I love the way you lie

di magikale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


POV Nicole

Scesi dal treno e camminai lentamente nel tragitto dalla stazione alla scuola. Eravamo ad Aprile e l’aria era fresca ma il sole primaverile scaldava rendendo il tutto perfetto. Mi sistemai lo zaino sulle spalle e guardai il cielo azzurro con una spruzzata di nuvole, adoravo guardare il cielo.Da piccola io e mio padre ci mettevamo sempre sulla terrazza a guardare le stelle di notte, mia madre ci veniva a sgridare dicendo che era tardi e io dovevo dormire. È passato tanto tempo da quei giorni e i miei non ci sono più, sono morti in un incidente due anni fa. Ho quasi passato del tutto il trauma, devo ringraziare la mia migliore amica per questo. Charlotte, Lottie, mi è sempre stata accanto, quando la notte mi svegliavo a piangere la chiamavo e lei mi tranquillizzava, mi aveva chiaramente detto che non lo disturbavo facendo così. Anche se ho 17 anni mi sento tornare una bambina piccola quando sto con lei. Arrivai a scuola, il liceo linguistico, un edificio grigio e odiato da tutti. Sospirai e mi avvicinai alla massa di gente che si trovava fuori dai cancelli per cercare Lottie. Dopo poco trovai la sua testa bionda. Aveva un anno meno di me ma avendo saltato un anno di asilo eravamo nella stessa classe. Era una ragazza vivace e timida al tempo stesso, la adoravo. “Buongiorno!” la salutai allegramente con un sorriso. “Finalmente ti sei decisa ad arrivare!” sbuffò per poi scoppiare a ridere, io dubitavo seriamente della sua sanità mentale “buongiorno anche a te Nicole.” Mi salutò poi. Parlammo per qualche minuto fino a quando non sentimmo la campanella suonare, camminammo insieme agli altri per arrivare ai nostri armadietti. Il mio e il suo erano vicini, questo era un segno del destino. Ma il destino non sempre è buono con te, infatti, mi aveva tirato un bruttissimo – così si fa per dire- scherzo. L’armadietto di Louis Tomlinson era quello alla mia sinistra. Louis era il fratello maggiore di Lottie, aveva  diciotto anni di pura idiozia. Ammetto che era un gran figo ma era un puttaniere, uno tra i più popolari della scuola, l’altro era il suo amico Liam Payne. Liam sembrava tanto dolce ma era quella la sua trappola, quando ci cascavi finivi nel suo letto. “Smith!” sentì una voce chiamarmi per cognome a voce alta, la riconobbi e un’espressione frustata si dipinse sul mio volto. “Tomlinson ti ho già detto di non chiamarmi per cognome!” sussurrai posando dei libri nell’armadietto. Anche Lottie accanto a me sbuffò per la presenza del fratello, non andavano molto d’accordo. Lui sorrise divertito e aprì svogliatamente il suo armadietto, da esso uscì un leggero profumo di menta, lo stesso di Louis. Prese un libro e iniziò a fissarmi “La devi smettere di chiamare mia sorella a notte fonda. Ti ricordo che le nostre stanze sono attaccate e sento tutto, quindi non riesco a dormire”.  Chiusi il mio armadietto sbattendolo. “Cavoli tuoi se non dormi! Tanto la notte stai sveglio lo stesso per fare altro, dovresti essere abituato no?” sputai con acidità. La mia amica rise e continuò per me “Louis non rompere, tu tieni sveglia me con le troiette urlanti in camera tua e io ti tengo sveglio con le telefonate di Nicole. Siamo pari”. Quanto stimavo quella ragazza. “Sorellina cuciti quella bocca. Smith so che muori dalla voglia di provarmi ma devi sapere una cosa.. io non vado con le ragazzinesoffiò a pochi centimetri dalle mie labbra. Giuro che lo ammazzo, nessuno deve osare a chiamarmi ragazzina. Lottie prontamente mi trattenne dalle braccia per evitare un omicidio in pieno corridoio. “Ringrazia che tua sorella mi trattenga altrimenti saresti già morto!” mi divincolai dalla presa della mia amica e gli ringhia contro quelle parole. Louis in risposta rise e si allontano per andare da Liam che aveva l’armadietto poco distante. “Lascialo perdere, lo sai come è fatto. Andiamo in classe” Charlotte mi prese la mano e andammo incontro ad una noiosa ora di italiano. Finite le sei estenuanti ore di inferno Lottie mi invitò a casa sua per fare i compiti e io ovviamente accettai. Eravamo tutte e due abbastanza brave a scuola. Quando varcammo la soglia di casa sua vedemmo qualcosa che avrei preferito non vedere. Louis che limona spudoratamente con una sul divano, lei a cavalcioni di lui e quest’ultimo che la tiene per i glutei. Un conato di vomito minacciò di uscirmi dalla bocca ma lo trattenni in gola e lo ricacciai giù a fatica. “Fratello vai in camera tua per l’amor di dio! Fai schifo!” esclamò disgustata la sorella di Louis, disgustata anche lei da quella situazione. Io non dissi niente e filai dritta in camera di Lottie buttando lo zaino sul suo letto, accesi il portatile e appena lei entrò le dissi “Ho seri istinti omicidi verso tuo fratello”. Lei rise e dopo aver controllato i messaggi sul computer iniziammo a studiare. Fortunatamente i suoi genitori erano al lavoro così potevamo fare quello che volevamo. Due ore dopo decidemmo di mangiare qualcosa e scese in cucina trovammo Louis senza maglietta a bere dell’acqua. Calma Nicole, calmati. Ricordati che è Louis Tomlinson lo stronzo, ricordatelo bene! Si ma quegli addominali invitano.. “Non ti eccitare troppo Smith” porca merda mi ha beccata a fissarlo. Lo ignorai e presi un pacchetto di patatine dalla dispensa. Fu sua sorella a parlare “Hai fatto sesso con la tizia di prima? Come mai non abbiamo sentito urla di galline in calore?”.
“Lo abbiamo fatto nella stanza degli ospiti per non disturbarvi.” Okay devo aver chiaramente sentito male. Io e Lottie lo fissiamo con un sopraciglio alzato con scritto in fronte ‘stai scherzando?!’. “Ehi non fraintendete! Se vi avessi disturbato voi sareste venute a lamentarvi e io non volevo essere interrotto nel bel mezzo di una scopata!” ah ecco chiarito tutto. “Smith non mi dici niente?” domandò lui fissandomi. “Cosa dovrei dirti di preciso?” chiesi confusa. “Mi aspettavo domande del tipo: ti posso saltare addosso? Adesso c he ho visto il tuo fisico eccitante andiamo di sopra a scopare?”
Per poco non feci cadere il bicchiere che avevo appena preso. Scoppiai a ridere tanto da tenermi la pancia e aver le lacrime agli occhi, poggiai una mano sul tavolo per sorreggermi.“Aspetta.. tu non avevi detto che non ti facevi le ragazzine?” cercai di dire tra le risate.
“Bhe se a quelle ragazzine si vede il reggiseno e buona parte del seno non vedo perché rifiutare” commentò con non-chalance. In un primo momento non capì e poi abbassai lo sguardo notando che la canotta che portavo si era spostata. La sistemai arrossendo leggermente, questa volta fu lui a ridere. Salì le scale lasciando che si sentisse ancora la sua risata. Guardai negli occhi Lottie e le dissi “Io lo ammazzo seriamente.” “Ti do volentieri una mano.”

