Droga, sesso e...

di Vegeta90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro ***
Capitolo 2: *** Informazioni ***
Capitolo 3: *** Foto ***
Capitolo 4: *** Pensieri ***
Capitolo 5: *** San Valentino ***
Capitolo 6: *** Rosso ***



Capitolo 1
*** Incontro ***


Lo so che dovrei portare a termine un pezzo di vita, ma non ci riesco, domani date le mie condizioni di salute (devo stare a casa ferma!) mi metterò a vedere se riesco a fare qualcosa, in caso contrario la eliminerò per sempre, e mi scuso con tutti color che l'anno recensita, messa nei preferiti e che hanno perso del tempo per leggerla! Vi lascio con questa lettura, un bacio Vegeta 90


 

Incontro...


 

Quella giornata era stata come tutte le altre, svegliato al mattino alle sei e trenta per andare a lavoro e subito dopo aver portato la moto a quello svampito di mio fratello ero andato in palestra, me lo aveva detto che si sarebbe messo a piovere, ma non badai alle sue parole e uscii dal bar senza giacca di pelle, e fino alla palestra non corsi alcun rischio di bagnarmi, il problema fu dopo. Ma porca troia doveva a mettersi a piovere proprio adesso? Pensai tra me e me, non lo avrei mai portato l'ombrello dietro, ma senza giacca di pelle mi stavo bagnato completamente ed era quello che cercavo di evitare, passando sotto ai balconi vicino al muro.

Quando esci dalla palestra dopo due ore e passa di allenamento ne hai per il cazzo di fermarti a soccorrere della gente, ma a quanto pare quell'incontro dovevo farlo a tutti i costi.

Dietro ad un vicolo un uomo stava molestando una ragazza e le stava tappando con una mano la bocca per non farla urlare, mi misi la mano sugli occhi, sperai di riuscire a fare un po' a botte, in palestra non ero riuscito a scaricarmi completamente e ne avevo davvero bisogno; contai fino a tre mi sporsi sulla stradina gridando: -Ehi, che cazzo fai?

Quello in tutta risposta scrollò ancora un po' la ragazza e le disse qualcosa tipo non finisce qui o me la pagherai, non compresi bene, l'unica cosa che capii bene fu che fuggì a gambe levate, dovetti reprimere la voglia di fare a botte in un secondo anche perché rimasi da solo con la ragazza che era stata bistrattata. Non era mio solito avvicinarmi dopo una situazione del genere, ma capisco che la stupida ragazzina potrebbe aver avuto bisogno di aiuto, così mi avvicinai e per un secondo pensai di aver capito male

-E adesso vuoi anche la ricompensa? Cos'è pensavi che aiutandomi ti saresti fatto la serata? No cocco mi spiace! - Avevo capito benissimo e mi infuriai parecchio.

-Cosa cosa cosa? Vuoi che mi ci metta io al posto del coniglio che se ne è andato adesso? Solo che io ti strangolo sul serio, ma guarda te che impertinente, bastava un grazie!

-Bhè ecco il tuo grazie, sei contento?

-Sfigata! - Dissi a mezza voce, ma che razza di gente scema dovevo incontrare?

E me ne andai subito dopo aver raccolto il borsone della palestra.


 

Kami che male! Non era da me lasciarmi sfuggire la situazione dalle mani! Avrei dovuto concludere l'affare e andarmene, invece no, quel cretino pretendeva che io diventassi la sua troietta, ma aveva capito male, io non sono la troietta di nessuno! Inoltre mi stava facendo parecchio male quando mi prese per il colletto della mia maglietta che tra l'altro stava per strapparmi, volendo l'avrei anche potuto colpire, ma se poi mi si fosse rivoltato contro non avrei saputo come comportarmi, già un no detto un paio di volte l'avevano fatto imbizzarrire così figuriamoci una percossa, però avessi avuto ancora due minuti forse mi sarei lasciata andare, infondo tornare a casa senza affare concluso era peggio che stare ai giochi di quello lì, ma, non se per fortuna o sfortuna arrivò un ragazzo che mi diede una mano. Subito ci rimasi male, cosa voleva questo scemo che non si faceva i fatti propri, difatti quando mi chiese come stavo lo trattai non proprio bene, anzi, però lui non ne sapeva nulla, anzi l'avrei piuttosto dovuto ringraziare, infondo se tra me me e quell'altro non era successo nulla lo dovevo solo al mio soccorritore, che avrei dovuto raggiungere per, bhé per dirgli sinceramente grazie e magari non solo per quello!

Corsi da lui e lo chiamai: -Ehi tu tizio, fermo!

Non accennava né a girarsi né a rallentare. -Ehi senti io ho i tacchi e se cado mi sbuccio un ginocchio, rallenta cazzo!

Si girò di scatto e quasi gli andai addosso.

-Ma che voce irritante che hai, mai pensato di cucirti la bocca?

-Sì lo so, ti ho trattato male e mi dispiace, sono venuta per ringraziarti!

Mi inchinai come si addice ad una signorina, ma nulla, girò i tacchi e continuò sulla sua strada, era davvero un tipo tosto e non credo che la mia proposta lo potesse interessare, perciò decisi di lanciarmi su un altro argomento.

