Birth of a True Dragon

di TheGreatAndPowerfulZael
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Life One - Death ***
Capitolo 3: *** Life Two - Rebirth ***
Capitolo 4: *** Life Three - Dragon ***
Capitolo 5: *** Life Four - House ***
Capitolo 6: *** Life Five - School ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


PROLOGUE

 
La Kuou Academy da poco si era trasformata da scuola femminile a scuola mista. Tuttavia, era abbastanza raro che qualcuno si trasferisse dopo appena due mesi. Beh, quel qualcuno ero io. Cacciato via dalla mia vecchia scuola perché gli insegnanti non ne potevano più di me. Non stavo mai attento, avevo un atteggiamento fin troppo strafottente e noncurante, ma tuttavia avevo sempre il massimo dei voti. E si erano stancati. Cacciato all’inizio del secondo anno di liceo: che fortuna, Aster Kazetsuki.
 
La professoressa entrò in classe, e annunciò:
-So che molti di voi saranno stupiti, e che è inusuale avere un nuovo compagno in questo periodo dell’anno, ma ne abbiamo uno, perciò per favore vi prego di far attenzione: questo è Kazetsuki Aster.-
Entrai, mentre il vento che fluiva dalla finestra aperta faceva ondeggiare leggermente i miei lunghi capelli bianchi, striati in azzurro ghiaccio. Una volta che mi voltai a osservare la classe, composta da circa 20 ragazze e da 10 ragazzi, il ciuffo argenteo che mi ricopriva l’occhio sinistro fu sollevato da una improssiva folata di vento, rivelando il mio occhio azzurro ghiaccio. Tutti mi guardarono stupiti, notando che al contrario del sinistro, il mio occhio destro era grigio cenere.
-Non essere timido, Kazetsuki-san. Presentati.-
Spinto dalle parole della professoressa, feci come richiesto, ma non con il tono allegro tipico di un nuovo studente: lo feci con il mio classico tono inespressivo e glaciale.
-Il mio nome è Kazetsuki Aster. Molto piacere. Spero di non arrecarvi troppo disturbo.-
Tutti nella mia classe non proferirono parola: avevo colto nel segno. Più indifferente sei, meno problemi ti crei e meno persone vogliono stringere un legame con te. La professoresa commentò:
-Wow... che presentazione fredda... vabbé, ad ogni modo, Kazetsuki-san, è libero il posto in fondo vicino alla finestra. Puoi sederti lì.-
Non risposi, e mi avviai verso il posto che l’insegnante mi aveva assegnato. Trascorsi le ore che separavano l’inizio della prima ora dall’orario del pranzo come mio solito, facendo finta di seguire le lezioni con sguardo svogliato e pensando ai fatti miei. Appena suonò la campanella del pranzo, mi fiondai fuori nel cortile, presi un panino con gli yakisoba speziati al wasabi e una bottiglietta di Pocari Sweet, per poi sedermi su una panchina. Aprii il libro che stavo leggendo, e addentai un morso del panino. Quando adoravo il gusto piccante. Non feci in tempo a leggere due righe, che una ragazza, che all’apparenza sembrava piuttosto graziosa, con i suoi lunghi capelli castani e i suoi profondi occhi nocciola nascosti da un paio di occhiali: la riconobbi, era una delle mie compagne di classe. E io che speravo di essere lasciato in pace...
-Posso sedermi qui, Kazetsuki-kun?-
La squadrai con il mio occhio grigio cenere, per poi rispondere freddamente:
-Non c’è seduto nessuno, e non vedo perché dovrei impedire che qualcuno si sieda.-
-Quindi è un sì, Kazetsuki-kun?-
Non risposi, seguendo il principio del “chi tace acconsente”. Sedendosi, la ragazza si presentò con un sorriso:
-Io sono Kiriryū Aika!-
Non notando alcuna mia reazione, mi disse:
-Ma tu sei sicuro di essere un ragazzo? Cioè, una ragazza che viene definita “carina” da gran parte degli studenti maschi si siede vicino a te, ti sorride e tu non fai nulla?-
Chiusi il libro con forza, mentre ingoiai l’ultimo pezzo del panino. Bevvi un sorso dalla bottiglietta e poi le risposi:
-Non so per chi tu mi abbia preso, ma questi approcci con me non funzionano. Ci sono tanti altri studenti probabilmente migliori di me. Vai a far compagnia a loro.-
Mi alzai, tenendo il libro nella mano sinistra e dandole le spalle. Lei si alzò e mi afferrò il braccio destro, bloccandomi.
-Si può sapere cos’hai? Non si può nemmeno cercare di fare amicizia con te?-
Quelle parole non mi colpirono affatto. Liberai il mio braccio, mi voltai verso di lei e la guardai dall’alto in basso, considerando la differenza d’altezza:
-Che cos’è l’amicizia se non un rapporto di sfruttamento reciproco dei beni altrui?-
Non sapendo come tentare di rispondere, Aika-san non parlò, così continuai.
-Non ho interesse a stringere alcun tipo di rapporto. Non l’ho fatto nella mia vecchia scuola e non lo farò qui. Se vuoi considerarmi tuo “amico” fai pure. Alla fine, non mi interessa. Se non ti dispiace, ora mi cerco un posto più tranquillo per continuare a leggere il mio libro.-
-Ehi, aspetta, non volevo offenderti, io...-
Me ne andai senza sentire il resto. Tuttavia, ebbi l’impressione di essere osservato...
 
Passai il resto della giornata a non fare nulla come avevo fatto anche durante la mattinata. Appena uscii dalla porta della scuola, vidi una bellissima ragazza dai capelli rossi come il sangue, e mi fermai. Era la prima volta che provavo una sensazione di stupore tale. Cercai di non dare nell’occhio, ma lei mi notò con i suoi occhi di un colore misto fra il verde e il blu. Mi guardò, inespressiva, per poi dirigersi verso la vecchia ala non più utilizzata della Kuou Academy. Fui tentato di seguirla, ma fui fermato da Aika-san, che si fermò davanti a me con al suo fianco una ragazza bionda e con gli occhi azzurri, la quale indossava una divisa da tennis, che faceva sicuramente risaltare il suo fisico.
-Abe-senpai! Lui è il ragazzo!-
La ragazza bionda si portò più vicina a me, e mi disse:
-Io sono il capitano del club di tennis, Kiyome Abe. Sembra che tu abbia insultato una delle mie kohai... ciò che non sai è che un’offesa fatta a una mia kohai è un’offesa fatta a me. Perciò ti sfido ad una partita di tennis: se perderai, chiederai scusa ad Aika-chan. O preferisci scusarti subito, in modo da evitare l’umiliazione?-
La fissai intensamente.
-Sfida accettata.-
-Al campo da tennis, fra 20 minuti. Hai tutto il tempo per cambiarti e trovare una racchetta.-
-E sia.-
Mi girai nel mio consueto modo, lasciando fluire i miei capelli, dirigendomi verso lo spogliatoio maschile. Sentii un commento da parte di Abe-senpai:
-Quel modo di girarsi... quell’aspetto... io ho già visto quel ragazzo da qualche parte... ma dove?-
 

L’angolo di Zael

Sto leggendo le light novel, sto guardando gli special, ho guardato 4 volte prima serie dell’anime aspettando la seconda che dovrebbe iniziare questo autunno. Non potevo non fare su una fic su HighSchool DxD. Ho sostituito quel pervertito del protagonista (Hyoudou Issei) con il mio OC, anche se manterrò inalterati i poteri di Issei, che saranno quelli dell’OC, anche se NON manterrò le tecniche pervertite, il mio OC non è il tipo. Ho deciso di dare più risalto ad alcuni personaggi (Aika, Abe) e di inserire nell’harem, oltre alle ragazze già presenti in quello originale di Issei nelle light novel, altre ragazze (Aika, Abe, Sona). Farò progredire la fic in modo diverso dalla light novel, ma alcuni eventi rimarranno inalterati. Ah, sapevate che c’è un personaggio (una dei principali XD) che si chiama Asia Argento? XDXDXD Ci vediamo al primo capitolo!

