Dead as Yesterday

di Johnee
(/viewuser.php?uid=113132)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Won't Find It Here ***
Capitolo 2: *** Disenchanted Lullabye ***
Capitolo 3: *** Deserve ***
Capitolo 4: *** Main Battery ***
Capitolo 5: *** We Face our Enemy Together ***
Capitolo 6: *** Cherry ***
Capitolo 7: *** Nerves ***
Capitolo 8: *** Scars ***
Capitolo 9: *** 8.2 ***
Capitolo 10: *** La Tortue ***
Capitolo 11: *** La Tortue: Something Behind ***
Capitolo 12: *** La Tortue: No Light ***
Capitolo 13: *** Desert Snow ***
Capitolo 14: *** Brothers in Arms ***
Capitolo 15: *** Walking the Demon ***
Capitolo 16: *** Happy When it Rains ***
Capitolo 17: *** Rumor Has It ***
Capitolo 18: *** Blackwatch ***
Capitolo 19: *** As All We Say ***
Capitolo 20: *** When Johnny Comes Marching Home ***



Capitolo 1
*** Won't Find It Here ***


1. Won't find it here
 

Era bello riavere Liara a bordo dopo così tanto tempo!
La crew della Normandy poteva finalmente vantare un membro del calibro della dottoressa T'Soni, ma doveva anche fare i conti con un'Ashley ferita e in fin di vita. Questa situazione aveva mandato Shepard su tutte le furie e accresciuto il suo sentimento di vendetta nei confronti di Cerberus.

James, la testa fra le mani, sedeva al fianco del lettino dove giaceva Ashley, il piede che batteva ritmicamente a terra e il respiro affannoso.
Liara gli si avvicinò e si chinò su di lui, posandogli quindi una mano sulla spalla -Non appena faremo scalo sulla Cittadella, Ash sarà sottoposta alle cure migliori, te lo garantisco.-
James rizzò la schiena, nell’atto di sgranchirsi le articolazioni –Shepard cosa ne pensa? Voglio dire, è speranzosa o scettica?- lanciò un'occhiata alla dottoressa Asari che, nel frattempo, aveva assunto un'espressione corrucciata.
-Beh, James...- sbuffò lei, distanziandosi quel tanto per recuperare una sedia -Penso proprio che si senta in colpa per non essere intervenuta in tempo...- si sedette accanto a lui, poggiando i gomiti sulle ginocchia e sporgendosi in avanti con la testa -La conosci, no?- aggiunse, in un fil di voce.
Vega bofonchiò una frase incomprensibile, poi si sfregò le mani e ne congiunse le dita, lo sguardo fisso in un punto imprecisato del muro in lamiera davanti a sé.
-Non ce l'ha con te, ma solo con sé stessa...- lo tranquillizzò Liara, sfiorandogli il braccio.
Davanti a loro, Ashley restava incosciente, probabilmente in stato comatoso, data la ferita al capo che aveva riportato durante lo scontro con la dottoressa Eva, su Marte. Liara sapeva come agire nel caso di ferite visibili e semplici ematomi, quindi era riuscita a provvedere ad un fortuito primo soccorso… purtroppo, lo status attuale di Ash esulava dalle sue competenze, c’era effettivamente bisogno di un trattamento approfondito che l’Asari non poteva assolutamente fornirle. Shepard non era stata in grado di capire, se non con un sollecito, che la Normandy avrebbe dovuto uscire immediatamente dal Sistema per raggiungere una struttura ospedaliera attrezzata per casi affini alla problematica di Ashley; era ovvio che nessuno, a parte Liara, era riuscito a capire cosa c’era sotto a quell’atteggiamento insicuro, ma nemmeno lei sapeva cosa dire al Comandante.
Anzi, una cosa da dire ce l'aveva, ma si trattava di una domanda intima e personale che negli ultimi sei mesi si era proposta e riproposta di chiederle... e riguardava certe voci che giravano su Shepard e su Vakarian...
Di certo, quello non era il momento più adatto per parlare di faccende triviali, quindi l’Asari lasciò perdere ogni sorta di richiesta, preferendo assicurarsi sulle condizioni di Ash, prima di muovere qualsivoglia passo.
Liara scosse la testa, risvegliandosi da quei ragionamenti dolorosi. Rispose velocemente a una domanda di James, riprendendo la sua solita maschera rassicurante, ottima per trasmettere fiducia alle persone che la circondavano.
Con la coda dell’occhio, intravide Shepard passare davanti al vetro monodirezionale dell’infermeria, probabilmente diretta all’unico ascensore che collegava i quattro ponti principali della Normandy SR-2. Era arrivato il momento delle parole, Liara non doveva fare altro che mettere in pratica i pesanti ragionamenti che aveva precedentemente formulato, per condividere il peso che le spalle di Shepard stavano sostenendo in quei momenti difficili.
Si congedò a James stringendogli brevemente la mano sulla spalla, poi, a passo svelto, uscì dalla stanza, per bloccare le porte dell’ascensore e affiancare il Comandante.
-Lenore- mormorò, in segno di saluto.
Shepard esibì un sorriso tirato, spostandosi di lato per permettere all’amica di entrare nel vano, abbastanza spazioso per entrambe –Salve, Liara. Come sta il Tenente Williams?-
L’Asari scorse un dito sul display, premendo quindi il numero relativo al piano segnalato dal Comandante.
-Ho fatto il possibile per stabilizzarla, ma ha bisogno di adeguate cure mediche che io non posso darle- disse, con fare preoccupato. Shepard si passò una mano sulle labbra, asciugandosi gli ultimi rimasugli di sudore e rossetto –Hai sentito Joker…- replicò, con voce ferma –Ancora due ore e saremo fuori dal Sistema Sol.-
Liara deglutì, avvicinandosi quel tanto per posarle una mano sul braccio –Secondo te… il Crucibolo…-
-Li distruggeremo, Liara- decretò la donna, per poi sospirare, colta da un’improvvisa stanchezza –E quest’arma potrebbe essere l’unica soluzione possibile per farlo-
Nonostante quell’affermazione decisa, le due si scambiarono uno sguardo dubbioso, proprio mentre le porte dell’ascensore si aprivano sulla Sala Tattica con un leggero cigolio.
-Se riusciremo a costruirla...- aggiunse Liara a mezza voce -Hackett sembra sicuro del suo funzionamento...-
-Hackett sa il fatto suo- fece Shepard precedendo l’amica verso la mappa galattica. Salì i tre scalini con un piccolo scatto e si sporse, afferrando saldamente la ringhiera -E io mi fido ciecamente del suo giudizio...- aggiunse.
Lenore Shepard rimase in quella posizione, lo sguardo determinato che le illuminava il viso del suo classico carisma e gli occhi fissi in un punto imprecisato della galassia olografica proiettata sotto di lei.
L’Asari rimase invece ai piedi della scaletta, le braccia lungo i fianchi e l'aria preoccupata -E tu...? Tu cosa pensi?- chiese, in un sussurro.
-Penso che dovrei tornare sulla Terra a combattere- ammise Shepard a denti stretti, inarcando lievemente un sopracciglio.
L'equipaggio si affaccendava attorno a loro, come se non esistessero, riempiendo i silenzi con un mormorio di dati ed informazioni.
-Qui sono inutile- tornò a dire il Comandante, senza curarsi dei satelliti umani che le gravitavano attorno -Non sono una ricercatrice...-
Liara sorrise mentalmente all'idea di una Shepard intenta a provare reazioni chimiche e con il camice da laboratorio -No, non lo sei- le rispose, lievemente divertita -Ma dobbiamo comunque parlare con il Consiglio, esporre la nostra idea, cercare collaborazioni... Non dovremmo almeno provarci?-
Shepard si voltò verso di lei, l'aria di chi non dorme da giorni -E tu pensi davvero che ci ascolteranno, questa volta?-
Liara fece spallucce, rivolgendole un sorriso –Tentar non nuoce-
Shepard si batté la mano sulla fronte, trascinandola sul volto con pesantezza.
-Assicurati di portare delle prove affidabili...- gracchiò, stancamente -io andrò a cambiarmi...-
-Ah, Lenore...!- Liara le si parò davanti, davvero imbarazzata -Più avanti vorrei chiederti un paio di cose...- le rivolse un sorriso impacciato -Non è urgente quanto i progetti del Crucibolo ma... vorrei parlarne con te non appena avrai un momento di respiro...-
Shepard la squadrò, dubbiosa -Mi tieni nascosto qualcosa, dottoressa T'Soni?-
-Nulla che riguardi i Razziatori...- ammise l’altra, passandosi una mano sul collo, visibilmente agitata -Può attendere, per ora...-
Shepard deglutì, distogliendo lo sguardo. Liara osservò quel piccolo cambio di atteggiamento e intuì che quello che andava profilandosi era un discorso che Shepard avrebbe volentieri evitato.
No, non gliel'avrebbe permesso.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Disenchanted Lullabye ***


2. Disenchanted Lullabye

 

 
Shepard si svegliò di soprassalto.
Quel sogno tremendo si era ripresentato ancora e, con lui, un odioso senso di spossatezza...
Si voltò verso la sveglia olografica sul comodino, controllò l'ora e trasse un respiro nervoso: aveva dormito troppo.
Dopo essersi alzata, si diresse lentamente verso il bagno per lavarsi il viso, sgranchendosi il collo, reso dolorante dalla posizione che Shepard aveva assunto involontariamente durante il sonno.
Si osservò a lungo nel riflesso increspato dell'acqua del lavandino, con aria assorta. I capelli erano notevolmente cresciuti, notò, come se fosse la prima volta che si specchiasse, ma le occhiaie erano quasi scomparse.
Riprese l'elastico che portava al polso, raggruppando le varie ciocche per rimettere i capelli in ordine in una composta coda di cavallo. Mentre svolgeva quell’operazione, si ritrovò a sbuffare, impaziente. Odiava perdere troppo tempo a prendersi cura del suo aspetto… per quel motivo, in passato amava rasarsi i capelli, come i suoi commilitoni maschi. Il bello è che quel non-taglio le stava addirittura bene!
“Niente capelli, niente trucco”, ecco una delle regole auree della vecchia Shepard...
Alla fine, rasarsi la testa era diventata una consuetudine, un rito che il Comandante aveva protratto dall'addestramento fino alla missione nella Base dei Collettori.
Ora come ora, quella specie di cerimonia le sembrava solo una stupidaggine legata alla superstizione -od un ulteriore spreco di tempo, insomma...
Sospirò sommessamente, mentre alzava lo sguardo verso lo specchio per controllare lo stato delle cicatrici, vecchie e nuove. Ripensando alla giornata appena trascorsa, si ritrovò ad alzare gli occhi al cielo.
Come per rimarcare un dato già noto, il Consiglio non aveva prestato molta attenzione ai progetti sull’arma denominata Crucibolo.
Sebbene Shepard e la dottoressa T’Soni avessero elencato delle valide ragioni per sostenere l’importanza del progetto, richiedendo il supporto dei Consiglieri, non erano minimamente riuscite a smuovere le acque, tornando al consueto dibattito su quanto fosse inappropriato l’intervento di Shepard su questioni che non avrebbero dovuto riguardarla. Persino il Consigliere Udina si era schierato al fianco delle due, ma le sue dote diplomatiche non erano valse lo sforzo.
Dannato Udina, sempre che ce ne avesse messo, di sforzo. Questo era il pensiero di Shepard, lanciandosi uno sguardo scettico.
-La vostra priorità è Palaven- ripeté, davanti alla sua immagine riflessa, scimmiottando il Consigliere Turian. Anche parlare le risultò uno sforzo enorme, perché le dolevano i punti che la dottoressa Chakwas le aveva applicato sulla guancia dopo una missione di recupero su Sanctum.
-Idiota- bofonchiò, facendo un passo indietro, le dita a tastarsi la ferita per placare un minimo il dolore. Naturalmente, si riferiva alla conversazione svoltasi parecchie ore prima presso l’ufficio di Udina, dove il Comandante era stato confermato per il ruolo di Spettro e invitato, dal Consigliere Turian, a prendere in considerazione una sorta di malsano “Do ut Des”.
Con una voce flessuosa, che lei continuava a reputare melliflua, Quentius le aveva proposto un compromesso decisamente fuori luogo: “Il Primarca Fedorian è… diciamo aperto a soluzioni estreme” aveva detto, sostenendo che trarre quel Turian in salvo dal satellite principale di Palaven sarebbe stato l’unico modo per ottenere il supporto bellico della sua specie. Naturalmente, la situazione nel suo complesso aveva costretto Shepard ad accettare, ma se non fosse stato che la Terra era sconquassata dall’operazione di sterminio dei Razziatori, quei maledetti uccellacci avrebbero potuto crepare in massa con lei ad osservarli alla giusta distanza dal vetro di un oblò.
C’era un ma. Ogni volta, per Lenore, c’era sempre uno stramaledetto “ma”, e quello, in particolare, era dato dal suo affetto nei confronti di un maldestro e irrispettoso individuo di quell’inutile specie.


L'ultimo messaggio di Garrus risaliva al mese scorso. Era tornato su Palaven e l'avvertiva di stare bene, nonostante si fosse disabituato al clima torrido della sua terra natia...
-Maledetto turian delle baracche...- borbottò Shepard, indietreggiando verso la porta -Perché deve farmi preoccupare a questo modo?- aggiunse, sentendosi un’idiota a volersi accanire a vecchi rancori specisti.
Lo sguardo impensierito del Comandante si spostò dallo specchio alla grande vetrina dell'acquario vuota e ripulita da ogni genere di mucillaggine. Poggiò la testa sullo stipite della porta del bagno e si perse nei ricordi.
E ricordò di Illium.


Aveva appena incontrato Liara. Parlando con lei di affari e di altri argomenti davvero pesanti. Durante quel dialogo, chiuso tra le pareti metalliche di un ufficio lussuoso, l'Asari le aveva lanciato dei segnali alquanto confusi, mettendola nell’ordine delle idee di rivalutare qualcosa che aveva sempre dato per scontato.
Al suo arrivo, affiancata dai soliti compagni di sempre, Garrus e Tali, Liara l'aveva accolta con un bacio impaziente e poi... poi erano finite a parlare di lavoro, evitando accuratamente l'argomento “relazione”.
Dopo quell’exploit di incerto rapportarsi, il Comandante era uscito dall'ufficio dell'Asari con un leggero moto di rabbia e la testa dolorante. Si chiedeva perché Liara si stesse comportando in quel modo così insicuro, nonostante il suo atteggiamento nei confronti della realtà fosse drasticamente cambiato, ma non trovò nessuna risposta accettabile per essere anche solo presa in considerazione.

Una volta tornata sulla Normandy, Shepard si era recata immediatamente nella sua cabina, stanca e stizzita. Perché Liara non si era unita a loro? I suoi poteri biotici sarebbero stati molto utili nella lotta contro i Collettori... e riaverla a bordo sarebbe stato un dono gradito a Shepard.
-Abbiamo avuto a che fare anche noi con l'Ombra, se ben ricordi...-
Non potendosi allontanare dalla Batteria Primaria, Garrus l'aveva prontamente contattata all'interfono, avendo annusato che c’era qualcosa che non quadrava. Nonostante Shepard gli avesse inveito contro in più modi, o l’avesse minacciato ripetutamente di chiudere la comunicazione, Garrus era rimasto fedelmente in linea e l'aveva costretta a sputare il rospo; quando il Comandante, sfiancato, gli aveva raccontato per filo e per segno quale fosse il problema, il Turian aveva tratto un sospiro stanco.
-Non penso che si sia dimenticata della vostra relazione, Shepard... sei perfettamente consapevole che l'Ombra ha occhi e orecchie ovunque. Liara non può permettersi di compiere sciocchezze che potrebbero smascherare la sua copertura...-

-L'avevo capito!- aveva replicato Shepard, battendo un pugno sulla parete più per frustrazione che per rimarcare il concetto -Non sono idiota, Vakarian, anzi, ho trovato degli appunti sull'Ombra, grazie a Miranda. Intendo aiutare Liara a stanare quel tizio, così da prendere due piccioni con una fava. Liara avrà la sua dannata Ombra e io avrò il mio dannato aiuto contro i Collettori!-
Dall'interfono, Garrus aveva sospirato profondamente –La solita donna fredda e calcolatrice. Sono con te, Shepard... manterrò il massimo riserbo sulla questione-
Shepard roteò gli occhi, per poi aprire le braccia con decisione, come se gli stesse parlando di persona, anziché attraverso un banale comunicatore
-Andrò da sola, Garrus...-

Il Turian la ignorò completamente -Pensi che mi potrebbero essere utili delle munizioni perforanti?-
-Garrus, è una cosa che devo fare da sola- scosse la testa, per operare una doverosa aggiunta -Con Liara...-
-Siamo ancora nell'orbita di Illium... dirò a Jeff di farci preparare una navetta...- Garrus ridacchiava, con voce metallica, mentre Shepard, ormai rassegnata, si sedeva pesantemente sul letto -Vado a prepararmi.- riprese il Turian -Flotta e Flottiglia potrà aspettare ancora qualche giorno...-
-Flotta e Flottiglia? Ma non stavi lavorando all'installazione del Thanix?!- Shepard ridacchiò, i muscoli che iniziavano a distendersi... poi, la sua espressione si addolcì -Grazie, Vakarian... non farne parola con nessuno, intesi?-
Garrus rise -Non ringraziarmi, è nel mio interesse che il mio Comandante abbia le spalle ben coperte. Un colabrodo al comando non è affatto utile contro i Collettori...-


Shepard, il sorriso triste tra le labbra, si mosse dalla porta del bagno alla vetrina dell'acquario. Poggiò le mani sul vetro, sospirando. Sembravano passati secoli, anzi minuti, a dire il vero...
Vide sé stessa riflessa in quel vetro. Una donna forte, con le sue certezze e dotata di un fascino magnetico che non dipendeva assolutamente dalla suo aspetto. Aveva preso decisioni impossibili e sacrificato sé stessa per combattere contro l'ignoranza di chi la circondava, e ora che la clessidra era stata rivoltata e il tempo a disposizione della Galassia stava scadendo, Shepard era diventata la leva che avrebbe scalzato i problemi diplomatici e tattici dell'intero universo conosciuto.
Il Comandante serrò d'istinto gli occhi, colta da uno strano senso di oppressione. Perché lei? Perché Hackett si fidava così ciecamente del suo giudizio? Poggiò la fronte sul vetro e si sforzò di pensare momentaneamente ad altro.
 
La missione sulla nave dell'Ombra era stata complessa e dispendiosa... ne erano usciti tutti e tre feriti nel corpo e nello spirito; Garrus era rimasto incosciente durante tutta la battaglia finale, Liara aveva assunto lei stessa il ruolo oneroso dell'Ombra e Shepard era stata nuovamente “rifiutata”...
E Shepard odiava essere rifiutata!
Il viaggio di ritorno, a bordo della navetta di Cerberus, si svolse nel più totale silenzio: il Comandante era visibilmente distrutto e Garrus carezzava pesantemente la custodia del Mantis, ferito nell'orgoglio per via della figuraccia cosmica che aveva appena fatto -Svenire? Io?! Dannazione, Shepard, sto davvero invecchiando...-.
In quella nave, Shepard aveva scoperto qualsiasi tipo di informazione relativa al suo equipaggio: Dalle numerose apparizioni televisive di Mordin ai problemi ben più gravi relativi a Miranda e Thane... problemi che, però, in relazione al suo, sembravano delle semplici quisquilie.
-Cos'è successo mentre cercavo di riprendermi, Lenore?- le aveva chiesto un Garrus davvero impacciato, una volta scesi dalla navetta -Vi siete chiarite?-
Sentendo il suo nome proprio, il Comandante si era come risvegliato da una profonda riflessione. Aveva lanciato un'occhiata torva al Turian, poi aveva distolto lo sguardo, stranita
-Sì...- rispose, dubbiosa, mentre lo sportellone della nave si spalancava, dopo la depressurizzazione -Ma la situazione è rimasta tale e quale...-

Il Turian scrollò le spalle -Spiriti, siete rimaste in amicizia?-
-A quanto pare...- replicò lei, rassegnata.
Garrus sospirò -Shepard, mi dispiace- le si parò davanti, appoggiando il casco su un ripiano là vicino.
-Garrus, davvero, non è niente...- sbottò Shepard, esausta e poco propensa ad affrontare un simile discorso -Due anni sono tanti... troppi da sopportare per chi ama... siete andati tutti avanti, io sono rimasta solo un ricordo... e così sarebbe dovuta andare-
Il Turian chinò la testa, in dubbio se cercare il contatto fisico per portarle un minimo di conforto -Stai di nuovo salvando la Galassia, Shepard... e chiunque dovrebbe essertene debitore, persino Liara! Non è giusto lasciarti da sola contro un nemico impossibile da distruggere! Dovrebbe essere qui, al tuo fianco, nel tuo equipaggio!-
Shepard si ritrovò a sorridere mestamente, piacevolmente sorpresa da quell'attaccamento. Ancora una volta, l’unica persona in grado di capire l’entità dei suoi sforzi era lì, al suo fianco. Gli strinse debolmente un braccio, sollevando lo sguardo sul suo viso -Non tutti ragionano come te, Vakarian...- sussurrò, scuotendo appena la testa.
-Dovrebbero farlo- ammise fermamente l'altro -Cos'ha fatto l'Alleanza nei sistemi Terminus per bloccare i Collettori? Cosa fa il Consiglio mentre tu ripulisci la Galassia dalla feccia? Persino Cerberus preferisce inviare te piuttosto che occuparsi della minaccia tramite le sue truppe!-
Shepard sorrise apertamente, sinceramente colpita -Ecco una cosa che mi sarebbe piaciuto sentire da lei...-
Garrus rise, osservando la mano della donna percorrergli il braccio per raggiungere il suo spallaccio e stringerlo -Temo che non sia un discorso che affronterebbe in questi termini. Io non sono un'Asari pettoruta, Shepard, sono un rinnegato... ragiono con il fucile e lascio la diplomazia ai politicanti...- si voltò per entrare nell'hangar, dandole le spalle ed eludere quel contatto che l’equipaggio avrebbe potuto benissimo fraintendere. Entrambi si diressero verso l'ascensore, le armi che pesavano come macigni sulla schiena -Dovremmo provare a sfogare tutta questa rabbia repressa in qualche modo...- fece Shepard, tutto d'un fiato -Qualche tempo fa, mi parlavi di come si preparano i Turian alle battaglie...- ridacchiò -La storia dell'allungo era carina...- aggiunse lanciandogli uno sguardo di sfida.
Garrus diede un colpo di tosse, fingendo di non capire -Shepard, non siamo su una nave Turian... qui l'equipaggio è fatto principalmente da ingegneri e da biotici... penso che gli unici con cui potremmo confrontarci in una sana rissa sarebbero Grunt e Thane...- rabbrividì, fermandosi giusto davanti all'ascensore –Scusa se ci tengo, alle mie creste- ammise, facendola ridere.
Notando il clima di tensione attenuarsi, Garrus si voltò verso di lei, rilasciando le mandibole verso l’esterno -La prossima volta che attraccheremo a Omega, ti porterò a sparare ai piccioni, un ottimo modo per scaricare lo stress...-

