Che Fatica!

di FeIdEn91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CHE FATICA

 


CAPITOLO 1

Era notte inoltrata quando Jonghyun tornò ubriaco fradicio nel suo appartamento. Era stato ad una festa con Onew, Minho, Taemin e Key, organizzatagli da tutti i loro amici coreani per festeggiare la fine di un tour dal successo strepitoso, e come ogni buona festa che si rispetti l’alcol era sceso a fiumi e Jonghyun, nemmeno a dirlo, non si era fatto pregare troppo nell’assumerlo in quantità industriale.
Per tutta la sera aveva dato spettacolo, come del resto era suo solito fare ogni volta che si ubriacava, e ad ogni suo show era di rutin riprenderlo con la telecamera per poi prenderlo per il culo (che poi era la parte più divertente) e mentre saliva i gradini del palazzo a 4 zampe, ovviamente, da buon amico quale era, Key riprendeva tutto con cura…

- Queste sono le migliori riprese che io abbia mai fatto!!!!!!!! - disse agli altri mentre se la rideva di gusto - Domani sono cavoli suoi!!! Ahahahah!! -.

Dopo una lunga lotta nel salire le scale, si trovò finalmente davanti alla tanto sospirata porta di casa sua. Dovette litigare con la toppa della serratura almeno 10 minuti e riuscire ad infilare le chiavi si stava rivelando più difficile dell’impresa precedente. Quando alla fine ci riuscì, tirò un lungo sospiro di sollievo, ma una volta dentro, nonostante gli sforzi e la buona volontà, non riuscì a trovare l’interruttore della luce. Decise che non era necessario vedere dove metteva i piedi, tanto era casa sua, la conosceva alla perfezione e, impavido come un cavaliere d’altri tempi, si fregò altamente dell’oscurità e iniziò a togliersi man mano tutti gli indumenti per risparmiare tempo, non intimorito dal fatto che in quelle condizioni avrebbe di sicuro sofferto come un cane. Già faticava a trovare la luce del suo appartamento, figuriamoci camminare e spogliarsi insieme!
Sbottonò la giacca lasciandola cadere a terra, poi si sfilò uno scarpone barcollando pericolosamente e lo tirò in aria con forza lasciandolo volteggiare assolutamente privo di controllo, il quale provocò di sicuro danni ingenti dal momento che all’atterraggio seguì una sonorissima melodia del tutto poco rassicurante, quasi come un servizio intero di bicchieri di cristallo che si frantuma, (tanto per intenderci). 
Per nulla infastidito fece volare anche il secondo e tese l’orecchio, rimanendo impalato per almeno un minuto abbondante, per sentire che rumore divertente facesse questo, ma stranamente a quello non seguì alcun suono.
- Che sstranno…deue esssersii tracformatto in suppermmen ich! – disse, scuotendo la testa. Riprese a camminare e nell’arduo tentativo di togliersi la maglia, rimase intrappolato.
- Oh oh sfoffoco!!! - disse iniziando a piroettare su se stesso tipo un cane che tenta di mordersi la coda - Ma porca… - continuò cadendo e rialzandosi e sbattendo più volte sullo stesso muro.
Quando finalmente riuscì a sfilare anche questa, dovette superare un ostacolo inaspettato, inciampando e cadendo di nuovo rovinosamente a terra come un sacco di patate.
- Cazzo, ma da quando ich ho messo un mobbille qui ich proprio non me lo ricordavo!!! – si maledisse, massaggiandosi il punto in si era fatto male.

Arrivò nella camera da letto nudo come un verme, completamente rincoglionito e puzzolente di alcol talmente tanto da far impallidire uno scaricatore di porto. Si buttò sul letto, si girò e rigirò tirando le coperte, scansandole, per poi rimetterle di nuovo a posto. Si rialzò in piedi, guardò il letto che a occhio e croce aveva una forma strana, ma poi pensò che era ubriaco e ci si ributtò sopra cadendo in uno stato comatoso in un lampo.

Quando il pomeriggio seguente Jonghyun si risvegliò, era ridotto uno straccio, con le borse sotto gli occhi grandi come valige, la lingua felpata e un vispissimo color verde acido. Si alzò dal letto, si stopicciò gli occhi con i pugni nel disperato tentativo di riuscire ad aprirli e, nel pieno della sua virilità, si grattò soddisfatto il suo……più caro amico. Andò in bagno ancora in trans e si lavò la faccia.

- Ho bisogno di un caffè…mi sento uno schifo, ieri sera ho bevuto troppo e poi ho quasi la sensazione di aver fatto qualcosa di cui mi pentirò a vita, l’ultima volta ho tentato di violentare il cane di Hyuk Jae…e continuano a prendermi per il culo per questo -  si rivolse allo specchio con una faccia schifata.

Uscendo dal bagno prese in pieno l’angolo della porta con l’alluce del piede sinistro, iniziando a saltellare con le palle al vento, urlando imprecazioni e tenendosi il piede tra le mani disperato e in preda al dolore. Ritornò in camera zoppicando, con le lacrime agli occhi e si ributtò di nuovo sul letto.
Solo a quel punto si rese conto che non doveva aver dormito da solo dato che accanto a lui c’era qualcuno coperto fino alla testa che si muoveva. Si rialzò di scatto e gli si piazzò davanti.

- Cavolo!!! Sarà questo il danno che ho fatto??? Mio dio almeno spero che si tratti di una donna!-
- Ma insomma si può sapere che hai da urlare tanto? Mi hai tenuta sveglia tutta la notte, almeno fammi dormire adesso!!! – disse la ragazza, svegliata da tutto quel movimento. Poi si girò scoprendosi e aprendo gli occhi.

Jonghyun ora era sveglio e incredulo…aspettò che il cervello analizzasse il tutto e poi capì che forse aveva fatto una stronzata terribile. Diede voce ai suoi pensieri, stravolto come mai lo era stato prima d’ora…

- NOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!! BAMBINA MIA CHE HO FATTO????? MIO DIO SONO UN MAIALE, UNO SCHIFOSO BASTARDO!!!! Bambina mia perdonami ti prego!!! Che ti ho fatto, povero me!!! -.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2 

- Adesso basta!!! Falla finita - gli urlai contro. 
- NOOOOO!!!!!! PERDONAMI PERDONAMI!!! - Jonghyun sembrava quasi impazzito.
- Ti ho detto di farla finita - continuai io.
- PERDONAMI!! – insistette.
- Adesso basta piangere… - cercai di calmarlo.
- NOOO SONO UN IDIOTA!!! – esordì.
- Si questo è vero - confermai io.
- SI SONO UN IDIOTA……PERDONAMI TI PREGO!! – era a dir poco disperato.
- Ma si può sapere di che ti devo perdonare? – chiesi esausta di quella tiritera.
- Buuuuuuuuu!!!!!!!! – rispose, manco fosse un bambino di 5 anni.
- Adesso basta veramente, finiscila zio Jonghyun!!!! – conclusi severa.

Pausa.

Ok tranquille non sono pazza……non del tutto almeno! Le fan più attente sapranno benissimo che Jonghyun non ha alcuna nipote, tanto meno una giovane donna come me. Effettivamente tra me e lui non c’è alcuna parentela di sangue eppure io sono comunque sua nipote, anzi a dirla tutta io sono la nipote degli SHINee!

Credete che non sia possibile? Vi sbagliate, è possibile eccome…esiste una spiegazione logica…tutto ebbe inizio 19 anni fa circa.

A quell’epoca mia madre e la sorella di Jonghyun erano grandi amiche. Effettivamente lo sono molto anche adesso, ma allora erano come sorelle, sempre insieme inseparabili, a scuola e a casa, un giorno da una e l’altro dall’altra…praticamente culo e camicia.
Erano tanto amiche che inevitabilmente il rapportò si creò anche tra Jonghyun e mia madre Yejin. Lui era il suo cocco, il suo pupazzetto, essendo lei figlia unica e di genitori separati, compensò determinate mancanze integrandosi in pieno nella famiglia dello zio, tanto da sentirsene quasi un membro a tutti gli effetti.

In quel periodo mia madre si invaghì di un affascinante Irlandese venuto in vacanza qui a Seoul, rimanendone incinta. Fu un periodo molto difficile quello per lei, visto che poi il bastardo di mio padre, se così si può chiamare, se la filò a passi veloci facendo perdere ogni traccia di se.
Yejin (io la chiamo per nome) trovò l’appoggio più grande nella famiglia Kim e, quando dopo nove mesi nacqui io, Jonghyun si sentì in dovere di prendersi delle responsabilità e si autoproclamò mio zio, nonostante la differenza di età tra me e lui sia effettivamente minima.
E da qui nasce la nostra “parentela”.

Perché mi dichiaro anche nipote di tutti gli SHINee?
Diciamo che sono stata adottata da loro, un po’ come ha fatto Jonghyun 19 anni fa con me.
Loro sono la mia famiglia e ognuno di loro ricopre un ruolo importante: Taemin è il mio compagno di giochi, quello con cui faccio casino e mi diverto da matti; Minho è la mia guardia del corpo, se solo glielo chiedessi si venderebbe anche i pantaloni per me; Key è il mio punto di riferimento, il consigliere…sapete quando state male e sentite che solo una persona potrebbe aiutarvi? Lui è quella persona; Onew è il padre che non ho mai avuto, sempre pronto a prendersi cura di me con dolcezza e simpatia…e Jonghyun…bè Jonghyun è il mio amore, in tutti i sensi lo amo da sempre. Yejin ogni volta mi racconta che il primo nome che ho chiamato è stato il suo!
C’è solo un piccolissimo problema…come si fa a farsi amare da un uomo che ti considera la sua bambina, la sua nipotina?

Bel casino non c’è che dire! E’ per questo che mi sono intrufolata con l’inganno a casa sua, devo compiere una missione, fargli capire che sono una donna e che soprattutto non siamo parenti. Ce la metterò tutta, certo non potrò contare sulla mia avvenenza fisica visto che non ce l’ho…bassa, magra e senza seno!
Però posso avvalermi del mio mezzo fascino Irlandese, dei miei lunghi e ondeggiati capelli rossi e dei miei occhi verdi come due laghi di montagna.
Attirerò la sua attenzione sulle mie labbra di ciliegia e…………..AIUTOOOOOOO è un impresa disperata!! Certo…se la smettessi di chiamarlo zio, sarebbe molto più semplice.

Comunque ce la metterò tutta, farò appello alla mia cocciutaggine (perchè quando voglio sono peggio di un mulo) e vi terrò aggiornate.

Questa è la mia storia. Mi presento: ho 18 anni e mi chiamo Park SunHee (il cognome è di mia madre), studio all’accademia delle belle arti di New York (ma solo da pochi mesi) e da grande farò la pittrice. Piacere di conoscervi!

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

Riprendiamo da dove avevo lasciato…….vediamo……..a si!!!

- Falla finita zio Jonghyun!!! – risposi severa.
- Ma non capisci che ho fatto una grandissima stronzata? – continuò lui.
- Ma di che parli? – chiesi confusa.
- Ma come…io e te, sul letto, stanotte……ero ubriaco perdonami!!! – mi prese le mani nelle sue, con una faccia davvero dispiaciuta.
- Ma che vai blaterando, io e te cosa?! – dissi buttando letteralmente per aria le sue mani.
- Io e te….abbiamo…. – indugiò un momento, sperando che io traessi le mie conclusioni.
- Ora capisco! stai tranquillo io e te non abbiamo fatto proprio niente! – dissi annuendo.
- Davvero?? – gli s’illuminarono gli occhi. Il mio silenzio e la mia espressione ovvia gli diedero la conferma che cercava - Oh grazie al celo, pensavo di morire dal dolore! – continuò portandosi una mano sul cuore, piegandosi leggermente in avanti.
- Esagerato, cosa vuoi che sia un po’ di sesso sfrenato tra due persone adulte – risposi canzonandolo.
- CHE DICIIIIIII!!!!! Sei pazza?? Tu sei la mia bambina! – si affrettò a dire.
- Io non sono più una bambina – incrociai le braccia sul petto.
- Come no? Hai 13 anni ragazzina! – affermò convinto.
- Imbecille ne ho 18, sei anche venuto al mio compleanno quattro masi fa – dissi scocciata.
- Ah è vero…ma è uguale, sei una ragazzina! – ridisse deciso.
- Senti un po’ grande uomo……. – mi rivolsi a lui, guardandolo dalla testa ai piedi - Lo sai che non sei male?! La tua mamma non sarà stata generosa con l’altezza, però per il resto non si è risparmiata – ammiccai.
- Ma di che parli??? – chiese, non rendendosi conto del suo stato attuale.
- Sei nudo - lo indicai.
- Oh mio dio!!!! Girati non guardare, i tuoi occhi puri non devono vedere queste cose – urlò, mentre tentava di coprirsi con la coperta che proprio non volevo lasciargli – E lascia la coperta!!!!! – continuò imbarazzato.
- E perchè mai dovrei farlo, sei così carino nudo!!! - risi.
 - Svergognata, sfacciata, ma ti rendi conto di quello che stai dicendo???? – sbarrò gli occhi.
- Dovrei vergognarmi? Non ci penso proprio…mica sono io ad essere nuda! Tu piuttosto, come ti salta in mente di girare così per casa? E poi io è un pezzo che vedo uomini versione natur! – gli rivelai.
- Nooooooo zitta, zitta, non voglio sentire!!! – serrò gli occhi.
- Cosa? che ho visto parecchi uomini nudi? – infilzai il dito nella piaga, divertita.
- Noooooooo ti ho detto zitta, non voglio sentire queste cose! – mi sgridò.
 - Suvvia zietto siamo tra persone adulte, ormai sono grande, abituati al fatto che non sono più… - non mi diede il tempo di terminare la frase.
 - NOOOOOOO ZITAAAAAAA!!!!!! – disse, correndo via in bagno, tenendosi le orecchie con le mani mentre me la ridevo di cuore.
Tornò pochi minuti dopo con un asciugamano legato alla vita.
- Senti un po’ ragazzina….ma tua madre sa della tua vita da peccatrice? – riprese il discorso.
- Certo che lo sa, io gli racconto tutto di me – risposi tranquillamente.
- E a lei sta bene??? – disse sorpreso.
- Certo che le sta bene! – continuai come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- Bè a me no! – ringhiò, storcendo la bocca.
- Non dirmi che vuoi farmi la morale proprio tu - ribattei un tantino infastidita mentre scendevo dal letto.
- Qualcuno te la deve pur fare visto che tua madre è un incosciente! – disse autoritario.
- Ma tu non sei quello che tentava di violentare il cane di EunHyuk? - lo punzecchiai.
- ……….Che centra? – girò il capo verso la finestra.
- Dai su non fare l’arrabbiato con me - dissi con voce pacata, tentando di ammorbidirlo, mentre mi avvicinavo piano a lui.
- Ma no, lo sai che non riesco ad avercela con te….però…. - adesso gli ero davanti e gli passavo le mani sul petto facendo gli occhi dolci - Sei una ruffiana - disse lui arrendendosi di fronte al mio visino dolce.
- Si lo so - sorrisi dolcemente.
- Va bene va bene, chiudiamo qui il discorso, non ne voglio più sentire parlare, ok? – si arrese e io lo assecondai con un cenno del capo - Ma torniamo al cane di HyukJae, chi te lo ha detto? – continuò curioso.
- Key! – dissi ridendo.
- Bastardo!! – serrò il pugno.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

Stavo facendo la doccia mentre Jonghyun, ancora con l’asciugamano legato alla vita, raccoglieva i pezzi di vetro che aveva frantumato la notte prima con lo scarpone.
- Mannaggia a me sono un vero idiota, ho fatto un casino assurdo, tutti i bicchieri che mi aveva regalato la mia mammina……mi domando dove sia l’altro scarpone! - disse grattandosi la testa con la mano sinistra.
- Quale scarpone?- gli chiesi incuriosita, mentre mi passavo tra i capelli bagnati l’asciugamano.
- Quello che ho lanciato ieri notte, uno è qui - disse lui indicando sconsolato i bicchieri frantumati - e l’altro non lo trovo.
- Potrebbe essere quello li sopra? - dissi puntando il dito verso il lampadario.
- Ehm si, è proprio quello>> mi fece una linguaccia, evidentemente imbarazzato.
- Adesso capisco cos’era tutto il casino che hai fatto stanotte, hai praticamente distrutto casa! – risi.
- Se è per questo ho anche distrutto le mie rotule inciampando sulla tua maledetta valigia – mi guardò truce.
- Scusa ma quando sono arrivata ieri sera non avevo proprio voglia di disfarla – dissi, sperando capisse.
- Ecco, a proposito di questo…si può sapere che diavolo ci fai a casa mia? – chiese, cambiando la sua espressione.
- Che ti do fastidio? – lo punzecchiai.
- No, certo che no, era solo per sapere…se non è troppo disturbo, visto che è casa mia – alzò un sopracciglio.
- Mi serviva ospitalità – esordii.
- Ma casa tua? – continuò.
- E’ vuota, mia madre non c’è, se ne è andata a Tokyo per lavoro e ha approfittato per far fare dei lavoretti al nostro appartamento, quindi mi ha chiesto di dirti se potevi ospitarmi – dissi, sbattendo le ciglia.
- Se magari me lo chiedevi, appunto! – rispose seccato.
- Tanto ero sicura che avresti detto di si - risposi mentre preparavo il caffè.
- Ma tua madre lo sa che adesso sei qui? – continuò con un velo di preoccupazione nella voce.
- Certo, le ho detto che mi ospitavi senza problemi – sorrisi.
- Adesso capisco perchè mi ha telefonato l’altro ieri ringraziandomi tanto, per un attimo ho creduto che fosse pazza….- spiegò lui mentre era intento a tirar giù lo scarpone dal lampadario.
In quel momento suonò il campanello. Jonghyun scese dalla sedia su cui si era arrampicato per recuperare la scarpa e andò ad aprire, incurante della semi nudità.
- Chi è che rompe a quest’ora?- disse mentre si apprestava a guardare dallo spioncino. Dopo un’occhiata veloce decise di aprire, trovandosi davanti al più radioso sorriso che Onew avesse mai fatto.
- Buongiorno!!! - esordì - Dormito bene?
- Che te lo dico a fare!!! Non ho dormito affatto a dire la verità - rispose Jonghyun per niente felice.
- Non lo vedi come sta? - gli feci notare io, sbucando da dietro la porta con il caffè in mano…e Onew, per tutta risposta, sgranò gli occhi - Vuoi del caffè Jinki-shi?>> chiesi cortesemente.
Onew non ascoltava, guardava incredulo me in accappatoio e Jonghyun mezzo nudo, mentre la frase “non ho dormito affatto” gli rimbombava nel cervello.
- Onew-hyung ci sei? - chiese Jonghyun, notando che il viso felice dell’amico si stava tramutando in un qualcosa tutt’altro che rassicurante.
- TU…BRUTTO BASTARDO MALEDETTO!!!!!!!! - urlò in preda alla rabbia mentre con le mani afferrava il collo di Jonghyun.
- Che fai Jinki, lascialo così lo strozzi!!! - mi fiondai ad aiutare il malcapitato.
- MAGARI COSI’ IMPARA A TENERE A FRENO GLI ORMONI L’ANIMALE - ringhiò Onew in faccia all’amico.
- Soffocooooooooo!!!!!!!!! - si lamentò Jonghyun che stava diventando paonazzo in viso.
- CHE COSA HAI FATTO ALLA MIA BAMBINA? RISPONDI PORCO!
- Non r.i.e.s.c.o a p..ar..l.a.r.e - Jonghyun aveva il fiato corto e si dimenava come un forsennato per liberarsi dalla morsa di Onew.
- Fermati Jinki non è successo niente, non è come credi, mi ospita solamente, non abbiamo fatto niente, non mi ha toccato nemmeno con un dito!
Purtroppo, pensai tra me e me. Spiegai più in fretta che potei vedendo un Jonghyun agonizzante e quasi paonazzo.
- GIURA!! - chiese Onew allentando la presa.
- Su tutto ciò che ho di più caro… - dissi incrociando le dita, baciandole.
- Scusa amico è solo che ho creduto che tu avessi approfittato della sua innocenza – disse Onew calmandosi.
- Io non sono più innocenteeeeeeeeeeee!!!!
Possibile che nessuno prendesse in considerazione il fatto che fossi maturata?! La questione mi frustrava alquanto!
- NOOOOOOOOOO ZITTAAAAAAA!!!!!!! Non vogliamo ascoltare!!!!>> mi risposero all’unisono.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5

