Un'estate al mare

di AmorePsiche97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: una giornata molto calda ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: L'arrivo ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Finalmente, il mare! ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Una cena ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Pulizie ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Beach volley ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Io lo ammazzo! ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Costumi rosa e castelli di sabbia ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Extra: Gilbert ed Elizavetha ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Ritorno a casa ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: una giornata molto calda ***


Capitolo 1: UNA GIORNATA MOLTO CALDA

Era una giornata molto bella, in cielo non c’era una nuvola e il sole splendeva allegro nel cielo, riscaldando prati verdi e pieni di fiori, forse riscaldando un po’ troppo, visto che i fiori si stavano bruciando, le pietre si stavano rompendo in tanti piccoli pezzettini, e un piccione, caduto a terra a causa dello sfinimento per il troppo caldo, appena toccate le pietre roventi dell’asfalto, si era trasformato in un tacchino arrosto. Ora vi chiederete come faccia un piccione a trasformarsi in un tacchino, e io vi rispondo che: nelle mie fan fiction(e soprattutto nella mia mente) tutto è possibile, è un paragone figo e soprattutto fa capire che afa ci sia tutt’intorno.
Come al solito le nazioni si sono riunite nella solita sala riunioni per cercare come al solito di risolvere i vari problemi del mondo, primo fra tutti la crisi globale, e ora li vediamo come al solito seduti calmi e tranquilli… aspetta, come calmi e tranquilli? Di solito non si scannano a vicenda per motivi stupidi? Cosa sta succedendo?
-Fa caaaldoooo- Fanno le nazioni tutte insieme, così tramortite dall’afa che non ce la fanno neanche ad insultarsi fra loro.
Il massimo che riescono a fare è sventolarsi con ventagli e fogli di carta per cercare di darsi un po’ di refrigero, non possono neanche usare il mega ventilatore ( uno di quelli che si usano nei film per ricreare le tempeste) portato da America, perché il calore aveva fatto sciogliere le pale, che si erano fuse fra di loro rendendolo inutilizzabile. Ora capite che fa davvero caldo?Ma davvero davvero, eh!
Quelli che sembravano passarsela un po’ meglio erano le nazioni in cui di solito fa caldo, come Italia, Spagna, Cuba, ecc…
Erano gli unici che non avevano la testa ciondoloni oltre il bordo della sedia, ma anche loro mostravano segni di sfinimento. Non parliamo poi delle nazioni fredde! Vi dico solo che Russia era svenuto da almeno mezz’ora e si stava lentamente liquefacendo (?).
All’improvviso a qualcuno venne in mente un’idea geniale…
-Veeh! Ho un’idea geniale! Andiamo al mare!-
Tutti, o almeno quelli che non erano ancora svenuti, guardarono Feliciano sconcertati.
-Dai, al mare potremo rinfrescaci e divertirci facendoci il bagno, possiamo andare in una delle spiagge del mio fratellone, veeh!-
-Cazzo dici, idiota di un otooto!?- Fece Lovino con i suoi soliti modi “gentili”
-Italia, tuo fratello ha ragione, non possiamo andare in vacanza, dobbiamo lavor…- iniziò Germania, ma non riuscì a finire la frase perché tutte le nazioni dissero -E’ davvero un’idea geniale, Italia!- (segnatevi questo momento sui libri di storia, non è mai capitato che le parole Italia e idea geniale stessero insieme nella stessa frase).
-Fermi tutti, non permetterò che voi dementi veniate sulle mie spiagge, idioti come siete le distruggereste!- fece Lovino, che si stava arrabbiando.
-Ti prego nii-san- face Feli, che non si sa come si era trasformato nella sua versione chibi , facendo degli occhi da cucciolo che nemmeno il gatto di Shrek avrebbe mai ispirato ad avere.
-No, e poi no!- Lovino non si fece convincere, aveva imparato da anni a resistere al potere puccioso del fratellino.
All’improvviso però sentì dietro di se un’aura malvagia, e girandosi vide dietro di lui Russia (che si era ripreso alla parola ‘rinfrescarci’), con un sorriso MOLTO rassicurante sulle labbra
-Davvero non vuoi farci questo piccolo favore, Lovino?-
Disse allargando il suo sorriso e reggendo fra le mani il suo rubinetto.
-N-no, certo che no- fece Lovino tremante
-Allora ci ospiterai?- *sorriso inquietante*
-Ma c-certo!-
Tutte le nazioni esultarono, e all’improvviso si vide una figura correre verso Lovi e saltargli in braccio, facendolo quasi cadere dalla sedia.
-Che bello! Potrò passare l’estate con te, mi querido!- fece la figura, che si rivelò essere Spagna.
-Levati di dosso, bastardo!- cercò di dire Lovi, ma non fece in tempo a finire la frase che un’altra figura gli saltò addosso, facendolo definitivamente cadere dalla sedia, portandosi appresso Spagna.
-Veeh! Grazie, nii-san!- fece Feli dandogli un bacino sulla guancia
-Tsè, non gioire tanto, se non fosse stato per Russia non avrei m...- cominciò Lovi, non finendo la frase perché Spagna disse:- Lovinito, lo sapevo che sotto la tua scorza dura e croccante(?) c’era un cuore di tenero cioccolato! (??)- e lo guardò dolcemente.
Lovino arrossì, lo guardò a sua volta e gli disse :
-Ti ho detto di levarti di dosso, bastardo!- e gli diede un pugno nello stomaco.
-Bene, allora se proprio dovete venire, andate a casa e preparate l’occorrente per una settimana al mare, poi vi spedirò via internet le indicazioni per raggiungere il luogo dell’appuntamento, che sarà fra due giorni.- fece Lovino alzandosi.
Le nazioni annuirono, e parzialmente ripresesi dal caldo alla prospettiva di passare una settimana di vacanza in una delle splendide spiagge del sud Italia, iniziarono ad uscire dalla sala riunioni per andare a casa propria a prepararsi.
-Aspettate!- fece Germania alzandosi -dobbiamo ancora discutere del problema della crisi, altrimenti andremo definitivamente in bancarotta!- wow, che ottimismo!
-E dai, doitsu, tanto sarà solo per una settimana, veeh!- Fece Italia, facendo di nuovo gli occhi dolci.
-Si, West, rilassati, fa come il Magnifico Me, non mi preoccupo affatto per la crisi, Ksesese!- fece Prussia alle sue spalle.
-Tu non ti preoccupi perché non esisti più, idiota- disse una ragazza con in mano una padella alias Ungheria.
Prussia sentendo questo si depresse e andò a disegnare cerchietti in un angolo. Povero cucciolo ç.ç .
‘Ma si, tanto in queste riunioni non facciamo altro che litigare’ pensò Germania ‘almeno per una settimana potrò rilassarmi’. Povero illuso, se pensava che una settimana in compagnia delle altre Nazioni sarebbe stata rilassante , si sbagliava di grosso.

*Angolo autrice*
Allora vi piace, eh? Eh? Vi piace? Ok, basta -.-‘
Comunque se vi è piaciuta o no lasciate un commento, le critiche sono ben accette. Ci vediamo al prossimo capitolo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: L'arrivo ***


