Love all, trust few, do wrong to no one

di LittleNene
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Brand new day ***
Capitolo 3: *** Once upon a dream ... ***
Capitolo 4: *** Waiting for a boy like You ***
Capitolo 5: *** Kiss ***
Capitolo 6: *** Baby ***
Capitolo 7: *** Everything was in our eyes ***
Capitolo 8: *** Last Saturday night ***
Capitolo 9: *** You know I'll take You to another world ***
Capitolo 10: *** We are family ***
Capitolo 11: *** Baby, It's You ***
Capitolo 12: *** You are the best thing that's ever been mine ***
Capitolo 13: *** You know I'll be your life, your voice, your reason to be ***
Capitolo 14: *** I was so stupid for letting You go ***
Capitolo 15: *** I'm here for You ***
Capitolo 16: *** Moon River ***
Capitolo 17: *** I'm gonna make this place your home ***
Capitolo 18: *** Rumour has It ***
Capitolo 19: *** Chasing Pavements ***
Capitolo 20: *** They don't know about Us ***
Capitolo 21: *** When You look me in the eyes ***
Capitolo 22: *** The most wonderful day of the year ***
Capitolo 23: *** All I want for Christmas is You ***
Capitolo 24: *** Baby, It's cold outside ***
Capitolo 25: *** Keep holding on ***
Capitolo 26: *** Without You ***
Capitolo 27: *** A thousand years ***
Capitolo 28: *** Party Up ***
Capitolo 29: *** (You're) Having my baby ***
Capitolo 30: *** Be my Romeo and I'll be your Juliet ***
Capitolo 31: *** Back for You ***
Capitolo 32: *** Isn't She lovely ***
Capitolo 33: *** Premiere ***
Capitolo 34: *** Make You feel my love ***
Capitolo 35: *** Infinity ***



Capitolo 1
*** Prologue ***




Prologue


Ciao,
bene direi che per prima cosa mi devo presentare … beh io mi chiamo Irene, ho 16 anni e da 7 giorni, 19 ore e 30 minuti frequento la terza superiore al liceo delle scienze umane della mia città, Brescia una città della Lombardia.

Sono una persona molto timida e che per le poche ma dure delusioni che ha ricevuto ha delle enormi difficoltà a fidarsi del mondo intero ... ho sempre voluto essere una persona che non si curava di quello che gli altri pensavano di lei … ma sinceramente non penso di esserci riuscita …
Ho una paura immensa del giudizio degli altri e per questo esprimo raramente le mie emozioni, perché ti rendono vulnerabile.
Da bambina ho scoperto la musica, la mia passione, la mia vita … suono il violino da quando ho 8 anni e adesso , pensando la mia vita senza lui, mi sento malissimo … la musica è una parte di me, una parte importantissima … grazie a lei mi posso esprimere, posso mostrare al mondo di cosa sono capace e che esisto anch’ io … le devo molto …
Molti dicono che sono una persona gentile e generosa, spesso un po’ troppo ingenua ma sempre disponibile con tutti … anche quelli che mi hanno fatta soffrire … e questo è motivo di incomprensioni tra me, i miei genitori e i miei amici.
Sono bassa (1.57 :P) snella, con dei profondi occhi color cioccolato, ho i capelli lunghi e castano scuro … adoro i capelli lunghi … adoro i miei capelli … sono la cosa di cui vado più fiera … la cosa che preferisco … e guai a chi me li tocca …
Lo so che dei bei capelli lunghi, curati e puliti sono irresistibili, ma davvero non sopporto chi me li tocca, il solo contatto con mani, che non sono le mie, mi provoca un fastidio insopportabile …
Un’ altra cosa che non sopporto assolutamente sono le caramelle … il vero motivo non lo conosco … cioè da bambina ne mangiavo, ma da un giorno all’ altro ... fine … mi facevano venire la nausea …
Sono una persona molto ottimista, vedo molte cose rosa, diciamo quasi tutto, ma quando mi capita di entrare in contatto con l’ orrore che c’è nel mondo o anche solo se mi guardo attorno e vedo lo schifo che mi circonda … non so cosa mi succede, ma mi sento impotente e violata dall’ interno anche se la faccenda non mi riguarda.
Proprio per questa mia ultima caratteristica è raro vedermi senza il sorriso sulle labbra, dicono che ho un bel sorriso, ma la cosa che io trovo particolare, ma per questo distintiva, è che invece che avere 2 fossette io ne ho solo una sulla guancia destra … ho sempre pensato che le fossette dessero un’ aria birichina ma comunque molto tenera e da cucciolo … ma averne una sola mi piace ancora di più come idea … e poi … io non ho mai incontrato una persona che ne avesse solo una quindi mi reputo un po’ “unica”
Dopo questa “breve” premessa parto col prologo





17 Febbraio 2012 ore 21.00
Come ogni sera mi preparavo per andare a dormire perché il giorno dopo ci sarebbe stata scuola e dovevo svegliarmi abbastanza presto per prendere l’ autobus; dopo essere uscita dal bagno diedi il bacio della buonanotte a mamma e papà e mi recai nel mio bel lettino caldo a leggere qualche altro capitolo di “Harry Potter e la camera dei segreti” … come potevo sapere che da quella maledetta serata la mia vita sarebbe completamente cambiata, come potevo sapere che nella mia vita sarebbe entrata una persona che me l’ avrebbe sconvolta totalmente e che mi avrebbe fatto scoprire cos’ era il vero amore, come potevo sapere …
Beh questa è la mia storia … anzi, la nostra storia

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Capitolo 2
*** Brand new day ***




Brand new day
 

Era una mattina come tante, in quel periodo, stranamente, splendeva un bellissimo sole che scaldava gli animi; l’ aria era fantastica, fresca e frizzante e questo mi provocò un immediato sorriso sulle labbra.
Uscendo dal grande portone blu di casa la prima cosa che feci fu mettermi gli auricolari nelle orecchie; lo facevo sempre … era come se per quella manciata di minuti che mi separava dall’ inizio della scuola io potessi staccarmi dal mondo, crearne uno tutto mio dove poter essere lasciata in pace. Arrivata davanti all’ istituto, benché fosse abbastanza presto, trovai la mia migliore amica Gaia ad attendermi; ci conosciamo dalle medie, ma in quei tre anni non ci eravamo molto legate, anzi direi che non ci eravamo legate affatto, questo soprattutto in prima, poi verso la terza avevamo cominciato a frequentarci un po’ di più e, poiché entrambe avevamo intenzione di frequentare lo stesso liceo abbiamo pensato di richiedere di essere messe nella stessa classe.
Sarà stato il fatto che noi ci conoscevamo già in precedenza rispetto agli altri nuovi compagni, ma comunque ci legammo, perché si sa l’unione fa la forza e noi ci facevamo forza e “coraggio” a vicenda … siamo entrambe un po’ timide, io di più, quindi avere una persona conosciuta in classe mi faceva sentire più a mio agio e in poco tempo riuscii ad aprirmi e fare amicizia. Col passare del tempo ci siamo sempre legate di più e adesso non potrei mai immaginare di perderla; siamo molto simili caratterialmente e forse è proprio per questo che non abbiamo mai litigato … la ritengo veramente una fortuna poiché io odio litigare perché quando succede sto malissimo, sia fisicamente che psichicamente, a maggior ragione se litigo con una persona per me molto importante; lei c’è sempre stata nei momenti del bisogno, ma soprattutto è sempre stata sincera con me, e questa la ritengo la cosa più importante, la sincerità a mio parere è il pilastro fondamentale di ogni rapporto d’ amore o amicizia che sia.
Anche io sono sempre stata presente e sincera, ed è anche grazie a questo che la nostra amicizia funziona, molti pensano che essendo migliori amiche l’ una sia sempre dalla parte dell’ altra, o che le dia sempre ragione … beh non è così, essere migliori amiche non significa questo, noi non siamo d’ accordo su un sacco di cose, non ci difendiamo sempre, anzi spesso abbiamo opinioni divergenti e soprattutto ci diciamo le cose in faccia senza indorare più di tanto la pillola … ed è per questo che ci siamo “scelte” perché sappiamo che possiamo fidarci l’ una dell’ altra.
Non ebbi nemmeno il tempo di salutarla che subito mi sbraitò contro:
Dimmi perché ??? tu dimmi perché ??? dai … dimmi perché ?? perché, perché, perché ???
La prima cosa che pensai fu che cavolo avevo potuto fare in meno di 24 ore per farla arrabbiare così tanto ??? … beh la risposta mi arrivò pochi secondi dopo:
Perché non si fa sentire per dei mesi, non mi caga nemmeno di striscio quando mi vede in cortile e non mi saluta se mi vede per strada ??? Boh, ci avevo messo una pietra sopra e avevo tentato di andare avanti e ci ero pure quasi riuscita, ma lui adesso si degna di rispuntare fuori, come un fungo in autunno, e non è nemmeno stagione (!), e mi rovina tutti i piani e tutti i progressi che avevo fatto … tu dimmi perché ?
Adesso mi era tutto più chiaro: non ero io l’ individuo che l’ aveva fatta così tanto alterare, era invece il suo (ex)migliore amico Gianluca, entrambe lo conoscevamo dalle medie, ma loro due avevano da subito legato ed erano diventati molto amici, noi li chiamavamo “fratelli”, avevano un legame speciale, diverso da quelli comuni e proprio per questo eravamo tutti convinti che le superiori non l’ avrebbero intaccato, che avrebbero continuato a vedersi e parlarsi come una volta; devo dire che in prima tutto è andato abbastanza bene, ma dalla seconda sono cominciati i problemi, di punto in bianco hanno cominciato a sentirsi di meno, poi, un giorno lui si mette con questa ragazza e smette completamente di considerare Gaia, ricordo anch’ ora quanto ci era rimasta male … si era sentita tradita e soprattutto delusa, ma fortunatamente era una ragazza forte e molto intelligente ed era riuscita a “dimenticarlo” o meglio a dimenticare il dolore che aveva subito.
Appena sentii quelle parole la prima cosa che mi venne alla bocca fu:
Ma questo è scemo o cosa ?? Cioè non si fa sentire per dei mesi e poi da un giorno all’ altro ti scrive ???
In quel momento aprirono il portone e ci precipitammo subito in classe per posare le borse e per continuare il discorso:
Pensa che quando ho visto il nome sul telefono non ci potevo credere e il colmo è che non è stata nemmeno una conversazione breve … siamo andati avanti per tipo 2 ore !!!
Beh io penso che tu abbia fatto bene a rispondergli, perché sei comunque una persona educata e si risponde sempre ad un messaggio … chiunque te lo stia mandando … tu come hai percepito la situazione ?
Non lo so !!! … cioè … mi ha fatto piacere sentirlo, perché mi sembrava di essere tornata ai vecchi tempi, ma poi ho pensato che lui mi ha totalmente ignorata per tutti questi giorni, ho pensato a quanto sono stata male per lui e sinceramente non ho intenzione di ricascarci di nuovo !
Direi che hai trovato la soluzione da sola allora “ le dissi sorridendo
Ma la mia domanda era un’ altra !
E cioè ??
Perché ?
Perché cosa ?
Perché si è fatto sentire solo ora, e come se niente fosse per di più ???
Non lo posso mica sapere … non sono nella sua testa tesoro … posso solo dirti che per esperienza personale di stupidi ce ne sono a migliaia nel mondo … quindi deduci le tue conclusioni”
Ma non ne voglio incontrare più nella mia vita !!!!
La madre degli stupidi è sempre incinta
La nostra bella discussione fu interrotta dalla seconda campanella la quale avvisò gli studenti che le lezioni sarebbero iniziate; fortunatamente avevamo due ore di matematica, la mia materia preferita, con un’ insegnate che adoro e reputo bravissima, un’ ora di diritto e poi due ore di scienze umane con la professoressa Antichi, l’ insegnante più particolare della scuola; era una giornata abbastanza leggera soprattutto perché le ultime due ore le avremmo passate in aula informatica a fare i lavori di gruppo.
Le prime tre ore passarono abbastanza velocemente, infatti quando vidi la mia eccentrica professoressa avanzare un po’ traballante a causa delle numerose borse che si portava appresso per tutta la scuola ogni giorno, ma anche poiché indossava, la maggior parte delle volte che la vedevo, scarpe col tacco abbastanza alto mi resi conto che la giornata scolastica stava volgendo al termine, fortunatamente.
Devo decisamente dire che la mia prof. aveva un’ aspetto un po’ strano, indossava sempre abiti molto colorati e fantasiosi, ricordo ancora che il primo giorno di superiori indossava un completo di giacca e pantaloni a trama damascata color prugna e dei sandali ingioiellati … all’ inizio mi aveva messa alquanto sotto shock e non solo per il suo aspetto, ma soprattutto per il suo modo di comportarsi e parlare … sembrava come dire … svampita … spesso perdeva il filo del discorso e a volte aveva dei momenti in cui proprio interrompeva a metà la frase e si fermava, proprio come succede quando si ferma un videoclip o un film.
Ma tutto sommato era davvero un brava insegnante e le sono davvero molto grata perché in due anni mi ha insegnato davvero moltissime cose, anche non inerenti alla scuola, ma alla vita.
Ritornando alla mia prof. Traballante, corsi subito ad aiutarla a portare le borse e giusto il tempo di fare l’ appello e dirci il lavoro che avremmo dovuto fare che eravamo già tutti in aula informatica ad accendere i computer; naturalmente su tutta la classe ¼ faceva veramente il lavoro assegnato, i restanti ¾ o erano su facebook, o su youtube oppure andavano sui siti di giochi gratuiti e facevano le gare (i maschi).
Io e Gaia eravamo nello stesso gruppo dalla prima e devo dire che andavamo molto bene in questa materia, ci piaceva, naturalmente non facevamo solo laboratorio, la maggior parte delle volte la prof. spiegava gli argomenti in classe e poi noi a casa dovevamo preparare delle presentazioni inizialmente con powerpoint e poi con un programma apposta per la LIM, poiché noi eravamo una delle poche classi dell’ istituto a cui era stato affidato questo progetto; insieme creavamo sempre dei bei lavori poiché univamo le nostre capacità: io creavo lo schema perché sono brava a riassumere e lei invece la rendeva stupenda con immagini colori e stili di scrittura.
Avevamo quasi finito il nostro compito e mancavano ancora 45 minuti quindi potevamo anche girare liberamente in internet; dopo poco mi sentii chiamare da una mia compagna di classe, Alessia, che si trovava dalla parte opposta dell’ aula, durante le due ore avevo sentito un po’ di brusio provenire da quella parte dell’ aula, ma non ci avevo fatto molto caso, ero abbastanza concentrata sul mio lavoro. Andai da lei per capire se aveva bisogno d’ aiuto, ma invece di chiedermi qualcosa sul lavoro che dovevamo fare mi disse di sedermi sulle sue gambe e ascoltarla per 2 secondi, vedi immediatamente che aveva una pagina di youtube aperta allora pensai che mi voleva mostrare un video musicale … diciamo che la cosa né mi entusiasmava né mi infastidiva mi era un po’ indifferente, appena mi sedetti mi disse:
Ascolta questo video e dimmi che ne pensi
Prima ancora di farlo partire le chiesi di chi era ma non ebbi il tempo di ricevere una risposta perché l’ aveva già fatto partite.
Le prime immagini erano di una spiaggia, poi cominciò la musica, all’ inizio mi ricordava molto una canzone di “Grease” quella che cantano Danny e Sandy a scuola, vidi che venivano inquadrati 5 ragazzi, devo dire sinceramente che la prima cosa che notai fu la loro bellezza.
La canzone era iniziata e per primo inquadrarono un bel ragazzo con tanti ricci castano chiaro tendente al biondo, con degli occhi bellissimi e che aveva una particolarissima voglia sul collo, Alessia mi riferì il suo nome: Liam. Non ebbi nemmeno il tempo di imparare un po’ la sua fisionomia che subito mi si parò davanti agli occhi lui … l’ unico … un ragazzo bellissimo, il più bello che avessi mai visto, i suoi capelli ricci, il suo sorriso che mi mandò in orbita in soli 3 secondi, i suoi occhi … quelle due gemme di un verde così bello che ero sicura fossero state rubate al gioiello più bello del cosmo e la sua voce … mi avvolse … non so come spiegare … appena cominciò ad intonare il ritornello della canzone successe una cosa stranissima: tutto divenne muto, la stanza smise di emettere rumori, la mia testa smise totalmente di pensare … non c’erano stimoli esterni o comunque io non me potevo accorgere, non me ne volevo accorgere; c’ eravamo solo io e lui, io e la sua splendida voce, nulla mi poteva rovinare quel momento, avevo smesso da tempo di ascoltare la Ale che parlava, non sapevo ancora se mi stava parlando ma sinceramente non mi importava affatto … non potevo dire o fare qualcosa, ero come ipnotizzata …
Arrivò la fine della canzone, purtroppo, diciamo che non potevo dare un giudizio vero perché alla fine non l’ avevo ascoltata, avevo passato tutto il tempo a guardare solo quel ragazzo bellissimo di cui ancora non sapevo neanche il nome, a cercarlo in ogni fotogramma e ad odiare dal profondo quella modella che gli si era così pericolosamente avvicinata verso la fine della canzone … comunque dentro di me feci un ragionamento flash e mi dissi che un gruppo formato da ragazzi così belli e soprattutto da un ragazzo che era riuscito così facilmente con la sua fantastica voce a catturare la mia attenzione sicuramente non poteva fare brutta musica, così le dissi, senza sbilanciarmi:
Direi che sono bravi, mi sono piaciuti, ma non ho capito chi siano e da dove vengano fuori
Da quel momento cominciò a parlare e non la fermai più … mi disse che li aveva visti la sera precedente a Sanremo e mi fece vedere il video, durante la cui visione dovetti fare del mio meglio per cercare di ascoltare la canzone per intero e prestarci una seria attenzione e soprattutto di non soffermarmi solo sull’ Adone che mi aveva rapita riuscendo complessivamente bene nel mio intento, mi disse che venivano da X-factor UK e che erano arrivati terzi, ma che comunque avevano avuto un mega successo; che inizialmente si erano presentati come solisti ma poi, non avendo superato le ultime selezioni, erano stati accorpati in un gruppo perché non volevano perdere dei talenti, come loro in effetti erano; mi mostrò delle foto su internet e solo lì realizzai che il mio Dio aveva un nome, e devo dire stupendo: Harry Styles.
Poco dopo suonò la campanella e io mi recai con ancora i postumi dell’ ipnosi a casa dove mi sedetti al computer e cominciai a guardare foto, video e a cercare informazioni e più scoprivo più mi innamoravo di questa band … gli One Direction.
Come ultima cosa, prima di spegnere il computer, mi misi a contemplare una foto di tutti loro, li passai in rassegna uno per uno con lo sguardo ripetendo mentalmente i loro nomi, per ultimo guardai Harry e mi soffermai sui suoi bellissimi e splendidi occhi e l’ unica cosa che pensai fu:
“Wow, come è possibile che possa esistere una persona con un viso così perfetto ?”

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Capitolo 3
*** Once upon a dream ... ***




Once upon a dream ... 

 

Nei giorni seguenti non feci altro che ascoltarmi tutte le loro canzoni a tutte le ore del giorno, più volte a giorno … non so come spiegarlo, ma sembrava che attraverso la loro musica, la loro voce, potessero essere lì vicino a me, come se mi capissero, come se mi conoscessero da sempre; col passare del tempo mi rendevo sempre più conto di quanto loro si fossero instaurati nella mia vita e avessero affondato le loro radici attraverso un computer …
Nel giro di poco tempo conoscevo un sacco di informazioni su di loro, avevo visto tutti i loro video, ero andata a vedere le perfomance ad X-factor e avevo visto tutti i loro video-diary; sapevo dell’ esistenza delle directioners, ovvero le vere fan, quelle che li amavano davvero, quelle che li avrebbero sostenuti sempre, che andavano oltre il loro aspetto fisico, che li amavano per il loro fantastico talento.
Non mi potevo definire una directioner, perché alla fine li avevo conosciuti da poco e per quanto mi emozionassi a vederli esibirsi e sapessi molte cose sul loro conto, mi sembrava arrogante definirsi tale dopo pochi giorni; mi limitavo a parlare di loro con Alessia ogni singolo giorno in ogni buco disponibile tra una lezione e l’ altra.
Lei era l’ unica, nella nostra classe, che si interessasse a loro e alla loro musica; Gaia non era del nostro stesso parere, ma questo per nessuna delle due era un problema, poiché tra le tante cose che ci differenziano ci sono soprattutto i gusti musicali: lei ascolta molto metal e tutti quei tipi di musica che io definisco, sbagliando, “rumore”, ma sono dell’ idea che il mondo è ampio ergo c’è spazio per tutti e per i gusti di tutti, proprio per questo nessuno deve imporre i propri gusti o deridere e prendere in giro quelli degli altri, concludendo a me non piace la musica che ascolta e a lei non piace quella che ascolto io … non ne parliamo e soprattutto non ne litighiamo; e poi devo dire che siamo abbastanza aperte cioè se lei trova che una canzone sia bellissima e me la vuole far ascoltare io volentieri l’ ascolto idem con me … perché la gente non può fare così ? Sarebbe tutto molto più facile, non ci sarebbero guerre o violenza, dobbiamo vivere tutti qui, tutti insieme … perché dobbiamo rendere questa “convivenza” così difficile e, a volte, invivibile ??

Fu proprio questo il pensiero grazie al quale un giorno mi resi conto, in un qualche modo che ancora oggi non riesco a spiegarmi, che ero diventata un directioner: eravamo in classe, durante un’ ora buca, la maggior parte dei nostri compagni erano giù in cortile a fumare e a giocare una partita di palla volo. Io ero rimasta in classe con alcune mie compagne e stavamo ascoltando delle canzoni su youtube facendo a turno per scegliere, arrivata al mio turno scelsi “What makes You beautiful” poiché dal quel maledetto giorno mi era entrata irreparabilmente nel cuore. Avevamo messo un volume tale per poter ballare, ma anche per evitare di disturbare le altre classi … appena partì la canzone io e la Ale ci mettemmo subito a saltellare per tutta la stanza canticchiando … eravamo sicure di non aver disturbato nessuno, ma poi vedemmo un gruppo di ragazzi che si erano fermati sulla porta della nostra aula e, mentre ci guardavano, ridevano come se avessero visto una persona cadere rovinosamente dalle scale danti a mezza scuola. All‘ inizio credevamo che stessero ridendo per il fatto che stavamo ballando per tutta la stanza e, penso, che potevamo sembrare un tantino ridicole, ma poi una delle ragazze del gruppo disse:
Ma questa canzone non è quella che cantano quei 4 sfigati … come si chiamano … qualcosa con Directions no ?!
Solo sentendo il numero 4 e la parola sfigati mi salì immediatamente il sangue alla testa e, cercando di trattenermi, per essere superiore le dissi:
Scusa ma sai contare ? No perché so che frequenti la 4° B e mi sembra un po’ strano che una persona che non sappia contare nemmeno fino a 5 sia arrivata a superare gli esami di 3° media … non trovi Gaia ?
Già … mi sembra molto strano, ma in fin dei conti guardala … cioè non ti sembra che possa avere qualche problema di apprendimento ?” disse la mia migliore amica reggendomi il gioco; la ragazza si vedeva subito che si era offesa, ma la cosa che più mi divertì è che non sapeva che cosa rispondere e allora mandò avanti i suoi amichetti che mi dissero:
Senti tappetta, noi diciamo quello che vogliamo hai capito ?! se la loro musica ci fa cagare te lo diciamo in faccia … anzi lo gridiamo proprio al mondo intero … perché loro sono solo dei froci raccomandati che non sanno nemmeno cantare e voi povere cretine che li seguite siete ancora più coglione perché non capite il senso della vera musica e …” non gli lasciai nemmeno il tempo di finire di dire tutte le “grandi” cose che il suo unico neurone aveva partorito che gli sbraitai contro, dimenticando la gentilezza e la buona educazione:
Ascoltami bene troglodita che non sei altro, prima di tutto a me tappetta non lo dici è chiaro ?! Secondo tu chi cazzo sei per dire che loro sono dei froci che non sanno nemmeno cantare, terzo a me cogliona non ti permetti di dirlo; se quella che loro fanno non la ritenete musica non ci posso fare nulla, in fondo il mondo è pieno di persone ignoranti e poco dotate di intelligenza come voi 5 … e ci ho già fatto l’ abitudine, però ... ora che mi ci fai pensare hai totalmente ragione perché la musica che ascolti tu è proprio bella ... davvero ... ciò che ascolti tu si può definire proprio un capolavoro e sai qual’ è la cosa che ammiro di più? Che hanno dei testi profondi … davvero, profondi come … come cosa Ale ?
Come un foglio di carta direi …
Adesso mi fate il favore di andarvene e di non rompere più le palle … non voglio obbligarvi a farvi piacere questo tipo di musica e soprattutto loro, e sinceramente non mi interessa se non vi piacciono non ne sareste nemmeno degni secondo la mia opinione, ma se aveste un minimo di intelletto sareste superiori e i vostri commentini stupidi ve li terreste per voi … tutti noi abbiamo il diritto di esprimerci, basta che il nostro esprimerci non danneggi gli altri … ma noi non vi danneggiamo … quindi perché ? Perché dovete essere così odiosi e fastidiosi ? Infondo fate solo delle figure di merda e da stupidi perché tutto quello che avete detto,che dite o che direte in futuro non scalfirà né il nostro amore per loro, né il loro per noi e, soprattutto, per la musica … quindi, dato che tenete così tanto all’ aspetto esterno, e pensate che ascoltare questa musica vi renda sfigati mentre la vostra rende fighi fingete, almeno, di fare gli intelligenti chiudendo quella fogna che vi ritrovate al posto della bocca
Appena finito di dire ciò mi sentii libera e leggera, come se avessi liberato un sentimento che tenevo represso infondo al cuore; oramai i ragazzi se ne erano andati e mi sentivo davvero bene perché, oltre che averli zittiti, mi sentivo felice … dopo pochi minuti mi resi veramente conto di quello che avevo fatto: io, che sono così timida da non dire mai quello che penso in faccia alle persone perché ho paura delle loro reazioni, ero riuscita a far valere una mia idea nei confronti di ben 5 persone che non conoscevo nemmeno.
Ma la cosa che mi rendeva veramente euforica era il concetto che mi si era come stampato in testa: Sono una directioner.
Avevo finalmente capito cosa si provava ad avere un idolo, ad avere una persona che anche se non si conosce riesce a trasmetterti emozioni fortissime; ancora non riuscivo a capacitarmi di come solo poche parole erano riuscite a farmi scattare un meccanismo automatico di “protezione”, mi sono sentita come “violentata” perché loro non meritavano quegli insulti, perché non era giusto e l’ unica cosa che in quel momento mi venne in mente fu di cercare di difenderli in una qualche maniera … con le parole e direi di esserci riuscita alla grande.
Arrivata a casa ancora non mi capacitavo dell’ enorme affetto che provavo nei loro confronti, il che era strano perché se non conosci una persona pensare che saresti disposta a tutto per vederli felici un po’ ti rintrona … o almeno questo è ciò che è successo a me.
Mi misi subito al computer e smanettando su internet trovai una pagina che, lessi, era il sito ufficiale della band; mentre spulciavo tra le varie pagine e i vari file trovai una notizia che mi sconvolse:

“ONE DIRECTION TOUR 2012 ITALIANO: TAPPE IN TUTTA ITALIA, PREVENDITA DA MERCOLEDI 29 FEBBRAIO”

Mi bloccai, letteralmente, sembravo pietrificata, non potevo crederci, loro stavano per venire qui, da noi, da me … e la prevendita sarebbe iniziata domani … presi un bel respiro, avevo la testa troppo affollata di idee, progetti, fantasie … dovevo calmarmi e ragionare. Per prima cosa organizzai la mia giornata, sapevo che dovevo andare, dovevo vederli, non sapevo quando mi sarebbe capitata un’ altra occasione del genere quindi ora o mai più … chiesi subito il permesso ai miei genitori per saltare una giornata di scuola, sapevo che non mi avrebbero fatto più di tanto storie, non perché se ne fregavano, ma perché sono sempre andata bene, non ho mai avuto problemi e sapevano quanto loro erano diventati importanti per me, infatti me lo diedero subito; non potete immaginare quanto in quel momento io amassi ulteriormente i miei genitori !!!
La mattina seguente mi alzai davvero prestissimo, dovevano essere le 3.00 di mattina, mi preparai in tutta fretta e mi precipitai in centro dove conoscevo una libreria che aveva sempre le prevendite di tutti i concerti maggiori in tutta Italia. Fortunatamente vidi che ero la prima, beh era anche abbastanza comprensibile infondo chi si sarebbe “accampato” alle 3.45 fuori da una libreria, che avrebbe aperto solo alle 8.00, solo per “un biglietto” ??? Io … all’ inizio mi sentivo un po’ ridicola, ma poi pensai al motivo per cui lo stavo facendo e la vergogna passò in un lampo.
Mi ero portata dietro un libro e l’ i-pod; il tempo passò talmente in fretta che quando notai la gente che cominciava ad affollarsi guardai l’ orologio e notai che erano le 6.30 …
L’ ora e mezza restante passò in un lampo, tra una chiacchera e l’ altra, qualche pagina del libro e qualche canzone … le serrande si stavano aprendo e io ero proprio in prima linea, come in guerra … perché io ero in guerra …
Appena la ragazza che era di turno girò il cartellino con la scritta “CHIUSO” mostrando, invece, la scritta “APERTO” , nel giro di un nanosecondo sentii una forza sovrumana che mi spingeva, erano tutte le ragazze o i loro genitori che lottavano per guadagnarsi un biglietto … io per fortuna ci misi davvero pochissimo; entrai spinta dalla massa di gente che mi stava dietro, mi fiondai al tavolo col computer per prenotare il biglietto e dopo 10 minuti ero fuori dalla libreria con un biglietto in mano.
Ero talmente agitata all’ interno dell’ edificio che non mi ricordo cosa successe in quei 10 minuti; so solo che tenevo quel biglietto in mano come se fosse stata la cosa più preziosa al mondo perché per me, in quel momento lo era. Il mio biglietto era per il primo concerto del tour, quello d’ apertura che si sarebbe tenuto a Milano a San Siro il 24 aprile, per di più ero riuscita a prendere uno dei primi 10 biglietti e questo voleva dire che avevo di diritto un pass per incontrare i ragazzi dopo il concerto …
Quella sera mi addormentai molto serenamente perché avevo un biglietto per il concerto dei miei idoli e anche un pass per il dopo concerto.
Avevo un unico pensiero in testa:
“Tra 55 giorni andrò al concerto dei miei idoli, vedrò le ragioni della mia felicità … tra 55 giorni incontrerò gli One Direction”



Angolo dell’ autrice

Ciao, beh questo è il secondo capitolo, non so che altro dire se non che spero che vi piaccia e come al solito fatemi sapere cosa ne pensate … ci tengo davvero tanto.
Di una cosa però mi vorrei scusare: so che questi due capitoli sono lunghi, ma parlano di cose che possono sembrare poco inerenti alla storia, ma non è così … comunque l’ attesa è finita perché nel prossimo capitolo i due protagonisti si incontreranno e la storia vera e propria comincerà.
Ho scritto dei capitoli soffermando soprattutto sulla descrizione della protagonista perché quello che c’è scritto sul suo carattere sarà importante per il futuro.
Nene xx


 

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Capitolo 4
*** Waiting for a boy like You ***




Waiting for a boy like You


Ecco … era arrivato … il grande giorno … il giorno che avevo aspettato per così tanto tempo … 55 giorni per essere precisa, ben 55 giorni … li avevo contati … e alla fine di ogni giornata segnavo un bel cuore rosso sul mio calendario … e ora il momento era arrivato … non ci potevo credere … solo poche ore e avrei visto i One Direction … era assurdo …
Purtroppo non potevo rimanere lì a pensare a tutte le cose che avrei fatto prima del concerto, a come mi sarei vestita, truccata o pettinata o a tutte le bellissime emozioni che, ero sicura, mi avrebbero suscitato le loro splendide voci, perché dovevo andare a scuola e si stava facendo abbastanza tardi, quindi, anche se a mala voglia, rimessi tutti quei bei pensieri all’ interno di una scatola nella mia mente e mi diressi verso la fermata.
Arrivata a scuola, vidi Gaia che mi stava aspettando e appena mi vide mi fece un enorme sorriso che ne fece nascere spontaneamente uno anche a me; dopo averle dato un bacio sulla guancia mi disse :
Sono così contenta …
Perché ? E’ successo qualcosa che non so ?
No … anzi … tu lo sai fin troppo bene … sono contentissima perché oggi finalmente vai al concerto degli One Direction e la smetterai di dirmi ogni santo giorno che tra tot. giorni li vedrai per la prima volta …
Beh devo dire che da quando avevo comprato il mio biglietto non facevo altro che parlare del concerto e di loro … ripensandoci credo di essere stata alquanto scocciante e irritante … ma per fortuna lei è la mia migliore amica e per il mio bene ha deciso di sopportarmi … ma non la biasimavo se era felice perché finalmente potevo realizzare il mio sogno e poi non l’ avrei più assillata.
La mattinata scolastica passò in un lampo , probabilmente perché non ascoltai nulla di quello che i professori stavano spiegando … la mia mente era altrove, a Milano, già al concerto di quelle 5 carote … e come stupirsi ? Stavo finalmente realizzando il mio sogno … non ci potevo ancora credere e io avrei dovuto sprecare la mia mattinata pre-concerto ad ascoltare le noiosissime lezioni dei miei noiosissimi professori ? No … preferivo immaginare cosa avrei fatto al concerto e al post-concerto … cavolo ero una delle 10 ragazze che li avrebbero potuti vedere dal vivo !!!! … per essere precisi ero la numero 5 guarda caso il giorno del mio compleanno … sapevo che dovevo mantenere la calma per non sembrare una in preda ad una crisi di nervi, fare la naturale e cercare di non dimenticarsi quel poco di inglese che avevo imparato a scuola in 2 anni di liceo, ma la cosa più importante era di non svenire davanti alla splendida visione che sarebbero stati gli occhi di Harry … verdi, come un prato, come una smeraldo …
Ero talmente presa dai miei pensieri sublimi che quando suonò la campanella di fine lezioni dovetti aspettare 2 minuti buoni per riprendermi e capire che dovevo subito andare a casa a prepararmi …
La prima cosa che feci appena arrivata a casa fu di buttare borsa e chiavi sul letto; andare in bagno a lavarmi la faccia per poi tornare in camera e cominciare la “sfilata” per scegliere l’ outfit migliore per il concerto: prima di tutto dovevo stare comoda, perché io sono una di quelle persone che non intende cambiare il proprio aspetto per piacere agli altri, chiunque essi siano, quindi niente tacchi, magari dei jeans stretti che sono tutt’ ora la mia passione, dato che eravamo oramai in primavera potevo permettermi una canottiera bianca semplice e magari sopra un golf di cotone rosso, il mio colore preferito, nel caso si fosse alzato un po’ di freddo, per le scarpe optai un paio di converse bianche.
Un’ altra cosa importante era il trucco … ma in quel campo decisi che la semplicità avrebbe fatto più effetto quindi lavorai molto sulla base per uniformare l’ incarnato, colorai le gote e poi mascara, quanto bastava per far risaltare le mie folte, lunghe ciglia. I capelli non erano un problema, mi ero fatta una doccia prima di partire e li avevo lasciati sciolti sulle spalle preoccupandomi poco della forma … avevo il “brutto” vizio di continuare a toccarli, quindi qualunque cosa gli avessi fatto sarebbe andata perduta … e poi i miei capelli sciolti avevano sempre fatto colpo … e questa era un’ occasione più che giusta per sperimentare un’ altra volta il loro potere no ?!

[…]

Oramai era proprio ora di andare: il concerto sarebbe iniziato per le 9.00 e da Brescia ci avrei messo 2 ore solo per arrivare a Milano, poi avrei dovuto cercare lo stadio e arrivare, possibilmente, con un po’ di anticipo per prepararmi psicologicamente …
Arrivata allo Stadio, anche se con un anticipo di ben 1 ora e ½, mi accorsi che c’ erano già un sacco di ragazzine e bambine che urlavano a squarciagola e che agitavano cartelloni scritti coi pennarelli; non potevo credere che ero veramente lì, che pochi minuti mi separavano da loro, da lui … mi misi ad aspettare davanti alle porte ascoltando le loro canzoni sull’ i-pod … appena schiaccia play tutto il rumore e l’ eccitazione che mi circondavano, l’ ansia e la paura che provavo dentro di me smisero di esistere … c’ eravamo solo io e loro …
Il tempo passò così velocemente che, appena alzato lo sguardo, mi accorsi che le porte si stavano aprendo e feci appena in tempo ad alzarmi da terra che un’ orda di ragazzine arrivò di corsa sventolando biglietti a destra e a manca dall’ agitazione. Fortunatamente ero davanti a tutte, perché mi ero appostata per prima davanti ai portoni e, appena mostrai il mio “raro” biglietto un signore molto alto, sicuramente più di me, tutto vestito di nero mi chiese cortesemente se potevo seguirlo, io naturalmente lo feci; mi fece fare una strada secondaria rispetto a quella che, immaginavo, fosse quella che le altre ragazzine in quel momento stavano attraversando, dopo pochi minuti scendemmo una rampa di scale e cominciammo a camminare in quello che credevo un tunnel nel seminterrato, la luce era tenue e il tunnel non finiva più … sinceramente cominciavo ad avere un po’ di paura ad essere lì da sola con un omone così grosso, per fortuna fui distolta dai quei pensieri da una scala che saliva … percorremmo la scalinata e, con mia grande sorpresa, mi ritrovai proprio sotto il palco; stavo ammirando l’ immensità di quello stadio quando il tipo mi diede un badge dicendomi:
Non perderlo … perché questo è l’ unica cosa che potrà farti riconoscere da me quando ti verrò a prendere per portarti dietro le quinte ok ?
Mi limitai ad annuire e dopo aver messo al sicuro il badge nella mia borsa, che tenevo molto stretta tra le braccia, comincia a guardarmi attorno e mi stupii della velocità con cui gli immensi spalti si stavano riempiendo …
Mancavano pochi minuti oramai, mi sentivo in trepidazione, la mia mente era come offuscata, mi sentivo felicissima, come se qualcuno mi avesse riempito la testa di aria felice … ero ancora assorta a guardare gli spalti che rumoreggiavano quando le luci si spensero di colpo … si accesero i riflettori … e sentii la voce di Liam che diceva al microfono:
Hi Milano, we’re One Direction
Già da quando avevo visto le luci che si spegnevano il cuore aveva cominciato a battermi a mille, la mia testa era come un amplificatore potevo sentire perfettamente ogni pulsazione del mio cuore e il tutto aumentò quando li vidi apparire dalla nube biancastra che si era formata … tempo 3 secondi e ½ che si sentì un boato da tutti gli spalti che fece nascere un sorriso di felicità e gratitudine su quei 5 visi perfetti.
Potrei dire che il concerto era stato magnifico e che le loro voci erano a dir poco perfette … quindi alla fine nulla di straordinario … ma mentirei se vi dicessi che non era successo nulla poiché qualcosa era successo. Appena saliti sul palco, dopo aver salutato tutti, cominciò la base di “What makes You beautiful” e loro cominciarono a cantare quella splendida melodia che già da tempo mi era entrata nel cuore; cominciai a cantare con loro, con le lacrime che mi uscivano dagli occhi pieni di commozione, probabilmente qualcuno lassù era in vena di sconvolgermi l’ esistenza poiché fece in modo che appena prima che Harry iniziasse la sua strofa i nostri sguardi s’ incontrarono … rimanemmo come paralizzati, come se entrambi avessimo visto la cosa più bella del mondo; creammo come un collegamento a distanza e, si sa, gli occhi sono lo specchio dell’ anima. In quei pochi decimi di secondo noi ci eravamo già parlati, conosciuti e desiderati; come era successo con il video, tra noi era tutta questione di secondi o poco più.
Lui cominciò a cantare … era stupendo, la sua voce era una cosa indescrivibile … quello che provavo mentre lui cantava, non staccando i suoi occhi dai miei, era una sensazione indescrivibile; durante tutto il concerto non mi resi conto del tempo che passava, delle urla che mi circondavano, degli spintoni o delle canzoni che scorrevano veloci, c’ eravamo solo io e lui, io e la sua voce … solo io e lui, come la prima volta che ci “incontrammo” … solo io e lui …
Per tutto il concerto non fece altro che guardare me, cantare a me e per me, solo per me … non eravamo circondati da centinaia di ragazzine … noi due soli in un immenso stadio; sapevo che era egoista, ma non mi importava perché ero troppo rapita da quel contatto magnetico che eravamo riusciti a creare …
Alla fine dell’ esibizione tutte le persone che ci circondavano cominciarono a urlare ancora di più, se questo fosse stato possibile, e a chiedere il bis … dovemmo obbligatoriamente interrompere quel nostro collegamento poiché era il momento dell’ inchino e dell’ abbraccio di gruppo … non mi accorsi nemmeno che era ripartita “Gotta be You”, notai solo che Harry era tornato a guardarmi negli occhi e a cantare … anche se non ci conoscevamo affatto, io percepii quel gesto come un messaggio diretto a me … sarà stata pure una cosa stupida ma io in quel momento ero veramente caduta … ero caduta nei suoi occhi atterrando sulla sua voce … la sua splendida voce … potevo definirmi innamorata ? Non ne ero sicura, sapevo solo che su tutto il testo della canzone sentii unicamente “It’s gotta be You” … probabilmente perché il significato mi faceva letteralmente sciogliere sotto quel palco.
Dopo che ebbero concluso la canzone fu veramente arrivato il momento di andare, dopo aver ringraziato per l’ ennesima volta per il “nostro” sostegno e dopo averci detto che ci amavano tutte, le ragazze che mi circondavano cominciarono a piangere ininterrottamente dovendo tornare a casa, ma me ne curavo veramente poco poiché io non ero tra di loro … il mio sogno non era ancora finito.
Stavo aspettando l’ omone di prima, doveva venirmi a prendere per poi portarmi dietro le quinte a conoscere i ragazzi. Non dovetti aspettare molto, solo il tempo necessario per svuotare gli spalti e potermi trasferire indisturbata, insieme alle altre ragazze fortunate come me, senza lo scocciante problema di essere seguiti.
Appena arrivato mi chiese di mostrargli il badge, cosa che feci, e, dopo averlo chiesto anche alle altre 2, ci chiese di seguirlo. Il percorso era alquanto complicato da ricordare, ma soprattutto da trovare; notai che le altre due bambine erano praticamente andate fuori di testa, non facevano altro che urlicchiare e dire quanto il concerto era stato fantastico e quanto i ragazzi erano stati fantastici … insomma le solite cose.
Fortunatamente quello strazio finì abbastanza in fretta; ad un certo punto ci ritrovammo davanti ad un grosso portone blindato con sopra un enorme cartello con la scritta:
SOLOPERSONALE AUTORIZZATO
Ero un po’ agitata, ma quando Marco (avevo letto il cartellino :P), ebbe aperto la porta mi si parò davanti un mondo fantastico: un enorme salone attrezzato con specchi e sedie … un centinaio di trucchi erano posati sopra le mensole, dentro le borse da make-up artists … le sedie erano 5 … questo voleva dire che mi trovavo nella zona trucco, purtroppo non avemmo il tempo per fermarci perché Marco ci trascinò praticamente in un’ altra area, in un corridoio … lo percorremmo tutto, fino alla fine … era lunghissimo; in fondo trovammo un’ altro enorme portone blindato con sopra un altro cartello molto meno minaccioso:
One direction
A quel punto sentii le bambine dietro di me ricominciare a gridare e agitarsi … erano insopportabili … Marco aprì la porta e ci ritrovammo in una stanza molto ampia con tre bei divani color panna in pelle. Tutt’ attorno c’ erano 3 porte, che dovevano essere i camerini dei ragazzi.
Marco ci disse di accomodarci su uno dei divani, che i ragazzi sarebbero arrivati subito e, dopo esserci scambiati uno sguardo eloquente poiché le bambine avevano ricominciato a strillare, ci disse di aspettare … se ne erano capaci.
Ci lasciò sole nell’ enorme stanza; aspettammo sì e no 5 minuti che per me furono i più lenti di tutta la mia vita … appena sentimmo la maniglia della porta scattare, le bimbe scattarono in piedi e io sollevai di getto lo sguardo verso la porta …
Poverini non ebbero nemmeno il tempo di uscire del tutto dalla porta che quelle due bestioline gli saltarono addosso … lo fecero con così tanta enfasi che riuscirono a buttare a terra ben 4 ragazzi … io non potei fare a meno di ridere … e solo dopo pochi secondi mi resi conto che l’ unico che era rimasto in piedi era Harry e che mi stava guardando ridere … in piedi, con un gruppo di persone ammassato ai suoi piedi, con uno splendido sorriso sul suo viso perfetto … ancora una volta i nostri sguardi s’ incontrarono … non potei fare a meno di sorridere a mia volta perdendomi in quegli occhi indescrivibili …


Angolo dell’ autrice

Ciao, beh eccomi tornata con un nuovo capitolo … qui finalmente la protagonista e Harry si incontrano … ho cercato di trasmettervi le emozioni che io ho provato nel scriverlo … io sono abbastanza soddisfatta, ma come sempre vorrei sapere cosa ne pensate voi.
Nene xx

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Capitolo 5
*** Kiss ***




Kiss


Stavamo ancora osservandoci intensamente … molto intensamente … quando sentimmo qualcuno che ci interruppe intenzionalmente:
Ehi … stiamo facendo il gioco di chi sbatte le palpebre per primo ?! Perche io sono un campione in questo!” colui che aveva detto questo scoppiò in una fragorosa risata, un po’ roca, probabilmente perché aveva cantato per tutta la sera; distogliemmo entrambi lo sguardo dagli occhi dell’ altro e ci girammo verso il piccolo gruppo che si era alzato da terra. Giusto il tempo di osservarli che notai che la persona che ci aveva interrotti era Niall, ci stava ancora guardando in un modo misto tra il divertito e il sorpreso, a dire il vero ci stavano guardando tutti … mi sentivo osservata … notai che i ragazzi si stavano sussurrando qualcosa all’ orecchio e contemporaneamente mi stavano osservando con un sorrisetto sulle labbra, cosa che mi fece intuire di essere l’ argomento dei bisbigli.
Ad un tratto sentii Louis esclamare:
Ma allora è lei la ragazza che hai fissato per tutto il concerto? Beh amico, ti capisco, è bellissima” e poi, rivolgendosi a me“Tu lo sai che ti dovresti sentire in colpa? Hai rubato gli occhi del nostro Hazza a tutte le piccole italiane che riempivano lo stadio
Mi sentivo lusingata del fatto che mi avevano definita bellissima, ma anche un bel po’ a disagio per il fatto che in effetti avevo “rubato” Hazza ad un branco di bambine piene di ormoni non ancora sviluppati … c’ era un silenzio alquanto imbarazzante, fortunatamente le due bestioline lo interruppero abbastanza velocemente costringendo i ragazzi a sedersi su uno dei divani. Le due bambine si sedettero su un divano trascinandosi dietro Liam e Zayn, probabilmente i loro “preferiti”, Harry, Louis e Niall sisedettero sull’ altro e io, l’ ultima, mi sedetti sull’ ultimo libero, da sola.
Le bestioline non si erano ancora del tutto calmate, infatti continuavano a riempire di domande i ragazzi che, comunque, rispondevano molto gentilmente e con dei bellissimi sorrisi stampati in viso. Io ascoltavo con molto interesse ciò che dicevano, e non mi azzardavo a porre domande, o almeno non ancora, perché dovevo ancora abituarmi ad avere di fronte i miei idoli, ma Harry non mi rendeva il compito affatto facile, infatti continuava a guardarmi … appena me ne accorsi mi nacque un sorriso ancora più spontaneo dei precedenti, solo che questa volta conteneva anche un po’ di civetteria, che, diciamocelo, ci stava in quel momento.
Dopo pochi minuti che loro stavano conversando Harry mi pose una domanda, lasciandomi un po’ spiazzata, non per la domanda in sé, ma perché non ero pronta o preparata per parlare con lui:
E tu? Perché non parli? Non hai domande da porci? Dai … hai davanti a te gli One Direction !!!! Questa è un’ occasione che non avrai mai più, non ci vedrai mai più … forse” notai distintamente che quell’ ultima parola l’ aveva pronunciata con un tono di voce più basso, praticamente impercettibile; presi un bel respiro e gli risposi:
Beh mi sto godendo questo momento, non ho bisogno di farvi 80.000 domande, mi va bene rimanere qui con voi e poi mi devo ancora mettere a mio agio, appunto perché sono vicina a voi
Notai che tutti mi stavano osservando e che probabilmente avevano sentito la mia risposta infatti lasciarono da parte per qualche secondo le due bestiole e cominciarono a farmi domande normali che si pongono a persone normali; questa cosa mi mise subito mio agio, ma la cosa che apprezzai di più fu il loro impegno per mettermi il più possibile in quella condizione; insomma sapevo perfettamente che erano persone normali, ma non mi sarei mai aspettata di sentirmi come tra amici di vecchia data con persone che conoscevo sì e no da 15 minuti … perché era così che mi sentivo tra di loro in quel momento.
Allora … come ti chiami?” mi chiese Liam.
Irene …” risposi.
Che bel nome !!! Significa pace no ?!” disse Louis.
Sì … mi piace molto il significato che ha” spiegai sorridente.
Da dove vieni ?” mi disse Zayn.
Da Brescia, una città della Lombardia
Allora non sei di Milano ??? Che cosa si mangia di buono nella tua città?” mi domandò Niall, con un enorme sorriso sul viso che gli illuminava ulteriormente i suoi occhi color ghiaccio.
Ahahahah no … beh di buono non saprei … a me non piace molto la cucina del Nord Italia, però una cosa buona, buona, buona sono i cansoncelli di carne al burro fuso … sono buonissimi e poi nella mia città conosco un pastificio che li fa davvero squisiti
Beh allora verremo di sicuro a casa tua per assaggiarli” disse, per tutta risposta Niall, con uno sguardo molto interessato ed io per tutta risposta feci un sorriso.
L’ incontro proseguì molto velocemente, così velocemente che quando Marco venne a chiamarci perché oramai il nostro tempo era finito non potevo crederci; l’ omone si avvicinò e fece alzare le due bambine … esse si erano accorte che a me non era stato chiesto di alzarmi e cominciarono a fare i capricci perché volevano rimanere, ma Marco, come se non le avesse ascoltate, le trascinò; una delle due, molto determinata ad ottenere il proprio obiettivo si attaccò ad una delle gambe dei divani, vidi il bodyguard che la tirava con energia e che se la portava in spalla fuori dalla stanza insieme all’altra … non potevo smettere di ridere, mi sembrava una scena così esilarante, così tanto simile a quelle dei film comici .
Appena la porta si richiuse dietro il piccolo gruppetto di persone notai che i ragazzi mi erano tutti di fronte e che mi stavano osservando con quei 5 sorrisi che mi avevano fatta innamorare pochi mesi prima. Il primo a parlare fu Louis:

Bene … finalmente possiamo parlare con te
Ma se abbiamo praticamente ignorato le altre due bambine negli ultimi 20 minuti per parlare con lei … !!!” esclamò Liam “Siamo stati un bel po’ maleducati
Però ci è piaciuto molto … sei diversa dalle altre fan che incontriamo di solito … non urli, non svieni e non ci provi con noi tutto il tempo” disse, girato verso di me, Zayn.
Quell’ ultima affermazione mi fece molto piacere, sentirmi dire che mi trovavano diversa … mi esaltava un po’. Ci risedemmo e ricominciammo a parlare come prima. Niall voleva assolutamente avere tutte le informazioni per arrivare a casa mia per poter assaggiare quei fantomatici casoncelli.
Allora … mi dici la via ??? E magari come arrivarci ???
Niall, smettila … pensi sempre e solo al cibo” esclamò Harry.
Ma se è la cosa più importante per un esser umano !!!” gli rispose il biondo.
La cosa più importante per l’ uomo è l’ acqua non il cibo” disse Liam.
Beh per me è il cibo” ribatté Niall.
Il tono con cui aveva detto quell’ ultima frase mi fece scoppiare a ridere e, probabilmente perché ho una risata contagiosa, cominciarono anche tutti gli altri.
Stavo bene tra di loro, mi sentivo tra amici, in un posto sicuro … il che era strano e le mie erano sensazioni un bel po’ affrettate.
Anche questo piccolo secondo round passò molto in fretta e quando Marco ripassò per prendere me questa volta, noi eravamo immersi in una fitta conversazione sulla bellezza del viaggiare e sulle città che avremmo voluto visitare; appena entrò nella stanza sentii i ragazzi dirgli di aspettare ancora pochi minuti. Giusto il tempo che Marco uscì dalla stanza che Niall, Liam, Zayn e Louis sgattaiolarono fuori anche loro lasciando così soli me e Harry …
Non avevo il coraggio di guardarlo, perché mi sentivo a disagio e non volevo diventare rossa davanti ai suoi occhi. Sentii che si era alzato e che si era seduto accanto a me … avvicinò la sua mano al mio viso e lo alzò delicatamente chiedendomi:
Perché adesso non mi guardi ? Hai paura ? Ti vergogni ?
Mi decisi ad alzare lo sguardo e in quel momento incontrai i suoi occhi color smeraldo, brillanti e un po’ lucidi … percepii l’ attrazione che essi provavano per me … e sentii quella che io provavo per lui. Mi soffermai su quello splendido sorriso prefetto, contornato da quelle labbra perfette … decisi di aprire bocca … per non fare la figura della deficiente:
No … è solo che stare da sola con te mi mette un po’ in soggezione” mormorai con un leggero sorriso.
Non devi … mi piace stare qui con te, così … senti che ne dici se mi dai il tuo indirizzo … dato che noi rimaniamo 3 giorni qui in Lombardia per riposarci un po’ e per visitare, in teoria, Milano ... potremmo fare un salto e stare insieme, sempre se ti va ?” mi chiese con un sorriso un po’ imbarazzato.
Ma certo … mi farebbe molto piacere rivederti … e magari anche gli altri … “ dissi con molta enfasi e con un enorme sorriso sul viso.
Appena glielo ebbi dato si mise il foglietto nella tasca della camicia azzurrina che indossava leggermente sbottonata all’ inizio; i nostri sguardi s’ incontrarono nuovamente e sentii la sua mano sinistra avvicinarsi alla mia e stringere le sue dita attorno alle mie, contemporaneamente la sua mano destra sfiorò il mio viso e lo sollevò leggermente … mi soffermai con lo sguardo sui suoi occhi che in quel momento sembravano due enormi calamite che mi attraevano verso di lui.
Spostai lo sguardo verso le sue labbra che sembrava stessero dicendo
baciami, baciami, baciami …
Ci avvicinammo sempre di più, sempre di più … sempre di più … finchè le nostre labbra non si sfiorarono e da quel momento non capii più nulla … mi sentivo come in una bolla d’ acqua … non riuscivo a connettere … l’ unica cosa a cui pensavo erano le nostre lingue che si avvicinavano e si allontanavano, giocando a rincorrersi …
Non appena ci staccammo ci guardammo per qualche secondo e poi, appena capii cosa era successo, lo guardai negli occhi e gli sorrisi, non imbarazzata, ma contenta, felice …
Sei bellissima, hai il sorriso più bello che io abbia mai visto
A quelle parole il mio cervello andò completamente in fumo, ma feci ricorso a tutta la mia forza interiore e rimasi lucida … per quello che potevo permettermi, e gli dissi:
Anche tu … ma hai anche gli occhi più belli che io abbia mai visto
Mi sorrise, uno di quei sorrisi che tutte le volte mi mandavano in orbita e che erano riusciti a farmi innamorare di lui … non ebbe il tempo di dirmi nulla che subito Marco entrò nella stanza pregandomi di seguirlo.
Feci una cosa che non avrei mai fatto in una situazione analoga, e per questo ringrazio ancora oggi il cielo, d’ impulso presi il suo braccio e la penna che prima avevs usato per scrivere il mio indirizzo e gli scrissi il mio numero; subito dopo mi girai per correre da Marco, ma sentii qualcosa trattenermi … mi girai e mi accorsi che Harry mi aveva preso il braccio e mi stava scrivendo il suo, di numero, accompagnato da un cuore con la scritta:
Call me <3
Lo guardai e, scambiandoci ancora una dei nostri sguardi, lui si avvicinò baciandomi una seconda volta e ancora una volta il mio cervello andò a toccare la Luna.
Non ebbi nemmeno un secondo per salutarlo (anche se lo avevo già fatto, ma questi sono solo dettagli :P) perché Marco mi stava sollecitando ulteriormente e notai dal suo tono che si stava anche parecchio irritando.
Allora corsi via e rifacendo tutto il percorso che avevo fatto all’ andata mi ritrovai all’ entrata dove la macchina dei miei genitori mi stava aspettando febbricitante. Entrata in auto con un sorriso a 45.000 denti i miei cominciarono a farmi un sacco di domande, ma io non ero in grado di rispondergli a dovere allora l’ unica cosa che dissi fu:
Possiamo parlarne domani mattina, sono molto stanca … domani vi prometto che vi racconterò tutto per filo e per segno
Non erano molto soddisfatti e si sentivano un po’ offesi credo infatti mi dissero un’ unica cosa:
Ok … beh per forza sei stanca sono le 2.00 di mattina; fortunatamente domani non vai a scuola …
Rimasi in silenzio per tutto il viaggio ripensando alle cose fantastiche e impensabili che mi erano successe nel giro di poche ore. Arrivata a casa misi il telefono sotto carica e mi accorsi che mi era arrivato un messaggio da un numero sconosciuto:
Goodnight, Harry xx
Mi misi a sorridere, per l’ ennesima volta quella serata, decisi immediatamente di rispondergli, ma non sapevo cosa, optai per una cosa semplice ma efficace come quello che mi aveva scritto lui allora gli scrissi:
Goodnight, Irene xx
Mi addormentai molto più serenamente delle altre serate … non potevo ancora credere alla cosa fantastica che mi era successa: Harry Styles mi aveva baciata … per ben due volte … e mi era piaciuto … Harry Styles mi aveva baciata … io e Harry … io e lui … baciati … noi …


Angolo dell’ autrice

Ciao … allora prima di tutto scusate per il ritardo, ma la scuola mi sta caricando più del previsto …
Beh ora ho aggiornato e spero che questo capitolo sia di vostro gradimento … fatemelo sapere …
Nene xx

 

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Capitolo 6
*** Baby ***




Baby

 

Quella mattina dalla finestra penetrò uno spiraglio di luce solare calda, avvolgente che, illuminandomi il viso, mi svegliò in una maniera molto, molto piacevole. Guardai la sveglia: erano le 11.00
Alzandomi dal letto presi gli occhiali che erano posati sul comodino e li inforcai; andai in cucina, pensando di trovare i miei genitori, ma invece di trovare loro mi accorsi di un bigliettino sul grande tavolo:

Siamo andati a trovare i parenti, dormivi così bene che abbiamo preferito lasciarti in quello stato; torniamo per pranzo. Buona festa della liberazione. Un bacio Mamma e Papà

Dopo averlo letto e aver recepito il messaggio, decisi che un bel tazzone di caffè sarebbe stato l’ ideale per svegliarmi completamente. Mentre l’ intenso aroma del caffè saliva e usciva dal becco della caffettiera cominciando a strapparmi da quello stato di trance che mi avvolgeva ogni mattina prima di svegliarmi, cominciai a pensare a quello che avrei fatto durante la giornata e soprattutto come avrei dovuto suddividere il tempo per fare la barca di compiti che ci avevano dato da fare a casa.
Versato il caffè nella mia tazza rosa, mi appoggiai al tavolo e, sorseggiando quel miracoloso nettare, cominciarono a riaffiorarmi alla mente le sensazioni e le situazioni della serata precedente: il concerto, il meet coi ragazzi, gli sguardi con Harry, il numero, la buonanotte, il bacio … anzi i baci.
Improvvisamente mi fiondai in camera e presi il telefono tra le mani. Andai tra i messaggi ricevuti e mi rilessi il messaggio che mi aveva mandato la sera precedente. Non so perché lo feci, forse perché volevo assicurarmi che non fosse tutto un sogno, un bellissimo sogno; forse perché prima di cominciare a fantasticare sulle cose fantastiche che mi erano accadute ne volevo essere certissima. Fatto sta che appena mi accertai che era tutto vero cominciai a volare tra gli angeli con la mente …
Tornai in camera, portandomi dietro il telefono, e mi riappoggiai al tavolo. Tutt’ a un tratto sentii il mio telefono suonare, riconobbi immediatamente il suono, era il tweet e questo voleva dire che mi era arrivato un messaggio. Pigramente allungai la mano, presi il cellulare e guardai chi era l’ emittente. Ci mancò poco che non feci cadere la tazza; il mio cuore cominciò a battere all’ impazzata notando che l’ emittente era proprio il riccio.
Appoggiai tremante la tazza al bancone di marmo e aprii il messaggio:
Ehi bellissima ti ho svegliata ? Spero di no, dormito bene ? Senti la prima cosa che Niall e anche gli altri ragazzi mi hanno chiesto è stata riguardo a te, infatti volevano sapere quando potevamo venire a trovarti, ci hanno anche allungato il permesso e stiamo qui fino a domenica; facci sapere quando ti è più comodo … ho voglia di rivederti Harry xx
Prima ancora di crogiolarmi riguardo al testo, feci mente locale pensando a quale giorno sarebbe stato il più adatto e naturalmente optai per il Sabato. Allora gli scrissi:
Figurati, mi ero appena svegliata; io benissimo e tu ? Mi farebbe molto piacere rivedervi e ci ho pensato, magari potete venire questo Sabato che io non ho scuola e possiamo passare una giornata insieme, sempre se vi fa piacere, fatemi sapere … anche io ho voglia di rivederti Irene xx
Premetti “INVIA” … dopo pochissimi istanti ricevetti la risposta:
Benissimo grazie ;) … sono tutti entusiasti e non vedono l’ ora di rivederti, compreso me, il Sabato è perfetto … non vedo l’ ora che arrivi questo giorno Harry xx
Dall’ istante in cui misi via il telefono cominciai ad andare in brodo di giuggiole … non smettevo di pensare ad Harry, ogni cosa che facevo o guardavo o leggevo avevo sempre stampata in mente l’ immagine del suo sorriso.
Dovevo assolutamente parlare con qualcuno, se no sarei impazzita, dovevo raccontare ciò che mi era successo ad una persona fidata, non perché mi dovesse dare dei consigli, ma perché dovevo condividere questa stupenda esperienza. Decisi che questa persona era Gaia. Le mandai un messaggio chiedendole di incontrarci oggi a casa mia per fare un giro; ricevetti immediatamente una risposta affermativa. Mi sentii un po’ più tranquilla.
Dopo poco rientrarono i miei genitori. Era ora di pranzo quindi ci mettemmo subito a tavola a gustare i piatti che avevamo ordinato alla rosticceria per festeggiare. Finito di pranzare, i miei cominciarono a farmi capire che volevano che gli parlassi di ciò che era successo al concerto … mi limitai a parlare solo di quanto bello era il concerto e di quanto mi ero divertita e di quanto i ragazzi erano delle bellissime persone; tralasciai appositamente tutta la situazione riguardante me e Harry poiché non sapevo come l’ avrebbe presa papà e decisi che ne avrei parlato prima alla mamma e poi lei avrebbe pensato a come spiegarlo a papà …
Andai in camera mia e aspettai pazientemente che papà si stravaccasse sulla poltrona a guardare, come al solito, una sfilza di “Law & Order” o “CSI”. La mamma era in camera sua a leggere; decisi che quello era il momento adatto, anche perché papà si sarebbe addormentato e quindi non c’ era pericolo che ascoltasse. Mi sedetti sul letto e comincia a dirle tutto, o almeno tutto ciò che durante la prima esposizione avevo tralasciato. Lei mi lasciò finire senza interrompermi, seguendo attentamente il discorso; le parlai anche dell’ “appuntamento” che avevo coi ragazzi proprio per essere sicura di averle riferito tutto. Alla fine lei mi guardò, mi abbracciò e mi disse, con il sorriso sulle labbra:
Beh devo dire che hai tralasciato un sacco di cose … perché non le hai dette anche a papà ? Infondo non hai fatto nulla di male … anzi direi che hai fatto bene, infondo sei una ragazza responsabile e matura, sono sicura che loro siano dei bravi ragazzi quindi non sono preoccupata
In quel momento non potevo desiderare nient’ altro; mia mamma non mi aveva sgridata né fatto la ramanzina, anzi mi aveva pure “lodata” in un certo senso … non ci potevo credere … avevo il terrore che mi potesse impedire di vederli e sapevo che aveva le capacità di farlo … quindi …
Spontaneamente mi disse che ne avrebbe parlato lei a papà; mi sentivo ancora più leggera.
Guardai l’ orologio: le 15.00
Dovevo prepararmi, Gaia sarebbe arrivata da un momento all’ altro e io dovevo ancora prepararmi.
Giusto il tempo di fare una doccia veloce e cambiarmi d’ abito, che la mia migliore amica suonò al citofono. Mi fiondai giù dalla tromba delle scale; non vedevo l’ ora di raccontarle tutto.
Appena la vidi l’ abbracciai fortissimo e, in cambio, ricevetti un bacio sulla guancia. Cominciammo a camminare e ci sedemmo ad una panchina nel parco dietro casa mia. Era insolitamente deserto per quell’ ora, ma non mi dispiaceva, potevamo stare più tranquille.
Notai che, anche se lei non era una directioner, era impaziente di sapere ciò che avevo provato la sera del concerto perché le importava sapere come mi ero sentita poiché sapeva che per me loro erano molto importanti. Cominciai dall’ inizio e poi le descrissi tutto nei minimi particolari.
Appena finii la descrizione, che comprendeva anche i fatti della stessa mattina, l’ espressione del suo viso era indecifrabile: un misto tra sconvolto, felice, shockato …
I suoi occhietti da orsacchiotto di peluches erano leggermente inumiditi per l’ emozione. E come biasimarla ? Non credo che qualcuno si sarebbe mai aspettato un resoconto così straordinario e incredibile.
Stavo aspettando con ansia la sua reazione, un suo cenno, una sua parola … mi spiazzò cominciando a gesticolare e ad emettere versetti, tipici di me, che facevo quando provavo un sacco di mozioni contemporaneamente e non sapevo come esprimerle o quando non ero in grado di creare frasi si senso compiuto … ricorrevo ai versetti :P
Questo mi fece capire totalmente quanto era felice per me … passammo tutto il pomeriggio a fantasticare su cosa avremmo fatto … dove saremmo andati ma soprattutto … cosa avrei indossato … diciamo le solite cose che si dicono tra migliori amiche quando si tratta di ragazzi.
Il pomeriggio passò veramente in fretta, quasi non me ne accorsi. Il tempo ci era sembrato talmente poco che le chiesi di rimanere a dormire da me; i suoi genitori sarebbero venuti in centro per fare un giro e le avrebbero portato lo zaino che lei aveva fatto precedentemente.
Passammo una serata piacevolissima: dopo cena ci barricammo in camera a guardare le puntate della 3° stagione di Glee preregistrate cantando a squarciagola e ballando come due ubriache; parlammo un altro po’ di Harry e poi … fummo interrotte da un altro tweet … erano le 10.30 e non avevo la minima idea di chi potesse essere. Guardai lo schermo e il mio cuore batté esattamente come la mattina passata perché lessi il nome del mio riccio preferito.
Mi aveva ancora mandato la buonanotte e io, naturalmente, gli avevo risposto.
Ero in fibrillazione; e Gaia con me … non ci potevo credere erano già due giorni che mi mandava la buonanotte … era assurdo, ma terribilmente dolce.
Purtroppo dovemmo subito andare a letto perché il giorno seguente avremmo avuto scuola e dovevamo svegliarci relativamente presto.
La mattina seguente ci svegliammo alle 6.30; dopo aver fatto colazione ed esserci preparate uscimmo e ci dirigemmo verso scuola. Appena arrivata Alessia mi si fiondò contro e mi minacciò di raccontarle tutto per filo e per segno; nemmeno lei aveva la minima idea di cosa le avrei raccontato, infatti la sua reazione fu molto simile a quella della mia migliore amica: occhi spalancati e farciti di un misto di emozioni contrastanti, mani che cominciano a tremare, bocca che non riesce ad emettere un suono e sono quasi sicura che il suo cervello non riusciva a connettere un solo neurone.
Mi abbracciò e mi disse:
Ma ti rendi conto di quello che mi hai appena detto ?! Cioè tu si sei baciata con Harry ?! Quell’ Harry ?! Quello degli One Direction ?!? Quello bello, coi ricci castani e al posto degli occhi gli smeraldi più belli dell’ universo ?!
Si” le risposi, sinceramente anche io in modo poco convinto.
E non è tutto … tu dopo domani esci con loro ?! E pranzi con loro ?!
Si” mi limitai a dirle, infondo non sapevo che altro aggiungere.
Mi guardò in modo strano, come se cercasse di capire se la stavo prendendo per il culo o no … e tanto per darle una prova in più le mostrai i messaggi.
Devo dire che non era ancora del tutto convinta allora per toglierle ogni dubbio le dissi che dopo scuola lo avrei chiamato e le avrei dimostrato che tutto ciò che le avevo raccontato era realtà.
Le ore passarono in fretta, talmente in fretta, che in quelli che a me sembrarono pochi secondi mi ritrovai in cortile con la Ale, la Ely (una mia carissima amica) e la Gaia con il telefono in mano. Chiamai Harry, con una leggera ansia, mentre una parte di me sperava che non rispondesse per evitare una certa figura di merda. Rispose dopo pochi squilli:
Ehi bellissima ! Non mi sarei mai aspettato una tua chiamata ! Mi fa piacere sentire la tua voce ! dovevi dirmi qualcosa ?
Ehi, no è solo che alcune mie amiche volevano la prova che noi ci eravamo veramente incontrati e che avevamo tutti appuntamento Sabato … lo so è stupido e naturalmente starai pensando che io sia stupida, ma è solo perché volevo che la smettessero di prendermi per il culo
Non lo trovo stupido … anzi lo trovo molto tenero … senti perché non me le passi ? Così ci parlo e ci credono …
Beh per questo non è problema sei in vivavoce … “ dissi con un sorriso sulle labbra.
Harry mi faresti un piacere ?” continuai.
Tutto quello che vuoi baby” affermò con un velo di ironia
Scemo … potresti …” mi fermai, tolsi il vivavoce e mi staccai dal gruppo abbastanza da poter non essere sentita.
Tornai dopo poco e consegnai il telefono ad Alessia:
Ciao Alessia” era stato Niall a parlare.
” Alessia era talmente sconvolta che non riusciva a spiccicare parola; si limitò a guardarmi con degli occhi che parlavano da soli e io le feci coraggio e la spronai leggermente.
Ciao Niall” disse con una voce leggermente tremolante.
Poi lo passai alla Ely:
Ciao bellissima” questa volta aveva parlato Liam
Oddio … sei davvero tu ? Ciao Liam” disse la Ely, un po’ timidamente.
Rimettemmo il vivavoce, ma solo per salutarli tutti insieme poiché dovevamo prendere la filo per tornare a casa e si stava facendo abbastanza tardi.
Ci salutammo tutte e poi ci incamminammo. Nel pomeriggio ricevetti un messaggio dalla Ale e uno dalla Ely che mi ridicevano quanto erano felici per me e che mi ringraziavano per la bellissima esperienza che gli avevo fatto fare quel pomeriggio.
Dopo aver risposto ad entrambe mi venne un’ idea, ma per realizzarla dovevo chiamare il mio riccio; cosa che feci immediatamente. Rispose quasi subito:
Ehi splendore non riesci proprio a stare senza il suono della mia voce ?
Smettila scemo, volevo solo chiederti se sabato potevo portare anche 3 mie amiche che ci terrebbero tanto a vedervi e conoscervi. Non voglio sembrare una di quelle fan odiose che sventola ai 4 venti ciò che le è successo tirandosela un casino … quindi se non ve la sentite non importa era solo per realizzare il sogno di 2 di loro” gli dissi ridendo.
Ma figurati, so che non sei quel genere di persone, anzi lo apprezzo tantissimo che tu voglia rendere felici le tue amiche è molto dolce come cosa … certo che le puoi portare farà piacere anche ai ragazzi
Oddio davvero ? Sei fantastico, dico sul serio, ti adoro grazie 1000” gli dissi stra entusiasta.
Se serve così poco per farti sputare così tanti complimenti lo farò più spesso, molto più spesso” disse ridendo.
Quella bellissima risata, roca ma allo stesso tempo calda e avvolgente anche attraverso un telefono mi faceva venire dei brividi sulla schiena; era impressionante l’ effetto che aveva su di me.
Dopo averlo salutato riattaccai e cominciai a fare i compiti. Di sera, verso le 10.00 ricevetti la solita, ma graditissima, buonanotte dal riccio. Gli risposi immediatamente e poi inviai 3 messaggi alla Gaia, alla Ale e alla Ely con su scritto:
Domani avrò una grande sorpresa per te xx <3
Scivolai nel mondo dei sogni velocemente e con una sorta di aurea di felicità pura che mi circondava.
La mattina seguente diedi la splendida notizia alle ragazze che mi saltarono addosso contemporaneamente buttandomi per terra. Non smisero di ringraziarmi per tutta la durata delle lezioni tanto che rischiammo addirittura di beccarci una nota. Ora voi probabilmentevi starete chiedendo perché una ragazza che non è directioner è impaziente di incontrare i membri di quella famosa band ? Bhe a Gaia non piace la loro musica … ma era curiosa di conoscere i ragazzi che mi avevano fatto nascere un sorriso perenne e poi, anche lei era stata fulminata da uno di loro: il bello e tenebroso, il chiuso e poco espansivo … Zayn.
Tornata a casa non ebbi nemmeno un momento libero tra compiti, commissioni e supermercato …
La sera arrivò in un lampo. Ero distrutta e andai immediatamente a letto dopo aver ricevuto la buonanotte quotidiana di Harry e avergli risposto.

Ed era arrivato il Sabato, il giorno in cui avrei rivisto i miei idoli e soprattutto … Harry. Mi alzai verso le 7.00. Feci colazione con i miei che erano entrambi in fibrillazione; erano stati talmente comprensivi che avevano deciso di stare fuori per lasciarci la casa libera per farli sentire più a loro agio e far sentire me meno in sottopressione.
Mi preparai e uscii di casa per recarmi in centro a prendere i “famosi” casoncelli … uscita dal portone venni inondata da un caldo e avvolgente raggio di sole che mi scaldò il cuore e che mi diede la sensazione di essere viva, che tutto quello che mi stava per succedere era vero, reale.
Restai per qualche minuto sotto il sole caldo, sorrisi guardando il cielo, e mi vennero dei brividi sulla schiena respirando l’ aria frizzante primaverile; mi accorsi che si era fatto tardi allora mi avventurai in quello che, sapevo, sarebbe stato il più bel pomeriggio della mia vita …


Angolo dell’ autrice

Ehi, scusate ancora il ritardo, ma sono sommersa da verifiche e interrogazioni.
Bando alla ciance … questo è il nuovo capitolo spero lo apprezziate. Fatemelo sapere.
Nene xx

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Capitolo 7
*** Everything was in our eyes ***




Everything was in our eyes

 

Sabato, giorno del mercato, tante persone che si affollano in piazza Loggia e dintorni per girare tra le bancarelle colorate, persone che si danno appuntamento per l’ aperitivo, persone diverse, tante, colorate, allegre, tristi, persone che vivono la loro vita lì, in quell’ istante.
Camminare, camminare in mezzo alle persone, camminare i mezzo alle persone mi è sempre piaciuto; ho sempre trovato affascinante osservare persone sconosciute che nello stesso luogo in cui io mi trovavo stavano facendo cose così diverse dalle mie, ma in un certo senso, così uguali. Ho sempre pensato che in un qualche modo, anche non conoscendoci, noi stavamo intrecciando le nostre vite.
Passeggiare e notare i sorrisi sui visi delle persone, senza saperne la causa … mi faceva sorridere e, ingenuamente, pensavo che fosse una cosa naturale, che capitava a tutti; ecco, io quella mattina stavo sorridendo, non sapevo come esprimere la felicità che stavo provando in quel momento se non con un sorriso e mi sentivo ancora più felice, se ciò fosse mai stato possibile, perché mi sentivo la ragione dei sorrisi della gente che quella mattina mi avrebbe incontrata.
Ero talmente assorta nei miei pensieri che percorsi in modo molto veloce il tratto di strada che separava la fermata dell’ autobus al pastificio.
Entrai nel locale di modeste dimensioni e giallo e salutai le ragazze che ci lavoravano, probabilmente, con molto entusiasmo perché le vidi alzare lo sguardo dal giornale che stavano leggendo con fare annoiato e cambiare totalmente cera salutandomi a loro volta con un mega sorriso sul volto. Andavo lì con regolarità perché amavo i loro prodotti e a furia di frequentare il posto avevo fatto amicizia con le ragazze.
Ciao Laura, come stai ? tua figlia sta meglio ?” dissi ad una delle due ragazze
Ciao Ire, sisi tutto bene e anche Alice sta bene grazie per averlo chiesto” mi rispose “E tuo padre ? Ho saputo che è stato poco bene ?
Mi fa piacere … no be’ adesso papà sta meglio, ci siamo presi un bello spavento, ma ora è tutto passato” replicai con il mio solito sorriso
Di cosa hai bisogno cara ?” mi domandò
Mi servirebbero 6 dozzine di casoncelli di carne, vengono dei miei amici a mangiare a casa … sono Inglesi, ma amano la cucina Italiana e allora ho pensato di fargli assaggiare i vostri prodotti che sono i migliori della città
Mentre le dicevo ciò stavo ancora finendo di realizzare il concetto che avevo appena espresso; ripeterlo ad alta voce mi aiutava non poco :P
Certo Ire, te li preparo subito. Cavolo hai degli amici inglesi ! E dove li hai conosciuti ?! Non hai fatto recentemente vacanze studio vero ?!
Nono, li ho conosciuti ad un concerto” dissi cercando di trattenere una risata, ma, non riuscendoci, emisi un ridolino sommesso tra i denti.
La ragazza mi porse il pacchetto e dopo averla ringraziata e aver pagato uscii.
Il sole era alto in cielo e ciò mi fece cercare con lo sguardo il campanile più vicino per sapere che ore erano.
Camminai per pochi metri e ne vidi subito uno che segnava le 10.00. Dovevo sbrigarmi perché le mie amiche sarebbero arrivate verso mezzogiorno e i ragazzi pure.
Dovevo arrivare a casa, pulirla, metterla in ordine, apparecchiare e cucinare; il tempo mi sembrava così poco che cominciò a salirmi l’ ansia e iniziai a correre per arrivare alla fermata.
Riuscii a prenderla al volo e, finito il viaggetto, scesi alla mia fermata di corsa per poi affrettare il passo verso casa.
Appena misi piede in casa appoggiai la mia borsa e il sacchetto su una delle poltrone del salotto. Guardai l’ orologio; segnava le 10.30. Mi tolsi il cappotto, andai ad aprire l’ armadio dove la mamma teneva tutte le cose per le pulizie e presi tutto ciò che mi sarebbe servito, andai in salotto, presi un lungo e profondo il respiro e mi dissi ad alta voce:
A noi due casa …
Devo dire che mi sentivo molto una specie di super eroina. Non ho mai amato fare le pulizie, anzi, l’ ho sempre odiato infatti la mia camera è sempre perennemente in disordine.
Però quando c’è la necessità o perché vengono ospiti o perché non riesco a trovare nulla mi ci metto d’ impegno.
Ogni cosa quando la faccio, la faccio al meglio, anche se non mi piace.
Questa era una situazione di estrema necessità. Fortunatamente la mamma cercava sempre di tenere un minimo di ordine, quindi il mio lavoro non era tanto.
Prima di tutto accesi lo stereo e misi a tutto volume il CD dei ragazzi che mi ero fatta regalare dai miei; la musica mi dava la giusta la carica e l’ energia necessaria per affrontare questa piccola grande impresa figuratevi se la musica in questione era anche la loro …
Partì “Up all night”.
Era perfetta; una musica veloce, ritmata, che mi stava dando la carica giusta.
Stranamente, giusto il tempo di finire il disco, che avevo già concluso la mia impresa.
Guardai l’ orologio, asciugandomi con il dorso della mano il sudore che mi stava colando dalla fronte; avevo il fiatone, ma ero soddisfatta del mio lavoro, avevo fatto tutto nei minimi particolari, e da me non me lo sarei mai aspettato.
Erano le 11.30. Riponendo i casoncelli nel frigo feci mente locale e mi dissi che non era il caso di mettere su l’ acqua, era troppo presto.
Ma in compenso era tardissimo per il resto, non mi sembrava possibile riuscire ad avere il tempo di farmi una doccia, lavarmi i capelli … si insomma, prepararmi.
Mi fiondai nella doccia. Appena entrata, il getto tiepido s’ infranse sul mio corpo accaldato provocandomi una sensazione molto piacevole; ogni volta che mi facevo una doccia rimanevo sotto l’ acqua un sacco di tempo per prolungare quella percezione, ma in quel momento non me lo potevo permettere; così, di mala voglia, feci velocemente la doccia e lavai i miei capelli.
Uscii in fretta e furia e, dopo essermi asciugata alla bell’ e meglio il corpo, accesi il phon e cominciai ad asciugarmi velocissimamente i capelli perché sapevo che mi avrebbero portato via almeno 15 minuti.
Stavo cominciando ad entrare nuovamente in ansia, continuavo a guardare l’ orologio e ogni secondo che passava sentivo il cuore pulsare il sangue più forte e più velocemente di prima.
Appena finii di asciugare i miei lunghi capelli, mi lanciai in camera dove, fortunatamente, avevo precedentemente preparato i vestiti.
Una cosa semplice: jeans skinny blu chiaro un po’ scolorito, T-shirt bianca della Paul Frank e, naturalmente, le mie amate converse bianche.
Il trucco non mi preoccupava, l’ avrei fatto come ogni mattina lo facevo per andare a scuola, semplicissimo.
Mi diedi un’ ultima occhiata e mi accorsi che avevo dimenticato la cosa più importante … il profumo.
Avevo bisogno del mio Chanel N°5, mi dava forza, sicurezza e ne avevo proprio bisogno. Non potei nemmeno avvicinarmi alla boccetta, che sentii il citofono suonare.
Pregai che non fossero i ragazzi perché non avevo ancora iniziato ad apparecchiare e, sinceramente, preferivo che al loro arrivo tutto fosse pronto, all’ incirca.
Corsi al citofono e con voce un po’ tremante risposi.
Ehi Ire siamo noi! Dai apri !!!” esclamò Gaia
Feci un lunghissimo sospiro di sollievo e, prima di aprire, dissi:
Grazie al cielo siete voi ! Dovete darmi una mano … sbrigatevi !!
Ci misero un sacco di tempo a salire, probabilmente perché ero in ansia e, si sa, quando si è in ansia per qualcosa il tempo passa molto lentamente.
Appena sentii il campanello corsi ad aprire, ma prima ancora che potessi dire una sola parola, le ragazze mi saltarono addosso dicendomi quanto erano felici per me, e quanto mi ringraziavano per la bellissima opportunità che le avevo dato.
Appena riuscii a scrollarmele di dosso, la prima cosa che dissi, dopo “ciao”, fu:
Ragazze, ho un assoluto bisogno di voi; devo ancora apparecchiare la tavola. La mamma mi ha lasciato tutte le cose sul tavolo e dovete solo aiutarmi a preparare, ma ci dobbiamo sbrigare; i ragazzi saranno qui tra poco e non voglio che ci vedano indaffarate a fare altro ok ?” dissi tutto d’ un fiato.
Le mie amiche mi guardarono un po’ male, ma succedeva sempre quando ero in ansia, perché sono solita o ridere come una scema senza motivo o parlare senza mai fiatare ed ad alcuni può sembrare strano … deduco dalle facce che mi fanno.
Ma certo che ti diamo una mano !” esclamò Elisa
Però calmati e respira …” mi disse Alessia
… Altrimenti spaventi i ragazzi” aggiunse Gaia sorridendo
Le vidi avvicinarsi al tavolo del salotto e cominciare a fare ciò che le avevo gentilmente chiesto.
Nel giro di pochi minuti la tavola era perfettamente apparecchiata e io mi sentivo molto più sollevata.
Andai i camera mia a mettere il mio profumo. Poco dopo aver messo via la boccetta sentii il citofono suonare un’ altra volta.
Mi recai in salotto, dove vidi le mie amiche in fibrillazione e che mi guardavano molto agitate. Risposi, sapendo che mi avrebbero risposto loro, con l’ adrenalina che sentivo scorrere alla massima velocità per il mio corpo.
Alzai la cornetta:
Ehi bellissima ! A che piano ?” disse, molto allegramente, Harry
Ehi riccio, al terzo !” replicai, molto felice anch’ io di sentire la sua voce
Al contrario, loro ci misero davvero pochissimo a salire. Appena sentii il campanello di casa suonare corsi alla porta e con mano tremante, ma con un bellissimo sorriso che mischiava ansia e felicità abbassai la maniglia.
Notai subito 5 sguardi lucidi e vispi puntarmi e, tempo due secondi, mi saltarono addosso salutandomi e abbracciandomi.
Dopo aver finito di stritolarmi, notai che 4 dei ragazzi si spostarono e fecero spazio ad Harry, ricordo che mi fecero venire in mente le acque del Mar Rosso.
Eravamo in piedi, l’ uno davanti all’ altro, che ci guardavamo, come la prima volta. Ero bloccata, ma non nel senso cattivo, ero talmente presa a cercare di tenere sotto controllo l’ immensa felicità che in quel momento stavo provando e che continuava ad aumentare guardando i suoi magnifici occhi e realizzando che finalmente era davanti ai miei occhi che non pensai di andare ad abbracciarlo.
Fortunatamente lo fece lui per primo; entrare in contatto col suo corpo, con le sue braccia forti, che mi circondavano e che mi stringevano a sé mi fece provare una sensazione di scioglievolezza all’ interno che partì dalla pancia e che mi fece lasciare andare.
Ricambiai l’ abbraccio, aggrappandomi quasi come una piccola scimmia poiché era un po’ altro per me, benché si fosse abbassato. Mi avvicinai spontaneamente al suo collo e sentii una zaffata del suo profumo che mi fece andare letteralmente su di giri e che mi fece nascere un’ improvvisa voglia di baciarlo … sul collo, ma mi trattenni.
Sentii che lui stava facendo la stessa identica cosa col mio collo e, immaginai, che avesse provato anche lui il mio medesimo desiderio.
Anche se a mala voglia, ci staccammo, ma non prima che lui mi avesse dato un dolcissimo bacio sulla guancia. Ci guardammo negli occhi; e in quel momento capii, anzi, capimmo entrambi quello che l’ altro aveva provato e che era esattamente la cosa che avevamo provato noi stessi.
Ci sentimmo osservati, infatti Niall, Liam, Zayn, Louis, Gaia, Alessia e Elisa avevano lo sguardo fisso su noi due e su ogni viso dei ragazzi c’ era stampato un sorriso da ebete.
Se avete finito … magari Irene ci puoi presentare le tua amiche ?” disse Louis con una faccia molto ironica e buffa, che fece scoppiare a ridere tutti
Certo Louis … Allora ragazzi queste sono delle mie compagne di classe. Lei è Gaia, la mia migliore amica” notai che Zayn sembrava alquanto interessato, poiché fece uno sguardo un po’ strano, che non capii totalmente, ma che attribuii ad un interesse.
Lei è Alessia …
Allora sei tu ! La ragazza con cui ho parlato al telefono !!” esclamò entusiasta Niall
Sì, sono io … oddio ragazzi non sapete quanto sono contenta di vedervi dal vivo, non sapete quanto ho aspettato questo momento …” aveva quasi le lacrime agli occhi
Niall stava per andare ad abbracciarla, ma lo fermai e gli sussurrai che doveva aspettare un po’ prima di abbracciarla, se no sarebbe collassata e il nostro pomeriggio sarebbe andato a farsi friggere. Si mise a ridere, ma mi ascoltò.
E lei è Elisa
Ely è per natura molto timida, anche più di me, infatti diventò immediatamente rossa. I ragazzi furono fantastici, e mi stupirono, poiché la rassicurarono e la fecero immediatamente ritornare a suo agio.
Mi sentivo sempre più orgogliosa di averli come idoli e sempre più felice ad averli lì con me.
Fummo interrotti da Niall:
Ehi Ire ... allora quando si mangia ? Ho voglia di assaggiare i famosi prodotti della vostra terra !” disse tamburellando con le mani sulla pancia.
Ma tu pensi sempre e SOLO a mangiare ?! Sei una cosa oscena !!!” esclamò Zayn
Scoppiò una risata generale.
No ha ragione … vado subito a preparare” dissi con ancora le lacrime agli occhi per il troppo sforzo.
Vengo a darti una mano” si offrì volontario Harry
Gli sorrisi annuendo per fargli capire che mi faceva piacere. Non notammo gli sguardi che i ragazzi e le ragazze si scambiarono.
Entrati in cucina, tirai fuori la pentola e la riempii d’ acqua; mentre la mettevo a bollire e salavo il contenuto mi girai verso Harry, che mi stava guardando appoggiato allo stipite della porta, devo dire in modo molto, molto sexy, con uno sguardo che mi bloccò il cuore per qualche secondo.
Scossi la testa per ritornare alla realtà e gli dissi:
Harry, per favore tireresti fuori i pacchetti che sono nel frigo ?” gli chiesi sorridendo
Certo … ecco qui” mi disse chiudendo il frigo e appoggiandoli vicino a me
Grazie Riccio …” ringraziai cominciando ad aprire i pacchetti
Sai che mi piace davvero tanto quando mi chiami Riccio ?” mi disse rivolgendo il mio viso verso il suo con la mano
Mi sentivo un bel po’ in imbarazzo, infatti divenni immediatamente rossa e non riuscii a spiccicare nessuna parola.
Questa mia reazione gli provocò uno splendido sorriso; continuò:
Sei bellissima anche quando diventi tutta rossa, lo sai ?
Non sapevo che fare, dentro di me sentivo il mio cervello che ballava la zumba e contemporaneamente il cuore che gli batteva il ritmo. Non potete immaginare quanto quello che mi stesse dicendo mi faceva piacere, non ci potevo credere.
Decisi che non potevo rimanere lì come una broccola, misi da parte la timidezza e la paura e gli risposi; inoltre per farmi coraggio foderai uno dei sorrisi migliori che potessero esistere che esprimeva tutte le emozioni che stavo provando:
Grazie … cioè … no non lo sapevo … ma … emhh … anche tu … cioè … oddio sembro un’ idiota
In realtà questo non era proprio ciò che avevo in mente di dirgli, ma non sono riuscita collegare un discorso più sensato.
Mi sentivo talmente in imbarazzo che mi spostai immediatamente e andai ad aprire il frigo cercando qualcosa; non avevo bisogno di nulla,ma mi serviva una specie di scusa per uscire da quella situazione.
Intanto stavo cominciando a maledirmi, chiedendomi perché ero così stupida e così timida da non riuscire a rispondere normalmente alle persone … e riuscivo in ogni situazione a fare sempre figuracce che non avrei mai augurato a nessuno.
Sentii che Harry si era spostato, si era appoggiato alla porta del frigo e la stava chiudendo; mi spostai per evitare di venire colpita; me lo ritrovai davanti, mi fece indietreggiare e, bloccata dalla porta del frigo, mi bloccò ai lati con le sue braccia.
Non avevo via di scampo, dovevo assolutamente guardarlo negli occhi … e questo era il suo intento.
Non volevo cedere allora guardavo qualcosa di non identificabile sul pavimento. La sua mano si avvicinò di nuovo a me e mi tirò su il viso.
Stava sorridendo; un sorriso stupendo, che mi tranquillizzò e che mi mise immediatamente a mio agio.
Mi persi nel colore del suoi occhi, delineai con lo sguardo il contorno delle sue labbra e mi venne una voglia irrefrenabile di baciarle … probabilmente stava pensando la stessa identica cosa, poiché ci stavamo avvicinando sempre di più, sempre di più sempre di più …
Ma qualcosa ci interruppe; sentimmo un rumore provenire dal fornello; ci voltammo di scatto e vedemmo l’ acqua che stava strabordando perché mi ero distratta.
Passai sotto il suo braccio e corsi ad abbassare la fiamma, dopo pochi secondi buttai i casoncelli e misi il timer.
Tornai esattamente dov’ ero prima e lui, lui non si era mosso affatto, nemmeno di un centimetro.
Sorridendo gli dissi:
Se mi distrai il pranzo non si farà … e poi chi lo sente Niall ?!
Mi sorrise a sua volta e mi disse, per tutta risposta:
A Niall basta che dai un panino e sta zitto per un po’ … per l’ altro fatto … beh che ci posso fare se appena ti vedo non posso fare altro che provare a baciarti
In quel momento sentii le gambe ammollarsi un po’, ma decisi di rispondere … di fare un po’ la ragazza sicura di sé e allora gli dissi:
Beh se è per questo … mi fai lo stesso effetto
Ci sorridemmo a vicenda e poi ricominciammo ad avvicinarci, questa volta però non ci fu nessuno che ci disturbò e finimmo per baciarci.
Non fu un bacio passionale, fu un piccolo bacio semplice, quasi infantile dove io appoggiai la mia mano sul suo petto e lui mi tirò a sé con le mani.
La cosa più piacevole fu il piccolo morso che mi lasciò sul labbro inferiore dopo.
Sentimmo dei bisbigli e, poi, una tosse forzata provenire dal salotto; allora ci girammo e notammo che tutti ci stavano guardando … di nuovo.
Calò un silenzio un po’ imbarazzante, che fu rotto dal rumore del timer che suonava.
Ok … allora io vado a scolare e a condire …” dissi con tono poco convinto guardando ancora di visi che fino a un minuto prima ci avevano osservati manco fossimo un film romantico.
Ti do una mano” disse Harry
Tirai fuori dal cassetto lo scola pasta e feci fare il lavoro “duro” a Harry, mentre io tiravo fuori il burro e tagliavo la salvia dalla piantina che avevo sul balconcino.
Misi a fondere il burro e, finito il condimento, rovesciai tutti i casoncelli in una ciotola molto capiente e il condii.
Li portai in tavola.
Evviva !!! Si mangia !!!” esclamò Niall
Dopo aver servito la porzione a tutti e dopo che Niall ebbe fatto il bis sparecchiai insieme a Harry. Mentre stavamo mettendo via i piatti nella lavastoviglie mi disse:
E’ stato un pranzo molto piacevole, non trovi ?!
Molto … mi ha fatto davvero piacere avervi qui … e la giornata non è ancora finita” gli risposi con un sorriso
La vostra cucina è fantastica … avete una cultura stupenda
Lo penso anche io, ti ringrazio … in effetti penso che sia davvero un paese stupendo
Ehi guarda ...” mi disse indicandomi i ragazzi “… sembra che si trovino bene insieme alle tue amiche
Mi voltai e piacevolmente notai che la Ale e Niall erano seduti vicini che ridevano e scherzavano, un po’ separati dal gruppo; mentre la Ely, Liam, la Gaia e Zayn e Louis erano tutti insieme a parlare di musica e viaggi.
Guardandoli mi venne da sorridere pensando a quanto dovevano essere felici … e pensare che un po’ della loro felicità era anche merito mio mi faceva sentire benissimo.
Ritornai a mettere via i piatti; feci partire la lavastoviglie.
Ci sedemmo al tavolo della cucina, prima di tutto perché non li volevamo disturbare e poi perché volevamo rimanere da soli.
Cosa ti piacerebbe fare nel pomeriggio ?” gli chiesi
Beh la città l’ abbiamo già vista un po’ … siamo arrivati ieri … quindi …
Aspetta … voi siete qui da ieri ?!” dissi presa in contropiede
Si … cioè da ieri notte … siamo arrivati tardi per evitare di essere visti e infastiditi” mi rispose
E perché non me l’ hai detto ?” gli chiesi
E’ stato tutto improvviso, in teoria saremmo dovuti arrivare stamattina, mollare le valige e poi venire da te, ma i manager hanno deciso di portarci prima …
E spiegami come avete fatto a vedere la città ?
Quando ieri siamo arrivati dal finestrino qualcosa … e poi dalla camera dell’ albergo
Cioè tu credi di aver visto una città attraverso un finestrino e una camera d’ albergo ?! E sentiamo … dove alloggereste ?” gli chiesi con una faccia della serie *mi prendi per il culo*
Io ti ho detto che l’ ho un po’ vista, non ho detto che l’ abbiamo vista bene … e comunque alloggiamo al Vittoria” disse con fare di chi si arrampica sui vetri
Cavolo … l’ albergo migliore della città … e per di più in pieno centro. Va be’ un po’ ti do ragione … da lì qualcosa del centro la vedi … comunque io stavo pensando a qualcosa di un po’ isolato
Che cosa hai in mente piccola ?!” mi chiese con sguardo malizioso
Scoppiai a ridere.
Scemo … per isolato non intendo quello … cioè sì … nel senso un posto dove non vi possano disturbare, ma bello … ce ne sono fuori Brescia … poco fuori … fidati” gli dissi facendogli l’ occhiolino
Allora andata … lo diciamo ai ragazzi ?” mi disse con un sorriso
Annuii. Ci spostammo in salotto dove i ragazzi stavano ancora scherzando.
Coraggio … muoviamoci … io e Harry abbiamo pensato a cosa fare tutti insieme. Preparatevi” esclamai tirando per un braccio Gaia
Harry di che si tratta ?” chiese curioso Louis
E’ una mezza sorpresa anche per me …” affermò il Riccio
Ire di che si tratta ?” ripeté la domanda Tommo, questa volta rivolgendosi a me
Non ve lo dico, è una sorpresa … per tutti” dissi con un sorriso furbetto
Erano tutti in fibrillazione, perché si sa che le sorprese mettono sempre quella leggera ansia molto piacevole.
Trascinai le mie amiche in camera mia dove aprii un cassetto e tirai fuori tutti i costumi da bagno che avevo. Li indicai e dissi:
Forza … sceglietene uno
Mi stavano guardando con fare interrogativo e allora decisi di essere un po’ più chiara, ma di rimanere comunque abbastanza misteriosa.
Prendete un bikini … ci servirà per dove stiamo andando
Non sembravano molto convinte … capii che dovevo spiegare bene doveva andavamo.
Ok … allora stavo pensando di andare in un posto un po’ tranquillo in modo da stare tranquilli, appunto, e da non essere disturbati da fan scatenati. Proprio per questo io e Harry abbiamo concordato di andare un po’ fuori Brescia e io avevo pensato di andare sulla riva del Po … una volta ero andata coi miei; in un punto molto isolato con l’ acqua bella, senza troppa corrente e dove si poteva fare il bagno … e stavo pensando che avremmo potuto organizzare noi ragazze una specie di battaglia … e per questo vi ho detto di mettervi i bikini sotto … capite ?!
Vidi i loro visi trasformarsi; cominciarono a saltellare e dire quanto quest’ idea gli sembrava fantastica. Ci cambiammo in fretta e poi tornammo dai ragazzi.
Eravamo pronti per uscire. Controllai di aver spento tutte le luci e che tutte le finestre fossero chiuse. Andai in camera dei miei a salutare i miei 3 gatti. Harry si accorse che c’ erano dei gatti in casa … e mi chiese se poteva vederli per pochi minuti, naturalmente gli diedi il permesso e notai che appena entrò nella stanza e cominciò a giocare con Rubino il più piccolo, nonché il mio preferito, lo faceva con una tale naturalezza, tenerezza e spontaneità che mi salirono addirittura le lacrime agli occhi … era bellissimo.
Si accorse che qualcosa in me non andava, ma non poté chiedermi nulla perché Tommo spuntò dalla porta dicendoci che dovevamo andare.
Erano le 14.00 ed eravamo pronti a partire, questa volta veramente.
Arrivati alla macchina ci ponemmo un mega problema: chi avrebbe guidato ?
Ci guardammo a vicenda; per forza i ragazzi perché noi ragazze non avevamo ancora la patente, solo che in Inghilterra il senso è opposto a quello dell’ Italia … quindi o non ci muovevamo o rischiavamo di andare in contromano.
Louis propose con il suo irresistibile tono da bambino la soluzione più ovvia:
Guido io … che difficoltà c’è ? Alla fine devo stare sulla sinistra no ?!
Destra …” dicemmo io e le mie amiche
Si … intendevo quello … cioè a destra” disse cercando di riparare alla gaffe appena fatta
Ci guardammo tutti a vicenda … e accettammo; ci saremmo divertiti … dovevamo solo evitare di schiantarci …
Salimmo in macchina e Louis mise in moto … gli ci vollero un po’ di minuti per mettersi a suo agio con la posizione della guida, ma la capì velocemente … quella … il verso di guida mica tanto, infatti si mise subito sulla sinistra.
A destra Louis … destra … dall’altra parte
All’ inizio andammo molto lenti, ma giusto il tempo di capire il verso giusto che cominciammo ad acquistare velocità.
Il prossimo step/pericolo era l’ autostrada … fortunatamente non avemmo nessun tipo di problema; era stato davvero bravo, si era adattato alla perfezione con una velocità impressionante.
Arrivammo nel posto designato verso le 15.00.
Parcheggiammo la macchina. Tutti mi guardavano come se fossi una specie di guida; in effetti lo ero solo io, in teoria, sapevo di cosa si trattava il piano organizzato.
Li feci camminare per pochi metri e poi dissi a tutti di chiudere gli occhi. Ci prendemmo tutti per mano, come in fila indiana ed io, naturalmente, ero davanti con gli occhi aperti.
Arrivati a destinazione, mi fermai, ma non diedi il permesso a nessuno di aprire gli occhi.
Separai i ragazzi ma li lasciai vicini. Contai fino a tre e diedi il permesso di aprire gli occhi.
Il panorama che ci si parò davanti era mozzafiato. Eravamo su una riva verde del Po, davanti a noi c’ era la bellissima e limpida acqua che era la caratteristica del luogo, non si riusciva a vedere la riva opposta e questo dava un senso di respiro, di libertà come il mare.
L’ acqua risplendeva e rifletteva i raggi del sole facendo un gioco di trasparenze e colori che ogni volta mi calmava dentro.
Eravamo circondati da alberi, come una specie di radura, dove si sentivano gli uccellini cinguettare.
Erano tutti rimasti a bocca aperta … ero soddisfatta, era quello il mio intento.
Stavo ancora contemplando il panorama magnifico che ci circondava, quando sentii la calda e grande mano di Harry avvicinarsi alla mia e sfiorarla, come in richiesta di un permesso; io, non distogliendo lo sguardo dall’ orizzonte, avvicinai la mia a quella e la intrecciai alla sua che si strinse.
Ci guardammo negli occhi, non c’era bisogno di dire nulla …
Tutto quello che si poteva dire era nei nostri occhi …
Tutto era nei nostri occhi …


Angolo dell’ autrice

Ciaooo
Beh eccomi tornata, con un capitolo lungo lungo …
Ci ho pensato tanto e questo è ciò che ne è uscito …
Aggiornerò presto, e poi tra un po’ c’è anche il ponte di Halloween in cui prevedo di “partorire” almeno 2 capitoli.
Fatemi sapere cosa ne pensate
Nene xx

 

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Capitolo 8
*** Last Saturday night ***




Last Saturday night

 

Gli sorrisi e gli feci cenno di avvicinarci alla sponda, vicino all’ acqua; vidi un sorriso nascere sul suo viso, che interpretai con un assenso.
Dai ragazzi, avviciniamoci all’ acqua … stendersi al sole sentendo il rumore del fiume è molto piacevole, credetemi” dissi, riferendomi a tutto il gruppo.
Non eravamo nemmeno a metà strada, quando sentii bisbigliare il mio nome. Girai di poco il mio viso, giusto per vedere chi mi avesse chiamato.
Non mi stupii di vedere le mie amiche che mi stavano facendo cenno di avvicinarmi a loro; gli lanciai un’ occhiataccia, proprio perché non avevo nessuna voglia di staccarmi dalla mano di Harry.
Cercai di farglielo intendere, ma a loro non interessava. Dopo aver emesso un leggero sbuffo di disapprovazione mi girai verso il mio riccio e gli dissi:
Harry, scusami un secondo, mi stanno chiamando …
Tranquilla, basta che torni presto, voglio averti con me” mi disse sorridendomi e facendomi un occhiolino.
Gli diedi un bacio sulla guancia e corsi dalle mie amiche che si erano fermate un po’ prima.
Perché mi avete chiamata così insistentemente ? Non avevate capito che non avevo nessuna intenzione di spostarmi da lì ?” dissi con un tono finto-arrabbiato.
Si che lo avevamo capito, ma non ci importava. Noi stavamo parlando e ci era venuta quest’ idea: dato che fa un caldo terribile, e dato che noi sotto abbiamo i bikini perché non facciamo uno scherzo ai ragazzi cogliendoli di sorpresa bagnandoli ?! Così riusciamo a che a farci un bel bagno” mi dissero con un sorriso a 32 denti.
E voi mi avete chiamata per questo motivo ?! … beh però devo ammettere che non è una cattiva idea” replicai sorridendo.
Allora ? Lo facciamo” chiese Alessia.
Io sono a favore” dissi.
Noi pure” affermarono con decisione la Gaia e la Ely.
Bene … allora adesso noi torniamo da loro, aspettiamo il momento opportuno e poi li bagniamo, ok ?” asserì Alessia.
Tornammo dai ragazzi, che si erano sdraiati sulla sponda; con molta nonchalance ci sedemmo con loro e notai, con immenso piacere, che Harry mi aveva riservato un posto accanto a lui.
Aspettammo qualche minuto, ma non si presentò mai l’ occasione opportuna allora, dato che le mie amiche si stavano spazientendo, decisi di crearla.
Sentite vi va di fare una cosa ?” chiesi.
Tutti mi guardavano con fare interrogativo.
Allora, chiudiamo gli occhi, ascoltiamo i rumori attorno a noi e viaggiamo con la fantasia … in silenzio” dissi.
Notai che i ragazzi lo fecero immediatamente; io e le ragazze ci guardammo furbescamente e silenziosamente ci alzammo.
Ci avvicinammo all’ acqua; lasciammo i vestiti a riva e tirammo fuori dalla borsa 4 bottigliette che ci eravamo portate dietro.
Armate tutte di una bottiglietta piena, cominciammo ad avanzare silenziosamente e ci posizionammo sopra i ragazzi. Ci scambiammo un sguardo di intesa e rovesciammo l’ acqua sopra i ragazzi,urlando in coro:
1,2,3 … gavettoni !!!!”
Appena sentirono la nostra voce urlare,aprirono gli occhi, ma non ebbero nemmeno il tempo di realizzare, che già l’ acqua li aveva colpiti e imbrattati.
Ebbero tutti reazioni diverse: Zayn si preoccupò del suo adorato ciuffo oramai spiattellato sul suo viso perfetto; Liam cominciò a sbraitare che eravamo delle immature; Niall si preoccupò dei suoi vestiti fradici; Louis fu quello che la prese con più entusiasmo ridendo come un bambino e rivendicando, scherzosamente, vendetta; Harry, guardò i suoi abiti fradici, guardò la bottiglietta vuota nella mia mano, guardò il mio viso e mi sorrise divertito.
Io stavo per chiedere di fare il bagno tutti insieme.
Successe tutto molto in fretta; i ragazzi si guardarono a vicenda, si sorrisero e poi si voltarono verso di noi; tempo 2 secondi che vidi Harry fiondar misi addosso e prendermi in braccio.
Istintivamente mi aggrappai al suo collo, per evitare di cadere. Corse verso il fiume e mi buttò dentro. La stessa cosa fecero gli altri.
Riaffiorai e notai Harry, che mi stava davanti, ridere. La prima cosa che notai, sinceramente, furono i suoi muscoli che venivamo maggiormente evidenziati dalla maglia chiara attillata al suo busto, poiché bagnata. Poi mi spostai alla sua testa, notando che i suoi magnifici ricci erano per metà fradici e a ciuffi appiccicati al suo viso; era talmente buffo che mi fece scoppiare a ridere.
Notando la mia risata mi chiese:
Perché ridi ?
Perché dovresti vedere come sei conciato … e tu perché ridi ?” gli chiesi.
Perché dovresti vedere come sei conciata …” mi rispose.
In effetti, mi aveva buttata talmente in fretta e io ero ritornata a galla talmente in fretta che tutti i miei capelli adesso erano attaccati disordinatamente al mio viso, probabilmente avevo l’ aspetto di un uomo che non si radeva da mesi … non potevo dargli torto se rideva.
Decisi che rimanere lì a guardarci e a ridere non era poi così divertente, allora mi immersi nuovamente, questa volta però tirandomi i capelli indietro quando riaffiorai.
Non avevo fatto nulla di che, ma notai che il suo sguardo non era più divertito, ma era interessato, anzi molto interessato. Naturalmente me ne accorsi e gli chiesi sorridendo:
C’ è qualcosa di bello da guardare ?
Senza neanche degnarsi di cambiare espressione mi rispose:
Si … tu
Ah si ?!” gli domandai con sguardo un po’ malizioso.
” mi rispose, anche lui con sguardo furbo.
Questo “gioco” mi divertiva, ma in mente avevo altri progetti:
Ehi guarda lì dietro” gli dissi con tono allegro.
Cosa c’è ?” chiese lui, girandosi.
Appena si rigirò verso di me, gli tirai addosso un’ andata d’ acqua che quasi lo sommerse e che gli appiattì tutti i ricci, allisciandoli, sul volto.
L’avevo colto di sorpresa; quello era il mio intento.
Non aveva gradito lo scherzo:
Non dovevi farlo … adesso me la paghi” mi disse, avvicinandosi a me.
L’acqua fortunatamente lo rallentava, così ebbi il tempo di scappare … o almeno ci provai. Aveva le gambe decisamente più lunghe delle mie e poi era anche più forte di me, infatti mi raggiunse nel giro di poche falcate.
Mi tirò su e mi affondò nella distesa acquosa, questa volta buttandosi anche lui con me.
Sentivo le sue forti braccia che mi circondavano.
Riaffiorammo dopo poco, ma non soddisfatti cominciammo a spruzzarci e a bagnarci ulteriormente, ridendo come due bambini.
Sentimmo delle grida vicino a noi, ci girammo e notammo Niall che aveva appena buttato in acqua Alessia; Zayn che stava rincorrendo Gaia sulla riva; Louis e Liam che, insieme, erano sul punto di lanciare Elisa nell’ acqua più profonda.
Sorridemmo entrambi, guardando quello spettacolo comico; poi Harry mi si avvicinò e mi tese una mano chiedendomi:
Che ne dici se andiamo a fare una passeggiata, da soli, tentando di asciugarci al sole ?
Dico che è una splendida idea” risposi porgendogli la mia mano e sorridendogli.
Dopo averla stretta nella sua, mi aiutò ad uscire dall’ acqua e poi ci allontanammo dal gruppo, passeggiando tra l’ erba e i sassolini.
Non camminammo molto; trovammo subito un posto tranquillo e molto carino.
Eravamo sempre sulla riva, ma circondati dal verde, dagli alberi e dai cespugli. Sembrava una radura incantata.
Harry mi fece cenno di sdraiarci sotto il sole e io acconsentii senza mai staccarmi dalla sua mano.
Il sole caldo bagnava i nostri corpi vicini; la bellissima sensazione della luce solare che si espande sul corpo era amplificata dal fatto che le nostre mani erano unite.
Avevo gli occhi chiusi, stavo ascoltando il rumore delle piccole onde che si infrangevano sulla riva, il suono del vento tra gli alberi, mi stavo fondendo con l’ ambiente, mi stavo rilassando …
Quando, tutt’ a un tratto, Harry esclamò:
Un drago !!
Aprii gli occhi di scatto e mi alzai velocemente col cuore che batteva all’ impazzata, per il forte spavento.
Notò il mio sguardo un po’ sconvolto e scoppiò a ridere.
Stavo solo guardando le nuvole e giocando con la fantasia … tranquilla non è successo nulla” mi disse, ridendo.
Cominciai a ridere a mia volta, dopo aver capito cosa era realmente successo.
Lo faccio anche io questo gioco, è bellissimo
Ti va se lo facciamo insieme ?” mi chiese.
Certo che mi va …” gli risposi con un sorriso.
Mi risedetti accanto a lui, questa volta non eravamo straiati, ma seduti, ed eravamo più vicini di prima. Le nostre mani si erano cercate senza che ce ne fossimo accorti.
Dopo poco, mi accorsi che si stava avvicinando al mio collo, pensai che volesse baciarmi lì, ma ebbi una sorpresa … perché mi stava annusando.
Mi girai lentamente verso di lui e lo guardai. Alzò i suoi splendidi occhi magnetici verso i miei e sorrise.
Che stai facendo ?” gli chiesi con tono quasi divertito.
Ti stavo annusando, oggi quando ci siamo abbracciati ho sentito il tuo profumo che mi ha praticamente fuso il cervello” rispose ridendo.
Spero in senso buono …” replicai sempre col sorriso sulle labbra.
Non potrebbe essere altrimenti, tutto di te mi provoca effetti devastanti, ma che sono positivi” disse continuando a guardarmi dritto negli occhi.
Beh se è per questo … lo stesso effetto me lo ha fatto il tuo collo, o meglio” precisai notando il suo sguardo malizioso “il profumo sul tuo collo
Ritornai a guardare le nuvole; dopo pochi istanti Harry disse:
Chanel n°5
Io mi girai lentamente verso il suo viso.