Placati i bollenti spiriti, Onew si diresse verso il video registratore tirando fuori, da sotto la giacca, una video cassetta. La inserì nell’apparecchio nero e poi si sedette sul divano, gustandosi il caffè che gli avevo preparato con tanto amore.
- Cosa c’è in quella cassetta? - chiesi curiosa.
- Una bella sorpresa - ammiccò Onew.
- Scommetti che io lo so? - s’intromise Jonghyun.
- Che aspettiamo a vederla? - continuai io.
- Che arrivino anche tutti gli altri e che tu ti vesta, altrimenti così ti prenderà un accidente - mi rispose Onew guardandomi storto.
- Guarda che sono mezzo nudo anche io, di me non ti preoccupi? - chiese Jonghyun mettendo un finto broncio.
- No! - rispose secco l’amico.
- Perchè no? - disse Jonghyun mentre gli si strusciava addosso come un gatto.
- Scansati babo! - lo rimproverò l’amico.
- Eddai non fare il timidone!! - continuò Jonghyun passando una mano tra i capelli del più grande.
- Il violento lo preferisci? – disse riducendo gli occhi a due fessure.
- Ok capito, mi scanso… - si arrese Jong.
- Intanto che voi parlate io mi vesto, non vorrei che si creassero altri equivoci quando arrivano gli altri… - dissi mentre mi dirigevo in camera.
- Ottima idea, il mio collo non sopporterebbe ancora altre percosse! - si lamentò Jonghyun.
- Esagerato!!! addirittura percosse! - lo canzonò Onew.
- Per poco non morivo soffocato! – si lamentò il padrone di casa.
- Senti soffocato, vai ad aprire la porta, piuttosto, che hanno suonato…. – il più grande indicò la porta.
Jonghyun andò ad aprire e si ritrovò difronte Key, Taemin e Minho che, come Onew, entrarono con un sorriso smagliante sulle labbra.
- Allora Jonghyun-hyung, finalmente ci siamo..oggi ci si diverte! - disse Minho, dando una pacca sulla spalla all’amico.
- Non è che vi volete divertire senza di me vero? -  dissi io facendo capolino dalla camera da letto e raggiungendo gli altri in cucina.
- SunHee!! Quanto tempo, che ci fai qui? - disse Taemin con una faccia sorpresa.
- E’ una lunga storia. ‘Minnie amore mio finalmente, lo sai che senza di te la mia vita è grigia!!! - ero veramente contenta di rivederlo così gli corsi incontro piena di enfasi, lanciandomi letteralmente addosso a lui.
- Si lo so noona, me lo dicono tutte - rispose lui prendendomi tra le braccia e stringendomi forte - Diventi sempre più bella - e mi stampò un bacio tenerissimo sulla fronte.
- E a noi non ci saluti? - cantilenarono Key e Minho.
- Certo che vi saluto! Mi siete mancati tantissimo anche voi, mi è dispiaciuto molto che non siate potuti venire alla mia festa di diciotto anni – misi su un tenero broncio.
- E’ dispiaciuto anche a noi piccola… - rispose Minho abbracciandomi.
- Però ci siamo fatti perdonare col mega regalo che ti abbiamo spedito - mi sorrise Key, abbracciandomi appena, dopo Minho.
- Però c’era Jonghyun-hyung no? - disse Taemin teneramente.
- Si ma io volevo tutti e 5, e poi Jonghyun nemmeno se lo ricordava che ho 18 anni, stamattina mi ha dato della tredicenne! – dissi scocciata.
- Sorry - rispose lui.
- Si vabbè…qualcuno vuole il caffè? - chiesi agli altri, cambiando discorso.
- Io no grazie.. - rispose Key.
- Nemmeno io, sono impaziente di vedere la video cassetta - sogghignò Taemin con lo sguardo sadico mentre si sfregava le mani. Minho si limitò ad accennare un “no” con il capo.
- Allora s’inizia - disse Onew inserendo la cassetta e facendola partire pochi secondi dopo, dando il via a una serie di cazzate fatte da Jonghyun la sera precedente durante la festa.
- Qui è appena siamo arrivati, non era ancora ubriaco, però come vedete già fa la sua prima bella figura inciampando sul gradino, qui sta bevendo un cocktail e qui, ubriaco come una scimmia, inizia a prepararseli da solo i cocktail, qui sta ballando la lap dance…- disse Key commentando come un telecronista le varie scene.
- HUUUUUUU!!!!!!! - dicemmo tutti in coro.
- Qui bacia Amber… - Onew cominciò a ridere come un matto.
- Bleaaaaaaaa!!!!!!!! - un altro coro.
- Mente qui prova di nuovo a violentare il cane di Eunhyuk-hyung… - continuò Taemin.
- Povera bestiola!!!! - dissi inorridita.
- Vi divertite? - chiese Jonghyun un po’ scazzato.
- Molto - rispose Minho ridendo.
- Certo Jjong che quando ti ubriachi sei un vero schifo d’uomo! – dissi ridendomela di gusto.
- Ma lui è uno schifo anche quando è sobrio - intervenne Key, facendo scoppiare l’ennesima risata di gruppo.
- Fanculo a tutti… - rispose Jonghyun molto delicatamente!
Il resto della giornata la passammo a chiacchierare. Era davvero molto tempo che non vedevo i ragazzi e da zii premurosi quali erano vollero sapere tutto ed essere messi al corrente di ogni novità. Ho sempre adorato stare con loro, soprattutto con Taemin. Sembrava che fosse l’unico a considerami come una giovane donna e questo lo apprezzavo veramente molto. Speravo che prima o poi se ne accorgesse anche Jonghyun e di sicuro avrei tentato di farglielo capire nel miglior modo possibile!

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6

Quella sera avevamo fatto molto tardi, mangiammo una pizza tutti insieme e poi organizzammo un torneo di play station. Sapete, Jonghyun è veramente negato e oltretutto è pure scorretto. Si lamenta sempre e sembra di giocare con un bambino…“ questo non vale, quest’altro non va bene”! Sta di fatto che fu eliminato subito e la finale ce la giocammo io e Taemin. Giuro che ce la misi tutta, m’impegnai al massimo, una sfida all’ultimo gol…ma persi. Taemin con la play è veramente imbattibile, contro di lui non sono mai riuscita a vincere.  Passammo una gran bella serata ma quello che si divertì di meno fu il povero Jonghyun che, oltre la beffa della cassetta, dovette subirsi anche quella della sconfitta.
Quando a notte fonda mi infilai sotto le coperte con Jonghyun vicino, provai una strana sensazione. La sera prima ero andata a dormire da sola e soltanto dopo arrivò lui, per di più ubriaco fradicio. Ma quella sera era diverso perchè ci eravamo andati insieme, quasi come una coppia. Peccato che questa sensazione la avvertii soltanto io. Sembrava proprio che lui non riuscisse a vedermi come una donna. Ma non disperai. Ero convinta che con la tattica giusta sarei riuscita a farglielo capire. Certo era che avrei dovuto cambiare il pigiama, quel camicione felpato con le oche davanti proprio non andava bene, lo dovevo assolutamente sostituire con qualcosa di più femminile e provocante……ma non troppo.
Nel pensare tutte queste cose dovevo essermi girata più volte perché Jonghyun si svegliò.
- Non riesci a dormire? - mi chiese con la voce ancora impastata di sonno.
- No - tagliai corto.
- Come mai? – insistette.
Colsi la palla al balzo e cercai di mettergli una pulce nell’orecchio.
- E’ che mi fa una strana sensazione dormire con te, sembra quasi di essere una coppia - sentii come una secchiata d’acqua ghiacciata addosso quando lui, per tutta risposta mi disse - Ma che vai pensando è assurdo! -.

- Perchè no, scusa? Vorresti farmi credere che tra tutte le puttanelle che ti sei sbattuto non c’erano delle diciottenni? - dissi un po’ seccata e offesa.
- Che centra? -
- Rispondimi! -
- Bè…si…però è diverso – disse iniziando a gesticolare con le mani.
- Come sarebbe a dire diverso? – stavo iniziando a perdere la pazienza.
- E’ diverso perchè tu sei… - lo interruppi.
- La tua bambina lo so! - giuro che l’avrei ammazzato di botte in quel momento!
- Esatto - disse lui soddisfatto - Quindi puoi stare tranquilla, non ti toccherò nemmeno con un dito – sorrise.

“ Sono proprio fortunata non c’è che dire!”.
Ero nera di rabbia, possibile che non capisse che così mi feriva? Sembrava che al mondo andassero tutte bene tranne me! Possibile che ero tanto poco appetibile per lui?
Prima di addormentarmi piansi in silenzio, non volevo che lui sentisse. Sono un tipo tenace è vero ma di fronte a queste parole un po’ mi scoraggiai.
Fortuna la provvidenza, certe volte credo che sia veramente imprevedibile, la mattina fui risvegliata da un raggio di sole che filtrava dalle persiane socchiuse passando tra le tende di shiffonn rosso inondando la stanza di un colore caldo. Ci misi un po’ a realizzare, ma quando fui completamente sveglia mi resi conto che ero tra le braccia di Jonghyun. Avevamo dormito così per tutta la notte? Lo guardai con un amore negli occhi di cui persino io non mi resi conto. La luce soffusa lo accarezzava dandogli l’aspetto angelico che io avevo sempre visto in lui, la pelle leggermente abbronzata dal suo ultimo viaggio all’estero, le labbra morbide, che se solo avessi potuto assaggiarle avrebbero saputo sicuramente di miele, e quei lineamenti un po’ spigolosi che gli alleggerivano l’aria da bambino. Com’era bello.
Lo sconforto della notte prima sparì e mi gustai a pieno quel momento bellissimo, facendo attenzione a non svegliarlo. Era ovvio che più dormiva e più rimanevamo abbracciati. Nell’ora successiva evitai quasi di respirare. Era un momento magico che finì in bellezza perchè quando il mio amore aprì gli occhi mi guardò dolcissimo e mi diede il buon giorno con un tenerissimo bacio sulla guancia proprio vicino la bocca. Riacquistai tutta la mia combattività e decisi di andarmi a comprare sto benedetto pigiama. Magari se già lo avessi stuzzicato con un abbigliamento più sensuale sarebbe stato diverso!

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


CAPITOLO 7

Dopo essermi svegliata in modo super dolce, la giornata che avevo d’avanti non poteva che sembrarmi bellissima. Saltai giù dal letto e corsi a preparare il caffè a Jonghyun, che se lo gustò a letto mentre io andavo a prepararmi.  Programmai tutto: capatina a casa per vedere come andavano i lavori, giro per i negozi per cercare il pigiamino, pranzo fuori veloce, un saltino dall’estetista e poi a casa dal mio Jjong.
Asciugai i capelli e mi vestii indossando dei jeans strappatissimi, un lupetto di cotone a collo alto giallo, scarpe da ginnastica e giacca lunga blu, mi avvolsi nello sciarpone grigio scuro e uscii canticchiando “noona neomun yeppeo”.
Le cose iniziavano a girare bene, intravedevo delle speranze e con un pizzico di astuzia sarei riuscita a conquistarlo, me lo sentivo.
Dopo aver parlato con il muratore di alcuni dettagli, feci un giretto per casa raccogliendo vari oggetti che mi servivano. Ebbi anche una forte voglia di disegnare quindi caricai in macchina il cavalletto, l’album, matite e carboncini. Avrei approfittato del tempo libero per portarmi avanti con il lavoro che dovevo fare per l’accademia che prevedeva un nudo maschile, uno femminile e un autoritratto. Passai in agenzia per farmi procurare un modello e poi corsi a cercare il pigiama.
Finalmente, dopo vari giri per il centro di Seoul, lo trovai: una camicia di seta color pesco, avvitata e corta con degli spacchetti laterali, manica lunga, semplicissima, gli unici fronzoli erano dei nastrini dello stesso colore riportati sullo scollo e sui polsi.
Tutti quei giri mi avevano portato via più tempo di quanto immaginassi e di li a poco il modello sarebbe arrivato a casa di Jonghyun, quindi dovetti rinunciare all’estetista e correre via.
Arrivai con un leggero ritardo, ma fortunatamente il modello ancora non c’era. Scaricai il cavalletto e tutto il necessario sistemandolo in salotto, studiando le varie angolazioni ed eventuali pose. Steso sul divano era decisamente monotono e seduto sulla sedia non mi piaceva. Decisi che mi sarebbe piaciuto ritrarlo in una posa naturale, appoggiato al davanzale mentre prendeva un caffè magari. Si, l’idea mi piaceva! Mi diressi nella camera da letto per cambiarmi quando suonò il campanello.
Guardai dallo spioncino - Chi è? - chiesi.
- Mi manda l’agenzia di modelli – mi rispose una voce maschile.
Aprii la porta e mi trovai davanti un marcantonio da paura…alto, moro, occhi blu e fisico statuario. Un gran bel modello non c’è che dire, anche se poi in realtà sarebbe preferibile che i modelli siano meno avvenenti o scolpiti, dato sono più difficili da disegnare. Certo…riempiva l’occhio e non mi disturbava mica la cosa…però avrei dovuto rimboccarmi le maniche per fare un ottimo lavoro.
- Cerco la signorina Park SunHee – disse gentile il ragazzo.
- Sono io, ma ti prego chiamami solo SunHee è più semplice - dissi porgendogli la mano in maniera amichevole.
- Molto piacere, io mi chiamo Jeremy - rispose ricambiando la stretta di mano.
- Entra accomodati - lo invitai gentilmente ad accomodarsi in casa 
Gli offrii qualcosa da bere per metterlo a suo agio, anche se a dire il vero non mi sembrava affatto in difficoltà, mentre gli spiegavo la posa che avevo scelto.
- Intanto preparati, io vado a mettermi qualcosa di più comodo – lui annuì e iniziò a spogliarsi mentre io ritornai nella camera da letto ignara del pericolo.
Mentre quel bel figliolo stava sfilandosi la maglia entrò inaspettatamente Jonghyun che se lo trovò davanti mezzo nudo e che lo salutava gentilmente, sganciando la cinta dei pantaloni.
- Salve! - disse - Io sono Jeremy - e gli porse la mano.
Jonghyun era confuso - Dov’è SunHee? - chiese titubante.
- E’ di là che si sta mettendo comoda - rispose il tipo in tutta tranquillità.
Per Jonghyun era tutto anche troppo chiaro. Si lanciò verso il poveretto e lo prese per il collo - Schifoso maiale ma come ti permetti? Io ti scuoio vivo, ti uccido, ti faccio a pezzetti piccoli piccoli!!!!!! - .
- Ma che ti prende amico? Stai calmo!!! – cercò di difendersi il mal capitato.
- CALMO????? RIPRENDITI TUTTA LA TUA ROBA E VATTENE!!!!!!! – urlò il padrone di casa.
- Ma si può sapere che succede?? Jonghyun…ma che ti urli? - dissi precipitandomi in cucina.
- Come sarebbe che urlo? Ti porti il tuo amante a casa mia, lo trovo mezzo nudo e nemmeno devo urlare? – continuò agitandosi di più.
- Amante?????? - dicemmo all’unisono io e Jeremy.
- Lui è il mio modello per il nudo maschile che devo portare in accademia! – spiegai velocemente.
- Modello?? - Jonghyun storse le labbra.
- Si modello, e adesso se non ti dispiace io dovrei lavorare! – dissi incrociando le braccia.
- Senti SunHee, senza offesa ma io non me la sento più di posare per te… - disse Jeremy, rivestendosi.
- Come sarebbe non te la senti più? - sgranai gli occhi.
- Io sono abituato a lavorare con gente seria non con degli squilibrati! – si giustificò il ragazzo.
- JONGHYUN!! NON DICI NIENTE?? Chiedigli immediatamente scusa!!! - alzai il mio tono di voce.
- No! - rispose secco lui.
- Giuro che ti metto il guttalax nel piatto stasera!!!! – lo minacciai.
- Mangerò fuori… - rispose, infastidendomi.
- Io me ne vado, voi siete due matti fuori di testa, non posso dire che è stato un piacere, addio… - disse Jeremy prima di scomparire dalla nostra vista.
- No Jeremy ti prego non andartene mi sento ispirata!! - urlai pregandolo, ma nonostante tutti i miei sforzi non ci fu niente da fare. Guardai Jonghyun furiosa. Questa me l’avrebbe pagata!!!!!

