò.
-Mi rinchiuse nelle segrete e mi torturò per due mesi per sapere la prossima mossa del fratello, ma io non dissi nulla. L'unica cosa che feci fu piangere e ribadirgli i sentimenti che provavo per lui, ma freddo come la roccia, rimase impassibile.
-Poi?-
-Uccisi il mio torturatore e scappai. Era l'unica cosa che mi venne in mente di fare.-
Rimasi senza parole. Come poteva un uomo mentire così spudoratamente?
-E cosa hai fatto a Christian?-
Sul suo volto tornò il sorrisino beffardo.
-L'ho ucciso.-
La guardai sconvolta. Alla fine si era vendicata del torto subito.
-Anche se per l'esattezza...- aggiunse poi -Uccisi prima la moglie davanti a lui e poi l'ho ucciso.-
-Moglie?- dissi sorpresa
-Con la guerra gli anni passano in fretta.- disse semplicemente
-Quindi anche Leon si sposò?-
Scosse la testa.
-No. Ma ebbe molte relazioni. In particolare con una concubina, da cui ebbe un erede. Ora però basta. Hai saputo abbastanza. Torniamo indietro.- disse e incominciò ad avviarsi verso la porta rossa. Mentre la seguivo, ripensai a quello che mi aveva raccontato, alla promessa di Christian e al fatto che lui non aveva mantenuto, e subito mi saltò in mente Kaito. Aveva giurato che non mi avrebbe riportato da mia sorella e alla fine mi consegnò a lei. Senza volerlo la cosa si era rpetuta, quindi... Non mi dovevo più fidare di Kaito?
All'improvviso incominciò a mancarmi il fiato ed un freddo glaciale invase il mio corpo. Cosa mi stava succedendo? Le gambe cedettero e caddi per terra. Alzai lo sguardo per chiedere aiuto, ma la vista mi si annebbiò e le parole mi morirono in gola.
Cosa mi stava succedendo?
Improvvisamente si sentì un tuono in lontananza. Poi un altro e un altro ancora, come se si fosse scatenata una tempesta. Poi il freddo che attanagliava il mio corpo scomparve e la vista tornò normale. Mi alzai per capire cosa fosse successo, quando un tuono mi colpì. Per il forte colpo caddi per terra e chiusi gli occhi. L'ultima cosa che sentii fu un forte calore alla labbra.
 
Quando ripresi i sensi, sentii sotto la mia pelle della morbida seta, poi delle voci, anche se non capivo bene quello che dicevano. Poi sentii delle risate. Lentamente aprii gli occhi e notai di essere in una stanza ben illuminata. Finalmente ero riuscita ad uscire da quel luogo buio. Mi alzai e vidi che intorno a me c'erano delle persone, ma riuscivo a vedere solo immagini sfocate.
Una volta messa a fuoco la vista, riuscii a vedere il viso dolce e gentile di Virizion.
-Ben svegliata, Principessa Rhue!- disse con un sorriso
Poi qualcosa mi arrivò addosso. Guardai e vidi Tornadus e Thundurus che mi abbracciavano.
-Che ci fate voi qui?- chiesi stralunata
-Sono venuti per chiederci aiuto!- rispose una voce maschile alla mia destra che riconobbi subito. Era Kai. Quando mi voltai verso di lui per guardarlo, notai che aveva qualcosa di strano. Nonostante il sorriso, aveva gli occhi molto tristi. Aprii bocca per dire qualcosa, ma mi fermai non appena i miei occhi si posarono sul ragazzo di fianco al Principe Harmonia.
Kaito mi guardava, in attesa.
-Ciao, Rhue!- disse con un sorriso
-Ciao...- dissi io
Con il mio tono di voce distaccato il sorriso di Kaito scomparve.
-Finalmente si è svegliata, Principessa Rhue!- sentii improvvisamente
Mi girai di sbotto e vidi un ragazzo bellissimo, dai capelli biondi e due occhi azzurri che brillavano come due diamanti. 
-Noi non ci conosciamo! Io sono Josh Diamond, oracolo e Principe della regione di Sinnoh!- si presentò il ragazzo facendo un inchino.
Immediatamente notai la sua eleganza e raffinatezza. Rimasi affascinata da lui, in particolare dalla luce che emanavano i suoi occhi. Però c'era qualcosa di strano in lui. Come se nascondesse qualcosa.
-Piacere di conoscerla, Principe Josh.- dissi 
-Mi chiami semplicemente Josh!- disse mostrando un sorriso malizioso, ma allo stesso tempo disarmante.
-Allora Lei mi dia del "tu".- dissi ricambiando il sorriso
Poi sentii un commento provenire dalla parte di Kai.
-Dongiovanni!-
Poi i miei occhi caddero su Kaito e notai che aveva una strana espressione... Come se si fosse ingelosito.
-Non ti preoccupare. Non te la porto via dopo quello che hai fatto per lei!- disse Josh mettendo una mano sulla spalla di Kaito e ridendo di gusto.
Kaito si spostò indispettito e il viso tutto rosso. Volevo capire cosa avesse fatto, ma non indagai oltre.
-Senti, Kai... I tuoi genitori sono liberi? Sai... Vorrei salutarli. Sono delle persone così gentili.- dissi, ma il viso di Kai si rabbuiò e, senza dire una parola, se ne andò.
-Kai!- esclamò Kaito per fermarlo, ma lui si chiuse la porta alle sue spalle.
Kaito sbuffò, poi rivolto ai presenti, disse: -Vado con lui!-
Detto ciò, se ne andò anche lui.
-Ma ho detto qualcosa che ha dato fastidio?- chiesi
Tutti mi guardarono con tristezza, tranne Josh che rimase impassibile.
-Cosa è successo?- gli chiesi per cercare di capire la situazione
Lui mi guardò e, dopo un paio di minuti di esitazione, mi rispose: -Due giorni fa... I sovrani Harmonia sono morti!-
A tale affermazione rimasi di stucco.
-Come sono morti?!- dissi con un filo di voce
-Il Re si è sacrificato per proteggere Kai da un colpo di Azula e...- lo fermai non appena sentii il nome di Azula
-Aspetta... Azula è stata qui?-
Josh annuì.
-E con lei c'era un esercito intero.- disse Virizion
-Anche Landorus era con lei!- esclamarono i due gemelli all'unisono
-Quindi è stata una vera imboscata.- dissi incredula
Tutti i presenti annuirono.
-E c'è dell'altro.- disse Josh con uno sguardo talemente serio che mi fece paura. Quando, però, riuscì a catturare il mio sguardo continuò.
-C'eri anche tu con lei... Con le sembianze di Reshiram.-
 
-Kaito
Rhue si era appena svegliata e avevo paura... Paura che ora non mi avrebbe più trattato come prima per non aver mantenuto la promessa fatta... Ma fui costretto! Io ero solo uno scudiero. Non mi potevo mettere contro una Regina. Ora però ero preoccupato per il mio migliore amico, che soffriva per la morte dei genitori. Dovevo aiutarlo. Era mio dovere farlo. Così, una volta uscito dalla stanza dove alloggiava Rhue, mi misi ad inseguirlo. Più volte cercai di fermarlo, ma lui continuava a correre, fino a quando non lo persi di vista.
Incominciai a vagare per il palazzo, ma non riuscii a trovarlo. Poi mi venne in mente un posto in cui poterlo trovare quasi sicuramente... Nella stanza delle vetrate.
Era la stanza più bella di tutto il palazzo. Era una stanza circolare e al posto dei muri c'erano tante vetrate. Quando eravamo piccoli, io e Kai ci divertivamo a giocare, perchè era una stanza molto spaziosa, nonostante ci ripetessero di non giocare lì perchè era vietato.
Corsi verso quella stanza e, quando aprii la porta, lo trovai che giocava con Tommy.
Vederlo giocare con il fratellino, lo faceva apparire spensierato.
-Sapevo che ti avrei trovato qui.- dissi catturando la sua attenzione.
Lui mi guardò, mentre accarezzava i piccoli ricci verde acqua del fratello.
-Ha gli occhi e i capelli di mia madre, non trovi?- mi chiesi tornando a guardare il piccolo Tommy, che giocherellava con le dita del fratello.
-Sì, però negli occhi ha un alone azzurrino. Ma non è questo il punto.- dissi sedendomi anche io accanto al piccolo.
Il mio amico mi guardò, in attesa di sapere di cosa volevo parlare.
-I tuoi genitori sono morti e tu devi andare avanti per la tua strada. Non puoi piangerli per sempre.- dissi e Kai distolse lo sguardo, irritato.
-Senti...- dissi spazientito -Se proprio non vuoi farlo per te, per me, per Unima... Fallo per tuo fratello! Il tuo sogno... Il tuo ideale era quello di riportare Unima alla libertà che secoli fa aveva e che poi fu compromessa. Se non vuoi far realizzare questo sogno per te, almeno fallo per Tommy... Dagli un posto in cui vivere una vita felice, non in guerra. Ti prego!-
Non riuscivo ad immaginarmi Tommy crescere in una regione in cui si combatteva la guerra. E finalmente, con le mie parole, riuscii a convincere il mio amico. Non disse nulla, ma lo capii dalla sguardo.
Poi prese Tommy in braccio, si alzò e si avviò verso la porta.
-Dove stai andando?- chiesi
Lui si fermò, si voltò e mi disse, con sguardo deciso: -Devo fare una comunicazione importante. Vieni con me?-
Con un sorriso annuii e lo seguii.
Con passo svelto ritornammo nella stanza di Rhue, ma non appena varcammo la soglia della porta notammo che non c'era nessuno. Così chiedemmo ad una domestica dove fossero andati e lei ci disse che Josh aveva portato Rhue nel luogo in cui c'erano le rovine del palazzo. Per poter vedere tutte le rovine c'era un solo luogo: il balcone del terzo piano.
Salimmo le scale e andammo sul balcone. Vedemmo Virizion, i gemelli, Josh e Rhue che fissavano senza dire una parola le macerie. Poi si sentii qualcosa che disse Rhue, che non riuscii a capire, ma dal suo tono capii che si sentiva in colpa. Aveva ricordato che era stata lei a creare tutto quel casino. Dovevamo attirare la loro attenzione, ma nessuno dei due aveva il coraggio di intromettersi, però ci pensò Tommy, che, con il suo pianto, attirò la loro attenzione.
-Kai! Dove ti eri cacciato?- chiese Virizion che si avvicinò a Kai e prese in braccio Tommy per farlo calmare.
-Volevo passare un pò di tempo con Tommy.- disse Kai semplicemente.
Rhue non appena vide il piccolo Tommy, si avvicinò e, accarezzandogli una guancia, disse: -Chi è questo piccino?-
-E' il mio fratellino. Si chiama Tomas, ma puoi chiamarlo Tommy.-
-E' proprio un bel nome.- disse continuando ad accarezzare il piccolo, che, nel frattempo, si era calmato.
Poi guardò Kai.
-Kai... Mi dispiace per prima. Non sapevo cosa fosse successo ai tuoi genitori, quindi... Ti chiedo umilmente scusa. Anche per averti distrutto metà del palazzo.- disse dispiaciuta
Kai scosse la testa.
-Non ti preoccupare. Ora è tutto a posto.- disse
-Sicuro?- chiese Josh
-Sì. Inoltre sono venuto qui per dire una cosa importante.-
Lo guardarono tutti con fare interrogativo.
Kai chiuse gli occhi e fece un respiro profondo. Poi incominciò a parlare.
-Come vuoi sapete siamo in guerra e Azula, ogni giorno che passa, non fa altro che ditruggere tutto ciò che le sue mani toccano, quindi... Ho deciso di affrontarla! Per Unima, per tutti i suoi abitanti e, in particolare, per Tommy. Libererò la regione di Unima, in modo da dare a Tommy un luogo dove vivere in libertà. Non voglio che soffra per una stupida guerra. Quindi diventerò il Re degli Harmonia e libererò Unima da quest'agonia, fermerò Azula e la ucciderò per vendicare la  morte di mio padre!-
Finito il discorso tutti lo guardammo. Sbalorditi.
Ero orgoglioso di lui. Finalmente aveva preso la sua decisione e ora era più determinato che mai a portare a termine il suo scopo. All'improvviso si sentì qualcuno applaudire alle nostre spalle.
Ci voltammo e vedemmo il Generale e Terrakion, con occhi fieri e orgogliosi.
-Avete sentito tutto quello che ho detto?- disse Kai sorpreso
I due annuirono.
-Sì e siamo molto fieri di te.- disse Terrakion
-Finalmente hai preso una decisione. Bravo!- disse il Generale con un sorriso. Cosa rara fatto da lui.
-Comunque dobbiamo dire una cosa.- disse il Generale tornando serio
-Abbiamo parlato con i saggi e hanno deciso la data del funerale dei tuoi genitori.- annunciò Terrakion
-E quando ci sarà?- chiesi impaziente
-Dopodomani.- rispose Josh
Mi voltai verso di lui sorpreso. In fondo non mi dovevo sorprendere. Era un oracolo, era ovvio che sapesse il giorno.
-Esatto. E c'è di più.- disse Terrakion
-Cioè?-
-Verrai incoronato quello stesso giorno.-
 
-Josh
Finalmente dopo due giorni, Rhue si era svegliata e Kai aveva preso una decisione ed era uscito dal suo stato vegetativo. Ero fiero di lui. La situazione si stava muovendo e tutto procedeva per il meglio.
L'unica cosa da fare, però, era convincere Kai ad essere incoronato il giorno in cui ci sarebbero stati i funerali dei suoi genitori.
-Che cosa?! Non posso essere incoronato quando i miei vengono seppelliti!- urlò Kai con ira e passandosi una mano tra i capelli.
In fondo lo capivo... Anche io non avrei mai accettato di essere incoronato Re quando dovevo salutare per sempre i miei. In più... Una cosa del genere mi è capitata e sono scappato a gambe levate.
-Abbiamo provato a far cambiare loro idea, ma sono stati irremovibili. Hanno detto che a causa della guerra non possono aspettare troppo tempo per incoronarti perchè hanno paura che Azula ci attaccherà di nuovo molto presto.- spiegò Terrakion
Non avevano tutti i torti. Avevano paura di un altro attacco e ci voleva un Re su cui appoggiarsi.
-Sappiamo che è una cosa un pò brutta, ma non hai altra scelta che fare come dicono.-
Kai si grattò la testa, rassegnato.
-Va bene.- acconsentì ma si vedeva che la cosa non gli andava giù
-Bene. Ora andiamo dai saggi per iniziare i preparativi.- disse Cobalion uscendo dalla stanza seguito da Terrakion.
-Vado anche io con loro. Così li potrò aiutare.- dissi e li raggiunsi.
Avevo notato qualcosa di strano negli occhi di Cobalion e di solito quando qualcosa dentro di me si allerta la mia sensazione è sempre giusta.
All'improvviso a metà del tragitto il Generale si fermò di colpo.
-Cha hai?- chiese Terrakion
-Mi sono ricordato di una cosa. Vi raggiungo dopo.- disse e se ne andò
Era strano questo suo comportamento. Così raccontai la stessa scusa a Terrakion e senza farmi vedere, lo seguii con passo veloce. Cobalion si recò in camera sua e da una lettera prese un foglietto e uscì. Quando fu abbastanza lontano, entrai e presi la lettera. Cercai di capire chi l'avesse mandata, ma sulla busta non c'era scritto nulla e il sigillo che la chiudeva era stato rimosso. Così lessi la lettera.
 
"Caro Generale Cobalion,
Ho notato la vostra estrema abilità in battaglia e vorrei farle una proposta.
Incontriamoci nel bosco alle nove di sera da soli. Vi ho allegato una mappa del luogo esatto dell'incontro.
L'aspetto.
A.P."
 
Chi era questa A.P.? Dalla calligrafia compresi che era una donna, ma le iniziali non mi dicevano nulla. E poi... Perchè aveva preso la mappa quando erano solo le undici della mattina? Chiusi la lettera, la rimisi dov'era e uscii. Non sapendo dove fosse andato Cobalion, mi diressi verso la sala dove si eranno stabiliti i saggi, visto che la precedente sala era stata distrutta da Reshiram. Per tutto il tempo aiutai Terrakion e il pomeriggio la mia mente non pensava altro che a quella lettera. Che l'aveva scritta? Cosa gli voleva proporre? Avevo un brutto presentimento.
Arrivò la sera e alle otto ci riunimmo per la cena. Con estrema puntualità si unì anche Cobalion. Con tranquillità, Terrakion informò Kai su come si sarebbe svolta la cerimonia di incoronazione e, arrivate le nove di sera, Cobalion si alzò dal tavolo.
-Cobalion... Dove vai?- chiese Terrakion
-Devo fare una cosa molto importante.- rispose e se ne andò.
Volendolo seguire, mi alzai dal tavolo e dissi: -Scusatemi, ma mi sono ricordato che devo fare una cosa che mi ha chiesto la mia fidanzata.-
Mi alzai per andarmene, ma una domanda di Kai mi fermò.
-Hai la fidanzata?!- disse sorpreso
Mi girai, irritato perchè mi stava solo facendo perdere tempo, ma senza farlo notare, risposi: -Sì... Cosa che dovresti avere anche tu, visto che sei il futuro Re degli Harmonia.-
Detto ciò, lui tornò al suo cibo, rosso per la vergogna, e io potei seguire Cobalion.
Velocemente mi diressi verso il giardino in cerca del Generale. Quando lo vidi entrare nel bosco, corsi e non appena lo raggiunsi, lo seguii nascondendomi di volta in volta dietro ad un albero.
Non vedevo l'ora di sapere chi fosse il mandante della lettera e la sua proposta. Nella mia mente si ripeteva continuamente un unico nome che avesse le iniziali A.P., però volevo avere la conferma e lo stavo per avere. Ma quando ero arrivato nel cuore del bosco persi di vista Cobalion. Mi girai intorno. Come avevo fatto a perderlo di vista? All'improvviso sentii un rumore dietro di me, ma non feci in tempo a girarmi che qualcuno mi colpì alla testa e io caddi privo di sensi.
 
-Kaito
Il Generale e Josh si erano comportati in modo strano per tutto il giorno. Volevo sapere cosa stesse succedendo, ma preferii lasciar perdere. Dovevo stare accanto al mio amico e infondergli coraggio, inoltre dovevo sistemare le cose con Rhue. 
Da quando si era svegliata mi aveva trattato freddamente. Sicuramente era arrabbiata con me per il fatto di non aver mantenuto la promessa che le avevo fatto ed io mi sentivo davvero in colpa. 
Finita la cena, Rhue si alzò e si diresse verso il giardino per prendere una boccata d'aria fresca.
Io la seguiii in modo da poterle parlare.
-Rhue! Aspetta!- dissi e lei si fermò
Non appena la raggiunsi la guardai negli occhi. Il cuore incominciò a battermi all'impazzata. I suoi occhi erano così belli da togliermi il fiato.
-Ti... Devo dire una cosa importante.- dissi
Lei annuì e, mentre parlavo, iniziammo a camminare insieme.
-Io...- iniziai con un pò di timore. E' come se tutto il mio coraggio fosse sparito all'improvviso.
-...Ti chiedo scusa.- conclusi tutto d'un fiato.
Rhue mi guardò sorpresa.
-Scusa per cosa?- chiese
Abbassai lo sguardo.
-Per non aver mantenuto la promessa.- dissi dispiaciuto
Lei distolse lo sguardo, amareggiata.
-Io non volevo consegnarti a tua sorella, ma se non avessi ubbidito mi avrebbe giustiziato! Non sai quanto mi senta in colpa.- dissi con le lacrime agli occhi, ma lei mi trafisse con uno sguardo gelido, quasi di rimprovero.
Però non fu il suo sguardo a spezzarmi il cuore, bensì le sue parole.
-Non è vero!- disse fredda e distaccata
Proprio in quel preciso istante un fulmine squarciò il cielo e incominciò a piovere.
-Cosa?- dissi con un filo di voce
-Tu menti! Non ti sei mai sentito in colpa! Avevi sempre voluto riportarmi da Azula! Ti volevi liberare di me!- disse con rabbia
Scossi la testa.
-Ti sbagli! Io davvero non volevo rimandarti da Azula! Sono stato costretto!- dissi e ringraziai la pioggia per aver nascosto le mie lacrime che, calde, scendevano ininterrottamente.
Trattenni un singhiozzo per non farle capire che stavo piangendo come un bambino.
-Non ti credo!- disse fumante di rabbia
Come poteva non credermi se era Reshiram, l'essere della verità? Dicevo la verità e con i suoi poteri poteva capirlo! Perchè invece diceva che mentivo? Era strano.
Poi la disperazione mi fece dire una cosa che mi sorprese.
-Come posso mentirti se ti amo alla follia?-
A quella dichiarazione improvvisa lei rimase basita.
-Non è... Possibile.- disse con un filo di voce
-Invece è vero! Perchè non mi credi?- chiesi ma lei si limitò a scuotere la testa
-Non ti credo! Non ti credo!- erano le uniche cose che si limitava a dire.
-Ma perchè?- chiesi avvicinandomi a lei, ma Rhue mi spinse e se ne andò correndo
-Aspetta! Dimmi almeno perchè!- urlai, ma lei non rispose.
E così, dopo un pò, rimasi solo, sotto la pioggia.
Perchè era andata a finire così? Gli parlo sinceramente e lei non aveva fatto altro che dire "non ti credo". Ora, insieme alla tristezza, si espandeva in me una rabbia irrefrenabile, pronta ad esplodere.
Mi misi le mani nei capelli e incominciai ad urlare e, insieme a me, anche i fulmini.
 
Passarono i giorni e il giorno dell'incoronazione arrivò. Non mi ero ripreso del tutto dopo l'incontro con Rhue, ma dovevo sorridere per il mio amico. Aveva bisogno di essere incoraggiato, anche se un sorriso non bastava, ma era il massimo che potessi fare in quel momento.
Mancava un'ora all'inizio della cerimonia e io stavo aspettando Kai di fronte alla porta che si apriva sulla Sala del Trono. Dopo una breve attesa, arrivò Kai.
-Allora? Come sto?- chiese
Io lo guardai. Aveva indosso un abito simile a quello che aveva indossato al suo ventesimo compleanno, solo che era ricoperto di medaglie e rifiniture dorate sui bottoni e sulle spalline che univano all'abito un lungo mantello blu notte, come la giacca. Mentre il pantalone era nero.
Com'era vestito sembrava davvero un principe.
-Stai benissimo.- dissi sfoderando il miglior sorriso che il mio repertorio potesse offrirmi
In quel preciso istante arrivò Rhue in un bellissimo abito bianco dalla gonna ampia, senza spalline e ricoperto di brillanti. I capelli raccolti in uno chignon decorato lateramente da delle rose nere, i ciuffi che le circondavano perfettamente il viso e sulle labbra il rossetto rosso.
Era bella da mozzare il fiato. Kai, notando le rose nere, disse: -Grazie!-
Lei sorrise.
-In fondo è anche il funerale dei tuoi genitori. Volevo metterli sul vestito, ma non stavano molto bene.- disse
Kai annuì, riconoscente. Poi Rhue disse: -Comunque sono venuto qui per sapere dove fossero Josh e il Generale. Terrakion li sta cercando.- 
Scossi la testa.
-Mi dispiace, ma non li ho visti. Per la verità è dalla scorsa cena che non li vedo.- dissi
-Oh... Allora li vado a cercare da un'altra parte. Ci vediamo.- disse e se ne andò.
Dopo pochi minuti, dalla sala si sentirono il suono delle trombe e il breve discorso del Capo dei Saggi che annunciava l'inizio della cerimonia. Dopo il discorso, entrarono le salme del Re e della Regina. Poi aprirono le porte a Kai che seguì silenziosamente le spoglie dei genitori.
La cerimonia era stata allestita nella sala del trono, essendo l'unica stanza grande rimasta dopo l'attacco di Azula. La sala era stata decorata con molti fiori bianchi, in particolare rose e gigli, i fiori preferiti della Regina Alicia.
Chi l'avrebbe detto che Josh, insieme a Virizion, avesse creato delle composizioni così belle da dare alla sala un aspetto così elegante e solenne.
Dopo un paio di minuti, arrivammo alla piattaforma dove furono messi i genitori e al centro c'era la sedia del Re dove si sedette Kai. Io mi misi alla sua sinistra e fu solo allora che vidi le persone che si trovavano dentro alla sala. Erano più di mille! Tutte quelle persone erano venute alla cerimonia? Guardai Kai. Non sembrava per niente agitato. Forse lui era abituato a vedere tante persone.
In fondo quando eravamo piccoli, lui partecipava alle feste con i genitori, mentre io restavo fuori dal palazzo, nella stalla, insieme ai miei amici Pokèmon.
Feci un respiro profondo, per calmarmi, e scrutai tra la folla in cerca di Virizion e la vidi in prima fila, seduta accanto a Rhue.
Dopo che tutti i presenti si alzarono, il Capo dei Saggi, che aveva anche la funzione di sacerdote, iniziò la cerimonia.
Prima di tutto incominciò la ricordare a tutti i presenti delle imprese del Re Iroh e dell'amore che la Regina Alicia riservava al marito, a Kai e a tutti i suoi sudditi.
-E infatti oggi salutiamo a malincuore e con tristezza questi due sovrani, che ci hanno saputo governare con saggezza. Però, anche se stiamo per dire addio al nostro amato sovrano, acclameremo un nuovo re che, con l'aiuto del Leggedario Pokèmon Zekrom, libererà la regione di Unima e ci porterà alla vittoria!-
Il Saggio si diresse verso un piedistallo dov'era appoggiata una corona scintillante. La prese e si mise dietro Kai. Lentamente la mise sulla testa del mio amico e non appena la lasciò disse:
-Ora, acclamate tutti, il nuovo Re degli Harmonia. Il Re Kai!-
E tutti i presenti si inchinarono.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** L'uomo incappucciato ***


Capitolo 12: L'uomo incappucciato

-Kaito
Finalmente era arrivato il giorno della cerimonia e Kai era appena stato incoronato. Ora le cose sarebbero cambiate. Ma proprio quando credevo che la cerimonia fosse finita, si sentì il verso di un Pokèmon. Non so quale Pokèmon fosse, ma ero più che si sicuro che chiedesse aiuto.
Subito dopo, qualcuno aprì di botto le porte della Sala del Trono. Tutti i presenti si voltarono per capire chi fosse, ma riuscivamo solo a vedere una figura scura. Questa figura entrò con passo lento e sommesso e non appena vidi i capelli color oro, ricobbi subito chi fosse. Era Josh. Fece qualche passo in avanti poi si fermò. I miei occhi cadderò su qualcosa di rosso che scorreva dalla sua testa e a prima vista sembrava sangue. Era ferito. Alzò lo sguardo e i suoi occhi erano diversi. Non erano azzurri, ma rossi. Poi urlò.
-Tradimentooooooooooooooooo!-
Poi si accasciò per terra, privo di sensi. Quello che Josh aveva detto scatenò il putiferio nella sala. Chi poteva tradire gli Harmonia? E sopratutto in un giorno come quello? Lentamente sotto la testa si formò una pozza di sangue e Virizion, preoccupata, corse in suo aiuto, per vedere come stava. Il Capo dei Saggi cercò di calmare gli ospiti e Terrakion si precipitò da Josh per poterlo portare via. Poi, quando si mise Josh sulle spalle, mi fece segno di seguirlo, così mi trovai ad abbandonare il mio migliore amico.
-Scusa, ma devo andare.- dissi a Kai
Lui si voltò e, con un sorriso, disse: -Non ti preoccupare! Me la caverò. Ci vediamo più tardi.-
Così scesi e li seguii. Quando entrammo nella stanza di Josh, Terrakion lo stese sul letto e Virizion incominciò a vedere le condizioni della ferita.
-Che cos'ha?- chiesi
-Ha una profonda ferita sulla testa.- disse prendendo delle bende e pulendogli la ferita.
-Secondo voi cosa gli è successo?- chiesi ricordandomi degli occhi rossi di Josh
-Non lo so. So solo che ha rovinato la cerimonia!- disse Terrakion adirato
Chissà perchè Josh ha urlato quella frase... Forse era successo qualcosa di brutto e questo potrebbe spiegare la sua sparizione. Per venti minuti nessuno dei tre parlò e non appena Virizion finì di medicare Josh ancora privo di sensi, entrarono Kai e Rhue.
-Cosa è successo?- chiese il mio amico preoccupato
-Non lo sappiamo ancora. Aspettiamo che lui riprenda i sensi...- risposi
Rhue si sedette vicino a Josh e gli strinse la mano.
-Perchè era ferito, secondo voi?- chiese guardandoci 
Terrakion scrollò le spalle, poi notammo che Josh socchiuse i suoi bellissimi occhi azzurri e fiocamente disse:
-Sakura...-
A quanto pare aveva scambiato Rhue per una certa Sakura... Forse la botta che gli aveva procurato la ferita sulla testa gli aveva confuso le idee.
-Ehm... Io non sono Sakura, ma Rhue.- disse Rhue cercando di farlo tornare in se, ma lui l'attirò a se e l'abbracciò. Quel gesto la fece arrossire, cosa che mi fece ingelosire.
-Sono così contento che tu sia qui. Mi sei mancata così tanto.- disse con un sorriso, ma Rhue si liberò dall'abbraccio.
-Io sono Rhue. Rhue.- disse lei ripetendo il suo nome, cosa che fece ritornare alla realtà Josh.
-Oh... E' vero. Scusa, Rhue. Questo forte mal di testa mi ha confuso le idee.- disse portandosi una mano alla fronte e toccandosi le bende.
-Si può sapere cosa ti è successo? E perchè hai urlato "tradimento" durante la cerimonia?- chiese Terrakion nervoso
-E' proprio di questo che vi volevo parlare.- disse e tutti lo guardammo, in attesa di ciò che ci voleva dire
-Cobalion ha tradito gli Harmonia.-
Tutti lo guardammo, scioccati.
-Che cosa?- disse a bassa voce Terrakion
-E' un traditore. E' stato lui a colpirmi nel bosco, due giorni fa.- disse Josh, convinto di quello che diceva
-E' impossibile.- disse Virizion impallidita di colpo
-Invece è possibile!-
-Cobalion non può averci tradito.- disse Kai
Josh lo guardò.
-Invece sì! Ha ricevuto una lettera in cui gli dicevano di incontrarlo nel bosco due giorni fa!- esclamò, ma Terrakion scattò.
-Mio fratello non avrebbe mai tradito gli Harmonia! Ha fatto un giuramento e non l'avrebbe mai rotto! Lui è un uomo d'onore!- sbraitò 
-Invece ti dico che è vero!- 
-Non ti credo, Josh! Mio fratello non lo avrebbe mai fatto!- disse e se ne andò sbattendo la porta.
Josh si girò verso Virizion, che teneva gli occhi fissi sul pavimento.
-Tu mi credi,vero?- disse, quasi disperato.
Virizion alzò lo sguardo e disse: -Mi dispiace, ma sono d'accordo con Terrakion. Cobalion non ci avrebbe mai tradito.-
Si alzò dalla poltrona su cui era seduta e se ne andò. Josh si appoggiò allo schienale del letto e sospirò. Sapevo cosa provava... Però era un pò inverosimile il fatto che il Generale ci avesse tradito. Lui, che ci aveva sempre detto che bisogna onorare i giuramenti fatti, ci aveva traditi. Era una cosa un pò strana.
-Ehm... Se non ti dispiace, noi andiamo.- disse Rhue timidamente, ma Josh non si mosse dalla sua posizione e non ci guardò nemmeno.
Ci guardammo e ce ne andammo, ma prima di chiudermi la porta alle spalle, Josh disse qualcosa:
-Se ci fosse stato, il Re Arceus mi avrebbe creduto.-

Passarono due settimane e Terrakion era ancora arrabbiato per l'accusa che Josh aveva fatto nei confronti di Cobalion, mentre Virizion era sempre triste. 

 
"Cobalion ci ha traditi."
 
E' un accusa un pò forte da fare, nemmeno io ci credevo. Ma la cosa che mi era rimasta nella testa era invece l'ultima frase che Josh disse prima che noi uscissimo dalla sua stanza.
 
"Se ci fosse stato, il Re Arceus mi avrebbe creduto."
 
Il Re Arceus... Quel nome mi diceva qualcosa, ma non sapevo bene cosa. La mia mente era occupata a capire cosa mi ricordasse quel nome, quando Kai mi portò alla realtà.
-Terra chiama Zekrom! Avevi promesso di aiutare il tuo migliore amico, ricordi?- disse 
Io e Kai ci trovavamo nella Sala delle Vetrate e lo stavo aiutando con i compiti che ora, essendo Re, gli spettavano.
-Sì, scusa. Stavo pensando a quello che era successo con Josh.- dissi
-Secondo te diceva davvero la verità?- chiese il mio amico
Scossi la testa.
-Non lo so. Ma sembrava essere sicuro di quello che diceva.- dissi e proprio in quell'istante entrò Josh e, senza dire una parola, si avvicinò alla scrivania, dove ci trovavamo io e Kai.
-Ciao, Josh. Che ci fai tu, qui?- disse Kai
-Ho pensato di aiutarvi. E poi ho bisogno di svagarmi.- disse incominciando a trafficare con le carte e coi libri
Io e Kai ci guardammo. Si svagava sui libri? Certe volte Josh era strano. Poi mi ricordai del giorno della cerimonia e del cambiamento degli occhi di Josh. Feci un respiro profondo e glielo dissi.
-Josh... Ho notato una cosa quando sei entrato nella sala durante la cerimona. I tuoi occhi erano di un colore diverso. Non erano blu, ma... Rossi.-
Il biondo mi guardò e per la prima volta il suo sguardo mi fece paura.
-Ti sbagli. I miei occhi non hanno cambiato colore. E' stata solo una tua impressione.- disse e tornò ai suoi libri
Tutti e tre ci rimettemmo al lavoro, ma non riuscivo a pensare ad altro che a quello che aveva detto il giorno della cerimonia. E credo che anche Kai non riusciva a concentrarsi per lo stesso problema.
-Ma davvero Cobalion ci ha tradito?- chiese Kai, un pò sulla difensiva 
Josh sbattè il libro sulla scrivania, poi sbuffò. Faceva di tutto per nascondere la sua rabbia, ma senza successo. Dopo poco appoggiò le mani sul tavolo e con uno strano sguardo disse: 
-Sì e farò di tutto per dimostrarvi che è vero!-
Ci fissò per un paio di minuti, prese il libro e uscì, sbattendo la porta alle sue spalle.

Dopo un paio d'ore, Terrakion ci convocò nella sala del trono. Quando entrammo nella stanza, i gemelli, Terrakion, Virizion e Rhue ci stavano aspettando tutti insieme. Solo Josh era seduto in disparte a fissare il panorama fuori dalla finestra.
-Cosa ci dovevi dire, Terrakion?- chiese Kai
-Abbiamo avuto alcune notizie sui movimenti di Azula.- rispose
Io e Kai ci guardammo.
-Azula sta avanzando e lentamente sta conquistando tutti i territori degli Harmonia.- disse Terrakion
-Quindi ci serve una strategia per fermarla.- disse Virizion
-Ma come facciamo? Era Cobalion quello che si occupava di certe cose.- dissi
-E' questo il problema. Ora che Kai è Re, potrebbe occuparsene lui.- disse Terrakion
-No, non posso farlo!- disse Kai
-Non ti preoccupare, ci saremo noi con te.- disse Virizion cercando di tranquillizzarlo
-Ma una volta avuta la strategia... Chi pensa ad allenare l'esercito?- chiesi
Tutti i presenti mi guardarono. Forse anche Josh, ma era troppo distante per saperlo.
-Kaito ha ragione. Chi sarà il sostituto di Cobalion?- disse Rhue
Terrakion si voltò verso la sorella che, capendo le intenzioni del fratello, scosse la testa.
-No, Terrakion. Non posso farlo.- disse
-E invece sì. Tu sei l'unica che può farlo.- disse Terrakion avvicinandosi a lei
-Potete, per favore, spiegarci cosa succede?- chiese Kai
Terrakion e Virizion si voltarono verso di noi. Poi si scambiarono un occhiata.
-Dovete sapere che Virizion sa usare la spada meglio di chiunque altro. E' quasi allo stesso livello di Cobalion.- spiegò Terrakion con fierezza
-Dai! Non è vero! Cobalion è sempre stato più bravo di me.- disse Virizion, ma Terrakion la azzittì.
-Sei bravissima! Te la caverà egregiamente, non ti preoccupare.- disse lui mettendogli le mani sulle spalle per rassicurarla
Virizion a malincuore annuì.
-Kai, tu sei d'accordo?- chiese poi Terrakion
Il mio amico li guardò perplessi, poi rivolse il suo sguardo a me. Voleva il mio parere. Così sorrisi, in modo da fargli capire che doveva dare una chance a Virizion.
Lui annuì e, rivolgendosi a Terrakion, disse: -Per me va bene. Però credo che i soldati non l'accetteranno facilmente, essendo una donna. Così vorrei che insieme a lei ci fossi anche tu, Terrakion.-
Terrakion sorrise e fece un inchino.
-Come vuole, Sire.- disse, ma Kai scosse la testa, inorridito
-Non chiamarmi così! Chiamami semplicemente Kai! Almeno quando siamo tra noi.- disse e Terrakion annuì
-Ora che abbiamo un sostituto di Cobalion, dobbiamo passare all'allenamento.- dissi
-Giusto. Ma prima dobbiamo pensare alla formazione e decidere quale giorno attaccare le truppe dei Phoenix.- disse Virizion
-Kai e Virizion ovviamente saranno al comando. Io guiderò gli arcieri. Kaito e Rhue saranno i nostri "jolly", che diventeranno Reshiram e Zekrom nel momento in cui ci troveremo in difficoltà.- iniziò Terrakion, ma Rhue lo fermò.
-Non sono d'accordo!- disse lei
-Perchè?- chiese Terrakion
-Non voglio essere l'ultima risorsa! Questa battaglia è anche la mia e non voglio guardarvi mentre eliminerete Azula.- spiegò Rhue mettendosi le mani sui fianchi
-E cosa vorresti fare?- chiese Virizion
-Voglio affiancare Kai nella formazione e non appena inizia la guerra sarò io a combattere contro Azula! Lei mi ha fatto molte cattiverie ed è arrivato il momento che lei paghi per tutto ciò che ha fatto!- rispose 
Tutti guardarono Kai, aspettando una sua risposta.
-E' giusto che tu voglia vendicarti, ma come Re degli Harmonia non te lo permetto! Questa non è una guerra personale, ma ci vanno di mezzo moltissime persone, tra cui anche mio fratello. Quindi... Ti proibisco di uccidere Azula.- disse il mio amico. Rhue aprì bocca per ribattere, ma Kai la fermò.
-Io sono il Re degli Harmonia. E sarò io a combattere contro di lei e ucciderla. Chiaro?-
Non avevo mai visto Kai così deciso e determinato. Il mio amico giocherellone e festaiolo, era diventato un uomo sicuro di se e che prendeva le sue decisioni da solo. Mi faceva quasi paura. Non lo riconoscevo più.
Rhue annuì, amareggiata.
-Ora manca solo il ruolo di Josh.- disse Terrakion e per la prima volta in tutta la riunione il biondo parlò.
-Io non avrò alcun ruolo. Io combatterò a modo mio e non seguirò gli ordini di nessuno.- disse e se ne andò
Josh aveva un bell'aspetto, ma un brutto carattere.
-Bene... Ora che abbiamo deciso la formazione, quando attaccheremo?- disse Virizion, ma fu interrotta dai gemelli.
-E noi?- dissero all'unisono
Li guardammo, sorpresi.
-Volete venire anche voi?- chiese Terrakion
-Certo! Vogliamo proteggere la Principessa!- dissero
-Va bene. E cosa sapete fare?- chiesi
-Landorus ci ha insegnato come si usa una spada.- rispose Thundurus
-Quindi le basi le avete... Va bene, potete venire, ma Kaito vi allenerà.-
A quella frase rimasi di stucco.
-Che cosa? Ma...-
-Niente ma. Lo farai e fra due giorni partiremo. Quindi allenatevi per bene.- disse Terrakion e tutti uscirono.
Così avrei dovuto allenare due dodicenni... Come avrei fatto? Non ero un esperto come Cobalion. Cosa avrei potuto insegnare loro? Come avrebbe detto Josh... Che Arceus mi aiuti!

Dopo due giorni di allenamento intensivo con i due gemelli, siamo riusciti a prepararci per partire verso il luogo della battaglia. Per due giorni non avevo fatto altro che insegnare ai gemelli come si schiva e si para un colpo con la spada. Ad attaccare erano gia abbastanza bravi, visto che il fratello aveva spiegato loro le basi. Grazie a loro ho anche imparato ad usare i miei poteri e soprattutto a non dovermi traformare in Pokèmon. Virizion invece si era conquistata il volere dei soldati con la sua abilità. Chi l'avrebbe detto che avrebbero ceduto con facilità? Beh... Io non avevo mai messo in dubbio le sue capacità. Josh per due giorni interi non l'ho visto, quindi non so cosa abbia fatto e se si sia allenato... E ad essere sincero non me ne importava molto di quello che faceva. Rhue, invece, dopo quello che successe con Kai, aveva deciso di non venire più con noi in battaglia.
-Perchè non vuoi più venire?- chiese Terrakion a Rhue
-Non so a cosa posso servire! Kai mi ha proibito di combattere contro Azula... Poichè sono Reshiram conbinerò solo guai e poi a Tommy chi ci pensa? Almeno se starò con lui servirò a qualcosa.- spiegò lei
-Rhue non ha tutti i torti. Qualcuno deve badare a lui.- disse Kai
-Ne sei sicuro di voler affidare a lei tuo fratello?- chiese Terrakion
-Certo!- disse Kai
Ma se ora Rhue non veniva... Anche i gemelli non sarebbero venuti?
-E voi? Volete sempre venire con noi?- chiesi ai due gemelli che immediatamente annuirono.
-Certo che veniamo! Abbiamo detto che veniamo e lo faremo!- dissero decisi
Proprio in quel preciso istante arrivarono Terrakion e Virizion. Non appena la vidi rimasi basito. Era vestita in un modo... Strano. Aveva una camicetta di lino bianco a maniche corte, raccolta nei pantaloni a vita alta beige, stivali dello stesso colore dei pantaloni alti fino al ginocchio e i capelli legati in una coda di cavallo. Vedere una donna con i pantoloni era una cosa che... Mi faceva ribrezzo. 
-Virizion... Ma come ti sei conciata?- chiese Kai, innorridito e sorpreso quanto me.
-Non posso andare in battaglia con un abito. Mi devo vestire adeguatamente.- rispose, quasi offesa dalla domanda
-Ma hai dei pantaloni...- dissi quasi bisbigliando
-E allora? Non è così strano! Un giorno tutte le donne del mondo li porteranno!- disse Virizion legandosi la spada alla cintura e salendo sul suo cavallo
Terrakion controllò per l'ultima volta se avevamo tutto ciò che serviva.
-Abbiamo tutto, quindi possiamo partire. Ci siete tutti?- chiese Terrakion
-Manca Josh.- dissi e proprio in quel preciso istante arrivò il biondo sul suo cavallo
-Andiamo.- disse e si avviò
L'unica cosa che potemmo fare era seguirlo, così tutti, soldati e Pokèmon compresi, ci avviamo verso il luogo dove avremmo teso un imboscata ai nostri nemici.

Dopo parecchie ore di viaggio arrivammo alla Foresta Bianca. Era una gigantesca foresta con un enorme prateria dove si erano stanziati circa duecento persone. Era un bel posto dove poter vivere a contatto con i Pokèmon. Ci accampammo poco lontano dalla prateria e ci preparammo per l'arrivo dei nemici. Devo dire che arrivarono subito. Si sentì il rumore di un cannone e poi del fumo. Tutti ci precipitammo alla prateria e notammo che avevano distrutto più o meno cinquanta case. Proprio quando mi resi conto che alcune persone e Pokèmon erano feriti, arrivò un altro colpo di cannone che colpì un'altra manciata di case. Le persone correvano avanti e dietro cercando dei rifugi in cui ripararsi, Pokèmon che cercavano di difendere i loro amici. Era una scena straziante. Non riuscivo a muovermi.
-Kaito! Vieni con noi.- disse il mio amico con estrema calma
Io lo seguii, fino a quando non ci fermammo ad un paio di metri di distanza dalle truppe dei Phoenix. Scrutai l'esercito in cerca di Azula, ma non la vidi. Guardai Kai, che ricambiò il mio sguardo. Poi il suo sguardo si posò sui nemici.
-Esercito delle Regina dei Phoenix, sono il Re degli Harmonia. Non vogliamo attaccarvi, voglio solo parlare con la Regina Azula.- disse Kai cercando di rimanere calmo, ma si sentiva dalla voce che era teso
-La Regina non è qui.- disse Landorus facendo un passo in avanti
Quella frase ci sorprese. Come poteva non esserci quando il suo esercito era andato a combattere?
-Come non è venuta? Chi è allora a capo dell'esercito?- chiese Kai
-Io.- sentimmo una voce alla nostra destra e ci voltammo per vedere chi fosse.
Vedemmo un uomo alto, dalle spalle larghe. Indossava dei pantaloni bianchi e una lunga giacca blu cobalto, aderente dalla vita in su e il cappuccio calato sulla testa che lasciava intravedere solo la bocca e il mento. Mi chiedo se riuscisse a vederci. Ma la cosa che mi colpì non fu il cappuccio, ma le due spade che scendevano dalla cinta del pantalone, la pistola a destra e uno stiletto a sinistra.
-E Lei è?- chiese Kai
L'uomo fece un sorrisino beffardo.
-Non serve che sappiate il mio nome, Re Kai.- disse e il fatto che conoscesse il nome di Kai mi metteva in allerta.
Poi con la coda nell'occhio notai uno strano sorrisino e uno sbrilluccichio negli occhi di Josh.
-Come mai siete qui?- chiese l'uomo misterioso
-Per fermarvi è ovvio.- dissi 
-Come siamo coraggiosi, Zekrom. In fondo... Sei sempre stato famoso per questo.- disse
Quest'uomo quante cosa sapeva? 
-Purtroppo, però, noi non ci fermeremo per nulla al mondo!- disse 
-Bene. Se è la guerra che volete... La guerra avrete.- dissi con atteggiamento di sfida e immediatamente i soldati incominciarono a combattersi.
Attaccai l'uomo e lo scaraventai per terra, ma mi diede un calcio e si liberò dalla mia presa. Velocemente si alzò e corse come un fulmine tra gli alberi. Incominciai a seguirlo, ma Landorus mi fece lo sgambetto e caddi. Feci gesto di alzarmi, ma lui mi girò sulla schiena e le sue gambe mi cinsero la vita, bloccandomi.
-Allora? Dov'è la Principessa Rhue? Cosa le hai fatto?- chiese, quasi con rabbia
-Sta bene! Non le ho fatto niente!- dissi e lo spinsi via
Io mi alzai da terra e anche lui si rialzò.
-Se lei hai torto un solo capello, te la vedrai con me!- disse e mi attaccò con la spada e io riuscii a pararlo
-Ma perchè ti preoccupi tanto per lei?- chiesi 
Lui si fermò un attimo poi rispose.
-Lei è la mia Principessa! E il mio compito è proteggerla!- rispose
La sua risposta mi fece infuriare.
-Se davvero la vuoi proteggere... L'avresti dovuta proteggere da Azula! Lei è l'unica persona che ha ferito Rhue!-
L'ultima frase la dissi con meno decisione, perchè in realtà ho ferito anche io Rhue... Anche se non l'avevo mai sfruttata per un mio scopo. Però mi sentivo in colpa lo stesso per quello che avevo fatto.
La mia frase lo fece riflettere. Abbassò lo sguardo e con un filo di voce disse: -Lo so e mi sento in colpa... Ma almeno la proteggerò da te!-
Poi mi sferrò un calcio sullo stomaco e mi piegai in due per il dolore. Dopo mi sferrò un pugno e caddi per terra.
Alzò la spada per sulla testa e disse: -Addio... Zekrom!-
Fece per abbassare la spada e per trafiggermi, ma Thundurus e Tornadus si gettarono su di lui, facendogli perdere l'equilibrio.
-Scappa!- urlò Thundurus
-Ci pensiamo noi a lui!- urlò l'altro
Mi misi a correre, quando Landorus si liberò dalla presa dei due fratelli. Per fortuna correvo veloce e avevo messo tra me e Landorus una bella distanza. Quando fui abbastanza lontano, mi voltai e vidi che Landorus si era fermato ad una decina di metri lontano da me. Tirai un sospiro di sollievo, ma proprio in quel preciso istante si sentì un tonfo e la terra tremò. I miei occhi schizzarono su Landorus che era piegato in due, con un pugno appoggiato sulla terra. Il terremoto, il tonfo... L'aveva generato lui. Ma come aveva fatto? Poi lui alzò il viso e mi guardò. Sul volto aveva dipinto un sorriso beffardo, poi le sue labbra si mosse per dire qualcosa ma era troppo lontano per sentirlo, così dovettere leggergli le labbra.
"Non solo tu sei un Pokèmon Leggendario"
 
Sì... Erano queste le sue parole. Quindi lui era un Pokèmon Leggendario. Mi guardò con aria di sfida e alzò il pugno per batterlo per terra e scatenare un altro terremoto, ma un fulmine lo colpì in pieno facendolo cadere per terra. Ero sorpreso... Quel fulmine non l'avevo mandato io. Chi era stato? All'improvviso si alzò un vento fortissimo e vidi in lontananza una gigantesca tromba d'aria che, impetuosa, si avvicinava a noi. Però era strana. Non sembrava... Naturale. Come se qualcuno l'avesse generato. Landorus quando si rialzò da terra e vide l'uragano, urlò: 
-Tornadus! Thundurus! Me la pagherete!-
Cosa c'entravano ora i suoi fratelli? All'improvviso con la coda dell'occhio vidi due figure indistinte, una viola e una azzurra, che correvano velocissimi. Poi le due figure si gettarono su Landorus e vidi Tornadus e Thundurus che lo colpivano senza sosta con fulmini e raffiche di vento.
Quindi non solo Landorus era un Pokèmon Leggendario, anche i gemelli lo erano. A quanto pare... Gli Harmonia si erano procurati due grandi alleati.

-Josh
Dopo la litigata con Terrakion e un intensivo allenamento, ero più che disposto a dimostrare a quel pallone gonfiato che davvero Cobalion era un traditore. Ora mi trovavo sul campo di battaglia ed ero più che motivato ad andare fino in fondo. Dovevo parlare con Azula e chiarire tutti i miei dubbi, ma quando vidi davanti a me l'uomo incappucciato al posto della Regina dei Phoenix rimasi frastornato in un primo momento. Però guardandolo meglio mi ricordò la persona che stavo cercando... Anche se ricordare non era il verbo giusto. Il verbo giusto è "era"... Lui era quella persona. Dovevo solo dimostrarlo. Dovevo combattere con lui, calargli quel cappuccio e vedere se era davvero la persona che credevo, ma Kaito mi anticipò sul tempo. Lui lo attaccò prima di me, però la fortuna giocò a mio vantaggio. L'uomo incappucciato si liberò dalla presa di Kaito e scappò dove la foresta si faceva più fitta. Scesi da cavalli e lo seguii di corsa.  Mentre correvo ebbi anche la fortuna di raccogliere un arco e una faretra da un soldato nemico che si era appena accasciato per terra, inerme. Prima di adentrarmi nella foresta, gettai uno sguardo alle mie spalle per vedere se qualcuno mi seguisse, poi mi tuffai tra gli alberi. 
Seguii le orme che l'uomo misterioso aveva lasciato sul terreno grazie alla gran quantità di fango e foglie che lo coprivano. Purtrooppo arrivato ad un certo punto le orme finivano. Mi guardai in torno e vidi una fugura muoversi velocemente tra i rami degli alberi.
Alzai lo sguardo e lo vidi muoversi velocementi tra gli alberi. Presi l'arco e incoccai una freccia. E nel momento in cui saltò da un ramo per andare sull'albero opposto, lo colpii alla gamba facendolo cadere. Corsi verso di lui, ma lui si tolse la freccia da una gamba e mi lanciò lo stiletto, però io lo schivai e mi gettai su di lui, bloccandolo.
-Bene! Finalmente ti ho preso! Ed ora... Chi sei veramente?- chiesi
Lui fece una smorfia.
-Non te lo dirò mai.- rispose, quasi ringhiando
-Allora lo scoprirò da solo!- dissi e allungai la mano per abbassargli il cappuccio, ma lui mi tirò un pugno sul viso e lasciai la presa.
Una volta rialzato mi diede una ginocchiata nello stomaco e caddi per terra. Però a causa della ferita che gli avevo provocato con la freccia, correva molto più lentamente di prima. Così riuscii a rialzarmi e incoccai un altra freccia, ma la terra tremò e io persi l'equilibrio. Stava succedendo qualcosa di strano nella prateria, ma non importava molto. L'unica cosa che volevo sapere era solo l'identità dell'uomo con cui stavo combattendo. Una volta finita la scossa, corsi veloce e cercai di prenderlo, però lui con una mossa riuscì ad evitarmi, a rubarmi l'arco e la faretra e gettarli lontano. Non avendo più armi cercai di sferrargli un pugno, ma lui mi attaccò con la spada, ferendomi in pieno petto. Per il dolore mi toccai la ferita. Lo guardai con rabbia. Come aveva fatto a farmi una ferita del genere? Il suo attacco non era normale! Incominciai a urlare, non solo per la rabbia, ma anche per il dolore. Ma il mio urlo era talmente forte che la terra tremò di nuovo. E senza volerlo scatenai i miei poteri e generai un enorme esplosione che distrusse metà foresta e l'intera prateria. Poi mi accasciai per terra e, prima di perdere i sensi, fissai il cielo azzurro e giurai a me stesso che avrei catturato quell'uomo e scoperto la sua identità... Anche se fosse stata l'ultima cosa che facessi.

-Kaito
La guerra stava continuando e non riuscivo a staccare gli occhi da Landorus e dai gemelli. Sapere che loro tre erano dei Pokèmon non mi aveva solo lasciato di stucco, ma mi aveva anche lasciato una strana sensazione di leggerezza... Forse perchè non ero il solo Pokèmon Leggendario, oltre Rhue, a dover combattere in guerra. La mia mente, però, fu richiamata alla realtà da Kai, che mi gettò a terra per evitare che io venissi attaccato dall'attacco di un Haxorus.
Una volta evitato l'attacco, ci rialzammo.
-Stai attento! Non ti devi distrarre nemmeno un attimo!- disse Kai
-Sì, hai ragione. E' solo che...-
Volevo dirgli quello che avevo capito. Che i gemelli e Landorus erano due Pokèmon Leggendari, ma un urlo improvviso mi fece fermare. Io e Kai ci voltammo di scatto dove gli alberi si infittivano. Poi vedemmo un lampo blu che saliva verso il cielo e subito dopo un enorme esplosione distrusse la foresta e la prateria. Fu talmente devastante che dovette proteggere Kai con il mio colpo ed evitare che venisse ferito dall'esplosione.
Quando l'esplosione finì, ci rialzammo e notai che solo i Pokèmon e pochissimi soldati si erano salvati dall'esposione. E gli alberi e la prateria erano stati sostituiti da un gigantesco buco.
-Mio dio!- dissi, innorridito dall'orribile spettacolo che aveva creato l'esplosione
-Sono d'accordo...- disse Kai 
Mi rimisi in piedi e aiutai il mio amico a rialzarsi. Poi mi voltai verso Landorus e i gemelli che stavano rannicchiati proprio dove prima stavano combattendo. Lentamente Landorus si rialzò, si voltò verso di me, poi radunò i Pokèmon e i soldati rimasti e tutti scapparono. Una volta fuggiti, corremmo verso i due gemelli.
-State bene?- chiesi girandoli sulla schiena
-Sì. Stiamo bene.- dissero in coro
Io e Kai tirammo un sospiro di sollievo.
-Per fortuna state bene.- dissi
I gemelli sorrisero. Proprio in quel preciso istante arrivarono Virizion e Terrakion.
-Per fortuna vi abbiamo trovato! Avevamo pensato che eravate stati feriti dall'esplosione!- disse Virizion abbracciandoci
-Ma chi è stato a scatenare questa esplosione?- chiese Kai
-Non lo so. Non so nemmeno come abbia fatto a salvarmi.- disse Terrakion
A guardarlo bene, era ferito ad un braccio e aveva fari graffi sul viso. Io e Kai avevamo solo del terriccio e dei fili d'erba tra i capelli e sui vestiti.
-Ma Josh?- chiese Virizion
Ci guardammo intorno, ma non vedevamo Josh da nessuna parte. Incomminciammo a cercarlo e poco dopo lo trovammo al centro del buco, privo di sensi e con una brutta ferita al petto.
Cercai di svegliarlo, ma niente da fare. Così Terrakion se lo mise sulla spalla e ci dirigemmo verso l'accampamento insieme ai soldati usciti illesi dalla battaglia e dall'esplosione e quelli feriti. Come avrei voluto sapere come si fosse scatenata quell'esplosione, ma l'unica cosa che riuscivo a pensare era quello che mi aveva rivelato Landorus.

La luna era ormai alta nel cielo quando Josh si svegliò e ci riunimmo tutti per parlare di quello che era successo.
-Secondo voi, perchè Azula non guidava il suo esercito, ma era qualcun'altro a farlo?- chiese Terrakion
-Forse aveva altro da fare...- ipotizzò Virizion
-Ma oltre al fatto che c'era uno strano tizio al capo dei Phoenix, la cosa che lascia perplessi è il fatto che c'è stata una scossa di terremoto e un enorme esplosione. In più non si sa chi abbiano scatenate entrambe le cose.- disse Kai
-Il terremoto può essere stato scatenato da un Pokèmon di tipo terra o roccia...- disse Josh
-E infatti è stato così e so anche chi è stato, anche se proprio Pokèmon non era.- dissi
Tutti mi guardarono.
-In che senso?- chiese Terrakion
-E' stato Landorus a creare il terremoto.- confessai
-Cosa?- chiese Virizion
-Quindi... Questo vuol dire che lui è...- disse Kai
-Un Pokèmon Leggendario.- completò la frase Virizion
-Ma se Landorus è un Leggendario... Anche i gemelli lo sono.- c'entrò in pieno Josh
Annuii.
-Sì, infatti sono stati loro a fermare Landorus.- dissi
Tutti noi ci voltammo verso i gemelli, che dispiaciuti tenevano gli occhi bassi.
-Perchè non ce l'avete detto?- chiese Terrakion
-Perchè Landorus ci aveva fatto giurare di non dirlo a nessuno!- rispose Tornadus
-E che non avremmo mai più usato i nostri poteri.- aggiunse Thundurus
-Quindi, Azula anche se non ha Rhue dalla sua parte, ha Landorus...- disse Kai
-Sì, ma Landorus, anche se un Leggendario, non compenserà mai l'assenza di Reshiram.- spiegò Josh
Stavo per dire qualcosa, ma all'accampamento arrivò un messaggero dei Saggi. Uscimmo tutti dalla tenda e ci avvicinammo a lui.
-Cosa succede?- chiese Kai
-Porto un messaggio da parte del Capo dei Saggi.- disse lui
-E quale?- chiese il mio amico
-La Principessa Rhue e il Principe Tomas sono stati rapiti dalla Regina dei Phoenix.-

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Rapimento ***


Capitolo 13: Rapimento


-Kaito
-La Principessa Rhue e il Principe Thomas sono stati rapiti dalla Regina dei Phoenix.-
La battaglia era finita da ore e potevamo prenderci una piccola pausa, ma purtroppo i guai non finivano mai. Potevamo essere tranquilli, visto che Rhue era dalla nostra parte, ma a quanto pare non avevamo previsto un rapimento da parte di Azula.
-Cosa?- disse Kai con un filo di voce
-C'è stata un imboscata al palazzo. Abbiamo cercato di difenderli, ma purtroppo non ce l'abbiamo fatta e li hanno rapiti. Mi dispiace tanto, Sire.- disse il messaggero, dispiaciuto.
Kai lo guardò senza dire nulla. Poi con passo lento, si voltò e si avviò verso la tenda. Io e Josh lo seguimmo. Capivo il fatto che Azula avesse approfittato della nostra assenza per attaccare il palazzo, ma rapire un bambino che non ha nemmeno un mese di vita... E' da folli! Cosa ci voleva fare Azula con Tommy? Questo proprio non lo capivo... Aveva già ucciso il Re Iroh e, indirettamente, anche la Regina Alicia. Ora voleva usare Tommy contro Kai?
-Kai, ascolta! Sono sicuro che si sistemerà tutto.- dissi cercando di calmarlo, perchè il mio amico era sull'orlo di una crisi di pianto, però lui mi guardò, disperato.
-Si sistemerà tutto? Se credi che andrà così, allora sei un pazzo. Azula è imprevedibile! Di sicuro ha rapito Tommy per usarlo contro di me! E sarà per colpa mia se al mio fratellino succederà qualcosa di brutto...- disse e mentre parlava le lacrime gli scendevano ininterrottamente.
Volevo consolarlo, ma mi sembrava che qualunque cosa gli dicessi non andava bene, così finii per non dire nulla. Fu Josh che sistemò la situazione.
-Senti, Kai... Una persona, tanto tempo fa, mi disse che a tutto c'è rimedio. Fino a quando il sole continuerà a sorgere, ci sarà sempre la possibilità di rimediare ai propri errori. Quindi non bisogna mai arrendersi. E non ti preoccupare... A tuo fratello non succederà nulla. Te lo assicuro.- disse Josh avvicinandosi a lui e mettendogli le mani sulle spalle
-Sei sicuro di questo?- chiese
-Certo.- rispose il biondo con un sorriso.
Il mio amico si asciugò le lacrime e sorrise.
-Se me lo dici tu, allora starò tranquillo. Però bisogna trovare un modo per liberarli.- disse e su questo ero d'accordo con lui, ma come?
-Questo sarà l'ultimo dei tuoi problemi. Ci penseremo io e Terrakion a trovare un modo per liberarli. Ora riposati, sei troppo scosso per rimanere lucido. Vai a dormire.- disse e si avviò verso l'uscita, ma prima di lasciare Kai da solo nella tenda, mi fece segno di seguirlo.
Uscimmo dalla tenda e Josh disse: -Mi devi fare un favore.-
-Dimmi.- dissi
-Devi rimanere con Kai e non lasciarlo da solo un attimo.- spiegò Josh, ma lo guardai sorpreso. Quindi mi stava chiedendo di non partecipare alla missione di recupero?
-Sei coinvolto nella situazione quanto Kai. Quindi è meglio che ti tieni alla larga.- disse il biondo come se mi avesse letto nella mente
-Come puoi chiedermi una cosa del genere? Io voglio salvare Tommy!- dissi, arrabbiandomi
-Tu non vuoi salvare Tommy... Ma Rhue!- disse lui mantenendo la calma
-Non è vero!- sbraitai
-Ma credi che io sia uno stupido? Tutti ci siamo accorti dei tuoi sentimenti per Rhue... Se partecipi finirai per combinare qualche guaio e potresti dare un vantaggio ad Azula.-
-Ti sbagli.- dissi nervoso
-Ti dico che è così! Quindi te lo dirò un ultima volta. Stai alla larga o ti succederà qualcosa di brutto. Te lo assicuro.- disse e se ne andò
Come poteva dirmi quelo che dovevo fare? Però forse aveva ragione... Avrei potuto combinare qualche guaio. Anche se l'atteggiamento di Josh non mi è piaciuto proprio. Non poteva darmi ordini! Io ragionavo con la mia testa e non prendevo ordini da nessuno, solo da Kai, che era il mio Re! Quindi avrei partecipato alla riunione di recupero anche se lui non voleva.

-Rhue
Quando riaprii gli occhi era notte fonda e, quando misi bene a fuoco la vista, notai di essere in una prigione. Poi il dolore del bernoccolo che avevo sulla testa mi fece ricordare che Azula mi aveva colpita alle spalle e rapita, ma la cosa che mi fece sobbalzare fu il fatto che aveva preso con se Tommy. Avevo tentato con tutte le mie forze di difenderlo, ma non ci ero riuscita. Non sono brava nemmeno a proteggere un neonato! Non servo a nulla... Sono un Pokèmon Leggendario inutile!
Mi sedetti, appoggiai la schiena al muro, mi rannicchiai con le ginocchia al petto e piansi. Perchè mi andava tutto male? Non mi meritavo la fiducia di Kai... Di sicuro, dopo quello che era successo, non si sarebbe più fidato di me. Forse penserà che abbia aperto un varco ad Azula e permesso di portare via suo fratello e inscenare anche il mio rapimento. E se penserà questo non mi avrebbe più accettato nel suo palazzo e, molto probabilmente, non mi avrebbe più fatto entrare nel suo regno.
Poi Kaito... Kaito... Non mi avrebbe più guardato come prima e non avrei più guardato il suo sorriso.
Continuai a piangere, sempre più forte, fino a quando un forte rumore mi fece tornare alla realtà. Mi alzai di scatto e mi precipitai alla porta, affacciandomi alla piccola finestrella che dava sul corridoio. Subito dopo vidi davanti a me gli occhi arancioni di Landorus.
-Salve, Principessa.- disse
-Ciao, Landorus.- dissi, ricambiandomi il saluto
-E' sveglia da molto tempo?- mi chiese e notai dai suoi occhi che era preoccupato, o forse era semplicemente stanco.
Mi limitai a scuotere la testa.
-Posso entrare?- chiese
-Più che altro vorrei uscire da qui.- risposi girandomi di spalle
-Lo sa che non posso farlo.- disse
Feci un sorriso beffardo.
-E tu, come sempre, ubbidisci come un cagnolino agli ordini di Azula senza batter ciglio.- dissi
-Non è vero! Vorrei tanto liberare o disobbedire agli ordini di quella strega, ma se lo facessi mi frustebbe o mi castigherebbe!- disse
Lo guardai, indignata.
-Quindi preferisci salvare te stesso, piuttosto che una persona in difficoltà solo perchè hai paura di quello che può farti?! Sei un vigliacco.- dissi
Mi allontanai dalla porta e mi sedetti, senza guardarlo.
Dopo un paio di minuti sentii un sospiro, così pensai che Landorus se ne fosse andato, ma dopo un paio di secondi sentii un rumore metallico e poi un cigolio.
Mi voltai di scatto e vidi la porta aperta. Approfittai della situazione e uscii dalla stanza. Non appena fui fuori, Landorus chiuse la porta. Solo allora potei vederlo, pieno di graffi, ferite, ricoperto di foglie e terreno.
-Ma cosa... Sei pieno di ferite!- dissi
-Non è niente. Sono solo graffi. Ora scappiamo, prima che ci scoprono.- disse incominciando ad avviarsi e nonostante la ferita che aveva sulla gamba destra camminava abbastanza velocemente.
Volevo dirgli qualcosa, ma non feci atro che seguirlo. Ma ben presto fummo fermati da due guardie che stavano facendo un giro di pattuglia.
-Voi due... Che state facendo?- disse quello sulla destra avvicinandosi a noi
Landorus non rispose e con un gesto, quasi protettivo, mi spinse dietro di lui.
-Guarda che ti ho fatto una domanda!- disse la guardia prendendo il mio amico per il braccio, attirando la sua attenzione, ma Landorus si liberò con uno strattone dalla presa della guardia. Poi gli diede un pugno nello stomaco, facendolo abbassare e con un movimento secco di tirò l'osso del collo, uccidendo la guardia.
L'altra guardia, non appena il corpo del collega si accasciò per terra, anche lui si precipitò a capo fitto su Landorus, con la spada in mano, pronto ad attaccarlo, ma Landorus gli bloccò il braccio, gli diede un calcio che fece mollare alla guardia la spada, subito la prese e lo trafisse al cuore.
Non appena anche questa guardia cadde a terra inerme, Landorus mi prese per un braccio e disse:
-Andiamo!-
 E incominciammo a correre verso le scale che portavano al giardino.
Quando fummo fuori, continuammo la nostra corsa verso il bosco. Volevo tanto chiedergli perchè aveva ucciso quelle guardie. Le poteva semplicemente storidirle, poi mi venne in mente una cosa importante e mi ferai di botto, lasciando la mano di Landorus.
Lui si fermò e mi chiese: -Che le prende?-
-Tommy! Dobbiamo salvare Tommy!- risposi
-Chi è Tommy?- chiese
-E' il fratellino di Kai e non ha nemmeno un mese di vita! Devo salvarlo!- dissi girandomi per tornare nel palazzo, ma Landorus mi fermò
-Non possiamo andare a salvare anche lui! Ci scopriranno!- disse
-Ma non posso lasciarlo qui con Azula! Non me lo perdonerei mai!- dissi incamminandomi, ma Landorus mi prese in braccio e si diresse verso il bosco.
-Ma che fai? Devo salvare Tommy!- dissi
-Mi dispiace, ma non glielo permetto!- ribattè deciso
-Fammi scendere! E' un ordine!- gli ordinai, ma lui non disse nulla.
-Landorus! Fammi scendere!- urlai tirandogli calci e pugni, ma lui rimase impassibile
-Landorus!- continuai ad urlare fino a quando non si sentirono le trombe che avvertivano di un nemico in avvicinamento o di un prigioniero che tentava la fuga.
-Merda!- disse Landorus incominciando a correre come un pazzo verso il bosco, mentre incominciavano ad arrivare tre soldati.
Dopo una corsa irrefrenabile, ci gettammo dietro un cespuglio e aspettammo che i tre soldati se ne andassero. Dopo un paio di minuti, Landorus si alzò.
-Che fai?- chiesi
-Incominciate ad andare.- rispose
-E tu?-
-Devo tornare al palazzo.-
-Ma non posso lasciarti qui.- dissi con le lacrime agli occhi
-Le prometto che scapperò anche io, ma non ora! Andate.- disse
-Ma...- dissi ma lui con la mano mi tappò la bocca.
-Fidatevi di me. Andate.- disse con il suo sguardo dolce che, ogni volta, mi metteva tranquillità.
Annuii, a malincuore, e corsi via, verso il cuore del bosco, poi mi voltai per salutarlo. 
-Grazie.- dissi e lui sorrise.
Poi vidi una figura nera alle sue spalle. Volevo dirgli di stare attento, ma era troppo tardi. Un soldato lo colpì violentemente alla testa e lui si accasciò per terra privo di sensi.

-Kaito
Eravamo tornati al palazzo ed eravamo tutti riuniti nella sala del trono in attesa che Terrakion uscisse dal Consiglio dei Saggi per farci sapere cosa avevano stabilito per salvare Rhue e Tommy. Volevo partecipare anche io, ma avevo gli occhi di Josh puntati addosso e la cosa mi dava un pò fastidio, quindi a causa di questa cosa, non potei entrare nella Sala del Consiglio.
Quando Terrakion uscì dalla Sala, ci precipitammo tutti vicino a lui per sapere che notizie ci portava.
-Allora? Che hanno detto?- chiese Virizion
-Hanno deciso di mandare un mediatore a parlare con i Saggi dei Phoenix e contrattare per uno scambio.- rispose
-E se non arrivano ad un accordo che soddisfi entrambi?- chiese Kai
-Allora si passerà alle maniere forti e attaccheremo il palazzo.-
-Spero che scendano facilmente a compromessi.- dissi
-Lo speriamo tutti noi, Kaito. Ora vado a preparare tutto ciò che occorre per andare nel Regno di Azula.- disse Terrakion allontanandosi da noi
Quando il gruppo fu sciolto, raggiunsi Terrakion e lo fermai.
-Scusa, Terrakion. Ti posso chiedere una cosa?- chiesi
-Va bene. Basta che fai in fretta.- disse Terrakion
Feci un respiro profondo.
-Vorrei essere io il mediatore.- dissi
Terrakion mi guardò sorpreso, ma allo stesso tempo contrariato.
-Mi dispiace, ma...- incominciò a dire, ma io lo fermai.
-Lo so che sono coinvolto molto nella vicenda e che posso combinare qualche guaio, ma ci tengo davvero molto. Ti prego!- dissi cercando di convincerlo
-Come stavo dicendo prima... Mi dispiace, ma abbiamo già scelto chi è il mediatore.- affermò Terrakion
Quando mi disse che avevano già deciso chi mandare nel Regno dei Phoenix mi sentii cadere il mondo addosso. 
-E chi sarà?- dissi cercando di velare il nervosismo che trapelava dalla mia voce, ma senza successo
-Sarà Josh.- disse fissandomi negli occhi
-Josh? Perchè? Lui non c'entra nulla con noi! Perchè hanno scelto lui?!- dissi quasi adirato
Terrakion si grattò la fronte, cosa che faceva solo quando si spazientiva.
-Hanno scelto Josh proprio per questo. Dato che lui non è coinvolto emotivamente nella situazione, come te e Kai, riuscirà a mantenere la calma e a trattare con i Saggi dei Phoenix. Inoltre Josh è un ragazzo molto diplomatico e sa vendere bene le parole. Riuscirà di sicuro a concludere qualcosa con i Phoenix senza inutili spargimenti di sangue. E mica tu vuoi questo?- mi spiegò
Scossi la testa. 
-Bene. Ora che ci siamo chiariti, devo andare.- disse e se andò
Una volta che lui uscì dalla Sala del Trono, andai a farmi un giro nel giardino.
Terrakion aveva ragione. Josh sarebbe riuscito a risolvere la situazione senza sacrificare altri soldati. Però, stranamente, la cosa mi sembrava ingiusta. Volevo aiutarli. Perchè escludermi? Anche se dovevo dare ragione a Josh. Avrei combinato quasi sicuramente un guaio. Non sarei riuscito a ragionare con lucidità e avrei solo complicato le cose. 
Forse era meglio così. Josh avrebbe portato a termine il suo lavoro con successo ed io sarei rimasto al fianco di Kai e l'avrei protetto nel caso di un possibile attacco.
Nonostante ciò, quello dentro di me non riusciva a calmarsi. Mi diceva di non starli a sentire e di fare di testa mia. Andare lì, da solo, armato solo dei miei poteri, e liberare Rhue e Tommy. Ma se gli avessi dato ascolto, tutti i piani che Terrakion aveva progettato sarebbero andati in fumo e scuramente Azula avrebbe ucciso Tommy, in modo da ferire Kai e io non volevo che, per colpa mia, qualcuno a cui volevo bene soffrisse.
Feci un respiro profondo e mi stesi sull'erba fresca. Per un momento non pensai a nulla. Mi fermai ad ascoltare il canto dei Pidove e a guardare gli Swanna che, leggiadri, solcavano il cielo azzurro. All'improvviso sentii le palpebre pesanti e lentamente le chiusi, addormentandomi.

Quando il sonno lasciò il mio corpo la prima cosa che sentii è un forte odore di fumo. Lentamente aprii gli occhi e mi alzai. La prima cosa che vidi furono tanti soldati che correva di qua e di là, dicendo cose che io non riuscivo a comprendere. Poi i miei occhi si posarono sul palazzo e quando lo vidi rimasi scioccato. Il palazzo stava andando a fuoco! Mi alzai di scatto e corsi verso di esso. Dovevo salvare Kai prima che fosse stato troppo tardi. Arrivai alla porta ed entrai nel palazzo. Evitando le fiamme che divampavano per le stanze, corsi verso il corridoio, che portava nelle stanze riservate a Kai, sperando di trovarlo lì. Però la mia corsa giunse al termine quando vidi una figura carbonizzata per terra. Forse era qualche guardia che, cercando l'uscita, non era riuscito a salvarsi e allora le fiamme lo avevano ucciso. Anche se c'era qualcosa che non mi tornava... Le fiamme non erano arrivate nel corridoio. Quindi era stato ucciso. Ma chi era stato?
Improvvisaamente sentii un urlo... l'urlo di un uomo. Kai! Corsi, seguendo l'urlo, fino ad arrivare davanti ad una porta che non avevo mai notato. L'aprii di sbotto e quando vidi quello che stava succedendo, rimasi impietrito. Il mio migliore amico... andava a fuoco! Gli corsi incontro e cercai di spegnere le fiamme, ma l'unico risultato che ottenni furono le mie mani carbonizzate. 
-Ormai per Kai è giunta la fine.- 
Una voce femminile, a me familiare, disse queste esatte parole. Non poteva essere lei... Non poteva essere. Mi voltai di scatto per convincermi che non era lei, invece... Rhue era lì di fronte a me, con un lungo abito di piume bianche, le labbra carnose dipinte di rosso ciliegia e i capelli che cadevano morbidi sulle spalle.
-Perchè l'hai fatto?- chiesi con voce fioca
-Per farti soffrire.- rispose, impassibile
Gli occhi incominciarono ad innondarmi di lacrime.
-Per farmi soffrire?- ripetei
I suoi occhi si innasprirono.
-Perchè avevi giurato che non mi avresti consegnato a mia sorella e non hai mantenuto la tua promessa. Ed ora... Soffrirai come ho sofferto io!- 
-Ma non volevo! Sono stato costretto dalle circostanze!- dissi 
-Non è vero! Sei un bugiardo!- urlò lei e il suo viso si fece rosso per la rabbia.
Ecco... La scena si era ripetuta. La stessa scena di qualche giorno fa, quando non mi aveva creduto quando le dissi che ero innamorato di lei ed era scappata via.
All'improvviso mi venne un forte capogiro e le immagini incominciarono ad offuscarsi. Subito dopo sentii un bruciore alle gambe. Nonostante la vista non mi permetteva di vedere con lucidità, notai le mie gambe che andavano a fuoco. Immediatamente cercai di spegnere le fiamme, ma le mani mi facevano ancora male per aver tentato di salvare Kai, quindi non ci riuscii. Lentamente le fiamme invasero il mio corpo e per il dolore incominciai ad urlare. Rhue, talmente era arrabbiata con me, aveva avuto addirittura il coraggio di mandarmi a fuoco.
Urlai sempre più forte, fino a riaprire gli occhi e ritrovarmi di nuovo steso sul prato. Era un sogno. Un bruttissimo sogno. Mi sedetti, mi misi il viso tra le mani e feci un respiro profondo. Stetti così per cinque minuti, quando vidii i due gemelli correre verso di me.
-Kaito! Kaito! Devi venire, Terrakion vuole parlare con tutti noi prima che Josh parta.- disse Tornadus
-Va bene... Ora arrivo.- risposi e lentamente mi alzai, ma le gambe mi tremavano ancora, così tornai a sedermi.
-Che cos'hai, Kaito?- mi chiese Thundurus
-Niente. Sto bene. Datemi due secondi e mi alzo.- risposi con un sorriso, in modo da rassicurarli.
I gemelli ricambiarono il sorriso e tornarono dentro. Poco dopo mi alzai e lentamente mi diressi verso la Sala del Trono. 
Quando entrai nella sala vidi che si erano riuniti tutti, mancavo solo io.
-Bene... Ora che siamo tutti, vorrei dirvi come ci siamo organizzati.- esordì Terrakion
-Ti ascoltiamo.- disse Kai
Terrakion fece un respiro profondo e continuò a parlare:
-Allora... Josh andrà, insieme a me, alla corte dei Phoenix e cercherà di scendere a compromessi con quest'ultimi per riprenderci Tommy.-
-E Rhue?- lo interruppi
-Purtroppo lei fa parte del casato dei Phoenix, non degli Harmonia, quindi non possiamo contrattare per lei.- rispose Josh
Giusto. Rhue era stata adottata dai Phoenix. Me ne ero dimenticato.
-Se si arriva ad un compromesso soddisfacente e ci ridaranno Tommy, non ci saranno problemi e torneremo. Se invece non si concluderà nulla, vi manderemo un messaggio e voi ci raggiungerete con le truppe. Vi sta bene?- continuò Terrakion
-Va bene. Per me non ci sono problemi.- disse Kai
-Allora noi andiamo.- disse Terrakion, ma Josh lo fermò.
Tutti ci guardammo, per capire cosa gli prendesse.
All'improvviso si sentì un rumore provenire da uno dai vetri, come se qualcuno bussasse. 
Josh ci fece segno di stare zitti e lentamente si avvicinò alla porta finestra e ,scostando leggermente le tende, l'aprì e si sentì un tonfo.
Immediatamente ci avvicinammo e quando la vidi davanti a me non riuscivo a crederci. Rhue era riuscita a scappare.

Vedere Rhue davanti a noi ci fece rimanere a bocca aperta. Nessuno di noi riusciva a capire come abbia fatto a scappare. Dato che nessuno si muoveva, Josh si calò per aiutare Rhue che ansimava per terra.
-Rhue? Ma come hai fatto a scappare e arrivare fin qui?- chiese Terrakion
-E dov'è Tommy? Dimmi che è con te!- disse Kai subito dopo Terrakion
Rhue non rispose, si limitò a respirare ed a rimanere appoggiata alla spalla di Josh.
-Ragazzi non vedete che non riesce a parlare? Fatela respirare.- disse Virizion aiutandola a sedersi
Rhue si sedette e la prima cosa che chiese fu dell'acqua. Kai chiese ad una cameriera di portarle un bicchiere d'acqua e immediatamente glielo portò. Dopo che lei ebbe svuotato il bicchiere d'acqua, ricominciarono ad assillarla con le domande.
-Allora... Come hai fatto a scappare?- gli chiese dolcemente Terrakion
- Mi ha fatto scappare Landorus. Ha aperto la porta della prigione in cui ero stata richiusa e sono scappata via.- rispose guardandolo negli occhi
-E Tommy?- chiese Kai
Rhue abbassò gli occhi sul bicchiere che stringeva tra le sue esili dita.
-Volevo salvare anche lui, ma Landorus non me l'ha permesso. Eravamo circondati dai soldati e se fossi tornata indietro per prendere Tommy mi avrebbero ricatturata.- disse e notai che i suoi occhi si velarono di lacrime
-Mi dispiace tanto.- aggiunse subito dopo guardando Kai, con la voce rotta dal pianto
Kai si chinò davanti a lei e le strinse le spalle, per consolarla.
-Non ti preoccupare. Ora che sei qui sarai al sicuro. A Tommy ci penseremo noi.- disse con un sorriso e asciugandole con il pollice una lacrima
-Quindi... Mi permetterai di stare qui?- chiese
-Ma certo! Sei una nostra amica.- rispose Kai e a questa risposta Rhue tornò a sorridere

-Josh
Rhue era tornata e ho dovuto sopportarmi una stupida scena melensa. Odio le persone che piangono, in particolare le donne. Non le ho mai sopportate. Dovevo porre fine a quella scena, altrimenti avrei dato di matto da un momento all'altro.
-Che ne dite di tornare alla nostra missione primaria?- fu la prima cosa che mi venne in mente, ma andò bene comunque perchè tutti tornarono alla realtà.
-Josh ha ragione. Non possiamo perdere tempo.- disse Terrakion affiancandomi
Per fortuna che qualcuno era d'accordo con me.
-Missione primaria? Che dovete fare?- chiese Rhue
-Dobbiamo andare da tua sorella e dai Saggi per trattare un accordo in modo da riprenderci Tommy. E ora dobbiamo proprio andare, vero?- dissi guardando Terrakion
Avevo un disperato bisogno di andarmene da lì...
Lui ricambiò lo sguardò e annuì.
-E' vero. Noi andiamo.- disse facendo un inchino a Kai
Lo feci anche io, ma appena accennato. Molto più che un inchino, sembrava un cenno con la testa. Non ero molto abituato agli inchini, di solito erano gli altri che lo facevano quando mi vedevano, ma mai io. Nemmeno davanti al Re di Sinnoh.
Uscii dalla stanza e, insieme a Terrakion, preparammo tutto quello che ci serviva per partire. Non vedevo l'ora di andare nel palazzo di Azula. Non solo per concludere in fretta il fatto dell'accordo, anche se sapevo benissimo come sarebbe andata a finire, ma anche perchè stando lì avrei scoperto l'identità dell'uomo col cappuccio e dare conferma al mio sentore.
Ci mettemmo in viaggio quella sera stessa, in modo da arrivare al regno dei Phoenix per la mattina. Così, se tutto si sarebbe sistemato senza guerra, saremmo tornati quel giorno stesso. Tutti erano convinti che i Saggi e Azula avrebbero concluso tutto senza troppe cerimonie... Stupidi umani creduloni. Azula per aver rapito Tommy aveva un motivo ben preciso in mente e loro non hanno fatto altro che cadere nel suo sporco piano.