-Senti, dov'è che te ne vai? Sai te lo chiedo perché magari quello di prima mi potrebbe seguire e tu hai una cosa che a quello manca proprio!

Sentivo di averlo messo in imbarazzo e gli misi due mani attorno al bicipite, mi ce ne sarebbero volute altre due per cingerlo alla perfezione, ma comunque raggiunsi lo stesso il mio scopo; divenne paonazzo, dopo ciò continuai: -Hai dei muscoli niente male!

-Vegeta!

Mi fermai un secondo, ma poi mi ripresi, cosa voleva dire! -Eh?

-Non chiamarmi mai più tizio! Io sto andando a mangiare se la cosa proprio ti interessa.

-Bene, il minimo che posso fare per ringraziarti è di offrirtela io la cena! - Rise.

-Io la cena da una donna non me la faccio pagare.


 


 


 

Dopo secoli che non riesco a trovare ispirazione questa è uscita dalle mie dita così, spero piaccia e se non piace basta che me lo facciate sapere, ricordo che una recensione negativa fa crescere l'autore, ma siate comunque comprensivi per gli errori, è l'una e mezza e sono in preda alle convulsioni da sonno!!! Un bacio vegeta90


Capitolo corretto, allungato e revisionato grazie ai consigli di sese87, spero possa filare meglio! Un bacio Vegeta90

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Capitolo 2
*** Informazioni ***


Bhé, neppure una recensione, con tutte le visite che ho avuto pensavo di trovarne almeno una, anche se negativa, le cose che mi vengono da pensare sono due; o fa proprio schifo o nessuno ha voluto recensire per evitare di lasciare troppi insulti…
Spero solo che chi legge in silenzio continui a farlo e che mgari in quel silenzio ci sia un piccolo gradimento, vedremo...
Buona lettura, un bacio Vegeta90!



Informazioni...

E così entrammo nel solito locale dove andavo tutte le sere a mangiare per mancanza di voglia di cucinare o di cibo nel frigo!

-Ehilà Vegeta, come mai sei in ritardo?

Lo sguardo che feci a quell'imbranato di Kakaroth fu sufficiente per fargli capire di farsi gli affari suoi!

-Ho capito! Bhè, allora apparecchio per due. Disse quella testa di c...arota che non era altro.

-Piacere io sono Goku, tu sei la nuova amica di Vegeta?

Bene detto così sembravo un puttaniere, la nuova amica di Vegeta! Oh Kami non ditemi che lo ha detto davvero?

-Bhè amica non proprio, ma nuova sicuramente.

Disse la bambolina che mi ritrovavo di fronte, perché non l'avevo ancora guardata, ma tutto era tranne che una ragazza normale, capelli biondissimi, occhi credo verde, ma c'era qualcosa che non capivo, era un verde strano, quasi marcio bha e poi era vestita come una bambola, con un rossetto rosso che si vedeva anche al buio tanto era forte!

Si sedette di fronte a me e ordinò, io non ne avevo bisogno, quella sottospecie di cameriere sapeva cosa prendevo e se non dicevo nulla volevo sempre il solito doppio cheesburger senza salse con un'insalata di mozzarella e pomodori. Diciamo che era roba salutare in dimensioni esagerate, infatti quando l'altro cameriere portò la mia roba lei spalancò gli occhi.

-Ma la mangi da solo?

-Certo vedi qualcun altro con il quale potrei condividere questa roba?

-In effetti no, ma scusa dove te la metti poi? Sei così magro, ah ho capito, sui muscoli!

-Cosa sei una scienziata?

-No, ma sono iscritta alla facoltà di fisica e chimica in città!

-Nessuno te lo ha chiesto!


 

Cazzo che cretina, meno male che a lui non interessava nulla della mia facoltà, ma se mi fosse venuta a cercare non mi avrebbe mai trovato!

-Come ti chiami?- mi disse ad un certo punto – non fraintendere, non me ne frega un cazzo di come ti chiami, ma se dovessi chiamarti odio sia essere chiamato tizio, sia chiamarci le persone!

-In effetti è il minimo che posso fare dato che tu mi hai detto il tuo! Bene, piacere io sono Chichi!

Normale, ma perché non gli hai detto la verità? Barbara non ti piace più? Bha!

L'amico di Vegeta ci venne a disturbare, per così dire, stavamo mangiando in silenzio e lui leggeva il giornale.

-Vegeta scusa il disturbo, ma domani mattina arrivano quelli dei tubi e dato che uno passa sotto il tuo letto devi svegliarti alle 7, perché quelli alle 8 massimo arrivano!

-Ma porco Kami oh, l'unico giorno in cui posso dormire arriva l'idraulico!

-Senti puoi non bestemmiare grazie?

-Se mi dai un posto dove dormire fino a tardi sì, la smetto!

-Vegeta non è colpa mia, dovevano venire per forza e alla svelta, domani era il giorno libero più vicino che avevano e di pomeriggio non potevano!

-Senti io abito con un'amica che è in vacanza dai genitori per festeggiare il capodanno con loro...

-A febbraio?