-Queste sì che sono soddisfazioni!- esclamò Shepard, con un accento di sarcasmo -Mettiti pure un lampeggiante sulla testa e una maglietta con scritto “Sono Archangel! Sono ancora vivo, sparate qui”- proseguì, entrando nell'ascensore, ridacchiando divertita -Chissà se la Chakwas ha ancora quel brandy...-
Garrus rise a sua volta, seguendola all'interno -Non ti ho mai sentita ridere così tanto... la Chakwas ha compiuto un vero e proprio miracolo!-
Una Shepard sorridente, premette il pulsante relativo al piano di Garrus. Deglutì, mentre gli ingranaggi trascinavano le corde d'acciaio della cabina con un rumore sordo e a strattoni intervallati -Non mi piace abbandonarmi ai sentimentalismi, Vakarian, ma non so davvero come avrei fatto senza di te, questa volta...- mormorò, finalmente certa che l’avrebbe sentita solo lui.
-Solo questa volta?- il Turian inclinò la testa e le lanciò uno sguardo eloquente -Così mi offendi…-
-Feros, Noveria, Ilios, Horizon, la nave dei Collettori...- Shepard contò fino al cinque con la punta delle dita -Ogni volta che ho una missione della massima importanza tu sei al mio fianco... perché?- lo guardò dritto negli occhi, l'espressione triste.
Garrus ridacchiò -Perché sono un ottimo incursore?-
Shepard lo zittì con un'occhiataccia -Ti sto sottoponendo ad uno stress assurdo, ecco cosa...-
Il Turian fece spallucce -Sempre meglio che essere invasi dalle scartoffie- replicò, semplicemente -Quando ero all'SSC ero impaziente di entrare in azione, quando ero su Omega dovevo preoccuparmi di gestire una squadra e, al contempo, di restare in vita... non ho mai concluso niente e tutte le battaglie che ho cercato di intraprendere sono andate regolarmente a puttane! Tu, ogni volta che ti ripresenti, mi dai la giusta via di mezzo tra l'utile e il necessario e ogni dannata volta completiamo una missione con successo. No, non mi lamenterò mai dell'occasione che tu mi stai regalando... posso solo ringraziare gli Spiriti per essere uno di quei fortunati che possono dire di essere stati al tuo fianco per salvare la Galassia-
Shepard sorrise, compiaciuta, e gli diede un pugno leggero sul braccio -Non tirare in ballo gli Spiriti, Garrus...-
Le porte dell'ascensore si aprirono con un sonoro “clang” e Garrus le attraversò, girandosi verso il Comandante, l'aria afflitta -Mi dispiace per com'è andata a finire, Shepard...-
-Non è colpa di nessuno, rilassati- replicò lei, il sorriso sulle labbra -Devo solo dimenticare tutto e concentrarmi sulla prossima missione...- cliccò il pulsante corrispondente alla sua cabina e fece il saluto militare.
Garrus scosse la testa, sconsolato, mentre le porte dell'ascensore si richiudevano, togliendo loro ogni possibilità di dialogo.


Shepard aprì leggermente gli occhi e si vide sorridere, mestamente.
Gli aveva mentito e si era comportata ingiustamente con la sua vecchia amica. In realtà, Liara aveva i suoi buoni motivi per restare sulla nave dell'Ombra... ma, lo smacco di essere stata rifiutata ancora una volta, aveva indotto Shepard a provare un profondo odio nei confronti dell'Asari.
Garrus le mancava... ma era una cosa troppo difficile da ammettere. D'altronde, per un essere orgoglioso e caparbio come il Comandante Shepard, dichiarare anche solo a sé stesso una “debolezza” tale, la rendeva vulnerabile persino al suo stesso giudizio...
Carezzò istintivamente il corrimano sotto di lei, assorta. Vide il riflesso del modellino della Normandy SR-2 nella teca alle sue spalle e trasse un sospiro che odorava di nostalgia. Si sciolse, infine, in una risata... con lui era nato tutto così spontaneamente...


IDA aveva appena comunicato alla squadra di essere pronta a far rotta per il portale di Omega 4. Joker era mentalmente distrutto, ma determinato a svolgere il suo dovere di pilota fino in fondo e Shepard, colta da un profondo malessere interiore, si era ritirata nella sua cabina per preparare l'occorrente all'assalto finale. Fece manutenzione alle armi e sistemò le giunture dell'armatura in maniera accurata...
Sbuffò sonoramente, poiché il Vindicator era ancora inceppato dalla botta che aveva preso qualche ora prima.

Quando Joker l'aveva contattata per dirle che l'equipaggio era stato catturato e il restante dei suoi uomini galleggiava senza vita nello spazio, lei e la sua squadra stavano cercando di sventare un attacco dei mercenari Eclipse ad un deposito. Shepard aveva urlato un “cosa?!” e aveva così svelato il suo riparo ad un ricognitore, che si era subito gettato in mischia contro di lei nel tentativo di ucciderla. Il calcio del Vindicator era risultato un ottimo oggetto contundente: Gli scudi del nemico si erano abbassati immediatamente e Shepard l'aveva finito a suon di rabbiosi cazzotti.
Una volta tornati sulla Normandy, il Comandante aveva aggredito verbalmente Joker, dandogli dell'incapace e mettendo IDA nella “strana” condizione di difendere il suo operato. Dopo quella sfuriata, una serie di piegamenti a terra e un faccia-a-faccia con una bottiglia di scotch, Shepard aveva iniziato a maturare un discreto senso di colpa... non era certo a causa di Joker se l'equipaggio era stato rapito, anzi, lui aveva dato il massimo per mettere in salvo la Normandy, un gesto ben più utile rispetto a quello di stecchire i Collettori a suon di battute pessime...
Non era colpa di nessuno, in fondo... bastavano già le insinuazioni di Miranda a rendere difficile la posizione di Jeff. Come suo diretto superiore e Comandante, Shepard avrebbe dovuto difenderlo...
Il Comandante si sedette sul letto, la testa fra le mani. Una volta usciti da quel delirio, avrebbe preso il suo dannato pilota per la collottola e l'avrebbe portato da qualche parte a bere con lei per scusarsi... quell'uomo si sentiva già fin troppo in colpa per aver causato la sua morte, un nuovo fardello di simile entità non era assolutamente necessario.
Si sgranchì il collo, roteando lentamente la testa e si alzò giusto in tempo per vedere la porta aprirsi.
-Shepard, è un brutto momento?- Garrus era già pronto, impettito come al solito nella sua solita armatura.
Lei scosse la testa, volgendosi totalmente di fronte a lui -Mi stavo preparando... c'è qualcosa che non va nella Batteria Primaria?-
-No, è tutto pronto. Volevo solo assicurarmi che tu stessi bene- si avvicinò, risultando impacciato persino nella camminata, solitamente sicura -Hai avuto una reazione forte, poco fa'...- ammise.
-Chambers, Chakwas, Donnelly, Daniels e il resto dell'equipaggio sono prigionieri dei Collettori, Garrus...- Shepard lo guardò fisso negli occhi -Mi spieghi come avrei dovuto reagire?-
-Hai colpevolizzato ingiustamente Joker, Len...- disse lui, fronteggiandola.
-E che altro potevo fare? È la seconda volta che combina una cazzata del genere per salvare la dannata nave!- sbraitò lei, facendogli sgranare gli occhi dalla sorpresa.
Rimasero a fissarsi in silenzio per qualche minuto, finché l'espressione di Shepard non si distese -No, non è stata colpa sua... lo so bene. Lui ha dato il massimo, come al solito...-
Garrus sospirò, posandole una mano sul braccio, in un tentativo maldestro di consolarla -Non è nemmeno colpa tua, Shepard...-
Il Comandante si passò una mano sul viso -Non vedo l'ora di stanare personalmente quei maledetti e di infilargli lo scontrino delle loro malefatte dritto in gola!- lo disse tutto d'un fiato, impaziente.
Garrus scosse la testa -Mettiti in fila, allora...- le si avvicinò maggiormente, inclinando la testa verso di lei.
Shepard strinse la mascella e serrò le palpebre, distrutta. Sentì la mano di Garrus tremare lievemente e ciò la scosse dai suoi pensieri -Tu... hai paura, forse?
-Qui dentro fa freddino...- si giustificò lui, ritraendo d’istinto la mano -Mi fido di te...
Il Comandante gli afferrò saldamente il polso, trattenendolo -E io di te, Vakarian. Non falliremo, te lo giuro su… sull'anima di Alenko!-
Garrus mosse leggermente le placche della gabella e chinò lo sguardo, forse poco convinto.
Shepard si zittì e continuò a fissarlo, in attesa di una replica che, però, non arrivò. Era un uomo d'azione, alla fine... stare con le mani in mano, in attesa, non gli faceva di certo piacere… proprio come lei.
Con un gesto del tutto fuori dal contesto, Lenore gli prese il viso tra le mani e, carezzandogli gli zigomi ossei con i pollici, gli rivolse finalmente un sorriso sincero -Conto sulla tua mira e sul tuo istinto, Garrus-
Il Turian sollevò la testa e le rivolse un'occhiata carica di malinconia. Continuava a tacere, il respiro pesante, come se volesse dar voce a qualcosa ma non riuscisse a formulare bene la frase...
Shepard continuava a sorridergli, la mente sgombra e gli occhi immersi nei suoi. Ebbe un flash: la voce di Kelly che ripeteva “Mi verrebbe voglia di abbracciarlo forte e di dirgli che va tutto bene”... e una sensazione di profonda nostalgia la pervase. Perse il sorriso e corrugò la fronte, facendo scivolare le mani dal suo viso al suo collo.
Garrus batté le palpebre, sorpreso da quel cambio d'atteggiamento e le lanciò uno sguardo interrogativo.
Il Comandante emise un breve sospiro e scosse la testa -Posso essere così sciocca...?- gli occhi sempre puntati sui suoi.
Garrus inclinò la testa, confuso, mentre lei accorciava sempre di più le distanze, intrecciando le mani dietro al suo collo -Garrus Vakarian,- principiò -perché non sei nato umano?-
Il Turian scoppiò a ridere, perdendo direttamente il filo dell'intero discorso -Spiriti, Shepard! Vaneggi?-
Il Comandante, in tutta risposta, scosse la testa -Se tu fossi un essere umano, questo sarebbe un buon momento per scambiarci un bacio...- spiegò, abbassando notevolmente il tono della voce, incredula di aver appena espresso una frase del genere.
Garrus spalancò gli occhi -Non sapevo che ti piacessero effettivamente gli uomini con le cicatrici- disse, istintivamente, cercando di spezzare la tensione.
-Per i tuoi dannati Spiriti, Garrus, mostrami come si fa e io ti verrò dietro!- sbottò Shepard.
Il Turian smise di ridere, serrando la mascella -Non prendere tutto così alla leggera, Len...- la rimproverò.
Il Comandante perse di nuovo il sorriso -Forse hai ragione, sto prendendo tutto alla leggera...- e sciolse le mani dal suo collo, prendendo le distanze -Scusa il mio atteggiamento, G., ho dato per scontato che...- si bloccò, portandosi le dita sulle labbra.
Garrus imprecò sonoramente, facendola sussultare -Hai dato per scontato che io sono l'unico che ti può coprire sempre le spalle, proteggendoti dal nemico, Shepard?- con una mossa rapida, la afferrò per i fianchi e la trasse a sé -Sei una maledetta frana con i fucili e i tuoi scudi cadono sempre... per questo hai bisogno di me- le carezzò la testa dolcemente -E io ho bisogno di qualcuno da proteggere, Lenore...- disse, a mezza voce -...ho bisogno di qualcosa che vada per il verso giusto, almeno per oggi...- e poggiò dolcemente la fronte contro la sua, chiudendo gli occhi.
Anche Shepard chiuse gli occhi al contatto e gli passò le braccia attorno al collo, sorridendogli un bacio silenzioso.


-Comandante Shepard, mezzora al Portale Galattico. Arrivo previsto su Menae fra due ore, venti minuti e cinquantatre secondi- annunciò Joker all'interfono -Hai giusto il tempo per vincere una partitina a Poker con Vega-
Con un cenno del capo, Lenore Shepard si allontanò dalla vetrina dell'acquario, la minaccia dei Razziatori e la visione di Vancouver in macerie che scorrevano nella sua testa come un olofilm, sostituendosi imperiosamente ai delicati ricordi della sua relazione.
Corse velocemente fino all'ascensore e digitò manualmente la destinazione, ripensando mentalmente all'equipaggiamento che aveva parzialmente recuperato alla Cittadella.
Avrebbe portato una cannoniera, se ciò fosse stato necessario!
 
 
 
 
Nottola:
[capitolo revisionato il 25/04/2014] 
Capitolo diabetico. Almeno, il tasso di glucosio nel mio sangue è salito alle stelle!
Ebbene, ho terminato il gioco dopo millenni che non lo toccavo e ho subito sentito il bisogno di scrivere qualcosa di tangibile che mi desse un minimo di conforto dopo le numerose elucubrazioni che sono state fatte a proposito del finale e dell'Extended.
Questa ff non è altro che una serie di eventi offgame che mi sono immaginata mentre giocavo e dei quali ho sentito parecchio la mancanza, anche se non era esattamente necessaria la loro presenza in gioco. Dialoghi, missioncine secondarie e del becero sentimentalismo.
Un piccolo background di Lenore Shepard: Spaziale, Implacabile e prevalentemente Rinnegata-con qualche vena di buonismo Azzurro-, nel primo capitolo della saga ha sacrificato il Consiglio e nel secondo ha permesso a Cerberus di mantenere la Base dei Collettori integra, salvando equipaggio e squadra.
Buona lettura
J.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Deserve ***


3. Deserve



-E quello cos'è?- gemette Vega.
Garrus scese dalla torretta ed estrasse il Mantis, puntellando i gomiti sulla balaustra del muro di copertura -Merda...- sussurrò, guardando attraverso il mirino -Shepard, è un Bruto!-
Il Bruto sollevò lo sguardo e ringhiò profondamente prima di buttarsi alla carica contro il loro riparo.
-VIA DA...- gridò il Comandante appena prima di farsi scaraventare a terra assieme alla torretta, giusto in mezzo alle rocce.
-Shepard!- Garrus mirò alla testa del nuovo nemico e sparò, distraendolo momentaneamente; ricaricò, poi esplose un altro colpo.
Il Comandante estrasse la pistola giusto in tempo, prima che il Bruto si buttasse di nuovo alla carica sul muretto. Sparò un colpo diretto al braccio, poi un altro. La corazza del nemico era ancora intatta. Shepard imprecò sonoramente, indietreggiando alla svelta per prendere meglio la mira.
Il Bruto gridò violentemente e si gettò di nuovo alla carica.
Vega discese dalla sua postazione e rotolò fin sotto di esso, sparandogli un colpo di fucile dritto sulla bocca dello stomaco, poi si rialzò e indietreggiò di qualche passo, dando a Shepard il tempo di cambiare arma.
Garrus rimase riparato, ricaricò il Mantis e ordinò ai suoi di distrarre i Mutanti mentre lui, Shepard e Vega si occupavano del Bruto. Sì, ce l'avrebbero fatta anche senza aiuto...
Difatti, Shepard scivolò di lato, sparando a raffica sul fianco scoperto del Bruto, ferendolo gravemente, mentre Vega gli dava il colpo di grazia con la baionetta dello shotgun.
Finalmente, il Bruto cadde a terra, esanime, mentre Shepard si metteva al riparo da un altro assalto di Mutanti.
Garrus scese dal muretto, portandosi nella copertura subito di fianco alla sua -Shepard, sei ferita?-
-Sono caduta su un sasso particolarmente appuntito...- il viso del Comandante si contrasse in una smorfia mentre si carezzava un fianco -troviamo Victus e portiamolo via da qui! Ora!-
Garrus si sporse, puntò il fucile all'orizzonte e sparò -Agli ordini...- disse, una volta coperto -Ah, Shepard?-
Quest'ultima, dopo aver espulso una clip termica dal fucile, tornò a fissarlo -Sì, Vakarian?-
Il Generale ridacchiò -Pensavo... al Primarca servirà una scorta...-
Mentre Shepard sorrideva, Garrus si espose, puntando il fucile verso un Predatore. Non appena il bersaglio entrò nel range di tiro, Garrus sparò un colpo che risuonò potente, il fucile perfettamente orizzontale.
Shepard sospirò -Sarà bello riavervi a bordo...-
-Riavervi?- Garrus continuava a mirare, nonostante il dialogo.
-Beh...- ridacchiò lei -Tu e il tuo manico di scopa-



Se riavere a bordo Liara era un piacere... avere Garrus come ospite stabile della Batteria Primaria aveva illuminato la giornata del Tenente Timoniere Moreau.
-Mi è mancato, quel figlio di un Turian- aveva confidato a Liara mentre la navetta rientrava nell'hangar assieme a Vega, Shepard, Garrus e il Primarca -Ora, con quell'armatura addosso, sembra addirittura più minaccioso!-
Liara sospirò, la voce monocorde -Sì, è mancato anche a me... ci sarà nuovamente d'aiuto nella missione...-
Joker inarcò un sopracciglio e le rivolse un'occhiata dubbiosa -Non mi sembri molto convinta...-
L'Asari intrecciò le braccia -Mi fido di Garrus, Jeff, ma lasciare il proprio pianeta natale durante un attacco di simile portata...- chinò lo sguardo -Non lo so... ma penso sia stata dura per lui...-
L'icona di IDA riapparve sullo schermo, lampeggiando -Il Primarca, Shepard e il Generale Vakarian si trovano nella sala briefing. Dottoressa T'Soni, il Comandante Shepard ha richiesto la sua presenza.-
-IDA, dove diavolo eri finita?- la rimproverò Jeff -Ho dovuto reimpostare i sistemi di occultamento e interfacciarmi io stesso con il sistema! E io sono un “software” decisamente poco credibile...- sbottò, mentre Liara, impensierita, usciva dalla cabina di pilotaggio, lasciandosi alle spalle i due che bisticciavano. Ora sì che la situazione si stava facendo complessa... si carezzò un braccio, come se una vecchia ferita le bruciasse.
Sì, per carita, era contenta di rivedere Garrus... allo stesso tempo, però, era dannatamente certa che il suo ritorno le avrebbe causato solo preoccupazioni.
Attraversò la sala tattica a passo svelto, ignorando i membri dell'equipaggio che correvano avanti e indietro attorno a lei. L'atrio che conduceva alla sala briefing era particolarmente affollato ma il tono deciso di Shepard riusciva a sovrastare il rumore.
Liara si bloccò, come in ibernazione.
Perché tutto questo stava succedendo a lei? Perché provava quest'ansia opprimente nel saperli assieme nella stessa stanza?
Si coprì il viso con le mani, cercando di riprendere il controllo, respirò profondamente, poi varcò la soglia.

