La luce negli occhi di katyjolinar (/viewuser.php?uid=3135)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 1 *** 1 ***
gncis1
La luce negli
occhi
1
Solita mattina all'NCIS: McGee lavorava al
computer, Tony lo tormentava e Ziva punzecchiava Tony.
Tony: "Hey, Pivello! A chi stai scrivendo? Non sarà mica una
ragazza? Ma che sto dicendo? Tu che scrivi a una ragazza? Sarebbe
più probabile vedere Ziva che balla su un tavolo..."
Ziva: "Ti sbagli Tony. E' più facile che McGee trovi una ragazza,
piuttosto che tu mi veda ballare su un tavolo!"
Tony: "Perchè no? Non dirmi che non sai ballare..."
Ziva: "Ti stupiresti di sapere quante cose so fare..."
Vennero interrotti da due scappellotti da Gibbs, arrivato alle
loro spalle.
Tony: "Scusa, Capo..."
L'uomo non lo considerò, e cominciò a parlare, andando a prendere
la sua pistola nel cassetto della scrivania.
Gibbs: "Abbiamo una segnalazione su Anger. Andiamo a prenderlo!
Tony, prendi le chiavi del furgone."
I tre si prepararono e scesero di corsa nel garage.
Anger era un evaso del carcere militare, pericoloso, che cercavano
da tempo.
Indossati i giubbotti anti-proiettile e caricate le armi, si
avvicinarono all'edificio, un magazzino in disuso, Poi si divisero in coppie:
Gibbs con McGee e Tony con Ziva.
Camminarono lentamente, con le armi in pugno e tenendosi in
contatto via radio.
Gibbs: "Dinozzo, David, vedete qualcosa?"
Tony: "Nulla, Gibbs..."
Ma improvvisamente vennero sommersi da una pioggia di proiettili,
sparati da un mitra; si apprestarono a ripararsi dietro una pila di casse,
sparando ogni tanto un colpo alla cieca.
Ziva: "Qualcuno deve fermarlo!"
Tony: "Sì, ma come?"
Ziva: "I suoi proiettili non dureranno a lungo. Basta
aspettare."
Infatti dopo poco la pioggia di proiettili terminò. Ziva prese
l'iniziativa e uscì allo scoperto, sparando alcuni colpi.
Ma, a quanto pareva, Anger non aveva terminato veramente i
proiettili, infatti qualche copo partì in direzione di Ziva, che venne colpita
di striscio alla tempia e cadde a terra, battendo la testa, svenuta.
Tony era pietrificato: in quel momento gli era sembrato di
rivivere la morte di Kate, ma si riprese immediatamente, e si chinò per
soccorrerla. nel frattempo, l'intervento della donna aveva dato i suoi frutti:
Anger era a terra, morto.
Ziva venne portata d'urgenza all'ospedale, e al pronto soccorso
venne sottoposta a un intervento chirurgico.
Qualche ora dopo erano tutti davanti alla stanza dove era stata
portata la donna.
Gibbs: "Forse è meglio se qualcuno rimane, nel caso si
risvegli..."
Tony: "Resto io." disse, serio.
Gibbs: "Mh... d'accordo. Chiama in ufficio, appena si
sveglia."
Se ne andarono tutti, mentre Tony entrò nella stanza. Ziva era
distesa sul letto, con la testa fasciata, e indossava la sottoveste che danno in
dotazione negli ospedali. Era ancora addormentata.
Senza far rumore si sedette accanto al letto, ripensando al fatto
che stava per sccedere la stessa cosa che era accaduta l'anno prima a Kate.
Aveva perso molti colleghi, da quando era entrato in polizia, ma perdere Kate
era stato un duro colpo per lui, e pensò che se fosse successo anche a Ziva,
sarebbe stato altrettanto duro.
La vide muoversi: si stava svegliando.
Tony: "Hey, Ziva?" sussurrò.
Ziva: "Dove sono?" aprì gli occhi, guardandosi attorno.
Tony: "In ospedale. Sei stata colpita da un proiettile. Come ti
senti?"
Ziva: "Non lo so... Tony, dove sei?"
Tony: "Sono qui. Non mi vedi?"
Ziva: "No, Tony... non ti vedo... non vedo nulla... è tutto
nero... cosa mi è successo?"
La donna sembrava presa dal panico. Tony capì e, allarmato, corse
a chiamare un dottore.
CONTINUA...
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Capitolo 2 *** 2 ***
gncis2
La luce negli occhi
2
Il medico era corso nella stanza non appena
Tony lo aveva chiamato, e ora stava visitando Ziva. Nel frattempo, il giovane
aveva chiamato Gibbs, per informarlo.
Dottore: "Mi dispiace, al momento non so spiegarvi cosa abbia...
dovremo fare altri esami, per saperne di più."
Ziva: "Come fa a non saperlo? Mi sono svegliata e mi sono accorta
di non vederci, e lei non sa dirmi che cosa mi succede?"
Gibbs entrò, sbattendo la porta.
Gibbs: "Allora, dottore, mi sa dire che cosa è successo?"
Dottore: "Lo stavo già dicendo ai suoi agenti: per saperlo con
certezza dovremo fare degli esami."
Gibbs: "Quindi non ha la minima idea di cosa sia successo al mio
agente?" la sua voce pareva fredda, ma si percepiva una punta di
preoccupazione.
Dottore: "Può essere qualunque cosa. Mi dispiace."
Gibbs parve convincersi, ma volle fargli un'ultima domanda.
Gibbs: "Quando crede che possa essere dimessa l'agente David?"
Dottore: "Tra un paio di giorni al massimo, ma, visti gli ultimi
sviluppi, dovrà tornare periodicamente in ospedale per dei controlli." detto
questo, uscì dalla stanza.
Gibbs si avvicinò ulteriormente al letto, dalla parte opposta di
Tony.
Gibbs: "Ziva, dal momento che non sei del tutto autosufficiente,
non potrai più fare nulla da sola."
Ziva: "Cosa significa, questo?"
Gibbs: "Che qualcuno, almeno finchè non sarai di nuovo
autosufficiente, dovrà stare con te 24 ore su 24."
Ziva: "Intendi dire che avrò bisogno di un conducente?"
Tony: Conduttore, Ziva. Si dice conduttore."
Gibbs: "Sì, dal momento che non puoi vederci."
Ziva: "Io non farò mai entrare un estraneo in casa mia!"
Gibbs: "Farò qualunque cosa perchè il tuo conduttore sia una
persona che conosci. Comunque, in questi due giorni, ci alterneremo a tenerti
d'occhio in ospedale."
Ziva: "Perche ci tieni tanto a non farmi restare da sola?"
Gibbs: "Hai perso la vista, che è uno dei sensi più importanti.
Non voglio che tu faccia qualcosa di sconsiderato." la voce di Gibbs era seria.
Si rivolse a Tony "Tony, farai tu il primo turno all'ospedale."
Tony: "D'accordo, Capo."
L'uomo uscì, e i due restarono soli, in
silenzio.
Ziva: "Ho sempre odiato dipendere da qualcuno..."
Tony: "A nessuno piace dipendere da qualcun altro. Ora vedi di
riposare, non devi stancarti troppo."
Il giorno seguente cominciarono i primi esami: venne fatta una
risonanza magnetica e una TAC, per controllare che non ci fossero danni al
cervello, poi, la mattina in cui la donna doveva essere dimessa, il medico
arrivò con i risultati.
In camera di Ziva era presente la squadra al completo, e tutti
prestarono attenzione al dottore, quando entrò.
Gibbs: "Allora?"
Dottore: "Le analisi non hanno rilevato danni permanenti al
cervello. Abbiamo riscontrato solo un ematoma nella zona del cervello
predisposta alla vista, ma si riassorbirà, e, se nel frattempo non si
verificheranno delle complicazioni, può darsi che la signorina possa tornare a
vedere. A meno che la cecità non sia dovuta a un fattore psicosomatico. In tal
caso dipende tutto da lei."
Ziva: "Quanto tempo ci vorra?"
Dottore: "Non lo so. Dipende da tanti fattori. Comunque non credo
che sarà meno di sei mesi."
Ziva abbassò la testa, nascondendo il volto al resto del
gruppo.
Gibbs: "Può essere dimessa?"
Dottore: "Sì, però dovrà tornare per le visite di controllo, e, se
possibile, è meglio se venga sempre seguita da qualcuno."
Gibbs ci pensò su, poi, con tono di comando, disse:
Gibbs: "Ok. Dinozzo, appena Ziva sarà pronta, accompagnala a casa
e resta con lei finchè non sarà guarita." vedendo le smorfie dei due, aggiunse,
ancora più autoritario "E' un ordine."
Ziva: "Ma io non voglio Dinozzo in casa."
Gibbs: "Che tu lo voglia o no, da questo momento in poi, Tony è il
tuo conduttore. Non ci vedi, e hai bisogno di qualcuno che ti dia una mano. Tony
è perfetto."
Ziva: "Chi lo dice?"
Gibbs: "Io."
CONTINUA...
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Capitolo 3 *** 3 ***
La luce negli occhi
3
Erano ormai andati via tutti. Nella stanza
dell'ospedale erano rimasti solo Ziva e Tony, e lei cercava, a tentoni, di
prendere la sua camicia nel verso giusto, per potersela infilare.
Tony: "Sei sicura di non volere una mano? Io sono qui per
questo."
Ziva: "Ce la faccio da sola. Sono cieca, non impedita nei
movimenti..." ebbe un giramento di testa e dovette cercare un posto dove
poggiarsi. Tony la sorresse e la fece sedere di nuovo sul letto.
Tony: "Senti, che lo vogliamo o no, noi due dovremo vivere sotto
lo stesso tetto per le prossime settimane, e tu, nelle tue condizioni, puoi fare
poco; non sto parlando della tua cecità, ma della ferita che hai alla testa: hai
perso molto sangue, e ti ci vorrà un po' di tempo per tornare al massimo della
forma." detto questo, le tolse la camicia dalle mani e l'aiutò a vestirsi.
Quando la donna era quasi pronta, il medico entrò in camera,
tenendo in una mano una fascetta bianca: era un bastone per non vedenti, piegato
su sè stesso per occupare poco spazio.
Dottore: "Ho portato una cosa che per la signorina è
indispensabile..."
Mise il bastone tra le mani di Ziva, che lo tastò.
Ziva: "Che cos'è?"
Dottore: "Il bastone-guida per non vedenti."
Ziva: "Non ha affatto l'aria di un bastone..."
Tony: "Perchè è piegato. Per usarlo devi distenderlo, così..."
mise le mani su quelle della ragazza e l'aiutò a stendere il bastone.
Ziva: "Ah, e come si usa?"
Dottore: "Si agita davanti ai piedi, per cercare eventuali
ostacoli."
Ziva: "Così?" lo agitò vigorosamente, tirando accidentalmente una
bastonata sullo stinco di Tony.
Tony: "Ahia! Con meno vigore!"
Ziva: "Oh, scusa..." disse, scherzosa "Comunque, sappi che se mi
fai incavolare, i prossimi giorni, so io dove ti arriva il bastone! Ah, e in
casa, tu dormi sul divano, chiaro?"
Tony: "Certo, anche perchè altrimenti non mi faresti dormire,
visto che russi come un carro armato..."
Cercò di tirargli un'altra bastonata sugli stinchi, ma lui si era
già portato fuori tiro, come anche il dottore, che osservava, interessato, la
scena.
L'uscita dall'ospedale fu un'impresa: Tony le dava le indicazioni
meglio che poteva, e spesso Ziva prendeva un ostacolo e rischiava di cadere,
così che lui dovette praticamente condurla a braccia dalla stanza all'ascensore,
e poi dall'ascensore all'auto. Salire sull'auto fu un po' più semplice, anche se
la ragazza battè leggermente un colpo sulla portiera, perchè non si era
abbassata abbastanza per entrare.