-Mmmm, è cinese e quest'anno il capodanno cinese è un po' tardi, comunque dicevo che io ho una stanza libera, se volessi venire ci sarei solo io.

-Ti conosco appena, potresti uccidermi nel sonno e poi non dormirei tranquillo, meglio dormire poco, ma nel letto di casa propria!

-Come vuoi io domani non ho orari, anzi sì, ho la sveglia a mezzogiorno!

-Dai Vegeta vai, almeno domani mattina mi eviti di sentirti bestemmiare in turco perché alle 7 ti tiro giù dal letto, tanto non credo che la ragazza qui abbia manie omicide e se poi è così sai cosa ti dico che mi fai un favore, almeno me ne levi uno dalle scatole!

-Uno di cosa?

-Di fratello!

Urlò quello da distante mentre si dirigeva credo al bancone.

-Ah così quello è tuo fratello? Che carini che siete, ma se ha detto che gliene levo uno, vuol dire che siete più di due o no?

-Lo sai che chi si fa i cazzi propri campa cent'anni?

-Sì, ma lo sai che la curiosità è donna?

Sconfitto di nuovo, risi dentro di me, mi piaceva parlare, anzi no battibeccare con questo sconosciuto!

-Siamo quattro, ma ora basta, io ho sonno e vorrei andare a letto, dove abiti? - mi chiese con aria di chi non accetta scherzi, si vedeva lontano un miglio che aveva sonno!

-Mh, vediamo, hai presente la fontana in centro?

-Cosa? Fin laggiù? - si girò verso il fratello - Kakaroth mollami le chiavi della moto, l'albergo è in centro!

-Abiti in centro? Caspita ti costerà una fortuna! - mi chiese mmm, non ricordo il nome che mi aveva detto, possibile fossi così smemorata, c'è anche da dire che lui si presenta in un modo e questo lo chiama in un altro!

-Senti anche tu impiccione fatti gli affari tuoi e dammi le chiavi!

-Sì certo Vegeta tieni, tieni! - il fratello, Kakaroth mi veniva solo in mente, gli diede le chiavi con un sorriso smagliante, dopodiché si girò verso di me - Ehi tu ragazza...

-Mi chiamo B... Chichi – sorrisi.

-Bene Chichi, trattamelo bene il mio fratellone – e mi fece l'occhiolino.

Divenni non rossa, ma viola eppure non era una cosa poi troppo diversa dal solito!



Capitolo corretto e aggiustato grazie ai consigli si sese87, spero adesso si possa capire al meglio chi dei tre interlocutori sta parlando! Un bacio Vegeta90

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Capitolo 3
*** Foto ***


Eccomi con un nuovo aggiornamento! Vegeta andrà realmente a dormire da Bulma e succederà qualcosa? Bhè vi lascio alla lettura così almeno lo scoprirete da soli. Se lasciate un commento mi fa piacere, ma cmq ringrazio chi legge in silenzio, siete davvero tanti! Ringrazio macheira94 per la sua recensione, spero che anche questo capitolo ti possa piacere! Un bacio Vegeta90


 