Capitolo 2: L’ARRIVO

Lovino aspettava impaziente nell’enorme atrio del lussuoso albergo che aveva scelto per ospitare quei pazzoidi delle nazioni. Ma dove diavolo si erano cacciate? Dopo aver spedito ad ognuno le indicazioni per raggiungerlo, aveva ricevuto varie mail e messaggi, in cui dicevano che sarebbero arrivati in mattinata. Ora era quasi mezzogiorno e ancora non si vedeva nessuno.
-Dove diavolo sono?!- fece Lovi parlando fra se. Proprio in quel momento arrivò un’auto, da cui scesero Italia, germania e Giappone.
-Veeh! Ciao nii-san!- disse Feliciano, allegro come al solito.
-Ce ne avete messo di tempo!- disse Lovi scocciato.
-E’ che sono dovuto andare piano, perché Giappone e Germania avevano il mal d’auto,pensa, andavo solo a 150 all’ora!-
In effetti Germania si teneva una mano sulla bocca cercando di non vomitare e Giappone era diventato di un colorito verdognolo.
-Capisco- disse Lovi alzando gli occhi al cielo, suo fratello e i limiti di velocità non andavano d’accordo.
-Questo albergo è bellissimo, Lovino-san- fece Giappone, che sembrava stare meglio ora che era sceso dall’auto.
-Oh, niente di che- Lovino sventolò la mano. Si sa, noi del sud cerchiamo sempre di impressionare i nostri ospiti.
-Niente di che? E’ uno degli alberghi più belli che abbia mai visto!- esclamò Germania, guardando i pavimenti rivestiti di marmo, i muri color oro, gli splendidi quadri e le colonne ioniche che sorreggevano il soffitto.
-Tieniteli per te, i tuoi complimenti del cazzo, stupido crucco-fece Lovino furente.
-Veeh, non essere così cattivo fratellone- intervenne Feliciano – stava solo scherzando, doitsu- continuò rivolto a Germania, dandogli un bacino sulla bocca. Probabilmente Lovino l’avrebbe strozzato, se non fosse stato aggredito da Spagna, che era corso da lui al grido di: -Mi amoor! Finalmente sono arrivato!- e gli si era appiolipato, quasi soffocandolo.
-Staccati idiota!-
-E io che volevo rilassarmi, se questa è l’accoglienza…- fece una voce dietro di loro.
Tutti si voltarono, e videro Inghilterra, appena arrivato,che li osservava da dietro le sue “meravigliose” sopracciglia. Non fecero in tempo a rispondre, che dietro di loro si iniziarono a sentire delle grida. Corsero fuori, e rimasero a bocca aperta, ma così aperta che la mascella era arrivata a livello dell’ombelico.
Il motivo di tanto stupore era un’astronave aliena, da cui stava scendendo America.
-Grazie per il passaggio, Tony!- fece agitando la mano, poi notando gli altri che lo guardavano stupiti
-Ehi, che sono quelle facce? Non preoccupatevi, ora l’eroe è qui e risolverà tutti i vostri problemi!- disse facendo un sorriso a 150 denti.
-Idiot, sei il solito esibizionista! Guarda che hai combinato- disse Inghilterra, indicando le persone che ora li stavano guardando come se dovessero saltare in aria da n momento all’altro.
-Che ho fatto? Io mi faccio sempre accompagnare da Tony-
-Non è tanto normale andarsene in giro con un’astronave!-
-Non preoccuparti, so come risolvere il problema!- fece Alfred - Stop!- gridò - bene, questa scena è riuscita alla perfezione! Signore e signori, grazie per esservi prestati a fare da comparse nel nuovo film che stiamo girando.-
La gente lì intorno iniziò a mormorare
-Un film?Wow!-
-Ma dove sono le telecamere?-
-Che importa, diventeremo famosi!-
-Si! Ci inviteranno alle trasmissioni televisive, magari incontrerò Belen!-
E così via. Insomma, tutti eccitati, i passanti iniziarono a sfollare.
-Ecco, problema risolto, come vi dicevo, I’M THE HERO!!!- disse America, gridando le ultime parole e spaccando i timpani a tutti quelli nel raggio di un kilometro.
-Possibile che devi essere così rumoroso? Ancora non capisco come fai a preferire lui a me, mon Angletterre- disse Francia, scendendo dall’auto che aveva appena parcheggiato e andando verso di loro.
-Perché tu sei un maniaco, idiota di un vinofilo!- rispose Arthur stizzito.
-Come puoi dire questo?- si lamentò Francia, iniziando una delle sue solite sceneggiate con tanto di lacrimucce e fazzoletto – Hai spezzato il mio povero cuore che chiede solo qualcuno da amare!-
-Veeh, non piangere Fancia- disse Feli, facendogli pat-pat su una spalla
-Tu si che mi vuoi bene, vero Italia?- fece Francia –E poi sei così carino- continuò prendendogli le mani con sguardo languido ( D: )
-Lascia subito Italia!- fece Germania togliendo Feliciano dalle grinfie di Francia.
- Questo dovrei dirlo io a te, idiota di un mangia patate!- si intromise Lovino, tirando Feliciano per un braccio.
-Mi amor, non puoi amare tuo fratello, sarebbe un incesto, e poi tu devi amare solo me!- disse Spagna aggrappandosi all’altro braccio di Lovino
-Mollami bastardo!-
-Veeh, qualcuno mi aiuti!- gemette Feli, che da un parte era trattenuto da Germania, e dall’altra veniva tirato dal fratello, che stava ancora tentando di dogliersi di dosso Spagna.
-Non preoccuparti, l’eroe ti salverà!- intervenne America
-Questo è tutta colpa tua, mangiarane!- sbraitò Inghilterra
-E’ colpa tua, che non ricambi il mio amour!- ribattè Francia.
-A-avanti, smettetela di litigare- fece Giappone titubante
-Sapevo che mi sarei divertito in questi giorni- si sentì una voce alle loro spalle. Tutti si girarono per vedere a chi appartenesse, e videro Russia, vestito in modo strano, visto che indossava abiti leggeri, ma aveva comunque al collo la sua inseparabile sciarpa.
-Oh, perché mi guardate così? Ho qualcosa in faccia?- chiese, vedendo che tutti lo guardavano sorpresi.
-No no, niente- fece Inghilterra.
In quel momento le nazioni rimasero ancora più sorprese, vedendo arrivare un’auto rosa, che sembrava una versione più grande dell’auto di barbi ( che schifo, io odio il rosa e pure le Barbie NDMe), da cui stavano scendendo Polonia e un imbarazzatissimo Lituania.
-Salve gente, vi piace la mia nuova automobile totalmente rosa?- chiese Polonia entusiasta.
-Kolkol, fa cagare- disse Russia sorridendo.
-Lascia perdere, Po. Piuttosto guarda che bellissimo albergo- intervenne Toris, già presagendo una strage da parte di Russia se avessero continuato la discussione.
-Sì, è totalmente, tipo, fantastico-
-Sciocchezze, sono i soliti alberghi che ci sono da noi- disse Lovino con finta modestia. Aveva lasciato andare il fratellino, troppo stupito dall’arrivo di Russia e sconvolto dall’auto di Polonia.
-Ksesese, questo è un albergo adatto alla mia magnifica persona!- esclamò Prussia, appena arrivato a bordo di una fighissima moto nera.
-Tsè, non pavoneggiarti tanto, idiota- disse Ungheria, che stava scendendo da un’auto insieme ad Austria, a cui disse con voce così dolce da far venire il diabete: -Austria-san, guardi quest’albergo, è così romantico-
-Spero che ci sia un pianoforte- disse Austria senza badarle
-C’è anche quello, qui abbiamo di tutto, damerino- disse Lovino.
-Non è vero, non avete una China-Town, ma non preoccuparti, ci penso io, aru- disse Cina, che era arrivato in quel momento.
-Non osare costruire una di quelle schifezze qui!- esclamò Lovino che si stava scaldando.
-Lascia in pace Yao- disse Russia, comparendo dietro di lui con l’aura oscura intorno.
-M-ma certo, costruisci pure tutto quello che vuoi!- si affrettò a dire Lovi.
-Aru, grazie ivan- disse Cina
-Di niente- rispose lui, avvicinandosi e passandogli un braccio sulle spalle.
In quel momento arrivò Svizzera.
-Dico, ma come ti è venuto in mente di prenotare un albergo così lussuoso? Io non pago niente, chiaro?-
E buongiorno anche a te- disse Lovino ironico- comunque non preoccuparti, l’albergo è mio, non devi pagare niente-
-Umpfh, bene-
L’ultimo che mancava era Cuba, che arrivò poco dopo.
-Bene, ora che ci siamo tutti, vi faccio vedere le vostre stanze- disse Lovino.
-Aspetta, non manca qualcuno?- intervenne America
-Mi pare che ci siano tutti: Feliciano, Ludwig, Kiku, Antonio, Arthur, Alfred, Francis, Ivan, Toris, Feliks, Gilbert, Yao, Elizavheta, Roderich, Vash e Cuba- fece Lovi, guardando ognuno di loro.
-Emh…- un sussurro
-E pure a me sembra che manchi qualcuno- insistè America
-Ehi, dov’è Mattiewh?- disse Cuba, ricordandosi finalmente di quel poveretto
-Scusate…- di nuovo la vocina
-Chi?-
-Canada!-
-Sono qui- disse la vocina un po’ più forte, sbucando alle spalle di Feliciano
-Veeh! Un fantasma! Salvami doitsu!- esclamò Feli spaventato, saltando in braccio a Germania
-Non sono un fantasma- disse Mattiewh
-Chi sei?- fece Kumajiro fra le sue braccia
-Canada- rispose depresso
-E tu da dove sbuchi?- chiese Lovino sorpreso
-Veramente so arrivato prima di tutti, solo che nessuno mi ha visto…- disse ancora più depresso (Poverino, a me sta tanto simpatico, mi ispira un gran sentimento del puccioso NDMe).
-Bè, comunque sia, seguitemi che vi faccio vedere le camere- continuò Lovi.
Presero l’ascensore e salirono al secondo piano, arrivando in un corridoio con delle porte, ognuna contrassegnata con un numero.
-Allora, Arthur e Alfred dormiranno nella stanza numero 20- iniziò Lovi, consegnando agli interpellati una copia delle chiavi- Ivan dormirà con Yao nella 21, Toris con Feliks nella 22, Gilbert e Elizavheta nella23…- ma fu interrotto dalla voce di Ungheria- Perché devo stare io in camera con quest’idiota presuntuoso?-
-Già, perché devo stare in camera con la pazza?- disse Prussia, prima di ricevere una padellata sulla zucca che lo stese.
-Perché questa è una delle poche camere ad avere letti separati- rispose Lovi. Ungheria era delusa, avrebbe tanto voluto stare in camera con Austria, anche se non poteva dirlo davanti a tutti.
-Come dicevo, Roderich dormirà con vash nella 24, Cuba con Mattewh nella 25…- ma fu di nuovo interrotto, visto che Canada aveva detto, avvicinandosi a Cuba: -Che bello, dormiremo insieme-
-Io non dormirò con te, stupido America!-
-Non sono America, sono Canada- disse sconsolato.
-Continuando- riprese Lovi velocemente, lanciando un’occhiataccia ai due –Kiku dormirà con Feliciano nella 26, Ludwig e Francis nella 27 e io e Antonio nella 28-
-Che bello, dormiremo insieme, mi amor!- disse Spagna abbracciandolo
-Non essere così felice, è solo che non c’erano altre camere, e poi ci sono i letti separ…- ma non finì la frase, perché Feli disse: -Nii-san, ma io voglio dormire con Germania!-
-Se credi che ti lasci dormire con quel crucco ti sbagli, chissà cosa ti farebbe quel maniaco!-
-Ehi!- protestò l’interessato
-Veeh! Ma io voglio dormire con doitsu, uaah, sigh!- fece iniziando a piangere
-Basta, smettila con questo lamento!- D’accordo, potrai dormire con Germania, ma andrete nella camera mia e di Antonio, che ha i letti separati, Francis e Kiku dormiranno nella 26 e io e Antonio prenderemo la 27. Ma guarda che se ti becco a cercare di fare brutte cose con mio fratello ti caccio fuori a pedate, bastardo di un mangia patate-
-Ma per chi mi hai preso? Per Francia?- chiese Germania, stufo di tutte quelle accuse.
-Ma che dici? Io sono solo una persona che ama l’amour!-
-Il sesso, vorrai dire- si intromise Inghilterra
-Basta ora- disse Lovino mettendo fine alla discussione- andate a sistemarvi nelle vostre stanze, quando avrete finito, reincontriamoci all’ingresso, così finalmente andremo al mare.-
Tutte le nazioni assentirono ed andarono velocemente nelle propie stanze per sistemarsi. Non vedevano l’ora di andare al mare!

*Angolo autrice*
Ed ecco qui il secondo capitolo, grazie a tutti quelli che lo leggeranno e recensiranno e quelli che l'hanno già fatto con il primo :D Ci rivediamo al terzo , bye :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Finalmente, il mare! ***


Capitolo 3: FINALMENTE, IL MARE!