POV Lottie

Mi svegliai di cattivo umore, la mattina sono sempre di cattivo umore, ma mi basta vedere Nicole, la mia migliore amica per farmi ritornare il sorriso. Mi alzai dal letto e misi dei vestiti comodi, pettinai i capelli e misi un filo di trucco, ero pronta. ''Dove credi di andare senza di me?'' era mio fratello Louis, un puttaniere di quelli numero uno insieme al suo amichetto Liam Payne, quanto era insopportabile quel ragazzo. All'inizio sembrava dolce e carino, ma è quasi peggio di mio fratello. ''Non capisco dovrei andare a scuola con te?'' Dissi svogliata,dando un'occhiataccia a mio fratello. ''Si e verrà anche Liam!'' Lo guardai malissimo e alzai il mio bellissimo dito medio e andai via. Quando arrivai a scuola cercai Nicole ma non era ancora arrivata, non riusciva mai ad essere puntuale! Dopo qualche minuto vidi una ragazza correre verso di me,era Nicole, entrammo in classe e dopo le sei ore strazianti e la discussione avuta con mio fratello agli armadietti, andammo a studiare a casa mia. Finito di studiare decidemmo di andare a fare un giro e per nostra grande fortuna incontrammo quei due puttanieri. Dovevo già subirmi quel cretino di Louis in casa, perché dovevo incontrarlo pure in giro? ''Ciao sorella di Louis'' Disse Liam con quella sua voce irritante. ''Lottie, mi chiamo Lottie! Anzi tu chiamami Charlotte che è meglio! Impara il mio nome una volta per tutte.'' Mi si avvicinò all'orecchio e disse ''So che non vedi l'ora di portarmi a letto.'' Lo guardai male e sollevai un sopracciglio,mentre c'era Nicole che si spaccava dalle risate ma fu interrotta da mio fratello che iniziò a stuzzicarla. ''Allora ora ti prendo a botte!'' Dissi incazzata nera. “Si certo, con la forza che ti ritrovi non mi faresti neanche il solletico.” “Liam lo sai che io sono forte tanto quanto te e potrei romperti il setto nasale se continui?” intervenne Nicole. Lei era quella forte, mi difendeva sempre. Superammo i due Liam e Louis  e continuammo a camminare per un po’. Dopo qualche ora salutai Nicole e tornai a casa dove trovai una bella sorpresina: Liam dormiva da noi,oh cristo. Salì in camera e il mio cellulare iniziò a suonare avvisando l’arrivò di una chiamata, era mia madre che diceva che lei e papà non sarebbero tornati a casa per problemi di lavoro. Non sono mai a casa, sempre a lavorare, e poi mi chiedono perchè abbiamo un brutto rapporto. ''Bimba vado in discoteca con Liam, a più tardi sempre se torno.'' Disse con la sua aria da saputello. ''Aspetta, aspetta oggi mamma e papà non tornano a casa e non chiamarmi bimba! Se non torni a casa entro l'una di notte vengo in discoteca e ti porto a casa a calci in culo!'' Louis sbuffò e svogliatamente mi disse che sarebbe tornato presto, non mi convinse tanto era stato troppo facile. Verso l'una dalla cucina sentii la porta aprirsi erano Liam e Louis, si sentivano voci femminili. Oh cristo lo sapevo si sono portati due ragazze a casa,stanotte non dormirò. Misi il pigiama e mi sdraiai sul letto, come previsto non dormii tutta la notte per i rumori sconci e per i gemiti di quelle oche. Domani mi sentono.

QUI QUI VELOCI!
Allora, questa storia è spuntata fuori grazie ai film mentali con la mia migliore amica. Abbiamo deciso di metterli bianco su nero insieme, io faccio la parte di Nicole e lei scive di Lottie. Spero vi piaccia come storia :) lasciate qualche recensione se volete non ci danno mica fastidio! lol Se volete seguirci su twitter siamo @Cannonball____ e @Monihxy ricambiamo volentieri :D

 Nicole:  http://24.media.tumblr.com/tumblr_ma3gdoeORG1qg4939o1_500.jpg
Vestiti Nicole: http://www.polyvore.com/shopping/set?id=58479012#stream_box

