We are...a crazy family

di CrystalRose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Still together ***
Capitolo 2: *** 1. Nursery ***
Capitolo 3: *** 2. Isabella ***
Capitolo 4: *** 3. Photo shoot ***
Capitolo 5: *** 4. Alexi ***
Capitolo 6: *** 5. Ocean Avenue ***
Capitolo 7: *** 6. On holiday ***
Capitolo 8: *** 7. Surprise! ***
Capitolo 9: *** 8. Art is going to be her life ***
Capitolo 10: *** 9. He won't hurt you anymore ***
Capitolo 11: *** 10. Huston, we have a problem! ***
Capitolo 12: *** Epilogue: 20 years later... ***



Capitolo 1
*** Prologo: Still together ***


We are … a crazy family

 
  PROLOGO:

  Still together
 

 

-Quindi mi stai dicendo che papà ha trovato un’altra donna dopo mamma?- domandai a Jean, mio fratello, mentre preparavo il pranzo in cucina.
-Sì, esatto. Si chiama Isabella e ha qualche anno in meno di papà…-
- Quanti in meno?- chiesi voltandomi.
- Ha quarant’anni-
-Che cosaa? Ma papà ormai ne ha 54-
-Mi ha detto che è felice così-
-Bè dopo mamma sarebbe stato felice con chiunque- dissi con un velo di tristezza.
- Mi ha detto che settimana prossima vengono qui. Vuole presentarcela-
-Settimana prossima, quando? Mercoledì Ville riprende il tour-
Jean fece spallucce: - Non lo so-
Mi rivoltai verso i fornelli e in cucina calò il silenzio.
Dopo qualche secondo venni abbracciata da dietro.
-Oddio, mi hai fatto venire un colpo Ville-
-Buongiorno- disse dandomi un bacio sul collo –Ieri notte sei stata fantastica, lo sai?- disse stringendomi di più e spingendomi contro il mobile della cucina.
-Ehm Ville…-
-Mi piacerebbe ripetere tutto adesso- mi sussurrò facendomi voltare verso di lui.
In quel momento mi accorsi che indossava solo i pantaloni della tuta.
Saranno stati i fornelli accesi dietro di me comunque sentii improvvisamente caldo…
Mi tirò su facendomi sedere sul ripiano della cucina.
-Ville forse…-
-Shh non dire nulla- mi disse mentre cercava di sfilarmi la maglietta.
-Togli le mani da mia sorella. Almeno in mia presenza- disse Jean, con la lattina di birra ancora in mano, sospesa per aria.
-Ma che cazz…?- disse Luce voltandosi-…che ci fai in casa mia?- domandò poi.
-Stavo facendo due chiacchiere con mia sorella e poi è entrato un maniaco-
-Idiota- sbuffò Ville.
-Piantatela voi due!- dissi scendendo dal ripiano.
-Potevi dirmelo che c’era tuo fratello-
-Ci ho provato!-
-Ah Ginevra ma i miei nipotini dove sono?-
-Dai miei- rispose Ville.
- Capisco..serata movimentata eh?-chiese ridendo.
Arrossii.
-Insomma fatti i fatti tuoi se vuoi campare fino a cent’anni- dissi io.
- Ginevra ma fattela una risata! Siete sposati da quasi tre anni e arrossisci ancora?-
-Arrossisce sempre quando le faccio i complimenti. Soprattutto di un certo genere- disse Ville.
-Ok ora basta. Tu te ne torni a casa e tu vai a prendere i bambini. Io ho da fare qui se non l’avete notato!-
-Ma non ho la patente, lo sai- mi sorrise angelico.
-Allora io vado a riprendere i bambini e tu finisci di cucinare- dissi mollandogli un cucchiaio di legno in mano.
-Ma io…-
-Guai a te se bruci qualcosa-
-Comincio a pensare che la patente sarebbe stata utile…-sbuffò.
 

Spazio autrice:
Arieccomi….per vostra disgrazia xD
Sarà decisamente più sulla commedia questo sequel, quindi posate le armi in un cassetto!
Penso che decisamente si riderà ancora!!
Grazie ancora a chi ha seguito la prima parte e soprattutto chi seguirà questa!!
Lalla. 

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Capitolo 2
*** 1. Nursery ***


 

CAPITOLO UNO:

 

Nursery
 

 -Non capisco perché non può restare a casa- mi disse Luce infilandosi nel letto.

-Come faccio?-replicai, tirando le coperte dalla mia parte, visto che me le fregava sempre.
-Lo chiedi a me? Voi donne sapete sempre fare tutto!-rispose, tirando le coperte verso di sé.
-Prova tu a tenere in una cioccolateria due bambini, una di due anni e mezzo e l’altro di dieci mesi, senza che facciano danni in giro!-
Sbuffò.
-C’è poco da sbuffare. Tallulah andrà all’asilo-
-E va bene…-
Sorrisi
-Perfetto. Allora la portiamo domani insieme vero??-
Sgranò gli occhi
-L’hai già iscritta?-
-Certo! Se aspettavo te…-
-Grazie eh!-
-Prego- mi avvicinai al suo viso- Buonanotte-
-Buonanotte- disse, girandosi dall’altra parte, lasciandomi lì impalata come una stupida.
Non poteva pretendere che badassi a entrambi i bambini mentre lavoravo.
La faceva facile lui! Tra due giorni se ne andava in tour e tanti saluti.
Mi girai dandogli le spalle e spegnendo la luce.
 
Il mattino dopo mi svegliai di buon ora.
-Ville- lo chiamai piano.
Nulla.
Non mi andava di far tardi, quindi optai per il metodo più semplice.
Un bacio? No. Altrimenti avremmo fatto tardi seriamente.
Presi le coperte e lo scoprì.
Iniziò a mugugnare qualche insulto in finnico.
-Alzati. Dobbiamo portare Tallulah all’asilo-
-Arrivo- disse aprendo gli occhi.
 
Avevo vestito Tallulah di tutto punto: vestitino bianco, bordato di rosa, ballerine. Le avevo fatto anche i codini.
Era un amore.
-Allora Tallulah, sei contenta di andare all’asilo?- le chiese Ville, mentre l’accompagnavamo all’asilo, in auto.
-Si- rispose lei.
-Ma certo che è contenta, vero cucciola? Ti farai tanti amici!-le dissi sorridendo.
-Amiche, vorrai dire-
-Ville, amici include sia maschi che femmine, no?-
-Certo. Ma Tallulah avrà amiche non amici-
-Cosa stai blaterando?-
-Che nessun essere umano di sesso maschile si avvicinerà a mia figlia prima dei venticinque anni-
Inchiodai.
-Cazzo fai?- strillò.
-Cosa diavolo stai dicendo? È solo una bambina!-dissi ripartendo.
-I maschi di oggi sono precoci-
-Valo, tu hai dei seri problemi-
-No mia cara. Ti pare normale che a due anni una bambina abbia un fidanzatino? Guarda che ti ho sentito stamattina quando eri al telefono con Liv. “Chissà magari trova un fidanzatino”. Parole tue Ginevra! Io sono il padre e devo proteggere mia figlia!-
-Ma guarda te che discorsi fa il lovemetaller per eccellenza!-
-Ehi stiamo parlando di mia figlia! Chissene frega di quello che canto. Si parla di Tallulah. Punto.-
Scoppiai a ridere.
-Che geloso!-
-Sì, sono geloso! Anche se ha due anni. Vero Tallulah che sei la mia principessa?-
-Isä è il mio principe azzurro!- esclamò la bambina.
-Ok, ok mi arrendo!- dissi io.
 
Parcheggiai davanti all’asilo.
Una volta scesi, Tallulah schizzò nel cortile con gli altri bambini.
-Dove vai?- Ville le corse dietro.
E io me la ridevo sotto i baffi.
 
Li raggiunsi e insieme entrammo nell’edificio.
Appena l’educatrice vide Ville, il senior (ovviamente, perché il junior era con Anita) le cadde quasi la mascella. Ma, molto professionalmente, si diede un contegno.
Io mi trattenni dal ridere per l’ennesima volta.
-Piacere sono Tähti, tu devi essere Tallulah?- chiese, accovacciandosi verso Tallulah.
La bambina, in preda a un attacco di timidezza, si attaccò ai jeans del padre.
-Sì- risposi io- piacere sono Ginevra. La mamma-
-Oh sì mi ricordo. Lei è il padre?-
-Certamente- rispose - mi chiamo Ville- gonfiando il suo ego da papà.
-Lo so- rispose la giovane –Dai Tallulah saluta mamma e papà e andiamo con gli altri bambini-
-Gno!- rispose arrampicandosi su Ville che la prese in braccio.
-Dai cucciola ti divertirai- le dissi io
-Gno!-
Guardai Valo in cerca d’aiuto.
-Prinsessa, noi torniamo pomeriggio a prenderti. Di là ci sono tante bambine.. ehm volevo dire bambini con cui giocare. Ti divertirai! Ora vai con la maestra-
-Shi- rispose.
Qualcuno mi spieghi perché lui la convince così facilmente.
Scese dalle braccia di Ville e andò via saltellando e salutando con la manina.
 
Al parcheggio guardai Ville.
-Che fai piangi?-
-Mi mancherà in questi mesi. E non solo lei…-
-Lo so- risposi abbracciandolo.
-Non è che mi daresti un fazzoletto?-
-Certo! Anche un lenzuolo, se vuoi!-
Mi fece la linguaccia.
 
Al pomeriggio….
-Mamma mamma!- Tallulah mi corse in contro.
-Lo vedi quel bimbo?- mi disse indicando un bimbo biondo, sembrava un Cicciobello.
-Sì-
-Si chiama Sami. È il mio fidanzatino-
Rimasi di sasso e chiusi gli occhi, come per proteggermi dall’attacco di Valo.
-Ginevra- mi disse Valo serio. Molto serio.
Riaprii gli occhi.
-Ahem. Andiamo, - dissi voltandomi – sono solo bambini…-
-Io lo sapevo. Lo sapevo-
-Oh quante storie!-
- Se comincia così, mi farà venire un infarto un giorno…-
-Non vedo l’ora di assistere alla scena!-
Sgranò gli occhi.
-Mi vuoi morto?-
-No. Voglio vedere per quale motivo ti farà venire un infarto!- e scoppiai a ridere.

 
 
Spazio autrice:
Grazie, grazie per tutti i commenti!! Seriamente vi farete un sacco di risate, almeno spero!!
Bè un Valo geloso di sua figlia, ce lo vedo eccome!!! Mi diverte un sacco immaginare Ville in questa situazione e poi Ginevra è unica, fuori quanto basta per sopportare Valo XD
Ringraziamenti a chi ha letto e a chi ha letto e commentato: Villina, Poisoned_Tear, Polly10, silvia_selfdistruction e Kuu yo.
Pubblicità: Leggete “Soul on ice” !! La stiamo scrivendo io e Villina!! Se non lo fate vi lascio a secco con questa di Fiction! Muahahahhah a parte gli scherzi e minacce, leggetela perché è carina!!
Beso
Lalla. 

 

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Capitolo 3
*** 2. Isabella ***


Disclaimer: I personaggi di questa storia non mi appartengono(tranne quelli che non esistono nella realtà) e non intendo offenderli in alcun modo. La storia non è nemmeno scritta a scopo di lucro.