Ci misero più o meno due ore per sistemarsi nelle camere e  prepararsi l’occorrente, quindi per le 14:00 erano tutti pronti per andare in spiaggia.
-Bene- disse Lovino –la spiaggia che ho prenotato è vicinissima all’albergo, quindi ci andremo a piedi.-
-Veeh, fratellone, perché hai prenotato una spiaggia?-
-Perché se fossimo andati dove c’erano altri turisti, li avreste fatti scappare a gambe levate, vi conosco, siete tutti pazzi, dementi, esaltati e maniaci, soprattutto il mangia patate-
-Uffa! Non sono un maniaco!-
-Tsè, uno che mangia solo fruste e patate non è un maniaco? Per favore!-
-Che intendi?- chiese Ludwig perplesso – Non capisc…Oh! Non dirmi che intendi quello che sto pensando!-
-Vedi che lo pensi, sei un pervertito!- disse Lovino.
-Non ci avevo mai fatto caso, ma è vero!- fece Inghilterra.
-Guarda guarda il nostro Germania, e io che pensavo che fossi una persona seria- si intromise Francia.
-Non ci si può aspettare niente di meglio da uno che spende soldi per delle inutili riviste porno- intervenne Svizzera.
-Ehi, ma che dite, io non…- fece Germania, che era diventato rosso come un pomodoro (Pomodori! NDSpagna Zitto tu e torna nella storia! NDMe).
-Doitsu, che stanno dicendo, non capisco, me lo spieghi?- chiese Feliciano curioso.
-Questo mi fa venire l’ispirazione per una doushinji- disse Giappone prendendo appunti.
-Non mettertici anche tu, Kiku!-
-Ne ordino una copia!- esclamò Elizaveta, che si sa, è patita di yaoi.
-Qui la situazione sta degenerando- fece Ludwigh.
-Veeh doitsu, io ancora non capisco-
-Te lo spiego io, mon chere- Francia gli si avvicinò all’orecchio e iniziò a sussurargli qualcosa.
-Fermo! Non osare dire quelle cose a Feliciano!- disse Lovino, cercando di fermare Francia, ma era troppo tardi, perché sul viso di Feli stava comparendo un’espressione illuminata (?) Poverino, il dolce e ingenuo Feliciano resterà di sicuro sconvolto sentendo parlare di wurstel e patate, forse dovrà andare in terapia, non sarà mai più lo stesso e…
-Ora ho capito! State parlando di sesso!-
Come non detto.
-E tu che ne sai del sesso?- chiese Lovino arrabbiato, guardando Germania con sguardo omicida.
-Veeh, perché io e Germania lo facciamo, no?-
E fu così che Lovino svenne.
-Lovinito!- disse Spagna afferrandolo prima che cadesse e cercando di farlo rinvenire.
-Ma che ho detto?- chiese Feli preoccupato.
Non ebbe risposta, perché Spagna riuscì a far rinvenire Lovino, che disse: -Che strano, ho fatto un sogno, dove c’eravate tutti, e Feliciano diceva che lo faceva col crucco-
-Nii-san non era un… mphf!- cominciò Feli, senza finire la frase perché Giappone gli tappò la bocca appena in tempo.
-Si, è davvero strano, Lovino-san!-
-Già, sarà stato il caldo e la vicinanza del crucco a farmi quest’effetto. Che stavo dicendo prima di addormentarmi?-
-Che avevi tipo prenotato una spiaggia- disse Polonia.
-Giusto, bene, seguitemi che andiamo- fece Lovi, iniziando a camminare.
Tutti lo seguirono, sollevati da come erano andate lecose. Insomma, loro volevano andare a farsi il bagno, mica potevano perdere tempo ad occultare il cadavere di Germania dopo che fosse stato ucciso da Lovino, no?
Alla fine, dopo tutto questo parapiglia, riuscirono finalmente ad arrivare in spiaggia (Alleluia! NDTutti)
-Wow, è fantastica!- dissero tutti insieme.
-Modestamente, noi del sud abbiamo le spiagge più belle- disse Lovino compiaciuto.
In effetti, la spiaggia era meravigliosa : sabbia finissima, che al sole sembrava fatta di polvere d’oro e acqua cristallina e scintillante, color azzurro brillante che sfumava nel verde e nel blu. Insomma, un paradiso.
-Facciamo il bagno! Veeh!- disse Feliciano, che si era già tolto i vestiti, restando in costume, e che si era già tuffato in acqua.
-Vengo anch’io! – fece America, anche lui togliendosi i vestiti e poggiandoli su una sdraio li vicino, restando con indosso solo un costume a pantaloncino, su cui era disegnato un razzo che decollava.
-Mettiti qualcosa addosso! Non è una spiaggia per nudisti!- gridò all’improvviso Inghilterra.
-Mon chere, come sei all’antica! Ognuno è libero di fare quello che vuole, e poi così sto meglio, anzi, perché non ci provi anche tu?- disse il destinatario del grido, che come avrete capito è Francia, completamente nudo, con solo una rosa a coprirgli i “gioielli”, cercando di togliere i vestiti a Inghilterra, che nel frattempo urlava –Maniaco! Fermo! Toglimi le mani di dosso!- per sua fortuna arrivò Vash, che sparò un colpo da una pistola, (spuntata da chissà dove), proprio davanti al naso di Francis, che lo costrinse a mollare Arthur, e disse: -Queste sono cose che preferirei non vedere-
“Perché questa cosa mi sa di Dejà-vù?” pensò Francis ( Per chi non avesse capito, consiglio di rivedere l’episodio N°35. XD NDMe).
Nel frattempo, Feliks si era spogliato restando con un costume da bagno, naturalmente rosa, si era cosparso di abbronzante e si era sdraiato vicino Elizavetha, che come lui aveva deciso di prendere il sole.
-Un po’ di sole mi farà diventare ancora più tipo bello-
-Già, e poi il sole fa benissimo alla pelle- disse Ungheria, che indossava un bikini verde molto sexy, nella speranza di impressionare Austria, che non la degnava di uno sguardo, con grande delusione di quest’ultima, che non si era accorta di essere osservata da una persona che, se fossimo stati nell’anime, sarebbe morto di emorragia nasale.
-Gilbert, smettila di guardare Ungheria così, sembri un pervertito- fece Ludwigh, che si era accorto dello sguardo imbambolato di Prussia.
-Non sono mica io quello che si fa il piccolo Italia- disse Prussia riprendendosi – E poi il Magnifico Me non stava affatto guardando Ungheria, come puoi dire che mi piace una tipa del genere? Ksesese- continuò, senza aspettare la risposta dell’altro e correndo in acqua.
“Infatti non l’ho detto” pensò Germania, sorridendo fra sé.
Fu distolto dai suoi pensieri da Feliciano, che vedendolo ancora sulla riva disse : -Doitsu! Vieni anche tu! L’acqua è bellissima!-
-Vengo! Gli rispose Ludwigh, raggiungendolo.
Intanto…
-Devo proprio toglierla?-
-Si-
-Ma non voglio, non me ne separo mai-
-Insomma Ivan, non puoi farti il bagno con la sciarpa-aru!-
-E’ un regalo di mia sorella,ci tengo molto, non vorrei che le succedesse qualcosa- (Siamo sentimentali, Potter? Ops, no , ho sbagliato XD NDMe).
-Se vuoi la tengo io, Russia-san- fece Giappone, che in via del tutto eccezionale aveva indossato una canotta e un pantaloncino; non si sarebbe mai fatto vedere con addosso solo un costume da bagno, lo sappiamo tutti quanto sia pudico, anche se non lo è poi tanto quando pubblica yaoi ;)…
-Grazie, ma se le succede qualcosa ti soffoco nella sabbia- disse Russia porgendogli la sciarpa e sorridendo amabilmente.
-V-va b-bene- balbettò Kiku tremante.
-Ivan, non essere così minaccioso con il mio fratellino-aru-
-Eh? Non ero minaccioso, ho solo fatto una precisazione-
-Se, vabbè-aru, comunque finisci di spogliarti che andiamo a farci il bagno-
-Mh!- annuì Ivan, spogliandosi, restando con indosso un costume da bagno bianco ( Ok, sto per svenire, per me Russia è il personaggio più sexy di Hetalia, e immaginarmelo con indosso solo un costume… *l’autrice sviene per davvero* NDMe).
Mentre succedeva tutto questo, un’altra nazione ancora non si decideva a spogliarsi.
-E’ che mi sento in imbarazzo- disse Cuba, non rivolto a nessuno in particolare. In effetti non è che abbia proprio un bel fisico.
-Dai, non preoccuparti, secondo me staresti bene- fece una voce.
-Mi stai prendendo in giro, stupido America?!-
-Sigh, sono Canada- poveretto T.T
-Oh si, ehm, scusa- disse Cuba, rendendosi conto dell’errore-
-Ci sono abituato- fece Canada sorridendo- allora, vuoi spogliarti?-
-Davverò pensi che starò bene in costume?-
-Credo proprio di si-
-Grazie- disse Cuba spogliandosi- Ecco… ti va di fare il bagno con me?-
-Certo!- gli rispose Canada, sorridendo ancora di più ed entrando in acqua con lui.
Nel frattempo anche Toris si stava spogliando, e rimase con indosso un costume blu.
-Ehi Liet, perché non hai tipo messo il costume rosa che ti ho regalato?- chiese Polonia alzandosi per guardarlo.
-Scusa Po, ho dimenticato di metterlo in valigia- rispose Lituania, che in realtà lo aveva “dimenticato” di proposito, già immaginando le risate che si sarebbero fatti gli altri se lo avvessero visto con indosso il costume rosa shocking che gli aveva regalato Feliks.
-Lo so, l’ho tipo visto sotto il letto quando preparavo le valige, deve tipo esserti caduto, sei totalmente sbadato- disse Feliks imbronciato -ma non preoccuparti, te l’ho portato io-
-Oh, che fortuna- fece Toris amareggiato.
Intanto Lovino cercava di allontanare da se Spagna, che tentava in tutti i modi di palparlo.
-Tieni lontano da me i tuoi tentacoli, sottospecie di piovra!-
-Dai mi querido, non fare così!- disse Spagna, continuando ad accarezzarlo e tastarlo ovunque riuscisse a mettere le mani.
-Ti ho detto di finirla!- esclamò Lovino, tentando di staccarlo da lui. Antonio non gli diede retta, e fece una cosa che non avrebbe dovuto fare: gli tirò il ciuffo.
-Non toccare il mio ciuffo!- gridò arrabbiato Lovi, dandogli una testata in pieno stomaco, “convincendolo” così a lasciarlo.
Insomma, tutti passarono così il pomeriggio, divertendosi a farsi il bagno, crogiolandosi al sole e tentando di palparsi .
Anche gli animali si stavano divertendo, infatti il panda di Cina, Kumajiro e Gilbird erano a riva a farsi il bagno.
Continuarono così fino alle 19:30, quando decisero di tornare in albergo a farsi una doccia per togliersi di dosso la sabbia e il sale marino, e per mettere finalmente qualcosa sotto i denti.


*angolo autrice*
Ed ecco il terzo capitolo! Come sempre grazie ha chi lo leggerà e chi ha già letto gli altri capitoli, un bacione a tutti :D

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Una cena ***


Capitolo 4: UNA CENA “TRANQUILLA”

-Ti decidi ad uscire dal bagno?-
-Solo 5 minuti e ho finito-
-E’ più di un’ora che dici cosi!- Prussia era stufo, appena tornati all’albergo, Ungheria si era chiusa nel bagno privato della loro camera e dopo più di un’ora ancora non accennava ad uscire.
-Insomma, una ragazza avrà il diritto di farsi una doccia in pace!-
-E per una doccia ti ci vuole tutto questo tempo? Anche la mia Magnifica Persona vorrebbe lavarsi!-
-Da quando gli animali si fanno la doccia? Tanto ho quasi finito, devo solo pettinarmi i capelli-
-Non puoi pettinarteli in camera? Con quegli orribili capelli crespi che ti ritrovi ci metterai un’altra ora!-
All’improvviso la porta del bagno si aprì.
-Finalmente ti sei decisa a… Ungheria?- fece Prussia, guardando sconvolto la porta del bagno, dove c’era Elizavetha (occhi rossi e fumo dalle narici), che lo guardava con sguardo omicida.
-Che cosa hai detto dei miei capelli?!- gridò furibonda, iniziando a inseguire Gilbert, che aveva tentato la fuga appena l’aveva vista, brandendo la sua fedele padella (sì, se la porta anche in bagno NDMe).
-Dai scherzavo, anche se sono crespi non sono poi così orribili- tentò di calmarla Prussia.
-Io ti ammazzo!- disse Ungheria, raggiungendolo e dandogli una fenomenale padellata.
 
Intanto, nella stanza a fianco.
-Hai sentito questo rumore?- chiese Toris, smettendo per un attimo di vestirsi.
-Si, è come se tipo qualcuno avesse tipo colpito qualcosa con tipo qualcos’altro di ferro- gli rispose Feliks, continuando a pettinarsi i capelli.
-Bha- fece Toris, continuando a vestirsi.
 
Apparte il “piccolo incidente” in camera di Prussia e Ungheria, agli altri tutto filò liscio, e puliti e profumati si reincontrarono di nuovo all’ingresso.
-Nii-san ho fame, andiamo a mangiare!- disse Feliciano, con lo stomaco brontolante.
-Anch’io ho fame, che credi? Ma dobbiamo aspettare che arrivino il fratello del mangiapatate e Ungheria- gli disse Lovino. Come dice un proverbio: ‘parli del diavolo e spuntano le corna’, ed ecco appunto arrivare Gilbert e Elizavetha.
-Perché hai una benda intorno alla testa?- chiese Ludwigh, vedendo suo fratello che si massaggiava una parte del cranio fasciata.
-Lunga storia- gli rispose Gilbert, guardando in tralice Ungheria.
-Veeh! Ora andiamo a mangiare!- fece Feli, che stava morendo dalla voglia di mettere sotto i denti un po’ di pasta.
-Ok, seguitemi- disse Lovino, incamminandosi verso una grande porta di legno, decorata con pannelli di vetro istoriato. Lovino aprì la porta, che dava su una grande stanza, con un soffitto alto, da cui pendevano due lampadari di cristallo; lo spazio era occupato da tavoli, alcuni già occupati dagli altri ospiti, di diverse grandezze: c’erano da quelli che potevano accogliere fino a venti persone, a quelli per due. Ogni tavolo era coperto da tovaglie bianco panna, e già apparecchiato; in fondo alla sala, una specie di piccolo palco era occupato da un uomo che suonava il pianoforte. L’ambiente dava un senso di calma e tranquillità, infatti gli unici che andavano in giro erano i camerieri, che si muovevano fra i vari tavoli, e gli ospiti parlavano a voce bassa e pacata. Inutile dire che questa tranquillità non potrà durare a lungo ora che le nostre care nazioni sono qui.
-Un pianoforte!- disse Austria con gli occhi sbrillucciosi, mandando al diavolo la sua dignità da nobile.
-Te l’avevo detto che c’era, damerino.- gli disse Lovino.
-Fermo qui, suonerai dopo- fece Vash, afferrando Roderich per il retro della camicia, visto che quest’ultimo stava andando verso il palco, con uno sguardo maniacale.
-Veeh, io ho fame!- disse Feliciano, con la pancia che brontolava così forte che sembrava avesse un trattore nello stomaco.
-Sediamoci e ordiniamo qualcosa- fece Lovino, dirigendosi verso uno dei tavoli.
-Io voglio un hamburger!- disse America sedendosi.
-Questo è un ristorante, non un fast-food, non ci sono gli Hamburger!- esclamò Lovino.
-Che tipo di piatti avete?- chiese Germania.
-Mi hai preso per un cameriere? Leggili nel menù, oppure non sai nemmeno leggere, idiota?- gli rispose Lovi.
-Volete ordinare, signori?- chiese un cameriere, arrivato per prendere le loro ordinazioni.
Ognuno richiese un piatto diverso, e appena arrivati cominciarono a mangiare.
-Questi piatti sono buoni, ma potevano essere preparati meglio, se avessi cucinato io…- iniziò Inghilterra.
-Saremmo morti avvelenati- lo interruppe Francia.
-Stai insinuando che non so cucinare, stupid frog?-
-Insinuando? No, te lo dico apertamente, brutto bruco-
-Rimangiatelo!- gridò Inghilterra, tirandogli il suo piatto, con ancora il cibo all’interno, addosso.
-Mai e poi mai!- disse Francis, svuotandogli un bicchiere d’acqua sulla testa.
-Allora vuoi la guerra!- fece Arthur, cominciando a gettare oggetti a raffica a Francis.
-Cazzo, smettetela!- esclamò lovino, prima di essere colpito da un piatto di pasta in piena faccia.
-Lovinito!- disse Antonio –come avete osato colpirlo?- fece arrabbiato, cominciando anche lui a gettare tutto quello che gli capitava sotto mano ai due.
-Veeh, la mia pasta!- si lamentò Feli, infatti il piatto che aveva colpito il fratello era il suo –Vendetta!- gridò, iniziando anche lui a gettare i vari piatti e le posate. Mai e ripeto MAI toccare la pasta ad Italia.
-Perché non ti comportavi così anche in battaglia?- disse Germania, tentando di fermarlo, e domandandosi da dove avesse tirato fuori quella grinta.
All’improvviso uno dei piatti colpì Ungheria.
-Ah! I miei capelli!- urlò.
-Che urli, magari il sugo li ammorbidisce- la prese in giro Prussia, che si era seduto il più lontano possibile da lei.
-La lezione di prima non ti è bastata?!- disse Elizavetha, iniziando a lanciare piatti in aria e colpendoli con la sua padella, stile racchetta da tennis, mirando a Gilbert.
-Insomma Ivan, fa qualcosa-aru!- gridò Yao, scansando per un pelo un coltello che stava per colpirlo.
-Perché? E’ così divertente!- gli rispose Russia, prima di essere inzuppato da capo a piedi da una bottiglia lanciata da qualcuno.
-Kolkolkol- fece, brandendo il suo rubinetto e menando colpi a destra e a manca, abbattendo anche qualche cameriere, accorso per cercare di fermare quella battaglia.
Nel frattempo, Roderich era sgattaiolato via in direzione del pianoforte.
-Scusi- disse al pianista, che si era fermato per guardare quei pazzi che tentavano di ammazzarsi con piatti e bicchieri.
-Cosa c’è?- chiese l’uomo.
-Mi lascerebbe suonare il suo pianoforte?-
-Il piano non è mio, appartiene ai gestori dell’albergo, non posso farlo suonare al primo che passa-
-Aspetti, le rifaccio la domanda- disse Austria, iniziando ad accumulare energia negativa per creare un’aura malvagia che, anche se non era neanche lontanamente paragonabile a quella di Russia, faceva comunque il suo effetto – Lei mi lascerà suonare il piano, vero?-
-E’ tutto suo!- disse l’uomo, scappando via.
Austria allora si sedette al piano, iniziando a suonare un brano di Chopin, che sembrava fare da sottofondo alla lotta ancora in corso.
-Alla tua destra!- gridò Lituania, afferrando Polonia prima che fosse colpito da delle forchette, lanciate stile Sebastian di Kuroshitsuji.
-Tipo, abbassati Liet!- disse Polonia, vedendo arrivare un bicchiere.
-Nascondiamoci sotto il tavolo- fece Toris, afferrando Feliks e gettandosi a terra.
-Salve, anche voi qui?- li accolse Giappone, che come loro aveva trovato rifugio li sotto.
Intanto al di sopra infuriava la battaglia. Il povero Canada cercava di non farsi colpire, aiutato dal suo orsetto che gli diceva da dove arrivavano i colpi.
-Canada, vieni qui, nasconditi dietro di me!- disse Cuba, che con la sua stazza avrebbe potuto fargli da scudo.
-Che bello, qualcuno si è ricordato di me!- fece Canada felice. In fondo era la prima volta.
-Attento!- gridò Kumajiro. Troppo tardi, Mattiewh fu colpito in pieno da qualcosa di non ben identificato.
-Mattiewh!- esclamò Cuba avvicinandosi –Non preoccuparti, ti vendicherò!- fece Cuba. Che eroe, peccato che Canada fosse solo svenuto, e che quella fosse solo una battaglia di cibo (e piatti, e forchette, e bicchieri, e bottiglie, e forchette e coltelli sempre lanciati stile Sebastian), ma faceva comunque la sua figura, lì tutto fiero, anche lui intento a lanciare oggetti.
-Insomma, datevi una calmata!- gridò Germania senza risultati.
-Non preoccuparti, l’eroe risolverà tutto!- esclamò America, prima di essere colpito in piena faccia da un piatto lanciato come un freesbie.
All’improvviso tutti si fermarono, sentendo dei colpi d’arma da fuoco.
-La volete finire si no?- urlò Svizzera arrabbiato, guardandoli uno per uno.
-Aaah! Che avete combinato!- gridò Lovino, che si era appena ripreso, vedendo i bicchieri e i piatti rotti, le forchette e i coltelli conficcati nei muri e i cibi sparsi ovunque e perfino alcuni tavoli ribaltati.
-Ehm…- fecero un po’ tutti, rendendosi conto del disastro che avevano combinato.
-Voi brutti *@#@@* ( parole irripetibili) ! Mi dovrete risarcire tutti i danni! E domattina ve ne tornate tutti a casa!- disse Lovino irato.
-Ma, mi querido, cerca di ragionare!- tentò di fermarlo Spagna.
-Niente ma, domani ve ne tornate tutti a casa, non voglio sentire altro!- fece Lovino, uscendo dalla sala senza voltarsi, diretto alla sua camera.
Le nazioni si guardarono colpevoli, stavolta l’avevano fatta grossa!