Solo allora si girò verso di me.
Perché ?
Perché è il mio profumo preferito” gli risposi sorridente.
Cosa te lo fa dire ?
Il fatto che è l’ unico profumo che quando porto mi fa sentire completamente vestita e …” mi fermai.
E … ?” mi incitò a continuare.
E quando lo indosso mi sento forte, più sicura di me … lo so è stupido” affermai distogliendo lo sguardo per l’ imbarazzo.
No, non lo è anzi, lo penso anche io” mi disse alzandomi il viso e sorridendomi.
La conversazione sembrava finita; lui si girò nuovamente per guardare l’ acqua; ma io non avevo ancora finito:
Bleu Chanel” dissi piano
Lo vidi sorridere e poi, girasi verso di me.
Hai un buon olfatto piccola” mi disse.
E’ un ottimo profumo … e devo dire che ti sta alla perfezione, lo porti come se fosse stato creato apposta per te” continuai
Ti ringrazio, mi fa piacere che tu mi dica questo anche perché per me è importante dato che la penso esattamente come te sui profumi e le persone” concluse.
Mi limitai a sorridergli. Poi lo vidi avvicinarsi, pericolosamente …
Sai, indossata da te quella fragranza ha un effetto strano su di me, come una droga, quindi …
Mi rendevo perfettamente conto di quello a cui si stava riferendo e la cosa non mi dispiaceva, affatto.
Purtroppo udimmo qualcuno che si stava muovendo tra il fogliame; ci girammo di scatto.
Sentimmo qualcuno litigare bisbigliando. Le voci erano dei nostri amici.
Io e il riccio ci guardammo con sguardo complice.
Sgamati … ragazzi uscite ci siamo accorti di voi” dissi a voce abbastanza alta da farmi sentire.
Li vedemmo uscire con le ragazze che li stavano sgridando perché si erano fatti scoprire.
La prima cosa che mi saltò all’ occhio fu che mancavano Niall e Alessia.
Ragazzi dove sono Niall e Alessia ?” chiesi.
Credo che si siano appartati … come voi due d’ altronde” mi rispose Louis guardandoci furbescamente.
Tommo sta’ zitto” esclamò Harry.
Andiamo a cercarli ?” proposi.
Dai, che così li disturbiamo, come abbiamo fatto con voi !!” esclamò entusiasta Louis.
La seconda cosa che notai furono le mani di Gaia e Zayn intrecciate come quelle di me e Harry.
Tirai leggermente la manica della T-shirt di Harry e gli indicai, silenziosamente, la coppietta poco più avanti a noi.
Sorrise e ci scambiammo uno sguardo colmo di curiosità e felicità per loro.
Camminammo per un po’ tutti insieme, poi finalmente li trovammo. Si erano anche loro nascosti in un luogo tranquillo come il nostro, ma non in riva al fiume;erano sotto un’ albero bellissimo, che creava l’ atmosfera perfetta.
Notammo che si stavano tenendo per mano e che piano, piano si stavano avvicinando l’ uno all’ altra.
Dentro di me stavo scoppiando, eravamo capita proprio nel momento clou della situazione e stavo sperando con tutta me stessa che i ragazzi non li disturbassero. Quello era il loro momento e non dovevamo rovinarglielo.
Appena notai le due figure unirsi in quel punto emisi uno dei miei soliti versi, contemporaneamente al riccio che emise invece un “Vai Nialler”.
Si accorsero quasi subito della nostra presenza, anche perché Louis non si risparmiò con il tono della voce per mostrare il suo entusiasmo.
Si alzarono mano nella mano e vennero verso di noi.
Appena ci fummo riuniti guardammo l’ orologio: erano le 17.00.
Il tempo era passato velocissimamente in compagnia dei ragazzi; ma era ora di tornare indietro. Noi ragazze i rivestimmo e tornammo alla macchina.
I posti in macchina erano scontati: Niall, Harry e Zayn dietro; Liam e Louis davanti e rispettivamente Alessia, io e Gaia sopra di loro dietro; Elisa davanti sopra Liam.
Morivo dalla voglia di chiedere a Gaia cos’ era successo, ma purtroppo Zayn era così vicino e non mi sembrava il caso di iniziare una conversazione di quel tipo vicino a lui e cioè il diretto interessato; mi limitai a farle un buffetto sulla mano, non facendomi notare dal moro, in modo che mi guardasse e poi indicai con gli occhi lei e poi Zayn.
Mi sorrise, diventando rossa il viso, e da quel semplice segno capii tutto quello che c’era da capire.
Il viaggio non fu affatto un problema, poiché Louis si ricordava perfettamente che doveva stare sulla destra; anzi fu pure più divertente perché continuammo a ridere e scherzare.
Ritornammo sotto casa mia. Nessuno voleva lasciare nessuno e io più di tutti. Non potevo pensare che non avrei più rivisto Harry, o almeno non subito.
Ci eravamo spostati un po’ per poterci salutare senza essere disturbati.
Allora … è arrivato il momento dei saluti” dissi con tono poco convinto.
Si … purtroppo sì” rispose lui con fare mogio.
Mi mancherai tanto” risposi diventando tutta rossa in volto.
Sei bellissima quando arrossisci … anche tu, molto” disse sorridendo.
Sorrisi a mia volta, anche perché non sapevo che altro dire; mi sentivo triste, perché questa giornata era passata troppo in fretta e io non avrei più avuto tanto presto un’ occasione per passare del tempo con lui, insieme.
Sentivo già la sua mancanza, anche ora che era davanti a me, poiché già sapevo che dopo pochi minuti non ci sarebbe già più stato.
Mi distolse da questi pensieri tristi facendomi una domanda che mi spiazzò:
E se per stanotte state da noi ? Cioè noi stiamo qui fino a domani mattina e prima di pranzo partiamo; perché ci dobbiamo salutare ora se poi rimaniamo nella stessa città per altre 12 ore ?” mi chiese con un sorriso smagliante.
Il mio viso cambiò completamente cera, il sorriso che mi nacque era di pura felicità.
Avevo talmente tanta energia positiva in corpo che non riuscivo a connettere i neuroni. Cominciai ad agitare le mani e a saltellare, tentando di emettere suoni che non uscivano dalla bocca.
Sentivo che stavo facendo proprio la figura della demente, ma non mi importava affatto.
Sul suo viso il sorriso si allargò ulteriormente. Si accorse che non ero in grado di formulare una risposta e allora mi aiutò:
E’ un sì ?
Il mio cervello capì che dovevo dire dì si, ma quella parola che in un altra situazione avrei detto senza esitazione, in quel momento mi sembrava la cosa più difficile da pronunciare; allora mi limitai ad annuire continuando a saltellare.
Ad un certo punto gli saltai al collo e comincia a dirgli all’ orecchio:
Si,si,si … si, si … sì !!” dissi soddisfatta, come se avessi appena portato a termine una delle 12 fatiche di Ercole.
Si girò verso i ragazzi che avevano ancora la faccia sconvolta per la mia reazione, soprattutto perché non avevano la minima idea di cosa l’ avesse scatenata.
Harry spiegò la situazione e il piano che aveva in mente. Appena ebbe finito le mie amiche ebbero più o meno la mia stessa reazione.
Si calmarono dopo una decina di minuti.
La prima cosa da decidere era cosa avremmo fatto con le mamme:
Glielo diciamo ?” chiese la Ely.
Ragazze io vi avviso che mia mamma non credo sarebbe contenta se dormissi in una stanza d’albergo con 5 ragazzi … soprattutto se sono gli One Direction” affermò Alessia.
Anche la mia … mi ha permesso di invitarli a pranzo e già questo era un miracolo, io non tirerei troppo la corda” dissi.
Usiamo il piano circolare” esclamò Gaia, come presa da un idea brillante, tipo quelle con cui ti si accende la lampadina “diciamo alla mamma della Ire che siamo da me a dormire e alle altre diciamo che siamo dalla Ire, tanto le nostre mamme non si parlano e non lo verranno mai a sapere
Hai ragione non ci avevo pensato !” esclamò la Ale.
Ok … allora ora le chiamiamo” disse la Ely.
Giusto il tempo di fare quelle telefonate, che il piano era filato liscio come l’ olio.
Salimmo su in casa giusto per toglierci il bikini e prendere lo spazzolino da denti. Ci fiondammo giù dalle scale e risalimmo subito in macchina.
Fortunatamente n0n incontrammo mai vigili, se no avremmo beccato una multa salatissima, se non addirittura il ritiro della patente, ma tanto era quella di Louis.
Arrivammo in Hotel per le 19.00; salimmo immediatamente alla loro camera che era una suite megagalattica, a dire poco (per forza doveva contenere 5 ragazzi, ah no mi correggo, 4 animali e un essere umano)
La stanza comprendeva le 3 stanze matrimoniali dove dormivano Harry e Louis, Zayn e infine Liam; Niall preferiva il divano, compagno di nottate a paciugare davanti al televisore.
Appena entrammo sbarrai gli occhi per tanto lusso; appoggiammo le borse sul divano e cominciammo a guardarci attorno e ad esplorare.
I ragazzi si erano seduti e ci stavano guardando come si fa quando si portano animali nuovi in casa e si osservano per vedere come si relazionano in quel nuovo ambiente. Noi eravamo animali intenti a scoprire quel meraviglioso ambiente e questo probabilmente li divertiva … tanto.
Ci accorgemmo che si stavano osservando e ci mettemmo a ridere tutti quanti.
Ad un certo punto io interruppi tutti:
Ragazzi io ho fame … è ora di cena e ho fame
Anche io … Ire so già che andremo molto d’ accordo noi due” mi disse Niall, avvicinandosi e facendomi l’ occhiolino.
Che ne dite se ordiniamo in camera ?” propose Liam.
E se ci guardassimo un film dopo ?” chiese Zayn.
Dopo aver ricevuto un consenso generale Liam chiamò il servizio in camera e ordinò.
Ragazzi io vorrei cambiarmi per la cena, preferisco stare comoda” dissi “dove mi posso cambiare ?
Vieni con me … ti accompagno” mi disse il riccio con un sorriso.
Presi la mia borsa; lo seguii e notai che mi portò in una delle camere da letto che, intuii, fosse la sua.
Osservai il letto rifatto la mattina stessa e mi soffermai a immaginare il riccio dormire tra quelle candide lenzuola; ancora una volta fui distolta dai miei pensieri dal protagonista degli stessi.
Allora di là c’è il bagno con la doccia, nel caso ti serva” disse guarda domi maliziosamente.
Ci penserò” gli risposi.
Ah ti va di dormire con me stanotte ?” mi chiese.
Non proverai a impossessarti di me ?” dissi con tono ironico.
No, tranquilla, farò il bravo” disse ridendo.
Allora sì che mi va …” gli risposi sorridendo.
Si avviò alla porta mentre io mi stavo avviando al bagno; lo sentii gridare appena prima di chiudere la porta:
Se ti serve aiuto per la doccia … chiamami, tanto sono di là
Riuscii a immaginarmi il sorriso sghembo sul suo volte mentre pronunciava la frase e la risata che sicuramente gli era nata dopo averla pronunciata; non potei fare a meno di non scoppiare a ridere.
Misi il mio spazzolino nel barattolo sul lavandino, accanto al suo. Mi spogliai e rimasi solamente con l’ intimo.
Convinta che nessuno sarebbe entrato dalla porta uscii dal bagno coi vestiti in mano; li piegai e andai alla ricerca della mia spazzola nella borsa.
Dopo averla trovata cominciai a spazzolare i lunghi capelli. Improvvisamente entrò qualcuno dalla porta.
Mi girai di scatto, per poi accorgermi che era Harry.
Eravamo pietrificati. Lui bloccato sulla porta, chiusa, intento a farmi la radiografia e io bloccata con la spazzola ancora in mano che non sapevo cosa fare, mi sentivo divisa: da un lato avrei voluto sbraitargli contro, dall’ altro mi faceva anche piacere vederlo così interessato al mio corpo, che tra l’ altro ho sempre considerato indegno di essere osservato con voglia e desiderio.
Presi una decisione; raccattai la T-shirt che indossavo prima e tentai di coprirmi alla bell’ è meglio.
Lui si ridestò, come da un’ incantesimo, ma continuò imperterrito a guardarmi.
Con lo sguardo gli stavo facendo cenno di levarsi dai piedi, ma lui sembrava non capire … o forse non voleva capire …
Hai bisogno di qualcosa ?” chiesi un po’ spazientita.
Nono, forse sei tu quella che ha bisogno di qualcosa” affermò non avendo la minima intenzione di togliersi quel sorriso impertinente, ma terribilmente sexy.
Capii che forse aveva ragione, ma non volevo reggergli il gioco.
Hai ragione, nella fretta mi sono dimenticata il pigiama …
Non c’è problema, ti presto una maglia, ti andrà larga ma almeno ti coprirà abbastanza da non permetterti di distrarmi troppo” mi disse.
Bene … scegli quella che vuoi, non ho preferenze” gli risposi sbrigativa.
Lo vidi avvicinarsi a me, mi passò di fianco sforandomi il corpo impercettibilmente e spostandomi di poco la maglietta, ero quasi sicura che l’ avesse fatto apposta, ma feci finta di nulla per non dargli la soddisfazione.
Si avvicinò all’ armadio e mi lanciò una maglia grigia con un disegno stilizzato del Big Ben. Appena l’ afferrai, feci involontariamente cadere la maglia che usavo per coprirmi, la quale era attaccata molto precariamente al mio corpo.
Non me ne preoccupai più di tanto, ma indossai immediatamente l’ altra.
Mi guardai nell’ enorme specchio che era nei pressi del letto. Non mi era enorme, ma abbastanza abbondante da coprirmi le mutande.
Mi girai verso il mio riccio che stava cercando di immaginarsi il mio corpo sotto quell’ indumento, che rappresentava un’ ostacolo.
Scommetto che è arrivato il servizio in camera … è per questo che sei venuto no ?!” gli dissi canzonandolo un po’.
Sì certo … era per quello se no per cosa sarei dovuto venire ?! sbrighiamoci su” mi disse leggermente imbarazzato.
Ah non lo so … dimmelo tu” gli dissi continuando a punzecchiarlo, mentre apriva la porta della stanza.
Non rispose a quell’ ultima domanda.
Entrammo nel grande salone, dove tutti erano già a tavola, ma ci stavano aspettando per mangiare, il più impaziente potete immaginare che era Niall.
Infatti appena ci vide spuntare dall’ imponente porta mi urlò contro:
Finalmente ! Ma non eri tu che avevi un sacco di fame ?
Io mi misi a ridere e gli risposi:
Hai ragione biondo ! Solo che ho avuto un piccolo contrattempo di là
Mentre dicevo ciò guardai Harry, che a sua volta, avendo capito il riferimento, si era voltato verso di me.
Mi stavo avviando alla tavola quando sentii qualcosa bloccarmi per un braccio.
Era la mano di Harry.
Mi si avvicinò all’ orecchio e mi sussurrò:
Ti preferivo senza la maglietta …
Mi vennero dei brividi sulla schiena, ma non lo diedi a vedere. Mi avvicinai al suo e gli risposi:
Me ne ero accorta
Poi mi allontanai; mi girai a metà strada tra la tavola e il riccio e dissi ad alta voce:
Grazie
Appena arrivati al tavolo Gaia mi chiese il motivo di quel “grazie” e mi limitai a dirle:
Te lo spiego dopo

La cena era squisita. Ci alzammo tutti sazi, Niall più di tutti.
Allora che film vediamo ?” chiesi io dopo essermi seduta in braccio a Harry, che mi accolse molto volentieri, sul divano.
Guardiamo quelli che ha la videoteca dell’ Hotel” disse Liam.
Allora … io direi che il genere fantascienza, spara e ammazza, politica, demenziali e storici sono out” affermò con decisione Gaia.
Rimangono i romantici, drammatici, commedie …” concluse Zayn.
Io proporrei Titanic … che ne dite ?” chiesi un po’ titubante.
Le ragazze erano tutte dalla mia parte, soprattutto per Di Caprio. I ragazzi non tanto, ma cedettero presto alle nostre lamentele da bambine capricciose.
Louis era per terra a gustarsi una ciotola di pop-corn;Elisa e Liam erano seduti l’ uno vicino all’ altro sempre per terra; Gaia era in braccio a Zayn che le stava sussurrando qualcosa all’ orecchio; io ero tra le gambe del riccio mentre guardavamo il film giocando con le nostre mani; Niall e Alessia stavano progettando qualcosa …
Verso metà film nessuno, tranne Louis, lo stava più seguendo. Tutt’ a un tratto sentii la Ale dire:
Io mi sto annoiando … perché non facciamo qualcosa ?
Io un idea l’ avrei” disse Niall.
Tutti noi alzammo i visi pressoché annoiati verso loro.
Notammo che non erano più al posto di prima, sul divano, ma erano invece in piedi che nascondevano 2 grossi cuscini dietro la schiena.
Capii immediatamente cosa avevano in mente e l’ idea mi piaceva assai.
All’ improvviso Alessia lanciò una cuscinata in testa a Louis; Niall la tirò invece a Zayn …
Nel giro di pochi minuti in quella stanza si era scatenata l’ ira di Dio. Non facevamo altro che rincorrerci e tirarci cuscinate a destra e a manca.
Dovunque ci girassimo c’ era qualcuno che ci tirava qualcosa in pieno viso.
La battaglia si spostò nella camera di Liam; io, Gaia e Elisa eravamo sul letto tentando di difenderci. Ci coprivamo le spalle a vicenda.
Senza nemmeno accorge mene un cuscino mi colpì in pieno viso con una tale potenza da farmi atterrare sul letto. Appena me lo tolsi di dosso scoppiai in una fragorosa risata che contagiò tutti.
Ok ragazzi, è ora di andare a dormire, domani dobbiamo partire” disse Liam.
Nessuno obbiettò, tanto sarebbe stato completamente inutile.
Si papà directioner” dissi io.
Si papà” dissero in coro i ragazzi.
Ci dirigemmo tutti nelle rispettive camere.
Appena Harry chiusa la porta della stessa alle nostre spalle, fummo immersi nel buio.
Harry dove sei ?” chiesi ridendo.
Non sentivo né risposta né movimenti.
Harry non fare lo scemo …” dissi, non più ridendo.
Guarda che mi spaventi …” continuai.
All’ improvviso sentii qualcuno prendermi in braccio di colpo e gettarmi e peso sul letto.
Cominciò a farmi il solletico (che io non sopporto) e io iniziai a muovermi come un piccola animale sotto tortura.
Non aveva intenzione di smetterla per quanto io glielo stessi chiedendo, quasi implorandolo. Mi facevano male tutto i muscoli del corpo e non riuscivo a respirare.
Non intendeva comunque fermarsi, allora decisi di ribellarmi cominciando a dargli dei colpi prima leggeri e poi sempre più forti per farlo smettere.
Ad un certo punto smise, ma non credo a causa dei miei colpi. Accese la luce e cominciò a ridere e a prendermi in giro.
Mi avventai su di lui cominciando a colpirlo per gioco, tanto sapevo che non gli avrei mai fatto nulla.
Mi bloccò i polsi proprio quando mi ritrovavo sul suo petto. Ci fissammo per qualche secondo; mi sentivo terribilmente attratta da lui in quel momento, ma non potevo cedere.
Così mi alzai e andai in bagno a lavarmi faccia e denti. Quando tornai si era sdraiato, aveva messo il braccio destro dietro la schiena e quello sinistro steso, come se mi stesse invitando a sdraiarmi accanto a lui. Mi ricordava un bronzo di Riace, in una parola ? Perfetto.
Mi sedetti acanto a lui, struccata. Mi osservò attentamente il viso e mi disse:
La tua bellezza risalta ancora di più se sei struccata …
Io gli sorrisi. Guardai l’ orologio: 12.00. Dovevamo assolutamente andare a dormire.
Riccio credo proprio che ora dobbiamo spegnere la luce … per dormire
Hai ragione
Detto questo, mentre si stava per allungare verso l’ interruttore, io mi avvicinai all’ incavo della sua ascella e mi accoccolai sul suo petto.
Sorrise per quel gesto inaspettato; spense la luce e ritornò al suo posto.
Sentii l’ altro suo braccio cingermi il fianco e avvicinarmi a sé, la mia risposta fu un ulteriore stretta verso il suo petto.
Mi addormentai cullata dal suono del suo cuore e dal profumo di mela verde del suo shampoo.


La mattina seguente mi svegliai accanto ad Harry, che però adesso dormiva a pancia in giù e che mi teneva stretta a sé attraverso il braccio destro.
Cercai di capire che ore erano. L’ orologio sul comodino segnava le 9.00.
Dalla stanza acconto non si sentiva nessun rumore. Dalla finestra penetravano alcuni raggi solari che illuminavano la camera quel tanto che bastava per vedere dove si andava a sbattere.
Mi stavo ancora abituando alla semi-luce, quando sentii la porta aprirsi cautamente. Vidi fare capolino Gaia che, vedendomi sveglia, mi fece cenno di seguirla nella stanza accanto. Alzai delicatamente il braccio del riccio cercando di fare meno rumore possibile per non svegliarlo.
Appena uscii le feci segno di stare in silenzio; passammo davanti a Niall e Alessia che dormivano abbracciati sul divano e a Louis che dormiva stravaccato per terra.
In punta di piedi uscimmo nell’ enorme terrazzo della suite. Chiudemmo la porta con enorme cautela.
Appena fummo sicure di non svegliare nessuno io le dissi:
Tu devi assolutamente raccontarmi qualcosa signorina !
Beh cosa vuoi che ti dica, ci siamo allontanati dal gruppo e ci siamo baciati …
La sua descrizione non fu molto lunga, ma dettagliata quanto bastava.
Subito dopo mi chiese il motivo del mio “grazie” della sera precedente e le spiegai tutto ciò che era accaduto nella camera prima di cena.
Finimmo di parlare e decidemmo di tornare nelle rispettive camere ad attendere che i ragazzi si svegliassero.
Tornai da Harry. Feci più piano che potei. La porta non emise un singolo rumore; era nell’ esatta posizione in cui l’ avevo lasciato; l’ unico problema era rimettermi sotto il suo braccio senza svegliarlo.
Mi sedetti sul letto, alzai delicatamente il braccio e mi ci infilai sotto. Non si mosse di un centimetro.
Non sapevo cosa fare allora mi misi a contemplarlo.
Aveva la faccia mezza nascosta dal cuscino e tutti i ricci perfetti sparsi sulla federa. Ogni tanto emetteva qualche rumore.
Osservai come il suo petto scendeva e saliva, scendeva e saliva seguendo il respiro. Era la cosa più normale per un essere umano, ma fatta da lui sembrava la cosa più perfetta dell’ universo.
Iniziai ad accarezzargli i ricci e ogni tanto la testa.
Stavo facendo ciò da un po’ quando vidi uno dei suoi splendidi occhi vispi, appannati da sonno, aprirsi e guardarsi intorno.
Emise un grugnito e si stiracchiò.
Buongiorno principessa” mi disse sorridendo.
Buongiorno orso” gli risposi sorridendo.
Che ore sono ?
Saranno le 9.30
Ma è stra presto !
Detto ciò mi abbracciò e mi ributtò sul letto con tutto il suo peso sopra di me.
Harry levati di dosso … subito
Perché ? Sei così comoda” disse ridendo con la faccia immersa nel cuscino.
Un secondo dopo la porta della stanza si spalancò ed entrarono Liam ed Elisa.
Ragazzi alzatevi, dobbiamo ordinare la colazione e poi prepararci per la partenza
Sapevo che se fosse stato per lui Harry non si sarebbe mosso nemmeno se si fosse verificato il terremoto, quindi riposi io:
Arriviamo subito, dateci 5 minuti
Ok, ma sbrigatevi !
Chiusero la porta ed io presi il riccio per un braccio tentando di farlo muovere, ma era troppo pesante.
Dai alzati
No, voglio rimanere a letto !
Alzati o ti mollo qui
E mollami qui !
Guarda che ti mollo sul serio … e per serio intendo serio
Guardò il mio viso, un po’ allarmato e avendo capito la minaccia si alzò e mi spinse fuori dalla camera.
Erano tutti a tavola e noi eravamo gli ultimi, di nuovo. La colazione era servita.
I ragazzi mangiarono ampiamente, comprensibile. Io mi limitai al mio immancabile cappuccino mattutino e ad una ciotola di cereali e yogurt.
Finimmo verso le 10.00, ma non c’era tempo per riposarsi, i ragazzi si dovevano muovere e io decisi di dare una mano ad Harry.
Mentre io gli svuotavo l’ armadio lui andò in bagno a prendere le sue cose, tra cui, lo spazzolino. Osservò i nostri spazzolini vicini. Sorrise.
Harry io ho finito
Ok, arrivo
La sua valigia era pronta, ma era rimasta fuori la maglietta che mi aveva prestato.
Cavolo ! Mi sono dimenticata la tua maglietta …
Tranquilla tienila, ti sta bene e avrai un mio ricordo … e poi mi fa piacere sapere che hai qualcosa di mio; così avrò anche una scusa per rivederti
Sei sicuro ? Anche se mi fa molto piacere tenerla … è bellissima
Fummo interrotti da Liam che entrò un po’ agitato:
Harry sbrigati, dobbiamo partite … subito
Cosa ?
Hanno anticipato la partenza … sbrigati !
In quel momento sentivo solo la necessità di aiutarlo a sbrigarsi.
Nel giro di pochi minuti tutti erano pronti.
Scendemmo giù nella sala principale.
Mi prese in disparte dagli altri.
Mi alzò il viso con la mano.
Ci guardammo negli occhi.
Non sapevo cosa dirgli, non mi sentivo abbastanza forte per fingere di sembrare felice per quello che stava per succedere. Mi sentivo vuota dentro. Lui tra pochi minuti non ci sarebbe più stato e la felicità che mi aveva colmata in quei giorni mi avrebbe abbandonata, forse per sempre.
Non potevo sapere se ci saremmo rivisti; magari avrebbe incontrato una ragazza più carina di me e la sottoscritta sarebbe finita nel dimenticatoio.
Capì tutto questo solo guardandomi negli occhi.
Mi sorrise e disse:
Non avere paura, non mi dimenticherò mai di te, oramai sei entrata a far parte della mia vita e non ti voglio lasciare. Mi mancherai, ma ci sentiremo …
Sentivo le lacrime salirmi agli occhi.
Vorrei trovare un modo per dimostrartelo …
Lo vidi pensare un momento. Gli si illuminarono gli occhi e lo vidi trafficare col suo polso e col mio.
Guardai ciò che aveva fatto: mi aveva messo un suo braccialetto.
Questo è un segno, questa è la prova, è una promessa … che rispetterò
Le lacrime oramai avevano iniziato a uscire. Sentivo di dover fare qualcosa, allora feci la stessa cosa che lui aveva fatto con me: gli misi un mio braccialetto.
Mi guardò con gli occhi brillanti.
Avvicinò il mio viso al suo e ci baciammo, questa volta nessuno ci disturbò … c’eravamo solo noi due … tutte le persone nella sala non esistevano … solo noi due.
Appena ci staccammo mi disse:
Vieni con me … intendo dopo il tour … vieni a Londra con me per tutto Agosto e torni prima dell’ inizio della scuola
Sorrisi emozionata per la proposta:
Certo che vengo con te … ma che domande Hazza” affermai decisa.
Probabilmente il fatto che l’ avevo chiamato con quel soprannome, il suo, gli aveva smosso qualcosa; mi sorrise in un modo con cui non lo aveva mai fatto.
Arrivò Liam a dirci che era arrivato il momento. Ci scambiammo un ultimo bacio veloce e poi lo vidi salire sulla macchina nera e sparire dietro il finestrino oscurato.
Ero triste, perché non era più lì con me, ma sapevo che l’ avrei rivisto entro pochi mesi e questo rendeva il magone meno pesante.
Ero felice, perché sentivo tra noi due stava nascendo qualcosa, qualcosa di importante … e non vedevo l’ ora di scoprire che risvolti avrebbe preso …








 

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Capitolo 9
*** You know I'll take You to another world ***




You know I'll take You to another world

 

Avete presente quando iniziano le vacanze estive che vi sentite liberi di fare tutto, di vedervi con gli amici, niente compiti o verifiche, solo mare, mare, mare e sole … tanto sole ?
Poi, appena inizi a divertirti veramente, appena di sembra di vivere la tua vita estiva appieno, ti rendi conto che è già Agosto e che tra poco ricomincia il solito tran-tran annuale: scuola, studio, verifiche, interrogazioni, esami … ?
Avete presente ? Beh a me è sempre successo, ogni estate di ogni anno, tranne quella.
Quell’ estate mi è successo proprio tutto il contrario; non potevano passare più lentamente queste vacanze. Probabilmente perché quell' Agosto per me avrebbe significato rivedere i ragazzi che da febbraio avevano sconvolto la mia vita, ma soprattutto avrebbe significato rivedere il mio Harry (lo chiamavo già mio nella mia mente, perché già sentivo importate il filo che ci legava).
Ogni giorno che passava segnavo un bel cuore rosso sul calendario, proprio come avevo fatto prima del loro concerto, quello stesso che mi aveva cambiato la vita. L’ unica cosa che mi permetteva di non scoppiare dalla voglia di affrettare il tempo era la determinazione che mettevo nello studio e soprattutto nel non perdermi ogni cosa che riguardava loro … lui. Lo so, magari lo troverete stupido, infondo chi si metterebbe a studiare durante le vacanze estive ? Io, perché tutte le volte che sono in ansia per qualcosa ho talmente tanta energia in circolo che sento di doverla canalizzare in qualcosa di produttivo, come lo studio, altrimenti andrebbe perduta.
All’ inizio non fu facile, ma poi il tempo passò talmente in fretta che nemmeno mi resi conto del passaggio del mio compleanno, nel cui giorno Harry e i ragazzi mi fecero recapitare a casa un mazzo di rose rosse, il mio fiore preferito, e un CD registrato da loro dove mi cantavano “Happy Birthday” e dove mi facevano gli auguri.
Ciò significava essere pericolosamente vicini alla data della mia partenza.
Infatti il resto di Luglio passò come un lampo tra uscite con gli amici, videoconferenze con tutti i ragazzi e week-end fuori città coi miei.
In men che non si dica mi ritrovai sull’ aereo diretto per Londra.
Ero appena salita; ancora tutta accaldata per la corsa appena finita, poiché i miei genitori avevano un concetto di “orariodipartenzaaereo” tutto loro.
Mancavano 20 minuti all’ imbarco, mi ricordo perfettamente l’ ansia di non farcela, infatti ancora oggi non ricordo come abbia potuto fare il check-in e riuscire a salire su quel dannato coso.
Stavo rischiando di perdere l’ aereo che mi avrebbe portata a Londra … in quel momento mi sembrava la cosa più importante della mia vita e non me lo sarei fatta sfuggire da sotto il naso per nessuna ragione al mondo … corsi come una deficiente per tutto l’aeroporto di Orio andando addosso a tutte le persone che come me stavano raggiungendo il loro imbarco.
Mi sarò tirata dietro un sacco di porconi e insulti, ma in quel momento la cosa che più mi interessava era non perdere il volo … avrei raggiunto Londra ad ogni costo, anche se avessi dovuto farmi tutto il Canale della Manica a nuoto.
Fortunatamente riuscii a pigliare il volo all’ ultimo minuto. L’ hostess mi stava guardano malissimo, ma me ne fregai altamente.
Appena presi posto cominciai a fare dei lunghi respiri per recuperare il fiato perso. Misi immediatamente il telefono in modalità aereo, così avrei potuto ascoltare la mia immancabile musica.
Appena prima di cambiare la modalità al telefono mi arrivarono 2 messaggi,sperai che almeno uno fosse o di Alessia o di Gaia perché nessuna delle due rispondeva più al telefono da un paio di giorni; uno proveniva dai miei:
Sei riuscita a prendere il volo visto ? Comunque scusaci, fai buon viaggio e salutaci tutti. Ti vogliamo bene
Nel momento in cui lo lessi sorrisi, gli risposi immediatamente:
Come fate a sapere che l’ ho preso il volo ? Ahah tranquilli sarà una vacanza fantastica. Vi saluterò tutti. Vi chiamo appena mi sistemo
L’ altro era del mio riccio:
Fai buon viaggio mia piccola principessa. Ci vediamo all’aeroporto tra un paio d’ ore Harry xx
Gongolai per bene appena l’ ebbi letto; non perché mi avesse stupito il suo gesto, anzi, ma la spontaneità e la dolcezza con cui aveva pensato quel gesto mi fecero sentire come dire … voluta.
Un po’ mi era spiaciuto che nessuna delle mie amiche mi avesse scritto, ma non ci pensai più di tanto, dovevo godermi la vacanza e Harry.
Avrei provato a chiamarle più avanti.
Il viaggio sembrò più veloce di quello che mi aspettavo; la musica era sempre la migliore compagna in tutti i casi.
Mi resi conto che stavamo per atterrare grazie ad una gentile vecchietta, che notando i miei auricolari e sospettando non avessi sentito il messaggio del pilota, mi distolse dal mio mondo perfetto con un leggero buffetto e mi avvisò della novità.
Giusto il tempo di mettere via le cuffiette che mi resi conto del fatto che nel giro di pochi, pochissimo minuti avrei rivisto il mio riccio dagli occhi smeraldo.
Cominciai ad andare in iperventilazione e la situazione non migliorò affatto quando mi avviai a prendere il bagaglio. Ogni azione che facevo era un gesto che mi avvicinava sempre più all’ incontro con Harry.
Appena scesa avevo rimesso il telefono nella modalità normale.
Dopo aver recuperato la mia enorme valigia, mi diressi nella sala dell’ enorme aeroporto dove c’erano tutti gli enormi tabelloni con i voli che continuavano a girare.
Mi ero proprio fermata al centro quando ricevetti una chiamata dal mio riccio preferito:
Ehi babe, sei atterrata ?” chiese con entusiasmo.
Direi di sì riccio, ma non ti vedo … dove sei ?” chiesi con un tono che lasciava trapelare un po’ di impazienza e ansia.
Girati principessa …” replicò ridendo.
Appena sentii quelle parole, come succede nei film, mi girai a rallentatore. Sapevo, anzi, i miei occhi sapevano esattamente chi cercare.
Nell’ esatto momento in cui essi scorsero quella massa di ricci color del cioccolato in mezzo alla massa di persone che mi muovevano e l’ attribuirono al ragazzo che stavo così impazientemente aspettando gli corsi in contro, lasciando la valigia in mezzo alle persone, incustodita.
Mentre correvo e mano a mano che mi avvicinavo a lui il mio cuore non faceva altro che aumentare i battiti e sentivo i miei occhi riempirsi di lacrime.
Aprì le braccia, pronto per ricevermi, e io gli saltai addosso, letteralmente.
Gli annusai il collo, per poi constatare felicemente che indossava ancora il suo profumo. Sentii le sue braccia stringersi attorno al mio corpo e avvolgermi delicatamente. Sentii la sua risata, provocata dal mio comportamento bizzarro, ma che non lasciava dubbio all’ immaginazione: l’ avevo fatto per la troppa felicità.
Lentamente mi spostai dal suo collo perché sentii che si stava allontanando; pensai che volesse sciogliere l’ abbraccio, invece voleva solo più spazio per potermi baciare.
Non appena sentii le sue morbidissime labbra a contatto con le mie, solo in quel momento, realizzai quanto mi era mancato in questi mesi che ci avevano separati.
Inizialmente era una bacio dolce, ma per quanto l’ apprezzassi, volevo di più e allora mi presi il “difficile” compito di approfondirlo; devo dire che il riccio non si tirò affatto indietro.
Eravamo circondati da persone che correvano perché il loro tempo scorreva sempre più veloce, mentre il nostro sembrava essersi fermato.
Questo era l’ effetto che mi faceva stare con Harry.
Non mi sentivo osservata, appunto perché ero convinta di avere attorno solo persone che dovevano prendere un volo o che dovevano aspettare altre che dovevano invece scendere in ogni caso persone che non conoscevo … ma mi sbagliavo.
Infatti, mentre noi eravamo ancora tutti intenti a dimostrarci quanto ci eravamo mancati reciprocamente, qualcuno ci interruppe:
Wow ragazzi andateci piano ! Infondo non vi vedete da 3 mesi o poco più … quando non vi vedrete per più di 4 mesi che farete in pubblico ?!
Avrei riconosciuto quella voce tra tutti: Louis.
Io e Harry ci staccammo immediatamente e ci mettemmo a ridere. Notai che mi aveva fatto un lieve cenno per indicare che qualcuno era dietro di lui.
Sciogliemmo lentamente l’ abbraccio e appena vidi la figura di Boo Bear mollai il ragazzo che fino ad un secondo prima stavo baciando per fiondarmi addosso al suo migliore amico.
Con lui mi trattenni un po’ di più rispetto a come avevo fatto con Harry ... intuite da sole il motivo.
Non appena il mio piccolo corpicino fu cinto dalle braccia di Tommo, egli non si limitò a stritolarmi per bene, ma mi alzò anche da terra manco fossi un neonato a cui si fa fare in gioco dell’ aeroplano.
Louis mettimi immediatamente giù !” gli ordinai, non perché non mi piacesse, infondo era divertente, ma perché l’ aveva fatto con una velocità impressionate, che non mi aveva dato nemmeno il tempo per prepararmi psicologicamente.
Non ci penso minimamente … prima voglio dimostrarti anche io quanto mi sei mancata, perché non esiste solo Harry sai ?!” disse, ridendo.
Ma lo so … anche tu mi sei mancato da morire, tu e tutti gli altri. Non sai quanto ho aspettato questo momento …” risposi non appena mi ebbe posata per terra.
Mi girava ancora un po’ la testa per via dei volteggi che mi aveva fatto fare Louis.
Improvvisamente vidi spuntare da dietro la schiena di Tommo anche Liam con Danielle, Eleanor, Niall e Zayn.
Gli ultimi due però non erano soli, ma bensì in buona compagnia: infatti Zayn teneva stretta per il fianco Gaia, mentre Niall teneva un braccio attorno alla spalla di Alessia e lei gli teneva un braccio attorno alla vita.
Ci misi pochissimi secondi a fare 2+2: le ragazze non mi rispondevano perché dovevano mantenere il segreto, altrimenti mi avrebbero svelato la sorpresa, infatti i ragazzi avevano organizzato tutto in modo tale da passare tutto Agosto insieme e in modo tale da non farmelo sapere … anche se non sapevo il vero motivo di questa seconda parte del piano.
Appena vidi le mie amiche venirmi in contro sorridenti, sorpassai velocemente Louis e le raggiunsi in breve tempo. Ci incontrammo a metà strada e ci abbracciammo.
Siete le peggiori amiche che potessero capitarmi, lo sapete vero ?!” dissi con tono finto-arrabbiato.
Lo sappiamo, perdonaci, volevamo dirtelo, ma ci hanno pregate di mantenere il segreto … scusaci !” disse tutto d’ un fiato Alessia.
Vi avevo già perdonate appena vi avevo viste, ma da quanto tempo siete qui ?” chiesi, sorridente.
Solo da un paio di giorni; ci hanno avvisate 3 giorni fa … volevano farti questa sorpresa e ci hanno aggiunte e allora abbiamo detto perché no ?!” finì di dire Gaia.
Intanto i ragazzi e le altre due ragazze ci aveva raggiunte. Sentii il braccio del riccio cingermi la vita allora io cinsi col mio la sua.
Vidi Zayn e Niall riappropriarsi delle mie amiche; Louis invece si avvicinò a Eleanor e Liam e Danielle fecero la stessa cosa.
Ire ti vorrei presentare Eleanor, la mia ragazza” mi disse Louis sorridendo.
Vidi la bellissima bruna, che fino al quel momento avevo solo contemplato in fotografia, avvicinar misi e avere l’ intenzione di abbracciarmi.
Mi sentivo pietrificata. Non sapevo che fare. Di sicuro non volevo fare la figura della maleducata e poi, infondo, ci tenevo anche io ad abbracciarla quindi mi feci forza e mi avvicinai a lei.
Non appena sentii le braccia della ragazza attorno alla mia vita riuscii a distendermi e a calmarmi, probabilmente perché El sa esprimere serenità e tranquillità solo con uno sguardo o un gesto, caratteristica che apprezzo tutt’ oggi.
Quando ci staccammo fu in turno di Liam:
Lei invece è Danielle, la mia di ragazza” disse presentandomi la ragazza più riccia che avessi mai visto in tutta la mia vita.
Anche lei mi si stava avvicinando, ma questa volta mi sentivo più preparata infatti mi avvicinai anche io senza problemi; ci scambiammo anche un bacio sulla guancia e quel piccolo gesto mi fece intuire quanto fosse tenera come ragazza.
Finite le presentazioni, mi trovavo in una specie di limbo dove mi ero messa a pensare a ciò che mi era successo nel giro di 20 minuti; a distogliermi da quello stato di trance fu Harry:
Piccola dove hai lasciato la valigia ?” mi chiese curioso.
Merda … la valigia !! L’ ho lasciata in mezzo alla folla” imprecai, correndo a recuperarla.
Tornai con l’ enorme valigia che mi ero portata appresso. Devo ammettere che era piuttosto grande in confronto a me. Infatti non mi stupii più di tanto della battuta di Louis:
Ire ma cosa hai messo nella valigia ?? Te stessa …” disse scoppiando a ridere.
Nessuno si mise a ridere. Nessuno. Nessuno tranne lui, ovviamente.
Non sembrava che avesse intenzione di smettere, allora intervenne la bruna dalle gambe chilometriche:
Amore … non fa ridere !! Smettila … se dovessi dirti qualcosa ogni volta che vieni a letto con quel ridicolo pigiamone con le carote sopra … non finiremmo più di ridere !” esclamò riportando all’ ordine il fidanzato.
Vidi che c’era rimasto un po’ male, allora decisi di dargli ragione:
Boo Bear hai perfettamente ragione … la valigia è enorme, ci starei comodamente seduta, ma il fatto è che stare un mese fuori casa per me vuol dire portami dietro metà casa se non tutta” gli dissi, stringendomi più a Harry.
Lui sorrise.
Sta imparando bene a usare i nostri soprannomi … brava piccola ti stai già integrando nella famiglia” mi disse facendomi l’ occhiolino.
Ragazzi che ne dite se cominciamo ad avviarci ? Si sta facendo tardi e la principessa si deve ancora sistemare; senza contare che stasera usciamo” propose il riccio.
Dove si va stasera ?” chiesi curiosa.
E’ una sorpresa …” mi dissero in coro.
Mi arresi già da subito, non credo che sarei riuscita a battere ben 9 persone !
Appena uscii dalle monumentali porte a vetro dell’ aereo entrai in contatto con l’ aria di Londra.
Percepii l’ umidità tipica della città.
Chiusi gli occhi.
Feci un respiro profondo.
Inondai i miei polmoni di quell’ aria speciale.
Sentii il braccio di Harry stringersi ulteriormente alla mia vita. Lo guardai e ci perdemmo l’ uno negli occhi di dell’ altra.
Che c’è ?” chiesi, sorridendogli.
Niente, è solo che averti qui mi sembra fantastico. Volevo rivederti” mi rispose, sorridendo un po’ imbarazzato.
Anche tu mi sei mancato tantissimo
Lo stavo per ribaciare, ma ci interruppero.
Louis ci pregò di raggiungerlo alle macchine, probabilmente aveva intuito che se le nostre labbra si fossero riavvicinate non ci saremmo staccati più.
Arrivammo al parcheggio; notammo che i ragazzi erano vicini a 3 macchine: logico in 10 non potevamo salire su 1 macchina.
Ci salutammo dandoci appuntamento alle 20.00 alla casa di Louis e Harry.
Liam e Danielle salirono su una macchina. Niall, Alessia, Zayn e Gaia sull’ altra.
Rimanevamo io, Harry, Louis e Eleanor che ci saremmo diretti allo stesso edificio dato che i ragazzi vivevano insieme.
Io e Harry ci eravamo messi dietro.
Il tragitto è stato uno dei più belli ed entusiasmanti che io abbia mai fatto. Ogni cosa, ogni persona, ogni edificio catturava la mia attenzione. Le luci che brillavano al crepuscolo erano ancora più belle e suggestive.
Harry si accorse del mio particolare interesse per l’ ambiente esterno e, non volendo distrarmi, si limitò a prendermi la mano.
Il viaggio durò pochi minuti, o forse a me sembrarono pochi perché ero troppo presa dal paesaggio ???
Fatto sta, che arrivati a destinazione, sentii la voce più bella la mondo dirmi:
Piccola siamo arrivati
Mi ridestai come da un sogno e lo guardai per qualche secondo prima di recepire esattamente cosa mi aveva appena detto.
Scesi dall’ auto e mi chiusi la portiera alle spalle.
Non potevo credere ai miei occhi.
Davanti a me si ergeva una villa … casa era troppo riduttivo per quell’ edificio.
Era tutta bianca con le imposte verdi; un portone bianco laccato e un enorme giardino tipico inglese, devo dire curato molto bene.
Ero rimasta a bocca aperta, letteralmente.
Ehi piccola ! Rimasta sorpresa ?! Perché non hai ancora visto l’ interno !” mi canzonò un po’ il riccio.
Ma voi vivete qui ? Veramente ?” dissi un po’ sconvolta.
Si, ma ora entriamo …” mi incitò, spingendomi leggermente con la mano verso la porta.
Appena l’ aprì mi si parò davanti l’ atrio più grande che avessi mai visto. Era talmente ampio da contenere una scala enorme che portava alla zona notte, la quale si trovava al piano superiore.
Avevo sgranato gli occhi come fanno i bambini davanti ad un negozio di dolciumi.
Harry mi cinse nuovamente la vita.
Sali le scale babe … il bello è di sopra” disse facendomi l’ occhiolino.
Non controllavo le mie gambe in quel momento, ero troppo persa a capacitarmi delle dimensioni della casa; non so come riuscii a raggiungere il piano superiore.
Sorvolando la descrizione dell’ immenso piano, mi ritrovai in un corridoio dove c’ erano 2 porte.
Su una delle due si fiondò Harry, mi bloccò letteralmente la strada.
Allora … aspetta un secondo, vista la reazione che hai avuto nel vedere la casa mi sento in obbligo di avvertirti che nel vedere camera mia potresti avere un piccolo shock” mi disse sorridendo.
Scemo stai ridendo … non prendermi in giro se no te la faccio pagare” gli risposi.
Cattiva ?! Mi piace” affermò furbescamente.
Dopo pochi istanti aprì la porta. Era incredibile, quella casa era enorme e la stanza di Harry non poteva essere da meno.
Aveva le dimensioni di un loft, il pavimento era a parquet, il che gli dava un tono caldo e accogliente che era in lieve contrasto col colore delle parti un grigio molto chiaro, ma molto elegante.
Il letto aveva la testiera imbottita di colore bianco e naturalmente era matrimoniale. La stanza era dotata di bagno privato che comprendeva vasca idromassaggio, doccia/sauna, 2 lavandini e il resto necessario per i bisogni primari; il tutto in marmo bianco.
Ma il particolare che più mi colpì fu la presenza di una vetrata che occupava tutta una parete che dava direttamente sul giardino del retro della casa; era una vista stupenda e pensai che svegliarsi ogni mattina con quel paesaggio per i 30 giorni seguenti sarebbe stato fantastico.
Dopo essermi data un’ occhiata in giro decisi di disfare la mia enorme valigia, così da non averla in mezzo alle scatole.
Mi avvicinai all’ enorme armadio, mentre Harry si buttò a peso morto sul suo enorme lettone.
Aprendo le ante mi resi conto che si era prodigato per liberarmi buona parte dello spazio.
Hazza vedo che mi hai liberato un po’ di spazio nell’ armadio … molto cavalleresco” dissi.
Lo so … quando mi ci metto faccio bene le cose” disse con tono di chi se la stava tirando.
Disfare la valigia mi prese un bel po’ di tempo, soprattutto perché il signorino non si era mosso dal letto.
Finii verso le 18.30.
Stavo per andare a recuperare un completo d’ intimo dall’ armadio, dove l’ avevo appena riposto con l’ intenzione di farmi una doccia prima della “grande sorpresa”.
Non appena lo tirai fuori notai lo sguardo del mio riccio cambiare totalmente.
Vado a farmi una doccia prima di uscire, è un problema ?” gli chiesi.
Notando la sua espressione e intuendo cosa stava pensando pensai di precisare un piccolo particolare fondamentale.
… da sola” affermai ridendo.
Lo vidi ricambiare espressione velocemente quanto l’ aveva cambiata 5 secondi prima.
Mi sedetti sul letto e mi avvicinai a lui.
Cucciolo … non ti preoccupare avrai altre occasioni … forse … torno tra poco” dissi dandogli un bacio sul naso.
Chiusi la porta del bagno e mi buttai sotto il getto di acqua bollente.

A casa ero abituata a uscire dal bagno in intimo anche se per casa c’ erano i miei. Non mi facevo tanti problemi. Essendoci abituata non mi ero preoccupata di portarmi qualcosa in bagno oltre al completo.
Ripensandoci bene non mi sembrava adatto andare nella stanza dove c’era Harry in intimo così … come se niente fosse. Purtroppo non avevo scelta.
Decisi comunque di tutelarmi relativamente.
Cucciolo chiudi gli occhi … per 2 minuti
Perche ?
Se te lo dico fallo no ?! C’è una buona ragione … fallo per favore
Dimmi cos’ è
Fallo … !!!
Dimmelo !
Cavolo, ma sei cocciuto più di un mulo ! Ahhhh arrangiati ! Sappi che lo facevo per te !
Così dicendo spalancai la porta e camminai fuori dal bagno. Lo feci abbastanza lentamente proprio per farlo pentire della scelta che aveva fatto.
Lo vidi strabuzzare gli occhi e cominciare a diventare rosso.
Aprii l’ anta dell’ armadio e tirai fuori una canotta e un paio di shorts di tuta rosa.
Dopo averli indossati mi buttai anch’ io sul letto. Erano solo le 19.15 avevamo ancora un po’ di tempo per stare da soli.
Ci stringemmo l’ uno all’ altra.
Profumi di cocco e orchidea … sai di buono
Ahah grazie … e tu di mela verde piccolo Harry
Sapevo già quasi tutto ciò che era successo durante il tour, ma io volevo sapere cosa lui aveva provato, perché era quello che mi interessava: sapere ciò che lui aveva provato.
Allora … ti va di raccontarmi qualcosa del tour ??” chiesi curiosamente.
Vorresti dirmi che non ti sei affatto informata ?
Primo: non si risponde ad una domanda con un’ altra domanda, secondo: certo che mi sono informata, ma non mi interessano i fatti che sanno tutti, quello che mi interessa è ciò che hai provato tu, ciò che provi tu” dissi con una semplicità quasi infantile.
Fammi capire: tu sei interessata a ciò che provo ?” mi chiese stupito, quasi incredulo.
Certo: ti stupisce così tanto ?” chiesi.
No, cioè sono poche le persone che si interessano a queste cose di me; di solito le persone che mi circondano lo fanno e si fingono amiche solo perché sono Harry Styles … con questo non voglio dire che tu sei una di quelle persone, so benissimo che non lo faresti mai, non sei quel tipo di persona
Ti capisco perfettamente, anche io fatico a fidarmi delle persone; ho preso tante di quelle pedate nel culo e sono caduta talmente tante di quelle volte che non riesco più a fidarmi della gente che mi circonda. In certe situazioni nemmeno riesco a fidarmi dei miei genitori, che sono le persone che al mondo mi vorranno più bene.
Lo guardai.
Cavolo, io sto qui a parlarti delle mie stupide paure idiote senza tenere in conto che tu sicuramente hai molte più persone false che ti girano intorno
Notai che mi stava guardando fisso negli occhi. Non credo che avesse sentito ciò che gli avevo appena detto.
Ehi … hai sentito quello che ho detto ?
Solo fino al concetto che hai espresso sui tuoi genitori” mi disse sorridente.
Scoppiai a ridere; mi aveva risposto con una tale schiettezza che sembrava un bambino.
Non pensavo che tu provassi questo; sei una ragazza timida, ma non sembri fragile” continuò il riccio.
Stavo per rispondergli quando qualcuno spalancò la porta urlando:
Nel caso steste facendo qualcosa di “privato” smettete, perché non vorrei rimanere traumatizzato a vita
Era Louis. Solo lui avrebbe potuto fare una cosa del genere.
Ci voltammo verso la porta, ancora abbracciati sul letto.
Hai bisogno di dirci qualcosa ?” chiese Harry un po’ scocciato.
Volevo solo avvisarvi che mi ha appena chiamato Liam e stanno tutti partendo per venire da noi, quindi smettete di fare i piccioncini e preparatevi” affermò Louis.
Grazie Tommo ! Ci prepariamo subito” gli risposi sorridente.
Non appena ebbe chiuso la porta, mi alzai dal letto e mi posizionai con le mani sui fianchi davanti al riccio.
Allora ? Ti vuoi alzare ?? Dobbiamo prepararci, hai sentito Louis no ?!” chiesi con tono da maestrina.
Uffa !! Non ho voglia di alzarmi !!
Possibile che ogni volta che dobbiamo uscire devi farne un dramma epico ?!” chiesi ridendo.
E va bene … ora mi alzo” disse alzandosi lentamente, molto lentamente.
Gli porsi la mano, che lui prontamente afferrò. Lo tirai verso di me.
Mi da un consiglio ? Non so cosa mettermi, mi aiuti ?” chiesi imitando la faccia da cucciolo.
Sorrise.
Certo principessa, allora … vediamo” disse cominciando a rovistare tra i miei abiti.
Dopo 5 minuti ebbe tirato fuori tutti i vestiti che lui riteneva adatti. Non c’era nulla di brutto, anzi era stupendo come completo ma non mi sembrava adatto.
Infatti aveva tirato fuori un paio di pantacollant neri coprenti, uno dei miei adorati maglioni abbondanti bianco, una sciarpa marrone abbinata ad una borsa e le mie immancabili converse bianche.
Sei sicuro che vada bene come out-fit ? Non è troppo casual ?” chiesi perplessa.
Tranquilla, per ciò che ti aspetta stasera è perfetto” mi rispose facendo quel suo sorriso sghembo che mi faceva sempre sciogliere come un gelato sotto il sole, letteralmente.
Andai in bagno a vestirmi. Mi diedi un’ occhiata allo specchio e devo dire che nell’ insieme non ero affatto male.
Appena uscii dal bagno mi si parò davanti una delle più belle visioni che avessi mai visto. Harry era già vestito, ma lo era talmente bene che mi bloccai sulla porta ad osservarlo.
Indossava una semplice T-shirt bianca e una giacca color beige, portava dei pantaloni jeans chiari e anche lui le sue bellissime, nonché nuovissime converse bianche.
Lo stavo proprio osservando nei minimi particolari, quando lui si girò verso di me.
Ti piaccio ?” mi chiese ridendo.
Non sai nemmeno quanto” gli risposi avvicinandomi a lui, con fare provocante, o almeno quella era l’ intenzione.
Colse immediatamente l’ occasione per tirami verso sé e baciarmi appassionatamente.
Proprio in quel momento ci sentimmo chiamare dal corridoio. Era Louis, ancora, ma questa volta non entrò nella stanza.
Gli altri sono arrivati, scendete che non abbiamo voglia di aspettarvi
Notai che Harry sembrava un po’ scocciato della cosa, mi staccai leggermente da lui, lo guardai negli occhi:
Coraggio piccolo Harry, scendiamo … e non metter il muso” gli dissi dandogli un bacio sul bellissimo naso che si ritrovava.
Scendemmo mano nella mano dall’ enorme scalinata e trovammo, ad aspettarci in fondo, tutti gli altri componenti della band con le rispettive fidanzate.
Non appena ci videro i ragazzi ci fischiarono dietro per farci capire che apprezzavano il nostro modo di vestire, ma soprattutto il fatto che eravamo scesi mano nella mano, credo.
Ebbi giusto il tempo di salutare tutti prima che Harry mi bendasse gli occhi e mi spinse sulla vettura, dopo avermi condotta fuori della casa.
Non feci domande, anche perché sicuramente non mi avrebbero mai risposto.
Il viaggio fu breve e durante esso non potevo fare altro che cercare di controllare tutti i pensieri che si affollavano nella mia mente che cercava di intuire di che genere fosse la sorpresa.
Quando ci fermammo fui condotta fuori dalla macchina da Harry. Sentivo i passi di tutti gli altri che ci seguivano.
Ci fermammo dopo pochi minuti di camminata. Mi bloccò il riccio dicendomi:
Ora ti tolgo la benda ok ?
Mi limitai ad annuire.
Non appena la tolse devo dire che ebbi una leggera delusione: mi avevano portata in un ristorante, bello certo, carino, pittoresco e immerso nel verde, ma sinceramente dopo tutto l’ ambaradan che avevano fatto mi aspettavo qualcosa di più sostanzioso diciamo.
Ti piace ?” mi chiese il riccio, con tono troppo piatto per i miei gusti.
Si … certo è molto bello. Ma perché mi avete portata qui ?” chiesi, cercando di essere il più convincente possibile.
Non lo so di preciso, ma i ragazzi dicevano che ti sarebbe piaciuto” rispose a sua volta.
Ci raggiunsero anche gli altri e devo ammettere che feci una fatica tremenda per convincere che il posto mi piaceva e nascondere la mia leggere delusione.
Fortunatamente la cena fu molto, molto, breve. I piatti erano tutti squisiti e il servizio fu molto professionale.
La compagnia fu la più bella che avessi mai avuto. Ci divertimmo come dei pazzi tra le battute di Louis, Niall che impazziva per la fame, Zayn che continuava a chiedere a Gaia se lui era perfetto.
Uscimmo abbastanza presto dal locale; a quel punto accadde una cosa che davvero non mi aspettavo: Harry mi ribendò ancora gli occhi.
Questa volta cominciavo a insospettirmi e iniziai a sparare a raffica domande che, naturalmente, non ebbero uno straccio di risposta.
A differenza dell’ altro, il tragitto questa volta mi sembrò invece lunghissimo, infatti appena scesi nuovamente dall’ auto esclamai:
Finalmente … ora posso sapere di che si tratta ?
Non ancora babe, ma siamo quasi arrivati, abbi ancora un po’ di pazienza” mi rispose Harry, continuando a guidarmi con le braccia.
Camminammo a lungo. Sentivo il vento fresco di Londra sfiorare le mie guance, mentre il suono dei passi degli altri si affievoliva sempre più.
Venni bloccata.
Pensai di essere arrivata, ma dopo pochi istanti sentii ancora le mani del riccio spingere la mia schiena.
Feci pochi passi e poi sentii un rumore alle mie spalle, come di una porta automatica che si chiudeva.
Ci fermammo nuovamente. Percepii un movimento, ma se non “proveniva” da me doveva per forza provenire dal luogo dove mi trovavo. Così giunsi alla conclusione di trovarmi in un posto che si muoveva, ma non avevo la più pallida idea di cosa potesse essere.
Dopo pochi minuti ci fermammo e sentii il Harry parlare per la prima volta dopo un bel po’ che non sentivo la sua profonda voce.
Sei pronta ? Tolgo la benda
Oddio … dai toglila, voglio vedere cosa hai organizzato
Non appena tolse quella benda scura dai miei occhi una visione mozzafiato mi riempì l’anima e gli occhi. Avevo davanti a me un bellissima visuale di Londra, in notturna con tutte le sue splendide luci colorate. Vedevo in lontananza le macchine correre veloci: ero sulla London Eye.
Mi avvicinai, anche se soffro di vertigini, e appoggiai la mano al vetro come se quel gesto mi aiutasse a rendermi conto della concretezza di ciò che mi stava accadendo.
Sentii le braccia di Harry cingermi totalmente la vita e lo sentii appoggiare la sua testa sulla mia spalla; i suoi morbidissimi ricci mi sfioravano il viso provocandomi una sensazione molto piacevole.
Mi stavo inebriando del profumo del suo shampoo alla mela verde guardando quello spettacolo fantastico quando il mio riccio disse:
Pensavi davvero che per la tua prima giornata a Londra con me ti avrei portata solo in un ristorantino ?
Devo dire che all’ inizio ci avevo proprio creduto” gli risposi sorridendo.
Allora, ti piace ? Ti ho colpita ?” mi chiese, timidamente.
Se mi piace ? Harry è stupendo ! Sei stato fantastico ! Davvero non potevi scegliere una sorpresa migliore !
Vidi sul suo volto comparire uno sguardo acceso di felicità contornato da uno dei più bei sorrisi che avesse mai fatto.
E’ una situazione perfettamente romantica, un bacio ci starebbe davvero molto bene no ?!” mi chiese.
Concordo col fatto che un bacio sarebbe il coronamento perfetto per questa serata Styles !” risposi sorridente perché già mi immaginavo la felicità che avrei sentito scorrere nelle mie vene pochi secondi dopo.
Ci avvicinammo lentamente, per assaporarci ogni secondo di quel momento speciale.
Quella volta nessuno ci avrebbe disturbati e questo ci lasciava più liberi e meno “controllati”.
Credo ancora che quello fu uno dei momenti più belli che noi due passammo insieme. La dolcezza e la premura con cui aveva organizzato tutto erano commoventi e in quel momento mi sentivo al mio posto, sentivo che non sarei dovuta essere da nessun’ altra parte se non lì con lui.
Finito il giro panoramico scendemmo e trovammo lì fuori, ad attenderci, tutti quanti con un sorriso che partiva da un orecchio e arrivava all’ altro.
Anche questa volta ci fischiarono, ma per altri motivi: loro sapevano cosa Harry aveva preparato e volevano dimostrarci il sostegno favorevole.
Non appena ci riunimmo ebbi un’ ulteriore sorpresa:
Però noi avremmo un’ altra cosa da dirti …” cominciò Liam.
… allora sai che noi stiamo preparando il nuovo album …”proseguì Zayn.
… una traccia è già completa e registrata, dovremmo solo girare il video …” continuò Niall.
… vi andrebbe di girarlo con noi ?” conclusero Harry e Louis, riferendosi a noi tutte ragazze.
Eleanor e Danielle ebbero una reazione molto, ma molto più pacata della nostra, erano anche loro entusiaste della proposta ma la nostra reazione fu terribile.
Io, come mio solito, cominciai a fare i miei soliti versetti e iniziai ad agitarmi come se fossi sotto tortura, sotto lo sguardo divertito di Harry.
Alessia saltò in braccio a Niall e si baciarono appassionatamente davanti a tutti. Sinceramente, ancora ripensando a quella scena, mi viene da sorridere perché sono attraverso quel piccolo gesto capii quanto essi si volevano bene.
Gaia saltò al collo di Zayn per cominciare poi a saltellare, manco fosse stata punta da una tarantola.
Tutti coloro che si trovavano nella nostra stessa strada ci guardarono male, ma me ne fregai altamente.
Il tempo di calmarci e ci ricomponemmo.
Ci mettemmo a camminare per la strada a coppiette, ripensandoci eravamo molto dolciosi tutti insieme.
Io mi strinsi attorno alla vita del mio riccio; lui mi strinse a sé.
Sono proprio felice stasera; stare qui, con te mi sembra incredibile … mi sei mancata troppo” mi disse diventando rosso in viso.
Questa sua reazione mi colpì profondamente, perché non me l’ aspettavo. Sentirmi dire quelle cose mi fece un immenso piacere, sentii il mio cuore dilatarsi come non mai.
Anche io, mi sei mancato tantissimo e averti qui vicino a me mi rende euforica come non sono mai stata
Vidi i suoi profondi occhioni brillare nell’ oscurità, brillare di una luce che traboccava felicità alla massima potenza.
Quella sera mi sentivo felice, perché sentivo che qualcosa nel nostro rapporto era cambiato, che era diventato più profondo.
Cominciavo a sentire più reale il fatto che Harry fosse entrato a far parte della mia vita …




 

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Capitolo 10
*** We are family ***




We are family

 

La mattina seguente mi risvegliai all’ interno dell’ enorme lettone di Harry. Eravamo abbracciati l’ uno di fronte all’ altro e mentre io avevo poggiato la mia mano sul suo petto, lui aveva il braccio destro che mi circondava la vita.
A svegliarmi non fu la sveglia, che solitamente adempiva al suo compito a casa, ma invece fu la calda e avvolgente luce solare che attraversava l’ immensa vetrata e che era riuscita imperterrita ad attraversare la spessa tenda che la sera precedente avevamo tirato.
Mi ci vollero pochi secondi per realizzare dove mi trovavo, collegare tutte le informazioni e ancora meno per sentire una felicità frizzante ed esplosiva che cominciava a formicolare per tutto il mio corpo.
Non potevo ancora credere di essere lì, a Londra, con Harry, che per giunta era anche avvinghiato a me come un grande orsacchiotto.
Per un momento pensai di svegliarlo, solo per vedere ancora la sua faccia di colui che avrebbe preferito dormire tutto il pomeriggio; poi pensai che me l’ avrebbe fatta pagare appena ne avesse avuta l’ occasione, la cosa mi allettava, ma guardandolo bene era troppo bello per disturbarlo.
Guardai l’ orologio: le 10.00
Eravamo tornati per mezzanotte, facendo un brevissimo calcolo mentale constatai che le mie 8 ore necessarie di sonno le avevo fatte, quindi avrei potuto anche scalare l’ Everest …
Non sapevo che fare. Mi misi a disegnare dei cerchi immaginari, molto leggeri, sul suo petto per poi spostarmi piano, piano verso il suo viso.
Non mi sfiorò nemmeno l’ idea che potessi svegliarlo, ero troppo leggera.
Gli spostai un ricciolo che gli copriva l’ occhio sinistro e una parte di naso. Restai a contemplare quel viso angelico quando l’ orsacchiotto parlò:
Hai intenzione di guardarmi ancora a lungo ? So di essere bello anche di prima mattina, però prova a resistere” farfugliò, con la bocca ancora impastata dal sonno e abbozzando un mezzo sorriso.
Oddio ti prego dimmi che non ti ho svegliato io … se è così mi spiace, non era mia intenzione …” dissi mezza divertita e mezza mortificata.
Tranquilla, mi ero svegliato prima di te, solo che dormivi talmente bene che ho preferito lasciarti stare e ho provato a riaddormentarmi; ma poi tu ti sei svegliata e ho pensato di vedere cosa avresti fatto. E direi che non mi è spiaciuto affatto” affermò aprendo gli occhi e fissandomi con quel suo sguardo magnetico.
Si stava avvicinando a me, ma non ebbe nemmeno il tempo di eliminare la minuscola distanza che ci separava che esclamai:
Merda !!” con un misto tra il terrorizzato e il divertito.
Lo vidi sobbalzare per l’ entusiasmo con cui avevo detto quella parola.
Che succede ?” mi chiese con fare interrogativo.
Merda, merda, merda …” continuavo a ripetere muovendomi senza meta all’ interno della camera, buttando tutto all’ aria cercando il telefono.
Ehi piccola, mi rispondi ??” chiese ancora senza ricevere una risposta, un’ altra volta.
Merda, mi uccidono … è sicuro, mi uccidono, mi mettono in punizione e infine mi riportano a casa, oddio … ma si può essere così sceme ?!” continuavo a farneticare.
Ma chi ?!” chiese, adesso con tono mezzo irritato dal mio comportamento, scendendo dal letto, bloccandomi e prendendomi i polsi con le sue mani.
Lo guardai e mi resi conto del comportamento da pazzoide che avevo dimostrato fino a due minuti prima.
I miei genitori … merda ! Gli avevo detto che li avrei richiamati appena arrivata … me ne sono completamente dimenticata !! Oddio ora mi uccidono, me lo sento !!” dissi con gli occhi che tra un po’ mi sarebbero saltati fuori dalle orbite per il nervoso.
Calmati ! Li chiami ora, tranquilla non è successo nulla !” disse con un sorriso che avrebbe calmato anche la persona agitata della terra, figuratevi me che mi sentivo in paradiso ogni volta che sorrideva anche senza essere disperata.
Risposi al suo sorriso. Mollò la presa e mi diede una mano a cercare il telefono. Appena lo presi in mano notai 5 chiamate perse della mamma.
Ero ufficialmente nella merda più totale. Mi avrebbe sgridata terribilmente e mi avrebbe messa in punizione.
Digitai il numero della mamma con mano tremante. Mi sentivo agitatissima, ammetto che all’ inizio ho seriamente pensato di riattaccare, ma davanti a me c’era Harry che mi incitava ad andare avanti.
Non appena sentii la mamma rispondere il cuore batté all’ impazzata.
Ciao mamy, scusa, scusa, scusa e ancora scusa. Lo so, sono un’ idiota perché mi sono completamente scordata di richiamare. Vi ho fatti preoccupare e mi dispiace tantissimo … mi perdonate ?” chiesi tutto d’ un fiato, col sangue che pulsava in una maniera impressionante nelle mie tempie.
Ciao topolino, ma guarda che non siamo mica arrabbiati. Ma dove cavolo lo tieni il telefono ??, fortunatamente sono riuscita a chiamare Harry che mi detto tutto … stai tranquilla. Divertiti
Chiuse subito la telefonata, probabilmente andava di fretta.
Non appena sentii il nome di Harry uscire dalla bocca di mia madre, mi girai di scatto verso di lui e lo guardai con sguardo assassino e iniettato di sangue.
E lui che stava facendo ?
Era appoggiato al muro vicino al bagno perché dal tanto ridere non riusciva nemmeno a tenersi in piedi.
Buttai il telefono sul letto, senza guardare bene, quindi sperai di averlo preso in pieno; sinceramente avrei preferito tirarglielo in testa, ma non avrei rischiato di rompere il telefono per un deficiente come lui …
Appoggia le mani ai fianchi:
E così tu hai ricevuto una chiamata da mia madre ieri sera e le hai detto tutto. Mentre stamattina hai fatto il finto tonto guardandomi divertito mentre andavo fuori di testa, sapendo benissimo che lo facevo per nulla ?!” gli chiesi, per nulla divertita.
Tu … non sai .. nemmeno … quanto … quanto io … quanto io mi son divertito a vederti … andare fuori di testa …” disse cercando di respirare continuando a ridere.
Sappi che sono arrabbiata con te … quindi non parlarmi !” dissi andando a chiudermi in bagno, con un uscita un po’ infantile.
Cominciai a lavarmi per uscire, anche se non sapevo bene con chi. Lo sentii smettere di ridere.
Dalla porta provenì un rumore ovattato, dal quale dedussi che il riccio si fosse appoggiato alla porta.
Ehi ! ma ti sei offesa veramente ? Non pensavo di offenderti, scusa !” disse veramente pentito.
In realtà non mi ero affatto offesa, ma mi divertiva vederlo scusarsi. Mi lavai con molta calma, non rispondendo ad alcuno domanda mi poneva e tenendolo in sospeso per un po’, come punizione.
Dopo 20 minuti, mi decisi a mettere fine a quello strazio e, dandomi un’ ultimo sguardo allo specchio aprii la porta, trovandolo seduto a terra con la schiena poggiata allo stipite.
Beh direi che siamo pari ! Nessuno si era mai scusato con me per 20 minuti di fila senza interruzioni” gli dissi abbassandomi a lui.
Lessi nei suoi occhi una risata pura e questo mi rallegrò completamente.
Andiamo a fare colazione ?” proposi.
Prima voglio fare una cosa … che prima abbiamo interrotto
Così dicendo lo vidi avvicinarsi nuovamente, ma non lo baciai.
Mi alzai di scatto e uscii dalla stanza lasciando la porta aperta; immaginandomi la sua faccia sconcertata mi misi a ridere.
Tornai indietro e feci spuntare la mia testa dallo stipite.
Scherzavo … ora siamo pari Styles” gli dissi facendo l’ occhiolino.
Stavo quasi per scendere le scale quando mi sentii tirare delicatamente per un braccio.
Pensai fosse Harry invece quando mi girai trovai lo splendido viso di El contornato da un sorriso perfetto.
Buongiorno babe !” mi disse stampandomi un bacio sulla guancia.
Buongiorno El !” risposi anche io con un bacio.
Arrivammo in cucina insieme e mentre stavo per mettere su il caffè sentimmo dei rumori provenire dal piano di sopra.
Dalle scale proveniva un fracasso allucinante, come se 50 buoi stessero per correre fuori della porta.
Ci guardammo con occhi straniti. Dopo pochi istanti vedemmo Louis e Harry correre nell’ immensa cucina, l’ uno rincorso dall’ altro.
Harry era armato di un rotolo di carta da cucina finito e Louis tentava di scappare. Correndo, correndo si ritrovarono ai due lati corti dell’ isola che si trovava al centro della cucina.
Pensai che non avremmo più fatto colazione se avessero continuato così; allora io e la brunetta ci scambiammo uno sguardo d’ intesa e intervenni:
Ragazzi smettetela ! Dai che ci mettiamo a tavola !
Ma Louis …” non gli lasciai nemmeno finire la frase.
Non mi interessa, siediti e sta’ zitto ! Siete peggio dei bambini” dissi ridendo.
Louis gli fece la linguaccia allora intervenne El:
Amore … la cosa vale anche per te !! Siediti e sta’ zitto

Finita la colazione, durante la quale i ragazzi si tirarono pure il cibo, salimmo nelle nostre camere per prepararci.
Harry che facciamo oggi ?” chiesi aspettandolo alla fine delle scale.
Oggi è il 10 no ?! Dovremmo essere liberi, possiamo fare quello che vuoi” mi disse sorridendo.
Io direi di stare soli per il pranzo, girando per Londra e poi nel pomeriggio ci incontriamo con tutti; che dici ?” proposi.
Perfetto, mi piace come idea
Appena arrivati in camera andammo in bagno a preparaci. Harry finì quasi subito e andò a vestirsi, io invece, contando che mi ero già preparata in precedenza impiegai un sacco di tempo.
Non appena ebbi finito aprii l’ armadio e mi misi a contemplare ciò che conteneva a braccia conserte, ovvero la mia solita posizione da “non so cosa mettermi”
Hai problemi ?” mi chiese il riccio, notando le mie difficoltà.
No, cioè si … non so cosa devo scegliere, perché da me in questo periodo fa caldissimo e qui non so che clima c’è …” dissi un po’ imbarazzata.
Beh di sicuro qui è più fresco che da te, ma non devi metterti mica il cappotto è pur sempre Agosto piccola” mi disse serio.
Ah ok … allora so che mettermi
Comincia a rovistare tra le cose che mi ero portata dall’ Italia e tirai fuori un paio di shorts di jeans chiaro, una canottiera bianca e le converse bianche.
Harry era già proto da un pezzo, non serve che vi dica che era perfetto.
Ma quando mai non lo era, sinceramente ?
Sei pronta ?” mi chiese con un sorriso.
Quasi … devo solo prendere la borsa” risposi sorridendo.
Raccattai la borsa da terra e ci buttai dentro occhiali da sole e un golfino leggero.
Mi porse la mano, che io prontamente strinsi e così scendemmo le scale. Stavamo per uscire dalla porta quando mi ricordai che mi mancava una cosa.
Harry aspetta un momento, ho dimenticato una cosa” dissi lasciando la presa della sua mano.
Corsi in cucina per recuperare una bottiglietta d’ acqua, non uscivo mai di casa senza.
Nel giro di 1 minuto ero già da Harry. Ripresi la sua mano e uscimmo dalla casa. Prima di uscire però esclamò a voce alta, riferendosi a Louis ed El:
Ragazzi la casa è libera per tutto il pomeriggio, noi non torniamo quindi siete liberi … ma ricordatevi che alle 16.00 ci incontriamo al solito Starbucks
Io scoppiai a ridere, mollando un leggero schiaffo al petto del riccio:
Ma ti sembra una cosa da urlare ?! Potrebbero averti sentito anche altri !
E allora ? Mica sono fatti miei” disse scoppiando a ridere.
Salimmo sulla sua lussuosissima macchina, un’ AUDI R8, e nel giro di pochi minuti eravamo già nel centro.
Trovammo immediatamente un parcheggio, nei pressi di un parco molto affollato. C’erano mamme coi passeggini, ragazzi che portavano a spasso il cane, bambini che giocavano. Risate dappertutto.
Mi fermai un momento a guardare le gente, come mia abitudine.
Vedo che sei parecchio interessata, ti va di fare una passeggiata nel parco ?” mi chiese Harry dolcemente.
Oh si, ho voglia di camminare sotto gli alberi” dissi sorridendo, entusiasta.
Eravamo mano nella mano a camminare. In un viale alberato lunghissimo e veramente bellissimo.
La gente che ci vedeva ci guardava e probabilmente ci riconosceva, o meglio riconosceva Harry. Non ci furono ragazze che vennero a chiedergli una foto o un autografo, ma in quel momento non ci feci caso.
Stavamo ancora camminando quando sentii la pancia del riccio brontolare.
Mmm … qualcosa mi dice che hai fame Styles” dissi, ridendo.
Si limitò a sorridere e tirò fuori la mano dalla tasca del pantalone per guardare l’ orologio.
Beh è mezzogiorno passato; che ne dici se ci avviamo al ristorante ?
Fu interrotto dal brontolio della mia pancia.
Direi che è un’ ottima idea !” risposi, stringendo ulteriormente la sua mano.
Preferimmo recarci a piedi al ristorante. Era piccolino, ma molto carino e molto british … in poche parole lo adoravo.
Si trovava proprio su una strada abbastanza affollata perciò appena il cameriere ci chiese se preferivamo stare dentro o fuori io stavo per rispondere dentro, ma Harry mi precedette:
Preferiremmo fuori, grazie” rispose cortesemente.
Lo guardai un po’ stupita.
Perché hai chiesto il tavolo fuori ? Ci potrebbero vedere e magari fotografare !!! Dai siamo ancora in tempo a chiedere quello dentro !” dissi leggermente in ansia.
Perché ci troviamo in una bellissima zona di Londra e mangiare osservando lo splendido panorama che ci circonda penso che sarebbe veramente fantastico. E poi” continuò “pensavo che a te che piace molto osservare la gente ti sarebbe piaciuto osservare tutti coloro che sarebbero passati nell’ ora di punta” concluse, guardandomi con degli occhi che mi fecero arrossire.
Trovai quelle sue ultime parole così dolci e premurose che mi venne l’ impulso di baciarlo. Così gli sorrisi e avvicinai il suo viso al mio con una mano dandogli quel bacio che tanto aveva desiderato per tutta la mattina.
Appena ci staccammo Harry esternò la sua approvazione:
Sarà stata l’ attesa o che so io, ma questo bacio è stato fantastico” mi disse sorridendo e stringendomi a lui.
Arrivò il cameriere che ci condusse al tavolo. Era davvero in una splendida posizione: isolato dagli altri così avremmo potuto stare da soli, ma allo stesso tempo era quasi “dentro” la strada così che ci potessimo sentire parte della vita che ci correva attorno.
Lasciai che Harry ordinasse anche per me, mi fidavo del suo gusto, ma soprattutto volevo vedere con cosa mi avrebbe stupita questa volta.
Non dovemmo aspettare molto, sebbene il locale fosse piuttosto affollato. Il solito cameriere ci portò un antipasto di fritto misto veramente squisito.
Harry, ma è buonissimo !!” esclamai godendomi quel ben di Dio.
Lo so, ti ho portata qui apposta” mi disse candidamente.
Questa volta saltammo il primo e passammo direttamente al secondo che consisteva in un carpaccio di pescespada con succo di limone e pomodorini.
Se possibile era anche meglio dell’ antipasto.
Dio … Harry è sublime !!
Sorrise.
Sentivo che ti sarebbe piaciuto
Mi guardò divertito per tutta la durata del pranzo, mentre io mi godevo sia il cibo sia il suo sguardo su me.
Non ordinammo il dolce, preferivamo prenderlo per la strada, così Harry pagò e ci incamminammo.
Non avevamo una meta precisa; camminavamo per le strade parlando del più e del meno, ridendo e scherzando proprio come una coppia normale: perché noi eravamo una coppia normale; io stavo con Harry, solo Harry non quello famoso o ricco, solo il ragazzo stupendo di cui mi stavo innamorando.
Senza nemmeno rendercene conto ci ritrovammo al parco dove avevamo parcheggiato la macchina. Passeggiammo ancora per il lungo percorso che segnava il perimetro del giardino.
Vidi un bellissimo e ombroso albero sulla sommità di una piccola collina, mi sembrava il posto perfetto per mangiarci un gelato in tranquillità.
Harry andiamo a prendere un gelato ? E magari ce lo mangiamo sotto quel’ albero lì ! Poi raggiungiamo gli altri, che dici ?” chiesi sorridendo.
Dico che è una fantastica idea ! C’è una gelateria che fa un gelato buonissimo proprio qui vicino” disse guardandomi furbescamente.
Se è buono almeno la metà del pranzo che abbiamo gustato divento al ragazza più felice del mondo !” esclamai entusiasta.
Non era molto distante, camminammo per sì e no 5 minuti.
Io presi il mio solito fiordilatte e nocciola, grazie alle immagini presenti sui cartellini col gusto; Harry prese cioccolato e yogurt.
Fortunatamente, quando tornammo al parco, il nostro posto era ancora libero e bello che isolato. Non volevo che ce lo rubassero perciò cominciai a correre tirandomi dietro Hazza.
Sembravo e mi sentivo una bambina che tirava il genitore per raggiungere il parco giochi più in fretta.
Appena arrivati buttai per terra la borsa e mi sedetti a gambe incrociate appoggiando la schiena al grande tronco. Harry non si sedette, bensì si sdraiò poggiando la sua testa riccioluta sulle mie gambe.
Ci gustammo il gelato in silenzio, guardando i bambini che giocavano.
Avevamo finito da poco i nostri gelati e, non sapendo cosa fare, mi ero messa ad accarezzare e giocare coi sui ricci.
Aveva chiuso gli occhi e sorrideva, da questo intuii che gli piaceva un sacco quello che stavo facendo.
Mi ricordava una gatto a cui si fanno le fusa, avete presente quando i nostri amati felini si metto sotto la luce calda del sole e si stiracchiano crogiolandosi ben bene ? Beh a me sembrava che stesse proprio facendo quello.
Ieri sera non abbiamo più continuato il discorso …” dissi, facendogli aprire i suoi meravigliosi occhi verdi.
Quale discorso ?” chiese curioso.
Quello su ciò che provi durante i concerti” chiesi, con una semplicità cristallina.
Sorrise, probabilmente perché gli piaceva l’ idea di incominciare quel discorso.
Si mise seduto proprio come ero io dall’ inizio, di fianco a me .
E’ una cosa incredibile, come ben immaginerai sento l’ adrenalina scorrere a fiumi all’ interno del mio corpo; sentire le urla da fuori la fa aumentare notevolmente, ma fortunatamente ci sono i ragazzi con cui scherziamo fino al secondo prima di entrare in scena
Mentre parlava io lo ascoltavo, ma al tempo stesso qualcosa stava accadendo dentro di me: sentivo come un’ energia sconvolgente che stava nascendo in me, e più lo guardavo più la sentivo esplodere.
Era lui che mi stava facendo esplodere.
Sai ho sempre avuto paura del giudizio degli altri e questo si vede, lo so …
In quel momento mi prese la mano, e intrecciando la sua con la mia cominciò a guardarle insieme, senza smettere di parlare.
Le cose che ho fatto per te, non le avevo fatte per nessun’ altra e sono sicuro che non le farò mai più; ciò che ho fatto mi metterebbe troppo allo scoperto e mi mostrerebbe vulnerabile e …
Sapevo cosa stava per dire, l’ho provato anche io e lo provo tutt’ ora.
Vedendo che i suoi occhi stavano cercando il modo di farmelo capire perché lui spontaneamente non se la sentiva, decisi di aiutarlo.
E gli altri avrebbero la strada spianata per colpiti. Anche se sai che è sbagliato, perché questa paura ti esclude un sacco di attività che altrimenti faresti, la paura di cadere e del non sapere se questa volta si ha la forza di rialzarsi da terra … ti blocca. Ma poi ogni volta ti rialzi e ogni volta speri che nessuno ti faccia ricadere ancora … ti senti debole e attaccato da ogni parte
Mi guardava ammirato, con gli occhi lucidi. Stava per aggiungere qualcosa quando lo interruppi:
Amore non devi avere paura, perché sei bravo, hai talento, emozioni e le persone che ti giudicano … non le devi considerare perché non sanno di cosa stanno parlando; sono solo degli ignoranti e scommetto che se loro fossero al tuo posto si cagherebbero sotto e non farebbero più i fighi
Vedevo i suoi occhi brillare alla luce del sole.
Si direbbe che anche tu provi questo sentimento piccola … non lo immaginavo” disse, continuando a fissarmi.
Non sventolo le mie debolezze ai 4 venti …” affermai con tono basso e distogliendo lo sguardo per l’ imbarazzo.
Nemmeno io … sei la prima persona a cui lo confido” disse “Ritieniti speciale !” continuò sorridendo prendendomi un po’ in giro.
Sai che io non mi fido delle persone no ?! Cioè mi fido poco, beh io per fidarmi delle persone ho tutto un piano complicato … ma sorvoliamo: tu sei la prima persona che mi ha fatto dimenticare quel piano, sei riuscito subito a guadagnare la mia fiducia … ti sembrerà strano ma, solo la tua presenza mi fa sentire protetta, come se niente potesse colpirmi e sento anche che tu non mi faresti mai del male” conclusi guardandolo nel profondo degli occhi.
Era un momento particolare, serio ma romantico: un bacio ci stava.
Ci avvicinammo e non appena venni in contatto con le sue labbra l’ energia che prima era mezza latente dentro di me scoppiò come una bomba atomica.
Non so se è stato per la situazione, per quello che mi aveva detto o per il bacio (e che bacio !!!) fatto sta che la felicità mi si leggeva a caratteri cubitali sul viso.
Non ci saremmo più staccati se non fosse stato per il telefono di Harry che squillò fastidiosamente.
Pronto” rispose, leggermente infastidito.
Ora ?! Ma sono solo le 14.30 ?! Ma perché ?! Ma proprio oggi ?! Ok, ok arriviamo tra 10 minuti
Lo vidi mettere via il telefono, appoggiare la testa al tronco e sbuffare vistosamente.
Lasciai che fosse lui a parlare.
Mi ha chiamato Liam, dobbiamo andare alla sede della Syco perché oggi hanno deciso di girare il video del nuovo singolo. Mi spiace che il nostro pomeriggio sia sfumato” disse un po’ mogio.
Ehi stai tranquillo, di pomeriggi insieme ne avremo altri … su andiamo che se no facciamo tardi” esclamai già in piedi tentando di tirarlo.
Arrivammo alla macchina in pochissimo tempo e ancora meno ci mettemmo ad arrivare alla sede della Syco.
Trovammo già tutti fuori ad aspettarci. Un saluto veloce e poi tutti in macchina per seguire l’ affollato corteo che ci avrebbe condotti sul luogo dove avremmo girato.
Il viaggio fu abbastanza lungo, anche perché fu girato in aperta campagna inglese.
Il luogo era da mozzare il fiato. Eravamo circondati da colline verdi e come se non bastasse era presente un laghetto bellissimo e pulitissimo. Notammo che un po’ spostata da lago era presente una grande piscina.
Era già quasi tutto pronto sul set: le tende dei truccatori e degli stilisti, le comparse e tutto il resto, mancavamo solo noi.
Mi avvicinai ad Harry:
Ehi ma in cosa consiste il demo ?” chiesi curiosa.
Praticamente è incentrato sull’ acqua, giocheremo e ci sarà anche …” non poté finire la frese perché ci chiamarono alla zona trucco.
Appena ebbero finto con tutti, comprese noi ragazze, mi guardai allo specchio e ebbi un sussulto: ero perfetta.
Sentii qualcuno cingermi la vita e sussurrami all’ orecchio:
Sei bellissima
Era Harry.
Quel commento mi fece proprio piacere, anche se me lo ripeteva spesso ogni volta che pronunciava quelle parole andavo su di giri.
Subito dopo andammo nella tenda degli stilisti, dove ci cambiammo d’abito.
Non vi dico la mia faccia quando vidi Harry e nemmeno quelle di Gaia e Alessia quando videro Zayn e Niall; Dani ed El c’erano abituate infatti non ebbero una reazione così eclatante.
Ci riunimmo tutti fuori per discutere l’ ordine delle scene che sarebbero state registrate.
Io e le altre ragazze saremmo intervenute verso metà pomeriggio e la sera quindi potevamo goderci le riprese tranquillamente.

Stare in mezzo alle riprese è stato fantastico; si vedeva quanto i ragazzi si divertissero e ancora meglio si percepiva il feeling che c’era tra di loro.
In ogni scena ridevamo tutti come matti, soprattutto quando i ragazzi si misero a giocare sull’ acqua all’ interno dei palloni di plastica: cadevano talmente tante volte e in posizioni così buffe che non ridere era impossibile.
La parte un po’ più pericolosa fu la scena della Jeep poiché esaltandosi i ragazzi andavano a tutta velocità e il terreno non era proprio piano quindi … ci preoccupammo un po’.
I ragazzi nemmeno se ne resero conto: il loro problema erano i capelli che si scompigliavano e l’ aria con gli insetti che si appiccicavano sul viso.
Il tempo passò talmente in fretta che nemmeno ci accorgemmo che era già ora di entrare in scena.
Non sapevamo che ruolo avremmo avuto, quindi cercammo di chiederlo ai ragazzi, i quali per tutta risposta ci dissero:
E’ una sorpresa … lo scoprirete da sole
I ragazzi sghignazzavano e la cosa non mi piaceva affatto.
Eravamo tutte sedute nei pressi della grande piscina, quando vedemmo i ragazzi correrci in contro, ma non erano soli, erano bensì accompagnati da tutta la troup e mica erano a mani vuote, erano armati di gommoni, pistole ad acqua e gavettoni.
Ci alzammo di scatto e cominciammo a correre sentendoci inseguite da un’ orda di gente.
Ero già stanca dopo pochi passi e l'unica cosa che mi permetteva di andare avanti e non fermarmi era la convinzione di non volermi bagnare.
Purtroppo non ci riuscii, perché venni circondata da Harry, Louis e 3 comparse che mi bagnarono da testa a piedi.
Rimasi bloccata per pochi istanti, giusto per realizzare cosa mi era appena successo. Già loro non c’erano più.
Mi girai vedendo El rincorsa da Liam armato di una pistola ad acqua.
Era scoppiato il pandemonio !! Una guerra d’ acqua !!!
Tutti rincorrevano tutti, tutti bagnavano tutti, risate … mi ritornò alla mente, come un flashback, quella volta in cui a casa facemmo i gavettoni coi ragazzi … tutto mi sembrava così irreale: nel giro di pochi mesi mi ero ritrovata da un concerto a casa di Harry e Louis, da Brescia a Londra, dal vedere i miei idoli su uno schermo a parlarci come fossimo vecchi amici …
Cercai con gli occhi il mio riccio.
Era insieme ad un mucchio di persone nella piscina a registrare altre scene. Lo vidi fare una capriola in aria all’ indietro per poi ricadere in acqua. Riaffiorò ridendo ed io, come oramai ero solita fare, nel vedere un suo sorriso ne feci nascere uno anche sul mio viso.
Finirono di girare la scena della battaglia e ci mandarono tutti ad asciugare perché la sera si stava avvicinando e dovevamo finire le riprese … da asciutti.
Fortunatamente di ogni look c’era una copia esatta altrimenti non saremmo mai riusciti a farli asciugare in tempo. I truccatori e i parrucchieri ci misero apposto nel giro di poco e fummo immediatamente pronti per finire di girare.
Le scene serali furono le più divertenti, a mio parere. Ci mettemmo tutti a giocare a calcio sotto le lanterne colorate; ballammo come ad una fiera di campagna …
Vedere i ragazzi giocare a calcio e non riuscire a parare le palle fu divertentissimo; modificarono le regole, alla fine non giocammo nemmeno a calcio perché tiravamo la palla chissà dove coi piedi e a volte con le mani.

A fine giornata eravamo tutti distrutti e i ragazzi più di tutti, ma eravamo soddisfatti perché il lavoro era stato “molto, molto buono” a sentire Simon.
Harry era talmente cotto che quasi non riusciva a guidare. Impiegammo molto più tempo ad arrivare a casa, poiché la velocità che teneva era il minimo indispensabile.
Arrivammo contemporaneamente a Louis ed El, anche loro distrutti. Entrammo in casa e la prima cosa che facemmo fu di trascinarci in camera e buttarci sul letto.
Guardai l’ ora: le 20.00. Cominciavo a sentire la fame, così chiesi ad Harry:
Io comincio ad avere fame … ma non ho le forze di cucinare e nemmeno voi altri … che facciamo ?” chiesi senza nemmeno alzare la testa del cuscino.
Ho voglia di cinese … ti piace ?” propose con tono assonnato.
Eccome ! Lo adoro … chiedi agli altri” conclusi.
Ragazzi ordiniamo cinese ???” urlò per farsi sentire dall’ altra parte del corridoio.
Perfetto” rispose Louis a tono “ faccio io
Intanto che aspettavamo il tipo, il quale ci avrebbe portato la cena, pensai di andare su FB per vedere se a casa era successo qualcosa di interessante.
Non l’ avessi mai fatto !!!
La mia bacheca brulicava di commenti cattivi, crudeli provenienti da persone che non conoscevo nemmeno … non capivo il motivo; mi dicevano che ero una stronza, un’ approfittatrice, una puttana …
Cercai su internet le news trovai immediatamente la causa dell’ intasamento della mia bacheca:qualcuno ci aveva fotografati a pranzo e al parco; venivo presentata come la nuova fiamma che aveva fregato il rubacuori Harry Styles a milioni di fans scatenate.
Capii tutto; ma poi lessi un commento che incassai come il colpo di grazia:

“Sei una puttana, ti approfitti di Harry solo perché è ricco !!! Devi farti schifo troia !!”