 

-Garrus, è bello riaverti a bordo!-
La dottoressa Chakwas poggiò la sua tazza di caffè su uno dei ripiani della cucina e corse incontro ai tre che erano appena usciti dall'ascensore. Shepard lanciò un'occhiata divertita a Liara che ricambiò con una noncurante alzata di spalle. Garrus chinò lo sguardo, imbarazzato mentre Karin Chakwas lo prendeva sottobraccio -Non vi offendete ragazze, ma lui è sempre stato il mio preferito!-
-Dottoressa- Garrus diede un cenno rispettoso con la testa -Pensavo di non rivederla più su una nave, dopo la base dei Collettori...-
-Sono cose che si superano,- minimizzò la Chakwas con un sorriso raggiante sulle labbra sottili -e Jeff ha bisogno di qualcuno che gli ricordi sempre di prendere le medicine...- gli fece l'occhiolino -Piuttosto- gli afferrò la mascella, esaminandola -hai abbandonato il bendaggio, vedo... ho un emolliente che vorrei farti provare-
-Lenore...- mormorò Liara, appoggiando una mano sul braccio di Shepard -Posso parlarti?-
Il Comandante si passò una mano tra i capelli -Immagino di non avere scelta...- e lanciò un'occhiata a Garrus, intento a discutere dello stato attuale della sua cicatrice. Fece un cenno di saluto e si congedò, lasciando che fosse la Chakwas ad accompagnarlo fino alla Batteria Primaria.
-Andiamo da me- Liara fece strada e, non appena furono davanti all'ingresso della sua cabina, digitò un codice, facendo spalancare la porta.
Glifo volteggiava da un terminale all'altro, gestendo le informazioni e dividendo ciò che era necessario da ciò che risultava superfluo.
L'asari allungò due sedie e si sedette su una di esse -Da dove cominciare...- sospirò, sporgendosi in avanti, in evidente difficoltà -Insomma... io pensavo avessimo una relazione...-
-Ed è così- replicò il Comandante, preferendo rimanere in piedi.
-So cos'è successo tra te e Garrus, Len!- sbottò Liara, spazientita -Non mi piacciono certi giochetti-
Shepard sbuffò sonoramente e si trascinò lentamente verso la sedia libera -No, non piacciono nemmeno a me, in effetti...- lanciò a Liara uno sguardo carico di stanchezza -Non intendo continuare a trascinare come un peso la nostra relazione... penso che sia meglio per entrambe se ci lasciamo...- e si sedette con un leggero tonfo.
-Devo scordare quello che è successo tra di noi...?- Liara drizzò la schiena, l'aria perplessa, gli occhi sbarrati e puntati su quelli del Comandante.
-No, non devi scordarlo- Shepard sorrise, lievemente -è stato bello, io ti ho amata davvero ma...- le afferrò una mano e la strinse tra le sue -...ora come ora, non funzionerebbe-
Liara strinse la mascella e distolse lo sguardo, afflitta.
-Liara, mi dispiace-
-Avrei voluto che tu fossi stata chiara con me sin dall'inizio- mormorò l'Asari, abbandonandosi sullo schienale della sedia e togliendo la mano da quelle del Comandante -Nutro, anzi, nutrivo delle aspettative diverse, dal nostro rapporto... pensavo che tu m'amassi...-
Shepard si carezzò una tempia -Liara, sei stata al mio fianco per tanto tempo... poi ti sei allontanata e io mi sono appoggiata ad un'altra persona. È normale...-
-Non devi darmi ulteriori spiegazioni- l'interruppe Liara, sollevandosi in piedi -mi farebbero sentire colpevole di qualcosa che non ho fatto-
Shepard inclinò la testa di lato e strinse gli occhi a fessura -Prego?-
-Non ho deciso io di tradire e di mettermi con un'altra persona- disse, la voce con una leggera nota di tensione -Mi sono già colpevolizzata abbastanza per averti abbandonato durante la tua missione...-
-Ne abbiamo già parlato, tu eri impegnata su altri fronti... fronti di rilevanza galattica, Ombra- il Comandante si alzò, parandosi di fronte a lei, le mani sui fianchi -Non sono qui per colpevolizzarti, sono qui per darti delle spiegazioni. Non sarebbe il momento, non sarebbe il luogo, ma è giusto così.-
-Stai divagando, e io ho i miei affari da svolgere, Shepard- Liara le lanciò uno sguardo infuocato -Come hai ben detto, non è né il luogo né il momento per queste cose...- le diede la schiena -Ora, se vuoi farmi il piacere di uscire...-
Shepard poggiò il pollice e l'indice sulle palpebre, un gesto che denotava tutta la stanchezza accumulata nei giorni passati -Sei sconvolta... io sono sconvolta...- sospirò -Ti darò tempo finché non arriveremo alla Cittadella... ho un po' di lavoro da svolgere lì, ma ti aspetterò per concludere definitivamente questo discorso. Abbiamo entrambe molte ore a nostra disposizione prima di attraccare...- allargò le braccia -Mi aspetto collaborazione anziché ostilità-
L'Asari deglutì, stringendo bene i denti -Come desideri- rispose, dopo averci riflettuto.
Shepard corrugò la fronte, continuando a fissarla -Arrivederci, Liara...- mormorò, dirigendosi verso la porta. Prima di andarsene, si voltò momentaneamente: Liara continuava a battere sulle finestre dell'HUB e a interagire virtualmente con i suoi informatori. Con un sospiro di rassegnazione, il Comandante uscì dalla porta, proseguendo oltre.
Quando la porta si fu richiusa alle sue spalle, Liara alzò lo sguardo, liberando un singhiozzo che avrebbe faticato a trattenere a lungo... si coprì la bocca con una mano, sconvolta.
“Ti darò tempo per pensarci”... il pugno emanava riflessi azzurrognoli mentre la gola di Liara veniva stretta in una morsa.
Tutto sembrava lento e sfuocato per lei...
Si accasciò a terra e si trascinò sotto il tavolo, racchiudendo le ginocchia tra le braccia.
Non avrebbe dovuto parlargliene, avrebbe dovuto tenere tutto per sé...
Ma se non avesse parlato, di sicuro Shepard avrebbe tenuto il piede in due staffe per paura di ferirla... evitandola, magari, e incontrando quel... quel... di nascosto.
Liara, per mesi e mesi aveva cercato il corpo senza vita di Shepard nello spazio profondo, con i geth alle calcagna e un compagno doppiogiochista... e ora quell'ingrata le voltava le spalle per provare nuove emozioni con...
Non riusciva ad associare altro che odio e ira nei confronti di quei due! Ogni singola parola che Shepard aveva pronunciato pochi minuti prima era stata come una pugnalata, una presa in giro... l'aveva persino fatta sentire in colpa!
-”Tu non c'eri...”- la scimmiottò, caratterizzandola con un forte accento snob -“E io mi sono appoggiata a un'altra persona...”- buttò le braccia in avanti, come per mandarla a quel paese, gli occhi ancora gonfi di lacrime -Per la Dea!, non c'ero perché stavo cercando di radunarti un esercito e farti avere quante più risorse possibili per questa maledettissima guerra, idiota che non sei altro!- berciò.
Vedendo che Glifo si era fermato per ascoltarla, Liara si portò entrambe le mani alla bocca, imbarazzata.
Che le era preso? Si asciugò velocemente gli occhi e scivolò da sotto il tavolo. Si rialzò, battendo i vestiti, nel tentativo vano di ricomporsi.
E tornò al lavoro, cercando di buttarsi tutto alle spalle... inutilmente.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Main Battery ***


4. Main Battery

 

-Può aspettare? Sono nel mezzo di...-

-Alcune calibrature, ho capito- il Comandante si affiancò a Garrus, intento a stringere delle viti sul mirino del suo Mantis.
Fortunatamente, l'Alleanza non aveva alterato di molto l'aspetto classico della Batteria Primaria; sì, erano state apportate delle modifiche adeguate per rendere l'ambiente meno austero: un HUB di ultima generazione ricopriva la parete intera della porta, mentre due piani di lavoro adeguati erano stati sistemati ai lati della stanza. Garrus si trovava seduto ad uno di questi tavoli, sul lato est, un terminale acceso davanti a lui e la scansione delle componenti del M-92 Mantis che appariva nella schermata del monitor.
-Ah, sei tu, Shepard!- il Turian voltò la testa di scatto, il tono di voce leggermente più acuto del solito -La nuova Normandy è eccezionale! I tecnici dell'Alleanza hanno fatto delle modifiche al motore e inserito un software avanzato di calcolo probabilistico per...-
-Qualsiasi dettaglio tecnico mi dirai, per me sarà come se lo dicessi in dialetto Volus...- Shepard poggiò i gomiti sul tavolo e si sporse per vedere meglio l' “operazione chirurgica” -Hai combattuto duramente per giorni, almeno durante il tragitto per le navi diplomatiche cerca di rilassarti...-
-Avrò tempo di rilassarmi quando avremo cacciato i Razziatori da Palaven- replicò bruscamente il Generale, ricambiando lo sguardo perplesso di Shepard.
Il Comandante annuì, l'immagine vivida del pianeta natale di Garrus tartassato dalle forze terrestri dei Razziatori. Sovrappose quel pensiero al volto di Anderson di cui non aveva ancora nessuna notizia... strinse i pugni, Shepard, mentre si ritrovava di nuovo su Vancouver, a prendere al volo la sua dogtag, il sorriso fiero che Anderson le rivolgeva e la mano di Ashley che le comprimeva la spalla...
-Shepard, non mi fraintendere- il Generale fece scivolare il fucile su un supporto e serrò di scatto la mascella, riprendendo il discorso dopo qualche secondo di silenzio -Come ti ho già detto, portare il Primarca lontano da Menae porterà al nostro avamposto decine di perdite, se non centinaia... ma è stata la mossa migliore, e io sono al tuo fianco...- sospirò -Palaven è la mia patria e quello che ho visto su Menae mi accompagnerà per tutto il resto della missione...-
-La Terra è in fiamme- replicò secca lei, dandogli le spalle. Strinse maggiormente i pugni, lo sguardo carico d'ira. Si mosse a piccoli passi verso l'HUB, sollevando il mento -Anderson mi ha permesso la fuga per portare quanto più aiuto possibile...-
Garrus carezzò il Mantis mentre si sollevava in piedi con un sospiro di rassegnazione -Mi pare ovvio...- si mosse verso di lei -Ci sei sempre stata tu a rimediare ai danni dell'Umanità e dell'Alleanza... ora hanno bisogno di un leader, non di un soldato. Sei l'unico barlume di speranza di cui la Galassia dispone...-
Shepard si voltò, rivolgendogli un sorriso triste -Senza di te al mio fianco non avrei fatto un granché...-
-Abbiamo seguito le tue orme per un obiettivo comune. Ci hai guidati sempre nel verso giusto, Shepard- le posò una mano sulla spalla, stringendo appena.
Lo sguardo del Comandante vagò a lungo sul viso di Garrus, come se cercasse di ricordare qualcosa o di trovare una risposta che le sfuggiva. Quando i due incrociarono lo sguardo, Shepard si ritrovò a sorridere istintivamente. E lì finalmente trovò quello che stava cercando: un'occhiata triste, un misto tra la riconoscenza e deferenza... quegli occhi la facevano sentire grande, potente e capace di ogni impresa. E la sua mente venne catapultata immediatamente in uno di quei poemi epici del dodicesimo secolo, dove gli scudi erano ancora di ferro e l'amore vinceva su ogni cosa...
-Piuttosto...- la voce del Generale incrinò la metaforica sinfonia di violini che suonavano di sottofondo -ho sentito dire che tu e Liara avete discusso...-
Shepard chinò lo sguardo, seccata da quell'interruzione -Le notizie corrono in fretta, sulla Normandy...-
-Non vorrei che aveste litigato a causa mia...- mormorò lui, passandosi una mano sulla testa -Sai, dopo quello che è successo tra noi...-
-Mi sembrava di essere stata chiara quando abbiamo avuto quel vis-à-vis, qualche ora fa'...- replicò lei, una nota seccata nella voce -Vorrei continuare la nostra relazione, Garrus... Liara fa parte del passato-
-Non era mia intenzione sfiduciarti, Len...- si corresse lui -Ma con i Razziatori alle porte, litigare fra di noi è la cosa peggiore. Vorrei rimanere in buoni rapporti con T'Soni, nonostante quello che prova per te... è una risorsa indispensabile per le sorti della Guerra-
-Concordo. Vorrei che ne avessimo parlato prima, senza rimandare... ma non ce n'è stato modo- Shepard si grattò una tempia -La situazione si è avventata su di noi e non ho potuto far altro che trovare delle altre priorità...-
Garrus avanzò di un passo e le posò una mano sulla guancia, carezzandola dolcemente -Avrei fatto lo stesso... Siamo militari, le questioni personali sono per forza da rimandare quando avviene un'invasione galattica in vasta scala...-
-La nostra vita è fatta di scelte- sospirò Shepard, socchiudendo gli occhi, cullata da quel contatto -Dobbiamo affrontarle e poi accantonarle, sennò non avrebbe alcun senso proseguire nella battaglia...- sorrise di nuovo -A proposito di scelte... ho comprato un nuovo copriletto e rifornito la mia scorta di scotch... Sai, in onore dei vecchi tempi...- gli fece l'occhiolino.
-Non sai quanto la proposta mi alletti.- gemette lui, ritraendosi -In realtà, pensavo di resettare le impostazioni del Thanix, l'Alleanza ha un pessimo modo di fare manutenzione, nonostante tutta questa tecnologia all'avanguardia di cui dispone...- fece un ampio gesto con il braccio -Ho persino steso un tappeto per poter dormire tranquillo almeno un paio d'ore-
-Un tappeto?- Shepard poggiò entrambe le mani sugli avambracci del Generale -Non ti sembra di esagerare con le comodità?- ironizzò.
Garrus scoppiò a ridere -Non scherzare, lo faccio per la Causa...-
Shepard sospirò sommessamente -Lieta di vedere che la permanenza su Palaven non ti ha cambiato...- e gli prese il viso tra le mani, avvicinandolo al suo -Te l'ho già detto che mi sei mancato?-
-Un'infinità di volte- replicò lui, poggiando la sua fronte su quella di Shepard e sfiorando le sue labbra con il pollice -Ma non mi stancherò mai di sentirtelo ripetere...-
-Vakarian, a proposito di quel rapporto... oh!- il Primarca Victus si immobilizzò sull'uscio, il datapad sospeso a mezz'aria e la mascella che gli toccava terra.
Shepard si distanziò di qualche passo, idem per Garrus che si mise subito sull'attenti.
Victus, ancora fermo come una pietra, passava lo sguardo dall'una all'altro, la bocca semiaperta.
-Ahem... diceva, a proposito di quei rapporti?- fortunatamente, Garrus interruppe quel silenzio imbarazzante preferendo evitare spiegazioni inutili sull'accaduto o delucidazioni insensate su come la sua mandibola si fosse incastrata nel naso di Shepard.
-Shepard- la voce di IDA risuonò attraverso l'interfono, facendo sobbalzare i presenti -Traynor vorrebbe parlarti urgentemente-
Il Comandante parve respirasse per la prima volta -Come si suol dire: il tempismo!- allargò le braccia, poi fece un breve inchino -Primarca, Garrus...- e si defilò quanto più velocemente possibile da quella situazione imbarazzante.
Non appena la porta si richiuse, Victus si riebbe e porse il datapad a Garrus, l'espressione corrucciata -Non era mia intenzione interrompere nulla, sia chiaro...- sbuffò -Siete giovani, avete il diritto di...-
-Primarca, la prego...- gemette il Generale.
-Le voci erano vere, dunque...- ridacchiò Victus, cambiando atteggiamento tutto d'un tratto e finendo per battergli una mano sulla spalla -Sono contento per voi-
Garrus si passò una mano sul viso -Ha trovato dei problemi nella lettura dei rapporti? Ho espresso male qualcosa?-
-Niente di particolare, volevo solamente prendermi cinque minuti di pausa per chiacchierare con te... le notizie arrivano l'una dietro l'altra e ho bisogno di sgombrare la mente per poter affrontare in maniera fredda la situazione-
-Scoprire dei dettagli sulla mia vita privata l'aiuterebbe nella sua diversione?- Garrus si lasciò scappare una risatina nervosa.
-Mi incuriosisce- ammise il Primarca, con nonchalanche -Avevi un discreto successo tra le ragazze, Vakarian, perché decidere di intraprendere una relazione proprio con un essere umano?-
Garrus chinò la testa, scrollando le spalle -Shepard è un'eccezione...-
-Ha carisma da vendere e una discreta fama di ficcanaso, per non parlare della sua propensione ad accollarsi le responsabilità altrui!- replicò Victus, portando la testa leggermente in avanti -Ti fidi di lei?-
-Le affiderei la mia stessa vita- Garrus sollevò lo sguardo, deciso, gli occhi dritti in quelli del Primarca -Ha sempre preso decisioni difficili- proseguì -Sarebbe disposta a sacrificarsi per sconfiggere i Razziatori... ha bisogno di validi alleati che la sostengano.-
-Sei consapevole che arriverebbe a sacrificare anche la tua, di vita, per la Causa?-
Garrus replicò con uno sbuffo nervoso -Spero per lei che non le capiti mai più una scelta simile...-
Victus si carezzò il mento -Hai eluso la mia domanda. Te la riformulerò sotto altri termini... hai paura che ti faccia uccidere, Garrus?-
Il Generale trattenne il respiro, colto alla sprovvista da quell'interrogativo -Signore, con tutto il rispetto, temo di non afferrare- esalò, irrigidendo i muscoli della schiena.
-Protrarre una relazione con un proprio superiore... non credi ci sia un conflitto d'interessi?-
-Sì, ma siamo anche militari abbastanza esperti da saper dare la giusta priorità alla missione, Signore...- replicò Garrus, riprendendo all'improvviso la lucidità necessaria per affrontare un discorso simile -Non mi impensieriscono le sue decisioni perché so che sono formulate da una mente lucida e avvezza a situazioni estreme. Sarei il primo a propormi per una missione suicida, se ciò servisse per sconfiggere il nemico.-
Adrien Victus lo squadrò in maniera approfondita, come se cercasse qualcosa a cui appigliarsi per smontare quel discorso appassionato. Sconfitto dall'evidenza, si ritrovò a distogliere lo sguardo -I marine dell'Alleanza sono spietati e implacabili. Forse Shepard è davvero l'unica speranza per salvare la Galassia...-
-Ed è per questo che ho intenzione di sostenerla, Signore- fece Garrus, posando a sua volta lo sguardo altrove.
Stettero in silenzio per un po', immersi entrambi nei propri pensieri con, in sottofondo, il rumore monotono delle vibrazioni della Batteria Primaria.
-Bene- Victus raddrizzò la schiena, rompendo il silenzio -Non metterò più il naso sui tuoi affari, Vakarian- gli rivolse uno sguardo divertito -Grazie per la chiacchierata-
-Signore...- Garrus annuì lentamente, emettendo un profondo respiro. E anche questa volta, era riuscito a eludere i trabocchetti che la mente pragmatica e il carattere ruvido del Primarca gli avevano posto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Noticina:

[capitolo revisionato il 14/05/2014]
Intanto, grazie grazie grazie a chi ha recensito e a chi ha messo la storia tra le seguite! Sono piacevolmente sorpresa dal numero delle letture e spero vivamente di non perdervi...
Victus è un personaggio che adoro. Corinthus, Garrus e Liara lo descrivono come un Generale cazzutissimo, con uno strano range d'azione e una propensione a “interpretare” gli ordini a modo suo... ebbene, dopo questa premessa, mai mi sarei aspettata di trovare un personaggio completamente fuori dallo stereotipo del rinnegato Turian! Ho adorato quell'uomo dal primo momento che l'ho visto e ho sofferto con lui quando suo figlio si è sacrificato su Tuchanka.
Garrus e il Primarca sono due personaggi che interagiscono in maniera strana. Farli dialogare è stato piuttosto divertente, spero di essere riuscita a rendere giustizia a questi due...
Sono entrambi dei ribelli, ma agiscono su due livelli completamente diversi... forse, in passato, un giovane Victus girovagava su Omega fingendosi Batman, chissà... :P 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** We Face our Enemy Together ***


Image and video hosting by TinyPic

5. We Face our Enemy Together

 

 

Shepard scese dal Kodiak con una gran brutta cera.

Avevano appena lasciato l'orbita di Sur'kesh, pianeta Natale dei Salarian, dopo una pericolosa missione di recupero. Cerberus aveva messo a ferro e fuoco una struttura di ricerca che ospitava delle femmine Krogan potenzialmente negative agli effetti della Genofagia. Di quelle femmine, solo una era sopravvissuta ed era attualmente sotto le cure di Mordin Solus. Shepard sapeva che quella femmina sarebbe stata un'ottima moneta di scambio che avrebbe permesso alle varie specie di mettere i vari rancori nel cassetto e cooperare (finalmente).
L'hangar era deserto, come ordinato dal Comandante. Solo Vega aveva ignorato bellamente l'ordine, curioso, e li aspettava appoggiato al suo tavolo da lavoro, le braccia intrecciate.
Wrex, che aveva partecipato attivamente alla missione, fece scendere la Krogan dalla navetta mentre Mordin continuava i suoi rilevamenti dal factotum. Garrus tese una mano a Liara per aiutarla a scendere. L'Asari, riluttante, l'aveva afferrata e gli aveva sorriso brevemente... dopo una missione come quella, c'era poco da fare gli scontrosi, e Garrus era stato un aiuto fondamentale contro le truppe di Cerberus.
Shepard sospirò sommessamente mentre Wrex le poggiava una mano sulla spalla, quel suo solito ghigno sul volto da rettile -Sei stata di parola, Shepard-
Il Comandante gli rivolse un sorriso tirato -Il Primarca sarà ansioso di sapere cos'è successo-
-Bah! Quel Turian può anche aspettare. Dobbiamo mettere al sicuro la femmina-
-Ci penserà Mordin- replicò Shepard, seccata -La Guerra non aspetta-
-Che c'è, stai diventando la marionetta preferita dei Turian?-
-Simpatico come una pigna nel culo- gracchiò finemente Garrus, affiancandosi a loro.
Wrex scoppiò a ridere -Potrei cucinarti e usare le tue frange come stuzzicadenti, semmai la tua carne risultasse stopposa come dicono- e gli diede una pacca sul braccio.
-Lieto di sapere che anch'io ti sono mancato- il Generale gli posò una mano sulla spalla.
Shepard sorrise a quella scena, rilassando finalmente i muscoli del viso.
Ecco la sua squadra d'assalto preferita!
Guidare il Mako con quei due a bordo era sempre stata una “festa”. Si offendevano, si linciavano e lei era sempre lì a doverli dividere... pian piano, i bisticci erano diventati all'ordine del giorno, sostituendo il rancore iniziale con una buona dose di stima reciproca. Si era instaurato un forte legame d'amicizia tra loro tre, nonostante fossero tutti inizialmente restii a legare tra di loro. Vedere che il loro rapporto non era cambiato, nonostante le varie peripezie attraverso la Galassia, le strinse il cuore.
Con una risatina, si posizionò tra i due e li circondò con le braccia -Bentornati sulla Normandy, vecchi stronzi...- annunciò, con un ghigno.
Garrus esalò, scuotendo la testa mentre Wrex rideva sommessamente -La rinnegata delle baracche e la sua scimmietta ammaestrata!- abbaiò, ricambiando la stretta -Mi siete mancati-
-Oh, tu non mi sei mancato proprio per niente!- protestò Garrus, ridacchiando.
-”Baciami, stupido”- recitò Wrex avvicinandosi pericolosamente a lui mentre Shepard se la rideva di gusto, forse per la prima volta dopo secoli.


L'Osservatorio era desolato, a quell'ora tarda e il ticchettio dei tasti sullo schermo del Terminale di Shepard risuonava sulle pareti con una cadenza regolare, interrotta saltuariamente da un flusso di pensieri troppo intricati per essere descritti coerentemente.
Pochi membri dell'equipaggio lavoravano durante le ore notturne e quei pochi erano perennemente costretti a rimanere sulle proprie postazioni, lontano dai luoghi di svago.
Shepard amava lavorare fino a tardi proprio per quello, una tazza di caffè bollente appoggiata davanti al terminale e una serie di rapporti da compilare.
Una cosa che si deve sapere di Lenore Shepard è che, mentre è concentrata su un lavoro, non ama essere disturbata, nemmeno se c'è un valido motivo per farlo.
Nella sua carriera di Marine, ha sempre ricercato la perfezione, non solo dal punto di vista tattico; ha imparato diverse lingue, si è sempre incuriosita di fronte alle consuetudini e all'etichetta delle altre specie e si è sempre data da fare per conoscere e comprendere ogni sorta di regola comportamentale, apprendendone di nuove man mano che le situazioni le si presentavano davanti.
Insomma, a Shepard piaceva informarsi. E ogni suo rapporto era farcito di informazioni secondarie che molti ritenevano essere superficiali ma che arricchivano il discorso in maniera impeccabile, rendendo le sue azioni coerenti con la situazione descritta.
Quella notte, il Comandante sedeva in solitaria, il factotum online su una rete sicura e il terminale aperto sul suo ultimo rapporto, steso per l'80%.
Bevve un sorso di caffè, gli occhi che scorrevano velocemente da una riga all'altra, mentre i dati si susseguivano lentamente sul datapad appoggiato al tavolo.

