La luce negli occhi

di katyjolinar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


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La luce negli occhi

1

Solita mattina all'NCIS: McGee lavorava al computer, Tony lo tormentava e Ziva punzecchiava Tony.

Tony: "Hey, Pivello! A chi stai scrivendo? Non sarà mica una ragazza? Ma che sto dicendo? Tu che scrivi a una ragazza? Sarebbe più probabile vedere Ziva che balla su un tavolo..."

Ziva: "Ti sbagli Tony. E' più facile che McGee trovi una ragazza, piuttosto che tu mi veda ballare su un tavolo!"

Tony: "Perchè no? Non dirmi che non sai ballare..."

Ziva: "Ti stupiresti di sapere quante cose so fare..."

Vennero interrotti da due scappellotti da Gibbs, arrivato alle loro spalle.

Tony: "Scusa, Capo..."

L'uomo non lo considerò, e cominciò a parlare, andando a prendere la sua pistola nel cassetto della scrivania.

Gibbs: "Abbiamo una segnalazione su Anger. Andiamo a prenderlo! Tony, prendi le chiavi del furgone."

I tre si prepararono e scesero di corsa nel garage.

Anger era un evaso del carcere militare, pericoloso, che cercavano da tempo.

Indossati i giubbotti anti-proiettile e caricate le armi, si avvicinarono all'edificio, un magazzino in disuso, Poi si divisero in coppie: Gibbs con McGee e Tony con Ziva.

Camminarono lentamente, con le armi in pugno e tenendosi in contatto via radio.

Gibbs: "Dinozzo, David, vedete qualcosa?"

Tony: "Nulla, Gibbs..."

Ma improvvisamente vennero sommersi da una pioggia di proiettili, sparati da un mitra; si apprestarono a ripararsi dietro una pila di casse, sparando ogni tanto un colpo alla cieca.

Ziva: "Qualcuno deve fermarlo!"

Tony: "Sì, ma come?"

Ziva: "I suoi proiettili non dureranno a lungo. Basta aspettare."

Infatti dopo poco la pioggia di proiettili terminò. Ziva prese l'iniziativa e uscì allo scoperto, sparando alcuni colpi.

Ma, a quanto pareva, Anger non aveva terminato veramente i proiettili, infatti qualche copo partì in direzione di Ziva, che venne colpita di striscio alla tempia e cadde a terra, battendo la testa, svenuta.

Tony era pietrificato: in quel momento gli era sembrato di rivivere la morte di Kate, ma si riprese immediatamente, e si chinò per soccorrerla. nel frattempo, l'intervento della donna aveva dato i suoi frutti: Anger era a terra, morto.

Ziva venne portata d'urgenza all'ospedale, e al pronto soccorso venne sottoposta a un intervento chirurgico.

Qualche ora dopo erano tutti davanti alla stanza dove era stata portata la donna.

Gibbs: "Forse è meglio se qualcuno rimane, nel caso si risvegli..."

Tony: "Resto io." disse, serio.

Gibbs: "Mh... d'accordo. Chiama in ufficio, appena si sveglia."

Se ne andarono tutti, mentre Tony entrò nella stanza. Ziva era distesa sul letto, con la testa fasciata, e indossava la sottoveste che danno in dotazione negli ospedali. Era ancora addormentata.

Senza far rumore si sedette accanto al letto, ripensando al fatto che stava per sccedere la stessa cosa che era accaduta l'anno prima a Kate. Aveva perso molti colleghi, da quando era entrato in polizia, ma perdere Kate era stato un duro colpo per lui, e pensò che se fosse successo anche a Ziva, sarebbe stato altrettanto duro.

La vide muoversi: si stava svegliando.

Tony: "Hey, Ziva?" sussurrò.

Ziva: "Dove sono?" aprì gli occhi, guardandosi attorno.

Tony: "In ospedale. Sei stata colpita da un proiettile. Come ti senti?"

Ziva: "Non lo so... Tony, dove sei?"

Tony: "Sono qui. Non mi vedi?"

Ziva: "No, Tony... non ti vedo... non vedo nulla... è tutto nero... cosa mi è successo?"

La donna sembrava presa dal panico. Tony capì e, allarmato, corse a chiamare un dottore.

CONTINUA...

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Capitolo 2
*** 2 ***


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La luce negli occhi

2

Il medico era corso nella stanza non appena Tony lo aveva chiamato, e ora stava visitando Ziva. Nel frattempo, il giovane aveva chiamato Gibbs, per informarlo.

Dottore: "Mi dispiace, al momento non so spiegarvi cosa abbia... dovremo fare altri esami, per saperne di più."

Ziva: "Come fa a non saperlo? Mi sono svegliata e mi sono accorta di non vederci, e lei non sa dirmi che cosa mi succede?"

Gibbs entrò, sbattendo la porta.

Gibbs: "Allora, dottore, mi sa dire che cosa è successo?"

Dottore: "Lo stavo già dicendo ai suoi agenti: per saperlo con certezza dovremo fare degli esami."

Gibbs: "Quindi non ha la minima idea di cosa sia successo al mio agente?" la sua voce pareva fredda, ma si percepiva una punta di preoccupazione.

Dottore: "Può essere qualunque cosa. Mi dispiace."

Gibbs parve convincersi, ma volle fargli un'ultima domanda.

Gibbs: "Quando crede che possa essere dimessa l'agente David?"

Dottore: "Tra un paio di giorni al massimo, ma, visti gli ultimi sviluppi, dovrà tornare periodicamente in ospedale per dei controlli." detto questo, uscì dalla stanza.

Gibbs si avvicinò ulteriormente al letto, dalla parte opposta di Tony.

Gibbs: "Ziva, dal momento che non sei del tutto autosufficiente, non potrai più fare nulla da sola."

Ziva: "Cosa significa, questo?"

Gibbs: "Che qualcuno, almeno finchè non sarai di nuovo autosufficiente, dovrà stare con te 24 ore su 24."

Ziva: "Intendi dire che avrò bisogno di un conducente?"

Tony: Conduttore, Ziva. Si dice conduttore."

Gibbs: "Sì, dal momento che non puoi vederci."

Ziva: "Io non farò mai entrare un estraneo in casa mia!"

Gibbs: "Farò qualunque cosa perchè il tuo conduttore sia una persona che conosci. Comunque, in questi due giorni, ci alterneremo a tenerti d'occhio in ospedale."

Ziva: "Perche ci tieni tanto a non farmi restare da sola?"

Gibbs: "Hai perso la vista, che è uno dei sensi più importanti. Non voglio che tu faccia qualcosa di sconsiderato." la voce di Gibbs era seria. Si rivolse a Tony "Tony, farai tu il primo turno all'ospedale."

Tony: "D'accordo, Capo."

L'uomo uscì, e i due restarono soli, in silenzio.

Ziva: "Ho sempre odiato dipendere da qualcuno..."

Tony: "A nessuno piace dipendere da qualcun altro. Ora vedi di riposare, non devi stancarti troppo."

Il giorno seguente cominciarono i primi esami: venne fatta una risonanza magnetica e una TAC, per controllare che non ci fossero danni al cervello, poi, la mattina in cui la donna doveva essere dimessa, il medico arrivò con i risultati.

In camera di Ziva era presente la squadra al completo, e tutti prestarono attenzione al dottore, quando entrò.

Gibbs: "Allora?"

Dottore: "Le analisi non hanno rilevato danni permanenti al cervello. Abbiamo riscontrato solo un ematoma nella zona del cervello predisposta alla vista, ma si riassorbirà, e, se nel frattempo non si verificheranno delle complicazioni, può darsi che la signorina possa tornare a vedere. A meno che la cecità non sia dovuta a un fattore psicosomatico. In tal caso dipende tutto da lei."

Ziva: "Quanto tempo ci vorra?"

Dottore: "Non lo so. Dipende da tanti fattori. Comunque non credo che sarà meno di sei mesi."

Ziva abbassò la testa, nascondendo il volto al resto del gruppo.

Gibbs: "Può essere dimessa?"

Dottore: "Sì, però dovrà tornare per le visite di controllo, e, se possibile, è meglio se venga sempre seguita da qualcuno."

Gibbs ci pensò su, poi, con tono di comando, disse:

Gibbs: "Ok. Dinozzo, appena Ziva sarà pronta, accompagnala a casa e resta con lei finchè non sarà guarita." vedendo le smorfie dei due, aggiunse, ancora più autoritario "E' un ordine."

Ziva: "Ma io non voglio Dinozzo in casa."

Gibbs: "Che tu lo voglia o no, da questo momento in poi, Tony è il tuo conduttore. Non ci vedi, e hai bisogno di qualcuno che ti dia una mano. Tony è perfetto."

Ziva: "Chi lo dice?"

Gibbs: "Io."

CONTINUA...

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Capitolo 3
*** 3 ***


La luce negli occhi

3

Erano ormai andati via tutti. Nella stanza dell'ospedale erano rimasti solo Ziva e Tony, e lei cercava, a tentoni, di prendere la sua camicia nel verso giusto, per potersela infilare.

Tony: "Sei sicura di non volere una mano? Io sono qui per questo."

Ziva: "Ce la faccio da sola. Sono cieca, non impedita nei movimenti..." ebbe un giramento di testa e dovette cercare un posto dove poggiarsi. Tony la sorresse e la fece sedere di nuovo sul letto.

Tony: "Senti, che lo vogliamo o no, noi due dovremo vivere sotto lo stesso tetto per le prossime settimane, e tu, nelle tue condizioni, puoi fare poco; non sto parlando della tua cecità, ma della ferita che hai alla testa: hai perso molto sangue, e ti ci vorrà un po' di tempo per tornare al massimo della forma." detto questo, le tolse la camicia dalle mani e l'aiutò a vestirsi.

Quando la donna era quasi pronta, il medico entrò in camera, tenendo in una mano una fascetta bianca: era un bastone per non vedenti, piegato su sè stesso per occupare poco spazio.

Dottore: "Ho portato una cosa che per la signorina è indispensabile..."

Mise il bastone tra le mani di Ziva, che lo tastò.

Ziva: "Che cos'è?"

Dottore: "Il bastone-guida per non vedenti."

Ziva: "Non ha affatto l'aria di un bastone..."

Tony: "Perchè è piegato. Per usarlo devi distenderlo, così..." mise le mani su quelle della ragazza e l'aiutò a stendere il bastone.

Ziva: "Ah, e come si usa?"

Dottore: "Si agita davanti ai piedi, per cercare eventuali ostacoli."

Ziva: "Così?" lo agitò vigorosamente, tirando accidentalmente una bastonata sullo stinco di Tony.

Tony: "Ahia! Con meno vigore!"

Ziva: "Oh, scusa..." disse, scherzosa "Comunque, sappi che se mi fai incavolare, i prossimi giorni, so io dove ti arriva il bastone! Ah, e in casa, tu dormi sul divano, chiaro?"

Tony: "Certo, anche perchè altrimenti non mi faresti dormire, visto che russi come un carro armato..."

Cercò di tirargli un'altra bastonata sugli stinchi, ma lui si era già portato fuori tiro, come anche il dottore, che osservava, interessato, la scena.

L'uscita dall'ospedale fu un'impresa: Tony le dava le indicazioni meglio che poteva, e spesso Ziva prendeva un ostacolo e rischiava di cadere, così che lui dovette praticamente condurla a braccia dalla stanza all'ascensore, e poi dall'ascensore all'auto. Salire sull'auto fu un po' più semplice, anche se la ragazza battè leggermente un colpo sulla portiera, perchè non si era abbassata abbastanza per entrare.