A quel commento sentii le pareti della camera cominciare a stringersi attorno a me, il respiro cominciò a fermarsi a metà, la testa mi si annebbiò totalmente e per quanto cercassi di rimanere lucida a concentrata non riuscivo a mettere nulla a fuoco; le lacrime iniziarono a scorrermi a fiumi dagli occhi; non emettevo un suono.
Harry si accorse della mia reazione, ma non gli diedi nemmeno il tempo di chiedermi che cosa avevo perché buttai il telefono per terra e corsi a chiudermi in bagno.
Mi appoggiai alla porta con la schiena e mi lasciai scivolare fino a terra, stringendomi le gambe al petto con le braccia.
Guardavo fisso il lavandino davanti a me, sentendo le lacrime che mi scorrevano inesorabili sulle guance.
La testa era affollata di pensieri, che però non avevano un senso logico, erano parole su parole, immagini, scene e “perché” tanti “perché”
Perché l’ avevano saputo ?
Perché hanno trovato il mio contatto ?
Perché tanto odio nei miei confronti ?
Intanto Harry, aveva letto il post sulla mia bacheca ed era andato a sbirciare gli altri; delle lacrime stavano cominciando a bagnare i suoi occhi verde smeraldo.
Si avvicinò alla porta e si accucciò.
Ehi piccola … fammi entrare, su !” disse con tono dolce.
Sentivo le sua voce, leggermente ovattata a causa delle infinite domande che premevano nella mia testa.
Ma non avevo la forza di rispondere.
Dai piccola … sono io, Harry … fammi entrare !” disse ora con tono più preoccupato.
So cosa è successo … fammi entrare, voglio solo aiutarti” sentii la sua voce tremare leggermente.
Sentivo che stava male, non volevo che stesse male. Volevo stare tra le sue braccia, solo lì sarei stata bene.
Mi alzai lentamente, sentivo un peso enorme sul cuore. Appoggiai la mano sulla maniglia e l’ aprii.
Lo trovai lì, in piedi con gli occhi lucidi e arrossati che mi guardavano.
Mi buttai tra le sue braccia e scoppiai a piangere. Appena sentii le sue grandi braccia circondarmi sentii la diga, che mi ero costruita dentro per non lasciarmi andare troppo, sgretolarsi.
Mi prese in braccio e mi portò sul letto. Mi mise sotto la coperta e mi raggiunse poco dopo. Ero rannicchiata tra le sue braccia, pressata addosso al suo petto con le lacrime che stavano inzuppando la sua T-shirt.
Non parlai, non dissi nulla.
Piansi, non so per quanto, ma non mi importava.
Harry non si era spostato di un centimetro e sapevo che non l’ avrebbe fatto.
Cominciai a calmarmi dopo un bel po’, probabilmente la cena era già arrivata da un pezzo.
Vennero a chiamarci Louis ed Eleanor. Bussarono piano e ci chiesero se avevamo voglia di mangiare.
Harry mi guardò ed io annuii.
Arriviamo tra poco” disse piano.
Prima che chiudessero la porta mi girai e gli chiesi:
Ragazzi potete mangiare di qui con noi ?
Eleanor e Louis si guardarono e sorrisero, poi annuirono.
In quei pochi minuti in cui loro scesero per recuperare la cena, io guardai Harry e gli dissi:
Grazie … sei stato molto premuroso, dolcissimo; sai tra le tue braccia mi sento protetta, te l’ ho già detto no ?! Non mi era mai successo prima d’ ora …” fui interrotta.
A me non era mai successo di sentire un sentimento di protezione così forte per nessuno. Quando ti ho vista correre in bagno non capivo, pensavo che ti fossi dimenticata di fare qualcosa; poi quando ho letto i post ho capito tutto e ho sentito come una morsa chiudermi lo stomaco, perché ti avevano fatta soffrire. Mi sentivo e mi sento tutt’ ora impotente, perché non vorrei che qualcuno ti facesse del male, ma non so come impedirlo …” mi guardò con quei suoi bellissimi occhioni magnetici che stavano ritornando lucidi e rossi.
Capii dove stava andando a parare e la cosa non poteva rendermi più felice.
Se qualcuno provasse solo a fiorarti con un dito … penso che andrei fuori di testa …
Sentii gli occhi pizzicare, ma questa volta non era per la tristezza, tutt’ altro.
Io … io credo … che mi sto innamorando di te” disse con voce flebile, come se non volesse farsi sentire.
Sapevo quanto gli era costato, appunto perché voleva dirsi esporsi e sembrare vulnerabile.
Gli sorrisi e già vidi l’ ansia sparire parzialmente dal suo volto.
Mi hai rubato le parole di bocca …” dissi sorridendo come non mai.
Detto questo mi avvicinai al suo volto e non appena le nostra labbra si toccarono sentimmo Boo Bear esultare dalla porta:
Evvai !!!! Ragazzi era ora che vi dichiaraste !!! Congratulazioni !!!
Mi girai e vidi Tommo sulla porta tutto esultante e El che sorrideva felicissima.
Si avvicinarono al letto e cominciammo a cenare; l’argomento lo lasciammo cadere momentaneamente, ora non era il momento per parlarne.
Prima però Harry mi disse:
Stai tranquilla, ci sono io con te … l’affronteremo insieme” così dicendo mi prese una mano, l’accarezzò e mi sorrise per rassicurarmi.
Anche se non sappiamo cosa sia successo …” cominciò a dire Louis.
… Anche noi siamo dalla tua parte, siamo una famiglia ora” concluse El abbracciandomi.
Mi salirono ancora le lacrime; non potevo credere a quanto affetto quelle splendide persone mi stessero dimostrando.
Cercai di trattenermi al meglio, ma con scarsi risultati.
Sentii i tre ragazzi stringersi attorno a me per abbracciarmi.
Non potevo essere più felice: Harry mi aveva detto che si stava innamorando di me; El mi aveva detto che eravamo una famiglia e tutti loro mi avrebbero aiutata a superare la situazione.


Angolo dell’ autrice

Ciao ragazze !
Allora eccomi ancora qui con un capitolo molto lungo e ricco; ho aggiornato prestissimo anche perché leggere le vostre recensioni mi riempie sempre di gioia e mi fa venire voglia di scrivere e aggiornare velocemente.
Mi è piaciuto molto scrivere questo capitolo e spero si percepisca.
Spero anche che la parte dove descrivo cosa prova Irene dopo aver letto i messaggi sia di impatto come volevo che fosse. Ho cercato di scrivere quello che provo io nella realtà e anche i dialoghi che ho scritto sono cose che provo realmente.
Fatemi sapere cosa ne pensate !!!
Al prossimo capitolo
Nene xx








 

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Capitolo 11
*** Baby, It's You ***




Baby It’s You

 

Era quasi giunta al termine la mia permanenza a Londra.
Erano quindi anche passate 3 settimane dallo spiacevole episodio dell’ attacco su Internet.
Harry era stato … perfetto; tutti erano stati molto comprensivi e protettivi, anche fin troppo, ma lui … aveva un modo tutto suo per farmi sentire bene.
Forse perché sapeva l’ effetto che i suoi baci o i suoi abbracci mi sortivano. Mi bastava essere avvolta dalle sue braccia per sentirmi intoccabile.
Dimenticai in breve tempo ciò che era successo, o ameno così credevo.
La presenza di Harry, dei ragazzi e delle mie amiche mi distoglieva da frequenti pensieri angoscianti.
Stavo talmente bene che non mi rendevo nemmeno conto del tempo che passava. Gli eventi e le giornate scorrevano veloci e felici, soprattutto felici, sotto i miei occhi.
Fu un mese veramente ricco di bell’ esperienze e felicità alla massima potenza; ma la cosa che più mi è rimasta impressa di quel periodo è la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi, dove i ragazzi si esibirono.
I giorni che precedettero la performance furono piuttosto tranquilli; io ero ancora un po’ scossa, ma la presenza di Eleanor in casa mi aiutò notevolmente.
Devo dire che in quel mese ci legammo parecchio, proprio grazie anche alla situazione delicata che si era creata i primi giorni della mia permanenza.
Sembrava una sorella maggiore, sempre gentile e premurosa, ma la cosa che più apprezzai fu la genuinità e la spontaneità con cui mi stava vicina.
Era davvero una splendida persona.
Ritornando ai ragazzi:i due giorni prima della cerimonia erano tranquilli, molto tranquilli, fin troppo …
La cosa non era affatto normale e di quel loro strano comportamento ne pagarono le conseguenze proprio la mattina di quel 12 Agosto:
Mi svegliai come tutte le mattine, ma senza essere circondata dalle braccia di Harry. Lì per lì la cosa mi sembrava un tantino strana, ma non mi preoccupai più di tanto.
Guardai l’ orologio: le 8.00
Tastai con la mano il letto per cercare il riccio, ma mi accorsi che era vuoto.
Era prestissimo, per gli orari di Harry, e non trovarlo nel letto a dormire mi preoccupava.
Mi alzai di scatto e lo vidi seduto, sul bordo in fondo al letto, che si teneva le mani sul viso e che continuava a muovere la gamba come se fosse stato preso da un tic.
Avvicinandomi a lui, lo abbracciai da dietro baciandogli il collo; solitamente quando lo sfioravo in quel punto così sensibile mi sbatteva contro la prima superficie che trovava per baciarmi nel modo che solo lui conosceva.
Quella mattina no.
Cominciavo a preoccuparmi.
Mi posi accucciata davanti a lui e, notando che non mi aveva minimamente notata, gli spostai delicatamente le mani dal viso.
Teneva ancora il viso abbassato, allora lo diressi verso di me.
La prima cosa che mi colpirono furono i suoi occhi, ma non la loro bellezza profonda e magnetica, bensì l’ espressione che si leggeva benissimo attraverso essi.
Sembrava preoccupato, ma non ci credevo fino in fondo.
Ehi … non mi dire che sei preoccupato ?
Non rispose, ma mi accorsi che qualcosa vacillò dentro quelle pozze verde smeraldo.
Sorrisi e gli feci segno di farmi spazio. Mi sedetti sulle sue gambe e gli abbracciai la testa, cominciando a coccolarlo. Sentii immediatamente le sue braccia stringersi attorno a me.
Aspettai che fosse lui a parlare.
Sto male … davvero … tutta la tranquillità di questi giorni sembra totalmente sparita … cavolo !!!
Stai tranquillo …
Ma come faccio ?! Stasera ci esibiremo davanti a milioni di persone !
Ehi, ehi … quante persone credi che ci siano a vostri concerti ?! Non mi sembra che ti vegano gli attacchi d’ ansia ogni volta che fai un concerto …
Si ok … ma lì saremo alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi !!! E’ molto importante … oddio mi sento che sbaglierò tutto …
Stava cominciando a sparare cavolate a raffica … conoscevo quelle reazioni … le avevo spesso anche io …
Smisi di accarezzarlo e gli presi il viso con entrambe le mani per guardarlo dritto negli occhi:
Fermati !! Smettila !! So come ti senti, capisco la tua reazione … fai un respiro profondo … ti calmi e poi mi raggiungi di sotto per fare colazione … e senza storie …
Mi guardò terrorizzato, ma me ne fregai. Mi alzai dalle sue gambe e mi diressi alla porta, dando prima un’ ultima occhiata ad Hazza: era ancora seduto ma mi stava guardando con una faccia che diceva “non capisci … io sono terrorizzato”
Gli feci l’ occhiolino per poi chiudermi la porta alle spalle, contemporaneamente a El.
Anche Louis sembra uno in preda al panico ?” chiesi sorridendo.
Non me ne parlare … ogni volta è così, sembra uno che sta per andare al patibolo … e poi me lo devo sorbire io” rispose la brunetta per nulla sorridente.
Scendemmo le scale e ci recammo in cucina. Mentre lei apparecchiava io preparavo.
E’ così insopportabile ?!” chiesi.
Insopportabile è riduttivo … ah e non contraddirli finché non sono scesi dal palco altrimenti reagiscono peggio degli schizzo frenici …” affermò Eleanor, non prima di avermi lanciato uno sguardo incredulo.
Harry non mi è sembrato così … fuori di testa” dissi cercando di convincermi di quello che stavo dicendo.
Fammi indovinare … era seduto sul bordo del letto con la testa tra le mani e la gamba che si muoveva come se avesse un tic sparando fuori cavolate una dietro l’ altra ?” mi chiese.
Feci un debole accenno.
La bruna si fece scappare una risatina.
Tesoro … aspetta di tornare su … lo vedrai andare avanti e indietro per la stanza, gesticolando probabilmente, perché non troverà il suo telefono che avrà in mano; tutti i vestiti saranno per aria e dirà di non avere nulla da mettersi o che tutto fa schifo … Louis ha la stessa identica reazione …
Rimasi un po’ scossa da quella previsione e non sapevo cosa rispondere perciò cambiai discorso:
Scendono per la colazione vero ?!
Chi ? I due orsi ? Sì, quella non se la perderebbero mai, ma non parleranno, nemmeno tra di loro e avranno l’ aspetto di chi ha appena visto un fantasma
Finimmo giusto in tempo di preparare tutto che i ragazzi arrivarono.
Aveva ragione Eleanor: sembravano due morti viventi; Harry era peggio di come l’ avevo lasciato e Louis, rispetto alla sera precedente era totalmente mutato.
Finirono in breve tempo di fare colazione. Salirono le scale lentamente, mentre io e la bruna li guardavamo mezze sconvolte.
Quando sentimmo le due porte chiudersi quasi contemporaneamente ci scambiammo uno sguardo complice e decidemmo di salire a vedere come potevamo aiutarli.
Non appena entrai nella stanza mi si parò davanti una visione alquanto sconvolgente: Harry che andava avanti e indietro per la stanza, gesticolando e parlando da solo dicendo che non trovava il telefono, che tra l’ altro aveva in mano; tutti i suoi vestiti erano sparsi sul nostro letto.
Eleanor aveva fatto centro ancora.
Amore il telefono ce l’ hai in mano …” gli dissi, palesando la mia presenza.
Mi guardò, come colpito e subito dopo si guardò la mano constatando che stringeva l’ I-phone.
Hai combinato proprio un bel casino … hai già scelto cosa metterti ?” gli chiesi avvicinandomi al cumulo di abiti ammassati sul materasso.
No … non ho nulla da mettermi … fa tutto schifo … non va bene” mi disse con tono rasente il nevrotico.
Quelle parole mi colpirono come schiaffi in faccia: la bruna c’ aveva azzeccato un’ altra volta.
Lo guardai allibita: aveva una marea di abiti stupendi e chi gli stavano da Dio.
Stava veramente esagerando.
Decisi di prendere in mano la situazione.
Lo lasciai lì a guardare la massa di abiti e mi recai nella camera di Eleanor e Louis, trovando la bruna nella mia medesima situazione: Louis stava in piedi davanti al letto, sul quale erano distese almeno 10 paia di bretelle diverse, con un espressione mista tra l’ indeciso e l’ ansioso.
Continuava a borbottare frasi senza senso e gesticolava.
Appena la bruna mi vide, mimò una reazione isterica e mi raggiunse.
Ehi tesoro, vedo che sei messa male ?” chiesi, leggermente divertita.
Non ce la faccio più, voglio solo che questa sera arrivi presto” rispose esasperata.
Ho bisogno del tuo aiuto: avevi ragione tu ! L’ ho trovato in camera con tutti i vestiti buttati all’aria e dice che non ha nulla da mettersi; dimmi che devo fare !” le chiesi quasi pregandola.
El si lasciò sfuggire una risata.
Lo sapevo … allora, adesso fai un bel respiro, torni dentro come farò io e trovi un modo per svegliarlo ! Non sono abbastanza lucidi per capire la priorità delle cose e quindi dobbiamo farlo noi
Stava per ritornare dal bambino che aveva lasciato solo poco prima, quando aggiunse un’ altra cosa:
Ah … loro hanno le prove alle 11.00, preparalo per le 10.30 così li accompagniamo alle prove e se la vedranno loro tutti insieme: quando sono uniti si calmano un po’
Annuii e rientrai nella mia camera.
Era nelle medesime condizioni in cui l’ avevo lasciato: ancora a contemplare gli abiti “schifosi” che giacevano sul letto. Non si era nemmeno accorto della mia presenza.
Buttai un occhio sulla sveglia: segnava le 10.00
Era tardi … dovevo assolutamente prepararlo.
Mi avvicinai a grandi passi e, quando lo raggiunsi, lo girai verso di me prendendolo per le grandi spalle e scuotendolo un po’:
Harry ! Adesso mi sono veramente rotta le scatole … fila in bagno e lavati ! Ai vestiti penso io. Hai le prove tra un’ ora … svegliati ! E non fare storie !” dissi con tono militaresco, spingendolo verso il bagno e chiudendocelo dentro.
Non appena sentii il rumore dell’ acqua mi avvicinai al letto e cominciai a pensare a cosa sarebbe potuto andare bene.
Rovistando tra i vari indumenti mi venne un’ illuminazione !
Trovai un completo blu scuro splendido, molto elegante; abbinai una camicia blu acceso che gli avevo comprato. Il completo che avevo scelto, lì steso sul letto, mi sembrava perfetto per lui.
A pensarci bene però ci voleva qualcosa che lo sdrammatizzasse: le converse bianche erano perfette e magari anche un bel fazzoletto bianco nel taschino della giacca.
I vestiti per la cerimonia erano pronti; li misi in una busta che appoggiai vicino alla porta.
Pensai che non sarebbe stato in grado di scegliere nemmeno i vestiti per le prove, così gli scelsi pure quelli.
Uscì dal bagno completamente asciutto e pulito. Mi guardò un po’ spaesato allora gli indicai il letto dove erano stesi gli abiti che avrebbe indossato.
Dopo pochi minuti era pronto. Gli porsi la busta coi vestiti e lo spedii giù ad aspettarmi.
Mi preparai molto velocemente, proprio perché non c’era il tempo materiale. Scesi di corsa le scale e mi accorsi che tutti mi stavano aspettando.
Sono in ritardo ?” chiesi con fiatone.
No tesoro, sono appena arrivata anch’ io” mi rispose El.
Salimmo in macchina, ma alla giuda questa volta si mise la bruna, perché i ragazzi non erano nelle condizioni più adeguate.
Arrivammo con un po’ d’ anticipo, ma gli altri erano già arrivati.
Danielle, Gaia e Alessia avevano dei visi un po’ tirati e pensare che anche il mio doveva essere in quelle condizioni mi colpì parecchio.
Non appena arrivammo i ragazzi si corsero incontro e si abbracciarono. Ci salutammo in fretta, poi loro entrarono.
Le ragazze volevano andare a pranzo, ma io non me la sentivo di lasciare Harry da solo in quelle condizioni; preferivo essere lì, come supporto.
Le ragazze mi appoggiarono e passammo tu il pomeriggio in loro compagnia.
Fui molto sollevata nel vedere che Harry si stava tranquillizzando grazie alla presenza dei suoi amici, grazie alla musica e un po’ grazie a me.


[La sera della performance]

Mancava circa un’ ora alla loro esibizione ed eravamo tutte nel camerino ad attendere che finissero di truccarli.
Non avemmo nemmeno il tempo di guardarli che già li avevano condotti in un’ altra stanza per cambiarsi.
Tornarono dopo una ventina di minuti tutti ben vestiti. Notai le nostre espressioni appena ci accorgemmo della bellezza che avevamo davanti.
Non so dire che espressione avevo, ma posso dire che ero rimasta come fulminata dalla sua bellezza disarmante.
Il completo era già perfetto di suo, ma indossato da lui era ancora meglio.
Lo vidi avvicinarsi a me, con una camminata appositamente lenta e sicuramente studiata.
Sentivo il cuore palpitare a mille e tantissime scariche elettriche che percorrevano il mio corpo.
Cercai di rimanere seria, senza buoni risultati. Mi divertiva il fatto che stava cercando di farsi ammirare come un gallo nel pollaio.
Aspettai che mi raggiungesse. Lo guardai negli occhi e mi accorsi che era decisamente più tranquillo di quella mattina.
Mi sfiorò il viso:
Bella scelta di completo” disse sorridendo “la cosa che più preferisco è la camicia …
Intuii il motivo, ma volevo che me lo dicesse lui.
Perché ?
Perché me l’ hai regalata tu … e … averla addosso sarà un modo per averti più vicina durante la performance
Detto questo si avvicinò e, delicatamente, appoggiò le sue labbra sulle mie.
Possibile che con quel piccolo contatto sentii i fuochi d’ artificio tutt’ attorno ?!
Non avemmo il tempo di approfondire il bacio, perché in quel momento entrò Paul che praticamente li portò via.
Ci guardammo ancora per un istante ed ebbi la sensazione che lui, attraverso gli occhi, mi avesse detto “ti amo”.
Rimasi da sola nella stanza, o meglio con le altre ragazze, ma senza lui; un po’ sovrappensiero per la sensazione che piano, piano si stava sempre più impossessando di me.
Sentii qualcuno avvicinarsi a me e appoggiarsi alla mia spalla e ciò mi distolse dai mie pensieri.
Ehi babe andiamo, così li vediamo entrare” mi disse El sorridente.
Eravamo praticamente arrivate al nostro spalto quando sentimmo delle urla fortissime provenire un po’ più avanti rispetto a noi.
In quel momento pensai che i ragazzi stavano per entrare e che io me li stavo perdendo.
Non poteva succedere.
Così feci esattamente la stessa cosa che feci in aeroporto, con meno fatica perché non c’erano persone che ostruivano il passaggio, cominciai a correre più forte che potevo, lasciandomi alle spalle le ragazze attonite dalla mia reazione.
Arrivai in meno di un minuto alla nostra postazione, col fiatone che mi spezzava il respiro.
Le ragazze mi raggiunsero poco dopo, poiché anche loro si erano messe a correre.
Buttai immediatamente uno sguardo al palco, pensando di trovarli lì, o almeno che salivano; invece no.
Vuoto. O meglio, con solo il presentatore.
Scoppiai a ridere. Mi ero messa a correre pensando che mi stavo per perdere la loro esibizione più importante, invece le urla erano solo la conseguenza del presentatore che li aveva annunciati.
Spiegai tutto brevemente e ci sedemmo attenendo con ansia la loro entrata.
Sarebbero entrati da un momento all’ altro e sapevo che non sarebbe stata un’ entrata banale, ma non mi sarei mai aspettata una cosa così:
Entrarono a bordo di un tir che si muoveva e che li trasportò lungo tutto il perimetro dell’ arena.
Non appena sentii la base partire il mio cuore scoppiò dall’ emozione.
Non appena i ragazzi cominciarono a cantare sentii uno spirito nascere dentro di me e iniziare a ballare a ritmo.
Non appena Harry iniziò a cantare sentii il mio povero cuore perdere colpi.
Non facevo altro che osservare ogni minimo movimento che facevano e ogni suono che emettevano.
Tutto, da come si muovevano a come cantavano, tutto era perfetto.
Si sentivano a loro agio sul quel palco e questo era percepibile, notevolmente.
Poi successe qualcosa che non mi era mai accaduto prima e che mi lasciò spiazzata:
Verso la fine della performance Harry cantò il suo pezzo da solo, ma in quel momento e solo in quel momento sentii la sua voce partire da lui e arrivare a me, cercandomi attraverso le migliaia di persone che riempivano gli spalti; quando arrivò mi colpì in pieno cuore.
Provavo un orgoglio indescrivibile e immenso per tutti loro; la fatica, l’ impegno, la bravura, il talento, la loro amicizia … tutto aveva portato a qual risultato, una tappa molto importante per la loro carriera.
Tutto ciò si moltiplicò quando quelle onde sonore raggiunsero le mie orecchie.
Mi guardai attorno, vedendomi circondata dalle ragazze; guardai tutte le ragazzine che urlavano perché avevano i loro idoli a pochi metri di distanza; guardai i ragazzi; infine guardai Harry … sentivo che non avrei voluto essere in nessun’ altro posto, quello era il mio; lui era il mio posto … sentivo che non ci sarebbe mai stata una persona che mi avrebbe più fatta sentire così …
Iniziai a piangere, ma di gioia.
Eleanor, che era di fianco a me, se ne accorse:
Ehi tesoro, stai bene ? Perché piangi ?” mi chiese abbracciandomi.
Io mi asciugai le lacrime con dorso della mano.
Sto benissimo, davvero … El è lui … lui è l’ unico …” dissi sorridendo, come se fossi arrivata alla conclusione di un dubbio che mi attanagliava da tempo.
Amore non capisco … chi ? Cosa stai dicendo ?” mi chiese un po’ confusa.
Harry, El … è Harry … io … io lo amo … e devo dirglielo” dissi ancora più entusiasta.
La vidi sorridere, probabilmente perché le ricordavo lei con Louis.
Mi abbracciò fortissimo e io, presa da uno slancio, ricambiai.
El … devo vederlo subito ! Dove scendono ?? Lo sai ?” chiesi, un po’ ansiosa.
Torni al loro camerino e poi percorri il corridoio da cui sono spariti prima … corri !” mi disse, esaltata.
Non me lo feci ripetere due volte.
Cominciai a correre sorridendo come una bambina, senza preoccuparmi delle persone che mi guardavano sconvolte.
Raggiunsi il camerino e sorpassai l’ enorme porta che mi aveva indicato El.
Non rallentai nemmeno per riprendere un po’ di fiato. Lo dovevo raggiungere in fretta.
Cominciai a sentire della voci, tra le quali riconobbi al sua, e questo mi spinse ad aumentare la velocità ulteriormente.
Vidi davanti a me una scala stretta; le voci provenivano da lì. Erano voci felici e allegre. Erano sicuramente loro.
Per primo scese Harry.
Non appena lo vidi gli corsi incontro, ad una velocità impressionante; l’ idea era quella di saltargli in braccio, ma la scena fu completamente diversa:
Quando mi vide anche lui mi corse incontro, aprendo le braccia, il che mi spinse ulteriormente a saltargli addosso.
Nel momento in cui le sue braccia mi circondarono e le mie cinsero il suo collo, mi sollevò e cominciò a farmi girare, come si fa coi bambini o con le principesse nei cartoni animati.
Avvicinai il mio viso al suo e, finalmente, ci potemmo dare un bacio come si deve.
La mia lingua che si incontrava con la sua, mi stava liberando di tutta l’ adrenalina che avevo provato fino a quel momento.
Non si voleva staccare, e nemmeno io veramente, ma dovevo assolutamente dirglielo.
Mi riappoggiò per terra. Lo guardai dritto negli occhi e appoggiai le mia mani ai lati del suo collo.
Harry … io …” tentai di dire.
Mi sorrise, incitandomi a continuare.
Durante questa performance … ho capito una cosa importantissima …” proseguii, molto tentennante.
Anche io …” disse il riccio “Prima tu …
Presi un profondo respiro.
Io ti amo …
Dissi tutto d’ un fiato, sentendomi immediatamente leggera, ma poi subito dopo attanagliata da una paura che mi fece girare la testa.
Non avevo minimamente pensato al fatto che lui avrebbe potuto darmi una risposta negativa o peggio …
Purtroppo non potevo rimangiarmi ciò che avevo appena detto.
La tensione mi si leggeva in faccia, lo sentivo. Restai in attesa di una risposta, che speravo fosse positiva.
Sorrise.
Anche io ti amo … me ne sono accorto da un po’, solo che non ne ero sicuro, avevo paura … di sbagliarmi, del fatto che magari mi avresti respinto … ma oggi ne ho avuto la certezza … come ti sei comportata e la scelta dell’ abito … la camicia …
Mi gettai sulle sue labbra.
Non avevo più ascoltato da dopo il “Anche io ti amo”.
Non mi interessava altro, in quel momento.
La sensazione della sua lingua che cercava la mia, oramai, la conoscevo a menadito, ma questa volta era diverso … questo volta la sentivo mia … era come se dirlo ad alta voce mi avesse dato la conferma che lui fosse mio, veramente mio … e la cosa mia faceva impazzire dalla felicità …
Ci stavamo ancora baciando passionalmente, quando sentimmo degli urli provenire dalle mie spalle e da quelle di Harry.
Ci staccammo e ci girammo, accorgendoci che tutti i ragazzi e le ragazze ci stavano praticamente applaudendo.
Diventai immediatamente rossa come un pomodoro, mentre Harry sorrideva con gli occhi illuminati come due fari.
Ci si avvicinarono e ci abbracciammo tutti in gruppo. Non appena ci staccammo io mi avvicinai ad Harry e lo sentii cingermi la vita, stringendomi a sé.
Ragazzi, siete stati … fantastici, perfetti … è stata una perfomance bellissima, davvero” dissi con gli occhi che pungevano appena.
Grazie Ire … non sai che ansia prima del palco” disse Liam, dando un bacio sulla fronte di Dani.
Stavo sudando talmente tanto, che credo che il gel mi si sia tutto sciolto … il ciuffo sta ancora su ?” chiese Zayn a Gaia, preoccupato.
E’ stato stupendo …” esclamò Louis, tutto esaltato.
Per fortuna che è finito … non ti avrei sopportato un minuto di più” disse El sorridendo al fidanzato.
Perché dici così ? Non sarò così insopportabile ?!” disse incredulo.
Louis … io ti amo tantissimo, dico davvero, ma mi fai venire istinti omicidi” replicò la bruna dando un bacio a Boo Bear e accarezzandogli la guancia.
Ragazzi io però ho fame … dopo tutta questa fatica devo riprendere calorie” esclamò Niall, tenendo Alessia per un fianco stretta, stretta.
Che ne dite se andiamo tutti a festeggiare ?” propose Tommo.
Sinceramente sperai che non l’ avesse detto, perché non avevo nessuna voglia di andare a festeggiare.
Volevo andare a casa, per stare con Harry …
Solo che non volevo essere l’ unica che rifiutava la proposta, senza nemmeno un motivo valido …
Fortunatamente Harry e Eleanor mi vennero in aiuto.
Ma magari Harry e Irene vorrebbero stare da soli … e poi non ho molta voglia di festeggiare …” iniziò la bruna.
Già nemmeno io … sono molto stanco, magari noi ce ne torniamo a casa che dici ?” mi chiese guardandomi.
Io sorrisi, perché sapevo che quella era solo una scusa; vidi una luce brillare nei suoi bellissimi occhi e ciò mi provocò degli impercettibili brividi sulla schiena.
Tutti avevano capito il motivo per cui volevamo stare da soli, tutti tranne Louis:
Scusate … ma per quale motivo volete stare da soli ?” chiese candidamente.
Io e El ci bloccammo e lo fissammo attonite. Harry stava per rispondere per le rime all’ amico, ma intervenne la brunetta:
Amore, saranno fatti loro no ?! Comunque noi torniamo tardi …” disse prima rivolgendosi a Tommo, fulminandolo con lo sguardo, e poi rivolgendosi a noi due.
Vedemmo una luce nascere negli occhi di Louis, segno che aveva recepito; infatti si girò verso Harry e gli fece l’ occhiolino.
Allora non ce ne andiamo …” dissero Alessia e Gaia, sorridendomi.
Salutammo tutti e feci cenno alle mie due amiche che le avrei fatto sapere, dato che sicuramente, se non l’ avessi fatto, il giorno dopo mi avrebbero tartassata con le domande.
Gli ultimi che uscirono furono El e Louis, che veniva spinto dalla ragazza, la quale prima di sparire mi fece l’ occhiolino.
Mi strinsi di più al suo petto per poi guardarlo negli occhi.
Andiamo a casa ?” chiesi.
Subito. Ma pensi che la macchina El e Louis ce l’ abbiano lasciata ?” rispose.
Si, al massimo prendiamo un taxi” dissi, serena e sorridente.
Ma non ho i soldi per pagarlo !!” esclamò il riccio.
Tu vorresti farmi credere che non vai mai in giro con contanti ?! … e poi puoi sempre pagare il tragitto facendo un autografo al taxista, di sicuro avrà una figlia o una nipote che impazzisce per gli 1D” dissi ridendo.
Ah, ah spiritosa … dai andiamo al parcheggio” disse spingendomi delicatamente.
Arrivammo al parcheggio e ci accorgemmo che ci avevano lasciato la macchina, sul parabrezza della quale avevano lasciato un bigliettino:

“Torniamo tardi, non aspettateci. Divertitevi El xx
Non troppo però, mi rivolgo a te Harry Lou ;) xx”


Appena lo leggemmo ci guardammo e scoppiammo a ridere: com’ era possibile avere degli amici così stupidi, ma a cui volevamo un bene immenso ???
Salimmo sulla macchina e, al suono di “Lego House” di Ed Sheeran, accendemmo il motore. Nel giro di pochi minuti eravamo a casa.
Buttai borsa e chiavi sul divano.
Lo sentii abbracciarmi a dietro e cominciare a baciare il mio collo delicatamente.
Mi voltai verso di lui e sentii il suo naso sfiorare il mio; mi avvicinai alle sue labbra e le sfiorai delicatamente, non lo baciai apposta.
Gli presi la mano e ci dirigemmo in camera.
Non appena chiuse la porta, mollai la sua mano e mi buttai sul letto che era stato sgomberato dalla signora delle pulizie che era venuta quella mattina, la quale aveva ripulito tutta la casa da cima a fondo.
Vidi il suo viso spaesato, così gli feci cenno di sdraiarsi accanto a me.
Non se lo fece ripetere due volte. Si avvicinò a me e mi strinse a sé e io feci la stessa cosa.
Sai … sono stata davvero molto orgogliosa di te stasera, mi sentivo così felice per te perché sapevo che avevi lavora sodo per arrivare fin lì e te lo meritavi, ve lo meritavate tutti … poi c’è stato un momento in cui ho sentito la tua voce cercarmi tra tutte le persone presenti, ed è lì che ho capito che sei tu … sei tu la persona di cui ho bisogno ” dissi perdendomi nei suoi indescrivibili occhi.
Anche io ho provato la stessa cosa; non l’ho mai detto perché non ne ero sicuro, ma la conferma l’ ho avuta stasera grazie alla camicia …” replicò giocando con una ciocca dei miei capelli.
Perché con la camicia ?” chiesi curiosa.
Appena l’ ho scorsa nella busta ho subito pensato al pomeriggio in cui me la regalasti e poi, durante tutte l’esibizione ti ho sentita accanto e ti cercavo tra la folla … è strano, perché io cantavo davvero per te … e sembra che la mia voce ti sia davvero arrivata” disse, questa volta guardandomi negli occhi.
Sentivo gli occhi inumidirsi; tutto ciò che mi aveva detto mi fece sentire ancora più felice.
Rimanemmo lì per un po’, senza parlare. Io giocavo con i suoi ricci e lui col mio piercing.
Si alzò dalla mia pancia così delicatamente che nemmeno me ne accorsi; stette a guardami per 5 minuti buoni, poi me ne accorsi:
Perché mi guardi ?” chiesi sorridente.
Sto pensando” ripose, anche lui sorridente.
A che pensi ?
Al fatto che sei mia …
Detto questo lo vidi avvicinarsi e, istintivamente mi avvicinai a lui.
Le nostre labbra si toccarono ripetutamente, prima che lui si decise ad approfondire il bacio.
Quando la sua lingua s’ intrecciò con la mia sentii dei brividi fortissimi percorrermi la schiena.
Le sue mani cominciarono a percorrere il mio corpo veloci, ma allo stesso tempo lente.
Iniziai a sbottonargli la camicia. Mi sfilò velocemente la maglietta e cominciò a disegnare delle linee immaginarie con piccoli baci su tutto il mio ventre.
Intanto lo aiutai a togliesi la giacca e la camicia.
Sentivo i suoi baci freschi sulla mia pelle e le sue dita delicate sfiorarmi.
Mi tolse i jeans così velocemente che quasi non me ne accorsi; rimanevo solo con uno dei miei completini sexy ma sbarazzini.
Mi accorsi che mi stava scrutando attentamente e la cosa mi divertiva.
Però non eravamo pari … lui aveva ancora i pantaloni, così glieli sbottonai e li lanciai giù dal letto.
Era rimasto solo coi boxer, il cui contenuto era parecchio evidente.
Riprese a baciarmi mentre con le mani, alla cieca, mi sbottonava il ferretto del reggiseno, che fece la fine degli altri indumenti.
Il suo viso si sollevò per guardare me; notai una nuova luce brillare nei suoi occhi, quella volta, mentre mi guardava: desiderio.
Cominciò a scendere verso le mie culottes. Sentivo i suoi ricci farmi lievemente il solletico sul ventre.
Sentii le sue dita giocare con l’elastico, probabilmente sarebbe andato avanti ancora un po’ se non mi avesse sentito sussurrare il suo nome allora le sfilò con decisione.
Ero completamente nuda, col suo corpo che mi sovrastava.
Sentivo un fuoco caldo crescere dentro di me, sempre più forte e aggressivo.
Sentivo le sue forti braccia che mi circondavano e l’ unica cosa che riuscivo a pensare era che mi sentivo amata, come mai mi ero sentita.
Cominciammo a fare l’ amore.
Stavo facendo l’ amore con Harry, la prima volta … ed era una cosa stupenda.
Avevo sentito dire da molti che, se fatto con la persona che si amava, era una cosa bellissima, che ti mette in contatto con quella persona … beh con tutte le cose mi ero sentita dire credevo di essere preparata, ma non avevo la più pallida idea di quale cosa magnifica sarebbe stata …


[10° Settembre: giorno della partenza]

Mi svegliai circondata dalle braccia forti di Harry, le stesse che per tutto il mese mi avevano accolta e fatta sentire a casa.
Quella mattina, non ero felice, o almeno non come le altre volte, perché verso le 15.00 avrei ripreso il volo, insieme a Gaia e Alessia, che mi avrebbe riportata in Italia.
Italia … Brescia … casa … ero stata lontana per più di un mese, non avevo sentito affatto la lontananza, tranne di mamma e papà, eppure non avevo la minima voglia di tornare.
Mi accorsi che il mio riccio era già sveglio. Mi alzai e mi sporsi per baciarlo.
Buongiorno amore” mi disse, con un sorriso non allegro come tutti gli altri che mi aveva regalato in un mese di convivenza.
Buongiorno superstar” replicai sorridente “c’è qualcosa che non va ?
E me lo chiedi ? Oggi parti e non so quando ti potrò rivedere” disse veramente rattristato.
Mi fece una tenerezza incredibile.
Amore, è vero oggi parto e non ci vedremo per un po’ … ma ci sentiremo tutti i giorni e poi tornerò il prima possibile …” dissi cercando di essere convincente.
La cosa che più mi distrugge è che so che non riuscirò a starti così lontano” aggiunse stringendomi a sé e mi diede la sensazione che non mi avrebbe più mollata.
Mi sa che dobbiamo andare a fare colazione” dissi, non staccandomi minimamente da lui.
Credo proprio di sì, poiché El e Lou hanno preparato un banchetto per un esercito” affermò ridendo.
Scendemmo nella grande cucina e quello che vidi mi sconvolse: tutta la cucina scoppiava di roba da mangiare e avevano attaccato uno striscione di “arrivederci” stupendo.
Vidi la mia coppia preferita corrermi incontro per abbracciarmi. Sentendo le loro braccia circondarmi scoppiai in lacrime, non potevo reggere.
Mi calmai quasi subito, perché volevo godermi tutti gli ultimi momenti che avrei passato con loro.
Era abbastanza tardi e il pranzo arrivò in un lampo. Avevamo organizzato un’ incontro a casa nostra così poi ci saremmo tutti recati all’ aeroporto.
Fu un momento bellissimo e importantissimo per me.
Vedere seduti ad un tavolo tutti quanti, felici e che ridevano era una gioia immensa. Purtroppo il tempo passò troppo in fretta; talmente veloce che ci ritrovammo all’ aeroporto tutti insieme per il check-in.
Stavo bene, perché fin quando ero attaccata al corpo di Harry e sentivo io suo braccio attorno a me era come avere la prova di averlo lì accanto; non volevo pensare a cosa avrei provato quando sarei stata sull’ aereo, o peggio quando mi sarei staccata da lui.
Per ora mi godevo quegli ultimi momenti insieme alla mia nuova famiglia, senza pensare all’ imminente futuro.
Sentii la voce della verità, ovvero la tipa che annunciava i voli, annunciare, purtroppo anche il mio.
Alzai di scatto la testa verso Harry, che trovai già li a guardarmi sorridente.
Mi accorsi che i suoi occhi si stavano illuminando di una luce che però stava tremando. Continuava a sorridere, ma non mi ingannava: stava per piangere.
Sciolsi l’ abbraccio, per poi posizionarmi davanti a lui e prendergli le mani. Lo guardai fisso negli occhi.
Sentivo gli occhi pizzicare, sempre più forte, ma non potevo scoppiare a piangere.
Ehi … non me ne vado mica per sempre” dissi, cercando di fare un sorriso convincente, che poi si rivelò finto e tirato.
Torno presto …
Non potei nemmeno finire la frase, che lui mi tirò verso sé e mi avvolse tra le sue grandi braccia, che sembravano aver perso tutta la forza.
Non ti liberai così facilmente di me, sappilo” mi disse affondando il suo viso tra i miei capelli cioccolato.
Sentivo la sua voce tremare, così mi strinsi maggiormente al suo petto.
Vorrei che tu rimanessi con me qui, per sempre …
Quelle parole mi colpirono il cuore come frecce e si incisero nel mio cervello.
Anche io … ma sapevamo entrambi che questo momento sarebbe arrivato prima o poi, ci siamo goduti questo tempo insieme … ed è stato bellissimo, non lo dimenticherò mai … è stato il periodo migliore della mia vita … perché l’ ho passato con te …
Non osavo guardarlo in faccia, non avrei retto.
Ci incontreremo presto, non posso vivere senza di te … ora che so … ora che ti ho trovata non ti lascerò più andare, questo è stato il mese più bello della mia vita … grazie a te
Si staccò da me e mi guardò dritto negli occhi.
Vedevo i suoi occhi tremare; vederlo in quello stato mi stava facendo crollare.
Sentii la voce metallica chiamare per l’ ultima volta il mio volo, era davvero arrivato io momento di andare.
Devi andare ... dai che se no ti tengo qua e non ti mollo più
Sentii la sua voce tremare.
Una forza incredibile mi spinse verso di lui. Mi gettai sulle sue labbra per dargli un bacio che si sarebbe ricordato almeno per 3 settimane.
Appena ci staccammo mi sentii svuotata.
Ti amo …” fu l’ unica cosa che mi disse, questa volta sorridendo convinto.
Sorrisi e mi sentii meno triste, perché quelle due parole mi diedero l’ ennesima conferma che lui era mio e che non mi dovevo preoccupare.
Anche io ti amo …
Sorrise soddisfatto.
Sentii Alessia e Gaia chiamarmi e capii che dovevo andare.
Corsi verso di loro, non voltandomi mai indietro, perché sapevo che se l’ avessi fatto tutto sarebbe stato più difficile.
Ad ogni centimetro che percorrevo sentivo il mio cuore raffreddarsi.
Salita sull’ aereo, ad ogni metro che guadagnavo sentivo il cuore fermarsi.
Ad ogni kilometro che facevo sentivo il cuore rompersi.
L’ unica cosa che sentivo era la distanza che sempre più si stava creando tra noi due.
Non era semplice tristezza momentanea, sapevo che me la sarei portata dietro fin quando non sarei tornata lì, a casa mia.
Perché quello era il mio posto, con lui …


Angolo dell' autrice

Ciao ragazze !!
Eccomi tornata con un nuovo capitolo !!!
Non so che dire se non che leggere le vostre recensioni mi riempie di una gioia immensa ogni volta;
Sono molto fiera delle nostre belle carotine che hanno visto ben 3 premi agli EMA !!! <3<3
Una cosa però vorrei dire: ho notato che le recensioni sono calate molto dal capitolo precedente e la cosa un po' mi ha rattristata, perchè cerco sempre di scrivere i capitoli mettendoci tutte me stessa ...
Beh ci vediamo al prossimo capitolo ;)
Nene xx

P.s domani, che tra l' altro esce anche "Take Me Home", Alessia compie gli anni (sì proprio quella della storia) e scappo perchè devo scrivere la lettere che domani le consegnerò insieme al regalo !!!
(So che non ve ne frega nulla, ma ve lo volevo comunicare)
(ora sparisco :P)



 

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Capitolo 12
*** You are the best thing that's ever been mine ***




You’re the best thing that’s ever been mine

 

[Irene's POV]
Il rientro a scuola non fu particolarmente traumatico, se escludiamo il fatto che già dalla prima mattinata di scuola i professori avevano iniziato a infondere quell’ entusiasmo che ti saresti dovuto portare dietro per tutto l’anno.
Essendo solo il primo giorno non facemmo gran che, ci limitammo tutti a salutarci, abbracciarci e raccontarci come avevamo passato le vacanze … le solite cose.
Io, Gaia e Alessia dicemmo che eravamo state per 1 mese a Londra, come una specie di vacanza studio …
Tutti che parlavano dell’ loro super feste, delle spiagge caraibiche, delle città visitate … mentre io pensavo a quanto mi mancavano le mie di vacanze , che erano state tutt’ altro che “studio” …
Appena sentii il suono della campanella che segnava la fine delle lezioni mi fiondai fuori dalla classe. Attesi pazientemente le mie tre amiche, che invece furono lentissime; avrei preferito andare a casa, ma le dovevo aspettare perché sarebbero venute da me.
Non appena varcammo la soglia di casa, buttammo tutte le borse per terra e ci dirigemmo in cucina, dove mia mamma aveva lasciato tutto pronto.
Che ne dite se oggi andiamo al cinema e poi a fare shopping ?” propose Elisa.
Super … che ne dici Irene ? Ti va ?” mi chiese premurosamente Alessia.
Era proprio quello il motivo per cui erano venute da me, vedevano che nel giro di 2 giorni non ero affatto migliorata, sembrava che un mantello pesantissimo si fosse poggiato sulle mie spalle e non aveva alcuna intenzione di levarsi.
Erano preoccupate, ma come biasimarle.
Sapevo che erano lì per me, e che lo facevano perché mi volevano bene. Decisi di fare uno sforzo, anche se non ne avevo la minima voglia.
Dico che è un’ ottima idea” dissi con un lieve sorriso, lieve ma sincero.
Allora direi che ci dobbiamo muovere … il film inizia alle 15.00 e sono già le 14.00” disse Gaia, sparecchiando velocemente e facendomi alzare dalla sedia di scatto.
Aspettate un momento … come fate a sapere che il film inizia alle 15.00 ?? … avevate già programmato tutto, vero ?” chiesi, rendendomi conto dell’ intrigo.
Colpevoli” dissero in coro alzando le mani.
Va be’ … su andiamo che se non facciamo tardi” replicai sorridente.
Non ci credo ! Sta sorridendo … dopo 2 giorni sta sorridendo !!! Guardate !” esclamò Alessia correndo ad abbracciarmi forte, forte.
(E’ la più emotiva, in tutti i sensi, ma proprio per questo le voglio bene)
Arrivammo giusto in tempo al cinema per comprare i biglietti ed entrare nella sala di proiezione.
Il film mi aiutò tantissimo, non pensai a nulla e sentii meno la distanza da Harry.
Risi molto, l0 avevano scelto apposta.
Quando uscimmo erano quasi le 17.00
Allora andiamo a fare shopping ?” chiese Gaia, sorridente.
Stavo per rispondere quando sentii il telefono squillare, partì il ritornello di “Gotta be You” e questo significava una sola cosa: Harry.
In quei due giorni ci eravamo sentiti quotidianamente al telefono e poi c’erano sempre i messaggi … in somma ci sentivamo.
Ehi Hazza !” dissi contentissima di essere al telefono con lui.
Ehi amore, mi mancavi troppo e volevo sentire la tua voce
Ti avrei chiamato io entro fine pomeriggio; anche io sento la tua mancanza, è come se il mio corpo mi dicesse di chiamarti …” dissi sorridendo come una scema.
Sono passati solo due giorni e già la tua mancanza qui a casa si sente, tantissimo …” disse, con tono più basso.
Lo so … io sento la tua da impazzire, ma non ti preoccupare, torno presto … promesso” dissi cercando di tirarlo su di morale.
Appunto di questo ti volevo parlare … ma prima volevo sapere una cosa … com’è andato il primo giorno di scuola piccola ?” chiese il mio riccio.
Solito … cioè professori che ti mettono l’ ansia dicendo che devi studiare, che l’anno è difficile, che molto potrebbero venire bocciati … solito. Tu ? Novità ?” dissi ridendo.
Non molte … a parte il fatto che sappiamo l’uscita del video di Live While We’re Young … è il 20” disse come se nulla fosse.
Cosa ?! Scherzi ?! Il 20 ?! Ma è prestissimo … cavolo … dio non avevo pensato che mi avrebbero visto un sacco di persone … ma in che guaio mi sono cacciata … perché ti ho detto di si ?!” dissi, con tono nevrotico.
Ehi,ehi ti ricordo che il nevrotico tra i due sono io … stai calma … non se ne accorgerà nessuno, vedrai” disse ridendo e poi tornando serio.
Speriamo …” dissi “Ora mi dici quella cosa ?
Ah si … senti mi hanno invitato ad un matrimonio con Louis e Niall, dato che Lou viene con El … ci … si insomma … verresti con me ?” chiese un bel po’ imbarazzato.
Oddio, io amo i matrimoni … e quando sarebbe ?” chiesi, entusiasta.
Il 17 di Settembre” rispose.
Oh … è un lunedì … ho scuola … devo chiedere alla mamma … verrei molto volentieri … ma non so se posso” dissi con l’entusiasmo dimezzato.
Tranquilla amore, ci ho già parlato … e ha detto di sì” disse, sicuramente sorridendo.
Cosa ?! Ma perché mia mamma parla con te ?! E poi da quando sa l’inglese ?! E tu che confidenze ti prendi con lei ? E come hai fatto a farti dire di sì ?” chiesi, senza respirare.
Tua mamma mi adora … e so essere molto convincente … lo parla abbastanza discretamente …” disse ridendo come un bambino.
E sentiamo … dato che mia mamma ha già deciso tutto … quel sarebbe il piano ?
Domenica mattina te e Alessia prendete l’aereo, il giorno dopo andiamo al matrimonio e poi martedì mattina ripartite” disse come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
Ma lei lo sa che deve venire ?
Intendi Alessia ?
Perspicace !” esclamai.
No, la sta chiamando ora Niall …
Ma non è vero …” dissi girandomi
Effettivamente anche lei era al telefono e a giudicare da come si toccava i capelli e da come si muova era sicuramente Niall, dall’ altra parte.
Ok … hai ragione …
Lo so …” disse ridendo.
Riccio non tirare troppo la corda, se no non parto” dissi minacciandolo scherzosamente.
Sentii la sua profonda risata attraversare i kilometri che ci separavano e scaldarmi il cuore, come solo lui sapeva fare.
Piccola io adesso devo andare, ci sentiamo dopo … ma ci vediamo tra pochi giorni” disse.
Non vedo l’ora … ok a dopo superstar” replicai sorridente.
Ti amo
Ti amo anche io Riccio
Chiusi la chiamata contemporaneamente alla Ale.
Ci guardammo negli occhi e ci fiondammo l’ una nelle braccia dell’ altra saltellando istericamente e urlando, facendoci osservare da tutte le persone presenti al centro commerciale.
Appena ci calmammo, facemmo un profondo respiro e mettemmo al corrente le altre due della situazione.
Quando avemmo finito di raccontare tutto, Elisa espose il problema più evidente:
Come avete intenzione di vestirvi ?
Merda … non ci avevo minimamente pensato” dissi, portandomi una mano sulla fronte.
Nemmeno io” esclamò Alessia.
Eravamo venute qui per fare shopping no ?! Cambiamo solo tipo di negozi” disse Gaia, semplicemente.
Nel centro commerciale non c’erano negozia adatti, così ci dirigemmo in centro.
Elisa conosceva un posto dove vendevano abiti da cerimonia stupendi, a detta sua.
Non avevamo molto tempo, quindi affrettammo il passo.
Correndo per le strade di Brescia, non avevo nemmeno il tempo di rendermi conto di dove ci stavamo dirigendo.
Ad un certo punto sentii la Ely esclamare, col fiatone:
Eccolo !
Alzai lo sguardo e mi trovai davanti ad una enorme vetrina illuminata che mostrava ogni genere di abiti da cerimonia.
Sentii la Ale tirarmi per un braccio.
Appena entrammo una gentile signora ci accolse.
Avete bisogno di qualcosa ?
Si, io e questa mia amica tra una settimana andiamo ad un matrimonio e ci servirebbe un’ abito da cerimonia” disse, ancora affannata Alessia, indicandomi.
Certo, volete fare un’ appuntante in due o preferite prima una e poi l’ altra ?
Ci guardammo contemporaneamente.
Insieme” dissi convinta.
La signora annuì sorridendo, per poi sparire dietro una porta. Tornò pochi istanti dopo con un taccuino rosso.
Allora lo desidera lungo o corto ?” chiese, rivolgendosi a me.
Lo vorrei corto, ma con lo strascico” dissi convita.
Perfetto e c’è un colore che preferirebbe indossare in particolare ?
Sì … se non è un problema opterei per il blu notte” dissi, pensando di aver detto una bestemmia di moda.
Affatto, anzi va molto di moda … sai, me ne è venuto in mente uno bellissimo e perfetto per te, aspetta qualche minuto che torno
Va bene …
Tornò dopo pochi minuti con quello che pensai fosse l’abito più bello del mondo.
Era tipo bustier attillato di raso opaco, con la scollatura a cuore che era però in raso lucido; dalla stessa partiva uno strascico di tessuto trasparente che arrivava fino a terra, inoltre aveva tutta la schiena scoperta. Il tutto blu notte.
Vuole che le prenda anche gli accessori ?” chiese premurosa.
La ringrazio tanto
Tornò poco dopo con delle scarpe altissime, probabilmente perché aveva notato la miastatura, una pochette dello stesso colore del vestito ed un braccialetto di cristalli bianchi.
Mise tutto in un camerino e poi tornò con suo taccuino, dirigendosi verso Alessia.
Le pose le stesse identiche domande, per poi sparire nuovamente in magazzino.
Tornò con un abito rosso borgogna, corto ma non attillato come il mio, anzi molto morbido.
Aveva anch’esso la scollatura a cuore di raso lucido, ma poi scendeva morbido fino a metà coscia.
La gentile commessa le portò anche gli accessori e poi pose tutto nel camerino.
Entrammo per cambiarci.
Io ci misi davvero poco; mentre indossavo l’abito cominciavo a sentire che quello era il migliore che avessi potuto trovare.
Non mi ero ancora vista allo specchio, ma volevo uscire con Alessia dal camerino.
Piccola sei pronta ?” mi chiese lei, precedendomi.
Ti stavo per chiedere la stessa cosa … usciamo ok ?
Aprimmo il camerino contemporaneamente e, a giudicare dalle facce delle nostre amiche e della commessa, gli piacevamo e molto, anche.
Ci guardammo a vicenda e notai Alessia portarsi una mano sulla bocca. Sapevo che quel gesto significava che le piaceva tantissimo.
Io invece misi la mia mano sotto il naso, non potevo credere a quanto era bella, il vestito le stava da Dio.
Ci scambiammo uno sguardo complice e, contemporaneamente ci voltammo verso lo specchio.
Mi bloccai appena la mia figura mi si parò davanti: il vestito era stupendo.
L’ unico pensiero che mi passò per la mente fu che quello era l’abito perfetto.
Già mi vedevo scendere dalla macchina con Harry sotto il braccio, sentire il suo sguardo fisso si di me per tutta la serata …
Era quello giusto.
Mi girai verso Alessia.
E’ perfetto … devi prenderlo” disse con le lacrime agli occhi.
Anche tu … non ti ho mai vista più bella, credimi” dissi cercando di trattenermi.
Anche noi concordiamo, vero signora ?” chiese Gaia, rivolgendosi alla commessa.
Sono perfetti … e se lo dico io che ne vedo a bizzeffe di persone che comprano abiti di questo genere … credeteci
Ci scambiammo un’ ultimo sguardo per poi entrare in camerino, cambiarci e andare in cassa a pagare tutto.
Appena uscite dal locale, mi sentii pervasa da una felicità che non sentivo da tempo … a occhio e croce dal mio arrivo a Londra …
Si era fatto tardi, avevamo perso molto tempo nel negozio, così ci salutammo felici e sorridenti e ce ne tornammo a casa.
Appena arrivata a casa vidi mia mamma corrermi incontro e abbracciarmi.
Non smise di parlare per un secondo … capivo il suo entusiasmo, ma era un po’ esagerata no ?!
Quella sera andai a letto presto, dopo aver sentito Harry e averlo fatto restare sulle spine riguardo all’ abito che avrei indossato.
Mi addormentai molto più serenamente dei due giorni precedenti …


[16° Settembre: giorno della partenza]
Eravamo già salita sull’ aereo da un’ oretta, non mancava molto all’arrivo.
Passammo tutto il tempo a chiacchierare e a pensare a che persone ci sarebbero state a questo matrimonio.
Non ci rendemmo nemmeno conto che l’ hostess aveva annunciato l’atterraggio.
Vedemmo tutti allacciarsi le cinture, quindi intuimmo e le allacciammo.
Nel giro di 30 minuti ci trovavamo col nostro trolley nello stesso punto in cui mi ero ritrovata io circa un mese prima.
Sentii il mio telefono squillare.
Ehi amore dove sei ?” chiese, impaziente ma felice.
Sono dove mi hai trovata la scorsa volta … in mezzo” dissi ridendo.
Aspettateci che vi raggiungiamo
Chiuse la chiamata velocemente.
Dopo pochi minuti vedemmo Harry e Niall spuntare dalla folla e camminarci incontro.
Sentivo tutto il corpo in fibrillazione; non riuscivo a controllare questa energia che era sicuramente positiva, non sapevo come canalizzarla …
Il mio cervello produsse una sola idea plausibile: Correre da lui.
Mollai il trolley alla Ale per poi correre tra le sue braccia, che erano già pronte a ricevermi.
Non appena sentii le sue braccia attorno al mio corpo sentii il mio cervello dire “non farmi mai più andare via a lui … non posso stare senza di lui”
Mi staccai da lui per avvicinarmi alla sua bocca.
Quel sapore di liquirizia mista a dentifricio alla menta mi era mancata, terribilmente.
Ci girammo per vedere che fine avevano fatto Niall e Alessia: erano al centro dell’ aeroporto, abbracciati, che si stavano baciando dolcemente come succede nei film romantici … molto dolci.
Aspettammo che si accorgessero che li stavamo fissando; si diressero verso di noi.
Abbracciai Niall, anche lui mi era mancato tantissimo, ma diedi giustamente prima la precedenza ad Alessia, che potevo considerare la sua fidanzata (?).
Allora andiamo casa ?” chiesi io, rivolgendomi ad Harry.
Non vedi l’ora ne ?!” mi chiese sorridente.
Mi è mancata troppo” dissi.
Allora noi ci vediamo domani verso le 8.00 a casa tua tutti pronti ok ?” chiese Niall.
Sì, prendiamo la mia macchina così saremo lì più velocemente” rispose Harry.
Allora noi ci vediamo domani” dissi alla Ale abbracciandola molto forte e stampandole un rumoroso bacio sulla guancia.
Non vedo l’ ora … e non sai che darei per vedere la faccia di Harry domani mattina quando ti vedrà” disse facendomi l’occhiolino.
Vidi Harry guardarmi interrogativo.
Nulla, non ti preoccupare … andiamo ?” dissi, cercando di sviare il discorso, dandogli un bacio sulla guancia.
Ci dirigemmo immediatamente alla macchina e nel giro di pochi minuti eravamo già nella grande casa che mi era mancata terribilmente, anche se ci ero rimasta lontana solo per una settimana.
Appena misi piede in casa vidi due figure fiondar misi addosso: El e Tommo.
Come tempo fa aveva fatto, Louis mi alzò da terra e mi agitò per aria come una bambina; quando mi mise giù intervenne la brunetta che mi abbracciò stretta, stretta.
Solo con quel contatto capii quanto mi era mancata; anche se ci sentivamo spesso non avere quella dolce presenza che era lei e non percepire quell’ alone di sicurezza che lei emanava mi era mancato, tantissimo.
Mi trascinarono in cucina, dove notai che aveva attaccato un’ altro striscione: “Welcome back honey <3
Non potevo capacitarmi di quanto fossero dolci quei ragazzi e nemmeno di quanto bene gli volevo.
Non potei nemmeno ringraziarli che Harry mi trascinò in camera.
Mi buttò sul letto e mi si sdraiò di fianco.
Sei stanco ?” chiesi, ironica.
Tantissimo …” rispose, sorridente.
Anche io” risposi sincera.
Improvvisamente la porta si spalancò ed entrò la brunetta.
Harry vai giù da Louis, lasciami da sola con la mia piccola Ire” disse con tono da marine.
Harry si alzò di scatto e si fiondò giù dalle scale.
Tutto bene amore ?” chiesi un po’ preoccupata.
Cosa ? Oh si … è solo che Harry non mi ascolta se non faccio il sergente … come Louis d’ altronde … sono molto simili” disse come se nulla fosse.
Avevi bisogno di qualcosa ?” chiesi, sorridente.
Tu come ti vesti domani ?” mi chiese interessatissima.
E’ lungo da spiegare, se vuoi vederlo … è lì nella busta” dissi indicando il pacchetto che usciva dalla valigetta.
La vidi avvicinarsi ad essa molto impaziente e non appena lo tirò fuori rimase letteralmente a bocca aperta.
Ma è stupendo … cavolo Harry schiatterà appena ti vedrà con questo indosso” disse ridendo.
E’ quello l’ intento … e tu ?” chiesi ridendo.
Ah abbastanza semplice … maglioncino, pantaloni panna e tacchi panna” disse candidamente.
Parlammo ancora per un po’ e poi raggiungemmo i ragazzi al piano inferiore.
Il pomeriggio passò molto in fretta e la sera arrivò molto velocemente. Mi fiondai nel letto col mio orso, che mi abbracciò.
Spegnemmo la luce e ci addormentammo.


[17° Settembre: giorno del matrimonio]
Erano già le 7.00 passate; avevamo tutti fatto colazione presto e poi ci eravamo diretti nelle camere per prepararci.
Entrammo in bagno insieme e appena finii lo spinsi fuori e mi chiusi dentro, portandomi la busta con l’abito.
Mi cambiai con molta calma e mi truccai attentamente. Mi guardai allo specchio per poi rendermi conto che l’abito mi stava davvero molto bene.
Sei pronta ?” chiese Harry.
Lo so che sei impaziente … ma calmo” dissi ridendo.
Muoviti, voglio vederti
Guarda che rischi di rimanerci secco … ti ho avvisato
Detto ciò spalancai la porta.
Rimase a bocca aperta, letteralmente.
Mi si avvicinò lentamente; mise una mano sulla mia schiena nuda, mi squadrò dalla testa ai piedi e poi soffiò aria calda sul mio collo.
Mi guardò con fare provocante e io sostenni il suo sguardo.
Dobbiamo andare” dissi mordendomi il labbro e staccandomi da lui.
Gli presi la mano e lo condussi giù con me, dove ci stavano aspettando Lou ed El insieme a Niall e Alessia.
Ci salutammo calorosamente e poi ci dirigemmo alla macchina.
Il viaggio fu abbastanza lungo e stavo diventando molto impaziente. Durante tutto il tragitto io e Alessia ci tenemmo strette per mano, per infonderci coraggio a vicenda.
Appena arrivammo notammo che la location era molto affollata; il primo pensiero che ebbi fu che magari eravamo arrivati in ritardo:
Ma siamo in ritardo ?” chiesi ansiosa ad Harry.
No, tranquilla è che ci sono molti invitati” rispose sorridendomi.
Aspettammo che venissero ad aprirci le portiere. Non appena lo fecero notai tutti gli sguardi degli ospiti puntati su di noi, la cosa non mi piaceva.
Vidi Harry, Niall e Louis, che era appena arrivato, salutare a destra e a manca tante persone che non conoscevo affatto.
La cerimonia fu stupenda, un po’ noiosa, ma la sposa era splendida e l’ aria dei matrimoni mi metteva sempre una certa allegria.
Finì tutto molto in fretta.
Uscimmo per ultimi dalla chiesa. Mi sedetti sulle scale a guardare le macchine degli sposi e poi quelle degli invitati partire verso la location.
Vedere tutti quegli abiti colorati mi divertiva.
Non era rimasto quasi nessuno; ad un tratto sentii qualcuno sedersi di fianco a me e sfiorarmi la spalla.
Ehi, andiamo … ci aspettano tutti” mi disse il riccio, sorridendo.
Certo …” dissi, alzandomi dalla scale.
Arrivammo nel luogo designato in poco tempo, fortunatamente era vicino.
Parcheggiammo, scesi dalla macchina e cominciai a sentire dei rumori familiari e delle luci abbaglianti provenire dall’ entrata.
Sentii mancare l’aria.
Fortunatamente nessuno se ne accorse, cioè escluso Harry.
Notò che qualcosa non andava, così mi appoggiò alla macchina e mi prese per mano.
Ehi piccola, cosa c’è ?” chiese, cercando di calmarmi.
Ci sono i paparazzi … mi fotograferanno, non voglio che mi insultino nuovamente … e poi ci sono tantissime ragazze più belle di me … non voglio sfigurare …
Ehi amore … smettila, i paparazzi ci sono sempre … ma non succederà nulla, vedrai non ti diranno nulla su internet … fidati di me, non permetterò che ti accada nulla … e poi non dire nemmeno per scherzo che sfigurerai, sei la più bella stasera …
Non è vero …
If only you saw what I can see
You'll understand why I want you so desperately
Right now I'm looking at you and I can't believe
You don't kno-o-ow, you don't know you're beautifu-u-ul
That's what makes you beautiful

Sorrisi, non potevo credere che mi avesse appena cantato la loro canzone più famosa; era una cosa dolcissima, lui era dolcissimo.
Non potevo mollare, lo dovevo fare almeno per lui, così mi feci coraggio e gli sorrisi.
Andiamo …” dissi, stampandogli un bacio sulla bocca.
Non appena i paparazzi scorsero la massa di ricci cioccolato di Harry si fiondarono su di noi emettendo migliaia di scatti accecanti.
Cercavo di essere il più naturale possibile, ma dentro era in uno stato di panico terribile.
Harry se ne accorse e mi trascinò via.
La serata passò molto piacevolmente e mi divertii tantissimo. Mangiai molto bene e la musica era ottima.
Alla fine ci furono addirittura i fuochi d’artificio, che conclusero al meglio una fantastica serata.
Ballammo tanto, anche qualche lento e, c’era d’aspettarselo, chiesero ai ragazzi di cantare qualcosa, ma loro rifiutarono cortesemente, perché quella sera non c’erano gli One Direction c’erano solo Harry, Louis e Niall.
Lo trovai un gesto davvero molto dolce.

Era ormai quasi mattina. Non mi reggevo in piedi; i tacchi mi avevano distrutta, le gambe cedevano.
Ci stavamo dirigendo alla macchina quando i miei poveri arti cedettero definitivamente. Fortunatamente Harry mi prese al volo e mi portò in braccio fino al parcheggio.
Durante il viaggio mi addormentai; mi svegliai proprio quando lui mi stava per prelevare dall’ auto per portami in camera.
Mi feci comunque portare in braccio, non avevo le forze ma volevo anche essere trasportata come una principessa dal mio principe.
Appena mi poggiò sul letto cominciai a levarmi l’ abito e mi infilai la prima maglietta di Harry che mi capitò sotto mano.
Sarei andata direttamente a letto, se non avessi preso in mano il telefono. Volevo solo metterlo sotto carica.
Notai almeno 20 interazioni su Twitter. Mi sembrava strano così le aprii.
Avevo un presentimento e quello che lessi lo confermò.
Erano tutti insulti, pensanti, molto più pesanti dei precedenti sottoforma di commenti alle foto che ci avevano scattato alla festa …
Mi salirono le lacrime agli occhi; non capivo perché certa gente provava così tanto odio nei mie confronti senza nemmeno conoscermi …
Harry mi raggiunse sul letto e mi strappò letteralmente il telefono dalla mani.
Lesse le migliaia di cose che mi avevano scritto e mi guardò sconvolto.
Perché ?” chiesi piangendo.
Perché mi odiano così tanto ? Che cosa gli ho fatto ? Non mi conoscono nemmeno … perché così tanto odio nei miei confronti ? Cosa ho fatto di sbagliato ?? Dimmelo !! Ti prego !!” alzai leggermente il tono della voce.
Lo vidi fiondarsi su di me e abbracciarmi.
Nulla amore, nulla … non sei tu … sono loro che non sanno nulla e che parlano a sproposito … non devi considerarli … ignorali … lo so che è difficile … ma ignorali” mi disse con voce tremante.
Ma perché ? Perché non posso stare con te senza avere la completa libertà di azione, come nelle relazioni normali … infondo sei una persona normale … perché non possiamo avere questo ?” chiesi, traboccando come una fontana.
Non lo so … so solo che quando sto con te sto bene … e mi sento normale solo quando sto con te …” disse continuando ad abbracciarmi.
Io lo sapevo che sarebbe stato difficile, impossibile, ma speravo che questa volta mi sarebbe andata bene … che non sarei stata attaccata … non ce la faccio più … è da tutta la vita che vengo attaccata e non ho più la forza di rialzarmi … vorrei solo che la gente mi lasciasse in pace !!!” urlai quelle ultime parole come per liberarmi.
Ero distrutta.
Tutta la situazione mi aveva lacerata, volevo solo dormire.
Scusa … scusa non dovevo reagire così … non ti preoccupare, ora dormiamo ok ?” chiesi, notando il suo sguardo sconvolto.
Si limitò ad annuire e a stamparmi un bacio sulla fronte.
Spense la luce e mi accoccolai nell’ incavo della sua ascella.
Non lasciarmi mai … non potrei vivere senza di te …


[Harry’s POV]
Era mattina.
Lei sarebbe ripartita e io non sapevo quando l’avrei rivista. Non pensavo che avrebbe passato la sua ultima serata con me piangendo e soffrendo come invece è successo.
La stavo guardando dormire, ancora accoccolata sul mio corpo, come una bambina.
Perché è così che la vedo io: una piccola bambina indifesa, che mi ama da impazzire e che io amo con tutto me stesso.
Le sue piccole mani strette che tirano la mia maglietta, mi fa pensare che lei ha bisogno di avermi vicino.
Ma al solo pensiero di ciò che è successo ieri mi sento ancora morire. Vedere la sua sofferenza e sapere di non poter fare nulla, di essere impotente, mi uccideva e mi uccide tutt’ora …
Lei aveva bisogno di me e l’ unica cosa che io ho fatto è stata abbracciarla e dirle che andrà tutto bene …
Le avevo promesso che non le sarebbe successo nulla …
Non ho mantenuto la mia promessa …
La amo troppo, non posso vederla soffrire …
Se ci fosse un modo per proteggerla totalmente, lo applicherei all’ istante …
Lei non deve soffrire, è troppo fragile …
Sono io la causa del suo dolore, della sua sofferenza …
Ma io la amo …
La amo così tanto che devo lasciarla andare, se no soffrirà ancora e io non voglio che questo succeda …
Devo lasciarla andare.
Fui distolto dai miei pensieri dai piccoli versi che lei emise, segno che si stava svegliando.
Dovevo farlo quella mattina, prima che lei partisse così se ne sarebbe andata e non sarebbe più tornata …
Era la cosa migliore …
Buongiorno amore” disse lei dandomi un bacio sulle labbra.
Buongiorno” dissi freddamente.
C’è qualcosa che non va ? Senti se è per ieri sera …
No, non è per ieri sera … noi dobbiamo parlare
Ok …” la vidi sedersi di fronte a me a gambe incrociate.
Allora … io … penso …” non ci riuscivo.
Lei mi alzò il viso verso il suo, in modo che la potessi guardare dritta negli occhi.
Mi sarei ucciso piuttosto che dirle quello che stavo per dirle guardandola in quegli occhi che amavo così follemente.
Mi alzai di scatto dal letto e mi allontanai.
Mi appoggiai alla grande vetrata, dandole le spalle.
Cosa devi dirmi … Harry ?” chiese, con tono preoccupato.
Presi un profondo respiro.
Tra noi non funziona …
Sentii un coltello attraversarmi il cuore.
La sentii alzarsi di scatto e girarmi verso di lei con forza.
Cosa scusa ?” chiese cercando di controllarsi, ma era evidente che fosse alterata.
Tra noi non funziona …” dissi guardando il parquet.
Ma che cazzo stai dicendo ?” chiese incredula.
La verità … mi sono sbagliato … non sono innamorato di te …” disse cercando di essere il più convincente possibile.
Stai scherzando vero ?! Ma se ieri sera … ? E ciò che è successo ad Agosto l’hai dimenticato ?! Non ha contato forse nulla per te ?!” chiese alzando notevolmente il tono della voce.
Mi sono sbagliato cazzo !! Non ti è mai capitato ?! Mi dispiace !
Sei uno stronzo … e io che mi sono pure innamorata di te … che idiota che sono stata … cazzo … lo sapevo … non poteva andare tutto così bene … qualcosa doveva per forza andare storto … cazzo … e pensare che mi ero pure illusa che tu non mi avrei mai fatta soffrire … ne ero così sicura … che idiota …
Ad ogni parola che usciva dalla sua bocca perfetta, sentivo una lama trafiggere il mio cuore.
L’ unica cosa che mi permetteva di non scoppiare a piangere come un bambino era la consapevolezza che lo facevo per lei … perché l’ amavo.
Preferivo stare zitto, non sapevo che dire.
La vidi correre per tutta la stanza a raccattare le sue cose a buttarle alla rinfusa nel trolley.
Lo chiuse in fretta e furia. Non si cambiò nemmeno d’ abito. Aprì la porta, poi si fermò.
Si avvicinò a grandi passi verso di me.
Dimmelo in faccia …” glielo si leggeva in faccia che stava per crollare; non riuscivo a perdonarmi il dolore che le avevo appena procurato.
Ma non poteva chiedermi quello. Non ero in grado, e lei lo sapeva.
Mi feci forza.
Fissai quegli occhi color cioccolato, sapendo che quella sarebbe stata l’ ultima volta.
E’ finita, mi dispiace
La vidi annuire, mentre nei suoi occhi vacillò qualcosa … e sapevo cos’era
Si chiuse la porta alle spalle, sbattendola con violenza.
Sei la migliore cosa che sia mai stata mia …
Lo dissi più a me stessa che a lei, tanto non mi avrebbe mai sentito.
Avevo lasciato andare via l’amore della mia vita …
Mi sentivo vuoto …


[Irene’s POV]
Mi lanciai in camera di El e Louis.
Erano ancora nel letto a dormire.
Sbattei, involontariamente la porta, svegliandoli.
Eleanor si accorse subito che qualcosa non andava, mi corse in contro e vedendo le mie lacrime mi abbracciò.
Amore, cosa è successo ?” mi chiese preoccupata.
Harry è uno stronzo … mi ha mollata …” dissi scoppiando in lacrime, le stesse che avevo trattenuto fino ad un momento prima.
Si avvicinò anche Louis che mi abbracciò.
Non fecero domande.
Vatti a preparare nel nostro bagno, ti accompagniamo noi in aeroporto” disse El.
Annuii e mi recai in bagno.
Uscii dopo poco, non avevo la forza per farlo bene …
Appena arrivammo in aeroporto cercai disperatamente con lo sguardo Alessia.
Avevo bisogno di vederla e di abbracciarla.
Appena mi vide si sbracciò per salutarmi, naturalmente non sapeva ciò che era successo.
Il mio volo stava per partire così mi girai verso El e Louis:
Vi voglio bene … non dimenticatevelo mai capito ? E fatevi sentire, perché non posso stare senza di voi avete capito ?
Amore … per me tu sei come una sorella … ti voglio un bene dell’ anima, troveremo un modo per incontrarci e ci sentiremo spessissimo … promesso ?
Promesso” dissi abbracciandola.
Ehi … ci sono anche io ... stai tranquilla, sai che ti voglio bene ? Io sono qui per ogni cosa … ad ogni ora ed in ogni momento
Mi abbracciò fortissima e lì sentii il calore dell’ amore che quella coppia provava per me, alleviare un po’ il mio dolore.
Mi allontanai; ad un certo punto mi voltai e gli mandai un bacio.
Appena mi rivoltai verso Alessia comincia a correre e mi buttai tra le sue braccia, piangendo.
La mia reazione l’aveva sconvolta. Mi abbracciò fortissimo.
Piccola cosa è successo ?” chiese allarmata.
Non riuscivo a rispondere. Dirlo ad alta voce lo faceva sembrare più reale …
Ma lei doveva sapere e tenerlo dentro non avrebbe cambiato le cose …
Le raccontai tutto per filo e per segno, con le lacrime che scorrevano veloci.
La vidi piangere perché vedere la mia sofferenza la faceva soffrire a sua volta.
Mi condusse fino al mio sedile.
Non parlai per tutto il viaggio, mi limitai ad essere cullata da Alessia, piangendo e vedendo passare davanti ai miei occhi tutte le immagini della nostra breve ma intensa storia …
Sentivo ancora rimbombare nella mente a massimo volume e parole che Harry mi aveva detto …
Non potevo ancora crederci …
Avevo visto la mia vita crollare sotto i miei occhi …
Ora cosa mi rimaneva ?
Un dolore incolmabile, un amore impossibile e tempo …
Tempo per guarire, tempo per rialzarmi e ricominciare a vivere …
Non ce l’avrei mai fatta …
Non questa volta, era troppo grande come dolore …
Ora che non c’era più lui …
Ero sola, ero debole …
Senza lui mi sentivo persa …
Senza lui ero nulla …


Angolo dell’ autrice

Ciao :)
Allora eccomi tornata con un’ altro capitolo !!!
Ho voluto sperimentare il POV dalla parte di Harry … che ne dite ? E’ uscito bene ? altrimenti non ci provo più ;)
Direi che ho scritto un capitolo un po’ strappalacrime … ci ho pensato molto e ho cercato di scrivere nella maniera più coinvolgente che sono riuscita a usare …
Fatemi sapere che ne pensate
Prima però vorrei ringraziare infinitamente tutte le ragazze che recensiscono ogni volta, ogni volte che leggo le cose che scrivete mi commuovo perché non sapete che piacere è sapere che le cose che produce la mia fantasia sono così apprezzate;ringrazio coloro che hanno messo questa storia tra le seguite/ricordate/preferite; e anche le ragazze che seguono tacitamente la storia …
Con affetto Nene xxx
https://twitter.com/Irene_Vertua

Questo è l’abito che io indosso alla cerimonia:
http://weheartit.com/entry/41787379

Questo è quello che Alessia indossa alla cerimonia:
http://weheartit.com/entry/40997235/via/Funny_Love





 

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Capitolo 13
*** You know I'll be your life, your voice, your reason to be ***




You know I’ll be your life, your vioce, your reason to be

 

[Irene’s POV]
Era passato un mese, un mese e 13 giorni per essere precisi, da cosa ? Beh da quando la ragione della mia esistenza mi aveva mollata, così, da un giorno all’ altro, senza una spiegazione valida, senza preoccuparsi di come quella decisione mi avrebbe devastata.
Non era stata una lite di quelle violente o rumorose, in quel momento non avevo in mente nulla, mi sentivo la testa come annebbiata e che girava, ininterrottamente, come se mi avessero fatta girare per ore su me stessa.
Non pensai nemmeno di dire qualcosa che gli potesse far cambiare idea o che mi permettesse di capire meglio il motivo di quella sua scelta cosi drastica, o che lo facesse sentire in colpa.
Passai una settimana nel letto, senza mangiare, senza la voglia di alzarmi.
Come se stare sotto il mio piumone bello caldo mi potesse proteggere da tutto ciò che avrei dovuto affrontare fuori da casa.
Non avevo la forza per pensare ad andare avanti, a cosa fare, a cosa dire …
Non volevo pensare a quello che gli amici mi avrebbero detto o cosa avrebbero fatto per farmi stare bene.
Ricevevo un sacco di telefonate al giorno, soprattutto da parenti che raramente mi chiamavano, o da amici che non sapevano nemmeno della mia esistenza. Non rispondevo a nessuno, non volevo sentire le loro lamentele o i loro discorsi compassionevoli.
Non volevo pensare …
Col passare dei giorni però mi resi conto che non potevo passare tutta la vita nel letto, chiusa in casa.
Sapevo che la vita andava avanti, che lei non mi avrebbe aspettata: dovevo muovermi.
Anche se sapevo che era la cosa giusta da fare, mi credereste se vi dicessi che non ne avevo la forza ? Era come se da quel 18 settembre tutta la mia vita si fosse fermata … e io sentivo che non sarebbe più ripartita.
Era uscito da poco il video di “Live While We’re Young”, sfortunatamente non successe quello che aveva detto Harry, anzi se ne accorsero tutti, o quasi.
La notizia cominciò a girare su internet e si diffuse rapidamente.
Nei giorni seguenti la mia bacheca era sempre più intasata di post poco gradevoli; nelle pagine cominciarono a girare delle mie foto modificate, dove venivo presa di mira; vidi anche poche ragazze, fortunatamente, appostarsi sotto casa mia con striscioni crudeli …
Tutto ciò mi feriva profondamente e mi ostacolava nella mia lotta interna per ricominciare a vivere.
Alessia, Gaia ed Elisa si stavano preoccupando parecchio per me, poiché non rispondevo al telefono.
Un giorno, appena dopo scuola, vennero da me e si fiondarono in casa.
Io ero in classica tenuta da casa: pigiamone, pantofole pelose e faccia tirata con occhi arrossati.
Non ebbi la forza di bloccarle. Mi buttarono sulla poltrona in salotto e tentarono di svegliarmi fuori:
Adesso mi sono davvero stufata … non puoi rinchiuderti in casa così e chiudere i ponti col mondo esterno !” urlò Alessia.
Amore la vita va avanti, devi voltare pagina …” continuò Elisa più pacatamente.
Ci fa male vederti così ? Perché non provi nemmeno a reagire ?” chiese con le lacrime agli occhi Alessia.
Io le guardavo, come se quelle parole non fossero veramente dirette a me e io non mi sentissi in obbligo di doverle sentire.
Ma ci stai ascoltando ?” chiese Elisa, dubbiosa.
Mi ridestai un po’ e la guardai assonnata.
Sentite … io vorrei reagire, davvero vorrei … ma non ne ho la forza … è come se da quando lui mi ha lasciata io mi sentissi incompleta, come se metà di me se ne sia andata per sempre …” dissi cercando di essere il più chiara possibile.
Ma tu ce la devi fare … non puoi lasciarti andare così” disse Alessia.
Io … io non ce la faccio … mi basta dare un’ occhiata alla mia bacheca per veder quanto odio le persone mi buttano addosso …” dissi “non ci riesco … non posso stare senza di lui, non posso … lui era il mio tutto … senza di lui io non sono niente … sono vuota … è da una settimana che non sento nulla battere dentro di me ... e …” mi fermai, faceva tropo male ripeterlo ad alta voce.
Amore continua …” mi incitò dolcemente Elisa.
E non capisco perché l’abbia fatto … non capisco … mi ha consolata la sera prima, mi ha detto che mi amava … mi ha dato questo braccialetto” dissi prendendo in mano la prova della sua promessa “ questo … era un segno … che avrebbe rispettato … ma non l’ha fatto !! Perché ?! Perché mi sono fidata di lui ? Lo sapevo che non poteva andare tutto troppo bene … sono una stupida … mi sta bene !” dissi scoppiando in lacrime.
Alessia si sedette di fianco a me e di slancio mi abbracciò e tentò di calmarmi come aveva fatto sul volo.
Per tutto il tempo Gaia non aveva fatto altro che cercare disperatamente qualcosa sul telefono … zitta, zitta.
Eccola !!” disse esultando.
L’hai trovata ?” chiesero sorridenti di speranza Alessia e Elisa.
Si, l’ho trovata … Ire vieni qua … dobbiamo farti vedere una cosa !!
Mi girai tirando su col naso. Guardai in faccia le mie amiche che mi incitarono ad andare a vedere.
Mi allungai e mi feci passare il telefono. Notai che era aperto su una pagina di FB e all’ inizio tentai di rimandarlo indietro … ma non mi fu permesso.
Mi feci coraggio, anche perché sapevo di potermi fidare delle mie amiche.
Era un post, su una delle pagine che seguivo assiduamente; non era come gli altri, anzi questo mi difendeva … mi sosteneva, e notare la quantità esorbitante di “mi piace” e commenti positivi sul mio conto mi alleggerì notevolmente.
Guardai le mie amiche che stavano piangendo e gli feci cenno di avvicinarsi tutte quante.
Ci abbracciammo.
Potrà sembra facile, ma io sono così, mi basta pochissimo per farmi crollare, ma ho sempre la forza di rialzarmi anche nelle situazioni peggiori e anche se io sento che non ce la farò … mi rialzo sempre e questa è una mia qualità che apprezzo tantissimo …
Anche solo leggere che c’era qualcuno che non mi conosceva ma che mi sosteneva annullava la mia preoccupazione nei confronti delle migliaia di persone che la pensavano diversamente.
Sciolsi l’abbraccio.
Va bene …” dissi, più a me stessa.
Cosa amore ?” chiese Elisa.
Volterò pagina … o almeno ci proverò … ricomincio a vivere, almeno un po’ … tornerò a scuola e piano, piano passerà, come sempre” dissi sorridendo.
Non posso descrivere la felicità che si leggeva nei loro occhi avendo sentito le mie parole.
I giorni seguenti non furono affatto facili. Dovetti sopportare i bisbigli alle mie spalle, le bambine che mi incontravano per strada che mi guardavano male, persone che non conoscevo che mi fermavano per strada e non solo per chiedermi se ero io la ex di Harry Styles, quello degli One Direction.
L’ unica cosa che mi faceva alzare ogni mattina e che mi dava la forza per affrontare tutto questo era la convinzione che prima o poi si sarebbero stancati di parlare di me e avrebbero trovato un altro argomento su cui sparlare …
Cominciai a stare bene, a vivere …
Un giorno mi decisi a chiamare Eleanor, mi era mancata la sua voce, già dal primo giorno, ma non potevo chiamarla perché mi avrebbe ricordato troppo Harry e la stessa cosa Louis; ma in quel momento mi sentivo abbastanza forte per poter affrontare la situazione.
Non vi dico le feste che mi fecero entrambi non appena lessero il mio nome sullo schermo del cellulare; sembravano due bambini che stavano parlando al telefono con il loro amichetto del cuore, e probabilmente lo ero per loro.
Non parlammo mai di Harry, ne mi chiesero mai qualcosa sull’ argomento, ma anche se l’avessero fatto non avrei potuto dirgli nulla perché non c’ eravamo più sentiti dal qual Martedì mattina.
Li sentii spesso durante quel mese, insieme agli altri che mi dimostravano tutto il loro appoggio non sfiorando minimamente l’argomento e cercando di farmi ridere a più non posso …
Gli volevo bene e non potevo vivere senza di loro e senza la loro musica, ma per un po’ pensai che fosse meglio lasciare stare le canzoni, le notizie …
Di tutto quello che c’era da sapere ne venivo a conoscenza tramite le telefonate con loro.
La cosa che più mi sconvolse di quel periodo fu l’annuncio che Liam e Danielle avevano rotto. Non mi sembrava possibile, infatti appena Alessia me lo riferì in classe dopo averne parlato con Niall, mi fiondai subito a chiamare Liam per sentire la sua versione.
Certo, per telefono, durante il cambio dell’ ora, chiusa in bagno non era proprio il massimo, ma non sapete cosa avrei dato per esser lì in quel momento per abbracciarlo.
Mi si stringeva il cuore a sentirlo trattenersi dalle lacrime, potevo capire come si sentiva …
Non ti preoccupare … stai tranquillo si sistemerà tutto … io ci sono per qualunque cosa … e stai pure certo che potrei prendere un volo quando meno te lo aspetti per venire da te … capito papà ?” chiesi cercando di tirarlo su di morale.
Lo sentii ridere … e non sapete che piacere immenso fu per me …

Era oramai praticamente finito anche Ottobre, quella sera ci sarebbe stato Halloween ed era pericolosamente vicino anche il primo Novembre, ovvero il giorno in cui i ragazzi si sarebbero esibiti ad X-factor, a Milano, ovvero a pochi kilometri di distanza da me.
Avevo ricominciato la mia vita normalmente, ma non potevo mentire a me stessa: sentivo continuamente l’assenza di Harry e la cosa, al solo pensiero, mi contorceva lo stomaco e mi faceva salire le lacrime agli occhi.
Io, Gaia, Elisa e Alessia avevamo organizzato un pomeriggio in centro, naturalmente per fare shopping …
Eravamo proprio nel centro storico, sotto i portici in corso Zanardelli, la parte che preferisco di più …

[Harry’s POV]
Pensavo che sarei stato in grado di superare la cosa, pensavo che l’avrei dimenticata non presto, ma almeno che il mio amore per lei si sarebbe affievolito in una qualche maniera.
Che idiota !
La casa senza di lei era vuota, ma non era come le altre volte … perché almeno ero sicuro che un giorno ci sarebbe ritornata, perché lei faceva parte della mia vita oramai; no, sapevo che non ci sarebbe più tornata in quella casa, perché io come un’ idiota l’avevo lasciata.
La mia vita senza di lei era vuota, non avevo più la voglia di alzarmi, di cantare, di stare coi miei amici.
Io ero vuoto senza di lei …
Pensavo che sarebbe stata questione di pochi giorni, al massimo settimane, poi sarei riuscito ad andare avanti, ma purtroppo non fu così.
Ogni mattina mi svegliavo tastando il letto e costatando che lei non c’era; ogni mattina mi recavo in bagno e stavo a contemplare il bicchiere degli spazzolini guardando il mio blu, solo, senza quel tocco di colore rosso che era il suo; in ogni momento della giornata guardavo il display del cellulare sperando in un qualche suo messaggio o chiamata.
Ma cosa credevo ? Che lei sarebbe ritornata da me ? Le avevo fatto troppo male, l’avevo tradita, la fiducia che lei mi aveva dato così facilmente e così cecamente, quella stessa che mi faceva sentire speciale, io l’avevo buttata via.
Avevo rovinato la storia migliore che avessi mai avuto; lei era stata la cosa migliore che avessi mai avuto e io come un’ idiota l’avevo distrutta, nel vero senso della parola, poiché sapevo il dolore che le avrei regalato … sì proprio regalato …
Che idiota !
E il motivo per cui avevo distrutto la mia vita ? Beh perché pensavo che così avrei fatto il suo bene … che idiota … davvero credevo che lasciandola l’avrebbero lasciata in pace ?! Ecco perché non sono andato all’università … perché sono un’ idiota !
Mi ero informato su tutto ciò che la riguardava e mi ero accorto che avevo fatto più danno che altro …
Lei era fragile, non potevo credere di averla buttata in mezzo alla tempesta da sola …
Che idiota !
Purtroppo tra i mille problemi della mia storia d’amore, oramai giunta al capolinea, avevo anche i problemi della band e dell’ altra parte della vita che avevo …
Si stava pericolosamente avvicinando la data della pubblicazione del nuovo album, mancava poco più di un mese … e non avevo ancora iniziato la canzone che avrei dovuto scrivere io … non esistevano né il testo né la musica … vuoto … e non avevo idee, pensieri … o meglio, ne avevo solo uno: lei.
L’illuminazione mi venne nel cuore della notte, durante uno dei frequenti sogni in cui lei tornava da me …
Mi svegliai di scatto e iniziai a scrivere, ci misi tutta la notte, ma ne valeva la pena … l’ apprezzarono tutti ed io mi sentivo soddisfatto di me perché speravo che ascoltandola lei avrebbe capito che il messaggio era riferito a lei …

Era il 31 Ottobre ed io ero molto agitato, poiché quella notte avevo fatto un sogno strano, che al risveglio non mi ricordavo, ma che mi aveva lasciato parecchio agitato.
L’unica cosa che sapevo per certo era che riguardava lei, come sempre.
Con l’avvicinarsi della partenza per Milano mi sentivo sempre più in fibrillazione, perché quella era la città dove ci eravamo incontrati ed inoltre ero molto vicino alla sua di città …
Sentivo che il mio corpo tentava di dirmi qualcosa, ma non riuscivo a capire cosa …
Percepivo una certa stanchezza … mi si chiudevano gli occhi …
Harry … Harry stai bene ?” mi chiese Louis, dandomi un buffetto sul viso.
Ehm … si … si sono solo un po’ stanco Lou” dissi sorridendo e ridestandomi.
Ti conviene preparare la valigia … stasera verso le 20.00 prendiamo il volo per Milano …” mi disse.
Ah già … Milano … ma ti ricordi ? E’ dove …” lo guardai.
Si … lo so Harry” disse guardandomi un po’ triste, ma notai che nel suo sguardo c’era una vena di rimprovero bello e buono.
Anche se faceva finta di niente sapevo che non mi aveva perdonato il fatto che l’avevo lasciata.
Subito dopo avevamo parlato e lui aveva capito le mie ragioni, ma non era d’accordo con la mia scelta, come biasimarlo nemmeno io ne ero sicuro …
Lou, so che la senti … come sta ? Ti parla mai di me ?” chiesi, pregando che la risposta fosse affermativa in entrambi i casi.
Harry … si è vero la sento … ma … non so” tentennò.
Ti prego … non mi perdonerò mai quello che le ho fatto … voglio solo sapere se sta bene” dissi, quasi implorandolo.
Non sta bene ok ? Lei dice che sta meglio e questo è vero … ma non sta bene; dovevi vederla in che stato era appena l’avevi mollata … le manchi ok ? da morire, non lo dice, ma lo si capisce benissimo … l’hanno capito tutti. E no, non parla di te … ma mi spieghi cosa avevi nel cervello quella mattina ?! Non ti sei reso conto di quanto l’avresti fatta soffrire ? Non ti importava di lei ? Avevi detto che l’amavi, a me l’avevi detto, te lo ricordi ? Eravamo proprio qui, in questa stanza … possibile che tutte le cose che hai fatto per lei siano svanite, possibile che tu ti sia sbagliato seriamente ? Non ci credo … ti vedo … tu la ami ancora ! Ammettilo ! Che cazzo ti passava per il cervello ? Come ti sei sentito nel far soffrire così la persona che ami ? Eh … come ti sei sentito ?!” disse alzando il tono di voce.
Quelle parole mi colpirono come lame affilate. Abbassai il capo per non far vedere i miei occhi inumidirsi.
Si sedette sul mio letto e mi mise un braccio attorno alla spalla.
Ehi … scusa se ho alzato al voce … lo so che stai male e ora mi ci metto pure io … bell’ amico che sono né ?
No … no hai ragione … sono un bastardo … e l’ ho fatta soffrire per niente …
Senti … io vedo quanto stai male, e non provare a mentirmi perché i miei occhi e soprattutto i tuoi non mentono, tu la ami ancora e tanto … vattela a riprendere !” disse guardandomi dritto negli occhi.
Quelle parole mi arrivarono dritte al cervello e mi fecero ricordare nitidamente cosa avevo sognato …
Dovevo assolutamente farlo …
Cosa ?” chiesi incredulo.
Invece che stare qui a roderti il fegato e soffrire come un cane … vai in Italia a riprendertela …” disse sorridendo.
Perché non ci avevo pensato prima ?! Ma sono o non sono idiota ?!” dissi, saltando in piedi.
Allora vai ?” mi chiese Tommo, esaltato.
Se vado ?! Corro !!! Non posso vivere senza di lei … e magari mi manderà a qual paese … ma io ci avrò provato” dissi, fiondandomi fuori dalla porta.
Ehi mister Idiota, non hai né il biglietto per il volo ne la valigia …” urlò il mio migliore amico facendomi tornare alla realtà.
Rientrai nella stanza, riportato alla realtà.
Non posso partire stasera, devo partire stamattina, devo fare una cosa importantissima e devo partire prima … sei con me ?” proposi, allungando la mano a Lou.
E me lo chiedi ?! Certo che ti do una mano … di che si tratta ?” disse il mio migliore amico, stringendomela.