 
  
CAPITOLO DUE:

  

Isabella
 

 
 
-Il tour riparte domenica. La data di domani è saltata, perché si è allagato il palazzetto, dove dovevamo suonare-
-Ecco perché sei qui- disse Jean, accomodandosi sul divano.
-A rompere le scatole alla sottoscritta- dissi ridendo.
-Chissà com’è questa Isabella, tu sorellona che dici?-
-Bah…fratellino, basta che non sia come mamma e mi va bene tutto-
-Mi sa che lo stiamo per scoprire..- disse Ville scostandosi dalla finestra- ..hanno parcheggiato ora qua fuori-
Ci alzammo dal divano.
Tallulah fu presa in braccio dallo zio, baby Ville dal padre e io, facendo un gran sospiro andai ad aprire.
Sì ero agitata. Molto.
Volevo che mio padre fosse felice. Però vederlo accanto a un’altra donna che non fosse quella strega di mia madre, mi rendeva nervosa, anzi forse mi dava un po’ fastidio.
Aprii la porta.
Mi ritrovai davanti mio papà raggiante e accanto a sé una donna stupenda.
Avevo la sensazione che i due uomini dietro di me avessero la bocca aperta per lo stupore.
Era alta, occhio e croce, un metro e ottanta, vabbè portava i tacchi. Capelli lunghi, neri e lisci, occhi scuri e pelle diafana. Una bella bocca rossa e le unghie laccate dello stesso colore del rossetto. Vestito lungo che spuntava dal cappotto, entrambi scuri.
Papà parlò per primo:
-Non ci fai entrare?-
-Oh sì scusa. Mi ero incantata..-
Li feci entrare e richiusi la porta.
Jean era partito, aveva lo sguardo vacuo. Si vedeva lontano un kilometro che le piaceva.
Sorrisi.
Anche Valo non rimase indifferente ma bastò il mio sguardo truce per fargli cambiare idea.
-Isabella, lei è mia figlia Ginevra, la maggiore-
-Piacere- dissi
Si mosse in modo raffinato, sembrava che avesse studiato ogni movimento.
Tutti eravamo rapiti dal suo modo di fare.
-Isabella molto lieta- disse un po’ intimorita.
Ah ma allora è umana!!
Tirai un sospiro di sollievo.
-Lui invece è Jean, il minore-
-Piacere-
-Isabella-
-Questi invece…-
-Sono mio marito Ville e i nostri figli, Tallulah e Ville jr- dissi interrompendo mio papà
-Piacere Ville Hermanni-
-Isabella-
Notai che rimase incantata dalla voce di Luce.
-Bene- dissi- accomodatevi a tavola. Ville mi dai una mano?-
-Ma…ah, certo. Vuoi prenderlo in braccio?- chiese a Isabella.
-Uh ok-
-Tranquilla, non piange. È un coccolone- dissi io, vedendola un po’ incerta.
Certo per lei non doveva essere facile.
 
-Allora come ti sembra?- mi chiese Luce a bassa voce.
-Normale. È molto bella- dissi mettendo la pasta nei piatti.
-Bella è riduttivo-
Lo fulminai con lo sguardo.
-Ma tu sei la mia Venere, nessuna può competere con te!-
-Se se, arrampicati sugli specchi!-
-Sono sempre un uomo mia cara-
-Vuoi vedere che d’ora in poi canterai solo in falsetto?-
Deglutì.
-Ok, scherzavo!-
 
Tornammo nel salone con i piatti in mano.
-Allora Isabella ti piace Helsinki?- le chiese Luce.
-Sì, è meravigliosa. Sarebbe bello vederla con la neve-
-Ah per quello puoi aspettare un paio di mesi e la vedrai- le disse Jean.
-Purtroppo devo tornare a Roma-
-A Roma?- chiesi.
-Sì lavoro lì-
-E che lavoro fai?- domandai, mentre aiutavo Tallulah a mangiare con le posate.
-Sono la dirigente di un’azienda di famiglia…-
-Interessante….- commentò Jean.
-E come vi siete conosciuti con papà?-
-Ero a Milano per lavoro e passai per caso davanti alla vostra pasticceria ed entrai per comprare qualche dolcetto ed è stato un colpo di fulmine…-
-Con i pasticcini o con papà?- chiese Jean.
Scoppiammo a ridere tutti.
-Con entrambi!-
-Dovresti provare le creazioni al cioccolato di Ginevra- disse mio padre.
-Ingrasserai a vista d’occhio- disse Jean continuando a scherzare.
-Basta trattenersi!- dissi io
-Basta che non fate da cavie come me!- disse Luce facendo finta di fare una faccia schifata.
-Ma se sei il primo che mi ronza intorno quando preparo un dolcetto nuovo!-
-Bè io non potrò mangiarne per un po’…-ammise Isabella.
-Ah no?- chiesi
-Almeno non per i prossimi mesi-replicò abbozzando un sorriso
-Perché?- chiese Jean.
-Ragazzi dobbiamo dirvi una cosa….-disse mio padre.
Avevo un brutto presentimento.
E Ville era pure dall’altra parte del tavolo.
Niente supporto morale. Ma c’era Jean accanto a me.
Cercai di fare finta di nulla portandomi la forchetta con il cibo alla bocca.
-Io e Isabella…-continuò- …aspettiamo un bambino- disse sorridendo.
Jean incominciò a tossire, si stava strangolando con la birra.
Io rimasi impalata, con la forchetta ancora in bocca.
Ville aveva gli occhi sbarrati dalla sorpresa e non sapeva che fare.
Tallulah continuava a mangiare con le mani, stufa di usare le posate.
Ville jr. stava rannicchiato contro il petto di Valo e sonnecchiava.
Per un lungo minuto nessuno fiatò.
-Scusatemi- dissi alzandomi.
Vidi Ville scattare in piedi ma sentii Jean che gli diceva:- Vado io-
 
Mi chiusi in bagno e mi sedetti a terra.
Che situazione ridicola!
Questa arrivava bella tranquilla, si presentava e mi veniva a dire che era incinta?!
Non sapevo nemmeno della sua esistenza una settimana fa!
-Sorellona mi apri?- chiese Jean.
-È aperto- mugugnai.
Lui entrò.
-Hey Troll! Non fare così-
-Non chiamarmi Troll- dissi.
Si accucciò vicino a me e mi abbracciò.
-Cioè, ma ti rendi conto?!-
Sospirò.
-Sì. Ma cosa possiamo farci? Peccato perché era carina, con papà è sprecata-
-Jean!-
-Scherzavo. Ti do ragione, ma ormai il “danno” è fatto. Pensa quando lo saprà mamma!-
-Sputerà veleno come al solito-
-Torniamo di là?-
Annuii.
 
Notai che la tavola era stata sparecchiata.
Ville jr. ora dormiva nel passeggino reclinato e Tallulah era in braccio a Isabella.
Stranamente non mi diede fastidio. Anzi. Sempre meglio in braccio a lei, che a mia madre.
-Scusate io…-mormorai.
Luce si alzò e venne verso di me.
-Tutto ok?- domandò prendendomi il viso fra le sue mani.
Feci sì con la testa. Ricevetti un suo bacio sulla fronte.
-Scusa tu- disse Isabella- …in effetti è successo tutto all’improvviso. Non volevo sconvolgervi la vita così. Avrei preferito conoscervi di più prima-
-Non importa- risposi
-Sembra che Tallulah si sia già affezionata- disse Ville.
-Già- dissi.
-La mia nipotina è speciale, come sua madre- disse mio papà.
-Bene- dissi sospirando-….perchè non vi trasferite qui in Finlandia? Avrei bisogno di una mano in cioccolateria-
-Così Tallulah rimane a casa?- chiese Luce speranzoso.
-No, mio caro. Continuerà ad andare all’asilo-
-Perché dovrebbe restare a casa?- domandò mio padre.
-Lunga storia…Lasciamo perdere-

  
 
Spazio autrice:
Sembra un po’ Beautiful questo capitolo! LOL
Nel prossimo morirete dal ridere, vi avverto!!
Ringrazio come sempre: Villina, Poisoned_Tear, kuu yo, silvia_selfdistruction e Polly per i commenti. Anche un grazie a chi ha la storia fra le seguite e chi legge e basta. J
Altra cosa: mi è stato chiesto di farvi vedere le immagini dei personaggi. Non è stato facile trovarli, soprattutto perché le donne che si avvicinano di più hanno un colore di capelli totalmente diverso, scusatemi per questo!!!
Ville (sì, lo so che sapete meglio di me com’è fatto), però nella prima parte di We are dovevate immaginarlo così:
http://cdn.buzznet.com/assets/users15/limare/default/ville-valo--large-msg-117538301473.jpg 
Ville, nel sequel:
http://userserve-ak.last.fm/serve/_/38998127/Ville+Valo.jpg 
Liv:
http://3.bp.blogspot.com/_VnfiTA-p21U/S7aOCr98C7I/AAAAAAAAABY/lNTuK2sKzF0/s1600/alexa-davalos.jpg 
Tuomas(se qualcuno magari non sapesse chi fosse….si sa mai!)
http://img.mtv3.fi/mn_kuvat/mtv3/viihde/555_px_x_325_px_kuvia/647253.jpg 
Jean:
http://images.coveralia.com/autores/fotos/leo-jimenez19238.jpg 
Dulcis in fundo….Ginevra:
http://images.wikia.com/twilightsaga/images/f/f0/Rachelle_Lefevre.jpg (io personalmente l’adoro!)
 
Se avete critiche ditelo! XD ora voglio sapere i vostri!!!
  

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Capitolo 4
*** 3. Photo shoot ***


CAPITOLO TRE:
   

Photo shoot
 

  In una “tranquilla” mattina di metà ottobre si stava per abbattere una furia su Torre Valo….

 -Mamma, ma Ville mi ruba i giochi!- mi disse Tallulah con gli occhioni pieni di lacrime.
-Amore ma lo sai che è piccolo. Guarda te lo sta ridando-
Lei si voltò a guardare il fratellino seduto a terra che le porgeva il pupazzetto di plastica, sorridendo da dietro il ciuccio.
-È mio!- gli disse strappandoglielo di mano e si sedette dall’altra parte del tappeto mettendo il broncio.
Il piccolo Ville gattonò fino a lei, sputò il ciuccio e le diede un bacino sulla guancia.
Mi sta crescendo uguale al padre…
Tallulah si girò guardandolo prima male poi vedendolo sorridere lo abbracciò e caddero, perdendo l’equilibrio entrambi, a terra, ridendo.
Sospirai.
Stavolta non si sono menati, com’erano soliti fare.
Suonarono alla porta.
Andai a prendere il piccolo e Tallulah trotterellò accanto a me.
-Chi è?- mi chiese la piccola.
-Non lo so. Ora vediamo-
- È papà?-
-Non credo, cucciola, papà è in tour- fece una faccina triste.
Odiavo vederla così.
Ma non potevo farci nulla.
 