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


POV Nicole


Ero ancora nel letto a dormire quando la suoneria del mio cellulare partì a tutto volume facendomi saltare dal letto. Pensai che fosse la sveglia, invece qualcuno mi stava chiamando. Guardai sul display del cellulare per capire chi fosse, un numero sconosciuto. Con ancora la voce impastata dal sonno risposi con uno strascicato “Pronto?”.
“Ti ho svegliata? Hai una voce sexy e roca.” “Come cazzo hai avuto il mio numero?!” “Ma quanto siamo fini! Se continui a parlare con quella voce mi potrei eccitare, attenta.” “Non fare il coglione Tomlinson, chi ti ha dato il mio numero?” “Lottie.” Quella ragazza è morta. “Tua sorella, la mia migliore amica, ti ha dato il mio numero senza il mio permesso?!” “Diciamo che me lo sono preso da solo dal cellulare di Lottie.” “Vaffanculo!” e con quella gentile parola gli attaccai il telefono in faccia. Bene ora mi toccava cambiare numero pur di non essere rintracciata da Louis. La giornata era iniziata come una delle migliori devo dire.
Composi freneticamente il numero di Charlotte che ormai sapevo a memoria, e appena rispose non la salutai neanche. “Tra cinque minuti al bar davanti alla scuola!” urlai e chiusi la chiamata senza neanche lasciarla respirare. Mi vestii e presi lo zaino in spalla uscendo di casa. Cinque minuti dopo esatti ero seduta ad un tavolino con una tazza di cappuccino fumante davanti a me. Appena Lottie si sedette davanti a me comincia a parlare. “Tieni sempre sotto controllo il tuo cellulare e non lasciarlo mai vicino a tuo fratello” la avvertì. Lei alzò un sopracciglio guardandomi confusa, non ci stava capendo niente era chiaro. “Louis stamattina mi ha chiamata dicendo che ha preso il mio numero dal tuo cellulare” sospirai mentre sorseggiavo la bevanda calda. Prese il cellulare e mise la password ovunque servisse. “È stata una notte orribile” mi informò lei chiudendo gli occhi, sotto di essi si intravedevano due leggere borse. “Immagino, ma lo sanno che esistono i motel?” “Evidentemente no. Il loro cervello si limita a tette, culo, figa.” “Pensa che uno di loro è tuo fratello!” “Sto cercando di dimenticarmi questo particolare.” Appoggiò la testa sul tavolo con fare sconfitto. Povera, mi dispiaceva che fosse costretta a vivere con uno come Louis. Mi vibrò la coscia, segno che mi era arrivato un messaggio.
Sei sexy con la coda, ti si vede il collo.’ Era di Louis. Mi girai di scatto immaginando di trovarlo dietro di me, ma non c’era nessuno. Guardai ovunque, di lui nessuno traccia. ‘Mi stai cercando? Che carina.’ ‘Smettila Tomlinson non è divertente!’. “Chi è?” chiese Lottie. Le passai il cellulare e lei lesse i messaggi di suo fratello, anche lei lo cercò ma niente. ‘Sono in un posto in cui non potete trovarmi. Dì pure a mia sorella che può tenere ferma la sua irritante testolina.’ ‘Se non mi dici immediatamente dove sei ti attacco le palle al posto delle tonsille.’ ‘Che paura! Tutto questo mi eccita ancor di più Smith.’ Non gli risposi più e cercai di non farci caso. Entrammo a scuola e, sia ringraziato il signore, non incontrai lo stalker agli armadietti. Stalker, si, è questo che stava diventando. Anche durante le lezioni mi arrivarono dei messaggi ma non risposi mai. All’intervallo mi precipitai alla macchinetta senza avvisare Lottie, ormai mi conosceva, ero una golosona. Scelsi una barretta di cioccolato e tutta trionfante mi avviai verso la classe. “Guarda che ingrassi” mi soffio qualcuno all’orecchio. Mi si rizzarono i peli delle braccia come ad un gatto e mi voltai di scatto, trovandomi due occhi di un azzurro meraviglioso a qualche centimetro dai miei verdi. “Meglio se ingrasso, così non mi troverai attraente e non romperai più le palle.” Risposi a tono fissandolo negli occhi. Quegli occhi che mi avevano incatenata, incapace di muovermi in quell’azzurro. “Allora meglio se stai a dieta” si avvicinò a me per poi deviare verso l’orecchio “se avrai quella voce ti chiamerò tutte le mattine”. Girò i tacchi e se ne andò con un sorriso divertito sulle labbra, gli urlai un amorevole “vaffanculo”. Continuai a camminare verso la classe dove ancora mi aspettava Lottie. Da quel giorno avrei spento il cellulare fino al mio ingresso a scuola. Lei era seduta sul suo banco a parlare con Katy, una nostra compagna, si salutarono prima che io potessi raggiungerle. “Lottie domani vieni con me?” le chiesi sedendomi davanti a lei. “Certo, domani sono due anni eh?” sussurrò guardandomi dolcemente, domani sarebbe stato l’anniversario della morte dei miei genitori. Annuì debolmente abbassando lo sguardo, lei si alzò e mi baciò la fronte dandomi qualche buffetto sulla guancia. “Sorridi Nicole! Non credo che i tuoi vogliano vederti così triste giusto?” mi sorrise e io fui contagiata da quel sorriso rassicurante.
Il giorno seguente mi svegliai verso le dieci, anche se era un giorno di scuola avevo deciso di saltarlo, l’avevo fatto anche l’anno scorso. Non mi piaceva stare a scuola e pensare a due anni fa, preferivo andarli a trovare al cimitero alla mattina. Mi feci una doccia veloce e mi vestì,  mandai un messaggio a Lottie per dirle di venire a casa mia, poi saremmo andate dai miei genitori. Appena suonò il campanello andai ad aprire trovandomi la bionda sorridente davanti a me, alzò un braccio mostrando una scatola con dentro sicuramente delle ciambelle. Gliela strappai di mano fiondandomi in cucina e lei rise seguendomi, preparai il caffè e mi sedetti al tavolo. “Mio fratello stamattina mi ha chiesto perché salti la scuola questo preciso giorno” iniziò a parlare Lottie “non si fa mai gli affari suoi.” “Tu che gli hai detto?” “Che si deve fare gli affari suoi e lui ha sbuffato.” La caffettiera iniziò a brontolare quando il caffè fu pronto e lo versai in delle tazzine, presi una ciambella e sospirai quando sentì la glassa sopra di essa sciogliersi in bocca. “Lottie mi hai portato il paradiso!” esclamai. Uscimmo di casa e presi dei tulipani dal fioraio, erano i fiori preferiti di tutti e due. Dieci minuti dopo eravamo davanti alle loro lapidi e io sorridevo tristemente , posai i fiori davanti ad esse li salutai. Parlai un po’ con quel marmo grigio e freddo, Charlotte se ne stava in disparte lasciandomi del tempo da sola. La ringraziai infinitamente per questo, lei mi capiva e non si voleva intromettere. Quando ebbi finito la mia amica si avvicinò e salutò anche lei i miei genitori. Tornammo a casa e passammo il pomeriggio a guardare film e mangiare pop-corn sul divano. ‘Perché oggi non sei venuta a scuola?’ un nuovo messaggio di Louis. ‘Fatti gli affari tuoi’ ‘Voglio saperlo.’ ‘Louis non è la giornata adatta per stare dietro alle tue cazzate.’ ‘Mi hai chiamato per nome! Deve essere una cosa grave allora.’ Evitai di rispondere e mi fiondai sulla ciotola di pop-corn ricevendo lamentele da parte della mia amica.

