I regali per Mr. Crybaby

di Asu chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un giorno come gli altri...? ***
Capitolo 2: *** Due regali sono meglio di uno.. ma non c'è due senza tre! ***



Capitolo 1
*** Un giorno come gli altri...? ***


Il piccolo si muoveva zampettando per la casa, costeggiando il divano. Shikamaru sorrise osservando i passi solerti del bambino che sembrava intenzionato a dare fondo a tutte le sue energie: ormai erano diversi minuti che continuava a gironzolare a velocità decrescente per l’abitazione.
« Shikamaru, ho fatto un po’ di tè, ne vuoi? » domandò una voce dolce alle sue spalle. Dalla sua comoda postazione sulla poltrona il giovane fu costretto a torcere il busto per guardare l’interlocutore.
Due occhi rossi colmi di gentilezza e serenità lo fissarono in attesa. Il ragazzo sorrise. « No, grazie Sensei. » rispose pacatamente per poi tornare a studiare i movimenti del marmocchio che si avvicinava a lui e successivamente si ritraeva ridendo e correndo qua e là. Aveva gli occhi dello stesso colore della madre e una zazzera nera e ribelle.
Kurenai Yuhi posò comunque il vassoio con la teiera e due tazze sul basso tavolino che giaceva in centro alla stanza, quindi si versò del tè e accolse la piccola ciotola nelle mani a coppa.
Osservò con dolcezza suo figlio, ormai esausto, avvicinarsi a lei costringendola a posare la bevanda e a sollevarlo agitando le braccia con insistenza e sussurrando con uno sbadiglio: « Mamma, sono stanco. »
Shikamaru lo guardava con affetto, sprofondato nella poltrona.
« Il nostro piccolo re cresce bene, vedo. »
Il piccolo Sarutobi distese le labbra con aria già sonnolenta mentre la sua mamma lo cullava. Kurenai lo guardò con dolcezza prima di sorridere raggiante al ragazzo.
« Proprio così. Sono certa che diventerà come suo padre.»
Seguì una piccola pausa riempita solo dal frusciare della veste della donna al ritmo del dondolio con cui la giovane madre stava facendo assopire suo figlio.
« Hai preso molto sul serio quella promessa fatta ad Asuma, vero Shikamaru? »
Il giovane Nara posò il gomito sul bracciolo della poltrona e affondò il mento sul palmo della mano. La sensei gli poneva quotidianamente quella domanda e lui sapeva perfettamente cosa avrebbe detto subito dopo.
« Lo stimavo molto e ho ereditato la sua Volontà del Fuoco. Non posso venir meno alla promessa fatta » tagliò corto lui. « E poi il piccolo è abbastanza tranquillo, per quanto possa esserlo un bimbo di quattro anni… non crea problemi. »
Entrambi convogliarono per qualche istante la loro attenzione sul volto ormai addormentato del piccolo Sarutobi. Aveva un’espressione beata e stringeva fra le manine due lembi dell’abito della mamma.
« Sono contenta che la pensi così » disse piano Kurenai. « Con un maestro come te, sono sicura che diventerà un ottimo shinobi. »
Dopo averlo detto sollevò lo sguardo e gli sorrise sinceramente.
Shikamaru ricambiò leggermente e poi agitò la mano libera come a scacciare una mosca. Mentre abbassava nuovamente il braccio i due sentirono un chiaro bussare alla porta.
« Ti spiacerebbe aprire al mio posto? Intanto andrò a metterlo a letto. »
Con il suo solito fare svogliato il ragazzo si alzò pigramente e si diresse verso l’uscio di casa Yuhi mentre la giovane madre si allontanava a passo lento per deporre il bimbo nel suo giaciglio.
Shikamaru sentì nuovamente una bussata energica alla porta.
« Sì, sì, sto arrivando… » esclamò a mezza voce. Una volta raggiunta la soglia, appoggiò la mano sulla maniglia e la abbassò. Quando infine la porta cigolò aprendosi, davanti ai suoi occhi apparve il Team 8 in tutto il suo splendore – o quasi: Kiba aveva l’aria piuttosto infastidita e aveva la mano destra chiusa a pugno a mezz’aria con la chiara intenzione di bussare una terza volta; Hinata stava tentando evidentemente di convincerlo a non farlo e Shino era dietro di loro, silenzioso come sempre.
