The Cross Academy Olympic Games.

di AngelOfSnow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presentazioni. ***
Capitolo 2: *** La Maratona. ***
Capitolo 3: *** Tiro con l'Arco. Prima Parte. ***
Capitolo 4: *** Tiro con l'Arco. Seconda Parte. ***
Capitolo 5: *** Capitolo Extra - Lien Wong. ***
Capitolo 6: *** "Ottocento metri" con ostacolo. ***
Capitolo 7: *** Special. Quando Nemmeno il Direttore Riesce a Sostenere i Vari Pestaggi Multipli! ***
Capitolo 8: *** Capitolo Extra - Ashley ***
Capitolo 9: *** Eptathlon..? ***
Capitolo 10: *** Capitolo 6: Decisamente Epthatlon ***
Capitolo 11: *** Capitolo 7: Chi di Box Ferisce... ***
Capitolo 12: *** Capitolo 8: Chi di Box Ferisce... ( parte due ) ***
Capitolo 13: *** Capitolo 9: Di Scherma Perisce. ***
Capitolo 14: *** Capitolo 10: Di Scherma Perisce ( Parte Due ) ***



Capitolo 1
*** Presentazioni. ***


The Cross Academy Olimpic Games

The Cross Academy Olympic Games.

 

Presentazioni.

 

E come disse qualcuno che doveva studiare per un concorso, ma che in fondo pensava solo a scrivere e mettere su pagina Word i propri pensieri:

 

Benvenuti all’Inferno!

 

Ok, ok, la smetto.

Passiamo alla cose serie, ragazzi;

 

- Il mio nome è _Loveless_ ( ex _SweetDaisy_ appena cambierà ) e faccio parte dei DELEARS, gruppo di scrittori in erba e pronti a conquistare i vari fandom con la creatività, la grammatica e fantasia.

Molti mi conoscono per le mie storie, o forse no, ma con consenso ho potuto gettare le basi per questo nuovo progetto collettivo.

Premetto che è la mia prima volta.

 

- Non spaventatevi ma ho deciso di scrivere una Round Robin dove potrete inserire all’interno della recensione un vostro OC ( preso da storie già di vostro pugno oppure inventato sul momento ) presentandomelo con la scheda che più giù vi lascerò con la presentazione del mio OC.

 Sarò lieta di prendermi cura di loro. Ah! Stavo per dimenticare che potete scrivere anche due OC nella recensione ( magari un maschio e una femmina che non siano per forza legati fra di loro.  )

 

Confesso di sentirmi elettrizzata all’idea. *-*

 

- Come il titolo già vi anticipa vedremo la Cross Academy in ambito sportivo;

Vi spiego: dopo la chiusura delle Olimpiadi e delle Paraolimpiadi a Londra, il direttore Cross, preso ancora dal precedente progetto di scambio mondiale, deciderà di ripetere l’esperienza partendo dal presupposto che ci saranno delle competizioni “Olimpiche” fra alunni dell’istituto a scopo educativo, per permettere la nascita di un altro legame oltre la semplice convivenza, ovvero il legame di gruppo.

 

- Mi raccomando, il mondo è bello e vario: non limitiamoci al Giappone, traumatizziamo il mondo intero! :’D

 

- Yuuki ci sarà solo come comparsa vedo non vedo, così anche Kaname sarà libero per voi! xD

 

-  Ho intenzione di far fare a tutti i personaggi e sottolineo tutti , ogni disciplina sportiva adattando quelli più improbabili per una scuola ( canottaggio o robe varie  xD ) in dei giochi senza frontiera sempre “Olimpici”... Sono ben accetti dei suggerimenti! :D

 

Beeene, non penso di aver dimenticato qualcosa!

In caso avvertitemi!

Comunque sia, spero che sarete in tanti a partecipare e a recensire! *-*

Vi prego..? *voce disperata!*

Scherzavooo, forse! xD

 

 

Scheda di presentazione del personaggio:

 

Nome: Daisy.

Cognome: Fernandes.

Soprannome: Isy. *.

Età: 20 anni ( apparente )  

Altezza: 1.75 *

Peso: 60 Kg *

Razza: Vampira ( Liv. A )  **

Poteri: Riesce a trasformarsi in qualsiasi cosa desideri e prevede il futuro quando questo la minaccia.

Nazionalità: Brasiliana

Luogo di nascita: Rio.

Data di nascita: 12 - 07 - 14XX

Segno Zodiacale: Cancro *

Gusti ( in generale ) : Ama esplorare gli ambienti che non conosce;

Gli piacciono gli orecchini lunghi che non mancano mai; va ghiotta per il pesce e non va d’accordo con la carne, anche se la mangia raramente; scattare fotografie dei luoghi che esplora e impazzisce per i balli movimentati.

Segni particolari: /  *

Aspetto fisico: La carnagione dorata odora di salsedine e frutti esotici ed al tatto è liscia e vellutata.

Capelli castani, scuri e ricci, che porta sempre dal lato sinistro sciolti.

Occhi grandi e verdi ed espressivi con un taglio sensuale e felino, incorniciato da folte ciglia, mentre le sopracciglia sono fine.

Le labbra sono carnose e rosee che risaltano sull’incarnato dorato della pelle del viso.

Magra con forme al posto giusto.

Carattere: E’ una furia della natura. Solare, gioiosa, briosa, frizzante, allegra, simpatica e sorridente. Trascina spesso chi le sta intorno in qualcosa di pazzo e impensabile e non è soddisfatta fino a quando le persone intorno a lei trovano il sorriso.

Sa essere però riflessiva e taciturna nei momenti opportuni e ha una grande capacità d’analisi grazie all’esperienza. Spesso, subito dopo un’escursione, preferisce stare sola per contemplare la propria scoperta.

Storia: Daisy ricorda poco del suo passato o sulla propria nascita, ma ricorda perfettamente di aver vagato per mesi, alla ricerca di un volto sbiadito nella mente e di un casato fantasma.

Lo fa per il primo secolo di vita, poi, come se si fosse effettivamente svegliata in quel momento, nei territori Coreani e torna a casa, dando vita al casato Fernandes, dove al proprio seguito cominciarono ad introdursi casati nobiliari.

Anche se Daisy sapeva di essere in costante pericolo – viste le insistenti visioni – capeggiò i Fernandes con grande devozione, riuscendo a soddisfare i pareri dei molti e la benevolenza di chi le voleva male.

L’unico tassello mancante nella vita di Daisy erano stati i ricordi riguardanti i suoi genitori ma, col passare dei secoli, anche quello viene riempito, essendo Rio una città tutt’altro che monotona e incolore.

Incontrerà Kaien Cross in una delle riunioni Concilio-Associazione, rimanendo in ottimi rapporti con l’uomo.

Parenti: / ***

Ama: l’inventore della macchina fotografica, i paesaggi, i bambini del ghetto che giocano nei dintorni della propria residenza, la frutta e ballare a ritmo di Samba. *

Odia: / *

Ha paura di: essere stata qualcosa di abominevole prima di prendere coscienza di se stessa.

Migliore amica/o: Kaien Cross. *

Ragazzo/Cotta: Akastuki Kain. * - ****

 

 

* Facoltativo.

** Si può introdurre un personaggio tra i seguenti:

-         Vampiro (  Livello A – B – C – D )

-         Hunter.

-         Umano ( semplice ragazzo/a ) della Day Class, appartenente al progetto di scambio.

-         Vampire Hunter.

*** Il mio personaggio non richiedeva una voce del genere, ma ecco alcuni esempi per poter completare la voce:

-         Tizio CheHaIlCognome: padre / fratello / amante / marito / fratellastro / compagno madre / zio / cugino / nonno ecc. ( stato: vivo / morto )

-         Tizia CheHaIlCognome: madre / sorella / amante / moglie / sorellastra / compagna padre / zia / cugina / nonna ecc. ( stato: viva / morta)

**** Siete libere di far innamorare il vostro PG di uno dei membri della Night Class e non solo.

 

In base a quello che vi serve siete liberi di fare come meglio vi aggrada, perché in fondo, lavoreremo insieme come una grande ed Happy Family! :D

 

Spero di vedervi in molti,

 

_Loveless_ 

 

P.s: Se ve lo state chiedendo, si, sono fuori di me! xDDD

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Capitolo 2
*** La Maratona. ***


Capitolo 1. La “Maratona”.

The Cross Academy Olympic Games.

 
Capitolo 1.

 La “Maratona”.

 

 

Yuuki era scandalizzata.

Quel giorno avrebbe cominciato una vita terribile in quell’accademia e – tanti saluti alla già precaria calma – avrebbe dovuto lavorare il doppio.

-“Yuuki!”- la voce squillante di Kaien Cross la riportò con i piedi per terra.

-“Si?”- mormorò, mostrando un viso livido di rabbia.

-“Ti senti bene?”- mormorò l’uomo di tutta risposta, sorridendo in modo beffardo. –“Avanti non sarà terribile! Guarda il lato positivo: se l’anno scorso hai partecipato tu, oggi saranno altri a farlo.”-

Ed in fondo la piccola ragazza poteva anche comprendere che riproporre il progetto di scambio poteva essere una buona idea eppure…

-“Ne è convinto, direttore?”- lo disse sospirando all’indirizzo dell’uomo.

-“Chiamami papàh”- urlò questi, cercando di abbracciarla ma invano: si era scansata all’ultimo minuto con un’abile mossa, facendolo sbattere al muro.

Sospirò rassegnata e s’affacciò alla finestra con fare pensieroso.

-“E’ davvero convinto che farli arrivare in quel modo sia…corretto?”-

L’uomo sorrise massaggiandosi il naso leso dalla superficie ruvida del muro, poi annuì emettendo un verso soddisfatto.

-“Certamente!”- squillò, prima di andare a controllare gli ultimi preparativi saltellando in modo allegro per i corridoi.

Yuuki strizzò le labbra con fare scettico, ma non disse nulla, sistemando la fascia da Guardian e lisciando la gonna.

Che l’inferno, abbia inizio.

 

*****

 

Zero ringhiò, frustrato.

Quella situazione lo mandava fuori dai gangheri e ricordare il come stava accadendo – per la seconda volta – non aiutava di certo.

 

- Zero-kuuun! – e dopo il richiamo,  si era sentito stritolare all’altezza del busto, da un qualcosa di familiare e rumoroso.

- Direttore. - aveva grugnito, cercando di staccarsi di dosso la patella marina che era diventato il direttore. -  mi lasci. - aveva dovuto aggiungere, per respirare liberamente.

-Sai la novità? Neh? Neh?- forse gli erano venute le allucinazioni ma, il direttore, - l’Hunter leggendario vissuto per più di due secoli – saltellava come quelle oche con cui aveva a che fare e ridacchiava nello stesso modo, mostrandosi persino più fastidioso del solito.

-No, non lo so.-

-Anche quest’anno ho deciso di organizzare un progetto mondiale di scambio però…- Zero l’avrebbe scorticato vivo, se non fosse stato per il pronto intervento di Yuuki, spuntata da non si sa bene dove. – Però quest’anno lo scambio si baserà su gare Olimpiche per permettere la nascita di un legame diverso e… no…Zero! Waaa! –

In fine, stanco di quella situazione, si era limitato a lanciarlo fuori dalla finestra del terzo piano.

 

Ringhiò per la seconda volta, staccandosi dalla colonna bianca in cui si trovava appostato, per evitare di non farsi riconoscere in mezzo a tutta quella folla.

Da quando non andava in un aereoporto? C’era davvero tutta quella marmaglia di gente a rovinare i timpani di altra gente?

Con fare annoiato si avvicinò di più all’uscita dei vari imbarchi, ricevendo un’occhiata languida da una donna sugli ottanta anni, ricurva su di un bastone e brutta come la peste.

Quasi tremò, trovando confortante il fatto di lavorare a stretto contatto con creature, seppur abominevoli, carine di aspetto.

-“So a cosa stai pensando!”- ridacchiò una voce alla sua sinistra.

Per tutta risposta lui grugnì una risposta indefinibile a causa del crescente brusio.

-“Tsk.”- sentì da lontano ed entrambi i due ragazzi, si irrigidirono appena, percependo la presenza di Toga Yagari, farsi spazio in mezzo alla gente. –“quel Cross finirà sulla mia lista nera.”-

I giovani Hunter non si sentirono in grado di dissentire l’uomo, data l’aura cupa che emetteva in quel momento.

 

*****

 

Elias Darsen si guardò in torno con fare annoiato: quel viaggio lo stava davvero stancando.

Eh no, non gli era bastata la sosta forzata a Shangai a causa di alcuni disagi aerei, ma aveva anche dovuto perdere il codino per legare i capelli.

Quello era un cattivo presagio.

Quando gli si scioglievano accidentalmente i lunghi e lunghi capelli scuri, per lui sarebbero stati momenti amari.

In quel momento si fermò, impietrito sul sedile della prima classe, offertogli dalla linea Tokyo*Air per scusarsi dello scalo forzato, guardando uno dei passeggeri con occhio critico.

Forse era soggezione, ma sentiva provenire da quella ragazza qualcosa di diverso.

-“Mi scusi...”- chiese prontamente, puntando gli occhi turchesi - delineati da folte ciglia – su quelli scuri e sorpresi della hostess, che rispose cordiale a quel richiamo.

- Potrei sapere il nome di quella ragazza?”- osò chiedere, indicando con un cenno appena marcato del capo, il capo su cui si vedevano dei cortissimi capelli corvini perfettamente in ordine.

L’hostess impallidì appena, sorridendo in modo finto.

 Elias lo notò, subito.

-“Quella è la signorina Wong... mi spiace, ma non posso dirle altro.”- ed era sparita nella stanzetta alla fine del corridoio, insieme al carrellino.

Elias sorrise inforcando l’espressione da Ulv che in molti gli avevano attribuito.  

Fissò quella schiena dritta e perfettamente rigida per altri cinque secondi, prima di vedere un cambiamento minimo nella posizione della giovane: si era girata appena nella sua direzione.

In modo disinvolto il ragazzo mormorò un appellativo a fior di labbra, muovendo appena le piccole labbra carnose.

Di rimando la ragazza si irrigidì ancora di più, dandogli la conferma delle proprie ipotesi: era una vampira.

Non avrebbe fatto nulla, Elias, a meno che la situazione non fosse divenuta da “innocuo viaggio aereo” a “tragedia aerea”

Poi, come se nulla fosse successo, inforcò le cuffie dell’I-pod che aveva estratto da un piccolo zaino e premette Play, ascoltando in modo assorto, della buon musica Rock Norvegese a tutto volume, facendo fare una faccia stranita alla signora al proprio fianco.

Sorrise un’altra volta, sorridendo come il lupo quando vede una preda.

 

*****

 

Rachel sbuffò, infastidita.

Ancora? Non posso crederci” pensava continuamente, muovendo un braccio a penzoloni, per guardare le foglie con cipiglio infastidito.

Era sdraiata su uno degli alberi della Cross e s’annotava mentalmente cosa avrebbe presto o tardi vergato su uno dei suoi tanti diari.

Gli argomenti variavano per intensità, contenuto, periodo o cose completamente contrastanti fra di loro, eppure, confluivano, si ammassavano e puntavano tutti su una cosa: i nuovi arrivati.

La propria Xenofobia le rendeva le mani umide e il corpo tremolante.

Non era abituata ad incontrare tanta gente in una volta, fortuna che c’era...

-“Ehi! Tesoro~ ”-

La voce del ragazzo che la faceva fremere ad ogni minima cosa,  le attraversò la mente ed il cuore facendola sussultare.

-“Ehi.” Salutò, ritornando alla propria fermezza d’animo. –“Sei già arrivato? E Alice?”- chiese facendo finta di nulla, ma fremendo interiormente.

Joshua Takahashi sorrise in modo furbo, irritandola.

-“Il tuo cuore è sussultato.”- si prese una pausa per guardare l’alone rosso sul viso abbronzato della giovane. -“E’ ancora a Nizza, preferisce divertirsi che tornare a studiare.”-

Rachel sorrise distogliendo il proprio sguardo ambrato, dagli occhi ametista dell’altro.

Prese fiato e si guardò le unghie laccate di rosso, che attiravano l’attenzione sugli abiti scuri e mormorò in modo distratto. -“Josh?”-

-“Mh?”- rispose l’altro.

-“Chiamami un’altra volta Tesoro, e farai a meno della testa dal collo, intesi?”- concluse, sorridendo in modo lieve.

L’altro sorrise in modo furbo e non commentò: la Rinnegata sapeva mantenere la parola, alle volte.

-“Posso baciarti?”- scoccò infine il rosso, guadagnandosi un’occhiataccia da parte della ragazza. –“Era un si?”- disse ancora, senza perdere la calma e rise di gusto, trattenendo l’addome per le risate.

 

*****

 

Lynette non sopportava tutti quegli uomini ammassati, in attesa di un qualcosa a lei sconosciuto.

Proprio, avrebbe preferito rallentare il tempo per superarli tutti e prendere la propria valigia – visto gli odori non tanto graditi che le arrivavano al naso – però, si sarebbe stancata inutilmente e se Eric l’avesse saputo, le avrebbe parlato di quanto importante fosse utilizzare le proprie abilità nei momenti davvero importanti.

Arricciò appena gli angoli delle labbra e gettò quell’idea. “Non ho voglia di una ramanzina.”si disse.

Mentre pensava a come superarli tutti senza tradire la propria fretta, un uomo accanto a lei, sbadigliò rumorosamente senza portarsi una mano davanti al viso.

Avvampò di rabbia e con fare stizzito guardò la finestra che le rifletteva l’ovale chiaro su cui risaltavano due occhi tondi e verdi, con capelli più brillanti dell’oro alzati in una crocchia.

Ripensò alle parole di Kaien Cross e arrossì mentalmente, sentendo l’implosione avvenuta al cuore, in un mix di sentimenti contorti e sollevati al contempo: l’avrebbe rivisto a breve.

Sospirò per riprendere la calma e la compostezza e si chinò sul nastro trasportatore, notando la propria valigia da lontano.

Appena fu vicina a lei, però, qualcuno la prese con disinvoltura lasciando poco tempo a Lynette per comprendere: aveva visto solo una furia bionda dai lineamenti angelici e le dita bianche come la neve e affusolate, appropriarsi della miglia dell’oggetto.

Lynette spalancò gli occhi e afferrò affannosamente la seconda valigia – uguale alla propria – sulla quale il cartellino del proprietario sembrava essersi nascosto per farle un dispetto.

-“Ehi!”- tuonò. -“Derek!”- evitò di leggere il cognome per un fatto di privacy , ma nessuno rispose e sospirò rassegnata. –“Derek!”- chiamò ancora e guardò il cognome, in un impeto di disperazione: in quella valigia vi era la sua intera vita!

-“Derek Reinari!”- chiamò un’altra volta e guardò le persone circostanti, sbattendo su di un ragazzo molto alto e... bello, se non fosse stato così freddo in volto e privo di emozioni, anche perché la mascella ben definita, la muscolatura accentuata e quegli occhi verdi così espressivi, avrebbero fatto cadere ai propri piedi qualsiasi donna.

-“Derek, ti cercano.”- mormorò questo, afferrandola delicatamente per il polso piccolo - in confronto alle mani del moro – spingendola in avanti con altrettanta delicatezza. Provò una fitta di impotenza, notando la stazza di quest’ultimo sopra il suo metro e cinquantanove e cercò di mantenere la propria freddezza d’animo.

Non era cattivo - lo si notava subito - a discapito della stazza.

-“Cosa? Chi?!”- squillò una seconda voce, mentre lei riuscì a vedere nuovamente la figura eterea che le aveva soffiato la valigia da sotto il naso.

Con nonchalance, il ragazzo biondo e bello come un angelo, le prese la mano destra baciandone il dorso in modo elegante.

-“Signorina, perché siete così agitata? Cosa desidera una creatura così elegante da un ragazzo come me?”-

Lynette notò un punto dorato nell’iride sinistra, immerso in un lago di azzurro intenso, poi, ricordandosi le buone maniere, tossì leggermente e sorrise all’indirizzo del biondo, presentandosi.

-“Sono Lynette...”- non finì però la frase che quest’ultimo la interruppe galantemente.

-“Perrin, incantato...”- gli baciò la mano e lei fremette quando le labbra rosse e carnose andarono a posarsi nuovamente sul dorso della propria mano. –“Ho qualcosa che ti appartiene e tu hai qualcosa che appartiene a me, ma, non preoccuparti, andiamo tutti e due nella stessa direzione. Destino, forse?”-

Lynette si trovò ammaliata dalla cadenza calda e seducente della voce del ragazzo e poi inarcò un sopracciglio, dandogli atto di una cosa: era galante con il gentil sesso, davvero tanto.

-“Cross Academy?”- pronunciò allora, ritraendo la mano da quella delicata e soffice di Derek.

-“Già, di nuovo.”- mormorò l’altro ragazzo con una punta di amarezza nella voce, mentre Derek sorrideva con brio.

-“Come di nuovo?”- chiese lei, curiosa, camminando al centro fra i due, sentendosi dannatamente bassa. Il moro annuì e il biondo ridacchiò.

-“Non mi sono presentato.”- commentò asciutto quella specie di gigante. –“Il mio nome è Gabriele Lopez, sai, ho sentito parlare di te da Eric, Izumi e Nagisa.”-

Quella vibrò visibilmente sentendo nominare le proprie amiche, ma, da brava ragazza composta, annuì.

Avrebbe chiesto spiegazioni più in là.

 

*****

 

Emma mise in bocca la propria pipa

Si stava divertendo da matti e l’avrebbe ammesso anticipando la frase con un “Si cazzo, mi sto divertendo come un’ubriacone all’October Fest.

E tutto, grazie a quel pazzo maniaco di Kaien Cross, che aveva organizzato un secondo progetto da sbellicarsi, soprattutto per gli scherzi che avrebbe potuto fare alle nuove arrivate. Già fremeva nell’attesa

Rimanendo fissa in quella posizione - appostata in un luogo all’interno dell’aereoporto – in cui riusciva a distinguere le varie espressioni di Toga Yagari, impegnato a controllare e a mettere in riga alcune ragazze-oche - catalogate così dalla stessa nel giro di un’occhiata -  a cui avrebbe reso la vita una dolce e gentile camminata sugli spilli, o per essere più accondiscendenti, tizzoni ardenti.

Nel confondersi con la mischia vide alcuni visi noti e altri no, ma li riconobbe, grazie alle fotografie che aveva “preso in prestito” dagli archivi dell’Hunter stesso.

Ridacchiò ripensando ad uno dei suoi abbordamenti al docente durante la notte, per riprendersi il diario...

Evitò di strozzarsi con il fumo della pipa quando vide la confidenza con cui lo stesso uomo dai capelli corvini e lisci, si stava intrattenendo con una ragazza riccia e fasciata in  Antichi abiti Greci.

Quasi ringhiò di rabbia e fu sul punto di telefonare a Cyprien de Maillard, richiedendo una dose per elefanti di tetrodotossina per farla fuori, ma poi la scacciò via, vedendo la ragazza completamente disinteressata alle parole di Yagari...

Questa volta rise, sembrando una alle prese con una tripla identità.

-“Sei sicura che fare questo  sia bene?”-

La ragazza dai corti capelli biondi, trucco pesante e labbra dipinte di rosso, annuì raggiante, facendo preoccupare l’uomo alle sue spalle, che, seppur mosso da un nobile sentimento - a detta propria – non tollerava azioni di questo genere.

-“Che voglia che sia! I leoni non guardano le prede prima di divorarle?!”-

Chiese sbuffando un alito di fumo.

L’altro non ebbe il tempo di finire, che la ragazza si mischiò alla folla in perenne movimento facendo perdere le proprie tracce. Poi alzò le spalle per uscire dall’edificio: ci sarebbero stati individui scellerati, ne era certo.

Emma sorrise vittoriosa parlando ad alta voce. –“ Bel compito, quello di accompagnare i poppanti, eh?”- e poi passò davanti a Yagari che divenne livido di rabbia senza essere in grado di risponderle a tono, vista la pura e semplice verità!

-“Bye!”- rise lei, uscendo dall’edificio, indossando un casco e partire a tutta velocità – dando prima delle spinte ai cavalli del mezzo – con il sorriso sulle labbra: gli sarebbe proprio piaciuto.

 

*****

 

Helene avrebbe volentieri preso a calci quella ragazza così vispa e estroversa.

Solo, la presenza di tre Hunter – tra cui uno che le era affine in fatto di carattere – e il fatto che la stessa fosse una Sanguepuro, la bloccava inesorabilmente.

-“Sei davvero graziosa, per vestire in questo modo.”- osservò un ragazzo dai capelli rossi e sbarazzini mentre quest’ultimo prendeva in mano una specie di coppa, che teneva custodita in una sacca. –“Devi essere quella Greca, giusto?”-

Helena aveva preso in antipatia anche quest’ultimo, dato le sue battutine sarcastiche verso i propri vestiti.

Lei adorava gli antichi abiti greci, anche perché le ricordavano tanto casa.

Amava la stoffa della toga e quella delle stoffe di seta che le tenevano allacciati molti degli stessi.

-“Sono contenta che ti piacciano, cosa dovrei farci?”-

Mormorò arricciandosi un boccolo rossiccio e guardando in modo felino il ragazzo – che boccheggiò per alcuni secondi. 

-“Vedrai.”- rispose quello con la sigaretta in bocca e una benda a coprire l’occhio sinistro. –“sarai una delle tante ad odiare Kaien Cross, per questo.”-

Gli venne consegnato il calice in mano e aspettarono per pochi secondi, prima di trovarsi accerchiati da Vampiri e umani o meglio, Vampire Hunter.

Helene sorrise compiaciuta creando una piccola barriera intorno al proprio corpo, inutilmente: in pochi secondi una figura maschile le stava baciando il dorso della mano con fare ammaliato.

-“Perdonami, per un attimo ho creduto di poter baciare una dea scesa in terra.”-

E lei sbatté le palpebre ricacciando indietro il proprio potere, visto e considerato che nessuno aveva cattive intenzioni.

Lei sorrise accettando il complimento e inarcò un sopracciglio, vedendo l’uomo con la sigaretta e la benda – che non si era nemmeno presentato come gli altri due – sospirare prima di scansare via il biondino e versare del liquido nel calice.

-“Benvenuti in Giappone, da qui in poi, cominceranno i primi giochi: spero che la maratona non vi stanchi.”- disse per poi fermarsi e tirare dalla sigaretta. –“Il direttore ci aspetta tutti in accademia. La signorina che vedete con la fiaccola in mano è Greca, simbolo della nostra serietà, quindi, seguitela e... oh, che diamine, andiamo!”-

Borbottò l’uomo con fare seccato per dare una spintarella ad Helena che strabuzzò gli occhi insieme a tutti gli altri.

-“COSA?!”-

Urlarono in coro e Yagari gettò un fiammifero nella coppa, mentre cominciava a far camminare il gruppo.

Helena guardò l’umano che rideva in modo ilare, spiegando qualcosa di non ben definito al ragazzo pacato e serio.

-“Lei è l’unica che sente curiosità!”- sentì dirgli e irrigidì le spalle, Helena, mentre dava ragione al ragazzo: era curiosa di sapere.

 

*****

 

Kaien Cross tremò impaurito sulla soglia, mentre vedeva un gruppo di ragazzi - capeggiati da una ragazza che portava in mano il calice, vestita in abiti della Grecia antica – salire la collina con gli occhi iniettati di sangue.

Forse, quella di  non affittare delle limousine per andarli a prendere e cominciare con la maratona, non è stata una buona idea!” pensò, sconcertato.

Yuuki, Rachel, Josh e tutti gli altri membri della Night class – Kaname compreso – non si sarebbero immischiati nel tentare di salvare il direttore da attacchi certi.

Emma stava gustandosi lo spettacolo dal tetto più vicino all’uscita dell’Istituto: sarebbe stato piacevole, vedere un po’ di sangue schizzato in ogni dove – a senso proprio.

-“Chi vuole scommettere?”- mormorò Hanabusa con fare canzonatorio, facendo ridacchiare Yuuki.

L’inferno era alle porte e sarebbe presto iniziato.

 

 

Eccoci qui!

Come vi è sembrato? I vostri Oc erano OOC nel loro mondo di OC o erano Ok?

Ignorate i miei scleri, è a causa della febbre e del modo orribile in cui è terminato “D.Gray-Man” nell’anime ( spero vivamente che il manga sia meglio altrimenti stupro Yu-Lavi-Allen-Tyki ( scusa Lien ) e Kuro-chan senza ritegno, qui e subito!

*Grilli in sottofondo*

Comunque *tossicchia* ecco a voi una lista dei personaggi che stanno prendendo parte al gruppo ( ve lo scrivo così sapete con chi avrete a che fare ):

 

-Lien Wong; Cinese; di Lien_

-Joshua Takahashi; Giapponese; di Lien_

-Rachel Shwarz; Giapponese/ Tedesca; di Lien_

-Gabriele Lopez; Siciliano; di TheFinalWar.

-Derek Reinari; Tedesco; di TheFinalWar.

-Emma Kreutzer; Russa; di Flea

-Helene Bove; Greca; di TheAvengersfan

-Elias Darsen; Norvegese; di Aterion

-Lynette Perrin; Belga; di Carlos Olivera

-Daisy Fernandes; Brasiliana; di _Loveless_ ( ex _SweetDaisy_ appena cambierà )

 

Quindi per voi anime che vorranno entrare, mi raccomando: abbiamo un mondo da conquistare! :D

 

Tornando a noi: avete idee o proposte per il prossimo capitolo?

Fatemelo sapere!

Un abbraccio.

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Capitolo 3
*** Tiro con l'Arco. Prima Parte. ***


Capitolo 2. Tiro con l'Arco. Prima Parte.

Capitolo 2.

Tiro con l’Arco.

Prima Parte.

 

 

 

Zero, dopo aver salutato il gruppo di ragazzi  - decisamente inclini a scorticare Kaien Cross - era rimasto seduto su una delle sedie nella sala d’aspetto dell’aereoporto in attesa di altri ospiti in ritardo.

-“Dannazione!”- borbottò infastidito l’albino, scoccando la lingua contro il palato per un paio di volte, indeciso sul da farsi.

Una musichetta interruppe il brusio sommesso dell’aereoporto, mentre una voce meccanica annunciava il ritardo dell’aereo proveniente da Parigi.

Il ritardo era di un’ora e mezza.

-“TSK!”- pronunciò tutto il proprio disappunto con quell’espressione, incrociando le braccia al petto e abbandonandosi al sedile duro e scomodo.

 

*****

 

Cristine Leroy sobbalzò sul sedile, starnutendo, e il compagno di posto le sorrise in modo affabile e gentile, porgendole un fazzoletto di carta.

-“Grazie.”- aggiunse al sorriso cordiale che le contagiò gli occhi ambra.

L’uomo arrossì visibilmente, incantato.

Cristine, starnutì ancora, guardandosi intorno: qualcuno stava pensando male di lei.

 

*****

 

Daisy si sentiva una pasqua.

Quel posto le era parso un’incantevole paradiso da esplorare e fotografare.

Si era lanciata all’esplorazione subito dopo l’aver conosciuto Kaname Kuran, il capo dormitorio, e Takuma Ichijo, il vice capo dormitorio e l’aver pestato a sangue Kaien Cross, guadagnandosi della occhiatacce da parte della biondina asociale, che venerava l’uomo di dubbio sesso – visto i considerevoli cambi di umore che lo facevano somigliare ad una donna incinta – da mille metri di distanza.

Non aveva mantenuto quel rispetto tipico fra Sanguepuro ed era andata subito al sodo, catalogando il moro come peste da evitare e il biondo un tipo molto furbo ma con una profonda genuinità.. era tenero, dal suo punto di vista.

Rise fra sé e sé, portandosi una ciocca di capelli ribelli dietro il viso, insieme a tutti gli altri, continuando la propria camminata.

Mettendo un piede in fallo, cadde per terra e prese a rotolare giù per una specie di scarpata, battendo violentemente la nuca contro qualcosa di duro e caldo.

-“Auch!”- disse riaprendo lentamente gli occhi verdi.

Li sgranò lentamente, andando a specchiarsi un due pozzi dorati che la fissavano con ferma glacialità.

-“Sta bene, Fernandes-sama?”-

Lei annuì rapita e si fece aiutare in silenzio.

Quel vampiro di livello B l’attirava, non stava mentendo a se stessa, anzi.

-“Ne è sicura?”-

Lei sbatté le palpebre dorate per un paio di volte.

-“S-si, grazie...ma: cos’era?”-

Si girò intorno e vide la buca nella quale sarebbe caduta se non ci fosse stato...

-“Chi sei?- tornò all’attacco, rendendosi conto solo in quel momento di averlo scorto prima, fra i membri della Night Class.

-“Kain Akastuki, Fernandes-sama.”- mormorò rimettendo i piedi per terra, visto che era stata prontamente afferrata e portata in salvo.

Daisy quasi si dispiacque della cosa e Kain scorse il cambiamento.

-“Qualcosa non va, Fernandes-sama?”-

Lei aggrottò le sopracciglia e poi si illuminò, prendendo il viso di Kain fra le mani.

Fu contenta dell’espressione disorientata del ragazzo dai corti capelli ramati e rise lentamente.

-“Daisy.”- sussurrò. -“Il mio nome è Daisy, per gli amici Isy.”- aggiunse. -“E ti ringrazio per avermi afferrata al volo, Kain.”- e l’aveva baciato, così, senza una ragione, plasmando le labbra carnose e rosee su quelle lineari di Kain.

Lei ringraziava i bei principi con un bacio leggero.

Di fatti, quello durò meno di un battito di farfalla, mentre la ragazza si allontanava saltellando verso il dormitorio Luna e il ragazzo ripercorreva mentalmente il motivo di quel gesto, tanto intimo.

 

*****

 

-“Ti pregoh-oh-oh!”- trillò la voce di Kaien Cross all’interno dell’ufficio, verso l’uomo dai capelli lisci, biondi e lunghi, che risaltavano le forme Tedesche e due occhi limpidi, velati da una nota maliziosa, visibile.

-“Tsk.”- mormorò Emma, anticipando Toga Yagari, il quale la guardò fissa, imbambolato per alcuni secondi, mentre lei guardava le spalle di Peter Eisen, con rabbia e risentimento.

-“La vogliamo finire?”-

Pronunciò il diretto interessato tornando seduto.

-“Kaien ho detto no. Ho già lottato contro orde di ragazzine in calore un anno fa e poi...”- fece per dire, ma una mano piccola gli diede un pugno in piena guancia sinistra, mandandolo contro la parete dalla parte opposta.

-“Stupido di un Peter!”- ruggì una terza vove, facendo spuntare un bel faccino – contorno in un’espressione inacidita – dalla lunga chioma rossa opaca.

-“Ti ho cercato in un lungo e in largo!”- sbraitò una seconda volta, puntando come un toro inferocito verso l’uomo.

Solitamente non si sarebbe comportata così con l’uomo che amava, ma, visto e considerato che l’aveva lasciata in sospeso e in apprensione per tutto quel tempo, si, poteva permettersi una ramanzina con i fiocchi.

-“Ashley!”-

Rantolò questo, spalancando gli occhi azzurri di un colore quasi invisibile, tipico dei vichinghi.

-“Ashley?”- borbottò Emma, chiedendo con gli occhi spiegazioni a Kaito e a Yagari, i quali fecero spallucce in silenzio.

La tipa le stava già simpatica, visto che con un solo pugno, aveva mandato a tappeto quello sbruffone dell’Eisen.

-“Però!”- commentò Kaien, rivolgendosi alla ragazza. -“Lei deve essere la signorina Ashley Harlow, o preferisce Shezka?”-

Emma inarcò un sopracciglio, capendo immediatamente chi fosse: la cantante.

-“Tu sei quella che ha inciso Romantic Swordman?”- chiese a bruciapelo, facendo irrigidire la ragazza, che stava malmenando Peter Eisen, ancora scosso dalla situazione per reagire.

-“Si. Ma oramai non sono più una cantante io...”-

-“Tu sei una detective in erba, no?”- si intromise Joshua Takahashi, entrato dalla porta con disinvoltura, per prendere la mano rosa della ragazza e baciarla teneramente.

-“Sei mooolto carina, sai?”- Ashley arrossì leggermente non essendo abituata a quel tipo di avance: le uniche che le aveva posto Peter - anni orsono - non raggiungevano il confronto.

Ritrasse la mano intuendo dal colore pallido della pelle la natura del ragazzo e gli sorrise comunque, non essendo razzista.

-“Ah...sei perspicace, ragazza!”- commentò Emma, prendendola sotto braccio per portarla fuori dalla stanza con fare cospiratorio.

-“Ci vediamo alle dieci in punto di domani!”- squillò il direttore, sorridendo come un’ebete.

Peter guardò Josh livido di gelosia, mentre questi prese sottobraccio Yuuki, entrata in quel secondo dentro l’ufficio del direttore, fischiettando allegro.

-“Josh?”- furono le uniche parole della moretta, mentre veniva trascinata via e la porta gli si chiudeva alle spalle.

Peter Eisen si sentì in dovere di proteggere la propria donna – anche se lui ne aveva tante, di donne.

-“Accetto.”- mormorò. –“A patto che possa vantare di alcuni privilegi, direttore.”-

E, come se lo sguardo famelico del biondo non fosse ben visibile,  Kaien Cross accettò, condannando lo spogliatoio delle ragazze a spionaggio certo.

 

*****

 

Gabriele aveva fame.

In mezzo al caos lasciatosi di dietro Derek - andato a salutare l’intero dormitorio femminile – sentiva i muscoli dell’intestino contrarsi dolorosamente, emettendo suoni striduli di protesta.

Decisamente, doveva mangiare.

Allora, dopo aver sistemato alcuni indumenti negli appositi armadi, si mosse in modo silenzioso fra i corridoi dell’istituto maschile, completamente deserto a quell’ora e puntò con fare deciso verso la cucina dello stesso dormitorio, utilizzato raramente.

Il direttore un anno addietro gli aveva dato il permesso di potersi sbizzarrire in qualsiasi momento, visto e considerato che anche egli fosse un cuoco molto bravo e capisse l’arte della cucina.

Sorrise impercettibilmente e accese le luci della stanza, mostrando un piano cottura in acciaio, fornita di ogni attrezzo vario e un bancone in marmo angolare, dove poteva tranquillamente poggiare le varie pietanze.

Si, perché Gabriele sapeva perfettamente che il biondo a fine festino, avrebbe avuto fame.

-“Tanto vale a che ci siamo...”- sussurrò a se stesso, rovistando senza fatica in mezzo alla credenza, trovandovi solo della pasta all’uovo, una zucca, besciamella e del prosciutto confezionato.

Inarcò un sopracciglio, Gabriele, vedendovi appeso un fogliettino con la calligrafia del direttore:

Dovessi avere fame, mio caro! ♥

 

Era firmato dal direttore e i prodotti erano stati appena comperati, con la scadenza ben lontana dall’essere raggiunta.

Avrebbe preferito della carne, ma si accontentò volentieri.

Con il morale alle stelle aveva preso a tagliare la zucca a pezzettini, metterla sul fuoco e condire lentamente con sale e successivamente con la besciamella, lasciando cuocere l’intruglio per quarantacinque minuti buoni, fino ad ottenere una crema arancione dall’aspetto invitante.

Successivamente, lasciando a riposo la crema, scottò per alcuni secondi la pasta d’uovo e -  acceso il forno con la ventola superiore e calore al massimo – prese una teglia, cominciando a stratificarla: crema, prosciutto, pezzi di formaggio e pasta, per ripetere la cosa fino alla fine della teglia con fare soddisfatto.

Per finire, aveva grattugiato dei spicchi di zucca, sopra il tutto, e del formaggio mettendo la teglia dentro il forno in attesa della cottura.

Cucinare lo rilassava come quando stava in famiglia, sotto una luce diversa, lo rilassava anche di più, doveva ammetterlo.

Forse perché non facevano domande o si muovevano incessantemente o, semplicemente, perché era lui a crearli distogliendolo da pensieri poco piacevoli.

Si riscosse quando qualcuno entrò dalla porta della cucina con fare stupito e curioso.

Gabriele non si stupì più di tanto e salutò con un cenno del capo Elias Darsen, partecipante al progetto di scambio olimpico.

-“Sera.”- mormorò lui, socchiudendo gli occhi per annusare meglio quel profumo afrodisiaco.

 Gabriele non sorrise apertamente, ma inarcò appena un sopracciglio.

Elias sorrise, sentendo nitidamente i pensieri del moro davanti a lui mentre si accomodava su una sedia.

-“Cos’è? Ha un sapore e un aspetto delizioso.”-

Gabriele non rispose subito, anche se Elias riuscì a seguirne i pensieri, che non avevano affatto colori sgargianti e tonalità particolarmente allegre, solo calma, compostezza e elasticità.

Infatti, poté vedere, non si era fatto poi tanti scrupoli nell’uccidere a sangue freddo il dottore che lo aveva utilizzato come una cavia per un intero anno.

-“E’ fastidioso.”- disse ad un certo punto Gabriele, con estrema calma.

-“Mh?”- rispose Elias, non seguendo il ragazzo.

Questo socchiuse gli occhi sfornando la teglia di lasagne alla zucca per poggiarla sul piano cottura, poi incrociò le braccia e fissò negli occhi Elias, che si sentì messo a nudo in pochi secondi.

-“E’ fastidioso il modo in cui ti introduci nella mente della tua preda.”- gli occhi verdi scuri di Gabriele, sembrarono baluginare di curiosità e Elias sorrise, passandosi una mano fra i capelli, assumendo l’espressione da Ulv.

-“Mi spiace, non volevo farlo con cattiveria.”-  disse sincero, sostenendo lo sguardo con sicurezza.

Gabriele chiuse gli occhi. -“Pasticcio di zucca.”- e si girò, prendendo a tagliare il pasticcio ed impiattarlo, passandone uno ad Elias alla quale brillarono gli occhi.

-“Sei Italiano?”- l’altro annuì, trovando strano il fatto che non avesse scovato il luogo della propria nascita. -“E sei un cuoco Italiano?!”- chiese, con fare molto aperto, a differenza del precedente comportamento, schivo ed introverso.

Lui annuì, cominciando a mangiare per guardare di sottecchi Elias, che sembrava entusiasta ad ogni boccone.

Elias sentì il palato in estasi e cominciò a considerare Gabriele come un vero amico, poi, quasi come avesse avvertito una scossa elettrica su per tutta la schiena, vide all’interno della mente di Gabriele due occhi verdi e  sensuali incorniciati da riccioli cremisi, baluginare in modo accecante.

-“Ti ho detto che è abbastanza fastidioso, Elias?”- mormorò Gabriele con la solita espressione impassibile.

-“Scusami! Giuro, mi manterrò a distanza dai tuoi pensieri!”-

L’orologio segnava le tre del mattino.

 

*****

 

Josh sbuffò sonoramente, sentendo la ramanzina di Takuma sul fatto di feste e festini.

-“Lacey per poco non ti uccideva, Josh!”-

-Uff, quest’anno Lacey non c’è!”- disse sbuffando, per roteare gli occhi al cielo, poi.

-“Appunto, quest’anno non...”-

Ma fu interrotto da una chioma corta e bionda che aveva in mano una bottiglia di Vodka liscia e rideva in modo cattivo.

-“E-Emma...Cos-a....”- troppo stralunato per capire cosa ci facesse la Kreutzer nella Night Class, bevendo vodka e trascinandosi dietro un’altra umana, visibilmente a disagio nella mischia, non riuscì a formulare un pensiero concreto.  

-“Oh! Ichijo, sei pregato di non rompere e divertirti!”- e così dicendo, afferrò il biondo in modo saldo e doloroso, costringendolo ad aprire le labbra, per fargli bere metà della bottiglia in due sorsate.

Takuma spalancò gli occhi prima di ribellarsi alla presa della bionda, ingurgitando più dell’alcol consentito per tenersi a malapena in piedi. -“T-tu!-

-“Io..?”- chiese con fare denigratorio la bionda prima di far fare un passo in avanti ad Ashley che boccheggiò, leggermente impaurita. -“Lei è la mia nuova amica, Ashley!”-

Nel preciso istante in cui Josh abbracciò Ashley, dalla finestra aperta comparì Peter Eisen, che la prese dalla vita e se la trascinò via, in pochissimi secondi.

Josh e -  quel che ne rimaneva di Takuma- strabuzzarono gli occhi, mentre Emma rideva in modo sguaiato, bevendo in una sorsata da record, l’intero contenuto della bottiglia e lanciandosi dalla finestra con Kyoku sguainata, ricordando ai presenti, la Morte fatta persona.

-“EHI! RIDAMMI LA MIA AMICA!”-

Urlò lanciandosi dalla finestra e ridendo in modo sadico, mentre dal piano inferiore si sentivano imprecazioni e maledizioni.

L’unica cosa che compresero fu un “mai” urlato ai quattro venti e l’urlo disperato di Ashley.