Il viaggio in macchina fu silenzioso. Tony ogni tanto si girava e lanciava uno sguardo alla donna accanto a lui, e lei era pensierosa e rigirava il bastone tra le mani.

La passeggiata dal garage all'appartamento di Ziva ebbe meno intoppi: lei aveva preso sotto braccio l'uomo, e si lasciò guidare anche dalle sue indicazioni, e lui cercava di darle più informazioni possibili sul percorso.

Tony: "Ok. Ora ancora due o tre passi e poi ci fermiamo... siamo arrivati, mi dai le chiavi di casa?"

Ziva: "Sono nella borsa. Prendile te."

Tony rovistò nella borsa, e trovò le chiavi tra un Tampax e il blister delle pillole anticoncezionali. Un po' imbarazzato per quello che aveva trovato dentro, prese le chiavi e ne infilò una nella toppa, aprendo la porta di casa.

Quando furono entrati, chiuse la porta, e Ziva volle essere accompagnata in camera, per cambiarsi. Con la scusa di voler iniziare a provare a fare qualcosa da sola, aprì l'armadio e cercò a tentoni la tuta in cotone che usava solitamente in casa, trovandola dopo innumerevoli tentativi, e cambiandosi. Nel frattempo, Tony preparava la cena.

Mangiarono in silenzio. Ziva sembrava ancora scossa per la sua attuale situazione fisica, e Tony non voleva turbarla maggiormente con le sue battute fuori luogo.

Dopo cena, lei si chiuse in camera, con la scusa di essere stanca e di voler andare a letto presto, mentre lui, dopo aver preparato il divano, guardò un po' di tv, ma si stancò subito, e si sdraiò anche lui, con l'intenzione di dormire.

Non riuscì ad addormentarsi: ogni cinque minuti tendeva l'orecchio alla porta socchiusa della camera della donna, ma non sentiva nulla. Dopo un'ora si preoccupò, perchè non sentiva il caratteristico russare di Ziva; tese ancora di più l'orecchio, e gli parve di sentire dei singhiozzi.

Si alzò dal divano e andò verso la porta. Lentamente la aprì, e la sentì sussultare.

Tony: "Tranquilla, sono io." la rassicurò "Stai bene?"

Non rispose. Tony la vide, nella penombra, seduta sul letto che si abbracciava le ginocchia, e sembrava stesse piangendo. In silenzio si avvicinò e si sedette accanto a lei, mettendosi sotto le coperte e accarezzandole i capelli. Non l'aveva mai vista così: la donna che aveva sempre saputo avere una grande forza morale, ora sembrava una bambina impaurita, terrorizzata dal suo nuovo stato.

Continuando ad accarezzarle i capelli la fece sdraiare accanto a lui, finchè non si addormentò, ancora tra le lacrime, ma rassicurata dal tocco leggero della mano di Tony sui suoi capelli.

CONTINUA...

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Capitolo 4
*** 4 ***


La luce negli occhi

4

Il mattino seguente, Ziva si svegliò, percependo le braccia muscolose di Tony che la abbracciavano. Si accorse anche di essere sdraiata sopra di lui, con la testa sul suo petto; aspirò il suo profumo, un miscuglio leggero di bagnoschiuma al pino e dopobarba.

La sera prima, nella solitudine della sua stanza, si era fatta trascinare di nuovo dal terrore per il buio che vedeva da tre giorni, e che non aveva idea di quanto sarebbe ancora durato. Aveva pianto per un'ora, poi Tony era entrato nella sua stanza per chiederle se stava bene, e senza che lei dicesse nulla, le si era sdraiato accanto e aveva cercato di farla tranquillizzare facendole qualche carezza. Lei si era addormentata poco dopo, nel calore di quelle attenzioni.

Non era in grado di sapere se l'uomo stesse ancora dormendo oppure era già sveglio, o almeno non ancora. Sapeva che una persona non vedente aveva gli altri sensi estremamente più sviluppati del normale, ma sapeva anche che ci sarebbe voluto un po' di tempo perchè succedesse anche a lei, anche se in realtà sperava di risvegliarsi prima possibile da quell'incubo oscuro. Aprì gli occhi, sperando che fossero tornati a "funzionare", ma era ancora buio pesto; però sentì la mano di Tony passare sui suoi capelli, quindi voleva dire che era già sveglio, o forse non aveva dormito.

Ziva: "Tony?"

Tony: "Ti sei svegliata, finalmente. Lo sai che ero sveglio da un'ora? Per fortuna non hai russato, stanotte, e mi hai lasciato dormire..."

Ziva: "Ma smettila!" gli diede un colpetto sul petto "E poi, tu non dovevi dormire sul divano?"

Tony restò in silenzio, poi, continuando a passarle la meno sui capelli, le disse:

Tony: "Credo di essere stato molto più utile qui... senti, oggi ti va di passare in ufficio?"

Ziva: "Certo, anche se non credo di essere molto utile, in queste condizioni..."

Tony: "Devo solo parlare con Gibbs di una cosa, poi passiamo a casa mia, visto che mi devo trasferire qui temporaneamente e quindi devo almeno avere il cambio di vestiti."

Ziva: "Ok. Se vuoi, stasera cerco, nel limite delle mie possibilità, di fare un po' di posto nell'armadio..."

Tony: "Farò tutto io, secondo le tue indicazioni. Sei ancora convalescente, è meglio se non fatichi troppo."

Si alzarono, poi l'uomo aiutò Ziva a vestirsi e le preparò la colazione.

Un quarto d'ora dopo erano in macchina, diretti agli uffici dell'NCIS. Rispetto al giorno prima, Tony era già migliorato nel dare informazioni sul percorso, e Ziva stava imparando a usare il bastone per controllare la strada, oltre che per picchiare gli stinchi dell'uomo.

Arrivati al palazo dell'NCIS salirono nell'ascensore per andare in ufficio.

McGee era già seduto alla sua scrivania, quando i due varcarono le porte e cominciarono a scendere le scale.

Tony: "Hey, Pivello! Che ci fai in ufficio così presto?"

McGee: "Potrei farvi la stessa domanda. Pensavo che Ziva non dovesse ancora tornare al lavoro..."

Ziva: "Tony doveva parlare con Gibbs... e poi... per caso Ducky è già arrivato?"

Tony: "Non lo so. Perchè?"

Ziva: "Volevo chiedergli se poteva farmi una visita di controllo."

Gibbs: "Ducky è già artrivato, se vuoi puoi farti accompagnare da Tony. Però che ci fate qui?"

Gibbs era entrato spedito, con in mano il suo solito caffè.

Tony: "Ehm, Capo, mentre Ducky visita Ziva, potrei parlarti?"

Gibbs: "D'accordo, andiamo."

Presero l'ascensore tutti e tre e scesero nell'obitorio.

Quando arrivarono, il Dott. Mallard stava mettendo a posto i suoi strumenti; per fortuna non aveva cadaveri da dissezionare.

Gibbs: "Ducky, ti ho portato una paziente da visitare!" disse, prendendo Ziva sotto braccio e accompagnandola verso una sedia.

Ducky: "Oh, ciao, mia cara! Come stai oggi?"

Ziva: "La ferita alla testa non mi fa più male, ma è ancora buio pesto..."

Il dottore prese delle garze e le medicò la ferita, poi procedette alla visita oculistica. Nel frattempo, in un angolo, Tony e Gibbs parlavano.

Tony: "Capo, avrei una richiesta da farti..."

Gibbs: "Dimmi tutto."

Tony: "Per caso sai quale sia l'attuale indirizzo di Sandy Watson e di sua madre?"

Gibbs: "Che cosa hai in mente, Tony?"

Tony: "Vorrei che Ziva la conosca."

Gibbs: "Si può sapere perchè?"

Tony: "Ieri sera ha avuto un crollo..."

Non aggiunse altro, Gibbs capì. Scrisse l'indirizzo e il numero di telefono sul cellulare di Tony, poi aggiunse:

Gibbs: "Tony, lo so che questa cosa non ti piacerà, ma per il momento sei escluso dal servizio attivo, ti occuperai solo di lavori d'ufficio e avrai gli stessi orari di Ziva. Non posso rischiare che succeda qualcosa al suo conduttore, mi capisci?"

Tony: "D'accordo, Capo."

In realtà, se non glielo avesse detto Gibbs, avrebbe avanzato quella richiesta lui stesso. Nonostante avesse cominciato ad essere il conduttore di Ziva da un giorno, stava prendendo molto a cuore la cosa; evidentemente anche il Capo l'aveva preso a cuore e voleva il meglio per la sua agente.

Quando Ducky ebbe terminato la visita, Tony accompagnò la donna fuori e andarono a casa di Tony a prendere il necessario da portarsi da Ziva; tornarono in macchina. Dopo poco la giovane si accorse che non stavano tornando da lei: erano in macchina da troppo tempo, e non sembrava avessero trovato traffico.

Ziva: "Tony, dove stiamo andando?"

Tony: "Stiamo andando da una persona ch vorrei farti conoscere."

Parcheggiarono davanti a una villetta a schiera, in un quartiere della periferia di Washington D.C.

Tony suonò il campanello, poi una donna aprì.

Sig.ra Watson: "Agente Dinozzo... cosa succede? Mio marito è immischiato in qualche altro crimine?"

Tony: "Non si preoccupi, signora. Non sono qui per parlare di suo marito. Sandy è a casa?"

Sig.ra Watson: "Sì, sta suonando il piano. Entrate pure."

Si sentiva, dall'altra stanza, una dolce melodia. Tony fece entrare Ziva e la presentò alla signora Watson.

Tony: "Lei è Ziva David, una mia collega. Ha perso la vista poco tempo fa, in un'operazione di polizia."

Sig.ra Watson: "Capisco. Venite! Agente Dinozzo, Sandy sarà molto felice per la sua visita."

Entrarono in salotto. Ziva sentì il pianoforte che continuava a suonare.

Sig.ra Watson: "Sandy, se vuoi puoi fare una pausa. Sono venute a trovarti delle persone."

Sandy: "Lo so: c'è l'agente Dinozzo con una sua collega."

La bambina si alzò dallo sgabello e andò a salutare Tony.

Tony: "Ciao. Sei sempre molto brava, lo sai?"

Sandy: "Grazie, signor Dinozzo." si rivolse a Ziva "Tu sei la collega del signor Dinozzo, vero?"

Ziva: "Sì." rispose, ma non aveva ancora capito per quale motivo fossero andati a trovare quella bambina.

Sandy: "Posso vedere il tuo viso?"

La donna non capì, almen finchè non sentì la mano della bambina di 10 anni toccarle il viso: Sandy era non vedente.

Sandy: "Sei bella, lo sai?"

Ziva: "Grazie." sorrise "Posso?" allungò la mano e le toccò il volto, cercando di immaginare i lineamenti.

Sandy: "Anche tu non ci vedi, vero?"

Tony: "E' vero, Sandy. L'agente David ha avuto un incidente sul lavoro poco tempo fa, e ha perso la vista."

Sandy: "Non ti preoccupare, non è così brutto come pensi. Si impara quasi subito a usare i sensi rimanenti per 'vedere'."

Tony osservò Ziva: era sorridente, ma sembrava ancora avere un velo di tristezza addosso. Conoscere Sandy le aveva forse dato un po' di forza per andare avanti, ma evidentemente ci voleva ancora un po' di tempo perchè si risollevasse completamente.