*Angolo autrice*
Ecco il nuovo capitolo scritto in fretta e furia :D Come al solito mi farete felice se leggerete e lascerete un commentino.
Ciao a tutti ! C: *si dissolve*

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Pulizie ***


CAPITOLO 5: PULIZIE

-Avete visto che avete combinato?- disse Spagna arrabbiato, per colpa loro aveva perso la possibilità di stare un’intera settimana con il suo Lovino.
-Guarda che anche tu ti sei messo a lanciare oggetti- gli fece notare Inghilterra.
-Si, ma sei stato tu che hai iniziato!-
-Non è colpa mia, è stato questo vinofilo a provocarmi!- fece Arthur, guardando Francis stizzito.
-Io non ti ho provocato, mon Angleterre, ti ho solo detto la verità:la tua cucina fa schifo- ribattè Francia, sventolando la mano come a voler allontanare la colpa da se.
-Vuoi un secondo round?- gridò Inghilterra, afferrandolo per il davanti della maglia.
-Smettetela subito! Perché non provate ad usare le vostre energie in modo più costruttivo?- sbottò Germania, stufo di tutte quelle liti.
-Germania ha ragione, cercate di rimediare in qualche modo a quello che avete combinato, perché io non ho intenzione di sborsare nemmeno un centesimo per riparare questo disastro!- disse Svizzera.
-Riparare? Ma certo! Perché non rimettiamo noi tutto in ordine, veeh?- disse Italia, guardandoli uno per uno.
-Ma che cavolo dici-aru?- chiese Cina – ci metteremo ore a sistemare tutto!- continuò, indicando i piatti, i bicchieri e le posate sparsi ovunque, i cibi per terra e perfino sulle pareti, i tavoli rovesciati e chi più ne ha più ne metta.
-Ma come, riesci a costruire una città in due minuti, mi vuoi dire che non riusciresti a rimettere a posto una stanza?- gli rispose Feliciano – In più se collaboriamo finiremo prima! Veeh!-
-In effetti non è una cosa impossibile, hai avuto una grande idea Italia!-
-Oh my god! Feliciano ha avuto un’altra idea geniale! La fine del mondo è vicina!- disse Inghilterra. In effetti era la seconda in pochi giorni, un vero record per lui.
-Allora cominciamo. Mentre voi pulite io vado a parlare con Lovino!- fece Spagna, uscendo dalla stanza.
-Bene, al lavoro allora- disse Germania, cominciando a raccogliere piatti e bicchieri. Anche gli altri cominciarono ad aiutare, chi rimettendo a posto i tavoli, chi raccattando forchette e coltelli, chi gettando via i cocci degli ogetti rotti, chi lavando il pavimento con gli utensili trovati in uno sgabuzzino lì vicino, dove venivano riposti dai camerieri, che, ancora svenuti a causa delle botte prese da Russia, erano stati ammucchiati in un angolo.
-Non è che sono morti, vero?- si chiese preoccupato Toris guardandoli.
-Certo che no, li ho colpiti piano- gli rispose Ivan, sbucando alle sue spalle con il solito sorriso.
-Aaaah!- gridò Lituania, facendo un salto di tre metri per lo spavento.
-Hai visto, l’hai spaventato-aru- disse Yao, guardandolo male.
-Cosa? Non ho fatto niente!- fece Ivan. Povero, non sa che per lui sbucare alle spalle fa alla gente lo stesso effetto di vedere arrivare un lupo mannaro con le fauci insanguinate correre verso di loro.
-Lascia perdere-aru-
All’improvviso si sentì la musica di un pianoforte.
-Che fai idiota!? Vieni ad aiutarci, questo non è il momento di suonare il piano!- disse Gilbert a Roderich, che si era rimesso a suonare lo stesso brano di prima (avete mai notato che suona sempre la stessa cosa? NDMe).
-Sto aiutando! Lo sanno tutti che le cose si fanno meglio ascoltando un po’ di musica e poi un nobile come me non può abbassarsi a fare le pulizie- gli rispose Austria con tutta la dignità e la classe che aveva.
-Sfaticato! Alza quelle chiappe di sangue blu e vieni a darci una mano!- gli disse Prussia, che di classe ne conosce solo una, ed è quella scolastica.
-Austria-san, non date retta a questo buzzurro, la vostra musica è meravigliosa!- fece Elizavetha, guardandolo adorante.
-Tu che ci fai qui? Sei una donna, dovresti essere in cucina a lavare i piatti!- disse Prussia.
-Credi di essere ancora nel medioevo, cretino? Mai sentito parlare di femminismo?- gli rispose Ungheria, che si stava arrabbiando.
-Femminismo? Che significa?-
-Significa che se provi a ridire che le donne devono solo lavare i piatti, ti rompo la testa a padellate-
-Hai ragione, devono prima cucinare e preparare i piatti, e poi devono lavarli-
Fu allora che la dolce(?) e delicata(??) Ungheria dette un bel calcio dritto nei “5 metri” di Prussia, che urlando si accasciò a terra, portando la mano sulla parte dolente.
-Bene, ora è come se fossi una ragazza no? Quindi adesso puoi lavarli tu i piatti!- disse Elizavetha, afferrandolo per i capelli e trascinandoselo in cucina.
Intanto il piccolo Canada si era avvicinato a Cuba.
-Grazie, Kumajiro mi ha raccontato quello che hai fatto prima, nessuno si era mai preoccupato così per me- gli disse sorridendo.
-Oh, non è stato niente di che- gli rispose lui, grattandosi la testa e ridacchiando nervosamente.
-No, sei stato gentilissimo invece, e io volevo ringraziarti…- disse, dandogli un bacio sulle labbra. Cuba rimase sorpreso, ma poi si rilassò e gli rispose. Oh che momento fantastico, così dolce, così tenero, così romantico…
-Ehi voi due! Se dovete amoreggiare fatelo in privato nella vostra stanza!- gridò Alfred, rovinando tutto e rompendo le scatole come al solito.
-Possibile che devi dare sempre fastidio, stupido America!?- disse Cuba rosso in viso.
-Lascialo perdere- fece Mattiewh –Meglio rimettersi al lavoro- Cuba annuì, e entrambi tornarono a raccogliere e sistemare oggetti.
Non preoccupatevi, America ebbe comunque una lezione, infatti Inghilterra gli si era avvicinato e, dandogli un pugno sulla testa, gli disse: -Idiot! Possibile che tu non abbia un po’ di tatto?-
-Ahi! Che c’è, my love?- gli chiese Alfred, massaggiandosi quella sua zucca vuota.
-C’è che dovresti prendere esempio da loro, e cercare di essere più dolce, una volta tanto!- America allora gli si avvicinò, e con voce dolce gli chiese: -Intendi così?- poi lo afferrò e gli diede un bacio, a cui Arthur rispose contanto.
-Veeh! Come siete carini! Doitsu, bacia anche me!- disse Italia vedendoli e andando verso Germania con le braccia tese.
-Ehm… va bene- fece Ludwigh, diventando rosso, contento che Lovino non fosse lì, perché probabilmente gli avrebbe staccato la testa, o almeno ci avrebbe provato.
-Mi dispiace interrompere questo grande momento di phatos, ma non dovremo rimettere a posto la stanza?- chiese Vash.
-Non preoccuparti, Svizzera-san, abbiamo quasi finito- gli rispose Giappone. In effetti, chi più chi meno, si erano dati tutti da fare, e ora la stanza era tornata all’aspetto originario.
-Meno male, ma perché non cerchiamo di fare tipo qualcosa per tipo migliorare questo posto?- fece Polonia.
-Tipo cosa?- chiese Francis canzonandolo.
-Tipo ridipingere totalmente la stanza di tipo rosa!-
-Ma sei matto? Lasciando perdere che il rosa non va più di moda, non credo che Lovino apprezzerebbe-
-Cosa vorresti dire!?Tipo, il rosa va sempre di moda, non avete un minimo di tipo senso estetico!-
Bene, lasciamo tutti ai loro battibecchi, sbaciucchiamenti & co. E facciamo una distorsione temporale all’indietro (?) e vediamo cosa stava facendo Spagna.
-Mi amor! Sono io, apri!- disse, bussando alla porta di Lovino.
-Vattene via, bastardo!-
-Ti prego Lovinito, fammi entrare, voglio farmi perdonare-
-Perché ho l’impressione che tu voglia saltarmi addosso?- chiese Lovi ironico.
-Ora non c’è tempo, anche se lo vorrei, devo aspettare fino a stasera, ora devo farti vedere una cosa-
-Stasera? Tu ti sei bevuto il cervello, bastardo! Stasera tu dormi in corridoi, e domani te ne torni a casa come tutti quei brutti *#@**-
-Oh, mio dolce (se se) Lovino, so che sei arrabiato, ma vieni a vedere, abbiamo rimediato al nostro errore!-
-Che altro avete combinato, idioti!?-
-Vieni a vedere con i tuoi occhi, mi amor, sono sicuro che ci perdonerai!- “o almeno lo spero” pensò.
-Spero che non abbiate combinato altri danni, altrimenti vi strozzo- disse Lovino, aprendo finalmente la porta.
-Lovinito, finalmente!- esclamò Antonio abbracciandolo.
-Levati di dosso, bastardo! Sono ancora arrabbiato, che credi?-
Antonio allora si inginocchiò davanti a lui e gli prese le mani.
-Cazzo fai, idiota?-
-Mi querido, hai tutto il diritto di essere arrabbiato, con noi stolti ch’abbiam perso il lume della ragione e abbiam macchiato il tuo onore in faida caina, ma ti prego, trova nel tuo cuor spazio pel perdono, e riaccoglimi al tuo fianco!- disse Antonio poetico, infatti era da un po’ che stava leggendo poesie e opere d’amore famose, con l’intenzione di scrivere una poesia al suo amato, sperando così di arrivare a toccare il suo cuore, e anche qualcosa che sta più in basso…
Per sua sfortuna però Lovino di poesia non se ne intende, e infatti:
-Che minchia hai detto? Vedi che prima ti avranno colpito alla testa, e quei quattro neuroni che ti restano saranno morti!-
-No, amor mio, è il cuore a farmi parlare così! Ma ora non abbiamo tempo per parlarne, vieni a vedere, abbiamo davvero rimesso tutto a posto- fece, rialzandosi e trascinandoselo dietro. Lovino allora fu costretto a seguirlo, segnandosi mentalmente di prenotare una visita da un bravo psicologo per Spagna.
I due scesero, e arrivarono davanti alla porta che dava sulla sala da pranzo. Lovino l’aprì titubante, aspettandosi di trovare un disastro peggiore del precedente, rimanendo invece sorpreso, vedendo che tutto era stato rimesso a posto e pulito, notando addirittura che i piatti e le posate erano stati lucidati fino a brillare 8questo grazie ad una nostra cara conoscenza, che aveva usato il suo potere padelloso (?) su Prussia).
-Veeh, hai visto fratellone, abbiamo sistemato tutto!-
-Tsè, tanto domani ve ne tornate comunque a casa, altrimenti prima o poi distruggerete l’intero albergo!-
-Dai, mi amor, abbiamo capito la lezione, nei prossimi giorni staremo calmi e tranquilli- disse Spagna, con le mani giunte per pregarlo.
-Si, Lovino-san, glielo giuriamo sul nostro onore!- disse Giappone, portandosi una mano al petto –Vero, ragazzi?- continuò, rivolto agli altri.
Tutti assentirono, portandosi una mano al cuore come Giappone.
-Ti prego nii-san, veeh!- fece Feliciano, di nuovo tornato piccolo e puccioso, con gli occhi luccicanti.
-Uff, e va bene, ma provate a fare un altro passo falso e vi caccio a calci nel sedere, chiaro?- si arrese finalmente Lovino.
-Evviva!- gridò Feli, correndo ad abbracciarlo.
-Grazie Lovinito!- fece invece Spagna, dandogli un bacio.
-Umpfh- sbuffò Lovi, imbarazzato –Ora e meglio se ce ne torniamo nelle nostre stanze, sono stanco- disse, facendo staccare da se Spagna con una ‘dolce’ gomitata nelle costole, dirigendosi poi verso la porta, seguito dagli altri che erano stanchi ancor più di lui ma felici di averlo convinto a cambiare idea. Quindi per una volta in silenzio, andarono al piano di sopra e si diressero verso le proprie stanze, per farsi finalmente una bella dormita.