Foto

 
Le diedi il casco e dopo essermi fatto dire la via partimmo, l'unica cosa positiva di tutta questa faccenda è che avrei guidato per un po', il lato negativo era lei che continuava a parlare, poi d'un tratto si zittì e fu il viaggio più bello della mia vita; 40 minuti di puro silenzio!
Arrivati nella via mi disse dove parcheggiare e salimmo in casa sua, mentre salivo mi davo del coglione mentalmente perché ero a casa di una sconosciuta per lo più senza ricambi né roba per lavarmi, né nulla, con tutte le sere che potevo scegliere per non farmi la doccia in palestra quella era la più sbagliata, sarei andato a dormire così!
-Senti, non so cosa tu abbia in quel borsone, ma io ho un paio di cose che ti potrebbero stare!
Entrammo in casa e tutto il rosso che era alle pareti mi accecò, ora capisco il perché di quel rossetto così forte, a vederlo adesso sembrava sin tenue!
-Prego, vieni per di qua allora quello è il bagno – e si girò indicando una porta dietro alla mia schiena – di qua c'è la camera della mia coinquilina e questa – aprì una porta alla sua sinistra – è la cucina, se hai fame il frigo non è molto fornito, ma ho una dispensa piena di dolcetti – mi disse con un sorriso luminoso – vieni, di qui c'è la sala e da qui invece – disse cercando di aprire una tapparella – si va nel giardino; allora ti piace?
-Non è grossa per due ragazze? Cosa ve ne fate di una sala del genere?
-Mmmm, ci guardiamo la tv?
-Io comunque dormo sul divano, non mi va di usare la camera di qualcun altro, tanto andrà bene lo stesso!
-Sei sicuro? Guarda che poi cambierò le lenzuola e lei non se ne accorgerà mai!
-Non è per quello, è che non mi va, grazie per l'ospitalità, ma il divano è ok!
-Va bene, come vuoi tu, ora se aspetti ti do una tuta e in bagno se devi lavarti ci sono anche dei bagnoschiuma maschili!
-Due ragazze che usano bagnoschiuma maschili?
-No, è che la mia coinquilina cambia ragazzo di mese in mese e magari molti lasciano qui delle cose, come per esempio i bagnoschiuma o delle tute che noi laviamo e teniamo così!
Che strane tipe che dovevano essere quelle due. Una foto mi colpì, una ragazza dai capelli celesti che però non si vedeva bene, aveva la testa mozzata, cioè doveva essere stata una foto fatta in movimento e quella ragazza si è fotografata solo la metà inferiore della testa, però era  strana, era storta come foto, spiccava tra tutte le altre che ritraevano la cinesina e la ragazza che adesso mi stava cercando degli abiti per dormire. Provai ad avvicinarmi a quella strana foto e le labbra che spuntavano mi sembravano famigliari, ma la voce irritante della ragazza mi distolse dai miei pensieri.
-Bene ecco qui, se vuoi andarti a lavare sai dov'è il bagno!
-Perché insisti con questo fatto del bagno?
-Ecco non volevo essere antipatica o diretta, ma vedi puzzi un po'!
La fulminai con lo sguardo e mi fiondai in bagno a lavarmi.
-Ti lascio delle ciabatte appena fuori dalla porta, così non mi zampetti per tutta casa con i piedi bagnati!
I pensieri vagavano durante quella doccia rilassante! Però pensavo, come è possibile che dopo tutto quello che le è successo sia assolutamente normale, come se fosse una cosa da tutti i giorni, che strano, bhè sicuramente quella ragazza non era tanto normale; mettersi in casa un ragazzo con la possibilità che io le salti addosso e le faccia chissà che cosa, non che mi interessi, però non tutti non le farebbero nulla!
Uscito dalla doccia mi asciugai e la trovai vestita in camicia da notte piegata sul divano mentre metteva il lenzuolo, indossava, sotto la camicia che poi scoprì trasparente solo un paio di culottes aderenti dalle quali usciva metà del suo fondo schiena, ecco lì i pensieri di prima, bambina devi ringraziare che ci sono io e non un pervertito, anche se il mio amico non era rimasto proprio fermo dopo quella visione, ma io avevo un gran sonno.
-Ecco fatto! Oh Vegeta sei già qui, non mi ero accorta di te, ti ho appena fatto il divano così almeno puoi dormire meglio! Ti do anche un mio cuscino, tanto io ne ho due dato che ho il letto matrimoniale!
-Bene, ora però io voglio dormire.
Si tirava giù con la mano la camicia, ma dico io, se non vuoi farti vedere semi nuda, non metterti roba che lasci vedere tutto di te.
Dormire. Dormire. Dormire. Era l'unico mio pensiero.
-La luce della sala è questa, quando vuoi andare a letto spegnila. Buona notte – mi disse prima di infilarsi in camera, io andai verso la luce, ma poi mi ricordai della foto e l'andai a vedere, magari l'avrei presa in mano per guardarla meglio, ma come per magia la foto non c'era più!
 
L'unico contatto con la vera me stessa era quella foto stropicciata.
Buttiamola per favore - dissi a Chichi, ma lei non volle.
-Guarda - mi disse - la pieghiamo così, almeno io mi vedo e di te si vede solo il tuo sorriso bellissimo!
-Va bene allora così la possiamo tenere!- acconsentì.
Meno male che mi sono accorta che la stava fissando, così l'ho levata in tempo, non so come mi sarei comportata se l'avesse presa e magari smontata!
La mattina mi svegliai e non lo trovai in sala, mi attesero solo lenzuola piegate sul cuscino e un biglietto con scritto sopra: A buon rendere
Non un numero, non una via, non una firma, nulla di nulla, solo tre parole che potevano significare tutto e nulla.
Non sapevo che fare, eppure mi ero resa conto che quel ragazzo di cui conoscevo solo il nome mi interessava qualcosa, anzi più di qualcosa, ero rimasta sveglia per molto tempo perché ogni volta che chiudevo gli occhi mi appariva la sua immagine, finché poi il sonno non prese il sopravvento e mi addormentai come una bambina.
Squillò il mio telefono, andai nella borsa in camera, ma il mio telefono non c'era, lo trovai posato sul tavolo della cucina, ma non ricordavo di avercelo messo!
Lessi il messaggio, era Chichi:
Ehi bella come va??? Qui io sto benissimo, magari tutti i giorni fossero così belli! Però mi manca la mia migliore amica. Bulma vorrei che tu fossi qui, ti mando un bacio e appena arrivo ti faccio vedere il tuo regalo...grazie per avermi concesso questi giorni, ti voglio bene!
Bulma. Quante volte le ho detto di non chiamarmi con il mio nome di battesimo? Per lei era facile, era venuta qui da sola a studiare e non aveva nessuno a cui nascondere il suo passato, ma io a New York ci ero nata e non potevo permettermi che qualcuno mi riconoscesse, perciò avevo scelto il nome Barbara e quello compariva nei miei documenti, gli altri quelli veri erano custoditi nella mia cassaforte dietro alla specchiera in camera mia, dove per giunta ora giaceva anche la nostra foto del primo anno universitario, anno in cui io ero ancora conosciuta come Bulma Brief e dove mio padre era ancora lo scienziato più brillante dell'America. Non che ora non lo sia ancora brillante, ma io decisi di far finire la mia vita per amor suo.
Scossi la testa e mi misi a sorridere, cosa che ormai facevo sempre prima di uscire di casa.
Barbara Nicolson era una ragazza tutta pepe, come lo sono davvero del resto, ma lei sorrideva sempre, anche davanti al cliente più pretenzioso!
Mi vestii per andare in ufficio dal mio capo per raccontargli della mia serata, so che non ne sarà affatto contento, ma non ci posso fare nulla.