Si sedettero sul divano e, mentre la sig.ra Watson preparava un tè, Sandy faceva domande sugli altri.

Sandy: "E la signorina Todd come sta?"

Tony restò un attimo in silenzio, cercando le parole giuste da dire.

Tony: "Kate è... non lavora più all'NCIS. E' stata sostituita dall'agente David."

La bambina aveva percepito l'esitazione nella voce dell'uomo, e capì.

Sandy: "La signorina Todd è morta, vero?"

Tony non rispose. Era sempre molto difficile ricordare quel giorno, soprattutto ora che aveva rischiato di perdere allo stesso modo un'altra collega a cui teneva particolarmente. Strinse la mano di Ziva, che gliela aveva poggiata sulla spalla, come per farsi forza, poi chiese a Sandy:

Tony: "Perchè non ci fai sentire qualcosa al piano, piccola?"

La bambina si mise al piano e suonò per loro la "Sonata al Chiaro di Luna" di Beethoven, poi i due decisero di congedarsi e tornare a casa.

Alla sera, seduti sul divano, i due parlarono della giornata.

Ziva: "Chi era quella bambina?"

Tony: "La vittima di un vecchio caso di cui ci siamo occupati prima della morte di Kate."

Le raccontò del rapimento delle due donne e di come avevano aiutato il padre a liberarle, poi di come avevano scoperto che era stato lo stesso padre di Sandy a ordinare il loro rapimento, per poter intascare i soldi del riscatto, circa due milioni di dollari.

Tony: "Ora il Capitano Watson sta scontando al carcere militare di Stato una pena di 15 anni per truffa aggravata, appropriazione indebita e concorso in sequestro di persona."

Ziva: "Non capisco come abbia potuto farlo..."

Tony: "Non lo so, Ziva. E' un mistero anche per me."

Reastarono ancora un po' seduti in salotto, poi decisero che era ora di andare a letto. Tony aveva già preparato il divano per dormire, ma anche quella notte dovette trasferirsi in camera di Ziva per darle un po' di conforto e farle sentire che le era vicino.

CONTINUA...

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Capitolo 5
*** 5 ***


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La luce negli occhi

5

Passarono i giorni.

Dopo una settimana, Tony aveva smesso di preparare il divano per sè alla sera, dato che non l'aveva mai usato e continuava a dormire con Ziva, perchè lei, ogni volta, prima di addormentarsi scoppiava a piangere, ricadendo nello sconforto e nel terrore di non poter mai più vedere nulla, dai paesaggi ai volti delle persone che la circondavano; in particolare aveva paura di dimenticarsi quale fosse l'aspetto delle persone a cui voleva bene: i suoi colleghi dell'NCIS.

La ferita da arma da fuoco era ormai guarita, e Tony decise che per lei era arrivato il momento di imparare a vivere come una cieca, quindi presero un mattino di permesso e la accompagnò in un centro per non vedenti, per imparare a leggere e scrivere in Brail. Ovviamente, in quanto suo conduttore, avrebbe dovuto impararlo anche lui. Nonostante il mezzo rifiuto iniziale della donna, entrambi riuscirono a imparare il nuovo alfabeto a tempo di record: un mese dopo erano in grado di decifrare qualunque testo di qualunque lunghezza che fosse scritto in Brail.

In un mese, inoltre, Ziva si era accorta che gli altri sensi si stavano sviluppando, soprattutto l'udito e l'olfatto: al lavoro riconosceva i suoi colleghi dall'odore, anche se loro non parlavano, perchè sembrava che ognuno di loro avesse un profumo caratteristico: Gibbs profumava di legno trattato e caffè, Ducky del disinfettante che usava solitamente per pulire i suoi tavoli da autopsia, Abby di caffè e caramello, McGee di profumo da uomo; ma l'odore che riconosceva subito, anche se la fonte era lontana, era quello di Tony: bagnoschiuma al pino e dopobarba. Era un profumo che le infondeva tranquillità e sicurezza, quello in cui si immergeva ogni sera prima di addormentarsi, quando, poggiando la testa nell'incavo della spalla dell'uomo, si lasciava abbracciare e aspirava a pieni polmoni quell'aroma.

Tony, i primi giorni, riceveva spesso telefonate sul cellulare da svariate donne, e lui dovette dare buca a tutte, per occuparsi di Ziva, la quale, ogni volta che il cellulare dell'uomo squillava, lo prendeva in giro chiedendogli se era una delle sue fidanzate a chiamarlo. Dopo due settimane, però, il telefono smise di suonare, e lui, stranamente, ne sembrò sollevato.

In quel mese iniziale di convivenza, i due stavano cominciando a conoscersi meglio di quanto avessero fatto in passato, e lentamente si avvicinarono, rafforzando la loro amicizia. Tony, riprendendo alcune vecchie abitudini, spesso apriva armadi e cassetti a caso, per vedere cosa ci fosse dentro e scoprire qualcosa di più su Ziva

Una sera, al secondo mese di convivenza, mentre la donna era in bagno per cambiarsi e lui era già a letto, aprì uno per volta i cassetti del comodino, trovandovi molte cose interessanti, tra cui della biancheria sexy in pizzo e un romanzo rosa, con un segnalibro a metà.

Incuriosito da quella scoperta, prese il libro e lesse il titolo: "Congiunzione d'amore", poi lo aprì in una pagina a caso e lesse.

Ziva uscì dal bagno, e sentendo che Tony sfogliava un libro, gli chiese:

Ziva: "Che leggi?"

Tony fece il suo sorriso sornione e citò una frase a caso, nella pagina segnata con il segnalibri:

Tony: " 'Ho cercato nelle stelle il tuo nome e ho aspettato che arrivassi a me. Finalmente è successo e ora sono la donna più felice dell'universo. Fino a questo momento eri stato solo un sogno, una parola detta alla luna...' Caspita, Ziva! non sapevo che leggessi questa roba!"

Ziva divenne livida di rabbia, si avvicinò al letto e cercò di prendergli il libro dalle mani. Tony, però, forte del vantaggio della vista, lo aveva già allontanato, e lei perse l'equilibrio, cadendo sul letto, accanto a lui.

Ziva: "Razza di stupido! Chi ti ha dato il permesso di curiosare nei miei cassetti?"

Tony: "Era semplice curiosità, 'Romanticona'."

La donna, ancora più irritata, gli tirò una gomitata sulle costole, quindi riuscì a riprendersi il libro.

Ziva: "Tieni la tua curiosità fuori di casa mia! Già da piccola, delle volte, quando veniva a trovare mio padre, dovevo sopportare l'invadenza di mio fratello."

Tony: "Tuo fratello? Ma non era una sorella?"

Ziva: "In realtà siamo di madri diverse."

Tony: "Ah. Ti va di parlarmi di lui?" chiese, incuriosito, vedendola anche un po' incupirsi.

Ziva: "Sei sicuro di voler sapere di lui?"

Tony: "Sì. Sono curioso."

Ziva: "Era un terrorista israeliano. E' morto quando vi ho conosciuti. E' stato ucciso mentre tentava di uccidere un agente."

Tony: "Ora capisco perchè non ne parli mai."

Ziva: "No, Tony. Io non ne parlo mai per un altro motivo: era Ari Aswari."

Tony divenne serio tutto di un colpo.

Tony: "Ari era tuo fratello?"

Ziva: "Sì, e c'è dell'altro: non è stato Gibbs a ucciderlo. L'ho fatto io." percepì che tony era scosso, quindi continuò "Anthony, mi dispiace che Kate sia morta... io... è colpa mia."

Ci fu un attimo di silenzio teso, poi l'uomo si riprere e, sdraiandosi su un lato, la guardò in volto, prendendole delicatamente il mento tra due dita.

Tony: "Ziva, non è colpa tua se quel terrorista ha ucciso Kate."

Detto questo, la baciò sulla fronte, poi, vedendola un po' più rilassata, si abbassò e le diede un bacio a fior di labbra. Ziva si rilassò ulteriormente e, accoccolandosi contro il petto dell'uomo, addormentandosi subito dopo.

Tony ci mise un po' di più a prendere sonno, perchè pensava a quello che aveva appena fatto. Aveva baciato Ziva... certo, non l'aveva baciata come quella volta, sotto copertura, era solo un bacio a fior di labbra, ma era bastato quel breve contatto per farlo pensare, senza però venire a capo di nulla. Infatti si addormentò senza essere riuscito ad arrivare a qualche conclusione.

Qualche giorno dopo erano appena arrivati al lavoro quando:

Gibbs: "McGee! Abbiamo il cadavere di un Marine vicino a un locale medio-orientale."

McGee: "Un locale medio-orientale?"

Tony: "E' uno di quei locali dove si mangia cibo tipico dei paesi arabi e delle belle ragazze ballano la danza del ventre, Pivello."

McGee: "La danza del ventre? Come quella di Shakira?"

Tony: "Tu conosci Shakira? Non sapevo che fossi così colto in fatto di musica..."

Gibbs: "McGee, muoviti!"

Quando i due furono usciti, Tony si avvicinò alla scrivania di Ziva e si poggiò al tavolo, accanto a lei.

Tony: "Adoro Shakira. Come balla lei la danza del ventre, non la balla nessuna!"

Ziva: "Lei sa solo muovere il culo, non è la vera danza del ventre, quella..."

Tony: "E tu che ne sai?"

Ziva non rispose, e riprese a leggere il suo libro scritto in Brail.

Tony: "Che cosa leggi? La versione Brail di 'Congiunzione d'amore'?" toccò la copertina con le dita e lesse " 'Moby Dick'? certo che ne hai di voglia... è una palla mortale."

Ziva: "A me piace."

Al pomeriggio, a casa, Tony stava mettendo a posto i suoi vestiti puliti. Aprì l'armadio per appendere le camicie, ma urtò uno scatolone di cartone, che cadde ai suoi piedi, facendo parecchio fracasso, come se fosse stato pieno di campanelli. Appese le camicie, poi si abbassò per raccogliere lo scatolone, dal quale erano uscite due foto.

Le prese in mano e le osservò: una rappresentava una bambina di circa 10 anni con lunghi capelli ricci e neri, mentre l'altra rappresentava la stessa all'età di 16 o 17 anni, e dedusse che fossero di Ziva. La cosa che lo incuriosì era come era vestita in quelle foto: una gonna lunga e larga in seta semitrasparente a vita bassa, un top dello stesso colore e una cintura di medagliette: era un costume da danza del ventre.

Ancora più incuriosito, aprì lo scatolone, trovandovi dentro, ammucchiati, delle gonne in seta di colore giallo, rosso e arancione, dei reggiseni degli stessi colori e delle cinture in stoffa con le medagliette dorate, il tutto della misura di Ziva.

Tony: "Wow!" disse fra sè.

Ziva, nel frattempo, gli si era avvicinata alle spalle e gli aveva tolto dalle mani la cintura con le medaglie.

Ziva: "Tu non ti fai mai gli affari tuoi?"

Tony: "Scusa, non l'ho fatto apposta. La scatola era caduta e io... non sapevo che ballassi la danza del ventre..."

Ziva: "E non era mia intenzione fartelo sapere." si affrettò a rispondere la donna, prendendo lo scatolone e rimettendolo a posto.

Tony: "Perchè? Ti vergogni?"

Ziva: "No, perchè ti conosco."