Il viaggio in macchina fu silenzioso. Tony ogni tanto si girava e
lanciava uno sguardo alla donna accanto a lui, e lei era pensierosa e rigirava
il bastone tra le mani.
La passeggiata dal garage all'appartamento di Ziva ebbe meno
intoppi: lei aveva preso sotto braccio l'uomo, e si lasciò guidare anche dalle
sue indicazioni, e lui cercava di darle più informazioni possibili sul
percorso.
Tony: "Ok. Ora ancora due o tre passi e poi ci fermiamo... siamo
arrivati, mi dai le chiavi di casa?"
Ziva: "Sono nella borsa. Prendile te."
Tony rovistò nella borsa, e trovò le chiavi tra un Tampax e il
blister delle pillole anticoncezionali. Un po' imbarazzato per quello che aveva
trovato dentro, prese le chiavi e ne infilò una nella toppa, aprendo la porta di
casa.
Quando furono entrati, chiuse la porta, e Ziva volle essere
accompagnata in camera, per cambiarsi. Con la scusa di voler iniziare a provare
a fare qualcosa da sola, aprì l'armadio e cercò a tentoni la tuta in cotone che
usava solitamente in casa, trovandola dopo innumerevoli tentativi, e
cambiandosi. Nel frattempo, Tony preparava la cena.
Mangiarono in silenzio. Ziva sembrava ancora scossa per la sua
attuale situazione fisica, e Tony non voleva turbarla maggiormente con le sue
battute fuori luogo.
Dopo cena, lei si chiuse in camera, con la scusa di essere stanca
e di voler andare a letto presto, mentre lui, dopo aver preparato il divano,
guardò un po' di tv, ma si stancò subito, e si sdraiò anche lui, con
l'intenzione di dormire.
Non riuscì ad addormentarsi: ogni cinque minuti tendeva l'orecchio
alla porta socchiusa della camera della donna, ma non sentiva nulla. Dopo un'ora
si preoccupò, perchè non sentiva il caratteristico russare di Ziva; tese ancora
di più l'orecchio, e gli parve di sentire dei singhiozzi.
Si alzò dal divano e andò verso la porta. Lentamente la aprì, e la
sentì sussultare.
Tony: "Tranquilla, sono io." la rassicurò "Stai bene?"
Non rispose. Tony la vide, nella penombra, seduta sul letto che si
abbracciava le ginocchia, e sembrava stesse piangendo. In silenzio si avvicinò e
si sedette accanto a lei, mettendosi sotto le coperte e accarezzandole i
capelli. Non l'aveva mai vista così: la donna che aveva sempre saputo avere una
grande forza morale, ora sembrava una bambina impaurita, terrorizzata dal suo
nuovo stato.
Continuando ad accarezzarle i capelli la fece sdraiare accanto a
lui, finchè non si addormentò, ancora tra le lacrime, ma rassicurata dal tocco
leggero della mano di Tony sui suoi capelli.
CONTINUA...
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Capitolo 4 *** 4 ***
La luce negli occhi
4
Il
mattino seguente, Ziva si svegliò, percependo le braccia muscolose di Tony che
la abbracciavano. Si accorse anche di
essere sdraiata sopra di lui, con la testa sul suo petto; aspirò
il suo profumo, un miscuglio leggero di bagnoschiuma al pino e dopobarba.
La sera prima, nella solitudine della sua
stanza, si era fatta trascinare di nuovo dal terrore per il
buio che vedeva da tre giorni, e che non aveva idea di quanto sarebbe ancora durato. Aveva
pianto per un'ora, poi Tony era entrato nella sua stanza per chiederle se
stava bene, e senza che lei dicesse nulla, le si era sdraiato accanto e aveva
cercato di farla tranquillizzare facendole qualche carezza. Lei si era addormentata
poco dopo, nel calore di quelle attenzioni.
Non era in grado di sapere se l'uomo stesse ancora dormendo oppure
era già sveglio, o almeno non ancora. Sapeva che una persona non vedente aveva
gli altri sensi estremamente più sviluppati del normale, ma sapeva anche che ci
sarebbe voluto un po' di tempo perchè succedesse anche a lei, anche se in realtà
sperava di risvegliarsi prima possibile da quell'incubo oscuro. Aprì gli occhi,
sperando che fossero tornati a "funzionare", ma era ancora buio pesto; però
sentì la mano di Tony passare sui suoi capelli, quindi voleva dire che era già
sveglio, o forse non aveva dormito.
Ziva: "Tony?"
Tony: "Ti sei svegliata, finalmente. Lo sai che ero sveglio da
un'ora? Per fortuna non hai russato, stanotte, e mi hai lasciato
dormire..."
Ziva: "Ma smettila!" gli diede un colpetto sul petto "E poi, tu
non dovevi dormire sul divano?"
Tony restò in silenzio, poi, continuando a passarle la meno sui
capelli, le disse:
Tony: "Credo di essere stato molto più utile qui... senti, oggi ti
va di passare in ufficio?"
Ziva: "Certo, anche se non credo di essere molto utile, in queste
condizioni..."
Tony: "Devo solo parlare con Gibbs di una cosa, poi passiamo
a casa mia, visto che mi devo trasferire qui temporaneamente e quindi devo
almeno avere il cambio di vestiti."
Ziva: "Ok. Se vuoi, stasera cerco, nel limite delle mie
possibilità, di fare un po' di posto nell'armadio..."
Tony: "Farò tutto io, secondo le tue indicazioni. Sei ancora
convalescente, è meglio se non fatichi troppo."
Si alzarono, poi l'uomo aiutò Ziva a vestirsi e le preparò la
colazione.
Un quarto d'ora dopo erano in macchina,
diretti agli uffici dell'NCIS. Rispetto al giorno prima, Tony era già migliorato
nel dare informazioni sul percorso, e Ziva stava imparando a usare il bastone
per controllare la strada, oltre che per picchiare gli stinchi
dell'uomo.
Arrivati al palazo dell'NCIS salirono nell'ascensore per andare in
ufficio.
McGee era già seduto alla sua scrivania,
quando i due varcarono le porte e cominciarono a scendere le
scale.
Tony: "Hey, Pivello! Che ci fai in ufficio così presto?"
McGee: "Potrei farvi la stessa domanda. Pensavo che Ziva non
dovesse ancora tornare al lavoro..."
Ziva: "Tony doveva parlare con Gibbs... e poi... per caso Ducky è
già arrivato?"
Tony: "Non lo so. Perchè?"
Ziva: "Volevo chiedergli se poteva farmi una visita di
controllo."
Gibbs: "Ducky è già artrivato, se vuoi puoi farti accompagnare da
Tony. Però che ci fate qui?"
Gibbs era entrato spedito, con in mano il suo solito caffè.
Tony: "Ehm, Capo, mentre Ducky visita Ziva, potrei parlarti?"
Gibbs: "D'accordo, andiamo."
Presero l'ascensore tutti e tre e scesero
nell'obitorio.
Quando arrivarono, il Dott. Mallard stava mettendo a posto i suoi
strumenti; per fortuna non aveva cadaveri da dissezionare.
Gibbs: "Ducky, ti ho portato una paziente da visitare!" disse,
prendendo Ziva sotto braccio e accompagnandola verso una sedia.
Ducky: "Oh, ciao, mia cara! Come stai oggi?"
Ziva: "La ferita alla testa non mi fa più male, ma è ancora buio
pesto..."
Il dottore prese delle garze e le medicò la ferita, poi procedette
alla visita oculistica. Nel frattempo, in un angolo, Tony e Gibbs parlavano.
Tony: "Capo, avrei una richiesta da farti..."
Gibbs: "Dimmi tutto."
Tony: "Per caso sai quale sia l'attuale indirizzo di Sandy Watson
e di sua madre?"
Gibbs: "Che cosa hai in mente, Tony?"
Tony: "Vorrei che Ziva la conosca."
Gibbs: "Si può sapere perchè?"
Tony: "Ieri sera ha avuto un crollo..."
Non aggiunse altro, Gibbs capì. Scrisse l'indirizzo e il numero di
telefono sul cellulare di Tony, poi aggiunse:
Gibbs: "Tony, lo so che questa cosa non ti piacerà, ma per il
momento sei escluso dal servizio attivo, ti occuperai solo di lavori d'ufficio e
avrai gli stessi orari di Ziva. Non posso rischiare che succeda qualcosa al suo
conduttore, mi capisci?"
Tony: "D'accordo, Capo."
In realtà, se non glielo avesse detto Gibbs, avrebbe avanzato
quella richiesta lui stesso. Nonostante avesse cominciato ad essere il
conduttore di Ziva da un giorno, stava prendendo molto a cuore la cosa;
evidentemente anche il Capo l'aveva preso a cuore e voleva il meglio per la sua
agente.
Quando Ducky ebbe terminato la visita, Tony accompagnò la donna
fuori e andarono a casa di Tony a prendere il necessario da portarsi da Ziva;
tornarono in macchina. Dopo poco la giovane si accorse che non stavano tornando
da lei: erano in macchina da troppo tempo, e non sembrava avessero trovato
traffico.
Ziva: "Tony, dove stiamo andando?"
Tony: "Stiamo andando da una persona ch vorrei farti
conoscere."
Parcheggiarono davanti a una villetta a schiera, in un quartiere
della periferia di Washington D.C.
Tony suonò il campanello, poi una donna aprì.
Sig.ra Watson: "Agente Dinozzo... cosa succede? Mio marito è
immischiato in qualche altro crimine?"
Tony: "Non si preoccupi, signora. Non sono qui per parlare di suo
marito. Sandy è a casa?"
Sig.ra Watson: "Sì, sta suonando il piano. Entrate pure."
Si sentiva, dall'altra stanza, una dolce melodia. Tony fece
entrare Ziva e la presentò alla signora Watson.
Tony: "Lei è Ziva David, una mia collega. Ha perso la vista poco
tempo fa, in un'operazione di polizia."
Sig.ra Watson: "Capisco. Venite! Agente Dinozzo, Sandy sarà molto
felice per la sua visita."
Entrarono in salotto. Ziva sentì il pianoforte che continuava a
suonare.
Sig.ra Watson: "Sandy, se vuoi puoi fare una pausa. Sono venute a
trovarti delle persone."
Sandy: "Lo so: c'è l'agente Dinozzo con una sua collega."
La bambina si alzò dallo sgabello e andò a salutare Tony.
Tony: "Ciao. Sei sempre molto brava, lo sai?"
Sandy: "Grazie, signor Dinozzo." si rivolse a Ziva "Tu sei la
collega del signor Dinozzo, vero?"
Ziva: "Sì." rispose, ma non aveva ancora capito per quale motivo
fossero andati a trovare quella bambina.
Sandy: "Posso vedere il tuo viso?"
La donna non capì, almen finchè non sentì la mano della bambina di
10 anni toccarle il viso: Sandy era non vedente.
Sandy: "Sei bella, lo sai?"
Ziva: "Grazie." sorrise "Posso?" allungò la mano e le toccò il
volto, cercando di immaginare i lineamenti.
Sandy: "Anche tu non ci vedi, vero?"
Tony: "E' vero, Sandy. L'agente David ha avuto un incidente sul
lavoro poco tempo fa, e ha perso la vista."
Sandy: "Non ti preoccupare, non è così brutto come pensi. Si
impara quasi subito a usare i sensi rimanenti per 'vedere'."