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Capitolo 4
*** Pensieri ***


Scusate il ritardo, ma ho avuto da fare, dietro al trasloco e avrei dovuto aggiornare lunedì, ma non ho avuto tempo, poi dovrei, sotto consiglio di sese87, che ringrazio infinitamente per i suoi consigli preziosissimi, rivedere un pò i primi due capitoli, mettendo qualche dettaglio in più e aggiustarli un pò, quindi per ora vi lascio alla lettura di questo nuovo capitolo cortissimissimo, però non potevo fare altro, e subito dopo mi metterò a revisionare gli altri!
Un bacio Vegeta90




Pensieri


Prima di addormentarmi decisi di mettermi la sveglia alle 10, tanto più di nove/dieci ore non avrei dormito su quel divano e non perché fosse scomodo, ma perché non era il mio letto.
Inoltre non facevo altro che pensare al suo culo avvolto da quelle mutande. Ah smettila Vegeta, cosa sei un depravato? Bhè in fondo l'ultima scopata risale a parecchi mesi fa con una che tra l’altro che terribilmente ubriaca, ma lasciando perdere le cazzate questa Chichi ha qualcosa che non mi quadra, chissà cosa nasconde, non che siano affari miei, però c’è qualcosa che non riesco ad inquadrare!
Dopo aver chiamato Kakaroth e aver scoperto che l'idraulico aveva trovato il guasto senza bisogno di entrare nella mia camera ed essermi fatto un nervoso pazzesco, tornai a casa per cambiarmi e dopo essermi riscaldato un piatto di pasta al microonde andai in palestra per passarci tutto il pomeriggio, dovevo smetterla di pensare e con la giornata libera dal lavoro quello era l'unico svago che mi faceva staccare completamente.
Alle 5 dopo quattro ore e mezza passate lì dentro decisi che potevo anche tornare a casa, ma la doccia non servì a farmi rilassare, tutt’altro mi agitò e basta, dovevo vederla, dovevo capire chi era quella con i capelli turchini, e solo lei avrebbe saputo rispondere alle mie domande, ma la stanchezza prese il sopravvento e mi addormentai subito.
Passarono tre giorni dal nostro incontro, e di lei nessuna traccia, per un secondo quella sera pensai di rubarle il numero di telefono, ma poi anche se l'avessi chiamata cosa le dicevo? Facevo la figura del pirla e basta, perciò una volta avuto il suo telefono tra le mani lo lasciai sul tavolo, anche perché nella fretta mi dimenticai che in realtà lo avevo cercato e trovato nella sua borsa.
Sì, sapevo dove abitava, ma con che scusa mi potevo presentare sotto casa sua? Nessuna e tutte patetiche, perciò mi misi d'impegno per dimenticare l'accaduto e il lavoro mi aiutò molto, la palestra pure, non dovevo pensare e cercavo di occupare ogni secondo delle mie giornate per poi sdraiarmi sul letto e svenire letteralmente.



Il mio terrore era quello che lui si presentasse da me, ma nelle condizioni in cui ero non potevo sicuramente vederlo, meno male che desistette dal farlo.
Il mio capo non prese bene la notizia che con il signor Darbula non ero riuscita a portare a termine l'accordo, in oltre quello aveva cambiato numero di telefono, non che fosse irraggiungibile, ma non per via telefonica e il mio capo doveva spendere tempo e collaboratori da mandargli per scusarsi da parte dell'azienda. Azienda poi, è una parola grossa, però è così che la chiamano tutti ormai.
Due giorni di ghiaccio sulla faccia servirono per farmi passare il gonfiore, mentre il terzo servì per il colore, che non tornò quello naturale, ma grazie al fondotinta feci miracoli.
Era il quattordici febbraio, la mia amica sarebbe tornata da qui a cinque giorni, dopo aver svolto tutte le pratiche per le quali bisognava visitare parenti, cani, pappagalli, scimmie e non so cosa ancora! Ma l'unica cosa che so di per certo è che il settimo giorno lo passavamo sempre insieme.

Va passato con gli amici – diceva– e la mia amica più cara sei tu, perciò devo stare con te!

Senza di lei come farei a sopravvivere, lei che in questa situazione non c'entra nulla, ma che mai si è tirata indietro volendo aiutarmi a tutti i costi!
Le fa solo che bene a passare un po' di tempo in patria da lei con i suoi parenti e amici, almeno per una settimana non deve pensare alla sua amica sfigata!
Mi manchi vorrei scriverle, ma so che se lo facessi prenderebbe il primo aereo per tornare da me:

-Al primo problema o al primo cedimento chiamami e io corro da te hai capito Bulma?
-Certo Chichi, ma io ti ricordo che mi chiamo...
-BARBARAAAAAA – aveva urlato all'aeroporto, scappando dopo un lungo abbraccio verso il gate.