Zael

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Capitolo 2
*** Life One - Death ***


LIFE ONE - DEATH


Entrai nello spogliatoio maschile, e giunsi davanti all’armadietto che mi era stato assegnato. L’avevo riempito con i miei effetti il giorno prima, perciò mi sembrò quasi strano doverli subito usare.
-Kiyome-senpai, non sai contro chi ti stai per battere.-
Indossai la mia divisa da tennis personale, completamente nera se non per una sottile linea rossa e blu che divideva in diagonale la maglietta, e indossai le scarpe da tennis, nere anch’esse. Presi la racchetta, ancora all’interno del fodero, e uscii dalla porta che dava sui club sportivi. Camminai lentamente verso il campo da tennis di fronte a me, e notai che si era creata una grande folla, la quale evidentemente voleva vedere l’incontro, o, più propriamente, lo scontro, fra me e il capitano del club di tennis.
-Non hai ancora estratto la tua racchetta, Kazetsuki-kun?-
Guardai con ferocia la mia senpai, forse pensava che non fossi in grado di competere.
-Non avevo alcun rancore contro di te, Kiyome-senpai. Ma nessuno può chiamarmi Kazetsuki-kun senza avere un rapporto almeno di conoscenza. E, a parte per i rispettivi nomi e per ciò che all’occhio è possibile vedere, noi non ci conosciamo affatto. Ora però lasciami il tempo di estrarre la mia racchetta.-
Aprii la zip del fodero, ed estrassi la mia racchetta: rossa come il fuoco, intarsiata da disegni raffiguranti un drago rosso avvolto dalle fiamme; leggera e maneggevole quanto potente.
-Come osi chiamarmi per nome? Ti sconfiggerò anche per questo!-
Poi però aggiunse, a voce più bassa:
-Ho già visto quella divisa... e anche quella racchetta...-
-Abe-senpai? Va tutto bene?-
-Sì, Aika-chan. Ma ho già visto quella racchetta e quella divisa... e anche il modo in cui si è girato prima... ma non riesco a ricordare dove.-
-Magari Kazetsuki-san li ha copiati da qualche atleta importante...-
Impugnai la racchetta con la mano destra, mentre sentivo la conversazione delle due; ma a quell’ultima frase, risposi intromettendomi:
-Non ho mai copiato nulla da nessuno in vita mia. Ad ogni modo, niente arbitro?-
-Lo farò io.-
Una ragazza dai capelli neri corti e con gli occhi viola nascosti da un paio di occhiali professionali dichiarò la sua partecipazione. Tutti si impietrirono alla sua comparsa, e Kiyome-senpai esclamò:
-Kaichou, è un’onore averla come arbitro. Ma perdoni la mia impertinenza, perché?-
-Volevo conoscere Kazetsuki-san. Ma sembra che tu in questo mi abbia preceduto; ad ogni modo, vediamo che cosa è capace di fare contro il capitano del club di tennis, quindi potrebbe essere una sfida niente male.-
E così lei lo sapeva? Beh, almeno sarebbe stata imparziale. Si sedette sulla sedia dell’arbitro, accavallò la gamba sinistra su quella destra e diede inizio allo scontro.