Aprii la porta.
Liv era visibilmente infuriata.
Il primo istinto fu quello di chiedere che avesse, ma guardandola bene in viso lasciai perdere.
Entrò in casa come una furia, senza salutare, brandendo in mano due giornali arrotolati uno dentro l’altro.
-Ma ciao Liv!- dissi chiudendo la porta.
-Zia Liv!- la salutò Tallulah avvicinandosi a lei.
- Tallulah, amore mio, non sposarti mai con un musicista! Mai!-
-Non credo che sia in progetto una cosa simile al momento. E poi il piccolo Sami è già stato abbandonato-
Non vi dico chi era sul punto di sparare i fuochi d’artificio, per questo…
-Fa bene. Meglio sole che mal accompagnate-
Tallulah non capendo tornò ai suoi giochi.
Lasciai il piccolo Ville con lei.
- Liv, ma che hai?-
-Che ho? Che ho?- disse strillando- ma li leggi i giornali?!-
-Cosa mi sono persa?-
-Guarda!-
Mi mise tra le mani i giornali che stava sventolando arrotolati: una copia del Kerrang! e una di Soundi.
In una in copertina vi erano Alice Cooper e nell’altra gli Apocalyptica.
-E quindi?-
Spazientita mi prese le riviste dalle mani e me le aprì sul tavolo del salone.
-Guarda! Ma sono foto da fare?-disse mentre mi avvicinavo al tavolo.
Entrambi i giornali riportavano lo stesso servizio fotografico: Tuomas e le Indica.
-Santo cielo, Liv! Ancora con questa storia?-
Ora sbraita.
Uno, due….
-Dico ma le vedi le foto? Le vedi?! Sono oscene!- strillò.
Appunto.
Presi a osservare bene le foto.
In effetti lo erano. Un po’.
Certi sguardi ammiccanti, dal caro Tuommy, non me li sarei aspettati. Se ne stava abbracciato alle ragazze delle Indica, in quasi ogni scatto.
-Vabbè sai quanti ne ha fatte Ville di foto così!?- dissi cercando di tranquillizzarla.
-Ma tu non assomigliavi a una mongolfiera!- disse singhiozzando.
- Liv, dai non piangere!- cercai di consolarla- Non fa bene al bambino! E poi non sembri una mongolfiera!!-
-Chissene frega!!!- singhiozzò.
-Dai è solo un servizio fotografico, sa che gliene frega a Tuomas di quelle!-
-Gliene frega eccome! Mica me lo aveva detto che il servizio era con loro-
-Ma se hanno fatto una nuova collaborazione che volevi che facessero?-
-Nulla!-
-A te la gravidanza fa male!- dissi spazientita.
Da quando il pancione aveva iniziato a essere evidente, Liv ha cominciato a essere una piaga.
Sostiene che Tuomas non la degni più di uno sguardo, che non la trovi più attraente. È gelosa di qualsiasi donna, bella o brutta che sia (basta che respiri), io sono l’eccezione. Per fortuna.
E vai a farle capire che per il tastierista è tutto il contrario, che è più innamorato di prima e che la trova stupenda!
Ovviamente la sottoscritta si sorbisce le lamentele di entrambi. Da cupido che ero stata ora sono la loro consulente matrimoniale. Che salto di qualità!
-Tu invece sai che Ville è a Helsinki?-mi disse con una nota di acidità.
-Ma che dici? Sono in Spagna per il tour-risposi sorpresa.
-Questo è quello che ti vuol far credere. Ti dice nulla Natalia Avalon?-
-Dove vuoi arrivare?-
-Soltanto che in questo momento sono su un set fotografico per promuovere la loro nuova collaborazione…e per disgrazia c’è pure Tuomas-
-Io non ne sapevo nulla- ammisi. Per quale motivo non me lo aveva detto?
Ero gelosa marcia di quella donna.
Cavolo era davvero bella. La mia autostima andava puntualmente sotto terra ogni volta che la si nominava
-Nemmeno io, ma siccome Ewo non sopporta una donna incinta piagnucolante e mezza isterica, mi ha detto dove sono-
-Prendi Ville jr, io le chiavi dell’auto! Tallulah vieni che andiamo da papà!-
 
Guidai fino allo studio fotografico nel centro città.
Alla reception non ci chiesero nulla, date le nostre facce infuriate.
In fondo al corridoio stava un portellone nero con un foglio A4 appiccicato fuori, riportava la scritta:”Servizio fotografico in corso. Vietato entrare”.
Liv spinse il maniglione antipanico con decisione. Io la seguii a ruota.
Da lontano potevamo scorgere le facce scocciate dei due artisti e la donna invece sorrideva sorniona all’obbiettivo.
-Ragazzi su, fate un bel sorriso!-
Tallulah mi scappò dalla mano. Si mise a correre come una scheggia in direzione del set.
Cavolo!
-Isä!!- urlò.
Ville girò la testa di scatto ma con i faretti puntati in viso, non vedeva nulla.
Qualche assistente cercò di fermare la piccola che riuscì a evitare di essere acchiappata.
Anzi, rideva! Forse pensava che si stesse giocando ad acchiapparella.
-Tallulah!- gridammo io e Liv correndole dietro.
A quel punto sia Valo che Tuomas volsero lo sguardo oltre il fotografo.
In quel momento la bimba piombò sul set.
-Prinsessa!- disse Valo prendendola in braccio.
-E questa bambina sarebbe?- chiese il fotografo.
- È mia figlia- rispose l’interpellato.
-Sì va bene, ma le smancerie dopo- disse Natalia scocciata.
Nel frattempo arrivammo anche noi con il fiatone.
Correre con un bambino in braccio non è mica facile!
-Voi?- chiese Tuomas.
-Tu!- strillò Liv
-Aspetta! Stai calma!-cercò di difendersi il ragazzo.
-No che non sto calma!-
-Ahem, staremmo lavorando..-disse il fotografo.
-Zitto tu!- dicemmo in coro io e Liv.
-Sentite, le scenate da casalinghe disperate, fatele da un’altra parte- ci disse Natalia, cercando di suonare autoritaria.
Liv stava per risponderle ma lo feci io.
-Senti cocca, questi sono affari di famiglia. Tradotto: fatti i cazzi tuoi!-
- Ginevra! Le parolacce davanti i bambini no!- disse Valo.
-Con te faccio i conti dopo-
-“Senti cocca” a me non lo dici. Chiaro?-
Notai che il fotografo, truccatori e i vari tecnici avevano formato un piccolo capannello e si stavano gustando la scena. Anche i coniugi Holopainen osservavano interessati alla scena.
-Ah no?-
-Ci sono dei professionisti qui che stanno cercando di lavorare-
-Si lo vedo. Ma nella categoria tu non rientri-
-Come osi?-
-Ma come te lo devo dire che ti. Devi. Fare. I. fatti. Tuoi?-
-Isteriche. Siete due pazze-
E se ne andò sculettando.
Valo e Holopainen scoppiarono a ridere.
-Che avete da ridere?- chiedemmo.
-Che siete davvero due pazze!- risposero.
-Ma a me questo piace- disse Tuom a Liv, abbracciandola.
-Davvero?-
-Sì, anche se fai la frignona perché dici che sembri una mongolfiera. Che poi a me sembri ancora più bella e perfetta-
Lei arrossì.
-Oh che teneri!-dissi io.
-Guarda che ha ragione. Tu avevi la sindrome della balenottera spiaggiata, quando aspettavi Tallulah, ricordi? Le donne in stato interessante sono stupende. Se poi quella donna sei tu, vai oltre la perfezione-
-Ma come sei tenero!- e lo baciai.
-Bene visto che avete fatto pace e Natalia se n’è andata…. Vi va un bel servizio fotografico familiare?- chiese il fotografo.
I due uomini si guardarono dubbiosi.
-Perché no?- propose Liv.
-Sì! Dai sarà divertente!!- risposi io entusiasta.
-Oook!!- dissero i due uomini alzando gli occhi al cielo.
 
Fu uno dei servizi più belli pubblicati da Soundi.
Erano foto simpatiche, spontanee, naturali. Ridemmo come dei pazzi mentre le facevamo.
Non mi ero mai divertita mai così tanto su un set fotografico (la prima ed ultima volta, eravamo solo io e Ville, io ero terrorizzata).
A volte la gelosia ripaga.

 

 

Spazio autrice:
Alla fine mi è venuta una roba smielata. Non ci posso far nulla!!
Fatemi sapere che ne pensate. No, e scusate l’ultima frase che mi sa tanto da morale in un favoletta. Lol.
Grazie a tutti coloro che leggono e a chi lascia un commento: kuu yo, silvia_selfditruction e Poisoned_tear.
Il prossimo capitolo sarà ricco di emozioni. A mio parere è il migliore che ho scritto fin’ora (partendo dalla prima parte di We are). Poi vabbè mi direte voi.
Un beso
Lalla. 

 

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Capitolo 5
*** 4. Alexi ***


NdA: ascoltate, se vi è possibile durante la lettura, “Sinèad” dei Within Temptation seguita da “Curly Sue” dei Takida.
 

CAPITOLO 4:

 

 Alexi
 

  

10 Gennaio 2014
 
- Ginevra sono spaventata- mi disse Liv mentre entravamo nell’ascensore dell’ospedale di Helsinki.
-E di cosa?-
-Ma lo sai. Il bambino doveva nascere una settimana fa!-
- Liv, è normale. E poi siamo qui per fare la visita di controllo- le dissi sorridendole. La vedevo seriamente preoccupata.
Lei intanto premette il tasto 4.
-Lo so, ma sono preoccupata-
-Ti ricordo che Ville jr è nato prima del termine. Guardalo ora, ha un anno ed è sanissimo-
Una piccola peste, un uragano se sommato a sua sorella.
-Grazie per avermi accompagnata. Ci mancava solo che Tuomas rimanesse bloccato a Kitee per la neve-
-E i Valo che ci stanno qui a fare?- le feci l’occhiolino.
Scoppiammo a ridere.
Ad un certo punto un rumore ci spaventò.
L’ascensore si era bloccato.
Ma che sfiga!
-Che succede?- chiese Liv con un filo di terrore.
-Nulla. Siamo rimaste dentro- dissi mentre mi avvicinavo alla tastiera per suonare l’allarme.
-Come dentro?- chiese con due ottave di voce in più del normale.
Poi mi ricordai. Aveva il terrore di restare chiusa dentro gli ascensori.
- Liv sta calma. Ci sono io. Ci tireranno fuori subito. Siamo in un ospedale, avranno dei generatori ausiliari-
Schiacciai di nuovo il campanello d’allarme.
La luce all’interno della cabina mancò.
Si accese quella di emergenza.
Liv si sedette a terra.
Ora avevo paura anch’io.
 
- Hey mi sentite?! Siamo rimaste chiuse dentro! C’è una donna incinta qui con me- urlai oltre le porte automatiche dell’ascensore.
-Signorina, sono un medico.. Purtroppo il generatore ausiliare dell’ascensore è bloccato e il tecnico arriverà tra non più di quattro ore- mi rispose una voce dopo qualche minuto che urlavo.
-Che cosa?-
-Colpa della neve. Resto io con voi-
- Ginevra….ouch-
Mi voltai di scatto a quel gridolino di dolore.
Sbarrai gli occhi.
La bionda si teneva il pancione.
- Liv, ti prego dimmi che non è quello…-
Fece sì con la testa.
-Non mi puoi entrare in travaglio ora!! Cazzooooo!!!- strillai.
-Che succede?- chiese il medico.
-La donna con me è appena entrata in travaglio-
- Sono un ostetrico! È il primo figlio?- domandò
-Sì- risposi. Ora mi ero seduta anch’io, con la schiena contro la porta.
- Come vi chiamate? Io sono Alexi-
-Io Ginevra e la partoriente Liv-
-Bene Ginevra mi ascolti. Deve tenere il conto di quante volte ha le contrazioni la sua amica, d’accordo?-
-Senta, non è che potrebbe avvisare mio marito?- chiesi. I telefonini non prendevano.
-Certo-
Gli passai un biglietto, tramite la fessura delle porte automatiche, con il numero di cellulare di Ville, sperando che una volta tanto rispondesse.
- Valo? Quel Valo?-
Sentii la nota di stupore nella sua voce.
-Sì. Gli dica di chiamare Tuomas e di dirgli che sua moglie sta per partorire-
-Ok vado. Lei faccia quello che le ho detto-
-Certo-
Iniziai a spogliarmi di cappotto, sciarpa e guanti. Aiutai Liv a fare lo stesso.
- Ginevra… ho paura…-
-Non temere. Andrà tutto bene….-
 
Un’ora dopo….
Ma dove diavolo si era cacciato l’ostetrico?
L’ascensore fortunatamente era molto grande.
L’aria non mancava. Per ora.
Qua la situazione però precipitava…. Le contrazioni erano troppo ravvicinate.
- Ginevra, voglio Tuomas!-disse debolmente.
-Sta arrivando!-
Ne dubitavo fortemente.
Con la nevicata che aveva fatto quella notte, non sarebbe arrivato in tempo. A meno che avessero già ripulito le strade…
Ma non potevo dirle altrimenti.
-Fa male…-si lamentò.
-Lo so. Respira con me-
Iniziammo gli esercizi di respirazione.
- Ginevra?-
-Sì?-risposi speranzosa.
-Come va?-
-Ne ha avute più di 8-
-Allora ci siamo-
-Quindi ci tirate fuori?-
-Non prima di un’altra ora- chiusi gli occhi, assimilando la notizia.
 