CONTINUA...

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Capitolo 6
*** 6 ***


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La luce negli occhi

6

Quattro mesi dopo l'incidente, Ziva era ormai diventata quasi autosufficiente, e aveva bisogno di Tony per pochissime cose. In casa si muoveva come se ci vedesse, purchè fosse tutto in ordine e Tony non avesse dimenticato in giro le sue cose.

I due, dopo che lei aveva confessato all'uomo di essere la sorella di Ari, si erano ulteriormente avvicinati, e Tony, soprattutto in privato, aveva cambiato atteggiamento nei confronti di Ziva; nonostante non riuscisse a tenere a freno la sua curiosita, e quindi continuasse a curiosare tra le cose personali della donna, le dedicava qualche attenzione in più rispetto a prima, e gli abbracci rassicuranti, che prima riservava solo per la sera o per i momenti in cui Ziva era giù di morale, aveva iniziato a farglieli a qualunque ora del giorno, e a lei questo non dispiaceva.

Era anche scappato qualche altro bacio a fior di labbra.

Col passare dei giorni entrambi si accorsero che la loro amicizia stava diventando qualcosa di più, ma, indipendentemente l'uno dall'altra, avevano deciso di fare di tutto per non diventarlo, QUEL "qualcosa di più". Decisero di accontentarsi di quello che erano diventati, di rimanere in quella "Terra di Nessuno" che c'era tra l'amicizia e... quel "qualcosa di più"; ma più andavano avanti e più era difficile, soprattutto la sera, quando, a letto, l'una tra le braccia dell'altro, si scambiavano il "bacio della buonanotte". Era difficile resistere alla tentazione di socchiudere le labbra e approfondire il bacio, e spesso il contatto durava un po' più del normale.

Una sera, dopo una pesante giornata di lavoro negli uffici dell'NCIS, tornarono a casa e, mentre Tony si faceva una doccia, Ziva riordinava la casa, per quanto le sue condizioni fisiche glielo permettessero.

Finito di riordinare, entrò in bagno per lavarsi le mani; Tony era ancora sotto la doccia, ma non se ne preoccupò, perchè tanto lui non avrebbe potuto reclamare, dato che lei non avrebbe comunque visto nulla.

Tony sentì la porta aprirsi e, quando vide Ziva entrare, si affrettò a coprirsi le parti intime con la tenda.

Tony: "Che ci fai qui?"

Ziva: "Che ci faccio? E' casa mia, e volevo lavarmi le mani. Ah, Tony, che ti serve coprirti? Tanto non ti vedo!"

Tony: "Come hai fatto a sapere che mi sono coperto?"

Ziva: "Ho sentito che prendevi in mano la tenda della doccia. Ormai dovresti saperlo che negli ultimi mesi ho avuto un incremento dell'udito."

Tony: "Ah, già..." lasciò andare la tenda e riprese a insaponarsi.

Ziva: "Vuoi che ti aiuto a lavarti la schiena?" chiese, dopo un attimo.

Tony: "Eh???" l'uomo non si aspettava quella domanda.

Ziva: "Beh, di solito è difficile arrivare con la spugna alla schiena. Se vuoi lo faccio io..."

Non aspettò risposta, gli prese la spugna di mano e cominciò a passargliela sulla schiena. Tony si girò di spalle e la lasciò fare, tenendo la testa sotto il getto d'acqua.

Ziva sentiva i muscoli di Tony contrarsi al passaggio della sua mano; evidentemente lo aveva messo un po' a disagio. A DISAGIO? Anthony Dinozzo a disagio con una donna che, per giunta, gli sta lavando la schiena? Impossibile!

Tony sentiva la mano di Ziva passare sulla sua schiena. Si sentiva un po' a disagio e... aveva una gran voglia di girare la manovella dell'acqua sul freddo e di ficcarsi sotto il getto ghiacciato! Lui sentirsi a disagio con una donna? Per giunta con QUELLA donna, la sua collega Ziva David? Aveva decisamente bisogno di una doccia ghiacciata...

Ziva: "Sai, Tony... non ricordavo che fossi così ben messo in quanto a muscoli..."

Questo era davvero troppo, anche per Tony!

Tony: "Grazie, Ziva. Credo che mi hai insaponato abbastanza."

Ziva: "Come vuoi." sorrise e gli restituì la spugna. Prima di uscire, però, gli diede una pacca sul fondoschiena.

Quando la donna fu uscita, l'uomo girò la manopola dell'acqua sul freddo e si mise sotto il getto ghiacciato.

Ziva uscì dal bagno e si diresse verso la loro camera. Aveva in mente i muscoli di Tony, e dovette trovare qualcosa da fare per pensare ad altro.

Aprì l'armadio e prese lo scatolone dove teneva i suoi costumi da danza del ventre; erano mesi che non li indossava, e le era tornata la voglia di ballare, per svagarsi. Certo, non avrebbe potuto fare più di tanto, perchè non ci vedeva, ma le sarebbe bastato muoversi un po', a suon di musica.

Prese le gonne, che poteva riconoscere secondo dei piccoli ricami all'altezza della cintura, diversi l'una dall'altra, e scelse quella rossa, che aveva ricamata una piccola rosa sul davanti, poi individuò il reggiseno dello stesso colore, riconoscibile per delle frange sul bordo inferiore, e infine prese una cintura, senza ricordare a quale colore corrispondesse, ma riconobbe sulle medagliette l'incisione di un fiore.

Mise a posto la scatola e poggiò il costume sul letto, cominciando a cambiarsi. Sperò che la doccia di Tony durasse ancora a lungo, ma quando si stava annodando la cintura, sentì Tony che apriva la porta e rimaneva allo stipite. Evidentemente la stava fissando.

Ziva: "Che ci stai a fare lì impalato?"

Tony: "Ecco... non mi aspettavo di vederti vestita così..."

Ziva: "Avevo voglia di ballare..." si giustificò.

Tony: "E quando balli la danza del ventre, indossi sempre il costume?"

Ziva: "Mi aiuta a concentrarmi..."

Tony: "Ho capito. Posso vedere come balli?" chiese. Non poteva perdersi un'occasione del genere!

Ziva ci pensò un attimo su, poi sorrise e si avvicinò all'uomo. Lo prese per mano e lo guidò verso il letto, poi lo fece sedere e, dopo avergli aggiustato il colletto della camicia, che al tocco sentì che era messo male, prese un CD dalla mensola dove li teneva e lo mise nel lettore, avviando la musica e cominciando a ballare.

Tony riconobbe immediatamente la musica: era Kiss Kiss, ma non era quella cantata da Holly Valance in inglese, bensì quella in arabo.

Guardandola ballare, l'uomo ammise che Ziva sapeva proprio muoversi. Nonostante non ci vedesse, si muoveva con una tale grazia da far dimenticare la sua condizione; inoltre riusciva a muovere indipendentemente l'una dall'altra la parte inferiore e la parte superiore del busto, creando un effetto estremamente... seducente!

Tony capì che la doccia fredda da cui era appena uscito non era servita a niente: non riusciva a staccare gli occhi dal corpo di Ziva, e sperò che l'effetto passasse quando la musica fosse finita.

Era terminata l'ultima strofa, e cominciò la serie di ritornelli seguiti da baci. Ziva sorrideva, e continuava a ballare, avvicinandosi sempre di più a Tony, che ormai era al limite. Alla fine dell'ultimo ritornello gli si sedette in braccio e, in contemporanea al bacio registrato, gliene stampò uno sulla guancia.

La musica terminò. Ziva fece per alzarsi per stoppare il CD, ma venne bloccata da un braccio di Tony, che glielo aveva passato attorno alla vita; poi lui allungò la mano e spense il lettore.

Ci fu un attimo di silenzio, poi Tony chiese:

Tony: "Caspita, Ziva! Quanti uomini hai sedotto in questo modo?"

Ziva: "Non lo so. Non li ho mai contati."

Tony: "Beh, allora sappi che ne hai appena sedotto un altro..."

Ci fu di nuovo un attimo di silenzio. Ziva sentì la mano di Tony che le carezzava dolcemente la guancia, poi passava sulle labbra, sostituita quasi subito dalla sua bocca.

Socchiusero le labbra; Tony cercò la lingua di Ziva, rendendo il bacio più profondo. Lei non oppose alcuna resistenza.

Si separarono. Tony la guardò in viso, e anche Ziva lo fece, a modo suo, passandogli una mano sul volto. Si sorrisero, poi ripresero a baciarsi.

Dopo cinque minuti, l'uomo si sdraiò sul letto su cui era seduto, portandosi dietro la donna.

Avevano appea superato il confine che avevano evitato fino a quel momento, e non si accontentarono più dei baci e delle coccole rubate: si amarono per tutta la notte.

Il mattino dopo erano sotto le coperte, in un momento di pausa prima di alzarsi per andare al lavoro. Non avevano dormito: avevano fatto ben altro!

Ziva: "Erano anni che non passavo una notte così..." disse, passando la mano sul busto dell'uomo.

Tony: "Spero che ne sia valsa la pena, almeno." sorrise.

La donna sorrise, e rispose con l'ennesimo bacio. Avrebbero voluto entrambi ricominciare a far l'amore, ma dovettero alzarsi per andare al lavoro.

Un'ora dopo varcarono la porta degli uffici dell'NCIS.

Tony fischiettava il motivo di Kiss Kiss, mentre ziva aveva un'aria sognante, e agitava allegramente il bastone, rischiando di colpire il suo conduttore, che però ci aveva fatto l'abitudine e ora schivava i colpi con facilità.

In ufficio c'erano Tim e Abby, che chiacchieravano in attesa dell'arrivo di Gibbs.

McGee: "Sembra che stanotte abbiate dormito particolarmente bene, ragazzi!" esclamò, notando l'allegria dipinta sui loro volti.

Abby: "A me invece pare che non abbiano dormito affatto... guarda che occhiaie..."

Infatti entrambi mostravano enormi occhiaie, perchè non avevano dormito.

Tony: "Beh, può darsi che abbiate ragione tutti e due..." disse, enigmatico. Poi notò che Ziva si toccava gli occhi, cercando di nascondere le borse, quindi le passò i suoi occhiali da sole "Prendi, Ziva. Nessuno farà caso al fatto che porti occhiali da sole in un luogo chiuso, dato che sei non vedente."

Abby: "Nessuno ci farà caso, a meno che le occhiaie non siano grosse 12 volte più del normale..." scherzò, calcando sul numero 12.

McGee: "Ma non si vedono gran chè, con gli occhiali..."

Abby: "No, ma tra poco riusciranno a sfidare la regola 12 della gravità." rispose, di nuovo calcando su "regola 12".

McGee continuò a non capire, ma gli altri due avevano capito. Tony si avvicinò a Tim, gli poggiò una mano sulla spalla e gli disse:

Tony: "Lascia perdere, Pivello, non capiresti."

CONTINUA...

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Capitolo 7
*** 7 ***


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La luce negli occhi

7

Il weekend che seguì, Abby aveva organizzato un'uscita a quattro, insieme a McGee e Tony e Ziva.

Erano andati in un disco-pub in cui, come musica, facevano un po' di tutto e, appena entrati, avevano subito preso un tavolo. Mentre i due uomini andavano ad ordinare da bere, le due ragazze parlavano.

Ziva: "Mi piace questo posto; ha della bella musica!"

Abby: "Anche visivamente non è male. Se non ci credi, chiedi a Tony."