La prima battuta spettava a Kiyome-senpai. Lanciò una palla veloce e precisa alla mia destra, ma fui abbastanza veloce per rispedirla al mittente in diagonale media. Sarebbe stata una partita dura, sia per me che per Kiyome-senpai. Ma io avrei prevalso... anche se era da tempo che non giocavo con così tanto agonismo. La palla fu ribattuta verso la mia sinistra, e io riuscii a colpirla con un rovescio. Il primo set si stava dimostrando per quello che realmente era: non un incontro, ma una battaglia vera e propria. Colpo su colpo, battuta su risposta, diritto su rovescio, schiacciate su piatti: ogni singolo colpo era perfetto. Giungemmo alla fine del primo set con Kiyome-senpai in vantaggio di parità. Un mio errore, e avrei perso il primo set. La battuta era sua, e scoccò un colpo decisamente veloce e potente, che io riuscii a toccare solo con il bordo della racchetta, consegnandole di fatto il primo set. Kaichou decise per una breve pausa di 5 minuti: sia io che Kiyome-senpai eravamo ricoperti di sudore. Mi sedetti sulla panchina dal mio lato del campo: dovevo riprendere fiato in vista del secondo set; sarei stato io a battere, perciò dovevo pianificare tutto con cura. Qualcuno però mi porse una bottiglietta di Pocari Sweet. Alzai lo sguardo e notai che si trattava di una ragazzina con i capelli grigi e gli occhi nocciola, accompagnata dalla ragazza dai capelli rossi che avevo visto prima e da altre due persone, una ragazza e un ragazzo: la ragazza aveva i capelli neri e gli occhi viola, e per fisico rivaleggiava con la ragazza dai capelli rossi; il ragazzo invece aveva i capelli biondi e gli occhi grigi, e un fisico snello simile al mio.
-Grazie.-
Presi gentilmente la bottiglia di integratore dalla mano della ragazzina, e la ragazza dai capelli rossi presentò sé stessa e gli altri:
-Io sono Rias Gremory, del terzo anno. Loro sono, rispettivamente, Toujou Koneko, del primo anno, Himejima Akeno, del terzo, e Kiba Yuuto, del secondo, come te. Noi siamo il Club per la Ricerca sull’Occulto.-
-Molto piacere. Io sono...-
La ragazza dai capelli rossi m’interruppe e disse:
-Sappiamo già chi sei, Kazetsuki Aster-san. E sappiamo che non è da te perdere il primo set di una partita di tennis.-
E così, oltre a Kaichou, anche loro lo sapevano.
-Vai e vinci. Kiyome mi è sempre stata antipatica.-
Si posizionarono vicino alla sedia dell’arbitro, mentre Kaichou dava inizio al secondo set dei tre stabiliti.
Velocemente, colpo su colpo, io e Kiyome-senpai continuammo a darci battaglia. Questa volta però lei sembrava più affaticata: non riusciva a reggere i miei stessi ritmi? Cecai di smorzare il più possibile la velocità del gioco. Quando lei capì cosa stavo cercando di fare, mi urlò contro:
-Cosa stai cercando di fare???-
-Farti recuperare le forze. Sei più affaticata, non te ne sei resa conto? E io non mi diverto a sconfiggere gli avversari se non sono a piena potenza.-
Mentre lei continuava incessantemente a martellarmi di palle veloci e potenti, io smorzavo la velocità e le rimandavo palle lente, ma appena giungemmo ancora alla parità del punteggio, mi portai facilmente in vantaggio e sferrai un colpo devastante alla palla della vittoria, con la quale vinsi il secondo set, portandoci sulla parità. Mentre mi ritrovavo sulla mia panchina a riposare e a finire di bere, si avvicinò ancora Rias-senpai, la quale mi chiese:
-Perché non hai ancora usato quel colpo?-
-Lo userò per vincere, Gremory-senpai.-
In quel momento, si avvicinarono Sona-senpai e Kiyome-senpai, ma fu Kaichou a parlare.
-Pensavo di farla finire in parità, Kazetsuki-san. Abe-san è d’accordo, ma tu come la pensi? Ci deve essere unanimità.-
-No, Sitri-senpai. Sono stato sfidato, e porterò fino in fondo la sfida. Pareggiare è come arrendersi, per me. Propongo la modalità a colpo singolo.-
Kiyome-senpai ridacchiò, e accettò la mia proposta. Dopo tutto, toccava a lei battere: chi avrebbe fatto punto avrebbe dichiarato la vittoria. Il capitano del club di tennis scoccò una palla velocissima e potentissima diretta alla mia destra, proprio come volevo. La colpii con un diretto, rispedendola in diagonale totale. Ma mentre Kiyome-senpai aspettava il rimbalzo, al giungere di esso, la palla cambiò direzione, spiazzandola completamente e finendo sul fondo con un secondo rimbalzo.
-Ho vinto.-
-Quel colpo... tu sei il ragazzo che ha vinto i campionati nazionali giovanili alle medie! Ecco dove avevo già sentito quel nome e visto quella racchetta...-
Cadde sulle ginocchia, chiedendo scusa ad Aika-san che si era avvicinata a lei per consolarla. Mi avvicinai anche io, e tesi la mia mano a Kiyome-senpai, aiutandola a rialzarsi.
-Credo sia stata una bella partita, Abe-senpai. Ad ogni modo, sono comunque nel torto. Kiriryū-san, mi dispiace per il mio comportamento precedente. Non ero di buon umore.-
Aika-san, resasi conto dell’imbarazzo che avevo affrontato per scusarmi, si scusò anch’essa per essere stata troppo insistente. Mi si avvicinarono Sitri-senpai e Gremory-senpai, congratulandosi per la mia vittoria.
-Vi rubo il vincitore, ragazze.-
Gremory-senpai mi trascinò vicino alla porta dello spogliatoio maschile, e mi diede un foglietto di carta sul quale erano disegnati degli strani simboli all’interno di alcuni cerchi concentrici.
-E questo cos’è, Gremory-senpai?-
-Quello è un mio regalino. Mettilo in tasca: chissà, potrebbe tornarti utile!-
Se ne andò, facendo fluire i suoi capelli rossi. Entrai e mi cambiai, misi quel foglietto in tasca, come mi aveva detto Rias-senpai, e uscii. Mi incamminai verso la casa dove vivevo da solo, da quando i miei genitori partirono per un viaggio d’affari e morirono in un incidente aereo. Con l’eredità avevo comprato una casa piccola, ma funzionale alla vita da solo, nonostante avesse più stanze da letto, per eventuali ospiti.
-Tu sei Kazetsuki Aster-san, vero?-
Mi voltai e vidi una ragazza con un’espressione feroce, dai capelli neri e con gli occhi viola. Sembrava vestita pronta per una festa sadomaso, ma la cosa più strana erano le due ali nere che le spuntavano dalla schiena.
-Sì. Tu saresti?-
-Il mio nome è Raynare. Sono un Angelo Caduto.-
Creò una lancia di luce viola nella sua mano, e mi trafisse. Dopo alcuni secondi, la lancia scomparve.
-Perché?-
-Dovevi chiederlo a chi ti ha donato il Sacred Gear.-
Sangue. Sangue usciva dall’enorme ferita del mio addome. Portai una mano a toccare il sangue, non volevo che fosse vero. Ma anche i miei occhi riconobbero la verità della cosa: anche l’ultima speranza se n’era andata. Sangue, rosso sangue. Come i capelli di quella ragazza, Rias Gremory. Non so perché pensavo a lei in quel momento. Ma probabilmente era per una seplice associazione di idee. Morire così, senza un motivo, senza un perché. Cosa diavolo è il Sacred Gear? Sorrisi. In fondo, non potevo fare altro. Vidi una piccola luce rosso sangue che brillava nella mia tasca, ma fu l’ultima cosa che vidi. Poi, mi lasciai andare al dolce abbraccio della morte.

La sveglia suonò, più e più volte. La cercai con una mano e la spensi, per poi dire:
-Che strano sogno...-
Mi tastai l’addome, non c’era nessun buco, e dubitavo anche ci fosse stato. Mi tolsi le coperte, rimanendo nudo. Dormire senza vestiti era una delle mie tante abitudini. Mi alzai dal letto, e mi stiracchiai. Mi girai per sistemare le coperte e la vidi, nuda anche lei. Capelli rosso sangue. Rias Gremory, del terzo anno, mia senpai, era distesa, nuda, sul mio letto.
-Qualcuno mi dica che cazzo ho combinato ieri.-

L’angolo di Zael

La scena di Rias nuda nel letto del protagonista c’è ANCHE nella light novel e nell’anime. Stavo pensando... Aika e Kiyome non le metto nell’harem... forse ci faccio rientrare Raynare, che nella light novel e nell’anime muore. Boh. Ad ogni modo, dopo metto le immagini dei personaggi (che sono comparsi nell’anime, quindi niente Aika e Kiyome) che ho citato, e che saranno costantemente presenti (le metto tutte in fila, dovrete scorrere la pagina per vederle... mi scuso per l'eccessiva grandezza di alcune di loro). Al prossimo capitolo!

Zael

Rias Gremory:


Akeno Himejima:


Koneko Toujou:


Sona Sitri:


Raynare:


Yuuto Kiba:

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Capitolo 3
*** Life Two - Rebirth ***