 

POV Lottie


Mi svegliai come al solito di mal umore,cercai il mio cellulare ma non lo trovai. ''Dove può essere?''.Dissi cercando da tutte le parti. ''Louis!'' Gridai,ero sicura che l'avesse preso lui. ''Che c'è?'' sbuffò. ''Dove cazzo è il mio cellulare?'' ''In cucina cogliona'' disse uscendo di casa. Quanto posso odiarlo? Quanto?
Arrivai a scuola, salutai Nicole e entrammo in classe, nella ricreazione Nicole sparì. ''Sarà andata a comprare delle barrette alla macchinetta come al solito'' pensai. Improvvisamente sentii un sacco di ragazze confabulare e sghignazzare come delle ochette, ero sicura stava per entrare in classe Louis, per mia grande sorpresa era Liam, appena lo vidi sbuffai e mi girai dall'altro lato. Dopo sentii delle braccia avvolgermi il bacino, mi girai, era Liam. ''Che vuoi?'' dissi con aria seccata. ''Solo giocare un po’ con te'' mi sussurrò all'orecchio. Improvvisamente mi ritrovai gli occhi di Liam puntati addosso, aveva degli occhi meravigliosi. ''Lottie è ora di andare!'' era la voce di Nicole che mi avvertiva di dover tornare a casa, non salutai Liam e andai via. ''Cosa ci facevi con Liam?'' chiese curiosa. ''Niente lascia perdere è un rompi coglioni'' dissi con tono seccato.
Squillò il cellulare di Nicole, era Louis ,lei sbuffò e rispose: ''Cosa vuoi Tomlinson?'' ''Liam vuole il numero di Lottie puoi darmelo?” ''è tua sorella dovresti avere il suo numero.'' Guardai Nicole in modo strano e le dissi di passarmi il telefono ''Louis cosa vuoi?'’ ''Liam vuole il tuo numero” .Scoppiai in una grande risata e gli chiusi il telefono in faccia.''è pazzo se crede che io darò il mio numero a quel puttaniere.'' Dopo aver salutato Nicole tornai a casa e fui accolta dal saluto dei miei genitori . ''Ciao'' dissi freddamente. ''Perchè ti comporti sempre così?'' chiese mio padre seccato. ''E mi chiedete anche il perchè? È più importante il vostro lavoro dei vostri figli?'' dissi urlando. Sentendo le urla Louis scese le scale e disse ''Cosa succede Lottie?''. Lo guardai e iniziai a piangere ''Vi odio, vi odio tutti''. Salii in camera mia e chiamai subito Nicole lei riusciva sempre a farmi calmare è assurdo il bene che voglio a questa ragazza, preferisco lei alla mia famiglia. La nostra chiamata finì, mi appoggiai al letto e iniziai a ricordare la mia infanzia, voi penserete che la mia infanzia sia stata rose fiori ma non è così. I miei genitori lavoravano sempre, come adesso, beh mio fratello mi trattava male, come adesso. Solo una persona riusciva a farmi sentire speciale, mia nonna, quanto amavo quella donna, faceva i regali peggiori del mondo,non sapeva cucinare bene e mi cuciva quei maglioni pungenti,ma era la persona più importante della mia vita. L'unica che riusciva a farmi sorridere, ma purtroppo mi lasciò quando avevo 13 anni, soffrii molto per questo e non volevo nemmeno andare a scuola. Solo una persona riuscì a farmi tornare il sorriso e questa persona è Nicole, è tutta la mia vita.
Dopo qualche ora ero nello stato dormiveglia, la mia porta fu aperta lentamente, era Louis, feci finta di dormire,così se mi avrebbe fatto qualche scherzo potevo subito attaccare,vendicandomi. Ma con mia grandissima sorpresa mi guardò, sorrise e se ne andò, quel ragazzo è proprio strano.
La mattina dopo mi svegliai di cattivissimo umore peggio del solito, i miei genitori mi salutarono ma io andai via sbattendo la porta. Arrivai a scuola con 10 minuti di anticipo, Nicole non c'era. ''Non verrà d sicuro'' pensai, ma fui interrotta dalla voce sgradevole di quell'oca di Cate, quanto potevo odiare quella ragazza? Fa la puttana con tutti. ''Aspetta aspetta ci sta provando con Liam?'' pensai infastidita,non sarò mica gelosa? No non può essere. Io gelosa di Liam Payne? Iniziai a ridere e Liam mi sentii e mi disse ''Gelosa?''. Lo guardai sorridendo ''Io gelosa di te? Ma fammi il favore! Ah comunque ringrazia mio fratello per ieri sera da parte mia” Andai in classe, dopo le strazianti 6 ore andai da Nicole per scoprire il motivo per cui non era venuta a scuola e riuscii a ricevere come risposta solo un ''Non mi andava”. Quel giorno era il giorno in cui Nicole andava al cimitero ad incontrare i suoi genitori e così la accompagnai come al solito,l a sera andai a dormire da Nicole, non mi andava di tornare a casa da quella che dovrei chiamare 'famiglia',  preferisco rimanere con la mia migliore amica.

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Allora eccovi il secondo capitolo, che ne pensate? lasciate una recensione :D

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Capitolo 3
*** Chapter 3 ***