Arrivammo al palazzo di Azula alle otto di mattina. Devo ammettere che quando arrivammo davati ai cancelli del castello ci accolsero benevolmente. 
-Benvenuti nel Regno dei Phoenix, consigliere Terrakion.- disse un uomo alto, magro, con i capelli cortissimi e neri, con un bruttissimo completo bordeux.
Quel vestito era come mangiare interiora di Pokèmon.
-Buongiorno, consigliere Morris. La ringrazio per aver accettato di accoglierci nel palazzo.- disse Terrakion porgendogli la mano in segno di saluto
-Si figuri. La Regina è stata più che disposta ad accettare la vostra richiesta di colloquio.- disse stringendogli la mano, poi i suoi occhi si posarono su di me.
-E lui che sarebbe?- chiese avvicinandosi a me
Lo guardai dalla testa ai piedi, per capire se si meritava una risposta da me, ma optai per la buona educazione.
-Io sono Josh, piacere di conoscerla.- dissi con un sorriso
-E' il Principe della regione di Sinnoh. E' in visita da noi.- aggiunse Terrakion
-Oh... Piacere di conoscerla, Principe. Mi scusi molto per il tono usato prima.- disse facendo un profondo inchino
Si, bravo. Chiamami Principe, essere privo di gusto nel vestire.
-Prego, seguitemi. Vi condurrò nelle stanze del consiglio.- disse Morris entrando nel palazzo
Io e Terrakion lo seguimmo in silenzio per molti corridoi fino a giungere in un enorme stanza circolare.
-Tra poco i Saggi vi accoglieranno e avrà inizio il consiglio. Siete pregati di attendere qui.- disse Mister completo bordeux e poco dopo se ne andò, lasciandoci soli.
Come ho detto la stanza era circolare, con le tende delle finestre chiuse e al centro c'era un focolare in modo da dare alla stanza un aria soffusa. Per il resto la stanza era spoglia.
All'improvviso le porte della sala del consiglio si aprirono.
-Entrate!- disse il Capo dei Saggi, seduto comodamente sul suo piedistallo
Quella scena mi riportò alla mente un ricordo che avevo seppellito da tempo. Io, incatenato mani e piedi, che aspettavo di entrare nella Sala del Giudice. La porte si aprirono nello stesso modo e andai al centro della sala. Aspettai che il Giudice mi desse la punizione che mi meritavo per aver infranto la seconda legge del Codice. 
Quella fu l'unica volta in cui ebbi paura. Ora però dovevo entrare e cercare di convincerli a ridarci Tommy senza troppe storie.
Entrai, seguito da Terrakion, che non appena superata la soglia, si andò a sedere nel posto che avevano riservato a lui. Andai al centro della Sala e aspettai che il Capo dei Saggi parlasse.
-Presentati.- disse e nella stanza si diffuse l'eco della sua voce
-Il mio nome è Josh Diamond e sono stato mandato dal Re Harmonia per trattare un accordo per riprenderci il Principe Thomas, che è qui sotto la vostra custodia da una settimana.- risposi
-E qual'è la vostra condizione?- chiese immediatamente
-Siamo disposti a ritirarci dal conflitto e cedervi un quarto delle terre degli Harmonia. Sempre se voi siete d'accordo.- dissi e i miei occhi scrutarono i Saggi e notai la figura dell'uomo incappucciato sulla mia destra. Aveva le braccia incrociate sul petto e il capo calato, per non far vedere il suo viso.
-Non ci basta!- disse una voce provenire dalla parte centrale, quella che si trovava proprio dietro al Capo.
Mi voltai di scatto e vidi Azula seduta in prima fila, con i capelli castani sciolti e la corona sulla testa. Per la prima volta non si era presentata con l'armatura, ma con un abito rosso di velluto, con le spalline dell'abito che le ricadevano morbidamente sulle spalle. Devo ammettere che era bella.
-Come non vi basta?- chiesi riferito direttamente a lei
 -Mi sembra piuttosto poco, dato che voi volete indietro un Principe.- disse
-Un Principe che voi avete rapito. E' già tanto che noi siamo venuti qui in pace e addirittura disposti a scendere a compromessi, quando potevamo benissimo attaccare il palazzo e riprederci il fratello del Re Harmonia. Quindi se fossi in voi accetterei la proposta offertole dal Re.- dissi e il sorriso sul suo volto scomparve.
-Ma io ho affermato che non mi basta. Se volete che vi ridia il Principe Thomas voi dovete offrimi di più, altrimenti rimarrà qui con me.- disse
-Allora diteci cosa volete.- 
Lei si alzò e si appoggiò alla ringhiera.
-Quello che voglio non lo dirò a te. Lo dirò al Re. Voglio che il Re Kai Harmonia venga qui personalmente.-

-Kaito
Passarono due giorni da quando Josh e Terrakion partirono e subito ricevemmo una lettera. All'inizio quando la vedemmo, credevamo che fosse per dirci che l'accordo era fallito e dovevamo attaccare i Phoenix, invece trovammo scritto che Azula voleva incontrare Kai. 
Ovviamente Kai, non appena apprese la notizia, andò a preparare tutto quello che gli serviva per andare da Azula. Sicuramente più che preparare le sue cose, doveva prepararsi psicologicamente. Restò chiuso nella sua stanza per tutta la mattina, così, in tardo pomeriggio, andai a vedere come stava.
Arrivai alla sua porta e bussai. Sentii che mi diede il permesso di entrare e aprii la porta. 
Era seduto sul bordo del letto, a guardare in un punto del vuoto. Faceva così solo quando era giù o pensava.
-Come stai?- chiesi sedendomi accanto a lui
-Secondo te quale sarà la sua condizione?- disse lui, guardandomi
-Non lo so. Può essere qualunque cosa.- risposi 
Lui fece un profondo respiro e si passò una mano tra i capelli.
-Ho paura.- confessò
-Tutti abbiamo paura.- dissi io mettendogli una mano sulla spalle -L'importante è affrontare la paura con coraggio e vedrai che tutto andrà bene.-

Il giorno successivo ci svegliammo di buon ora e partimmo alla volta del Regno dei Phoenix, per arrivare lì con il sole che si accingeva a lasciarci per fare spazio alla sera.
-Eccoci. Siamo arrivati al palazzo di Azula.- disse Kai fermandosi davanti alle mura
-Stai calmo.- dissi notando il suo nervosismo.
All'improvviso un soldato chiese a Kai di identificarsi.
-Sono il Re Kai Harmonia. Sono stato convocato dalla Regina per un colloquio.- rispose
-Finalmente sei arrivato, Kai.- disse Azula da un balcone
-Dimmi quello che vuoi e facciamola finita.- disse Kai
-Non voglio le tue terre. E nemmeno che ti ritiri dalla guerra.- esordì Azula con un sorrisino di sfida
-E allora cosa vuoi?- chiese Kai confuso
-E' una semplice condizione.-
-Ossia?- 
-Voglio il tuo scudiero. Voglio il Leggendario Pokèmon Zekrom.-

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Riscatto ***


Capitolo 14: Riscatto

-Kaito
-Voglio il leggendario Pokèmon Zekrom!-
Io e Kai eravamo partiti alla volta del Regno di Azula per riprenderci Tommy. Ovviamente non volevamo combattere. Già erano morte molte persone e non volevamo andare oltre, così accogliemmo l'invito di Azula ad andare da lei per fare uno scambio. Io e il mio amico eravamo pronti a qualunque genere di riscatto, ma quando disse che voleva me al posto di Tommy rimanemmo basiti.
-Che cosa?- urlò Kai
Dal suo tono di voce non capii se era sorpreso o arrabbiato dalla richiesta di Azula.
-Te lo ripeto, dato che sei duro di comprendonio. Voglio Zekrom o, come lo chiamate voi, Kaito.-
Gli occhi verde acqua del mio amico divamparono dalla rabbia.
-Te lo scordi! Non ti darò il mio migliore amico!- urlò
Azula sorrise.
-Come vuoi! Vuol dire che il tuo caro fratellino rimarrà qui con me.- disse voltandosi per andarsene
Dovevo intervenire, prima che sarebbe stato troppo tardi.
-Aspetta!- urlai e Azula si fermò, tornando sui suoi passi, guardandomi, aspettando che continuassi.
-Accetto di venire nel tuo regno, però, prima che varchi le mura del tuo palazzo, devi consegnare Tommy a Kai.- dissi
-Kaito, ma...- il mio amico tentò di contraddirmi, però lo fermai con un cenno della mano.
-E' la cosa giusta da fare.- dissi rivolgendogli un sorriso, in modo da rincuorarlo, però a mia grande meraviglia il mio amico mi attaccò.
-Invece no! Tu non puoi sacrificarti! Non puoi prendere decisioni da solo! Sono quello che da ordini e che prendere decisioni! Io sono il Re! Devi stare ai miei ordini!- disse Kai con gli occhi ridotti in una fessura 
Lo guardai con gli occhi tristi. Perchè non capiva che lo facevo per evitare altri spargimenti di sangue?
-Kai... E' giusto che sia così. Perchè non lo capisci?- dissi, ma la rabbia sul suo volto non scomparve
In quel preciso istante le porta delle mure si aprirono, dove uscirono Terrakion e Josh e, tra le braccia del biondo, c'era Tommy che dormiva tranquillo.
Terrakion si avvicinò a Kai, mentre Josh si fermò davanti a me.
-Mi raccomando.- disse e, prima che andasse da Kai, diedi un bacio a Tommy
-Ciao, piccolo. Fai il bravo.- gli dissi e Josh tornò da Kai, ma prima si voltò e disse: -Che il Re Arceus ti guidi.-
Sorrisi e varcai le mura del palazzo. Una volta varcata la soglia mi voltai un ultima volta per guardare i miei amici.
Non volevo dire loro addio, perchè altrimenti sarei scoppiato a piangere, dato che non li avrei più rivisti e non avrei visto crescere Tommy e in particolare non avrei più rivisto Rhue, se sarebbe rimasta da Kai.
-A presto.- dissi cercando di sfoderare il mio miglior sorriso
-Kaito!- urlò Kai, ma io mi voltai, dandogli le spalle
-Kaito!- urlò ancora e questa volta con un tono disperato, ma io non lo pensai e le porte si chiusero, rinchiudendomi nel palazzo dei Phoenix.

-Josh
Eravamo nel Regno di Azula ed eravamo riusciti a riprenderci Tommy senza scatenare inutili guerre, però questo ha comportato la perdita di un alleato. Anche se la cosa era ingiusta, Kaito aveva fatto la cosa giusta. Il compito di uno scudiero è quello di proteggere il proprio principe e, nei casi estremi, anche sacrificare la propria vita per quest'ultimo e Kaito aveva adempito con onore al suo compito offrendosi di sua volontà. Ero fiero di lui.
Però ora le cose si sarebbero complicate. Kai non aveva più Kaito dalla sua parte, quindi nel caso di un attacco improvviso non avremmo avuto più l'appoggio di Zekrom e allora saremmo partiti svantaggiati, ma almeno in questa faccendo ci sarebbe stato un lato positivo... Anche Azula non avrebbe avuto l'appoggio di un Pokèmon Leggendario a lei fedele, quindi anche lei sarebbe stata in svantaggio. Reshiram e Zekrom non avrebbero potuto usare a pieno i loro poteri senza i loro rispettivi prescelti e la stessa cosa valeva per Kai e Azula. Ma Azula era una donna imprevedibile, quindi avrebbe avuto sicuramente degli assi nella manica. 
Forse era proprio per uno dei suoi piani che aveva chiesto Kaito, ma forse mi sbagliavo...
Comunque dovevamo tornare a palazzo e aggiornare gli altri sulla situazione. Chissà come avrebbe reagito Rhue alla notizia che Kaito era passato dalla parte di Azula e non l'avrebbe più rivisto...
Mi voltai e raggiunsi Kai che, immobile, fissava le porte delle mura.
-Ha fatto la cosa giusta.- gli disse Terrakion notando la tristezza che traspariva nei suoi occhi.
-Lo so, ma non doveva farlo... Quello che doveva salvare Tommy ero io, non lui. E' riuscito a fare quello in cui io ho fallito.- disse con la voce che gli tremava
Io e Terrakion ci guardammo. Per Kai era stato un duro colpo, ma era arrivato il momento di andarcene.
-Ora ci conviene andare. Kaito se la caverai.- dissi 
Kai mi guardò, annuì e si asciugò gli occhi.
-Lo spero.- disse, prese Tommy in braccio e ci voltammo, diretti verso casa.

Tornammo a palazzo dopo due giorni di viaggio. Ci mettemmo più tempo a causa di Tommy, che ogni due e tre ore dovevamo cambiarlo o dargli da mangiare.
Quando Virizion e gli altri ci videro, ci corsero incontro e quando videro Tommy quasi piansero dalla gioia.
-Che bello! Se Tommy è qui vuol dire che siete riusciti a raggiungere un accordo.- disse Virizion abbracciando il piccolo
Annuimmo. Non si erano accorti della mancanza di Kaito. Tutti tranne Rhue.
Si era fermata poco distante da noi e continuava a scrutarci, impaziente di vedere Kaito. Ma non trovando ciò che voleva ci chiese:
-Dov'è Kaito?-
Alla sua domanda, anche gli altri incominciarono a cercarlo.
-Infatti... Dov'è?- chiese Virizion guardandoci
Tutti e tre ci guardammo.
-Kaito...- incominciò a dire Kai, ma poi scoppiò a piangere
-Ma cosa è successo?! Perchè piange?- chiesero i gemelli avvicinandosi a Kai, in modo da consolarlo
Credevo che volesse dirlo Terrakion, ma lui, nel momento in cui lo guardai, abbassò lo sguardo, come per dire che non voleva farlo lui. Quindi dovevo dare la brutta notizia io... Come sempre.
-Kaito è diventato nostro nemico.-

-Kaito
Quando superai le mura e le porte si chiudero alle mie spalle, lasciando il mio migliore amico a combattere una guerra da solo, fui travolto da una strana sensazione di paura e ansia... Cosa mi sarebbe successo ora che ero dalla parte del nemico? Qual'era il piano di Azula? Perchè per chiedere me come riscatto aveva per forza un piano. 
Prima ancora di accorgermene, mi venne incontro uno strano omino vestito con un completo borduex.
-Buongiorno. Lei deve essere Kaito, lo scudiero del Re Harmonia. Io sono il consigliere della Regina, Francisco Morris. Benvenuto nel Regno dei Phoenix.- disse facendo un inchino
Nessuno si era mai inchinato davanti a me. Ero sempre io quello che si doveva inchinare. Ma questa non fu l'unica cosa che mi sorprese. Io ero il doppio di lui! Non di altezza, quella era l'unica cosa che era uguale, bensì di corporatura. Lui era esile, dalle braccia sottili e spalle piccole, mentre io ero più robusto, dalle spalle larche e i muscoli delle braccia scolpiti. Se lo avessi abbracciato si sarebbe spezzato in due come un grissino.
-Piace di conoscervi, Consigliere Morris.- dissi inchinandomi
-Prego, seguitemi. Le mostro la sua nuova dimora.- disse ed insieme girammo il palazzo.
Come struttura non era diversa dal palazzo di Kai. Aveva lo stesso numero di piani e di stanze. Forse solo la disposizione cambiava, ma mi sarei adattato in fretta... 
La prima stanza che vidi fu la sala del trono. Era una sala gigantesca, con un tetto altissimo e sulle pareti laterali, tra una finestra e un'altra, c'erano dei lunghi pilastri, decorati da piante che li risalivano, creando una forma a spirale.
Dietro al trono invece c'era un enorme vetrata che raffigurava Reshiram in mezzo alle fiamme e davanti a lei c'era un uomo con la spada sguainata verso l'alto in segno di vittoria.
-Questa, da come ha potuto dedurre, è la Sala del Trono, edificata dal primo Re dei Phoenix.-
Era veramente magnifica. Inoltre il sole filatrava dalla vetrata, dando alla stanza una luce arancione, come se ci fosse il tramonto. Mi avvicinai alla vetrata per poterla ammirare di più da vicino e fu allora che una frase ai suoi piedi.
 
"Le fiamme della libertà divamperanno sempre vittoriose.
E come la Fenice che rinasce dalle proprie ceneri, 
la Verità ritornerà a risplendere da tali fiamme."

 
Volevo soffermarmi su quella frase, ma il Consigliere Morris mi disse che dovevamo continuare il giro del Palazzo. Mi fece vedere la biblioteca, la sala da pranzo e la "Sala dei ritratti" (non è il nome originale perchè il Consigliere l'ha chiamata con un nome spagnolo che non ricordo e, dato che c'erano un sacco di ritratti, gli ho dato quel nome).
Dopo essere usciti dalla Sala dei Ritratti ed avermi parlato dei predecessori di Azula, mi portò nelle zone riservate agli allenamenti dell'esercito. Devo ammetere che erano molto forniti di armi. In ogni angolo c'erano armi: archi e frecce, fucili, cannoni, mortai, spade, mazze ferrate... Di tutto! Gli Harmonia avevano un arsenale ben fornito, ma quello dei Phoenix era impareggiabile. Più lo guardavo, più mi veniva la pelle d'oca. Avevamo sempre combattuto contro di loro? Era un miracolo se non ci avevano già uccisi tutti. 
All'improvviso Morris si fermò.
-Cosa c'è? Perchè si è fermato?- chiesi
-Le voglio presentare una persona.- disse, voltandosi e rivolgendomi una strano sorriso
Il Consigliere riprese a camminare, questa volta con un passo molto più veloce, fino a raggiungere un'ampia piazzola dove erano riuniti molti soldati. Quando raggiungemmo la folla numerosa ci facemmo spazio per avanzare verso la prima fila.
Quando la raggiungemmo vidi l'uomo incappucciato che combatteva, con due spade, contro quattro soldati. Non appena lo vidi mi chiesi come facesse a combattere contro quattro soldati contemporaneamente e tutto da solo. Ma infondo era un Comandante dei Phoenix... Non mi dovevo meravigliare.
I quattro soldati, tutti insieme, attaccarono l'uomo incappucciato, ma quest'ultimo parò due di loro con le spade, gli altri due invece li colpì con le gambe. Una volta allontanati li attaccò con una tale velocità che li disarmò e li mise per terra. Era impressionante.
-E voi vi riputate dei soldati dei Phoenix?!- disse, rimettendo le spade nel fodero attaccato alla cintura.
-Combattete come delle femminucce! Ma che dico... Persino le donne combattono meglio di voi! Rialzatevi! Ve ne andrete solo quando riuscirete a disarmarmi.- urlò
Quello che disse mi ricordò molto il Generale Cobalion. Anche il suo tono... Era identico al suo! Gli somigliava incredibilmente.
Se non fosse stato per lo stile di combattimento diverso, lo avrei preso per lui.
-Comandante!-lo chiamò il Consigliere, prima che ricominciasse l'allenamento.
L'uomo di girò e ci guardò. Dopo pchi secondi tornò a guardare i quattro soldati che, lentamente, si alzavano.
-Fate duecento flessioni... Torno subito.- disse e ci raggiunse.
Prima di incominciare a parlare, ci allontanammo dalla folla, in modo da parlare in tranquillità.
-Comandante le voglio presentare...- esordì Morris, ma l'uomo incappucciato lo fermò.
-Già lo conosco. E' Zekrom, alleato degli Harmonia. Che cosa ci fa qui?- disse facendo una smorfia, almeno credo fosse una smorfia, dato che non riuscivo a vedere bene il suo volto a causa del cappuccio.
-Azula... Ehm... La Regina Azula ha chiesto in me in cambio del Principe Tomas Harmonia ed io ho accettato lo scambio.- risposi
-Se allora vi conoscete è inutile andare oltre con le presentazioni.- disse Morris
-Sono d'accordo. Più in fretta torno all'allenamente meglio sarà per tutti.-
Ci scambiammo un ultimo sguardo, poi feci per voltarmi, così da serguire il Consigliere che si era già avviato verso il palazzo, però l'uomo incappucciato con un movimento veloce della mano mi voltò di fronte a lui, poi velocemente si sporse verso il mio orecchio e sussurrò:
-Alla prima occasione scappa.-
Detto questo si voltò e se ne andò.

Passò un ora dall'incontro con il Comandante e avevo appena terminato il giro per il palazzo. E, sinceramente, non vedevo l'ora di mettermi a riposare un pò...
-Mi scusi, Consigliere, ma vorrei porvi una domanda.- dissi
Eravamo nell'atrio del palazzo e, quando gli dissi ciò, il Consigliere mi guardò, incuriosito.
-Dato che sono partito all'alba per arrivare qui, vorrei sapere dove sono gli alloggi dei servitori, così da riposarmi un pò.-
Lui mi guardò, sbalordito. Ma quando sentì la parola "servitori" cercò di trattenere una risata.
-Perchè ride?- chiesi, curioso di sapere il perchè di tanta ilarità e, devo dire, anche un pò fastidito.
-Perchè tu qui non sarai un servitore come nel Regno degli Harmonia.- disse una voce femminile alle mie spalle
Mi voltai e vidi Azula, che indossava un abito rosso dalla gonna voluminosa e dal corpetto ricamato in oro che gli metteva in evidenza il seno piccolo e i capelli lunghi sciolti, non più raccolti nella solita coda di cavallo. Non l'avevo mai vista con un abito femminile ed era... Veramente bellissima.
Notando il mio stupore, disse:
-Sei così sorpreso di vedermi con un abito femminile che non spicchi più una parola, Kaito?- disse sfoderando un sorrisino accattivante
-Oh... Beh... Ti ho sempre vista in armatura e allora... Mi sei sembrata un'altra persona.- risposi
-Lo prenderò come un complimento.- disse 
-Comunque... Per cosa intendi che non sarò un servitore? Sarò un soldato?- chiesi, tornando al discorso precedente
Lei mi guardò, senza rispondere alla mia domanda, poi:
-Vieni. E' meglio che parliamo in privato.- disse voltandosi
Io annuii e la seguii fino al giardino. Poichè lei camminava davanti e io ero dietro di lei, mi disse:
-Perchè non cammini di fianco a me?-
La guardai, sorpreso. Mi avevano educato che i servitori non camminavano di fianco ai reali... Era una forma di poco rispetto.
-Ma io sono un servitore. Non mi è permesso camminare di fianco ad una Reale.- risposi, chinando la testa.
Lei, alla mia risposta, sbuffò, si mise di fianco a me e mise il suo braccio sotto al mio. Quel suo gesto mi fece arrossire. Non ero mai stato così vicino ad una donna... Nemmeno con Rhue.
-Ecco! Così va meglio.- disse sorridendo, poi, notando il rossore sulle mie guance, ridacchiò.
Distolsi lo sguardo da lei e tornammo a camminare, anche se camminare con lei appoggiata al mio braccio mi faceva sentire impacciato.
-Allora...- dissi, cercando di non pensare al mio nervosismo -Cosa intendevi quando hai detto che io non sarei stato un servitore?-
-Intendevo dire che non mi servirai.-
-Questo l'avevo capito. Ma se non faccio il servitore, cosa farò? La guardia del corpo?- chiesi
Lei rise.
-No. Non sarai la mia guardia.- rispose
-Beh... Non credo possa fare la "dama da compagnia". Sono un uomo...- dissi, anche se la parola "uomo" non si addiceva a me.
-Se per questo non ho nessuna dama da compagnia... Non le ho mai sopportate, fin da quando ero una bambina.- ribattè
-Quindi cosa farò?-
Per un attimo ripensai al mio vecchio lavoro, quello che avevo prima di diventare lo scudiero di Kai... Lavorare nelle stalle del palazzo. Tornare a lavorare lì non sarebbe male... Sarei stato a contatto con i Pokemon... Con i miei simili.
-Lavorerò nelle stalle?- chiesi, quasi con una nota di speranza nella voce.
Lei mi guardò, indignata.
-Certo che no! Come potrei metterti a lavorare nelle stalle?- disse mettendosi di fronte a me a braccia conserte, quasi come se fosse offesa.
-Se allora non lavorerò nelle stalle, ora non so davvero cosa possa fare...- 
Lei mi guardò e sul suo viso tornò il suo classico sorrisino furbo.
-Io invece so benissimo cosa farti fare.-
A quella frase la guardai.
-E cosa?- dissi, quasi spazientito
-Sarai il Re.-

-Rhue
-Kaito è diventato nostro nemico.-
Gli altri erano tornati ed erano riusciti a riportare Tommy indietro, però all'appello mancava Kaito. Quando Josh ci disse che Kaito era passato dalla parte di Azula, quasi non mi venne un mancamento.
Quella pazza... Aveva avuto il coraggio di chiedere Kaito, il Pokèmon Zekrom, in cambio di un bambino. Era proprio da lei una cosa simile... 
-Quindi era questo quello che voleva in cambio? Voleva Kaito?- chiese Virizion, scioccata quanto me.
Kai, che nel frattempo aveva smesso di piangere, annuì.
-Ho cercato di fermarlo, ma lui ha voluto fare di testa sua.- ci spiegò
Lo guardai. 
-Come "fermarlo"? Che significa?- chiesi 
Lui mi guardò.
-Quando Azula mi ha detto che voleva Kaito, io le avevo risposto di no, ma lui... Ha detto ad Azula che avrebbe accettato lo scambio, così lui entrato nelle mura e Tommy è tornato tra le mie braccia.- rispose abbassando lo sguardo, sentendosi in colpa
Tutti ci guardammo, amareggiati per quello che ci aveva appena detto Kai. Cosa era saltato in mente a Kaito? Come aveva potuto accettare un ricatto simile?
Poi il silenzio fu rotto da Josh, che disse: -Il suo è stato un gesto nobile. Lo penserebbero anche Cobalion e il Re Iroh. Ha sacrificato se stesso per salvare un Principe. Non ha fatto altro che svolgere il suo lavoro. Inoltre se la sa cavare! Quindi non mi preoccuperei.-
Tutti annuirono alle sue parole e se ne andarono nelle loro stanze, apparentemente tranquilli.
Anche io feci la stessa cosa, però non ero affatto tranquilla. Cosa gli sarebbe successo ora che era con mia sorella? Senza che le comandassi le lacrime incominciarono ad inondarmi le guance. Pensare a lui mi venne in mente la dichiarazione che mi aveva fatto prima di partire per la guerra e prima di essere rapita.
Come posso mentirti se ti amo alla follia?
Per tutto quel tempo non facevo altro che pensare a quella frase. Nel momento in cui me la disse pensai che mi prese in giro, ma ripensandoci mi stavo convincendo del fatto che forse non mi stava mentendo e che era la verità.
Sono l'essere della verità, eppure non riesco a distinguere una bugia dalla verità. Ah... Quando ero piccola lo capivo immediatamente, ora invece... Non ci riuscivo più.
E proprio per questo motivo, se lui fosse ancora qui e non nel regno di mia sorella, gli avrei chiesto: "Mi ami davvero?"
Così avrei avuto la risposta alla domanda che ormai era fissa nella mia mente. E nel caso di una risposta affermativa, avrei messo il mio cuore in pace. Il mio amore non sarebbe stato più un amore non corrisposto, bensì il contrario. Sarei potuta stare insieme a Kaito... Però c'era anche quello che mi ha fatto vedere la mia me del passato. Forse anche questa volta sarebbe stato un amore che mi avrebbe solo fatto del male.
Non so più cosa pensare.

-Kaito
-Che cosa?-
Ero nel giardiano del Regno dei Phoenix, quando Azula mi disse che sarei stato Re. Ma era impazzita sul serio?
-Dovrei essere il Re?- chiesi sorpreso
-Sì. Perchè fai quella faccia? Non ti piace come nuovo lavoro? Eppure è meglio del mestiere di scudiero, non ti pare?- disse
-Beh, sì... Ma essere Re significherebbe...- iniziai, ma ero talmente scioccato che non riuscii a terminare la frase
-Sposarmi? Risposta esatta.- disse lei capendo al volo ciò che intendevo dire.
Indietreggiai.
-Ma io non ti posso sposare! Non posso nemmeno diventare Re! Sono un Pokèmon Leggendario!-
-Lo so.- 
Feci un altro passo indietro.
-Allora perchè mi stai chiedendo tutto questo?- 
Si avvicinò a me e mi guardò con occhi penetranti e con un sorrisino seducente.
-Ma che domande fai? Una Regina ha bisogno di Re... Per mandare avanti la stirpe. Non si può fermare, altrimenti chi salirà al trono dopo di me?-
La guardai, basito come non mai.
-Quindi vuoi pure un erede!-
-Ovvio!- 
-Ma io non posso!-
-Non puoi o non vuoi?- disse
La guardai, per capire cosa dire. Non potevo sposare una donna che non amavo. Non era giusto nei suoi confronti. E poi se fossi tornato da Rhue, dopo la dichiarazione che le avevo fatto, come mi avrebbe guardato sapendo che mi ero sposato con Azula? 
-Non posso.- risposi, cercando di tenere calma
Lei mi guardò e annuì.
-Capisco. Quindi non puoi solo perchè sei un Pokèmon ed io un'umana oppure perchè sei innamorato di Rhue?- disse, centrando in pieno l'argomento.
La guardai per un paio di minuti, cercando una risposta da darle, ma non mi venne in mente nulla. Quindi fu lei a parlare, ma questa volta con il suo sguardo gelido di sempre.
-Facciamo così... Se tu non mi sposi e diventerai Re, manderò tutti i miei uomini a uccidere Kai, Rhue e tutti i tuoi amici. Tanto so benissimo che gli Harmonia, a causa delle battaglie precedenti, non hanno molti uomini e Pokèmon, e soprattutto armi. Poi Rhue, senza di me che sono la sua prescelta, non può usare a pieno i suoi poteri. Quindi non riuscirebbero a contrastare il mio esercito.- si fermò e scrutò la mia impressione, poi continuò.
-Sta a te la scelta. La corona o la morte della donna che ami e del tuo migliore amico. Hai tempo fino a stasera. Poi a mezzanotte mi darai un risposta.-
Sorrise e se ne andò, e puntualmente io mi ritrovavo con una scelta da fare.

La giornata, con mia grande meraviglia, passò velocemente. Non facevo che pensare alla proposta di Azula, anche se non c'era molta scelta... Dovevo fare quello che diceva lei. Dovevo diventare Re, anche se questo significava combattere contro Kai e doverlo sconfiggere. Pensare a questo, mi faceva male il cuore. Poi proprio un'ora prima della mezzanotte, mentre guardavo il giardino da un finestra della Sala del Trono, mi venne in mente quello che mi disse l'uomo incappucciato.
"Alla prima occasione scappa."
 
Questa... Era l'unica soluzione per evitare di diventare Re e salvare la vita dei miei amici. Ma come? E soprattutto quando?
Con la mia fortuna poi, nel momento della fuga, Azula mi avrebbe scoperto. Quindi l'unica cosa da fare era accettare quello che il mio destino aveva deciso per me, in modo che avrei protetto i miei amici e, all'occasione buona, avrei tentato la fuga. Dovevo fare solo così. 
Così mezz'ora prima della mezzanotte mi diressi verso gli appartamenti di Azula. Quando arrivai di fronte alla porta della sua stanza, feci un respiro profondo e bussai.
-Avanti.- disse ed entrai.
Una volta varcata la soglia della stanza, la vidi seduta su una poltroncina vicino alla finestra. Distolse lo sguardo dal panorama e mi guardò.
-Allora? Hai preso una decisione?- mi chiese
Lentamente annuii e lei sorrise.
-Hai fatto la scelta giusta.- disse, alzandosi e capendo al volo cosa avevo deciso
Lei si avvicinò a me e si appoggiò al mio torace.
-Sono così felice che tu mi sposi.- disse Azula, mentre io rimasi impassibile, a pensare come sarebbe stata la mia vita ora.
-Dai, non fare quella faccia. Vivere con me non sarà così terribile. E' vero ho un pessimo carattere, ma so essere amorevole quando voglio.- disse lei notando la mia espressione
Ci guardammo negli occhi per un pò, fino a quando lei non mi baciò. Quel contatto mi fece ricordare il bacio a timbro che diedi d'impulso a Rhue quando la trovammo in cima alla torre di Mistralopoli. Però quando baciai Rhue, sentii uno strano calore in me... Forse perchè lei è Reshiram e allora mi aveva trasmesso il suo calore, oppure per un altro motivo. Questa volta, invece, quel bacio che mi aveva dato Azula lo trovai... Freddo. Però non potevo starmene lì fermo, dovevo ricambiare. Sarei stato suo marito... E si sa cosa fanno una moglie e un marito.
La strinsi a me e ricambiai il bacio. Lei strinse le sue braccie intorno al mio collo e il bacio, da un semplice contatto, divenne più profondo. La presi in braccio e la misi sul letto. Azula, stesa sotto di me, incominciò a togliermi i vestiti e io feci lo stesso. Non so cosa stessi facendo o cosa mi fosse preso, sapevo solo che ormai seguivo solo il mio istinto e il mio istinto diceva di stare al gioco di Azula e fare quello che voleva lei. Voleva un marito? Io avrei fatto il marito. Voleva un Re? Io sarei stato Re. E se fosse anche necessario, un figlio. Basta che lei non avesse fatto del male a Kai, a Rhue e agli altri.

La mattina successiva mi svegliai, come mia abitudine, alle cinque del mattino. Mi misi sul letto e mi guardai intorno. Quando vidi Azula che dormiva affianco a me, mi ricordai di aver passato la notte con lei. Lentamente mi alzai, presi i miei vestiti che avevo gettato per terra e andai in bagno a lavarmi.
Uscii dal bagno un ora dopo e, notando che Azula dormiva ancora, uscii dalla stanza senza far rumore. Con il passo più lento del normale andai nella sala da pranzo a fare colazione. Di solito la mattina ero allegro e spensierato, ma questa volta avevo il morale a terra. Quello che ho fatto la sera prima con Azula mi faceva venire la nausea. E' come se avessi venduto me stesso...
Quando entrai in cucina, incominciai a prendere gli ingredienti per prepararmi la colazione, ma fui fermato dal Consigliere Morris.
-Cosa sta facendo?- mi chiese
-La colazione. Perchè?- risposi, guardandolo in modo strano
-Un Re non si prepara la colazione. E non entra nemmeno nelle cucine. Soprattutto non indossa abiti da servitore.- disse Morris squadrandomi da capo a piedi
Come faceva a sapere che sarei diventato il marito di Azula?
-La Regina mi aveva già avvisato. Comunque... Venga con me. Le darò dei vestiti adatti.- disse ed io dovetti seguirlo, lasciando tutte le cose che avevo preso sul tavolo.
Camminammo, fino a tornare nelle stanze reale, ma questa non volta non nella stanza di Azula, ma in quella affianco. Da come era arredata e dal quadro appeso sopra al caminetto capii che doveva essere la vecchia camera dei genitori di Azula.
Il Consigliere aprì un armadio, prese un paio d'abiti e si girò verso di me.
-Questi sono gli abiti con cui il predecessore della Regina si sposò. Per ora andranno bene, poi chiamerò il sarto di corte e gli farò confezionare degli abiti nuovi.- disse, porgendomi un completo dai pantaloni neri e la giacca bordeux.
Nonostante fosse un vecchio abito, sembrava nuovo di zecca. Un pò riluttante presi gli abiti e mi cambiai. Una volta pronto, uscii dalla stanza e tornai da Morris che mi fece i complimenti per quanto mi stesse bene, anche se, a dire la verità, mi sentivo un pò stretto in quegli abiti.
Poi verso le sette feci colazione insieme ad Azula. Nonostante quello che avessimo fatto quella notte, non scambiammo una parola, solo uno sguardo. Uno sguardo strano devo dire. Notai negli occhi di Azula un certo disagio... Forse anche per lei quello che era successo era risultato strano. 
Dopo trenta minuti, Azula si alzò da tavola dicendo che aveva delle cose da fare. Anche io mi alzai cinque minuti dopo perchè il Consigliere Morris disse che dovevo assistere all'allenamento.
Per prima cosa mi fece cambiare d'abito (ora capisco Kai quando si lamentava di doversi cambiare d'abito almeno quattro volte al giorno), poi andammo nella piazzola dove il giorno prima parlai con l'uomo incappucciato.
Quando la raggiungemmo notai di nuovo la folla, ma questa volta più numerosa. Forse era un giorno di allenamento speciale. Poi sentii un colpo di frusta.
-Ha sentito anche lei dei colpi di frusta?- dissi, sperando di essermi sbagliato
Ma prima ancora che lui rispondesse alla mia domanda, sentii un altro colpo di frusta, seguito da un grido di dolore.
Sentendo quel grido, mi precipitai verso la folla e mi feci spazio per vedere cosa stesse succedendo. Il Consigliere Morris mi chiamò più volte, per fermarmi, ma io non lo ascoltai. Dovevo sapere cosa stava succedendo e perchè avevo sentito quel grido. Quando raggiunsi la prima fila vidi Landorus legato con delle catene ad un palo al centro della piazza, con il sangue che gli scendeva dalle ferite sul torace e sulla schiena. Subito dopo vidi la frusta che, con un colpo violento, colpì di nuovo Landorus, procurandogli un'altra ferita sulla schiena.
Seguii la linea della frusta per capire chi fosse a colpirlo ed era l'uomo incappucciato. Aprii bocca per protestare, ma Azula parlò prima di me.
-Bene, Landorus. Sei ancora felice per aver liberato Rhue e averla aiutata a scappare?-
Landorus lentamente, dopo essere stato colpito, si alzò e la guardò dritto negli occhi.
-Sì e non me ne pentirò mai, anzi, sono fiero di quello che ho fatto, perchè ho sempre odiato essere comandato da una strega come lei, Regina!- disse, rivolgendole un sorriso di sfida.
Azula, alle sue parole, si adirò e scattò verso l'uomo incappucciato. Con rabbia prese la frusta e fece il gesto di attaccarlo, ma prima che la frusta colpisse il volto di Landorus, scagliai un fulmine che deviò il colpo.
Dalla folla si levò un grido di sorpresa, mentre Azula, più furente che mai, si voltò verso di me.
-Cosa hai fatto?- urlò, mentre io raggiunsi Landorus e provai a liberarlo dalle catene.
-Penso che tu lo abbia già frustato abbastanza.- dissi rompendo le catene con un altro fulmine.
-Non sei tu a decidere quanto basta! Sono io la Regina!- urlò, ma io la guardai.
Dalla sua espressione capii che il mio sguardo gli aveva messo paura.
-Ed io sono il Re!- dissi e dalla folla si sentì un mormorio.
-Qui comando anche io. Su, vieni, Landorus.- continuai, aiutando Landorus a camminare.
Cercando di non far sforzare Landorus, che si stava contorcendo dal dolore, con passo lento mi diressi verso l'infermeria. Feci sedere Landorus sul primo letto libero che trovai, poi provai a cercare un dottore, ma era impeganto ad aiutare un altro soldato e credo che ci avrebbe messo molto, quindi presi delle bende, riempii una bacinella con dell'acqua e incominciai a medicare Landorus, ma lui si alzò di sbotto e mi guardò.
-Che vuoi fare?- chiese, guardando tutto l'occorrente che avevo preso.
-Voglio medicarti... Sei ferito gravemente.- risposi
Lui fece una smorfia.
-Scordatelo!- disse, ma poi si piegò in due dal dolore.
-Ma ti devo medicare, altrimenti prendi infezione e ti sentirai male.- dissi, prendendo le bende e avvicinandomi a lui, però Landorus mi diede uno spintone, facendomi cadere.
-Non ho bisogno del tuo aiuto.- rispose, quasi ringhiando
-Ma perchè non ti vuoi far aiutare? Perchè mi odi così tanto?- chiesi, rialzandomi
-Non sono affari tuoi. Adesso vattene!- 
-Andarmene? Scordetelo. Non me ne andrò finchè qualcuno ti avrà medicato. E poi sono affari miei. Tu mi odi e vorrei sapere il perchè.-
-Devi farti i fatti tuoi.- disse 
Landorus fece per voltarsi, ma lo presi per un braccio e lo spinsi contro il muro, fregandomi delle ferite sulla schiena.
-Stammi a sentire! Mi hai veramente scocciato! O mi dici perchè mi odi o ti farò male anche io.- dissi con una tale rabbia che mi feci paura da solo
-Lasciami andare o non risponderò di me.- ghignò
Sorrisi.
-Così conciato non dureresti trenta secondi.-
Mi fermai e mi misi ad osservare la sua espressione sul viso.
-Allora? Che vuoi fare? Rispondi oppure vuoi continuare a chiaccherare?- continuai
-Ma perchè insisti così tanto?- chiese
Lo guardai.
-Voglio aiutarti. Tu... Hai salvato Rhue. E te ne sarò sempre grato.- dissi e il tono tornò ad essere calmo
-Non l'ho fatto per te. L'ho fatto per lei. Non voglio vederla soffrire.-
-Sento il dovere di ringraziarti ugualmente.-
Landorus fece una smorfia.
-Non mi faccio nulla dei tuoi ringraziamenti! E poi sei tanto innamorato di Rhue, ma alla fine ti sposi quella pazza di Azula!- sbraitò
Lo guardai sorpreso e lasciai la presa. Landorus scivolò lungo il muro, fino a sedersi per terra.
-Come fai a saperlo?- chiesi con un filo di voce
-Cosa? Il fatto che sei innamorato di Rhue o che ti sposi Azula? La prima... Si vede lontano un kilometro. Persino un Magikarp se ne accorgerebbe. Per la seconda... Beh... Le voci girano.- rispose, senza guardarmi in faccia
Per un pò rimasi a guardarlo. Il fatto che tutti ormai sapevano che mi stavo per sposare con quella pazza mi dava fastidio. Di sicuro avevo suscitato la pietà di tutti i soldati.
-E poi non venirmi a dire di essere tanto innamorato di Rhue.- continuò poi, questa volta guardandomi
Alle sue parole ci mancò poco che gli staccassi la testa. Come poteva mettere in dubbio i miei sentimenti?
-Io ho accettato di sposarmi solo per proteggere lei, perchè se non avessi accettato, Azula avrebbe ucciso lei e Kai... Non voglio che loro soffrano a causa mia.- dissi trattenendo la rabbia e cercando di sembrare calmo
-E non cred che così facendo lei soffrirà molto di più?- ribattè
Avevo ragione. Ma ormai avevo preso questa decisione... Non potevo più tornare indietro.
Landorus, vedendo che non rispondevo più, si alzò e se ne andò. Ma prima che uscisse dall'infermeria, lo fermai e dissi: -Quindi in poche parole dici che non provo nulla per lei. Ma tu che ne sai se sono veramente innamorato di lei?-
-Credimi lo so. Lo so eccome. Se le avessi voluto bene per davvero, non avresti accettato il ricatto di Azula. Non la faresti soffrire così.- disse e si voltò.
-Come pensi che si sentirà quando lo verrà a sapere?- continuò
-Da come parli sembri innamorato di lei...- 
A questa mia affermazione Landorus non rispose, si limitò solo a voltarsi e continuare a camminare.
-Prima di andartene, dimmi una cosa... Sei innamorato di lei, vero? Per questo l'hai liberata.-
Landorus alla mia domanda si fermò, poi si voltò un pò in modo da farmi vedere il suo viso e notai un lieve sorriso.
-Sì. Io la amo.-
E se ne andò.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Fuga ***


Capitolo 15: Fuga

-Rhue
Per due giorni rimasi a letto per quasi tutto il tempo. Non avevo alcuna voglia di alzarmi, a causa del mio malumore. Inoltre stare al caldo, raggomitolata nelle morbide lenzuole mi faceva sentire al sicuro, proprio come quando ero piccola e mi straiavo nel campo fiorito vicino al lago dove mi rifrescavo ad osservare il cielo azzurro. 
Come mi mancava la mia libertà... Quella libertà che, poi, mi è stata privata. Correre a piedi nudi, arrampicarsi sugli alberi, giocare con l'acqua... Mi mancava tanto quella vita.
Ma proprio mentre ricordavo i miei pochi ricordi felici, mi venne in mente la prima volta che vidi Kaito.
Kaito... Mi alzai di scatto dal letto. Dovevo dimenticarlo, almeno solo per un pò, perchè era diventato il nemico e sicuramente, ricordandolo, mi sarei messa a piangere.
Mi alzai a fatica e, prima di andare a darmi una rinfrescata, aprii la finestra. Dopo un'ora e mezza uscii dal bagno e vidi Landorus seduto sul bordo del letto. Quando mi vide, si alzò in piedi e si inchinò.
-Buongiorno, Principessa. Dormito bene?- fece con il suo solito sorriso gentile. Quel sorriso che ho sempre amato.
-Landorus!- dissi e quasi non piansi dalla gioia.
Vederlo sano e salvo mi aveva rincuorato e il malumore che mi affliggeva quasi scomparve del tutto. Corsi verso di lui e lo abbracciai. Anche Landorus ricambiò l'abbraccio.
-Se sei qui vuol dire che sei scappato!- affermai, felicissima, ma lui mi scostò, sciogliendo l'abbraccio, e mi guardò. 
Il sorriso sul suo volto era scomparso.
-Purtroppo sono soltanto venuto a vedere come stava.-
-Come vedi, io sto bene. Tu, invece? Quando sono scappata, una settimana fa, ho visto che eri stato catturato.- dissi, scrutandolo.
-Oh, sì. Sono stato imprigionato per due giorni... Niente di importante.- ribattè lui, sedendosi.
Mi sedetti accanto a lui e appoggiai la mano sulla sua, stringendola. 
-Sei sicuro? Mi sembra strano che Azula non ti abbia fatto nulla...- 
Sorrise.
-Davvero! Non mi hanno fatto nulla. Azula era e continua ad essere impegnata con il suo giocattolino nuovo.- disse e, sull'ultima frase, distolse lo sguardo.
Lo guardai, confusa.
-Giocattolino nuovo?- domandai, curiosa.
-Beh, sì... Lo scudiero del Re Harmonia... Come si chiama? Kaito, giusto?-
Quando sentii il nome di Kaito, quasi non scattai in piedi.
-Sì! Kaito! Il suo nome è Kaito! Ma perchè dice che è "impegnata" con lui? Che sta facendo a Kaito?- dissi immaginandomi le torture possibili che Azula potesse infliggere a Kaito.
-"Impegnata" perchè se lo sta per sposare.-
A quella risposta rimasi basita. Quello era molto peggio delle torture che mi ero immaginata.
-Come se lo sposa?- dissi, cercando di velare la tristezza, in modo da non far preoccupare Landorus inutilmente. Lui non sapeva dei sentimenti che provavo per Kaito e non doveva saperli... Lui è sempre stato propenso a proteggermi, quindi se lo avesse saputo, sicuramente mi avrebbe tenuta lontana da Kaito per non farmi soffrire.
Landorus annuì. Non si era accorto di nulla.
-Non solo. Azula e lo scudiero hanno passato la notte insieme.-
Feci un respiro profondo, non solo per trattenere le lacrime, ma anche per reprimere la rabbia che stava perseverando nel mio animo.
-L'hanno...-
-Sì.-
-Ma come ha potuto?-
-Non lo so. Me lo sono chiesto anch'io. Però alcuni soldati hanno sentito lo scudiero dire al Consigliere che è più che felice di diventare Re perchè non ce la faceva più ad essere un servitore.-
Lo guardai. Kaito non avrebbe mai detto delle cose simili. Mi è sempre sembrato che a lui piacesse servire Kai, infondo era il suo migliore amico. Ma forse era davvero come aveva detto Landorus, che non voleva più fare il servitore... Quindi Landorus vi aveva detto la verità? Ovvio che lo era... Non aveva motivo di mentirmi.
-Ha aggiunto anche...- continuò il mio amico -Che non riusciva più a sopportare donne capricciose che credono solo a quello che vogliono.- disse questo mi ferì.
-Come scusa?-
-Che non riusciva più a sopportare donne che...- ripetè, ma io lo fermai.
-Sì. Ho capito.-
Come aveva potuto fare una cosa simile? Non solo era passato dalla parte del nemico, ma ora si sposava Azula e diventava Re... Quindi avrebbe combattuto contro il suo migliore amico. Con quale coraggio l'avrebbe fatto? Poi tutte quelle cose che aveva detto... Era stato davvero cattivo. 
-Mi dispiace averle dato delle cattive notizie.- disse, guardandomi con aria triste.
-No, anzi, hai fatto bene a dirmele.- dissi, rivolgendogli un sorriso.
Lui ricambiò e si alzò.
-Ora devo andare. Devo tornare prima che il Comandante si accorga della mia assenza.- disse e si avvicinò alla finestra.
-Peccato. Volevo stare un altro pò con te.- ribattei, avvicinandomi anche io alla finestra.
-Non si preoccupì. Verrò a trovarla il prima possibile.- disse e ci abbracciammo.
Sciolto l'abbraccio, fece un balzo e, con un atterraggio perfetto, si trovò nel giardino.
Prima di incamminarsi verso il bosco, si voltò verso di me e mi salutò con la mano. Io ricambiai il gesto e Landorus corse via verso il bosco. Quando la sua figura scomparve , uscii in fretta dalla stanza e mi diressi verso la Stanza delle Vetrate, dove si trovava Kai.
Quando raggiunsi le porte che conducevano alla sala, le aprii di sbotto, irrompendo nella stanza circolare. 
Kai e Terrakion che stavano discutendo intorno alla scrivania, alzarono lo sguardo verso di me, sorpresi. Mentre Josh, che stava comodamente straiato su un divano a leggere un libro, mi rivolse a malapena lo sguardo.
-Rhue! Buongiorno. Come mai sei qui?- chiese Kai con un sorriso.
Presi fiato e risposi alla domanda del Re Harmonia.
-Kaito si sta per sposare con Azula.-

-Josh
-Kaito si sta per sposare con Azula.-
Rhue era entrata di sbotto nella Sala delle Vetrate e aveva interrotta la mia lettura. Però, sincermente, non mi importava tanto di quello che voleva dire... Quindi tornai a leggere il mio libro. 
-Che cosa?- disse Kai, scattando in piedi.
-E tu come lo sai?- chiese Terrakion, anche lui sorpreso quanto Kai.
Io mi sarei sopreso più di tanto. In fondo, Azula per chiedere in cambio Kaito aveva un piano... Effettivamente era un pò strano sapere che un Pokèmon Leggendario sposa un umano, soprattutto se questo umano era una strega di nome Azula. Ma, sinceramente, a me non faceva nè caldo nè freddo. Da Azula ci si poteva aspettare di tutto, quindi era lecita una cosa del genere.
-Me l'ha detto Landorus.- rispose Rhue, senza contare Kai, che continuava a fare domande.
-Aspetta un attimo. Landorus è stato qui?- disse Terrakion
-Sì, ma solo per vedere come stavo. Era completamente da solo.- rispose la ragazza, che capì immediatamente  l'alluzione di Terrakion.
-Mi ascoltate un attimo!- urlò Kai per attirare l'attenzione dei due.
Lo guardarono.
-Grazie per la vostra. Comunque... Rhue, spiegami tutto dall'inizio, per favore.-
Rhue annuì, chiuse la porta e si sedette su una poltrona vicino alla scrivania.
-Allora... Stamattina è venuto Landorus e mi ha raccontato che Kaito ha accettato di diventare Re perchè non ce la faceva più ad essere un servitore.- spiegò e Kai e Terrakion la guardarono, sconvolti, mentre io mi innervosii così tanto da chiudere il libro che leggevo sbattendolo.
-Questo te l'ha detto Landorus? Cioè quello che ha detto Kaito.- dissi, massaggiandomi le tempie.
-Sì, me l'ha detto lui...-
-Non ci credo!- esclamò Kai, risedendosi.
-A cosa?- chiese Terrakion.
-A tutto! Non è che non creda a Rhue, però il fatto che si sposta con Azula e che abbia detto una cosa simile mi sembra inverosimile.- rispose Kai, ma Rhue ribattè subito.
-Landorus non è un tipo che mente. Almeno non mente a me...-
-Ma io non ho detto che non è vero ciò che dici. Solo che non ci credo. Conosco Kaito da quando sono nato e lo conosco talemente bene che non credo che abbia detto tali parole. Può darsi che l'abbia pure detto, ma voglio accertarlo da solo, con i miei occhi.- disse Kai, alzandosi e dirigendosi verso la porta.
-Quando hai intenzione di...- iniziai a dire, ma lui mi rispose immediatamente.
-Sì. Voglio andare nel Regno dei Phoenix, parlare con Kaito e chiedergli se davvero diventerà Re.-
Terrakion scosse la testa, contrariato.
-Ma sei impazzito?! Se vai nel regno di Azula, lei non esiterà due volte ad attaccarti!-
-Non mi attaccherà se andrò senza esercito.- ribattè Kai, ma questa fu Rhue ad attaccarlo.
-Così farai solo il suo gioco! Gli servirai la vittoria su un piatto d'argento!-
-Rhue ha ragione! Azula è imprevedibile. In più non hai con te Kaito, ossia Zekrom, a proteggerti.- osservai io e Kai ci guardò, riflettendo su cosa fare.
-Anche senza Kaito, io mi so difendere da solo. Inoltre ho detto che vado senza esercito, non ho mica affermato che vado completamente da solo! Tu, Terrakion, e tu, Josh, mi accompagnerete.- disse ed io e Terrakion ci guardammo.
Il fatto che lui abbia scelto me e Terrakion per accompagnarlo fino al palazzo di Azula giocava a mio favore. Avrei potuto intrufolarmi e scoprire qualcosa sull'uomo incappucciato. Però dato che Kai aveva intenzione di andare solo con noi due sorgeva un problema. Non mi sarei potuto allontanare, altrimenti se ne sarebbe accorto. Se volevo scoprire l'identità di quel tizio dovevo cercare di entrare quando non ero con Kai, quindi dovevo andare la sera prima della spedizione.
-Quindi vuoi partire la mattina presto?- chiesi
-Sì. Tanto non ci metteremo molto. Arriveremo da Azula per il pomeriggio e poi torneremo per sera inoltrata.- rispose Kai.
-Ma viaggiare di notte nel Regno di Azula è pericoloso. Potremmo venire attaccati.- obiettò Terrakion.
-E' vero. La sera Azula manda delle guardie ai confini e nei boschi per tenerli sotto controllo e se vedono persone sospette li arrestano oppure, in casi estremi, li uccidono. Quindi te lo sconsiglio.- si intromise Rhue.
-Quindi cosa volete fare?- chiese Kai, guardandoci.
-Dico di partire stasera, dopo cena. Partiremo e, arrivati ai confini, ci accamperemo. Poi all'alba ci rimettiamo in marcia e arriveremo al palazzo dei Phoenix la mattina presto.- rispose Terrakion.
Maledetto! In un secondo aveva frantumato tutti i miei piani. Però il fatto che ci dovevamo accampare mi poteva dare del tempo per andare dall'uomo incappucciato... Quindi non aveva proprio distrutto il piano, gli aveva solo dato un inizio diverso.
-Per me, va bene. Per te, Josh?- mi chiese Kai, riportandomi alla realtà.
Lo guardai ed annuii.
-Per me va bene qualunque cosa.- risposi
Kai sorrise.
-Allora partiremo stesera.- 
-Se abbiamo finito, io torno a leggere il mio libro.- dissi e tornai a stendermi sulla poltrona, pensando a come dovevo agire per entrare nel palazzo di Azula.

La sera, proprio come aveva previsto Terrakion, partimmo alla volta del Regno di Azula. Preparammo tutto ciò che ci serviva per accamparci, Kai salì in sella a Rapidash e ci adentrammo nel bosco.
Quando la luna era alta nel cielo scuro, arrivammo ai confini. Con l'aiuto di due guardie che ci stavano scortando, io e Terrakion montammo le tende e prendemmo la legna per il fuoco.
Un paio d'ore dopo, tutti e tre andammo nelle nostre rispettive tende. Attesi un'ora prima di uscire. Lentamente raggirai le guardie che stavano facendo le vedette e mi incamminai. Devo ammettere che ero un pò agitato... Ma la mia agitazione non era dovuta alla paura... Era come se il mio animo mi stesse avvisando che stavo facendo la cosa sbagliata, però dovevo scoprire chi era l'uomo incappucciato e trovare una risposta al mio dubbio.

Due ore dopo mi trovai di fronte alle mura del castello nemico. Data l'ora tarda le uniche luci accese erano quelle che servivano ai soldati di turno per guardare fuori e per muoversi tra le mura.
Mi guardai intorno per trovare un punto adatto che mi permettesse di intrufolarmi all'interno e, quasi subito, notai una parte sorvegliata da un solo soldato. Grazie ad alcune sporgenze riuscii a risalire il muro, stordire la guardia e prendermi i suoi vestiti. Legai la guardia, imbavagliandola, e la nascosi in un posto dove nessuno l'avrebbe potuto vedere. La prima parte del piano era compiuta. Ora iniziava la seconda. Cominciai a camminare per il passaggio sotto alle mura, in modo da incontrare meno soldati possibile. Quando misi piede sul terreno, mi diressi verso l'entrata del palazzo e incominciai a cercare. Però nei pressi della Sala del Trono sentii alcune voci, in particolare una femminile, e mi precipitai vicino alla finestra, dietro ad un pilastro, in atteggiamento da soldato.
In un paio di secondi, vidi Azula, vestita con una camicia da notte bianca e sopra una vestaglia rossa, con i capelli sciolti che le cadevano lungo la schiena, che volteggiavano ad ogni suo passo, tutta rossa in volta per la rabbia seguita dall'uomo incappucciato.
-Come Kai è sui confini?- urlò Azula, fermandosi di colpo.
-E' così. Alcune guardie hanno visto il bagliore di un fuoco acceso e, andando a controllare, hanno visto l'accampamento di Kai.-
-Perchè è venuto qui?!-
-Non lo sappiamo.-
Ci fu un attimo di silenzio.
-Cosa vuole fare?- chiese l'uomo incappucciato, rompendo quel silenzio pesante.
Azula lo guardò e subito rispose.
-Manda qualcuno ad ucciderli.-
-Cosa? Non sappiamo nemmeno le intenzioni di Kai. Non possiamo attaccarlo.- ribattè lui, ma Azula lo linciò con lo sguardo.
-Ti ho ordinato di mandare qualcuno ad ucciderlo e tu lo farai. In più dobbiamo approfittare della situazione. Kai è qui, perchè sprecare un'occasione così ghiotta?-
-Ma...-
-Forse non hai capito. Tu qui non puoi fare quello che vuoi, come facevi prima. La regina sono io e tu stai sotto i miei ordini, quindi devi obbedire. Se non lo farai smetterò di mandare le medicine al tuo adorato fratellino e morirà. Allora? Che vuoi fare?-
L'uomo incappucciato la guardò per un paio di secondi, poi si inchinò in segno di resa.
-Come vuole, mia Regina. Manderò i sicari migliori e, guidati dal sottoscritto, uccideremo il Re Harmonia.-
-Bene. E' così che si ragiona. Torno nelle mie stanze.- disse Azula sorridente e soddisfatta.
Poi i due si separarono, andando in direzioni diverse. Il fatto che Azula aveva mandato dei sicari per uccidere kai non era una buona cosa... Dovevo correre ad avvisarli. Però dovevo sbrigarmi. Quando ci fu campo libero, corsi verso il giardino del palazzo. Feci il giro e mi trovai davanti alle porte delle mura. Erano ancora chiuse, quindi voleva dire che non era ancora uscito nessuno. Improvvisamente qualcuno richiamò la mia attenzione.
-Soldato! Cosa stai facendo lì?-
Mi voltai e vidi un uomo corpulento, cinto da una voluminosa armatura. Probabilmente era il capo delle guardie.
-Stavo facendo la ronda al giardino, Signore!- risposi, cercando di essere credibile.
-Non ci servono altri soldati che non fanno nulla. Vai a riordinare il deposito d'armi.- ordinò il tizio ed io, quasi ringhiando insulti, mi diressi in direzione del deposito d'armi.
Ben presto il capo delle guardie ritornò a camminare ed io ritornai sui miei passi. Questa volta vidi tre uomini, vestiti con un'armatura leggera, guidati dall'incappucciato, che uscivano dalle mura. Corsi verso le porte, ma quando le raggiunsi si chiusero ad un palmo dal mio naso. Maledizione! Come potevo uscire da lì? Senza perdere ulteriore tempo, corsi verso il passaggio che avevo utilizzato per entrare, recuperai i miei vestiti e, quando arrivai al bordo del muro, saltai.
Toccato terra, corsi verso l'accampamento, intenzionato ad anticipare i sicari, ma mi accontentavo anche di raggiungerli, in modo da fermarli ed avere uno scontro diretto con l'uomo incappucciato.
A metà strada li raggiunsi, ma vidi una strana scena. Vidi l'uomo incappucciato, con le due spade in mano, che abbatteva i tre sicari. Quando i tre uomini si accasciarono per terra, lui mi guardò.
-Chi sei tu, in realtà?- gli chiesi, ma lui non rispose, si limitò a darmi le spalle.
-Non dire a nessuno ciò che hai visto, d'accordo?- disse e se ne andò.

-Kaito
Quella mattina faceva più freddo del solito, eppure era venuta l'estate ed io mi trovavo al palazzo di Azula da una settimana, quindi il freddo che sentivo era dovuta alla tristezza e al vuoto che provavo dentro. Quando stavo al palazzo di Kai mi sentivo a casa, nonostante fossi sempre stato un servitore, invece lì, anche se stavo per diventare Re e sposare una donna che odiavo, mi sentivo un Magikarp fuor d'acqua, come se tutto quello non mi appartenesse. Ormai in quel posto non facevo più le cose con leggerezza e il sorriso stampato sulla faccia, ma sempre con la stessa espressione indifferente. Non mi importava più di quello che facevo... L'unica cosa che volevo era andare via e tornare da Kai, Rhue e gli altri.
Su varie sollecitazioni del Consigliere Morris, che mi stava sempre attaccato come una ventosa, mi vestii e andai all'allenamento. A stento riuscivo a camminare, figurarsi a brandire una spada e colpire gli avversari.
Se il Generale Cobalion mi avesse visto in quelle condizioni pietose, mi avrebbe urlato dietro qualunque tipo di insulto per farmi arrabbiare e concentrarmi sul mio nemico.
Quando l'allenamento finì, feci un profondo sospiro, come se mi fossi liberato di un peso che mi opprimeva.
-Ho sete...- dissi con il fiatone e il Consigliere mi porse una borraccia piena di acqua fresca.
La presi, con un pò di riluttanza, e la svuotai per metà e l'acqua rimasta me la gettai in faccia, in modo da togliermi il sudore. Dopo essermi sciacquato, sentii due soldati che parlavano di una spedizione che Azula aveva dato l'ordine quella sera stessa. Il mio istinto si mise in allerta e, quasi come un fulmine, li raggiunsi.
-Scusate, ma non ho fatto a meno di sentire il vostro discorso. Mi potete raccontare tutto nei minimi particolari?- chiesi e i due soldati si guardarono, per capire cosa dovevano fare.
-Signore, forse è meglio rientrare. Sarete stanco, dopo l'allenamento.- disse Morris, ma io lo guardai.
-Andrò a riposarmi solo dopo aver sentito la storia dei due soldati.-
Poi tornai a guardare i due, in attesa di una loro risposta.
-Allora?- diisi, spingendoli a parlare e, finalmente, quello sulla mia sinistra incominciò a parlare.
-Abbiamo saputo da un nostro amico, che ieri sera faceva la ronda sui confini, che è stato avvistato un accampamento sospetto e, quando sono andati a controllare, hanno notato i colori del casato Harmonia. Così la Regina ha mandato dei sicari per uccidere il Re Harmonia, ma sono stati trovati morti a metà strada dall'accampamento.-
Quando sentii "casato Harmonia", "Regina" e "sicari" mi adirai, ma così tanto che, con il pensiero, scagliai un fulmine che squarciò il cielo.
-Quindi la Regina voleva uccidere il Re Harmonia.- dissi, con la vaga speranza di aver capito male, ma i due soldati annuirono ed io abbassai lo sguardo, intento a placare la mia ira, che cresceva smisurata.
-Signore... Va tutto bene?- chiese Morris, mettendomi una mano sulla spalla.
-Certo... Va tutto bene.- affermai e di scatto mi girai verso l'entrata del palazzo per andare da Azula.
-Dove sta andando?- mi chiese il Consigliere, che correva per cercare di stare al mio passo, che diventava sempre più veloce.
-Dalla Regina. risposi, cercando di non urlare.
-Ma ora la Regina è impegnata. Perchè non le parla più tardi?- 
Mi voltai e lui indietreggiò non appena incrociò il mio sguardo.
-Io faccio quello che mi pare!- urlai e un altro fulmine rombò.
Lo guardai per pochi secondi, poi tornai alla mia marcia. Non sapevo dove fosse in quel momento Azula, però seguii il mio istinto e feci bene perchè, quando aprii le porte della Sala dei Quadri, vidi Azula, seduta dietro all'enorme scrivania, intenta a firmare alcune carte. Quando sentì il rumore delle porte aprirsi, alzò lo sguardo e quando mi vide si accigliò.
-Cosa ci fai qui?- chiese, tornando a guardare le carte.
-Ho saputo che i tuoi sicari sono molto attivi...-
Tornò a guardarmi e questa volta rivolse tutta la sua attenzione solo a me.
-Che vuoi dire?-
-Credevo che tu l'avessi capito...- dissi, avvicinandomi alla scrivania, stranamente mantenendo la calma.
-Se te l'ho chiesto vuol dire che non ho capito...-
Sbattei le mani sulla scrivania, facendola sussultare.
-Stanotte i tuoi soldati hanno avvistato l'accampamento di Kai e tu hai mandato dei sicari per ucciderlo.-
-E allora?-
-Come allora?! Io e te avevamo fatto un patto! Io sarei diventato Re solo se tu non avessi fatto del male ai miei amici!- 
-E' vero. Ti avevo promesso che non li avrei attaccati, però Kai e alcuni dei suoi hanno oltrepassato i miei confini e la promessa valeva solo se loro non avessero invaso il mio territorio. Invece il tuo amico è entrato nel mio regno ed io non ho fatto altro che difenderlo!-
La guardai, più contrariato di prima.
-Mi dispiace, ma non erano questi gli accordi. Tu avevi detto che non l'avresti attaccato! Non c'era nessun'altra condizione, quindi non inventarti nulla. In più Kai per essere venuto nel tuo regno deve aver avuto qualche ragione e sicuramente non sarà venuto con l'esercito.-
-Ma come lo conosci bene il tuo migliore amico... Non credi che forse era un un diversivo per attaccare il regno?- ribattè lei, alzandosi e appoggiando le mani sulla scrivania, guardandomi infuriata.
Mi allontanai dalla scrivania, senza distogliere lo sguardo dal suo.
-Kai non è il tipo di fare colpi bassi del genere. Conosco una sola persona che può fare una cosa del genere e che l'ho di fronte a me in questo preciso istante.-
Lei aprì bocca per ribattere alla mia affermazione, però si sentirono le trombe d'allarme.
Io e Azula ci guardammo. Sapevamo entrambi chi era l'ospite. La felicità e la paura si fecero largo tra la rabbia e l'odio verso Azula ed invasero il mio corpo.
-E' arrivato il Re Harmonia! Vuole parlare con la Regina!-
Ecco, il mio migliore amico era lì fuori, in attesa di parlare con Azula e, sicuramente, anche con me. Incominciai a tremare, eppure dovevo parlare con Kai... Non dovevo fare nulla di eccezionale. Forse avevo paura della sua reazione, quando avrebbe saputo che sposavo la donna che aveva ucciso i suoi genitori e distrutto la sua felicità e tranquillità.
Azula immediatamente aprì la portafinestra e si affacciò al balcone.
-Ciao, Kai. Come stai?- chiese, velando la sua arrabbiatura con un sorriso.
-Buongiorno, Azula. Scusa se mi sono permesso di venire al cospetto del tuo palazzo senza preavviso, però dovevo assicurarmi di una cosa che ho saputo.- 
Dalla sua voce capii che non era spaventato. Forse non sapeva dell'attacco, perchè Azula aveva fatto togliere i corpi dei sicari prima dell'alba.
-Certo. Di cosa si tratta?- disse Azula, cercando di essere il più cordiale possibile.
-Se non ti dispiace, vorrei chiederlo al diretto interessato, altrimenti non ci crederò mai.- rispose il mio amico e Azula lo guardò incuriosità.
-E con chi vorresti parlare?-
-Con Kaito.-
Quando sentii il mio nome, uscii fuori alla balconata e mi sforzai di sorridere. Dovevo fargli capire che stavo bene.
Non appena Kai mi vide, sorrise e i suoi occhi si illuminarono dalla felicità.
-Kaito! Che bello vederti!-
-Anche per me è bello rivederti. Ma cosa ci fai qui?-
-Voglio parlare con te.-
-Su cosa?-
-Rhue ha saputo delle cose su di te e volevo sentire la conferma da te.-
Lo guardai. Sapeva già tutto, ma come aveva fatto Rhue a saperlo? Non era stata ancora mandata la notizia ufficiale delle nozze. Poi mi venne in mente una persona che avrebbe fatto di tutto per eclissarmi agli occhi Rhue: Landorus. Era andato da lei e le aveva raccontato tutto.
-Che cosa hai saputo?- chiesi, facendo finta di non aver capito quello che mi volesse chiedere.
-Ho sentito che stai diventando Re dei Phoenix. E' vero?-
-Sì, è vero.- affermai, immediatamente.
-Quindi stai per sposare Azula...-
Annuii.
-Ne sei veramente sicuro?-
Anche questa volta annuii. Kai mi guardò meravigliato.
-Ma perchè hai preso una decisione simile? Sai benissimo come è fatta Azula. Perchè te la vuoi sposare?-
Lo guardai. Come dovevo rispondergli? Non gli potevo dire la verità. Kai, notando il mio silenzio, continuò.
-Allora è come ha detto Rhue... Non vuoi più fare il servitore, per questo ti vuoi sposare con Azula. Per questo vuoi diventare Re, giusto?-
Lo fissai, allibito. Landorus aveva detto a Rhue una cosa del genere? Quel maledetto... Mi meraviglio che Rhue gli abbia creduto, ma questa cosa poteva giocare a mio vantaggio.
-Sì, è così.- dissi, cercando di essere il più freddo e diffidente possibile, anche raccontargli una bugia del genere mi doleva il cuore.
Lui scosse la testa.
-Tutto questo mi sembra assurdo! Eppure ho sempre pensato che ti piacesse il lavoro che facevi! E' vero, eri il mio scudiero, però ti ho sempre considerato come un fratello. Persino per mio padre e mia madre eri come un figlio! Forse è per questo? Volevi essere figlio loro e diventare Principe? Volevi fare la mia stessa vita, invece ti sei ritrovato a fare il servitore? E' per questo?- mi chiese, con le lacrime agli occhi.
Non volevo che lui soffrisse, però, lo facevo per il suo bene. Se Kai avesse saputo la verità, la situazione si sarebbe complicata e non volevo che lui soffrisse ulteriormente. Ero pronto a sacrificarmi per lui. 
Quando le lacrime incominciarono a pizzicarmi gli occhi mi voltai, dando le spalle al mio amico.
-Kaito, dove vai?- chiese
-Devi andare via.- risposi, cercando di camuffare la tristezza nella voce.
-Ma io non ho finito...-
-Volevi sapere se stavo per diventare Re? Ora lo sai. Ti ho dato la conferma personalmente, quindi vai via.- dissi, spaventandomi di me stesso per la freddezza che avevo dimostrato.
Dovetti attendere un paio di secondi, prima che Kai rispondesse.
-Va bene, come vuoi. Sappi, però, che quando sarai tornato in te e vorrai tornare, sarai sempre il benvenuto a palazzo. Resterà sempre casa tua.-
Subito dopo sentii Rapidash che si girava e che si allontanava sempre di più. Mi voltai e lo vidi andarsene verso l'orizzonte.
Non appena la sua figura scomparve nell'oscurità del bosco, rientrai nella stanza, seguito da Azula che chiuse la portafinestra.
-Visto? Kai sta bene, non c'è alcun bisogno di preoccuparsi.- disse Azula, accarezzandomi un braccio, ma io mi allontanai.
-Questo non vuol dire nulla. L'hai attaccato lo stesso e quindi sei venuta meno al patto che avevamo fatto.- dissi, guardando fisso il pavimento.
-Ma Kai non aveva nemmeno un graffio e l'hai visto anche tu! Quindi non ho tradito alcun patto!-
-Ti sbagli! Tu non dovevi proprio pensare di attaccarlo e nemmeno mandare dei sicari senza sapere le motivazioni della visità di Kai!-
-Va bene, l'ho fatto! Ora cosa vuoi fare? Andartene?-
La guardai e gli angoli della mia bocca si alzarono in un sorriso.
-Lo sai... Mi hai dato una bella idea. Credo proprio che me ne andrò. In più Kai ha detto che posso tornare nel suo palazzo quando voglio.- dissi e mi voltai, dirigendomi verso la porta.
-Te ne vai? Non puoi farlo!-
-Invece, posso eccome! Il nostro patto non è più valido!-
-Te ne andresti anche se ti dicessi che sono incinta?-
A quelle parole mi bloccai di colpo.
-Sei incinta?- chiesi.
-Sì. Te l'avrei detto in una circostanza migliore, però non mi hai dato il tempo.- rispose.
Mi voltai e la guardai, indifferente.
-Non so perchè, ma non ci credo che tu stai aspettando un bambino.-
Lei mi guardò offesa. 
-Come ti permetti di dire una cosa del genere? Secondo te mento su una cosa così importante?-
-Menti quasi su tutto, pur di avere dalla tua parte qualcuno o qualcosa. Quindi non mi meraviglio se è una bugia. Comunque, se davvero mi hai davvero detto la verità, nonostante tu non abbia mantenuto la tua parte di accordo, io ho mantenuto la mia promesso. Sono libero di andarmene. Non ho più nulla da fare qui.- affermai e girai la maniglia della porta, per andarmene.
-Giuro sul mio regno che se attraversi la soglia di quella porta e te ne andrai da questo palazzo, manderò le mie truppe nel Regno degli Harmonia e darò loro ordine di uccidere Kai e Rhue e di mettere le loro teste su delle picche!-
Chiusi di scatto la porta, presi una lancia da un'armatura vicino ad essa e, veloce come una fulmine, gliela puntai alla gola, sbiancando dalla paura.
-Se credi davvero che, minacciandomi in questo modo, decida di rimanere qui, ti sbagli di grosso. Prova a fare una cosa del genere e sarà la tua testa a finire su una picca.- ringhiai e lasciai cadere la lancia sul pavimento.
Poi mi diressi verso la portafinestra, l'aprii e, una volta vicino alla balconata, spiaccai un salto, cadendo nel cortile sottostante.
Azula, immediatamente, si affacciò e urlò:
-Catturate lo scudiero del Re Harmonia! Ha attentato alla mia vita!-
Tutti i soldati che stavano lì intorno incominciarono ad attarci, mentre quelli che stavano lungo le mura incominciarono a suonare le campane d'allarme.
Disarmai i primi soldati, ma ben presto, mi ritrovai circondato da un esercito intero. Quelli in prima linea mi attaccarono contemporaneamente e l'unica cosa che potei fare fu trasformarmi e spiccare il volo. Volai verso la città più vicino, lontano dal palazzo di Azula.

Volai per un paio d'ore, prima di tornare umano. Ero abbastanza lontano dal palazzo, però mi trovavo ancora nel Regno dei Phoenix e dovevo trovare un posto in cui nascondermi, in modo da aspettare la sera e tornare nel Regno di Kai. Non potevo tornare dal mio amico, dopo avergli raccontato quella bugia. Mi aveva detto che potevo tornare quando volevo, però come lo avrei guardato in faccia? In più Azula mi stava sicuramente cercando, e il primo posto in cui quella strega mi avrebbe cercato era proprio nel palazzo di Kai e non potevo mettere in pericolo il mio migliore amico.
Camminando, cercando di evitare i soldati, arrivai alle porte di Boreduopoli. Questa città, essendo praticamente sia nel territorio degli Harmonia sia in quello dei Phoenix, come 
Sciroccopoli e Austropoli, i sovrani dei due casati decisero che Boreduopoli sarebbe andata al casato Phoenix, mentre Sciroccopoli sarebbe andata a quello degli Harmonia, visto che era un collegamento per i villaggi a sud-est. Austropoli, inizialmente, passò nelle mani del casato di Kai, però ben presto, per ragioni sempre state ignote, si ribellò e rimase neutrale, istituendo un governo indipendente.
Superai le porte della città e vidi uno strano manifesto appeso ad un pilastro. Mi voltai a guardarlo e rimasi a bocca aperta. C'era disegnata la mia faccia e dietro il profilo di me da Zekrom e sotto c'era scritto "ricercato". Proprio nel momento esatto in cui elaborai il fatto che Azula mi aveva nominato "nemico della Regina" nel suo regno e aveva posto una ricompensa per tutti coloro che mi avessero riportato da lei, incominciai a sentirmi osservato. Lentamente feci il giro e andrai dietro ad una casetta, muovendomi nell'ombra. Se qualcuno mi avesse visto, non avrebbe pensato due volte a segnalarmi e riscattare la ricompensa. Ma non potevo stare sempre nell'ombra, altrimenti non sarei più potuto uscire da quella città. Non potevo nemmeno trasformarmi. Dovevo trovare un modo per uscire da Boreduopoli ed entrare nel Regno di Kai, solo così sarei stato al sicuro. Come potevo muovermi senza farmi notare? In quel preciso istante, il ventò si alzò e davanti a me svolazzò un lembo di tessuto dal colore scuro e un pò rovinato dal tempo. Guardai nella direzione in cui proveniva quel pezzo di stoffa e vidi un mantello impigliato nel ramo di un albero.
Stando attento a non romperlo, lo tirai giù. Lo guardai e, nonstante il tessuto fosse un pò logoro, era in buone condizioni. Me lo misi addosso e calai il cappuccio sulla fronte. Apparte il cappuccio, che mi andava largo, il mantello sembrava fatto su misura.
Feci un respiro profondo e mi mischiai nella folla della città. Nessuno, con quel mantello, mi aveva riconosciuto e quelle poche persone che mi guardavano mi prendevano per un viaggiatore.
Però, quando ero distante una ventina di metri dall'uscita della città che portava direttamente nel Regno degli Harmonia, alcune guardie mi fermarono.
-Tu! Chi sei?- mi chiese uno.
-Un viaggiatore che è venuto ad ammirare le città di Unima.- risposi.
Le guardie si guardarono tra di loro, poi, sempre lo stesso, mi chiese: -Ha il permesso?-
-Permesso? Quale permesso?-
-Il permesso per visitare il Regno dei Phoenix. Ce l'ha?-
Non risposi. Cosa potevo inventarmi? Dovevo dire qualcosa e in fretta.
-Arrestatelo.- sentii all'improvviso e due guardie si avvicinarono per incatenarmi i polsi.
-Cosa? Perchè?- chiesi.
-Chi non ha il permesso per visitare il Regno dei Phoenix è considerato una spia, quindi va arrestato.-
A quella risposta mi infuriai e tirai un pugno alla guardia alla mia destra, mentre quella alla mia sinistra la bloccai e gli diedi una testata. Purtroppo con quella mossa il cappuccio cadde, lascando vedere il mio viso alle guardie, che rimasero basite.
-Prendetelo! E' un ricercato!- urlò quello che mi aveva rivolto la parola e le guardie cercarono di bloccarmi, ma io le evitai e incominciai a correre verso il bosco, superando così i confini ed essere in salvo. Corsi più veloce che potevo, ma le guardie mi stavano alle calcagna. Credevo davvero di venire catturato e riportato da Azula, però quando misi piede fuori città, tirai un sospiro di sollievo. Ero salvo. Mi voltai e guardai le guardie, che si erano fermate, sorridendo.
-Allora? Non provate più a prendermi?- dissi, istigandole.
Due di loro tentarono di uscire, ma li fermai.
-Non vi conviene oltrepassare il confine. Non avete il permesso per visitare il regno degli Harmonia. Chi non ce l'ha... Viene arrestato perchè considerato una spia.- dissi e mi voltai, salutando il Regno di Azula.

-Rhue
Entro il pomeriggio, proprio come Terrakion aveva previsto, Kai e gli altri tornarono a palazzo. Non appena vidi Kai, capii immediatemente che Kaito aveva confermato ciò che mi aveva detto Landorus.
Io e Virizion provammo a parlare con lui, in modo da consolarlo, però si ritirò nelle sue stanze e non uscì da lì nemmeno per venire a cena.
Vedere Kai così giù mi rendeva triste. Però non ero l'unica ad essere giù: Virizion e Terrakion a malapena toccarono cibo, mentre Josh fissava il muro con lo sguardo perso, come se stesse in sovrappensiero. Dopo mezz'ora, in silenzio, tutti si alzarono e si diressero verso le loro stanze, lasciandomi da sola nella stanza. Lentamente mi alzai e, prima di andare a dormire, andai a fare una passeggiata per i giardini.
Senza volerlo, come se la mia mente fosse programmata, incominciai a pensare a Kaito.
Mi ritornò alla mente il giorno in cui ci incontrammo la prima volta e del ballo. Subito dopo salì a galla il giorno in cui mi disse che mi amava, ma, in contrapposizione, mi immaginai Azula tra le sue braccia e che passavano la notte insieme... Proprio come mi aveva detto Landorus.
Più ci pensavo, più non capivo perchè l'avesse fatto... Prima diceva di provare qualcosa per me, poi fa l'amore con la persona che più odiavo al mondo.
Tra questi pensieri, mi ricordai di quello che mi aveva fatto vedere la mia me del passato: l'amore per il Re avversario e il tradimento di quest'ultimo.
Anche se a dire la verità quei ricordi non mi lasciavano mai... Era come una persecuzione, un'ombra che mi seguiva in continuazione, sempre pronta a ricordarmi che quel passato poteva tornare e rendermi triste per l'ennesima volta.
Infatti ogni volta mi spaventavo della somiglianza con la mia vita attuale. Però avevo capito una cosa. C'era una differenza: Kaito non era un Principe o un Re, bensì Zekrom, la mia controparte, quindi il finale sarebbe stato diverso.
Proprio mentre la mia mente era affollata da questi pensieri, vidi Kaito seduto sulla balconata del gazebo. Credetti che, forse, era un'allucinazione creata dalla mia mente, perchè pensavo solo a lui, così corsi per accertarmi se era davvero lui e, quando vidi che era realmente Kaito, il mio cuore iniziò a battere all'impazzata.
Una volta arrivata sotto il gazebo, lui incominciò a parlare:
-Era una notte di luna piena come questa, quando mi chiedesti di scappare insieme a te. All'epoca non sapevo chi fossi io e chi fossi tu, e nemmeno che mi sarei innamorato di te, così ti risposi di no. Però... Ora sono io a farti quella domanda: vuoi scappare con me?-
A quella domanda rimasi a bocca aperta. Vederlo lì di fronte a me, sapere che mi amava per davvero e che voleva stare con me mi rese felice. Enormemente felice.
Non mi importava più del mio passato. Volevo solo stare con Kaito. Se il mio amore con lui sarebbe durato poco, come il precedente, non m'importava. Avrei raccolto quesi pochi ricordi e li avrei tenuti custoditi nel mio cuore come un tesoro prezioso.
 
Ora nel tuo cuore non hai ideali. Quando lo troverai...
Il tuo cuore sarà libero.

Ecco, avevo trovato il mio ideale: essere felice con Kaito e buttarmi alle spalle la guerra e Azula. Era questo ciò che volevo.
Sorrisi. Sapevo già la risposta.
-Sì.- dissi e corsi da lui ad abbracciarlo.
Lui mi prese al volo e mi fece girare. Poi ci guardammo negli occhi e ci baciammo. Quel bacio lo aspettavo da tutta la vita.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Insieme ***


Capitolo 16: Insieme

-Rhue
Era una bellissima serata dal cielo limpido su cui splendeva una magnifica luna piena. Proprio quella sera Kaito tornò da me e mi propose di scappare con lui. Ero felice. Non avevo mai provato così tanta felicità tutt'insieme. Mi sembrava una cosa incredibile... Stare con Kaito... Mi sembrava un sogno e, se davvero era un sogno, non mi sarei mai voluta più svegliare. Dopo il bacio, ci guardammo. I suoi occhi brillavano come due stelle. Anche lui provava le mie stesse emozioni.
-Sono felice che tu sia tornato.- dissi, abbracciandolo.
-Anche io.-
-Non immagino la felicità che proverà Kai, quando saprà che sei scappato dal palazzo di Azula.- dissi, ma lui sciolse l'abbraccio e mi guardò.
-Kai non deve sapere che sono riuscito a scappare.-
Lo guardai, incuriosita dal suo comportamento. 
-Perchè non vuoi far sapere al tuo migliore amico che sei scappato? Per quello che hai detto?- chiesi e Kaito abbassò lo sguardo.
-Non solo... Ma è una lunga storia. Ora andiamo, prima che sorga il sole e prima che Kai ci scopra.- disse, prendendomi per mano e avviandosi verso il bosco, ma lo fermai.
-Ma non posso andare in giro con quest'abito. Devo metterne uno più comodo e prendere anche il mio mantello.-
Kaito guardò prima me e poi l'abito. Sul suo viso comparve un sorriso malizioso.
-Perchè vorresti cambiarti? Sei bellissima anche così.- disse e mi sistemai una ciocca di capelli dietro l'orecchio, imbarazzata.
-Ti ringrazio per il complimento, ma devo cambiare abito. In fondo stiamo scappando ed un vestito del genere ci ostacolerebbe solo. Quindi... Seguimi.- dissi e corsi verso il palazzo.
Quando arrivai sulla soglia della porta che conduceva alla Sala del Trono, mi voltai per assicurarmi che Kaito mi stesse seguendo. Insieme, mano nella mano, andammo verso la mia stanza, cercando di fare meno rumore possibile.
Una volta entrati nella stanza, lasciai la sua mano e corsi verso l'armadio. Presi l'unico abito che mi andava aderente sul seno e mi cadeva morbido, poi presi delle scarpe con il tacco basso. 
Mi cambiai, presi il mio mantello bianco e lo indossai.
-Ecco... Sono pronta.- dissi a Kaito, facendo una piroetta.
Lui mi guardò e sorrise.
-Sei stupenda. Però ti manca qualcosa.- 
Si avvicinò e, senza distogliere lo sguardo dal mio, chiuse il mantello con una spilla.
-Con questa sei perfetta.-
Abbassai gli occhi e la guardai. Era una spilla a forma di rosa, color verde acqua, e ai lati due fulmini azzurri. 
-E’ stupenda…- 
Kaito sorrise.
-Me la regalò la madre di Kai quando accettai il lavoro di scudiero. Mi disse che quando sarei stato in difficoltà e non sarei più stato al fianco di Kai, questa spilla mi avrebbe ricondotto a casa… Al sicuro. Quindi la voglio regalare a te. Quando ci perderemo perché litigheremo o forse prenderemo strade diverse, avrai questa spilla e quando sarai in pericolo la mostrerai nel Regno Harmonia e sarai al sicuro.-
Lo guardai. Era dolce da parte sua preoccuparsi per me.
Mi prese la mano ed uscimmo dal palazzo. Quando stavamo per adentrarci nel bosco, lo lasciai e mi voltai.
-Sicuro di non voler salutare Kai o Tommy?-
-Sì. Se li saluto, poi, mi verrà il senso di colpa e non li lascerò più. Poi con quello che è successo nel Regno dei Phoenix, più che proteggerlo lo metterò nei guai. E' meglio così...-
Non sapevo cosa fosse successo precisamente con Azula, però se così aveva deciso, non potevo contraddirlo. Annuii, a malincuore, e ci lasciammo alle spalle Kai e il suo regno.

