Due Gocce Di Chanel N°5

di Drake_o
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Note della storia:
Questa è una breve storia di tre (o forse quattro) capitoli, leggera e senza pretese, che ho scritto tempo fa. Ma spero che vi piaccia.
Aggiornerò abbastanza in fretta.
Un immenso grazie alle mie due Beta Lilit (alla sua prima esperienza di beta principale) e Boann! Sono state preziose e pazienti come sempre, con questa negazione grammaticale che sono io! 
 
Buona lettura!
 
 
 
 
 
 
 

 
Note del capitolo:
Anche qui c'è la colonna sonora, ovviamente ;)
MUSIC  http://grooveshark.com/s/and+quot+1+2+3+4+and+quot/2Dxl7M?src=5




 
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"No! Non guardate me!" affermò categoricamente il biondo alzando una mano.
"Andiamo, Malfoy" diceva Shacklebolt, radiografandolo dalla testa ai piedi, con le mani giunte sulla scrivania. "Tu sei effettivamente l'unico che può farlo! La Pozione Polisucco è stata bandita dal Ministero Della Salute. Non c'è altro modo che il travestimento.”
"Nossignore! Non se ne parla neanche!" Draco voltò la testa da un lato con le braccia incrociate sul petto."Lo farà Potter!"
Harry si limitò a sollevare le sopracciglia.
"Malfoy?" il Primo Ministro si schiarì la voce e poi sorrise malignamente "Non vorrai sottrarti a un mio ordine, spero?"
Il biondo lo guardò gelido.
 
 
 
Due Gocce Di Chanel n°5
 
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1.
 
"Merda!" Draco entrò nel suo ufficio e buttò la giacca sulla sedia.
"C'è aria di tempesta?" chiese Zabini dall'altra scrivania.
"Lasciamo stare! Questa è la missione più stupida che mi sia toccata finora! E per di più con quel rompiscatole di Potter! Ero stato chiaro quando mi hanno assunto. Tutto, ma non in missione con Potter!... E dovevo aggiungere niente travestimenti ambigui!"
"E' la prima volta con lui?" chiese l'amico.
"Come dici?"
"Dico... é la prima volta che vai in missione con Potter?"
"Sì!... Da quando ci hanno mandato in punizione nella foresta proibita, a undici anni!" Draco si sedette sulla sedia e incrociò le braccia sul petto.
"Comunque, non è affatto una missione stupida!" disse Blaise impilando dei fogli dentro una cartella."Hanno scelto voi perché siete i migliori. Lo dicono tutti! E lo sai, siamo giovani Auror in carriera, è normale che si debba scendere a compromessi... è la gavetta amico mio!"
Draco sbuffò appoggiandosi allo schienale della sedia. "Se lo viene a sapere Asteria mi caccia di casa."
"Beh, la tua ragazza non deve saperlo... no?" disse Blaise alzando le sopracciglia.
 

 
-*-
 
 
"La missione è questa" spiegò Shacklebolt. "Il presidente della banca americana Welles Fargo, che, come sapete, non è un babbano ma uno di noi, ci ha contattati dalla California perché ha ricevuto delle minacce sotto forma di sospette lettere babbane.
Tali minacce sono giunte anche al vice-presidente, che invece è un babbano, nella sede londinese. Le tracce di magia oscura trovate nell'analisi delle lettere di minaccia ci danno ragione di pensare che ci sia un mago dietro di esse.
Lo staff dirigente della sede britannica al completo - e si tratta soltanto di babbani - più una serie di funzionari di rilievo delle varie agenzie europee e statunitensi -sempre babbani -si riunirà stasera qui a Londra per una cerimonia di gala, dove si entrerà solo in coppia. Qui festeggerà i venticinque anni di lavoro del Vice-presidente Inglese.
Voi dovrete partecipare come un funzionario inglese della suddetta banca e la sua consorte. Dovrete individuare il mago tra tutti i babbani e capire se sta tramando qualcosa.
Io non credo che vorrà agire durante questa cerimonia. Immagino che stia organizzando qualcosa di più grosso, magari direttamente alla sede statunitense della banca... Ma non possiamo rischiare di sbagliarci.  Noi saremo tutti pronti ad intervenire."
 


-*-
 
Hermione rovistava nel suo armadio, facendo scorrere metodicamente le grucce sul palo.
Draco, in piedi dietro di lei, con addosso i soli boxer, la guardava con aria infastidita.
 
"Provati questo" la ragazza si voltò e gli passò un abito da sera color rosa cipria.
 
Draco prese il vestito con due dita "Granger, per la miseria! Ma non hai un minimo di gusto? Questo colore mi sbatte!"
 
"Uff...  Come sei difficile! Prova questo, allora" disse, lanciandogli un altro abito color verde mela.
 
Draco arricciò il naso e poi se lo infilò.
 
"Mi sta largo..." disse, tirando con le dita il pezzo di stoffa che avanzava intorno ai suoi fianchi, con un sorrisetto compiaciuto.
 Hermione lo guardò seccata "E' perché sei un uomo e non hai... le curve!"
"Però sul petto mi stringe un po'..."
 
 
Harry, seduto sul divano del salotto, si voltò verso la porta della camera di Hermione sentendo Draco urlare.
 
"Ahia!... Granger, sei sempre stata un po' troppo manesca!"
 
"Avanti, prova questo! Dovrebbe andare" disse lei, con in mano un abito lungo di seta rosso porpora, con un ampio spacco laterale.
 
Draco se lo infilò e si guardò allo specchio. "Senti, ma... per curiosità, quand'è che ti vesti così?"
 
Hermione ignorò la sua domanda "Ok, questo è perfetto. E  adesso, qualche incantesimo per i peli superflui!" disse, roteando la bacchetta con un ghigno.
Si udì un fruscio.
"Oddio!! Ma cos'era!?"gridò Draco, arrossendo con gli occhi sgranati.
 
"Ops, scusa, mi sono fatta prendere la mano con la ceretta all'inguine..."
 
"La... che?" Il biondo la guardò inorridito.

 
-*-
 
 
"Signor Potter, le presento la Signora Potter" sorrise Hermione indicando la porta della camera.
Harry si voltò.
"Potter, diglielo tu che sono solo la tua escort!" disse Draco in tono piatto, uscendo dalla stanza.
 
Harry appoggiò il giornale che stava sfogliando e si alzò dal divano con la mascella a penzoloni.
 
Grazie ad un incantesimo di Hermione, i capelli biondissimi di Draco erano molto più lunghi e raccolti dietro la testa in una acconciatura morbida.
Le labbra erano rosso ciliegia e le guance leggermente rosate, le ciglia lunghe piegate dal mascara. I suoi occhi un po' a mandorla, dalle iridi grigie, erano contornati di una sottile linea di matita nera e le palpebre sfumate di colori naturali.
Il corpo snello era avvolto nel lungo vestito di seta e ai piedi portava un paio di décolleté nere, tacco dodici.
Era una donna perfetta, anzi, una modella... Sì, beh, diciamo una modella che ha fatto un po' di palestra...
"Wow..." riuscì a dire Harry. "Ha pure... le tette!" aggiunse, guardando le due modeste protuberanze sotto la scollatura alta dell'abito. "Con tanto di capezzolo in vista!"
 
"Sì, me le ha fatte piccole perché è gelosa!" si lamentò Draco.
"Oh, mio Dio..." sussurrò Harry e deglutì nervosamente.
"Te le ho fatte piccole perché non devi interpretare una pornostar, ma la raffinata moglie di un banchiere! Rientra nei tuoi standard, almeno..."
"Siete sicuri che non sembro un travestito?" domandò lui, specchiandosi nel frigorifero di metallo lucido.
"No, anzi!" disse Hermione "In effetti, mi fai quasi un po' invidia..."
 
"PPhhuaaahahahahahahahahhahahahah!" Ron uscì dalla stanza accanto, tenendosi la pancia.
 
"Potter! Lo liofilizzo. Fallo uscire da qui!" Draco impugnò serio la bacchetta.
"Calmi! Ron, torna in camera tua, è una cosa seria." disse Hermione spingendolo via.
"Sì, lo vedo!" sghignazzò il rosso chiudendosi la porta alle spalle. "Sei una gran figa, Malfoy!"
 
Harry fermò Draco che stava per lanciare una Cruciatus.
 
"Harry, mettiti qui" disse Hermione posizionando i due ragazzi uno accanto all'altro.
"Come fai a vivere con questi due, Potter?" sussurrò Draco scuotendo la testa, mentre lei girava intorno a loro roteando la bacchetta."Lasciatelo dire... da quando hai mollato la piattola, ti sei materializzato dal calderone dritto nel camino!"
 
"Ecco fatto! " disse Hermione. "I tacchi sono stregati. Si basano su un'illusione ottica" sospirò soddisfatta."Draco non sarà più alto di te anche se così dovrebbe avere 12 cm in più."
 
"Beh... Fantastico! Grazie!" disse Harry, valutando l'altezza di Draco accanto a sé.
"Di cosa la ringrazi, Potter?"
 
"Ringraziala anche tu! Guarda che bel lavoro ha fatto!"
 
"Granger ? Fai la ceretta anche a lui! Deve capire cosa si prova!"
 
"Cosa?" chiese Harry.
 
Hermione rise.
 
-*-
 
 
"Ancora non ci credo!" Draco uscì svogliatamente dalla lussuosa automobile che li aveva scortati alla villa in cui si svolgeva la festa.
Harry sospirò. "Da quando non si combattono più Signori Oscuri, gli Auror sono diventati dei semplici poliziotti e investigatori magici. Lo so, e' un po' deprimente."
"Veramente parlavo del mio travestimento!"
"Ma che profumo ti sei messo?"chiese Harry annusandogli la spalla.
"Due gocce di Chanel n°5, ovviamente!" disse il biondo con aria fiera.
Harry lo guardò perplesso.
"Il pigiama di Marylin Monroe, Potter!"
Harry strinse insieme le labbra."Ricordati di parlare come una donna e non ti sognare di aggiustarti il pacco in pubblico."
"Mi hai mai visto fare una cosa del genere, Potter?" si lamentò Draco, allargando le braccia oltraggiato. "Ma per chi mi hai preso, per quel cavernicolo di Weasley? E comunque sarebbe impossibile, con questa specie di perizoma strizzapalle che mi ha costretto a mettere la Granger! Merlino la stra-maledica!"
 
-*-
 
"...Ma certo, in Gran Bretagna siamo abituati così...ohohoh!" cinguettava in falsetto il biondo, dialogando spigliatamente con un californiano abbronzato, in piedi davanti al tavolo degli aperitivi.
Harry, poco lontano nella grande sala addobbata per la cerimonia, lo guardò un momento e sorrise. Era davvero comico come Draco riuscisse a interpretare una donna tanto sexy, senza avere un briciolo femminilità. Il suo portamento elegante e perfettamente composto bastava ad ingannare.
Beh, in fondo c'era poco da fare. Niente pozione Polisucco, pochissime donne Auror... eh sì da dopo la guerra gli Auror erano decimati. Solo dopo aver aperto un corso del ministero e un Ufficio Auror erano cominciate le prime iscrizioni. Ma la gente aveva paura di rischiare la vita!
Harry sospirò e guardò di nuovo Draco. Come camminava sicuro sui tacchi! Hermione doveva aver pensato ad un incantesimo di equilibrio.
In effetti, adesso che ci pensava, Harry aveva sempre notato l'incedere sinuoso del biondo e constatato che camminava meglio di tutte le donne dell'ufficio. Evidentemente anche Shacklebolt lo aveva notato, individuando subito chi dei due avrebbe dovuto fare la donna della coppia... Quella frase lo aveva messo a disagio.
Si guardò intorno e vide per la seconda volta un tipo un po' losco. Lo osservò per bene e notò che infilava la mano nella giacca molto spesso, come a controllare che la sua arma fosse a posto. Poteva essere una pistola... o una bacchetta.
Draco si avvicinò, prendendo al volo una coppa di champagne dal vassoio di un cameriere e scolandosela tutta d'un fiato.
"Vuoi smettere di bere?! Siamo in servizio!" Harry gli strappò la coppa dalle mani.
Draco lo guardò con le guance gonfie prima di deglutire.
"Io lo reggo l'alcol, Potter!" rispose seccato."In particolare le insulse gradazioni di quello Babbano!"
Harry si avvicinò e gli sussurrò nell'orecchio "Guarda quel tizio."
Draco sentì le labbra di Harry sfiorare la sua pelle e un brivido gli salì lungo la schiena.
"Potter, non fare così."
"Così come?"
"Non mi alitare nell'orecchio! Mi da fastidio!"
Harry lo guardò con un sorriso indignato. "Senti, Malfoy, siamo qui per trovare un mago terrorista nascosto tra i babbani, non per ubriacarci e flirtare con gli uomini d'affari della Welles Fargo!! E se ti sussurro nell'orecchio..." disse avvicinandosi ancora di più a lui " E' perché non devono sentirci!"
Draco sollevò le sopracciglia "Tutto chiaro, capo!" disse sarcastico.
Harry alzò una mano verso il suo viso e il biondo si scansò d'istinto.
"Fermo! Scemo, non ti sto mica picchiando!" disse il moro.
Lui lo guardò storto.
"Hai il rossetto sbaffato, mi sembri Courtney Love! Vieni qui!" continuò Harry, appoggiandogli le dita sul mento e passando il pollice sotto il suo labbro inferiore.
Draco rimase immobile a guardare Harry da vicino. Contemplò le sue labbra, dischiuse, come abbandonate in favore della concentrazione catalizzata sul pollice, che stava passando in modo deciso sulla sua pelle. E i suoi occhi. Constató che erano effettivamente verde smeraldo... belli... profondi... sexy...
Un momento... Sexy?
Draco deglutì nervosamente. "Hai finito?" gli chiese impaziente.
"Ecco, a posto" disse il moro."Adesso teniamo d'occhio quel tizio, sono quasi sicuro che sia lui il nostro uomo."
 
 
-*-
 
 
Tutti gli invitati sedevano a cena nella grande sala, la sobria musica di un'orchestra jazzz riempiva l'atmosfera.
"La pianti di agitarti?" sibilò Harry, fermando con la mano la gamba di Draco sotto il tavolo.
"Potter!" sussurrò lui seccato "Lasciami la gamba."
"E tu smettila! Stai facendo vibrare tutto il tavolo!" sibilò Harry senza muovere le labbra.
"Non posso!" rispose il biondo sottovoce.
"Sì che puoi. Smettila subito!" soffiò Harry cercando di non attirare l'attenzione.
 
"Devo pisciare!" sbottò Draco, dimenticandosi sia di parlare in falsetto che di sussurrare.
 