POV Nicole

Passò una settimana dall’anniversario dei miei genitori e il giorno seguente sarebbe stato il compleanno di Katy, mi serviva urgentemente un vestito per la festa.
L’aveva organizzata in casa sua con quasi tutta la gente della scuola, la sua era una gigantesca villa più che una casa. Invitai Lottie e Katy per una giornata di shopping sfrenato. Alle tre uscii di casa diretta in centro, mi fermai davanti alla fontana aspettando le mie amiche e controllai l’orario sul cellulare. Le vidi arrivare e andai loro incontro salutandole allegramente. “Ehi ragazze! Pronte per lo shopping?” esclamai alzando un pugno verso l’alto. “Ovviamente!” rispose Katy imitando il mio gesto. Cominciammo a camminare per la via con i negozi più famosi della città. Entrammo in un negozio piccolo ma molto carino, le pareti erano rosse e la musica era alta, molto bello. Vagai fra i vari vestiti e uno mi colpì subito, cercai la taglia ed entrai in camerino per provarlo. Scostai la tendina per farlo vedere anche le mie amiche, Kate applaudì continuando a dire “Bella, bellissima!”. Lottie mi guardava sorridente e alzò il pollice per approvare, okay era quello giusto. (http://images.asos.com/inv/media/4/3/5/6/2406534/image4xl.jpg) Uscimmo dal negozio entrando in quello affianco e lì trovammo quello adatto a Lottie, era bellissima. (http://images.asos.com/inv/media/6/8/6/0/2420686/black/image1l.jpg) Katy aveva già il vestito quindi tornammo a casa, lancia il cellulare sul divano e corsi a farmi una doccia, quando uscii qualcuno suonò il campanello. Corsi a mettermi una maglietta e dei pantaloncini per poi andare ad aprire con ancora i capelli bagnati e gocciolanti, non mi ero asciugata bene neanche la pelle così i vestiti mi si erano appiccicati addosso. Appena aprii la porta sbarrai occhi e bocca, era veramente uno stalker. Chiusi la porta sbattendola in faccia a Tomlinson ma lui prontamente mise un piede vicino ad essa fermandola. “Che maleducata, si accolgono così gli ospiti?” domandò con un sorriso divertito sulle labbra. Quel giorno lo trovai più sexy, i capelli sistemati in un disordine calcolato per farti impazzire, gli occhi azzurri che mi squadravano da capo a piedi e le labbra che vennero inumidite dalla sua lingua. Nicole calmati, raffredda i bollenti spiriti. “Noto che hai appena finito di fare la doccia, che peccato, sono arrivato in ritardo.” Mi si avvicinò ed io indietreggiai di qualche passo, giusto per tenere una distanza di sicurezza.  “Cosa ci fai qui?” chiesi stranita, ma la domanda era: come sai dove abito?! “Sono venuto a trovarti.. allora.. dove è la tua camera?” mi guardò maliziosamente e io risposi fulminandolo con gli occhi “La troverò da solo.” Detto questo iniziò a salire le scale ed esultò trovando la mia camera, cercai di fermarlo ma lui era più forte di me ed entrò. Guardò le pareti lilla e il grande letto a due piazze in mezzo alla stanza, affianco ad esso c’era una finestra enorme che dava sul parco dietro casa. Il grande armadio era ricoperto di scritte, testi di canzoni, dediche e frasi di libri o film. “Bella stanza” commentò Louis fischiando. Si buttò sul letto a peso morbido e si voltò verso il comodino su cui c’era una foto dei miei genitori. La prese in mano dicendo “Sono i tuoi? Adesso dove sono?”. Mi fiondai su di lui e gli strappai la foto di mano stringendomela al petto con una punta di paura negli occhi. Era l’ultima cosa che mi rimaneva di loro e la tenevo con la massima cura. Lui mi fissò per qualche secondo per poi avvicinarsi lentamente, poggiò una mano sulla mia guancia e incatenò i miei occhi ai suoi. “Tutto okay?” sussurrò preoccupato, era la prima volta che lo vedevo così.  “I miei.. i miei genitori sono morti due anni fa” non so perché mi ritrovai a confessargli quella cosa che mi faceva soffrire e tenevo dentro di me. Lui non rispose, si limitò ad abbracciarmi ed io non mi spostai, non mi volevo ammetterlo ma il suo abbraccio mi piaceva e mi rassicurava. Si scostò di poco da me e mi accarezzò una guancia, prima che capissi cosa stesse succedendo sentì le sue labbra posarsi sulle mie. Mi baciò dolcemente passando una mano tra i miei capelli ancora bagnati, sorrise sulle mie labbra e approfondì il bacio. Schiusi la bocca senza neanche accorgermene, la sua lingua andò in cerca della mia accarezzandola e giocandoci. Ritrovai un minimo di lucidità e mi staccai come se mi fossi scottata spingendolo indietro, mi guardò confuso. “Perché?” sussurrai guardandolo, lui scosse la testa non trovando una risposta adatta alla mia domanda “Credo che tu te ne debba andare” continuai guardando in basso. Lo sentì uscire di casa, mi abbandonai sul letto sconvolta. Avevo baciato Louis Tomlinson e mi era piaciuto.

Il giorno seguente era sabato e scuola fortunatamente non c’era, passai tutta la giornata a pensare al bacio del giorno prima e a guardare la TV distrattamente. Si fece presto la sera ed andai a preparami per la festa, quando fui pronta raggiunsi la casa di Katy a piedi. Stetti fuori ad aspettare Lottie e la vidi arrivare insieme a suo fratello nella sua macchina, il cuore prese a battermi più velocemente e appena la mia amica mi fu vicina la trascinai dentro senza salutare Louis. “Devo dirti una cosa” le dissi cercando di sovrastare il volume della musica “ieri ho baciato tuo fratello”. Mi guardò sconvolta e urlò “COSA HAI FATTO?!”, qualcuno vicino a noi si girò sentendo le urla di Charlotte. Le tappai la bocca e le spiegai tutto quello che era successo da quando Louis era entrato in casa mia. Spalancò gli occhi sempre di più ad ogni mia parola. Mi girai e vidi Louis e Liam poco distanti che parlavano con alcuni amici, Tomlinson mi fissava e per un attimo i nostri sguardi si incrociarono. Guardai subito altrove trovando Katy e andai a ballare con lei, due canzoni dopo ero stanca e mi avvicinai al bancone bar per bere qualcosa. Sentii una presa sulla spalla che mi fece girare trovandomi davanti la persona che cercavo di evitare. “Smith dobbiamo parlare” mi disse serio. “Mi dispiace ma devo tornare da tua sorella, ci vediamo a scuola” lo liquidai andandomene. Non ce la facevo a parlargli o anche semplicemente a guardarlo in faccia, era più forte di me.

 

POV Lottie

 Oggi io e Nicole dovevamo andare alla festa di una nostra compagna di scuola, Katy e sfortunatamente erano invitati pure mio fratello e Liam, ma lasciamo perdere. Andai a fare shopping con Nicole e Katy per scegliere il vestito da mettere, ne trovammo due bellissimi e tutte contente tornammo a casa. Come al solito dovetti aspettare mio fratello, ci metteva più di 3 ore per prepararsi e per le prime 2 ore stava in bagno.  Quando scese dalle scale dissi: ''Se vuoi ammazzarti di seghe non farlo quando dobbiamo andare ad una festa,grazie''. Mi guardò male e rispose: ''Non ho bisogno di farmi seghe mi posso scopare una ragazza al giorno”. ''Dobbiamo andare a prendere Liam?'' dissi sospirando. ''No,viene da solo ora sali in macchina'' feci un sospiro di sollievo e entrai in macchina, arrivati davanti la casa di Katy vidi Nicole, aveva lo sguardò un po’ assente. Le andai incontro e mi tirò per il braccio, mi disse che si era baciata con Louis, ma porca merda come può baciare Louis,è impazzita. Improvvisamente la vidi scomparire di colpo. ''Dove cazzo si è cacciata?'' pensai un po’ incazzata non può lasciarmi da sola così! La cercai dappertutto, salii nella camera di Katy dove trovai Liam e Cate che pomiciavano, sentii il cuore rompersi in mille pezzettini e corsi via. Perchè sto provando questo sentimento di gelosia? Mi sedetti fuori in giardino, mi andava di stare sola, improvvisamente qualcuno si sedette vicino a me, era Liam. ''Che vuoi?'' dissi con aria triste.''Cosa ti prende? Perché sei scappata, non sarai per caso gelosa?'' disse con un tono diverso dal solito. ''Io gelosa di te? Mai'' dissi guardando a terra, mi sentii osservata, alzai la testa e avevo gli occhi di Liam puntati addosso. Aveva degli occhi stupendi anche se non erano ne azzurri e ne verdi, aveva dei bellissimi occhi color nocciola. Piano piano iniziò ad avvicinarsi a me e con uno sguardo dolce e con molta delicatezza mi mise una mano sulla guancia e chiuse gli occhi, ma cosa stavo facendo? Lui fa così con tutte, fa tutto il dolce e poi è uno stronzo, così mi alzai diedi uno schiaffo a Liam e me ne andai. Appena entrai in casa vidi subito Nicole che mi venne incontro ''Eccoti ti sei fatta vedere finalmente.'' ''Tutto okay?'' disse Nicole preoccupata.''Poi ti spiego bene a scuola.'' ''Okay,adesso torniamo a casa.'' Quella notte non riuscii a dormire, pensai tutto il tempo a Liam, i suoi bellissimi occhi, la sua mano poggiata sulla mia guancia, il suo tono di voce dolce, forse mi stavo innamorando?