La mattina successiva ci svegliammo con il cinguettio dei Pidove. Ci eravamo addormentati l'uno accanto all'altra, con la schiena appoggiata sul tronco di un albero di baccaliegia. Era così bello svegliarsi tra le braccia di Kaito. Non provavo la sensazione di pace da anni. Vivere accanto ad Azula era sempre stato molto difficile per me, ma ora ero tornata ad essere libera. Con Kaito avrei sicuramente riconquistato quella pace e quella serenità che mi erano state tolte quando la mia madre addottiva mi aveva condotto al palazzo.
-Dove hai intenzione di andare?- chiesi
Kaito mi guardò, pensieroso.
-Non lo so... So solo che più stiamo lontani dalla guerra, meglio sarà.-
Lo guardai sorpresa.
-Quindi non vuoi aiutare Kai?-
Non potevo credere che lui non volesse aiutare il suo migliore amico...
-Ovvio che lo voglio aiutare... Ma forse senza di noi che siamo Reshiram e Zekrom, la guerra può facilitarsi e finire in fretta.-
Non aveva torto... In fondo questa guerra è nata solo per una questione di potere. Chi aveva il Leggendario più forte vinceva Unima... Senza i Leggendari, la guerra perdeva significato.
-Quindi cosa faremo? Vagheremo per la regione?-
-Molto probabilmente sì... Almeno fino a quando non troveremo un posto tranquillo dove passare la nostra vita.-
Annuii e sorrisi. Senza dire altro proseguimmo la nostra camminata, fino a quando non sentii odore di mare.
-Per caso stiamo vicino al mare? Sento un forte odore di acqua salata e sabbia.- dissi, fermandomi.
Kaito si voltò verso di me, sorridendomi.
-Avevo pensato di "festeggiare" la nostra fuga con una sorpresa.-
Quando sentii che aveva preparato una sorpresa, mi incuriosii.
-Che sorpresa?-
Lui mi fece gesto di aspettare ancora un pò e mi prese per mano.
Dopo cinque minuti, mi ritrovai con i piedi immersi in una morbidissima e tiepida sabbia color oro e un mare cristallino davanti agli occhi. Rimasi a bocca aperta.
-Benvenuta a Spiraia! La città costiera più bella di Unima!- disse Kaito, quasi saltando dalla gioia.
-Questo posto è magnifico...-
-Lo so! Era il posto preferito della Regina Alicia. Quando Kai era piccolo, veniva spesso con la madre e alcune volte portavano anche me. Ci divertivamo molto. Si può quasi dire che i miei ricordi più belli siano collegati a questo posto.-
-Quindi è questa la sorpresa? Portarmi a vedere il mare?-
Lui mi guardò, con uno strano sorrisino sulla faccia.
-E' solo una parte. Qualche anno fa Kai mi raccontò che aveva sentito da alcune contesse che era scoppiata la strana moda di sposarsi a Spiraia. Prima di arrivare da te, mi sono informato e hanno detto che ci si può ancora sposare qui.-
-E questo cosa c'entra con la sorpresa?- dissi, non capendo il suo discorso.
-Ecco... Forse mi prenderai per pazzo, ma te lo devo chiedere.-
Annuii, in attesa che lui andasse avanti.
Sospirò e si inginocchiò. Mi guardai intorno, imabarazzata dal suo comportamento.
-Principessa Rhue... Vuole concedermi la sua mano?-

-Kaito
Eravamo arrivati a Spiraia e le avevo chiesto di sposarmi. Forse era una follia, perchè in fondo ci eravamo ritrovati solo ora e il matrimonio era il classico passo più lungo della gamba, ma poco importava. A me bastava averle chiesto di concerdermi la sua mano in sposa. Se mi avrebbe risposto che era troppo presto, l'avrei capita.
La guardai, con il cuore a mille. Volevo una risposta e non stavo più nella pelle. Rhue in pochi minuti divenne completamente rossa e si mise le mani sulla bocca, in segno di stupore. Dopo una paio di secondi, rispose.
-Ovvio che ti sposo!- 
Mi saltò addosso, facendomi cadere sulla sabbia. Subito dopo ci guardammo negli occhi e lei mi sorrise.
-Sono così felice! Non mi sarei mai aspettata una proposta.-
-Sinceramente, io non mi aspettavo che tu rispondessi positivamente.-
Rhue arricciò il naso, offesa. Quasi risi per quella sua espressione strana.
-Credevi davvero che non ti avrei detto di sì?-
Scossi la testa.
-Credevo solo che mi avresti risposto che era troppo presto. In fondo abbiamo aperto i nostri cuori ai nostri sentimenti solo da poco...-
Ci riflettè un attimo e poi annuì, come per dire che avevo ragione.
-Ma come prepareremo il matrimonio? Non abbiamo molti soldi con noi...- notò lei.
La spostai e mi misi a sedere. Rhue mi guardava con fare interrogativo, mentre cercavo una cosa nella tasca del mantello. Quando la trovai, sorrisi. Era una piccola scatolina di velluto scuro, nuova di zecca.
-Beh... Forse non avrai il vestito che avrai sempre sognato per il tuo matrimonio, però so che per sposare due persone si devono avere queste.- dissi ed aprii la scatolina di fronte a lei, mostrandole le due fedi scintillanti che vi si trovavano al suo interno.
Rhue, con gli occhi che le brillavano, la prese in mano e guardò le fedi dorate che brillavano alla luce del sole.
-Come hai fatto a procurartele?- mi chiese, curiosa.
Alzai le spalle.
-Ho fatto uno scambio equo. Poichè quando sono scappato dal palazzo di Azula, aveva ancora addosso la spilla del suo casato, così quando ho visto le fedi, ho proposto al negoziante di fare uno scambio. Le fedi in cambio della spilla. Inizialmente credeva fosse falsa, ma notando che mostrava il simbolo dei Phoenix, non ha pensato due volte ad accettare.-
Rhue sorrise e mi baciò. Subito dopo ci alzammo e ci dirigemmo verso la piccola chiesetta della città.
Non appena entrammo, vedemmo un anziano prete sull'altare, intento a pulire alcuni utensili.
Ci avvicinammo a lui e lo salutammo.
-Buongiorno.- 
Sentendo il nostro saluto, alzò gli occhi stanchi e ci guardò.
-Oh... Buongiorno, ragazzi. Vi serve qualcosa?- 
Io e Rhue ci scambiammo un sguardo d'intesa.
-Noi vorremmo chiederle se ci può sposare.- dissi e lui sorrise.
-Ma certo. Quando?-
-In realtà vorremmo che ci sposasse oggi stesso...- precisò Rhue
L'anziano ci guardò, pensieroso.
-Non credo che in questo momento sia possibile. Tra dieci minuti ho una messa importante. Però se tornate nel pomeriggio vi potrò sposare.-
Sorridemmo e lo salutammo.

Come concordato, tornammo alla piccola chiesetta nel pomeriggio. Avevo il cuore che batteva a mille. Ancora non potevo credere che avrei sposato Rhue. Me lo ero ripetuto varie volte, eppure il mio corpo non voleva ancora accettarlo e continuava a pensare che fosse solo un sogno e che, prima o poi, mi sarei svegliato, rimanendo con l'amaro in bocca. Però stringere la sua esile mano e sentire il suo tepore, mi faceva desistere da questi pensieri e mi faceva credere che era la realtà.
Non appena arrivammo sull'altare, diedi le fedi al prete prima di iniziare, che le posizionò su un piccolo cuscino con i ricami azzurri.
Sia io che Rhue ci togliemmo i mantelli e ci preparammo un pò per l'evento. Dopo venti minuti, iniziò la cerimonia. I raggi del sole pomeridiano entravano dalle vetrate della chiesa, illuminando noi e l'altare. Sotto quella luce Rhue era bellissima, sembrava un dea.
Lei, che era così bella, stava per diventare la moglie di un umile scudiero. Anche se non le avrei dato ciò che desiderava, avrei dato tutta la mia vita pur di proteggerla. Per me lei era come un fiore... Un fiore dal colore scarlatto, piccolo ed indifeso, rovinato dalle troppe bugie e falsità. Un fiore corrotto, che non si fidava più di nessuno che, però, voleva scoprire se stesso e trovare qualcuno che credesse in lui e non lo ingannasse. Questa era Rhue per me. Io avrei protetto il mio bellissimo fiore corrotto e nessuno me lo avrebbe portato via.
In pochissimo tempo, arrivammo alla parte in cui ci scambiammo le fedi. La mia mano tremava mentre gli infilavo il piccolo cerchio d'oro intorno al dito. Avevo paura di non riuscire a proteggerla come avrei voluto, facendola soffrire ulteriormente... 
-In nome di Arceus, vi dichiaro marito e moglie. Può baciare la sposa.- disse il prete ed io guardai Rhue.
Sorrisi e la baciai. Con quel bacio avevo fatto una promessa a me stesso. Chiunque si sarebbe avvicinato al mio fiore e avrebbe tentato alla sua vita, strappandolo dalle mie mani, io avrei strappato via la sua... Proprio come aveva fatto con lei.

Erano passati due anni da quando scappai dal Regno di Azula e Rhue era venuta con me. Devo ammettere che furono due anni abbastanza tranquilli, sia perchè non ci furono molte battaglie e sia perchè io e Rhue avevamo trovato una piccola baita a nord-ovest della regione, verso la piccola cittadina di Roteolia, dove potevamo vivere lontani dalla guerra.
Era bellissimo svegliarsi con i tiepidi raggi del sole che, oltrepassando la finestra, riscaldavano la mia pelle e con Rhue stretta tra le mie braccia. Mi faceva sentire bene e l'unica cosa di cui mi importava era stare con mia moglie... Niente di più. Però ogni tanto mi ritrovavo a pensare a Kai. Mi dispiaceva averlo abbandonato, ma forse con la mia fuga e con quella di Rhue, la battaglia si sarebbe facilitata. Sia Azula che il mio amico potevano combattere ad armi pari, senza Pokèmon Leggendari dalla loro parte a rendere più difficile la situazione. Devo ammettere che questi pensieri, però, mi tormentavano raramente, dato che pensavo alla mia nuova vita, accanto alla donna che amavo. Poteva sembrare un atteggiamento egoista, dato che Kai era il mio migliore amico, quasi un fratello per me, ma sapevo che lui se la sarebbe cavata, in più nonn era da solo. C'erano Josh, Virizion e Terrakion con lui... Per non parlare dei gemelli. Anche se non c'ero io, Kai era lo stesso in buone mani.
Quella mattina, dato che mi ero svegliato molto presto e Rhue dormiva ancora, mi vestii, presi il catino di legno che avevo lasciato la sera prima vicino alla porta di casa e mi diressi verso il fiume, che si trovava proprio dietro alla piccola abitazione. Immersi il secchio nell'acqua e, con un rapido gesto del braccio, lo riempii. Dopo aver posato il catino pieno d'acqua sul tavolo nella piccola cucina, presi un cesto e raccolsi dal alcuni alberi delle bacche. Senza che me accorgessi, il sole era già abbastanza alto nel cielo e quando rientrai, Rhue non c'era. Non mi allarmai perchè sapevo dove fosse e, quando vidi gli abiti di Rhue in riva al fiume, ne ebbi la conferma. Inizialmente pensai di tornare in casa a preparare la colazione, però nella mia mente balenò un'idea perversa. Tornai sulla riva del fiume e mi spoglia, rimanendo in mutande. Gettai i vestiti accanto a quelli di Rhue e mi immersi nell'acqua fresca. Lei era un distante, girata di spalle, seduta su uno scoglio sotto la cascata. Avevo davanti a me una scena paradisiaca. L'acqua che scendeva lungo la sua schiena e la sua pelle morbida, i capelli bagnati, che le cadevano sulle spalle.
Mi avvicinai, salii sulla roccia cercando di fare meno rumore possibile e le tempestai la schiena di baci, assaporando ogni singola goccia d'acqua. Lei si irrigidì e, quando arrivai a baciarle il collo, si voltò di scatto. Per tranquillizzarla, le diedi un bacio a timbro.
-Buongiorno.- dissi, sorridendo.
Lei arrossì violentemente e si coprì il seno con le braccia.
-Ma sei pazzo?! Mi hai spaventato!-
-Ti chiedo scusa. Non avevo intenzione di spaventarti.- dissi, appoggiando la mia fronte sulla sua.
Lei sorrise e, questa volta, fu lei a baciarmi.
-Devo ammettere che, nonostante lo spavento, la sorpresa è stata piacevole. Comunque... Non credi di essere in ritardo?-
La guardai, perplesso.
-In ritardo per cosa?-
-Per andare a lavoro. Ricordi?-
Sbuffai.
-Devo proprio andare?-
Lei mi guardò e capii dal suo sguardo che dovevo andare, altrimenti mi avrebbe torturato.
-Va bene. Ci vado.-
Scesi dallo scoglio, nuotai fino alla riva e mi asciugai. Mi rivestii, mi misi il mantello e mi diressi verso Roteolia, dove facevo il tutto fare per i contadini che vivevano lì. Mi pagavano poco, però quei soldi mi bastavano per prendere del cibo e dei vestiti. Con il mio fisico d'atleta e la mia esperienza lavorativa potevo trovare un lavoro migliore, però dovevo spostarmi nei grandi villaggi e lì c'erano i soldati di Azula che mi davano la caccia. Quindi era meglio rimanere lì, dove nessuno sapeva che ero ricercato. In fondo... Roteolia era una piccola cittadina sperduta tra i boschi e dimenticata da tutti. Non correvo nessun pericolo a rimanere lì.
Dopo dieci minuti di cammino, arrivai al villaggio e subito raggiunsi l'orto del Signor Francis, il sindaco della città. Era tramite lui che ricevevo il lavoro.
-Buongiorno, Signor Francis.-
-Buongiorno, Kaito. E' una splendida giornata, non trovi?-
Il Signor Francis era una persona buona e onesta, dalla statura bassa, la pancia pronunciata e due baffi grigi, proprio come i capelli.
Quando lo vidi quella mattina, era seduto sulla sedia in veranda a guardare il cielo chiaro e limpido, sventolandosi un piccolo ventaglio di paglia.
-Avete del lavoro per me?- chiesi e lui mi guardò con i suoi piccoli occhi color nocciola.
Lui annuì e si alzò dalla sedia, dirigendosi verso il vecchio fenile che si trovava dietro la sua casa.
-Come tu sai, qualche giorno fa c'è stata la raccolta della frutta. Ovviamente la maggior parte l'abbiamo venduta, però ce n'è rimasta un pò, così mia moglie ne ha fatto delle confetture che voglio mandare a mio fratello a Ponentopoli.-
-Ed io cosa devo fare?-
Lui aprì la porta del fienile e prese uno scatolo con dentro dei barattoli di vetro e alcune bacche.
-Gliele potresti portare? Sei l'unica persona a cui posso dare questo lavoro. Ovviamente verrai pagato due volte, sia quando parti sia quando arrivi.-
Guardai lui e lo scatolone che aveva in mano. Non sapevo se rifiutare o accettare. il fatto che avrei ricevuto due volte la paga mi allettava, ma andare a Ponentopoli... Significava andare nella tana del nemico. Non osavo nemmeno immaginare cosa sarebbe successo se mi avessero catturato e portato da quella strega, però quei soldi mi servivano. Presi il pacco e sorrisi.
-Certo, me ne occupo io. La ringrazio per avermi offerto questo lavoro.-
-Figurati! Grazie a te per averlo accettato.- ribattè il vecchio, mettendomi i soldi nella tasca del mantello.
Lo ringraziai per l'ennesima volta e me ne andai. Prima di dirigermi verso Ponentopoli, tornai a casa per avvisare Rhue. 
Posai lo scatolo sul tavolo e cercai mia moglie, che era intenta a stendere sulla fune i vestiti che aveva lavato nel fiume, quelli che non aveva distrutto. Sentendomi arrivare, si voltò e mi sorrise.
-Ciao, Kaito! Hai dimenticato qualcosa?-
-No, sono solo venuto a dirti che devo andare a Ponentopoli per consegnare un pacco al fratello del Signor Francis.-
-A Ponentopoli? Ma lì ci sono le guardie...-
-Lo so, ma ci devo andare. L'ho promesso. In più mi pagheranno due volte. Non ti preoccupare. Vado e torno.- dissi, sorridendole, ma lei mi guardava. Perplessa.
-Che c'è?- chiesi, preoccupato.
-Vengo con te.- rispose, entrando in casa per prendere il mantello.
-Cosa? No! Non voglio che ti capiti qualcosa di brutto.-
-Non mi succederà nulla. Siamo in due, per di più Pokèmon Leggendari. Ci difenderemo e scapperemo nel Regno di Kai. L'hai detto tu stesso, no? Lì è un posto sicuro. Quindi... Andiamo?-
Sospirai, rassegnato. Ripresi la cassa e ci dirigemmo verso Ponentopoli.

Arrivammo la sera tardi, così andammo a dormire in un ostello, che trovammo non appena entrammo nella città. Il mattino successivo ci svegliammo di buon ora e consegnammo il pacco al fratello del Signor Francis. Come mi era stato detto, venni pagato una seconda volta. In più grazie al cappuccio che ci copriva mezzo volto, non venimmo riconosciuti, però, per non correre ulteriori rischi, svolto il mio lavoro, mi diressi direttamente verso la strada che conduceva a Roteolia.
Ma quando mancava poco per uscire da Ponentopoli, Rhue lasciò la mia mano e si fermò.
-Cosa c'è?- chiesi.
Poichè non rispose, mi limitai a guardare nella direzione in cui guardava lei. Cercai un dettaglio che avrebbe spiegato il suo comportamento, però vedevo solo un'enorme folla.
Aprii bocca per chiederle cosa avesse visto, ma lei scattò e corse verso la folla.
-Rhue!-
La chiamai più volte per fermarla, ma non mi ascoltava. Le corsi dietro, almeno per capire dove fosse diretta. Raggiunta la folla, avanzò verso la prima fila, spingendo le persone. La seguii a fatica, fino a quando lei non si fermò davanti ad una persona che si trovava in piedi su una piattaforma di legno, improvvisata.
Quando ripresi fiato, la guardai e notai che i suoi occhi brillavano per la felicità. Lentamente si tolse il cappuccio e sorrise.
Notando il suo comportamento strano, mi voltai e, quando lo riconobbi, rimasi a bocca aperta.
-Landorus?!-

-Rhue
Erano passati due anni da quando ero scappata con Kaito e, ovviamente, non vedevo Landorus da quando mi aveva raccontato di quello che stava succedendo al palazzo di mia sorella.
In tutto quel tempo io non ero cambiata molto, ma lui... Era cambiato tanto. Era diventato più alto, le spalle erano larghe, i muscoli delle braccia pronunciati, il fisico si era irrobustito e i capelli color tramonto erano più folti, non li aveva più corti come prima.
-Landorus?!- esclamò sorpreso Kaito.
Landorus non lo pensò, si limitò a guardarmi.
-E' bello rivederla, Principessa!- disse, sorridendo.
Salii sulla piattaforma su cui si trovava e lo abbracciai.
-Sono così felice di vedere che stai bene!-
Lui ricambiò l'abbraccio.
-Anche io sono felice di averla rivista.-
Rimanemmo abbracciati ancora un pò, fino a quando non mi accorsi di Kaito, che ci guardava, con le braccia incrociate al petto. Guardava Landorus con uno sguardo così truce che sembrava volerlo attaccare ad un movimento inconsulto.
Sciolsi l'abbraccio e lentamente mi allontanai da lui. Ci guardammo per un pò, imbarazzati dal silenzio che si era creato. Poi Landorus mi fece gesto di aspettare e si girò verso le persone, che erano in attesa. Fece un respiro profondo, poi, a voce alta, in modo che lo sentissero anche quelli in fondo, disse: -Mi dispiace per l'interruzione improvvisa, ma continueremo il discorso più tardi al solito posto! A dopo!-
Le persone annuirono e lentamente la folla si diradò. Alcuni, prima di andarsene, si avvicinarono e salutarono il mio amico, poi, quando non ci fu più nessuno, Kaito ruppe immediatamente il silenzio.
-Cosa ci fai qui a Ponentopoli?-
-La stessa domanda la potrei fare a te. Non dovresti stare nel regno del tuo amico?- ribattè Landorus, guardandolo in malo modo.
Kaito sospirò e mi guardò.
-Su, Rhue. Torniamo a Roteolia.-
Mi porse la mano per scendere dalla piccola altura, ma io non lo pensai, mi limitai a guardare Landorus.
-Come hai fatto a fuggire dalle grinfie di Azula?- chiesi, curiosa.
Non vedevo l'ora di parlare con lui. Sapere cosa aveva fatto in quei due anni, come aveva fatto a scappare... Volevo recuperare il tempo che avevo perso, essendo stata lontana da lui.
-E' una lunga che non posso raccontarvi qui. Che ne dite se ci spostiamo altrove? Così possiamo parlare tranquillamente.- disse Landorus sorridendo, poi si girò verso Kaito e fece una smorfia.
-Sempre se Zekrom è disposto.-
Quando lo chiamò con il suo vero nome, Kaito si drizzò, infastidito. Da quando Kaito aveva totalmente sviluppato la sua parte Pokèmon, era diventato facilemente irritabile.
Fece un respiro profondo e sorrise.
-Certo che sono d'accordo. Dove vogliamo andare per parlare?-
-Io avrei invitato solo la Principessa Rhue.- precisò Landorus.
-Allora voglio venire anche io!- quansi urlò mio marito, senza però far sparire il sorriso.
Volevo capire perchè quesi due si odiavano... Fin dalla prima volta che si erano visti non potevano stare cinque minuti da soli che litigavano, ma avevo pensato che era una cosa istintiva, scatenata dal primo incontro, e che si sarebbe risolta quando si sarebbero conosciuti meglio, invece... La loro ostilità verso l'altro era aumentata.
-C'è la locanda in cui alloggio... Possiamo andare lì.-
Sia io che Kaito annuimmo, così seguimmo il mio amico verso una piccola locanda al centro di Ponentopoli. Non appena entrammo, notammo che c'era parecchia gente.
-Sicuro che possiamo rimanere qui a parlare?- chiese Kaito.
Landorus si sedette ad un tavolo vicino e ci guardò.
-Non vi preoccupate. La maggior parte di loro sono stranieri, quindi non capiscono molto bene la nostra lingua. In più la figlia dei locandieri è una mia amica, quindi non c'è nessun problema.- ci spiegò.
Io e Kaito ci guardammo e ci sedemmo di fronte a Landorus.
-Allora? Come hai fatto a scappare?-
-E' stato abbastanza facile. Dopo che Kaito è scappato, Azula era diventata intrattabile. Aveva ordinato a tutti i suoi soldati di partire per tutta la regione a cercarlo. Ovviamente se il Re Harmonia si sarebbe ribellato, aveva anche dato l'ordine di ucciderlo. Nessuno di noi si era ribellato, così abbiamo intrapeso molte lotte contro l'esercito Harmonia, convinti che avremmo vinto, dato che il loro Re era giovane e poco esperto, però... L'esercito nemico era guidato da un giovane dai capelli biondi che, con una strategia da invidiare, ci ha sconfitti tutti, tutte le volte che noi ci siamo scontrati con lui. Infastidito da tutto questo, ho incominciato a rifiutarmi di fare tutto. Mi hanno punito varie volte, ma un giorno mi portarono direttamente da Azula. Le dissi tutto quello che pensavo, che la sua ostinazione era inutile, che stava solo peggiorando la situazione del Regno. Lei si è offesa e mi ha rinchiuso nele segrete. Allora dicisi di fuggire. Ho attirato la guardia, l'ho stordita e ho preso le chiavi, aprendo la porta della cella e scappando, fino ad arrivare a Ponentopoli. Ormai sono passati tre mesi e mi trovo a guidare i ribelli.-
-Ribelli?- dicemmo in coro, io e Kaito.
-Sì. Un piccolo esercito che va contro la Regina Phoenix.-
-Perchè avete costituito un esercito contro Azula?- chiese mio marito.
-Per spodestarla dal trono e creare una repubblica. Siamo stanchi delle ingiustizie che incombono su questo regno. Vogliamo cambiare il nostro futuro e anche per il bambini che un giorno vivranno in questo posto.-
-La situazione è così grave?!- feci, sorpresa.
-Non immaginate quanto... Persone che muoiono di fame, tasse troppo alte, soldati che picchiano chiunque assomigli a Kaito... Non si capisce più nulla. Il Regno dei Phoenix è diventato invivibile. Alcune persone si sono addirittura trasferite nel Regno Harmonia o partire per altre regione. Per ciò abbiamo deciso di ribellarci.-
Landorus abbassò lo sguardo, facendo intravedere una cicatrice sull'occhio sinistro.
Vederla mi fece gelare il sangue.
-Cosa ti è successo all'occhio?- feci, preoccupata.
Il mio amico mi guardò e si portò, di scatto, la mano sulla cicatrice.
-Ah... Parla della cicatrice... Me l'ha inferta Azula con una frusta prima di riunchiudermi nelle segrete. Per fortuna non ho perso l'occhio. Vedo un pò sfocato e non riesco a stare molto tempo con l'occhio esposto alla luce, ma non è nulla di grave.- disse, sorridendomi.
Sorrideva in quel modo solo quando mi voleva rassicurare. Però mi era rimasta l'amarezza. Non avrei mai voluto che lui soffrisse...
Annuii. Non volevo fargli capire che ero rimasta turbata.
Era sceso il silenzio. Nessuno aveva il coraggio di parlare. Solo in quel momento mi accorsi che nella locanda erano rimaste pochissime persone.
-Ma ora cosa stai progettando con i ribelli?- chiese Kaito, rompendo l'assordante silenzio.
-Per ora abbiamo liberato la città dalle guardie, nonstante alcune siano rimaste. Ma facendo una raccolta, le abbiamo corrotte. Ora stiamo cercando di accumulare più armi possibili, in modo da marciare verso il palazzo.-
Lo guardai. Capii immediatamente che c'era dell'altro.
-Ma?- feci, in modo che potesse continuare.
Sospirò.
-Siamo troppo pochi per fronteggiare l'esercito di Azula. Ci serve un appoggio più vasto... Di qualcuno potente che abbia denaro a sufficienza per arruolare un esercito.-
-Qualcuno che odia Azula allo stesso modo e che possa sostenervi...- intervenne Kaito, che si giirò per guardarmi.
Capì subito cosa volesse intendere il mio amico... Kai era l'unica persona che avrebbe aiutato i ribelli contro Auzla.
-Quindi dobbiamo andare ad esporre il problema a Kai.-
Landorus annuì.
-Sì... Tanto siete suoi amici, non credo che rifiuti una vostra richiesta. Soprattutto se fatta dal suo migliore amico.-
Mi guardò.
-Poi lei può rimanere qui con me fino a quando non torna Kaito.-
Aprii bocca pper ribattere, ma Kaito fu più veloce di me.
-No, lei viene con me!-
Landorus lo guardò, contrariato.
-Perchè? Lei è libera di fare ciò che vuole. Non è tua!-
Kaito si alzò, sbattendo le mani sul piccolo tavolo di legno, arrabbiato.
-E' qui che ti sbagli! Lei è mia moglie!-
Landorus lo guardò, scioccato.
-Moglie?-
Kaito annuì, con uno strano sorrisetto sulla faccia, come se si sentisse soddisfatto di averglielo detto. Landorus mi guardò. Non volevo che venisse a conoscenza del mio matrimonio in quel modo.
Abbassai lo sguardo, colpevole. Volevo andare via da lì. Il mio sguardo cadde sulla porta alle spalle di Landorus e decisi di uscire a prendere una boccata d'aria fresca.
-Scusate!-
Mi alzai e me ne andai.

-Kaito
Finalmente avevo detto a quel pallone gonfiato di Landorus che Rhue era mia moglie. Per tutto il tempo non aveva fatto altro che atteggiarsi di quello che aveva fatto negli ultimi due anni, ma ora non aveva più motivo di farlo. Rhue era mia moglie... Lei amava me. Mi sentivo soddisfatto. 
-Quindi ora la Principessa Rhue è tua moglie... Sei stato bravo. Non mi aspettavo una cosa simile.-
Mi guardò con odio.
-Non è una questione di bravura. Rhue mi ama.-
Scandii le ultime parole, in modo da fargli capire che non poteva fare più nulla per conquistarla, perchè lei aveva fatto la sua scelta.
-La Principessa non è mai stata brava a seguire il suo cuore. Si è sempre cacciata in qualche guaio per questo. E poi non credo che tu la ami veramente. Sei la sua controparte... Sei solo infatuato dalla sua bellezza!-
A quel punto non ci vidi più dalla rabbia. Io non amare Rhue? Non sapeva quello che diceva! Scattai e lo colpii alla guancia destra con un pugno. Cadde per terra e si portò la mano alla guancia. Fece una smorfia di dolore e mi guardò.
-Come ti permetti di dire che non la amo?! I miei sentimenti sono veri! Forse sono i tuoi a non esserlo!-
-Cosa vuoi sapere tu di quello che provo?! Ho sempre protetto la Principessa, fin da quando era bambina! Le sono sempre stato accanto! L'ho sempre consolata quando era triste! Non sai quanto ho sofferto quando se n'è andata!- urlò e incominciò a bombardarmi di pugni sulla faccia. Qualcuno andò a segno, altri li parai. Poi mi diede una ginocchiata nello stomaco e, dal dolore, caddi per terra. Lui salì su di me e mi bloccò i polsi. In quesi due anni si era allenato molto ed era diventato più forte dall'ultima volta in cui ci eravamo scontrati. Prima i suoi colpi non mi facevano molti danni. Ma anche io mi ero allenato, quindi riuscii a liberarmi con estrema facilità. Gli diedi un pugno sul naso ed indietreggiò, facendomi alzare. Anche lui, ben presto, si alzò e continuammo a picchiarci per un pò. Il sangue incominciò ad uscirmi dal labbro, mentre al mio avversario dal naso, ma a nessuno dei due importava. Stava per darmi un altro pugno, ma il ritorno di Rhue ci fece fermare.
-Cosa state facendo?!-
La guardammo.
-E' stato lui a cominciare!- esclamammo in coro.
Lei sospirò, come per dire che aveva a che fare con due bambini.
-Su, sedetevi.- disse, con estrema calma, ma Landorus rifiutò.
-No! Non rimarrò altri cinque minuti con lui!-
-Nemmeno io! E lo sai cosa c'è di nuovo? Non andrò da Kai a chiedergli aiuto. Non te lo meriti!-
-Tanto non mi serve il tuo aiuto! Posso andare a chiederglielo da solo!-
Da una persona orgogliosa come Landorus una risposta simile me l'aspettavo, però mi fece infuriare lo stesso.
-Allora se eri capace di farlo da solo, potevi farlo prima e senza chiedere il nostro aiuto!- urlai e un fulmine tuonò nel cielo limpido.
Landorus non osò ribattere. Si limitò ad abbassare lo sguardo. Sospirai, però dovevo uscire da lì e togliermi davanti la brutta faccia di Landorus... Altrimenti avrei continuato a piacchiarli.
-Me ne vado.- dissi e uscii dalla locanda, sbattendo la porta.
Mi allontanai. Camminare mi avrebbe fatto bene, ,a dopo cinque minuti, qualcuno mi prese per il polso, fermandomi.
Mi voltai e vidi Rhue che mi guardava, dispiaciuta.
-Mi dispiace che tu abbia litigato con Landorus. Però perchè non lo vuoi più aiutare? Prima sembravi così disposto...-
-Non sai cosa ha detto su di me! Avrei voluto metterci una pietra sopra, ma mi innervosisce!-
Lei sospirò.
-Il fatto che ti sta poco simpatico l'avevo capito... Ma per una volta cerca di mettere da parte l'ostilità verso di lui e aiutalo. Se proprio non vuoi farlo per ui, fallo per me. Aiutalo per me. E' il mio migliore amico. Anche tu aiuteresti Kai in un momento di difficoltà.-
Aveva ragione... Avrei aiutato Kai in qualunque momento. Quindi anche lei avrebbe aiutato Landorus. A malincuore strinsi i pugni ed annuii.
Lei sorrise e mi diede un bacio.
-Grazie!-
Sorrisi. Avrei fatto qualunque cosa pur di vederla felice... Pure aiutare il mio rivale in amore.
Mano nella mano, rientrammo nella locanda e ci fermammo vicino a Landorus, intento ad asciugarsi il sangue uscito dal naso.
-Landorus.-
Lui si girò e i suoi occhi caddero sulle nostre mani intrecciate, ma cercò di fare finta di nulla e ci guardò.
-Perchè sei tornato?- mi chiese.
Aspettai un pò prima di rispondere. Dovevo stare calmo.
-Ti aiuterò... Ma sappi che lo farò solo perchè me lo ha chiesto Rhue.-
Landorus guardò Rhue e sorrise.
-Grazie...-
-Figurati. Tu mi hai aiutata tante volte! Ora tocca a me darti una mano. Quindi oltre all'aiuto di Kai, ci saremo anche noi ad appoggiarti.-
Ci guardò, meravigliato.
-Davvero ci aiuterete?-
Annuimmo.
-Ora ci conviene partire, così arriveremo in fretta da Kai.- dissi e mi avvicinai alla porta.
Rhue mi seguì, ma prima di uscire, Landorus ci fermò.
-Quando arrivate a palazzo, salutate i gemelli da parte mia. Dite loro che sto bene e di fare i bravi.-
Annuimmo ed uscimmo dalla locanda, diretti verso il Regno Harmonia.

Io e Rhue camminammo per tre giorni interi, fermandoci solo la sera per riposarci un pò e, finalmente, arrivammo a Sciroccopoli, città che faceva parte del regno di Kai. Però, a mia grande meraviglia, trovammo l'entrata del ponte che conduceva nella città bloccata dai soldati di Azula.
Appena li vidi, mi bloccai di colpo.
-Che cosa facciamo ora? E' tardi per andare verso Boreduopoli.- disse Rhue notandoli anche lei.
-Per questo andiamo lì e gli chiediamo di farci passare.-
Rhue mi guardò, come per dire che ero impazzito.
-La rissa con Landorus ti ha procurato qualcosa al cervello? Secondo te, ci faranno passare senza dire nulla?-
La guardai, con un sorrisetto di sfida e mi calai il cappuccio sulla fronte, diretto verso l'entrata della cttà. Con passo veloce arrivammo al posto di guardia e, come avevamo previsto, ci fermarono.
-Mi dispiace, ma non potete attraversare il ponte. Dovete tornare indietro.-
Io e Rhue non ci muovemmo dalle nostre posizioni. I soldati ripeterono di andare via, ma noi rimanenno impassibili. Spazientiti, presero per un braccio Rhue Rhue e tentarono di spostarla, ma con un pugno la liberai dal primo soldati, mentre con un calcio dall'altro.
Ben presto arrivarono gli altri soldati, che ci fermarono, accerchiandoci.
Prima che chiudessero quella sorta di cerchio che avevano creato intorno a noi, urlai a mia moglie di correre, che, con uno scatto d'atleta, corse lungo il ponte, schivando con agilità i soldati. Quando mi accertai che lei avesse attraversato metà del ponte di legno che portava a Sciroccopoli, mi liberai con uno strattone dalla guardie che, nel frattempo, avevano provato ad immobilizzarmi e, con un movimento delle braccia che va dall'alto verso il basso, scatenai una pioggia di fulmini che uccise tutti quelli che mi avevano accerchiato. Con quella mossa, il cappuccio cadde e rimasi a viso scoperto, ma non me ne importava più di tanto. Corsi e raggiunsi Rhue alla fine del ponte, qunado sentii le campane d'allarme.
-Zekrom è in città! Catturatelo, prima che raggiunga l'esercito Harmonia!-
Esercito Harmonia? Quindi... Kai e gli altri era accorsi a salvare Sciroccopoli dall'assedio. Bene, le cose si facilitavano.
-Hai qualche idea in mente?- mi chiese Rhue.
-Aspettiamo che ci conducano da Kai.-
Mi guardò sorpresa.
-Cosa intendi?-
La guardai.
-Aspetta e vedrai.-
Non appena finii la frase, venimmo circondati da una ventina di soldati.
Immediatamente ci girammo, schiena contro schiena, a guardarli. Aspettamo che loro prendessero l'iniziativa e ci attaccassero, e quando lo fecero, proprio come con i soldati all'ingresso del ponte, scatenai una tempesta di fulmini che mise al tappeto quelli della mia parte, mentre Rhue, con un elegante piroetta, bruciò i suoi nemici e l'erba circostante.
Una volta che i loro corpi caddero sul terreno, notammo un piccolo ragazzo, forse un fante appena arruolato nell'esercito, che tremava come una foglia. Notando che era rimasto solo lui contro di noi, scattò per scappare via, ma io lo raggiunsi e lo fermai.
-Non mi uccida, per favore!-
-Non ti voglio uccidere. Voglio solo chiedere un'informazione.-
Quandi sentì che non volevo ucciderlo, si tranquillizzò, anche se continuavo a percepire la sua paura e il suo nervosismo.
-Vorrei sapere dove si trova l'esercito Harmonia.-
Lui per un paio di secondi mi guardò, poi rispose.
-Si trova verso i confini che portano ad Austropoli.-
Sorrisi e Rhue si avvicinò al ragazzo, mettendogli le mani sulle spalle, in modo da rassicurarlo.
-Grazie.- disse e gli diede un bacio amichevole sulla guancia, lasciandogli il segno del rossetto.
Il ragazzò si portò una mano sulla guancia, incredulo e ci guardò andare via. Prima di sparire dalla sua vista, però, Rhue si voltò e gli sorrise.
-E mi raccomando... Questo sarà il nostro piccolo segreto.- disse, facendogli l'occhiolino, prima di correre verso il campo di battaglia.
Capimmo che eravamo quasi arrivati, quando notammo dei Madibuzz e dei Braviary che combattevano nel cielo. Corsi più veloce, seguito da Rhue, fino a scorgere Kai con la spada in mano, che si difendeva dai colpi di un soldato e, allo stesso tempo, impartiva ordini al suo Samurott contro il Galvantula del suo avversario.
Samurott, su ordine di Kai, colpì il nemico con Idropompa, però Galvantula, con un salto, evitò l'attacco e attaccò Samurott con fulmine, andando a segno e paralizzando il Pokèmon di Kai, lasciandolo scoperto.
Galvantula tentò di colpire di nuovo Samurott, ma Kai si interpose tra l'attacco e il suo Pokèmon, facendosi colpire.
Il mi amico, a causa del colpo subito, si accasciò per terra, ansimante. Il soldato corse e si caricò per dargli il colpo di grazia. Mi assalì la paura. Il mio amico non poteva morire in quel modo.
-Kai!- urlai e corsi verso di lui.
Prima che il soldato riuscisse a colpirlo, lo raggiunsi e fermai l'attaccò, dando un pugno al nemico facendolo svenire. Galvantula cercò di difendere il suo allenatore, ma ringhiai e indietreggiò, tremante e a testa bassa.
Mi voltai verso il mio amico, che mi guardava felice, e sorrisi.
-Allora? Ti serve una mano?-
Kai, con un sorriso raggiante, si alzò e mi abbracciò.
-Che bello rivederti, Kaito! Mi sei mancato tanto.-
Ricambiai il gesto di affetto.
-Anch'io sono felice di rivederti, amico mio!-
Ci sciogliemmo dall'abbraccio e Kai guardò Rhue, che si trovava alle mie spalle.
Prima, però, che Kai potesse salutarla, si sentirono delle trombe, ma il loro suono era diverso da quello che producevano quando avvisavano di un'invasione. Guardai il mio amico che si voltò verso il cuore della città e sorrise.
-Cosa sta succedendo?- chiese Rhue, curiosa quanto me.
-Vedete quella torre alta?- disse Kai, indicandoci la torre dell'orologio di Sciroccopoli.
Annuimmo.
-Josh è riuscito a salire fin lassù e a porre la bandiera del mio casato, in modo tale da porre fine all'assedio.- ci spiegò lui, questa volta guardandoci.
Infatti, proprio come aveva detto lui, i soldati rimasti in vita, scapparono con i loro Pokèmon, lasciando Sciroccopoli.
Kai, invece, si avvicinò verso Samurott, che soffriva per la paralisi. Vedendo quel Pokèmon soffrire, incominciai a cercai nelle tasche e trovai una baccaliegia. La porsi a Kai che, immediatamente, la diede a Samurott che guarì dalla paralisi.
-Grazie.- disse Kai, alzandosi.
-Di niente. Mi dispiaceva vederlo soffrire.-
Il mio amico sorrise e lo feci anche io. Per la prima volta, non sapevamo cosa dire. Di solito tra noi non c'era mai stato un minuto di silenzio, parlavamo sempre. Rhue, notanto il nostro strano imbarazzo, fu lei a rompere il ghiaccio.
-Allora Kai... Cosa hai fatto in questi due anni?-
Il mio amico aprì bocca per rispondere, ma l'arrivo di Josh lo fece fermare.
-Prima scalo il Monte Corona, poi la torre dell'orologio di Sciroccopoli.  Si può dire che siano tutti posti che non sono da suicidio...- disse il biondo tra se e se, per poi guardare noi tre e fermarsi di colpo.
Josh non era cambiato minimamente... Stessi capelli biondi, stesso viso, stessa altezza. Erano passati due anni, ma per lui era come se il tempo si fosse fermato.
-Ciao, Josh.- lo salutai.
-Ciao. Dove sei stato in questi due anni? Tutti quanti credevamo che tu fossi dai Phoenix. Abbiamo saputo della tua fuga da palazzo solo qualche giorno dopo la scomparsa di Rhue.-
-Beh... E' una lunga storia che vi racconterò. Ma prima, Kai, ti devo chiedere una cosa importante.- 
-A me? E di che si tratta?-
-Qualche giorno fa, a Ponentopoli, abbiamo incontrato Landorus che è riuscito, finalmente, a fuggire anche lui dal palazzo di Azula. Ci ha raccontato della situazione che incombe sul Regno dei Phoenix e che molte persone si stanno ribellando. Tali persone si sono riunite e, insieme a Landorus, hanno costituito un esercito, in modo da attaccare il palazzo.-
Kai mi guardò, confuso.
-Ed io cosa c'entro in tutto ciò?-
-Purtroppo sono in pochi e non hanno soldi a sufficienza per arruolare un esercito ausiliare e comprare delle armi. E dato che tu sei un Re e disponi di armi e di un esercito, Landorus aveva pensato a te come alleato per sconfiggere Azula.-
-Ed io, avendo il loro stesso scopo, riuscirei a porre fine alla guerra che incombe da secoli sulla regione.- disse Kai ed io annuii.
-Quindi? Cosa vuoi fare?- chiese Rhue.
Kai abbassò lo sguardo, a riflettere. Poi sorrise e ci guardò.
-Va bene.-
Io e Rhue lo guardammo, increduli.
-Davvero?-
-Certo! Aiuterò i ribelli a sconfiggere Azula.-

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** I Ribelli ***


Capitolo 17: I Ribelli


-Rhue
-Aiuterò i ribelli a sconfiggere Azula.-
Avevamo finalmente incontrato Kai dopo due anni e gli avevamo chiesto di chiedere Landorus e i ribelli contro Azula. Come ci aspettavamo, Kai aveva accettato di aiutarci.
Gli ero così grata. Aveva accettato di aiutare il mio amico senza battere ciglio, o almeno senza ripensamenti.
-Grazie, Kai. Landorus sarà felice di sapere che lo aiuterai.-
Kai sorrise, poi guardò Kaito con un'occhiata maliziosa.
-Però...- iniziò e si avvicinò a mio marito, mettendogli una mano sulla spalla.
-Voglio sapere cosa hai fatto con Rhue in tutto questo tempo.-
Kaito mi guardò ed arrossì.
-Non è il momento per parlare di queste cose. O almeno non è il luogo. Che ne dici di andare all'accampamento? In modo da guarire le ferite e far riposare come si deve il tuo Pokèmon.- 
Kai guardò prima lui, poi Samurott che era ancora disteso sul terreno, mezzo addormentato.
-Hai ragione. Andiamo all'accampamento.- disse e lentamente ci dirigemmo verso il luogo in cui erano riunite tutte le tende e dove si erano diretti i soldati rimasti dopo l'assedio.
L'accampamento si trovava a nord dal campo di battaglia, quindi ci arrivammo dopo cinque minuti di cammino. Quel luogo pullulava di soldati che andavano di qua e di là tra le tende, chi si dirigeva verso l'infermieria, chi invece riportava i cadaveri dei compagni caduti in battaglia.
Samurott fu portato dal medico per Pokèmon, mentre noi entrammo in una grande tenda bianca con degli ornamenti verde acqua intorno ai bordi, in modo da differenziare la tenda del Re da quella degli altri soldati. Non appena fummo dentro, vedemmo Terrakion con le mani appoggiate sopra una grande scrivania, a riflettere su qualcosa segnato sulla mappa, appoggiata sopra al piano, ferma agli angoli da quattro sassi.
-Ciao, Terrakion.- lo salutò Kai, incominciando a togliersi una parte dell'armatura che portava sul petto.
-Ciao, Kai.- ricambiò il consigliere, alzando di pochi millimetri lo sguardo per poi tornare a ciò che faceva, ma quando notò il profilo di Kaito tornò a guardarci.
Quando ebbe la conferma che era davvero Kaito, il suo sguardo si illuminò e sorrise.
-Kaito! Che bello vederti!- disse, lasciando il suo lavoro e abbracciandolo.
-A quanto pare non è cambiato di una virgola. Sempre al lavoro.- disse mio marito, sciogliendo l'abbraccio.
-Beh... Il mio compito è quello di aiutare Kai ed è quello che faccio. Allora? Dove sei stato in questi due anni? E perchè sei tornato solo ora?-
Kaito sospirò.
-Se mi date tempo, vi spiegherò tutto.-
Tutti i presenti lo guardarono, in attesa del suo racconto. Mio marito fece un respiro profondo ed iniziò a parlare.
-Prima di dirvi il perchè della mia presenza qui, vorrei dirvi come ho fatto a scappare dal palazzo di Azula.-
Tutti annuirono, così da farlo continuare.
-Quando entrai nel suo palazzo dopo lo scambio, Azula mi chiese di sposarla. Però quando rifiutai, lei disse che se non l'avessi fatto, avrebbe ucciso Kai e Rhue, così non ho potuto fare a meno di rifiutare. Ma, quando seppi che aveva mandato dei sicari per uccidere Kai, solo perchè si era accampato sui confini, mi arrabbiai così tanto che decisi di andarmene.-
-Aveva mandato dei sicari per uccidermi?- chiese Kai, incredulo.
Kaito annuì.
-Sì. Tu non sai nulla dell'attacco perchè a metà strana furono trovati i loro corpi senza vita. Comunque... Dopo la tua visita, Kai, me ne sono andato.-
-E perchè sei ricercato, allora?- chiese Terrakion.
-Diciamo che ho puntato contro Azula una lancia appuntita, minacciandola di ucciderla.- 
Tutti lo guardammo, sbalorditi.
-L'hai fatto davvero?- chiese Josh e Kaito annuì, imbarazzato.
-Per questo Azula sta facendo di tutto per trovarmi e giustiziarmi. A causa di ciò il suo regno sta lentamente cadendo nell'oblio e, qualche giorno fa, io e Rhue a Ponentopoli abbiamo incontrato Landorus, aggiornandoci sul fatto che nel paese ci sono molte persone che si vogliono ribellare e andare contro Azula. Per questo sono qui. Sono venuto a chiedere a Kai se poteva dare ai Ribelli il suo aiuto e lui ha accettato.-
Gli altri si girarono e guardarono Kai.
-Perchè Landorus avrebbe bisogno dell'aiuto di Kai?- chiese Josh.
-Perchè i Ribelli sono pochi e hanno bisogni di qualcuno abbia soldi a sufficienza per comprare armi e sostenere un esercito ausiliare, in modo da poter sostenere una battaglia contro l'esercito di Azula.- spiegai.
-Sicuro di volerli aiutare? In fondo non è un problema del tuo regno, bensì quello dei Phoenix. Non c'entra nulla con te.- disse Terrakion, riferendosi a Kai, che, nel frattempo, si era avvicinato a Kaito.
-So benissimo che non mi dovrebbe interessare, però hanno chiesto il mio aiuto e non lo posso rifiutare. In più entrare nel Regno di Azula personalmente, mi può far capire i suoi punti deboli e colpirli.-
-Kai ha ragione. Può colpire indirittamente Azula e terminare più rapidamente la guerra.- disse Josh, ma Terrakion scosse la testa, in disaccordo, e tornò a riferirsi a Kai.
-E poni il caso che ti trovano... Cosa farai?-
-C'è Kaito con me. Io sono il suo eroe e lui è il mio Pokèmon. Ci proteggeremo a vicenda. Inoltre io aiuterò i ribelli senza dire la mia vera identità. Infatti nel Regno dei Phoenix nessuno conosce le sembianze del "Re Harmonia", quindi non c'è alcun pericolo che mi scoprano. Solo Azula conosce il mio viso e non credo che lei sia uno di quei sovrani che abbia l'abitudine di girare per il proprio regno per vedere come vivono i suoi sudditi.- rispose.
Terrakion lo guardò e sospirò.
-Va bene. Se la metti così, allora per me non c'è alcun problema.-
Kai sorrise e lo ringraziò.
-Dato che tu parti per Ponentopoli, chi guiderà il Regno?- chiesi, curiosa. Non avevo considerato questo problema.
-Mi sembra ovvio. Terrakion e Josh.-
I due guardarono Kai sbalorditi.
-Sono due persone competenti che negli ultimi anni mi hanno dimostrato di essere molto brave in ciò che facevano. Josh ha preso il posto del Generale Cobalion e sta svolgendo tale ruolo con molta dedizione ed esperienza, mentre Terrakion mi ha sempre dato buoni consigli su cosa dovevo fare per tutto quello che riguardava il Regno. Se io me ne andrò, non si sentirà per niente la mia mancanza. E' vero... C'è Tommy, ma è in buone mani, quindi non mi preoccupo.-
-Ma io e Terrakion abbiamo semplicemente svolto il nostro lavoro. Senza di te, che sei il Re, sarà più complicato.- 
Kai guardò Josh e sorrise.
-Ed io sono convinto che, anche senza di me, riuscirete egregiamente a portare avanti il Regno. Ora, se volete scusarmi, vado a prendere le mie cose. Tra poco partiremo per Ponentopoli!- esclamò Kai, uscendo dalla tenda, seguito da Kaito e da me.
Kai, in questi due anni, era cambiato. Era diventato più alto, ma lo stesso non superava Kaito, i capelli castano scuro si erano fatti più folti, fino a formare un piccolo ciuffo ricciuluto che gli cadeva un pochino sulla fronte. I suoi occhi verde acqua erano sempre gli stessi, allegri e pieni di vita, solo che non erano più ingenui, come quando lo conobbi, bensì il contrario. Mostravano sicurezza. Era diventato un Re a tutti gli effetti. 
Immersa nei miei pensieri, entrammo nella tenda accanto, dove si trovavano un letto, una poltroncina e, ovviamente, i suoi abiti. Dato che si doveva cambiare, li aspettai fuori. A mia grande sorpresa, fecero in fretta. Dopo una ventina di minuti, Kai e Kaito uscirono dalla tenda. I miei occhi si posarono sul Re Harmonia, non più vestito con i suoi abiti da Re, bensì con degli abiti normalissimi, proprio come un borghese o un viaggiatore proveniente da un'altra regione. Forse l'unica cosa che saltava all'occhio era il medaglione d'argento della madre, che portava sempre al collo e che scintillava sotto i raggi del sole.
-Andiamo?- mi chiese Kaito, sorridendo.
Annuii e insieme ci incamminammo verso Ponentopoli.

-Kaito
Proprio come all'andata, tornammo a Ponentopoli dopo tre giorni di cammino. Nonostante Kai fosse un normale umano, manteneva il nostro passo e non si lamentava per la stanchezza. Quando arrivammo in città, cercammo Landorus, ma senza successo. Così optammo per andare alla locanda in cui qualche giorno fa mi ero azzuffato con lui.
-Quindi incontreremo Landorus in questa locanda?- chiese Kai, seguendoci nella locanda.
-Così speriamo. Lui alloggia qui, quindi c'è questa probabilità.- risposi, girandomi per guardarlo, ma lui si mise di fronte a me, camminando all'indietro come un gambero.
-E se non lo troviamo, che facciamo? Non possiamo certo aspettarlo con le mani in mano.- ribattè il mio amico.
Io stavo per rispondergli che aveva ragione, però Kai si scontrò con una ragazza che portava un vassoio strapieno di piatti sporchi. Subito dopo la collisione, il vassoio cadde, facendo rompere i piatti in mille pezzi. Entrambi, come se fossero sincronizzati, si inginocchiarono sul pavimento, cercando di raccogliere da terra tutti i cocci rotti. Quando le loro mani si sfiorarono, i loro occhi si incontrarono e si fermarono di colpo. Stavano entrambi trattenendo il respiro. Erano rimasti folgorati l'uno dell'altro. Come lo definirebbero gli esseri umani: il classico colpo di fulmine.
I miei occhi si soffermarono sulla ragazza. Aveva i capelli biondo cenere, raccolti in uno chignon spettinato, con alcuni ciuffi che le ornavano il viso. Due grandi occhi color ametista, che spiccavano sulla sua pelle nivea. Era vestita da un misero abito marrone dalla gonna larga e legato in vita aveva un grembiulino bianco, un pò logoro e macchiato.
-S-Scusa. Non ti... Avevo vista. Mi dispiace tanto.- disse Kai, balbettando. 
Balbettava in quel modo solo quando era imbarazzato. Anche se, in quel caso, balbettava perchè era impegnato a guardarla.
La ragazza scosse la testa e sorrise.
-Non ti preoccupare, sono cose che succedono. Soprattutto quando lavori in una locanda super affollata.- disse lei, tornando a raccogliere i cocci, ma Kai la fermò.
-Aspetta. Faccio io. Così mi faccio perdonare per il disastro.- 
Kai incominciò ad unire tutti i cocci in un unico punto, poi guardò la ragazza che, nel frattempo, lo guardava a sua volta, assorta. Però, all'improvviso, si avvicinò una signora che si mise tra i due.
-Ma cosa è successo qui?- chiese la signora, guardando i piatti rotti.
-Oh, Madre. Questo ragazzo mi ha scontrato e così sono caduti i piatti, rompendosi in mille pezzi.- spiegò la ragazza guardando la madre.
La signora guardò prima Kai, poi me e Rhue che stavamo a guardare la scena dietro di lui.
-E ti sembra cortese far raccogliere piatti rotti ad un cliente? Su, pulisci.-
Il mio amico guardò la donna e ribattè.
-Ma è stata colpa mia. Non è giusto che pulisca sua figlia.-
-No. Mia madre ha ragione. E' giusto che pulisca io. Quindi si vada a sedere ad un tavolo libero insieme ai suoi amici.- disse la ragazza, sorridendo.
-Ma...- cercò di dire Kai, però lei lo fermò.
-Davvero... Vada a sedersi. Ce la faccio da sola.-
Detto ciò lei raccolse tutti i cocci nel vassoio. Il mio amico rimase un paio di secondi a guardarla, dispiaciuto, poi si alzò e insieme ci dirigemmo ad un tavolo vicino la finestra.
Non appena ci sedemmo, gli occhi di Kai guizzarono sulla ragazza che, immediatamente, scomparve dietro alla porta della cucina.
-Mi dispiace non averla aiutata.- disse il mio amico, girandosi verso di noi.
-Solo per quello? Non ti dispiace non averle chiesto il nome?- dissi, capendo al volo il mio amico.
Lui mi guardò, contrariato.
-Ovvio che no! Volevo solo aiutarla. In fondo sono stato io a farle cadere i piatti.- disse, guardando altro e facendomi il muso. Poi tornò a guardarmi, mettendo le mani sul tavolo e sporgendosi verso di me.
-Tu sai il suo nome?- mi chiese, quasi disperato.
Risi. Quando Kai si innamorava, oppure era interessato ad una ragazza, era proprio buffo.
-No, non conosciamo il suo nome. Però da quanto ho capito, è la figlia dei propretari della locanda, quindi amica di Landorus.-
-Quindi pensi che lei sappia dove si trovi?- disse Rhue ed io annuii.
Aspettai che la ragazza finisse di portare ai tavoli le varie ordinazioni, poi, quando fu libera e passò davanti al nostro tavolo, la chiamai.
-Scusami! Puoi venire un attimo?-
Lei si voltò e si avvicinò al tavolo.
-Volete ordinare?- 
-Dopo. Prima volevo chiederti una cosa.- dissi e lei annuì, in attesa.
-Conosci Landorus, per caso?- mi anticipò Rhue.
-Certo che lo conosco. Alloggia qui.- 
-E sai dove si trova ora?-
Scosse la testa.
-No. Esce sempre la mattina presto e torna la sera. Però ogni tanto torna qui a pranzare... Ma è raro che lo faccia. Perchè lo cercate?- ci chiese.
Io e Rhue ci guardammo. Cosa dovevamo dirle?
-Lui è un nostro amico e qualche giorno fa ci ha chiesto di aiutarlo per una questione privata.- spiegò Kai, guardandola e sorridendole.
La ragazza lo guardò e sorrise a sua volta, però, subito dopo tornò a guardare me e Rhue, che guardavamo sbigottiti la scena.
-Allora spero che riuscite a trovarlo presto. Dato che mi trovo qui, che ne dite di ordinare? Così mentre aspettate mettete qualcosa sotto i denti.- propose e noi annuimmo.
Dalla tasca del grembiule, prese un piccolo taccuino un pò malandato e una matina, in attesa.
-Per me e Rhue va bene qualunque cosa. Kai, tu cosa vuoi?-
Guardai il mio amico, in attesa. Non la smetteva di guardare la ragazza con occhi stralunati.
-Te...- bisbigliò Kai e la ragazza arrossì. Immediatamente arrossì anche lui e tonò in sè.
-Volevo dire tè... Tè verde!- esclamò lui, cercando di rimediare al suo imbarazzo.
Tutti e tre lo guardammo sorpreso.
-Ma Kai... Sono le due del pomeriggio. Il tè si prende alle cinque.- dissi, guardandolo, cercando di capire cosa gli fosse preso.
- E allora? Il tè verde purifica il corpo.- rispose, girandosi e distogliendo lo sguardo.
La ragazza mi guardò ed io alzai le spalle, confuso quanto lei. Poi, facendo finta di nulla, lei ritornò a parlare.
-Quindi vi porto la specialità della casa per tutti e tre. Compreso il tè verde.- disse e se ne andò verso la cucina.
Quando fu abbastanza lontana, Kai si passò una mano tra i capelli, frustato.
-Sono sembrato stupido, non è vero?-
Io e Rhue annuimmo, soffocando una risata. Dopo una mezz'ora, la ragazza tornò con le nostre ordinazioni e il tè verde voluto dal mio amico. Mangiammo in tranquillità, quando vidi Landorus alle spalle di Kai.
-Chi ma può bere tè alle due del pomeriggio?!- disse, fissando la brocca con il tè verde che si trovava sul tavolo.
Kai, a quell'affermazione, alzò gli occhi dal tavolo e mi guardò.
-E basta! Lo so che non si beve a quest'orario, ma ora finitela!-
Io e Rhue scoppiammo a ridere, mentre Landorus ci guardava in modo strano. 
-Dai, Landorus. Siediti qui con noi!- lo invitò Rhue e lui non si fece pregare due volte.
Spostò leggermente la sedia accanto a Kai e si sedette, però prima di sedersi del tutto, si girò verso la ragazza, che era intenta a pulire un tavolo.
-Rose! Mi porti una birra, per favore?-
La ragazza, sentendo il suo nome, si voltò e annuì.
-Arriva subito!- esclamò, correndo in cucina non appena finì di pulire.
Kai deglutì lentamente e lo guardò, sorpreso.
-Sai il suo nome?- chiese, molto lentamente.
Landorus lo guardò, confuso.
-Ovvio che la conosco! E' una mia amica, ma non vi ho chiamato per parlarvi di lei... Vi ho chiamato per chiedervi aiuto.- 
Kai annuì e ritornò a fissare il cibo nel piatto.
-Lo so, Kaito mi ha raccontato la situazione. E sappi che ti darò il mio appoggio. In fondo abbiamo un obiettivo in comune. Ora, però, parlaci facci una panoramica della situazione. Cosa sta accadendo?-
Landorus annuì, ma si guardò intorno. Forse aveva visto qualcosa che non andava.
-Ve ne parlerò, ma non qui. O almeno non adesso.- disse, tornando a guardarci.
Tutti e tre lo guardammo.
-Perchè? Qualche giorno fa avevi detto che questo era un posto sicuro e che la locandiera era tua amica.- disse Rhue, scuotendo la testa, confusa quanto noi.
-La figlia dei locandieri è mia amica. E da come avete sicuramente capito è la ragazza a cui ho chiesto un boccale di birra, Rose. Questo è un posto sicuro, certamente, ma solo quando i propretari, i genitori di lei, non ci sono. Loro sono molto fedeli alla Regina e se incominciassero a sospettare di qualche movimento rivoluzionari, non ci penserebbero due volte ad informare Azula e ottenere una ricompensa.- spiegò.
-Quindi diventerebbero sue spie e lavorerebbero per lei.- capì al volo il mio amico e Landorus annuì.
-Esatto! In più se scoprirebbero la tua vera identità, succederebbe il finimondo. Azula farebbe di tutto pur di vederti morto. Anche pagare dei locandieri per ucciderti durante la notte.-
Non appena ebbe finito di parlare, arrivò Rose che posò la birra sul tavolo.
-Ecco a te, Landorus!- disse, con un sorriso.
Lui si girò e la guardò, ricambiando il sorriso.
-Grazie mille!-
La ragazza sorrise di nuovo e tornò al suo lavoro, mentre Landorus, velocemente, si portò il bicchiere stracolmo alla bocca e, in un unico sorso, la buttò giù. Quando finì, posò il boccale ormai vuoto sul tavolo e si pulì la bocca con il dorso della mano.
-Incontriamoci oggi pomeriggio verso il tramonto nel bosco. C'è una casa abbandonata che uso come punto di incontro con i ribelli. Lì potremmo parlare indisturbati e lontani da occhi indiscreti.- 
-Come faremo a trovarla?- chiesi e lui si sporse verso il centro del tavolo, parlando a bassa voce, per non farsi sentire da altri al di fuori di noi.
-Camminate nel bosco fino a quando non trovate un piccolo ruscello. Seguitelo, andando verso nord. Dopo un dieci minuti di cammino troverete la casa.- disse e se ne andò.

Come ci disse Landorus, un'ora prima che tramontasse il sole, ci mettemmo in cammino per il bosco e seguimmo il ruscello, fino ad arrivare alla casa abbandonata. Come ci si poteva aspettare, era una piccola casupola fatiscente, con i muri ricoperti quasi del tutto da edera rampicante e alcune finestre rotte. Ci avvicinammo e, lentamente, entrammo. L'interno era spoglio. C'erano solo un tavolo e una sedia, tutte impolverate, e un camino lurido. 
Camminamo per la piccola stanza, quando notai delle scale ed in cima ad esse, c'era una porta socchiusa da cui si intravedeva la luce delle candele.
Feci segno a Rhue e a Kai di seguirmi e salimmo le scale. Arrivati di fronte alla porta e bussai. Non ricevendo alcuna risposta, bussai di nuovo.
-Landorus, ci sei? Sono Kaito.- dissi e Landorus aprì la porta, facendoci entrare.
Quando entrammo in quella stanza, che sembrava una soffitta, rimasi a bocca aperta. Era ben illuminata, con le candele che erano sparse per tutta la stanza rettangolare, c'erano sedie e alcuni tavoli, disposti di fronte ad un palco improvvisato, posto sotto all'unica finestra della soffitta.
-Grazie per essere venuti qui.- disse Landorus appoggiandosi al palco, mentre noi tre ci sedemmo su delle sedie di fronte a lui.
-Figurati. Comprendiamo bene la situazione che stai affrontando insieme ai Ribelli. Ora aggiornaci, in modo da sapere cosa dobbiamo fare.- dissi e lui annuì.
-La situazione è come tre giorni fa, quando vi ho incontrato. Solo che stiamo incontrando varie difficoltà.-
-Difficoltà?-
-Esatto. Come sapete, sono tre mesi che sono a capo di questi piccolo gruppo e, qualche settimana fa, abbiamo avuto delle rivolte, per così dire, interne. La maggior parte del gruppo è formato da ragazzi giovani che vivono ancora con i loro familiari che, a loro volta, sono molto legati alla Regina. Alcuni genitori hanno scoperto i figli ad uscire di nascosto la sera per venire qui e, giustamente, i ragazzi hanno raccontato loro tutta la verità. I padri, indignati del comportamento dei Ribelli, hanno incominciato a metterci i bastoni tra le ruote. Ci distruggono mappe e progetti, fanno sparire le poche armi che abbiamo e cercano di fare il lavaggio del cervello ai figli.-
Tutti e tre lo guardammo, in silenzio. Non credevo che alla fine ci fossero stati dei problemi di questa natura. Credevo che tutta la popolazione fosse d'accordo con la ribellione contro Azula. Invece c'era ancora gente che credeva ciecamente nella loro Regina, non riuscendo a vedere la realtà effettiva della situazione.
-Quindi che vuoi fare?- chiesi
-Mi sembra ovvio, no? Andare avanti! Riuscirò nel mio intento e, anche se loro non vorranno appoggiarmi, non mi importa. Basta che riesca nel mio intento.-
Per la prim volta, ero d'accordo con Landorus e mi piaceva la sua determinazione, però Kai scosse la testa, contrariato.
-Ma senza l'appoggio di tutta la città, non puoi proprio permetterti di attaccare Azula. Perchè se è tutta la città a ribellarsi, automaticamente, incita a mobilitarsi anche le altre. E' una catena. Se la maggioranza della popolazione è contro, la minoranza non ha alcuna chance.-
-E' qui che entri in gioco tu!- disse Landorus, avvicinandosi al mio amico.
-In che senso?- chiesi, curioso.
-Ovviamente sono d'accordo con quello che ha detto, però, lei è un Re. Sa come coinvolgere le persone e accendere gli animi in battaglia. Ho tentato di convincerli io, ma non ci sono riuscito. Sono sicuro che, invece, lei ci riuscirà.- 
-Quindi, Kai, oltre a dovervi finanziare, dovrebbe pure spingere i fedeli alla Corona a seguire il tuo gruppo?- fece Rhue, facendo un "riassunto" di quello che intendeva dire il suo amico.
Landorus annuì, un pò imbarazzato.
-Sempre se il Re Harmonia è d'accordo.-
Kai si alzò e, sorridendo, gli mise un mano sulla spalla.
-Certo che lo farò, Landorus. Ho detto che ti aiuterò e lo farò. Inoltre dammi del tu, tanto siamo amici e, in più, nessuno dovrà sapere che sono il Re Harmonia, altrimenti, al posto di aiutarti, peggioro solo le cose.-
Landorus sorrise, in segno di gratitudine, quando si sentì uno strano rumore provenire dal piano di sotto.
-Saranno arrivati i ragazzi per la riunione. Venite, seguitemi sul palco.- disse Landorus, salendo sul piccolo soppalco e noi lo seguimmo, però prima che la gente arrivasse, io e Rhue ci calammo il cappuccio sulla fronte.
Dopo pochi minuti, entrò un gruppo di cinquanta persone, che aveva riempito la soffitta di chiacchere e risate. Lentamente tutte le cinquanta persone si sistemarono sulle sedie e si girarono verso il palco, in attesa.
-Buonasera, ragazzi! Ci siete tutti?- chiese Landorus, sorridendo.
-Ciao, Landorus! Purtroppo i miei cugini non possono venire perchè sono troppo impegnati con il lavoro.- disse un uomo che si trovava in fondo alla stanza, appoggiato al muro con le braccia muscolose conserte, dai capelli lunghi e folti, una barba appena accennata. 
-Non ti preoccupare, Tom! Basta che li aggiorni di quello che parliamo nelle riunioni. Oltre ai suoi cugini manca qualcun'altro?-
Gli altri si guardarono intorno e scossero la testa.
-Bene, allora possiamo iniziare.- disse Landorus, ottenendo l'attenzione di tutti i presenti.
-Oggi, prima di iniziare a parlare di altre cose, vorrei presentarvi tre nuovi membri del nostro gruppo e ci aiuteranno ad andare contro la Regina Azula.- continuò, poi lasciò la parola a Kai che, con un sorriso raggiante, si presentò.
-Buonasera! Il mio nome è Kai, ho 22 anni e vengo dalla città di Boreduopoli. Piacere di conoscervi!-
Tutti, all'unisono, lo salutarono, per poi concentrare la loro attenzione su di me. Avevo il cuore che mi batteva a mille e le mani che mi tremavano. Avevo paura della loro reazione quando mi sarei abbassato il cappuccio e mostrato il mio volto. Nel loro regno ero ricercato, inoltre tutte le città Phoenix erano tappezzate da manifesti in cui si vedeva il mio volto visto unito a quello della mia versione Pokèmon.
Rhue, notando il mio nervosismo, mi strinse la mano e mi sorrise. Ricambiai il sorriso. La amavo così tanto.
Ero pronto a togliere il cappuccio, ma mia moglie fece prima di me e mostrò il suo viso, suscitando meraviglia nel pubblico.
-Salve. Io sono Rhue, ho ventun'anni e sono la sorellastra di Azula. Ormai sono due anni che sono scappata dal suo palazzo e vivo nei pressi di Roteolia. Piacere di conoscervi!-
Tutti la osservavano, meravigliati. Era caduto un silenzio quasi inquietante. Se era questa la loro impressione nel vedere Rhue, non osavo immaginare cosa avrebbero fatto nel vedere me.
-Tu sei la Principessa Rhue?! Quella... Principessa Rhue?!- esclamò Tom, allontandosi dal muro su cui era appoggiato.
Rhue annuì, non capendo il loro stupore.
-E' molto più bella di come la descrivono...- disse un ragazzo sui 19 anni, seduto in prima fila, che la guardava come se avesse appena visto una visione.
Mi trattenetti di fare una scena di gelosia, mentre Rhue ringraziava dei complimenti con un sorriso cordiale. Però oltre a essere geloso, ero anche fiero di me stesso. Ero riuscito a far innamorare di me la Principessa di bella di tutta Unima... Che guarda caso era Reshiram, il Pokèmon della Verità.
-Coma ha fatto a fuggire da palazzo?- chiese improvvisamente una ragazza.
Gli occhi di Rhue guizzarono prima sulla ragazza, poi su di me.
-E' una storia lunga, che sarò felice di raccontarvi, però prima c'è un'altra persona che si deve presentare.- disse e dedicò la sua attenzione a me.
Lei mi sorrise, mentre Kai mi mese una mano sulla spalla.
Feci un respiro profondo e mi calai il cappuccio, sforzandomi di sorridere. Quando le persone videro la mia faccia, scattarono in piedi.
-E' Zekrom!- urlò una donna.
Le persone che si trovavano in prima fila, impaurite, si allontanarono cautamente, evitando di fare rumori indiscreti, e mi guardavano.
-Tu sei ricercato nel nostro Regno!- urlò un uomo sulla trentina e con un paio di occhiali tondi davanti agli occhi color caramello.
Aprii bocca per ribattere, ma le parole mi morirono in gola. Non sapevo cosa dire o come comportarmi. La paura tornò ad assalirmi. Non volevo che loro pensassero male di me... Kai, allora, prese le mie difese.
-Lo sappiamo bene che è ricercato, ma lui ha offerto il suo aiuto alla vostra causa! Il vostro è un ideale molto nobile e lui, essendo Zekrom, ha voluto offrirvi il suo appoggio. Non è cattivo, ve lo assicuro! Lo conosco da quando ero piccolo e vi posso assicurare che non farebbe del male nemmeno ad un cucciolo di Kangaskhan. Di lui vi potete fidare.-
Tutti fissavano Kai, poi i loro sguardi si posarono su di me. Lentamente tornarono a sedersi e la mia paura sparì.
-Beh... Allora, piacere di conoscerti Zekrom.- disse Tom, tornando al suo posto.
-Il piacere è tutto mio. Però non chiamatemi Zekrom.... Chimatemi Kaito. E' questo il nome con cui sono cresciuto e voglio che rimanga tale. Grazie per avermi accettato nel vostro gruppo!- dissi, facendo un piccolo inchino.
Landorus fece un applauso e si fece avanti.
-Bene! Ora che abbiamo presentato i nostri nuovi membri, possiamo procedere con la riunione.- disse, però venne interrotto da un'alzata di mano.
-Scusa l'interruzione, Landorus. Ma vorrei fare una domanda a Kai, Kaito e alla Principessa.- disse il ragazzo con gli occhiali.
Landorus annuì e il ragazzo continuò.
-Ecco... Vorrei sapere cosa vi ha spinto ad unirvi a noi. Cosa pensate della Regina Phoenix?-
-E' una bastarda!- esclamò Kai, con una smorfia.
-Una stronza!- dissi, invece, io, facendo rombare nel cielo un fulmine.
-Una puttana che si è portata a letto mio marito!- disse Rhue, con uno sguardo glaciale.
A quella sua strana affermazione, mi voltai di scattò verso di lei, seguito a ruota da Kai, e la osservammo, sorpresi.
-Come fai a sapere che...- dissi, fermandomi di colpo, perchè il solo ricordare il fatto che ero andato a letto con Azula mi faceva accapponare la pelle.
All'improvviso mi ricordai di Kai. Non gli avevo ancora detto che io e Rhue ci eravamo sposati. Mi voltai e lo vidi che ci osservava, a bocca aperta, incredulo e confuso allo stesso tempo.
-Marito?!- esclamò, guardando me, ma poi il suo viso si illuminò e mi rivolse la sua classica occhiata maliziosa.
Io sospirai e annuii, dando conferma alla sua idea.
-Amico mio, sei un uomo fortunato! Però continuo a non capire una cosa... Sei andato a letto con Azula?-
Abbassai lo sguardo, arrossendo di colpo. Non andavo fiero di quello che avevo fatto...
-S-Sì... Però è una vecchia storia! Quindi fate finta che non ci sia stato nulla!- dissi, ma, non appena ebbi finito di parlare, si sentì la porta aprirsi.
Tutti i presenti si voltarono verso di essa e vedemmo una figura minuta, coperta da un lungo mantello, ferma sulla soglia. 
-Non credevo che riuscissi a venire.- disse Landorus, scendendo dal palco.
-Nemmeno io, però alla fine sono riuscta a liberarmi dal lavoro.- disse, portandosi le mani ai bordi del cappuccio per calarselo.
Quando mostrò il suo viso, io e Kai rimanemmo a bocca aperta. Rose, la figlia dei locandieri molto fedeli alla Regina, era una ribelle.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Rose ***


Capitolo 18: Rose


-Kaito
Io, Kai e Rhue eravamo nel covo dei Ribelli guidati da Landorus, nella foresta che circondava Ponentopoli. Si trovava nella soffitta di una casa abbandonata da tempo e poteva accogliere circa una sessantina di persone. Era un buon posto per delle riunioni segrete. Però la cosa che mi sorprese di più, fu trovare la figlia dei locandieri, Rose.
Non mi sarei mai immaginato che Rose fosse una ribelle. I suoi genitori erano molto fedeli ad Azula e non osavo nemmeno immaginare cosa avrebbero fatto, quando avrebbero scoperto che la figlia andava contro la loro amata Regina.
-Buonasera.- salutò Rose, con uno splendido sorriso.
I presenti ricambiarono il saluto, poi gli occhi della ragazza caddero su Kai, che la guarda, assorto.
-Quindi era questa la cosa personale di cui dovevate parlare con Landorus?- chiese, ma il mio amico non rispose, continuava a fissarla con un sorrisino ebete in faccia.
Notando l'imbarazzo che si era creato nell'aria, diedi una pacca sulla spalla a Kai, cosa che lo fece tornare alla realtà.
-Oh... Sì, tu, invece, sei del gruppo. Non ce lo aspettavamo.- disse.
-Nessuno se lo aspetta da me...- disse lei, abbassando lo sguardo.
Kai scese dal palco e la raggiunse, sempre con il sorriso dipinto in faccia.
-Dato che sei del gruppo, mi sembra giusto che, come gli altri, tu sappia i nostri nomi! Io sono Kai, piacere di conoscerti.- disse e, com'era d'altronde abituato, fece un piccolo inchino.
Rose arrossì dal suo gesto e cercò di mascherare il rossore, senza successo.
-Anche per me è un piacere conoscerti, Kai. Io, da come hai sentito dagli altri, mi chiamo Rose.- ricambiò lei, facendo anche lei un piccolo inchino, poi il mio amico si girò verso di noi e ci presentò.
-Lui è Kaito, il mio migliore amico. Mentre la donna affianco a lui è, da come ho appena saputo, sua moglie, la Principessa Rhue.-
Io e Rhue con un gesto della mano la salutammo, poi Lanodrus, annoiato, tornò sul palco e battè le mani, per ottenere l'attenzione di tutti.
-Bene, ora che abbiamo finito, finalmente, con le presentazioni, possiamo andare avanti con questa specie di riunione.-
Tutti e tre, insieme a Rose, ci sedemmo intorno ad un tavolo in prima fila e dedicammo tutta la nostra attenzione a Landorus, che incominciò a dire quello che avremmo fatto il giorno dopo.
-Domani mattina, come molti di voi sanno, ci sarà un incontro in piazza per cercare di coinvolgere altre persone, e soprattutto viaggiatori disposti ad aiutarci, nel nostroo gruppo, in modo da costituire un esercito abbastanza numeroso  per marciare verso il palazzo e sconfiggere l'esercito dei Phoenix. Dopo l'incontro, ci riuniremo dietro alla locanda di Rose e ci organizzeremo per saccheggiare il deposito di armi che abbiamo scoperto sotto il Monte Vite.-
-E ci sarai tu a presenziare all'incontro?- chiese un ragazzo biondo, seduto alle nostre spalle.
-Qui le cose cambieranno. A parlare sarà Kai.-
Quando Landorus disse che sarebbe stato il mio amico a parlare, si alzò un mormorio contrariato.
-Perchè lui? E' appena arrivato nel gruppo, come può prendere il tuo posto ad una cosa importante?-
Landorus guardò prima noi, poi tornò a guardare il ragazzo che aveva posto la domanda.
-Hai ragione, ma Kai è più che qualificato per parlare all'incontro.- rispose.
Il ragazzo annuì e Landorus potè tornare al suo discorso, ma Kai alzò la mano. Ci voltammo e lo guardammo.
-Si, Kai?- fece Landorus, in modo da farlo parlare.
-Vorrei capire una cosa... Perchè non hai chiesto aiuto ad Austropoli? E' l'unica città di Unima che ha un governo indipendente e ha un esercito ben addestrato, per non parlare delle numerose armi e dei fondi che possiede.- 
Guardai Landorus. Kai non aveva tutti i torti. Perchè non ci aveva pensato anche lui?
Lui sospirò e lo guardò, accigliandosi.
-Perchè se avessi chiesto aiuto ad Austropoli la notizia si sarebbe sparsa per il Regno e Azula avrebbe avuto modo di ostacolarci. In più Austropoli ha un trattato di alleanza con gli Harmonia e la nostra non sarebbe più stata una ribellione, ma una guerra su larga scala e la situazione sarebbe degenerata ancora di più. Ti basta come risposta?- fece e Kai, non potendogli rispondere, annuì e tornò a sedersi.
E' vero che Austropoli aveva un trattato di pace con il Regno di Kai, stipulato anni prima dal nonno del mio amico, ma il tono di Landorus mi aveva dato fastidio. Come si permetteva di parlare in quel modo ad un Re? In fondo era stata sua l'idea di chiedere aiuto a Kai... Doveva portargli un pò più di rispetto. Di certo, però, non potevo dirgli nulla, altrimenti la copertura del mio amico sarebbe saltata. Anche perchè aveva ragione... La notizia si sarebbe sparsa per la regione, Azula avrebbe immediatamente collegato l'aiuto di Austropoli con il Regno Harmonia e attaccato il palazzo, approfittando dell'assenza di Kai. 
-E la spedizione nel Monte Vite?- chiesi, curioso di sapere cosa avesse in mente Landorus.
-Quando facevo parte dell'esercito di Azula, due anni fa si era sparsa la voce della costruzione di un campo di addestramento segreto all'interno del Monte Vite. All'epoca, però, non ci avevo dato molta importanza a queste voci, perchè non mi importavano. A quel campo ci sarebbero andate le squadre speciali, quelle che Azula avrebbe mandato nel caso in cui avrebbe voluto uccidere qualcuno senza farsi scoprire. In poche parole venivano addestrati i sicari. Addirittura alcuni dei miei compagni di stanza credevano fosse solo una diceria e che non ci fosse nessun campo nel Monte Vite, invece, qualche settimana fa, un mio amico, che fa parte del dipartimento di Archeologia di Libecciopoli, ha scoperto, dietro ad un enorme masso, un passaggio segreto che conduceva proprio al campo.-
Io e Kai ci guardammo, sorpresi da quella notizia. 
-Quindi che faremo?- chiese Rose.
Landorus si avvicinò al bordo del soppalco e si sedette.
-Purtroppo non lo possiamo distruggere, altrimenti Azula si insospettirebbe. Dobbiamo solo prendere più armi possibili.-
Si diffuse uno strano mormorio nella sala. Nessuno era convinto della spedizione.
-So benissimo che è pericoloso, ma dobbiamo farlo. Abbiamo pochissime armi e quelle che si trovano nella base al Monte Vite ci farebbero comodo.- spiegò Landorus, ma io mi alzai, contrariato.
-E, secondo te, Azula non si accorgerà delle armi rubate? Cercherà in tutti i modi di capire chi è stato.-
Lui mi guardò e si alzò, venendo verso di me.
-Azula è troppo impegnata a pensare a trovarti, quindi, quando le diranno delle armi sparite, non se ne importerà molto. L'unica cosa che farà sarà quello di punire i poveracci che erano di turno al magazzino, poi si dimenticherà della faccenda e farà sostituire le armi come se nulla fosse successo.-
Lo squadrai, meravigliato. Davvero Azula si comportava in quel modo? Quindi si importava solo di quello che interessava a lei e non delle questioni che riguardavano il suo esercito o il suo Regno... Ora comprendevo a pieno il motivo per cui si stavano ribellando.
-Ma riusciremo a prenderle tutte? Voglio dire... Quel posto pullula di soldati ben addestrati e noi siamo un misero gruppo di sessanta persone e soltanto una decina di persone sa combattere seriamente.- disse un uomo corpulento, con dei grossi baffi grigi.
-Infatti non le prenderemmo tutte, Karl. Prenderemo un paio per tipo, così, una volta tornati a Ponentopoli, potremmo riprodurle. Ed è vero... Ci sono molti soldati, ma noi abbiamo l'arma vincente.- spiegò Landorus, mettendomi una mano sulla spalla e guardandomi in modo strano.
Io lo guardai e allontanai la mano dalla mia spalla, facendo una smorfia.
-Cosa intendi per "arma vincente"?- chiesi, lentamente, anche se sapevo benissimo cosa intedesse dire.
Lui alzò le sopracciglia, divertito.
-Beh... Tu sei Zekrom e, nel caso in cui ci scoprissero, tu fermerai i soldati.-
Immediatamente, scossi la testa e mi allontanai da lui.
-Scordatelo! Ti ricordo che sono ricercato. Se mi scoprono girovagare nella base, Azula si muoverà. L'hai detto tu stesso... Lei è troppo impegnata a cercare me. E' come servirmi su un piatto d'argento.-
Landorus mi fece una smorfia.
-Non ho detto che devi per forza usare i tuoi poteri da Zekrom. Dico solo che, se la missione non procede come previsto, dovrai usarli per salvarci. Tutto qui.-
Lo guardai con indifferenza. Ho sempre odiato le persone che ti usano solo per un loro tornaconto.
Dopo aver stabilito tutti i preparati per il giorno dopo, la riunione finì e il gruppo si sciolse, ognuno tornando alla propria casa. Con grande meraviglia, la luna era lata nel cielo e regnava sovrana nel bellissimo cielo stellato. Noi tre fummo gli ultimi ad uscire, preceduti da Rose, che con passo svelto si dirigeva verso la città. Kai non appena la vide, corse verso di lei e la fermò.
-Rose! Aspetta!-
La ragazza sentendo il suo nome si girò e, non appena vide Kai, si fermò e sorrise.
-Ciao...- disse, cercando di ricordare il suo nome.
-Kai. Mi chiamo Kai.- fece lui con uno splendido sorriso che non lasciò indifferente la ragazza.
Rose annuì.
-Sì, scusa. Cosa c'è? Serve aiuto?-
-In realtà sì. Io e i miei amici non sappiamo dove dormire. Non è che alla tua locanda sono rimaste delle stanze libere?- chiese Kai, anche se quello che più gli importava era quello di attaccare bottone con lei.
-Certo. Proprio oggi si sono liberate due stanze. Venite con me, che vi porto alla locanda.- disse e tutti insieme ci incamminammo verso Ponentopoli.
Io e Rhue camminavamo mano nella mano dietro ai due, che, lentamente, camminavano. Anche se stavamo dietro di loro, potevo sentire tutto quello che si dicevano.
-Grazie! Ci hai salvato! Non mi andava di dormire ancora sotto un albero, al freddo.- disse Kai sorridendo e la ragazza lo guardò, confusa.
-Ma se sei un viaggiatore dovresti essere abituato.- 
-Infatti ci sono abituato, ma solo d'estate. Ho sempre amato addormentarmi sotto un bellissimo cielo stellato.-
Rose abbassò lo sguardo, amareggiata.
-Deve essere fantastico viaggiare, vedere luoghi che nessuno ha mai visto...-
-Parli come una persona che non ha mai viaggiato.- disse Kai, ingenuamente.
-Infatti è così.- fece con un sorriso amaro. -Con il lavoro da locandiera non ho mai l'occasione di lasciare il villaggio. L'unico viaggio che faccio è con la mente, quando sento i racconti dei viaggi straordinari fatti dai miei clienti o quando leggo i miei amati libri. A volte penso che farò la fine dei miei genitori.-
-Dai, non dire così. Sono sicuro che il destino ti ha riservato qualcosa di più, che fare la semplice locandiera.-
Rose lo guardò e sorrise.
-Tu dici?-
-Certo! Anzi... Ti faccio una promessa. Finita la questione della ribellione, ti porterò ovunque vorrai!- fece Kai, cercando di risollevare il morale a Rose, che nel frattempo, per l'imbarazzo, si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Ma se ci conosciammo appena! Non mi sembra il caso di partire con uno sconosciuto...-
-Allora ci conosceremo meglio!- disse il mio amico e lei si limitò a guardarlo, assorta. 
Tra loro cadde il silenzio, poi Rose tornò a parlare.
-"Kai"... Che bel nome. Sembra il nome di un principe.- disse, guardando il cielo.
Kai si fermò e si girò verso di me, preoccupato. Solo dal nome, aveva intuito qualcosa. Però, ovviamente, lei non diceva sul serio. Subito dopo, Kai aumentò il passo e la raggiunse.
-Beh... Mia madre era fissata con i reali.- disse Kai, cercando di rendere la cosa più scherzosa possibile e ci riuscì, perchè Rose rise.
-Una fissa molto strana!- fece e Kai, sentendola ridere, incominciò anche lui.
-Vero... Ancora oggi mi chiedo perchè mi abbia dato questo nome. Sembra il diminutivo di "Kaito". Ci sono altri nomi molto più carini.-
Scoppiarono a ridere entrambi. Come era bello vedere Kai ridere spensierato. Erano passati due anni e mi sembrava tornato come era prima, sebbene fosse maturato e avesse preso coscienza dei suoi doveri. Però ero, allo stesso tempo, preoccupato. Avvicinarsi troppo a Rose, lo avrebbe reso vulnerabile e se si fosse innamorato di lei la sua copertura sarebbe saltata. Ma forse mi sbagliavo. Lui era l'eroe degli Ideali... Se avesse avuto una donna da proteggere, la sua motivazione a sconfiggere Azula sarebbe aumentata.
Una volta arrivati in città, nei pressi della locanda, Rose si fermò.
-Credo che ci dovremmo separare qui...- disse e Kai la guardò, dispiaciuto.
-Perchè?-
-Perchè ora nella locanda c'è mio padre e, se mi vede alzata, sarà un bel guaio e non mi farà più uscire dalla mia stanza.- spiegò Rose.
Io e Rhue guardammo Kai, in attesa di una sua reazione.
-E chi ci farà vedere le stanze?- fece il mio amico, fermando la ragazza che era già diretta verso il retro della locanda.
Lei sospirò.
-Ve le farà vedere mio padre! Ora devo andare, prima che mi scoprano! A domani mattina!- disse e corse verso una stradina che era chiusa da un piccolo cancello di ferro, ornato da foglie e fiori. Rose lo aprì e, dopo averlo chiuso alle sue spalle e averci salutato con un sorriso, sparì nel giardino.
-Su, Kai. Andiamo.- dissi, ma il mio amico rimase fermo a guardare il cancello.
Sospirai e lo presi per un braccio, trascinandolo verso l'ingresso della locanda.
-Dai, la rivedrai domattina!-
Detto ciò, Kai si liberò dalla mia presa e, annoiato, entrò.