I minuti passavano, sembrava di essere in un film.
L’aria iniziava a farsi pesante.
- Ginevra credo di essermi fatta la pipì addosso- ammise timidamente
Guardai a terra.
-Ti si sono rotte le acque!!!!- dissi aumentando il tono di voce a ogni parola.
-NO! Non può nascere ora!- vidi il terrore impadronirsi di lei.
-Oddio! Nascerà… - risposi portandomi una mano alla bocca.
-Ma non qui! Tirami fuori di qui!-
-Manteniamo la calma! Il travaglio è ancora lungo -
- Alexi tiraci fuori di qui!- urlai, picchiando i pugni contro le porte.
- Ginevra, si calmi! Almeno lei!-
-Voglio uscire!- urlò Liv.
Tentò di alzarsi. Ma non ce la fece.
Andai da lei.
-Sta calma-
-No, voglio uscire! Voglio che ci sia Tuomas…Portami da lui….-mormorò.
-Basta. Calmati-
Iniziai a sudare, il cuore mi batteva a mille. Non potevo farmi prendere dal panico.
Mi tolsi il maglione e restai in canottiera e jeans.
- Ginevra?-
-Sì?-
-Il signor Holopainen sta venendo qui, molte strade sono state ripulite. Ma ora mi ascolti. Deve far nascere il bambino-
Mi si ghiacciò il sangue nelle vene.
Il mio cuore batteva all’impazzata. Ero terrorizzata.
-Io?- mormorai.
-Sì lei-
-Ma non sono capace!-
-La guiderò io. La faccia sdraiare e le metta i cappotti sotto la testa e le spalle-
Mi feci forza e feci quello che mi chiese di fare.
-Nella borsetta ha un oggetto tagliente?-
-No, ovvio-
-Nella mia di borsa ho un taglia carte..-mormorò Liv.
-Sì è perfetto. Usi il gel per disinfettare le mani per pulire la lama. Ne ha vero?-
-Si certo- risposi. –Fatto. E ora?-
-Lo tenga a portata di mano le servirà dopo. Ora la spogli dalla vita in giù-
-Ok-
-Se vede che è dilatata di più di 9 cm è il momento-
-Credo di no-
-Allora dobbiamo aspettare…-
 
Dopo mezz’ora….
-Dove cazzo è Tuomas?!-
Era passata alla fase isterica.
- Liv sta calma!!- le dissi mentre mi legavo i capelli. Iniziava a far caldo per entrambe.
Avevo aiutato Liv a disfarsi del maglione e a rimanere con la camicetta che portava sotto.
-Ma è possibile che sia sempre da un’altra parte?!- farneticò ancora.
-Smettila! È mezz’ora che strilli! Credi che Tuomas sia felice di essere da un’altra parte e che tu sia chiusa in un ascensore mentre stai per partorire il vostro primo figlio?!-
Finalmente riuscii a zittirla.
- Ginevra!-
Quella voce mi risollevò il morale. Fu come aria fresca.
-Ville!- urlai girandomi, mi appiattii con le braccia contro le porte.
-Sono qui, sweetheart! Il medico mi ha raccontato tutto-
-E ora dov’è?-
- È andato a cercare un ginecologo per dopo-
- Tuomas?-
-Tra poco dovrebbe essere qui! È partito a razzo da Kitee. Gli ritireranno la patente come minimo-
-Eccomi, Ginevra. Allora dovremmo esserci-
-Sì-
-Ok. Liv mi sente?-
Fece sì con la testa.
-Sì la sente!- feci presente io.
-Perfetto, ora spinga!-
-Aaaahhh-
-Dai Liv! Ancora!- la incitarono da fuori.
 
20 minuti dopo….
- Liv!- sentii la voce di Tuomas.
“Appena in tempo” pensai sorridente.
Proprio in quel momento, infatti, mi ritrovai con un bellissimo bambino frignante tra le braccia.
-È nato!- urlai.
-Oh mio dio!- urlarono i due artisti di là.
- Ginevra ora con il taglia carte tagli il cordone-
-Ok ho fatto-
-Ragazze stanno venendo a salvarvi!- urlò Ville.
Diedi il bambino a Liv.
-Grazie, Ginevra, grazie!-
-Di nulla!- le diedi un bacio sulla fronte.
E scoppiammo a piangere.
Singhiozzando iniziò a mancarmi l’aria.
- Ginevra!- urlò Liv con il piccolo tra le braccia.
-Mi manca l’aria-mormorai accasciandomi a terra.
-Le manca l’aria! Fate qualcosa!!- urlò Liv.
- Ginevra! Amore ti prego respira!-
-Volete aprire queste maledette porte??- urlò Tuom
Dopo poco le porte si aprirono, l’aria fresca fu un vero sollievo. Fu come riemergere.
Fummo circondate da medici e infermieri.
Liv e il bambino furono portati in maternità.
Io a Medicina Generale per controlli.
Appena fuori dal reparto, ripresami, andai ad abbracciare Ville.
-Sei stata bravissima, amore mio. Mi hai un po’ spaventato-
-È la cosa più bella che mi sia capitata di fare! Prova restare in un ascensore per oltre due ore e a far nascere un bambino!-
 
Il bambino era sano.
Liv era un po’ provata ma stava bene.
Tuomas era una fontana, non la smetteva più di piangere.
Il bambino venne chiamato Alexi, come l’ostetrico che ci aveva aiutato.
-È stata bravissima- mi disse il medico, che mi aveva supportato, una volta entrato in camera di Liv.
-Senza di lei, non credo proprio!-
-Ti donano le chiazze di sangue sulla canottiera- scherzò Liv.
-Trovi?- risposi ridendo.
Tuomas si avvicinò a me e mi abbracciò forte.
-Kiitos!- sussurrò al mio orecchio.
Sapevo che era il suo modo di dirmi “grazie”.
-Prego- sussurrai – E smettila di piangere!-
Scoppiò a ridere.
-Ok la smetto. Hai visto che bello che è?-
-Paparino!!!- urlarono Marco, Jukka ed Empu entrando per abbracciare il ragazzo.
Valo sghignazzò.
-Taci che tu hai pianto per due giorni quando è nata Tallulah!-
-Gne gne, perché tu no? E poi per Ville jr ho pianto solo un giorno…-
-Che bravo!- ironizzai.
Mi beccai una linguaccia per risposta.
 

 
Spazio autrice:
Fazzoletti? :D
Un po’ ansiogeno come capitolo, no? Ma full of joy!!!
A me piace un sacco. Credo che sia il migliore che abbia scritto fin’ora. Fatemi sapere.
Ringrazio Lau e Jude per i commenti che hanno lasciato e tutti coloro che stanno seguendo la storia, so che siete tanti: GRAZIE!
Ah non mi chiedete cosa c’è dopo perché non ho scritto nulla!! XD
Lalla. 

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Capitolo 6
*** 5. Ocean Avenue ***


CAPITOLO CINQUE:
 

  Ocean Avenue

 

There's a place off Ocean Avenue
Where I used to sit and talk with you
We were both 16 and it felt so right
Sleeping all day, staying up all night
Staying up all night


 

In piedi sul divano, capelli sciolti, cantando e facendo air guitar.
Tallulah e Ville jr. di fronte a me che ballavano scatenati, come solo i bambini sanno fare.
La musica rimbombava per tutta la torre e forse si sentiva anche da fuori.
 

There's a place on the corner of Cherry Street
We would walk on the beach in our bare feet
We were both 18 and it felt so right
Sleeping all day, staying up all night
Staying up all night


 

I bambini ridevano come matti e io ridevo con loro.
Non sentii nemmeno la porta aprirsi.
-GINEVRA LA MUSICA!- urlò la voce baritonale di Ville mentre entrava in salotto e facendo una faccia allibita alla scena che si ritrovò davanti.
Lo guardai bene.
Indossava un paio di jeans scuri, una maglietta azzurra dell’adidas con le maniche ormai sbrindellate e una felpa nera con il cappuccio con la cerniera aperta. Da qualche tempo aveva ripreso a usare la matita nera, il che evidenziava i suoi occhioni verdi, che in quel momento mi guardavano come se fossi pazza.

 
If I could find you now things would get better
We could leave this town and run forever
Let your waves crash down on me and take me away

 

Scesi dal divano.
Lo presi per le mani e lo trascinai sul tappeto dove i bambini stavano ballando
-Avanti balla!-
-No!- disse risoluto.
-Oh andiamo!-
-Non sono capace-
-Vedi qualcuno qua che è capace?-

There’s a piece of you that’s here with me
It’s everywhere I go, it’s everything I see
When I sleep, I dream and it gets me by
I can make believe that you’re here tonight
That you’re here tonight

 

Iniziò a cantare con me.
-E non rovinare tutto con il tuo canto perfetto!-
Rise
-E cosa vorresti che facessi?-
-Questo-
E lo baciai con foga.
-Wow. E questo per cos’era?-
-Non è mica San Valentino oggi?-
-Sì ma…-
-Ma cosa?-
-Certe cose non si fanno davanti ai bambini-


 

If I could find you now things would get better
We could leave this town and run forever
I know somewhere, somehow we'll be together
Let your waves crash down on me and take me away


 

- Anch’io voglio un bacio!- disse Tallulah.
-Io..- disse Ville jr.
Li prendemmo in braccio e gli scoccammo un bacio sulle guance a entrambi.
Ville mi guardò con un’occhiata maliziosa.
-Se lasciassimo i bambini da tuo padre e Isabella? Sono qui da poco si annoieranno a morte-
Ricambiai lo sguardo.
-Ci sto-


 

I remember the look in your eyes
When I told you that this was goodbye
You were begging me not tonight
Not here, not now
We're looking up at the same night sky
And keep pretending the sun will not rise
Be together for one more night
Somewhere, somehow

 

 

Neanche il tempo di rientrare in casa che mi ritrovai compressa tra un muro e il corpo di Ville.
Non che la cosa mi dispiacesse.
-Ti rendi conto che da quando è nato Ville jr lo facciamo più di prima?- dissi tra un bacio e l’altro.
-Sei tu che ogni giorno diventi sempre più bella. Come faccio a resisterti?!-
-Eh certo..tu invece sei sempre più perfetto-
Intanto avevamo raggiunto la camera da letto.
Mi spinse sul letto.
-Ahio!-dissi.
-Non ho fatto nulla!-
-Non tu..- dissi mentre mettevo la mano sinistra sotto la mia schiena e togliendo un gioco di Tallulah - .. ma questo!-
Me lo tolse di mano, senza guardarlo e lo lanciò a terra.
-Che ordinata che è, vero?- disse mentre mi spogliava.
-Chissà da chi ha preso..- dissi mentre anch’io facevo lo stesso.
-Io sono il re dell’ordine!- annunciò mentre era seduto a cavalcioni su di me.
-Certo..- dissi tirandolo giù verso di me e baciandolo.

 

If I could find you now things would get better
We could leave this town and run forever
I know somewhere, somehow we'll be together
Let your waves crash down on me and take me away

 
-Ocean Avenue- Yellowcard
 

 

Spazio autrice:

Capitolo un po’ a caso. Mi è uscito così di getto mentre ascoltavo Ocean Avenue, che l’ho riesumata dalla mia libreria musicale.
In teoria si ricollega in parte al prossimo…e poi dai chi non ha mai fatto una cosa del genere quando si è in casa, soprattutto se si è soli!! (Intendo ballare e cantare con la musica a palla, non il finale del capitolo..che avete capito?! XD )
Come sempre grazie a chi legge, segue e commenta: Lau, kuu yo, Jude e Fra.
Un beso
Lalla. 