Un uomo al loro tavolo si voltò e li guardò confuso.
"Ahaaaha - hahahah!" Draco fece una risatina in falsetto. "Ma che volgare mio marito!" disse, appoggiando una mano su quella di Harry, il quale nel frattempo era diventato viola per l'imbarazzo.
"Andiamo caro, ti faccio vedere dove sono le toilettes..." disse il biondo, alzandosi e affondando dita ossute nel braccio di Harry. "Andiamo? Tesoro?!" Aggiunse tra i denti, forzando il ragazzo che non sembrava volersi alzare e sorridendo all'uomo al tavolo che ricambiò divertito.
 
"Ma sei fuori?" Harry seguì Draco senza riuscire a togliere gli occhi dal suo sodo didietro ancheggiante, che scivolava sensualmente sotto la seta color porpora.
"Stai zitto, Potter, per favore!"
"Finirai per far saltare la copertura..." sbuffò il moro."Perché non vai in bagno da solo? Devo tenerti il vestito alzato?"
"Non ci vado nel bagno delle femmine!"
"Cosa? Ma che hai, dieci anni?"
"Scordatelo, Potter!" Disse Draco infilando la porta della toilette degli uomini.
Harry lo prese per un braccio e lo trascinò indietro. "Malfoy! Stai andando agli orinatoi vestito così, ma ti rendi conto?"
"Potter? Lasciami!"
Harry lo spinse contro il muro. "Finiscila di dare spettacolo! Vai in quello delle donne e basta!" sussurrò innervosito.
Un uomo uscì dal bagno e guardò male Harry, che in quel momento si rese conto di come stava tenendo il braccio della Signora Potter.
"Guarda che figure mi fai fare! Del marito violento!" disse lasciandolo andare.
Draco scoppiò a ridere. Poi si piegò un po' in avanti succhiando l'aria tra i denti.
"Dai, muoviti!" disse Harry spingendolo verso il bagno delle donne "E siediti! O farai troppo rumore!"
Draco lo guardò schifato.
"Ma che cazzo, Potter!" sussurrò, mimando il labiale, mentre indietreggiava nel corridoio. Poi si voltò e aprì la porta del bagno.
"Hai proprio un bel culo, sai?" gli gridò dietro Harry.
Draco gli lanciò un'occhiata omicida prima di sparire nella stanza.
 
-*-
 
 
Quando tornarono al tavolo, gli antipasti erano già nei piatti.
"Cerca di bere un po' meno, non ho voglia di ripetere questa pagliacciata!" gli sussurrò Harry mentre si sedevano.
I due scrutavano la folla cercando di fare nel frattempo conversazione con le altre persone. Harry parlava di quotazioni sul mercato di Borsa britannica con un funzionario seduto davanti a loro, mentre tutti gli altri uomini al tavolo flirtavano con Draco sotto gli sguardi affilati delle mogli.
 
Ad un tratto, Harry allungò una mano sotto la tovaglia e pizzicò la gamba del biondo.
"Eccolo di nuovo" sussurrò, puntando l'uomo che si portava la mano dentro la giacca.
"Ahi! Vacci piano, mi fai venire i lividi!" si lamentò Draco massaggiandosi la coscia. Poi si voltò verso il tizio che Harry aveva indicato.
"E continua a fare quel gesto!" aggiunse Harry.
Lo osservarono per qualche minuto.
"Sai cosa pensavano tutti i babbani di Napoleone Bonaparte, quando si infilava la mano nel gilet?" disse Draco con un calice in mano.
"Cosa?"
"Pensavano che avesse l'ulcera!"
"E invece?"
"Invece lui aveva questa concezione della destra come simbolo della divinità e della perfezione. Si faceva ritrarre con la mano destra nella parte sinistra del gilet, ovvero quella del cuore, a significare l'ingresso del divino nella sua anima..."
"Draco, sei un genio" disse Harry scrutando la sala.
"Beh, questa non è una novità, Potter" disse il biondo, bevendo un lungo sorso dal calice di vino bianco.
"Smettila con quel vino! Sto dicendo che mi hai fatto venire in mente una cosa."
"E cosa?"
"Quel gesto potrebbe essere un segno! Magari sta comunicando con qualcuno con un segno ogni volta che succede qualcosa che gli interessa in particolare... Allora forse non è da solo..."
"Credevi che fossi venuto qui a fare la sgualdrina?"
 "Devo dire che l'ho sospettato"  lo schernì Harry. "A proposito, dov'è la tua bacchetta?" chiese incuriosito guardando il vestito leggero di Draco.
"Qui, tesoro!" rispose il biondo in tono piatto, mentre sollevava la seta scoprendo la lunga coscia dalla pelle diafana, ornata di giarrettiera di pizzo porta-bacchetta.
 "Oddio!" Harry arrossì e trattenne una risata coprendosi gli occhi.
"Cazzo ridi, Potter? Pensa a me che la devo portare!... Quella Granger è davvero malata!" Draco si ricoprì la gamba con un gesto nervoso ed elegante.
Harry aveva gli occhi lucidi, in preda a una risata isterica che gli nasceva direttamente dal petto. Cercò di controllarsi e si schiarì la voce.
 
 
Dopo la cena, mentre gli invitati si aggiravano intorno ai tavoli dei liquori e del caffè, un uomo salì sul palco allestito nella sala e prese un microfono.
"Siamo qui riuniti per festeggiare il venticinquesimo anno della nostra società bancaria... vorrei complimentarmi con il signor Lennox per la sua splendida..."
"Bla... bla... bla" Draco lo guardò annoiato. "Certo, Potter, che come primo appuntamento hai proprio sbagliato posto!" disse sarcastico.
Harry si voltò "Attento Malfoy, stasera ho i nervi a fior di pelle..."
"Che sbruffone..." soffiò lui, portandosi alle labbra un'altra coppa di champagne apparsa dal nulla.
Harry lo guardò storto, poi i suoi occhi scivolarono lungo il fianco snello del biondo, fino al suo didietro accarezzato dalla morbida seta, così alto e sodo... Assecondò un momento di follia e gli tirò uno schiaffo sul sedere.
Draco si voltò incredulo, con gli occhi sgranati e le guance rosate. "Come ti permetti?"
Harry si morse un labbro cercando di non ridere. "Smetti - di - bere." scandì.
"Sei fortunato che non ti ho dato un pugno." disse Draco seccamente e si girò di spalle facendo finta di ascoltare il tizio sul palco.
Harry gli si accostò da dietro. "Non hai mai vinto a pugni con me" sussurrò nel suo orecchio sorridendo.
"C'è sempre una prima volta, Potter!" replicò il biondo."E non ti dimenticare che stasera ho dei tacchi a spillo contundenti."
Harry guardò in basso. La gamba che usciva dallo spacco del vestito era semplicemente perfetta. Le spalle larghe, sì, ma nemmeno troppo... la sua pelle faceva invidia a una regina e quella scollatura fino all'incavo della schiena...wow...
 "Credo che da dietro non ti riconoscerei." gli disse.
Draco si voltò di nuovo, arrossendo per lo strano tono nella voce di Harry "Tieni lontane da me le tue grinfie, Potter! Non sono una cazzo di femmina, chiaro?" sibilò.
Harry sorrise "Senti, vado un momento in bagno. Tu rimani qui a controllare la situazione, ok?" disse prima di allontanarsi.
"Agli ordini, capo!" lo schernì Draco.
 
-*-
 
Harry scrutava attento la stanza.
Gli invitati chiacchieravano animatamente tra di loro, c'era musica e lo champagne continuava ad arrivare su grandi vassoi d'argento. Notò che Malfoy non se ne perdeva nemmeno uno, di quei vassoi.
Si accostò dietro di lui lanciando un'occhiata al vestito di seta.
"Potter" disse il biondo senza togliere gli occhi dalla folla di persone davanti a loro.
"Cosa?"
"Secondo me, ti stai sbagliando. Quell'uomo non sta facendo nessun segno a nessuno. Quell'uomo ha un cazzo di detonatore in tasca."
Harry lo guardò serio. "Che stai dicendo?"
"Da quando me lo hai fatto notare, ho contato i minuti che passano tra un gesto e quello successivo. Esattamente lo stesso numero di minuti e lo stesso gesto, preciso come un orologio magico!"
"Sei sicuro?"
"Potter? Chi ti ha fatto vincere cinque mani di fila a Black Jack, contando le carte, alla cena di Capodanno del Ministero?" si vantò il biondo, continuando a tenere gli occhi sulla sala.
"Allora, che facciamo?"
"Stai calmo, se quello è un detonatore, facendo così lo sta soltanto preparando per l'esplosione"
"Ah, allora certo che sto calmo..."
"Dico che ancora ci vorrà un po'. Abbiamo tempo per decidere cosa fare. Non preoccuparti. Ricordi? Ho fatto un corso sugli esplosivi magici." disse Draco sistemandosi il vestito.
"Quel tipo di detonatore è decisamente scomodo da preparare" continuò mormorando tra sé e sé "Ma è di un certo livello! L'esplosione sarà piuttosto ampia... E smetti di guardarlo!"aggiunse alzando la voce.
"Perché?" chiese Harry.
"Ci sta guardando" il biondo si voltò verso Harry dando le spalle all'uomo "Sorridimi, Potter!"
Harry si sforzò di sorridere "Che cazzo devo sorridere a fare?" sussurrò tra i denti.
"E' per fare il vago, genio!... Ehi, dev'essere successo qualcosa ai tacchi... mi sembri più basso di pri..."
"Oh no!"
"Cosa?"
"Sta venendo verso di noi... credo che abbia capito qualcosa."
Draco si voltò indietro. L'uomo li guardava fissi camminava nella loro direzione.
Improvvisamente, il biondo si sentì afferrare da dietro.
Il braccio di Harry si strinse intorno al suo collo e la canna fredda di una pistola gli si appoggiò alla tempia.
"Che cazzo...?"
"Stai zitta, puttana!" Harry cominciò a urlare verso la folla con la pistola puntata sul suo collega "Fermi tutti o questa donna muore!"
 
"Pot..." Draco si bloccò e strinse gli occhi guardando dall'altra parte della sala.
Non era possibile che il ragazzo che stava uscendo dal bagno in quel momento fosse...
 
Potter??
 
Un forte colpo sulla testa gli fece perdere i sensi.
 
 
*_*_*_*_*_*

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Capitolo 2
*** 2. ***


Note del capitolo:
Allora eccovi il capitolo due! Spero che sia di vostro gradimento. Il mio Draco è molto silly ^^ 

Grazie Lilit e grazie Boann! Sempre presenti fino all'ultimo! <3 <3 <3 much love.



enjoy. 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Due Gocce di Chanel N°5
 
 
 
 
 
 
 
 
 
2.
 
Harry uscì dal bagno e si guardò intorno sorpreso. Si fece strada tra la gente che urlava e correva da tutte le parti. Improvvisamente notò se stesso, dall'altro lato della sala, che puntava una pistola alla tempia di Draco. Non si accorse dell'uomo dietro di sé che lo afferrò e gli bloccò le mani.
Mentre veniva trascinato via, vide un altro uomo barricare l'ingresso dell'edificio e minacciare gli invitati con la pistola e un altro ancora legare le braccia del vice-presidente Babbano.
 
 
-*-
 
"Malfoy!..."ringhiava Harry nel suo orecchio."Malfoy! Svegliati!"
Draco aprì lentamente gli occhi.
Per prima cosa apprezzò la stoffa morbida sotto la sua guancia e subito dopo valutò la visione ravvicinata della gamba di metallo di uno scaffale.
Alzò la testa e si trovò faccia a faccia con Harry e i suoi occhiali storti.
Il ripostiglio delle scope dentro il quale erano stati gettati, prese lentamente forma intorno a lui. Si rese conto di essere lungo disteso sopra a Potter, con i polsi e gli avambracci legati davanti a sé e attaccati a quelli del collega. Anche le sue caviglie erano legate a quelle di Harry, che lo guardava paziente con una macchia di sangue sulla guancia e sul collo.
Draco lo scrutò confuso."Potter, stai sanguinando!"
"Questo sangue è tuo..." rispose Harry calmo, cercando di aggiustarsi gli occhiali.
"Oh..." Draco sentì il sangue appiccicare i capelli su un lato del viso."Oh cazzo !...Perché mi hai dato una botta in testa?!"
"Non sono stato io!Era uno degli attentatori!"
"Dovevo intuirlo... era più basso di te... Quindi l'incantesimo di illusione ottica che la Granger ha fatto sui tacchi mettendoci fianco a fianco, funziona solo con te! Almeno dal mio punto di vista..." Mormorò il biondo sovrappensiero."E comunque tu non mi avresti mai chiamato puttana..." affermò.
Harry lo guardò perplesso "Come ti senti, piuttosto?"
"Bene... a parte il trauma cranico!"
"A quanto pare la pozione Polisucco è ancora in circolazione..." sospirò il moro.
"Sinceramente, l'idea di bere i capelli di qualcuno mi ha fatto sempre venire il voltastomaco. Però, a questo punto, potevamo benissimo usarla anche noi!"
"Non puoi infrangere la legge e farla rispettare nello stesso momento, Malfoy!"
"Che noioso che sei, Potter! A forza di vivere con la tricheca mezzosangue, stai diventando un vero bigotto bacchettone!" sbuffò Draco, soffiando via i capelli sfuggiti all’acconciatura che gli scendevano sul naso e su una spalla.
"Cosa hai detto a quell'uomo prima che ti mettesse k.o.?" chiese Harry cercando di ignorare gli insulti.
"Gli ho detto che, secondo me, l'uomo con la mano nella giacca aveva un detonatore in tasca."
"E che ne sai?"
"Ho contato il tempo tra un gesto e l'altro... e ho capito che stava preparando un detonatore magico... sai, quelli che-"
"No, non lo so, lo hai fatto tu il corso sugli esplosivi magici! E comunque, sei proprio sicuro?"
"Sicurissimo, come ho detto al tuo facsimile: ti ricordi chi ti ha fatto vincere cinque mani di fila a Black Jack, contando le carte, alla cena di capodanno del Ministero?"
"L'ho sempre detto che sei un po' autistico..."
"Grazie, Potter. Fottiti."
"Se hai ragione, siamo nei casini... quelli fanno sul serio!E lo faranno stasera!"
Rimasero un momento in silenzio. Draco appoggiò la fronte sulla spalla di Harry "Dio, che emicrania!" mormorò.
"Malfoy, dobbiamo uscire da qui!"
"Ehi... hai la bacchetta in tasca o sei contento di vedermi?" chiese il biondo rialzando la testa.
"Se tu continui a strusciarti in questo modo!" replicò Harry arrossendo. E, così dicendo, lo spinse da un lato e si ribaltò finendo sopra di lui.
 