-Rhue
La mattina successiva, mi svegliai con la sensasione che qualcosa di caldo che mi accarezzava un braccio e poi due labbra che, con delicatezza, mi tempestava la schiena di baci. Con un sorriso raggiante, mi voltai e baciai Kaito, che, a sua volta, lo ricambiò.
-Buongiorno...- dissi e lui mi baciò di nuovo.
-Buongiorno.- ricambiò lui e, questa volta, mi baciò il collo.
-E' un bel modo di svegliarmi.- feci, mettendogli le mani intorno al collo.
Lui si alzò sulle braccie e mi persi nei suoi occhi azzurri.
-Allora ti sveglierò sempre così!- disse con un sorriso a trentadue denti.
Ricominciammo a baciarmi, quando, improvvisamente, sentimmo qualcuno bussare alla porta. Io e Kaito facemmo finta di nulla e continuammo, ma bussarono una seconda volta e, questa volta, più insistente.
-Non mi interessa cosa state facendo, miei cari sposini, ma alzatevi che abbiamo tante cose da fare!- urlò Landorus dall'altro lato della porta.
Kaito, non appena capì ce era Landorus, fece una smorfia e cadde sulla schiena, frustato.
Lentamente si alzò e si andò a lavare, mentre io rimasi un altro pò nel letto, fino a quando Kaito non scese a fare colazione ed io potei vestirmi con calma.
Dopo una ventina di minuti, scesi e mi sedetti accanto a mio marito al tavolo vicino alla finestra. Dopo un pò si avvicinò Rose con un bellissimo sorriso.
-Buongiorno!-
-Buongiorno, Rose!- ricambiai il saluto.
-Volete qualcosa di particolare stamattina?-ci chiese, ma mio marito scosse la testa.
-Grazie, Rose, ma non vogliamo nulla. Va bene qualunque cosa.-
Rose annuì, ma prima di tornare in cucina, chiese di Kai. Kaito la fissò, come se non avesse capito cosa intendesse dire, poi sbarrò gli occhi e si alzò di colpo.
-Kai!- urlò e corse al piano di sopra, dove stava la camera del suo amico.
Lei mi guardò confusa ed io alzai le spalle, cercando di non farle capire che Kaito si era comportato in quel modo perchè Kai non si sarebbe mai svegliato da solo. I nobili vengono sempre svegliati dai loro servitori e, quando quest'ultimi non lo facevano, si alzavano molto tardi. La vita aristocratica è sempre stata molto pigra.
Mentre aspettavo Kaito e Kai, arrivò Landorus, che si sedette di fronte a me con un tazza di latte Mumù in mano.
-Ma come? Lo sposino è scappato?- fece, ironicamente, ma io lo linciai con lo sguardo.
-La smetti, per favore, di fare queste battute di poco gusto? Danno parecchio fastidio.- dissi, con le mani incrociate davanti al petto e guardando fuori dalla finestra.
-Mi scusi, Principessa. La mia intenzione non era quella di infastidirla...- 
Quando mi voltai a guardarlo, notai che mi stava fissando. Era dispiaciuto davvero. Sorrisi.
-Quindi non ci prenderai più in giro?- feci, con la vocina dolce e lui rise, per poi mettere la mano sinistra sul cuore e quella destra alzata.
-Lo giuro sulla mia vita!- disse, facendo la voce grossa.
Scoppiammo a ridere, ma venimmo presto interrotti da Kaito che cercava di tenere dritto Kai, che, nonostante gli occhi aperti, dormiva ancora. Mi alzai e spostai un pò la sedia, in modo che mio marito potesse far sedere il suo amico che, rimase in equilibrio per un paio di secondi, poi cadde come un peso morto sul tavolo.
Tentammo di rianimarlo, scuotendolo un pò e dandogli degli schiaffetti sulle spalle, ma ricevemmo in cambio solo un ghigno.
-E lui sarebbe un Re?- chiese Landorus, con una smorfia.
Dopo un paio di minuti, arrivò Rose con il vassoio in mano e, velocemente, pose le varie tazze sul nostro tavolo.
-Buongiorno, Kai!- esclamò felice la ragazza e Kai, non appena sentì la sua voce, si drizzò e le sorrise. Di colpo non aveva più sonno ed era fresco come una rosa.
-Buongiorno anche a te, Rose! Dormito bene?- 
Rose si portò il vassoio al petto e lo strinse, sorridendo.
-Sì, grazie. Tu?-
Kai aprì bocca per rispondere, ma Kaito lo anticipò.
-Benissimo! Ha dormito fino a qualche secondo fa!-
Il Re Harmonia guardò Kaito in cagnesco, poi posò di nuovo lo sguardo su Rose e tentò di risolvere la situazione, ma venne di nuovo interrotto. Questa volta da Landorus.
-Così bene che lo svegliano solo le belle notizie che portano con loro un vassoio...-
Lui sbuffò e si coprì la faccia con entrambe le mani, trattenendo un urlo. La ragazza stava per mettergli una mano sulla spalla, per consolarlo, ma venne chiamata da un signore in fondo alla locanda.
-Ora devo andare... Scusatemi!- disse e tornò a lavorare.
Quando Rose fu abbastanza lontana, Kai si tolse le mani dalla faccia e squadrò Kaito e Landorus che ridevano sotto i baffi.
-Vi piace proprio prendermi in giro, eh?-
-Scusa, Kai, ma ci voleva.- disse Kaito, smettendo di ridere e facendo uno sguardo colpevole.
Il suo amico annuì e tornò a sorridere, incominciando a dedicarsi alla sua colazione.

Un paio di ore dopo, io e Kai ci dirigemmo verso il luogo in cui ci sarebbe stato l'incontro. Invece Kaito, quella mattinata, andò con Landorus al covo per stabilire i dettagli della spedizione alla base nel Monte Vite. 
Io e il Re Harmonia ci incamminammo in silenzio, quando qualcuno ci fermò.
-Kai! Rhue! Aspettatemi!-
Noi ci girammo e vedemmo Rose che correva più veloce che poteva verso di noi. Kai, nel vederla, si illuminò.
-Ciao, Rose. Cosa c'è?- chiesi, curiosa di sapere perchè ci avesse fermati.
Lei si fermò, con il fiatone. Prima di rispondere alla domanda, riprese fiato.
-State andando all'incontro in piazza, giusto?- chiese e noi annuimmo.
-Perchè? E, sopratutto, che ci fai qui? Non devi lavorare alla locanda?-
Lei scosse la testa e ci guardò.
-Mia madre mi ha mandato a fare la spesa al mercato e, poichè si svolge nella piazza della città, luogo in cui si svolge anche l'incontro, avevo pensato di venire con voi. Tanto non credo che ci vorrà molto.-
Aprii bocca per ribattere, perchè ritenevo fosse una cattiva idea, dato che, se i suoi genitori l'avessero scoperta, i piani dei ribelli sarebbero saltati. Però Kai mi anticipò.
-Certo che puoi venire con noi!-
Lo guardai, sbigottita. Su Kai l'amore faceva uno strano effetto... Anche se la parola "strano" non era adatta per il suo comportamento ambiguo. Era, come dire, tornando ai tempi di quando era un Principe. 
Rose sorrise a Kai, poi posò lo sguardo su di me.
-Anche lei è d'accordo, Principessa?- mi chiese.
Il mio sguardo passò da lei a Kai, che mi pregava praticamente con gli occhi di dirle che poteva. Sorrisi e annuii.
-Sì, puoi venire, Rose. Però non chiamarmi Principessa. Chiamami Rhue.- 
Lei mi ringraziò e tutti e tre camminammo verso la piazza, che raggiungemmo dopo una decina di minuti. Con mia grande meraviglia la trovammo brullicante di gente. C'erano donne che trattavano con i vari venditori, provenienti da tutta la regione; bambini che giocavano nella piazza ad inseguirsi, controllati dall'occhio vigile delle madri; uomini che discutevano sui prezzi e sulle merci da vendere. 
Al centro della piazza c'era una bella fontana e dietro di essa c'era un enorme cipresso, che, con i suoi lunghi rami, creava una zona d'ombra dove si riposavano alcuni Pokèmon.
Rose nel vedere tutta quella gente sbiancò.
-Sicuro che ce la farai a parlare davanti a tutte queste persone?- chiese a Kai, che invece guardava meravigliato la vita che c'era intorno a lui.
Capivo perfettamente quello che provava... Non sembrava per niente una cittadina in piena crisi.
-Certo che ce la farò. Ho dovuto parlare davanti a folle molto più numerose di questa... Sarà una passeggiata.- rispose il Re Harmonia, dirigendosi a grandi falcate verso la fontana.
Mi misi accanto a Rose e lo guardammo salire sul bordo della fontana. Si sistemò il mantello dietro le spalle, in modo da muoversi più agilmente, e guardò la folla.
-Buongiorno a tutti!- urlò, cercando di farsi sentire dalle persone che, però, non lo degnarono nemmeno di uno sguardo.
Kai li salutò di nuovo, con voce ancora più alta, ma non attirò la loro attenzione. Poi il suo sguardo si illuminò quando vede passare una bambina che giocherella con una ruota e un bastone di legno.
Scese dalla fontana, si avvicinò alla bambina che, subito dopo, gli prestò il bastone. Poi Kai corse verso una bancarella che vendeva pentole di metallo di tutti i tipi e ne prese una dal fondo piatto. Salì di nuovo sulla fontana e colpì la pentola con il bastone, generano un rumore così fastidioso che attirò l'attenzione di tutti i presenti. Quando si accertò di avere gli sguardi di tutti su di lui, sorrise, ridiede il bastone alla piccola, che lo guardava affascinata e posò la pentola accanto per terra.
-Buongiorno e grazie per avermi degnato della vostra attenzione. Il mio nome è Kai e sono venuto qui per parlarvi della situazione del Regno. So bene che non mi conoscete, ma almeno ascoltatemi.- attaccò e fece un pausa, per vedere se tutti lo stessero seguendo.
-E perchè ti dovremmo ascoltare?- urlò un uomo e, subito, si alzarono dei cenni di consenso dalla folla.
Kai riprese la pentola e la bambina gli riporse il bastone con un enorme sorriso. Risuonò la pentola e tornò a regnare il silenzio.
-Per favore! Conosco bene la situazione che incombe sulla città e sono venuto qui per aiutarvi!- esclamò Kai, ma lo stesso uomo che lo aveva attaccato all'inizio, tornò alla carica.
-A noi non ci serve il tuo aiuto! Viviamo bene! Abbiamo una Regina che ci governa bene e non ci possiamo lamentare!-
-E come può dire una cosa del genere? Solo perchè avete un mercato ben fornito, non significa che la vita qui sia bella. Avete mai provato a vedere lo stile di vita delle persone povere che vagabondano per la città o degli orfani? Loro non hanno molti soldi per prendersi un pezzo di pane o dei vestiti abbastanza pesanti per passare l'inverno. Se la vostra amata Regina non fosse troppo impegnata a combattere le sue guerre contro il Regno Harmonia, ci sarebbero più soldi e quelle povere persone vivrebbero meglio. Avrebbero pure i soldi per pagare le medicine per i propri figli che durante l'inverno si ammalano. Aprite gli occhi! Non considerate la vostra Regina come una persona da idolatrare.-
-E cosa dovremmo fare?- chiese una donna.
-Dovete ribellarvi! Ribellarvi alla Regina!- esclamò, camminando lungo la fontana e dalla folla si levò un mormorio molto insistente. Kai fece suonare per la terza volta la pentola e tutti tornarono a guardarlo.
-Lo so che vi sembrerà impossibile, ma lo dovete fare! Per vivere meglio in questo Regno! Se proprio non volete farlo per voi, fatelo per quelli che un giorno prenderanno il vostro posto in questo mondo. Rendetelo un posto più vivibile... Per voi, per i vostri figli... Per tutti. Potrete essere più felici.-
-Sarà pure vero quello che dici, ma credo che ribellarci sia una soluzione un pò estrema. Secondo me, se andiamo tutti dalla Regina e gli facciamo appello di tutte le problematiche che tu ci hai esposto, forse potrà lei stessa risolverli.- disse un uomo in prima fila e Kai lo guardò, prima di scoppiare a ridere.
-Come siete ingenui. Azula, anzi, la Regina Phoenix non se ne importa dei problemi dei suoi sudditi. Forse l'unica cosa che può fare è cacciarci dal suo palazzo e urlare di non presentarci più a scocciarla. Lei pensa solo a se stessa e a ciò che le interessa. Nient'altro. Ribellandoci potremmo far sentire la nostra voce e ci dobbiamo presentare come minaccia agli occhi della Regina... Solo così lei risolverà la situazione. E se proprio non vuole fare nulla per cambiare le sorti del suo regno, allora la toglieremo dal suo caro e amato trono!-
Finito il suo discorso, nella piazza cadde uno strano silenzio. Tutti i presenti lo fissavano... Chi con ammirazioni, chi con disprezzo. Altri, invece, parlavano tra loro, per capire cosa fare.
Kai rimase ancora sulla fontana, poi dopo un paio di minuti, sorrise e congiunse le mani.
-Con questo ho finito. Grazie per avermi dedicato il vostro tempo. Arrivederci!- disse e scese, dirigendosi verso di noi.
La folla, lentamente, si sciolse e tutte le persone tornarono alle loro mansioni.
-Come sono andato?- chiese Kai, una volta averci raggiunto.
Rose non rispose. Si limitava a guardarlo, assorta. Lo aveva guardato in quel modo per tutto il discorso. Era rimasta affascinata da lui.
-Sei andato alla grande, Kai.- dissi, sorridendogli e dando una gomitata alla mia vicina, risvegliandola dal suo stato di trans.
Rose guardò prima me, confusa, poi tornò a posare il suo sguardo sul Re Harmonia, che aspettava la sua opinione.
-Sì. Rhue ha ragione. Sei stato bravissimo.- disse e Kai arrossì.
Tra i due scese uno strano imbarazzo. Dovevo assolutamente fare qualcosa, altrimenti non ci saremmo più mossi da lì.
-Ma ora mi sorge un dubbio. Non possiamo di certo dire dove si trovi il covo.- 
Kai mi rivolse un sorriso rassicurante.
-Di questo si è già occupato Landorus. Tra la folla c'erano qualcuno dei nostri che avrebbero detto il luogo a chi avrebbe voluto unirsi al gruppo.- rispose Kai, poi all'improvviso sentimmo il rintocco delle campane.
-Sono le undici! Devo fare la spesa!- esclamò Rose, gettandosi a capofitto sulla prima bancarella che era più vicina.
Kai le corse dietro.
-Aspetta! Dimmi quello che devi prendere, così fai più in fretta!-
Io rimasi a guardarli. Poco a poco, Kai e Rose si stavano innamorando l'uno dell'altra.

-Kaito
Passai tutta la mattinata al covo a preparare, insieme a Landorus, i dettagli per la spedizione al Monte Vite. Nonostate l'ostilità che provavamo l'uno per l'altro, io e Landorus riuscimmo a lavorare bene e in fretta. Decidemmo di partire al tramonto, dato che verso quell'ora i soldati iniziavano a ritirarsi nelle loro tende. Saremmo arrivati lì con un gruppo di dieci persone, dove io e Landorus ci saremmo intrufolati con dei borsoni, avremmo trovato il deposito e saremmo tornati dal resto del gruppo, che ci aspettava fuori dal monte con i Rapidash, Dodrio e Zebstrika.
In caso di eventuale scoperta, avrei fatto in modo di far perdere le nostre tracce, creando piccole frane. Non potevo correre il rischio di trasformarmi, altrimenti Azula mi avrebbe cercato e catturato. Non volevo che Rhue soffrisse. 
Proprio come avevamo previsto, arrivammo ai piedi del Monte Vite prima del tramonto. Il gruppo ci aspettò fuori, nascosti nel bosco che circondava il monte, mentre noi due, con le sacche in spalla, ci introducemmo nel monte.
Con uno strano silenzio, perchè nessuno dei due aveva voglia di parlare con l'altro. Girammo per i bassi corridoi per un bel pò, fino a quando un vicolo cieco non ci sbarrò la strada.
Io e Landorus ci scambiammo un'occhiata d'intesa, cosa che mi fece rabbrividire, e lui incominciò a tastare la parete di fronte a noi, fino a quando non trovò l'angolo di una tavola di legno.
Posai la lanterna che ci faceva luce per terra, e andai ad aiutarlo a spostare la tavola.
Dopo un breve lavoro di braccia, riuscimmo a spostarla e trovammo un enorme buco che conduceva all'esterno. Posammo la tavola per terra, spensi la lanterna, e uscimmo. Chiusi gli occhi, dato che si erano abituati all'oscurità, e quando riuscii a riaprirli vidi davanti a me una gigantesca voragine, che sembrava quasi un cratere di un vulcano talmente era grande.
-Riusciremo a trovare le armi in un posto così grande?- chiesi, scoraggiato.
-Certo che lo troveremo. Andiamo, prima che faccia buio.- rispose Landorus camminando sulla piccola discesa che portava alla base.
Non appena finimmo la discesa, ci calammo i cappucci sulla testa e incominciammo a camminare tra le tende, evitando, ovviamente, il contatto con qualunque guardia. Arrivati al centro del cratere, Landorus si guardò intorno e cercò di trovare qualche indizio che ci conducesse al deposito di armi. 
All'improvviso vedemmo l'uomo incappucciato che usciva dalla sua tenda con in mano una lettera. Non appena lo vedemmo, Landorus tornò a nascondersi.
-Merda! Non credevo che ci fosse lui qui!- esclamò, stringendo i denti.
-Che si fa?- chiesi a bassa voce.
Landorus alzò le spalle.
-Non ne ho la più pallida idea. Dobbiamo essere molto più cauti, perchè se ci scopre saranno guai.-
Si sporse di nuovo e mi fece segno di andare avanti. L'uomo incappucciato non c'era e la strada era libera, però, qualcuno mi prese per un braccio e mi tirò.
Mi voltai di scatto, arrabbiato e sorpreso allo stesso tempo. L'uomo incappucciato mi mise una mano sulla bocca e mi fece segno di stare zitto. I miei occhi guizzarono su Landorus, che si era già nascosto dietro la tenda successiva ed era in procinto di addentrarsi in una caverna. Volevo fargli capire che ero in pericolo, o meglio che l'incappucciato mi aveva scoperto, ma forse era meglio non dirgli nulla.
-Cosa ci fai tu qui?!- mi chiese, sorpreso e arrabbiato allo stesso tempo.
Non risposi. Mi limitai a guardarlo, cosa che lo fece innervosire ancora di più. Mi prese il viso con entrambe le mani e me le strinse sulle guancie.
-Odio ripetermi, quindi, se non vuoi essere ucciso ti conviene rispondermi. E in fretta.-
-Sono venuto a prendere le vostre armi.- risposi e lui lasciò la presa.
-E a cosa ti servono le nostre armi?-
Abbassai lo sguardo. Non potevo dirgli dei ribelli, altrimenti avrebbe riferito tutto ad Azula.
-Non lo posso dire.-
-E' per i Ribelli, non è vero?-
A questa risposta, lo guardai, sorpreso.
-Come?- feci, incredulo, ma lui non mi pensò e si alzò.
-Vieni. E fa finta di essere un prigioniero. Tieni sempre la testa bassa, non dire nulla e non incrociare mai lo sguardo con nessun soldato.- disse e mi fece alzare.
Uscimmo allo scoperto e seguii le sue indicazioni. Lentamente ci dirigemmo verso una caverna, sorvegliata da due soldati. Appena videro l'uomo incappucciato, si misero in posizione di saluto e ci fecero passare. Camminammo per un paio di metri, fino a quando non lasciò la presa dai miei polsi e poi togliermi il cappuccio.
-Ora?- 
-Seguimi.- disse e camminò lungo il corridoio ben illuminato.
Riluttante, lo seguii, fino ad una grande stanza circolare. Superammo le tende rosse che segnavano la separazione della stanza al corridoio ed entrammo nella stanza, dove c'erano tutte le armi che avevo visto, quando ero al Palazzo dei Phoenix. 
-Prendi più armi che puoi e scappa.- 
-Ma come mai mi sta aiutando?- chiesi, voltandomi, ma lui non c'era più. Se n'era andato via.
Rimasi fermo per un paio di minuti. Perchè l'uomo incappucciato, comandante delle truppe nemiche, aveva aiutato me che ero suo nemico? C'era qualcosa non mi tornava.
Fu Landorus a riportarmi alla realtà.
-Kaito!- disse, scuotendomi.
-Sì?- fece, guardandolo.
-Che stai facendo? Forza, prendiamo le armi e fuggiamo.- disse, incominciando a mettere alcune pistole a cannna focaia e due coppie di spade.
Io mi avvicinai all'altro lato della parete e presi un arco, delle frecce, un'ascia, due balestre e una lancia.
Ne prendemmo altre, poi uscimmo. Corremmo per il corridoio, però, quando arrivammo all'uscita venimmo fermati dalla presenza di due guardie. Landorus si voltò e ripercorremmo la stessa strada fatta qualche minuto prima e cercammo un'altra uscita. Vagammo per i corridoi, fino a quando non trovammo una stradina secondaria. Dato che stavano venendo dei soldati per il giro di pattuglia, la prendemmo senza pensare a dove ci avrebbe condotto. Facemmo di corsa il cupo e stratto cunicolo. Per un momento pensai che, forse, non ci avrebbe condotto daa nessuna parte, oppure, nel cuore del Monte Vite e non saremmo riusciti più ad uscire.
Lo percorremmo per talmente tanto tempo che mi parve un'eternità, quando uscimmo e ci trovammo di fronte ad un ponte. Ci guardammo intorno per vedere se c'erano soldati, ma a quanto sembrava eravamo da soli. Superammo il lungo ponte, cercando di fare attenzione a fare meno rumore possibile per evitare di spaventare i Pokémon selvatici ed eventuali soldati appostati lì intorno. Ben presto ci ritrovammo sulla strada che avevamo percorso quando entrammo, quindi riuscimmo a trovare l'uscita. Quando uscimmo all'aria aperta, il sole era già calato, la luna aveva già preso posto nel cielo scuro e il vento invernale muoveva i rami degli alberi, quasi del tutto spogli.
Correndo più veloce che potevamo, raggiungemmo i nostri compagni nel bosco, vicino al ruscello.
-Allora? Ci siete riusciti?- ci chiese Liam, un ragazzo alto, dai capelli biondo cenere e due occhi verdi.
Landorus sorrise e mostrò il contenuto della sacca. Non appena i ragazzi videro le armi, esultarono a gran voce, ma Landorus fece loro segno di stare zitti.
-Abbassate la voce, altrimenti ci scoprono. Può darsi che ci sono guardie anche qui intorno. Torniamo a Ponentopoli.- disse, rimettendosi la sacca in spalla e salendo in groppa a Zebstrika.
Salii su Rapidash e Liam si mise dietro di me e partimmo verso Ponentopoli.

Quando arrivammo al covo a Ponentopoli, erano le dieci di sera. Per tutto il viaggio non avevo fatto altro che pensare a quello che era successo alla base. L'uno incappucciato... Chi era? Perchè ci aveva aiutato? Soprattutto... Come aveva fatto a venire a conoscenza della ribellione? Il gruppo non si era ancora mosso definitivamente, infatti, questa missione era solo la prima di una serie. Non avevamo ancora avuto modo di calcare la mano contro le truppe nemiche... Forse era anche lui un ribelle. Però la cosa mi risultava strana. Un ribelle che lavorava al servizio di Azula? Non poteva essere...
Assorto nei miei pensieri, entrammo nel covo e venimmo accolti dagli sguardi trepidanti del resto del gruppo.
Io e Landorus svuotammo le borse, gettando le armi trafugate per terra. Nel vederle, tutti si alzarono. Gli esperti di armi, i fabbri si avvicinarono alle armi e iniziarono ad osservarle; gli altri, invece, ci abbracciarono e ci fece i complimenti per la missione compiuta senza intoppi.
Rhue mi corse incontro e mi cinse il collo con le braccia, baciandomi.
-Sono felice che sei tornato. Mi sei mancato!- disse, sorridendomi.
Ricambiai il sorriso, ma abbassai lo sguardo, amareggiato e confuso. Mia moglie inclinò la testa da un lato, guardandomi preplessa.
-E' successo qualcosa?- mi chiese, ma io scossi la testa.
-Sono solo un pò stanco.- mentii, baciandola.
Lei fece qualche passo indietro, mettendo le braccia incrociate sul petto e fissando con uno sguardo freddo.
-Menti. Mi dici cosa è successo?-
Sospirai e mi avvicinai al suo orecchio.
-Te lo racconto più tardi, ma non ora.- le sussurai, per poi dirigermi verso Kai, che era seduto sul bordo del piccolo soppalco.
Salutai il mio amico e mi sedetti accanto a lui.
-Come è andato il discorso in piazza?- chiesi e lui si limitò a guardare le sue scarpe.
-Bene. E noto che anche a te è andata discretamente.-
Annuii. Nessuno dei due aveva molta voglia di parlare. 
-Non hai parlato con Rose per tutta la giornata, vero?-
Il mio amico, questa volta, mi rivolse lo sguardo.
-Ha lavorato tutta la giornata. Non immagini nemmeno quanto mi sia annoiato. Dopo che l'avevo aiutato a portare la spesa e aver passato la mattinata con lei pensavo di essere andato un pò avanti, che l'avevo conosciuta un pò meglio. Invece... Nulla.- disse, sbuffando.
Risi.
-Beh... Devi portare pazienza. Non è come le contessine o le marchesine che frequentavi prima. Lei lavora, è normale che non ti dedichi tutto il suo tempo.- gli spiegai, mettendogli una mano sulla spalla per rassicurarlo.  
Kai stava peer dire qualcosa, quando Rose entrò nella stanza correndo, attirando l'attenzione di tutti.
Lei si fermò sulla soglia della porta, a prendere il fiato. Una donna, sulla stessa età della ragazza, le offrì un bicchiere d'acqua, ma Rose lo rifiutò e si mise al centro della soffitta.
-Ho una nuova notizia.- 
-Quale?- chiese Landorus.
-La Regina Azula ha un figlio illegittimo.-

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Nella tana del lupo ***


Capitolo 19: Nella tana del lupo 

-Kaito
-La Regina Azula ha un figlio illegittimo.-
Ero appena tornato dalla missione dal Monte Vite e avevamo riportato le armi al covo, in modo da farle vedere a tutti e affidarle ai fabbri che poi le avrebbero riprodotte, con il gentile contributo di Kai. Proprio quando credevo che mi potevo finalmente riposare da una giornata pesante e strana, arriva Rose con questa notizia sconcertante... Azula aveva un figlio. E di chi poteva essere se non mio? Quando scappai, due anni prima, mi aveva detto che era incinta, ma io non le credetti. Pensai immediatamente che era una bugia che lei mi aveva detto per farmi rimanere, ma io non caddi nella sua trappola e la minacciai.
Ero stato uno stupido. Dovevo darle il beneficio del dubbio. Sapere quella tipo di notizia mi fece venire mal di testa, così mi stesi sul soppalco e mi misi le mani sulla faccia, cercando di trovare una soluzione al problema. Come avrei potuto raccontare a Rhue che quel bambino era mio figlio? Figlio del leggendario Pokèmon Zekrom...
-Da chi diavolo hai sentito una notizia del genere?- chiese Landorus, alzando la voce più del dovuto.
-Da una signora che lo ha detto a mia madre.- 
-Anche io avevo sentito una notizia simile, ma pensavo di aver capito male, quindi non gli avevo dato peso.- aggiunse una ragazza, ma Landorus mi rivolse uno strano sguardo.
Aveva anche lui capito che quel bambino era mio... Ma molto probabilmente lo avevano capito anche Kai e Rhue e questo non mi rassicurava. Kai non mi avrebbe fatto nulla, forse mi avrebbe dato il suo appoggio per affrontare la situazione. Ma Rhue... Non aveva preso bene la notizia della mia notte con Azula, figurarsi accettare che il proprio marito ha avuto un figlio dalla donna che l'ha sempre maltrattata e usata.
-Comunque continuo a non capire l'utilità di questa informazione.- fece Landorus, alzando le spalle e incrociando le spalle al petto.
-Sarebbe un buon motivo per far in modo che la Regina ci ascolti.- spiegò Liam.
-Quindi vorresti dire che noi...- iniziò Rose, e il ragazzo annuì, ma Kai, contrariato, scattò in piedi.
-Non sono d'accordo! E' solo un bambino. Non c'entra nulla con la guerra e con la crisi che incombe sul regno.-
il mio amico aveva ragione. Non era giusto mettere in mezzo un bambino, però, sicuramente sarebbe stata la stessa Azula a usarlo. Avrebbe mandato il figlio in un posto segreto e avrebbe fatto spargere la voce che era stato rapito dagli Harmonia e fatto scatenare il putiferio.
-Anche io la penso come Kai. La nostra questione è una cosa che non c'entra minimamente negli affari personali di Azula. E poi sarebbe meschino da parte nostra usare un bambino da parte nostra solo per colpire la madre.- affermò Rhue, sedendosi sulla sedia accanto a lei.
Nella sala cadde un silenzio inquietante, però si poteva percepire benissimo che tutti erano d'accordo sul fatto di non torcere nemmeno un capello al "principino".
-Quindi siamo tutti d'accordo a non fare del male al figlio della strega. Vuol dire che la useremo come arma di riserva, nel caso in cui Kaito ci dia buca o venisse catturato e neutralizzato, cosa improbabile. Con questo, penso di poter terminare qui la riunione di oggi. I fabbri si possono portare via le armi e iniziare a riprodurle. Domattina verrò ad aiutarvi e a vedere se avete tutti i materiali. Gli altri vadino a casa e si riposino. In questi giorni incominceremo l'addestramento, in modo che tutti sappiano come brandire una spada o fare una lotta Pokèmon. Buonanotte!- affermò Landorus, uscendo di corsa dal covo.
Ben presto le altre persone si apprestarono a seguirlo, fino a quando nella soffitta non rimannemmo io, Kai, Rose e Rhue.
La giovane locandiera si avvicinò a noi e ci rivolse un sorriso stanco.
-Secondo voi, è veritiera come notizia?- ci chiese.
Kai sospirò e si alzò.
-Non so più cosa pensare. Ormai dalla Regina Phoenix mi posso aspettare di tutto. Secondo te, Kaito?-
-Non ne ho la più pallida idea. Ho la testa talmente in confusione che non riesco a capire più nulla. Mi sembra di scoppiare.-
I miei amici si limitarono a guardarmi, ma Rhue, fredda come il ghiaccio, ruppe quel silenzio.
-Forse dici così perchè hai paura che quel bambino sia tuo?-
Alzai lo sguardo. Nonostante l'apparenza e il comportamento freddo e distaccato, capii che era arrabbiata e, allo stesso tempo, triste. Aprii bocca per dirle qualcosa, ma non sapevo cosa. Potevo giustificarmi quanto volevo, ma la verità era quella. 
-Dai, Rhue. E' vero... Kaito ha passato la notte con Azula, ma è stato due anni fa. Il bambino può essere sai suo che di un altro uomo. In fondo, non sappiamo la sua età. Quindi non ti arrabbiare con lui.- prese le mie difese Kai, ma mia moglie scattò in piedi e lo fissava, con le guancie in fiamme.
-Secondo te, in questi due anni, Azula ha avuto altri uomini? Nessun pazzo avrebbe passato la notte con lei, nemmeno se lo avesse pagato a peso d'oro. Kaito è stato l'unico ad andare a letto con lei. E' questa la realtà. Il Leggendario Pokèmon Zekrom, tuo migliore amico, ha avuto un figlio con la tua peggior nemica!-
Con queste parole mi alzai di sbotto e la guardai.
-Hai ragione. Sono stato un stupido. Ma quello che ho fatto è acqua passata. Ho passato la notte con lei, cosa di cui mi pento amaramente, per mantenere il patto che avevo fatto con lei.- spiegai, cercando di mantenere un tono di voce normale.
Il suo viso divenne completamente rosso e ci mancava poco che, dalla rabbia, desse fuoco all'intero edificio.
-Sarà pure acqua passata, ma resta il fatto che hai avuto un figlio con lei e questo non si può cancellare! Qualunque sia stato il motivo, non mi importa. Hai dato ad Azula non erede e, per l'ennesima volta, ha vinto lei. Ha assicurato il trono per un'altra generazione. Spero che ti sia contento di essere diventato padre.-
Il suo viso tornò normale, ma delle calde lacrime incominnciarono a rigarle le guance. Mi avvicinai e cercai di calmarla e di asciugargli le lacrime, ma lei scostò la mia mano e indietreggiò, dandomi le spalle.
-Hai tutto il diritto di essere arrabbiata, ma devi capire che l'ho fatto per proteggere te...- 
Lei si voltò di scatto guardandomi innorridita.
-Per me? Hai fatto l'amore con la persona che odio più di tutti per proteggere me?-
Sospirai.
-E' una lunga storia.- dissi, tremando. Non volevo dirgli che Azula mi aveva ricattato dicendomi che se non l'avessi sposata, lei avrebbe ucciso Rhue e Kai. Mi era scappato.
-Invece me ora mi racconti tutto, perchè sono curiosa di sapere il motivo per cui l'hai fatto per me.- 
Guardai lei, poi Kai e Rose che, come Rhue, aspettavano una mia spiegazione.
-Quando arrivai a palazzo, Azula mi fece una proposta, ossia quella di sposarla e di diventare Re Phoenix. Io non avevo alcuna intenzione di accettare, quindi lei mi ha ricattato, dicendomi che, se non avessi fatto quello che mi avrebbe detto lei, avrebbe ucciso te e Kai.- confessai.
Tutti e tre mi guardarono, inorriditi e sbalorditi.
-Davvero la Regina Azula ti ha fatto una minaccia del genere?- chiese Rose, con gli occhi sbarrati.
Annuii e gli occhi mi si innondarono di lacrime.
-Mi dispiace davvero tanto. Soprattutto per quello che ho detto a te, Kai. Non pensavo davvero quelle cose.-
Il mio amico si avvicinò a me e mi appoggiò una mano sulla spalla, per consolarmi.
-Ma non sono mai stato arrabbiato con te. Anzi, ti sono sempre stato grato per quello che hai fatto. Se non ti fossi sacrificato, Tommy non sarebbe tornato da me. E poi... E' vero, inizialmente ho sofferto dopo il nostro colloquio, però ho subito pensato che avevi una buona motivazione, quindi mi sono ripreso quasi subito, pregando i miei genitori di proteggerti da quella strega.-
Lo guardai, tirando dietro le lacrime, grato per tutto quello che aveva fatto per me.
-Ormai la cosa è fatto e te la devi gettare alle spalle. L'importante è che ora tu sia con noi e nient'altro.- aggiunse e aveva ragione.
Avevo pure un figlio con Azula, ma Rhue sarebbe rimasta la donna della mia vita e Kai il mio migliore amico. Nessuno ci avrebbe diviso, nemmeno la guerra.

-Josh
Da quando Kai era partito per Ponentopoli e aveva lasciato a me e a Terrakion il governo, le giornate le passavo tra le carte e a fare avanti e indietro dalla Sala delle Vetrate al Sala del Consiglio. Terrakion si occupava dell'allenamento delle truppe e della politica estera, mentre io mi occupavo degli affari interni. Ma era un enorme scocciatura! Mi divertivo molto di più a stare sul campo di battaglia e dare ordini. Invece dovevo stare seduto dietro ad una scrivania a firmare alleanze e prendere eventuali problemi. Infatti, subito dopo la partenza del Re, sono dovuto partire per Sciroccopoli a rinnovare il trattato d'alleanza. 
Erano due giorni che mi trovavo in quella città gigantesca e il Vicepresidente del governo non mi lasciava un attimo. Mi metteva pressioni sul lavoro che dovevo svolgere, ma la mia mente era fissa su quello che era accaduto due anni prima, quando l'uomo incappucciato aveva ucciso i sicari che guidava, salvando la vita di Kai.
Non avevo mai capito il perchè di quel gesto. Avevo provato tanti motivi per dare conferma al mio dubbio, ma mi serviva una prova. Altrimenti gli altri non mi avrebbero creduto, proprio come il giorno dell'incoronazione. Negli ultimi periodi avevo istituito una rete di informatori per tutta Unima, in modo da sapere di tutti i fatti che correvano per la regione e soprattutto per il regno nemico.
Sapevo praticamente tutto: ribellione, accampamento segreto nel Monte Vite... Addirittura le voci del presunto figlio di Azula. Ma niente di tutto ciò mi interessava. Quello si cui volevo sapere, non avevo notizie. Quindi decisi di fare le cose da solo. In fondo, quando mi sono sempre fatto le cose da solo, sono sempre andato bene e sapevo tutto ciò che volevo, evitando tempi di attesa inutili.
Quella stessa sera, eludendo il Vicepresidente e saltando la cena, riuscii a prendere un Rapidash da una stalla e partii alla volta del palazzo di Azula. Impiegai tutta la notte per arrivarci. Rapidash, essendo molto stanco, lo lascii vicino al fiume, in modo tale da farlo riposare e mi diressi a piedi fino alle mura del palazzo, proprio come l'ultima volta. Però, non appena le raggiunsi, vidi Landorus appoggiato sul tronco di un albero che aspettava qualcuno. Per evitare di correre rischi mi nascosi dietro un cespuglio e, in quel preciso istante, vidi le porte aprirsi e l'incappucciato dirigersi verso il ragazzo che, non appena lo vidi, si drizzò.
-Spero che sia una cosa urgente.- disse in fretta il Comandante dei Phoenix.
-La ringrazio per averci aiutato nel Monte Vite.- ribattè Landorus.
L'uomo incappucciato lo guardò e incrociò le braccia al petto.
-Di nulla. Però dovete stare più attenti. Siete stati fortunati ad avervi visto io. Se fosse stato qualcun'altro, avrebbe dato l'allarme e Azula sarebbe andata all'accampamento. Non voglio che scopra che appoggio i ribelli.-
-Lo so, già me l'ha detto e non accadrà.-
-Lo spero. Comunque ho una cosa da dirti.-
Il viso di Landorus si rabbuiò.
-Si tratta di quella spedizione?- chiese, preoccupato.
-Sì. Un informatore ha mandato una lettera ad Azula dove la informava dei moti di ribellione a Ponentopoli. In più ha collegato il furto delle armi con il tuo gruppo. Quindi ha ordinato la spedizione tra tre settimane.-
-Questa cosa non ci voleva. Quindi ha tutta l'intenzione di fermarci.-
Il comandante si limitò ad annuire. 
-Cosa mi consiglia di fare, Comandante?- 
-Approfitta di queste tre settimane per espandere i moti di ribellione fino a Boreduopoli. In modo tale che siate più di una città a ribellarsi e Azula rimanga scoperta qui a palazzo e voi potete attaccarla senza troppi ostacoli.-
-Ma la Regina non rimane mai senza un esercito che difende il palazzo e la sua persona.-
-A questo ci penso io. Non mi manderà mai a combattere su un fronte interno, quindi mi terrà affianco a lei in modo che io la protegga dagli attacchi. Quando attaccherete farò in modo che le truppe rimaste vengano decimate misteriosamente o che si ammutinano. Ora ti conviene tornare. Se ti vedono danno l'allarme e ti rispediscono in prigione.-
Landorus annuì, fece un inchino e corse via. 
Rimasi un altro pò nascosto, fino a quando l'incappucciato non tornò dentro. Dato che non potevo fare più nulla, tornai al fiume. Landorus e l'uomo incappucciato erano alleati per davvero oppure quest'ultimo faceva solo il doppio gioco e teneva d'occhio i ribelli su ordine di Azula? Però aveva dato a Landorus il modo per affrontare meglio le truppe della Regina e il modo per indebolirla indirettamente. Cosa dovevo pensare? Mi dovevo fidare? Più volte mi ha dato l'impressione di voler proteggere Kai e Kaito.
In quell'istante pensai che forse era meglio avvisarli. In modo che, se le notizie erano false, se la sarebbero cavata.
Presi Rapidash e mi diressi di corsa verso Ponentopoli, che distava solo due ore di viaggio e la raggiunsi quando il sole stava per sorgere. Quando entrai in città, incominciai a cercare la locanda in cui alloggiavano. Fu abbastanza facile, perchè era l'unica che era a tre piani e mantenuta molto bene, rispetto alle altre che sembravano delle casupole abbandonate.
Scesi, lasciai Rapidash nel portico della locanda e mi diressi verso il retro, nella speranza di riuscire a trovare facilmente la finestra della camera di Kaito. Potevo pure passare per l'ingresso principale e chiedere di uno dei due, ma non volevo far sorgere dei dubbi.
Mi appostai sotto la prima finestra e buttai un occhio al suo interno, ma non era quella che cercavo. Era la stanza di una ragazza, molto probabilmente della figlia dei locandieri. Cambiai finestra, ma la mia attenzione fu attirata da uno strano rumore provenire dall'alto.
Kaito aveva appena aperto la finestra e si era affacciato ad ammirare il sorgere del sole.
-Kaito.- dissi, cercando di attirare la sua attenzione, ma senza alzare troppo la voce, però lui non mi sentì.
Lo richiamai di nuovo, ma anche questa volta non sentì nulla. Allora presi una pietruzza e la lanciai dritta sulla fronte. Kaito, dopo l'urto della pietra contro la sua fronte, si guardò intorno, fino a buttare l'occhio su di me.
-Josh? Che ci fai qui?- disse ed io gli feci segno di tenere la voce bassa.
-Chiama Rhue e Kai e incontriamoci qua dietro. Vi devo dire una cosa.- 
Kaito annuì e tornò dentro. Dopo quindici minuti, tutti e tre mi raggiunsero dietro la locanda.
-Che ci fai tu qui a Ponentopoli?- chiese Kai, con gli occhi ancora semichiusi per il sonno.
-E' una lunga storia. Ora ascoltatemi che ho poco tempo e devo tornare a Sciroccopoli.-
Tutti e tre annuirono e mi diedero campo libero.
-Stanotte sono andato al palazzo di Azula e ho assistito ad uno strano incontro tra Landorus e l'uomo incappucciato.-
-Tra Landorus e l'Incappucciato?- ripetè Kaito ed io annuii.
-E discutevano sul fatto che Azula è venuta a conoscenza dei moti di ribellione che si sono scatenati qui a Ponentopoli.-
-Scusa, era quello che volevamo, no?- fece Rhue
-Sì, ma voi volete essere ascoltati, invece Azula vi vuole sopprimere. Fra tre settimane manderà le truppe per fermarvi e, sapete come agisce, non si convincerà fino a quando non vedrà tutti i suoi nemici cadere a terra morti.-
Kai, Kaito e Rhue si scambiarono uno sguardo.
-E lo hai sentito dall'uomo incappucciato?-
-Sì. In più ha detto a Landorus come prepararsi a questo attacco.-
-Quindi, se ho capito bene, il comandante delle truppe nemiche è un ribelle?- fece Kai, scuotendo la testa confuso.
-Esatto. Almeno è questa l'impressione che mi ha dato. Vi chiedo solo di non fidarvi molto.-
-E perchè? Averlo dalla nostra parte ci può tornare utile.- notò Kai, ma io sospirai.
-Vero, ma può darsi che il suo è solo un doppiogioco e che lo faccia per spiarvi da vicino e riferire tutto ad Azula. Quindi è meglio non fidarsi.-
Kaito aprì bocca per ribattere, ma Kai lo fermò.
-Ha ragione. Azula è capace di questo ed altro, quindi sono d'accordo con lui. E' meglio non dare la nostra piena fiducia. Poi se ciò che ha detto l'Incappucciato è vero, vuol dire che ci possiamo fidare e che è dalla nostra parte.- disse il Re Harmonia.
Sorrisi.
-Grazie per avermi ascoltato.-
-Siamo noi che ti dobbiamo ringraziare per averci avvisato. Ora torna a Sciroccopoli. Il Vicepresidente è un tipo apprensivo. Si allarma per niente.- fece Kai, facendo un gesto con la mano per salutarmi e girandosi per tornare nella locanda.
Salutai Kaito e Rhue e con Rapidash tornai a Sciroccopoli.

-Rose
Quella mattina, com'ero abituata, mi alzai alle cinque per preparare tutto ciò che serviva per la colazione. Com'era da routine la maggior parte dei clienti della locanda incominciarono a sedersi ai tavoli intorno alle otto. Non era difficile fare la locandiera. Certo, alcune volte c'erano delle risse e non sapevo come gestirle, ma a quello ci pensava mio padre, quindi non mi sono mai preoccupata. Portai tutti gli ordini in pochi minuti e, come al solito, ricevetti i classici complimenti sessisti che mi venivano vomitati addosso dai clienti più turbolenti e maleducati. Però, per la prima volta, non diedi tanto poso a quei commenti. Di solito mi offendevo, oppure raccontavo tutto a mia madre che avrebbe riferito a mio padre e li avrebbe messi a posto; invece la mia mente era altrove. I miei occhi non facevano altro che posarsi sul tavolo, ancora vuoto, di Kai e dei suoi amici. Era dalla giornata precedente che non facevo altro che pensare a quel ragazzo. Lo conoscevo da pochi giorni e aveva destato subito la mia attenzione. Forse perchè lui era diverso dagli altri. Spiccava per il suo atteggiamento, per il suo modo di stare a tavola. Sembrava un principe, a differenza degli altri uomini che sembravano una banda di bifolchi. Ma non era l'unica cosa che mi aveva colpito. L'aria sicura che emanava sotto il suo atteggiamento allegro e ingenuo. Se fosse stato il personaggio di uno dei miei romanzi d'amore sarebbe stato il classico principe azzurro che si innamorava della semplice contadinella, destinata ad una vita misera. Addirittura la mia presunzione mi portò a pensare che lui era il mio principe, ma sicuramente un tipo come lui aveva già una futura moglie. Tra tutti questi pensieri, continuavo a fare il mio lavoro e, giunte ormai le nove di mattina, Kai e i suoi due amici si sedettero a tavola. Prima di precipitarmi da loro per sapere cosa volevano, mi occupai di altri due tavoli. Proprio quando alzai lo sguardo, dopo aver preso l'ordinazione, e gettai un'occhio su Kai, notai che anche lui mi stava osservando e i nostri sguardi si incrociarono per un paio di secondi, prima che io scattassi verso la cucina, rossa in volto. Non sapevo con precisione cosa mi fosse preso. Non mi potevo essere innamorata di un ragazzo che conoscevo appena e di cui conoscevo poco o niente. Forse la mia era solo un infatuazione e, molto probabilmente, mi sarebbe passata di lì a poco. 
Dato che mi trovavo in cucina, preparai gli ordini dei due tavoli e tornai in sala con il vassoio strapieno. Posai le ordinazioni sui rispettivi tavoli e andai al tavolo di Kai, facendo prima un respiro profondo per rimanere calma.
-Buongiorno!- salutai con un sorriso.
-Buongiorno a te, Rose!- ricambiarono in coro.
-Volete qualcosa in particolare per colazione?- chiesi e loro si scambiarono uno sguardo.
-Beh, no... Ci va bene anche quello che ci hai portato ieri.- rispose Kaito ed io annuii, tornandomene in cucina.
Stranamente, ero amareggiata. Forse mi aspettavo che fosse Kai a rispondermi e rivolgermi un sorriso, mentre, invece, non mi aveva proprio guardata. Più lenta del solito, presi le tre tazze riempendole di latte Mumù, presi dei panini dolci ripieni di marmellata di baccafrago e tornai da loro, questa volta senza dire nulla. 

Passai l'intera giornata a lavorare. Erano le sette quando potei predermi una pausa. Avevo fatto il bucato, lavato le stoviglie, rifatto i letti... Ero libera di riposarmi un pò. Della cena se ne sarebbe occupata mia madre. Dato che non leggevo da molto, salii in camera mia e prese il libro che stava sul comò e mi diressi in giardino, verso l'albero di baccarancia, dove a quest'ora tirava sempre un bel venticello. Ma il mio cuore incominciò a battermi all'impazzata quando vidi Kai seduto, con la schiena appoggiata al tronco, che ammirava il cielo. 
Sembrava così tranquillo, ma la sua espressione sembrava affranta, come se avesse scoperto di aver perso qualcuno di importante per lui. Camminai lentamente verso l'altro lato del tronco, per non disturbarlo. Però, per sbaglio, calpestai un rametto che, rompendosi, fece rumore. Kai sobbalzò e si girò verso di me. Quando vide che ero io, si rilassò e sorrise.
-Scusa se ti ho spaventata.- fece Kai, tornando con la schiena sul tronco.
-No, scusami tu. Non volevo disturbarti.- 
Scosse la testa.
-Figurati. Anzi, ti devo ringraziare per avermi fatto distrarre. Mi ero fatto sopraffare dai ricordi tristi.- ribattè sorridendomi.
Il suo sorriso era così bello. Riusciva a riscaldare i cuori della gente in pochissimo tempo. Spingeva una persona a credere e a fidarsi di lui.
-Ora ti lascio il posto.- disse lui, alzandosi e stiracchiandosi le gambe.
Scossi la testa. Non volevo che se ne andasse.
-Guarda che non fa niente. Non mi disturbi!-
-Sicura?-
Annuii e lui tornò a sedersi. Anche io feci lo stesso, solo dall'altro lato dell'albero. Sapere che lui era proprio a pochi centimetri da me e l'unica cosa che ci separava era un tronco, mi faceva agitare. Non sapevo come comportarmi. Di solito non sono mai stata da sola con un ragazzo. Alla locanda ero circondata di uomini, ma c'era sempre mia madre con me, quindi non mi succedeva nulla. Ma la cosa qui era differente.
Cercando di mantenere la calma, aprii il libro alla pagina in cui mi ero fermata l'ultima volta e incominciai a leggere, però, ben presto, Kai mi interruppe.
-Che libro stai leggendo?-
-"Le relazioni pericolose" di de Laclos.- 
Cadde di nuovo il silenzio, ma dopo un paio di secondi Kai tornò a parlare.
-"L'amore, l'odio, non avete che da scegliere, dormono tutti sotto lo stesso tetto; e sdoppiando la vostra vita, potete con una mano accarezzare  e con l'altra colpire."- 
Sbalordita, guardai prima il libro, poi mi voltai verso di lui. Aveva appena citato una frase del romanzo.
-Come fai a conoscere quella frase?- chiesi.
Lui, continuando a guardare il cielo, mi rispose.
-L'ho letto anche io quel libro. Quando avevo sedici anni. Il mio istitutore me lo diede da leggere per le vacanze primaverili. Inizialmente non mi piacque, poi con il passare del tempo è diventato uno dei miei libri preferiti, nonostante il genere epistolare non faccia per me.- disse, girandosi verso di me e sorridendomi.
Quindi non solo era stato educato a stare bene a tavola e a comportarsi in modo esemplare, ma era anche istruito. Leggere un romanzo francese... Non era da tutti. Io a stento riuscivo a capirlo.
-A che parte sei arrivata?- fece, sedendomi vicino a me e prendendo il libro in mano, incominciando a sfogliarlo.
-Alla parte in cui la Madame de Merteul chiede al Visconte di Valmont di sedurre la giovane Cecile.-
-Praticamente hai da poco superato l'inizio. Vuoi che ti aiuti a leggerlo?-
Davvero mi avrebbe aiuto a leggere quel libro? Avevo appena toccato il cielo con un dito.
-Mi fare tanto piacere, perchè non ci capisco molto. Per capirci qualcosa, devo rileggere il tutto come minimo tre volte.- 
Lui sorrise e si mise accanto a me, così vicino che potevo sentire il suo respiro e le nostre mani si sfioravano. Senza che me ne rendessi conto, incominciai a trattenere il fiato. Kai incominciò a leggere, ma io non lo ascoltavo. Ero troppo concentrata a guardare i suoi occhi verde acqua. Non avevo mai visto degli occhi così belli. Erano unici nel suo genere.
All'improvviso lui mi guardò, dicendo qualcosa riguardante il libro, ed io distolsi lo sguardo, imbarazzata.
-Tu bene?- chiese
Io incominciai a torturarmi una ciocca di capelli che era sfuggita dal codino e tornai a guardarlo, cercando di mantenere la calma.
-Sì, solo che mi sono ricordata che devo tornare a lavoro. La mia pausa è finita.- dissi, prendendo il libro dalle sue mani e alzandomi.
-Davvero? Eppure sei qui da soli dieci minuti.- ribattè lui, seguendomi.
Io camminai verso la locanda, senza dirgli nulla. Dovevo calmarmi e prendere fiato. Se stavo troppo vicino a lui, avrei perso il controllo di me stessa e non sapevo cosa poteva accadere. 
-Rose! Aspetta!- tentò di fermarmi, ma continuavo a camminare per la mia strada.
A pochi centimetri dalla porta, lui avanzò il passo e mi prese per il polso fermandomi.
-Ma ti ho fatto qualcosa? Ti ho forse dato fastidio in qualche modo?-
Era davvero dispiaciuto. 
-Tu non mi hai fatto nulla. Te l'ho già detto, devo tornare a lavoro.- dissi e in fretta, girai la maniglia della porta, tornando di corsa in cucina.
Non appena chiusi la porta alle mie spalle, ripresi fiato.  Lo conoscevo così poco, eppure mi ero innamorata di lui.

-Kaito
Passai i due giorni successivi in preda agli incubi. Mi immaginavo il bambino maltrattato dalla sua stessa madre, io che andavo a salvarlo e Rhue, infuriata, che mi uccideva. Era diventato un circolo vizioso. Ogni volta che chiudevo gli occhi mi facevo quel sogno.
La consapevolezza di essere diventato padre mi attanagliava l'anima. Non sapevo cosa fare o come comportarmi. Sapere che era con Azula, mi preoccupava da morire. Quella donna era capace di usare sangue del suo sangue per raggiungere i suoi scopi e ciò mi mandava in bestia.
C'era solo una cosa da fare. Dovevo andare a palazzo, prendere il bambino senza che lei se ne accorgesse e crescerlo insieme a Rhue. Con noi due era più al sicuro. Non avrebbe avuto gli agi della vita aristocratica, però era meglio così. Almeno ero sicuro che sarebbe cresciuto in serenità e con qualcuno che veramente gli voleva bene.
Così, nel cuore della notte, mi alzai e, evitando di svegliare Rhue, mi vestii e uscii dalla finestra.
Camminai per una buona mezz'ora, fino a quando non fui certo di essere abbastanza lontano da Ponentopoli. Mi guardai intorno per vedere se c'era qualcuno che mi spiava e mi trasformai in Zekrom. 
Volai più veloce che potevo e, in breve tempo, riuscii ad arrivare a palazzo. Essendo notte fonda, tutte le luci era spente, tranne quelle delle lanterne vicino alle mura. Trovando una leggera sporgenza sul muro, riuscii a varcare la soglia e a superare le guardie di turno.
Con passo felpato, entrai nel palazzo e incominciai a girovagare in cerca di una stanza che potesse essere di un bambino. Poi mi venne in mente che lui era figlio della Regina, quindi la stanza doveva essere nelle stanze riservate alla famiglia reale.
Presi le scale e salii fino all'ultimo piano. Quando fui di fronte alla porta che mi avrebbe portato nelle stanze di Azula, feci un respiro profondo. Dovevo rimanere calmo e controllato, altrimenti sarebbe andato tutto a monte.
Senza far rumore, vi entrai. La stanza in cui alloggiava Azula era quella infondo, quindi quella era da escludere. Cercai di capire quale fosse, facendo un semplice ragionamento. La stanza di Kai era quella affianco alla stanza dei suoi genitori, nel caso in cui si sarebbe svegliato nel cuore della notte piangendo o con la febbre alta, così dovevano fare molti avanti e indietro. Quindi diedi per scontato che fosse così anche per la famiglia Phoenix. Camminai lungo il muro, fino alla penultima porta e vi entrai. 
Il mio ragionamento era giusto. Quella era la stanza di mio figlio. C'erano molti giocattoli sparsi in giro per la stanza, al centro un enorme tappeto che raffigurava Reshiram, a destra un letto e vicino alla porta finestra un armadio di legno bianco. Cercando di non svegliarlo, mi avvicinai al letto, però notai che era intatto. Il bambino, forse, stava dormendo con la madre. Indietreggia, tornando sui miei passi, ma per sbaglio calpestai un pupazzo a forma di Buneary. Mi chinai per prenderlo, ma, prima ancora che me ne accorgessi, qualcuno mi diede una botta in testa. Caddi e prima di perdere i sensi, vidi l'Incappucciato affianco a me.

Quando ripresi i sensi, mi trovavo in una piccola cella angusta. Cercai di muovermi, ma non appena sentii il rumore delle catene mi fermai. Ero incatenato ai polsi. Provai a muoverli ancora un pò, per vedere se cedevano, ma nulla. Sospirai, frustato. Ero caduto nella trappola.
-Finalmente ti sei svegliato!-
Riconobbi subito quella voce femminile. Azula era comodamente seduta sul piccolo lettino della cella e teneva in mano un frustino, proprio come quello usato per incitare i Rapidash a correre di più, facendolo schioccare più volte nel palmo della mano. Lentamente si alzò e si mise di fronte a me. Era cambiata tanto in quei due anni. Era quasi irriconoscibile. Sembrava una donna a tutti gli effetti. Indossava un abito rosso fuoco, dalla gonna ampia e con dei fiori neri su un lato della gonna, in tono con la fascia del corpetto. I capelli erano lunghi fino alla base del collo, due ciuffi che le incorniciavano elegamente il viso. Gli occhi truccati con delle leggere sfumature marroncine e il rossetto rosso, lo stesso che portava Rhue il giorno in cui l'ho incontrata alla festa in maschera. Anche se la odiavo, dovevo dire che era maledettamente bella.
-Ti piace?- disse, sistemandosi i capelli corti.
Alzai le spalle, indifferente.
-Su di te, non fanno figura.- dissi, sprezzante, anche se non era quello che pensavo veramente.
-Lo prenderò come un complimento. Su, non farmi il broncio.-
Sospirai.
-Senti, non portiamola troppo per le lunghe. Dimmi dove si trova mio figlio e me ne vado senza fare danni.-
-E perchè? Sono due anni che non vedo il padre di mio figlio. Voglio parlare un pò con te.-
Si avvicinò a me e incominciò a sbottonarmi la camicia. Dondolai e lei allontanò la mano.
-Smettila.-
Lei sospirò.
-Sai, Kaito. In questi due anni ti ho pensato spesso. Desideravo tanto rivederti e non solo per nostro figlio. Però, quando ho visto la fede al tuo dito, quasi non mi si è spezzato il cuore. Alla fine Rhue ha realizzato il suo sogno d'amore. Però ora sei qui e le cose si possono sistemare.-
Incominciò ad accarezzarmi il petto nudo e questo suo gesto mi scatenò un brivido lungo la schiena. Cominciai a dimenarmi. solo Rhue poteva fare certe cose. Lei era moglie!
Azula, nonostante la mia ribellione al suo comportamento, si avvicinò al mio orecchio, scostò qualche ciocca di capelli ed iniziò a parlare con are provocante.
-Mi sei mancato così tanto. Avrei voluto che quella notte facesse durare le cose tra di noi, invece non è andata come funzionavo. Ma non fa niente. Ora che sei qui, possiamo riprovarci e sono sicura che questa volta le cose andranno meglio. Potremmo essere una famiglia felice. Non dovrai più pensare a quella viziata di Rhue.-
Se fossi stato libero di muovermi come volevo, sarei scattato dalla rabbia per ciò che aveva detto su mia moglie.
-Non puoi parlare così di Rhue! Non te lo permetto! Inoltre, tra me e te le cose non possono funzionare. Non siamo compatibili. Pensi solo a te stessa. Quindi dimmi dove si trova il bambino, altrimenti...-
-Altrimenti cosa? Non puoi fare niente. Non puoi liberarti con il tuo potere, perchè distruggeresti tutto. Inoltre non sai dove si trovi il bambino e rischiando di liberare Zekrom potresti ucciderlo. E non vuoi mica che tuo figlio muoia, non è vero?-
Aveva ragione. Io volevo portarlo via da Azula proprio perchè non volevo che gli accadesse nulla di male.
-Allora cosa devo fare?- chiesi, dopo una lunga pausa.
-Semplice! Alleati con me!-
Sbarrai gli occhi, sorpreso.
-Allearti con te? Perchè?-
Alzò le spalle, come se il perchè fosse ovvio.
-Perchè vuoi il bene del bambino. Sei venuto qui perchè non vuoi che cresca con una come me. Quindi se mi aiuterai, ti lascerò andare via con lui.-
La guardai. Non mi piaceva allearmi con lei, perchè dovevo sempre stare sugli attenti per evitare brutte sorprese da lei. Però l'idea non era male.
-E se mi alleassi con te, cosa dovrei fare?-
Sul suo viso si dipinse un sorrisino malizioso.
-Dovrai boicottare i ribelli dall'interno.-
-Cosa?-
Sospirò e tornò a sedersi.
-Tu aiuti i ribelli, no? Quindi avevo pensato che tu potevi desisterli dal loro obiettivo. In modo da non ferirli tanto nel caso loro non riuscissero nel loro intento.-
-Ma la loro è una causa giusta. Tu non te ne sei resa conto, ma il tuo regno sta cadendo in rovina poco a poco. Ed è solo colpa tua.-
Azula gettò uno sguardo prima su di me, poi distolse lo sguardo infastidita.
-Lo so benissimo quali sono i problemi del mio regno. So anche che, se esistono, è colpa mia. E so anche che una ribellione non farà affatto bene al regno. Piano piano li sistemerò, ma tu dovrai desistere i ribelli dalla loro causa. Se non lo farai, potrai dire addio a tuo figlio.-
Abbassai lo sguardo, rassegnato. Se volevo che il bambino venisse con me, dovevo fare quello che diceva lei.
-Va bene. Però, prima di accettare del tutto, posso vederlo?-
Azula scattò in piedi.
-Cosa?-
-Voglio vedere il bambino prima di accettare la condizione che tu mi hai posto.-
Lei divenne completamente rossa.
-E perchè mi fai una richiesta del genere?! Credi che abbia mentito?!- urlò.
-Da te mi posso aspettare di tutto! Però non penso di averti chiesto una cosa così difficile! Voglio solo vederlo, tutto qui. Pensi che gli possa fare del male o che scappi con lui, senza prometterti il mio aiuto?- chiesi, ma lei non rispose.
Ci vollero un paio di secondi per capire tutto.
-Ho capito. E' tutta una menzogna. Non c'è nessun bambino. Hai creato questa storia perchè sapevi che io sarei venuto qui a prenderlo.-
Azula scosse la testa, indignata.
-Non è vero. Non è una bugia. Non potrei mai mentire su una cosa del genere! Solo che...-
-Solo che cosa?!- urlai e un fulmine sguarciò il cielo.
Ero fuori di me. Ero arrabbiato con lei perchè aveva mentito su una cosa importante, ma ero anche furioso con me stesso perchè ero caduto nella sua misera trappola. Con un rapido gesto sdradicai le catene dal muro e mi avvicinai a lei, prendendola per il collo. L'avevo messa con le spalle al muro.
-Va bene. Ti ho mentito, Kaito. Non c'è nessun bambino.-
A quelle parole la presa sulla sua gola si strinse involontariamente. Azula fece un riso soffocato.
-Avanti, uccidimi. Una come me non merita di vivere.-
A quelle parole rimasi sorpreso. Anche se era un suo giochetto psicologico non capivo cosa volesse fare.
-Non sono degna di meritare il perdono di Zekrom.-
In quel momento capii che ai suoi occhi dovevo sembrare un mostro. Gli occhi iniziarono a bruciarmi e, senza accorgemene, rallentai la presa su Azula. Lei ne approfittò.
Pensavo che volesse colpirmi e d'istinto chiusi gli occhi. Quello che mi aveva detto pochi secondi prima aveva distrutto le mie difese. Poi sentii qualcosa di caldo premere sulle mie labbra. Aveva approfittato di quel momento di debolezza per baciarmi? A cosa stava giocando? 
Il bacio lentamente divenne più profondo ed io non riuscivo a muovermi. L'unica cosa che riuscii a fare era piangere. Le lacrime scendevano senza comando. All'improvviso sentii una forte fitta allo stomaco. Lentamente mi staccai da Azula e gettai un occhio verso la zona in cui si stava piano piano espandendo il dolore e vidi le mani di Azula che impugnavano un coltello. Il sangue scendeva ed io la guardai. Aveva il suo classico sorrisino malizioso.
Con un rapido gesto, tolse il coltello ed io, per il dolore, mi accasciai per terra.
-Che c'è? Il Leggendario Zekrom non riesce ad alzarsi per un misero taglietto? Sei proprio un essere inutile.-
Mi guardò per un paio di secondi, prima di uscire dalla cella.
-Azula!- urlai e nel cielo si scatenò una tempesta di fulmini.
Arrabbiato e offeso, mi alzai e, barcollando, uscii. Nonostante la ferita mi facesse molto male e il sangue uscisse a fiumi, corsi per raggiungerla. La presi per i polsi e la gettai di nuovo sul muro. Le presi il coltello e glielo puntai alla gola.
-Chi è l'essere inutile? Sei una donna senza cuore. Giochi con i sentimenti altrui. Questa volta farò quello che non ho fatto l'ultima volta!-
Incominciai a premerle il coltello contro la gola, ma sentii qualcosa penetrarmi nella schiena. La lama di una lancia. Per il dolore lasciai la presa e mi voltai indietro, guardando, furioso, la guardia che mi aveva colpito.
Azula ne approfittò per scappare. 
Volevo rincorrerla, ma ben preso venni circondato dalle altre guardie. Urlai e dopo pochi secondi mi trasformai in Zekrom, tramortendo tutte quelli che mi avevano circondato e distruggendo le prigioni del palazzo. Volai alto nel cielo e incominciai a cercare Azula, che stava correndo verso il palazzo.
Urlai per l'ennesima volta e lei si girò. Quando mi vide volare nel cielo quasi sbiancò. Disse qualcosa ale sue guardie che, ben presto, si affollarono sotto di me.
Cercarono di colpirmi con varie armi, ma non mi fecero molto. Scaraventai alcuni fulmini per terra, neutralizzando la maggior parte di loro. Però i rinforzi arrivarono in fretta. Mentre i Pokèmon cercavano di colpirmi con i loro attacchi più forti, gli umani caricavano i cannoni.
Proprio mentre cercavo di evitare la mossa Dragobolide di un Haxorus, mi arrivò un colpo di cannone dritto sull'ala. Persi l'equilibrio per un pò e molti colpi avversari andarono a segno. Gettai un occhio su Azula che stava continuando a correre verso l'entrata del palazzo. Dovevo attaccarla prima di cadere al suolo stremato.
Raccolsi le mie ultime forze e caricai Incrotuono e la gettai dritta su Azula.
L'ultima cosa che vidi fu un'enorme esplosione.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Infiltrato ***


Capitolo 20: Infiltrato

-Kaito
Quando riaprii gli occhi, non capii dove mi trovavo. Gli occhi non riuscivano a mettere bene a fuoco la vista e vedevo tutto nero. Sentivo solo l'ululare del vento. Anche se era impetuoso proprio quando c'era una tempesta, mi teneva distratto dai miei pensieri e dal dolori allucinanti che mi attanagliavano il corpo. Avevo scagliato contro Azula la mia mossa più potente, eppure non ero sicuro di averla colpita. E' vero c'era stata l'esplosione proprio dove c'era lei e le probabilità che lei si fosse salvata erano basse, però quella donna era imprevedibile... Era riuscita a cavarsela tante volte. In qualche modo si era protetta dal mio attacco.
Mi girai su un fianco. L'erba era fresca sotto la mia pelle bollente. Le ferite erano ancora aperte e avevo un ala rotta. Anche se volevo alzarmi da lì e provare a tornare a Ponentopoli non ci sarei riuscito. Ma, soprattutto, dove mi trovavo? L'ultima cosa che mi ricordavo era l'esplosione. Dove mi aveva condotto la mia parte Pokèmon. Sicuramente abbastanza lontano dal palazzo dei Phoenix. Con molta probabilità nei pressi di Ponentopoli o, addirittura, al palazzo di Kai, dove c'era Virizion che mi poteva curare.
All'improvviso sentii un tuono. Di lì a poco sarebbe scoppiato a piovere, eppure su di me sentivo ancora il tiepido calore del sole, nonostante sentissi l'odore pungente di erba bagnata. 
Mi sforzai ad aprire meglio occhi e, dopo poco, riuscii a vedere una figura maschile seduta poco distante da me, con la schiena appoggiata al tronco di albero. 
-Kai?- lo chiamai con voce fioca.
L'uomo che credevo fosse il mio amico si voltò a guardarmi e, quando vidi che non era Kai mi irrigidii.
-Ti sei svegliato! Come ti senti?- mi chiese, avvicinandosi.
Essendo vicino a me, notai che la forma del viso era uguale a quella di Kai, anche gli occhi erano dello stesso colore, solo che i capelli erano più scuri e più folti. Con un ampio sorriso, mi scrutava per vedere se stavo bene.
-Tu chi sei?- chiesi.
L'espressione del ragazzo si rabbuiò.
-Sono io! Christian! Dormi per due giorni interi e ti dimentichi del tuo migliore amico?- fece.
Chi era quel ragazzo? Lui non era il mio migliore amico. Lo era Kai. Però, mi trovavo in quella situazione, quindi era meglio assecondarlo.
-Giusto. E' solo che non riuscivo a vederti bene.- mentii, cercando di mettermi seduto.
Notando la mia difficoltà ad alzarmi, Christian, se così lo potevo chiamare, mi aiutò.
-Almeno ti senti un pò meglio? Sei stato ferito gravemente in battaglia...-
Alzai le spalle.
-Sembra di sì.-
Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo e si alzò, pulendosi il pantalone.
-Ce la fai ad arrivare da Braviary? Ci sta aspettando al torrente qui vicino. Così torniamo a palazzo dove ti possono guarire.-
Lo squadrai. Mi potevo fidare? Assomigliava terribilmente a Kai e il mio istinto non era allarmato. Ma c'era qualcosa che non mi convinceva. Lentamente mi alzai, aiutandomi con l'albero più vicino a me. Christian mi sorrise e, appoggiandomi a lui, arrivammo da Braviary, che non appena ci vide, si fermò a guardarci, in attesa.
Non sapevo con precisione cosa stesse succedendo, però quel ragazzo mi metteva tranquillità, proprio come quando stavo insieme a Kai. Era una sensazione inspiegabile. Insieme salimmo sul Pokèmon uccello e lentamente ci alzammo in volo. Rimasi lucido per pochissimo tempo, per poi perdere i sensi un'altra volta.

Mi risvegliai con uno strano odore di bruciato che aleggiava nell'aria. Avevo già sentito un odore del genere una volta, quando sognai Rhue che mi bruciava vivo, dopo aver ucciso Kai. Lentamente mi alzai e mi misi seduto sul bordo del letto, cercando di non far caso a quell'odore. Incominciai a tastarmi la zona in cui ero stato ferito da Azula e vidi delle bende. Mi avevano medicato mentre ero privo di conoscenza. Sospirai e mi guardai intorno. Mi trovavo in una stanza gigantesca, con mobili antichi, delle poltrone vicino alla porta finestra e il letto a baldacchino, con le lenzuola di seta, macchiate in alcuni punti dal mio sangue. Sembrava la stanza di Josh, solo senza il baldacchino.
All'improvviso incominciai a tossire. Il dolore si era fatto più forte e pungente. Mi voltai di scatto verso la porta e notai che del fumo nero entrava nella stanza. Mi avvicinai alla porta, facendo un pò di forza per aprirla. Quando riuscii a spalancarla, mi ritrovai di fronte a delle gigantesche lingue di fuoco che dominavano impetuose per il lungo corridoio. Per la paura feci qualche passo indietro, tornando al centro della sala. Però dovevo uscire da lì. Potevo spiccare il volo uscendo dalla porta finestra, ma, nonostante la medicazione, mi facevano ancora male le ferite. Quindi dovevo uscire per forza dalla porta. Presi il mantello e me lo misi addosso, coprendomi con un lembo il naso e la bocca, in modo da respirare meno fumo possibile. Corsi e uscii tra il fuoco. Cercavo di correre il più veloce possibile, in modo da arrivare più in fretta alla fine del corridoio, ma la mio corsa si interruppe, quando sentii il pianto disperato di un bambino provenire da una stanza. Tornai sui miei passi e cercai di capire da quale stanza provenisse il pianto. Quando riuscii a capire da dove venisse, spalancai l'unica stanza che aveva le porte bianche con i disegni verde acqua. La stanza di Tommy. Spalancai le porte e guardai dentro, alla ricerca del piccolo. Le fiamme già divampavano per quasi tutta la stanza. Mi voltai verso il letto e vidi un bambino biondo che piangeva disperato e non appena mi vide si sporse in avanti, con le braccia rivolte verso di me. Quello non era Tommy. Però dovevo salvarlo. Corsi verso di lui e lo presi in braccio, coprendolo con il mantello e uscendo da lì.
Corsi ininterrottamente, fino a quando non riuscii ad uscire fuori al giardino. Raggiunsi un gruppo di domestiche spaventate, riunite vicino alla fontana. Affidai loro il bambino e ripresi fiato. Cosa stava succedendo? Ero al palazzo di Kai, eppure non c'erano nè lui nè Tommy. Dove mi trovavo in realtà. I miei pensieri vennero interrotti dall'urlo di una donna. Mi voltai verso il palazzo completamente dominato dalle fiamme. Non volevo tornare in mezzo alle fiamme, però ero preoccupato e dovevo andare a vedere cosa fosse successo. Dissi al bambino di stare con le domestiche e tornai dentro. Incominciai a vagare per il palazzo, cercando la fonte dell'urlo, fino a quando, nei pressi della Sala delle Vetrate, ne sentii un altro, questa volta di un uomo.
Mi rivenne alla mente il sogno che avevo fatto tempo fa. Si stava ripetendo e questo non mi rassicurava. Se avessi aperto quella porta, avrei rivisto Kai bruciare vivo e non volevo. Però non c'era lui, bensì Christian. Forse le cose sarebbero andate in modo diverso. Aprii la porta e vidi due cadaveri carbonizzati per terra. Spaventato, mi precipitai accanto ad essi.
-Christian!- urlai, involontariamente, scuotendolo, ma era troppo tardi. Era già morto. 
-Da quanto tempo, Zekrom.-
Quando sentii quella voce femminile, sussultai. Mi voltai e vidi Rhue, con i capelli lunghissimi raccolti in una treccia, le labbra carnose erano dipinte di rosso, proprio come l'abito che indossava. Il cuore mi battè all'impazzata. Era così bella.
-Perchè lo hai fatto?- dissi, freddamente.
-Cosa?- fece lei con aria innocente.
Mi alzai di scatto e la guardai, indignato.
-Come cosa?! Hai ucciso Christian! Hai reso orfano un bambino, te ne rendi conto?-
Lei fece spallucce.
-Sinceramente non mi importa molto. Mi interessava solo vendicarmi di ciò che lui mi ha fatto. E comunque grazie... Mi hai ricordato del Principe Kyle.- disse Rhue, anzi Reshiram, dandomi le spalle.
Aprii bocca per fermarla, ma qualcuno mi anticipò.
-Invece non vai da nessuna parte!-
Il mio cuore perse un battito al suono di quella voce. Tremante come una foglia, mi voltai. Poco lontano dai corpi di Christian e di quello che doveva essere della moglie c'erano un uomo alto, dall'aspetto regale, con i capelli argentati, lo stesso colore degli abiti che stava indossando. Quando, però, fissai i suoi occhi rossi, mi assalì la paura. Era arrabbiato.
-Re Arceus!- esclamò sorpresa Rhue.
Re Arceus... Quindi era quello il famoso Re Arceus che Josh aveva nominato due anni fa. Però se lui era un Pokèmon, Josh come faceva a conoscerlo?
-E' da tempo che non ci vediamo. L'ultima volta che vi ho visti la regione di Unima era florida e voi eravate un unico Pokèmon.- disse, fermandosi a guardare le nostre espressioni e, notando che nessuno dei due aveva il coraggio di ribattere, continuò.
-Come avete potuto? Io vi avevo dato un compito molto semplice, ossia quella di proteggere questa regione. Invece non avete fatto altro che alimentare la sete di potere che attanagliava Unima. Per di più vi siete divisi, combattendo l'uno contro l'altro! Ma cosa vi è preso?! Avevo riposto in voi tutta la mia fiducia e voi l'avete tradita.-
-Ma...- aprii bocca per ribattere, ma lui mi zittì con lo sguardo.
-Ma cosa?! Non vede che la regione soffre?! I Pokèmon scappano dalla loro casa! Questo non doveva accadere!-
Cadde un silenzio pesante. Sapere di essere guardato con quello sguardo.
-Però non è l'unico motivo per cui sono venuto fin qui. Sono qui per Reshiram.-
I miei occhi schizzarono su Rhue, poi tornarono sul Re Arceus.
-Per me? Ne sono lusingata!- fece Reshiram, sorridendogli, ma l'uomo rimase impassibile.
-Io non sarei così felice al posto tuo. E' stata principalmente per causa tua se questa guerra è scoppiata. Hai fatto innamorare di te due fratelli che già litigavano tra loro per il trono. E come se non bastasse, hai tenuto una relazione con il tuo "nemico", per poi vendicarti di un suo tradimento, uccidendo lui e la moglie. Non hai mai pensato di aver fatto la cosa sbagliata?- chiese e lei alzò le spalle, indifferente.
-Io non sono pentita di nulla. Vado fiera delle mie scelte.-
Credevo che dopo questa risposta il Re Arceus si arrabbiasse ancora di più, invece i suoi occhi ritornarono normali, di un argento molto intenso, e si inondarono di lacrime.
-Mi dispiace tanto.- 
Puntò due dita contro Reshiram, all'altezza del cuore.
-Io, il Re Arceus, per aver infranto il patto sancito con me e di aver tradito la regione di Unima, ti condanno, Reshiram, a morte!- disse e dalle sue dita partì una specie di raggio argentato, che poteva equivalere ad un Iperaggio.
Il colpo si dirigeva verso Rhue con una velocità impressionante. Di lì a poco l'avrebbe colpita e sarebbe morta. Non volevo che succedesse una cosa simile! Corsi, cercando di fare più in fretta e mi misi tra Reshiram e il raggio, facendomi colpire anche io.
Il raggio mi oltrepassò il petto, ma colpì lo stesso Reshiram, cadendo insieme sul pavimento freddo. Sotto di noi si fermò una pozza di sangue. L'ultima cosa che vidi fu il Re Arceus che si precipitava ad aiutarmi.

-Rhue

Era passata una settimana e di Kaito non avevo notizie. Ero preoccupata per lui. Forse se n'era andato, perchè non gli era piaciuto il mio comportamento. Mi ero comportata come una bimba gelosa e viziata. Non vedevo l'ora di chiedergli scusa. Mi sentivo così in pena. Volevo che tornasse da me, riabbracciarlo e riempirlo di baci.
Mi trovavo nel covo dei ribelli, ma ero troppo preoccupata per mio marito per ascoltare ciò che Landorus diceva al gruppo. Parlava di una spedizione a Boreduopoli per incontrarsi con il capovillaggio e organizzare un assalto alle truppe della Regina appostate là intorno, ma nulla di quello mi interessava. Però non ero l'unica che non ascoltava. Anche Kai era pensieroso. Molto probabilmente anche lui pensava a Kaito e a dove fosse.
-Landorus! E se, prima di andare a Boreduopoli, creassimo una squadra di ricerca per trovare Kaito? Manca da una settimana e sono preoccupato per lui.-
Landorus scosse la testa in segno di disapprovazione.
-Non possiamo occupare alcuni dei nostri per ritrovare Kaito. Già siamo pochi, inoltre abbiamo poco tempo e dobbiamo coinvolgere più città possibili prima della spedizione indetta da Azula. In più, lui è Zekrom. Se la sa cavare da solo. Tra un paio di giorni sarà qui, con il suo solito sorrisino stampato in faccia, che ci saluterà tutti felice come una pasqua. Quindi non vi preoccupate.-
-Questo è vero, ma non è nemmeno da Kaito sparire di punto in bianco senza dire nulla. Può darsi che era uscito a fare una passeggiata a schiarirsi le idee ed è stato catturato dai soldati di Azula ed ora è in pericolo.- scattai in piedi, avvicinandomi al mio amico, ma lui sbuffò e riaprì bocca per ribattere, ma si sentì uno strano rumore provenire dall'entrata.
Landorus ci fece segno di stare zitti e prese la pistola che aveva attaccato alla cintura e si nascose dietro la porta. La maggior parte del gruppo si nascose, mentre alcuni si appostarono in alcuni punti strategici della stanza con le armi in mano, pronti all'attacco. Io non mi mossi nemmeno di un centimetro da dove mi trovavo, così Kai mi prese per un braccio e mi trascinò dietro ad un pilastro al sicuro. Aspettamo nascosti per cinque minuti, attesa che non finiva mai, con il cuore alla gola. La porta, lentamente, si aprì. Io e Landorus saltammo fuori dal nostro nascondiglio contemporaneamente e quando lo riconoscemmo, tirammo un sospiro di sollievo.
Kaito era lì davanti a noi, sano e salvo. Felice, gli corsi incontro, gettandogli le braccia al collo.
-Che bello che tu sia tornato! Ti ho pensato per tutta la settimana!- dissi stringendomi a lui più forte che potevo, come se di lì a poco mi avrebbe lasciata di nuovo da sola ed io non volevo farlo fuggire.
Kaito si staccò dall'abbraccio e mi guardò dritta negli occhi, sorridendomi.
-Anche tu mi sei mancata! Mi dispiace essere andato via senza dire nulla.- disse e mi baciò intensamente, come mai aveva fatto. Avevo sempre amato i suoi baci, ma in questo c'era qualcosa di diverso. Come se non fosse lui. Però, stesso l'allontananza, forse, e la voglio di rincontrarlo avevo sentito il bacio più profondo. La cosa che mi allarmò sul serio furono i suoi occhi. Erano rosso rubino, proprio come i miei. Eppure non era arrabbiato.
-Come mai hai gli occhi rossi?- chiesi e lui rise.
-Non ti preoccupare. Sono stato ferito al palazzo di Azula, così, il mio corpo, per guarire prima dalla ferita, sta impiegando tutte le energie. Per questo ho gli occhi rossi.- spiegò ed io mi tranquillizzai.
-Sei andato al palazzo di Azula?!- esclamò sorpreso Kai, che nel frattempo si era avvicinato a noi.
Kaito lo guardò ed annuì.
-Sì. Sempre per la questione del bambino, che non era altro che un' insulsa trappola di Azula stessa. Io, come uno stupido, ci sono caduto e mi sono fatto catturare. Quando, poi, ho provato a ribellarmi sono stato ferito. Per questo ci ho messo tanto a tornare qui a Ponentopoli. Ho perso i sensi svariate volte.- fece lui, mostrandoci delle bende che ricoprivano tutta la parte bassa del torace.
Vedere quelle medicazioni sul suo corpo, mi fece venire voglia di piangere. Perchè era andato da solo lì? Se avesse detto che avrebbe voluto prendere il bambino e portarlo via con sè l'avrei aiutato. Maledetta gelosia. Se non mi fossi comportata da bambina, lui mi avrebbe reso partecipe del suo piano. Kaito, notando che ero sull'orlo di una crisi di pianto, si avvicinò a me e, con il pollice, asciugò quelle poche lacrime che erano riuscite a sfuggirmi e rigarmi le guancie.
-Dai, non piangere. Sono qui. E' questo quello che conta.-
Sorrise e mi diede un bacio sulla fronte. A quel contatto, mi sciolsi praticamente tra le sue braccia. Era mancato solo una settimana e solo ora mi rendevo conto di quanto mi fosse mancato. 
-Ora che lo sposino è tornato, è meglio che andiamo a dormire. Domani dobbiamo pensare ai preparativi per poi partire per Boreduopoli.- disse Landorus, girandosi di spalle e andandosene via.
Salutammo gli altri, per poi tornare alla locanda. Facemmo il tragitto in completo silenzio. Sia io che Kai non volevamo chiedere ulteriori informazioni su cosa era successo. L'importante che non si era fatto nulla di grave e Azula non l'aveva imprigionato. Quando arrivammo di fronte alla nostra stanza, augurammo a Kai buonanotte ed entrammo.
-E' bello essere tornato da te.- disse, fermandosi al centro della stanza.
Io lo guardai e sorrisi.
-Lo so. Anche io sono felice che tu sia tornato da me.- dissi, girandomi di spalle e togliendomi le scarpe.
Ricadde di nuovo il silenzio tra noi, ma, pochi secondi dopo, sentii il vestito slaccciarsi e le dita calde di Kaito percorrermi la schiena. Poi incominciò a baciarmi alla base del collo. Io mi girai di scatto e ci baciammo, mentre il vestito scivolò via, cedendo per terra. I nostri corpi aderirono l'un l'altro e gli passai una mano dietro la nuca, accarezzandogli i morbidi capelli neri, mentre lui mi posò delicatamente sul letto, spegnendo con la mano la luce della candela.

-Rose
Quella mattina mi alzai più presto del solito, nonostante quella notte la passai completamente senza chiudere occhio perchè mio padre era fuori città e mia madre non se la sentiva di stare da sola a badare alla locanda. Non riuscivo a fare nulla, persino le cose più banali. Sbagliavo le ordinazioni ed ero perennemente distratta. 
Però i miei clienti non cercavano di aiutarmi. Mi rendevano più complicate le cose. Infatti, quando stavo per riportare indietro l'ennesima ordinazione errata, uno dei nuovi clienti appena arrivati mi fece lo sgambetto. Non accorgendomi di nulla, caddi nello scherzo. Il vassoio volò prima di me, spargendo per terra tutto il cibo che conteneva. Io, d'istinto, mi porta le braccia al viso, in modo da non farmi molto male dopo la collissione con il pavimento, ma il mio volo finì a metà. Qualcuno mi aveva preso appena in tempo. Quando mi resi conto che non correvo più il pericolo di andare contro i piatti rotti e farmi male, aprii gli occhi e la prima cosa che vidi fu il colore verde acqua. Gli occhi di Kai erano a pochi centimetri dai miei. Il mio cuore perse un battito. Perchè il destino mi faceva questi scherzi?
-Tutto bene?- chiese.
Io arrossii e mi rimisi in piedi, rimettendomi a posto il vestito.
-Sì, certo. Grazie per avermi evitato una brutta caduta.- risposi, cercando di non guardarlo troppo negli occhi e di fermare il batticuore.
-Figurati. L'importante è che tu non ti sia fatta nulla.-
Sorrise, però aveva gli occhi amareggiati. Proprio quando lo trovai a guardare i cielo la settimana scorsa. Perchè mi comportavo in quel modo? Avevo capito i sentimenti che provavo per lui, ma evitandolo in quel modo non facevo altro che spezzargli il cuore. Volevo essere mio amico... Non era giusto trattarlo così. Sarei rimasta sua amica, lasciando nascosti i miei sentimenti. Tanto lui non mi corrispondeva.
-Vuoi che ti aiuti a risolvere questo macello?- disse, indicando il cibo riversato sul pavimento.
-No, grazie. Ma ce la faccio da sola.- ribattei, sorridendogli.
Lui annuì e camminò verso il suo tavolo, dove lo stavano aspettando Kaito e Rhue. Però lo fermai.
-Cosa c'è?- 
-Volevo chiederti scusa per il comportamento che ho avuto l'altro giorno. Tu volevi semplicemente aiutarmi a capire meglio il libro, invece io sono scappata via. Scusa.-
Kai mi guardò e rise. Non mi aspettavo una reazione del genere.
-Perchè ridi?- chiesi, leggermente offesa.
-Scusami, ma non ero arrabbiato con te. Non mi ricordavo nemmeno che eri fuggita via. E' vero, lì per lì mi ero dispiaciuto, ma non ci ho pensato più. Quindi non ti preoccupare. Se ti serve aiuto, puoi chiamarmi quando vuoi.- fece, sorridendomi.
-Proprio di questo volevo parlarti... Se avevi voglia di incontrarci vicino all'albero e continuare a leggere quel libro. Per farmi perdonare.- 
I suoi occhi si luminarono. 
-Certo! Volentieri!-
-Ti va bene oggi pomeriggio intorno alle sei? E' l'ora in cui sono libera.-
-Va benissimo. Oggi alle sei.-
Mi salutò con la mano e sorriso raggiante prima di tornare dai suoi amici al tavolo ed io al mio lavoro.