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Capitolo 7
*** 6. On holiday ***


CAPITOLO SEI:
 

On holiday

 

Aprii gli occhi lentamente.
La prima cosa che misi a fuoco fu un intreccio di rovi, ossia il braccio sinistro di Ville, guardando più in là, sul pavimento, dei vestiti.
Richiusi gli occhi.
-Lo so che sei sveglia- sussurrò
-È solo impressione, sto dormendo-
Rise.
Sentii la risata rimbombargli nel petto.
Alzai la testa verso di lui.
-Ma lo sai che sei antipatico?-
-Io? Sei comoda?-
-Sì. E non mi schiodi- dissi stringendomi di più a lui.
-Ma davvero?-
Mi afferrò per le braccia e invertì le posizioni.
-E ora?-
Si chinò per baciarmi.
-Ti odio-
-Certo come no-
Cercai di alzarmi ma non ci riuscì.
-Dove credi di andare?-
-Mah a fare colazione ad esempio..-
-Devo darti il regalo di San Valentino prima-
Si tirò su e aprì il cassetto del comodino.
-E non potevi darmelo ieri?-
Vidi che tirò fuori una busta bianca.
-Ieri stavamo facendo altro- si voltò verso di me.
Dovevo avere una faccia perplessa perché appena voltato mi disse:
-Non fare quella faccia e aprila-
L’aprii e ci trovai dentro due biglietti aerei.
-Scusa dove dovremmo andare?-
Non credevo che avremmo messo piede fuori dalla Finlandia.
Poi lessi la destinazione: L’Avana.
-Cuba?- dissi stranita.
-Non sei contenta? A te piace il mare-
-Tu a Cuba? A prendere il sole?-
-Guarda che sono umano anch’io-
-Sì lo so ma….- scoppiai a ridere.
Mi stappò i biglietti di mano come fanno i bambini offesi.
-Scusa ma non ti ci vedo su una sdraio, in costume da bagno a Cuba-
-Nemmeno io. Ma era per farti felice-
Certo che a volte sapeva come farti sentire in colpa.
-Kiitos-
Gli buttai le braccia al collo e lo ringraziai come meglio potessi fare…  
 
3giorni dopo…
 
All’imbarco per L’Avana eravamo gli unici due che cercavano di non piangere in mezzo a tutta quella folla entusiasta per l’imminente vacanza.
Due completi idioti.
-Non ce la faccio, torno indietro a vedere come stanno. Tanto partiamo tra mezz’ora- disse Ville.
-Scordatelo. Se torniamo a vedere se piangono, sarà peggio- dissi io con il magone.
-Non pensavo fosse così traumatico. Voglio dire sono stato in tour ma non mi sentivo di aver abbandonato quelle due pesti… forse perché tu eri con loro…-
-Non dire abbandonati che mi fai stare peggio! E poi l’idea è stata tua-
-Bè non potevamo portarci dietro i bambini. Sono troppo piccoli-
-Allora siamo due fuori di testa che li abbiamo lasciati con i nonni, zii per una settimana?-
-No, ti prego! Ci stiamo facendo troppi problemi!-
-Hai ragione. Ma hai visto come piangevano?-
-Non me lo ricordare o torno indietro a prendermeli-
Lo guardai per un attimo sperando che lo facesse sul serio.
Ma non lo fece.
Una volta sull’aereo cercammo di darci un contegno.
Insomma eravamo grandi e vaccinati.
Isabella poteva partorire da un momento all’altro, Jean era in giro a promuovere la sua band e lo stesso Jesse. Quindi le due piccole pesti erano con Anita e Kari.
Insomma mi sentivo in colpa per essere partita così di punto in bianco.
-Piantala di farti problemi inutili- disse Ville.
Sospirai.
-Hai ragione. Godiamoci la vacanza-
Gli presi la mano e mi addormentai.
 
Una volta arrivati a L’Avana prendemmo un taxi, parlai io in spagnolo con il tassista.
Intanto chiamammo a casa per dire che eravamo arrivati sani e salvi. Scoprimmo che i bambini non avevano ancora chiesto di noi. Ah bè, noi qui a farci problemi e loro ci ignoravano…ah i bambini!!
Faceva un caldo assurdo.
Rimasi a bocca aperta davanti al resort a 5 stelle che Ville aveva prenotato.
-Tu sei pazzo, completamente pazzo…ma non potev…..-
Mi chiuse la bocca con un bacio.
-Così la finisci di lamentarti!-
Una volta dentro ci fissavano tutti. Più che altro le donne fissavano Luce chiedendosi se fosse un’apparizione divina o qualcosa di simile.
Ovviamente uno che se ne andava in giro con jeans scuri, una canottiera nera con un drago bianco disegnato sul davanti, una cascata di tatuaggi sulle braccia e due occhi tatuati sulle spalle che sbucavano dalla canottiera, boccoli castani (che ormai arrivavano alle spalle) raccolti in una cipolla, occhiali da sole, sorriso che avrebbe steso chiunque di certo non passava inosservato.
Notai che nemmeno io passavo inosservata tra gli uomini, nonostante dessi meno nell’occhio con i jeans e una magliettina bianca.
Forse si chiedevano come facevo a stare con un elemento del genere.
“Grande sforzo disumano” pensai sarcastica.
 
Dopo aver preso visione del meraviglioso bungalow sul mare, dotato di una Jacuzzi e un letto che ci stavamo dentro in cinquanta, scendemmo in spiaggia.
Io con un bikini rigorosamente nero.
Il cuore con i nomi di Tallulah e Ville jr che spuntavano dalla spalla destra. Il tatuaggio sul piede sinistro ormai terminato: un heartagram sul dorso del piede legato a un ramoscello di fiori che risalivano sul collo del piede e facevano il doppio giro introno alla caviglia. Occhiali da sole e capelli legati.
Valo era uno spettacolo.
Costume a bermuda nero. Bianco come la neve, i disegni neri che gli marchiavano la pelle in modo indelebile spuntavano come una decorazione perfetta del suo essere già perfetto (almeno ai miei occhi).
Anche qui in spiaggia in molte si voltarono. Non capivo se lo avevano riconosciuto o cosa.
Certo che a me la cosa divertiva da matti.
Intanto Ville si impossessò della sdraio all’ombra e aprì il libro che si era portato dietro.
-Che stai facendo?- chiesi scandalizzata.
-Leggo- disse come se fosse una cosa ovvia.
-E no signorino, non sono venuta qua per vederti leggere!- gli strappai il libro dalle mani e con poca grazia lo lanciai sulla mia sdraio al sole. Poi lo presi per una mano e cercai di farlo alzare.
-Non opporre resistenza!-
Sorrise beffardo e si alzò di scatto facendomi perdere quasi l’equilibrio.
-Chi arriva per ultimo in acqua è stupido!- disse e in un lampo si mise a correre.
Ma neanche i bambini.
-Hey!- urlai correndogli dietro.
Ovviamente arrivò prima di me.
-Non vale!-mi lagnai con l’acqua che mi arrivava alle cosce.
Lui riemerse dal mega tuffo. Grondante d’acqua.
Ora svengo.
-Vieni qui- disse con quel suo sorriso furbo
-Non ci provare-
-Oh sì invece-
-Ville, no!-
Mi prese in braccio e mi lanciò qualche metro più in là.
Riemersi togliendomi i capelli che mi si erano appiccicati sul viso.
-Lo sai che questa è una dichiarazione di guerra?-dissi
-Non aspettavo altro Sweetheart –
Sembravamo due adolescenti che si facevano i dispetti.
Se sembravamo strani così sembravamo pure infantili.
Ma chissene frega!!!
Una volta fuori dall’acqua salì in spalla a Valo stile koala.
Gli diedi un bacino sul collo.
Lui non ci pensò su due volte e mi fece cadere a terra.
-Ville- dissi a denti stretti,  completamente ricoperta di sabbia.
Si voltò ridendo.
-Sei proprio sexy! Sembri una cotoletta-
-Se ti prendo!- dissi rincorrendolo per tutto il bagnasciuga.
 

To be continued…

 

Spazio autrice:
Cori di “Aleluja” si levarono da lontano!!! xD
Lo so vi ho fatto penare un po’ per questo capitolo. Non vi aspettate aggiornamenti rapidi come una volta, anche perché sono un po’ a corto di idee!!
E non mi svenite a immaginare il Valo che esce come un sirenetto dall’acqua! Declino ogni responsabilità di svenimenti e malori!! LOL
Ringrazio chi segue so che siete tanti, kiitos!!!!! Grazie a chi a ha recensito il capitolo precedente (RocketQueen_ e Lau)!
Auguro a tutti Buone Feste e Buon 2012 (magari un capitoletto prima della fine dell’anno, ci scappa, non so..non ci sperate troppo..)
Soundtrack: Enya – Carribean blue (bè ci stava ;) ), Flo Rida feat. David Guetta – Club can’t handle me (colpa della mia vena tamarra che ogni tanto prende il sopravvento xD)
Besos
Lalla.

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Capitolo 8
*** 7. Surprise! ***


Capitolo sette:

Surprise!


Quella sera, dopo una cenetta romantica al ristorante del resort e una bellissima passeggiata nei dintorni, rientrammo nel nostro bungalow.
Ville si avvicinò a me.
-C’è una bellissima Jacuzzi di là..Che ne dici se ne approfittiamo?- disse malizioso.
-Volentieri- replicai a tono dandogli un bacio tutt’altro che casto.
-Allora vado di là a riempire la vasca, ti aspetto- e sparì nel bagno.
Mi sedetti sul letto con l’intenzione di togliermi quei maledetti sandali con il tacco che mi stavano distruggendo i piedi.
Il materasso era davvero soffice! Sembrava una nuvoletta.
-Vediamo se…- mormorai
Allungai una mano per toccare il cuscino.
Altra nuvoletta sofficiosa.
Lasciai perdere i sandali e mi sdraiai.
Paradiso!!!!
- Ginevra, amore vieni?-
-Sì arrivo-
Ora mi alzo.
Non credo che avrei raggiunto il letto molto presto.
Rotolai su un fianco.
Feci per alzarmi ma non ce la  feci.
Troppo stanca.
- Ginevra?- mi chiamò ancora.
Sbadigliai invece di rispondergli e chiusi gli occhi.

Uscii dal bagno.
- Ginevra?- la chiamai una seconda volta.
M voltai verso il letto.
Era sdraiata su un fianco ancora con il vestito rosso fuoco indosso.
Lo spacco del vestito sul lato sinistro mostrava tutta la sua gamba nuda.
Vedendo che non mi rispondeva feci il giro del letto.
Aveva gli occhi chiusi e un sorriso beato stampato in faccia.
Si era addormentata.
Non avevo intenzione di svegliarla. Si meritava più di me questa vacanza.
Con tutte le cose successe in questi ultimi due anni, il badare ai nostri figli da sola, star dietro alla cioccolateria, l’aveva distrutta.
Rifeci il giro del letto e mi sdraiai accanto a lei.
-Buonanotte sweetheart - sussurrai.
Le diedi un bacio sulla spalla e mi addormentai anch’io abbracciato a lei.