"Uho- ohho! Potteeeer! Scendi immediatamente dalla mia vescica!" rantolò il biondo con il viso contratto.
"Non mi dire che devi andare in bagno un'altra volta! Ma cosa sei, incontinente??"
"No, cretino! Ho solo bevuto due litri di Champagne!...Ahi..." piagnucolò Draco con le lacrime agli occhi.
"Nonostante sia vietato bere in servizio!" lo rimproverò Harry.
"Pffu... ipocrita..." sibilò il biondo.
"Che hai detto?" Harry si agitò sopra di lui.
"Argh...! Niente! Niente!"
 
"Ma come gli è venuto in mente di legarci così!!" Harry cercò di appoggiarsi al pavimento.
"A me sembra un ottimo bondage..." osservò Draco esaminando le corde.
"Dai, cerchiamo di alzarci..."
"Così... ?"
"Piegati da quel lato..."
"Da questo?"
"No! Da quello!"
"Ahi!"
"Ahiooo!"
"Ecco."
"Dio. Che situazione imbarazzante..."
"Ok, ci siamo!"
 

"Potter, non esultare, siamo nella stessa posizione di prima, solo appoggiati a uno scaffale!"
"Lo so, adesso cerco si scioglierci." disse Harry mettendosi in ginocchio e costringendo l'altro a piegarsi per seguire le sue braccia legate.  Il moro ruotò le spalle e scostando con i viso il lembo di seta dello spacco, infilò la testa sotto la gonna di Draco.
Il biondo arrossì violentemente. "Scusa?... Che stai facendo?"
"Secondo te? Prova a indovinare A: sto cercando di farti una pompa. B: sto cercando di prendere la tua bacchetta per liberarci! "
"Devo ridere?"
"A o B?" continuò Harry serio.
"Dunque. Diciamo che non mi sembra il momento per una pompa, anche se il luogo potrebbe essere appropriato. Per non parlare del fatto che dopo una cosa del genere dovrei ricorrere all'obliviazione. Quindi B, senza alcun dubbio. E cerca di non sbagliare bacchetta, con quei denti!" replicò Draco seccato.
"Non ci penso neanche!..." disse Harry da sotto la seta.
"E' quella più corta."
"Silenzio, e apri le gambe!"
"Ahh!!Potter ma che-? Oddio... Potter..."
"Ecco, ci sono quasi... e dammi una mano!"
"Vorrei ricordarti che le mie uniche due mani sono legate alle tue!"
"Per favore, stai zitto un secondo, Malfoy! E collabora, per Merlino!"
Le labbra di Harry sfiorarono la pelle di Draco e i suoi denti la graffiarono leggermente, mentre cercava di stringerli sul legno della bacchetta.
"Potter... ti prego..." il biondo appoggiò la schiena al muro.
"Silenzio!"
Harry, per un attimo, provò il forte impulso di dare un bel morso a quella coscia sensuale che aveva di fronte. E arrossì quando avvertì improvvisamente un movimento inconfondibile premere sui capelli e sfiorargli la testa che, senza rendersi conto, aveva appoggiato proprio contro la sottile stoffa che copriva i genitali di Draco.
Harry sospirò. L'erezione che il biondo gli aveva provocato poco prima, strusciandosi involontariamente su di lui, si riconfermò in tutta la sua turgidità, proprio in quel momento così inopportuno. 
Malfoy era sicuramente uno schianto e Harry non era indifferente al suo fascino. Ma ormai  questo, il moro lo aveva metabolizzato. Le esperienze che aveva avuto negli ultimi mesi con alcuni uomini, frutto di quel desiderio che lo aveva convinto a lasciare Ginny, gli avevano aperto un panorama che fino ad allora non aveva mai pensato possibile.
Malfoy era scopabile, oltre che maltrattabile.
Una nuova prospettiva aveva stuzzicato i suoi sensi, quasi ogni giorno, in ufficio. Ma la sua professionalità e la atavica inimicizia gli avevano impedito di cedere troppo a quei pensieri che ancora erano solo, appunto, pensieri.
Adesso però, con quel vestito, Draco sembrava incarnare qualsiasi desiderio sessuale che Harry avesse mai fantasticato.
Intanto, Draco cominciava vagamente a dubitare della propria eterosessualità. Tratteneva il respiro mordendosi un labbro, per evitare di ansimare al piacevole, e inaspettatamente lussurioso, solletico con cui i capelli di Harry stavano torturando le sue zone erogene, e alle labbra che gli stavano accarezzando involontariamente la pelle dell'interno coscia.
Harry cercò di concentrarsi e non fare caso a quel trambusto ormonale.
Tirò un lungo respiro afferrando fermamente tra i denti l'ultimo pezzo di bacchetta e sfilandola dalla sua custodia.
Quando tirò fuori la testa dal vestito di Draco, erano entrambi spettinati e accaldati.
 
"Complimenti, Potter." disse Draco serio e irrimediabilmente imbarazzato. Gettò a terra le corde che si scioglievano dai suoi polsi, cercando di dissimulare l'eccitazione "Hai lavorato al circo per caso, nel tuo passato babbano?"
"Se non chiudi quella bocca ti affatturo, Malfoy!" disse Harry mentre gli prendeva il viso tra le mani. "Fammi vedere la ferita!" disse, forzandolo a chinare la testa.
"Dio! Potter, sei delicato come un veterinario equino!"
"E' solo un taglietto..." sospirò il moro ignorando le lamentele. Medicò velocemente la ferita e ripulì il sangue con un gesto della bacchetta.
"Sei troppo nervoso. Datti una calmata." consigliò il biondo, massaggiandosi il collo.
"Perché, tu sei rilassato? Per caso ti ho fatto un pompino senza accorgermene?" Harry lanciò un incantesimo alla porta del ripostiglio e fece scattare la serratura.
Draco sbuffò annoiato.
Harry aprì lentamente e guardò fuori. Il labirintico corridoio era male illuminato ma sembrava silenzioso e deserto.
"Vediamo se riusciamo a uscire da qui!" disse incamminandosi.
 
Si avventurarono nei sotterranei della struttura, fermandosi dietro gli angoli ad ogni rumore sospetto.
"Là c'è una scala che sale!" disse Harry e sporgendosi dietro un angolo con la bacchetta puntata, si guardò intorno.
"Dio... non ce la faccio più!"diceva Draco mordendosi un labbro."Devo pisciare come un maledetto ippogrifo!!"
"Stai zitto! Non ti sopporto, Malfoy! E' la prima e l'ultima volta che vengo in missione con te!" protestò Harry.
"Questo, dillo a Nazi-Shacklebolt!" replicò il biondo camminando avanti e indietro.
Harry si poggiò un dito sulle labbra "SSSHH!" e poi si sporse di nuovo oltre l'angolo del muro.
"Nooo... non fare così!" Draco si contorceva guardandosi intorno.
"Via libera! Andiamo!" disse il moro, e si bloccò quando sentì un rumore di acqua che scrosciava.
Si voltò e vide Draco, col vestito sollevato davanti a un cestino della spazzatura, che sospirava con un'espressione soddisfatta. "Ahhhhhhhh!"
"Santo cielo!!" Harry strinse i pugni per la frustrazione "Malfoy!! Per piacere!...Ma che?"
"Scusa... non potevo assolutamente rimandare!"
"Dai, andiamo!! Questi fanno saltare in aria tutto da un momento all'altro!!"
"Un minuto, prego."
Il moro sospirò nervosamente.
"Potter... sai che ti dico? In fin dei conti, uno che vuol far esplodere un edificio pieno di babbani con me sfonda una porta apert-"
"Andiamo!" Harry lo prese per un braccio.
 
-*-
 
Salirono scale e attraversarono altri corridoi finché non si trovarono in un ballatoio che dava sulla sala della festa.
Draco notò il suo riflesso in uno specchio. I capelli ormai sciolti, lunghi fino alla vita, ciondolavano lisci ai lati del viso magro.
"Per Morgana! Sembro mia madre!... Anzi, sembro mio padre vestito da mia madre!"esclamò inorridito.
"Vieni qui!" sibilò Harry.
Draco si avvicinò e strinse gli occhi in due fessure, sporgendo la testa accanto a quella del moro, oltre lo spigolo di una colonna.
"Non riesco a vederli tutti e a capire quanti sono" bisbigliò Harry, mentre spiavano da un punto nascosto gli attentatori che minacciavano gli invitati.
"Ma perché hanno le pistole e non le bacchette?" sussurrò Draco.
Notò che si stavano mettendo d'accordo con le forze dell'ordine, tramite una radio.
"Non lo so... forse sono babbani... Oh cavolo, è arrivata anche Scotland Yard! Ora sì che siamo al completo!" sbuffò Harry sentendo le voci dalla radio. Alzò una mano e spostò i capelli di Draco che gli stavano andando in faccia, portandoseli con le dita dietro l'orecchio in un gesto meccanico.
Draco scoppiò in una risata sommessa.
"Ma che ridi?"
"Non sai che hai fatto, Potter!"
Harry lo guardò cupo. Draco tornò subito serio e si voltò verso la sala.
"Abbiamo bisogno di un piano" disse il moro continuando a tenere d'occhio i criminali.
Draco si voltò di nuovo e osservò il suo collega. Non lo aveva mai avuto tanto vicino per tutto quel tempo. Erano passati degli anni dai loro litigi giornalieri a scuola, dalla guerra e dai processi.
Anche se al corso per Auror e in ufficio avevano continuato a punzecchiarsi quando potevano, il tempo aveva un po' smussato gli angoli...
E Potter é diventato davvero niente male!
Guarda che belle labbra! Pensò il biondo.
Che begli occhi, che bel naso, che belle mani. E che belle spalle... che bel sedere! Continuò, e poi si accorse di essersi sporto scomodamente indietro per guardarlo.
Ma che diavolo sto facendo?!
La bacchetta cominciò a vibrare nella mano di Harry. "Ah!"
"Cosa?" Draco si ricompose.
"Shacklebolt sta cercando di mettersi in contatto, finalmente!" il moro roteò la bacchetta e una piccola sfera con la faccia del Primo Ministro apparve davanti a loro.
"Potter e Malfoy!"
"Sì, Signore!" dissero loro all'unisono.
"Cosa sta succedendo? Dovevate trovare un mago!"
"Signore, non era uno solo. Sono diverse persone e utilizzano armi babbane. Uno ha usato la pozione Polisucco. Ma non sappiamo se siano tutti maghi e nemmeno quanti siano esattamente."
"Volete dire che il mago ha ingaggiato dei sicari babbani?" chiese il Ministro.
"Noi... crediamo che sia possibile." disse Harry lanciando un'occhiata a Draco, il quale annuì.
"Scopritelo subito! Scotland Yard si è intromessa e sta trattando con loro. Voi siete gli unici due agenti là dentro! Non fatemi fare una brutta figura!"
"Sì, Signore!"
La comunicazione si chiuse.
 
Harry e Draco si guardarono un momento.
"Allora" sospirò il moro "Faremo così..."
"Sì,certo, decidi tu!" sbuffò il biondo.
"E allora fallo tu, se sei più bravo!"
"Oh no, no...  non sia mai che io rubi la scena al salvatore del mondo magico!...Dico solo che potresti chiedere un parere!"
Harry alzò gli occhi al cielo e poi lo guardò seccato.
“Allora. Si fa così: io prenderò il posto del mio facsimile, che a quanto ho capito è il loro capo. Tu resterai nascosto e li colpirai con un incantesimo pietrificante tutti insieme, non appena li avrò radunati vicino a me. In questo modo, nessuno di loro avrà il tempo di attivare il detonatore. Tutto chiaro?"
"Dovrei essere scemo per non aver capito, Potter"
"Era quello il mio dubbio."
Draco lo guardò di traverso, poi si voltò e si sistemò il vestito di seta "Dai, andiamo! Facciamoli neri!" disse scostando i lunghi capelli con un ridicolo gesto plateale. "Che palle questi capelli!"
 
"E perché non li leghi?!"
"Ho perso il fermaglio!"
 
I due si diressero verso la sala da due lati diversi del ballatoio, cercando un accesso dall'alto e lanciandosi occhiate per coordinare i loro movimenti. Videro il facsimile di Harry dare ordini ad altri uomini che tenevano a bada gli ostaggi divisi in gruppi, e poi uscire dalla sala e avventurarsi nei sotterranei dell'edificio.
Harry guardò verso Draco.
Seguilo e dagli quello che si merita, Potter! Pensò il biondo e annuì una volta.
Harry tornò da dove erano venuti e seguì l'uomo giù per le scale.
Passarono cinque minuti, poi dieci. Harry non tornava e Draco cominciò a preoccuparsi.
Decise di seguirlo e di soppiatto si infilò nei sotterranei.
Camminò per i corridoi umidi e male illuminati. I tacchi facevano un rumore infernale nel silenzio tetro di quel luogo. Prima di svoltare ogni angolo, Draco si sporgeva per vedere se arrivava qualcuno. Era senza bacchetta... la sua l'aveva presa Harry e quella di Harry era stata sequestrata e messa chissà dove. Mentre pensava che si sarebbe arrangiato a mani nude, si sentì afferrare un polso.
"Ah, eccoti qui! Sono io!" disse Harry dietro di lui.
Draco si voltò teso "Uff... meno male!" disse, poi notò che il ragazzo aveva gli occhi fissi sulle sue tette stregate. Si mise dritto in piedi di fronte a lui e constatò che era più basso del solito, ma fece finta di niente.
"Non ti trovavo più, va tutto bene?!" gli chiese.
"Non preoccuparti bambola, è tutto a posto."
Bambola? Ma da dove è uscito questo? Pensò. E subito si irrigidì. Il viso di Harry era vicinissimo al suo. Si rese conto che il moro stava cercando di baciarlo.
Per un nanosecondo la cosa lo eccitò a dismisura, ma subito si riprese, pensando che quello non era nemmeno Potter e poi... Per le palle di Merlino! Anche se fosse Potter!? Pensò e gli poggiò le mani aperte sul petto.
"Siamo in servizio!!" lo rimproverò con una risatina scema, accorgendosi nel frattempo di essere vistosamente arrossito.
"Magari stiamo per morire! Dai, facciamoci quest'ultima scopata!" grugnì l'altro bloccandogli le braccia.
"Potter!.. Sent-" la lingua di Harry - che non era Harry però gli somigliava così tanto - invase la sua bocca con la stessa grazia di un esercito di barbari nell'Impero Romano d'Occidente.
Draco sentiva le guance andare a fuoco e il cuore martellare nel petto. Più scioccato dal fatto che Potter lo eccitasse così tanto, che dal fatto che un maschio perfettamente sconosciuto stesse cercando di violentarlo contro un muro, mise le mani sulle spalle dell'uomo e cercò di spingerlo indietro.
"Senti, non moriremo, te lo garantisco! Proseguiamo dopo, ok? " Brutto porco!?
L'uomo lo schiacciò al muro stringendogli i polsi e cominciò a succhiargli il collo come una sanguisuga.
Oh, cazzo! Draco cercò di liberarsi dalla presa, ma con scarsi risultati, data la forza dell'altro e il contatto ravvicinato.
Improvvisamente, decise che se quello lo aveva preso per una gallina senza cervello, allora il gioco dell' "oddio, chi è quello" avrebbe funzionato alla grande.
"Oddio! Chi é quello!?" strillò con voce acuta guardando alle spalle dell'uomo.
Appena l'uomo si voltò, distratto dal grido, Draco gli bloccò velocemente le mani dietro la schiena e lo spinse a terra.
"Ma che fai, stupida!? Sono io! Sono il tuo collega!"
"Scimmione? Studiati meglio il personaggio, prima di prendere la Pozione Polisucco!!"
"Lasciami o la pagherai!!"
"Ti piace limonare, eh? Adesso te ne vai dritto a limonare con un bel Dissennatore! Che ne dici del programma?" disse mentre gli puntava un tacco nella schiena.
"Ahrg! Lasciami, troia!"
"Sono un maschio! Mio caro, brillante criminale!"
"Sei un travestito del cazzo? Che schifo!" lo prese in giro l'uomo con una risata amara e iniziò a sputacchiare.
"Ti assicuro che hai poco da ridere, idiota!" Draco gli tirò un pugno dietro la testa.
Che gusto picchiare Potter! Pensò.
 