LIFE TWO - REBIRTH

 
Fissai Rias, il suo corpo perfetto. Sul serio, non so cosa mi trattenesse dal saltarle addosso... non ne ho idea, forse non ero semplicemente il tipo. La ragazza mugolò, si stropicciò gli occhi e poi si svegliò.
-Ciao Aster-kun.-
Continuavo a fissarla, e lei fissò me. O meglio, una parte di me, finché non me ne accorsi e mi coprii le parti intime.
-Che ci fai nel mio letto, Gremory-senpai?-
-Puoi anche chiamarmi Rias, lo sai? Dopo tutto, adesso siamo intimi.-
Intimi?? Che intende dire??
-Non ti preoccupare, sono ancora vergine. Non ho approfittato del tuo corpo mentre dormivi.-
-Ma allora perché siamo nudi? Va bene che io dormo nudo abitualmente, ma...-
Mi guardò con uno sguardo e un sorrisetto malizioso, e io non feci che balbettare, ma lei mi spiegò, sedendosi e accavallando le gambe:
-Tu sei morto, Aster-kun. Quel foglietto che ti ho dato mi ha evocato quando tu sei morto perché hai pensato a me subito prima di morire. Io sono un demone, Aster-kun, e adesso lo sei anche tu. Ho dovuto utilizzare tutti e otto i miei Pedoni Infernali per poterti resuscitare... ma sento che hai un Sacred Gear potente. Siamo nudi perché dopo aver usato i Pedoni Infernali ho dovuto ricoprire il tuo corpo con la magia per farlo guarire ed adattarlo... e quello era il metodo più rapido.-
La guardai e caddi all’indietro schiantando a terra il mio fondoschiena.
-Un demone? Pedoni Infernali? Sacred Gear?-
Mi guardò e mi disse:
-Ti spiegherò tutto oggi pomeriggio. Manderò nella tua classe un messaggero a chiamarti. Da questo pomeriggio fai parte del Club per la Ricerca sull’Occulto.-
Ci rivestimmo, le preparai la colazione e ci dirigemmo a scuola. All’ingresso, fummo sotto gli sguardi attoniti di tutti, e sentii un commento provenire dalla folla:
-Rias Gremory-senpai con il nuovo ragazzo? Quello del secondo anno che ieri ha battuto Kiyome-senpai? Non ci credo!-
In linea di massima, erano quelli i commenti che giravano, con poche differenze l’uno dall’altro. Poco male, non mi dispiaceva: in fondo, avevo pur sempre dormito con una delle tre bellezze della Kuou Academy, le quali erano, oltre a Rias, Akeno e Sona.
-Ci vediamo, dopo, Aster-kun.-
Rias si diresse verso le classi del terzo anno, mentre io, fra gli sguardi assassini dei ragazzi, mi dirigevo alla mia classe. Appena entrato, trovai lì una ragazza del terzo anno, dai capelli neri e con gli occhi con una particolarità: erano eterocromi come i miei, ma il destro era marrone chiaro e il sinistro viola. Inoltre erano nascosti da un paio di occhiali.
-Tu sei Kazetsuki Aster-san?-
-Sì. Dato che ieri non ti ho visto nella mia classe, immagino che tu sia di un’altra classe e che mi stessi aspettando qui. Sto sbagliando?-
-Hai un ottimo intuito, Kazetsuki-san. Il mio nome è Tsubaki Shinra, e sono la Fukukaichou della scuola. Frequento il terzo anno. Sono stata incaricata da Sona-kaichou di farti visitare ogni ambiente della scuola. I professori lo sanno già. Lascia pure qui la borsa, saremo qui per l’ora di pranzo.-
Feci come ordinato, e mi diressi all’esterno della classe con Shinra-senpai. Mentre percorrevamo i corridoi, mi fece una domanda:
-Sento una strana energia provenire da te... vieni con me.-
Mi prese il braccio e mi trascinò letteralmente nell’ufficio del Consiglio Studentesco, dove lì si trovava Sona-senpai.
-Sona-san, ecco lo studente richiesto.-
-Grazie Tsubaki. Rimani qui.-
Tsubaki non uscì, e Sona mi disse:
-Kazetsuki-kun, sarò franca con te. Voglio che tu faccia rinascere il Comitato Disciplinare: hai provato il tuo valore ieri, e tutti già ti rispettano. Acconsenti?-
-Sì, Sitri-senpai.-
-Non mi piace rivolgermi alla gente per cognome... chiamami Sona, io ti chiamerò Aster.-
-Come preferisce, Sona-kaichou.-
-Bene, Aster-kun... posso farti una domanda? Rispondi sincermente.-
-Rispondo sempre sinceramente alle domande, Sona-senpai.-
-Cosa ci facevi questa mattina con Rias-san?-
-Ecco...-
Tsubaki s’intromise:
-Sona-san, questo ragazzo ha un’energia demoniaca in corpo.-
-E così sei già diventato un demone per Rias, eh? Peccato, ti avrei voluto io... mi dovrò trovare qualcun altro. Che Pezzo Infernale ha usato?-
-Mi ha detto di aver usato otto Pedoni Infernali, anche se non so cosa significa... comunque non ci credo, prima Rias-senpai è un demone, ora anche Sona-senpai...-
-Tutti i componenti del Consiglio Studentesco e del Club per la Ricerca sull’Occulto lo sono, Aster-kun.-
Fu Tsubaki a rispondere, e poi continuò:
-Tu fai già parte del Club per la Ricerca sull’Occulto, ma Sona-san ha chiesto a Rias-san di poterti affidare anche il Comitato Disciplinare.-
Sona-senpai fu sorpresa:
-Otto Pedoni Infernali? Devi avere qualcosa di potente... questo pomeriggio io e Tsubaki andremo al tuo Club. Voglio parlare con Rias.-
-Rias-senpai mi ha detto che dopo pranzo avrebbe mandato qualcuno a prendermi in classe.-
A Sona e a Tsubaki scintillarono gli occhi dietro agli occhiali, ma fu Kaichou a rispondermi:
-E allora mangeremo con te. Puoi tornare in classe ora. Accompagnalo, Tsubaki.-
Tsubaki mi accompagnò, e mi disse che ci saremmo rivisti nella mia classe a pranzo. Sul serio, non capisco cosa ci trovino tutti queste senpai demoni nella mia persona.
 
A pranzo, aprii il bento che mi ero preparato: non avevo avuto molto tempo a causa di Rias-senpai, la quale mi aveva praticamente obbligato a preparare un bento anche per lei. Solo riso e uova fritte, sia per me che per lei. Spero si accontentasse.
-Aster-kun.-
La classe fu completamente stupita dal veder entrare Kaichou e Fukukaichou.
-Sona-senpai, Tsubaki-senpai.-
Le due presero due sedie libere e le girarono verso il mio banco, posando i loro bento sul mio banco. Inevitabili i commenti della classe, del genere:
-Questa mattina Rias-senpai e adesso Sona-kaichou e Tsubaki-fukukaichou... ma che cos’ha quel tipo?-
Scrollai le spalle, e iniziai a mangiare il bento, cose sa che fecero anche le due senpai. Con molta tranquillità finimmo il pasto, quando Tsubaki-senpai mi consegnò una busta di carta:
-Dentro c’è l’uniforme del comitato disciplinare. Vai a cambiarti.-
Subito mi diressi nei bagni maschili, mentre Sona-senpai e Tsubaki-senpai venivano circondati dai miei compagni di classe, e immediatamente tempestate di domande. Non ci misi molto, e quando uscii, indossavo l’uniforme bianca e blu del comitato disciplinare, mentre l’altra uniforme si trovava nella busta.
Tornai in classe, e pochi secondi dopo arrivò, circondato da uno stuolo di ragazze, Yuuto Kiba, che mi venì incontro.
-Aster-san. Rias-senpai ti aspetta. Bella la nuova uniforme.-
-Grazie, Yuuto-san. A proposito, Sona-senpai e Tsubaki-senpai hanno deciso di venire, spero non sia un problema.-
Il biondo fece di no con la testa, e uscimmo dalla classe, mentre vari gruppetti di ragazze commentavano:
-Prima Rias-senpai, poi Kaichou e Fukukaichou... e adesso Yuuto?-
Maledette fangirl yaoi.
 
Giungemmo nella vecchia ala, dove avevano sede solo il Club per la Ricerca sull’Occulto, il Consiglio Studentesco e il Comitato Disciplinare. Entrati nella sede del Club, notai che aveva un arredamento piuttosto gotico, e che, seppur nascosta, era presente pure una doccia.
-Nella vecchia ala, tutte e tre le sedi hanno una doccia interna.-
Quello mi fu spiegato da Tsubaki-senpai. Uscirono dalla stanza della doccia Rias-senpai e Akeno-senpai, già rivestite con l’uniforme. Scambiarono velocemente i saluti con Sona-senpai e Tsubaki-senpai, e poi Rias-buchou mi rivolse la parola.
-Aster-kun. Credo che sia ora di continuare la conversazione di questa mattina. Come avrai capito, anche tu, ora, sei un demone.-
Dai corpi di tutti i presenti comparvero delle ali di pipistrello all’altezza dei fianchi, mostrando così la nostra specie. Poi Rias mi chiese:
-Prima di spiegarti tutto, vorrei che ti concentrassi intensamente.-
Feci come ordinato. Mai mi sarei aspettato di vedere ciò che avrei visto.