-Ehi, Teuchters'-
Shepard alzò gli occhi al cielo -Wrex, sto lavorando...- gemette -E non chiamarmi teuchter, se lo rifai ti ficco un proiettile dritto in faccia...-
Chiamare teuchter un abitante delle highlands era un vero e proprio insulto!
Nonostante Shepard fosse nata cresciuta sulle navi dell'Alleanza, manteneva un debole accento scozzese, eredità del padre, nato nei pressi di Aberdeen. Prima che l'Umanità raggiungesse le rovine Prothean su Marte e venisse fondata l'Alleanza, gli avi di Lenore Shepard prestavano servizio come ufficiali nel Royal Regiment of Scotland, allora divisione dell'Esercito Inglese. Con orgoglio, Shepard aveva appuntato alla sua divisa dell'Alleanza il riconoscimento che i nostalgici della vecchia 19 Light Brigade le avevano assegnato qualche anno prima, in virtù dell'eroica impresa su Torfan. Quella minuscola medaglia dorata aveva reso sua madre fiera; suo padre le aveva persino regalato un kilt con il classico tartan a trama verde e nera dei Black Watch! Shepard aveva messo quel kilt in una teca e l'aveva appeso immediatamente nella sua cabina della Normandy SR1, con l'intenzione di indossarlo il prima possibile. Purtroppo, nella foga di abbandonare la nave prima della sua distruzione, non era nemmeno riuscita a metterlo in salvo, preferendo salvare la vita del suo pilota ai ricordi.
-Ahr Ahr!- Wrex si sedette accanto a lei -Preferisci che ti chiami Comandante? Non sono il tuo leccapiedi, Lee, ormai dovresti averlo imparato-
Shepard sbuffò -Sei qui per fracassarmi l'anima a suon di fregnacce o hai un buon motivo per interrompere i miei doveri?- chiese, corrugando la fronte.
-Ho appena avuto a che fare con un bisturi e un sadico medico Salarian- replicò Wrex -Non sento dolore, non preoccuparti ma... diciamo che mi sento ferito nell'orgoglio-
Al Comandante sfuggì una risata -Oh, no... povero piccolo! Ti hanno tolto la virilità e ora chiedi alla mamma di sgridare il cattivone che ti ha fatto la bua?- prese un appunto veloce e minimizzò la schermata sul terminale, mentre Wrex scuoteva la testa, ridacchiando.
Ormai la concentrazione era andata a farsi benedire...
-Resisti, Wrex, ti restano altre quattro palle su cui fare affidamento- proseguì lei, facendogli l'occhiolino -Nessuno noterà la differenza...-
-Ho appena incrociato Liara- Wrex cambiò direttamente discorso, esibendo il suo classico ghigno malizioso -Ho sentito dire che l'hai scaricata...-
-Parliamo male dei Turian, piuttosto...- intervenne Shepard, inarcando un sopracciglio -Ho sentito dire che il loro sistema digestivo è simile a quello dei barbagianni!-
-Mollarla per quello sturalavandino non è stata proprio una bella mossa...- Wrex proseguiva sulla sua strada, che Shepard lo volesse o meno -Sai, vedere un'Umana e un'Asari sbaciucchiarsi per i corridoi mi ha sempre attizzato da morire, ma un'Umana e un... Vakarian... bah! Se doveste fare delle sconcezze, vi prego, fatele ben nascosti e magari mettete offlimit la zona in cui vorreste farle-
Shepard scoppiò a ridere -Fanculo, Krogan! I gusti sono gusti...-
-Sono felice per voi, comunque...- replicò lui, afferrando la tazza di caffé -E per il mio creditometro! Williams mi deve un centone-
-Aspetta aspetta: avete scommesso su cosa?- Shepard inclinò la testa, divertita.
Wrex annusò la bevanda, torcendo il naso dal disgusto -Come fai a bere questa roba?- e la versò dritta dritta su una pianta. Shepard ringhiò un'offesa e si riappropriò della tazza vuota, poi sospirò, osservando con dispiacere le ultime gocce di caffè viaggiare sul fondo della tazza -Dimmi piuttosto cos'avete scommesso...-
-Io e Williams non ci siamo mai piaciuti- gracchiò Wrex, raddrizzando la schiena per sgranchirla -Quando Alenko è morto, Ash era distrutta. Non c'era gusto a stuzzicarla... allora, le ho portato una bottiglia di liquore e abbiamo fatto una serie di scommesse...- fece una pausa, perso nei ricordi, poi scosse la testa -Tu e Liara siete diverse, profondamente diverse, mentre con me o con Garrus sei sempre stata in sintonia. Ash ha scommesso che tu e la T'Soni sareste rimaste assieme, io ho scommesso che l'avresti mollata per uno di noi due-
Shepard sprofondò sulla poltroncina, esalando un respiro -Io e te saremmo una coppia orribile, lo sai?-
-Parla per te, io sono conteso tra parecchie donne della mia specie- il ghigno si fece di nuovo largo sul viso del Krogan -Ti avrei rifiutata con garbo...-
Shepard corrugò la fronte, sorridendo -Quanto sei magnanimo, amore mio!-
-Piuttosto, volevo ringraziarti per quello che stai facendo per la mia gente...- riprese lui, perdendo il sorriso -Sei sempre stata una valida alleata-
Shepard sbuffò -Lo sto facendo perché siete una risorsa utile, Wrex. La politica non mi interessa, quello che farai dopo la cura sarà affar tuo, ma prima, i Razziatori vanno debellati e la vostra fanteria è la migliore dal punto di vista bellico.-
-Ci stai dando una seconda possibilità, Lee, l'importante è questo. Non rifaremo gli stessi errori del passato- diede un pugno al bracciolo della sedia, una scintilla di determinazione nello sguardo.
-E vedi di farti piacere Mordin- aggiunse lei, puntando il dito -Farà tutto il possibile per curare la Genofagia e se ciò non bastasse, farebbe anche di più-
Wrex ridacchiò, grattandosi il naso -è pur sempre un Salarian, non costringermi a buttarmi tra le sue braccia immediatamente...- e si abbandonò sonoramente allo schienale, lasciando qualche minuto di silenzio prima di proferire parola.
-Piuttosto, da quanto state assieme tu e quel frigorifero?- disse poi Wrex, indicando la porta con il pollice.
-Relativamente poco, in realtà...- replicò Shepard, sorridendo -Un annetto? Mah, forse un po' di meno...-
-Un annetto e ancora non ti sei stufata?- il Krogan ritrasse la testa, sinceramente stupito.
-è anche vero che siamo stati distanti a lungo...- ammise lei, passandosi una mano sul mento -In realtà, non ho mai vissuto una relazione così lunga...-
-Ma almeno ti soddisfa sessualmente?-
-WREX!-
Il Krogan scoppiò a ridere -Sul serio, i Turian non spuntavano dalle buche nel terreno? Hanno anche loro un...-
-Oh, santo cielo!- Shepard si coprì il volto con una mano -Certo che ce l'hanno! Cioè... non sono cazzi tuoi!-
-Sono solo curioso! È davvero blu come dicono?- la incalzò lui, vedendola in difficoltà. Amava mettere Shepard in difficoltà. Quando si parlava della sua privacy, perdeva la lucidità molto facilmente.
Il Comandante gemette, sprofondando maggiormente nella poltroncina. Cercò mentalmente un appiglio per uscire da quel discorso alla svelta.
-Shepard, no, sul serio, il mio è un interesse puramente scientifico!- Wrex fece un ampio gesto con le mani -Non voglio mica rubarti il fidanzatino-
La lampadina sopra la testa di Shepard si accese -Ecco che appaiono le tue vere intenzioni! Devo forse ucciderti per avere la sua mano?-
-Ma tientele, quelle sue manacce!- il Krogan si protese in avanti -Scommetto che gli piace stare sotto!- e si voltò verso la porta, sentendo dei passi lungo il corridoio.
Si voltò anche Shepard, le guance ormai tinte dello stesso rosso dei capelli.
-Oh, Vakarian, stavamo giusto parlando del tuo pene!-
Garrus, due tazze in mano, lanciò un'occhiata divertita ad una Shepard imbarazzata -Cos'ha che non va il mio pene?-
-Con te non c'è nemmeno gusto a parlarne- sbottò Wrex, scuotendo la testa -Sei uno stupido Turian...-
-Senti chi parla- Garrus si avvicinò al Comandante e le porse una tazza fumante, l'odore di caffè entrò nelle narici di Shepard e la risvegliò, come se fosse etere
-La tua dolce vocina ha scandalizzato mezza Normandy mentre mettevi in dubbio la mia virilità...- disse poi il Turian, divertito.
-Sono cose che ti ho già detto di persona qualche ora fa'- Wrex si sporse leggermente in avanti -Quello è per me?-
-Certo che no, a me piace stare sopra, le gentilezze le lascio a Shepard...-
Lenore tossì sonoramente, il sorso di caffè che tentava di entrarle nei polmoni.
Garrus rivolse un'occhiata preoccupata a Shepard, abbassando così la guardia e facendosi rubare la tazza da sotto il naso -Ecco, questo però è davvero infantile...- protestò quindi, un po' troppo docilmente.
-Taci, Vakarian, ho passato una giornata difficile- il Krogan gli rivolse un sorrisetto e bevve una sorsata.
Garrus intrecciò le braccia e diede uno sguardo sornione a Shepard mentre Wrex schioccava le labbra più volte -Le vostre bevande hanno un sapore strano, Turian...-
-Se sapevo che quel campione di pipì ti sarebbe piaciuto così tanto, te ne avrei portato una damigiana intera-
Non fece in tempo ad esternare la frase che Wrex aveva già buttato la tazza in terra ed era uscito di corsa dalla stanza, urlando improperi e offese.
Shepard era piegata in due dal ridere mentre Garrus si sporgeva dalla porta, facendo “ciao ciao” in maniera molto comica.
Forse, nelle prossime ventiquattr'ore, Vakarian avrebbe fatto meglio ad alzare la guardia: mai fare incazzare un Krogan.

 

 

 

 

 

Noticina:

 

Capitolone iper-descrittivo. Naturalmente, le origini di Shepard me le sono inventate di sana pianta... parlando con un amico di Edimburgo, ho scoperto che il cognome “Shepard”, in realtà, era un cognome parecchio diffuso nell'ambiente pastorizio scozzese. Dopo qualche ricerchina, ho buttato giù un background abbastanza fitto... spero che nessuno abbia niente contro gli scozzesi XD

Mi è sempre piaciuto l'atteggiamento di Wrex. Ho sentito parecchio la sua mancanza nel 2 e nel 3 speravo di poter combattere al suo fianco... sigh.
Se il party fosse composto da quattro elementi, al fianco di Lenore ci sarebbero sempre Jack con la sua Onda d'urto, Garrus con quel dannato colpo stordente e Wrex come spaccaossa ufficiale.
Uhm... perchè mi suona nelle orecchie la musichina dell'A-Team?

Buona lettura!

 

J.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Cherry ***


Image and video hosting by TinyPic

6. Cherry

 

 

-Pressione citoplasmatica in drastico calo. Probabilmente l'allergene ha attaccato le pareti cellulari in maniera invasiva. Troppo invasiva.-
Eva, il braccio teso, osservava gli occhi del Professore schizzare dalla siringa che teneva a mezzaria al factotum, preso com'era da quel delirio medico.
La dottoressa Chakwas li osservava, appoggiata alla sua scrivania, le braccia intrecciate. Era curiosa: il modus operandi di Mordin l'aveva sempre affascinata e anche se quella era una semplice analisi del sangue, Karin Chakwas non poteva che registrare mentalmente ogni minimo movimento del Professore, carica d'ammirazione e di rispetto.
Eva, però, la pensava diversamente. Il braccio iniziava a tremarle per la fatica di rimanere in tensione così a lungo e starsene stesa in una brandina la faceva sentire un soprammobile. La Chakwas si avvicinò a loro, con circospezione -Dottor Solus, mi dispiace interromperla...-
-Puro ragionamento. Uno scambio di idee non è richiesto.- fece Mordin, senza distogliere lo sguardo dal factotum e, nel frattempo, giocherellando con la siringa.
La dottoressa inarcò un sopracciglio -Eva soffre...-
-Sofferenza psicologica non fa parte delle mie competenze, dottoressa. Consiglio un...-
-Mordin, le sta tremando un braccio!- lo interruppe la Chakwas, ridacchiando.
Eva le rivolse uno sguardo carico di gratitudine mentre Mordin, impacciato, chiudeva il factotum e le infilava con delicatezza l'ago nella vena del braccio -Scusa Eva. Elucubrazioni. Dieci possibili soluzioni da valutare. Non era mia intenzione farti soffrire...-
-Tranquillo, dottore, non sarà questo a debilitarmi...- Eva gli rivolse uno sguardo dolce, mentre il serbatoio della siringa si riempiva quasi completamente.
-Grazie dell'imbeccata dottoressa Chakwas. Pensavo volessi intervenire sui miei ragionamenti. Non intendevo sminuire le tue competenze. Sì, in realtà intendevo farlo.-
-Figurati- la dottoressa tornò al suo posto, facendo l'occhiolino a Eva -Non mi offendo per così poco-
Mordin estrasse con delicatezza l'ago e aiutò Eva a poggiare il braccio, un lieve sorriso a incurvargli le labbra sottili -Ti sentirai debole. Consiglio un incremento di carboidrati al prossimo pasto-
-Grazie, dottore- Eva diede un breve cenno di riverenza con il capo, socchiudendo gli occhi.
Mordin si mosse velocemente verso la Chakwas, il sorriso tra le labbra -Ho visto una bottiglia di cherry su un compartimento riservato ai reagenti chimici. Possibile diversivo durante la prossima medicazione di Shepard. Di sicuro ricorrerà all'infermeria.-
-Dottor Solus- la dottoressa gli rivolse uno sguardo sornione -Mi stai forse chiedendo di dividere con te la mia scorta personale?-
Mordin batté più volte le palpebre, il sorriso che si allargava a dismisura sul suo volto -Lo considero come un sì. Ora devo concludere la mia indagine sui batteri aggressivi. Ringrazio ancora per la piacevole presenza.- e si diresse a passo spedito verso il suo tavolo da lavoro, lasciando la Chakwas a bocca aperta.
Eva ridacchiò -Penso sia il suo modo per dimostrarti la sua stima...- disse, mettendosi a sedere.
La dottoressa annuì, divertita -Mordin è un galantuomo, Eva, magari tutti i membri dell'equipaggio fossero come lui...-
-Se tutti i membri di questo equipaggio fossero come questo dottore Salarian... penso che ne uscirei matta nel giro di qualche minuto. Senza offesa, dottor Solus-
-...citoplasmatica in aumento. Valori instabili...-
La Chakwas ed Eva scoppiarono a ridere, lasciando Mordin alle sue occupazioni.

 

-Ah!-

-Shepard, non fare la bambina, è del semplice medigel-
-Ti ha mai detto nessuno che hai la delicatezza di un Vorcha, dottoressa?-
Dopo la missione dedicata al recupero di Grunt su un pianeta nella fascia di Attica, Shepard era tornata, come previsto da Mordin, in infermeria, una mano parzialmente ustionata e dei leggeri squarci traslucidi sul viso.
-Ancora mi chiedo perché tu non abbia deciso di sottoporti a un intervento, Shepard...- la Chakwas, una volta finita la medicazione alla mano, le aveva afferrato la mandibola e aveva iniziato ad osservarla, mentre Mordin afferrava un becher e ci versava dello cherry per purificarlo.
-Non mi dispiacciono queste cicatrici, Chakwas,- aveva replicato il Comandante -mi ricordano qual'è il prezzo della mia rinascita...-
-Affermazione insensata.- Mordin, il factotum attivo, finì il suo lavoro di filtraggio e versò il cherry così disposto in un altro bicchiere, porgendolo poi a Eva.
-Vi date alla pazza gioia in mia assenza, eh- Shepard aggrottò le sopracciglia, la testa ancora tra le mani della dottoressa -Una volta era buona creanza offrire...-
-Non brontolare- la Chakwas le carezzò uno zigomo, dove uno di quegli squarci traslucidi si vedeva maggiormente.
Mordin recuperò altri due bicchieri e ci versò immediatamente il vino, borbottando. Non appena la dottoressa ebbe finito le varie medicazioni, il Salarian porse a entrambe le donne un bicchiere, sorridendo.
-Cosa si festeggia?- Shepard rigirò il vino liquoroso dentro il bicchiere -Il mio ritorno sana e salva sulla Normandy?-
-Il tuo egocentrismo non è cambiato.- Mordin alzò il calice -Ciò mi rallegra.-
Eva sorrise al Comandante -Non ho memorie di Salarian che bevono assieme a un Krogan... sarà un bel ricordo da conservare-
-Sempre che tu sopravviva- Shepard le rivolse un'occhiata perplessa.
-Eva ha buone speranze di sopravvivenza. I suoi geni rispondono correttamente agli stimoli dei reagenti. Sono ottimista. È necessario esserlo.- Mordin bevve un sorso direttamente dal becher, stringendo gli occhi.
-Mordin Solus è ottimista!- esultò Shepard, un sorriso raggiante -Oggi è un giorno storico! Presto: a me una macchina fotografica!- e si alzò di scatto, attivando immediatamente il factotum -Doc, tintinnate quei calici per me, devo immortalare questo evento surreale!-
La dottoressa Chakwas si avvicinò a Mordin, sollevando il bicchiere. Mordin, divertito, sollevò il becher e lo fece scontrare lievemente con il bicchiere della dottoressa. Eva ridacchiava, facendo vibrare il bicchiere -A cosa si brinda?-
-Si brinda al lavoro di Mordin, naturalmente.- la Chakwas sorrise dolcemente al dottore, mettendosi in posa, il bicchiere ancora alto.
-Non così in fretta. Ci vorrà del tempo prima che arrivino i risultati della coltura. Non...-
-Oh, smettila- Shepard inquadrò i due, calibrando l'obbiettivo -Fate “cin-cin”-
-Cin-ciiiiin-
Flash.
Mordin batté più volte le palpebre, accecato da quel getto improvviso di luce bianca, la Chakwas lo prese sottobraccio -Dottore, non sai in che guaio ti stai cacciando...-
-Sì. Conosco le reazioni di Shepard all'alcohol.- replicò Mordin, annuendo -Ho previsto tutto.-
-Sei un genio del male, dottore...- la Chakwas lo prese sottobraccio -Una volta finita tutta questa storia dovremmo uscire insieme...-
-Proposta ufficiale. Molto allettante.- il Professore si passò una mano sul mento, pensieroso.
Shepard ed Eva si scambiarono un'occhiata d'intesa mentre quei due seguitavano a flirtare.
-Visita all'ospedale. Raccolta d'informazioni essenziali per la Normandy. Uscita romantica ai Giardini del Presidium.-
-Non ti sembra di correre un po' tro...-
-Cinema. Camera d'albergo. Una suite con vista sui laghetti. Ti piacerebbe.-
-Wohoho, frenate!- Shepard portò le mani in avanti, sconvolta dalla brusca piega che Mordin aveva dato alla conversazione -Abbiamo ancora molto lavoro da fare-
-Non fare la guastafeste, Comandante- la rimproverò Eva -É raro vedere Mordin prendersi una pausa seria dal lavoro e...-
Mordin poggiò il becher sul tavolo, dopo averlo vuotato tutto d'un fiato -A questo proposito. Globuli rossi in incubazione. Devo...-
La Chakwas lo sciolse dalla presa -Guarda che ci conto, Professore...- disse poi, lanciandogli un'occhiata maliziosa.
Mordin annuì, rivolgendole un sorriso. Poi si voltò verso il microscopio, ritornando a immergersi nel lavoro.
Nella stanza scese il silenzio. Shepard aveva finito il suo bicchiere, l'aria sognante. Da quanto tempo era che non si concedeva una pausa alla Cittadella? I periodi morti, viaggiando da un sistema all'altro, cercava di occuparli con scansioni, rapporti, ricerche... ma non si era mai presa del tempo per chiacchierare liberamente di frivolezze con qualcuno di fidato. Sì, aveva parlato con Wrex, ma la guerra era entrata prepotente nella loro conversazione, distraendoli.
Forse a Garrus sarebbe piaciuta un'uscita... ma forse lui non era il tipo d'uomo che l'avrebbe portata a cena e poi al cinema. Shepard odiava gli ambienti chiusi, pieni di gente e con solo un'uscita per decine di persone... e forse, il Turian era della stessa idea. Si sarebbero stressati ulteriormente, anziché divertirsi...
Shepard si ricordò della sua ultima uscita, circa tre anni prima. Liara l'aveva portata a vedere una commedia teatrale... Shepard si era portata dietro una pistola e si era aggrappata saldamente alla poltroncina, finendo per uscire a metà dello spettacolo. Poco da dire, erano tornate sulla Normandy e avevano finito la serata parlando di archeologia.
Si rese conto che nessuna delle sue uscite era andata bene... nemmeno prima di conoscere Liara. Era uscita con un suo compagno d'armi, prima di Torfan, ma aveva finito per scaraventarlo direttamente in una stanza d'albergo senza prima aver mangiato.
Forse, a Mordin sarebbe andata meglio... sperò con tutto il cuore che quella faccenda si risolvesse presto, così da vedere come sarebbe andata a finire tra quei due piccioncini.