"Lascialo andare!" disse una voce alle sue spalle.
Draco sentì la canna fredda di una pistola poggiarsi dietro la nuca.
 
Dio, che giornatina...
 
Ma, prima che il biondo potesse muoversi, la calda voce di Harry risuonò nel corridoio.
"Petrificus Totalus!"
Draco si voltò e vide l'uomo dietro di sé cadere di lato, tutto d'un pezzo con la pistola in mano.
"Potter, finalmente! Tira fuori la mia bacchetta e aiutami a legarti!" disse tenendo ancora l'altro attentatore a terra."Ma dove eri finito?"
"Questo sotterraneo è un labirinto..." commentò Harry aiutandolo "Prendi la sua pistola."
"Voi due, piccoli stupidi! Non riuscirete a mandare all’aria il mio piano!" si dimenava l'altro Potter.
"Silenzio! Nessuno ha chiesto il tuo parere!" disse Draco tirandogli un altro pugno in testa.
Harry guardò sé stesso soccombere sotto il colpo del biondo e contrasse il viso d'istinto.
Draco si voltò soddisfatto verso di lui "Hai visto, Sfregiato? Ti ho messo al tappeto!" disse, con un tono che riportò Harry dritto a Hogwarts.
 
-*-
 
Infilarono i due criminali, ben legati, in una stanza vicino all'ingresso della sala e si affacciarono per controllare gli altri uomini.
Harry prese la pistola e lasciò a Draco la bacchetta "Allora io vado, come d'accordo." disse sotto voce "Appena sono tutti vicini a me, lancia l'incantesimo, ok? Li devi prendere tutti in una botta sola. In particolare quello col detonatore! Se per caso ci fosse un altro mago tra di loro e reagisse con la magia, saremmo fritti!"
"Ricevuto..." disse Draco in tono piatto.
Harry entrò nella sala con la pistola puntata sui babbani che si lamentavano a terra.
"Silenzio!" gridò contro di loro cercando di sembrare minaccioso.
I tre complici nella sala si voltarono. "Capo! Allora che facciamo? "
"Dato che abbiamo quasi concluso l'accordo con Scotland Yard e siamo a un passo dall'ottenere quello che volevamo, adesso pensiamo alla bomba!"
"Quale bomba, Capo?"
Harry si bloccò "Ehm...la..."scorse confuso lo sguardo tra i complici. Malfoy, se esco vivo da qui giuro che ti uccido con le mie mani!
Draco sgranò gli occhi sporgendosi appena dietro l'angolo "Ma come? Eppure ero sicuro che..."
Harry si schiarì la voce "La...bomba di festa che faremo dopo aver portato via il nostro bel bottino...?" disse con una lieve risata nervosa.
Gli altri complici lo guardarono perplessi.
"Ma che cazzo dice?" sibilò uno a un altro.
"Grandioso, Potter. Sei da oscar!" sospirò Draco, tra sé e sé, dietro l'angolo.
 
"Expelliarmus!" gridò improvvisamente qualcuno e la bacchetta di Draco volò lontano.
Il biondo non fece in tempo a voltarsi che l'uomo del detonatore, apparso dal nulla, lo schiacciò contro il muro puntandogli la bacchetta sulla schiena.
"Mani dietro la testa, bella!" gli disse.
 
Non ci posso credere... ancora? Draco sbuffò e seguì le istruzioni.
 
L'uomo uscì nella sala spingendo fuori anche Draco, poi lo buttò con la schiena contro una colonna e, con la magia, gli legò i polsi alla colonna stessa.
"Attenti tutti! Questo edificio è imbottito di esplosivo! Posso farlo saltare in un millesimo di secondo! Quindi lasciate le armi e fate quello che vi dico!" gridò puntando la bacchetta su Harry e gli altri.
Gli ostaggi cominciarono a urlare.
"Tu, butta la pistola!" ordinò poi a Harry.
Ma che cazzo, quanti sono?! Pensò il ragazzo gettando a terra l'arma babbana. Notò che quello era l'uomo della mano nella giacca, che lui si era aspettato di trovare tra gli altri complici nella sala.
"Anche voi! Venite qui e consegnate le armi, o salta tutto!" disse l'uomo ai tre rapinatori che guardavano sconcertati verso Harry.
Gli ostaggi continuavano a urlare e a lamentarsi.
"Silenzio!" gridò ancora il terrorista mentre i tre complici dell'altro Potter nella sala si avvicinarono a Harry, lasciarono le pistole e misero le mani dietro la testa, come l'uomo aveva ordinato.
"Senta, ci lasci andare!!" diceva uno di loro. "Noi vogliamo solo i soldi! Poi, può far saltare in aria quello che vuole!"
"Stai zitto!" lo rimproverò l'attentatore, mentre con corde magiche legava i polsi a tutti quanti.
 
Poi si avvicinò a Draco "E tu, pupa? Che ci facevi con la bacchetta in mano? Da che parte stai?"
Draco voltò la testa da un lato quando l'uomo si avvicinò al suo viso.
"Non ci credo che hai una bomba!" disse sicuro.
Harry lo guardò preoccupato.
"Voglio vedere il detonatore!" continuò deciso il biondo.
"Uh, come sei capricciosa! Lo vuoi vedere? Eccolo qui!" disse l'uomo, tirando fuori un marchingegno magico dal taschino interno della giacca.
Draco si sforzò di non sorridere e di non lanciare occhiate di vittoria a Potter.
"Non è ancora pronto." osservò Draco guardandolo con superbia.
"Cosa ne sai? Ti intendi di esplosivi magici, bellezza?" aggiunse l'uomo.
"Certamente!" rispose Draco.
Harry, intanto, fissava la bacchetta di Draco in un angolo della stanza. Era caduta poco lontano, pensò che forse sarebbe riuscito a prenderla con uno scatto felino.
"Ma davvero? Sei una di quelle pupe con le palle?" disse l'uomo sollevando le sopracciglia con il viso vicinissimo a quello di Draco.
"Più di quanto pensi" rispose lui cercando di schiacciarsi sulla colonna.
L'uomo gli infilò una mano tra le cosce e iniziò a salire piano piano. "Peccato che devo farti saltare in aria... Sei davvero una bella pollastra"
Eh no!... Ma cos'è stasera, la sagra del porcello?!
Draco non sapeva se ridere o piangere. Aspettò rassegnato che l'uomo arrivasse a toccare quello che avrebbe definitivamente bloccato la sua mano.
Infatti, appena giunse all'inguine, l'attentatore sgranò gli occhi e guardò in basso. Fu lì che il biondo colse l'attimo e sollevò un ginocchio, assestando un bel colpo secco sul grugno del maniaco bombarolo.
In quel momento, Harry si lanciò sulla bacchetta. Con i polsi legati, la afferrò dal pavimento e con un veloce incantesimo liberò Draco. Il biondo finì con un calcio e un pugno l'uomo davanti a sé e acchiappò al volo il detonatore che saltava via dalle sue mani.
Harry si liberò le mani, legò l'uomo a terra e legò insieme a lui gli altri tre.  Mentre gli ostaggi babbani assistevano alla scena ammutoliti.
"Ci sarà da lavorare un bel po' per obliviarli tutti quanti!" sussurrò Harry passandosi una mano tra i capelli mentre controllava le corde dei prigionieri e liberava l'incredulo vice-presidente con un gesto della bacchetta.
 
"Fermi tutti!" disse improvvisamente Draco guardando preoccupato il detonatore.
Si sentì un 'bip'.
"Cazzo... Si è attivato!" aggiunse dopo un momento.
Tutti i presenti cominciarono di nuovo a urlare.
"Disinnescalo!" gridò Harry.
"Non ce l'hanno insegnato questo!"
"Accidenti a te, Malfoy!"
"Potter... fai evacuare l'edificio! Adesso!"
Harry roteò la bacchetta e dopo poco le catene che fissavano le porte si spezzarono e l'ingresso si spalancò sulla scalinata esterna. Tutti corsero fuori disordinatamente tra spintoni e gomitate, spinti da una barriera magica con cui Harry stava  isolando l'edificio, per limitare i danni di una fortuita esplosione.
 
"Signore!" disse Harry alla sfera fluttuante con la faccia di Shacklebolt "Abbiamo bisogno di un artificiere magico!"
Si voltò verso Draco che fissava il detonatore "Quanto abbiamo, Malfoy?"
"Ehm...79 secondi" rispose il biondo, con la voce che lo abbandonava sull'ultima sillaba.
"In meno di 60 secondi!" gridò Harry alla sfera.
 
-*-
 
Fortunatamente, l'artificiere arrivò in tempo e la bomba fu disinnescata con successo.
Draco e Harry trascinarono fuori tutti i criminali legati come salami e li consegnarono, parte alla polizia inglese, parte al Ministero della Magia.
 
Harry si voltò a guardare Draco e scoppiò in una risata stanca.
"Cosa?" chiese il biondo stizzito.
"Ti è sparita una tetta!" sghignazzò Harry.
"Cos... oh, cazzo..." disse il biondo, guardando il suo seno singolo che sporgeva sotto la seta e tastandosi dappertutto come se si aspettasse di sentirlo sbucare da altre parti.
"Fa molto Blade Runner..." continuò Harry "Le hai toccate?" chiese poi incuriosito.
"Certo, che domande!" confermò il biondo.
"E come sono?"
"Morbide. Vuoi provare?"
Harry mise una mano sul seno stregato e palpò. "Mmmhhh! Sembrano vere!"
"Potrei denunciarti per molestie sessuali sul lavoro, lo sai?" disse Draco serio.
Harry rise continuando a palpare la tetta.
"E non solo per questo!" aggiunse il biondo.
 
"Grazie, agente Potter!" Una voce dietro di loro li fece sobbalzare e i due si ricomposero.
"Signore! Ho fatto solo il mio dovere." disse Harry voltandosi verso il capo della polizia Inglese e stringendogli la mano, mentre Draco si copriva con i capelli la tetta mancante.
"Lei dev'essere l'agente Malfoy!" disse l'uomo stringendo la mano al biondo "Grazie anche a lei! L'ho sempre detto che le donne sanno fare questo lavoro anche meglio degli uomini!" aggiunse con un sorriso compiacente.
Draco lo guardò gelido.
"Ho detto qualcosa che non va?" chiese lui confuso.
"No, assolutamente Signore!" sorrise Harry "La nostra agente Malfoy è molto modesta, non ama i complimenti. Tutto qui!" disse appoggiando una mano sulla spalla di Draco che rimase serio e in silenzio.
"Oh, capisco, ma se li merita tutti!" replicò convinto il capo di Scotland Yard.
 
"Ti uccido, Potter" sibilò il biondo quando rimasero soli.
"Coraggio, Malfoy. E' tutto finito. Non ci rivedremo per un bel po'!"
 
Subito vennero raggiunti da Shacklebolt che camminava verso di loro asciugandosi la fronte.
"Ottimo lavoro, ragazzi!" si complimentò.
 
Poco dopo Harry e Draco si ritrovarono all'ufficio ministeriale. Fecero rapporto e firmarono i soliti documenti di routine. Poi, passarono a congedarsi dal primo Ministro.
"Bene! Sono davvero soddisfatto!" Shaklebolt si sedette  alla scrivania. "Non solo avete sventato un terribile attentato, salvando più di duecento babbani, ma avete anche catturato un criminale magico e fermato una banda di rapinatori babbani, capeggiata da un mago e ricercata per anni da Scotland Yard!"
Harry e Draco lo guardarono sorridenti.
"Ci meritiamo una bella promozione?" azzardò il biondo, arrotolandosi i lunghi capelli dietro la testa e fissandoli con una penna stilografica presa dalla scrivania.
"C'è di meglio!" continuò l'uomo "Siete davvero una squadra vincente! Ho in programma una bella serie di missioni per voi due!"
Harry e Draco lo guardarono paralizzati mentre i loro sorrisi scomparivano lentamente.
"Grazie...Capo" dissero all'unisono.
"Non c'è di che, ragazzi!" sorrise il Ministro "Andate pure a riposarvi! E' stata una lunga serata!"
Poi strinse gli occhi guardando Draco. "Uh... Malfoy? Hai perso... una tetta?"
 
 
+-+-+-+-+-+-+-+
 
 

 
Note conclusive:
 
Grazie per aver letto!
A presto con il nuovo capitolo! 
D. 

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Capitolo 3
*** 3. ***



Note del capitolo:


Ecco il terzo capitolo e vi dico subito che, tra non molto, ce ne sarà un quarto a concludere la storia!
un enorme grazie per il supporto valoroso delle mie beta Lilit e Boann! 

Disclaimer:
le mie beta mi hanno entrambe fatto notare una somiglianza - in una particolare definizione usata in questo capitolo - con una storia di NA (forse anche qui). 
Se qualcun'altro la nota vi informo che non l'ho letta. Anche se non sono cose così particolari, da pensare che possano venire in mente ad una sola persona, per correttezza seguo il saggio consiglio delle mie beta e scrivo questo disclaimer :) e ora...
 
enjoy!
D. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Due Gocce di Chanel N°5
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
3.
 