Verso le cinque e mezza, corsi in camera mia. Ero preoccupata che le cose sarebbero andate male. Che avrei perso il controllo di me e avrei fatto cose avventate. Forse avevo sbagliato a chiedere a Kai di incontrarci a leggere. Non dovevo farlo, ma ormai era fatta. Non gli potevo dare buca.
Presi il catino e lo riempii d'acqua, in modo da darmi una rinfrescata al viso. Mi aggiustai i capelli, rifacendomi lo chignon. Mi bloccai davanti di fronte allo specchio. Non volevo presentarmi con un vestito sporco. Però se mi fossi presentato con l'unico abito buono che avevo, avrebbe subito pensato che avevo delle mire su di lui. Sospirai e lasciai perdere. Presi il libro che avevo lasciato sul leggio e uscii dalla stanza.
Uscii in cortile e mi sedetti affianco all'albero. Ero in anticipo, ma non mi dispiaceva rimanere un pò lì ad aspettare. Kai arrivò dopo cinque minuti.
-Scusa. Ti ho fatto aspettare.-
-Sono qui da soli cinque minuti. Non ti preoccupare.- feci con un sorriso e lui si sedette accanto a me.
Proprio come la prima volta, la distanza tra noi era minima e le nostre mani si sfioravano. Era così bello averlo così vicino, ma dovevo stare calma. Aprii il libro alla pagina in cui avevo lasciato il segno e lo misi al centro, in modo che anche lui potesse leggere.
-Inizio io.-
Kai incominciò a leggere. La sua voce era così profonda. Più lo sentivo leggere, più la sua voce mi tranquillizzava. Così tanto da placare la mia ansia e, senza accorgermene, appoggiai la testa sulla sua spalla. Tutti le mie paure erano come addormentate. Non mi preoccupavo più di nulla.
Lo ascoltavo, assorta. Sentivo il suo profumo e il suo respiro. Lentamente, le palpebre si fecero pesanti, ma non volevo cedere al sonno. Era troppo bello stare al suo fianco. Come vorrei che il tempo si fermasse, in modo da rimanere per sempre in quel modo e non tornare alla locanda. Pensando a questo, mi abbandonai al sonno. Quando mi risvegliai, mi ritrovai nella mia stanza, avvolta nelle coperte. Dai tenui raggi di sole che entravano dalla finetra, capii che ll sole stava per sorgere. Mi alzai e andai ad aprire la finestra per far prendere aria alla stanza.
Rimasi a guardare il panorama per pochi minuti, poi mi diressi verso il catino che avevo lasciato sul tavolo, dove trovai, vicino ad esso, un libro e sopra un foglietto ripiegato con sopra scritto il mio nome. Curiosa di sapere cosa ci fosse scritto, lo presi e incominciai a leggere.

"Cara Rose,
Dato che ti eri addormentata e avevi un'espressione così beata, ho pensato di non disturbarti e di portarti in camera tua e farti riposare. Non ti preoccupare per il libro. Ho lasciato il segno alla pagina in cui abbiamo iniziato. Quando vorrai, ti aspetterò all'albero alla solita ora. Riposati e non lavorare troppo.
Kai."


Finito di leggere, ripiegai il fogliettino, scritto con una bella calligrafia, e me lo strinsi al petto, dove il cuore mi batteva all'impazzata. 

-Rhue
Era arrivato il giorno della partenza e, come previsto da Landorus, ci incontrammo tutti nel bosco all'alba. Contavamo di arrivare a Boreduopoli nel pomeriggio. Prima arrivavamo, prima ci potevamo alleare coni ribelli della città. 
Io e Kaito ci svegliammo due ore prime dell'incontro, in modo da prepararci con calma. Ma quando mi svegliai, Kaito non era nella stanza. Da quando era tornato, si comportava in maniera strana. Era assente, non ascoltava quello che dicevamo e spariva senza dire nulla a nessuno. Forse era successo qualcosa al palazzo di Azula e non ce l'aveva detto. Volevo chiederglielo perchè ero preoccupata per lui, ma se non me ne aveva parlato voleva dire che voleva dimenticare tutto.
Mi alzai dal letto e incominciai a cercare qualcosa che mi facesse capire dove fosse andato, ma non c'era nulla. Pensai che fosse andato a fare un giro, anche se non ero del tutto tranquilla, e andai a lavarmi. Dopo andai da Kai, che mi aspettava dietro la locanda. Quando mi vide chiese dove fosse Kaito, ma io scossi la testa e lo convinsi ad andare al luogo d'incontro senza di lui. Tanto Kaito sapeva dove incontrarci. Ci avrebbe raggiunti lì.
Quando raggiungemmo il punto di incontro mi guardai intorno. Kaito non c'era. C'erano tutti tranne lui. Forse si era perso, oppure non aveva capito bene il luogo di raccolta ed era andato da un'altra parte. Scossi la testa cercando di cacciare via la preoccupazione e di mantenere la calma. Kaito non poteva averci dato buca in un giorno importante come quello. Se riuscivamo a convincere il capovillaggio di Boreduopoli, i ribelli avrebbero avuto un alleato su cui contare e ci stavamo sempre più avvicinando al giorno in cui avremmo marciato al palazzo e spodestato Azula. Landorus, notando che eravamo solo in due, si avvicinò a noi e si guardò intorno.
-Dov'è Kaito?- chiese, inclinando leggermente la testa.
-Non lo sappiamo. Quando mi sono svegliata lui non era alla locanda.-
Il mio amico sbuffò.
-Spero che sia qui a breve perchè prima partiamo, prima arriviamo lì. Aspettiamo solo lui.-
Inizialmente annuì, ma quando vidi Kaito dietro le spalle di Landorus sorrisi.
-Chi aspettate?- chiese e Landorus sussultò, voltandosi di scatto.
I due si scambiarono un'occhiata. Gli occhi rossi di Kaito eravo più vividi che mai. Era strano che ancora dovevano tornare normali.
-Nessuno. Tra poco partiamo. Tenetevi pronti.- disse inespressivo Landorus, prima di superare mio marito e andare da un gruppo che lo chiamava.
Kaito lo seguì con lo sguardo per un paio di secondi, poi tornò a guardare me e Kai, con un sorriso.
-Buongiorno!- cantilenò.
-Dov'eri finito?- chiese immediatamente Kai, fissandolo con una strana espressione.
Kaito fece spallucce.
-Sono andato a farmi un giro. Non riuscivo a dormire, così mi sono alzato e uscito a prendere una boccata d'aria fresca. Non ho fatto del male a nessuno.- spiegò.
-Almeno potevi avvisarci. Mi sono preoccupata da morire quando non ti ho visto.- ammisi e lui mi abbracciò, baciandomi sulla testa.
-Scusami. Non me ne dovevo andare senza dirti nulla. Non volevo farti preoccupare, mi dispiace.- disse ed io lo strinsi più forte.
All'improvviso Landorus fischiò, richiamando la nostra attenzione. Ci spiegò come comportarci durante il viaggio, quale strada avremmo intrapreso e le eventuali soste. Secondo le previsioni di Landorus avremmo preso stradine di campagna, che ci avrebbero condotto a Boreduopoli senza farci notare, soprattutto perchè quelle strade non si trovavano nelle mappe dei Phoenix, quindi non avremmo corso alcun rischio.
Dopo che lui ebbe finito di illustrarci il piano, partimmo. Era una splendida giornata e non faceva nemmeno molto freddo, dato che stava per arrivare la primavera.  
Per tutta la mattinata camminammo senza sosta. C'era una strana tensione dell'aria. Prima di fermarci Kaito non disse nulla. Si limitava a guardare avanti e a camminare. Avevo pure cercato di iniziare una conversazione e lo stesso lo faceva Kai, ma lui non ribatteva. Annuiva o non ci prestava alcun tipo di attenzione. Come avrei voluto capire cosa gli prendesse. Non era da lui comportarsi in quel modo. 
Quando arrivammo a Boreduopoli era l'alba del mattino seguente. Avevamo impiegato molto tempo ad uscire dal Monte Vite, dato che avevamo perso la strada più di una volta. Però almeno eravamo arrivati sani e salvi in città.
Non appena mettemmo piede nel villaggio, ci dirigemmo dal capovillaggio, che viveva in una piccola villetta al nord della città. Entrammo nella villa solo io, Kaito, Kai e Landorus, mentre il resto del gruppo rimase fuori a riposarsi.
Bussammo alla porta e ci accolse una ragazza sui dodici anni dai capelli biondi sciolti sulle spalle e con un vestito rosa pallido con gli ornamenti color oro. Doveva essere la nopote del capovillaggio.
-Buongiorno. Siamo venuti per parlare con il Signor Blaine.- 
La ragazzina sorrise e ci fece entrare. Una volta chiusa la porta alle nostre spalle, ci condusse al piano di sopra, davanti ad una grande porta a due ante in legno. Ci fece segno di aspettare lì ed entrò nella sala. Dopo pochi minuti di attesa, la porta si aprì.
-Prego.- ci invitò ad entrare una voce maschile.
Kaito fu il primo ad entrare, seguito da Landorus, mentre io e Kai rimanemmo sulla soglia della porta. Guardai Kai e lui mi rivolse un sorriso d'incoraggiamento e, insieme, entrammo. Quando tutti e quattro fummo nella spaziosa sala circolare, la ragazza uscì chiudendo la porta.
Un uomo anziano, sulla cinquantina, con un sigaro in mano, si alzò dalla poltrona su cui era seduto, venendoci incontro.
-Buongiorno, Signor Blaine.- lo salutò Landorus, facendo un piccolo inchino. Noi lo imitammo.
-Buongiorno a voi. Siete arrivati puntuali. Non me lo aspettavo.- disse, spegnendo il sigaro.
Landorus fece un respiro profondo e incominciò a parlare.
-Come le ho scritto nella lettera, io sono a capo di un piccolo gruppo di ribelli a Ponentopoli. Sono venuto qui a chiedere il suo appoggio.-
Il Signor Blaine ci squadrò per un paio di secondi.
-E perchè dovrei darvi il mio appoggio?- 
-Perchè se vogliamo attaccare la Regina e il suo palazzo dobbiamo essere di più. Noi siamo solo un misero gruppetto di cinquanta persone. Se siamo da soli, l'esercito ci annienterebbe subito.-
-Cosa mi da la garanzia che poi, con il mio appoggio, riuscirete a liberare il Regno dalla Regina Azula? Perchè da quel che ho capito, non avete chiesto appoggi ad altre città.-
Il mio amico rimase in silenzio per un pò, non sapendo cosa dire. Dopo un pò scosse la testa.
-No. Però abbiamo una persona che ci appoggia.-
L'uomo si incuriosì e si avvicinò di più.
-Chi?-
Kai sussultò. Landorus non doveva assolutamente dire che il Re Harmonia lo appoggiava, altrimenti la guerra non sarebbe più stata una battaglia civile, ma si sarebbe estesa per tutta la ragione e la situazione era già critica. Landorus si voltò quel poco abbastanza per guardare Kai, che immediatamente gli fece capire di non dire nulla.
-Non lo posso dire.- tirò corto il mio amico.
-Come mai?-
-Ho giurato di non dire la sua identità.-
-Se non me lo dici, penserò che è una menzogna.-
Immediatamente, Landorus scosse la testa.
-E' la verità. Solo che è una persona molto influente e se si venisse a sapere, lo uccideranno. Mi creda! Inoltre ho molti informatori dietro le mura del palazzo e ho saputo che la Regina ha ordinato una spedizione tra un paio di settimane e se non la fermeremo, distruggerà le nostre città.-
A quella notizia, il Signor Blaine si drizzò.
-Ne se sicuro?-
-Certo. Me l'ha detto una fonte sicura che lavora per la Regina.-
L'uomo aprì bocca per dire qualcosa, ma venne fermato dal suono delle campane. Il capovillaggio sbiancò.
-Cos'è questo suono?- chiesi.
-Sono le campane d'allarme!- 
Il Signor Blaine corse verso il balcone per vedere cosa stesse succedendo. Noi lo seguimmo e vedemmo che le porta delle mura si stavano chiudendo e le persone correvano a ripararsi nelle case. Alzai gli occhi, per vedere cosa stesse accadendo, e vidi una schiera di soldati che cercavano di abbattere le porte della città. Sventolavano la bandiera dei Phoenix.
-Ci deve essere un equivoco...- disse Landorus a bassa voce.
L'uomo gli lanciò un'occhiataccia e corse via, a difendere la città. Anche io mi voltai per parlare con Kaito e vedere cosa fare, ma lui non c'era. Era sparito.
-Dov'è Kaito?- chiesi a Kai, credendo che lui lo sapesse.
Lui si guardò intorno e mi guardò, confuso. Entrambi corremmo fuori dalla villa a cercarlo. Controllammo per tutte le strade, ma non c'era nessuna traccia di Kaito. Fino a quando non arrivammo a pochi metri dalle porte. Mio marito era lì a guardare le gigantesche porte delle mura.
-Kaito! Cosa stai facendo lì! Spostati prima che l'esercito di Azula riesca ad entrare!- gli disse Kai, scuotendolo un pò, ma lui non lo pensò. Continuava a fissare le mura.
Kai lo strattonò, in modo da farlo spostare, ma in quel preciso istante le porte cedettero e l'esercito Phoenix entrò nella città. Era a pochi passi da noi ed eravamo disarmati. Dovevamo fuggire.
Il Re Harmonia lo prese per un braccio e tentò di trascinarlo via da lì, ma Kaito con una mossa si liberò dalla sua stretta e sfoderò dalla tasca del mantello un coltello che gli conficcò nella gamba. Kai per il dolore cadde per terra e si tolse l'arma insanguinata dalla gamba, lasciandola cadere per terra.
-Kaito, cosa ti è preso? Perchè hai attacco Kai?!- gli urlai.
Lui si girò di scatto verso di me e tentò di prendermi in braccio. Spaventata e confusa dal suo comportamento, gli diedi uno schiaffo per allontanarlo e indietreggiai. Perchè si comportava in quel modo? Con la coda dell'occhio vidi Landorus che correva verso di noi, seguito dal resto del gruppo. Immediatamente corsi verso di lui con le lacrime agli occhi. Però non feci molta strada, perchè Kaito mi prese per i capelli e mi trascinò via.
-Mi hai fatto male, lo sai?- 
Incominciai a dimenarmi, per liberarmi dalla sua presa, ma lui strinse e tirò più forte, mentre si dirigeva verso l'esercito, fermo poco distante da noi.
-Lasciami!-
-Lo farè solo quando arriveremo dai nostri cari amici che ci stanno aspettando.- 
-Quali amici? Tu non mi porti da nessuna parte!- urlai e in quell'istante arrivammo vicino all'incappucciato.
Perchè mi aveva portato da loro? Non volevo tornare da Azula! Non volevo tornare a soffrire! Incominciai a piangere. Cosa era successo al mio Kaito?
Landorus, nel frattempo, raggiunse Kai e l'aiutò ad alzarsi. Poi adirato, guardò Kaito.
-Kaito! Lascia andare la Principessa!- sbraitò
Lui sbuffò.
-La smettete di chiamarmi Kaito? Mi da fastidio.- ammise.
-Cosa?- lo guardò confuso Landorus.
Kaito scoppiò a ridere.
-Non è Kaito. Lui non è... il mio migliore amico.- ansimò Kai.
Landorus lo guardò per un paio di minuti, poi si voltò di nuovo verso Kaito, o a quello che assomigliava a lui.
-Chi sei?-
L'impostore sorrise.
-Il mio nome è Jhonny. E sono il Re dei Phoenix.-

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Al punto di partenza ***


Capitolo 21: Al punto di partenza

-Rhue
-Il mio nome è Jhonny. E sono il Re dei Phoenix.-
Eravamo a Boreduopoli nemmeno da un'ora ede eraavamo già attaccati. Per la precisione ingannati, dato che un impostore aveva preso il posto di mio marito e condotto l'esercito nemico da noi, facendo saltare la trattativa con il capovillaggio. Il mio cuore era in subbuglio.
Credevo che Jhonny fosse Kaito... Ero andata a letto con lui. Avevo tradito mio marito. Non me lo sarei mai perdonata. Per di più non mi sarei perdonata il fatto che mi ero lasciata abbindolare facilmente e non avevo dubitato nemmeno un pò di quell'impostore. Gli occhi rossi dovevano essere un campanello d'allarme. Kaito li aveva solo quando si arrabbiava, mentre lui li aveva fissi. Solo ora che sapevo chi fosse in realtà, potevo intravedere l'arroganza e la meschinità che celavano quei bellissimi occhi color sangue. Ma c'era qualcosa che non riuscivo ad afferrare. Come se ci fosse qualcosa di più profondo che io non riuscissi a scorgere. Un bagliore malvagio... 
Landorus, pallido, indietreggiò.
-Sei il Re dei Phoenix? Ma come...?!-
Jhonny fece spallucce.
-In realtà non lo sono ufficialmente, perchè non sono stato incoronato, ma lo sarò presto. In più, l'ho detto perchè volevo vedere la vostra reazione e ho avuto l'effetto sperato.- disse e sul suo viso comparve un sorrisino malizioso.
Risi, attirando la sua attenzione.
-Sei un pazzo se decidi di sposare Azula!-
Lui strinse la presa sui miei capelli e mni alzò, come se fossi leggera come una piuma. I nostri volti erano a pochi centimetri di distanza.
-E chi ti ha detto che per diventare Re debba sposare per forza lei?-
Mi assalì la paura. Come voleva dire? Non poteva sposare me. Io ero stata diseredata, quindi non potevo diventare Regina. In più ero già sposata con Kaito. 
Restammo a guardarci per un altro paio di minuti, fino a quando i miei piedi non toccarono terra e lasciò i miei capelli. Pensai che volesse liberarmi, invece, pochi secondi dopo, mi trovai incatenata mani e piedi. 
Jhonny si girò, dandomi le spalle, e salì su un Rapidash che gli aveva preparato un soldato.
-Se non vi spiace, noi torniamo a palazzo. La Principessa Rhue deve tornare a casa. E' stata via troppo tempo.-
Prese la catena che era legata alle manette ai polsi e incominciò a tirarmi. Se davvero voleva riportare una Principessa a casa sue, non era certo quello il modo di trattarla. Feci resistenza e non mi mossi da lì. Landorus corse in mio aiuto, ma Jhonny, con un velocità e precisione impressionante, prese l'arco dalla schiena di un soldato e scoccò una freccia dritta verso la gamba del mio amico. Landorus rallentò, ma continuò la sua corsa verso Jhonny, con la spada sguainata. Il nostro nuovo nemico caricò di nuovo l'arco, ma con due frecce, una indirizzata verso la testa, l'altra verso il torace. Urlai per la paura, ma Landorus si fermò e quando le frecce furono a qualche metro da lui, generò con il braccio turbosabbia, che intercettò il colpo e fece cadere le due armi a terra.
Jhonny applaudì.
-Bravo. Sei stato la seconda persona che è riuscito a fermare il mio attacco. Complimenti, Landorus. Tuo padre sarebbe fiero di te.-
Quando nominò il padre, Landorus abbassò lo sguardo, stringendo i pugni, amareggiato.
Jhonny, soddisfatto, si mise l'arco sulla spalla e indietreggiò, diretto verso la strada che conduceva al palazzo.
-Ci rivedremo molto presto e non vedo l'ora di combattere contro di voi. Au revoir!- 
Ordinò al suo Pokèmon di voltarsi e allo stesso tempo diede uno strattone alle mie catene, prendendomi di sorpresa e facendomi cadere per terra.
Prima di rialzarmi, mi voltai verso Landorus. Mi stava fissando, con le lacrime che gli rigavano le guancie.
Nonostante stesse piangendo, sorrise. Capii cosa voleva dirmi con quel sorriso. Non mi avrebbe mai abbandonata. Era come un fratello per me e mi fidavo di lui.
Mi rimisi in piedi e guardai il mio nuovo nemico, che con sguardo gelido, riprese il suo cammino verso il palazzo ed io lo seguii, a testa alta.

Quando oltrepassammo le mure, mi guardai in giro. Il palazzo era stato ristrutturato. Era molto più bello di come me lo ricordassi, ma era l'unica cosa che era cambiata. Si sentiva ancora il caos prodotto dagli allenamenti dei soldati.
-Bentornata a casa!- esclamò Jhonny, scendendo da Rapidash.
-Non immagini quanto sia felice!- ironizzai, sfoggiando il sorriso più falso che avessi.
Lui ridacchiò e mi prese il mento, sfoderando un sorrisino malizioso.
-Dai, non fare quella faccia imbronciata. Le donne sono più belle quando sorridono.-
Mi liberai dalla sua presa e indietreggiai, tenendo lo sguardo basso. Avevo come la strana sensazione che lui potesse capire i miei pensieri semplicemente guardandomi negli occhi.
-Ora che mi hai ricondotto a palazzo, dove mi rinchiuderai? Nelle segrete?- chiese, sprezzante.
Jhonny, con un gesto teatrale, si portò una mano al petto.
-Davvero credi che rinchiuda una bella donna come te nelle segrete? Non sono un uomo così spregevole come credi! Le donne vanno rispettate e tu, sebbene sia Reshiram, devi essere trattata con dignità. Ti porterò nella tua vecchia camera. Anche se ti avessi voluto chiudere nelle segrete, non avrei potuto perchè il tuo caro maritino, in un impeto d'ira, le ha distrutte.- 
Quando sentii parlare di Kaito, lo guardai.
-Kaito è stato qui?!- esclamai, sorpresa.
-Certo. Avrò anche preso il suo posto per un paio di giorni, ma questo non significa che abbia raccontato delle falsità. Kaito è stato davvero qui e ha attaccato il palazzo. Non sono un bugiardo.-
Si avvicinò e mi tolse le catene che avevo ai polsi.
-Posso farti un'altra domanda?- chiesi, incominciandolo a seguire verso il palazzo.
-Certo!-
-Hai detto che diventerai Re dei Phoenix nonostante tu non voglia sposare Azula. Come farai allora?-
-Diciamo che io e Azula abbiamo fatto una sorta di patto.-
-Che genere di patto? Sappi che Azula ti userà come ha fatto con tutti noi. Se cerchi di entrare nelle sue grazie ti sbagli di grosso.
-Ma io non ho bisogno di entrare nelle sue grazie per raggiungere i miei obiettivi. Ci riesco benissimo da solo. Il problema è che da molto tempo sto cercando una persona e mi serve l'aiuto di qualcuno in alto per poterlo sconfiggere. Tutto qui.-
-Azula non ti aiuterà. Troverà una qualsiasi scappatoia al vostro accordo, in modo da rovinarti i piani.-
Si fermò di sbotto di fronte alla porta delle stenze reali e si voltò. Mi guardò e mise le braccia conserte, con atteggiamento spavaldo e l'immancabile sorrisino beffardo. Mi doleva ammetterlo, ma era un uomo affascinante.
-Ti assicuro che dal nostro patto non potrà trovare nessuna scappatoia. La posta in gioco è troppo alta. In più da me, nessuno sfugge.-
Aprì la porta e mi condusse alla mia vecchia stanza. Prese dalla tasca dei pantaloni una chiave dorata e la inserì nella serratura. Fece un paio di giri e la porta si aprì.
-Prego!-
Entrai nella stanza, ma quando raggiunsi il centro, mi voltai di nuovo verso di lui.
-Non dimentichi qualcosa?- dissi, scutendo le catene che avevo alle caviglie.
Lui abbassò lo sguardo e fece la faccia sorpresa.
-Purtroppo dovrai abituartici. Le avrai per tutta la tua permanenza a palazzo. Ora devo andare. Ho delle faccende da sbrigare.-
Detto ciò mi salutò con un sorriso e, per l'ennesima volta, le porte si chiusero ed io rimasi prigioniera. Ero tornata al punto di partenza.

-Rose
Erano due giorni che non avevo notizie del gruppo. Erano partiti per Boreduopoli e, dato che non mi potevo muovere dalla locanda, altrimenti i miei genitori avrebbero nutrito qualche dubbio, avevo chiesto a Landorus di mandarmi una lettera, in modo da sapere cosa fosse successo in mia assenza.
Mi sentivo così inutile. Facevo parte dei ribelli e non facevo molto per loro. Andavo persino contro i miei genitori per questo...
Però, se non fossi entrata nel gruppo, molto probabilmente non avrei incontrato Kai. 
Kai... Chissà come stava? Stava bene? 
All'improvviso sentii un rumore provenire dalla cucina.
Erano le quattro del mattino ed io mi trovavo a letto, sveglia da un paio d'ore. Non avevo dormito per tutta la notte. Impaurita, mi alzai e aprii la porta della mia stanza, diretta verso la cucina. Di solito a quest'ora mio padre si andava a riposare, dato che tra un'ora gli avremmo dato il cambio io e mia madre, quindi chiunque fosse dovevo affrontarlo da sola. Presi un bastone di legno che trovai vicino ad un muro, e lo impugnai, pronta a colpire.
Entrai in cucina tremante come una foglia. Scorsi un'ombra nei pressi della porta che conduceva all'atrio della locanda. Alzai il bastone per colpire l'estraneo, ma quando riconobbi Kai e Landorus, il bastone mi cadde tra le mani, cadendo sul pavimento. Quando notai la ferita sulla gamba di Kai, quasi non svenivo. 
-Ma cosa è successo?!- urlai, correndo verso di loro.
Landorus sospirò.
-Siamo stati raggirati.-
Lo guardai con fare interrogativo.
-Cosa intendi dire?-
-L'uomo che si era presentato come Kaito, non era lui. Era un'impostore. Ci ha usati per informare le truppe del nostro accordo con Boreduopoli.- 
Capii immediatamente che non era andato come previsto.
-Quindi Kaito dove si trova? E Kai come ha fatto a procurarsi una ferita del genere?-
-Quando è arrivato l'esercito, Jhonny ha colpito Kai con un coltello. Per questo ha quella ferita. Mentre di Kaito non so nulla...-
Jhonny doveva essere il nome dell'impostore. 
-E c'è di più... Ha portato via la Principessa Rhue.-
Lo guardai, sconcertata.
-Cosa?!-
Landorus si passò una mano tra capelli, frustato. Era la prima volta che lo vedevo agitarsi.
-Non so cosa abbiano in mente. Prima ero sicuro di alcuni loro spostamenti, invece... Non mi posso fidare di nessuno.-
Mi avvicinai a lui e gli misi una mano sulla guancia, per rassicurarlo.
-Di me ti può fidare. Anche degli altri. Ora però dobbiamo medicare Kai.- 
Lui annuì.
-Dove si trova la sua stanza?-
Mi guardai intorno per vedere se non ci fosse mio padre in giro e gli feci segno di seguirmi fino al piano di sopra. Landorus si caricò Kai sulla schiena e salì le scale. Aprii la porta della sua stanza e Landorus vi entrò, posando Kai sul letto. 
Kai, che non aveva detto nulla per tutto il tempo, si mise a sedere, appoggiando la schiena alla tastiera del letto, facendo una smorfia di dolore.
Rapidamente si stracciò il pantalone, in modo tale da far respirare la ferita. Era piccola, ma profonda e il sangue usciva a fiumi. A quella vista, mi immobilizzai. 
Notando il mio pallore improvviso, Kai sorrise.
-Non ti preoccupare. Me la caverò.-
Prese la parte di tessuto che aveva strappato e se lo legò intorno alla gamba, in modo da fermare il flusso del sangue. Landorus, che nel frattempo era andato in bagno, era tornato con una pila di asciugamani e la brocca del acqua con un catino.
Posò il tutto affianco a Kai e mi guardai.
-Pensa tu a pulirlo dal sangue. Io vado a prendere le bende dalla mia stanza.- 
Annuii e lui uscì dalla stanza. Con passo incerto, mi diressi verso Kai, che stava versando l'acqua nel catino. Mi inginocchiai affianco al letto e incomincia a disporre le asciugamani sotto la sua gamba, in modo da non macchiare ulteriormente le lenzuole e il materasso.
Dopo immersi nell'acqua fresca un'asciugamano e incominciai a premerlo dolcemente lungo i bordi del taglio. Lui fece una smorfia e strinse i denti.
-Scusa.-
Scosse la testa.
-Figurati. Non è colpa tua.- sorrise
Meno agitata di prima, ma con il cuore che non la smetteva di ballarmi nel petto, continuai a pulirlo. In pochi minuti l'asciugamano si fece rossa e dovetti sostituirla.
All'improvviso, Kai mi accarezzò una ciocca di capelli.
-Sei molto più bella con i capelli sciolti.-
Al suo commento arrossii. Abbassai il viso per non fargli notare il rossore sulle mie guance. La sua mano si ritrasse.
-Ti ho offeso? Scusami. Volevo solo farti un complimento.-
Scossi la testa, un po' troppo animatamente.
-Hai detto solo quello che pensavi. Non me la sono presa.- 
Subito dopo, ritornò Landorus con delle bende in mano.
-Scusate se ci ho messo un po', ma non riuscivo a trovarle.-
Si sedette accanto a me e incominciò a fasciargli la gamba. 
-Quindi alla fine l'accordo non c'è stato, eh?- gli chiesi.
L'espressione di Landorus si indurì.
-Esatto.-
-Cosa pensi di fare?-
Aspettai qualche minuto prima di ricevere una sua risposta.
-Penso che andrò ad Austropoli.-
Lo guardai, confusa.
-Austropoli? Ma non fa parte del Regno Harmonia?-
A rispondere di Kai.
-No. Quando scoppiò la prima guerra tra i casati, Austropoli si rese neutrale ed instaurò un governo indipendente. Grazie ai commerci che intraprende con le altre regioni è una delle città più forti di Unima. L'esercito di Austropoli può battere l'esercito Phoenix e quello Harmonia da solo.-
-Quindi se chiediamo aiuto a questa città possiamo sconfiggere la Regina e renderci indipendenti.- conclusi ed entrambi annuirono.
Landorus fermò per bene le bende e si alzò, mettendo le mani lungo i fianchi.
-Così dovrebbe andare bene. Cerca di non muoverla per un po'. Almeno fino a quando non finisce di perdere sangue.-
Kai annuii e Landorus si diresse verso la porta. 
-Ma ne sei sicuro?- chiese Kai con espressione seria.
-Si. Solo così ce la possiamo fare.- rispose ed uscì dalla stanza.
Nella stanza cadde il silenzio. L'unico rumore lo produceva il mio cuore. Ma fortunatamente lo potevo sentire solo io.
Con le guance in fiamme, presi il catino, con la brocca e i due asciugamani sporchi, e li portai in bagno. Mentre mettevo l'acqua sporca in un secchio e riempivo la brocca con acqua pulita, pensai che Kai avrebbe dovuto mettere qualcosa sotto i denti. Quindi dovevo preparagli una buona colazione. Tornai da lui, sorridente.
-Kai! Vuoi qualcosa di particolare per colazione?- chiesi, ma notai che si era addormentato.
Sorrisi. Era così tranquillo. Lo lasciai dormire e mi diressi verso la porta. Prima di uscire, gli diedi un ultimo sguardo. 
Tornai sui miei passi e mi misi accanto a lui. Non sapevo con precisione cosa volevo fare, però per una volta volevo affidarmi all'istinto. Gli spostai un ciuffo ribelle dalla fronte e gli accarezzai la guancia. 
Guardai i suoi lineamenti illuminati dai tiepidi raggi del sole. La pelle chiara, le sue lunghe ciglia... Le labbra rosee leggermente dischiuse. Lentamente mi chinai e gli baciai l'angolo della bocca.
-Buonanotte, Kai.- dissi e chiusi la porta, con un sorrisino soddisfatto sulle labbra e il cuore che mi batteva all'impazzata.

-Kaito
Quando riaprii gli occhi non capivo dove fossi, vedevo ancora tutto sfocato. L'unica cosa che sentivo era il rumore del mare e il verso dei Wingull che volavano nel cielo. Ero a Spiraia. Ma che ci facevo li? Dov'era il Re Arceus? Cosa era successo dopo che mi aveva attaccato? Richiusi e riaprii gli occhi svariate volte, prima di poter vedere bene. Ero nell'atrio della villa e il portone dietro alle mie spalle era spalancato, facendo intravedere la sabbia dorata. Per qualche ragione tutto ciò che mi circondava mi sembrava enorme. Confuso, incominciai a dirigermi verso le scale e salii al piano di sopra. D'istinto mi diressi verso le stanze riservate a Kai e alla sua famiglia. Prima di superare la gigantesca porta bianca, che segnava l'inizio dell'area riservata ai reali, mi guardai allo specchio. Con mia grande meraviglia vidi che non superavo il metro di altezza. Ero tornato bambino. A quando avevo 4 anni. Le cose mi sembravano più chiare. Stavo sognando e quello era il mio primo ricordo. La Regina Alicia aveva appena perso l'ennesimo bambino e il Re, per farla stare meglio, l'aveva mandata a Spiraia a guardare il mare. Ovviamente sia io che Kai a quell'età non capivamo il motivo di quei trasferimenti improvvisi, però quando ci dicevano che saremmo andati lì, non potevamo che esserne felici. Per noi andare a Spiraia significava divertirsi e stare a contatto con i Pokèmon. Niente di più. Poi, quando entrambi compimmo 12 anni, capimmo che andare a Spiraia significava stare con la preoccupazione e la tristezza che ci attanagliavano lo stomaco. Cercavamo di fare finta di nulla, di sorridere e di far stare senza pensieri la Regina, ma non ci riuscivamo come volevamo.
Scacciai quei pensieri per la testa e girai la maniglia, entrando. Quasi saltellando mi diressi verso la stanza di Kai, però una bella melodia mi fece fermare a metà strada. La Regina stava cantando. Quando era tranquilla e serena cantava sempre e a me piaceva ascoltarla. Stregato da quella musica, mi diressi verso la sua stanza. La porta era socchiusa, così mi affacciai e gettai uno sguardo alla stanza. Era bel arredata, degna di una Regina, la finestra era aperta e illuminava la stanza e faceva entrare l'odore del mare. La Regina Alicia era seduta sul letto, con il viso rivolto verso il mare e cantava. Rimasi a guardarla assorto, fino a quando lei non si voltò verso la porta e mi vide. Trasalii e mi nascosi, sperando che non mi sgridasse per averla guardata senza averle detto nulla.
-Kaito, entra.- disse e dal tono di voce capii che era felice.
Lentamente entrai nella stanza e mi fermai sulla soglia della porta. Imbarazzato, abbassai lo sguardo.
-Dai, avvicinati.- 
Alzai lo sguardo e notai che era sporta verso di me, sorridente e gli occhi verde acqua che le brillavano.
Mi avvicinai e mi appoggiai al bordo del letto. Lei mi accarezzò i capelli.
-Ti va di cantare insieme a me?-
Era una richiesta insolita, però accettai senza pensarci due volte. Non conoscevo tutte le parole, però mi piaceva. Cantammo insieme fino alla fine, senza fermarci. Quando la canzone finì, la Regina Alicia scoppiò a ridere ed io sorrisi. Era così bella vederla sorridere. Però ben presto i suoi si rattristarono. Avevo fatto qualcosa di sbagliato? I miei pensieri di bambino avevano pensato a questo. Volevo capire cosa fosse successo e così, senza peli sulla lingua, glielo chiesi.
-Mamma, perché è triste?-
Era così che la chiamavo, prima che il Generale Cobalion mi insegnasse a chiamarla con il titolo che le spettava. L'ho sempre considerata la madre che non ho mai avuto. 
Lei mi guardò, stupita, poi i suoi occhi si velarono di lacrime. Ma non erano lacrime di tristezza, ma di gioia e commozione.
Scosse la testa.
-Niente. Quando sto con te e con Kai sono sempre felice!- disse, sorridendo.
Le ricambiai il sorriso. La sua risposta mi aveva reso ultra felice.
Ma lei, subito dopo, fece una cosa che non mi dimenticherò mai.
Si avvicinò di più a me e mi abbracciò, più forte che poteva.
-Voi sarete sempre i miei angioletti.- 

-Josh
Austropoli è un incubo. È la città più brutta e squallida che io abbia mai visto. Nonostante la mia giovane età, ho visitato molte città. Parigi, Boston, Londra, Madrid...Tutte durante periodi di guerra o rivoluzione, specialmente Parigi, dove ho vissuto fino a qualche giorno prima della partenza per Unima. Ma Austropoli... Sarà pure stata la città più forte di Unima grazie ai suoi commerci, ma non era niente a confronto con Canalipoli. 
Caotica, puzzolente e sporca. Questa era Austropoli. Che a confronto, la Parigi della rivoluzione, dove si sono consumati tanti orrori, poteva essere il posto più bello d'Europa, dove si poteva scorrazzare felici in un prato, noncuranti dei cannoni che ti sparavano addosso. 
Poi il governo... Dire che funzionava bene era poco, ma il tipo che lo guidava era un tipo così ansioso. Come aveva fatto Austropoli ad andare avanti con un tipo del genere a comando? 
Se fosse stato in Francia, Robespierre lo avrebbe ghigliottinato seduta stante. 
Quindi, a finale, non vedevo l'ora di andarmene da lì. Perché il rinnovo di un'alleanza durava così tanto? Bisogna solo mettere una firma su uno stupido foglio di carta! Che ci voleva? Io dovevo arrivare lì, presentarmi come ambasciatore del Re Harmonia, trovare il foglio dell'alleanza già fatto, firmarlo e andarmene. Niente di più facile. Non è che il Capo del Governo lo faceva apposta per farmi perdere tempo? Io odiavo perdere tempo. Il tempo è come un'onda. Bisogna cavalcarla fin quando si può e sfruttarla al massimo delle tue capacità, prima che l'onda si infranga. Perché una volta infranta l'onda, bisogna solo passare alla successiva, senza rimuginare sul passato. Come diceva Orazio, carpe diem. Cogli l'attimo. Ma a quanto pare, quelli di Austropoli se la prendevano comoda. Però, tra tutti i venti giorni passati lì, quel giorno fu diverso. Finalmente una svolta all'apatia che mi aveva preso stare in quel buco di città. Mi trovavo al Palazzo del Governo, seduto accanto al fuoco del camino e avevo appena finito di leggere l'ennesima lettera di Sakura a cui non avrei risposto. Mi dispiaceva non dirle della guerra a Unima, ma lo facevo per lei. Doveva essere felice e godersi la vita. 
Rimisi la lettera nella tasta interna della giacca, quando vidi entrare Landorus che correva come un forsennato, rosso in volto. Immediatamente si precipitò verso uno dei senatori che si trovavano nella sala. Farneticò qualcosa, ma il senatore non aveva capito molto, così si limitò a scuotere la testa. Curioso di cosa stesse accadendo, mi alzai e mi diressi verso Landorus, che stava provando a parlare con un altro funzionario. Quando fui a pochi passi da lui, richiamai la sua attenzione, schiarendomi la voce. Lui scattò e mi puntò, all'altezza della fronte, la pistola che portata alla cintura. Le persone intorno a noi incominciarono ad indietreggiare e alcuni di loro corsero a chiamare le guardie. 
-Cosa ci fai tu qui?- mi chiese, con gli occhi ridotti a due fessure e la voce roca.
Doveva essere stanco. Da Ponentopoli ad Austropoli erano tre giorni di viaggio e lui non si era fermato un attimo. E il freddo che ormai stava arrivando non aveva aiutato. 
-Questa domanda dovrei farla io a te.- risposi, mantenendo la calma. Non era la prima volta che mi puntavano un'arma contro. Erano parecchie le persone che mi volevano morto, mentre gli amici li potevo contare sulle punte delle dita.
-Sono qui per parlare con il Capo del Governo di Austropoli.-
Gli tremava la mano.
-Puntandomi l'arma contro non hai fatto altro che peggiorare la situazione.-
Ed era vero. Con lui che aveva "attentato" alla mia vita, avrei perso altro tempo.
Mi guardò, dispiaciuto. Con la coda dell'occhio notai che le guardie stavano arrivando.
-Ti conviene abbassare l'arma.- gli consigliai, ma lui non mi ascoltò.
Sospirai.
-Sai benissimo che siamo alleati. È inutile che tu faccia lo stupido. Abbassa l'arma prima di...- non finii la frase che le guardie ci raggiunsero e arrestarono Landorus. Cercò di ribellarsi, ma era stremato, quindi si arrese quasi subito. In quel preciso istante arrivò il Vicepresidente del Governo. Un altro che odiavo con tutto me stesso. 
-Non si preoccupi, Signor Ambasciatore. Tra poco lo porteremo davanti alla corte per punirlo come si deve.- partì in quarta il Vicepresidente, ma io lo fermai con un gesto della mano.
-Liberatelo.- ordinai alle guardie.
Il Vicepresidente mi guardò esterrefatto.
-Cosa? Perché?-
Mi voltai verso di lui.
-Mi avrà anche puntato una pistola alla fronte, ma non mi ha fatto nulla. Non è giusto punirlo per qualcosa che poi non ha fatto. Inoltre lo conosco molto bene ed è un alleato degli Harmonia. Se lo giustizierete, il Re andrà contro di voi e non so se vi conviene. Metà dei vostri profitti provengono proprio dalle donazioni del Re che vi da in cambio dell'alleanza, e che ancora non ho firmato a suo nome. Non so quanto vi possa giovare. Ovviamente la decisione spetta a voi.-
Lui mi squadrò, imbarazzato come non mai, poi, con lo sguardo basso, face cenno di liberarlo. Le due guardie, si scambiarono un'occhiata, prima di ubbidire e andare via, tornando ai loro posti.
Sorrisi. Amavo il mio potere di persuasione. 
Prima che Landorus potesse scappare, lo fermai, stringendolo più forte che potevo al polso.
Rivolsi uno sguardo compiaciuto al Vicepresidente, che era ancora rosso dall'imbarazzo. 
-Ora, se mi vuoi scusare.- dissi e trascinai Landorus fuori da lì, in modo tale da farmi dare una spiegazione.
Lo trascinai in un vicoletto nei pressi del palazzo, lontani da occhi indiscreti. 
Quando ebbi la certezza di non essere spiati, lo guardai.
-Cosa ci fai qui? Non tirare fuori ancora la scusa che vuoi parlare con il Capo del Governo di Austropoli.-
-Ma è la verità! Ed è urgente, quindi spostati!- ordinò.
Nessuno mi dava ordini. L'unico che poteva farlo era il mio Re. E con ciò non intendo Kai.
Sospirai, cercando di trattenere l'istinto omicida che si faceva spazio dentro di me.
-E sarebbe questo motivo così urgente?- 
-Devo chiedere un intervento militare. Ci serve l'aiuto di Austropoli per attaccare il palazzo di Azula.-
Sbarrai gli occhi. Stava scherzando, vero?
-Cosa? E perché? Non potevi chiedere di formare alleanze con le città vicine?-
-Ho provato a fare così, ma ho fallito. L'unico modo è chiedere ad Austropoli. Solo così possiamo riuscire nel nostro intento.- 
Scossi la testa, contrariato.
-Sei impazzito?! Se chiedi aiuto ad Austropoli, Azula attaccherà, non solo voi, ma anche il Regno Harmonia, perché lo riterrà responsabile dell'attacco. Devi fermarti.- 
Lui mi linciò.
-Ma tu cosa ne sai? Non stai vivendo questa esperienza in prima persona. Io non voglio arrendermi. La Regina Phoenix deve lasciare il trono.-
-Non dico di arrenderti, ma di prendere un'altra strada. Questa ti distruggerà. Segui il mio consiglio.-
-Non c'è altra strada! Libecciopoli ci ha negato di mandarci i materiali necessari per creare le armi, mentre Boreduopoli, dopo l'attacco delle truppe della Regina, ci ha cacciato dalla città. Siamo rimasti da soli. Non voglio esporre troppo il Re Harmonia. Già ci ha rimesso i soldi per i materiali.-
Lo presi per un braccio, infuriato, scuotendolo con foga. 
-Proprio per questa Kai ti appoggia, lui può chiamare un esercito. Parla con lui.-
-Già ho parlato con lui e non mi ha fermato. Per questo sono qui. Ora lasciami andare.- strattonò via il mio braccio e mi superò, diretto di nuovo verso il Palazzo del Governo.
Però dalla tasca del suo mantello cadde un coltello dal manico bianco e gli ornamenti in oro. 
Non appena lo vidi, rabbrividii. Cosa ci faceva quel coltello a Unima? L'ultima volta che l'ho visto era in Francia... Possibile che...? No. Era impossibile! LUI non poteva essere lì! 
Guardai Landorus, prima di raccogliere da terra il coltello. Me lo girai tra le mani. Era come lo ricordavo, solo sporco di sangue ormai secco.
-Dove lo hai preso?- chiesi, scandendo parola per parola, pregando il Re Arceus che la mia sensazione fosse sbagliata.
-È l'arma con cui Kai è stato ferito.- rispose Landorus con un'alzata di spalle.
Mi avvicinai a lui, con il cuore che ormai batteva a mille per la tensione.
-Chi lo ha ferito?-
-Perché lo vuoi sapere?-
-Ha i capelli neri e gli occhi rossi come il sangue?- chiesi, alzando la voce senza volerlo.
-Sì. Ma perché mi fai tutte queste domande?- 
-Si chiamava Jhonny, vero?- dissi, ormai consapevole che il mio peggior incubo era tornato a incombere su di me.
Landorus annuì, confuso.
Mi chiese qualcosa, ma non lo pensai. La mia mente si era isolata. L'unica cosa di cui era capace era ordinare agli occhi di fissare quel bellissimo coltello. Però, mentre fissavo la lama, mi balenò un'idea in mente. 
Sbiancai di colpo e guardai allarmato Landorus.
-Dobbiamo andare da Kai! Adesso!- urlai correndo via, dirigendomi a Palazzo del Governo a riprendere il mio Rapidash.
-Senti, non sto capendo molto. Mi puoi spiegare cosa sta succedendo?- 
Aveva ragione. Si meritava una spiegazione, ma gliela avrei data più tardi. Dovevamo fare in fretta. Ci avremmo messo due giorni per arrivare a Ponentopoli, ma avrei fermato il tempo se fosse stato necessario. Se Kai morisse, Jhonny avrebbe vinto un'altra battaglia ed io non glielo avrei permesso.

-Rhue
Erano ormai passati tre giorni da quando Jhonny mi aveva chiuso nella mia stanza. Non potevo fare nulla. Ero tornata al punto di partenza. Solo che questa volta ero pronta a reagire. Avevo dentro di me un misto di emozione che mi bruciavano dentro e minacciavano di esplodere da un momento all'altro se non avessi fatto nulla. Rabbia, rancore e delusione. Ma soprattutto tanta delusione. Verso me stessa. Dovevo capire che mentiva ogni volta che mi diceva che mi amava. Dovevo capire che non era Kaito. Ma ormai era inutile piangere sul latte versato. Dovevo andare via da lì, cercando di non vedere Azula o Jhonny e trovare Kaito. Da quel che mi aveva detto Jhonny, stava nel palazzo, ma non mi aveva detto dove di preciso. Nelle segrete non poteva stare, perché le aveva distrutte durante l'attacco. 
Incominciai ad andare avanti e indietro per la stanza, cercando di trovare il modo per uscire da quella stanza. Era sorprendente come tutto lì dentro fosse rimasto immutato, come se il tempo si fosse fermato e quei due anni non ci fossero mai stati. Chissà perché Azula avesse lasciato tutto com'era? Ero convita che una volta essersi sbarazzata di me, avesse bruciato tutto. 
Gli esseri umani sono persone incomprensibili.
I miei occhi caddero all'improvviso sulla porta. Perché non uscire dalla porta principale? Forse perché l'avrei trovata sicuramente chiusa a chiave. Così faceva Azula quando ero piccola e volevo scappare o era arrabbiata con me. Però dovevo provare.
Se la porta era chiusa, potevo benissimo uscire dalla finestra. Non era la prima volta che l'avrei fatto, in più potevo volare. Non avevo un buon rapporto con la mia parte Pokèmon come Kaito, ma almeno volare e comandare le fiamme a mio piacimento lo sapevo fare. Sempre in un certo limite però. Se lo superavo, non le avrei più gestite e avrebbero distrutto tutto.
Mi avvicinai alla porta e lentamente girai il pomello. Quando sentii lo scatto e si aprì, non potevo credere ai miei occhi. Jhonny non mi aveva chiusa dentro, eppure avrei giurato che sentivo la chiave girare nella serratura.
Senza pensarci due volte, uscii dalla stanza. Mi guardai intorno e cercai di correre verso la porta che mi avrebbe condotta verso le scale, ma caddi per terra.
Tremante per la botta presa, mi alzai e mi guardai le caviglie. Mi ero dimenticata che mi avevano lasciata le catene ai piedi. Forse per questo aveva lasciato la stanza aperta. Non potevo correre e quindi non andare molto lontano. Mi rialzai e mi diressi verso la porta. Quelle stupide catene producevano un rumore assordante. Mi avrebbero scoperta subito.
Cercai di non pensare al rumore che producevano e scesi le scale, andando nell'enorme atrio che si affacciava sul giardino. Incomincia a pensare dove avessero potuto nascondere Kaito. L'unico posto che mi venne in mente era la piccola villetta in cui vivevano Landorus e i gemelli. Uscii nell'aria fredda e camminai fino ad addentrarmi nel boschetto. Più volte mi voltai per vedere se qualcuno mi seguisse, ma ero da sola, così mi tranquillizzai.
Entrai nella villetta, facendo cigolare la porta. La socchiusi alle mie spalle e vagai per la casa.
Al piano terra non c'era nessuno, solo piccoli Pokemon che con il tempo avevano trasformato quella villetta abbandonata nella loro nuova casa. 
Lentamente salii le scale e mi trovai al piano di sopra. La prima stanza che perlustrai fu quella dei gemelli. Era la più grande. Era arredata con pochi mobili, ma il caos regnava sovrana. I letti erano disfatti, i giochi erano sparsi per tutta la camera, insieme ai pochi indumenti di Tornadus e Thunderus. 
Amareggiata, mi diressi nella camera affianco, quella di Landorus.
La porta era socchiusa e si intravedeva la luce del sole. 
Il sole incominciò a battermi forte. C'era Kaito oltre quella porta... Me lo sentivo. 
Con la mano tremante, spinsi la porta ed entrai nella stanza.
Come immaginavo, trovai mio marito, ma in una condizione pessima. 
Era disteso sul letto, a torso nudo, mettendo in bella vista una ferita profonda sul fianco, all'altezza dello stomaco. Perdeva ancora sangue e dall'infezione capii che era vecchia. Gli corsi incontro e mi misi accanto a lui. Le lenzuole era impregnate di sangue, aveva i capelli madidi di sudore e si agitava nelle sonno, farfugliando cose senza senso.
Gli toccai la fronte con una mano. Aveva la febbre alta. Dovevo fare qualcosa per fargliela scendere.
Mi guardai intorno. Non c'era nulla che potesse fargli scendere la febbre, solo qualche camicia. Le presi e le strappai, facendone delle bende improvvisate. 
Lasciai Kaito in stanza e corso al piano di sotto a prendere dell'acqua.
Cinque minuti dopo tornai da mio marito con un secchio pieno. 
Ne versai un po' in un catino e bagnai la prima benda, mettendogliela sulla fronte.
Poi fu il turno della ferita. Quando ci misi sopra la benda bagnata per pulirlo dal sangue, Kaito urlò. Non sapevo se era per l'incubo o per la ferita, ma continuai, cercando di non sentire le sue urla, altrimenti sarei scoppiata a piangere. 
Finito di pulirla, gli legai intorno alla vita un'altra camicia, improvvisando una fasciatura, sperando di far fermare l'emorragia. Dopo gli bagnai di nuovo la benda che aveva sulla fronte e gliela rimisi. Si era calmato.
Scottava ancora, ma la febbre era scesa. Tirai un sospiro di sollievo e il cuore incominciò a decelerare. Appoggiai le mani sulle e vi appoggiai la testa. Non vedevo l'ora che stesse meglio, così saremmo potuto andare via e tornare da Kai.
Piano piano mi addormentai, con la speranza che al mio risveglio lo trovassi sveglio e che mi sorridesse.

-Josh
Quando arrivammo a Ponentopoli era l'alba. Quando avvistai la locanda, scesi da Rapidash che era ancora in corsa, e scattai verso la grande abitazione. Aprii la porta di scatto, facendo prendere uno spavento ad una ragazza dai capelli color cenere che puliva su un tavolo. Rose si portò una mano sul petto e indietreggiò, rossa in viso.
-Mi ha fatto prendere uno spavento, lo sa?- disse con voce stridula.
Io non le risposi e mi precipitai al piano di sopra.
La ragazza, correndomi dietro, mi urlava che la locanda era chiusa e non potevo disturbare i clienti che stavano riposando. Io, come mio solito, isolai la mente e mi concentrai sul mio obiettivo.
Se ci fosse stata Sakura mi avrebbe fermato e preso a schiaffi.
Al primo tentativo, trovai la stanza di Kai. Stava dormendo, ma a causa della mia interruzione improvvisa nella sua stanza, lo svegliai di soprassalto. 
Quando mi riconobbe, mi guardò stralunato.
-Josh, che ci fai qui?- 
Io mi avvicinai a lui di corsa e incominciai a togliergli la fasciatura che aveva alla gamba.
-Cosa stai facendo?- urlò cercando di fermarmi, ma riuscii a terminare la mia impresa, lasciando scoperta la ferita che era quasi rimarginata.
Rose e Landorus entrarono nella stanza e mi guardarono, confusi.
-Mi volete spiegare cosa sta succedendo?- chiese Kai, facendo passare lo sguardo prima su di me e poi su Landorus.
Lo guardai.
-Sei stato avvelenato.-
Il viso di Rose sbiancò.
-Cosa? Stai scherzando, vero?!- urlò Landorus appoggiando le mani al materasso e cercando il mio sguardo.
Io ripresi in mano il coltello dal manico bianco e lo feci guardare a Kai.
-Ma quello è...-
-Esatto. Quest'arma appartiene ad una persona che conosco e che, molto probabilmente, avete conosciuto anche voi a Boreduopoli. Il suo nome è Jonathan, ma è conosciuto da tutto come Jhonny. L'ultima volta che l'ho visto è stato a Parigi, durante i moti del 1830. Molto probabilmente ha saputo che sono venuto ad Unima e mi ha seguito.-
-Quindi è colpa tua se i Phoenix si ritrovano un Re folle quasi quanto la loro Regina?!- esclamò Landorus irritato.
Rose e Kai mi osservavano, ascoltando il discorso con espressioni confuse.
-È Jhonny il Re dei Phoenix?-
Landorus annuì.
-Si è alleato con Azula. Ma non sa in che guaio si è cacciato.- 
-Ti correggo. Azula non sa in quale guaio si è cacciata. Jhonny è un essere di cui non bisogna fidarsi. Pugnala alle spalle e ti usa per raggiungere il suo obiettivo.- 
Kai ridacchiò.
-Azula e Jhonny. Bella coppia.- ironizzò.
All'improvviso a Kai cominciò a sanguinare il naso. 
Il Re Harmonia si pulì con le dita.
-Strano. Non mi è mai uscito il sangue dal naso.-
-È uno degli effetti del veleno. Procede molto lentamente e si estende per tutto il corpo. Il primo stadio sono mancamenti e perdite ematiche.- 
-E quanti altri stadi ci sono?- chiese Rose preoccupata.
-Ce ne sono quattro. La prima è quella che ho appena citato. La seconda è la febbre. La terza è la paralisi agli arti e infine il quarto stadio l'infarto, che poi porta alla morte. È un veleno molto potente a cui non c'è rimedio. O almeno che nessuno conosce. Fortunatamente ne conosco uno che non prevede il dissanguamento.- dissi alzandomi.
-Come fai a dire che è stato avvelenato?- mi chiese Landorus, facendomi fermare.
Mi voltai e lo guardai, sorridendo. Presi il coltello in mano e glielo lanciai.
-Annusa la lama.-
Con una faccia strana e riluttante, Landorus annusò la lama.
Subito dopo, tornò a guardarmi, sorpreso.
-Ha un odore strano. Dolciastro e amaro allo stesso tempo.-
-È l'odore del polline della pianta da cui è stato tratto il veleno. Ora vado a cercare le piante per produrre l'antidoto.- 
Aprii la porta, ma per l'ennesima volta venni fermato.
-Ma come fai a conoscere Jhonny?-
Mi voltai e guardai i presenti con un sorriso amaro.
-È mio fratello gemello.-

-Kaito
Ero in preda agli incubi. Mi sognavo sempre la stessa scena. Io che venivo ucciso. Non importa come o chi mi uccideva, ma io morivo. Volevo che finisse quella tortura. 
Quando alla fine mi sognai di essere nel palazzo di Azula e di vedere Landorus con delle lame pronto a lanciarmele contro, scappai via. Percorsi il corridoio fino ad arrivare ad una porta gigantesca. La spalancai, con il fiato corto. 
Ripresi fiato, fino a quando non mi accorsi che sentivo uno strano calore alle mie spalle. 
Pensai immediatamente a Rhue che voleva darmi fuoco, però il mio istinto non era allarmato.
Era una situazione familiare, che avevo già vissuto.
Mi girai di scatto e riconobbi la sala da ballo degli Harmonia. Era il giorno del ventesimo compleanno di Kai. Il giorno in cui conobbi la donna della mia vita.
Tutto era uguale a quella sera. Le decorazioni, i lampadari di cristallo, il cibo, il Re Iroh e la Regina Alicia... Non era cambiato nulla.
All'improvviso sentii bussare alla porta. Sorrisi e l'aprii.
Come speravo, vidi gli occhi color rosso rubino che amavo tanto. Così tanto diversi dai miei.
Proprio come la prima volta, la feci accomodare nella sala e ballammo insieme tutta la serata.

Quando riaprii gli occhi, mi trovavo in una piccola stanza, in una casetta abbandonata. Dovetti aspettare un po' prima di poter vedere bene alla luce del sole. Molto probabilmente avevo dormito una settimana intera. Lentamente cercai di rimettermi a sedere, ma avevo un male atroce alla spalla sinistra. Mi ero dimenticato dell'ala rotta. 
Dopo svariati tentativi, mi misi a sedere appoggiando la schiena al muro, cercando di fare attenzione.
All'improvviso mi cadde in grembo una benda. La presi tra le mani, cercando di ricordarmi chi me l'avesse messa sulla fronte, ma quando vidi Rhue che dormiva appoggiata al letto capii tutto.
Le accarezzai la testa, contento di essermi svegliato con lei al mio fianco. 
Avevo sbagliato a non dirle che andavo al palazzo di Azula a riprendermi quello che doveva essere mio figlio. Alla fine ero caduto nella trappola e mi trovavo in quella strana situazione.
Improvvisamente, Rhue alzò la testa e, con aria assonnata, mi guardò.
-Buongiorno.- le dissi, rivolgendosi un sorriso.
Lei mi guardò, sorpresa, poi i suoi occhi si velarono di lacrime e mi gettò le braccia al collo.
Trattenni un urlo di dolore.
-Come sono felice che ti sia svegliato! Quando ti ho visto qui, con quella brutta ferita al fianco e con la febbre alta mi sono spaventata a morte!-
L'abbracciai forte.
-Ed io sono felice di essermi risvegliato con te affianco.-
Rimanemmo stretti nell'abbraccio, convinti che se lasciavamo la presa sull'altro, venivamo separati di nuovo.
-Ma che bel quadretto felice. Mi fate venire la nausea.-
Sentendo quella voce profonda, mi misi in allerta. Mi staccai dall'abbraccio e puntai lo sguardo verso la porta, dove, appoggiato allo stipite, c'era un ragazzo dai capelli neri e gli occhi rossi che ci guardava, con un sorrisino strano dipinto in volto. 
-È bello rivederti in forma, Zekrom. Fatto bei sogni?- 
-Chi sei?-
Per la prima volta, ero intimorito.
-Giusto... Non mi sono presentato. Il mio nome è Jhonny. Sono nato nella regione di Sinnoh, ma sono cresciuto a Parigi. Mi trovo ad Unima per trovare una persona.- 
Lo guardai dalla testa ai piedi. Mi assomigliava in un modo incredibile. Però lo sguardo e l'espressione mi ricordavano Josh. 
Notando che non dicevo nulla, prese lui la parola.
-Ora, se non vi dispiace, devo lasciare il testimone ad un'altra persona, che desidera ardentemente parlare con voi.- 
Io e Rhue ci guardammo, confusi. Chi voleva parlare con noi?
Jhonny si allontanò dalla porta, facendo entrare la persona in questione. 
Il viso di Azula venne illuminato dai raggi del sole che filtrava dalla finestra di fronte a lei. Nel suo splendido vestito rosso dagli ornamenti in argento, raggiunse il centro della stanza. Mi guardò, impassibile.
-Alla fine, la morale della favola è che la cattiva si salva e il Leggendario Pokèmon, che dovrebbe salvare tutti, muore miseramente.-

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** In gabbia ***


Capitolo 22: In gabbia


-Kaito
Ci trovavamo oltre le mura del Palazzo Phoenix, precisamente nella vecchia casetta di Landorus e dei fratelli. Ero ancora dolorante e la mia mente era ancora offuscata, però ero ben consapevole di quello che stava succedendo.
Azula era in piedi di fronte a me, con le braccia conserte, ferma ad osservare me e Rhue con occhi gelidi. Come era possibile che si era salvata dal mio attacco? Incrotuono era la mia mossa più potente ed ero certo di averla colpita in pieno. Solo un Pokèmon estremamente potente avrebbe potuto sopravvivere oppure schivarlo.
-Come ti senti?- chiese Azula, dopo una lunga pausa.
Non feci caso alla sua domanda e al suo tono gelido.
-Come hai fatto a sopravvivere al mio colpo? Ero sicuro di...-
-Avermi uccisa?- completò la frase con un sorrisino.
Strinsi i denti e la guardai. Soffocò una risata e si mise le mani sui fianchi.
-Mi dispiace che il tuo desiderio non si sia avverato, ma a quanto pare qualcuno da lassù mi vuole ancora viva.-
-Questo non spiega il modo in cui tu ti sia salvata! Nessuno sarebbe sopravvissuto a quel colpo!-
Jhonny, che era rimasto a guardarci dalla soglia della porta, entrò nella stanza, affiancandosi alla Regina Phoenix.
-Infatti l'ho aiutata io!- si intromise, sorridendoci.
Il mio corpo sussultò. 
-In che senso l'hai aiutata?- chiese Rhue, alzandosi.
-Ora vi spiego. Proprio come ha detto Kaito, Incrotuono è una mossa molto potente che, se scagliata contro un umano, morirebbe all'istante. Quindi Azula sarebbe morta sul colpo se io non l'avessi salvata. Questo, però, non significa che è rimasta illesa dal colpo. Un fulmine l'ha colpita alla schiena e ha avuto un arresto polmonare.-
Azula si voltò di scatto e si slacciò i laccetti che tenevano fermo il corpetto dell'abito, lasciandoci intravedere la schiena, attraversata da una lunga cicatrice rossastra che prendeva quasi tutto il lato destro. Ce la fece vedere per pochi minuti, poi si ricoprì.
-Se ha avuto un arresto polmonare come fa a trovarsi qui di fronte a noi?- chiese confusa mia moglie.
-Perchè le ho allungato la vita, così si è salvata. Ovviamente in cambio di qualcosa. Non faccio niente gratis.- 
Le fece l'occhiolino, con un sorrisino malizioso in volto. Rhue si limitò a fissarlo.
-Ora ho capito. La specie di patto che avete fatto tra voi. Così è diventato Re dei Phoenix.- 
-E' una delle due cose.-
I miei occhi passavano da Rhue a Jhonny. Non stavo capendo molto di quello che stava succedendo. Cosa voleva dire con "allungato la vita"?
-Aspettate un attimo. Come hai fatto ad "allungarle la vita"? E' una cosa impossibile!-
-Non per uno come me! Non sei l'unico Pokèmon Leggendario che può prendere forma umana. Tutti i servitori del Re Arceus possono prendere aspetti umani e mischiarsi tra i terrestri ed io sono uno di loro.-
-Sei un Pokèmon Leggendario?-
-Una sottospecie in realtà. Ho una parte dei poteri del Signore del Tempo, creatore della regione di Sinnoh, Dialga. Per questo ho potuto salvare Azula da una morte certa.-
Guardai Azula che, per tutto il tempo, aveva tenuto gli occhi bassi, ascoltandoci in silenzio.
-Se sei come noi, allora perchè ci hai condotto fin qui? Cosa vuoi?- chiesi, tornando a focalizzarmi su Jhonny.
Lui si avvicinò a letto e si fermò a pochi centimetri da me.
-Volevo chiederti se conoscevi una persona.-
-Chi?-
Un attimo di silenzio.
-Josh Diamond.- 
Notai nella sua voce una nota di disprezzo. Come faceva a conoscere Josh? Josh non c'entrava nulla con i Pokèmon Leggendari! Oppure sì? Era un tipo strano che, fin dalla prima volta che l'ho visto, mi aveva suscitato una strana sensazione. Per di più non mi ero dimenticato il verso che avevo sentito il giorno dell'incoronazione di Kai e gli occhi rossi. Ci nascondeva qualcosa, però non potevo tradirlo. Si era rivelato un amico e un alleato fedele. Potevo mentire, ma avevo paura delle conseguenze. Non mi ero ripreso e non sarei riuscito a difendermi da eventuali colpi.
-Forse. Dipende da cosa mi offri.-
Jhonny scoppiò a ridere.
-Vedo che hai imparato molto. Diciamo che se rispondi alle mie domande, vi lascerò liberi. Ti sta bene come scambio?- 
Azula, che sembrava essere stata come in trans, si drizzò e lo guardò, rossa in volto.
-Cosa?! Non puoi lasciarli liberi! Sai cosa significa avere Reshiram e Zekrom dalla propria parte?- urlò.
Jhonny alzò gli occhi al cielo e si voltò verso di lei.
-Reshiram e Zekrom non sono niente in confronto al Pokèmon che voglio catturare.-
Poi tornò a guardare a me. Quale Pokèmon voleva catturare? E cosa c'entrava Josh in tutto quello?
-Allora? Che ne pensi?-  
Annuii e aspettai la sua domanda.
-Josh si trova a palazzo Harmonia, vero?-
-E' un alleato degli Harmonia, ma non so dove sia in questo preciso momento. Perchè?-
-Volevo solo la conferma che lui si trovasse qui ad Unima. Comunque gli puoi portare un messaggio da parte mia?- disse, andando verso mia moglie.
Lo guardai, cercando di capire cosa volesse fare e intendere.
-Certo...- risposi con un filo di voce, mentre lui si chinava ai piedi di mia moglie e armeggiava con le manette che teneva alle caviglie.
Quando le caviglie di Rhue furono libere, tornò verso di me.
-Digli che, quando vuole, può venirmi a trovare. Ora... Potete andare.-
Io e mia moglie ci guardammo, confusi per tutto quello che stava accadendo. Comunque non potevamo sprecare quell'occasione. Dovevamo andare via da lì e approfittare del fatto che ci avevano aperto la porta per la fuga. Mi alzai, ma ben presto dovetti tornare a sedermi per il dolore lancinante all'altezza dello stomaco. Rhue corse ad aiutarmi e, per tenermi in piedi, mi appoggiai a lei e, lentamente, uscimmo.
Quando mettemmo piedi fuori dalla stanza, Jhonny ci fermò.
-Ci rivedremo presto!-
Non ci voltammo e tornammo a camminare per andare via da lì. Però quando fummo al piano terra sentii le urla di Azula.
-Sei impazzito per caso?! Come hai potuto lasciarli liberi?! e poi quando prendi queste decisioni, devi prima parlare con me! Sono la Regina e comando io!-
-E io sono quello che ti ha salvato la vita! Quindi non contraddirmi e, inoltre, io non prendo ordini da te. Io sono superiore a te, anche se sei una Regina. Ora se non ti dispiace... Vado a costruire una catena.-

-Rose
Era passata una settimana da quando era arrivato Josh e ci aveva detto che Kai era stato avvelenato da qello che doveva essere il suo gemello. Aveva detto che si sarebbe ripreso perchè conosceva una cura, ma non avevo visto alcun miglioramento. Gli era salita la febbre e aveva il battito accellerato. Il veleno lentamente si stava prendendo Kai e sinceramente non sapevo cosa avrei fatto se lo avessi perso. Era entrato all'improvviso nella mia vita, travolgendo la mia noiosa e monotona routine, ed ora correvo il rischio di perderlo per sempre, senza avergli prima parlato dei miei sentimenti. 
In quei giorni avevo pensato di parlare con lui, però il coraggio mi era sempre mancato, in più non sapevo cosa lui provasse per me e sapevo già che, se Kai non ricambiava ciò che provavo io, avrei soffferto. Così decisi che forse era meglio rinunciare, mi bastava stargli accanto e aiutarlo a riprendersi del tutto. Infatti non appena avevo un minuto libero, salivo da lui e gli chiedevo sa aveva bisogno di aiuto. E come d'abitudine, alle undici, orario in cui mia madre andava a fare la spesa e la maggior parte dei clienti non era alla locanda, salii da Kai con una tazza di latte caldo e qualcosa da mangiare. Doveva mettere qualcosa sotto i denti per rimettersi completamente.
Quando fui di fronte alla porta della sua stanza, feci un respiro profondo cercando di fermare il batticuore. Bussai ed entrai nella stanza, dove trovai Kai in piedi, davanti alla finestra spalancata, con le guancie arrossate.
-Cosa ci fai in piedi?! Devi riposare!- dissi, appoggiando il vassoio sul comò e andandogli accanto.
Gli misi una maso sulla fronte. La febbre non era scesa nemmeno un pò. Sospirai e lo spinsi verso il letto.
-Su, Kai. E' meglio che torni a letto.-
Lui si allontanò abbastanza da lasciarmi spazio per chiudere la finestra, poi mi voltai. Mi guardava con una strana faccia imbronciata. Soffocai una risata. Sembrava un bambino piccolo, però era molto tenero.
-Se ti vuoi rimettere in fretta, devi fare come ti dico. Torna a letto e mangia qualcosa.- dissi con dolcezza.
La sua espressione si addolcì.
-Devo proprio?-
Annuii, sorridendo.
-E cosa mi dai in cambio se vado a mettermi a letto, mammina?-
Risi.
-Tutto ciò che vorrai.-
Si fece serio.
-Anche un bacio?-
A quella richiesta mi mancò il fiato. Intendeva quello che intendevo io? O stava scherzando e intendeva un semplicissimo bacio sulla guancia? Feci un respiro profondo, costringendomi a rimanere la calma.
-Per favore. Non prendermi in giro.- dissi, abbassando lo sguardo e sistemandomi nervosamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Io non sto scherzando! Voglio davvero un bacio!-
Il suo tono era quello di un bambino. Quindi non diceva sul serio. Sentii la morsa che mi attanagliava lo stomaco allentarsi. 
-Va bene. Ti do un bacio, ma solo se ora ti metti a letto.-
I suoi occhi si illuminarono e si sistemò sul letto, proprio come un bravo bambino. Mi avvicinai e gli diedi un bacio sulla guancia.
-Ora che te l'ho dato, mangia qualcosa.-
Mi voltai per andare verso il vassoio lasciato sul comò, ma lui mi fermò prendendomi per un braccio. Tornai a guardarlo e i suoi occhi brillavano, con un espressione seria in volta. Era come se fosse tornato il ragazzo ventiduenne di sempre.
-E questo lo chiami bacio?-
Il mio cuore perse un battito. Provai a dire qualcosa, ma le parole mi morirono in gola. Cosa dovevo fare? La mia testa era confusa e non capiva nulla. Kai puntò le ginocchia sul letto e il suo viso arrivò all'altezza del mio. Mi accarezzò una guancia e si attorcigliò una ciocca di capelli intorno al dito. 
-Hai dei capelli così belli.-
Ci fu un attimo di silenzio, poi i suoi magnifici occhi verde acqua tornano a specchiarsi nei miei.
-Tu sei così bella...-
Incominciò ad avvicinarsi, azzerando sempre di più la distanza che c'era tra di noi. Non volevo che accadesse, sebbene desiderassi un bacio di Kai, ma ll mio corpo non si muoveva. Era il mio primo bacio e non volevo che me lo desse un malato che poi, ristabilitosi, non si ricordava nulla. Però desideravo essere baciata e abbracciata da lui con tutta me stessa. 
Prima che me ne rendessi conto, le sue labbra erano sulle mie. Quel contatto, così dolce e caldo, mi fece toccare il cielo con un dito. Mi fece sentire viva come non mai. Era come se, per la prima volta, vedessi il mondo a colori. Piano piano, però, il bacio si fece più profondo e il mio corpo venne percosso da un brivido. Essendo inesperta, quel tipo di bacio mi fece paura, quasi ribrezzo, ma ci feci ben presto l'abitudine e mi feci travolgere dalle emozioni indescrivibili che provavo. 
A malincuore, il baciò finì e Kai tornò a guardarmi negli occhi, sorridendo. Come avrei voluto dirgli di baciarmi ancora, proprio come aveva fatto qualche istante prima.
-Questo sì che è un bacio.-
Rimanemmo a fissarci ancora per un paio di secondi, poi lui tornò a stendersi sul letto.
Rigida come non mai, sopraffatta dalle mille emozioni scatenate da quel bacio, mi avvicinai al comò dove avevo lasciato il vassoio. Cercai di prendere fiato, di fare finta di nulla e voltai di nuovo verso Kai, con il vassoio alla mano.
-Il latte si sarà raffreddato, ma può mangiare qualche fetta di pane con un può di marmellata o di burro.- dissi, ma lui si era addormentato.
Lentamente aprii la porta e uscii dalla stanza, riportando il vassoio in cucina.

-Josh
La settimana era passata velocemente ed io non avevo trovato tutti gli ingredienti necessari per preparare l'antidoto da dare a Kai. Mi mancava l'ultima pianta, ma a quanto pareva, non cresceva molto ad Unima, nonostante fosse la regione benedetta dal Pokèmon della Fertilità. Per trovarla girai per tutto il Bosco Girandola e, dopo essermi anche perso svariate volte, riuscii finalmentea vederla, sola soletta e ben nascoste, ai piedi di un grosso salice.
Quando tornai alla locanda era quasi metà mattina. Immediatamente mi precipitai in cucina, dove trovai Rose intenta a preparare il pranzo.
-Ciao, Rose!- la salutai, mettendo sul bancone tutto ciò che mi serviva per preparare l'antidoto, ma la ragazza non mi pensò. Guardava fissò davanti a sè, come se la sua testa fosse altrove, con le guance rosse. 
Nemmeno Sakura era andata in catalessi quando la baciai la prima volta al Teatro di Londra durante la rappresentazione di Romeo e Giulietta.
Mi avvicinai a Rose e attirai la sua attenzione toccandole la spalla. Lei tornò alla realtà sussurrando e si voltò di scatto, guardandomi con gli occhi spalancati, come se l'avessi scoperta a fare qualcosa che non doveva fare.
-Mi hai spaventata!- disse, riprendendo fiato.
-Me ne sono reso conto. Qualcosa non va? Hai un'aria assente...-
Rose tornò ai suoi fornelli, più rossa di prima.
-Non è niente. Ero solo sovrappensiero. Hai trovato tutti gli ingredienti per la pozione?-
Annuii, cominciando a tritare le piante e mischiandole nell'acqua, creando una specie di bevanda verdognola. La versai nel bicchiere più grande che trovai e salii in camera di Kai.
Quando fui davanti alla porta della stanza, bussai. Prima di girare la maniglia, sentii uno strano rumore provenire dall'interno e subito dopo un colpetto di tosse. Aprii la porta e vidi Kai sdraiato sul letto, facendo dei finti colpetti di tosse.
-E' inutile che fingi con me. Hai solo la febbre, non serve fingere altri sintomi.- dissi, chiudendomi la porta alle spalle.
-Non sto fingendo!-
-Non sono Rose che si fa abbindolare facilmente per avere un bacio.-
Mi guardò con occhi sbarrati.
-Come hai fatto a capire che fingevo?- fece, mettendosi seduto.
Mi sedetti accanto a lui e gli porsi il bicchiere.
-Perchè anche io l'ho fatto svariate volte... Più che altro per evitare di lavorare, non per baciare la mia fidanzata.-
Kai fece una smorfia e guardò la bevanda.
-Che cos'è?!- chiese, disgustato.
-Sono riuscito a trovare gli ingredienti e sono riuscito a fare l'antidoto. Bevilo tutto d'un fiato.-
Prese in mano il bicchiere e lo annusò.
-Sei sicuro? Perchè non mi sento indebolito, febbre apparte.-
-E' un veleno che entra in circolo molto lentamente. Prendilo e stai zitto, altrimenti apro lo tua bella boccuccia e te lo faccio bere con la forza!-
Lui mi guardò e si portò il bicchiere alla bocca. Dovevo avvisarlo che l'antidoto era amaro? Optai per non dirgli nulla e vedere la sua reazione... Così mi sarei divertito un pò. 
Bevve un sorso, che subito dopo sputò. Si pulì con il dorso della mano e mi guardò.
-E' orribile!- urlò ed io scoppiai a ridere.
Kai mi guardò, indispettito.
-Sei un lirido bastardo! Sapevi che era amaro e non me lo hai detto?!-
Annuii, continuando a ridere fino a farmi venire il mal di pancia.
-Ti chiedo scusa, ma meritavi una piccola punizione per quello che hai fatto. Ora bevi, così starai meglio.-
Riluttante si riportò il bicchiere alla bocca e, con una smoria di disgusto, ingurgitò tutta la bevanda. Quando finì mi ridiede il bicchiere, che posai sul comodino.
-Tra un paio di giorni dovresti stare meglio.-
Mi alzai e mi diressi verso la porta, ma prima di andarmene, tornai a guardarlo.
-Senti, Kai...- iniziai, ma qualcuno bussò alla porta.
Io e il Re Harmonia aspettammo che la porta si aprisse e quando Kaito entrò nella stanza rimanemmo a bocca aperta.
-Salve! E' da tempo che non ci vediamo!-
Kai saltò dal letto e, zoppicando, andò ad abbacciare l'amico, che però soffocò un grido di dolore.
-Mi fai male, Kai!-
Si sciolsero dall'abbraccio.
-Come hai fatto a scappare dal palazzo di Azula? E Rhue non è qui con te?!-
-Rhue è di sotto con Rose. Per quanto riguarda la fuga... E' stato Jhonny a liberarci.-
Quando affermò che Jhonny li aveva lasciati liberi, mi si drizzarono tutti i capelli che avevo in testa. Era una cosa impossibile! Non era da lui rilasciare un ostaggio. A meno che non riceveva qualcosa in cambio.
-Davvero Jhonny vi ha lasciati liberi?- chiesi, ancora incredulo.
-Esatto. Mi ha chiesto anche di lasciarti un messaggio...-
-Ossia?-
Drizzai la schiena e strinsi i denti, pronto ad ascoltare il messaggio lasciatomi dall'uomo che mi ha rovinato la vita.
-Che, quando volevi, potevi andare a trovarlo.-
In poche parole mi aspettava. E mi conosceva abbastanza da sapere che non sarei andato da solo. Forse sapeva anche che Sakura non era con me. Meno male che lei era in Inghilterra, al sicuro. Non osavo nemmeno immaginare cosa le avrebbe potuto fare. Se mi doveva ferire, almeno lo faceva direttamente e non con sporchi trucchetti.
-Grazie per avermelo detto. Ora ho delle cose da sbrigare.- dissi, uscendo dalla stanza.
-Pensi di andare al palazzo di Azula?- mi fermò Kaito.
Mi fermai, dando loro le spalle.
-Per ora no. I ribelli hanno bisogno di una mano nel sconfiggere Azula e Jhonny ed è quello che farò. Tornerò a Palazzo Harmonia e chiederò a Terrakion di preparare un piccolo esercito.-
Questa volta mi voltai, guardando Kai.
-Sempre se il Re è d'accordo.- 
Il Re Harmonia mi squadrò.
-Certo. Molto meglio che chiedere aiuto ad Austropoli. Però non devono essere più di cento uomini e coprire tutti gli stemmi del mio casato. Non voglio che si sappia che sono un Re.-
Sorrisi e feci un inchino, per poi lasciare la locanda e dirigermi verso il palazzo dall'altra parte della regione.

Arrivai al palazzo di Kai una settimana dopo. Tutto era rimasto come avevo lasciato il giorno in cui partii per Austropoli. Ripensandoci... Non avevo ancora firmato il trattato di allenza, ma, in fondo, non me ne importava molto.
Immediatamente, corsi verso la serra di Virizion, dove ero sicuro di trovare Terrakion, specialmente a quell'ora del mattino.
Entrai nella gigantesca serra sbattendo la porta e andai direttamente verso la terrazza dove li trovai a fare colazione.
-Josh! Sei appena tornato da Austropoli?- mi chiese Terrakion, mangiando un biscotto.
-In realtà no... Vengo da Ponentopoli.-
Quando nominai Ponentopoli, mi guardarono preoccupati.
-E' successo qualcosa a Kai?- fece Virizion, posando la tazza sul tavolino.
Scossi la testa.
-Non è successo nulla a Kai... Sono venuto per dirvi di preparare un esercito non più di cento persone per aiutare i ribelli nella loro causa.-
-Non hanno fatto passi avanti?-
-Diciamo che quando li facevano, si trovavano un nemico davanti che li anticipava e li bloccava. In più non sono riusciti a fare delle allenze con le città vicine, quindi hanno bisogno di un aiuto. Ovviamente Kai è d'accordo.-
I due fratelli si scambiarono uno sguardo, poi Terrakion si alzò.
-Preparerò l'esercito. Per domani mattina sarà tutto pronto. Ora vai a riposare un pò.-
Chinai il capo in segno di ringraziamento e mi voltai, ma la nostra attenzione venne catturata da uno strano rumore proveniente dal centro della serra. Tutti e tre andammo dentro e notammo Thundurus e Tornadus che tentavano di alzare i cocci di un vaso che avevano rotto.
Sentendosi osservati, si fermarono e ci guardarono.
-Scusate se abbiamo rotto il vaso...- fecero in coro, il viso rosso dalla vergogna.
Virizion si avvicinò ai due ragazzi, ormai quasi quindicenni, e accarezzò loro la testa, in modo da tranquillizzarli.
-Non fa niente. Era un vaso come un altro. L'importante che non vi siete fatti nulla. Ora, però, rimettete tutto in ordine.-
I gemelli sorrisero e scattarono a prendere la scopa, però Tornadus si fermò e tornò a guardarci, con aria preoccupata.
-E' successo qualcosa al fratellone?-
A questa domanda anche Thundurus si fermò. Noi tre ci scambiammo un'occhiata.
-Perchè?- chiese Terrakion.
-Perchè il fratellone non ci sta mandando più sue notizie, quindi ho pensato che gli fosse successo qualcosa!-
Dovevo dirgli che il fratello era troppo impegnato con la sua causa che si era dimenticato di loro? Però si meritavano avere notizie di Landorus... Erano preoccupati per lui.
Mi assalì il senso di colpa. Era un anno che non rispondevo più a Sakura e sicuramente si stava chiedendo dove fossi finito. Se la conoscevo bene, avrebbe lasciato l'Inghilterra e sarebbe tornata in Francia a vedere con i suoi occhi se stavo bene, ma non mi avrebbe trovato e sicuramente non si sarebbe arresa fino a quando non mi avrebbe ritrovato.
-Non vi preoccupate! Landorus sta bene, solo che è molto impegnato a guidare i ribelli, per questo non vi ha più mandato sue notizie.-
Sorrisi, immaginando davanti a me Sakura, cercando di rincuorarla come meglio potevo perchè non sopportavo vederla triste. Scacciai quella immaginazione e tornai alla realtà facendo un lungo sospiro.
-Ora, se permettete, vado a riposarmi.- 
Li superai con passo svelto e mi diressi verso la mia camera, con l'intenzione di scrivere una lettera alla mia Sakura e tranquillizzarla.

Il mattino successivo, consegnai la lettera ad una domestica che l'avrebbe spedita in Francia, dove un mio amico l'avrebbe inoltrata a Sakura. Poi mi diressi verso il campo di addestramento, dove trovai l'esercito pronto a partire. Prima di partire andai da Terrakion che stava organizzando le ultime cose.
-Buongiorno. Tutto pronto?- 
Lui annuì.
-Certo. Sono stati anche tolti tutti gli stemmi del casato Harmonia e qualunque cosa che possa ricondurre ad essi, proprio come ci ha chiesto Kai.-
In quel preciso istante entrò Virizion, vestita con una camicia bianca, una gonna lunga a vita alta e i capelli raccolti ordinatamente in uno chignon.
Sembrava una donna americana.
-Perchè sei vestita così?- chiese il fratello, sorpreso di quel suo nuovo look.
-Perchè voglio andare insieme a Josh ad aiutare Kai. In più sono un medico... Il mio aiuto è sempre utile!-
Non aveva tutti i torti. Terrakion mi guardò.
-Per me va bene e non credo che per Kai sia un problema. Un medico può tornare utile in qualsiasi momento, inoltre si sa difendere.-
Terrakion si convinse, ma la cosa non si era fermata qui. Pochi secondi dopo arrivarono anche i gemelli, pronti anche loro a partire.
-Grazie per averci dato il permesso di partire!- dissero in coro e si diressero verso il gruppo di cento uomini che aspettavano di partire alla volta di Ponentopoli.
Li fermi.
-Come?-
I gemelli tornarono a guardarmi, quasi pregandomi con lo sguardo.
-Noi vogliamo venire! Vogliamo aiutare il fratellone!-
Li osservai per un pò. Il loro sguardo traspirava determinazione. Se avesse vietato loro di venire con noi, molto probabilmente sarebbero venuti di nascosto e volevo evitare rogne. Landorus sarebbe stato contrario alla loro presenza, ma ci avrebbero agevolato. Annuii e partimmo alla volta di Ponentopoli.