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


CAPITOLO 8

Ero adirata con Jonghyun, si era comportato come un bambino e tutto perchè aveva trovato un uomo quasi nudo in casa…ebbi una folgorazione…ma allora era geloso!!!!!
Nonostante questa idea della gelosia mi piacesse parecchio, restai imbronciata per non dargli alcuna soddisfazione.
- Allora??? Si può sapere perchè non gli hai chiesto scusa??? – dissi adirata.
- SunHee….era nudo!!! – si giustificò lui.
- Lo era per metà…e comunque che c’è di strano?! – risposi portandomi le mani sui fianchi.
- C’è di strano che lui era nudo e tu sei una ragazzina!
- Adesso basta con questa storia della ragazzina porca miseria!! Falla finita!! Io dovevo dipingere un nudo maschile come compito per la scuola d’arte e tu mi hai mandato tutto a monte!! – risposi a tono, cercando di farmi valere.
- Ma ti pare un compito adatto a una bam…. – si portò una mano alla bocca.
- A una che?? - i miei occhi s’infuocarono di rabbia.
- A una ragazza….che credevi? – si corresse.
- Non è ne il primo ne l’ultimo nudo che faccio e adesso per colpa tua il modello se n’è andato, ma lo sai quanto tempo ci vuole per farsi rimediare un modello dalle agenzie?? – la buttai sul tragico. Lui fece spallucce - Almeno due mesi cretino!!! - sporca bugia, era bastata mezza giornata - E ora dove ne trovo un altro? – ero proprio un’attrice coi fiocchi.
- Due mesi? veramente? – sgranò gli occhi.
- Si!!!! - continuai a mentire spudoratamente.
- Mi dispiace…ho fatto un casino! – disse portandosi una mano sulla fronte.
- Era ora che lo capissi, ma fortunatamente ho la giusta soluzione – ammiccai.
- Sarebbe a dire? – fece una faccia stranita.
- Poserai tu……NUDO!!! – sorrisi.
- CHE COSA?!?!?! Ma sei impazzita? Non ci penso nemmeno a posare nudo per il tuo scarabocchio! – fece per andarsene.
- Ora mi arrabbio veramente!!! Tu mi hai messo nei guai e tu me ne tiri fuori CHIAROOOOO!!!!!! – gli urlai contro.
- Ma dai SunHee io non sono un modello e poi non mi va di farmi vedere nudo da te…. – cercò di spiegare in modo pacato.
- Ti rinfresco la memoria…io ti ho già visto nudo! – lo rimbeccai.
- Non se ne parla!! – insistette.
Ignorai le sue lamentele, avvicinandomi a lui e iniziandogli a sbottonare la camicia.
- Che diavolo fai? - disse afferrandomi i polsi.
- Ti spoglio!!! - risposi divincolandomi dalla sua stretta.
Lui provò a ribellarsi, ma vista la mia determinazione alla fine dovette cedere. Gli sfilai la camicia e anche la maglietta di cotone nero che portava sotto. Sentivo le mie mani che iniziavano a tremare ma feci di tutto per sembrare sicura, mentre lui era visibilmente imbarazzato. Quando gli sbottonai il primo bottone dei pantaloni, mi scansò le mani…
- Posso togliermi i vestiti anche da solo… - si schiarì la voce.
“Menomale” pensai, non credo che sarei riuscita a reggere l’emozione.
- Ok…mentre tu finisci di toglierti tutto io vado a prendere l’olio – dissi iniziando a rovistare negli stipetti della cucina.
- Dobbiamo friggere qualcosa?? – chiese impaurito.
- E’ olio per il corpo...mi serve per lucidarti – precisai, scuotendo la testa. Che schifosa bugiarda!
Lo feci appoggiare di schiena al davanzale mentre gli spalmavo l’olio ovunque e  senza accorgermene ero diventata rossa. E’ vero che avevo ritratto altri nudi ma con lui c’era un coinvolgimento emotivo che con gli altri non avevo mai provato e la situazione mi stava un po’ sfuggendo di mano. Mentre lo toccavo con le mani unte, Jonghyun sembrava sciogliersi a ogni singolo movimento che facevo sulla sua pelle. In un certo senso mi provocava piacere quella sua reazione. Insomma, lui era in mio potere adesso! Se avessi continuato a massaggiarlo in quel modo sicuramente non avrebbe saputo resistermi oltre. Andiamo, era pur sempre un uomo…e si sa, la carne è carne! Ma proprio mentre pensavo che ce l’avessi fatta, Jonghyun tentò di scansarsi cercando una scusa sciocca. Ok, più o meno avevo ottenuto quello che volevo. Avevo messo Jonghyun a disagio e avevo capito che potevo non essergli indifferente come mi faceva credere lui. Decisi che era meglio smetterla di spalmargli olio ovunque e, dopo essermi lavata accuratamente le mani, lo feci mettere in posa iniziando a disegnare il suo corpo. Non era esattamente statuario, ma  comunque mi scatenava dentro una tale emozione. Quando il ritratto fu finito mi sentivo soddisfatta, avevo fatto un ottimo lavoro.
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


CAPITOLO 9

Cinque giorni buttati al vento, completamente inutili, eppure avevo quasi avuto la sensazione che qualcosa si stesse smuovendo. E invece niente. Dopo quel giorno che l’ho ritrassi nudo mi sembrò addirittura che si fosse allontanato da me. Era diventato più freddo, quasi gelido…e pensare che avevo fatto di tutto.  Cosa c’era che non andava in me?
Me ne stavo tutta mogia mogia a riflettere e a pensare come far aprire gli occhi al mio amore, immersa nella vasca da bagno e con l’mp3 alle orecchie, l’odore del bagno schiuma alla mimosa mi stava conciliando il sonno, e magari mi ero anche appisolata chi lo sa. Sta di fatto che quando guardai l’orologio feci un salto tanto era tardi. Avevo appuntamento con Key e Taemin alle 16.00 per fare un po’ di shopping ed erano già le 15.50, netto ritardo come mio solito. Schizzai fuori dalla vasca prendendo il primo asciugamano che trovai e aprii la porta mentre ancora non lo indossavo. Ero tranquilla perchè sapevo che Jonghyun non c’era, o meglio non avrebbe dovuto esserci. Me lo trovai inaspettatamente davanti la porta facendomi prendere un colpo. Lui non ebbe il tempo di dire e fare nulla, fu tutto molto veloce. La paura mi fece istintivamente saltare all’indietro, scivolando sull’acqua che avevo buttato a terra e cadendo rovinosamente per terra, battendo forte la testa…….il buio.
Mi risvegliai tre ore dopo, almeno così mi disse Minho, in un letto d’ospedale con un allucinante emicrania e con tutti e 5 i ragazzi che mi guardavano preoccupati. Ero molto confusa e l’unica cosa chiara che ricordavo era Jonghyun che mi vedeva nuda. Imbarazzato, lui mi si avvicinò non appena aprii gli occhi.
- Come ti senti? – chiese gentile.
Non risposi.
- Mi dispiace è tutta colpa mia – disse, abbassando il capo.
Mi girai dall’altra parte per evitare di guardarlo. Mi vergognavo tantissimo, non lo avrei mai immaginato che farmi vedere nuda da lui mi potesse creare tanto disagio. Più ci pensavo e più mi vergognavo da morire. Jonghyun non capì il mio stato d’animo e se ne andò sconsolato, credendo che io fossi arrabbiata con lui. Mi coprii il viso con le coperte e iniziai a piangere, lasciando tutti stupiti dalla mia reazione. Certo non potevano capire, come avrebbero potuto?
Onew vedendomi così avvilita aguzzò il suo istinto protettivo..
- Quel cretino di Jjong, ci fosse mai una volta che faccia una cosa per bene, povera bambina mia guarda cosa ti ha fatto!!! – mi carezzò una mano.
- Non è colpa sua - singhiozzai.
- Come sarebbe non è colpa sua? - precisò Minho - A momenti ti ammazza!
- Lui non c’entra - insistetti.
- Ma non piangi per colpa sua? - intervenne Key.
- Piango perchè sono una cretina!! – nascosi il viso sotto il lenzuolo.
- Non capiamo di che parli noona - rispose Taemin preoccupato.
- Vi prego lasciatemi sola – tornai a guardarli, per essere più convincente.
Tutti e quattro si scambiarono occhiate preoccupanti, probabilmente erano convinti che la botta mi stesse facendo delirare. Poi Minho fece un cenno con la testa ai suoi amici che uscirono e lo lasciarono solo con me. Lui mi si avvicinò e si sedette sul letto.
- Adesso per piacere mi dici qual è il vero problema? – sospirò.
Io feci finta di non ascoltare e lo evitai girando la testa, ma lui non si fece scoraggiare e, mentre mi girava il viso, mi rifece la domanda.
- Allora me lo dici o no qual è il problema?
Io lo guardai, poi alzai la coperta sbirciandoci dentro. Indossavo solo la camicia di carta che ti mettono in ospedale e diventai rossa dall’imbarazzo. A quel punto Minho intuì la natura del mio disagio.
- Jonghyun-hyung ti ha vista nuda? – chiese dolcemente.
- Si… - sussurrai.
- Capisco… - mi sorrise dolcemente mentre mi accarezzava i capelli. A volte Minho riusciva a stupirmi…non era mai stato capace di grandi slanci d’affetto, nessuno lo crederebbe così tenero - Sembri tanto sfacciata a volte, e invece sei così smaliziata che fai tenerezza.
- Sto facendo la figura della mocciosa, non è così? – mi portai le mani sul viso, increspando le labbra.
- Solo perchè hai pudore di te? Non c’è niente di male in questo – rispose, puntando i suoi grandi occhi nei miei.
- Non lo dirai a Jonghyun vero? – feci gli occhi da cucciolo.
- Se non vuoi non glielo dirò.
Che cretina! Ce la metto tutta per attirare la sua attenzione, e che faccio? Mi vede nuda e a momenti ci rimango secca! Temo che di questo passo non conquisterò mai Jonghyun.

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


CAPITOLO 10

Passai una notte in ospedale per precauzione, dopo di che fui dimessa la mattina seguente. La botta alla testa non era stata grave, è vero che avevo perso i sensi, però a parte un piccolo taglietto dietro la nuca, non avevo riportato conseguenze.
Venne a prendermi Key portandosi appresso dei vestiti, visto che ero arrivata in ospedale completamente nuda. Fissato com’era quasi mi aspettavo che mi portasse un guardaroba nuovo, e invece mi stupì portandomi solo…MEZZO guardaroba nuovo!
- Ma dico io, ti pare che vado in giro così? - dissi guardando e cercando di scegliere qualcosa di meno appariscente in mezzo al mondo di vestiti iper colorati e attillati che aveva comprato per me.
- E perchè no….di solito vesti anche peggio! – rispose con nonchalance.
- Sei il solito, comunque visto che non ho altro a portata di mano suppongo che non ho scelta - cercai di autoconvincermi.
- Supponi bene - concluse lui con un sorrisetto tutto soddisfatto sulle labbra. Gli feci una smorfia mentre indossavo dei pantaloncini cortissimi di jeans e una maglia rosa shokking. Malgrado ciò non ero arrabbiata, Key era troppo simpatico ed io non riuscivo mai a prendermela con lui.
- Come ti senti oggi? Ti fa male la testa? - mi chiese mentre uscivamo dall’ospedale.
- No tutto ok, sto benissimo! Senti Kibum, io ho una gran fame, mi porti a far colazione? – dissi portandomi una mano sullo stomaco.
- Ma certo mia bella principessa, tutto quello che vuoi - mi sorrise dolcemente.
Mi portò in un grazioso bar di suoi amici, mi fece sedere ad un tavolino e mi fece portare una colazione all’italiana (tempo fa devo avergli raccontato di un viaggio che feci in Italia e di quanto adoravo far colazione con brios e cappuccino e lui doveva essersene ricordato…che tesoro!).
Mentre m’ingozzavo come una lupa famelica mi accorsi che Key mi fissava insistentemente.
- Cosa c’è? Sono sporca per caso? – mi allarmai.
- No.
- E allora perchè mi fissi? Sono buffa? – continuai, toccandomi il viso.
- No.
- Sei di poche parole questa mattina, come mai? – alzai un sopracciglio.
- Pensavo – alzò gli occhi al cielo.
- A cosa se posso saperlo? – mi stavo insospettendo.
 -Che ieri dovevamo fare shopping insieme e invece è andato tutto a monte – gonfiò le guance.
- Già - dissi toccandomi il cerotto dietro la nuca.
- Però si può rimediare, possiamo andare adesso, se non hai impegni – mi rivolse uno sguardo speranzoso.
M’illuminai, avevo veramente voglia di fare un giretto con Kibum, lui era sempre così divertente, passarci il tempo insieme era uno spasso.
- Nessun impegno - dissi euforica.
Iniziammo a girare per i negozi e per i mercatini, provai non so quanti jeans e vestiti, misurai cappelli, scarpe e giacche, di tutto, e lui fece rifornimento di berretti e pantaloncini di ogni colore e mangiammo hamburger al McDonald. Gonfi di ogni schifezza, per finire facemmo una capatina alla gelateria…viva la dieta!! Fu una giornata bellissima, era tanto tempo che non stavo così bene. Gli ultimi mesi vissuti a New York li avevo passati in solitudine, mi mancavano gli affetti, sentivo il bisogno di stare in mezzo a degli amici veri. Era anche per questo che ero tornata a Seoul, per ritrovare il mio equilibrio e ci stavo riuscendo.
Passando tra i vicoli per tornare alla macchina, notai il negozietto di un artigiano che faceva ciondoli e gioielli vari. Era la prima volta che lo vedevo, probabilmente aveva aperto da poco. Mi soffermai ad ammirare la vetrina piena di quegli oggetti particolari, Key mi prese per mano e mi portò dentro. Il locale era veramente piccolo ma graziosissimo. C’erano articoli singolari che catturarono la mia natura da artista e ognuno di essi era accompagnato da una poesia. In un angolo c’erano piccoli ciondoli a forma di quadrifoglio e uno in particolare, verde con le sfumature dorate, sembrava fatto per me. Mi avvicinai con la mano per prenderlo ma Key fu più veloce di me. Lo tirò via dal gancio dove era appoggiato e se lo fece incartare per poi regalarmelo.
- Ottima scelta signore, sembra fatto per la sua ragazza - disse il negoziante sorridendo al mio amico.
- Ma lei è solo un amica! – si affrettò a rispondere Kibum.
- Si lo so voi ragazzi d’oggi adesso vi dichiarate sempre amici – continuò il negoziante, prendendosi gioco del mio accompagnatore.
Io sorrisi divertita, mentre Key sembrava un po’ in imbarazzo, ma non gli diedi troppa importanza, pensai solo fosse timido.
La giornata era passata in un lampo, non c’era stato un solo momento in cui avevo pensato all’episodio del giorno prima, eccetto adesso che stavo tornando a casa. Key mi aiutò a portare tutti i pacchetti in appartamento, poi mi diede un bacio sulla guancia e mi salutò.
Adesso ero sola con Jonghyun e il mio disagio tornò prepotente.

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


CAPITOLO 11

- Ciao come stai? - mi chiese Jonghyun tentando di fare il vago.
- Sto bene grazie - risposi mentre ero intenta a scansare le buste.
- Dove sei stata? – disse curioso.
- Ho fatto un giro con Kibum… - tagliai corto.
- Vedo che hai comprato parecchia roba - disse alzandosi dal divano e avvicinandosi a me - Ti do una mano a mettere a posto? – continuò prendendo un pacchetto dalle mie mani.
- No grazie - dissi bruscamente senza accorgermene.
Lui si bloccò - Sei ancora arrabbiata con me? – chiese visibilmente dispiaciuto.
Io mi sciolsi. Mi sentivo imbarazzata si, ma non arrabbiata.
- Certo che non sono arrabbiata - dissi mentre gli accarezzavo la guancia - Non è stata colpa tua – cercai di essere più dolce possibile.
- Allora perchè sei così fredda con me?
Io esitai un attimo, poi decisi di dirgli cosa mi metteva in difficoltà.
- Non sono fredda…sono imbarazzata perchè mi hai vista nuda - nel pronunciare quelle parole diventai dello stesso colore dei capelli.
Jonghyun all’inizio sembrò cadere dalle nuvole - Ma dai - scherzò - Per così poco??? – sorrise. Poi sembrò riflettere e capire, come se nella sua testa adesso vedesse quello che era successo sotto un’altra ottica - No non è poco invece, lo capisco - sdrammatizzò - Adesso siamo pari, tu mi hai visto nudo e anche io ti ho vista nuda…solo che a differenza di me tu non sei così dotata, hai due fotografie al posto dei seni! – concluse prendendosi gioco di me.
- Jjoooooooooooooooooooooooooooong!!!!!!!!!!!!!! Sei uno schifoso stronzoooooo!!!!!!! – gli urlai addosso.
Lui iniziò a ridere di gusto mentre io m’incavolavo sempre di più vedendolo prendermi per il culo. Così mi lanciai contro di lui per picchiarlo, sferrandogli un colpo micidiale allo stomaco e lasciandolo per un attimo senza fiato. Lo guardai soddisfatta, ma lui non cedette e appena si fu ripreso mi bloccò le braccia e iniziò a farmi il solletico.
- NOOOOOOOOO!!!!!!! AHAHAHAAHAHA!!!!!!! IL SOLLETICO NOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!
- Allora ti arrendi??? – disse mentre si sforzava di restare serio.
- No maiiiii!!!!! Ahahahahaaha – ero più cocciuta di lui.
- Allora continuo!!!!! – disse deciso.
- No no basta per pietà!!!! Ahahahahaah – iniziava a mancarmi il respiro.
- Allora ho vinto io?????? – continuò, tenendo ancora arpionate le mani sulla mia pancia.
- Si si hai vinto tu! – annunciai sconfitta e fintamente esausta.
Non appena mi lasciò, io disonesta come le peggiori delle donne, lo afferrai e lo buttai sul divano saltandogli addosso e ripagandolo con la stessa moneta fino a che le lacrime non uscirono dai suoi occhi.
- Sei una sporca disonestaaaaaa!!!!!!! Smettilaaaaaa!!!!!!! – m’implorò.
- E no caro, adesso devi dire chi ha vinto!!!! Chi è il più forte??? – lo incitai.
- Non cederò mai!!! Ahahahaahaha – cercò di liberarsi dalla mia morsa.
- Ah no è??? - iniziai a torturarlo ancora di più.
- Ahahahahahaahaha!!!!!!!!! Basta!!! – gridò, cercando di riprendere fiato.
- Ho vinto io??? – chiesi con un barlume di speranza negli occhi.
- No!!!!! Disse girandosi di scatto e prendendomi in contropiede. Mi rigirò, ma io mi ribellai lottando con tutte le mie forze, ci dimenammo come dei pazzi sul divano fino a cadere a terra. Ci ritrovammo io sotto e lui sopra, a ridere come cretini, poi lentamente le risate si placarono e rimanemmo a guardarci l’un l’altra negli occhi, vicini tanto da toccarci con il naso. Sembrava che lui stesse per baciarmi, io attesi quel momento schiudendo leggermente la bocca, contai i secondi 1, 2, 3, 4, 5… Credo che passammo un’eternità a fissarci, ma oltre quello non successe altro. Jonghyun si alzò lentamente quasi stordito, confuso…e non mi baciò, anche se sentivo che lo aveva desiderato esattamente come lo avevo desiderato io. Sentivo che ero sulla strada buona, dovevo solo insistere un po’. Adesso sapevo che i suoi occhi iniziavano a vedermi come una donna, e un ostacolo era superato. Restava da abbattere ancora un’altra difficoltà affatto piccola, e cioè fargli capire che desiderarmi non era peccato mortale, ma umano e normale.
La sera andando a letto giocai tutte le mie carte e indossai di nuovo la camicia da notte di seta, sperando che stavolta a differenza della scorsa, la notasse con un interesse diverso. Mi sedetti sul letto a gambe semi distese, stando bene attenta a far appena intravedere il merletto della culotte, e iniziai a spalmarmi della crema corpo alle mandorle. Sapevo bene che adorava quel profumo dolciastro e amarognolo, magari con quel piccolo trucchetto sarei riuscita a scuoterlo e a scatenargli i sensi. Dopo di ciò m’infilai sotto le coperte sperando che lui prendesse una qualsiasi iniziativa. Niente! Mi disse buonanotte, si girò di schiena, che vi assicuro è un bel vedere, e poi fine.
Lo sapevo…tempo sprecato, ma tranquille non mi perdo d’animo! 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