I due giorni seguenti trascorsero tranquilli.
Al terzo giorno, però, le nostre vacanze presero una strada inaspettata.
Eravamo arrivati da poco in spiaggia.
Io mi stavo rosolando al sole e Valo ovviamente sotto l’ombrellone a leggere.
-Mamma! Isä!- due vocette infantili stavano strillano dietro di noi.
Mi voltai verso Valo di scatto e lui fece lo stesso guardandomi.
-Hai sentito?- chiesi.
-Sì ma come è…-
-Possibile?- conclusi io.
Ci voltammo contemporaneamente verso destra.
Una bambina di quasi tre anni, con due codini e un vestitino arancione stava correndo sulla sabbia. Seguita da un bambino di appena un anno che continuava a cadere ma che si rialzava quasi subito. Seguito a sua volta da un ragazzo dai capelli neri e lunghi completamente tatuato.
Tallulah. Ville jr. Jean.
-Ma cosa diavolo?- disse Valo alzandosi.
Mi alzai anch’io.
La bambina si fiondò tra le braccia del padre e io raggiunsi il piccolo Ville e lo presi in braccio.
-Che ci fate qui?-domandai a Jean.
-Sapessi!- disse sedendosi sulla mia sdraio.
-Quindi?- lo incalzò Ville.
-E quindi è successo che i tuoi mi hanno chiamato un tantino disperati dicendo che queste due pesti continuavano a strillare e a piangere perché volevano voi. Abbiamo provato a portarli alla Torre ma niente. Jesse non era reperibile per via del tour. L’unica soluzione è stata portarveli qui e dato che io e la mia band abbiamo un concerto a Miami domani sera ho deviato un attimo per portarveli-
-Potevi chiamarci e saremmo tornati indietro, invece di venire voi qui- sentenziai.
-Certo ma non volevamo rovinarvi del tutto la vacanza. Quindi questi ultimi quattro giorni li passerete con loro-
“Eravamo” in vacanza.
-Scusate ho un aereo da prendere. Ah questi sono i biglietti aerei per i bambini per il ritorno. Per la stanza non c’è problema ho già risolto io con il direttore del resort. Ciao!-
E se ne andò.
Guardai Ville.
-Bè in fondo era quello che volevamo, no?- disse lui.
-Certo..- dissi ironica.
-Mareee!!- esclamò Tallulah scivolando via dall’abbraccio del padre e correndo verso il bagnasciuga.
-Torna qui!- disse Ville inseguendola.
Il piccolo Ville iniziò ad agitarsi tra le mie braccia.
- Ok, ok. Ricevuto. Ora mi alzo-
Raggiunta la riva Tallulah stava già sguazzando in acqua insieme a Luce che la teneva.
Raccolsi il suo vestitino insabbiato da terra.
Entrai in acqua fino alle caviglie e mi chinai appena per bagnare i piedini al piccolo, che si mise a calciare l’acqua divertito.

Passammo i seguenti quattro giorni divertendoci come non mai.
Rincorrendo i bambini su e giù per la spiaggia, facendo castelli di sabbia, giocando in acqua.
La gente era un po’ stranita dal fatto che avessimo due figli, ma poi erano diventati i cocchi dell’intero resort. Soprattutto il piccolo Ville che non stava fermo un secondo, specie durante i pasti.  
Dovevamo rincorrerlo su e giù per la sala.
Purtroppo anche quei giorni finirono e tornammo a Helsinki alla nostra normalità.
Che poi, tanto normale non è.

Spazio autrice:
Surprise!!!
Ah pensavate di esservi sbarazzati di questa fic!!! Ho anche in mente delle idee per almeno i prossimi tre capitoli!
Ringrazio di cuore tutti coloro che leggono, anche se non commentano non importa, quelli che hanno messo questa storia tra le preferite o le seguite (anche le altre che ho scritto in questa sezione) e ovviamente un grazie a chi ha commentato lo scorso capitolo: kuu yo, Infernal_Offering e Villina.
Grazie per la vostra pazienza!
Un bacio
Lalla.

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Capitolo 9
*** 8. Art is going to be her life ***


Capitolo otto:

 

Art is going to be her life

 

Aprile
Stavamo preparando il tavolo in salone per il compleanno di Tallulah.
O meglio io e i bambini perché Ville era intento ad appiccicare i palloncini, che la sottoscritta aveva gonfiato, al muro.
La nostra piccolina compiva tre anni.
-Oh ma che brava bimba che sei- le dissi prendendole dalle mani i tovagliolini di carta
-Anch’io…- disse baby Ville porgendomi un tappo che era caduto dal tavolo.
-Anche tu sei bravo, o mio Cicciobello, vieni qua- e lo presi in braccio.
-Ecco fatto. Finito- sentenziò Valo scendendo dalla sedia.
-Ottimo lavoro- commentai.
-Grazie- rispose dandomi un bacio sulla guancia.
Poco dopo arrivarono tutti gli ospiti: i genitori di Ville con Jesse, mio fratello Jean e mio padre, Isabella con Luca, il mio fratellino nato il mese scorso.
Ovviamente non potevano mancare gli altri HIM e Liv e Tuomas con il piccolo Alexi.
 
-Ma che bel bimbo!- era la stessa frase che tutti rivolgevano al piccolo Luca.
La figlia di Linde, Olivia, essendo la più grandicella era stata presa d’assalto da Tallulah, Ville jr, Evy e Leni per giocare con lei.
-Si vabbè..- sbuffai, abbastanza alterata, andandomene in cucina.
Ville mi rincorse.
- Sweetheart che ti prende?- domandò apprensivo, facendomi voltare verso di lui.
-Non chiamarmi così!- sbottai.
-Ok, sei arrabbiata. Motivo?-
-Ma non li vedi? Nessuno ha degnato di uno sguardo Tallulah eppure è la sua festa, o sbaglio? Sono tutti lì a fare le moine al nuovo nato. E di Tallulah chissene no?-
- Ginevra non sei un po’ troppo grande per essere gelosa? E poi, non starai un po’ esagerando?-
Lo guardai male.
-Non m’importa. È la festa di mia figlia, non voglio che si senta messa in disparte-
Ville si fece pensieroso…
-Di un po’…per caso è successo anche a te quando è nato Jean?-
Mi si mozzò il fiato.
-Come lo sai?- chiesi sorpresa.
-Perché ti conosco fin troppo bene. Guarda che è normale. Ora andiamo di là e riportiamo l’attenzione su nostra figlia. Ok?-
-Ok- e lo abbracciai.
 
- Tallulah apriamo i regali?- le chiesi.
-Sì!- rispose entusiasta e Olivia venne liberata dall’attacco dei bambini.
Tallulah si sedette in mezzo al salotto, circondata dagli altri bambini, ansiosa di aprire i regali.
Le lasciammo da aprire il nostro per ultimo.
-Questo è da parte mia, mamma e il piccolo Ville- le disse Luce porgendole due pacchetti piatti uno più grande dell’altro.
-Kiitos- rispose la piccola.
-Che diavolo è?- domandò Migè guardando i pacchetti perplesso.
-Se è una sorpresa…-gli fece notare Vedrana.
Tallulah aprì prima quello più grande.
Non aveva ben inquadrato cosa fosse.
-È un album da disegno- le dissi inginocchiandomi accanto a lei
La bambina lo fissava incuriosita.
Baby Ville stava per acchiappare l’altro regalo e aprirlo.
-Ville non è tuo- gli fece notare suo padre.
Tallulah lo prese e lo aprì.
Guardava la super scatola di matite colorate con occhi sognanti.
Ne prese una viola e iniziò a scarabocchiare sull’album.
-Voi due sì che fate regali intelligenti!- commentò Anita.
 
Dopo qualche settimana Tallulah aveva tappezzato la casa di disegni e scarabocchi. Era davvero brava per la sua età. Cercava di ricopiare gli oggetti che trovava per casa, che vedeva fuori o all’asilo.
Un mattino venne da me e mi mostrò un disegno.
-Mamma guadda-
Posai il cucchiaio con il quale stavo cucinando e le prestai attenzione.
Sbarrai gli occhi incredula fissando il disegno.
- Tallulah ma come hai fatto? Dove…cosa ?-
- Gamma- mi rispose.
- Valo!- urlai.
Nessuna risposta. Evidentemente era in soffitta a comporre. Il tour era terminato da una settimana ed era già al lavoro.
Presi la bambina per mano e la portai su.
-Ville? Posso?-
-Certo- mi disse posando la chitarra.
-Guarda cosa ha disegnato Tallulah -
-Fammi un po’ vedere- le disse sorridendole.
La bambina gli porse il disegno.
Valo guardò il disegno incredulo e vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime.
-È perfetto- mormorò.
-Pecchè pianzi?- domandò la bambina.
-Perché sono felice. Hai fatto uno splendido disegno- le diede un bacio sulla testa.
-A quanto pare abbiamo un’artista in miniatura in casa- dissi sedendomi accanto a loro.
-Già credo che l’arte sarà la sua vita-
-Lo penso anch’io-
E insieme posammo nuovamente gli occhi sul disegno.
Erano tanti scarabocchi multicolor che coprivano il foglio per intero ma in mezzo, disegnato con la matita nera ricalcata molte volte, spiccava un heartagram di medie dimensioni.
Dire che era perfetto era poco.
Ero stupita non tanto dalla precisione ma dalla scelta del disegno stesso. In effetti, l’heartagram lo vede molto spesso in casa, per non parlare di Ville che lo ha tatuato ovunque. Ma mai mi sarei aspettata che lei lo disegnasse.
 
Spazio autrice:
Chi non muore si rivede! xD
Altro capitolo zuccheroso…Tallulah cuore di mamma ma soprattutto di papà!
Mi scuso come sempre per il ritardo, ma porto buone nuove: questa storia vedrà una fine (che era già scritta da secoli): nel senso che ho buttato giù delle tracce per i prossimi capitoli che devo sviluppare. La fic finirà al capitolo 15 epilogo incluso e poi purtroppo dovremmo dire addio a Ginevra, Ville e alle due piccole pesti :’(
MA ovviamente ho in cantiere un’altra storia, diversa da questa, che per ora ha solo un capitolo, vediamo dove porta!
Grazie a Villina e kuu yo per i commenti scorsi!! ^^ grazie anche ai miei fedeli lettori!!
Beso
Lalla
Ps: pubblicità -->se vi piacciono i Nightwish, nella loro sezione sto portando avanti una fic molto lunga: The sound of Nightwish reborn. Se vi interessa dateci un’occhiata e se volete anche un commentino! ;)

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Capitolo 10
*** 9. He won't hurt you anymore ***


NdA: il capitolo contiene una scena di violenza (una rissa). Se non volete leggere saltate l’intero capitolo non mi offendo. Mi sembra corretto dirvelo prima. Come capitolo non è il massimo, non mi convince molto :/

CAPITOLO NOVE:

He won’t hurt you anymore


-E questo è l’ultimo- dissi tirando fuori dal forno della cioccolateria le mie ultime praline.
Appoggiai la teglia sul ripiano in marmo della cucina per farle raffreddare.
Squillò il telefono e mi precipitai a rispondere.
-Cioccolateria “Luce”- dissi.
-Buonasera signorina. Accetterebbe un invito a cena dall’uomo più sexy del paese?-
-Perché no?- risposi riconoscendo la voce di Ville dall’altro capo.
-Allora passo a prenderla tra poco-
-Ma lei non ha la macchina- ridacchiai.
-Ho una bici, la farò accomodare sulla canna come nei film che le piacciono-
-E i pargoli?-
-Sono dai miei- rispose prontamente.
-Allora si sbrighi!-
-Meno di dieci minuti e sono lì-
Riattaccai ridacchiando.
Che eterno romantico, ogni giorno mi sorprendeva.
Mancavano giusto dieci minuti alla chiusura della cioccolateria.
Tornai in cucina e misi le praline nel contenitore in vetro e lo posai sulla sua mensola dietro al bancone.
Sentii la porta aprirsi.
-Hai fatto in fretta, V…- il suo nome mi morì in gola quando mi voltai.
- Bonsoir madmoiselle-
Non era possibile.
- Jacques?- quell’essere che avrei dovuto sposare quasi due anni fa?!
-In persona- disse in italiano.
-Che diavolo vuoi?- domandai aggressiva facendo il giro del bancone.
-Non mi manda tua madre, tranquilla chérie-
-Non chiamarmi chérie. Nemmeno ci conosciamo-
-Tua madre è molto abbattuta. Non ha ancora visto il suo ultimo nipotino e la nascita del tuo fratellino l’ha sconvolta ancor di più della presenza di Isabella nella vita di tuo padre-
-E quindi? È lei l’origine del suo stesso male. È colpa sua se si trova abbattuta. E poi tu che vuoi da me?-
-Voglio farti cambiare idea- disse sorridendo malizioso.
-Cosa?-
-Ti sarai stufata di stare con quello lì che si regge in piedi appena. Non sembra un tipo molto raccomandabile. Spero che non ti faccia del male-
-Ma cosa diavolo ne sai te?! Sparisci!- strillai cercando di spingerlo fuori.
Lui mi afferrò per entrambi i polsi e mi baciò.
Cercai di divincolarmi e di spingerlo via da me.
Ma non ci riuscì, Jacques mi strinse a sé.
Prepotente era riuscito a prendere completo possesso della mia bocca. Cercavo di divincolarmi, invana.
Sentii la porta aprirsi.
-Cosa diavolo…?- disse una voce familiare.
Mi voltai.