 
Dopo aver fatto rapporto al Ministero, Harry e Draco si diressero verso il parcheggio.
La notte, ormai inoltrata, era silenziosa e fresca.
"Una squadra vincente! L'hai sentito?" disse Harry scendendo le scale.
"Che gioia..." sbuffò il biondo al suo fianco.
"Credi che io sia felice di essere accoppiato con te? Mi farai perdere il posto, già lo so."
"Oh, mi dispiace, Potter. Puoi sempre andare a piangere da quella dentona maniaca della tua coinquilina!"
"Ehi, stavo scherzando! Poi sono io quello nervoso!" Harry si voltò e vide Draco che si stropicciava un occhio, imprecando.
"Cosa c'è?" chiese avvicinandosi.
"Ho qualcosa nell'occhio! Brucia da morire!"
"Fammi vedere" Harry accese la bacchetta si avvicinò premendo un pollice sotto la sua palpebra."Mah, non c'è niente sarà il trucco... mettici un po' d'acqua quando arrivi a casa"
 
Spense la bacchetta e si avvicinò alla sua auto facendo scattare le sicure.
 "Allora buonanotte, partner Malfoy" disse aprendo lo sportello.
Draco sospirò sconsolato continuando a stropicciarsi l'occhio. "Senti Potter... Ho lasciato i miei vestiti a casa tua. Se torno conciato così, il meglio che posso sperare, è che Asteria mi leghi al binario 9 e 3/4!"
"Dai, allora, sali" disse Harry sedendosi in macchina. "E allacciati la cintura di sicurezza!" ordinò.
"Tu e queste manie babbane dell'automobile..." borbottò il biondo
"Ma tu usi il cellulare!" replicò Harry
"Quella è una fissa di Asteria! E comunque è sicuramente più moderno e immediato dei gufi!" disse Draco appoggiandosi allo schienale. "Ma l'automobile! Preferisco la metropolvere, la smaterializzazione...o la passaporta - anche se quella non è il massimo quando sei ubriaco!"
Harry lo guardò. Era ancora avvolto nel vestito rosso tutto sgualcito. Il trucco, ormai sbiadito, disegnava due sottili ombre scure sotto i suoi occhi grigi, facendoli risaltare ancora di più.
I lunghi capelli biondissimi, che poco prima, aveva arrotolato in un disperato e disordinato chignon, adesso erano fissati con una matita.
Il Ministro aveva rivoluto indietro la sua Parker placcata d'oro.
 
 
"E' un succhiotto, quello?" disse Harry, scrutando il collo del biondo mentre accendeva il motore.
Draco si ricordò del sosia di Harry che cercava di violentarlo e immediatamente arrossì.
Harry si mise a ridere. "Non te lo mettere più, quel profumo! Dev'essere afrodisiaco! Ce l'avevano tutti con te quei criminali!"
"Perfino Shacklebolt mi guardava le tette!" ringhiò Draco.
Poi rimase in silenzio pensando a un incantesimo per cancellare i succhiotti e a cosa gli avrebbe fatto Asteria se lo avesse scoperto lei.
"Sai, Potter? Il tuo sosia ha provato a scoparmi."
"Magari ha assunto qualche istinto nascosto nel mio DNA, con la Pozione Polisucco!"
"....Che vorrebbe dire?"
Il suo telefono squillò.
"Pronto?... Ehi, Asteria... Non posso parlare, sono al Ministero!" disse  il biondo portandosi una mano a coprire la bocca.
Harry gli lanciò un'occhiata divertita.
"Asty... Non fare così! Lo so che sono le quattro! Ero a lavoro, per Morgana! Non sono mica andato a divertirmi!! Ma-"
Harry sentiva la voce stridula della ragazza, che parlava senza sosta dall'altro capo e sospirò, pensando che aveva fatto proprio bene a tornare single.
"Asteria?...Mi lasci parl- No! Ma che domande! Certo che non ho preso il tuo profumo!"
Harry soffocò una risata e Draco gli lanciò un'occhiataccia.
"Amore. Devo andare... Ti ho detto che sono al Ministero!" disse il biondo tra i denti, ma la ragazza non sembrava decisa a terminare il suo monologo.
Harry parcheggiò sotto casa e scese dall'automobile. Draco scese dall'altro lato, cambiando orecchio al telefono mentre si incasinava con lo sportello e il vestito. Chiuse la portiera dietro di sé.
"Senti, tra un'ora sarò a casa... cazzo!" imprecò, quando si accorse di essere rimasto attaccato all'automobile. Cercò di aprire, ma Harry aveva già chiuso le sicure.
"Potter! Apri!... Apri!!" bisbigliò, coprendo il microfono del telefono "Mi è rimasta la gonna nello sportello!"
"No... Asteria... non ci sono donne!...No, parlavo della MIA gonna!... No, no voglio dire... La mia gomma! Sì, dell'auto. Lo so! E' l'auto di servizio!...Sì, sono al Ministero! Senti, qui è davvero un delirio! Ti richiamo dopo, ok?"
Draco attaccò il telefono e lasciò cadere le braccia ai lati del corpo, chiudendo gli occhi. "Santo Merlino!!" tirò un profondo respiro e li riaprì.
Harry era di fronte a lui con le braccia incrociate sul petto e lo guardava con un sopracciglio alzato.
"Potter, quella donna è un vampiro!" sospirò lui stremato.
"Puoi sempre lasciarla..." Harry sorrise e gli puntò contro la chiave elettronica che con un 'bip' aprì le sicure.
Draco sospirò, portò una mano alla maniglia dello sportello e liberò il vestito impigliato.
"Andiamo?"disse Harry, guardandolo con un'ombra di tenerezza.
 
 
Entrarono in casa nel buio del salone-cucina. Harry poggiò le chiavi su un tavolino e stava per accendere la luce quando entrambi si bloccarono, vedendo Ron in pigiama che attraversava lentamente la stanza.
"Chi è?!" disse il rosso infastidito, camminando al buio.
Harry alzò una mano e chiuse la bocca di Draco che stava per rispondere.
"Ssst! E' sonnambulo!" spiegò sottovoce "Hermione dice che non devo svegliarlo, altrimenti avrà uno shock!"
"E magari torna normale!" sibilò il biondo, togliendosi la mano di Harry dalla faccia.
"Stai giù" disse il moro tirandolo dietro un tavolino. Rimasero lì accucciati ad osservare Ron che andava verso il frigorifero.
"Allora? Chi è?" chiese il rosso fermo davanti all'elettrodomestico.
Poi aprì lo sportello e ci guardò dentro, a destra e a sinistra, sfregandosi le braccia "Brr... è già arrivato l'inverno... Oh,ma c'è posta!" esclamò, aprendo un cassettino nello sportello del frigo.
 
Harry sentì Draco sghignazzare.
 
"Speriamo non sia qualcosa da pagare!" sospirò Ron scartando una sottiletta, mentre davanti a Harry e Draco nel loro nascondiglio.
Poi si fermò di colpo. Si voltò e scrutò con occhi congestionati le loro teste, che sbucavano da dietro il tavolino.
I due ragazzi lo guardarono preoccupati.
 
"Tzé!... Pigmei!" disse Ron scuotendo la testa. E se ne andò a sedersi sul divano.
 
"E' proprio bruciato!" sussurrò il biondo divertito.
"E' solo sonnambulo!" Harry cercava di non ridere. "Vieni con me!" disse sotto voce prendendo Draco per un braccio e trascinandolo nel corridoio.
I due entrarono in camera di Harry ridendo sommessamente, chiusero la porta e si sedettero a terra continuando a ridere.
"Pensa che, una volta, l'ho trovato che cercava di trascinare il suo letto fuori dalla camera gridando aiuto!" disse Harry a bassa voce.
"Sul serio? E perché?"
"Mi ha detto che stava sognando di essersi svegliato in mezzo a un'autostrada!"
Draco scoppiò a ridere "E stava cercando di salvare il letto?"
"Sì!" rideva Harry.
"Secondo me, si droga e tu non lo sai" disse Draco scuotendo piano la testa.
"Ma che... Non mangia le melanzane a cena perché non le digerisce! Figurati le droghe!"
"Fantastico... non pensavo che il pezzente potesse essere ancora più ridicolo, mentre dorme!"
 
"Peccato che tu non possa raccontarlo in giro, o far vedere a qualcuno i tuoi ricordi." disse Harry.
"E perché no?"
"Non vorrai che si sappia in giro che eri a casa mia in piena notte?"
"Ma..." Draco lo guardò perplesso. "A proposito... i miei vestiti?"
"Speravo che Hermione li avrebbe messi qui per ricordarmi di riportarteli domani mattina. Mi sa che sono in camera sua..."
"Merda..."
Harry alzò le sopracciglia. "Che dobbiamo fare?"
"Che ne so..." Draco sospirò rilassandosi con la schiena appoggiata alla porta. Lanciò un'occhiata alla sua tetta singola, poi si tolse le scarpe coi tacchi, le sistemò in angolo accanto a sé e guardò Harry.
 
Improvvisamente il silenzio si fece denso.
Rimasero lì seduti nella penombra con la luce lunare che entrava dalla finestra.
Draco si sentì strano. Abbandonata l'adrenalina del lavoro, essere lì seduto accanto a Harry gli sembrò assolutamente... piacevole.
"Vuoi... qualcosa da bere?" chiese Harry cortesemente.
"Oh no, ho già bevuto abbastanza stasera!"
"Ah beh, non credevo che lo avresti mai detto!"
"Io so ammettere i miei limiti, Potter! Anche se sono, sorprendentemente, pochi!"
Harry rise.
 
"Sai che? in fondo..." disse dopo un po' di silenzio,"non mi dispiace poi così tanto che ci abbiano messi in squadra insieme."
"Sul serio?" chiese il biondo corrucciato.
"Certo."
 
"Beh, nemmeno a me." Draco sollevò una spalla.
"Ah no?"
"No."
"E perché?"
Che cazzo, Potter! Io ti ho forse chiesto perché?
"Perché... sei un bravo Auror!" improvvisò il biondo.
"Grazie. Non posso dire lo stesso di te!"
"Non ti montare la testa adesso!"
Harry rise "Sto scherzando, sei un ottimo agente e, anche se infrangi quasi tutte le regole, sei efficiente e preparato."
"Wow. Cos'è questa sviolinata, Potter?" Non fece in tempo a voltarsi che le labbra di Harry erano sulle sue.
 
Apnea.
 
Draco. Respira.
Respira.
"Che cazzo stai facendo??" sbottò il biondo riprendendo fiato. "Ho messo in gabbia il Potter sbagliato?"
Harry lo guardò con i suoi splendidi, sorridenti, incantevoli, occhi verdi.
Draco... Respira!
"Scusa... mi è venuto naturale." disse il moro tranquillo.
Draco sgranò gli occhi "Nat... eh? E' tutto meno che naturale!... Insomma se-"
"Ti ha dato fastidio?" lo interruppe il moro.
 
Cazzo. No, ma...
"Sì, se permetti! Ci siamo odiati per tutta l'adolescenza! Al lavoro siamo sempre in competizione e tutti sanno che non ci sopportiamo! Poi, tu arrivi di punto in bianco e mi baci? Insomma, Potter, non solo non sei una bella ragazza con delle grandiose tette, ma sei anche il mio storico nemico! Sei Potter!" Draco scosse la testa passando distrattamente una mano il vestito di seta
"No, no... non puoi fare queste cose..."
Harry si avvicinò al suo viso "E' che... mi sono reso conto... che mi ecciti un casino..." bisbigliò e il suo respiro caldo accarezzò le labbra di Draco.
 
Draco. Respira - Respira e poi rispondi a questo maledetto bacio!
 Ammettilo che lo vuoi da quando lo hai guardato negli occhi a inizio serata!
Ammettilo!
Ha detto che lo ecciti!!
Draco si lasciò andare, infilò le dita trai capelli di Harry e aprì le labbra succhiando quelle morbide del moro.
La lingua dei Harry si fece strada nella sua bocca con un avvolgente movimento.
Draco stava quasi per svenire, quando lui scese a baciargli il collo con furia. I denti gli graffiavano piacevolmente la pelle e le sue braccia forti lo stringevano contro la porta. Il suo odore, così maschile ed eccitante, sciolse anche l'ultima briciola di inibizione nel biondo.
Le mani sicure si infilarono sotto il vestito di seta e Draco cominciò a tremare.
"Potter, non..." mormorò.
"Ci riesci a non parlare?"
"Argh!" Draco sentì la mano di Harry letteralmente strappare dai suoi fianchi la noiosissima biancheria che era stato costretto a portare e poi sfilare dalle sue spalle il vestito di seta, che  scivolò magicamente via dal suo corpo portando con sé l'illusione che gli aveva donato un seno.
Harry guardò la pelle chiara e perfetta di Draco e le forme snelle del suo grazioso corpo maschile riflettere la luce della luna. Prese con due dita la matita infilzata tra i suoi capelli e la tirò via, guardando la chioma ricadere sulle belle spalle e incorniciare il viso.
Sorrise pensando che, in fondo, non ci stava nemmeno male.
Poi lo baciò di nuovo. Draco era su di giri, non riusciva esattamente a capire cosa stesse succedendo, ma sapeva che non avrebbe voluto sottrarsi a niente che Harry avesse deciso di fargli.
Il moro ricominciò baciandogli un capezzolo, poi l'addome, poi leccò lentamente la sua pelle su un fianco passando vicino all'inguine e Draco sentì la sua eccitazione salire a livelli preoccupanti.
Un brivido lo attraversò dalla testa ai piedi quando Harry afferrò la sua erezione già umida e tesa e cominciò a succhiarla avidamente.
"Oh mio Dio, Potter!!" Draco gettò indietro la testa e urtò la porta con un sonoro "tock".
"Ohuu!"
"Chi é?!" disse la voce di Ron dal corridoio.
 