-“Secondo voi starà bene?”- mormorò in modo accorato qualcuno dal fondo della stanza e i presenti, si sorpresero nel constatare che quella voce appartenesse ad Hanabusa, il quale, circondato da numerose vampire del progetto di scambio, tremava appena con la pelle d’oca.

Gli altri non seppero che rispondergli.

 

*****

 

<< Il telefono da lei chiamato è momentaneamente non disponi-...>>

Shiki chiuse la telefonata in modo secco e brusco, dando conferma a Rima con gli occhi che, no, non aveva ancora risposto al telefono.

Sempre con il loro linguaggio degli occhi, Senri chiese a Rima di avvertire Kain, ma la stessa, fece intendere che era troppo impegnato a ballare con Daisy, la Purosangue che danzava come un felino illuminata dalle luci, vicinissima al ramato.

-“Non mi chiedere.”- commentò in modo asciutto, perché nemmeno lui sapeva come l’amico avesse avuto modo di parlare con quella strana vampira, visto e considerato che spariva in continuazione con a tracolla una Nikon di ultima generazione.

-“Forse è impressione.”-

-“O magari si sono conosciuti in modo romantico!”- commentò, sbucando dal nulla, Cristine con indosso un vestitno fin sopra i ginocchi, dalle maniche a coppa e un cerchietto abbinato che le metteva in risalto la frangetta, truccata in modo sensuale, con una coda bassa a risaltarle il collo e il fisico esile, e degli orecchini lunghi e argentei che le risaltavano gli occhi ambrati.

-“Non vedo Kaname, sapete dirmi dov’è?”- chiese con fare amichevole, sedendosi in modo elegante su un puffo bianco, accavallando le gambe per lasciare intravedere le altissime scarpe col tacco che indossava, in tinta con lo stile del vestitino, che a causa dei cambi continui delle luci, sembrava assumere sfumature sempre diverse.

-“Kaname-sama è nella propria camera..”- mormorò Rima e Senri annuì.

Cristine annuì di rimando, optando per salutarlo dopo, chiedendosi come fosse finita a Zero, rimasto in aeroporto per aspettare una delle ultime del progetto di scambio.

 

 

*****

 

Lien, infastidita dagli schiamazzi, rumori, canzoni sparate a palla, che regnavano all’interno del dormitorio Luna, optò per fare una passeggiata ed esplorare i giardini della Cross Academy, al chiaro pallore della luna piena.

Alzò il viso al cielo fissando la luna e gli occhi della ragazza sembrarono divenire argentei, illuminandosi di vita propria.

Il rumore del vento che si infrangeva sull’erba era cadenzato e rilassante, mentre i grilli in sottofondo sembravano echi lontani come i propri ricordi.

Ricordi troppo vividi per essere chiamati tali.

Si fermò solo quando grazie alla luce naturale della luna, riuscì a scorgere in lontananza una specie di palazzetto polisportivo e scese lentamente per una collina abbastanza ripida osservandolo meglio: vi erano delle attrezzature di ogni tipo e in bella vista, archi e frecce.

Sospirando e flettendo leggermente le gambe, libere a causa della gonna primaverile che indossava, compì un lungo salto, scontrandosi con il vento che soffiava dalla parte opposta alla propria, che le faceva svolazzare la sciarpa leggera che portava al collo.

Poi, accadde tutto velocemente: Lien vide la morte di un ragazzo sdraiato sul prato e nascosto dalla stessa, a causa della forza con cui sarebbe atterrata al suolo.

Di tutta risposta cacciò un piccolo gemito strozzato, per il timore di vedere nuovamente la scena di un defunto e per il terrore di essere nuovamente divorata dai rimorsi.

Tutto ciò, fortunatamente non accadde per due motivi: quell’urletto strozzato era bastato a mettere in allerta il ragazzo addormentato sul prato e - lo stesso - l’aveva afferrata al volo, finendo inevitabilmente al suolo, senza conseguenze gravi.

Lien aveva chiuso gli occhi nel momento stesso in cui aveva visto una chioma rossiccia spuntare dal suolo e poi si era sentita stretta nel classico modo principesco.

La corvina aveva sentito distintamente il ringhio profondo e basso del ragazzo, ma non aveva avuto il coraggio di aprire gli occhi.

-“Ehi.”- sputò quasi in un ringhio il ragazzo. -“Cosa avevi in mente, vampira?”- e Lien aprì gli occhi, per specchiarsi in quelli azzurri opachi di Kaito Takamiya, che alla luce della luna, sembravano essere di un blu elettrico.

-“Io...”- spaesata, boccheggiò appena e il ragazzo inarcò un sopracciglio, lasciandola cadere malamente al suolo.

-“EHI!”- sbottò la corvina, massaggiandosi le natiche mentre vedeva la schiena del Vampire Hunter farsi via via più piccola all’orizzonte.

Appena non lo vide più, il cuore sussultò dentro la cassa toracica della vampira.

-“Cosa?”- chiese a sé stessa, sdraiandosi con il viso al cielo, cercando di riprendere il controllo del proprio muscolo cardiaco, imploso al ricordo del volto leggermente assonnato e maledettamente tenero del rosso.

 

*****

 

Zero ringhiò infastidito quando vide l’aereo della Russia atterrare con quattro ore di ritardo.

-“Tsk”- sbuffò, alzandosi per accogliere in modo incazzato, l’ultima arrivata del progetto, per adesso.

Distolse gli occhi dall’uscita dell’aereo e - quando riportò la vista davanti a sé, sull’uscita degli sbarchi – inarcò un sopracciglio, guardando una ragazza magra fino all’inverosimile, con i capelli tinti di un blu elettrico – dove al capo teneva un paio di Rayban a forma di goccia, a risaltare gli occhi incavati dalla stanchezza di un colore azzurro oltremare che esprimevano solidarietà, stanchezza e richiesta di perdono.

Zero rimase alquanto sorpreso da quell’espressione colpevole e addolcì lo sguardo, continuando ad avere il broncio, però.

Notò anche una rete di tatuaggi su alcuni punti della pelle diafana della ragazza e si stupì poco, conoscendo Emma Kreutzer e l’atelier su tutto il corpo della giovane.

-“Tu sei?”-

La ragazza sembrò riprendersi dallo stato in tralice a causa della stanchezza e rispose.

-“Sono Anastasija Romanova.”-

E l’albino annuì, prendendo la valigia della ragazza, mentre questa faticava a stare sveglia a causa del fuso orario.

Infatti, quando salirono sull’automobile, la Russa si addormentò- fortunatamente, senza russare.

 

*****

 

La sveglia il giorno dopo era stata suonata, esatto, suonata dalla tromba di un ragazzo della Day Class, alle otto e mezza del mattino all’interno del l’androne della Night Class, svegliando di soprassalto tutti i ragazzi, ovviamente, Yuuki, Zero, Yagari, Kaito, Derek e Gabriele – quest’ultimo mandato in prima linea difensiva – avevano placcato i tentati omicidi dei vampiri ai danni del giovane ragazzo umano.

Kaname fu anche chiamato a colpi di cannonate, ma niente era dovuta intervenire Yuuki, svegliandolo con una richiesta di aiuto che aveva fatto scattare il Purosangue in piedi pronto al “pronto intervento.”

Scatenando le risate dei ragazzi stranieri, mentre quelli giapponesi, furono costretti a trattenere stoicamente le risate.

Ma a parte Kaname, Gabriele era preoccupato anche per Lynette, che non si trovava da nessuna parte e per Lien la quale era stata vista la sera prima a passeggiare vicino il campetto polisportivo.

Soprattutto Kaito, sembra particolarmente sensibile a quest’argomento”, si disse interiormente il ragazzo.

-“Bene!”- urlò in modo brioso Kaien Cross, ricevendo delle occhiatacce da molti per le sue trovate di scena, mentre anche gli Hunter si sarebbero volentieri schierati con i vampiri.-“Diamo il via ufficiale...”- sottolineò la parole con un sorriso abbagliante.-“Ai giochi Olimpici della Cross Academy!”-

Con passo pesante, Daisy si fece spazio tra la folla, dando un doloroso scappellotto sulla testa del Direttore, il quale si chinò sulle ginocchia mugolando indolenzito.

-“Perché non l’hai fermata?!”- chiese Kaien all’indirizzo di Yagari, mentre lo stesso, sembrava interessato più all’accendino di Emma per ascoltarlo.

In verità, era grato a quella vampira per aver picchiato quel pazzo.

 

*****

 

Il palazzetto sportivo vantava delle migliori attrezzature sportive, sia al chiuso che all’aperto e, appena scoccarono le dieci in punto, il fischietto, suonato da Peter Eisen, il quale sembrava soddisfatto ed appagato, mentre Sergej Moranov si limitava a stare seduto dietro al banchetto della giuria, affiancato da un Kaname ancora assonnato, dal Direttore in fibrillazione, e da un Yagari incazzato nero.

-“Perché?”- bofonchiò l’Hunter, scroccandosi le nocche per picchiare il direttore, ma pi dovette ricredersi, quando vide Emma in mezzo ai partecipanti e sorrise, cattivo.

-“Non ha importanza.”- s’affrettò ad aggiungere poi, divertito.

-“Bene, spero che gli allentamenti di questa mattina...- fu costretto ad evitare una freccia infuocata -  vi siano stati utili, quindi...cominciamo con l’Au cordon doré 50 metri!”-

I primi a cominciare furono gli Hunter schierati a cinquanta metri dall’obiettivo:

presero in sincrono gli archi composti di fibra di carbonio, presero delle frecce con la punta leggermente svitata con delle ali sintetiche e tesero quasi contemporaneamente la corda di polietilene.

Tutti contemporaneamente presero la mira sui bersagli colorati in disegni concentrici, dove il punteggio partiva da uno ( ai cerchi più grandi ) per finire con un pallino giallo.

Almeno, tutti tranne Elias ed Emma, che si guardarono un minto negli occhi, vedendo il fuoco ardere. Fuoco di sfida.

Elias prese un lungo respiro, afferrando la freccia nel feretro, toccando la cocca della freccia in fibra di carbonio, respirando ancora toccando l’asticella centrale della freccia per poi tendere l’arco in modo deciso, respirando a pieni polmoni per lo sforzo muscolare, concentrandosi e scoccando la freccia: fece centro.

Emma non fu da meno, scoccando un sorriso divertito a Yagari e facendo centro senza nessuno sforzo.

Quella con maggiori difficoltà fu senz’altro Yuuki con 34, Ashley con un 79, mentre Derek nella prima sessione da dieci frecce aveva ottenuto 99, Zero 99, Lynette 98, Gabriele 90, Elias 100 ed Emma 100.

Quei due si erano dichiarati guerra a vicenda e lo si notava subito.

Finita la prima sessione per gli Hunter fu il turno dei vampiri, dove per poco Hanabusa non centrava in pieno Kaito scampato per un soffio.

-“Scusa!”- urlò il biondo al rosso, mentre quest’ultimo stava già per sparargli in fronte.

Per la sessione dei vampiri quelli più agguerriti furono di sicuro Zero, Kain, Josh, Daisy, Lien, Ruka, Cristine, Hanabusa e Helene, mentre gli altri si erano limitati a sparare frecce un po’ dappertutto, centrando il bersaglio per inerzia che per spirito di competizione.

E se i primi sopra citati avevano un’invidiabile 100, a partire da Rima – con un 60 – per finire da Takuma – il quale soffriva ancora della sbornia ricevuta da Emma – che fece 45 con dieci frecce, centrando il bancone dei giudici un paio di volte, gli altri si erano proprio stufati.

Pensare che in finale arrivarono Daisy, Lien, Elias, Helene, Emma, Derek, Kain e Lynette, con la ripetizione delle tre sessioni da dieci frecce per sei volte – impiegando tutta la mattina, saltando il pranzo e metà pomeriggio – fu un vero shock per i presenti.

Almeno, fino a quando il vento autunnale non cominciò a sferzare in modo prepotente, non garantendo alle frecce una direzione perfetta.

Elias sorrise, centrando l’ultimo 10 della terza sessione ( avevano perso il conto delle volte) facendo un 300 perfetto.

Seguito a ruota da Helene con 300; Lien 300;   Emma con un 299 – e le seguenti bestemmiate; Derek con 299; Daisy con 299 e Kain con 299.

Il primo posto fu conteso da quelli con il punteggio di 300: vinto da Elias.

Il secondo posto fu vinto da Emma - con le relative bestemmiate a mezza voce.

Il terzo posto fu vinto da Kain in uno spareggio contro Daisy eseguito per ben cinque volte!

 -“Bene! Domani si terranno le competizioni di Tiro con l’arco a squadre miste con bersaglio mobile!”-

I ragazzi guardarono male il direttore mentre quest’ultimo si nascose dietro Peter e Yagari, tremando come una foglia.

 

*****

 

Quando Anastasija uscì dalla propria stanza, appena sveglia, con i capelli tutti arruffati e la vestaglia poco caduta sulle spalle, sentì dei brusii nella propria testa, dannatamente fastidiosi provenire dalla Hall del dormitorio.

Cacciò un urlo spaventato quando vide tutti i componenti della Night Class, riversi a terra, in espressioni disperate, tranne per Kaname, che sorseggiava del sangue sintetico come se nulla fosse.

-“Buongiorno Anastasija Romanova, com’è andato il viaggio? Su non farti scrupoli e siediti a bere qualcosa, sembri abbastanza provata, da quant’è che non bevi un po’ di sangue?”- e le offrì un bicchiere di cristallo riempito di acque in cui sciolse due pasticche ematiche, con un sorriso appena accennato.

-“Oh, si, per piacere potresti passarne uno anche a noi?”- Anastasija guardò le altre due Sanguepuro con tanto di occhi, vedendole perfettamente in forze e sensi.

-“Cos’è successo?”- domandò con voce tremolante, forse a causa della scena raccapricciante, mentre i tre Sanguepuro se la ridevano attorniati da delle rose porgendo poi un quarto bicchiere a Josh, il quale si era andato a fare una doccia rinfrescante, per sbrilluccicare anche lui, immerso nelle rose.

 

*****

 

-“Ah! Muoio!”-

Gabriele sbuffò continuando a cucinare, mentre vedeva tutti i Vampire Hunter contorcersi per i dolori ai muscoli.

-“Siete patetici, ridotti così!”- parlò Elias, sorridendo mentre beveva del cafè preparato dall’Italiano. -“Potrei capire Ashley, ma tu, Derek, non sei quello che pratica tutti i tipi di sport?”- e ridacchiò, vedendo l’ombra di un sorriso spuntare sulle labbra del moro.

-“E’ pronto.”- sbuffò Gabriele, vedendo il proprio migliore amico ingozzarsi di sushi, mentre Elias storceva appena il naso.

Gabriele gli mise davanti un piatto di lasagne e sembrò rinvigorire, illuminandosi in viso.

Yuuki, Lynette e Ashley, guardarono quel ben di Dio con occhi spalancati, piangendo per la bontà della cucina.

Zero si limitò a mangiare un pezzo di pasticcio alla zucca, rimasto dalla mattina, facendo una faccia impressionata vista la bontà.

Gabriele inarcò un sopracciglio indeciso se svelare i propri dubbi: forse sarebbe rimasto in silenzio, tanto per evitarsi inconvenienti.

In fondo, se gli altri non si accorgevano di nulla, perché doveva mettervi dito?

Ambasciator non porta pena!” si disse, addentando del sushi.

 

 

Come al solito sono stata velocissima ad aggiornare.

Un mostro di velocità! [ cit. Carlos Olivera ]

Comunque sia, vi è piaciuto?

Si? No? State per lanciarmi dei pomodori addosso? *prende impermeabile*

Adesso potete, miei cari! :D

A parte questo, ci terrei tanto a farvi notare che non ho la più pallida idea di come siano le mie descrizioni! O.o

Quindi fatemelo notare, e se avete delle richieste particolari non esitate a chiedere!

La solita lista dei personaggi e le loro nazionalità; si perché avere figuri della stessa nazionalità perde di significato! xD

-Lien Wong; Cinese; di Lien_

-Joshua Takahashi; Giapponese; di Lien_

-Rachel Scharwz; Giapponese/Tedesca; di Lien_

-Gabriele Lopez; Siciliano; di TheFinalWar.

-Derek Reinari; Tedesco; di TheFinalWar.

-Emma Kreutzer; Russa; di Flea.

-Sergej Moranov; Russo(?); di Flea.

-Helene Bove; Greca; di TheAvengersfan.

-Elias Darsen; Norvegese; di Aterion.

-Lynette Perrin; Belga; di Carlos Olivera.

-Ashley Harlow – Shezka; Gallese; Carlos Olivera.

-Peter Eisen; Monaco di Baviera; di Carlos Olivera.

-Daisy Fernandes; Brasiliana; di _Loveless_ ( ex _SweetDaisy_ appena cambierà )

-Anastasija Romanova; Russa; di Trush.

- Cristine Leroy; Francese; di Kula.

Spero di non aver dimenticato nessuno! :D

Per qualsiasi cosa non esitate a contattarmi: sarò ben lieta di “ascoltare” le vostre idee! Un abbraccio!

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Capitolo 4
*** Tiro con l'Arco. Seconda Parte. ***


Tiro con l'arco. Seconda Parte.

Capitolo 3.
Tiro con l’Arco.
S
econda Parte.

 

La mattina seguente i corridoi della Night Class e quelli della Day Class, erano privi di rumori, a parte qualche russare o mormorare nel sonno.

Kaien si compiacque di quella cosa e puntò come una piccola danzatrice esperta, verso la camera di Toga Yagari il quale non era all’interno della stanza già da un po’ .

-“Oggi sarà divertente!”- si disse, entrando furtivamente nella stanza del docente, per fare non si sa bene cosa.

Poi, dopo quarantadue minuti dentro la stanza, uscì, correndo a più non posso per i corridoi deserti a causa delle lezioni mattutine e sorrise impaurito, sperando che il proprio figlioccio e Yagari non lo ammazzassero... tutti e due insieme.

 

*****

 

Come precedentemente annunciato, i soli ad essere svegli erano in pochi, e fra quelli, vi erano: Zero, Kaito, Emma, Lynette, Gabriele – scomparso non si sa bene dove – e Yagari.

Quest’ultimo era osservato con facce adoranti da ragazzine in calore, mentre – come al solito – Emma scribacchiava qualcosa sul proprio diario, indifferente alla lezione.

Yuuki ci dava davvero dentro col russare e Sayori sembrava a disagio, nel constatare che anche Zero se la ronfava beatamente.

-“Cross, Kiryuu, Kreutzer...”- ammonì una prima volta il docente, mentre questi erano ancora addormentati e indifferenti. –“Cross, Kiryuu...Kreutzer!”-

La terza volta, urlò, sbattendo sulla cattedra tre pesantissimi tomi di filosofia, che crearono un boato immenso, mentre i due saltavano in aria e la terza continuava a scribacchiare del tutto assorta.

Yagari arrossì di rabbia ripensando al precedente confiscamento del diario, mentre gli si avvicinava con aria imponente e ammonitrice.

-“Kreutzer, vuoi degnarti di seguire la lezione?”-

Di tutto punto la ragazza alzò gli occhi celesti intagliai d’oro, su quello azzurro glaciale dell’altro.

-“Mette in dubbio la mia attenzione, professore?”- disse, sfottente, continuando a disegnare scene maschili incestuose, in perfetto stile Hentay.

-“Lo sto confermando, Kreutzer.”- l’altra a quelle parole sorrise, sprezzante e poggiò la matita in mezzo ai fogli del diario, chiudendolo. -“Mi metta alla prova, professore.”-

Yagari sospirò, rabbioso.

-“Bene...”- sputò fra i denti. –“spero tu sia pronta per un’interrogazione.”- e detto ciò, la lotta a colpi di parole dei due, diede carta bianca ai pisolini di Zero e Yuuki per più di quarantacinque minuti.

Allo scoccare del quarantaseiesimo, gli altoparlanti della scuola gracchiarono sonoramente, mentre interrompeva la lotta verbale fra Yagari ed Emma, il quale uscì ammaccato. –“Per questa volta ti metterò dieci.”-

<< Zero Kiryuu è richiesto urgentemente in Direzione! >>

I tre Hunter più l’umana si allarmarono, sentendo il richiamo serio del direttore e Zero volò direttamente dal diretto interessato, con un’espressione atterrita e il cuore a mille.

-“Direttore!”- esclamò, guardando l’uomo girato verso la finestra con tutta la sedia, mentre guardava il giardino illuminato, dove in un angolo vi era Gabriele che leggeva e Derek che dormiva, vezzeggiato da due ragazze della Day Class.

-“Zero...”- disse il direttore, voltandosi con un’espressione serissima, poi...-“Andresti a comperare il latte? Il gatto dell’Istituto è rimasto digiun-...no, Zero-kun... noooooo!?!”-

E il direttore fu salvato in calcio d’angolo dall’arrivo tempestivo di Cristine, che, stretto Zero per la vita e tirato verso l’esterno, evitò la morte per spappolamento dal terzo piano al Direttore.

-“Zero!”- ansimò lei. –“Perch-“- quello gli tappò le labbra con una mano, sbattendo l’altra sulla scrivania, che si aprì a metà come se fosse stata burro.

-“Cosa vuole?!”-

-“Io, anf, volevo farti uno scherzo! Zero, la verità è che ci sono delle ragazze da prendere all’aereoporto!”- e Zero sbuffò, mentre Cris sbatté le palpebre.

-“E perché deve andarci Zero?”- chiese lei, storcendo appena il naso per mettere le mani nelle tasche, con fare mascolino.

-“Perché è figo-oh!”- civettò l’uomo, ricevendo un doppio pugno da parte di entrambi i ragazzi; lei, nella parte sinistra del volto, lui nella parte destra.

Non appena il vampiro senza zanne si fu ripreso, parlò loro di quella questione segreta, che partiva dalla camera di Yagari e finiva con quello che stava per dire loro.

-“Tsk!”- sbuffarono insieme poi, mentre si chiudevano la porta alle spalle.

Cristine, l’avrebbe decisamente accompagnato! Sia ma che lasciasse il proprio Zero a qualche ragazzina!

-“Dove stai andando?”- mormorò difatti l’albino e lei sorrise.

-“Ovviamente ti accompagno, Zero-chan!”- pigolò lei, facendo alzare un sopracciglio all’albino.

-“Preferisco il kun...”- borbottò, senza guardarla, salendo sull’auto.

 

*****

 

 

I ragazzi erano stati tutti convocati da Sergej davanti all’istituto scolastico, mentre i ragazzi spettatori dei giochi – dentro il palazzetto, dove vi era uno schermo gigante – urlavano nomi e incitamenti al proprio personaggio preferito.

Anastasija ringhiò all’indirizzo di Yuuki e del Direttore e sorrise all’indirizzo di Senri, Rima e Kain.

Con una grande forza di volontà, evitò di saltare al collo degli Hunter e di quello che la guardava con modo evidentemente malizioso.

-“Tranquilla.”- le sussurrò all’orecchio Rima.

-“E’ sempre così.”- borbottò Senri, guardando davanti a sé gli sproloqui del biondo, mentre quello pacato e serio, punzecchiava continuamente quello con la bende nell’occhio.

-“Ah si?”- sentirono. –“Visto? La mia allieva è la migliore, Yagari, meglio di quel Kaito-da-strapazzo...Mpfh!”-

Ed Emma aveva sospirato scotendo il capo, mentre la maglietta con metà schiena scoperta, le lasciava scoperto il tatuaggio.

-“Comunque sia!”- borbottò Sergej, prendendo la parola al posto del vanesio Peter Eisen, ricevendo il doppio delle attenzioni. –“Questa sarà una gara speciale! Intanto, presentiamo voi due nuovi venuti: Nives Nightwish – e qui qualcuno cominciò a canticchiare canzoni a mezza voce dell’omonimo gruppo – e Luke Nightwish.

I diretti interessati uscirono fuori dalla macchia di alberi e Gabriele salutò con un cenno del capo la vampira della scorsa edizione, come del resto Derek – che ricevette un sonoro ceffone, facendo ridere i presenti – e di quelli che l’anno precedente avevano sperimentato su pelle la convivenza forzata con persone completamente differenti.

Aveva gli occhi grigi, sintomo di noia, che poi divennero blu, sintomo di curiosità.

Derek non ricordava quella caratteristica nella Sanguepuro e si ritrovò a vedere nitidamente le varie sfumature dei sentimenti di Nives: quando lo guardava nero catrame, quando guardava gli altri blu intenso, quando poggiava gli occhi su Luke, rosa confetto.

Derek sorrise, nel vedere l’aura alterata senza particolari tonalità, infatti – con il periodo di venir fatto fuori – si avvicinò alla ragazza dai capelli boccolosi sulle punte, di un candido bianco, abbracciandola, venendo subito diviso dal ragazzo – corpulento quasi quanto Gabriele e alto quasi allo stesso modo, con un occhio nero e l’altro blu – accendersi di viva gelosia e voglia di farlo fuori all’istante.

Nives, presa in contropiede, non riuscì a reagire, mentre Derek arretrò divertito, mentre quelli con particolari capacità psichiche, si erano fatti un’idea generale e superficiale: Luke Nightwish trattava Nives come un gioiello prezioso.

-“Lui l’anno scorso non c’era!”- storse il naso Emma, poco interessata alla cosa, mentre tirava dalla pipa e sbuffava il fumo, in attesa di scoprire le modalità della sfida.

Sergej, prendendo nuovamente a parlare, sorrise apertamente.

-“Adesso vi divideremo in cinque gruppi, formati da cinque persone, Hunter e Vampiri mischiati insieme.”-

Lien, contato rapidamente il numero dei partecipanti interruppe l’uomo con fare diplomatico. –“Siamo in venti e all’appello mancano sia Cristine che Zero!”-

Yagari sorrise beffardo e Peter assunse una posa rilassata sulla sedia.

Kaname si alzò in piedi e prese a parlare. –“ Troverete Zero e Cristine all’ingresso in compagnia di Harry Gallagher, Rosalie McLane e Tsukiko Hiou...”- a  quest’ultima nomina, Ruka scattò in avanti inacidendo il volto precedentemente serafico, mentre Daisy cercava di trattenerla dal balzare davanti a Kaname e Rima tratteneva Senri, che sembrò arrabbiarsi davvero tanto.

Quelli che assistettero all’esplosione nel carattere di Senri che non era avvenuto nemmeno per il padre, fecero una faccia alquanto perplessa e gli uomini, guardarono con fare scettico la lista dei gruppi nella quale Senri e Tsukiko, avrebbero dovuto lavorare insieme.

-“Calmatevi.”- tuonò il Sanguepuro, rimettendo in riga i presenti.

-“Cominciamo la gara e vediamo di non fare troppo affidamento sulle vostre capacità: siete su schermo intero, ragazzi, salutate l’intero corpo scolastico!”- gioì il direttore, mentre i ragazzi, tutti e venti ragazzi, appaiono sul grande schermo.

Lien socchiuse gli occhi incrociando le braccia al petto, non interessata; Joshua abbracciò Rachel, la quale non era proprio convinta della cosa, visto le aure nere di gelosia che sentì da lontano; Derek nominò una per una le ragazze più carine sbrilluccicando e scuoricinando a destra e manca; Gabriele mosse solo gli occhi verdi verso la telecamera, scatenando un silenzio glaciale che poi esplose in urla di ragazzine in calore; Daisy attirò a sé Kain, Helene e Ashley, abbracciandoli tutti da dietro e sorridendo al pubblico contagiando anche gli altri – tranne Kain che rimase impassibile; Elias chiuse gli occhi incrociando le braccia al petto; Kaito emise un verso infastidito guardando di sottecchi Lien; Anastasija affiancò Ruka, che rimaneva tranquilla cercando di decifrare lo strano comportamento del Direttore; Nives e Luke si guardarono intorno con aria annoiata e fredda, gelando gli animi di ragazzi e ragazze, incantati dal loro aspetto; Hanabusa faceva le proprie performance da Idol-sempai e gli altri membri della Night Class, rimanevano in silenzio, cercando di ragonare meglio... quello che vi riuscì fu Takuma.

-“Emh...”- borbottò. –“Manca Yuuki all’appello e Lynette.”-

La commissione si guardò negli occhi, ridendo in modo sadico.

A prendere la parola fu nuovamente il Direttore.

-“Bene, adesso chiamerò i membri del primo gruppo: siete pregati di avvicinarvi fra di voi e di decidere il leader del gruppo che farà le veci degli altri. –

A quelle parole molti occhi si illuminarono.

-“Primo gruppo: Lien; Rachel; Hanabusa; Luke; Anastasija.

Il primo a strabuzzare gli occhi fu Luke: lui che odiava a morte Hanabusa, sarebbe stato in squadra con lui? E poi avrebbe dovuto collaborare con tutti quei vampiri? Nives era un conto ma... non poteva essere.

Lien si esibì in un’espressione compiaciuta e Rachel strinse convulsamente le mani: del gruppo conosceva solo Hanabusa; la propria xenofobia stava per mandarla in iperventilazione. Anastasija alzò le spalle indifferente: stava bene con tutti.

-“Sono il capo.”- sbottò ad un tratto la cinese, parandosi davanti.

-“A me non importa.”- annunciò Luke, venendo appoggiato – in un appoggio non richiesto – da Anastasija, che sorrise entusiasta.

-“E chi l’avrebbe deciso?!”- s’intromise Hanabusa, mentre Rachel non avrebbe sopportato di farsi mettere i piedi in testa, a costo di uccidere qualche vampiro.

-“Io”- sputò fra i denti Lien infuocando gli occhi azzurri di comando. Rachel inarcò un sopracciglio: la cosa sarebbe degenerata, se lo sentiva; forse avrebbe dovuto scrivere anche quello su uno dei propri diari?

-“Calmatevi!”- sbottò Yagari, annunciando il secondo gruppo. –“Gabriele; Helene; Ruka; Cristine; Nives.”-

Gabriele e Cristine inarcarono un sopracciglio in sincrono.

-“Ma chi cavolo ha fatto questi gruppi?!”- sbottò la ragazza poi, notando la presenza di persone completamente asociali dentro il gruppo: non avrebbero potuto collaborare nemmeno sotto tortura.

La cosa sorprendente fu la presa di posizione del moro. –“Posso esserne il leader?”-

Mormorò, infatti, mentre Helene annuiva guardando verso il bosco della scuola, Nives grugniva infastidita, vista la mancanza di Luke al proprio fianco e Ruka alzava le spalle mormorando un “tanto che abbiamo da perdere?”.

Cris guardò negli occhi il moro e confermò, sbalordita. –“Mi spiegherai un giorno?”- sussurrò, sconvolta. Lui aggottò le sopracciglia: non aveva fatto nulla di particolare se non quella di chiedere loro un parere.

Sergej sorrise in modo benevolo e annunciò il terzo gruppo – scatenando urla simili ad orgasmi di tutte le ragazzine nel palazzetto.

-“Terzo gruppo: Tsukiko; Elias; Emma; Kaito; Senri.”-

Questa volta Senri fu sul punto di girare i tacchi e tornare al dormitorio vista la collaborazione forzata con la sorellastra.

Kaito ringhiò indignato aizzandosi contro Yagari, il quale gli sbraitò contro di accettare li ordini e lavorare a stretto contatto con Emma, la quale aveva un’espressione inumana che intimava allerta ed Elias si mise sulla difensiva tornando al proprio carattere freddo e distaccato.

-“Chi fa il capo?”- chiese disinteressato Senri, mentre i tre Hunter se ne stavano in silenzio a guardarsi negli occhi: quella combinazione sarebbe stata una vera e propria sfida.

Per il quarto gruppo fu Kaname a prendere la parola.

-“Quarto Gruppo: Derek; Rima; Daisy; Ashley; Joshua;”-

Questa volta, la direzione del gruppo fu contesa da Derek e Josh: entrambi troppo orgogliosi per farsi guidare ed entrambi troppo fighi per perdere il primato.

Daisy rise di gusto e cominciò a colloquiare con l’umana, visto e considerato che fosse l’unica disorientata dagli eventi ma perfettamente in grado di tenerli a bada.

Rima era stata introdotta nella conversazione, ma senza successo.

-“Bene, e per ultimo il quinto gruppo: Kain; Rosalie; Harry; Takuma; Zero.”-

Ancor prima che i due potessero parlare, Takuma aveva già preso il ruolo di leader.

Il direttore Cross guardò il tramonto con fare estasiato.

La seconda parte del tiro con l’arco stava per iniziare e loro, non sapevano di essere divenuti merce di divertimento per tutti i presenti.

 

*****

 

Cristine guardò Zero con fare estasiato: stavano aspettando i loro gruppi e chiacchierare con i quattro nuovi arrivati non dispiaceva.

Harry, uno di quei ragazzi da sogno con occhi mutevoli al tempo di varie tonalità di verde, spalle larghe simbolo di sicurezza e sorriso sempre sulle labbra, fatte per baciare, si era rivelato il più interessante della serata.

Rosalie era l’incarnato della dolcezza, un po’ come le normali Mary Sue, ma molto, molto meglio – così tanto – da portare una maschiaccia come Cris ad incuriosirsi.

Aveva pensato che fosse pacata, piagnucolona e indifesa, invece, sembrava essere tutt’altro: inarrestabile... e poi, appena arrivata, era stata protagonista di numerosissime gaffe!

-“Sono contenta di essere qui!”- aveva annuito a sé stessa Rosalie, guardando languidamente Harry, il quale aveva sorriso.

-“Io vi metterei sul prossimo aereo per scappare da qui!”- aprì bocca Zero, facendo spalancare gli occhi ad entrambi. –“E poi, chi non muore si rivede, vero, Tsukiko?”-

La risata di una ragazza risuonò nell’aria, mentre una chioma albina, simile a quella di Maria Kurenai, spuntò da un albero per penzolare come le esili braccia della ragazza.

-“Come hai fatto a trovarmi, Zero?!”- rise lei, facendo intuire ai due umani la propria natura.

-“Sei prevedibile, Tsu.”- sussurrò lui, andando a svegliare l’altra Sanguepuro addormentata su un giaciglio creata dalla stessa.

-“Oi!”- sbuffò Zero, scotendo la vampira dai dolci lineamenti e i capelli corvini, che ronfava  beatamente.-“Se arrivano sei fritta!”- aveva continuato poi.

Questa aprì gli occhi con fare pigro, guardò Zero, e tornò a dormire, come se fosse la cosa più naturale del mondo avere a che fare con lui.

-“Ehi! Ragazzina!”- gracchiò Zero, ma quella continuò a dormire.

Fu estenuante e provarono sia Cris che Tsukiko, finendo anche per arrabbiarsi ed essere trattenute dai due ragazzi.

-“Ci penso io!”- aveva sorriso Rosalie chiamando dolcemente Rosy, la quale – mugugnato un paio di volte – si era svegliata del tutto, stropicciandosi gli occhi e guardando male sia Tsukiko che Cristine.

-“Racchie!”- parlò loro con una voce cristallina, mentre quelle ringhiarono, imbufalite.

 

*****

 

La sera era calata, igruppi erano stati formati, i leader forse non ci sarebbero mai stati in alcuni gruppi e le prede erano pronte... mancavano solo le spiegazioni.

-“Allora! Le frecce che vi daremo all’interno dei feretri sono diverse da quelle normali, infatti, sono senza punta ma di pezza.”-

I ragazzi storsero il naso e Kaien Cross continuò. –“Perché dovrete colpirvi con le stesse, quindi, non vi lasceremo ammazzare per ovvi motivi!” – pigolò –“Ora, chi si ricorda quanti colori ci sono nello stemma delle Olimpiadi?!”-

-“Tsk, cinque.”- la risposta acida di Lien bloccò per un attimo il direttore.

-“Bene e per questo avrete le frecce di stoffa riempite con i cinque colori olimpici a definire ogni squadra: blu, primo gruppo. Giallo secondo gruppo. Nero terzo gruppo. Verde quarto gruppo. Rosso quinto gruppo!”- nel dire ciò. Peter e Sergej cominciarono a passare archi e frecce.

-“Vi serviranno per distinguere chi è “morto” da chi è “vivo!”-

Appena tutti furono armati, il direttore continuò. –“Nei vostri feretri ci sono cinque frecce a testa, mi sbaglio, forse?”- dissentirono. –“Bene perché ognuno di voi, può “uccidere” un membro delle altre squadre. Uno e uno soltanto, però...”-

Il direttore sorrise compiaciuto.

-“Ricordatevi di “uccidere” il bersaglio mobile! In tutto i bersagli mobili sono tre: Yuuki, Lynette e Rosette Licopoli una delle ultime ragazze del progetto di scambio, non la conoscete, quindi non scervellatevi, che dovranno essere protette ognuna da una delle cinque squadre. Questo sarà un dato segreto che sussurrerà il professore Sergej all’orecchio dei Leader. Mi raccomando, fate attenzione là fuori, mi sono permesso di fare scavare delle buche e trappole in ogni dove...!”-

Nives, infastidita dal troppo parlare, lo interruppe, mentre gli altri ringhiavano a bassa voce per le trappole. –“Le modalità di vittoria?!”- ringhiò.

-“Oh...!”- Kaien sorrise con fare ebete. –“Chi riesce a colpire uno dei bersagli con il maggior numero di membri, vince, oppure, per quelli che dovranno difendere il bersaglio, di non farlo colpire! La squadra che torna con una o entrambe le peculiarità, vince!”-

 -“E’ come se stesse permettendo di farci la guerra!”- gemette Ashley, percependo la carica omicida di Emma esplodere in pochissimi secondi. 

-“Guerra è sempre.”- ammise Derek, citando uno dei libri che piacevano tanto a Gabriele e che gli leggeva ad alta voce dopo una missione.

-“ E con certi individui, sarà molto dura farcela.”- ammise Daisy, mentre Josh guardava le condizioni di Rachel e Helene memorizzava quanti più volti possibili da abbattere in seguito.

Poi, come il giorno precedente il segno del via, fu dato da un fischietto e Sergej si avvicinò ai leader, partendo da Takuma;  Josh; Emma;Gabriele e Lien.

La risatina nervosa di Rachel squarciò l’aria, proprio nel momento esatto in cui cominciarono la caccia e Lien diceva loro che no, non erano loro a proteggere il bersaglio.

 

*****

 

Josh sbuffò, ravvivandosi la chioma rossa e correndo in direzione dell’odore della piccola Cross.

-“Se il mio intuito non sbaglia”- parlò Derek. –“saremo circondati non appena prenderemo Yuuki sotto custodia, l’umore di quella tizia si è acceso di un rosso troppo intenso per una guerra di colori!”-  

Daisy ridacchiò, portando Ashley sulle spalle, così da non rimanere indietro.

-“Le donne sanno essere perico..”- si gettò di colpo su Rima, per evitarle una caduta dolorosa, vista in anteprima grazie ai propri poteri: chi le era vicino o entrava in contatto con lei era legato al destino della Brasiliana.

-“In tempo.”- sussurrò Josh.

-“Bel placcaggio, Icy!”- disse Derek invece, facendo sorridere appena Rima, la quale con un’occhiata ringraziò la brasiliana.

Si rimisero alla ricerca di Yuuki subito dopo.

 

*****

 

Erano stati velocissimi a trovare Rosette, visto che era in compagnia di Rosalie, Harry e Zero e per questo, Takuma si preoccupava e non poco.

-“Cristine?”- la chiamò Kain, mentre lei sorrideva all’indirizzo del ramato.

-“Sarai nostro ostaggio!”- rise Harry, ilare, intuendo dove volessero andare a parare i vampiri grazie al linguaggio del corpo.

Cristine fece spallucce, attaccandosi al braccio di Zero – al quale venne consegnato arco e frecce.

Tsukiko si era inoltrata nella foresta precedentemente, alla ricerca del fratellastro.

 

*****

 

Emma tese l’arco e afferrò rapidamente una freccia: c’era qualcuno.

-“Cosa?”- chiese Kaito, con fare scostante, mentre Senri rimaneva impassibile e sulle sue e Elias provava a sondare i pensieri della persona in avvicinamento.

-“Non sparare, Emma.”- disse in fine con un sonoro sbuffo.-“E’ Tsukiko Hiou!”- aggiunse, tornando al muro di indifferenza e freddezza che aveva creato.

Questa, non appena fu fuori dalla chioma di un cespuglio, si gettò su Senri abbracciandolo e ridendo.

-“Ho saputo di Maria!”- sorrise in modo sincero e dolce, facendo desistere appena le difese di Senri. –“Mi spiace per il trambusto. Come te la passi, fratello?!-

-“Meno cazzate, si va a caccia!”- apostrofò la Kreutzer continuando a marciare.

Dire che fosse eccitata, sarebbe stata poca cosa.

 

*****

 

Lien aveva dato disposizioni ben precise: non perdere di vista il secondo gruppo, per nessuna ragione al mondo.

Sorrise in modo gelido, mentre vedeva il gigante correre in modo leggero, veloce e agile nella boscaglia, senza che creasse il minimo rumore.

Quell’Hunter deve essere pericoloso” ammise a se stessa, mentre con una rapida occhiata guardava la propria “truppa” nel seguire un membro specifico.

Anche intelligente.” Ammise ancora, notando la formazione a spina di pesce in cui si trovavano quelli del secondo gruppo: non si sarebbero impacciati nei movimenti e avrebbero potuto darsi man forte in pochi secondi. Geniale.

Lien tese l’arco, non appena Lynette fu in vista, mentre agilmente si muoveva fra gli alberi.

-“Questa cosa terminerà presto...”- sussurrò, scoccando la freccia con fredda calma.

Gabriele sentì un movimento diverso nell’aria e si girò spalancando gli occhi.

Non è possibile!” imprecò e accelerò il passo per mettersi in traiettoria, inutilmente.

Lynette sembrava non essersi accorta di nulla e urlare avrebbe attirato altri giocatori, quindi...

Lien sorrise in un moro di orgoglio verso se stessa.

Quello sparì non appena la ragazza evitò prontamente la freccia imbottita di blu.

-“Non sarà poi così facile...”- ammise ringhiando a denti stretti e facendo agli altri il verso per entrare in azione: nessuno comparì a quell’appello.

Gabriele inarcò appena le labbra in un sorriso, mentre Helene e Nives uscivano contemporaneamente da dei cespugli poco ammaccate mentre Rachel ne usciva da un altro, in compagnia di Luke.

Lien strabuzzò gli occhi e Gabriele sorrise sbieco, prendendo Lynette sulle spalle per continuare a correre al punto di incontro.

 

*****

 

Emma era una furia e Elias un cecchino silenzioso e scaltro: avevano quasi centrato Yuuki in pieno petto, se non fosse stato per Ashley – messasi nella traiettoria e colpita.

-“Tsk.”- sbuffò Emma, espirando una nuvola bianca di fumo.

Senri si era lasciato colpire da una freccia arancio, arrivata da non si sa bene dove.

Tsukiko, invece, era stata colpita da Rosalie.

Si rimisero in cammino e mandarono il segnale a Kaito.

Non sapevano che fosse stato appena “ucciso” da Anastasija – superstite miracolata all’imboscata del secondo gruppo, nella quale Luke aveva colpito Hanabusa– e che adesso mirasse proprio a Yuuki.

-“Bye...”- disse, scoccando la freccia e colpendo in pieno petto la moretta, sotto gli sguardi stupiti del quarto gruppo.

Daisy, rabbiosa, prese arco e freccia e colpì a sua volta Anastasija, che fu colpita da Kaito, colpito a sua volta da Gabriele, il quale sembrava euforico, visto che era inseguito da Lien.

-“Riunione di famiglia.”-

Soffiò Nives, facendo ridere appena Rachel, alle sue calcagna e con l’arco pronto a tirare.

Quando lo fece, Nives la evitò egregiamente, mentre la stessa, colpì in piena fronte Joshua, lasciandogli un’impronta blu.

Il vampiro arrossì di rabbia.

 

*****

 

Takuma si guardò intorno: loro erano già arrivati al traguardo, ma degli altri nessuna traccia;

Eppure l’alba è prossima allo spuntare.” Si disse.

Kain guardava con fare soprappensiero il panorama alle loro spalle e Zero, teneva compagnia a Cristine – sicuramente era il contrario.

Rosette dormiva beatamente sulle spalle di Harry, mentre Rosalie lo coccolava e veniva a sua volta coccolata – come meglio poteva -  dallo stesso.

Takuma allora si fece avanti e Rosette, detta meglio Rosy, fu adagiata sulle spalle del biondino, mentre i due parlottavano come una coppia affiatata.

-“State insieme?”- fu la domanda diretta e curiosa di Cristine, mentre Rosalie arrossiva fino alla punta dei capelli, abbassando gli occhi al suolo.

Harry invece mantenne il sorriso negando col capo;

-“Però state bene in-...”- Zero tappò la bocca alla ragazza.

-“Questa vampira parla troppo...”- sbuffò Zero, tornando alla propria maschera di indifferenza, mentre Cristine cercava di stapparsi le labbra: era curiosa.