Tony osservò Ziva: era sorridente, ma sembrava ancora avere un
velo di tristezza addosso. Conoscere Sandy le aveva forse dato un po' di forza
per andare avanti, ma evidentemente ci voleva ancora un po' di tempo perchè si
risollevasse completamente.
Si sedettero sul divano e, mentre la sig.ra Watson preparava un
tè, Sandy faceva domande sugli altri.
Sandy: "E la signorina Todd come sta?"
Tony restò un attimo in silenzio, cercando le parole giuste da
dire.
Tony: "Kate è... non lavora più all'NCIS. E' stata sostituita
dall'agente David."
La bambina aveva percepito l'esitazione nella voce dell'uomo, e
capì.
Sandy: "La signorina Todd è morta, vero?"
Tony non rispose. Era sempre molto difficile ricordare quel
giorno, soprattutto ora che aveva rischiato di perdere allo stesso modo un'altra
collega a cui teneva particolarmente. Strinse la mano di Ziva, che gliela aveva
poggiata sulla spalla, come per farsi forza, poi chiese a Sandy:
Tony: "Perchè non ci fai sentire qualcosa al piano, piccola?"
La bambina si mise al piano e suonò per loro la "Sonata al Chiaro
di Luna" di Beethoven, poi i due decisero di congedarsi e tornare a casa.
Alla sera, seduti sul divano, i due parlarono della giornata.
Ziva: "Chi era quella bambina?"
Tony: "La vittima di un vecchio caso di cui ci siamo occupati
prima della morte di Kate."
Le raccontò del rapimento delle due donne e di come avevano
aiutato il padre a liberarle, poi di come avevano scoperto che era stato lo
stesso padre di Sandy a ordinare il loro rapimento, per poter intascare i soldi
del riscatto, circa due milioni di dollari.
Tony: "Ora il Capitano Watson sta scontando al carcere militare di
Stato una pena di 15 anni per truffa aggravata, appropriazione indebita e
concorso in sequestro di persona."
Ziva: "Non capisco come abbia potuto farlo..."
Tony: "Non lo so, Ziva. E' un mistero anche per me."
Reastarono ancora un po' seduti in salotto, poi decisero che era
ora di andare a letto. Tony aveva già preparato il divano per dormire, ma anche
quella notte dovette trasferirsi in camera di Ziva per darle un po' di conforto
e farle sentire che le era vicino.
CONTINUA...
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Capitolo 5 *** 5 ***
gncis5
La luce negli occhi
5
Passarono i giorni.
Dopo una settimana, Tony aveva smesso di preparare il divano per
sè alla sera, dato che non l'aveva mai usato e continuava a dormire con Ziva,
perchè lei, ogni volta, prima di addormentarsi scoppiava a piangere, ricadendo
nello sconforto e nel terrore di non poter mai più vedere nulla, dai paesaggi ai
volti delle persone che la circondavano; in particolare aveva paura di
dimenticarsi quale fosse l'aspetto delle persone a cui voleva bene: i suoi
colleghi dell'NCIS.
La ferita da arma da fuoco era ormai guarita, e Tony decise che
per lei era arrivato il momento di imparare a vivere come una cieca, quindi
presero un mattino di permesso e la accompagnò in un centro per non vedenti, per
imparare a leggere e scrivere in Brail. Ovviamente, in quanto suo conduttore,
avrebbe dovuto impararlo anche lui. Nonostante il mezzo rifiuto iniziale della
donna, entrambi riuscirono a imparare il nuovo alfabeto a tempo di record: un
mese dopo erano in grado di decifrare qualunque testo di qualunque lunghezza che
fosse scritto in Brail.
In un mese, inoltre, Ziva si era accorta che gli altri sensi si
stavano sviluppando, soprattutto l'udito e l'olfatto: al lavoro riconosceva i
suoi colleghi dall'odore, anche se loro non parlavano, perchè sembrava che
ognuno di loro avesse un profumo caratteristico: Gibbs profumava di legno
trattato e caffè, Ducky del disinfettante che usava solitamente per pulire i
suoi tavoli da autopsia, Abby di caffè e caramello, McGee di profumo da uomo; ma
l'odore che riconosceva subito, anche se la fonte era lontana, era quello di
Tony: bagnoschiuma al pino e dopobarba. Era un profumo che le infondeva
tranquillità e sicurezza, quello in cui si immergeva ogni sera prima di
addormentarsi, quando, poggiando la testa nell'incavo della spalla dell'uomo, si
lasciava abbracciare e aspirava a pieni polmoni quell'aroma.
Tony, i primi giorni, riceveva spesso telefonate sul cellulare da
svariate donne, e lui dovette dare buca a tutte, per occuparsi di Ziva, la
quale, ogni volta che il cellulare dell'uomo squillava, lo prendeva in giro
chiedendogli se era una delle sue fidanzate a chiamarlo. Dopo due
settimane, però, il telefono smise di suonare, e lui, stranamente, ne sembrò
sollevato.
In quel mese iniziale di convivenza, i due
stavano cominciando a conoscersi meglio di quanto avessero fatto in passato, e
lentamente si avvicinarono, rafforzando la loro amicizia. Tony, riprendendo
alcune vecchie abitudini, spesso apriva armadi e cassetti a caso, per vedere
cosa ci fosse dentro e scoprire qualcosa di più su Ziva
Una sera, al secondo mese di convivenza, mentre la donna era in
bagno per cambiarsi e lui era già a letto, aprì uno per volta i cassetti del
comodino, trovandovi molte cose interessanti, tra cui della biancheria sexy in
pizzo e un romanzo rosa, con un segnalibro a metà.
Incuriosito da quella scoperta, prese il libro e lesse il titolo:
"Congiunzione d'amore", poi lo aprì in una pagina a caso e lesse.
Ziva uscì dal bagno, e sentendo che Tony sfogliava un libro, gli
chiese:
Ziva: "Che leggi?"
Tony fece il suo sorriso sornione e citò una frase a caso, nella
pagina segnata con il segnalibri:
Tony: " 'Ho cercato nelle stelle il tuo nome e ho aspettato che
arrivassi a me. Finalmente è successo e ora sono la donna più felice
dell'universo. Fino a questo momento eri stato solo un sogno, una parola detta
alla luna...' Caspita, Ziva! non sapevo che leggessi questa roba!"
Ziva divenne livida di rabbia, si avvicinò al letto e cercò di
prendergli il libro dalle mani. Tony, però, forte del vantaggio della vista, lo
aveva già allontanato, e lei perse l'equilibrio, cadendo sul letto, accanto a
lui.
Ziva: "Razza di stupido! Chi ti ha dato il permesso di curiosare
nei miei cassetti?"
Tony: "Era semplice curiosità, 'Romanticona'."
La donna, ancora più irritata, gli tirò una gomitata sulle
costole, quindi riuscì a riprendersi il libro.
Ziva: "Tieni la tua curiosità fuori di casa mia! Già da piccola,
delle volte, quando veniva a trovare mio padre, dovevo sopportare l'invadenza di
mio fratello."
Tony: "Tuo fratello? Ma non era una sorella?"
Ziva: "In realtà siamo di madri diverse."
Tony: "Ah. Ti va di parlarmi di lui?" chiese, incuriosito,
vedendola anche un po' incupirsi.
Ziva: "Sei sicuro di voler sapere di lui?"
Tony: "Sì. Sono curioso."
Ziva: "Era un terrorista israeliano. E' morto quando vi ho
conosciuti. E' stato ucciso mentre tentava di uccidere un agente."
Tony: "Ora capisco perchè non ne parli mai."
Ziva: "No, Tony. Io non ne parlo mai per un altro motivo: era Ari
Aswari."
Tony divenne serio tutto di un colpo.
Tony: "Ari era tuo fratello?"
Ziva: "Sì, e c'è dell'altro: non è stato Gibbs a ucciderlo. L'ho
fatto io." percepì che tony era scosso, quindi continuò "Anthony, mi dispiace
che Kate sia morta... io... è colpa mia."
Ci fu un attimo di silenzio teso, poi l'uomo si riprere e,
sdraiandosi su un lato, la guardò in volto, prendendole delicatamente il
mento tra due dita.
Tony: "Ziva, non è colpa tua se quel terrorista ha ucciso
Kate."
Detto questo, la baciò sulla fronte, poi, vedendola un po' più
rilassata, si abbassò e le diede un bacio a fior di labbra. Ziva si rilassò
ulteriormente e, accoccolandosi contro il petto dell'uomo, addormentandosi
subito dopo.
Tony ci mise un po' di più a prendere sonno, perchè pensava a
quello che aveva appena fatto. Aveva baciato Ziva... certo, non l'aveva baciata
come quella volta, sotto copertura, era solo un bacio a fior di labbra, ma era
bastato quel breve contatto per farlo pensare, senza però venire a capo di
nulla. Infatti si addormentò senza essere riuscito ad arrivare a qualche
conclusione.
Qualche giorno dopo erano appena arrivati al lavoro quando:
Gibbs: "McGee! Abbiamo il cadavere di un Marine vicino a un locale
medio-orientale."
McGee: "Un locale medio-orientale?"
Tony: "E' uno di quei locali dove si mangia cibo tipico dei paesi
arabi e delle belle ragazze ballano la danza del ventre, Pivello."
McGee: "La danza del ventre? Come quella di Shakira?"
Tony: "Tu conosci Shakira? Non sapevo che fossi così colto in
fatto di musica..."
Gibbs: "McGee, muoviti!"
Quando i due furono usciti, Tony si avvicinò alla scrivania di
Ziva e si poggiò al tavolo, accanto a lei.
Tony: "Adoro Shakira. Come balla lei la danza del ventre, non la
balla nessuna!"
Ziva: "Lei sa solo muovere il culo, non è la vera danza del
ventre, quella..."
Tony: "E tu che ne sai?"
Ziva non rispose, e riprese a leggere il suo libro scritto in
Brail.
Tony: "Che cosa leggi? La versione Brail di 'Congiunzione
d'amore'?" toccò la copertina con le dita e lesse " 'Moby Dick'? certo che ne
hai di voglia... è una palla mortale."
Ziva: "A me piace."
Al pomeriggio, a casa, Tony stava mettendo a posto i suoi vestiti
puliti. Aprì l'armadio per appendere le camicie, ma urtò uno scatolone di
cartone, che cadde ai suoi piedi, facendo parecchio fracasso, come se fosse
stato pieno di campanelli. Appese le camicie, poi si abbassò per raccogliere lo
scatolone, dal quale erano uscite due foto.
Le prese in mano e le osservò: una rappresentava una bambina di
circa 10 anni con lunghi capelli ricci e neri, mentre l'altra rappresentava la
stessa all'età di 16 o 17 anni, e dedusse che fossero di Ziva. La cosa che lo
incuriosì era come era vestita in quelle foto: una gonna lunga e larga in seta
semitrasparente a vita bassa, un top dello stesso colore e una cintura di
medagliette: era un costume da danza del ventre.
Ancora più incuriosito, aprì lo scatolone, trovandovi dentro,
ammucchiati, delle gonne in seta di colore giallo, rosso e arancione, dei
reggiseni degli stessi colori e delle cinture in stoffa con le medagliette
dorate, il tutto della misura di Ziva.
Tony: "Wow!" disse fra sè.
Ziva, nel frattempo, gli si era avvicinata alle spalle e gli aveva
tolto dalle mani la cintura con le medaglie.
Ziva: "Tu non ti fai mai gli affari tuoi?"
Tony: "Scusa, non l'ho fatto apposta. La scatola era caduta e
io... non sapevo che ballassi la danza del ventre..."
Ziva: "E non era mia intenzione fartelo sapere." si affrettò a
rispondere la donna, prendendo lo scatolone e rimettendolo a posto.
Tony: "Perchè? Ti vergogni?"