Non appena il giovane Inuzuka si vide davanti agli occhi il Nara, abbassò la mano ed esclamò rumorosamente:
« Ah, sei tu Shikamaru! Adesso capisco come mai c’è voluto così tanto perché la porta venisse aperta. Siamo venuti a trovare Kurenai-sensei. »
Non l’avrei mai detto.  Pensò il ninja più pigro di Konoha soffocando uno sbadiglio. Annuì e si fece da parte permettendo così all’irruento Kiba di farsi strada all’interno dell’appartamento. Hinata seguì più discretamente l’amico premurandosi di fermarsi davanti all’ex allievo di Asuma e profondersi in un breve inchino sussurrando:
« Scusalo Shikamaru-kun! »
Shino entrò per ultimo sorpassando senza troppe cerimonie l’improvvisato portiere che richiuse l’uscio sbuffando sommessamente.
Kurenai usciva in quell’istante dalla camera del bambino dopo averne chiuso delicatamente la porta. Fu piacevolmente sorpresa dalla vista dei suoi tre allievi.
« Oh! Che piacere vedervi Kiba, Hinata, Shino! »
« Come sta, sensei? » domandò premurosamente l’unica ragazza sorridendo a quella che era stata la sua maestra, porgendole un piccolo pacchettino che aveva tenuto in mano tutto il tempo.
« Benissimo. Oh, un regalo? »
« Sì ma non è niente di speciale... sono dei semplici biscotti, sensei » sminuì la giovane Hyuga con un sorriso, immediatamente ricambiato da Kurenai.
« Ti ringrazio molto Hinata. Stavo giusto servendo del tè, potremmo mangiarli tutti insieme, cosa ne dite? » propose con serena allegria. Tutti e tre i membri del Team 8 annuirono: chi con forza, chi con gentilezza e allegria, chi con piatta indifferenza. Quando ebbe ottenuto il consenso degli allievi la donna si rivolse al padrino di suo figlio.
« Shikamaru, sei davvero sicuro di non volerne un po’? »
« Sicuro » rispose il ragazzo per poi stiracchiarsi pigramente. « Anzi, sarà meglio che torni a casa… La Seccatura potrebbe infastidirsi visto che le avevo promesso di uscire a pranzo. » Corrugò le sopracciglia prevedendo quale solenne sforzo avrebbe dovuto fare di lì a poco.
Kurenai rise mentre Kiba, Hinata e Shino si accomodavano sul divano alle sue spalle.
« Non sei cambiato per niente Shikamaru. » affermò con dolcezza. « Ma dovresti imparare a sacrificarti con un po’ di piacere per la tua ragazza, no? »
Il giovane Nara le lanciò uno sguardo poco convinto del tipo “stiamo parlando della Seccatura, lei non è una ragazza come le altre (nel bene e nel male)”.
« Lo so cosa stai pensando » riprese la donna, come leggendogli la mente. « Temari è una ragazza molto forte e proprio perché è diversa dalle altre dovrebbe essere ancora più speciale per te, no? »
« Hai appena detto una cosa sdolcinata, sensei » replicò Shikamaru con aria disgustata. « Lei è solo una Seccatura più grande delle altre. »
« Seccatura o no, sopporta il fatto che tu passi più tempo qui a prenderti cura di me e mio figlio che con lei. E’ una brava ragazza. »
« Mh. » mugugnò ancora meno persuaso il ragazzo. Proprio non ce la faceva a dire di sì. In ogni caso si avviò verso l’uscio e lo aprì, fermandosi sulla soglia per voltarsi a salutare.
« A presto. Abbi cura di te. » poi si congedò dagli altri tre presenti con un cenno della mano che fu corrisposto quasi da tutti (salvo che da Shino,  assorto a contemplare le lingue di vapore del tè che si arricciavano nell’aria).
« Ah! Shikamaru! »
Il giovane Nara, che stava chiudendo la porta, fu costretto a fermarsi e a sporgersi oltre a questa.
Fissò Kurenai in attesa. Lei gli sorrise di nuovo.
« Buon compleanno. »
 
