Always The Same Day

di Vanessa190
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Always The Same Day ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Always The Same Day ***


 

Aprì gli occhi mettendo a fuoco il soffitto della stanza.

Si mosse piano: era sopra un letto di un ospedale che non aveva idea di come aveva raggiunto.

Si sollevò lentamente guardandosi intorno e la vide.

Era senza dubbio la ragazza più bella che avesse mai visto: seduta su una sedia a pochi passi dal suo letto, dormiva con la testa abbandonata all'indietro e aveva tutta l'aria di essere parecchio scomoda; ma anche  vedendola in quelle condizioni non riuscì a non pensare che fosse bellissima.

Poi il panico la colse: come c'era arrivata in quella stanza d'ospedale?

Chi era quella ragazza?

Perché era li?

Si lasciò sfuggire un sospiro leggero, ma fu abbastanza rumoroso per svegliare la ragazza che spalancò gli occhi tirandosi su all'istante.

-Sei sveglia- constatò con voce rauca -Ricordi qualcosa di ieri?-

Fissò incerta la ragazza: non sapeva chi era, doveva rispondere lo stesso?

Forse era un medico.

-No- disse alla fine -Non ricordo niente-

La ragazza-medico sospirò -Ti ricordi come ti chiami?-

Si dovette sforzare, non poco, per poter rispondere alla domanda -Brittany...credo- rispose tentennando

-Esatto- la ragazza le rivolse un sorriso luminoso -Ti chiami Brittany-

Brittany ammirò incantata quel sorriso così bello per qualche istante -Tu chi sei?- chiese poi alla ragazza.

Il sorriso scomparve lentamente dal volto della mora.

-Santana- rispose poi.

 

 

-Santana?- chiamò qualche minuto dopo.

La ragazza si girò subito verso di lei

-Perché sono qui?- chiese.

Santana non rispose subito -Tu...- sembrava in difficoltà -Tu hai avuto un incidente-

Brittany sentì perfettamente quella nota di incertezza nella voce di Santana, ma non se ne curò più di tanto; dopotutto che motivo aveva quella ragazza sconosciuta di mentirle?

-Sei il mio dottore?- chiese ancora

-Ehm...si. Una specie-

E di nuovo a Brittany sembrò che quelle parole non fossero vere, come se la dottoressa, cioè Santana, stesse recitando una parte per l'ennesima volta.

-Perché non mi ricordo nulla della mia vita?-

-Hai battuto la testa, amnesia- disse Santana sbrigativa -Ma non pensiamoci adesso. Piuttosto, c'è qualcosa che vuoi fare in particolare?-

Brittany si fermò a riflettere -Posso vedere un film?-

Santana annuì, come se si aspettasse quelle parole esatte -Scommetto che vuoi vedere "Up"-

In effetti Brittany voleva vedere proprio "Up", anche se non ricordava di averlo mai visto prima.

Osservò la mora mettere il DVD nel lettore e accendere lo schermo della piccola TV davanti al letto.

-Resti a guardarlo con me?-

Non aveva ancora finito la domanda che già Santana si era seduta di fianco a lei.

 

Passarono tutta la giornata assieme, Santana non la lasciò nemmeno per un

attimo e Brittany non se ne lamentò affatto.

Credeva di non aver mai visto prima quella ragazza, eppure quando le era vicino sentiva il suo cuore battere forte e dentro di se sapeva di conoscerla.

Ma per quanto si sforzasse non riusciva proprio a ricordare nemmeno un'occasione in cui potesse averla vista; anzi, non riusciva a ricordare niente.

Osservò in silenzio Santana, che per tutto il giorno non aveva fatto altro che anticipare i suoi desideri, come se sapesse già cosa stava per chiedere.

"Forse è un angelo" si ritrovò a pensare la bionda.

 

Solo quando fuori dalla piccola finestra era ormai buio Santana perse il sorriso che le aveva rivolto tutto il giorno.

-Devo andare adesso- mormorò, come a scusarsi.

Brittany la guardò tristemente -Domani ci rivedremo?-

-Certo- la mora sorrise di nuovo, ma ora il suo sorriso era triste e spento.

-E' strano- disse Brittany all'improvviso -Sei sicura che non ci siamo mai viste prima?-

Inaspettatamente Santana alzò subito la testa verso di lei sorrise, stavolta per davvero, come se le avesse appena detto una cosa bellissima.