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Capitolo 4
*** Chapter 4 ***


POV Nicole

Chiusi il mio armadietto e mi ritrovai di fianco Louis con un sorriso sulle labbra. Mi misi una mano sul cuore cercando di rallentare i battiti, mi aveva fatto prendere un colpo!
“Ehi Smith!” mi salutò allegramente. “Fottiti Tomlinson.” Risposi alzando il dito medio, mi girai e cominciai a camminare verso la palestra. La prossima ora sarebbe stata ginnastica, cosa che odiavo da morire perché il professore era un maniaco pelato. Louis mi raggiunse con qualche falcata e continuò a camminare affianco a me, quelli intorno a noi ci guardavano stupiti di vedere Tomlinson con una ragazza senza avere la sua lingua in gola. “Non mi seguire”  dissi guardando davanti a me con tono seccato e lui rise.
“Non ti sto seguendo, devo andare anche io in palestra. Tu che professore hai?” “Hughes.” “Ah il maniaco! Allora sarà divertente fare ginnastica con voi” sorrise malizioso e io sbuffai. Si piegò fino ad arrivare al mio orecchio e mi sussurrò “Ti è piaciuto il bacio dell’altra volta?”, quella semplice frase mi fece fermare in mezzo al corridoio e mi provocò un brivido lungo la schiena. Davanti a me scorsero le immagini di quel bacio come se stessi guardando un film ma Louis mi riscosse con una leggera risata. “Deduco che ti è piaciuto tantissimo.” “Sbagli, stavo ripensando alla rabbia e al disgusto che ho provato in quel momento.” “Mi piaci quando menti, sei sexy.” Soffio ancora al mio orecchio e io mi allontanai riprendendo a camminare. “Sei pregato di smetterla Tomlinson!” lo avvisai guardandolo truce.
“E se io non volessi?” “Sarei costretta a toglierti le palle e attaccartele al posto delle tonsille.” Conclusi con un finto sorriso ed entrai nello spogliatoio delle femmine. Lottie mi saltò addosso chiedendomi perché ero arrivata in ritardo, risposi che avevo avuto un piccolo inconveniente senza nominare suo fratello. Entrammo in palestra dopo esserci cambiate e i nostri compagni erano già tutti in fila davanti al professore. La classe di Louis era seduta sugli spalti aspettando il loro professore, e stavano facendo chiasso, il prof. Hughes fischiò facendoli stare zitti ed io sorrisi. “Bene ragazzi iniziamo con un po’ di stretching! Le facce rivolte verso di me e arrivare a toccare le punte dei piedi con le mani, forza!” esclamò fischiando un’altra volta. Quell’uomo è pazzo! Guardare lui significava dare le spalle alla classe di Liam e Louis, col cavolo che mi piegavo a novanta col il culo rivolto verso di loro! “Prof non poss..” provai a replicare ma il pelato fischiò facendomi stare zitta. “Smith, decido io!” io lo strozzo in questo preciso istante. Qualcuno dagli spalti urlò “Dai Smith fai la brava e fai questo esercizio” rise, ovviamente era quel deficiente di Tomlinson. All’ennesimo fischio ci piegammo tutti in avanti, mi vergognavo come una ladra, volevo che la campanella suonasse il prima possibile ma l’ora era appena iniziata. Fortunatamente arrivò l’altro professore che fece iniziare a correre la sua classe ma sentivo lo stesso uno sguardo puntato su di me. Dopo qualche altro minuto di riscaldamento i due professori ebbero la grande idea di far giocare le due classi a pallavolo come avversari. Io e Katy eravamo in campo mentre Charlotte era in panchina, sia Liam che Louis erano nella squadra avversaria, loro erano i più potenti. Mi misero a schiacciare e Louis dall’altra parte della rete mi disse “Sei morta, io sono un asso nella pallavolo ragazzina”.
“Staremo a vedere”
risposi maligna, sette anni di pallavolo non saranno serviti a qualcosa no? La partita iniziò e la palla continuava a passare da un campo all’altro, appena Katy mi alzò la palla presi la rincorsa e dopo aver saltato la schiacciai con tutte le mie forze. La palla sorpassò il muro di Louis e di un suo compagno, esulta ed andai a battere il cinque a Katy e a tutta la squadra. Lo scemo emise un suono simile ad un ringhio e ritornò in posizione sfidandomi con gli occhi. La campanella suonò e la partita finì, vittoria per la mia classe per due set a uno. Saltammo e ci abbracciamo mentre gli altri si lamentavano, mi girai verso Louis borbottava. “Ti rode eh, Tomlinson?” risi guardando la sua faccia. “Zitta!” rispose incazzato andando verso gli spogliatoi. Era l’ultima ora quindi uscimmo subito dopo esserci cambiati, Lottie era sparita mentre io me la stavo prendendo comoda. Il corridoio era desolato, ovviamente erano tutti corsi via per uscire da quell’inferno. In un secondo mi ritrovai con la schiena al muro e il corpo di Louis spalmato addosso, era talmente vicino che sentivo il suo respiro sul collo. Mi aveva bloccato le mani sopra la testa e le gambe avevano troppo poco spazio per muoversi, ero in trappola. “L-lasciami” dissi contorcendomi per cercare di fuggire. “Devi pagare per avermi umiliato in palestra” mormorò  contro la pelle del mio collo. Ero percossa dai brividi che mi provavano le sue labbra su di me. Lasciò una scia umida che partiva dalla clavicola al lobo dell’orecchio, quando morse quest’ultimo emisi un lieve gemito.
“Ti piace eh?” disse guardandomi negli occhi, arrossì si botto e lui sorrise. Si avvicinò di nuovo ma questa volta mi baciò sulle labbra e la sua lingua entrò nella mia bocca per la seconda volta. Questa volta decisi di lasciarlo fare e mi rilassai sotto il suo bacio, sorrise e si staccò. “Adesso non fai più la difficile” commentò. Finalmente riuscì a muovere la gamba e la alzai rifilandogli una ginocchiata nelle parti basse, l’organo più importante per lui. Fece una smorfia di dolore piegandosi, indietreggiò e io mi spostai dicendo “Questa è la seconda volta che mi baci, fallo un’altra vota e ti castro!”. Me ne andai lasciandolo lì dolorante e risi pensando di aver fregato Louis Tomlinson.