Ziva: "Mi fido sulla parola! E poi non voglio essere troppo dipendente da Tony..."

Abby: "Ziva, Tony è il tuo conduttore. E poi vedo che gli fa piacere seguirti."

Ziva: "Il fatto è che mi sento in colpa nei suoi confronti..."

Abby: "In che senso?"

Ziva: "Da quasi cinque mesi non lavora più sul campo, perchè Gibbs gli ha ordinato di seguire me. E Tony ama lavorare sul campo, in ufficio si annoia."

Abby: "A me, invece, pare che a Tony non dispiaccia starti dietro."

I ragazzi tornarono al tavolo, tenendo in mano due birre ciascuno. Tony mise la bottiglia tra le mani di Ziva che, prima di cominciare a bere, lo ringraziò con un bacio sulle labbra, che fece arrossire Tim fino alle orecchie.

Quando ebbero finito di bere le loro birre, Tony guidò Ziva al centro della pista, seguiti dagli altri due, e cominciarono a ballare su una musica da discoteca, che poco dopo cambiò, diventando un lento.

I've been living with a shadow overhead
I've been sleeping with a cloud above my bed
I've been lonely for so long
Trapped in the past, I just can't seem to move on

Senza dire nulla, Tony prese Ziva per la vita, e lei gli passò le braccia attorno al collo. McGee era imbarazzatissimo, così Abby prese l'iniziativa e anche lei lo abbracciò, ballando con lui.

I've been hiding all my hopes and dreams away
Just in case I ever need em again someday
I've been setting aside time
To clear a little space in the corners of my mind

Le due coppie si allontanarono leggermente l'una dall'altra, così che Tony e Ziva cominciarono a parlare.

Tony: "Che cosa c'è, Guanciotte Dolci? Ti vedo pensierosa."

Ziva: "Nulla. Mi chiedevo solo perchè cinque mesi fa non hai opposto nessuna resistenza quando il Capo ti ha detto di seguirmi."

All I want to do is find a way back into love
I can't make it through without a way back into love
Oh oh oh

Tony: "Perchè ti fai certe domande?"

Ziva: "Perchè so che tu ami il lavoro sul campo, e non è da te stare lontano da un'indagine easterna per così tanto tempo."

Tony sorrise.

Tony: "E, secondo te, seguire una ragazza non vedente non è un lavoro sul campo?"

Ziva: "Non lo so... è che tu stai facendo molto per me, e io, per quasi quattro mesi, ti ho sempre trattato da cani."

Tony: "Però, ultimamente, la situazione si è evoluta nel migliore dei modi, no?"

I've been watching but the stars refuse to shine
I've been searching but I just don't see the signs
I know that it's out there
There's got to be something for my soul somewhere

I've been looking for someone to shed some light
Not just somebody just to get me throught the night
I could use some direction
And I'm open to your suggestions

All I want to do is find a way back into love
I can't make it through without a way back into love
And if I open my heart again
I guess I'm hoping you'll be there for me in the end

Ziva: "Sì, ma..."

Tony: "Ziva, non sentirti in colpa. Per me è un piacere poter essere utile alla ragazza che amo."

La donna si strinse di più a Tony, che si abbassò sul suo volto e la baciò con trasporto.

There are moments when I don't know if it's real
Or if anybody feels the way I feel
I need inspiration
Not just another negotiation

All I want to do is find a way back into love
I can't make it through without a way back into love
And if I open my heart to you
I'm hoping you'll show me what to do
And if you help me to start again
You know that I'll be there for you in the end

(Hugh Grant e Drew Barrymore/Haley Bennett - Way Back Into Love - Colonna sonora di "Scrivimi una canzone")

L'uomo si girò, guardando verso l'altra coppia.

Tony: "Wow! Sono un genio!"

Ziva: "Perchè? cosa succede?"

Tony: "Ti ricordi cosa avevo detto la mattina che tu hai avuto l'incidente?"

Ziva: "Secondo te? E' stato uno dei giorni peggiori della mia vita..."

Tony: "Capisco... scusa. Comunque avevo detto che era più facile che tu ballassi sul tavolo, piuttosto che il Pivello trovi la ragazza."

Ziva: "Mh... e allora?"

Tony: "Beh, sappi che in questo momento Abby e McGee si stanno facendo a vicenda un esame accurato del cavo orale! Sì, sono proprio un genio."

Ziva: "Senti, ora non ti dare troppe arie, altrimenti vado a dire in giro che non sei quella Sex Machine che dici tanto di essere!"

Tony parve colpito nel segno.

Tony: "Mh... non credo proprio. Ti ricordo che stiamo infrangendo la regola 12, e poi mi pare che tu, stanotte, mica ti sei lamentata..."

La donna stava per rispondere a tono, ma l'uomo la fermò: Abby e McGee si erano avvicinati, e la musica era terminata.

Tony: "Pivello, lo sai che potresti passare dei guai? Tu e Abby avete appena infranto la regola 12."

Abby: "Non siamo gli unici..." gli lanciò un'occhiata eloquente "e poi dovresti saperlo che il bello delle regole è che si possono infrangere."

McGee: "La regola 12?"

Ziva: "Non te la ricordi, Tim? 'Non avere relazioni sentimentali con colleghi'."

McGee: "Ah..." poi sembrò realizzare la situazione "Oh, cavolo... ora siamo tutti e quattro nei guai!"

Tony: "Secondo te il Capo potrebbe espellerci? Non credo proprio! E ci scommetto 100 dollari che lui stesso ha infranto parecchie volte la stessa regola!"

Abby: "Appunto. Quindi rilassati, Pivello!"

Qualche giorno dopo, Gibbs era piuttosto nervoso. Il caso del marine morto davanti al locale medio-orientale era fermo da settimane, e non sapeva più che pesci pigliare.

Erano tutti quanti riuniti nel laboratorio di Abby.

Gibbs: "Se solo potessi infiltrare qualcuno fidato nel locale, magari potrei ottenere qualcosa di più..."

Tony e Ziva si consultarono, parlandosi all'orecchio, poi Tony si fece avanti.

Tony: "Capo, io e Ziva vorremmo rientrare in servizio attivo."

Gibbs: "Non se ne parla, Dinozzo!"

Tony: "Lasciami spiegare... pensavamo che potevamo infiltrarci come dipendenti del locale."

Gibbs: "Ho detto di no." si mise davanti al suo agente, guardandolo con aria autoritaria "Ziva non ci vede, non può passare per un'aspirante cameriera."

Ziva: "Non abbiamo mai parlato di entrare come camerieri."

Gibbs: "E come, allora?"

Ziva: "Come ballerina di danza orientale e il suo manager."

Gli altri li fissarono, dubbiosi.

Tony: "Precisamente. So che Ziva è piuttosto brava nella danza del ventre..."

Ziva: "E, anche se non ci vedo, se ho qualcuno che, con un auricolare, mi dice le distanze sul palco, posso ballare. Certo, non potrò mai ballare la danza del candelabro, ma posso benissimo ballare con il velo o con un bastone."

Gibbs ci pensò un attimo su, poi rispose.

Gibbs: "D'accordo, ma oltre a te e a Tony, verrà con voi, sotto copertura, anche Abby."

Abby: "Perchè devo andare anche io?"

Gibbs: "Perchè la nostra danzatrice del ventre avrà bisogno di una truccatrice, e non credo che Tony sia in grado di fare anche questo."

CONTINUA...

Nota: la danza col candelabro è un particolare tipo di danza orientale, molto difficile perchè la ballerina balla tenendo in equilibrio sulla testa un grosso, e anche molto pesante candelabro.

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Capitolo 8
*** 8 ***


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La luce negli occhi

8

Due ore dopo, al laboratorio di Abby, i tre si stavano ancora scervellando per crearsi un'identità di copertura.

Gibbs entrò, notando che non erano ancora riusciti a cavare nulla, quindi decise di intervenire.

Gibbs: "Allora? Ancora nulla? Eppure Abby è un mago nella costruzione di identità fittizie..."

Abby: "Scusa, Gibbs, ma oggi proprio non ho fantasia..."

La guardò di traverso, poi esclamò:

Gibbs: "Ho paura che ti faccia male frequentare McGee... da quando uscite insieme regolarmente non rendi più molto sul lavoro!"

Tony e Ziva sorrisero, scambiandosi un gesto d'intesa.

Gibbs: "Ok, vediamo cosa possiamo fare..." guardò prima lo schermo del computer, poi i tre sottoposti, e cominciò "Partiamo da Dinozzo. Potresti essere di origine italiana, come lo sei sul serio... no, facciamo che sei italiano!"

Tony: "Mh... sì! Potrei essere nato a Napoli, e aver vissuto lì durante l'infanzia..."

Abby: "E poi, con la famiglia... potresti essere un ereditiero figlio di un grosso industriale italiano... ti sei trasferito in america, dove hai già dei parenti, in particolare hai una cugina a cui sei particolarmente legato. Potrestiesserti laureato in... Letteratura Tedesca e, dopo la laurea, sei entrato nell'impresa di famiglia..."

Ziva: "E proprio per condurre una sucursale dell'impresa di famiglia ti sei trasferito in Israele, dove hai conosciuto una giovane ballerina esotica palestinese, che aveva tutte le carte in regola per sfondare, le mancava solo l'appoggio giusto e tu ti sei fatto avanti."

Gibbs: "Avete visto che ce l'avete fatta? Però permettetemi di concludere questa storia: dopo qualche anno, la ballerina ha un incidente, in cui perde l'uso della vista. Lui l'aiuta e dopo un certo periodo di riabilitazione, lei ricomincia ad esibirsi. Nel frattempo i due si sono sposati e si sono trasferiti in America, dove ritrovano la famosa cugina americana, che si unisce al gruppo e diventa la costumista e truccatrice della nostra ballerina."

Tony: "Un momento! Io e Ziva dobbiamo passare per una coppia sposata?"

Gibbs: "Perchè no? Lo avete già fatto... e poi non credo che la cosa vi sia difficile, visto che da un mese a questa parte fate sesso tutte le sere..."

Tony e Ziva si irriggidirono, allarmati. Gibbs sorrise e continuò.

Gibbs: "Pensavate che non l'avessi capito che avete infranto la regola 12? Comunque sappiate che è più una linea guida che una vera e propria regola. Ora pensate ai nomi di copertura, io penserò al resto."

Detto questo, uscì dal laboratorio, e Abby riprese a scrivere.

Abby: "Io potrei chiamarmi... Abigail Jordan. Voi due come volete chiamarvi?"

Tony: "Che ne pensi di Antonio DiNardo?... ma come ha fatto a scoprirlo?"

Abby: "Non guardare me, cugino... di conseguenza, Ziva sarà Ziva DiNardo."

La settimana dopo, Gibbs arrivò in ufficio con un pacchetto, che poggiò sulla scrivania di Tony, dicendo:

Gibbs: "Tony, questi fanno parte della copertura. Vedete di non perderli, perchè mi sono costati un occhio."

Quando il Capo si fu allontanato, Ziva e Tony aprirono il pacchetto, che conteneva una scatolina. La aprirono a sua volta e...

Tony: "Wow!"

Ziva: "Che cosa è?"

Tony: "Sono due fedi nunziali, e..." prese quella maschile e se la provò "sono della nostra misura!"

Ziva prese quella femminile e passò la punta del dito sul bordo interno dell'anello.