Erano le 16.00 e mi trovavo davanti all’edificio che mi causava tanta angoscia: la casa dei suoi genitori.
Non volevo pensare alla furia che era diventato suo padre dopo aver scoperto cosa era successo, per non parlare della madre, ma dovevo parlare con lei …
Suonai il campanello.
Sentii qualcuno venire ad aprire alla porta; sperai fino all’ultimo che fosse lei ad aprirmi, o almeno che non fosse il padre, non ero ancora pronto per morire.
Ad aprire invece fu la via di mezzo, ovvero la madre.
Mi guardò molto stupita di trovarmi lì, ma non c’erano dubbi sulla motivazione.
Forse sarebbe stato meglio se mi avesse aperto suo padre, a giudicare dalla sua espressione.
Harry … cosa ci fai qui ?” mi chiese diventando immediatamente seria.
Salve … ehm … io … dovrei … ecco … parlare con Irene; è in casa ?” chiesi, sudando freddo.
No, è uscita con delle amiche” disse impassibile.
Ah … e … dove la potrei trovare ?” chiesi, sperando di evitare la lapidazione.
Perché ci tieni tanto a vederla ?” disse, non accennando a semplificarmi la situazione.
Signora … io devo scusarmi … sono stato un’ idiota … io … io ho sbagliato, clamorosamente … io amo sua figlia e non so per quale motivo l’ho lasciata … devo parlarle … senza di lei io non posso vivere …” non mi lasciò nemmeno finire.
E’ in centro con Alessia, Gaia e Elisa … vuoi che ti accompagni ?” disse, con le lacrime agli occhi.
Non potevo credere che quella donna, così simile alla mia Ire, fosse dalla mia parte.
Stavo per mettermi a piangere.
Annuii.
Nel giro di 15 minuti eravamo in centro. Cominciai a correre per tutto il corso, fregandomene delle ragazzine che mi riconoscevano e che urlavano il mio nome; io avevo un compito di vitale importanza da portare a termine.
Correvo, vedevo migliaia di visi a me sconosciuti osservarmi spaesati, ma tra tutti quelli a me ne interessava solo uno, ma esso era anche l’ unico che non riuscivo a trovare …
La fine dell’enorme strada non arrivava mai e questo mi rincuorava perché avevo meno possibilità di averla superata.
Ad un certo punto però l’ immenso porticato svoltava a destra, mi accorsi che proseguiva per ancora un ulteriore lungo tratto.
All’ angolo della svolta c’era un nonnino che cantava, alquanto penosamente, al karaoke, sperando in un po’ di elemosina.
Lo guardai felice, per poi ricominciare a correre cercandola …
Non c’era molta gente, ma non faceva alcuna differenza poiché l’avrei riconosciuta anche tra milioni di persone …
Stavo ancora correndo, quando sentii la sua voce provenire un po’ più avanti; all’ inizio pensai che mi stessi solo suggestionando dalla ricerca, ma poi sentii ancora più nitidamente la sua risata; la cercai con lo sguardo, ansiosamente.
La intravidi circondata da Alessia, Gaia e Elisa, rideva … rideva di gusto … quella risata … quanto mi era mancata … quel suono che riempiva la mia mente incessantemente …
Mi ridestai, perché non potevo permettermi di sognare …
Dovevo mettere in atto il mio piano … o meglio il mio sogno, sperando che l’esito sarebbe stato come quello che mi ero immaginato …
Mi voltai per poi tornare in dietro di corsa. Appena raggiunsi il vecchietto gli chiesi se potevo prendergli il microfono.
Mi guardò come se avessi parlato arabo o che so io … logico avevo parlato in inglese e mi sembrava alquanto ridicolo solo pensare che quel vecchietto avrebbe potuto capirmi.
Allora cercai di spiegarmi a gesti, ma nemmeno quelli riusciva a capire …
Intanto sentivo la sua voce avvicinarsi sempre più ed io non ero pronto …
Mi misi le mani tra i ricci, per cercare di calmarmi un po’; mi venne una brillante idea, cioè non proprio brillante, ma efficace e per lei avrei fatto di tutto … anche questo.
Si scatto rubai il microfono al povero vecchietto spingendolo con un po’ di forza.
Probabilmente l’avevo spinto un po’ troppo infatti barcollò un po’, mi affrettai immediatamente a chiedergli scusa nella sola lingua che conoscevo.
Non aspettai nemmeno il suo cenno, per dirmi che stava bene perché lo mollai lì: dovevo fare una cosa molto più importante.
Tolsi la base, non mi serviva e figurarsi se lui aveva le basi delle nostre canzoni …
Canterò a cappella … infondo sono o non sono un cantante ?
Sentii la sua voce avvicinarsi ancora di più, capii che dovevo iniziare non appena cominciai a scorgerla tra le persone.
Non appena iniziai ad aprire bocca tutti si voltarono verso di me, ma oramai ci ero abituato, l’ unica persona della quale mi interessava la reazione era quella che stavo guardando in quel preciso istante.
Era ancora circondata dalle ragazze; improvvisamente la vidi bloccarsi e bloccare tutte le altre.
Tese l’orecchio tentando di capire se era una voce registrata, era la sua immaginazione o peggio, ero io …
La vidi guardarsi intorno incredula, con gli occhi spalancati come due fari …
Mi divertiva vedere la sua reazione, perché in un certo senso capivo che la sorpresa le piaceva …
Le persone avevano cominciato a separarsi, come le acque del Mar Rosso, creando come una specie di corridoio umano tra me e lei.
Non appena mi vide spalancò ulteriormente gli occhi, si portò una mano sulla bocca e la vidi scattare verso di me …
Non appena sentii il suo esile corpo aggrapparsi al mio come una scimmia, mi cominciarono a passare sugli occhi immagini del nostro primo incontro, di quando era venuta a Londra, del matrimonio, della mattina in cui l’avevo lasciata …
Iniziai a piangere perché percependo il suo corpo adiacente al mio mi sentii nuovamente completo, vivo …
Mi sentivo un’ idiota perché non capivo come avevo potuto lasciarla …
Una felicità immensa cominciò a percorrermi tutti i nervi, una felicità nuova che non sentivo più da tanto tempo e che ero sicuro non avrei mai più risentito.
La guardai negli occhi, quegli stessi occhi che pensavo mi odiassero, che pensavo non avrei più rivisto e l’ unica cosa che invece vidi tra le mille lacrime che stavano offuscando la brillantezza dei suoi cioccolatini fu amore, tanto amore e tanta, tanta, tanta felicità.
Mi soffermai su ogni particolare del suo viso.
Mi accorsi che mi stava sfiorando tutto il viso, come se volesse essere sicura che ero veramente lì, che ero tornato da lei, che fossi reale …
Osservai lei, i suoi occhi, il suo naso ed, infine la sua bocca … carnosa per natura e rossa per il freddo …
Provai un’ impulso irrefrenabile per farle nuovamente mie, dopo tanto tempo, troppo …
Quando le nostre bocche fredde per il clima s’ incontrarono e intrecciarono le loro lingue calde tra di loro ebbi l’ennesima conferma che l’amavo alla follia e che ero un’ idiota …
L’amavo e non me la sarei lasciata scappare per nessun motivo la mondo …

[Irene’s POV]
Stavo camminando tranquillamente sotto i portici con Alessia, Gaia ed Elisa; eravamo appena uscita da un negozio dove io avevo comprato un abito da indossare quella sera alla festa di un mio amico.
Sai che stasera ci sarà anche Matteo ?” mi chiese Alessia.
Ah si … non lo sapevo, ma viene con la sua nuova tipa ?” chiesi, curiosa.
Già … non la sopporto proprio, è un’ oca che non sa parlare altro che di discoteche e vestiti e ragazzi … non capisco come possa aver preferito lei a te …” disse Elisa, vistosamente scocciata.
Dai Ely … se ha scelto lei probabilmente è perché gli piace …” dissi sorridendo.
Beh con quel vestito lo stendi stasera … sei stupenda” mi disse Gaia stringendosi a me.
Ma ti immagini la faccia di quella là quando ti vedrà ?” esclamò Alessia, scimmiottandola poi molto buffamente.
Non potei fare a meno di ridere, anche abbastanza rumorosamente, come mio solito.
Mi calmai dopo poco, proprio quando sentii una voce propagarsi per i portici … non era una voce qualunque … e la canzone che intonava non era una qualunque … quella canzone era “Moments” e la voce angelica che la cantava era quella di Harry, il mio Harry.
Il battito del cuore mi stava già accelerando, ma prima di morire dovevo capire se era una voce registrata o la mia immaginazione … cavolo adesso mi immaginavo pure la sua voce propagarsi per le strade di Brescia ?! Ero messa proprio male …
Guardai le mie amiche; ci scambiammo sguardi stupiti.
Più mi avvicinavo, più quella voce diveniva forte e nitida, era troppo corposa per essere registrata … se non era la mia immaginazione e non era registrata doveva per forza essere dal vivo …
Non avrei mai potuto confondere quella voce, la sua voce …
Non era un imitatore, non c’era ombra di dubbio, era lui …
Iniziai a guardami attorno in cerca dei suoi ricci cioccolato o dei suoi splendidi occhi verdi …
Mi sembrava di vivere un déjà vu, mi sentivo ancora all’ aeroporto di Londra, mentre cercavo il mio riccio con ansia, ignara di ciò che mi sarebbe accaduto nel giro di pochi giorni …
Notai che le persone si stavano spostando, si privano come una voragine …
Il mio cuore sapeva già chi avrei trovato dall’ altra parte, ma questo non mi risparmiò un tuffo non appena lo vidi lì, in piedi, col microfono in mano che mi cantava quella splendida canzone …
Sentii gli occhi inumidirsi improvvisamente; la mia testa si era come riempita d’aria, non mi sentivo partecipe della vita che mi circondava …
Mi portai istintivamente una mano sulla bocca, non potevo credere ai miei occhi …
Improvvisamente il mio cuore mi diede un ordine: Corri !!
Non riuscivo a muovere un passo, fortunatamente intervenne il mio cervello che mi diede una spinta …
Sentivo l’aria fredda battere sulle mie guancie arrossate dell’ emozione, le lacrime stavano cominciando a scorrere imperterrite senza preoccuparsi di nulla …
Ogni metro che guadagnavo mi avvicinavo alla ragione della mia felicità e della mia esistenza …
Gli saltai in braccio come una scimmietta.
Solo quando le sue braccia si attorcigliarono intorno al mio esile busto mi sentii di nuovo completa.
Sentii la vita, che da poco tempo aveva ricominciato a scorrere come un ruscelletto, scoppiare come un mare in tempesta …
Sentire il suo odore, un misto tra mela verde e caramelle Haribo alla liquirizia, mi fece sentire nuovamente a casa …
Mi staccai lievemente per sfiorare con le mia dita il suo viso, gli occhi, il naso, la bocca, gli zigomi, il mento … volevo accertarmi che fosse lì per davvero e constatai felicemente che lo era.
Incontrai dopo tanto tempo i suoi smeraldi, che si fusero coi miei cioccolatini come la prima volta che c’ incontrammo.
L’ unica cosa che leggevo nei suoi occhi appannati dalle lacrime, come i miei, era amore, amore e richiesta di perdono, che gli avevo già accordato non appena avevo visto la sua figura apparire tra la gente bresciana.
Si avvicinò improvvisamente alle mie labbra che erano desiderose di incontrare nuovamente le sue …
Quando sentii la differenza di temperature tra le nostre labbra e le nostre lingue mi resi completamente conto della concretezza di ciò che mi stava succedendo …
Ero tornata a casa, lui era la mia casa …
Mi sentivo completa, viva …
Mi sentivo amata, forte, al sicuro …
Ora che la ragione della mia vita era tornata, per me, non l’avrei più lasciata andare via.
Ora che sapevo quanto mi costava stare lontana da lui, avrei lottato con le unghie e con i denti per stare col lui …
Lui … lui che era il mio tutto


Angolo dell’ autrice

Ciao !!
Sono tornata abbastanza presto, primo perché avevo un po’ di tempo libero allora ho pensato di scrivere e secondo perché avevo una voglia irrefrenabile di scrivere questo capitolo.
L’avevo in testa dell’ inizio di questa FF e ci ho pensato veramente tanto, l’ ho cambiato, accorciato, allungato … beh ditemi che ne pensate ;)
Visto che non sono poi così cattiva ?! Non li ho fatti restare lontani per nemmeno un capitolo … sono buona :)
Ringrazio ancora infinitamente tanto le ragazze che recensiscono e che ogni volta mi riempiono in cuore di gioia con le loro parole dolcissime; le ragazze che hanno messo la storia tra le seguite/ricordate/preferite e anche quelle che seguono la storia tacitamente.
Ho notato ben 6 recensioni nello scorso capitolo: sono felicissima !!! non sapete quanto vi ringrazi … davvero vi amo **
Nene xx

 

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Capitolo 14
*** I was so stupid for letting You go ***




I was so stupid for letting You go

 

Mi staccai da quelle labbra, sinceramente di mala voglia.
Lo guardai fisso nei suoi bellissimi occhi verdi, tenendo le mie mani attorno al suo collo.
Osservai attentamente il suo sorriso raggiante.
Anche io stavo sorridendo.
Tornai seria.
Vidi quel raggio di sole spegnersi.
Aspettai che fosse lui a parlare.
Mi dispiace …
Non mossi un muscolo facciale.
Non sai quanto mi sento male a pensare a cosa ti ho fatto …
Non emisi un suono.
Probabilmente da fuori poteva sembrare che in quel momento non stessi provando emozioni; ma vi assicuro che il mio cervello stava andando il tilt a causa di tutte le domande che lo stavano affollando.
Da un lato ero felicissima che lui fosse lì, perché mi sentivo completa, felice.
Dall’ altro non sapevo se fidarmi ancora di lui, perché mi ricordavo ancora troppo nitidamente cosa avevo provato quando mi aveva lasciata; la ferita era ancora troppo aperta.
Si stava scusando.
Si stava scusando e io non sapevo che dire.
Dovevo assolutamente dire qualcosa.
Perché ?” chiesi guardandolo negli occhi “Perché mi hai lasciata ?
Perché io ti amo … ti amo e … e vederti stare così male per la seconda volta mi uccideva … e pensare che era a causa mia che stavi soffrendo mi lacerava ancora di più … ci ho pensato tutta la notte … mi sembrava l’ unica soluzione … ti avrei lasciata andare, tu saresti tornata alla tua vita normale, senza di me … e saresti stata bene …” disse con le lacrime agli occhi.
Non riuscivo a capire bene cosa mi stesse dicendo.
Allora perché mi hai detto che non mi amavi ? Che ti eri sbagliato ?” chiesi cercando di comprendere.
Perché quello sarebbe stato l’ unico modo per farti partire … mi avresti dimenticato sapendo che non ti amavo … saresti stata bene …
Allora perché l’hai fatto solo a Settembre ? Perché non l’hai fatto prima ?” chiesi, iniziando ad alterarmi.
Perché ti ho vista fragile, così fragile, troppo fragile … e non potevo vederti crollare a causa mia …
Mi vedi davvero così fragile ? Allora non mi conosci affatto … perché pensi questo di me ? Cosa te lo fa pensare ?” mi calmai.
Ti ricordi quando eri venuta a Londra per la prima volta ? Che ci eravamo messi a parlare e poi tu avevi detto che non ti fidavi facilmente … mi sei sembrata così fragile e tu non hai obiettato
Mi ricordai esattamente la scena, come un flashback.
… Solo perché Louis è entrato nella stanza senza permettermi di risponderti. Se l’ avessi fatto ti avrei detto che non sono fragile; sono una persona che crolla sì facilmente, ma che ha sempre la forza di rialzarsi …
Non aprì bocca.
Sono sicura che non mi avresti lasciata … se l’ avessi saputo
Mi guardava dritto negli occhi, ma non diceva una parola.
Perché sei venuto qui ?
Pensavo che ti avrei dimenticata … ma non fu così; stavo malissimo, avevo bisogno di averti accanto … sono venuto a riprenderti … perché ho capito che non posso stare senza di te; so benissimo il male che ti ho fatto e non pretendo che tu mi perdoni, ma … ci ho provato … io ti amo … ti amo e so … so che ho sbagliato a lasciarti perché non era la soluzione al problema, queste cose vanno affrontate insieme … io ho bisogno di te … non posso stare senza di te … io ti amo … e non so che altro dirti se non che ti amo e che mi dispiace … sono stato uno stupid …
Non gli lasciai nemmeno fine la frase.
Mi fiondai sulle sue labbra per baciarlo.
Tutte le parole che mi aveva detto mi avevano convinta, avevo percepito la sua sofferenza.
Lui aveva bisogno di me.
Io avevo bisogno di lui.
Non dovevo fare tanto la preziosa, lo amavo più di me stessa.
Quelle poche parole bastarono per farmi fidare di lui ancora una volta, ma sentivo che non mi avrebbe più fatto del male.
Non so spiegarlo, ma lo sentivo.
Sentimmo le mie amiche esultare e, trascinata da quelle urla, tutta la folla che ci circondava ci applaudì vigorosamente.
Non mi sarei più staccata da quelle labbra così soffici.
Infatti si staccò lui.
Io devo scappare a Milano … devo essere in albergo alle 22.00, a quell’ ora arrivano i ragazzi da Londra
Lo guardai confusa.
Vieni con me … domani abbiamo un paio di interviste e poi andiamo ad Assago per la performance ad X-factor … ti va di passare il ponte con me ?” mi chiese sorridendo, raggiante.
Ora come ora ti seguirei in capo al mondo” gli dissi saltandogli al collo.
Che ore sono ?” mi chiese.
Presi il telefono dalla tasca del cappotto e guardai il display.
Sono le 19.00
Dobbiamo sbrigarci … ci metteremo almeno 2 ore con la macchina e devi pure passare a casa a prendere le tue cose …
Va bene, dammi il tempo di salutare che partiamo” dissi, trascinandolo dalle mie amiche.
Dopo svariati baci, abbracci, saluti e una capatina casa mia per prendere il necessario per 4 giorni salimmo sul taxi che ci avrebbe condotti all’ albergo.
Il viaggio non fu affatto lungo, probabilmente perché io e Harry parlammo di tutto ciò che ci era accaduto nel periodo che ci aveva separati.
Anche se ero lì con lui e in un certo senso l’avevo perdonato, lui non si sentiva ancora completamente a posto.
Ogni tanto, quando non parlavamo, mi guardava negli occhi e mi ripeteva quanto era dispiaciuto per ciò che aveva fatto.
Mi faceva una tenerezza infinita. Mi limitavo a sorridergli, accarezzargli la guancia e magari dargli un piccolo bacetto sulla bocca.
Fummo interrotti improvvisamente, dal taxista, il quale ci avvisò che eravamo arrivati all’ hotel.
Scesi dall’ auto e chiusi la portiera, mentre Harry pagava il signore.
Sentii la sua mano intrecciarsi alla mia. Ci guardammo negli occhi.
Sentivo una forte attrazione in quel momento, ma non so spiegarne il motivo.
Entriamo ? Fa freddo e i ragazzi saranno qui tra poco” mi chiese, sorridendo.
Va bene” dissi annuendo.
Mi si parò davanti una visione molto, molto lussuosa. In confronto il “Vittoria” di Brescia sembrava una bettola da 4 soldi.
Ero davanti all’ hotel “Principe di Savoia”, uno tra i più sfarzosi e famosi di Milano.
Se non fosse stato per Harry, che mi tirò per un braccio, sarei rimasta davanti all’ imponente entrata per tutta la notte.
Entrammo nella hall, se possibile ancora più ricca dell’ esterno.
Mi piantò in mezzo alla stanza e si recò alla reception dove una ragazza, fin troppo sorridente, gli allungò la chiave di quella che doveva essere la suite dei ragazzi.
Appena mi raggiunse, io stavo ancora contemplando tutto il lusso che mi circondava.
Mi trascinò nell’ ascensore tutto dorato.
Io osservavo ogni minima cosa che mi stava attorno in quel momento con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata.
Ti piace ?” mi chiese ridendo.
Mi girai ancora mezza rintronata.
Cioè … voi alloggiata in alberghi così ?
Beh … si, perché ? C’è qualcosa di strano ?” disse, come se fosse la cosa più normale del mondo.
L’ ascensore si aprì, prima che io gli potessi fare capire che non era una cosa normale, affatto.
Mi accorsi che c’erano solo 5 porte su quel piano.
Mi trascinò davanti a una di quelle e con la chiave l’aprì.
Ancora una volta rimasi sconvolta da ciò che era contenuto nella stanza.
Mi spinse con una mano sulla schiena e mi fece entrare.
Appoggiai la borsa su uno dei divani del salotto e mi guardai attorno.
Che ore sono ?” chiesi, dopo aver esaminato gran parte della suite.
Sono le 22.00 … cavolo ! I ragazzi arriveranno tra pochissimo !” disse saltando dalla sedia.
Non capivo la sua reazione.
Perché sei saltato dalla sedia in quel modo ?
Boh … perché è tardi … credo” disse, sorridendomi.
Io ho fame” esclamai, ricambiando il sorriso.
Amore ti va di aspettare che arrivino gli altri ? Così ordini con Niall” mi disse avvicinandosi a me e dandomi un bacio sulla fronte.
Non ebbe nemmeno il tempo di staccarsi da me, che sentimmo dei rumori provenienti da fuori.
Sembrava una mandria di bufali.
Dai ragazzi muoviamoci … voglio vedere se Mr. Idiota è riuscito a riportare a casa la principessa …
Distinsi nitidamente la voce di Louis.
Mi misi a ridere, pensando che di mezzo alla sorpresa che il mio riccio mi aveva fatto c’era sicuramente il suo zampino.
Qualcuno stava aprendo la porta.
Non appena la spalancarono vidi quei 4 visi che mi erano mancati così terribilmente.
Pensavo che non li avrei mai più rivisti.
Davanti a tutti c’era Louis che appena mi vide fece un sorriso a 32 denti.
Vidi gli occhi di tutti illuminarsi.
Con uno scatto corsi verso di loro.
Louis era già pronto per accogliermi, ma lo scansai all’ ultimo, per andare ad abbracciare Liam.
Sentivo che dovevo abbracciarlo per primo.
Sentivo che dovevo recuperare la mia assenza nel momento in cui lui aveva rotto con Danielle.
Sentivo di dover correre da lui.
Sentii la sua risata, la stessa che avevo sentito solo attraverso un dannato telefono.
Mi staccai leggermente e lo guardai negli occhi.
Lo vidi sorridere, con gli occhi che brillavano.
Mi sei mancata tantissimo, lo sai ?” mi disse.
Anche tu Liam … tutti quanti mi siete mancati, da morire” dissi girandomi verso gli altri.
Mi accorsi dell’ sguardo finto-deluso di Louis.
Allora mi staccai da Liam e corsi ad abbracciare lui, il mio migliore amico.
Sentire le sue grandi braccia circondarmi e stritolarmi ben bene mi fece scoppiare di gioia.
Subito dopo andai ad abbracciare Zayn e Niall.
A quest’ ultimo sussurrai ad un’ orecchio:
Non so te, ma io ho fame … mangiamo ?
Mi guardò sorridente, con quei pozzi d’ oceano che si ritrovava al posto degli occhi e mi rispose:
Ho mangiato 2 hamburger sul volo, ma ho ancora fame … quindi … si mangia !
Si fiondò al telefono e ordinò per tutti.
Cenammo abbastanza in fretta, perché dovevano andare a letto presto; il giorno seguente avrebbero avuto un’ intervista molto importante e anche la performance.
Riuscimmo però a parlare, ridere e scherzare come facevamo tempo prima.
I ragazzi non si lasciarono sfuggire frecciatine imbarazzanti rivolte verso Harry, ma io ero felice, perché da quelle battutine percepivo quanto quel ragazzo era sensibile e profondo.
Lo amavo sempre di più.
Quando fu il momento di andare a dormire io e Harry ci coricammo nello stesso letto.
Le sue braccia mi circondarono, come sempre.
Sentii il suo corpo dietro la mia schiena e non più il vuoto.
Sentire il suo corpo a contatto col mio mi faceva sentire la persona più fortunata al mondo.
Disse solo una cosa prima di addormentarsi:
Sono stato uno stupido a farti andare via
Detto ciò mi strinse ulteriormente a sé.
Sai … finalmente posso chiamarti il mio riccio, come piace a te” dissi sorridendo.
Lo sentii ridere.
La sua risata mi cullò, trasportandomi in un sonno profondo e sereno.


La mattina seguente ci svegliammo abbastanza tardi, dovevano essere le 11.45
L’orso era ancora avvinghiato a me, ma la cosa non mi dispiaceva.
Era bellissimo mentre dormiva, non mi ricordavo fosse così bello.
Decisi di svegliarlo, ma dolcemente.
Gli accarezzai i ricci, per poi passare al viso; infine gli stampai un dolce bacio sulla bocca.
Sorrise.
Emise dei versi, che aumentarono d’ intensità quando iniziò a stiracchiarsi.
Aprì gli occhi e mi guardò.
Che bello che sei qui … pensavo di aver solo sognato” disse, continuando a guardarmi.
Beh … almeno sarebbe stato un bel sogno no ?!” chiesi sorridente.
Splendido …” rispose raggiante.
Mi alzai dal letto e gli porsi la mia mano.
Non appena l’ afferrò lo tirai su dal letto e lo trascinai in salotto.
Gli altri erano già tutti svegli: Niall e Zayn al telefono, Louis e Liam guardavano il menù.
Il riccio si sedette di fianco a Boo Bear e io mi sedetti sulle sue gambe.
Dopo pochi minuti ci raggiunsero anche gli altri due; avevano parlato con Gaia e Alessia.
Mi spiaceva che non fossero venute, non sapevo nemmeno il motivo.
Fui distratta da Niall che mi chiedeva cosa desideravo mangiare; il menù era molto ricco, come tutto l’ hotel d’altronde.
Il pranzo arrivò dopo una ventina di minuti.
Pranzammo anche coi musicisti, che non avevo conosciuto prima. Erano tutti molto simpatici soprattutto il batterista: Josh.
Erano le 13.30 quando finimmo di cenare; sentimmo delle voci ovattate provenire da fuori.
Mi affacciai da una delle finestre e osservai la moltitudine di ragazzine che stavano di sotto, con cartelloni, magliette, macchine fotografiche.
Stavano cantando una delle loro canzoni.
Erano molto dolci.
Fortunatamente non aprii la finestra e non spalancai le tende, altrimenti si sarebbero messe ad urlare come delle aquile … comprensibile.
Mi girai verso i ragazzi, ma non c’erano più.
Non capivo dove potevano essere finiti.
Andai nella stanza mia e di Harry e lo vidi intento a scegliere gli abiti per l’ intervista.
Dedussi che anche gli altri stavano facendo la stessa cosa.
Mi avvicinai al lui. Era indeciso.
Hai bisogno di una mano ?” chiesi appoggiandomi a lui.
Mi guardò e mi cinse la vita col un suo braccio.
Lo presi per un sì.
Rovistai un po’ e tirai fuori una T-shirt bordeaux ed un paio di jeans neri.
Gli porsi gli abiti raggiante e lo spinsi in bagno, proprio come feci quel 12 di Agosto.
Nel giro di mezz’ora erano tutti belli che pronti per l’ intervista.
Questa si sarebbe svolta in una stanza, che non era l’alloggio dei ragazzi.
Naturalmente non potevo parteciparvi, così rimasi nella suite.
Prima di uscire Harry mi disse:
Dovremo uscire di nascosto, non sappiamo ancora bene quale entrata useremo, ma ti verrò a prendere … tu fatti trovare pronta ok ?
Mi diede un bacio di sfuggita e raggiunse gli altri, chiudendosi la porta alle spalle.
Furono le 3 ore più lunghe della mia vita. Fortunatamente non ero sola, c’erano i ragazzi della band.
Parlai soprattutto con Josh, avevo legato particolarmente con lui.
Ogni tanto ci affacciavamo senza farci vedere per osservare cosa stava accadendo.
Ogni tanto sentivamo delle urla molto acute provenienti da sotto.
Ogni tanto cantavano qualche canzone.
Osservarle mi riempiva di tenerezza, pensare che quelle ragazze erano lì solo con la speranza di vedere i loro idoli e senza averne la certezza mi sembrava una dimostrazione d’amore molto forte.
Mi misi a pensare che se non fossi stata lì, in quella camera d’ albergo, ad attendere la ragione della mia vita, sicuramente sarei stata lì con loro, ad attendere che le 5 ragioni del mio sorriso spuntassero da una di quella infinite finestre.
Questo mi fece scendere una lacrima; Josh se ne accorse allora mi misi a raccontargli a cosa stavo pensando.
Il tempo passò molto in fretta, così in fretta che improvvisamente sentii delle mani, quelle mani percorrermi la schiena.
Mi voltai lentamente.
Amore … avete finito ?” chiesi sorridendo.
Mi accorsi che qualcosa non andava, era strano.
Si … sbrigati, che dobbiamo correre” disse, in tono un po’ incazzato.
Mi affrettai a prendere la borsa che avevo lasciato sul tavolo.
Mi prese la mano e mi trascinò.
C’era decisamente qualcosa che non andava.
In breve tempo ci ritrovammo davanti alla porta sul retro. C’era un furgone grigio metallizzato che ci attendeva.
Oltre il furgone una marea di ragazzine e ragazze che sventolavano cartelloni.
Dobbiamo entrare in quel furgone là ?” chiesi ad Harry.
Lui mi guardò, sorrise e mi disse:
Sì amore, proprio quello là
Vidi Paul chiedere ai ragazzi se erano pronti; spalancò la porta e in quel momento un boato prese vita e riempì l’ aria.
Camminammo velocemente e raggiungemmo il furgone che era già aperto.
Appena salimmo tutti, Harry abbassò il finestrino e salutò le fans.
Una in particolare se lo ritrovò a pochi centimetri dal viso. Lui le fece una smorfia e vidi sul suo viso comparire un sorriso enorme, mentre gli occhi le brillavano.
Poi lo tirò su.
Il guidatore aumentò la velocità. Passammo davanti all’ entrata principale, molte ragazze istintivamente seguirono il furgoncino con gli occhi e altre si misero a rincorrerlo.
Le seminammo presto.
Eravamo diretti ad Assago.
Notai che tutti i ragazzi avevano delle facce mogie, mogie; ma non capivo il motivo.
Mi voltai verso Harry.
Harry che è successo ?” chiesi.
Emise un grugnito.
Harry … dimmelo” dissi.
I managers ci hanno impedito di salutare le fans per la nostra sicurezza. Solo Zayn è riuscito a far sporgere una mano per pochi istanti” disse con lo sguardo basso.
In quel momento il sangue mi salì alla testa.
Non potevo credere che quelle povere ragazze erano rimaste fuori da qual maledettissimo albergo, in piedi per 3 ore, sperando di poter vedere i loro idoli, mentre si sono dovute accontentare di una mano e di una figura indefinibile, che poi scoprii essere Liam.
Molte erano venute dal Sud Italia e non erano riuscite a vederli.
Erano stati molto maleducati, non mi sarei mai aspettata una cosa del genere.
Non parlammo per tutto il viaggio.
Quando arrivammo ad Assago ci fiondammo nei camerini.
Avevo appena messo giù la borsa quando arrivò Paul che disse ai ragazzi di uscire per salutare la fans.
Non sapevo che fare, quella volta ero davvero sola, Josh e gli altri sarebbe arrivati dopo.
Mi misi a navigare su internet. Il tempo passò molto velocemente, così tanto che i ragazzi fecero le prove e già era arrivato il momento della performance.
Erano tutti vestiti e truccati e stavano aspettando che l’ assistente li venisse a chiamare per portarli sul palco.
Erano tutti abbastanza agitati.
Harry era appoggiato al tavolo che c’era in camerino, continuava a strusciarsi le mani sul pantaloni, gli stavano sudando.
Mi avvicinai a lui e gliele presi incrociando le sue dita tra le mie.
Ehi Styles … non essere così agitato” gli sussurrai.
Mi guardò con gli occhi tremanti.
Non devi preoccuparti … sarai perfetto, come sempre e poi … pensa che ci sono qui io ad aspettarti, ad ascoltarti …” gli dissi sorridendo, incoraggiante.
Vidi il suo viso illuminato da quel sorriso che tanto amavo.
Si avvicinò a me e mi baciò, approfonditamente.
Fu interrotti sul più bello dall’ assistente.
Lo guardai dritto negli occhi e gli sussurrai ancora:
Ci sono qui io, ricordatelo … sarai perfetto …
Ti amo
Sorrisi, era tanto che non me lo diceva.
Anche io ti amo … però ora va

La performance fu splendida, loro furono splendidi.
Cantarono “Live While We’re Young”
Per tutta la durata della performance si levò un urlo di gioia che riempì tutto il teatro.
Purtroppo giusto il tempo di fare due chiacchiere con Alessandro per promuovere nuovo CD che subito si fiondarono nei camerini per venirmi a prendere.
Dovevamo correre all’ aeroporto, dove ci aspettava un aereo privato che ci avrebbe portati in Svezia per un’ altra performance dei ragazzi.
Era tardi ed io ero stanchissima e infreddolita, quando raggiungemmo l’aereo.
Salimmo e mi ritrovai in un piccolo jet privato con sedili in pelle panna.
Non c’e n’erano abbastanza per tutti, così io mi sarei dovuta addormentare sopra di Harry.
Faceva freddo anche se eravamo chiusi dentro, così mi guardai attorno e trovai un’ armadietto che conteneva delle coperte di lana.
Le distribuii e poi mi accoccolai in braccio ad Harry, tra le sue braccia grandi, con la coperta di lana.
Mi sentivo un po’ come una bambina che si addormenta in braccio al suo papà, protetta.
Parlammo un po’ della performance, dell’ album …
Poi il sonno ci prese tutti insieme …
L’ ultima cosa che sentii, nel dormiveglia fu:
Ora che me la sono ripresa, non me la farò più scappare dalle dita. Non posso stare senza di lei, mi manca l’aria …
Amico, non sai quanto sono contento che tu sia riuscito nel tuo intento. El mi ha rotto i timpani quando ha scoperto che domani incontrerà la sua piccolina … si vede che la ami … sono proprio molto felice per voi, perché ti voglio bene, ma voglio bene anche a lei e ora la vedo felice, molto felice
E’ vero … la amo, la amo da impazzire …



Angolo dell’ autrice

Ciao !!
Prima di tutto scusate per l’ imperdonabile ritardo !!!
Cavolo sono 2 settimane che non mi metto al computer !!!
Spero di non essermi arrugginita ! ;)
Scusatemi davvero tanto, ma la scuola più si avvicinano le vacanze di Natale più diventa ingestibile.
Va be’, adesso sono tornata con un nuovo capitolo e, come al solito, vorrei sapere che ne pensate :)
Ancora una volta ringrazio tutte le ragazza che recensiscono e mi rendono la ragazza più felice del mondo, le ragazze che hanno messo la storia nelle seguite/ricordate/preferite e anche a quelle che la seguono tacitamente …
Un’ ultima cosa … ho notato che nell’ ultimo capitolo abbiamo raggiunto le 10 recensioni !!! Non ci potevo credere quando l’ho letto !!
Grazie 1000 !!! Io vi amo !! Davvero **
Nene xx


 

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Capitolo 15
*** I'm here for You ***




I’m here for You

 

Piccola premessa: in questo capitolo ho parlato un po’ della situazione tra Liam e Danielle; vorrei sottolineare che è tutto frutto della mia fantasia e l’ ho fatto solo per la storia.
Inoltre ho inserito il mio punto di vista su questa faccenda, spero non vi dispiaccia.
Buona lettura ! xx




Quella mattina mi svegliai in una stanza che sicuramente non era il jet su cui mi ero addormentata; in un letto che non era la poltrona della notte precedente e una coperta che non era quella di lana che avevo trovato nell’ armadietto del volo.
L’ unica cosa che era rimasta la stessa della sera precedente erano le braccia che mi avvolgevano, quelle non erano cambiate.
Capii che non potevo muovermi, o meglio, se l’avessi fatto avrei svegliato il mio riccio.
Cercai almeno di capire che ore fossero, così nel caso fosse stato un’ orario accettabile avrei potuto svegliare Harry.
Mi allungai delicatamente verso il comodino per prendere il telefono.
Avevo ancora la vista appannata a causa del sonno, infatti ci misi un po’ a mettere a fuoco il display.
Erano le 12.00
Contando che probabilmente eravamo arrivati verso l’ 1.00 di mattina, dedussi che in quel letto mi ci aveva portato il ragazzo che mi giaceva di fianco e che mi stringeva così gelosamente.
Stavo decidendo se svegliarlo o no, quando fui interrotta dal brontolio del mio stomaco; fu abbastanza rumoroso, il che voleva dire un’ unica cosa: pranzo.
Presi la mia decisione: svegliare l’ orso.
Mi rimisi sotto le coperte e mi voltai verso di lui, in modo da avere il suo petto davanti al viso.
Delicatamente gli scostai i ricci che ricadevano sul suo viso. Mi avvicinai al suo orecchio e cominciai a sussurrargli una ninnananna in italiano.
Non notando alcuna reazione, alzai il volume della mia voce, provocando in lui qualche gemito.
Evidentemente non funzionava molto come metodo; allora cambiai tattica, sapevo che quella avrebbe funzionato … funzionava sempre.
Cominciai ad inserire una mano sotto la sua canottiera e iniziai a sfioragli la pelle del busto; contemporaneamente mi avvicinai al suo viso e con le dita fredde gli sfiorai la fronte per poi passare al naso e infine alle labbra.
Su quest’ ultime mi soffermai a lungo, non volevo baciarlo, o almeno non subito; mi allettava l’idea che si svegliasse da solo deluso dal fatto che non l’avevo baciato.
Mi stava dando del filo da torcere. Non aveva intenzione di svegliarsi.
In quella situazione fui costretta a baciarlo, anche se sinceramente non fu un particolare sforzo.
Appoggiai delicatamente le mie labbra sulle sue e mi allontanai per vedere la sua reazione.
Aprì immediatamente gli occhi, come se fosse stato sveglio da un po’.
Era ora che ti decidessi a baciarmi” disse, col suo sguardo da bambino.
Risi. Non mi doveva affatto stupire questa sua reazione, avrebbe fatto qualunque cosa pur di ricevere un bacio in più dalla sottoscritta.
Potevi anche dirmel0 che eri sveglio … almeno evitavo di cantare” continuai, cercando di smettere di ridere.
Per quale motivo ? Le tue mani sono delicatissime e la tua voce è soave … perché avrei dovuto rinunciare ad un risveglio così ?” replicò, sorridente.
Questo è il punto … io non ti ho svegliato, lo eri già !
Sono solo dettagli … piuttosto, cosa hai intenzione di fare oggi ?” mi chiese, continuando a sorridere.
Non lo so, dipende da voi, cioè se avete interviste o prove o meeting mi organizzo con El, altrimenti …
Lasciai in sospeso la frase sottintendendo che potevamo stare insieme e che lo desideravo tanto.
Beh Louis mi ha detto che El ti ha prenotata per tutto il tardo pomeriggio. Meglio anche perché noi avremmo avuto le prove e mi sarebbe spiaciuto saperti sola
Allora devo organizzarmi solo per il dopo pranzo. Hai voglia di stare con me ?” gli chiesi.
Direi che dato che non ho nulla in programma potrei anche fare lo sforzo di stare con te …” mi disse, con tono da presa per i fondelli.
Ah si ?! Così stare con me sarebbe uno sforzo ?! Beh caro il mio signor Styles quella è la porta … prego esca e vada con i suoi amici !” dissi, facendo l’offesa e facendo per alzarmi dal lettone.
Lui, per tutta risposta, scoppiò in una fragorosa risata e, trattenendomi per un braccio, mi tirò accanto a lui sovrastandomi col suo corpo e bloccandomi al materasso.
Iniziò a farmi il solletico, cosa che non sopporto minimamente.
Di conseguenza iniziai a ridere come un’ isterica; dopo pochi istanti mi mancava già il respiro e gli addominali mi dolevano.
Proprio in quel momento entrò dalla porta Louis, senza bussare; e ci scoprì in quella posizione alquanto equivocabile.
Appena sentimmo la porta aprirsi, Harry smise di farmi il solletico e girammo di scatto le teste.
Il nostro migliore amico era bloccato sulla porta, come traumatizzato, con la bocca aperta e gli occhi sbarrati.
Ehm … io … ero … cioè … non volevo … disturbar … ehm disturbarvi … avrei … dovuto .. ehm … bussare … scusate” disse balbettando e tentando di chiudere la porta.
Mi accorsi immediatamente che aveva impiegato uno sforzo sovrumano per dire quelle poche parole sconnesse.
La situazione non poteva essere più comica ed io, come mio solito, non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere, non più a causa del solletico.
Harry mi seguì a ruota e poi, più tranquillo e non più shockato, anche Lou.
Lou non pensare male … non stavamo facendo nulla …” iniziai io, dando una spiegazione, ma venni interrotta.
… non ancora almeno, quella era l’ intenzione …” continuò il riccio guardando il suo migliore amico e poi me.
Lo guardai un po’ spiazzata anche perché non mi sembrava opportuno sbattere in faccia agli altri i nostri affari; affari di cui non ero nemmeno a conoscenza.
Lou, tornato in sé, mi guardò furbescamente come per far intendere qualcosa che volutamente non afferrai.
Avevi bisogno di qualcosa ?” chiesi cercando di distrarmi.
Sentivo gli smeraldi di Harry fissi su di me, e la cosa mi metteva in soggezione.
Beh si … volevo chiedervi un favore anzi chiederti, avrei bisogno di Harry per tutto il pomeriggio … devo fare una cosa … e ho bisogno di lui, me lo presti ?” chiese rivolgendosi a me.
Ehi … sono io Harry, dovresti chiedere a me il permesso di stare con te, mica a lei …” esclamò il riccio.
Invece lo chiedo a lei … perché tu appartieni a lei” gli rispose facendogli una linguaccia.
Mica sono un’ oggetto ... sono una persona” continuò.
No non lo sei … sei un mezzo neurone e non sei nemmeno in grado di orientarti … figurati se lo chiedo a te ?! Lo chiedo a lei che è in grado di organizzarsi no?” replicò Boo Bear.
No !” esclamò Harry.
Sì, invece ! Allora Ire … posso ?” mi chiese.
Mi rigirai verso Harry e ritrovai i suoi grandi occhi nella medesima posizione di prima.
Lo guardai. Prima ancora che aprissi bocca lui mi chiese:
Ti spiace tanto ?
Ma no, figurati … tranquillo avremo altro tempo per stare insieme, se Lou ha bisogno di te vai” gli dissi sorridendo.
Sicura ? Mi spiace lasciarti sola …
Ma è solo fino alle 17.00, dopo sto con El; tranquillo trovo qualcosa da fare nel frattempo
Ma dovevamo stare insieme …
Amore … ho capito, ma se un tuo amico ha bisogno di te sono la prima che ti dice di andare …
Sai che sei la persona più bella che io abbia mai conosciuto ?” disse, sorridendomi.
Per cosa Styles?
Boh sei così buona … rinunci ad un pomeriggio con me per farmi andare con Louis
Amore è solo una cosa che sento che sia giusta … però ora smettiamola, andiamo di là a pranzare che così esci” gli dissi tirandolo fuori dal letto.
“Non vedi l’ ora di liberarti di me ?!” mi chiese circondandomi con le sue braccia mentre stavamo per entrare nella stanza dove c’erano tutti gli altri ragazzi.
No, a dire il vero non vedo l’ora di riaverti con me …
Dalla sua espressione intuii che non aveva capito cosa stavo sottintendendo.
Prima vai e prima torni amore …” gli dissi sorridente.

Il pranzo fu molto divertente, ridemmo per tutto il tempo e parlammo anche a lungo della loro performance della sera precedente.
Naturalmente Niall fu quello che mangiò maggiormente infatti si alzò dal tavolo pieno come un uovo e si rifugiò in camera per riposare.
Erano le 14.00 quando Louis e Harry si alzarono dal tavolo per andare fare quella spedizione così segreta.
Mi alzai anche io e mi diressi in camera per riposare un po’ prima del pomeriggio esplosivo con la mia sorellona.
Dormii per quasi un’ oretta.
Quando mi risvegliai la suite era completamente silenziosa.
Non avevo voglia di rimanere nel letto e men che meno di stare da sola, così mi aggirai per le camere cercando qualche forma di vita sveglia.
La prima porta che sorpassai era quella di Niall, si sentiva una persona russare per ciò non tentai nemmeno di svegliarlo, tanto nemmeno le cannonate sarebbero servite.
Poi sorpassai la porta di Louis ( vuota) e poi quella di Zayn. Aprii la porta e trovai la stanza vuota.
Era uscito.
Mi rimaneva solo Liam; mi avvicinai con cautela alla sua porta e bussai delicatamente in attesa di una risposta.
Avanti …
Sbucai dalla porta solamente con la testa, guarda domi attorno.
Era sul letto, sdraiato col telefono in mano.
Posso stare con te ? Da sola mi annoio” gli chiesi.
Certo, mi fa piacere che tu stia qui con me …” rispose, facendomi uno di quei suoi sorrisi che ti scaldano il cuore.
Mi avvicinai al letto e mi sedetti a gambe incrociate, di fianco a lui.
Che stavi facendo ?” chiesi guardando lui e poi facendo un cenno al cellulare.
Mi guardò un po’ preoccupato; all’ improvviso lo prese e lo spense buttandolo poi dietro la schiena.
Nulla di importante …” iniziò “… guardavo solo alcune fotografie vecchie e qualche messaggio …
La sua voce iniziò a tremare.
Sentii il mio cuore iniziare a stringersi un po’; non mi stava guardando in faccia così gli tirai delicatamente su il viso.
Non appena i suoi occhi si incontrarono con i miei, vidi una luce brillante vacillare.
Non sapevo cosa fare, era una situazione delicata.
Sapevo che le foto e i messaggi erano quelli che si era scambiato tempo prima con Dani. Volevo aiutarlo, era un mio caro amico e avrei voluto aiutarlo.
Non mi perdonavo il fatto di non essere stata accanto a lui quando si era trovato in quella dolorosa situazione, dovevo rimediare ma non sapevo come.
Pensai che per prima cosa dovessi farlo sentire libero di esprimere la propria sofferenza.
Gli sorrisi.
Osservai sul suo viso una reazione strana, come di un lavandino che si stappava, ma era proprio quello che volevo.
Doveva sentirsi libero di esprimere ciò che sentiva, senza inibizioni e soprattutto senza paura.
Si buttò tra le mie braccia e iniziò a piangere.
Non gli dissi nulla, perché non ce n’era bisogno. Doveva solo liberarsi il più possibile, in modo tale che dopo, quando avremmo parlato, si sarebbe sentito in un certo senso più libero e, forse, anche meglio.
Pianse per un quarto d’ora buono. Tempo in cui io mi limitai ad accarezzarlo e cullarlo.
Quando sentii i singhiozzi diminuire d’ intensità gli chiesi:
Va meglio ?
Che domanda stupida; era ovvio che non andava bene, ma una parte di me mi diceva che dopo aver pianto si sta meglio … parlavo anche per esperienza personale.
Ci staccammo. Mi alzai dal letto per recarmi in bagno e portagli un pacchetto di fazzoletti, con i quali si asciugò il viso.
Aspettai che fosse lui ad iniziare; infondo la cosa riguardava lui ed era lui che se la doveva sentire.
Gli diedi tutto il tempo che gli serviva.
Ad un certo punto fece un profondo respiro, mi guardò negli occhi e iniziò a parlare.
Non sono triste
Non dissi nulla.
Non sono triste, sono arrabbiato … sono arrabbiato perché non è giusto che io e Dani ci siamo lasciati non perché lo volevamo noi, ma perché le circostanze ce lo hanno imposto
Annuii.
Sono arrabbiato perché ho dovuto, anzi abbiamo dovuto, rinunciare alla nostra felicità a causa dell’ ignoranza della gente che ci circondava.
Sono arrabbiato perché mi hanno imposto di mentire …
Quella frase mi lasciò spiazzata, non riuscivo a capire.
Aspetta un attimo Liam, perché ti hanno obbligato a mentire ?
I managers … mi hanno imposto di mentire perché, effettivamente io e Danielle non ci siamo lasciati abbiamo deciso di prenderci una pausa ed entrambi ci siamo promessi di rincontrarci per chiarire la situazione; ma i managers mi hanno detto di ufficializzare che la nostra storia era finita. Naturalmente la cosa era rimasta segreta, in fatti Danielle non era stata al corrente … è per questo che abbiamo litigato, lei l’ ha scoperto dai tabloid e … giustamente si è arrabbiata
La sua spiegazione mi lasciò sconvolta.
Cosa ? Non pensavo fosse andata così …
Lo so … per il mondo intero ci siamo ufficialmente lasciati per le minacce che lei subiva, ma quella è solo una delle cause
Me lo potevi dire però … non pensavo fosse successo tutto questo …
Avrei voluto, ma non potevo assolutamente; non sai quanto mi sono sentito in colpa … tu lo dovevi sapere, ti eri così preoccupata per me
Bhe non ha importanza, se non ti era permesso ti capisco perfettamente; ora l’ unica cosa che mi interessa è sapere come stai tu e cosa hai intenzione di fare con Dani
Se devo dirti la verità non sto bene, stare lontano da lei ma fa stare malissimo; ogni cosa me la ricorda …
Ti ricordo che fino a 48 ore fa ero nella tua stessa identica situazione” gli dissi sorridente.
Vidi spuntare sul suo viso uno splendido sorriso, sincero.
… comunque io so cosa voglio fare con Danielle, voglio tornare con lei, ma non so come fare. Lei deve essere ancora molto arrabbiata …
Ma le hai parlato ? Dopo che quella storia è saltata fuori ?
Certo, ci sentiamo spesso, ma finiamo sempre per parlare di quanto potrebbe essere difficile … della fans, dei managers …
I ragazzi non me ne hanno mai parlato … e per gli altri problemi io una soluzione ce l’ ho già: i managers vanno sul fico mentre le fans, beh dovrebbero volere solo la tua felicità, e io so che la tua felicità è Danielle
Il sorriso che era spuntato sul suo viso si allargò ulteriormente.
Allora adesso dobbiamo trovare una soluzione, sei d’ accordo con me sui managers e sulle fans ?

Ok, allora adesso dobbiamo risolvere con Danielle, hai qualche idea ?
Bhe … ehm … io …
Ok non hai idee; io una l’avrei e, non per vantarmi, ma è buona
Dimmi, sono tutt’ orecchi
Ora come ora non puoi fare nulla, bisognerà attuare il piano a Londra.
Praticamente è molto facile: organizziamo una spedizione segreta con l’ aiuto dei ragazzi e voi vi incontrate. E, dato che mi sembravi convinto quando parlavamo poco fa, le esponi le soluzioni dei problemi … senza contare che voi vi amate tanto e non saranno 5 imbecilli e migliaia di ragazze in preda agli ormoni che vi separeranno no?!
Hai ragione, mi piace come idea … simple but effective
Liam, ti voglio un mondo di bene, ma quella battuta viene meglio ad Harry, senza offesa
Lo so, ma ci stava
Scoppiammo entrambi a ridere fino a piangere.
Fummo interrotti dal suono del campanello.
Un solo pensiero mi attraversò la mente: Eleanor.
Prima di fiondarmi dalla mia sorellona gli dissi:
Tu lo sai vero ?
Cosa Ire ?
Che sono qui per te, qualunque cosa accada ?
Sorrise e interpretai una risposta affermativa.
Mi scaraventai fuori della stanza e percorsi ad una velocità allucinante lo spazio che mi separava dalla porta.
Scivolai sul tappeto all’ entrata e mi spiaccicai con la porta con un grande tonfo. Il tempo di ritornare lucida, dopo la botta, che spalancai la porta trovandomi davanti la seconda persona che mi era mancata maggiormente durante quel lasso di tempo.
Irene !” disse saltandomi al collo e stritolandomi proprio come faceva Louis.
Eleanor !” tentai di dire, ancora col fiatone, saltellando insieme a lei.
Rimanemmo così per 3 minuti e poi ci staccammo. Mi accorsi che stava piangendo.
El cos’ hai ?
Pensavo che non ti avrei mai più rivista; anche se ci eravamo dette che ci saremmo rincontrate … sai come succede parli, parli e poi non ti senti nemmeno per Natale …
Sai che non sarebbe mai successo, sei la mia sorellona, non posso stare senza di te” le dissi sorridente.
E tu sei la mia sorellina
Eravamo ancora lì sulla porta quando sentimmo dei passi provenire dalla suite.
Dopo pochi istanti notammo Liam e Niall muoversi verso la porta d’ uscita, che io ed El stavamo bloccando.
Ci spostammo per lasciarli passare.
Buone prove ragazzi, ci vediamo stasera prima della performance ! Salutateci gli altri” dicemmo contemporaneamente.
Dopo poco sparirono dietro le porte dell’ ascensore.
Allora che facciamo ?” chiesi, impaziente.
Shopping e Starbucks ?” rispose sorridente.
Direi che è un’ ottima idea
Dai preparati che usciamo immediatamente
Corsi in camera mia e di Harry e presi la borsa; mi lavai denti e faccia in pochi secondi.
Il mio trucco era pari a zero ed ero vestita molto casual, ma me ne importava veramente poco; l’ unica cosa importante era sapere che sarei stata un pomeriggio intero con El.
Trovai la brunetta ad attendermi.
Nel giro di pochi minuti eravamo già fuori dell’ albergo e nel giro di un paio d’ore eravamo già sedute ad uno Starbuck circondate da buste, prova del nostro shopping sfrenato.
Era stato un pomeriggio bellissimo; stare in sua compagnia il tempo sembrava passare in un lampo proprio perché la sua personalità mi metteva così di buon umore che tutto mi sembrava perfetto.
Stare con lei e ritrovarmi circondata da quell’ aurea di serenità e bontà che lei emanava mi faceva sentire la persona più felice e fortunata del mondo.
Mentre stavo sorseggiando il mio cappuccino aromatizzato al caramello, mi chiese:
Sono così felice che tu sia di nuovo qui, con me, con loro, con noi” disse con gli occhi lucidi.
Anche io El; pensavo che non vi avrei più rivisti e il pensiero mi faceva venire una morsa allo stomaco indescrivibile, ma ora che sono qui … non ho più intenzione di andarmene” risposi, sentendo gli occhi pizzicare.
Sai, quando Louis mi ha detto che ti avrei rincontrata oggi devo avergli traforato un timpano … ho urlato talmente forte che … quasi rompevo i vetri delle finestre” disse, ridendo.
Me l’ ha detto” dissi, ridendo con lei.
Ma … Alessia e Gaia … perché non sono venute ?
Non lo so; però mi dispiace, volevo che venissero anche loro …
Scusa ma, perché non facciamo una sorpresa a Zayn e Niall e non gliele facciamo trovare a Parigi quando noi arriviamo ?
Quasi mi andò di traverso il cappuccino. Era un’ idea geniale … perché non mi era venuta in mente prima ?
Sarebbe fantastico … come potremmo fare ?
Organizzo tutto io, tranquilla” disse sorridendomi, rassicurante.
Dopo qualche minuto mi ricordai che noi avevamo un impegna per quella sera e non potevamo fare tardi.
El che ore sono ?
Non lo so babe, ora guardo …” prese il telefono dalla tasca e guardò il display “cavolo sono le 20.00
Le 20.00 ?! Ma è impossibile ! Quanto tempo siamo state qui ?
Conta che siamo arrivate che erano quasi le 19.00; dobbiamo muoverci
Disse ciò facendomi cenno di prendere i due bicchieri di carta e avvicinandosi al bancone per pagare.
Fatto ciò ci lanciammo in strada per correre agli studi; dovevamo correre dai ragazzi ed eravamo in ritardo, anche perché la loro performance sarebbe stata molto presto, verso le 21.30.
Per tutto il tempo vidi El che smanettava col telefono e che faceva telefonate a destra e a manca, ma non riuscivo a capire con chi stesse parlando.
Arrivammo agli studi che erano le 21.00 in pacca.
Riconobbero immediatamente El e ci fecero passare; arrivò una ragazza sulla trentina che ci condusse in quello che era il camerino dei ragazzi.
La brunetta aveva appena messo via il telefono.
Prima di entrare mi sussurrò ad un orecchio:
Tutto a posto per domani, c’è solo un problema Gaia domani non può così prederà l’aereo per Londra … lo stesso nostro; mentre Alessia prende quello di stanotte per Parigi e arriverà in albergo prima di noi … tutto a posto babe
La guardai negli occhi e le saltai al collo per poi stamparle un rumoroso bacio sulla guancia.
Appena la tipa aprì la porta vidi El fiondarsi su Louis, penso che non si vedessero da circa 3 giorni, un grande lasso di tempo … li capivo: io sentivo la mancanza di Harry solo con poche ore.
Infatti anche io mi fiondai sul mio riccio che era già lì pronto ad accogliermi tra le sue braccia.
Ebbi il tempo solo per un bacio ed un piccolo morso alla fine.
La tipa di prima li venne a prelevare per portarli sul palco.
Dovevo chiedere una cosa ad Harry prima, così lo fermai per un braccio:
Sei più tranquillo di ieri sera amore ?
Si piccola, perché so che ci sei tu … ti amo
Anche io ti amo !!” dissi, tronfia di quello che mi aveva detto.
La performance fu più lunga questa volta, infatti cantarono sia “Live While We’re Young” sia “What Makes You Beautiful”.
Fortunatamente c’era El con me, quindi il tempo passò molto velocemente.
Giusto il tempo di due chiacchiere e un paio di battute che già ci ritrovammo sul jet privato che quella volta aveva destinazione Parigi.
Eravamo tutti troppo agitati per dormire e poi la personalità spumeggiante di El metteva a tutti allegria e vivacità.
Ridemmo e scherzammo per tutta la notte; giocammo, cantammo fino all’ alba.
L’ avevo vista varie volte a casa, ma tra le nuvole non mi era mai capitato.
Fu uno spettacolo mozzafiato che mi riempì il cuore di libertà e felicità pura.
Fu un fenomeno che mi colpì a tal punto che mi fece pensare che anche io ero così, ero così prima dell’ arrivo di queste persone nella mia vita, ero un cielo che aveva visto tanti soli e tante lune nascere, ma che si era abituato a quella solita routine.
Mentre in quel momento mi sentivo sì un cielo, ma un cielo oltre le nuvole, un cielo che aveva scoperto un altro lato di sé e che non sarebbe più cambiato.
Ero ancora avvolta dalle braccia di Harry e dalla coperta di lana quando mi addormentai consapevole che lui era il mio sole, la mia alba oltre le nuvole e tutti gli altri erano la felicità che mi colmava senza motivo in quel momento.
Ero ancora avvolta dalle braccia di Harry e dalla coperta di lana quando mi addormentai consapevole di quella rara felicità che avevo ritrovato e che mi avrebbe accompagnata per sempre …


Angolo dell’ autrice

Ciao !!!
Eccomi di nuovo qui !!!
Ancora una volta mi devo scusare per l’enorme ritardo … non ho scuse lo so, ma la scuola viene prima di tutto :(
Beh comunque eccomi ancora qui ! Con un nuovo capitolo !!! Spero che vi piaccia !!
Ho deciso, sotto consiglio di una lettrice a me molto cara, di prendermi una piccola pausa dal piccolo Styles … spero non vi dispiacerà :)
Un’ ultima cosa … voglio ancora ringraziare tutte le ragazze che seguono e che recensiscono o che seguono senza recensire.
Anche con lo scorso capitolo siamo arrivati a 10 recensioni !!! Io vi amo, giuro !! **
Questo mi fa capire che la storia vi piace tanto e mi motiva a continuare !!!
Ora mi dileguo ;)
Nene xx






 

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Capitolo 16
*** Moon River ***




Moon river


Eravamo appena scesi dall’ dall’auto, o meglio dalle auto, che ci avevano portati all’ hotel della grande città Francese.
Naturalmente appena i ragazzi misero un piede fuori della macchina, tutte le fan francesi radunate lì fuori cacciarono un urlo allucinante.
A quel suono, come un richiamo, i ragazzi si girarono e iniziarono a salutare, fare qualche foto e firmare degli autografi.
Purtroppo per le giovani fan, arrivò Paul che disse ai ragazzi di entrare, cosa che fecero quasi subito dopo che lui glielo ebbe detto.
I ragazzi ripresero le loro valige e ci dirigemmo alle porte d’entrata.
Immaginavo che Alessia, a quell’ ora sarebbe stata in camera e ci avrebbe aspettati fino al nostro arrivo.
Nella hall non c’era quindi era per forza in camera.
Andai insieme a Niall ed El alla reception, non sapendo una parola di francese, parlai in inglese.
Salve, siamo venuti per ritirare la chiave della suite per gli One Direction …” dissi con un bel sorriso.
La signora, alquanto matura e con un sorriso molto poco sveglio, mi rispose:
Ma la camera è già occupata …
In un nano secondo, in cui vidi cosa stava per dire, mi girai verso Niall e gli dissi:
Ehi Niall, vedo che hai fame … vai a cercare qualcosa da mangiare, qui ci pensiamo io ed El” spingendolo via con un po’ di forza.
Tirai un sospiro di sollievo … la signora ci stava rovinando la sorpresa.
Mi girai lentamente verso lei, con ancora il mio bel sorriso stampato in viso.
Lo sappiamo che la stanza è’ occupata, grazie … è occupata dalla sorpresa per il tipo biondo che ho appena spedito a cercare da mangiare … ci serve il numero
Certo datemi un secondo” disse digitando qualcosa sulla tastiera del computer di fonte a lei “è la numero 788 all’ ultimo piano
Concluse con un bel sorriso finto da copione.
Grazie …” disse El.
Ma comunque la stanza è occupata da una persona non da un oggetto …
A quel punto pensavo seriamente che la signora mi stesse prendendo in giro.
Dice sul serio ?! Ma allora hanno sbagliato; il mio intento non era quello di portare la fidanzata ad un mio carissimo amico, ma quello di portagli una felpa con la scritta Nando’s sopra … che incompetenza ! Grazie dell’ avvertimento, signora” dissi sorridendole.
Ci spostammo velocemente dal bancone e non appena fummo abbastanza lontane da non farci sentire mi rivolsi ad Eleanor:
Ma quando assumono dipendenti qui in Francia lo fanno come gli gira la mattina ?!
Si lasciò sfuggire una risata cristallina, come quella di Louis.
Lascia perdere … gli incompetenti capitano sempre” disse mentre mi trascinava verso il resto del gruppo che avevamo lasciato da solo.
Dopo pochi minuti eravamo già al piano ultimo.
La sorpresa stava per essere svelata e la cosa mi metteva in non poca fibrillazione.
Io ed El eravamo le uniche a sapere della cosa, per questo eravamo davanti al piccolo corteo, pronte ad osservare la sua reazione.
Niall era dietro di noi, e quando ci vide fermarci davanti alla porta, senza chiave e senza muovere un muscolo si fece qualche domanda.
Perché non aprite ?
Apri tu …
Ma non ho la chiave
Nemmeno noi …
E che avete fatto con la receptionist ?
Io ed El ci scambiammo uno sguardo, ma ci rivoltammo subito verso il biondino.
Io ci ho parlato …” dissi con un mezzo sorriso, cosa che provocò ad Harry quel meraviglioso sorriso sghembo che mi faceva sciogliere ogni volta.
Dai apri e non fare storie …” concluse in fretta El.
Vidi il biondo avvicinarsi alla porta e aprirla con un po’ di cautela.
Quando la porta fu aperta solo a metà vidi gli occhi dell’ irlandese illuminarsi e brillare.
Spalancò di getto la porta e si fiondò nella stanza.
Nessuno aveva idea del motivo, nessuno tranne me, El e naturalmente Alessia e Niall.
I ragazzi, curiosi peggio di una zitella pettegola, si introdussero all’ interno della stanza e si fermarono quasi subito contemplando la bellissima scena che stava accadendo davanti ai nostri occhi.
Io ed El fummo le ultime ad entrare, ma riuscimmo comunque ad osservare la splendida coppia che noi (più lei che io) avevamo fatto rincontrare.
Alessia si trovava tra le braccia del suo irlandese, che l’aveva sollevata e la stava tenendo ancora sollevata, mentre entrambi si scambiavano quel lungo e tanto desiderato bacio che avevano atteso per ben un mese.
Era un momento molto speciale, perché l’avevo provato anche io in un certo senso e sapevo cosa si provava.
Figuriamoci se però i ragazzi l’avrebbero afferrato.
No!
Infatti Louis li disturbò, come suo solito, apposta.
Ragazzi … avete finito ? Se volevo vedere un film romantico andavo al cinema con El
Vedemmo Alessia e Niall staccarsi e guardarsi negli occhi.
Lui si avvicinò e col suo naso sfiorò quello di lei.
Vi dico solo che stavo per mettermi a piangere da tanto erano dolci.
Ad un certo punto, dopo aver volutamente ignorato Boo Bear, si staccarono e si diressero verso di noi.
Appena furono abbastanza vicini mi fiondai sulla Ale staccandola con forza da Niall, eravamo state lontane per 2 giorni ma già sentivo la sua mancanza.
Mi accolse immediatamente tra le sue braccia e fu in quel momento che sentii ancora quell’ odore che mi era così mancato, il suo profumo naturale !
Ci staccammo quasi subito, anche perché non volevamo sentire i commentini di Louis.
Mi avvicinai ad Harry che mi strinse a sé e mi baciò la testa.
Ragazzi che facciamo ?” chiese El.
Non lo so … noi questo pomeriggio avremmo una specie di mini concerto con delle fan e poi la sera l’avremmo libera … almeno fino alle 23.00 …” disse Liam.
Perché fino alle 23.00 ?” chiesi, andando nel panico pensando che quello era l’orario del volo che avremmo dovuto prendere noi e che evidentemente non era quello che avrebbe preso anche Gaia.
Perché all’ 1.00 abbiamo il volo … ma dobbiamo muoverci prima
Tirai un sospiro di sollievo, era lo stesso volo.
Ah bene … allora stasera … siamo liberi” dissi tutta sorridente.
Mi accorsi che Harry e Louis si erano scambiati uno sguardo un po’ strano, ma non ci pensai più di tanto.
Sentivo che gli occhi mi si stavano per chiudere.
Guardai l’orologio sul polso di Harry: le 9.35.
Non avevamo dormito un niente.
Harry” dissi volgendo la testa verso di lui “io sto morendo di sonno, possiamo andare a dormire ?
Sbadigliò.
Direi che è un’ ottima idea … ragazzi noi andiamo … a dopo” disse spingendomi in quella che, avevamo deciso, era la nostra stanza.
Andiamo tutti a dormire … sul volo praticamente non abbiamo chiuso occhio” continuò Liam.
Ehi … a che ora ci svegliamo ?” chiese El.
Per ora di pranzo, perché io devo mangiare …” rispose Niall.
Dopo aver sentito quell’ affermazione Harry si bloccò e si girò.
No … voi vi svegliate per pranzo … io mi sveglio quando mi sveglio e penso anche lei” disse guardandomi.
Annuii, non avevo voglia di aprire bocca.
Per noi non preoccupatevi, facciamo da soli” disse al gruppo, mentre ci dirigevamo verso la stanza.
Harry guarda che per le 17.00 dobbiamo partire … fatti trovare pronto, non come tuo solito che sei ancora a letto 5 minuti prima della partenza ne ?!” si raccomandò Liam.
Anche Harry non rispose, alzò un braccio col pollice alzato.
Aprimmo la porta e ci buttammo sul letto morbido, senza preoccuparci del rumore con cui quella si chiuse.
Lentamente ci mettemmo sotto le coperte e abbracciati ci addormentammo.

Quando riaprii gli occhi, mi ci vollero un paio di minuti per tornare lucida.
Mi trovavo ancora sotto le coperte del letto, ma attorcigliato a me non c’era nessuno.
Mi girai per tastare il materasso, ma era vuoto.
Pensai che probabilmente era andato in bagno, ma da quella stanza non proveniva alcun rumore.
Mi misi a sedere e guardai sulla sveglia, posata sul comodino, le ore: 16.30
Avevo dormito per molto tempo, infatti mi sentivo completamente riposata e serena.
Ma non avevo ancora la più pallida idea di dove fosse Harry.
Mentre stavo ancora a pensarci, la porta si aprì e spunto proprio la testa riccia che stavo cercando.
Ehi piccola, da quanto sei sveglia ?
Da poco … anzi, appena sveglia” gli risposi sorridente.
Sono contento, così ti posso salutare prima di uscire coi ragazzi … hai fame ?” mi chiese, sedendosi sul letto e giocando con un mio braccialetto.
Solo un po’, ma mi arrangio con le ragazze … credo che usciremo a fare un po’ di shopping” dissi tutta allegra e sorridente.
Ma che novità … mi sa che ti devi pure comprare una valigia … con tutto lo shopping che hai intenzione di fare la tua borsa non basta …” esclamò prendendomi un po’ in giro.
Ma scusa … ha parlato quello che esce a pranzo e torna a casa con 5 camicie, 3 pantaloni e 6 giacche nuove … senza averne affatto bisogno” gli risposi.
E va bene … te lo concedo …” disse continuando a giocare col mio braccialetto.
Harry … posso chiederti una cosa ?
Certo piccola
Cosa avete organizzato tu e Louis ? … se posso chiederlo
Ah ecco cosa ti dovevo dire … mi ero dimenticato … grazie ! Allora Louis ha fatto una sorpresa per El, ma abbiamo bisogno del vostro aiuto. Praticamente Louis ha preparato una cena romantica per Eleanor sulla Tour Eiffel …
Che cosa romantica … dio, El si metterà a piangere …” dissi esaltandomi e saltellando sul materasso.
Mi fai finire ?
Oh si scusa … finisci pure …
Allora il problema è che con gli orari nostri non riesce a venirla a prendere qui, può solo farsi trovare là … e qui entrate in scena voi … tu e la Ale la portate a fare un giro e poi per le 19.30 la portate con una scusa al posto predefinito ed è fatta … la mollate lì e poi io e Niall vi veniamo a prendere” disse, tutto sorridente ed orgoglioso del piano che aveva co-progettato.
Gli saltai addosso.
E’ una splendida idea … davvero perfetta, fantastica …
Dici davvero ?” chiese, un po’ timoroso.
Si, davvero è stupenda !!” dissi, con gli occhi che brillavano.
Sentimmo dei rumori provenire da oltre la porta; sembrava che qualcuno si stesse avvicinando.
Qualcuno spalancò la porta.
Harry dobbiamo andare … oh ciao Irene, dormito bene ?
Era Liam.
Ciao Liam, si molto bene, sto benissimo ora … grazie, tu hai dormito bene ?” chiesi, sorridente.
Oh si, molto bene … grazie … Harry scusa il disturbo, ma dobbiamo proprio andare” disse ancora sulla soglia della porta.
Dammi un minuto che arrivo subito Liam …” disse, voltato verso l’amico.
Quando la porta si richiuse, con Liam che borbottava qualcosa come “se come no … ora faremo tardi … come sempre … devi imparare a farti valere un po’ di più Liam”
Allora io e la Ale dobbiamo fare solo questo ?” chiesi, tornado al discorso di prima.
Sì … direi di sì ... ora però devo proprio andare” disse, facendo per alzarsi dal letto.
Aspetta un momento” dissi, quando era quasi sulla porta “sei vestito benissimo
Anche tu …
Mi guardai … indossavo solo una sua maglia che mi copriva a mala pena le culottes.
Ma non indosso nulla ?!
Appunto
Mi fece l’ occhiolino.
Ti amo” gli sentii dire, prima che la porta si chiudesse con un lieve tonfo.
Avrei voluto rincorrerlo e dirgli che anche io l’ amavo, ma una parte di me preferiva non dirglielo … glielo avrei detto quella sera … forse.
Mi diressi in bagno per prepararmi. Mentre mi stavo facendo la doccia sentii la porta aprirsi.
Era tardi quindi non poteva essere Harry, che era già uscito.
Sentii una voce inconfondibile chiedermi:
Irene posso entrare in bagno ?
Prego Ale …
Si aprì anche la porta del bagno e poi si richiuse.
Harry ti ha parlato ?
Si … che proponi di fare ?
Io pensavo che per le 18.00 potevamo uscire per un giro, ma poi non so come possiamo portala alla Tour Eiffel senza sospetti …
Le diciamo che di notte Parigi è ancora più bella … e verso le 19.30 saliamo … si fida di noi … ci crederà, vedrai … mi passi l’ asciugamano ?
Avevo finito di farmi la doccia. Alessia uscì così mentre io finivo di prepararmi lei convinceva El a fare un giro con noi.
Erano già le 18.15 quando io ero pronta e già le 19.00 quando eravamo in centro.
Lo shopping questa volta non era stato sfrenato, al massimo 4 o 5 buste a testa.
Guardai per caso un orologio in un cafè parigino e lì mi accorsi che era tardissimo.
Presi, senza farmi notare da El, Alessia per un braccio e le dissi che ci dovevamo muovere.
Iniziammo a camminare a passo svelto, senza fermarci mai, solo per guardare la strada e controllare se stavamo facendo il tragitto corretto.
Continuavamo a guardare l’orologio e non ci fermavamo mai; El non capiva perché avevamo così tanta fretta.
Erano quasi le 19.20 e non eravamo ancora abbastanza vicini al luogo prestabilito.
Ragazze perché correte così tanto … non scappa mica
La scusa non reggeva molto.
Ehm … beh perché alle 19.30 è meglio di tutto il resto della serata (?) … dai corriamo, se no ce la perdiamo
Immaginavo che stesse cominciando a sospettare qualcosa, ma non era importante … dovevamo portarla là a tutti i costi.
Mentre facevo tutto il mio monologo interiore, mi si parò davanti la costruzione che stavamo tentando di raggiungere con così tanto ardore.
Facemmo un ultimo sforzo e ci mettemmo a correre trascinando la brunetta senza spiegazioni plausibili.
Fortunatamente quella serata avevano aperto tutti e 4 gli ascensori quindi non c’era coda.
Nel giro di 3 minuti eravamo arrivate al piano giusto, quello della sorpresa.
El non aveva ancora capito, ma si era molto irritata.
Perché cavolo mi avete fatta correre fino a qui ?! Cosa c’è di così bello da vedere che non poteva aspettare qualche minuto ?!
Non la stavamo ascoltando. Stavamo camminando, sperando che lei ci seguisse, portandola alla sorpresa vera e propria.
Ci fermammo di scatto. Eravamo arrivate.
Eleanor stava ancora blaterando contro di noi e non si era ancora accorta di nulla.
Ma mi spiegate perché continuate a muovervi ?! Fermatevi un mom- …
Lasciò la frase a metà.
Davanti a lei c’erano un piccolo tavolino in ferro battuto, tutto apparecchiato per 2.
Una bottiglia di champagne e Louis, in tutta la sua bellezza disarmante vestito di tutto punto con 2 flute in mano.
El era rimasta a bocca aperta.
Si avvicinò piano, piano a Lou, che le sorrise dolcemente mentre versava lo champagne.
Quando lui le porse il bicchiere, si guardarono profondamente.
Poi si sorrisero e lui le diede un bacio sulla fronte.
Questa volta scoppiai davvero in lacrime.
Riuscivo a percepire nitidamente l’amore che quei due provavano l’ un l’altra nell’ aria.
Ho sempre pensato che l’ amore fosse qualcosa di splendido, ma che se vissuto con la persona perfetta diventava una cosa … come dire … oltre … e loro ne erano la dimostrazione.
Io e Alessia ci scambiammo uno sguardo che diceva tutto, ma che diceva anche “andiamocene”.
Così ci avviammo agli ascensori.
Mentre stavamo scendendo sentii il cellulare vibrare. Mi era arrivato un messaggio:
Ehi piccola siamo giù xx
Non gli risposi, tanto stavamo per raggiungerli.
Appena uscite li vedemmo su una panchina a parlare. Anche loro erano vestiti di tutto punto.
Ci avvicinammo un po’ timidamente, perché non sapevamo il motivo di tutta quell’ eleganza.
Allora … siete pronte per la vostra sorpresa ?” chiesero insieme.
Io e Alessia ci guardammo senza capire.
C’è una sorpresa anche per noi ?” chiesi ad entrambi.
Abbiamo pensato che … Parigi, la città dell’ amore … non potevamo non farvi una sorpresa no ?!” rispose Niall, guardando Alessia negli occhi.
Vogliamo andare ?” chiese Harry, porgendomi il suo braccio.
Annuimmo, un po’ eccitate ma anche un po’ preoccupate.
Camminammo a lungo, ma non fu affatto stancante.
Camminare non mi preoccupava, mi preoccupava maggiormente la sorpresa.
Era un chiodo fisso, non facevo altro che pensarci e ripensarci.
Ad un certo punto ci fermammo davanti ad un piccolo porticciolo sulla Senna.
C’erano varie barche attraccate, ma solo una era illuminata; c’erano 2 tavoli un po’ separati apparecchiati per due sul ponte principale senza tetto.
Mi voltai verso Harry con gli occhi che brillavano.
Non mi dire che …
Annuì, sorridente più che mai, stringendomi maggiormente a sé.
Ci avvicinammo alla barca e, dopo essere stata aiutata da Harry a salire mi accorsi che non era un ponte normale, era una pista da ballo.
Giusto pochi minuti sopra il ponte che ci accorgemmo di 2 camerieri che ci condussero ai tavoli e che ci fecero ordinare.
La barca iniziò a muoversi sulle acque scure.
Non riuscivo a credere che stesse succedendo davvero. Non avrei mai pensato che qualcuno avrebbe mai fatto una cosa così per me.
Mentre eravamo a tavola a goderci gli squisiti piatti ordinati sentii di dovermi complimentare con Harry:
Sei stato molto bravo ad organizzare la sorpresa per El con Louis … è stata perfetta, davvero
Dici sul serio ?
Sì, sono molto orgogliosa di te
Vidi i suoi occhi magnetici brillare e illuminarsi.
E questa sorpresa, invece ? Quando ti è venuta in mente ?
Questo pomeriggio, con Niall
Lo vidi abbassare lo sguardo.
Ti piace ?
Mi faceva una tenerezza infinita, aveva paura che non mi fosse piaciuta, ma anche col dubbio l’ aveva preparata comunque.
Gli alzai il viso delicatamente.
E’ bellissima e sai perché ? Perché l’hai fatta per me; perché anche se c’era la possibilità che non mi piacesse l’hai preparata comunque e sei stato bravissimo …
Lo vidi sorridere, sereno.
Sentii dei rumori provenire da sotto. Mi girai lentamente proprio mentre una piccola orchestra stava salendo con gli strumenti.
C’è anche l’orchestra ?” chiesi con gli occhi che stavamo per traboccare, rivolta ad Harry.
Beh se faccio una cosa … la faccio bene
Si alzò lentamente dal tavolo.
Vuole concedermi questo ballo ?” chiese porgendomi una mano.
Non ci pensai due volte; mi alzai dal letto e mi feci condurre in mezzo alla pista da ballo, dove c’erano anche Niall e Alessia.
L’orchestra attaccò una melodia che conoscevo fin troppo bene: Moon River di Frank Sinatra.
Vidi Harry avvicinarsi e cingermi la vita con un braccio.
Il circondai il suo collo con un mio braccio ed iniziammo a ballare un lento.
Girai lentamente la testa, inebriata dal suo profumo, e osservai Niall e Alessia che ballavano come noi.
Poi mi soffermai sulle luci di Parigi che ci circondavano e che si muovevamo lente, colorate, belle …
Mi sembrava una cosa troppo bella, troppo perfetta, troppo da film per essere vera …
Mi sentivo in una bolla perfetta, intoccabile, protetta …
Ti amo Harry
Dissi staccandomi leggermente dal suo petto, per poterlo guardare negli occhi e trasmettergli, in un certo modo tutto ciò che stavo pensando e provando.
Anche io ti amo Irene
I suoi occhi mi legarono in una maniera totalmente nuovo.
Attraverso essi, nel modo che solo noi conoscevamo, riuscii a sentire tutto quello che lui in quelle poche parole aveva sottinteso.
Sarà stata la canzone, l’atmosfera, la città, l’ aria ma io da quel preciso istante seppi che Harry, qualunque cosa sarebbe successa tra di noi, l’avrei ricordato per sempre.
Tutto ciò che avevamo vissuto, ciò che ci eravamo detti, ciò che avevamo fatto … tutto aveva lasciato un segno indelebile dentro me.
Con lui ero cresciuta e per questo non l’avrei mai dimenticato.
Lo amavo e lui amava me …
Era tra le poche persone importanti della mia vita …
Era entrato a far parte della mia vita così, da un giorno all’ altro, con semplicità, ma non ne sarebbe più uscito …
Di questo ne ero certa …


Angolo dell’ autrice

Ciao !!
Eccomi tornata abbastanza presto, come potete vedere !!!
Ecco il motivo per cui ho aggiornato così presto: tutte le recensioni che mi lasciate sono sempre così belle e mi caricano così tanto ogni volta che ho pensato che vi dovevo fare un regalo di Natale … l’ unica cosa che mi è venuta in mente è stata “posto un capitolo alla vigilia così lo riceveranno insieme agli altri regali dei loro famigliari”
Ho scritto un capitolo di cui sono davvero molto soddisfatta !!!
Come al solito fatemi sapere cosa ne pensate !!! Ci tengo tantissimo :)
Un’ altra cosa: auguri Boo Bear !!! Il nostro piccolo Peter Pan oggi fa ben 21 anni !!!
Ed infine:
Un grande augurio di un felice Natale, circondati dalle persone che vi vogliono bene ;)
Grazie ancora per le recensioni che lasciate !!! Vi amo **
Al prossimo capitolo splendori !!
Nene xx


https://twitter.com/Irene_Vertua







 

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Capitolo 17
*** I'm gonna make this place your home ***




I’m gonna make this place your home


Ero seduta al mio posto, guadando distrattamente fuori dal finestrino.
Sulla mia spalla giaceva la testa riccioluta del mio ragazzo; lo sentivo dal peso.
Avevamo le mani intrecciate.
Mi voltai un po’ per vedere se si era già addormentato o se stava per farlo.
Lo vidi rannicchiato sul sedile troppo piccolo per contenerlo.
Mi nacque un sorriso sul volto.
Si sarebbe addormentato dovunque.
Gli accarezzai i riccioli cioccolato ripensando a quello che aveva fatto per me quella sera.
Sentivo ancora molto vivido e fresco il senso di orgoglio e amore incondizionato nei suoi confronti.
Con questo sentimento sentii le palpebre chiudersi.
Le riaprii di scatto.
Mi ricordai immediatamente dov’ero.
Dovevo essermi addormentata, ma non sapevo per quanto.
Voltai lo sguardo verso il finestrino: era ancora buio.
Non avevo sonno, allora mi rimisi a pensare guardando fuori.
Ehi piccola, perché non dormi ?
Feci un piccolo balzo; ero talmente assorta tra i miei pensieri che non mi ero accorta che si fosse svegliato.
Non volevo spaventarti … a che pensavi ?
A Zayn e Gaia …
Lo guardai dritto negli occhi.
Oh … ti sei accorta anche tu ne ?!
Sì … non so, si sono corsi incontro … ma, dopo mi sono sembrati freddi … come se fossero a disagio
Ho pensato la stessa cosa …” mi disse, stringendomi maggiormente la mano.
Dici che dovremmo fare qualcosa ?
Io penso che sia meglio di no … è una questione loro … non possiamo intrometterci
Ma è la mia migliore amica …
Sì amore … ma loro sono una coppia … non sappiamo cosa sta accadendo tra di loro … è meglio se ne rimaniamo fuori … se avrà bisogno di te verrà … sa che tu ci sei per ogni cosa … stai tranquilla …
Detto ciò mi strinse a sé e mi diede un bacio sulla testa.
Forse hai ragione tu … se lei avrà bisogno di me verrà … se la deve sentire lei
Smettemmo di parlare; ci coccolavamo e basta.
Il solo contatto con le sue mani mi faceva sciogliere, proprio per questo riuscii ad addormentami dopo poco e lui mi seguì a ruota.

Amore … amore siamo arrivati, svegliati
Sentii una mano sfiorarmi il volto e delle labbra a me molto famigliari posarsi sulla mia fronte.
Aprii lentamente gli occhi.
Distinsi quella testa riccioluta, tra le ombre che mi circondavano.
Mi stropicciai gli occhi delicatamente.
Ah si ?! Dammi un minuto e arrivo …
Mi aiutò a sollevarmi e dopo mi porse una mano conducendomi fuori dell’aereo.
Il contatto con l’aria fredda delle 3.00 di mattina mi svegliò in un baleno.
Non ricordo molto del tragitto dall’ aeroporto a casa, o meglio dall’ aeroporto al letto.
Diciamo quasi nulla: solo i saluti e quando ho messo piede a casa.
Buttai la borsa all’ entrata e così fecero anche Harry, Lou ed El.
Salimmo le scale come degli automi e ci avvicinammo alla porta delle nostre camere.
Ci augurammo la buonanotte solo a parole, senza nemmeno guardarci … eravamo troppo stanchi.
Non appena aprimmo al porta, mi spogliai e presi una maglietta di Harry dal suo armadio; mi trascinai verso il letto e mi ci buttai a peso morto.
Diedi la buonanotte ad Harry senza alzare la testa dal cuscino.
Non rispose … era già crollato.

La mattina seguente mi risvegliai tra quelle braccia che oramai erano diventate la mia casa.
Sentivo una mano che stava disegnando qualcosa di indefinibile sulla mia schiena, segno che il riccio era sveglio.
Buongiorno principessa” disse stampandomi un bacio sulla guancia, mentre io mi stiracchiavo e mi mettevo a sedere.
Buongiorno principe” replicai sorridente “Che ore sono ?
Sono le 11.00
Feci una smorfia senza motivo.
Volevi dormire di più ?
No … sinceramente non so perché l’ ho fatta” dissi scoppiando a ridere.
Ah bene … ho una fidanzata che fa le smorfie senza motivo
Se preferisci non avere una fidanzata … dimmelo che ti accontento subito” dissi facendo l’offesa, alzandomi dal letto e dirigendomi in cucina.
Appena scesa mi accorsi che non c’era nessuno, pensai che Lou ed El stessero ancora dormendo beatamente.
Preparai la caffettiera e la misi sul fuoco. Intanto che il caffè saliva mi preparai una tazza di cereali con yogurt e mi misi a mangiarla seduta sull’ isola di marmo bianco.
Sentii dei rumori provenire dalle scale.
Dopo poco vidi spuntare la testa riccioluta di Harry.
Si diresse verso di me e quando mi raggiunse mi si parò davanti guardandomi dritto negli occhi.
Figurati se preferisco non avere una fidanzata … soprattutto se quella sei tu
Lo guardai impassibile. Dentro stavo per scoppiare a ridergli in faccia, ma dovevo fare leva sulla mia forza di volontà.
Annuii per poi spostarmi e scendere per mettere la ciotola nel lavandino.
Lo sentii abbracciarmi da dietro e sussurrarmi all’orecchio:
Non potrei vivere senza di te …
Mi lasciai sfuggire un sorriso, di cui purtroppo se ne accorse.
Iniziò a baciarmi il collo, sapendo perfettamente quanto ero sensibile in quella zona.
Era sleale !
Cercavo in tutti i modi di mantenere il controllo, ma lui mi rendeva veramente difficile il compito.
Pensai che stando ferma avrebbe smesso prima o poi.
Purtroppo non fu così.
Si fermò … ma su una zona del collo dalla quale iniziarono a nascere una miriade di brividi che mi percorsero tutto il corpo in pochi istanti.
Non mi resi nemmeno conto che il mio collo aveva iniziato a fare dei movimenti circolari.
Pensai che oramai aveva vinto, perché anche solo pensare di potergli resistere solamente per pochi minuti ?? … tanto entro ora di pranzo avrebbe comunque ottenuto quello che desiderava.
Mi voltai lentamente verso di lui.
Le sue mani portarono il mio viso al suo per far combaciare le nostre labbra.
Mentre le mie mani continuavano a percorrere il suo collo senza movimenti studiati, guidate solo dall’ eccitazione, sentii le sue percorrermi il busto per poi fermarsi sul mio sedere.
A quel punto mi prese in braccio per poi posarmi sull’ isola di marmo.
Mi aprì di scatto le gambe per avvicinarsi.
Riprese a baciarmi con foga il collo, mentre le sue agili mani mi sfilavano il pigiama e lo gettavano sul pavimento della cucina.
Sentivo la differenza di temperature tra il marmo freddo e il mio corpo che oramai stava ribollendo.
Harry … Louis … e … El ? Dove sono ?” dissi, sussurrando le parole.
Sono usciti prima che … tu ti svegliassi … tornano oggi pomeriggio … abbiamo la casa libera
Disse l’ ultima parte della fresa guardandomi negli occhi, dove scorsi quella luce che aveva acceso anche me.
Senza nemmeno che me accorgessi mi riprese in braccio per poi portarmi su per le scale e condurmi in camera.
Chiuse la porta col piede, continuando a baciarmi e a dedicarmi tutte quelle attenzioni che desideravo in quel momento.
Eravamo chiusi nel nostro mondo, dove nessuno ci avrebbe disturbati.
I nostro mondo perfetto dove c’eravamo solo noi due … io e lui … e basta.

Eravamo abbracciati tra le lenzuola fresche, ancora sudati per ciò che avevamo appena finito di fare.
Avevo la testa poggiata sul suo petto, che saliva e scendeva molto velocemente.
Ero concentrata ad ascoltare il battito del suo cuore, quello stesso cuore che prima stava battendo insieme al mio …
Mi sei mancata …
Anche tu …
Come ti senti qui ?
Qui a Londra intendi ? O qui con te ?
Entrambi …
Mi alzai dal suo petto e mi avvicinai al suo viso.
A casa … ecco come mi sento, a casa …
Lo vidi sorridere.
Si avvicinò a me per poi darmi un bacio. Non passionale come quelli che ci eravamo scambiati fino a poco prima, solo … dolce.
Andiamo a mangiare ?” chiesi.
Lo vidi cercare l’ orologio sul comodino.
Sono le 12.30 … direi che se prepariamo qualcosa non sarebbe male
Urca … quanto siamo stati qui ?” chiesi mentre raccattavo le cose che indossavo prima.
Mi guardò furbescamente.
Con me il tempo passa … che è un piacere
Scoppiai a ridere; mi avvicinai a lui.
Styles … evita di fare meno il galletto … su, andiamo che sto morendo di fame
Ci dirigemmo in cucina, per la seconda volta quella mattina.
Il riccio appena entrato nella stanza si era seduto senza la minima intenzione di muovere un dito.
Aprii il frigorifero pensando di trovare del pomodoro, ma dato che non lo trovai mi diressi verso l’ armadietto accanto alla lavastoviglie … era sicuramente lì.
Lo presi in mano e lo posai sull’ isola.
Andai alla ricerca degli altri ingredienti, senza l’aiuto di Harry, ma non ne avevo affatto bisogno, sapevo esattamente dove mettevano le cose.
Misi l’ acqua sul fuoco e poi iniziai a preparare il sugo.
Buttai un occhio verso Harry e lo vidi che mi guardava un po’ meravigliato.
C’è qualcosa che non va ?
Come fai a sapere dove si trovano tutte le cose ?!
Mi scappò una piccola risata.
Figurati se non so dove si trovano le cose … ti ricordo che ci ho passato un mese in questa casa …
Non aprì più bocca.
La pasta fu pronta nel giro di 20 minuti, ma finì molto più in fretta.
Dopo aver messo tutto a posto, ci dirigemmo in salotto per guardare un po’ di televisione.
Ti va di guardare un film ?” mi chiese, dopo aver fatto zapping e non aver trovato nulla di interessante.
Cosa proponi ?
Quello che vuoi piccola
Hai i cartoni della Disney ?
Tutti quanti” dissi sorridente.
Cosa vuoi vedere ?
Lilly e il vagabondo ?” chiese, con gli occhi che brillavano.
Perfetto … e Lilly e il vagabondo sia
Lo mettemmo immediatamente su e ci immergemmo nella magia di quell’ intramontabile cartone.
Eravamo quasi alla fine quando sentimmo delle chiavi che giravano nella toppa.
Dopo pochi istanti entrarono nella stanza anche Louis ed El.
Ohh guarda amore … stanno guardando Lilly e il vagabondo” disse la brunetta.
Ma che novità … il cartone preferito del piccolo Hazza …
Lou se hai qualche problema col mio cartone preferito puoi anche salire in camera e non rompere …
Ma amico, cerca di capirmi … lo guardi almeno 2 volte al mese … oramai lo so a memoria …
Non sei obbligato a guardarlo con me …
Ma se mi metti il muso per tutto il giorno se non lo faccio …
Io non avevo smesso di voltare lo sguardo da Harry a Lou non riuscendo a trattenere un sorriso per ogni cosa che si dicevano.
Il colpo di grazia fu l’ espressione di Harry che mise il muso, ponendo così fine alla discussione.
Guardai El ed anche lei non era riuscita, come me, a trattenere una risata.
Mi voltai verso Boo Bear facendogli cenno di avvicinarsi.
Capì al volo quello che gli volevo dire, infatti si precipitò dal suo migliore amico circondandogli il collo e stritolandolo.
Lo sentii ridere segno che non era veramente arrabbiato.
Lou scollati … sei pesante …” disse, sempre ridendo come un bambino.
Ragazzi è quasi finito … sedetevi con noi” proposi io.
La mia coppia preferita si sedette con noi e si pippò gli ultimi 20 minuti del cartone.
Quando spegnemmo tutto e spalancammo le tende che avevamo tirato per fare l’effetto cinema, tornammo a sederci sui divani del salotto.
Che avete fatto voi, che siete uscito così presto ?”chiesi curiosa.
Mi ha accompagnata in un agenzia, avevo un colloquio e poi siamo andati a pranzo fuori … voi ?” domandò la brunetta.
Ah nulla di speciale … abbiamo dormito, fatto colazione e poi … poi abbiamo pranzato” dissi io, osservando nei minimi particolari il pavimento.
Se come no … se avete fatto solo questo io sono Angelina Jolie” esclamò Louis, facendo una battuta e scoppiando a ridere sguaiatamente.
Vidi contemporaneamente Harry ed El fulminarlo con lo sguardo.
Eleanor gli mollò una gomitata che lo fece smettere di ridere.
Si calmò e ci chiese scusa.
La brunetta mi chiese com’ era andata la sorpresa, tutte esaltata.
Parlammo per quasi tutto il pomeriggio, senza mai interpellare i ragazzi che stettero buoni, buoni ad ascoltarci senza nemmeno interromperci una volta poiché sapevano che se lo avessero fatto avrebbero rischiato la morte.
Quando finì il mio turno partì quello di El; ero molto curiosa di sapere com’ era andata, senza contare che stavo aspettando il momento in cui lei mi avrebbe ringraziata per il fatto che avevo cooperato alla sorpresa.
Beh … io mi sto annoiando … vi va di fare qualcosa ?” disse Louis, dopo che avevamo concluso entrambe i nostri resoconti.
Lou è quasi ora di cena … anzi è anche tardi, sono già le 20.00” disse Harry, guardando l’orologio che aveva sul polso.
Beh io proporrei cena e un’ altro cartone …” dissi tutta eccitata.
Tommo mi guardò malissimo.
Cosa intendi per cartone ?
Un’ altro cartone della Disney …” dissi sorridente.
Vidi gli occhi di El illuminarsi come due fari.
No vi prego …
Questa volta lo fulminammo in 3.
E va bene … basta che non sia ancora Lilly e il vagabondo” disse, con tono di resa.
Sceglietelo voi due” disse il riccio rivolgendosi a me e ad El.
Noi ci scambiammo uno sguardo d’ intesa e annuimmo; sapevamo esattamente cosa guardare.
La bella addormentata nel bosco” disse El compiaciuta.
Vedemmo Tommo alzare gli occhi al cielo e lasciarsi cadere sullo schienale del divano.
Che c’è amore ? Non ti va ?” chiese El con tono da chi cade dalle nuvole.
Si alzò lentamente e la guardò negli occhi; cambiò espressione e si stampò un sorriso che più finto non si può sul viso.
No … affatto, non vedevo l’ora di rivederlo !!
Perfetto … allora andiamo a preparare la cena …” dissi porgendo una mano ad El per tirarla su.
Eravamo talmente eccitate per il cartone che mangiammo più in fretta che potemmo, costringendo anche loro due a fare lo stesso.
Li trascinammo sul divano e ci mettemmo tutti sotto una coperta.
Fu una delle serate più belle che passai con loro.
Io ed Eleanor non facevamo altro che cantare tutte le canzoni, che sapevamo a memoria; lei in inglese ed io in italiano.
I ragazzi ci guardavo come se fossimo due pazze, ma noi eravamo felici così.
Non vi dico che faccia fecero quando li costringemmo a ballare il valzer alla fine sulle note della colonna sonora.
Ridemmo come dei matti per tutta la sera e anche quando eravamo in camera nostra continuammo a lungo.
E’ stata una giornata meravigliosa … tu sei meravigliosa
Penso la stessa cosa … passare il tempo con te è la cosa più bella che possa esistere; vorrei rimanere qui per sempre … non sai quanto non vorrei andarmene
Mentre dicevo ciò mi stringevo al suo petto.
Non andartene …
A quelle parole mi bloccai. Pensavo di essermelo sognato; speravo di essermelo sognato.
Rimasi ferma, convincendomi che così il tempo sarebbe tornato indietro abbastanza da non fargli dire quelle parole.
Non andare via …
L’aveva ripetuto; era vero.
Notando che non mi spostavo di un millimetro, si mosse lui, costringendomi ad alzare lo sguardo.
Perché non parli ?
Perché non so cosa rispondere …
Cosa c’è di difficile ?
Harry … la mia vita è a Brescia in Italia, non posso mollare tutto come se niente fosse, senza contare che sono minorenne … non è così facile … e poi perché te ne sei venuto fuori con questa domanda ?” chiesi iniziando ad andare nel panico.
Hai detto che qui ti senti a casa …
Ed è vero, dio se è vero amore … ma non è così facile; e la scuola ? Come faccio a frequentarla ?
Lo vidi deluso.
Lascia stare, come se non te lo avessi chiesto …
Si alzò per chiudersi in bagno.
Gli corsi dietro, ma rimasi fuori.
Harry sai che lo farei anche domani … lo sai, ma cerca di capirmi mi hai lasciata spiazzata …
Non rispondeva.
Non è che non voglio … solo, dammi un po’ di tempo per parlarne coi miei, con le mie amiche … devo vedere se sono pronta, se chi mi vuole bene è pronto … devo vedere un sacco di cose …
Nessuna risposta.
Ti prego, non arrabbiarti … rispondimi, vieni fuori …
La porta si aprì e lo vidi lì, in piedi.
Non è un no ?
E’ un vorrei ma devo vedere …
Gli presi la mano.
Dammi solo un po’ di tempo … non è così facile e non ti assicuro che ci riusciremo” dissi tirandogli su il viso con la mano.
Mi abbracciò di slancio.
Mettici tutto l’ impegno che puoi, perché non posso stare senza di te … non posso vederti saltuariamente durante i ponti o i week-end … non posso, ho bisogno di averti vicina se no impazzisco
Anche io … ma non sperarci troppo, te lo dico per esperienza personale … se no ci rimani male il doppio
A me basta sapere che ci proverai … se non andrà a buon fine, troveremo un’ altra soluzione … noi staremo insieme, te lo prometto
Lo guardai negli occhi, mentre la sua bellissima figura veniva appannata dalle lacrime che stavano per uscire copiosamente.
Sentii le sue mani avvicinarsi la mio collo e accompagnarmi verso la sua bocca.
Non appena sentii le sue labbra a contatto con le mie, non fui più in grado di controllare le lacrime.
Non mi importava dove stavano andando o quante erano.
L’ importante era il momento che avevamo appena vissuto.
Sentire che lui aveva bisogno di me, fino a quel punto.
Mi sentivo importante; importante per qualcuno; qualcuno che per me era la persona più importante della mia vita.
I problemi li avremmo risolti, perché anche io sentivo che oramai quello era il mio posto e l’avrei avuto, ad ogni costo.


Angolo dell’ autrice

Ciao a tutti !!!
Eccomi qui con un altro capitolo !!!
Non so che altro dire se non che spero lo apprezziate come avete fatto con gli altri !!
Vi giuro che vi amo !!!
Tutte le recensioni che mi lasciate mi motivano sempre di più e tutti i complimenti che mi regalate mi fanno commuovere !!! **
Spero che siate ancora in tante a farmi sapere cosa ne pensate di quest’altro piccolo tassello di questo puzzle ;)
Mi auguro che questo capitolo possa spingere anche le ragazze che leggono tacitamente la mia storia a farmi sapere che ne pensano.
Anche la loro opinione mi piacerebbe ascoltare :)
Vi voglio bene !!!
Un bacione e alla prossima **
Nene xx
https://twitter.com/Irene_Vertua

 

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Capitolo 18
*** Rumour has It ***




Rumour has It

 

Dal mio ritorno a Brescia aveva già cominciato ad alzarsi il vento freddo che preannunciava l’ arrivo dell’ inverno; le foglie oramai alla fine della loro vita si stavano accumulando per terra …
Erano successe parecchie cose in quel mese,parecchi progetti erano stati messi in azione, lasciate che faccia il punto della situazione:
Il piano che avevo ideato con Liam era stato attuato e, con mia grande soddisfazione e con sua grande gioia, aveva ottenuto i risultati tanto attesi; infatti Dani e Liam si erano rimessi insieme.
Non fu rivelato a nessuno, doveva rimanere una cosa ancora segreta, proprio perché volevano evitare ripercussioni almeno fino al momento in cui non si fossero sentiti pronti loro, perché era di loro che si trattava, delle loro vite, della loro relazione.
Purtroppo io non ero presente, perché la mia vita in Italia richiedeva la mia presenza; lo seppi per video-chat da tutti i ragazzi, che mi fecero una sorpresa:
Inizialmente era uno dei rari appuntamenti in cui potevo vedermi con Harry, non c’era nessuno in casa o almeno così mi pareva, poi tutt’ a un tratto spuntarono fuori Lou, Niall e Zayn che vollero a tutti i costi salutarmi. Mi sorse spontanea la domanda “dov’è Liam ?” ed ecco che vidi due teste ricce, una più dell’altra, spuntare da dietro le spalle dei ragazzi, che si aprirono come il Mar Rosso.
Riuscii a vedere distintamente le due bellissime figure sorridenti e felici, veramente felici.
Erano mano nella mano.
Non riuscii a trattenere le lacrime dalla gioia.
Parlammo un altro po’ di come avevano intenzione di affrontare la situazione e appresi che avevano intenzione di rivelarlo alle fans quando sarebbe andati a New York per il concerto al Madison Square Garden; mi sembrava un’ idea perfetta, anche perché non vedevo l’ora che potessero condividere la loro immensa felicità con le fans che aspettavano solo il momento di rivedere Liam felice.
Fummo interrotti da Zayn che, dopo avermi salutata, ricordò ai ragazzi che dovevano andare ad un meet per promuovere il loro nuovo disco.
Ecco un’ altra novità, ben nota alla maggioranza della popolazione della Terra: l’ uscita di “Take me home”.
Beh a dire il vero qui non ho molto da dire, se non il fatto che lo comprai il giorno che uscì e lo ascoltai a ripetizione senza sosta; non mi sentivo affatto la fidanzata di uno di quei ragazzi che solo pochi mesi prima mi avevano rubato il cuore, mi sentivo solo una ragazza qualsiasi che ascoltava un CD che la stava facendo re-innamorare di quei 5 ragazzi.
Veniamo a Zayn, o meglio a Zayn e Gaia; non appena riatterrati su suolo italiano mi impegnai per fare quello che mi aveva consigliato Harry e ci riuscii, ma solo per 4 giorni; vedendo in che condizioni si ritrovava mandai a quel paese i consigli del riccio e mi impicciai.
Diciamo che avrei preferito non farlo !
Mi disse che le cose non andavano più bene, che qualcosa era cambiato e che entrambi non sapevano come affrontare la situazione; avevano tentato di vedere se il tempo avrebbe fatto qualcosa, ma purtroppo non trovarono alcun’ altra soluzione se non lasciarsi, anche se si volevano ancora bene, molto bene.
Erano rimasti scossi entrambi, ma per prima tentai di aiutare la mia migliore amica, con scarsi risultati.
Non che ne ebbi di migliori con Zayn … diciamocelo, attraverso un telefono è un po’ dura aiutare un amico, soprattutto se si tratta di amore.
Purtroppo mi sentivo impotente, anche se sapevo bene che qualunque cosa avessi fatto non sarebbe mai bastata; sapevo fin troppo bene che le soluzioni in questi casi sono due: o il tempo o il riconciliamento.
Ed ora veniamo alla notizia più importante: il mio trasloco fisso a Londra.
Prima di tutto, dobbiamo chiarire che in aeroporto scoprii che questa strana, ma allo stesso tempo irresistibile richiesta era stata posta anche ad Alessia che si era trovata nella mia medesima situazione.
Quando ci ritrovammo a parlarne solo noi due, stabilimmo che il primo passo era quello di convincere i nostri genitori.
Ci incontrammo tutti e 6 a casa di Alessia, così in due avremmo potuto essere più convincenti.
Se vogliamo dirla tutta, al primo impatto furono proprio categorici sul “no”, ma come dargli torto eravamo due minorenni che si sarebbe trasferite in un paese senza i genitori, a casa dei propri fidanzati famosi, conosciuti da 6 mesi … insomma, quale genitore sano di mente avrebbe mai detto di sì ?! Nessuno !
Non sto qua a dirvi tutto ciò che abbiamo dovuto fare per “convincerli”, vi basti sapere che dopo 5 ore di discussione ininterrotta riuscimmo a strappargli un “dobbiamo pensarci”.
Io e Alessia ci scambiammo uno sguardo d’ intesa e, febbricitanti, ci buttammo l’ una addosso all’ altra per poi lanciarci contro i 4 adulti che ci stavano davanti.
Ci vollero altre 2 settimane di rompimento di palle per farli incontrare e per fargli dire quel decisivo “dobbiamo organizzarci bene”.
Se poi vogliamo anche parlare delle 2 settimane di organizzazione in cui ricevemmo la più grande botta di culo della nostra vita … su parliamone.
Forse non vi avevo detto che nella nostra scuola, o meglio ancora nella nostra classe era stata installata una LIM, grazie a ciò, un pomeriggio ci venne un lampo di genio che ci assicurò il trasferimento giurato a Londra o in qualunque altro posto del mondo, senza problemi: video-lezioni.
Il piano era alquanto semplice: noi due avremmo seguito le lezioni in video-conferenza e nello stesso modo avremmo fatto le interrogazioni; mentre per le verifiche scritte ci saremmo rivolte alla scuola che collaborava con la nostra per gli scambi culturali.
Era un progetto del tutto nuovo e molto azzardato, ma dati i nostri voti e, per l’ appunto, la modernità dell’ idea il preside si mobilitò immediatamente per permetterci il trasferimento.
Se il progetto avesse funzionato, per la scuola sarebbe stato un elemento di prestigio e magari sarebbe anche potuto essere attuato in futuro.
Eravamo entrambe entusiaste della cosa; il tutto stava per diventare così reale.
Non vi dico il giorno in cui ci arrivò a casa l’ autorizzazione: mi fiondai a casa di Alessia che trovai già lì sulla porta ad attendermi.
Teneva in mano la lettera e aveva gli occhi lucidi come me.
Mi fece entrare e salimmo spedite in camera sua, dove ci sedemmo sul lettone guardandoci, senza sapere cosa fare esattamente.
Allora ? Rimaniamo qui a guardarci o la vogliamo aprire ?” chiesi.

Le feci un sorriso d’ incoraggiamento.
Dai apriamola …
Facemmo un profondo respiro e contammo fino a 3 poi le aprimmo.
Non appena leggemmo il contenuto della lettera ci guardammo negli occhi.
Ci alzammo di scatto dal letto; lei buttando la lettera sul materasso, io tenendola.
Iniziammo a saltellare per scaricare un po’ di quell’ adrenalina che ci stava percorrendo il corpo.
Ad un certo punto, non avendo mai tolto il contatto visivo, ci lanciammo l’una tra le braccia dell’altra.
Dal momento che avevamo aperto la lettera avevamo cacciato un urlo allucinante che aveva chiamato i nostri genitori a dare un’ occhiata.
Direi che hanno ricevuto la risposa che tanto desideravano …
A quelle parole ci voltammo.
Erano tutti e 4 sulla porta che ci guardavano con un misto tra il divertito, il commosso e l’allibito.
Scoppiammo tutti e 6 a ridere dalla gioia.
Erano le 18.00 del 1° Dicembre, lo ricordo, anzi, lo ricordiamo bene perché era il giorno che ci cambiò notevolmente la vita.
Il trasferimento era già approvato dalla consegna della lettera, avremmo potuto traslocare nel giro di pochi giorni.
Decidemmo di dirlo ai ragazzi il 3 Dicembre, giorno del concerto, pensavamo che così gli avremmo dato la carica giusta per un evento così importante.
Nei giorni seguenti avemmo un piccolo calo di entusiasmo scaturito dal fatto che, essendo il progetto oramai attuato, ci rendemmo conto di tutte le conseguenze di cui prima ce ne eravamo un po’ fregate.
Gli amici, i luoghi, la famiglia, ma la cosa che preoccupava di più entrambe era la mamma.
Passammo due giorni a consolarci a vicenda e a trovare tutte le soluzioni possibili ed immaginabili.
Esistono i telefoni e in video-conferenza vedremmo tutti …” mi disse Alessia.
E gli amici ?” dissi con tono da ansia.
Ebbene sì … io sono ansiosa e tra le due sono quella che stava peggio in quei due giorni.
Beh esistono i cellulari anche per loro e poi pensa … pensa a quello che stiamo per fare … certo che ci mancheranno, ma stiamo per andare a vivere a Londra con Harry e Niall !!
La guardai terrorizzata.
Ora che lo dici … mi spaventa …
Alzò gli occhi al cielo.
Smettila … stai tranquilla, andrà tutto bene …
E i nostri genitori ? E le nostra mamme ?!” chiesi andando ancora più in ansia.
La vidi sbuffare.
Per questo dobbiamo fare le adulte … vedrai ce la faremo anche senza di loro … e poi mica andiamo in Siberia … siamo solo in Inghilterra, vedrai che verranno più spesso di quanto noi vorremo
Detto questo mi abbracciò, sapendo che così mi sarei calmata … sapeva molte cose sul mio conto e sapeva come prendermi in certe situazioni per questo le volevo veramente molto bene.