Gli occhi di Ville mi guardavano terrorizzati. Poi scattarono su Jacques pieni di odio.
Non ebbi neanche il tempo di accorgermene che Valo gli fu addosso.
Cercai di tirare Ville per un braccio e cercare di salvare Jacques, per il semplice fatto che non volevo che Ville finisse in galera.
-Lasciami!- urlò liberandosi della mia presa.
Jacques era inerme sul pavimento che le prendeva di santa ragione.
-Lo ucciderai!- strillai
Non mi dava retta.
Cercai di bloccarlo circondandogli le spalle con entrambe le braccia e tirandolo verso di me.
-Ville!- singhiozzai.
Lo strattonai un’ultima volta e perdemmo entrambi l’equilibrio cadendo di schiena sul pavimento.
Mi voltai subito, gli presi il viso fra le mani.
-Calmati!- mormorai
Sentii il suo corpo rilassarsi.
Mi voltai verso il francese. Aveva il labbro inferiore spaccato, il naso probabilmente era rotto.
Sperai che fosse vivo.
Mi avvicinai e misi indice e medio della mano destra sul suo collo.
Era ancora vivo.
-Jacques? Mi senti?-
Ottenni in risposta un rantolo.
Tirai fuori il cellulare dalla tasca dei jeans e chiamai un’ambulanza.
Poi mi voltai verso Ville.
Era seduto contro il bancone con le gambe piegate e le braccia allungate posate sulle ginocchia. Le nocche delle mani sporche di sangue.
-Si può sapere che ti è preso?-
Non mi rispose.
Continuava a guardare Jacques.
-Poteva violentarti- disse freddo senza guardarmi.
Stavolta non risposi io.
In effetti, lo sguardo che aveva il francese prima di baciarmi non prometteva nulla di buono.
Scoppiai a piangere.
Ville si alzò e mi raggiunse.
Mi abbracciò forte e mi disse:
-Ssssh, è tutto a posto ora. Credo che gli sia passata la voglia di avvicinarsi a te. Non ti farà più del male-
Soffocai i singhiozzi contro il suo petto.
Mi diede un bacio sulla testa.
-È arrivata l’ambulanza. Sarà meglio che gli apra-
Si allontanò da me con delicatezza.

Non mi voltai a vedere Jacques in barella, non ci tenevo.
Chissà se avrebbe denunciato Ville. Ovviamente sì.
Sentii anche la sirena di una volante della polizia. Prima al telefono avevo accennato a una rissa.
Ville spiegò alle forze dell’ordine che Jacques mi aveva aggredito e che lui aveva agito solo per difendermi.
La polizia lo informò che con ogni probabilità avrebbe ricevuto una denuncia per aggressione.
Il darkman non replicò. In fondo voleva solo difendermi.


Spazio autrice:
Ok non me ne vogliate, ma la crisi da pagina bianca ha portato a questo. Mi scuso per il ritardo colossale, in realtà il capitolo era pronto una settimana dopo che avevo pubblicato quello precedente, ma le cose non andavano così come le avete appena lette. Ci ero andata giù pesante e dato che questo sequel è allegro ho cancellato metà capitolo e per più di un mese sono stata a pensare a una conclusione decente! E non troppo pesante.
Comunque di altri capitoli giù di tono ce ne saranno ancora un paio più avanti ma l’happy ending è assicurato, lo giuro! :)
Ringrazio chi segue con pazienza la mia storia e anche chi recensisce: Lau e kuu yo!
Al prossimo capitolo, sperando che qualcuno continui a seguire!
Lalla.

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Capitolo 11
*** 10. Huston, we have a problem! ***


Capitolo dieci:

Huston, we have a problem

 
Era passato quasi un anno da quello spiacevole episodio.
Ero rimasta scioccata dal comportamento di Ville nonostante l’avesse fatto per difendermi.
La denuncia per aggressione l’ha ricevuta meno di 24 ore dopo il fatto. Ma non so come, la stampa per nostra fortuna, non ha saputo nulla.
Jacques non si fece più vedere e per fortuna (più sua a dire il vero, perché non avevo la minima idea di come avrebbe reagito Valo).
Per i quattro mesi successivi le cose tra di noi non andarono molto bene, l’ho detto che il suo comportamento non mi era andato giù no?
Ad un certo punto ho pensato se fosse il caso di lasciarci.
Ma per fortuna non è stato così.
Un bel giorno ci siamo seduti a tavolino e abbiamo parlato. A lungo.
Ci siamo ritrovati. Ci siamo capiti.
Mi ha chiesto scusa per il suo comportamento dato che mi aveva turbata così tanto.
E ora le cose sono tornate quelle che erano.
Vita da tour con i bambini al seguito quando non stavano al nido.
Ora un po’ di meritato riposo per me ma non per Valo che sì è messo di nuovo all’opera.
 
Suonarono al campanello.
-Buondì!- Liv era come sempre raggiante. Lei sì che non aveva problemi con la sua dolce metà.
-Ehi- risposi abbracciandola.
-Non hai una bella cera. Sicura di star bene?-
-Credo di aver preso l’influenza…-
Avevo la schiena a pezzi, un po’ di nausea, stanchezza.
Aspettavo solo il colpo di grazia della febbre.
-A giugno?-
-Perché  è vietato?-
Lei mi guardò di traverso.
-Se lo dici tu-
Richiusi la porta alle mie spalle ed uscimmo per un passeggiata.
Repressi uno sbadiglio.
-Hai sonno alle undici del mattino?-
-La vuoi smettere? Ti ho già detto che ho l’influenza…-
-Seh e io sono Kate Middleton…-
-Cosa vuoi insinuare?-
-Che non riconosci i segnali di una gravidanza in corso!-
Mi bloccai in mezzo alla strada.
Di nuovo incinta?
-Non è divertente-
-Non lo deve essere! Hai ritardi?-
-Non lo so, non mi ricordo-
-Come fai a non saperlo?!?-
-Da quando tu sei la responsabile e io quella con la testa tra le nuvole?- borbottai.
-La vecchiaia avanza mia cara- rispose lei – Allora?- incalzò poi.
-Può essere…-mormorai.
-Perfetto- mi prese per mano e mi trascinò verso la prima farmacia.
Venti minuti dopo eravamo chiuse nel bagno di casa mia.
-Ginevra ma perché ti preoccupi tanto?-
-Ma perché siamo appena usciti da una crisi e non si risolvono le cose facendo un figlio-
-Ma voi avete già risolto…-
-Sì lo so, però…-
-Però l’ultima volta non era iniziata nel migliore dei modi…-
Ecco l’avevo detto.
Quel fatto di Victoria mi aveva segnato nel profondo e ora che mi ritrovavo nella stessa situazione, avevo paura che potesse accadere di nuovo.
-Ma ormai sono passati tre anni! Pensavo che l’avessi superato-
-Lo credevo anch’io fino a poco fa- abbassai lo sguardo.
-Hey- disse tirandomi su il viso – Non permetterò che gli incubi del passato ti facciano così male. Ora vediamo se sei incita…-
Tolse la mia mano che copriva lo schermo del pennino bianco.
Le si aprì un sorriso felice.
Guardai nello stesso punto.
Positivo.
-Oh non piangerai mica?-
-No, voglio andare da un ginecologo. Voglio esserne sicura-
 
Il giorno dopo eravamo nella sala d’attesa del ginecologo
-Signora Valo?-
Mi alzai seguita da Liv.
Dopo altri cinque minuti ero sul lettino a fare il controllo.
-Sì è incinta…vorrei farle un’ecografia per essere sicura di una cosa-
-Cosa?- chiesi preoccupata.
-Oh nulla di grave, non si preoccupi-
Mi mise il gel azzurro sul ventre mentre accendeva il monitor.
Sul volto le comparì un sorriso.
-Come pensavo….-
-Cioè?- chiesi.
 
Una settimana dopo eravamo tutti nel cortile della torre, per trascorrere un pomeriggio in allegria.
Tutti gli HIM al gran completo, mio fratello con la sua ragazza brasiliana, Liv con Tuomas e il bambino.
Perché quando dovevo dire che ero incinta doveva esserci un pubblico così vasto?!
Decisi che era il momento di prendere la parola.
-Ville devo dirti una cosa…-
Lui si voltò sorpreso.
-Ah sì?-
Intanto i bambini sfrecciavano in giardino a in sella a delle biciclette.
Guardai Liv.
Lei m’incoraggiò con la testa.
-Sono incinta-
Rimasero tutti di sasso.
-Come sarebbe incinta? Di nuovo?
-Aspetta fammi finire prima….-
-Huston abbiamo un problema!- sghignazzò Migé.
Valo mi guardò torvo.
-Non mi avrai mica tradito?-
Alzai gli occhi al cielo mentre tutti gli altri lo mandavano a quel paese, per quell’esternazione poco felice.
- Aspetto due bambini, da te!-
Sbarrò gli occhi.
-Due… gemelli?- disse con voce strozzata.
-Ah Valo ci starebbe un bel bicchierino! Peccato che tu non possa!- ridacchiò il rasta.
-Passami il pacchetto di sigarette, Linde!-
-È ufficiale. Vi comprerò un televisore enorme con tutti gli abbonamenti ai canali possibili e immaginabili!!- sghignazzò Gas.
-Già vi serve un nuovo hobby!- lo spalleggiò Burton.
-Con il bel da fare che avranno con quattro figli non lo faranno per un bel po’- dichiarò Linde ridendo.
-Dai facciamo un bel brindisi ai miei nipotini!- esclamò Jean.
Alzammo tutti la bottiglietta in vetro della coca cola.
 
-Finalmente anche Tallulah si è addormentata- dissi mentre entravo in camera, quella sera.
-Vieni qui- disse facendomi accoccolare tra le sue braccia.
-E così tra poco diventeremo sei…-
-Già. Non me l’aspettavo nemmeno io-
-Scusa se ho pensato che mi avessi tradito. Solo che dato che non avevi finito di parlare, mi sono preparato al peggio-
Risi.
-Ti ho stupito eh?-
-A che mese sei?-
-Al terzo-
-Quindi non sappiamo il sesso?-
-No dobbiamo aspettare ancora un mese-
-Peccato…comunque ti ricordo che io ho un po’ di nomi da parte dall’ultima volta- disse trattenendo una risata.
-Scordatelo!- dissi girandomi dall’altra parte.
-Scherzavo…Dai! Ginevra?-
Chiusi gli occhi per dispetto.
-Ok ha già ripreso il carattere da donna incinta acida-
-Acido sarai te!- borbottai.
Mi abbracciò da dietro dandomi un bacio sul collo.
 