Ziva: "No, perchè ti conosco."
CONTINUA...
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Capitolo 6 *** 6 ***
gncis6
La luce negli occhi
6
Quattro mesi dopo l'incidente, Ziva era ormai
diventata quasi autosufficiente, e aveva bisogno di Tony per pochissime cose. In
casa si muoveva come se ci vedesse, purchè fosse tutto in ordine e Tony non
avesse dimenticato in giro le sue cose.
I due, dopo che lei aveva confessato all'uomo di essere la sorella
di Ari, si erano ulteriormente avvicinati, e Tony, soprattutto in privato, aveva
cambiato atteggiamento nei confronti di Ziva; nonostante non riuscisse a tenere
a freno la sua curiosita, e quindi continuasse a curiosare tra le cose personali
della donna, le dedicava qualche attenzione in più rispetto a prima, e gli
abbracci rassicuranti, che prima riservava solo per la sera o per i momenti in
cui Ziva era giù di morale, aveva iniziato a farglieli a qualunque ora del
giorno, e a lei questo non dispiaceva.
Era anche scappato qualche altro bacio a fior di labbra.
Col passare dei giorni entrambi si accorsero che la loro
amicizia stava diventando qualcosa di più, ma, indipendentemente l'uno
dall'altra, avevano deciso di fare di tutto per non diventarlo, QUEL "qualcosa
di più". Decisero di accontentarsi di quello che erano diventati, di rimanere in
quella "Terra di Nessuno" che c'era tra l'amicizia e... quel "qualcosa di più"; ma
più andavano avanti e più era difficile, soprattutto la sera, quando, a letto,
l'una tra le braccia dell'altro, si scambiavano il "bacio della buonanotte". Era
difficile resistere alla tentazione di socchiudere le labbra e approfondire il
bacio, e spesso il contatto durava un po' più del normale.
Una sera, dopo una pesante giornata di lavoro negli uffici
dell'NCIS, tornarono a casa e, mentre Tony si faceva una doccia, Ziva riordinava
la casa, per quanto le sue condizioni fisiche glielo permettessero.
Finito di riordinare, entrò in bagno per lavarsi le mani; Tony
era ancora sotto la doccia, ma non se ne preoccupò, perchè tanto lui non avrebbe
potuto reclamare, dato che lei non avrebbe comunque visto nulla.
Tony sentì la porta aprirsi e, quando vide Ziva entrare, si
affrettò a coprirsi le parti intime con la tenda.
Tony: "Che ci fai qui?"
Ziva: "Che ci faccio? E' casa mia, e volevo lavarmi le mani. Ah,
Tony, che ti serve coprirti? Tanto non ti vedo!"
Tony: "Come hai fatto a sapere che mi sono coperto?"
Ziva: "Ho sentito che prendevi in mano la tenda della doccia.
Ormai dovresti saperlo che negli ultimi mesi ho avuto un incremento
dell'udito."
Tony: "Ah, già..." lasciò andare la tenda e riprese a
insaponarsi.
Ziva: "Vuoi che ti aiuto a lavarti la schiena?" chiese, dopo un
attimo.
Tony: "Eh???" l'uomo non si aspettava quella domanda.
Ziva: "Beh, di solito è difficile arrivare con la spugna alla
schiena. Se vuoi lo faccio io..."
Non aspettò risposta, gli prese la spugna di mano e cominciò a
passargliela sulla schiena. Tony si girò di spalle e la lasciò fare, tenendo la
testa sotto il getto d'acqua.
Ziva sentiva i muscoli di Tony contrarsi al passaggio della sua
mano; evidentemente lo aveva messo un po' a disagio. A DISAGIO? Anthony Dinozzo
a disagio con una donna che, per giunta, gli sta lavando la schiena?
Impossibile!
Tony sentiva la mano di Ziva passare sulla sua schiena. Si sentiva
un po' a disagio e... aveva una gran voglia di girare la manovella dell'acqua
sul freddo e di ficcarsi sotto il getto ghiacciato! Lui sentirsi a disagio con
una donna? Per giunta con QUELLA donna, la sua collega Ziva David? Aveva
decisamente bisogno di una doccia ghiacciata...
Ziva: "Sai, Tony... non ricordavo che fossi così ben messo in
quanto a muscoli..."
Questo era davvero troppo, anche per Tony!
Tony: "Grazie, Ziva. Credo che mi hai insaponato abbastanza."
Ziva: "Come vuoi." sorrise e gli restituì la spugna. Prima di
uscire, però, gli diede una pacca sul fondoschiena.
Quando la donna fu uscita, l'uomo girò la manopola dell'acqua sul
freddo e si mise sotto il getto ghiacciato.
Ziva uscì dal bagno e si diresse verso la loro camera. Aveva in
mente i muscoli di Tony, e dovette trovare qualcosa da fare per pensare ad
altro.
Aprì l'armadio e prese lo scatolone dove teneva i suoi costumi da
danza del ventre; erano mesi che non li indossava, e le era tornata la voglia di
ballare, per svagarsi. Certo, non avrebbe potuto fare più di tanto, perchè non
ci vedeva, ma le sarebbe bastato muoversi un po', a suon di musica.
Prese le gonne, che poteva riconoscere secondo dei piccoli ricami
all'altezza della cintura, diversi l'una dall'altra, e scelse quella rossa, che
aveva ricamata una piccola rosa sul davanti, poi individuò il reggiseno dello
stesso colore, riconoscibile per delle frange sul bordo inferiore, e infine
prese una cintura, senza ricordare a quale colore corrispondesse, ma riconobbe
sulle medagliette l'incisione di un fiore.
Mise a posto la scatola e poggiò il costume sul letto,
cominciando a cambiarsi. Sperò che la doccia di Tony durasse ancora a lungo, ma quando
si stava annodando la cintura, sentì Tony che apriva la porta e rimaneva allo
stipite. Evidentemente la stava fissando.
Ziva: "Che ci stai a fare lì impalato?"
Tony: "Ecco... non mi aspettavo di vederti vestita così..."
Ziva: "Avevo voglia di ballare..." si giustificò.
Tony: "E quando balli la danza del ventre, indossi sempre il
costume?"
Ziva: "Mi aiuta a concentrarmi..."
Tony: "Ho capito. Posso vedere come balli?" chiese. Non poteva
perdersi un'occasione del genere!
Ziva ci pensò un attimo su, poi sorrise e si avvicinò all'uomo. Lo
prese per mano e lo guidò verso il letto, poi lo fece sedere e, dopo avergli
aggiustato il colletto della camicia, che al tocco sentì che era messo male,
prese un CD dalla mensola dove li teneva e lo mise nel lettore, avviando la
musica e cominciando a ballare.
Tony riconobbe immediatamente la musica: era Kiss Kiss,
ma non era quella cantata da Holly Valance in inglese, bensì
quella in arabo.
Guardandola ballare, l'uomo ammise che Ziva sapeva
proprio muoversi. Nonostante non ci vedesse, si muoveva con una tale grazia da
far dimenticare la sua condizione; inoltre riusciva a muovere
indipendentemente l'una dall'altra la parte inferiore e la parte superiore del busto, creando
un effetto estremamente... seducente!
Tony capì che la doccia fredda da cui era appena uscito non era
servita a niente: non riusciva a staccare gli occhi dal corpo di Ziva, e sperò
che l'effetto passasse quando la musica fosse finita.
Era terminata l'ultima strofa, e cominciò la serie di ritornelli
seguiti da baci. Ziva sorrideva, e continuava a ballare, avvicinandosi sempre di
più a Tony, che ormai era al limite. Alla fine dell'ultimo ritornello gli si
sedette in braccio e, in contemporanea al bacio registrato, gliene stampò uno
sulla guancia.
La musica terminò. Ziva fece per alzarsi per stoppare il CD, ma
venne bloccata da un braccio di Tony, che glielo aveva passato attorno alla
vita; poi lui allungò la mano e spense il lettore.
Ci fu un attimo di silenzio, poi Tony chiese:
Tony: "Caspita, Ziva! Quanti uomini hai sedotto in questo
modo?"
Ziva: "Non lo so. Non li ho mai contati."
Tony: "Beh, allora sappi che ne hai appena sedotto un
altro..."
Ci fu di nuovo un attimo di silenzio. Ziva sentì la mano di Tony
che le carezzava dolcemente la guancia, poi passava sulle labbra, sostituita
quasi subito dalla sua bocca.
Socchiusero le labbra; Tony cercò la lingua di Ziva, rendendo il
bacio più profondo. Lei non oppose alcuna resistenza.
Si separarono. Tony la guardò in viso, e anche Ziva lo fece, a
modo suo, passandogli una mano sul volto. Si sorrisero, poi ripresero a
baciarsi.
Dopo cinque minuti, l'uomo si sdraiò sul letto su cui era seduto,
portandosi dietro la donna.
Avevano appea superato il confine che avevano evitato fino a quel
momento, e non si accontentarono più dei baci e delle coccole rubate: si amarono
per tutta la notte.
Il mattino dopo erano sotto le coperte, in un momento di pausa
prima di alzarsi per andare al lavoro. Non avevano dormito: avevano fatto ben
altro!
Ziva: "Erano anni che non passavo una notte così..." disse,
passando la mano sul busto dell'uomo.
Tony: "Spero che ne sia valsa la pena, almeno." sorrise.
La donna sorrise, e rispose con l'ennesimo bacio. Avrebbero voluto
entrambi ricominciare a far l'amore, ma dovettero alzarsi per andare al
lavoro.
Un'ora dopo varcarono la porta degli uffici dell'NCIS.
Tony fischiettava il motivo di Kiss Kiss, mentre ziva aveva
un'aria sognante, e agitava allegramente il bastone, rischiando di colpire il
suo conduttore, che però ci aveva fatto l'abitudine e ora schivava i colpi con
facilità.
In ufficio c'erano Tim e Abby, che chiacchieravano in attesa
dell'arrivo di Gibbs.
McGee: "Sembra che stanotte abbiate dormito particolarmente bene,
ragazzi!" esclamò, notando l'allegria dipinta sui loro volti.
Abby: "A me invece pare che non abbiano dormito affatto... guarda
che occhiaie..."
Infatti entrambi mostravano enormi occhiaie, perchè non avevano
dormito.
Tony: "Beh, può darsi che abbiate ragione tutti e due..." disse,
enigmatico. Poi notò che Ziva si toccava gli occhi, cercando di nascondere le
borse, quindi le passò i suoi occhiali da sole "Prendi, Ziva. Nessuno farà caso
al fatto che porti occhiali da sole in un luogo chiuso, dato che sei non
vedente."
Abby: "Nessuno ci farà caso, a meno che le occhiaie non siano
grosse 12 volte più del normale..." scherzò, calcando sul numero 12.
McGee: "Ma non si vedono gran chè, con gli occhiali..."
Abby: "No, ma tra poco riusciranno a sfidare la regola 12 della
gravità." rispose, di nuovo calcando su "regola 12".
McGee continuò a non capire, ma gli altri due avevano capito. Tony
si avvicinò a Tim, gli poggiò una mano sulla spalla e gli disse:
Tony: "Lascia perdere, Pivello, non capiresti."
CONTINUA...
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Capitolo 7 *** 7 ***
gncis7
La luce negli occhi
7
Il weekend che seguì, Abby aveva organizzato
un'uscita a quattro, insieme a McGee e Tony e Ziva.
Erano andati in un disco-pub in cui, come musica, facevano un po'
di tutto e, appena entrati, avevano subito preso un tavolo. Mentre i due uomini
andavano ad ordinare da bere, le due ragazze parlavano.
Ziva: "Mi piace questo posto; ha della bella musica!"
