E pensare che ti odiavo

di Asya_Malik
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1 - Giselle muiviti! - sbraitò mia madre dal piano inferiore. Senza fretta pettinai i lunghi capelli neri e indossai le
converse nere.
- Giselle! - urlò di nuovo. Sospirai e presi la borsa e la valigia. Uscii di camera e lentamente scesi le scale giusto
per dar fastidio a mia mamma che mi aspettava.
- Cazzo Giselle muovi il culo - alzai le spalle e uscimmo di casa chiudendola, l'avremmo rivista tra tre mesi, quando
sarebbe riniziata la scuola. Mamma si voltò verso di me
- Copriti la pancia! E tirati su i pantaloni! - mi guardai un attimo, jeans larghi bassi e t-shirt che lasciava scoperta
metà pancia color bianca aderente
- Che c'è che non va? - chiesi alzando le spalle. Senza aspettare risposta aprii lo sportello della range rover nera
e salii buttandomi con un tonfo sul sedile, indossai le cuffiette e le collegai all'i-phone 4s nero. La macchina partii
portandomi in quel posto che tanto odiavo, ma che per colpa di mia madre dovevo frequentare tutti gli anni. Appoggiai
la testa al vetro del finestrino aspettando che quelle quattro interminabili ore di viaggio finissero. Chiusi gli occhi nel
tentativo di addormentarmi.
- Giselle? Giselle svegliati - aprii lentamente gli occhi e trovai mamma che mi scuoteva per le spalle
- Mmm? -
- Siamo arrivati - disse scendendo dalla macchina, mi stropicciai gli occhi e ancora assonnata scesi dalla macchina.
Davanti a me un giardino enorme, con un frutteto di peschi, uno di cigliege e uno di albicocche. La casa era vecchia
esterrnamente, ma dentro la avevamo fatta restaurare. Tra due alberi c'era un amaca fatta da me con della paglia
quando ero più piccola e ingenua. Il vialetto con i sassi arrivava fino davanti casa e un laghetto con acqua limpida
era vicino a casa. Sorrisi pensando a quanti bagni ci avevo fatto un tempo. Presi la valigia e la borsa e riposi l'iphone
al suo interno, presi i manici della valigia e iniziai a percorrere il vialetto. Arrivai davanti alla porta di cigliegio che era
socchiusa ì, con un calcio delicato l'aprii e salii le scale per entrare nella mia camera. Percorsi velocemente il lungo
corridoio e arrivai davanti a una porta bianca, l'aprii velocemente, le pareti celesti, il letto a baldacchino con le coperte
bianche, la scrivania, proprio come l'avevo lasciata nove mesi fa. Entrai e iniziai a sistemare le cose nell' armadio. Quando
due ore dopo ebbi finito estrassi dall' armadio un paio di jeans larghi e bassi, una maglietta che lasciava scoperto dall'
ombelico in giù blu larga, un paio di vans alte. Pettinai i lunghi capelli neri e misi nel mega borsone che mi trovavo come
borsa un pacchetto di sigarette, accendino, cellulare chiavi e soldi. Scesi in salotto dove vidi mia mamma che sistemava
le cose
- Vado a fare un giro - le annunciai, si girò verso me e mi squadrò
- Vestita così? - chiese indicandomi
- Si, vestita così - dissi uscendo di casa. Quando fui sicura che non mi potesse più vedere accesi una sigaretta, non sapeva
e non doveva sapere che fumavo, ormai era un anno che glielo nascondevo, chissò che crisi isterica avrebbe avuto. Mi
sedetti su una panchina mentre aspiravo un altro tiro. Feci uscire il fumo sottoforma di striscia che si disperse nell'aria
velocemente.
- Fa male fumare - mi girai verso sinistra da dove proveniva la voce
- E tu sei? - chiesi scettica alzano un sopracciglio
- Harold Edward Styles, ma preferisco essere chiamato Harry - disse porgendomi una mano - E tu? - continuò, alzai se
ancora di più il sopracciglio se possibile e risposi
- Una ragazza che hai disturbato mentre fumava - risposi stringendogli la mano, Harry rise e lo guardai
- Che minchia ridi? - chiesi riportando la sigaretta alla bocca, il ragazzo alzò le spalle e poi mi squadrò
- Bel look... - disse sedendosi accanto a me
- Be a me piace così, a te piace la tua maglietta bianca con scollo a V aderente e a me piace questo - dissi indicandomi.
Schiacciai il mozzicone di sigaretta ormai finito e lo buttai nel prato.
- Allora... tu sei... - continuò il ragazzo
- Giselle - risposi continuando a fissare il vuoto davanti a me
- Bel nome - rispose. Presi dalla borsa l'i-phone e controllai facebook, avevo molte, troppe richieste di amicizia, le accettai
e tornai a guardare il ragazzo
- Da dove vieni? - chiesi
- Londra, te? - disse sorridendo
- Londra - dissi alzando le spalle. Il cellulare iniziò a squillare
- Si? - dissi rispondendo
- Wee bella! Sono Sophie - rispose la voce dall' altra parte del telefono. Sophie.... Sophie... cercai di ricordare, DOVE
DIAVOLO AVEVO GIA SENTITO QUEL NOME??? AH SI! A SCUOLA...
- Ehy Sof come va? - risposi
- Benone, sono in America con i miei per vacanze e tu? -
- Merda! Ci potessi andare io in America! Sono in una prateria spertuda dell' Inghilterra a quattro ore da londra. - risposi
sbuffando
- Be... ci sentiamo devo andare - rispose
- Ciao - riposi l' i-phone nella borsa ( se così si poteva chiamare ) e mi alzai
- Be ci si vede in giro - dissi al ragazzo seduto sulla panchina.
- Ciao - disse lui. Mi incamminai verso casa mettendomi  la mani in tasca, incontrai nel mio cammino troppa gente vestita
normalmente, coppiette felici che si promettevano amore eterno, poi lui la tradirà e si lascieranno, va sempre così. Arrivai
davanti a casa ed entrai in casa dove mi sedetti a tavola.
- Cosa mangiamo? - chiesi
- Se hai famo cucina - disse mia madre etrando in sala da pranzo
- COSA? Devo cucinare? - domandai letteralmente sconvolta, mamma annuì convita
- Non ho fame - dissi salendo al piano superiore. Entrai in bagno e mi feci una doccia. Indossai un paio di pantaloni, una
t-shirt larga bianca e raccolsi i capelli in una coda. Entrai in camera e accesi il laptop della Apple ed entrai su Twitter
E sono iniziate le vacanze anche quest'anno in questo dannato paesino spertuto in Inghilterra, spero che 3 mesi
passino velocemente. Incontro scoinvolgente nel parco, gente che non conosco fa commenti poco adatti alle
situazioni....
Questo è ciò che scrissi prima di spegnerlo, mi misi sotto le coperte e presi sonno velocemente.