 

*****

 

Appena l’orologio del direttore Cross segnò le sei in punto, suonò una tromba che fu amplificata da uno stereo gigantesco.

Inutile dire che in molti l’avrebbero ucciso.

Quando i commissari arrivarono al traguardo cominciarono a ridere in modo sguaiato:  erano tutti colorati dalla testa sino i piedi, tranne  Gabriele, Lynette, Nives – coperta più volte da Luke – Lien, Emma, Helene e tutto il quinto gruppo che tenevano in ostaggio Cristine come prigioniero di guerra.

Yagari e Sergej guardarono contemporaneamente la bionda e si stupirono di trovarla immacolata e con una quindicina di frecce – di vari colori – che le straripavano dal feretro.

Uno inarcò un sopracciglio, l’altro sorrise orgoglioso, mentre vedeva la propria allieva fumare in santa pace la pipa.

-“Al primo posto il quinto gruppo. Al secondo posto il secondo gruppo. Al terzo posto Lien e Emma, uniche superstiti dei loro gruppi che vanno premiate. Appuntamento fra due giorni, ragazzi.”-

Gabriele inarcò un sopracciglio visto e considerato che nemmeno questa volta si parlava di premiazione e seguì la massa, trasportando in braccio Derek, Rosette e Yuuki.

 

*****

 

Yagari sospirò davanti alla porta. –“Cos’altro avrà in mente, quello lì?!”-

Un presentimento cominciò a nascere nell’animo dell’Hunter non appena mise mano alla maniglia. Sorrise sbieco e, subito dopo l’aver fatto scattare la chiusura, spalancò la porta con un calcio: nulla.

Sospirò sollevato e socchiuse il proprio occhio, puntando nel bagno della camera.

Questa volta, non appena aprì la porta, un secchio di acqua ghiacciata gli cadde di sopra insieme a delle piume, poi.

-“KAIEN CROOOOOOOS!!!!”- urlò l’uomo, al limite della sopportazione.

Il diretto interessato poggiò il cannocchiale sulla propria scrivania e – guardato per un attimo il vuoto davanti a sé e... prese a piangere dalle risate.

 

 

Questo capitolo mi sembrava non volersi concludere più, nella mia testa!

Sono contenta di aver potuto dare il benvenuto ad altri sei personaggi nella storia!

*-* Mi sento euforica!

Anzi, mi spiace di non aver potuto aggiornare ieri, ma sono stata poco bene e oggi ho avuto lezione in conservatorio. *-*

Allora, che ne pensate? Spero vi siate divertiti.

Mi scuso anticipatamente se ci dovessero essere dei personaggi OOC, ma gestirli tutti insieme senza far schizzare fuori qualcuno è una lotta continua! xD

 

AVVISO IMPORTANTE:

 

- 1° ARGOMENTO:

A quanto pare l’amministrazione ha intenzione di non permettere più Round Robin a parte quelle che sono in corso;

PERO’, IO ho la soluzione. * risata malvagia tedesca*

 

Visto che è una storia a più mani, desidererei che scrivesse un capitolo special da inserire nella storia, sul vostro personaggio... ( ovviamente è per chi desidera farlo )

Appena lo scriverete, mandatemi un MSG  privato e vi manderò il mio indirizzo e-mail.

Potrete mandarmi il vostro capitolo Special per e-mal e io mi attiverò per postarlo specificando ovviamente di chi sia il capitolo e quando mi sia arrivato...

L’unica cosa che mi dispiace veramente, è di dovervi far fare tutti questi giri, però, oramai mi sono innamorata di questa storia e di questi personaggi, e non potrei troncarla, così, dal nulla, per un problema facilmente risolvibile.

 

- 2° ARGOMENTO:

Genitori e genitrici dei vostri personaggi: state attente a chi desiderate mettere al fianco del vostro personaggio... a meno che non vogliate che ci siano triangoli amorosi, dolorosi – inevitabilmente – per qualcuno/a.

Appunto per evitare questo, metterò qui di seguito una lista con le occupazioni dei vari personaggi.

 

- Zero Kiryuu con Cristine Leroy e Rosette Licopoli; ( ragazze datemi un consiglio su come muovermi in questa situazione, please! )

- Harry Gallagher con Rosalie McLane.  

- Hanabusa Aidou con Anastasija Romanova e Tsukiko Hiou  ( idem per voi il discorso di prima. )

- Luke e Nives nightwish.

- Gabriele Lopez e ..... ?

- Derek Reinari e ...?

- Yagari Toga con Emma Kreutzer.

- Peter Eisen con Ashley Harlow

- Kaien Cross con Lynette Perrin

- Elias Darsen con Sinne ( personaggio fuori dalla storia [ per adesso ] )

- Kaito Takamiya con Lien Wong

- Senri Shiki con Helen Bova.

- Kain Akastuki con Daisy Fernandes

- Joshua Takahashi con Rachel Scharwz

 

Per adesso queste sono le coppie;

Avverto: non accetterò personaggi che contengano cotte e/o ipotetiche relazioni con questi personaggi sentimentalmente ( in questa storia )  occupati.

State ben attenti.

 

- 3° ARGOMENTO:

Qui vi scriverò le nazionalità e città dei singoli vampiri, rinnovando gli avvisi a conquistare il mondo intero.

 

- Sergej Moranov: Ungheria.

- Rosette Licopoli: Greca / Crotone.  

- Harry Gallagher: Inglese / Holmes Chapel  ( paesino di Cheshire )

- Rosalie McLane: Irlandese / Mullingar.

- Tsukiko Hiou: Italiana / Torino.

- Derek Reinari: Tedesco / Vienna.

- Gabriele Lopez: Siciliano / Palermo.

- Nives Nightwish: Norvegese / Oslo.

- Luke ( Nightwish ): ( Norvegese / Oslo )

- Anastasija Romanova: Russia / Russa.

- Cristine Leroy: Francese / Parigi.

- Lynette Perrin: Belga / Belgio.

- Elias Darsen: Norvegia-Germania / ( non specificato )

- Daisy Fernandes: Brasiliana / Rio

- Lien Wong: Cinese / Shangai.

- Rachel Scharwz: Giapponese-Tedesca / Colonia.

- Joshua Takahashi: Giappone / Kyoto.

- Helene Bova: Greca / Atene.

- Ashley Harlow: Gallese / ( non specificato )

- Peter Eisen: Tedesco / Monaco di Baviera

- Emma Kreutzer: Russa / Stalingrado.

 
Spero ci siano tutti;

 
Avviso: non accetterò altri personaggi che dovessero essere presi dallo stesso paese o / o la stessa città di quelli già esistenti in questa storia.

Spero di essere stata chiara! :D

Comunque sia: sono aperta a ogni tipo di proposta!

Alla prossima! :D 

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Capitolo 5
*** Capitolo Extra - Lien Wong. ***


Extra



- Lien Wong -



Tsu Chang Mei
12-05-56
26-10-12
Resterai sempre nei nostri cuori




“Rimarrai per sempre nei nostri cuori” nei nostri fottutissimi cuori dannati.

Ricordo che lo pensai mentre le mie guance rosate si arrossavano per il gelido vento tagliente di quella serata d’autunno. 

Avevo gironzolato pigramente per tutto il cimitero, soffermandomi a leggere
qualche piccolo stralcio di incisione sulle tombe del piccolo e santo luogo.

I cimiteri per Vampiri erano piccoli e puliti, come un salottino.

Infondo,in Cina, non c’erano poi molti Vampiri, e il sistema governativo era retto da
alcune famiglie nobili che si curavano della sicurezza interna.

Tutto sommato, era un paese tranquillo, la Cina.

Un piccolo angolo di Mondo, fin troppo affollato, ma allo stesso tempo
dimenticato.

Mi sistemai la spessa sciarpa ci lana indiana, facendo passare un’estremità sopra la spalla.

Faceva abbastanza freddo, e il terreno era ricoperto di un fitto tappeto di foglie aranciate.

Sospirai.

Solo pochi raggi di luce dorata giungevano da Ovest.

La notte stava calando bruscamente.

“Meglio per me” pensai, lievemente seccata.

Mossi altri silenziosi passi sul lastricato, ben attenta a non sporcare le Calosce nuove.

Il tempo, ultimamente, era stato piuttosto capriccioso, perciò era piovuto molto. 

Finii la mia cupa e breve ronda di fronte alla tomba.

Il ‘La’ era diventato un Must negli ultimi tempi.

Mi raddrizzai il cappello, mentre un tirato sorriso mi solcava le labbra.

I funerali si erano svolti una settimana prima, sotto gli occhi attenti e severi di mio padre.

Non avevo versato una lacrima.

Non perché non volessi – e, in realtà, lo volevo con tutta me stessa – però mi ero autoimposta una rigida disciplina, che per nulla al mondo avrei voluto abbandonare.

Ma la verità era che Mei non c’era più.

E non c’era mondo senza Mei.

Perché Mei era sempre stata una specie di sorella maggiore, un Imput ad andare
avanti nelle situazioni quotidiane.

Ed ora, al suo posto, c’era solo la desolazione, la nebbia.

Niente dolore, niente lacrime.

Solo un senso di smarrimento crescente.

In realtà le mie lacrime erano finite già dal giorno il cui lei aveva lasciato il mio
mondo.

Mi accucciai sui talloni, facendo ben attenzione a non sporcare l’orno della gonna di pizzo.

« Ciao, Mei » pigolai ad occhi bassi, mentre le mie mani cercavano freneticamente di sradicare i fili d’erba giallastra accanto ai miei piedi.

Ovviamente non ricevetti risposta.

Ma cos’altro avrei potuto dire?

‘Ciao, Mei, mi spiace che tu sia morta’  oppure ‘Buon anniversario, cara! Sono sette giorni che stai sotto terra’ o ancora ‘Quando ti decidi a risorgere? Buddha non aspetta’.

« Sai, Mei » accarezzai distrattamente la superficie liscia della tomba, mentre alcune gocce di pioggia mi facevano rabbrividire «

Mamma dice che sto impazzendo »


Sorrisi, mentre le lacrime silenziose mi rigavano il volto.

Probabilmente, in quel momento, sembravo davvero pazza.

« Sai, vogliono trovarmi un marito » la pioggia si mescolava alle mie lacrime. Singhiozzai « Pensi che tornerai? Stiamo tutti male senza di te. »

Sentivo distintamente il ticchettio della pioggia scrosciante contro il cappuccio.

Mi mordicchiai il labbro.

« Io lo sapevo » mormorai « Sapevo già della tua morte. E’ colpa mia »

“Sono inutile” sarebbe sembrata una frase scontata.

E quello sarebbe stato un altro motivo per fare penitenza al tempio, appena ne avessi avuto l’opportunità.

Sentivo la gola riarsa dal sangue non bevuto.

Volevo stare a digiuno.

Ma stavo male, davvero male.

Attaccata alla tomba, una piccola immagine di Mei mi sorrideva cordiale.

Mi sorrideva.

Mi stava sorridendo ancora.

Con forza mollai un pugno contro la dura pietra della tomba.

Ansimai di dolore, mentre altre lacrime salate correvano sulle guance, lungo il collo, sotto i vestiti.

« Mei » mormorai, prima di incamminarmi nuovamente verso casa « ti voglio bene »

Quella, fu l’ultima volta che tornai alla tomba.




Questo è il capitolo Special di Lien_ incentrato sul personaggio di Lien Wong. 

Lein_ è stata così gentile da mandarmi il testo e alcuni dettagli come il Banner, Font del testo ( Georgia ) e altri dettagli. 

Grazie Lien_ ! 

Scusate per l'immenso ritardo nell'aggiornare anche con il capitolo, ma sono veramente impegnata tra prove concerti e scuola che quando torno a casa sono sfinita... e mi addormento sul portatile! xD 

Alla prossima! :D 

Kiss! 

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Capitolo 6
*** "Ottocento metri" con ostacolo. ***


Capitolo 4. "Ottocento metri" con ostacolo.

Capitolo 4.

Ottocento metri”con Ostacolo.

 

Di Rosette Licopoli si potevano dire molte cose: che dormisse molto, che fosse timida se costretta a qualcosa, viziata fino alla punta dei capelli, acida e capricciosa; però – quello che in pochi sapevano – era l’amore per i dolci e le varie ricette che amava inventare.

Infatti, sotto permesso del direttore – alquanto malridotto dopo lo scherzo a Yagari – aveva potuto usufruire della cucina della Day Class.

All’interno della Night Class non avevano bisogno di una cucina e, di mattina, quella parte di zona era deserta.

Quasi Rosy si esibì in un ballo euforico per la varietà degli attrezzi e per la dispensa straripante delle migliori leccornie.

Non esitò sulla soglia per più di cinque secondi e poi prese a cucinare seguendo l’istinto.

Tutti i partecipanti ai giochi erano assenti giustificati, infatti, Gabriele ed Harry, giunti nello stesso luogo della corvina, rimasero imbambolati a guardare l’allegria e la vitalità con cui si muoveva in mezzo ai fornelli.

-“Sembra buono!”- commentò ad un certo punto Derek, arrivato dopo trenta minuti, all’indirizzo della corvina, la quale sorrise sciogliendo sia la maschera di Gabriele che quella di Elias, arrivato anche lui in quel momento.

-“Volete? Li ho appena sfornati!”- gioì lei, posando sul tavolo una teglia di biscotti dalle varie forme e ciambelle al cioccolato da fare gola.

Harry compose un numero al cellulare e scrisse un messaggio;

nello stesso istante, Rosalie apparve davanti alla porta con due occhioni luminosi.

-“CIAMBELLE!”- esultò, abbracciando la Purosangue.

Rosy venne un po’ ammaccata, ma sgranò gli occhi, appena davanti alla soglia della cucina passò Zero Kiryuu.

Presa da un sentimento strambo, si alzò con la guancia impasticciata di cioccolato e lo chiamò suadentemente.

-“Mh?”- fece lui, voltandosi appena.

-“E-emh, dentro, io... ho preparato alcuni dolci! Ne...ne vorresti anche tu?”-

Zero inarcò un sopracciglio.

-“No, non mi piacciono i dolci.”- e aveva continuato a camminare, lasciando la Sanguepuro amareggiata.

*****

 

Hanabusa quel giorno aveva intenzione di dormire e rimanere rinchiuso in camera a rilassare e distendere i muscoli sforzati.

Sarebbe riuscito, come piano, se qualcosa di leggero e profumato non avesse cominciato ad introdursi nel letto.

In un primo momento non vi badò, ma poi, quando si ricordò di non aver invitato nessuna vampira a trascorrere la notte con lui, sussultò spalancando gli occhi per specchiarsi nitidamente in quelli rossicci della vampira sorridente.

-“Buongiorno!”- pigolò la voce allegra di Tsukiko Hiou mentre congiungeva le labbra rosee e poco carnose con quelle perfette e morbide di Hanabusa, prima di arrossire fino all’attaccatura dei capelli e scappare via spalancando la porta.

Anastasija vide la corvina uscire via in modo ilare dalla camera del biondo e spalancò gli occhi, irritata.

Poi sorrise, vedendo il biondo uscire dalla stanza con occhi spalancati mentre si guardava intorno.

-“Buongiorno, Aidou-kun, compagnia attiva?”- tastò terreno, mentre il ragazzo alzava le spalle e si apprestava a risponderle.

-“No, anche perché ieri Josh era così stanco che non ha organizzato nemmeno una bevuta a numero ristretto!”- i due ridacchiarono.

La ragazza dai capelli blu s’avvicinò al biondo – il quale era a torso nudo – e mostrò lui un blocco da disegno.

Al biondo si illuminarono gli occhi. –“Davvero?!”- capì l’invito della ragazza e lui rise, euforico già al mattino.

-“Vieni, entra!”- e la trascinò dentro, facendole cadere il cappellino a terra.

Meglio di così!”- si disse, aspettando che il biondo uscisse dalla doccia, mentre stringeva al petto il cuscino del biondo.

 

*****

 

Helene era annoiata.

La compagna di stanza russava –  non partecipava ai giochi – la musica era fuori discussione e... no, non poteva chiacchierare con la propria cameriera.

-“L’unica cosa...”- mormorò. -“E’ quella di uscire.”-

Prima di fare ciò, afferrò un tomo dall’antica copertina su cui svettava il nome “Odissea” e uscì fuori, cercando un posticino adatto ai propri bisogni.

Lo vide fuori: un albero non troppo alto, con rami forti e robusti dove la brezza sarebbe stata perfetta per leggere un Classico con la C maiuscola.

Sorrise e compì un leggero balzo.

Prima che si potesse rendere conto, fu seduta su Senri Shiki, sdraiato sullo stesso ramo e arrossì a causa della brutta figura.

-“Scusa, scendo su...”- fu interrotta.

-“C’è posto.”-

Il rosso si spostò appena, mentre la noia di Helene andava via via a scemare, sostituita da una curiosità strana.

-“Senri.”- parlò a bassa voce lo stesso. -“Senri Shiki.”-

Come scesa nuovamente sulla terra lei annuì. -“Helene Bova.”- 

-“Quindi sei Greca?”- disse in modo vago lo stesso, facendo riferimento alla toga che indossava.

Lei annuì, cominciando a leggere dal primo verso il Poema, sentendo delle scariche elettriche su per tutta la schiena.

 

*****

 

Daisy si stava davvero divertendo.

Se all’inizio l’aver conosciuto, baciato Kain ed esplorato un pezzo dei possedimenti di Kaien, con lo stesso, adesso, passeggiare con Takuma e Lien si stava tramutando in un panorama davvero diverso dal solito.

-“Quindi ti piace Kain...”- sorrise il biondo, facendola arrossire;

Lien arrossì leggermente ricordando Kaito.

Takuma sorrise ad entrambe, intuendo di aver toccato un ottimo argomento.

-“Tu lo conosci bene?!”-

-“Tu lo conosci Kai...?!”- mormorarono insieme le ragazze, facendolo ridere di cuore.

-“Diciamo che non è molto simpatico.”- si riferì a Kaito, mentre la ragazza annuiva. –“E diciamo che lo conosco da quando sono nato.”-

Daisy rise di gusto abbracciando Takuma mentre Lien inarcava un sopracciglio.

-“Non provarci con me.”- mormorò infatti, facendoli ridere in modo spensierato.

La risata si interruppe di colpo quando la figura di Kaito Takamiya, si fece più tangibile ai loro occhi.

Daisy ridacchiò dando una gomitata a Lien, la quale sbuffò facendo finta di non notarlo, e Takuma si avvicinò al rosso, in modo cordiale.

-“Buongiorno, ti serve qualcosa?”-

-“Mpfh!”- fu la risposta dell’ospite, mentre si sporgeva per guardare Lien.

-“Oi, per l’altro giorno, avrei dovuto farti cadere meglio al suolo.”- e se ne andò facendo spalancare gli occhi ai presenti.

-“Quella mi sapeva di scusa.”- fu il commento diretto di Daisy, mentre Lien tornava al dormitorio, rossa in viso.

Takuma e la ragazza presero a ridere con le lacrime agli occhi. –“Non è possibile!”- dicevano in modo frammentato.

Daisy si ricompose quando Kain li guardò con aria interrogativa.

-“Storia lunga.”- commentò il biondo, mentre Kain porgeva la Nikon a Daisy.

-“Kain mi farà fare un tuor dei possedimenti del babbeo!”-

Spiegò sbrigativa, mentre s’allontanavano alla vista di Takuma.

Lui sorrise scotendo il capo: quanti secoli si portava dietro quella Sanguepuro?

 

*****

 

Rachel si era trovata nel letto di Josh.

Si, con i pro e i contro del dormire con qualcuno: infatti il rosso la teneva stretta per il fianco e un braccio le faceva da cuscino, mentre il viso della ragazza s’incastrava perfettamente con l’incavo del collo del vampiro.

Quando cazzo..?

Sbarrò gli occhi nel notare lui a petto nudo e lei in pigiama, per fortuna.

Cominciò a respirare regolarmente e a rilassarsi, non trovando affatto male la posizione in cui erano messi.

Durò solo per quindici secondi dal risveglio: poi lo catapultò giù.

Josh si svegliò di soprassalto, a causa di un dolore sordo alla testa.

-“Mh?”- chiese, non capendo bene cosa avesse appena sbraitato la ragazza.

-“Cosa ci faccio nel tuo letto?!”-

Aveva ripetuto preda di una crisi e il ragazzo strabuzzò gli occhi malva, ritornando sul letto per prendere il volto di Rachel fra le mani.

-“Tranquilla, respira.”- mormorò. –“lentamente, respira.”- continuò.

Poi ad un tratto Rachel ricordò il motivo di quella visita da parte sua nella camera del rosso e guardò la lettera sul tavolo di vetro.

Era da parte di Alice ed era per tutti e due.

-“Oh, vedo che ci sei arrivata..”- sorrise il rosso con i capelli ricci in disordine ma che lo facevano brillare di più. –“Dormito bene?!”- rise poi, strappando un sorriso sbieco a Rachel.

-“Si.”- ammise, arrossendo: non gli era dispiaciuto affatto.

-“Io ho ancora sonno.”- marcò il concetto di “io”, Josh. –“Tu sei libera di andare.”-

Però, vista la posizione pronta ad accogliere una seconda persona fra le proprie braccia, Rachel abbozzò un sorriso, rimettendosi nella stessa posizione di prima.

-“Ehi...”- mormorò Josh.

-“Mh?”-

-“Posso baciarti?”- rise il rosso, stringendo meglio al petto Rachel;

Lei già dormiva.

 

*****

 

 

Nives e Luke sedevano compostamente nel tavolino.

Nell’aria si respirava un’aria abbastanza tesa, vista la presenza di Kaname al tavolo e quella di Cristine.

Luke avrebbe volentieri spaccato la faccia al giapponese.

-“Quindi, Nives...”- pronunciò Kaname, con una strana luce negli occhi. –“sicura di non volere il mio aiuto a ricordare?”-

La ragazza dai boccolosi capelli bianchi, sorrise in modo acido.

-“Cosa vorresti in cambio, mh? La testa di qualcuno in particolare?”-

Kaname inarcò un sopracciglio, mentre Luke stringeva i pugni e Cristine guardava la scena in modo interrogativo.

-“No, il mio era solo un...”- Kaname sorrise. –“Un modo gentile per offrirti aiuto.”-

La ragazza non rispose, rimanendo impassibile.

Poi, guardando con la coda degli occhi i pugni di Luke, s’alzò in piedi, facendolo scattare.

-“Noi per adesso ci ritiriamo.”- pronunciò sferzante, fulminando Kaname con gli occhi.

Cristine non venne nemmeno considerata. 

 

*****

 

Emma sbuffò una nuvola di fumo al cielo: quella missione era stata una noia mortale.

Ma era stata in coppia con Yagari e, per quello che ne era valsa, andava anche bene.

Si sdraiò sull’erba con l’intento di dormire un po’, visto la leggera brezza che non guastava e il sole nel pieno del suo “lavoro.”

Qualcosa attirò la propria attenzione.

-“Oh...”- sorrise in modo sbieco, gattonando come una felina fra i ciuffi dell’erba mentre guardava Peter Eisen, in compagnia di Yagari e Sergej, mentre spostavano oggetti di qua e di là.

Ciò che vide la fece sudare freddo: manette.

Non che fossero un problema per una che andava in giro a legare come salsicce chiunque, però, la funzione di quegli oggetti nella gara che vedeva scritta a caratteri cubitali su una lavagnetta, la fece sudare fredda.

Erano nei guai.

E per dirlo Emma Kreutzer, la cosa doveva sembrare alquanto inquietante.

 

*****

 

-“Si farà ammazzare, prima o poi!”- mormorò Lynette con poca verve, tamponando una delle svariate ferite che il direttore aveva ricevuto.

-“Fortuna che non aveva il fucile in quel momento!”- continuò, facendo ridacchiare l’uomo.

-“Emh...Lynette?”- pronunciò, ottenendo l’attenzione della ragazza. –“Non pensi di avere appena esagerato?- completò, facendo vedere le svariate fasciature in tutto il corpo dell’Hunter.

E pensare che aveva solo un livido in pieno volto e alcuni graffi sparsi.

La ragazza arrossì vistosamente. -“Dici?”- mormorò, continuando a fasciare la gamba dell’uomo, che per tutta risposta sorrise, rassegnato.

 

*****

 

Yuuki si guardò intorno: dov’era finita?

-“E-ecco...”- si guadò intorno, poggiando una mano sulla superficie liscia e nera della stanza. Era al buio.

-“K-kaname?”- tartagliò ancora, sinceramente spaventata.

Kaname non era in quel campetto. “Che sia in ritardo? “ pensò intimamente guardandosi ancora in torno, cercando di capire in quale parte del campetto si trovasse.

O almeno, il campetto non era più campetto: adesso vi era solo una scatola nera  sulla quale svettava una porta bianca.

La stessa porta che aveva oltrepassato precedentemente.

-“C’è... nessuno?”- sussurrò rivolta al nulla davanti a sé.

Improvvisamente la mano della castana – quella accostata al muro – fu inghiottita da una finestrella.

Yuuki urlò, spaventata, senza provare dolore.

Emma era rimasta intrappolata in quattro mura completamente nere.

-“Fanculo!”- gridò alla parete tirando l’ennesimo calcio alla parete.

Aveva notato i sorrisi soddisfatti dei tre uomini.

“Buon divertimento!” le aveva detto Yagari, prima di premere un pulsante rosso e far elevare quelle mura su tutto il perimetro dell’istituto.

-“Bastardo...”- asserì, camminando in avanti con una mano sulla parete liscia e nera per orientarsi meglio.

Sentì dei mugolii indistinti nella parete opposta e si fermò, riconoscendo la voce della bimbetta di Cross.

-“Ehi, calmati, adesso butto giù il mu...”- ma non appena poggiò la mano su quella parte di muro, la mano le venne risucchiata verso l’interno.

Le due ragazze sentirono qualcosa di freddo a richiudere i loro polsi e un suono metallico di... manette.

-“Cazzo!”- ringhiò Emma, mentre il muro che separava le due ragazze cominciò ad abbassarsi.

Emma vide la figlioletta di Kaien e, allibita, lasciò cadere lo sguardo sulle manette che le univano.

La terza prova, stava per cominciare e lei, partiva svantaggiata.

-“Bastardo! Cazzo...cazzo...”- ringhiò, cercando di controllarsi dall’uccidere la ragazzina, spaventata e tremolante.

 

*****

 

Erano stati riuniti con ventisette ore di anticipo del tempo stabilito.

Tutti quanti sbuffarono insieme e guardarono Toga Yagari, mentre questo aveva un sorrisino soddisfatto e compiaciuto da persona in pace.

-“Dov’è Emma?”- chiese Ashley, cercando la ragazza nella folla.

Ovviamente non la trovò e – dopo aver sospirato – aveva riportato l’attenzione su quel blocco nero che una volta era il campetto sportivo.

-“Josh, Rachel e Rima? Non vengono?”- gli altri scrollarono le spalle;

Mica erano costretti ad ogni gioco!

Guardò per alcuni secondi Peter Eisen e vide la stessa espressione di Yagari.

Rabbrividì, mentre ascoltava le modalità della nuova sfida.

-“Vista la degenza forzata di Kaien Cross, noi altri organizzatori, abbiamo pensato di andare subito al sodo con la quarta prova sportiva.”-

Sergej era quello con un cipiglio scuro in volto. –“Quindi adesso si illumineranno alcune porte e voi dovrete varcarle allo scuro di ciò che vi succederà...”-

-“All’interno, ci saranno degli accoppiamenti casuali e...”- Sergej sorrise in modo sospetto. –“Dovrete percorrere ottocento metri con l’ostacolo.”-

I ragazzi si guardarono in volto, cercando di capire a che cosa si riferisse.

Molti provarono a sondare i pensieri dell’uomo, ma non ottennero nulla.

Solo Derek sembrò tremare vivamente.

-“Ehi...”- chiese Harry toccando il braccio del ragazzo. -“Che succede?”-

Il biondo parve riprendersi e guardò con timore il viso di Harry, alzando il capo per raggiungere gli occhi smeraldini.

-“Quegli uomini sono sadicamente divertiti, hanno in serbo qualcosa di temibile e ardono dalla voglia di vedere gli eventi. È spaventoso!”- concluse.

Harry inarcò il sopracciglio e prese per mano Rosalie guardando fisso quel blocco.

Non era per nulla convinto.

Non era convinto per due motivi: il primo perché sapeva che Derek non stava assolutamente mentendo; il secondo perché anche i tre organizzatori con il copro mandavano chiari segnali di menzogna e divertimento intimo.

-“Harry?”- chiese Rosalie, guardandolo con occhi dolci e premurosi.

-“Carotina non ti preoccupare per me...”- sospirò sorridendo di cuore alla ragazza – la quale arrossì – per specchiarsi nei suoi occhi. –“Preoccupiamoci di loro.”- aggiunse.

“Carotina” annuì in modo spietato.

 

*****

 

Luke guardò la situazione con occhio critico: avevano varcato le porte singolarmente, non poteva tenere sotto controllo Nives – la quale non aveva fatto una piega – e il tempo a propria disposizione stava vorticosamente finendo.

Si, perché in quella prova, dovevano camminare per ottocento metri in un labirinto, senza far scattare l’allarme del cronometro al polso che andava ricaricato ogni quindici minuti nei vari gate sparsi a casaccio nel labirinto.

E a lui rimanevano cinque minuti. Doveva trovare un gate al più presto.

Quasi senza rendersene conto, poggiò la mano destra sul rispettivo muro per una questione di orientamento e, non appena compì dieci passi, la mano dello stesso fu risucchiata da una trappola.

Luke imprecò interiormente ricordando solo in quel momento della presenza di trappole.

Inarcò un sopracciglio sentendo qualcosa di freddo serrarglisi sul polso. 

Poi il muro si abbassò, mostrandogli la figura di Gabriele.

Entrambi i ragazzi inarcarono un sopracciglio: avrebbero dovuto collaborare.

 

*****

 

Helene aveva imprecato più e più volte contro i tre uomini.

Era ufficiale: si era persa.

Si era persa e non poteva completamente credere di essersi fatta incatenare con Shiki Senri, il quale sembrava tranquillo all’idea.

-“Quanto tempo..?”- chiese lui, controllando il timer.

-“Cinque minuti.”-

L’altro annuì, continuando a fare strada.

 

*****

 

Cristine trovava irritante la compagnia passiva di Zero.

-“Potresti metterci un po’ di entusiasmo!”- berciò, cercando di farlo, almeno, irritare.

Nulla: il ragazzo sembrava in pace.

-“Yuhuu!”- sbuffò passivamente l’albino e lei riempì le guance di aria con fare bambinesco.

“Se non fossimo incatenati insieme...”- la lampadina nella mente di Cristine si accese e prese a passare la mano libera sul muro: in pochi secondi la stessa fu risucchiata.

Sentì le imprecazioni crescenti di qualcuno dall’altro lato e rise di gusto, trovandosi

ammanettata con Hanabusa, il quale era ammanettato con Anastasija.

Zero ruotò gli occhi al cielo.

Anastasija sorrise alla situazione: in gruppo sarebbe stato più veloce e vivace.

Energicamente prese a passare la mano sul muro della propria mano libera e – non appena furono passati due secondi – la stessa trappola scattò per la propria mano.

Cinque secondi più tardi, la parete si aprì mostrando Derek ammanettato a Rosy, la quale dormiva beatamente sulla schiena del biondo.

-“Yo!”- disse salutando con il capo. –“Siamo un gruppo ben assortito, visto e considerato che abbiamo tutti le stesse emozioni.”-

Gli altri non dissero nulla, troppo presi a sbuffare sconsolati.

 

*****

 

Elias trovava la situazione deprimente.

Si era lasciato ammanettare da uno strano meccanismo, insieme a Lien Wong, mentre la stessa era ammanettata a Kaito Takamiya.

Nessuno dei tre era intenzionato a spiccicar parola.

-“Dannati...”- sentì un gorgoglio partire da Kaito e prima che potesse aggiungere qualche altro insulto, sentirono il rumore di un timer e delle urla.

Automaticamente si guardarono tutti il timer e capirono l’inghippo: se non avessero ripristinato i minuti sarebbe successo qualcosa – forse qualche trappola – che avrebbe trascinato le persone ammanettate... senza distinzioni.

Lien si fece avanti ed indicò la strada

Fu chiaro come il sole che aveva preso comando, ma, conoscendo le capacità della vampira, i due non dissero nulla, seguendola come automi: se ne dipendeva dei tre, era ok.

 

*****

 

Kain è un fenomeno!” pensò interiormente Daisy, mentre vedeva il ragazzo camminare in modo sicuro per i vari corridoi violacei, inscuriti dalle luci basse che non illuminavano mai la fine della strada.

Sorrise la brasiliana a se stessa: si era scelta lei il “pericolo” aiutandosi con i propri poteri nella ricerca del ramato.

La cosa non era sfuggita nemmeno a Kain e tutto sommato, non lo infastidiva per nulla: meglio una sanguepuro che un Hunter.

E poi – doveva ammettere – quella sanguepuro non era così male.

No, no, niente  a che vedere con quelli che aveva conosciuto fino a quel momento e non gli dispiaceva.

Non gli dispiaceva in tutti i sensi.

-“Aspetta, Kain.”- disse la diretta interessata, spostando i capelli sulla parte sinistra della spalla, lasciando scoperta la parte destra del collo.

Una parte invitante per chiunque.

-“Qui ci dovrebbe essere Takuma... ti spiace?”-

L’altro alzò le spalle e lei sorrise, poggiando la mano nel punto esatto sulla quale l’avrebbe poggiata Takuma.

-“Oh...”- disse non appena il muro divisorio si abbassò del tutto. –“Sei con Tsukiko?”-

Takuma annuì, sconsolato. –“Ci è rimasto poco tempo.”-

Kain alzò le spalle e indicò un corridoio davanti a loro. –“Muoviamoci, lì c’è un gate.”-

-“Kain, ci sono rimasti due minuti.”-

Kain inarcò un sopracciglio e prese a camminare ad un passo decisamente spedito – molto vicino alla corsa.

Non appena il gate fu in vista il timer di Tsukiko cominciò a suonare lentamente, segnando la quasi conclusa gara. 

-“No!”-

Kain prese a correre sul serio, seguito dal gruppo e a due centimetri dal gate, il timer di Takuma cominciò a suonare vistosamente insieme a quello di Tsukiko, facendo aprire una botola sotto i loro piedi.

La vampira cacciò un urlo, mentre veniva risucchiata, trascinandosi dietro tutti.

Compreso Kain, il quale tirava in avanti per raggiungere la ricarica.

Daisy guardò Kain con ammirazione e prese a tirare in avanti, aiutandolo e, non appena lo affiancò, spinse il ramato in avanti, che toccò il gate con l’intero palmo.

I loro timer si stabilizzarono e Tsukiko cadde a terra, spaventata, mentre Takuma gettava un sospiro di sollievo.

-“Grazie.”- pronunciarono in coro.

Kain non staccò subito il palmo gelando il tempo.

-“Ottocento metri con ostacolo, eh? “- sospirarono in coro, preparandosi per il prossimo gate.

 

******

 

Il precedente urlo era stato gettato a pieni polmoni da Lynette.

Aveva finito i minuti nel timer, essendosi persa fra i vicoli del labirinto, ed era stata risucchiata da una botola che era più uno scivolo, semmai.

-“Lynette, hai camminato per cinquecento metri.”-

Fu la voce gentile di Kaien a farle riaprire gli occhi e regolarizzare – appena – il respiro.

-“Cosa?”- nello stesso momento, da un diverso scivolo, caddero Harry, Rosalie e Ashley.

-“Settecentonovantacinque metri, salve, ragazzi!”- questa volta fu Sergej a parlare, muovendosi con una chiave in mano, per smanettarli.

I tre mugugnarono appena, visto che Harry stava schiacciando Rosalie e Ashley stava schiacciando Harry, per poi scoppiare a ridere.

-“Allora era così..?”- disse fra i singulti Harry, abbracciando appena Rosalie. –“Carotina e io che stavo pe...”-

Harry si bloccò, arrossendo leggermente sulle guance, mentre allontanava gentilmente Rosalie da sé: tutti li avevano guardati in modo malizioso e la ragazza non si era ritratta a quel tocco ma era arrossita in modo sospetto.

-“N-non è come...”-

-“Ceeerto!”- fecero tutti finta di credere loro.

Una sirena suonò, improvvisa.

-“Che succede?”- chiese Lynette, avvicinandosi a Kaien, mentre Peter trascinava Ashley vicino alla propria postazione.

I tre uomini sorrisero.

-“Più di tre coppie hanno superato i mille metri... secondo voi possiamo mandare Yagari e ridurre il tempo?”- disse Peter, facendo rabbrividire i presenti.

-“Guarda, il gruppo dove c’è Kiyuu è molto grande...”- continuò Sergej. –“E poi Emma ha superato il kilometro e mezzo!”- all’uomo brillarono gli occhi di orgoglio.

Cross pianse lacrime di gioia. –“La mia bambina... Yuukih!”- pigolò.

Inviarono l’ordine a Yagari di entrare in azione.

Gli orologi dei ragazzi da quindici minuti si ridussero a cinque.

Quello di Helene e Senri si azzerò e scivolarono al punto in cui vi erano già altri.

Il gruppo di Lien strabuzzò gli occhi e – per loro fortuna – riuscirono a ripristinare il tempo essendo vicini ad un gate.

Nives – rimasta felicemente sola – perse il tempo e cadde in un altro scivolo.

Luke si accorse della sconfitta temporale di Nives e chiese a Gabriele di poterla raggiungere.

Il ragazzo aveva scrollato le spalle e annuito; subito dopo scivolarono anche loro, sconfitti.

Gli ultimi arrivati avevano superato il traguardo di ottocento metri, però, i gruppi rimanenti avrebbero dovuto fare di più di Emma, per vincere.

Con questa considerazione, Yagari puntò direttamente sulla bionda, con il chiaro intento di farla fermare.

Emma sorrise percependo un brivido su per tutta la schiena mentre poggiava la mano sull’ennesimo gate.

Capì immediatamente.

-“Yuuki.”- sussurrò, sguainando Kioku.

Quella per tutta risposta sussultò. -“Si?”- rispose, incerta.

-“Hai presente le ragazzine innamorate, che non avvertono la presenza del loro “principe” –sputò fra i denti- fino a quando questo non si fa vedere?”-

Yuuki annuì, impaurita dall’aura di Emma.

Per tutta risposta qualcosa vibrò nell’aria e stridette contro la lama, cadendo a terra. –“Con me, dimenticatene; io sento, eccome!”- e cominciò a ridere, isterica.

Yuuki osservò con terrore la risatina di Emma divenire via via più acuta e di gusto.

-“Professore...”- sbottò poi, tornando seria. –“Non vorrà mica narcotizzarci, vero?”-

Yuuki si guardò intorno e sgranò gli occhi nel riconoscere il corvino con l’occhio bendato.

 

*****

 

-“Fermiamoci.”- tuonò ad un tratto Lien, facendo scandalizzare i due ragazzi.

-“Cosa?”- imprecò fra i denti Kaito, mentre Elias alzava le spalle, indifferente.

-“Ho detto, fermiamoci. Sordo o cosa?”- stuzzicò la corvina.

-“Non sono sordo. Sotto quale criterio vorresti fermarti?”-

-“Camminiamo da più di due ore, Kaito.”-

L’altro inarcò un sopracciglio, non capendo a cosa si riferisse.

-“Con il ritmo serrato che abbiamo mantenuto, gli ottocento metri sono solo un ricordo.”- si intromise Elias, sedendosi al suolo, seguito da Lien.

Kaito avrebbe voluto picchiare l’Hunter, ma – essendo l’unico in piedi – si sedette, silenzioso e sconfitto.

 

*****

 

Tsukiko insieme in Daisy aveva trovato una confidente, anche se la situazione non era delle migliori per parlare.

Daisy non la pensava allo stesso modo – visto che non aveva il tempo di esprimersi sui vari argomenti – che aveva accettato passivamente la cosa.

Kain e Takuma si erano accorti di stare girando intorno da troppo tempo.

-“Daisy?”- chiamò Takuma, strattonandole il polso unito.

-“Si, Takuma.?”- chiese, mentre Kain aggrottò le sopracciglia stupito dalla dolcezza con cui si rivolgeva al biondo.

-“Stiamo girando intorno.”- parlò fulmineamente il ramato, specchiandosi negli occhi giada – inscuriti a causa del buio – e dolci della sanguepuro.

Tsukiko sospirò e si sedette al suolo, facendo incrinare appena Takuma – legato con l’altro polso dalla manetta.

-“Sono sfinita.”- si lamentò appena.

Daisy la imitò e si sedette al suolo, facendo abbassare del tutto Takuma – costringendolo a sedersi – e incrinare Kain.

-“Cosa?”- chiese il biondino.

-“Aspetteremo che i timer suonino.”- annuì fiera Daisy, dell’idea di Tsukiko. –“Hai avuto una bellissima idea Tsu!”-

La corvina incrinò il capo e gli occhi appena rossicci si illuminarono di scetticismo. –“Io cosa..? Quando..?”- sussurrò, mentre i timer presero a suonare unanimemente.

-“Ci siamo!”- strillarono emozionate le ragazze – una per l’eccitazione di esplorare, l’altra per terrore – mentre venivano inghiottiti nel buio.

La prima cosa che videro non appena si resero conto di essersi fermati, furono delle stelle filanti e dei coriandoli gettati in loro onore.

-“Quasi un kilometro e mezzo!”- disse Peter. –“Complimenti!”- esultò il direttore. –“Ma Emma è al primo posto!”- osò Sergej e gli altri guardavano delle schermate che ritraevano i partecipanti.

Vennero liberati.

-“Quanti metri li stanziano?”- chiese Takuma, allegro.

Tsukiko osservò attentamente lo schermo, riconoscendo immediatamente Aidou attaccato alla Romanova.

-“Uff...”- sbuffò, non contenta di essere finita con Takuma.

Ad un certo punto il direttore si alzò in piedi, e puntò sul pannello di controllo diretto da Sergej.

Gli chiese gentilmente di alzarsi e – puntando le dita su due pulsanti alquanto sospetti – dichiarò concluso il quarto gioco.

-“Ed ora!”- trillò emozionato, premendo con foga i dieci tasti.-“che si chiuda il sipario!”-

Yagari sparò l’ultimo narcotico e sentì la scena raggelarsi.

Lo stesso valse per Emma – non per Yuuki, visto che aveva preso in pieno due narcotici – che con una degna stoccata della lama, deviò la traiettoria del dardo.

Si guardarono negli occhi sgranando gli stessi e poi caddero dentro gli scivoli, sorpresi.

La prima cosa che fece Emma non appena si rese conto della situazione, fu afferrare la lama e puntarla alla gola di Kaien Cross con lo sguardo pazzo di chi si è lasciato andare al potere di Kioku, per rincorrerlo.

-“Bastardo!”-

-“Ma... ma hai vintooooo-oh-oh”-

Le urla fecero volare uno stormo di corvi, osservati pigramente dagli occhi dei ragazzi, che non avrebbero mosso un dito per aiutarlo.

 

 

 

Ma ciao a tutti!

Ok, lo ammetto, sono in ritardo, però ho le mie buone ragioni.

*Tutti: che ce ne frega?!*

*Me: Vi prego, non odiatemi*

*gli lanciano dei pomodori.* 

......

........

..........

A parte gli scherzi ho partecipato a concorsi e concerti vari di medio prestigio.

Ho ( e sto ) affrontando alcuni problemi sentimentali che non mi permettono di concentrarmi al meglio sulla comicità delle situazioni e mi spiace per questo.

Davvero, se il capitolo non vi piace lo riscriverò da capo.

Avete capito in tutto questo parapiglia da cosa ho preso spunto?
No? Eh? Mhuahahahaha *risata russa*

Ho pensato solo di mettere in risalto alcune coppie, perché precedentemente per una cosa o per un’altra, venivano accennate e mai approfondite ( non che in questa occasione io abbia fatto di meglio, s’intende ) ma proprio non ci riesco senza versare qualche lacrimuccia.

Per amore della storia cercherò di dare il mio massimo, lo prometto!

Comunque sia, passiamo ad altro, che ve ne sembra come introduzione all’altletica?

Prometto che per gli altri giochi ci saranno delle risate pazzesche! xD

Ah, Carlos, i tuoi personaggi saranno presto inseriti, non preoccuparti li ho accettati ben volentieri... soprattutto il ragazzo ( <--- non ricorda il nome! ) che ha già preso vita nelle mie bozze... *-*
Mhuahahahah!
Anche la ragazza avrà una degna parte nella storia! xD

Come al solito sono aperta a pareri e robe varie e qui di seguito ho una domanda:

“Volete che la prossima sfida sia Decathlon o Eptathlon?”

Fatemi sapere! :D

Baci!

_Loveless_

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Capitolo 7
*** Special. Quando Nemmeno il Direttore Riesce a Sostenere i Vari Pestaggi Multipli! ***


Special. Quando Nemmeno il Direttore Riesce a Sostenere i Vari Pestaggi Multipli!