 

// Angolo dell'autrice (purtroppo per voi <3):
Dunque! Primo capitolo! Ho deciso di dividere anche questa a metà, perché propinarvi sei pagine word tutte di fila mi sembrava esagerato XD
Come vedete è un inizio soft, non c'è ancora Temari. XD Aspettatevi tanta violenza, ahahahah <3
Ah, e sì, mi rendo conto che vi è venuto un attacco di narcolessia sulle descrizioni, ma abbiate pazienza. Temari vi risveglierà (spero)!
Si ringrazia ancora moltissimo Claudia per l'aiuto <3 <3
 
Anche questa fiction è stata scritta in occasione dell'iniziativa "Happy Birthday, Lazy Pineapple!" indetta dall'amato forum della Black Parade <3

The Black Parade
 

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Capitolo 2
*** Due regali sono meglio di uno.. ma non c'è due senza tre! ***


Il viaggio verso casa fu piuttosto lungo. Come suo solito, non voleva affrettarsi e finì per camminare molto lentamente sbirciando le nuvole di tanto in tanto.
Se non fosse stato per Kurenai-sensei, molto probabilmente si sarebbe dimenticato del suo stesso compleanno. Shikamaru non era sicuramente il tipo da ricordarsi quelle ricorrenze – infatti aveva più di una volta rischiato la vita per essersi dimenticato qualche data importante con Temari… Ma tant’è, alla fine si risolveva tutto in un far pace molto piacevole nella casa che condividevano.
Ora che ci pensava non sarebbe stato un brutto regalo di compleanno.
Raggiunta la sua (loro) dimora il ragazzo pensò che forse fosse il caso di premunirsi nell’eventualità di un attacco omicida dalla sua (poco) dolce metà, che doveva star aspettando ormai da un’ora o giù di lì.
Seccatura… pensò sospirando rassegnato. Mettere in moto il suo enorme Q.I. gli sarebbe costato troppa fatica e, considerando che alla fin fine Temari non ci avrebbe guadagnato granché ammazzandolo, il ninja delle ombre scelse il rischio.
Aprì la porta lentamente, aspettandosi come minimo che la sua donna tagliasse a metà lui e l'ingresso con un poderoso colpo di ventaglio… e invece niente. La casa era buia.
La cosa lo allarmò non poco.
Questo è strano, considerò con tensione crescente. Potrebbe essere che stia escogitando qualcosa in qualche anfratto della casa… O forse ha assoldato qualcuno per non sporcarsi le mani.
Richiuse l’uscio silenziosamente e sgusciò attraverso l’atrio. Dall'entrata semichiusa della cucina filtrava della luce…
Allora la Seccatura vuole usare un coltello stavolta, considerò il ragazzo.
Beh, magari ho più possibilità di schivarlo rispetto al Fuuton del suo ventaglio.
Pronto al sacrificio, allungò la mano e aprì lentamente la porta.
La forte luce all’interno della stanza lo accecò per qualche istante e proprio mentre pensava a una scusa adatta per non farsi uccidere fu colpito da decine di voci che urlarono in coro: « Sorpresa! »
Quando riaprì gli occhi si trovò davanti tutti i suoi compagni della Foglia (compresi i membri del Team 8 che avevano chiaramente avuto tutto il tempo di precederlo) e perfino Kankuro della Sabbia, ciascuno con un enorme sorriso stampato in volto. Al centro della stanza in cui erano accalcati i ninja c’era una torta enorme di forma rettangolare con scritto Auguri e 21.
Shikamaru rimase per qualche istante stordito per la sorpresa. Temari si trovava davanti a tutti gli invitati con un sorriso che le andava da un’orecchia all’altra alla vista dell’espressione inebetita del fidanzato. Si avvicinò a lui e gli assestò una poderosa gomitata tra le costole che lo fece indietreggiare di un passo massaggiandosi il punto colpito.
« Sei rimasto sorpreso, eh, Crybaby? Lo vedi che io queste cose me le ricordo a differenza di te? »
Il festeggiato stava per ribatterle qualcosa di poco garbato ma fu interrotto da tutti gli altri che insistettero perché tagliasse la torta. Le fette vennero distribuite fra tutti e in men che non si dica la casa era popolata da decine di capannelli di persone vocianti e intente a mangiare. Ognuno si era premurato di fargli gli auguri di persona con le raccomandazioni più disparate: dal « cerca di essere un po’ più vitale e meno palloso » di Kiba al « non so come ti abbia pescato la mia sorellina ma mi fido del suo giudizio. Gaara non è potuto venire ma ti fa gli auguri – ah, non trattarla male o ti ammazziamo » di Kankuro cui Shikamaru rispose con un « Non è necessario che vi scomodiate voi due per quello », procurandosi uno stinco contuso da un calcio ben assestato di Temari.
Furono ben presto lasciati soli. O meglio, ognuno era impegnato a mangiare o chiacchierare con il suo vicino e perciò prestava scarsa attenzione alla coppia.
« Non era necessario organizzare tutta questa manfrina » commentò il ragazzo. Tuttavia gli si leggeva in faccia che era felice. La bionda di Suna sollevò un sopracciglio fissandolo di traverso.