Quella mattina mi svegliai verso le undici, il mio stomaco protestava per la mancanza di cibo, indossai un paio di pantaloni
larghi, bassi neri, una t-shirt sempre corta fin sopra l'ombelico bianca, le vans biache, sciolsi la coda e pettinai i capelli.
Scesi in cucina e aprii un bacco di biscotti mangiandone alcuni mentre ero seduta sulla penisola della cucina mentre guardavo
fuori dalla finestra
- Buongiorno - disse mia mamma entrando in cucina sbadigliando
- Giorno - risposi
- Oggi vado a farmi un giro in centro - annunciai scendendo dalla penisola, mamma annuì e io bagno a lavarmi i denti, incorniciai
gli occhi color cioccolato con della matita e scesi uscendo di casa. Indossai le cuffiete e le attaccai all'i-phone e partii Gli uomini
non cambiano
, è una canzone italiana, la ho tradotta in inglese e me ne sono subito innamorata. Iniziai a canticchiare in italiano
mentre camminavo per il parco.
- Hey - mi girai e trovai Harry
- Ciao - dissi sbuffando
- Wow,siamo di buon umore - rispose sarcastico prima di accennare un sorriso
- Ah ah, non lo diresti se avessi una madre rompi coglioni che fa commenti su come ti vesti - risposi sarcastica mentre ricomniciavo
a camminare con Harry al mio fianco.
- Sai questa notte ho pensato - disse lui
- Perchè? Pensi? - risposi prima di scoppiare a ridere
- AHAHAH comunque ho pensato che secondo me sei una bella ragazza ma ti trascuri... - disse lui guardandomi
- E ti danneggi - disse lui
- Faccio ciò che voglio - risposi camminando