Ziva: "C'è anche scritto qualcosa, sia in Brail che come incisione..." lesse " 'Tony e Ziva'... non dice nient'altro, manca la data."

Tony: "Beh, almeno con questi anelli sembreremo di più una coppia sposata!"

Gibbs: "Ci vuole ben altro per sembrare una coppia sposata, Dinozzo! Te lo dice uno che ci è passato tre volte!"

CONTINUA...

Questo capitolo è di transizione, non so se mi è venuto molto bene...

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Capitolo 9
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La luce negli occhi

9

Il pomeriggio del venerdì successivo, i tre si presentarono al lovale medio-orientale, il Sultan, per poter ottenere un provino ed essere assunti.

Li accolse il proprietario, un uomo sulla cinquantina, con la pelle scura, probabilmente un arabo, che si faceva chiamare Mr Semihr.

Tony: "Mr Semihr, abbiamo chiamato ieri per il provino. Siamo i DeNardo."

Mr Semihr: "Sì, ricordo. Quindi lei deve essere il signor DiNardo, e una di queste incantevoli signore è sua moglie, la signorina Yanira..."

Ziva si fece avanti, piegando il bastone, e si presentò.

Ziva: "Mr Semihr, sono la signora DiNardo, in arte Yanira."

Tony: "E lei è mia cugina Abigail, la truccatrice e costumista di mia moglie."

L'uomo fece il baciamano a entrambe le donne, commentando:

Mr Semihr: "Complimenti, Mr DiNardo: ha saputo circondarsi di splendide donne!"

Tony: "E sono anche piuttosto brave, soprattutto Ziva, nonostante il suo handicap, come potrà vedere lei stesso tra poco."

Mr Semihr: "Beh, allora vediamo la performance di sua moglie. Una curiosità: come farà a... vedere il palco?"

Ziva: "Antonio mi guiderà tramite un auricolare. Abbiamo sempre fatto così, e non ci sono mai stati incidenti."

Fecero un breve giro del locale, per far conoscere l'ambiente, che era costituito da un palco circolare centrale, con un corridoio tra i tavoli che portava dietro le quinte, un banco delle bevande e una zona laterale in cui si mettevano i musicisti, per la musica dal vivo.

Ziva andò nei camerini, per cambiarsi, accompagnata da Abby, mentre Tony e il proprietario aspettavano vicino al palco, dove c'era una piccola console con dei CD musicali.

Quando Abby uscì per avvertire che Yanira era pronta, venne fatta partire la musica, e Ziva venne accompagnata dall'altra donna verso il palco, vi salì e, seguendo le indicazioni di Tony, ballò seguendo la musica, superando l'esame.

Mr Semihr: "Ottima esibizione! E' assunta, però posso proporre una piccola variazione sulla coreografia? Quando verrà presentata al pubblico, suo marito potrebbe accompagnarla fino sotto al palco, così non rischierà di incontrare degli ostacoli accidentali. Signora DiNardo, lei è davvero molto brava, e spero che collaboriate con il Sultan per molto tempo. Se volete, può iniziare già stasera, così potrete fare conoscenza con gli altri dipendenti."

Era fatta! Ora che erano dentro dovevano stare attenti a non far saltare la copertura e potevano controllare il locale senza farsi scoprire.

Tony: "D'accordo, Mr Semihr. Allora a stasera!"

Alla sera si presentarono verso le sette, alla porta di servizio, dove c'era un via-vai di ragazze, sia in "borgese", sia con costumi da ballo.

Vennero subito presentati al DJ, un americano di nome Nik Sandler, e alle tre ballerine principali: una ragazza di circa 20 anni, bionda e con gli occhi verdi, che si faceva chiamare Hari, molto espansiva e che presentò loro le altre due ragazze, Shania e Jasmine.

Sharia era una giovane di 25 anni, molto bella, con capelli neri e occhi blu, sempre sorridente, mentre Jasmine era una bella donna sui 30 anni, con lunghi capelli castani e occhi bruni, che non disse una parola.

Hari: "Da quansdo sono qui non l'ho mai sentita parlare, e, tranne quando sta per esibirsi, è sempre chiusa nel suo camerino."

Tony era rimasto colpito dall'ultima donna, particolarmente bella. Quando se ne accorse, Ziva gli tirò una forte bastonata sullo stinco.

CONTINUA...

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Capitolo 10
*** 10 ***


La luce negli occhi

10

Passarono due mesi, durante i quali Tony, Ziva ed Abby di giorno andavano all'NCIS e di sera erano sotto copertura al Sultan.

Quella mattina erano a rapporto da Gibbs.

Gibbs: "Avete trovato qualcosa che possa ricondurci all'assassino o al movente?"

Tony: "No, nulla di riconducibile agli indizi, per il momento. Niente che ci porti all'origine di quella gelatina che avete trovato addosso al marine."

Abby: "E quei lustrini che aveva addosso potrebbero venire da ovunque nel locale."

Gibbs: "E l'arma del delitto?"

Tony: "Ancora nulla. Continueremo a cercare."

Passò ancora un altro mese, ed erano sempre allo stesso livello.

Ziva aveva appena terminato la sua esibizione e, mentre lei si cambiava, Tony era uscito dal camerino per il suo giro di controllo.

Passato davanti al camerino di "Jasmine la silenziosa", come l'avevano soprannominata le altre ballerine, e la vide tornare dal palco, perchè aveva appena finito di ballare. Gli passò accanto, lanciandogli uno sguardo malizioso, a cui lui rispose con uno dei suoi sorrisi ammaliatori.

Jasmine, con una grazia degna di una seduttrice, fece cadere il piccolo velo che aveva in mano, e Tony glielo raccolse, restituendoglielo. Lei lo prese e lo infilò nella tasca davanti della giacca dell'uomo, dandogli poi un bacio sula guancia, molto vicino alle labbra, e entrando nel camerino.

Non era la prima volta che quella donna cercava di sedurlo in quel modo, e lui, pur trovandola molto bella, non ci era mai stato veramente, anche perchè amava sua moglie, e non l'avrebbe mai tradita.

Decise, quindi, di ritornare al camerino di Ziva, per poi usire dal Sultan e tornare a casa, dopo aver accompagnato Abby.

In macchina Ziva era silenziosa, e lui non capiva perchè. Lo capì quando entrarono in casa e lei chiese:

Ziva: "Ti piace Jasmine?"

Tony: "Ma cosa dici?" chiese, stupefatto.

Ziva: "Non fare il finto tonto! Lo so che flirti con lei!"

Tony: "Ma non..."

Ziva: "Siamo sposati, Tony, lo capisci?"

Tony: "Ma è solo una copertura..." tentò di dire, ma lei sembrava nel pieno di una scenata di gelosia. Infatti gli tirò un ceffone, prima di rispondergli.

Ziva: "Sì, le fedi sono solo una copertura, ma viviamo insieme da 8 mesi, e stiamo insieme da 4. Anche se non siamo sposati, viviamo come marito e moglie!"

Gli tirò un'altra serie di ceffoni, poi si calmò e, con un filo di voce disse:

Ziva: "Tony, vorrei tanto che fossimo veramente sposati, che le fedi che portiamo al dito siano vere..."

Tony non aveva più parlato, e ora si limitava ad abbracciarla, dopo averla fatta sfogare. Ziva, dopo una breve pausa, chiese, cogliendolo di sorpresa:

Ziva: "Vuoi sposarmi?"

L'uomo restò di sasso. Certo non si sarebbe mai aspettato una proposta così, a bruciapelo...

Tony: "Scusa, ma non dovrei essere io a farla, questa domanda?" chiese, in tono scherzoso, per far calare la tensione. Ziva sorrise.

Ziva: "Mi sa che ti ho battuto sul tempo. Allora? Cosa dici?"

Tony: "Terminiamo questo lavoro, poi cominciamo a organizzare tutto. Va bene? Però voglio che tu sappia che Jasmine non mi interessa."

Si baciarono, poi, senza dire altro, si diressero in camera da letto.

Qualche giorno dopo, durante il suo solito giro nel locale, dopo l'esibizione di Ziva, fuori dell'uscita di servizio sentì due voci maschili che discuevano. Una apparteneva a un cliente abituale, con cui spesso aveva parlato anche lui, ma l'altra voce non la riconobbe. Spinto dalla curiosità, senza farsi vedere, si affacciò alla porta di servizio. Quando riconobbe l'altra persona, sbiancò, e si affrettò a tornare al camerino.

Quando entrò, Abby notò subito il suo colorito pallido.

Abby: "Tony, che succede? Sembra che tu hai visto un fantasma..."

L'uomo non rispose; si portò una mano alla bocca e corse in bagno, chinandosi sul WC e rigettando tutta la cena.

CONTINUA...

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Capitolo 11
*** 11 ***


gncis11

La luce negli occhi

11

Tony era ancora piegato sul WC, e le due donne entrarono in bagno, per sapere cosa avesse.

Ziva: "Tony, che cosa hai?" chiese, preoccupata, avvicinandosi e passandogli dolcemente una mano tra i capelli.

Tony: "Lei... non lei, lui... non è lei... cioè... lei non è lei..." balbettò, prima di piegarsi di nuovo sul WC.

Quando si riprese, Abby e Ziva lo accompagnarono nel camerino e lo fecero sedere sulla sedia.

Abby: "Fai un respiro e dicci con calma... di chi stai parlando?"

Tony: "Jasmine..." disse, con un filo di voce, masticando il chewing gum che gli aveva dato Ziva.

Ziva: "Cosa è successo? Volevi provarci con lei, ma hai scoperto che è lesbica?" chiese, con una vena di gelosia.

Tony: "Magari fosse stata lesbica... almeno sapevo che era una donna..."

Abby, finalmente, capì, e non riuscì a trattenere le risate. L'uomo la guardò di traverso. Ziva, però, dava l'impressione di non aver capito, così l'altra donna spiegò.

Abby: "Vedi, Ziva, qualche anno fa Tony, senza saperlo, ha baciato un uomo. E, dalla sua reazione, deduco che anche Jasmine sia un uomo..."

Anche Ziva scoppiò a ridere.

Tony: "Ma guarda tu che razza di donna sto per sposare... lo sai che non è bello ridere delle disgrazie del tuo futuro marito?"

Ziva: "Scusami, tesoro, ma è troppo divertente... non pensavo che ti piacessero le donne, diciamo... con certi attributi!"

Tony: "Ah, ah, ah!" esclamo, sarcastico "Divertente."

Abby: "Un momento! Come sarebbe a dire 'futuro marito'? Secondo la copertura, voi due siete sposati da un anno..."

Tony: "Abby, guarda che non stavo parlando come Antonio DiNardo, ma come Tony Dinozzo."

Abby spalancò gli occhi e la bocca, sorpresa, passando lo sguardo da Tony a Ziva, e vice-versa, poi, realizzato il fatto, quasi urlò, saltando addosso prima alla donna e poi all'uomo, per abbracciarli e congratularsi con loro.

Il mattino seguente, erano tutti e tre in ufficio, per il rapporto, e riferirono quello che avevano scoperto.

Abby: "Gibbs, non ci crederai mai a quello che abbiamo scoperto ieri!"

Gibbs: "Cosa avete scoperto?" chiese, interessato.

Tony: "Hai presente Jasmine?"

Gibbs: "Quella che tutti chiamano 'Jasmine, l'odalisca silenziosa'?"

Ziva: "Beh, proprio lei. E sai perchè non parla mai? Perchè dalla sua voce si capisce che in realtà non è una donna..."