Spazio autrice:
Io vi devo chiedere perdono. Questa storia mi ha dato un po’ di problemi. Il blocco dello scrittore è passato e ho anche deciso che questo sarà l’ultimo capitolo prima dell’epilogo.
È stata una scelta drastica però quello che avevo in mente, tra questo capitolo e il precedente, non era molto allegro, quindi ho deciso di tagliare dalla storia tre capitoli.
Non so se il capitolo scorso sia piaciuto a qualcuno, ma ho visto che è uno dei più letti di questa storia quindi non saprei che pensare.
Il lieto fine come sapete era già pronto fin dal prologo e questo capitolo è servito da introduzione.
Spero che ci sia ancora qualcuno che legga e se volete commentare mi fareste un favore. Mi dispiacerebbe chiudere la storia settimana prossima senza aver ricevuto commenti o critiche all’ultima parte. In fondo questa è stata la mia prima storia su EFP ed ha un posto speciale nel mio cuore da pseudo scrittrice.
Sugli Him ne avevo iniziata un’altra mooolto più lunga però per quella vi toccherà aspettare voglio arrivare verso la fine prima di pubblicarla (e visto che sono al 5 capitolo dovrete aspettare un bel po’).
Ringrazio coloro che hanno letto, chi continua a seguire e chi in questi mesi ha aggiunto questa storia tra le seguite e preferite (questo mi ha fatto molto piacere nonostante il mio silenzio).
Allora ci vediamo settimana prossima per l’epilogo!! ^^
Lalla.

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Capitolo 12
*** Epilogue: 20 years later... ***


Epilogo
 

20 years later…

 
Vent’anni dopo siamo ancora insieme. Credete che le cose siano rimaste uguali?
Macchè!
Dieci anni fa eravamo sull’orlo del divorzio, e non sto scherzando.
Indovinate un po’ di chi era la colpa?
Ma di Victoria ovviamente.
Una volta uscita dal carcere è ripiombata qua per riprovarci con Valo.
Le cose tra di noi non andavano bene. Nuovamente.
Lui mi accusava di occuparmi troppo dei ragazzi, io del fatto che fosse sempre via.
Poi ritorna Victoria a rovinare tutto. È stata il mio incubo peggiore.
Si diceva che seguisse gli HIM ovunque. (Si sono ancora in circolazione attualmente e non hanno nessuna intenzione di lasciare…)
Le mie minacce di portargli via i ragazzi gli hanno fatto cambiare idea e farlo tornare sulla retta via. E soprattutto  una piccola aggressione subita da Victoria le ha fatto cambiare idea anche a lei. Nulla di che, sia chiaro.
L’ho minacciata sul retro del Tavastia. Non doveva riprovarci a rovinarmi la vita.
 
Ora stiamo sempre insieme, gli anni passano ma la bellezza di Ville non va mai via.
Nonostante abbia 56 anni la sua bellezza disarmante fa ancora parte di lui. Oh bè io a 47 anni non sono da buttare via eh!
Su una cosa io e Ville non siamo mai d’accordo: come gestire i ragazzi.
Tallulah, ormai, è una splendida ragazza di ventiquattro anni, iscritta all’università e studia arte. Ancora un anno e sarà laureata.
Ogni giorno che passa è sempre più bella. Capelli castani lunghi e ricci, pelle di porcellana e due occhioni verdi curiosi, come quando era piccola.
Ville jr ha 21 anni e la sua somiglianza con suo padre è inquietante. È praticamente identico.
Lo stiamo incoraggiando di iscriversi al conservatorio. Ma lui non vuole, dice che non gli serve. Cocciuto come il padre. Di buono c’è che è un ottimo bassista. E avevate dei dubbi?
Marko e Luce, i gemelli, hanno 18 anni. Loro vanno ancora al liceo.
Luce è una fantastica pianista, prende lezioni da Tuomas.
Marko invece ha lo stesso carattere ribelle del fratello maggiore, è un batterista.
Insomma solo Tallulah si tiene alla larga dalla musica dato che è stonata tanto quanto la sottoscritta. Povera stella. Ma come ricompensa ha disegnato le ultime 2 copertine degli album degli HIM
 
-Papà posso andare al Tavastia stasera?- urlò Tallulah mentre scendeva le scale.
-Scordatelo!- le rispose Ville che stava seduto sul divano a perfezionare la setlist del dvd “Love Metal archives vol. 4”
-Ma perché?-
- È pieno di metallari-
-Perché tu cosa sei?- m’intromisi io, uscendo dalla cucina.
-Ecco mamma diglielo tu-
Ville jr sorrideva strafottente strimpellando il basso seduto sul divano.
- Sei ancora troppo piccola per quel posto-
-Ma se ho 25 anni!- si lamentò.
-Ventiquattro. Sai quanti ragazzi sono pronti a saltarti addosso?-
- Valo per favore, vogliamo farla uscire ogni tanto questa ragazza?-
-Quando avrà 30 anni forse…-
-Ma se la mamma aveva la mia età quando ha iniziato a uscire con te!-
-Tua madre non fa testo!-
- Mamma…-si lagnò lei.
-Dai vacci. Però alle due a casa. O chi lo sente il brontolone…-
-Guarda che ti sento…-
-Grazie!- disse abbracciandomi
-Perché io devo rientrare a mezzanotte?- chiese Ville jr.
-Tu fai già troppi danni quando esci di casa, specie se sei con tuo padre-
Soprattutto sul palco insieme.
Entrambi risero.
-Non è colpa mia se sono bello- commentò il piccolo Ville.
-Ville!- lo rimproverai.
-E dai mamma anche tu a tuo tempo non sapevi resistere al fascino di papà. Anche ora, se per questo…E la stessa cosa fanno le ragazze con me, oggi-
- Sì ma la mamma gli ha dato buca per un mese a papà- intervenne Tallulah
-Perché pensava di saper resistere al fascino finlandese-
-Che diavolo ne sai tu?-le rispose la sorella.
-Esatto che ne sai?- dissi io
-Me lo ha detto papà- rispose candidamente.
Mi cadde la mascella.
- Ah bè siamo a posto- disse Tallulah. Il mio stesso sarcasmo.
Valo senior intanto se la rideva di nascosto.
-Piantala di ridere- gli dissi io.
-Ciao famiglia!- urlarono i gemelli rientrando a casa da scuola.
-Luce stasera ti porto al Tavastia!- disse Tallulah alla sorella minore.
-Veramente io volevo il permesso di uscire con Alexi-
-Te lo scordi signorina- gli rispose suo padre impassibile, senza alzare gli occhi dal foglio sul quale stava scrivendo.
- Valo ma sei una tassa!- dissi io. –E dov’è che andreste?-
-Mi porta a Kitee per la festa di mezz’estate di domani-
-Ma anch’io voglio andare!- si lagnò Marko.
-Te lo scordi non ti voglio tra le scatole- gli disse la sua gemella.
-Nessuno va da nessuna parte. Specialmente te. Ora capisco perché sei sempre a casa Holopainen. Altro che lezioni di piano…-
Fulminai Valo con lo sguardo. Che tatto.
-Lezioni di anatomia- concluse Ville jr. ridacchiando.
Luce lanciò un cuscino al fratello.
-Ahio! Pulce ma che vuoi?! Io ho detto la verità! E non è la prima volta-
-Che cosa?- tuonò Valo senior.
Oddio qua si mette male.
Luce diventò rossa.
-Tu con Holopainen jr avete fatto cosa?- domandò Ville alzandosi, minaccioso.
-Ma nulla papà- rispose l’interessata nascondendosi dietro alla sorella maggiore.
- Valo dai siediti, ha 18anni ormai-
-No, nessuno la deve toccare chiaro? Ora Tuomas mi sente. Deve educare meglio suo figlio, soprattutto deve fare in modo che tenga le mani lontano da mia figlia- brontolò avvicinandosi al telefono.
-Ville Hermanni Valo - lo richiamai- sembri un vecchietto di novant’anni. Smettila!-
-È mia figlia. Devo proteggere il suo onore-
-È anche la mia di figlia, ma guardali tutti e quattro-
Lui posò lo sguardo sui ragazzi, dalla maggiore ai minori.
-Sono il nostro capolavoro-
-Certo. Ma ormai sono cresciuti. Facciamo così: Tallulah tu vai al Tavastia insieme a Ville jr. Luce e Marko voi andrete a Kitee-
-E io e te?- chiese Valo guardandomi malizioso.
-Noi restiamo qui. Io devo fare l’inventario della cioccolateria e tu hai da lavorare se non sbaglio…-
Ville jr sbuffò: - Ma dopodomani ho il concerto con papà! E non voglio star dietro alla top model-
- E io non voglio un’impertinente vanitoso al seguito- rispose Tallulah.
-Strega!-
-La smettete di insultarvi?- dissi io.
-Hai fatto vedere il tuo braccio a mamma e papà?- commentò Tallulah acida.
-Che hai fatto?- chiesi io.
-Si è tatuato l’intero braccio-
-Spia!-
-Fammi vedere- gli ordinò Valo
Ville si tolse la maglietta. Sul braccio destro presentava lo stesso intreccio di rovi che il padre aveva sul braccio sinistro, però erano in negativo.
-Bel lavoro- sorrise fiero del figlio.
-Come bel lavoro? Chi ti ha dato il permesso?- replicai.
-Papà- ammise.
- Valo, io e te dobbiamo parlare-
- Ginevra ma sei una tassa!- disse facendomi il verso.
-Io me ne vado su un’isola deserta!!-
-Seh certo come no. Sono anni che lo ripeti ma rimani sempre qui-mi rispose Ville prendendomi fra le sue braccia e baciandomi.
-Eh che schifo!- esclamò Marko.
-Io esco!- disse Luce.
-Oddio fate venire il diabete!- questo era Ville jr.
-Invece sono la coppia più bella che io abbia mai visto- questa era Tallulah.
-Piantala di dire cazzate top!-
-Senti, bassista dei miei stivali, taci!-
Io e Valo ci voltammo verso di loro stando ancora abbracciati.
-Non fate tardi!-
-Siiiii!- urlarono.
-Ehi Luce non farti toccare da Alexi, chiaro?- ordinò suo padre.
Gli diedi uno scappellotto affettuoso sulla nuca.
-Ma uffa!-
Scoppiammo a ridere mentre la porta della torre si richiudeva, sbattendo, dai nostri figli.
-La porta!- urlammo.
-Scusate!- disse Marko, facendo capolino e richiuse piano.
 


 

The End

 
Spazio autrice:
ed eccoci alla fine. È giunto il momento di salutare Ville, Ginevra e i bambini! Su, su niente lacrime xD
Ringraziamenti speciali a tutti coloro che hanno letto in silenzio questa FF e quella precedente, a tutti quelli che l’hanno messa tra le preferite/seguite, e chi si è prodigata sempre di commentare nonostante i mega ritardi degli ultimi capitoli (kuu yo e Fra) e tutte coloro che hanno commentato questa FF: Villina92 (che ha commentato gli ultimi tramite FB xD), _rabbit, polly_10, kuu yo, Poisoned_Tear, RocketQueen_
Grazie davvero per la pazienza enorme che avete avuto!!! :) *Lalla vi offre un paio di gocciole a testa*
Sì mi mancheranno questi personaggi, mi  mancherà scervellarmi su come andare avanti ma alla fine ce l’ho fatta!! Dopo un anno l’ho finita!!
Ci si rivede in questo fandom quando (e sottolineo quando) finirò o almeno arriverò a metà di quella nuova. Per tutti coloro che mi seguono come autrice in generale mi trovate nel “condominio” Nightwish ;)
Ah dimenticavo! Ho ancora delle storie da commentare qui, ho letto tutto ma devo trovare la “forza” di scrivere un commento!! Pardon!
Un  bacio
Lalla.
 

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