 

 

 

Se avesse potuto, Shepard avrebbe urlato e avrebbe spiccato un salto da quanto era eccitata.
Ma Lei era un modello comportamentale di disciplinea ferrea e di compostezza, in pubblico. Si accontentò di sorridere a Jack mentre si avvicinava al suo tavolo.
-Ehi, Shepard- con un ghigno, la giovane donna accolse il Comandante a braccia aperte e la strinse brevemente a sé, un abbraccio decisamente mascolino -Sembrano passati secoli, eh?-
-Millenni, piuttosto- ridacchiò l'altra, accomodandosi al suo tavolo -La stiva della Normandy è particolarmente silenziosa senza te e Grunt che bisticciate...-
-Hai delle strane aspettative per una stiva, Lee- ribatté Jack, lanciandole un datapad -Stai bene?-
-A parte i Razziatori, dici?-
-A parte i Razziatori...-
Shepard ridacchiò, scorrendo le notizie sul datapad -Ci stiamo riorganizzando... presto partiremo per Tuchanka-
-Dannazione, Lenore!- Jack batté una mano sul tavolo -Non essere evasiva con me... stai bene? Stai male? Sei stanca?- sbuffò -Siamo... amiche, no?-
Shepard le lanciò un'occhiata perplessa -Da quando mi consideri tua amica?-
Jack sospirò sommessamente -Sai una cosa?- alzò le mani in segno di resa -Non mi interessa più. Ma quelle occhiaie sono decisamente peggio delle cicatrici fluorescenti che avevi qualche tempo fa'...-
Shepard si morse un labbro -Non dormo da una settimana, Jack...- ammise, dopo qualche secondo -Penso che Hackett mi stia sopravvalutando...-
-Beh, è normale quando delle seppie meccaniche invadono la Galassia e l'unica speranza che resta all'Umanità è di non cadere nelle grinfie di quei...- poggiò le mani sul bordo del tavolo, aggrappandocisi -Insomma, è normale essere stanchi, Lee...-
-Lo so- Shepard sospirò sommessamente.
Si guardarono negli occhi, cercando entrambe di comunicare un pensiero inespresso.
Le labbra di Jack si schiusero, poi si serrarono improvvisamente. Shepard inarcò leggermente un sopracciglio, poi si portò le dita sulla fronte, facendole sprofondare tra i capelli: era così difficile cercare di articolare un discorso che non riguardasse il dannato Armageddon!?
-Ehi, Lee...- con un fil di voce, Jack richiamò l'attenzione su di sé.
Shepard sollevò lo sguardo e soffocò un gemito. Il viso di Jack era sconvolto. Una smorfia tra l'impaurito e il disperato avvolgeva i suoi lineamenti, le labbra tremanti -Lee...-
Il Comandante le afferrò una mano e la strinse -Che succede ora?-
-Non mollare- Jack voltò lo sguardo altrove e ricambiò la stretta con mani tremanti -Non ora...-
Shepard corrugò la fronte -Farò tutto il possibile per fermarli, Jack...- disse -E se non ci riuscirò, sei autorizzata a farmi il culo...- ridacchiò nervosamente -è una promessa!-
Jack sorrise lievemente -Mandami un promemoria quando tutta questa vicenda sarà conclusa...- poi volse di nuovo lo sguardo verso il Comandante e si sciolse dalla stretta -Fanculo, sembriamo due adolescenti scaricate nel giorno del Gran Ballo...-
-Vorrà dire che balleremo da sole anche stavolta- concluse Shepard, facendola ridere di gusto.
L'idea di quelle due vestite al meglio e con un fiore legato al polso avrebbe fatto rabbrividire chiunque, ma Shepard sapeva che, al via alle danze, Jack l'avrebbe accompagnata in mezzo alla pista, tra gli sguardi scettici di chiunque, e avrebbero ballato fianco a fianco...
Finché le luci non si sarebbero spente.









Noticina-ina-ina:

Eccomi.

Intanto, ringrazio chi ha messo la storia tra le seguite, i recensori e il lettore solitario (sì, proprio tu, che leggi e non recensisci :P ma mi fa piacere comunque che ti soffermi nella lettura. I appreciate!).
Volevo spendere una mezza parola su Doc Chakwas. Allora, nel secondo capitolo, quella squinternata di Lenore non si è assolutamente curata quelle meravigliose cicatrici fluo. La Chakwas è infastidita dal comportamento noncurante di Shepard verso sé stessa, ma accetta la cosa senza fiatare, alla fine, è pur sempre il suo Comandante...
Ho sempre visto la dottoressa come la classica zia che ti passa i cioccolatini quando ti sbucci il ginocchio cadendo dalla bici. Sì, ti coccola solo dopo averti rimproverato, ma è molto amorevole e comprensiva...
Va a finire che il brandy lo offre sempre Shepard, comunque <__<'
Buona lettura
E Grazie!

J.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Nerves ***


Image and video hosting by TinyPic

7. Nerves

 

 

 

-No! Non posso permettertelo!- Shepard alzò la pistola verso Mordin, l'espressione dura di chi si è appena reso conto di aver commesso un errore di calcolo.
Il Professore emise un sospiro nervoso, rivolgendo a Shepard un'occhiata severa -Sono l'unico che può portare a termine la missione. Qualcun'altro potrebbe sbagliare.-
-Mordin, tu non userai quell'ascensore- gridò lei, caricando un colpo.
Lo sguardo severo di Mordin si trasformò in un'occhiata dolce e un lieve sorriso gli increspò le labbra -É compito mio, Shepard... non posso tirarmi indietro...-
-Ci andrò io, Mordin.- s'impuntò lei -Puoi darmi istruzioni via radio-
-Il rischio sarebbe troppo alto, Shepard- ribatté lui, agitando le braccia -Non hai le giuste competenze e questa missione è troppo importante perché tu la fallisca.-
Il Comandante serrò gli occhi, sopraffatta dalla veridicità delle sue parole. Dopo aver riflettuto per qualche istante, abbassò l'arma e distolse lo sguardo -Sì...- disse, in un sussurro.
-Allora lasciami andare-
Shepard strinse le palpebre e lasciò andare la pistola a terra, poi annuì lentamente, deglutendo quella pillola ingombrante.
-Grazie di tutto Shepard.- il Professore si voltò per raggiungere l'ascensore, gli occhi di Lenore che si riappropriavano della sua presenza.
-Grazie a te, Mordin Solus...- mormorò lei, scandagliando la sua schiena come per imprimersi mentalmente ogni dannato dettaglio di quel triste momento.
Le porte dell'ascensore si aprirono, inghiottendo per sempre quell'esile figura.
Shepard incrociò lo sguardo di Mordin per l'ultima volta.
Il suo sguardo era consapevole, carico di dolcezza... e Shepard non poté non contraccambiare.
Osservò le porte dell'ascensore di vetro chiudersi lentamente, separandola da quello che era uno dei suoi più fedeli compagni.
Lenore Shepard sapeva quali erano le priorità di quella missione, era consapevole delle azioni passate di Mordin ed era altrettanto in grado di constatare che quello che stava compiendo il Professore era un atto di necessità, piuttosto che di eroismo.
Ebbene, lei non riusciva comunque ad accettare quel sacrificio... non riusciva ad accettare la sua impotenza di fronte a quella decisione. E si ritrovò a stringere nervosamente i pugni, mentre l'ascensore scompariva velocemente dalla sua visuale, proseguendo la sua corsa verso la cima del Velo.
Una pietra cadde poco vicino a lei, facendola sobbalzare.
Con gli occhi sempre fissi in alto, Shepard indietreggiò, l'aria disperata -Maledizione!- disse a denti stretti. Si voltò di scatto e prese a correre verso l'uscita.
Non doveva fermarsi, non doveva esitare. Il sacrificio di Mordin non doveva essere sprecato.


Vedere il Velo sgretolarsi mentre Kalros si abbatteva contro il Razziatore... Shepard strinse la mascella, le mani sulla parete della navetta e gli occhi serrati.
Lo straziante sorriso di Mordin la tormentava come una marchiatura a fuoco...
Sentì la mano di Garrus afferrarle dolcemente una spalla. Quel tocco impacciato ebbe l'effetto di agitarla maggiormente...
-È finita, Lenore...- sentenziò il Generale, cercando il suo sguardo.
-Ah, è stato grandioso!- eruppe James dal suo sedile -Abbiamo vinto questa battaglia, Shepard!- fece James, esultante -I Krogan ci aiuteranno!-
-È stata una sua scelta, Shepard...- proseguì Garrus a mezza voce, intuendo il malessere di Lenore -Ha posto fine alle sofferenze che lui stesso ha causato-
Shepard si sforzò di sorridere -Lo so, Garrus, ma...- si interruppe momentaneamente, la gola secca; si passò una mano sul viso, ripensando al viso sereno del Professore mentre le rivolgeva il suo ultimo saluto.
James perse il sorriso e volse lo sguardo altrove, imbarazzato.
-Se l'è voluta- proferì lei, secca, lanciando un'occhiata truce a Garrus
-Se l'è voluta...-

 

 

Abbiamo... Mordin è... siamo stati...”

Shepard ringhiò un'imprecazione. Non riusciva a stilare un rapporto che fosse coerente, quella notte.
Era nella sua cabina, seduta al suo tavolo di lavoro, due tazze vuote di caffè e una bottiglia di Laphroaig ancora chiusa. Il terminale emanava una luce fioca, ormai in risparmio energetico da qualche minuto. Le mani di Shepard erano fisse dentro i suoi capelli, nel tentativo di afferrare un'idea utile per permetterle di concludere quel rapporto nel più breve tempo possibile.
Non aveva fatto ricerche, in quel caso, per la prima volta dopo anni di servizio. Aveva preferito riferire lo stretto necessario.
Hackett avrebbe capito...
Lenore si voltò verso l'acquario, infastidita da quella pressante luce azzurra. I pesci nuotavano attraverso quel piccolo paradiso tropicale con una lentezza esasperante e lei, la rabbia che ancora la tartassava, era sempre più decisa a togliere loro il cibo, giusto per fargli capire che era un lusso starsene lì a nuotare paciosi mentre la Galassia veniva gradualmente sottomessa ai Razziatori.
La sua solita razionalità stava per sfracellarsi in un abisso di stronzate simili e Lenore ne era conscia, ma non riusciva a porci rimedio... per giunta: Mordin la tormentava ogni istante con quel suo sorriso di merda e quel suo sacrificio idiota!
Se una persona si mette volontariamente nei guai è un conto, ma se un amico decide di sacrificarsi al posto tuo per svolgere un compito di cui tu non hai le giuste competenze... oh, il senso di impotenza è decisamente peggiore di un'asportazione di fegato senza anestesia!
O almeno, Lenore la pensava in questo modo. E, quel giorno, oltre a risentire profondamente di quel suo fallimento, si sentì un pessimo soldato N7...
Lanciò un'occhiata truce a una medusa che fluttuava pacifica verso un granello di cibo e serrò la mascella, colta da un improvviso moto d'ira.
Si alzò di scatto, scaraventando indietro la sedia, la vista annebbiata; poi strappò il terminale fisso dalla sua collocazione e lo scagliò rabbiosamente verso il vetro dell'acquario, accompagnata da un grido di impazienza.
La vetrata non si ruppe, nemmeno si era incrinata!
Shepard imprecò, prendendo direttamente la sedia tra le mani e portandosi a pochi passi dalla sua “vittima”. Gettò la sedia, così come aveva fatto con il terminale. Il risultato ottenuto la fece ringhiare di rabbia: la sedia si era sfracellata e il vetro non aveva che un graffio.
Iniziò a lanciare ogni oggetto che la circondava contro quel vetro infrangibile. Possibile che un cazzo di acquario fosse così solido?
Potevano davvero customizzare una corazza con quel rivestimento!
Strappò uno dei modellini dal suo sostegno e continuò a sfogarsi in quel modo, le cicatrici che brillavano sotto il suo strato cutaneo, esposte dallo stress.

Nel frattempo, nella cabina di pilotaggio, IDA si bloccava momentaneamente dai suoi compiti, lanciando un'occhiata perplessa a Joker al suo fianco.
Il pilota ricambiò l'occhiata -Hai altre domande per me, IDA? Sappi che non sono in vena di...-
-Si tratta di Shepard- replicò l'IA, rizzandosi a sedere.
-Hai una domanda impellente sul Comandante?- Joker girò la poltrona verso di lei, poggiando la testa sul polso, l'aria esausta.
-Corretto.- IDA si sollevò in piedi e lo raggiunse in poche falcate -Lo stato di stress, per Shepard, può portare a gesti estremi?-
Jeff batté più volte le palpebre, perplesso -Finire a letto con Garrus può definirsi un gesto estremo?-
IDA inclinò la testa -Il mio interrogativo non era relativo alle dinamiche dei rapporti interspecie, anche se potrebbe rivelarsi una discussione interessante da affrontare con entrambi...-
Joker agitò una mano in aria -Shepard potrebbe pensare di forgiare dei nuovi proiettili con i resti del tuo corpo massacrato, se solo le facessi una domanda simile-
L'IA annuì -L'idea che stia forgiando delle munizioni distruggendo la sua cabina è sterile, se non insensata...-
Il pilota ritrasse la testa -No, aspetta: cosa sta succedendo a Shepard?-
-Ha sradicato il suo terminale per gettarlo contro l'acquario: dice che le luci le danno fastidio-
-Maledizione!- Joker si voltò di scatto e aprì l'interfono, collegandosi con la cabina di Liara -Ehi, T'Soni, Shepard sta smattando... vuole allagare la sua cabina. Vedi di fare qualcosa-

Liara, dall'altro capo dell'interfono, stette qualche secondo in silenzio -Puoi ripetere?-
-Shepard sta dando di matto: che altro vuoi sapere?- replicò Jeff, stranamente preoccupato. Di solito quelle situazioni lo divertivano.
-Ci penso io- Liara fermò il suo lavoro al terminale, dando ordine a Glifo di proseguire momentaneamente, quindi uscì di corsa dalla sua cabina. Prese le scale per acquistare tempo e si diresse correndo verso l'alloggio di Shepard.
Una volta all'ultimo piano, bussò forte alla porta, preoccupata dai rumori che sentiva all'interno -Len!- gridò, picchiando la porta con maggiore veemenza.
La stava ignorando, era logico. Liara scosse la testa e attivò il factotum, bypassando il blocco che teneva chiusa la porta.
Quando ebbe attraversato l'ingresso, si ritrovò a spalancare la bocca dalla sorpresa. Qualsiasi cosa era fuori posto. Il microfono della doccia giaceva a pochi centimetri da lei, per esempio.
Shepard seguitava a lanciare cose contro il vetro dell'acquario, leggermente incrinato. Ora aveva tra le mani il cassetto del suo comodino.
-Len! Smettila!- gridò Liara, restando immobile nella sua posizione.
Shepard la ignorò, preferendo scagliare il cassetto. I pesci nuotavano impazziti lungo la parete, colti dal panico.
-Lenore!- la chiamò Liara, puntando il dito -Abbiamo abbastanza problemi, senza che tu distrugga la nave: smetti di fare la bambina!-
Shepard, la gabbietta del criceto spaziale, vuota, tra le mani, le rivolse uno sguardo fugace, poi tornò alle proprie occupazioni, ancora più arrabbiata.
L'Asari ringhiò per l'impazienza e sollevò le mani, caricando l'energia oscura per un lancio biotico. Se quello era l'unico modo per fermarla, allora avrebbe volentieri ricorso alle maniere forti.
Una mano a tre dita le afferrò un braccio, facendola voltare. Garrus le lanciò uno sguardo triste -Ci penso io...-
Liara batté le palpebre. E lui da dove era arrivato? L'aveva forse seguita?
Scosse la testa -É sorda, non mi riesce di calmarla...-
Ma Garrus si era già mosso verso Lenore. Si chinò e prese tra le mani il modellino della Destiny Ascension, soppesandolo. Poi si affiancò a Shepard e, tranquillamente, glielo porse.
Liara spalancò gli occhi a quella scena, curvando leggermente la schiena.
Shepard, la sua sveglia tra le mani, osservò stupita il modellino, poi rivolse un'occhiata perplessa a Garrus, incerta sul da farsi. Cosa voleva dimostrare con quel gesto?
Nel dubbio, il Comandante strinse a sé la sveglia, indietreggiando di un passo.
-Ho sempre sognato di farlo- mormorò Garrus, traendo a sé la Destiny Ascension -Il Consiglio ci ha sempre marciato contro...- e, di scatto, scagliò il modellino sul vetro, facendo sobbalzare entrambe le donne.
Shepard rimase come inebetita mentre il Turian, con nonchalance, raccoglieva altri oggetti da tirare.
Liara scosse la testa, indispettita mentre Garrus perpetrava quell'opera di vandalismo -Questa è pura follia... lavoro con dei bambini!- e si voltò, lasciando la stanza mentre Shepard si univa a Garrus in un buon lavoro di squadra. Assieme, riuscirono a sollevare uno dei lunghi divani, scagliandolo con forza sulla vetrata. Un rigagnolo d'acqua fuoriuscì da una delle crepe, facendo sorridere Shepard -Finalmente!- esclamò, lanciando un sorriso al compagno.
-Ti basta o vuoi che sradichi il lavandino?- domandò Garrus, divertito.
-Ci ho già provato... è più resistente di questo maledetto vetro!-
-Allora potrebbe essere l'arma giusta, Len- ribatté lui, facendole cenno di seguirlo -Dobbiamo solo trovare un punto strutturalmente debole e tirare... potremmo usare Jimmy Boy come mazzuolo, nel caso-
-Sempre che si lasci catturare- aggiunse Shepard, sogghignando.
-Oh, basterebbe usare la classica tecnica del bastoncino che regge lo scatolone: mettiamo un Fornax sotto una gabbia metallica e poi...-
-Ehi, Vakarian...- Shepard gli sfiorò un braccio, bloccandosi sul posto.
-Sì, Shepard?- il Turian si voltò verso di lei, l'aria curiosa.
Il Comandante gli rivolse un sorriso triste -Grazie...-
Garrus annuì, poi voltò la testa verso l'acquario, i pesci che ancora correvano impazziti lungo tutta la parete. Si voltò anche Shepard, raggiungendo l'obiettivo del suo sguardo... e finalmente, si sentì soddisfatta nel vedere che la crepa si stava allargando a dismisura, spinta dalla pressione dell'acqua sul vetro.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Scars ***


Image and video hosting by TinyPic

8. Scars

 

 