CAPITOLO 12    

Era mattina inoltrata quando il sole che filtrava dalle tende mi svegliò battendomi sugli occhi. Mi portai una mano sul viso per ripararmi e con l’altra cercai a tastoni la sveglia. Guardai l’ora stralunata, erano le 10.00, poi mi girai dall’altra parte del letto. Era vuota. Decisi di alzarmi e bussai in bagno.
- Jonghyun! - dissi nel tentativo di una sua risposta.
Niente. Mi diressi in salotto sperando di trovarvi qualcuno.
- Jjong ci sei??
Silenzio. Entrai in cucina, c’era il caffè fatto e lasciato in caldo e vicino un fogliettino: “ sono dovuto uscire per lavoro, a pranzo non torno, ci vediamo stasera, ti ho lasciato il caffè in caldo, spero non si sia freddato per quando ti alzi, ciao”.
Versai il caffè tiepido in un tazzone aggiungendo latte e zucchero, presi i biscotti e mi sedetti per far colazione, il tutto nel silenzio più assoluto. Mangiai quell’assurdo pappone che avevo creato nella tazza e poi mi stiracchiai.
- Uhauhauhauh!!!!!! Troppo silenzio non mi piace – pensai al alta voce.
Guardai dalla finestra, notando che era una giornata bellissima. Mi sentivo euforica quindi mi buttai sotto la doccia, che mi svegliò. Dopo di che accesi lo stereo a palla e mi scatenai a ballare come una pazza per casa sulle note di “ready or not”. Iniziai a provare tutte le cose che avevo comprato con Key, facendo un casino assurdo. C’erano vestiti ovunque, cappelli, scarpe…e se Jonghyun fosse entrato in quel momento e avesse visto tutto quel macello, mi avrebbe sicuramente lapidata! Ma visto che non c’era… Sapete il detto quando il gatto non c’è i topi ballano? Ecco, io ero un topo che stava ballando alla grande! Tanto lui non tornava per pranzo quindi avrei avuto tempo di mettere tutto a posto.
Tra la confusione più completa, non so come riuscii a sentire il cellulare che squillava. Corsi ad abbassare lo stereo e risposi al telefono.
- Pronto…
- SunHee! Ciao quanto tempo!!!! – rispose una voce familiare.
- Viky sei tu?
- Si SunHee sono io…è una vita che non ci si sente.
- Eh si, veramente una vita, è un piacere sentirti, che mi racconti di bello? – solita domanda di routine.
- Tantissime cose, effettivamente ti chiamo proprio per una di queste belle cose.
- Dimmi tutto - aguzzai l’orecchio.
- Sai sto allestendo una mostra di pittura e fotografia alla sala verde di Seoul e ci sarà l’inaugurazione tra due giorni – spiegò in firetta.
- Ma è meraviglioso!!! Complimenti!!! – ero davvero felice per lei.
- Grazie sei un tesoro come sempre, a proposito di questo ti vorrei fare una proposta…
- Di che genere? – aggrottai le sopracciglia.
- Nella mostra è prevista una sezione dedicata a giovani promesse dove espongo le opere di tre ragazzi emergenti, tre opere a testa per l’esattezza…
- E quindi? – la incitai a continuare.
- Il punto è che con uno di questi ragazzi ci sono stati problemi e non esporremo più le sue opere. Mi chiedevo, visto che si è liberato, ti interesserebbe prendere il suo posto?
- Dici sul serio???? – ero sbalordita.
- Certo! Mi sei sembrata la più idonea. Oltre che essere mia amica sei anche e soprattutto un’artista di grande talento.
- Ma è una notizia bellissima…ci puoi scommettere che lo prendo!!! – dissi entusiasta.
- Bene, mi dovresti far vedere tre delle tue opere allora.
- Arrivo tra 5 minuti.
Chiusi la comunicazione in preda a un attacco cardiaco, il cuore mi batteva all’impazzata. Era un’occasione unica e imperdibile. Presi il ritratto che avevo fatto a Jonghyun e uscii di corsa per andare a prendere altri due dipinti. Ero talmente fuori di me che non badai nemmeno a quello che indossavo…ma sinceramente fossi stata anche nuda me ne sarei fregata!
Viky analizzò i lavori che gli avevo portato e ne fu soddisfatta, soprattutto del nudo maschile. Tornai a casa talmente contenta che mi sembrava di toccare il cielo con un dito. Una cosa del genere non è che capita tutti i giorni, per un’aspirante artista esporre le proprie opere in quella particolare sala era quasi un sogno. Già immaginavo come sarebbe stato, stimatissimi critici che analizzavano i miei quadri. Quasi non ci credevo. Tornai con i piedi per terra solo quando entrando nell’appartamento trovai Jonghyun con una montagna di miei abiti tra le mani.
- Cazzarola!!!!! Mi sono dimenticata di mettere a posto!!!!! – dissi sbarrando gli occhi.
- Si ho notato - disse in una smorfia acida, ma io non ci badai. Chi diavolo se ne fregava dei vestiti?! Mi lanciai su di lui buttandolo a terra mentre una nuvola di maglie e jeans ci ricadevano addosso.
- Non sai che cosa mi è successo oggi! – continuai con l’emozione nella voce.
- Se lo sapessi farei il veggente.
Io mi rialzai porgendo una mano a Jonghyun per aiutarlo a rimettersi in piedi e gli raccontai tutto per filo e per segno. Fu felicissimo e decise che l’evento andavo festeggiato con tutti.
- Stasera cena fuori!!!!
Non che non gradissi la compagnia di tutti i ragazzi eh, per carità anzi… Ma un têta têtcon Jonghyun non mi sarebbe dispiaciuto.

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


CAPITOLO 13
 
Neanche a dirlo la cena fu ricca di brindisi, ma non solo per me…o meglio…all’inizio si, ma poi si sa come va a finire. A forza di brindare poi si è talmente brilli che si brinda un po’ a tutto. Non posso dire che me li ricordi tutti…..anzi pensandoci bene non me ne ricordo nessuno a parte uno, che mi ha dato un certo fastidio, e cioè quello che ha fatto Jonghyun al culo della cameriera. Se non fossi stata troppo ubriaca per alzarmi in piedi, lo avrei strozzato. Però cosa si può pretendere da uno che quando beve tenta di farsela persino con i cani…………magari è la volta buona che stanotte mi salta addosso!
Mi svegliai la mattina completamente rintronata, certo era che se anche Jonghyun mi fosse saltato addosso, e lo esclusi fortemente, non me ne sarei neanche accorta tanto ero sbronza la sera prima. Mi girai verso di lui che se la dormiva beatamente a pancia all’aria.
- Mio dio com’è bello - sussurrai impercettibilmente. Quando dormiva sembra la persona più dolce del mondo. Bè, in fondo lo era, soltanto che tentava di nasconderlo per proteggersi da tutto e tutti. Dentro di lui c’era questa grande paura di soffrire che lo faceva una persona estremamente sensibile e fragile, ma solo chi lo conosceva bene lo sapeva, perché riusciva a nasconderlo con grande maestria.
Rimasi a guardarlo per un po’, non seppi quanto…solo non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso. Quel viso così dolce, i lineamenti tanto delicati e la sua bocca tanto sensuale… Dentro di me scattò un istinto che non controllai. Mi avvicinai piano per non svegliarlo e lentamente lo bacai, appoggiando le mie labbra alle sue con un tocco lieve. Quel contatto mi accese i sensi e mi scatenò un grande desiderio di lui. Lo amavo da morire, ora ne ero certa più che mai. Lo guardai ancora per un po’ e poi, a malincuore, mi alzai e me ne andai.
In tutta la giornata che passò freneticamente, mai nemmeno un solo attimo riuscì a distogliere la mente da quel bacio. Persino l’idea della mostra non mi distrasse più di tanto. Mi dissi che ero una bambinetta sciocca…scaldarsi tanto per un bacetto a fior di labbra e nemmeno contraccambiato visto che lui dormiva! Mah è proprio vero che l’amore ti rende stupido, non c’è che dire!!!
La sera quando tornai a casa trovai Jonghyun e Key intenti a provare abiti su abito, lasciandomi stupita per l’insolito caos che regnava in quell’appartamento perennemente tirato a lucido.
- Ma che diavolo state facendo? Che cos’è tutto sto casino? – dissi puntando il dito verso la roba sparsa per terra.
- Non lo vedi - disse Key - Stiamo decidendo come vestirci per domani sera, mica vorrai che ti accompagniamo vestiti come dei barboni! – continuò mettendosi le mani sui fianchi.
- Che dici, come mi sta questa camicia? - disse Jonghyun voltandosi verso l’amico.
- Secondo me ti stava meglio l’altra… - rispose il più piccolo, guardandolo dalla testa ai piedi.
Non riuscivo proprio a capire. Che si erano persi quei due?? Poi realizzai!!
- Cazzo!!!! Domani sera!!!!! O mio dio e io che mi metto???? – andai in panico.
- Non hai pensato al vestito??? - chiese Jonghyun sorpreso.
- Mio dio noooooo!!!! – mi misi le mani nei capelli.
- Non preoccuparti, domani ne cerchiamo uno - mi tranquillizzò Key.
 -Ma non ho tempo!!!! - stavo quasi per mettermi a piangere quando ricordai che da Tokyo mi ero portata dietro un abito da sera che aveva fatto per me una mia amica stilista con un tessuto di seta che io stessa avevo tinto. M’illuminai.
- No problem, ho la situazione sotto controllo, so benissimo cosa metterò, ho un vestito meraviglioso, farò un figurone! - dissi raggiante.
- Non è che ti voglio allarmare, però sai che non hai sto gran gusto nel vestire…..sei sicura che non faccia schifo? - intervenne Jonghyun facendomi perdere tutto l’entusiasmo.
- Certo che sono sicura malfidato del piffero!!! – lo schiaffeggiai su una spalla.
- Non trattare male la mia principessa!!!! - s’intromise Key difendendomi.
- A proposito…Taemin, Minho e Onew verranno domani? - chiesi speranzosa.
- No, hanno degli impegni - rispose Jonghyun.
Mi dispiaceva da morire non averli a una serata così importante per me. Avrei tanto voluto che ci fossero anche loro. Era un vero peccato che non potessero venire. Pazienza…sarei comunque stata accompagnata dai ragazzi più belli della Corea del Sud…o quasi!!

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


CAPITOLO 14

Mi stesi sul letto a pancia in giù, con i gomiti appoggiati sul materasso e le mani che mi sostenevano il viso. Mi fissai a guardare Jonghyun che si aggiustava la cravatta, lui girò lo sguardo per un attimo e poi tornò a guardarsi allo specchio.
- Tu non ti vesti? – chiese.
- Tra un attimo – risposi stiracchiandomi.
- Guarda che se fai tardi poi non ti aspetto.
- Tranquillo non farò tardi.
- Allora? – disse girandosi - Come sto?
Lo scrutai con lo sguardo dalla testa ai piedi. Portava dei bellissimi pantaloni di raso e una camicia di seta molto particolare, il tutto rigorosamente di nero, cravatta compresa. Non so come faceva, ma riusciva ad essere sportivo e elegante nello stesso tempo.
- Sei uno schianto – risposi annuendo.
- Dici? – disse aggiustandosi.
- Fidati stai benissimo.
- Ok io allora vado a prendere Kibum, intanto vedi di farti trovare pronta per quando torno! – continuò, prendendo le chiavi della macchina.
- Agli ordini capo - sorrisi.
Jonghyun uscì e io rimasi sola. Mi alzai dal letto e tirai fuori il vestito dal sacco. Adoravo quel vestito, eppure non lo avevo mai indossato, non ne avevo mai avuto l’occasione. Lo appoggiai sul letto e iniziai a truccarmi. Misi un leggero tratto di matita nera intorno agli occhi sfumandovi sopra dell’ombretto con due toni di rosa, dei brillantini rosati e il mascara. Misi appena un po’ di fard sulle guance e per ultimo un tocco di glossneutro sulle labbra. Mi tirai su i capelli con una pinza che avevo comperato in Italia lasciando volutamente liberi dei riccioli che mi ricadevano ribelli sulle spalle e poi indossai il mio vestito. Era di seta rosa acceso con delle sfumature violacee allacciato dietro il collo e leggermente sblusato sul seno, con un ampia scollatura lungo la schiena e che cadeva giù morbido fino a poco sotto il ginocchio, mostrando delle applicazioni di strass sugli orli irregolari. Mi allacciai i sandali impreziositi da pietre bianche e misi un braccialetto al polso. Ero pronta. Mi rimisi d’avanti allo specchio giusto per vedere se avevo bisogno di fare qualche ritocchino quando Jonghyun e Key arrivarono.
- SunHee!!! Sei pronta? - mi gridò Jonghyun dalla cucina.
- Dai che è tardi!! - continuò Key lamentandosi.
- Si eccomi arrivo.
Sbucai da dietro la porta lasciando tutti e due di stucco, mi guardarono a bocca aperta, prova tangibile che stavo bene.
- O…mio…dio! sei bellissima - disse Key quasi con le lacrime agli occhi.
Mi avvicinai a lui - Grazie Kibumie - dissi stampandogli un bacetto sulla guancia  - Sei un tesoro - poi guardai Jonghyun - E tu? Non mi dici niente? – misi le mani sui fanchi.
Jonghyun mi guardava senza proferire parola…cosa avrei dato per sapere quello che stava pensando in quel momento!
- Stai…molto bene – disse cercando di fare il vago.
Speravo in qualcosa di meglio a dire la verità, non che pretendessi che si inginocchiasse davanti a me per carità, però un tantino più di enfasi poteva anche mettercela! Comunque mi accontentai della sua espressione quando mi vide, che poi alla fine valeva più di mille parole.
Arrivammo alla mostra in perfetto orario trovando con sorpresa più persone di quanto ci aspettassimo. Alla vista di tanta gente iniziai ad emozionarmi, sentivo le ginocchia che tremavano e la gola secca. Key si accorse di questo mio disagio e mi prese a braccetto sussurrandomi parole all’orecchio che onestamente non ricordo nemmeno, e mi fece strada tra la folla. Jonghyun, che sembrava perfettamente a suo agio, camminava tranquillo accanto a me dandomi ogni tanto occhiate di incoraggiamento. Finalmente con lo sguardo trovai Viky che, con il calice di champagne in mano, si destreggiava da ottima padrona di casa. Lei mi vide e mi venne incontro.
- Ciao tesoro! Sei bellissima….hai visto quanta gente? - disse sorridendomi.
- L’ho vista si! – strabuzzai gli occhi.
- Non dirmi che sei emozionata? – disse mettendomi una mano sulla spalla.
- Noooo!!! Che emozionata…terrorizzata mi sembra più corretto!
Lei fece una risatina e poi guardò i miei accompagnatori. Io accolsi lo sguardo curioso e glieli presentai.
- Viky…ti presento i miei amici…lui è Kibum - dissi indicandolo.
- Molto piacere - disse lei inchinandosi.
- Piacere mio…ma chiamami Key - rispose lui chinandosi in segno di rispetto.
- E lui è Jonghyun - continuai io.
- Jonghyun…..piacere…anche se ho la netta sensazione di conoscerti – disse Viky guardandolo dalla testa ai piedi.
- Magari mi hai visto in tv visto che io e Key facciamo parte di una boyband…gli SHINee – rispose lui.
- No non in tv……ah!!! si!!! Ricordo…tu sei quello ritratto sul dipinto di SunHee – le s’illuminarono gli occhi.
- Dipinto? - s’intromise Key sbattendo insistentemente gli occhi.
- SunHee!!!! Che significa questa storia????? - chiese Jonghyun imbarazzato.
- Ops!!! - risposi sorridendo istericamente.
Avevo omesso questo piccolissimo dettaglio perché sapevo che si sarebbe arrabbiato con me… L’avevo combinata grossa!

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


CAPITOLO 15

Notai nello sguardo di Jonghyun un vaghissimo lampo di rabbia e in quello di Key una certa curiosità.
- Quindi?.......Vuoi spiegarmi che significa questa storia? - Jonghyun mi fulminò con lo sguardo e per un momento restai paralizzata non sapendo cosa dire.
- Non ti arrabbiare - fu tutto ciò che riuscì a dire dopo essermi ripresa.
- Dipende…se mi dici che NON hai esposto il mio ritratto non mi arrabbierò - continuò lui, guardandomi truce.
- E se invece ti dicessi che è esposto? - risposi sorridendo impaurita.
Jonghyun impallidì - Scherzi vero?
- Ehm…no – guardai altrove.
- Oh mio dio!! Ma sei impazzita??? – sul viso di Jong si poteva leggere il terrore.
- Di quale ritratto parlate? - intervenne Key.
Io colsi al volo la curiosità del mio amico come un’isola di salvezza.
- Vieni con me che ti faccio vedere i miei quadri – dissi portandomelo via  e lasciando Jonghyun da solo con Viky nella speranza che si calmasse.
- Perchè te la prendi tanto? - chiese Viky a Jonghyun - E’ un ottimo lavoro, per non parlare delle doti del modello – ammiccò.
Jonghyun la guardò dapprima sconsolato e poi, dato che il complimento veniva da una bella donna, passò ad uno sguardo leggermente fiero.
 - Dici? – rispose languido.
- Fidati di me, non parlo mai a sproposito - disse lei ravvivandosi i folti e lunghi capelli biondi.
- Ti ringrazio del complimento, ma sai io non sono un modello e non avrei mai pensato di finire qui alla vista di tutti, la cosa m’imbarazza un po’ – disse grattandosi dietro la nuca.
- Si capisco che puoi sentirti a disagio, ma se la cosa ti consola qui nessuno baderà a te, sono tutte persone abituate a guardare l’arte, non si scandalizzeranno per questo – lo rassicurò lei.
- La cosa non è che mi consoli granchè, apprezzo comunque la tua buona intenzione, ora se permetti andrei a dare uno sguardo in giro - e così dicendo se ne andò guardandosi un po’ intorno e cercando di avvicinarsi al punto dove era appeso il suo ritratto nel modo più vago possibile.
Io intanto portai Key a vedere i miei quadri e, non so perché, quando vide il dipinto di Jonghyun nudo si rabbuiò, mi guardò stupito e si ammutolì. Per tutto il resto della serata non mi rivolse la parola, io ignoravo quale fosse la natura di questo malumore e per quanto cerassi di capire non riuscivo a darmi una spiegazione. Così provai a chiederglielo.
- ’Bumie cos’hai? perchè non mi parli più?
Lui non mi rispose, mi guardò e se ne andò lasciandomi li come una statua di sale da sola. Tentai di andargli dietro per chiarire questa assurda situazione, ma fui bloccata da un qualcuno che fissava le mie opere.
- E’ lei la signorina che ha fatto questi quadri?
- Si sono io - risposi guardando oltre la sua spalla, tentando invano di vedere dove fosse andato Key.
- Molto belli, complimenti…lo stile è ancora un po’ acerbo ma il talento c’è.
- La ringrazio - dissi distratta e sperando che la conversazione si chiudesse li, ma quell’ometto aveva decisamente voglia di parlare!
Iniziai a girare per la sala ammirando le varie opere, cercando di trovare con lo sguardo i miei due accompagnatori…e mentre Key sembrava dissolto nell’aria, Jonghyun lo avvistai in lontananza che si studiava il suo ritratto. Mi avviai verso di lui, con l’intento di raggiungerlo, assistendo da lontano ad una scena comica. Mentre lui se ne stava beato a guardarsi, c’era una vecchietta accanto a lui che prima fissava il quadro e poi lui. Fece così per più di tre volte, perchè evidentemente non ne era proprio sicura, poi quando fu certa che quella non era solo una somiglianza gli si accosto sorniona guardandolo dal basso all’alto dicendogli - Complimenti giovanotto…se solo avessi quarant’anni di meno!! – e poi se ne andò lasciando Jonghyun di stucco e me molto divertita.
Ripresi a camminare verso di lui per poterlo prendere un po’ in giro, ma non feci in tempo ad avvicinarmi. Viky arrivò con la camminata sicura di una che ha appena avvistato una preda succulenta, lo prese a braccetto e se lo portò via, tenendolo occupato per tutta la sera.
- Che desolazione - dissi tra me e me in silenzio.
La serata non era stata esattamente come la immaginavo: Jonghyun passò tutto il tempo con Viky e Key mi evitò accuratamente. Di certo non ero stata al centro delle loro attenzioni come speravo.
Mi mischiai tra la folla stuzzicando qualche salatino e bevendo un po’ di vino, fingendo di trovarmi perfettamente a mio agio, finendo a ogni giro di sala sempre davanti ai miei quadri.
- Mi piace soprattutto questo…
- Anche a me piace molto - risposi io a quel ragazzo che mi si era messo a fianco.
- Sono quadri tuoi? – chiese gentilmente.
Lo guardai con una certa curiosità, mentre mi girava in testa la sensazione di conoscerlo.
 - Si sono miei - risposi continuando a fissarlo. Era un tipo decisamente affascinante capelli scuri e lunghi, sguardo fiero, fisico alto e slanciato, il tutto arricchito da un abbigliamento accuratamente nero. Poi lui mi sorrise.
- Ho per caso qualcosa scritto in fronte?
- Come?
- Mi stai fissando!
- Non me n’ero resa conto…il fatto è che mi sembri familiare
- Magari mi hai visto da qualche parte.
- Chi lo sa…forse si!
- Comunque...il mio nome è Kim Heechul.