-Rose
Finalmente Kaito e Rhue erano tornati da noi. Ero preoccupata per loro. Da quel che mi avevano raccontato, non sarebbe stato facile farli fuggire, ma, a quanto pare, c'erano riusciti da soli. Ero così felice. Li conoscevo da poco, eppure mi ero legata molto a loro. Non vedevo l'ora di parlare con Rhue del bacio tra me e Kai... Avevo bisogno di confidarmi con qualcuno. Con mia madre non potevo di certo parlare... Anche se glielo avessi detto, mio padre l'avrebbe scoperto e non si sarebbe limitato a chiudermi in casa. Avrebbe preso il fucile e sparato contro Kai.
Rhue e Kaito, quest'ultimo con un pò di difficoltà, si sedettero al loro solito tavolo.
-Sono così felice che siate tornati sani e salvi!-
-Anche per noi è la stessa cosa, Rose. Ci sei mancata! Soprattutto i tuoi manicaretti!- scherzò Kaito.
-Sicuramene non avrai mangiato nulla mentre eri prigioniero... Vuoi che ti prepari qualcosa?-
Kaito sorrise.
-Se lo facessi, credo che ti farei santa subito!-
Risi e andai a preparargli i suoi piatti preferiti, unito ad un traboccante bicchiere di succo di baccarancia ed uno anche per Rhue, dato che mi trovavo. Quando gli portai il vassoio, si gettò a capofitto sul cibo, quasi come se non mangiasse da una vita.
-E' un bene che abbia fame... Avevo paura che a causa della febbre gli fosse chiuso lo stomaco.-
-Febbre?- feci e Kaito si fermò.
-A causa delle ferita, mi è salita la febbre. Fino a ieri ce l'avevo ancora, ma ora mi sento molto meglio!-
-Anche Kai è stato ammalato! Proprio prima Josh gli ha portato l'antidoto. Spero si rimetta presto.-
Rhue e Kaito mi guardarono con fare malizioso.
-Che c'è?- chiesi, imbarazzata.
-Quando hai nominato Kai sei diventata tutta rossa... E' successo qualcosa in nostra assenza?- insinuò Rhue e il mio imbarazzo crebbe, insieme al battito del mio cuore.
Mi arrotolai una ciocca di capelli.
-Non è successo nulla!- mentii, ma marito e moglie si scambiarono uno sguardo come per dire che non ci credevano.
-Io e Kai ci conosciamo da quando siamo nati... Nella sua vita, Kai ha fatto parecchie marachelle, come quando fece finta di stare male per stare a letto e giocare, piuttosto che andare a studiare. Oppure quando urlò che in cucina c'era un invasione di Rattata per rubare i biscotti che la cuoca aveva lasciato sul tavolo e che gli aveva vietato di prendere. Per non parlare di quando la Contessa venne con la figlia a trovare la madre di Kai e lui finse così bene che riuscì a strappargli un bacio.-
L'ultima cosa che disse mi fece sussultare. Quindi Kai aveva finto di delirare a causa della febbre per baciarmi? Come aveva potuto. Kaito mi guardò con aria colpevole, quasi come se avesse capito che aveva colto nel segno.
-Aspetta...- iniziò Rhue, incredula. -Non dirmi che ti ha baciata!-
Annuii. Kaito si alzò e mi prese per le spalle.
-Scusa! Non sapevo nulla!-
Mi sposai e indietreggiai di qualche passo.
-Ci credo... Altrimenti non mi avessi detto niente. Ma grazie a te ho appena scoperto di aver dato il mio primo bacio ad un uomo che mi ha ingannata per averlo. Grazie!-
Girai i tacchi e corsi in cucina, dove incominciai ad andare avanti e indietro, cercando di calmare la rabbia e la delusione che crescevano dentro di me. Però più ci pensavo, più mi sembrava di impazzire. Si era preso gioco di me, quando invece i sentimenti che provavo per lui erano veri... 
Mi misi in un angolino e scoppiai a piangere.

Nei due giorni successivi, non parlai con Kai nemmeno una volta. Ero arrabbiata con lui e preferivo non parlarci, altrimenti avrei dato sfogo a tutto quello che mi reprimevo dentro. Mi limitavo a fare il mio lavoro. Gli portavo la colazione, gli pulivo la stanza, i vestiti, ma non gli rivolgevo nemmeno uno sguardo.
Aveva tento svariate volte di parlare con me, molto probabilmente per scusarsi per quello che aveva fatto perchè Kaito gli aveva sicuramente detto che mi aveva detto la verità, ma io faceva finta di nulla. Ogni scusa è buona per ingannarmi per l'ennesima volta. Anche se il suo sguardo diceva che era dispiaciuto, io tiravo avanti, cercando di non mollare la mia presa di posizione. Addirittura aveva tirato fuori la questione del libro che stavamo leggendo insieme, presentandosi vicino al solito albero, ma io puntalmente, appena lo vedevo, correvo via e mi rifugiavo in camera mia. Però, il giorno prima della partenza per l'ennesima spedizione a cui non avevo partecipato, mentro ero andata a prendere l'acqua dal pozzo nel giardino su cui si affacciava la mia camera, me lo ritrovai dietro le spalle che mi guardava. Per lo spavento rovesciai il secchio, bagnandomi con l'acqua l'orlo della gonna.
Io mi chinai per prendere il secchio, ma Kai si precipitò ad aiutarmi e le nostre mani si sfiorarono, proprio come la prima volta, quando mi aiutò a raccogliere i cocci dei piatti. Esattamente come quella volta, i nostri occhi si incontrarono ed io ritrassi la mano, facendo prendere a lui il secchio.
-Rose, io...- iniziò, ma io presi il catino strappandoglielo dalle mani.
-Non c'è bisogno che spieghi nulla.- dissi, dirigendomi verso la porta sul retro della locanda, ma lui mi fermò prendendomi per un braccio.
-Invece devo farlo! Ti chiedo scusa per il mio comportamento irrispettoso. Non avrei dovuto farlo.-
Dai suoi occhi sembrava sincero, ma non dovevo cedere ai miei sentimenti per lui.
-Ma l'hai fatto. Ora devo tornare al mio lavoro.- dissi, liberandomi dalla sua presa e tornando a camminare, ma questa volta lui mi sbarrò la strada.
-Almeno lasciami spiegare!-
La rabbia prese il sopravvento.
-Lasciarti spiegare cosa?! Mi hai ingannata per baciarmi! Chissà con quante donne hai usato questo tuo vile trucchetto? Forse, se Kaito non me lo avesse detto, mi avresti ingannato per avere anche qualcos'altro, quando io invece ti avrei aperto il mio cuore!-
Lui mi guaardò sorpreso. L'ultima frase avrei voluto non dirla, invece mi lasciata trasportare dal discorso. Come sono stata stupida.
-Aperto il tuo cuore?- ripetè, come se non avesse compreso appieno le mie parole.
-Lascia stare! Fai finta che non ti abbia detto nulla.- dissi più in fretta possibile, in modo da concludere quella conversazione.
Cercai di girargli intorno, in modo da tornare alla locanda dove mia madre mi stava aspettando con l'acqua pulita, ma Kai mi bloccò per le spalle.
-Con quella frase intendevi dire quello che ho capito?-
Ma era stupido? Certo che intendevo quello che aveva capito! Solo che risultava persino a me difficile digerire il fatto che glielo abbia detto.
Sbuffai, spazientita da tutta quella situazione.
-Certo! Io mi sono innamorata di me, solo che tu non te ne sei accorto! Hai preferito comportarti da immaturo! Ora torno da mia madre, che mi aspetta per fare il bucato!-
Lui allentò la presa ed io tornai a camminare, sentendomi più leggera, come se mi avessi tolto un peso.
-Hai ragione... Mi sono comportato da immaturo! Ma io volevo farlo!-
-Quello non era il modo adatto!-
-E' vero... Ma se mi fossi presentato da te e avessi provato a baciarti mi avresti respinto! Io desideravo un tuo bacio, quindi sono ricorso ai trucchetti di quando ero un ragazzino per ottenere ciò che volevo.-
Mi fermai e mi voltai.
-Ovvio che ti avrei respinto! Anche perchè non so cosa provi per me! Voi maschi siete tutti uguali! Quando vedete una donna, vi dimenticate di tutto pur di conquistarla!-
-Su questo devo risentire! Gli altri uomini forse sono così, ma io no! Io ti amo davvero!-
Il mio corpo sussultò. Aveva detto che mi amava? 
-Non so perchè ma non ci credo...- dissi con un filo di voce.
Lui si avvicinò.
-Invece è vero! Anche mi sono innamorato di te. Kaito ti può dare la conferma. E' successo il giorno in cui ci siamo conosciuti. E' stato come se qualcosa dentro di me si fosse azionata. Da quel giorno non ho fatto altro che pensarti.-
-Davvero?-
-Davvero.-
-Dimostramelo.-
Senza pensarci due volte, mi prese il viso tra le mani e mi baciò. Prima con dolcezza, poi con più passione. Lentamente lasciai la presa sul secchio che, per la seconda volta, cadde per terra, mentre io cingevo con le braccia il collo di Kai. Le sue mani lasciarono il mio viso e scivolarono lungo la schiena, attirandomi verso di lui. Direi una bugia se dicessi che per tutto il tempo non avevo trattenuto il respiro. Infatti quando ci staccammo ero praticamente senza fiato.
-Come dimostrazione non era male, no?-
Questa volta fui io a dargli un bacio, ma un timidissimo bacio a timbro.
-No, non era male... Ma mi aspettavo qualcos'altro.- scherzai.
-Bugiarda!-
Scoppiammo a ridere.
-Se ti va, nell'ora in cui non aiuti alla locanda, ti posso portare nel bosco a pranzare. Ovviamente dopo essere tornato dalla spedizione.-
Sorrisi. Non ero mai stata così felice in pochi secondi.
-Va bene.-
Mi baciò di nuovo.
-Un piccolo portafortuna. Ora vado.-
I nostri occhi si incontrarono e, prima di andarsene, mi diede un bacio sulla fronte.

-Rhue
Dopo una settimana siamo riusciti a tornare alla locanda di Rose. Ancora non riuscivo a credere che ci avessero lasciati liberi senza battere ciglio. In particolar modo Azula, che aveva sempre fatto di testa sua, si era fatta mettere i piedi in testa da un uomo di cui non si sapeva nulla. C'era una cosa, invece, che mi lasciava confusa. 
Jhonny aveva preso il posto di Kaito per capire i nostri movimenti ed io non ero riuscita a capire che era un impostore. Ero delusa di me stessa.
Dovevo capire che mentiva, eppure ero caduta nella sua trappola. Se l'avessi incontrato quando ero piccola, l'avrei smascherato in pochi secondi. Maledetto il giorno in cui andai a vivere con la famiglia reale.
Quello che era successo, non doveva più accadere. Dovevo tornare a distinguere verità e bugie, in modo da non cadere più nelle trappole nemiche e calmare, una volta per tutte, la mia parte passata che, da due anni ormai, mi tormentava e mi faceva fare incubi. Non ero più quella di un tempo. Ero felice così com'ero. 
Non vedevo l'ora di liberarmi di Azula e vivere una vita felice con Kaito, ma la vita che desideravo era ancora lontana. Eravamo ancora in alto male con la questione dei ribelli, però si stava per concludere, dato che Josh era tornato, dopo due settimane, con un esercito. Giusto in tempo, visto che sia Kai che Kaito erano tornati in piena forma ed erano tornati ad allenarsi.
La popolazione non sapeva della presenza dell'esercito a Ponentopoli, altrimenti chi era estremamente legato alla Regina ci avrebbe messo i bastoni tra le ruote, così si erano accampati vicino alla base nel bosco, in modo da allenarsi indisturbati.
I ribelli, non appena seppero dell'aiuto offerto da un aristocratico "anonimo" che li appoggiava, furono più che felici e sollevati. Ma quando Landorus si ritrovò i fratelli non ne fu felice, ma sapeva benissimo che se avesse detto loro di tornare a palazzo dove sarebbero stati al sicuro, Thundurus e Tornadus avrebbero fatto l'esatto contrario.
Dopo qualche giorno di preparativi, ci incontrammo tutti nei pressi dell'accampamento dell'esercito di Kai, pronti a marciare verso il palazzo di Azula, ma Landorus non era ancora arrivato.
Forse stava ancora a prendere le ultime cose nella soffitta del covo, così andai a controllare ed, effettivamente, si trovava proprio lì, seduto sul bordo del soppalco con aria pensierosa.
-Landorus, dobbiamo andare. Ci sono tutti, manchi solo tu.- dissi, ma lui non mi pensò.
Era immerso nei suoi pensieri.
-Ti senti bene?-
Landorus sospirò.
-Ho solo paura che anche questa volta vada tutto all'aria.-
Mi sedetti accanto a lui e gli misi una mano sulla spalla.
-Non ti preoccupare. Ci siamo noi vicino a te! Andrà tutto bene!-
I nostri sguardi si incontrarono. Era curioso il fatto che, nonostante all'inizio non ci sopportassimo minimamente, avevamo legato così tanto.
-Hai ragione. Però mi potrebbe aiutare un piccolo portafortuna...-
-E che portafortuna?-
Il suo sguardo si fece più intenso.
-Un tuo bacio.-
La sua richiesta mi sorprese.
-Se è sulla guancia, va bene...-
-Non intendo sulla guancia, ma come li dai a Kaito.-
-Landorus, non posso. Sono sposata.- dissi, con un filo di voce e con gli occhi fissi sulla mia fede dorata.
-Lo so... Ma per una volta non fa niente. Solo questa volta.-
Incominciai a tremare. Cosa dovevo dirgli? Dovevo cercare di togliergli l'idea del bacio dalla testa, così aprii bocca per ribattere, ma lui mi anticipò e le nostre bocche si unirono. Quindi Landorus, per tutto quel tempo, mi aveva amata ed io non mi ero accorta di nulla?
Proprio quando riuscii a staccarmi da lui, gettai un occhio verso la porta, pronta ad andarmene, ma vidi Kaito e Kai sulla soglia, che ci guardavano. 
Mi alzai di scatto e corsi verso Kaito, che si era fatto rosso dalla rabbia, ma lui mi superò, fermandosi a pochi metri da Landorus.
-Alla fine hai ottenuto quello che volevi... Anche se in minima parte. Credevo che ti fossi arreso...-
-Solo perchè si è sposata con te, non significa di certo che mi sarei arreso senza provarci minimamente.- 
Kaito, accecato dalla rabbia, colpì Landorus sul naso, facendogli uscire il sangue. Un colpo tira l'altro, iniziò una rissa. Forse stavo capendo il perchè dell'astio che c'era tra i due.
Quando Kaito sembrava stesse per avere la meglio, stavo per andare a fermarli, per paura che mio marito uccidesse Landorus, ma Kai mi anticipò.
Con uno spintone fece allontanare l'amico e si mise tra i due, fermandoli.
-Kaito, calmati! Non è da te perdere le staffe così facilmente! Fai un respiro profondo e torna in te!-
Le sue parole lo calmarono di colpo... Era questo il legame speciale che legava l'eroe al proprio Pokèmon Leggendario.
Landorus, invece, mi guardava con aria dispiaciuta. Si asciugò il sangue che gli usciva dal naso e si avvicinò a me.
-Principessa, mi dispiace tanto per quello che ho fatto... Non volevo ingannarla per avere un suo bacio. Ho sempre represso i miei sentimenti per lei, ma ultimamente mi sta risultando impossibile nasconderli. Mi perdoni...- disse e allungò la mano, cercando la mia, ma mi allontanai e uscii dalla stanza, cercando di trattenere le lacrime.

-Kaito
Alla fine Landorus ha esposto i suoi sentimenti a Rhue e mia moglie era andata via, senza dire nulla.
Se era confusa e sconvolta, la potevo capire. Aveva sempre visto Landorus come un fratello su cui contare, invece aveva scoperto che quel che credeva suo amico, era in realtà innamorato di lei.
Volevo raggiungerla e consolarla, anche chiedergli scusa per il mio comportamento avventato. Tenere separata la rabbia e il mio istinto Pokèmon mi risultava certe volte difficile e perdevo il controllo in situazioni di poco conto.
Immediatamente mi precipitai per le scale e la seguii nel bosco, dove riuscii a fermarla.
-Ti prego, lasciami da sola.- disse, con la voce rotta dal pianto.
-Ma se ne parli con qualcuno riuscirai a sfogarti e poi ti voglio aiutare. In più volevo chiederti scusa per la mia scenata.-
Scosse la testa.
-Non è stata la tua scena di gelosia il problema... Nemmeno la dichiarazione di Landorus. Sono io quella che non va!-
-Cosa? Non è vero! Non hai alcun problema.-
-Invece sì!- urlò, con le lacrime che le rigavano le guance ormai rosse. -Non riesco più a distinguere la verità dalle menzogne e viceversa, cosa che invece non dovrebbe accadere. Sono l'essere delle verità ma non riesco a fare il mio ruolo! Se avessi capito che Jhonny mi stava ingannando, forse avremmo avuto l'appoggio di Boreduopoli e non saremmo finiti in questa situazione.-
Rimasi in silenzio. Mi straziava il cuore vederla così triste. Era insoddisfatta di se stessa, ma non era colpa sua se era così... Il troppo tempo con Azula l'avevano confusa e quindi pensava che ogni falsità sia la realtà in automatico. Come si dice oggi, se lei fosse stata una macchina, Azula l'aveva programmata con il programma sbagliato e contagiandola con un virus. Però lei era mia moglie... Dovevo aiutarla.
-Vuol dire che ti allenerai per tornare a distinguerle! Proprio come quando eri bambina.-
Lei mi fissò con i suoi occhi color rubino. Quando piangeva, sembravano più brillanti del solito.
-Non è così semplice come credi...-
-Se stiamo insieme ce la farai! Tu tornerai a capire la verità, mentre io im parerò a gestire la rabbia, che ne ho bisogno!-
Lei scoppiò a ridere. Almeno aveva smesso di piangere.
-Promesso?- fece, una volta ripreso fiato.
Annuii e l'abbracciai, poi tornammo al nostro gruppo che era pronto a partire. Ben presto ci mettemmo in marcia, ribelli davanti, con Landorus, me e Kai in prima fila, e dietro di noi, Josh, Virizion e i gemelli con l'esercito.
Arrivammo al palazzo dopo un giorno e mezzo di cammino. Quando fummo di fronte alle mura ci fermammo.
-Cosa volete?!- sbraitò una guardia, guardandoci in malo modo.
Prima ancora che noi rispondessimo alla sua domanda, Azula si affacciò al balcone e con un gesto elegante della mano azzittì la guardia.
-Non mi aspettavo un vostro attacco così presto. Siete ben organizzati, complimenti.- dissi, sfoggiando uno dei suoi bellissimi sorrisini ambigui.
-Diciamo che ci mancavi.- scherzai, suscitando in lei un enorme risata.
-Come sei dolce. Ti mancavo così tanto che sei venuto accompagna da uomini armati fino ai denti. Dopo l'ultimo attacco, hai paura di affrontarmi da solo?- ritornando di colpo seria.
Alzai le spalle.
-Forse, ma molto probabilmente ha capito che l'unione fa la forza.- disse Kai.
Azula gettò uno sguardo su il mio amico.
-Kai Harmonia! Il tuo regno è caduto così in basso che devi fare il poverello e accattivarti la mia gente, Re Harmonia?-
Quando lo chiamò "Re Harmonia" si alzò un mormorio dal gruppo dei ribelli. Avevamo immaginato che con la marcia verso il palazzo di Azula, la vera identità di Kai sarebbe venuta fuori.
-Ti ringrazio per l'interesse, ma il mio regno va più che bene. Sono venuto ad aiutare il tuo di regno, dato che tu sei completamente inaffidabile.-
Azula alzò un sopracciglio, infastidita dalle parole di Kai, ma poi fece un respiro profondo e tornò calma.
-Quindi siete venuti a parlarmi dei problemi della mia gente... Bene. Sono pronta ad ascoltarli. Vediamo cosa hanno da chiedere!-
Io e Kai ci scambiammo uno sguardo. Azula era disposta ad ascoltare i Ribelli? Cosa stava tramando?
Landorus non ci pensò due volte e si fece avanti.
-Vogliamo che la tasse vengano diminuite! Sono troppo alte in confronto ai miseri stipendi che ci guadagniamo.-
Dalla folla dietro di noi si levò un grido di assenso.
Azula alzò gli occhi al cielo.
-Non posso abbassarle. Ma non le ho nemmeno aumentate. Non cambiamo dai tempi di mio nonno e rimarranno tali.-
-Allora alzi gli stipendi! Mio marito non può lavorare 20 ore al giorno per ricevere tre sporche monete! Abbiamo cinque figli da sfamare!- gridò una donna.
Altre donne gridarono insieme a lei.Tutti stavano esponendo i loro problemi.
-Non se ne parla! Se i vostri figli hanno fame e il pane è troppo caro, fategli mangiare altro! E se avete problemi di denaro, fate lavorare anche loro! Vedrete come i soldi vi entreranno nelle tasche! Io non ho intenzione di cambiare nulla!- urlò Azula, tutta rossa in volto.
Cadde il silenzio, ma venne presto rotto da un applauso.
-Questa sì che è una bella presa di posizione! Non come quella stupida di Maria Antonietta che si inchinò davanti al popolo.-
Jhonny comparve al suo fianco e ci guardò, divertito.
-Siete in tanti! Non me lo sarei aspettato!- disse, appoggiandosi al bordo della balconata.
Guardò tutto il gruppo per un paio di secondi, poi tornò a guardare Azula.
-Cosa hai intenzione di fare, Regina?- 
-Per me possono morire tutti!- disse, rientrando nel palazzo, lasciando Jhonny da solo.
Con quella frase, fece scatenare l'ira dei ribelli. Si precipitarono verso le enormi porte delle mura. Tutti insieme riuscirono ad aprirle e si riversarono all'interno del cortile come se fossero un enorme fiume in piena. Ovviamente l'esercito li seguì ed iniziarono a combattere insieme a loro. Lanodorus e i gemelli si erano già buttati a capofitto nella battaglia, così come Rhue e Kai, che combattevano l'uno affianco all'altra. Prima di raggiungerli, gettai uno sguardo al balcone. Jhonny ci stava osservando, divertito da tutto quello. Entrai nel cortile e mi guardai intorno. Tutti avevano un avversario. Volevo andare ad aiutare chi era in difficoltà, ma non mi accorsi che dietro di me due guardie erano pronte a colpirmi con i loro fucili. Per fortuna Landorus con un pugno aprì una voragine proprio sotto i loro piedi e li fece sprofondare nelle viscere della terra.
Mi voltai verso di lui pieno di gratitudine.
-Ci pensiamo noi qui! Vai dietro il palazzo!-
Annuii e corsi via, verso la zona di allenamento dei soldati. Quando arrivai, vidi Josh che combatteva contro una decina di soldati. Con un gesto delle braccia, evocai dei fulmini che misero fuori gioco gran parte dei nemici, mentre Josh, con un fendente, uccise quelli restanti.
-Dobbiamo andare all'interno del palazzo ed occuparlo! Così riusciremo a togliere Azula dal trono.- disse Josh, una volta che lo ebbi raggiunto.
Annuii e corremmo verso l'entrata, ma Jhonny ci sbarrò la strada.
-Dove stai andando, fratellino?- 
-Spostati, Jhonny! Per una volta non metterti in mezzo!-
-E pensare che voglio sono parlare con te...-
Josh sbuffò.
-Per favore! Dimmi perchè hai lasciato Parigi!-
Non avevo mai visto Josh, una persona così tranquilla e posata, che sapeva controllare al meglio le proprie emozioni, perdere la calma così facilmente. Tremava per la rabbia e scorsi un bagliore rosso nel blu dei suoi occhi. Mi balenò una strana idea in mente, ma la scacciai immediatamente. Non poteva essere un Pokèmon. Non aveva mai mostrato un carattere impulsivo come me, Rhue o Landorus.
Jhonny sospirò.
-Diciamo che Parigi mi annoiava, così sono andato via. In più avevo delle faccende in sospeso.-
-Tu che hai della faccende in sospeso?! Mi sorprendi! Chi non hai ammazzato?-
-Non c'entrano le uccisioni... Stavo facendo un ricerca su un Pokèmon che avevo iniziato prima di lasciare Sinnoh e, solo ora, ho avuto modo di terminarla.-
Josh lo guardò curioso.
-Su cosa?-
Nelle sua voce c'era una nota di esitazione.
-Su Dialga.-
Quando disse quel nome, il volto del biondo sbiancò di colpo. Incominciò addirittura ad indietreggiare.
-La leggenda, come tu sai, dice che Dialga vive in un mondo esterno al nostro. Ma, ho scoperto, può essere richiamato con un oggetto speciale: la Rossocatena.-
-Cosa vorresti dire scusa?-
La rabbia aveva lasciato posto alla paura.
-Richiamerò Dialga.-
-Senza la Rossocatena non puoi farlo!- sbraitò Josh, con gli occhi ridotti a due fessure.
Sul viso di Jhonny comparve un sorrisino di superiorità e incominciò a scoprirsi l'addome, mostrando una strana catena dal colore rosso, avvolta con due giri intorno ai suoi fianchi.
-Anche se hai la Rossocatena, non puoi chiamare Dialga qui! Bisogna essere sulla Vetta Lancia per usarla!-
Jhonny si tolse dalla vita quella che doveva essere la Rossocatena e se la passò tra le mani.
-Verissimo. Ma si può usare in qualunque posto si voglia se si ha Dialga proprio davanti agli occhi.-
Il biondo strinse i pugni.
-Sei un bastardo.-
-Mi hanno detto insulti più originali.-
Josh incominciò a correre più veloce che poteva, mentre il suo avversario gli lanciò contro la Rossocatena, che, immediatamente, gli cinse i fianchi.
Il suo corpo fu subito invaso da una scarica elettrica generata dalla catena.
-Toglietemela di dosso!- urlò Josh, cercando di romperla colpendola con i pugni.
Corsi in suo aiuto e cercai di strappargliela via, ma, nonostante ci avessi messo tutta la mia forza non riuscii nel mio intento.
-E' inutile che ti opponi. Ora sei sotto il mio controllo. Fai quello che ti dico e vedrai che non soffrirai tanto.-
Non stavo capendo più nulla. Jhonny aveva detto che la Rossocatena funzionava solo su Dialga... Perchè allora aveva quell'effetto su Josh? La mia sensazione era giusta, quindi?
Josh non lo pensò e scattò in avanti, prendendomi il viso tra le mani e guardandomi negli occhi.
-Ti prego! Perdonami per quello che farò. Non sarò in me! Perdonami! Perdonatemi...-
-Ma per cosa?!-
-Ponentopoli... Sarà...- iniziò, ma si allontanò da me, prendendosi la testa tra le mani e rannicchiandosi per terra.
Mi avvicinai a lui per capire cosa gli stava succedendo, ma non feci in tempo che venni accecato da un bagliore fortissimo.
Quando riaprii gli occhi, Josh non era più accanto a me, in compenso sentii lo stesso verso che udii il giorno dell'incoronazione di Kai. Mi guardai intorno, per capire da dove provenisse e quale fosse il Pokèmon che avesse un verso simile, ma l'unica cosa che notai fu che tutti si erano fermati a guardare qualcosa nel cielo.
Feci lo stesso e così vidi un gigantesco Pokèmon blu, che brillava come un diamante, dimenarsi per via della catena rossa che gli avvolgeva i fianchi. Capii subito chi fosse. Josh era Dialga. La mia sensazione era giusta. 
Però dovevo fare qualcosa... Urla dal dolore. Forse se colpivo la catena con Incrotuono sarei riuscito a liberarlo.
All'improvviso mi assalì una paura incontrollabile. Aveva parlato di Ponentopoli... Quindi...
Scattai verso Kai che era a qualche metro da me.
-Dobbiamo andare via!-
-Perchè?-
-Perchè fra poco...-
Non riuscii a terminare la frase, che Jhonny mi anticipò.
-Fate bene ad avere paura! Ora verrete punito per quello che avete fatto.-
Alzò di scatto la testa verso l'alto e Dialga, come un cagnolino obbediente, soltanto con il suo sguardo, si calmò e si girò verso di lui.
-Distruggi Ponentopoli.-
Ecco perchè Josh mi aveva chiesto di perdonarlo...
Dialga, recepito il messaggio, volò via, verso la città. Io e Kai ci guardammo, prima di trasformarmi ed inseguirlo. Volevo raggiungerlo a tutti i costi, ma l'ala non era guarita del tutto... Era un miracolo se riuscivo a volare in quel momento. 
Ero ad una breve distanza da lui, quando arrivammo nel pressi di Ponentopoli. In un secondo, però, Dialga si girò e mi colpì con un potente raggio blu che, per un pelo, scansai.
Ripreso l'equilibrio, mi guardai intorno, ma non lo vidi. Era come scomparso. Continuai la mia corsa verso la città e sentii il verso di Dialga in lontanza. L'esplosione era già iniziata. Proprio in quel preciso istante, vidi Rose nel bosco. Mi precipitai da lei per proteggerla. L'esplosione l'avrebbe uccisa sul colpo. Qualche secondo prima che l'esplosione la colpisse, Kai si gettò su di lei, proteggendola con il suo corpo, mentre io mi misi tra loro e l'onda, facendoli scudo con le mie enormi mani.
Quando fu tutto finito, alzai lo sguardo. Al posto della ridente cittadina, vidi davanti a me un enorme voragine. Tutto era stato ridotto ad un cumulo di macerie...
Ponentopoli non esisteva più.

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Soccorso ***


Capitolo 23: Soccorso

-Rose
Ponentopoli non esisteva più. La mia città, la mia casa... Era andata distrutta. Solo a pensarci mi veniva voglia di urlare. Perchè era successa una cosa del genere? Mi sarei aspettata un attacco dell'esercito che avrebbe arrestato i ribelli, invece... La Regina aveva preferito farci saltare in aria! In più la modalità non l'avevo compresa del tutto.
Cinque minuti prima vidi un gigantesco Pokèmon blu volare nel cielo e, cinque minuti dopo, Kai che si gettava su di me e mi proteggeva dall'esplosione. Anche se tutto era cessato, io e Kai rimanemmo l'uno accanto all'altra per un altro paio di minuti, come per assicurarci che non ci fosse una seconda esplosione. Quando ci staccammo, i suoi occhi verde acqua furono la prima cosa che vidi, ma non riuscirono a calmarmi. Ero ancora agitata per quello che era successo.
-Stai bene?-
Mi misi seduta e lui fece lo stesso, senza distogliere lo sguardo dal mio.
-Sì... Ma ancora un pò frastornata.-
Kai annuì sorridendomi.
-L'importante che stai bene.- disse e mi diede un bacio sulla fronte.
Questa mi tranquillizzò un pò.
-Kai... Ma è successo quello che penso? Ponentopoli è...- 
Mentre parlavo gli occhi mi si inondarono di lacrime. 
Mi prese il viso tra le mani e mi asciugò con il pollice quelle poche lacrime che erano riuscite a scappare dalle mie ciglia.
-Non ti preoccupare, va bene? Andrà tutto bene, ci sono io qui con te... Ti prometto che, quando si sarà tutto sistemato, ricostruiremo Ponentopoli e tornerà come prima!- 
-Non credo che sarà facile...-
Non mi ero accorta della presenza di Kaito. Io e Kai ci voltammo verso di lui contemporaneamente. Aveva gli occhi fissi a terra. Cosa intendeva dire che sarebbe stato complicato ricostruirla?
Kai, come se avesse capito cosa volesse dire, si alzò e si avvicinò a lui, guardando di fronte a sè. Ben presto la sua espressione si incupì. Incuriosita mi alzai e lo raggiunsi, ma Kaito mi fermò.
-Non credo che tu debba vedere...-
Lo allontanai e affiancai Kai. Quando vidi come era stata ridotta la mia città, il mio cuore perse un battito. Credevo che solo le case erano andate distrutte, invece davanti ai miei occhi c'era un unorme voragine, con gli alberi letteralmente sdradicati, corpi senza vita di persone che conoscevo disseminate tra le macerie. Caddi sulle ginocchia, soffocando un grido. Il Pokèmon che aveva generato l'esplosione doveva essere estremamente potente. 
-Perchè è successa una cosa simile?!- urlai, nascondendo il viso tra le mani. 
Volevo che tutto quello venisse cancellato e tornasse tutto alla normalità, con la speranza che fosse solo un brutto sogno.
-E' stata la punizione che Azula e Jhonny hanno voluto infliggere a chi ha osato mettersi contro di loro. Si può dire che abbiamo imparato la lezione... Mi dispiace.- mi spiegò Kaito, mettendomi una mano sulla schiena per consolarmi.
Mi asciugai le lacrime e mi rialzai in piedi. Dovevo affrontare la realtà. Non potevo cancellare quello che avevo davanti agli occhi. Incominciai a camminare tra le macerie, arrivando piano piano alla locanda, anzi, a quello che ne rimaneva. Le mie cose erano sepolte da quel enorme cumulo di macerie. All'improvviso mi vennero in mente i miei genitori. Sicuramente erano feriti da qualche parte e avevano bisogno di aiuto. All'improvviso incominciarono a levarsi delle grida. Era come se fino a qualche secondo prima il tempo si fosse fermato e solo in quel preciso momento fosse tornato in attività. Noi non ci eravamo mossi da lì nemmeno di un passo, però una signora che zoppicava si avvicinò a noi chiedendo aiuto disperatamente.
-Per favore, aiutatemi! Mio marito è intrappolato sotto un grosso albero!-
Kai e Kaito si scambiarono un'occhiata e corsero nel luogo in cui c'era il pover uomo. Dopo aver aiutato con successo l'uomo e accertato che potesse tornare a camminare, sentii pronunciare il mio nome. Mi voltai cercando di capire chi mi potesse chiamare, però non vidi nessuno. Tornai a concentrarmi su Kai e Kaito, che nel frattempo erano corsi in aiuto di un altro gruppo di persone. Ma quando risentii il mio nome, riconobbi la voce. Mio padre mi stava chiedendo aiuto. Seguii la voce per pochi metri, fino a fermarmi davanti a quello che una volta era la dimora del Signor Miro, un caro amico di mio padre.
-Padre!- lo chiamai, cercando di capire dove fosse precisamente e ricevetti come risposta un rumore provenire dal retro.
Mi precipitai e incominciai a scavare nel punto in cui speravo di trovarlo, pregando il Sommo Arceus che non si era fatto nulla di grave. Più scavavo, più mi facevo male alle mani, ma niente mi poteva fermare. Kai, che mi aveva raggiunto, si chinò accanto a me e mi aiutò a spostare i detriti.
Quando riuscii a rivedere il suo viso, venni travolta da una gioia improvvisa.
-Finalmente! Non riuscivo più a respirare!-
Togliendo i pochi cocci rimasti, lo aiutammo a rimettersi in piedi, ma mio padre, orgoglioso com'era, rifiutò il nostro aiuto e cercò di fare due passi, ma quando appoggiò la gamba sinistra al suolo, cadde per il dolore.
Io e Kai lo affiancammo, cercando di rimetterlo in piedi.
-Deve essersi rotto la gamba.- sentenziò Kai, rimettendolo di nuovo giù.
Mi fece segno di aspettarlo lì e andò a cercare qualcosa. Tornò dopo pochi minuti, con in mano una trave di legno e un mantello logoro. Con un coltello, che aveva estratto dal fodero che aveva attaccato alla cintura, tagliò il mantello e posizionò la trave vicino alla gamba rotta, fermandola con i pezzi del mantello.
Per la seconda volta Kai mi aveva sorpreso.
Lo rimise in piedi e camminarono, fino ad arrivare ad un tronco dove lo mise seduto.
-Rimanete qui. Torno ad aiutare Kaito.-
Annuii e lui corse ad aiutare l'amico, lasciandoci da soli. Tra me e mio padre cadde il silenzio. Tra noi non c'era mai stato un buon rapporto. Era sempre stato un tipo freddo ed io non avevo mai cercato di capire cosa facesse quando non era alla locanda.
-E' tutta colpa dei ribelli!- ringhiò mio padre, attirando la mia attenzione.
-Perchè pensa questo? Non sono stati loro a scatenare l'esplosione!- difesi i miei compagni, ma con così tanta enfasi che avevo paura che sospettasse di qualcosa.
Però lui non ci fece molto caso.
-Ma è colpa loro se la Regina Phoenix ci ha dato una simile punizione! Se non si fossero ribellati, tutto questo non sarebbe accaduto e tutte queste persone non sarebbero morte.-
Abbassai lo sguardo. Non aveva tutti i torti, ma nessuno di noi sapeva che sarebbe successa una cosa del genere... Non era colpa nostra. 
Poi mio padre fece un gesto che mi sorprese... E mi soprende ancora tutt'oggi soltanto a ricordarlo. Mi attirò a sè e mi abbracciò. In tuta la mia vita non avevo mai ricevuto un abbraccio da lui. Nemmeno un bacio. 
-Sono così felice che tu non ti sia unita a loro e, soprattutto, che tu sia viva!-
Mi si strinse il cuore. Doveva sapere che la sua bambina era una ribelle e che lo aveva deluso...
Incominciai a piangere.

L'esercito pagato da Kai e i Ribelli, feriti e non, tornarono il mattino seguente. Nel frattempo io mi accupavo di quelli che erano sopravvissuti, mentre Kai e Kaito prestavano prestavano soccorso a quelli rimasti prigionieri.
Cercavo di prestare ai feriti le prime cure, ma molti di questi erano feriti gravi e non sapevo dove mettere le mani. Fortunatamente Virizion era tornata e si occupò lei degli infortuni. Pensare che la prima volta che la vidi non mi diede l'impressione di una dottoressa. In più era molto brava! Sapeva gestire più di cinquanta feriti contemporaneamente avendo a disposizione pochi strumenti e pochissimi aiutanti.
Mentre io e Virizion ci occupavamo dei feriti in quelle che dovevano essere degli alloggi improvvisati, gli uomini andarono a soccorrere la popolazione rimasta. Molte delle persone che avevamo ritrovato morte le cancellavano dalla lista delle persone disperse e li seppellivano nel bosco. Ovviamente mia madre era su quella lista. Ero preoccupata per lei, quindi volevo andarla a cercare con il gruppo, ma sia Kai che mio padre mi sconsigliarono di andarci. Mi convinsi a rimanere con Virizion solo perchè Kai e Kaito mi promisero che l'avrebbero cercata loro personalmente e avvisata immediatamente se l'avessero trovata.
Rimasi tutta la giornata con la tensione a mille e ogni minuto che passava mi sembrava un'eternità.
Però verso sera, mentre accendevo le poche candele che ero riuscita a trovare, scorsi la figura di Kai e dell'amico che venivano verso di me. Inizialmente non li riconobbi, così rimasi al mio posto, ma quando riuscii a vederli, incominciai a correre verso di loro per sapere se l'avessero ritrovata.
-L'avete trovata?- chiesi, una volta raggiunti.
Loro si scambiarono uno sguardo triste e indeciso. Il mio cuore perse un battito. Non poteva essere vero.
-Senti, Rose...- iniziò Kai, prendendomi per le spalle, ma io indietreggiai.
Avevo lo sguardo fisso e scuotevo la testa come se fossi diventata pazza.
-Non può essere vero, vi prego!- mormorai, cercando di trattenere le lacrime.
-Purtroppo quando l'abbiamo trovata non abbiamo potuto fare molto. Era già morta da ore... Ci dispiace tanto.- spiegò Kaito.
Le lacrime incominciarono a rigarm le guancie. Mia madre non poteva essere morta... Era l'unica persona a cui volevo bene incondizionatamente. Però per qualche strano motivo dentro di me avevo sempre saputo che lei non c'era più, ma avevo sempre schiacciato quella sensazione, con la speranza che mi sbagliavo. Invece...
Incominciai ad urlare. Ne avevo bisogno. Se non fosse stato per quel Pokèmon, mia madre sarebbe stata con me. Specialmente nelle occasioni più importanti nella mia vita! Se non fosse per la Regina Phoenix che aveva dato quell'ordine, tutto quello non sarebbe successo.
Kai e Kaito cercavano in tutti i modi di consolarmi, ma continuavo a piangere e ad urlare. All'improvviso Kai mi prese il viso tra le mani, costringendomi a guardarlo negli occhi. Smisi di colpo di sbraitare.
-Smettila di comportarti coma una bambina ottusa! Tua madre non c'è più e urlare non te la riporterà di certo indietro!-
Mi scostai da lui, liberandomi dalla sua presa, ma senza distogliere lo sguardo dal suo.
-Cosa ne sai, tu?- Molto probabilmente tua madre si trova in una bellissima casa, con la servitù, al sicuro! Puoi tornare da lei quando vuoi, potrai rivedere i suoi sorrisi e sentire la sua voce! Invece io l'ho persa per sempre! Per me sarà solo un ricordo!-
Di colpo il suo sguardo si incupì. I suoi occhi, così splendenti e gioiosi, si erano intristiti. Dovevo aver toccato un tasto dolente.
-E' vero... Io non so cosa si prova.- dissi, abbozzando un sorriso amaro.
Mi guardò per altri due secondi, poi si voltò, andandosene via. Rivolsi lo sguardo a Kaito, che fissava il terreno con uno sguardo che non sapevo se era triste o arrabbiato.
-Kaito io non...- dissi, ma lui mi fulminò con lo sguardo e se ne andò, molto probabilmente a calmare Kai, mentre in me la tristezza faceva spazio ai sensi di colpa.

-Kaito
Era passata una settimana dall'esplosione generata da Dialga, ossia Josh, ed eravamo riusciti a trovare quasi tutti i dispersi, quasi tutti vivi, sebbene i feriti gravi fossero numerosi.
Insieme a quelli che non erano feriti, costruii altri alloggi che poi assegnavamo a gruppi di tre persone a volta, in modo che tutti avessero un tetto sulla testa e un letto dove dormire. Kai aveva cercato di aiutarci, in modo da scacciare i brutti pensieri, scatenati dalle parole di Rose, ma non riusciva a combinare molto. Avevo cercato di parlare con lui dell'argomento, ma mi aveva risposto che stava bene e non ne voleva parlare.
Rispettai il suo volere, ma dal suo atteggiamento non stava per niente bene. In più evitava ad ogni costo Rose.
Rhue, invece, con le altre donne, si occupava della mensa. Era una cosa insolita per mia moglie che, per due anni interi, non aveva fatto altro che bruciare ogni pasto, ma con la scusa che avrebbe imparato qualcosa, andò ad aiutare le donne in cucina. Landorus e i gemelli si occupavano di trovare oggetti che ci sarebbero stato utili, ma proprio durante il loro giro d'ispezione, mi vennero a chiamare. 
Avevano trovato una carrozza lungo i confini della voragine. Avevano visto al suo interno e avevano notato una ragazza. Cercarono di aprire la portiera, ma era bloccata da un tronco e avevano bisogno di una mano per spostarlo.
Quando arrivai lì, ritrovai una decina di uomini intorno alla carrozza e che si stavano organizzando su come spostare il tronco che bloccava la portiera. Il conducente era morto sul colpo, infatti l'avevano coperto con un mantello.
Mi avvicinai a Landorus che era fermo di fronte all'abitacolo. 
-Cosa dobbiamo fare?- gli chiesi, fissando anche io lo sguardo sul tronco.
-Ci mettiamo tutti sotto al tronco e, contemporaneamente, lo alziamo. Tu sali sulla carrozza e mantieni il tronco, in modo tale da permettere ai gemelli di aprire la porta e far uscire la ragazza.-
Annuii e mi posizionai sull'abitacolo e, ad un cenno di Landorus, iniziammo ad alzare l'albero. Quando fu abbastanza in alto e si riuscì ad aprire la portiera, i gemelli si calarono all'interno e, dopo poco, portarono all'esterno la giovane donna.
Lasciammo la presa sull'albero e andammo vicino alla ragazza, per capire se era viva o morta. Quando la vidi, rimasi incantato dalla sua bellezza. Aveva la pelle nivea e candida, portava un bellissimo abito bianco con rifiniture in rosa, che richiamavano il colore dei capelli morbidi e fluenti. Era bella quasi quanto Rhue.
Landorus si avvicinò a lei e le controllo il polso e il respiro. Subito dopo ci guardò, sorridendo.
-E' viva, ma è meglio portarla da Virizion per escludere ferite gravi.- disse, rialzandosi. Poi, guardandomi, aggiunse: -Kaito, potresti portarla tu? Così io e i gemelli continuiamo il giro insieme agli altri.-
Annuii e presi la ragazza in braccio. Era incredibilmente leggera. Chissà quanti anni aveva?
Quando ero a pochi metri dalla zona dedicata ai feriti e ai malti, sentii un gemito provenire dalla donna. Forse stava sognando... Non ci diedi molto peso e tirai avanti per la mia strada, quando sulle sue labbra comparve un sorriso.
-Josh... Finalmente ti ho ritrovato...-
Mi fermai di colpo. Aveva pronunciato il nome di Josh, oppure mi ero sbagliato? Molto prababilmente era così. Non poteva conoscerlo. Josh era un tipo solitario, esattamente come il Generale Cobalion. In più si era rivelato un Pokèmon Leggendario! Come poteva una bella ragazza conoscere un tipo scontroso e arrogante come Josh?
Entrai nella tenda principale e mi guardai intorno alla ricerca di Virizion, ma incontrai per prima Rose. Con grandi falcate la raggiunsi.
-Ciao, Rose! Dov'è Virizion?- le chiesi, ma quando notò la ragazza svenuta tra le mie braccia si preoccupò.
-Cosa le è successo?-
-L'abbiamo trovata in una carrozza ai confini della voragine. Sta bene, è solo svenuta. L'ho portata qui per farla controllare da Virizion.-
Tirò un sospiro di sollievo.
-Meno male lei non si è fatta nulla. Vieni, nel frattempo la stendiamo su un letto.-
Rose mi condusse nella tenda affianco, dove c'era un piccolo lettino improvvisato. Adagiai lì la ragazza, aspettando lì l'arrivo di Virizion.
Arrivò qualche minuto dopo, seguita da Kai. Stavano discutendo su qualcosa, ma non feci in tempo a capire cosa che non appena ci videro smisero di parlare.
-Cosa ci fai qui, Kaito? Siete riusciti ad aprire quella carrozza?-
Annuii e guardai la ragazza, facendole capire che l'avevo portata lì con me. Virizion si precipitò a visitarla, mentre tra Kai e Rose c'era una strana atmosfera. Nessuno dei due aveva il coraggio di parlare o di guardare l'altro.
Quando Rose tentò di parlargli, ma la ragazza stesa sul letto riprese i sensi. Lentamente riaprì gli occhi, mostrando due grandi iridi rosa che brillavano come due stelle, e si mise a sedere, aggiustandosi i capelli lucenti. Si guardò intorno strabuzzando gli occhi.
-Bentornata tra noi! Come si sente?- chiese Virizion con il suo solito sorriso cordiale.
-Leggermente spaesata... Dove mi trovo?-
Aveva la voce calda e dolce.
-Si trova a Ponentopoli o a quello che ne rimane. Ora è nelle tende allestite per accogliere i feriti.- spiegò Kai.
La ragazza si guardò intorno, annuendo.
-Mi scusa, ma lei chi è?- chiesi, curioso di sapere il suo nome.
Lei mi guardò, sfoderando un bellissimo sorriso. Sembrava un angelo.
-Giusto! Che maleducata! Il mio nome è Sakura e sono venuta qui ad Unima dalla lontana Inghilterra per cercare una persona di nome Josh!-

-Josh
Mi trovavo in una cella angusta nel palazzo dei Phoenix da ormai una settimana, ma era come se fosse passato un mese. Fortunatamente, dopo l'esplosione, Jhonny aveva avuto la delicatezza di farmi tornare umano. In più non mi aveva bloccato le mani con delle catene, avendo la rossocatena che mi inibiva fino al punto di non farmi alzare. Inoltre non mi faceva dormire oppure, quando riuscivo a chiudere gli occhi per un paio d'ore, facevo incubi in cui vedevo soffrire molte persone per colpa mia. 
L'ultimo incubo riguardava Sakura... Avevo sognato che lei si trovava a Ponentopoli nel momento esatto in cui l'ho distrutta con fragortempo, uccidendola insieme agli altri. Meno male che era solo un sogno e non si trovava davvero ad Unima... Se le fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato.
Chissà se aveva ricevuto la mia lettera? Da quando l'avevo spedita erano passate due settimane, quasi tre. 
In quei giorni, però, si stava diffondendo una strana diceria tra i soldati e, dato che la mia cella si trovava nella zona dedicata ai loro alloggi, sentivo tutto quello che dicevano e venivo a conoscenza delle cose che accadevano nel palazzo.
Azula e Jhonny si erano sposati da pochi giorni e già aveva attentato alla vita del nuovo Re. Tutti credevano che fosse stato qualche Ribelle che voleva vendicarsi dell'esplosione, ma io sapevo chi era stato. L'unica persona che poteva soffocarlo nel sonno, eccetto me, sebbene io preferissi avvellenare la gente, era una persona vicina a lui.
E chi poteva farlo se non la cara Regina? Ma non aveva capito che non si sarebbe liberata di Jhonny tanto facilmente. Lei era come un giocattolino nelle sue mani... Jhonny l'avrebbe usata per i suoi scopi, poi, una volta ottenuti l'avrebbe gettata via, come un vestito ormai rotto.
Ma quello che mi chiedevo era quali fossero le sue vere intenzioni. Mi aveva catturato ma non avevo ancora compreso per quale scopo... Se volevo solo uccidermi per diventare Dialga perchè diventare Re Phoenix? Non ce n'era alcun bisogno... Avrebbe potuto colpirmi quando voleva. Specialmente in quel periodo in cui ero stato a Unima, nel Regno Harmonia, senza Sakura. 
Proprio durante una di quelle sere in cui non chiusi occhio, qualcuno mi fece visita. Sapevo chi fosse, ma nonostante questo non gli rivolsi la minima attenzione. Sorrisi. 
Come erano prevedibili gli esseri umani.
-Guardami.- ordinò ed io, senza battere ciglio, alzai lo sguardo.
Azula mi fissava con aria stanca, ma dai suoi occhi percepii una nota di frustazione.
-Perchè sei venuta fin qui?- le chiesi seccamente.
Sbuffò, massaggiandosi le tempie con il pollice e l'indice.
-Come fai a startene così tranquillo in una stanza così piccola senza fare nulla?-
-Con gli anni ho imparato ad essere impaziente. E' una cosa positiva, soprattutto se sei il Signore del Tempo o, nei casi peggiori, a sopportare meglio l'oppressione provocata dalla rossocatena. Ma sicuramente non sei venuta qui per fare due chiacchere amorevolmente con me. Ho sentito del tuo vano tentativo di uccidere Jhonny soffocandolo nel sonno... Povera illusa! Credevi davvero che con una cosa del genere riuscissi ad uccidere uno come lui?!-
-Per questo sono qui! Solo tu puoi dirmi come ucciderlo! Sei o no il potente Dialga?!-
Amavo quando mi definivano "potente".
-Se sapessi come ucciderlo, non credi che l'avessi già ucciso da me? Inoltre non te lo direi mai.-
Molto probabilmente avevo gli occhi rossi, visto che la rossocatena aveva incominciato a mandare scosse più forti.
-Ma io devo liberarmi di lui! Non ce la faccio più! Nessuno dice alla Regina Phoenix cosa fare!- urlò.
Sospirai, rassegnato.
-Nessuno riuscirà mai a liberarsi di lui... Nè io, nè te. Rassegnati.-
Azula mi fissò per un paio di secondi.
-Eppure sono sicura che tu hai qualcosa che potrebbe ucciderlo... Ti prometto che ti darò tutto ciò che vorrai!-
Sbuffai. Perchè gli umani sono così caparbi?
-Ti ho già detto che non so come ucciderlo! Vuoi che te lo dica in francese?-
Lei si chinò di fronte a me, fissandomi negli occhi.
-Visto che con le buone non vuoi capire, passerò alle maniere forti. Ti conviene dirmelo se non vuoi che faccia del male a qualcuno a cui tieni tanto.-
Scoppiai a ridere, fregandomene dell'ora tarda e del pericolo che correvo svegliando i soldati. Io non avevo fatto nulla... Era lei che era venuta a cercarmi.
-Davvero vuoi usare la carta del ricatto? Certo che ti sei rammollita. Puoi farmi quello che ti pare, tanto sono un tipo che muore difficilmente. Non hai nessuna carta contro di me, perchè l'unica persona a cui tenevo è morta tanto tempo fa.-
Su quell'ultima frase sentii la voce spezzarmi in due. Ogni volta che parlavo di lui mi assaliva un enorme tristezza.
Azula scattò in piedi, senza però distogliere lo sguardo dal mio.
-Allora non mi resta che una cosa sola!-
-Cosa?- chiesi, sebbene sapessi già la risposta e non mi piaceva.
-Mi sembra ovvio, no? Fuggirò e tu verrai con me!-

-Rose
Kai non voleva parlarmi. Mi evitava come la peste. Avevo tentato svariate volte di chiedergli scusa, ma lui scappava o si inventava scuse per allontanarsi.
Volevo solo scusarmi! Avevo detto qualcosa che lo aveva ferito e volevo rimediare... Per una settimana intera mi aveva a tutti i costi evitato e, quando Kaito portò da Virizion la ragazza rimasta intrappolata nella carrozza, avevo avuto l'occasione perfetta per parlare con lui. Proprio quando, però, aprii bocca per parlargi, la ragazza, che si era presentata con il nome di Sakura, aveva rovinato tutto, facendo bruciare l'unica possibilità che avevo per chiarirmi con Kai senza che lui scappasse via. In più aveva nominato Josh e l'atmosfera si era appesantita ulteriormente.
-Dalle facce che avete fatto quando l'ho nominato, capisco che lo conoscete...- disse lei, scrutandoci con i suoi grandi occhi rosa.
-Esatto... Ma non è il momento e il luogo per parlare di Josh. Se vuole possiamo andare a parlare in un altro posto, ovviamente sempre se lei se la sente.- fece Kaito, gettandomi un'occhiata.
Non voleva parlare dell'argomento dell'esplosione davanti a me oppure voleva lasciarmi da sola con Kai?
-Kaito ha ragione. Molte persone si possono alterare sentendo parlare di colui che ha distrutto la propria città.- confermò Virizion e Kai l'assecondò con un cenno della testa.
La ragazza fece un profondo respiro e annuì.
-Capisco. Per me non c'è problema... Basta che mi dite dove si trovi Josh. Sono due anni che non lo vedo e non ricevo più sue notizie, quindi sono preoccupata per lui.-
Era vero... Dai suoi occhi si percepiva chiaramente che era preoccupata. Josh doveva essere una persona molto importante per lei.
Kaito le sorrise e insieme si diressero verso l'uscita, ma ben presto vennero fermati da un uomo alto quasi quanto Kaito, dai capelli e gli occhi color nocciola, che con passo svelto era entrato nella tenda, bloccando loro la strada.
Virizion non appena lo vide si illuminò.
-Terrakion!- esclamò, correndo da lui ad abbracciarlo.
L'uomo con un sorriso a trentadue denti, ricambiò il gesto d'affetto.
-Che bello rivederti, sorellina! Non appena ho letto la tua lettera non ho fatto a meno di venire qui a dare una mano.-
Quindi quell'uomo era fratello di Virizion?! Non si assomigliavano minimamente! A differenza della gioia emanata dalla dottoressa, Kai era sorpreso di quella visita, così come Kaito.
-Cosa ci fai qui, Terrakion? Se tu sei qui, chi si occupa di Tommy?- chiese Kai, avvicinandosi ai due, che, nel frattempo, si erano sciolti dall'abbraccio.
Chi era Tommy?
-Non ti preoccupare! Si occupano di lui le sue balie, mentre l'amministrazione l'ho affidata al Consilio dei Saggi. Ora, se non ti è di troppo disturbo, posso parlarti un attimo?-
Ecco che la mia occasione era andata in frantumi per la seconda volta.
Kai annuì e insieme andarono via, ma io li fermai. Dovevo assolutamente chiarirmi con Kai. Lo amavo troppo e non potevo perderlo per qualcosa che avevo detto. Avevo toccato un tasto dolente e volevo rimediare.
-Kai, aspetta! Devo parlarti di una cosa urgente!-
Lui mi rivolse, non solo la sua attenzione, ma anche uno di quei suoi sorrisi rassicuranti. Solo in quel momento capii quanto mi fossero mancati.
-Ne parliamo dopo, va bene? Se Terrakion mi vuole parlare vuol dire che è successo qualcosa di grave. Ci vediamo vicino al fiume dopo pranzo?-
Annuii, speranzosa, e lui tornò a dedicarsi a Terrakion.
Dato che non avevo nulla da fare, decisi di andare ad aiutare le donne in cucina. Tornare a cucinare e a servire ai tavoli mi rincuorava. Era come tornare per un attimo alla locanda, dove aiutavo mia madre con le faccende. Lavorando riuscivo a tenere la mente libera da brutti pensieri e, soprattutto, non pensare all'agitazione che man mano cresceva in me. Però uno strano discorso tra due donne, che riparlavano di ciò che era accaduto durante la spedizione, attirò la mia attenzione.
-Anche posso credere che la Regina ha avuto il coraggio di distruggere la nostra città... Non tiene minimamente al suo regno.-
-In realtà non è stata la Regina a dare l'ordine, bensì il Re. La cosa che più mi ha lasciato perplessa è il fatto che la Regina Phoenix conoscesse l'amico di Landorus, quello con gli occhi verdi.-
-Vero... L'ha chiamato pure Re Harmonia. Ma a questa cosa non ho creduto.-
-Nessuno ci ha creduto, ma mio marito ha chiesto conferma ad uno dell'esercito ausiliare e gli ha detto esattamente che era il Re Harmonia.-
Cosa?! Kai era il Re Harmonia? Non poteva essere vero... Se Kai era davvero un Re, me lo avrebbe detto... Giusto? 
Quel discorso mi innervosì, fino al punto da farmi scattare verso le due donne, interrompendo il loro discorso e spaventandole.
-Rose... Che ti prende?- 
-Come potete dire tutte queste falsità? Kai non può essere il Re Harmonia! E' una cosa assurda! Perchè il Re nemico dovrebbe aiutare i sudditi del suo regno rivale? Cosa ci guadagnerebbe? Quindi risparmiatevi questi discorsi, perchè non hanno fondamenta!-
-Guarda che abbiamo detto la verità... Sembra un'assurdità, ma ti assicuro che è così!-
-Invece no! Voi non conoscete Kai come lo conosco io! Lui non mentirebbe mai!- urlai e me ne andai, lasciando il mio lavoro a metà.
Per smaltire la rabbia e l'agitazione, incominciai ad errare per la città, fino a quando non decisi di andare da Virizion e sfogarmi con lei... Lei mi avrebbe ascoltato con calma. Quando arrivai nei pressi della tenda medica, vidi Kai e Terrakion che parlavano. Più precisamente, quello che parlava era l'uomo dagli occhi nocciola, mentre Kai lo ascoltava guardando il pavimento e annuendo ogni tanto.
Non feci a meno di fermarmi e ascoltare una frase del discorso.
-Capisco che vuoi aiutare queste persone, ma è ora di tornare a palazzo. Tommy ha bisogno di te... Me ne posso occupare io, ma con te sarà diverso. Tu sei il Re Harmonia, il popolo ha bisogno di te.-
A quelle parole, qualcosa in me si ruppe in mille pezzi. Non ero più arrabbiata... Gli occhimi si inondarono di lacrime.
Stavo per andare via, ma Kai alzò lo sguardo, notando la mia presenza a pochi metri da loro. Quando i nostri occhi si incontrarono, mi fu impossibile trattenere ulteriormente le lacrime, che come un fiume in piena, inondarono le mie guance.
Delusa, scappai via. Ma Kai non si fece intimorire e mi inseguì, fino a quando non arrivai nei pressi del fiume e mi fermò, prendendomi per un braccio.
-Rose, aspetta! Non è come pensi.-
Mi liberai dalla sua presa con uno strattone.
-Non è come penso?! Mi hai mentito! Avevo intuito che tu provenissi da una buona famiglia, capendolo dalla tua buona educazione, ma non avrei mai creduto che tu fossi un Re! Particolarmente il Re Harmonia! Ti ho addirittura difeso, attaccando due donne innocenti!-
Kai sospirò, dispiaciuto.
-Lo so... Te lo dovevo dire, ma non potevo. Se vi avessi detto fin da subito che ero il Re Harmonia, voi non vi sareste fidati di me! Inoltre essere nel regno nemico, a carte scoperte, sarebbe stato come andare incontro alla morte! Già è stato difficile convincere Kaito a mostrarsi apertamente, essendo un ricercato. Quindi cerca di capire un pò la nostra situazione.-
Aprii la bocca, per ribattere, ma le parole mi morirono in gola. Non aveva tutti i torti, ma ero ancora arrabbiato ancora con lui! Mi aveva molto delusa! 
Ricominciai a piangiare.
-Rose?- disse, cercando di accarezzarmi una guancia, ma io indietreggiai.
-Però potevi dirmelo... Avrei mantenuto il segreto se tu me l'avessi chiesto.-
Lui fece un sorriso, amareggiato e dispiaciuto.
-Lo so e mi dispiace tanto...-
Alzò gli occhi, incrociando il mio sguardo.
-Mi perdoni?- chiese, quasi implorandomi.
Senza rispondergli, me ne andai via.

-Josh
 Ad Azula era venuta la malsana idea di fuggire via e voleva farlo quella notte stessa. Ovviamente non ero d'accordo, perchè poi Jhonny ci avrebbe dato la caccia, trovati, fatto decapitare Azula per tradimento, avrebbe ordinato a me di farlo e, alla fine, torturato fino al punto di uccidermi, diventando così il nuovo Dialga.
Ma era anche vero che era un tipo indifferente a tutto e non amava inseguire i pesci piccoli, specialmente se non servivano ai suoi scopi.
-Vuoi scappare?! Voi umani cosa avete al posto del cervello? Sei una Regina! Non puoi abbandonare il tuo regno nelle mani di un folle psicopatico che non ha nulla a che fare con Unima e i suoi problemi! Inoltre non mi posso muovere da qui se non è Jhonny ad ordinarmelo.-
Sembravo un cane fedele al suo padrone... Che schifo.
-Lo so che a causa della Rossocatena non puoi muoverti a tuo piacimento, ma ho trovato una scappatoia al tuo problema...- disse con un sorriso malizioso.
Più passavo il tempo con quella donna, più mi convincevo che lei e Jhonny erano fatti l'una per l'altro.
Tirò fuori dalla manica del vestito una piccola boccetta di cristallo, contenente un liquido rossastro.
Era il sangue di Jhonny. Ecco cosa intendeva quando ha parlato di scappatoia.
La Rossocatena, secondo il progetto originale, doveva essere generato con un meteorite e forgiata usando il potere dei tre guardiani dei laghi di Sinnoh. Ma dato che avevo istruito Mesprit, Azelf e Uxie a non aiutare nessuno a crearla, Jhonny aveva pensato di usare, al posto del loro potere, il suo sangue.
Facendo in quel modo si era assicurato l'uso esclusivo dei miei poteri.
Peccato che non era morto dissanguato! Tutti i miei problemi si sarebbero risolti senza che io muovessi un dito.
Ora Azula con quelle poche gocce di sangue mi poteva comandare a bacchetta. Beh... Meglio lei che Jhonny. Essere usato da quello lì sarebbe stato un duro colpo per il mio orgoglio.
Azula aprì la porta della celletta ed uscì.
-Su, seguimi!-
La Rossocatena mi lanciò una scarica come per avvisarmi che dovevo alzarmi e seguirla.
Sospirando, mi alza e seguii Azula fino all'uscita degli alloggi, ma prima di lasciarli si fermò di colpo. Mi guardò dalla testa ai piedi.
-Non puoi uscire con quella cosa che brilla come mille diamanti. Dobbiamo coprirla. Anzi, dobbiamo coprirci, soprattutto se andiamo dove ho intenzione di andare.-
Azula si diresse verso alcuni mantelli marroni abbandonati su una sedia in un angolo. Me ne lanciò uno ed io me lo misi, coprendomi la testa con il cappuccio. Come odiavo essere succube della gente. 
Lei ne prese un altro e fece lo stesso. 
Una volta pronti, uscimmo dagli accampamenti, con passa svelto, in modo tale da andarcene il più velocemente possibile e cercando di fare meno rumore possibile, anche se molto probabilmente, anche urlando per tutto il cortile che stavamo fuggendo via, nessuno si sarebbe svegliato. 
Ci dirigemmo verso le mura di confine, ma proprio quando eravamo sul punto di varcare la soglia delle porte, venimmo scoperti. 
-Dove state andando?-
L'uomo incappucciato era a pochi metri da noi.
-Non sono cose che la riguardano.- disse Azula con estrema calma.
Era peggio di me... Non faceva trasparire alcuna emozione dalla sua voce.

-Certo che mi riguardano. Lei è la Regina. Inoltre noi abbiamo un accordo.-
Che accordo? Perchè quando le cose si facevano interessanti io dovevo sempre andare via?
-Ma ora le cose sono cambiate!- 
L'uomo incappucciato fece un passo in avanti.
-Mio fratello ha bisogno di quella medicina! Altrimenti morirà!-
Azula sbuffò, annoiata. L'incappucciato sospirò. Dalla sua voce percepii una nota di frustrazione.
-Perché è arrivato quello li, non è vero? E' solo per colpa sua e per la sua infantile paura della morte che gli ha permesso di entrare a palazzo e impostare il suo potere! Quindi affronta le difficoltà scappando?! È solo una vigliacca!-
Azula, a quella accusa, si girò di scatto, fulminando con lo sguardo.
-Come osi darmi della vigliacca?!-
-Dato che sta scappando via, mi posso permettere di dire questo ed altro! Lei è una vigliacca, Regina Azula! Non avrei mai dovuto accettare il suo accordo.-
Il viso di Azula, come per magia, si distese e comparve un sorriso malizioso. Stava per fare una cosa degna di lei... 
-È così che la pensi? Bene... Dialga!-
Quando pronunciò il mio nome, mi drizzai. Di li a poco avrei fatto una cosa che non avrei mai voluto fare.
-Uccidilo!-
L'incappucciato non si mosse dalla sua posizione. Non era intimorito dall'ordine impartitomi. Si vedeva che non mi conosceva molto bene. Ma proprio come Azula aveva trovato una scappatoia, l'avevo trovata anche io. Per ucciderlo dovevo colpirlo, giusto? E cosa mi vietava di colpirlo nel punto sbagliato? Tanto, avevo eseguito l'ordine...
Mi avvicinai all'uomo incappucciato con estrema calma.
Vedendomi arrivare verso di lui, incominciò a parlare.
-Vuoi farlo sul serio? Se vedranno il mio corpo senza vita, noteranno l'assenza di Dialga... È questo che vuoi?-
Aveva incominciato a dare del tu ad una Regina... Stava per essere ucciso dal Signore del Tempo e continuava a sputare veleno contro Azula?! 
Mi piacciono le persone di quel tipo.
Azula non disse nulla, aspettava che io lo facessi fuori.
Prima che lui se ne accorgesse e, soprattutto prima che contrattaccasse, lo colpii, affondandogli il pugnale dal manico bianco nella zona poco al di sotto del cuore.
Una volta colpito mi avvicinai di più a lui, sussurrandogli qualcosa nell'orecchio, con la speranza che avrebbe fatto recapitare il messaggio.
Se lo avesse fatto... Gli sarei stato grato per tutta la vita. Perchè da quella semplice frase dipendeva la mia libertà. 
Estrassi il pugnale e tornai verso Azula che, soddisfatta, mi aveva preceduto oltre l'uscio delle porte. 
L'uomo, subito dopo, cadde a terra, respirando a fatica e contorcendosi dal dolore.
Non si meritava una cosa del genere...
Prima di superare le mura, mi voltai di nuovo a guardare il corpo dell'incappucciato. Piano piano si stava formando una pozzanghera di un bel rosso vivo.
Sospirai. Un altro senso di colpa mi avrebbe attanagliato l'anima.
-Mi dispiace, Cobalion.-

-Kaito
Quello fu un giorno molto movimentato per me... Mi ero svegliato all'alba e, senza fermarmi un attimo, avevo aiutato i ribelli a costruire altri alloggi, in più, avevo salvato una ragazza che conosceva Josh e voleva parlare con me della situazione.
Non vedevo l'ora che la guerra finisse e di prendermi finalmente una vacanza!
Non appena arrivammo al fiume, nemmeno il tempo di sedermi, che Sakura iniziò a parlare.
Non mi sarei sorpreso se mi avesse detto che lei e Josh erano parenti... Nessuno dei due era paziente.
-Dall'espressione cupa che avete fatto prima ho capito che Josh vi ha fatto qualcosa di poco gradito, non è vero?-
La guardai. Alla luce del sole era ancora più bella. Inoltre aveva un aspetto innocente e indifeso... Ti veniva voglia di abbracciarla e difenderla.
-Sì. Si può dire così...-
-Vi chiedo scusa da parte sua... Ha un pessimo carattere, ma non fa mai qualcosa senza una ragione.-
Doveva conoscerlo molto bene...
-Lo so... Josh è una persona molto giudiziosa e fredda. Non si fa mai trasportare dalle emozioni. Comunque non è questo di cui vorrei parlare. Come mai sei venuta fino ad Unima? Non sai che siamo in periodo di guerra?-
Lei annuì, sedendosi su un grande masso di fronte a me.
-Certo... Ed è la ragione per cui Josh non mi ha detto dove fosse. Dopo gli avvenimenti di Napoleone in Francia, Josh, sapendo il mio astio verso ogni forma di guerra e il mio carattere pacifico e sensibile, ha deciso di mandarmi in Inghilterra, al sicuro da alcuni suoi amici. Ci siamo sempre scritti con regolarità. Però, alla fine degli anni '30, ho incominciato a ricevere sempre meno lettere, fino a non riceverne più. Preoccupata mi sono precipitata in Francia, ma l'amico che l'ospitava mi ha raccontato tutta la verità. Così sono corsa qui ad Unima per dargli un sonoro schiaffo!-
Sull'ultima mi venne quasi da ridere. Josh che riceveva uno schiaffo da una donna... Sarebbe stata una scena esilerante! 
-Quando mi avete detto che lo conoscevate mi sono sentita sollevata! Ora, per favore, dimmi dove si trova!- disse impaziente.
-Mi piacerebbe tanto dirtelo, ma non penso che sia una buona idea...-
-Ti prego! Ho bisogno di sapere se sta bene! Non voglio che gli accada qualcosa di brutto come qualche anno fa!-
Qualcosa di brutto? Cosa era successo a Josh? Non riuscivo ad immaginarlo pieno di ferite e sul punto di morire...
-La situazione è più complicata di quel che credi! Unima, come ti ho detto prima, è in guerra e il casato Harmonia e quello dei Phoenix si contendono il potere. Ora è arrivato Jhonny che con la Rossocatena ha catturato Josh a peggiorare le cose ulteriormente.-
Mi fermai di colpo, vedendo il suo viso sbiancarsi di colpo. Mi sporsi verso di lei, preoccupato.
-Ti senti male per caso?- chiesi, ma lei scosse la testa.
-Jhonny è qui ad Unima?!-
-Conosci anche lui?-
-Tortura la vita di Josh da quando esiste! Certo che lo conosco!- 
Nella sua voce c'era una nota di fastidio... Anche a lei non era molto gradita la presenza di Jhonny, a quanto pare.
Ora che ci facevo caso, Sakura era l'opposto di Josh... Lei lasciava trasparire ogni sua emozione, a differenza di lui. Come facevano a conoscersi e, soprattutto, ad andare d'accordo?
-Comunque anche Josh se l'è chiesto molte volte, ma non è riuscito a capire il perchè della sua presenza...-
-Hai detto che è stato catturato dalla Rossocatena, vero?-
Annuii.
-L'ho visto con i miei occhi. Jhonny, utilizzando il potere di Dialga, ha distrutto Ponentopoli radendola completamente al suolo.-
Sakura si alzò di colpo.
-Dobbiamo andare a salvarlo! Subito!-
La fissai, scioccato!
-Cosa? Sei impazzita? Inoltre sei rimasta svenuta una settimana intera, devi riposarti! Mi piacerebbe molto aiutarlo, ma ci sono persone che hanno molto bisogno di noi molto più di noi. Josh è una persona forte. Troverà il modo di salvarsi da solo.-
La ragazzaa scattò, diventando tutta rossa.
-Non puoi capire! Se terrà troppo a lungo la Rossocatena morirà! Questo è l'obiettivo di Jhonny! Ucciderlo per diventare il nuovo Dialga! Dobbiamo andare da lui! Non si può togliere la Rossocatena da solo, ha bisogno di qualcuno che gliela distrugga! Lo dico per esperienza...-
Scossi la testa, confuso.
-Come fai a dirlo per esperienza? Sei solo un'umana...-
Solo Dialga e Palkia potevano subire l'influsso della Rossocatena... Gli umani no.
Lei non rispose alla mia domanda e ci guardammo negli occhi per un paio di secondi, fino a quando non capii.
L'unica persona, o per meglio dire Pokèmon, che poteva sapere tutto quello era anche l'unica che, al di fuori di Dialga, poteva essere soggiogata dalla catena rossa...
La bellissima ragazza di fronte a me era Palkia.

Io e Sakura parlammo per tutto il pomeriggio. Non mi accorsi minimamente del tempo che era passato.
Più parlava, più mi convinceva del fatto che bisognava salvare Josh... E in fretta. Più volte aveva detto che poteva farlo benissimo da sola, ma io mi rifiutavo. Non potevo far combattere da sola una ragazza contro centinai di nemici. Inoltre Josh, ci crederete a stento, ma era mio amico e la guerra era soprattutto nostra. Lui si era solo offerto di aiutarci e guarda in cosa era capitato.
Verso il tramonto, decisi che era tempo di tornare indietro. Anche perchè, molto probabilmente, Rhue mi stava cercando. Non avevo passato nemmeno cinque minuti con lei... Sentivo la sua mancanza e lei la mia.
-Ci conviene tornare... Gli altri saranno preoccupati.- dissi, alzandomi.
Lei mi seguì e, insieme, tornammo verso la grande tenda riservata alla mensa.
-Con "altri" intendi tua moglie, giusto?- chiese lei, prendendomi alla sprovvista.
-Come hai fatto a capire che sono sposato?-
Lei sorrise.
-Dalla fede. E dalla fretta che hai di vederla.-
Cavolo... L'aveva capito semplicemente scrutandomi! Anche io potevo arrivare a certi livelli con un pò di pratica?
Entrammo nella tenda. Non c'erano molte persone... Solo le donne che si occupavano della cena. Prima ancora che la vedessi, Rhue mi abbracciò.
-Finalmente sei qui! Quando non ti ho visto con Kai, mi sono preoccupata da morire. Dove sei stato?- disse, guardandomi negli occhi.
Io mi spostai un pò per presentarle Sakura, che si trovava dietro di me.
-Sono stato a parlare con lei fino a cinque minuti fa. Per questo non sono venuto.- spiegai, ma gli occhi di mia moglie erano fissi sulla ragazza dagli occhi rosa.
Sembrava sul punto di volerla incenerire.
Sakura, educatamente, si presentò, facendo un inchino.
-Il mio nome è Sakura e vengo dalla regione di Sinnoh. Mi dispiace averle rubato il marito per tutto il pomeriggio, ma dovevamo parlare di una cosa abbastanza importante.-
Lo sguardo di Rhue non si addolcì minimamente... Adoravo quando faceva la gelosa.
-Io sono Rhue... Non ti preoccupare. In fondo sono stata occupata tutto il pomeriggio!- disse cercando di sorridere.
Sakura ricambiò il sorriso. 
Ora che le vedevo a confronto, mi erano molto più chiare le loro differenze. Rhue era affascinante, seducente, elegante... Era una Principessa a tutti gli effetti.
Sakura, invece, splendeva di luce propria, esattamente come il sole, raffinata e molto bella.
Se entrambe si sarebbero contese il trono di qualche regno, Sakura sarebbe diventata Regina senza battere ciglio.
Però non dovevo perdere altro tempo... Dovevo parlare con Kai e Terrakion, riferire loro le cose che mi aveva raccontato Sakura, in modo da decidere cosa fare. 
Quindi dovevo andare alla tenda medica, dove li avrei trovati di sicuro, e lasciare il campo di quello che si sarebbe trasformata in una lotta di gelosia.
-Rhue, senti, io dovrei andare...- dissi, attirando la sua attenzione.
Sembrava sul punto di saltare addosso a sakura e strapparle tutti i capelli.
Lei si voltò e  mi guardò con aria dispiaciuta.
-Perchè? Credevo che almeno stasera avresti passato un pò di tempo con me...-
-Certo, te lo prometto, ma prima devo sbrigare quest'ultima faccenda prima che cali il sole.-
Le diedi un bacio sulla guancia, salutai Sakura, che aveva deciso di rimanere ad aiutare le altre in cucina, con la speranza che la giovane ragazza di Sinnoh rimanga viva per il resto della giornata.
Con passo svelto mi diressi verso la zona medica, dove, a pochi metri dall'entrata, trovai Terrakion e Virizion che stavano parlando.
Virizion fu la prima a notarmi. 
-Ciao, Kaito. Dove sei stato fino ad ora?- chiese, con un sorriso.
-A parlare con Sakura, la ragazza che abbiamo salvato dalla carrozza. Però vorrei sapere dove si trova Kai. Voi l'avete visto?-
Terrakion sospirò.
-Vorrei tanto saperlo anche io. Se n'è andato nel bel mezzo del discorso e non è più tornato.- 
In quest'ultimo periodo non riuscivo proprio a capirlo...
All'improvviso si levò un forte brusio provenire dal centro della voragine. Curiosi di sapere cosa stesse succedendo, ci voltammo, cercando di vedere la causa di tanto vociferare.
Pochi secondi dopo, ci ritrovammo di fronte a noi l'uomo incappucciato.
Non appena lo videro, Terrakion e Virizion tirarono fuori le spade e gli andarono contro, ma lui indietreggiò.
-Fermi! Non voglio farvi del male.- disse, quasi bisbigliandolo.
Ora che ci facevo caso, tremava e gli gocciolava del sangue dal petto. Doveva essere ferito gravemente.
Virizion doveva averlo notato, perchè fu l'unica a ralletare la presa sulla spada.
-E cosa ci assicura che è solo una scusa per farci abbassare la guardia?- ringhiò Terrakion.
Questa volta, l'Incappucciato non rispose, si limitò a portarsi la mano libera sul cappuccio per la calarlo.
Capelli argentati e occhi blu cobalto... Quando vedemmo il suo viso, rimanemmo tutti basiti. Virizion, per la sorpresa, fece cadere la spada per terra.
-Mi credi adesso?-
Terrakion scuoteva la testa, incredulo.
-Non può essere vero.-
L'uomo sorrise, come per dire che invece era tutto vero, ma era un sorriso stanco, prima di accasciarsi al suolo prima di sensi.
-Cobalion!-

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Il Figliol Prodigo ***


Capitolo 24: Il figliol prodigo
 
-Rhue
Quel pomeriggio c'era un gran fermento. Inizialmente non capivo come mai tutta quella gente era accorsa nelle tende mediche. Si diceva in giro che era tornato qualcuno che Kai conosceva bene, ma non mi venne in mente nessuno che sarebbe potuto venire a Ponentopoli per lui. Tutte le persone care erano lì con lui... Non mi sarei mai immaginata il ritorno di Cobalion. Mi ero praticamente dimenticata di lui.
Quando sentii gridare Virizion il suo nome, corsi immediatamente a vedere. Arrivata lì, a pochi centimetri dal corpo privo di sensi del Generale, venni assalita dalla paura. Anche se la mia reazione era dovuta al sangue che lentamente si stava formando sotto di lui e stava raggiungendo i miei piedi. Virizion era china su di lui, cercando di animarlo, ma l'agitazione e le lacrime che le scendevano lungo le guance non la facevano ragionare come si deve.
Terrakion era come paralizzato. La spada era sguainata, ma la teneva rivolta verso il basso, con la punta conficcata nel terreno e guardava il corpo del fratello con uno sguardo glaciale. Rivolsi lo sguardo a Kaito, che lo ricambiò.
-Cosa è successo?- gli chiesi, ma lui si limitò a scuotere la testa.
-Non ne ho la più pallida idea.- rispose e si precipitò da Virizion.
-Portiamolo dentro, così possiamo guarirlo.-
Sorrise e prese in braccio Cobalion, dirigendosi verso le tende mediche. Virizion si asciugò le lacrime e abbozzò un tenue sorriso, seguendo Kaito dentro. Io feci lo stesso, seguita da Rose e dalla nuova arrivata con il vestito inglese e gli occhi rosa.
Terrakion rimase fermo. Non si mosse di un millimetro.
-Non vieni dentro?- gli chiesi.
Ci mise un pò a rispondermi.
-Ho bisogno di rimanere un pò da solo...-
Dalla voce sembrava che avesse ricevuto una brutta notizia. Mi limitai ad annuire e tornare dagli altri.
Cobalion era già sistemato su un lettino e Kaito gli stava togliendo i vestiti sporchi di sangue, rimanendolo con i pantaloni che una volta dovevano esser stati bianchi.
Aveva una profonda ferita all'altezza del petto ed era fresca.
Rose, soltanto a guardarla, sbiancò. Mi aspettavo una reazione del genere anche dalla Principessina di Sinnoh, ma rimase impassibile. Anzi, si avvicinò ad aiutare Virizion che, con le mani tremanti, cercava di pulire il fratello dal sangue.
Le tolse dalle mani la benda bagnata e le sorrise.
-Lascia fare a me. Riposati un pò, sei troppo sconvolta.-
Sakura lanciò uno sguardo a mio marito che, subito, prese la mano di Virizion e la fece sedere su una sedia nel lato opposto della tenda.
-Sicura di farcela da sola?- fece, ma la ragazza sorrise.
-Non ti preoccupare. Sono abituata a certe cose. Non immaginate quante volte ho dovuto medicare e prendermi cura di Josh. Ho visto anche ferite peggiori. Inoltre, posso dire che, nonostante la profondità del taglio, non è così grave come sembra.-
Sentii Virizion tirare un sospiro di sollievo. Chi l'avrebbe detto che una tipa così sofisticata ed elegante come Sakura sapesse curare ed indicare il tipo di gravità di una ferita?! Io non di certo.
In quel preciso momento, Kai fece la sua comparsa insieme a Landorus. Avevano il fiatone... Dovevano aver corso una volta saputa la notizia.
-I gemelli ci hanno detto che Cobalion è tornato e che è ferito gravemente.- disse Kai avvicinandosi a Kaito, che nel frattempo stava rovistando nelle tasche della giacca del Generale.
-Io, invece, non posso credere che per due anni interi è stato il Comandante delle truppe Phoenix! E solo ora capisco perchè si comportava in modo strano. Soprattutto perchè ha appoggiato i ribelli. Come ho fatto a non intuire nulla?!- esclamò Landorus, stringendo i pugni.
-Anche io ora ho capito molte cose. Ma rimane ancora una domanda: come mai Cobalion ha tradito gli Harmonia?-
La domanda di Kaito non ricevette risposta. Virizion si limitò ad abbassare lo sguardo, mentre Sakura era intenta a fasciare il petto del Generale.
Nel più completo silenzio, mio marito, sotto lo sguardo curioso di Kai, continuava a frugare nelle tasche di Cobalion, fino a quando non tirò fuori il pugnale dal manico bianco e le incisioni dorate.
-E' il pugnale con cui Jhonny mi ha colpito!- esclamò Kai prendendolo in mano.
-Quindi pensi che sia stato lui a colpire il Generale?- chiesi.
Kaito stava per aprire bocca, ma Sakura lo anticipò.
-E' impossibile! Se fosse stato veramente Jhonny a colpirlo, Cobalion ora non sarebbe qui con noi. Non è stato colpito in una parte mortale. In più Jhonny sa benissimo le capacità di Cobalion, non avrebbe mai rischiato di combattere contro di lui in uno scontro ravvicinato. Lo avrebbe colpito con arco e frecce, ma lui non ha ferite di questo genere. L'unica persona che ha potuto colpirlo in quel punto preciso è stato...-
-...Josh.-
La nostra attenzione cadde sul Generale che, con un pò di fatica, si stava mettendo seduto e con voce fioca aveva pronunciato il nome del suo aggressore. Virizion scattò in piedi e lo aiutò a sedersi, sistemendogli il cuscino dietro alla schiena.
-Come ti senti?- chiese la sorella.
Cobalion sospirò.
-Sto bene, ma ora non dovete pensare a me. C'è un problema più grave.-
-Più grave di avere Dialga, Signore del Tempo, contro di noi?- ironizzò Landorus, incrociando le braccia al petto.
-E' questo il punto, testone! Azula è scappata insieme a Dialga. Ho provato pure a fermarli, ma non ci sono riuscito. Azula ha ordinato a Josh di uccidermi, ma a quanto pare glielo ha fatto credere.-
-Cosa?!-
Lo urlammo tutti insieme, esclusi Sakura e Landorus. La prima si limitò ad abbassare lo sguardo, pensierosa; il secondo a massaggiarsi la fronte, frustato.
-Come ha potuto abbandonare il suo popolo?!- esclamò Kai.
Cobalion alzò le spalle.
-In più Josh mi ha lasciato uno strano messaggio. Non so cosa voglia significare e perchè me l'abbia lasciato.-
Lo sguardo di Sakura si illuminò.
-Cosa ha detto?-
Il Generale si passò la mano tra i capelli color argento, riflettendoci su.
-Mi pare che abbia detto: "La rosa viene colta a mezzanotte e portata via verso dove l'attende un destino funesto."-
Che razza di frase era quella?! Non aveva alcun senso! Perchè riferirla ad una persona che, se non fosse riuscita ad arrivare da noi, poteva benissimo morire dissanguato e non ricapitarla?
Josh, per l'ennesima volta, si era rivelato essere un tipo dalla mente contorta.
Però la mia opinione non era la stessa di Sakura. Sul suo viso si dipinse un radioso sorriso.
-Certo! Ho capito!- esclamò con la sua vocina melodiosa.
Tutti la fissammo, in attesa che ci spiegasse cosa significasse quella frase ambigua.
-Vuol dire che Azula ha portato via Josh intorno a mezzanotte ed ora si dirige verso nord o nord-est. Per "destino funesto" vuole intendere che se rimarrà a lungo con la Rossocatena morirà. Più semplice di così...-
-Nord-Est?! Quindi si sta dirigendo verso il Regno Harmonia!- esclamò Virizion, ritornando ad essere la solita.
Kaito e Landorus guardarono Kai, che aveva un'aria perplessa.
-Se la Regina Phoenix davvero si sta dirigendo verso il Regno Harmonia, cosa può succedere? Da sola non può combattere...- disse ingenuamente Rose.
Sakura fece un sorriso amaro.
-Sarà anche da sola, ma ha Josh con sè... In più può ordinargli ciò che vuole! Dialga controlla la vita e la morte... Con un semplice pensiero, può porre fine alla vita di centinaia di persone, senza che loro se ne accorgano. E' come possedere l'arma suprema.-
Davvero Josh poteva fare cose del genere? E poi come faceva a sapere tutte quelle cose su di lui? Era di Sinnoh e conosceva Josh da anni, ma non pensavo che sapesse dei suoi poteri...
In quel momento, arrivò Terrakion, che aveva una strana espressione in volto. Cobalion si sporse leggermente in avanti.
-Terrakion! Mi dispiace tanto per quello che...-
-Non mi interessano le tue scuse.-
Il Generale si congelò.
-Io ti ho sempre stimato... Fin da piccolo ho sempre voluto essere come te. Forte, fiero, con un morale... Ci hai sempre detto che un giuramento va onorato, anche quando credi che le cose non stiano andando nel verso giusto. Io e Virizion siamo cresciuti con questo fondamento, però tu ne sei venuto meno. Non solo una volta, ma ben due! La prima ti ho perdonato perchè lo hai fatto per il nostro bene e per quello di Keldeo, anche se abbiamo pagato un prezzo amaro per ripagare all'errore commesso da te! Ora, invece, ti sei persino messo contro i tuoi stessi fratelli! Vorrei proprio sapere cosa ti salta in testa!-
Terrakion era furioso. Era diventato completamente rosso e gli occhi si erano ridutti a due fessure.
-Hai tutte le ragioni per essere adirato, ma non è come credi.- fece il fratello maggiore, mantenendo la calma, però i suoi occhi si erano rattristati di colpo.
-Cosa non è come credo?! Io ho vissuto tutto in prima persona, Cobalion!- fece una pausa. Questa volta gli occhi si riempirono di lacrime e continuò. -Pensare che ti ho difeso davanti a Josh, quando lui aveva ragione! Non ho mai dubitato di te nemmeno un singolo giorno in questi due anni!-
Cobalion, con una scia di irritazione negli occhi, scattò in piedi verso il fratello.
-Smettila di fare il bambino! Ho sbagliato, è vero! Ma l'ho fatto per salvare Keldeo!-
Chi era Keldeo?!
Virizion si alzò e fece qualche passo verso i fratelli. Terrakion guardava Cobalion senza dire una parola.
-Che cosa dici? Keldeo sta bene...- fece Virizion.
Kaito fece qualche colpetto di tosse e attirò l'attenzione dei tre.
-Scusate se interrompo, ma noi vorremmo sapere chi è questo Keldeo...-
Virizion si voltò verso di lui.
-E' nostro fratello minore. Non ha nemmeno sei anni compiuti ed è molto malato. Si trova nella nostra vecchia casa a ovest di Roteolia. Quando abbiamo un minuto libero, io e i miei fratelli andiamo da lui a vedere come sta.-
Quindi c'era un quarto fratello e abitava anche a pochi metri di distanza da me e mio marito? Perchè non ce l'avevano mai detto?
-Ed è proprio per lui che sono andato a lavorare per Azula. Lei aveva trovato il luogo in cui Keldeo vive e, per avermi dalla sua parte, mi ha promesso in cambio una medicina miracolosa che avrebbe guarito tutti i problemi di salute di Keldeo. Inizialmente non volevo accettare perchè era impossibile che una come lei avesse una medicina di quel tipo, ma lei, per convincermi, mi aveva mostrato una boccetta con un liquido biancastro al suo interno. Non appena l'ho vista, ho pensato che fosse quella famosa medicina che una volta portò nostro padre a casa. Ho tentato di prenderla con la forza, ma lei ha ribadito che, per ottenerla, dovevo tradire Kai, altrimenti avrebbe ucciso Keldeo.
Ero con le spalle al muro! Non potevo fare nulla! Sono stato costretto ad accettare. Però questo non significa che non ho fatto nulla per aiutarvi. Sono sempre rimasto dalla vostra parte. Sono stato io a fermare i sicari di Azula che volevano uccidere Kai e sono sempre stato io a permettere a Kaito di rubare le armi dal Monte Vite. Vi ho sempre appoggiato.-
Nell'ultima parte della spiegazione, aveva lo sguardo fisso su Terrakion, supplicandolo di perdonarlo. Però il fratello minore abbassò lo sguardo e, scuotendo la testa, se ne andò via.
-Terrakion!- lo chiamò Cobalion, cercando di raggiungerlo, ma venne colpito da una forte fitta alla ferita, cadendo per terra.
Virizion si mise accanto a lui e provò ad aiutarlo ad alzarsi, ma Cobalion la scostò, facendole capire che voleva essere lasciato in pace. Kaito, con un semplice sguardo, mi suggerì di andare via. Annuii e, seguita dagli altri, lasciai il tendone. L'ultima cosa che sentii furono i singhiozzi di Cobalion e le sue flebili scuse.
 