Si fermarono e si guardarono prima di scoppiare in una risata sommessa.
Harry si alzò, prese il biondo per un braccio e lo tirò in piedi. Scostò i capelli lisci da un lato del collo e ricominciò a baciarlo avidamente.
Draco sentì l'erezione di Harry, dietro la stoffa morbida dei pantaloni, premere sul suo corpo nudo. Improvvisamente si ritrovò sdraiato sul letto senza capire cosa fosse successo in quei sette secondi tra la porta e le lenzuola. Ma in quel momento, pensò che per quanto lo riguardava, poteva anche essere stato rapito dagli alieni come cavia per inquietanti esperimenti, l'importante è che si fosse risvegliato sotto a Potter.
"Mi ecciti da morire..." gli sussurrò il moro in un orecchio continuando a succhiargli la sua pelle con la bocca calda e famelica.
Draco rimase pietrificato per la seconda volta da quell'affermazione. Avrebbe voluto dire lo stesso, se solo ne avesse avuto il coraggio. Ma era frastornato e vedeva mille stelline scoppiettare nel buio della stanza.
La mano di Harry scese piano, scivolando sul collo candido e poi sulla spalla, poi si fermò su un capezzolo sfiorandolo con il dito. Si chinò su di esso, e cominciò a leccarlo, finché Draco non si rese conto che stava per venire, con la sola frizione della punta della lingua di Potter su un centimetro quadrato della sua pelle.
Il biondo si sollevò in avanti, gli prese il viso tra le mani tirandolo verso di sé e lo baciò con furia. Intanto cominciò a sbottonargli la camicia, poi i pantaloni, mentre Harry voltava la testa e prendeva a leccare dolcemente la sporgenza della sua clavicola poi saliva fino all'orecchio, provocandogli immensi brividi di piacere.
Draco affondò la mano nei boxer di Harry e le sue sopracciglia si sollevarono in ammirazione.
Mentre misurava mentalmente le dimensioni di quella gloriosa erezione, il contatto con la pelle calda e tesa lo portarono di nuovo a sfiorare pericolosamente l'orgasmo, senza alcun tipo di stimolazione. Iniziò a massaggiare l'eccitazione di Harry respirando affannosamente e sentì i gemiti soffocati del moro vicino alla guancia. Il suo bollente respiro sull'orecchio.
"Potter... facciamolo!"
Harry sorrise. "Sei sicuro?"
"Sì! Tu lo hai già fatto, vero? Con un uomo, dico!"
Harry lo spinse sul materasso tenendolo per le spalle. "Beh, sì..."
"Allora fallo con me!"
Draco gli abbassò i pantaloni e i boxer e Harry li scalciò via finché non caddero a terra. Poi il biondo finì di sbottonargli la camicia e passò le mani aperte sul suo torace scolpito. Lo contemplò alla fioca luce lunare.
Un dio greco... ecco cosa sei Potter!
Harry si lubrificò la mano con un incantesimo non verbale e cominciò a massaggiarsi l'erezione cospargendola della sostanza.
"Farà un po' male." gli disse.
"Va bene, non importa!" Draco lo guardava euforico e accaldato.
Poi Harry mise la mano lubrificata tra i glutei di Draco e testò la sua apertura prima con un dito e poi con due. Il biondo chiuse gli occhi con un'espressione che Harry non riusciva bene a decifrare.
Spinse piano la punta del suo pene dentro di lui. Draco si morse un labbro gemendo.  
Mentre Harry iniziava lentamente a penetrarlo, gli occhi di Draco diventarono lucidi e i suoi gemiti sempre più serrati.
"Ah! Cazzo!"
"Mi devo fermare?"
Draco annuì.
"Potter, cos'hai un siluro al posto dell'uccello??!
Harry si mise a ridere e si fece in dietro con il bacino. "Sei tu che sei... vergine!"
Draco arrossì "Vergine sarai tu!"
"Verginella?" sorrise affettuosamente Harry.
"Non mi fare incazzare, Potter! Mi sono tolto i tacchi... e anche le tette!" replicò il biondo con un mezzo sorriso.
"Lo so, ti ho spogliato io..."
 
"In effetti... c'è ancora qualcosa che mi devi togliere."
"Cosa?"
"Il mio pigiama di Marylin Monroe."
"Le due gocce di Chanel n.5 ?" rise Harry.
Draco annuì.
"Credo di averle leccate via poco fa, ma se vuoi controllo." disse Harry avventandosi sul collo del biondo, che gemette al contatto.
Mentre lo faceva, Harry agguantò il pene di Draco e cominciò a massaggiarlo. Il biondo ansimò con approvazione.
Quando sentì il suo corpo rilassarsi lentamente, Harry premette di nuovo con la sua erezione contro l'anello di muscoli ed entrò con meno fatica. Spinse più avanti e Draco ringhiò di dolore, ma la mano di Harry, che lo masturbava dolcemente, rilassava sempre di più il suo corpo rendendo il fastidio meno acuto.
Il moro affondò e accarezzò ancora per alcune volte, prima di vedere gli occhi di Draco luccicare di piacere, e sentire il liquido bianco e denso schizzare fuori dal suo pene e inondargli la mano.
Un ultimo affondo, e anche Harry si abbandonò all'orgasmo.
Ansimò soffocando un grido mentre la sua erezione scattava e fremeva dentro il corpo di Draco.
Il biondo chiuse gli occhi e chinò indietro la testa, sospirando ad ogni vibrazione dell'altro.
 
Harry si distese sopra di lui e Draco reagì con un debole gemito quando il pene scivolò via lentamente dalla sua apertura.
Il respiro affannoso di entrambi era ormai l'unica cosa che si udiva nella stanza.
 
"Hai un odore che mi fa perdere la testa..." sussurrò Harry "Cazzo... però mi dispiace di esserti saltato addosso così..."
"Potter... aiuto, sto per svenire."
"Che?"
"Credo di essermi ubriacato."
"Adesso te ne accorgi?"
"Credo che l'orgasmo mi abbia fatto salire alla testa tutto l'alcol..."
Harry sorrise. "Forse sei solo arrapato all'ennesima potenza."
 
"Potter... Forse sono gay."
Harry scoppiò a ridere ribaltandosi di schiena sulle lenzuola.
 
Rimasero un po' in silenzio e poco dopo crollarono in sonno profondo.
 
-*-
 
 
Draco si svegliò all'improvviso con la faccia sepolta nel cuscino. Spalancò gli occhi e si sollevò puntando i gomiti sul materasso. Poi si voltò e vide Harry che dormiva, accarezzato dalla luce del mattino che entrava dalla finestra.
Si portò una mano sulla bocca.
Oh, no. Cazzo... Oh grande Salazar!! Ho scopato con Harry Potter!
Allora è ufficiale, sono gay.
Però non mi piacciono gli uomini!
Però Blaise non è niente male...
Weasley... no, per carità!!
No, no, soltanto Potter.
Sono Potter-gay!
 
Si guardò intorno.
 
Me ne devo andare da qui!
...Ma che sonno!
 
Improvvisamente si sentì toccare.
"Non fare che te ne vai mentre dormo..." biascicò Harry cingendolo con le braccia calde.
Draco appoggiò di nuovo la testa sul cuscino e sentì il corpo solido di Harry stringere e accostarsi al suo e l'erezione del moro premere su un fianco.
 
Beh, in fondo, non me ne devo proprio andare...
 
In quel momento il suo telefono iniziò a squillare.
Draco saltò fuori dal letto
"Oh no! Merda! Asteria!" disse fissando il cellulare che lampeggiava.
 
"Dille che abbiamo bucato..." suggerì Harry con gli occhi chiusi.
"Ma che cazzo dici Potter?"
"Beh... tu hai bucato...!" sghignazzò pigramente il moro con la faccia sul cuscino.
 
Draco lo guardò male e lo squillo del telefono cessò.
"Le scrivo un messaggio... che ore sono?"
 
-*-
 
Ron era appena uscito per andare a lavoro. Hermione andava avanti e indietro tra il bagno, il soggiorno-cucina e la sua stanza, mettendosi un orecchino poi prendendo una scarpa, poi la borsa.
Intanto Harry preparava il caffè, in boxer, davanti al bancone della cucina.
"Oh, Harry! Ecco i vestiti che ha lasciato ieri Malfoy. Portaglieli tu in ufficio ok?"
"Ah, grazie, Hermione."
"Io vado, ciao!" disse lei chiudendosi la porta di ingresso alle spalle.
 
Harry si voltò verso la sua camera e sorrise "Ok, via libera!"
"Finalmente!" sospirò Draco precipitandosi in bagno.
 
Un minuto dopo Hermione rientrò in casa affannata e si diresse verso il bagno. Harry sgranò gli occhi e si materializzò tra lei e la porta.
"NO!" disse con le braccia aperte.
 
Hermione lo guardò perplessa. "Ho dimenticato l'anello sul lavan-"
Dal bagno si sentì un rumore di acqua.
 
"Oh!" disse la riccia alzando le sopracciglia "Non sapevo ti fossi portato a casa una ragazza!" ammiccò sorridendo.
"Sì, infatti... una ragazza..." disse Harry annuendo.
"Beh, allora, per piacere, portami l'anello al ministero, ok?"
"Ok. Sicuro." disse Harry e acchiappò al volo la maniglia della porta, che si stava aprendo dietro di lui, richiudendola di colpo.
 
"Potter?!Che diavolo stai facendo?" gridò Draco da dentro il bagno.
 
Hermione si bloccò e lo guardò a bocca aperta "E'.... Malfoy?"
Harry la guardò terrorizzato scuotendo la testa "No!" mentì spudoratamente.
 
"Potter, apri questa porta!"
 
"Come no?" disse Hermione sorridendo maliziosamente.
"Senti, non è come pensi... era venuto per prendere i vestiti e..."
"Sì, sì, va bene, non ti angosciare. Buon divertimento! Portami quell'anello!" disse lei voltandosi verso la porta d'ingresso.
"Sì! Io lo sapevo... Lo sapevo!" cinguettò divertita mentre se la chiudeva alle spalle.
 
 
Harry chinò la testa portandosi una mano sugli occhi e lasciò la maniglia.
"Sei davvero simpatico, Potter! Non mi facevano uno scherzo così divertente dalle scuole elementari!" disse Draco uscendo dal bagno. "Cosa c'è?" continuò guardando Harry.
"C'era Hermione!! Si era dimenticata l'anello sul lavandino! Dovevi stare zitto, cavolo! Stava per andarsene e tu hai parlato!"
Draco si mise le mani tra i lunghi capelli "Stai dicendo che la Granger ha appena scoperto che ho passato la notte in camera tua??!"
"Esatto!"
"Oh! Fortuna infame!!!" gridò il biondo.
"Ve beh, adesso non c'è bisogno di..."
"Potter!! Stai parlando di Hermione - ufficio stampa - Granger!! Tra 15 minuti lo saprà tutto il Ministero, tra 20 tutta Londra! Per la Cornovaglia e il Galles forse ce ne vorranno 25..."
"Ma no, dai... Hermione non farebbe una cosa del genere!"
"Ecco, già vedo gli articoli in prima pagina! Il giovane discendente della gloriosa famiglia Malfoy è stato scoperto a pomiciare con Harry Potter il bambino... no, così sembro un pedofilo... Il ragazzo sopravvissuto al Signore Oscuro!... Subito sotto la notizia della tragica morte del bassotto della Regina Elisabetta..."
"Ma che razza di giornali leggi, scusa?"
"Il Wizard's Times!!....Harry Potter, il salvatore del mondo magico è riuscito a sottomettere -notare il sottile gioco di parole - anche il grande Draco Malfoy, l'ex Mangiamorte che ha terrorizzato...."
 
"Facciamo tardi al lavoro, hai finito di delirare?"
"Sì, versami il caffè, per piacere."
 
-*-
 
L'auto di Harry parcheggiò nel piazzale del ministero. Draco uscì e si specchiò nel finestrino.
"Ma perché mi hai convinto a farmi una treccia? Sembro un cinese biondo!"
"Che ne so, Hermione se la fa sempre dopo la doccia. Dice che poi, quando la sciogli, i capelli sembrano più naturali."
"Un'altra trovata geniale della Granger!" borbottò Draco sciogliendo la treccia.
"Oh! Ecco, perfetto! Adesso posso andare in ufficio!"
Harry scoppiò a ridere quando vide i lunghi capelli biondi che scendevano ondulati e vaporosi sulla giacca di Draco.
"Al massimo posso andare a Woodstock, conciato così! Sono un incrocio tra Janice Joplin e la Venere di Botticelli!" Si lamentò lui.
"Sistemali con una coda. Hermione sarà in ufficio e te li farà tornare normali, vedrai." Lo rassicurò Harry.
 
"Draco Lucius Malfoy!"
Harry e Draco sobbalzarono.
"As...teria" il biondo si voltò preoccupato.
"Prima di tutto, dimmi dove sei stato tutta la notte! E poi ...che diavolo è successo ai tuoi capelli! Sembri la Fata Turchina!"
Draco la guardò serio. "Ero al lavoro. Potter, diglielo anche tu."
"Io non c'entro niente!" disse Harry alzando le mani e dirigendosi verso l'ufficio. "Ciao, ciao!"
"Draco! Dove sei stato?!!" ringhiò la ragazza.
"Ero qui! Vedi? Sono qui! Non mi sono mosso dal ministero tutta la notte!"
"Non è vero!" stirllò la ragazza tirando una ciocca dei suoi capelli "Hai i capelli appena lavati! Dove ti sei fatto una doccia?"
"Al... Ministero!"
"Draco! Giuro che, se mi stai mentendo, me la paghi cara!!" Strillò lei, puntandogli un dito indice in faccia "...Ehi! E' un succhiotto, quello?" Chiese, indicando il livido sul suo collo. "Brutto maiale!! Non c'erano donne, eh? Sei uno sporco traditore!!" gridava isterica la ragazza.
 
Draco la guardò per un momento con gli occhi socchiusi.
"Vai al diavolo." disse in tono piatto.
 
"Cosa?" Asteria lo guardò indignata.
"Hai sentito!"
"Come ti permetti?"
"Vai - al - diavolo!"
La ragazza gli tirò un pugno in faccia.
"Ahi!! Ma sei impazzita?!!" si lamentò Draco portandosi una mano sull'occhio.
"Non osare mandarmi al diavolo!" strillò lei ferita.
"Senti, Asteria! Non ne posso più di te, sul serio! Sarai anche una donna bellissima, nobile e incredibilmente ricca, ma sei un' arpia! Una maniaca ossessivo-compulsiva con la fissa del controllo !! Non fai altro che comandarmi come se fossi il tuo schiavo! Basta! E' finita!" gridò Draco stringendo i pugni, impettito. "E non provare più ad alzare le mani su di me! Sono stato chia-"
Un forte schiaffo gli voltò la testa da un lato.
"Brutto stronzo!!" gridò la ragazza in lacrime "Non tornare a cercarmi! Verme!" e si allontanò smaterializzandosi.
 
Draco entrò in ufficio con un occhio nero, massaggiandosi la mandibola.
Che cazzo di mani pesanti ha quella donna!?
 
"Buondì! ...Ferite di lavoro? " chiese Blaise guardandolo entrare.
"No!" Draco si sedette alla sua scrivania.
"Cosa ti ha investito? E, per Merlino, che cazzo di capelli hai? Sembri-"
"Blaise, per favore risparmiami le tue fantasie sui miei capelli, ok?! Ho appena mandato al diavolo Asteria!"
Blaise rise. "Uh! Te lo dicevo io che quella era una violenta!... Ehi! E' un succhiotto quello?"
Draco lo fulminò con lo sguardo.
 