Special.

 Quando Nemmeno il Direttore Riesce a Sostenere i Vari Pestaggi Multipli!

 

Quella mattina Peter era di buon umore.

Aveva in mente di prendere Ashley per fare colazione insieme alla ragazza, visto la pausa indetta dal direttore per riprendersi dai precedenti pestaggi.

Ripensò alla sera precedente, in cui non aveva potuto spiare negli spogliatoi delle ragazza della Day Class e alzò le spalle.

Attraversò il grande giardino della Cross Academy, baciato dai raggi solari che riflettevano la bellezza dell’uomo e puntò gli occhi – per guardare qualcosa in generale – sulla finestra del primo piano, avendo notato dei movimenti.

Il buon umore di Peter Eisen andò a rincorrere qualcun altro, mentre vedeva Ashley di schiena con il capo leggermente alzato e Derek Reinari che aveva il capo chinato in avanti.

Dalla prospettiva del biondo sembrava essere l’atmosfera perfetta per un bacio.

Punto nel vivo e nell’orgoglio, al posto di irrompere nella situazione come era solito fare, girò i tacchi, giurando a se stesso di fargliela pagare.

-“L’ho tolto! Guarda che schifo!”-

Urlò tutto contento Derek Reinari, mentre toglieva dai capelli di Ashley Harlow un ragno di medie dimensioni, che avevano mandato in tilt la ragazza.

La ragazza non appena vide l’insetto emise un versetto stridulo e Derek lo lasciò cadere dalla finestra.

-“Ehi, quello non è Peter?”-

Mormorò facendo notare alla ragazza l’uomo.

Ashley inarcò un sopracciglio e ringraziò Derek, scattando per andare ad inseguire quello che gli sembrava un Peter nervoso.

Non le tornava qualcosa e l’istinto appoggiava la sensazione.

La cosa alquanto strana per Ahley, fu il non riuscire a trovarlo non appena arrivò in giardino.

-“Strano!”- e continuò a cercarlo, senza risultati per trenta minuti buoni.

Chissà che avrà!” pensò, trovando solo Kaito mentre andava a lezione.

 

 

*****

 

Rima e Takuma stavano giocando a scacchi, ascoltando – origliando sarebbe meglio dire – la conversazione fra Kaname e Nives Nightwish.

-“Non penso che sia una buona idea.”- commentò acido Kain facendo sussultare i due sulle sedie.

-“Co-cosa?”- chiese Takuma, cercando disperatamente con gli occhi un pretesto per smentire le non troppe svelate accuse del compagno.

Rima sembrò non accusare il colpo e ribaltò la situazione. –“Kain, sbaglio o i sei avvicinato per sentire meglio?”- disse infatti monocorde, facendo voltare lo sguardo al ramato.

-“Patetico.”- commentò Hanabusa, guardando con occhi colmi di rabbia Luke.

Luke sentì l’occhiata rabbiosa e non fece nulla per rispondere alla provocazione, ignorandolo del tutto: la cosa fece alterare ancora di più il biondino.

-“Ci sto.”- sbottò ad un tratto Nives, con uno spirito infervorato. -“Vediamo dove arrivi, Kaname.”-

Luke strinse le labbra e sopì un ringhio di rabbia.

Non disse nulla fino a quando Nives attraversò la soglia della propria camera.

-“Non penso che sia una scommessa accettabile, Nives-sama.”-

Nives sbuffò, leggermente infastidita dall’uscita di Luke.

-“Lo so.”- aggiunse lei, bloccando il flusso che sembrava uscire dalle labbra del moro. –“E’ pericoloso, però...”- gli artigli della vampira si allungarono fino a divenire lame sottilissime in cui si poté specchiare. –“Però sarà eccitante, vederti sottomettere quel damerino, Luke.”-

Il vampiro arrossì leggermente e Nives ritrasse gli artigli, circondando con le mani poi, il busto di Luke, socchiudendo gli occhi. –“Non preoccuparti, mh?”- s’affretto a finire.

Si staccò da lui e si sdraiò sul letto, senza impartire lui alcun ordine, facendogli intuire il proprio libero arbitrio.

 

*****

 

Rachel e Josh avevano letto la lettera di Alice e si erano dati appuntamento per risponderle insieme, così da evitare due buste e spreco di carta.

-“No, no! Joshua Takahashi, ti sembrano cose da scrivere?!”- sbraitò la ragazza, portandosi le mani ai capelli e lasciando cadere il foglio al suolo.

Josh rise mestamente e rivolse un’occhiata carica di divertimento alla schiena di Rachel.

-“Dai! Mica mia sorella si scandalizzerebbe!”-

Rachel abbassò il capo e alzò la mano per bloccare il rosso che – preso in contropiede – rimase immobile, guardando il respiro velocizzato della Rinnegata.

Poi, non appena smise di respirare affannosamente, Rachel cominciò a far ruotare la testa nella direzione del rosso, indemoniata.

-“Tu vorresti dire alla mia migliore amica, che grazie a lei abbiamo dormito insieme?”-

Sottolineò sguainando un pugnale e prendendo a rincorrere il rosso per tutto il dormitorio Luna.

Anastasija e Tsukiko – che avevano intercettato Aidou Hanabusa contemporaneamente, giù nella Hall – scansarono divertite il rosso che se la rideva alla grande, inseguito da Rachel rossa fino all’attaccatura dei capelli.

-“L’Amore gioca brutti scherzi.”- commentò Tsukiko.

In quel momento Helene uscì dalla camera di Shiki, con in mano un tomo enorme di letteratura giapponese e inarcò un sopracciglio.

-“Sarà..”- commentò asciutta, dirigendosi verso la biblioteca seguita dal rosso, che inarcò un angolo delle labbra, interessato.

Anastasija che fino a quel momento non aveva detto nulla, scoppiò a ridere nel capire quante coppie stessero andando a formarsi.

Poi, presa da un attacco di ispirazione artistica, rientrò in camera e afferrò l’occorrente per disegnare all’aperto, correndo a più non posso.

La cosa che sorprese gli occhi azzurri di Anastasija, fu quella di vedere Lien intenta a disegnare da un albero, mentre guardava di sottecchi il corpo fasciato in abiti scuri di Kaito Takamiya che stava facendo lezione nell’aula 56.

Stanza dell’Istituto scolastico, visibile dal dormitorio Luna.

Tenne la lingua perfettamente a freno, vista la concentrazione della corvina e la dolcezza dello sguardo con cui toccava il rosso con gli occhi. 

Preferì rimanere davvero in silenzio e trovò un nuovo soggetto per il proprio disegno.

 

*****

 

Gabriele storse il naso: Harry – detto Hazza – lo stava supplicando di cucinare, con la complice e muta presenza di Elias.

Non avrebbe detto no, ma nemmeno si sarebbe lasciato andare ad un sorridente e smagliante si.

Elias ridacchiò intercettando i pensieri del moro e Harry sorrise in modo beffardo.

A lui non servivano tutte quelle abilità particolari: aveva capito tutto dal linguaggio dei loro corpi e stava continuando quella giocosa scena per passare il tempo.

-“Insegnami a cucinare! Ti supplico!”- si mise in mezzo Lynette, trascinando anche lei il moro.

E – visto che la bionda aveva uno strano ascendente su “Golia” – quello sbuffò mettendosi un grembiule sui fianchi, un fazzoletto in testa e si lavò per bene le mani.

-“Bene...”- soffiò, guardando uno per uno i presenti. “Aprite le orecchie, perché non mi ripeterò.”- e si mise ai fornelli, seguito da Lynette sotto gli sguardi dei presenti.

 

*****

 

Zero si sentiva osservato.

Osservato da ben due paia di occhi e ogni tanto sentiva nell’aria uno stato di intensa tensione.

-“Allora..”- commentò Rosy, assumendo una posa tranquilla e prendendo a braccetto Zero per il braccio sinistro. -“Come vanno le cose, evre moscia?”-

Di tutta risposta Cristine arricciò il naso e continuò a stringersi al braccio destro di Zero, con fare innocente.

-“Zero, come mai ci siamo portati dietro i ghiri?”-

Seppur controvoglia quella stoccata stava facendo inarcare un angolo delle labbra dell’Albino.

Rosy non batté i piedi per principio: non l’avrebbe data vinta a Cris.

Ad un certo punto l’albino osservò attentamente le due ragazze e le loro braccia intrecciate alle proprie... -“Ridatemi le mie braccia!”- ringhiò poi, in modo mesto, notando le espressioni truci sui volti precedentemente serici delle ragazze.

-“Hai detto qualcosa, Zero?”- chiese Cris.

-“Ha detto esplicitamente che devi staccarti dal suo braccio, racchia!”-

Cristine mollò la presa dal braccio di Zero e le mise sui fianchi, divenendo rossa dalla rabbia, ma contenendosi. –“C.o.m.e.s.c.u.s.a?”- scandì piegandosi appena in avanti, per arrivare a guardare gli splendenti e lucenti occhi verdi di Rosy.

-“Anche sorda? Mia cara, non va proprio bene!”- la prese in giro. -“Ho detto che non ti vuole, racchia.”-

-“Puffa.”- sbottò Cris, facendo arrossire di rabbia la corvina.

-“Racchia!”- riprese Rosy.

-“Ah! È vecchia, aggiornati, tappa”- rimbeccò lei incrociando le braccia al petto e per dargli metà schiena all’avversaria.

Zero si defilò dalla discussione, repentino, andando a cercare gli ultimi arrivati.

Che non trovò, costringendolo a girare come una “scrummula” per tutto l’aeroporto.

E la definizione di “scrummula “ – a quanto aveva capito del dialetto Palermitano equivaleva a trottola - la stava personificando tutta.

 

 

*****

 

Emma era nello studio di Kaien Cross – pieno di lividi – che  fumava tranquillamente, stravaccata su una delle sedie per gli ospiti, con le gambe sopra la scrivania.

-“Allora?”- chiese, riservando delle occhiate serpentine e avvelenate a Sergej e Yagari, non fidandosi del tutto.

L‘unica persona che sembrava intimamente scombussolata e assente era Peter Eisen.

-“Ah..”- borbottò pigramente, cercando di capire cosa stesse tramando. –“Com’è che oggi non t’ho beccato a spiare negli spogliatoi delle ragazze?”-

L’uomo non le rispose e lei ignorò la cosa, annotandosi mentalmente l’anomalia.

-“Emma...”- parlò improvvisamente Kaien Cross, facendo vedere alla bionda un’espressione seria ed indecifrabile, che poche volte erano appartenute a quel viso.

Deglutì non per la paura, ma per l’assurdità della situazione.

-“Si?”- sbuffò, portando i piedi al suolo per sporgersi in avanti, lasciando che il seno prosperoso toccasse quasi il tavolino.

-“Ecco, vedi...”- Cross guardò uno per uno i presenti in sala e poi parlò ancora, con tono dubbioso.

Emma a quell’esitazione inarcò un sopracciglio. –“Cazzo, vuole arrivare al sodo?”-

-“Sei un maschio o una femmina?”- scoppiò improvvisamente, riassumendo la solita espressione ebete, di chi non ha nulla da fare e vuole infastidire qualcuno.

La ragazza urlò indemoniata ma poi – quando tutti pensavano che potesse far esplodere qualsiasi cosa nel raggio di chilometri – sorrise in modo sadico, afferrando la mano di Kaien e poggiandola sul seno sinistro.

-“Un uomo avrebbe questo?”- chiese e – facendo un po’ di pressione – aggiunse. –“Voi uomini siete fortunati se avete qualcosa, la sotto!”-

Dicendo questo, staccò la mano dal proprio seno e afferrò il polso dell’uomo, sbattendolo tutto sulla scrivania che si frantumò a causa della forza.

Non appena fu fuori, Sergej continuò a malmenare il Direttore, mentre Yagari se la rideva di gusto mormorando ogni tanto “Arancia meccanica” o “metallo pesante”.

 

*****

 

Kaien Cross non si era mai divertito tanto in vita propria.

Non era vero, aveva fatto anche di peggio... forse non era stato mai malmenato così prima d’ora ma, ehi, erano simpatici ed innocui incidenti di percorso!

Non appena riaprì gli occhi – neri e contusi dopo il pestaggio di Sergej – l’unica persona che non si era mossa di un millimetro era Peter.

-“Peftef...”- parlò, non riuscendo ad articolare bene la mascella. –“fosa fi fai anfora fuì?”- nel chiederlo, aveva afferrato un fazzoletto di stoffa, tamponandosi il naso gocciolante sangue.

Lo sguardo deciso di Peter mise addosso al direttore una strana foga;  come se avesse capito cosa passasse per la testa dell’uomo.

-“Vede...”-

E cominciò a parlare – Peter – con il chiaro e cristallino intento di dividere Derek da Ashley.

 

*****

 

Marianna Castaldi imprecò mentalmente.

Aveva fame, ma non sapeva completamente dove andare.

-“Maledetto taxi!!”- sbraitò e piantò un piede per terra, sollevando un quantitativo ingente di terriccio.

Lo stesso venne successivamente scaraventato via con una folata di vento impressionante e con il movimento semplice di due dita, riuscì a racimolare dell’acqua.

Imprecò ancora stracciando il biglietto dell’Alitalia fra le dita.

Nulla da fare, non aveva importanza il motivo ma... non sapeva completamente dove andare e i servizi di Messina rimanevano comunque i più scarsi!

Non che non fosse abbastanza in grado di arrivare ad una soluzione innovativa per arrivarvi – come era capitato anni addietro – magari utilizzando i propri poteri ma... anche volendo, l’ubicazione della Cross per lei rimaneva un mistero.

-“Perché se sono l’ospite devo camminare? Non potevano mandarmi qualcuno all’aereoporto? Dannata Cross! Arrrrgh! Ma che me l’ha fatto fare! E poi... Atchiu! Qui fa freddo! – sospirò sconsolata – voglio tornare a casa!”-

Piagnucolò, portandosi dietro l’orecchio un ciuffo liscio dal colore ramato, che ricadeva sugli occhi rossi e le ciglia lunghe e sensuali.

Si fermò per riprendere fiato – visto che si era smarrita in una specie di foresta – e si sorprese nel sentire un nitrito.

Si diede della stupida principalmente, però si meravigliò nel sentire l’odore concreto di un cavallo.

-“Impossibile!”- si stupì e – in meno di un battito di ciglia – raggiunse il luogo in cui aveva sentito il verso dell’animale.

Guardò davanti a sé e non vide nulla. -“Strano, non vedo nessun cavallo.”- mugugnò.

Troppo presa dai propri pensieri rimase con le mani sui fianchi e non appena si girò per riprendere il cammino, si scontrò contro il muso di un bellissimo cavallo, dal manto di un caldo marrone e soffice.

Il cavallo sbuffò un paio di volte e Marianna urlò appena a causa dello spavento.

-“Shhh, buono Alexander, buono.”-

Marianna riaprì gli occhi e si scontrò contro quelli scuri del cavallo – prima – e quelli blu scuro, di una ragazza minuta che montava sulla sella dall’animale.

Grazie alla vista raffinata, Marianna vide chiaramente una piccola cicatrice a destra della fronte, coperta per un pezzo dai capelli ribelli che non erano tenuti dall’elastico.

Portava una coda abbastanza alta che metteva in risalto il profilo elegante ed armonioso dell’umana.

Il corpo era appena muscoloso e Marianna lo notò quando questa scese da cavallo, tenendosi da un braccio solo come trampolino.

-“Scusalo, non voleva spaventarti.”-

-“Non fa nulla, davvero...”- poi la rossa mise una mano in avanti, desiderosa di conoscere quell’amazzone del ventunesimo secolo. -“Marianna Castoldi.”-

-“Allison Graham, piacere.”-

Le due ragazze si sorrisero ma ad un certo punto una terza mano andò a posarsi sulle loro, macabramente.

-“T-tu... dove diavolo eri andata a finire?!”- alle due ragazze – anche se Marianna era una vampira – venne un colpo, quando videro un ragazzo dai capelli argentei tutti davanti agli occhi, sudato, ansimante e con uno sguardo violetto ma omicida, da fare spavento.

Urlarono per due minuti buoni abbracciandosi – facendo venire l’emicrania a Zero.

Ucciderò Kaien Cross” si ritrovò a pensare mentre da lontano vedeva sia Rosy che Cris correre in modo velocissimo.

Marianna si accorse della cosa e – presa in braccio Allison – si spostò di lato.

-“Tre...”- prese a contare, vedendo le due figure sempre più vicine e l’espressione rassegnata dell’albino. -“Due...”- appena le labbra della ragazza – di un delizioso color rosa pesca – pronunciarono l’uno... l’albino era stato agguantato da due ragazze che per colpa della velocità, l’avevano fatto volare – letteralmente – via.

La cosa sorprendente – e che fece arrossire l’albino fin la radice dei capelli e la punta dei piedi – fu il disastroso impatto fra le labbra di Cristine e quelle di Zero.

 

******

 

Daisy aveva voglia di gironzolare per l’istituto.

Non aveva differenza se Da Class o Night Class – a proprio avviso – la distinzione fra vampiri e umani stava nella longevità di vita dei primi e la facile mortalità dei secondi e nella loro alimentazione...

Forse non tutti l’avrebbero pensata come lei, ma i secoli di vita che si trascinava dietro era abbastanza da comprendere a fondo il comportamento di ambedue le razze e questo le permetteva di muoversi come meglio l’aggradava.

-“E dimmi, carotina, tu ed Harry..?”- lasciò intenzionalmente la frase in sospeso, fotografando i vari giochi di luce che le nuvole creavano nel cielo.

Sorrise nascondendosi dietro la propria Nikon e captò l’implosione del cure della ragazza nella gabbia toracica.

-“Io ed...Harry, cosa?”- balbettò, abbastanza timidamente, giocando con una ciocca dei capelli.

Erano sedute sul terrazzo più alto della Cross Academy e ad entrambe andava a genio la presenza dell’altra.

Soprattutto perché Daisy aveva conosciuto Jake McLane durante il suo pellegrinaggio e aveva prestato lui asilo.

-“Tu ed Harry vi amate, no?”-

Sorrise quando l’umana arrossì violentemente e ridacchiò nel sentire il battito irregolare del cuore. –“Vuoi che il tuo cuore esca dalla gabbia toracica?”- scherzò.

S’immobilizzò incantata ed estasiata, quando un timido raggio di sole perforò la barriera della nuvole – bianche ma spesse – per illuminare lo spazio vicino all’irlandese e l’irlandese stessa.

Per una che amava imprigionare la bellezza della natura senza ferirla, quel fenomeno stava a significare “Immortala la mia bellezza eterna assieme a questa giovane umana.

E mai – per nessuna ragione – si sarebbe fatta sfuggire lo sguardo perso nel vuoto in modo dolce della ragazza- che faceva brillare gli occhi ambra e intagliati di verde -  la posizione totalmente rilassata, la mano destra a tenere ferma la ciocca rossiccia dello stesso lato, il raggio di sole che la illuminava e le conferivano una bellezza eterea risaltando la pelle d’alabastro e facendo divenire i capelli ricci arancio-rossicci di una tonalità molto simile al dorato ma leggermente più scura.

Quella era arte.

Il proprio modo per amare un po’ di più l’eternità.

Fece il primo scatto senza pensarci e senza chiamarla.

-“Ehi, Rosalie!”- chiamò e la ragazza parve riprendersi dai propri pensieri spalancando appena gli occhi e alzando le spalle; come se non s’aspettasse di essere chiamata.

Ovviamente anche quell’espressione fu immortalata.

-“Sorridi!”- disse e non appena Rosalie fece quanto chiestogli tutte le ansie di Daisy sulle condizioni dei ragazzi, del proprio casato, dei bambini umani di cui si occupava personalmente e accudiva – togliendoli dalle strade malfamate di Rio – svanirono.

-“Perfetta.”- si lasciò sfuggire in un sospiro mentre la ragazza le si avvicinava.

-“Posso?”- si riferì alla macchinetta e lei annuì, sfilandosi il laccio dal collo e passandola all’umana.

-“Potrei chiederti di farne ad Harry di nascosto?”- chiese la ragazza con fare serio, senza rendersi effettivamente conto di cosa avesse appena chiesto.

Daisy strabuzzò gli occhi e cominciò a ridere arrivando addirittura alle lacrime.

-“Ci-cio-cioè, non fraintendermi... io...”- ed arrossì nuovamente.

 

******

 

Lynette bussò alla porta della direzione con un vassoio fumante in mano.

Era pienamente soddisfatta e – anche se vi aveva impiegato quasi quindici ore – divertita.

Forse lo erano un po’ meno Harry, Elias, Derek, Yuuki, Ashley, Emma e Gabriele - soprattutto quest’ultimo – però si sarebbe fatta perdonare tutte le prove nocive e a prova di stomaci che aveva fatto per arrivare ad un piatto commestibile.

 

Lynette aveva sorriso apertamente e Gabriele aveva fatto una faccia alquanto perplessa, nel notare la cipolla – che andava solamente tagliata – appassita sulla tavola da cucina e le zucchine ridotte in poltiglia.

Lynette aveva sorriso anche quando Harry si era offerto di assaggiare per primo e quando lo vide ricercare dell’acqua o qualcosa per cancellare il saporaccio dalla bocca.

Lynette aveva sorriso ad Elias porgendogli qualcosa che somigliasse ad un dolce alla crema solamente esteticamente... dovette sorridere – Lynette – anche quando quest’ultimo mandò giù il contenuto per scappare ai servizi subito dopo.

Sorrise con meno convinzione non appena Ashley svenne assaggiando la zuppa di zucca.

Sorrise non appena Yuuki fu portata in infermeria con dolori atroci alla pancia a causa di una torta al limone.

E fece una faccia perplessa quando – durante la cottura di un cibo messicano di cui non ricordò mai il nome – mise mezza boccetta di pepe rosso.

Forse l’unica che riuscì a mandare già il contenuto di una propria ricetta era stata Emma – che non aveva mosso un dito e aveva mangiato anche con gusto – lamentandosi esclusivamente del fatto che fosse troppo liquido l’intruglio.

 

Si riscosse dai propri ricordi e guardò lo studio: era vuoto.

Inarcò un sopracciglio e puntò velocemente verso gli alloggi del direttore.

-“Direttore?”- si fermò davanti alla porta e bussò, suonando successivamente il campanello.

-“Lynette! Sali pure!”-

E lei inarcò un sopraciglio, notando solo dopo l’uomo affacciato alla finestra.

Automaticamente arrossì.

Non appena mise piede dentro la casa la notò perfettamente in ordine a sorrise: un uomo dai mille volti.

Volti che avrebbe voluto conoscere fino a conoscerne anche la più piccola increspatura.

-“Qual buon vento, Lynette cara?”-

Lynette aggrottò le sopracciglia e vide l’uomo contuso. -“Si farà uccidere! Chiede il suicidio, per caso?! Non le pensa a tutte le persone che le vogliono bene?”-

L’uomo per tutta risposta sorrise e fece accomodare la ragazza davanti a sé, facendola arrossire.

-“Spero le piaccia!”- mormorò anche, scoprendo il piatto e facendo vedere qualcosa che somigliava a del riso.

L’aspetto non prometteva nulla di buono, notò anche Kaien, ma non disse nulla cominciando a mangiare.

-“Buon appetito!”- sorrise il direttore e – anche se non era poi così buono – mangiò tutto, solo per veder sorridere in modo raggiante Lynette.

 

******

 

Yagari fumava tranquillamente una sigaretta, appoggiato contro una colonna gotica.

Teneva gli occhi chiusi e non accennava al minimo movimento, lasciando che il vento gli scompigliasse i capelli.

Era calmo da quando Kaien aveva interrotto i giochi grazie ad Emma, Peter e precedentemente da altri – lui incluso.

Non un rumore interrompeva quella quiete così anelata.

Il Nulla assoluto.

Ci voleva!” pensò spegnendo il mozzicone e gettandolo al suolo. “...davvero!” pensò ancora.

Però... non appena si staccò dalla colona percorrendo a ritroso il percorso per tornare alle lezioni notturne per i vampiri, si ritrovò schiacciato contro il pavimento.

-“Ma che cazz-..!”-

-“Questa è la Cross Academy?”-

Chiese una voce alquanto roca e sofferente, mentre Yagari si rendeva conto che quella era una delle mosse del judo, in cui uno dei bracci era tirato verso l’aggressore, l’altro torso dietro la schiena e un ginocchio lo bloccava pesantemente al suolo.

-“Si.”- disse monocorde Yagari, mentre sentiva la presa ferrea allentarsi.

-“Menomale, sono giorni che cammino...l’allenamento è finito...”- e Yagari fu libero per alcuni secondi.

Giusto il tempo per prendere una boccata di respiro, che il corpo non troppo pesante di un ragazzo, gli pressasse pesantemente sulla schiena, svenuto.

-“Yagari-sensei?”-

E certo avrebbe preferito che a trovarlo fosse stato Gabriele Lopez – visto che era uno che la lingua la teneva a freno per natura – oppure Elias Darsen, ma fato volle che fosse proprio Derek Reinari a vederlo in quella situazione, accompagnato da Emma.

E proprio quella commentò portandosi alla bocca la pipa.

-“La vecchiaia gioca brutti scherzi, vero, Yagari-sensei?”-

Il biondo si trattenne dal ridere mentre spostava il corpo del giovane ragazzo sulle spalle, mentre Emma rideva sguaiatamente senza aiutare l’uomo.

-“Sempre di buon umore, Arancia Meccanica?”- scimmiottò con lo stesso tono, guardando in viso chi gli avesse fatto fare quella magra figura.

-“Park Ma-Huo, nipote di Isshin Takahata e figlio di Wo Ma-Huo... figo, non pensavo che il principino della lotta fosse diretto alla Cross...”- commentò solamente Emma, girandosi sugli anfibi con in bocca la pipa e una faccia soddisfatta da stregatto.

-“TSK”-

-“Yagari-sensei?”- chiese Derek, mettendosi meglio il ragazzo sulle spalle. –“Dove lo portiamo?”- e Yagari scrollò le spalle prendendo a camminare verso l’infermieria.

-“Non una parola, intesi?”- ringhiò non appena metabolizzò la cosa e il biondo annuì, divertito, notando l’aura imbarazzata e arrabbiata al contempo, bruciare come fuochi ardenti.

-“Come desidera.”-

 

 

Ok, dopo quasi due settimane mi sono decisa a pubblicare! *si nasconde*

Ahem!

Visto che avevo voglia di interrompere per un po’ – dopo i continui massacri all’indirizzo di Kaien Cross che sono continuati anche qui! LOL – anche per introdurre due nuovi personaggi che a mio avviso e nella mia mente ne combineranno di tutti i colori!

Peter Eisen: Signori!

Loveless: E tu che vuoi?! O.o  

Peter: Lasciami parlare!

Loveless: Ok... u.ò

Peter: in seguito ad una vista poco piacevole, ho proposto un evento imbarazzante ai vostri personaggi.

Tutti i personaggi: Bast*Bip* come hai potuto?!

Peter: *scrolla spalle con nonchalance* spero che quella mente bacata dell’autrice riesca a buttare giù l’idea prima che muoia di vecchiaia.

*Tutti guardano l’autrice con una mantellina sulle spalle, i piedi a mollo nell’acqua calda e una tazza di camomilla in mano*

Loveless: Che avete da guardare? u////u

Peter+Altri: *Facepalm*

Kaien Cross: Peter! Peter! *lo chiama con brillantini e in mano qualcosa di stoffa rosa confetto* Questo modello secondo te è ok?

Peter: *guarda il pezzo di stoffa ridacchiando con Sergej e Yagari* PEFETTO!

Tutti i personaggi maschili: quello è un ... *scappano a gambe levate*

Tutti i personaggi femminili: *ridacchiano*

Emma: io piuttosto mi faccio scorticare viva da un vampiro. *fuma pipa*

Daisy: non è male il modello... *ridacchia guardando Kain che cerca di fare l’indifferente*

Ruka: quei cosi così piccoli... *guarda Kaname*

Anastasija: gli distruggeranno i genitali! *guarda Hana-bum-bum con occhi adoranti*

Nives: *guarda Luke*

Luke: *guarda Nives e poi Kaname* la prego, mi dica che non è quello che penso.

Nives: *sorride serafica* va mio prode, distruggi Kaname Kuran con la grazia! *sguardo acceso di aspettative*

Luke: *T.T* come desidera.

Kaname: *tremola* sono stato fregato da una...*guarda Nives* D’HO! *alla Homer Simpson con lo stile moscio del Purosangue*

Yuuki: *meravigliata* Kaname! Guardi anche tu i Simpson?! 8D

Zero: Pff...i simpson... Pff *evita di scoppiare a ridere ma lo fa in faccia al sanguepuro*

Kaname: *guarda in modo truce Zero* insieme a Shiki quando eravamo piccoli. U.U”

Shiki: *indifferente*

Helene: interessante...

Shiki: *nella testa: D’HO!*

Loveless: COMUNQUE! SPERO CHE VI SIA PIACIUTO! *anf-anf* ci vediamo al prossimo capitolo!

Ah! E ci tengo proprio a dare il benvenuto a Cedes che è nuova del gruppo!

Un abbraccio miei cari!

Tutti: adesso fa la sofisticata! -____-“

Cristine: ho baciato ... *O*

Rosy: Grrrrr!

Loveless: *schacciata fra le due ragazze che litigano* Nh! Alla prossima! *si gira verso le vampire* Lasciatemiiiiiiiiiiiiii respirareeeeee! >__<

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Capitolo 8
*** Capitolo Extra - Ashley ***


Extra

 

- Ashley “Shezka” Harlow.-


 

Il lunedì mattina, nella piccola sede di Radio Roket, si teneva la solita riunione settimanale per decidere il palinsesto.
Malgrado fosse poco più di una emittente locale era molto seguita, soprattutto tra i teenager, ospitando spesso artisti emergenti della scena londinese in procinto di esplodere, o magari qualche superdivo in vena di buone intenzioni che si offriva di concedere un’intervista.
La radio, che aveva sede in un piccolo appartamento vicino a Bayswater, era stata fondata alcuni anni prima da Rick Hosting, una leggenda del rock inglese che uscito di scena prematuramente per una brutta storia di droga si era inventato una nuova carriera restando sempre nell’ambito della musica.
In tutto aveva poco più di una decina di dipendenti; tra questi Philip Grisham, lo speaker ufficiale, la giovane fidanzata di questi Linda Hastings, il tecnico del suono Richard Trapp, cinquantenne amico di vecchia data di Rick, e per finire Joe Stirling, il responsabile della parte burocratica e amministrativa.
Erano loro cinque a presenziare sempre alle riunioni, che si tenevano nell’unica saletta del condominio abbastanza grande da ospitare un piccolo tavolo da congressi.
«Allora, è tutto sistemato.» disse Rick guardando il foglio scribacchiato e ricorretto che riportava la scaletta della settimana
«Manca solo l’intervista del venerdì mattina.» disse Richard scorrendo a sua volta il proprio
«A questo proposito» disse Jose, che era quello che di solito procurava gli artisti «Big Pie è saltato.»
«Che cosa!?» esclamò Rick
«L’ho saputo questa mattina dai giornali. Si è vinto due settimane di cella per aver cambiato i connotati al cameriere di un hotel di Liverpool.»
«Ma porcaccia miseria! Anche questa ci voleva! L’intervista del venerdì è il programma che fa il maggior numero di ascolti! Dove lo troviamo adesso qualcun altro che possa reggere il confronto con Big Pie?» poi il capo bofonchiò tra sé «Che ci troveranno di bello poi nei rapper strafatti e cocainomani come quello poi non lo capirò mai.»
«Forse ho io la soluzione.» intervenne Linda
«Sarebbe?»
«Ho avuto una dritta da mia sorella che studia all’università. Pare che quest’anno, alla facoltà di Fisica dove studia anche lei, sia comparsa nientemeno che Shezka».
Nel sentire quel nome, tutti saltarono sulle sedie.
«Ho capito bene!?» disse Richard «Intendi quella Shezka!?»
«Proprio lei. Ashley Harlow, per tutti Shezka.»
«Ma Shezka è fuori dalle scene da anni, ormai.» osservò Joe
«E cosa te ne importa? Ancora oggi fan e ammiratori non le mancano di certo. Prima nella classifica nazionale esordienti per sei mesi di fila, e nei primi quindici posti a livello mondiale tra i professionisti per due anni consecutivi.»
«E i sei milioni di download da itunes dove li metti?» disse Richard
«E tutto con un solo disco. Ormai sono due anni che è sparita, ma è come se non se ne fosse mai andata».
Rick ci pensò un momento, ma non che ci fosse tanto da decidere.
«Puoi convincerla a concedere un’intervista?»
«Sì, credo. Mia sorella se l’è fatta amica, quindi…»
«Ottimo! Voglio copertura pubblicitaria ininterrotta ventiquattro ore su ventiquattro. Devono saperlo fino a Glasgow che venerdì mattina lei sarà qui alla nostra radio. Tu Joe, tieniti pronto al telefono. Appena la notizia si spargerà, gli sponsor arriveranno come la pioggia in autunno.
Avanti allora, facciamo tesoro di questa occasione».

Ashley erano anni che non rimetteva piede in uno studio radiofonico.
Dopo aver inciso il suo primo ed unico album era scomparsa dalla circolazione, così come si era ripromessa di fare, apparentemente indifferente al putiferio e all’euforia generale che era riuscita a scatenare tra i giovanissimi e gli adolescenti.
Forse era per via del suo essere una ragazza molto sveglia, intelligente, con la testa sulle spalle, forse per quella sua aria acqua e sapone che accendeva i sogni dei ragazzi e allo stesso tempo suscitava rispetto e ammirazione nelle ragazze, o forse quella sua voce particolare, così forte ma gentile allo stesso tempo, che aveva catturato i cuori e i pensieri di milioni di persone propagandosi come un’onda in tutto il mondo grazie alla rete.
Con i soli proventi della vendita dei cd e dei download da internet aveva ricavato abbastanza da potersi pagare l’iscrizione all’università e tutto il primo anno di studi, ma non accontentandosi, e abituata a com’era a rimboccarsi le maniche, per arrotondare alternava le lezioni all’impiego part-time in una tavola calda vicino al convitto dove alloggiava.
Anche se aveva voluto chiudere con la vita della cantante, che non sentiva adatta a sé, dopo una sola esperienza, seppure così travolgente, aveva tenuto i contatti con molti amici di quel periodo, tra i quali il suo agente e produttore, Oliver Orwell: era stato lui a convincerla a rilasciare quell’intervista, un po’ perché gli mancava lavorare insieme a lei, un po’ per dare una bella accelerata alla sua carriera, che dopo l’esperienza come agente di Shezka era praticamente decollata.
I due si incontrarono davanti alla sede di Radio Roket, entrando prudentemente dal retro per evitare la folla disumana di reporter e curiosi che aveva letteralmente invaso l’ingresso principale, e nell’attesa di iniziare era stato loro offerto un tè.
«Però, che nostalgia.» commentò Ashley guardandosi attorno «Devo ammettere che un po’ mi manca.»
«Se vuoi ricominciare, non c’è problema.» le disse scherzosamente Oliver
«Non scherzare.» rispose lei divertita «Ormai è una storia chiusa.»
«Peccato».
Dopo poco iniziò l’intervista, condotta come al solito da Philip Grisham; in cabina di regia, oltre a Richard, c’era anche lo stesso Rick, ansioso come non mai, al punto da essersi già fumato mezzo pacchetto di sigarette ancora prima di iniziare.
Ashley era nervosa, e continuava a strusciarsi le mani e a sistemarsi la cuffia; anche per questo, dopo quella prima esperienza, non aveva più voluto saperne di interviste e programmi televisivi o radiofonici, e ancora si domandava come avesse fatto a lasciarsi convincere.
«Ragazzi e Ragazze di Londra!» esclamò Philip appena ricevette il via alla trasmissione «Questa è Radio Roket, la radio del momento. È giunto finalmente il giorno che tutti aspettavate. Oggi abbiamo con noi l’idolo indiscusso dei teenager, che ritorna sulla scena dopo due anni di anonimato!
Ragazzi e ragazze, ho il piacere di avere qui accanto a me Shezka! Saluta i tuoi ammiratori.»
«Salve.» rispose lei molto garbatamente, e anche un po’ intimidita
«Allora, Shekza. Questa è la tua prima intervista dopo tanto tempo. Come mai questa tua lunga assenza dalla scena pubblica?»
«Io avevo deciso che il mio disco sarebbe stato la mia unica esperienza nel mondo della musica. Il mio sogno era di dedicarmi alla fisica, così dopo aver inciso il disco sono voluta tornare subito a studiare.
Per me è stata solo un’esperienza passeggera, anche se molto bella.»
«Ecco, parlando di Romantic Swordman. Qualcuno lo ha definito il brano di questo secolo, infatti è molto apprezzato e ascoltato in tutto il mondo, ed è tuttora tra i più cliccati di internet.
C’è chi dice che il merito sia della tua voce. Come mai è così particolare?»
«Non saprei. Però, quando ero piccola, mi piaceva recitare, e cercavo sempre di imitare i personaggi dei cartoni che guardavo alla televisione. Forse è per questo che la mia voce è così.. strana.»
«Più che strana, io direi che è molto caratteristica. Gentile e forte al tempo stesso. E non è affatto forzata o ricercata. Forse è proprio per questo che ha catturato così tanto l’attenzione.
Ma parlaci un po’ della tua famiglia. Che lavoro fanno i tuoi genitori?»
«I miei genitori lavorano entrambi all’estero. Mio padre è ufficiale della RAF di stanza alla Falkland, mia madre invece lavora per il ministero degli esteri ed è sempre in Estremo Oriente.»
«Capisco. Quindi sei cresciuta da sola?»
«Ho vissuto molto coi miei nonni, a Swansea, in Galles. Però i miei genitori sono sempre stati molto presenti. Tornavano da me ogni volta che potevano, e non mi hanno mai fatto mancare il loro affetto.»
«Adesso ti sei trasferita a Londra per studiare all’università?»
«Sì, è così. Sono venuta con una mia amica. Siamo sempre andate a scuola insieme, anche se lei ora si è iscritta a medicina.»
«Sei fidanzata?»
«Ancora no.» rispose Ashley con un leggero imbarazzo
«Capisco. Non hai ancora trovato l’anima gemella. E oltre alla musica, hai qualche altra passione?»
«Mi piace leggere. Ho sempre letto in vita mia.»
«E che cosa leggi? Noir? Fantasy?»
«Gialli.»
«Un po’ insolito per una ragazza. Senza offesa, ovviamente. Il tuo autore preferito?»
«Agatha Christie. A sei anni vidi per la prima volta Assassinio sull’Orient Express, e rimasi affascinata da Poirot. Da quella volta, ho letto e riletto tutti i libri su di lui».
L’intervista andò avanti ancora per un po’, e quando non era ancora a metà la radio aveva già totalizzato gli indici di ascolto più alti di tutta la sua storia. Rick era al settimo cielo.
«Potremmo convincerla a farlo anche domani.» disse ad un certo punto a Linda, che assisteva a sua volta
«Ma domani c’è l’intervista con i Latinos. Abbiamo già il contratto, e…»
«E chissenefrega! Stracciatelo! Li hai visti gli indici? Neanche con lo speciale sulla morte di Michael Jackson abbiamo mai fatto simili ascolti. Non ci lasceremo sfuggire questa occasione».
La proposta fu portata ad Oscar prima ancora che finisse l’intervista, il quale a sua volta la girò ad Ashley appena fu uscita dalla sala di registrazione. La ragazza non era per niente convinta, tutt’altro, ma di fronte alle richieste pressanti del suo ex agente alla fine si lasciò convincere.
«Domani il direttore non ci sarà.» disse Linda accompagnandoli alla porta «Và in trasferta a Manchester.»
«Tifoso del Chelsea?» domandò scherzosamente Ashley
«Diciamo pure malato. Ogni volta che il Chelsea gioca fuori casa passa il venerdì notte a lavorare fino a tardi per sbrigare tutte le questioni e potersi concedere l’intero weekend fuori città.
Che volete farci. Malati del calcio.»
«Non si preoccupi. Mio zio Alex è tale e quale a lui.»
«Allora, a domani.»
«A domani, arrivederci.» rispose Oscar mentre lui ed Ashley uscivano.

Tutti i giovedì mattina, nel palazzo sede di Radio Roket, era in funzione un servizio di lavavetri che settimanalmente provvedeva a tirare a lucido tutte le finestre e le vetrate che davano sulla strada.
Purtroppo, il tempo in autunno poteva essere davvero impietoso per la capitale inglese, e se capitavano dei giorni in cui la pioggia non smetteva un momento di cadere l’unica cosa da fare era aspettare l’unico giorno buono, che poteva arrivare in qualunque momento.
Per sfortuna di Hibraim, figlio di immigrati iracheni che lavorava part-time per pagarsi gli studi universitari, quella settimana il giorno in questione era venuto proprio di sabato; non era obbligato ad andare, visto che il suo contratto non lo prevedeva, ma un po’ di soldi più, con l’aggiunta di un bell’extra per lo straordinario, valevano bene qualche ora di fatica.
Il ragazzo arrivò di prima mattina, desideroso più che mai di fare in fretta e andarsene per i fatti suoi, e veloce come più poteva prese a tirare a lucido tutti i vetri del palazzo alla sua solita maniera, dal basso verso l’alto e da sinistra verso destra; in tutto, venti tra finestre, vetrate ed abbaini.
Verso le nove, quando anche gli ultimi impiegati di Radio Roket e degli altri uffici che si trovavano nel palazzo erano ormai entrati in servizio da un pezzo, Hibraim raggiunse la quarta finestra della terza fila, quella dell’ufficio di Rick Hosting, trovandolo come al solito già seduto alla sua scrivania.
«Mattiniero come sempre, signor Hosting.» disse, sapendo che i vetri non erano abbastanza spessi da coprire la sua voce.
Ma il signor Hosting non rispose, seguitando a dargli le spalle stravaccato sulla poltrona.
«Signor Hosting?».
Hibraim pensò che la cosa fosse molto strana; primo, il signor Hosting gli aveva sempre risposto quando lui lo aveva salutato, secondo, non era tipo da addormentarsi in ufficio, e di sicuro non alle nove passate del mattino. Poi, il ragazzo si avvide che l’atteggiamento di Rick non era la sola cosa strana, e appena vide che la finestra era solamente socchiusa cominciò a preoccuparsi: che senso aveva tenere aperta la finestra a novembre avanzato e con quel cielo plumbeo che minacciava l’ennesimo acquazzone?
«Signor Hosting?» domandò sempre più preoccupato.
Infine, sportosi fin quasi ad entrare, Hibraim notò che la testa del signor Hosting era piegata tutta all’indietro, che gli occhi erano innaturalmente spalancati, e che dalla bocca dell’uomo colava una strana e densa saliva lattiginosa.
«Oh, cielo!» esclamò lanciando un urlo.
Un istante dopo, Ashley, Oscar e Linda, che attendevano nella saletta d’attesa di poter iniziare la nuova registrazione, lo videro sbracciarsi oltre la loro finestra in preda al panico.
«Il signor Hosting! Il signor Hosting sta male!»
«Ma come!?» disse Linda «Rick dovrebbe essere a Manchester!»
«Col cavolo! È nel suo ufficio!».
Senza pensarci i tre corsero verso l’ufficio di Rick, trovandovi al loro arrivo anche Jo che cercava inutilmente di aprire la porta. Da paranoico quale era, Rick era sempre vissuto nel terrore dei ladri e degli ospiti indesiderati, così per premunirsi contro le intrusioni indesiderate nel suo ufficio aveva fatto installare una serratura speciale a combinazione, e l’unico a conoscerla era lui.
Alla fine Jo ed Oscar furono costretti a sfondare la porta a calci, ma quando entrarono per tentare di fare qualcosa era evidente che non c’era già più nulla da fare; Rick Hosting era già morto.