Shepard scrutò attentamente la Mappa Galattica, controllando le coordinate che le erano appena state inviate dal tenente Traynor; aveva uno sguardo che non faceva presagire niente di buono, le mani ancorate sul sostegno divisorio della postazione di comando della Sala Tattica.
Il Comandante studiò ancora una volta la rotta sulla quale si stava muovendo la Normandy e ordinò a uno degli specialisti del centro tattico di mettere a fuoco la stazione spaziale verso la quale si stavano dirigendo e di fornirle una topologia dettagliata della struttura.
Qualche ora prima, Hackett aveva richiesto la linea, mettendo al corrente il Comandante che su una stazione spaziale orbitante nel Sistema Fortuna, Nebulosa Horsehead, la prigione di massimo livello di sicurezza Mercurius aveva richiesto che molti dei detenuti fossero impiegati come fanteria di supporto per le forze dell'Alleanza. Purtroppo, i mediatori inviati dall'Ammiraglio non avevano fatto rapporto e i collegamenti con la stazione erano saltati prima di poter capire cosa fosse successo. La nave dell'Alleanza SSV Kuwait e la scorta militare, inviati per l'incontro, risultavano tutt'ora dispersi.
Così Shepard era stata incaricata di andare a fare un sopralluogo in quel carcere sperduto nel bel mezzo del nulla, con i Razziatori pronti a sferrare un attacco improvviso ai pianeti circostanti... sempre che non fosse colpa loro che i contatti fossero stati tagliati.
La scansione apparve davanti agli occhi del Comandante. Dalla forma a croce greca e dalla sagoma massiccia, la stazione spaziale presentava una certa rigidità strutturale, adatta per la funzione che svolgeva; esattamente al centro delle braccia c'era una base d'atterraggio per le navi, nonché unica entrata e uscita dell'edificio.
La rilevatura accurata che appariva davanti a lei, indicava che i locali di massima sicurezza si trovavano nei livelli inferiori delle quattro biforcazioni, mentre il vano centrale, proprio vicino all'hangar, era adibito come base per i secondini e le guardie carcerarie, poi per l'alloggio degli addetti alla manutenzione e degli impiegati.
Shepard scosse la testa. Le era già capitato di “visitare” una prigione e quella volta aveva rischiato di ritrovarsi a marcire in una cella... stavolta, voleva avere ben chiaro ogni centimetro cubico del buco dove si stava andando a infilare!
Si maledì mentalmente per non avere chiesto ad Hackett delle informazioni in più. Perché chiedere l'aiuto di persone mentalmente instabili e degli assassini? Non gli bastavano i mercenari di Aria?
Appena dentro il sistema, IDA comunicò a Shepard che l'intera stazione era isolata, nessuna boa di comunicazione recava segnali di emergenza provenienti da Mercurius ed era impossibile contattare la stazione stessa. Nessuna risposta alla richiesta d'atterraggio di una navetta, nessun segnale di telecomunicazione attivo.
James e Garrus erano già all'hangar delle navette quando Shepard si decise a raggiungerli; ormai era diventata la norma portarseli appresso nelle missioni di ricognizione, quei due funzionavano assieme ed erano capaci di assecondarla, senza proferir parola, anche nelle situazioni più critiche.
Shepard diede velocemente le sue istruzioni a Cortez e montò sul Kodiak giusto in tempo per sentire la voce di Joker annunciare la vicinanza con la stazione Mercurius.
-Criminali?- Garrus le lanciò un'occhiata perplessa, mentre la navetta usciva dall'hangar e s'inoltrava nell'orbita della stazione spaziale -Siamo sicuri che Hackett stia facendo la cosa giusta?-
James sbuffò -Sono pur sempre delle risorse... potrebbero, chessò, trasportare le armi pesanti da un punto all'altro del campo di battaglia- concluse la frase con un ampio gesto del braccio.
-Carne da cannone, ecco tutto- disse Shepard, aggrappandosi a una maniglia che pendeva dal soffitto -Hanno smesso di essere umani dal momento in cui hanno messo piede in quel posto-
-Potrebbero approfittarne per scappare, anche se, con quello che sta succedendo nella Galassia, non ne vedo il motivo- bofonchiò Garrus mentre si sgranchiva il collo.
-In ogni caso, dobbiamo far luce su questa faccenda, non mi sorprenderebbe se qualche furbo avesse tentato di evadere- Shepard scosse la testa -Tenetevi pronti-
-Comandante, ho la Kuwait sul radar- annunciò Cortez, sporgendosi dal vano di pilotaggio -Non capisco... è ancorata all'hangar centrale. Il protocollo, nel caso di un'ambasceria, recita chiaramente di mandare una navetta con il membro più anziano e una scorta. Per il trasporto dei prigionieri serve una nave apposita... una fregata non può portare con sé una mole di persone superiore agli standard di sicurezza.-
-Nessun segno vitale al suo interno?- Shepard si posizionò subito dietro di lui, l'espressione corrucciata.
-Negativo. Le scansioni termiche rilevano un alta concentrazione di soggetti lungo il perimetro dell'hangar, ma niente dalla Kuwait- Cortez si sporse in avanti, socchiudendo gli occhi -Temo che riceveremo un'accoglienza calorosa...-
-Abbiamo altre opzioni?-
-Negativo. Quello è l'unico ingresso. Aspetta... c'è una debolezza strutturale- il tenente indicò un punto, nella scansione della stazione. Si trattava del punto di rilascio dei rifiuti organici, giusto sotto il terzo braccio, appena poco distante dalla navetta -Vi lascerò lì, nel frattempo, farò un volo di ricognizione per assicurarmi che nessuno venga verso di voi-
-Dobbiamo entrare dalle fogne?- protestò Vega, il viso contratto dal disgusto -Che idea di merda!-
-Fai lo schizzinoso, Jimmy Boy?- ridacchiò Garrus, sollevandosi in piedi -Rilassati, ora almeno non dovrò più sopportare il puzzo di quel tuo nuovo deodorante...-
-Smettetela di battibeccare come due comari, ci siamo!- Shepard infilò il casco e si mise velocemente davanti al portellone -Occhi aperti e silenzio stampa.-
-Prima le signore- Vega fece un gesto di cortesia verso Garrus, ridacchiando, mentre infilavano anche loro i caschi.
Le porte si aprirono giusto davanti alla botola di espulsione dei rifiuti. Chiusa.
Con un balzo al rallentatore, Shepard la raggiunse, ancorandosi a un sostegno laterale, poi poggiò i piedi sulla parete della stazione, attivando il sistema a trazione magnetica sotto gli stivali, idem gli altri. Il Comandante sfiorò la superficie della botola, cercando un modo per aprirla... purtroppo era sigillata dall'interno e l'unica opzione possibile era bypassare i protocolli di sicurezza e aprirla manualmente.
-Mi ci vorrà qualche secondo- fece Garrus via radio, attivando il factotum.
-Bene. James, quando saremo là dentro, non voglio sentir volare una mosca, siamo intesi? Attiva il visore termico e segnalami se sono in vista dei nemici. Andrai per primo.-
-Ricevuto, Comandante- disse Vega, poco convinto, portandosi al fianco di Garrus ed estraendo velocemente il fucile d'assalto -Spero solo che il filtro dell'aria integrato nel mio casco funzioni a dovere...-
-IDA conferma che il condotto passa in ogni angolo della struttura- annunciò Garrus, avvicinandosi a Shepard -Il deposito dei medicinali nell'ala di massima sicurezza 3 è il luogo sicuro più vicino a noi... da lì possiamo violare il terminale presente in quella stanza e scaricare le informazioni necessarie. La cattiva notizia è che il condotto fognario non viene svuotato da almeno una decina di giorni...-
-Miseria ladra-
-James, piano con queste esternazioni emotive.- sbottò Shepard, con una punta di disgusto nella voce. Ringraziò che il suo casco fosse chiuso e che i suoi compagni non vedessero la sua espressione: attraversare un mare di escrementi non piaceva nemmeno a lei -Di sicuro ci sarà una passerella per la manutenzione...- arguì, accucciandosi, le mani a cercare un appiglio per sollevare la botola.
-Hai ragione. Dalla lettura di IDA, il condotto è composto da un tubo di compressione e un tubo di filtraggio per il riciclo dell'acqua. Attorno ai due tubi c'è uno spazio ristretto per il passaggio degli addetti alla manutenzione... dovrebbe esserci una passerella metallica. Aspetta, faccio scattare la serratura...- Garrus si chinò e passò il factotum sopra la botola che si aprì con un sonoro “clang”. Quando questa si spalancò, Vega trasse un profondo respiro di sollievo -Ecco la passerella. Faccio strada- quindi, si infilò nell'apertura, cercando di produrre una quantità di rumore minima. Shepard lo seguì, lasciando le retrovie a Garrus.
Il condotto era parecchio tortuoso e il fetore proveniente dai tubi di scarico era quasi insopportabile. Nonostante il casco di Shepard fosse dotato di un filtro depuratore dell'aria, lei riusciva comunque a sentire quella puzza immonda. Si chiese se Garrus, dotato di un olfatto decisamente superiore al suo, non stesse soffrendo. Diede un'occhiata dietro di sé, per sicurezza, ma non vide problemi.
Poco davanti a lei, James fece un cenno e si bloccò sul posto. Purtroppo, non essendoci coperture, sarebbe stato molto facile venire individuati da chiunque si fosse avventurato in quel condotto.
Shepard s'immobilizzò e diede lo stesso cenno a Garrus.
-C'è del movimento- sussurrò James attraverso il canale radio -Sopra di noi c'è parecchia gente... dobbiamo raggiungere l'obiettivo il prima possibile-
-Ricevuto.- Shepard soppesò la Paladin tra le dita, poi diede un'occhiata verso l'alto, proseguendo a camminare.
Raggiunsero il deposito farmaceutico in breve tempo. James segnalò che all'esterno non c'erano guardie. Garrus raggiunse velocemente il terminale e bypassò il sistema di sicurezza con discrezione, evitando le trappole del firewall disposto, mentre Shepard e James facevano un giro di ricognizione nella stanza.
-L'ultimo accesso a questo portale risale a cinque giorni fa'...- mormorò Garrus, continuando a scaricare i dati -Sto violando l'accesso al terminale della sicurezza... Maledizione! Avevi ragione, Shepard, la stazione è in mano ai prigionieri. Hanno ucciso le guardie e messo sotto chiave l'ufficiale dell'Alleanza e la sua squadra... i video della sorveglianza hanno registrato tutto-
Shepard si avvicinò a lui immediatamente, dando un occhio alle registrazioni che confermavano ciò che aveva appena esplicato il Generale.
-Niente a proposito dell'equipaggio della Kuwait?-
-La maggior parte è tenuta prigioniera nell'ala 4, giusto di fronte al corridoio 3. Vuoi forse tentare un recupero?-
-No, al momento sarebbe troppo rischioso... questa è gente che non scherza e noi siamo solo in tre. Mi stupisce che dei criminali di alto livello non abbiano disposto un piano di fuga o non siano ancora scesi a compromessi con il direttore del carcere...-
-Non lo so, Shepard, mi sembra tutto fin troppo sospetto...-
-Continua a cercare-
Garrus scosse la testa mentre il programma di violazione del factotum continuava a scaricare le informazioni -Ecco. C'è un video di riscatto nell'archivio... è una corazza N7 quella?-
Shepard strabuzzò gli occhi da sotto il casco, il video era ambientato in una sala simile a quella, un krogan vestito con la divisa carceraria puntava un fucile alla testa di un marine, lamentandosi del perché il tecnico non avesse ancora sistemato l'impianto di comunicazione tra la stazione e il mondo esterno. La cosa che turbò maggiormente Shepard, però, era il soldato stesso. Lo conosceva, avevano fatto l'addestramento N7 insieme e avevano partecipato a numerose missioni, prima di Torfan.
Ecco lo spettro di quel luogo che rispuntava dopo anni, assieme a quel volto a lei noto... che fosse una casualità che proprio ora riapparisse nella sua vita? Forse era la Legge del Contrappasso che si faceva viva con Shepard per accusarla di aver permesso a Mordin di crepare. O forse era semplicemente un monito per concederle un minimo di speranza in quel periodo di tragicità.
Il Comandante sospirò sommessamente, abbandonando quel flusso confuso di pensieri irrazionali -A quando risale il video?-
-L'altro ieri, il krogan propone di liberare gli ostaggi e in cambio chiede all'Alleanza di mandare dei rifornimenti aggiuntivi a spese loro e delle navette di trasporto, rifiutandosi categoricamente di prendere parte alla guerra e dichiarando la stazione “terra di nessuno”...-
-La madre dei cretini è sempre incinta- borbottò James, poco distante.
Shepard annuì -Quanti prigionieri hai detto che sono tenuti qua dentro?-
-Più o meno un centinaio. Alcuni hanno preso le navette della sicurezza per fuggire, a quanto pare...-
-Logico. Prendere direttamente la Kuwait avrebbe destato non pochi sospetti- Shepard carezzò il calcio della Paladin, poi sollevò lo sguardo verso il monitor -Purtroppo, l'Alleanza non è molto incline a trattare con i criminali... anche se l'obiettivo della missione era quello di indagare e basta, direi che siamo abbastanza qualificati per mettere fine a questa storia prima che altri uomini vengano giustiziati-
Vega ridacchiò -Ora è personale, Shepard?-
-Sì, tenente, pagheranno a caro prezzo il loro egoismo-
E dopo aver allertato Cortez sui recenti sviluppi e aver disposto gli ordini, i tre si prepararono ad uscire dalla porta, diretti verso la piccola guardiola che avrebbe dovuto contenere quel marine e il suo equipaggio.


Il corridoio d'accesso al livello inferiore conteneva un numero limitato di prigionieri, per la maggior parte armati e incattiviti dal razionamento di scorte alimentari.
Il tenente Cole Hawthorne e la sua squadra, composta da sette elementi, erano tenuti in ostaggio nella stessa cella lurida e stretta. Era una cella d'isolamento, per intendersi, probabilmente disposta per quei prigionieri che non mantenevano un atteggiamento collaborativo con i secondini.
Cole era stato spogliato dell'armatura, così come i suoi sottoposti, e le sue mani erano state incatenate saldamente a una stufa a muro. Sì, aveva tentato la fuga più volte e quella era stata una precauzione necessaria per tenerlo a bada.
Il rumore attutito di uno sparo destò la sua attenzione.
Il marine riconobbe l'arma con la quale era stato usato il colpo. Era una pistola M-77 Paladin, probabilmente dotata di una calibratura intelligente, capace di trapassare una corazza media da parte a parte. I prigionieri usavano le pistole d'ordinanza dell'Alleanza, sottratte ai loro secondini e di certo non erano equipaggiati con quell'arma così letale, unica nel suo genere. Cole sperò che l'Alleanza avesse inviato una squadra per trarli in salvo, anziché assecondare le richieste di quei prigionieri...
Un tonfo sordo sulla porta blindata lo fece scattare in piedi -Niente panico!- esclamò, diretto ai suoi sottoposti -Ce la caveremo- poi restò in silenzio, facendo dei profondi respiri con il naso.
Il meccanismo automatico d'apertura della porta vibrò, poi, un calcio ben assestato la spalancò direttamente.
Cole schiuse le labbra, perplesso. L'immagine che si presentava davanti a lui era abbastanza inconsueta, anche se, in vita sua, era stato reso partecipe di numerose stranezze: la prima impressione che ebbe fu di trovarsi di fronte a un cavaliere medioevale.
Ma la stanchezza e le sedute di interrogatori che aveva subito potevano anche mostrargli l'immagine di un Quarian e lui l'avrebbe potuto benissimo scambiare per una statua paleocristiana....
Cole batté più volte le palpebre, poi riconobbe i fasci di luce al plasma sui manicotti dell'armatura e trasse un sospiro di sollievo. Non era un'apparizione, ma un soldato con un'armatura dannatamente bizzarra...
-Hawthorne?- lo chiamò quel soldato, con voce femminile.
Cole strizzò le palpebre, cercando di ricordare a chi apparteneva quella voce stranamente familiare -Siete venuti a liberarci?-
Shepard, perché di lei si trattava, si tolse il casco e lo poggiò a terra, poi ordinò a Garrus e a James di liberare tutti mentre lei si sarebbe occupata del tenente.
-Shepard! Oddio, è inverosimile vederti qui...- Cole esibì un sorriso a trentadue denti mentre lei lo liberava dalla catena con uno strattone secco.
-Tenente- il Comandante fece un cenno col capo -Qual'è la situazione?-
-Dammi un secondo, teuchter! È da anni che non ci vediamo!- e l'afferrò per le spalle, squadrandola attentamente -Cos'hai fatto al viso?-
Shepard si staccò dalla stretta, l'espressione corrucciata -Hawthorne, basta chiacchiere e fammi rapporto! Che diavolo è successo qui dentro?-
-Cosa sai esattamente di questa missione?-
-So che Hackett vi ha inviati per un'ambasceria e che nessuno ha fatto ritorno. Quello che abbiamo scoperto una volta arrivati qui è che i prigionieri hanno messo in atto una rivolta, ucciso le guardie e trattenuto il tuo equipaggio.-
Il tenente si passò una mano tra i capelli, poi si appropinquò velocemente all'uscita, Shepard era subito dietro di lui -Io e la mia squadra ci dovevamo occupare di scortare il Comandante Maiden per trattare il rilascio degli elementi meno instabili del carcere- principiò Cole, fermandosi giusto fuori della cella per dare un occhiata in giro -C'è stato un guasto nella rete elettrica e alcune celle si sono aperte. I prigionieri ci hanno circondato e noi ci siamo asserragliati entro il perimetro dell'hangar, poi hanno fottuto la navetta e il Comandante ha ordinato alla Kuwait di recuperarci il prima possibile-
-Una mossa un po' imprudente- asserì Shepard, mettendo le mani dietro la schiena -Non avevate altri trasporti all'interno della nave?-
-Le disposizioni di un Comandante non si discutono, Lee, dovresti saperlo...- Cole raggiunse il suo aguzzino disteso a terra e recuperò la sua pistola -E gli errori di calcolo succedono anche nei piani alti-
-Come avete fatto a farvi catturare?-
-Ci hanno accerchiati e hanno sigillato gli accessi all'hangar non appena la Kuwait è entrata nel campo visivo dell'addetto al raggio traente. L'unica soluzione per salvare quanti più uomini possibile era la resa e Maiden non ci ha pensato due volte.-
-E permettergli di usarvi come moneta di scambio per ricattare l'Alleanza?- Shepard scosse la testa, indispettita -Perché non combattere?-
Cole si voltò verso di lei, l'aria indispettita -Al contrario di te, Lee, io gli ordini li eseguo, non li interpreto! Dubito che Hackett abbia mandato tre soldati per un'operazione di recupero e, se anche fosse, si sarebbe prima assicurato di quello che era successo qui dentro, prima di rischiare uno dei suoi uomini migliori!-
Shepard rise nervosamente, distogliendo lo sguardo e posandolo sulla sua squadra -Eppure sai perfettamente di cosa sono capace...-
-Sei capace solo di carneficine!-
-Bada a come parli, tenente...- la mano di Garrus si serrò sulla spalla di Cole come una morsa -Siete salvi solo grazie a lei- ringhiò, lanciandogli un'occhiata raggelante attraverso la visiera del casco.
Cole diede uno strattone, liberandosi, poi ricambiò lo sguardo, posizionandosi a pochi centimetri da lui -Nessuno ha chiesto la tua opinione, faccia di teschio-
Shepard sospirò sommessamente -Potremo fare a pugni più tardi. Ora cerchiamo un modo di recuperare il fottuto equipaggio. Lasciare una risorsa come la Kuwait in mano a queste bestie mi manda in frantumi l'anima... Garrus, controlla l'uscita, James, cerchiamo delle armi...-
Vega annuì -Agli ordini, Signora...- e iniziarono a perlustrare la stanza alla ricerca di clip termiche e granate da poter utilizzare in seguito.
Cole sbuffò, dando una spallata a Garrus nell'allontanarsi. Il Generale e il Comandante si scambiarono un'occhiata fugace, poi Garrus fece come ordinato e si posizionò a guardia della porta, acquattandosi su un lato. Uno stretto corridoio si apriva davanti a lui, la luce era fioca, quasi assente, data da dei minuscoli fari in cima al soffitto; dall'altro capo del corridoio c'era una grata semiaperta, probabilmente un divisorio tra l'area della guardiola e il corridoio di massima sicurezza sito al livello inferiore. Guardò attraverso il mirino del Mantis, restando concentrato su ciò che vedeva... quello che il tenente aveva detto a Shepard non doveva assolutamente coinvolgerlo.
Eppure quella faccenda lo irritava profondamente. Perché quel tenente si accaniva a quel modo per una storia vecchia di anni? E perché Shepard aveva voluto salvare quell'uomo e la sua squadra a tutti i costi? Non era di certo un senso di nostalgia quello che la spingeva ad agire, Garrus la conosceva bene... c'era dell'altro sotto.
E sapeva che certi pensieri non avrebbero nemmeno dovuto sfiorarlo, perché non erano affari suoi!
Socchiuse gli occhi, cercando di mettere bene a fuoco l'obiettivo. C'era del movimento, al di là della grata, poteva scorgere delle ombre che facevano avanti e indietro. Abbassò il fucile e diede un cenno a Shepard. Il Comandante gli fu accanto immediatamente -Che c'è?-
-La via non è sicura- mormorò lui, voltandosi appena mentre integrava una termocamera per la visione a infrarossi sul mirino -Per ora abbiamo avuto fortuna, lo sparo non ha destato sospetti...- fece una pausa, ineciso se affrontare o meno il discorso. Alla fine, l'istinto ebbe la meglio -Lenore, stai bene?-
Shepard alzò gli occhi al cielo -Concentrati, Garrus. Quanti sono?-
Il Generale mosse leggermente le mandibole -Cinque. Tre sono attorno a un tavolo, due sono in piedi, poco distante dalla porta... potrei colpirli anche ora, ma dovrei calcolare i tempi alla perfezione.-
-Potresti farlo?-
-Spiriti, Shepard!- il Generale le lanciò un'occhiata risentita -Per chi mi hai preso?-
-Per un dannato egocentrico!- sbottò lei, divertita -Mi porterò in avanti, a media distanza, cercando di non farmi vedere... appena ti darò il segnale, tu spara ai soggetti più lontani. Siamo intesi?-
-Ai tuoi ordini- bofonchiò lui, seccato, mentre Cole gli si avvicinava per sapere i dettagli del piano.
-L'idea è questa, tenente.- annunciò Shepard, rizzando la schiena -Voi siete ai miei ordini perché, giustamente, vi ho salvato le chiappe. Quindi, farete tutto quello che vi dico... siamo intesi?-
Garrus trattenne a stento una risata, mentre Cole si mordeva un labbro per non prenderla a insulti.
-Ai tuoi ordini, Shepard- disse poi il tenente -Cosa dobbiamo fare?-
-Io, Garrus e il tenente Vega andremo in avanscoperta, voi avrete il compito di coprirci le spalle. Recuperate le clip termiche dai morti, chiunque vi si accanisca contro freddatelo.-
-Ricevuto-
-Nessuna pietà, tenente, è solo feccia.- Shepard enfatizzò il suo discorso con una sferzata del braccio -Non hanno avuto problemi a ricattare l'Alleanza e noi dobbiamo fargli capire l'entità dell'errore che hanno commesso. La missione è quella di recuperare l'equipaggio e di portare in salvo Maiden e la Kuwait. Una volta che saremo in volo, i prigionieri non avranno modo di fuggire e dovranno per forza stare al nostro gioco. Ricevuto, tenente?-
Cole Hawthorne annuì, riluttante -Ricevuto, Comandante...-
-Bene, manteniamo il contatto radio. Ora andiamo. Vega, con me!- Shepard estrasse il fucile d'assalto e si appiattì alla parete di destra, appena oltre la porta.
Garrus, un'espressione divertita, continuava a tenere d'occhio i soldati dal mirino mentre Cole radunava la sua squadra.
L'avanguardia funzionò e anche questa volta, Shepard sprecò solo poche munizioni. Dalla stanza, fece un cenno di “via libera” a Garrus che ricaricò il Mantis e corse velocemente verso i compagni, passando radente alla parete di sinistra. La sala era abbastanza piccola, dotata di un bancone d'attesa e una guardiola per il monitoraggio dei detenuti, l'unico collegamento al braccio detentivo, oltre la grata divisoria, era una porta automatica dotata di chiusura blindata. Shepard e James la raggiunsero velocemente e rimasero in attesa ai lati, mentre Garrus entrava correndo dalla grata.
Recuperò una clip universale da una pistola su un tavolo e attivò il visore lungo il canale a infrarossi -La corsa sarà di almeno 50 metri. Sto contando i nemici: una ventina.-
Gli spari avevano allertato un buon numero di prigionieri, lungo il corridoio di massima sicurezza, molti di loro si stavano dirigendo proprio verso la stanza dove si trovavano Shepard e la sua squadra.
Garrus armò una granata stordente e fece cenno a Shepard di aprire la porta. Il Comandante diede una botta sulla serratura centrale, facendo spalancare le ante meccaniche e richiudendola subito dopo che Garrus ebbe lanciato la granata.
Attesero la detonazione e subito riaprirono la porta, Shepard puntò il Claymore verso il bersaglio più vicino e fece fuoco, approfittando che i nemici fossero intontiti dal fumo; dando le spalle a Garrus e Vega, Shepard si fece largo a ritmo cadenzato: colpo, ricarica, colpo, ricarica.
Attraversarono velocemente le sale successive del corridoio di detenzione sempre con lo stesso espediente mentre la seconda squadra terminava i restanti prigionieri, ancora spiazzati dall'intervento della squadra del Comandante.
Arrivarono all'hangar che più della metà dei difensori era stata allertata e stava organizzando l'accoglienza proprio ai margini del quarto braccio, dove Maiden e il suo equipaggio erano tenuti prigionieri.
Shepard, in testa, una volta uscita dalla porta divisoria del braccio 3, trovò dietro uno scatolone metalloco al centro dell'hangar e si armò di Paladin mentre Garrus rimaneva riparato, indietro e Vega la copriva con una sequela di raffiche dal fucile d'assalto.
Il piazzale d'attracco era piuttosto ampio e forniva una sequenza irregolare di ripari, dal trasporto merci terrestre al container. Fortuna volle che Shepard e la sua squadra fossero riusciti ad uccidere un buon numero di carcerati, mandando all'aria qualsiasi strategia decisa dal nemico fino ad allora. La velocità d'esecuzione del piano aveva scombinato ogni piano dei difensori che ora puntavano maggiormente su una tattica confusa e tendevano a disperdersi, facilitando a Shepard il compito di creare un varco fino al braccio di detenzione 4.
-Tenente Hawthorne- Shepard attivò la trasmittente -Rapporto!-
-Siamo giusto dietro di voi.- gridò Cole, seguito da uno sparo -Ho appena perso un uomo e siamo attualmente senza scudi, potrebbe andare meglio-
Il Comandante sbuffò -Piantala di lamentarti, vi abbiamo sfoltito più della metà dei nemici. Muovi il culo e dammi quel dannato supporto!-
-I tuoi compagni sanno come ti chiamavano i marine dell'Alleanza dopo Torfan?- domandò Cole, provocatorio, mentre Shepard si sporgeva per sparare a un prigioniero troppo vicino -Non avevo dato credito alle voci che dicevano che lavoravi con degli alieni e con dei rinnegati... gli hai detto cos'è successo su Torfan, vero? Gli hai detto che hai sacrificato la tua squadra intera per fare una carneficina di Batarian, Lee?-
Shepard gemette, poi si mise al riparo per cambiare una clip termica.
Rivivere proprio ora il massacro di Torfan non era assolutamente appropriato -Cole, metti un tappo a quella dannata fogna che chiami bocca e pensa a raggiungerci. È un ordine!-
-Posso vedere il culo del tuo sottoposto.- replicò il Tenente, in tutta risposta -Siamo subito da te, Lee...-
Shepard trasse un respiro nervoso mentre mirava un carcerato troppo esposto con la Paladin.
James raggiunse il riparo di Shepard proprio mentre faceva fuoco, quindi si accostò a lei -Lola, il tuo generatore di scudi è guasto, dovremmo mandare loro in avanscoperta... ormai le difese dei carcerati saranno agli sgoccioli e io e Cicatrici abbiamo abbastanza colpi da distruggere un Razziatore intero. Un bel fuoco di sbarramento!-
-James, qui gli ordini li do io.- replicò Shepard, sparando un paio di colpi verso il nemico -Siamo soldati d'assalto, armati pesantemente e con un addestramento sul campo contro nemici alla lunga più pericolosi: li spazzeremo via- il Comandante ritornò al riparo, facendo cenno a James di continuare al posto suo, poi esalò un respiro pesante -Hai sentito anche tu quello che ha detto il Tenente?- domandò, la voce decisamente seccata.
Vega si riparò di nuovo, ricaricando velocemente il fucile -Non ha importanza, mi fido di te, Lola... e so che porteremo a termine la missione anche stavolta.-
Il Comandante piazzò le mani ai due lati del casco e lo sfilò dalla testa, infastidita. I capelli erano attaccati alla fronte e il viso era sudato -Cole è uno di quei pochi sopravvissuti che possono dire di avermi visto in azione, James...- ammise -Ho preteso troppo dai miei uomini quando alcuni non avevano una preparazione sufficiente per affrontare un simile casino...- deglutì, poi gli lanciò un'occhiata indecifrabile -Li avevo messi sul mio stesso piano. Oh...- scosse la testa, chiudendo gli occhi e fece aderire la canna della Paladin alla sua fronte, cercando di recuperare la concentrazione necessaria per andare avanti -Ne parleremo poi, d'accordo?-
James le strinse brevemente un braccio, poi si espose per sparare.
La tattica offensiva di Shepard stava dando i suoi frutti: presto i nemici, superiori numericamente ma poco preparati alla strategia violenta che il Comandante aveva disposto, sarebbero caduti tra le loro braccia permettendo a lei e a James di coinvolgerli in mischia.
Lenore batté le palpebre, inspirò ed esalò profondamente, tamburellando le dita sul calcio della pistola, in attesa, poi prese velocemente la mira e diede un paio di colpi veloci... Senza il casco a intralciarla era tutta un'altra storia!