"Parrucchiere a domicilio! Buongiorno, Signora Potter!"
Disse Hermione entrando nella stanza con un sorriso complice, non richiesto.
"Tu vuoi morire, Granger!" sibilò il biondo, guardandosi intorno per controllare quante orecchie indiscrete stessero ascoltando. 
Pansy entrò con due caffè in mano e si fermò sorpresa guardando il biondo "Nottata movimentata?"
Draco la guardò indignato. "Non sono affari tuoi, strega!" poi si voltò verso Hermione
"Granger, toglimi questi ridicoli capelli e vattene!"
"Pensavo che ti avrei trovato di buon umore, stamattina!" sospirò Hermione. Roteò la bacchetta e i capelli di Draco tornarono corti e in ordine.
"Sparisci, Granger! " ordinò il biondo freddamente.
 
"Che succede?" Millicent si affacciò nell'ufficio. "Oh! Draco, che-"
"Basta!" Gridò il biondo esasperato, alzandosi e uscendo dall'ufficio.
"Che ho detto?" chiese Millicent sorpresa.
Blaise alzò una spalla.
 
 
 
Draco si guardava allo specchio del bagno dell'ufficio valutando i danni del pugno di Asteria quando Harry entrò e gli si avvicinò con in mano una piccola busta di ghiaccio.
"Hermione mi ha detto di portarti questo... Ops!" disse il moro notando il suo occhio.
"Sì, esatto, Potter - Ops." replicò lui innervosito. Prese la busta di ghiaccio dalle sue mani e la appoggiò sul viso dolorante.
Harry premmette insieme le labbra poi si chinò con le mani sul lavandino accanto al suo per guardarlo in faccia "Che hai?" chiese vedendo la sua espressione triste.
Draco continuò a tamponare l'occhio con il ghiaccio, una mano infilata sotto il braccio piegato. Poi si voltò appoggiandosi al bordo di ceramica sospirando "Niente! Ok? Devo solo rimettere a posto i pezzi della mia vita e della mia dignità, che stamattina sono sparsi dovunque!"
Harry sorrise "Beh, allora ti lascio in pace. Devo scappare adesso. Vado dal Signor Weasley a firmare i documenti per l'obliviazione di tutti quei babbani. E poi ho un interrogatorio al pianoterra!" fece un passo verso la porta e si voltò.
"Ma... se stasera non hai voglia di tornare a casa, sei ospite da noi. Hermione ha detto che cucinerà la Jambalaya per tutti!" concluse.
"Grazie, ma credo che me ne tornerò da mia madre! Con la coda tra le gambe!"
"La coda di chi?"
"La mia, Potter! E basta!"
Harry si avvicinò e gli prese il viso con una mano, poggiando piano le labbra sulle sue.
"Io preferirei la mia" sussurrò con una disarmante dose di fascino. Poi premette gentilmente le labbra contro quelle schiuse di Draco mentre con la punta della lingua sfiorava appena la pelle morbida del biondo, strappandogli un brivido.
"A stasera!" disse prima di voltarsi e uscire dal bagno.
 
Draco rimase lì a guardare la porta chiusa. Poi guardò in basso al rigonfiamento che tendeva il cavallo dei suoi pantaloni e arrossì.
 
Sono Potter-gay... Sospirò.
 
Comunque... Che cazzo è la Jambalaya??
 
 
 
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Capitolo 4
*** 4. ***


Note del capitolo:
 
Awww come sono emozionata! E' la prima storia che concludo ! T_T ...E mi dispiace pure!
Spero di non deludervi, I finali sono sempre difficili!
Un grande abbraccio a tutti, in particolare a Lilit che ha betato magistralmente questa storia e Boann che ha riletto e ribetato i miei ultimi svarioni post-betatura ^^ il tutto in una catena di sant'antonio che quasi non finiva più!
In verità non so se sia finita. 
D. 

 
 
 





 
 
Due Gocce di Chanel N°5 
 
 
 
 
 
 








4.
 
 
Draco uscì dal bagno tenendosi la piccola busta di ghiaccio sull'occhio. Si guardò intorno e si rese conto che l'intera stanza lo guardava sghignazzando.
Abbassò la mano in cui teneva la busta di ghiaccio e il suo sguardo cadde sulla Gazzetta del Profeta abbandonata su una scrivania.
In prima pagina, a caratteri cubitali, il titolo informava di come i due giovani Auror Potter e Malfoy avevano fermato due bande di criminali salvando la vita ai duecento babbani presenti alla cerimonia. Subito sotto, la foto in A4 di lui e Harry che stringevano la mano al capo di Scotland Yard.
Harry, spettinato e col vestito un po' sgualcito ma, considerato il sorriso sexy e sicuro di sé, totalmente passabile. Lui, invece, con lo sguardo gelido, l'abito da donna mezzo strappato, con una sola tetta, il trucco che ormai gli dava l'aspetto di un poltergeist e i capelli in condizioni pietose che coprivano a malapena quelle mancate curve.
 
"Oddio..." mormorò schifato.
Alzò lo sguardo sui colleghi e le segretarie che cercavano di evitare i suoi occhi e tremavano per non ridere.
"Non è affatto divertente!" disse serio il biondo entrando nella stanza dove si trovava la sua scrivania.
 
"Baby? Sei uno schianto!" disse Blaise con il giornale aperto.
"Blaise... di che stai parlando? Una prostituta dell'East Side sarebbe più decente!"
"Non in questa foto!" rispose lui, mostrandogli una seconda immagine di Draco che entrava a braccetto con Harry nella sala della cerimonia.
"Quella chi l'ha scattata??"
"Questo è il problema, Draco. Ce ne sono altre che forse non dovresti vedere."
Draco gli strappò il giornale dalle mani e lo sfogliò velocemente.
"E' l'articolo di Rita Skeeter" continuò Zabini "A pagina due. Dice che ti piace travestirti e fare giochetti con Potter..."
Draco impallidì raggiungendo un colore poco umano. "Che... hai detto?" guardò le foto.
Nella prima, Harry gli palpava una tetta davanti alla camionetta della polizia. La seconda mostrava Harry di spalle chinato su di lui davanti al ministero. Scattata con quella prospettiva, la foto sembrava ritrarli in un inconfondibile bacio, drammaticamente illuminato in controluce dalla bacchetta di Harry. 
Un'ultima foto li inquadrava mentre salivano insieme in macchina. 
"Cazzo... Blaise! Quelle erano ovviamente tette finte! E qui mi stava solo togliendo una cosa da un occhio!"
"Uuuuh, che scusa antica!" ululò l'amico.
"No! Blaise, non capisci? Sono andato a casa sua perché dovevo riprendere i miei vestiti..."
Blaise sorrise alzando le sopracciglia. "Draco? Dimmi che non ti sei scopato Potter, porco che non sei altro!" sussurrò.
Draco deglutì e il suo telefono squillò.
"Sì?" rispose con un filo di voce, ancora fissando Blaise.
"Ast..." Draco allontanò subito il telefono dall'orecchio.
"Pervertito!! Io lo sapevoooooooo!! Schifoso!!Maledet-" strillava Asteria dalla cornetta.
Draco mise una mano sul ricevitore poi fece un lungo respiro cercando di calmarsi.
"Usa quel cervello incartapecorito che ti ritrovi e leggi gli articoli in prima pagina! Invece di passare subito alla rubrica dei gossip!!" gridò nel telefono.
Stava per riattaccare, ma riportò la cornetta all'orecchio "E poi, ti ho appena scaricata!!" aggiunse chiudendo la comunicazione.
Blaise si appoggiò divertito allo schienale della poltrona.
Il telefono di Draco squillò di nuovo e il biondo alzò la cornetta nervosamente.
"Allora non hai capito?! Ho detto che ti ho scari-... Mamma?!... No, scusa, pensavo fossi qualcun altro... Di cosa dobbiamo parlare? No, non posso stasera..."
In quel momento Hermione passò davanti alla porta dell'ufficio. "Jambalaya!" disse strizzando un occhio e proseguì nella stanza lasciando dei fogli sulle scrivanie.
"Ho... la Jambalaya!" si affrettò a dire Draco "No, non è una malattia... Ho la cena con la Jambalaya! No... non è nemmeno una persona! E' un piatto! Guarda... non ne ho idea! Mamma. Ci vediamo nel fine settimana ok? ...Leggi la prima pagina!!"
Attaccò il telefono e sospirò passandosi una mano sul viso. "Per tutti gli dei dell' Olimpo!"
 
"Che cazzo è la Jambalaya?" chiese Blaise dondolandosi sulla sedia.
 
"Che ne so? Chiedilo alla tricheca!" disse Draco sbattendo il telefono sul tavolo.
 

-*-
 

Draco suonò alla porta di casa Granger-Weasley-Potter con in mano una bottiglia di vino rosso.
"Eccoti! Entra pure!" disse gioiosa Hermione.
"Ciao Malfoy!" disse Ron, mentre rovistava nel frigorifero.
"Ehi, Weasley! ...C'è posta?"
"Cosa?" chiese Ron confuso, mentre Harry scoppiava a ridere.
"Ciao!" il moro gli si avvicinò con malcelata euforia.
Le labbra di Draco si piegarono nel suo primo sorriso della giornata.
Harry prese la bottiglia che il biondo gli stava porgendo.  Poi gli appoggiò una mano sulla spalla.
 "Giornataccia, eh? Ho visto i giornali... Siamo nell'occhio del ciclone!"
"Hai visto anche quelli babbani, Potter? Credono che io sia una donna!"
"Almeno io in quelli non passo per uno che si fa i travestiti!" replicò lui.
"La Skeeter ci ha completamente smerdati, Potter! E' finita!" Draco si accomodò su uno sgabello al bancone bar, mentre Harry versava dei drink.
"Ma non preoccuparti! Rita Skeeter non la ascolta nessuno! Quando ho detto “occhio del ciclone” intendevo quello. Tutto intorno c'è un turbine di cazzate, ma qui, dove siamo noi, c'è la calma assoluta." lo rassicurò.
Draco sorrise moderatamente guardandolo negli occhi. Poi sospirò "Sono davvero curioso di assaggiare questa Jambalaya!"
"E' quasi pronta!" li avvertì Hermione armeggiando con i fornelli.
 
Harry porse a Draco un bicchiere di vino. "Rilassati, stasera puoi bere quanto vuoi!" disse con un ghigno.
"Ah, sì? Allora dammi la bottiglia! Ho un po' di cose da dimenticare prima di riuscire a rilassarmi!"
"A quello ci pensiamo dopo!" sussurrò Harry e i suoi occhi scintillarono di lussuria.
Draco sentì i pantaloni stringere un po' al cavallo. Oh mio Dio, Potter...Ma come-
"A tavola!!!" gridò Hermione ad un volume decisamente troppo alto, facendoli sobbalzare.
"Granger? Siamo qui, per Merlino!" disse Draco con una mano sul petto "Questo è un soggiorno-cucina ricordi? Non il castello di Hogwarts!"
"Forza! A tavola!" lo ignorò lei.
Si sedettero a tavola, Harry portò i tovaglioli di carta mentre Draco versava il vino nei bicchieri di tutti.
Ron intanto guardava il biondo assottigliando gli occhi. "Ehi, Malfoy, è un succhiotto quello?"
"Chiudi quella fogna, Weasley!"
"Comunque, eri una strafiga ieri... Dico sul serio! Se fossi in te, lascerei quel lavoro pericoloso e mi metterei a fare al modella!" rise il rosso.
Draco lo guardò con un sorriso indignato. "Io se fossi in te, invece, me ne andrei aff-"
"Ecco la Jambalaya!" li interruppe Hermione mettendo a tavola una enorme scodella di riso "E' la prima volta che la cucino, spero sia venuta bene!"
"E' riso?" disse Draco deluso.
"Certo, è un piatto creolo, di influenza francese, originario delle isole dei Caraibi e molto famoso in Louisiana, negli Stati Uniti."disse Hermione fiera.
Draco la guardò perplesso.
"Non so se ho capito bene da dove viene, ma lo mangio lo stesso..." disse Ron prendendo una forchettata.
"E non è solo riso" continuò Hermione, mentre distribuiva il cibo nei piatti "dentro ci sono il pollo, le verdure, le spezie..."
 
"Ok, ok, abbiamo capito!" disse Draco infilando la forchetta nella pietanza fumante.
Presero tutti il primo boccone e subito sgranarono gli occhi.
"Phuu! E' piccantissimaaaa!!" piagnucolò Ron con la bocca spalancata.
"E' salatissima!" disse Harry con il viso contratto.
"E' amarissima..." Draco afferrò il bicchiere d'acqua davanti a sé e bevve un lungo sorso.
Hermione rimase a bocca aperta sventolandosi la lingua "Oh no! Che schifo...Eppure... ero sicura di aver seguito la ricetta!!"
 
Harry si alzò da tavola e prese il telefono.
"Che fai?" chiese la ragazza.
"Ordino delle pizze."
 

 
-*-
 
 
"Coraggio, Granger, andrà meglio la prossima volta. Ma non mi invitare, per favore!" disse Draco dandole una pacca sulla spalla. "E... magari non scambiare il libro Pozioni Avanzate con Buon Appetito, America..." sussurrò.
"Devo smetterla di studiare in cucina! " si rimproverò la ragazza gettando i cartoni della pizza.
"Vado a dormire." annunciò poi. "Domani devo alzarmi presto. Ma voi restate pure a vedere un film, se volete. Buonanotte!"
"Grazie, Hermione! Dormi bene!" gridò Harry.
"Notte!" disse Ron.
"Jambalaya!" la salutò Draco sedendosi sul divano.
 