Fu chiamata in tutta fretta la polizia, e ad accorrere per primo fu un austero ed irreprensibile ispettore sulla cinquantina, capelli leggermente ingrigiti ed un curioso paio di baffi, viso rotondo un po’ cicciottello e due occhi piccoli e neri.
Il suo nome, Alex Harlow; cinquantadue anni, una brillante carriera in polizia, un fiuto che qualche volta faceva cilecca ma ancora piuttosto buono e una grande passione per il suo lavoro.
«Zio Alex!?» esclamò Ashley vedendolo entrare nell’ufficio al seguito di alcuni poliziotti e uomini della scientifica
«Ashley!? Che cosa ci fai tu qui!?»
«Avremmo dovuto fare un’intervista.»
«Un’intervista. Ma non avevi detto di aver chiuso per sempre con il mondo della musica.» poi guardò il corpo della vittima «Ma comunque, ho idea che il tuo appuntamento di oggi sia saltato.»
«Fantastico.» mormorò Orwell tra sé «Scommetto che adesso non ci pagheranno neppure».
L’ispettore poi si rivolse al coroner per avere le prime risposte.
«Allora?»
«La vittima è Rick Hosting, cinquantatre anni.» disse il coroner mentre buttava giù alcune righe per il rapporto «Era il proprietario della radio.»
«Causa del decesso.»
«Direi che non ci sono dubbi».
Lo scienziato indicò con lo sguardo il bicchiere da liquore appoggiato alla scrivania, che un suo collega stava provvedendo ad imbustare; accanto ad esso, una boccetta medica piena di un liquido trasparente.
«Avvelenamento da arsenico. Lo ha diluito nel brandy per poterlo bere più facilmente. Non posso ancora stabilire la quantità esatta ingerita, ma doveva essere più che sufficiente ad uccidere in pochi minuti.»
«Quindi, stiamo parlando di suicidio.»
«Non vedo cos’altro potrebbe essere. La porta dell’ufficio era chiusa dall’interno, tanto che è stato necessario sfondarla a calci per poter entrare.»
«Corrisponde al vero?» domandò l’ispettore rivolgendosi allo staff della radio
«Sì, ispettore.» rispose Linda «La porta può essere aperta manualmente solo dall’interno, mentre dall’esterno si entra solo digitando il codice numerico.»
«E nessuno di voi conosceva questo codice?»
«No.» rispose Richard «Il direttore era ossessionato dalla violazione della privacy, e non voleva che nessuno entrasse qui senza il suo consenso. Per questo motivo, il codice di accesso lo conosceva soltanto lui.»
«Quando è stata l’ultima volta che avete visto il signor Hosting vivo?»
«È stato durante l’intervista?» domandò Joe ai suoi colleghi
«No, io l’ho visto attorno alle sedici.» disse Philip «Era uscito per fare due passi come tutti i pomeriggi, poi è tornato e si è chiuso nell’ufficio come al solito.»
«E quella è stata l’ultima volta che lo avete visto?»
«Credo di sì. Dopo poco siamo andati tutti via. È rimasta solamente Linda.»
«E per quale motivo?»
«Dovevo ricontrollare il copione per l’intervista di oggi alla signorina Shezka. Sono andata via circa mezz’ora dopo gli altri, attorno alle diciassette.» poi, la donna ebbe come un’illuminazione «Ma sì, ora che ci penso. Il direttore mi ha chiamato sull’interfono subito prima che andassi via!»
«Davvero!?»
«Sì. Diceva di dover sbrigare del lavoro arretrato, e che sarebbe andato via più tardi del solito.»
«E questo è accaduto quando?»
«Attorno alle cinque meno dieci.»
«Lo posso confermare.» disse il coroner indicando l’interfono «Dal registro delle chiamate, risulta una telefonata fatta ad un altro numero di questo ufficio esattamente alle diciassette e quarantanove.»
«Quindi, quando sono andati tutti via, il direttore era ancora vivo.»
«Sfortunatamente, appurare l’ora esatta della morte non sarà facile. La finestra era aperta, e questa è stata una notte molto fredda. Di conseguenza, il rigor mortis è stato compromesso.»
«E se l’assassino fosse entrato dalla finestra?» domandò Linda
«Ci avevamo pensato anche noi.» rispose l’ispettore «La parete dell’edificio casualmente è nella visuale di una telecamera per la sorveglianza del traffico. Abbiamo già richiesto la consegna del girato di questa notte.
Se è davvero così, lo scopriremo».
Ashley, a differenza degli altri testimoni, non stava ascoltando; piuttosto era intenta a guardarsi attorno, come soprapensiero, quasi a voler cercare di cogliere qualcosa in quella stanza che altri non avevano notato, ma che secondo lei era molto importante.
«Qualcosa non và, Ashley?» domandò Oliver
«Non lo so. Ho una specie di presentimento. Non noti niente di strano in questa stanza?»
«A parte un cadavere? No, non mi pare».
Effettivamente sembrava tutto apposto; dal giradischi anni ’20 sulla mensola, alla libreria piena di album storici, fino alla collezione di bicchieri riposta su più ripiani in vetro uno sotto l’altro, non pareva esserci niente di diverso in quella stanza rispetto alla prima e unica altra volta in cui Ashley e Oliver vi erano entrati il giorno prima, al termine dell’intervista, per definire i dettagli di quella del giorno successivo.
Sembrava davvero, come Oliver aveva ironicamente fatto notare, che l’unica cosa fuori posto fosse il cadavere del direttore.
Di colpo, la ragazza cominciò a sentire uno strano calore in tutto il corpo, mentre strane pulsazioni iniziavano a rimbombarle dentro la testa.
Istintivamente mise una mano nella tasca della felpa, prendendone fuori una scatoletta metallica piena di mentine che si infilò in bocca a manciate.
«Sei nervosa?» le chiese Oliver, che ben conosceva la mania della sua protetta per combattere la tensione
«Più o meno.» rispose lei girandosi quelle palline dentro la bocca.
La curiosità non le aveva mai fatto difetto, e chissà perché, proprio in quel momento, le venne in mente una delle sue frasi preferite del suo eroe della letteratura, che come un tarlo le si infilò nella testa senza alcuna volontà apparente di volersene andare.
«L’omicidio è un’abitudine.» disse tra sé.
Chissà perché, non riusciva a convincersi che la tesi del suicidio fosse esatta; forse era per via di quella sensazione riguardo alla stanza, forse una semplice convinzione. O forse, semplicemente, la possibilità di potersi calare per un giorno nei panni del suo eroe. In ogni caso, voleva capirne di più.
Forse si stava sbagliando, forse no: ma voleva saperlo.

L’ufficio era immerso nel buio e nel silenzio.
Nonostante l’arresto della signorina Linda la sede della radio era ancora sotto sequestro, anche se ormai i sigilli, per tutte le volte che si era fatto avanti e indietro, alla fine non erano più stati rimessi.
Un’ombra sinuosa e quasi invisibile scivolò lungo le scale, raggiunse la porta, infilò la chiave nella serratura del entrò, facendo sempre attenzione a non produrre il minimo rumore.
Con la stessa, precisa freddezza, l’ombra aprì, lentamente e con cura, la porta dell’ufficio, facendo attenzione a rimuovere prima i nastri che ne bloccavano il passaggio, di modo da poterli ricollocare al loro posto una volta finito il lavoro, quindi con passo deciso si avviò verso il ripiano dei bicchieri.
Una volta che vi fu davanti, l’ombra infilò una mano al proprio interno, prendendone fuori un altro bicchiere, lucido e brillante come appena uscito dalle mani esperte del maestro vetraio, e nell’istante in cui le luci della stanza si accesero di colpo queste si riflessero sulla superficie liscia, andando ad illuminare come una seconda lampada il volto dell’ombra.
«Che cosa ci fa qui a quest’ora, signor Stirling.» sentì dire Joe alle proprie spalle.
Il giovane si volse di scatto, gli occhi sbarrati e la bocca socchiusa.
«S… signorina Shezka!?»
«Devo ammetterlo, aveva messo appunto un piano quasi perfetto. Uccidere il signor Hosting facendolo passare per un suicidio».
Joe cercò di restare calmo e composto, ma il sudore che gli imperlava la fronte parlava per lui.
«Io non ho idea di che cosa lei stia parlando, signorina.»
«Invece lo sa perfettamente. E il bicchiere che tiene in mano ne è la prova decisiva. È il bicchiere che lei ha usato quando ha avvelenato il signor Hosting, e dal quale ha bevuto».
Stavolta, Joe non rispose, ma si stava chiaramente innervosendo.
«Dimentica che ho un alibi per la sera del delitto. Io ero al cinema. E ci sono testimoni che possono confermarlo.»
«Sì, è vero. Ha un alibi. Ma non per il momento dell’omicidio. Infatti il direttore non è stato ucciso dopo le diciassette, come ha cercato di far credere quando l’ipotesi del suicidio ha preso a vacillare, ma prima. Per la precisione, è stato ucciso tra le sedici e trenta e le diciassette, quando lei si trovava ancora qui.»
«Questo è ridicolo. Dimentica la telefonata che il direttore ha fatto attorno alle diciassette?»
«Quella telefonata l’ha fatta Lei. Proprio da questo ufficio.»
«Qui si sfiora il ridicolo. E sì che ha sentito la registrazione. Quella era la voce del direttore, senza dubbio.»
«Nulla di impossibile, per qualcuno che ha iniziato la propria carriera come imitatore».
A quel punto Joe sgranò gli occhi, restando di sasso. Dal canto suo, Ashley sembrava quasi un’altra persona mentre parlava; gli occhi erano carichi di determinazione, l’espressione risoluta, e seguitava a tenere le braccia incrociate, fissando il suo primo assassino smascherato dritto in volto.
«Mi sono bastate un paio di telefonate e una ricerca su internet per scoprirlo. Lei ha iniziato con il nome di Average Joe, e fino a pochi anni fa si era fatto una discreta fama tra le radio amatoriali della Cornovaglia, da dove peraltro ha detto di provenire.
In questo modo si è procurato un alibi a prova di bomba, facendo parlare qualcuno che in realtà era già morto.
Ora, le dirò come secondo me sono andati i fatti.
Alle sedici e trenta, alla fine del turno, lei ha finto di andarsene, ma in realtà ha raggiunto questo ufficio, dove aveva concordato un appuntamento con il signor Hosting. Visto che la porta dell’ufficio è molto defilata e accanto all’uscita, è probabile che nessuno se ne sia accorto, ed essendo la stanza insonorizzata nessuno ha neanche sentito niente.
Avete parlato per un po’, e credo anche di sapere di cosa. Di recente la BBC ha iniziato ad interessarsi ad Averege Joe, e corre voce che potrebbero offrirgli una parte in uno spettacolo comico, semmai riuscissero a scoprire di chi si tratti in realtà.
Il signor Hosting deve essere riuscito in qualche modo a costringerla a non rivelare la sua vera identità, e così lo ha ucciso per liberarsi di lui e poter rilanciare la sua carriera.»
«Queste sono tutte fandonie.»
«È stato molto bravo. Devo dargliene atto. Come prima cosa, dopo aver avvelenato il signor Hosting, ha atteso che anche Linda se ne andasse, quindi ha preparato ogni cosa. Ovviamente non poteva lasciare il suo bicchiere sulla scena del crimine, o avrebbe destato parecchi sospetti, inoltre doveva andarsene in qualche modo.
Ma c’era il problema della porta a combinazione, che non aveva idea di come poter aprire. Così, ha bloccato la serratura con del nastro adesivo, in modo che la chiusura elettronica non scattasse, e Lei fosse in grado di entrare in un secondo momento per rimettere a posto il bicchiere mancante e le chiavi del direttore con cui era uscito.»
«Si sbaglia. La porta era chiusa quando abbiamo trovato il corpo. Lo ha visto anche Lei.»
«Questa è stata una sua precauzione ulteriore. Una sorta di assicurazione preventiva. Voleva essere sicuro che, se qualcosa fosse andato storto, Lei avrebbe comunque potuto uscirne pulito.»
«Credo di non comprendere.»
«Invece comprende benissimo. Sto parlando della sua tessera della biblioteca.»
«La… mia tessera!?» esclamò Joe sgranando gli occhi
«La porta di questo ufficio ha due serrature, ma lei ne ha chiusa solo una con il nastro adesivo. L’altra l’ha ostruita ponendovi in mezzo la sua tessera, lasciando scoperto un piccolo lembo così da poterla ritirare in caso di bisogno. Ed è quello che ha fatto quando il ragazzo delle pulizie ha urlato, recuperandola prima che tutti noi arrivassimo fingendo di cercare di aprire, quando in realtà aveva appena fatto scattare la seconda serratura.
E questo l’ho capito l’altro giorno, quando in biblioteca la commessa non è riuscita a strisciare la sua tessera. Evidentemente, restando tutta la notte con la serratura a pressarle contro, la striscia magnetica deve essersi danneggiata».
Joe sembrava una fontana di sudore, stringeva i pugni e digrignava i denti.
«Lo ripeto ancora, era un piano perfetto. Ha persino lasciato la finestra aperta, per far pensare in caso di emergenza ad una rapina finita male, non sapendo però che l’edificio era sorvegliato da una telecamera.
Ma tutto è crollato a causa di un unico imprevisto. Qualcosa che neppure lei, pur con tutta la sua intelligenza e versatilità, avrebbe potuto prevedere.»
«E sarebbe?» domandò provocatorio Joe
«La pioggia. Di sicuro aveva calcolato che nessuno si sarebbe accorto dell’omicidio fino al lunedì successivo, e che quindi avrebbe avuto tutto il tempo per far sparire ogni prova in un secondo tempo, e con più tranquillità. Ma non poteva immaginare che il turno del lavavetri fosse stato spostato al finesettimana a causa della pioggia che aveva impedito il lavoro, e non poteva saperlo perché il giorno in cui il lavavetri non è venuto neanche Lei era al lavoro a causa di quel raffreddore.
Così, quando l’omicidio è stato scoperto, tutto quello che ha potuto fare è stato recuperare la sua tessera e, approfittando della confusione, rimettere apposto le chiavi del direttore approfittando della confusione.»
«Se avessi davvero rimesso a posto le chiavi, come avrei fatto adesso ad entrare? Le chiavi del direttore ce le ha la polizia.»
«Ha usato quelle di Linda, quando l’ha aggredita la scorsa notte fingendosi un rapinatore. Prima ha finto di rubarle la borsa, poi, subito prima di abbandonare il frutto della rapina, ha fatto un calco delle chiavi che la signorina Linda teneva sempre con sé. Sono sicura che se le analizzeranno vi troveranno tracce di cera.
Ma doveva rimettere apposto il bicchiere. Temeva che prima o poi qualcuno si sarebbe accorto che ne mancava uno.
Io, inconsciamente, credo di essermene accorta fin da subito, anche se mi ci è voluto un po’ per realizzare e concretizzare il mio pensiero.
Immagino lo avrà lavato a casa sua per cancellare le impronte.»
«Può darsi.» rispose Joe riacquistando un po’ di fiducia e autocontrollo, ed ostentando un sorriso spavaldo «La sua è proprio una bella storia, signorina. Doveva fare la scrittrice di gialli invece che la cantante.»
«Purtroppo non è solo una storia. È la verità.»
«Ammettiamo che sia vero. Quale prove spera di trovare? Tanto per cominciare, le impronte che dovrebbero esserci su questo bicchiere ormai sono sparite. E può credermi se dico che, se io fossi davvero bravo a commettere omicidi come Lei mi ritiene, sarei stato molto attento a non lasciare alcun tipo di traccia in grado di condurre a me».
A quella affermazione, Ashley sorrise, un sorriso a metà tra l’ironico ed il sollevato; quindi, con molta tranquillità e sicurezza, si sfilò lo zaino che aveva con sé, lo aprì, e ne prese fuori un piccolo sacchetto trasparente da congelatore. Nel vederne il contenuto, Joe si fece bianco come un fantasma.
«Un consiglio, signor Stirling. Eviti di lasciare un elemento così compromettente in bella vista, soprattutto quando fa entrare in casa sua degli estranei con la mania di curiosare in giro.
L’ho notato nel suo scolapiatti la prima volta che sono venuta a casa sua. È stato allora che ho iniziato a capire.»
«Ma allora…» disse Joe guardando il bicchiere che aveva in mano «Ma allora questo che cosa sarebbe?»
«Ieri mattina ho fatto un giro a Portobello e l’ho visto all’interno di una vetrina. In quel momento, mi è stato tutto finalmente chiaro. Così l’ho comprato, sono tornata da Lei, e quando lei è andato a ritirare la posta mi sono presa la libertà di sostituirli. Tra poco lo consegnerò a mio zio».
Nonostante tutto, Joe non sembrava ancora determinato ad arrendersi.
«Le impronte non bastano a dimostrare qualcosa. In tanti sono entrati in questo ufficio negli anni, e in tanti hanno bevuto da quei bicchieri. Potrebbe avermi offerto da bere quando sono venuto a parlare con lui, ed io lo avrei portato a casa per lavarlo in segno di gratitudine.»
«Non sono le impronte ad interessarmi. Non solo, almeno. Perché vede, la polizia ha scoperto che la boccetta di arsenico usata per avvelenare il signor Hosting perdeva leggermente. Pertanto, chiunque l’abbia maneggiata, deve essersi per forza sporcato le dita. E se chi lo ha fatto, in questo caso l’assassino, non si è cautelato di ripulirsele…».
D’improvviso, Joe lasciò cadere il falso bicchiere, che rovino sul parquet riducendosi in pezzi, ed afferrò con gli occhi fuori dalle orbite il tagliacarte cinese dalla scrivania rovesciando fogli e cancelleria da tutte le parti.
«Mi dia quel bicchiere! O giuro che la uccido!».
Ma Ashley non si mosse, e a ragion veduta.
In quello stesso istante, infatti, l’ispettore Harlow si palesò sull’uscio ancora spalancato dell’ufficio con due poliziotti al seguito, tutti e tre armi alla mano.
«Metta giù il tagliacarte, signor Stirling!» gli ordinò Alex puntandogli contro la pistola.
Joe esitò, guardandosi attorno, poi, affranto e rassegnato, gettò l’arma, cadendo in ginocchio.
«Era l’occasione di una vita!» urlò mentre uno degli agenti lo sollevava di peso e lo ammanettava «Ho chiesto a quel porco tronfio e arrogante di lasciarmi andare, ma lui ha minacciato di rendere nota quella mia accusa di stupro! Pretendeva di diventare il mio agente, e voleva due terzi di tutto quello che Average Joe avrebbe guadagnato! Ho finto di stare al gioco, e sono venuto qui per dirgli che accettavo, quindi gli ho proposto di fare un brindisi per festeggiare l’accordo…»
«E lo ha ucciso.» disse Ashley
«Ho fatto da schiavo a quell’alcolizzato cocainomane per cinque anni. Senza di me questa maledetta radio di quartiere sarebbe scomparsa da tempo, e lui sarebbe finito alla mensa dei poveri. Ma nonostante ciò, non mi ha mai minimamente considerato.»
«Perché ha cercato di incastrare Linda?» chiese allora Alex
«Perché mi aveva scaricato.» rispose Joe con tutta la noncuranza e la freddezza del mondo.
A quel punto l’ispettore fece un cenno ai suoi uomini, che portarono via il signor Stirling lasciando soli zio e nipote.
«Lo avete fatto?» chiese Ashley
«Abbiamo fatto analizzare la telefonata anonima che incastrava la signorina Hastings e l’abbiamo comparata con quella fatta dall’interfono la sera del delitto. La voce è senza dubbio la stessa, anche se distorta e camuffata».
Poi, i due si guardarono negl’occhi, lui severo lei mortificata, come una bambina cattiva che aspetta il castigo.
«Come tuo zio.» disse Alex recuperando il sacchetto contenente il vero bicchiere «Non so se stringerti la mano o prenderti a schiaffoni.»
«Mi dispiace. Ma non ero sicura che il confronto delle voci avrebbe funzionato, e così…».
Ashley chiuse gli occhi, aspettando di ricevere uno di quei ceffoni con cui lo zio Alex aveva tirato su i propri figli. Invece, la mano che le sfiorò la guancia, invece di colpirla, la carezzò dolcemente.
«Zio…» disse alzando gli occhi meravigliata
«Aspetta che i tuoi lo vengano a sapere.» le disse sorridendo sotto i baffi «E vedrai che sgridate».
Anche lei, allora, sorrise.
Ovviamente, la notizia si diffuse come un’onda anomala alla velocità del fulmine, tutto per colpa della famosa microspia di Hibraim, e prima ancora che i due scendessero in strada una folla di curiosi già premeva fuori dal portone del palazzo.
Ashley era letteralmente accecata dai flash di cellulari e macchine fotografiche, e stordita sia dalle voci di curiosi e ammiratori sia dalle domande insulse e pressanti dei pochi giornalisti già accorsi appena avuto lo scoop, e vani erano i tentativi di zio Alex e dei suoi uomini per contenere la calca.
Poi, come per magia, una famigliare macchinetta rossa si fermò accanto al marciapiede, la portiera si aprì ed Ashely,senza timori, ci saltò dentro, mettendosi in salvo.
«Il prezzo della fama.» commentò Oscar partendo a razzo e lasciando curiosi e reporter con un palmo di naso «Senti, per curiosità. Conosco uno che tiene un programma sul giallo. Se vuoi…»
«Non ci pensare nemmeno. Stavolta ho chiuso per davvero con radio e interviste». 


Un applauso a Carlos Olivera per questo spettacolare - e lungoooo - capitolo Special!
In certe parti mi ha fatta morire dalle risate, in altre mi ha fatto fare una faccia stranita ( visto che la sottoscritta ci mette un pò a capire come vanno queste cose! xD ) però mi è piaciuto tantissimo! :D
Un abbraccio primadonna! :D

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Capitolo 9
*** Eptathlon..? ***


Capitolo 5. Eptathlon..?

Capitolo 5.

 Eptathlon..?

 

Quel giorno sarebbero ricominciati i giochi.

Il cielo era splendente e i ragazzi della Day Class tornati a casa dalle loro famiglie: era domenica.

Forse non a tutti andava a genio di giocare, quel giorno, ma la cosa ancor peggiore era la pressoché differenza di umore da parte di uomini – senza distinzioni di razza – e donne.

I primi, sembravano essere usciti da un lavaggio a secco in lavatrice, tanto erano di malumore.

Le seconde, erano raggianti come il sole e belle come sempre, senza sesti sensi o preoccupazioni particolari.

 Solo chi aveva una cotta o chi era innamorata, aveva un cipiglio preoccupato verso il “proprio” ragazzo... la cosa puzzava

E non puzzava di formaggio – a ben vedere di molti – e nemmeno di “Direttore”.

Se ci fosse stato lo zampino del Direttore, a tutti quella mattina sarebbero saliti i brividi e il malumore.

Ad Emma non interessava poi tanto.

Più che altro aveva il vago sospetto di sapere chi fosse il carnefice degli umori maschili.

Rise durante l’allenamento mattutino e poi tornò seria, tranciando di netto un manichino con la spada di allenamento.

Poi ci fu il silenzio interrotto soltanto dal movimento ondeggiante dell’erba e delle fronde degli alberi.

Ad Emma non sfuggì qualcos’altro e s’apprestò a vedere chi fosse, con la lama sguainata e ben tesa in avanti.

Era ufficiale: si sarebbe divertita facendo morire di paura qualcuno.

Peccato che non appena fece irruzione dai cespugli, con la migliore espressione folle che potesse avere e la spada rudemente sguainata - a mo’ di maniaco omicida - si ritrovò davanti la figura di Park Ma-Huo con le gambe incrociate, mani chiuse a pugno sulle ginocchia e occhi chiusi, in un vero e proprio esercizio di meditazione.

Emma imprecò ad alta voce ma il ragazzo non fece una piega.

-“Dovresti provare a cercare il tuo equilibrio tra Yin e Yang, Emma-san...”-

Parlò il ragazzo dai capelli a spazzola neri, con delle sfumature bionde davanti, senza scomporsi da quella posizione o aprire gli occhi.

Emma scoppiò a ridere fino ad avere le lacrime agli occhi.

-“Un Guru!”- disse fra le risate e poi se ne andò, con la fedele pipa fra le labbra tornata nuovamente “normale”.

 

*****

 

Tutte le ragazze del progetto di scambio e della Night Class erano state chiamate davanti alla porta della presidenza.

Nessuna aveva idea di cosa fosse accaduto e del motivo di quel richiamo.

-“A-allora...”- pronunciò Carotina, dopo l’aver lanciato un’occhiata alle presenti. -“Cosa facciamo adesso?”- finì, vedendo che nella mischia di ragazze, si faceva avanti Lynette.

Chi la conosceva aveva avuto modo di imparare a conoscerla – visto che era molto facile capire certi comportamenti – e chi sapeva della fantomatica cotta non la biasimava per nulla.

-“Entriamo.”- fu la risposta decisa di Lynette.

-“Perché non entri solo tu?”- disse Tsukiko infastidita, appoggiata silenziosamente da Rosy e Lien – che volevano essere in qualsiasi altro posto, tranne che lì.

Rima s’avvicinò ad Anastasija - che se ne stava sola ed in disparte con un mezzo ringhio fra le rabbia – e non commentò, facendo intuire la propria vicinanza.

-“Io passo.”- il commento asciutto di Ruka.

-“Non ci penso nemmeno.”- fece eco Nives, in trepidante attesa di qualcosa, a tutte sconosciuto

-“Non parlatemene, odio quel tizio!”- il commento rabbioso di Anastasija sembrava provenire dall’inferno e nessuna commentò quella decisione.

-“Cioè, non dovremmo entrare tutte?”-

Parlò Marianna, trovandosi in dovere di entrare – visto che non l’aveva ancora salutato – e perplessa nel notare quanto malumore ci fosse verso quell’uomo.

E’ così terribile?”- pensò, mentre l’occhiata perplessa era riflessa nelle iridi di Allison.

Rachel emise un verso di stizza vedendo delle nuove ragazze e pensò al modo migliore per non avere una delle proprie crisi.

Odiava essere in quella posizione e non voleva saperne di partecipare ai giochi: perché doveva essere disturbata anche lei? E Josh? Josh si sarebbe crogiolato ancora nell’ozio e avrebbe scritto cose assurde nella lettera... non poteva permetterlo.  

Cristine era incapace di intendere e volere, persa nel proprio mondo, in cui saggiava per l’ennesima volta la morbidezza delle labbra di Zero.

Infatti erano molte quella mattina a non disturbarla.

Le porte si aprirono in una volta e tutte si trovarono davanti agli occhi la figura del direttore.

Marianna pensò che tutto quel risentimento fosse infondato visto che la figura che gli aveva spalancato loro le porte era un uomo – un bel uomo a discapito dell’età – dal sorriso smagliante e aria accomodante con al fianco un carrellino con i migliori dolci e tazze da te.

-“Ragazze! Vi stavo aspettando!”-

E tutte quante, Emma compresa – arrivata in quello stesso momento – entrarono nell’ufficio con occhi sgranati.

Cosa voleva il direttore?

 

*****

 

Tutti i ragazzi erano stati riuniti dal professore Yagari con l’aiuto di Sergej.

Nessuna traccia di Peter, del Direttore e delle ragazze.

La cosa puzzava loro in modo alquanto visibile e nessuno – nemmeno i Purosangue – si erano spiegati a cosa fosse attribuibile quella sensazione di... cos’era?

Era qualcosa che s’avvicinava al pericolo e all’imbarazzo, portandosi appresso i sintomi della frustrazione e spossatezza.

Decisamente, il fatto che fosse stato convocato anche Kaname come partecipante, metteva in allerta tutti.

Hanabusa era quello che soffriva maggiormente la cosa.

Individui come Pak – soprannominato così da Gabriele ed Harry – se ne stavano si in allerta, ma con un minimo di contegno; mentre individui come Zero e lo stesso “Golia” erano stoicamente in silenzio, aspettando di essere condannati.

Quelli più preoccupanti erano gli individui come Takuma – di conseguenza anche Derek e company – che erano entrati in uno stato di cupa modalità, con tanto di nuvole, presagi e quant’altro.

Shiki e Kain non sapevano che pesci prendere e si limitarono a mettersi ai fianchi del rispettivo amico/cugino come supporto.

Gabriele rimase perfettamente al proprio posto, conoscendo l’indole così mutevole e casinista del compagno.

Elias inarcò un sopracciglio sistemandosi i capelli.

Harry rise dando una gomitata amichevole a Pak – assicurandogli che non avesse ancora visto nulla – e si presentò.

-“Io sono Harry, detto Hazza; Lui è Luke, solo Nives può chiamarlo Phil – ed Harry ricevette un ringhio per risposta – Ops! Scusa amico! Comunque, lui è Elias, detto Ulv che significa lupo; lui è Gabriele, detto “Golia”; lui è Derek e lui è Josh, sono i donnaioli dei dormitori; lui è Zero e lui Kaito; lui è Hanabusa o Idol-sempai; Kain; Takuma e Kaname.”-

Park sorrise ma – non si sa come – cadde camminando, trascinandosi dietro Luke che era quello più vicino.

-Scusa! Scusa! Scusa! Scusa!”- continuò a dire, facendo ridere i presenti.

-“Non ti preoccupare...”- disse in modo duro Luke, lasciando intendere che dovesse spostarsi per lasciarlo non solo respirare, ma anche alzare.

Il fischio di inizio gara fermò le risate dei presenti – o di chi rideva visto che in molti si erano limitati ad un mezzo sorriso – facendoli irrigidire.

E se alcuni avevano progressivamente perso quella sensazione, questa si ripresentò più potente che mai.

-“Bene! Ragazzi oggi affronterete le sfide dell’Eptathlon.”- disse il corvino, guardando in modo rude Pak, che arrossì violentemente ricordandosi la sera precedente.

Derek fremette, collegando Eptathlon alle ragazze ma si fermò.

-“E noi che c’entriamo?”- commentò risoluto Hanabusa.

Derek lo fermò trascinandoselo dietro con fare complice.

-“Non ho una bella sensazione e quei due hanno dei colori strani addosso: giallo e arancio misto a del senape accennato.”-

Gabriele sgranò gli occhi, conoscendo a menadito le varie tonalità delle anime e come la pensava Derek dopo anni e anni.

-“Cosa?”- sussurrò Elias, avvicinandosi ai biondini e quello con gli occhi di un sgargiante e magnetico azzurro – Derek, dunque – rabbrividì.

-“Provano divertimento alle nostre spalle.”- ed Harry confermò, guardando la posa plastica e finta dei muscoli di Sergej e quelli rilassati – in modo innaturale per il corvino – di Yagari che era sempre in allerta.

Kaname guardò attentamente quell’umano: era interessante e sentiva che quel potere derivava da un morso di Purosangue di propria conoscenza...

Sicuramente, si disse, si saranno scambiati del sangue.

Derek intercettò un’aura viola fra quelle grigie e cupidigie che svettava per la grandezza.

Sorrise e capì immediatamente dalla tonalità della stessa, cosa volesse sapere.

-“Sono stato morso di striscio, se ti interessa.”-

Gli altri non capirono a cosa si riferisse così, dal nulla, mentre Kaname inarcò un sopracciglio, leggermente soddisfatto dalla risposta; avrebbe indagato più tardi.

Fu Sergej a richiamare all’attenti i presenti.

-“Esiste l’Eptathlon maschile...”- ed esitò, mettendoli in allarme.

-“Venite con noi, per la prima parte delle gare.”- e li seguirono verso il retro del palazzetto sportivo, dove svettava una tenda proprio attaccata all’uscita d’emergenza dello stesso.

Era una tenda oscurata, una di quelle che non fanno passare nemmeno un filo di luce.

Sudarono tutti contemporaneamente.

Il fischietto di inizio suonò e loro non seppero che fare.

Si guardarono intorno.

-“In ordine, uno alla volta, dovrete entrare nella tenda con questo..”- e Yagari consegnò loro dei tappanasi aromatizzati con spezie di ogni genere. -“E lasciare che i nostri addetti lavorino. Non dovrete opporre resistenza nemmeno quando vi spoglieranno per mettervi degli altri vestiti. Sarete anche bendati da Sergej. Sarà vietato anche provare a togliervela, altrimenti verrete squalificati!”-

 

*****

 

-“Eccoli!”- sussurrò Lien, assumendo una posizione di comando.

-“Speriamo bene.”- commentò Ashley, preoccupata.

-“Aspettate un secondo...”- s’intromise Cristine. -“Dovremo spogliarli?”-

In molte – quelle che avevano già scoperto il bocciolo dell’amore – arrossirono contemporaneamente, facendo calare un silenzio pieno di sentimenti.

Solo un commento fece sorridere le ragazze che non si sentivano legate ad alcuno: quello di Emma che doveva essere sarcastico, ma non lo era.

-“Perché non gioca, stavolta? Mi sarei divertita alle sue spalle in modo diverso.”-

Il pensiero collettivo però fu alquanto eloquente: “ti saresti limitata a stuprarlo su due piedi.

Emma non commentò, intercettando le occhiate e intuendo i pensieri: avevano pienamente ragione.

Le ragazze non parlarono più, visto che il primo ad entrare stava facendo il proprio ingresso.

Tutte sorrisero: non avrebbero partecipato, ma almeno si sarebbero divertite.

Rachel sorrise sbieca seguita da quelle che avevano vinto a morra cinese il ruolo delle spogliatici...

 

*****

 

Quello con meno fortuna durante la morra cinese – per decidere chi si sarebbe “offerto” ad entrare per primo – fu Park.

Il coreano aveva proprio dato l’impressione di essere goffo e maldestro.

E così era stato.

Chi più per avere dei risultati, chi perché non lo conosceva, chi perché non aveva minimamente voglia di giocare, avevano barato tutti per permettere al nuovo arrivato di buttarsi a capofitto nell’ignoto.

Park venne bendato e gli fu applicato il tappanaso aromatizzato alla menta.

Per Park non fu un problema muoversi con quell’handicap, senza perdere l’equilibrio o l’orientamento, rimanendo perfettamente presente: merito di tutti gli allenamenti fatti con il nonno e con il padre.

-“Nulla di impossibile.”- esclamò, entrando tranquillamente, senza avere la minima esitazione.

Questo, permise ai più di rivalutare il ragazzo.

-“Mh”- commentò Gabriele che a causa della propria stazza, temeva di combinare qualche pasticcio mentre Takuma gli pattava la spalla con fare confortevole.

 

*****

 

Le ragazze sorrisero compiaciute.

Quel ragazzo era nuovo ed anche se era conciato in modo da non poter riconoscere alcuno, sembrava perfettamente a proprio agio.

Nessuna però rimase ferma a rimirarlo ed entrarono in azione.

Park si sentì improvvisamente sballottato a destra e sinistra da mani lisce, morbide e vellutate che – anche se erano veloci nel loro lavoro – erano gentili.

-“Non è vietato parlare, no?”-

Sussurrò abbastanza timidamente, mentre cercava di intuire cosa gli avessero cosparso sul viso e sulle unghie.

Una risata prontamente strozzata lo fece sorridere e lui ne fu convinto: erano ragazze.

-“No, infatti.”-  disse Rachel.

-“Ma se dovesse sentirci qualcuno, saresti nei guai.”- finì Daisy; ovviamente Park non riconobbe nessuna e per quel momento fu abbastanza.

-“Chiudi gli occhi.”- gli fu ordinato da Lien e lui obbedì mentre le mani di Allison scioglievano il nodo della benda e poi alzava la maglia con un unico gesto, sorprendendolo.

Le ragazze si esibirono un sorriso compiaciuto e – sempre Allison – lo spogliò anche dei pantaloni.

Park arrossì.

Le sue guance s’illuminarono di cremisi fino a quando non si sentì rivestito di qualcosa d’aderente e incredibilmente scomodo.

Poi fu sballottato a destra e manca, gli misero scarpe abbastanza comode in compenso e una parrucca lunga.

 

******

 

Il secondo ad entrare fu Josh.

Per sua fortuna in mezzo al gruppo del trucco non era finita Rachel; ovviamente non poteva saperlo.

Fu sballottato a destra e sinistra e Rachel - che riceveva occhiate maliziose da parte di tutte - avvampò fino all’inverosimile dovendo spogliarlo.

-“Bhè, che aspetti Tesoro~?”- e visto che il rosso aveva capito, non indugiò, preferendo tagliare la testa al toro.

Lo spogliò lasciandolo in intimo ed arrossì non appena lo stesso rise.

Non vi badò, perché non appena lei gli fece indossare ciò per la quale si stava perdendo tutto quel tempo, rise di gusto lasciandolo nelle mani esperte delle amiche.

 

******

 

Shiki fu a seguito e – anche se era addetta alla parrucca – le ragazze spinsero Helene a spogliarlo.

Oramai per le ragazze era divenuto un autentico divertimento osservare le reazioni delle amiche nello spogliare i loro principi azzurri.

Soprattutto nessuna si sarebbe aspettata che lo stesso – prima che Helene avesse tolto il fazzoletto dopo l’ordine minaccioso e perentorio di Lien – poggiasse le proprie mani su quelle della ragazza con fare gentile.

Non aveva però fatto nessun tipo di espressione e ad Helene si presentò il bisogno di guardarlo negli occhi per capire.

Le ragazze si sciolsero nel vedere quel gesto romantico e la gara continuò, imperterrita

 

******

 

Fu chiamato anche Elias e a spogliarlo fu Emma, che non aveva completamente attrazione per altri se non per Yagari che era salvo e al sicuro dall’altra parte del tendone.

 

******

 

Si creò trambusto quando fu Zero a varcare la soglia.

Sia Cristine che Rosy si misero in allerta e – visto che la prima aveva avuto la fortuna di essere nel gruppo delle “spogliatrici” – all’altra non fu permesso muoversi però, vide il corpo marmoreo e tonico di Zero e fu altamente soddisfatta.

Cristine rischiò di avere un’emorragia nasale di altissimo livello, tamponata in extremis da Tsukiko.

Le altre ridacchiarono ma Zero sembrò comprendere la pericolosità di quel luogo e, in barba alle regole, non appena sentì la frescura delle gentili e morbide mani di Cris addosso che lo rivestivano di abiti scomodi e aderentissimi, tirò giù la benda, spalancando gli occhi, arrossendo visibilmente.

-“L’avevo detto io che tu non avevi le palle, Kiryuu!”-  esultò Emma, mentre Cris gonfiando le guance lo guardò con gli occhi lucidi.

Zero rimase stoicamente immobile mentre Daisy usciva da una terza uscita – nascosta ad occhi indiscreti – e avvertiva Peter dell’accaduto.

Zero fu squalificato ma l’urlo di spavento che cacciò non appena si vide allo specchio, fu dannatamente epico.

Così tanto, che Kaname sorrise sbieco percependo la voce dell’Hunter mentre gli altri si riunivano per capire cosa fosse, visto che l’albino non aveva mai dimostrato spavento nemmeno davanti ad un purosangue.

 

******

 

Non sapeva ovviamente a cosa andasse in contro, Kaname, quando entrò bendato e con il naso tappato.

Corrugò le sopracciglia quando sentì qualcosa cospargersi sul proprio viso, pennelli e pennelloni, poi delle mani vellutate e percepì perfettamente Yuuki e Ruka davanti a sé.

Evitò di scomporsi quando l’umana cominciò a spogliarlo timidamente e non si sorprese quando Ruka la scostò bruscamente per continuare il lavoro.

Se le regole del gioco erano quelle, non avrebbe obiettato.

Soprattutto perché nella stanza c’era anche Nives Nightwish e non gli avrebbe dato sazio di vincere la scommessa senza lottare.

La cosa fece alterare non poco Nives che lo guardò storto per poi ridacchiare mestamente: Luke era stato addestrato anche a situazioni ben peggiori di un pezzo di stoffa rosa e fluffuoso addosso; Kaname no.

 

*****

 

Il turno di Hanabusa fu disastroso alla pari di Zero.

Infatti Tsukiko e Anastasija – se prima si guardavano con complice amicizia – in quel momento si guardavano con un misto di odio e rabbia da impressionare i più.

L’aura maligna fu avvertita anche fuori dalla tenda e i rimanenti si preoccuparono – tranne quelli stoici.

I loro occhi sembravano parlare e Anastasija fu sul punto di prendere la nobile e strozzarla – visto che non aveva avuto la fortuna di essere nel gruppo dell’Eden e Tsukiko si.

Hanabusa mica era stupido – lo sembrava ma non lo era – e non c’era bisogno di un genio per percepire le vampire intorno a sé.

Il biondo si esibì in un sorriso compiaciuto e si girò verso Anastasija.

Inutile dire che il cuore della blu – tinta – prese a galoppare come non mai.

-“Malenkaya!”- sbottò, facendo storcere le teste a quelle che non conoscevano il suo significato. Emma s’affrettò a far girare la voce per evitare di togliersi il divertimento, visto che la Level A arrossiva visibilmente di rabbia;

Automaticamente Anastasija s’avvicinò al biondo, prendendo a spogliarlo rossa in viso ma contenta che l’avesse chiamata.

Tsukiko strinse i denti, vedendo tutta quella complicità nei gesti e sospirò andando a sedersi vicino a Rosalie, che le carezzò la schiena amichevolmente.

Il biondo sorprendentemente chiamò anche Tsukiko.

-“Tsu...mi raccomando!”-

La vampira arrossì sulle guance mentre vedeva la figura del biondo sparire.

 

******

 

Gabriele fu goffo.

Per lui gli occhi erano importantissimi e coperti quelli, si sentiva un pesce fuor d’acqua, anche perché gli rievocavano spiacevoli pensieri alla mente della propria prigionia due anni addietro.

Comunque sia non gli sfuggì per niente quello che stavano facendo le ragazze: lo stavano truccando.

Le ragazze sorridevano addolcite vedendolo così rigido e Lynette si offrì di svestirlo.

Ovviamente Gabriele la sorresse mentre gli veniva slacciata la benda e lui manteneva gli occhi chiusi... l’illuminazione gli venne quando sentì le braccia circondarlo lievemente per riuscire a fare dei movimenti.

Aprì gli occhi per specchiarsi in quelli verdi, tondi e brillanti della ragazza che fu sorpresa.

Lo condussero fuori dove c’era Zero e Peter fermò Daisy parlandole all’orecchio.

Daisy a quella richiesta inarcò un sopracciglio, ma non protestò.

 

******

 

-“Ashley?”-

-“Si?”- sussurrò di risposta.

-“Peter ti chiama.”- e lei aggrottò le sopracciglia vedendo che in quella direzione stava arrivando Derek già mezzo truccato.

-“Ok.”- e si mosse per andare dal biondo che per tutta risposta non le disse nulla se non un “rimani qui fino a nuovo ordine.”-

-“Senti, cosa c’è?!”- sbottò ad un certo punto lei. -“Lo so che c’è qualcosa!”-

E Peter serrò la mascella guardando un punto lontano nel cielo.

-“Dimmelo tu, allora!”- sbottò ad un certo punto lo stesso, puntando i propri occhi su quelli della ragazza, scombussolandola: era troppo serio per essere il solito “Peter maniaco!”

-“Cioè?!”- ovviamente non si fece impressionare dal tono accusatorio, anzi.

-“Voglio dire che vi ho visti insieme, è inutile che lo nascondi!”- la ragazza strabuzzò gli occhi.

-“Tu sei pazzo, cos’avresti dovuto vedere?!”-

Peter non fiatò più, punto nell’orgoglio e lei imitò la cosa dandogli le spalle.

Zero e Gabriele soppesarono l’idea di andarsene.

 

*****

 

Lien si sentiva tesissima.

Aveva davanti la figura imbronciata di Kaito pronto da poter spogliare e sentiva come se il petto potesse esploderle per l’emozione: odiava quella situazione.

-“Allora?”- pronunciò il rosso.

Si, soprattutto se aveva davanti uno scontroso, altezzoso, vanaglorioso... sensuale e appetibile Vampire Hunter.

-“Sono io a dettare ritmi, qui!”- disse in modo freddo, cercando di non tradire l’emozione mentre lo denudava e lo vestiva di sana pianta della tutina rosa: sia lei che Emma cominciarono a ridere contemporaneamente, soddisfatte.

Quello sarebbe stato un duro colpo da buttare giù!

 

*****

 

Rosalie aveva avuto modo di utilizzare la macchina fotografica di Daisy.

Era euforica, imbarazzata, eccitata e felice... felice nel poter toccare così intimamente e gentilmente Harry, senza dover trovare una scusa.

Lei lo amava dal primo momento che l’aveva visto e quell’occasione era una palese dimostrazione di quando il sentimento cresce fino all’inverosimile.

Tra lei ed Harry non c’era bisogno di parole.

Infatti al moro era bastato il contatto delle mani di Carotina addosso, per riconoscerla.

L’aveva riconosciuta dal respiro, dalla cadenza dei passi, dal tocco e dal calore che emanava quel corpo.

Harry era innamorato della propria Carotina  e sapeva di essere ricambiato – o forse lo pensava in modo del tutto distorto e perverso – quindi abbracciarla di slancio visto che non l’aveva vista per tutto il giorno, era stato naturale come respirare.

Ovviamente lei era arrossita e – casualità degli eventi – in quel movimento dettato dall’istinto e dalla gioia, gli cadde la benda dal volto, mentre aveva gli occhi spalancati.

Fu squalificato, ma non importò poi molto ai due, quanto il fatto di essere insieme.

 

******

 

Nives non fu da meno mentre carezzava e spogliava Luke.

Per molte quella sembrava una cerimonia così carica di sentimenti da risultare intima e quasi impossibile da guardare senza faccia tosta.

Anche se Nives non sembrava così perdutamente e follemente interessata a Luke, la sola mossa di essere così gentile e rilassata nel farlo, fece rilassare anche Luke.

Quello per una Level A poteva essere anche preso per affronto bello e buono, e poi, lui era il suo maggiordomo: non meritava attenzioni del genere.

-“Signorina, lasci, faccio io!”-

Eppure Nives si ritrovò a volerlo fare.