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


CAPITOLO 16

- Kim Heechul? Ehm…mi suona familiare - dissi in tono sarcastico - Sei per caso un attore famoso?
- Un attore? - chiese lui divertito.
- No? Magari sei un presentatore? - continuai sorridendo.
- Sono uno che si da molto da fare, si…noto che sei una grande intenditrice di musica Kpop - disse ricambiando il sorriso.
Io risi di gusto, ho sempre adorato prendere in giro le persone.
 - Intenditrice e appassionata…il tuo gruppo mi piace moltissimo!
- Ti ringrazio, per un attimo ho creduto che la mia fama fosse in discesa.
- Se la tua fama è in discesa non lo so, di certo non avrei potuto non riconoscerti, sei in tutte le copertine di giornali insieme a zio Jonghyun!
- Zio…Jonghyun? - mi chiese stupito - Da quando Jonghyun ha delle nipoti?
- Effettivamente non ne ha - lo guardai mentre mi fissava smarrito - E’ una storia lunga - sospirai.
- Io adoro le storie lunghe – sorrise.
- Ma temo che stasera io non abbia proprio il tempo di raccontartela.
- E io non ce l’ho per ascoltarla a quanto pare - disse guardando il suo agente che gli faceva cenno di andare via.
- E’ un vero peccato - scherzai.
- Si sono d’accordo, un peccato veramente…però si può rimediare, magari uscendo una di queste sere a cena…così non mancherebbe il tempo a nessuno dei due.
- A cena? Mmm…no...non lo so se ho tempo…tra qualche giorno ripartirò per l’America.
- Io adoro l’America…altra cosa interessantissima di cui parlare, e altro motivo per affrettarci a uscire insieme.
Cercai di prendere tempo  - …….Non lo so…
- Facciamo così, pensaci su, ti lascio i miei numeri di telefono - s’infilò una mano in tasca e ne tirò fuori un bigliettino - Se non mi trovi su uno, mi troverai sull’altro, sono rintracciabile 24 ore su 24.
Io presi il fogliettino e lo guardai, poi riportai lo sguardo su di lui che mi disse - Ci conto…ciao - e se ne andò.
Era davvero strano. Non mi era mai capitato che un ragazzo m’invitasse a cena…cioè voglio dire…GUARDATEMI!! Magari era impazzito. Scossi la testa e, mettendo il biglietto in tasca, rimossi tutto. Dovevo dare precedenza a qualcosa di più importante….parlare con Key. Il suo atteggiamento mi aveva lasciata perplessa e sentivo il bisogno di chiarire. Lo cercai con lo sguardo tra la gente, che ora mai si era diradata, e lo vidi che se ne stava tutto solo appoggiato a una colonna guardando in giro assente. Presi due bicchieri di vino dal tavolo dei rinfreschi e gli andai incontro.
- Ne vuoi? - gli chiesi porgendogli il calice.  Lui mi guardò indispettito ma io insistetti - Lo vuoi?
Key prese il bicchiere facendo l’offeso, era ovvio che gli dovevo delle scuse, soltanto, mi sfuggiva il motivo.
- Senti ‘Bumie…ho capito che sei arrabbiato con me, è solo che non so perchè, se magari me lo spieghi trovo il modo di farmi perdonare.
Lui alzò lo sguardo e fece finta di niente. Sapevo come avere le sue attenzione, funzionava sempre, così gli feci prima una carezza, poi mi accostai col viso dandogli un bacino sulla guancia guardandolo con gli occhini languidi.
- Dai ‘Bumie dimmi perchè sei arrabbiato con me – feci il labbruccio.
Lui a quel punto non resistette più. Si sciolse e mi confessò il suo problema.
- Hai fatto un ritratto a Jong…nudo!!
- Si - dissi innocentemente.
- Si? Tutto qui? Hai fatto un ritratto a Jong nudo e a me non sta bene!!!
- Non sarai mica geloso?
- Geloso io?
- E allora cosa c’è?
- E’ che mi sembra una cosa…come dire…ehmmmmm…
Lo tolsi dall’imbarazzo. Avevo capito benissimo quale era il problema. Si sentiva offeso e anche un po’ geloso, si, perchè avevo preferito Jonghyun a lui, anche se non era esattamente questo che avevo fatto, ma lui lo credeva e ci soffriva.
- Ho capito non c’è bisogno che mi spieghi, perdonami non pensavo che te la prendessi tanto ma le cose in realtà sono andate così… - e gli raccontai tutti i particolari di quella storia, tralasciando alcuni piccoli dettagli, ed evitando di menzionare il fatto che se lo avessi voluto mi sarebbero bastate due ore per trovare un nuovo modello. Key sembrò accettare quella giustificazione e mi perdonò, tornando il solito di sempre.
Ah gli uomini! sono peggio dei bambini…ci vuole un attimo per ferirli e ancora meno per riprenderseli!

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


CAPITOLO 17

La mostra era terminata e io e Jonghyun ce ne stavamo tornando a casa dopo aver lasciato Key. Mi sentivo un po’ delusa, ero sinceramente convinta che la reazione di Jonghyun alla vista di me con in dosso questo vestito significasse qualcosa e invece niente.
Lui adesso era tremendamente silenzioso, quasi da credere che per qualche oscura ragione ce l’avesse su con me.
- Sei arrabbiato?
- No.
- Perchè allora ho come la sensazione che mi stai ignorando?
- Ti sbagli.
- Capisco…sai questa sera ho conosciuto Kim Heechul.
- Heechul-hyung?
- Si era alla mostra.
- Strano non l’ho visto.
- E ci credo! Eri talmente occupato a fare il cretino con Viky che non lo avresti visto nemmeno se ti prendeva a pugni!
- Io non ho fatto il cretino con nessuna, semmai è lei che non ha saputo resistere al mio fascino…e io ovviamente non la potevo mica deludere.
- No certo che non potevi, povera Viky! Sta di fatto che eri venuto per sostenere me e invece mi hai evitato per tutta la sera!
- Non ti ho evitato.
- Ah no? E allora cosa avresti fatto?
- Qualunque cosa io abbia fatto non è dipeso da me, è solo che sono un tipo molto gettonato.
- Eh si, infatti ti ho visto con quella vecchietta.
- Se non altro io piaccio.
- E chi ti dice che non piaccia anche io?
- Mi piacerebbe sapere a chi - disse cattivissimo mentre scendeva dall’auto.
- A Heechul per esempio.
- A Heechul? Ma fammi il piacere, quello è un uomo, non perde tempo con le ragazzine.
Ogni volta che Jonghyun tirava fuori questa storia mi feriva a morte. Iniziai ad arrabbiarmi sul serio e senza rendermene conto alzai la voce.
- Mi pare evidente che tu sia l’unico a considerarmi una ragazzina visto che lui mi ha invitata a cena.
- Nei tuoi sogni forse -  disse stizzito mentre entrava in casa. Io lo seguii e una volta richiusa la porta sbottai.
- Sei solo un cretino ecco cosa sei, dimmi esattamente cosa vedi in me che ti fa pensare a una ragazzina!
- L’età per esempio…
- Nel caso l’avessi dimenticato ho già compiuto diciotto anni.
- E per questo dovrei credere che sei grande?
- Ci sono mille altre ragioni per cui dovresti crederlo, sono indipendente e autosufficiente, sono abituata a trattare con persone di tutte le età e ho girato buona parte del mondo da sola, e tu dovresti saperlo bene che non è l’età a determinare se siamo grandi o no ma le esperienze!
- Senti adesso basta non capisco cos’è questa tua ossessione di farmi vedere quanto sei grande!!!!!
Ero furibonda. Possibile che fosse così tanto ottuso? Con lui era tutta fatica sprecata, ma cosa dovevo fare ancora perchè capisse? Dirgli che lo amavo forse?
- Mettiti in testa che sei e rimarrai la mia piccola bambina!!!!
- Ma quale piccola? Quale bambina? Io non sono ne l’una ne l’altra! Sono cresciuta e non sono una tua parente, forse è ora che te ne accorgi!!
- E di cosa? Di cosa mi dovrei accorgere?
- CHE TI AMO!!! - glielo gridai in faccia con tutta la mia rabbia e poi lo baciai. In un primo momento sembrò stupito e titubante, ma poi lo sentì ricambiare il mio bacio, mi strinse e mise passione in quel gioco di lingue che stava volendo anche lui. Credetti di sognare…quanto avevo desiderato quel momento! Cercai con le mani la sua pelle sotto la camicia, mentre lui, tirandomi indietro la nuca con la mano in modo violento, mi baciava il collo e assaporava con la lingua il lobo dell’orecchio. Sbottonai uno a uno i bottoni di madre perla lasciando scoperto il petto, e lo accarezzai lentamente dalle spalle in giù, meticolosamente, come nel più antico dei rituali, arrivando fino ai pantaloni lasciandomi avvolgere da un mare di sensazioni fortissime. Poi successe qualcosa…lui si ritirò in dietro come svegliato di soprassalto da un sogno.
- Ma che diavolo sto facendo? - mi guardò scioccato - Devo essere pazzo!!! Io non posso, non con te è troppo strano - e dicendo ciò se ne andò in camera da letto chiudendocisi dentro.
Io rimasi da sola a pensare e cercando di capire, ma non ci riuscì. Passai tutta la notte a piangere. Che diamine…non avevo mai pianto così tanto in tutta la mia vita come in quei giorni!
 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


CAPITOLO 18

Mi svegliai la mattina dopo sul divano, indolenzita e infreddolita. In cucina Jonghyun stava facendo colazione, incurante del fatto che io fossi lì, e poi se ne andò senza nemmeno rivolgermi una parola. Avevo fatto proprio un bel casino…e adesso? Non sapevo cosa fare, solo di una cosa ero certa e cioè che non potevo più stare in quella casa. Mi alzai stordita e andai in camera da letto, mi tolsi il vestito, infilai una tuta e tirai giù la valigia iniziando a riporre tutte le mie cose. Stare lì non aveva più senso, avrei anticipato di qualche giorno il mio ritorno a New York, anche perchè trovarmi Jonghyun davanti tutti i santi giorni sarebbe stato troppo difficile. Preferivo mille volte scappare! Nello svuotare la borsetta mi venne tra le mani il biglietto che mi aveva lasciato Heechul, lo guardai per un po’ e poi mi dissi “Perchè no” magari uscendo con lui mi sarei sentita meglio e così lo chiamai. Pochi secondi dopo una voce calda mi rispose dall’altro capo del telefono. Ero un po’ in imbarazzo, dovevo ammetterlo, ma mi feci coraggio e provai a dire qualcosa.
- Ciao Heechul…sono io…
- La pittrice.
 -Si esatto…la pittrice - sorrisi come un’ebete.
- Mi fa molto piacere sentirti, questo vuol dire che accetti il mio invito a cena?
- Si vuol dire esattamente questo.
- Ero certo che non avresti saputo resistere al mio immenso fascino - scherzò lui.
- Addirittura immenso?
- Dici che ho esagerato?
- …No effettivamente devo ammettere che sei un tipo immensamente affascinante - ero sincera.
- Mmm bella e di spirito! Sarà una serata interessante.
- Lo spero.
Ci accordammo per l’ora e tentai anche di stabilire un posto per l’incontro, non volevo che passasse a prendermi a casa, ma lui fu molto insistente e non potei evitarlo. Tanto chi se ne fregava, ora mai con Jonghyun non c’era più niente da fare! Finii di preparare la valigia, perchè comunque ero decisa ad andarmene, dopo di che mi stesi sul letto nella speranza di rilassarmi un po’, ma ogni volta che chiudevo gli occhi mi tornava davanti la scena della sera prima.
- Bastaaaa!!!!! Non ne posso più!!! - gridai alla casa vuota.
Mi tirai su dal letto e feci una doccia bollente e poi, visto che i miei abiti erano tutti in valigia e non avevo nessuna voglia di tirarli fuori, me ne andai in giro per negozi cercando qualcosa di adatto da indossare la sera. Dato che mi vestivo sempre secondo il mio stato d’animo, comprai un completo di pelle nero piuttosto provocante: minigonna, veramente moooolto mini, e un corpetto scollatissimo al quale dovetti abbinare un reggiseno imbottito, giusto per non essere piatta come una tavola.
Tornai a casa un po’ tardi, ma Jonghyun non c’era ancora. Forse era meglio così…non me la sentivo di vederlo in quel momento.
Iniziai a prepararmi, indossando i miei abiti nuovi, e a truccarmi. Passai la matita nera sugli occhi, in modo più pesante del solito,sfumandola un po’, aggiunsi dell’ombretto viola e mascara sulle ciglia, il solito fard e un rossetto rosso vinaccio. Lasciai i capelli sciolti, giusto per non sentirmi troppo nuda, misi le decolté ai piedi e una collanina in oro bianco. Tutto sommato stavo bene anche con quel look. Infilai il cellulare e il portafogli nella borsa e indossai il giacchettino di pelle. Ero pronta, dovevo solo aspettare che Heechul arrivasse.
Andai in salotto, mi sedetti sul divano, presi le sigarette che avevo comprato e iniziai a fumarne una. In quel momento entrò Jonghyun, mi guardò per un attimo, poi chiuse la porta.
- Da quand’è che fumi?
- Non credo che questi siano affari tuoi.
- Io credo di si invece e si può sapere dov’è che te ne vai vestita in quel modo?
- Continuano a non essere affari tuoi…
- Senti SunHee…..
Il campanello della porta suonò salvandomi la vita, non avevo alcuna voglia di discutere.
- Me lo dirai un’altra volta…anzi non me lo dirai proprio visto che me ne torno a New York domani…e adesso se non ti spiace io esco -  dissi avviandomi verso la porta.
- Come sarebbe parti - mi chiese lui - Perchè?
Io lo ignorai e aprii la porta a Heechul che fece capolino.
- Ciao…oh ma sei uno schianto!!! - mi disse Heechul sorridendo.
- Heechul-hyung?! - Jonghyun aveva una faccia sorpresa e sbarrò gli occhi.
- Oh ciao Jonghyun - salutò cordialmente il più grande.
- Ma che ci fai qui?
- Esco con SunHee, mi pare ovvio… - rispose Heechul come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- Ma… - Jonghyun non ebbe il tempo di continuare la frase. Io e Heechul lo salutammo velocemente e ce ne andammo lasciandolo solo sul ciglio della porta.
 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


CAPITOLO 19


Passai una serata bellissima insieme a Heechul. Era un tipo decisamente affascinante, ostentava una certa sicurezza, per non parlare dell’aspetto! Mi portò in un locale carino con la musica dal vivo, mangiammo pizza Italiana, parlammo dell’America, bevemmo ottimo vino rosso e le nostre conversazioni furono frizzanti e divertenti. Era un ottimo intrattenitore, quasi ero dispiaciuta quando la serata finì. Ci trovammo davanti l’ingresso del palazzo dove abitava Jonghyun, ancora in macchina che parlavamo del più e del meno.
- Sono stato bene con te, mi dispiace che te ne devi tornare in America proprio domani - disse prendendomi le mani.
- Un po’ dispiace anche a me - abbassai lo sguardo in evidente imbarazzo.
- Perchè stanotte non vieni a casa mia…giusto per conservare un buon ricordo di questa serata?
- Credo che conserverò un ottimo ricordo di questa serata anche se non passerò la notte con te…
- Peccato ti avrei fatto passare delle ore indimenticabili - disse con un sorrisetto sulle labbra.
- Ne sono certa - ricambiai il sorriso e aprii lo sportello, scendendo. Lui fece lo stesso e mi accompagno davanti l’ingresso.
- Un bacio almeno me lo merito - mi disse con voce bassa e tremendamente sensuale. Non voleva proprio arrendersi!
- Giuro che meriteresti molto di più - risposi io mentre mi avvicinavo a lui. Gli accarezzai i capelli e poi mi baciò, come mai nessuno lo aveva fatto prima, facendomi sentire una donna, quello che avevo tentato disperatamente di far capire a Jonghyun. Mi baciò a lungo e più volte, con tanta di quella passione che fui tentata di accettare la sua proposta di passare la notte insieme, e forse lo avrei fatto se non fosse stato per……
- Che diavolo stai facendo? - disse Jonghyun in tono minaccioso mentre con un gesto brusco mi allontanava da Heechul.
- Ma che diavolo ti prende? Chi ti credi di essere? Quello che faccio io sono solo affari miei!! - risposi sconvolta.
- Ma ti senti quando parli? - mi disse tenendomi per il polso.
 - Lasciami mi fai male.
- Senti Jong forse è il caso che la lasci stare - s’intromise Heechul, attirando l’attenzione dell’altro.
- Hyung…fatti gli affari tuoi, ma non ti vergogni a dare fastidio a una ragazzina?
- Sei cieco o stupido? Apri gli occhi lei non è una ragazzina - rispose con ovvietà il più grande.
Jonghyun si scaglio contro Heechul  - Sei solo un porco!!!! - disse nel tentativo di colpirlo, ma il più grande lo schivò.
- Adesso bastaaa!!!! - urlai, spingendo Jonghyun con forza - Tutta questa storia è una pagliacciata! Si può sapere che vuoi? che cosa vuoi tu da me? -  continuai ad urlargli in faccia mentre gli battevo i pugni sul petto - Tu non hai voce in capitolo, non puoi dirmi cosa fare e non fare, io e te non stiamo insieme e non siamo parenti e tanto meno siamo amici, quindi fammi il favore di non intrometterti, chiaro??? - lo guardai con gli occhi gonfi di lacrime, avvolta da un nervoso tremolio e poi con un tono di voce più basso aggiunsi – Addio - mi girai e andai da Heechul – E’ ancora valida la tua offerta per stanotte?
Lui guardò Jonghyun ancora intontito e poi guardando me facendomi cenno di si con la testa, e ce ne andammo in quel preciso momento. Salimmo in macchina e ci dileguammo nel buio della notte.
Io ero furiosa, afflitta e con tanta voglia di non pensare a Jonghyun. Dovevo cancellare tutto, liberarmi da questa sensazione opprimente e umiliante, e una volta arrivati nell’appartamento di Heechul iniziai a sfogare la mia rabbia presa come da una sorta di ipnosi. Mi avvicinai a lui completamente fuori di me.
- Fammi dimenticare tutto - gli chiesi implorante - Almeno per stanotte fammi dimenticare tutto.
Lui non se lo fece ripetere, mi avvolse con le braccia, portò le sue labbra sulle mie. cercando frettolosamente e vogliosamente la lingua, e iniziò a baciarmi. Io lo lasciai fare quasi immobile, senza rendermi conto di niente, ma le sue mani che correvano lungo ogni centimetro della mia pelle mi scatenarono forti sensazioni e mi feci trasportare. Infilai le mani tra i suoi lunghi capelli, mentre giocavo a mordicchiargli le labbra, gli passai le mani lungo la schiena, sui glutei e sul petto, mentre sentivo crescere in me una forte voglia di lui. Presi la camicia tra le mani e gliela strappai via di dosso, affondai le unghie nella carne, graffiandolo e mordendolo sul collo e sulle spalle. Heechul ansimò dal dolore e dal piacere, la sua morsa su di me si strinse ancora di più fino a farmi mancare il fiato, poi mi sollevò e mi portò in camera da letto……..e poi………….