*Angolo autrice*
Ecco il nuovo capitolo! Avrei voluto postarlo ieri, ma difficoltà tecniche me l'hanno proibito (stupido temporale), comunque sono qui, e come al solito ringrazio tutti quelli che leggeranno la storia e quelli che l'hanno già fatto. *Se ne va facendo ciao ciao con la manina*

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Beach volley ***


CAPITOLO 6: Beach Volley

Il mattino dopo si ritrovarono di nuovo al solito ingresso, però aspettate, manca qualcuno!
-Buongiorno- disse Lovino, arrivando e facendo uno sbadiglio degno di un orso.
-Veeh, nii-san, perché sei così stanco?- gli chiese Feliciano.
-Non sono affari tuoi- sbottò Lovino imbarazzato.
-Diciamo solo che ieri sera mi sono fatto perdonare totalmente da Lovinito- gli rispose Spagna, arrivando dietro Lovi contento come una Pasqua e poggiandogli una mano sul sedere.
-Togli quella tua zampaccia da lì, bastardo-
-Ma ieri sera mi sembrava che ti piacesse se ti tocc…- e fù così che Antonio morì a causa di una testata di Lovino.
-Bene, se abbiamo finito con le domande idiote, andiamo- disse, guardandoli truce e trascinandosi Antonio per i capelli.
-Veeh, che ho fatto?- chiese Feliciano, notando che tutti lo guardavano storto. “E’ senza speranza” pensarono tutti, seguendo di nuovo Lovino verso la spiaggia del giorno prima. Arrivati lì, decisero tanto per perder tempo, di fare un torneo di beach volley usando il campo apposito della spiaggia. Non vi ho detto che c’era? Bè, c’è!
La squadra 1 era composta da Feliciano, Ludwigh, Toris e Feliks; la squadra 2 da Roderich, antonio, Lovino e Francis; la squadra 3 da Ivan, Yao, Elizavetha e Vash; la squadra 4 da Arthur, Alfred, Gilbert e Cuba, mentre Kiku venne scelto come arbitro.
-Ehm… e io?- chiese Mattiewh timidamente.
-Chi sei?- chiesero tutti, tranne Cuba.
-Canada- rispose quel poveretto.
-Scusa bro, ci eravamo dimenticati di te- disse America (alla faccia dello spirito fraterno NDMe).
-Ma come facciamo adesso? Non possiamo non farlo giocare, è ingiusto!- disse Cuba, l’unico a cui sembrava importare davvero di Canada.
-Ksesesese, potrebbe giocare nella squadra 3, visto che con loro hanno una donna sono svantaggiati- fece Prussia.
-Tu, pezzo di…- ringhiò Ungheria, che gli avrebbe sfondato il cranio con la sua fedele padella, se non fosse stata trattenuta da Russia che sorridendo le disse:
-Trattieni la tua rabbia per la battaglia, così li faremo secchi!-
-Tu sai che questo è solo un gioco, vero-aru?- fece Yao, che si stava iniziando a preoccupare.
- Ma certo, era solo per aiutarla- gli rispose Ivan innocentemente.
-Speriamo-aru-
-Comunque il problema rimane, come facciamo?- chiese Cuba.
-Può tipo prendere il mio posto, tanto non volevo comunque tipo giocare, ho fatto da poco la manicure e potrebbe tipo rovinarsi- disse polonia risolvendo il problema, mettendo in imbarazzo il povero Lituania che stava meditando di seppellirsi nella sabbia.
-Bene, problema risolto, e ora giochiamo!-
***
-Italia, respingi con la schiacciata!- suggerì Ludwigh a Feliciano.
-Veeh!- fece lui, colpendo la palla e facendo punto.
-Perché non l’hai respinta o passata, damerino!?- sbottò Lovino, visto che vedendo arrivare la palla, invece di intercettarla Austria si era spostato per non essere colpito.
-Scherzi? Le mie mani servono a suonare il pianoforte, non posso rischiare di ferirle colpendo una palla- gli rispose Roderich serio.
-Non ci posso credere!- fece lovi, battendosi una mano sulla fronte –E tu invece di palparmi pensa a giocare, idiota!- continuò poi rivolto a Spagna, che resuscitato dalla testata di quella mattina, aveva ripreso ad accarezzare il bel sederino di Lovino, invece di pensare al gioco (chiamalo scemo NDMe).
-Ragazzi, cercate di concentrarvi, non possiamo assolutamente perdere!- disse Francis, immaginandosi già le risate che si sarebbe fatto Inghilterra se avesse perso.
Nel frattempo nel campo avversario.
-Bene, tocca a noi battere, dovrebbe andare quel tipo, come si chiama… Bè non importa, piuttosto, dov’è finito?- disse Germania, guardandosi intorno.
-Sono qui- fece Mattiewh, proprio accanto a lui.
-Strano, non ti avevo visto, comunque tocca a te-
“Bene! Pensò Canada prendendo la palla e dirigendosi a bordo campo “se faccio una buona battuta, magari si ricorderanno di me”. Peccato che, proprio mentre stava per lanciare, inciampò in un cumolo di sabbia e sbagliò, facendo finire la palla fuori dal campo degli avversari, che comunque non si erano accorti che qualcuno era andato a bordocampo per tirare.
-Punto per la squadra 2!- fece Kiku.
-Sigh- disse il povero Canada, chiedendosi se era possibile che fosse così sfortunato.
-Ehi ragazzi, non so come ma abbiamo fatto punto, quindi vado io a battere- disse Lovino.
-Io invece posso battere te, mi querido?- fece Antonio, che continuava ad allungare le mani.
-Muori bastardo!- fece Lovi imbarazzato e ormai stufo, dandogli un bel pugno nello stomaco e posizionandosi per lanciare.
Nel frattempo tutti gli altri facevano il tifo, chi per l’uno chi per l’altro. Lovi, sentendosi come un vero atleta, e deciso a fare punto, si caricò e colpì la palla, che sarebbe stata respinta da Toris, se non fosse stato per Feliks:
-Liet, tipo attento alla palla!-
-Eh? Cosa?- fece Lituania voltandosi a guardarlo e venendo colpito in faccia.
-Ehm…punto per la squadra 2- disse Giappone.
Insomma, continuarono così per un bel po’, alla fine le due squadre avevano vinto un set ciascuno, ed all’ultimo erano pari: 14 a 14. Ora il destino della battaglia ( questa l’ho già sentita) era in mano ad una sola persona, una persona che aveva bisogno di nervi saldi e sangue freddo:
-Veeh, perché proprio io?- piagnucolò Feliciano, che era l’ultimo a dover battere, e che stava tremando di paura.
-forza Feliciano, io credo in te!- (Naruto, Naruto… Ops, no ho sbagliato ancora Xd NDMe) lo incoraggiò Ludwigh.
-Si, e poi tanto è solo un gioco- aggiunse Toris.
-Veeh, ok ci provo- disse Feli, si mise in posizione, si caricò, lanciò la palla in aria, la colpì, la palla volò e…sbagliò. Troppo a destra, mi dispiace.
-E la squadra 2 vince il primo turno- disse Giappone.
-Veeh- fece Italia triste.
-Dai Feliciano, non importa- disse Germania, che aveva perso cose più importanti di una partita di beach volley, tipo la seconda guerra mondiale.
Così i vincitori e i perdenti uscirono dal campo, e le altre due squadre erano pronte a sfidarsi. Toccò alla squadra 3 cominciare, alla battuta Ungheria.
-Ksesese, per la mia Magnifica Persona sarà uno scherzo batterti, donna!- fece Prussia, che non impara mai la lezione.
-Te la faccio vedere io, idiota!- ringhiò Elizavetha, colpendo la palla con tutta la forza che aveva, prendendo Gilbert dritto nello stomaco.
-Ecco… punto per la squadra 3- disse giappone, chiedendosi se quello dovesse essere considerato fallo per comportamento antisportivo, ma rimanendo in silenzio per terrore di Elizavetha.
-Brava, era questo che intendevo- le sorrise Russia.
-Non so perché, ma ho un brutto presentimento-aru- Yao faceva bene a preoccuparsi, visto che quella che doveva essere una semplice partita fra amici, si stava trasformando in una battaglia. Insomma, c’era Ungheria che cercava di colpire il povero Prussia, Inghilterra che era competitivo per natura, America che si impegnava perché “l’eroe” non può perdere, Cuba che lo faceva per non fare brutta figura con Canada, Vash che è sempre neutrale, ma che per una volta si era messo in testa di vincere, poi c’è Cina che è orgoglioso e infine Russia che… bè… si comportava come al solito. Il che vuol dire che una palla nella sua mano diventa un’arma di distruzione di massa. In effetti fu grazie a lui se la squadra 4, anche se si era impegnata, perse. Non bisogna biasimarli, anche voi se aveste visto Russia colpire la palla sorridendo vi sareste scansati invece di fermarla, a meno che non desideriate morire davvero. Insomma alla fine:
-La squadra 3 vince!- disse Kiku.
-Visto, ti ho battuto, idiota!- fece Ungheria rivolto a Prussia che non rispose, ferito nell’orgoglio, come gli altri della sua squadra, che uscirono dal campo in silenzio.
Ora l’unica cosa da fare era l’incontro decisivo, che fu però rimandato all’unanimità, visto che ormai erano le 12:30, e che tutti stavano morendo di fame. Però nessuno aveva voglia di tornare in albergo, quindi decisero di mangiare in un ristorante specializzato in piatti di mare lì vicino, dopo essere stati avvertiti da Lovino che se avessero fatto qualche guaio, li avrebbe squartati.
Entrarono, si sedettero e furono accolti da un cameriere, che rivolgendosi a Inghilterra, seduto a capotavola, disse:
-Oè, capo, vulit’ ordinà?-
-Cosa?-
-V’ajj chiest’ si vulit’ ordinà quarcos’-
-Ma mi sta prendendo in giro?-
-No idiota, sta parlando in dialetto napoletano, ti ha chiesto se vogliamo ordinare- spiegò Lovino, che continuando rivolto agli altri disse:- lasciate fare a me, me la sbrigo io- e rivolto al cameriere: -Cameriè, parlat’ cu’ mmè, chist’ so stranier’, nun ve capiscn’- (Traduzione in Tempo Reale: Cameriere, parlate con me, questi sono stranieri e non vi capiscono).
-Allora, capo, ch’ vulit’?- (TTR:Allora, capo:[con il significato di “signore”], che volete?)
-Purtatc’ nù bell’ piatt’ e spaghett’ chi cozz’, poi na zupp’ e pesc’, e comm’ dolce nu’ vassoj’ e’ sciuà- (TTR: portateci un piatto di spaghetti con le cozze, poi una zuppa di pesce e come dessert un vassoio di sciuà:[dolci tipici di Napoli]).
-Va bbuò, capo- (TTR: va bene capo) disse il cameriere, dirigendosi in cucina per portare le loro ordinazioni.
-Ecco fatto, ora dobbiamo solo aspettare- disse Lovino.
I piatti arrivarono poco dopo, ed erano tutti deliziosi, e alla fine tutti erano pieni da scoppiare.
-Capo, v’ port’ quarcos’altro?-  (TTR: Capo, vi porto qualcos’altro?) chiese il cameriere.
-Magari un caffè- disse Lovino, guardando gli altri che annuirono alla sua muta domanda.
Una volta arrivato ed averlo bevuto -Questo caffè è buonissimo!- disse Ungheria (ma certo signorina, vede noi italiani sappiamo fare bene tre cose: sappiamo far l’amore, sappiamo far ridere, e sappiamo fare il caffè. Sì, mi pagano per fare pubblicità occulta XD NDMe).
-Capo, v’ajj purtat il conto, so cinquant’eur’ appeon’- disse il cameriere, rivolto a Lovino.
-Che ha detto?- chiese Vash, che quando sentiva parlare di soldi non aveva difficoltà linguistiche.
-Ha detto che sono 50 euro a testa- gli rispose Lovino –forza, ognuno paghi per se-
-Sigh- si lamentò Svizzera, tirando fuori una banconota con l’espressione di un padre costretto a dar via il suo primogenito.
-Quanto la fai lunga- disse Lovino, prendendo i soldi di tutti e dandoli al cameriere, a cui aggiunse anche una bella mancia.
Dopo essere usciti dal ristorante, tornarono in spiaggia, per giocare la finale. E’ inutile che ve la descriva, è ovvio che fu la squadra 3 a vincere, in effetti giocarono tanto per perder tempo, tutti sapevano come sarebbe andata a finire. Così, dopo aver giocato, andarono a farsi il bagno, poi scesa la sera tornarono in albergo, si fecero la doccia, Prussia fu picchiato da Ungheria, Lovino fu molestato da Antonio, andarono a cena e poi se ne tornarono nelle loro stanze. La solita solfa insomma. Almeno per una volta se ne stetero buoni e tranquilli, ma una volta entrati in camera da letto… sperate che ve lo dica, eh? E invece no, ve lo dirò nel prossimo capitolo!