La mattina del 3 Dicembre eravamo tutte agitate per la loro performance.
Avremmo voluto fargli gli auguri tutto il giorno, ma purtroppo avevamo quelle dannate 6 ore di fuso orario che non ci permettevano di sentirci con molta libertà.
Nei giorni precedenti mi ero sentita con Harry meno del solito; aveva le prove e soprattutto essendo partito coi ragazzi qualche giorno prima della performance c’erano quelle dannatissime 6 ore di fuso orario.
Non per questo eravamo disposti a cambiare le nostre abitudini, la buonanotte e il buongiorno erano d’ obbligo, solo che lui mi mandava la buonanotte quando da lui era pomeriggio e io gli davo il buongiorno quando stavo pranzando.
Era un po’ strano ma eravamo disposti a ben altro pur di sentirci.
Intanto la mia vita andava avanti; quella giornata avrei finito di preparare le cose per la partenza.
Avevamo organizzato tutto con Dani ed El, che ci avevano detto il volo che avrebbero preso il 5 per tornare a Londra. Ci saremmo fatte trovare all’ Hearthrow Airport dove loro sarebbero atterrati.
Ci mettemmo tutto il pomeriggio a preparare tutte le cose ed ad inscatolarle per bene, senza il rischio di perdere o dimenticare qualcosa.
Mi stancai a tal punto che senza nemmeno cenare mi infilai nel letto; dovevo andare a letto presto anche perché mi sarei dovuta svegliare per le 3.00 di mattina per fare gli auguri ai miei 5 ragazzi preferiti e per far sentire la voce al mio riccio che, a detta sua, lo tranquillizzava se non c’era la mia presenza.
Misi la sveglia e mi addormentai.

Quando la sentii suonare, mi alzai di scatto e mi fiondai sulla scrivania, dove avevo lasciato il telefono.
Digitai in fretta il suo numero e lasciai squillare.
Rispose dopo poco tutto agitato:
Amore … credevo non chiamassi più … perché ci hai messo così tanto
Aveva il classico tono da nevrotico … ergo era in ansia.
Amore stavo dormendo … è già tanto che sia riuscita a chiamarti … ma stai tranquillo e abbassa la voce se no mi assordi
Oh si, hai ragione … scusa piccola …
Tranquillo riccio … allora, come ti senti ?” dissi, lasciandomi scappare una risata.
Agitato, molto agitato, troppo agitato … sento che …
Ehi, ehi, ehi … aspetta un attimo … ricordi a Londra ? Qualche mese fa ?
Non rispose.
Harry …?
Sì ho annuito …
Harry siamo al telefono … non vedo quello che fai
Ah già … che idiota … sisi, ricordo … allora ?
Bene … ricordi come eri agitato ?
Sì …
Ok … e ti ricordi com’ è andata ?
Benissimo …” disse sorridendo.
Lo sentivo dalla voce; già me lo immaginavo fare quel suo sorriso mezzo sghembo che faceva solo quando era un po’ in imbarazzo, mentre si passava una mano tra i ricci e poi se la inseriva nella tasca.
Amore … io dovrei dirti una cosa …
Pure io piccola, prima tu …
Beh ho aspettato fino ad adesso per dirtelo apposta proprio perché volevo darti la carica per il concerto …
Coraggio … sono impaziente piccola … dai dimmelo” disse, febbricitante.
… mi hanno accettato il trasferimento … vengo a vivere a Londra … anzi veniamo !!” dissi non riuscendo a trattenere l’ emozione che provavo nel dirlo a lui, solo a lui.
Non stai scherzando vero ?!” disse basito.
No amore … mi trasferisco veramente !!” dissi ridendo.
Dio … non ci credo … staremo insieme per sempre … ma ci pensi !!! Amore non sai quanto sono felice … vorrei stringerti a me adesso … cavolo ! Mi hai dato decisamente una carica incredibile … dio … non ci posso ancora credere … insieme a Londra …
Era molto esaltato e la sua eccitazione non poteva rendermi più felice e più convinta della scelta che avevo fatto.
Ok amore … però ora concentrati … non agitarti troppo !!!
Ah si … certo subito
Stava parlando con qualcun’ altro.
Piccola i ragazzi ti vogliono salutare … ti metto in vivavoce
Va bene amore …
Ehi principessa come stai ? E’ un sacco che non ti vedo …
Il mio Louis.
Ehi Boo Bear … beh vedi di abituarti perché mi trasferisco a cava vostra per tempo indeterminato … comunque bene e tu ?
Stai scherzando ?! Dio … vivremo nella stessa casa tutti insieme !!! El ne sarà entusiasta !!
Non riuscii a trattenere una risata.
Salutai tutti gli altri abbastanza velocemente, perché non avevamo tempo e anche perché avevo un po’ di sonno.
Rimasi sola con Harry.
Amore … cosa mi dovevi dire ?
Ah ecco … vedi piccola … io …
Sentii qualcuno chiamare il mio riccio …
Harry stacca … dobbiamo entrare in scena tra poco …
Si arrivo … piccola devo andare … ti chiamo domani va bene ?
Certo amore … ci sentiamo domani … e stai tranquillo che farai faville” dissi, dandogli un ultimo incoraggiamento.
Ti amo piccola
Anche io ti amo Styles
Chiusi la chiamata e mi gettai nel letto.

La mattina seguente mi svegliai di buon ora per andare a quello che sarebbe stato il mio ultimo giorno di scuola in Italia.
Le ore passarono molto in fretta, anche perché tutti i professori si perdevano via cercando di dare a me e Alessia il maggior tempo per stare insieme coi nostri compagni prima dell’ ultimo saluto.
Quando ci fu il suono dell’ ultima campanella scoppiammo quasi tutti in lacrime, i ragazzi no … ma anche sui loro visi si leggeva un velo di tristezza, anche se non eravamo mai stati molto uniti.
Quel pomeriggio sarei andata a casa di Alessia per aiutarla a fare le ultime scatole, dato che avevo già finito.
Facemmo molto alla svelta essendo in due, così decidemmo di metterci alla ricerca di qualche notizia sulla performance o sul M&G o su cosa avevano fatto …
Guardammo le performance che le fortunate ragazze erano riuscite a filmare e che non avevano aspettato a postare su You Tube.
Trovammo le foto di Liam e Danielle che uscivano dall’ albergo e notammo con piacere che la maggior parte dei commenti erano positivi e tutti molto dolci.
Da quelle foto si vedeva la loro felicità, la vera felicità che avevano deciso di condividere con tutte le persone che gli volevano davvero bene … non potevo sentirmi più orgogliosa di loro.
Spulciammo un altro po’ trovando alcune foto di El e Lou sempre perfetti, come al solito ed infine trovammo un link che ci incuriosì:
Era pieno di foto di Harry, scattate il pomeriggio precedente al Central Park; era con Lux.
Ho sempre trovato perfetti loro due, sembravano padre e figlia solo per modo in cui lui la guardava o per come si comportava con lei.
L’ unica cosa che mi lasciò sconcertata fu la presenza di un’ altra ragazza, che all’ inizio non avevo riconosciuto.
Guardandola bene mi ricordai di lei: Taylor Swift.
Pensai che erano andati in giro a fare due passi, come amici.
Senza nemmeno andarle a cercare, subito sotto quelle di Central Park c’erano quelle scattate fuori dell’ albergo dei ragazzi.
Erano mano nella mano e stavano entrando.
Sentii la testa annebbiarsi.
Poi lessi il testo del titolo:
“Nuova coppia negli One Direction; Harry Styles e Taylor Swift: Haylor”
Mi rifiutai di leggere cosa avevano scritto.
Sentivo solo le lacrime scendere copiosamente sul mio viso.
Tutto il mondo era diventato vuoto e buio.
Il mio cuore aveva smesso di battere, ma non prima di essersi spezzato.
Continuavo a leggere quelle fottute parole, che mi si erano stampate nella mente.
Continuavo a sentirle rimbombare nella testa a volume alto, molto alto, troppo alto.
Mi rannicchiai nel letto, dove eravamo sdraiate.
Sapevo che non dovevo andare in panico, non era nulla di certo.
Lui non mi aveva detto nulla …
In verità non era così …
La sera prima mi aveva detto che voleva dirmi qualcosa …
E se fosse stato quello ?
Magari mi vuole lasciare ?
Ma allora perché mi ha detto che mi ama e perché era cos’ felice del mio trasloco a Londra ?
Tutte queste domande affollavano la mia testa.
Premevano a tal punto che la sentivo scoppiare.
Mi sentivo presa in giro …
Non riuscivo a respirare …
Pensai di aver fatto una stronzata …
Una stronzata megagalattica …
E ora ? Vado a Londra a vivere con lui dopo questo ?
Non posso …
Non è giusto …
Aveva detto che non mi avrebbe mai più fatta soffrire …
Eppure io ora sto male, tanto male …
Mi ha mentito ?
Perché avrebbe dovuto farlo ?
Infondo mi ama …
Lo sento … o sono io un’ idiota che si immagina le cose ?
Guardavo un punto fisso del parquet, con gli occhi sbarrati, sentendomi estremamente vulnerabile e ferita …
Avevo un solo viso stampato nella mente …
Lui …
Lui che non mi avrebbe mai più ferita …



Angolo autrice

Eccomi qui !!
Sono tornata abbastanza presto no ?! Spero vi faccia piacere !!!
Diciamo che la fine non è proprio delle migliori; mi piacerebbe vedere come la prendete e se magari volete rendermi partecipe delle congetture che magari vi sono nate … ne sarei felice ;)
Allora beh diciamo che questo capitolo, magari potrà sembrare un po’ noioso, ma l’ ho ritenuto molo importante per il corso della storia … o meglio per le idee che mi stanno frullando per la testa sul futuro …
Sono basita dal numero di recensioni ricevute dallo scorso capitolo: beh 11 !!
Ragazze o ragazzi … mi lasciate senza parole … vi amo **
Spero che possiate apprezzare anche questo capitolo e naturalmente mi piacerebbe sapere che ne pensate ;)
Un bacione e alla prossima !!! **
Nene xx

https://twitter.com/Irene_Vertua

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Capitolo 19
*** Chasing Pavements ***




Chasing Pavements


[Irene’s POV]
Ero ancora con le gambe tenute sul petto dalle braccia incrociate.
Non piangevo.
Avevo smesso dopo pochi minuti.
Le lacrime erano inutili.
I pensieri deprimenti sul fatto che mi sentivo tradita non erano affatto spariti, ma le lacrime non sarebbero servite proprio ad un tubo.
Guardavo ancora fissa il parquet con la testa meno annebbiata.
Vedevo la figura di Alessia accanto a me.
Non volevo girare lo sguardo.
Non ne avevo voglia.
All’ improvviso come un fulmine, un pensiero che per poco avevo archiviato, mi attraversò il cervello come una stilettata: “domani dobbiamo prendere il volo per Londra”.
Mi voltai di scatto verso di lei, trovandola con lo sguardo illuminato mentre era indecisa se abbracciarmi o no.
Vieni qui …” le dissi aprendo le braccia.
Immediatamente si buttò tra le mie braccia.
Mi sentii improvvisamente meglio.
Avevo bisogno di sentirla accanto a me.
Avevo bisogno di sentirla con me.
Che devo fare ?” le chiesi, non staccandomi da lei.
Credo che la prima cosa da fare sia che voi vi sentiate e che chiarite … soprattutto quello” rispose, rimanendo avvinghiata a me.
Non ce la faccio … non ora … ti giuro, solo sentire la sua voce … non so come reagirei, potrei perdere il controllo delle mie azioni
Lo so amore, ma dovete chiarire … domani partiamo e cosa farai ? Cosa farete ? Non vi cagate nemmeno di striscio ?! Andate nella stessa casa, nello stesso tetto … cioè amore, non potete rimanere così …
Mi staccai da lei all’ improvviso.
Sbuffai esageratamente, proprio per farle vedere che la previsione che mi aveva descritto non mi allettava affatto.
Mi alzai.
Stai certa che io non lo chiamo … sarei capace di riempirlo di parolacce dal primo secondo di chiamata …
Ti capisco … ma amore …
Ma amore cosa ?! Ma ti rendi conto di ciò che ha fatto ?!
Ma non sappiamo ancora nulla … non prendere decisioni affrettate …
Ma cosa c’è da sapere ancora ?! … e sai una cosa ? Lui stamattina me lo voleva dire … ne sono certa …
Cosa ti voleva dire ?
Questa roba qua …” dissi indicando, mezza schifata, il computer ancora aperto su quel fottuto articolo.
Amore non sai se era quella la cosa che ti voleva dire … davvero, non prendere decisioni affrettate
Annuii un po’ scocciata.
Allora per domani ?
Tu che vorresti fare ?
Ah beh ora come ora vorrei solo dargli una badilata in testa …
Non mi riferivo a quello …
Capii al volo a cosa si riferiva.
Mi sedetti sul letto.
La guardai negli occhi.
Ti giuro che se non fosse per te me ne resterei qua
La vidi sorridere.
Mi abbracciò di slancio ancora una volta.
Ma devo vedere come si mettono le cose, per poter decidere di rimanere … come prestabilito
Si staccò leggermente per potermi guardare negli occhi.
Sappi che sono dalla tua parte
La strinsi forte a me.
Lo so amore, lo so …
Fummo interrotte dalla suoneria di un telefono.
Il mio telefono.
Mi alzai per andarlo a prendere nella tasca del cappotto.
Non appena lessi il nome sul display, mi voltai verso Alessia.
… é lui ?
… sì
Che fai non rispondi ?
Spostai lo sguardo ancora sul display.
Non avevo la minima voglia di sentirlo.
Premetti il tasto “rifiuta”.
Ritornai a guardare Alessia.
Direi di no …” risposi appoggiando il telefono sulla scrivania.
Perché ?
Perché non voglio sentire quella voce …
Ma tanto la sentirai domani e peggio … lo vedrai …
Bhe ci penserò domani allora, quando l’avrò davanti …
Così non risolvi nulla …
E chi te lo dice ? … intanto so che mi risparmio una nottata insonne a ripensare a tutte le stronzate che usciranno dalla sua bocca …
Detto ciò mi diressi alla ricerca di qualcosa che non avevamo messo negli scatoloni, con scarsi risultati.
Rimanemmo in silenzio; almeno fino a quando non sentimmo ancora una volta la suoneria del mio cellulare.
Mi avvicinai a grandi passi alla scrivania e senza sorpresa mi accorsi che il nome are ancora il suo.
Rispondigli …
No !
Rifiutai la chiamata.
Non ebbi nemmeno il tempo di tornare agli scatoloni che già aveva ripreso a squillare.
Non mi presi nemmeno la briga di andare a leggere cosa c’era scritto sul display … tanto sapevo che era lui.
Non azzardarti a mettere giù …” mi guardò Alessia con sguardo severo.
E allora rispondigli tu … dato che ci tieni così tanto, ma non dire che sono qui … se no me la paghi …” le dissi, lanciandole poi il cellulare.
Mi avviai agli scatoloni.
Ehm … Ire …
Io non ci sono …
No, ma … ehm … Ire … forse dovresti … ehm
Quale parte di ‘non ci sono’ non ti è chiara ?! Rispondi tu se ci tieni …
Per me la conversazione poteva anche essere considerata conclusa.
Poi sentii una voce dal telefono, che non era sicuramente quella di Harry.
Pronto Lou … ehm … Irene non c’è …
Ale senti lo so che è lì ... dai passamela …
Aspetta un attimo ...
Si staccò dal telefono e mi ritrovò già lì davanti a lei.
Soltanto a sentire “Lou” mi ero fiondata al letto per sentire cosa aveva da dire.
Vuole parlarti … che gli dico ?” mi sussurrò.
Rimasi a pensarci per un po’.
Presi la chiamata.
Passamelo su …
Avvicinai il telefono all’ orecchio.
Ciao Lou” dissi senza emozione.
Ire … ti prego ascoltami …
Senti se vuoi parlami del tuo migliore amico dimmelo subito che ti metto giù … non ne ho proprio voglia
Senti … ti prego ascoltami, solo questo … fallo per me, ti prego
Sbuffai.
Grazie … senti io non voglio dirti nulla … perché non spetta a me, anzi non dovrei nemmeno essere qui, ma dato che non cagavi Harry, comprensibilmente, almeno questa cosa te la dico io … non prendere decisioni affrettate ... prendi il volo e domani ne parlate … perché davvero non è come credi …
Tranquillo Lou il volo lo prendevo comunque … ma per le decisioni affrettate … me l’ha detto anche la Ale, ma non è così facile …
Certo capisco, ma ti assicuro che sta malissimo …
Fatti suoi … doveva pensarci prima …
Ma non è dipeso da lui …
Bella questa … no hai ragione … è stata quella là che l’ ha irretito …
Ire non sta a me dirti questo, però ti chiedo una cosa da amico: non essere troppo dura con lui … sta davvero una merda …
Lou lo so che lo fai perché vuoi bene ad entrambi … ma non ti assicuro nulla …
Tu provaci … so che ce la puoi fare piccola
Lo disse con un tono ironico, ma dolce.
Scoppiai a ridere, trascinando anche lui.
Come siete messe coi bagagli ?
Abbiamo finito … non ci abbiamo messo molto, anzi veramente poco a dire il vero
Bene … sai El è entusiasta di sapere che non sarà più l’ unica ragazza della casa
Immagino, ma non sai quanto invece sono felice io di averla così vicina a me …
Eh lo so … ehi ma di me non dici nulla ?!
Naturalmente anche te Boo Bear … voglio vederti tutte le mattine !!” dissi ridendo.
Rimanemmo a parlare per alcuni minuti.
Minuti in cui quasi dimenticai completamente ciò che Harry mi stava facendo passare.
Questo era l’ effetto che mi faceva Louis.
Ed era meraviglioso.
Purtroppo dovemmo riattaccare perché aveva un ultimo incontro con le vincitrici del “Bring me to One Direction”.
Così ci salutammo e riattaccai.
Dopo la chiamata di Louis mi sentivo decisamente meglio e l’ idea di rivedere Harry la mattina seguente mi sembrava meno spaventosa e pericolosa.
Inoltre anche Lou mi aveva detto di non preoccuparmi e di non prendere decisioni affrettate e se l’aveva detto lui che comunque evidentemente sapeva cosa era accaduto e mi voleva bene mi faceva sentire decisamente più tranquilla.

[Harry’s POV]
Ero ancora nel letto, dovevano essere le 13.00.
C’era una cosa che mi attanagliava lo stomaco.
Come se una morsa mi si stesse lentamente chiudendo nella pancia.
Era iniziata da quando avevo messo piede fuori del palco del Madison Square Garden.
Sapevo cos’era.
Sapevo esattamente cos’era.
Avrei dovuto dirglielo prima, subito.
Ma ero troppo eccitato per la notizia che mi aveva appena dato.
Se non mi avessero interrotto …
Glielo stavo per dire … non era proprio il momento giusto, ma d’altra parte non l’avevo mai trovato …
Fui interrotto da Louis che entrò nella stanza; aveva uno sguardo un po’ preoccupato.
Harry … devo farti vedere una cosa …
Entra Lou … cosa c’è ?
Beh … guarda qui …” disse porgendomi il suo cellulare.
Non appena vidi la pagina che era aperta sul display mi si gelò il sangue.
Non poteva essere vero …
Non doveva succedere …
Devo chiamarla … subito
Harry ora non farti prendere dal panico … non è detto che l’abbia visto, su domani vi vedete e la metti al corrente
No Louis … io sento qualcosa da ieri … devo chiamarla capisci … devo sentirla … devo dirglielo
Harry calmati …
Nonononono Louis … devo chiamarla, subito !!
Detto ciò mi fiondai verso l’ammasso di abiti che la sera prima, stanco morto, avevo gettato s’una sedia a botto.
Presi il telefono e digitai il suo numero.
Uno squillo …
Due squilli …
Tre squilli …
Partì la segreteria telefonica.
Cosa ?!
Non risponde ?
No …” dissi un po’ preoccupato.
Vedrai che non ha sentito …
No Louis me lo sento che qualcosa non va …
Dai amico, aspetta qualche minuto e poi la richiami …
Ero troppo in ansia, dovevo distrarmi se no avrei passato 10 minuti a guardare l’orologio contando ogni secondo.
Andai nell’ altra stanza con tutti i ragazzi; tra una battuta e qualche ricordo del concerto nemmeno mi accorsi che erano già passati 20 minuti.
Scusate ragazzi io vado un momento in camera
Camminai, affrettando il passo.
Aprii la mia camera e mela chiusi alle spalle; contemporaneamente digitai nuovamente il suo numero.
Uno squillo …
Due squilli …
Tre squilli …
Ero così concentrato ad aspettarmi che la sua voce comparisse nell’ aria che nemmeno mi accorsi di Louis che era entrato.
Partì nuovamente la segreteria telefonica.
Dannazione !” dissi buttando il telefono sul materasso.
Sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla e stringersi.
Lou lei lo sa … l’ha saputo ... non risponde apposta Lou … sono stato uno stupido … ho rovinato tutto …
Mi voltai verso di lui.
Sento … sento che succederà la stessa che è successa tra Liam e Danielle … ho mandato tutto a puttane … sono un’idiota !!!
Harry calmati … senti facciamo così, la chiamo io va bene ?
Annuii.
Era proprio quello di cui avevo bisogno.
Lui era il più adatto; a lui avrebbe risposto.
Lo vidi sorridere, quel suo sorriso rassicurante che mi sapeva calmare da sempre.
Si allontanò e prese il suo telefono.
Dopo pochi minuti lo sentii parlare.
All’ inizio non gli voleva parlare, fingeva di non esserci, ma poi prese la chiamata.
Era arrabbiata, lo sentivo dalla voce.
Era delusa.
Era ferita.
Dovetti impegnarmi al massimo per non strappare il telefono dalle mani di Louis per sentire la sua voce e spiegarle tutto.
Volevo sentire la sua voce che mi parlava.
Anche se mi avesse riempito di parolacce.
Ma non lo feci.
Quando chiuse il telefono lo riempii di domande.
E’ incazzata vero ?! Che ti ha detto ?! Domani viene ?! No ?! Dai Louis parla !!
Amico sta calmo … sì è incazzata, ma domani viene … e voi dovete assolutamente chiarire … tu le devi spiegare tutto e trova un bel modo per farti perdonare perché l’hai fatta grossa …
Louis … ma cosa ho combinato ?! … sono un deficiente … sono seriamente Mr. Idiota
Ora non esagerare … concordo sul fatto che sei un coglione, ma non stare qui a scervellarti … domani sistemate tutto … su, che vi amate e non sarà una stronzata come questa a farvi mollare
Non ne sarei così convinto …
Ahhhhh smettila e muoviti che abbiamo un’ altra intervista con le vincitrici
Un’ altra ? Uffa … voglio tornare a casa, voglio tornare da lei …
Smettila di fare il bambino e andiamo …
Diciamo che mi sentivo meno coglione dopo aver sentito ciò che Louis mi aveva detto, ma non riuscivo a togliermi la brutta sensazione di averla fatta soffrire ancora …
Passai tutta la giornata con un finto sorriso stampato in volto.
L’ unica cosa che volevo era rivederla e chiarire.
Solo questo.
Volevo solo lei.

[Irene’s POV]
Stavo recuperando i miei bagagli insieme ad Alessia.
Non avevo aperto bocca sulla questione.
Avevamo appuntamento all’ entrata ed eravamo anche già in ritardo.
Ci stavamo dirigendo con calma.
Eravamo tutte impacciate dalle tante valigie che stavamo portando; ci posizionammo nel punto prestabilito appoggiando i bagagli.
Attendemmo un po’ e non vedendo nessuno arrivare iniziammo a preoccuparci.
Credi che ci sia stato un problema coi voli ?” chiesi ansiosa.
No, l’avrebbero detto … probabilmente sono stati bloccati dalle fan
Ad un certo punto sentimmo delle urla molto acute provenire da dentro l’aeroporto; mi voltai per vedere poi un gruppetto formato da quei 5 ragazzi e dalle loro fidanzate avanzare verso di noi.
L’ unico che mi saltò immediatamente all’occhio era colui che mi era mancato di più.
Era colui che avrei volentieri preso a calci in culo.
Tutto.
I suoi ricci, la sua T-shirt bianca immacolata, gli occhiali da sole …
In somma tutto mi faceva tremare dentro.
Sia per il fatto che mi era mancato da morire, sia per il fatto che l’avrei volentieri accoppato.
Sentivo che se mi avesse detto solo “ciao” o se mi avesse sorriso gli sarei saltata addosso.
Non poteva passarla liscia.
Ero incazzata e lo doveva capire.
Molto bene.
Ad un certo punto vedemmo Louis correre verso di noi e abbracciarci insieme stretti, stretti.
Gli altri ci raggiunsero poco dopo.
Salutammo tutti calorosamente.
Harry salutò Alessia abbracciandola.
Poi si fermò davanti a me.
I suoi occhi mi immobilizzarono.
Mantenni un’ espressione impassibile.
Ero incazzata.
Mi feci ripassare tutte le foto che avevo visto poche ore prima, per convincermi ulteriormente.
Voleva avvicinarsi.
Lo vedevo dalla sua espressione.
Voleva scusarsi.
Lo vedevo dai suoi occhi.
Voleva baciarmi.
Lo sentivo sulla mia pelle.
Ero incazzata e per quanto volessi anche io tutte quelle cose non gliele avrei date.



Angolo autrice

Mi scuso per l’ imperdonabile ritardo.
Davvero, se fossi in voi mi prenderei a badilate.
Comunque, eccomi di nuovo qui con un capitolo abbastanza “succoso”
Però vi lascio ancora un po’ sulle spine, perché non vi svelo ancora cosa è accaduto ;)
Ringrazio infinitamente le ragazze che recensiscono e che seguono !! Vi amo !!
I vostri commenti mi riempiono di gioia ogni volta !!!
11 recensioni ?! Mi sento sempre più orgogliosa !!! **
Al prossimo capitolo, spero prima possibile :)
Nene xx

https://twitter.com/Irene_Vertua

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Capitolo 20
*** They don't know about Us ***




They don’t know about Us


Ciao Irene” disse, tentennante.
Che cazzo dovevo fare ?!
Non sapevo se rispondergli o se non cagarlo nemmeno di striscio.
Probabilmente Alessia intuì il mio dilemma, infatti avvicinò la sua mano alla mia e la sfiorò, senza farsi vedere.
Voleva tranquillizzarmi e incoraggiarmi a salutarlo.
Ciao Harry” dissi, atona.
Rimase alquanto deluso.
Vidi qualcosa dentro i suoi occhi crollare.
Aveva la faccia da classico cucciolo bastonato; se avesse avuto le orecchie da cane sicuramente si sarebbero abbassate.
Calò un silenzio alquanto imbarazzante che fortunatamente fu rotto da Eleanor.
Allora … ci avviamo alle macchine ? Siamo tutti stanchi e Alessia e Irene devono iniziare a spacchettare le cose
Hai ragione … ragazze i vostri pacchi ?” ci chiese Liam.
E’ tutto a posto … tutti i cartoni con oggetti e vestiti ci verranno consegnati agli indirizzi che abbiamo lasciato … e qui abbiamo solo qualche vestito, giusto un parte” rispose, efficientemente Alessia.
Bene allora possiamo andare” concluse Zayn, prendendo il suo borsone da terra.
Ci avviammo alle macchine; io e Alessia rimanemmo indietro.
Ovviamente io sarei stata nella macchina con El, Lou e Harry … avremmo abitato nella stessa casa … per forza ci saremmo mossi insieme.
La cosa però non mi andava a genio.
Non volevo stare nella stessa macchina con lui.
Quando arrivammo al parcheggio e vedemmo il gruppetto con 3 macchine feci una smorfia, che per fortuna non notarono perché erano troppo lontani.
Questa volta Alessia mi prese proprio la mano e la strinse nella sua.
Mi voltai verso di lei, sorridendole.
In quel momento averla accanto a me mi dava la forza necessaria per non perdere il controllo.
Stai tranquilla … non ucciderlo, appena arrivate a casa vi chiarite ma non ucciderlo ok ?” mi chiese sorridente, ma comunque seria.
Va bene … ma sappi che dovrò impegnarmi al massimo” le dissi, recependo il messaggio e ricambiando il sorriso.
So che ce la puoi fare” replicò, stringendomi ancora di più la mano.
Sentimmo qualcuno che ci stava chiamando.
Ci voltammo per poi accorgerci che era Louis che si stava sbracciando per richiamarci.
Allora prendemmo le nostre valige e ci dirigemmo verso le macchine.
Era il momento dei saluti, ma non mi volevo affatto staccare da Alessia.
Dopo aver dato le valige a Louis, che le mise nel bagagliaio, mi voltai ancora verso di lei.
Ci abbracciamo e le sussurrai:
Se potessi portarti con me ti giuro che lo farei … almeno con te di fianco potrei provare a controllarmi … puoi rimpicciolirti ed entrare nella mia tasca ?
Non credo amore …” sussurrò, lasciandosi scappare un risatina.
Coraggio … ora vi siete trasferite qui, vi vedrete tutti i giorni … non fate le drammatiche …” esclamò Louis.
Ci voltammo verso di lui e scoppiammo a ridere.
Cosa c’è ?” chiese lui.
Solo la tua faccia …” dissi io dando un ultimo bacio ad Alessia e chiudendomi in macchina e lasciando Louis con un’ espressione perplessa.
Non appena chiusi la portiera sperai vivamente che lui si sedesse davanti.
Le mie preghiere non furono affatto ascoltate, infatti si sedette dietro con me.
Non mi girai mai verso di lui, ma mi accorsi che per tutto il tempo non fece altro che fare avanti e indietro con lo sguardo da me ai suoi piedi.
Fortunatamente c’era un posto a sedere che ci divideva; ero sicura che una vicinanza esagerata avrebbe messo a dura prova la mia capacità di controllo, già provata.
Il viaggio in macchina sembrava non finire mai.
Strano, di solito durava pochi minuti, adesso sembrava di ore e ore.
Quando finalmente l’ auto si fermò nel vialetto d’entrata mi precipitai fuori dell’auto, non potevo rimanere lì un minuto di più.
Aprii immediatamente il bagagliaio e tirai fuori, con l’aiuto di Louis le mie valigie.
Non appena entrammo in casa, nemmeno il tempo di parlare che El e Louis mi spedirono in camera per riposarmi e mettere a posto tutte le cose.
Poiché le valige erano un po’ grandi feci un po’ di fatica a portarle al piano superiore.
Aspetta, ti do una mano” disse Harry, lanciandosi per darmi una mano.
No grazie, ce la faccio da sola” dissi, fredda e fulminandolo con lo sguardo.
Portai le valige in camera e, avendo solo due mani occupate dalle valige, lasciai la porta aperta.
Poggiai le valige per terra.
Sentii qualcuno chiudere la porta.
Non mi voltai nemmeno, sapevo che era lui.
Mi avvicinai all’ armadio e lo aprii, constatando che mi aveva lasciato ancora più spazio della volta precedente.
Iniziai ad aprire le valige e a tirare fuori i vestiti ben piegati e a posizionarli nell’armadio.
Possiamo parlare ?” chiese con tono basso.
Non risposi, continuando a mettere a posto le mie cose.
Aspettò qualche istante e poi ripartì alla carica.
Puoi fermarti così parliamo ?
Ascoltai le sue parole, ma non aprii bocca.
Dio santo … mi fai venire il nervoso se fai così … ti sto chiedendo di ascoltarmi !!!
Feci come se non avesse detto nulla.
Sentii dei passi veloci e pesanti avvicinarsi a me.
All’ improvviso sentii le sue braccia voltarmi verso di lui con forza e stringermi i polsi, facendomi cadere i vestiti che portavo.
Mi vuoi ascoltare ?!” chiese, alterato.
Vorrei farlo … ma non ci riesco … ora come ora vorrei solo lanciarti qualunque cosa mi capiti sotto mano
Sospirò.
E va bene …” dissi raccattando i vestiti sparsi sul parquet e sedendomi sul letto.
Mi dispiace … davvero non volevo farti soffrire, non era mia intenzione …
Senti risparmiati queste stronzate …
Non è stata colpa mia …
Ah no ?!
Non è come credi tu … e come crede tutto il mondo
E come sarebbe ? No, perché a me sembra proprio ciò che è …
Non è andata così …
Oh io invece credo proprio che sia andata così … e non venirmi a raccontare tutte le stronzate tipo ‘non volevo farti soffrire’ o ‘noi ci amiamo’ … perché sarei capace di farti secco su due piedi
Capisco che sei arrabbiata, ma …
Arrabbiata ?! Oh no amore mio … io non sono solo arrabbiata io sono incazzata e ferita … il che è molto peggio …” dissi, sentendo che stavo per sfiorare il limite della mia sopportazione.
Mi vuoi far spiegare ? Stai fraintendendo tutto … te l’ha detto anche Louis … non è andata così come sembra …
E allora dimmi come è andata …” dissi esasperata e quasi piangente, non pronta a sentirmi spiattellare in faccia la dolorosa verità.
Noi non stiamo insieme …
Noi chi ? Noi due o tu e quella là ?!” chiesi cercando di trattenere la rabbia che mi stava scoppiando dentro.
Io e Taylor …
Solo sentire la sua voce che pronunciava quel nome, mi fece morire dentro …
E’ … è tutta una montatura …
Non riuscivo a capire cosa stesse dicendo.
Cosa stai dicendo ?” chiesi con faccia molto interrogativa.
Sospirò, come per prendere coraggio per dire ciò che aveva da dire.
I managers hanno organizzato questa farsa per fare un po’ di pubblicità … e hanno scelto me, perché in passato c’era stato un flirt …
Stavo cominciando a capire e la cosa non mi piaceva per niente.
E …?
E niente, mi hanno detto di uscire e farci fotografare … fingere in somma una relazione …
Perché l’avrebbero fatto ?
Cominciavo ad intuire qualcosa, ma volevo che me lo dicesse lui.
Per pubblicità … e hanno detto anche perché essendo single …
Ma tu non sei single …” dissi con le mani che iniziavano a prudere.
Si voltò di scatto verso di me e mi bloccò col verde magnetico dei suoi occhi.
Lo so …
E allora …?” chiesi sempre più arrabbiata.
Non aprì bocca.
Spiegami come hai potuto farlo …
Muto.
Tu non sei single … noi stiamo insieme, da mesi oramai … spiegami come hai potuto permettere una cosa del genere …” dissi, facendo del mio meglio per non urlare.
Non rispose.
Rispondimi !! Sto parlando con te !!” dissi, alzando notevolmente la voce.
Se prima ero incazzata e ferita per il presunto tradimento, ora ero super incazzata e per niente ferita, ma delusa.
Perché … non lo so il perché … loro insistevano e volevano assolutamente che io non fossi single … volevano che stessi con qualcuna … e allora mi hanno detto che dovevo fare così …
Vai avanti …
All’inizio non volevo … appunto perché io stavo con te, sto con te … ma poi ho pensato che magari ti avrebbero chiesto di uscire allo scoperto con me … e dopo quello che è successo, non volevo che soffrissi ancora, capisci ?
E pensi che così io non abbia sofferto ?! … così è anche peggio …
Perché dici così ?” disse, con la voce che tremava.
Non hai lottato minimamente per noi … ti sei subito lasciato convincere e schiacciare … poi potevi magari chiederlo a me, non credi ? … e non hai pensato a me ? Cosa credi che io sia ? Un oggetto ? Sono una persona Harry … sono la stupida persona che sta con te e che ti ama con tutta se stessa e che per te farebbe di tutto … purtroppo per lei !!
Ma io non volevo farti soffrire …
Beh … non ci sei riuscito …
Mi dispiace …” disse abbassando la testa.
Dio … e ora ?? Io mi sono trasferita qui per te … ho lasciato tutta la mia vita per costruirne una nuova con te …” dissi, mettendomi le mani tra i capelli, gesto che mostrava il mio nervosismo.
Perché dici questo ?
Perché … non sono più sicura del nostro rapporto … io ti amo …
Anche io ti amo …
Ma non hai difeso il nostro rapporto … non hai difeso noi … non hai difeso me
Lo so … sono stato un coglione … ma non dire così … io ti amo e farei qualunque cosa per te … lo sai …” disse con gli occhi lucidi avvicinandosi a me e avvicinando una mano alla mia testa, con l’intento di accarezzarmi.
No … invece non lo so … perché non l’hai fatto” dissi alzando lo sguardo verso di lui, con le lacrime che mi bagnavano le guance.
Stava piangendo.
Non l’avevo mai visto piangere.
Vedere quegli occhi verdi, gli occhi che amavo, sul punto di traboccare mi uccideva.
Avevamo parlato.
Avevo capito qual’era la situazione, ma la scena che stavamo vivendo non era quella che mi ero immaginata.
Sì, perché anche se ero arrabbiata, mi ero immaginata la scena ipotetica: una lite a casa ma alla fine avremmo chiarito e tutto sarebbe tornato come prima.
Non pensavo che sarebbe andata così.
Non sapevo cosa fare: da un lato sentivo che stava male e lo rivolevo con me, rivolevo noi, rivolevo lui, ma dall’altro non mi sentivo sicura dei suoi sentimenti … qualcosa mi bloccava.
Ed ero più propensa sul lato che mi bloccava.
Dovevo uscire da quella stanza, stavo morendo di caldo.
Mi alzai velocemente dal letto e mi diressi verso la porta.
Dove vai ?” mi chiese Harry.
Esco da qui … non respiro … non posso stare nella stessa stanza con te …” dissi, fermandomi sulla soglia della porta.
Oh no … stai qui … esco io …
Si avvicinò a me e mi spostò delicatamente dalla porta.
Dormi qui stanotte … io non verrò … dormirò giù sul divano …
Detto questo aprì la porta e uscì, chiudendola delicatamente.
Rimasi lì, con l’orecchio attaccato alla parete di legno per sentire i suoi passi scendere i gradini, fin quando non li percepii più.
Mi sentivo distrutta, svuotata.
Finii di mettere a posto i vestiti delle valige e poi le misi via.
Volevo dormire.
Mi buttai sul letto e mi addormentai tra le lacrime e le immagini di noi due che continuavano a passare come un film infinito nella mia mente.


[La mattina seguente]
Mi svegliai di scatto.
Sentivo gli occhi gonfi e un po’ doloranti.
Mi avviai verso il bagno e quasi mi spaventai dallo spettacolo che ero.
Gli occhi erano rossi e gonfi, come se mi avessero dato due pugni.
Segno che avevo pianto per tutta la notte.
I capelli erano tutti gonfi e scompigliati, sembravo un leone.
Nel complesso mi sentivo una appena uscita dal film “L’esorcista”.
Non vi dico che cosa sentivo dentro, perché non sarei nemmeno in grado di descriverlo.
Non sapevo nemmeno cos’era.
Mi lavai la faccia con acqua fredda e mi pettinai.
Dopo pochi minuti in bagno potevo sembrava abbastanza normale.
Andai a prendere il telefono: 8 chiamate perse da Alessia, 3 da El e 3 da Louis.
Non avevo voglia di richiamarli.
Prima di spegnere il telefono guardai l’orologio sul display: 14.00
Non mi capacitavo di quanto avevo dormito.
E’ sorprendente quanto l’amore possa distruggerti fisicamente.
Probabilmente a quell’ora la casa sarebbe stata deserta quindi decisi di scendere.
Il piano era deserto e dalla camera di Lou ed Eleanor non provenivano rumori.
Scesi le scale, per dirigermi in cucina.
Passai per il salotto, dove vidi i resti che Harry aveva lasciato, ovvero un cuscino spiegazzato e una coperta di lana lasciata per terra.
Sorrisi al pensiero di lui che dormiva su quel divano, magari cadendo nel cuore della notte poiché si muove esageratamente quando riposa.
Scossi la testa, per distogliermi da quei pensieri e mi diressi in cucina.
Quasi mi venne un colpo quando scorsi le figure di Eleanor e Alessia.
Che ci fate qui ?” chiesi stupita.
Si accorsero di me solo in quel momento.
Mi si fiondarono addosso.
Perché non hai risposto alle mie chiamate ?! Mi sono preoccupata !!!” sbraitò Alessia.
Già … ci hai fatto preoccupare tantissimo …” esclamò El.
Ero in camera … non ero sparita
Ma io non lo sapevo … ho chiamato dopo El …” disse Alessia, sempre alterata.
Scusate … non volevo vedere e sentire nessuno …” dissi, esausta.
Va be’ ora non c’è tempo … devi venire con noi … e subito !” esclamò la brunetta, tirandomi per un braccio in camera mia.
Ma dove ?
Non ti interessa … vieni con noi e basta … su preparati” disse portandomi in camera e chiudendo mici dentro.
Alessia mi spinse in bagno mentre El mi cercava dei vestiti.
Quando uscii, dopo pochi minuti, mi fecero vestire in fretta e furia.
El mi aveva preparato un paio di jeans azzurro ghiaccio attillati e un po’ strappati, un maglione largo panna e i miei UGG chiari alti.
Truccati !” esclamarono insieme.
Ma …
Fallo !
Non obiettai.
Dopo pochi minuti finalmente ero pronta. Mi tirarono per un braccio e mi fecero entrare nella macchina di El.
Partì a tutto gas e ogni volta che chiedevo dove eravamo dirette non ricevetti uno straccio di risposta.
La macchina passò davanti ad un edificio, il cui lato principale era brulicante di ragazzine che urlavano e piangevano.
Cos’è tutto questo casino ?
Non lo so … ma non ci importa, tanto entriamo da dietro” rispose El, senza guardarmi in faccia.
Andò nel retro e mi fecero scendere.
Mi condussero in tutta fretta all’ interno dell’ edificio.
Percorremmo una marea di corridoi e ancora non sapevo dove mi stavano portando.
Ad un ceto punto vidi un cartellone con sopra stampate a mo’ di gigantografia le 5 facce dei 5 ragazzi che facevano parte della mia vita.
Mi avevano portato ad un loro meet.
Mi impuntai.
Perché mi avete portata qui ?” chiesi, arrabbiata.
Non ti interessa … segui ci
No …
Oh e invece vieni con noi … e subito !” mi disse Alessia.
Detto ciò mi tirarono di peso entrambe e riuscirono a spostarmi.
Arrivammo davanti ad una grande porta a vetri che dava su una stanza, dove c’erano loro 5 su un tavolo che rispondevano alle domande.
Davanti avevano una piccola folla di ragazzine piangenti e qualche adulto che girava dei video con la telecamera.
Tornai a guardare i ragazzi.
Louis si accorse immediatamente di noi e ci fece cenno di entrare, tutto sorridente.
Non volevo affatto entrare, ma Alessia ed El mi spinsero dentro.
Notai Harry che mi guardava sorridente, però non era il solito sorriso che lo illuminava quando mi vedeva.
Ragazze … El la conoscete già … loro invece sono … beh …” iniziò Louis.
Lei è la mia ragazza” disse Niall indicando Alessia e avvicinandosi a lei mettendole un braccio attorno alla vita e baciandola delicatamente.
Si guardarono negli occhi e scorsi la stessa luce che scorsi negli occhi di El e Louis a Parigi.
La stessa luce che scorgevo negli occhi di Harry ogni volta che ci guardavamo.
La stessa luce che sentivo dentro di me quando lo guardavo.
La luce della felicità.
La luce dell’amore.
Tutte le ragazze la guardarono stupite, alcune piansero, altre la salutarono, altre ancora urlarono a Niall.
Ebbero reazioni differenti.
Poi Harry prese la parola, non si voltò verso le ragazze, ma solo verso di me.
Ti ho fatto del male, non volevo, ma l’ho fatto … volevo farmi perdonare … e beh, ti ricordi quando venni a Brescia per riprenderti ? Beh prima … in quel mese di distacco tra me e te scrissi una canzone … per l’album … e, sinceramente, credo che dica tutto … non sono bravo con le parole … ma sono bravo a cantare … quindi … spero che tu possa capire attraverso queste note e queste parole cosa provo per te …
Stavo andando in iperventilazione.
Il mio cuore stava battendo all’ impazzata.
Il mio cervello stava andando a mille.
Quando partì la base, riconobbi subito la canzone: “They don’t know about us”.
L’avevo ascoltata centinaia di volte, ma quella volta la capii fino in fondo … quella volta la sentii davvero per la prima volta.
Ogni parola, nota, verso … tutto si ricollegava perfettamente.
Tutto era perfetto.
Sentivo il mio cuore scoppiare di gioia.
Quello non era solo un gesto romantico, che solo lui poteva fare.
Era una prova … un segno, come il braccialetto che mi aveva dato.
I miei occhi erano già partiti come due fiumi in piena e peggiorarono quando Harry verso la fine della canzone si alzò dal tavolo e si avvicinò a me porgendomi la mano.
Salii sul piccolo palco senza staccarmi da quegli occhi che mi avevano agganciata dall’inizio della canzone.
Quando conclusero la performance le ragazzine scoppiarono in un urlo isterico.
I ragazzi chiesero di fare silenzio.
Harry si voltò verso di me.
Io ti amo … ti amo e sono stufo di dovermi nascondere o di dover mentire. Sto con te … stiamo insieme e sono felice … tutti lo devono sapere … e se non sono d’accordo non mi importa, perché tu sei mia … e lo sarai sempre anche se tutto il mondo ci sarà contro …
Non sapevo cosa dire, avevo il cervello pieno di emozioni e pensieri e non sapevo come esprimerli.
Sorridevo come un’ebete da tanto ero felice e stupida da ciò che aveva preparato.
Sono molto orgogliosa di te … e non sai quanto sia felice che tu abbia fatto questo … ti amo Styles
Sorrise contento che le cose si fossero sistemate.
Fece quel sorriso … quello vero, quello per me … solo per me.
Si avvicinò al mio viso e mi baciò, come avrebbe voluto baciarmi all’ aeroporto.
Come avrei voluto essere baciata io all’aeroporto.
Si voltò verso le telecamere e le ragazzine.
Io non sto con Taylor … io sono fidanzato con questa ragazza da mesi … e sono felice
Le stesse eterogenee emozioni che ebbero nei confronti di Alessia le ebbero con me, ma questa volta non mi interessava … perché sapevo che al mio fianco c’era lui e ogni difficoltà o problema lo avremmo affrontato insieme.
Ero veramente felice perché mi sentivo veramente parte di Harry e lui era finalmente e completamente parte di me.



Angolo autrice

Ciaooo !!!
Eccomi ancora qui !!!
Ohhhh avete visto che tutto si è sistemato ???
Sono tornati insieme e tutto è tornato tranquillo … per ora :)
Si sono chiarite le situazioni … che ne pensate ? Vi aspettavate qualcosa di diverso ??
Vi è piaciuto il capitolo ?? Fatemelo sapere con un recensioncina :3
Un’ ultima cosa … ancora grazie, grazie, grazie per le recensioni !!! Siamo arrivati a 12 nello scorso capitolo e complessivamente a 144 !!! **
Io non smetterò mai di ripeterlo !! VI AMO !!!! **
Ora mi dileguo.
Un’ultima cosa … spero di poter aggiornare entro fine settimana … ma nel caso non ci riuscissi mi scuso da ora, ma con la scuola e la musica … beh ho qualche impedimento !!
Un bacione e grazie a tutte coloro che seguono e leggono e recensiscono !!!
Nene xx

https://twitter.com/Irene_Vertua

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Capitolo 21
*** When You look me in the eyes ***




When You look me in the eyes


Buongiorno piccola” sentii dire dal riccio a bassa voce, nel dormiveglia.
Non riuscivo bene a distinguere da che punto della stanza venisse la sua voce, proprio perché in quella fase mattutina il mio cervello era peggio che spento.
Sentii un corpo pesate buttarsi sul materasso, facendomi sobbalzare leggermente.
Coraggio … apri gli occhi, è quasi ora di scuola e sei già in ritardo” mi sussurrò all’orecchio.
Percepii un flebile flusso d’aria calda proveniente dalla sua bocca, così vicina la mio viso.
Emisi un grugnito, soprattutto perché non avevo nessuna voglia di alzarmi.
Su …” disse lasciandosi sfuggire una risatina per la mia pigrizia.
Per tutta risposta emisi un sonoro “no”, o almeno a me pareva tale, e sotterrai la testa sotto il cuscino come fanno gli struzzi.
Dai piccola … fammi contento, ti ho anche portato le brioches stamattina
Sbuffai, anche perché dovevo alzarmi per forza, quindi …
Sfilai la testa da sotto il cuscino e mi sedetti molto lentamente sul materasso.
Mi stiracchiai, allungandomi ben bene.
Amore l’hai detto anche ieri mattina, e pure la mattina precedente senza contare quella prima ancora fino ad arrivare alla prima mattina che mi sono svegliata su questo letto dopo il meet” dissi guardandolo in faccia, dove c’era un sorriso che arrivava da un’ orecchio all’altro.
Beh non mi sono ancora abituato all’ idea di vederti tutte le mattine accanto a me e voglio dimostrarti la mia felicità
Aveva un’ espressione così ingenua e pura che era impossibile guardarlo senza sentire il cuore riempirsi di tenerezza, almeno per me.
Così mi buttai addosso a quel groviglio di ricci cioccolato che mi accolse all’istante.
Rimanemmo semplicemente abbracciati per qualche minuto, respirando l’uno l’odore dell’altro.
Come me le hai portate oggi ?” chiesi con lo sguardo goloso, guardandolo.
Marmellata per te … e crema per me” disse non distogliendo il contatto visivo, allungandosi per prendere il sacchetto dal quale proveniva un odore molto invitante.
Mi alzai dal mio incavo, che era il suo corpo e tornai a sedermi.
Mi voltai per vedere dove aveva lasciato il vassoio col caffè, che era solito portarmi e lo vidi sul suo comodino, dove c’era anche la sveglia.
Le 6.30.
Era prestissimo, ma d’altronde c’era l’ora di fuso orario e se volevo fare una colazione decente dovevo svegliarmi un po’ prima.
Aspettai che mi porgesse la tazza e poi iniziammo a mangiare insieme, come tutte le mattine.
Harry, so quanto tu ci tieni a dormire … non capisco perché ti svegli così presto … potresti dormire, fallo no ?!” chiesi sorseggiando il mio cappuccino.
Ma scherzi ?! Tanto mi dovrei svegliare prima o poi … almeno se mi sveglio con te so che avrò una bellissima giornata …” mi disse sorridente staccando un pezzo della sua brioche.
Eeee sentiamo il perché …” dissi sorridendo lievemente.
Il buongiorno si vede dal mattino … e incontrare i tuoi occhi mi riempie sempre di una felicità indescrivibile” disse, mostrando solo gli occhi verdissimi dal bordo della tazza.
Mi sentivo lusingata.
Non sapevo cosa rispondere, mi lasciava sempre senza parole.
Allora mi limitai a sorridere, sapevo fare solo quello per lui.
Lo vidi avvicinarsi lentamente per poi darmi il primo bacio della giornata.
Un bacio delicato, dolce, tenero, proprio da buongiorno.
Credo proprio che adesso dovrei accendere il computer, così mi collego in tempo” dissi a pochi centimetri dal suo naso.
Credo anche io” disse sorridendo e non spostandosi di un millimetro.
Se mi guardi così però sai benissimo che non mi muoverò mai …” replicai sorridendo.
Lo so …
E allora ?
Sto pensando se spostarmi e farti fare lezione o se rimanere qui a contemplarti per tutta la mattina
Devo sempre essere io la più forte qui ne ?! … da fammi andare” dissi dandogli un bacio sul naso prima di alzarmi e andare ad accendere il computer.
Mentre aspettavo che si attivasse, mi diressi in bagno giusto per rendermi presentabile, alla fine delle finite stavo in un certo senso andando pur sempre a scuola.
Ci misi 5 minuti e non appena vidi che mancava poco alle 7.00 ovvero alle 8.00 in Italia mi posizionai sul lettone col computer sulle gambe e tutti i quaderni a me necessari.
Mentre smanettavo sulla tastiera per accendere la video-chat mi accorsi con la coda dell’occhio che il riccio non si era minimamente spostato da dove l’avevo lasciato.
Hai intenzione di rimare davvero tutta la mattina a contemplarmi ?” gli chiesi, buttando velocemente un occhio sulla sua figura sorridente.
Non sarebbe una cattiva idea … infondo non ti ho mai vista lavorare anche se sei qui da una settimana, mi piacerebbe guardarti …
Lo guardai, sinceramente un po’ stupita.
Ma dai ti annoieresti e basta … parlerò in italiano tutto il tempo, senza contare che dovrai fare silenzio e non dovrai mai distrarmi … anche perché potrei andare nei casini e ora come ora li vorrei solo evitare
Recepito il messaggio: zitto e non distrarre” disse facendo il segno che fanno i soldati prima di eseguire un ordine.
Ma resti seriamente ?” chiesi, incredula.
Certo … mi hai detto quello che non devo fare e lo farò” disse sorridente e tutto esaltato.
Pensai che era troppo contento e non sarei mai riuscita a convincerlo, senza contare che non avevo nemmeno il tempo minimo per tentare di convincerlo; così mi limitai a sorridere scuotendo la testa e rimettendomi alla tastiera.

Le ore che dovevo passare lì, attaccata a quello schermo passarono molto velocemente e con mia grande sorpresa riuscii a concentrami senza troppi problemi nonostante la presenza di Harry sul letto.
A proposito di Harry, fece esattamente ciò che gli avevo detto di fare o meglio di non fare … mi stupì molto piacevolmente.
Devo dire che dopo il primo impatto, cioè credo i primi 3 o 4 giorni, mi abituai molto velocemente al cambiamento e Alessia come me.
Era solo un po’ strano poiché vedevo tutti i compagni proiettati di fronte a me e nessuno davanti o dietro come ero abituata.
I professori spesso spuntavano dentro lo schermo facendomi prendere qualche colpo, ma tutto sommato era abbastanza normale.
Io e Alessia avevamo pensato di poter fare lezione insieme, con lo stesso computer, ma ci fu severamente vietato, cosa che ci deluse un po’ perché pensavamo che avremmo potuto passare dell’ ulteriore tempo assieme.
Non ero abituata a non averla accanto durante le lezioni, trovavamo sempre un modo o l’altro per distrarci un po’, ma purtroppo senza una ragione chiara ce lo vietarono.
Solitamente avremmo polemizzato, come nostro solito, ma non ci sembrava il caso dopo la grande opportunità che ci avevano concesso.
Creare casini avrebbe anche potuto riportarci in Italia e quella era una cosa che nessuna delle due voleva.
Comunque torniamo a noi.
Quando al suono della campana salutai tutti e chiusi il computer, mi ritrovai quelle due gemme verdi proprio a pochi centimetri dal viso.
Il sorriso era della stessa ampiezza della mattina passata, ma era illuminato da un’ altra luce molto più brillante e direi anche contagiosa, dato che fece sorridere anche me.
Che c’è ?” chiesi prendendo la sua mano e intrecciandola con la mia.
Non ho capito nulla di quello che hai detto, ma vederti così concentrata e a tuo agio tra i tuoi amici mi ha inorgoglito in una maniera che tu forse nemmeno puoi immaginarti” disse avvicinandosi di più.
Per così poco ? … ma sono felice che ti sia divertito” dissi appoggiando la mia fronte alla sua.
Sei speciale piccola, non dimenticarlo mai …
Detto ciò si avvicinò ulteriormente fino a far sfiorare i nostri nasi, che si preoccupò di strusciare l’uno contro l’atro.
Andiamo a mangiare che sarai stanca … dopo tutto quel lavoro” affermò alzandosi dal letto e porgendomi una mano, che prontamente afferrai.
Hai proprio ragione … vediamo che cosa hanno combinato quei due in cucina” dissi, riferendomi a Lou ed El.
Non appena arrivammo in cucina ci accorgemmo del bel casino che avevano combinato, o meglio del bel casino che Boo Bear aveva combinato e che la mia brunetta preferita si stava cimentando a risolvere, almeno in parte.
C’erano stoviglie e posate sporche dappertutto; il rubinetto con flusso forte che andava senza qualcuno che si preoccupasse di chiuderlo e la lavastoviglie aperta che fumava.
Lou … spiegami che cavolo stai combinando ?” chiese il riccio con sguardo sconvolto, tenendomi per mano.
Solo allora si accorsero della nostra presenza e si voltarono.
Sto pettinando le bambole … secondo te ? Sto cucinando !” disse, ironicamente, non rendendosi conto che aveva trasformato la cucina in un campo di battaglia.
A me sembra invece che tu stia progettando di ristrutturare la cucina …” replicò Harry.
Pff non capisci nulla …” disse, voltandosi di spalle.
Louis, amore … ti prego stai fermo un attimo … mi fai correre da una parte all’altra della stanza per venirti dietro … fermati ti prego, se no crollo a terra” disse la bruna, visibilmente stremata.
Ma amore, non c’è bisogno che tu mi stia così vicina … sono in grado di badare a me stesso … ho quasi 21 anni, vorrei ricordartelo” disse, facendo il superiore, rivoltandosi.
Vidi Eleanor mimare di accoltellare la sua dolce metà collo strumento che teneva in mano.
Si voltò poi verso di noi e ci sussurrò un qualcosa tipo “a volte sembra che tu ne abbia 5 … nel cervello”.
Sorrisi nel vedere la faccia stravolta della brunetta, che data l’ora e la sua possibilità di dormire a differenza mia, era tutt’altro che riposata.
Tommo cosa avresti cucinato ?” chiesi facendolo voltare.
Lo vidi sorridere come un bambino che stava aspettando solo quella domanda per poter mostrare la propria bravura in qualcosa.
Le omelette al prosciutto” disse, avvicinandosi di corsa e mostrandomi la padella fumante.
Da essa saliva un fumo che non aveva neanche lontanamente una fragranza invitante, anzi era tutto piuttosto bruciacchiato.
Annusai e mi impegnai al massimo per fingere un sorriso.
Lou … ma fa schifo ! E’ tutto bruciato !!” disse il riccio schifato, dopo aver assaggiato il contenuto della padella fumante.
Non capisci niente di arte culinaria … della mia arte culinaria” disse, con tono risentito voltandosi ancora una volta.
Lou … facciamo così cucino io … se no non ce ne andiamo più fuori …” dissi sperando di convincerlo.
Ma io volevo cucinare per te …” replicò col tono piagnucolone, da bambino.
Non preoccuparti, se ti va potrei anche insegnarti qualcosa così potrai cucinare per me … e per tutti” dissi, sempre più convincente.
Mi guardò con quei suoi occhioni blu, da angelo.
Eh va bene …” rispose sorridente.
Vidi la brunetta esultare vittoria senza farsi vedere dal suo fidanzato.
Mandammo i ragazzi in salotto, per evitare casini ulteriori.
Vedemmo Louis fare l’offeso e mettere il broncio ad Harry; non lo cagò nemmeno di striscio e si andò a sedere sul divano senza parlare.
Io ed El ci scambiammo uno sguardo un po’ stupito e poi, contemporaneamente, alzammo le spalle.
Tanto avrebbero fatto pace nel giro di 10 minuti.
Mettemmo in ordine la cucina in un lampo, ma solo perché eravamo noi due senza i due bufali.
Subito dopo ci mettemmo a cucinare qualcosa di veloce, anche perché stavamo tutti quanti morendo di fame.
Portammo in salotto i piatti trovando quei due che giusto pochi minuti prima non si parlavano, azzuffarsi come due cani che giocano.
Li richiamammo all’ordine come delle bacchettone, poiché era già tardi, infatti quando finimmo dovevano essere le 14.30.
Mentre io ed El portavamo i piatti in cucina per metterla definitivamente a posto, almeno fino a sera sentimmo il cellulare della bruna squillare e poco dopo che ebbe risposto squillò anche il mio.
Alessia ... avevi bisogno di qualcosa ?” chiesi, entusiasta di sentire la sua voce.
Ehi piccola, sì … probabilmente adesso Danielle sta chiamando Eleanor, perché stavamo pensando di andare a cercare di regali per i ragazzi ... facciamo un pomeriggio tra ragazze, che ne dici ?” chiese tutta esaltata.
Che bella idea amore … certo, mi va benissimo, non vedevo l’ora di passare del tempo con tutte voi” risposi, entusiasta.
Perfetto … allora veniamo da voi immediatamente, fatevi trovare pronte per le 15.00
Chiuse di scatto la chiamata, senza lasciarmi nemmeno il tempo di ricontrattare l’orario.
Mi voltai verso la brunetta che stava sorridendo.
Corriamo a prepararci, se no non ce la facciamo” dissi, tirandola per un braccio fuori della cucina.
I ragazzi si stupirono di vederci così agitate.
Ehi dove andate così di fretta ?” chiese Harry.
Ehm …” iniziai, non sapendo cosa rispondere.
Andiamo a fare shopping con Alessia e Danielle” rispose la bruna, parandomi il culo, con un sorriso fintissimo.
Oh … beh divertitevi” rispose Louis sorridente.
Sarà fatto” urlò El dal piano superiore.
Ci separammo e nel giro di pochi minuti eravamo già pronte, su per giù.
Eravamo in ritardo, infatti trovammo le figure di Dani e Alessia ad attenderci nell’ ingresso marmoreo.
Scusate, ma ci avete avvisate un po’ tardi e …” iniziai io.
Oh lasciate stare, non è stato affatto un problema …” ci tranquillizzò Dani.
Andiamo ? … se no facciamo seriamente tardi” ci richiamò Alessia.
Sì andiamo …” rispose El.
Salutammo i due ragazzi e ci dirigemmo fuori, dove Dani aveva parcheggiato la macchina.
Ci muovemmo solamente con una singola auto, quella della riccia.
Premette in modo particolare sull’acceleratore; anche se eravamo in ritardo, non mi sembrava così necessario correre, ma non dissi nulla.
Naturalmente ci ritrovammo dentro Harrods, non ci ero mai stata e, vi assicuro che non avevo mai visto un centro commerciale più grande.
Rimasi bloccata da tanta maestosità per 2 minuti buoni, fino a quando non sentii le braccia di Danielle e Eleanor spingermi nel cuore dell’edificio.
Allora avete qualche idea per i ragazzi ?” chiese Danielle.
Io sì … un braccialetto col cordino spesso nero ed una targhetta con sopra le nostre iniziali e sul retro: 19.07.12 il giorno in cui ci siamo messi insieme ufficialmente” esclamò Alessia, con gli occhi illuminati.
Anche io volevo regalargli una targhetta, ma non a braccialetto piuttosto una collana …” disse Danielle sorridente.
Io non ho idee per Lou, ma tanto qualcosa mi verrà in mente … e tu piccola ?” mi chiese El, facendo puntare gli altri 4 occhi su di me.
Vuoto.
Zero.
Tabula rasa.
Non avevo idee.
Ehm … non lo so, proprio nulla …” dissi un po’ preoccupata del fatto che ero quella messa peggio delle 4.
Cosa ti viene in mente quando pensi ad Harry ?” mi chiese Alessia, tentando di darmi una mano.
Perfezione …” dissi sorridendo come un’ ebete.
Seriamente amore …” disse ridendo.
Abiti perfetti” dissi con gli occhi illuminati.
Allora vai a cercare un capo d’abbigliamento” concluse con semplicità.
Sai che non è una brutta idea ? Credo che possa andare bene anche per Lou …” disse El entusiasta e sorridendomi per tranquillizzarmi un po’.
Allora facciamo così” disse Danielle, dopo aver guardato l’orologio “dato che si sta già facendo tardi io e Alessia andiamo in gioielleria e voi nel reparto di abbigliamento maschile così facciamo prima e ci ritroviamo qui per le 17.30 ok ?
Ci scambiammo degli sguardi di intesa e annuimmo.
Fatto ciò ci lanciammo alla ricerca dei regali perfetti, almeno io e la brunetta dato che non avevamo la più pallida idea di cosa cercare.
Non appena mettemmo piede nel reparto maschile ci immergemmo in un luogo totalmente sconosciuto, almeno per me.
Iniziammo a girare per tutte le corsie sperando che il regalo saltasse fuori da solo, come per magia.
Dopo 20 minuti che ero lì mi sentivo già rintronata e confusa e avevo le idee ancora più disordinate.
Fortunatamente mi venne in aiuto El che aveva trovato quasi subito ciò che faceva al caso suo: una camicia bianca immacolata di Armani e un paio di gemelli in oro.
Ehi piccola … che hai ?” mi chiese vedendo che stavo per scoppiare a piangere.
Non ce la posso fare, non ho la più pallida idea di cosa regalargli e …
Piccola tranquilla, ora ci sono … di là nel reparto dove ho trovato il regalo di Louis ci sono molte cose belle e sono certa che troverai il regalo per quello” disse facendomi l’occhiolino e trascinandomi da dove era appena arrivata.
Sinceramente mi sentii una stupida, avevo girato il piano almeno 20 volte e non mi ero nemmeno accorta di quel reparto.
Era perfetto; ogni cosa poteva andare bene, dovevo solo trovare quella giusta su tutti i fronti.
Iniziai a darmi un’occhiata in giro fin quando non mi imbattei in lui, il regalo perfetto.
Era una semplicissima giacca di cotone, blu notte, con la fodera leggermente più chiara a tinta unita.
Era perfetta; già me lo immaginavo con quella indosso, una T-shirt bianca immacolata e un fazzolettino nel taschino.
L’unica cosa che mi veniva da pensare era il concetto di perfezione.
Sentii dei passi dietro a me.
L’hai trovato ?” mi sentii chiedere da El.
Sì … è questo” dissi voltandomi verso di lei, felicissima.
Allora andiamo a comprarlo, che così ci avanza anche del tempo per fare il regalo a quelle altre.
Annuii super felice e ci dirigemmo alle casse.
Non appena uscimmo da quel reparto mi sentii decisamente più leggera.
Sei felice ?” mi chiese El, mentre scendevamo le scale mobili.
Molto … ora però dobbiamo prendere i regali per gli altri, cioè a me mancano solo Alessia e Dani, gli altri li ho …
Anche a me …” disse la brunetta.
Ci sorridemmo entrambe e ci avviammo al reparto femminile che era decisamente più fornito di quello maschile.
Con le ragazze era decisamente più facile, infatti tempo 40 minuti che avevamo anche finito con quei due.
Scendemmo dove ci eravamo date appuntamento per poi ritornare a casa.
Non appena salimmo in macchina ci accorgemmo che c’era pochissimo posto per noi, proprio perché le buste erano di numero elevato.
Naturalmente io e Alessia, che eravamo le più piccole ci ritrovammo dietro sommerse dalla miriade di buste-regalo.
Fortunatamente il viaggio durò poco, non ce la facevo più, ancora pochi minuti e sarei soffocata.
Era tardi, c’era già buio e la casa non aveva luci accese.
Quando le ragazze ci lasciarono sul vialetto di casa, iniziammo a pensare che forse la casa era vuota.
Meglio, non avremmo dovuto spiegare il perché di così tante buste.
Aprimmo la porta guardandoci comunque attorno, per sicurezza, e quando fummo certe che la casa fosse stata vuota entrammo di soppiatto e ci lanciammo in camera per nascondere i pacchetti.
Giusto il tempo di mettere via l’ultimo che sentimmo i due uomini di casa fare ritorno, chiudendo con la loro solita delicatezza la porta.
Siamo a casa !
Sentii distintamente la voce di Harry che mi avvisava.
Sentii il cuore andare in fibrillazione, mi era mancato tantissimo e non vedevo l’ora di rivederlo.
Percepii quel suo avviso come una scena ben definita: l’uomo di casa, il marito che torna a sera dopo una giornata di lavoro.
L’unica cosa che volevo fare in quel momento era di correre giù per le scale e saltargli al collo.
E lo feci.
Aprii la porta e mi fiondai dalle scale.
Non appena lo vidi lì nell’ingresso, che aveva appena chiuso la porta, la felicità che provai mi diede un’ulteriore spinta verso di lui.
Si voltò verso di me a braccia aperte, pronto per accogliermi.
Gli saltai in braccio, oramai facevo sempre quello.
Lo sentii ridere.
Non sapete che gioia la sua risata.
Mi sei mancata piccola” disse, tenendomi stretta a sé, come se avesse voluto tenermi lì, avvinghiata a lui, per sempre.
E l’avrei fatto, credetemi.
Tu di più Styles
Mi scostai un po’ dalla sua spalla grande per poi avvicinarmi al suo viso e perdermi in quegli occhi.
Quegli occhi che brillavano per me.
Quegli occhi che mi facevano sentire protetta.
Quegli occhi che mi facevano trovare il paradiso.
Quegli occhi che erano parte di me.
Quegli occhi che sarebbero per sempre stati parte di me.



Angolo autrice

Eccomi nuovamente qui !!
Nuovo capitolo !!!
Sotto Natale !!
Sì ok un po’ in ritardo … ma concedetemelo … :)
Allora … che dire … beh so che sarò ripetitiva ma chissene … cioè 169 recensioni totali ?? 1000 e passa visualizzazioni del prologo ?? 12 recensioni allo scorso capitolo ?? Ma voi mi volete morta seriamente !! **
Giuro che VI ADORO !! **
Va bene, ora mi dileguo.
Ringrazio ancora e ancora tutte voi che mi sostenete e mi spronate ad andare avanti anche senza rendervene conto.
Come al solito vorrei sapere se è stato di vostro gradimento !!
Un bacione e alla prossima **
Nene xx

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Capitolo 22
*** The most wonderful day of the year ***




The most wonderful day of the year


Eravamo in pieno Dicembre e la neve aveva iniziato a scendere in grandi quantità da un paio di giorni.
Amavo la neve.
Amavo il periodo di Natale.
Vedere tutta la città illuminata da tantissime luci colorate, le case addobbate quasi come gli alberi, le vetrine dei negozi vestite di rosso e verde, le persone che, tutte concentrate, correvano per le strade spuntando mentalmente la lista delle cose che dovevano ancora fare o comprare mi rendeva felice, come se una persona invisibile venisse con una grande siringa a mi iniettasse un liquido di pura felicità.
Ma la cosa che decisamente preferivo, a parte il fatto di rincontrarsi tutti con un’ atmosfera decisamente magica, era la neve.
Cadeva, cadeva e cadeva ricoprendo tutto di un soffice strato bianco perfetto; come se potesse ripulire tutto il mondo dalle cose brutte, e almeno per quel periodo lo faceva, lo faceva davvero.
Londra rendeva tutto più magico.
Il periodo Natalizio di quell’anno fu decisamente il più magico.
Anche solo pensare a quando ci mettemmo ad addobbare l’albero tutti insieme, mi sento ancora tutta il fibrillazione:
Naturalmente i ragazzi volevano l’albero vero, cosa che io non avevo mai avuto a casa e la cosa non poteva che mettermi in uno stato di entusiasmo puro.
Il giorno che tornarono dal vivaio con l’albero, non mi sarei mai aspettata una cosa così grossa.
Sinceramente, non era un albero quello … era un lontano parente di un baobab.
Lo portarono i tipi del vivaio col camion più grande che avevano.
C’eravamo tutti riuniti a casa nostra per decorare la casa tutti insieme.
El cominciò a saltellare dalla gioia, non vedeva l’ora di decorarlo tutto e di sbizzarrirsi.
Dobbiamo precisare che mentre i ragazzi si erano occupati dell’albero, noi ragazze ci eravamo preoccupate di comprare ogni sorta di addobbi sia per l’albero, che per l’interno della casa che per l’esterno.
Volevamo ricreare un specie di casa di Babbo Natale a casa nostra.
Non appena i tipi del vivaio si chiusero la porta alle spalle ci mettemmo subito all’opera.
Coraggio … c’è un sacco di lavoro da fare” esclamai tutta sorridente, facendo un giro su me stessa, ammirando la casa completamente spoglia.
Mettiamoci all’opera” disse Louis, eccitato anche più di me ed El.
Ci dividemmo i compiti, che erano alquanto scontati: io, El, Alessia e Dani ad addobbare l’interno e i ragazzi l’esterno; l’albero l’avremmo fatto per ultimo tutti insieme.
Ci mettemmo ben 20 minuti a spiegare dettagliatamente come volevamo che i ragazzi facessero l’esterno, poiché l’avevamo già progettato nella nostra mente e così sarebbe stato, senza cambiamenti.
Dopo di ciò li spedimmo al freddo, con un grande sorriso.
Non appena la porta si chiuse El si voltò verso di noi:
Bene ragazze, adesso tocca a noi” disse, tutte elettrizzata.
Oh sì, speriamo solo che facciano quello che gli abbiamo detto” dissi, ripensando ai ragazzi e al possibile casino che avrebbero potuto combinare.
Gli conviene … altrimenti stai certa che li teniamo fuori finché non sarà come diciamo noi” replicò Alessia facendomi l’occhiolino e scoppiando a ridere.
La seguii a ruota, insieme ad El e Dani.
Ci calmammo dopo poco e ci avviammo agli infiniti scatoloni che avevamo acquistato.
Iniziammo dall’oggettistica, come pupazzi, animaletti, fatine e folletti che seminammo in giro per tutta la casa.
Poi fu il turno delle ghirlande che attaccammo ad ogni porta e finestra, senza lasciare spazi liberi.
In seguito decorammo tutta la scala con festoni presi apposta, decorati con palline e animaletti del bosco.
Dopo attaccammo le luminarie, che erano meno numerose di quelle per l’esterno che i ragazzi si stavano prodigando ad attaccare, ma erano comunque importanti e davano un senso di calore e magia in più.
Finimmo nel giro di 1 oretta e mezza, essendo in tante, allora decidemmo di guardare a che punto erano i ragazzi.
Ci affacciammo alla finestra sul retro e non potei trattenere un sorriso per ciò che stavo ammirando: avevano finito di mettere a terra tutti gli animaletti e le renne fatte di luminarie e devo dire che oltre l’aura di magia che si era creata, erano stati davvero bravissimi e avevano seguito alla lettera le nostre istruzioni.
C’erano Zayn, Niall e Liam che stavano tirandosi le palle di neve, scivolando ad ogni passo che facevano.
Però non riuscivo a scorgere Harry e Louis nel giardino.
Andiamo sul davanti … saranno sicuramente lì” mi disse El, cercandoli anche lei con lo sguardo.
Ci spostammo sul davanti e ci affacciamo ad un’altra delle finestre.
Questa volta non potei trattenere un risata, infatti avevano quasi finito e stavano mettendo le luminarie, o meglio stavano cercando di mettere le luminarie.
Erano tutti presi dal loro lavoro, appollaiati sulle scale che avevano preso per decorare la parte superiore della porta.
Avevano luci attorcigliate su tutto il corpo e si stavano aiutando a vicenda: Louis snodava le luci e le consegnava ad Harry che, essendo il più alto le posizionava e le fissava.
L’unico inconveniente era che Tommo aveva riscontrato difficoltà con qualche nodo ed Harry con l’equilibrio.
Li beccammo proprio nel momento in cui stavano bisticciando.
Erano troppo dolci; sotto la neve che scendeva, tutti imbiancati e illuminati come due fari.
Chiamammo Alessia e Dani, giusto per mostrare loro la scenetta imperdibile.
Naturalmente anche loro scoppiarono a ridere.
Rimanemmo così, ad osservarli per un po’.
Ad un certo punto io e la brunetta ci guardammo e decidemmo di andare ad aiutarli.
Prendemmo i giacconi ed uscimmo dalla porta.
Rimanemmo un po’ fuori sotto il porticato ad osservarli ridendo.
Non si erano ancora accorti di noi e stavano ancora beatamente discutendo.
.. ok Lou ho capito che ti sei impigliato, ma impigliarsi è una cosa e arrotolarsi con tutte le luminarie è un’altra …” disse il riccio.
“Senti invece che stare qui a dirmi cosa è e cosa non è mi dai una mano ?!” rispose Boo Bear cercando di dimenarsi.
Ma stai fermo no ?! Così peggiori solo la situazione …” continuò Harry.
Mi dai una mano o no ?!
Non sei tu quello che tra meno di una settimana fa 21 anni ?! Dovresti essere capace di arrangiarti no ?!” chiese il riccio, guardandolo fisso negli occhi e non muovendo un muscolo.
Vidi Tommo che stava per rispondere e non credo in modo molto carino, ma intervenne la brunetta.
Ragazzi avete bisogno di aiuto ?” chiese sorridente.
Solo allora si accorsero di noi; fecero un salto per lo spavento.
Louis perse l’equilibrio e, dato che non aveva le mani libere per tenersi cadde dalla scala, tirandosi dietro il riccio che tentò ti reggerlo tirandolo per un filo di luci.
Nel giro di pochi secondi li vedemmo sprofondare nella neve candida, l’uno addosso all’altro.
Si era formata una montagnola di forma indefinita, tutta illuminata da un groviglio di luci natalizie.
Io e Eleanor scoppiammo a ridere, talmente tanto che quasi non riuscimmo a reggerci in piedi.
Avete intenzioni di ridere ancora per molto o preferite darci una mano ?” ci chiesero insieme i componenti della montagnola.
Arriviamo …” dissi, tirandomi dietro la bruna che continuava a ridere incessantemente.
Quando li raggiungemmo ci mettemmo a guardarli dall’alto per qualche istante; più per imprimerci bene a mente la scena che per capire il modo migliore per aiutarli.
Allora … ?” chiese Tommo un po’ impaziente.
Mi lasciai scappare un’altra mezza risata per poi cimentarmi, insieme alla bruna, a liberarli.
Ci mettemmo davvero poco, per il casino che loro facevano sembrare.
Non appena si alzarono li aiutammo con le ultime luminarie e poi rientrammo in casa.
Harry e Lou si diressero direttamente in cucina, senza ascoltare le battute degli altri, per prepararsi qualcosa di caldo, essendo stati a lungo fuori al freddo.
Li raggiungemmo dopo poco.
Harry stava mettendo sul fuoco dell’acqua per il the.
Mi avvicinai a lui, che riconoscendomi si voltò e mi abbracciò. Aveva le mani gelate e il viso tutto rosso, con gli occhi lucidi.
Hai freddo ?” gli chiesi, sorridendo.
Mmmm giusto un po’ …” rispose scoppiando a ridere “L’avete fatta bene la casa, vero Lou ?” continuò voltandosi verso Boo Bear.
Lo vidi alzare lo sguardo da El, che gli sedeva in braccio, e rivolgerlo verso di noi.
Oh sì, molto bene … ora manca solo l’albero e la casa magica di Babbo Natale è conclusa” disse, tutto contento e sorridente.
Non aspettammo nemmeno di finire il the, lo portammo direttamente in salotto, dove avremmo decorato l’albero.
I tipi del vivaio non si erano sprecati a portarlo in salotto, l’avevano semplicemente abbandonato nell’ingresso.
C’era il problema di spostarlo.
Ragazzi … prego” dissi, indicando con un cenno della testa l’albero.
Li vedemmo scambiarsi uno sguardo e sbuffare, per poi avvicinarsi al parente del baobab.
Ci misero 10 minuti buoni, senza contare che rischiarono di farlo cadere per 3 volte, di rompersi la schiena e di distruggere il lavoro di me, Alessia, Dani ed El.
Quando lo portarono in salotto c’era la difficile scelta della posizione, allora lì ci divertimmo a farlo spostare in continuazione, solo per vederli che lo spostavano a destra e a manca.
Dopo altri 5 minuti potevamo dire di essere soddisfatte della postazione: dietro il divano e praticamente al centro della grande stanza.
Era arrivato il momento tanto atteso da tutti: la decorazione.
Ci buttammo ad aprire tutto gli scatoloni rimasti, che erano comunque tanti e iniziammo a tirare fuori le prime cose.
C’erano fiocchi, palle, palline, fiori, animali … di tutto e di più.
E noi ci stavamo divertendo come dei bambini nel mettere ogni cosa dove più ci piaceva.
Accostavamo le cose come più preferivamo, infatti alla fine uscì un albero molto eterogeneo anche se c’erano addobbi dello stesso tipo.
Ridemmo molto, anche perché ci distraevamo prendendoci in giro o rincorrendoci con gli addobbi.
La maggior parte dei festoni non fu utilizzata per l’albero, ma piuttosto per legarci a vicenda.
Io ed El rincorremmo Louis con le luminarie e cercammo di arrotolarlo come un salame, con l’aiuto di Harry; entro fine serata ci riuscimmo e lo lasciammo così per qualche minuto.
Niall rincorse Alessia su per le scale con un pezzo di agrifoglio, tentando di ingarbugliarglielo tra i ricci scuri.
Liam e Zayn bloccarono Dani sul divano e le intrecciarono la criniera da leonessa con un festone rosso fuoco.
La parte più bella però credo che sia stata decisamente il puntale.
L’albero era alto, molto alto … perfino per Harry.
Per me non parliamone, sarò stata forse 1/3 dell’albero.
Quindi ancora non so spiegarmi per quale strano motivo erano tutti d’accordo col fatto di far mettere a me il puntale.
Non me lo spiegarono mai, fatto sta che mi dissero che lo dovevo fare.
Non ci arrivavo, neanche lontanamente, neppure con l’aiuto di una sedia; così arrivò Harry in mio soccorso.
Sali sulle mie spalle …” disse, facendomi il gesto di ciò che mi aveva appena detto di fare.
Stai scherzando spero ? Non ci salgo sulle tue spalle … primo perché ti farei male, secondo perché potrei cadere e terzo perché non ci arriverò neanche così” dissi, incredula della richiesta.
Smettila … sali …” insistette.
Fui praticamente obbligata anche dagli altri 7, non mi rimase altra scelta.
Salii sulle spalle del riccio con in mano la stella di ghiaccio che avrei dovuto attaccare.
Mi sentivo terribilmente alta e instabile da lassù.
Ci arrivi ?” mi chiese Louis.
Guardai la punta dell’albero.
Ehm … se mi alzo un po’ credo di sì” dissi, tentennante.
E allora alzati … !” esclamò.
Ma se cado ?” domandai.
Non cadi, al massimo ti prediamo noi … su” replicò Zayn.
Ma …
Fallo e basta !!” tagliò corto Alessia.
Mi sporsi e con un po’ di coraggio raggiunsi la punta dove attaccai la stella.
Non era così difficile …” disse Louis sorridente, quando ritoccai terra.
Lo guardai malissimo, ma si mise a ridere.
Vai a farti un giro, se no al tuo ventunesimo compleanno non ci arrivi bello” conclusi.

I giorni che ci separavano dalla Vigilia passarono molto in fretta.
Eravamo tutti agitati: io perché avevo da poco scoperto che sarei andata a passare la giornata di Natale ad Holmes Chapel coi parenti di Harry e coi miei, che sarebbero venuti dall’Italia in aereo e sarebbero rimasti fino a S. Stefano a Londra per poi ripartire il pomeriggio seguente; Louis per il suo compleanno e tutti gli altri per l’ansia che Louis trasmetteva.
Avremmo tutti passato la Vigilia insieme, sia per festeggiare il compleanno di Tommo sia per il fatto che tutti avremmo fatto il Natale a casa e non ci saremmo visti.
La mattina della Vigilia mi svegliai di buon’ora insieme ad Harry e ci dirigemmo in cucina, dove trovammo già Louis ed El intenti a preparare la colazione.
Auguri Boo Bear !!!” dissi, fiondandomi contro di lui, che mi accolse tra le sue grandi braccia.
Lo stritolai ben bene, anche se credo che lui mi strinse di più.
Ma non importa.
Grazie piccola !!!” rispose, tutto sorridente.
Mi staccai, anche perché c’era Harry.
Mentre quei due si abbracciavano, mi diressi a salutare la mia brunetta.
Mi voltai per guardarli; erano dolcissimi, si vedeva lontano un miglio quanto si volevano bene e pensare che non potevano distrarselo appieno in pubblico per via dei pregiudizi un po’ mi rattristava.
Fui distolta da quei pensieri da Louis.
Allora io ho già tutto programmato: ora facciamo colazione, poi iniziamo a preparare le cose per stasera, pranziamo, finiamo di preparare e poi andiamo a prepararci, eh ?” chiese, tutto esaltato.
E’ perfetto Boo Bear !” esclamai, sorridente.
Finita la colazione ci mettemmo subito al lavoro.
C’era talmente tanta roba da fare che l’ora di pranzo arrivò in un lampo e, avendo la cucina completamente inagibile ordinammo qualcosa dal cinese.
Ci prendemmo il tempo necessario, per poi avere le forze necessarie per completare tutto ciò che avevamo lasciato in sospeso.
Ero talmente concentrata nell’aiutare Louis a cucinare qualcosa di mangiabile e a ridere con tutti quanti, che nemmeno mi resi conto che si erano già fatte le 19.30 … e gli altri sarebbero arrivati per le 20.00 !!!
Non appena il forno si spense, ci fiondammo tutti in camera per prepararci.
Fortunatamente i capelli li avevo lavati la sera precedente, altrimenti non sarei mai riuscita a prepararmi in tempo.
Mi sciacquai la faccia e mi andai a mettere i vestiti.
Indossai una salopette nera di raso, con scollatura a cuore e abbinata una giacca rosa cipria con bottoni e inserti neri.
Volevo stare comoda, perciò misi un paio di ballerine rosa, come la giacca, con un grande fiocco sulle punte.
I capelli li lasciai liberi sulle spalle, gli diedi solo una pettinata.
Mi truccai più del solito, ma non in modo eccessivo.
Il mio Chanel n°5 ed ero pronta.
Ci sei ?” chiesi ad Harry.
Strano che ero io a chiederlo, solitamente era lui, anzi, sempre.
Dammi un minuto …” rispose.
Lo vidi uscire dal bagno, pronto.
Indossava una camicia bianca con dei pantaloni neri; sopra una giacca grigia e le sue immancabili converse.
Perfetto.
Io l’avevo detto che l’unica cosa che pensavo quando lo vedevo era il concetto di “perfezione”.
Sei bellissima” mi disse avvicinandosi e stampandomi un bacio leggero sulle labbra.
Quando ci staccammo mi prese la mano e ci dirigemmo giù, ad accogliere gli ospiti che erano già arrivati.
Auguri Tommo !!” sentii esclamare da Alessia.
La vidi, dall’inizio delle scale, gettarsi tra le braccia del festeggiato, che la strinse e le fece fare un piccolo giro.
Sentivo il bene che si volevano, avevano un rapporto particolare … un po’ come se si sentissero fratello maggiore con sorella minore, un po’ il rapporto che io avevo con El.
Sentivo il bene che Louis voleva a tutti.
Sembrava una macchina che distribuiva bene; pensava prima al bene degli altri che al suo e questa era la caratteristica che più amavo di lui.
Tutti si erano già riuniti in salotto e stavano ammirando l’albero mastodontico che riempiva la stanza, quando scendemmo le scale.
Ci salutammo tutti molto calorosamente, complice anche l’atmosfera magica.
Cosa mangiamo di buono ?” esclamò Niall, sfregandosi le mani, l’una con l’altra.
Capimmo che era arrivato il momento di sederci a tavola.
Qualche chiacchera, alcune battute e tante, tante risate ci accompagnarono fino al momento clou della serata: lo scartamento dei regali.
Ci alzammo da tavola e ci dirigemmo in salotto, sedendoci attorno all’albero sotto il quale avevamo riposto tutti i regali.
La precedenza naturalmente fu data al festeggiato, che era tutto agitato come un bambino piccolo.
Si esaltò ad ogni pacco che scartava, ma quello che più gli piacque fu quello di El; sorrise guardando il regalo e poi si rivolse alla sua dolce metà, che lo stava guardando sorridente, e la baciò passionalmente.
Poi venne il turno nostro. Niall rimase talmente colpito dal regalo della Ale che si mise a piangere, abbracciandola e baciandola sempre piangendo.
Non vi dico la reazione che ebbe Alessia quando scartò il pacco di Niall, che era di grandi dimensioni.
Quando aprì la scatola rimase talmente colpita che si portò una mano sulla bocca sgranando gli occhi.
Le aveva regalato un paio di Nike Blazer bianche con baffo blu; le scarpe che preferiva e anche quelle che Niall preferiva … hanno gusti simili i piccioncini.
Eleanor fu quella che ebbe il pacchetto più piccolo: sembrava una semplice carta dalle dimensioni di un bancomat, incartata di rosso e con un fiocco d’oro.
Rimanemmo tutti un po’ sconcertati dalle dimensioni, ma quando Eleanor l’aprì la vedemmo buttarsi in un nanosecondo tra le braccia di Louis, già pronto ad accoglierla.
Era entusiasta del regalo, che consisteva in un soggiorno alle terme di 3 giorni in Scozia, per loro 2.
Dopo El toccò a Danielle che ricevette da Liam una bellissima borsa a bauletto della 1°Classe.
Vedere il suo dolce viso illuminarsi di gioia e poi voltasi verso il nostro daddy con gli occhi lucidi, mi fece venire da piangere, ma ci misi tutta me stessa per trattenermi, cosa che Alessia non riuscì a fare.
Quando venne il turno dei miei regali non avrei mai pensato che il mio regalo avrebbe così colpito Alessia; era una semplice targhetta con su 1.12.12 accompagnata dalla scritta “Forever Together”, per ricordare il giorno che ci aveva cambiato la vita e il forte legame che ci lega.
E’ una persona molto emotiva, non pensavo che sarei riuscita a farla scoppiare in lacrime, ma ciò successe.
Il momento di maggiore ansia fu quando Harry dovette scartare il mio regalo, avevo paura che non gli piacesse, di averlo sbagliato; sentivo il cuore andare a 1000.
Scartò il regalo con una lentezza che mi stava uccidendo.
Finalmente quando l’aprì e rimase a contemplarlo mi sentii un po’ meglio.
Si voltò verso di me e quando i nostri occhi si incontrarono tutta la paura sparì completamente.
Mi sorrise e quel sorriso diceva tutto.
Era seduto accanto a me, quindi si spostò di poco per abbracciarmi e baciarmi.
Mi sentivo la persona più felice della terra, e non per il regalo o per il bacio, ma per il fatto che ero lì.
Il mio Natale lo stavo passando lì, con tutti loro … e la cosa migliore era la consapevolezza che non sarebbe stato l’unico.
La parte peggiore però fu il mio turno.
Odio quando tutti stanno lì a fissarti, mi sento troppo al centro dell’attenzione.
Vidi Harry passarmi l’ultimo pacco rimasto, era enorme, non capivo cosa potesse contenere.
Lo guardai stupita e con aria interrogativa.
Aprilo …” mi incoraggiò, stringendo maggiormente il braccio col quale mi teneva a sé.
Con mani tremanti iniziai a scartare il pacco.
Sentivo la testa un po’ annebbiata e percepivo il cuore pulsare fortemente nelle tempie.
Quando tolsi del tutto la carta rimasi con gli occhi spalancati.
Non poteva essere vero.
Non poteva avermi davvero regalato quella cosa lì.
Mi voltai di scatto verso di lui, con gli occhi lucidi e lo trovai intento a guardarmi con quel viso da cucciolo che si ritrovava.
Feci passare per qualche minuto il mio sguardo dal pacco a lui, come se non mi rendessi conto di ciò che mi aveva regalato.
E non me ne rendevo conto.
Apri …” mi incitò, dolcemente.
Alzai il coperchio del pacco e mi ritrovai sotto gli occhi la meraviglia delle meraviglie.
Un paio di vertiginose Louboutin nere lucide.
Ho sempre avuto una passione particolare per le scarpe.
Soprattutto per le Louboutin; ma a causa del prezzo esorbitante non ne avevo mai comprare un paio.
E ora, averle lì davanti ai miei occhi, mie.
Erano il mio regalo.
Non potevo crederci.
Era troppo.
Non ci credo … Harry ? Perché ? E’ troppo …” iniziai a balbettare.
Mi diede un biglietto.
L’altezza non è nulla, ma questo per te è tanto e tu per me sei tutto … Ti amo
Non riuscii più a trattenermi.
Scoppiai in lacrime.
Era tutto troppo bello, troppo magico.
Mi voltai verso di lui e gli buttai le braccia al collo.
Si avvicinò lentamente a me e annullò la distanza che c’era tra di noi baciandomi.
Decisamente, quello era stato il Natale più bello fin a quel momento.




Angolo autrice

Eccomi ancora qui.
Bene questo è un’ altro pezzetto della “fase Natale” che sono così entusiasta di trattare.
Non mi dilungo molto.
Solo, spero di potervi far provare nuove emozioni, essendo in un contesto un po’ diverso dalla normalità.
Spero vi piaccia !!! E spero vogliate farmelo sapere :)
Un bacione **
Nene xx

https://twitter.com/Irene_Vertua

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Capitolo 23
*** All I want for Christmas is You ***




All I want for Christmas is You


[Irene’s POV]
La mattina seguente fui svegliata dal terribile suono della sveglia che avevamo impostato la sera precedente per svegliarci in temp0.
In tempo per cosa ? Beh per la cena di Natale a casa Styles ad Holmes Chapel.
Ovvio no ?!
Certo, ovvio. Peccato che io quella mattina avrei voluto fare qualunque altra cosa al posto che aprire l’armadio, vestirmi e salire su quella dannata Audi R8.
Ero appallottolata come un gatto sul petto di Harry tenendogli una mano giusto sul fianco, mentre lui aveva l’intero braccio dietro di me in modo tale da potermi tirare a sé quanto voleva.
Sentii il suo braccio sfilarsi dal mio corpo per andare a spegnere quell’aggetto infernale, dato che si trovava sul suo comodino
Solitamente schiacciava il tasto giusto e poi si reimmergeva tra le coperte e rimetteva il braccio al suo posto.
Ma non quella mattina.
No.
Infatti mi stupii particolarmente quando sentii che si stava chiaramente mettendo seduto sul materasso.
Harry … che stai facendo ?” chiesi, con gli occhi ancora chiusi, assonnata.
Mi alzo amore” rispose, probabilmente sorridendo.
E perché ti alzi ?” chiesi.
Perché dobbiamo preparaci piccola … abbiamo messo la sveglia apposta
Ma dove dobbiamo andare ??” chiesi, continuando a non collegare.
Dovete sapere che io la mattina sembro una senza cervello, quindi non stupitevi se quella mattina non mi ero ancora resa conto che era la mattina di Natale.
Come dove amore !? Ad Holmes Chapel … coraggio che è già tardi” rispose alzandosi dal letto.
Solo alla pronuncia delle parole “Holmes” e “Chapel” un fulmine, decisamente indesiderato, attraversò il mio cervello.
Aprii di scatto gli occhi e mi sedetti in meno di 2 secondi sul letto guardando terrorizzata il riccio.
Mi ero completamente dimenticata che era Natale.
Mi ero completamente dimenticata del pranzo.
In somma mi ero completamente dimenticata dell’evento che mi aveva procurato la più massiccia dose di ansia di quel Natale.
Harry notò la mia faccia che non lasciava dubbio all’immaginazione e ne sorrise.
Non dirmi che sei preoccupata … ?” mi domandò avvicinandosi lentamente al letto.
Ma no … cosa te lo fa pensare” risposi tentando di sembrare convincente.
Non sai mentire … almeno a me” replicò, piegandosi un poco sopra il materasso.
Rimasi 5 secondi, pensando se potevo essere sincera o tentare di celare quello che era fin troppo visibile.
Optai per la prima.
Oh e va bene … sì, sono preoccupatissima … cioè ti rendi conto che incontrerò i tuoi … ?? Non … non riesco a … oddio
Mi buttai la testa tra le mani, guardando il magnifico copriletto beige che avevamo appena comprato, tentando di calmarmi.
Stai tranquilla … le piacerai tantissimo, ne sono certo … non devi essere in ansia
Alzai la testa, con gli occhi che dicevano palesemente “non capisci nulla … non posso stare tranquilla … non capisci nulla … come fai a non capire ???”
Intanto però aveva capito che l’unica persona che più mi metteva angoscia incontrare era Anne.
Afferrò all’istante ciò che volevo dirgli con quello sguardo, infatti si piegò maggiormente sul materasso fino a raggiungermi.
Allungò un po’ il collo per poi stamparmi un bacio sulla bocca.
Buon Natale amore mio” disse, infine, dopo essersi staccato e avermi fatto l’occhiolino.
Andò in bagno lasciandomi lì congelata tra le mie ansie e la dolcezza di quel bacio.
Giusto prima di chiudere la porta ribadì il fatto che eravamo in ritardo e che dovevo uscire dal letto.
Rimasi per qualche istante a pensare a quel primo bacio e mi sorpresi dell’effetto che ebbe.
Solo con quel contatto riuscii ad avere la forza di convincermi ad alzarmi dal letto e raggiungere il riccio in bagno.
Wow ti sei alzata …” disse, ridendo con lo spazzolino in bocca fermo tra i denti e la guancia, tutto sporco di dentifricio.
Credo di non avere altra scelta no ?!” replicai spogliandomi e facendo per buttarmi in doccia.
Notai che il riccio aveva spostato lo sguardo, che non era più puntato sul mio viso.
Harry ?!” lo richiamai “lavati che se no perdiamo tempo …
Dissi bruciandogli quella minima speranza che aveva di entrare con me.
Finii dopo mezz’ora.
Dopo aver messo il phon nell’armadietto mi guardai nello specchio.
Appoggiai le mani sul piano di marmo e mi guardai fissa negli occhi.
Coraggio … è solo un pranzo, ok ? Solo un pranzo … con i parenti del tuo fidanzato … posso dire così ?? … beh penso di sì … un pranzo e basta. Che vuoi che succeda ? Sei una brava ragazza, simpatica e dolce … Harry dice che le piacerai, mi fido di Harry ? Sì … e allora ?! Coraggio …
Feci un profondo respiro e uscii dalla stanza.
Vidi Harry intento a scegliere gli abiti da indossare.
C’era l’armadio aperto e qualche completo appoggiato sul nostro letto.
Era lì che li contemplava, con le braccia incrociate e una mano sulla bocca.
Era così dolce intravedere l’attenzione che metteva in una cosa, in un certo senso elementare come il vestirsi, per mostrare il meglio di sé ai suoi.
Lo capivo, spesso lo facevo anche io.
Mi avvicinai a lui, cingendogli la vita con un mio braccio e solo allora si accorse della mia presenza.
Che mi consigli ?” mi chiese guardandomi per pochi istanti e poi rivolgendo lo sguardo sugli abiti.
Osservai gli indumenti, ben posati sul materasso: 3 pantaloni, 2 camicie e una canottiera e una sola giacca, la mia giacca.
Lo guardai sorridente, mentre era intento a guardare i suoi indumenti.
Presi la giacca, scelsi una delle due camicie, quella bianca e un paio di pantaloni neri.
Questo” risposi, ricevendo come premio un bacio tra i capelli.
E tu hai già scelto ?” mi chiese voltandosi verso l’armadio ancora aperto.
No … ora do un’occhiata” risposi, voltandomi verso la medesima parte dove era voltato Harry.
Guarda che hai 20 minuti, poi i tuoi arriveranno e dobbiamo partire
Oook … posso provarci, ma non ti prometto nulla” risposi guardandolo.
Mi avvicinai all’armadio e diedi un’occhiata agli abiti.
Sapevo che non ci sarei mai riuscita in 20 minuti.
Mi serviva aiuto.
Mmmm Harry mi dai una mano ?” chiesi voltandomi verso di lui, che stava prendendo gli abiti scartati per rimetterli a posto.
Certo piccola … cosa vuoi mettere ?
Si avvicinò a me.
Voglio i pantaloni bianchi … e pensavo di mettere anche la giacca nera, ti ricordi quella che avevo comprato con El tempo fa ?” lo vidi annuire “Ecco quella !
Bhe io ti consiglio la camicia senza maniche lunga nera, quella un po’ velata … hai presente ?
Ottima idea … grazie Styles !!” dissi stampandogli un bacio sulla guancia.
Stavo per appoggiare i vestiti sul letto quando mi pose un’ altra domanda.
E per le scarpe ?
Alzai lo sguardo verso di lui, con un mezzo sorriso.
Bella la giacca Styles” risposi, andando a prendere il suo regalo che la sera prima avevo appoggiato accanto all’armadio.
Quando mi rigirai verso di lui, mi accorsi dello splendido sorriso che mi stava rivolgendo per la risposta che gli avevo dato.
Mi avvicinai al letto e iniziai a togliermi il pigiama.
Sbrigati che siamo in ritardo
Si lasciò scappare una risata e poi iniziò a spogliarsi.
Mi vestii velocemente e poi mi diressi in bagno per truccarmi.
Optai per la semplicità, poi mi venne uno schizzo e pensai di fare una piccola pazzia.
Meglio chiedere il parere di Harry.
Harry … pensi che il rossetto rosso sia esagerato ?” chiesi a tono alto, dal bagno.
No, mi piace” rispose dalla camera.
Ok, parere favorevole.
Finii di truccarmi, mi diedi una pettinata e misi il profumo.
Mi guardai nello specchio, cotonai alla bell’è meglio i capelli e tornai da Harry.
Era voltato di spalle, intendo ad allacciarsi l’orologio.
Mi avvicinai al letto ed indossai le scarpe.
Mi diressi verso l’armadio alla ricerca della borsa rossa in modo tale da avere gli accessori coordinati.
Guardai il mio riflesso nello specchio accanto all’armadio, quando, ad un certo punto vidi spuntare il riccio.
Sei veramente molto bello” risposi guardandolo nello specchio.
Non rispose.
Avvicinò il suo naso al mio collo crogiolandosi nel mio profumo ambrato.
Sentii il suo braccio cingermi la vita con l’intento di farmi voltare.
Quando riuscì nel suo scopo agganciò i suoi occhi ai miei.
Te l’ho mai detto che … amo il rosso ?
Feci un mezzo sorriso e, nonostante i tacchi, mi alzai in punta verso il suo viso appoggiando le mie labbra rosse sulle sue e lasciandogli un leggero segno.
Fummo interrotti dal suono del campanello e dalla voce di El che ci avvisava di fare con calma e che andava lei ad aprire.
Mi diedi un’ultima occhiata, feci un breve respiro e schioccai le mani sui fianchi.
Pronti ?” chiesi al riccio, voltandomi.
Pronti !” esclamò prendendomi la mano.
Scendemmo così le scale e arrivati alla fine trovammo mamma e papà in salotto che conversavano molto lentamente con la mia coppia preferita.
Non appena scorsi la mamma sorrisi illuminata e lasciai la mano di Harry per buttarmi tra le sue braccia.
Non appena rientrai in contatto con le sue braccia, quelle braccia mi sentii nuovamente serena, fu come se fossi tornata bambina.
Fu un momento speciale, non potevo immaginare un Natale passato meglio se non con i miei genitori e Harry.
Sciolto l’abbraccio con la mamma andai da papà che mi strinse in modo molto energico e che si lasciò fuggire qualche lacrima.
Come stai amore mio ?” chiese la mamma, sorridente.
Molto bene mamma … qui sto davvero bene e mi sono ambientata senza problemi” risposi, incapace di trattenere tutta la felicità che stavo provando in quel momento.
Molto bella la casa, complimenti ragazzi …” dissero entrambi, guardandosi intorno “e le decorazioni sono davvero magiche, mi sa che qui c’è il tuo zampino
Colpevole” dissi alzando le mani “ma a dire il vero è stato più un’opera di equipe … l’abbiamo fatta tutti insieme
Allora … complimenti a tutti” replicò mio papà guardando Tommo ed El.
Mi spiace interrompere … ma dovremmo proprio andare” disse Harry, stringendomi a sé.
I miei genitori annuirono, così mentre loro andavano a prendere i cappotti con Harry, io salutai gli altri due coinquilini augurandogli un felice Natale a Doncaster dai parenti di Louis.
Ebbi giusto il tempo di abbracciare entrambi quando sentii Harry sfiorarmi la schiena per avvisarmi che dovevamo andare e anche per fargli spazio dato che doveva ancora salutare quei due.
Dopo 10 minuti eravamo nel vialetto d’entrata; i miei erano già nella macchina ad aspettare che facessimo strada.
Ero salita sulla macchina molto velocemente, rispetto ad Harry.
Mi guardò incoraggiante, sorridendomi; ricambiai.
Accese la macchina.
Proprio mentre stavamo uscendo dal vialetto intravidi le figure di Lou ed El in una delle finestra davanti che mi salutarono: Tommo mi alzò entrambi i pollici con una faccia molto buffa mentre la brunetta mi fece segno di sorridere.
Anche se in un modo un po’ particolare riuscirono a farmi scappare un sorriso, che purtroppo durò poco.
Le 3 ore di viaggio furono estenuanti. Passai tutto il tempo tamburellando le dita sulla gamba, guardando il paesaggio che scorreva veloce; ad un certo punto le dita non mi bastavano più e avrei sicuramente iniziato a mordermi le unghie se non avessi rischiato di mandare a qual paese tutta la mia laccatura nuova di zecca rossa, così mi accontentai di sbattere continuamente il piede sullo zerbino.
Harry, quando gli era possibile per via della guida, metteva la sua mano sinistra sulla mia coscia, per accarezzarmi o intrecciava le nostre mani, facendomi voltare verso di lui.
Guardarlo negli occhi e sentirmi dire da lui che dovevo stare tranquilla era l’unica cosa che mi impediva di farlo accostare, aprire la portiera e correre indietro fino a casa.
Mi distrassi con la musica che avevamo acceso dall’inizio del viaggio; ad un certo punto, probabilmente quando capii che non avevo via di scampo e una minuscola parte di me pensò che non c’era bisogno di stare così male, mi tranquillizzai e lo feci a tal punto che quando Harry fermò la macchina in un vialetto, pensai che non potevamo essere già arrivati.
Dietro di noi c’era la macchina dei miei, che stavano aspettando solo di vedere noi scendere dalla nostra.
Harry tolse le mani dal volante e guardò l’edificio che io da un po’ avevo iniziato a contemplare col respiro affannato.
Eccoci qui …
Si lasciò scappare un sorriso.
Detto ciò aprì la portiera e uscì; feci lo stesso, restando a guardare quella splendida casa.
Piccola …” mi richiamò il riccio, facendomi voltare verso di lui “Pronta ?
Ci guardammo da sopra il tettuccio della macchina;come avevo già detto il contatto con le sue iridi verdi mi calmava meglio della valeriana così spostai lo sguardo da lui alla casa per 2 o 3 volte; poi risposi.
Pronta
Fece il giro della macchina e mi raggiunse, prendendomi per mano e facendo segno a miei di uscire.
Raggiungemmo la porta d’entrata e suonammo il campanello.
Sentimmo una voce femminile avvisarci che stava per arrivare.
Posso giurare che in quei pochi secondi il cuore andò in ipertensione.
Harry se ne accorse, mi strinse maggiormente la mano e mi baciò sulla testa.
All’improvviso qualcuno aprì la porta; era una donna, una bella donna.
Era Anne.
Benvenuti … prego entrate” disse, facendo cenno di accedere, con un sorriso che faceva seria concorrenza a quello del figlio e guardando in particolare me.
Mi scambiai uno sguardo con Harry, il che mi rassicurò ulteriormente.
Entrammo.