POV Lottie

Il mattino dopo andai a scuola e raccontai tutto l'accaduto a Nicole che mi guardò sconvolta. ''Siamo nella stessa situazione sorella'' disse dandomi una pacca sulla spalla. Evitai Liam per tutto il giorno, dopo le 6 ore strazianti io e Nicole ci salutammo, rimasi sola. Dopo sentii qualcuno prendermi la mano, era Liam, cercai di liberarmi, ma non ci riuscii. Cosa voleva? “Vieni con me” disse semplicemente prima di trascinarmi per i corridoi. Continuai a strattonarlo per fermarlo o almeno lasciarmi andare.
“Liam lasciami cribbio!” urlai esasperata.  Ancora non si girò verso di me “Mi devi delle risposte, e me le farò dare a modo mio”. Okay mi stava spaventando, non avevo la minima idea di cosa volesse fare eppure lo seguì in silenzio. Dopo poco ci trovammo davanti allo stanzino dei bidelli, dove tenevano scope e cose varie, mi ci buttò dentro con forza chiudendo la porta. Lui rimase fuori e sentì chiaramente lo scatto della serratura, mi aveva chiuse dentro quel bastando.
“Ma dico sei per caso impazzito?! Tirami fuori di qui!” mi fiondai contro la porta sbattendo i pugni, accesi la luce per vedere a cosa andavo addosso. “Ti ho detto che voglio delle risposte, prima me le dai e prima ti tiro fuori di qui” rispose con tono piatto, avrei tanto voluto prenderlo a schiaffi su quel suo adorabile faccino. “Perché?” eccola la prima domanda. “Che intendi dire?” “Perché mi hai dato uno schiaffo?” “Davvero non lo capisci? –risi- perché hai tentato di baciarmi!” “E tu non vuoi giusto?” A quella domanda rimasi in silenzio e capii che lui stava sorridendo, anche se tra di noi c’era una porta riuscivo comunque a vederlo sorridere. “Passiamo alla prossima domanda: sei gelosa di me?” “Ho già risposto a questa domanda.” “Voglio la verità o non uscirai più di lì.” “Questa è la verità Payne.” “Come vuoi tu, ora devo andare ciao” disse e sentii dei passi, si stava allontanando e mi stava lasciando veramente rinchiusa qui! “Payne torna indietro!” provai a gridare ma niente, non sentivo più nessun rumore “Si lo ammetto sono gelosa di te!” esclamai accasciandomi contro la porta. La serratura scattò di nuovo facendomi spaventare, la porta si aprì e mi ritrovai Liam tutto sorridente davanti a me. “Non te ne eri andato?” chiesi titubante. “Basta fare qualche passo, togliersi le scarpe, tornare indietro e il gioco è fatto” mi confessò il suo sporco gioco porgendomi un foglietto. Lo presi e lo esaminai, alzai lo sguardo e dissi “Cosa è?”. “Il biglietto per il cinema, ti aspetto all’entrata alle otto in punto!” si mise le scarpe e se ne andò definitivamente lasciandomi lì con l’espressione da pesce lesso.

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Capitolo 5
*** Chapter 5 ***


POV Nicole

Misi giù il telefono vicino al divano, avevo appena ordinato una pizza essendo a casa da sola con la voglia di cucinare pari a zero. Girai un po’ di canali in cerca di qualche programma interessante ma alla fine spensi annoiata la televisione. Aprì al suono del campanello per prendere la pizza, diedi i soldi al ragazzo e lui mi sorrise raggiante, sorrisi anche io e salutandolo chiusi la porta. Mangiai in poco tempo e sentì un rumore di vetro rotto in provenire dal piano superiori, mi preoccupai e corsi subito in camera mia. Quello che trovai mi fece salire le lacrime agli occhi: la cornice che mi avevano regalato i miei genitori con dentro la loro foto era rotta, per terra affianco al letto. Mi chinai a raccogliere i cocci e le lacrime continuavano a scendere, la cosa per me più importante era andata in mille pezzi per colpa di una folata di vento. Non ci potevo credere. Presi il cellulare per chiamare Lottie ma sul cellulare non rispondeva così decisi di chiamare casa sua, tirai su col naso e cercai di nascondere la voce incrinata dal pianto. “Pronto?” rispose una voce maschile, riconobbi quella di Louis. “Mi puoi passare Lottie?” chiesi asciugandomi una guancia. “Lottie non c’è.. ma stai piangendo?” la sua voce si era addolcita e io negai con la testa ricordandomi poi che non mi poteva vedere. “No.” “Invece si.” “Louis non fare il testardo.” “Seconda volta che mi chiami per nome, hai qualcosa, dimmelo.” “Fatti gli affari tuoi.” “Tra dieci minuti sono a casa tua.” “Cosa? No Louis..” ma non riuscii a continuare perché aveva già messo giù. Cosa diamine aveva in mente quel ragazzo? Andai ad aprire titubante e con ancora gli occhi rossi, quando me lo trovai davanti con uno sguardo preoccupato scoppiai di nuovo a piangere abbracciandolo. Mi strinse subito fra le sue braccia come quella volta in camera mia, bagnai la sua maglietta con le lacrime ma lui non sembrò preoccuparsene. Mi spinse gentilmente in casa chiudendo la porta alle sue spalle, mi prese il viso tra le mani levandomi qualche lacrima e cercò di non scoppiare a ridere. “Hai tutto il trucco sbavato sei buffissima!” mi allontanai guardandolo storto. “Sei venuto qui per prendermi in giro?” “Scusami, è stato più forte di me.” Mi abbracciò di nuovo e mi chiese il motivo del mio pianto, rimasi muta qualche secondo poi risposi con un sussurro. “Ricordi la foto dei miei genitori? La cornice me l’avevano regalata loro e si è rotta prima. Era la cosa più importante che avevo” stinsi la maglia che aveva addosso e inspirai il suo profumo di menta. “Vediamoci un film dai!” mi prese per mano portandomi sul divano e accese la televisione. Trovò una commedia romantica e buttò il telecomando sul tavolino davanti a noi, cominciò a fare battute e io continuavo a ridere come una scema. Andò in cucina tornando poi con un barattolo di gelato e due cucchiai in mano, mi sorrise e si sedette accanto a me con il barattolo tra le gambe. “Il gelato è il migliore dei rimedi!” esclamò passandomi un cucchiaio con sopra del gelato alla fragola. Lo mangiai e subito mi sentii meglio, lui continuava a sorridere aspettando che io dicessi qualcosa. “Grazie” sussurrai, arrossii e fissai lo schermo su cui scorrevano immagini di un film che non riuscivo a seguire. Tre ore di film mi stavano facendo addormentare, senza accorgermene crollai con la testa sulle gambe di Louis che mi guardò stupito. Non sentì più niente sotto di me e mi sforzai di aprire gli occhi per capire cosa stesse succedendo, ero in braccio a quel ragazzo che tanto odiavo e lui mi stavo portando in camera. Mi posò sul letto e si allontanò ma io non mollavo la sua maglietta trattenendolo, si girò e cercò di allentare la mia presa. “Stai qui, per favore” mormorai tra il sonno e la veglia. Sentii il materasso sprofondare e subito dopo un corpo caldo si sdraiò affianco al mio, abbracciandomi dolcemente. Mi diede un bacio sulla nuca e io mi addormentai accoccolata tra le sue braccia. Stavo male, stavo veramente male.
Il giorno seguente mi svegliai con un leggero mal di testa, avevo pianto troppo e queste erano le conseguenze. Cercai di alzarmi ma qualcosa me lo impediva, il braccio di Louis sul mio fianco che mi teneva stretta a lui. Il suo respiro mi solleticava la testa mentre strofinava il naso tra i miei capelli, mi girai trovandolo ancora addormentato e sorrisi. Era veramente bello, mi ricordai di quello che aveva fatto per me la sera prima e non riuscivo a pensare a cosa gli fosse preso. Prima faceva lo stronzo e dopo mi coccolava quando ero triste? Ho sempre pensato che fosse strano ma non fino a questo punto. Spostai delicatamente il suo braccio per non svegliarlo, purtroppo appena misi i miei per terra lo sentì muoversi e mormorare “Dove vai?”. Portò le mani a strofinarsi gli occhi. “Vado a farmi un caffè per svegliarmi, lo vuoi anche tu?” chiesi sulla soglia della porta.
“Si adesso arrivo anche io, faccio una cosa prima” si alzò e capii cosa intendeva, la patta dei suoi pantaloni era stranamente rigonfia ed io arrossì fino alla punta dei capelli. “Fai pure con comodo” corsi giù dalle scale per scappare da quella situazione imbarazzante e mi rintanai in cucina. Preparai il caffè e mi sedetti sul tavolo sorseggiando il liquido scuro nella mia tazzina, Louis scese poco dopo e prese la sua tazzina. Soffio e iniziò a fissarmi mentre io fissavo una parte indeterminata della stanza. Il primo a rompere il ghiaccio fu lui. “Quindi? Ora che si fa?” domandò avvicinandosi. “Che intendi?” “Oh andiamo! Non possiamo fare finta che ieri sera non sia successo niente! Abbiamo dormito insieme e siamo stati bene, ammettilo.” “Louis è difficile..” “Cosa c’è di difficile?” “Io non ti sopporto! Mi prendi sempre in giro e fai sempre lo scemo!” “Eppure ieri sera non la pensavi così.” “Non so cosa mi sia preso.” “Io invece credo proprio di si. Senti, che ne dici se mettessimo da parte gli scherzi e le bambinate, e diventassimo amici?” poggiò la fronte sulla mia guardandomi dritto negli occhi. “Non lo so..” i suoi occhi diventarono tristi e pensai a come mi fossi sentita la sera precedente. Mi aveva sollevato l’umore come solo Lottie sapeva fare, mi aveva coccolata e mi aveva fatta sfogare, ero stata veramente bene. “Va bene, proviamoci” sospirai. Sorrise sornione dandomi un bacio sulla fronte e dopo essersi sistemato disse di dover uscire con Liam. Lo salutai con la testa che girava dalla confusione. Io amica di Louis Tomlinson? Non ci avrei mai creduto.