 

L’angolo di Zael

Ho aggiunto ad Aster anche la carica di unico membro del comitato disciplinare... perché? Perché mi piace troppo la divisa del comitato disciplinare che c’è in Medaka Box, perciò l’ho messa anche qui XD Fa la sua apparizione una nuova ragazza, cioè Tsubaki (sotto la firma l’immagine). Per evitare di fare confusioni con gli onorifici giapponesi:
-senpai: studente più grande.
-kohai: studente più piccolo.
-kaichou (Sona): presidente del consiglio studentesco.
-fukukaichou (Tsubaki): vicepresidente del consiglio studentesco.
-buchou (Rias): presidente di un club.
-fukubuchou (Akeno): vicepresidente di un club.
Per chiunque non abbia visto almeno un anime scolastico in lingua originale subbato, questo sarà utilissimo. Anticipazioni: nel prossimo capitolo troveremo i poteri di Aster (uno è quello del protagonista della light novel/anime, l’altro l’ho aggiunto io), una nuova ragazza (Asia Argento... non è colpa mia se si chiama così XD), scopriremo cosa sono e a cosa servono i Pezzi Infernali (fra cui i Pedoni... viene in mente niente?) e ci sarà un finale a sorpresa. Al prossimo capitolo!

Zael


Tsubaki Shinra:

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Capitolo 4
*** Life Three - Dragon ***


LIFE THREE - DRAGON

 
Mi concentrai intensamente come mi era stato detto di fare, e sentii una strana energia pervadere il mio corpo, e, una volta riaperti gli occhi, alzai il mio braccio destro: su di esso c’era una sorta di guanto a scaglie, rosso e giallo con un grosso gioiello verde incastonato al centro.
“Ma che cosa?”
Alzai il mio braccio sinistro, e notai che al mio dito medio era apparso un anello nero, con la corolla di una rosa nera in metallo come se fosse a decorazione. Rias applaudì contenta, e commentò:
-Ho fatto bene a usare ben otto Pedoni Infernali su di te, Aster-kun.-
Sona guardò attentamente quella sorta di guanto, e si inginocchiò come fecero anche Koneko, Kiba e Tsubaki. Sembrava invece che Akeno fosse l’unica ad essersi accorta dell’anello, ad ogni modo.
-Sono ben due Sacred Gear, Rias. E uno di essi...-
Sona-kaichou non riuscì a terminare la frase che Rias la concluse per lei.
-Sì, uno di essi è il Boosted Gear... il Sacred Gear nel quale è rinchiuso il potere del leggendario drago rosso gallese, Ddraig, uno dei due draghi celestiali...-
Rias mi guardò negli occhi:
-Sei molto potente, Aster-kun... devi sapere che i Sacred Gear sono degli artefatti forgiati da Dio in persona, e da lui donati ai viventi.-
Annuii, e Rias continuò:
-Il tuo appartiene alla categoria dei Sacred Gear dei draghi, e in particolare ai draghi celestiali, che sono i due draghi più potenti in assoluto. Beh, forse non in confronto al Great Red e a Ouroboros, ma sono dettagli.-
Poi mi fece sedere, e mi disse:
-Riguardo agli otto Pedoni Infernali... all’Inferno esistono delle competizioni chiamate Rating Games. I Pezzi Infernali sono come i pezzi degli scacchi, e ogni pezzo può essere assegnato a una persona che diventa un demone. Al momento, avendo usato tutti i miei otto Pedoni, sei il mio unico Pedone, Akeno è la Regina, Yuuto è un Cavallo e Koneko è una Torre.-
-E lei, Rias-senpai?-
-Io sono il Re.-
Poi mi indicò Sona e Tsubaki:
-Anche Sona è un Re, e Tsubaki è la sua Regina. Facciamo parte di una squadra differente.-
-Ma questo non ci ferma dal rimanere amiche, in ogni caso, Rias-san.-
La risposta di Sona fu rapida e decisa, cosa che fece sorridere e annuire Rias-senpai, che però s’incupì improvvisamente una volta che Akeno-senpai le sussurrò una cosa all’orecchio.
-Aster-kun... alza la mano sinistra.-
Il tono di Rias era cambiato, più temibile e pauroso. Feci come ordinato, alzando la mano con l’anello.
-Quel Sacred Gear... Akeno, avevi ragione.-
Le guardai in cerca di risposta, ma ora che anche gli altri si erano accorti dell’anello, mi guardavano con sospetto, e io non sapevo cosa dire per giustificarmi. Rias si sedette, e mi guardò:
-Il tuo secondo Sacred Gear... è un Sacred Gear che può essere posseduto solo dagli angeli caduti. Il Black Thorn. Ma tutto ciò non spiega perché allora tu sia morto in seguito alla lancia di luce: gli angeli caduti dovrebbero essere immuni alla luce... cosa sai sui tuoi genitori?-
La guardai, con uno sguardo pieno di dolore e tristezza:
-Genitori? E chi se li ricorda? Sono morti quando ero all’ultimo anno delle elementari.-
Rias sembrò essersi resa conto di aver combinato un casino, e si affrettò a scusarsi, ma io non ci feci caso, rispondendole:
-Non me ne importa poi molto. Ho praticamente sempre vissuto da solo, anche quando loro erano in vita, a causa del loro lavoro. Dubito anche che fossero i miei veri genitori, eravamo troppo diversi nell’aspetto... almeno questo è ciò che ho dedotto dalle foto e dai miei pochi ricordi di loro.-
Akeno si morse il labbro: aveva sollevato lei la faccenda, e ora se ne pentiva.
-Perdona anche me, Aster-kun...-
-Akeno-senpai, come ho detto, non me ne importa poi molto. Non c’è nulla per cui chiedere scusa. Se oltre a essere un demone, in vita ero anche un angelo caduto e non lo sapevo, buon per me. Avrei avuto più preoccupazioni.-
Sona-kaichou avanzò una proposta:
-Prova a spiegare le tue ali, Aster-kun.-
Mi alzai, e mi concentrai per far spuntare le ali demoniache. Con una mia però non più grande sorpresa, appervero, ma sopra di esse apparvero anche due ali nere da angelo caduto.
-Spero che non crei troppi problemi. Altrimenti penso che uccidendomi riuscirei a restituire gli otto Pedoni Infernali a Rias-senpai.-
L’opzione da me proposta con tono freddo, glaciale e inespressivo fece rabbrividire i presenti, ma in quel momento Rias-senpai si alzò e, dopo essersi avvicinata a me, mi tirò un possente schiaffo alla guancia destra.
-Valuti così poco la tua vita?-
-No. Semplicemente ho mostrato la soluzione più logica al problema. In fondo, dopo aver scoperto di essere un demone, scopro anche di non essere stato un umano nemmeno in vita. Qualsiasi persona sarebbe già sprofondata nella pazzia, eppure io sono rimasto calmo. Molto spesso la logica delle situazioni è dura, ma non mi sembra un problema così grave: sono solo due Sacred Gear, ne esisteranno molti altri. E poi non so usarli, e magari altri ne sono già in grado.-
Il mio modo di pensare così freddo e razionale fece andare su tutte le furie Rias, che mi spinse a terra, facendo ritirare le mie ali, per poi gettarsi su di me e colpirmi con tutte le sue forze sul volto, più e più volte.
-Stupido!-
La guardai con uno sguardo interrogativo. Mi accorsi che avevano iniziato a lacrimarle gli occhi.
-Noi non sappiamo se le persone che facciamo rinascere hanno dei Sacred Gear. Le facciamo soltanto rinascere. Akeno e Koneko, ad esempio non hanno un Sacred Gear!-
Anche Tsubaki parlò:
-Se è per questo nemmeno io ne possiedo uno. Eppure Sona-san mi ha fatto rinascere.-
Sentii cadere sul vio volto le lacrime di Rias, che mi spiegò:
-Tutti coloro che rinascono demoni hanno un passato difficile e una grande energia in loro. Noi possiamo percepire solo questo. Ecco perché ti avevo dato quel foglio... l’impressione che mi ero fatto di te questa mattina era diversa... non eri così... così... indifferente. Ecco... siamo stati un po’ scossi quando abbiamo notato l’altro Sacred Gear, ma questo non cambia nulla. Tu ora sei il mio Pedone.-
Rias si alzò e mi tese la mano, che io, ancora leggermente dubbioso, afferrai. Improvvisamente, Rias mi abbracciò:
-Adesso è tutto chiarito, no?-
Mi guardò, e io feci solamente un cenno d’assenso con la testa. Tanto bastò a farla sorridere, e a lasciarmi.
-Bene allora. Aster-kun, questa sera verrò a trovarti, devo spiegarti delle cose in privato.-
-Va bene, Rias-senpai.-
 