Gli ordinò di tacere, di rilassarsi e di vincere contro Kaname.

Entrambi si trovarono ad arrossire, divenendo pensierosi.

Soprattutto Nives, che s’ammutolì e lasciò perdere quel rito con cipiglio innervosito.

Non capiva: cosa gli era preso?

 

******

 

Daisy era rimasta volutamente in disparte per studiare quelle così attive e imperterrite ragazze umane.

Poi, se doveva stilare un confronto fra le vampire, si sarebbe messa a ridere di gusto, esponendo la propria tesi sul fatto che vampiri e umani potevano benissimo coesistere e sopravvivere insieme...

Quello era uno dei motivi per cui aveva accettato di andare in quella scuola, lasciando i bambini che tanto amava alle cure dei nobili Brasiliani.

Sorrise impercettibilmente quando entrò nella tenda Kain.

Era bello anche da bendato e per una Sanguepuro della propria arcaicità – doveva ammetterlo – era un vero e proprio tallone d’Achille.

Certo, Rio era diversa da Tokyo ma la scala sociale a cui faceva parte era più o meno valida.

In parte, forse.

I costumi della società Brasiliana davano libera libertà di matrimonio tra Level B e Level A, lo sapeva.

Immersa com’era nei propri pensieri solo dopo la gomitata al fianco sinistro di Rosalie, mise a fuoco la persona di Kain davanti a sé.

E già: era proprio bello.

-“Daisy-sama?”- disse lui e lei sorrise appena, cominciando a spogliarlo lentamente, sensualmente e anche briosamente.

E non appena Kain fu seminudo, lei s’azzardò a mettersi sulle punte per baciare il diretto interessato con ardore.

Fu ricambiata dopo alcuni secondi.

In molte arossirono a quella vista e alcune inarcarono un sopracciglio.

Emma fischiò compiaciuta guardando impudicamente la scena

 

******

 

Marianna sbuffò: era nuova e troppo stanca per fare conoscenze intime, approfondite o insistere più di tanto.

Se doveva fare una scaletta delle persone che in qualche modo gli erano piaciute da subito, a pelle, avrebbe puntato l’indice contro Anastasija, Lien, Rosalie e ... Emma.

Forse anche Harry – da come ne parlava Carotina – ma era troppo presto per dirlo.

-“Uff...”- sbuffò e malenkaya le si avvicinò, posandole una mano sulla spalla sinistra.

-“Stanca?”-

Lei annuì e sorrise.

-“Quali tra tutti questi picciotti ti sono piaciuti?”-

Marianna rise sentendo il tentativo della Russa di utilizzare un termine siciliano.

-“Sai...”- s’intromise Rosalie. –“Anche Gabriele è siciliano e sa cucinare di-vi-na-men-te!”-

Marianna alzò un sopracciglio.

Aveva il vago sentore di aver sentito nominare un Gabriele sugli scandali giornalistici, che sapeva cucinare da dio.

-“Per caso è Lopez?”- azzardò mentre le altre inarcavano un sopracciglio.

-“Si.”- rispose Cris che aveva ascoltato tutta la discussione.

-“Ah... lo conosco dai giornali.”- sospirò. -“Il suo caso di rapimento e di tortura è stato molto discusso in Italia... e poi la ditta del padre sta andando a gonfievele grazie alle sue ricette di dolciumi e piatti culinari...”- finì, facendo stupire le presenti.

-“Cioè... mi s-stai d-icendo che Golia è famoso?”-

Marianna scrollò le spalle disinteressata. -“Si.”-  mormorò.

-“E tu come lo sai?”- pronunciò Emma sbuffando una nuvola di fumo.

-“Mi piace cucinare.”- e sorrise.

Le altre la guardarono con ammirazione e si ritrovò  parlare con Rosy di ricette del tutto nuove e stravaganti ma in compenso buone ed intriganti.

-“Mh, rimane solo Takuma?”-

In quel momento i poteri di Marianna cominciarono a vibrare.

L’aria intorno a lei sembrò surriscaldarsi sussurrandole parole a lei conosciute.

Aveva il vago sentore che già a pelle quel ragazzo gli piacesse e- appena incrociò lo sguardo bendato di lui – arrossì.

-“L-lo faccio io.”-

E non appena vide la schiera bianca dei denti di Takuma, sentì il bisogno di guardarlo negli occhi.

Com’è che non l’aveva visto fino a quel momento?

Il lato capriccioso di Marianna cominciò ad emergere.

-“Se ti dico in cosa consiste la prova...”- sussurrò all’orecchio del biondo. -“Prometti di uscire con me ed essere il mio accompagnatore?”-

Takuma deglutì due volte a vuoto, sentendo l’aroma dolce e sensuale della rossa trascinarlo in un altro pianeta.

Improvvisamente il biondino ebbe voglia di trasgredire alle regole.

-“Facciamo così...”- e rise gentilmente. -“Non mi dici in che consiste la prova e lasci che ti conosca, signorina..?”-

Ed Marianna esultò, slacciando la benda dagli occhi di Takuma.

Si ritrovò ad arrossire e lui sorrise intenerito.

-“Marianna Castaldi... per gli amici Chiffon.”-

Ma non appena i due cominciarono a parlare in modo buffo e allegro, Ashley rietrò in tenda con l viso tutto rosso a causa della rabbia e le lacrime pronte a far capolino sul viso della ragazza.

A seguito Peter aveva un’espressione indecifrabile che fece sorridere Emma sbieca.

-“COME TI PERMETTI?!”- urlò la ragazza.

-“Ho detto la verità!”- si difese lui con apparente menefreghismo.

Le ragazze in tenda non fiatarono, troppo scosse nel vedere la loro amica così iraconda con qualcuno... soprattutto se fosse stato Peter Eisen.

-“Che... ma tu sei ...”- non riuscì ad esprimersi e uscirono dalla tenda da dove erano entrati i concorrenti, trovandosi davanti a Yagari e Sergej con quelli eliminati.

-“Cosa? Cosa sono?”- rimbeccò il biondo con tanto di espressione accigliata ed Emma sorrise, pensando bene di entrare in azione.

Repentinamente la ragazza si mise davanti ai due litiganti e – afferrato il biondo per le guance – lo baciò con la lingua ben in vista, mandando in bestia sia Ashley che Yagari e Sergej.

-“Nei guai.”- sussurrò suadentemente la bionda, girando i tacchi per continuare quella pagliacciata.

Ashley invece tremava di rabbia e piangeva per lo stesso motivo: avrebbe preso a ceffoni Peter.

Lo fece tirandogli uno schiaffo degno del miglior lottatore e successivamente un pugno con altrettanta forza, facendogli girare la testa.

-“Non. Venirmi. A. Giudicare. Tu. Che. Sei. Sempre. Con. Qualche. Donna. E. Che. Non. Sai. Chi. Ami...”- poi asciugandosi gli occhi si girò mostrandogli la schiena. –“Si vede lontano un miglio che ti è piaciuto, no? Quindi non venirmi a fare storie se io dovessi innamorarmi di qualcuno, idiota!”-

E se ne andò, contemporaneamente agli urli disumani dei dieci ragazzi rimasti in gara che si erano finalmente potuti togliere le bende per ritrovarsi vestiti di un tutù rosa con rispettive scarpette, con delle parrucche addosso e truccati fino all’inverosimile, per lasciarsi alle spalle la figura di un Peter Eisen sempre più confuso sui propri sentimenti e sulle varie attrazioni per le due ragazze.

-“Dannazione!”-

Urlò pestando il piede destro al suolo e prese a rincorrerla, cercando di calmarsi.

 

******

 

-“Bene...”- il direttore non ne fu così convinto e s’’apprestò a dire. -“Questa gara è stata indetta da Peter Eisen – ed evitò un machete volante – sono convinto che vi divertirete...”-

Sudò freddo, mentre pregava il dio del Ravanello di aiutarlo come meglio poteva.

 

 

 

*Spuntano fuori tutti i personaggi maschili e la rincorrono con fare assatanato*

Zero; prendetelaaaaaa! è.é

Kaito: me la pagherai!
Harry: Ahahah! xD *ride spensierato*

Gabriele: *sguardo sfacciatamente soddisfatto*

Elias: ti ridurrò in poltiglia! èOè

Josh: una volta mi stavi simpatica! T.T

Me: Nuo! JOSH! *piange affranta*

*Takuma e Marianna passeggiano allegramente per i giardini della Night Class*

Takuma: Oh! Guarda! *indica me con aria saccente* Quello è uno dei più rari esempi di scrittrice inseguita da personaggi.

Marianna: Ooooh! *o*

Kaname *fissa Luke*: ti ha incastrato? *si riferisce a Nives*

Luke *sospira*: Nives-sama è molto divertita dalla situazione.

Kain: *intontito dal bacio*

Hanabusa e Derek: non stiamo poi così male! 8D *aria piena di brillantini e fiorellini*

*I due subiscono pestaggio multiplo*

Shiki: *guarda in modo ferito sia Rima che Helene*

Helene: gulp...

Rima: *fiss...fiss*

Park: non saprei...*si guarda i vestiti* sembrano tanto le divise sportive.

Zero: somigli a Rok-Lee di Nasuto, solo con i capelli più corti e sopracciglia meno folte...

Park: guardi Naruto?! D:

Zero: °///° .. no? *si mette in posa come Naruto*

Yuuki: ma come, quest’anno agli Etna Comics non hai fatto il suo Cospl-..*gli viene tappata la bocca con una Pokeball*

Tutti: O.O! *fissano il Direttore che ha in testa un berretto alla Ash*

Direttore: YUUKiIH SCELGO TEEE!

Tutti: *muoiono*

Me: penso che fumare troppa erba mi faccia male...o forse devo cambiare spacciatore!

Kaname: Cosa?

Me: La cacca Rosa! 8D

Kaname:...  DDDD:

Me: *TrollFace*

....................................................................

Ok, a parte il momento di sclero che ho affrontato.

Sono davvero dispiaciuta per l’enorme ritardo con cui aggiorno ma gli impegni e robacce simili non sono favorevoli ad una persona che dovrebbe effettuare la tecnica della moltiplicazione per sempre... davvero.

Oramai casa mia è diventato un miraggio, il letto l’oasi che sembra irraggiungibile e la cucina un miracolo. D:

Sono  caduta in basso. u.u

Il capitolo è stato di vostro gradimento?

Bene, perché io l’ho riscritto 5 volte prima di esserne soddisfatta e avrei dovuto aggiornare tre giorni fa – quindi fatevi quattro calcoli per capire da quando è pronto.

 

Ah, un’ultima cosa: come state messi a Special?

 

Non ne avete nemmeno mezzo pronto?

Facendo così mi aiutereste moltissimo e la storia non resterebbe a lungo sola...

Anche perché potrei conoscere di più i vostri personaggi! 8D *questa è una scusa*

 

Bene, per adesso non ho altro da dire! :D

Un abbraccio a tutti, immenso! ♥ ♥ ♥ ♥

 

Nel frattempo...

 

Yuuki: Gneee... *piange accovacciata in un angolino*

*per caso da quelle parti passa Sergej*

Sergej: ehi, cosa ti è successo?

Yuuki: *lo guarda  e continua a frignare in un modo simile a Pikachu*

Sergej: o.o...?

Yuuki: Gnnneeeeeee, sniff, sniff! Gne!

*ad un tratto esce fuori Kaien con uno zainetto, un berretto e delle palline di carta colorate per metà di rosso e metà di bianco!*

Kaien C: Oh! Una Yuuki leggendaria! Devo catturarla! *o*

*Yuuki viene catturata*

Sergej: ma che cazz-.. o.O

Direttore *fa segno della vittoria*: ho catturato la Yuuki Leggendaria che piange in continuazione, frigna e si fa la figa con una falce di due metri e pasente  20 chili... *-* Sono un cacciatore esperto, io! *°*

Sergej: *barcolla*

Voce Fuori Campo: e si collude così, un’altra splendida avventura del cacciatore Kaien Cross, alla ricerca del gongolino d’oro e di diventare un valente capo palestra.

Sergej: O.O?! Cosa?!

Voce Fuori Campo: Ed anche se Sergej sembra essere altamente scioccato, scombussolato, schifato e fatto, per il nostro protagonista è stata una giornata piena di emozioni, ma questa amici miei, è un’altra storia...

To be Continued.

Sergej: °A° .

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Capitolo 10
*** Capitolo 6: Decisamente Epthatlon ***


Capitolo 6: Decisamente Eptathlon.

Ok, commento prima, visto che il capitolo è lunghissimo, la mia stanchezza al massimo e il sonno alle stelle, ragion per cui, spero che il mio ritorno in questa sede sia di vostro gradimento e che non sia venuto schifoso come credo, però, credetemi: mi sono impegnata.

Bacioni! :D

Capitolo 6:
Decisamente Epthatlon.

 

Decisamente Marianna e Takuma stavano bene insieme: tutti e due capricciosi, divertenti, pragmatici e dalla parlantina facile o, almeno, il biondino.

-“Che ne dici se mi accompagni a vedere la scuola?”- domandò la ragazza.

 

 << E il biondo annuì spensierato, ma – se Takuma era così tranquillo, essendo stato eliminato dalla gara di Eptathlon – cosa stava succedendo agli altri? Bene, a questa domanda dobbiamo fare tutti in passo indietro e... AHIO! >>

 

Derek piagnucolò appena toccandosi il punto leso dallo scappellotto di Gabriele.

-“Non sei divertente, Reinari!”- fu il commento secco e incazzato di Kaito – che desiderava scomparire in quel momento – mentre uccideva Yagari con gli occhi.

C’era il finimondo: chi urlava contro ad altri, chi si limitava ad auto commiserarsi per  la scelta di aver accettato quello scambio culturale e chi rincorreva Kaien Cross, non potendo disintegrare Peter Eisen, scomparso dietro la piccola Ashley, avevano bisogno di un punto di sfogo su cui mirare.

-“Capo dormitorio!”- pianse Hanabusa, in ginocchio vicino ai piedi del moro, facendolo arrossire leggermente poiché chiuse gli occhi e alzò il mento con aria disinteressata.

In quel momento alcuni ragazzi passarono davanti alle cancellate della Cross Academy.

“Guarda che belle ragazze!” commentarono in coro e si fermarono a guardare cosa stessero facendo.

Le aure nere e gli sguardi omicidi dei ragazzi mascherati, li fecero scappare dalla paura.

-“Tsk!”- fece Elias, mentre si sistemava la gonnella per evitare di morire imbarazzato – visto che le ragazze erano nei paraggi pronti a prenderli in giro.

Infatti Emma aveva addirittura soffiato ad una ragazza della Day Class la cinepresa e all’insaputa di tutti stava beatamente registrando ogni attimo di quei momenti, con l’intento di ricattare tutti, un giorno.

-“Sei perfida, Emma.”- sussurrò Lynette, facendola sorridere.

-“Lasciatela stare.”- marcò Lien, continuando a disegnare con la complice presenza  di Anastasija e Rachel – che furono d’accordo.

-“Godetevi lo spettacolo, invece.”- continuò Daisy che scattava fotografie – senza flash, ovviamente – a destra e manca.

Cris e Rosy stavano appiccicate alle braccia di Zero – pronto a scoppiare – mentre Harry e Rosalie se ne stavano in disparte a guardare il cielo.

Tsukiko, Lynette, Rima, Ruka, Yuuki, Allison, Helene, Nives, dunque, erano in due fuochi: spiarli o andare a cercare Ashley?

Helene e Nives si misero in bella mostra, davanti ai ragazzi, squadrandoli da testa ai piedi, divenendo spettatrici di un qualcosa di epico e irripetibile.

Rima e Ruka alzarono le spalle e si sedettero penzoloni in un albero, osservando con scetticismo i loro amici in abiti femminili.

Allison era stranamente curiosa di vedere come si sarebbe comportato Park e prese posto accanto a quelle che erano intente a registrare, disegnare e fare foto.

Le fu passata una macchina fotografica istantanea – discreta – e lei prese a fare qualche foto, divertita.

Lynette, Yuuki e Tsukiko si misero d’accordo nel cercare Ashley, preoccupate.

-“Dove andate?”- chiese Gabriele – salvo dall’attuale inferno maschile – e loro comunicarono il desiderio di cercare Ashley, venendo sentite da Marianna, Takuma, Zero, Rosy e Cristine che presero la decisione di andare anche loro.

Tanto per riuscire a far calmare gli altri, ci sarebbe voluto molto tempo.

Derek ascoltò in silenzio e capì dalle aure dei propri amici i loro intenti, poi, considerando il fatto di sapere dove si trovasse Ashley, s’alzò in piedi puntando gli occhi verso la luce dell’anima della ragazza che era bianca, cominciando a muoversi verso lei. 

 

Ashley si era nascosta in una delle stanze inutilizzate della Cross Academy, piangente, mentre ripensava a quello che Peter le aveva scatasciato contro.

 

-“A me non importa con chi ti vedi, frequenti o baci, non di certo. Però è fastidioso vedere che tu ti sia buttata così in basso, con un ragazzo qualunque! Diamine, pensavo tu puntassi al meglio!”-

-“Magari il “meglio” sei tu, eh?!”- sputò lei fra i denti, mantenendo un precario controllo sulla situazione.

-“Ovvio dovresti puntare a qualcosa o a qualcuno come il sottoscritto e, se posso metterci la mia, sarei ben disposto ad aiutarti, sai? Ho notato tutte le coppiette del gruppo ma se vuoi ti po-...”-

-“MA COME TI PERMETTI!?”-

 

Ecco, queste erano state le parole più brutte che le aveva rivolto Peter – visto che le aveva dette con serietà – da quando si erano incontrati per la prima volta.

Lei lo amava da sempre ( dannazione! ) e lui se ne usciva con una cosa del genere, falsando l’irritazione con menefreghismo.

Certo il bacio di Emma a tradimento e l’esitazione di lui, l’avevano fatta alterare ancora di più, però...

La seconda ondata di pianto fu tremenda.

Ad un tratto qualcuno balzò nella stanza da dentro la finestra.-“Ehi...”-

Salutò Derek e Ashley ricambiò, senza dire più nulla se non un flebile “come mi hai trovata”.

Derek si strinse nelle spalle accennando ai suoi poteri e al colore bianco della sua anima.

-“Dovrebbe essere nero...”- disse sarcasticamente e Derek negò con il capo, sedendosi schiena contro il muro e gambe rannicchiate al petto, proprio come Ashley.

-“Il bianco cattura ogni colore in sé, il nero li copre, ma non li sopprime, ragion per cui il bianco è sintomo di dolore e disperazione...”-

-“Non sono disperata!”- ribatté la ragazza e allora Derek sorrise.

-“Ma addolorata si, cos’è successo con Peter?”-

E Ashley – visto che una parte di sé pensava che Derek dovesse saperlo – cominciò a narrare lui gli ultimi avvenimenti.

 

Kaien Cross rise sotto i baffi guardando i ragazzi rassegnati al loro destino e attirò la loro attenzione con un campanellino decorato di un rosa confetto intenso.

In molti furono a ringhiare.

-“Diamo inizio alla seconda manche di Epthatlon, quella decisiva!”- e alle spalle del direttore scoppiarono delle stelle filanti con un cartellone decorato a festa.

L’unico battere di mani fu un passante rivolto al proprio cane, poi il silenzio.

-“Diamoci un taglio e arriva al sodo!!!”- urlò Emma da un albero e i ragazzi arrossirono mentre Sergej porgeva loro un cestino candidamente decorato – a mo’ di bambina pucciosa – facendoli rabbrividire tutti contemporaneamente. –“Oh, manca Derek...”- fece notare Sergej e pensarono bene di includerlo comunque in gara, visto che era una competizione a tempo.

-“Di che si tratta?”- chiese sconsolato Kaname, mentre con la coda dell’occhio vedeva Nives fremere e Luke sbiancare – pur mantenendo uno sguardo fermo e deciso.

Infatti, Nives voleva vincere contro Kaname a qualsiasi costo e mentalmente ricordò il motivo di quella lotta verbale e scommessa.

 

-“Perché non entri nelle mie dipendenze, Nives? “-

Le chiese il moro e lei inarcò un sopracciglio – senza smuovere gli occhi dalla lettura – per controbattere -“Ti ricordo che sono una Sanguepuro, Kaname.”- disse infatti e continuò.-“E poi ho tante cose interessanti da fare a discapito di te, che ti crogioli su foglie d’alloro.”-

Il moro inarcò un sopracciglio e sorrise, per nulla infastidito dalla risposta pungente della vampira.

-“Allora dammi Luke, visto che sembra così dedito al lavoro e non si lamenta mai.”-

A quel punto l’albina sbarrò gli occhi.-“NO.”- e marcò il concetto, facendo fare una faccia seria al moro.

-“Scommetto che senza di lui molte delle tue “peculiari” caratteristiche si perderebbero.”-

Nives inarcò un sopracciglio, mantenendo la calma, mentre Luke l’affiancava, pronto a prendere le difese della propria padrona.

-“Spiegati meglio, Kaname.”-

-“Intendo dire che l’uno – e indicò Luke – senza l’altra – e indicò Nives – siete inutili.”-

Nives sorrise sbieca e guardò Luke, che non capì il sorriso sbruffone della padrona.-“Scommettiamo.”-

-“Uh?”-

-“Se nella prossima sfida Luke fallirà, allora ammetteremo che l’una senza l’altro abbiamo poche possibilità, in caso...”- e sorrise di un sorriso calcolatore.-“Dovrai ammettere che siamo indubbiamente superiori, anche a te, Kaname.”-

-“Ci sto.”-

Il moro annuì spavaldo e Luke sospirò, contrito mentre si sorbiva le occhiatacce di Hanabusa e notava la curiosità dei membri della Night Class, intenti ad origliare – con stile però, eh! – la conversazione.

 

Tornarono con i piedi per terra che il direttore stava riprendendo a parlare.

-“Dovrete raccogliere gli oggetti indicati nella mappa e metterli nel cesto!”- esultò Kaien Cross mentre i partecipanti si guardarono in faccia delusi dalla stupidità della competizione, però...

In quel momento il Direttore riprese a parlare.

-“Però qualunque sia l’oggetto indicato nella lista, dovrete portarlo qui alle otto della sera, superando i percorsi di Eptathlon che sono stati uniti per dare vita ad un percorso mort- emh, carino e fluffoso e facile!”- esultò ancora Kaien, mentre Yagari trattenne una risatina.

Hanabusa sbiancò leggendo la lista. –“Uova fresche? Peso da cinquanta chili? Barbie? Cannella? Set di tazzine? Alveare vuoto? Ma che razza di lista sarebbe questa?!”-

-“Questo vuol dire che saremmo costretti ad uscire fuori dal cancello?”- chiese Kain e il preside sorrise annuendo, prima di venire mandato a quel paese dai più.

-“COSA?!”- sbraitò Hanabusa, mentre il fischio di inizio partiva e le liste venivano studiate.

La risata di gusto della Kreutzer echeggiò nell’aria facendoli morire di imbarazzo.

 

*****

 

Derek aveva sentito il fischio di inizio ma non si era mosso dal fianco di Ashley intenta ancora a raccontare le vicissitudini di lei e quel Peter da strapazzo.

Dannazione, con le donne in generale ci sapeva proprio fare, ma con quella che morirebbe per un sorriso e un’attenzione insignificante, no.

Che stupido essere umano... molto più stupido di quello che dava a vedere.

-“Quindi...sniff... che dovrei fare?”- e singhiozzò ancora, Ashley, oramai al limite.

Derek sentì i passi e le chiamate insistenti dei propri amici – che venivano dall’esterno – e quelle del diretto interessato nel corridoio dell’istituto.

Gli venne un’idea in testa.-“Ashley?”- la chiamò.

-“Mh?”- rispose.

-“Ti fidi di me?”- e a quella domanda la ragazza alzò il viso dalle ginocchia, asciugandosi gli occhi per specchiarsi in quelli azzurri dell’amico.

-“S-Si, perc...”- non ebbe nemmeno il tempo di finire la domanda che le labbra di Derek si unirono con quelle di Ashley, la quale sbarrò gli occhi, imbarazzata.

In tutta risposta Derek passò una mano sulla guancia di lei e poi l’arpionò alla sua  nuca, spingendola a sé e entrando l’altra mano dentro la maglietta della ragazza, limitandosi a farla sostare sul fianco liscio e setoso.

La porta si spalancò di colpo mostrando un Peter Eisen prima snervato, poi sorpreso, poi scandalizzato, poi affranto, poi triste, poi disperato ed infine – quando Derek riuscì a decifrare tutti i colori che avevano attraversato l’anima dell’uomo, portandola al bianco e lasciò andare Ashley – quella dell’uomo divenne nera: di un nero impenetrabile.

Ashley non sapeva che dire e si era portata una mano alle labbra, con gli occhi sbarrati nel vedere Peter fermo sulla soglia; Derek si era messo in piedi in modo sicuro e lo fronteggiava, mentre l’altro, respirava in modo profondo.

-“Ragazzo, sai che certe cose sono vietate, vero?”-

Derek si esibì in un’espressione spavalda.-“Il regolamento non vieta di pomiciare con la prima che capita, no?”-

Peter a quella frase cominciò a trattenersi sempre meno, non sapendo nemmeno come mai si stesse riscaldando tanto.

-“No, non lo vieta, quindi...”- e Derek afferrò il polso di Ashley, tirandola su con una facilità e leggerezza estrema – anche delicatezza – falsando l’atto in modo da sembrare rude.

Peter strinse i pugni nel vedere il gesto e Derek si esibì in un’altra espressione furba e predatrice, da donnaiolo, come se fosse per nulla interessato alla donna con la quale stava avendo a che fare e che teneva fra le braccia.

Peter riconobbe quella posa e compì un passo in avanti.

-“Vorrebbe partecipare anche lei?”- continuò Derek mentre Ashley si chiedeva il perché di quella pagliacciata – era palese che stesse recitando – e continuava a fissarlo.

-“Cosa?”- fu la risposta bassa e roca di Peter che mise sul chi va la anche Ashley - fino ad allora non gli aveva rivolto nemmeno un’occhiata.

Derek a quella risposta modificò l’espressione del viso fino ad assumere una posa divertita e prese il mento di Ashley con due dita, muovendolo a destra e sinistra lentamente, costringendola a muovere la testa nelle stesse direzioni.

La baciò di nuovo, leggermente, e tornò a guardare Peter che era divenuto rosso tanto si stava trattenendo.

-“Vorrebbe giocare con lei? Sa, è molto carina anche mentre piange e penso che...”- non finì la frase perché Peter gli si avventò contro, partendo alla carica.

Derek rise e - pochi secondi prima che il biondo gli arrivasse di sopra - scostò di lato Ashley, facendola scontrare contro il muro delicatamente; per fare quella mossa, però, incassò il pugno rabbioso dell’uomo, che lo tramortì appena. 

Continuarono a darsele di santa ragione mentre Ashley era impietrita e ogni tanto mormorava un “basta” a fior di labbra.

Dopo circa cinque minuti di lotta Peter sovrastava Derek al suolo e l’aveva immobilizzato mentre caricava un pugno: perdevano entrambi del sangue dal naso, avevano le labbra spaccate e alcuni segni rossi in viso che sarebbero divenuti sicuramente lividi. –“Chiedile scusa...ragazzo.”- ansimò Peter e Derek continuò a recitare, esibendosi in un’espressione menefreghista.

-“Non ho nulla per la quale scusarmi.”- mormorò e riuscì a ribaltare la situazione, caricando questa volta lui il colpo. -“Non l’ho mica ferita, io.”- e gli diede un pugno sullo zigomo, meno forte degli altri a causa del dolore alle nocche. Ribaltarono nuovamente la posizione e Peter riuscì a dargli una serie di pugni. –“Si, invece, perché lei non è una qualunque.”-

Derek ansimò per il dolore e socchiuse un occhio.-“Per me lo è, non la amo, non mi interessa di lei come persona, di chi frequenta o chi bacia, quindi posso farle ciò che mi pare e piace, ovviamente con il suo consenso, mica sono un vile, io.”- e sorrise, spingendo con le gambe Peter per rimettersi in piedi.

Fece l’occhiolino ad Ashley mentre il biondo si rimetteva in piedi.

Derek gli caricò un pugno nello stomaco e lui una ginocchiata al fianco, facendolo cadere in ginocchio in preda alla tosse. –“E poi...”- rincarò la dose Derek.-“Perché ti stai scaldando tanto? È la tua donna? Non penso proprio.”- e in risposta Peter gli riservò un calcio in pancia, facendolo cadere al suolo con la schiena, privo di forze, ammaccato, ferito e esausto.-“Mi domando dove sia il tuo essere uomo.”- disse ancora, respirando in modo roco con le braccia spalancate lungo le mattonelle del pavimento.

Ricevette un calcio al fianco e svenne per il dolore con un piccolo gemito strozzato. Peter lo sovrastò, prendendolo per la collottola della divisa.-“Tu che ne vuoi sapere?!” urlò scotendolo e in quel momento Ashley si mise in mezzo, allontanando Peter con una spallata per proteggere Derek.

-“Calmati!”- ordinò Ashley e Peter parve ritornare presente.

La porta fu scardinata interamente da Gabriele – il quale aveva sentito l’urlo minaccioso di Ashley – e viste le condizioni dei due biondi non ci mise più di due secondi a capire la situazione.

-“Quest’idiota ha fatto finta di essere il cattivo della situazione?”- sospirò e Ashley annuì, intimorita che potesse avventarsi contro Peter uccidendolo di botte.

Al contrario quello sospirò ancora, facendo illuminare gli occhi verdi di ammirazione sopita e prese in braccio l’amico svenuto, dirigendosi in silenzio e a grandi falcate fuori la stanza diretto in infermeria.

Il silenzio fu lacerante in quella piccola stanza e i due si guardarono negli occhi.

-“Io...”- tentò di dire Peter e la ragazza ordinò lui di fare silenzio, troppo scossa per commentare.

Poi uscì dalla stanza non appena Yuuki, Tsukiko e Rosy fecero l’ingresso nella stanza, preoccupate per l’amica, mentre Takuma, Marianna e Gabriele portavano il biondo in infermeria.

Ma essendo Ashley non ebbe bisogno di cure o rassicurazioni.-“Vieni con me.”- disse semplicemente, facendosi seguire dai presenti con passo risoluto.

 

******

 

Kaname doveva trovare una stufa degli anni ottanta ed era andato a finire in quei negozietti di antiquariato dimenticato da tutto e tutti.

Per sua sfortuna anche Luke aveva una stufa degli anni ottanta in lista e notarono entrambi l’oggetto dei loro desideri su di una mensola del suddetto negozio.

-“Ne ha un’altra?”- chiese in tensione Luke e l’anziano vecchietto negò, mortificato.

I due ragazzi/e si guardarono negli occhi, pronti alla zuffa e il vecchietto si eccitò come non mai, ignorante del sesso di quelle “ragazze splendide ed eteree” .

 

*****

 

Kaien starnutì e Yagari sbuffò una nuvola di fumo verso il cielo.

-“Non sembra di aver dimenticato qualcosa?”- disse ad un tratto Sergej e Kaien annuì, facendo l’elenco di quello che aveva detto.

Yagari e Sergej sbiancarono. –“Cazzo!”- fu l’imprecazione del corvino.

-“Abbiamo dimenticato di dire loro che dovranno competere uno contro uno!”- disse Sergejj.

Kaien cominciò a pregare e Yagari ridacchiò.

 

*****

 

A Lien qualcosa non quadrava, non di certo: vedeva i ragazzi litigare per gli stessi oggetti.

Ovviamente non aveva detto nulla alle altre e era andata direttamente all’attacco, cercando il motivo di tutti quegli scontri.

Improvvisamente all’occhio gli risaltò Hanabusa – unico a camminare tranquillo per la strada con il cestino quasi riempito di cose inutili – mentre molti ragazzi gli riservavano lui delle avance.

-“Hana-chan!”- volle ridicolizzarlo.-“Mi fai leggere la tua lista?”-

Hanabusa rimase di sasso a quel nomignolo e guardò Lien con sufficienza, porgendogli la lista.

-“Interessante...”- borbottò Lien e successivamente chiese al biondo se avesse avuto problemi con qualcuno durante la ricerca: quello scosse la testa e continuò a camminare.

Allora, non soddisfatta s’avvicinò a Park ed Elias, i quali stavano facendo la morra cinese per aggiudicarsi un libro di poesie.

Quasi le vene da ridere ma rimase zitta e composta.

Scoppiò letteralmente dalle risate quando vide Joshua Takahashi e Kaito Takamiya rincorrersi per la strada a causa di una... coroncina di plastica.

Rachel le fu accanto e entrambe risero prendendo in mano i blocchi da disegno; in pochi minuti avevano disegnato i loro cavalieri su carta.

-“E’ strano comunque.”- sussurrò la bionda e la corvina annuì, poi li chiamarono e i due s’avvicinarono loro con circospezione.

-“Tesoro~”- squittì Jsh, mentre Kaito rimaneva in silenzio guardando i vampiri con circospezione.

-“Fateci vedere le vostre liste!”- dissero le ragazze in sincrono e loro lo fecero con riluttanza: erano identiche.

Le due scoppiarono a ridere e Lien assunse una faccia carica di comando e direttive, lasciando indietro sia la bionda che Josh.

-“Andiamo, prima che tornino alla ricerca delle tue cose.”- Kaito agrottò le sopracciglia confuso.

-“Cosa?”- sussurrò, stanco e imbarazzato.

-“Avete la stessa lista, il che significa che fra di voi ci sarebbero stati degli scontri, capisci?”-

Kaito parve pensarci per circa due minuti, poi grugnì un “bastardo” poco velato contro il direttore Cross.

 

*****

 

Nives aveva aiutato Luke nella ricerca degli oggetti, lasciando Kaname con un paio di oggetti in meno e irritazione ai margini.

Ora il problema stava nel tornare all’Accademia senza che il moro tentasse di rubare lui gli oggetti della lista.

Forse era proprio questo quello alla quale puntavano gli organizzatori e – come cosa – fece ridacchiare Nives di aspettativa, mentre Luke sorrideva intenerito dell’espressione dura ma tenera della propria padrona.

-“Farò il massimo, Nives-sama.”-

-“Lo spero, Luke, lo spero proprio.”-

 

*****

 

Quando Derek riaprì gli occhi vide Ashley intenta a medicare Peter con l’acqua ossigenata mentre questo ogni tanto si lamentava per il bruciore e lei lo rimproverava.

-“Stupido.”- fu l’unico commento di Marianna verso il biondino.

-“Decisamente.”- si accodò Gabriele e Takuma annuiva con le braccia incrociate, annuendo con disinvoltura.

-“Stupido ma gentile.”- mormorò infine il vice capo dormitorio.

Yuuki era stata mandata a raccogliere farfalle e Tsukiko rideva ancora da sola per la stupidità dell’umana.

Nella sala entrarono anche Rosalie e Harry che ridevano commentando con quanta verve la castana avesse recuperato un retino e fosse andata a cercare farfalle.

Lynette aveva lottato contro l’istinto insano di ridere e quello di rimproverare gli amici per il gesto, invano, e si era messa a chiacchierare con Rosy – mandata via a pedate da Cristine dal fianco di Zero.

I due avevano deciso d “passeggiare” dietro i concorrenti per sfotterli con insano divertimento... soprattutto Zero, che aveva modo di vedere la propria nemesi con le spalle al muro, e Kaito con una faccia epica con cui poterlo ricattare in futuro.

Fu quasi come se ci fosse una festa in cui il festeggiato – Derek – riceveva insulti di dubbia natura e complimenti celati da frasi di scherno.

Ma non importò molto lui. -“Ashley...”- mormorò infine e la ragazza gli andò vicino, ringraziandolo di cuore.

-“Si?”- disse.

-“Allora – e sospirò – ti fidi ancora di me?”-

Ashley rise e gli stampò un bacio sulla fronte.-“No.”- commentò dolcemente, mentre il biondino ridacchiava e gli altri facevano più trambusto del solito.

Nella mischia Peter e Ashley scomparvero, avvolti da un’aura particolare.

Gabriele inarcò un sopracciglio notando la cosa e avvicinò le labbra all’orecchio dell’amico, così, tanto per rigirare il coltello nella piaga.

-“Ehi – sussurrò – ma non era Ashley la ragazza che ti piaceva?”-

Derek socchiuse gli occhi e sorrise sincero.

 

*****

 

Con tutto lo scalpore che aveva fatto lo scontro di Peter e Derek, in molti si dimenticarono presto dei concorrenti ancora in gara che avevano dovuto scampare a voragini, frecce, trappole elettriche, martelli, salti lunghissimi, lanci abnormi e chi più ne ha, più ne metta, riducendoli a dei colabrodo ambulanti.

Non appena scoccarono le otto della sera, gli unici con il cestino pienissimo degli oggetti richiesti furono Hanabusa - visto che non aveva dovuto lottare con nessuno; Josh – che se la rideva alla grande osservando l’espressione incazzata di Kaito – e Kain che era stato addirittura aiutato dallo stesso Shiki – con cui avrebbe dovuto gareggiare.

Luke aveva otto dei quattordici oggetti strambi richiesti e Kaname sei, per cui Luke aveva battuto il moro, vincendo la scommessa e venendo guardato dalla padrona con occhi diversi.

Park aveva vinto su Elias per una questione di velocità.

Le ragazze, comunque, avevano fatto un ottimo lavoro giornalistico, senza perdersi una gaffe ed immortalandole tutte.

In quell’occasione Allison si era ritrovata a guardare Park con più insistenza mentre Emma e le altre se la ridevano alla grande.

Il direttore e gli altri due si fecero vedere alle otto e cinque minuti dando il tempo a tutti di raggiungere il luogo di incontro.

-“Complimenti a tutti per la forza d’animo!”- cominciò Sergej e Yagari sbuffò una nuvola di fumo, disinteressato.

-“Il vincitore è Hanabusa Aidou che arriva al primo posto! A seguire Joshua Takahashi che arriva al secondo posto e per finire Kain Akastuki che arriva la terzo!”-

Nell’esatto momento in cui il direttore prese a parlare in modo logorroico, tutti lo ignorarono, ritirandosi nelle loro stanze con fare bellico.

Il pensiero comune fu censurato.

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Capitolo 11
*** Capitolo 7: Chi di Box Ferisce... ***


Capitolo

Ok, sono in ritardassimo, ma giuro: il capitolo sembrava non voler finire più! D:

Ho visto i personaggi nella mia testa così nitidamente che non volevo più smetterla di aggiungere particolari e incasinare situazioni! ( Eh- eh! )

Quindi, in augurio a tutti voi, in tanto vi ringrazio per seguirmi sempre, vi chiedo perdono per i miei madornali ritardi [( di tutti i tipi ) anche mentali ] e spero che il capitolo sia di vostro gradimento.

Inserirò tutti in questa prova e ripeto: tutti.

Quindi non uccidetemi se qualcuno degli OC sarà OOC! :D

Auguri di buone feste – o quelle che rimangono! – vi voglio bene!

 

Capitolo 7:

Chi di Box Ferisce...

 

 

Nives e Luke avevano festeggiato la loro vittoria su Kaname e i suoi in modo molto altezzoso, con tanto di certificati commemorativi e fotografie dei risultati, portando l’intera Night Class a guardare la cosa con occhi leggermente annoiati.

Ma in fondo non aveva importanza, visto che per i due riuscire a battere un sistema politico radicato da millenni, era stato un passo abbastanza clamoroso.

Adesso, dopo cinque giorni da quella domenica, si sarebbero ripresi i giochi, e già molti pensavano ai disastri che sarebbero successi.

-“Nives-sama, le ho portato la colazione.”- disse Luke rivolto al legno davanti a sé, mentre la vampira annuiva come se il ragazzo potesse vederla.

E in effetti, non appena lei finì di abbassare la testa, quello entrò dentro in modo leggero, portando un vassoio con un bicchiere elegantissimo e un pacchetto di compresse ematiche al di sopra, decorato con delle rose rosse.

Nives aggrottò le sopracciglia e – non appena scorse con gli occhi la figura del ragazzo – arrossì in modo evidente.

-“Nive...”-

-“Luke ti ordino di uscire da questa stanza! Subito!”- quasi urlò, bloccando il regolare chiacchiericcio della Night Class.

Luke strabuzzò gli occhi eterocromatici e annuì, socchiudendoli, sentendo qualcosa in fondo al proprio animo sgretolarsi.

Nives-sama, continuava a pensare solo al suo nome, Nives-sama...

Non l’avrebbe sopportato. Non di certo.

Oramai lei era l’unica cosa per la quale valesse la pena vivere e se anche lei l’avrebbe abbandonato, sarebbe stato inutile continuare.

 

******

 

 

Kaito sbuffò infastidito all’indirizzo di Sergeij: era pericoloso il maneggio di tutte quelle armi da taglio e quello sembrava gioire e rinvigorire come un ragazzino.

Poi a Kaito venne in mente Lien e s’imbambolò come uno stoccafisso a guardare il vuoto.

In mente solo il candido sorriso – raro – che le aveva solcato il viso nel vederlo in gonnella e poi, quei capelli... i capelli così corti che le lasciavano scoperta la nuca sottile, elegante e sensuale, l’avevano attirato dalla prima volta, come per i capelli: potevano delle ciocche di capelli contrastare con l’incarnato niveo e renderlo ancora più bello del normale? No. Forse. Con Lien... Si, cazzo.

Anche il corpo era semplice e pura poesia, decisamente, ma quei capelli erano stati fatti per tentare il Vampire Hunter ad accarezzarli o farli scorrere sulle dita come la cosa più delicata del mondo.

-“Pivello rimettiti al lavoro!”- commentò Yagari dandogli una spallata leggera e lui scosse la testa, ringhiando a se stesso.

Oramai erano due settimane che guardava la vampira con interesse e se la ritrovava dappertutto, anche quando tornava da qualche ronda notturna, la vedeva intenta a disegnare con il capo chino sul blocco da disegno oppure con lo sguardo perso nel vuoto a sfiorare argomenti a lui ignoti...

Il cuore del rosso si strinse dolorosamente nel constatare che non sapeva nulla di lei, nemmeno il motivo per la quale indossava sempre delle sciarpe al collo.

Buffo che lui si facesse delle domande del genere, ma la cosa era degenerata molto in quel periodo, arrivando addirittura a spiarla ogni tanto durante le lezioni del progetto di scambio o anche mentre lui era intento a fare lezione nella sua classe di notte.

Si morse il labbro inferiore e continuò a spostare le cataste di armi bianche dagli scatoloni agli appositi ganci.

In quel preciso istante gli parve di vedere Lien mentre il sole si rifletteva su una lama e lo accecava, invece, era solo Emma con la sua solita aria menefreghista e pipa in bocca.

-“Potresti aiutarmi invece che guardare e fumare, Emma!”- ringhiò contro la bionda e lei alzò le spalle, continuando a tirare dalla pipa come se nulla fosse.

-“Io sono una povera ragazza indifesa, Takamiya!”-

-“Fottiti Kreutzer!”-

La bionda rise.-“Sicuro, e quando lo farò vedrò di godere come una pazza e pensare a te che non troverai mai nessuna!”- ridacchiò lei e al rosso sembrarono lanciargli un secchio d’acqua gelata addosso.

Non rispose per risparmiare un po’ d’orgoglio però la bionda continuò.

-“Ti piace, mh?”- insinuando riferimenti espliciti alla cinesina.

-“Emma...”- ringhiò l’Hunter e lei fece cadere la testa di lato, incuriosita.-“Sparisci.”- finì e la bionda alzò le spalle riprendendo in bocca la pipa, passeggiando come se nulla fosse, mentre Kaito se ne andava con in mano il pacco gigante dei fioretti, rosso in viso.

Non appena la bionda girò l’angolo dell’edificio, il corpo della ragazza cominciò ad illuminarsi fino a brillare in modo accecante.

Quando tutto il bagliore scomparve, al posto di Emma rimase solo una Lien imbarazzata.

In fondo era nata nell’anno del serpente, lei.

 

*****

 

Elias aveva trovato un angolino tutto per sé dietro uno dei tantissimi alberi della Cross e avrebbe pagato oro pur di potervi rimanere per altre cinque ore, visto la ripresa dei giochi.

Rabbrividì ripesando al tutù rosa e pensò istintivamente a Sinne...

Quanto gli mancava in quel momento.

Avrebbe voluto ascoltarla parlare mentre la sua voce lo cullava leggero e perdersi nei suoi occhi, per poi prenderla in giro per giustificare lo sguardo serio e profondo che gli lanciava ogni volta.

Sinne. Ogni tanto lo sospirava ma scuoteva il capo per non cedere alla tentazione di scappare da quella gabbia di matti e tornare in Norvegia da lei.

Socchiuse gli occhi sul punto di addormentarsi e... per tutto l’edificio risuonò il suono di una tromba, amplificata da casse giganti, portate a livelli di volume inumani.

-“Ma porca..”- borbottò lo stesso, passandosi una mano fra i capelli per risistemare il codino.