Abby: "Anche visivamente non è male. Se non ci credi, chiedi a
Tony."
Ziva: "Mi fido sulla parola! E poi non voglio essere troppo
dipendente da Tony..."
Abby: "Ziva, Tony è il tuo conduttore. E poi vedo che gli fa
piacere seguirti."
Ziva: "Il fatto è che mi sento in colpa nei suoi confronti..."
Abby: "In che senso?"
Ziva: "Da quasi cinque mesi non lavora più sul campo, perchè Gibbs
gli ha ordinato di seguire me. E Tony ama lavorare sul campo, in ufficio si
annoia."
Abby: "A me, invece, pare che a Tony non dispiaccia starti
dietro."
I ragazzi tornarono al tavolo, tenendo in mano due birre ciascuno.
Tony mise la bottiglia tra le mani di Ziva che, prima di cominciare a bere, lo
ringraziò con un bacio sulle labbra, che fece arrossire Tim fino alle
orecchie.
Quando ebbero finito di bere le loro birre, Tony guidò Ziva al
centro della pista, seguiti dagli altri due, e cominciarono a ballare su una
musica da discoteca, che poco dopo cambiò, diventando un lento.
I've been living with a shadow overhead I've been sleeping with a
cloud above my bed I've been lonely for so long Trapped in the past, I
just can't seem to move on
Senza dire nulla, Tony prese Ziva per la vita, e lei gli passò le braccia
attorno al collo. McGee era imbarazzatissimo, così Abby prese l'iniziativa e
anche lei lo abbracciò, ballando con lui.
I've been hiding all my hopes and dreams away Just in case I ever
need em again someday I've been setting aside time To clear a little
space in the corners of my mind
Le due coppie si allontanarono leggermente l'una dall'altra, così che
Tony e Ziva cominciarono a parlare.
Tony: "Che cosa c'è, Guanciotte Dolci? Ti vedo
pensierosa."
Ziva: "Nulla. Mi chiedevo solo perchè cinque mesi fa non hai opposto
nessuna resistenza quando il Capo ti ha detto di
seguirmi."
All I want to do is find a way back into love I
can't make it through without a way back into love Oh oh
oh
Tony: "Perchè ti fai certe domande?"
Ziva: "Perchè so che tu ami il lavoro sul campo, e non è da te stare
lontano da un'indagine easterna per così tanto
tempo."
Tony sorrise.
Tony: "E, secondo te, seguire una ragazza non vedente non è un lavoro sul
campo?"
Ziva: "Non lo so... è che tu stai facendo molto per me, e io, per quasi
quattro mesi, ti ho sempre trattato da cani."
Tony: "Però, ultimamente, la situazione si è evoluta nel migliore dei
modi, no?"
I've been watching but the stars refuse to shine I've been
searching but I just don't see the signs I know that it's out there
There's got to be something for my soul somewhere
I've been looking
for someone to shed some light Not just somebody just to get me throught the
night I could use some direction And I'm open to your suggestions
All I want to do is find a way back into love I can't make it
through without a way back into love And if I open my heart again I
guess I'm hoping you'll be there for me in the end
Ziva: "Sì, ma..."
Tony: "Ziva, non sentirti in colpa. Per me è un piacere poter essere
utile alla ragazza che amo."
La donna si strinse di più a Tony, che si abbassò sul suo volto e la
baciò con trasporto.
There are moments when I don't
know if it's real Or if anybody feels the way I feel I need inspiration
Not just another negotiation
All I want to do is find a way back
into love I can't make it through without a way back into love And if I
open my heart to you I'm hoping you'll show me what to do And if you
help me to start again You know that I'll be there for you in the
end
(Hugh Grant e Drew Barrymore/Haley Bennett - Way Back Into Love - Colonna
sonora di "Scrivimi una canzone")
L'uomo si girò, guardando verso l'altra coppia.
Tony: "Wow! Sono un genio!"
Ziva: "Perchè? cosa succede?"
Tony: "Ti ricordi cosa avevo detto la mattina che tu hai avuto
l'incidente?"
Ziva: "Secondo te? E' stato uno dei giorni peggiori della mia
vita..."
Tony: "Capisco... scusa. Comunque avevo detto che era più facile che tu
ballassi sul tavolo, piuttosto che il Pivello trovi la
ragazza."
Ziva: "Mh... e allora?"
Tony: "Beh, sappi che in questo momento Abby e McGee si stanno facendo a
vicenda un esame accurato del cavo orale! Sì, sono proprio un
genio."
Ziva: "Senti, ora non ti dare troppe arie, altrimenti vado a dire in giro
che non sei quella Sex Machine che dici tanto di
essere!"
Tony parve colpito nel segno.
Tony: "Mh... non credo proprio. Ti ricordo che stiamo infrangendo la
regola 12, e poi mi pare che tu, stanotte, mica ti sei
lamentata..."
La donna stava per rispondere a tono, ma l'uomo la fermò: Abby e McGee si
erano avvicinati, e la musica era terminata.
Tony: "Pivello, lo sai che potresti passare dei guai? Tu e Abby avete
appena infranto la regola 12."
Abby: "Non siamo gli unici..." gli lanciò un'occhiata eloquente "e poi
dovresti saperlo che il bello delle regole è che si possono
infrangere."
McGee: "La regola 12?"
Ziva: "Non te la ricordi, Tim? 'Non avere relazioni sentimentali con
colleghi'."
McGee: "Ah..." poi sembrò realizzare la situazione "Oh, cavolo... ora
siamo tutti e quattro nei guai!"
Tony: "Secondo te il Capo potrebbe espellerci? Non credo proprio! E ci
scommetto 100 dollari che lui stesso ha infranto parecchie volte la stessa
regola!"
Abby: "Appunto. Quindi rilassati, Pivello!"
Qualche giorno dopo, Gibbs era piuttosto nervoso. Il caso del marine
morto davanti al locale medio-orientale era fermo da settimane, e non sapeva più
che pesci pigliare.
Erano tutti quanti riuniti nel laboratorio di
Abby.
Gibbs: "Se solo potessi infiltrare qualcuno fidato nel locale, magari
potrei ottenere qualcosa di più..."
Tony e Ziva si consultarono, parlandosi all'orecchio, poi Tony si fece
avanti.
Tony: "Capo, io e Ziva vorremmo rientrare in servizio
attivo."
Gibbs: "Non se ne parla, Dinozzo!"
Tony: "Lasciami spiegare... pensavamo che potevamo infiltrarci come
dipendenti del locale."
Gibbs: "Ho detto di no." si mise davanti al suo agente, guardandolo con
aria autoritaria "Ziva non ci vede, non può passare per un'aspirante
cameriera."
Ziva: "Non abbiamo mai parlato di entrare come
camerieri."
Gibbs: "E come, allora?"
Ziva: "Come ballerina di danza orientale e il suo
manager."
Gli altri li fissarono, dubbiosi.
Tony: "Precisamente. So che Ziva è piuttosto brava nella danza del
ventre..."
Ziva: "E, anche se non ci vedo, se ho qualcuno che, con un auricolare, mi
dice le distanze sul palco, posso ballare. Certo, non potrò mai ballare la danza
del candelabro, ma posso benissimo ballare con il velo o con un
bastone."
Gibbs ci pensò un attimo su, poi rispose.
Gibbs: "D'accordo, ma oltre a te e a Tony, verrà con voi, sotto
copertura, anche Abby."
Abby: "Perchè devo andare anche io?"
Gibbs: "Perchè la nostra danzatrice del ventre avrà bisogno di una
truccatrice, e non credo che Tony sia in grado di fare anche
questo."
CONTINUA...
Nota: la danza col candelabro è un particolare tipo di danza orientale,
molto difficile perchè la ballerina balla tenendo in equilibrio sulla testa un
grosso, e anche molto pesante
candelabro.
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Capitolo 8 *** 8 ***
gncis8
La luce negli occhi
8
Due ore dopo, al laboratorio di Abby, i tre si
stavano ancora scervellando per crearsi un'identità di copertura.
Gibbs entrò, notando che non erano ancora
riusciti a cavare nulla, quindi decise di intervenire.
Gibbs: "Allora? Ancora nulla? Eppure Abby è un mago nella
costruzione di identità fittizie..."
Abby: "Scusa, Gibbs, ma oggi proprio non ho fantasia..."
La guardò di traverso, poi esclamò:
Gibbs: "Ho paura che ti faccia male frequentare McGee... da quando
uscite insieme regolarmente non rendi più molto sul lavoro!"
Tony e Ziva sorrisero, scambiandosi un gesto d'intesa.
Gibbs: "Ok, vediamo cosa possiamo fare..." guardò prima lo schermo
del computer, poi i tre sottoposti, e cominciò "Partiamo da Dinozzo. Potresti
essere di origine italiana, come lo sei sul serio... no, facciamo che sei
italiano!"
Tony: "Mh... sì! Potrei essere nato a Napoli, e aver vissuto lì
durante l'infanzia..."
Abby: "E poi, con la famiglia... potresti essere un ereditiero
figlio di un grosso industriale italiano... ti sei trasferito in america, dove
hai già dei parenti, in particolare hai una cugina a cui sei particolarmente
legato. Potrestiesserti laureato in... Letteratura Tedesca e, dopo la laurea,
sei entrato nell'impresa di famiglia..."
Ziva: "E proprio per condurre una sucursale dell'impresa di
famiglia ti sei trasferito in Israele, dove hai conosciuto una giovane ballerina
esotica palestinese, che aveva tutte le carte in regola per sfondare, le mancava
solo l'appoggio giusto e tu ti sei fatto avanti."
Gibbs: "Avete visto che ce l'avete fatta? Però permettetemi di
concludere questa storia: dopo qualche anno, la ballerina ha un incidente, in
cui perde l'uso della vista. Lui l'aiuta e dopo un certo periodo di
riabilitazione, lei ricomincia ad esibirsi. Nel frattempo i due si sono sposati
e si sono trasferiti in America, dove ritrovano la famosa cugina americana, che
si unisce al gruppo e diventa la costumista e truccatrice della nostra
ballerina."
Tony: "Un momento! Io e Ziva dobbiamo passare per una coppia
sposata?"
Gibbs: "Perchè no? Lo avete già fatto... e poi non credo che la
cosa vi sia difficile, visto che da un mese a questa parte fate sesso tutte le
sere..."
Tony e Ziva si irriggidirono, allarmati. Gibbs sorrise e
continuò.
Gibbs: "Pensavate che non l'avessi capito che avete infranto la
regola 12? Comunque sappiate che è più una linea guida che una vera e propria
regola. Ora pensate ai nomi di copertura, io penserò al resto."
Detto questo, uscì dal laboratorio, e Abby riprese a scrivere.
Abby: "Io potrei chiamarmi... Abigail Jordan. Voi due come volete
chiamarvi?"
Tony: "Che ne pensi di Antonio DiNardo?... ma come ha fatto a
scoprirlo?"
Abby: "Non guardare me, cugino... di conseguenza, Ziva sarà Ziva
DiNardo."
La settimana dopo, Gibbs arrivò in ufficio con un pacchetto, che
poggiò sulla scrivania di Tony, dicendo:
Gibbs: "Tony, questi fanno parte della copertura. Vedete di non
perderli, perchè mi sono costati un occhio."
Quando il Capo si fu allontanato, Ziva e Tony aprirono il
pacchetto, che conteneva una scatolina. La aprirono a sua volta e...
Tony: "Wow!"
Ziva: "Che cosa è?"
Tony: "Sono due fedi nunziali, e..." prese
quella maschile e se la provò "sono della nostra misura!"
Ziva prese quella femminile e passò la punta del dito sul bordo
interno dell'anello.