Terminata quella folle discussione, terminò anche la scuola. Non avevo voglia di tornare subito a casa, perciò gironzolai per la città. In un parco praticamente deserto, vidi una ragazza bionda vestita da suora correre all’impazzata.
-Aiuto!-
Dietro di lei apparve un viso a me familiare. Raynare.
-Vieni qui, voglio solo il tuo Sacred Gear!-
Corsi verso di lei, concentrandomi il più possibile, e saltai, mentre dicevo alla ragazza bionda:
-Ho un conto in sospeso con lei. Ti difendo io.-
Sia le ali da angelo caduto che quelle da demone erano uscite, e urlai:
-Raynare!!!!!!!!!-
Lei si accorse di me, ed esclamò:
-Ma tu...-
Sentii una potenza inebriante pervadere entrambe le mie braccia, perciò la attaccai con tutta la mia potenza.
[BOOST!]
La potenza trasmessa al mio braccio destro, al Boosted Gear, fece raddoppiare la mia potenza di base, così il mio attacco sferrato con il potere del Black Thorn fu più devastante che mai.
{KURAI HANABIRA!}
Una tempesta di petali neri di rosa, taglienti come le lame di un rasoio, colpì Raynare, che cadde a terra,
quasi priva di sensi. Ma con le ultime forze generò un proiettile di luce, che andò a colpire la ragazza bionda, colpendola al petto. Non sapendo cosa fare, portai le due in casa mia, e, dopo aver legato per bene Raynare, chiamai Rias-senpai sul cellulare.
-Senpai, è un’emergenza. Venga subito!-
Pochi minuti dopo, era già sulla mia porta di casa, ed entrò. Aspetta, quelle cos’erano, valigie?!
-La ragazzina bionda. Le sue mani... quello è il leggendario Sacred Gear di guarigione, il Twilight Healing!-
Guardai Rias, e la pregai in ginocchio:
-Ti prego Rias-bochou, salvala. Non ha fatto nulla per finire in quella situazione.-
Rias estrasse un alfiere rosso e lo posò sul petto della ragazza.
-Solo perché sei tu a chiedermelo, Aster-kun. Non per il Twilight Healing o per altro.-
 

L’angolo di Zael

Era più di un mese che non aggiornavo, e avevo pensato di cancellare la fic. Ma dopo i fallimenti di “Hoshi ni Naku Koro ni” e di “Stuck in a Virtual World”, non potevo far fallire altre due mie fic (questa ed “Enigma”, che aggiorno domani). In questo capitolo Aster dà letteralmente di matto, e Rias lo porta alla ragione. Poi ricompare Reynare (che qui, al contrario di anime, manga e light novel, avrà una storia diversa) e la ragazza bionda con il Twilight Healing, cioè... ASIA ARGENTO! (Si chiama così nella light novel, nell’anime e nel manga, non ci posso fare niente). Scusate per l’enorme ritardo. Ci sentiamo al prossimo capitolo (in attesa che mi cambino il nick name XD)!

Zael

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Capitolo 5
*** Life Four - House ***