-Forse...- rispose con voce eccitata -…E' capitato che ci siamo viste in giro-

Ci fu un momento di silenzio quasi religioso.

-Allora ciao- sussurrò la bionda triste.

Non voleva che il suo angelo-dottore se ne andasse.

Ma inaspettatamente Santana si avvicinò a lei, fino a posarle un bacio sulle labbra, talmente dolce e delicato da farle battere il cuore ancora più forte.

Brittany non ricordava di aver mai baciato nessuno, dunque quello era il suo primo bacio.

Finì lentamente come era iniziato.

Santana si allontanò, le sorrise dolcemente accarezzandole la guancia e le sussurrò solo "Ora dormi" prima di uscire spegnendo la luce.

Ma Brittany non si preoccupò: le aveva promesso che sarebbe tornata; non era sicura che i dottori fossero obbligati a mantenere le promesse ma gli angeli di sicuro si.

*

''E' un caso raro, non succede spesso, ma può capitare che in seguito a un trauma il cervello contragga una grave malattia cerebrale che porta chi ne è affetto a dimenticare tutto ciò che registrato nella memoria a breve termine.''

Ricordava ancora la voce fredda, quasi meccanica, del chirurgo quando, uscito dalla sala operatoria le aveva detto quale sarebbe stato il destino della sua ragazza ''La signorina Pierce ha avuto un'amnesia e la sua memoria a breve termine è stata danneggiata, le percentuali di guarigione sono bassissime''

''Sta dicendo...'' aveva mormorato con un nodo alla gola ''Sta dicendo che Brittany non si ricorderà mai più di me?''

''Mi dispiace signorina Lopez''

Era stato come sentire un ''si''.

Due anni, erano passati due anni da quel maledetto incidente.

Due anni che Brittany riviveva sempre lo stesso identico giorno, senza mai ricordarselo.

Due anni senza nessun miglioramento.

Fino a quel giorno.

-Santana-

La latina si lasciò cadere sulla sedia della saletta medici

-Santana- la chiamò di nuovo Quinn -Come è andata?-

-Come sempre- rispose stancamente -Ma stavolta ha detto che le sembrava di conoscermi- nonostante tutta la tensione e tutta la stanchezza, il suo volto si aprì lo stesso in un sorriso.

-Ottimo- sorrise Quinn felice, appuntando qualcosa su una cartella.

Del resto, fra le due, era Quinn il vero medico.

-Ora dovresti riposare- suggerì speranzosa ma la mora scosse subito la testa.

-Devo lavorare ora, lo sai...dormirò qualche ora domattina-

Quinn non provò nemmeno a protestare, non serviva più.

Ormai anche lei, come Santana, si era abituata a quella strana routine dove ogni giorno si ripeteva inesorabilmente uguale agli altri.

*

Aprì gli occhi mettendo a fuoco il soffitto della stanza.

Riconobbe il contorno di un letto di ospedale che non aveva idea di come aveva raggiunto.

Si sollevò lentamente guardandosi intorno e la vide.

Era senza dubbio la ragazza più bella che avesse mai visto: era abbandonata su una sedia a pochi passi dal suo letto, dormiva con la testa abbandonata all'indietro e aveva tutta l'aria di essere parecchio scomoda; ma anche in quelle condizioni non riuscì a non pensare che fosse bellissima.

Poi il panico la colse: come c'era arrivata in quella stanza d'ospedale?

Chi era quella ragazza?

Perché era li?

Si lasciò sfuggire un sospiro leggero, ma fu abbastanza rumoroso per svegliare la mora che spalancò gli occhi tirandosi su all'istante.

-Sei sveglia- constatò con voce rauca -Ricordi qualcosa di ieri?-

Fissò incerta la ragazza: non sapeva chi era, doveva rispondere lo stesso?

Forse era un medico.

-No- disse alla fine -Non ricordo niente-

La ragazza-medico sospirò -Ti ricordi come ti chiami?-

Si dovette sforzare, non poco, per poter rispondere alla domanda

-Brittany...credo- rispose tentennando

-Esatto- la ragazza le rivolse un sorriso luminoso anche se tirato e stanco.

Si vedeva che aveva dormito poco.

Brittany ammirò incantata quel sorriso così bello per qualche istante -Tu chi sei?- chiese poi alla ragazza.