SCIAO BELLE!
Ecco il 1 capitolo della mia nuova storia, qui la protagonista è molto yoyo (?)
Bene che dire, recensite <3<3

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2 - Si fai quello che vuoi, ma ti danneggi - ripetè Harry tornando al mio passo. Aspirai una boccata dalle sigarezza
che avevo appena acceso e gli soffiai il fumo in faccia
- Faccio ciò che voglio - ripetei lentamente come si fa ai bambini
- Che schifo! - urlettò lui schifato
- Femmina - gli dissi tirandogli un pugnetto sulla spalla
- Vuoi vedere? - chiese con sguardo malizioso, mi coprii gli occhi schifata
- Bleah! No! - risposi , buttai per terra la sigaretta spegnedola con forza, sbuffai e mi strinsi nelle spalle quando una
ventata mi colpii, Harry si accorse che avevo freddo, così si tolse la felpa leggera che aveva e me la porse con un
sorrsiso
- Gelerai - disse semplicemente. Annuii e indossai la felpa. Iniziammo a camminare verso casa mia in silenzio, nessuno
dei due parlava, nessuno dei due aveva niente da dire.Arrivammo davanti a casa mia e tolsi la felpa
- Grazie Harry.... - dissi mi girai facendo per andarmene quando mi bloccò per un polso e mi tirò a se abbracciandomi
- Perchè mi hai abbracciata? - chiesi leggermente in imbatazzo
- Avevo voglia di abbracciarti - rispose semplicemente. Mi dette un bacio sulla guancia e un turbine di farfalle nello
stomaco si fece presente. Rabbrividì e sorrisi prima di entrare in casa, non salutai nemmeno mamma e salii nella mia
camera chiudendola. Mi buttai a peso morto sul letto respirando cercandando di far rallentare il battito del mio cuore.
Come poteva quel ragazzo farmi sentire così se a malapena lo conoscevo? Respirai fino a quando mi calmai e mi diressi
in bagno dove feci una doccia veloce, indossai le prime cose che trovai nell armadio e mi buttai sul letto addormentandomi
senza cena.
*Tic Tic Tic*
Un fastidioso tichettio proveniva dalla finestra, mi girai su un lato infastidita e guardai la sveglia 3.43, chi diavolo è che rompe
i coglioni a queste ore della notte? Mentre il rumore continuava mi alzai dal letto e indossai un felpone, per essere giugno si
congelava. Uscii in balcone con la torcia
- Harry ma che cazzo ci fai qui? - chiesi
- T-ti p-prego s-scendi - aveva le lacrime algi occhi ed era caduto in ginocchio
Entrai in casa senza farmelo ripetere due volte, indossai velocemente un paio di scarpe e senza fare rumore, ma velocemente
scesi, presi le chiavi di casa e chiusi dolcmenente la porta, corsi per il vialetto e lo raccolsi tra le mie braccia stringendolo forte
a me mentre con una mano gli accarezzavo i capelli. Non sapevo cosa era successo ma sapevo che me lo avrebbe raccontato
- M-m-mia m-m-madre... - iniziò lui tra i singhiozzi
- Ssssh Harry... tranquillo me lo dirai dopo - dissi aumentato la presa su di lui, gli tirai su il viso con due dita e gli detti un dolce
e lungo bacio sulla guancia, gli asciugai le lacrime e ci sedemmo per terra e lui mi strinse forte a se lasciando scorrere le ultime
lacrime
- Vuoi farlarne? - chiesi in un sussurro
- Mmia madre....mia madre era in coma.... e... e non... non ce l'ha fatta... -  disse con voce spezzata
- Oh Harry mi dispiace tantissimo! - dissi saltandogli in braccio e buttandogli le braccia al collo e respirando profondamente
- Posso fare qualcosa? - lui annuì
- Stammi vicino  - disse semplicemente, posò le sue labbra sulle mia, dolcemente, un turbine di emozioni di fece presente nel
mio stomaco, me mani iniziarono a sudare, non potevo scappare, glielo avevo appena promesso. Fu un bacio dolce di quelli
che non davo da tempo. Mi staccai e gli sorrisi e anche lui fece lo stesso. Appoggiai la testa sul suo petto mentre lo stringevo,
passai le mani velocemente sulle sue braccia nude. Ci alzammo e lo presi per mano
- Dove andiamo? - chiese in un sussurro
- Vedrai - non avevo intenzione di tornare a casa e lasciarlo a casa da solo saremmo restati in un hotel. Dopo dieci minuti me
ne trovai davanti uno e lo trascinai dentro.
- Una camera per due - dissi al tipo della reception
- Ok - mi dette le chiavi e trascinai Harry nella camera. Entrai e mi buttai sul letto seguita poco dopo da lui, mi misi sotto le coperte
 e lui mi abbracciò da dietro dandomi un bacio sulla guancia
- Grazie Gisselle - disse prima di addormentarsi. Mi girai verso lui e appoggiai la testa sul suo petto addormentandomi