*Angolo autrice*
Come sono cattiva, lasciarvi con questa suspance! Mwhahahah *passa palla di erba secca*
Ehm... tornando seria, ringrazio come al solito tutti quelli che leggeranno il capitolo, spero vi piaccia, alla prossima! :D

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Io lo ammazzo! ***


CAPITOLO 7: IO LO AMMAZZO!

Stanza N° 23/ Ore 23:00/ Gilbert ed Elizavtha
-Che bella serata, è così romantica!- disse Ungheria, guardando il cielo pieno di stelle.
-Sta un po’ zitta, sto cercando di guardare la Tv- ribattè Prussia, incollato allo schermo del televisore.
-Idiota e pure rozzo- fece Ungheria –Prima di andare a dormire, andrò a dare la buonnotte ad Austria-san-
Prussia la guardò in modo strano – fa come vuoi- disse.
Elizavetha uscì dalla stanza, e si diresse alla camera 24.
-Austria-san?- chiese bussando alla porta –Austria-san, sono venuta a darle la buonanotte-
Non ottenne risposta, allora aguzzò le orecchie, notando che dalla stanza provenivano strani suoni. Provò ad aprire la porta, e vide che non era chiusa a chiave, quindi la spinse piano, preoccupata.
-Austria-san, va tutto…- si bloccò, vedendo una scena raccapricciante, almeno dal suo punto di vista: Roderich e Vash nudi, che facevano vosi-sapete-cosa. Elizavetha rimase sconvolta, infatti, anche se adorava lo yaoi, non riusciva a credere che anche il suo adorato Austria lo “praticasse”. Chiuse silenziosamente la porta e, triste, tornò nella sua stanza.
-Che cos’è quella faccia, sembra che tu abbia visto un fantasma- la accolse Gilbert –mi sorprende che non ti si siano rizzati i capelli, forse sono troppo crespi per farlo, ksesese- continuò punzecchiandola.
Ungheria non rispose, si sdraiò nel suo letto e affondò la faccia nei cuscini.
-Ehi, ma è successo qualcosa?- chiese Prussia preoccupato, spegnendo la tivù.
-Niente che ti riguardi- gli rispose Elizavetha.
-Forse lo so, li hai visti vero? Austria e Svizzera?-
-E tu cosa ne sai?- chiese Elizavetha. Com’era possibile che Gilbert sapesse di quei due, mentre lei, che aveva vissuto per tanti anni a casa di Austria, non si fosse mai accorta di niente?
-Bè, è piuttosto ovvio-
-Ma io non ho mai visto niente-
-Forse non volevi vedere- rispose Prussia saggiamente.
Ungheria si mise a pensare a tutte le volte che aveva visto Austria e Svizzera insieme. In effetti ogni volta sembrava che ci fosse un profondo legame fra i due, ma lei aveva sempre pensato che fossero solo amici.
-Sono una stupida!- si disse.
-Non sei una stupida, l’amore a volte fa brutti scherzi, perché tu sei innamorata di lui, vero?-
-Io… credevo di sì, ma ora non ne sono tanto sicura, perché certo sto male pensando che non potrò stare con Austria, ma non così tanto come mi aspettavo- ammise Elizavetha.
-Bene, perché tu sei troppo speciale per soffrire per uno come lui- mormorò Gilbert fra sé.
-Cosa?- chiese Elizavetha. Prussia non poteva aver detto davvero quello che lei aveva capito.
-Niente niente! Ksesesese. Ehm…io torno a guardare il film- disse frettolosamente, riaccendendo il televisore e voltandole le spalle.
Elizavetha era confusa, possibile che Gilbert, proprio l’odioso e presuntuoso Gilbert, provasse qualcosa per lei? ‘No, è impossibile, devo aver capito male’ si rispose, eppure…
Fu distolta dai suoi pensieri da un grido improvviso : -Io lo ammazzo!-
-Hai sentito anche tu?- chiese Ungheria.
-Si, andiamo a vedere- le rispose Prussia, aprendo la porta e uscendo dalla stanza.
 
Stanza N°22/ Ore 23:27/ Toris e Feliks
-No, stasera non ho voglia- disse Lituania, seduto sul letto.
-Dai Liet, ci tipo divertiremo- fece Polonia, avvicinandosi a lui.
-Davvero, stasera no, sono stanco-
-Tipo, farò in fretta, te lo giuro!-
-Sul serio Po, stasera non ho voglia di farmi fare le trecce da te!- sbottò Toris (chi ha frainteso immaginandosi un’altra cosa alzi la mano XD NDMe).
-Tipo, sei proprio antipatico- disse Feliks imbronciato.
-Scusa Po, stasera ho solo voglia di farmi una bella dormita- fece Toris, sdraiandosi sul letto, quando all’improvviso sentì un grido: -Io lo ammazzo!-
-Tipo, cos’era quel grido?- chiese Polonia, preoccupato.
-Chi lo sa, andiamo a vedere- disse Lituania, alzandosi e dirigendosi verso la porta.
 
Stanza N° 24/ Ore 23:18/ Roderich e Vash
I due si stavano divertendo a fare una certa attività fisica di cui non posso parlare perché il rating non me lo permette, ma credo che riusciate ad immaginarlo da soli. Facevano anche un bel po’ di rumore, visto che non si accorsero che qualcuno, dopo aver bussato, aveva aperto la porta e li stava guardando sconvolta. Questa persona, come sapete, era Ungheria, che dopo essere rimasta imbambolata per alcuni secondi, chiuse piano la porta per non farsi sentire e se ne tornò in camera. Come ho già detto, i due erano troppo impegnati per accorgersi di qualcosa, e continuarono a, diciamo così, allenarsi ancora per un po’, quando all’improvviso sentirono un grido :- Io lo ammazzo!-
-Hai…sentito…questo grido? Forse… dovremo… andare a… controllare- disse Roderich ansimando.
-Già… sarà meglio… dare un’occhiata- gri rispose Vash, anche se avrebbe voluto continuare quello che stavano facendo. I due si rivestirono, e si avviarono verso la porta.
 
Stanza N°20/ Ore 23:20/ Arthur e Alfred
-Guarda, danno uno dei miei film su questo canale!- esclamò Alfred, che aveva acceso la TV –guarda, anche qui, e qui, no qui no, qui invece si…- continuò, passando da un canale all’altro.
-Ho capito, ho capito- lo interruppe Arthur, mettendo fine a quella cantilena.
-Che c’è, my love, mi sembri scocciato- disse America, guardandolo.
-Bè, non è che vorrai vedere film tutta la sera, vero?- gli rispose Inghilterra.
-Oh, qualcuno ha bisogno di attenzioni, eh? L’eroe è qui anche per questo- fece America, guardandolo maliziosamente e cominciando a dargli piccoli baci sul collo, facendo venire i brividi ad Arthur. Anche a loro piace fare ginnastica, ma mentre stavano per spogliarsi, sentirono anche loro quel grido: -Io lo ammazzo!-
-Cos’è stato?- chiese Inghilterra.
-Non so, ma andiamo a vedere, forse qualcuno avrà bisogno dell’eroe!- gli rispose America, fiondandosi in corridoio.
 
Stanza N°21/ Ore 23:22/ Ivan e Yao
-Ivan, ora che hai finito, potresti slegarmi-aru?- chiese Cina.
-Oh, si, scusa- disse Russia, dandogli un bacio per farsi perdonare. Sì, anche loro si stavano allenando (e io sto per morire dissanguata immaginandomi Russia; lo so, sono una pervertita NDMe).
I due avevano appena finito, e mentre Russia slegava Cina, che era stato legato da Ivan, che è sadico pure a letto, sentirono all’improvviso l’ormai a noi familiare grido: -Io lo ammazzo!-
-Hai sentito, vogliono ammazzare qualcuno, vado a vedere!- disse Ivan, rivestendosi velocemente.
‘Meglio seguirlo, non vorrei che decidesse di dargli una mano-aru’ pensò Yao, vestendosi pure lui e andando dietro Russia che era già uscito in corridoio.
Stanza N°25/ Ore 23:26/ Mattiewh e Cuba
Cuba e Canada si stavano baciando, lentamente e dolcemente, era un momento meraviglioso, soprattutto per Mattiewh, che aveva finalmente trovato qualcuno che si accorgeva di lui, anzi, ancora meglio, che si era innamorato di lui. Certo, a volte Cuba lo scambiava ancora per suo fratello America, ma poi si rendeva conto dell’errore e cercava in tutti i modi di farsi perdonare. Insomma, Canada era davvero felice e quello era uno dei momenti più belli della sua vita, niente avrebbe potuto rovinarlo.
-Io lo ammazzo!-
-Cos’è stato?- chiese Cuba, staccandosi da Canada.
-Andiamo a vedere- fece Mattiewh. Tanto ormai li avevano interrotti (come sono cattiva con lui, e pensare che mi piace NDMe).
 