LIFE FOUR - HOUSE

 
Rias posò l’alfiere demoniaco sul petto della suora, e poco a poco l’alfiere scomparve, mentre le ferite della ragazzina si rimarginavano pien piano. Una volta richiuse, mi voltai verso Raynare, con lo sguardo pieno di rabbia: nulla mi avrebbe fermato dall’ucciderla.
-Raynare...-
L’angelo caduto riaprì gli occhi lentamente, e quando capì di non potersi muovere iniziò ad entrare nel panico:
-Perché non posso muovermi? Dove sono?-
Le tirai un ceffone di rovescio sulla guancia destra, per poi avvicinarmi di più; le sollevai la testa tirandole i capelli, e fissai il suo volto impaurito.
-Aster-kun, aspe...-
-No, Bochou. Questa persona ha ucciso me e quella ragazzina per i nostri sacred gear: la storia deve finire.-
Sollevai il mio gauntlet e puntai gli artigli verso il petto dell’angelo caduto, dicendo:
-È arrivata la tua ora... MUORI!-
Raynare non sapeva che fare, così fece l’unica cosa possibile in quel momento: si mise a piangere, continuando a mugugnare scuse, e per un minimo di pietà, fermai il colpo a pochi centimetri dal suo bersaglio.
-Come?-
-Scusa... mi... dispiace...-
Non riusciva a parlare fluentemente, balbettava e singhiozzava in lacrime solo parole di scuse. Strinsi le catene illusorie create dal Black Thorn, facendola sanguinare e urlare di dolore.
-Quello che senti non è nulla rispetto a ciò che ho passato io... o che sta passando quella ragazzina. Ringraziami solo perché non ti ho ancora ucciso, perché io ancora so cos’è la pietà, al tuo contrario.-
Raynare alzò i suoi occhi lacrimanti sul mio volto e notò pa compresenza di ali demoniache e di angelo caduto.
-C...cosa sei tu?-
-Io sono un demone, e un angelo caduto. Non sono stato umano fin dal principio, e non lo sapevo. Raynare, tu credi di essere cattiva, ma ti farò assaporare io la vera cattiveria... sprofonderai nel più tetro terrore.-
Strinsi ancora di più le catene, facendola urlare di dolore e le urlai in faccia:
-Lo senti? LO SENTI? Questo dolore non sarà mai comparabile a quello che mi hai inferto! O a quello che hai inferto a lei!-
Indicai la ragazzina bionda che era ancora priva di sensi.
-Scu..-
-Me ne frego delle tue scuse!-
Rias mi posò una mano sulla spalla sinistra per calmarmi, e io feci rientrare le quattro ali.
-Scusami, Rias-senpai. Forse mi sono fatto prendere la mano...-
Rias mi sorrise amorevolmente, e mi chiese dove poteva portare la ragazzina bionda per poter finire il trattamento magico come aveva fatto con me. Le indicai le scale, e le dissi che c’erano due camere, la mia e una per gli ospiti, aggiungendo che poteva scegliere quella che lei preferiva. La presidentessa del club allora prese la giovane suora in braccio e s’avvio verso la scalinata. A quel punto mi voltai verso Raynare, che non aveva ancora smesso di scusarsi e di piangere singhiozzando.
-Ma la vuoi smettere?-
-Io... io... scu... sa... mi...-
Non ce la facevo più a sentire quella lagna, perciò dissolsi le catene illusorie del Black Thorn. Raynare cadde a terra, ancora singhiozzante.
-Ora vattene. Se ti incontro ancora una volta, non ne uscirai viva.-
Sollevò la testa e si gettò ai miei piedi con un’espressione affranta, continuando a piangere e a singhiozzare.
-Ti prego... non so dove andare... perdonami...-
La guardai di traverso, per nulla convinto delle sue parole, ma lei continuava a implorare e a cercare di convincermi. Rias tornò giù poco dopo, e mi chiese:
-Cosa succede?-
-Dice che non ha posto in cui tornare... io ne dubito.-
Raynare s’aggrappò ancora più forte alle mie caviglie, e implorò:
-Non gettarmi via ance tu, ti prego! Non posso più tornare dagli altri angeli caduti!-
-Perché?-
-Perché ho disobbedito agli ordini!-
Guardai Rias con espressione stranita, ma anche lei era piuttosto confusa, e, dopo averla fatta sedere, le chiese:
-Cosa intendi dire?-
Raynare sentì il mio sguardo accusatorio, e cercò di parlare senza singhiozzare:
-Io... in realtà non dovevo uccidere nessuno: dovevo solo sorvegliare il possessore del Boosted Gear, però poi per avidità ho agito di testa mia... e dopo il fallimento sono stata bandita dal Grigori, il consiglio dei tre angeli caduti più potenti. Per questo ho poi cercato di rubare il Twilight Healing da quella ragazzina, per potermi riabilitare ed essere di nuovo accettata...-
L’angelo caduto scoppiò di nuovo in lacrime, e si coprì il volto con le mani, per evitare di mostrarci ancora lacrime. Raynare poi s’alzò, e mi disse:
-Capisco benissimo che ti ho causato moltissimi problemi. Mi dispiace sul serio.-
S’incamminò verso la porta, però la fermai mettendole una mano sulla spalla.
-Senti, è tutto vero quello che mi hai detto?-
Lei annuì, e io allora le dissi:
-Vuoi rimanere qui?-
All’angelo caduto che mi aveva ucciso s’inumidirono ancora gli occhi e annuì. Stavo per spiegare come dovevano andare le cose in casa mia quando Rias si schiarì la voce:
-Aster-kun... e io dove dovrei andare? Le vedi quelle no?!-
Le... valigie. Non mi ero sbagliato: erano delle maledettissime valigie!
-M...ma io non sapevo che...-
Una voce a noi sconosciuta disse:
-Ma che cosa succede qui?-
La ragazza bionda era appena scesa dalle scale senza essersi resa contro di essere completamente nuda.
-Ma tu sei quell’angelo caduto che voleva uccidermi! E tu sei il ragazzo che mi ha salvato!-
-Non ti ho propriamente... salvato... sei morta.-
-Oh Dio... ahi!-
Appena pronunciò la parola “Dio” sentì una fitta alla testa, e Raynare ci spiegò subito il perché:
-Quello che i cristiani chiamano Dio... è morto. Ecco perché tutti coloro che lo invocano sentono dolore, specialmente i demoni.-
Raynare poi s’avvicinò alla ragazza, confusa, e disse:
-Mi dispiace... per averti uccisa.-
Presi io la parola e disse:
-Come ti chiami?-
-Asia Argento.-
Le spiegai come Rias l’avesse riportata in vita, dopo averle dato una coperta per coprirsi, e, anche se dapprima incredula, la ragazza sembrò capire dopo aver evocato le ali demoniache.
-Bene, detto questo... Rias, tu ti sei praticamente trasferita qui, Raynare, tu non hai un posto dove stare e... Asia, anche tu sei senza dimora... come ci regoliamo? Io qui ho due stanze, dividetele. Io vado a dormire in un manga café.-
-Aster-kun!-
Rias.
-Aster-san!-
Asia.
-Aster-sama!-
Raynare. Aspetta, “-sama”?
Alla fine, riuscirono a farmi rimanere. Lasciammo che Asia prendesse la stanza degli ospiti, mentre Raynare sistemava il divano letto. Ma Rias fu irremovibile: dato che avevamo già dormito assieme una volta, anche se io ero incosciente, lei insisteva che dovessimo dormire assieme.
Saliti in camera, Rias si denudò completamente, e si infilò sotto le coperte, dicendomi:
-Aster-kun... cosa aspetti?-
-Ma perché sei... nu...-
Lei si buttò su di me, togliendomi tutto, e mi rispose:
-Lo avevi detto tu che di solito dormi nudo.-
Questo sarà l’inizio di una lunga serie di fraintendimenti, me lo sento.
 

L’angolo di Zael

Saaaaalve! Da ottobre che non aggiornavo??? O_O Beh, ecco qui il nuovo capitolo, e, come promesso, non seguirò la trama dell’anime/della light novel. Non ho nulla da dire, se non che qui sotto posterò l’immagine di Asia, che è l’unico personaggio finora senza immagine xD. Al prossimo capitolo!

Zael

Asia Argento

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Capitolo 6
*** Life Five - School ***


LIFE FIVE - SCHOOL
 
Ancora non riuscivo a capacitarmi della mia situazione.
-Rias-senpai...-
Buchou era sopra di me, entrambi nudi, sotto le coperte. Lo so, le avevo detto che di solito dormo nudo, ma se in casa iniziano a girare ragazze, non credo sia un'abitudine da mantenere.
-Sì, Aster-kun?-
-Ti ringrazierei molto se non fraintendessi le mie intenzioni. Non ho assolutamente...-
Mi guardò con gli occhi tristi, e disse:
-Ho capito... ma almeno mi lasci dormire qui?-
-Non mi pare di aver detto nulla in contrario al riguardo.-
Detto questo, mi girai e chiusi gli occhi. Rias decise di stendersi accanto a me, ma ad un certo punto sentii qualcosa di soffice premermi dietro la schiena.
-Rias-senpai, sono quelle che penso siano?-
Sentii poi le sue braccia avvolgermi, e mi disse:
-Almeno lasciati abbracciare.-
Sospirai, e le diedi la buona notte. Spero proprio che debba fare lo stesso discorso ogni notte d'ora in poi.
 