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


CAPITOLO 20
 
E poi……un bel niente!
Avete capito benissimo io ero lì tutta presa e lui neanche a dirlo era più preso di me ma……niente, io non me la sono sentita e mi sono tirata in dietro costringendo il povero Heechul a fare una doccia gelata e obbligandolo a fare anche la seconda visto che la prima non era stata sufficiente!
Erano passati due mesi da quella sera e tutto avrei pensato meno di trovarmelo davanti proprio adesso e per di più a New York.
- Che diavolo ci fai qui? – gli chiesi stupita.
- Ma che bella accoglienza!!! Non pretendevo che mi gettassi le braccia al collo però un ciao mi avrebbe fatto piacere – disse facendo il finto offeso.
Io risi – Scusa è che non mi aspettavo di vederti qui…comunque ciao, sono felice di vederti – dissi sincera. Mi guardai un attimo alle spalle e continuai -Senti ti inviterei ad entrare ma l’appartamento è uno schifo, ti va di fare due passi? – chiesi facendo un facciano dolce per convincerlo.
- Mica sarà una scusa per non farmi entrare, non avrai mica paura che ti salti addosso vero? – disse ridendo.
- Sono sicura che non lo faresti mai, lo so che sei un gentleman – risposi, tentando di arruffianarmelo.
- Se ti riferisci al nostro ultimo focosissimo e…freddissimo incontro, sappi che la mia galanteria l’ho tirata fuori solo per te perchè l’idea di prenderti a sberle, sinceramente, l’ho avuta e non so chi mi ha tenuto – disse sincero.
- Se può consolarti credo che se mi avessi dato una sberla me la sarei tenuta perchè me la meritavo – abbassai lo sguardo.
- Vabbè, non pensiamoci più tanto ormai il discorso è chiuso e tu non vuoi riprenderlo…vero? – disse mentre mi alzava il viso riportando la mia attenzione su di lui.
- No! Non voglio – risposi di tutta fretta.
- Me lo immaginavo – disse iniziando a ridere e io gli andai dietro. Era davvero piacevole stare con lui…ma una domanda mi passò per la testa e appena le nostre risa si placarono chiesi :- Come mai sei da queste parti? -.
- Siamo venuti perché abbiamo un concerto…
- Di quale concerto stai parlando? – chiesi io preoccupata.
- L’S.M.Town – confermò lui
- Quindi suppongo che anche Jonghyun sia qui?!
- Si, ci sono anche Key e gli altri….non li hai più sentiti da quella sera?
- No
- Sai dopo che sei andata via i rapporti tra Key e Jonghyun si sono un po’ complicati
- Complicati? E perchè?
- Key non ha preso molto bene la tua partenza, ha incolpato Jonghyun di quanto è successo
- Povero Kibumie mio, me ne sono andata e non l’ho nemmeno salutato
- E ti assicuro che non lo ha gradito!
- Mmm…strano Kibum non è un tipo permaloso…
- Non sarà permaloso, ma è innamorato
- E di chi? – sbarrai gli occhi.
Heechul prese due bottiglie di birra dal chiosco dove ci eravamo fermati e me ne offrì una, mentre mi guardava storto……- Come sarebbe di chi!? Di te è ovvio!!!
- Ma che sciocchezze vai dicendo – gli risposi io in tono divertito, lui bevve un sorso e riprese a guardarmi storto.
- Sei un’ingenua…- scosse il capo.
- O magari sei tu che vaneggi…- gli risposi a tono.
- Tutto può essere però se io avessi ragione e lui decidesse di venire da te in questi giorni dichiarando il suo amore…..tu che faresti?.
Quella domanda mi prese alla sprovvista. Ci pensai un po’ su – Non farei un bel niente perchè non succederà nulla di tutto ciò!
- Ok mi arrendo con te non si può parlare.
- Come non si può parlare? Si può invece, basta non darmi torto!!!
- Ah…ecco!!! Avevo solo trascurato questo piccolissimo dettaglio…Ma allora se prometto che stasera ti darò sempre ragione ci verrai a cena con me?
- E che centra la cena?
- Non centra niente, è solo un invito
- Innocente?
- Innocentissimo!
- Allora vada per la cena.

L’invito di Heechul mi aveva un po’ stupita, ma mi faceva anche piacere tutto sommato. Da quando ero tornata a New York la mia vita sociale non era stata troppo movimentata, uscire mi avrebbe fatto bene, soprattutto con Heechul con cui stavo bene. Si era dimostrato un buon amico, quindi tutte ste pippe mentali per decidere cosa mettere erano del tutto fuori luogo, pensai, ma a quanto pare non riuscivo a farne a meno.
Ero praticamente in mutande quando lui arrivò e suonò il campanello.
- Cavolo!!! Ma è già qui??!! – poi sbirciai l’orologio – A no sono io che porto un leggerissimo ritardo – storsi la bocca per darmi della deficiente, afferrai i jeans e corsi tentando di infilarmeli al volo ma fui capace solo di rantolare a terra rialzandomi alla velocità della luce, agganciai i bottoni e aprii la porta…….
- Ops! – ero in reggiseno, richiusi la porta senza dargli nemmeno il tempo di emettere un solo fiato, raccattai da terra la prima t- shert che mi capitò tra le mani, la indossai e riaprii di nuovo la porta.
 – Cazzo!!!! – l’appartamento era un casino, richiusi la porta di nuovo mentre lui stava portandosi un dito in alto come per chiedere il permesso di parlare, ma non ne ebbe il tempo. Gli richiusi la porta in faccia, raccolsi tutto quello che mi capitò tra le mani, assumendo l’aspetto di un enorme mongolfiera e, scaraventai il fagotto nella camera da letto mancando il letto e gettando tutto a terra. Osservai avvilita il casino, poi chiusi a chiave e tornai alla porta.
- Ciao Heechul come va? –dissi dopo aver aperto.
- Ehm…posso? – chiese sarcasticamente titubante.
– Prendi per il culo? – dissi mettendo le braccia conserte.
- No no ci mancherebbe!!! Sei pronta?
Mi guardai, non ero pronta affatto, indossavo una maglia oscena con su scritto “cliccate qui” e l’immagine di un mouse sul seno, ma non volevo dargliela vinta. – Si sono pronta – magari lui mi avrebbe implorato di cambiarmi.
- Ok allora si va!!!
“ cazzoooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


CAPITOLO 21

- Ti porto in un localino molto grazioso - dissi io sperando che non avesse già prenotato lui.
- Non c’è bisogno ho già prenotato – disse facendo svanire tutte le mie speranze.
- Ecco appunto…e dove? Non è che mi porti in uno di quei ristoranti pieni di gente con la puzza sotto il naso vero? – chiesi storcendo il naso.
- No per carità, io li odio quei posti – rispose roteando gli occhi.
Tirai un sospiro di sollievo, già che con quella maglia mi sentivo ridicola, figuriamoci poi in posto shik!
- E allora dove mi porti? – continuai curiosa.
- E’ una specie di trattoria, un localino alla mano – concluse.
Arrivammo cinque minuti dopo, parcheggiammo in un piazzale di ghiaia, attraversammo un piccolo giardino con il gazebo pieno di edera ed entrammo.
- Avevi ragione è molto carino – dissi mentre mi guardavo intorno.
- Che ti avevo detto malfidata – mi sorrise.
Si avvicinò un cameriere – posso essere di aiuto? – chiese gentile.
- Si grazie, ho prenotato un tavolo a nome di Kim Heechul – rispose lui tirandosela un po’.
- Oh! Si prego da questa parte – disse il cameriere mentre c’indicava la strada.
Quel ragazzetto magrolino ci accompagnò facendoci attraversare tutto il locale, passando per una sala grande per poi riuscire in terrazzo con un panorama molto piacevole.
- Il tavolo è quello – aggiunse il cameriere indicandolo con la mano, e poi si dileguò.
Nel momento in cui girai lo sguardo verso il tavolo credetti di morire.
- Oh cazzooooo!!!! Heechul ma sei impazzito per caso? – cercai di trattenermi e di mantenere la calma malgrado la scena che avevo di fronte.
- Perchè? – rispose lui facendo finta di cadere dalle nuvole.
- Ma come perchè!!!!! In quel tavolo ci sono…. – non mi fece nemmeno terminare la frase.
- Jonghyun e Key, si lo so… - rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Mi diede sui nervi e il mio francesismo uscì senza farsi pregare.
- Sei uno stronzo! – dissi con rabbia.
- So anche questo, e adesso se hai finito di frignare vieni con me – disse prendendomi per il polso.
- Non ci penso affatto – risposi liberandomi dalla presa.
- Oh si invece lo farai eccome – mi riafferrò con più forza e mi trascinò fino a quel maledetto tavolo. Jonghyun e Key rimasero stupiti, mi guardarono senza dire una parola e il primo a parlare fu Heechul.
- Scusate il ritardo, ma sua maestà non era pronta – disse indicandomi e sorridendo per sdrammatizzare.
- Ehmm……..ciao…ragazzi……….quanto tempo – dissi io in preda all’imbarazzo.
- Non certo per colpa mia!! – rispose Key incrociando le braccia al petto.
“Oh porca miseria!!!!” pensai nel panico più totale “Cominciamo bene”.
- Si lo so è tutta colpa mia perdonami, e tu Jong non hai niente da dire? – dissi puntando lo sguardo nel suo.
- Assolutamente – rispose freddo.
- Ok ho capito, è meglio che me ne vada – dissi mentre giravo i tacchi.
- Stai zitta e siediti!!! – mi minacciò Heechul.
- Allora forse è meglio che me ne vada io – polemizzò Jonghyun.
- Zitto e seduto pure tu!!! – intimò ancora Heechul.
Certo che….come contraddirlo. Heechul era un tipo che andava poco per le spicciole e incuteva anche una certa soggezione.
-Cameriere! – chiamò Heechul attirando l’attenzione di uno di loro.
Arrivò un ragazzo biondo slavato con i denti storti – Dica signore, desidera ordinare?.
- Per adesso direi di ordinare da bere….porti del vino – poi guardò la mia faccia e quella degli altri due sedenti al tavolo, fece un sospiro……- Ne porti molto per piacere!
- Si signore arrivo subito – disse il ragazzo volatilizzandosi all’istante.
- Allora ragazzi ditemi un po’ come va il lavoro? – non ebbi nessuna risposta – E Minho, Taemin e Onew che fanno di bello? – ancora silenzio – Ho capito….non volete parlarmi, ma forse sarà il caso di chiarirci no? Lo so di aver sbagliato a partire senza salutarti Bumie, ti giuro che la situazione quando sono andata via era un po’ complicata, e tu Jong…sinceramente non so perchè non mi parli, sei tu in torto non io!
- Ah!!!! Sarei io che ho sbagliato??? Ma se ti ho trovata che ti baciavi con questo essere sotto casa mia!!! – disse spalancando gli occhi e alzando la voce.
- Ei ei vacci piano!! – s’intromise Heechul – Si da il caso che sono il tuo Hyung!
- E si da anche il caso che io sono libera di baciare chi mi pare – gli risposi a tono.o
- Si ma nn uno che conosci da un giorno… - rispose Kibum
- Ti ci metti pure tu adesso!!!!! – dissi sbalordita.
Jong e Key iniziarono a parlare ininterrottamente uno sopra l’altro, non ci stavo capendo più niente. Poi intervenne Heechul che aggiustò la situazione, almeno fu quello che credetti in un primo momento.
-Ok ragazzi ora basta fatela finita tutti quanti!!!! Così non chiariamo un bel niente, sarà meglio che dia qualche delucidazione io………allora – disse rivolgendosi a me – Devi sapere che Key ce l’ha a morte con te perché, essendo innamorato di te, ha preso molto male la tua partenza, lui sperava che ti accorgessi di quanto ti fosse legato. Poi Jonghyun ha capito che passare il tempo a dirti che sei una ragazzina era un modo per proteggersi da una verità imbarazzante e cioè che pure lui ti ama, lo ha capito quella sera che ci ha visti insieme, entrambi sono convinti che io e te stiamo insieme, la verità è che tra me e lei – e qui si rivolse ai ragazzi – non c’è assolutamente niente – ora guardò di nuovo me, e fece una pausa - ….purtroppo………perchè ti amo anche io, ora vorremmo sapere da te chi di noi scegli!!!!
Mi guardavano tutti e tre in modo interrogativo, mentre io non ero ancora sicura di aver capito bene.
“Vediamo” pensai “Jonghyun mi ama, e mi ama anche Kibum, e pure Heechul, e mi chiedono di scegliere…..perfetto!!! Manca solo che arrivi un uomo con i capelli rossi che mi dica: ciao SunHee sono tuo padre! Così siamo tutti……….o mio dioooooooooooooooo e adesso che faccioooooooooooo??????

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


CAPITOLO 22

La situazione era piuttosto complicata. Come potevano pretendere che io scegliessi uno dei tre così freddamente? La vita a volte è veramente bizzarra e decisamente meschina! Io sapevo benissimo chi dei tre amavo, il punto era che non me la sentivo di deludere nessuno di loro, infondo tenevo molto a tutti, la mia scelta poteva condizionarli a tal punto di decidere di rompere un’amicizia che durava da secoli o una collaborazione professionale decisamente vantaggiosa, e poi tirando le somme, cosa mi trovavo veramente davanti? Si insomma…..era vero che amavo Jonghyun, però fino ad ora le scelte che avevo fatto basandomi sulle emozioni, sul cuore, non mi avevano portato a niente di buono, anzi tutto il contrario. E se provavo a fare una scelta logica? Magari valutando bene i pro e i contro sarei riuscita a venirne a capo. Di sicuro sapevo che con Key mi trovavo bene, a mio agio, insieme ci divertivamo, giocavamo e poi lui era tenero e premuroso, mi ha fatto sempre sentire una donna adulta e soprattutto importante. Mio dio, ma come avevo fatto a non capire che mi amava? Ripensandoci lucidamente mi sembrava così ovvio! Si poneva solo il piccolo problema che pensandomi a letto con lui…..mi veniva un po’ da ridere. Certo, il sesso in un rapporto non è tutto, ma aiuta! Il fatto che lo consideravo come un fratello poteva rappresentare un ostacolo. E con Heechul? Con lui sapevo per certo che c’era attrazione fisica e senza alcun dubbio una fortissima attrazione sessuale, ampiamente sperimentato tempo fa a casa sua. Lui era così tenebroso, così seducente e sensuale, e poi con lui parlavo bene di tutto. Beh a volte mi metteva un po’ paura però…si, lui poteva essere la scelta giusta. Daltronde stando insieme a lui non rischiavo di rompere  alcuna amicizia…….si conosceva da tempo con Jonghyun e Key, certo, però tutto sommato non è che erano proprio amici per la pelle. Sorgeva solo un piccolissimo impedimento anche qui. Non lo amavo, ma avrei sempre potuto imparare, e poi ogni volta che avrei visto Jong sarei morta, logorata dal dolore perchè lo avrei amato in segreto. Sarei diventata nervosa e insopportabile, Heechul se ne sarebbe accorto, diventando geloso e il nostro rapporto sarebbe finito. Una catastrofe! Mi rimaneva Jonghyun, che poi era quello che realmente volevo, solo che con lui che cosa avevo? Attrazione sessuale? O forse fisica? O magari mi sentivo a mio agio perchè con lui potevo parlare di tutto? In verità nulla di tutto questo, magari si, però non potevo esserne sicura dal momento che lui non mi aveva mai permesso di scoprirlo. In sostanza rischierei di rovinare il rapporto tra queste tre persone per…..un esperimento. E se poi andasse male? Non me lo potrei perdonare mai.
Mi feci prendere dallo sconforto pensando a quanto la vita si stesse beffando di me, avevo passato tutta la mia esistenza ad amare Jonghyun in silenzio, aspettando di crescere e di fargli vedere che ero grande, una donna. Ho sperato che lui si accorgesse di me e che smettesse di trattarmi come sua nipote e, ora che finalmente tutto questo era successo, io non lo potevo contraccambiare. Mi veniva quasi da piangere, e probabilmente lo avrei fatto….ma a casa non li. Adesso dovevo essere forte e dire che non amo nessuno dei tre.
- Quindi? – m’incito Heechul impaziente.
Lo guardai smarrita, che cavolo non ero ancora pronta, però non potevo aspettare oltre. Presi fiato e iniziai a parlare.
- Quindi…sono giunta alla conclusione che…non sono sicura dei miei sentimenti e ci devo riflettere…da sola, ho bisogno di tempo – dissi tenendo il capo abbbassato.
- Che significa tempo? Quanto tempo? Un giorno? Due? – chiese Key ansioso.
Notai con stupore che Jonghyun era l’unico a non parlare e la cosa un po’ mi ferì. Se solo lui avesse detto una sola parola io sarei crollata, ma il destino volle che tacque, probabilmente non era il nostro momento per stare insieme.
- Significa che non lo so – continuai.
Quando il cameriere arrivò con il vino io me ne stavo andando, volevo stare sola. Presi lo zainetto e salutai tutti – mi farò viva io, vi prego di non cercatemi – conclusi infine.
Sapevo benissimo che non ne avrebbero potuto fare a meno, però lo dissi lo stesso. Arrivai a casa e lì finalmente piansi e mi sfogai tirando oggetti contro il muro, così che l’appartamento diventò una vera schifezza. C’erano abiti ovunque, la mia camera da letto era un campo di battaglia, ma in compenso mi ero scaricata i nervi. Peccato che il pensiero di rimettere tutto a posto me li facesse tornare. Mi guardai attorno desolata, e adesso? Dopo un primo momento d’indecisione arrivai a una conclusione ill0uminante: dovevo partire, da qualche parte, non sapevo, dove ma dovevo andare via, lontano….meta e data indeterminate. Ormai scappare mi riusciva piuttosto bene, ero diventata una bravissima esperta nel farlo. Presi la sacca e la riempii con tutto l’indispensabile, poi mi chiusi alle spalle la porta di casa e me ne andai diretta all’aeroporto. Avrei preso un lastminute, il primo che mi capitava sarebbe andato benissimo.

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


CAPITOLO 23    

Il caso mi portò in Italia, quale miglior paese per dimenticare i guai? Gente allegra, mangiare ottimo, bellissime città d’arte, peccato che il tempo passò in fretta, troppo in fretta, così in fretta che trascorsi i cinque giorni che mi ero prefissata di star via, non ero affatto ansiosa di tornarmene a casa. Il confronto con Key, Jonghyun e Heechul mi spaventava, e così, zaino in spalla e mano alla buona volontà, viaggiando con il treno, girai buona parte dell’Europa e dintorni, partendo dalla Svizzera, arrivando in Lettonia e tornando indietro fino ai Paesi Bassi, e spingendomi in Inghilterra dove restai a lungo.
Erano passati quasi sei mesi da che me ne ero andata, e mai, nemmeno per un solo giorno, avevo pensato al pasticcio che avevo combinato partendo e, se all’inizio avevo paura di affrontare quella situazione adesso ero addirittura terrorizzata. Tornando avrei di sicuro trovato dei cambiamenti e molto probabilmente anche dell’astio nei miei confronti da parte dei diretti interessati, e per questi motivi non me la sentivo ancora di tornare. Decisi quindi di aggiungere un’altra tappa al mio viaggio, l’Irlanda.
In tutta la mia vita avevo sempre evitato accuratamente di andare proprio nel paese di mio padre, delle mie origini, usavo la distanza come una sorta di difesa, sapete come si dice…lontano dagli occhi lontano dal cuore. Non so esattamente cosa cambiò in me per farmi decidere di recarmi lì, so solo che non avevo paura, e poi tutto sommato essere in Irlanda e guarda caso a Dundalk (il paese dove lui viveva) non significava necessariamente incontrare mio padre no?
Poi successe una cosa curiosa, magica addirittura…
Guardando dal finestrino dell’aereo, mi sentii pervadere da sensazioni strane che sfuggivano al mio controllo. Il panorama era bellissimo, dall’alto l’Irlanda era un patchwork di campi e di siepi, una distesa di campi e colline, non avevo mai visto tante tonalità di verde in tutta la mia vita. Verde mare, verde bottiglia, verde salvia, oliva, smeraldo, muschio…sentivo battere viva dentro di me la forza di quel posto incantato come fosse stato parte di me…..o era il contrario? Vivevo la starna consapevolezza di appartenergli, e di fronte a tanta serenità scesero leggere lacrime di commozione.
La sensazione di non sentirmi estranea in quel luogo mi diede la voglia di affrontare un fantasma che nascondevo da sempre: l’abbandono di mio padre.  Ciò che avevo vissuto con tanta amarezza per tutta la vita, adesso non mi faceva paura. Ero curiosa di sapere il perchè di tutta la mia solitudine, il perchè della sua lontananza, il perchè…..di tutto. Così lo cercai, non fu difficile, il paese era piccolissimo e la gente sembrava conoscersi tutta. Mi bastò pronunciare il suo nome tre volte, e fui in grado di sapere dov’era, ma……..
- Brady O’Neill? Si mi pare di averlo sentito nominare – mi disse un vecchio che beveva birra in una locanda – ma è un po’ che non si vede in giro, però non lo conoscevo granchè, magari lui ti sa dire di più - e mi indicò un ossuto signore di mezza età che di sicuro era ubriaco fradicio, e non è che la cosa mi scandalizzasse più di tanto se non fosse stato che erano appena le 10.00 del mattino!
- Ehi Gerry la signorina ti deve chiedere una cosa – urlò il vecchio – vai ragazza che non ti morde – mi sorrise.
- Speriamo – risposi poco convinta - buon giorno – dissi io educatamente – stò cercando una persona, e mi hanno detto che magari lei mi può aiutare.
- Di chi si tratta bellezza???
Quel tipo puzzava di alcol da far schifo, ma evitai di storcere la bocca, avrebbe potuto offendersi…..sempre se riusciva a vedermi sbronzo com’era.
- Si tratta di Brady O’Neill signore, lo conosce?
- Che mi venga un colpo!!! Se lo conosco?.........pensandoci bene è più corretto dire se lo conoscevo, visto che è morto da due anni
Mi morirono le parole in bocca…….morto? Non potevo crederci, dopo quasi vent’anni mi decido a cercarlo e lui è……morto!
- Tutto bene figliola?
-…Si…grazie – feci un lungo respiro, poi gli chiesi dove fosse sepolto e me ne andai.
Nonostante le indicazioni molto precise dell’uomo, ci misi un po’ a trovare il cimitero. Era piccolo ma ben custodito, con tanto verde e siepi ovunque, sembrava quasi un giardino. Cercai a lungo tra i loculi e le tombe familiari e poi alla fine lo trovai. Il cuore mi si fermò e un brivido freddissimo mi attraversò la schiena. Sulla lapide c’era una sua foto, eravamo identici…i capelli, gli occhi, l’espressione fresca, e a fianco un’incisione “ accompagnato nella morte da persone amate e da un grande rimpianto, la figlia SunHee”
Iniziarono a scendermi dagli occhi pesantissime lacrime, ininterrotte e amare. Avevo permesso alla mia paura di togliermi l’amore di mio padre….non me lo sarei mai perdonata. 