[Harry’s POV]
E’ dolce ripensare a quella giornata.
E’ dolce ripensare a lei che era così preoccupata dall’incontro coi miei tanto da andare in para dalle 8.00 di mattina e passare tutto il viaggio consumando i pantaloni a furia di tamburellarci sopra.
Era così … piccola e quasi … indifesa.
Mi stupì molto piacevolmente vedere invece come si ambientò perfettamente nel giro di pochi minuti.
Ci sedemmo un po’ in salotto, giusto per fare le presentazioni e per conoscerci un po’. Ecco lì era un po’ preoccupata; io affatto: avevo parlato parecchio ai miei di lei e mia mamma già l’adorava.
Quando arrivò il momento di sederci a tavola la vidi decisamente più tranquilla.
Allora Irene … come ti trovi a Londra ?” le chiese mia mamma sorridendo, tagliando un pezzo di arrosto.
Molto bene, non ci ho messo molto ad ambientarmi e poi Harry è sempre così dolce che non è stato difficile” rispose tranquillamente, almeno rispetto a come era giusto poche ore prima.
Mi fa piacere … è sempre stato un ragazzo particolarmente dolce, è una delle caratteristiche che più amo di lui” concluse guardandomi negli occhi.
Mi piace solo far sentire bene le persone che fanno sentire bene me …” risposi spostando lo sguardo sulla ragazza alla mia destra e incrociando il suo sguardo.
Siete proprio carini …” disse Gemma guardandoci con occhi dolci.
Concordiamo …” replicarono mamma e Robin.
Ce lo dicono tutti …” risposi di rimando e facendo scoppiare tutti a ridere.
Dalla sala da pranzo ci spostammo ancora in salotto, dove prendemmo il dolce.
Si respirava un’ altra atmosfera, anche perché ci eravamo conosciuti di più e c’ era più libertà.
Cosa fate durante le vacanze ?” chiese Roberta, la mamma di Irene.
Vidi che Irene stava per rispondere, ma la precedetti.
Sorpresa …” dissi guardandola e notando il suo sguardo spaesato “Voi ?” chiesi agli altri non dando il tempo a lei di chiedermi spiegazioni, che non le avrei mai dato.
Io vado con alcune amiche in Galles in una SPA” rispose Gemma, crogiolandosi già al pensiero della sua vacanza.
Noi andiamo con amici in montagna” risposero i genitori di Irene.
Mentre noi ci godiamo la casa vuota senza Gemma” risposero i miei guardandosi negli occhi, senza degnare mia sorella che fingeva una faccia offesa.
Parlammo un altro po’ fino a quando a Robin non venne in mente di proporre i giochi di società.
La proposta fu accolta in modo molto caloroso da tutti, escluso me dato che li detesto tutt’oggi.
Il tempo passò in un lampo tra risate e rivincite a bizzeffe dato che perdevo sempre.
Io perdevo; tutti ridevano.
Io perdevo; loro ridevano.
Io perdevo; lei rideva.
Ci fu un momento in cui ci guardammo, mentre lei rideva per l’ennesima volta e non potei immaginare un Natale migliore se non lì.
Con lei.


Angolo autrice

Eccomi.
Non voglio dilungarmi troppo, quindi passo subito ai ringraziamenti.
Per cosa ?! Bhè con lo scorso capitolo siamo arrivati alle 14 recensioni !!!
La cosa non può che rendermi felice ed entusiasta, perchè capisco quanto la storia vi piaccia e vi appassioni !!!
Spero che anche questo capitolo possa avermi trasmesso nuove emozioni e vi abbia coinvolte !!
Sono impaziente di vedere cosa ne pensate !! ;)
Un bacione e al prossimo capitolo !!**
Nene xx


https://twitter.com/Irene_Vertua







 

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Capitolo 24
*** Baby, It's cold outside ***




Baby, It’s cold outside


Aprii gli occhi, svegliata da alcuni raggi di sole e da un lieve aroma alla cannella.
Mi alzai dall’enorme lettone bianco con la testiera in legno grezzo, spostando la pesante coperta di lana che era stata appoggiata sul piumone per scaldare ulteriormente.
Non appena appoggiai i piedi sul pavimento freddo, una serie infinita di brividi mi percorse in breve tempo il corpo; cercai a tentoni, coi piedi, le pantofole.
Le trovai, le infilai e mi voltai verso l’enorme finestra che si trovava accanto alla porta, praticamente di fronte al letto.
Feci un profondo respiro.
Ebbi l’idea di avvicinarmi, ma un improvvisa ventata di freddo mi fece ragionare sul fatto che avrei anche potuto togliere la coperta di lana sulla quale, mi accorsi, Harry era completamente avvolto.
Lo osservai: con quella massa informe di ricci scompigliati tutti sparsi sul cuscino, che teneva stretto come un tesoro; il volto completamente rilassato e anzi, lievemente impegnato in un sorriso.
Mi avvicinai lentamente e con cautela lo srotolai lasciandolo avvolto solo dal piumone.
Misi la coperta attorno alle spalle a mo’ di mantello e mi avvicinai alla finestra.
Tutto ciò che ci circondava era bianco: ogni pino, ogni sentiero, perfino la buca delle lettere.
Non ero mai stata in una baita di montagna, e men che meno in pieno inverno e di conseguenza non avevo mai visto così tanta neve tutt’assieme.
Eh sì, ho proprio detto baita di montagna.
Perché era quella la fantomatica sorpresa che Harry e i ragazzi avevano organizzato: avevano prenotato questa casa tutta per noi, il che significava aver prenotato una casa molto grande poiché eravamo in 10 !!
Saremmo rimasti lì fino alla prima giornata di Gennaio.
Eravamo arrivati da mezza giornata; avevamo avuto solo il tempo di sistemarci e preparare la cena che già era ora di andare a dormire.
Avevo visto solamente la casa, quindi la giornata l’avremmo passata a esplorare i dintorni e a sciare.
Stavo ancora guardando sovrappensiero fuori della finestra, quando sentii un grugnito dietro di me.
Mi girai.
La massa informe che era Harry avvolto nel piumone si stava muovendo.
Mi staccai dalla finestra e mi avvicinai accucciandomi davanti a lui.
Buongiorno superstar” gli dissi, accarezzandogli la fronte calda e spostandogli i ricci scompigliati.
Buongiorno principessa” rispose, anche se fu più un mugugno piuttosto che una risposta.
Ti alzi da solo oppure devo chiamare Louis e Niall che ti portano di là di peso ?” chiesi, sorridendo e massaggiandogli la fronte col pollice.
Per tutta risposta grugnì voltandosi dall’altra parte, non prima di avermi fatto un sorrisetto che indicava il fatto che non si sarebbe alzato.
Fai come preferisci … io sono di là” conclusi alzandomi.
Tempo 2 secondi che sentii qualcosa bloccarmi; non mi girai nemmeno sapevo che era il suo braccio.
Harry mollami …” dissi ridendo e guardandomi attorno.
Non rispose, allora mi voltai: non si era nemmeno girato a guardarmi, era con la faccia immersa nel cuscino ed un braccio che mi tratteneva.
Harry non ritorno a letto con te, abbiamo tutto il giorno … andiamo a fare colazione e poi torniamo a letto
Risposte: 0.
Ahhhh arrangiati !” risposi strattonando il mio braccio con un po’ di forza per liberarmi.
Prima di uscire definitivamente dalla stanza mi girai un’ ultima volta per vedere che stava facendo; naturalmente si era re immerso nelle coperte senza dire una parola.
Sorrisi; non sarebbe mai cambiato.
Mi avviai alla cucina, dove sicuramente qualcuno c’era, che ci stava preparando la colazione.
Sulla strada per andare in cucina incontrai Niall, anche lui con una pesante coperta di lana addosso che gli copriva un bellissimo maglione bianco con le renne rosse, che stava aprendo la porta sul retro.
Buongiorno irlandese” dissi al biondo, facendolo girare.
Buongiorno italiana” mi rispose allungando un braccio per salutarmi.
Quanta neve …” affermai, guardando la meraviglia di bianco che ci circondava.
Già, ha nevicato tutta notte e continua a scendere … ci sarà da divertirsi oggi” disse, facendo un enorme sorriso immaginando le cazzate che di lì a poche ore avrebbero, sicuramente, fatto.
E la tua principessa ? Ancora a letto ?” chiesi.
Sì, ma ora vado da lei … stava dormendo così bene che non volevo svegliarla subito, ma ora dobbiamo fare colazione …” rispose avviandosi alla sua camera “ … e Harry ?” si fermò dopo pochi passi e voltò mezzo viso.
Mi lasciai scappare un sorriso.
Secondo te ?! E’ ancora a letto …” risposi, sorpassandolo e avviandomi in cucina.
Non appena entrai nella stanza, mi accorsi di 3 ragazze che stavano tutte indaffarate ai fornelli.
Prima vi avevo detto che in casa eravamo in 10, no ?!
Beh il fatto è che in quel periodo Zayn aveva conosciuto una ragazza, anche lei cantante di un gruppo che stava acquistando popolarità.
Non ce l’aveva ancora presentata, ma una sera ci fece intuire che la cosa stava diventando un po’ più seria allora Harry gli disse di portare anche lei.
Si chiamava Perrie e, anche se l’avevo conosciuta da poche ore, mi sembrava davvero una ragazza dolcissima e molto carina.
Buongiorno bellezze” esclamai mettendo piede nella cucina.
Eleanor, che stava cucinando dei pancakes, alzò di scatto lo sguardo dalla padella e lo puntò su di me.
Buongiorno amore” disse, con quel suo sorriso speciale, meritandosi il mio primo bacio di quella mattina.
Dani stava sull’altro fornello a preparare quello che dedussi fosse latte caldo.
Buongiorno piccola
Mi avvicinai per darle un bacio quando una zaffata di cannella mi avvolse.
Ah ecco qui l’aroma che mi ha svegliata !” dissi, dopo averglielo dato.
Ti piace la cannella, no ?” chiese, tutta sorridente e riccissima come sempre.
Tantissimo …” risposi, sorridente e avvicinandomi a Perrie che stava apparecchiando.
Buongiorno dolcezza” mi disse, mettendo l’ultimo piatto a tavola e permettendomi di stamparle un bacio sulla guancia.
Avete bisogno di una mano ?” chiesi rivolgendomi a tutte.
Mmmm a dire il vero sì, potresti informare la torta ?” mi chiese Danielle, dopo 2 minuti di riflessione.
Certo, ma avete preparato per un esercito ?!” chiesi, avviandomi al forno con la teglia in mano, presa dal bancone di legno.
Abbiamo solo pensato di fare più cibo, al massimo ne facciamo di meno domani e finiamo questo” rispose El.
Avete ragione … infondo siamo in 10” ragionai, mentre chiudevo il forno.
Dite che gli altri stanno ancora dormendo ?” chiese Perrie.
Io ho incontrato Niall venendo qui e mi ha detto che stava per svegliare la Ale; Harry … sì va beh avete capito no ?” risposi, rivolgendo l’ultima domanda soprattutto a Dani ed El.
Scoppiarono in un sonora risata.
Avete finito ?!” chiesi, non riuscendo a trattenere una risata.
Sisi … comunque io e Liam ci siamo svegliati insieme; voleva venire lui a fare la colazione ma ero d’accordo con El e Perrie così è rimasto a letto” mi disse Danielle.
Louis pure, a dire il vero mi ha svegliata lui … per la neve che cadeva; così non riuscendo più a riaddormentarmi mi sono alzata e l’ho lasciato di lì” concluse la brunetta.
“Zayn invece stava ancora dormendo beatamente” affermò Perrie.
Bene … allora asp-
Non finii nemmeno la frase che in cucina entrarono Liam, Louis, Zayn e Niall con Alessia.
Buongiorno a tutti” esclamammo io, Perrie, Dani ed El.
Buongiorno” rispose la massa di gente mezza addormentata.
Zayn era andato subito a salutare Perrie, idem Liam con Danielle; Niall si era appena seduto e aveva Alessia sulle gambe, ma non dopo che io mi fossi fiondata ad abbracciare la mia principessa.
Lou fu l’ultimo ad avvicinarsi alla sua dolce metà, perché era l’addetto al camino ed era andato a ravvivare il fuoco.
Aveva appena cinto il fianco della brunetta con una mano, quando si voltò verso di me.
Maaaaaa il bello addormentato nel bosco, vuole degnarci della sua presenza o dobbiamo inginocchiarci ?” mi chiese, ironicamente e con un mega sorriso stampato sul volto.
A dire il vero penso proprio che se lo volete vedere tu e Niall dovete andarlo a prendere … di peso” risposi, mordendomi un labbro.
Non appena l’abbi detto, li vidi scambiarsi uno sguardo d’intesa e partire in quarta con direzione la nostra camera.
Sentimmo Louis fare una battuta e poi dei versi.
Dopo 2 minuti scorsi la testa del riccio spuntare dalla porta, tenuto per i piedi dal biondo e per le spalle dal suo migliore amico.
Lo appoggiarono su una sedia, quella a capotavola, accanto a me.
Aveva una faccia piuttosto sconvolta e un po’ assonnata.
Io te l’ho detto che li chiamavo amore …” gli dissi, facendogli così tirare su il viso.
Ma che premurosa amore mio” rispose con un sorriso evidentemente finto.
Sicuramente avrebbe aggiunto qualcosa, ma il fatto che Louis posizionò improvvisamente la pentola tra i nostri visi, ci costrinse ad allontanarci e mise così fine alla conversazione.
Per quel momento.
Mi feci servire, con quantità modeste a differenza di altri, come Niall che quando prese la sua super-dose di torta/latte/pancakes alzò il piatto come se fosse un tributo ad un dio con un sorriso a 32 denti.
La colazione durò parecchio anche perché passammo molto tempo a parlare e ridere.
Quando mi alzai, per dirigermi in bagno a darmi una sistemata, sentii dei passi dietro di me.
Arrivai in camera mia e presi il mio beauty-case per poi dirigermi in bagno.
Sentii qualcuno prendere la rincorsa e neanche 3 secondi che mi ritrovai spiaccicata sul materasso con sopra Harry.
E ora ?” gli chiesi.
E ora paghi per il fatto di avermi fatto alzare …” rispose, senza spostarsi di un millimetro.
Aspettai forse 2 minuti.
Rimaniamo così tutto il giorno ?” chiesi, aspettandomi una risposta affermativa.
Se necessario sì
Che intendi per necessario ?
Beh … io mi alzo solo se tu rimani tutta la mattina nel letto con me e solo con me
Tutto qui ?” chiesi, un po’ incredula.

Okok lo faccio … tu però alzati
Si alzò immediatamente, con un sorriso soddisfatto in volto.
Vado a lavarmi, dammi 3 minuti e poi sono tutta tua …” risposi, riprendendo il beauty-case che era caduto, per l’eccessiva finezza del riccio.
Come sempre …” disse, mettendosi sotto le coperte e lanciandomi uno sguardo lievemente ammiccante.
Sorrisi e mi chiusi in bagno senza dire una parola.
Quando ne uscii, tutta bella lavata, lo vidi sotto le coperte con un braccio steso ad indicarmi dove mi dovevo sdraiare.
Feci un piccolo respiro e mi avvicinai; giusto il tempo di mettermi sotto il piumone e di abbracciare Harry, sentendo il suo calore provocato dalla maglia di lana bianca che portava, come pigiama che vedemmo spuntare dalla porta Zayn e Niall.
Non capimmo subito il perché della loro venuta, ma poi si fiondano contro di noi e s’inoltrarono nelle nostre coperte schiacciandoci come delle sardine.
Ragazzi … che state facendo ?!” esclamò Harry, spremuto tra me e Zayn.
Vogliamo passare un po’ di tempo con voi !!!” rispose entusiasta il biondo.
Detto ciò li sentimmo muoversi e rotolarsi da un lato all’altro.
Mentre Harry si lamentava vistosamente io non potevo fare a meno di ridere incessantemente; e la situazione non migliorò quando si aggiunse Liam che, spuntato dalla porta, salì su una sedia e si sdraiò con tutta la sua lunghezza sul letto, di traverso, schiacciandoci ulteriormente.
Dai … ragazzi, adesso basta … ho capito, ho capito mi alzo !” esclamò Harry, schiacciato da tutto il peso di 4 persone, in tono di resa.
Non appena ebbe detto che si sarebbe alzato i 3 intrusi si buttarono giù dal letto e si fiondarono fuori della stanza.
Rimasi 3 minuti a guardare il soffitto attendendo che tutte le mie membra tornarono esattamente come prima; poi mi voltai verso il riccio.
Bene … direi che adesso ti devi proprio alzare
Mi fulminò.
Non mi sfuggi, tranquilla … stanotte sta qui con me” disse, assottigliando gli occhi e sorridendo.
E’ una minaccia ? Oh beh … vedremo” risposi alzandomi e iniziando a cambiarmi.
Ohhh vedrai, vedrai …” disse dirigendosi in bagno.
Ti aspetto di là, sbrigati però che non ti aspettiamo in eterno
Mi avviai in salotto, dove trovai una delle innumerevoli cazzate che avrebbero fatto: sul tavolino posto davanti al camino era stata posta una tavola da skateboard e Louis ci stava sopra, mentre Liam la faceva ruotare di poco.
C’erano Niall e Zayn che ridevano, mentre Danielle ordinava a Liam di smetterla e El diceva a Lou di scendere da quell’aggeggio.
Irene … digli che si farà male !!!” mi disse la bruna, voltandosi mezza isterica e mezza divertita.
Louis scendi … ti fai davvero male” disse, una voce alle mie spalle.
Nemmeno il tempo di voltarmi che due braccia mi circondarono e ricevetti un bacio sulla guancia.
Oh sei riuscito a preparati nel tempo record di 6 minuti e mezzo, complimenti Harold Edward Styles
Mi voltai verso il riccio, solo per osservare la sua reazione.
Chiamami ancora col mio nome per intero che sarà l’ultima cosa che farai …” disse fulminando Boo Bear.
E’ una minaccia ?!” chiese Lou, tirando la corda.
Sembrerebbe di sì … e con questa siamo a due oggi; andiamo a prepararci” dissi tirandomi Harry in camera.
Dopo 10 minuti eravamo tutti in salotto a mettere a posto le ultima cose: Louis finiva di mettersi il giubbino; Zayn si metteva il cappello di lana e Niall faceva riscaldamento con gli occhialini addosso; Liam andò a prendere le tavole da snowboard e Harry … beh Harry guardava Zayn malissimo poiché gli aveva messo gli occhialini senza ragione.
Io e le ragazze, semplicemente li osservavamo divertite.
Non avevo la minima intenzione di sciare o fare qualsiasi sport di montagna; mi sarei limitata a osservare le loro innumerevoli cadute e a fare battaglia a palle di neve.
Pronti ?” chiese Dani, quando li vide tutti in fila, ben imbacuccati e con la loro tavola in mano.
Pronti !” esclamarono in coro.
Così, uscimmo dalla baita, nella candida neve immergendoci in quella meraviglia di spettacolo che era quella montagna.
Chiusi gli occhi e respirai a pieni polmoni l’aria fredda e pura:aveva un odore strano.
Su ragazzi, la neve ci aspetta !!” esclamò Louis, correndo verso un piccolo pendio, facendo cenno a noi di seguirlo.
Tutti i ragazzi gli corsero incontro, mentre noi ragazze preferimmo trovarci un posticino per fare dei classici pupazzi di neve mentre li osservavamo rompersi l’osso del collo.
Voi non venite ?” chiese Liam, fermandosi a metà strada e voltandosi verso di noi.
“No amore, preferiamo stare qui a guardarvi … quando avete finito magari giochiamo a qualcosa tutti insieme” rispose Danielle, sorridente.
Vidi Liam fare un cenno col capo e sorridere, per poi riprendere la corsa verso gli altri 4 che si erano già buttati in pista a fare una gara.
E che gara.
Zayn dopo 10 metri aveva già perso l’equilibrio e si stava rotolando a terra come un grosso fagotto rosso.
Harry sembrava che stesse andando bene, ma all’improvviso prese un sasso in pieno che lo catapultò in avanti e lo fece cadere.
Louis e Niall era pari sia per velocità che per mezza bravura, l’unica cosa è che si misero a bisticciare e a darsi colpetti alla cieca con le mani col risultato di cadere entrambi.
L’unico che raggiunse la fine e che, di conseguenza vinse, fu proprio Liam.
Vedemmo le facce attonite di Niall e Louis che già si pregustavano la vittoria, benché eravamo distanti metri e metri.
Harry e Zayn li raggiunsero e li aiutarono ad alzarsi, dopodiché li vedemmo avvicinarsi a noi spintonandosi e scherzando.
Allora … abbiamo un vincitore a quanto pare …” disse, El “… e non sei tu amore; che strano, non avevi detto che era il migliore in questo campo in tutta l’Inghilterra ?
Vedi amore … anche i migliori si battono” rispose Boo Bear, con un sorrisetto.
La brunetta stava per ribattere qualcosa, quando Niall ci interruppe:
Ragazze voi che avete fatto ? Vedo qui 5 cose informi …” ci chiese trattenendo una risata.
Come scusa ?! Cose informi ? Ma … ma come ti permetti di dire che i nostri 5 pupazzi sono cose informi !!” dissi io, facendo una faccia sconvolta.
Beh sono storti … ma chi rappresenterebbero ?” continuò il biondo.
Ma come chi ? Non si vede ?” chiesi Dani, incredula.
Mmmm no, davvero ragazze non lo capiamo” diede man forte Harry.
Ma come ?! … davvero ?” disse Perrie.
Ma siete voi 5 !!!” esclamammo tutte insieme, con un mega sorriso dopo aver visto i loro visi dubbiosi.
Guardarono i pupazzi: uno aveva due bretelle incastrate nella neve e una sciarpa con le carote; un altro aveva due bottoni verdi al posto degli occhi e una parrucca con ricci cioccolato; un altro ancora aveva una maglietta nera appallottolata sulla testa a mo’ di ciuffo con una striscia bionda fatta con un fazzolettino e l’ultimo aveva un paio di guanti coi cucchiai e un pupazzo di Woody in mano.
Si scambiarono tutti uno sguardo e poi, dopo 2 minuti ci completo silenzio scoppiarono in una fragorosa risata che provocò un lunghissimo eco.
Noi ragazze ci guardammo, incrociammo le braccia e li fulminammo, aspettando che finissero.
Oddio … ma state scherzando spero ?! Sono orrendi !!!” iniziò Louis.
Non li avremmo mai riconosciuti se non ce l’aveste detto !!!” continuò Niall.
Ma come vi è saltato in mente ? Cioè … come potete pensare che ci assomiglino anche solo lontanamente ?” disse Harry.
Ma infatti ! E avete fatto solo questo per tutto il tempo ?” chiese Zayn.
Noi ci guardammo, ci sorridemmo e ci rigirammo verso i 5 idioti.
Mmmm beh, a dire il vero no …” iniziò Alessia guardando Niall.
… abbiamo anche preparato qualcos’altro …” continuò Perrie, fulminando Zayn.
E cosa sarebbe, di grazia ?” chiese, con finta cortesia Louis facendoci un inchino.
Beh …” iniziò El spostandosi leggermente da noi e prendendo qualcosa da dietro il pupazzo di Niall.
Mise la mano dietro la schiena e quando tornò, notando i visi curiosi dei ragazzi, molto lentamente mostrò la mano.
State scherzando spero ?” chiese Liam, osservando la palla di neve che la brunetta teneva in mano, lanciandola su e giù.
Tu che dici ?” chiese Danielle andando a prenderne un’ altra.
Io dico che non faret-
Zayn non finì nemmeno la frase che già tutte e 5 avevamo iniziato a tirare palle addosso a tutti loro.
Dopo i primi 2 minuti di smarrimento, in cui si abituarono alla bassissima temperatura delle palle, reagirono.
Corsero contro di noi, con l’intento di prenderci.
Non appena vidi i loro corpi muoversi iniziai a correre più che potevo per cercare di sfuggirgli; prima però recuperai 4 palline giusto per proteggermi un po’.
Sentii dei passi dietro di me, ma non potevo girarmi.
All’improvviso qualcosa mi colpì in piena schiena; lì decisi di fermarmi e girarmi.
E chi poteva essere se non Harry ?
Era lì, con un sorriso compiaciuto mentre giocava con una palla e mi guardava con sfida.
Ricambiai lo sguardo e subito dopo anche il favore; avevo ben 4 palle, mentre lui solo una, era abbastanza facile poterlo fermare.
Gliene tirai due, mancandolo di parecchi centimetri; si mise a ridere, chi gli avrebbe dato torto ? Una mira peggio della mia non credo esista al mondo ancora oggi.
Gli tirai le altre due, magari sarei stata più fortunata.
Macché !!
Gli sfiorai un braccio con una e l’altra andò da tutt’altra parte.
Questa volta scoppiai io a ridere, ma per poco, anche perché lo vidi fiondarsi verso di me come una furia.
Persi qualche secondo a collegare che dovevo muovermi, ma non appena iniziai a correre fui bloccata dal suo corpo che, a causa dalla spinta mi gettò a terra.
Eravamo proprio sul limite del pendio, così non appena lui si mosse iniziammo a rotolare sempre più veloci, abbracciati, con la neve che ci entrava da tutte le parti del piumino.
Ridevamo, ridevamo a che se tutti i muscoli ci dolevano, ridevamo senza una ragione precisa.
Ridevamo e basta.
Ecco cos’era l’odore strano, era l’odore della felicità.
Ad un certo punto ci fermammo, rimanemmo fermi qualche secondo, intontiti con tutta la testa che girava.
Stai bene ?” mi chiese Harry, spostandosi un po’ per togliermi i capelli imbrattati di neve dal viso.
Benissimo, tu ?” chiesi sorridente come non mai, accarezzandogli la guancia.
Benissimo, ce la fai ad alzarti ?” mi chiese.
Penso di sì” sentivo qualcosa nella pancia muoversi, ma pensavo che alzandomi mi sarebbe passato.
Lo vidi alzarsi e mi tese una mano, che afferrai.
Non appena mi misi in piedi vidi tutt’attorno girare, la pancia iniziò a ballare la conga e sentii le gambe cedermi.
Iniziai a confondere i colori e il viso di Harry non era più definito, come anche tutto ciò che mi circondava.
Le gambe non ressero più.
Tutto nero.



Angolo autrice

Lo so, lo so, lo so e lo so.
Faccio schifo.
Lo so, davvero.
E’ quasi un mese che non aggiorno.
Mi faccio schifo da sola, davvero.
Ma tra la scuola che preme per i pagellini (che tra l’altro ho tra 3 giorni) e il portarsi avanti coi compiti per le vacanze Pasquali; davvero non ho trovato un momento per mettermi alla tastiera in santa pace.
A dire il vero qualche momento l’ho avuto, ma non mi sarebbe uscito un capitolo come quelli che voglio pubblicare, quindi un po’ l’ho fatto anche per me … non volevo pubblicare una merda in somma.
Non che questo mi convinca particolarmente eh ? Però è già discreto.
In fondo sono 3 settimane che non mi metto alla tastiera :((
Allora sareste così gentili da farmi sapere se è almeno decente ?
Ooook ora me ne vado.
Solo vorrei ancora ringraziare tutti !!
Sei sempre dolcissimi e pensare che siamo arrivati a 235 recensioni mi riempie di gioia !!
Non smetterò mai di ripetervelo: IO VI AMO !! **
Ok, ora me ne vado seriamente ;)
Alla prossima (spero prima del mese prossimo)
Nene xx

P.s mi fate gli auguri per i pagellini ? :3
https://twitter.com/Irene_Vertua

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Capitolo 25
*** Keep holding on ***




Keep holding on


[Harry’s POV]
Erano passate 2 settimane.
Due da quando era svenuta.
Due da quando tutti ci eravamo presi uno dei più grandi spaventi mai visti sulla faccia della terra.
Due da quando si era svegliata e ci aveva rassicurati che andava tutto bene.
Due da quando eravamo tornati.
Due da quando eravamo riusciti a convincerla a farsi vedere dal medico, a dire il vero ci erano riuscite Alessia ed El.
Due settimane da quando avevamo saputo che a fine Gennaio saremmo partiti per il Ghana per visitare un ospedale, mandati dall’associazione Comic Relief, con la quale avevamo collaborato e per la quale avevamo deciso di incidere una cover di un brano, i cui ricavati sarebbero stati all’associazione.
Due da quando Irene e Alessia avevano rotto fino allo sfinimento per venire con noi e alla fine avevano ricevuto il permesso.
Una settimana da quando era andata dallo specialista, poiché il dottore voleva fare degli accertamenti, ma per i quali lui non era adatto.
Due giorni da quella notizia.
Due giorni da quando lei si era spenta.
Non aveva detto una parola, se non un “portami a casa Harry” non appena eravamo usciti dalla porta dell’ambulatorio.
Non aveva mai toccato l’argomento ed io non mi ero azzardato a forzarla.
Si era spenta.
Erano due giorni che non era più come prima.
Sembrava che tutto ciò che le accadesse attorno non la riguardasse.
Sembrava che ciò che ci era stato riferito non la riguardasse.
Non le importasse.
Si alzava la mattina, mi dava il buongiorno, facevamo colazione, lei si collegava con la scuola e io uscivo coi ragazzi per le varie interviste, meet e quant’altro.
Ci incontravamo a pranzo, parlavamo della nostra mattinata, passavamo il pomeriggio insieme guardando cartoni animati, aspettavamo la cena e poi, dopo aver salutato El e Lou, andavamo a letto.
Ecco, così erano stati quei nostri due giorni.
Vuoti.
Ecco come erano stati.
Non ne avevo ancora parlato con nessuno, perché era una cosa sua.
Una cosa nostra.
Prima di parlarne con altri, dovevo aspettare che lei se la sentisse di parlarne prima con me.
Avrei aspettato, tutto il tempo che le serviva glielo avrei dato.
Le avrei dato tutto ciò che le serviva.
Ma quella mattina, guardandola mentre dormiva sempre stretta al mio petto come una bambina mi sembrò ancora più … fragile e indifesa di come mai mi era sembrata.
Era rannicchiata con le ginocchia sul petto.
Indossava una mia maglietta,oramai usava sempre quelle come pigiama.
I capelli lunghi e scuri erano sparsi sul materasso e tutti buttati all’indietro, lasciandole tutto il viso scoperto.
Aveva un’espressione serena, il volto era disteso, con la pelle candida che tanto mi piaceva di lei.
Le labbra, schiuse leggermente, di quel colore rosa acceso.
Sembravano dei petali.
Petali che ogni volta che parlava, mi facevano venire un’irrefrenabile voglia di baciarla e stringerla a me.
Le lunghe ciglia scure, facevano leggermente ombra al suo viso.
Spostai lo sguardo dal suo dolce viso alle sue mani.
Quelle mani che stringevano così gelosamente la mia T-shirt azzurra, come se avessero paura che sarei scappato da un momento all’altro, come per trattenermi.
Non me ne sarei mai andato.
Non l’avrei mai lasciata da sola.
Non più.
Allungai il braccio per cingerle la vita e portarla il più vicino possibile a me, come per farle capire che non me ne sarei andato.
Non appena sentì la mia mano spingerla delicatamente vidi, impercettibilmente, la sua allentare la presa.
Mi misi a sorridere.
Non riuscivo a smettere di vederla fragile, anche se sapevo perfettamente che non lo era.
Ma non era pronta per questo.
Non per questo.
E non lo ero nemmeno io.
Ma non l’avrei lasciata sola.
Mai.
Non so nemmeno come arrivai a pensare ad una lei piccola.
Iniziai a chiedermi come era da bambina, se aveva i ricci o i capelli lisci; se aveva gli occhi chiari che le si sono scuriti col crescere, o se li aveva sempre avuti scuri; se era tonda o uno scricciolino …
Non so per quanto andai avanti a pensare a lei che giocava nel cortile di casa sua, correndo con una palla più grande di lei tra le mani, mentre il sole le colpiva i capelli scuri illuminandoli di scaglie dorate.
Forse per minuti …
Forse ore …
Ma furono i momenti più belli che passai in quei due giorni.
Mi sentivo senza preoccupazioni, senza problemi.
Libero in un certo senso.
Come in un sogno.
In un mondo perfetto dove nulla ti può colpire, dove puoi stare sereno.
Avevo ancora per la mente la bambina che correva nel parco, quando ad un certo punto vidi un ragazzo … ma non riuscivo a vedere che faccia aveva, so solo che era parecchio alto.
E la bambina gli stava correndo incontro.
Quando lo raggiunse, il ragazzo la prese in braccio.
Si aggiunse un’ altra persona … questa volta una ragazza, che si avvicinava camminando verso i due, nemmeno di lei riuscivo a distinguere il viso.
Ci mise pochi istanti a raggiungere la coppia.
Mentre lei si stava avvicinando vidi la bimba sporgersi dalle braccia del fratello per tentare di raggiungere la ragazza, che le allungò a sua volta per sfiorare le mani della piccola.
Vidi il ragazzo avvicinarsi a lei per baciarla e lei circondargli il collo con un braccio, sotto gli occhi della bimba che sentii distintamente dire:
Mamma, papà è mio !” mentre spostava delicatamente il viso della mamma da quello del padre.
Rimasi un po’ scosso dalla notizia, anche perché la ragazza mi sembrava molto giovane … troppo direi.
Certo amore, papà è tutto tuo” rispose sorridente.
Quella voce …
La sua voce …
All’improvviso il suo viso mi apparve chiarissimo.
Era Irene, la mia Irene.
Il papà è tutto tuo piccola, ma anche un po’ della mamma no?” sentii chiedere dal papà.
Non appena disse quella parole, anche il suo volto mi apparve nitidamente.
Ero io.
Eravamo noi … con nostra figlia.
Fui scosso da un brivido e aprii di scatto gli occhi ritrovandomi nel mio letto, con la mia piccola bambina ancora avvinghiata al mio petto mentre io la stringevo a me.
Realizzai che era stato solo un sogno.
Solo un sogno …
Solo …
All’improvviso pensai che col mio balzo avrei potuto svegliarla, così mi voltai verso di lei accorgendomi che stava ancora dormendo beatamente.
Tirai un sospiro di sollievo, vederla così serena in quel mondo perfetto e protetto mi faceva venire voglia di non svegliarla più.
Quel giorno la classe sarebbe andata in gita … perciò aveva la giornata libera e poteva dormire quanto voleva.
Iniziai a guardarmi attorno cercando di far passare il tempo, quando l’occhio mi cadde sulla sveglia: 12.00.
Era tardi per lei, solitamente si svegliava prima.
Non riuscii nemmeno a cambiare pensiero che la sentii mugugnare.
Mi voltai verso di lei e la vidi iniziare ad allungarsi e stiracchiarsi.
Buongiorno principessa” le dissi, sorridendole e guardandola negli occhi.
Buongiorno amore” rispose, sorridendo debolmente e ricambiando lo sguardo dal cuscino.
Come ti senti ?” chiesi cautamente, non pensando nemmeno di sfiorare l’argomento “tabù”.
Molto bene amore, tu ?” rispose, lasciandomi alquanto perplesso.
Nei giorni precedenti sembrava una morta vivente e in quel momento mi diceva che stava molto bene ?!
Davvero piccola ? Ne sono felice … bene, bene” dissi, effettivamente felice di quella risposta, anche se ancora un po’ perplesso.
Andiamo giù a mangiare che sto morendo di fame ?” chiese sorridente.
Un sorriso enorme.
Ok, mi stavo un po’ allarmando, lo ammetto.
Era troppo … felice !
Si alzò dal letto e, porgendomi la mano, dopo aver notato il mio viso un po’ sconcertato, mi chiese:
Che c’è ? Non dirmi che vuoi ancora stare a letto ?
La guardai per pochi secondi e poi scossi la testa, prendendole la mano, forse un po’ delicatamente.
Tranquilla piccola ... anzi ti va di uscire ?” le chiesi, cingendole la vita con entrambe le braccia mentre uscivamo dalla camera.
A pranzo ?
No amore … a cena” la guardai ironicamente.
Ah ah ah che simpaticone che sei … va bene, ma solo se mi porti nel nostro posto” rispose voltandosi verso di me.
Per nostro posto intendeva il ristorante in cui l’avevo portata il giorno in cui avevamo girato il video di “Live while We’re young”.
Ci eravamo andati spesso da quando si era trasferita a Londra.
Amavamo andare lì.
Non c’era una ragione specifica, ma era nostro e solo nostro.
Affare fatto piccola” dissi, voltandoci e dirigendoci in bagno.
Tempo 20 minuti e già eravamo nel vialetto.
La vidi avvicinarsi alla macchina e sinceramente non so cosa mi scattò ma mi fiondai ad aprirle la portiera, ma lo feci con una tale enfasi che rischiai di schiacciarla contro la macchina.
Mi guardò sconvolta.
Harry stai bene ?
Ehm … sì certo … volevo solo aprirti la portiera” dissi, cercando di convincere più me che lei.
La verità è che mi sentivo in dovere di farlo.
Partimmo e quando arrivammo al ristorante, mi accorsi che tutti i parcheggi vicini erano stati presi.
Sbuffai.
Su amore, ci facciamo un pezzo a piedi …” mi disse poggiando una sua delicata mano sulla mia che stringeva il cambio.
Mi voltai verso di lei e le sorrisi.
Non lo trovai molto distante, ma la cosa che mi infastidiva era che per arrivare al ristorante dovevamo attraversare un paio di strade senza semaforo sulla quale gli automobilisti guidavano come pazzi.
Non appena raggiungemmo il ciglio della prima, la presi per la mano e la strinsi a me.
Vidi che mi aveva guardato un po’ spaesata, proprio per quello non mi voltai, non volevo spiegarne una ragione che avrebbe portato ad un argomento che non volevo toccare.
L’attraversammo senza grossi problemi, ma non mollai mai la sua mano.
Quando arrivammo al ciglio della seconda vidi una macchina da lontano che si stava avvicinando allora decisi di aspettare.
La sentii strattonare il mio braccio e iniziare ad attraversare la strada.
Buttai uno sguardo prima alla macchina e poi a lei.
Non so come, ma mi buttai in mezzo alla strada; l’afferrai per un braccio cogliendola di sorpresa e la riportai sul lato dove eravamo prima.
Ma sei impazzita ?! Ti butti così in mezzo alla strada ?!” chiesi, alzando la voce per l’agitazione.
Strabuzzò gli occhi.
Ah io sarei impazzita ?! Sei tu quello che si è buttato in mezzo alla strada e mi ha tirata indietro rischiando di far investire entrambi !!!” mi rispose vistosamente alterata.
Ma stai scherzando ?! Rischiavi di farti prendere dalla macchina !!
Ma smettila !! Sei troppo … protettivo e paranoico nei miei confronti !! Mi tocchi delicatamente, mi sfiori, mi apri la portiera, mi prendi la mano per attraversare la strada … non ho 3 anni !! Ma mi spieghi cos’hai stamattina ?!
Ah e me lo chiedi pure ?!
Non dovevo dirlo …
Non dovevo …
Mi fulminò.
Sì, sì te lo chiedo ! E pretendo una risposta” disse incrociando le braccia al petto, sempre incazzata.
Ehm … nulla, sono solo un po’ … ehm un po’ preoccupato per te …” dissi cercando di non dire troppo, ma accorgendomi che oramai il danno l’avevo fatto.
Ma per cosa ?! … Harry non devi fare così !! Io sto benissimo !!” disse sempre con un tono molto alto.
Oramai tutti avevano iniziato a fissarci straniti.
No, non è vero … tu non stai bene ed è inutile che fingi di stare bene e sorridere e fare finta che non sia successo nulla !!
Stavo seriamente iniziando a perdere la consapevolezza di ciò che potevo dire e cosa no.
A cosa ti riferisci ?” chiese lei, ben sapendo a cosa mi riferivo.
Quella frase mi fece andare su tutte le furie.
Cazzo lo sai benissimo !!! E smettila di fare finta di non saperlo perché lo sappiamo benissimo sia tu che io, ok? Non ammetterlo non cambierà la situazione !!” avevo decisamente alzato il tono della voce, tanto che alcuni passanti si erano fermati ad osservare la situazione per controllare che non mi avventassi su di lei.
Cosa che, mi spiace ammetterlo, avrei fatto in quel momento.
Cosa dovrei ammettere ?! Cosa ?!” chiese con gli occhi che iniziavano a luccicare.
Non aprii bocca, continuando a fissarla negli occhi e iniziando a sentire i miei inumidirsi perché vederla così non mi piaceva e non mi piace tutt’ora.
Cosa dovrei ammettere Harry ?! Cosa ?! Che sono incinta Harry ?! Cosa devo ammettere ?! Questo ?! Bene allora lo ammetto … IO SONO INCINTA !!! Contento ?! Io sono incinta, visto l’ho ammesso !!!” urlò con le lacrime che oramai non riusciva più a tenere a freno, mentre mi guardava dritta negli occhi.
Ecco.
L’aveva detto.
Dopo 3 giorni l’aveva detto.
Ma non era stato come me l’ero immaginato.
Io non avrei dovuto forzarla, non avrei voluto.
E invece l’avevo fatto.
La vidi abbassare le braccia, che per la troppa enfasi aveva alzato al cielo.
Contento ? Ora l’ho ammesso … ho ammesso di essere incinta, ho ammesso di essere un’idiota, ho ammesso di essere una stupida, una cretina … una che non sa affrontare la situazione, ho ammesso di essere una vergogna per tutti: i miei, i miei amici … ma soprattutto me
Si inginocchiò per terra continuando ad esternare tutto quello che in quei due giorni si era depositato dentro di lei.
La vedevo lì, senza forze, senza difese.
Era completamente spoglia, davanti a tutti.
In quel momento averla tra le mie braccia e farle capire che non era sola e non era nulla di tutto ciò che aveva appena detto era l’unica cosa che mi interessava.
Così mi avvicinai lentamente a lei mi accucciai accanto a lei.
Non appena vide le mie scarpe vicino alle sue alzò il viso.
Presi le sue mani tra le mie e la guardai negli occhi.
Non sei un’ idiota … non sei una vergogna … non sei una stupida … non sei una cretina … e … soprattutto … non sei sola; ci sono io … è una cosa che riguarda entrambi e l’affronteremo insieme. Nemmeno io so come farlo … ma non vuol dire che siamo soli, ci saranno persone che ci aiuteranno ad affrontare la situazione … non sei sola e non lo sarai mai. Ti ho già lasciata sola una volta e non lo farò mai più. Non sei sola …
La vidi abbozzare qualcosa come un assenso e poi si buttò tra le mie braccia, abbandonandosi a tutto ciò che ancora non aveva lasciato andare.
Non so per quanto andai avanti a dirle “non sei sola …” ma ero certo che non sarebbe mai stato abbastanza.
Non l’avrei più lasciata sola.
Mai più.
Non mi importava di nulla oltre lei, oltre noi.
Avrei fatto di tutto pur di aiutarla, perché sapevo quanto lei aveva bisogno di me.
E soprattutto quanto io avevo bisogno di lei.
Non l’avrei mai più lasciata sola.
Non ti lascerò mai più da sola … mai; non dimenticarlo” mormorai.
Sentii le sue mani stringere ulteriormente il mio cappotto.
Non lasciarmi mai … non potrei vivere senza di te
Me l’aveva già detto quella frase, ma quella volta le cose sarebbe andate diversamente.
Non ti lascerò mai più



Angolo autrice

Wow … capitolo un po’ … ehm con qualche informazione ;)
Che dire … sono pronta anche a critiche per il fatto che ho deciso di continuare la storia dello svenimento in questa maniera … ma io sono convinta della mia scelta e spero anche voi :)
Ho scelto di fare tutto l capitolo con il POV di Harry perché mi serviva … dovevo rendere certe cose e col POV di Irene non mi sarebbe riuscito … spero che l’abbiate apprezzato e soprattutto capito.
Mi scuso ancora per il ritardo, ma la scuola … è un macigno ultimante e purtroppo lo sarà per un po’ quindi non so se potrò aggiornare come prima … ma io mi impegnerò al massimo.
Spero comunque di poter trovarvi anche se gli aggiornamenti saranno meno frequenti.
Ok, mi dileguo … però prima, come al solito vorrei ringraziarvi tutte quante per tutte le recensioni … siamo arrivati a 282, cioè io non so dirvi quanto sono felice **
Siete meravigliose e voglio ribadire che è anche grazie a voi se io sono andata avanti perché mi motivate coi vostri complimenti e critiche … siete davvero stupende **
Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento, fatemelo sapere !!
Nene xx

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Capitolo 26
*** Without You ***




Without You

 

[Irene’POV]
Mi ritrovavo in macchina a osservare la strada che scorreva sotto i miei occhi, che ancora bruciavano.
Eravamo in silenzio e questo mi permise, per fortuna o purtroppo, di pensare almeno un po’, cosa che fino a 20 minuti prima non avevo fatto.
Davvero mi ero messa a urlare in mezzo alla strada che ero incinta ?!
Ma dove avevo il cervello ?!
Tralasciando il fatto che non volevo dirlo ad alta voce poiché avrebbe significato ammetterlo alla luce del sole ed io lo volevo nascondere; che avevo fatto ?!
L’avevo urlato in mezzo alla strada ! Non solo alla luce del sole, ma dove era presente un consistente numero di persone.
Ma quello non era il peggio.
Il peggio era rappresentato dal fatto che se io fossi rimasta incinta di una persona “normale” non gliene sarebbe fregato a nessuno della mia molto prematura gravidanza, mi sarei limitata a fare una colossale figura di merda nel ruolo della schizzata; invece il fato volle che a mettermi incinta fu il mio fidanzato famoso che aveva paparazzi alle calcagna a tutte le ore.
L’unico pensiero che in quei minuti di viaggio mi si era come impresso a fuoco nella mente era la paura che qualcuno che aveva assistito alla mia sfuriata l’avesse riferito a qualche giornale.
Ci fermammo ad un semaforo; sentii gli occhi del mio riccio posarsi su di me e la sua calda mano, che fino a poco prima mi stava accarezzando mentre le sue braccia mi cullavano, posarsi delicatamente sulla mia gamba.
Feci un piccolo respiro e mi voltai verso di lui.
Lo vidi lì, con un lieve sorriso, quasi … insicuro.
Gli ero infinitamente grata per quello che aveva fatto; non credo che tutti avrebbero reagito come lui aveva fatto, per quanto fosse spaventato anche lui.
Risposi al sorriso nel modo più convincente che potevo e gli strinsi la mano sentendo la sua stringersi, in risposta.
Stavo per dire qualcosa, ma di colpo sentimmo un rumore assordante provenire dalle nostre spalle; facemmo un salto per lo spavento e vidi Harry voltare di scatto al testa indietro.
Mi voltai anche io per poi accorgermi del guidatore della macchina dietro di noi che ci stava facendo gesti strani.
Voltai lo sguardo contemporaneamente ad Harry al semaforo e ci accorgemmo che il colore era passato da rosso a verde e che noi eravamo ancora fermi in mezzo alla strada bloccando tutto il passaggio.
Mi voltai verso di lui e dopo esserci scambiati uno sguardo e aver notato un sorriso sulla bocca dell’altro scoppiammo a ridere rimanendo ancora fermi tanto che ci beccammo un altro richiamo dall’autista dietro di noi.
Forse è meglio che partiamo” dissi al riccio.
Forse …” replicò facendo partire la macchina e facendo segno all’altro, con la mano, di scuse continuando a ridere.
Arrivammo a casa in breve tempo e non appena entrammo dalla porta constatammo che la casa era vuota.
Che ti va di fare ?” mi chiese mentre appoggiava le chiavi dell’auto nel piatto sopra il comò all’entrata.
Lo guardai per pochi istanti.
Andiamo su …” risposi con un lieve sorriso “poi vediamo
Dovevamo parlare di un paio di cose … ed era urgente.
Gli porsi la mano e non appena intrecciò le sue dita con le mie salimmo le scale.
Quando entrammo nella nostra camera sciolsi le nostre mani e cercai il telefono nella borsa mentre Harry si dirigeva al lettone, sdraiandocisi sopra.
Poggiai a terra la borsa e lo raggiunsi. Mi sedetti a gambe incrociate.
Allora … io penso di aver creato un mega casino con la scenata di poco fa …” iniziai giocherellando con le mie dita, per il nervoso.
Alzai un poco lo sguardo e lo vidi farmi un cenno, che interpretai come un segno a continuare.
Solo che non posso risolverlo …” continuai.
Cosa pensi di aver combinato ?” chiese.
Ho urlato in mezzo alla strada che sono incinta …” iniziai “… di te !” conclusi dato che evidentemente non ci era ancora arrivato.
Uhm … e con ciò ?” chiese.
Stai scherzando, vero ?! Non sei una persona normale ! Urlarlo in mezzo alla strada vuol dire averlo urlato a tutto il mondo ! Sono certa che entro settimana prossima tutto il mondo lo saprà” dissi, lievemente alterata.
Non è detto che i giornali lo verranno a sapere …” disse tranquillamente.
Ma come no ?! Hai paparazzi addosso 24 ore su 24 ! Vuoi che non abbiamo sentito questa cosa ?! Dopo la scenata che ho fatto ?! Sarebbe una botta di culo enorme … e non credo io possa dire di essere la persona più fortunata della terra, in queste condizioni” esclamai indicandomi la pancia.
Lo vidi avvicinarsi.
Eh … magari è la volta buona che abbiamo questa botta di culo” replicò voltandomi e accogliendomi tra le sue braccia.
Speriamo … altrimenti si creano una marea di ulteriori casini” dissi sbuffando.
Tipo ?
Spalancai gli occhi e mi voltai un po’ verso di lui.
Ma ci sei o ci fai ?! Tutti lo scoprirebbero … in quel modo !! A te piacerebbe sapere che tua figlia o la tua migliore amica … anzi i tuoi migliori amici sono incinti attraverso un giornale ?!
Lo vidi pensare qualche minuto.
Ok … hai ragione
Scoppiai a ridere trascinando anche lui.
Lo so
Ma senti qua … modesta !” esclamò stringendomi maggiormente.
So anche questo Styles; ora però …
Cosa piccola ?
Come lo diciamo agli altri ? E ai nostri genitori ?” chiesi al riccio terrorizzata.
Non lo so … però …
Fu interrotto dalla suoneria del mio cellulare.
Non appena lessi il nome su display ebbi un piccolo sussulto.
Mi alzai dal letto e accettai.
Ehy piccola !” mi chiese la voce squillante di Alessia.
Ehy amore” risposi.
Tutto bene ? Sei …
Oh sisi, tranquilla tutto bene, tu ?
Bene, bene … niente ti avevo chiamata solo per sapere come stavi. Ma sei sicura che vada tutto bene ? Sei strana” chiese un po’ preoccupata.
Ehm a dire il vero oggi mi sento un po’ stanca, ma sì va tutto bene … andrò a letto un po’ prima e domani sarò come nuova …” sperai di averla convinta abbastanza e ammetto che ero soddisfatta di ciò che le avevo detto.
D’accordo … ah senti ti va di fare colazione insieme domani mattina ? Così ci vediamo …
In quel momento maledii mentalmente il suo sesto senso, praticamente infallibile, quando si trattava di me.
Feci un profondo respiro, senza farmi sentire.
Certo … al solito Starbucks per le 10.00 ?” proposi.
Perfetto … allora a domani piccola
A domani amore
Chiusi la chiamata e mi voltai verso Harry.
Cosa dicevi sulla botta d- ?
Fui interrotta un’altra volta dalla suoneria.
Questa volta a chiamarmi era il nostro migliore amico.
Ehy Boo Bear
Ehy babe … tutto bene ? Ti sento strana …
Sbuffai.
Certo, sono solo un po’ stanca … tu ? Dove siete tu ed El ?
Sicura ? … oh noi comunque stiamo bene, siamo andati fuori città e torneremo tardi
Oh allora non vi aspettiamo … volevi dirmi qualcos’altro ?” chiesi cercando di essere il più gentile possibile.
Eh sì, domani mattina ti va di fare colazione con me ? El ha un servizio … magari si aggiunge anche il ghiro riccio, che ne dici ?
Va benissimo, ma io ho già appuntamento con la Ale, ti va di unirti a noi ? Alle 10.00 al solito Starbucks” conclusi.
Oh va bene … sicura che non disturbo ?
Ma figurati Tommo !
Ok, allora a domani piccola
A domani Lou
Chiusi anche questa chiamata e mi rivoltai verso Harry.
Cosa dicevi a proposito della botta di culo ?” chiesi tirando un sorriso.
Beh … ora il problema di dirlo ai nostri migliori amici è risolto” mi rispose con un sorriso smagliante.
Oh certo … tu la fai facile … e anche se domani andasse bene ? Mancano ancora i nostri genitori e tutti gli altri … e dobbiamo dirglielo prima che i giornali lo scoprano …
Se …
Se …” gli feci il verso.
Ora non preoccuparti, domani lo diciamo a Lou e alla Ale; gli altri vediamo dopo; una cosa alla volta …” mi disse alzandosi dal letto e abbracciandomi, dondolando un po’.
Inspirai il suo odore; amavo il fatto che sapeva calmarmi con pochi piccoli gesti.
Oh … d’accordo” dissi col viso schiacciato su suo petto, mentre incrociavo le mie braccia dietro la sua schiena.
Andiamo giù ?” mi chiese continuando a dondolare.
Mi limitai ad annuire, crogiolandomi del suo profumo e lasciandomi poi guidare fuori della porta.


La mattina seguente mi svegliai col mio solito koala avvinghiato al mio petto con la testa che dolcemente era posata sul mio petto, mentre con le braccia gli cingevo il capo, a causa della sveglia che la mattina precedente avevo messo su.
Mi mossi con delicatezza, ma abbastanza in fretta per evitare di svegliare il riccio.
Quando l’ebbi spenta mi alzai, sempre con cautela, dal letto togliendo così ad Harry il suo morbido cuscino e provocandogli un mugugno di dissenso.
Mi diressi in bagno per prepararmi abbastanza alla svelta.
Tornai in camera e aprii l’armadio contemplandolo senza la minima idea di cosa indossare; dopo pochi minuti di scervella mento mi si illuminò una lampadina.
Stavo lì a pensare a cosa mettermi quando stavo per andare a fare colazione con i miei migliori amici per poi dirgli che ero incinta ?!
Sì, lo stavo facendo.
A quel punto mi sentii parecchio idiota così presi dei jeans, una canottiera e uno dei miei enormi maglioni color panna.
Presi da un angolo le mie converse bianche, accanto a quelle di Harry e le indossai.
Buttai uno sguardo all’enorme finestra e vidi che c’era parecchio vento così pensai di portarmi dietro una sciarpa.
Ne scelsi una bianca di Harry, col suo odore.
Presi la borsa e, dopo aver buttato un occhio al riccio mentre ero ancora sulla porta, pensai di dovergli almeno lasciare un biglietto; così presi un post-it e glielo attaccai al comodino, lasciandogli poi un dolce bacio tra i capelli.

Ehy piccolo koala ! Io sono già andata … raggiungici, ma fa presto perché ho bisogno di te, ah … quasi dimenticavo: ti amo

Mi lasciai la casa alle spalle e mi avviai a piedi, dato che il luogo dell’appuntamento era relativamente vicino; ma qualche passo non mi avrebbe fatto sicuramente male.
Mentre camminavo passai davanti a due o tre edicole e puntualmente buttavo un occhio per vedere se c’era la notizia della mia gravidanza su qualche prima pagina di qualche dannato giornale di gossip.
Fortunatamente non vidi nulla.
Magari Harry aveva ragione.
All’improvviso mi ricordai che non avevo minimamente avvisato Alessia che si era aggiunto anche Louis, ma subito dopo mi tranquillizzai dato che ero certa che quei due si fossero sentiti e sicuramente se l’erano detto.
Dopo pochi minuti arrivai allo Starbucks e scorsi dalla vetrina Alessia farmi cenno per indicarmi dov’era.
Era così sorridente e allegra che ad un certo punto pensai seriamente di fingere un malore qualunque e scappare; non ce l’avrei fatta a dirglielo, non potevo, ma qualcosa mi spinse a rispondere al sorriso e ad aprire la porta d’entrata.
Buongiorno meraviglia” mi disse, quando mi fui seduta, dandomi un bacio sulla guancia.
Buongiorno cucciola” risposi, restituendo il bacio.
E … Harry ?” chiese guardarmi interrogativa.
E Harry stava ancora dormendo, ma sono certa che sarà qui tra poco” risposi, non molto convinta dell’ultima parte della frase.
Altrimenti vado là e lo butto giù dal letto” disse ridendo.
Ah ecco … hai sentito Louis ? Perché …” iniziai ridendo con lei.
Lo so … c’è anche lui” rispose “avvisare no eh ?! Se fosse stato per te sarebbe stata una sorpresa … ah comunque si aggiunge anche Niall tra un po’
Mi è passato di mente, scusa …” risposi lievemente in imbarazzo “… oh viene anche Niall ?” domandai un po’ preoccupata, ma non ebbi risposta.
Ehi principesse !
Ci voltammo contemporaneamente, anche se avevamo già riconosciuto la voce.
Louis ! Buongiorno !” dicemmo insieme.
Ma il principino … ?! Fammi indovinare, sta ancora dormendo, vero ?” mi chiese, dopo essersi fatto dare un bacio contemporaneamente da me e da Alessia.
Indovini bene …
Eh invece indovini male Tommo !” esclamò il riccio spuntando da dietro la mia spalla e guardando il castano dagli occhi cielo sorridente.
Dopodiché mi stampò un bacio sulla guancia sussurrandomi:
Grazie del post-it … comunque non sarei mai mancato, ah ti amo anche io piccola
Sorrisi a quelle parole.
Quando ci fummo seduti tutti e quattro ci guardammo per qualche istante.
Istanti in cui mi salì un po’ d’ansia.
Fortunatamente arrivò la cameriera a rompere quel silenzio imbarazzante che si era creato, chiedendo cosa volevamo ordinare.
Quando però se ne fu andata l’ansia ritornò.
Iniziai a fare da Louis ad Alessia con gli occhi, sempre più velocemente senza spiccicare parola.
Sentii la mano di Harry poggiarsi sulla mia coscia per cercare la mia mano, che era lì vicino per poi prenderla e stringerla nella sua.
Amore … ma va tutto bene ?” mi chiese Alessia, visibilmente preoccupata.
Deglutii, sempre più in ansia.
Strinsi la mano di Harry.
Noi … vi … ecco noi … vi dobbiamo dire … una cosa, parecchio importante” iniziai.
Li vidi scambiarsi uno sguardo molto preoccupato e poi voltarsi fissi verso di noi.
Feci un respiro sperando di trovare la forza per dire qualcosa … quella cosa, ma con scarsi risultati.
Aprii la bocca ma non uscì nessun suono.
Così però ci fate molto preoccupare … su parlate !” ci incitò Louis.
Feci un altro respiro, ma niente.
Mi voltai verso Harry, in cerca di aiuto e lo trovai già lì a guardarmi; già lo sapeva.
Mi strinse la mano e sorrise.
Si voltò verso di loro.
Ecco … noi …” fece un profondo respiro “… noi aspettiamo un bambino” concluse sospirando.
A quel punto mi sentii leggera, come se mi si fosse tolto un peso, ma quella sensazione durò pochi istanti. Solo fino a quando non mi voltai verso i miei migliori amici e notai le loro espressioni.
Louis era sconvolto, quasi terrorizzato dalla notizia.
La sua faccia parlava, era come se stesse dicendo “è uno scherzo, vero ? Non può essere vero” anche se le parole non gli uscivano dalla bocca, probabilmente perché la mia faccia non lasciava dubbio all’immaginazione; ma non era lui che mi preoccupava.
Ma Alessia.
Era … senza espressione, apparentemente.
Solo dagli occhi si poteva leggere qualcosa che sapevo avrei letto, ma che, infondo speravo di non leggere.
Era incazzata.
Incazzata e delusa.
E come biasimarla ? Avevamo fatto la più grande cazzata della nostra vita …
Ma non potevo permettermi di non averla accanto e sentivo che per la grandezza della cazzata … avrei, anzi avremmo potuto perderla.
D’accordo
Sentii il mondo crollarmi addosso.
D’accordo ?!
Era la cosa peggiore che mi potesse dire. Il suo disinteresse apparente era la cosa che, sapeva, mi aveva sempre uccisa e quella volta non avrebbe fatto eccezione.
La sua figura iniziò a sfocarsi, ma per quanto ci provassi non riuscii a trattenere le lacrime; più uscivano più non avevo la forza di trattenerle.
Ad un tratto la vidi alzarsi e dirigersi vero l’uscita, senza aggiungere una parola.
La guardai spaesata, senza la capacità di dire o fare qualcosa per bloccarla.
Mi voltai verso Harry facendogli cenno di raggiungerla.
Si alzò di scatto e cercò di raggiungerla, ma non appena ebbe aperto la porta la vidi fiondarsi tra le braccia del biondo che guardò Harry sconvolto.
Fermala Niall !” esclamò il riccio.
Portami via …” disse lei e naturalmente Niall l’accontentò, ma non dopo aver guardato Harry interrogativo.
Quando Harry tornò dentro tutti i miei propositi di trattenermi erano andati a qual paese, tanto che mi trovò abbracciata a Louis che cercava di tranquillizzarmi mentre io tentavo di contenermi il più possibile.
Dobbiamo trovarla … non posso stare senza di lei … devo parlarle … ho bisogno di lei !” dissi tra le lacrime, ben sentendo quanto anche solo l’idea di non averla con me mi faceva male.
Dove la possiamo trovare ?” chiese Louis.
Non lo so … non potremmo aspettare … ?” iniziò Harry.
No ! Non si aspetta un tubo ! … io so dov’è, c’è un solo posto dove possa essere andata con Niall” risposi alterata.
Harry annuì e andò a pagare la colazione, che tra l’altro non avevamo consumato.
Dopo pochi minuti eravamo in macchina diretti alla meta che avevo indicato: Hammersmith Bridge, il luogo dove si erano messi insieme ufficialmente.
Arrivati nei pressi del ponte, anche se c’era un po’ di gente, riuscii comunque a scorgere la coppia che stavamo cercando.
Parcheggia qui ! Muoviti Harry !” esclamai ad un tratto, facendo prendere un colpo sia a lui che a Boo Bear.
Nel giro di pochi minuti scendemmo dall’auto e ci avvicinammo alla coppia.
Già da lontano potevo scorgere Alessia contro la balaustra di schiena, col viso affondato nel petto di Niall che intanto la stava cullando.
Ci avvicinammo ulteriormente, ma non troppo, finché Niall, voltandosi non si accorse di noi e l’avvisò della nostra presenza.
Allora la vidi alzare il viso e guardarci;aveva gli occhi completamente arrossati e sono certa che non si sarebbe mossa se Niall non le si fosse avvicinato e non le avesse sussurrato qualcosa all’orecchio.
Ebbe comunque qualche tentennamento così mi voltai verso Harry.
Vai tu … con te … beh verrà” gli dissi, rasente il pianto.
Lo vidi annuire e lasciami la mano che da prima aveva intrecciato con la sua.
Non appena iniziò a fare qualche passo, la vidi allontanarsi di poco da Niall e aspettare che Harry si avvicinasse.
Si raggiunsero dopo poco. Iniziò lui a parlare ed ero abbastanza vicina da poter sentire cosa si dissero.
Io lo so che abbiamo fatto la più grande cazzata della nostra vita … e che ti abbiamo delusa come abbiamo deluso tutti quanti” iniziò Harry.
Lei lo stava guardando, con le braccia incrociate e con la sua classica espressione impassibile che aveva sempre quando era incazzata.
Niall, che si era lievemente avvicinato, le diede un dolce colpetto sulla spalla perché sapeva che se fosse stato per lei sarebbe rimasta in silenzio per tutto il tempo.
Non devi rendere conto a me perché non è me che hai deluso … o almeno non per prima; cosa pensi che diranno i vostri genitori quando glielo direte ?! Eh ?!” disse, con tono tagliente.
Rimasi colpita da quelle parole, perché erano dannatamente vere.
E lo rimase anche Harry a giudicare dal fatto che abbassò la testa come un cucciolo di cane.
A quel punto la vidi prendergli le mani e, così facendo, facendogli alzare il viso.
Dentro di me provo molta rabbia … e ora come ora non ti parlerei, ma tengo a te come un fratello quindi non potrei mai abbandonarti in questo momento … ci sono sempre stata e ci sarò sempre” disse guardandolo negli occhi e abbracciandolo.
Quando si staccarono vidi Harry avvicinarsi a Niall che gli diede una pacca sulla spalla, mentre si abbracciavano.
Io rimasi indietro, con Louis accanto, mentre Alessia era rimasta a metà strada guardando dalla nostra parte senza fare nulla.
Non mi voltai verso Louis ma mi accorsi che fece qualcosa, un segno a lei per farla avvicinare.
Quando notai che iniziò a fare qualche passo mi rincuorai, ma non riuscii a fare nemmeno un passo.
Dovette intervenire Louis che mi diede una leggere sp9intarella sulla schiena e che mi fece avanzare, alquanto lentamente.
Ci mettemmo così tanto tempo a raggiungerci, che pensai seriamente non ci stessimo muovendo.
Quando l’ebbi davanti agli occhi la guardai. Volevo dire qualcosa, ma non sapevo esattamente cosa.
La sua espressione non mi aiutava.
Io … io non so cosa dirti … perché … non c’è niente da dire. Sei arrabbiata, lo so, lo vedo … e so anche che saresti capace di non parlarmi per un po’ di tempo … e lo capisco, ma non ce la faccio … io non posso stare senza di te … io ho bisogno dite, non posso pensare di fare questa cosa senza di te … non posso affrontare questa situazione senza te accanto; potrà esserci Harry, i miei e chiunque altro … ma mancherai sempre tu; tu che sai tirare fuori il meglio di me, tu che mi insulti ma mi fai capire che mi vuoi bene anche se non me lo dici 20.000 volte al giorno … tu che da quando sei entrata nella mia vita mi hai cambiata … e pensare di non averti accanto … non ce la posso fare; non senza di te” le dissi con le lacrime che oramai avevano iniziato a scorrere ininterrottamente.
Rimase in silenzio per qualche istante.
Istanti in cui il mio cuore smise di battere in attesa di una sua qualunque reazione.
Di slancio mi abbracciò e non appena sentii le sue mani sulla mia schiena mi aggrappai a lei, solo per poterla sentire vicina a me.
Sapevo che quell’abbraccio non avrebbe sistemato le cose, ma non m’ importava.
Io sono arrabbiata, molto … e non ti assicuro di poter essere come prima … non subito intendo … ma non ti avrei mai lasciata da sola, mai … mai ti avrei fatto affrontare una situazione così senza di me … io ci sarò sempre per te, sempre” mi sussurrò all’orecchio mentre ci abbracciavamo.
A quelle parole mi sentii più leggera, veramente.
Perché per quanto la situazione mi spaventasse e per quanto lo dovessi ancora dire ai miei genitori, intanto sapevo che lei ci sarebbe sempre stata e quello era l’importante.



Angolo autrice

Eccomi qui !
Finalmente direte ? Ok, ve lo concedo … è quasi un mese che non aggiorno, per la seconda volta.
Davvero non so che dire per scusarmi, ma l’impedimento è sempre lo stesso: la scuola.
Purtroppo più si avvicina la fine dell’anno più caricano e la mia stanchezza si fa sentire; quindi oltre a non avere così tanto tempo per scrivere non ne ho nemmeno la forza.
Vi chiedo di portare un po’ di pazienza e mi scuso ancora.
Anyway spero che il capitolo vi piaccia e che siate sempre in tante a farmi sapere che ne pensate.
Tengo molto alle vostre opinioni :)
Un bacione
Nene xx

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Capitolo 27
*** A thousand years ***




A thousand years


[Irene’POV]
Era da un po’ di tempo che non prendevo l’aereo, precisamente da quando mi ero definitivamente trasferita a Londra con Alessia.
Ci stavamo dirigendo in Ghana; avremmo fatto visita ad un villaggio dove l’associazione Comic Relief stava aiutando la popolazione e stava distribuendo vaccini antimalaria.
Ero molto emozionata all’idea di partecipare e di poter dare, nel mio piccolo, una mano a chi ne aveva bisogno, tanto che nei giorni precedenti la partenza non facevo altro che parlarne e parlarne e parlarne con tutti, ma soprattutto con Harry e Alessia, che era felice quanto me.
Ovviamente fui tartassata di messaggi e chiamate da parte di mia mamma e Anne che non facevo altro che preoccuparsi per me e per “le mie delicate condizioni” come erano oramai solite chiamarle.
Tutti, compreso Harry, cercavano di convincermi che quella partenza sarebbe stata un rischio e che se fossi rimasta a Londra sarebbe stato meglio.
Io non facevo altro che stroncare i loro tentativi, con un sorriso in volto.
Oramai lo sapevano tutti, ci eravamo decisi a dirlo la mattina stessa nella quale lo avevamo detto ad Alessia e Lou.
Non era stato particolarmente traumatico.
Nel senso … avevamo invitato tutti a casa senza specificarne il motivo.
Quando eravamo tutti riuniti nel salotto nessuno parlava. Io ero in braccio a Harry, sulla poltrona davanti a tutti loro e tenevamo le mani incrociate l’uno nell’altra; Dani era accanto a Liam, che le teneva una mano sulla coscia mentre erano seduti sul divano; Perrie era seduta sul bracciolo con Zayn seduto accanto; Niall era appoggiato allo stipite della porta con le braccia attorcigliate alla vita di Alessia ed infine Lou era seduto sull’altro bracciolo dello stesso divano con El in piedi di fianco.
Tutti ci guardavano curiosi.
Io ed Harry ci guardammo, come quella mattina.
Lo vidi farmi un cenno, ma scossi la testa … quella volta l’avrei detto io; ero abbastanza forte da poterlo fare.
Lo guardai negli occhi e gli scompigliai un poco i capelli.
Mi voltai verso tutti loro e lo dissi guardandoli negli occhi, molto serenamente lasciando andare un lungo respiro dopo.
Le loro facce furono le stesse di Lou quella stessa mattina.
Vidi El allungare una mano verso Lou, che era già pronto a prenderla in braccio mentre lei con l’altra mano si copriva la bocca.
Vedi i suoi occhi inumidirsi.
Dani si bloccò e, non appena vidi la mano di Liam stringersi sulla sua coscia lei allungò la sua mano stringendola attorno alla sua.
Perrie sbarrò gli occhi e Zayn con lei.
All’inizio non ci credevano, dovettero intervenire Lou, Alessia e Niall, che erano già a conoscenza di tutto.
Solo dopo che loro ci aiutarono a spiegare la situazione iniziarono ad accettare la cosa.
Dopo i primi istanti di shock ci riempirono di domande, a cui non sapevamo dare un risposta.
Ma una, la più importante, quella che non ci eravamo ancora posti ce l’aveva fatta El, ora completamente avvolta dalle braccia di Lou.
Cosa avete intenzione di fare col bambino ?
La lasciammo in sospeso, dicendo che non lo sapevamo ancora ma che presto avremmo trovato una soluzione.
Dopo successe una cosa che mi sorprese parecchio, ma che mi diede ulteriore forza per affrontare la situazione: tutti loro si scambiarono uno sguardo dopodiché si alzarono e si avvicinarono a noi, circondandoci.
Qualunque scelta voi prenderete noi saremo qui per sostenervi e aiutarvi, sempre … non dimenticatelo mai” disse El, guardandoci negli occhi, tentando di non piangere.
Poi si avvicinarono maggiormente abbracciandoci tutt’insieme e facendomi così scoppiare in lacrime.
Avevo bisogno di quello. Avevo bisogno di sentirli così vicini a noi.
Mancavano solo i nostri genitori.
Quando ne parlai con Harry concordammo che era meglio far venire i miei genitori dall’Italia per dirglielo.
Glielo avremmo detto a casa di Harry ad Holmes Chapel, insieme.
Così li chiamai quella sera stessa e gli dissi che dovevano prendere il primo volo per Londra perché era una cosa urgente e parecchio importante.
Si preoccuparono immediatamente e non sapete che difficoltà fu per me doverglielo tenere nascosto, anche solo per poche ore, facendoli rimanere con la preoccupazione che mi fosse successo qualcosa di grave, che non volevo dire.
Presero davvero il primo volo, della mattina seguente, così che furono ad Holmes Chapel, a casa di Harry, dove avevamo appuntamento, per le 10.00.
Dirlo a loro fu decisamente più complicato e difficile del previsto.
Eravamo lì in salotto tutti insieme con Anne e Robin che si tenevano per mano e i miei che, anche loro a mani incrociate, ci fissavano.
Erano molto impazienti, comprensibilmente ma le loro espressioni quando dicemmo la ragione di quest’incontro dicevano chiaramente che avrebbero preferito non saperlo.
Anne aveva lo sguardo puntato a terra, con le mani tra i capelli; Robin le stava accarezzando la schiena per calmarla; mia mamma era rimasta a bocca aperta con gli occhi che oramai stavano traboccando come due fontane; mio padre stava fulminando Harry.
Dovremmo pregarli di dire qualcosa, dato che nessuno aveva più parlato.
Rimanemmo chiusi in quella stanza per 3 ore a sentirci dire quanto eravamo stati incoscienti e quanto li avevamo delusi.
Pensavamo di essere preparati a tutte le cose che ci avrebbero detto ed invece nemmeno la metà di ciò che ci dissero riuscimmo ad incassarlo relativamente bene.
Io scoppiai nuovamente in lacrime, mentre Harry mi accoglieva tra le sua braccia.
Non so se furono le mie lacrime da adolescente incinta che li calmarono, ma smisero di parlare e si limitarono a guardarci.
Sappiamo di aver fatto la più grande cazzata della nostra vita … e sappiamo anche di avervi deluso come mai nella nostra vita, ma ora la situazione è questa … siamo spaventati e abbiamo bisogno dei nostri genitori per affrontarla … perché … non sappiamo nulla … e abbiamo bisogno dei nostri genitori …” disse Harry, stringendomi maggiormente a sé.
Silenzio.
Mi allontanai leggermente da Harry e mi alzai, andando dai miei genitori.
Mi accucciai davanti a mia mamma e la guardai negli occhi, stringendole le mani.
Non ho intenzione di giustificarmi … non so quanto vi ho delusi e non so quanto siete arrabbiati, ma so quanto vi voglio bene e so quanto ne volete a me … so quanta paura provo in questo momento e so che ho bisogno di voi … ho bisogno di sapervi dalla mia parte; siete sempre stati accanto a me e ora più che mai ho bisogno di voi” dissi, seria come mai ero stata, senza piangere.
Guardai mia mamma negli occhi. Non disse una parola.
Sentii le sue mani stringersi attorno alla mia e, dopo aver asciugato una lacrima mi strinse a sé.
Lo so che hai paura … lo so amore mio; ma non devi dubitare … io e papà ci saremo sempre per te, sempre e questa volta più che mai
A quelle parole mi strinsi a lei e, lo giuro, in quell’istante la mia paura diminuì.
Anche loro ci chiesero cosa avevamo intenzione di fare col bambino e anche a loro dovemmo rispondere che non ne avevamo ancora idea.
Ma eravamo più sereni, entrambi, perché le persone più importanti per noi lo sapevano ed erano tutte dalla nostra parte.
Ora dovevamo solo parlare e capire cosa avevamo intenzione di fare per poi capire come affrontare la cosa; ma avevamo ancora un po’ di tempo per decidere e dato che non ne avevamo la più pallida idea concordammo di scegliere dopo essere tornati dal Ghana.
Le nuvole che vedevo dal finestrino dell’aereo mi fecero ripensare a tutte le cose che si erano inventati i miei amici e i nostri genitori pur di farmi cambiare idea o farmi direttamente rimanere a casa.
Addirittura tentarono di chiamare il ginecologo per farmi dire che non potevo partire; ma il dottore era dalla mia parte così li liquidò senza troppi convenevoli.
Harry mi tartassò negli ultimi due giorni continuando a ripetermi che era meglio per il bambino che rimanevo a casa; Alessia ed El fecero leva sulle malattie che avrei potuto prendere e che mi avrebbero potuto causare un aborto spontaneo.
Ma tanto non avevano capito che non mi avrebbero mai e poi mai fatto cambiare idea, infatti mi ritrovai senza troppi problemi su quell’aereo.
Il viaggio non fu particolarmente scomodo, ma fu piuttosto lungo. Persi tempo parlando con Harry, che mi sedeva accanto.
Nessuno sapeva del nostro viaggio, infatti eravamo partiti in gran segreto e saremmo rimasti là un paio di giorni: il primo avremmo visitato un ospedale della comunità che saremmo andati a visitare al quale sarebbero stati donati i fondi raccolti dalla vendita del singolo “One way or another” il cui video avrebbero girato durante il secondo giorno.
A che pensi ?” mi chiese il riccio d’un tratto, notando che stavo fissando le nostre mani incrociate.
A tutte le cavolate che vi siete inventati per farmi rimanere a Londra … e ora guarda dove sono ?” dissi ridendo e guardandolo negli occhi.
Iniziò a ridere anche lui.
Penso proprio che questo bimbo sarà testardo come la mamma …
Molto probabile …” dissi.
Ci guardammo dritti negli occhi, per quello che avevamo appena detto.
Scusa amore … non intendevo dire quello … io ” iniziò Harry.
Ehy amore, tranquillo … va tutto bene … non hai detto nulla di male” dissi guardandolo ancora negli occhi e sorridendogli.
E ne ero convinta. Non aveva detto nulla di male e anzi, mi era piaciuto in un certo senso quello che ci eravamo appena detti.
Mi sorrise e mi accarezzò la guancia.
Quanto pensi che manchi all’arrivo ?” gli chiesi, guardando dal finestrino.
Non lo so … ma non credo molto perché è da parecchio che siamo in viaggio
Come se non l’avessi detto, subito dopo la voce metallica dell’hostess disse qualcosa in francese, che non capii e dopo la ripeté in inglese.
Stavamo atterrando.
Sentii Alessia iniziare ad andare in iperventilazione e Niall che tentava di tranquillizzarla, mentre iniziavamo ad atterrare.
La stessa scena si era presentata al decollo e il ricordo di ciò fece scaturire a tutti una risata generale.
Dopo pochi minuti ci ritrovammo all’aeroporto con i borsoni che ci eravamo portati dietro ad attendere la navetta che ci avrebbe condotti alla comunità.
Già quando ero atterrata mi ero sentita catapultata in un mondo completamente diverso da quello a cui ero abituata.
Era tutto molto più “disordinato” e anche meno organizzato; mi sentivo parecchio spaesata.
Mentre eravamo sulla navetta mi guardai molto intorno e constatai che era un mondo completamente opposto al mio ed in un certo senso mi sentii fortunata a vivere quell’esperienza che mi avrebbe sicuramente arricchita.
Arrivammo alla comunità e maggiormente mi resi conto della situazione degradata che quelle persone stavano vivendo: baracche tenute su alla bell’è meglio; strade che non erano strade …
Eravamo circondati da bambini che ci guardavano curiosi, che spuntavano dalle baracche; ad un certo punto si misero a rincorrere il furgoncino su cui ci stavano trasportando allungando le piccole manine e sorridendoci per salutaci.
Erano così teneri che mi si riempì il cuore. Gli sorrisi a mia volta ed iniziai a salutarli sporgendomi un poco dal finestrino.
Era sorprendete quanto in un ambiente così ostile e povero i bambini avevano conservato la felicità.
Ci fermammo davanti ad una baracca, messa meglio delle altre.
Il guidatore ci fece scendere e ci riferì quella sarebbe stata la nostra casa per quei 2 giorni.
Ci diede il tempo di sistemarci, ma solo pochi minuti dato che poi ci avrebbero condotti all’ospedale.
Non mi aspettavo un albergo a 5 stelle, non avevo pretese, mi potevo adattare, ma rimasi colpita dalla situazione della baracca e soprattutto dal pensiero che dei bambini vivevano in queste condizioni tutta la vita col serio rischio di contrarre qualche malattia o infezione che avrebbe potuto significare la morte.
Ci guardammo attorno e vedemmo 7 brandine, un armadio e, in un angolo un lavandino arrangiato.
Poggiammo le borse sulle brandine e ci guardammo.
Beh … io direi che possiamo anche andare, che dite ?” propose Alessia.
Sì andiamo … anche perché il signore ci sta aspettando; non facciamolo attendere troppo” disse Liam.
Annuimmo tutti e ci dirigemmo fuori, dove ad attenderci c’erano una marea di bambini, molti più di quelli che ci avevano rincorso quando eravamo arrivati.
Non appena ci videro iniziarono a dire qualcosa tutto in francese, ma io non riuscivo a capire nulla. Vedevo solo i loro volti sorridenti che continuavano a fissarci.
Dicono … che sono felici che siate qui e vi salutano” ci spiegò il guidatore della navetta.
Sanno chi siamo ?” chiese Niall, guardando i bambini e sorridendogli.
Sanno chi siete e sanno anche perché siete qui … è per questo che sono così felici che siete qui; vi stavano aspettando” continuò il signore, sorridente “ora però sarà meglio andare … anche perché là è già tutto pronto
Pronto per cosa ?” chiesi ad Harry mentre il furgoncino ripartiva.
Faremo uno spot per Comic Relief che verrà girato all’interno dell’ospedale” mi rispose.
Oh … non lo sapevo, è una bella cosa … nel senso, tutto ciò che state facendo è una cosa meravigliosa” dissi guardandolo sorridente e facendogli così ricambiare il sorriso.
Viaggiammo per pochi minuti, ma quando scendemmo mi si parò davanti un edificio molto ben messo tanto che mi chiesi seriamente se ci trovavamo ancora nello stesso paese.
Questo è l’ospedale … vi verrò a riprendere stasera; ci ritroviamo qui” ci disse il guidatore, dopo averci scaricati, dal finestrino.
Dopo pochi istanti sparì lasciandosi dietro solo una scia di polvere.
Entriamo … ?” chiesi guardando tutti gli altri.
Entriamo” dissero loro.
Attraversammo il vialetto e, dopo aver superato la porta vedemmo venirci incontro una signora.
Oh siete qui ! Finalmente, vi aspettavamo …” disse con un flebile sorriso.
Dove …?” iniziò a chiedere Liam.
Venite con me …
La seguimmo per il lungo corridoio che si stendeva davanti a noi. Iniziavamo a sentire i pianti dei bambini da ogni parte e il suono aumentava d’intensità ad ogni passo che facevamo.
Iniziai a sentire la testa ovattata quando ad un tratto la signora si fermò e ci disse:
Bene … siamo arrivati; ora potete girare … vedere con i vostri occhi la situazione; non ci sono guide perché non c’è nulla di meglio dell’esperienza concreta; potete fare tutte le domande che volete …
Noi ci guardammo qualche istante e poi ci dividemmo.
Vieni con me ?” chiesi ad Harry.
Annuì.
Ci dirigemmo verso una delle tante porte aperte e la varcammo.
Rimasi bloccata.
Cercai immediatamente la mano di Harry, la quale contemporaneamente cercò la mia.


[Harry’s POV]
Cercai immediatamente la mano di Irene, la quale contemporaneamente cercò la mia.
Eravamo circondati da lettini sui quali giacevano dei bambini di 3 o 4 anni; spesso anche meno.
Erano magri … da fare impressione; stesi sui quei lettini stanchi, inermi; circondati da tubicini e flebo.
Molti erano accuditi da donne che li cullavano o gli cambiavano le medicazioni.
Mi voltai verso di lei: continuava a voltare gli occhi da un lettino all’altro, mentre il suo respiro aumentava di frequenza.
Le strinsi la mano.
Si voltò verso di me.
Ehy … tutto bene ?” le chiesi.
Mi guardò fisso negli occhi; scosse la testa.
S-sì … su andiamo … siamo qui per una ragione no ?” mi rispose, tirando un sorriso e guidandomi.
Passammo di lettino in lettino ad accarezzare i bambini e ogni tanto, quando trovavamo una donna con un bambino in braccio le chiedevamo cosa aveva il bambino e dov’erano i loro genitori.
Le risposte erano sempre le stesse: malaria, anemia, madre morta …
Ogni volta che vedevamo un bambino così piccolo, sul viso del quale si poteva leggere la sofferenza che provava mi si stringeva il cuore.
Non era possibile vedere creature così piccole ed indifese da sole, abbandonate, ammalate … senza le medicine adeguate, con solo la certezza della morte.
Stavamo camminando quando sentii Irene fermarsi e bloccarmi.
Mi voltai verso di lei.
Harry … guarda quel bambino …” mi disse, indicandomi un lettino poco distante da noi.
C’era steso sopra una bambino; piccolo, con i piedi e le mani chiare, troppo chiare.
Harry … andiamo … voglio vedere come sta …” mi trascinò.
Non appena raggiungemmo il bambino chiedemmo di lui ad una signora che lo stava accudendo.
Ci disse che aveva 3 anni, aveva la malaria ed era molto anemico, così si spiegava il colore giallo di mani e piedi.
Ci disse che spesso i soccorsi arrivavano troppo tardi e che non era quindi possibile salvarli.
A quelle parole mi arrivò come una pugnala al petto.
Strinsi la mano di Irene mentre cercavo di non piangere, ma ebbi scarsi risultati.
Ehy amore … ehy” mi disse lei voltandosi verso di me e alzandomi il viso accorgendosi così delle lacrime che oramai non smettevano di scendere.
Non ce la faccio … io … non ce la faccio …” dissi, cercando di trattenermi.
Vieni fuori …” mi disse tirandomi sulla veranda lì fuori.
Mi appoggiai contro il muro giallo, buttando la testa indietro.
Lei si avvicinò a me prendendomi le mani tra le sue e appoggiando la sua testa sul mio petto.
Non è giusto … non è giusto … la malaria si può prevenire … non è mortale … e … e … si tratta solo di 5 pounds … non è nulla ma per loro vuol dire vivere … vivere ! La loro vita dipende da noi, perche siamo noi che possiamo aiutarli … noi che ne abbiamo la possibilità, ma non lo facciamo ! Non è giusto che questi bambini debbano morire … loro dovrebbero vivere e giocare … e sorridere … e avere dei genitori che li amino e che gli stiano sempre accanto ! Dimmi perché loro no ? … dimmelo ti prego ! Non è giusto … non …” dissi, oramai senza il minimo controllo e senza nemmeno il desiderio di farlo.
Shhhhh, shhhh, shhh … non lo so perché amore, non lo so … so solo che il mondo è sbagliato, funziona male … ma noi siamo qui, hai capito ? Noi siamo qui per aiutarli … e lo faremo … li stai aiutando amore …” mi rispondeva appoggiata al mio petto.
Eravamo stretti l’uno all’altra. Le sue braccia ora mi circondavano la vita e le mie la sua.
Rimanemmo così; io a piangere e lei a consolarmi piangendo.
Non basta … sento che non sto facendo abbastanza … non basterà mai … mai …” continuai sentendomi sempre più inutile.
Non è vero amore … stai già facendo tanto … pensa tutti i bambini che salverete donando i ricavati del singolo … tanti amore, saranno tanti … e se non basterà ne aiuteremo ancora e ancora e ancora … e piano, piano vedrai che molti altri si decideranno ad aiutare questi bambini … amore stai facendo tanto, non sminuire tutto questo … non ti azzardare a farlo …
Allentai la presa sulla sua vita e, dopo che ebbe alzato il viso la guardai negli occhi.
Non sminuire quello che stai facendo, capito ? Stai facendo tanto e stai aiutando molti bambini … è importante quello che stai facendo ed io sono molto orgogliosa di te … stai facendo una cosa molto importante …
Non spostai lo sguardo da lei nemmeno per un secondo.
Era lì, che mi stava confortando e mi stava ridando forza per continuare.
Lei era lì accanto a me.
Lei era la persona in grado di farmi affrontare ogni cosa anche solo stringendomi la mano.
Lei era la persona.
Sapevo che era la persona giusta da tempo, ma in quella situazione, in quel momento, con quelle parole la vidi come la persona con cui costruire un futuro, con cui passare il resto della mia vita.
Era prematuro lo so bene, ma lo sentivo.
Troppo forte per essermi sbagliato.
Cosa c’è amore ?” mi chiese con gli occhi ancora arrossati e con una lacrima che si era fermata all’angolo dell’occhio, intatta.
So che non è il momento più adatto … ma, sento di doverti dire una cosa …” iniziai, con la voce un po’ impastata dal pianto.
Certo amore … dimmi …” disse flebilmente.
Tu sei la persona con cui voglio passare il resto della mia vita, sei la persona con cui voglio avere dei progetti, sei la persona con cui voglio avere un futuro …” continuai poggiandole una mano sul viso e asciugandole col pollice la lacrima che era rimasta.
Mi guardava dritto negli occhi.
Questo è un progetto …” dissi poggiando la mia mano sul suo ventre “è presto, lo so … e incontreremo grandi difficoltà, ma io con te sento di poter affrontare tutto … anche il giudizio di tutto il mondo, basta che stia con te ...
Mi poggiò un dito sulle labbra, zittendomi.
Tu sei la persona con cui voglio passare il resto della mia vita, sei la persona con cui voglio avere dei progetti, sei la persona con cui voglio avere un futuro … questo è un progetto …” disse poggiando la sua mano sulla mia posta sul suo ventre “è presto, lo so … e incontreremo grandi difficoltà, ma io con te sento di poter affrontare tutto … anche il giudizio di tutto il mondo, basta che stia con te ...” disse guardandomi negli occhi e iniziando nuovamente a piangere.
Sorrisi e la strinsi a me, riniziando a piangere a mia volta.
So che non era il momento migliore …
No amore … è stato il migliore, perché è stato spontaneo e sentito; il momento che abbiamo vissuto ora ci ha portati a questa scelta … è stato il momento migliore” concluse guardandomi “… ce la fai a tornare dentro ?
Sì, ora sì … dammi due minuti, tu entra” le dissi.
La vidi annuire e sorridermi, prima di lasciarmi la prima ed entrare nuovamente.
La seguii con lo sguardo fin dentro e la guardai da una finestra.
Si avvicinò al letto del bambino anemico e la vidi piegarsi su di lui; la vidi prenderlo in braccio.
Lo guardò negli occhi e gli sorrise accarezzandogli il viso.
Il bambino aprì gli occhi e la guardò per pochi istanti per poi chiuderli nuovamente e sbadigliare.
La vidi sorridere nuovamente cullandolo e canticchiando.
Era perfetta, non aveva bisogno di fronzoli o finzioni, lei era semplicemente se stessa ed era quello che mi aveva fatto innamorare.
Lei era semplicemente se stessa ed era quello che mi faceva innamorare di lei ogni giorno di più.
Sì.
Lei era assolutamente la mia persona.


Angolo autrice:

Vi giuro che mi faccio altamente schifo da sola.
E’ un altro mese che non aggiorno.
Oramai smetto anche di scusarmi dato che la ragione è sempre la stessa.
Però c’è una buona notizia … questa settimana finisco gli impegni scolastici (interrogazione di filosofia; verifica di Matematica e verifica di fisica) poi ho veramente finito e potrò aggiornare più spesso, per la vostra gioia (spero).
Bene … allora vorrei solo dire che ho notato che le recensioni sono diminuite un pochino e mi spiace pensare che sia a causa dei miei aggiornamenti meno frequenti; mi spiace molto ma purtroppo non posso fare altrimenti.
La scuola viene prima ed è anche più importante.
Va be’ spero comunque che anche questo capitolo sia di vostro gradimento e spero che vogliate farmelo sapere … sapete che ci tengo ;)
Un bacione
Nene xx


https://twitter.com/Irene_Vertua

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Capitolo 28
*** Party Up ***




Party Up


Il viaggio in Ghana era stato meraviglioso.
Meraviglioso e illuminante per vari aspetti.
I ragazzi si erano sentiti così coinvolti nella realtà che li circondava che il video non aveva fatto altro che aumentare il loro desiderio di fare qualcosa in più.
Avevamo passato il giorno restante a contatto con la popolazione del posto e, posso assicurarvi che, circondati da quei meravigliosi bambini, ognuno di noi, sul volo di ritorno, sentì di essersi portato via un pezzo importante di quel posto e averne lasciato uno altrettanto importante di noi.
Non appena mettemmo piede in casa Louis buttò la borsa a terra e si girò verso tutti noi.
Ci guardò a vuoto per qualche secondo; poi, d’un tratto si risvegliò e aprì bocca:
E’ stata una delle esperienze più belle della mia vita … quando eravamo lì, ammetto che all’inizio mi sentivo fuori posto, o meglio mi sentivo inadeguato, come se sentissi di non avere le capacità di migliorare la loro così ingiusta situazione …
Spostò lo sguardo su ognuno di noi, mentre diceva quelle parole, proprio perché sapeva che ognuno di noi le aveva provate.
… ma sapete ? Dopo poco ho capito che non era vero … cioè sì, probabilmente non potremo salvare tutti e migliorare il mondo in un secondo, ma … si dovrà pur partire da un punto no ? Beh noi partire da qui, da noi, dalla nostra musica … ed è per questo che … l’esibizione ai Brits dovrà essere esplosiva … tutti dovranno capire quanto questi giorni siano stati importanti
Dicendo queste parole gli si era allargato un immenso sorriso sul volto; così luminoso e sincero che ci aveva contagiati tutti.
Mi soffermai a guardare la reazione dei ragazzi, i quali avevano tutti gli occhi lucidi e sorridevano.
Il primo a fare un passo fu Niall, seguito a distanza di 2 secondi dagli altri 3.
Si avvicinarono tutti a Louis e lo abbracciarono, stringendosi l’uno nelle braccia degli altri e dandosi, saltuariamente, qualche pacca sulle spalle.
Io e Alessia ci eravamo messe in un angolino, vicino al mobile svuota – tasche, osservando commosse la scena.
A rompere quel momento di silenzio fu Niall, che dal mucchio di cui faceva parte, fece capolino con la testa e disse:
Ragazzi, so che interrompo questo bel momento super romantico, ma io inizio ad avere un languorino … che ne dite di mangiare ?
Sempre il solito tu, eh ?” esclamò Zayn, facendo anche lui capolino.
Oh, scusa se io a differenza vostra mi preoccupo delle esigenze del mio corpo !
Il moro stava per ribattere qualcosa ma fu anticipato da Harry.
Ok, ok ragazzi … smettetela su, ora mettiamo qualcosa sul fornello” disse ponendo fine alla piccola discussione, ma con un sorriso divertito sul volto.
Tranquilli ragazzi, andiamo noi due …” dissi, portandomi dietro Alessia, con quel sorriso che Niall e Zayn mi avevano fatto spuntare “… credi di poter resistere un po’ Nialler ?” conclusi buttandogli uno sguardo divertito e dirigendomi in cucina, senza nemmeno aspettarmi una risposta.
Non vi sembrerà affatto strano che io ora vi dica quanto quella manciata di giorni, che ci separava dall’evento più importante a cui avevo mai partecipato allora, passarono in un lampo con la compagnia di quella seconda, pazza famiglia che mi ritrovavo.
Una delle cose che più ci preoccupavano era, come al solito la scelta degli abiti.
Ma non pensate che fosse riferito solo a noi ragazze, anzi direi che probabilmente noi eravamo quelle messo meglio: ci bastarono un paio di giorni per avere ognuna di noi un abito adatto e gli accssori abbinati, scarpe comprese.
No, no, io mi riferivo ai 5.
Erano così preoccupati e alquanto confusi che, sebbene ci avessero chiesto di accompagnarli tutti insieme per aiutarli, ci mettemmo quasi una settimana intera.
Sembravamo una banda di 10 membri appena usciti da un manicomio; anzi … noi eravamo le 5 badanti e loro i 5 schizzati. Non ci ascoltavano, begavano tra di loro e si sfottevano pure.
Potrà sembrare un po’ crudele, ma mentre loro si tiravano in giro noi ce la ridevamo.
Fortunatamente, dopo 3 giorni di buchi nell’acqua si decisero ad ascoltarci e allora filò tutto liscio.
L’altro problema, per me trascurabile, ma che per tutti gli altri sembrava gravissimo … beh era la mia pancia.
Sebbene fossi praticamente alle porta del 4° mese, nella settimana dei Brits, la mia pancia non era affatto cresciuta.
Il che era un bene, così era più difficile da immaginare. Avevo solo un piccolo rigonfiamento, come se avessi fatto un pasto abbondante, tutto qui.
Loro però non facevano altro che immaginare le più gravi catastrofi, o meglio la più grave catastrofe e cioè che i giornali, sospettando la mia gravidanza, sbattessero lo scoop in prima pagina.
Ok, non voglio dire che sarebbe stata una cosa irrilevante, anche perché questo voleva dire far rischiare la carriera a tutti e 5.
Dovevamo ancora decidere come dirlo al mondo intero. Per ora lo sapevano le persone importanti della nostra vita; sapevano anche che avevamo deciso di tenere il bambino … o bambina, ancora non lo sapevamo; ma per dirlo a tutti il mondo e, ancora prima, ai manager e alla casa discografica, volevamo aspettare un altro po’.
In ogni caso, pur di evitare questo imprevisto, mi fecero acquistare un abito imperiale, in modo tale da poter celare anche quel velo di pancia che mi era cresciuta.
Nessun problema in contrario, anche perché amavo quell’abito; e poi pur di farli stare tranquilli avrei fatto tutto, anche indossare un abito un po’ largo.