Ziva: "C'è anche scritto qualcosa, sia in Brail che come
incisione..." lesse " 'Tony e Ziva'... non dice nient'altro, manca la data."
Tony: "Beh, almeno con questi anelli sembreremo di più una coppia
sposata!"
Gibbs: "Ci vuole ben altro per sembrare una coppia sposata,
Dinozzo! Te lo dice uno che ci è passato tre volte!"
CONTINUA...
Questo capitolo è di transizione, non so se mi è venuto molto
bene...
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Capitolo 9 *** 9 ***
gncis9
La luce negli occhi
9
Il pomeriggio del venerdì successivo, i tre si
presentarono al lovale medio-orientale, il Sultan, per poter ottenere un provino
ed essere assunti.
Li accolse il proprietario, un uomo sulla cinquantina, con la
pelle scura, probabilmente un arabo, che si faceva chiamare Mr Semihr.
Tony: "Mr Semihr, abbiamo chiamato ieri per il provino. Siamo i
DeNardo."
Mr Semihr: "Sì, ricordo. Quindi lei deve essere il signor DiNardo,
e una di queste incantevoli signore è sua moglie, la signorina Yanira..."
Ziva si fece avanti, piegando il bastone, e
si presentò.
Ziva: "Mr Semihr, sono la signora DiNardo, in arte Yanira."
Tony: "E lei è mia cugina Abigail, la truccatrice e costumista di
mia moglie."
L'uomo fece il baciamano a entrambe le donne, commentando:
Mr Semihr: "Complimenti, Mr DiNardo: ha saputo circondarsi di
splendide donne!"
Tony: "E sono anche piuttosto brave, soprattutto Ziva, nonostante
il suo handicap, come potrà vedere lei stesso tra poco."
Mr Semihr: "Beh, allora vediamo la performance di sua moglie. Una
curiosità: come farà a... vedere il palco?"
Ziva: "Antonio mi guiderà tramite un auricolare. Abbiamo sempre
fatto così, e non ci sono mai stati incidenti."
Fecero un breve giro del locale, per far conoscere l'ambiente, che
era costituito da un palco circolare centrale, con un corridoio tra i
tavoli che portava dietro le quinte, un banco delle bevande e una zona laterale
in cui si mettevano i musicisti, per la musica dal vivo.
Ziva andò nei camerini, per cambiarsi, accompagnata da Abby,
mentre Tony e il proprietario aspettavano vicino al palco, dove c'era una
piccola console con dei CD musicali.
Quando Abby uscì per avvertire che Yanira era pronta, venne fatta
partire la musica, e Ziva venne accompagnata dall'altra donna verso il palco, vi
salì e, seguendo le indicazioni di Tony, ballò seguendo la musica, superando
l'esame.
Mr Semihr: "Ottima esibizione! E' assunta, però posso proporre una
piccola variazione sulla coreografia? Quando verrà presentata al pubblico, suo
marito potrebbe accompagnarla fino sotto al palco, così non rischierà di
incontrare degli ostacoli accidentali. Signora DiNardo, lei è davvero molto
brava, e spero che collaboriate con il Sultan per molto tempo. Se volete, può
iniziare già stasera, così potrete fare conoscenza con gli altri
dipendenti."
Era fatta! Ora che erano dentro dovevano stare attenti a non far
saltare la copertura e potevano controllare il locale senza farsi scoprire.
Tony: "D'accordo, Mr Semihr. Allora a stasera!"
Alla sera si presentarono verso le sette, alla porta di servizio,
dove c'era un via-vai di ragazze, sia in "borgese", sia con costumi da
ballo.
Vennero subito presentati al DJ, un americano di nome Nik Sandler,
e alle tre ballerine principali: una ragazza di circa 20 anni, bionda e con gli
occhi verdi, che si faceva chiamare Hari, molto espansiva e che
presentò loro le altre due ragazze, Shania e Jasmine.
Sharia era una giovane di 25 anni, molto bella, con capelli neri e
occhi blu, sempre sorridente, mentre Jasmine era una bella donna sui 30 anni,
con lunghi capelli castani e occhi bruni, che non disse una parola.
Hari: "Da quansdo sono qui non l'ho mai sentita parlare, e, tranne
quando sta per esibirsi, è sempre chiusa nel suo camerino."
Tony era rimasto colpito dall'ultima donna, particolarmente bella.
Quando se ne accorse, Ziva gli tirò una forte bastonata sullo stinco.
CONTINUA...
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Capitolo 10 *** 10 ***
La luce negli occhi
10
Passarono due mesi, durante i quali Tony, Ziva
ed Abby di giorno andavano all'NCIS e di sera erano sotto copertura al
Sultan.
Quella mattina erano a rapporto da Gibbs.
Gibbs: "Avete trovato qualcosa che possa ricondurci all'assassino
o al movente?"
Tony: "No, nulla di riconducibile agli indizi, per il momento.
Niente che ci porti all'origine di quella gelatina che avete trovato addosso al
marine."
Abby: "E quei lustrini che aveva addosso potrebbero venire da
ovunque nel locale."
Gibbs: "E l'arma del delitto?"
Tony: "Ancora nulla. Continueremo a cercare."
Passò ancora un altro mese, ed erano sempre allo stesso
livello.
Ziva aveva appena terminato la sua esibizione e, mentre lei si
cambiava, Tony era uscito dal camerino per il suo giro di controllo.
Passato davanti al camerino di "Jasmine la silenziosa", come
l'avevano soprannominata le altre ballerine, e la vide tornare dal palco, perchè
aveva appena finito di ballare. Gli passò accanto, lanciandogli uno sguardo
malizioso, a cui lui rispose con uno dei suoi sorrisi ammaliatori.
Jasmine, con una grazia degna di una seduttrice, fece cadere il
piccolo velo che aveva in mano, e Tony glielo raccolse, restituendoglielo. Lei
lo prese e lo infilò nella tasca davanti della giacca dell'uomo, dandogli poi un
bacio sula guancia, molto vicino alle labbra, e entrando nel camerino.
Non era la prima volta che quella donna cercava di sedurlo in quel
modo, e lui, pur trovandola molto bella, non ci era mai stato veramente, anche
perchè amava sua moglie, e non l'avrebbe mai tradita.
Decise, quindi, di ritornare al camerino di Ziva, per poi usire
dal Sultan e tornare a casa, dopo aver accompagnato Abby.
In macchina Ziva era silenziosa, e lui non capiva perchè. Lo capì
quando entrarono in casa e lei chiese:
Ziva: "Ti piace Jasmine?"
Tony: "Ma cosa dici?" chiese, stupefatto.
Ziva: "Non fare il finto tonto! Lo so che flirti con lei!"
Tony: "Ma non..."
Ziva: "Siamo sposati, Tony, lo capisci?"
Tony: "Ma è solo una copertura..." tentò di dire, ma lei sembrava
nel pieno di una scenata di gelosia. Infatti gli tirò un ceffone, prima di
rispondergli.
Ziva: "Sì, le fedi sono solo una copertura, ma viviamo insieme da
8 mesi, e stiamo insieme da 4. Anche se non siamo sposati, viviamo come marito e
moglie!"
Gli tirò un'altra serie di ceffoni, poi si calmò e, con un filo di
voce disse:
Ziva: "Tony, vorrei tanto che fossimo veramente sposati, che le
fedi che portiamo al dito siano vere..."
Tony non aveva più parlato, e ora si limitava ad abbracciarla,
dopo averla fatta sfogare. Ziva, dopo una breve pausa, chiese, cogliendolo di
sorpresa:
Ziva: "Vuoi sposarmi?"
L'uomo restò di sasso. Certo non si sarebbe mai aspettato una
proposta così, a bruciapelo...
Tony: "Scusa, ma non dovrei essere io a farla, questa domanda?"
chiese, in tono scherzoso, per far calare la tensione. Ziva sorrise.
Ziva: "Mi sa che ti ho battuto sul tempo. Allora? Cosa dici?"
Tony: "Terminiamo questo lavoro, poi cominciamo a organizzare
tutto. Va bene? Però voglio che tu sappia che Jasmine non mi interessa."
Si baciarono, poi, senza dire altro, si diressero in camera da
letto.
Qualche giorno dopo, durante il suo solito giro nel locale, dopo
l'esibizione di Ziva, fuori dell'uscita di servizio sentì due voci maschili che
discuevano. Una apparteneva a un cliente abituale, con cui spesso aveva parlato
anche lui, ma l'altra voce non la riconobbe. Spinto dalla curiosità, senza farsi
vedere, si affacciò alla porta di servizio. Quando riconobbe l'altra persona,
sbiancò, e si affrettò a tornare al camerino.
Quando entrò, Abby notò subito il suo colorito pallido.
Abby: "Tony, che succede? Sembra che tu hai visto un
fantasma..."
L'uomo non rispose; si portò una mano alla bocca e corse in bagno,
chinandosi sul WC e rigettando tutta la cena.
CONTINUA...
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Capitolo 11 *** 11 ***
gncis11
La luce negli occhi
11
Tony era ancora piegato sul WC, e le due donne
entrarono in bagno, per sapere cosa avesse.
Ziva: "Tony, che cosa hai?" chiese, preoccupata, avvicinandosi e
passandogli dolcemente una mano tra i capelli.
Tony: "Lei... non lei, lui... non è lei... cioè... lei non è
lei..." balbettò, prima di piegarsi di nuovo sul WC.
Quando si riprese, Abby e Ziva lo accompagnarono nel camerino e lo
fecero sedere sulla sedia.
Abby: "Fai un respiro e dicci con calma... di chi stai
parlando?"
Tony: "Jasmine..." disse, con un filo di voce, masticando il
chewing gum che gli aveva dato Ziva.
Ziva: "Cosa è successo? Volevi provarci con lei, ma hai scoperto
che è lesbica?" chiese, con una vena di gelosia.
Tony: "Magari fosse stata lesbica... almeno sapevo che era una
donna..."
Abby, finalmente, capì, e non riuscì a trattenere le risate.
L'uomo la guardò di traverso. Ziva, però, dava l'impressione di non aver capito,
così l'altra donna spiegò.
Abby: "Vedi, Ziva, qualche anno fa Tony, senza saperlo, ha baciato un
uomo. E, dalla sua reazione, deduco che anche Jasmine sia un uomo..."
Anche Ziva scoppiò a ridere.
Tony: "Ma guarda tu che razza di donna sto per sposare... lo sai
che non è bello ridere delle disgrazie del tuo futuro marito?"
Ziva: "Scusami, tesoro, ma è troppo divertente... non pensavo che
ti piacessero le donne, diciamo... con certi attributi!"
Tony: "Ah, ah, ah!" esclamo, sarcastico "Divertente."
Abby: "Un momento! Come sarebbe a dire 'futuro marito'? Secondo la
copertura, voi due siete sposati da un anno..."
Tony: "Abby, guarda che non stavo parlando come Antonio DiNardo,
ma come Tony Dinozzo."
Abby spalancò gli occhi e la bocca, sorpresa, passando lo sguardo
da Tony a Ziva, e vice-versa, poi, realizzato il fatto, quasi urlò, saltando
addosso prima alla donna e poi all'uomo, per abbracciarli e congratularsi con
loro.
Il mattino seguente, erano tutti e tre in ufficio, per il
rapporto, e riferirono quello che avevano scoperto.
Abby: "Gibbs, non ci crederai mai a quello che abbiamo scoperto
ieri!"
Gibbs: "Cosa avete scoperto?" chiese, interessato.
Tony: "Hai presente Jasmine?"
Gibbs: "Quella che tutti chiamano 'Jasmine, l'odalisca
silenziosa'?"