Era il tempo di riprendere quelle gare assurde.

 

*****

 

Questa volta la cosa avvenne in modo civile e tutti, ma proprio tutti, si erano riuniti davanti alla commissione formata esclusivamente da Sergej dentro il palazzetto sportivo.  

L’uomo dagli occhi eterocromatici e dalla prestanza fisica non indifferente, si esibì in un sorriso bello e genuino che contagiò interiormente Emma e altre ragazze del gruppo.

Poi parlò con lentezza e calma, come a soppesare le reazioni dei più.-“Buongiorno ragazzi, spero che questo breve intervallo dai giochi sia stato speso bene per lo studio e il recupero delle attività didattiche.”-

Si batté le mani fra di loro, emozionato e continuò.-“Oggi ci saranno gli incontri di Box, ragazzi...”-

Le ragazze pensarono di essere state escluse e i ragazzi fremettero in attesa;

Soprattutto Park e Gabriele, che speravano di potersi scontrare in un modo o nell’altro.

Emma rise.-“Chi devo trucidare?”- fu il suo commento rivolto verso i ragazzi e - in effetti - la ragazza aveva un corpo ben muscoloso e prestante, formoso, ma pur sempre muscoloso sopra la media delle ragazze comuni e delle vampire – che rimanevano fortissime in ogni caso.

-“Emma non truciderai nessuno dei ragazzi – parlò nuovamente Sergej – sarai messa a lottare contro le ragazze per le eliminatorie, poi, per gli ultimi incontri sarete smistati e costretti a confrontarvi in base al peso.”-

Nello stesso momento Yuuki e Tsukiko e Rosalie indietreggiarono, mentre le altre divenivano pallide – salvo eccezioni come Lien, Anastasija, Ruka, Rima, Ashley e Lynette.

-“Q-Questo...significa...”- gemette Yuuki in preda a delle convulsioni che la rendevano leggermente più passabile del normale.

-“Che...ohcristosanto!”- disse in modo troppo veloce per poter essere compreso Rosalie.

-“Dovremo pesarci?!”- finì Tsukiko, ultima della fila, mentre un corridoio le sii apriva davanti e le ragazze si esibivano in delle espressioni cariche di terrore rivolte verso Sergej.

Quello non capì e nemmeno gli altri – visto che la Kreutzer se ne stava tranquilla, seduta su un albero a fumare.

-“Si?”- chiese il castano, mentre le ragazze si lasciavano andare alla disperazione più nera.

Quando Yagari, Kaien e Peter poggiarono la bilancia dell’infermeria – quella in ferro con i parametri per l’altezza – fu l’inferno.

 

La prima – sfigata – del gruppo a mettere piede sulla bilancia fu proprio Rima, mentre Kaien se ne stava tranquillo con in mano una cartellina, pronto a prendere nota.

La ragazza mise il primo piede e poi il secondo – compiendo un passetto leggero e aggraziato – mentre il bilanciere compiva il proprio lavoro.

Rima non aveva problemi di linea ma da quando aveva cominciato a nutrire Shiki – secoli addietro – si era spesso dovuta limitare con i dolci, quindi...

Il bilanciere segnò 40kg e lei alzò le spalle, sollevata.

 

Ashley fu la seconda, che fece la cosa con gli occhi chiusi: 90kg.

-“COSA?!”- urlò la ragazza e tutti risero divertiti.

Ashley si girò di scatto e vide la punta del piede di Peter sulla superficie, mentre lo stesso tratteneva le risate a stento.

-“Tu...”- tremò di rabbia la castana.-“Dì le tue ultime preghiere!”-

Appena Peter scese dal piatto, la bilancia segnò 40 kg e il biondo prese a correre, tallonato da una Shezca infuriata, ridendo a crepapelle.

-“Non trovate che quei due stiano bene insieme?”- sussurrò Tsukiko, mentre Rosalie e Cristine annuivano, assorte.  

 

Lynette arrossì, trovando imbarazzante il tutto – visto che  Kaien e Gabriele erano presenti – e inutile la sfida: trattenne il fiato.

-“Relax!”- disse Idol e lei si lasciò andare, sbuffando: 41 Kg.

 

Gabriele inarcò un sopracciglio, basito: come potevano delle ragazze così piccole non farsi male in degli incontri di Boxe?

In quel momento il direttore lo chiamò di parte e lui annuì, nascondendo il sorrisino sghembo nel vedere Lynette soddisfatta della propria linea.

-“Potresti darmi una mano con l’altra bilancia dell’infermeria?”- lui annuì.

Quando arrivò davanti alla suddetta bilancia – identico modello di quella precedente – la dottoressa prese a fare loro raccomandazioni su raccomandazioni per non farsi male e le trovò inutili: alzò la bilancia come se non pesasse nulla e la portò fuori, vicino all’altra.

Derek ridacchiò notando le aure sconcertate – gialle canarino – di tutti e aggrottò le sopracciglia nel notare quella lilla di Lynette... che fosse interesse per davvero?

 

Superato l’inciso in cui si presero i pesi delle ragazze, furono i turni dei ragazzi, privati della parte superiore della divisa, che sorridevano raggianti, mandando tutte leggermente in confusione: erano statuari!

Hanabusa volle pesarsi per primo e la bilancia segnò i 60 kg – lanciando occhiatine fugaci ad Anastasija, rossa in viso, e altrettante a Tsukiko, altrettanto rossa – continuando con la stessa soglia di peso per: Harry, Derek, Senri e Takuma.

 

Quando fu Josh a farsi avanti, sia vampire che umane, ebbero l’insano pensiero di prenderlo e portarlo lontano, così da non tornare più in quel luogo. Dire magnifico era un eufemismo bello e buono! Era semplicemente Magnifico: i muscoli tonici erano armoniosi sulla pelle leggermente abbronzata del ragazzo e in quel modo – si dissero in molte – stava anche meglio che con i vestiti addosso.

La bilancia segnò i 64 Kg.

 

Per Kaname i 65 kg.

 

Qualcosa stava per accadere, però, poiché mancavano all’appello troppe persone, tra le qual-...

-“Eccomi qui!”- l’urletto del direttore Kaien Cross immobilizzò i presenti.

Solo Lynette, nel vedere il fisico scolpito da anni e anni di allenamenti dell’uomo, avvampò febbrilmente preoccupando interiormente “Golia”.

I presenti – tutti gli altri tranne Emma, Sergej, Peter e Yagari – strabuzzarono gli occhi.

-“Non posso crederci...”- sussurrò Zero, mentre la bilancia segnava 68 kg netti.

 -“Esatto, parteciperò anche io!”-

E chi non conosceva le passate imprese di Kaien Cross, rise apertamente.

 

******

 

Sergej, poco avvezzo a tutto quel parlare, sospirò pesantemente riportando la marmaglia all’ordine, notando sulla cartellina con i pesi di tutti gli individui le varie divisioni.

-“Allora, le persone che io chiamerò, faranno parte dei pesi “coccinella”...”- fu interrotto da Josh, il quale mostrava un sorriso sbeffeggiante a Rachel che arrossiva violentemente, trattenuta da Allison nel picchiare il rosso.

-“Esistono i pesi coccinella?”-

Sergej scosse la testa.-“No, ma siccome Rima, Ashley, Lynette, Ruka Allison e Yuuki  non arrivano nemmeno a 50 kg, quindi nemmeno ai pesi “mosca” abbiamo creato un’altra fazione per loro.”-

Le ragazze interessate arrossirono e Sergej continuò la divisione.

-“Pesi mosca: Cristine, Rosette, Tsukiko, Marianna, Helene e Lien. Pesi leggeri: Rachel, Nives, Anastasija, Daisy e Rosalie. Pesi Medi: Emma.”-

Sospirò e prese la lista dei ragazzi, tutti più o meno della stessa categoria.

-“Pesi superleggeri e pesi welter: Hanabusa, Harry, Derek, Senri, Takuma, Josh, Kaien e Kaname. Pesi medi: Park, Gabriele, Zero, Peter, Yagari, Kain, Luke e Kaito. Pesi mediomassimi: Elias e me.”-

 In quella gara fu chiaro che avrebbero partecipato tutti.

 

*****

 

Le regole erano state spiegate in modo più o meno dettagliate: due alla volta si sarebbero sfidati sul ring per un massimo di tre minuti o quando uno dei due avversari si sarebbe arreso oppure ancora, quelli che venivano buttati fuori dal ring. Ovviamente si teneva conto delle varie fazioni in cui erano stati divisi e le prime a sfidarsi furono Rima e Ashley da un lato e Hanabusa ed Harry dall’altro, in due ring appositamente montati per l’occasione, muniti di tutto il necessario per questo sport a partire dai guantoni.

-“Mi raccomando sappiate moderarvi – disse Sergej ai vampiri – ricordate che state lottando contro umani. Iniziate!”-

Harry e Hanabusa iniziarono subito con affondi precisi e letali, mentre Rima, non interessata alla cosa, si limitava a scarsi affondi che erano sempre decisamente troppo precisi per Ashley, che cercava di rimontare, sostenuta silenziosamente da Derek e molto più fragorosamente da Peter.

-“Forza! Attenta! Ah! Evitalo!”-

E Peter stava vicino al ring, “consigliando” Ashley... la portò al punto di irritarsi e rimontare, pensando di avercelo davanti, poiché afferrò la bionda e la scaraventò fuori dal ring in un impeto di rabbia, portandolaalla vittoria.

Harry era preciso e si muoveva con agilità anticipando le mosse del biondo e incuriosendo Hanabusa, che si sentiva il gatto della situazione.

Harry anticipò le mosse di Hanabusa per alcuni minuti e affondò, deciso: prese il biondo in pieno stomaco e poi lo stese con un pugno in pieno viso, tramortendolo.

Anastasija e Tsukiko rimasero gelate, mentre Carotina era sempre propensa a dirsi contro la violenza.

-“Sei forte...”- ammise Hanabusa e il ragazzo dagli occhi verdi rimase alquanto sbigottito dal tono ilare con cui lo diceva.

Harry subì una serie concatenata di colpi che lo costrinsero alla difesa e successivamente – persa la concentrazione – finì a terra, riuscendo a schivare in tempo un calcio. Harry allora afferrò il biondo per una caviglia e lo gettò a terra, sovrastandolo per caricare una sequela di pugni ben assestati alle protezioni del viso, per stordirlo.

Il gong suonò, decretando la vittoria di Harry, che – seppure, ammaccato dolorante, sudato e stordito – si lasciò andare ad un gesto euforico prima di capitolare sul ring, sotto le amorevoli cure di Rosalie, preoccupatissima.

-“Avresti potuto batterlo!”- sussurrò Anastasija ad Hanabusa.-“Era sfinito.”-

Quello scosse la testa poggiandosi completamente sulla ragazza anche se non era necessario.-“Avrei dovuto competere contro Kaname-sama o Kain, e la cosa non mi andava proprio.”- ammise e la ragazza annuì, sostenendolo, mentre Tsukiko teneva il broncio ma lo vezzeggiava con le più amorevoli delle cure.

 

 

Il secondo turno fu fra Lynette e Ruka per le ragazze e fra Derek e Senri da un lato.

Lynette non provava particolarmente piacevole o piacente quella vampira, eppure non poteva non notare il ghigno con la quale era osservata.

Patetico” si disse “ non le ha insegnato nessuno che non bisogna cantar vittoria prima del tempo?”

E a guardare quell’incontro femminile fra tutti Gabriele e Kain erano in due fuochi.

Il primo – visto che la bionda aveva uno strano ascendente su di lui – era in attesa di vedere come se la sarebbe cavata e in caso di pericolo intervenire, mentre il secondo sperava che la ragazza si contenesse e non facesse del male all’umana, in memoria del vecchio amore che nutriva per la nobile. Il direttore inspiegabilmente aveva assunto un cipiglio serio e preoccupato nel vedere la biondina sul ring, sentendo una sensazione strana in petto.

Dall’altro lato – a guardare lo scontro dei ragazzi – Helene, Ashley, Peter, Emma e Yagari erano curiosi di vedere come sarebbe andata a finire.

 

Questa volta le ragazze cominciarono prime e subito in vantaggio si portò Ruka, pur essendo Lynette molto veloce e agile, visti gli allenamenti da Hunter a cui era sottoposta.

Lynette schivò, parò, evitò, contrattaccò, ma quello che notarono in molti, fu la calma con cui affrontava la cosa, infastidendo Ruka, mentre si muoveva sul ring.

Al ghigno della castana, la biondina rise fragorosamente, trovando in lei uno scarsissimo livello di lotta.

Lei ed Eric si allenavano per ore, passando dalle armi bianche agli scontri fisici e quello lì non arrivava nemmeno ad un decimo di potenza – della sua e di Eric – di quelli che faceva normalmente, poiché i loro erano privi di protezioni.

Lynette si fermò al centro del ring e Ruka le fu addosso, sicura di poterla mettere al tappeto.

Kaien si sporse verso il ring preoccupato, così come tutti i presenti e Gabriele.

Ruka non sapeva che in lei scorresse il sangue di Eric Flyer così come una piccola percentuale del suo potere. Sorrise.

Appena si sentì afferrare per il braccio sinistro, il tempo rallentò drasticamente e quando tornò al suo lento e inesorabile corso, Ruka era fuori dal ring, dolorante e infuriata. I presenti immersi staici in un’espressione basita.

 

Derek e Senri cominciarono solo dopo lo scontro delle ragazze, incuriositi dai risultati, e il biondo mormorò qualcosa che fece sorridere leggermente il rosso, poiché Derek – divertito – aveva notato lo stupore generale.

Senri invece restava calmo, in una statica espressione devota a non si sa bene cosa.

Improvvisamente pensò ad Helene, così dal nulla, e si trovò a cercarla di nascosto in mezzo al pubblico: non c’era.

Logico... anzi, tipico, visto che a lei piaceva stare sola.

Ed in fondo la trovava interessante, molto, visto che con lei doveva faticare molto per capire un suo pensiero o una sua espressione.

Improvvisamente trovò irritante la figura del biondo davanti a sé: lui aveva il dannatissimo dono di vedere le vere emozioni altrui in ogni minima sfaccettatura. Pensò che per lui le persone fossero dei libri aperti e non si meravigliò quando Derek sorrise affabile, leggendo anche le emozioni provenienti dal vampiro.

Che potesse vedere il colore dell’irritazione, della gelosia, della determinazione e curiosità?

Si calmò e si ferì l’indice.

Il suo sangue formò una frusta spessa e la scagliò sul biondo, immobilizzandolo. Strinse. Per ogni movimento astruso di Derek, le spire andavano via via a restringersi fino a farlo gemere di dolore.

Quando fu sicuro di averlo tramortito abbastanza lasciò la presa e Derek ricadde al suolo, mentre il gong della fine gli riempiva le orecchie e si limitava a guardarsi intorno.

Sorrise interiormente nel vedere la rossa sdraiata su un ramo vicino ai ring a battergli le mani.

 

I ragazzi annunciati per il terzo incontro furono Takuma e Josh, mentre per le ragazze Allison e Yuuki.

 

Josh sorrise trovando buffa la situazione: lottare contro l’ex di sua sorella non era cosa da nulla. Non di certo e poi, in quel momento di letale distacco dalla piccola e affascinante Rachel, poteva benissimo sentire i suoi pensieri circa un ipotetico avvicinamento non necessario a Kaito Takamiya da parte della corvina, e questo lo rendeva abbastanza nervoso.

Takuma invece era tranquillo, certo anche pr lui era abbastanza strano lottare contro il fratello di Alice, ma ehi! In passato era capitato ma la situazione era totalmente diversa.

Sospirarono in sincrono.

Si guardarono negli occhi e Josh commentò -“Senza rancori, amico.”- quasi rassegnato, lanciandosi in uno scontro senza freni.

Marianna e Rachel trattennero il fiato quando i due furono abbastanza vicini.

 

Daisy aveva guardato con distacco tutti gli incontri – specialmente quello di Ruka – ed era rimasta perfettamente calma dopo che Kain era corso in aiuto della nobile, sorbendosi una sfuriata degna di Ruka per seguirla poi.

Aveva fissato la cosa per alcuni secondi, ma non aveva mosso un dito e nello stesso momento Kaname le si era avvicinato cercando di parlarle.

Lei fissò Allison e Yuuki in uno scontro dove il destino della piccola Cross era già segnato – vista la prestanza atletica della ragazza dalla perenne coda – e ascoltò con vano interesse ciò che ciarlava il suo simile.

-“Se desideri potrei chiedere il permesso alla famiglia Akastuki per...”-

Daisy lo guardò con cipiglio capendo. -“No”- sussurrò. -“Non lo trascinerei lontano da casa per capriccio, Kaname.”-

Quello si mise a ridacchiare.-“La famiglia potrebbe dirmi no, Isy”-

Stavolta rise lei, decisa.-“A te? Con il sistema gerarchico che avete in questo paese? Avanti Kaname! Sarò vecchia quasi quanto te, ma la mia mente ragiona lucidamente!”- Daisy tornò a guardare lo scontro e un sorriso gli spuntò in viso. -“Yuuki ha perso.”-

Kaname parve non capire in un primo momento cosa c’entrasse quella frase con il discorso che avevano intavolato. L’illuminazione gli venne dopo, quando Yuuki fu sbalzata fuori dal ring e le andò incontro.

Allison parve non essere nemmeno stanca e Daisy lo notò, poiché vide con la coda degli occhi Park guardarla con un’espressione intensa e carica di curiosità.

Ridacchiò.-“Ti piace?”- disse poi avvicinandoglisi e lui arrossì senza sapere che dire.

-“E’ forte.”- si limitò a rispondere mentre Allison scendeva dal ring con aria elegante e andava a parlottare con Lynette.

Tutti si girarono a guardare come se la stessero cavando i due vampiri e rimasero con il fiato sospeso, quando videro che entrambi si reggevano in piedi a fatica e ansimavano.

Caricarono entrambi un pugno e lo scagliarono, colpendosi in sincrono uno sulla guancia destra e l’altro sulla sinistra.

Rimasero fermi in quella posizione statica per alcuni secondi, poi caddero entrambi nello stesso momento al suolo decretando un’assoluta parità.

 

A scontrarsi per le ragazze nel quarto turno furono Cristine e Rosette.

A scontrarsi – invece – per i ragazzi furono... Kaien e Kaname.

Tutti avevano fatto una faccia stralunata e i seguaci del Purosangue avevano protestato.

Yuuki non era stata da meno andandosi a lamentare con Sergej, ritrovandosi la lama dell’arma di Emma puntata alla gola, cancellando ogni posizione dal viso impaurito della mora.

-“Avanti! Che sarà mai!”- commentò Harry e in cambio ricevette sguardi astiosi dai nobili.

 

La sfida fra Cristine e Rosette non fu tanto per la gara in sé, ma per competersi gli sguardi di Zero.

La ragazza dagli occhi verdi e i capelli corvini, deterrente dei poteri della natura, provò un moto di stizza immenso strofinandosi gli occhi assonnati: stava dormendo e Cristine l’aveva svegliata senza parole tranquille e di conforto.

-“Vecchia”- sussurrò e Cristine inarcò un sopracciglio, senza commentare alla provocazione.

La sua espressione divenne scorbutica e le sue parole taglienti e scortesi.

Cristine invece rimase rilassata mentre la frangetta si muoveva al ritmo del vento scoprendo ogni tanto gli occhi ambrati.

Il vento si fece più grosso e la terra cominciò a tremare leggermente, quasi a sottolineare l’una i poteri dell’altra.

Cristine si portò in avanti ma Rosette con una mossa decisa anche se priva di tecnica, l’agguantò per un braccio e lo torse indietro, gettandola contro il pavimento del ring.

Cris emise un gemito strozzato e con la mano libera gli fece perdere l’equilibrio scrollandosela di dosso per assestare una sequela precisa e agguerrita. Improvvisamente il volto di Rosette – per Cristine – divenne quello di un’oca e l’afferrò rischiando di gettarla giù dal ring.

Rosette si tenne dalle corde nel momento in cui venne lasciata andare e con la forza del suo peso – rientrando nel ring senza toccare terra – usò le corde come fionda per assestare un calcio preciso nello stomaco della rivale.

Zero sudò freddo: e se entrambe si sarebbero arrabbiate con lui... lui... che fine avrebbe fatto?!

Rosette con la stessa tecnica stile “fionda” cercò di assestare un altro calcio, ma questa volta Cristine fu furba: l’afferrò per una caviglia e con la velocità la lanciò fuori dal ring, questa volta, riuscendoci.

 

Kaien e Kaname si guardarono per alcuni secondi in viso, tentati di uccidersi a vicenda, o almeno, così parve al Sanguepuro, che ripensò improvvisamente alla gonnella rosa, al trucco, al tutù e alla parrucca, per non parlare delle altre torture precedenti.

Perché no? I giochi erano stati organizzati per una convivenza pacifica e unitaria dove i ragazzi avrebbero imparato a contare gli uni sugli altri.

-“Perfetto.”- commentò, osservando i visi di tutti i ragazzi, concordi con lui, senza distinzione fra umano o vampiro.

Anche le ragazze parteciparono all’occhiata

Kaien sudò freddo vedendo il modo in cui i suoi ragazzi guardavano Kaname e poi lui e quasi pianse di gioia e pentimento insieme.

Gioia perché notò la totale coesione delle razze e pentimento perché capì che Kaname l’avrebbe ucciso, caricato dalla forza di spirito dei presenti.

Yagari, Peter e Sergej s’aggregarono all’occhiata comune e Kaien sbarrò gli occhi. –“Traditori!”– gemette e quelli risero.

Quando finì la gara fra i due, l’esito fu schiacciante: vinse Kaname.

E non perché Kaien non si fosse difeso, sia ben chiaro, fu solo la carica omicida del vampiro carica di quella dei presenti, centuplicandola, che l’aveva pietrificato e spaventato contro ogni regola.

Fu portato in infermeria pieno di contusioni e Lynette lo seguì, leggermente preoccupata che potesse morire da un momento all’altro.

Tutti in quel momento si sentirono liberi da un peso e ringraziarono Kaname con espressione confortata.

 

Quando continuarono le gare Sergej sembrò irritato.

-“Mancano ancora cinque incontri femminili e quattro maschili.”-

Borbottò infatti, cancellando dalla cartellina i nomi di quelli che avevano perso. –“Tocca a Tsukiko Hiou e Marianna Castoldi.”- lei e la diretta interessata si guardarono in viso.

-“Chi sei?”- chiese Tsukiko e tutti caddero al suolo ricordando troppo tardi che gli ultimi arrivati erano stati presentati alla rinfusa cinque giorni prima.

Marianna non si indispettì per nulla salendo sul ring in modo sinuoso mentre indossava le protezioni e la coda di cavallo si muoveva leggermente ad ogni suo passo. Matura.

Tsukiko alzò le spalle indifferente e si fece una veloce coda di cavallo mentre i capelli lunghi si muovevano velocemente, visto che la sua camminata era briosa, allegra e pimpante. Si mise le protezioni e cadde sui suoi piedi, facendo fare un “Pff” accennato al gelido Kiryuu.

Senri alzò gli occhi al cielo guardando la sorellastra e scosse il capo.

Il gong iniziò dopo un secondo e Marianna si trovò a difendersi dai colpi veloci e assestati di Tsukiko.

I presenti sgranarono gli occhi nel vedere tanta verve e concentrazione da parte di Tsukiko.

Marianna ringhiò, infastidita e l’afferrò per i fianchi, gettandola con forza al suolo. Tsukiko non fece una piega. Marianna aspettò che si rialzasse e riprese a caricare pugni, alle volte evitati, altre no. Ad un certo punto – dove aveva messo in seria difficoltà la siciliana -  Tsukiko tirò un calcio in fallo, sbagliando le proporzioni e dando così alla rossa di afferrarle la caviglia sottile e sbatterla di forza contro il suolo.

Tsukiko gemette di dolore e provò a rialzarsi, ce la fece dopo due tentativi e tornò alla carica accecata dalla furia.

Marianna sorrise e fece lo sgambetto alla corvina, che volò letteralmente fuori dal ring decretando la sua sconfitta.

-“Peccato.”- commentò Hanabusa, mentre andava a complimentarsi con la corvina.-“Sei stata fantastica!”- esultò e Tsukiko arrossì, ringraziando mentalmente Marianna.

 

Sergej chiamò i prossimi nomi e il mondo parve fermarsi.

-“Park Ma-Huo, contro Gabriele Lopez.”-

Gli occhi verdi, attenti e calcolatori di Gabriele incrociarono quelli scuri ma vispi e decisi di Park.

Si studiarono per alcuni secondi.

Allison pensò istintivamente – senza sapere nemmeno lei il perché – pensò di far allontanare Park da quel gigante corpulento.

Tutti notarono il sorrisino di scherno crescere sul volto del coreano e quello di sfida del siciliano.

-“Tetra Pak dacci dentro!”- gioì Emma con la pipa in bocca – poiché conosceva la storia del ragazzo – e Park fece labbrino.

-“Non sono una busta di cartone!”- urlò di rimando facendo ridere i presenti.

In molti pensarono che Gabriele l’avrebbe schiacciato in poco tempo, vista la forza superiore ai vampiri stessi, e parlottarono fra di loro, preoccupati.

Solo Derek ed Harry rimasero tranquilli, così come Zero e Kaito.

Il gong suonò anche per loro.

Park si gettò senza dare il tempo a Gabriele di attaccare, affondando ogni colpo in modo preciso e micidiale, sorprendendo tutti.

Perfino lo stesso Gabriele sembrò vacillare alcuni secondi, ma poi sorrise bieco, ricordando cosa gli avessero raccontato sul conto del ragazzino davanti a sé: non andava sottovalutato.

Park affondò utilizzando tecniche di box e tecniche che il siciliano non aveva mai imparato in vita sua – visto che prima di essere rapito frequentava una palestra – però con un pizzico di inventiva riuscì a stargli appresso.

Il coreano tornò alla carica e riprese la carrellata di pugni e mosse, mentre il siciliano cercava di stargli dietro.

Improvvisamente Gabriele si lasciò colpire, distraendo per un attimo la guardia di Park: bastò un pugno ben assestato da parte del siciliano in pieno stomaco per piegarlo in avanti e farlo cadere carponi.

-“Sei bravo...”- ansimò in un rantolo Park e lui fece spallucce.

-“M’allenavo, una volta.”- sussurrò, aspettando che Park fosse nuovamente in piedi e stabile per tornare alla carica.

Lo fecero insieme.

Gabriele sfruttando la forza bruta che gli era stata “donata”, in comunione con agilità e strategia, Park la tecnica, l’esperienza e la resistenza.

Alla fine del primo minuto Gabriele aveva già il fiatone, non abituato a scontri così duraturi con i Level End, mentre Park era perfettamente abituato scontri del genere, dove la resistenza era un’arma a doppio taglio.

Infatti Park reagiva e contraccambiava i colpi, ma quando quelli di Gabriele andavano a segno lo stordivano sempre più, vista la forza che il moro non dimezzava mai.

Gabriele si stava divertendo durante l’incontro, come non gli capitava da anni, contenendo si sempre la forza per il 70% delle sue potenzialità, ma almeno poteva muoversi tranquillamente, scaricandosi.

Quando raggiunse il suo limite, Gabriele, non si fece nessuno scrupolo a dichiararsi sconfitto, lasciando Park stupito.

-“Contavo di terminare i tre minuti e più, con te!”- borbottò Park e lui annuì.

-“La prossima volta.”- rispose gentile e scese dal ring.

Park abbozzò un sorriso e si portò la mano dietro la nuca e la gemella su un fianco, piegandosi leggermente in avanti ridacchiando.

 Si grattò la nuca e saltò giù dal ring, specchiandosi in due pozze di cielo scuro che lo scrutavano da lontano, vispe.

-“Allison!”- squittì Ashley e la padrona di quegli occhi distolse lo sguardo.

 

Sergej – irritato – chiese alcune ore di pausa per la conclusione della prima gara e l’inizio della seconda, visto che erano collegate in modo del tutto inverosimile e mancavano ancora all’appello molti incontri.

Tutti accettarono di riposarsi.

O almeno, tutti tranne Nives, che fremeva interiormente per scaricare quella sensazione gradevole -  e sgradevole al contempo - che le cresceva in petto quando vedeva Luke.

Josh intercettò i pensieri della vampira e inarcò un sopracciglio.

Poi sorrise e prese a braccetto Rachel, architettando qualcosa di delicato.

-“Lasciami maniaco!”- sbottò Rachel e lui le tappò la bocca.

-“Ho bisogno di te...”- disse semplicemente e lei annuì, fidandosi della profondità con cui le ametiste degli occhi del rosso, brillavano nello scrutare Luke e Nives.

-“Operazione: Cupido.”- gioì e allora Rachel sbarrò gli occhi.

-“COSA?!”-

 

 

Ahahah!

Quanto mi diverto! :DD

Tutti: *con armi in mano* è.é

Me: O.O *corre a gambe levate*

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Capitolo 12
*** Capitolo 8: Chi di Box Ferisce... ( parte due ) ***


Capitolo 8: Chi di Box ferisce... ( parte due )

Ma salve a tutti!

Pensavate che fossi scomparsa, vero?

Bhè, in effetti avevo perso fiducia in questo progetto così come nei DELEARS.

Con molta fortuna la mia vita ha preso una sfumatura di perfezione che mi ha reso molto più semplice scrivere quello che ho scritto.

Con la cancellazione di ToF sono andati perduti molti capitoli special che avevamo scritto con impegno.

Il mio invito a postarli in questa storia quindi diviene implicito, basta sempre mandarmi un MSG o cercarmi.

Questa storia non verrà cancellata e anche se dovesse andare a rilento mi impegno, in caso di cancellazione, a chiedervene il permesso.

 

Un benvenuto va a AngelWings_DwarfGigi4 che nonostante la storia fosse ferma da non si sa quanto tempo ha comunque chiesto di poter essere inserita.

Mia cara spero di poter rendere al meglio i personaggi che mi hai affidato.

Entreranno nel prossimo capitolo.   

 

 

 

Capitolo 8:

Chi di Box ferisce...
( parte Due )

 

 

Rachel e Josh avevano passato a setaccio tutta la Cross Academy e ancora la biondina non si capacitava di come il rosso l’avesse trascinata in una questione amorosa che non le riguardava minimamente.

Non aveva mangiato e gli incontri sarebbero a breve ricominciati.

-“Basta, mi vuoi spiegare?”- sbottò piantando i piedi per terra e guardando con occhi di fuoco la schiena perfetta e rigida del rosso.

-“E’ una questione d’amore, Tesoro~”- si era limitato a civettare il ragazzo e lei aveva annuito, assorta nei propri pensieri.

In effetti aveva notato l’andarsi a formare di piccole coppie, però...

Josh la interruppe nel bel mezzo della chiassosa chiacchierata con il proprio cervello e le fece cenno di guardare attentamente Nives Nightwish in tutta la sua rabbia.

-“Con chi c’e l’ha?”- le venne spontaneo chiedere e Josh alzò le spalle.

-“Probabilmente con l’amore... vieni!”- e se la tirò dietro fino ad osservare l’espressione affranta di Luke.

Rachel in quel momento capì che i due si stavano struggendo per amore.

Il rosso ovviamente non ci mise due secondi a capire che la biondina avesse capito e sorrise sbieco, afferrandola per i fianchi per abbracciarla.

La reazione fu un calcio negli stinchi e una ginocchiata.

 

*****

 

Zero era in attesa che arrivasse Peter.

Davanti al ring si era intrattenuto con Lynette, specchiandosi nei suoi occhi verdi e aveva giocato con Tsukiko a morra cinese, perdendo ogni volta, mentre Rosette e Marianna mangiavano sotto un albero i dolci appena sfornati da Gabriele. Aveva notato che la vecchia Night Class era sempre o quasi assente e li cercò con gli occhi, trovando Kaname e Ruka da un lato, in solitudine, e... Shiki Senri in compagnia di Helene mentre Rima guardava di sottecchi la coppia.

Ma nel bel mezzo della perlustrazione visiva Sergeij sbatté un piede per terra e attirò l’attenzione di tutti.

-“Dov’è finito Peter?”- non voleva altro che ricominciare gli scontri e passare alla parte successiva.

 

****

 

Peter Eisen e Ashley Harlow erano intenti a ridere e a litigare vicino ad un laghetto, fuori dall’istituto con in mano una coppa di gelato e delle fotografie tascabili, in un vero e proprio appuntamento.

-“Ho la sensazione di aver dimenticato qualcosa.”- mormorò il biondo dalle fattezze vichinghiche e la ragazza dai capelli rosso opaco e gli occhi castani, si portò una mano alla testa saltando in aria.

-“Gli incontri!”- urlò e Peter scoppiò a ridere trascinando la ragazza a sé per darle un bacio appassionato che stordì la ragazza..

-“Dopo...”- sussurrò sulle labbra della ragazza e quella arrossì.

Saranno guai...” pensò semplicemente Ashley e sorrise al biondo.

 

*****

 

Sergej sbuffò spazientito e si guardò intorno suonando la campanella.

-“Con mio sommo dispiacere dichiaro l’incontro vinto in parità!”-

Harry e Hanabusa scoppiarono a ridere, mentre Derek guardava Zero alzando le spalle in modo dispiaciuto.

L’albino alzò le spalle e si girò verso l’incontro delle ragazze.

 

Helene e Lien si guardavano con occhi di sfida, pronte ad azzannarsi alla gola.

-“Sappi che non ci andrò piano, con te.”- sbottò la corvina, riducendo gli occhi di zaffiro intagliati di grigio ferroso e liquido per la competizione a due fessure. Quelli felini di Helene si ridussero in modo così sensuale che a Shiki mancò un battito.

La rossa partì subito all’attacco e la corvina lo evitò con una scivolata leggera. Helene si portò subito in vantaggio e lasciò a terra Lien con un pugno ben assestato sotto l’addome.

-“Nemmeno io...”- borbottò e tutti i presenti, ad esclusione di Nives, Luke, Rachel, Josh Ashley, Peter, Kaien e Yuuki, sgranarono gli occhi: non si spettavano certo una così abile combattente.

Lien ovviamente non si lasciò mettere sotto e s’alzò di scatto, intercettando un dei pugni con il proprio, scatenando un’onda d’urto che sbalzò via gli umani, tranne Gabriele.

Le due ragazze sorrisero in modo sbieco e continuarono la lotta fino a quando Helene fu sotto Lien che caricava pugni. Quando la cinesina ebbe l’impressione che la rossa non rispondesse più, ecco che Helene ribaltò la situazione e, al posto di caricare fendenti, flettè il corpo in modo tale da gettare fuori dal ring la corvina.

-“Non ci credo!”- mormorò Kaito con gli occhi spalancati e la stessa Lien, appena resasi conto dello sbaglio, ringhiò infuriata e se ne andò, seguita dallo stesso rosso, Daisy, Takuma e Allison.

 

*****

 

Per gli scontri successivi si sarebbero dovuti affrontare Yagari contro Kain e Rachel contro Nives.

Il ramato aveva visto Daisy andare via e non si era rammaricato più di tanto.

Lui non voleva combattere contro il professore!

Sicuramente, se l’avesse battuto, gli si sarebbe ritorso contro nella vita privata e scolastica e... al solo pensiero un brivido gli salì su per tutta la schiena, facendogli rizzare i capelli alla base della nuca.

Con suo sommo dispiacere non avrebbe potuto vincere e non appena prese posto e il docente cominciò a caricare una sequela di colpi ben assestati e potenti – mettendo in mostra la muscolatura e facendo sbavare Emma, che non si perdeva nulla con in mano una bottiglia di liquido ambrato – Kain ritrovò la verve e si lasciò andare, mettendo in difficoltà il corvino.

-“Sei bravo.”- mormorò Yagari e lui non rispose, troppo preso a pensare cosa fare.

-“Toga Yagari, fai il culo a quel vampirello!!”- le urla d’incoraggiamento  di Emma non potevano esser confuse con altre.

 

Emma Kreutzer si sentiva come in grado di avere un orgasmo multiplo – sia mentale che vaginale -  in quel preciso istante.

Vedeva i movimenti perfetti dell’uomo in una box antica ma efficace e non poteva non immaginarsi sotto di lui – o sopra – in una lotta molto più accesa.

Si sistemò meglio i capelli e lasciò andare la bottiglia vuota per prendere la pipa.

Non andava bene: si stava eccitando al solo vedere le gocce di sudore dell’uomo scendere piano dal collo fino ad entrare dentro l’incavo della maglietta e sparire.

Non andava bene... o – cazzo – si?

 

Quello di Rachel e Nives era uno scontro importante.

Loro due si conoscevano dall’anno precedente ma non si erano mai affrontate in un serio duello, mentre adesso...

Aspetta, chi aveva parlato di serio??

 

Quando le due si trovarono faccia a faccia, la prima ad attaccare fu Nives la quale puntava ad una schiacciante vittoria.

Rachel u veloce ad intercettare il primo colpo e a rispondere, senza colpire sul serio.

-“Senti...”- cercò di prendere parola. –“perché tu e Luke sembrate così stanchi?”- chiese e venne prontamente ignorata, incassando un pugno in pieno addome.

-“Non sono fatti tuoi, mezzosangue.”- sputò con cattiveria l’albina e la corvina ringhiò infastidita.

C’era andata piano, Rachel, con Nives.

Con tutta la grinta che avesse in corpo cominciò a menar mani, dando anche qualche stoccata su di Luke.

-“E’ un bel vampiro, però, sai? Se non avessi già il cuore impegnato ci farei un pensierino: quegli occhi eterocromatici, quelle labbra, quel corpo...”-

Un pezzo di ring alle sue spalle scomparve nel nulla, mentre gli occhi di Nives fiammeggiavano di gelosia.

Derek sgranò gli occhi mentre stava parlando con Park e si girò a guardare lo scontro: vide Nives ardere di gelosia e Rachel di convinzione.

-“Josh..?”- un colore altrettanto denso era in Josh, quale era arso in un rosso fuoco puro: desiderio.

Derek socchiuse gli occhi e continuò a parlare con Park, il quale lanciava qualche occhiata ad Allison.

Luke restò in disparte, lontano dalla portata di Derek Reinari e della propria padrona e assistì allo scontro con un peso atroce in petto.

 

*****

 

Harry cercava Rosalie.

Non la vedeva da troppo tempo e si stava preoccupando. Si allontanò dal gruppo con nonchalance e si aggirò con tranquillità per i corridoi deserti.

Era piacevole stare in mezzo a vampiri e umani, però senza Rosalie non sarebbe stata mai la stessa cosa.

Svoltò in un angolo del corridoio e sentì la voce bassa ma armoniosa e cristallina della sua “Carotina”.

Non la chiamò per farle una sorpresa e s’avvicinò sulla porta per ascoltare quello che stesse dicendo.

Sapeva che fosse in compagnia ma non aveva capito di chi, anche perché l’altra figura non aveva spiccicato parola.

-“...ecco... io...”- la sentì esitare e sorrise intenerito, conoscendo a menadito ogni comportamento della ragazza, e si avvicinò senza farsi vedere alla porta.

I suoi capelli castani sembrarono brillare, mentre gli occhi si schiarivano divenendo di un azzurro intenso.

Gli piaceva essere lì.

Era in pace con se stesso e con il luogo.

-“Ecco... io...”- tartagliò ancora e dalla sua postazione riuscì a vedere che la ramata dai capelli boccolosi aveva gli occhi chiusi, le guance rosse e i pugni stretti, tremando impercettibilmente.

 Harry non ci mise due secondi a capire la situazione: si stava dichiarando.

Il mondo gli cadde di sopra, infrangendosi in mille spicchi taglienti e letali.

Rimase immobile e trattenne il fiato, mentre la persona che era nella stanza si alzava e camminava a passo lento.

Il castano riconobbe la camminata e gelò sul posto.

Nella sua testa sentiva soltanto l’eco di una sola frase: non è possibile.

-“Io ti amo!”- quasi urlò fuori dalle labbra Rosalie e Harry perse ogni speranza, quando Elias fu così vicino da carezzarle una guancia e sorridere lei.

Il cuore di Harry si fermò e ringhiò di dolore, allontanandosi a grandi falcate da dove era tornato.

Aveva bisogno di sfogarsi in qualche modo.

 

Rosalie si sentì soddisfatta e saltò in aria dalla gioia, mentre Lynette le sorrideva ed Elias sospirava.

-“Grazie per avermi aiutata! Riuscirò a dichiararmi ad Harry, adesso, e tu a Sinne!”- continuò a parlare e a quel nome Elias arrossì leggermente sulle guance.

Rosalie abbracciò la bionda e diede un potente cinque ad Elias, il quale salutò con un cenno della mano e se ne andò, continuando a fare il lupo solitario in attesa del suo turno.

Con occhi pieni di gioia si affacciò alla finestra – dava sugli incontri – e non vide più Harry.

-“Dov’è..?”- si chiese gentilmente e – salutata velocemente Lynette – se ne andò, alla ricerca del proprio principe azzurro.

 

*****

 

Zero si stava guardando intorno, cosa cercasse gli era oscuro, ma sapeva che non era normale.

Cercò di dare voce a quel sentimento e si morse le labbra quasi a sangue, vedendo Cristine addormentata su di un albero, rivolta verso il panorama dei possedimenti Cross.

Sapeva che da quando si erano accidentalmente baciati, lui aveva preferito mantenere le distanze, arrivando perfino ad ignorarla e... non capiva perché ci stesse così male che Cristine non tentasse più.

Si arrampicò tranquillamente sull’albero e continuò ad osservare i lineamenti gentili del viso di Cristine.

Sotto di lui Rosette guardò con dolore la così attenta meticolosità di Zero nel guardare Cristine e sospirò.

Fortuna che Tsukiko le stava tenendo compagnia, altrimenti avrebbe potuto combinare qualcosa che non le sarebbe giovato per conquistare Zero.

-“Andiamo.”- mormorò la corvina e lei annuì, lasciando uscire una sola lacrima perfetta dai suoi occhi verdi.

 

*****

 

Kain inarcò un sopracciglio e, quando fu soddisfatto, fece segnale a Sergej, il quale mise in pausa il tempo.

-“Che c’è?”- chiese.

-“Mi annoio, quindi mi ritiro.”- fu breve e conciso e scese dal ring, lasciando di sasso tutti i presenti e lo stesso Yagari, che sembrò gelarsi a quel “mi annoio” mentre Emma aveva preso a ridere violentemente, gustandosi la scena e le espressioni del sensei fino alla fine.

Ci fu un boato sul ring e Nives arrivò con le spalle per terra, esausta, così come Rachel.

Nessuna delle due si era risparmiata e nessuna delle due aveva intenzione di arrendersi.

Si rimisero in piedi e l’ultima mossa stordì Nives, poiché Rachel si trasformò in Luke e si lasciò colpire in pieno viso da una Nives atterrita.

-“Basta!!”- urlò la sanguepuro e, scesa di corsa dal ring, afferrato Luke per il polso, se ne era andata in un posto isolato.

Josh saltò sul ring non appena Rachel cadde sul ring priva di sensi e la portò in infermeria con il sorriso sulle labbra.

-“Sapevo saresti stata una Cupido eccezionale.”- mormorò, dandole un casto bacio a fior di labbra.

 

*****

 

Harry si era andato a sedere sul bordo della fontana all’interno del bosco della Cross Academy.

Mai come in quel momento desiderava stare solo.

Ovviamente quando una persona ha in mente quest’obiettivo, arriva qualcuno a fare domande.

-“Harry, ciao, ehi che ti succede?”- gli occhi di Harry divennero lucidi mentre si specchiava in quelli verdi di Takuma e in quelli rossi di Marianna.

-“Lasciate perdere, ragazzi, non è la mia giornata, ok?”- e cercò di sorridere, nonostante stesse per morire dentro.

 

******

 

Daisy si diede sconfitta nell’incontro contro Anastasija e la ragazza dai capelli blu elettrico sbuffò, desiderosa di combattere.

 

Luke, contro Kaito avrebbe potuto tranquillamente vincere, ma, essendo ancora con Nives non si sa bene dove, venne dichiarato sconfitto.

 

Gli ultimi due incontri avrebbero visti protagonisti Rosalie contro Emma, Elias contro Sergej.

 

I presenti quando seppero dello scontro di Rosalie contro Emma, preoccupati per la sorte della riccia, andarono a cercare Harry, poiché Rosalie non aveva nessuna intenzione di ritirarsi senza lottare.

Emma era stata avvisata e aveva ignorato i pareri degli amici di non utilizzare troppa forza o infierire nella lotta.

-“Lasciate che mi sgranchisca le mani dopo tanto tempo ferma, ragazzi.”- Kaito ci aveva anche litigato per evitare spargimento inutile di sangue e aveva cercato anche di mediare con la testa dura di Rosalie.