Perciò se le scrivessi io sarebbe come ammettere che ho bisogno di lei, ma in realtà non è così! Posso farcela anche da sola.
Mi vestii e dopo essermi truccata decisi di fare una passeggiata, in fondo avevo quasi una settimana di “riposo”!

-Mandate la sgualdrina a casa e assicuratevi che per cinque giorni non si presenti a lavoro, altrimenti se la vedo prima non rispondo di me.

Questo era ciò che aveva detto il capo prima di farmi portare a casa. Almeno la decenza di farmi accompagnare, ma so che non si trattava di pietà o altro, la vera ragione era un’altra; era giorno e mandare una donna in giro con il labbro spaccato non era cosa buona, se avessero chiesto chissà cosa potevo rispondere, non sia mai, allora portandomi direttamente a casa mia era meno probabile che uscissi, anche perché la mia vita era nelle sue mani e non potevo far nient’altro.
Volevo vederlo e quella sera nessuno me lo poteva impedire, poi Chichi sarebbe tornata entro breve e se non sfruttavo quei giorni non avrei poi avuto la forza di farlo, lei mi spingeva sempre e faceva il tifo per me, ma quando c'era lei dovevo proteggerla e non mi andava di perdermi in sciocchezze come i ragazzi, uno ogni tanto da portarmi a letto si poteva fare, ma nulla di più, invece con questo non so, avevo idea di poter passare il mio primo San Valentino in compagnia.
Ero indecisa sul da farsi, potevo aspettarlo nel vicoletto dove mi aveva soccorso, ma poi mi venne un'idea migliore.





Ringrazio: macheira94, missmonella e sese87 per le recensioni;
chicarella e simoncella per averla inserita tra i preferiti;
Bulma_love_Vegeta_2000, cassandra76, JustMyImmagination, pastafrolla, severina e VegetaBrief per averla inserita tra i preferiti e un caloroso abbraccio va a ladyvegetina99 che addirittura l'ha messa nelle ricordate! Ma sei sicura di quello che hai fatto??? Bhè io spero di sì e ti ringrazio di cuore, se fosse un errore ti capisco!!! ( T.T ti prego fa non lo sia! )
Un bacio a tutti i miei silenziosi lettori, Vegeta90!

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Capitolo 5
*** San Valentino ***



Lo so che sono davvero corti i miei capitoli, ma non riesco a farli più lunghi, nel senso che non vorrei mettere tutto in un solo capitolo! Vabbé lasciamo stare, volevo solo ringraziare chi legge e ora vi lascio alla storia. Un bacio Vegeta90!



San Valentino


 

Cuori, cuoretti, cuorini, rosso e sbrilluccichii, che schifo! Dico io ma le coppie per manifestarsi il proprio amore devono per forza avere un giorno dedicato? Non lo capisco e mai lo capirò! Capisco il Natale, la Pasqua, perfino Halloween, ma San Valentino proprio lo odio! Se mai trovassi una ragazza le chiederei di non vederci per il 14 febbraio e me ne starei tutto il giorno in palestra.

A proposito di ragazze, la bionda ossigenata dell’altra sera mi tornava sempre in mente e per mandarla via dai miei pensieri dovevo fare un certo sforzo, sarà per il suo culo, ma Vegeta Kami santo, sai pensare solo a quello? Sarà l’ennesima volta che ci caschi, devi levartela dalla testa.

Camminavo per Bogart Ave e tra meno di venti minuti sarei stato al bar, ma mi ricordai di ciò che mi era appena passato per la testa; a San Valentino anche quello stupido locale punk era allestito di rosso cuore, e io non avevo la minima intenzione di entrare e stare da solo come un imbecille a guardare quelle coppiette che si sbaciucchiavano, perciò chiamai il locale, dove il mio tavolo era tenuto occupato per me tutte le sere e lo disdii:

-Mac Namara parla Tenshinhan dimmi tutto.

-Ehi sono Vegeta, stasera non passo, lascio lì la moto e vado a casa se passa Kakaroth diglielo.

-Ok Vegeta a domani sera.

Mi diressi così verso casa a piedi, camminare un po’ mi avrebbe fatto solo che bene.

Venti minuti buoni dopo arrivai vicino casa e notai la mia moto parcheggiata in punto dove né io, né Kakaroth la mettevamo mai, vicino alla farmacia! Continuai per la strada di casa e mi dissi che la bellezza dei sogni e dei desideri è che si avverano ogni tanto e uno di questi si stava avverando proprio adesso!

-Ehi tu bionda che ci fai lì?


 

Entrai nel bar dove sere prima avevamo mangiato e chiesi del fratello di Vegeta, caspita mi veniva solo in mente il nome che gli aveva affibbiato lui, Kakatoh, sapevo che in realtà ne aveva un altro, ma non mi diedi per vinta e chiesi al barista:

-Scusa Kakaroth è di turno per caso? – Questo in tutta risposta scoppiò a ridere e non ne capii il motivo, almeno non subito.

-Se lo chiami così devi essere un’amica di suo fratello Vegeta, lui qui è l’unico a chiamarlo così!