Ziva: "Beh, proprio lei. E sai perchè non parla mai? Perchè dalla
sua voce si capisce che in realtà non è una donna..."
Gibbs: "...Ma un uomo!" guarsò Tony, facendo un sorrisino
beffardo, poi continuò "Beh, Tony, spero per Ziva che non ti sia venuto in mente
di baciarlo!"
Tony fece un'espressione colpevole, guardando Ziva, che rideva
sotto i baffi.
Abby, in quel momento, ebbe
un'intuizione:
Abby: "Hey! Ricordate quel gel che abbiamo trovato sul corpo della
vittima? Io avevo pensato che fosse una specie di trucco o qualcosa del genere,
quindi non potrebbe essere..."
Gibbs: "Ma certo! Il cerone fondo-tinta che usano molto i
travestiti!"
Tony: "Ti prego, Capo, non nominare quella parola... ho ancora la
nausea..."
Gibbs: "Allora fattela passare, Dinozzo, perchè dobbiamo saperne
di più su questo Jasmine, e per saperlo abbiamo bisogno di te."
Tony: "Ah, no! Io non voglio rischiare di baciare di nuovo un
travestito!"
Gibbs: "Chi ha mai detto che devi baciarlo? Devi solo raccogliere
degli indizi per sapere chi è veramente e se, come pensiamo, è implicato
nell'omicidio. E poi, ricordati che ci saranno Abby e Ziva a darti una
mano."
Ziva: "Vorrà dire che, se il nostro amico si spingerà troppo
oltre, tua moglie farà una bella scenata di gelosia in pubblico."
Tony: "Tanto ci sono abituato, visto che me ne hai già fatte in
privato..."
Gibbs: "Ecco: ora sì che siete come una coppia sposata." esclamò,
sempre con il suo sorriso beffardo "Comunque stasera cercate di avere le sue
impronte, così vediamo se è schedato."
Tony: "Ok, Capo."
Quella sera, dopo la solita esibizione di Ziva, si diedero subito
da fare per avere le impronte di Jasmine. Abby aveva portato anche tutto
l'occorrente per rilevarle sul momento, tutto mischiato con i trucchi e i
vestiti di Ziva.
Tony uscì per il suo solito giro, poi andò verso il banco del bar
e chiese una bottiglia di birra, portandosela dietro le quinte e, quando nessuno
lo guardava, la ripulì di tutte le impronte, con il suo fazzoletto. Si appostò
davanti al camerino di Jasmine e attese che tornasse.
Quando tornò, lei, o meglio, lui, gli sorrise, e Tony gli rispose,
poi bevve un sorso dalla bottiglia e glielo porse; Jasmine accettò, prese la
birra e bevve, per poi riconsegnargliela e entrare nel suo camerino, facendogli
l'occhiolino.
Dinozzo avvolse la bottiglia nel fazzoletto e rientrò nel camerino
di Ziva, dove Abby aveva già acceso il portatile e impostato lo scanner, e aveva
già tutto l'occorrente per rilevare le impronte.
Tony: "Ecco le impronte di Jasmine. Mi raccomando, elimina le
mie."
Abby: "Non ti preoccupare, sono una professionista, io." detto
questo prese il kit per le impronte e cominciò il lavoro. dopo aver eliminato
quelle appartenenti a Tony, ne selezionò una di Jasmine e la scannerizzò.
Avviò il programma di riconoscimento impronte, e attesero. Non ci
volle molto ad avere i risultati: sullo schermo del portatile comparve la scheda
del sergente John Molstad, del corpo dei Marines.
Abby: "Bingo!"
Ziva: "Di chi si tratta?"
Tony: "Un Marine, si chiama John Molstad."
Bussarono alla porta, e, senza dare loro il tempo di ritirare
tutto, Hari si affacciò, come spesso faceva prima di andare via.
Hari: "Il locale sta per chiudere, mi raccomando, non fate tardi!"
notò il computer, lo scanner e il kit per le impronte, e sembrò turbata "Ma...
cosa sono queste cose?"
Ziva: "Credo che ti dobbiamo delle spiegazioni. Entra e chiudi la
porta."
Tony: "Ma... Ziva! Potrebbe essere..."
Ziva: "Lei non è immischiata, Tony. Ho imparato a riconoscere chi
mente, dal tono della voce. Per favore, Hari, siediti."
La ragazza fece come le fu chiesto, mentre Abby chiudeva la
porta.
Hari: "Allora? Mi spiegate cosa sta succedendo?"
Tony: "Vedi, Hari, in realtà abbiamo mentito su alcune cose... ad
esempio io e Abby non siamo cugini."
Ziva: "E io non sono una ballerina professionista palestinese,
anche se vengo dalla stesaa zona, visto che sono israeliana. Tony non è mio
marito, non si chiama neanche Antonio DiNardo, e non è nato in Italia."
Hari: "Allora chi siete veramente?"
Tony: "Siamo gli agenti Anthony Dinozzo, Ziva David e Abby Sciuto
dell'NCIS. Siamo sotto copertura e stiamo indagando sull'omicidio del Marine
avvenuto qualche mese fa."
Hari: "Ho capito. Quindi se siete qui, sospettate che l'assassino
sia uno all'interno del locale..."
Ziva: "Veramente abbiamo già un sospetto, e stiamo verificando la
sua vera identità."
Hari: "E chi sarebbe? Non starete sospettando di me?"
Tony: "No, in realtà sospettiamo di Jasmine."
Hari: "Jasmine la silenziosa?" sembrò avere una folgorazione "Un
momento! io l'ho vista spesso in compagnia di quel marine, prima che venisse
ucciso!"
Tony: "Perfetto! Ora sappiamo che c'era un legame tra i due!"
prese il telefono e chiamò Gibbs "Pronto, capo?... sono Dinozzo... abbiamo
l'identità di Jasmine... sì, è il Sergente John Molstad."
La giovane danzatrice sembrò stupita, e anche un po' spaventata.
Tony continuò ad ascoltare quello che gli diceva il Capo.
Tony: "Ok, grazie, Capo... tra quanto arriverete?... d'accordo."
chiuse la telefonata e si rivolse alle altre "Gibbs ha detto che era nella
stessa squadra della vittima, e che stanno arrivando. Non dobbiamo farlo uscire
dal locale."
Abby: "Ok, allora come ci organizziamo?"
Tony: "Abby, tu resta con Hari, non sappiamo se il Sergente
collaborerà" ordinò "Ziva, mi serve il tuo aiuto per trattenerlo."
Ziva: "Farò quanto mi è possibile, viste le mie condizioni."
Tony: "Nelle tue condizioni sei in grado di fare questo e altro,
tesoro." la rassicurò. Detto questo, la coppia uscì dal camerino, andando verso
quello di Jasmine.
Tony bussò alla porta, e subito dopo l'altro aprì. Era ancora
camuffato da donna.
Tony: "Stavamo cercando proprio te, Jasmine, o devo chiamarti
Sergente Molstad?" mostrò il distintivo. Nel momento in cui l'altro lo
riconobbe, diede una spinta a tony, facendogli quasi perdere l'equilibrio, e se
la diede a gambe.
Ziva, però, partì all'inseguimento, seguendo il rumore dei passi
dell'altro, e quando lo raggiunse cercò di immobilizzarlo, ma il Sergente
reagì, e si innescò una lotta.
Ziva non riusciva a schivare tutti i colpi, a causa del suo
handicap, e ad un certo punto l'altro riuscì ad avere la meglio, spingendola
contro un muro e tornando a correre.
Ma la sua corsa durò poco: appena aprì la porta di servizio si
trovò davanti Gibbs, che gli puntava la pistola e mostrava il distintivo.
Gibbs: "Fine corsa, amico! Sei in arresto per l'omicidio del
Sergente Hamish." dopodichè McGee si avvicinò e gli mise le manette, portandolo
via.
Ziva era ancora seduta poggiata al muro, e si toccava gli occhi.
Tony si avvicinò, inginocchiandosi di fronte a lei. Anche Abby e Hari si
avvicinarono.
Tony: "Che hai? Stai bene?"
Ziva sorrise.
Ziva: "Ci vedo di nuovo! Tony, ci vedo di nuovo!"
Tony sorrise e la abbracciò, ma si rese conto che era svenuta non
appena l'aveva abbracciata. Si staccò e vide che i vestiti erano parecchio
sporchi di sangue nella zona del basso ventre.
Tony: "Oh, no! Ziva, svegliati, ti prego!" le diede qualche
colpetto sul viso, poi la prese in braccio e disse a Abby "La porto in ospedale.
Tu vai in ufficio da Gibbs e digli tutto!"
CONTINUA...
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Capitolo 12 *** 12 ***
gncis12
La luce negli occhi
12
Tony camminava, nervoso, lungo il corridoio
del pronto soccorso. Era preoccupato per Ziva, e sperava che arrivasse qualche
dottore, per chiedergli come stava la donna.
Finalmente un dottore si avvicinò, per parlargli.
Dottore: "Lei è un parente della signora David?"
Tony: "Sono il suo compagno. Come sta?"
Dottore: "Lei sta bene, e non ci sono state complicazioni... ma il
bambino non ce l'ha fatta, mi dispiace."
Tony: "Il bambino? Quale bambino?"
Dottore: "La signora era incinta. Non lo sapeva?"
L'uomo si sentì come se un enorme macigno gli fosse saltato
addosso: Ziva aspettava un bambino da lui, ma l'aveva perso. Si poggiò al muro,
strofinandosi gli occhi, poi chiese:
Tony: "Di quanto era?"
Dottore: "Sei settimane."
Tony: "Ziva lo sa gia? Glielo avete già detto?"
Dottore: "No, ma stavo andando a dirglielo ora."
Tony: "Se permette, vorrei essere
presente."
Dottore: "Sì, forse è meglio se c'è anche lei. Le potrà fare un
po' di forza."
Detto questo, il dottore scortò Tony verso la camera in cui era
stata portata la donna.
L'uomo la vide, attraverso il vetro: era
sdraiata sul letto, con gli occhi chiusi, e aveva l'aria stanca. Entrò per
primo; Ziva si accorse di lui, e aprì gli occhi.
Ziva: "Ciao." lo salutò, accennando un sorriso.
Tony: "Ciao." rispose, con la voce strozzata, cercando di sembrare
calmo, ma lei percepì che c'era qualcosa che lo turbava.
Ziva: "Che c'è? Guarda che sto bene, ora." cercò di rassicurarlo.
Tony si sedette accanto a lei, sul letto, e la abbracciò, stava cercando di
trattenere le lacrime.
In quel momento entrò il dottore.
Ziva: "Dottore... c'è qualcosa che non va?" chiese, notando
l'espressione seria del medico, e capendo che Tony aveva avuto una brutta
notizia, che la riguardava.
Dottore: "Dal punto di vista fisico, lei ora sta bene, non ci sono
state complicazioni..."
Ziva: "Ma...?"
Dottore: "Ma in seguito all'emorragia, dovuta probabilmente a un
forte trauma, ha perso il bambino, mi dispiace."
Ziva divenne pensierosa, e allo stesso tempo spaventata.
Ziva: "Bambino? Quale bambino? Ero incinta?" chiese, agitata.
Dottore: "Sì, signora, era di sei settimane."
Detto questo, il medico uscì dalla stanza; Ziva scoppiò a piangere
tra le braccia di Tony, che non poteva fare altro che abbracciarla, mostrandosi
forte per poterla tranquillizzare.
Ziva: "Un bambino... aspettavo un bambino... Tony, abbiamo perso
il bambino..."
Tony la strinse ancora più forte, finchè la donna non si
addormentò; poi si sedette accanto a lei, dandole un bacio sulla fronte e
continuandole a stringere la mano.