« Certo che era necessario. Come ti ho già detto io non mi dimentico niente. » affermò. « Infatti si dà il caso che non dimenticherò questa festa che ti ho premurosamente preparato e che tu dovrai superare con qualcosa di ancora migliore l’anno prossimo, al mio compleanno. »
Lo sapevo che c’era il secondo fine… Possibile che non faccia mai qualcosa senza chiedere nulla in cambio? borbottò tra sé il giovane Nara osservando la sua ragazza mangiare un pezzo di torta con noncuranza, come se la frase appena pronunciata fosse un innocente suggerimento piuttosto che un malcelato ordine.
« Guarda che così ingrassi » la rimbrottò canzonatorio Shikamaru.
Temari abbassò la forchetta carica e si girò verso di lui con un ghigno.
« Ne dubito, visto che non sono io che passo le mie giornate a fare la muffa sul divano » lo rimbeccò. « E comunque nella molto improbabile eventualità che dovesse accadere, so che il mio amore – e calcò sulla parola – mi accetterebbe lo stesso per quello che sono visto che gli piacciono le donne in carne. »
Maledetto Choji, aveva spifferato tutto allora! E quella ragazza aveva una memoria di ferro…
« Ma tesoro » replicò lui, facendola irrigidire « io lo dico per te. Potrebbe venirti una malattia cardiaca per il colesterolo troppo alto, potresti non riuscire più a muoverti per il troppo peso e finire i tuoi giorni sul divano che tanto odi, stroncata da un infarto. »
La naturalezza con cui aveva proposto quell’eventualità era disarmante. Non potevano fare a meno di stuzzicarsi anche in un’occasione particolare come quella. Tuttavia Temari non si fede intimidire.
« Allora, pasticcino, per proteggermi da una fine così triste dovresti sacrificarti tu al posto mio » ribatté la giovane mettendogli in mano il proprio piatto. « Così morirai sul divano che tanto ami. »
Shikamaru fissò la torta e poi rispose:
« Tanto finirei lo stesso per morire di diabete, visto l’incredibile dolcezza che mi riservi ogni giorno… »
La discussione fu chiusa da un amorevolissimo pugno che gli arrivò nello stomaco. Alla fine consumò il dolce e ripose il piatto nel lavello della cucina, sorvegliato da Temari che pretendeva mangiasse la sua torta.
« Com’era? » domandò alla fine lei.
« Abbastanza dolce da compensare la tua acidità. »
Un secondo pugno lo costrinse a piegare la schiena.
« Non dovresti trattare così una donna incinta. »
Persino un Q.I. come quello di Shikamaru dovette elaborare per qualche secondo la notizia e anche così rimase a bocca aperta.
Temari ne approfittò per sperimentare il sapore della torta.
Quando si staccò da lui evitò di guardarlo per qualche istante, commentando: « Mh, sì, è piuttosto dolce. »
Poi scoppiò a ridere di gusto vedendo l’espressione sorpresa (per la notizia shock) e deliziata (per il bacio) del suo fidanzato.
« Hai proprio una faccia da scemo, Crybaby. Guarda che stavo scherzando. »
Sul volto di Shikamaru si dipinse sollievo misto a una punta di delusione. Si grattò distrattamente la nuca con aria imbarazzata.
« Non fare più questi scherzi… »
La sua fidanzata lo fissò sollevando le sopracciglia con sorpresa.
« Perché, lo vorresti davvero un bambino? »
Il ragazzo guardò altrove con l’espressione di chi è stato colto in fallo e a Temari sfuggì un sorriso. Per un attimo le fece tenerezza. Tuttavia il giovane si tolse immediatamente d’impaccio cogliendo anche l’occasione per pungolarla:
« A patto che non sia come te. Altrimenti come farei io a sopportare due Seccature in una volta sola? »
Sul volto della bionda di Suna la tenerezza fu sostituita in una frazione di secondo dall’irritazione e gli assestò un calcio negli stinchi. Quel giorno era particolarmente avvezza al contatto fisico.
« Certo, perché saresti l’unico imperfetto in una famiglia di persone perfette » ribatté secca. Il giovane Nara sembrava ormai aver completamente ripreso il totale controllo di sé, nonché la sua capacità di rispondere a tono alla fidanzata.
« Perfette rompic… »
La ragazza gli mozzò la frase in gola pestandogli un piede senza pietà.
« Ahia, Tem, questa sera avrò un sacco di lividi… »
Lei sorrise fra il maligno e il malizioso.
« Oh poverino, potrei curare io le tue contusioni e il tuo cuore ferito » esclamò. Si stava divertendo, e molto anche.
Il contuso inarcò un sopracciglio, dimenticandosi del dolore fisico in pochissimi istanti.
« Mi stai offrendo un secondo regalo di compleanno, Seccatura? »
« Che tu dovrai superare l’anno prossimo, ti ricordo » ghignò Temari deliziata. « Magari con il bimbo che agogni tanto. Un bimbo tale e quale alla sua perfetta madre » aggiunse. Shikamaru la fissò sorpreso per poi esclamare:
« Spero proprio di n- »
« Lo vuoi questo regalo o no? »
Lei sapeva perfettamente di averlo in pugno. Si capiva dall’espressione ghignante di malvagio godimento che aveva in volto.
Il giovane sospirò con falsa esasperazione.
« E va bene, e va bene. Ma come la mettiamo con la festa? »
« Che cosa vuoi che siano due persone in meno? » esclamò la bionda con noncuranza.
Shikamaru evitò di farle notare che lui era il festeggiato.
 