-Rose
La notte passò lenta. Non feci altro che pensare al fatto che Kai era il Re Harmonia e in quanti complotti fosse coinvolto. La vita principesca me la ero sempre immaginata piena di lusso, protetta da tutte le cose malvagie che caratterizzavano la vita del comune cittadino, invece, mi sono dovuta ricredere. Era molto più complicata. Ora capivo il motivo per cui Kai, molto probabilmente, mi aveva nascosto chi era realmente. Però questo non cambiava molto... Ero ancora arrabbiata con lui per avermelo tenuto nascosto. Non riuscivo proprio a perdonarlo, sebbene lo volessi con tutto il cuore.
Lo amavo... Non volevo perderlo. Sapere che lui era Re, cambiavano le cose. Non sarei mai potuta diventare sua moglie. Le donne povere non diventavano mai Regine, quindi perchè dovevo illudermi? Quasi sicuramente per lui sarei rimasta una di quelle donne che erano cadute ai suoi piedi e, sinceramente, non volevo cadere così in basso. Avevo una dignità da mantenere.
Così cominciai ad evitarlo. Era meglio per me se me lo dimenticavo, così non avrei sofferto molto quando se ne sarebbe andato. Proprio quando, però, stavo andando a lavare le lenzuola nel fiume vicino, una mia amica mi fermò.
-Cosa c'è?- le chiesi.
-Kai... Volevo dire, il Re Harmonia ci ha convocato tutti quanti. Ci vuole parlare di una cosa. Dobbiamo andare al nostro nascondiglio.- mi spiegò tirandomi per un braccio, ma mi liberai dalla sua presa.
-Non posso, devo lavare queste lenzuola e non posso rimandare, visto che non abbiamo altre di riserva.- mentii.
Non me ne importava molto... Volevo solo evitare Kai.
-Durerà poco! Solo cinque minuti! E' importante che ci siamo tutti.-
Sospirai e, poco dopo, annuii, seguendo la mia amica fino alla casa abbandonata con il cesto delle coperte sotto braccio.
Entrammo nella casa e salimmo le scale, entrando nella grande soffitta. Eravamo tutti al completo, cosa molto rara. C'era anche chi aveva partecipato poche volte alle riunioni a causa della severità dei loro genitori e parenti. Il mio sguardo cadde su Kai e Kaito che stavano sul piccolo soppalco sotto l'unica finestra. Non appena entrai lo sguardo di Kai incronciò il mio e, immediatamente, spostai la mia attenzione sull'unico posto libero rimasto.
Notando che eravamo al completo, Kai si fece avanti, mettendosi al centro del soppalco.
-Mi dispiace avervi convocati con così poco preavviso e di rubarvi del tempo prezioso, ma ho bisogno di chiarire un paio di cose con voi.-
C'era un silenzio tombale nella stanza. Tutti aspettavano cosa avesse da dire il Re Harmonia.
-Prima di tutto, vi voglio chiedere scusa per non essere stato sincero con voi fin dall'inizio, ma l'ho fatto perchè, se ve l'avessi detto, non mi avreste dato la vostra piena fiducia e avreste pensato che volessi aiutarvi solo per vincere la guerra. Io non sono un tipo che occorre a certi mezzi. Se devo combattere, lo faccio alla luce del sole e non ho paura, ma questa volta ho dovuto mentire per necessità e non sapete quanto sono dispiaciuto. Avrei voluto dirvelo io personalmente, una volta che voi aveste vinto la vostra guerra. Inoltre, nonostante i miei buoni propositi, non sono riuscito ad aiutarvi come si deve, portandovi addirittura al fallimento.-
-Hai ragione a sentirti in colpa! Se eri un Re potevi benissimo risparmiarci questa fatica! Avevamo tutte le possibilità, ma tu ce le hai distrutte! E' meglio che torni nel tuo regno a vivere felice!- urlò un uomo e gli altri, a ruota, incominciarono ad insultare Kai, che li guardava uno ad uno negli occhi.
-Avete ragione ad insultarmi e non vi do torto. Senza di me, forse, sareste riusciti a concludere qualcosa. Proprio per questo ho preso una decisione importante ed esaudirò il vostro desiderio. Domani mattina all'alba, tornerò nel mio regno, nel posto che mi spetta. Ovviamente rimarrà qui il mio medico di corte, Virizion, fino a quando non ci saranno più persone con ferite gravi e vi manderò del denaro per ricostruire la vostra città.-
Kai sorrise e fece un inchino. Tutti noi rimanemmo a bocca aperta.
-Grazie per avermi accolto tra voi e per avermi fatto sentire a casa.-
Si drizzò e scese dal soppalco, andando via insieme a Kaito.
Io rimasi seduta lì dov'ero, come una statua. Non riuscivo a fare nulla. Ero rimasta senza parole. Non avrei mai immaginato che quello sarebbe stato l'ultimo giorno in cui avrei visto Kai e questo non mi andava molto giù. Alla fine, non so come, mi alzai di scatto dalla sedia e uscii dalla casetta, raggiuggendo di corsa Kai e Kaito nel bosco.
-Cosa c'è, Rose?- chiese Kaito, mentre io riprendevo fiato.
-Davvero domani all'alba partirete?-
Kaito aprì bocca per rispondere, ma Kai lo fermò con un gesto.
-Ci puoi lasciare un attimo da soli, per favore?-
L'amico annuì e ci lasciò da soli.
-Come mai hai preso questa decisione? Soprattutto, perchè così all'improvviso?-
Lui sospirò.
-Perchè hanno bisogno di me. Inoltre qui non serve più il mio aiuto.-
-Non è vero! Abbiamo bisogno di te più di quanto sembri! Io ho bisogno di te!-
Pronunciai l'ultima frase senza rendemene conto. Era uscita da sola ancora prima che io riflettessi, ma in fondo era la verità... Non riuscivo più a stare senza di lui. Quando non lo vedevo la mia mente non faceva altro che pensare a lui e a cosa facesse. Per me dimenticarlo sarebbe stato pressocchè impossibile.
I suoi occhi verdeacqua brillarono, ma inarcò le sopracciaglia, confuso.
-Però non mi hai dato questa impressione il tuo comportamento l'altro giorno, quando ti ho chiesto di perdonarmi.-
-Vero... Devi anche capire che non ero dell'umore adatto l'altra volta, però, immaginare soltanto che non ti rivedrò più, mi fa sentire male.-
Lui mi prese il viso tra le mani e mi baciò.
-Anche a me dispiace da morire non vederti più, ma devo tornare nel mio regno...-
Sospirai.
-Quindi questo è un addio.- dissi, sul punto di piangere.
Abbassò lo sguardo, fino a quando i suoi occhi non si illuminarono di nuovo e sorrise.
-No... Questo non è un addio, perchè noi ci vedremo sempre.-
-In che senso?-
-Vieni con me nel mio regno, dove vivremo insieme.-
Lo guardai a bocca aperta.
Kai mi prese le mani nelle sue e si inginocchiò davanti a me. Il cuore incominciò a battermi all'impazzata.
-Vuoi diventare mia moglie e la nuova Regina Harmonia?-
I miei occhi si riempirono di lacrime per la gioia. Davvero mi avrebbe sposato? Davvero mi voleva come sua Regina? Non persi un attimmo a rispondere di sì e lui balzò in piedi, ribaciandomi.
Poi mi prese per mano e ci dirigemmo verso l'alloggio di Kai, vicino agli accampamenti.
Non appena entrammo nella grande tenda circolare, ritornammo a baciarci. Ero felice come non mai.
I mantelli furono la prima cosa che caddero a terra, seguiti dalla giacca e dalla camicia di Kai, rimanendo senza fiato dai muscoli pronunciati di braccia e petto.
Oltre a sentirmi il cuore andare a mille, iniziai a tremare. La paura e l'emozione stavano piano piano dominando il mio corpo. Era un campo inesplorando per me.
-Stai bene? Se non vuoi, io...- iniziò, ma io scossi la testa.
-Sto bene. Non ti preoccupare.-
Kai indietreggiò, fino a farmi stendere sul letto al centro della tenda. In quella bellissima serata, toccai il cielo con un dito.
 
Quando mi risvegliai era l'alba. Inizialmente non mi ricordavo cosa fosse successo, ma quando vidi Kai che dormiva di fianco a me, mi ricordai tutto. Ancora non ci potevo credere... Sarei diventata la Regina Harmonia, ma non appena focalizzai la mente su questa notizia, mi immaginai mio padre che mi guardava con sguardo severo. Non l'avrebbe presa molto bene se gli avessi detto che sarei diventata la Regina del Re avversario. Non avrebbe preso nemmeno bene l'idea che me ne sarei andata lontano... Aveva appena perso la mamma, molto probabilmente non voleva perdere anche me.
In quel momento, Kai si svegliò, rivelando degli occhi verdeacqua ancora assonati.
-Buongiorno...- disse con un sorriso.
Ricambiai il sorriso e lui si girò sul fianco, con il viso di fronte al mio.
-Quasi mi dispiace che sia arrivata l'alba.- dissi, accarezzando le morbide lenzuole.
-Ti riferisci al fatto che dovrai lasciare tuo padre?-
Lo guardai negli occhi. Come aveva fatto a capirlo?
Si mise seduto.
-Anche io sarei preoccupato nel lasciare da solo mio padre... Specialmente subito dopo aver perso sua moglie. Però potrebbe venire con noi. Così non starebbe da solo.-
Alzai la testa, appoggiando il mento sul palmo della mano.
-Mio padre è testardo. Non riusciremmo mai a convincerlo a venire con noi, anche perchè è fedele ai sovrani Phoenix.-
Kai annuì, come per dire che si era dimenticato che era nel territorio Phoenix.
-Vuoi rimanere ancora qui a Ponentopoli e aspettare il momento adatto per dirglielo? Poi torni con Virizion e Terrakion, oppure ti viene a prendere Kaito.-
Scossi la testa.
-No... Se rimanessi qui con mio padre, mi costringerebbe a non muovermi dal mio alloggio senza il suo permesso. Inoltre non voglio stare lontana da te.-
Lui si sporse in avanti per darmi un bacio, ma un improvviso frastuono lo fermò.
C'era qualcuno che stava urlando, ma non riuscivamo a capire chi fosse, quando nella tenda entrò Kaito che ansimava.
-Kaito, cosa diavolo sta succedendo?- chiese Kai, incominciandosi a rivestire.
Dopo aver lanciato uno sguardo fuori, tornò a guardarci.
-Rivestiti e fate in fretta!-
Kai si mise i pantaloni e si alzò in piedi, raggiungendo l'amico che lanciava occhiate furtive all'esterno.
-Perchè sei così agitato? E perchè continui a guardare fuori?-
-E' meglio che Rose se ne vada, prima che lui venga qui e vi veda. Ho provato a fermarlo, a dire che lei non era con te, ma non c'è stato verso. Ora sta venendo qui. I gemelli e Rhue lo stanno intrettenendo.-
Prima ancora di riuscire a rimettermi il vestito, mio padre, con gli occhi ridotti a due fessure, che si guardava intorno, fino a quando non posò lo sguardo su di me, con addosso solo la biancheria intima.
Immediatamente mi coprii con le lenzuola del letto, abbassando lo sguardo.
Mio padre si girò verso Kai e Kaito che lo guardavano in silenzio.
-Alla fine era davvero qui con te, lurido mascalzone. Non solo hai mentito a tutti noi, ma hai anche soggiogato mia figlia!- sbraitò mio padre, puntando il dito contro di Kai.
Lui rimase calmo.
-Io non ho soggiogato proprio nessuno. Io mi sono innamorato di sua figlia, proprio come lei ama me. Inoltre non sono un tipo che circuisce le donne solo per avere un'avventura, se è questo che insinua. Ho intenzioni serie.-
Mio padre scoppiò a ridere.
-Certo, come no. Chissà quali bugie le ha detto per farla cadere ai suoi piedi. Avrà pure intenzioni serie, ma, dopo aver ottenuto ciò che vuole, non ci penserà due volte a sostituirla con un'altra.-
I lineamenti del viso di Kai si indurirono.
-Invece non accadrà mai! Lei diventerà mia moglie, con o senza il suo consenso. Lei sarà la Regina Harmonia e vivrà come tale!-
A quel punto mio padre, completamente rosso, diede un pugno a Kai, che cadde a terra per la botta.
-Kai!-
Mi strinsi per bene le lenzuola attorno al corpo e corsi da lui, per vedere come stava. Gli stava uscendo del sangue dal labbro, ma non si era fatto molto male.
Kaito si mise tra noi e mio padre.
-Come si permettere di comportarsi in questo modo davanti ad un re?!-
Kai si alzò e mise una mano sulla spalla di Kaito e lo tirò indietro, mettendosi a pochi centimetri di distanza da mio padre. Incominciai a trattenere i respiro. A quella distanza mio padre avrebbe anche potuto ucciderlo.
-Dato che non ha capito, glielo ripeto per l'ultima volta. Rose verrà via con me e la renderò mia moglie.-
-Invece le dico che lei non verrà da nessuna parte con uno come lei!-
A quel punto, mi misi in mezzo, non riuscendo più a reggere la situazione. Dovevo affrontare mio padre.
-Andrò con lui, Padre. Anche se lei non vuole.-
Mio padre, con sguardo furente, mi squadrò dalla testa ai piedi.
-Quindi preferisci abbandonarmi... Va bene, vattene con il Re Harmonia. Sappi solo una cosa: se proverai a tornare qui a Ponentopoli pregando il mio perdono, te lo puoi dimenticare. Da oggi in poi non sarai più mia figlia. Per me sarai solo una squaldrina!-
Detto ciò, sputò per terra e se ne andò. Subito dopo, le lacrime mi inondarono le guancie.
Kai si avvicinò e mi asciugò le lacrime con il pollice.
-Non le pensava davvero quelle cose. Le ha detto in un impeto di rabbia.-
Annuii.
-Lo so.-
Ma in cuor mio, sapevo benissimo che mio padre quando diceva una cosa era quella. Kai mi abbracciò ed io affondai il viso nel suo petto, inspirando profondamente, cercando di calmarmi.
-Forse è meglio se la lasciamo rivestire...- disse Kaito e Kai si staccò da me, dandomi un bacio sulla fronte.
-Ci vediamo dopo.- mi disse, con un sorriso, che io ricambiai.
Prese la camicia e la giacca ed uscì, seguito da Kaito.
Quando fui sola, mi sedetti ai piedi del letto e mi sfogai in un pianto silenzioso.
 
-Kaito
Erano circa le sette di mattina ed io e Kai eravamo seduto sulla sponda del fiume ad aspettare l'arrivo di Rose per partire alla volta del Regno Harmonia. Da quando ci eravamo messi lì, dopo la sfuriata del padre di Rose, non avevamo parlato. Kai aveva assunto uno sguardo triste e fissava le acque del fiume scorrere tranquille.
-Secondo me, decide di non venire più...-
Questa fu l'unica cosa che disse Kai in tutto quel tempo.
Scossi la testa.
-Non credo. In fondo, se avrebbe cambiato idea, non avrebbe detto al padre che sarebbe venuta con te.-
-Vero, però, dopo quello che le ha detto, può darsi che può cambiare idea. L'opinione dei genitori è molto più importante per lei, che quella di un ragazzo che conosce da meno di due mesi.-
Mi sedetti affianco a lui.
-Non sei più un estraneo per lei. Diventerai suo marito, questo basta per essere importante.-
Questo bastò per farlo sorridere e togliergli dalla faccia quell'espressione affranta.
Cinque minuti dopo, arrivò Rose, raggiante come non mai.
-Scusate se ci ho messo molto. Non era mia intenzione farvi aspettare.-
Poi si guardò intorno e notò che eravamo solo noi tre.
-Partiamo solo noi?- chiese.
-Per ora sì. Landorus e i gemelli rimagono qui ad aiutare i ribelli. Rhue tornerà con il Generale e Sakura.- spiegai e lei annuì.
-Ma non ci sono Pokèmon che ci portano nnel tuo regno? Non possiamo mica andare a piedi.-
Mica poteva sapere che potevo trasformarmi in Zekrom quando volevo! In realtà era l'unica a non sapere che ero un Pokèmon Leggendario... Forse non aveva mai visto il manifesto da ricercato che Azula aveva fatto appendere per tutto il suo regno, anche se era effettivamente strano che una locandiera non sapesse le voci che correvano in giro.
-In realtà un Pokèmon c'è.- disse Kai, lanciandomi uno sguardo.
Immediatamente diventai Pokèmon davanti agli occhi sbalorditi di Rose. Nessuno si sarebbe aspettato che un essere umano, o quello che sembrava tale in apparenza, potesse trasformarsi un Pokèmon rarissimo. Era stato strano persino per me quando lo scoprii.
-Ma come...?!-
Kai alzò le spalle, mentre io chinavo una della mie ali per farli salire sulle mie spalle.
-E' un mistero che non sono riuscito a risolvere, ma non mi porta più di tanto.-
Il mio amico porse una mano a Rose, per aiutarla a salire, ma lei si guardava intorno guardinga.
-Non ti preoccupare. Non cadrai. Ti manterrò io.-
Gli occhi della futura regina si posarono su Kai, per poi prendergli la mano e salirmi in groppa.
Con un salto, spiccai il volo e mi diressi verso il Regno Harmonia, dove ci aspettava Tommy. Per tutto il tempo mi era sembrato di essere il terzo incomodo, perchè per tutto il tempo Kai e Rose non facevano altro che scambiarsi sguardi e sorrisi. Cercarono di baciarsi, ma incominciai a volare più veloce, facendoli sobbalzare.
Entrambi imbarazzati, divennero completamente rossi e Kai mi accarezzò la testa, come per dire che gli dispiaceva.
In pochi minuti arrivammo a palazzo. Non appena Rose scese, incominciò a guardarsi intorno a bocca aperta, sorpresa per la bellezza e la sfarzosità del castello.
-Questo posto è... Magnifico!- esclamò, con un sorriso enorme.
-E non hai ancora visto nulla.- dissi, invitandola a seguirci all'interno del palazzo, dirigendoci verso la camera di Tommy.
Arrivammo di fronte alla grande porta bianca, decorata con i disegni verde acqua. Mi era mancato quel posto e, specialmente, Tommy. Chissà quanto era cresciuto? Non vedevo l’ora di riabbracciarlo.
Ero sul punto di bussare, quando qualcosa incominciò a tirarmi i pantaloni. Mi voltai, per capire cosa fosse, e vidi un piccolo Zorua che mi ringhiava contro.
-Lui è Zorua, l’amichetto di Tommy. Sono praticamente inseparabili. Fa avvicinare a Tommy solo le persone che conosce e di cui si fida.- spiegò Kai.
Per questo mi ringhiava contro. Kai si avvicinò al Pokèmon che lasciò la presa sul mio pantalone e gli dedicò la sua attenzione. Gli spiegò che eravamo suoi amici e che non volevamo fare nulla a Tommy. Zorua guardò me e Rose per l’ultima volta, prima di lasciarci entrare nella stanza.
Entrammo nell’ariosa stanza, dove c’era Tommy che giocava sul grande tappeto, sotto lo sguardo vigile delle sue due balie che, non appena videro Kai, si inchinarono.
Zorua corse felice verso Tommy, ma il piccolo, dopo averlo accarezzato, si girò verso di noi e, quando vide il fratello, sorrise e allargò le braccia.
-Fratellone!-
Kai corse da lui e l’abbracciò.
-Ci dispiace molto, Sire. Ma il Principino Thomas non è voluto rimanere a letto, nonostante la febbre alta.- disse la prima balia, ma Kai la fermò con un cenno della mano.
-Non si preoccupi, ora ci penso io. Potete andare.-
Le due balie si inchinarono per la seconda volta e lasciarono la stanza, chiudendo la porta alle loro spalle.
Io e Rose ci incantammo ad osservare Tommy, che rideva fra le braccia del fratello. Era cresciuto davvero tanto. I capelli erano più folti e lucenti, come quelli di sua madre. Gli occhi erano gioiosi e il sorriso radioso, proprio come quelli del Re Iroh. Guardarlo me li faceva tornare alla mente e venni assalito da un’improvvisa malinconia.
-Fratellone… Hi sono?- fece Tommy, indicandoci.
-Lui è il mio migliore amico, Kaito. E’ come un fratello per me. Quando eri più piccolo ti ha tenuto in braccio tante volte. Lei, invece, è Rose. Da oggi in poi vivrà qui con noi.-
I grandi occhi di Tommy indugiarono un po’ su di lei, che era rigida come una pietra di fianco a me, poi tornarono a guardare il fratello.
-Lei è la mia mamma?-
Il sorriso sul volto di Kai scomparve, mentre Rose si irrigidì ancora di più.
-No, non è la mamma. Ma puoi contare sempre su di lei… Per qualunque cosa. Ora si torna a letto, hai la febbre alta.-
Kai si alzò e rimise il fratellino a letto, ma Rose uscì dalla stanza correndo. La seguii e la fermai nel corridoio.
-Cosa ti prende? Non ti senti bene?- le chiesi.
Aveva gli occhi lucidi.
-Sto bene, solo che…-
-Solo che cosa?-
-Non credo di essere all’altezza del ruolo di Regina. Posso essere scambiata per una domestica! Non so come parla l’alta società, come si comporta una Regina. E’ già tanto che so leggere e scrivere. In più non avevo idea che Kai avesse un fratello così piccolo e quando ha fatto quella domanda mi è salita una strana malinconia addosso. L’ha detto con un tono così triste… Come se non avesse mai visto sua madre. Per questo sono andata via…-
Sospirai.
-In effetti è così. La Regina Alicia è morta dandolo alla luce. Mentre il Re Iroh è morto quello stesso giorno, durante uno scontro contro la Regina Azula per salvare Kai.-
Rose rimase senza parole. Abbassò lo sguardo e incominciò ad allisciarsi una ciocca di capelli fuoriuscita dalla coda di cavallo.
-Comunque non ti preoccupare. Sarai un’ottima Regina. E’ normale sentirsi spaventati. Lo era anche Kai, due anni fa, quando è stato incoronato. Imparerai tutto quello che c’è da sapere al suo fianco. Non temere. Inoltre hai anche tutti noi affianco a te.-
Sorrise e mi ringraziò.
 
-Josh
-Mi spieghi dove hai intenzione di andare? Stiamo camminando da due settimane senza una meta… Sto incominciando a sentire il peso di questa cosa che porto addosso.-
Ero scappato insieme ad Azula e, per due settimane, camminammo a vuoto per la Regione di Unima senza avere una meta precisa. In più ero stremato a causa delle Rossocatena. Ci mancava poco che non le staccassi la testa e scappassi al palazzo di Kai per farmi aiutare.
-Siamo quasi arrivati.-
-Siamo arrivati dove? Non sono Palkia! Non posso indovinare la mia posizione!-
Non potevo nemmeno nominare Sakura che la Rossocatena mi stordiva.
-Come tu hai capito, ci troviamo nel Regno Harmonia. Qualche giorno fa, mentre compravo alcune cose da mangiare, ho sentito che il Re sta per sposarsi e la sua futura moglie è a Spiraia per i preparativi. Puoi intuire quello che ho intenzione di fare, vero?-
Annuii.
-Sappi che non vincerai mai.-
Si fermò e sorrise.
-Potrò perdere questa battaglia, ma non la guerra.-
 
-Rose
Erano passate circa tre settimane dal mio arrivo nel Regno Harmonia ed ero andata a Spiraia per organizzare la festa di fidanzamento che si sarebbe tenuta lì con tutti gli alleati di Kai. Ero lì solo con Sakura e un piccolo esercito di soldati scelti direttamente da Terrakion e il Generale Cobalion. Kaito, Rhue e Kai ci avrebbero raggiunto una settimana prima della festa, a cui mancava solo un mese. Mentre io mi occupavo dei preparativi, loro tre trovavano indizi sulla Regina Phoenix e su Josh.
Sakura aveva deciso di venire con me solo per non lasciarmi sola, inoltre a detta sua poteva percepire la presenza di Josh ovunque fosse. Ancora non riuscivo a crederci che anche Sakura e Rhue fossero Pokèmon Leggendari come Kaito. E soprattutto che una delle due fosse Reshiram!
Però ero felice, questo mi bastava. Mi stavo per sposare con l’uomo che amavo ed entrare nella sua splendida famiglia.
Stava andando tutto bene, i preparativi erano ad un buon punto, quando una mattina, mentre stavo facendo una passeggiata sulla spiaggia insieme a Sakura, non sentimmo qualcuno chiedere aiuto.
Inizialmente pensai fosse stata una mia impressione, ma quando lo sentii per la seconda volta, capii che non era la mia immaginazione.
-Hai sentito anche tu qualcuno che chiedeva aiuto?- chiesi a Sakura, preoccupata.
Lei annuì e insieme cercammo di capire chi chiedesse aiuto. All’improvviso dagli alberi sbucò una donna che indossava un lungo mantello e, immediatamente, notai il sangue che usciva da una profonda ferita all’altezza del ventre.
Il vento le fece calare il cappuccio, mostrando il suo volto. Era una donna giovane, sui ventitre anni, molto bella, dagli occhi dorati e i capelli castani corti fino alle spalle.
Quando i nostri occhi si incontrarono, lei fece qualche passo verso di me.
-Mi aiuti, per favore…- disse con voce flebile.
Mi alzai la gonna e corsi il più in fretta possibile da lei, ma quando arrivai si accosciò a terra priva di sensi.

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** In territorio nemico ***


Capitolo 25: In territorio nemico


-Rose
Io e Sakura ci trovavamo a Spiraia da due settimane ed era una bella mattina soleggiata quando sentimmo una donna chiedere aiuto. Quando la trovai, però, perse i sensi.
Aveva una ferita lungo il ventre, come se una lancia l’avesse trafitta, così, con l’aiuto di due guardie, la portai nella villa, dove chiamai un medico. Disse che non era grave, però, doveva stare a riposo, altrimenti, se ci camminava sopra, rischiava di infettarsi. Quando se ne andò, la donna era ancora priva di sensi. Era già calata la sera, quando si svegliò.
-Dove mi trovo?- chiese, guardandosi intorno.
Io, che ero rimasta quasi tutta la giornata nella sua stanza a prendermi cura di lei, mi avvicinai e l’aiutai a sistemarsi sul letto.
-Si trova nella villa della famiglia Harmonia, a Spiraia. E’ stata ferita ed ora si trova qui. Il medico ha detto che dovrà riposarsi, fino a quando la ferita non sarà guarita.-
-Mi scusi, ma lei chi è?-
Sorrisi, pronta a rispondere a quella domanda lecita, ma Sakura, entrata nella stanza in quell’istante, mi anticipò.
-La futura Regina Harmonia. Ma non crede di doversi presentare?-
Non avevo visto Sakura così tesa… Inoltre era davanti a noi con un atteggiamento freddo e distaccato, proprio come si comportava una donna aristocratica. Lei era degna di essere una Regina, non io, che non sapevo nemmeno camminare con tutte quelle balze e fronzoli a schiena dritta.
L’ospite annuì e, timidamente, si presentò.
-Il mio nome è Charlotte, vengo da Sciroccopoli. Sono scappata di casa perché mio padre mi voleva costringere a sposare un uomo molto più grande di me, che non amo. Così sono partita per Boreduopoli.-
La donna iniziò a piangere. Cercai di consolarla, mentre Sakura non si muoveva dal suo posto. La scrutava da parte a parte. Essere diffidenti forse era una delle caratteristiche dei Pokèmon Leggendari.
-Almeno ricorda chi l’ha attaccata?-
Lei scosse la testa.
-Ricordo solo che all’improvviso un uomo è sbucato dal nulla e mi ha pugnalato. Forse era un ladro.-
Sakura annuì e sorrise.
-Grazie e mi scusi per averla turbata, ma è molto importante. Se c’è un sicario a piede libero, devo riorganizzare la difesa. Se non siamo ben difesi, chiunque può attentare alla vita della nuova Regina e non voglio che questo accada.-
Era strano. Parlava come se fosse la responsabile della mia difesa, inoltre nessuno sapeva che sarei diventata regina, solo i saggi e il personale che lavorava a palazzo.
Sakura fece un inchino e se ne uscì.
-Scusala, ma non è da lei comportarsi in quel modo. Di solito è più gentile e sorridente.-
Charlotte annuì e abbassò lo sguardo, estremamente pallida. Nonostante ciò, era molto bella: i capelli corti fino alle spalle, gli occhi dorati e la pelle liscia e morbida.
Ero quasi invidiosa. Decisi che era meglio lasciarla riposare, così uscii dalla stanza, dicendole che, per qualunque cosa, avrebbe potuto contare su di me.

Le quattro settimane volarono e Charlotte si riprese completamente. Diventammo molto amiche. Era una persona gentile e affettuosa, ma non ci metteva molto ad imbarazzarsi e si scusava per ogni minima sciocchezza. Finalmente, dopo tanti anni, potevo passare il tempo con qualcuno che aveva la mia età ed era come me. Non mi sentivo più sola. Mi piaceva stare in sua compagnia, però, la sua presenza turbava alcune persone all’interno della villa.
La prima era Sakura. Sosteneva che non mi dovessi aprire troppo con lei, perché, forse, era complice del ladro che si aggirava nel bosco in quei giorni e, tutti i torti non aveva, dato che erano scomparse alcune cose dalla villa e c’erano state svariate occasioni in cui avevo rischiato la vita, però non credevo che Charlotte fosse un’impostore. Non mi sembrava il tipo.
La seconda persona era un saggio del Consiglio, il Signor Henry, che era arrivato alla villa da due settimane su richiesta di Kai che, saputo del ladro, voleva qualcuno che dirigesse la situazione.
Il Signor Henry diceva di non sottovalutare Charlotte, in modo da preservare la mia vita.
La terza era Kai, però, a differenza degli altri due, non cercava in alcun modo di ostacolarmi o di cacciar via la nostra ospite. Mi chiedeva semplicemente di stare molto attenta e non abbassare mai la guardia, fino a quando lui non sarebbe arrivato a Spiraia. Mancava solo una settimana alla nostra festa di fidanzamento, quindi era in viaggio.
Nell’ultima lettera aveva anche aggiunto che non era riuscito a trovare indizi su Azula e Josh.
Tale notizia non sarebbe piaciuta a Sakura, ma era giusto che la informavo.
Era pomeriggio, quando andai da lei. Si trovava sulla spiaggia a guardare l’orizzonte, mentre il mare le accarezzava dolcemente i piedi scalzi.
-Ciao. Cerchi Charlotte?- mi chiese, non appena arrivai al suo fianco.
-In realtà, cercavo te. Volevo solo dirti che Kai e gli altri non hanno trovato alcun indizio su dove si possa trovare Josh.-
Lei sospirò e sorrise.
-Lo so. L’avevo immaginato, però sono più che sicura che sia vicino!-
Stavo per dirle qualcosa, in modo da consolarla in qualche modo, ma il suo sguardo stava fissando qualcosa alle mie spalle. Mi voltai per sapere cosa stesse guardando con tanto fervore.
Charlotte era appena uscita dalla villa, con il mantello addosso e il cappuccio calato sul viso, diretta verso nord.
Avevo saputo che vi era un piccolo villaggio, dove, ogni due giorni, vi era il mercato e la servitù vi andava a comprare le provviste.
Forse Charlotte voleva comprare delle cose, oppure farsi una passeggiata. Però il modo in cui si nascondeva il viso e si guardava intorno era sospetto. Forse aveva semplicemente paura di non essere di nuovo ferita dal ladro ancora a piede libero nei paraggi.
Sakura iniziò a seguirla, senza nemmeno dire una parola. Molto probabilmente non era del mio stesso parere.
-Cosa stai facendo?- chiesi, seguendola.
-Voglio scoprire dove va. Forse lavora per Azula e sa dove si trova. Vieni con me?-
Dato che non mi andava di rimanere lì a non fare nulla, decisi di andare con lei. Inoltre mi era salita la curiosità.
Volevo vedere dove stesse andando e se Sakura aveva ragione.
Seguimmo Charlotte nel bosco per una buona mezz’ora, superando il villaggio a nord di Spiraia.
Credevo che avremmo camminato per un altro bel po’ di tempo, quando arrivammo ai piedi di una grande voragine.
Era più grande e profonda di quella di Ponentopoli, ma, nel guardarla, era sinistra e cupa. Faceva venire i brividi.
Sakura, prima di tornare a seguire Charlotte, si voltò verso di me.
-Rose, torna alla villa.-
La guardai con fare interrogativo.
-Non fare quella faccia. Se Charlotte è davvero una spia di Azula può essere rischioso per te.-
-Ora sono curiosa di sapere cosa nasconde. Sono arrivata fin qui. Non farmi tornare indietro.-
Sakura scosse il capo, in maniera quasi impercettibile.
-Tu sei la futura Regina Harmonia. Da ora in poi dovrai difendere la tua persona. Venendo con me, ti esporrai al nemico, alla Regina Phoenix. Con sé ha anche Josh e…- si fermò per pochi secondi, fissando il terrone sotto ai suoi piedi, per poi proseguire.
-Ti ucciderebbe prima ancora che tu abbia il tempo di fuggire via. Quindi segui il mio consiglio.-
-E se ti succedesse qualcosa di male?-
Sorrise.
-Me la sono cavata anche in situazioni peggiori di questa, te lo posso assicurare.-
Annuii e lei corse verso il centro della voragine, tornando a seguire Charlotte. Io feci qualche pass verso la direzione opposta, ma mi fermai.
Non ero ancora regina, quindi se Charlotte era davvero una spia della Regina Phoenix non rischiavo molto. Seguii lo stesso Sakura, cercando di mantenere una certa distanza per non farmi scoprire.
Charlotte si addentrò sempre di più nella fossa e, man mano che avanzavamo, la nebbia si infittiva sempre di più e l’aria diventava talmente fredda da penetrare nelle ossa.
Senza che me ne accorgessi, arrivammo al centro del grande buco. Mi guardavo intorno e vedevo, oltre all’erba alta e gli alberi ricoperti di neve e ghiaccio, anche i resti di quella che una volta era una casa.
Forse, prima dell’esplosione, c’era un piccolo villaggio, raso al suolo esattamente come la mia città natale. C’era anche un pallone di cuoio.
Era molto consumato. Ero immersa nei miei pensieri, quando sentii uno strano rumore e mi nascosi, di scatto, dietro un grosso albero. 
La donna che avevo ospitato per tre settimane nella villa si era fermata di fronte ad un grosso salice. Prima si guardò intorno per l’ennesima volta, poi si calò il cappuccio, mostrando i suoi lucenti e bellissimi capelli castani.
Per essersi fermata esattamente in quel punto, doveva avere un motivo preciso. Forse c’era qualcosa che aveva lasciato lì, ma non stava facendo nulla. Oppure c’era qualcuno, però, a causa della nebbia fitta, non riuscivo a vedere molto bene.
All’improvviso incominciò a parlare.
-Come stai?-
C’era una nota di disprezzo e superiorità nella sua voce, come se fosse diventata un’altra persona e non più la ragazza dolce e modesta che avevo conosciuto in quelle settimane.
-Vorrei vedere te legata ad una catena che assorbe tutte le tue energie.-
Questa era una voce maschile. Stentai a riconoscerla, perché era bassa e non riuscivo a sentire molto bene dalla mia posizione, però ero certa che fosse quella di Josh.
Era questo che Kai e Kaito non erano riusciti a trovarlo. Sakura aveva ragione quando diceva che lo sentiva vicino.
Perché mi ero così tanto fidata di Charlotte? Dovevo ascoltare tutte le persone che mi sollecitavano ad essere meno aperta nei suoi confronti.
Sakura, in quel momento, uscì dal suo nascondiglio e si diresse verso le due persone che stavano discutendo. Io, invece, mi avvicinai un pochino per riuscire a vedere meglio ciò che succedeva.
-Lo sapevo che di te non ci si poteva fidare.-
La Regina Phoenix si voltò e guardò Sakura con indifferenza. Josh, quando la vide, impallidì di colpo.
-Tu cosa ci fai qui ad Unima? Dovevi essere…-
-In Inghilterra? Questa domanda dovrei farla io a te, dato che ti credevo in Francia, ma penserò a te più tardi.-
Fece una pausa e tornò a riferirsi ad Azula.
-Quali sono i tuoi piani?-
-Sono lusingata! Solo una donna come te avrebbe potuto capire chi ero…-
-Diciamo che sono abituata a persone che mentono. Però non hai risposto alla mia domanda. Cosa ci fa, a Spiraia, la Regina Phoenix? Dovresti essere nel tuo bel palazzo, a governare il tuo regno. Non essere nel regno nemico con Dialga al seguito. Quali sono le tue intenzioni?-
Mentre parlava, il suo tono di voce era glaciale, come se stesse parlando con un suo sottoposto.
-Non ci arrivi nemmeno un po’? Le mie intenzioni mi sembrano ovvie. Voglio distruggere tutto ciò che ha Kai con l’aiuto di Dialga e, poi, la persona che si è permessa di prendere il mio posto nel mio regno! Così creerò un regno tutto nuovo, la regione di Unima non sarà divisa mai più in due schieramenti che la logorano dall’interno, non ci saranno più due eroi. I Pokèmon Leggendari, pilastri di questa regione, obbediranno solo a me, l’unica regina di Unima.-
Una Regina, arrogante e ambiziosa come lei, che non sapeva nemmeno preservare la parte di regno che aveva, voleva governare tutta la regione? Unima sarebbe andata incontro alla sua disfatta più totale.
Se ci doveva essere un unico Re, quello doveva essere Kai. In quel poco tempo passato nel Regno Harmonia, avevo visto una serenità e una pace senza freni. Le persone sorridevano, amavano il loro Re indistintamente e, nonostante la giovane età, riusciva a governare con saggezza.
Kai era degno di diventare il Re di Unima, perché solo con lui sarebbe tornata allo splendore di un tempo.
-Sei solo una pazza!- urlai, uscendo dal mio nascondiglio.
Azula andava fermata e in fretta. 
-Chi ti credi di essere per darmi della pazza?! Solo perché abbiamo passato tre settimane insieme non significa che tu sei una mia pari!-
-Sarò anche di umili origini, ma ora sono la Regina Harmonia. Sono una tua pari! Non riuscirai nel tuo intento, Kai ti fermerà.-
Inarcò le sopracciglia, infastidita, ma subito sorrise.
-Mi dispiace, ma è proprio qui che ti sbagli. Mi hai appena dato la vittoria su un piatto d’argento.-
Prima ancora di capire cosa volesse dire, vidi Josh scattare in piedi e correre verso di me per uccidermi. Chiusi gli occhi e urlai per lo spavento, ma non sentii nulla.
Solo il rumore di una spada che veniva distrutta. Riaprii gli occhi e vidi davanti a me Sakura, come se fosse uno scudo.
Non era ferita e nemmeno Josh. Era bloccato a pochi centimetri da lei e con in mano il manico di quella che prima era una spada. Si stavano guardando negli occhi e nessuno dei due voleva muoversi dalla sua posizione.
La Regina Phoenix era bloccata, sorpresa di quello che era successo.
-Come hai fatto…?-
-Credevi davvero che Dialga non avesse un punto debole? Ebbene… Io sono il suo punto debole.-
-In che senso sei il suo punto debole? Lui è Dialga, un Pokèmon potente e nessuno può sconfiggerlo, nemmeno Zekrom.-
Josh indietreggiò. Aveva gli occhi rossi e guardava Sakura con odio.
-E’ qui che ti sbagli. L’unico Pokèmon in grado di tenergli testa sono io, Palkia.-
Con un rapido gesto delle braccia, colpì Josh due volte e quest’ultimo cadde a terra, urlando. I colpi gli avevano fatto molto male.
-Alzati!- gli urlò Azula e lui, riluttante e ancora agonizzante, obbedì.
Aveva un braccio fuori uso e tremava. Si reggeva a malapena in piedi.
-Non vedi che la Rossocatena lo sta logorando dall’interno? Perché non lo liberi?- feci, provando pietà e dispiacere per lui.
Azula mi guardò, rossa in volto.
-Allora non vuoi proprio capire! Lui è la mia unica occasione per diventare Regina di Unima! Nessun potrà fermarmi!-
Prima che me ne accorgessi, Sakura venne colpita da un lampo blu e scagliata lontato.
Josh, dopo l’attacco, cadde in ginocchio, mentre Azula venne verso di me e mi prese per i capelli, trascinandomi via, diretta verso Spiraia.
-E’ giunto il momento che questa guerra finisca.-


-Kaito
-Credi davvero che bendarmi sia un buon metodo per farmi capire se menti oppure no?-
Io, Rhue e Kai eravamo partiti per raggiungere Rose e Sakura a Spiraia e, visto che il piccolo esercito del Generale Cobalion aveva marciato per più di sei ore, avevamo optato per fare un pausa.
Io e mia moglie avevamo pensato di approfittarne e di esercitarci sulla questione “bugia o verità”. Così trovai un posto isolato, dove non si sentiva il vociferare dei soldati e Kai ci seguì per avere un po’ di pace.
Era preoccupato per Rose e per il fatto che aveva fatto entrare nella villa Charlotte, una sconosciuta di cui non sapeva nulla.
Rhue era seduta su un tronco, con gli occhi bendati da un pezzo di stoffa nera che risaltava sulla sua pelle candida e le labbra rosse. 
Averla di fronte a me, bendata, suscitava in me uno strano desiderio, però non era il momento adatto. Feci un respiro profondo.
-Allora… Pronta?-
Rhue annuì. Iniziai a pensare a qualcosa da dire.
-Kai, quando aveva diciassette anni, fece il bagno nel mare di Spiraia completamente nudo, solo per vincere una scommessa.-
Mia moglie scoppiò a ridere, mentre Kai mi guardò con sguardo truce.
Era una bugia colossale, anche se, in realtà, lo stava per fare, ma lo fermai appena in tempo.
-Verità o bugia?-
-Direi bugia…- sussurrò.
Stavo per risponderle che aveva indovinato, ma scoppiai a ridere. Rhue non stava capendo nulla, quando Kai mmi lanciò contro il libro che stava leggendo e che evitai con facilità.
In quel momento arrivò un messaggero che correva in sella al suo Rapidash. Non appena vide Kai si fermò e scese, facendo un profondo inchino.
-Cosa succede?- chiesi, mentre il mio amico si avvicinava.
-Vengo da Spiraia. E’ sorto un problema.-
-Che genere di problema?-
-La villa è sotto assedio. La Signorina Rose è stata presa come ostaggio dalla Regina Phoenix ed è senza alcuna protezione.-
Non appena sapemmo la notizia, preparammo i Pokèmon e i soldati ripresero la marcia verso Spiraia.
Secondo il messaggero tutte le guardie e la servitù si erano bloccati, come se fossero diventate statue, e Azula si era, quindi, presa il controllo della villa.
Per fare più in fretta, mi trasformai e, insieme a Kai e Rhue, raggiungemmo la piccola cittadina in meno di mezz’ora.
Fin dall’entrata della villa c’erano i corpi dei soldati inermi. Erano diventate delle statue, così come la servitù. Provammo a svegliarle, a farle muovere, ma nulla. Era come se il tempo si fosse improvvisamente fermato, avvolgendo la villa e i suoi abitanti. Quella sensazione di vuoto, di sospensione mi inquietava.
Quello era il vero potere di Josh. Mi faceva venire la pelle d’oca. Salimmo fino agli appartamenti riservati alla famiglia reale, dirigendoci verso la stanza che si affacciava sul mare, quella che una volta apparteneva alla Regina Alicia.
Aprimmo la porta e vedemmo Rose legata ad una sedia, al centro della stanza, che piangeva a dirotto e Azula rivolta verso il mare.
Josh era seduto in un angolo, gli occhi vitrei, un braccio insanguinato e respirava faticosamente. Sembrava sul punto di cedere.
-Com’è bello il mare, visto da qui. Non trovi, Kai?- disse Azula, girandosi verso di noi con uno strano sorriso in volto.
-Per cosa sei venuta?- chiese il mio amico.
La Regina Phoenix fece qualche passo in avanti, raggiungendo la povera Rose e mettendole le mani sulle spalle.
-Per riprendere ciò che spetta a me e che spettava fin da subito alla mia famiglia.-
-Credi che, occupando una villa nel mio regno, completamente sola, senza un esercito, riesci nel tuo intento?-
Fece un sorrisino malizioso. Rose tremava come una foglia.
-Giusto! Però… Perché avere un esercito, quando posso colpire personalmente il mio nemico?-
Velocemente, prese dalla tasca del mantello un pugnale e cercò di colpire Rose.
Io e Kai ci precipitammo per fermarla, ma Josh, con quella poca energia che gli rimaneva, le bloccò il polso e la disarmò.
Aveva un braccio fuori uso, ma riusciva ancora a muoverlo.
Aveva una grande forza di volontà.
-Che cosa stai facendo?- sbraitò Azula, massaggiandosi il polso.
Ora il pugnale era puntato contro di lei e dal suo sguardo si capiva che aveva paura.
-Quello che avrei dovuto fare un paio di giorni fa, ma solo ora ne ho avuto l’occasione.-
-Di cosa stai parlando? Non puoi uccidermi! Sei sotto il mio controllo, ricordi?-
Josh sorrise.
-Ma io non voglio ucciderti, non mi porterebbe alcun vantaggio. Il mio obiettivo è un altro.-
Rivolse la lama del pugnale verso la Rossocatena. Azula scoppiò a ridere.
-Credi davvero che, con un semplice pugnale, tu riesca a distruggere la Rossocatena?-
-Sakura, alla Fossa Gigante, mi ha colpito due volte. La prima volta mi ha colpito al braccio, ma non ti sei chiesta dove fosse andato il secondo colpo?-
La sicurezza di Azula sparì in un colpo.
-Non dirmi che…-
Il biondo scoprì la parte di Rossocatena colpita da Sakura. Aveva una spaccatura che prendeva tutto il lato destro.
-Una volta spaccata, la Rossocatena non diventa altro che una banale catena.-
Colpì la Rossocatena che si ruppe in mille pezzi, sprigionando una forte ondata di energia che fece tornare a scorrere il tempo all’interno della villa.
Esausto, Josh cadde a terra e lasciò il pugnale, riprendendo fiato. Azula, invece, divenne completamente rossa dalla rabbia.
Nel frattempo Kai stava liberando Rose, rivolgendo le spalle alla sua nemica. Lei, adirata, prese in mano il pugnale e corse per colpire Kai alle spalle.
-Kai, attento!- urlò Rose e lui, si voltò, impugnando la spada.
Rose si coprì gli occhi e urlò, ma non si sentì alcun rumore di ferro.
Azula si era fermata, come una statua, nel momento dell’attacco. Come se qualcuno l’avesse congelata.
Rivolgemmo il nostro sguardo a Josh, che stava ancora riprendendo fiato e lentamente si alzò in piedi.
-Con quel poco di energia rimasta, sono riuscito a fermarla. L’effetto durerà poche ore ed è ancora viva. Vi consiglio di catturarla.-
-Grazie.- fece Kai.
Josh, mantenendosi il braccio rotto, sorrise.
-Di nulla. Ora, se permettete, vado a scusarmi con una Palkia sicuramente imbestialita.-

-Josh
Ero finalmente libero dal giogo della Rossocatena. Mi sentivo molto meglio, ma a stento riuscivo a reggermi in piedi, talmente ero esausto. Se non fosse stato per Sakura, io sarei sicuramente morto.
Mi dispiaceva da morire averla colpita con Fragortempo, ma la Rossocatena non mi aveva lasciato molta scelta.
Volevo chiederle scusa anche per non aver risposto alle sue lettere e averle tenuto nascosto il mio viaggio ad Unima. Si sarebbe arrabbiata sicuramente, ma poi sarebbe scoppiata a piangere tra le mie braccia.
Faceva sempre così… Per questo suo modo di essere l’amavo.
Ripercorsi tutta la Fossa Gigante, fino ad arrivare al punto in cui avevo colpito Sakura. La trovi a pochi metri di distanza, ancora priva di sensi.
Mi inginocchiai accanto a lei e provai a svegliarla.
Lentamente aprì gli occhi e sorrisi.
-Finalmente ti sei ripresa.-
Non disse nulla e mi diede uno schiaffo.
-Ti chiedo scusa per non…-
Non ebbi il tempo di finire che mi schiaffeggiò una seconda volta.
-Ti sei sfogata adesso?-
Anche questa volta cercò di darmi un terzo schiaffo, ma la bloccai.
-Non ti sembra di esagerare un po’?-
-Non solo non ti permetti di non farmi avere più tue notizie e di spedirmi in Inghilterra mentre tu sei in Francia a risolvere chissà cosa, scappi pure ad Unima! Ti meriti ogni schiaffo che ti do, quindi non esagero affatto.-
Aveva le guance rosse, ma gli occhi le brillavano. Nonostante la rabbia, era felice di rivedermi.
-Infatti hai ragione, ma ti ricordo che mi hai anche rotto un braccio. Quindi due schiaffi bastano e avanzano.-
Mi abbracciò e affondò il viso nel petto.
-Scusami…- bisbigliò.
La strinsi a me e appoggiai la guancia sulla sua testa, accarezzandole i morbidi capelli ed inspirando il suo profumo.
-Quello che ti deve chiedere scusa sono io. Ti dovevo dire che sarei venuto ad Unima.-
Scossa la testa.
-Non ti preoccupare… L’importante che stai bene.-
Cadde il silenzio e rimanemmo abbracciati per un po’ senza dire una parola. Più rimanevo lì, con le tra le braccia, sentivo che il corpo riacquistava le energie.
-Sakura…-
-Si?-
-Ti amo.-
-Anch’io, Josh.-

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Ultima chance ***


Capitolo 26: Ultima Chance
 
-Rose
Mancavano pochi giorni al matrimonio ed io ero nel panico più totale. Tra le prove generali del mio vestito da sposa, lezioni di portamento e altro non riuscivo più a pensare un attimo a me stessa. Preparare un matrimonio regale, per una come me, era molto difficile ed impegnativo, inoltre più passavano i giorni, più venivo assalita dai dubbi.
Sarei riuscita ad essere la moglie di un Re? Sarei stata all’altezza di essere un Regina? Ma, soprattutto, sarei riuscita ad essere una brava regnante?
Avrei voluto tanto parlarne con Kai, ma era molto occupato e riuscivamo a stare un po’ insieme solo la sera, quando ritornavamo nella nostra, ma non appena metteva la testa sul cuscino, crollava.
Mi mancavano i giorni in cui stavamo alla locanda dei miei genitori e passavamo la maggior parte del tempo insieme, quando cercava di aiutarmi in tutti i modi, ma non faceva altro che combinare guai.
Avrei voluto aprirmi con qualcuno… Provai ad accennare i miei dubbi a Sakura, ma anche lei era molto impegnata ad aiutare Josh a riprendersi. Rhue e Kaito si allenavano, quindi preferivo non disturbarli per parlare dei miei problemi da umana.
Così, il giorno prima delle nozze, per stare un po’ calma e poter prendere una boccata d’aria fresca, scappai. Dovevo fare l’ennesima prova del mio abito per apporre le ultime modifiche e controllare che tutti gli addobbi fossero pronti, ma ero scappata via prima che la sarta e tutte le persone che mi avevano aiutato a preparare tutto arrivassero.
Molto probabilmente mi stavano cercando per tutto il palazzo.
Mi sedetti in un’area dell’immenso giardino, abbastanza lontano dall’imponente edificio. Chiusi gli occhi e liberai la mente, in modo da dimenticare l’ansia.
Sentivo solo il canto dei Pidove e il dolcissimo profumo delle viole appena fiorite, quando qualcuno si sedette accanto a me e mi strinse la mano nella sua. Riconobbi immediatamente il suo calore. Aprii gli occhi e incontrai quelli verde acqua di Kai e del piccolo Tommy.
-Come mai ti sei rifugiata qui? A palazzo ti cercano tutti…-
-Avevo bisogno di prendere una boccata d’aria fresca.- dissi, sospirando.
-Sei preoccupata per domani? Andrà tutto bene, non ti preoccupare.-
Scossi la testa.
-Non è questo il problema.-
-Allora dimmi cosa ti turba.-
-Ho paura…-
-Paura di cosa?-
-Di non essere in grado di essere una Regina. Non sono stata educata per esserlo, a differenza di una ragazza di buona famiglia e aristocratica. Forse per te  sarebbe meglio sposare una donna adatta per quel ruolo.-
-Invece ti sbagli. Sarai bravissima come regina, inoltre non sei da sola. Ci sono io con te!-
-Anch’io!- esclamò Tommy con un sorriso.
Zorua abbaiò, per far capire che anche lui era d’accordo.
Senza lasciare la mia mano, Kai si alzò.
-Vieni con me.-
Mi alzai, pensando che mi avrebbe riportata a palazzo, ma ci dirigemmo dalla parte opposta.
-Dove stiamo andando?-
A quel punto la domanda era lecita.
-Ora lo vedrai.-
Attraversammo tutto il giardino, fino a superare un arco fatto di foglie e rose bianche. Era come se fosse una specie di porta che portasse in un altro regno. Entrammo in una sorta di giardino, più piccolo rispetto a quello grande del palazzo.
Al centro vi era una lapide, completamente circondata da bellissimi gigli bianchi.
Kai raccolse un giglio e lo diede in mano al fratello di tre anni. Glielo mise nelle mani e gli disse qualcosa nell’orecchio.
Tommy sorrise e annuì, correndo verso la lapide, seguito da Zorua.
-Come mai siamo qui?- chiesi, guardandomi intorno, incantata da tutta quella bellezza.
-Questo è il posto in cui sono stati sepolti i miei genitori.-
Guardai Kai, sorpresa.
-Di solito, i sovrani defunti vengono sepolti nel mausoleo di famiglia, però, mia madre e mio padre mi avevano sempre detto che volevano essere sepolti insieme, in questo posto.-
-Doveva essere molto speciale per loro.-
Annuì.
-In questo posto si incontrarono per la prima volta. Si innamorarono a prima vista. Mia madre era ancora una ragazzina di quindici anni, mentre mio padre ne aveva ventitrè. Mia madre non era nobile. Era la figlia del comandante di mio nonno e, fin da quando era piccola, era cagionevole di salute. Sua madre morì pochi giorni dopo la sua nascita e lei crebbe a Spiraia insieme a due governanti. Molte volte i dottori le avevano dato pochi anni di vita, però, mio nonno, che le raccontava di quel giardino, promise che, se fosse arrivata ai quindici anni e sarebbe guarita, l’avrebbe portata a palazzo. Miracolosamente, mia madre guarì completamente e suo padre mantenne la promessa. Fu in quella occasione che si videro. Per tutto il tempo in cui mia madre rimase a palazzo, per cinque mesi circa, mio padre passava il suo tempo libero con lei. Le leggeva un libro, le faceva fare delle lunghe passeggiate, fino a quando mia madre non si ammalò di nuovo. Su richiesta di mio padre, venne curata dal medico di corte, ma non si riprese totalmente. Rimase per mesi bloccata nel letto. Mia madre, dato che mio padre le chiese di sposarlo, si fece venire i tuoi stessi dubbi. Addirittura disse a mio padre che era meglio se sposava una donna sana e non fragile come lei. Lui ribattè che non gli importava, voleva stare con lei e con nessun altro. Passarono tre anni prima che mia madre si rimettesse e si potessero sposare.-
Si voltò verso di me e mi strinse dolcemente le mani.
-Quello che ti voglio dire è che è normale che tu abbia dubbi, tutti li hanno. Anche io li avevo prima di essere incoronato, ma ce l’ho fatta solo con l’aiuto di tutte le persone che mi sono state accanto. Anche tu ce la farai. Ha me e Tommy, così come hai Kaito, Rhue e gli altri. Staremo sempre al tuo fianco, proprio come mio padre è sempre stato accanto a mia madre.-
Iniziai a piangere per la commozione. Aveva detto delle parole dolcissime ed era riuscito a rincuorarmi. Lo abbracciai.
-Rimarrai sempre con me? Non mi lascerai mai?-
-Mai.-
 
-Kaito
Arrivò il giorno delle nozze di Kai e Rose. Fin dalle prime luci dell’alba, a palazzo c’era un gran fermento. Immediatamente tutta la servitù si mise all’opera per preparare tutto ciò che serviva. Io mi alzai un paio d’ore prima del previsto per aiutare i miei colleghi nei preparativi e poi, all’ora stabilita, svegliai Kai.
Secondo il protocollo, Kai e Rose, prima delle nozze, dovevano dormire in stanze separate, anche non lo avevano seguito esattamente alla lettera. Per Rose, quindi, era stata preparata una delle stanze dedicate agli ospiti, però Kai decise di lasciarle la sua stanza, mentre lui avrebbe dormito con Tommy.
Bussai alla porta bianca ed entrai. Le tende erano chiuse, ma i raggi del sole facevano capolino nella stanza, riscaldandola con la sua tiepida luce.
Tommy aveva la testa nascosta nel petto del fratello, che lo abbracciava. Zorua dormiva nella sua cesta ai piedi del letto e fu il primo a svegliarsi, quando misi piede nella stanza. Aprii le tende e lui saltò sul letto, mettendosi tra Kai e Tommy, con l’intenzione di svegliarli.
Kai, come suo solito, fece un mugolio e si giò dal lato opposto, mentre Tommy aprì gli occhietti e abbracciò il suo amichetto.
-Aito!- esclamò, non appena mi vide.
Si mise seduto e protese le braccia verso di me. Lo presi in braccio.
-Kai, svegliati! Oggi è il gran giorno!- esclamai, ma non accennava a svegliarsi.
Era cambiato molto, ma quel brutto vizio non lo aveva perso.
-Fratellone, sveglia!- urlava Tommy, mentre Zorua tirava le coperta a Kai, ma il mio amico le rimetteva al loro posto.
Annoiato e infastidito dal suo comportamento, salì di nuovo nel letto e gli morse l’orecchio, fino a quando il mio amico non urlò per il dolore.
-Maledetto, esserino peloso!- gli urlò, mettendosi una mano vicino al lobo dell’orecchio.
Zorua abbaiò, divertito.
Lasciai Tommy e il suo amichetto alle balio ed io potei dedicarmi a Kai. Presi i suoi abiti e lo aiutai a prepararsi.
Insieme ci dirigemmo nella Sala del Trono per vedere se tutto era pronto.
La cerimonia era fissata per le quindici e tutti gli invitati arrivarono puntuali. Vennero sistemati nella gigantesca cappella, ricostruita nel corso dei due anni, allestista in maniera molto semplice e raffinata, con delle bellissime composizioni di garofani dal colore rosa molto delicato.
Prima di accompagnare Kai all’interno della cappella, sbirciai dalla porta. C’era la stessa folla del giorno dell’incoronazione.
-Emozionato?- chiesi, girandomi verso il mio amico.
-Mi sento come quando sono stato incoronato, ma, allo stesso tempo, non mi sembra vero.-
Sorrisi e presi in braccio Tommy, vestito con un completo blu notte e, con le piccole mani, si scompigliò i ricci domati con difficoltà dalle balie.
La cerimonia sarebbe stata anticipata da un discorso del Grande Saggio, in cui onorava il terzo anno di regno di Kai. Il mio amico aveva deciso di entrare solo con me e suo fratello. Non aveva mai amato i cortei che anticipavano il Re in un’entrata solenne. Inoltre la protagonista della giornata era Rose, non lui. Voleva che l’attenzione di tutti ricadesse sulla sua bellissima Regina.
Tutti a palazzo l’adoravano per il suo carattere dolce e disponibile, non aveva fronzoli per la testa e non era per niente viziata. Anche il popolo l’avrebbe amata, proprio come aveva amato la Regina Alicia.
Dopo il breve, ma conciso discorso del Saggio, la cerimonia iniziò.
Kai si alzò, dopo che era rimasto tutto il tempo seduto sul suo trono. Tremava per l’agitazione. Il movimento strano della corona lo aveva tradito. Vederlo con quella corona sulla testa mi faceva ancora uno strano effetto.
Le porte si aprirono ed iniziò la marcia nuziale. Il corteo entrò nella maestosa cappella spargendo petali di rosa per tutta la navata. Tutte le donne indossavano lo stesso abito bianco e trai capelli dei fili dorati intrecciati. Finito il corteo entrarono Rhue e Sakura, l’una affianco all’altra.
Rhue indossava un bellissimo vestito rosso fuoco dalla gonna molto ampia. Il corpetto aveva dei disegni bianchi, molto leggeri, ma che spiccavano sul colore acceso della stoffa. I capelli erano raccolti e aveva un fermaglio dorato. Mi era mancato vederla nei suoi bellissimi abiti principeschi. Era come se mi fosse dimenticato che era la Principessa Rhue.
Sakura, invece, aveva un semplice, ma raffinato abito grigio perla. Affianco a mia moglie poteva sembrare molto semplice, invece non era così. Sakura brillava di luce propria, come una stella scesa sulle terra e quel vestito la faceva brillare ancora di più. I capelli lunghissimi e mossi le cadevo sciolti sulla schiena, raccolti in una semplice mezza coda, con intrecciato un nastrino grigio.
Non aveva gioielli e non era truccata, come mia moglie. I suoi occhi erano il suo gioiello.
Entrambe avevano due stili diversi e dalla bellezza mozzafiato. La prima rappresentava la bellezza aristocratica, la seconda la bellezza semplice e raffinata di quella che oggi, in tempi moderni, si può definire la nuova nobiltà. Però vi era una notevole differenza. Rhue, nonostante l’aspetto nobile, aveva una sguardo docile, timido.
Sakura era il suo esatto contrario. Il suo sguardo traspariva orgoglio, fierezza. Il suo sguardo non si piegava per nullla.
Josh, che fin dall’inizio era seduto accanto a Cobalion e a Terrakion, si fece avanti per accogliere Sakura.
Quando arrivarono di fronte a Kai, fecero una profonda riverenza e, quando il mio amico ringraziò con un cenno, si alzarono.
Immediatamente Sakura si voltò verso di Josh, che le fece un inchino e le porse la mano, per farla sedere accanto a lui.
Io, invece, misi giù Tommy e andai da Rhue. Ci dirigemmo nel lato opposto di Josh e Sakura, dove era seduta Virizion, che tratteneva Zorua e Tommy.
Subito dopo, tutti i presenti si voltarono per vedere la sposa.
Una Rose dal viso velato fece il suo ingresso. Kai rimase incantato nel vederla e posso ammettere che tutti lo erano.
Aveva un bellissimo abito bianco, le spalle e le braccia coperte da del pizzo. Il davanti era molto semplice, ma dietro, i laccetti erano verde acqua, il colore del casato Harmonia.
 
Non solo i laccetti erano colorati. Dalla gonna partiva una lunghissima coda color verde acqua, con dei piccoli brillanti che, quando i raggi di luce li colpivano, facevano brillare il vestito, avvolgendo Rose in un’aura magica.
-E’ bellissima…- bisbigliò Rhue ed io mi limitai ad acconsentire annuendo.
Mi dispiaceva che la mia Rhue non avesse ricevuto un matrimonio del genere. Lei era cresciuta in un bellissimo palazzo ed io non ero riuscito a darle un matrimonio di cui si potesse emozionare ogni volta che ci ripensava.
Persino Josh avrebbe dato a Sakura una cerimonia in grande stile.
Rose salì i tre gradini e raggiunse Kai, che la guardava con occhi sognanti. Rhue si avvicinò alla sposa e le prese il bouquet, in modo che avesse i movimenti liberi.
Tutti i presenti si sedettero e la cerimonia potè finalmente iniziare.
Durò quasi due ore, però nessuno di noi ne sentì il peso. Eravamo tutti felici che un po’ di gioia fosse tornata nel casato Harmonia, dopo tre anni di tristezza e lutto.
Quando i due sposi si giurarono eterno amore e sugellarono la loro promessa con un bacio, tutti applaudirono. Virizion stava addirittura piangendo per la felicità.
Kai e Rose erano finalmente marito e moglie. Il Grande Saggio fece segno a tutti di stare in silenzio e gli invitati si sedettero in attesa.
Rose guardò il marito, confusa.
-Cosa sta succedendo?-
Kai sorrise, incoraggiandola.
-Non ti preoccupare.-
Le prese la mano e la fece sedere sul suo trono.
Di solito, l’incoronazione di un Re o di una Regina era compito del Grande Saggio, ovviamente con la presenza vigile del sovrano in carica, però questa volta sarebbe stato il contrario.
Kai aveva pensato di incoronare lui Rose, proprio per far capire ai suoi sudditi che l’aveva scelta lui e che nessuno poteva andare contro di lei e la sua decisione.
-Innanzitutto vorrei ringraziarvi per essere qui con me in un giorno importante come questo e per essere stati al mio fianco per questi tre anni di regno. Mi avete appoggiato nei momenti di difficoltà e in molte occasione, anche quando non eravate d’accordo con quello che stavo per fare. Per oggi, non siamo qui per celebrare me, bensì lei, l’unica persona che, dopo questi tre anni di lotta che mi hanno portato via i miei cari genitori, mi ha saputo ridare la gioia e la spensieratezza che vivevo prima della mia incoronazione.-
Gli occhi di Rose iniziarono a riempirsi di lacrime.
-Oggi, davanti a tutti i voi, renderò Rose la nostra Regina.-
Il Grande Saggio prese il cuscino su cui era riposta la corona della Regina Alicia e la porse a Kai.
Il mio amico prese il diadema tra le mani e si mise dietro Rose, innalzando la corona sopra la sua testa, esattamente come fece il Saggio con lui.
-Ora, ponendo questa corona sulla tua testa, ti rendo ufficialmente la mia Regina. La nostra Regina.-
Mise il diadema sul capo di Rose e si mise al suo fianco, prendendola per mano. Lei si alzò e Kai le diede un bacio sulla fronte, prima di tornare a rivolgersi ai presenti.
-Acclamate la Regina Rose, Regina del casato Harmonia.-
E tutti, all’unisono, si inchinarono.
 
-Rose
Il giorno del mio matrimonio fu il giorno più bello della mia vita. Mi ero sposata con l’uomo che amavo, avevo ricevuto una cerimonia in pompa magna, come ogni bambina la sognava e avevo una corona. Ero appena diventata la Regina Harmonia.
Quella era l’unica cosa a cui non voleva crederci. Forse, dopo l’esplosione di Ponentopoli, ero caduta in un sonno eterno in cui sognavo di sposare Kai e tutto quello era solo frutto del mio inconscio. Però, ogni volta, che Kai mi dava un bacio o mi prendeva per mano e sentivo il suo calore mi rendevo conto che tutto quello era la realtà e che non stavo per niente sognando.
Sarei diventata la madre dei suoi figli, sarei stata al suo accanto fino a quando questa guerra inutile non sarebbe terminata.
Per la prima volta, mi ritrovai a pensare alla Regina Phoenix rinchiusa nelle segrete del palazzo, completamente sola, mentre noi stavamo festeggiando un giorno così bello. Fu la questione di un secondo, perché la troppa felicità e tutte le riverenze che ricevevo non mi lasciavano nemmeno un attimo di pace.
Senza Kai, accanto a me a stringermi la mano e ad incoraggiarmi, sarei scappata via per la troppa agitazione. Ero abituata a vedere tante persone tutte insieme, essendo cresciuta in una locanda, ma sapere che era tutti lì per me mi rendeva incredibilmente nervosa.
Ero così felice che la giornata passò talmente velocemente che non me ne accorsi. Quando vidi le stelle che brillavano nel cielo, mi assalì l’ansia.
Quella sarebbe stata la nostra prima notte di nozze. Il cuore mi batteva forte fin dalle prime luci dell’alba, però, una volta scesa la sera, incominciò a battere sempre più forte. Tanto da farmi male.
Mi ero già donata a Kai, la sera prima che lui partisse e che mi chiedesse di diventare sua moglie. Però, la consapevolezza che quella sarebbe stata la prima volta da marito e moglie, mi agitava.
Come da protocollo, fui la prima a salire nelle nostre stanze. Sakura e Rhue mi accompagnarono e mi aiutarono a togliere il mio bellissimo ma pesantissimo vestito.
Solo il pensiero che mi dovevo far aiutare tutte le mattine per mettermi un vestito, mi faceva salire il sangue alla testa.
Era l’unica nota stonata della vita aristocratica.
-Non fare quella faccia. Andrà tutto bene…- disse improvvisamente Sakura, notando la mia espressione preoccupata.
-Non ho paura. Sono solo emozionata…- affermai, mettendomi la vestaglia di seta.
-E’ normale. Anche io lo sarei, anche perché, nel mio caso, il marito sarebbe Josh.-
Tutte e tre scoppiammo a ridere.
-Ora ti lasciamo da sola. Per qualunque cosa, non esitare a chiamarci.- disse Rhue, sorridendomi.
Entrambe si diressero alla porta e se ne andarono, lasciandomi da sola. Iniziai a tremare. Era troppo agitata e l’attesa non aiutava.
Andai fuori al balconcino a prendere una boccata d’aria fresca.
Quando mi calmai completamente, Kai entrò nella stanza.
-Come ti senti?- mi chiese, dandomi un bacio a stampo.
-Emozionata e tanto felice.- ammisi, mentre lui iniziò a togliersi la giacca e la camicia, mostrando i pettorali scolpiti e i muscoli delle braccia.
-Mi dispiace averti fatto aspettare tanto. Tommy non voleva andare a dormire.-
Annuii e mi sedetti sul bordo del gigantesco letto, osservandolo, desiderosa.
Si tolse le scarpe e le sistemò accanto alla sedia dove aveva appoggiato la giacca e la camicia.
-Aspetta solo un attimo.- mi disse, dirigendosi verso la scrivania.
Iniziò a cercare tra i vari cassetti, fino a quando non vide prese un piccolo astuccio di velluto nero.
Si sedette accanto a me e me la porse.
-Questo è il mio regalo per te.-
Presi l’astuccio tra le mani e l’aprii. C’era un bellissimo anello, con al centro un bellissimo solitario e ai lati due gigli in oro bianco che faceva un tutt’uno con la corona.
-E’ stupendo, Kai.- dissi con un filo di voce.
Non mi sarei mai aspettata che mi regalasse una cosa del genere.
Sorrise e mi mise l’anello sul dito della fede.
-Questo anello era di mia madre. Mio padre glielo regalò quando nacqui io. Il giorno del mio diciottesimo compleanno, mia madre me lo diede, dicendomi che l’avrei dovuto dare alla donna che amavo e che sarebbe diventata mia moglie.-
Lo guardai negli occhi e lo baciai. Lui ricambiò il bacio e mi tolse la vestaglia.
Ci stendemmo sul letto. Le sue labbra baciarono ogni centimetro del mio corpo, che sprigionarono in me un calore avvolgente.
-Kai…-
Sussultai, quando con le dita sfiorò un punto sensibile (?)
-Ti amo da impazzire.- sussurrò, baciandomi il lobo dell’orecchio.
-Sarò tua per sempre.- dissi e lui spense la luce.
 
-Josh
Kai e Rose si erano appena sposati ed io, con estrema lentezza, mi stavo riprendendo. Il braccio era guarito completamente, grazie alle cure di Virizion e di Sakura.
La settimana che seguì il matrimonio fu molto tranquilla e non ci fu molto lavoro da sbrigare. Sia io che Terrakion avevamo fatto in modo di lasciarci solo gli incarichi semplici e veloci, in modo da non sovraccaricare Kai in quel periodo tutto zucchero e miele.
Fortunatamente io e Sakura non eravamo così smielati, ma in fondo non eravamo ancora sposati quindi facevamo le cose con un po’ di contegno.
Dato che non ebbi molto lavoro da fare, passai il mio tempo a leggere i libri che avevo lasciato in sospeso a causa della Rossocatena. Però avevo una faccenda in sospeso.
Dovevo dare una cosa molto importante a Cobalion ed era arrivato il momento giusto.
Il Re Arceus mi aveva fatto giurare che non gliela avrei dato fino a quando non avesse capito il suo errore e avesse deciso di rimediare.
Mi sembrava abbastanza pentito di ciò che aveva fatto durante la Prima Guerra di Unima, inoltre per suo fratello Keldeo aveva tradito gli Harmonia, schierandosi con il nemico, ma non aveva fatto altro che proteggere Kai e Kaito dagli attacchi subdoli di Azula.
In più mi volevo far perdonare per averlo quasi ucciso.
Così, una mattina, mentre Sakura era impegnata ad aiutare Virizion, andai negli appartamenti privati di Cobalion.
Bussai ed entrai, senza aspettare che mi ordinasse di entrare.
Era seduto su una poltrona, intento ad allacciarsi gli stivali. Per come si era vestito, era pronto per allenarsi.
-Cosa ci fai qui?- mi chiese, non appena mi vide.
Chiusi la porta alle mie spalle e mi avvicinai.
-Volevo chiederti come stai, se ti fa ancora male la ferita.-
Lui si alzò e si toccò il petto, all’altezza del punto in cui lo colpii.
-La ferita sta guarendo ancora, ma non mi fa più male come prima. Sei venuto solo per dirmi questo?-
-Infatti ti volevo chiedere scusa…-
-So bene che non è stata colpa tua. Te l’ha ordinato Azula di uccidermi. In realtà ti voglio ringraziare per non averlo fatto. Se avessi colpito in un altro punto, sarei morto sul colpo.-
Annuii e mi passai una mano tra i capelli. Come era brutto sentirsi in colpa.
-C’è anche un’altra cosa che ti devo dire.-
Cobalion incrociò le braccia al petto, mentre io cacciai dalla tasca una piccola boccetta di cristallo. Era simile a quella in cui Azula aveva messo le gocce di sangue di Johnny.
-Questa è…- iniziò prendendola in mano.
-E’ la medicina che guarirà Keldeo. Un piccolo sorso e si ristabilirà completamente.-
Lui mi guardò, esterrefatto.
-Come fai ad averla tu?-
-E’ l’unica cosa che mi fa calmare il mal di testa. Il Re Arceus me ne diede qualcuna in più, facendomi giurare che te l’avrei data solo quando mi sarei accertato che avresti capito il tuo sbaglio. Solo sapere che Keldeo sta soffrendo, mentre io ho il rimedio che può farlo stare meglio, mi strugge. Così ho deciso di dartela.-
Cobalion strinse nelle mani la boccetta e mi abbracciò. Non mi sarei mai aspettato che uno come lui mi abbracciasse.
-Grazie! Grazie mille!- esclamò.
Sorrisi.
-Di nulla.-
In quell’istante entrò Terrakion, facendoci sussultare.
-Kai ci vuole tutti nella Sala delle Vetrate. Ci vuole parlare di una cosa importante.-
Io e Cobalion annuimmo e tutti e tre ci dirigemmo verso l’altra parte del palazzo.
Nella bella stanza circolare erano presenti Rhue, Kaito, Rose e ovviamente Kai, che erano seduti comodamente sulle poltroncine di velluto, mentre Sakura e Virizion stavano giocando con Tommy e Zorua.
-Mi dispiace avervi chiamato senza anticiparvi nulla.- disse Kai, non appena ci vide.
-Come mai ci hai chiamato qui?- chiese Cobalion.
-Alcuni soldati, sui confini, hanno riferito che due eserciti del Re Phoenix si sta muovendo verso di noi con l’intenzione di liberare Azula. Uno si sta muovendo da Boreduopoli ed uno sta marciando verso Sciroccopoli.- ci disse Kaito con espressione seria in volto.
-Due eserciti? Il Re Phoenix è impazzito?- fece Cobalion.
-In effetti impiegare due eserciti è una mossa suicida, ma stiamo parlando di Johnny. Lui fa sempre le cose per uno scopo. Sicuramente il suo intento è quello di mandare tutti i soldati a nostra disposizione, in modo da scoprire il palazzo e portar via Azula.- ipotizzai.
Kai abbassò lo sguardo, pensieroso.
-Anche se volessimo difendere i confini, i nostri soldati sono pochi rispetto a quelli dei Phoenix. Non riusciremmo a sconfiggerli.-
-Di questo non ti devi preoccupare. Con me e Josh alla guida riusciremo a sconfiggerli. Dobbiamo pensare a proteggere per bene Azula, in modo che non riescano a portarla via.-
A quel punto, Sakura si mise in mezzo.
-Io non credo che l’obiettivo di Johnny sia quello di liberare la Regina Phoenix…-
Sapevo benissimo cosa intendesse dire. Con il suo sguardo mi stava quasi implorando di non scendere in campo, dato che ero ancora piuttosto debole e vulnerabile, ma dovevo aiutare Kai a liberare la regione di Unima da quel fardello.
-Sarà anche così, ma dobbiamo porre fine a questa guerra. Abbiamo catturato Azula, cosa aspettiamo a giustiziarla? Se uccidiamo lei, le truppe Phoenix si fermeranno!- esclamò Rhue, rossa in volto.
-Vero, ma chi fermerà Johnny? Lui non c’entra nulla con questa guerra. Non gliene importa un fico secco di Azula. Continuerà fino a quando non riuscirà nel suo intento.- le fece notare Kaito e tutti annuirono, d’accordo.
-C’è solo una persona che può aiutarci…- bisbigliò Terrakion, ma tutti i presenti lo sentirono.
-Chi?-
Terrakion guardò il fratello, che abbassò lo sguardo.
-Il Re Arceus.-
-Chi è il Re Arceus?- chiese Rose.
Andai a sedermi su una delle poltrone libere. Sakura mi raggiunse e si sedette accanto a me, prendendomi per mano.
-E’ il Re di tutti i Pokèmon. Ormai penso che l’abbiate capito tutti che sia io che i miei fratelli siamo dei Pokèmon Leggendari, esattamente con Kaito e Rhue. Durante la Prima Guerra di Unima, disputata tra i due eroi gemelli, lui intervenne, affiancato da Dialga e Palkia, per fermarli. I Pokèmon stavano soffrendo e lui era sceso sulla Terra per difenderli. E’ solo grazie a lui se fino a tre anni fa la regione di Unima ha potuto vivere in pace, nonostante la divisione. Senza il suo intervento Unima non sarebbe esistita più.-
Cobalion si girò verso di me.
-Sei stato tu ad avvisarlo della guerra imminente. Puoi parlarci anche ora e…-
-Non posso.-
Tutti mi guardarono, sorpresi per la mia risposta secca.
-Perché? Lui è l’unico che può fermare Johnny. Non gli chiediamo nient’altro.- fece Virizion, alzandosi.
-Perché…- iniziai, ma le parole mi morirono in gola.
Dirlo ad alta voce mi faceva male. Molto male. Erano passati anni, eppure mi bruciava ancora.
-Se non vuoi dirlo, lo faccio io.- si propose Sakura, parlandomi in francese.
Scossi la testa. Dovevo dirlo io, solo così sarei riuscito a superarlo del tutto.
-Non posso farlo perché il Re Arceus è morto.- dissi seccamente e senza guardarli negli occhi.
Se avessi visto le loro facce, sarei scoppiato in lacrime.
-In che senso è morto? Non può essere…- disse Terrakion.
-Invece è così. E’ stato proprio Johnny ad ucciderlo, quasi un secolo fa.-
 
-Kaito
Eravamo tutti riuniti nella Sala delle Vetrate, per capire cosa fare contro i Phoenix che ci stavano per attaccare. Azula era sotto il nostro controllo ora, ma Johnny si stava mobilitando per distruggere le nostre difese e riportarla nel suo regno.
Cobalion aveva pensato di chiedere una mano al Re Arceus, quando Josh ci dà un’amara notizia.
-Il Re Arceus non può essere morto! E’ il Re dei Pokèmon e dell’universo!- urlò Terrakion.
Tommy si mise la mani sulle orecchie. Non sopportava le persone che urlavano. Josh, invece, rimase impassibile. Non si muoveva di un solo millimetro. Fissava il pavimento con sguardo vitreo.
Cobalion si fece avanti e lo prese per il colletto della camicia.
-Cosa diavolo stai dicendo?! Ti rendi conto della colossale bugia che hai appena raccontato?! Johnny non può averlo ammazzato! E’ impossibile!-
Josh, come tornato alla realtà, diede uno spintone a Cobalion, liberandosi dalla sua presa. Aveva gli occhi rossi.
-Secondo te mento su una cosa del genere? Quando si tratta del mio Re non mento mai! Sono arrivato a Unima proprio per evitare una guerra talmente sanguinaria da distruggere definitivamente la regione. Poi sta a te credermi oppure no!-
Si aggiustò la camicia e se ne andò, sbattendo la porta alle sue spalle. Sakura ci guardò, porgendoci uno sguardo pieno di scuse, e uscì ad inseguirlo.
Cobalion iniziò a massaggiarsi la fronte, frustato.
-Ora che si fa?- chiese Terrakion.
-Deve esserci per forza un’altra soluzione…- fece Rose, ma nessuno di sapeva che fare.
Cadde uno strano silenzio. Stavamo ancora pensando alla notizia che ci aveva appena detto Josh… Io non ricordo molto del Re Arceus, so solo che uccise Reshiram, io mi misi in mezzo e lui si precipitò ad aiutarmi. Però dalle facce di Virizion, Terrakion e Cobalion, il Re Arceus doveva essere una persona speciale.
Persino il piccolo Zorua si era accoccolato vicino a Tommy con un’espressione triste.
Josh era quasi sul punto di piangere e Sakura altrettanto.
-Kaito…-
Fu Kai a rompere il silenzio. Gli dedicai la mia attenzione, aspettando che continuasse.
-Mi accompagneresti nelle segrete?-
 
Io e Kai, insieme, ci dirigemmo nelle segrete del palazzo, dove si trovavano le celle. Venivano usate raramente, dato che gli Harmonia non avevano mai imprigionato un loro nemico. Preferivano fare un accordo con lui e mettersi l’anima in pace, piuttosto che avere un nemico e imprigionarlo, per poi giustiziarlo.
Era la prima volta, quindi, che ci andavo, ma il loro aspetto non era poi così diverso da quelle del casato Phoenix.
I due soldati ci fecero strada fino all’unica cella occupata. Con un’enorme chiave, aprirono la massiccia porta in legno, facendoci entrare.
Azula era seduta sul piccolo lettino, i piedi incatenati e il pranzo intatto sul piccolo tavolo posto dall’altro lato della minuscola stanza.
Dalla finestra rettangolare in alto penetrava la calda luce del sole.
-Cosa devo questa visita?- fece la Regina Phoenix, in tono sarcastico.
-Sono venuto a parlare con te.- rispose Kai sedendosi sulla sedia accanto al tavolo.
Io mi limitai a chiudere la porta e chiesi ai soldati di aspettare fuori.
Azula mi lanciò un’occhiata, prima di rivolgersi di nuovo al mio amico.
-Hai così tanta paura di me, che ti sei pure portato dietro Zekrom?-
-Lui non è Zekrom. E’ Kaito, il mio migliore amico ed è come un fratello per me, quindi portagli rispetto. Inoltre non farmi perdere tempo, che ho altro da fare.-
La donna fece una smorfia e Kai continuò a parlare.
-Mi è giunta notizia dai confini che il Re Phoenix, colui che dovrebbe essere tuo marito, si è messo all’opera per venirti a liberare. Sta muovendo due eserciti. Uno attaccherà Sciroccopoli, mentre l’altro si sta dirigendo verso Boreduopoli.-
-Ti hanno detto questo?- fece, incredula.
Nemmeno lei credeva alla possibilità che Johnny la stesse venendo a liberare.
-Non proprio, ma i soldati già si stanno muovendo.-
-Allora perché sei venuto a dirmelo? Solo uno sciocco avrebbe fatto una cosa del genere.-
-Te l’ho detto perché voglio fare un accordo con te.-
Azula rise.
-Un accordo con me, Regina Phoenix?-
Kai annuì. Era più serio che mai.
-Sia io che te discendiamo dagli eroi gemelli ed entrambi erano Principi di Unima. Possiamo terminare questa guerra stringendo un patto.-
-In che cosa dovrebbe consistere?-
Si era accesa la luce maliziosa nei suo occhi, ma il mio amico rimase impassibile. Era incredibile come fosse cambiato in quei tre anni. Il vecchio Kai avrebbe vacillato fin da subito.
-I nostri due regni verranno uniti e sarà ricreato il Regno di Unima, riportando la regione come era un tempo. Sia io che te governeremo, quindi io continuerò ad essere Re e tu Regina. Uniremo l’abilità bellica dei Phoenix, con la forte amministrazione degli Harmonia, riportando Unima allo splendore di un tempo.-
Azula non rispose immediatamente. Rimase a guardarlo per un po’, riflettendo sulla sua proposta.
-Se dovessi accettare… Quale sarebbe la condizione?-
-Ti chiedo solo di ritirare le tue truppe, ma soprattutto di fermare la repressione attuata contro i Ribelli di Ponentopoli.-
-Per quanto riguarda la tua bella Regina? Non sei sposato da nemmeno una settimana che già la vuoi ripudiare? E tutto per una regione?-
Guardai Kai, che inarcò le sopracciglia. Si era innervosito.
-Io non ho alcuna intenzione di ripudiare Rose. L’unione sarà suggellata con un patto firmato e giureremo davanti ai Saggi che, per il bene di Unima, governeremo insieme.-
-Allora come la metti con la successione?-
-Chi avrà per primo un figlio maschio, diventerà automaticamente erede.-
-Tuo fratello Tommy, invece?-
-Cosa c’entra ora mio fratello?-
-Tu parti decisamente avvantaggiato, visto che hai un fratello di tre anni che po’ prendere benissimo il tuo posto. Sei decisamente scarso nelle trattative.-
Kai scattò in piedi, adirato. Il suo comportamento fece sussultare Azula.
-Lo vuoi capire che, per colpa di questa guerra, Unima sta morendo? La situazione era già appesa ad un filo durante il regno dei nostri rispettivi padri, ma questa guerra, che stiamo affrontando noi due, sulla nostra pelle, sta solo facendo cadere la situazione sempre più nell’oblio. Metti da parte l’orgoglio e pensa, per una volta, per il bene di Unima e dei suoi abitanti! Io non voglio lasciare a mio fratello e ai miei figli una regione che è sull’orlo del baratro!-
Azula abbassò lo sguardo.
-Tu ti rendi conto, invece, che la regione di Unima non esiste più da secoli? Non esiste dai tempi della prima guerra, quando i due principi se la divisero. Non si può tornare a come era una volta. Non si può far finta di nulla e fare pace. Questa guerra è scoppiata per un valido motivo: la successione. Non si può concludere con un semplice patto scritto.-
-Mi stai dicendo che vuoi continuare questa stupida disputa?-
-“Il vero Re di Unima diventerà tale solo dopo aver dimostrato il suo valore”. Furono queste le parole esatte che disse il Principe Leon, mio antenato e primo Re Phoenix, allo scoppio della prima guerra. Io non mi tirerò di certo indietro.-
Kai fece qualche passo verso di lei e si chinò, avvicinando il viso al suo.
-Se vuoi che questa guerra continui, anche io non mi tirerò indietro. Sappi solo una cosa… Tu, da questa cella, non uscirai mai più. Rivedrai la luce del sole, solo il giorno in cui mi serviranno la tua testa sul piatto d’argento e acclameranno me e mia moglie sovrani di Unima.-

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Giuramento di fedeltà ***


Capitolo 27: Giuramento di fedeltà
 
-Kaito
Passarono i giorni e i mesi e Azula rimase nostra prigioniera per più di un anno. I due eserciti mandati dal Re Phoenix a colpire i nostri confini vennero fermati grazie all’intervento di Cobalion e Josh, sebbene fossero in netta minoranza. Durante questo lungo anno, furono ben pochi gli interventi nemici, quindi si potè vivere un bel periodo di pace, ma c’era sempre il problema di Johnny che nessuno sapeva dove fosse.
Secondo Josh e Sakura, la sua scomparsa non era altro che un ritiro strategico per ideare una nuova strategia, quindi dovevamo essere molto attenti, dato che poteva attaccare da un momento all’altro. Per me era una cosa un po’ improbabile, visto che per un anno interno non avevamo subito molti attacchi e che, per di più, eravamo riusciti a fermarli con un solo esercito da un centinaio di soldati. In quel lasso di tempo, avevamo ampliato le truppe e comprato nuove armi, però, eravamo ancora pochi per attaccare un’ultima volta i Phoenix. Grazie all’assenza di Azula nel suo regno e alla scomparsa di Johnny, i Ribelli di Ponentopoli, guidati di Landorus, erano riusciti nel loro intento e occupato il palazzo. L’esercito della Regina si era ritirato verso la foresta che circondava Roteolia.
Nonostante Azula fosse nostra prigioniera e non avevano un comandante che li guidasse, erano molto più allenati e temprati rispetto ai nostri soldati.
Sebbene Kai aveva detto ad Azula che l’avrebbe giustiziata e uccisa, non lo fece. Era sempre convinto che alla regione non servisse un’altra uccisione. I Saggi premevano affinchè mantenesse la sua parola, in modo da porre fine alla guerra.
-A Unima non serve che si giustizi una persona. Non voglio mostrarmi crudele come lei. La regione ha bisogno di un Re che la difenda e la porti allo splendore di un tempo! Non di un dittatore!- esclamò il mio amico, in una delle sedute straordinarie del Consiglio.
Il Capo dei Saggi scosse la testa.
-Questa è una guerra tra casati, che si combatte da generazioni! Solo uccidendo l’ultima discendente dei Phoenix, gli Harmonia si possono presentare come i veri sovrani di Unima.-
Guardai Kai, che abbassò lo sguardo e si passo una mano tra i capelli, frustato.
-Se la si lascia in vita e decidesse di firmare il patto, governando con voi, potrebbe vendicarsi e ucciderla, assicurandosi il trono.- continuò il Saggio.
Non aveva tutti i torti. Azula, per avere il trono del padre, ha ucciso a sangue freddo i genitori, quindi avrebbe potuto tranquillamente fare la stessa cosa con Kai.
-Avete ragione. La Regina Phoenix è una donna senza scrupoli e manipolatrice. Ponete il caso che io la giustizi e diventi Re di Unima. Ho un fratello e una moglie, che può darmi in qualunque momento un erede. Con il passare del tempo, quando mio fratello e mio figlio cresceranno, cosa mi assicura che non scoppi un’altra guerra, dopo la mia morte? Mio fratello può rivendicare il trono per sé, ritenendosi più adeguato a regnare rispetto a mio figlio. Si ritornerebbe alla situazione attuale!-
Nella sala si diffuse un brusio. Non avevano considerato una situazione simile. Kai sospirò e si alzò, dirigendosi verso la porta.
-Vi ringrazio per aver espresso la vostra opinione, ma ora la scelta spetta solo a me.-
Aprii la porta e uscimmo dalla sala. Capivo cosa provava. Fin da quando era piccolo mi diceva che lui non avrebbe mai voluto essere Re e governare. All’epoca diceva che lo trovava un lavoro faticoso e impegnativo, ma in quel momento era diverso. Erano quasi quattro anni che era a potere e aveva visto con i suoi occhi come la monarchia aveva indebolito fortemente la regione. Austropoli, che si era dichiarata indipendente, era florida. Forse, secondo Kai, istituire la repubblica avrebbe aiutato Unima e risorgere.
-Cosa hai intenzione di fare?- gli chiesi, una volta fuori.
Alzò le spalle.
-Non lo so. Il Grande Saggio ha ragione. Solo giustiziando Azula, posso assicurarmi il trono di Unima, ma sono sempre convinto che c’è un’altra strada, senza versare altro sangue.- rispose, incominciando a camminare.
-Dove vuoi andare?-
-Da Azula.-
-Di nuovo? Ha ribadito più di una volta che non avrebbe firmato il patto.-
-Voglio esserne certo, prima di prendere la decisione definitiva.-
Insieme percorremmo tutto il palazzo, fino a scendere nelle segrete. Accompagnati da una guardia, arrivammo nella cella di Azula.
Durante quell’anno chiusa lì dentro era dimagrita, ma non aveva perso la sua bellezza. I capelli le erano cresciuti e le arrivavano sulle spalle.
-Ancora qui per il patto? Mi pare di essere stata abbastanza chiara.- fece, non appena ci vide.
-Lo so… Volevo essere sicuro della tua scelta, prima di fare il passo avanti.- spiegò il mio amico.
Lei alzò le spalle e sorrise.
-Puoi fare quello che vuoi, ma la decisione rimarrà la stessa e non ho alcuna intenzione di cedere.-
-Questo significherebbe morte certa e hai solo ventiquattro anni! Hai tutta la vita davanti.-
Lo guardò con uno sguardo pungente.
-Non mi interessa. Sono nata per essere una regina. Se non ho un regno su cui governare, allora sono pronta a morire.-
Kai scosse la testa, contrariato.
-Hai fatto del male a tante persone e ucciso mio padre, quindi meriteresti di morire più di chiunque altro. Però potremmo finire questa guerra in pace se tu facessi ritirare le tue truppe e ti dichiareresti sconfitta.-
-Mai!- urlò, quasi ringhiando. –Se proprio mi dovrò dichiarare sconfitta, sarà dopo che mi avrai uccisa sul campo di battaglia! Solo allora, potrai dichiararti Re di Unima e salvare la regione che ti è tanto cara!-
Kai continuò a guardarla negli occhi, in silenzio, per poi accennare un sorrise amaro.
-Come vuoi.- disse e ce ne andammo.
 