Amica era un po’ troppo, ma se volevo sapere qualcosa dovevo stare al gioco.

-Eh già, ma perché come si chiama realmente, credo me lo abbia detto, ma a forza di chiamarlo così il nome vero l’ho scordato!

-Non è il nome vero, è semplicemente il primo nome perché Goku, si chiama Goku Kakaroth.

-Ah Goku, è vero che scema grazie – ora ricordavo, avrei dovuto prendere nota!

-Senti scusa, sai mica se Vegeta verrà stasera, non sono riuscita a sentirlo perché ho il telefono scarico e non so dove abita.

-No, non viene, a lui tutte queste cose di cuori e amore non piacciono per nulla.

-Ah ho capito, senti lo so che magari non potresti, ma mi daresti il suo indirizzo, così magari gli vado a dare un saluto.

-Certo, un secondo che servo il tavolo e arrivo.

Si aprì la porta dietro di me.

-Ehi Ten sono arrivato. – conoscevo quella voce e mi girai.

-Ciao, em Goku.

-Ehilà, ma tu sei la biondina che ha fatto dormire a casa sua mio fratello, non ti sei fatta più viva, come mai?

-Vari impegni, ascolta ho una domanda da farti, mi potresti dare il vostro indirizzo di casa, volevo fargli una sorpresa qua, ma il ragazzo mi ha detto che ha disdetto perciò…

Lasciai la frase a metà.

-Ten davvero mio fratello ha disdetto?

-Sì, ha chiamato neppure un quarto d’ora fa, ha detto che andava a casa.

-Urca allora non scherzava che San Valentino gli faceva schifo! – notò il mio sguardo da punto di domanda e proseguì – sai, ieri gli ho un po’ rotto sul fatto che non avesse mai una ragazza e lui ha cominciato a inveire contro San Valentino, dice che di questo periodo dell’anno le ragazze diventano miele e zucchero e lui non le vuole!

Ridevo come una matta.

-Senti Ten ti ha detto nulla della moto?

-Sì, che la lasciava qui!

-Grazie – disse al ragazzo, poi si voltò da me – sai guidare una moto?

-Chi io? Bhè sì!

-Ok, allora senti, aspetta qui. – prese una bottiglia di qualcosa e la infilò in un sacchetto e scrisse su un biglietto l’indirizzo di casa propria – così se poi non te lo ricordi lo puoi leggere, queste sono le chiavi della monster nera qui fuori, mi raccomando non gliela rigare, ah ma che scemo, ci sei già salita e la conosci già!.

-Già proprio così!

Guardai l’indirizzo: Cruger Ave 18, vicino alla farmacia, caspita proprio in un sobborgo!

-Grazie Goku, e io che sono solo una sconosciuta, se la rubassi la moto? – Rise.

-Non vorrei essere nei tuoi panni quando Vegeta ti ritrova, lui non fa distinzioni tra donne e uomini, potrebbe essere un politico, per lui la legge è davvero uguale per tutti! – Risi anche io. – e poi io ho un sesto senso in queste cose e credo che neppure se volessi gliela porteresti via.

-Goku, dobbiamo lavorare – urlò il ragazzo di prima.

-Ora vado prima che mi urlino ancora qualcosa.

-Grazie di tutto e – dissi prima di prendere una rosa finta dal vaso – prendo questa.

-Chichi – mi urlò prima di che varcassi la soglia dell’uscita – io stacco alle quattro e sono a piedi, buona serata!

Uscii, cosa voleva insinuare con quell’affermazione? Divenni rossa. Inforcai la moto e andai all’indirizzo sul bigliettino, parcheggiai vicino alla farmacia e cercai il diciotto, dopo aver suonato capii che nessuno era in casa, sperai vivamente che non avesse deciso alla fine di andare al bar, ma per fortuna le mie speranze non furono vane:

-Ehi tu bionda che ci fai lì?

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Capitolo 6
*** Rosso ***


 

Sono un po' delusa, ma mi passerà, mi scuso per il ritardo, ma non ho avuto un secondo di tempo libero e anche questo spazio lo ritaglio di sfuggita! Ho idea di accorciare la storia e di renderla non più lunga di una quindicina di capitoli, se poi cambierò di nuovo idea (perché voi lo sentite ora per la prima volta questo discorso, ma nella mia testa lo faccio 200 volte al minuto! -.-) ve lo farò sapere, vi lascio alla storia, un bacio Vegeta90!


Rosso


 

-Ma che simpatico che sei!

Mi disse. Non nego che la sua presenza non mi provocasse un non so che di piacevole, ma se si aspettava che glielo dicessi poteva anche impiccarsi!

-Quindi? Non hai risposto alla mia domanda.

-Ero passata al bar, ma un uccellino mi ha detto che anche tu come me odio San Valentino, così ho pensato di venire a tirarti su il morale con questo – e mi mostrò il sacchetto che aveva in mano.

-E se io non avessi voglia di festeggiare?

-E se io non avessi voglia di darti queste? – mi sventagliò davanti al viso le chiavi della mia moto.

-Ti denuncio per furto.