Gibbs: "...Ma un uomo!" guarsò Tony, facendo un sorrisino beffardo, poi continuò "Beh, Tony, spero per Ziva che non ti sia venuto in mente di baciarlo!"

Tony fece un'espressione colpevole, guardando Ziva, che rideva sotto i baffi.

Abby, in quel momento, ebbe un'intuizione:

Abby: "Hey! Ricordate quel gel che abbiamo trovato sul corpo della vittima? Io avevo pensato che fosse una specie di trucco o qualcosa del genere, quindi non potrebbe essere..."

Gibbs: "Ma certo! Il cerone fondo-tinta che usano molto i travestiti!"

Tony: "Ti prego, Capo, non nominare quella parola... ho ancora la nausea..."

Gibbs: "Allora fattela passare, Dinozzo, perchè dobbiamo saperne di più su questo Jasmine, e per saperlo abbiamo bisogno di te."

Tony: "Ah, no! Io non voglio rischiare di baciare di nuovo un travestito!"

Gibbs: "Chi ha mai detto che devi baciarlo? Devi solo raccogliere degli indizi per sapere chi è veramente e se, come pensiamo, è implicato nell'omicidio. E poi, ricordati che ci saranno Abby e Ziva a darti una mano."

Ziva: "Vorrà dire che, se il nostro amico si spingerà troppo oltre, tua moglie farà una bella scenata di gelosia in pubblico."

Tony: "Tanto ci sono abituato, visto che me ne hai già fatte in privato..."

Gibbs: "Ecco: ora sì che siete come una coppia sposata." esclamò, sempre con il suo sorriso beffardo "Comunque stasera cercate di avere le sue impronte, così vediamo se è schedato."

Tony: "Ok, Capo."

Quella sera, dopo la solita esibizione di Ziva, si diedero subito da fare per avere le impronte di Jasmine. Abby aveva portato anche tutto l'occorrente per rilevarle sul momento, tutto mischiato con i trucchi e i vestiti di Ziva.

Tony uscì per il suo solito giro, poi andò verso il banco del bar e chiese una bottiglia di birra, portandosela dietro le quinte e, quando nessuno lo guardava, la ripulì di tutte le impronte, con il suo fazzoletto. Si appostò davanti al camerino di Jasmine e attese che tornasse.

Quando tornò, lei, o meglio, lui, gli sorrise, e Tony gli rispose, poi bevve un sorso dalla bottiglia e glielo porse; Jasmine accettò, prese la birra e bevve, per poi riconsegnargliela e entrare nel suo camerino, facendogli l'occhiolino.

Dinozzo avvolse la bottiglia nel fazzoletto e rientrò nel camerino di Ziva, dove Abby aveva già acceso il portatile e impostato lo scanner, e aveva già tutto l'occorrente per rilevare le impronte.

Tony: "Ecco le impronte di Jasmine. Mi raccomando, elimina le mie."

Abby: "Non ti preoccupare, sono una professionista, io." detto questo prese il kit per le impronte e cominciò il lavoro. dopo aver eliminato quelle appartenenti a Tony, ne selezionò una di Jasmine e la scannerizzò.

Avviò il programma di riconoscimento impronte, e attesero. Non ci volle molto ad avere i risultati: sullo schermo del portatile comparve la scheda del sergente John Molstad, del corpo dei Marines.

Abby: "Bingo!"

Ziva: "Di chi si tratta?"

Tony: "Un Marine, si chiama John Molstad."

Bussarono alla porta, e, senza dare loro il tempo di ritirare tutto, Hari si affacciò, come spesso faceva prima di andare via.

Hari: "Il locale sta per chiudere, mi raccomando, non fate tardi!" notò il computer, lo scanner e il kit per le impronte, e sembrò turbata "Ma... cosa sono queste cose?"

Ziva: "Credo che ti dobbiamo delle spiegazioni. Entra e chiudi la porta."

Tony: "Ma... Ziva! Potrebbe essere..."

Ziva: "Lei non è immischiata, Tony. Ho imparato a riconoscere chi mente, dal tono della voce. Per favore, Hari, siediti."

La ragazza fece come le fu chiesto, mentre Abby chiudeva la porta.

Hari: "Allora? Mi spiegate cosa sta succedendo?"

Tony: "Vedi, Hari, in realtà abbiamo mentito su alcune cose... ad esempio io e Abby non siamo cugini."

Ziva: "E io non sono una ballerina professionista palestinese, anche se vengo dalla stesaa zona, visto che sono israeliana. Tony non è mio marito, non si chiama neanche Antonio DiNardo, e non è nato in Italia."

Hari: "Allora chi siete veramente?"

Tony: "Siamo gli agenti Anthony Dinozzo, Ziva David e Abby Sciuto dell'NCIS. Siamo sotto copertura e stiamo indagando sull'omicidio del Marine avvenuto qualche mese fa."

Hari: "Ho capito. Quindi se siete qui, sospettate che l'assassino sia uno all'interno del locale..."

Ziva: "Veramente abbiamo già un sospetto, e stiamo verificando la sua vera identità."

Hari: "E chi sarebbe? Non starete sospettando di me?"

Tony: "No, in realtà sospettiamo di Jasmine."

Hari: "Jasmine la silenziosa?" sembrò avere una folgorazione "Un momento! io l'ho vista spesso in compagnia di quel marine, prima che venisse ucciso!"

Tony: "Perfetto! Ora sappiamo che c'era un legame tra i due!" prese il telefono e chiamò Gibbs "Pronto, capo?... sono Dinozzo... abbiamo l'identità di Jasmine... sì, è il Sergente John Molstad."

La giovane danzatrice sembrò stupita, e anche un po' spaventata. Tony continuò ad ascoltare quello che gli diceva il Capo.

Tony: "Ok, grazie, Capo... tra quanto arriverete?... d'accordo." chiuse la telefonata e si rivolse alle altre "Gibbs ha detto che era nella stessa squadra della vittima, e che stanno arrivando. Non dobbiamo farlo uscire dal locale."

Abby: "Ok, allora come ci organizziamo?"

Tony: "Abby, tu resta con Hari, non sappiamo se il Sergente collaborerà" ordinò "Ziva, mi serve il tuo aiuto per trattenerlo."

Ziva: "Farò quanto mi è possibile, viste le mie condizioni."

Tony: "Nelle tue condizioni sei in grado di fare questo e altro, tesoro." la rassicurò. Detto questo, la coppia uscì dal camerino, andando verso quello di Jasmine.

Tony bussò alla porta, e subito dopo l'altro aprì. Era ancora camuffato da donna.

Tony: "Stavamo cercando proprio te, Jasmine, o devo chiamarti Sergente Molstad?" mostrò il distintivo. Nel momento in cui l'altro lo riconobbe, diede una spinta a tony, facendogli quasi perdere l'equilibrio, e se la diede a gambe.

Ziva, però, partì all'inseguimento, seguendo il rumore dei passi dell'altro, e quando lo raggiunse cercò di immobilizzarlo, ma il Sergente reagì, e si innescò una lotta.

Ziva non riusciva a schivare tutti i colpi, a causa del suo handicap, e ad un certo punto l'altro riuscì ad avere la meglio, spingendola contro un muro e tornando a correre.

Ma la sua corsa durò poco: appena aprì la porta di servizio si trovò davanti Gibbs, che gli puntava la pistola e mostrava il distintivo.

Gibbs: "Fine corsa, amico! Sei in arresto per l'omicidio del Sergente Hamish." dopodichè McGee si avvicinò e gli mise le manette, portandolo via.

Ziva era ancora seduta poggiata al muro, e si toccava gli occhi. Tony si avvicinò, inginocchiandosi di fronte a lei. Anche Abby e Hari si avvicinarono.

Tony: "Che hai? Stai bene?"

Ziva sorrise.

Ziva: "Ci vedo di nuovo! Tony, ci vedo di nuovo!"

Tony sorrise e la abbracciò, ma si rese conto che era svenuta non appena l'aveva abbracciata. Si staccò e vide che i vestiti erano parecchio sporchi di sangue nella zona del basso ventre.

Tony: "Oh, no! Ziva, svegliati, ti prego!" le diede qualche colpetto sul viso, poi la prese in braccio e disse a Abby "La porto in ospedale. Tu vai in ufficio da Gibbs e digli tutto!"

CONTINUA...

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Capitolo 12
*** 12 ***


gncis12

La luce negli occhi

12

Tony camminava, nervoso, lungo il corridoio del pronto soccorso. Era preoccupato per Ziva, e sperava che arrivasse qualche dottore, per chiedergli come stava la donna.

Finalmente un dottore si avvicinò, per parlargli.

Dottore: "Lei è un parente della signora David?"

Tony: "Sono il suo compagno. Come sta?"

Dottore: "Lei sta bene, e non ci sono state complicazioni... ma il bambino non ce l'ha fatta, mi dispiace."

Tony: "Il bambino? Quale bambino?"

Dottore: "La signora era incinta. Non lo sapeva?"

L'uomo si sentì come se un enorme macigno gli fosse saltato addosso: Ziva aspettava un bambino da lui, ma l'aveva perso. Si poggiò al muro, strofinandosi gli occhi, poi chiese:

Tony: "Di quanto era?"

Dottore: "Sei settimane."

Tony: "Ziva lo sa gia? Glielo avete già detto?"

Dottore: "No, ma stavo andando a dirglielo ora."

Tony: "Se permette, vorrei essere presente."

Dottore: "Sì, forse è meglio se c'è anche lei. Le potrà fare un po' di forza."

Detto questo, il dottore scortò Tony verso la camera in cui era stata portata la donna.

L'uomo la vide, attraverso il vetro: era sdraiata sul letto, con gli occhi chiusi, e aveva l'aria stanca. Entrò per primo; Ziva si accorse di lui, e aprì gli occhi.

Ziva: "Ciao." lo salutò, accennando un sorriso.

Tony: "Ciao." rispose, con la voce strozzata, cercando di sembrare calmo, ma lei percepì che c'era qualcosa che lo turbava.

Ziva: "Che c'è? Guarda che sto bene, ora." cercò di rassicurarlo. Tony si sedette accanto a lei, sul letto, e la abbracciò, stava cercando di trattenere le lacrime.

In quel momento entrò il dottore.

Ziva: "Dottore... c'è qualcosa che non va?" chiese, notando l'espressione seria del medico, e capendo che Tony aveva avuto una brutta notizia, che la riguardava.

Dottore: "Dal punto di vista fisico, lei ora sta bene, non ci sono state complicazioni..."

Ziva: "Ma...?"

Dottore: "Ma in seguito all'emorragia, dovuta probabilmente a un forte trauma, ha perso il bambino, mi dispiace."

Ziva divenne pensierosa, e allo stesso tempo spaventata.

Ziva: "Bambino? Quale bambino? Ero incinta?" chiese, agitata.

Dottore: "Sì, signora, era di sei settimane."

Detto questo, il medico uscì dalla stanza; Ziva scoppiò a piangere tra le braccia di Tony, che non poteva fare altro che abbracciarla, mostrandosi forte per poterla tranquillizzare.

Ziva: "Un bambino... aspettavo un bambino... Tony, abbiamo perso il bambino..."

Tony la strinse ancora più forte, finchè la donna non si addormentò; poi si sedette accanto a lei, dandole un bacio sulla fronte e continuandole a stringere la mano.