-Josh
Era una bella serata dal cielo limpido.  Era la prima sera dopo anni che avevo un po’ di tranquillità. Io e Sakura eravamo nella mia camera, seduti sul letto, l’uno accanto all’altra, guardando fuori dalla finestra, senza dire una parola.
Era così bello averla di nuovo con me, vedere il suo sorriso e respirare il profumo della sua pelle. Però ero preoccupato. Lei era molto fragile e non le piacevano le guerre. Nell’ultimo anno non ce n’erano state molte, ma prima o poi sarebbe scoppiata la battaglia finale. Lei non era debole, al contrario, era molto più forte di me sotto molti aspetti, però vedere gli uomini che devastavano ciò che lei aveva creato con tanta fatica, la rendeva triste e non volevo che lei piangesse.
-Secondo te, quale sarà la sua prossima mossa?- mi chiese, rompendo il silenzio.
-Non ne ho la più pallida idea, ma dobbiamo aspettarci di tutto da Johnny.-
-E se proverà ad ucciderti? In fondo, sei tu il suo vero obiettivo, non Kai.-
Le diedi un bacio sulla fronte e sorrisi.
-Non è l’unico ad avere la pelle dura.-
-Se questa volta avrà la meglio?-
-Ti posso assicurare che non avrà la meglio. Lo catturerò e vendicherò la morte del Re Arceus!-
Aveva ucciso il mio migliore amico e il mio Re. Doveva pagare per quello che aveva fatto. All’improvviso, notai qualcuno di sospetto che si aggirava per il giardino. Mi alzai dal letto e mi affacciai. C’era una strana figura nera che camminava tranquilla verso il palazzo.
Alzò gli occhi, incrociando il mio sguardo. Rimasi sorpreso nel vederlo e lui sorrise, beffardo.
Uscii dalla mia stanza, precipitandomi nell’atrio, ma non vidi nessuno. Forse era stata una mia impressione e il cervello mi aveva giocato un brutto scherzo. Nonostante ciò, decisi di fare un giro per il palazzo.
-Si può sapere cosa ti è preso?- mi chiese Sakura, una volta che mi raggiunse.
-Mi pare di aver visto Johnny entrare nel palazzo. Vuoi fare con me un giro di perlustrazione?-
Annuì e girammo per il palazzo. Non trovammo alcuna traccia di Johnny o di un infiltrato. Forse era stata davvero una mia impressione.
-Sei sicuro di averlo visto?- chiese Sakura.
Annuii.
-L’ho visto in faccia. Era proprio lui.-
-Forse hai solo bisogno di fare una bella dormita.-
Sorrisi. In quei giorni non avevo dormito molto. All’improvviso mi venne un’idea. Presi per mano Sakura e iniziai a correre.
-Dove stai andando?-
-So dove si trova Johnny!-
-Davvero?!-
Annuii.
-L’unica persona che poteva condurre Johnny nel palazzo Harmonia è rinchiusa nelle segrete.-
A piedi nudi, percorremmo tutto il palazzo, fino a scendere la fredda scala in pietra che portava nelle segrete.
Lentamente e guardandoci intorno, ci dirigemmo verso la cella di Azula. La mano che stringeva quella piccola e morbida di Sakura incominciò a sudare per la tensione. Senza che me ne accorgessi, le dita del piede finirono in un pozza di sangue.
La guardia che era di turno fuori la cella della Regina Phoenix era stata colpita alla gola ed ora era senza vita. Mi chinai a controllare il mazzo di chiavi e ne mancava solo una.
Ci avevo visto bene: Johnny era lì e aveva tutta l’intenzione di portare via Azula. Ci avvicinammo alla cella con la porta socchiusa, Johnny era di fronte a lei.
-Cosa ci fai qui?!-
Dal suo tono di voce, capii che non era molto felice di vederlo.
-Sono venuto per salvarti, ovvio! Non sei felice?-
-Dopo un anno?-
-Solo ora mi sono liberato di una cosa urgente. Su, andiamo.- disse, prendendola per il polso.
Lei, però, si liberò dalla sua presa.
-Scordatelo! Con te non vado da nessuna parte!-
Azula stava rifiutando la possibilità di fuggire?
-Vuoi rimanere ancora prigioniera del tuo nemico? Sei impazzita?-
-Preferisco rimanere qui, piuttosto che venire con te!-
-Nemmeno se ti offro la possibilità per riavere Reshiram dalla tua parte?-
Azula non rispose, si limitava a guardarlo. Aveva trovato un modo per riportare Rhue dalla parte del nemico?
-In che senso?-
-Te lo dirò solo se verrai con me.-
Sentii Azula sospirare. Aveva ceduto, ma ci sarei stato io a fermarli. Johnny non avrebbe portato via Azula senza prima essersi scontrato con me.
-Va bene…- disse Azula.
Si alzò dal lettino. Mi misi in posizione, pronto a sorprendere Johnny. Guardai Sakura e, con un sorriso, mi fece intendere che era pronta. Trattenni il respiro, in attesa, ma non successe nulla.
Uscii allo scoperto ed entrai nella cella, ma non c’era più nessuno. Johnny aveva usato i suoi poteri per fuggire via senza farsi vedere.
-Maldetto!-
Come avevo fatto a dimenticarsi che Johnny non era uno sprovveduto ed era un mago nella fuga?
-Che si fa?- chiese Sakura.
-L’unica cosa possibile.- risposi, uscendo dalla piccola stanza.
-Mica vuoi andare a cercarli?-
Mi conosceva fin troppo bene, ma quella volta si sbagliava. Se li andavo a cercare nel bosco, avrei fatto solo il gioco di Johnny.
-No. Ora ti accompagno in camera.-
Si fermò, guardandomi con durezza.
-Voglio venire con te.- disse e dal suo sguardo capii che non avrebbe cambiato idea.
Sospirai.
-Ti prometto che non li seguo. Avviso solo della fuga di Azula. Per favore, vai a dormire.-
Capì che ero sincero, così si convinse e annuì. L’accompagnai nella sua camera e, una volta sola, corsi verso la camera di Cobalion.
Era l’unico che potevo avvisare a quell’ora di notte.
Aprii la porta della stanza di Cobalion di sbotto e mi precipitai a svegliarlo.
-Cosa c’è, Josh?- chiese, ancora assonnato.
-La Regina Azula è scappata! Johnny l’ha portata via!-
 
-Rhue
Venimmo svegliati nel cuore della notte. Cobalion bussò ripetutamente alla nostra porta, fino a quando Kaito non fu costretto ad aprire. Non ci disse il motivo, ma ci chiese di scendere nella Sala della Vetrate.
Kaito mi disse addirittura che sarebbe andato da solo e che mi avrebbe raccontato tutto la mattina, ma ormai ero sveglia e volevo sapere cosa stesse succedendo.
Insieme andammo nella sala circolare, dove ci stavano aspettando Kai, Cobalion, Josh e Terrakion.
Kai stava ancora sbadigliano per il sonno.
-Come mai ci avete svegliato a quest’ora?- chiese, guardando Cobalion e Josh.
-Purtroppo Azula è riuscita a scappare.- rispose il Generale, con le braccia incrociate sul petto.
Quella notizia ci svegliò, come se qualcuno ci avesse buttato addosso un secchio d’acqua gelida.
-E’ scappata? Come ha fatto?-
-E stato Johnny a portarla via.- rispose Josh, abbassando lo sguardo.
-Perché l’ha libera solo ora? Perché dopo un anno?- fece mio marito.
Il biondo alzò le spalle.
-So solo che l’ha portata via promettendole un modo per riportare dalla sua parte Reshiram.-
Tutti si voltarono verso di me. Quasi non mi sentii male.
-Come farebbe? Lei non è l’eroe della verità!- fece Kai,  mentre io mi sedevo sulla poltrona.
-Forse ha trovato un modo per farsi accettare da Reshiram, senza appellarsi al potere dell’eroe.- spiegò Josh.
-E’ praticamente impossibile! Lei non può costringere Rhue a seguirla!- urlò Kaito, adirato.
-Infatti dobbiamo tenerla al sicuro, almeno fino a quando non capiremo cosa faranno. Solo così riusciremo a pensare ad un modo per fermarli.- disse Cobalion.
Kai si alzò dalla poltrona e si diresse verso la porta.
-Direi di organizzarci in questi giorni, anche perché ora non ho la lucidità per pensare ad un piano.- ammise, pronto a tornare a dormire.
-Hai ragione. Ci penseremo domani…- concordò il Generale, tornando nella sua camera.
Josh fece lo stesso, mentre io e Kaito rimanemmo nella Sala delle Vetrate.
Continuavo a fissare il pavimento sotto ai miei piedi, affranta. Solo l’idea di tornare nel palazzo in cui sono cresciuta, a contatto con tutte le persone che mi hanno mentito per tutta la mia vita e con la donna che io chiamavo “sorella”, che mi trattava peggio di una schiava, mi faceva stare male.
Kaito si inginocchiò davanti a me, prendendomi le mani, stringendomele tra le sue.
-Non ti preoccupare. Riusciremo a fermarli.-
-Se riusciranno nel loro intento? Non voglio tornare da Azula!-
Gli occhi mi si riempirono di lacrime.
-Non tornerai da Azula! Non sei più il suo giocattolo! Kai la sconfiggerà e Unima sarà libera da tutto questo.-
Sorrise ed io ricambiai. La guerra era ormai giunta al termine e Azula era ormai sconfitta.
 
Quella notte feci un incubo. Un bruttissimo incubo. Era da sola, in un posto desolato, il cui terreno era ricoperto dal ghiaccio, gli alberi quasi non scomparivano sotto all’enorme peso dei cumuli di neve. Persino l’aria sembrava congelata. Ero lì solo da poco, eppure il ghiaccio iniziava ad invadere pure la mia pelle. Il mio cuore batteva all’impazzata e la paura cresceva sempre di più dentro di me. Volevo andare via da lì.
Mi guardai intorno in cerca di una via di fuga, ma vedevo solo una distesa di alberi e neve. All’improvviso sentii la terra tremare sotto ai piedi e un vento gelido iniziò a soffiare. Il vento lentamente lo sentii sempre più vicino, facendomi rabbrividire. Il vento ora era come se fosse un respiro lento e gelido. Mi voltai e vidi a pochi centimetri da me un essere spaventoso, dal viso color ghiaccio e due occhi piccoli e rossi. Lui spalancò la bocca, come se volesse mangiarmi ed io incominciai ad urlare, cercando di scappare, ma le mie gambe erano congelate. Era a pochi millimetri da me, pronto a divorarmi e in quel momento chiusi gli occhi e non sentii più niente. Solo un vuoto che cresceva dentro di me.
 
-Rose
Passarono due giorni dalla fuga di Azula. Kai e gli altri si erano riuniti per capire un modo in cui fermare Azula e proteggere Rhue. A causa di tutto il lavoro da svolgere, in quel periodo Kai non aveva molto tempo da passare con me. Sapevo perfettamente che era un Re e non faceva altro che il suo dovere per governare al meglio il suo regno, però mi sentivo trascurata.
Per un anno intero, essendoci state pochissime guerre, passava quasi tutto il tempo con me, dato che aveva poco lavoro da sbrigare. Mi mancava stare con lui, fare le lunghe passeggiate in giardino in sua compagnia e leggere insieme per ore.
Però non avevo le forze per farlo notare a Kai, dato che in quei giorni non mi sentivo molto bene. Avevo continuamente le vertigini e ogni odore mi scatenava la nausea.
Inizialmente credevo fosse una semplice influenza, ma dato che questi sintomi li sentivo da ormai più di due settimane, decisi di farmi visitare da Virizion.
-Almeno hai capito cos’ho?- chiesi.
Ero andata nella sua serra e mi aveva appena dato un rimedio naturale da lei ideato per farmi passare il malessere.
Sospirò, sedendosi accanto a me.
-Non è influenza.-
-Allora perché mi sento così?-
Virizion rise. Aveva uno strano luccichio negli occhi. Sembrava trepidante.
-Che cos’hai?- feci, curiosa di sapere il motivo di tanta felicità.
Mi prese le mani e le strinse tra le sue.
-Sei incinta!-
-Cosa? Ne sei proprio sicura?-
-Certo! La madre di Kai è rimasta incinta parecchie volte, sebbene abbia avuto solo due figli, quindi ne sono più che sicura.-
Guardai Virizion, sorpresa. Non ci volevo credere. Sarei diventata madre e avrei dato un erede a Kai… Un bambino stava crescendo dentro di me e avrebbe portato buon umore nel palazzo, dimenticando per un po’ la guerra e Azula. Avrebbe unito di più me e Kai, che in quel periodo lo vedevo sempre un po’ giù. Da quando avevo conosciuto la sua vera vita, la sua vita da sovrano, ho notato, a malincuore, che era sempre triste. Era come se non amasse governare e combattere una guerra. Compresi che lui aveva tutte altre aspirazioni per la regione di Unima. Voleva liberarla completamente dal peso della monarchia e renderla definitivamente libera, senza più sovrani che si contendono il trono e la uccidano dall’interno. Ora però sarebbe arrivato un figlio ed era una cosa stupenda. Sarebbe cambiato tutto e lui finalmente sarebbe potuto vivere felice e in pace, perché la guerra non si combatteva solo sul territorio, ma anche dentro di lui.
Inizialmente pensai che, per i troppi impegni che aveva, era meglio aspettare prima di dargli la bella notizia, ma per la troppa felicità non riuscii a resistere e corsi da lui per dirglielo.
Corsi nelle stanze reali, dove speravo di trovarlo, prima che lui tornasse a lavoro. Il cuore batteva all’impazzata. Sapere che sarei diventata madre, mi aveva fatto passare tutti i malesseri che sentivo da giorni. Varcai la soglia del salottino, ormai senza fiato, quando vidi Kai intento a riposarsi su una poltroncina, fissando il panorama fuori la foresta.
-Ciao, tesoro. Come va?- mi chiese, con un sorriso.
Come lo amavo quando mi rivolgeva i suoi sorrisi.
-Ti devo dire una cosa importante.- risposi, ma per l’agitazione e per la felicità mi tremavano le mani.
Lui mi guardò, pronto ad ascoltarmi, quando Terrakion entrò nella stanza, interrompendomi.
-Scusate se vi disturbo, ma ho bisogno del Re.-
Kai si alzò.
-Mi dispiace, me lo dirai più tardi.-
Annuii, amareggiata e lui mi diede un bacio sulla guancia, raggiungendo Terrakion, che lo aspettava sulla soglia della porta.
Non avendo nulla da fare, decisi di andare a trovare Rhue. Ogni mattina andava in giardino e cercava di allenarsi con i suoi poteri che, piano piano, riusciva a controllare.
Però, quando la raggiunsi, la trovai distesa sul prato curato, priva di sensi. Il giorno prima aveva accusato delle forti fitte alla testa. Forse era troppo sotto pressione per il fatto che la Regina Phoenix la voleva riportare nel suo regno e usarla per attaccare Kai.
Corsi ad aiutarla e cercai di svegliarla, ma non accennava a muoversi. Era fredda come il ghiaccio. Mi guardai intorno, cercando qualche guardia che mi potesse aiutare, quando incominciò ad alzarsi una nebbia fitta e l’aria era diventata improvvisamente fredda. Il ghiaccio incominciò a spuntare sulle foglie e sul prato. Alzai gli occhi, per vedere se c’era qualche Pokèmon che aveva fatto calare drasticamente le temperature e fu allora che lo vidi. Un gigantesco Pokèmon color ghiaccio era proprio sotto di noi, che ci guardava con due piccoli occhi gialli. Esala un respiro ghiacciato, come se dentro di lui non ci fosse calore. Elevò al cielo un fortissimo boata e la nebbia divenne più fitta.
La pelle di Rhue divenne improvvisamente incandescente. Il Pokèmon misterioso si chianò verso Rhue. Quello che successe dopo non mi fu molto chiaro. Il Pokèmon si illuminò e la nebbia piano piano si diradò, mostrando un Pokèmon diverso. Una specie di ibrido tra Reshiram e quello precedente. Spiccò il volo e mi attaccò con una strana mossa, facendomi andare contro le panchine. Levò un grido e spiccò il volo verso il Regno dei Phoenix.
Ancora stordita per la botta subita, mi alzai e barcollando mi diressi verso il palazzo, per avvisare Kai e Kaito dell’accaduto, ma loro mi precedettero, venendomi incontro.
-Rose, come stai? E’ successo qualcosa?- mi chiese mio marito, prendendomi per le spalle.
Scossi la testa e d’istinto mi portai una mano in gembro, sperando che sia successo nulla di grave.
-Sto bene, solo che Rhue…- iniziai, ma non sapevo come spiegare tutto ciò che avevo visto.
Kaito si avvicinò, preoccupato.
-Cosa è successo a Rhue?!-
Sospirai.
-Uno strano Pokèmon è venuto e… E’ come avesse assorbito Rhue. Prima l’aria era congelata, poi il corpo di Rhue è sparito e l’aria si è riscaldata. Quel Pokèmon ha cambiato aspetto!- spiegai, cercando di essere più chiara possibile.
Josh e Cobalion ci raggiunsero in quello stesso istante.
-In che senso ha assorbito Rhue?- chiese Kai, confuso quanto me.
-Kyurem.-
Tutto ci girammo verso Josh, che si passava una mano tra i capelli, agitato.
-Chi?- chiese Cobalion.
-Quando Reshiram e Zekrom si separarono, si generò un terzo Pokèmon, Kyurem, l’involucro vuoto. Alla fine della prima guerra, io e il Re Arceus andammo a controllare la situazione e scoprimmo la sua esistenza. Però diede alcun segno di vita. Era come se fosse congelato. Essendo un involucro vuoto, si era praticamente autocongelato dall’interno. Noi non facemmo nulla, perché pensammo che non poteva fare molto. A quanto pare, Johnny ha trovato il modo per risvegliarlo ed ora è alla ricerca di Reshiram e Zekrom per tornare all’unico essere che erano un tempo.-
Kaito sgranò gli occhi.
-Non può essere… Dobbiamo subito trovarlo! Dobbiamo salvare Rhue!-
-Non possiamo andare alla ricerca di un Pokèmon di cui non conosciamo l’aspetto e senza avere indizi.- fece Kai.
L’amico scosse la testa.
-Se lasciamo Rhue nelle mani di Azula, succederà il finimondo. Ho preso a mia moglie non avrei mai permesso a nessuno di riportarla dalla donna che l’ha trattata male.-
-Se vai da Azula, Kyurem ti assorbirà e non avrete alcuna via di scampo!- esclamò Josh.
-Non mi importa! Voglio solo salvare mia moglie e nessuno mi impedirà di farlo.-
Si precipitò fuori, trasformandosi in Zekrom e partendo alla ricerca di Rhue. In quel momento, Terrakion ci raggiunse.
-Che cosa c’è, Terrakion?- chiese il fratello, notando l’espressione corrucciata.
-L’esercito dei Phoenix è tornato ed è riuscito a superare i nostri confini.-
 
-Kaito
Volai per più di un’ora alla ricerca di Rhue, ma non la trovai da nessuna parte. Sorvolai tutto il cielo di Unima, con la speranza di trovarla e liberarla da giogo di Kyurem e di qualunque cosa le avessero fatto Johnny e Azula. Cercai anche in quella che per due anni fu la nostra casa, ma di lei nessuna traccia. Era riuscita ad arrivare dalla Regina Phoenix, prima ancora che io potessi raggiungerla.
Era incredibile con quanta velocità Azula si era messa in moto, ma ormai la guerra era finita. Era una Regina senza trono, dato che il suo popolo era insorto e aveva occupato il suo palazzo, centro del suo regno. Molti dei suoi soldati si erano ammutinati e uniti ai Ribelli di Landorus, quindi il suo esercito non era più compatto come una volta.
Azula stessa si era resa conto che la guerra era ormai giunta al termine, ma, ovviamente, non si sarebbe arresa e avrebbe combattuto fino all’ultimo.
Solo uno stolto non avrebbe accettato di arrendersi, dopo essere stato nostro prigioniero per un anno interno, ma era anche vero che Kai si era mosso troppo lentamente. Se avesse preso in fretta una decisione, non sarebbe accaduto tutto ciò.
Però lo stupido ero anche io, che non avevo fatto altro che appoggiarlo, non cercando di persuaderlo, senza fargli capire che era una buona occasione per muoversi e mettere per sempre la parola fine.
Tornai a palazzo più nervoso e frustato di prima. Mi dovevo sfogare, parlare con qualcuno. Mi diressi verso le stanze di Kai. Era il mio migliore amico, inoltre solo dopo aver parlato con lui mi sarei sentito svuotato, anche se, sicuramente, gli avrei rivolto parole e frasi che non pensavo assolutamente.
Aprii le porte della Sala del Trono, diretto verso le stanze private, quando, con mia grande meraviglia, trovai tutti riuniti, nessuno escluso. Mancavo solo io. Stavano parlando, prima della mia improvvisa interruzione.
-Sei riuscito a fermare Rhue?- mi chiese Kai.
Scossi la testa. Feci uno sforzo enorme per non urlare tutto ciò che pensavo e, in particolare, piangere come un bambino.
-Mi dispiace… Vedrai che tornerà in sé.-
Annuii, ma non riuscii a guardarlo in faccia.
-Sei arrabbiato con me?- fece, capendomi al volo.
-No.-
-Guardami negli occhi.-
Obbedii. Aveva un’espressione seria, ma dal suo sguardo era dispiaciuto.
-Se hai qualcosa da dirmi, dimmelo!-
Feci qualche passo in avanti, guardandolo torvo. Non mi ero mai arrabbiato con lui.
-Vuoi sapere cosa penso? Ora te lo dico! E’ solo colpa tua se ora mia moglie è soggiogata da Azula ed è di nuovo sotto il suo controllo!-
-Sei arrabbiato con me per questo?-
-Sì! Se non avessi perso tempo e avessi fatto come ti consigliavano i Saggi, non sarebbe successo tutto questo!- La guerra sarebbe finita da oltre un anno e ora, noi tutti vivremmo in pace, senza preoccuparci di nuovi attacchi nemici! Azula non sarebbe scappata e Rhue non sarebbe tornata da lei! Tutto questo si poteva evitare e tu lo sai! Parli tanto della salvezza di Unima, ma non sei riuscito a prendere una stupida decisione!-
-Se pensi davvero questo, allora te ne puoi pure andare.-
-Come vuoi. Sappi che in questa battaglia non avrai il mio appoggio!- urlai, uscendo dalla sala.
 
-Josh
Per la prima volta, Kai e Kaito litigarono. Con la scomparsa di Rhue, Kaito aveva liberato tutta la tensione accumulata in quei giorni, dopo la fuga di Azula, però non aveva tutti i torti. Kai aveva sprecato un’ottima occasione per porre fine a quella situazione che andava ormai avanti per oltre quattro anni.
Se fossi stato io al suo posto, avrei preso una decisione molto tempo prima e non sarebbe successo tutto quello.
-Kai… Tutto bene?- chiese Rose, notando che il marito era rimasto impietrito di fronte la porta.
Si girò senza alcuna espressione sul viso. Non si aspettava da Kaito una reazione simile.
-Sì…- fece, tornando da noi.
Si vedeva chiaramente che le parole di Kaito l’avevano ferito, ma, molto probabilmente, lui stesso si era maledetto di non aver preso una decisione in fretta.
-Se non vuoi continuare, non importa. Ci pensiamo io e Josh a prendere provvedimenti sulla questione Pokèmon confini.- disse Terrakion, ma scosse la testa.
-E’ meglio che continuo, è unna questione urgente ed è giusto che sia io a prendere una decisione insieme a voi.-
-Senza Kaito, però, come fermeremo l’esercito di Azula? Sono quasi mille uomini! Da soli non ce la faremo mai.- affermò Virizion.
Kai sospirò.
-Non abbiamo l’appoggio di Kaito, questo è vero, ma ci siete voi qui ad aiutarmi. Lui è Zekrom ed io sono l’Eroe della leggenda, ma possiamo vincere contro i Phoenix anche senza di lui.-
-In parole povere, vuoi usare i nostri potere da Pokèmon?-
-Se è questo è possibile e se vuoi siete d’accordo.-
Io e Cobalion ci scambiammo un’occhiata. Ero arrivato ad Unima con tutta l’intenzione di salvarla da un’altra guerra, come avevo promesso al Re Arceus secoli prima, quindi Kai avrebbe avuto il mio appoggio e quello di Sakura. Inoltre c’era la questione di Johnny, quindi ero più che motivato a scendere in campo e lottare.
-Mi dispiace, Kai. Non posso.-
Guardammo tutti Cobalion. Tutti, tranne i fratelli, erano sorpresi. Perché non voleva scendere in campo? Voleva ritirarsi, proprio come la prima volta?
-Cosa vorresti dire? Non vuoi scendere in campo?- fece Kai, ma Cobalion scosse la testa.
-Durante la prima guerra, il Re Arceus mi diede l’ordine di fermare gli umani, ma non ebbi il coraggio. Anzi, credevo fermamente che la guerra fosse giusta e mi schierai dalla parte degli Harmonia, disobbedendogli. Ho deluso anche i miei fratelli per la mia scelta, quindi ora voglio rimediare. In questa guerra combatterò, ma non al tuo fianco.-
Si voltò verso di me. Aveva una bella luce negli occhi. Sfoderò la spada e si inginocchiò.
-Dialga, Signore del tempo  erede del Re Arceus, le giuro fedeltà. Sarò il suo cavaliere fino a quando lo vorrà.-
Alzò lo sguardo e sorrise.
-Voglio tornare a combattere con e per i Pokèmon. Voglio salvare la regione di Unima al loro fianco.-

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Addio ***


Capitolo 28: Addio
 
-Rhue
Avevo freddo. Intorno a me non sentivo altro che vento freddo che mi accarezzava la pelle. Non sentivo più il tiepido calore del sole primaverile. Non sentivo nulla. C’era il vuoto, non si sentiva nemmeno il fischio del vento. Riaprii gli occhi, ma di fronte a me solo una terra terra e odore di bruciato. Il fresco profumo delle primule non c’era più, ma solo quello bruciante del fuoco, che ogni volta che inspiravo mi mandava a fuoco i polmoni, facendomi soffocare.
Provai a fare qualche passo, ma sentii il tintinnio delle catene. Mi guardai i polsi. Ero incatenata a qualcosa che non riuscivo a scorgere in tutta quella solitudine.
Era quello il mio destino? Rimane per sempre incatena al mio destino? Non potevo liberare le ali ed essere me stessa?
Volevo la libertà, quella che mi era stata portata via da piccola. Ho cercato con tutta me stessa di liberarmi delle catene che mi aveva messo la mia madre adottiva. Proprio come un bel uccellino, diverso dagli altri e dalla voce melodiosa, ero stata strappata dal mio luogo naturale e chiusa in gabbia. In tutto quel tempo lì dentro, l’uccellino aveva ben presto dimenticato a volare e dimenticò la sua vera natura.
Io, però, ero diversa. Volevo riacquistarla. Volevo di nuovo volare e cantare felice. Tutta quella forza, me l’aveva data l’unica persona che credeva in me e mi aveva aiutata a scoprire la vera me stessa. Solo lui, in quel momento, poteva salvarmi.
Ero più che sicura che sarebbe tornata da me e mi avrebbe riportata a casa. Proprio come l’uccellino, che, dopo tanti anni di speranza, era riuscito a volare via, verso il sole, perché qualcuno gli aveva aperto la gabbia che lo teneva incatenato. Solo allora sarei potuta rinascere a vita nuova.
 
-Rose
Arrivò il giorno della battaglia finale. L’esercito Phoenix era avanzato molto, fino ad arrivare a Spiraia. Aveva sterminato tutti i villaggi e le città che incontrava sul suo cammino, senza fare esclusione. C’era bisogno di un intervento armato e in fretta, prima che riuscisse ad avvicinarsi al palazzo e, senza Kaito che ci aiutava, avremmo mostrato la nostra poca difesa.
Così vennero istruiti tutti i soldati per la battaglia, tranne un piccolo gruppo nel caso in venissi assalita mentre ero a palazzo, e due giorni dopo sarebbero partiti.
Sarebbe stata la prima volta, dopo quasi due anni di matrimonio, che Kai mi lasciasse sola a palazzo, senza la sua presenza costante accanto a me. Inoltre ero incinta e avevo bisogno di lui più che mai. Solo l’idea di rimanere da sola, mentre lui era fuori a combattere mi terrorizzava.
Non volevo che lui mi lasciasse. Lo volevo accanto a me. Non mi piaceva l’idea che lui era lì fuori a rischiare la sua vita per una guerra che non avrebbe mai voluto.
Per la prima volta, dopo tanto tempo, sentii la mancanza di mia madre. Quando ero piccola e spaventata, soprattutto durante un temporale, mi abbracciava forte a sé e mi sussurrava che sarebbe andato tutto bene.
Come avrei voluto averla accanto a me in quel momento. Sentivo un peso sul cuore, come se qualcosa di brutto sarebbe capitato. Volevo che quella sensazione se ne andasse, ma mi seguiva come un’ombra, senza lasciarmi mai.
Ero così agitata, che non riuscii a dormire la sera prima della sua partenza. Non riuscii nemmeno a mangiare un solo boccone, talmente mi si era chiuso lo stomaco e nelle mie condizioni non era molto salutare.
-Che cos’hai?-
Ci eravamo coricati da un po’, ma io non riuscivo a dormire. Continuavo a rigirarmi nel letto, pensierosa. I suoi occhi verde acqua brillavano nella stanza buia.
-Sono solo agitata per domani.-
Sorrise.
-Non è la prima volta che combatto una guerra.-
-Ma è la prima che io l’affronto insieme a te.-
Mi strinse a sé e mi diede un bacio sulla testa. Come era bello essere tra le sua braccia e sentire il suo calore.
-Non sarà diversa dalle altre. Tornerò il prima possibile da te.-
Quello era il momento adatto che dirgli che aspettavo un figlio, ma non riuscii a trovare le parole giuste per dirglielo.
-Kai…-
-Si?-
-Quando avremo dei figli…- esordii, cercando di pesare le parole. –Che nome vorresti dargli?-
Rimase in silenzio per un po’. Forse l’avevo turbato.
-Se non vuoi rispondere non importa…-
-Alicia.-
Lo guardai. Aveva un’espressione malinconica.
-Alicia?- ripetei, sorridendo. Era un bel nome per una bambina.
-Era il nome di mia madre.-
-E se dovessimo avere un figlio maschio?-
Rise.
-Non ne ho la più pallida idea.-
Scoppiai a ridere insieme a lui, ma i miei pensieri negativi tornarono in fretta.
-Tornerai da me, vero?-
-Certo. Non ti lascerò mai da sola, te lo prometto.-
 
-Josh
Come avevamo deciso, partimmo con il nostro esercito all’alba, alla volta di Spiraia, per fermare le truppe nemiche che, misteriosamente, si erano triplicate.
Johnny, quando voleva, aveva un’ottima capacità di persuasione.
Io e Cobalion preferivamo partire quella notte, in modo da prenderli di sorpresa, ma mio fratello non era uno sprovveduto, avrebbe saputo in ogni caso del nostro attacco, quindi acconsentimmo quando Kai propose di partire all’alba.
Sakura mi chiese di partire con me e non ebbi il coraggio di rifiutare. Inoltre una mano in più non ci avrebbe fatto del male, però non ero molto contento. Sapendo che lei era con me, Johnny avrebbe potuto usarla contro di me, conoscendo i miei sentimenti per lei.
Lei, però, era una guerriera e non si sarebbe di certo tirata indietro. Uno dei motivi per cui mi ero innamorato follemente di lei.
Quando tutti noi eravamo pronti, soldati e Pokèmon compresi, salii in sella al mio Rapidash e dietro di me, con le braccia intorno al mio petto, Sakura.
-Sicura di voler venire con noi?- le chiesi, per l’ennesima volta.
-Certo! Non voglio che tu combatta questa guerra senza di me!-
Le stesse parole le disse anche quando combattei affianco dei rivoluzionari, durante la Rivoluzione francese. Era solo grazie al suo intervento che eravamo riusciti ad espugnare e conquistare la Bastiglia. Grazie a lei e ai suoi poteri molto più utili dei miei.
Iniziammo a cavalcare, fino ad arrivare ad una altura, da cui si vedeva tutta Spiraia e la fossa dove Azula mi aveva nascosto. I villaggi e l’intera cittadina di Spiraia erano andati distrutti. Si vedevano gli accampamenti, il fumo dei falò appena spenti e le bandiere con lo stemma dei Phoenix volteggiare.
Erano veramente tantissimi. Con il nostro misero eserciti non saremmo mai riusciti a sconfiggerli.
Scendemmo dall’altura, pronti a fermare le barbarie dell’esercito nemico. Perché gli umani avevano una propensione così forte per la guerra? La guerra non portava altro che morte. Lo facevano per divertimento, per passare il tempo? Sono stato io a creare gli uomini e a dare loro il potere della procreazione, ma ciò che gli avevo dato, lo stavano usando nel modo sbagliato. Si credevano i signori del mondo, ma non avevano fatto i conti con me.
Avevamo preso la carica, pronti ad attaccare i nemici. La battaglia si infuriò in men che non si dica. Scesi da Rapidash, con la spada in una mano e la redini nell’altra.
Attaccai un soldato, uccidendolo con un solo colpo ed evitai l’attacco di un Haxorus. Presi la sua spada e la diedi a Sakura che scese dalla sella. Le avevo insegnato le basi, quindi si sapeva difendere.
-Cerca di rimanermi vicino.-
Lei annuì ed iniziammo a combattere. Sebbene avessi davanti a me tanti nemici da abbattere, con lo sguardo cercavo disperatamente Johnny, per ucciderlo definitivamente. Avevo avuto varie occasioni per farlo, ma mi era sempre sfuggito. Questa volta sarebbe stato diverso.
All’improvviso Cobalion mi corse incontro, seguito dal fratello. Stavano combattevano un po’ più al nord, insieme ad un piccolo gruppetto di soldati e Pokèmon.
-Stanno arrivando i rinforzi.- disse, ed io lo guardai sorpreso.
-In che senso? Non sono solo questi?-
Scosse la testa e corremmo al nord. Proprio come aveva detto, stavano arrivando altri soldati ed erano molti. Johnny e Azula dove avevano trovato tutte quelle persone disposte a combattere per loro, se nel regno si erano tutti ribellati contro di loro? Cosa avevano promesso in cambio?
-Dobbiamo fermarli, prima che raggiungano gli altri. Altrimenti, anche con i nostri poteri, non riusciremmo mai a sconfiggerli.-
Annuii, pensando ad un modo per fermare la loro corsa. Guardai Sakura.
-Te la sentiresti?- le chiesi, con un po’ di esitazione.
Sorrise.
-Certo.-
Mi diede la spada e camminò verso il flusso di soldati che si stava rapidamente avvicinando. Iniziò a ballare, a volteggiare come una farfalla nell’aria. Ad ogni suo movimento, elegante e aggraziato, i soldati cadevano uno ad uno, inermi.
I soldati in prima fila si fermarono, confusi. Non capivano come fosse successo che alcuni dei loro compagni erano caduti a terra senza aver subito un colpo. Si voltarono e fissarono Sakura che, nel frattempo, si era fermata e dava loro le spalle.
-Tu, donna! Spostati!- gli urlò quello che doveva essere la guida di quella truppa improvvisata.
Sakura non rispose e non si voltò nemmeno. I suoi capelli mossi erano sciolti lungo la schiena e il leggero venticello li faceva ondeggiare. I suoi occhi divennero rossi e sorrisi. Si stava per scatenare una tempesta e lei era pronta ad affrontarla. Io ero pronto in ogni caso ad aiutarla, ma sapevo che se la sarebbe cavata da sola.
Il capo dell’esercito fece segno di aspettare, mentre lui si avvicinò alla mia controparte.
-Ti ho detto di spostarti!- le urlò, prendendola per il polso.
Senza girarsi, con la sola forza della sua mente, creò un’arma che volteggiava nell’aria che tagliò la testa dell’uomo con un colpo secco. Il suo sangue schizzò, andandole sui splendidi capelli. Quella scia color rosso rubino risaltava sui ricci rosa, facendoli risultare più belli.
I soldati rimasero impietriti, mentre lei si voltò, sfidandoli con un sorriso. Era bella come un angelo, ma pericolosa come il diavolo in persona. Loro caddero nel suo tranello e caricarono contro di lei, pronti a vendicare il loro compagno.
Sakura, con un gesto elegante della mano, creò centinai di armi che trapassarono i loro corpi, uccidendoli. In pochi secondi erano già dimezzati, ma quelli rimasti non si arrendevano. Continuavano a colpirla, ma senza successo. Lei non si faceva nemmeno un graffio, mentre loro morivano come formiche.
Proprio in quel preciso istante lo vidi.
Johnny era dietro a quegli uomini, guardandoli con disprezzo, completamente nascosto tra gli alberi. A differenza dei suoi soldati, era visto con dei semplici vestiti neri, senza alcuna armatura, e il suo gigantesco arco messo sulla schiena, insieme alla faretra. Era l’arco che aveva rubato al Re Arceus e che aveva usato per ucciderlo.
I suoi occhi incontrarono i miei e sorrise, entrando sempre di più nella foresta. Mi stava invitando a seguirlo e quella era una battaglia. Non mi sarei di certo tirato indietro.
Misi la spada che avevo dato a Sakura vicino alla mia ed iniziai a correre. A lei non sarebbe servita, mentre io né avevo più che bisogno. Avere due spade contro di lui, mi rendeva sicuro.
Lui era mio fratello, conoscevo benissimo il suo modo di combattere, ma era anche molto subdolo e sleale.
Sakura si voltò verso di me e mi fermò.
-Vendica la morte del nostro Re.-
Sorrisi.
-Augurami buona fortuna.-
Mi diede un bacio sulle labbra. Era il suo modo per dirmi che era sempre con me e che potevo contare su di lei. Avrei dato la vita per lei.
Tornai a correre verso la foresta, pronto a combattere contro la persona che una volta era il mio amato fratellino. Ma qualcosa mi bloccò. Il mio istinto mi disse di fermarmi un attimo. Stava succedendo qualcosa e lo aveva percepito anche Johnny che si era fermato dietro un albero ad osservare in alto, verso le montagne dietro le nostre spalle. Mi voltai e sorrisi per quello che vidi. Il Re Arceus non ci aveva abbandonato. Lo stemma dei Ribelli di Ponentopoli volteggiava nell’aria e un esercito di quasi mille uomini si stava avvicinando sempre di più verso il campo di battaglia dove la guerra era ormai infuriata. Mentre l’esercito continuava la sua marcia, Landorus e i gemelli al suo fianco, con la bandiera di Unima in mano, si fermò e guardò verso il campo di battaglia. Alzò la bandiera in alto.
-Per Unima! Per i Pokèmon! Non seguiremo più nessun Re fasullo, non saremo più costretti a combattere tra noi!-
Landorus aveva ragione. Quella battaglia era diversa dalle altre. Non era solo la battaglia per il dominio di Unima. Era la guerra dei Pokèmon. Mi voltai e guardai Johnny, lontano da me pochi metri.
-Miei cari compagni Pokèmon, ascoltatemi! La soluzione è una soltanto! Combattiamo per la nostra casa! Difendiamola e vendichiamo la morte del nostro vero Re, avvenuta per mano di una persona che non si merita di essere uno di noi! Avvenuta per mano di una persona che una volta era mio fratello… Per il Re Arceus!-
Johnny sorrise e applaudì.
-Che discorso toccante. Peccato che ti sbagli di grosso. Non abbiamo più un Re. Non c’è più!-
-Sei tu quello che si sbaglia.- si intromise Sakura. I suoi occhi brillavano. –Un Re c’è. Non né Kai e né Azula. Il Re Arceus non c’è più, ma i Pokèmon hanno ancora un Re ed è di fronte a te. E’ di fronte a tutti noi.-
Il cuore incominciò a battermi all’impazzata e lei, proprio come fece il giorno della marcia verso Versailles, prese fiato e con un sorriso incitò tutti i presenti.
-Per il Re Dialga! Per il nuovo Re dei Pokèmon!-
Anche se erano distanti da noi, riuscii a vedere Cobalion, Virizion e Terrakion levarono le spade al cielo, facendo sfiorare appena le lame. Mentre terra, cielo e vento si scatenarono e capii che anche Landorus e i fratelli erano dalla mia parte. Tutti i Pokèmon erano dalla mia parte.
 
-Kaito
Per quei due giorni che anticiparono la battaglia finale, dormii nella casa nei pressi di Spiraia in cui avevamo vissuto io e Rhue per due anni interi.
Non avevo ancora sbollito la rabbia nei confronti di Kai, ma mi sentivo anche in colpa, per avergli detto quello cose e aver urlato contro di lui. Non avevamo mai litigato prima d’ora e non avevo mai alzato la voce contro il mio migliore amico, contro la persona che io consideravo un fratello.
Inoltre gli avevo tolto il mio aiuto nel momento del bisogno. Quella era l’ultima battaglia, dove si sarebbe deciso il destino di Unima, ma anche il suo. Un Pokèmon Leggendario che non aiutava la regione che doveva proteggere era considerato tradimento ed io mi sentivo malissimo per questo.
In più doveva salvare mia moglie, la donna che amavo, quindi non potevo stare con le mani in mano, però avevo preso una punteria e, anche se volevo fare qualcosa, il mio corpo non voleva sentire ragione. Il mio istinto, per l’ennesima volta, vinceva su tutto, anche sui sensi di colpa. Chiusi gli occhi, pensando a qualcosa da fare e come liberare Rhue.
Improvvisamente sentii un urlo. Era l’urlo di una donna, ma riconobbi subito chi era. Rhue mi stava chiedendo aiuto. Cosa potevo fare? Non sapevo dove fosse.
Proprio come a Mistralopoli, quando trovammo Rhue priva di sensi in cima la torre dopo che era fuggita, iniziai a sentire quella strana melodia. Mi stava indicando la via per tornare da lei e liberarla.
Senza alcuna esitazione, la seguii. Mi trasformai in Zekrom e iniziai a volare alto nel cielo. Mi stava conducendo nel regno di Kai. Molto probabilmente Azula la voleva usare per vincere definitivamente e diventare l’unica sovrana di Unima.
Volai senza sosta, fino a quando la melodia non mi condusse nei pressi di Spiraia. L’esercito dei Phoenix e quello degli Harmonia si stavano scontrando.
Come sempre le truppe nemiche erano in vantaggio. Inoltre stavano arrivando altri rinforzi da Boreduopoli. Azula era più che determinata a combattere e schiacciare Kai.
Promisi a me stesso che sarei andato ad aiutare Kai più tardi. In quel momento, il mio unico pensiero era salvare mia moglie.
Continuai a seguire la melodia, fino a quando non divenne più forte. Proveniva da un tempio abbandonato nel cuore della foresta. Immediatamente mi precipitai ad aprire la porta.
Era un vecchio tempio risalente alla prima guerra di Unima, quella combattuta dai principi gemelli. Aveva una lunga navata e in fondo, perfettamente al centro, c’era una grande  vetrata, da cui entrava la luce solare, illuminando l’intero abitacolo. Davanti alla vetrata c’era una grande sedia su cui era seduta Azula.
-Libera immediatamente Rhue.-
Azula sorrise. Era vestita con un’armatura rossa e argento, proprio i colori del casato. La spada le scendeva dalla cintura e tintinnava ad ogni passo che faceva. Era come se non avesse mai passato un anno chiuso nelle segrete degli Harmonia.
-Non riuscirai mai a liberarla, Kaito.-
-Invece ce la farò e la porterò via da te.- ringhiai, avvicinandomi a lei.
Rise.
-Mi dispiace, ma non sarà così. Lei è tornata da me, Eroe della Verità.-
-Tu non sei il suo eroe! Non sei l’Eroe della leggenda! Sei solo una manipolatrice che, per avere Reshiram dalla sua parte, ha usati subdoli trucchetti, risvegliando un Pokèmon che dormiva da più di trecento anni!-
Urlai così forte che feci tremare la terra, ma la Regina Phoenix non si spostò nemmeno di un millimetro. Non abbassò nemmeno lo sguardo.
-Avrò usato anche Kyurem per averla dalla mia parte, ma vincerò io la guerra. Come ho già detto, sono nata per regnare. Diventerò Regina di Unima, sconfiggendo Kai con l’aiuto di Reshiram, come dice la leggenda. Non mi importa se non sono l’Eroe, basta che io vinca.-
Strinsi le mani a pugno talmente forte che mi conficcai le unghie nella pelle. Il sangue incominciò a gocciolare sul pavimento.
Azula non poteva essere così meschina! Come poteva essere una persona così cieca? Non vedeva il male che aveva fatto nel suo stesso regno? Come pensava di governare una regione intera, se non aveva saputo governarne una piccola parte?
Gli uomini erano delle creature talmente ambiziose che non si rendevano conto dei loro stessi sbagli. Non si rendevano nemmeno conto che facevano soffrire i loro stessi simili.
Non si meritavano di vivere.
Aprii bocca per ribattere, ma le porte vennero spalancate, facendomi accecare.
Kai, seguito da una decina di uomini, entrò nel tempio. Rimase sorpreso quando mi vide.
-Kai! Che piacere rivederti!- esclamò Azula, mentre il mio amico, senza separarsi dai soldati, entrò e percorse la navata, raggiungendoci.
-Dalla tua faccia, capisco che la mia felicità non è ricambiata.- ironizzò Azula, aggiustandosi i capelli color mogano.
-Io non capisco perché tu vuoi tutto questo.- disse il mio amico, scuotendo leggermente la testa.
La Regina Phoenix alzò le spalle.
-Voglio Unima. Ecco cosa voglio.-
-Per forza combattendo una guerra che la uccide e la logora sempre di più? Vuoi governare una regione che non si può più salvare?-
Azula abbassò lo sguardo e sorrise.
-A questo punto… Non mi importa di Unima.-
Tirò fuori una pistola e la puntò contro Kai, premendo il grilletto.
Il colpo partì, ma riuscii appena in tempo a difendere Kai. Il colpo mi ferì la spalla, ma essendo Zekrom, il mio corpo riusciva a ringenerarsi più in fretta e non risentii della ferita.
I soldati iniziarono ad attaccare Azula, ma lei riuscì ad allontanarli e a difendersi dai suoi attacchi. Si girò di scatto verso la vetrata.
-Kyurem bianco!-
Pochi secondi dopo, la vetrata iniziò a ricoprirsi di ghiaccio e un’ombra si avvicinò sempre di più. Un boato molto acuto spaccò in mille pezzi la vetrata mostrando l’aspetto di un Pokèmon che non avevo mai visto, però riuscivo a riconoscere i lineamenti di Reshiram. Rose e Josh avevano ragione… Rhue era stata assorbita d Kyurem e forse l’altro obiettivo di Azula era quello di ottenere anche me e ricostruire il Pokèmon originale. Kyurem bianco generò una folata di vento gelido che ci fece indietreggiare. Immediatamente, prima che noi lo fermassimo, volò via, all’esterno del tempio. Azula la seguì, ma prima di uscire si voltò verso me e Kai, sorridendo.
-Se tenete davvero tanto alla vostra regione, seguitemi e fermati con le vostre mani.-
Per la prima volta vidi nei suoi occhi il desiderio di essere fermata.
 
-Josh
Corsi nel cuore della foresta alla ricerca di Johnny, ma non lo trovai. Mi fermai a riprendere fiato. Era incredibile come era cambiato. Quando era piccolo era una persona solare, dall’intuito spiccato, sveglio e molto abile con l’arco. La sua abilità in battaglia non l’aveva persa, ma l’aveva usata nel modo sbagliato.
Amavo Johnny, gli volevo un mondo di bene, prima di incominciare ad odiare il Re Arceus e ucciderlo, solo per farci un torto per una cosa banale.
Voleva il potere, ma il Re Arceus aveva preferito me a lui. E’ un po’ come la storia dei due gemelli, principi di Unima. Solo che c’era una differenza, lui aveva preferito vendicarsi, piuttosto che combattere contro di me per avere il trono.
Ricordo ancora le parole che disse, il giorno in cui uccise il Re Arceus.
Se non mi volete, allora vi renderò la vita un inferno!
Aveva mantenuto la sua promessa. In ogni cosa, in qualunque occasione, anche quando credevo non ci fosse, lo vedevo spuntare e rovinava i miei piani. Inizialmente non comprendevo il suo odio nei miei confronti e desideravo solo farlo tornare in sé, a quella persona che era un tempo e che io stimavo.
Poi le cose sono cambiate. Aveva ucciso il mio migliore amico, nonché nostro re. Inoltre aveva fatto piangere Sakura! Doveva pagare per tutto quello.
-Sei già stanco? Eppure non abbiamo ancora cominciato!-
Mi voltai. Johnny era seduto sul ramo di una quercia, le gambe a penzoloni.
-Ti sbagli. Sono stanco delle tue azioni.-
-Quindi tu saresti il principe buono che salva tutti, mentre io sono il cattivo? Questa non è una favola.-
-Se questa fosse una favola, sarebbe la più brutta che avessi mai letto! Questa si può più definire una tragedia greca.-
Rise e scese dall’albero.
-Allora alziamo il sipario e diamo il via a questa tragedia.-
 
-Kaito
Io e Kai uscimmo il corsa dal tempio e ci precipitammo ad inseguire Azula, senza però togliere lo sguardo da Reshiram che volava alta nel cielo. Kai mi prese per un braccio, interrompendo per un momento la nostra corsa.
-Non ti preoccupare per me! Segui Rhue e fermala!-
-Ma…- provai a ribattere, ma lui mi fece capire dallo sguardo che era un ordine.
Feci un inchino frettoloso e mi precipitai ad inseguire Kyurem bianco. Volavo dietro di lui, ma era distante da me più di duecento metri. Volava molto più velocemente di me.
Cercai di volare più forte, per raggiungerla il prima possibile, in modo da non attaccare il luogo in cui si stava consumando l’ultima battaglia. Però, Kyurem bianco si fermò improvvisamente. Inizialmente non capii cosa stesse facendo, ma poi iniziò ad attaccarmi. Un suo attacco mi colpì un’ala, facendo perdere momentaneamente l’equilibrio.
Approfittò dell’occasione per colpirmi di nuovo, ma schivai l’attacco e lo colpii a mia volta con un fulmine. Le sue ali, per la scossa, si paralizzarono e cadde al suolo.
Scesi in picchiata, per vedere come stesse e se il mio attacco le avesse fatto molti danni. Non volevo attaccarla, era pur sempre mia moglie, anche se era stata assorbita dall’involucro vuoto che un tempo ci teneva uniti in un unico essere.
Si rialzò, più arrabbiato di prima. Levò in alto un boato e le fiamme incominciarono ad avvolgerla, come un vestito, per poi colpirmi con il vortice. Non riuscii ad evitarlo in tempo che le mie ali si bruciarono.
Incominciai ad urlare per il dolore. Tornai umano e mi stesi per terra, cercando di calmare il bruciore, ma era allucinante. Si stava estendendo per tutta la pelle. Non riuscivo a muovere nemmeno un muscolo.
Kyurem bianco si avvicinò a me, pronto ad assorbimi.
Chiusi gli occhi, pronto a morire. Sarebbe stata una morte dolce, visto che mi avrebbe ucciso la donna che amavo. Con mia grande meraviglia, non successe nulla. Riaprii gli occhi e vidi Kyurem bianco che si stava dimenando.
Aveva le mani intorno alla testa e urlava per il dolore. Non so cosa gli fosse preso improvvisamente. Forse Rhue, dentro di lui, si stava ribellando e stava combattendo per non farla uscire allo scoperto. Gemendo ancora per il dolore, ricominciò a volare, diretta verso Spiraia.
Con le ali ormai fuori gioco, dovetti correre con tutte le mie forze verso il campo, almeno per avvisare Cobalion e Josh del pericolo imminente.
Mi bruciava ancora la schiena e per il dolore a tutto il corpo caddi un paio di volte. Non so come, riuscii ad arrivare a Spiraia. Mi feci largo tra i soldati che combattevano tra le vie della piccola cittadina. Intravidi Kai e Azula che stavano combattendo nella piazza. Alzai gli occhi al cielo, per vedere dove fosse finito Kyurem bianco. Stava volando in tondo sopra le teste dei due sovrani rivali. Azula, notandolo sopra di loro e in assetto di attacco, diede un ultimo colpo a Kai, facendolo indietreggiare. Lei fece qualche passo indietro, mentre il mio amico era ignaro di tutto quello che stava per succedere.
Facendo uno sforzo immane, caricai tutte le mie energie e colpii, a malincuore, Kyurem bianco, ma non riuscii a fermare il suo attacco che stava precipitando verso Kai.
-Kai!- urlai, per avvisarlo del pericolo incombente.
Lui si voltò e notò la palla di fuoco dritta verso di lui.
Mi precipitai da lui per salvarlo, ma non feci in tempo che lo vidi investito dalle fiamme. Caddi a terra, a pochi metri da dove era Kai.
Battei i pugni sul terreno, frustato. Non ero riuscito a fermarla in tempo e non ero riuscito ad evitare che il mio amico venisse ferito. Iniziai a sentire le lacrime pizzicarmi gli occhi. Ero sul punto di piangere, quando sentii tossire.
Alzai gli occhi e vidi Kai dietro la nuvole di fumo.
-Kai! Sei salvo!- esclamai, felice come un bambino.
Sorrise, anche lui felice di essere ancora vivo. Azula era a pochi metri di distanza da noi e ci guardava con una strana espressione sul viso. Ci stavamo alzando, quando venimmo di nuovo attaccati da Kyurem bianco. Era sceso a terra e continuava a dimenarsi come un forsennato.
Incominciai ad avvicinarmi lentamente.
-Stai calmo. Cerca di calmarti, non ti voglio attaccare.-
Kyurem bianco non mi ascoltava. Mi attaccava con dei flebili attacchi, ma nessuno di essi andava a segno.
-Ti prego, ascoltami! Lo so che non vuoi fare del male! Fermati.
Urlò così forte che sprigionò delle fiamme altissime, che diedero fuoco alle case vicine. Dato che volevo porre fine a tutto quello, corsi verso di lei. Non mi importava che le fiamme mi bruciassero, quello che più desideravo era che Rhue tornasse da me.
-Ti prego! Guardami! Non sono Zekrom, sono Kaito. Il tuo Kaito! Ti prego, torna da me! Ti porterò via da qui, te lo prometto.-
Kyurem bianco incominciò a piangere e si calmò.
-Kaito…- sussurrò e potè giurare che era la voce di Rhue. Era riuscita a sentirmi. Kyurem emanò un respiro gelido, facendo alzare una leggera nebbia e, quando si diradò, vidi davanti a me Rhue che, barcollando, cercava di raggiungermi.
Le andai incontro e, quando la raggiunsi, iniziai a piangere e la strinsi forte a me per la felicità.
-Finalmente sei tornata! Mi dispiace tanto non aver impedito che Azula e Johnny ti portassero via.-
Sciolse l’abbraccio e mi guardò negli occhi.
-Non è colpa tua. Nessuno avrebbe potuto fermarli. Hai fatto tutto ciò che potevi e, purtroppo, sei costretto a continuarlo a farlo. Non sono in grado di aiutarti…-
La guardai, confuso, fino a quando non svenne tra le mie braccia.
-Rhue!- esclamai, cercando di risvegliarla, ma il suo corpo si illuminò e, prima che potessi fare qualcosa, divenne una sorta di piccolo meteorite bianco, dalla superficie liscia e lucida. Si era trasformata nel Chiarolite, proprio come diceva la leggenda. Kyurem doveva aver prosciugato tutte le sue energie. Stava perfettamente nelle mie mani, ma feci una mossa brusca e scivolò a terra. Cercai di recuperarla, ma Azula fece prima di me, bloccando il Chiarolite con il piede.
-Se io non avrò Reshiram, non l’avrà nessun altro.-
Fece pressione sul Chiarolite e, come se fosse fatta di un materiale fragile, si ruppe in mille pezzi. Rimasi lì, a guardare i cocci, mantenendo il respiro. Non poteva essere vero… Rhue non poteva essersene andata in quel modo. Con le dita tremanti presi ciò che era rimasto del Chiarolite.
-Come hai potuto fare una cosa del genere?!- urlai contro Azula, ma non rispose, stringendo ancora nella mano la spada.
Perché doveva sempre andare così? Avevamo faticato tanto per poter vivere una vita felice, lontano dalla guerra, e proprio lei ci aveva separato, per la seconda volta. Solo che questa volta sarebbe stata per sempre.
Reshiram, l’Essere della Verità, la mia bellissima Rhue, che amavo più della mia vita, era morta tra le mie braccia. In quel preciso istante, il mio cuore si ruppe in mille pezzi.
 
-Josh
Io e Johnny stavamo combattendo senza sosta nella foresta e nessuno dei due sentiva i segni della stanchezza e non si voleva arrendere. Più lo guardavo, più pensavo che era migliorato tanto nel combattere.
Era diventato furbo e scaltro. Fin da piccolo aveva mostrato un’ottima propensione per la strategia, cosa che l’ha sempre portato avanti a me di un passo. Però l’aveva raffinata e, devo ammettere, la cosa non mi dispiaceva affatto.
L’unica persona con cui mi ero divertito combattere era Cobalion, ma Johnny era completamente diverso da lui. Era istinto puro. Era una vera sfida lottare contro di lui.
Improvvisamente, mentre stavo per schivare un suo colpo, venne percosso da uno strano brivido. Lo stesso brivido che sentii quando morì il Re Arceus.
Rhue aveva appena perso la vita. Un’altra vittima innocente dello stupido scherzo che Johnny, come regista della tragedia, aveva inferto a noi poveri attori. Tutto stava andando secondo i suoi piani.
-A quando pare, Reshiram se n’è andata via…- disse, con finto dispiacere.
Lo guardai.
-Qual è il tuo piano? Credevo che miravi ad uccidere me!-
-Non sono stato io ad uccidere Rhue, bensì Azula. Io cosa c’entro?-
-Se tu non ti fossi messo in mezzo, tutto questo non sarebbe successo.-
Rise.
-Certe volte, in una tragedia, l’attore improvvisa, per tenere alta l’attenzione del pubblico. Seguendo semplicemente il copione, si tende ad annoiare lo spettatore. Io sono semplicemente l’elemento che inizialmente non doveva esserci. Proprio questo rende la tragedia memorabile.-
Prese dalla tasca dei pantaloni un fiammifero e lo accese.
-Cosa vuoi fare?- chiesi.
-Ebbene… Ci vuole un altro colpo di scena, per non annoiare lo spettatore nello spettacolo finale.-
Lasciò cadere il fiammifero, dando fuoco ad un cespuglio. Saltò su un albero e sorrise.
-Ci si rivede, fratellino. Spero che non passi troppo tempo. Mi diverto troppo con te.-
-Aspetta!- urlai, ma lui scomparve tra i rami.
Il fuoco divampò per tutta la foresta con una velocità impressionante. Incominciai a correre per trovare una via d’uscita, ma trovavo sempre la strada sbarrata dalle fiamme. I pokèmon correvano via spaventati, in cerca di un riparo ed io non sapevo cosa fare.
Ormai in trappola e con i polmoni in fiamme, decisi di attraversare le fiamme. Non sarebbe stata la prima volta che l’avessi fatto, ma era lo stesso rischioso. Le fiamme iniziarono ad abbracciare il mio corpo, fino a quando non vidi una luce. Iniziai a correre verso di essa, ma per scansare il ramo di un albero, presi una storta alla caviglia che mi fece cadere. Per il dolore, non riuscii a rialzarmi. Forse era davvero arrivata la mia ora, anche se la mia morte me l’ero sempre immaginata per mano di Sakura, della donna che amavo, ma in quel modo era assolutamente patetico. Cercai di trascinarmi quanto potevo all’uscita, ma le fiamme, lentamente, mi stavano per divorare. I Pokèmon, spinti dal senso di sopravvivenza, mi passavano sopra, come se fossero ignari della mia presenza. Improvvisamente un Haxorus, spaventato, colpì con Dragartigli un albero, il cui tronco stava quasi cadendo su di me. Mi girai, in modo da scansarlo, ma qualcuno fece prima di me. Un Pokèmon dal manto color cobalto colpì il tronco con un potente colpo di Metaltestata, salvandomi. Lo guardai e sorrisi. Cobalion aveva riottenuto la sua parte Pokèmon.
Con i suoi penetranti occhi dorati, mi guardò, poi si voltò verso l’Haxorus che continuava a colpire gli alberi ancora in preda al panico. Il Pokèmon selvatico incrociò il suo sguardo e cercò di colpirlo, ma Cobalion mantenne una calma glaciale e Haxorus si calmò di colpo.
Per quanto mi fosse possibile, mi alzai più velocemente possibile e salii sulla sua groppa.
-Ci conviene andare, prima che l’incendio divampi ancora di più!-
Cobalion si girò, verso l’uscita della foresta, correndo verso l’unica uscita che c’era e che era stata presa di mira da tutti i Pokèmon che fuggivano dalle fiamme. La corsa incominciò a rallentarsi, visto che il fuoco si faceva sempre più alto e minaccioso, ma, improvvisamente un fortissimo vento si scatenò e, per un po’, le fiamme si calmarono, concedendoci di uscire velocemente dalla foresta. Credevo che la situazione si fosse calmata, ma fuori la situazione era ben peggiore. C’erano centinai di soldati rivalsi a terra, senza vita, mentre molti altri combatteva furiosamente. Ad un primo impatto i Ribelli, capitanati da Landorus che combatteva poco distante, sembravano avere la meglio, anche se i soldati Phoenix erano in maggioranza. Scesi a terra e incominciai a guardarmi intorno, alla ricerca di Sakura. Era parecchio distante e un uomo si stava avvinghiando su di lei. Allarmato incomincia a correre e gridai il suo nome, ma Virizion, con elegantissimo colpo di spada centrò la fronte del soldato, uccidendolo in un sol colpo e, grazie al suo gesto eroico, aveva riottenuto la sua parte Pokèmon. Anche Terrakion si era liberato della punizione che affliggeva i tre fratelli e con la sua enorme forza scaraventò via una decina di soldati, difendendo dei Ribelli. I tre cavalieri di Unima, figli del Cavaliere d’Argento, erano tornati ad essere loro stessi. Ero felice per loro.
Ma tornai alla realtà quando il vento, per la seconda volta, tornò a farsi sentire, ma non era un semplice vento. Un uragano era pronto ad abbattersi su di noi, seguito da minacciose nubi temporalesche. In meno di pochi secondi, saette, fulmini ed uragano si riversarono nel campo di battaglia uccidendo i soldati avversari, visto che i Ribelli e i soldati Harmonia, conoscendo la strategia e avvisati, avevano cercato un riparo.
Tornadus e Thundurus, sprigionando la loro forza, mostrarono il loro vero aspetto e come due fulmini raggiunsero velocemente il fratello maggiore che li aspettava. Landorus, con il mantello che volteggiava nell’aria, mostrando la scintillante armatura argentata con inserti rossi, fece un salto, si trasformò in Pokèmon e, con un colpo di coda, fece tremare la terra. I pochi soldati rimasti caddero nel dirupo che si venne a creare, decretando così la vittoria per gli Harmonia e per Unima.
Ma la mia guerra non era finita. I Pokèmon non avevano vinto.
Per l’ennesima volta, Johnny era riuscito a fuggire via.
 
-Kaito
Stavo stringendo tra le dite i frammenti del Chiarolite, piangendo a dirotto. L’unica cosa a cui riuscivo a pensare erano i bei giorni passati con lei, quei quattro anni indimenticabili, baciare le sue labbra, sentire la sua risata, tenerla stretta la mie braccia tutta la notte.
Sentii Kai mettermi una mano sulla spalle, per confortarmi, ma non lo guardai. Non volevo farmi vedere con gli occhi lucidi.
-Ti rendi conto di quello che hai fatto?- disse, rivolgendosi ad Azula.
-Non ho fatto che uccidere una Pokèmon che non serviva.-
Venni percorso da uno scatto d’ira, ma il mio corpo non si mosse di un solo millimetro.
-Nessuna persona è inutile! Non era importante per te, ma per Kaito sì! Come ti sentiresti tu se ti uccidessero la persona a cui tieni di più?-
Kai era indignato dalle sue parole.
-Io non ho persona care. Gli affetti non sono altro che distrazioni, ostacoli che non permettono di realizzare ciò che vuoi. Rhue si è presentata varie volte come un ostacolo, quindi era arrivato il momento di eliminarla.-
-Quindi tu, ragionando in questo modo, pensi di poter governare Unima? Sinceramente sarebbe meglio lasciarla ad un incapace, piuttosto che ad una come te!- urlò il mio amico, colpendola con la spada, ma lei parò il colpo.
-Ti sbagli! Un Re, per governare al meglio, deve abbandonare ogni tipo di sentimento!-
-Ma questo non significa che devi uccidere tutte le persone sul tuo cammino! Un Re deve essere duro, quanto saggio e comprensivo! Questo mi hanno insegnato mio padre e mio nonno e questo metto in pratica!-
Kai colpì Azula all’altezza del stomaco. Per il colpo, la Regina Phoenix si piegò in due e vomitò sangue, ma questo non gli impedì di parlare.
-Sei solo uno sciocco!-
-La sciocca sei tu. Non sei degna di essere la Regina di Unima.-
Gli occhi di Azula si ridussero in due fessure. Cercò di colpire il mio amico, ma lui parò il colpo, facendola indietreggiare.
-Io sono nata per regnare!-
Kai scosse la testa.
-Ti sbagli. Sei solo una spina del fianco! Questa guerra non ha alcun senso! E’ colpa tua se tutti noi stiamo soffrendo. Stai soffrendo anche tu. Credi che non l’abbia capito? Ti sei sempre sentita sola, disprezzata da tutti. Ti sentivi amata dai tuoi genitori, che invece riservavano il loro affetto solo per Rhue. Per questo motivo hai sempre intrapreso la strada della vendetta. Unima non è altro che un pretesto. Sei solo invidiosa di Rhue, che ha sempre avuto l’amore di tutti, e di me, che ho l’affetto dei sudditi e ho saputo conquistare il popolo del tuo regno.-
Azula scosse la testa.
-Tu non hai conquistato il mio regno.-
Kai sorrise e aprì le braccia.
-Guardati intorno. Se fosse davvero così, i Ribelli di Ponentopoli non si sarebbero mai presi la briga di combattere dalla mia parte! Se eri amata dal tuo popolo, esso non si sarebbe mai ribellato ed ora vinceresti questa guerra ad occhi chiusi. Avresti avuto anche l’affetto di Reshiram.-
Per la prima volta, vidi Azula per quella che era realmente. Il volto divenne completamente bianco, gli occhi lucidi e sgranati e le labbra le tremavano. Kai era riuscita a capirla e questo l’aveva lasciata sorpresa.
-Io volevo solo essere rispettata per quello che ero. Volevo l’affetto di mia madre. Renderla fiera di me. Ma aveva solo occhi per Rhue, che è sempre stata più bella di me. A me non importa la bellezza. Volevo solo un complimento da lei. Forse, pensai, che quando sarei diventata una brava Regina, lei mi avrebbe finalmente degnata di uno sguardo. Quando seppi che aveva fatto in modo di togliermi ciò che era mio di diritto per darlo ad una bambina che non aveva sangue reale mi sentii tradita. Allora capii che la cosa che veramente mi importava era governare. Non puoi fermarmi proprio quando sono vicina al traguardo!-
Corse verso Kai e ritornarono a combattere. Rimasi fermo, a guardare il combattimento, senz avere la forza di aiutare Kai, ma i miei occhi caddero su qualcosa alle loro spalle, qualcosa di grigio.
Kyurem era tornato ed era pronto a colpire Azula e Kai che erano ignari della sua presenza. Presi tutti i frammenti del Chiarolite, li misi in tasca e lentamente mi alzai, in modo da andare contro Kyurem, ma fece prima di me.
Spiccò il volo e cercò di colpire i due.
-Kai!- urlai, precipitandomi dal mio amico per salvarlo dall’attacco.
Azula, con un rapido spostamento, evitò il colpo ed io riuscii a salvare Kai.
-Stai bene, vero?- chiesi e lui mi sorrise.
Aprì bocca per ringraziarmi, ma Azula colpì senza pietà Kai alle spalle, ferendolo mortalmente. Il tempo intorno a noi sembrò fermarsi un attimo, come se il mio amico e Azula fossero il centro di tutto e, con quei colpi, avessero interrotto il flusso della vicenda.
Kai lasciò la presa sulla spada e lo stesso fece Azula, solo che lei indietreggiò e si tolse la spada conficcata dell’addome, mentre lui si accasciò per terra.
Almeno lui lo volevo salvare. Non volevo che Rose soffrisse per la sua perdita, come io stavo soffrendo per quella di Rhue. Inoltre perdere Kai, per me, era come perdere tutto. Non volevo che anche lui mi lasciasse.
Gli tolsi la spalla e, come avevo fatto con Rhue, cercai di fermare il sangue. Ad un primo impatto, riuscii a fermare quella esterna, ma era stato colpito all’altezza del cuore. Non sapevo quante probabilità aveva di sopravvivere.
-Non lasciarmi anche tu, intesi?- lo ammonii, cercando di accennare ad un sorriso, sebbene le lacrime continuavano a scendere.
Rise.
-Non ho alcuna intenzione di andarmene proprio adesso.-
Tra noi cadde il silenzio, ma poi riprese a parlare.
-Scusa.-
-Per cosa?-
-Per tutto quello che ho fatto. Avevi ragione. Se avessi preso una decisione in fretta, tutto questo non sarebbe successo e tu avresti ancora Rhue con te. E’ solo colpa mia.-
Scossi la testa.
-E’ anche colpa mia. Dovevo proteggere meglio Rhue e consigliarti meglio. Sono io il Dio, sono io quello che non doveva sbagliare.-
-Ebbene io sono il Re. Non dovevo fare nulla, altro che prendere una decisione per il bene di Unima e non ci sono riuscito. Anche io non sono degno di essere sovrano di Unima.-
Si aggrappò alla mia spalla e si drizzò, sussurrandomi qualcosa nell’orecchio.
-Prenditi cura di Tommy e di Rose. Soprattutto, chiedile scusa da parte mia. Non sono riuscito a tornare da lei.-
Lasciò la presa e si accasciò per terra. Anche lui, il mio più grande amico, era morto. Era morto per salvare Unima. Proprio come suo padre era morto per salvare lui.
Il corpo fu percosso da una scarica d’ira. Il cielo si oscurò all’improvviso e i fulmini incominciarono a rombare. Iniziai a tremare. Azula non si era portata via solo mia moglie, la donna che tanto amavo, anche Kai, l’unica persona veramente degna di governare al meglio Unima.
Mi alzai e raccolsi la spada di Kai, con lo stemma del casato Harmonia. Azula si era appoggiata su un muretto poco distante da me.
Incominciai a correre verso di lei, tenendo la spada alta, pronto a colpire. I fulmini urlavano insieme a me.
-Per Unima!-
Mi avventai su di lei e le tagliai la testa, decretando così la fine della lotta e la libertà per Unima.
Dopo la battaglia finale non tornai a palazzo. Non avevo alcuna voglia di tornare nel luogo che mi ricordavano Kai e Rhue, o almeno per il momento. In più volevo dare una degna sepoltura a Rhue. Affidai il corpo di Kai a Cobalion e a Josh, che lo avrebbero portato a palazzo e organizzato i suoi funerali.
Però, ogni volta che osservavo i frammenti di Chiarolite nelle mie mani, pensavo che non poteva finire in quel modo. Come poteva essere successo? Avevo fatto di tutto per proteggere il mio bellissimo fiore, per farlo tornare puro come era prima, proteggerlo dalle intemperie e da tutto ciò che lo avrebbe logorato sempre di più. Come avevo potuto non proteggerla come dovevo? Era colpa mia se ora non c’era più… Se non c’era più la mia Rhue. Dovevo essere io quello che doveva perdere la propria vita, non lei.
E Kai… Aveva tutta la vita davanti e anche lui era morto per causa mia. Non ero riuscito a proteggere nemmeno lui che era il mio eroe. Come avrebbe reagito Rose?
Però, ero sicuramente un egoista. In quel momento non riuscii a pensare a Rose e a come sarebbe stata una volta venuta a conoscenza della morte del marito. Desideravo una sola cosa. Che Rhue tornasse. Che Reshiram tornasse da me, Zekrom.
Lei si era trasformata in Chiarolite perche Kyurem aveva prosciugato le sue forze, quindi se il Chiarolite tornava come prima, anche lei sarebbe tornata. Solo una persona poteva fare una cosa del genere: Josh. Sarebbe stato l’ultimo favore che gli avrei chiesto.
Era passato un mese dalla battaglia e Unima, piano piano, stava tornando in vita dalle ceneri. Ero felice vedere la gente che si sentiva finalmente libera e che l’ideale di Kai si era finalmente compiuto, ma non riuscivo ad esserlo totalmente.
Scrissi una lettera e, proprio come lui scrisse nella risposta, mi vidi con lui nel porto di Sciroccopoli. Dovevano prendere la nave che li avrebbe riportati a Sinnoh e poi sarebbero ripartiti per l’Inghilterra. Ci incontrammo nel punto prestabilito, un luogo isolato. Non gli avevo detto molto, ma aveva intuito cosa volessi chiedergli.
Quando lo incontrai, in un sudicio bar in un vicolo, era seduto su una sgabello, vestito di tutto punto con abiti inglesi. Mi venne in mente la prima volta che lo vidi nell’atrio del palazzo. Mi sedetti accanto a lui. Quel bar era talmente minuscolo e abbandonato a se stesso che non c’era nessuno. Eravamo gli unici clienti.
-Ciao.- disse, rivolgendomi un sorriso mesto.
-Ciao. Sakura non è con te?-
-E’ già sulla nave. Ho impiegato più di mezz’ora per convincerla che non sarebbe partita per la seconda volta senza di me. Quindi, vieni al dunque.-
Mi girai verso di lui e lo guardai negli occhi. Cacciai le mani in tasca e presi i frammenti del Chiarolite.
-Voglio che lo ripari.-
I suoi occhi blu passarono da me al Chiarolite.
-Non è una questione semplice come sembra.-
Mi avvicinai di più e d’istinto gli strinsi il braccio con la mano libera. Dovevo sembrare disperato.
-Ti prego! Tu sei il Signore del Tempo! L’essere che controlla vita e morte!-
Josh abbassò lo sguardo ed io sentii le lacrime pizzicarmi gli occhi.
-Per favore… Riporta Rhue da me!- esclamai e una lacrima di rigò la guancia.
Mi guardò negli occhi e sospirò. Strinse con entrambi le mani quella in cui stringevo il Chiarolite.
-Ti devo dire una cosa importante e ricordala bene. Lei non sarà la stessa Rhue che conoscevi e che era tua moglie quando si risveglierà. Dovrai portare pazienza.-
Uno strano calore si sprigionò nel palmo della mano e la presa di Josh si allentò, fino a lasciarmi del tutto la mano. Mi rivolse un sorriso e se ne andò, lasciandomi da solo nel bar abbandonato.
Lentamente aprii la mano. Il Chiarolite era lì, intatto nella mia mano, che emanava calore. Un calore tanto forte quanto rassicurante. Mi strinsi il piccolo meteorite bianco al petto e piansi.
 
Un paio di ore dopo ero diretto verso il Deserto della Quiete, dove, secondo ciò che Kai mi aveva detto quando eravamo bambini, era sepolto sopra un cumulo di sabbia il castello del Re di Unima.
Sarebbe stato il posto adatto dove nascondere il Chiarolite, almeno fino a quando l’Eroe della verità non sarebbe rinato e lei sarebbe tornata. Era difficile per me separarmi da lei, dalla persona che era stata tanto importante per me, ma era giusto così.
Trovai l’entrata e mi addentrai nel castello fino a raggiungere la sala del trono che, come l’esterno, era ricoperta di sabbia. Era diventata ormai la casa di molti Pokèmon e lo sarebbe diventata anche di Rhue.
Posai il Chiarolite sul trono e lo guardai per un’ultima volta. Avevo tanta voglia di piangere e sul punto di cambiare idea, ma ricacciai indietro le lacrime e mi sforzai di sorridere.
-Addio, amore mio. Ti aspetterò per sempre.- dissi con un filo di voce e me ne andai, sforzandomi di non voltarmi indietro. Fino a quando Rhue non sarebbe tornata da me, io avrei protetto la regione, rendendola un posto migliore in cui lei avrebbe potuto vivere finalmente felice e onorato il mio migliore amico.
 
 
Caro fratello,
 
Sono passati ormai vent’anni da quando ti sei sacrificato per la regione di Unima e sembrava mio dovere scriverti questa lettera, anche se non potrai leggerla. Non immagini quanto tu mi manchi. Ora che ho raggiunto la maggiore età e sono ufficialmente salito al potere dell’ormai repubblica di Unima, sento che manchi qualcosa e quello sei tu. Dalla tua morte ho avuto molte persone intorno a me che hanno voluto bene sia me che Rose e la piccola Alicia, che ora ha diciassette anni ed è una bellissima donna. Rose mi è sempre stata vicina e mi ha sempre consigliato nel migliore dei modi, ma nessuno dei gesti dolci che ricevevo dagli altri sono paragonabili ai tuoi, ai tuoi sorrisi, i tuoi gentili rimproveri e le volte in cui dormivi con me. A volte sentivo la mancanza di mamma e papà, ma tu colmavi la loro assenza. Quando te ne sei andato mi è caduto il mondo addosso e con la crescita credevo di non poter mai raggiungere il tuo livello. Proprio in questi momenti mi ricordavo delle tue parole: bisogna sempre credere in se stessi, perché solo così i propri sogni possono avverarsi e un Re non bisogna mai arrendersi, altrimenti il popolo non può più affidarsi a lui.
Lo so, sono parole che mi dicevi quando avevo a stento quattro anni, però me le ricordo come se fosse ieri. Quindi voglio ringraziarti. Ringraziarti di tutto quello che hai fatto per me e, soprattutto, per Unima. Per averla resa ciò che è adesso: una regione finalmente libera e felice.
Il tuo fratellino, ora Re di Unima,
Tommy.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1265300