SCIAO BELLE!
OK è CORTO MA SONO DI FRETTA E NON POTEVE FARE DI PIù MA CMQ SPERO VI PIACCIA
RINGRZIO TUTTE!
CIAOO

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3 Mi svegliai di buon umore quella mattina, ma sapevo che non sarebbe stato lo stesso. Presi l'i-phone che avevo
appoggiato al comodino e guardai l'ora: le 7.30. Senza fare rumore e per non svegliare Harry che aveva ancora
il suo braccio attorno alla mia vita. Mi alzai e indossai i miei vestiti, pettinai i lunghi capelli neri e con l'i-phone uscii
dalla stanza dell albergo e mi diressi da Sturbucks
- Ciao - dissi entrando
- Ehy ciao che tu serve? - chiese sorridendo
- Due capuccini e due brioches da portare via - dissi tirando furi da una tasca il portafoglio, lui me li porse e pagai.
Presi il sacchetto e uscii dal locale e mi diressi velocemente all hotel e quando entrai in camera Harry non c'era sul
letto. Appoggiai le cose sulla scrivania e mi sedetti sul letto già rifatto. Sentii l'acqua della doccia scorrere, così ne
approffittai per uscirmene in balcone e accesi una sigaretta, l'ultima del pacchetto avrei dovuto comprarle nuove. Ne
accesi una e la portai alla bocca aspirando lentamente. Feci due o tre tiri e poi l'acqua della doccia si spense. Spensi
velocemente la sigaretta e rientrai in camera dove un Harry in soli boxer con i capelli bagnati mi si presentò davanti,
diventai tutta rossa e abbassai lo sguardo
- Buongiorno - mormorai andando ad abbracciarlo
- Come stai? - chiesi, sapevo la risposta ma dovevo chiederglielo
- Male... domani c'è il funerale di mia mamma... vieni? - alzai lo sguardo e notai che aveva gli occhi gonfi e che gli
era scesa una lacrima, l'asciugai con il dorso della mano
- Certo Harry - mi attirò a se e mi dette un bacio a stampo
- Grazie - disse per poi abbracciarmi.
- Ti ho portato la colazione - dissi indicando il sacchetto di Sturbucks
- Grazie - disse lui accennando un sorriso e avvicinandosi all sacchetto sempre in boxer. In quel momento pensai che
apparte magliette corte e pantaloni larghi e scarpe da ginnastica io non avevo nulla per il funerale, sarei andata a fare
shopping.
- Harry faccio una comminsione in centro, ci vediamo tra un'ora qui ok? - chiesi mentre prendevo la borsa, lui annuì
e io uscii. Mi diressi verso il centro dove trovai un negozio di vestitini e tacchi, li avrei indossati solo in quell occasione.
Entrai e iniziai a girare per gli scaffali e alla fine scelsi un abito viola e lilla e scarpe nere con tacco alto
fine) e pagai il tutto. Uscii e velocemente mi diressi in albergo

- Harry smettila! - urlai arrabbiata
- Tu piantala di fumare! - urlò su tutte le furie lui, scoppiò a piangere, io presi la borsa e le buste con il vestito e le scarpe
e uscii dall albergo sbattendo furiosamente la porta, ma porca carota, ma potrò fare ciò che voglio? E' la mia vita!
Iniziai a correre velocemente verso casa mia, il cellulare continuava a squillare, non rispondevo. Arrivai a casa e mia
e corsi su per le scale ignorando mia madre che mi urlava contro perchè non la avevo avvisata che me ne ero andata
nella notte ecc... Chiusi con violenza la porta e mi buttai sul letto piangendo come una disperata mentre il cellullare
squillava ancora e ancora...
HARRY POV
Continuavo a chiamarla ma niente, non rispondeva. Continuai a lasciare messaggi su messaggi, ma ancora niente. Stanco
molto stanco di tutto questo e disperato iniziai a piangere silenziosamente. Chiusi gli occhi e poi li riaprii un attimo dopo
il fantasma di mia madre era davanti a me, mi tappai la bocca per non urlare
- Harry - disse lei in un sussurro
- Mamma - incominciai io con voce flebile mentre tante lacrime scendevano sul mio viso
- Harry ragiona, non puoi farti scappare una ragazza come lei -
- E' troppo tardi - dissi in lacrime
- Ti voglio bene - disse prima di scomparire
- No mamma! Mamma dove sei? - chiesi singhiozzando forte. Mi buttai sul letto piangendo come un disperato perchè tutte a me?