La sera della premiazione eravamo tutti in fibrillazione.
Beh i ragazzi … perché sarebbe stato una serata molto importante, avevano raccolto parecchi successi in quell’ultimo anno e le nomination ai Brits ne erano la dimostrazione. Dani ed El lo erano per lo stesso motivo, come anche Alessia e me, ma per noi sarebbe anche stato il primo evento pubblico, cui avremmo partecipato con loro al nostro fianco.
Quella sera mi trovavo in camera nostra, davanti all’enorme specchio accanto all’armadio, osservandomi in quel meraviglioso abito blu notte, che mi scivolava morbido su tutto il corpo.
Feci scorrere lo sguardo dalla scollatura a cuore con gioiello al centro, ai fianchi dover erano stese la mie braccia, guardai le mie mani, perfettamente laccate, in tono coll’abito, fino al pavimento dove i miei piedi erano nascosti dal lungo strascico.
Rialzai lo sguardo, fino al mio ventre e mi soffermai lì. Ad un certo punto portai entrambe le mani e ce le posizionai, una sopra e una sotto, come ad accogliere la mia pancia, tirando l’abito e facendolo aderire. Voltai la testa un po’ a sinistra e poi mi girai di profilo.
Rimasi così qualche minuto, ad osservare il mio ventre, senza nemmeno un motivo preciso.
Ricordo solo che stavo pensando a cosa stava facendo lì dentro quella piccola creatura.
Fui interrotta da Harry, che spuntò dal bagno tutto ben vestito. Si fermò sulla porta ad osservarmi.
Avevo alzato di scatto lo sguardo, ma non mi ero mossa da quella posizione, ne’ lo feci quando mi chiese che stavo facendo.
Gli sorrisi.
Testavo se l’abito copriva veramente la mia pancina” risposi allargando il sorriso e tornando allo specchio.
Sei pronto ?” chiesi poi, mollando l’abito e voltandomi verso di lui, che era rimasto guardarmi.
Rimase in silenzio qualche istante, poi si riprese.
Cosa ? oh sì, sì … tu ?” disse scuotendo la testa.
Prontissima per scendere
Allargò il sorriso, mostrandomi così le sue adorabili fossette e mi tese la mano.
La presi e la strinse delicatamente, conducendomi nell’atrio, dove trovammo Louis ed Eleanor, meravigliosi come non mai.
El sei una visione !” esclamai colpita, abbracciandola.
Parla per te …” rispose, stringendomi a sé.
Ma che dici su … ma gli altri ?” chiesi rivolgendomi a tutti.
Gli altri ci aspettano nella limousine qui fuori …” mi rispose El “… comunque non sono la sola a pensarlo, Harry non ti toglie gli occhi di dosso dalle scale” mi sussurrò quando eravamo nel piazzale, mentre ci dirigevamo alla macchina.
Mi voltai a mollarle un’occhiatina, prima di salire in macchina, un misto tra il divertito e il lusingato.
Non appena misi piede in macchina cercai immediatamente con lo sguardo Alessia; passai tutti i passeggeri prima di trovarla e così mi accorsi che eravamo gli ultimi.
Non appena incrociai il suo sguardo mi accorsi dell’enorme sorriso che aveva stampato sul volto.
Mi aveva riservato un posto accanto a lei, così mi ci diressi in un lampo.
Allora amore … nervosa ?” le chiesi dopo averla salutata e dopo aver fatto i complimenti per il meraviglioso abito che indossava (anche se glielo avevo già visto addosso quando eravamo andate a comprarlo).
Mi guardò fissa negli occhi, sempre con quel sorriso immenso, senza parlare per qualche secondo.
Ok, non c’era bisogno di risposta.
Era nervosa.
Nooooooo cosa te lo fa pensare amore …” iniziò, sarcastica “… tu, invece ?
Da morire … come te, a quanto vedo” le dissi, scherzando e abbracciandola.
Ricambiò all’istante.
La macchina era partita da poco, quando mi accorsi che Perrie non c’era.
Guardami meglio ma non la trovai.
Mmm Zayn ? Perrie non è qui ?” chiesi, voltandomi verso di lui, ma tenendo stretta, stretta la mano di Alessia.
Non veniva con noi; doveva andare con le altre componenti delle Little Mix … ha detto che ci vediamo là” mi rispose con un sorriso.
Il viaggio in macchina non durò molto, probabilmente volevo durasse di più perche ero un bel po’ in ansia.
Infatti quando iniziai a sentire i flash dei fotografi e le urla della gente che attendeva gli invitati, il cuore iniziò a battere all’impazzata.
Quando la macchina si fermò e il guidatore ci disse che eravamo arrivati, la situazione non migliorò; e quando la portiera fu aperta lasciando entrare tutta la luce dei flash e il rumore assordante delle urla peggiorò ancora.
I primi a scendere furono Liam e Danielle, seguiti da Zayn Louis ed El.
Rimanevamo solo io e Harry e Alessia con Niall.
Presi la mano della mia migliore amica e la guardai negli occhi.
Mi sorrise e ricambiai.
Facciamolo !” le dissi, stringendole di poco la mano.
Annuì e si voltò verso Niall. Io allungai la mano alla ricerca di quella di Harry e quando la sentii sfiorare la mia mi voltai verso di lui e mi strinsi sul suo petto.
Prima di noi scesero Niall e Alessia. Li seguii con lo sguardo e mi si riempì il cuore nel notare che entrambi avevano le mani incrociate e che stavano attraversando il tappeto sorridenti, cercando di raggiungere gli altri, sorridendo ai fotografi, se lo chiedevano.
Come una coppia; ben collaudata e addirittura abituata ai riflettori.
Piccola direi che è ora” mi sussurrò all’orecchio il mio riccio.
Mi voltai, a pochi centimetri dal suo volto.
Feci un mezzo sorriso e gli stampai un dolce bacio a stampo.
Andiamo” risposi.
Lo vidi scendere dalla macchina e non appena mise un piede fuori dall’auto sentii le urla acutizzarsi, proprio come avevano fatto poco prima, quando erano scesi anche gli altri membri del gruppo.
Non si voltò a guardare i flash, ma mi porse la mano aiutandomi ad uscire.
Feci un profondo respiro prima di aggrapparmi delicatamente alla sua mano e poggiare i piedi a terra, sul Red Carpet.
Chiusi gli occhi per quei pochi secondi che ci misi ad uscire dalla vettura. Quando li riaprii mi sentii circondata da migliaia di flash e urla; ma c’erano un rumore che sovrastava tutto: il battito del mio cuore.
Era talmente forte che il sangue pulsato faceva come da ovatta a tutto il rumore che mi circondava.
Avevo lo sguardo fisso sulla tasca della giacca di Harry, finché non sentii la sua mano posarsi delicatamente sul mio viso e voltarlo verso il suo.
Nel momento in cui incrociai i suoi occhi coi miei, così rassicuranti, buttai fuori tutta l’aria che prima di uscire dalla macchina avevo incamerato e sorrisi, pronta ad andare.
Lo vidi sorridermi e contemporaneamente incrociare la sua mano alla mia.
Quasi nello stesso momento iniziammo a camminare e, sebbene quell’imponente distesa rossa mi mettesse soggezione insieme a tutti quegli scatti accecanti e alle urla assordanti, sentendo la sua mano stretta alla mia e lui accanto a me e vedendo i nostri amici poco più avanti a noi mi feci coraggio.
Ogni passo che facevamo mi sentivo più leggera meno controllata dall’ansia. Ci capitò che alcuni fotografi ci chiesero di giraci e, molto naturalmente, come avevano fatto Niall e Alessia prima di noi, li accontentammo offrendoci per qualche scatto.
C’era il vento freddo d’inverno, che si percepiva nonostante i caldi riflettori puntati su tutti noi e sulle spalle nude sentivo solo i miei lunghi capelli boccolosi muoversi con l’aria.
Prestai attenzione a ciò che dietro le transenne dicevano e mi voltai anche ad osservare, non stupendomi di trovare cartelloni colorati con scritte tipo “OneD … You Are My Life” o “OneD You Light Up My World Like Nobody Else”.
Ce n’erano di tutti i tipi e non solo per i ragazzi, ma ammetto che quelli per loro erano i più grandi e quelli sventolati con più enfasi.
Non mi accorsi nemmeno che la camminata era già praticamente finita, quando mi ritrovai davanti tutti i ragazzi.
Vidi Liam, Niall e Louis lasciare le proprie accompagnatrici e seguire Zayn.
Capii subito che dovevano fare una foto all’entrata solo come gruppo. Così mi voltai verso Harry e gli lasciai la mano, sussurrandogli di andare.
Ci misero pochissimo, ma in quei pochi secondi in cui li vidi lì davanti, mettersi tutti in posa mi sentii così felice.
Vidi Alessia avvicinarsi a me e prendermi sottobraccio tutta sorridente.
Non mi voltai, ma sorrisi e le strinsi la mano alla mia.
Sono meravigliosi non è vero ?” le chiesi, accorgendomi che anche lei li stava guardando col mio stesso sorriso.
Assolutamente e vedrai … verranno ripagati della loro bravura” concluse, staccandosi e allungandosi verso Niall.
Mi avvicinai ad Harry, che si stava dirigendo verso di me allargando un po’ le braccia, buttandomi poi tra le stesse e fermandomi ad osservare i due piccioncini che si stavano coccolando.
Spostai lo sguardo sugli altri ma mi soffermai su Zayn, che sembrava incantato a guardare qualcosa oltre noi.
Un po’ confusa mi voltai dietro e mi accorsi che sul Red Carpet erano comparse le Little Mix, in posa per una foto.
Era tutte meravigliose, ma Perrie era radiosa in quel suo caramelloso abito glicine.
Ecco cosa stava guardando con così tanta ammirazione il moro.
Mi rivoltai verso di lui e mi avvicinai al lui sorridendo, trascinandomi dietro il riccio.
Andiamo … la vedrai al party dopo” gli dissi a bassa voce ricevendo come risposta uno splendido sorriso e un buffetto sulla guancia.
Coraggio gente, andiamo !” esclamò aprendoci la porta d’entrata, che varcammo tutti con grande fibrillazione.
Non ci seguì subito, così mi voltai e lo vidi buttare un ultimo sguardo a Perrie, nello stesso momento in cui lei cercò lui.
Si incrociarono, si sorrisero, lei gli fece l’occhiolino e poi lui entrò tutto tronfio e sorridente.
Si bloccò sotto il mio sguardo divertito e quello di tutti gli altri.
Buttò la testa in basso e scoppiò a ridere.
Su smettetela di guardami e andiamo, che il tavolo ci aspetta !” ci disse avvicinandosi a grandi passi e spingendoci nella direzione giusta.
Mi lasciai guidare dalle forzute braccia di Zayn, poi ad un certo punto smise ed io ed Harry fummo costretti a muoverci da soli. Raggiungemmo la fila che si era creata a causa della lenta assegnazione dei tavoli.
Rimanemmo in coda per un quarto d’ora buono e così all’improvviso spuntò un signore, tutto vestito di nero, che ci squadrò dalla testa ai piedi.
One Direction ?” chiese, atono.
Però, perspicace il tipo!
Louis annuì, sorridente.
Il signore buttò uno sguardo ad una lista che teneva in mano e poi disse:
One Direction – Tavolo per 9 ; seguitemi
Si voltò degnandoci di uno sguardo vuoto e poi partì facendo slalom tra i vari tavoli, più o meno pieni.
Il nostro tavolo era abbastanza vicino sia al palco che all’entrata; una posizione che mi entusiasmava dato che volevo scrutare ben, bene tutte le persona che entravano per ammirare come erano vestite.
Senza nemmeno attendere che il tipo se ne fosse andato mi scaraventai al miglior posto che mi permettesse di vedere bene l’entrata; lo feci con una tale enfasi che mi beccai un occhiataccia dal signore; occhiataccia alla quale risposi con un sorriso a 32 denti.
Harry si sedette accanto a me, dall’altro lato avevo Alessia.
Mi accorsi che il riccio stava ridendo, probabilmente a causa della mia attiva reazione.
Ti diverto così tanto ?” gli chiesi curiosa.
A dire la verità … sì amore” rispose fissandomi negli occhi.
Aspetta di sentire tutti i miei commenti ad ogni abito che passa da quella porta” gli dissi, indicando la porta d’entrata.
Non vedo l’ora” rispose ammiccante.
Il tempo che separava la cena dalla premiazione finale, passò in fretta tra i miei commentini sarcastici ad ogni ragazza che passava,le stupide battute di Lou, gli origlia menti alle conversazioni dei tavoli vicini e la piccola intervista di James Corden che si intrufolò al nostro tavolo.
Ad un certo punto le luci attorno a noi calarono, mentre quelle del palco di fronte a noi si accesero all’improvviso.
Scorsi una piccola figura uscire dalla quinte e avvicinarsi al piccolo pulpito al centro.
Un enorme riflettore lo illuminò in pieno.
Iniziò a parlare e ad intrattenerci per un po’ fino a quando non iniziarono le nominations.
Vidi, nel giro di pochi minuti, cantanti e artisti di tutti i tipi alzarsi dal proprio tavolo e saltare entusiasti della propria vincita.
Ad ogni nomination passata, l’ansia mi saliva sempre di più; le mani sudavano e cominciai a fare fuori bicchieri e bicchieri di acqua nella speranza di tranquillizzarmi, ma l’unica cosa che ne ebbi in cambi fu un urgente bisogno di andare in bagno.
I ragazzi erano stati nominati in due categorie.
La prima, British Group, non l’avevano vinta. Era stata vinta da un gruppo che, sinceramente non avevo mai sentito nominare, ma non per questo non avevo applaudito, sebbene fossi rimasta delusa, come tutti coloro che erano seduti al mio tavolo.
Quando arrivò il momento della seconda nomination pensai seriamente che le mie mani si sarebbero sciolte da quanto sudavano.
Ad ogni parola che James diceva il mio cuore perdeva dei battiti.
La mia mano cercò all’improvviso quella di Harry; la sentii già lì pronta a stringersi alla mia.
Voltai velocemente lo sguardo verso di lui e lo vidi teso.
Teso come mai l’avevo visto.
Gli sorrisi, per tranquillizzarlo.
Ricambiò, probabilmente per lo stesso motivo.
Ci guardammo negli occhi; l’uno in quelli dell’altra e ci perdemmo.
Non so per quanto, ma abbastanza per calmarmi e perdere la cognizione del tempo.
Sentimmo solo le parole “ONE DIRECTION !” urlate a gran voce dal presentatore.
In un microsecondo tutto il nostro tavolo scattò il alto.
Guardai dritto negli occhi Harry. Si vedeva quanto era felice, quanto l’ansia era passata e lo si vedeva anche sul mio.
Spostai lo sguardo sugli altri ragazzi, ancora increduli.
Incrociarono i loro sguardi e si buttarono tutti l’uno addosso all’altro, saltando ed esultando.
Noi ragazze, ci stringemmo tra di noi, esultando a nostra volta, incredule della vittoria.
Il presentatore li chiamò, così si staccarono e si fiondarono a tutta velocità sul palco continuando ad esultare.
BRITs Global Success Award.
Non potevano crederci.
Non potevamo crederci.
Era un successo inaspettato.
Un premio incredibile. Meritato.
Con quel premio avevano dimostrato a tutto il mondo, ma soprattutto a loro stessi quanto valevano.
Erano lì sul palco, con gli occhi lucidi e col cuore gonfio, ancora increduli.
Mentre noi eravamo giù, al tavolo a guardarli col cuore pieno di orgoglio tanto da scoppiare.
Ancora incredule, ma certe che se l’erano meritato.
Certe che quello era uno dei più grandi successi mai raggiunti.
Mi stavo spellando le mani tal tanto applaudire, ma dentro di me sentivo che non era abbastanza, ne’ per festeggiare il loro successo, ne’ per trovare uno sfogo a tutta l’adrenalina che avevo in corpo.
Li guardai, uno ad uno e posso assicurarvi che non avevo mai visto nulla di più vero e felice.
Mancava solo la performance per rendere veramente perfetta la serata.
E quella fu perfetta. Si esibirono e sembrò che quasi dominassero il palco, da tanto erano coinvolti.
Li seguii con lo sguardo fin quando non scesero e non raggiunsero il nostro tavolo.
Aspettai che il riccio fosse sotto il mio campo visivo e cercai il suo sguardo.
Quando mi accorsi che aveva alzato lo sguardo verso di me sentii il cuore, che fino a poco prima aveva retto per non so quale grazia di Dio, scoppiare di gioia e orgoglio.
Affrettò il passo, mentre l’aria gli muoveva indietro il ciuffo, con un immenso sorriso, a braccia aperte.
Lo attesi e quando fui tra le sue braccia mi strinsi.
Percepii il suo volto nell’incavo del collo e lo sentii lasciarmi un dolce bacio che fu accompagnato da un mia dolce carezza sulla sua guancia che si spinse al suo collo.
Sono così orgogliosa di te amore” gli sussurrai all’orecchio.
Lo sentii fare una piccola risata, poi si allontanò un po’ e mi guardò negli occhi.
Che c’è ?” gli chiesi a bassa voce.
Hai notato che sul palco io e Niall ci siamo avvicinati ?
Annuii; in effetti per pochi secondi si erano parlati.
Sai che mi ha detto ? Mi ha detto che aveva cercato con lo sguardo Alessia e … quando l’aveva trovata si era sentito ancora più felice e orgoglioso, se possibile. L’ho fatto anche io … e sai cosa ho visto quando ho riconosciuto la tua figura ? Ho sentito che era giusto così … che tu fossi lì a guardarmi mentre vincevo il premio, ad aspettarmi … quello era il tuo posto; e sul palco dove ero io … quello era il mio; a ritirare un premio che … sì che avevo vinto anche per te …
Lo guardai con gli occhi lucidi.
… è strano pensare che anche Niall abbia provato la stessa cosa … ma, è vero … ora lo capisco … solo ora. Louis e Liam me lo avevano detto, ma non l’avevo mai capito … ora sì … perché ci sei tu !
Non appena ebbe finito mi strinsi ancora a lui e sentii le sue braccia stringersi attorno a me.
Ti amo piccola
Io di più Styles
Ehmm avete intenzione di staccarvi e degnarci della vostra presenza ?” ci interruppe Lou, con un braccio stretto attorno alla vita di El.
Va bene Boo … ho capito che sei ancora in ansia per la vittoria e anche perché voi andare alla festa … però calmo” rispose Harry all’amico.
Notai che tutti attorno a noi si stavano alzando così chiesi dove si sarebbe svolto l’after-party.
C’è una dependance qua dietro … si farà lì” rispose Liam, stringendo Dani.
E’ piuttosto grande, non preoccuparti piccola …” mi disse Lou, notando la mia espressione alla parola “dependance”.
Che ne dite di andare ora ?” concluse Zayn velocemente.
Fummo tutti d’accordo così ci dirigemmo dove la massa informe d’invitati si stava spostando.
Iniziammo a sentire della musica provenire da poco più avanti e capimmo che eravamo vicini.
Ad un tratto arrivammo davanti ad una grande porta blindata, color bianco ghiaccio, dalla quale fuoriusciva una forte musica.
Allora … nel caso ci perdessimo ci ritroviamo qui alle 2.00 !” disse Liam a voce alta, per farsi sentire.
Alle 2.00 ?! Scherzi ?! Mica siamo al Liceo !” esclamò Louis, fingendosi indignato.
Liam lo squadrò da testa a piedi, ma quando si accorse che tutti noi volevamo allungare di un po’ la festa si convinse e spostò l’orario.
Oh e va bene … alle 3.00 ! Ma non un minuto di più, che dopo sapete come va a finire !
Oh andiamo daddy, ci conterremo come al solito” disse Louis, dandogli una pacca sulla spalla e spalancando la porta, buttandosi nella mischia con El.
Liam si lasciò scappare un “poveri noi, quando dice così è un disastro”, ma poi si fece trascinare da Danielle al centro della pista.
Mi stavo per avventurare nella stanza quando mi sentii trattenere; mi voltai. Era Harry.
C’è qualcosa che non va amore ?” gli chiesi ad alta voce sebbene mi fossi avvicinata.
No, cioè possiamo anche stare tranquilli … dico …” iniziò.
Tranquillo amore, io e la creatura stiamo bene. Non sarà una festa a crearmi problemi. E poi stasera non pensiamo … è per voi !” gli dissi accarezzandogli la guancia.
Sì, però stai tranquilla ok ?” mi chiese preoccupato.
Tranquillo amore, non mi scateno mai … farò la brava, però ora andiamo …
Me lo trascinai dentro.
… avete vinto come Global Success !! FESTEGGIAMO !” urlai nel mezzo della pista, circondata da tutti i miei amici che festeggiavano la loro enorme vittoria.


Angolo autrice

No, non sono morta.
Sì, non mi sono più fatta viva.
So che avevo detto che con l’inizio delle vacanze avrei aggiornato con più frequenza, ma da quando ho iniziato il grest (dal primo lunedì di vacanza per 3 settimane) stavo fuori tutto il giorno ed ero stanchissima per mettermi alla tastiera.
Sono davvero dispiaciuta per questo immane ritardo sia nello scrivere che anche nel leggere. Ora sto recuperando e mi impegnerò per aggiornare prima.
Mi spiace per chi è infastidito da questo mio ritardo, ma spero capisca che può capitare di essere stanchi e non avere voglia di fare qualcosa.
Ho notato che le recensioni sono calate e se è per questo mio ritardo sono davvero parecchio dispiaciuta. Molto.
Beh, cercherò di aggiornare al più presto.
Sebbene sia stata lontana dalla tastiera per un po’ spero vi sia piaciuto. A me, mentre lo scrivevo è piaciuto tanto.
Alla prossima
Nene xx

Abito che Irene indossa ai Brits
http://weheartit.com/entry/47430123/in-set/4745006-abiti

Abito che Alessia indossa ai Brits
https://twitter.com/Irene_Vertua/status/352530678358896640/photo/1

https://twitter.com/Irene_Vertua

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Capitolo 29
*** (You're) Having my baby ***




(You’re) Having my baby


Beh che dire ?
L’ after party dei Brits era stato assolutamente meraviglioso !
Ci sentivamo tutti pieni di quella sorta di gas che ti riempie la testa quando hai superato vittorioso una tappa della tua vita.
Ci siamo scatenati, tutti insieme, sulla pista da ballo.
Non prestavamo retta a nessuno, c’eravamo solo noi quella serata, tutti insieme a festeggiare il loro trionfo.
Probabilmente se avessero dato un Brit anche per la “Migliore prestazione in pista per comitiva” l’avremmo vinto sicuramente noi, stracciando tutta la sala.
Non ci accorgemmo che il tempo a nostra disposizione era praticamente volato, così quando Liam si prese l’arduo compito di richiamarci cademmo tutti dalle nuvole.
Nessuno obbiettò anche perché avevamo concordato l’orario e non ci dovevamo dimenticare che 2 giorni dopo avrebbero inaugurato il Take Me Home Tour. Dovevano riposare.
Erano tutti elettrizzati per questa nuova partenza, i tour li divertivano un mondo; ce l’avevano detto più e più volte e quindi non potevamo essere più felici per loro, anche se questo avrebbe significato non vedersi per lunghi lassi di tempo.

La mattina seguente, mi svegliai di buon ora poiché avevo una cosa molto importante da fare. L’agitazione mi aveva disturbata per tutta la notte, così non mi ero molto riposata.
Uscii dalla camera con molta cautela, per evitare anche il minimo rumore che avrebbe potuto svegliare il mio riccio. Mi diressi in cucina; buttai uno sguardo al lavabo e notai che era vuoto, così sbirciai nella lavastoviglie accorgendomi che conteneva solo roba pulita.
Conclusione: era ancora tutti a dormire, eccetto me.
Oramai mezzogiorno era passato da un pezzo, così iniziai a preparare un leggero brunch così da poter mettere qualcosa sotto i denti e distrarmi dall’agitazione che non voleva abbandonarmi.
Poco a poco il profumo iniziò a propagarsi e come un droga svegliò i miei 3 amati coinquilini e li portò giù da me.
I primi a scendere furono Louis ed El.
Classico, l’ultimo era sempre Harry.
Lou aveva un sorriso a 32 denti, sebbene avesse ancora gli occhi semi-chiusi per via della luce, probabilmente in ricordo della supervincita della sera precedente.
La mora aveva i capelli arruffatissimi, come se fosse appena uscita dal frullatore, ma anche lei aveva un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
Ci demmo il buon giorno e li servii, proprio mentre il riccio stava scendendo gli ultimi 3 gradini della scalinata.
Testa bassa, gambe che andavano dove volevano, braccio destro dietro a grattarsi la testa …
Quando si sedette si lasciò ampiamente andare sulla sedia e alzò il volto, mostrandoci uno sbadiglio degno di un leone, arricciando contemporaneamente il naso.
Classico.
Ben svegliato amore” di dissi porgendogli il piatto pieno e stampandogli un bacio sulla guancia.
Buongiorno …” disse solamente, iniziando a mangiare svogliatamente.
Iniziò un silenzio piuttosto pesante poiché tutti erano stanchi per parlare, ma sebbene desse fastidio a tutti nessuno si prese la briga di romperlo.
Eccetto Louis, che dopo un po’ parlò,
Ma sapete che ancora non ci credo ? a ciò che è successo ieri intendo … è … è assolutamente incredibile
Io ed El ci voltammo verso di lui ed Harry alzò il volto dal piatto.
Aveva un sorriso enorme, sembrava proprio un bambino.
Era così meraviglioso, che spinse tutti noi a parlare.
Ed il nostro pranzo passò così, tra una chiacchera e l’altra, ancora troppo assonnati per collegare che non avremmo potuto stare lì tutto il pomeriggio, avevamo altri impegni.
Oh cavolo è stra tardi !” esclamai saltando dalla sedia, dopo aver buttato uno sguardo all’orologio in cucina.
Iniziai a sparecchiare in fretta e furia, sotto gli occhi attoniti di Harry, mentre Lou ed El dopo un secondo di disorientamento avevano già capito.
Harry sbrigati che dobbiamo passare a prendere Alessia … su!” gli dissi, stappandogli, praticamente, da sotto il piatto ancora a metà.
Ma … ma cosa ?” lo guardai con gli occhi spalancati un po’ shockata; vidi la lampadina illuminarsi nel suo cervello “oh, oh cavolo ! Dobbiamo correre ! Correre, correre ! Che ci facciamo ancora qui ?
Mi prese di slancio un braccio e mi trascinò su in camera.
Se prima era lui quello spiazzato adesso ci eravamo invertiti i ruoli, perché più spiazzata da una sua reazione non potevo esserlo.
Coraggio, vai a lavarti e fai in fretta … dobbiamo passare a prendere Alessia e poi dobbiamo correre …” mi spinse delicatamente, ma con decisione verso il bagno.
Ancora un filo spiazzata, feci un profondo respiro e mi preparai.
Quando uscii lo trovai davanti all’armadio che borbottava qualcosa di poco comprensibile.
Mi avvicinai e gli arrivai da dietro, abbracciandogli la vita e poggiando la mia guancia sulla sua schiena.
Amore ?” chiesi.
Sì … ?
Stai tranquillo, andrà tutto bene” cercai di rassicurarlo, sebbene anche io fossi in ansia.
Si voltò e mi guardò, sorridendo lievemente quando i suoi occhi incrociarono i miei.
Mi prese il viso tra le mani e mi avvicinò a lui.
Hai ragione, andrà tutto bene … dobbiamo stare tranquilli
Esatto amore … tranquilli” mi avvicinai ancora di più finche le nostre labbra non combaciarono; poi mi staccai “anche perché dai … la notizia più sconvolgente ce l’hanno già data e poi, la risposta della vostra casa discografica, che tanto ci spaventava non è andata poi così tanto male …” continuai attorcigliando le mie braccia dietro il suo collo.
Fece una mezza risata, un po’ sommessa.
Hai ragione … non è andata poi così tanto male e poi … abbiamo detto che i problemi che sorgeranno li affronteremo
Esatto, perciò ora vai a prepararti, che Alessia non ci aspetta in eterno” conclusi sciogliendo l’abbraccio e dandogli un leggere buffetto per dirgli di sbrigarsi.
Ah mi ero dimenticata di dirvi una cosa.
Ebbene sì, avevamo detto alla casa discografica della mia gravidanza.
Ovviamente la reazione che ci eravamo aspettati arrivò, ma non dalla casa discografica, bensì dai managers.
Iniziarono a farneticare qualcosa della serie “siete degli incoscienti, ci porterete alla rovina, cosa avevate nel cervello, come cadrà l’immagine della band e soprattutto di Harry, come sarebbero calate le vendite” eccetera, eccetera.
Noi due stavamo lì davanti a guardarli, un po’ spaventati e un po’ colpiti dalla reazione, per così dire esplosiva, della MODEST!.
Stavamo per rispondere a tutti i problemi posti dai managers quando sì intromise Simon.
James calmati ! Prima di tutto calmati. Penso che questi giovani ragazzi abbiano già abbastanza problemi da risolvere senza che ti ci metta anche tu, col tuo staff
Vedemmo James rimanere colpito dall’entrata in scena di Simon e ancora più dalle sue parole; così si ricompose e si mise appoggiato alla scrivania, vuota, del titolare della Syco.
Prima di tutto non sei un loro genitore, o tutore perciò non puoi permetterti di parlare così; puoi non essere d’accordo con ciò che è successo, ma non puoi commentare. Secondo non vedo proprio come questa situazione possa influire nelle vendite, dato che, in teoria, si dovrebbe comprare CDs e DVDs per la loro musica e non per altro; inoltre non credo proprio che la band perderà di visibilità, men che meno Harry. Certo se si vuole parlare di vendite idiote, dato che con te si parla solo di questo, come le unghie finte per bambine di 7 anni o le ciabattine per quelle di 10, beh sì, hai proprio ragione … le vendite caleranno a dismisura. Ma sai una cosa ? CHISSENEFREGA ! Loro devono vendere per la loro musica e se chi compra è interessato alla vita privata dei loro idoli credo che da questa situazione non ci potrà essere che giovamento. Io conosco questo ragazzo, lo conosco bene, sicuramente molto meglio di te e ho iniziato a conoscere anche questa ragazza; hanno la testa sulle spalle e se hanno deciso di affrontare questa situazione vuol dire che se la sentono. Una coppia giovane, famosa, o almeno per metà, che affronta che affronta questa difficile realtà credo possa essere di esempio a molti … non dico di portare tutti i teenagers a gravidanze premature, ma sono certo che possa aiutare a far prendere a tutti coscienza delle proprie responsabilità e di non avere paura ad affrontare certe situazioni. Questa è la mia idea … e te non ti sta bene, arrangiati ! Possiamo trovare altri managers in ogni momento !” esclamò un po’ concitato Simon.
Io, Harry e James lo guardammo con gli occhi spalancati: io ed Harry perché mai ci saremmo aspettati una reazione così, James perché non pensava che avrebbe mai potuto dire seriamente.
Ma S-Simon … t-tu ? Non oseresti …” aggiunse poi, schiarendosi la voce, visibilmente nervoso.
Io ed Harry ci guardammo un secondo, per poi spostarci su Simon, sul cui viso era comparsa un espressione furba, parecchio furba, ma lo stesso minacciosa.
Vuoi mettermi alla prova James ? Non so se ti conviene …
Guardammo tutti James.
D’accordo … dovremo trovare il modo di farlo sapere ai media che sicu-” iniziò.
Ah tranquillo, non preoccuparti James … dì pure a tutto il tuo staff che rilasceranno un’esclusiva al Daily Mirror durante la prima parte del Tour, quando i ragazzi saranno ancora nel UK” con un sorriso, tanto grande quanto falso.
Oh va … va bene …
Fece per andarsene quando Simon lo fermò un’altra volta.
Ah … emh James … niente cavolate come tuo solito; credo che anche per i ragazzi una semplice intervista vada bene. E’ giusto che mantengano la situazione privata e che la vivano con le persone più strette. E riguardo a voi …” si voltò verso di noi, che stavamo cercando di trattenerci dal ridere per come era stato azzittito James “… non è una bella situazione ma, congratulazioni, a nome dell’ intera Syco e MODEST! Vero James che ci congratuliamo ?” chiese dando l’ennesima frecciatina al manager.
Ora andate a casa, qui è risolto, pensate alle vostre cose, avrete molto da dover sistemare immagino
Così ci alzammo e ringraziammo di cuore Simon, che purtroppo si era accorto della nostra difficoltà nel trattenere le risate così proprio mentre eravamo sulla porta ci disse “almeno ci siamo divertiti”
Non appena la porta alle nostre spalle si chiuse scoppiammo in quella che pensai fosse la risata più rumorosa di sempre.
Era fin da prima che conoscessi veramente i ragazzi che speravo in una strigliata del genere alla MODEST! e pensare che avevo veramente assistito ad una scena così mi fece piegare in due dal ridere.
Appena lo racconterò alla Ale scoppierà come me … non sai da quanto ci immaginavamo una scena del genere” dissi al mio riccio in macchina, mentre ci accingevamo a partire per tornare a casa e raccontare a tutti cosa ci era appena successo.
La scena mi ritornò in mente mi stavo vestendo in attesa che il riccio facesse capolino dal bagno.
Harry ti vuoi muovere ?” esclamai dopo 10 minuti che si ritrovava in bagno.
Arrivo, arrivo !” disse, tutto concitato mentre si fiondava fuori dal bagno e si vestiva in 2 minuti.
Io intanto stavo ad aspettarlo sulla porta, col telefono in mano mentre digitavo il numero della mia migliore amica.
Aspettai qualche istante e poi rispose.
Amore !
Voce squillante, si vedeva che era agitata anche lei.
Ehy amore … ascolta qui … sì insomma non siamo ancora partiti, però stiamo arrivando eh quindi aspettaci …” dissi, anche io un po’ in ansia.
Ma amore l’appuntamento è alle 16.45 e sono le 16.00 !!” disse iniziando a preoccuparsi di più.
Vallo da dire a quel polentone di Harry, è lui che sta in bagno 10 minuti, manco fosse una modella !” esclamai, fissando il mio ragazzo ancora intento a cercare gli occhiali dispersi da qualche parte e che a quelle parole si voltò verso di me esclamando un “hey !” di protesta.
Harry, ha ragione !” esclamò la mia riccia.
Visto ?! L’ha detto anche lei, ma ora muoviti su !” esclamai facendogli una linguaccia e allungandogli il telefono come prova.
Ahhhh lasciamo perdere 2 contro 1 non vale, inoltre se siete voi due sono fregato, andiamo che se non facciamo tardi davvero” disse uscendo dalla porta e tirandomi dietro con sé “ah e sorellina ? I conti li facciamo in macchina ! Ed ora attacca; avete voluto che facessi in fretta ed ora arriviamo in ritardo perché voi state al telefono … ciao ciao sorellina !” esclamò prima di chiudermi con forza la chiamata e facendomi scoppiare a ridere per la sua dolcissima quanto nevrotica reazione.
Ti ricordo che io non mi ero dimenticata la prima visita ginecologica di nostro figlio, amore mio della mia vita” gli dissi ironica mentre correvamo giù dalle scale.
Si fermò in fondo alla scalinata guardandomi parecchio male, probabilmente perché avevo detto “nostro figlio”.
Suonava un po’ strano in effetti.
Sono stanco … può capitare … sì, insomma …
Amore non hai scusanti, ed ora andiamo che se no nemmeno volando arriveremo giusti” conclusi, dandogli un bacio a fior di labbra e ammutolendolo.
Salutammo di corsa El e Lou ancora mezzi addormentati e corremmo nel vialetto, verso la macchina.
Non appena partimmo, tempo di passare a prendere Alessia e andare in clinica che scendemmo dall’auto in fretta e furia.
Corremmo lungo il viale d’entrata, mano nella mano, sembravamo proprio dei bambini a ripensarci.
Un momento meraviglioso.
Non appena arrivammo all’accettazione, nemmeno il tempo di riprendere fiato che Harry si era già fiondato all’accettazione per chiedere se eravamo in ritardo. La segretaria l’ho guardò colpita.
Amore … guarda che non dobbiamo andare qui; abbiamo già l’appuntamento dobbiamo andare subito in ginecologia … la signora non sa per cosa siamo qui, questa è l’accettazione, non c’entra con ciò che dobbiamo fare …” gli dissi, andandolo a prendere e portandolo all’ascensore, dove ci stava aspettando un’ Alessia che si stava piegando in due dalle risate nel vedere il suo adorato fratellone uscire di testa per l’agitazione.
Oh … beh sbrighiamoci no ?” chiese, sempre ansioso.
Riccio calmati, siamo in perfetto orario” cercò di calmarlo la mia riccia mentre io gli stringevo la mano.
Quando l’ascensore si aprì ci ritrovammo in una sala d’attesa molto grande e ariosa. C’erano poche persone: un paio di coppie, di cui una con una gravidanza ben avanzata ed un paio di ragazze.
Entrammo e ci sedemmo, sorridendo cordialmente a tutti coloro che erano in sala, sembrava che non avessero riconosciuto Harry, meglio.
Dovemmo aspettare 10 minuti, prima che l’infermiera venne a chiamare il mio nome.
10 minuti in cui Harry non fece altro che far ballare la gamba destra e tamburellare su quella ferma con la mano sinistra, guardandosi attorno.
Io e Alessia cercammo di calmarlo il più possibile con parole, carezze, ignorandolo.
Era strano … a me l’agitazione era pressoché passata, ed essendo io che dovevo fare la mia prima visita ginecologica e anche la mia prima da incinta mi sentivo troppo tranquilla.
Mentre Harry sembrava uscito pazzo.
Finalmente uscì l’infermiera a chiamarci così ci alzammo tutti di scatto ed entrammo, lasciando la signorina un po’ spiazzata per il nostro passo che ricordavamo molto quello di 3 soldatini.
Entrammo nell’ambulatorio, dove ci stava aspettando la ginecologa, la signora Clarke credo.
Dopo le prime domande di routine mi invitò a sdraiarmi al lettino, dove avrebbe effettuato la prima ecografia del feto.
Mi voltai per guardare bene sia Harry che Alessia, avevo bisogno di loro ora.
Possono stare con me ? Vorrei averli accanto, è possibile ?” chiesi, a voce fine.
Certo cara, basta che si mettano dalla parte opposta de lettino” rispose il medico con un sorriso molto dolce.
Annuii e mi voltai verso di loro; facemmo un profondo respiro.
Coraggio amore …” mi disse Alessia con un sorriso incoraggiante, che mi spinse ad abbracciarla di slancio.
Fu breve, anche perché non volevo disturbare troppo la ginecologa; subito dopo mi diressi al camerino per cambiarmi e togliermi i pantaloni e mettere una specie di gonnella in carta.
Quando uscii mi sentii parecchio … spoglia.
Vidi la dottoressa già alla sua postazione pronta per visitarmi, accanto ad lettino, da un lato l’ecografia e dall’altro coloro che volevo assolutamente accanto.
Pronta tesoro ?” mi chiese la dottoressa, quando mi fui posizionata sulla poltrona.
La guardai e poi allungai lo sguardo ai miei accompagnatori, lì pronti a sorridermi.
Ricambiai il sorriso, rincuorata.
Annuii alla dottoressa.
Fece quello che doveva … cercai di concentrarmi su altro, come ciò che mi circondava o il due volti perennemente sorridenti accanto a me.
Bene … direi che è tutto a posto, anche se sei appena fuori l’ottava settimana e quindi potevi correre il rischio di non rilevare un problema cardiaco ...
Cosa ?!” chiedemmo tutti e tre agitati e lasciando spiazzata la dottoressa.
Ripeto … potevi correre il rischio, ma ho fatto un paio di accertamenti in più e l’ecografia lo confermerà; non dovete preoccuparvi. Poi alla tua età è difficile ci siano complicazioni
Feci un profondo respiro. Doveva stare attenta a come parlava, mi aveva fatto prendere un colpo; anzi CI.
Ora facciamo l’ecografia e poi prescrivo alcuni esami da fare … sono di routine, tranquilli
Aggiunse l’ultima parte della frase vedendo già Harry pronto a scattare per chiedere il motivo di tali esami.
La dottoressa si spostò e si posizionò accanto a me, dove c’era la macchina, sempre sorridente.
Sollevai il maglione di lana marrone che indossai quel pomeriggio e feci un profondo respiro.
La vidi prendere un tubetto dalla cassettiera dove poggiava la macchina.
Questo è un gel che devo mettere per poter fare l’esame … sarà un po’ freddo, ok ?” mi informò con calma.
Annuii, allungando contemporaneamente entrambe le mani ad Harry e Alessia.
Non appena la mia pelle venne a contatto con quella sostanza fredda ebbi un piccolo sussulto che provocò un “oh” un po’ divertito della ginecologa.
Prese la sonda ed la poggiò sul mio ventre, ancora piuttosto piatto.
Il cuore stava iniziando ad aumentare sempre di più i battiti.
Fissai lo schermo e mi sentii in ansia finche non comparve quello che mi sembro un semplice schermo nero a cristalli liquidi … rotto.
Era come se delle onde si muovessero all’interno, sembrava un mare in tempesta.
Cercavo qualcosa … ma non distinguevo nulla.
Intanto le mani di Harry e Alessia iniziavano a stringersi attorno alla mia.

Lo scuro iniziò a diradarsi , in un punto. Non vedevo ancora nulla di chiaro, ma il cuore inizio a battere all’impazzata.
Eccolo qui …” disse indicando un piccolo esserino sullo schermo.
Caddi come in una bolla, il mondò si ovattò e riuscii solo a pensare che quella cosa, quell’esserino lì che la dottoressa mi stava indicando sullo schermo era nella mia pancia …
Ad un tratto partì un suono. Sembravano come dei colpi di tamburo, ma erano molto veloci e tanti … continui.
Questo è il battito del vostro bambino …” continuò.
Mi voltai verso Harry e Alessia.
Avevo le lacrime visibili e scarsamente trattenute; Harry era tutto rosso, con gli occhi lucidi che mi stringeva spasmodicamente la mano; Alessia si era lasciata andare, ma sapevo che l’avrebbe fatto e anche lei mi stringeva la mano, che però stava tremando.
Non riuscimmo a spiccicare parola per 3 minuti.
Ci eravamo semplicemente incantati a guardare quel cosino microscopico sullo schermo.
E’ … è … meraviglioso” disse Harry voltandosi verso di me e mostrandomi i suoi occhi umidi e arrossati.
Era felice, lo vedevo.
Sorrise, buttando un altro sguardo allo schermo e lasciandosi scappare un singhiozzo; gli strinsi la mano.
Si voltò nuovamente verso di me e avvicinò le nostre fronti fino a farle scontrare con un leggero tonfo.
Guardammo ancora lo schermo.
Tutto sembrava meno spaventoso e potrà sembrare strano, ma proprio perché ora era una cosa così concreta, vera, vista mi spaventava di meno.
Mi voltai verso Alessia questa volta e la vidi ancora tremante che, con una mano sulla bocca cercava di trattenersi quanto più poteva.
Non c’era bisogno di parole, ci guardammo come noi sapevamo fare e tutto era fatto.
Le feci un piccolo cenno e lei si avvicinò abbracciandomi delicatamente, stando attenta a non impiastricciarsi col gel.
Congratulazioni mammina” mi sussurrò all’orecchio ed io non potei fare altro che stringerla più forte a me, per farle capire quanto la sua presenza con me era fondamentale.
Congratulazioni zietta” dissi impercettibilmente.
Fummo interrotte dalla ginecologa, che finse un colpo di tosse leggero, così ci staccammo e ritornammo alla posizione di prima, ovvero mani intrecciate e strette tra di noi.
Con dei sorrisi che avrebbero potuto illuminare anche un buco nero.
Scusate l’interruzione davvero, odio farlo … ma ho altre visite in giornata e … sarebbe meglio prescrivere gli esami dato che per il resto va tutto bene” disse la dottoressa, con un dolce sorriso lievemente imbarazzato.
Quindi … dall’ecografia non è risultato quella possibile complicazione che diceva lei ?” chiesi preoccupata.
No, no ho controllato con più scrupolosità ed è tutto a posto, stai tranquilla” ci rassicurò lei.
Così andai nel camerino a cambiarmi e mi diressi alla scrivania dove già mi aspettavano Harry e Alessia.
Nel giro di pochi minuti eravamo già fuori dell’ambulatorio e nel vialetto della clinica.
Mi fermai ad inspirare l’aria, mentre i miei due ricci andavano avanti; poi si accorsero che non li seguivo.
Si voltarono interrogativi.
Amore … tutto bene ?” mi chiese la mia migliore amica.
Senti qualcosa alla pancia ? Guarda torniamo subito dentro … siamo qui !” si preoccupò il mio Harry.
Mi lasciai scappare una risatina per tanto nevrotica quanto dolce razione del futuro paparino.
Sì, non potrebbe andare meglio … ne sono convinta; e la vostra presenza è stata indispensabile, avervi lì accanto a me è stato fondamentale … perché voi siete fondamentali …”
Ero ancora intenta a guardarli negli occhi, quando vidi le mie due ragioni di vita stringersi attorno a me.
Mi sentivo protetta lì, tra quelle braccia.
Mi sentivo felice, felice come mai ero stata.


Angolo autrice

Eccomi ancora qui.
Bene … in questo capitolo succede una cosa piuttosto importante per i futuri genitori.
Io non avendo mai vissuto (per ora, per fortuna) un’esperienza del genere ho cercato di immedesimarmi al meglio e spero di essere riuscita in minima parte a dare l’idea di questa nuova realtà … dell’impatto che può avere su di loro, su di noi …
Beh come al solito lascio a voi i commenti, dicendo solo che la parte in cui Simon dà la strigliata “alla MODEST!” volevo scriverla un po’ come sfogo per il fatto che non mi piace molto come certe volte si comportano con loro … dato che avevo la possibilità di rimetterli in riga con la scrittura … beh l’ho colta ;)
Mi scuso ancora se questo capitolo ve l’ho fatto penare … ma ora sono qui :)
Spero vi piaccia.
Un bacione e alla prossima !
Nene xx

 

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Capitolo 30
*** Be my Romeo and I'll be your Juliet ***




Be my Romeo and I’ll be your Juliet

Il tour era iniziato alla grande.
Tutto stava andando alla grande.
I ragazzi erano sempre più eccitati, show dopo show. Per loro era una cosa completamente nuova.
Sì, avevano già completato un tour, ma questo “era di dimensioni mastodontiche” a detta di Tommo.
Non avevano ancora affrontato una tournee così distribuita nel globo ed erano, comprensibilmente, preoccupati dalle aspettative delle migliaia di fans che li stavano aspettando da anni.
Per la prima parte del tour, cioè quello in UK e Irlanda, la separazione non si era sentita in particolar modo, anche perché l’abbiamo passata quasi tutta viaggiando con loro o spostandoci da Londra per le tappe vicine.
Anche la notizia della mia gravidanza era stata accolta in modo abbastanza positivo. Nell’intervista avevamo spiegato bene le nostre intenzioni e anche che per quanto la cosa ci spaventasse avevamo deciso di affrontarla anche perché eravamo circondati da persone che ci amavano, disposte ad aiutarci.
Nel lasso di tempo, consecutivo alla pubblicazione dell’intervista spesso ci chiesero se questa nuova “situazione” avrebbe sconvolto le sorti della band; tentammo di tranquillizzarli. Ovviamente sapevamo che tutto non sarebbe rimasto come prima, ma era preoccupazione di tutti, me ed Harry per primi, cercar di bilanciar le due cose al meglio.
Intanto la mia vita e quella di Alessia continuava tranquilla tra studio, verifiche, interrogazioni e viaggetti in aereo o in macchina per raggiungere Manchester, Dublino, Liverpool …
Il tour aveva gasato particolarmente anche noi due; anche per noi era una cosa nuova, ma lo era totalmente.
Stare nel back stage e vedere come si comportavano, come scaricavano la tensione, come ridevano e scherzavano ci faceva sentire ancora più partecipi dei quella parte della loro vita che da sempre, fin da prima che lo conoscessimo personalmente, ci aveva incuriosite.
Come avevo detto prima la distanza non era un grande problema, poiché al massimo non ci vedevamo per 3 o 4 giorni; una settimana a fare tanto, ma accadeva di rado, quando dovevamo studiare e non potevamo sposarci.
La cosa che più ci preoccupava al momento, era il tour in Europa. Lì non avremmo potuto seguirli e prendere voli aerei ogni 2 giorni diventava difficoltoso, soprattutto dato che tutte le tappe erano concentrate nel periodo più intenso dell’anno scolastico.
Sapete come succede no ? Quando c’è un qualcosa che non vuoi che arrivi, beh quello arriva sempre prima che voglia.
E’ successo anche quella volta.
Sembrava il giorno precedente quando avevamo assistito al meraviglioso spettacolo di apertura alla O2 Arena, mentre ci trovavamo in aeroporto, ad Heathrow, con tutti i ragazzi.
Dopo i baci e gli abbracci dati e ricevuti, tra i quali quelli di Tommo erano sempre “quelli che lasciavano il segno” ci allontanammo un poco tutti per poterci salutare con più tranquillità tra di noi.
Io non avevo sciolto la mia mano intrecciata a quella di Harry da quando eravamo usciti di casa; solo quando doveva guidare.
Stavo lì, in piedi davanti a lui, col lo sguardo mezzo perso tra le nostre mani intrecciate e il lucchetto che aveva tatuato; sporgeva dal braccialetto che gli avevo regalato quasi un anno prima.
Anche sul mio quel braccialetto era ancora ben legato.
Voltai lo sguardo di lato. C’erano Niall e Alessia che si stavano abbracciando; lei leggermente in punta di piedi con le braccia che gli circondavano il collo. La massa di ricci cioccolato che si confondevano con il ciuffo disfatto del biondo.
Niall che le stringeva la vita, attirandola maggiormente a sé.
Erano da fotografia.
Mi voltai ancora per vedere El e Lou salutarsi; lui con il viso dell’incavo del collo di lei, lasciandole un dolce bacio che la fece sorridere e stringersi di più in quella zona.
Sposati ancora lo sguardo giusto il tempo di buttare uno sguardo a Liam e Danielle che si baciavano e Zayn con Perrie che si guardavano negli occhi, lei sorridente cercando di far sorridere anche lui.
Sentii una mano posarsi sul mio viso e girarlo delicatamente verso il viso del ragazzo a cui stavo tenendo la mano da così tanto tempo.
Chiusi gli occhi, perché non ce l’avrei fatta a incontrare i suoi.
Lo sentii farsi scappare una piccola risata; subito dopo mi accarezzò il viso.
In quel momento, con quel contatto, pensai che quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrei visto per un po’ di tempo.
Era inutile fare la bambina che non vuole accettare la situazione; le cose stavano così, perché rovinare l’ultimo momento “nostro” ?
Così aprii gli occhi.
Mi ritrovai davanti il suo meraviglioso viso.
Mi soffermai su ogni minimo particolare del suo viso, anche se oramai li sapevo a memoria da tante volte l’avevo fissato, forse troppe.
Beh eccoci qua …” iniziai.
Già …” continuò.
Non sapevo più come continuare.
Aprii la bocca, sperando che qualcosa mi uscisse, ma nulla.
Lo guardai negli occhi sperando che mi venisse l’illuminazione, ma nulla.
Di nuovo.
All’improvviso sentii una morsa stringermi lo stomaco ed automaticamente mi buttai tra le sue braccia.
Lo sentii prendermi in braccio per avvicinarmi a lui e permettermi di stringerlo a me, dal collo.
Le sue braccia si strinsero in maniera ferma attorno alla mia vita.
Sentii i suoi morbidi ricci sul mio collo, caldo per l’emozione.
L’odore della sua pelle, quello che mi accompagnava ogni giorno, mi avvolse.
Sentii il suo naso solleticarmi il collo, facendomi piegare la mia testa sulla sua.
Non mi sarei più mossa da lì; nemmeno se fosse arrivato un uragano.
Non potevo pensare che per un mese intero non sarei più stata stretta da quelle braccia.
Fummo interrotti però da qualcosa.
Un rumore come ovattato; veniva da sotto di noi.
Ci allontanammo un pochino e d Harry mi fece scendere, tenendomi sempre avvolta dalle sue braccia.
Mi guardò stranito ed io lo guardai nella stessa maniera.
Quando stavamo per aprire bocca, ci fu un altro colpetto.
Spalancammo gli occhi e guardammo verso il basso per poi riguardarci, il tutto in 5 secondi.
Vidi Harry accucciarsi e poggiare velocemente la mano sul mio ventre e dopo pochi istanti un altro colpetto.
Io ero rimasta lì sorridente e felicissima, a guardarlo sorridere alla mia maglietta rosa pesca, con una mano poggiata sul piccolo rigonfiamento che iniziava a farsi vedere maggiormente.
Alzò lo sguardo verso di me, non cambiando minimamente posizione.
Beh direi che siamo in due a dirti che non vogliamo che te ne vada …” gli dissi, tirando un sorriso laterale.
Iniziò a ridere, sempre guardandomi; poi si voltò verso la mia pancina.
Tranquilla piccola, papà non starà via molto e poi sei con la mamma … fa la brava” disse, stampandoci un piccolo bacio.
O bravo … perché dai per scontato che sia una bambina ?” gli dissi, facendolo alzare.
Perché io so che è una bambina …” mi disse con tono di sfida.
No che non lo sai … nemmeno io lo so, metti che è un maschio” ribattei.
Tranquilla è una bimba …” aggiunse sicuro.
No non lo puoi sapere perch-
Non mi fece finire che mi baciò.
Stai zitta” aggiunse, prima di ribaciarmi.
Di solito non mi piaceva farmi zittire, ma in quel caso accettai senza troppe opposizioni.
Quando ci allontanammo, mi persi ancora un po’ nei suoi occhi.
Ci vediamo presto piccola …” sussurrò.
Puoi giurarci Styles …” continuai.
Ti amo” aggiunse, convinto.
Lo so, anche io … da morire” aggiunsi appoggiandomi al suo petto e stringendolo.
Fummo richiamati dalla voce metallica che come sempre annunciava gli “arrivederci” di migliaia di persone, tra cui quel giorno, anche noi tutti.
Ti chiamo appena arrivo, ok ?” mi chiese allontanandosi, ma tenendomi sempre la mano.
Annuii, cercando di trattenere il più possibile la sua mano con forza.
Mi sorrise e quando ricambiai lo vidi correre a prendere Niall che era ancora perso tra le braccia della mia riccia, per poi vederli correre sulle scale mobili coi borsoni dietro che ballavano perché erano in ritardo, abbracciata a lei, con le mani intrecciate.

I primi giorni non erano stati facili; ci sentivamo tutti i giorni e ci scrivevamo ogni volta che avevano un buco.
Ma svegliarsi la mattina col posto accanto al letto vuoto; non avere nessuno che ti portava la colazione a letto il Sabato per “festeggiare” l’ultimo giorno di scuola della settimana, nessuno a cui rompere le scatole tutto il giorno, nessuno con cui addormentarsi abbracciati e avvolti da braccia oramai conosciute era pesante.
Certo, io ed Alessia dovevamo anche concentrarci per studiare e cercare di smaltire il più possibile interrogazioni e verifiche per poi essere libere di raggiungerli verso la fine.
Iniziammo a vederci tutti i giorni per studiare e passarci gli appunti; ci facevamo interrogare sempre insieme così studiavamo, ci aiutavamo e ci liberavamo in fretta.
Le chiamate coi ragazzi erano sempre le più belle e soprattutto le più attese; ci portavano via 3 ore poiché le facevamo solo in momenti in cui avevano pause lunghe.
Ci fu un giorno in cui però le chiamate, i messaggi, le video chat non bastarono più.
Chiamai Alessia e le chiesi di venire da me, non appena poteva.
Tempo 15 minuti che già aveva suonato la campanello di casa.
Aprii la porta e non feci nemmeno in tempo a dirle perché l’avevo chiamata che disse:
Come vogliamo organizzarci ?
Le sorrisi, aveva già capito tutto.
Era sorprendente come ci capivamo, con un niente.
Le saltai in braccio e le riempii di baci per poi trascinarmela in casa per discutere con lei.
Avevamo deciso di raggiungere i ragazzi, perché non ce la facevamo più a stare lontane da loro.
E perché non prendere un volo per Milano e stare con loro da quando erano in Italia ? Così avremmo rivisto le nostre famiglie, i nostri compagni e poi avremmo finito il tour in Europa con loro. Tanto mancavano poche tappe.
Prima di tutto ci organizzammo con la scuola; dovevamo smaltire il maggior numero di verifiche e interrogazioni in quei giorni così da avere poco o nulla da fare per le ultime 2 settimane di Maggio.
Prenotammo i biglietti per tutt’ e cinque e solo alla fine avremmo dato a loro la notizia.
Il nostro piano partì e procedette alla grande.
Tanto che quando ci ritrovammo con la nostra bella valigia a Malpensa, ad aspettare che arrivassero anche loro io ed Alessia non riuscivamo a realizzare completamente che il nostro piano aveva funzionato.
Ci guardammo un po’ stupite, ma anche orgogliose dal fatto che eravamo riuscite a fare tutto ciò che ci eravamo prefissate; ci mancavano 3 verifiche, una delle quali avremmo fatto a scuola il 20.
Letteratura inglese, non ci preoccupava affatto. Anche se fossimo arrivate a casa all’una dal concerto a Verona, l’avremmo fatta senza problemi come se fosse stata una verifica di italiano delle medie.
Mentre stavamo lì a discutere delle ultime cose da organizzare vidi qualcuno comparire alle spalle della mia riccia e coprirle gli occhi; ebbi giusto il tempo di vedere il ciuffo del biondo comparire dietro di lei che due mani, a me fin troppo conosciute, coprirono i miei.
Il cuore iniziò a battere all’impazzata; portai subito le mie mani su quelle del ragazzo “misterioso” dietro di me.
Harry !” esclamai voltandomi velocemente e, non appena vidi il suo volto come conferma di ciò che avevo appena esclamato, saltandogli in braccio.
Lo sentii scoppiare a ridere, mentre mi stringeva.
Piccola hai indovinato …” disse “ … te l’avevo detto che ci saremmo rivisti presto” sussurrò guardandomi negli occhi.
Ammetti che abbiamo avuto un’ottima idea, ne fratellone ?” ci voltammo verso la riccia che aveva appena detto ciò e che si trovata avvolta tra le braccia del suo biondissimo irlandese.
Penso che tutti noi lo ammetteremmo amore” disse Niall, stampandole un dolce bacio sul naso.
Sarei rimasta a guardarli coccolarsi tutta la mattina, ma Paul venne da noi a pregarci di seguirlo, che dovevamo immediatamente andare in albergo perché le fans iniziavano ad affollarsi ed i ragazzi dovevano riposare per lo show di Verona. La mattina dopo saremmo partiti presto.
Così dopo essermi posizionata sotto la spalla di Harry, seguimmo gli altri fuori dell’aeroporto.

La mattina seguente ci svegliamo relativamente presto, o meglio, presto per gli orari di Harry.
Così dopo una breve colazione ci mettemmo tutti sul tour bus con destinazione Verona.
La massa di ragazze fuori dell’hotel era indescrivibile, e non vi dico quando il bus iniziò a muoversi; molte iniziarono a saltare ed accalcarsi attorno ai finestrini oscurati, con la speranza di vederli.
Da dentro era un delirio. Vedevamo un sacco di visi rigati dalle lacrime di felicità e agitazione ammassarsi.
La cosa che più mi preoccupava era che non si facessero del male, poiché il bus era rande e magari alcune potevano farsi male durante una manovra.
Fortunatamente riuscimmo ad uscire dalla città ed entrare in autostrada abbastanza velocemente.
Le ore da passare lì volarono. Probabilmente perché non ci vedevamo da tanto e passare il tempo con loro sembrava magico ed ogni cosa sembrava speciale.
Quando arrivammo a Verona ed entrammo nella piazza dove saremmo dovuti scendere, mi accorsi di quanto era piena: file di ragazze per terra, chi con ombrelli per ripararsi dal sole, chi con visi pitturati, chi con bandane, chi con cartelli che chiedevano biglietti.
La piazza era invasa.
Era ridicolo pensare che saremmo entrati con un bus, arancione, inconfondibile, in una piazza piena di fans che stavano solo aspettando 2 cose: di entrare e l’arrivo dei ragazzi.
Tempo 2 minuti che non appena fummo abbastanza visibili tutta la piazza, e sottolineo tutta, dopo 2 istanti di “confusione” partì come una mandria addosso al bus, rincorrendolo.
Il guidatore rallentò per cercare di spostare le ragazze che sempre più stavano aumentando e si stavano accalcando sulle transenne accatastate per dopo.
Intervenne la sicurezza che tentò di aprire un varco per farci uscire, ma le ragazze erano troppe così decisero di far uscire solo la troupe, per calmarle e depistarle.
Non appena le ragazze si accorsero che non stavano scendendo i ragazzi e videro le porte richiudesi, iniziarono ad urlare ai ragazzi della sicurezza di farli uscire.
Poi inizio a piovere e il bus si spostò un po’, facendo finta di parcheggiare.
Le ragazze iniziarono a separasi; molte di loro piangevano.
Noi eravamo dentro, che guardavamo tutto ciò.
Capivamo che non avevano voluto far scendere i ragazzi, per la loro sicurezza, ma ora ci chiedevamo come avrebbero potuto farli entrare.
Aspettammo una ventina di minuti, quando arrivò Paul che ci disse di seguirlo. Così ci preparammo e cautamente aprirono lo sportello. Non appena mettemmo piede a terra ci accorgemmo che non eravamo più “fuori” della arena ma “dentro” o meglio in una zona chiusa e delimitata dove erano accatastati tutte le cose per allestire il palco.
Dietro il bus c’era un cancello con 5 o 6 centimetri di apertura dal pavimento; vidi molte mani e piedi di ragazze sdraiate a terra, con la speranza di vederli.
Amore ma ci siamo mossi ?” chiesi stranita alla mia riccia.
Sì amore, non te ne eri accorta ?” mi chiese stupita, accompagnandomi all’apertura secondaria nella quale erano appena spariti i ragazzi.
Sinceramente no” scoppiai a ridere, mentre lei mi guardava come a dire “quanto sei mongola amore”
Ammetto che mai ero entrata in un posto del genere, quindi rimasi parecchio stupida della grandezza di quel posto.
Escludendo la bellezza disarmante, era enorme.
Già potevo sentire l’atmosfera che si sarebbe creata quella sera stessa; sarebbe stata una serata magica, senza alcun dubbio.
Il palco era già stato montato, almeno le parti più grandi e importanti. I ragazzi dovevano iniziare a fare le prove.
Fortunatamente aveva piovuto poco e così non ci sarebbero stati grandi problemi.
I primi ad iniziare a fare le prove del suono furono i musicisti. Sentimmo la batteria di Josh propagarsi per tutta l’Arena ed evidentemente la sentirono anche le ragazze fuori poiché iniziarono ad urlare il suo nome.
I ragazzi cantano a cappella per non scatenare il delirio. Io, Alessia, El, Dani e Perrie eravamo su uno degli spalti a guardarli.
Ad un certo punto sentimmo delle urla acute provenire da fuori. Ci voltammo tutti per vedere se mancava qualcuno all’appello, che poteva scatenare il putiferio, ma c’erano tutti.
Vedemmo qualcuno della troup ridere, guardando una macchina fotografica.
La cosa mi irritò un po’, perché prendere in giro delle ragazze che erano venute da lontano per vederli e prenderle in giro così non mi sembrava carino.
Evidentemente ebbi la stessa reazione dei ragazzi perché mollarono i microfoni e scesero dal palco.
Vidi Harry iniziare a salire tutte le scale; Niall e Liam dietro di lui.
A passo svelto raggiunsero la cima; si guardarono negli occhi e poi Harry, dopo aver preso il telefono ed averlo aperto su “vine” fece quei due passi che gli permisero di apparire davanti a migliaia di ragazze che stavano aspettando solo ed unicamente quello.
Filmò il boato di urla acute che si levò non appena uscì il suo cappello, che tanto amo.
Le urla continuavano ad aumentare; mandava baci, salutava, sorrideva, rideva …
Poi si allontanò ed arrivò il turno di Niall e Liam.
Comparirono così, di scatto; le ragazze non ebbero nemmeno il tempo di realizzare che avevano visto il loro riccio che subito comparvero l’irlandese e il ragazzo d’oro.
Loro si fermarono di più. Stettero lì, giocarono con loro, le fecero piangere e, tra l’altro le filmarono anche per “This is us”.
Ad un certo punto ricomparve Harry, da una piccola finestrella per un ultimo saluto, con quella sua faccia da cucciolo che intenerirebbe chiunque.
Quando si ritirarono tutti e tre li vedemmo scendere le scale sorridenti e felici di ciò che avevano fatto.
Io e Alessia pensammo che non saremmo potute essere più fiere di loro, quel giorno, ma ci sbagliavamo.
Il resto della giornata passò molto in fretta.
Ricordo che mancava pochissimo all’inizio dello show. Eravamo in camerino coi ragazzi per infondergli un po’ di coraggio.
Harry era appoggiato la muro ed io davanti a lui a guardarlo, mentre faceva muovere nervosamente la gamba destra.
Tranquillo amore, andrà tutto a meraviglia …” cercai di rassicurarlo.
Sì, ma questo è il primo spettacolo in Italia … sai …” iniziò.
Non iniziare eh ? Sei meraviglioso e sul palco, quando ci siete vuoi 5 si crea un’atmosfera che … magica è dire poco” gli dissi, guardandolo negli occhi.
Ho paura di deluderle …” disse abbassando il volto.
Non succederà, non dirlo nemmeno per scherzo ok ? Vi hanno aspettato per tanto tempo, vi sono sempre state vicine e non potrete mai deluderle … non potrai mai deluderle amore; sali sul palco, mostra chi sei, quello che provi ad essere lì, su quel palco stanotte. Mostra chi sei … e non potrai deludere nessuno” gli dissi, alzandogli il volto e guardandolo dritto negli occhi per assicurarmi che capisse fino in fondo.
Lo vidi sorridermi e poi guardare gli altri, che lo stavano aspettando sulla porta agitati, ma sorridenti.
Lo vidi annuire più volte consecutivamente, per convincersi fino in fondo di cosa gli avevo detto.
Sono pronto …” sussurrò a me.
Mostra chi sei” aggiunsi, accarezzandogli la guancia e sfiorandogli appena le labbra.
Mi sorrise e mi strinse la mano prima di raggiungere gli altri.
Non appena i ragazzi sparirono dietro la porta, raggiunsi la mia riccia che mi accolse tra le sue braccia e ci dirigemmo tutte ai posti che ci avevano riservato per il concerto.
Entrammo in Arena, c’era ancora abbastanza luce così potei vedere bene tutti gli spalti riempirsi di ragazze dai mille colori; tutte che si accalcavano per prendere posto, agitate per ciò che di lì a poco avrebbero vissuto.
Al momento dell’ inizio del concerto si levò un aura di magia che si mantenne per tutta la durata.
Il momento più speciale della serata fu quando iniziarono a intonare “Little things”.
L’Arena si zittì e tutti i cellulari, tablet, fonti di luce si accesero.
Uno sfondo nero, calmo, con migliaia e migliaia di luci che si muovevano cullate dal dolce ritmo della melodia.
Il cielo non poteva essere migliore. Tutt’attorno nuvole grigie, scure, ma sopra l’Arena, sopra il palco, sopra tutti noi si ergeva la luna bianchissima circondata da stelle così luminose da accendere anche il cielo; quella notte di un blu indescrivibile.
L’atmosfera non poteva essere più magica e loro, su quel palco la rendevano ancora più magica.
Credo che quello fu il concerto in cui cantarono di meno, per far cantare non solo alle ragazze che stavano in Arena, ma anche quelle che erano sedute tutt’attorno al perimetro del teatro per ascoltarli.
Le loro lacrime, inquadrate più volte dai nostri occhi; le loro voci; loro … tutto era speciale.
Credetemi se vi dico che quella serata fu davvero magica; sarà stato il fatto di assistere alla realizzazione del sogno di molte ragazze nel mio paese; sarà stato il fatto del luogo, o della città.
Ma tutto, tutto quella serata fu magico e perfetto.
Come se ogni cosa trovasse finalmente il suo posto.
Come se tutte le attese, le ansie, le voglie fossero ripagate.
Come se ci si sentisse completi.
Credetemi, tutto fu perfetto.



Angolo autrice
Ed eccoci ancora qui.
Credo di dover spiegare che (anche) questo capitolo l’ho scritto attingendo alla mia esperienza personale.
Io quella sera mi ritrovavo fuori da quell’Arena.
Mi ritengo estremamente fortunata per quella giornata; perché mi ritrovavo sotto quel pezzo di teatro dove i ragazzi si affacciarono; perché sono riuscita a realizzare almeno un pezzo del mio sogno, di ciò che quella mattina, partendo dalla stazione della mia città con direzione Verona mi ero immaginata.
Voglio solo aggiungere che le cose che ho scritto, la parte finale intendo, è vero. Cioè l’ho provato davvero.
E’ ciò che pensai quando, finito il concerto ero circondata da ragazze che uscivano da quell’arena e che come me andavano in stazione per tornare a casa.
Per tutte voi che non siete state fortunate come me … non smettete mai di crederci; so che una frase fatta … ma io quasi avevo smesso e guardate cosa è successo ? Ragazze non smettete mai di crederci, perché si realizzerà, credetemi.
Cosa più importante di questo angolo autrice è che per la prima volta, dedico un capitolo.
E questo lo dedico a te Alessia, amore mio.
E’ stato il giorno più emozionante della nostra vita, e l’abbiamo vissuto insieme. Credo che quella giornata ci abbia unite ancora di più e proprio per questo voglio dedicarti questo capitolo.
Mi sproni sempre e sei sempre accanto a me; anche in questa storia, sei sempre pronta a darmi consigli e sostenermi.
Quindi questo capitolo è per te amore mio.
Grazie.
Detto ciò passo ad altro.
Ringrazio infinitamente tutte le ragazze che continuano a seguire la mia storia, sebbene abbia preso una piega inaspettata e non così comune.
Siete incoraggianti in ogni cosa che scrivete e in tutti i complimenti che mi fate. GRAZIE !!
E mi scuso ancora per il ritardo, ma con l’estate mi perdo via … spero comunque vi piaccia e magari che vogliate farmelo sapere lasciando un commentino
Oramai è finita l’estate e si ricomincia il solito tran-tran; spero abbiate tutte passato una bella e serena estate :)
Eeeeee niente, ci sentiamo al prossimo capitolo.
Nene xx

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Capitolo 31
*** Back for You ***


Back for You
 
 
In teoria avremmo dovuto trascorrere la fine del tour in Europa e subito dopo partire coi ragazzi per l’America.
In pratica, mentre stavamo per partire per Barcellona, ricevemmo una chiamata urgente dalla scuola a Londra e dovemmo dirottare il nostro viaggio.
Accadde tutto nel giro di pochi minuti; già ci immaginavamo di poter passare un’estate anticipata con loro, ma in brevissimo tempo tutti i piani congegnati andarono in fumo.
Avemmo giusto il tempo necessario per salutarli, per l’ennesima volta.
Un bacio, un abbraccio e via.
Non appena atterrammo a Londra vedemmo di sistemare i piccoli intoppi burocratici; facemmo tutto nel più breve tempo possibile, ma purtroppo non riuscimmo a raggiungerli prima del 14 di giugno.
Ci svegliammo la mattina presto e ci dirigemmo immediatamente in aeroporto.
Direzione: Miami.
Il volo sarebbe stato particolarmente lungo, perciò saremmo partite il pomeriggio e saremmo arrivate a notte inoltrata.
Per tutto il viaggio non feci altro che pensare alla sensazione delle braccia di Harry attorno a me.
Quella telefonata in aeroporto mi aveva tolto il respiro. Sì perché io mi stavo già facendo mille filmini mentali con lui; avrei finalmente passato giorni interi con lui, dopo tanto tempo che non lo vedevo, e così … da un momento all’altro tutti i miei piani erano stati spazzati via.
Mi aveva lasciato un piccolo vuoto, che sapevo avrei riempiti di lì a poco, ma quel vuoto l’avevo avuto lo stesso per quelle poche settimane.
L’unica cosa che volevo, in quel momento, era riempirlo.
Con lui.
Ed Alessia provava la stessa cosa.
Il buio che fissavo attraverso il finestrino dell’aereo mi conciliava il sonno; mi stavo per appisolare, quando vidi una bimba di 3 o 4 anni correre lungo lo stretto corridoio con un pupazzetto in mano, rincorsa dalla mamma che disperatamente tentava di riportarla a posto.
Mi voltai verso la mia riccia, per chiederle se durante la mia gravidanza si era mai immaginata zia … se si era mai immaginata la bimba mia e di Harry … o il bimbo …
Sì, vedere quella piccola mi aveva fatto affiorare questi quesiti, ma la trovai già addormentata, raggomitolata sulla mia spalla.
Sorrisi a guardarla e pensai che non aveva avuto una cattiva idea; mancava ancora parecchio all’atterraggio ed un pisolino non mi avrebbe fatto male.
 
Sentii un vociare lontano, che diventava sempre più distinto e nitido.
Aprii lentamente gli occhi, vedendo le hostess avvisarci di mettere le cinture poiché eravamo quasi arrivati. Mi voltai verso la mia compagna constatando che era ancora addormentata, così la svegliai.
Amore … amore svegliati, stiamo per atterrare” le dissi, spostandole i ricci dagli occhi.
La vidi aprirli lentamente e lessi quel lieve spaesamento, proprio di chi è appena stato svegliato.
Eh ?” mi chiese con tono assonnato.
Siamo arrivate amore, stiamo atterrando a Miami. Mettiti la cintura” le dissi, sorridente.
Ma che ore sono ?” proseguì tirandosi su e allacciando la cintura.
L’1.30 …” risposi, guardando il display del telefono.
Passarono almeno altri 40 minuti, prima di ritrovarci al check-out ad attendere le nostre due superstar.
Sentii il telefono squillare.
Ehi principessa !” la voce roca, ma che non lasciava dubbio all’impazienza e alla felicità, del mio riccio mi accolse in America.
Ehi principe !” esclamai di rimando e facendo un piccolo saltello, non riuscendo a trattenere la troppa emozione.
Non ti chiedo altro perché voglio saperlo da te … siamo quasi arrivati, attendete 2 minuti …
Ho aspettato settimane per rivederti … quindi muoviti !” non gli lasciai nemmeno finire la frase; ero troppo eccitata, volevo vederlo più di ogni altra cosa.
Riattaccammo.
Passammo gli ultimi minuti che ci separavano da loro a guardarci attorno impazienti ed ogni tanto a buttarci uno sguardo l’un l’altra e a ridere di noi stesse.
Ad un certo punto sentimmo delle urla e sentimmo il pavimento tremare lievemente.
Ci guardammo negli occhi e contemporaneamente dicemmo “Sono qui” scoppiando poi a ridere come due sceme.
I rumori diventarono sempre più nitidi; ci voltammo dalla parte dove provenivano e scorgemmo 3 o 4 omoni neri, circondati da un trionfo di colori e cartelloni, ma le persone che più volevamo vedere erano in mezzo a tutte quelle persone.
Era impossibile vedere il ciuffo biondo dell’irlandese ed i ricci ribelli che fuoriuscivano dal cappello bianco panna di Styles.
Eravamo così prese che nemmeno ci accorgemmo degli agenti della sicurezza che si erano riuniti attorno a noi per permetterci di incontrarci a metà strada senza rischi.
Facemmo un passo in avanti, troppo emozionate per camminare verso di loro e aspettare un momento in più per riaverli tra le braccia, ma un agente bloccò Alessia.
Lei lo guardò interrogativa.
Non potete correre, dobbiamo accompagnarvi noi, per evitare scombussolamenti
Sta scherzando spero ?!” gli rispose irritata.
No, signorina
Ascolti bene, noi abbiamo aspettato tanto di quel tempo che lei nemmeno può immaginare lontano da quei due là …” disse indicando i ragazzi nel bel mezzo del mucchio “… l’unica cosa che vogliamo è riabbracciarli e non sarà certo lei ad impedircelo !” esclamò liberandosi dall’uomo e facendogli cenno di allontanarsi.
Fu piuttosto chiara e persuasiva, così non si opposero più e ci lasciarono libere di correre da loro.
Il respiro incominciò a farsi più breve e non appena scorsi il sorriso di Harry, tra le spalle di Paul, sentii ancora più forte il bisogno di correre da lui.
Bastarono 7 secondi e già mi ritrovavo a casa, tra le sue braccia.
La pancia, ora molto più evidente, mi teneva lontana da lui, come prima invece non accadeva … ma non importava. Ero lì, eravamo lì e quella era l’unica cosa che contava.
Le ragazze che ci circondavano piangevano, urlavano, scattavano foto, ma non mi poteva importare più di quello che stavo vivendo.
Finalmente, c’eravamo ancora lui ed io.
Non vorrei interrompervi … ma dobbiamo andare” disse d’un tratto Paul, proprio mentre Harry stava per avvicinarsi a me.
Mi fece scendere da lui e gli fece cenno di aver capito; così ci avviammo all’albergo.
Passai tutto il viaggio, dal fuori aeroporto, fino al letto matrimoniale, con la mano intrecciata con quella del mio Harry.
Quando ci ritrovammo in camera non gli tolsi gli occhi di dosso nemmeno per un secondo.
C’è qualcosa che non va ?” mi chiese, sapendo benissimo che non c’era una sola cosa che non stava andando bene.
Scossi la testa, mangiando un sorriso.
Allora … perché continui a fissarmi ?” continuò sdraiai dosi sul letto, accanto a me.
Perché sono felice …” risposi non trattenendo più il sorriso.
E perché lo saresti ? C’è qualcosa in particolare ? Non so …” iniziò a tirare un sorriso.
Mmmmm non saprei … beh sono due settimane che non vedo il mio fidanzato; considerando che mi manca l’aria quando non è con me e che siamo stati distanti per 3 mesi … e che ora siamo nella stessa camera d’albergo, soli … insieme … con tutta l’estate davanti … beh credo di poter avere più di una ragione per essere felice, non credi ?” esposi chiaramente al riccio che mi stava fissando intensamente.
Beh direi … ma sai la cosa che più mi alletta ora ?
No, dimmelo” dissi, guardandolo con falsa ingenuità.
La parte del … siamo nella stessa camera d’albergo, soli ed insieme …” disse guardandomi furbescamente.
Mmm beh sì … e allora ?” chiesi.
Allora … siamo stati lontani per 3 mesi …” iniziò.
Sì …
Tre mesi sono tanti …” proseguì, avvicinandomi a se.
Oh sì …
Sai che mi sei mancata ?” mi chiese, sfiorandomi il naso col suo.
Dimostramelo” dissi, concludendo il discorso e annullando la minima distanza che ci separava.
Mi accolse tra le sue braccia ed iniziò a baciarmi, facendo esattamente ciò che gli avevo detto di fare.
E lo sentii, come mai prima d’allora.
Mi dimostrò quanto gli ero mancata, quanto mi amava e non potei fare altro che ricambiare e donargli tutto ciò che provavo per lui.
 
La mattina seguente fui svegliata da uno spiraglio di luce e da un lieve scricchiolio.
Mugugnai un qualcosa che nella mia testa suonava come un “Harry, che fai ?”
Sentii dei passi avvicinarsi al letto e qualcuno sdraiarsi accanto a me.
Ma buongiorno piccola, dormito bene ?” mi chiese carezzandomi dolcemente il viso, mezzo affondato nel cuscino.
Decisamente … mi mancava averti accanto la notte” biascicai.
A me è mancato anche qualcos’altro …” disse ridendo.
Smettila idiota !” dissi, ridendo e dandogli un lieve scappellotto, sedendomi sul materasso.
Vorresti negarlo tu ?” mi sfidò sorridendo.
Lo guardai arresa ed alzandomi da letto, senza degnarlo di una risposta.
Andiamo che ho fame …
Non mi hai risposto …” disse, seguendomi di corsa.
E non ho intenzione di risponderti Styles …” lo liquidai ridendo.
Ci dirigemmo in salotto, dove trovai El e Lou che già avevano fatto colazione e che stavano scherzando tra di loro.
Non appena si accorsero della nostra presenza, la brunetta si alzò di scatto dalle gambe di Tommo e mi corse incontro tutta eccitata.
Piccola sei qui ! Finalmente ! Non sai quanto mi sei mancata, tutto bene ? Non vedo questa pancina da troppo tempo” mi chiese poggiando una mano sul mio ventre.
Tutto bene, tesoro … stiamo bene” le risposi felice di rivederla.
Ma l’altra ? E’ ancora a dormire ? Quella dormigliona …
Ehi guardate che sono qui !” esclamò “quell’altra”
El si alzò di scatto per poi correre in contro anche a lei.
Guardate che io sto morendo di fame !” esclamai, perché sapevo che se non le avessi avvisate, non avrei fatto colazione.
Mi guardarono un po’ sottecchi.
Se tu devi mangiare per due … non significa che devi stressare tutti perché hai fame !” mi disse la mia riccia.
Scusa eh, se voglio fare colazione con te ! E non da sola come una forever alone !” ribattei, fingendomi offesa.
Tranquilla amore, scherziamo … anzi, più mangi e meglio cresce questa piccolina” continuò staccandosi dalla brunetta e parlando con la mia panciona, per poi dirigerci al tavolo.
Non ci avevo fatto molto caso, ma ora che ero lì mi accorsi, anzi ci accorgemmo di un piccolo dolce gesto che le nostre super star avevano lasciato: due rose rosse al centro del tavolo.
Fu un gesto così dolce che mi commossi e, come mio solito, mi tirai indietro i capelli, osservando come un’ebete il mio fiore preferito.
Sentii due braccia circondarmi da dietro ed incrociarsi appena sotto il ventre.
E’ un gesto molto dolce, sai ?” dissi, guardando prima lui e poi Alessia, che stava baciando l’irlandese, appena arrivato, come segno del suo apprezzamento.
Beh non è molto …” iniziò poggiando il mento sula mia spalla.
E’ perfetto invece” dissi, voltandomi e baciandogli il mento.
Ci sedemmo ed iniziammo a fare colazione.
Tutt’ad un tratto El, che era sparita, spuntò in salotto e ci chiese:
Io devo andare a prendere un paio di scarpe con Louis … stavo pensando, dato che non avete mai visto Miami … vi andrebbe di venire con noi ?
Alessia ed io ci guardammo molto attratte dall’idea, poi ci voltammo verso Harry e Niall i quali prima guardarono noi e poi si guardarono a vicenda sorridendo mezzi rassegnati e mezzi convinti.
Ci fiondammo in camera a cambiarci in fretta e furia, ma quando tornammo trovammo i ragazzi che discutevano con Paul.
Non potete farlo …” disse l’uomo.
Ma Paul … dai, l’abbiamo fatto così tante volte …” obiettò Niall.
No ragazzi, si tratta non solo della vostra incolumità, ma anche della loro … e lei è anche incinta …
Ma per piacere Paul !” esclamò Harry esasperato.
Scusate, non ho seguito tutto il discorso, ma vorrei ribadire per l’ennesima volta che essere incinta non mi impedisce di fare tutto ciò che facevo prima, o almeno la maggior parte delle cose …” dissi, intromettendomi, un po’ infastidita dalla scusa, sempre presente, della mia condizione.
Paul mi guardò confuso.
Ragazzi mi spiace, non posso permettervelo …
Paul, siamo maggiorenni ? Sì. Possiamo decidere della nostra vita ? Sì. Allora ? Tutto risolto. Noi ora usciamo e torniamo per pranzo e al diavolo la regola secondo la quale non possiamo uscire a coppie, tutti insieme” concluse Niall prendendo Alessia per la mano e portandola fuori.
Li seguimmo anche noi, insieme ad El e Lou, sotto lo sguardo del povero Paul, che stava pensando alla strigliata che sicuramente avrebbe ricevuto.
 
Era la prima volta che vedevo Miami, anche perché col buio la notte precedente non avevo potuto scorgerne nemmeno un palazzo, non che me ne importasse poiché ero troppo concentrata a fissare altro.
Ma quella mattina niente ci avrebbe impedito di vedere la meraviglia di quella città.
La prima volta che mettevamo piede in America; il paese dove tutto è permesso, tutto è possibile, tutto accade.
La città di vetro, ecco cosa mi sembrava. Circondata da alti grattacieli che riflettevano la luce accecante del sole; persone che giravano in bikini; la spiaggia da un lato che si rompeva sull’oceano blu e la metropoli dall’altro.
Ero talmente assorta ad osservarmi attorno, che non seguivo dove stavamo andando, mi facevo guidare diciamo. Infatti quando Harry mi tirò lievemente da un lato e mi accorsi che eravamo entrati nel negozio, che era la nostra destinazione, caddi dalle nuvole.
Giusto il tempo di metterci piede che El e Alessia schizzarono come due bimbe al luna-park; la prima dalle sue amate scarpe e la seconda attratta da una meravigliosa borsa verde scuro.
Ti sei innamorata per la seconda volta vedo …” le dissi avvicinandomi e osservando come la stava guardando intensamente.
E’ perfetta !” rispose, guardandomi con gli occhi che brillavano.
Allora prendila …” affermai semplicemente, spostandole un riccio che le era caduto sul viso.
Già fatto piccola …” esclamò l’irlandese spuntando da chissà dove, con in mano la busta contenente evidentemente il regalo per la mia riccia.
La vidi saltargli in braccio per la felicità e riempirgli il viso di baci.
Ci raggiunsero anche El e Lou.
A posto” disse la brunetta sventolando la sua busta trionfante.
Starbucks ?” proposi, mentre Harry metteva un braccio attorno al mio collo; ed eravamo pronti ad andare quando sentimmo delle urla provenire da fuori, il che significava solamente una cosa.
Ci voltammo, sapendo già cosa avremmo visto. Infatti un gruppetto consistente di fan erano appostate fuori della vetrina e stavano scattando foto a tutto spiano.
Che facciamo ?” chiese Niall, spalancando gli occhi, ma per nulla stupito o preoccupato.
Non avete un’entrata d’emergenza posteriore ?” chiese Lou ad una commessa, ricevendo una risposta negativa.
Beh … immagino che dovremmo uscire …” disse Harry facendo un cenno alla vetrina.
Facciamo qualche foto … e andiamo su” continuò vedendoci poco convinti tutti.
Facemmo così; non appena i ragazzi uscirono (li avevamo lasciati andare avanti) le urla si acutizzarono. Una ventina di minuti e riuscimmo a liberarci dalla massa.
Raggiungemmo il primo Starbucks e poi ritornammo in fretta all’albergo, non incontrando, fortunatamente, intoppi.
Pranzo leggero con tutti quanti e poi momento “noia”.
Zayn in camera sua col telefono, a parlare con Perrie, che era rimasta a Londra perché doveva registrare il nuovo singolo; Liam e Lou davanti al televisore spaparanzati sul divano; Harry in camera a riposare, credo; Niall fuori con Ashton e Luke; mentre io, Alessia ed El eravamo sul terrazzo della camera a giocare una partita a carte.
Ragazze io sono stanca … credo che andrò a recuperare Lou e andrò a riposare, voi ?” disse la brunetta d’un tratto, mollando la partita.
Io e la riccia ci guardammo interrogative. Poi fummo attirate dal casino proveniente sotto di noi e ci affacciammo; poi ci guardammo e ci voltammo verso El.
Un tuffo credo non farebbe male a quei due pigroni” dissi, riferendomi ad Harry e Niall.
La brunetta ci sorrise e sparì, a recuperare il suo fidanzato.
Andiamo su …” dissi alla riccia.
Ci avviammo e corsi in camera, per dare immediatamente notizia del nostro progetto al mio ragazzo riccio.
Lo vidi sdraiato sul letto, col telefono in mano; non si era accorto che avevo aperto la porta così pensai di coglierlo di sorpresa saltando sul materasso. E lo feci, alla velocità che il pallone che avevo al posto della pancia mi permetteva.
Fece un balzo dallo spavento e scoppiai a ridere.
Andiamo giù in piscina, muoviti poltrone !” esclamai eccitata.
Mi guardò spaesato.
Non è difficile come concetto Styles, togliti quei pantaloni e mettiti un costume che voglio fare un bagno” continuai alzandomi e avvicinandomi alla valigia per prendere il costume che mi ero portata da casa, non distogliendo il contatto visivo.
Lo vidi alzarsi di mala voglia e sbuffare, con mezzo sorriso sul viso.
E non sbuffare a me capito ?” gli chiesi, non riuscendo a trattenere una risata.
Mi fece una linguaccia e andò a cambiarsi.
Dopo poco raggiungemmo Niall e Alessia che erano già in acqua. Ritardatari come sempre. Anzi ritardatario.
Erano nel bel mezzo della piscina, che si stavano schizzando e ridevano come due bambini; lei con la sua cipolla riccioluta, nel suo costume a fascia con fantasia militare; lui coi capelli tutti arruffati che brillavano al sole, mentre la stringeva tra le braccia.
Noi arrivammo, mano nella mano, osservandoli ridendo.
Ci guardammo negli occhi, divertiti e felici.
Andiamo ?” mi propose.
Prima vedo com’è l’acqua, se no aspetto un po’” risposi succhiandomi il labbro inferiore.
Mi avvicinai alla sponda e immersi il piede; mi vennero i brividi da tanto era gelata.
Ah nono Styles, io aspetto un attimo” dissi scuotendo la testa.
Dai piccola, fa un caldo !” si lamentò il riccio.
Sì, ma è freddissima !
Ma che dici ? E’ della temperatura giusta …” cercò di convincermi.
No amore, dai … aspetto un po’
Amore se non entri nemmeno io lo faccio, voglio fare il bagno con te …” mi disse prendendomi entrambe le mani.
Ma smettila, guarda mi siedo qui sulla riva, così almeno immergo le gambe e tu puoi fare il bagno … ti guardo, va bene ?” gli chiesi sorridendo.
D’accordo, però tu dopo entri … non voglio scuse …” mi minaccio dolcemente, prima di tuffarsi in acqua.
Quando riaffiorò io ero già seduta serenamente sulla sponda, facendo andare avanti e indietro le gambe, intenta ad osservare i piccioncini che si trovavano in una posizione molto romantica: lei appoggiata alla sponda laterale e lui davanti, che la circondava con le braccia, sempre più vicini al bacio.
Harry spostò lo sguardo da me a loro e poi lo riportò su di me.
Lo vidi avvicinarsi, ridendo.
Tutti i ricci schiacciati sul viso ed in disordine, tutte quelle goccioline d’acqua sul suo corpo; quel sorriso che sapeva sempre togliermi il fiato.
Lo trovai improvvisamente nel bel mezzo delle mie gambe, con le mani poggiate sulle cosce a guardami il viso; sempre più vicino, proprio come Niall e la riccia prima.
Sicura di non voler entrare con me ?” mi chiese, a pochi centimetri dal viso.
Se me lo chiedi così, in questa posizione e a torso nudo … la vedo dura dirti di no Styles” replicai, mordendomi leggermente il labbro.
Quello sarebbe più o meno l’intento …
Fummo interrotti da un lieve trambusto proveniente dalla hall, che era perfettamente evidente dalla piscina.
Si voltò anche lui, per vedere esattamente ciò che avevo appena visto anche io; infatti erano appena entrate 5 o 6 fans.
Come hanno fatto ad entrare anche qui ?” sussurrò Harry.
Immediatamente io guardai Alessia, che si era accorta delle ragazze che ora stavano entrando nella zona piscina.
Abbiamo un problema” le mimai con le labbra. Mi fece cenno di uscire ed annuii.
Che fai ?” mi chiese Harry spaesato.
Me ne vado … vorrei evitare di combinare casini e dato che siete voi due quelli che vogliono, non ha senso che rimaniamo qui …” gli sussurrai tentando di alzarmi e l’averlo tra le gambe non mi aiutava.
No, era una cosa che dovevamo fare insieme … andiamo via tutti” disse, uscendo in fretta dall’acqua e dandomi una mano a mettermi in piedi.
Mi tenne per mano e ci avviammo tutti quanti all’uscita. Le ragazze ci vennero incontro.
Ovviamente richiesero di fare le foto coi ragazzi, che sempre molto disponibili le fecero. Poi una di loro si avvicinò ad Alessia e me, che ci eravamo messe in disparte per farci una strana richiesta.
Vorremmo farla anche con voi la foto …” chiese timidamente.
Io e la riccia ci guardammo stranite e poiché non sapevo cosa dire rispose lei.
Beh … non so, non siamo nessuno … quindi non avrebbe senso, non crediamo che …” iniziò.
Ma siete le fidanzate dei nostri idoli …” continuò.
Sì, appunto … non siamo noi i vostri idoli …” proseguì Alessia.
Poi arrivò la richiesta più strana che ricevetti mai in 9 mesi di gravidanza, da una perfetta sconosciuta.
Posso toccarti la pancia ?” chiesa un’altra ragazza, preso coraggio dal gesto della compagna.
Tutti noi spalancammo gli occhi, un po’ sconvolti dalla richiesta. Tutti puntarono gli occhi su di me.
Ehm … cioè … insomma … non credo sia, ecco … una … buona idea … cioè … perché ?” chiesi, iniziando ad andare in iperventilazione, facendo avvicinare a me Harry.
Come perché ?! Lì c’è un piccolo Styles ! Allora posso ? Per favore, una piccola carezza …” mi chiese, con un misto tra eccitazione e disperazione.
Non sapevo cosa dire; volevo solo andare in camera e starci fino al giorno dopo, senza creare casini così l’accontentai, anche se era l’ultima cosa che volevo.
D’accordo …” dissi poco convinta, vedendola sorridere estasiata e poggiarmi una della sua mani sulla pancia facendosi scattare una foto, poi, a tradimento da un’altra ragazza ancora.
Non appena ebbe scattato la foto, sentii Harry irrigidirsi ancora di più rispetto a quando le avevo permesso di toccare la pancia; mi prese delicatamente ma con decisione e salutando tutte di fretta mi portò di filata in camera.
Fino al giorno dopo nessuno toccò l’argomento; e speravo che nessuno l’avrebbe tirato fuori perché non volevo litigare, ma purtroppo non potemmo evitarlo.
 
La mattina seguente, mentre stavamo facendo colazione Zayn entrò tutto di fretta e con un umore nero, con un giornale in mano.
Lo sbatté sul tavolo, senza nemmeno una spiegazione; ma quando vedemmo cosa c’era scritto non ce ne fu più bisogno. Parlava di ciò che era accaduto il pomeriggio precedente in piscina, solo che la storia era stata completamente travolta.
Ci avevano scattato delle foto, mentre eravamo in acqua; altre con le fan; e altre ancora mentre quella ragazzi mi chiedeva di farle toccare la pancia.
La storia che però raccontavano era ben diversa dalla reale; infatti, l’articolo diceva, che “la ragazza di Harry Styles probabilmente si stava un po’ montando la testa; infatti non solo sta iniziando a comportarsi come una mezza celebrità (insieme alla ragazza di Niall Horan, sua grande amica dai tempi del liceo) ma ostenta anche la sua condizione facendosi scattare foto con le fan della band … ma noi diciamo; non stai portando in grembo l’erede al trono di Inghilterra, quindi che ne diresti di abbassare la cresta ?”
Rimasi colpita da quelle parole, lette ad alta voce, soprattutto per la falsità di ogni singola parola espressa.
Vidi Harry alzarsi di scatto da sedia ed iniziare ad andare da una parte all’altra della stanza guardando in basso.
Harry …” lo chiamai.
Non mi rispose.
Amore …” riprovai.
Niente.
Allora mi alzai e andai da lui, fermandolo e facendolo voltare verso di me.
Harry, amore … va tutto bene, tranquillo …
Dimmi come posso stare tranquillo ?! Dimmelo ! Ti hanno appena riempita di infamie senza basi … e questa cosa mi fa andare fuori di testa !” iniziò scaldandosi.
Harry ha ragione … e questa volta hanno nominato anche Alessia … e hanno messo di mezzo la pancia …” si intromise Niall, mettendosi accanto ad Harry, di fronte a me.
Il bambino Niall ... non la pancia, tesoro” disse dolcemente Alessia, venendo accanto a me.
Qualunque cosa sia … la devono smettere; devono lasciarvi in pace …” continuò Niall.
… e non devono tirare in mezzo nostro figlio, che non c’entra nulla ! Devono lasciarlo fuori; ha diritto a rispetto come sua madre, soprattutto ora che nemmeno è nato !” esclamò ancora più irritato.
Amore lo so, lo sappiamo … ma non dovete scaldarvi, non così …” iniziai cingendogli la vita, per calmarlo.
La cosa importante è che noi sappiamo la verità, cosa ci importa di quello che pensano il resto delle persone ? L’importante è che noi sappiamo ciò che accade realmente nella nostra vita …” proseguì la riccia.
Proprio perché è nostra … e di nessun’altro capito ?” conclusi guardando Harry negli occhi.
Lo vidi poco convinto.
Anche ieri no ? Io amo le nostre fans, lo sai … ma quando ti hanno chiesto di poterti toccare la pancia … e hanno fatto la foto … tutto questo non c’entra … cioè ciò che sono come artista e per certi tratti persona è ciò che loro possono avere … ma questo no; è la mia vita privata e voglio che resti così … questa … è la nostra pancia, nostra e di nessun’altro …” mi spiegò fondendo i suoi occhi nei miei.
Lo so amore e hai perfettamente ragione … è nostra e di nessun’altro … e per sempre lo sarai fidati; perciò non pensare questo …” gli accarezzai il viso sorridendo.
Ti amo, lo sai ?” mi chiese sottovoce.
Sì che lo so Styles, ma io di più” lo baciai a stampo.
Buttai, poi, un occhio a Niall e Alessia che si stavano abbracciando e cullando.
Fummo però interrotti da Paul che ci avvisò che era oramai ora di andare in arena. Dovemmo uscire a gruppetti così Niall, Alessia, Liam e Lou con El uscirono per primi, sul primo bus.
Poi toccò a me, Harry e Zayn.
Eravamo di fretta e quando uscimmo dal retro per raggiungere il secondo bus, probabilmente perché avevamo corso un po’, non appena mettemmo fuori piede e non appena ci videro e partirono le urla, tempo 2 minuti e iniziò a girarmi la testa.
Harry mi teneva per mano e quando mi fermai, sperando mi passasse mi guardò preoccupato. Passarono un paio di minuti ma il giramento peggiorava, le gambe mi cedettero così Harry mi dovette prendere in braccio e mi portò sul bus.
Zayn si preoccupò di avvisare la Ale; lo sentii parlare con calma al telefono e spiegarle la situazione, che alla fine non era così tragica.
Harry era accanto a me, che mi teneva una mano e mi guardava preoccupato, ma tentava di sorridere.
Amore tranquillo, sto bene … solo un giramento di testa” cercai di tranquillizzarlo, come invece non potevo fare con Alessia, che sentivo stava urlando dietro ad un povero Malik.
Gli attaccò il telefono in faccia, lasciandolo sconvolto.
In una ventina di minuti arrivammo in arena e non appena mi misi in piedi, mi sentii meglio. Presi una bottiglietta d’acqua dal frigo bar e mi avviai, con Harry sempre al mio fianco.
Mi ricordai di avere un cellulare e vidi ben 25 chiamate perse dalla mia riccia; mostrai il display ad Harry che scoppiò a ridere.
Preparati ad una bella strigliata piccola
Non farmi ci pensare” dissi, poco prima di entrare.
Non appena mi vide spalancò gli occhi e mi corse incontro abbracciandomi; poi si staccò ed iniziò la ramanzina.
Ma tu ce l’hai un telefono o no ?! No, perché magari non sai a che serve ! Te lo dico io … serve per chiamare e rispondere ! Chiaro il concetto ?! Ora spiegami perché tu con quel telefono fai tutto fuorché ciò per cui è stato creato ?!” disse tutta rossa e agitata.
Amore scusa, hai ragione …” iniziai.
Ma hai presente quanto mi hai fatta preoccupare ?! E Zayn che non capiva la gravità della situazione, che mi diceva di stare calma senza capire che così mi faceva andare in ansia ancora di più … mongoplettica ! Azzardati a non rispondermi più al telefono che ti picchio !” concluse, prima di abbracciarmi ancora.
 “Posso farmi perdonare in qualche modo ?” chiesi, timidamente, ricambiando l’abbraccio.
Se tu e questa piccola creatura state bene, è l’unica cosa che mi interessa” disse, sfiorando la panciona.
Le sorrisi, considerandomi perdonata.
Il resto del pomeriggio passò in fretta col soundcheck, una piccola capatina sul palco da parte mia e di Alessia per ammirare l’arena facendoci vedere da quelle 30 o 40 fans arrivate prima ed un pasto veloce.
Arrivò il momento dello show e prima di raggiungere Gemma ed El nei posti a noi assegnati, Harry mi raggiunse.
Come sei bello !” esclamai guardandolo innamorata.
Voi due lo siete di più” mi rispose, ricambiando lo sguardo colmo d’amore “Mi sei mancata come può mancare l’aria, come manca il burro sul pane, mi sono sentito come se mancasse metà di me … ed ora che sei qui … mi sento felice, completo …
Gli sorrisi.
Ma non era questo che volevo dire … oggi ho avuto l’ennesima conferma che ho bisogno di te; solo tu mi puoi calmare come oggi, solo tu riesci a prendermi, parlarmi, toccarmi … come nessun’altro riesce a fare … perciò volevo solo dirti che … sono fortunato ad averti, tutto qui
Lo guardai dritto negli occhi.
Ed io sono fortunata ad aver trovato te, ad avere te nella mia vita e, te lo ripeto per l’ennesima volta giusto per non farti venire in mente altre idee strane, non ci deve importare nulla di ciò che gli altri pensano. Potranno anche dire le cose più brutte su di me o su tutti noi, ma non ci deve sfiorare nemmeno un po’ ciò che dicono o pensano … capito amore ?
Lo vidi annuire e sorridermi.
Ora ti lascio andare, se no penseranno che ti ho rapita …” mi baciò sulla guancia.
Mi avviai alla sezione riservata a noi quando lo sentii richiamarmi.
Questa notte … Back for You è per te, piccola” disse, prima di sparire dietro alle scale del backstage.
Mi misi a ridere, raggiungendo Gemma, El e Alessia che mi raccontò di ciò che Niall le aveva detto e cioè la dedica di “back for You” anche per lei.
Li vidi salire sul palco e guardai Harry.
Il mio Harry.
E non c’era una cosa che non andasse bene.
Nemmeno una.
Sì, ero decisamente fortunata, sotto ogni aspetto della mia vita.
 

Angolo autrice:
Eccomi qui.
Per farmi perdonare per l’aggiornamento che ho protratto così in avanti ho fatto un capitolo lungo, lungo.
Spero sia di vostro gradimento.
Vorrei ringraziare ancora tutte le persone che leggono la mia storia, nonostante i miei aggiornamenti siamo meno frequenti di prima; davvero grazie, non sapete quanto vi adori.
Ah dimenticavo … è passato poco più di un anno da quando ho iniziato a scrivere questa storia … e beh sembra ieri che ho iniziato. Però a guardarmi indietro ho visto quanta strada abbiamo fatto, quanto sia migliorata e questa anche grazie a voi.
Perciò ringrazio ognuna di voi, sia chi c’è stato fin dall’inizio, sia chi si è perso per strada, sia chi si è aggiunto.
Vi voglio bene, sinceramente.
Nene xx

 
 

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Capitolo 32
*** Isn't She lovely ***


Isn’t She lovely
 
 
 Mi ero ripresa subito dal leggero mancamento, ma sebbene mi sentissi bene tutti, capitanati da Alessia ed Harry, mi portarono più o meno di peso da un medico ginecologo che avevano scelto con attenta scrupolosità.
La risposta del ginecologo, sebbene fosse stata positiva, non era bastata a tranquillizzare il futuro paparino che per le due settimane successive continuò a raccomandarsi; e vedendomi tutti i giorni lo faceva spesso.
Troppo spesso.
Ci fu un giorno in cui sbottai e gli dissi, con tono mezzo isterico, che stavo bene e che non si doveva preoccupare così tanto.
Dovevate vedere la sua faccia; un misto tra lo sconvolto ed il “ho recepito”.
Da quel momento si tranquillizzò, più o meno.
Comunque … la mia vacanza non poteva proseguire meglio.
Io e Alessia stavamo girando l’America, tappa per tappa e, non volendo stare sempre chiuse in albergo, quando i ragazzi non potevano usciere per prove o M&G ci arrangiavamo da sole.
Iniziammo anche a svegliarci prima la mattina, mentre tutti loro dormivano ancora ed uscivamo.
Giravamo tranquille per le strade delle città, sempre con discrezione, ma molto serenamente.
Nuovi luoghi, paesaggi, odori, climi, persone … una vacanza ricca di arricchimenti di ogni tipo.
Tappa dopo tappa, i concerti scorrevano veloci.
Passare così tanto tempo coi ragazzi e vedere come vivano il periodo del tour fu fantastico.
Potevamo vederli per come erano a contatto col loro mondo, con il loro amore, con la loro passione: la musica.
La loro amicizia prendeva … una vita diversa in concerto.
Ed essere presenti a questo fenomeno mi faceva sentire speciale.
In breve tempo arrivò anche il mio compleanno e, davanti quella torta ci fu un istante in cui, guardandomi intorno pensai a tutto ciò che in un anno mi era accaduto, alle persone che avevo conosciuto, alle emozioni provate … e agli imprevisti incontrati, ma sempre affrontati.
Era come se tutto scorresse come sabbia.
Tutto scorreva via, veloce.
Concerti, giorni, emozioni …
Ci ritrovammo presto a festeggiare i 3 anni della band.
Tre anni di loro.
E come se ci fosse qualcuno che avesse tirato il filo della nostra vita, in un baleno arrivò il 10 Agosto.
Ultima tappa americana.
Mancava un giorno e saremmo tornati a Londra, a casa; anche perché mancava poco al termine della gravidanza.
Fortunatamente, amavo la mia pancia e la piccola creatura che c’era dentro, ma non ce la facevo più e sinceramente, avevo voglia di vederla, per la prima volta.
L’unica cosa che un po’ ci preoccupava era che nella stessa settimana ci sarebbe stata la première per “This is us” e speravamo che i due eventi non coincidessero.
Sebbene l’America era stata meravigliosa, ammetto che mi mancava casa.
 