Restò in quella posizione per mezz'ora, continuando a osservarle il viso, rigato dalle lacrime che ancora, nel sonno, continuavano a scenderle lungo le guance. Venne distratto dal rumore di un leggero colpo sul vetro, e si girò in quella direzione, notando Gibbs.

Si alzò dalla sedia e, dopo aver fatto un'ultima carezza alla compagna, uscì dalla stanza, raggiungendo il Capo.

Gibbs: "Abby mi ha detto tutto. Come sta?"

Tony: "Sta bene, ma..." non riuscì a continuare; si strofinò gli occhi e cominciò ad andare avanti e indietro, di fronte a Gibbs, il quale, spazientito, ad un certo punto lo bloccò, prendendolo per le spalle e mettendoglisi di fronte.

Gibbs: "Ma cosa? Avanti, Tony! Che cosa succede?" era preoccupato, e quasi urlò per avere una risposta dal suo sottoposto.

Tony: "Ziva era incinta, Capo." disse, tutto d'un fiato. A quel punto gli occhi gli divennero lucidi e, con voce strozzata, continuò "Aspettava un bambino... era alla sesta settimana... sarei diventato padre entro 8 mesi, ma... ma ha perso il bambino..."

Non ce la fece più: le lacrime cominciarono a uscirgli, e lui non riusciva a fermarle. Gibbs non disse nulla, lo abbracciò in modo paterno, lasciandolo sfogare. Certo non era la stessa cosa, ma sapeva cosa significava perdere un figlio, e gli avrebbe dato tutto il suo appoggio, perchè sia Tony che Ziva potessero superare quel momento.

Quando Tony si fu sfogato, prese una cosa dalla tasca e la porse a Gibbs: erano le fedi nuziali che gli aveva dato per la copertura.

Tony: "Queste credo che siano tue."

Ma Gibbs le rifiutò.

Gibbs: "No, sono vostre, e voglio vedervele di nuovo al dito entro poco tempo, e questa volta non per una copertura! Ora torna da Ziva. Ha bisogno di te." detto questo, se ne andò, mentre Tony rientrava nella stanza.

Nel frattempo, in ufficio, Abby e McGee attendevano il ritorno del loro Capo.

Abby: "Allora avete fermato anche il cliente che Tony aveva visto parlare con il nostro transessuale?"

McGee: "Sì. Crediamo che anche lui sia coinvolto nell'omicidio. Poi ne parliamo quando torna Gibbs."

Abby: "Chissà come sta Ziva... avevo anche una bella notizia da darle..."

McGee: "Che notizia?" chiese, curioso.

Abby: "Volevo dirla prima a lei, ma tanto prima o poi dovevo dirlo anche a te... Tim, sono incinta!"

L'espressione dell'uomo, prima pensierosa, passò a stupita, e infine a felice. Abbracciò la ragazza, baciandola; ma vennero interrotti da Gibbs, appena entrato in ufficio.

Gibbs: "Se dovete dire a Tony e Ziva che aspettate un bambino, vedete di farlo usando le parole giuste. Non voglio che una delle mie agenti cada in depressione!"

McGee: "Ma... come?"

Abby: "Lo sapeva... glielo avrà detto Ducky." spiegò. Poi chiese "Come sta Ziva?"

Gibbs: "Ha appena scoperto di essere incinta, ma che ha perso il bambino, Abby. Ecco perchè ti dico di misurare le parole, quando glielo dirai."

Abby: "Oh, mio Dio... mi dispiace... e Tony? come l'ha presa?"

Gibbs: "Come un padre che ha appena perso un figlio." spiegò, spicciamente.

Il giorno dopo, Ziva venne dimessa, e Abby e Timothy andarono a trovarla a casa.

Fu Tony ad aprire la porta, e notarono subito che era molto provato, anche se cercava di nasconderlo; Abby andò subito in salotto, dove stava Ziva, in silenzio, seduta sul divano, che guardava il vuoto, e aveva l'aria di aver pianto fino a poco prima; Tony accompagnò McGee in cucina e gli offrì una birra fresca.

McGee: "Il Capo ci ha detto tutto. Come state?"

Tony: "Io sto bene, ma non so quanto ci metterà Ziva a riprendersi..."

McGee: "Immagino... speriamo solo che non si abbatta di più, quando saprà la notizia da Abby."

Tony: "Che notizia?"

McGee: "Spero che non te la prenda, Tony... so quello che voi due state passando..."

Tony: "Evita di girarci intorno, Pivello. Cosa vuoi dirmi?"

McGee: "Ecco... Abby aspetta un bambino, sto per diventare padre."

Tony restò un attimo in silenzio, passandosi per l'ennesima volta la mano sugli occhi, poi disse:

Tony: "Beh, congratulazioni, Tim, sono felice per te..." e gli strinse la mano.

Intanto, in salotto...

Abby: "Ciao, Ziva. Come ti senti?"

Ziva: "Non... non lo so..."

Abby: "Capisco... Ziva, volevo dirti una cosa, e spero che non ti faccia abbattere di più..."

Ziva: "Dimmi..."

Abby: "Ecco... sono incinta..."

Ziva sembrò destarsi; la guardò, con gli occhi ancora umidi, e le sorrise, con un misto di felicità e tristezza.

Ziva: "Davvero? E il padre sarebbe Tim?"

Abby: "Sì..."

Ziva: "Secondo me sarete dei genitori stupendi!" le fece un sorriso più luminoso, poi le due donne si abbracciarono.

CONTINUA...

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Capitolo 13
*** 13 ***


gncis13

La luce negli occhi

13

Il tempo passò.

Era la sera della Vigilia di Natale.

Una monovolume nera entrò nel vialetto di fronte a una villetta di un quartiere medio-borghese della Capitale. Le due persone che erano dentro, uscirono: erano Tony e Ziva.

L'uomo prese delle chiavi e si accinse ad aprire la porta.

Ziva: "Mi raccomando, non facciamo troppo rumore: secondo me stanno riposando."

Tony: "Dici?"

Spalancò la porta della casa, che dava in un salotto, e sul divano era seduto Gibbs, addormentato, con un libro di favole in mano, e in braccio una bambina di un anno, con i boccoli scuri che le cadevano sulla fronte e il ciuccio in bocca.

Tony: "Ma come hai fatto?"

Ziva: "Ho sentito Jethro russare."

Tony: "Caspita che udito!"

L'uomo si avvicinò a Gibbs, e lo scosse, provando a svegliarlo.

Tony: "Hey, Capo! Siamo tornati!"

Jethro aprì lentamente gli occhi, mentre la bambina veniva presa in braccio da Ziva.

Gibbs: "Mh...? Ma che ore sono?"

Tony: "Sono le 8. Scusa il ritardo, ma abbiamo avuto un contrattempo in ufficio..."

Anche la bambina si svegliò, lentamente, accorgendosi di non essere più in brraccio a Gibbs. Si guardò intorno, ancora assonnata, con i suoi occhi verdi, poi tese le braccia verso Tony.

...: "Papy..."

L'uomo la prese in braccio.

Tony: "Ciao, Pulce! Cosa avete fatto tu e il nonno, mentre mamma e papà erano a lavoro?"

Gibbs: "Ho portato Kelly allo zoo, per passare il tempo."

Kelly: "Ti, e poi bacca nonno!"

Ziva: "Avete continuato a costruire la barca?"

Gibbs: "Sì, è quasi finita. E poi questa furbetta è un'ottima aiutante!"

Kelly: "Ti..." confermò.

Ziva: "Davvero? Allora è megliose ti fai un bel bagnetto, visto che tra poco arrivano Zia Abby e zio Tim con Leeroy!" la prese in braccio.

Kelly: "Ene il Piellino?"

Ziva: "Pivellino? E chi ti ha insegnato a chiamarlo così, Stellina?"

La piccola, sorridendo, indicò Tony.

Ziva: "Allora mamma dovrà fare un bel discorsetto a papà, più tardi." detto questo, salì al piano superiore, con la bambina.

Gibbs e Tony andarono nel ripostiglio, per prendere le decorazioni per l'albero che avrebbero fatto tutti insieme quella sera.

Tony: "Grazie per averla guardata anche oggi, Capo."

Gibbs: "Di niente, Tony. Sarah Kelly è una bambina molto intelligente e curiosa, è un piacere stare con lei. E piantala di chiamarmi Capo: ho smesso di esserlo tre anni fa, quando vi siete sposati! Ora sei tu quello che deve essere chiamato così."

Tony: "Scusa, è la forza dell'abitudine... e poi come ti devo chiamare? Papà?"

Gibbs lo guardò storto, ma sembrava non gli dispiacesse di essere chiamato in quel modo. Tirò all'uomo uno scappellotto.

Tony: "Scusa... ma mia figlia ti chiama nonno, quindi per me viene naturale chiamarti papà..."

Gibbs: "Chiamami ancora una volta papà e ti diseredo, lasciando tutto a Kelly!"

Tony: "Sai che novità..." disse, scherzando.

Due ore dopo arrivarono anche Abby, McGee, con un bambino di tre o quattro anni, pacioccone e con gli occhi chiari, il piccolo Timothy Leeroy jr.

Il bambino era molto timido, e non reagiva molto agli scherzi di Kelly che, pur essendo molto più piccola, si divertiva a farlo disperare, e lui correva spesso a farsi consolare da sua madre.

Tony: "Certo che il Pivellino ha lo stesso tuo carattere, Pivello!"

Abby: "Anche Kelly non scherza! Mi sa che da grande diventerà una rubacuori..."

Tony: "Tanto, da grande, i ragazzi dovranno prima passare l'esame del sottoscritto!"

Ziva: "E se fosse Leeroy, il ragazzo con cui vorrà uscire?"

Tony: "Ah, lui, sicuramente, non passerà l'esame!"

Gibbs gli tirò l'ennesimo scappellotto.

Anni dopo...

Tony stava tenendo sotto braccio una ragazza di circa 20 anni. Aveva i riccioli neri coperti da un velo, e guardava, con i suoi occhi verdi, un po' l'uomo che la stava accompagnando, un po' il ragazzo in fondo alla chiesa, vicino all'altare, che stavano raggiungndo: un ragazzo un po' robusto, con i capelli scuri e gli occhi chiari, dall'espressione timida.

Prete: "Vuoi tu, Timothy Leeroy McGee Jr, prendere la qui presente Sarah Kelly Dinozzo come tua legittima sposa, per amarla ed onorarla finchè morte non vi separi?"

Leeroy: "Lo voglio..."

Prete: "Vuoi tu,Sarah Kelly Dinozzo , prendere il qui presenteTimothy Leeroy McGee Jr come tuo legittimo sposo, per amarlo ed onorarlo finchè morte non vi separi?"

Kelly: "Lo voglio..."

Tony sorrideva, felice della scelta della sua figlia maggiore, mentre tirava uno scappellotto a un ragazzo di 16 anni, uguale a lui, che stava litigando con una sua coetanea, uguale a Abby.

Tony: "Anthony Dinozzo Jr, finiscila! Abbi rispetto per tua sorella!"

McGee: "Lo stesso vale per te, Kate! Abbi rispetto per tuo fratello!"

Tony: "Sai, Pivello? Sono contento che i nostri figli si siano sposati..."

McGee: "Anche io, Capo!"

Una notte di Natale di 20 anni prima...

Tony: "La mia bambolina che esce insieme al Pivellino? Non approverò mai!"

McGee: "Lo stesso vale per me!"

...Le ultime parole famose...

FINE

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