La sveglia suona, è il giorno più brutto della mia vita, dovrò dire addio per sempre a mia madre, Giselle non sarà con me mentre
mio padre è chissà dove con chi sa chi. Scesi pigramente dal letto e mi diressi in bagno dove mi feci una doccia, indossai lo smoking
nero preso apposta per oggi, le scarpe lucide e mi diressi in bagno dove mi asciugai i capelli e poi li sistemai a modo mio. Presi i fiori
da mettere sulla tomba e mi avviai in chiesa sapendo che non avrei trovato Giselle. Mi avvicinai alla tomba di mia madre, avevo esplicitamente
detto di lasciarla aperta fino a che non avessi potuto salutarla. Mi avvicinai e la guardai mentre delle lacrime iniziavano a scendere lentamente
sul mio viso. Mi avvicinai alla sua fronte fredda e le detti un bacio, l'ultimo e le sussurrai all orecchio ti voglio bene come se potesse sentirmi.
Ancora con le lacrime agli occhi mi diressi sulla panca della chiesa guardando un secondo la porta, perchè la avevo trattata male? Tornai a
guardare la tomba asciugandomi le lacrime con il dorso della mano, poi le porte della chiesa si spalancarono, mi girai verso la porta e la vidi,
il suo vestito viola con le sfumature violetta, i capelli sciolti e con la molletta che aveva messo di lato per tenere il ciuffo. Portava dei tacchi
neri, era così bella.
POV GISELLE
Mi sveglai e mi alzai velocemente. Mi misi le mani in faccia schiaffeggiandomi per come mi ero comportata, scesi in cucina e aprii il cartone di
cereali, versai dentro il cartone il latte.
Chiudi. Shekera. Apri. Bevi. Buttai il cartone vuoto e corsi in camera, aprii l'armadio e tirai fuori il vestito e le scarpe, corsi in bagno per farmi una
doccia, indossai gli abiti, mi truccai con ombretto viola chiaro, matita, rimmel, gloss e pettinai i capelli. Bloccai con una moletta sul lato una ciocca
che mi cadeva davanti agli occhi. Corsi giù dalle scale come un ippopotamo, ma con grazie, si un ippopotamo aggraziato.  Uscii di casa e salii su
un taxi e arrivai davanti alla chiesa, la messa era già iniziata cosi aprii la porta e mi fermai all ingresso, Harry si girò verso di me, stava piangendo,
così presi a camminare velocemente verso di lui e mi sedetti vicino a lui
- Ciao - sussurrai, lui mi sorrise e gli detti un leggero bacio, gli asciugai le lacrime e gli presi la mano, appoggiai la testa sulla sua spalla e la messa
riprese. Quando finì ci furono le condoglianze da parte di tutti e poi io e Harry andammo a casa dopo aver visto la seppellitura della tomba.
Harry versò tante lacrime e io gli stetti vicino. Arrivammo in hotel e ci buttammo sul letto dove mi accovacciai sul suo petto e lui mi accarezzò i
capelli, tolsi le scarpe e mi misi sotto le coperte. Aveva iniziato a piovere proprio una giornata di merda pensai, iniziai a tracciare delle linee immaginarie
sulla sua pancia piatta. Mi tirò su mettendo all altezza i nostri visi
- Grazie - disse prima di baciarmi dolcemente
- Di niente - risposi prima di chiudere gli occhi.

CIAO BELLISSIME!
ECCO IL CAPITOLO E SPERO VERAMENTE CHE VI PIACCIA PERCHè A ME PIACE MOLTO:)
CI TERREI A RICEVERE QUALCHE RECENSIONE :)

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