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


CAPITOLO 24

Non so per quanto tempo sono stata immobile sulla tomba di mio padre…l’unica cosa di cui sono certa è che per tutto il tempo che ci sono stata, le lacrime non hanno mai smesso di scendere prepotentemente. Il silenzio di quel posto era rotto solo dal rumore dei miei singhiozzi, quasi non mi resi conto dell’avvicinarsi di una persona che mi stava guardando curiosamente, tanto ero assorta e, quando mi parlò sussultai per la sorpresa.
- Conoscevi quell’uomo? – mi chiese.
- No non lo avevo mai visto – gli risposi mentre frettolosamente mi asciugavo il viso, poi mi girai e guardai la donna che mi era a fianco, alta magra con i capelli biondo cenere e gli occhi neri come la pece che spiccavano incredibilmente sulla carnagione pallida. Teneva per mano un bimbo riccioluto dall’espressione vispa e gli occhi verdi come il prato più vivo d’Irlanda. Notai una certa somiglianza con me, ma non ci badai.
- Non volevo essere invadente, scusa – continuò lei – ma ti ho vista piangere e ho pensato che fosse una persona cara.
- Lo è – dissi – è solo che prima non lo sapevo – non pretendevo che capisse cosa volevo dire, ma di spiegarmi più chiaramente non ne avevo voglia.
- Tu sei SunHee vero?
Io rimasi stupita – …si…ma, come lo sai? – chiesi perlessa.
La donna si accovacciò verso il bambino – Ronny tesoro vai a mettere dell’acqua in questo vasetto – poi appena il bimbo si allontanò, la donna alzandosi si presentò.
- Io sono la moglie…..- poi si corresse – la vedova O’Neil, Bryan era mio marito -.
- Tu sei la moglie? - ero scioccata.
- Si – disse annuendo con il capo – sai…lui mi ha sempre parlato di te, sei stata il suo grande rimpianto, anche quando stava morendo il suo pensiero era per te, sarebbe felice di sapere che sei venuta -
- Perchè allora non mi ha mai cercata? -
- Tu per quale motivo non lo hai mai cercato? -
- Per paura – confessai io.
- E lui per lo stesso motivo…curioso il destino no? -
- Esilarante – ribattei polemica, poi ebbi uno scatto come di una lampadina che si accende e guardai verso la fontanella.
- Quindi il piccolino è….-
- Tuo fratello, si…-
- Mio fratello? – ripetei a pappagallo come se la notizia arrivasse più semplicemente al mio cervello.
- Esattamente…-
Iniziai a piangere lacrime pesanti come macigni – ma lui lo sa che io….che noi….-
- No non lo sa, ma vorrei tanto poterglielo dire, sono certa che ne sarebbe felice-
Era tutto assurdo, tutte quelle novità in un giorno solo, temevo che il cuore mi scoppiasse e, non so bene se per il dolore di non aver conosciuto mio padre, o la gioia di avere un fratellino bellissimo come Ronny. Aspettai pazientemente che la donna finisse di mettere i fiori e di dire le sue preghiere e poi la seguii a casa sua. Lei fu tanto gentile da offrirmi ospitalità e io accettai volentieri, avevo così tante cose da chiedergli che temevo non mi bastasse il tempo.
Nora era molto gentile con me, mi faceva sentire a mio agio e Ronny era il bambino più bello che io avessi mai visto. Stavo bene con loro, tanto che restai lì alcuni giorni, passai tutto il tempo con mio fratello e fu una sensazione bellissima, e poi lui era un bambino veramente intelligente e sveglio…tutto sua sorella! Scoprii che andava pazzo per il kpop, non era un genio?
- Ti piacciono gli SHINee? – chiesi io stupita, infondo aveva solo 6 anni.
- Si sono fortissimi!!! – rispose entusiasta.
- Ma lo sai che io li conosco tutti?? Sono i miei migliori amici – risposi sorridendo.
- Non ci credo!! –disse sbalordito.
- Giuro!!! – incrociai le dita sul cuore.
- Allora un giorno me li fai conoscere? – disse con gli occhi lucidi.
- Ci puoi scommettere, anzi…non solo te li faccio conoscere ma ti faccio anche cantare una canzone tutta per te -
- Siiiiii belloooo!!!!! – il piccolino mi abbracciò con uno slancio che mi colse di sorpresa, lo strinsi forte e mi sentii serena, era incredibile cosa poteva fare un bimbo così piccolo.
Una sera, dopo aver cenato, mi misi fuori sul pianerottolo con una tazza di orzo bollente tra le mani a guardare le stelle e arrivò Rory, mi si sedette vicino e iniziò a fissarmi.
- Cosa c’è? – chiesi girandomi verso di lui.
- Tu sei mia sorella? – disse innocentemente.
Lo guardai disorientata – te lo ha detto la mamma?
- No! L’ho capito da solo, mica sono scemo!!!!
- E no! non lo sei affatto…si sono tua sorella, ti dispiace?
-No….perchè sei simpatica!
- Menomale – sorrisi.
- Ma tu vieni a vivere con me? – chiese lui mentre era intento a far scorrere una macchinina sul pavimento di legno.
- No non posso, la mia casa è a Seoul – risposi amaramente.
- Ma tornerai a trovarmi vero?
- Certo che vengo a trovarti
- E te lo ricordi che devi portare anche gli SHINee con te vero?
- Ahhhhh!!! Allora è solo per questo??????? Brutto birbante – lo presi tra le braccia e iniziai a fargli il solletico mentre lui rideva di gusto-.
Mio dio…quante cose avevo perso per colpa della mia sciocca paura! Stavo facendo lo stesso errore anche con Jonghyun…basta, non potevo prolungare oltre il mio viaggio. Dovevo tornare a casa!! 

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


CAPITOLO 25

Il mio viaggio era finito, stavo tornando a casa con un bagaglio arricchito di esperienze importanti e, anche di qualche oggettino di cui mi sarei servita per facilitarmi l’arduo compito che mi aspettava: farmi perdonare da Key, Jonghyun e Heechul.
Il panorama che offriva la Corea del Sud era molto diverso da quello che lasciavo, eppure quei palazzoni e tutte quelle luci colorate infinite non avevano nulla da invidiare agli indecifrabili toni di verde dell’Irlanda.
Uscendo dall’aeroporto fui avvolta da enormi fiocchi di neve che scendevano soffici, chiudendo nel silenzio tutta la città. L’odore del ghiaccio, le strade semi bianche, le bancarelle con le ajumma che vendevano qualsiasi cosa da mangiare…finalmente ero a casa! Presi il primo taxi che trovai e mi feci portare direttamente a casa di Kibum, lui era il primo a cui dovevo le mie scuse.
Per le strade girava poca gente e i lampioni già illuminavano i marciapiedi nonostante fossero appena le 16.30, i pochi temerari che camminavano per i viali erano coperti fino ai capelli tanto era freddo ed io ero decisamente poco attrezzata per affondare quelle temperature, ma me ne fregai.
Ero arrivata, adesso mi aspettava un chiarimento importante. Bussai alla porta del mini appartamentino di Key e subito mi aprì restando per un attimo stupito di vedermi. Mi fissò storcendo la bocca e arricciando il naso (lo faceva sempre quando si trovava in imbarazzo), poi lasciando la porta aperta si allontano e andò in cucina senza rivolgermi la parola.
- Ciao! – dissi io con un filo di voce.
- Bentornata – rispose lui acido.
- Sei arrabbiato con me? – gli chiesi.
- Mi biasimi forse?
- No….non ti biasimo – ero in difficoltà cosa potevo dirgli? Mi buttai tentando di scusarmi – sai….è che – ma lui non mi ascoltò nemmeno e iniziò a parlare tutto d’un fiato.
- Hai una vaga idea di come sono stato io in questi 6 mesi? Te lo puoi lontanamente immaginare?
- Io…
- Sono stato in pensiero!!!!!! – urlò mentre armeggiava con una carota - Lo capisci???? Ho passato dei giorni tremendi…mai una telefonata, una cartolina…e poi l’incertezza….la speranza – il suo tono era sempre più agitato e il fatto che ogni tanto sventolasse quel coltello enorme non mi tranquillizzava - si può sapere per quale assurdo motivo te ne sei andata così?????
Lo guardai credendo che volesse ancora parlare lui, ma restò in silenzio aspettando la mia risposta.
- Io….non volevo farti soffrire
- Farmi soffrire??????? Quindi questo significa che non mi ami!!! Che non è me che hai scelto giusto?????
- Si è così!!
- E tu lo sapevi già 6 mesi fa???
- Si
- E credi che restare tutto questo tempo con il dubbio sia stato meno difficile????
Quella povera carota era diventata un purè, ma lui continuava ad affettarla nervosamente, agitando quel coltello come fosse stata una bandiera. Se la situazione di sé non fosse stata tanto tragica, sarebbe risultata comica agli occhi di chiunque.
- Se avessi potuto scegliere tra sapere subito o portare avanti questa agonia così a lungo, cosa credi che avrei scelto???? Se tu fossi stata sincera io a quest’ora già non soffrirei più!!!!!!
- Si lo so mi dispiace!
- Ti dispiace?????? – disse irritato mentre prendeva un’altra carota che iniziò ad affettare. Temevo si tagliasse tanto era scattoso - ti dispiace????? – ripetè – e meno male che ti dispiace, figuriamoci se non te ne fregava niente!!!!!!!!
- Lo so che ho sbagliato ma….
- Ma cosaaaa???????
- Dai stai calmo o andrà a finire che ti farai male con quel coso…
- calmooo?????? TagliaAAAAIOOOOO!!!!! MI SONO TAGLIATO!!!!!! IL SANGUEEEEEEE!!!!!!!!
- Ecco lo sapevo…fammi vedere – dissi mentre mi avvicinavo
- Noooooo non mi toccare!!!!!!! – poi guardò il dito – o mio dio svengo!!!
- Fammi vedere ti ho detto
- Mi sento male
- Ma che uomo sei? Questo non è nemmeno è un taglio!
- Ma che dici, non lo vedi che mi sto dissanguando???
- Esagerato!!!! Dai ci penso io, tu non guardare – dissi mentre gli mettevo il cerotto. Mi fece una gran tenerezza, lo accarezzai e gli diedi un bacio sulla guancia.
- Scusami…di tutte le persone che ho vicino, tu sei uno dei pochi a cui non avrei mai pensato di fare del male e invece te ne ho fatto tantissimo – continuai seriamente dispiaciuta.
Delle lacrime copiose iniziarono a rotolarmi giù per le guance e in quel momento credo che Key mi perdonò.
- Tu rimarrai sempre la mia SunHee...facciamo finta che non sia successo niente, ora mai è passato tutto – sorrise teneramente.
Mi abbracciò forte a se ma sapevo benissimo che nulla sarebbe stato come prima. Ormai avevo rovinato tutto ma sapevo anche che Key non me lo avrebbe rinfacciato mai più. E per questo a modo mio lo amavo! 

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


CAPITOLO 26

Io e Key passammo tutta la notte a chiacchierare e bevendo caffè caldo, gli raccontai ogni particolare del mio viaggio, dall’Italia all’Irlanda, senza tralasciare niente, ne i pernottamenti negli ostelli e tanto meno la morte di mio padre e la meravigliosa scoperta di avere un fratellino. Solo dopo parecchie ore che stavamo parlando tirai fuori dalla sacca una scatoletta dove c’era un regalo per lui. Kibum l’aprì e rimase sorpreso
- Te ne sei ricordata!
- Non avrei mai potuto dimenticarlo – sorrisi.
Lui tirò fuori da quella custodia un paio di occhiali da sole e, guardandoseli, si commosse. Come regalo poteva sembrare sciocco, lo so, ma per noi aveva un significato molto particolare. Key se li rigirò tra le mani e poi se li misurò.
- Che dici? – disse sorridendo
- Ti stanno divinamente…il rosa è proprio il tuo colore – dissi sincera.
- Quando da bambina mi dicesti che da grande me ne avresti fatti fare un paio solo per me non ci avevo mai creduto e invece……..
- Sapevo che saresti diventato un idol, ti avevo inquadrato sin da piccolo…mi sembrava giusto contribuire a farti diventare ancora più fashion!
- E pensare che mi prendevano tutti in giro…..
- Io invece credevo fossi pazzo – dissi continuando a ridere.
- Sarai sempre la mia SunHee….lo sai vero?
Mentre in taxi ripensavo a quelle parole, mi diedi della cretina per non aver saputo rispondere niente mi ero rimasta troppo colpita. Mi chiedevo cosa mi aspettasse da Heechul ma, prima di un chiarimento con lui, avevo bisogno di dormire.
Tornai a casa distrutta, mi accasciai sul letto cadendo in una morte apparente per un giorno e una notte e quando finalmente mi risvegliai, trovai mia madre che mi fissava, mentre era intenta a mangiare un panino. Mi guardai in torno e vidi che era tutto apparecchiato con bottigliette d’acqua, pacchi di biscotti e giornali.
- Ma che stai facendo??? – chiesi sbigottita.
- Stavo aspettando che ti svegliassi! – rispose ovvia.
- E lo fai seduta su una sedia mangiando schifezze???
- Non avevo niente di meglio da fare!!
Era ovvio che aspettava ansiosamente di sapere tutti i dettagli del mio viaggio e io glieli diedi, anche se a malincuore dato che questo avrebbe comportato sapere tutto su mio padre.
Parlando con lei venne fuori che gli SHINee erano partiti per il Giappone proprio quella mattina e, soprattutto, non sarebbero tornati prima di venti giorni. Avevo tanta voglia di piangere ma non so come riuscii a resistere. In fondo me l’ero cercata. Mi feci forza e andai a fare una doccia…mi aspettava il secondo chiarimento: Heechul.
Arrivata a casa sua non lo trovai, di chiamarlo per sapere dov’era mi pareva inopportuno e così tentai di rintracciarlo andando alla sala d’incisione e li lo trovai. Lo vidi da dietro il vetro mentre discuteva con un tizio leggendo degli spartiti. Mi notò dopo circa dieci minuti che ero lì, io gli feci un cenno con la mano per salutarlo, ma lui non contraccambiò. Tornò sugli spartiti per altri quattro o cinque minuti e poi finalmente mi degnò della sua attenzione.
- Chi non muore si rivede – esordì lui togliendomi dall’imbarazzo.
- Forse avresti preferito non rivedermi?
Alzò le mani in segno di resa – ci mancherebbe altro, ti rivedo sempre con gioia tesoro!
- Non so perchè ma nel tuo tono leggo un velo di sarcasmo
- Ti sbagli…non è un velo, ma vero e proprio sarcasmo, ti stupisce? Ti aspettavi che ti avrei accolto a braccia aperte?
- Niente di tutto ciò, anzi, forse il contrario
- Non una sberla???
- Sarebbe la seconda che mi merito – lui mi guardò in modo curioso – non me la merito?
- Si, ma io sono un gentiluomo, non ti toccherei mai…per picchiarti…però per altro si!
- Non ti arrendi mai? – sorrisi lievemente.
- No mai, dovrei?
- Si dovresti!
- Quindi hai deciso?
- Si ho deciso…..
- Non per me suppongo
- Già – lui sembrò un po’ deluso - non mi aspettavo che tu ci sperassi ancora!!!
- L’amore non è una cosa a cui si comanda di sparire
Io restai sorpresa. Sia lui che Kibum mi amavano ancora e sinceramente avevo sperato che non fosse più così.
- Si hai ragione, scusami – dissi in imbarazzo – ero convinta che dopo tutto quello che ho combinato ce l’aveste tutti con me
- Ma cara, dovresti aver capito che sono un tipo particolare, amo quando una donna tira un po’ la corda con me
- Ma io non l’ho fatto con quel intento
- Questo è il motivo per cui ho perso la testa per te, perchè sei innocentemente maliziosa!
Le cose erano rimaste esattamente come le avevo lasciate. Mi chiedevo se anche per Jonghyun fosse rimasto tutto uguale.. o forse no. Temevo un suo rifiuto, ma ero anche in grado di affrontarlo. In fondo al mio cuore sapevo che qualunque fosse stata la sua reazione nei miei confronti, non avrei ceduto più, non mi sarei arresa mai. Adesso ero lucida e convinta e soprattutto sapevo cosa volevo: volevo lui e nessun altro, anche se nel mio cuore c’era sempre un posto per Key e Heechul che avevo fatto soffrire!

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


CAPITOLO 27

La sera stessa che chiarii con Heechul decisi di tornare in America, tanto Jonghyun non sarebbe tornato prima di una ventina di giorni e io avevo trascurato cose molto importanti troppo a lungo per poter rimandare ancora. Prima di lasciare Seoul scrissi una lettera sperando che scaldasse il cuore ferito di Jong.
 
Non so come iniziare questa lettera.
Che dici, un semplice “ciao Jjong come stai” può andar bene?
Riuscire ad immaginare la tua reazione nel sapere del mio rientro mi è difficile. Se magari ti avessi davanti sarebbe tutto più semplice. Non pretendo che tu non sia furioso o che le cose non siano cambiate, in verità mi aspetto un po’ di tutto.
Da questo viaggio, che mi ha tenuta lontana per tanto tempo, ho capito cose di me che non sapevo e conosciuto persone di cui ignoravo l’esistenza.
Ho abbattuto convinzioni che credevo indistruttibili e, si,  tu avevi ragione a chiamarmi ragazzina! Ora lo so, ma altre sono vive dentro di me forti più che mai. Nulla è cambiato di quello che provavo per te, ti amo da sempre e continuerò ad amarti comunque.
Mentre leggerai questa lettera io sarò a New York, curioso no? di come i nostri tempi non coincidano mai, questo continuo rincorrerci sta diventando faticoso.
Mi chiedo se riusciremo mai a prenderci.
 
Con affetto…SunHee.
 