Garrus corse a nascondersi dietro un container, il respiro affannoso sotto il casco mentre ricaricava il Mantis.
Intravide Cole con la coda dell'occhio ed ebbe un moto di disgusto.
Aveva ascoltato anche lui quella conversazione e ciò che Lenore aveva detto a James successivamente...
Shepard aveva vacillato per un istante e ciò non era mai successo durante una missione di quel tipo. Chi diavolo era Cole Hawthorne? E cosa c'entrava con Torfan?
Lo osservò mentre si affiancava a lui e gli rivolgeva un cenno con il capo -Dov'è?- chiese il tenente, avvicinandosi a Garrus forse un po' troppo. Il Generale lo squadrò dall'alto in basso, poi gli indicò il rifugio di Shepard e si sporse a sparare a un prigioniero che cercava un punto di rialzo per prenderli alla sprovvista.
Cole fece cenno a tre dei suoi uomini di coprire il fianco destro del Comandante mentre portava gli altri con sé sulla sinistra. Garrus diede loro quanta più copertura di fuoco possibile, sempre restando nelle retrovie per assicurarsi di avere la situazione sotto controllo. Si chiese perché mai Shepard non si stesse muovendo verso il quarto braccio. La contattò via radio e si sentì rispondere con un gemito soffocato.
-Lenore, tutto bene?- il Generale si sporse, addocchiando con il mirino il suo riparo, preoccupato.
-Un proiettile è rimbalzato sulla corazza di Vega, Vakarian, tutto qui... piuttosto, la strada è chiusa, ho bisogno che tu mi bypassi la porta- Shepard aveva il respiro affannoso, sembrava che soffrisse della fatica, anche se Garrus sapeva che avevano vissuto situazioni ben peggiori.
-Sono subito al tuo fianco, Comandante...- Garrus uscì dal riparo e si mosse prudentemente di riparo in riparo, raggiungendola in poco tempo. Le sfiorò un braccio, attirando la sua attenzione.
Shepard gli rivolse un sorriso, poi posò l'indice sulla trasmittente nell'orecchio -Tenente! Datemi copertura, dobbiamo penetrare nell'edificio il prima possibile! Quando saremo dentro, proteggete la porta- esclamò, rinfoderando la Paladin e sostituendola con l'M-300 Claymore.
Anche Garrus cambiò arma e recuperò il fucile d'assalto, poco sicuro che i suoi scudi avrebbero retto anche a quella carica. Shepard gli rivolse uno sguardo esaustivo, facendogli immediatamente eliminare quel pensiero: anche lei aveva gli scudi a terra e la sua armatura era ammaccata all'altezza del deltoide destro.
I tre si esposero e uscirono dal riparo, scavalcando il muretto e colpendo qualsiasi cosa si muovesse, coperti accuratamente dai soldati di Hawthorne. Raggiunsero l'ingresso del quarto braccio quasi subito, con sommo sollievo di Garrus, il quale si occupò subito di violare l'apertura mentre Shepard faceva fuoco sui soldati che stavano accorrendo verso di loro. James diede un'occhiata all'interno della struttura con il visore a infrarossi, quindi scoppiò a ridere -Non c'è nessuno ad accoglierci. Li abbiamo spiazzati!-
Garrus scosse la testa, impensierito -Stai esultando troppo in fretta, Jimmy Boy- gli gridò, cercando di sovrastare gli spari -Fatto! Dentro!-
Ed entrarono quanto più velocemente possibile, chiudendo la porta dietro di loro. Shepard trasse un sospiro di sollievo e si appoggiò con la spalla alla parete interna -Ci siamo quasi- esalò -Garrus, ripara quanto più velocemente possibile il generatore della mia armatura, poi provvedi ai vostri-
Il Comandante si passò una mano sul viso, cercando di asciugarsi il sudore. I suoni si fecero ovattati, per un momento e tutto intorno a lei prese a girare. Garrus si tolse il casco e afferrò Shepard sul braccio, attivando il factotum per provvedere alla riparazione.
In poco tempo, gli scudi furono rialzati e i tre furono pronti per proseguire il cammino. Il Generale recuperò il casco e diede un'occhiata al Comandante, notando la sua espressione contrita -Lenore... è tutto apposto?-
-Sì- replicò lei, accompagnando il tutto con un respiro sommesso -Abbiamo perso fin troppo tempo... coraggio, dobbiamo tirare fuori Maiden da lì-
Garrus sbuffò, passandosi una mano sulla testa -Shepard, potrebbe essere già morto-
-Vakarian, lo so!- sbottò lei, controllando la riserva di munizioni sul fucile a pompa -Vale la pena provarci comunque...- e superò James, inforcando velocemente il corridoio.
Maiden era rinchiuso con il suo equipaggio in una delle celle poco distanti, come segnalato dalle scansioni termiche. Shepard avvertì Cortez di tenersi pronto, che presto avrebbero richiesto il suo aiuto, poi corse ad aprire la cella.
Quando la spalancò, non seppe trattenere un'imprecazione: dell'equipaggio rimanevano solo pochi brandelli di carne e tessuto...
Il Comandante poggiò la spalla sullo stipite, passandosi una mano sul volto. Garrus si accostò a lei e le riavviò una ciocca di capelli dietro l'orecchio in quello che lui reputava un gesto di conforto -Torniamo indietro...-
Il Comandante scrollò le spalle, il Claymore che pendeva sul suo fianco -Non è possibile... non può andare così dopo tutta la fatica che abbiamo fatto! Non possiamo far volare la Kuwait senza un equipaggio!-
Garrus le rivolse uno sguardo d'intesa a James, anche lui spiazzato dalla piega che aveva preso quella situazione. Con un sospiro nervoso, il Generale strinse a sé il fucile -Era un rischio concreto che i detenuti, vista la nostra superiorità, li avrebbero giustiziati... dobbiamo andarcene e trarre in salvo quei marine prima che uccidano anche loro-
Shepard si passò una mano dietro il collo, poi batté un piede a terra, indispettita -Maledizione! Cole, sei in linea?-
-Affermativo-
-Mantenere la posizione, l'equipaggio è andato- dichiarò Shepard, posando la mano sull'orecchio -Stiamo arrivando a darvi supporto-
-Merda...-
-Dobbiamo aprire l'ingresso dell'hangar. IDA, riesci a fare qualcosa?-
-Certo, Shepard. Posso inviare un impulso elettromagnetico al portellone della stazione... l'apertura durerà almeno cinque minuti, aspetto un tuo segnale.-
-Bene, Cortez, tieniti pronto- Shepard lanciò un'occhiata decisa ai suoi compagni mentre aggiornava il NavPoint -Corriamo, non è ancora finita!-
Raggiunsero Cole per vedere che metà della sua squadra era a terra... erano rimasti in tre a presidiare la porta.
Shepard, in testa al gruppo, li raggiunse celermente e si affiancò al Tenente, acquattato sul suo riparo -Sta arrivando una navetta a recuperarci. Appena arriveremo sulla Normandy faremo rapporto ad Hackett... non gli piacerà sentire quello che è successo qui-
-Oh, certo!- berciò Cole, lasciando andare il fucile -E tutto perché hai fatto ancora una volta di testa tua! Oggi ho perso cinque validi uomini, Shepard. Cinque uomini che avrebbero potuto recarsi sul fronte di Guerra. Dovevate essere più prudenti!-
-Se non fossi intervenuta, ora sareste a tocchetti, come l'equipaggio della Kuwait!- ribatté lei, impugnando nuovamente la Paladin -Abbiamo fallito la missione in parte, Cole, voi siete l'attuale priorità e il mio pilota sta venendo a recuperarci-
-A che prezzo, Shepard?- le rivolse un'occhiata carica d'ira -Hai fatto casino ancora una volta e ora ci ritroviamo a dover raccogliere le dog tags dei caduti senza poter dire di...-
-Ascoltami bene, soldato- il Comandante lo afferrò per il colletto della divisa, esasperata da quel comportamento -Ti ho salvato il culo. Ancora un paio di giorni e quei dannati prigionieri si sarebbero stancati di contattare a vuoto l'Alleanza e vi avrebbero uccisi tutti, dal primo all'ultimo. Tirarvi fuori di qui era l'unica opzione e io l'ho sfruttata... se ciò fa di me una bestia che interpreta gli ordini e pensa solo al risultato finale... beh, allora sono la cosa più vicina a ciò di cui la Galassia ha bisogno in questo momento.- Shepard trasse un respiro, dando un'occhiata ai soldati che continuavano a combattere, attorno a loro -Ci conosciamo da anni, Cole, abbiamo vissuto assieme momenti difficili e abbiamo visto fin troppe morti sul campo... ce l'hai con me perché ho lasciato che i nostri migliori amici e compagni morissero? Mettiti l'animo in pace, perché rifarei tutto daccapo se ciò servisse a terminare la missione...- Lenore ebbe un moto di repulsione dalle sue stesse parole, ma si costrinse a proseguire il discorso -Ora prendi quel dannato fucile e proteggi i tuoi ultimi due uomini, tenente! Sono stata chiara?-
Cole strinse l'impugnatura del suo fucile d'assalto, la mascella serrata e lo sguardo carico d'ira.
-Tenente, esigo una risposta!- gridò Shepard, spazientita.
-Sì,- il soldato le lanciò un'occhiata rabbiosa -Sìssignora, Signora- e si voltò verso i suoi soldati, ordinandogli di continuare a combattere.
Lenore si passò una mano sul viso.
L'idea della possibilità, in futuro, di dover decidere se salvare la sua squadra o garantire per la riuscita della missione contro i Razziatori l'aveva messa nuovamente in difficoltà. Sentì il peso delle vite che aveva coinvolto, il cuore delle persone accanto a lei che batteva frenetico... e il suo coraggio venne meno per qualche istante.
Su Torfan aveva perso i suoi migliori amici, dei validi combattenti, ma non c'era altra scelta se non il sacrificio: la minaccia andava debellata con qualsiasi mezzo.
Le soluzioni, in quell'inferno di battaglia erano due: fuggire o uccidere. E lei aveva fatto la sua scelta, discutibile, ma ebbe comunque successo. Ne avrebbe portato le conseguenze appuntate nel medagliere della sua divisa ufficiale. Difatti, sotto la medaglia al valore, aveva inciso il numero esatto degli uomini che lei aveva mandato a morire, che avevano seguito senza discutere i suoi ordini, fiduciosi di tornare al campo base sani e salvi, come da lei promesso.
L'altra faccia della responsabilità, per citare un luogo comune.
Riprese coraggio quando Garrus le indicò la navetta, due soldati dell'Alleanza, all'interno, stavano fornendo fuoco di copertura grazie a delle torrette.
Prese il tenente per la collottola, costringendolo a prendere i suoi soldati e ad andarsene mentre il suo gruppo gli copriva ulteriormente la fuga.
Quando il portellone del Kodiak venne richiuso, non ebbe cuore di guardare negli occhi Cole, né di sedersi al fianco di Garrus, che l'osservava con una punta di preoccupazione.
E riuscirono a fuggire da quell'inferno, senza proferire alcuna parola, lo spettro di Torfan che pesava sulle spalle di Shepard come un fastidioso macigno.

 

 

 

-Un altro incubo?-

Shepard si rannicchiò sul bordo del letto, la testa fra le mani. Aveva sognato di Torfan, di Cole... e si era risvegliata di soprassalto, convinta di essere ancora sul campo di battaglia a vedere i suoi uomini morire uno dietro l'altro.
Garrus le carezzò dolcemente un braccio, sporgendosi verso di lei, in apprensione.
Lenore sospirò sommessamente, poi voltò lievemente la testa verso di lui, un sorriso tirato -Non è niente... torna a dormire-
-Non ho mai dormito, Len...- ammise lui, avvolgendola in un abbraccio -Cosa ti succede?-
Il Comandante si voltò completamente, incrociando il suo sguardo, l'aria turbata -Sei sicuro di voler sapere quello che mi passa per la testa? Potrei davvero farti passare la voglia di stare al mio fianco...-
Garrus ridacchiò per quell'asserzione, ritraendo le braccia -Starò al tuo fianco in ogni caso, Shepard... anche se mi rivelassi che tu e l'Araldo vi trovate per giocare a Bridge una volta al mese-
-Di solito, io porto la birra- scherzò lei, rasserenandosi lievemente, poi si scostò, cercando di consolidare il contatto visivo -Non mi sento assolutamente in colpa per quello che ho fatto, Garrus... so di essere la migliore e le mie scelte sono perfettamente coerenti con il contesto. È un ruolo di responsabilità che ho voluto io dal momento in cui ho fatto la scuola per ufficiali e ho intrapreso il programma N7.-
-E allora cosa ti turba?- il Generale si sollevò leggermente, puntando un gomito sul materasso.
-Hai letto i miei rapporti su Torfan, Garrus?- Lenore chinò lo sguardo -Sai cos'è successo, vero?-
-Non hai avuto altra scelta, Len...-
-E allora perché continuo a rivivere la morte di ogni mio singolo sottoposto? Perchè l'opinione pubblica continua a chiamarmi “Il Macellaio di Torfan” a distanza di anni? E perchè i soldati dell'Alleanza temono anche solo l'idea di stare in una stanza dove ci sono io?- la voce di Shepard era un crescendo, si potevano distinguere una serie di sentimenti contrastanti, dall'ira allo sconforto -Mettici anche che ho convinto Saren a suicidarsi, ho lasciato che il precedente Consiglio morisse e ho distrutto un fottuto Portale Galattico... sto dimenticando nulla? Ah, sì, sono fuggita dalla Terra lasciando appiedato Anderson...- sospirò nervosamente -Non sono una paladina della giustizia, dannazione, una guerra va affrontata con il pugno di ferro, con decisioni rischiose, e io mi sento così... così sola davanti a un mare d'imbecilli!- si passò una mano sulla fronte, sbuffando.
-Shepard, lascia che ti dica una cosa- Garrus si portò a sedere, lanciandole un'occhiata severa -Molte azioni che ti ho visto fare, mi hanno portato a rivalutare l'atteggiamento che ho sempre avuto nei confronti delle ingiustizie. Hai un modo di fare brusco, sei cinica e indisponente verso il prossimo... ma sei sempre stata l'unico barlume di speranza che mi portava a scendere dal letto ogni mattina, dopo i Collettori. Sappi che stai facendo tutto questo non per tuo tornaconto ma per il bene della Galassia, quindi smettila di tormentarti, perché sei nel giusto. Eri nel giusto quando hai deciso di affrontare Saren a viso aperto, quando hai deciso di sacrificare la tua squadra su Torfan per mettere fine a un problema che andava avanti da anni, quando hai risparmiato la vita di Wrex su Virmire e quando hai... oh, potrei continuare per ore e troverei un lato positivo per ogni dramma che hai passato. Sono con te, Shepard, se questo ti consola, e semmai vorrai avere un confronto aperto, io sarò sempre disposto a prestarti orecchio.-
-Garrus, ma tu non hai le orecchie- Lenore gli sorrise maliziosamente, cercando di allentare la tensione.
-Porca miseria, Len!- Garrus perse la maschera di serietà e scoppiò a ridere -Riuscirò mai a fare un discorso serioso con te?-
La donna lo spinse lievemente, distendendo il viso martoriato dalle cicatrici -Mi fa piacere averti accanto... si può dire che sono più tranquilla?-
-Lo chiedi a me?- il Turian le carezzò dolcemente la fronte riavviandole le ciocche di capelli che le coprivano il viso -Ogni tanto ho il dubbio che la mia presenza non faccia altro che peggiorare la situazione... da quando sono sulla Normandy, ti sono rispuntati fuori quegli squarci sul viso-
Shepard si carezzò la guancia destra, sfiorando con le dita i solchi causati dal rigetto degli impianti sintetici che Cerberus le aveva installato. Sospirò sommessamente quando le tornò in mente il discorso che aveva fatto con Mordin e la Chakwas qualche giorno prima... aveva affermato di voler tenere le cicatrici in perpetuo ricordo della sua rinascita.
In realtà non sapeva nemmeno lei perché non aveva voluto sottoporsi a quell'intervento di rimozione... non tutti i gesti necessitano di un perché, alla fine. O forse era talmente scontato che quelle cicatrici avessero un significato che il significato stesso si era perso nei meandri della testa di Lenore.
Ridacchiò nel formulare quell'ipotesi, attirando l'attenzione nuovamente sul dialogo, nonostante il piacevole massaggio alla testa che le stava facendo Garrus.
-Così mi offendi, Shepard... non hai nemmeno provato a negare il collegamento tra me e le tue cicatrici-
-Beh, tu ti sei preso un missile in pieno viso, io un raggio particellare grosso quanto la Normandy... abbiamo decisamente qualcosa in comune- Lenore ridacchiò ancora una volta e si sollevò a sedere, un sorriso compiaciuto tra le labbra.
Garrus le lanciò un'occhiata di sufficienza -Fattostà che le mie cicatrici sono decisamente più affascinanti delle tue...-
-I sondaggi mi danno in testa, Vakarian, rassegnati- Lenore scosse la testa, l'aria falsamente rassegnata.
-In una nave umana, qualsiasi cosa che abbia due tette vince sul fascino misterioso di un rinnegato Turian...- ammise lui, ridendo -Mi sento discriminato. Dovrò fare rapporto al Comandante...-
Lenore gli scoccò un bacio sulla spalla, circondandolo con le braccia -Grazie del discorso, Garrus... non so davvero cosa farei senza di te-
-E io di te-
Si scambiarono un'occhiata dolce, poi ritrassero entrambi la testa, l'aria falsamente schifata, e scoppiarono a ridere come matti.
Finalmente, Shepard si sentiva in pace con sé stessa. Avere la comprensione di Garrus le aveva permesso di far luce su un dramma che tormentava il suo sonno da anni. Anche se quello spettro non l'avrebbe mai abbandonata, lei sapeva che poteva contare sulla fiducia del suo compagno e sulla sua completa comprensione... si chiese se se si meritava quella fedeltà assoluta e si domandò quando si sarebbe presentata l'occasione di pagare lo scotto, ma quella sequela di pensieri si dissolse non appena le labbra di Garrus si posarono sulle sue, facendole perdere il filo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota:

Mi scuso per il papiro che sto per farvi, ma è importante per me chiarire un paio di punti :D
Sarò sincera, penso di aver divagato in più parti, ma la stesura di questo capitolo mi soddisfa anche se temo che, in futuro, lo revisionerò ampiamente.
Lenore ha come background “Implacabile”, è un ufficiale conscio delle sue capacità e di quelle dei suoi sottoposti e farebbe di tutto pur di terminare una missione con successo, anche se i mezzi e le strategie che applica sono largamente discutibili. Ho voluto accettare un consiglio gradito, cercando di inserire una “quest secondaria” che facesse da tramite con il discorso che il Primarca ha posto a Garrus qualche capitolo prima, a proposito del fatto che Shepard sacrificherebbe tutto per il bene della missione, anche i suoi uomini, Garrus compreso. In più, Lenore è una perfezionista, ci mette l'anima nel suo lavoro sacrificando la sua vita privata per l'esercito e pretende che ogni missione che svolge sia un completo successo.

Spero che questo capitolo un po' anomalo sia stato di vostro gradimento. Vi ringrazio d'anticipo se deciderete di leggerlo fino alla fine e se deciderete di farmi degli appunti tramite recensione.
Grazie

J.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 8.2 ***


8.2.