Kankuro stava cercando sua sorella al piano terra della casa senza successo. Il suo aggirarsi senza posa nelle stanze aveva attirato l’attenzione di Naruto che aveva interrotto il litigio con Kiba, con grande sollievo di Hinata, per raggiungerlo.
« Che cosa fai, Kankuro? Perché non ti godi la festa? »
« Sto cercando Temari, ma è scomparsa. Ora che ci penso è un pezzo che lei e il suo fidanzato non si fanno vedere… »
« Allora è inutile cercarli, sai cosa intendo. »
Vedendo l’espressione ostinatamente perplessa del ragazzo di Suna, Naruto roteò gli occhi e gli posò una mano su una spalla, conducendolo nel vivo del chiacchiericcio.
« Spero che tu voglia avere un nipotino… ma perché non festeggi un po’ con noi, comunque? »
 
 
Qualche settimana dopo Shikamaru tornò a casa da una delle sue visite a Kurenai. Il figlio dell’ex kunoichi e del suo defunto maestro cresceva di più ogni volta che lo vedeva. Era bello veder diventare grande quel piccoletto.
Il giovane Nara aprì la porta della sua dimora. L’atmosfera era stranamente tranquilla. Pensò che Temari non fosse in casa ma dovette ricredersi quando la trovò seduta comodamente in cucina a gambe accavallate, con una tisana in una mano e un foglio nell’altra.
Sollevò gli occhi verdi dal documento quando lo sentì entrare.
« Tem, cos’è tutta questa tranquillità? Non ci sono abituato » commentò il giovane sedendosi davanti a lei dalla parte opposta del tavolo. Calò un breve silenzio nel quale la ragazza sorseggiò la bevanda calda tenendo volutamente sulle spine il suo fidanzato.
« Ricordi il regalo di qualche settimana fa? »
Come al solito la bionda di Suna era arrivata dritta al punto. Non era il tipo da girare attorno alle questioni. Shikamaru ebbe un presentimento: da una parte ne era spaventato e dall’altra lo rendeva molto felice. Trattenne il fiato.
« Beh, sembra che tu ti dovrai dare molto ma molto da fare per il mio compleanno, Crybaby » riprese Temari senza guardarlo e facendo vorticare la tisana nella tazza con lenti movimenti del polso. « Questa volta sono incinta sul serio. »



// Angolo dell'autrice II
Lo so che ho appena scritto nell'altro capitolo ma sono egocentrica XD
Sto scherzando, è solo per ringraziare chi ha letto fin qui <3 Spero vi sia piaciuta (sì, mi sono divertita a fare una Temari molto manesca ù.ù) e che vi siate divertiti a leggerla quanto io a scriverla!
Vi ho ingrandito il testo di questo capitolo altrimenti rimanete ciecati. Ah, e se ci sono paroline attaccate è perché mi sono sfuggite! Ho ricontrollato ma sono umana anche io (forse troppo) v.v°
Grazie ancora per essere arrivati fin qui <3

Che il Nero vi accompagni sempre. E vi accompagnerà sempre.

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