 
Piccola … so che avevamo detto che oggi saremmo stati insieme … ma i managers ci vogliono vedere, con urgenza” disse Harry spuntando dalla porta di camera nostra, metà in camera e metà in corridoio.
Urgente … ?” chiesi curiosa; mi ritrovavo sul letto a gambe incrociate, con una rivista in mano.
Sì, ma niente di grave … è per la première  …” mi spiegò pacatamente, ma con un tono malinconico.
Ma amore … oggi dovevamo andare a fare compere per il piccolo …” gli ricordai posando la rivista, un po’ triste, sapendo che qualunque cosa avessi detto non avrebbe mai potuto cambiare la situazione perché non dipendeva da lui.
Lo so amore … ma sai come fanno, avvisano un giorno prima e non accettano rifiuti …” si sedette sul letto, guardandomi.
Lo so, lo so … mi spiace, so che non dipende da te …” iniziai.
… e che se potessi mollerei tutto per venire con te …” mi interruppe.
Annuii sorridendo.
Non importa, ci saranno altre occasioni e poi sai già com’è … non è la prima volta che andiamo” continuai a sorridere, cercando di farlo stare meglio.
Sì però ci tenevo …
Amore, non compreremo nulla di che … saranno altri pannolini, giusto perché non ne abbiamo già abbastanza in previsione; qualche bavaglino e magari qualche salvietta …
Altri pannolini ?!” disse incredulo il paparino.
Eh si … sai, credo che El e Alessia pensino che partorirò un cagone” disse scoppiando a ridere e facendolo sorridere.
Guardò l’orologio.
Devo già andare … accidenti” disse alzandosi, di mala voglia.
Gli sfiorai un mano prima che si allontanasse e lo feci girare.
Ci guardammo per qualche istante senza dirci nulla, ma lui sembrava confuso.
Non dai un bacio alla tua piccola ?” chiesi ironica.
Buttò indietro la testa ridendo e poi avvicinandosi a me per stamparmi quel bacio.
Poi sparì dietro la porta, salutandomi dai primi gradini delle scale.
Sentii la porta chiudersi e dopo qualche minuto mi squillò il telefono.
Ehi amore … siamo giù, sbrigati” mi disse in pochi istanti la voce allegra della mia riccia.
Mi alzai, fortunatamente ero già pronta così in pochi minuti mi ritrovai giù dalle mie 4 ragazze.
Non sapevo dove mi avrebbero portata, spesso trovavano nuovi negozi e me li facevano vedere.
Stranamente erano loro le più esaltate, non che io non fossi felice di guardare bavagliette, salviette e vestitini tutti colorati a pastello ed immaginarmeli addosso alla mia creaturina; ma loro lo erano di più.
Ero sicura che avrebbe avuto delle zie fantastiche.
Non appena arrivammo le sguinzagliai come dei cani al parco alla ricerca di qualunque cosa volessero.
Io me ne stavo tranquilla a girare e vedere tra i giocattoli; guardavo e basta.
Mentre stavo però girando tranquilla mi imbattei in una bambola.
Avete presente quelle a cui si da il nome ? Ecco, la bambola si chiamava Emily.
Era coi ricci biondi e gli occhi azzurri; portava un vestitino a balze verde chiaro e aveva i capelli raccolti con un fiocco verde bosco.
Lessi il nome e mi fermai a pensare a quando ci eravamo messi a discutere per il nome.
No Harry … Darcy proprio no, è orribile” esclamò Liam.
Ma cosa dici ?” cercò di obiettare.
No Harry … Liam ha ragione … cos’è ? Se Irene ne sforna altre due che le chiamate ? Icy e Stormy ?” disse Niall.
Sì, così fate le Trix delle Winx” esordì Louis facendo scoppiare tutti a ridere.
Eravamo nel bus, ancora in tour in America. Niall seduto sul divanetto con di fianco Alessia, che aveva la testa poggiata sulla sua spalla; io ed Harry nella cuccetta, lui sdraiato io con la gambe a penzoloni, come Liam e Zayn ed infine Lou ed El, sull’altro divanetto, di fronte a Niall e Alessia.
Bah non capite la bellezza di questo nome …” disse offeso.
Su amore, nemmeno a me piace molto … prova a proporne qualcun altro” lo consolai un po’.
Si riprese e allora iniziammo tutti a lavorare bene, proponendo nomi su nomi.
Jane, Willow, Hope, Destiny, Emma, Greta, Lola; John, Paul, Andy, Cal, Cory, Jake …
Alcuni li bocciammo subito perché troppo strani, alcuni li sparammo giusto per far ridere.
James ! E’ un nome bellissimo e lo portano i più fighi” esclamò d’un tratto Niall.
Ah no, ce ne sono troppi di James qui e che siano fighi credo di non essere l’unica ad avere qualche dubbio, vero ragazze ?” dissi io, smontando l’irlandese.
Ma che ne dite di …
Fui riportata alla realtà da Dani, che mi stava cercando.
Ehi piccola, tutto bene ?” mi chiese sfiorandomi la schiena con una mano.
Mi ridestai guardandola.
Oh si, mi ero solo incantata a guardare questa bambola” mi voltai sorridendo.
Ricambiò.
Noi abbiamo finito e ti stavamo cercando … hai visto qualcosa ?
No, non ho guardato, ma io penso di avere abbastanza per ora, al massimo vedrò settimana prossima; voi che avete visto ?” le chiesi, mentre ci avviamo alla cassa.
Ah no, è una sorpresa … vedrai quando ti deciderai a mostrarci questo piccolo, abbiamo tutti una voglia immensa di vederlo” disse, sorridendo dolcissima.
Cavolo se mi mancava.
Da quando aveva rotto un’altra volta con Liam, sebbene facessimo di tutto per vederci tutte quante, la vedavamo di meno.
Non potevamo più vederci tutti a casa e quando uscivamo e avvisavamo c’era sempre quel velo di imbarazzo che questa rottura obbligava a trascinarci.
Sapevamo che si amavano, troppo e sebbene Liam avesse provato ad andare avanti e aveva iniziato ad uscire con una nuova ragazza, noi sapevamo che sarebbe stata solo questione di tempo.
Arrivata alla cassa notai che Alessia, Perrie ed El avevano già pagano ed erano praticamente sommerse di buste, il quale contenuto si rifiutarono di rivelarmi, come aveva fatto Dani.
Tornammo a casa; Dani parcheggiò ed entrammo.
Vi va un the, intanto che aspettiamo Lou ed Harry ?” chiesi dirigendomi già in cucina.
Sì dai …” dissero le altre.
Misi su la teiera, quando sentii il telefono squillare.
Ehi amore” risposi.
Piccola, com’è andata ? Siete già tornate ?” mi chiese il riccio all’altro capo della chiamata.
Bene bene; siamo appena rincasate. Tra quanto sei a casa ?
Sto partendo ora; dammi mezz’ora … e fatti trovare pronta che stasera mi faccio perdonare di non essere stato con te” mi disse esaltato.
Come pronta ?” chiesi un po’ confusa.
Vestiti bene; ti passo a prendere e usciamo” concluse in fretta.
Ma amore non è necessario …” tentai di fargli capire.
Non dire niente, a dopo amore” chiuse la chiamata; dopo il mio saluto.
Misi via il telefono.
Che ha detto il papino ?” mi chiese El.
Che usciamo a cena, per farsi perdonare che oggi non è stato con me …” risposi, sorridendo per la sua dolcezza.
Ci aggreghiamo anche io e Niall, a quanto pare” esordì Alessia, leggendo un messaggio appena arrivatole.
Perfetto” le sorrisi.
La mezz’ora seguente la passammo insieme; Dani doveva andare alle prova con il suo corpo di ballo così se ne andò anche Perrie che le scroccò un passaggio.
Alessia era già andata, perché doveva prepararsi e doveva anche lei arrivare a casa, ma abitando relativamente vicine, prese la metro ed in due fermate era a casa.
Feci per mettere via quando El mi fermò e mi disse di andare a prepararmi, che ci avrebbe pensato lei.
Salii e aprii l’armadio.
Non potevo più vestirmi con prima; la pancia era troppa e quindi diventava anche difficile scegliere cose che non mi facessero sentire e avere l’aspetto di un pallone ma che allo stesso tempo fossero eleganti.
Così optai per un abito con scollo a V, imperiale e con le spalline sottili; bianco, a fiorellini piccoli, piccoli blu.
Un paio di zeppe blu ed una borsa bianca media ed un maglioncino chiaro.
Sciolsi i capelli, li spazzolati e li cotonai con le mani. Mi guardai allo specchio, giusto il tempo di darmi un’occhiata che la post si spalancò ed entrò il riccio sorridente.
Ciao bellissima” disse, correndo da me baciandomi la fronte.
Ehi superstar” esclamai quando si fu allontanato.
Dammi 5 minuti ed usciamo” disse fiondandosi in bagno.
D’accordo” replicai, anche se non lo sentì perché già si era chiuso la porta alle spalle.
Quando ne uscì andò all’armadio, evidentemente sapeva già che mettere perché nel giro di 4 minuti era già pronto.
Dimmi la verità, hai pensato a cosa metterti per tutto il tragitto vero ?” gli chiesi mentre chiudevo la portiera del Range Rover.
Perché ?” chiese, sviandomi.
Perché è impossibile che tu scegli i vestiti in così poco tempo, a meno che tu non ci abbia pensato prima … perciò, ci hai pensato durante tutto il tragitto, vero Styles ?” lo smascherai dolcemente.
Sbuffò e mi guardò sottecchi, sorridendo sempre.
Viaggiammo per un po’ e quando entrammo in un parcheggio, già trovammo un altro Range Rover scuro che ci stava aspettando.
Scendemmo e ci ritrovammo all’entrata con Niall e Alessia.
Entrammo e ci facemmo accompagnare al tavolo, già precedentemente prenotato dall’irlandese.
Giusto per cambiare argomento, a metà serata tirai fuori l’argomento del tatuaggio di Alessia.
Ma amore, hai più guardato per il tuo tatuaggio ?” chiesi, mettendo in bocca un pezzo di tagliata.
A dire il vero … stavo pensando di chiedere a voi ragazzi il vostro …” iniziò.
Ma questo era scontato … lo conosciamo, lavora bene e andresti solo da lui” disse Harry.
Intanto Niall aveva iniziato a guardarci tutti male, me soprattutto.
Io penso … che dovresti valutare bene …” iniziò.
Vidi la mia riccia face un piccolo sbuffo.
Amore ne abbiamo già parlato, io voglio fare il tatuaggio … ho anche scelto cosa fare … non è così grave” si rivolse a lui.
Ma non capisci … è per tutta la vita …
Niall, ha quasi 18 anni … non è una bambina, sa cosa scegliere …” iniziai io, cercando di farlo ragionare.
Infatti … dai Nialler, hai visto quanti ne abbiamo fatti io e gli altri ? Anche Irene ne ha alcuni …” disse Harry, cercando di convincere l’amico.
Ne hai alcuni ?!” chiese Niall sconvolto.
Io spalancai gli occhi; non mi sembrava una cosa così grave.
Ascolta amore … non è così grave …” continuò Alessia.
Ma non ci fu nulla da far, era irremovibile. Sinceramente non pensavo che questo argomento avrebbe portato a questo piccolo litigio.
Uscimmo dal ristorante e ci avviammo alle macchine; Niall, sempre col muso, camminava davanti a noi.
Io e la riccia continuavamo a guardarci ed io le facevo segno di andare da lui.
Ma lei non si muoveva.
Il suo dannato orgoglio.
Arrivammo in prossimità dell’auto e allora ci salutammo; alzai la voce per farmi sentire da Niall che mi fece un cenno.
La cosa che mi lasciò un po’ basita fu la reazione successiva del biondo, quando la riccia aprì la portiera.
Che cosa fai ?” chiese lui.
Lei spalancò gli occhi.
Salgo in macchina ?!” chiese, ovviando la risposta.
Dato che vuoi tanto fare i tatuaggi vai in macchina con Mr. & Mrs. Tatuaggi per Sempre” disse ironico.
Vidi Alessia strabuzzare gli occhi e poi voltarsi verso di noi sconvolta.
In effetti la reazione era un po’ esagerata.
Ma smettila idiota ! Smettila di fare il bambino !” disse salendo in macchina e sbattendo la porta.
Li guardammo andare via e li vedemmo discutere, così le mandai un messaggio e le scrissi di stare tranquilla, che non aveva senso litigare per una stupidaggine e di farmi sapere come andava.
Ancora colpiti, salimmo in macchina e tornammo a casa, scambiandoci due parole sulla situazione.
Indipendentemente dal fatto che avevamo i tatuaggi, pensammo che la sua reazione fosse stata un po’ esagerata; pensai di aver sbagliato a parlare di quello e che era colpa mia, ma Harry mi tranquillizzò e mi disse che era una cosa da nulla e che tutto si sarebbe sistemato, già la mattina seguente.
Attesi con ansia il messaggio della mia riccia e quando arrivò svegliai Harry e glielo feci leggere.
Non era molto contento che l’avessi svegliato, ma non mi disse nulla.
Era andato tutto bene, avevano chiarito così mi sentii meglio e dopo averle mandato la buonanotte mi coricai, tra le braccia di Harry, abbandonandomi alla stanchezza.
 
 
Mi stavo tranquillamente avvolgendo tra le braccia del mio orso quando all’improvviso fui distratta da un qualcosa di tanto atteso quanto allo stesso tempo troppo inaspettato.
Fui strappa dal mio mondo di sogni poiché sentii un rumore ovattato provenire dal mio ventre, seguito da una strana sensazione.
Bagnato.
Ci furono due secondi nel quali pensai di sognare di fare un bagno, quando improvvisamente mi si accese la lampadina.
Mi alzai di scatto a sedere e buttai all’aria il piumone, constatando che avevo creato un pozza attorno a me.
Harry …?” chiamai il riccio, con tono un po’ ansioso.
Mi rispose come un mugugno.
Aspettai tre secondi poi lo richiamai.
Harry !” esclamai, più convinta, sempre fissando quella pozza bagnata.
Che c’è ?” chiese assonnato, non alzando minimamente la testa dal cuscino.
Harry dannazione !” esclamai questa volta, facendolo alzare un po’.
Aveva lo sguardo confuso; gli indicai la pozza dopodiché mi guardò ancora più confuso.
Mi si sono rotte le acque !” conclusi sempre in modo concitato, spalancando gli occhi incredula del fatto che non ci fosse ancora arrivato.
Vidi i suoi occhi illuminarsi.
Dannazione dobbiamo correre !” disse saltando giù dal letto, letteralmente ed iniziando a correre per la stanza raccattando tutte le varie cose che avevamo preparato.
Mentre lui si scapicollava per la stanza io avevo fatto un piccolo respiro e, quasi automaticamente mi ero alzata dal letto e mi ero messa un paio di pantaloni da tuta.
Ci sei ?” mi chiese il riccio tutto concitato con la borsa in mano.
Annuii avvicinandomi a lui e prendendogli la mano che mi aveva teso.
La prese e la strinse; scendemmo le scale di corsa e ci fiondammo in macchina. Non appena accese il motore notai l’ora proiettata sul display della radio.
Erano le 5.00 di mattina.
Vidi Harry che non riusciva a far partire la macchina e continuava a spostare lo specchietto retrovisore, così mi voltai verso di lui e gli presi la mano.
Tranquillo, fai un respiro a partiamo ok amore ?
Lo vidi guardarmi, fare un respiro non distogliendo il contatto visivo e, probabilmente perché non aveva funzionato, ne fece almeno altri 3 o 4.
Adesso chiamiamo Alessia e Niall … e poi vediamo” dissi più a me stessa, tentando di attaccare a bluetooth il telefono.
Digitai il numero, quando iniziarono le prime contrazioni.
Harry se ne accorse così mi disse di non parlare e di far parlare lui.
Pronto amore … va tutto bene ?” chiese con tono assonnato Alessia.
Ale sono Harry; ad Irene si sono rotte le acque e adesso stiamo correndo in ospedale …” disse tutto veloce.
Cosa ?! Oddio … Niall, Niall svegliati ! Dobbiamo correre in ospedale … ora !” la sentii svegliare il biondo accanto a lei, tutta concitata.
Amore … chiama tutti gli altri … io … non riesco, chiama tutti per favore … i nostri genitori … dobbiamo avvisarli” sparai velocemente prima che riattaccasse il telefono.
I primi che chiamò furono El e Louis che stranamente non si erano svegliati nonostante tutto il trambusto che avevamo fatto; poi Gemma, che fortunatamente era già a Londra; Danielle e Liam, quest’ultimo era da Sophia, la ragazza che stava frequentando.
Alessia chiese se sarebbe venuta anche lei ma la risposta di Liam fu negativa; disse che lei non c’entrava nulla con noi. Evidentemente aveva intuito che non riuscivamo ad accettarla e, dato che non si impegnò al massimo per farcela accettare ci diede prova del fatto che forse non credeva nemmeno lui così tanto in questa storia.
In seguito chiamò i nostri genitori, che partirono all’istante col primo volo per Londra.
Zayn e Perrie erano fuori città e purtroppo sarebbero arrivati solo in serata.
Harry guidava ad una velocità impressionante e a tutti i richiami col clacson o non rispondeva o ripeteva un “ma smettetela che la mia ragazza sta partorendo”.
Ad un certo punto sparò addirittura che se avesse appeso un cartello con su scritto “donna incinta che sta partorendo a bordo” nessuno gli avrebbe dato fastidio.
Mi fece ridere e per un po’ mi distrasse dalle contrazioni che si stavano acutizzando sempre più.
Entrammo di fretta nel parcheggio ed Harry era così agitato che probabilmente si dimenticò di chiudere l’auto.
Sbatté la portiera e, come aveva fatto per la prima visita ginecologica, si fiondò alla reception trascinandomi.
Si schiantò contro il bancone.
Sta partorendo !” esclamò, come se non fosse già abbastanza evidente dalla mia faccia.
La signora si alzò improvvisamente, e chiamò all’interfono una collega che ci portò di corsa nella stanza.
Mentre percorrevamo i corridoi e vedevo le stanze numerate scorrermi sotto gli occhi, con accanto Harry che dimostrava la sua agitazione.
Vidi la signora entrare in una stanza così dedussi che fosse la mia.
Numero 17.
Buffo.
Quello era il giorno in cui avevo visto per la prima volta Harry e gli altri ed era anche il numero di quel giorno.
Il giorno della nascita della mia creatura.
Destino, direi o almeno così Alessia lo chiama ancora oggi.
Fortunatamente ero da sola.
La signora se ne andò indicandomi il pulsante che avrei potuto schiacciare nel caso avessi avuto bisogno di qualcosa.
Non appena chiuse la porta io ed Harry ci guardammo.
Mi sorrise così ricambiai.
Bhe non è male” dissi seduta sul letto, guardandomi attorno, mentre lui poggiava la borsa e avvicinava la poltrona reclinabile a me.
La posta si spalancò e apparse la mia riccia, seguita dal biondo irlandese e da Lou ed El.
Amore come stai ?” mi chiese lei, lanciandosi di corsa la letto, prendendomi la mano e accarezzandomi la fronte con l’altra.
Bene amore, ho solo delle contrazioni sempre più forti …” disse sorridendole, sopportando le fitte.
Vuol dire che ci siamo … ?” chiese guardando Harry e poi me.
Non lo sappiamo …” disse lui.
Spero di sì … anche perché io una giornata con questi dolori non ho intenzione di farla”  dissi, facendo una smorfia a causa della fitta.
Oh amore mica dipende da te … se ti tocca ti tocca” disse Alessia.
Ha ragione piccola …” esordì Harry.
Lo fulminai con lo sguardo e lo vidi irrigidirsi dalla paura che potessi dirgli qualcosa.
Erano le 6.30 quando i ragazzi erano arrivati.
Fortunatamente, a parte i primi momenti, ma insieme ai ragazzi e alle ragazze riuscii a distarmi.
Persi la cognizione del tempo e escluse alcune fitte più forti non pensai tanto a ciò che stava accadendo.
Ad un tratto entrò l’infermiera per l’ennesimo controllo.
Oh … direi che ci siamo …” esclamò sorridendomi.
Spalancai gli occhi e strinsi maggiormente la mano di Harry, che non avevo lasciato per tutta la mattina.
Tutto bene cara ?” mi chiese lei.
Ehm … cioè … credo di sì …” balbettai, non molto convinta ed iniziando a farmi prendere dall’ansia.
Stai tranquilla andrà tutto bene …” iniziò a consolarmi “… ora però vi chiederei di uscire; se volete assistere c’è la vetrata fuori, ma lei ha bisogno della maggiore tranquillità possibile …” disse indicando a loro la porta.
No !” esclamai d’un tratto facendo giare tutti verso di me preoccupati.
Cosa amore ?” mi chiese Harry piegandosi un po’ verso di me.
Tu rimani …” dissi guardandolo negli occhi “… e anche Alessia” dissi allungando la mano verso di lei.
La vidi un po’ tentennante così aggiunsi qualcosa per convincerla.
So che ti fanno paura queste cose … ma io ho bisogno di te, so che puoi farlo …” disse sorridendole.
Ci guadammo negli occhi e la vidi fare un mezzo sorriso, avvicinandosi poi a me e prendendomi la mano.
L’infermiera sorrise e poi fece uscire tutti.
I 47 minuti e mezzo che seguirono furono i più dolorosi di tutta l amia vita credetemi.
Avevo Harry da un lato a cui continuavo a stringere convulsamente la mano, che mi tirava indietro i capelli; Alessia dall’altro che mi teneva l’altra mano e che continuavo a stringere.
Erano un incitamento fatto a persona.
“Dai piccola, un altro sforzo …”
 “Coraggio amore … ce la puoi fare”
“Dai campionessa, dai”
“Pensa che vedrai il tuo bambino … non mollare”
Ad ogni frase che mi dicevano sentivo di poter acquistare la forza necessaria per spingere.
E spingere; e spingere; e spingere.
Ci fu un momento però in cui davvero pensai che non sarebbe più finita, che non ce l’avrei fatta, che era troppo difficile.
E fu allora che mi sentii svuotata e che sentii delle urla.
Urla tanto attese; troppo attese.
Scorsi un fagotto tutto rosso in braccio all’infermiera che si girò e lo portò al lavatoio.
Mi voltai verso Harry; avevamo parlato del fatto che io ci tenevo fosse lui il primo a lavare nostro figlio …
Ma sembrava bloccato. Gli strinsi la mano e lo incitai con un movimento del capo.
Posso … ?” fermò l’infermiera che si girò sorridente porgendo il piccolo al padre.
Aspettai qualche minuto per poi vederlo tornare con un piccolo fagottino dal colore inconfondibile: rosa.
Si avvicinò a me e, sorridendo con gli occhi lucidi me la porse.
Non appena l’ebbi tra le braccia, quel piccolo fagottino che per tanto tempo avevo aspettato sentii il cuore gonfiarsi di gioia.
Ehi piccolina” le sussurrai, cullandola tra le mie braccia.
Era bellissima; perfetta.
Saluta la zia” dissi con più voce.
Mi voltai verso Alessia, scoppiata già in lacrime e poi spostai lo sguardo verso tutti gli altri affacciati alla vetrata.
Avete deciso il nome ?” chiese la gentile ragazza col certificato di nascita in mano.
Io ed Harry ci guardammo e lo vidi sorridere annuendo lievemente.
Emily Katherine Styles” dissi guardando la mia piccola e sorridendo al suo stringere il mio indice nelle sue piccole manine.
L’infermiera, da dentro, gli fece cenno di entrare a coppie così li vedemmo tutti ammassarsi alla porta.
Il primo ad entrare fu Niall che aveva con se due mazzi di fiori, un grande ed uno molto piccolo; li appoggiò al tavolo vicino alla finestra e poi si avvicinò alla riccia.
Entrambi stavano guardando la piccola con occhi colti di amore e lacrime. Non dissero nulla, rimasero così.
Poi fu il turno di El e Lou; li vidi entrare con una scatola di plastica trasparente che conteneva un completino panna con una carota sulla maglietta.
Gemma portò una tutina e contemplò la bellissima creatura che era sua nipote.
Entrarono Liam e Danielle insieme, lui con della babbucce verde chiaro e lei con un piccolo orsetto di peluche color miele, come i suoi capelli.
Mi stupii di vederli entrare insieme, ma ne fui contenta; li vidi avvicinarsi al letto; l’uno da un lato opposto all’altro.
Lei con una mano sulla mia gamba e Liam con un braccio attorno alle spalle di Harry.
Sembravano completamente presi dalla visione della piccola, ma non riuscii proprio a non scorgere gli sguardi che di sfuggita si scambiavano.
Era evidente che si amassero ancora e quei pochi istanti mi confermarono che sarebbe stata solo questione di tempo. Poi avrebbero capito.
Infine arrivano i nostri genitori insieme a quelli della Ale, che portarono un set di bavagliette e salviettine coi bordini di Burberry per la piccola che sarebbero poi state ricamate col nome.
Non mi scorderò mai le loro espressioni quando videro la piccola creatura.
Mia madre, Barbara e Anne scoppiarono in lacrime; mio padre si trattenne ma sul suo viso, come su quello di Robin e su quello di Dario, era inconfondibile la felicità.
Uscirono anche loro, o meglio li fecero uscire. L’infermiera era tanto buona e dolce ma quando si trattava di regole era ferrea.
Dovevamo riposare e l’unico permesso Harry, il papà.
Papà.
Come suonava strano adesso; tutto era reale.
Ma risultava perfetto su di lui.
E mentre lo guardavo cullare la piccola dopo che l’ebbi allattata per la prima volta, mi resi veramente conto di cosa eravamo adesso.
Una famiglia.
Papà, mamma e figlia.
Si voltò e mi scoprì a guardarli.
Era perfetto.
Lui, così giovane e a tatti infantile ma così adulto quando ce n’era il bisogno.
Lei, così piccola ed indifesa, che dormiva tranquilla tra quelle braccia che sentiva l’avrebbero protetta per tutta la vita.
Si avvicinò con la nostra fagottina.
E’ la cosa più bella che abbia mai visto” mi disse con gli occhi lievemente lucidi.
Continuavo a guardarli, senza avere la forza di spostare lo sguardo.
Tutto bene amore ?” mi chiese pensando che qualcosa non andasse.
Scossi la testa.
L’abbiamo aspettata per così tanto tempo … e per tutto questo tempo ho avuto paura; paura che alla fine tutte le nostre convinzioni sarebbero state spazzate via, paura che non ce l’avremmo fatta, tanta, tanta paura. Ma ora che siamo qui … con questa creatura che è completamente nostra ed è perfetta … tutte queste paure a confronto valgono nulla. Non mi importa nulla … se non di lei, di noi …” spiegai con la più grande naturalezza del mondo.
Lo vidi avvicinarsi e sedersi sul letto.
Ed ora che la vedo così, tra le tue braccia …
Io non riesco ad immaginare nulla di più bello, di più felice …” disse guardandola e poi guardando me “… noi … è l’unica cosa che conta … noi e la nostra famiglia. Non importa del resto del mondo … come mi hai detto tempo fa … il nostro mondo è tutto ciò che conta ed ora che c’è lei … ho due ragioni per difenderlo come mai prima d’ora. Tu hai stravolto la mia esistenza e questa piccolina ne è solo un esempio … ma non potevo desiderare di meglio; ed ora … tu e lei siete le mie ragioni per combattere e difendere il mio mondo. Voi siete il mio mondo” concluse.


Angolo dell'autrice
Eccomi, eccomi !
Questa volta ho aggioranto un po' prima dell'ondata che oramai ho preso.
Purtroppo ho scoperto che il mio vecchio e odiato PC domani mi verrà tolto perchè ha dei problemi e tentiamo di aggiustarlo.
Non so quando me l'avrebbero riportato e così ho deciso di aggiornare prima che me lo "sequestrassero".
E finalmente è arrivata la baby Styles tanto attesa dai genitori quanto da tutti voi lettori ;)
Spero di essere stata all'altezza di ciò che vi aspettavate o immaginavate.
Ringrazio ognuna di voi che mi fa sapere cosa ne pensa ogni volta; tutti coloro che mettono la storia nelle ricordate/seguite/preferite che vedo aumentano un po' :3
Spero che qualcun'altra di oi coglia farmi spaere cosa ne pensa, anche se ha scoperto la storia da poco o se solo adesso se la sente; sappiate che sono felicissima di sapere cosa ne pensate e anche felice di ricevere critiche costruttive per migliorare ;)
Alla prossima !
Nene xx

 
 
 
 

 

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Capitolo 33
*** Premiere ***


Premiere



Ammetto che volevo tornare a casa.
Più che altro volevo portare la piccola a conoscere il nuovo posto dove avrebbe vissuto il resto della sua vita; il luogo dove io e il suo papà l’avremmo amata e protetta.
Essendo andato tutto bene durante il parto e poiché entrambe avevamo superato gli esami adeguatamente, dopo un giorno e mezzo ci rispedirono a casa.
Harry poggiò la borsa che avevamo portato in ospedale, dopo avermi fatta passare con la piccola Emily in braccio.
Subito i nostri genitori, El e Louis e Niall e Alessia spuntarono dal salotto a dirci il loro benvenuto.
Le loro attenzioni furono incanalate soprattutto nei confronti della bimba, comprensibilmente, che li guardava tutti con gli occhioni, che ora avevano preso un color verdone, uno per uno.
Ad un tratto interruppe di colpo l’osservazione e fece uno sbadiglio degno di un leone.
A quanto pare la piccola ha sonno” disse Lou.
Meglio che la portiate su …” iniziò Anne.
… fate pure con calma, tanto noi siamo qui” concluse Alessia, mentre le accarezzava la testina pelosa.
Salimmo su per le scale, con Harry che mi sovrastava da dietro.
Aprimmo la porta della nostra camera e vidi, con mia piacevole sorpresa, che Harry aveva comprato il lettino bianco che avevamo visto tempo fa.
Era posto vicino al letto, ma dalla parte con la vetrata.
Mi bloccai a qualche passo dalla porta.
Allora, che ne dici ?” mi chiese da dietro, sfiorandomi la schiena con la mano.
E’ meraviglioso … ma, l’hai montato tu ?” chiesi girandomi, curiosa.
Sì, ci ho messo un po’ ma l’ho montato io
La mia espressione si trasformò da curiosa a incredula.
Da solo ?
Sì, perché non mi credi capace ?” chiese, facendo comparire quel mezzo sorriso che tanto amo.
No amore, mi stupisci sempre … però mi sembra strano che tu, che non sai montare nemmeno una libreria dell’IKEA con le istruzioni figurate riesci a montare da solo un lettino da bebè” spiegai.
Ci guardammo per qualche istante dopodiché confessò.
Ok va bene, mi ha dato una mano Liam ...” sorrisi compiaciuta “… ma solo all’inizio, perché non capivo come leggere le istruzioni, poi però ho fatto tutto da solo” concluse, difendendosi.
Iniziai a ridere avvicinandomi a lui.
Va bene lo stesso amore
Si avvicinò anche lui, ma non appena le nostre labbra si sfiorarono la piccola emise un vagito sbadigliando ancora.
Spostammo lo sguardo su di lei e la guardammo stiracchiarsi un po’ in quel fagottino rosa cipria che l’avvolgeva, girando leggermente la testa e spalancando la bocca incredibilmente.
Abbiamo in casa una piccola leoncina” disse il riccio.
Una bellissima leoncina aggiungerei” replicai, mentre iniziavo a cullarla dolcemente.
Ovvio, con un papà così …” aggiunse il papà, beccandosi una fulminata divertita dalla mamma.
Si avvicinò a noi e, abbracciandomi da dietro, iniziò a cullare anche lui Emily.
Il suo viso che spuntava dalla mia spalla sinistra; le sue braccia attorno alle mie; l’una contro l’altro a cullare la piccola.
Stavamo bene e pensare che da lì a qualche tempo, questa sarebbe diventata una delle nostre abitudini mi rese felice.
Stava bene anche lei, poiché nel giro di 10 minuti si addormentò beatamente.
Harry ed io ci guardammo negli occhi.
Mettiamola nel lettino e vediamo se le piace” propose lui.
Sarei potuta rimanere in quella posizione all’infinito, penso; non appena sentii le braccia di Harry sciogliersi mi avvicinai al lettino seguita da lui.
Staccai delicatamente il fagottino dal mio petto e lo posai dolcemente nel lettino.
Harry si avvicinò da dietro e mi circondò con le braccia, come prima, quando stavamo cullando la piccola.
Poi stemmo lì, qualche minuto, a osservarla dormire serena.
Raggiungiamo gli altri, amore” esordii poggiando la testa sul suo petto.
Lo vidi un po’ preoccupato.
Cosa c’è ?
E se sta male ?” chiese.
Gli sorrisi; vederlo preoccupato mi inteneriva.
Mi voltai e li presi una mano, avvicinandolo maggiormente al lettino.
Amore la vedi ? Sta bene, non le succederà  nulla e poi siamo al piano di sotto, senza contare che abbiamo il walkie-talkie” lo rassicuro.
Lo prendiamo su” disse con sicurezza, allungando la mano al pacco già aperto che lui stesso aveva messo sul suo comodino.
Gli sorrisi, sempre tenendogli la mano, e dopo aver dato un ultimo sguardo alla bambina, lo trascinai giù.
Sono certa che anche lui sarebbe rimasto tutto il giorno a fissarla.
Sperai che la preoccupazione gli fosse un po’ passata, ma non fu particolarmente di compagnia poiché si tenne vicino tutto il pomeriggio il walkie-talkie e ad ogni piccolo rumore sospetto mi chiedeva se doveva salire o se pensavo che stesse bene.
Per tutta risposta gli sorridevo e gli dicevo di stare tranquillo, togliendoli di tanto in tanto quell’aggeggio che lui puntualmente riprendeva in mano.
Quando arrivò sera, dopo cena e dopo il terzo allattamento della serata ci ritrovammo sul lettone tutti e tre: io a gambe incrociate, appoggiata allo schienale che tenevo in braccio la piccola e lui sdraiato per lungo, mentre la faceva giocare con un suo dito.
Come un lampo mi venne un dubbio e una preoccupazione per la piccola questa volta salì anche a me.
Il giorno dopo ci sarebbe stata la premiere di “This is us”.
Io non devo passare sul red carpet con voi vero ?” chiesi alzando di colpo lo sguardo.
Mi guardò non capendo, all’inizio.
No, noi arriviamo prima” rispose.
Stava per chiedermi il perché, quando ci arrivò da solo.
E se si spaventa ? Le urla e troppa gente …” chiedo iniziando a farmi venire l’ansia.
Stava cercando una soluzione.
Non posso lasciarla a casa, e se potessi non lo farei comunque”  dissi, accarezzandole la testolina.
L’unica cosa che puoi fare è arrivare dopo; El ad esempio porta le due gemelline e non si ferma. Tu e Alessia andate con lei e poi spedite andate dentro” espose l’unica soluzione.
E quando usciamo per l’after party ?” chiesi, sapendo che la soluzione sarebbe stata pressappoco la stessa.
Usciamo insieme … e cercherò di fare il più velocemente possibile” replicò.
Non ero particolarmente convinta, ma d’altronde non si poteva fare altro.
Stai tranquilla, non succederà nulla
Si avvicinò e mi accarezzò la guancia, con ancora il dito tra le manine di Emily.
Gli sorrisi, tranquillizzandomi un po’.
Sentimmo la piccola sbadigliare così mi alzai per portarla al lettino, quando Harry mi fermò e la prese, dopo che le diedi un piccolo bacio, poggiandola delicatamente sul suo lettino.
Poi mi raggiunse nel letto.
Gli presi un braccio e me lo girai attorno alla vita, facendogli capire di stringermi a lui.
Spense la luce e dopo avermi dato un bacio sulla guancia e mi strinse a sé. Poi ci addormentammo.

La mattina seguente, fummo svegliati dai dolci e continui richiami che la nostra piccola creatura emise per far capire al mondo che era sveglia.
Fui dolcemente strappata dal mio limbo da quei suoni di richiamo, insieme al mio compagno.
Nessuno dei due aveva tanta voglia di alzarsi, infatti, io mossi leggermente il braccio e mugugnai un “Harry vai tu” e per tutta risposta il riccio grugnì.
Aspettai qualche istante e, dato che i richiami si erano fatti più insistenti perché la piccola furba aveva capito che eravamo svegli ma che non ci stavamo mobilitando per andare da lei, diedi un colpo più forte al petto di Harry.
Girò il viso dal cuscino e, con gli occhi ancora chiusi disse:
Perché devo andare io ?
Alzai la testa dal cuscino e lo guardai furbescamente, o almeno per quanto la faccia assonnata mi permettesse.
Perché tu sei il suo amato papà e perché sono stata io spingerla fuori da un buco di 10 cm” risposi, sapendo di aver vinto.
Mi guardò in cagnesco e poi aggiunse:
Non potrai usarla per sempre quella scusa …
Quello lo pensava lui.
Si alzò dal letto e andò a prendere la piccola dal lettino, dandole un bacio sul nasino come buongiorno e facendole fare un giretto per la stanza sorridendole come un ebete.
Il mio ebete.
Riuscivo a pensare solo a quello quando lo vedevo con lei.
A un certo punto spostò lo sguardo e mi beccò a fissarli. Sorrise e la voltò verso di me aggiungendo un “hai visto la mamma ? E’ lì la mamma” indicandomi.
Hai visto che ore sono ?” mi chiese.
Mi voltai verso il comodino per vedere l’orologio.
Le 11.00; per che ora dovete andare voi ? Il red carpet inizia alle 17.00 no ?” chiesi alzandomi dal letto.
Sì, noi arriveremo per 17.30 quindi penso che tu, Alessia ed El arriverete per le 18.00 anche perché poco dopo ci ritiriamo per la prima” mi spiegò, cullando Emily.
Annuii appuntandomi mentalmente di sentire sia Alessia sia Eleanor per vedere come organizzarci.
Mi feci passare Emily perché era ora della poppata, ci aveva svegliato per una ragione no ?
Come di solito, Harry rimaneva lì a fissarci; diceva che era un momento magico, ma non ha mai voluto spiegarmi esattamente il perché e a me bastava vedere il suo viso innamorato che guardava la nostra piccola mangiare.
Quando ebbe finito, la facemmo un po’ giocare e poi all’ora di pranzo la portammo giù.
La affidai a Harry mentre andavo a chiamare Alessia; a pranzo avevamo deciso con El che ci sarebbero venuti a prendere con la macchina a casa perciò saremmo partite tutte e tre assieme.
Verso le 15.00 arrivarono le gemelline, seguite da Niall e Alessia.
Stemmo un po’ in salotto, dove tutti si fecero passare Emily, per coccolarla e farla giocare, sotto il perenne sguardo attento del papà.
Era quasi ora di andare, per i ragazzi così quando si andarono a cambiare, mi offrii di accompagnare su Harry.
Ti fidi a lasciare la piccola sola ?” mi sussurrò lui.
Mi fece ridere, ma mi trattenni un po’.
Sì amore, non le succederà niente … è circondata da adulti che le vogliono bene, stai tranquillo” lo rassicurai per l’ennesima volta salendo le scale.
In camera, mentre lui era in bagno a cambiarsi, io scelsi i vestiti da mettere e li appoggiai sul letto rifatto.
Suonarono un clacson da giù il che voleva dire che dovevano andare.
Harry ebbe appena il tempo di fare un saluto generale, darmi un veloce bacio e salutare Emily.
Tornammo un altro po’ in salotto quando toccò a noi andarci a cambiare.
Alessia salì con me ed Emily, mentre El andò nella camera sua e di Tommo a preparare le gemelline.
Prima mi occupai di Emily mettendole un vestitino color carne molto elegante, appena regalatole da Niall e Alessia.
Le misi una cuffietta e le scarpine bianche e la rimisi nel lettino.
Alessia si era già vestita e stava meravigliosamente nel suo abito bianco con la gonna morbidamente piumata.
Eravamo già in ritardo così mi vestii velocemente: gonna rosa scura a paillettes e camicia velata rosa cipria rimborsata dentro la gonna.
Mi guardai allo specchio un po’ stranita.
Tutto bene amore ?” mi chiese la riccia, avvicinandosi.
Sì, solo era da un po’ che non mi vedevo come un pallone … capisci ?” chiesi, iniziando a ridere.
Ma smettila, dai che è quasi ora” mi spronò a finire, ridendo e andando a prendere Emily.
Finii di prepararmi e al suono del clacson schizzammo giù.
Mi fermai sul ciglio delle scale.
Cavolo !” esclamai.
Alessia si girò con la bimba in braccio, con aria interrogativa.
Corsi di fretta in camera e tornai con uno straccetto bianco.
Un golfino per Emily … in caso faccia freddo” dissi, stendendo il golfino e facendoglielo vedere.
Che mamma premurosa” disse prendendomi in giro.
Riprendemmo a scendere e salimmo in macchina.


E’ ridicolo pensare con quale velocità noi tre con le due gemelline ed Emily passammo il red carpet.
Le urla erano tante e acute, così mi strinsi il più possibile Emily al petto e, nonostante i tacchi, quasi ci mettemmo a correre.
Ci riconobbero quasi subito e molte iniziarono a urlare i nostri nomi e quello di Emily; chiesero come stava se potevano vederla e per tutta risposta Alessia ed io ci guardavamo; le guardavamo; sorridevamo ma continuavamo a camminare velocemente.
Avevamo superato El e le gemelline che potevano andare più tranquillamente.
Superammo Liam e Zayn che si erano fermati con le fan e ci fecero un sorriso che ricambiammo.
Poi raggiungemmo Niall e Harry che stavano assistendo a un’intervista; incontrammo i nostri sguardi ed il riccio allungò una mano per sfiorarmi e buttò un occhio sulla bimba.
L’intervistatore se ne accorse così spostò l’intervista sulla “news” della piccola neonata nella grande famiglia degli One Direction.
In breve tempo il red carpet finì ed entrammo nel grande cinema.
Che male ai piedi !” esclamai, voltandomi verso la riccia.
Sembrava che stessimo tenendo una gara di velocità invece che una passeggiata sul red carpet” disse lei, sorridendo con un po’ di fiatone.
Ci spostammo dall’entrata e aspettammo pazientemente che rientrassero tutti.
Non appena scorsi i ragazzi dalle porte di vetro, ci alzammo dal divanetto morbido su cui eravamo state fin a quel momento.
Davanti a loro c’erano El con le gemelline e Perrie con Jade e Leigh-Anne.
Non appena fu fuori dalla portata delle telecamere, Harry si fiondò da me per costatare che Emily stava bene.
Se già era nevrotico prima , ora con la sua creatura lo stava diventando il doppio.
Amore, sta bene, tranquillo” dissi, ponendo fine alla sua raffica di domande tipo “Come sta ? Tutto bene ? Ha preso freddo ? Come ha reagito alle urla ? Ha pianto ?”
Oh madonna santa.
Lo fermai e gli diedi un lungo bacio.
Poi lo guardai.
Tranquillo ?
Annuì.
Bene, allora andiamo” gli dissi, prendendolo e spingendolo nella sala di proiezione.
Vidi che Liam non ci stava seguendo così mi voltai e, giusto prima che si chiudessero le tende dietro di noi, vidi una ragazza entrare dalle porte e raggiungerlo.
Rimasi colpita dal vederla lì, ma mi girai e feci come se non avessi visto nulla.

Il film fu meraviglioso; la prima volta che lo vidi tutto intero e fu davvero stupendo.
Anche se la maggior parte delle cose le sapevamo perché loro se le erano lasciate sfuggire, vedere tutto nell’insieme fu davvero meraviglioso.
Quando si accesero le luci la sala si aprì in un applauso generale; noi tutti ci guardammo e ci scambiammo parole senza bisogno di dirle.
Eravamo tutti orgogliosi di ciò che erano; di ciò che erano diventati.
Uscimmo nella hall con già il buio fuori e ci raggruppammo lì; ci scambiammo qualche opinione riguardo al film quando Louis proruppe parlando dell’after-party.
Ragazzi … le macchine ci aspettano fuori, non facciamole aspettare che stasera ci divertiamo !” esclamò tutto esaltato.
D’accordo Tommo, d’accordo … andiamo su” disse Liam, al cui fianco stava ritta Sophia.
Uscimmo e salimmo nelle auto che ci aspettavano fuori.
Qualche minuto di viaggio e arrivammo alla sala allestita.
Per tutte le transenne che separavano le auto dall’entrata, erano appollaiate centinaia di fans.
Uscimmo a coppie e, almeno Harry ed io, cercammo di fare il più in fretta possibile per non esporre molto la piccola a urla troppo forti.
Entrammo e ci dirigemmo nella sala, all’ultimo piano.
Una stanza meravigliosa, decorata molto elegantemente con molto bianco.
Trovai un posto appartato, dove poter rimanere con la piccola per la maggior parte della serata.
Ci raggruppammo lì, finche la stanza non iniziò a riempirsi; poi ci separammo.
I ragazzi erano richiamati da destra a manca per conoscere persone o ringraziare qualcuno d’importante che aveva reso possibile il film.
Amore, andiamo a prendere qualcosa al banco ?” mi chiese la riccia.
Prima metto a posto Emily; penso che il pannolino sia da cambiare siccome l’ultimo gliel’ho messo prima di uscire” dissi tenendo in braccio la piccola.
Alessia annuì.
Raggiungimi dopo, mi trovi là” e se ne andò sorridendomi e accarezzando la piccola.
Presi la borsa che mi ero fatta portare e andai in bagno.
In breve tempo fui fuori e raggiunsi Alessia; poco più avanti a noi c’era Sophia che stava scegliendo una tartina.
Non mi piaceva particolarmente, a dire il vero per nulla, infatti, mi ero limitata a salutarla ma niente più.
Alessia non la poteva vedere così prendemmo un piattino e ci spostammo.
Iniziammo a girare, quando Harry spuntò all’improvviso e ci chiese di raggiungerlo.
Lo seguimmo e ci ritrovammo tutti davanti a 3 macchinette per le foto automatiche.
Stai scherzando vero ?” chiese Alessia, divertita.
Per nulla, dai ragazzi ! Sarà divertente ! Facciamoci delle foto !” disse tutto esaltato.
Va bene amore, a me piace come idea” esordii circondandogli la vita con il braccio libero.
Mi guardò tutto sorridente e mi spinse dentro una delle cabine: 4 minuti dopo ci ritrovavamo fuori con una fototessera che conteneva noi tre in pose buffe e dolci.
Alla fine della serata ognuno di noi aveva almeno 2 fototessere ricordo; facce strane, posizioni buffe e altre tenere.
Harry ed io ci facemmo un’altra fototessera senza Emily, che in quel momento era con El e Lou che la stavano facendo giocare.
Ci piacque talmente che l’attaccammo al frigorifero insieme all’altra e costringemmo El e Lou e tutti gli altri a fare lo stesso.
Alla fine della serata mi ritrovai su un divanetto color panna e senza scarpe, voltata verso la spettacolare visione di una Londra illuminata attraverso le pareti a vetro, con Emily tra le gambe che allungava le manine, come per prendere le luci davanti a lei.
E’ magica non è vero, piccola ?” le chiesi, ben sapendo che non mi avrebbe capito.
Sì, lo è …” sentii Harry da dietro.
Così mi voltai.
Gli sorrisi e si sedette davanti a noi e prendendo a giocare col vestitino della bimba.
E’ nuovo ?” chiese.
Sì, l’hanno portato Niall e Alessia oggi … bello non trovi ?” chiesi guardando l’abitino.
Il primo abito elegante della nostra piccola; che zii meravigliosi che hai, principessa” disse riferendosi poi ad Emily.
Sorrisi, pensando a quanto in questi pochi giorni tutti, ma loro in particolare avevano dimostrato affetto nei confronti di Emily.
Ero certa che l’avrebbero viziata come nessuno mai avrebbe potuto fare.
Sarebbe stata la loro piccola principessina.
E’ proprio incantata, non degno il suo papà nemmeno di uno sguardo” disse guardandomi e facendo il finto offeso.
Lo guardai divertita, mentre cercava invano di attirare l’attenzione di Emily tirandole il vestitino e facendole il solletico sulla pancina.
E’ Londra, che le fa quest’effetto.  Si è innamorata delle sue luci, al primo sguardo” dissi, prendendo una manina della bambina e indicandole alcuni punti lucenti e prendendomi a guardare la città.
Come te …” aggiunse lui.
Continuai a guardare Londra; poi mi girai.
Io prima mi sono innamorata di te …” dissi, semplicemente.
Mi guardò un po’ colpito; nonostante lo sapesse benissimo.
Prima mi sono innamorata di te; è stato un qualcosa in più che mi ero anche innamorata della tua città …” continuai.
Lo vidi abbozzare un sorriso.
E sai … ora, a ripensare a tutto ciò che in un anno è successo … mi sembra tutto così incredibile … un anno fa stavo passando una vacanza con te e non sapevo cosa il futuro ci avrebbe riservato; ora Alessia ed io ci siamo stabilmente trasferite qui; stiamo insieme da qualche tempo e … e beh abbiamo anche Emily …” guardai la nostra bambina, sempre intenta a catturare le luci là fuori “… e nonostante tutto ciò che abbiamo passato, non potrei essere più felice di come la mia vita sia” conclusi, pensando a com’ero stata bene quel giorno in particolare.
Sì, perché sembrerà una cosa stupida, ma fare quelle foto con loro … fu come dimenticarci un po’ chi eravamo.
Mi sentii riproiettata a quando davvero non ero nessuno; quando vivevo la mia vita normale.
E nonostante io stia bene adesso, tornare un po’ alla normalità di tutti ogni tanto penso faccia solo che bene.
Ti amo
Fu tutto ciò che disse.
Ma era tutto, davvero.
A quelle parole Emily, finalmente, si degnò di considerare il suo papà e voltò la testina, sorridendo.
O meglio, Harry era convinto fosse un sorriso volontario, ma non volevo smontarlo così lo lasciai credere.
Lui allungò le braccia per prenderla e gliela porsi.
Era lì, piccola, tra le grandi braccia del papà.
Una visione che mai mi sarei stancata di rubare da lì fino alla fine.
Ad un certo punto Harry allungò un braccio per farmi avvicinare e, immediatamente, mi misi sulle ginocchia e mi avvicinai a loro.
Guardai la piccola e le accarezzai il pancino, poi sollevai lo sguardo sul riccio.
Ti amo anch’io, Styles
Poi mi avvicinai e gli diedi un lungo bacio.
Ci staccammo perché Harry fu richiamato, ma si portò Emily.
Mi fece un cenno per dirmi di attenderli poco.
Arrivò Alessia, che circondai con un braccio, continuando a seguire il papà con la bimba con lo sguardo.
Cosa c’è amore ?” mi chiese dolcemente.
Rimasi lì, a osservarli un altro po’.
C’è che non potrei essere più felice della mia vita” risposi guardandola e stringendomi a lei.
Ed era vero.


Angolo autrice:
Si, lo so … faccio davvero schifo quasi due mesi non aggiorno.
Mi spiace avervi fatte attendere così, ma purtroppo ho avuto la scuola, un inferno per le ultime 3 settimane e poi non avevo un gran che di idee.
Ora sono qui e spero che non sia uscita proprio una mezza schifezza.
Vorrei comunque, di cuore, ringraziare tutti quelli che ancora leggono la storia.
Mi rendete la ragazza più orgogliosa di sempre e mi dispiace che non riesco più ad aggiornare con un tempo e come vorrei.
Spero sempre che qualcuno tra i lettori silenziosi voglia farmi sapere che ne pensa così da avere pareri in più.
Non abbiate paura anche le critiche; le accetto, per migliorare :)
Alla prossima allora, e grazie ancora a chi di voi la segue.
Un bacione forte, forte xx





 

 

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Capitolo 34
*** Make You feel my love ***


Make You feel my love
 
La serenità che all’after party della premiere mi aveva invasa era durata almeno un paio di giorni.
Avevamo passato quei due giorni come nei miei sogni più romantici.
Harry non aveva preso impegni e quindi avevamo passato la mattina fino a tardi nel letto con Emily, più che altro ad osservarla mangiare o dormire, con grande delusione del papà.
Guarda che ha preso da te … quello che dorme in ogni momento possibile sei tu, quindi evita di lamentarti tanto papino” gli dissi sotto il piumone, mentre lui teneva la piccola tra le braccia.
Pranzavamo e poi passavamo il pomeriggio al parco, per far prendere un po’ d’aria ad Emily.
Era impressionante quanto in fretta il tempo passasse con loro due al mio fianco.
Uscire col passeggino e vederla sotto i miei occhi tra tutti quei merletti che circondavano il suo corpicino.
 Harry che insisteva per spingerla e le faceva le facce più strane per farla ridere, nonostante lei avesse gli occhi chiusi.
Quando la prendeva in braccio per alzarla in aria, facendomi prendere i più grandi spaventi con la paura che la facesse cadere.
Vederlo sorriderle e ridere se lei faceva un cenno alle sue facce strane, come se il suo mondo ora avesse un senso.
Ed io che osservavo tutto da esterna ma allo stesso tempo partecipe di tutto quanto.
Una gioia indescrivibile mi colmava, solo guardandoli.
Ma bastò un solo ricordo per potermi far crollare tutto e far crescere numerosi dubbi; che prima non mi erano mai passati per la testa.        
New Y0rk.
Ancora pochi giorni e i ragazzi sarebbero dovuti partire per la premiere transoceanica, dove noi non avremmo potuto seguirli per ovvie ragioni.
Non era la premiere in se che mi preoccupava, più che altro cosa rappresentava.
Era il suo lavoro girare e fare concerti, lo sapevamo bene tutti e due; ma come potevamo crescere un figlio se Harry era spesso fuori per periodi molto lunghi?
Con questi pensieri che mi frullavano ininterrottamente per la mente, evidentemente cambia espressione velocemente dato che Harry mi chiese, avvicinandosi:
Piccola tutto bene?
Alzai lo sguardo, che prima era rivolto verso una coppia di uccelli che si rincorrevano; lo guardai un istante negli occhi, ma mi trattenni dal digli cosa stavo pensando.
Non era il luogo adatto e non avrei rischiato di fare un’altra scenata in pubblico come avevo fatto mesi prima.
Si, tranquillo” mi limitai a rispondere, non impegnandomi particolarmente a fingere un sorriso.
Lo vidi un po’ stranito dalla mia reazione, ma non toccammo più l’argomento.
Almeno fino a casa.
Eravamo in camera da letto e stavo mettendo Emily nel lettino; si era stancata parecchio e già prima di entrare in casa si era addormentata.
Rimasi lì a guardarla e carezzarla, tentando di ritardare il momento in cui lui mi avrebbe chiesto cosa non andava.
Harry era sul letto.
Allora?” chiese, lievemente infastidito dalla mia non-voglia di parlare.
Feci un respiro, buttai un ultimo sguardo alla piccola e mi girai.
Allora cosa?” chiesi, sperando sempre di sviare il discorso.
Mi puoi spiegare che stavi pensando, prima al parco? Hai completamente cambiato espressione … cosa è successo?” chiese tirandosi a sedere sul materasso.
Rimasi in silenzio qualche istante, non sapendo come dirgli ciò che stavo pensando in quel momento.
Lo guardai dritto negli occhi, sperando che mi venisse fuori qualcosa.
Non avevo nessuna intenzione di farlo sentire in colpa e nemmeno di fargli rivalutare il suo lavoro, che amava così tanto.
Per questo non sapevo cosa dirgli.
Tra quattro giorni vai a New York …” iniziai.
Lo vidi non batter ciglio; lo faceva quando era pienamente attento e concentrato.
Stava cercando di capire.
parti e starai via per 3 giorni …” continuai.
La sua espressione era sempre la stessa e da un lato mi faceva piacere che fosse così concentrato, ma sinceramente speravo che mi potesse aiutare ad esprimere ciò che avevo da dire, cosa che non stava facendo.
Rimasi in silenzio, aspettando la domanda che mi avrebbe fatta arrivare al punto della situazione.
Ed è così importante? Ti preoccupa così tanto?” mi chiese.
Non mi preoccupa la premiere, mi preoccupa il fatto che parti per qualche giorno e poi torni” sperai di essermi espressa abbastanza chiaramente.
Spiegati meglio …” disse, serio.
E’ solo che non ci avevo mai pensato ok? Tra tutte le cose che affollavano la mia mente in questi mesi non ci ho mia pensato; ed ora che in questi due giorni stavamo così bene … come un fulmine a ciel sereno mi appare questo problema. Che poi non è un problema … è solo che non so come risolverlo … e non si può risolvere … quindi è così e basta … solo che non va bene … nel senso da un lato va bene e dall’altro no … ma come facciamo Harry? Come?” iniziai a girare per tutta la stanza, alzando il tono della voce.
Si alzò dal letto e venne a prendermi le mani per calmarmi; mi voltò il viso verso di lui e smisi di parlare.
Ok, tranquilla … ora mi spieghi bene” disse calmo.
Gli feci cenno di aspettare un minuto.
Uscii dalla camera e andai nella camera di Louis ed Eleanor. Li trovai intenti a mettere a posto qualcosa negli armadi e gli dissi se potevano andare in camera nostra a guardare Emily.
Ci scambiammo le camere ed io mi chiusi la porta alle spalle dopo averci trascinato dentro Harry.
Il tuo lavoro … ok?” dissi, ancora appoggiata alla porta.
Lo vidi confuso per qualche istante, ma poi capì.
Non disse nulla, così andai avanti.
Come facciamo a crescere insieme nostra figlia, se c’è di mezzo il tuo lavoro?” chiesi cercando di non far pesar troppo il ruolo del suo lavoro.
Evidentemente non ci riuscii.
Beh … come tutte le altre coppie del mondo …” disse, abbastanza sicuro.
Ma come è possibile? Harry tu parti e stai via una settimana, due …
Sì, ma posso tornare ogni volta che …
E quando hai il tour? Stai via mesi interi! Come puoi pensare di poter crescere un figlio così?” iniziai ad alzare la voce, anche se sapevo che la discussione così non sarebbe finita bene.
E’ il mio lavoro! Lo sapevamo ok? Lo sapevamo benissimo tutti e due quindi non venir fuori come se fosse spuntato dal nulla!” alzò il tono della voce anche lui.
Lo so che è il tuo lavoro ok? Lo so benissimo e non me ne vengo fuori come se fosse spuntato adesso, ma ti sto dicendo che non ci avevamo mai pensato dato che di questa cosa non ne avevamo mai parlato!” ribattei.
Forse tu non ci avevi mai pensato!
Rimasi colpita dalla frase.
Se davvero ci hai pensato anche tu mi puoi spiegare perché non me l’hai mai detto?
Perché tu sai sempre tutto no? Tu sei sempre in grado di risolvere tutto no? Quindi, scusa se non ho pensato che non ci fossi arrivata nella tua infinita intelligenza
Di sicuro lo sono più di te dato che se me l’avessi detto probabilmente avremmo avuto più tempo per pensarci e forse avremmo risolto questo problema!
Il mio lavoro sarebbe un problema ?!
Non farmi dire cosa che non ho mai detto e che non penso; dico che il crescere nostra figlia e gli impegni del tuo lavoro creano un problema perché sono inconciliabili” dissi più calma, cercando di far rientrare i toni della discussione.
I miei impegni non sono un problema … qui il problema è un altro se vogliamo dirlo … e lo è sempre stato, fin dall’inizio!
Mi si gelò il sangue.
Non si stava riferendo a quello.
Non poteva farlo.
Non avrebbe mai potuto dirlo.
Vero?
Gli occhi stavano diventando lucidi, ma mi trattenni con tutta la forza che avevo in corpo.
Mi avviai alla porta, senza rispondere.
N-no Irene, io … io non intendevo quello … non volevo dire questo, lo sai …
Mi voltai solo per guardarlo negli occhi.
Stai zitto … non avrei mai pensato che avresti potuto dire una cosa del genere …
Mi chiusi di fretta la porta alle spalle e lo lasciai lì.
Entrai in camera mia di fretta; vidi El e Lou che mi guardavano sconvolti.
Avevano sentito tutto.
El cercò di venirmi in contro ma la fermai con un cenno della testa.
Mi avvicinai al lettino di Emily e la presi in braccio; raccattai la borsa da terra e mi fiondai giù dalle scale.
Quando mi trovai a metà, Harry uscì di scatto dalla camera di Lou e mi cercò con lo sguardo.
Mi vide e si fiondò giù dalle scale; mi raggiunse quando già stavo uscendo dalla porta.
La fermò con forza.
Dove vai con lei?” chiese, preoccupato.
Ah … ma non era un problema fino a pochi istanti fa?” chiesi fredda.
Irene sai che non lo penso … mi dispiace, ero arrabbiato … e sono …
Non mi interessa … molla la porta e fammi andare” lo fulminai con lo sguardo.
Capì che non c’erano ragioni.
Non mi sarei smossa dalla mia posizione.
Mi guardò e sposto lo sguardo sulla piccola per qualche istante; allora mollò la porta.
Non appena sentii il tonfo della porta bianca alle mie spalle; iniziai a camminare più velocemente che potevo e mi diressi nell’unico posto dove al momento potevo stare.
 
 
Arrivai davanti al moderno edificio e mi feci aprire schiacciando il campanello.
Tutto il tragitto in ascensore lo feci cercando sempre più di trattenere le lacrime, ma sembrava non avessi abbastanza forza.
Era come se più mi allontanassi da casa più la mia capacità di trattenermi fosse debole e inutile.
Arrivai davanti alla porta e mi aprì la riccia.
Fu alquanto stupita di vederli lì, con la piccola, senza avviso.
Posso entrare?” chiesi.
Ma certo amore” mi rispose, capendo che c’era qualcosa che non andava.
Lasciai Emily a Niall; non volevo che mi sentisse piangere.
Perché avevo bisogno proprio di quello.
Andammo in camera da letto e dopo un paio di minuti di silenzio le raccontai tutto, fino ad arrivare alla lite finale e alla cosa che mi aveva fatta letteralmente scappare di casa.
Ero poggiata sulle sue ginocchia a piangere come se dovessi finire tutte le lacrime che avevo in corpo.
Perché? Perché deve aver detto una cosa del genere? La cosa più brutta che potesse dire … perché?
Amore …
No amore un cavolo … ma hai presente ciò che ha detto? Io … io non me ne capacito …
Tu hai tutto il diritto di piangere e sfogarti ed io sono qui; ma quando hai finito e ti va di ascoltarmi dimmelo” esordì, continuando ad accarezzarmi la schiena.
Mi presi altri 5 minuti, di completo silenzio se non per i miei singhiozzi.
Va bene …” dissi, con voce un po’ rauca, alzandomi dalle sua gambe.
Mi sedetti e la guardai negli occhi, con un fazzoletto appallottolato in mano.
E’ un cretino … lo sapevamo già, ma … è un cretino …” iniziò.
Io rimasi ferma ad ascoltarla e, mentalmente, a darle ragione.
Ma assodato questo … stai seriamente mettendo in dubbio l’amore che prova nei confronti di Emily? Ma hai presente come la guarda? Lo vedi meglio di tutti noi il suo amore …
Sì, ma allora perché?
Perché è Harry … parla a vanvera molte volte e questa volta è una di quelle
Ma ha detto una cosa … grave … è solo che la sua affermazione mi ha fatta sentire in colpa … come se l’avessi costretto ad una scelta che avrebbe pregiudicato tutta la sua vita da qui fino alla fine …” dissi, asciugandomi gli occhi col fazzoletto.
Sai che non è così …
Magari non lo so … se non lo pensasse davvero perché allora l’ha detto?
Ora sei shockata, capisco … ma sai benissimo che quando uno è preoccupato dice cose che spesso non pensa …” mi vide non tanto convinta allora mi fece un esempio più pratico “… guarda le nostre liti
Aveva ragione.
E ora?” le chiesi.
Sei praticamente scappata di casa con la bambina; non gli hai dato nemmeno il tempo di spiegarti e non gli hai detto dov’eri diretta … sarà preoccupato. Digli dove sei e chiarite…” la guardai negli occhi e l’abbracciai “… troverete sicuramente una soluzione” concluse, stringendomi forte.
Fummo interrotte dal suono del campanello; ma loro non aspettavano nessuno.
Uscimmo dalla camera e andammo in salotto; andò Niall ad aprire.
Notai subito una figura esile e alta, stare lì sul ciglio.
Aprì bocca per chiedere all’amico se ero in casa con la piccola, ma prima ancora di proferire parola mi vide.
Niall si voltò verso di me e raggiunse Alessia, alle mie spalle, con Emily e si rinchiusero in camera.
Raggiunsi la porta e mi piazzai davanti a lui.
Ehi …” iniziò.
Ciao …” dissi.
Sono un cretino … e mi spiace così tanto che tu ed Emily dobbiate avere me, quando potreste avere qualunque altra persona migliore di me. Non pensavo quelle cose che ho detto … Emily è la cosa più bella che potesse capitarmi … dopo di te. Non è un problema e non lo sarà mai; è solo che ero arrabbiato perché … perché la musica è l’unica cosa che mi fa sentire orgoglioso di ricoprire il ruolo che tu e lei mi avete dato. Sentirti parlarne come se fosse un problema per lei …
Si fermò.
… sono un cretino e mi dispiace. Però vi amo, come mai ho amato qualcuno … e so che troverò una soluzione. Sarò presente nella sua vita, più che potrò e anche oltre … troverò una soluzione, te lo prometto
Dallo stipite a cui era appoggiato, si stacco leggermente e si avvicinò a me.
Io non ho mai detto che il tuo lavoro fosse un problema; mai lo penserò … è la tua passione più profonda e non potrei mai togliertela, ti amo troppo per vederti star male. Volevo solo dire che sarà difficile … e che non sapevo come risolvere la situazione … ma so quanto tu ami Emily …
Fece un altro passo verso di me e mi sfiorò una mano con le sue dita.
Non litighiamo mai più, promettimelo” mi disse.
Non posso promettertelo, ma posso prometterti che non ti abbandonerò mai” dissi, stringendogli la mano.
Mi tirò a sé e mi abbracciò, stringendomi.
Pensavo che mi avresti lasciato e l’avresti portata via …” sussurrò.
Non l’avrei mai fatto … mai!” bisbigliai stringendo i suoi capelli tra le mie dita.
Quando ci staccammo lo feci entrare e ci sedemmo sul divano.
Ci guardammo per un po’, in silenzio.
Allora? Qualche idea?” chiesi, stringendogli la mano.
Ho pensato che non potrete spostarvi spesso con l’aereo per raggiungerci, almeno per i primi tempi ma comunque non possiamo spostarla da uno stato all’altro
Sì, hai ragione …
Finiamo questo tour, le cui date oramai sono già fissate; si tratta di un mesetto adesso … ma per il prossimo vedremo di organizzare le date in modo tale da avere più pause per permettermi di tornare tutte le volte possibili per non farmi stare lontano da casa troppo tempo. Farei 24 ore di volo per potervi vedere anche solo un giorno … che ne pensi?
Non potevo immaginare di meglio.
Mi buttai tra le sue braccia, felice anche solo dell’idea che aveva pensato.
Penso che non potevi ideare una soluzione migliore” conclusi baciandolo.
Rimanemmo sul divano un altro po’ quando poi arrivarono Niall e Alessia con la nostra piccola.
Mi avvicinai ad Alessia, che teneva Emily, e l’abbracciai.
Ci proposero di rimanere un altro po’ ma a casa c’erano El e Lou che erano rimasti in sospeso ed era meglio tornare a casa per non farli preoccupare troppo.
Non appena varcammo la soglia di casa ci corsero in contro e tirarono un sospiro di sollievo quando dicemmo che era tutto a posto; che avevamo chiarito.
Vollero tenere un po’ la piccola così la diedi in braccio a Lou, che la portò sul divano.
Io ed Harry salimmo in camera.
Eravamo abbracciati sul letto, quando dissi:
Noi non litighiamo spesso … però quando lo facciamo lo facciamo davvero pesantemente
Già, sarà perché ci vogliamo tanto bene …
Questo è ovvio” dissi, stringendomi di più a lui.
Promettimi che non penserai alla mia partenza fino a sabato sera. Promettimelo” esordì d’un tratto guardandomi negli occhi.
Te lo prometto …
Ma convinta … fallo davvero; abbiamo ancora dei giorni da passare insieme. Godiamoceli
Hai ragione; godiamoci questi giorni e non pensiamoci” risposi convinta delle mie parole.
 
 
 
Feci come mi aveva detto Harry.
Mi godetti i nostri giorni senza pensare alla partenza, ma quando vidi Harry preparare il borsone per la partenza mi si strinse lievemente lo stomaco.
Cercai di non darlo a vedere.
La mattina seguente andammo tutti in aeroporto, per passare un altro po’ di tempo con tutti loro.
Io tenevo Emily in braccio, nel suo abitino caramelloso lilla.
Tutt’attorno a noi persone che correvano ai propri imbarchi.
Tra poco devo andare …” iniziò.
Lo so …” dissi, accarezzando i piedini della piccola.
Cercavo di trattenermi, nonostante dentro l’unica cosa che volevo fare era far passare in fretta quei tre giorni, per riaverlo a casa con noi.
Allungò una mano, sfiorandomi il braccio e a quel minimo contatto mi buttai tra le sue braccia.
Immediatamente un suo braccio arrivò a stringermi alla vita, mentre l’atro andò ad accarezzare la testolina della piccola.
Torno presto …
Lo so … è solo che …
Stare lì, in aeroporto, con nostra figlia in braccio e vedere tutti loro che partivano mi ricordava troppo l’immagine di loro che partivano per il tour.
Ce la faremo … troveremo una soluzione, vedrai” mi disse, capendo a cosa alludevo.
Annuii guardandolo dritto negli occhi.
Sbrigati a tornare …
Mi baciò sul collo e lo strinsi a me.
Si allontanò, raggiungendo di corsa gli altri, che lo aspettavano alle scale mobili.
Si girò a guardarci allora gli dissi, ad alta voce:
Noi siamo qui ad aspettarti” tenendo una manina di Emily che giocava con un mio dito.
Sorrise.
Fermai il tempo.
Mi sarei ricordata di questa scena fino a quando non sarebbe ritornato da noi.
Sentii qualcuno accarezzarmi la schiena; mi girai vedendo Alessia.
Le sorrisi, quando mi mise un braccio tra le spalle e mi strinsi a lei.
Tre giorni passano in fretta, vero?” chiesi guardando l’imbarco in cui stavano per sparire.
Assolutamente sì amore” rispose, stringendomi un po’ di più.
Annuii, convincendomi.
Tre giorni sarebbero passati in fretta.
Lui sarebbe tornato.
Avremmo trovato una soluzione.
Ed io l’avrei aspettato, con la nostra piccola in braccio.
Ci sarebbero stati altri momenti così.
Altri aeroporti in cui sarebbe stato.
Sempre lo stesso in cui noi l’avremmo aspettato.
Ma ce l’avremmo fatta.
A Londra ero circondata da persone che mi amavano e sicuramente ci avrebbero aiutati.
Dovevano solo passare quei tre giorni.
Poi avremmo affrontato tutto.
Come sempre.
E avremmo superato tutto.
Come sempre.
Con amore.
 
 
Angolo autrice
Questo angolo è particolarmente importante.
Prima di tutto mi scuso ancora per il ritardo, ma sto dando priorità ad altre cose nella mia vita.
Veniamo alle notizie adesso.
Mi sono iscritta per fare la certificazione d’inglese a livello B2; l’esame l’avrò ad aprile e grazie a ciò ho preso la decisione di concludere la storia.
Non so quanto mi impegnerà però a scanso di equivoci preferisco concluderla anche per non lasciarvi in sospeso per troppo tempo.
Ci tengo a precisare che non è per l’esame che ho deciso di concluderla. Mi sono resa conto che la storia era arrivata ad un punto in cui potevo davvero ritenermi soddisfatta.
E’ stato un insieme di coincidenze che ho deciso di concluderla nei prossimi giorni.
Questo è il penultimo capitolo. Ho già in mente come impostare la conclusione e spero di scriverla non tra un mese.
Per i ringraziamenti aspetto l’ultimo, voglio però dire che ognuno di voi è stato importante per questa storia.
Le lettrici con cui ho più legato, che sono diventate come delle amiche (oltre alle persone fuori come la mia migliore amica che spesso mi ha aiutata dandomi delle idee o confermandomi dei dubbi) sanno cosa significa per me questa storia.
E’ una parte della mia vita e per sempre sarà la prima storia che io abbia mai scritto, quindi mi rattrista un po’ concluderla ma le cose non posso durare in infinito no?
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e spero vogliate farmelo sapere in tante; o magari vogliate solo farmi sapere come avete preso la notizia che vi ho dato.
Un bacione xxx
 
 
 
 
           
 

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Capitolo 35
*** Infinity ***


Infinity
 
[Harry’s POV]
 
Quella mattina splendeva un sole incredibilmente caldo; ed era solo metà Aprile.
Avevo ancora qualche minuto di attesa, così lo passai osservando il cielo terso e gli alberi che crescevano nel grande cortile che mi stava davanti.
Ero tornato quello stesso giorno da LA, ma i ragazzi erano tornati un giorno prima di me.
Il solito ritardatario; lasciavo sempre certe cose indietro.
Il tempo di tornare a casa, fare una doccia e lasciare la borsa che uscii di nuovo.
Lei sarebbe stata la prima persona che avrei visto.
Soffermai lo sguardo sul grande porto d’entrata aspettando che uscisse colei che stavo aspettando.
Non si apriva.
Strano, l’orario era quello giusto.
Continuai a passare l’occhio dall’orologio al portone, iniziando a farmi salire un po’ di agitazione.
Stavo quasi per arrivare al culmine quando le porte si aprirono e uno sciame di bambini iniziò a correre sul viale centrale.
Cercai con lo sguardo ma non la vidi; poi d’un tratto scorsi una piccola bambina la cui cosa più evidente era la massa di ricci castani che sballonzolavano tra i compagni.
Aveva lo zainetto troppo largo, che le saliva e scendeva ad ogni passo.
Si fermò in mezzo a cercare qualcuno. La osservai intensamente finché i nostri occhi verdi non s’incontrarono.
Rimase stupita ma poi il suo visino fu illuminato da un dolce sorriso e in meno di 3 minuti me la ritrovai avvinghiata al petto.
Papà sei tornato, sei tornato!” ripeté staccandosi dalla mia spalla, tutta contenta.
Sì piccolina, papà è qui” le risposi, sfiorandole la testina riccioluta e godendomi la sensazione di riaverla tra le braccia.
Sono proprio felice!” esclamò, rigettandosi sulla mia spalla.
La stavo stringendo a me quando sentii la sua testa alzarsi. Non proferì parola così feci per girarmi.
Mamma!” esclamò sorridente.
Nel mentre che mi voltai la vidi lì dietro di noi, a guardarci.
La piccola si agitò così la lasciai andare e corse subito tra le sue braccia.
La vidi abbassarsi e abbracciare Emily, dandole poi un bacio sulla guancia.
Incrociammo i nostri sguardi così mi avvicinai.
Emily si avvinghiò alla gamba di Irene, che si era alzata.
Non mi avevi detto per che ora tornavi” esordì.
Lo sapevano solo i ragazzi, volevo farvi una sorpresa” dissi.
La vidi sorridere guardandomi negli occhi.
Direi che è stata un’ottima idea” concluse abbracciandomi.
Non appena sentii le sue braccia attorno al collo, la strinsi a me.
Quanto mi era mancata, anche se erano state 3 settimane.
Mi siete mancate” le sussurrai.
Tu molto di più, ma con questa sorpresa hai rimediato un po’” affermò guardandomi negli occhi.
Nel mio intento ero riuscito.
Complimenti Harry!
Così mi avvicinai e la baciai.
Mamma, papà!” esclamò la nostra piccola dalle basse zone; così ci staccammo e la osservammo “perché qui?” chiese stupita.
Iniziammo a ridere, non per quello che aveva detto, ma per la situazione in generale.
Perché mamma e papà si voglio tanto bene e così ce lo dimostriamo” le spiegai accarezzandole il viso.
Probabilmente la risposta non era stata sufficiente, ma non chiese altro.
Andiamo a casa? Dai che ci stanno aspettando tutti” dissi prendendo per mano la piccola e cingendo la vita a Irene.
Prendemmo le due macchine con cui eravamo arrivati e dopo pochi minuti parcheggiammo nel vialetto di casa.
Io ero andato più veloce, così ero arrivato prima.
Dopo poco arrivarono entrambe e mi stupii della velocità di Irene; così quando scese le chiesi:
Ma sei andata veloce? No, perché sei arrivata poco dopo di me e io sono adnato veloce … non vorrei sai, c’è la piccola a bordo e … bhe …” iniziai, ma m’interruppe.
Amore, so che pensi che io non sia un asso a guidare però me la cavo, sai? E vado alla velocità giusta per non mettere in pericolo Emily …” mi spiegò tranquillamente, aiutando la piccola a scendere.
Si ma potrebbe capitare che …” continuai.
Amore, stai tranquillo” mi disse sulla porta, concludendo la discussione con un bacio a stampo.
Era incredibile.
Non ebbi nemmeno il tempo di mettere mano alle chiavi che una raggiante Eleanor mi spalancò la porta.
Alla buon ora!” esclamò sorridente “volevo vedere la mia piccolina!” e si buttò a prendere in braccio Emily che già si era mossa.
Felice di vedere anche te El, io sto bene grazie e tu?” chiesi ironicamente entrando in casa nostra.
Styles tu sei l’ultimo che devo salutare, dato che sei sempre il solito che deve rimanere più a lungo perché non sa organizzarsi” esclamò lasciando la piccola correre per casa e abbracciando Irene.
Ok, aveva ragione.
Gli altri sono già qui?” chiesi mentre l’abbracciavo.
Da un pezzo riccio” mi rimproverò la brunetta, dandomi un leggerissimo pugno sulla schiena.
Ci dirigemmo in sala, dove trovammo tutti quanti ad attenderci.
Niall e Alessia erano sul divano; lui la teneva in braccio.
Liam si stava dirigendo ad aiutare Danielle a portare i piattini e i bicchieri per tutti. Non erano tornati insieme, ma Liam si era lasciato da un po’ con Sophia, e nonostante avessero avuto una lunga relazione dopo la nascita di Emily, si riavvicinò presto a Danielle la quale non aveva avuto più relazioni serie.
Zayn e Perrie andavano a gonfie vele; dopo il fidanzamento durato un anno e mezzo si sposarono con una cerimonia piuttosto semplice rispetto a ciò che ci si sarebbe aspettato da due cantanti famosi.
Il matrimonio si tenne nell’Hampshire, in mezzo al verde della campagna. Vedere la piccola Emily tutta vestita di bianco a fare la damigella mentre distribuiva petali bianchi sotto gli occhi di tutti mi annebbiò ulteriormente gli occhi da padre innamorato.
Io e Irene ci eravamo trovati benissimo e avevamo convenuto che quello sarebbe stato l’ulteriore coronamento del nostro amore, ma unanime avevamo pensato che non c’era fretta. Ci amavamo, avevamo avuto una figlia (sebbene presto), quindi per il momento non ci serviva altro.
Intanto lei aveva preso la patente (grande traguardo!) e stava frequentando l’università di Scienze della Formazione.
Eleanor e Louis andavano a gonfie vele. La loro relazione era più forte di prima e non li avevamo mai visti così felici.
Lei si era laureata poco dopo il primo compleanno di Emily e da qualche tempo aveva trovato lavoro come assistente in una grande azienda di marketing.
Vivevamo ancora insieme, ma stavamo tutti progettando di cercare un complesso di 5 case dove poterci trasferire, ognuno coi proprio spazi ma mantenendo contatti costanti.
I soldi non ci mancavano e anche la nostra carriera stava proseguendo alla grande, permettendoci di fare ciò che amavamo per il più lungo tempo possibile.
Anche Niall e Alessia mantenevano la loro, fin dall’inizio, solida relazione. Lei era al penultimo anno di Lingue e, insieme ad Irene, aveva preso la patente.
Mi guardai attorno cercando la mia piccolina e la trovai intenta ad aiutare, o almeno quella era la sua idea, la mamma a finire la torta in cucina.
 



[Irene’s POV]
 
Mami ti posso aiutare?” mi chiese la mia bambina dagli occhi verdi e dai ricci cioccolato seduta sul tavolo.
Certo amore mio, prendi questa …” le passai la sac a poche con la glassa bianca “… e adesso mi aiuti a fare le nuvolette sul bordo, va bene piccola?
La vidi annuire soddisfatta; così le presi le manine e, guidandola con le mie le feci decorare la torta.
Quando finimmo risultò niente male.
Abbiamo una futura pasticcera in casa!” la strinsi da dietro facendola ridere.
Ora la faccio vedere allo zio Lou, così gli faccio vedere quanto sono più brava di lui a cucinare!” disse convinta, saltando giù dal tavolo e correndo in sala dal papà.
Stavo per prendere la torta e dirigermi nella stanza con tutti, quando sentii qualcuno dietro di me; mi voltai e mi accorsi che era Alessia.
Amore! Tutto bene?” chiesi, un poco sorpresa di vederla dietro così silenziosa.
Sisi amore, non preoccuparti … però dovrei dirti una cosa …” iniziò.
Iniziai a preoccuparmi così le chiesi di proseguire.
Ok non penso ci sia un modo migliore per dirlo …” la sentii agitata.
Stavo pensando le peggior cose: una malattia, problemi in famiglia …
… amore sono incinta!” buttò fuori tutta l’agitazione sorridente.
Tutte le paure sparirono e fecero spazio alla gioia immensa.
Feci un salto e l’abbracciai.
Oh mio dio! Sei seria? Oddio ma da quanto lo sai? L’avete cercato? In quanti lo sappiamo? Oddio che bella notizia amore … sarò zia!” sparai a raffica una serie di domande della cui risposta m’importava poco e l’abbracciai con gli occhi lucidi.
Si sono seria amore; non l’abbiamo proprio cercato ma quando ci è venuto il sospetto facendo un bilancio la nostra vita poteva permetterselo e un bambino sarebbe stato solo un elemento in più nel nostro amore. Ah ed escluso Niall sei la prima che lo sa, nemmeno Harry” rispose guardandomi negli occhi e asciugandomi una lacrima col pollice.
Ma aspetta … avete organizzato questo ritrovo con tutti con una scusa per dare questa notizia?” chiesi collegando un paio di cose.
Sorrise e non ci fu bisogno di altre parole.
Mi voltai verso il tavolo e mi accorsi che c’era ancora della glassa nella sacca, così mi venne un’idea.
Tu vai di la, io arrivo tra 2 minuti con la torta” le feci l’occhiolino e la spedii in salotto.
Raccolsi la glassa avanzata e sul sopra della torta scrissi “Congratulations lovely soon to be parents”.
Guardai soddisfatta il risultato e, finalmente, portai la torta nell’altra stanza, dove trovai già tutti riuniti attorno al tavolo; la mia piccola in posto d’onore accanto a Louis mentre lo assillava con il fatto che lei fosse più brava e che glielo avrebbe dimostrato.
Pronti per la torta?” chiesi passando lo sguardo su tutti ma soffermandomi su Niall, e di più sulla riccia, con un sorriso che faceva trapelare stessi nascondendo qualcosa.
Dopo aver sentito un “Sì” generale poggiai la torta nel mezzo, in modo tale che tutti potessero leggerla.
Lessi un diffuso sconcerto misto a sorpresa, anche sugli occhi dei diretti interessati del messaggio sulla torta poiché, esclusa Alessia la quale già sapeva che avevo in serbo qualcosa, non avevano la minima idea di cosa avrei potuto fare.
Si guardarono tutti attorno; io a stento riuscivo a nascondere un sorriso e continuavo a passare gli occhi tu tutti i presenti per non fissarmi sulla mia migliore amica e sul suo biondino.
Il primo ad aprire bocca fu Louis, che aveva gli occhi sbarrati:
Okokok … bello scherzo ragazzi … di chi è stata l’idea? Tua Irene vero?” mi chiese indicandomi e iniziando a ridere, sotto lo sguardo sconcertato degli altri che probabilmente avevano intuito qualcosa di più di lui.
Io scossi velocemente la testa, come per discolparmi anche perché non era sicuramente uno scherzo.
Niall e Alessia stavano iniziando a ridere e per non tradirsi e far durare un po’ di più lo scherzo il biondino si nascose dietro la ricca e mascherò la risata affondando la testa tra i suoi capelli e facendo finta di abbracciarla.
Dai Irene è stato divertente … ma ora è finita. Non sono psicologicamente pronto per un altro nipote …
Qualcosa mi dice che dovrei abituartici invece …” non riuscivo più a trattenermi dal ridere.
Si voltò di scatto verso Harry.
Ma tu proprio non sai stare fermo con quell’aggeggio! Il criceto che occupa la tua testa è il più pigro della terra … ma sapete ragionare voi due?!” iniziò a sbraitare, fraintendendo l’intera questione.
Harry stava per ribattere ma lo precedetti:
Tommo sei completamente fuori strada, ma ti pare che saremmo così incoscienti da fare un altro bambino adesso?! Stiamo benissimo con Emily. Lascia passare del tempo!” chiarii subito la situazione, strabuzzando un po’ gli occhi perché il solo pensiero di un altro figlio mi metteva in ansia nonostante amassi alla follia Emily e il suo papà.
Si voltò spaesato.
Ma allora di chi è?
Sicuramente si stava chiedendo quello.
Buttai uno sguardo alla riccia, dalla cui spalla stava spuntando un ciuffo biondo.
Ci sorridemmo, mettendo così fine al gioco.
Beh … ragazzi penso proprio che tra qualche mese avrete un piccolo Thomas che sgambetterà per casa” disse la riccia facendo spalancare a tutti la bocca dallo sgomento.
Tre secondi per collegare che la coppia fu sopraffatta dall’intera comitiva.
La mia piccolina s’intrufolò tra le gambe e corse ad abbracciare quelle della sua zia preferita.
Ragazzi va bene, grazie … ma stiamo soffocando” esclamò l’irlandese allontanando tutti dalla sua mammina.
Ero certa che sarebbe diventato paranoico come Harry.
Ah no, come Harry nessuno avrebbe mai potuto essere.
Però un po’ meno si dai.
Paranoico sicuramente.
Amore ne abbiamo già parlato … niente paranoie ok? Perché ti butto sul divano per tutti e nove i mesi” gli disse puntandogli scherzosamente un dito vicino al volto.
Lui si bloccò e le sorrise; poi si avvicinò e si baciarono non prima che le sussurrasse un impercettibile “ti amo” sulle labbra.
Tutti li stavamo guardando incantati, ma la piccola riccia decise di rompere il momento perché doveva mangiare la torta.
Mamma mangiamo la torta! Devo vincere con lo zio Lou!” esclamò tirandomi la tasca dei jeans e facendomi abbassare ridendo.
D’accordo piccola …” dissi, poi mi abbassai e le sussurrai “… ma sei sempre più brava dello zio tu!
Sorrise orgogliosa di quello che le avevo appena detto, e divenne rossa, mostrando le piccole fossette che aveva ereditato dal padre e che la rendevano ancora più d’aspetto vispo.
Me la presi con calma per servire la torta e quando vidi la piccola schizzare da Tommo, che era seduto accanto alla brunetta, e saltargli sulle gambe chiedendogli insistentemente se era buona, mi venne da ridere.
Sarebbe rimasta sicuramente lì finché il povero Lou non le avesse detto che era più brava di lui. In quello aveva preso da Harry.
Esasperare le persone fino allo sfinimento per ottenere ciò che volevano; ma erano entrambi adorabili che non gli poteva dire di no e gliela si dava vinta solo per vederli contenti.
Intanto la brunetta ridente si gustava la torta tranquillamente e rifiutava ogni minima richiesta d’aiuto della sua dolce metà in balia delle richieste di Emily.
Spostai lo sguardo su tutti i ragazzi e fui colpita dalla coppia di futuri neo genitori: erano sulla poltrona spostata, che avevamo messo per le bambole che Emily portava in sala quando voleva guardare un cartone.
Ogni giorno sceglieva un cartone diverso, rigorosamente della Disney, e lo guardava insieme a me nel caso non ci fosse Harry.
Era il loro momento speciale; mentre io preparavo la cena si mettevano entrambi sul divano; Harry se la metteva tra la gambe e guardavano insieme il cartone, ma non prima che la ricciolina avesse messo i suoi peluches comodi sulla poltrona per far vedere anche loro “La Sirenetta” o “La Bella e la Bestia”.
Il suo preferito rimaneva però Cenerentola, con grade dispiacere del suo papà poiché gli aveva bruciato “Lilli e il Vagabondo”. Non che non le piacesse, ma non lo guardava così frequentemente così come Harry faceva con me; inoltre anche se l’avessero guardato più frequentemente il riccio non l’avrebbe seguito più di tanto dato che lo trovavo sempre incantato a guardarla con occhi innamorati, mentre lei ignara mimava i vari dialoghi dei personaggi.
Vorrei però sottolineare che quando la piccola andava a dormire dai vari zii ero io quella “costretta” a sorbirsi il cartone dei cani ogni santa sera; non che mi dispiacesse rimanere sdraiata col padre di mia figlia sul divano a coccolarci tranquillamente.
Eh beh si dovette abituare; per i figli si fanno molti sacrifici che vanno anche oltre il non vedere più il cartone preferito e lo sapevamo bene.
Da quando ci eravamo lasciati quel giorni in aeroporto, prima che i ragazzi partirono per New York, fin dal primo istante iniziammo a pensare a come risolvere la situazione e quando tornarono arrivammo ad un punto in comune unendo le nostre idee quasi sovrapponibili.
Prima avremmo lasciato correre il Take Me Home Tour, le cui date ormai erano state decise e non potevamo cambiare.
Con l’avvento del terzo tour, e dei seguenti, avremmo concordato la disposizione in modo che avesse più buchi per tornare a casa e con l’arrivo del piccolo Thomas questo piano sarebbe andato benissimo addirittura per due famiglie.
Harry ridusse i suoi viaggi di svago a LA e mi disse, quando cercai di impedirglielo per non essere troppo drastico, “ci andremo insieme, e faremo vedere a nostra figlia quanto è meravigliosa quella città … l’amerà anche lei”.
Le pauese erano numerose, rispetto a prima, ma Harry stava comunque parecchio fuori di casa.
Emily non sentì eccessivamente la lontananza di papà; nel senso che le mancava parecchio ma le avevamo spiegato il motivo per cui papà e gli zii non erano spesso a casa e con tutto l’amore che, anche oltreoceano, Harry le dimostrava non si sentì mai “con una parte mancante”.
Usavamo la video-chat una volta al giorno e quando divenne più grande iniziò anche a chiamarla per mezz’ora al giorno, solo loro due.
Inoltre era capace di tornare a casa nel caso si fosse creato anche il minimo problema.
Ricordo ancora quella volta che ero andata a prendere Emily all’asilo perché mi avevano chiamata con urgenza dall’università; Alessia era con me perché eravamo nella stessa sede.
Lei guidava perché io ero troppo occupata a pensare a cosa potesse essere successo a mia figlia.
Arrivate all’asilo ci fiondammo dentro e vedemmo che si era solo schiantata contro la porta a vetri perché stava correndo e non l’aveva vista.
Tonta come il padre.
Ecco la prima cosa che pensai.
Lei comunque stava benissimo, già scalpitava perché voleva scendere dal lettino dell’infermeria e non appena mi vide si agitò ancora di più.
La portammo a casa e pensai di chiamare Harry; sicuramente la storia sarebbe saltata fuori e preferivo dirglielo a voce.
Non appena lo chiamai e gli spiegai l’accaduto iniziò a dare di matto. Tentai di calmarlo e pensai di esserci riuscita quando riattaccai.
La mattina dopo me lo ritrovai fuori della porta di casa.
Aveva mollato tutto: prove, ragazzi, management. Fortunatamente era in Europa.
Scoppiai a ridergli in faccia quando lo vidi lì e non appena si accertò che la piccola stesse bene lo rispedii in aeroporto.
Non fece più piazzate del genere, anche se erano una forte dimostrazione del suo amore per la piccola non poteva sparire da un momento all’altro, aveva delle responsabilità e accettò.
Lo sapeva bene anche lui.
Ritornando a Niall e Alessia.
Li vidi su quella poltrona che mi ricordava troppo mia figlia; l’una sulle gambe dell’altro a condividere una fetta di torta molto dolcemente e ridendo un po’.
Era incredibile.
Tra qualche mese anche loro avrebbero formato una famiglia; era strano viverlo dall’esterno.
Non fraintendetemi, non potevo essere più felice della notizia che mi avevano appena dato, solo che mi ricordava la situazione che avevamo vissuto io e Harry qualche anno prima e viverlo da esterno, come avevano fatto gli altri mi faceva strano.
Un figlio penso sia la cosa più bella che possa accadere ad una coppia innamorata; a noi era successo un po’ prima del normale e fortunatamente il nostro sentimento aveva retto e continuava verso una strada che non potevo vedere più luminosa e serena.
Loro invece erano … giusti.
Erano grandi abbastanza, maturi, autonomi e si amavano. Non potevo immaginare una situazione migliore per mio nipote.
Portai in cucina i piatti, immaginandomi un’Alessia col pancione e pensai al povero Niall che si sarebbe dovuto sopportare i mille acciacchi che già da normale aveva.
Le augurai la più serena della gravidanze e fu così.
Una gravidanza serena e goduta che si concluse con la nascita di uno splendido biondino con gli occhi azzurri di nome Thomas James Horan.
Emily lo prese subito sotto la sua ala protettrice, dichiarandolo “il mio splendido cuginetto che da me imparerà tutto ciò che c’è da imparare sulla cucina per battere lo zio Louis”.
 
Stavo iniziando a lavare i piatti, quando due mani a me fin troppo familiari mi sfiorarono i fianchi e finirono per congiungersi sul ventre, provocandomi piccoli brividi per la carezza.
Mi ricordò gli inizi della mia gravidanza. Harry lo faceva ogni volta che mi vedeva girata a fare qualcosa.
Mi alitò leggermente sul collo e poi mi stampò un dolce bacio, facendomi chiudere gli occhi.
Buona la torta amore” disse.
La decorazione era di nostra figlia, sai?” chiesi.
Credo di averlo intuito dalle 20.000 volte che l’ha detto a Tommo” rispose, iniziando a farci dondolare.
Scoppiammo a ridere insieme; entrambi sapevamo quanto la piccola sapeva essere contemporaneamente esasperante ma adorabile.
Ha preso da te anche questo tesoro … sei esasperante almeno quanto lei!” esclamando lasciando i piatti e voltandomi verso di lui, in modo che mi vedesse in viso.
Rimase col sorriso aperto a guardarmi; socchiuse gli occhi pensando a come rispondere, ma poi lasciò stare cambiando discorso:
E così avremo un altro scricciolo che corre per casa …
Yes baby, ma questa volta non sarà nostro …” dissi ridendo da sola “… non sono adorabili?” chiesi sbirciando la coppietta che stava ancora mangiando la torta.
Niall doveva aver fatto il bis.
Harry …?” chiesi, dato che non ricevetti risposta.
I voltai verso di lui.
Non sarebbe male avere un altro marmocchio per casa non trovi?” mi chiese, con un mezzo sorriso.
Non gli ressi il gioco.
Styles … fai in tempo a farti altri 5 tatuaggi prima che diamo alla luce un altro bambino” mi volti ridendo.
Sai perfettamente che potrei farmeli entro settimana prossima” ribatté.
Scordatelo, ne hai troppi … credo che l’inchiostro ti stia dando al cervello, già menomato” continuai a ridere.
Ma non cedeva oh.
La piccola Emily lo chiede spesso un fratellino … non vorrai non accontentare la nostra amata bambina?” chiese ad occhi dolci, sottolineando le parole “nostra”, “amata” e “bambina”.
Scossi la testa. Era impossibile.
Ascolta amore, so che stai scherzando ma mettiamo in chiaro lo stesso: io voglio avere altri figli con te, ma penso che per adesso siamo a posto così. In futuro ne avremo anche perché non potrei desiderare di meglio, ma …
Te la sei bevuta?” mi scoppiando a ridere dopo aver visto il mio sguardo “assassino”.
Ciao” mi staccai da lui e feci per andare in sala dagli altri, ma mi raggiunse e mi strinse a sé ancora.
Mi guardò dritta negli occhi e mi sorrise; poi mi voltò.
La vedi?” mi chiese indicandomi con un cenno della testa nostra figlia che giocava con l’ultimo peluche che Harry le aveva portato.
Annuii, ma solo dopo qualche secondo in cui mi persi ad ammirarla.
Ecco … io vedo lei e poi vedo te … la mattina, quando mi sveglio con te accanto e quando vado a vederla dormire solo perché mi ricorda te … siete costantemente nella mia mente anche quando sono via. Non avrei mai pensato di poter provare un sentimento così forte, ma è successo e ogni giorno ringrazio Dio perché mi ha fatto conoscere te mi ha dato la possibilità di avere lei. Io ti amo da morire e voglio avere altri 2, 3, 4 figli con te …
Calma, calma riccio …” lo bloccai scherzando. Chiuse la bocca e sorrise, per poi riprendere.
… ma più avanti; ora non potrei stare meglio, abbiamo un nostro equilibrio e abbiamo tutto il tempo di questo mondo per avere altri bambini. Non ci sarebbe nulla che mi facesse più che felice che avere un altro bambino da te, dico davvero … solo più avanti.
Con quelle ultime parole, che mi toccarono nel cuore, strinsi io le sue braccia ancora più attorno a me fino a sentire il suo cuore battere forte dietro al mio.
Stringemmo le nostre mani intrecciate e mi girai, guardandolo dall’alto.
Ti amo, come mai avevo fatto prima d’ora” conclusi mettendomi in punta di piedi aspettando che si avvicinasse.
Mi avvicinò ulteriormente con le mani, abbassandosi un po’, e toccò le sue labbra con le mie concludendo nel modo più perfetto ciò che ci eravamo appena detti.
Anche io ti amo piccola, in una maniera che nemmeno t’immagini” mi sussurrò poi, intrecciando le sua braccia dietro la mia schiena e tenendomi leggermente alzata da terra.
Penso che sia ora di andare dagli altri …” dissi a bassa voce, tentando di prolungare il più possibile quel momento.
Coraggio …” sussurrò dopo un profondo respiro, slacciando le sue braccia e prendendomi per mano.
Andammo a sederci sul divano, dove erano rimasti dei posti liberi e la nostra piccola proruppe, alzandosi dal tappeto:
Mamma, papà giocate con me e Pompo?” chiese con l’orsetto di Harry in mano.
Noi due ci scambiammo uno sguardo poi Harry si voltò sorridendo:
Salta in braccio topo!
Le si illuminarono gli occhi e, letteralmente saltò in braccio ad Harry, per poi accomodarsi su entrambi scoppiando in una risata cristallina.
Harry iniziò a farle il solletico, sapeva quando lo soffrisse, e non bastarono tutte le richieste della piccola perché smettesse, lui si divertiva troppo a sentirla ridere.
Li guardai, letteralmente innamorata.
Era la mia famiglia.
In loro rivedevo tutto ciò che con fatica, ma grazie anche all’aiuto di tutto coloro che amavo, ero riuscita a costruire e mantenere.
Non potevo essere più felice di ciò che avevo e che tra qualche mese avrei avuto.
Harry aveva ragione, per essere ancora più felici c’era tempo.
Lo sapevo, niente mi avrebbe portato via tutto ciò che mi circondava.
Ora dovevamo solo godercelo e pensare al presente.
Avevamo tutto il tempo del mondo per essere felici.
Ne ero certa.
Amore incondizionato, eco ciò che regnava tra tutti noi.
Mai avrei pensato che la mia vita sarebbe stata così felice, realmente così felice, ma lo era.
Lo era davvero.

Angolo autrice:
Ed eccoci qui.
Ho postato con un ritardo madornale, ma mi piace pensare che ho allungato così tanto porprio perchè non volevo che finisse tutto.
E' passato un anno e mezzo da quando avevo postato il primo capitolo e mai, giuro mai, avrei pensato che quello che all'inizio era stato solamente uno sfogo fantastico sarebbe diventato un mezzo così meraviglioso per esprimermi e per conoscere molte persone fantastiche come te, che stai leggendo proprio ora.
Con alcune ho addirittura legato una specie di amicizia virtuale, e potrà sembrare strano, ma mi sento davvero legata a queste persone anche se non le ho mai viste e forse mai le vedrò.
Ho cercato di dare il finale più degno e "aperto" mantenendo sempre il lieto fine rimantico (che penso sia il mio marchio) che questa storia e questa coppia si meritava.

Se adesso mi guardo indietro mi sembra incredibile tutto ciò che è passato; quante idee ho creato e quante sono state accantonate.
Voi ci siete sempre state; ci siamo un po' persi ma io sono sempre andata avanti per la mia strada convinta di star facendo ciò che era più giusto.
Un grande GRAZIE va ad ognuna di voi; chi leggeva in silenzio, chi mi lasciava un commentino e anche chi ha instaurato un rapporto con me.
GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE! 
Siamo alla fine e ho voluto inserire il POV di Harry, che non mettevo da molto, per dare un certo spessore a tutto e per permettervi di salutare tutti.
Sono infinitamente legata a questa storia; sarà per sempre la mia prima; la mia scommessa ... per questo ho scelto questo titolo.
Spero di avervi trasmesso tanto, almeno quanto questa storia abbia significato per me.
Non smetterò di scrivere, ma mi prendo una pausa per dare priorità ad altre cose, mettere in attuo nuovi progetti; sper che vogliate comunque continaure a seguirmi quando ricomincerò, se no ... beh arrivederci, ma lo dico col sorriso in viso! :)
Ancora altri mille grazie! 
Irene xxx

 
 
 
 

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