Stanza N°26/ Ore 23:21/ Francis e Kiku
‘Povero me, a quest’ora tutti si staranno divertendo e iono! Magari fossi nella mia bellissima patria, ora sarei già in qualche bel regalino a spassarmela con qualche bella ragazza’ pensava Francia, in astinenza da attività fisica.
-Qualcosa non va, Francia-san?- chiese Giappone, guardandolo preoccupato.
Francis lo guardò, ‘certo che Giappone è proprio carino, e deve essere esperto di queste cose’ pensò Francis.
-No, niente Kiku- disse- senti, pensavo, tu pubblichi diversi tipi di manga, vero?- continuò poi, avvicinandosi.
-Ehm…si- rispose Giappone, guardandolo ancora più preoccupato, con Francia non c’è mai da stare tranquilli.
-E uno di questi tipi viene chiamato yaoi, giusto?-
-Dove vuoi arrivare?-
-Ti piacerebbe farlo dal vero?- chiese Francis, ormai quasi incollato a Kiku, che sentendo questo si allontanò di subito da lui.
-Ch Ch Ch che hai detto? Neanche per sogno!- balbettò Kiku.
-Avanti, sarà divertente- fece Francis languidamente.
Per sua fortuna, Giappone fu salvato dal solito grido: -Io lo ammazzo!-
-Ehm… io vado a dare un’occhiata- disse Giappone velocemente, uscendo dalla stanza.
 
Stanza N°28/ Ore 22:45/ Ludwigh e Feliciano
Italia e Germania erano sdraiati nei loro letti, cercando di dormire, peccato che Feliciano non avesse proprio sonno. Dopo che si era un po’ rigirato nel letto, si alzò, dirigendosi verso il letto di Ludwigh dicendo:
-Doitsu, non riesco a dormire, veeh. Posso sdraiarmi accanto a te?-
-Ma come, ieri appena tornati ti sei buttato sul letto e ti sei subito addormentato, com’è che ora non riesci a dormire?-
-Ma ieri ero stanco! Veeh, ti prego doitsu!- fece Feliciano, con gli occhi alla bambi.
-E va bene- si arrese Germania, facendogli spazio nel letto.
Italia contento si sdraiò accanto a lui, e gli si accoccolò contro il petto. Passò un po’, e Feli ancora non riusciva ad addormentarsi, si girava e rigirava nel letto, fino a che Germania , stufo, disse:
-Insomma, vuoi stare un po’ fermo?!-
-Veeh, scusa doitsu, ma non ho proprio sonno. Perché non facciamo sesso?- chiese allegro. Brutto idiota, e io che ho fatto di tutto per non dire quella parola, bha, tralasciamo questo, e pensiamo al povero Germania, che era diventato rosso come i capelli di Shanks di One Piece.
-Feliciano, ma che dici?!-
-Veeh, perché no? A casa lo facciamo sempre!- rispose Feliciano innocentemente.
-Sì, ma qui siamo in un albergo e se tuo fratello dovesse vederci, probabilmente mi butterebbe fuori dalla finestra-
-Veeh, nii-san non ci vedrà, probabilmente ora starà con il fratellone Spagna! Dai, doitsu, veeh- fece Feliciano (altro che dolce e ingenuo NDMe).
-D’accordo- si convinse Ludwigh tutt’altro che riluttante. Si strinse a Feliciano, lo baciò, e fece per togliergli la maglietta, quando si sentì un grido : -Io lo ammazzo!-
-Non era la voce di Lovino?- chiese Ludwigh preoccupato.
Come risposta, sentì dei violenti colpi alla porta.
 
Stanza N°27/ Ore 23:00/ Lovino e Antonio
-Mi amor, vieni qui vicino a me- disse Spagna, accarezzando i capelli di Lovino, seduto sul bordo del letto, che trafficava con un computer portatile.
-Umphf, aspetta bastardo, devo prima controllare una cosa- gli rispose Lovino, continuando ad armeggiare col portatile.
-Forza, posa quel coso, così continuiamo il discorsetto di ieri sera- tentò di convincerlo Antonio, dandogli piccoli baci sull’orecchio e sul collo.
-Ti ho detto di aspettare!- fece Lovino, tirandogli una gomitata.
-Ouch, cosa stai facendo di così importante?- chiese Antonio –ehi, ma quelli non sono Ludwigh e Feliciano?- chiese poi, guardando lo schermo del PC da dietro le sue spalle.
-Proprio loro- confermò Lovino.
-E come mai sono su quello schermo?-
-Tsè, non mi fido di quel crucco, così ho fatto mettere delle telecamere nella loro stanza- rispose Lovi.
-Non è illegale?-
-No, è solo un modo per controllare che quel crucco non faccia qualcosa a Felic… che cazzo sta facendo?!- fece Lovi, vedendo che il fratellino si alzava per andarsi a stendere vicino Germania.
-Che carini, dormono insieme- disse Spagna, guardando anche lui lo schermo. Lovi non rispose, e rimase a guardarli ancora per un po’, fumante di rabbia.
-Dai Lovinito, mettiamoci a letto, ormai si saranno addormentati- fece Antonio, accarezzandolo lungo la schiena, tentando di convincerlo a staccarsi dallo schermo.
-Va bene- gli rispose Lovino, visto che da un po’ quei due non facevano niente. Stava per posare il computer, quando vide che Germania stava baciando Feliciano e stava per togliergli la maglietta.
-IO LO AMMAZZO!- gridò, correndo fuori dalla camera.
‘Credo di essere diventato sordo ad un orecchio’ pensò Antonio –Lovinito, aspetta!- disse poi, seguendolo in corridoio. Ora era di fronte alla porta della stanza 28, cercando di sfondarla a suon di calci e pugni, sotto gli occhi di tutte le nazioni, che erano uscite dalle loro stanze sentendo il grido di Lovino.
La porta all’improvviso si aprì, sulla soglia c’era Germania che chiese:
-Si può sapere che cos…- ma non riuscì a finire la frase, perché Lovi gli aveva stretto le mani intorno al collo, dicendo: -muori, brutto crucco maniaco!-
Ludwigh cercò di staccarlo, ma anche se era più forte di lui, non ci riuscì perchè quando Lovino si arrabbia, diventa davvero pericoloso.
-Veeh, doitsu!- fece Feliciano, cercando di aiutarlo.
-Lovinito calmati ti prego- disse Spagna, anche lui tentando di allentare la presa dal collo di germania, aiutato dalle altre nazioni, che dopo un momento di sorpresa si erano riscosse e insieme riuscirono finalmente a salvare Germania.
-Lasciatemi!- disse Lovino, cercando di trattenersi dalle mani che lo trattenevano.
-Insomma, si può sapere che ti ho fatto?- chiese ludwigh massaggiandosi il collo.
-Non far finta di non saperlo, mangiapatate maniaco! Tu stavi per saltare addosso a mio fratello!-
-E tu che ne sai?- chiese Germania scioccato.
-Non è questo il punto!-
-Veeh, nii-san, sono stato io a chiederlo a doitsu- disse Feliciano.
-Tu cosa?- fece Lovino, sconvolto, smettendo di dimenarsi.
-Lovino, ormai devi accettarlo, io e Feliciano stiamo insieme e , ecco, io...amo tuo fratello!- esclamò Germania, imbarazzato.
-Awww- fecero tutte le nazioni.
-Veeh, anch'io ti amo doitsu!- fece Feli, abbracciandolo.
-Mi querido, devi accettarlo, ormai il tuo fratellino è cresciuto, non puoi pretendere che non si innamori e che stia sempre da solo- disse Spagna, che lo stava ancora trattenendo, anche se inutilmente, visto che lovino non si muoveva, quasi sembrava che non respirasse.
-Va bene- disse infine- capisco che non posso sempre tenerti sotto una campana di vetro. Germania, prenditi cura del mio otouto (si scrive così? NDMe)-
-Lo farò, Lovino- disse Germania, allungando la mano per stringere la sua, sotto gli sguardi commossi delle altre nazioni.
-Però, se lo fai soffrire, sappi che ti staccherò la testa a mani nude- fece Lovi stringendogliela.
Dopo che tutti si furono congratulati con Italia e Germania, ognuno se ne tornò nella propia camera.
Quella era stata davvero una notte straordinaria!

*Angolo autrice*
Allora, questo capitolo è leggermente più serio degli altri (se se, come no NDTutti). Perdonatemi se in alcuni punti sono stata OOC *l'autrice si inginocchia* come al solito ringrazio tutti quelli che leggeranno e apprezzeranno la storia :D
Ciao *si dissolve*

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: Costumi rosa e castelli di sabbia ***


CAPITOLO 8: COSTUMI ROSA E CASTELLI DI SABBIA

Quella mattina sembrava di trovarsi in una favola: il sole sorgeva sereno (alle 10:30? NDTutti Uff, pignoli NDMe), allora il sole SPLENDEVA sereno, la rugiada evaporava dolcemente dai fiori (?), nell’aria si sentiva l’odore del mare portato dalla brezza e si udivano i canti degli uccellini:
cip-cip-cip
Tru-tru-tru
Fruuu-fruuu
SDENG!
Aspetta, sdeng?
-Così impari a dire che appena sveglia sembro una strega!- disse Ungheria, dando il buongiorno a Prussia con una dolce padellata mattutina.
Riprendendo il discorso, era proprio una bella mattinata, e quando tutti si reincontrarono al familiare ingresso, sembravano più felici e sereni del solito. Forse era dovuto al fatto che molti malintesi e incomprensioni erano stati chiariti, o forse erano appagati per aver fatto sess…ehm… allenamento. Comunque sia, si avviarono verso la spiaggia con calma e serenità, che bello, per una volta nessuno litigava, nessuno veniva molestato, nessuno veniva preso in giro…
-Hahahahahah!- iniziarono a ridere tutti, appena furono arrivati in spiaggia e si furono spogliati.
-Mein Gott, non ce la faccio, hahahahah!- fece Germania, si avete capito bene, proprio il serio e disciplinato Germania stava morendo dalle risate,insieme a tutti gli altri, dopo aver visto una certa persona.
-Sigh, lo sapevo che sarebbe successo- singhiozzò la persona in questione, cioè Lituania. Il motivo di tanta ilarità era il suo costume, che il povero Toris cercava in tutti i modi di coprire. In effetti sarebbe stato un costume normale, se non fosse che era rosa shocking con un cuore bianco stampato sul didietro, talmente effeminato e attillato che neanche Ungheria se lo sarebbe messo.
-Non dar tipo retta a loro, Liet, cioè, stai tipo totalmente benissimo col costume che ti ho regalato- disse Polonia, beccandosi un’occhiata omicida da parte di Toris.
-Ti odio-
-Avanti, mon amì, non è poi così ridicolo- disse Francia, ridacchiando –dai ragazzi, smettetela di ridere- continuò poi rivolto agli altri, che pian piano si calmarono, anche se ogni tanto qualcuno ridacchiava ancora.
Una volta che si furono ripresi, ognuno si mise a fare quello che più gli piaceva. Ungheria ancora una volta aveva deciso di prendere il sole, anche se era già diventata color cioccolato.
‘Sono confusa’ pensava ‘ieri Prussia ha detto che sono speciale, anche se ha negato io l’ho sentito bene. Forse mi stava prendendo in giro come al solito, eppure aveva un’aria così seria, possibile che sia innamorato di me? No no, è impossibile! L’avrà detto solo per consolarmi, in fondo non è così antipatico come sembra, anzi è stato molto gentile e devo ammettere che è anche piuttosto carino… ma no, cosa vado a pensare! Elizavetha riprenditi!’ mentre era persa in questi pensieri, Prussia aveva preso un secchiello e l’aveva riempito d’acqua, si era avvicinato piano ad Elizavetha e…SPLASH!
-Che ti salta in mente, idiota?!- urlò Elizavetha arrabbiata.
-Ksesese, visto che non vuoi entrare in acqua, ho portato io l’acqua da te!- gli rispose Gilbert, iniziando a scappare, visto che Ungheria si era alzata e lo stava inseguendo con aria omicida.
Nel frattempo, America e Russia, non si sa perché, avevano iniziato una gara di costruzioni di castelli di sabbia, ma non i soliti che costruiscono tutti con paletta e secchiello, le loro erano delle vere e propie strutture enormi! Bè, conoscendo i due, non potevate mica aspettarvi qualcosa di normale, no?
-Hahahaha! L’eroe vincerà!- disse America, accanto al suo castello, alto come lui, comprendente un corpo centrale e 5 torri, con tutti i particolari di porte, finestre, ecc.
-No, vincerò io!- ribattè Russia sorridendo. Il suo castello era alto anche più di lui, aveva un muro di cinta, torri e un corpo centrale, un fossato e persino un ponte levatoio, chissà come ha fatto a costruirlo?
America allora aggiunse al suo castello anche una piccola città con tanto di abitanti.
Russia rispose aggiungendo una foresta con tanti alberi, carrozza  e un feudo all’interno delle mura.
America allora aggiunse una base spaziale con tanto di razzo e astronauti. So che è anacronistico, ma in fondo parliamo di America, no?
Russia per non essere da meno, costruì aereoporti e ferrovie, e aggiunse anche una ricostruzione in scala di una parte di Mosca.
I due continuarono così ancora per un po’, tanto che alla fine avevano costruito una vera e propria città con palazzi, aereoporti, ferrovie, linee dell’autobus, castelli storici, abitanti, basi spaziali, campi di girasoli accanto a foreste e così via, tutto fatto di sabbia, Dio solo sa come faceva a mantenersi tutto in piedi.
-Basta, non possiamo continuare così, anche perché è finita la sabbia- disse America –E’ ovvio che ho vinto io!- aggiunse poi.
-Neanche per scherzo, ho vinto io!- fece Russia.
-Io-
-No, io-
-Io!-
-Io!-
-Ho detto io!- insistè America.
-Ragazzi, sembrate due bambini-aru- fece Cina, che li guardava già da un po’.
-Cina ha ragione, facciamo che siete pari e finiamola- disse Inghilterra, accanto a Yao.
-Va bene, pace?- fece infine Alfred, stranamente arrendevole, porgendo la mano a Ivan.
-Pace- rispose, porgendogli la amno e stritolandogliela in una stretta amichevole.
-Ok, ora che ho vinto, andiamo a farci il bagno!- fece America.
-Come sarebbe hai vinto? Qui, se c’è qualcuno che ha vinto sono io!- ribattè Russia.
-No, io!-
-Io!-
-Io!-
-Sono senza speranza- dissero Inghilterra e Cina all’unisoro.
-Io-
-Io- verso l’infinito e oltre [cit.]
Intanto, Cuba e Mattiewh stavano facendo una passeggiata romantica lungo il bagnasciuga, erano l’, mano nella mano, troppo imbarazzati anche per guardarsi, però all’improvviso Cuba disse una frase romanticissima:
-Tu cosa ci fai qui, stupido America?-
-Sono Canada- rispose l’altro depresso.
-Scusa, è vero mi dispiace- disse Cuba, pensando a come farsi perdonare, poi gli venne un’idea: si avvicinò a Canada e gli diede un bacio dicendo:
-Mi perdoni, vero?-
-Certo!- fece Mattiewh felice, gettandogli le braccia al collo.
Bleah, che cosa smielata, meglio pessare agli altri, anche se non c’è molto da dire, visto che avevano deciso di esplorare la città costruita da Ivan e Alfred, ancora impegnati a litigare. A un certo punto Ivan perse la pazienza, afferrò il suo rubinetto e diede una botta in testa ad Alfred, che svenne.
-Sembra proprio che abbia vinto io- disse Russia sorridendo -non ti dispiace se ho colpito il tuo ragazzao, vero?- domandò poi rivolto ad Arthur.
-Ma certo che no, quando ci vuole ci vuole- rispose lui.
Per il resto della giornata non successe niente di speciale e come al solito, fattasi sera, fra padellate, insulti, baci e palpatine varie, le nazioni se ne tornarono al loro albergo, si lavarono, mangiarono e se ne andarono a letto.