POV Lottie

Erano già le 18.00 tra un'ora avrei avuto l'appuntamento con Liam, dovevo cambiarmi in fretta per arrivare in tempo. Non sapevo cosa mettermi così chiamai Nicole che corse da me, le avevo detto che c'erano i ladri altrimenti avrebbe messo ore ad arrivare. Appena le dissi la verità iniziò a picchiarmi e poi disse ''scegliamo questo vestito''. Dopo mille prove scelsi un vestito molto semplice, Nicole è una brava consigliera di moda. Alle 19:00 precise arrivai davanti al cinema dove c'era Liam ad aspettarmi, appena mi vide mi guardò dalla testa ai piedi e sorrise. ''Allora andiamo?'' mi disse sorridendo, risposi con un cenno della testa. Aveva scelto un film horror,pensava che io mi spaventassi di un semplice film? ahaha pensava bene. Rimasi appiccicata a lui per tutto il film, lui mi guardò e sghignazzo un po’. Lo guardai male e alzai un sopracciglio, lui mi diede un bacio sulla fronte, diventai rossa come un peperone. Mi alzai e dissi a Liam che stavo andando un minuto al bagno, mi sciacquai la faccia e uscii, appena uscii caddi addosso a Liam, messo dietro la porta. ''Tutto apposto piccola?'' Disse guardandomi,piccola?oddio reggetemi ahah. Mi alzai da sopra di lui e uscimmo dal cinema. Arrivò il momento di salutarci, lui mi guardava negli occhi come se volesse baciarmi, allora mi avvicinai a lui, mi misi sulle punte e lo baciai per poi correre via. Tornai a casa tutta contenta, ma lì mi aspettava una grande notizia, il figlio della migliore amica di mia madre sarebbe venuto a vivere da noi per un po’, oh cazzo! Dissi tutto a Nicole e le raccontai un po’ di Harry, il ragazzo che sarebbe venuto a stare da noi, le mostrai una foto e lei disse ''Beh, ma è carino..ma che dico è un figo!''. La guardai male e risposi ''Sarà figo, ma sarà come avere due Louis in casa...DUE LOUIS IN CASA!''. Urlai, la faccia di Nicole era sconvolta mi mise una mano sulla fronte. ''No,non hai la febbre, hai bevuto o fumato qualcosa?''. Alzai un sopracciglio e risposi ''Mi sa che qui l'unica che ha bevuto o fumato sei tu..''
Dopo le orribili 6 ore di scuola tornai a casa, dove mi ritrovai sola con 3 ragazzi, Louis, Liam e Harry. ''Ciao piccola!'' disse Liam venendomi incontro. ''Ciao'' risposi timidamente, Louis iniziò a ridere, io lo guardai male e seccata salii in camera mia, quanto odio mio fratello. Improvvisamente sentii bussare la porta ed entrò qualcuno, mi aspettavo Liam e invece no, entrò Harry.''Cosa vuoi?'' dissi senza guardarlo in faccia. Sentii il fiato di Harry sul mio collo, rimasi immobilizzata, lui sorrise e mi baciò il collo. Poi passò alle guancie e infine alla bocca, mi staccai subito e gli diedi uno schiaffo e lui uscii. Cercai di chiamare Nicole ma per qualche oscuro motivo non mi rispose, non sapevo proprio con chi parlarne.

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