Restò in quella posizione per mezz'ora, continuando a osservarle
il viso, rigato dalle lacrime che ancora, nel sonno, continuavano a scenderle
lungo le guance. Venne distratto dal rumore di un leggero colpo sul vetro, e si
girò in quella direzione, notando Gibbs.
Si alzò dalla sedia e, dopo aver fatto un'ultima carezza alla
compagna, uscì dalla stanza, raggiungendo il Capo.
Gibbs: "Abby mi ha detto tutto. Come sta?"
Tony: "Sta bene, ma..." non riuscì a continuare; si strofinò gli
occhi e cominciò ad andare avanti e indietro, di fronte a Gibbs, il quale,
spazientito, ad un certo punto lo bloccò, prendendolo per le spalle e
mettendoglisi di fronte.
Gibbs: "Ma cosa? Avanti, Tony! Che cosa succede?" era preoccupato,
e quasi urlò per avere una risposta dal suo sottoposto.
Tony: "Ziva era incinta, Capo." disse, tutto d'un fiato. A quel
punto gli occhi gli divennero lucidi e, con voce strozzata, continuò "Aspettava
un bambino... era alla sesta settimana... sarei diventato padre entro 8 mesi,
ma... ma ha perso il bambino..."
Non ce la fece più: le lacrime cominciarono a uscirgli, e lui non
riusciva a fermarle. Gibbs non disse nulla, lo abbracciò in modo paterno,
lasciandolo sfogare. Certo non era la stessa cosa, ma sapeva cosa significava
perdere un figlio, e gli avrebbe dato tutto il suo appoggio, perchè sia Tony che
Ziva potessero superare quel momento.
Quando Tony si fu sfogato, prese una cosa dalla tasca e la porse a
Gibbs: erano le fedi nuziali che gli aveva dato per la copertura.
Tony: "Queste credo che siano tue."
Ma Gibbs le rifiutò.
Gibbs: "No, sono vostre, e voglio vedervele di nuovo al dito entro
poco tempo, e questa volta non per una copertura! Ora torna da Ziva. Ha bisogno
di te." detto questo, se ne andò, mentre Tony rientrava nella stanza.
Nel frattempo, in ufficio, Abby e McGee attendevano il ritorno del
loro Capo.
Abby: "Allora avete fermato anche il cliente che Tony aveva visto
parlare con il nostro transessuale?"
McGee: "Sì. Crediamo che anche lui sia coinvolto nell'omicidio.
Poi ne parliamo quando torna Gibbs."
Abby: "Chissà come sta Ziva... avevo anche una bella notizia da
darle..."
McGee: "Che notizia?" chiese, curioso.
Abby: "Volevo dirla prima a lei, ma tanto prima o poi dovevo dirlo
anche a te... Tim, sono incinta!"
L'espressione dell'uomo, prima pensierosa, passò a stupita, e
infine a felice. Abbracciò la ragazza, baciandola; ma vennero interrotti da
Gibbs, appena entrato in ufficio.
Gibbs: "Se dovete dire a Tony e Ziva che aspettate un bambino,
vedete di farlo usando le parole giuste. Non voglio che una delle mie agenti
cada in depressione!"
McGee: "Ma... come?"
Abby: "Lo sapeva... glielo avrà detto Ducky." spiegò. Poi chiese
"Come sta Ziva?"
Gibbs: "Ha appena scoperto di essere incinta, ma che ha perso il
bambino, Abby. Ecco perchè ti dico di misurare le parole, quando glielo
dirai."
Abby: "Oh, mio Dio... mi dispiace... e Tony? come l'ha presa?"
Gibbs: "Come un padre che ha appena perso un figlio." spiegò,
spicciamente.
Il giorno dopo, Ziva venne dimessa, e Abby e Timothy andarono a
trovarla a casa.
Fu Tony ad aprire la porta, e notarono subito che era molto
provato, anche se cercava di nasconderlo; Abby andò subito in salotto, dove
stava Ziva, in silenzio, seduta sul divano, che guardava il vuoto, e aveva
l'aria di aver pianto fino a poco prima; Tony accompagnò McGee in cucina e gli
offrì una birra fresca.
McGee: "Il Capo ci ha detto tutto. Come state?"
Tony: "Io sto bene, ma non so quanto ci metterà Ziva a
riprendersi..."
McGee: "Immagino... speriamo solo che non si abbatta di più,
quando saprà la notizia da Abby."
Tony: "Che notizia?"
McGee: "Spero che non te la prenda, Tony... so quello che voi due
state passando..."
Tony: "Evita di girarci intorno, Pivello. Cosa vuoi dirmi?"
McGee: "Ecco... Abby aspetta un bambino, sto per diventare
padre."
Tony restò un attimo in silenzio, passandosi per l'ennesima volta
la mano sugli occhi, poi disse:
Tony: "Beh, congratulazioni, Tim, sono felice per te..." e gli
strinse la mano.
Intanto, in salotto...
Abby: "Ciao, Ziva. Come ti senti?"
Ziva: "Non... non lo so..."
Abby: "Capisco... Ziva, volevo dirti una cosa, e spero che non ti
faccia abbattere di più..."
Ziva: "Dimmi..."
Abby: "Ecco... sono incinta..."
Ziva sembrò destarsi; la guardò, con gli occhi ancora umidi, e le
sorrise, con un misto di felicità e tristezza.
Ziva: "Davvero? E il padre sarebbe Tim?"
Abby: "Sì..."
Ziva: "Secondo me sarete dei genitori stupendi!" le fece un
sorriso più luminoso, poi le due donne si abbracciarono.
CONTINUA...
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Capitolo 13 *** 13 ***
gncis13
La luce negli occhi
13
Il tempo passò.
Era la sera della Vigilia di Natale.
Una monovolume nera entrò nel vialetto di fronte a una villetta di
un quartiere medio-borghese della Capitale. Le due persone che erano dentro,
uscirono: erano Tony e Ziva.
L'uomo prese delle chiavi e si accinse ad aprire la porta.
Ziva: "Mi raccomando, non facciamo troppo rumore: secondo me
stanno riposando."
Tony: "Dici?"
Spalancò la porta della casa, che dava in un salotto, e sul divano
era seduto Gibbs, addormentato, con un libro di favole in mano, e in braccio una
bambina di un anno, con i boccoli scuri che le cadevano sulla fronte e il
ciuccio in bocca.
Tony: "Ma come hai fatto?"
Ziva: "Ho sentito Jethro russare."
Tony: "Caspita che udito!"
L'uomo si avvicinò a Gibbs, e lo scosse, provando a
svegliarlo.
Tony: "Hey, Capo! Siamo tornati!"
Jethro aprì lentamente gli occhi, mentre la bambina veniva presa
in braccio da Ziva.
Gibbs: "Mh...? Ma che ore sono?"
Tony: "Sono le 8. Scusa il ritardo, ma abbiamo avuto un
contrattempo in ufficio..."
Anche la bambina si svegliò, lentamente, accorgendosi di non
essere più in brraccio a Gibbs. Si guardò intorno, ancora assonnata, con i suoi
occhi verdi, poi tese le braccia verso Tony.
...: "Papy..."
L'uomo la prese in braccio.
Tony: "Ciao, Pulce! Cosa avete fatto tu e il nonno, mentre mamma e
papà erano a lavoro?"
Gibbs: "Ho portato Kelly allo zoo, per passare il tempo."
Kelly: "Ti, e poi bacca nonno!"
Ziva: "Avete continuato a costruire la barca?"
Gibbs: "Sì, è quasi finita. E poi questa furbetta è un'ottima
aiutante!"
Kelly: "Ti..." confermò.
Ziva: "Davvero? Allora è megliose ti fai un bel bagnetto, visto
che tra poco arrivano Zia Abby e zio Tim con Leeroy!" la prese in braccio.
Kelly: "Ene il Piellino?"
Ziva: "Pivellino? E chi ti ha insegnato a chiamarlo così,
Stellina?"
La piccola, sorridendo, indicò Tony.
Ziva: "Allora mamma dovrà fare un bel discorsetto a papà, più
tardi." detto questo, salì al piano superiore, con la bambina.
Gibbs e Tony andarono nel ripostiglio, per prendere le decorazioni
per l'albero che avrebbero fatto tutti insieme quella sera.
Tony: "Grazie per averla guardata anche oggi, Capo."
Gibbs: "Di niente, Tony. Sarah Kelly è una bambina molto
intelligente e curiosa, è un piacere stare con lei. E piantala di chiamarmi
Capo: ho smesso di esserlo tre anni fa, quando vi siete sposati! Ora
sei tu quello che deve essere chiamato così."
Tony: "Scusa, è la forza dell'abitudine... e poi come ti devo
chiamare? Papà?"
Gibbs lo guardò storto, ma sembrava non gli dispiacesse di essere
chiamato in quel modo. Tirò all'uomo uno scappellotto.
Tony: "Scusa... ma mia figlia ti chiama nonno, quindi per me viene
naturale chiamarti papà..."
Gibbs: "Chiamami ancora una volta papà e ti diseredo, lasciando
tutto a Kelly!"
Tony: "Sai che novità..." disse, scherzando.
Due ore dopo arrivarono anche Abby, McGee, con un bambino di tre o
quattro anni, pacioccone e con gli occhi chiari, il piccolo Timothy Leeroy
jr.
Il bambino era molto timido, e non reagiva molto agli scherzi di
Kelly che, pur essendo molto più piccola, si divertiva a farlo disperare, e lui
correva spesso a farsi consolare da sua madre.
Tony: "Certo che il Pivellino ha lo stesso tuo carattere,
Pivello!"
Abby: "Anche Kelly non scherza! Mi sa che da grande diventerà una
rubacuori..."
Tony: "Tanto, da grande, i ragazzi dovranno prima passare l'esame
del sottoscritto!"
Ziva: "E se fosse Leeroy, il ragazzo con cui vorrà uscire?"
Tony: "Ah, lui, sicuramente, non passerà l'esame!"
Gibbs gli tirò l'ennesimo scappellotto.
Anni dopo...
Tony stava tenendo sotto braccio una ragazza di circa 20 anni.
Aveva i riccioli neri coperti da un velo, e guardava, con i suoi occhi verdi, un
po' l'uomo che la stava accompagnando, un po' il ragazzo in fondo alla chiesa,
vicino all'altare, che stavano raggiungndo: un ragazzo un po' robusto, con i
capelli scuri e gli occhi chiari, dall'espressione timida.
Prete: "Vuoi tu, Timothy Leeroy McGee Jr, prendere la qui presente
Sarah Kelly Dinozzo come tua legittima sposa, per amarla ed onorarla finchè
morte non vi separi?"
Leeroy: "Lo voglio..."
Prete: "Vuoi tu,Sarah Kelly Dinozzo , prendere il qui
presenteTimothy Leeroy McGee Jr come tuo legittimo sposo, per amarlo ed onorarlo
finchè morte non vi separi?"
Kelly: "Lo voglio..."
Tony sorrideva, felice della scelta della sua figlia maggiore,
mentre tirava uno scappellotto a un ragazzo di 16 anni, uguale a lui, che stava
litigando con una sua coetanea, uguale a Abby.
Tony: "Anthony Dinozzo Jr, finiscila! Abbi rispetto per tua
sorella!"
McGee: "Lo stesso vale per te, Kate! Abbi rispetto per tuo
fratello!"
Tony: "Sai, Pivello? Sono contento che i nostri figli si siano
sposati..."
McGee: "Anche io, Capo!"
Una notte di Natale di 20 anni prima...
Tony: "La mia bambolina che esce insieme al Pivellino? Non
approverò mai!"
McGee: "Lo stesso vale per me!"
...Le ultime parole famose...
FINE
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