-Sono Sa...- iniziò ma Brittany la interruppe, come colpita da una rivelazione improvvisa

-Aspetta! Sei Santana, giusto?-

Santana la fissò incredula, poi il suo cuore sembrò scoppiare di felicità

-Esatto- disse incapace di credere a ciò che era appena successo -Mi chiamo Santana-

*

Questa storia è nata come One-Shot ma ho delle idee per continuarla.

Sarebbe comunque una storia di due, massimo tre, capitoli... fatemi sapere se volete che la continui.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Due anni prima

 

-Britt, dove sei?-

-Sto uscendo ora di casa- Brittany afferrò il casco dalla sedia e controllò di avere le chiavi della moto in tasca.

-Fra dieci minuti inizia la cerimonia- le ricordò Santana dall'altra parte della cornetta -Quinn ci tiene moltissimo che ci siamo entrambe lo sai-

-Lo so amore, dammi dieci minuti e sono li-

-Ok...ma sta attenta con quel coso-

-Non offendere la mia moto!- protestò subito la ballerina -E stai tranquilla, ho fatto motocross per anni e non mi è mai successo nulla- la rassicurò l'ennesima volta

Santana tacque per qualche secondo -Sta attenta lo stesso-

Brittany ridacchiò –Sto’ attenta, promesso. Ti amo-

-Ti amo anche io-

*

Santana chiuse la chiamata, non del tutto tranquilla.

Era da quella mattina che aveva un brutto presentimento.

Aspettò, con quel presentimento che si faceva sempre più pesante nel suo stomaco ma la cerimonia del diploma di Quinn passò, ancora niente.

-Sono sicura che sta bene San, non preoccuparti...- stava cercando di tranquillizzarla la bionda quando il suo telefono squillò.

-Pronto?-

-Chiamo dall'Arnold Palmer Hospital, è una conoscente della signorina Pierce?- chiese una voce che non conosceva.

Le si fermò il fiato in gola -Si...- rispose con voce strozzata -Sono...sono la sua ragazza-

-Mi dispiace molto, ma la sua fidanzata ha avuto un incidente mentre era in moto, è in sala operatoria ora. Il suo numero era fra i contatti di emergenza e...-

Riattaccò senza lasciargli finire la frase.

-Quinn...- mormorò prima di scoppiare in lacrime.

Santana riuscì, tra i singhiozzi, a ripetere alla sua amica quello che le aveva detto il medico.

-Oddio Quinn...se non dovesse farcela io...- balbettò -Lei è tutta la mia vita-

                                                        *

"Tutta la mia vita"

Quanto può sacrificare qualcuno, a quanto può rinunciare, per la persona che ama?

Sogni? Speranze? Addirittura la propria vita?

Lei aveva sacrificato ogni cosa.

Aveva lasciato il suo lavoro e ne aveva trovato uno nel turno di notte della caffetteria dell'ospedale dove Brittany era ricoverata.

Aveva rinunciato al suo sogno di diventare una cantante.

Aveva rinunciato a uscire con i suoi amici, a concedersi anche un po' di svago ogni tanto.

Aveva rinunciato a una vita normale, ormai la sua routine consisteva nel passare la giornata con Brittany, fare il turno di notte alla caffetteria, passare da casa per lavarsi e cambiarsi e tornare in ospedale a dormire qualche ora aspettando che la bionda si svegliasse e che iniziasse una nuova giornata.

Ma non aveva rinunciato alla speranza; la speranza che un giorno Brittany sarebbe guarita, che si sarebbe ricordata di lei.

Per questo, il primo anno, passava giornate a raccontare a Brittany della sua vita prima dell'incidente.

Tutto il giorno immerse in ricordi che Brittany non poteva più ricordare per poi vedere tutti i suoi sforzi svanire nel tempo di una notte.

Alla fine si era limitata a passare la giornata con lei, senza più cercare di farle ricordare.

Eppure nel suo cuore la speranza era ancora accesa, e non si sarebbe mai spenta.

Dunque quanto puoi sacrificare per la persona che ami?

Per Santana la risposta era semplice: tutto.

 

Fissava il letto in silenzio: nonostante le sette ore del turno di notte non riusciva a prendere sonno.

Ogni tanto le capitava, in quei casi stava semplicemente immobile a guardare la sua ragazza dormire.

Eppure quella volta c'era qualcosa di diverso: Brittany si era ricordata il suo nome.

Con una semplice parola aveva trasformato la debole fiammella di speranza in un incendio; e la cosa più incredibile era che assieme a tutta quella felicità Santana aveva provato anche un profondo sconforto.