*Angolino autrice*
Salve a tutti, so che la fine di questo capitolo fa schifo, ma non ho avuto tempo per svilupparlo per bene causa inizio scuola, e in più ho pure il blocco dello scrittore ç.ç quindi se lascerete una recensione insultatemi pure.
Ciaooo.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: Extra: Gilbert ed Elizavetha ***


CAPITOLO 9: EXTRA:GILBERT ED ELIZAVETHA

Gilbert ed Elizavetha erano nella loro stanza, il primo intento a leggere un libro, la seconda affacciata alla finestra.
-Tu- disse Ungheria all’improvviso, voltandosi.
-Io non centro, lo giuro!- fece Gilbert allarmato, chiedendosi se avesse fatto qualcosa che gli avrebbe meritato una padellata da parte della ragazza.
-Devi dirmi una cosa- continuò lei, ignorando l’esclamazione di Prussia.
-Che cosa?- chiese questo, sulla difensiva.
-Io ti piaccio?-
Gilbert rimase spiazzato, la fissò, poi girò la faccia e, ignorando la domanda, disse:
-Perché me lo chiedi?-
-Perché non capisco più niente!-sbottò Elizavetha –mi prendi sempre in giro, ma quando ho visto Austria e Svizzera insieme sei stato gentile, e mi hai anche detto che sono speciale! Oh, è inutile che neghi, perché ti ho sentito bene- disse Elizavetha, notando che Prussia aveva aperto bocca per ribattere –allora, mi dici che sono speciale, poi il giorno dopo ricominci a scherzi. Insomma, la notte scorsa non ho quasi chiuso occhio, rosa dai dubbi, quindi ora dimmi, ti piaccio sì o no?- concluse, mettendo la mano sui fianchi e fissando Gilbert, che lentamente si voltò verso di lei.
-Se ti dicessi di si, cosa risponderesti?-
Elizavetha sbarrò gli occhi, Gilbert le aveva appena fatto una dichiarazione? Non se lo aspettava, credeva che l’albino le avrebbe risposto di no, ridacchiando e prendendola in giro per aver pensato che la sua “Magnifica Persona” si potesse essere innamorata di lei. Iniziò a mormorare qualche frase sconnessa, poi si riprese e disse:
-Se ti piaccio, perché mi prendi sempre in giro e mi fai continuamente scherzi? Perché non me lo hai detto?-
-Bè, perché tu non facevi altro che pensare ad Austria, avevi occhi solo per lui, darti fastidio era l’unico modo per ricevere le tue attenzioni, anche se non quelle che avrei voluto, e poi era anche divertente- le rispose Gilbert –però dimmi, ora che lo sai, che cosa farai?- continuò.
Ungheria invece di rispondere, chiese: -mi ami?-
-Credo…di sì-
-Io invece no-
-Oh- fece Prussia, sentendosi crollare il mondo addosso.
-Però negli ultimi giorni ho visto un lato completamente diverso di te, un lato che mi piace- continuò, come se non si fosse mai interrotta.
-Vuoi dire che…-
-Che possiamo provare a stare insieme, se mi prometti di essere più gentile- sorrise Ungheria, abbracciandolo.
-Evviva! Lo sapevo che il Magnifico Me ti avrebbe conquistata!- esultò Prussia, felice.
-Calma, ho detto solo che ci proveremo- puntualizzò Elizavetha.
-E’ già qualcosa, no? Ksesese- disse Gilbert, con un braccio sulle spalle di lei – questo significa che smetterai di prendermi a padellate?- domandò poi.
-Vedremo- rispose Elizavetha, ridendo.
 
*Angolo autrice*
Salve a tutti! Scusate se il capitolo è corto, anzi, microspcopico, ma come ho scritto nel titolo è solo un extra, perchè non sapevo come inserire questa parte, e ho deciso di farla a parte :D
Come al solito ringrazio tutti quelli che hanno recensito e letto i capitoli!
Baci <3

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: Ritorno a casa ***


CAPITOLO 10: RITORNO A CASA

I giorni passarono, la settimana è ormai terminata, l’estate sta finendo, l’aria si rinfresca, ed è ormai arrivato il momento per le nostre care nazioni di tornarsene a casa. Erano tutte lì riunite, vicino all’uscita, per darsi l’addio (vabbè, non proprio addio, in fondo si rivedono ad ogni riunione, ma così ha un’aria più drammatica NDMe).
-Veeh, ciao nii-san- disse Feliciano, abbracciando Lovino.
-Grazie ancora per averci ospitati, Lovino-san- disse Giappone, inchinandosi.
-Non c’è di che- gli rispose Lovi.
-Sono contento che finalmente ci siamo chiariti- fece Germania, con un braccio intorno alla vita di Feliciano.
-Umphf, il fatto che abbia accettato la vostra relazione, non vuol dire che ora puoi prenderti certe libertà, idiota di un crucco- sbottò Lovi, guardando il braccio di Ludwigh come a volerlo tagliare.
-Suvvia, non essere sempre così scontroso, mi querido- fece Spagna, dandogli un bacio sulla guancia.
-La stessa cosa vale per te, bastardo!-
-Ehi, Lovino, io e Inghilterra ce ne andiamo- disse America, dandogli una pacca sulle spalle.
-Thanks for all- aggiunse Arthur.
-Ecco Tony- fece Alfred, indicando un punto.
-Il tuo amico alieno? Non dirmi che dobbiamo rifare la scenetta di quando sei arrivato?- domandò Lovino, scocciato.
-Hahahah, non preoccuparti, l’eroe pensa sempre a tutto! Ho detto a Tony di camuffare l’astronave in una ferrari- disse Alfred, indicando un’auto rossa, che attirava gli sguardi dei passanti, che si chiedevano se non ci fosse in giro qualche celebrità e si guardavano intorno eccitati.
-Tanto valeva arrivare con un’astronave- fece Francis, che si era accorto degli sguardi della gente – Grazie per averci ospitati, Lovino, è stata una settimana fantastica, però la prossima volta prenota un albergo con qualche bella e allegra ragazza- continuò poi, facendogli l’occhiolino.
-Tsè, maniaco- disse Inghilterra.
-Fatti gli affaracci tuoi, Angletterre-
-Vuoi una lezione, maniaco vinofilo?!-
-Ehm, Arthur dobbiamo andare, Tony ci sta aspettando- fece Alfred, trascinando via Inghilterra, evitando così una delle sue solite lotte contro Francia.
Lovino stava salutando il sucitato Francis, quando sentì un’aura oscura dietro di sé. Si voltò piano, tremante.
-A-allora R-russia, ti sei divertito?-
-Oh sì, tanto. Il tuo paese è davvero bello, mi piacerebbe farti diventare tutt’uno con me (piacerebbe anche a me NDMe)- sorrise Ivan.
-Meglio che ce ne andiamo-aru. Ciao Lovino e grazie- fece Yao in fretta, uscendo dalla porta seguito da Ivan, che fece un segno di saluto a Lovino, che tirò un respiro di sollievo.
Dopo aver salutato anche Feliks e Toris, quest’ultimo che cercava di non farsi vedere mentre saliva sull’auto rosa di Polonia.
-Lovino, grazie mille, se non fosse stato per te, non avrei mai conosciuto Cuba- disse la vocina sottile di Canada.
-Strano, mi sembra di aver sentito qualcuno parlare, ma non vedo nessuno- disse Lovino, guardandosi intorno.
-Sigh-
-Non preoccuparti Mattiewh, io ti vedrò sempre- fece Cuba, abbracciandolo e uscendo dalla porta con lui. Bleah, come sono sdolcinati.
-Vieni Ungheria?- chiese Roderich, aspettando Elizavetha.
-Non preoccuparti Austria, va pure con Svizzera, io andrò con Prussia- gli rispose Elizavetha.
-Cosa?!- chiesero tutti quelli rimasti, sorpresi.
-Kesese, che sono quelle facce sorprese, era ovvio che il Magnifico Me l’avrebbe conquistata- ridacchiò Prussia, accanto alla ragazza.
-Non vantarti tanto- disse lei –Grazie mille Lovino- aggiunse poi, uscendo insieme a Prussia e seguita dagli sbalorditi Austria e Svizzera.
-Aaah, finalmente questa settimana è finita- sospirò Lovino.
-Ammettilo che ti sei divertito, Lovinito- gli disse Spagna, sorridendo.
-Neanche un po’-
-Neppure con me?-
-Tu sei stato la cosa peggiore- fece Lovino, guardandolo storto.
-Come sei dolce, mi amor!- esclamò Antonio saltandogli al collo.
-Tu sai che ti odio vero, bastardo?- fece Lovi, cercando di scrollarselo di dosso.
-Ti amo anch’io- gli rispose Spagna.
-Umphf- sbuffò Lovi, tornando dentro l’albergo, pensando che dopotutto non era stato così terribile dover passare una settimana con tutti quei pazzoidi, se si escludevano tutte le lotte e i litigi che c’erano stati. “magari potremo rifarlo l’anno prossimo” pensò Lovi, finalmente sorridendo.


*Angolo autrice*
E finalmente ho finito la storia! :D Giusto giusto l'ultimo giorno d'estate ^_^ Spero che vi sia piaciuta, e di avervi fatto ridere almeno un pò, grazie a tutti quelli che mi hanno seguito fino alla fine!

Ciao a tutti <3

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