 

L’incontro di Elias e Sergej era già cominciato in tutto questo trambusto e Elias - che pur avendo un corpo scolpito dai duri allenamenti, non sapeva menar mani alla perfezione – si trovò presto a dover incassare i colpi precisi e veloci di Sergej che, pur avendo un’età indefinibile, non aveva mai perso tonicità fisica.

Il vampiro senza zanne sorrise amabilmente alla resistenza di Elias, ma, nonostante tutto, lo atterrò dopo due minuti scarsi, decretandosi vincitore.

 

Derek arrivò a parlare con Harry di quello che avrebbe dovuto Rosalie e Harry sembrò disinteressato alla cosa, chiuso nel proprio guscio di dolore e Derek non si spiegò la cosa, accigliandosi.

-“Hei che ti è successo? Il tuo colore...”-

-“E’ bianco?”- mormorò di rimando e Derek negò con il capo, non riuscendo a vedere cosa stesse provando l’amico.

-“Non c’è, punto.”- sussurrò e raccontò al castano cosa stesse succedendo un’altra volta.

-“Non dovrebbe pensarci Elias? Ora non stanno insieme?”- borbottò amareggiato e si diede dell’idiota al dolore che si stava auto infliggendo.

 

*****

 

Rosalie salì sul ring, guardando negli occhi Emma.

Si sorrisero leggermente e poi, Emma prese a dare il meglio di sé, colpendo con forza sulle protezioni della ragazza per stordirla.

-“Reggi bene per non essere una tipa manesca.”- Rosalie non riuscì più a capire niente e a rispondere, lasciandosi colpire come se non provasse nulla.

 

*****

 

-“Ma che dici! Rosalie ed Elias?! Harry riprenditi!”-

Urlò Derek e il castano cercò di ignorare il tono seccato.

Gabriele gli coprì tutto il sole con la sua sola presenza.

-“Amico certo che sei immenso...”- borbottò sotto corda e il siciliano lo afferrò per la collottola della maglia, trascinandoselo in spalla, nonostante le poteste di Harry.

-“Guarda con i tuoi stessi occhi...”- si limitò a dire “Golia” e sgranò gli occhi, vedendo Emma divertirsi nel colpire le protezioni di Rosalie, che restava in posizione di difesa e in piedi, quasi sul punto di abbandonarsi sul ring.

-“Rosalie!”- Harry si dimenticò di qualsiasi cosa e si fiondò sul ring nell’esatto momento in cui la ragazza stava per crollare davvero al suolo. –“Sei una folle! Perché?!”- lo disse con la voce strozzata, seduto al suolo con il corpo di Rosalie poggiato contro.

Rosalie sorrise rincuorata di vedere Harry e  si lasciò andare, rilassata.

-“Sto bene, sto...”- Rosalie perse i sensi.

Harry sembrò uscire fuori di sé e guardò con occhi storti Elias, il quale uscì dal proprio scontro un po’ ammaccato.

-Tu!”- urlò. –“Avresti dovuto proteggerla se davvero la ami!”- continuò, ed Elias inarcò un sopraciglio.

-“Come?”- mormorò e il brusio dei ragazzi si levò leggero in aria, cercando delle spiegazioni.  

Lynette si fece avanti ma Elias la fermò,quasi volesse vedere fino a che punto avesse assistito alla prova di dichiarazione.

-“Io non la amo, stavamo solo provando ad esternare i suoi sentimenti nei tuoi confronti.”- disse con calma ed Harry tentennò.

-“Non ci credo.”- Elias assottigliò gli occhi azzurri e lo gelò sul posto.

-“La ragazza che amo si chiama Sinne, non sono tenuto a dirti altro.”-

Harry era consapevole che non stesse mentendo e, presa Rosalie in braccio senza fatica, la portò di corsa in infermeria, anche se Emma non aveva colpito la ragazza in nessun altro luogo se non nelle protezioni.  

 

*****

 

I ragazzi erano rimasti sorpresi da tutti quegli avvenimenti e non avevano mosso un muscolo, in attesa.

Sergej guardò i presenti e informò loro che la seconda parte della prova si sarebbe conclusa a distanza di una settimana e furono liberi di andare.

 

Lynette si diresse senza esitazione all’infermeria e quando arrivò davanti alla porta,  si limitò a guardare con occhi inteneriti Harry, seduto accanto al lettino di Rosalie senza muovere un muscolo e cercò di entrare nella stanza.

Kaien Cross le poggiò una mano sulla spalla e le fece cenno di no.

Se ne andarono in silenzio, parlottando dei giochi.

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Capitolo 13
*** Capitolo 9: Di Scherma Perisce. ***


Capitolo 9: Di Scheram Perisce.

Ma salve a tutti, vi sono mancata~~?

Sapete che non voglio una risposta! xD

 

Il capitolo sarà diviso in due ( o forse in tre ) perché i personaggi sono triplicati e ho davvero intenzione di dare spazio a tutti, quindi seguirò le cose con calma e mi prenderò i miei tempi per adempiere a questa situazione.

 

Intanto, sono lieta di dare il benvenuto ai nuovi personaggi di:

-As binomial: Evelyn.

-AngelWings_DwarfGigi4: Eric e Giada.

-Scarlet_Sky_Dream: James.

 

I vari nodi sentimentali dei personaggi che ho introdotto nei capitoli precedenti verranno sciolti con naturalezza e spontaneità. :’)

 

Ah, quasi dimenticavo: potrei aggiungere un mio personaggio tanto per accoppiare Gabriele con qualcuno e interrompere lo strano legame che ha instaurato con Lynette.

Non ho ancora deciso, rimane un forse discutibile. 

Deciso questo però, dichiaro ufficilamente chiuse le iscrizioni e il numero degli OC permessi. 


Bene, buona lettura.

 

 

 

Capitolo 9:

Di Scherma Perisce.

 

 

Rosalie riaprì gli occhi verso le tre del mattino – non che gli incontri fossero finiti presto – e si guardò intorno, senza riuscire a capire dove fosse.

-“Sei in infermeria, Rosalie...”- la voce impastata di Harry le arrivò vicina e lei arrossì di rimando, senza capire.

-“Che ti ricordi?”- chiese con un’espressione languida Harry e lei risentì in corpo la spossatezza nel ricevere un colpo da Emma.

In quel caso ne fu più convinta: Emma Kreutzer aveva una forza immensa. E, comunque, la bionda non aveva accennato a colpirla in altri luoghi del corpo se non nelle protezioni. Le fu grata per il gesto e guardò Harry, troppo silenzioso per essere apposto.

-“Tutto bene?”-

-“Che ti è saltato in mente, eh?! Ti volevi far ammazzare per caso? Perché non ti sei arresa subito, ascoltando i consigli di Kaito?”- quello che uscì dalle labbra del castano fu un autentico rimprovero da persona in ansia e Rosalie non osò fiatare, specchiandosi negli occhi verde scuro ( sintomo di preoccupazione ) del castano.

-“Harry, io...”-

-“Ti amo.”- fu più veloce il ragazzo. –“Ti amo da sempre, da quando mi hai trovato in mezzo al dolore per la morte dei miei genitori e mi hai dato una speranza nuova per vivere. Ti amo...”- Harry si lasciò andare vicino al viso della ragazza – che aveva gli occhi spalancati, lucidi e pieni di lacrime per la gioia – tenendole una mano con entrambe, stringendola saldamente.

-“Oh, mi sono così preoccupato che... volevo solo morire. Non avrei sopportato che ti accadesse qualcosa mentre avevo capito male, mentre mi stavo affidando troppo alle mie capacità e non ai tuoi occhi.”-

Rosalie si sentì ad un passo dall’esplodere di gioia eppure... eppure non capiva cosa Harry stesse farneticando sulle sue capacità.

-“Harry... Harry... Harry!”- lo chiamò e solo alla terza prova il ragazzo si decise a guardarla negli occhi.-“Perché ti scusi?”- gli chiese quasi con paura e il castano sospirò.

-“Ho assistito alla prova che hai fatto con Elias e...”-

-“TU COSA?!”- urlò dall’imbarazzo Rosalie e diventò dello stesso colore ramato dei capelli, nascondendosi sotto le coperte.

Harry sorrise intenerito a quella scena e alzò le coperte con delicatezza. –“Io avevo anche frainteso. Pensavo ti stessi confessando ad Elias e il mio cuore sembrava essersi infranto. Per questo mi scuso, perché per la mia testardaggine potevo anche perderti.”-

Rosalie aggrottò le sopracciglia e poggiò la mano libera sulla zazzera riccia di Harry, accarezzandoli teneramente.

-“Non ho mai amato nessun altro a parte te. Ti amo anche io, dal primo momento che ci siamo visti...”- si specchiarono l’una negli occhi sbarrati e sorpresi dell’altro, mentre Rosalie arrossiva leggermente e interiormente esultava per essersi finalmente dichiarata.

 

*****

 

-“Le vincitrici femminili degli incontri di box della Day Class sono...”-

Allison si era ritrovata a leggere i nomi della classe femminile, poiché Peter Eisen, in barba a Sergej – che gli aveva fatto una ramanzina peggio di una donna isterica – stava andando a comprare un regalo alla piccola Ashley, la quale era sospesa in una dimensione rosea e fiorita.

Nessuno si era immaginato che la piccola detective nel proprio sogno d’amore, potesse essere così contenta e nessuno voleva interromperle quel sogno.

-“Ashley, Lynette, Allison, Emma.”- gli occhi blu della ragazza si assottigliarono sulle vincitrici degli incontri, poiché mancavano all’appello dei nomi, e continuò a leggere il mandato emesso da Kaien Cross.

-“ Yuuki e Rosalie, escluse dal proseguio della competizione, sono libere di seguire i corsi scolastici o assistere ai successivi incontri...”- fece una pausa di riflessione sulla lettura e arricciò le labbra. –“E’ semplicemente richiesta una lista, presentata in tempo a Kaito Takamiya, il quale si occuperà di comunicare al corpo docente, di chi intende seguire le lezioni. Quelle trovate a gironzolare per i corridoi senza seguire una o l’altra cosa, saranno severamente punite.”-

Lynette alzò un sopracciglio. –“Non vi sembra un po’ esagerato?”- bofonchiò quasi a voler esprimere il parere comune.

Allison sorrise beffarda e le ragazze umane della Day Class tacquero aspettando il continuo. –“C’è di più: sono severamente vietati gli spostamenti dalla Day Class alla Night Class senza un valido motivo, da comunicare in segreteria, o senza un accompagnatore fra i quali: Zero Kiryuu, Kaito Takamiya, Gabriele Lopez, Derek Reinari, Elias Darsen, Emma Kreutzer, Sergej Moranov, Peter Eisen, Kaien Cross. Come preside garantisco la completa disposizione delle persone sopraccitate per i vari spostamenti.”-

Le ragazze della Day Class si guardarono in volto, stupite.

 

*****

 

-“I vincitori maschili degli incontri di box sono: Harry, Park, Zero, Peter, Yagari, Kaito, Elias, Sergej.

Derek, Kaien, Gabriele, Elias, esclusi dal proseguio della competizione, sono liberi di seguire i corsi scolastici o assistere ai successivi incontri. E’ semplicemente richiesta una lista, presentata in tempo a Yagari Toga, il quale si occuperà di comunicare al corpo docente, di chi intende seguire le lezioni. Quelli trovati a gironzolare per i corridoi senza seguire una o l’altra cosa, saranno severamente puniti. Sono, inoltre, severamente vietati gli spostamenti dalla Day Class alla Night Class senza un valido motivo, da comunicare in segreteria, o senza un accompagnatore fra i quali: Zero Kiryuu, Kaito Takamiya, Gabriele Lopez, Derek Reinari, Elias Darsen, Emma Kreutzer, Sergej Moranov, Peter Eisen, Kaien Cross. Come preside garantisco la completa disposizione delle persone sopraccitate per i vari spostamenti.”-

Harry e Park inarcarono le sopracciglia.

Era strano che fra tutti, quelli alla quale fare riferimento fossero i propri amici e loro, abbastanza capaci di intendere e volere, per spostarsi avrebbero avuto bisogno di tutori.

-“C’è qualcosa che preoccupa il direttore?”- mormorò Harry e Zero ringhiò, infastidito dal semplice compito che era gravato loro.

-“No, è solo una misura per evitare lo scompiglio e mettere in ordine i nuovi arrivati con calma.”-

-“Nuovi arrivati?”- mormorò Park e Derek annuì, tremando visibilmente, mentre l’aura cupa che vedeva a miglia di distanza anneriva tutta la sua visuale sul mondo.

-“Già.”- si limitò a dire e poi se ne andò, seguito a ruota da Gabriele che, da quando aveva ricevuto l’ordine dall’Associazione, non l’aveva perso di vista un attimo.

 

*****

 

-“Le vincitrici femminili degli incontri di box della Night Class sono: Cristine, Marianna, Helene, Rachel, Anastasija.

Rima, Ruka, Rosette, Tsukiko, Lien, Nives, Daisy, escluse dal proseguio della competizione, sono libere di seguire i corsi scolastici notturni o assistere ai successivi incontri. E’ semplicemente richiesta una lista, presentata in tempo a Kaname Kuran, il quale si occuperà di comunicare al corpo docente, di chi intende seguire le lezioni. Quelle trovate a gironzolare per i corridoi senza seguire una o l’altra cosa, saranno severamente punite. Sono, inoltre, severamente vietati gli spostamenti dalla Night Class alla Day Class senza un valido motivo, da comunicare a Rosette Licopoli, o senza un accompagnatore fra i quali: Zero Kiryuu, Kaito Takamiya, Gabriele Lopez, Derek Reinari, Elias Darsen, Emma Kreutzer, Sergej Moranov, Peter Eisen, Kaien Cross. Come preside garantisco la completa disposizione delle persone sopraccitate per i vari spostamenti. Inoltre, per la Night Class, vi è da specificare che da oggi, l’ala ovest del dormitorio è stata messa in quarantena e strettamente sorvegliata da Nives Nightwish e Luke Nightwish. ”-

Helene si guardò intorno per cercare di comprendere la situazione.

Ok, il mandato enunciava che sarebbero dovuti divenire dei sorvegliati a vista ma... perché?

Il mal contendo, comunque serpeggiava negli occhi dei vampiri e si guardò intorno, per cercare di capire.

Si avvicinò con cautela a Ruka e chiese cosa avesse messo così in agitazione Kaien Cross.

Ruka si morse il labbro inferiore e nei suoi occhi si addenso una quantità viva di paura.

-“L’Associazione e il Consiglio hanno ordinato al direttore Cross di sorvegliare James Campbell.”-

Alcune vampire storsero il naso, non conoscendolo, altre inorridirono amaramente ed ebbero paura di stare in quel dormitorio.

 

*****

 

-“I vincitori maschili degli incontri di box della Night Cla-... e basta! Questo mandato è stato mandato in tutta la scuola ai partecipanti dello scambio.”- sbottò Hanabusa e Josh annuì, trovando inutile continuare a girare intorno alla faccenda.

-“Il problema è nel nome di James Campbell.”-

Esordì ad un tratto Kain e gli altri si ammutolirono, quasi a non poter contraddire il ramato. -“Kaname-sama, come dovremo comportarci con lui?”- continuò il ramato e tutti stesero in attesa, quasi a volere scomparire dalla situazione.

-“Il Consiglio è stato davvero molto chiaro: dopo la strage compiuta dal nobile James, ai sobborghi della periferia di Galsgow, uccidendo venti ragazze in un giorno senza celare alla popolazione umana la presenza di noi vampiri, si è messo d’accordo all’Associazione di tenerlo sotto stretta sorveglianza qui.”-
Il gelo calò senza che nessuno potesse fare nulla.

La domanda seria e tagliente di Senri diede da pensare a molti.

-“E allora, se il problema viene da noi, perché noi siamo segregati dentro la Night Class?”-

 

*****

 

I passi di Lynette rimbombarono nel corridoio, seguiti a ruota da quelli di Yuuki, meno decisi e più incespicanti.

La bionda platino spalancò la porta di botto e i presenti si limitarono ad abbassare gli occhi al suolo.

Lo fecero tutti tranne Yagari e Kaien.

-“Perché?!”- urlò con tutto il fiato dei suoi polmoni e, in quella evenienza, mandò le buone maniere e la nobiltà a quel paese, pur di specchiarsi negli occhi ocra di quello che considerava il suo alleato migliore.

 Con la rabbia sbatté il mandato contro la scrivania e quella scricchiolò ambiguamente.

-“Perché?”- chiese ancora una volta, quasi con le lacrime agli occhi e si strinse la mano al petto.

-“Lynette...”- mormorò Derek e Gabriele fece cenno di no.

-“Anche io faccio parte dell’Associazione... come... come?”- le scappò un singhiozzo amaro mentre nello stesso momento il telefonino le vibrava nella tasca della gonna.

Ignorò la chiamata e sfidò con gli occhi Kaien, il quale sostenne senza complimenti lo sguardo.

-“Ho fatto richiesta io stesso all’Associazione di non farti entrare nella missione, Lynette.”-

La ragazza spalancò gli occhi e ringhiò di dolore, pronta ad azzannare alla gola chiunque, pur di rivendicare il ruolo di Hunter che le spettava in quell’occasione: Kaien non faceva esclusione.

-“Tutti fuori, per favore.”- chiese e la prima a farlo fu Emma, del tutto contro Kaien nel non far partecipare la ragazza alla missione, poiché aveva parlato con Eric Flyer e aveva assicurato che fosse all’altezza della situazione.

L’unico restio ad uscire fu Gabriele.

Era strano il legame che lo legava a quella ragazza eppure... non appena i loro occhi si incrociarono, sospirò di sollievo, annuendo ad una richiesta muta.

 

-“Io mi fidavo di te.”- furono le semplici parole che uscirono fuori dalle labbra di Lynette e Kaien sembrò socchiudere gli occhi dal dolore per riaprirli lentamente.

Il vampiro senza zanne sospirò: come spiegare che non voleva vedere Lynette alle prese con un vampiro come James Campbell?
-“Non voglio che tu corra dei pericoli.”-

-“Perché?”- ringhiò a denti stretti.

-“Io...”- per la prima volta in anni di carriera, Kaien Cross non seppe come scivolare da una situazione scomoda.-“Non sono tenuto a dare spiegazioni per un mio ordine. Dopo tanti anni di carriera mai nessuno ha contestualizzato il mio operato. Ho semplicemente espresso ordine che uno degli Hunter presenti all’interno del mio istituto rimanesse con le ragazze. Se sarà richiesto il tuo intervento verrai avvisata a tempo dedito.”-

Il silenzio calò spettrale, mentre Lynette spalancava gli occhi e se ne stava immobile, a guardare il viso duro e serio dell’uomo che amava.

Si sentì quasi male ma non disse altro per orgoglio e se ne andò senza versare una lacrima.

Kaien Cross si lasciò scivolare meglio sulla poltrona e si massaggiò le tempie affranto.

La verità era una: non capiva nemmeno lui perché al pensiero di vedere la bionda in pericolo lo metteva così tanto in agitazione.

 

*****

 

Evelyn si sistemò con maniacale ordine la gonna del tubino che indossava.

Sapeva dell’arrivo di James Campbell alla Cross Academy ma non era turbata da quello.

-“Quindi voi siete i due che mi sono stati incaricati di scortare da Cross fino all’accademia?”-

Il sopracciglio dell’occhio destro, di un colore ghiacciato con il contorno blu notte, si inarcò leggermente, facendo scivolare leggermente in avanti la montatura finta, senza lente e il commento le uscì dalle labbra spontaneo.

-“Ehi, ragazzina, potremmo fare uno spot pubblicitario della Ringo. Sicura di avere i valori sanguignei normali? Non sei troppo bianca – sembrò essere un insulto – per avere la tua età?”-

-“Lei non è troppo loquace per essere una Vampire Hunter?”-

Evelyn inarcò un sopracciglio e guardò male il vampiro che le stava davanti con aria ostile, mentre difendeva l’Angelo di Sanguepuro.

-“Sai, non sono tutti come Toga Yagari, ragazzo.”- commentò acida e sentì tranquillamente il vampiro sondarle l’animo e rivoltarle la testa. -“Fa pure, fa pure...”- borbottò e il vampiro si accigliò fino a ringhiare e mostrare i denti.

-“Eric-chan, per favore, non fare il prepotente e non leggere nella mente della signora.”-

Il vampiro dagli occhi sensuali del colore del ghiaccio, sembrò rilassare i nervi e Evelyn ne approfittò per carpire un altro dettagli dalla persona che le stava davanti: era perdutamente innamorato dell’angioletto.

-“Ma guada un po’ che coincidenza! Un Angelo di Sanguepuro e un vampiro di Sanguepuro...”- la risata le salì in petto spontanea, mentre la ragazzina evanescente come l’aveva soprannominata Evelyn arrossì di botto.

Eric Kyuketsuki trovava gli Hunter spocchiosi. Solo Zero si era salvato dall’entrare nelle sue antipatie che, fra parentesi, erano tante.

-“Ah! Quasi dimenticavo, ehi tu, angioletto...”- Eric cercò di mantenersi calmo poiché la stessa Giada era tranquilla e ascoltò cosa la bionda avesse da dire alla propria amata.

-“Sappi che ho diciannove anni.”-

Giada arrossì fino all’attaccatura dei capelli e si scuso una mera di volte, entrando nelle simpatie di Evelyn.

-“Voi angeli sapete essere convincenti quando vi scusate...”- prese il mano il telefonino e chiamò la limousine che li avrebbe dovuti portare in segreto all’accademia. –“Figurati, stai tranquilla.”-

Evelyn notò il tatuaggio a forma di rosa spinata che svettava sulla carnagione lucente di Giada e l’espressione insofferente del vampiro.

Gli piacevano.-“Non aspettatevi trattamenti d’oro alla Cross.”-

 

*****

 

James Campbell era consapevole del suo nome.

Lui, unico erede della prestigiosa famiglia Campbell, aveva ereditato i poteri di tutta la sua casata, mettendo in ginocchio sia semplici vampiri che Sanguepuro.

L’Ipnosi e le epidemie sono sempre due dei poteri più ricercati per salire di fama e prestigio.

-“James, signore, mi dica quale altri servizi richiede dalla sottoscritta.”- uno dei suoi trastulli si inumidì per bene le labbra e guardò suadentemente negli occhi verdi – di quel verde chiarissimo e intangibile - il vampiro.

-“Ucciditi.”- fu l’ordine perentorio del vampiro e la ragazza non esitò ad ubbidire, aprendo lo sportello della macchina in corsa – su un sentiero roccioso pieno di precipizi – per lanciarsi fuori.

Con fare annoiato si guardò bene in macchina e solo in quel momento si rese conto che i suoi giocattoli erano terminati.

Storse il naso di disappunto e chiamò l’autista.

-“Ho finito i miei giocattoli e le sacche di sangue AB.”- sbottò quasi con veleno e il servo non seppe che dire, spaventato dalla possibilità di essere ucciso.

-“Mi spiace signore, in questo luogo non ci sono posti che le potrebbero soddisfare la fame e lo spirito, le chiedo dunque di aspettare fino al nostro arrivo alla Cross.”-

Con disaccordo James annuì e prese a lisciarsi una ciocca di capelli viola tendenti al blu.

-“Sai...”- parlò all’autista. –“Non vedo l’ora di trovare un nuovo trastullo.”-

 

*****

 

Rima si sentì mancare un attimo e fu sollevata in tempo da Kaname, il quale si sorprese.

-“Sicura di stare bene?”- domandò Cristine con ansia e Tsukiko le versò un bicchiere d’acqua, sciogliendo tre pasticche ematiche al suo interno.

-“Ecco, magari ti sentirai meglio.”- le disse e Rima beve con tranquillità.

-“Grazie.”- mormorò e salì le scale fino a portarsi nella propria stanza.

 

*****

 

Nonostante la tensione che aleggiava per tutto l’istituto, Kaien Cross era propenso a fare continuare i giochi.

Erano in sedici i partecipanti, compresi i ragazzi, e si sarebbe potuto concludere tutto in tempo, prima dell’arrivo dei nuovi arrivati.

-“Le liste sono state consegnate?”-

Parlò ai diretti interessati e quelli annuirono, assicurando che nessuno avrebbe frequentato i corsi scolastici per assistere agli incontri tranne Yuuki, Rima, Lien e Rosette.

-“Fate in modo di avere tutto pronto per l’arrivo di James.”-

Si limitò a mormorare prima di dare inizio ai giochi.

Le regole erano semplicissime: si sarebbero svolti degli incontri maschili e degli incontri femminili fra i partecipanti che avevano vinto gli incontri di Box.

Le modalità erano due e cambiavano sempre ovvero: due campi diversi dove affrontarsi nella scherma che potevano avere delle trappole che avrebbero potuto o avvantaggiare un concorrente o l’altro.

-“Non ci sono limiti di tempo e si deve arrivare ad un minimo di cinque punti. Gli Hunter che nel mio mandato sono stati chiamati a prestare servizio sono esclusi dalle competizioni quindi... Emma non ci sarà!”-

La risata generale che ne seguì portò la bionda a sguainare Kyoku per inseguire il direttore fra i cespugli.

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Capitolo 14
*** Capitolo 10: Di Scherma Perisce ( Parte Due ) ***



Salve a tutti!

Eh si, torno a pubblicare dopo quasi un anno di assenza.
 
Mi dispiace, non avrei mai pensato che la vita “reale” mi assorbisse così tanto da non prendere più in mano il computer e scrivere.
 
The Cross A.O. Games non è stata l’unica ad essere trascurata, ma sto cercando di rimettermi in pari il più velocemente possibile.
 
Questa storia mi è entrata fin dentro il midollo, non avrei mai avuto il coraggio di abbandonarla o, peggio, cancellarla, anche perché amo ogni singolo personaggio e ogni singola storia come se fosse stato il primo giorno che avessi a che fare con loro.
 
Riprendere in mano le loro storie, le loro vite, mi ha portata indietro nel tempo, quando il gruppo di giovani scrittori era nato insieme a ToF e in mente ricordi non tanto piacevoli di quel periodo sia per me che per TheFinalWar.
 
Vi ringrazio per la fiducia e, nel frattempo, vi lascio alla lettura.
 
Spero che vi piaccia. ~

 
 
Capitolo 10:
Di Scherma Perisce.
( Parte Due )


 
Lynette sbatté un pugno violentemente contro un albero.
 
Non poteva essere che venisse lasciata fuori da tutta la situazione.
 
Non poteva credere che lo stesso Kaien l’avesse lasciata fuori e che il Cardinale Ludwig avesse accettato di lasciarla fuori.
 
Si morse violentemente il labbro inferiore e guardò oltre i cancelli della Cross, decidendo di telefonare a chi di dovere.
 
-“Non ci credo minimamente.”- farfugliò in preda all’ira e tirò un altro pugno allo stesso povero albero.
 
*****
 
Derek si aggirò per la scuola tallonato da Gabriele.
 
-“Non cadrò nello stato di Level End.”- disse con voce bassa e l’amico annuì, quasi a volerlo assecondare per capriccio.
 
-“Lo so.”- borbottò guardando il movimento della mano di Derek fra i propri capelli di filo d’oro.
 
-“E’ irritante, davvero tanto, Derek...”- sussurrò Gabriele, riferendosi al vizio del biondo di compiere quell’azione.
 
Derek sorrise e si guardò intorno, notando solo un cupo pallore, sintomo di morte, e l’aura nera come la morte del vampiro nuovo.
 
Si guardò intorno, dall’altro lato del cancello principale e sgranò gli occhi, venendo accecato da un candore immenso e rinfrescante.
 
Scattò di corsa e venne seguito a ruota da Gabriele – che si stupì della cosa – e arrivò davanti alla macchina che conteneva al suo interno qualcosa dall’aura angelica.
 
 
Derek pensò subito che non potesse essere umana la creatura in possesso di cotanto candore e osservò anche l’aura azzurra – sintomo di tranquillità – mista ad un nero sbiadito – sintomo di rabbia, menefreghismo, fastidio.
 
La terza aura era di un’accecante lillà – sintomo di curiosità – che andava via via a crescere, fino a divenire di un intenso blu elettrico, da accecare gli occhi.
 
-“Doveva arrivare qualcun altro?”- mormorò Gabriele e Derek alzò le spalle, specchiandosi negli occhi verdi e curiosi dell’amico.
 
Dalla macchina uscirono tre figure.
 
Un umana. Un vampiro sanguepuro. Un... –“Cosa sei?”- sussurrò Derek, riconoscendo nella ragazza dai capelli biondi, lunghissimi e ricci sulle punte, qualcosa di potente e di angelico.
 
Gabriele guardò con diffidenza tutti e tre i nuovi arrivati.
Non poteva affidarsi a Derek – troppo sconvolto – per estendere le sue idee.
 
La ragazza dagli occhi eterocromatici gli si fece vicino e mostrò lui la lettera che Kaien Cross le aveva mandato.-“Questo basta per inserirci nel progetto o devo chiamare Kaien in persona?”-
 
A Derek sembrò terribile e bellissima allo stesso tempo, mentre si guardavano negli occhi e lei faceva sfoggio del suo sguardo più sicuro e freddo, messo in risalto dall’occhio sinistro, dietro la sottile montatura che indossava senza lenti.
 
Giada era in attesa.
 
Da quando aveva messo piede sul suolo dei possedimenti di
Cross, aveva percepito quanto le piante stessero soffrendo.
 
Quanto la Natura  stesse soffrendo e lei – un purosangue – non poteva permettersi di lasciare la cosa in secondo piano.
 
Per questo era distratta.
 
Per questo non aveva preso sul serio Evelyn durante il loro incontro e anche in quel momento se ne stava sulle sue.
 
-“Cosa sei?”- mormorò ancora una volta Derek e tornò presente, percependo a pelle l’irritazione di Eric e due occhi azzurrissimi – quasi della stessa tonalità del vampiro – fissarla.
Eric non si trattenne. –“Fissala ancora e non saprai cosa sei tu, Vampire Hunter.”-
 
Fortuna che è stato ignorato, pensò la ragazza e sorrise intenerita, allegra, al ragazzo che era rimasto scioccato.
 
Forte della parola che non viene necessariamente detta, cambiò argomento.
 
-“Cos’è questa sensazione viscida che soffoca l’aria nei polmoni?”-
Eric sondò veloce la mente di Gabriele e quello ringhiò, infastidito come da tanto tempo non gli capitava.
 
-“Non ti sei nemmeno presentato e mi sondi l’animo, vampiro?”-Eric non rispose e – per capire cosa stesse succedendo – uscì da quella del moro per sopraffare quella del biondo che non fece tanta resistenza.
 
-“James Campbell.”- mormorò in modo tale da farlo sentire a Giada e la stessa annuì, mettendosi subito a lavoro.
 
Era decisa ad aiutare tutte le piante e tutti gli alberi della Cross. Poco importava che ci avrebbe impiegato molto tempo, ma non voleva stare in un luogo dove le piante continuavano a mandarle segni di aiuto.
 
Erano spaventate da quella minaccia più degli umani o dei vampiri.
 
Evelyn guardò la forza d’animo della ragazza – che si era chinata su dei cespugli, sussurrando loro parole di conforto – e poi sorrise, intercettando lo sguardo del ragazzo biondo.
 
-“Non mi sono presentata, il mio nome è Evelyn Callgarin e sono...”- poi si fermò conoscendo il Vampire Hunter biondo per la sua incredibile storia.-“Una nuova partecipante al progetto.”- mentì spudorata, mentre comprendeva subito il carattere del biondo.
 
Derek si sentì meglio e prese subito a fare delle moine alla ragazza bionda, trovandola stranamente attraente.
Non si accorse subito di non riuscire a vederle il colore dell’aura.
 
Gabriele guardò quel vampiro con nervosismo, girò i tacchi e lasciò Derek da solo, andando ad avvertire Kaien dell’accaduto.
 
-“Porta i miei  saluti al preside: Eric Kyuketsuki.”-
Non era un nome nuovo, quello del vampiro.
 
*****
 
Gli incontri erano scarsi di pubblico.
 
I vampiri che non avrebbero avuto a che fare con la competizione e avevano scelto di stare all’interno della Night Class erano in molti, così per gli umani, soprattutto le ragazze, che avevano approfittato per stare insieme e spettegolare o per ripassare qualche materia.
 
Anastasija sbuffò sonoramente, guardando come Marianna facesse gli occhioni a Takuma e lui fosse completamente distratto da qualcosa.
 
Era strano, si disse, anzi, tutti erano strani, quasi nervosi.
 
 
Il colpo di una pistola a salve richiamò l’attenzione dei presenti sui ring. -“Ragazzi, diamo il via alla competizione, prima che i nuovi arrivino.”- Kaien sorrideva, non sembrando affatto turbato dagli eventi. Gabriele arrivò dopo pochi secondi dalla frase appena detta annunciando l’arrivo dei nuovi partecipanti.
 
-“Sono appena arrivati...”- Lynette rise sotto i baffi, facendo l’occhiolino a “Golia” e a Kaien mancò un battito.
 
-“Mh, bene...”- guardò Yagari con un misto di fastidio e lui annuì, prendendo il posto del direttore come supervisore dei giochi.
 
I primi furono Harry contro Park e Ashley contro Cristine.
 
 
*****
 
Ruka andò a bussare nella stanza di Rima, portando un vassoio con bordature fine e intricate, sul quale svettava un calice e un contenitore di pasticche ematiche.
 
Prima di poter poggiare le nocche sulla porta in radica di noce, sentì improvvisamente la presenza di un vampiro potente alle spalle.
 
-“Ma guarda tu...”- e Ruka si bloccò come incapace di muovere il corpo. -“Che bel bocconcino.”-
 
James sorrise e gli occhi assunsero delle sfumature più scure, mentre osservava i movimenti della propria mano sul collo niveo e delicato della sua nuova preda.-“Oh, cielo, vogliate perdonarmi per questa mancanza, milady, il mio nome è James Campbell...”- il vampiro sorrise in modo mellifluo.
 
Era strano che quella vampira stesse resistendo al suo controllo mentale con tanta tenacia.-“La vostra fama vi precede.”- sussurrò in un gemito Ruka e al vampiro brillarono gli occhi verdi, colmi di desiderio.
 
-“Ehi tu...”- il vampiro dai capelli viola si girò lentamente verso la voce della vampira che gli puntava un artiglio sottile come una lama al collo pallidissimo.-“Non è da questa parte che sei stato assegnato.”-
 
Nives era pronta a scaricare sul nuovo arrivato un miscuglio di sensazioni amare e James, dal canto suo, sorrideva raggiante,mostrando il proprio collo in modo fiero, per nulla intimorito.
 
-“Una Nightwish... il concilio si è dato da fare...”- come se non fosse costretto dall’artiglio della sanguepuro, James aggirò lo stesso e posò un bacio sul collo di Ruka, ancora immobilizzata, spostando dolcemente i capelli della nobile.-“Ci vediamo, dolcezza.”- e si lasciò guidare dalla carceriera.
 
Luke guardava la scena con sospetto: quel vampiro portava rogne; era pronto a scommetterci.
 

*****
 

 Se Park era un maestro nelle arti corporali, Harry sapeva come tirare perfettamente di scherma.
 
Ci vollero pochi secondi per capire chi dei due avrebbe vinto, ma, come tutti i giochi organizzati da Kaien Cross, qualcosa fece tremare il ring e con un meccanismo a molle, spuntarono dei fantocci vestiti da clown, che spruzzavano acqua sui concorrenti.
 
Quando Harry si trovò zuppo come un pulcino, con due punti già a proprio favore, Park riuscì a muoversi facendo un punto – l’unico – a proprio vantaggio. -“ Ci sai fare, amico!”- e risero entrambi quando sentirono un paio di urli striduli provenienti dal ring vicino.
 
Park cercava di fare forza sull’esperienza corporale ma Harry era, praticamente, capace di sgusciargli da tutti i lati. Sentirsi affondare con una stoccata decisa la punta arrotondata dell’arma poi, lo faceva ricredere su quel ragazzo per bene, considerandolo un degno rivale.
 
-“Touchè!”- urlò con una luce divertita negli occhi verdi, Harry, mentre mandava a segno il quarto punto.
 
-“Mi arrendo!”- mise le mani in alto Park e si sorrisero, dandosi delle leggere pacche sulle spalle.-“In questo sono una schiappa.”- ammise poi, cercando fra i concorrenti Allison, che se ne stava vicina a Helene, con l’aria disinteressata.
 
-“Andiamo...”- lo trascinò Harry e lui sorrise di caldamente, prima verso l’amico e poi verso la ragazza che gli stava letteralmente rubando il cuore.
 
L’urlo proveniente dal ring vicino era stato di Ashley che, zuppa come un pulcino, si era ritrovata gambe all’aria, mentre Cristina rideva paonazza, perché la scena le si era presentata come una comica ben riuscita: i pagliacci fantocci erano spuntati dal nulla e avevano puntato tutti sulla povera Ashley che, presa alla sprovvista, mentre si schermava il viso dall’acqua, era scivolata su un poco d’acqua risieduta sul pavimento, finendo gambe all’aria.-“Ashley...”- e continuò a ridere, con le lacrime agli occhi.-“Sei stata troppo divertente, non riesco più a...”- e continuò ancora.-“ smettere di ridere.”-
 
Cristina rise così tanto che abbandonò la competizione mentre continuava a ridere della povera malcapitata.
 
Peter diede un piccolo bacio sulla fronte alla propria ragazza e l’avvolse in un caldo asciugamano, accarezzando i capelli rossi opachi tutti zuppi.
 
La loro storia stava ancora tingendosi dei colori del primo amore.
 
-“L’avrei potuta battere sul serio...”- brontolò la ragazza e Peter annuì, facendo un verso accondiscendente.-“non mi credi?”- disse piccata Ashley e lui tornò presente, mettendo le mani in avanti, in segno di discolpa.
 
Inutile dire che le prese, come al solito.
 

*****
 

Josh curò Rachel con pazienza fino a quando la stessa non aprì gli occhi. Solo allora aveva sostituito l’aria da ragazzo innamorato e ardente di desiderio per l’amata, con una da spavaldo e poco serio.-“Dormito bene, piccola?”-
 
A Rachel venne subito il mal di testa, ma non lo allontanò, preferendo ignorare il rosso e continuare a riposare. Poi le venne in mente l’incontro e la missione suicida “facciamocapireaaNivesdiamareLuke” e si mise a ridere.
-“E’ uno strano risveglio o sbaglio?”- sbottò Josh prima di ridere a sua volta mentre s’infilava sotto le coperte e l’abbracciava stretta.
 
Rachel fece la sostenuta ma alla fine si lasciò andare fra le braccia di Josh, inspirando lentamente il profumo del vampiro.-“Secondo te che ha fatto dopo Nives a Luke?”-
 
Josh allentò la presa dal corpo snello di Rachel e si mise su un fianco, sostenendo il proprio peso con il braccio, mentre le sorrideva in modo sbieco.-“Io ho un’idea...”- vide Rachel sbattere gli occhi e arrossire leggermente.-“vorresti provarla con me?”- e le baciò leggermente le labbra.
 
*****
 

Lynette guardava Marianna e Marianna guardava Lynette.
 
La prima, con quell’incontro, aveva riscattato di poco il proprio animo, ma non si sentiva soddisfatta: lei avrebbe voluto essere integrata alla missione di sicurezza, così da far vedere il proprio valore in campo, ma nulla.
Aveva accettato di andare lì per le olimpiadi strambe, no? Tanto valeva partecipare e farla finita subito, senza rancori o strani sballottamenti di umore.
Non era nel suo stile e, soprattutto, non era nell’etichetta  che una donna si mostrasse così alterata nelle situazioni.
 
Allo tesso modo, la seconda, vedeva la testardaggine di Lynette a vincere: lei non era da meno.

Non perché non fosse ancora perfettamente integrata nel gruppo, si sarebbe lasciata mettere i piedi in testa da una bionda inviperita per i propri fatti.

Il commento scurrile di Emma la riportò alla terra e affondò ancora una volta la lama arrotondata
-“Punto!”- urlò Sergej e la rossa sorrise intimamente, stavano tre a due e si sorprese di poter competere.

Era un’esperienza nuova e adrenalinica e si lasciò andare, distraendosi: Lynette fece il quarto punto e poi il quinto.

Marianna si stupì d’aver perso e guardò gli occhi di Lynette, adesso calmi e rilassati, mentre imprecava mentalmente e scendeva dal ring, pestando i piedi.
 
Emma guardava Yagari con uno sguardo perverso , mentre l’uomo arbitrava gli scontri di scherma dei ragazzi.
 
Poi si ricordò che sul ring maschile Sergej stava per combattere contro Shiki Senri e rise sguaiata, prendendo un’altra boccata di fumo dalla pipa.
 
Pochi secondi dopo, Yagari dichiarò l’incontro vinto da Sergej.
 
-“Era scontato, cazzo.”- borbottò, dando una sonora pacca sulle spalle dell’alta Chiffon, imbronciata per la sconfitta.
 
 
*****
 

Cristine si lisciò la gonna della divisa con calma: non l’aveva mai messa fino a quel momento e le sembrava un’idea birichina per andare a cercare Zero.
 
Sorrise interiormente e continuò la passeggiata per i corridoi, allegra, prima di girare l’angolo e scontrarsi contro qualcuno.
-“Sta più attenta.”- disse Elias e lei sembrò farsi piccola contro il muro, chiedendo scusa. Il corvino aveva fatto una faccia più rilassata e se n’era andato, entrando in una stanza vuota che Cristina sapeva essere la classe di matematica del corso diurno.
 
Storse la bocca al solo pensiero di se stessa nell’aula di matematica e scese due piani, ritrovandosi davanti la porta della cucina.
 
Rimase un attimo incantata dall’odore di pane fresco, carne grigliata e dolci.
 
Incantata attraversò la soglia e salutò Rosette, Tsukiko, accompagnata da Daisy e Kain, Lien e Kaito.-“Ciao ragazzi, che fate tutti qui?”- ma la domanda si perse nel vuoto, sostituita dalla vista di una mega crostata alla ricotta e di un vassoio di carne.
 
Lien aveva gli occhi completamente a cuoricino, mentre addentava un pezzo di crostata, Kaito era sulle sue e Daisy si godeva teneramente la scena, mordendo una pesca con Kain a braccetto.
 
-“Ciao Cristine, com’è andato l’incontro?”- chiese Tsukiko e  lei si strinse nelle spalle, raccontando di aver perso perché troppo divertita.
 
-“Avete visto Zero?”- mormorò e Kaito rispose di malavoglia, indicandogli la strada verso l’arsenale.
 
Cristine lo trovò lì, mentre sparava con le cuffie nelle orecchie e si mise comodamente seduta contro il muro.-“Ti ho sentita, sai?”- sbottò dopo pochi minuti Zero e lei sospirò.
-“Continua, non far caso a me.”- e l’albino lo fece, girandosi ogni tanto a guardarla.
 
 
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Nives guardò Luke con tranquillità.-“Non avevi un’incontro?”- e Luke alzò le spalle, abbassando gli occhi.-“Rinuncio”-
 
Nives si passò una mano sulla fronte e poi guardò James, che stava facendo un solitario con un sorriso inquietante sulle labbra.-“Hai rinunciato anche all’altro incontro, và. Con lui resto io, oppure, ti fai dare il cambio da qualcuno. Io eviterei, tanto, il nostro ospite per adesso è molto calmo.”- e finì il discorso con una scrollata teatrale della mano, libera dagli artigli.
 
-“Si, Luke, va pure, io e la tua padrona ci terremo compagnia a vicenda.”- la voce di James era melliflua in modo provocatorio e Luke ringhiò.
 
Bastò lo sguardo glaciale di Nives a portarlo all’ordine e, sistemata la coda, fece un inchino per uscire poi dal dormitorio, fantasticando di poter uccidere quel sanguepuro arrogante.
 
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Takuma si stava battendo elegantemente contro Kaname.
Poco importava che fossero un nobile e un sanguepuro, si stavano divertendo come poche volte era successo nella loro lunga vita.
 
Rima si era rimessa in piedi e Ruka sembrava non aver accennato ancora nulla dell’accaduto con James.
In fondo quel vampiro l’affascinava e l’impauriva allo stesso tempo. Erano legati dal loro potere mentale e questo le permetteva di essere un gradino sopra la media.
 
Senri notò che i due vampiri sul ring stavano quattro a quattro, in perfetto equilibrio tanto concentrato com’era sullo scontro, non s’accorse subito che dal ring sbucarono delle bucce di banane che fecero scivolare il nobile Kaname.
 
Se ne resero conto nella risata generale e alzò le spalle, aiutando il cugino, sconfitto, a scendere dal ring mentre Takuma ancora rideva.
-“Ti aiuto a scendere?”- chiese Marianna e lui negò con il capo.
 
Si accorse di aver messo il piede su di una buccia di banana, solo quando si trovò attorcigliato ai lacci del ring.-“Forse, un aiutino...”- mormorò imbarazzato Takuma. “Vinco e faccio una tale figura...” si disse, accettando l’aiuto della rossa.
 

 
 
~ To be Continued ~
 
 

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