Dopo il film, Ron li salutò e si ritirò in camera sua. Harry e Draco rimasero soli, sul divano, nel silenzio rilassante della stanza,alla luce colorata di una piccola lampada di carta.
"Quei tacchi maledetti... Ho ancora la schiena a pezzi..." si lamentò Draco con gli occhi chiusi.
"E ieri notte avremo dormito sì e no tre ore!" disse Harry stropicciandosi la faccia.
"E' stata una piacevole serata, ma è ora che io vada..." il biondo si alzò dal divano, ma Harry lo prese per un braccio e lo fece tornare a sedere. "Dove vai?"
"A casa!"
"Al Maniero?"
"Per forza, Potter! Asteria mi ha liquefatto le chiavi di casa nella tasca della giacca e ha spedito tutte le mie cose a mia madre!"
"Wow. Tempestiva!"
"Sì. Meglio così!" disse Draco.
"Su questo non c'è dubbio. Ma perché sei triste? Eri innamorato di lei?"
"Neanche un po'... Forse è questo il problema. Mi sento un po' vile. E poi ci mancava solo quell'avvoltoio di Rita Skeeter! Adesso sono anche deriso da tutti!"
Draco si bloccò quando una mano calda gli passò sulla schiena e sentì il suo corpo rilassarsi lentamente.
"Povero Malfoy... è brutto essere derisi, vero?"
Draco lo guardò storto. "Potter, non iniziare con le tue prediche da Grifondoro. E non cercare di farmi sentire in colpa per aver deriso te e i tuoi maldestri amici per anni, perché non ci riuscirai!"
"Ma no, quella è acqua passata..."
"Ah, davvero?"
"Guarda che sei l'unico che ancora fa la serpe con tutti! Ormai noi andiamo d'accordo, anche in ufficio... Io, Blaise, Millicent, Pansy..."
Draco sbuffò.
Harry gli infilò le dita nei capelli poi si avvicinò al suo orecchio. "Con te devo ancora appianare i rapporti..." sussurrò sorridendo. "Non so se mi spiego."
Draco chiuse gli occhi e chinò la testa.
"Sei già ubriaco?" Chiese Harry.
"No." rispose Draco "Sono arrapato a morte!" si voltò e lo baciò infilandogli la lingua in bocca. Harry lo prese per i capelli e assecondò il bacio sdraiandosi nel vuoto e quasi cadendo dal divano.
Sentirono la porta del frigo aprirsi e una luce invase la penombra della stanza. Si voltarono e videro Ron con lo sguardo perso, che spremeva il tubetto della maionese sullo spazzolino da denti.
"Si è già addormentato??" disse Harry sorpreso.
Draco scosse la testa serio. "E' proprio senza speranza, Potter! Non vedo l'ora di vedere con cosa si farà lo sciampo!"
Harry sghignazzò con la faccia nel cuscino del divano. "Per fortuna non è sveglio. Ti assicuro che se ci avesse visti adesso, sarebbe stato meno divertente!"
"Cos'è, un integralista islamico?"
"No, ma non credo che digerirà bene il mio outing."
Potter-gay, Potter-gay... e anche Potter è gay!  Pensò Draco.
"Devi proprio dirglielo?"
Harry ignorò la sua domanda "Vieni" sussurrò, alzandosi dal divano e dirigendosi verso la camera da letto.
Draco entrò alla luce bassa e ambrata dell'abat-jour e vide Harry che armeggiava in un cassetto.
"Vieni qui sul letto" disse il moro.
Draco chiuse la porta e si sedette sul letto. "Che devo fare?"
"Togliti la camicia" ordino lui convinto.
Il biondo cominciò a sbottonarla guardando Harry che svitava il tappo di una bottiglietta.
"Adesso puoi sdraiarti a pancia sotto."
 
Potter, sei meglio di una geisha... Pensò il biondo, guardando la boccetta di olio da massaggio.
Harry si tolse la maglietta e si posizionò sopra a Draco con le ginocchia ai suoi fianchi. Versò lentamente un filo di olio disegnando una spirale sulla schiena del biondo, poi appoggiò la bottiglietta sul comodino e passò le mani aperte sulla pelle candida.
"Ohhhh... Potter... sei mitico!" sospirò Draco.
"Ci voleva, eh?"
"Cazzo, sì."
Harry premeva i pollici al centro della schiena facendoli scorrere veloci sull'olio. Partiva dall'incavo vicino ai glutei e saliva fino a dietro la testa. Infilava le dita tra i capelli biondissimi, che adesso erano corti dietro e più lunghi davanti, dove coprivano in ciuffi dorati la parte del volto di Draco che non era affondato nel cuscino.
Harry respirava profondamente. Con le dita aperte, percorse il resto della schiena, le braccia piegate, fino alle mani. E poi intrecciò le dita con quelle del biondo chinandosi su di lui fino a stendersi. Draco sentì sulla schiena il torace solido e caldo di Harry.
"Sai, Malfoy..."disse piano il moro "Io credo di non averti mai odiato."
Draco aprì gli occhi. Tutto ciò che vedeva tra i ciuffi dei suoi stessi capelli era la mano di Harry intrecciata alla sua davanti al viso.
Nemmeno io. Pensò.
"Credo di aver provato della forte antipatia per te..." continuò Harry.
La cosa è reciproca, Potter, ma, ogni volta che abbiamo litigato, io non volevo altro che la tua attenzione. Eri antipatico perché non eri mio... Ok, anche perché eri più popolare di me! continuò Draco dentro di sé.
"Ma non avevo capito che fosse in realtà una forte attrazione." Harry appoggiò le labbra sul suo collo e Draco sospirò.
Eri l'unico che non avrebbe fatto di tutto per avermi... come amico. E questo mi faceva davvero innervosire... me ne rendo conto solo adesso! Continuava a pensare Draco.
"Forse tu, invece, mi hai odiato veramente." sospirò il moro.
Draco forzò con la spalla per far spostare Harry e si voltò, trovandoselo di fronte con le braccia tese, le mani puntate sul materasso e gli occhiali che gli calavano sul viso.
Alzò una mano e glieli sistemò con il dito indice spingendoli fino alla radice del naso.
"Se vuoi la verità... No." disse poi.
Harry sorrise. E quel sorriso era diverso da tutti gli altri che Draco aveva visto sul suo viso.
"Adesso, però, c'è qualcosa in più del non odiarti." confessò Harry.
"E cosa c'è?"
"C'è che ti vorrei ogni minuto della giornata" disse, mentre il verde smeraldo dei suoi occhi scintillava.
"Eccomi!" sorrise il biondo.
Harry gli stava già slacciando i pantaloni. Draco sbottonò quelli di Harry facendoli scivolare lungo i fianchi insieme ai boxer. In pochi secondi erano nudi e avvinghiati tra le lenzuola,
 mentre Il moro baciava e mordeva ovunque e Draco si lasciava travolgere dalla sua furia, godendosi accuratamente ogni brivido.
Le loro erezioni, rigide e umide, sfregavano delicatamente l'una contro l'altra e premevano sull'addome di entrambi lasciando sottili filamenti di liquido appiccicoso tra i due corpi caldi.
Harry si sporse leggermente e prese dell'altro olio dalla boccetta. Lo spalmò sulle mani e poi sul torace di Draco e salì lentamente, scivolando sulla pelle tesa e compatta, gli massaggiò le spalle e poi proseguì scendendo fino all'addome.
Draco era in estasi e rimase per un attimo con le mani aperte piene di olio a godersi il tocco magico di Harry sul suo corpo. Poi afferrò le spalle forti del moro e ricambiò il massaggio.
Harry chiudeva gli occhi e chinava la testa rilassandosi alla pressione dolce delle dita magre.
Draco fece scivolare le mani sulla schiena del moro mappando ogni muscolo e e nutrendo l'eccitazione che quel corpo solido gli provocava. Si sollevò e poi morse piano la pelle di Harry  sul collo, senza fermare i fluidi movimenti delle mani.
Il profumo delicato dell'olio riempiva la stanza e Draco si sentì spingere contro il materasso.
I due ragazzi si guardarono negli occhi prima che le loro labbra si toccassero e i respiri si unissero. Harry passò una mano tra i glutei di Draco e cominciò a sfiorare la sua apertura con lievi carezze delle dita.
Draco era accaldato e irrimediabilmente eccitato, inarcava il suo corpo contro quello di Harry producendosi in energici affondi mentre lo molestava con la mano.
"Ti voglio! Adesso!" disse il biondo, senza fare caso a quanto quelle parole suonassero come un'implorazione.
Harry perse la ragione, strappò la mano di Draco dal suo pene, si chinò tra le sue gambe aperte e allargò con le mani i suoi glutei. Poi cominciò a leccare lentamente, guadagnandosi una serie di adorabili gemiti di piacere. 
Draco era senza fiato. Stringeva tra le dita il cuscino ai lati della testa, che gettava all'indietro ad ogni ondata di piacere che Harry gli provocava con quella dolce tortura.
Ad un tratto la lingua del moro proseguì verso l'alto, accarezzando la sua erezione, poi l'addome, superò l'ombelico e salì da un lato del collo. Draco vide improvvisamente gli occhi verdi puntati nei suoi.
In quel momento sentì il pene di Harry forzare con delicatezza l'entrata della sua apertura e nel contempo la mano di Harry che scorreva fluidamente sul suo pene duro come la roccia.
Draco ansimò senza ritegno. "Baciami..." implorò ancora.
Harry si chinò su di lui e lo baciò con dolcezza all'inizio, poi con furia e Draco rispose con la stessa foga, con i denti e con la lingua.
Mentre il primo affondo completo lo penetrava dolorosamente, Draco emise un singhiozzo soffocato e Harry si fermò.
"No... continua" sibilò Draco.
Harry affondò ancora, cercando di essere più delicato possibile, e continuò finché non sentì il corpo di Draco che si allargava sempre più arrendevole intorno alla sua erezione.
 
Quando raggiunsero l'orgasmo, nello stesso momento, Harry si strinse a lui e sussurrò
"Vorrei restare così per sempre..."
"Se la lasci seccare potrebbe anche succedere" disse Draco, guadagnandosi un pizzico molesto sul sedere.
 
 
Nella notte Draco si svegliò, ancora mezzo impigliato in un sogno in cui giocava a Poker con un cammello, dentro un’ enorme scodella di Jambalaya, come fosse una Jacuzzi.
Sollevò pigramente le palpebre e vide una faccia nella penombra, con gli occhi arrossati, iniettati
di sangue, che lo guardava da vicino. 
 
"Dov'è la mia canoa?" disse la faccia con la voce bassa e roca.
 
"Woahhaahaaaaaaaaaha! Cazzo!!" Draco indietreggiò freneticamente sul letto e si schiacciò contro la schiena di Harry,svegliandolo di soprassalto.
"Che...?" Il moro si voltò e sobbalzò "Oh cazzo!" prese gli occhiali dal comodino e se li infilò di fretta rischiando di accecarsi, poi sospirò.
"E' soltanto Ron... Draco?..."
Il biondo era schiacciato contro di lui con le mani sul viso.
"Merda, mi ha fatto perdere sei anni di vita!" piagnucolò sotto le mani.
"Vado a riportarlo a letto." Harry si alzò.
"Dov'è la mia canoa?" continuava a dire Ron, guardando Draco.
Il biondo lo scrutava inorridito tra le dita aperte. "Che cazzo ne so io dov'è la tua fottuta canoa!" sibilò.
"Draco? Sta dormendo, ricordi? Non gli devi rispondere." disse Harry, accompagnando lentamente Ron verso la sua camera.
Quando tornò, trovò il biondo con la testa sotto il cuscino.
Sorrise e si sdraiò vicino a lui, abbracciandolo. "Ma stai ancora tremando?" rise Harry sentendo il battito accelerato di Draco.
"Non hai capito, Potter, era il ritratto del demonio!"
Harry rideva con il viso nell'incavo del suo collo.
Draco si tolse completamente il cuscino dalla faccia e sollevò la testa. "Come fai a dormire? Come farò a dormire qui di nuovo? Come farò... a dormire di nuovo?!"
Harry strofino il viso sulla sua spalla. "Calmati, è solo che non ho sigillato la porta ieri sera, di solito lo faccio. Perché a volte entra..."
Draco rabbrividì alla notizia.
 
 
 
-*-
 


Mentre Harry preparava il caffè in boxer al bancone della cucina, Draco leggeva il giornale seduto sul bracciolo del divano, con addosso i pantaloni del pigiama di Harry.
"Ciao, tesorini, dormito bene?" Hermione uscì dalla sua stanza pronta per andare a lavoro. Si fermò a dare un bacio sulla guancia a Harry, poi passò a dare un'arruffata ai capelli di Draco, che la fulminò con lo sguardo. "Buona giornata!" continuò, e sparì fuori dalla porta.
"Non mi piace, Potter."
"Cosa?" chiese Harry divertito.
"Quel tono. Non mi piace. Cos'ha in mente?"
"Draco, non è un criminale psicopatico. E' Hermione. Cosa vuoi che abbia in mente?"
"Non vedo la differenza. Comunque, non lo so, c'è qualcosa che non mi torna."
"E' solo... favorevole?" disse Harry alzando una spalla.
"Favorevole a cosa, esattamente?"
"Al fatto che io e te ci vediamo. Insomma, dormi qui tutte le notti da quasi una settimana! Lei dice che lo sapeva che prima o poi saremmo finiti insieme."
 
"E chi é? Cassandra Vablatsky?"
"Mah... dice che è merito del suo intuito femminile... roba del genere."
"Basta che non mi passi sulla testa un aereo con uno striscione che dice
Potter + Malfoy - evviva, lo sapevo!  Perché potrei anche affogarla nella sua Jambalaya!"
"Non succederà" disse Harry sorridendo.
 
Il telefono di Harry squillò sul tavolo.
"E' Shacklebolt! Sarà un'emergenza... Pronto?"
"Tanti saluti giorno libero!" sbuffò Draco chiudendo il giornale.
 
"Sì, Signore, la metto subito in vivavoce" sorrise Harry.
 
"Malfoy!" gridò la voce gracchiante dall'apparecchio.
Draco schizzò in piedi "Sì!?"
"Rispolvera le tue tettine. C'è un lavoro per te!"
 
Draco strinse i denti e le sue guance presero fuoco "Co... come, scusi?"
Harry si portò una mano sulle labbra e sghignazzò in silenzio.
"Abbiamo un omicidio magico seriale nell'east side. Si tratta di un bordello. Non posso mandare le nostre uniche due, giovani, indifese, donne Auror, a indagare in un luogo così pericoloso. Spero che tu capisca."
Draco impallidì fino all'inverosimile. "Capisco... Signore... Accetto l'incarico." Mormorò con aria sconfitta.
"Non era una proposta, era un ordine!"
"Sì, Signore" Draco si morse un labbro per la frustrazione.
Ci fu un momento di silenzio in cui un grugnito di Harry fece voltare Draco.
 
"Malfoy?" La voce del Ministro gracchiò di nuovo nell'apparecchio "Era uno scherzo!"
Harry scoppiò a ridere insieme a Shacklebolt.
Mentre Draco guardava ammutolito e gelido lui e il telefono.
"Ma devo complimentarmi per il tuo senso del sacrificio professionale!" Aggiunse l'uomo tra le risate.
 
Harry chiuse la conversazione asciugandosi una lacrima.
"Potter? Questa me la paghi."
"Fammi tutto quello che ti pare, Lady Malfoy..." sorrise Harry. "Abbiamo il giorno e la casa liberi!"
 
 




-+-+-fine-+-+-
 
 











 
Note conclusive:
 
Beh, grazie mille per averla letta! Questa è l'ultima chance per dirmi quanto vi è piaciuta o quanto vi ha fatto schifo!
un bacio! 
D.

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