La mattina seguente fui il primo a svegliarmi, e, dopo essermi vestito con la nuova uniforme bianca del Comitato Disciplinare, facendo particolare attenzione a non svegliare nessuno, scesi al piano terra, dove iniziai a preparare la colazione, o, per meglio dire, le colazioni. Non conoscendo i gusti delle ragazze, preparai, oltre al classico succo di frutta, anche latte, caffè e tè. Una volta cotto il riso, lo versai nelle scodelle in egual misura, per poi aggiungere in tavola frutta e condimenti vari.
La prima a svegliarsi fu Raynare, che subito mi salutò con un inchino:
-Buongiorno, Aster-sama.-
Ancora lievemente stordito dal sonno, le chiesi:
-Senti, come mai questa storia del "sama"?-
Lei arrossì e rispose, imbarazzata:
-Lei mi ha salvato la vita, mi ha accolta, e mi ha protetta dopo il mio esilio da parte del Grigori. Rimarrò per sempre in debito con lei, e mi sembra doveroso chiamarla con rispetto e riconoscenza.-
La guardai, ulteriormente rimbambito da tutto quel ragionamento, e le risposi semplicemente:
-Come ti pare...-
Mi sedetti e iniziai a mangiare, e poco dopo scesero anche Rias e Asia, che, già vestite anche loro, iniziarono a mangiare assieme a noi: la colazione andò tranquilla, con le classiche quattro chiacchere della mattina. Una volta finita la colazione, io e Rias ci trovammo nella posizione di non saper che fare con Raynare e Asia:
-E ora?-
-Aspetta, chiamo Sona.-
Rias telefonò alla Kaichou, e fu subito chiarita la situazione: tramite un cerchio demoniaco vennero formate due nuove uniformi, che subito furono indossate dalle due ragazze.
-Asia, tu sarai in classe con Koneko, ed entrerai nel nostro club. Raynare, come puoi vedere la tua uniforme è bianca, quindi affiancherai Aster nel Comitato Disciplinare. Tieni a mente che dovrai nascondere le ali e non dovrai usare il potere del Sacred Gear che ti ha dato Aster, altrimenti sai bene quel che ti potrebbe succedere.-
Entrambe annuirono, e uscimmo tutti e quattro di casa.
-Asia, Koneko ti spiegherà tutto, e alla fine delle lezioni ti porterà nell'aula del club. Raynare... beh, lì sarà Aster a decidere.-
-Le mie decisioni si baseranno sul tuo comportamento durante la giornata, e soprattutto sul rispetto dei divieti che ti abbiamo imposto.-
Le due annuirono, e, camminando pian piano, arrivammo al cancello scolastico, dove tutti intanto s'erano come impietriti al passaggio di Rias, per poi posare gli occhi su di me, su Asia e su Raynare. Valanghe di commenti serpeggiavano fra la folla di studenti, e, sebbene l'avessi sopportato fino ad un certo punto, era giunta ora di smetterla. Perciò urlai:
-Giuro, al prossimo commento che sento segnalerò tutti i perpetratori al consiglio degli insegnanti per calunnia e diffamazione!-
Le voci si fermarono di colpo e, come se nulla fosse successo, la folla si dileguò all'interno della scuola. Rias mi guardò stranita, e io le risposi:
-Son qui da nemmeno una settimana e già sono riusciti a farmi saltare i nervi.-
Ci salutammo, e mentre Rias accompagnava Asia da Koneko, io mi presentai in classe assieme a Raynare, che prese il nome di Amano Yuuma. Le ore passarono con tranquillità fino alla pausa pranzo, quando esplose una lite nel cortile. Dopo aver fatto un cenno a Raynare, che aveva appena finito di mangiare, ci precipitammo subito sul luogo, dove due studenti stavano facendo a pugni.
-Calmatevi!-
Raynare, per provare la sua buona volontà, tentò di separarli, ma venne colpita allo stomaco da un calcio, cadendo a terra rovinosamente e tossendo, cercando di riprendere aria. Alla vista di ciò, mi gettai io nella mischia, placcando i due con una spallata e facendoli cadere a terra, e colpendo poi entrambi con un pugno sulla guancia, intimai loro di smettere.
-Se non volete tornare a casa con le ossa rotte, vi conviene smetterla. Intanto voi due verrete con me nell'ufficio del direttore.-
-E con quale autorità, dimmi?-
-Con quella del comitato disciplinare, ecco con quale. Non riconosci le divise bianche?-
Il mio tono di voce era altamente provocante, ma i due non osarono ribellarsi. Aiutai Raynare a rialzarsi, e le chiesi:
-Tutto bene, Yuuma-san?-
-Ora va un po' meglio, Aster-sama.-
Sul luogo, dopo qualche minuto, arrivarono Sona e Tsubaki, che chiesero cosa esattamente stesse succedendo. Ci avvicinammo a loro, e dissi:
-Sona-senpai, questi due studenti erano impegnati in una violenta rissa; Yuuma-san ha tentato di fermarli, ma è stata colpita, e quindi sono dovuto intervenire personalmente per bloccarli. Eravamo diretti ora all'ufficio del direttore per sottoporli al suo giudizio.-
Le due demoni annuirono, e Tsubaki replicò:
-Ce ne occuperemo noi, Kazetsuki-san. Porta Amano-san in infermeria piuttosto.-
-Come desidera.-
Presi il braccio di Raynare e me lo misi sulle spalle, sorreggendola:
-Andiamo, ok?-
-Ma io sto bene...-
-È meglio comunque confermarlo, ok?-
-Ok...-
-Dai, su.-
Ci incamminammo verso l'infermeria, lentamente, per evitare domande o insinuazioni varie, delle quali mi ero già ampiamente stufato la mattina. Il percorso non fu difficile, a parte per la rampa di scale, e, una volta arrivati, entrammo.
-A quanto pare non c'è l'infermiera... e vabbé.-
L'aiutai a distendersi su uno dei letti, e le sbottonai la blusa per controllare: una botta era ben visibile all'altezza del diaframma, e se fosse stata più alta, forse avrebbe potuto rompere una costola. Presi una pomata, e, dopo averla riscaldata un po' con le mie mani, iniziai a frizionare la parte contusa.
-Ma non serve, io sto... ah! È fredda!-
-Vuol dire che non l'ho scaldata abbastanza. E comunque, devo farlo, anche come premio: non hai usato il Sacred Gear, lance di luce o poteri soprannaturali. In sostanza, è una buona cosa.-
Lei rimase zitta ma sorrise, e aspettò pazientemente che finissi di massaggiare la botta.
-Sai, le tue mani sono... gentili. Ma anche forti. Come riesci a dosare tutta la tua energia?-
-Serve concentrazione. Se voglio far male, è ovvio che mi concentrerò sull'obiettivo, ma se devo usare queste mani per qualcosa di bene, devo agire con delicatezza. È difficile, ma non impossibile.-
Finii di spalmare l'unguento, e iniziai a riabbottonarle la blusa, quando lei, con una mossa d'agilità felina, mi prese il braccio e mi strattonò, facendomi cadere sopra di lei.
-Uhm... Raynare?-
-Sì?-
-Perché mi trovo in questa posizione?-
-Sul serio pensavi che sarebbe finito tutto così?-
-Non ho la minima intenzione di fare... beh, hai capito.-
Le lacrimarono gli occhi:
-Perché con Rias sì e con me no? Cos'ho che non va?-
Sospirai, e le dissi che non l'avevo nemmeno toccata la scorsa notte: piuttosto, era più o meno la stessa situazione di oggi. Le asciugai le lacrime e finii di abbottonarle la blusa: dovevamo tornare in classe.
 
Angolo di Zael
Lo so, è un sacco che non aggiornavo, chiedo scusa. Ma ora che sono finiti gli esami universitari avrò più tempo... se i miei non scassano le palle. Ma vabbé, ecco qui il nuovo capitolo, spero vi piaccia.
 
Zael

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