Perché il suo nome, pronunciato dalla sua Brittany, aveva sconvolto completamente lo stato di apatia in cui, dopo due anni di monotonia, era sprofondata e ora, per la prima volta dopo tanto tempo, sentiva di nuovo il peso della situazione sulle sue spalle.

La travolse all’improvviso, cogliendola invulnerabile e impreparata, e in un attimo si ritrovò a piangere.

-Piangi?- le domandò all’improvviso la ragazza stesa sul letto, svegliata dai suoi singhiozzi.

-No io…- si asciugò velocemente le lacrime col bordo della manica –Mi è solo andato qualcosa negli occhi-

-Certo…- mormorò Brittany, non del tutto convinta, poi la fissò dritta negli occhi e sul volto le si dipinse un’espressione meravigliata

-Santana…- sussurrò poi scuotendo la testa e recuperando la sua espressione assonnata –Dovresti venire a dormire, non vorrai fare tardi al diploma di Quinn domani- e si riaddormentò, senza aver probabilmente realizzato dove si trovasse.

Santana rimase immobile, a fissare il vuoto occupato qualche secondo prima dal corpo seduto di Brittany, con la bocca spalancata.

*

 

-Te lo giuro Quinn! Ha detto il tuo nome, ha addirittura nominato il tuo diploma!- ripeté per l’ennesima volta Santana, con un sorriso entusiasta sul volto.

-Lo so San- rispose stancamente la bionda stringendo nervosamente la cartella clinica di Brittany fra le mani -Sono due ore che me lo ripeti...-

-Ha semplicemente detto il tuo nome, come se lo ricordasse perfettamente- proseguì euforica la mora.

-Senti...- cercò di calmarla Quinn -Ho fatto fare degli esami a Britt, ho qui i risultati e...-

-Chissenefrega degli esami! Ma non capisci?-

-San...-

-Sta guarendo! Si ricorderà di me!-

-Santana...-

-Finalmente potremo tornare a casa, avere una vita normale e...-

-Santana!- gridò la bionda, riuscendo finalmente a zittirla -Ho avuto i risultati degli esami- strinse di più la cartella, guardando tristemente l'amica negli occhi che, percependo la gravità nel suo sguardo, perse lentamente il sorriso.

-E?- la invitò a continuare Santana

-E ho una notizia buona e una cattiva-

-Oh mio Dio Quinn, Dillo e basta!-

-Io...be'...- soppesò con cura le parole da usare -La sua memoria a lungo termine sta tornando- disse alla fine -Ma quella a breve termine...quella probabilmente non guarirà mai- Quinn tacque e fissò Santana aspettando una reazione, una qualsiasi reazione, che però tardava ad arrivare.

-Questo significa...- continuò allora la giovane dottoressa -Significa che l'ultimo ricordo che ha Brittany è del giorno prima dell'incidente, non si ricorderà nient'altro- stava per aggiungere "mai più" ma si trattenne in tempo.

-Santana...se vuoi sfogarti fallo- aggiunse poi, dato che la mora era rimasta in silenzio a fissare il vuoto.

-Avanti: puoi piangere se vuoi, puoi gridare solo...fa' qualcosa- insistette.

Santana si riscosse, scuotendo la testa in silenzio, poi finalmente guardò l'amica negli occhi.

-La amo Q...- disse, come se fosse la risposta a tutti i suoi problemi.

E forse lo era davvero.

*

Due settimane dopo

 

Aveva appena preso sonno quando una voce spaventata, che sussurrò un flebile "Santana?", la riscosse.

-Britt- mormorò assonnata, alzando lo sguardo fino a incontrare gli occhi blu della sua ragazza -Come ti senti?-

-San, che ci faccio qui? Perché sono in ospedale?-

Santana le sorrise dolcemente, prendendole la mano per tranquillizzarla, e iniziò pazientemente a spiegarle dell'incidente e di tutto quello che si era persa in quei due anni.

Quello che Brittany non sapeva era che, nelle ultime settimane, quella scena si era ripetuta tutte le mattine da quando aveva recuperato completamente la memoria.

Del resto, cosa sei disposto a fare per le persone che ami? Se le ami davvero la risposta sarà sempre e solo una: tutto.

 

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Qualcuno mi aveva chiesto se avevo intenzione di continuare e, dato che mi è venuta l’ispirazione, ho continuato… come già preannunciato questa storia avrà solo tre capitoli, per cui il prossimo è anche l’ultimo.

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