-Uffa che pizza, tié prendi – e le lanciò al mio indirizzo – non era mia intenzione non ridartele, ma sai la mia amica non c’è e mi sentivo sola, volevo stare un po’ in compagnia e… - non le lasciai finire la frase: -E così hai deciso di venire a rompere al primo che ti capitava, perché in questi giorni non ti sentivi sola? – che cazzo hai detto Vegeta? Mai più dovrà scapparti una cosa del genere, chissà cosa avrà capito.

-Non è quello è che ho avuto da fare e poi non sei il primo che mi capitava, Andrea lo era, ma non Vegeta, nella rubrica sei l’ultimo, ti ho scelto con cura – e mi fece l’occhiolino, un occhiolino un po’ troppo vistoso per i miei gusti – dai però mi fai entrare, qui fa freddo!

-E sia, ma solo perché ho voglia di bere e spero che quello che tu abbia portato mi piaccia.

Io non so che cosa c’è, me lo ha dato tuo fratello!

Nel frattempo entrammo – Allora è sicuramente vodka alla menta.

-Guardò nel sacchetto – Bingo – disse!

Risi e lei mi guardo con aria interrogativa – La bevo sempre a San Valentino perché è verde e non rossa e perciò non penso a questa stupida festa.

-Lo bevi solo perché è verde?

-No, ma perché era l’unica cosa non rossa disponibile.

-Ho capito – disse, non capendo comunque la mia posizione!

-Carina la casa – continuò per cambiare argomento dopo aver sistemato la giacca – davvero, però si vede che ci abitano degli uomini!

-Ah sì, e da cosa di grazia?

-Dall’arredamento, è un po’ spoglio!

-Si dice essenziale, cosa ce ne facciamo di troppe cianfrusaglie che sono solo da pulire e basta!

-Sì, ma rendono personale uno spazio.

-Il mio spazio è personalissimo!

-Posso vedere la tua stanza?

-No!

-Dai, questo te lo concedo, in fondo tu non hai visto la mia! Beviamo?

-Cos’è vuoi ubriacarti subito?

-Non sei tu che avevi sete?

Touché

Presi due bicchieri e lei vi versò dentro la vodka.

-Non hai del ghiaccio?

-In frigo! – urlai.

-Ehi, dove vai?

-A pisciare, vuoi venire con me?

-Cos’è un invito? – disse lei con un sorriso più che malizioso inguardabile, mi misi la mano sulla faccia e in bagno diedi un giro di chiave per sicurezza!

-Uscito mi trovai la mano di lei che teneva il mio bicchiere per aria davanti alla sua faccia. Lo spostò leggermente per vedermi e mi sfidò:

-Alla goccia!

-E il ghiaccio?

-Alla goccia il ghiaccio non serve!

Prese il bicchiere e lo svuotai molto prima di lei.

-Sei antipatico, dovevamo brindare!

-E a cosa di grazia?

-Chessò io, a San Valentino!


 

Bevemmo in poco tempo tutta la bottiglia di vodka alla menta e quando fu finita gli chiesi se aveva qualcos’altro, mi indicò la credenza:

-Prendi quello che vuoi, basta che non sia rosso!

-Agli ordini – risposi e dopo una cernita dettagliata presi una bottiglia con un liquido sempre verde, che però aveva l’etichetta strappata.

-Cos’è questa? – rise.

-Vieni dai, quella va bene, è molto forte, se non l’hai mai bevuto ti fa partire.

-Ok, ma cos’è?

-Prima dimmi se ti piace – e mi versò un bicchiere di quella roba, anzi lo lasciò quasi vuoto, era appena un dito e mi lamentai della scarsità del contenuto, ma mi spiegò che era molto forte e che se non mi piaceva non gli andava di buttarlo.

Bevvi e quel liquido corrosivo mi scese in gola bruciando tutte le mie terminazioni nervose!

-UOOOOH – urlai appena mandato giù – cazzo è forte.

Scosse la testa – Assenzio – confessò.

-Ma non va bevuto con la zolletta di zucchero?

Scosse le spalle e ne tirò giù una golata direttamente dalla bottiglia.

-Io ho un caldo tremendo – dissi e mi tolsi la maglia a maniche lunghe rimanendo così con una canottiera molto succinta di pizzo.

Quasi affogò alla vista e un po’ di liquido gli scivolò fuori dalla bocca scendendogli lungo il collo.

Stava per pulirsi con la mano, ma gli intimai di non farlo e di restare fermo.

Mi misi in ginocchio sul divano e con una mano gli scostai la testa dall’altra parte per avere il suo collo in bella vista e con la lingua gli levai il liquido.

Doveva essergli piaciuto perché mi diede la bottiglia e capii subito il suo intento, bevvi, ma mi lasciai scivolare fuori un rivolo di assenzio che mi arrivò fino al seno e lui prontamente me lo leccò fino ad arrivare vicino alle mie labbra, mi voltai e lo guardai negli occhi; sapevo che ancora non era il momento e gli versai il liquido nella bocca, un po’ lo bevve, ma molto gli cadde rovinosamente addosso.

Sapevo come sarebbe andata a finire quella serata e la promessa che feci a me stessa fu quella di non rivederlo mai più dopo quell’episodio!

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