 
La lasciai nelle sua cassetta della posta e prima d’imbucarla, tirai un grande sospiro. Forse ero un’illusa a pensare che quelle quattro righe potessero servire a qualcosa, ma oltre l’inchiostro in quella lettera c’era la mia anima e se lui ancora mi amava l’avrebbe sentita.
Passai giorni molto indaffarati, nel mio appartamento, aspettando ansiosamente che lui tornasse e mi cercasse. Mi tenni informata sui suoi spostamenti tramite mia madre, era questione di uno o due giorni al massimo e avrei saputo se mi voleva ancora. Una volta a casa avrebbe letto quello che gli avevo lasciato scritto in quel foglio di carta. Stava diventando un’ossessione, il mio pensiero quando mi svegliavo e l’ultimo prima di addormentarmi. Per non parlare delle notti che lo sognavo! Decisi di uscire un po’ di casa per non pensare troppo e iniziai a passeggiare per le vie della Grande Mela. In giro c’era parecchia gente e nonostante fosse inverno le giornate erano gradevoli, di sicuro molto più che a Seoul. Approfittai dell’uscita per fare un po’ di spesa, l’unica scatoletta di tonno aperta che mi era rimasta in frigo avevo l’impressione che comunicasse telepaticamente con me chiedendomi di liberarla dai 6 strati di muffa che vi si erano appiccicati sopra buttandola nel bidone e, regalargli così l’attesissima fine.
Quando rientrai nel mio appartamento vidi la segreteria telefonica che segnava due messaggi. Mi frugai in tasca cercando il cellulare ma non lo trovai…lo avevo lasciato sul comodino e anche quello segnava tre chiamate perse tutte di mia madre. La chiamai in ansia, era ovvio che per cercarmi così insistentemente doveva essere successo qualcosa.
- Ciao Yejin – gli dissi tutto d’un fiato - hai novità per me?
- Si ma non te le dico se non mi chiami mamma!
- Uuuuuuuu che palle che sei!!!!!!
- Attacco!!
- No mammina mia non attaccare dimmi tutto!
- Così va meglio, lo sai che mi piace tanto quando mi chiami mammina
- Insomma???
- Ah si le novità!!!!
- Mio dio quanto sei svampita!! Vai sono tutta orecchi
- Le novità sono che gli SHINee sono tornati oggi
- Magnificoooo
- Ma riparto domani
- Come sarebbe?
- Sarebbe che ripartono domani
- Si questo l’ho capito ma perchè?
- Non saprei, la sorella di Jonghyun mi ha detto che un impegno improvviso li avrebbe portati lontano per altri giorni
Mi stava cadendo il mondo sopra le spalle, non potevo più aspettare!
- Domani a che ora? – chiesi con l’ansia addosso.
- Credo nel pomeriggio…
Chiusi la comunicazione e mi fiondai in camera da letto. Non avrei lasciato ancora che il destino ci guidasse, stavolta il destino lo avrei fatto io! Presi la borsa con i documenti, indossai un giaccone pesante e mi diressi all’aeroporto: destinazione Seoul! 

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


CAPITOLO 28

All’aeroporto acquistai un biglietto per il primo aereo per Seoul e mi sedetti impaziente ad aspettarlo. Ormai mi aggiravo da quelle parti come fosse stata casa mia, conoscevo persino i netturbini, tra un po’ mi avrebbero steso il tappeto rosso all’entrata con uno striscione tipo “grazie per aver contribuito all’istruzione dei nostri figli” dato che incrementavo vivacemente il loro lavoro.
I minuti passavano così lenti che l’ora della partenza del mio aereo sembrava non arrivare mai. Quando poi lo speaker annuncio un piccolo ritardo credetti di impazzire. Non ne potevo più! Solo quando m’imbarcai il cuore riprese il suo ritmo naturale. Mi sistemai al mio posto e allacciai la cintura nel modo più composto possibile. Mancava veramente poco, giusto il tempo di arrivare a Seoul e poi l’avrei rivisto. Mi distesi sul sedile tentando inutilmente di dormire per accorciare l’attesa, ma quando mi resi conto che non ci sarei riuscita, lo ritirai su e mi rassegnai a contare i secondi da sveglia.
Non era trascorso molto tempo e già avevo tentato già di leggere, ascoltare musica e guardare il film che stavano trasmettendo, ma il tutto con risultati pessimi. Ero perfino tentata di andare in bagno a sniffare la polvere delle pareti, quando l’aereo iniziò a ballare e sussultare. L’hostess passò a rassicurare i passeggeri, ma l’aereo continuava a strattonare sempre più forte, fino a quando una voce ci annunciò che per via di condizioni climatiche sfavorevoli, c’era in atto una tempesta piuttosto forte che ci costringeva ad atterrare.
- Come sarebbe atterrare???? – dissi alzando il tono di voce.
- La prego di stare calma signorina – mi disse un’hostess tentando di rabbonirmi – ci sarà solo qualche ritardo ma niente di più – sorrise.
- Ritardooooo????? – urlai io – e le pare poco???? Io devo essere a Seoul il prima possibile!!!!!! Di quanto sarà questo ritardo??
- Non lo sappiamo ancora, ora la prego di tranquillizzarsi – continuò con quella pacatezza snervante.
- Tranquillizzarmi un corno!!!!
La ragazza alzò le mani e se ne andò. Sapevo che lei non aveva colpa ma io ero furiosa e quando atterrammo a Taiwan la mia rabbia non si placò. Mi diressi a passi veloci e pesanti all’ufficio informazioni, passando avanti a tutti i poveretti che nelle mie stesse condizioni aspettavano ordinatamente in fila di sapere quando poter ripartire. Lì mi dissero che era impossibile proseguire il viaggio a causa di forti tempeste e che il prossimo aereo x Seoul sarebbe partito solo il giorno dopo, tempo permettendo.
Se solo avessi ascoltato le voci dentro di me, avrei scaraventato tutto quello che avevo a portata di mano, ma tentai di controllarmi e scaricai la mia rabbia urlando solo qualche parolaccia. Girai i tacchi e uscii dalla stanza nervosamente e con gli occhi cerchiati di nero, tanto ero incazzata.
Lo sapevo…qualsiasi cosa tentassi di fare, tra me e Jonghyun c’era sempre lo schifoso destino che ci metteva il dito in mezzo! Mi accasciai su una sedia di plastica afflitta e stanca, non ne potevo più e iniziavo veramente a credere che avrei rincorso Jong per sempre. Mi coprii il viso con le mani e iniziai a piangere per lo sconforto. Li vicino a me sentivo gente che urlava insulti e imprecava, ma a me di loro non importava niente, l’unica cosa di cui mi importava era che prima del giorno dopo non avrei potuto lasciare Taiwan e molto probabilmente non avrei fatto in tempo ad arrivare prima che Jonghyun partisse. Il mio pianto si trasformò in una risatina isterica, i malcapitati che mi passavano vicino mi guardavano come se avessero avuto a che fare con una squilibrata e certamente se quel cretino poco lontano da me non avesse smesso di fissarmi avrei dato a tutti un buon motivo per credermi pazza. Tentai di fare appello a tutta la mia pazienza, ma quello continuava a guardarmi con tanta di quella insistenza che non riuscii a controllare più la mia rabbia, già messa a dura prova da tutto l’accaduto, e mi alzai di scatto pronta per picchiarlo selvaggiamente. Quando me lo ritrovai di fronte, quasi mi venne un colpo dalla sorpresa.
- Era ora che ti degnassi, credevo che non ti fossi accorta di me – disse Jonghyun illuminato dal sorriso più dolce che gli avessi mai visto.
- Joooooong!!! – gli gettai la braccia al collo e tra i singhiozzi prepotenti che mi toglievano il respiro, lo strinsi più forte che potevo – che ci fai qui? – chiesi in lacrime.
- Ti stavo rincorrendo fino a New York e il destino mi ha fatto fermare qui.
Nella mia testa stavano passando tante di quelle emozioni che non riuscivo a capirle. Avrei voluto dirgli così tante cose che non sapevo da dove iniziare, ma non ne ebbi il tempo perchè le sue labbra si posarono sulle mie facendomi morire ogni parola e ogni mio pensiero svanì lontano chissà dove. 

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


CAPITOLO 29

Mi sfugge esattamente cosa sia successo….momento…tentiamo di fare mente locale perché non ci sto capendo una fava:
Ero all’aeroporto che piangevo disperata, quando arriva Jonghyun che mi dice “ ti stavo ricorrendo fino a New York” e mi bacia. Poteva essere una dichiarazione d’amore e invece subito dopo il bacio lui mi ha ignorata ed è diventato freddo…mi sta scoppiando la testa, non ci sto capendo più niente!
- Dobbiamo cercare una sistemazione per la notte – disse lui guardandomi appena negli occhi.
Lo vidi mentre mi voltava le spalle, prendendo a camminare avanti a me. M’ignorò senza nemmeno tenermi la mano! La cosa mi disturbava alquanto, la situazione era imbarazzante e di sicuro senza senso. M’interrogai su quel comportamento bizzarro e poi dato che non riuscivo a rispondermi glielo chiesi.
– Si può sapere cos’hai?
- Non ho niente – rispose evasivo.
- Non è vero che non hai niente
- Non ho niente – insistette.
- Eppure qualcosa c’è…prima mi baci e poi m’ignori, posso sapere perchè?
Lui mi guardò stizzito, fermandosi di scatto. Poi riprese a camminare come se io avessi dovuto capire tutto. Molto probabilmente ce l’aveva con me per via del viaggio e di tutto quel tempo che ero stata lontana senza nemmeno chiamarlo mai, ma se era per quello allora perchè mi aveva baciata????? E poi dicono che siamo strane noi donne.
Stavo per riprendere il discorso dopo aver riflettuto attentamente su quello che avevo da dirgli, quando ci trovammo di fronte ad un albergo di quelli lussuosi con le colonne di marmo. Lui salì i tre gradini ed entrò. Io lo seguii, sperando che come nei film ci fosse rimasta una sola camera libera e per di più matrimoniale, o meglio ancora, che Jonghyun ne chiedesse una, ma…
- Salve, vorremmo due camere per la notte.
Un macigno di 200kg cadde sopra la mia testa - magari nn ci sono – sperai.
- Nessun problema – disse l’uomo dietro il banco della hall.
Un altro macigno, pesante il doppio, finì di ammazzarmi. Ero quasi disperata, ma stavolta non glie l’avrei data vinta.
- Mi scusi….- chiesi senza vergogna– avete per caso una matrimoniale? – Jonghyun mi fulminò con gli occhi, ma io lo ignorai speranzosa.
- No mi dispiace – rispose quel tipo pugnalando le mie illusioni. Rivolsi uno sguardo di sfida a Jong che mi guardava vittorioso, ma non mi sarei lasciata scoraggiare nemmeno stavolta.
- E due stanze comunicanti??? – riprovai.
L’uomo controllò – si ci sarebbe una suite con due stanze singole e il salone comunicante.
- Bene – dissi mentre esultavo dentro di me – la prendiamo – sorrisi soddisfatta. Finalmente avevo messo a segno una piccola vittoria, ora avevo davanti tutta la notte per riprendermi Jonghyun.
La suitt era bellissima e lussuosa, niente a che vedere con gli ostelli nei quali avevo pernottato durante il mio viaggio. Il pavimento era lastricato di marmi pregiati e alle finestre c’erano pesanti tende di velluto rosso. Mi lanciai sul morbido divano piazzato al centro del salotto e mi ci stesi sopra, mentre con gli occhi non perdevo mai di vista Jonghyun che sembrava nervoso come un animale in trappola. I suoi gesti scattosi tradivano una certa irrequietezza, tanto da farmi perdere le staffe.
- Ma si può sapere che cos’hai??? – gli gridai stremata.
- Come sarebbe cos’ho?? Era necessario prendere questa camera???
- E’ tutto qui il problema??? La camera???
- No….il problema sei tu – urlò lui mentre mi si avvicinava.
- Era ora che lo ammettessi….così io sarei un problema?? – sbottai alzando le mani nervosamente.
- Un problema enorme! – scattò lui
- Ah è così?
- Si è così!!!
- Bene!!!!! - dissi mentre mi avviavo alla porta della mia camera.
- Bene!!!!! – disse anche lui avviandosi alla porta della sua stanza.
Ci guardammo entrambi in collera e poi ci rifugiammo ognuno nei nostri spazi sbattendo vigorosamente le porte.
Mi buttai sul letto nera di rabbia - ma come si permette quell’idiota???? – sussurrai tra me e me. Non mi stava bene, non ero affatto soddisfatta, avevo il bisogno di dirgli ancora delle cosette. Mi rimisi in piedi e tornai in salotto dove incontrai Jong che a quanto pare era stato colto dal mio stesso impulso.
- Sei un cretino!!!!!! – esordii.
- Ah io??? E tu allora che prendi e scappi senza dare notizie per mesi e mesi??
- Finalmente tiri fuori quello che ti rode!!!! Ma si da il caso caro mio che se tu ti fossi lasciato andare quando era il omento giusto, io non avrei sentito il bisogno di scappare da nessuna parte!!!!!
- Quindi adesso sarebbe colpa mia???
- Siiiii tutta colpa tuaaaaa
- BENE!!!!!!- disse lui tornando in camera sua e sbattendo al porta.
- BENEEE!!!!! – urlai più forte imitandolo e rischiando di buttarla giù la porta.  Mi ributtai sul letto, senza aver potuto scatenare il mio malumore. Quello era solo il primo round…quella discussione non sarebbe finita tanto presto!!!!

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


NOTE DELL'AUTORE: bene cari lettori, siamo giunti alla fine =) volevo ringraziare tutti coloro che hanno impiegato un po' di tempo prezioso nel leggere la ff, davvero grazie ^^ ringrazio chi l'ha messa tra i preferiti, seguite e ricordate...ringrazio chi ha lasciato un commento, positivo o negativo che sia...è sempre bello interagire con i propri lettori :) spero davvero che vi sia piaciuta e che vi abbia fatto divertire. grazie mille, ancora, di tutto!




CAPITOLO 30

Come prevedevo la discussione non ebbe fine con tanta facilità. Ci rincorremmo per la suite più volte urlandoci contro le peggiori delle cose e i più brutti degli insulti. Nonostante i tentativi di Jonghyun di farmi sentire in colpa, io rimasi ferma sulle mie convinzioni. Il fatto che lo amavo non avrebbe significato una sottomissione totale da parte mia, ero pienamente cosciente delle mie colpe, ma fino a quando lui non avesse ammesso le sue, io non avrei ceduto mai.
A chiunque avessi raccontato la scena avrebbe creduto che si trattasse di una comica, io e lui che per svariate volte ci incontravamo nel salotto urlando e imprecando, inveendo l’uno contro l’altra e tornado nelle camere sbattendo le porte, in modo ripetitivo per almeno sei o sette volte…se non fossi stata incazzata nera giuro che avrei riso.
A forza di buttarmi di peso sopra il letto lo avevo sfasciato tutto, le coperte si erano arruffate e il cuscino era finito a terra al quinto rientro. Non ne potevo più, quella situazione era diventata insostenibile e lo era diventata anche per Jonghyun, dato che non lo sentivo ancora aggirarsi per il salone. Probabilmente aveva ceduto, ma la cosa non mi confortava. Non sopportavo quella tensione tra di noi, dovevo assolutamente trovare il modo di comunicare con lui senza sbranarci come lupi selvaggi. Mi alzai di nuovo dal letto e uscii lentamente dalla camera, tesi l’orecchio per sentire cosa stesse facendo, ma non avvertii alcun rumore. Mi avvicinai alla sua stanza ma ancora niente. Ero indecisa se entrare o no, quando sentii il rumore dell’acqua aperta in bagno….stava facendo la doccia. Mi rigirai, poco convinta, per tornarmene nella mia stanza, ma poi decisi che quella situazione doveva finire subito.
Mi tolsi le scarpe avviandomi sicura da Jonghyun, sfilai la maglia, sbottonai i jeans lasciando cadere tutto a terra dietro di me, tolsi il reggiseno ed entrai in bagno. Restai per un attimo immobile osservando la sagoma del suo corpo da dietro la cabina di cristallo, e poi, sfilando l’ultimo indumento che indossavo, andai diretta da lui. Entrai nella doccia e senza dargli il tempo di dire una sola parola, lo schiaccia contro la parete di piastrelle in ceramica blu e gli tappai la bocca con un bacio. La sua esitazione non durò più di due secondi, sentii le braccia che mi circondarono in una morsa prepotente e mi ricambiò con passione mentre l’acqua calda scivolava lungo i nostri corpi nudi. Le sue mani esplorarono ogni centimetro di me con tutta la voglia che solo una persona innamorata avrebbe potuto fare. Mentre assaporavo le sue labbra, mi dissi che sapevano di miele, proprio come avevo sempre immaginato. Lo guardai mentre l’acqua gli schiacciava i cappelli neri sul viso perfetto. Lo volevo come mai nella vita lo avevo voluto e nei suoi occhi leggevo lo stesso desiderio. Mi prese per mano e mi portò fuori dalla doccia, afferrando un asciugamano che ci avvolse entrambi e continuò a baciarmi togliendomi con la lingua le gocce d’acqua che mi scendevano dal collo. L’asciugamano scivolò a terra lasciandoci di nuovo nudi. Jong mi osservò e poi mi sollevò da terra portandomi in camera, mi adagiò sul letto e mi avvolse con il suo corpo solleticando la mia voglia con dei baci all’inguine. Gli passai le mani tra i capelli bagnati, stringendoli quando il piacere si fece più forte. Ero pronta per accoglierlo. Lui si portò con la bocca sulla mia e nel darmi quel bacio fuse il suo corpo con il mio facendo sì che diventassimo una sola, unica e meravigliosa cosa. La nostra passione, tenuta intrappolata per così tanto tempo, sembrava non volersi placare mai. Strinsi con forza le gambe intorno a lui per non lasciarlo andare e chiusi gli occhi quando i sensi furono portati all’apice dal suo movimento sapiente.
- Ti amo – gli sussurrai tra gli ansimi e lui mi baciò ancora.
- Ti amo anche io, ti amo da morire, ti amo da sempre – disse stringendomi forte a se, baciandomi di nuovo fino a quasi consumarmi le labbra.
Quando il desiderio si placò, le lenzuola di lino coprirono le nostre nudità offuscate dalla penombra della sera, mentre lui di fianco a me mi accarezzava i capelli ancora umidi. Gli sfiorai il collo con la bacca , poi alzai la testa e lo guardai appagata con gli occhi che trasparivano amore. Lui contraccambiò quello sguardo e, sollevandomi il capo con le mani, appoggiò le sue labbra calde sulle mie e si dilettò nel più dolce dei baci.
- Ora lo sai – mi disse sussurrando dopo avermi assaggiata.
- So cosa? – chiesi corrugando leggermente la fronte.
- Che eravamo destinati a prenderci – sorrise sincero.
Da quel giorno sono oramai passati dei mesi e il nostro rapporto va bene, ogni tanto litighiamo, ma sapeste com’è bello fare la pace! Mentre sono davanti la tomba di mio padre insieme a Jonghyun, penso che lui avrebbe voluto conoscerlo, e magari gli avrebbe fatto una di quelle ramanzine che i padri fanno ai ragazzi che girano intorno alle proprie figlie, del tipo “ bada a non far soffrire la mia SunHee o ti vengo a cercare per suonartele”. Il pensiero mi commosse e Jonghyun se ne accorse.  Mi accarezzò e mi strinse forte. Averlo vicino mi faceva sentire in pace con il mondo, chissà se anche per lui era lo stesso…
Tornando a casa di Nora ci venne incontro il piccolo Ronny, accompagnato da tutti gli SHINee. Mi abbracciò e poi prese per mano Jonghyun e me.
- Stavo pensando………….- guardò i ragazzi con lo sguardo furbetto – vi andrebbe di diventare i miei zii?
I cinque ragazzi guardarono il piccolo e poi me, prima perplessi e poi divertiti.
A quanto pare era un vizio di famiglia!



FINE


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