 

 

L'immagine olografica di Hackett vibrò intensamente, avvolgendo la stanza nella consueta luce azzurrina.
Shepard gli aveva già spedito un rapporto a proposito della missione nella stazione detentiva Mercurius, ma Hackett aveva insistito per poterle parlare di persona, qualche ora dopo; di conseguenza, il Comandante era uscito di corsa dalla sua cabina, ancora arruffato, e si era precipitato nella sala delle comunicazioni.
-Shepard, ho letto il tuo rapporto.- Hackett la guardò dritta negli occhi -Volevo complimentarmi con te-
-Temo di non capire- il Comandante corrugò la fronte -La missione è stata un fallimento-
-Sarebbe andata peggio se non avessi preso l'iniziativa.- rispose l'Ammiraglio, intrecciando le braccia dietro la schiena -Anche se il Tenente Hawthorne continua a sostenere che hai agito in maniera discutibile...-
-Tutto ciò che è successo è nel rapporto, Ammiraglio- Shepard si appoggiò sulla ringhiera divisoria, chinando lo sguardo, poi trasse un sospiro nervoso e riprese a parlare -Quando sono arrivata la situazione era catastrofica, notizie della Kuwait?-
-Siamo riusciti a recuperarla e a spostare gli ultimi prigionieri in una struttura dell'Alleanza.- replicò brevemente l'Ammiraglio con voce calma, poi avanzò di un passo -Comandante, hai fatto l'impossibile anche questa volta, non lasciarti turbare dai fantasmi del passato. C'ero anch'io su Torfan, ricordalo.-
Shepard sospirò sommessamente, passandosi una mano sul viso -Sì, signore...-
-Shepard, rimani concentrata!- Hackett attirò la sua attenzione con un cenno del braccio -Abbiamo vinto su Tuchanka ma siamo ancora all'inizio, fatti coraggio.- le rivolse un sorriso tirato, adatto a quella situazione d'incertezza -Hackett, chiudo.-
Shepard osservò la proiezione sparire, poi annuì lievemente, pronunciando un leggero -Grazie...-
Controllò l'orologio digitale sulla parete: a Vancouver erano le sette del mattino e, secondo la tabella di marcia, la giornata del Comandante Shepard avrebbe dovuto iniziare almeno due ore prima. Passandosi una mano tra i capelli, Lenore si diede come priorità quella di recuperare un caffè dalla mensa, poi avrebbe pensato al resto... era ancora turbata da quella chiacchierata con l'Ammiraglio e voleva schiarirsi le idee prima di buttarsi di nuovo al lavoro.

 

Meno di mezzora dopo, la sua tazza preferita tra le mani, Shepard stava già consultando la Mappa Galattica, discutendo assieme a Joker il percorso più breve per la Cittadella, loro prossima meta.
Uno dei navigatori le porse un datapad, recante un messaggio importante: Cole, ancora a bordo, desiderava parlarle.
Shepard appoggiò la tazza di caffè sul piano di lavoro di Samantha Traynor e le rivolse un'occhiata supplichevole -Dimmi che qualche altra Accademia è in pericolo e io devo accorrere in aiuto di qualche povero studente indifeso...-
-Mi dispiace, Comandante- la specialista le rivolse un sorriso triste mentre Shepard si trascinava a fatica verso l'ascensore.

 

Cole era in mensa, seduto a uno dei tavoli assieme a due soldati.
Shepard intuì stessero parlando di lei perché non appena fu a pochi passi da loro, smisero di parlare e assunsero un'espressione accigliata. Cole le fece cenno di sedersi mentre i soldati si mettevano sull'attenti gridando “ufficiale sul ponte”.
-Tu non saluti, Tenente?- domandò Shepard, facendo cenno ai soldati di levare le tende.
-Non sono più un tuo sottoposto, Lee- replicò Cole, distogliendo lo sguardo -E poi, quelle cicatrici fluorescenti mi fanno venire i brividi...-
-Soprassiederò per questa volta, ma non ti ci abituare, Cole...- Shepard si sedette al suo fianco, abbandonandosi a sedere -Allora... di cosa volevi parlarmi?-
-Niente d'importante, Lee...- ammise il tenente, incrociando le braccia sul tavolo -Volevo sapere come te la passavi... abbiamo intrapreso vie diverse, nonostante il nostro passato comune... una volta eravamo amici, se non sbaglio.-
-A quanto pare, le scelte pesano sull'amicizia, per te...- lo provocò lei, l'espressione severa.
Si guardarono a lungo, una lotta a chi resisteva maggiormente senza aggredire l'altro, poi Shepard trasse un lungo respiro -Non li ho uccisi io...-
-La decisione di uccidere a sangue freddo anche chi si arrendeva però l'hai data-
-Torturare, violentare e rivendere delle ragazzine rapite dalle nostre colonie meritava una giusta punizione, Cole- disse lei con voce ferma -Ho fatto quello che dovevo. Loro non ci hanno mostrato pietà, non ci hanno mostrato rispetto... e io li ho ripagati per tutte le loro stronzate-
-Ti sei messa al loro livello, così, e la situazione non si è ancora risolta. I Batarian continueranno a... oh, no, aspetta: corre voce che tu abbia distrutto un Portale Galattico e isolato un loro sistema! Ora sì che hai debellato la minaccia!- eruppe Cole, battendo una mano sul tavolo -Ti rendi conto che il tuo ragionamento ti si ritorce contro ma continui a fare sempre le stesse scelte? È preoccupante questa tua cocciutaggine!-
-Non ti devo delle spiegazioni, ho agito per il meglio- replicò Shepard, irrigidendosi.
-Certo!- il Tenente allargò le braccia -Difatti hai la nave migliore dell'Alleanza, i tecnici più esperti e un equipaggio che si fida di te, ma a che prezzo?-
-Tenente, non permetterti di riprendermi davanti ai miei uomini-
Cole si alzò di scatto, facendo cadere indietro la sedia -Sto dicendo la verità! Non eri tu quella che ascoltava i pareri dei suoi sottoposti? Eccolo il mio parere: li farai uccidere tutti!-
-Tenente, questo è l'ultimo avviso. Poi dovrò prendere provvedimenti- Shepard si sollevò lentamente in piedi, fronteggiandolo.
-Mi ucciderai tu stessa? Od ordinerai a qualcuno di farlo al posto tuo?- il Tenente si portò a pochi centimetri da lei, gli occhi sgranati -Devi fermarti, Lee...-
-Non metterti sulla mia strada, Cole, non lo fare...- Shepard ricambiò, lanciandogli uno sguardo feroce -Ritieniti fortunato che sono di buon umore e togliti dai piedi. Ora.-
-Li hai uccisi tutti, Lee... tutti quei nomi su quel muro- indicò l'ascensore con un gesto d'enfasi -Li hai uccisi tu-
-Ora basta, sei in arresto- Shepard, con una mossa fulminea, afferrò il braccio di Cole e glielo torse, sbattendogli la testa sul tavolo con violenza -Fin quando sarai nella mia nave, rimarrai sotto scorta-
-Non puoi farlo, Shepard!- berciò il Tenente, cercando di liberarsi, ma la stretta del Comandante restava ferrea -È ingiusto!-
-Non siamo in democrazia, Tenente Hawthorne, qui comando io- e gli mise entrambe le mani dietro la schiena, permettendo a uno dei soldati accorsi di arrestarlo.
-Spero che tu abbia delle altre pareti, Butcher, perché quel muro è troppo piccolo per contenerli tutti!- gridò Cole, sporgendosi verso di lei.
Purtroppo per Lenore, in quell'ora, la sala mensa era abbastanza caotica... molti soldati si erano girati a guardare la scena, allibiti.
Liara, uscita dalla propria cabina di corsa per via delle urla, era rimasta a bocca aperta. Lanciò uno sguardo preoccupato a Lenore che rimaneva rigida come una lastra di marmo, poi si decise a raggiungerla e a metterle una mano sulla spalla -Shepard, stai bene? Perché ti ha urlato contro?-
-Pensavo lo sapessi, Ombra- mormorò Shepard, osservando mentre Cole veniva portato via.
-Non scherzare, sono preoccupata per te...- Liara corrugò la fronte -A cosa si riferiva?-
-Non ci arrivi, Liara?- Shepard le rivolse un'occhiata raggelante -Vi ammazzerò uno per uno e vi appenderò come trofei di cui vantarmi quando i Razziatori verranno distrutti, verrò onorata per le mie gesta con stupide...- con un gesto rabbioso, si strappò dal cuore il medagliere e lo osservò a denti stretti. Poi sollevò lo sguardo, deglutendo.
-Avresti dovuto lasciare il mio corpo ai Collettori, Liara...- mormorò, stringendo forte la sua fonte di vanto, di sacrifici e di dolore.
-Non dire idiozie, Len, sei turbata- le posò una mano sul braccio -Andiamo nella mia cabina, ti prego-
-Non voglio essere consolata, Liara, non perché faccio bene il mio dovere- Lenore si portò il medagliere alle labbra, un rigagnolo di sangue che le scendeva lungo il polso -Sono come Saren.-
Liara sgranò gli occhi, attonita. Afferrò Shepard per le spalle e la scosse -Len, se lo ripeterai un'altra volta, sarò costretta a picchiarti a sangue...-
-Vedi?- Lenore la indicò, ridendo -Ti ho indottrinata, cazzo!-
-Per la Dea, Shepard, non scherzare- e la trascinò fino in infermeria, sigillandosi la porta alle spalle.
La Chakwas sollevò lo sguardo dalla sua rivista scientifica e lanciò loro uno sguardo di sottecchi, gli occhiali a metà naso -Posso esservi utile?-
-Si crede Saren!- sbottò Liara, agitando un braccio -Dalle un sedativo e falla dormire per almeno qualche ora-
La dottoressa inclinò la testa, perplessa -È l'influenza di Garrus... Shepard si crede un Turian e l'unico Turian che abbia mai conosciuto a fondo è stato Saren! Ma diamine, Shepard, ci sono gli interventi di chirurgia estetica anche per quello... i soldi ce li hai e io posso darti un paio di numeri di telefono. Basta chiedere...- tutto ciò, lo disse naturalmente, come se fosse la norma vomitare una sequela di parole per creare un discorso.
Liara era a bocca aperta. L'unica cosa che aveva in mente in quel momento era: “perchè?”.
Shepard scosse la testa -Ecco, ho indottrinato pure lei- e se ne uscì, camminando velocemente verso la sua cabina.
L'unica cosa che realmente voleva in quel momento era che quella Guerra avesse fine, che tutto avesse fine al più presto... così da non avere più responsabilità verso il Consiglio, verso l'Alleanza e non avrebbe più dovuto lottare.
Ancora una volta in quel mese infernale, si sarebbe chiusa in sé stessa, avrebbe ascoltato i rapporti del suo equipaggio dall'interfono, poi avrebbe finalmente aperto quella bottiglia di Laphroaig che l'attendeva da settimane...
Con un sospiro di sollievo, spalancò la porta della sua cabina e si diresse verso il letto, ancora sfatto dalla nottata precedente. Senza pensarci, ci si buttò pesantemente a volo d'angelo, affondando il viso sul materasso.
Stette così per qualche secondo, poi si mise a sedere, perplessa. Era un rumore di acqua che scorreva quello che sentiva?
Oh...
Qualche ora prima quel buzzurro si sentiva in colpa per aver lasciato a metà le sue fottute calibrature e ora si permetteva di indugiare nella doccia del Comandante?!
Shepard ebbe un momento di smarrimento. Se la stava prendendo con Garrus?
Si lasciò cadere di nuovo sul letto, stravolta, mentre il terminale lampeggiava ininterrottamente. Si pentì di non aver designato un ufficiale esecutivo a bordo... quella sì che era merce rara, ultimamente.
Il potere assoluto dentro una nave militare era ciò che tutti sognavano, ma Lenore ne avrebbe volentieri fatto a meno in quel momento.
Si ritrovò a stringere il medagliere al petto, pentita per averlo bistrattato. Ebbe un flash di quando, dopo la morte di Mordin, si era ritrovata a gettare i suoi modellini contro il vetro dell'acquario... in seguito, i pesci erano stati tratti in salvo da Liara e spostati nell'Osservatorio, come abbellimento. Ora, al posto dell'acquario c'era un enorme buco color fuliggine.
Sperò di passare inosservata, mentre Garrus usciva dal bagno, a doccia finita. Chiuse gli occhi e cercò di rilassare i muscoli, affondando la testa sul cuscino, fingendo di dormire.
Sentì un rumore leggero di passi, poi una risata sommessa -Non mi freghi-
Lenore sbuffò, voltando la testa verso di lui -Fanculo, Vakarian...-
-Buongiorno!- esclamò lui, allargando le braccia -Sono quasi le dieci e io sono in ritardo...- si chinò per raccogliere i suoi vestiti gettati alla rinfusa ai piedi del letto -Se il Comandante lo venisse a sapere mi toccherebbero i lavori forzati-
Shepard si portò a sedere, aspettò che si fosse infilato i pantaloni, poi gli rivolse un mezzo sorriso -Possiamo pranzare insieme, per una volta, che dici?-
Il Turian sollevò leggermente la testa verso di lei, guardandola con aria curiosa -Come?-
-É una brutta giornata, volevo stare un po' con... aaah, lascia perdere!- Lenore lo liquidò con un gesto del braccio, scendendo poi dal letto.
Garrus batté le palpebre -Di solito non mangio finché non ho finito i calcoli ma... uhm... sì, possiamo pranzare insieme-
Shepard lo sorpassò, dirigendosi alla sua postazione, poi si sedette, accendendo il terminale dei messaggi -Fa come se non ti avessi detto nulla, sono sommersa dal lavoro, ti darei buca...-
Il Generale buttò un occhio attraverso il vetro divisorio e scorse una nuova cicatrice sul viso di Lenore, tra la Destiny Ascension e un Caccia Geth. Si chiese cosa le fosse successo... di solito non gli chiedeva aiuto così palesemente.
Finì velocemente di vestirsi, poi la raggiunse, accucciandosi al suo fianco -Lavori da qui, oggi?-
Shepard annuì mentre apriva la schermata dei rapporti di manutenzione della nave.
Senza dire nient'altro, Garrus le circondò i fianchi con un braccio e la strinse a sé, poggiando la testa sulla sua spalla. Lenore, intenerita, appoggiò la testa sulla sua e sospirò sommessamente, formulando mentalmente un “grazie”.
Rimasero così per un paio di minuti, in silenzio. Poi lei si distanziò, battendogli una mano sulla schiena -Torniamo al lavoro... i vettori non si allineano da soli-
-Ricevuto- Garrus si sollevò in piedi, carezzandole amorevolmente i capelli -Se c'è qualcosa che non va, chiamami immediatamente...-
Lenore si morse un labbro. Le costava tanto chiedergli di restare?
No, sarebbe stato crudele e irrazionale. Aveva da fare e lei l'aveva trattenuto fin troppo... la Normandy era una nave militare e i cannoni avevano la necessità di una manutenzione costante; in più, Garrus era un consigliere fondamentale per la Gerarchia Turian.
-Garrus, voglio un rapporto dettagliato sul cannone primario, quando avrai terminato le tue valutazioni...- disse, mettendosi a sedere composta. Era evidente che cercasse una scusa per poterlo vedere di nuovo, prima di sera.
-E a me piacerebbe ricordarti che tutti i rapporti che ti invio, poi li passi a IDA perché non ci capisci un'acca- replicò lui, ridacchiando -Tornerò più tardi, promesso... intanto ti faccio salire del caffè-
Shepard gli rivolse un sorriso, poi distolse lo sguardo per rimettersi al lavoro. Aspettò che fosse uscito per battere la fronte sulla tastiera.
Per un momento, aveva dimenticato che l'unica persona che riusciva veramente a capire cosa le passasse per la testa era proprio lì, a pochi passi da lei.
La paura le attanagliò le viscere quando l'immagine di lei, davanti al muro dei caduti, che appendeva la targhetta di Garrus, si proiettò nella sua testa. Vide quell'immagine distintamente e il suo cuore prese a galoppare. Se gli fosse successo qualcosa...
Se solo i Razziatori...
Si prese il viso tra le mani, disperata -Ucciderò anche lui...- bisbigliò, spalancando gli occhi -Ucciderò Garrus...-
E maledisse il giorno in cui aveva permesso alle loro vite di incrociarsi.

 

Liara carezzò la porta che divideva il corridoio del Ponte Macchine alle celle detentive. Dopo che Lenore l'aveva lasciata sola a discutere con la Chakwas, l'Asari aveva immediatamente deciso di raccogliere quante più informazioni possibili su quel Cole Hawthorne. Aveva scaricato dei file e alcuni rapporti “confidenziali” tra i suoi superiori.
Su Torfan, era riuscita a downloadare una serie di file ricchi di descrizioni dettagliate... in passato, non aveva mai approfondito la cosa, pensando che Shepard le avrebbe prima o poi parlato dell'accaduto.
Nonostante Liara fosse abituata a certe realtà piuttosto crude, quando lesse per la prima volta il rapporto che Shepard aveva stilato personalmente sull'accaduto, le venne il voltastomaco e fu costretta a chiudere la schermata del terminale molto prima della fine, allibita per quelle descrizioni così fredde e accurate.
Si chiese se quel... quel mostro era veramente la Lenore che conosceva e non si fece problemi nel dare ragione al comportamento “eccessivo” del tenente Hawthorne.
Si passò istintivamente una mano sulla bocca dello stomaco, mentre il Guardiamarina Edge le consentiva il transito alla stanza adibita a prigione. Era un luogo parecchio illuminato, le celle erano divise da vetrate piuttosto solide e correvano lungo le tre pareti della stanza.
Cole occupava la cella più grande, sedeva in terra in maniera composta, la schiena appoggiata alla parete metallica della Normandy.
Liara si avvicinò e chiese di poter stare da sola con il prigioniero. La guardiamarina Edge scosse la testa -Gli ordini sono di tenerlo d'occhio, Shepard teme che possa gettare cattiva luce sul suo operato-
Allora l'Asari, dopo aver ringraziato il soldato, si sedette a gambe incrociate davanti al vetro della cella e attivò il comunicatore sul lato dello stipite, schiarendosi la voce -Non ci hanno ancora presentati, signor Hawthorne...-
Il prigioniero le rivolse un sorriso tirato -Meglio tardi che mai, signora...-
-Liara, Dottoressa Liara T'Soni-
-Piacere mio...- Cole si sollevò in piedi, poi andò a sedersi proprio davanti a lei, nella stessa posizione -A cosa devo questa visita, dottoressa?-
Liara si morse un labbro -Ecco... devo sapere.-
Il Tenente ritrasse leggermente la testa -Venga al punto. Cosa desidera che le dica?-
-Cos'è successo realmente su Torfan, Tenente?-
Il Tenente si passò una mano tra i capelli, cercando di mantenere la calma -Nella mitologia Asari non so se esista un posto simile all'inferno...- sbuffò -Ebbene, quello era Torfan: un inferno. Abbiamo combattuto per giorni, eravamo stanchi, affamati, al limite delle forze, io facevo parte di una squadra scelta di incursori, capitanata da Shepard stessa, presidiavamo un vecchio deposito d'armi, il nemico ci aveva accerchiato e le stavamo prendendo di santa ragione... al terzo giorno d'assedio, avevamo finito le provviste e i fucili non collaboravano... Shepard decise di uscire allo scoperto con me e un altro marine, mentre gli altri ci coprivano le spalle, in un ultimo tentativo prima di cadere definitivamente. Uccise i nemici uno per uno e ordinò a noi di fare lo stesso: nessuna pietà, senza esitare. Gli andammo incontro, li travolgemmo senza pensarci due volte, come se fossimo macchine... “o noi o loro” era ciò che lei continuava a ripeterci. Shepard ci chiese molto, quel giorno, ma noi la seguimmo, perché era la nostra unica speranza di sopravvivenza. Riuscimmo a scalfire le difese del nemico e conquistammo una roccaforte nemica: un impianto di stoccaggio...- prese un respiro, le mani fra i capelli.
Liara lo ascoltava con attenzione, le braccia intrecciate e la schiena leggermente ricurva.
Poi il Tenente proseguì -Un impianto di stoccaggio adibito a deposito di schiavi, dottoressa... fu lì che Shepard diede il famoso ordine di uccidere ogni fottuto schiavista con un colpo in mezzo agli occhi, a sangue freddo... erano disarmati... mi ricordo le loro suppliche, i loro visi imploranti... “Stiamo solo eseguendo gli ordini, come voi, non abbiamo colpa” dicevano... ma Shepard era sorda. E passavamo di stanza in stanza a freddare quelle persone... segretari, tecnici, semplici impiegati...- si passò una mano sul viso -Eravamo partiti in dieci, dieci unità tra le migliori del programma N7. A causa dell'avventato attacco suicida di Shepard siamo rimasti in tre... e in tre siamo diventati cacciatori di teste e abbiamo eliminato ogni singolo Batarian di quella zona, sacrificando la nostra umanità per un ordine.- lanciò uno sguardo infuriato a Liara -Shepard era in testa, affamata di sangue e di vendetta... ha lasciato che i suoi uomini morissero e li ha abbandonati sul campo di battaglia per una dannata ripicca.-

-Cazzate-

Liara si voltò di scatto mentre Cole sollevava la testa, accorgendosi solo ora che il guardiamarina Edge era affiancato da Garrus. Il Generale, le braccia lungo i fianchi e l'aria severa, restava addossato alla porta, i gradi sulla spalla seppure vestito in modo informale.
-Attacco suicida? Tu non sai nemmeno cosa significhi...- proseguì, fermo.
Cole gli lanciò un'occhiata raggelante -Shepard ha sacrificato la sua umanità, la nostra umanità per la vendetta, pur di dare un significato alla missione!-
-Ho letto attentamente i rapporti, Tenente, so com'è andata- Garrus si mosse lentamente, rizzandosi in piedi -Vorrei sapere tu cos'avresti fatto al suo posto, dato che ti permetti di giudicare l'operato di un tuo superiore...-
Il Tenente vibrò un colpo sul divisorio, facendo scattare in piedi Liara -Non ti permettere di minimizzare, skullface!-
-E tu non permetterti assolutamente di diffamare il Comandante-
Liara non aveva mai visto Garrus perdere la pazienza con qualcuno e, a dirla tutta, avrebbe preferito evitare quella scena.
-Passino le offese, Tenente, ma se vuoi davvero accanirti contro il passato, allora accanisciti contro le interferenze ai sistemi di comunicazione che vi hanno bloccato in quel deposito, contro i Batarian che vi hanno ucciso uno alla volta, contro il conflitto stesso o contro l'Alleanza, se più ti torna comodo...- Garrus restava fermo immobile, gli occhi fissi sul suo avversario, le braccia ancora rigide sui fianchi e la bocca leggermente aperta -Ma non prendertela con chi ha avuto fiducia nelle tue capacità sin dall'inizio e ha salvato il culo al restante della tua squadra per finire una missione che era già fallita sul nascere!-
Liara deglutì. Si era appena resa conto di aver guardato alla situazione sotto un solo punto di vista, mentre la realtà dei fatti era ben più articolata.
-Ti ha dato la possibilità di uscirne vivo e di raccontarlo. Non è abbastanza, Tenente? Vuoi forse farle pesare le sue decisioni all'infinito? No, questo non te lo permetterò, non finché sarai a bordo della Sua nave!-
-Abbiamo sparato a degli innocenti...- il Tenente aprì le mani e le appoggiò al vetro, il viso contratto dal dolore.
-A degli innocenti che hanno rapito i vostri coloni e violentato e rivenduto le vostre figlie come schiave!- eruppe Garrus, facendo sobbalzare Liara, di nuovo -Se fossi stato al suo posto, non solo gli avrei sparato ma avrei anche fatto in modo che soffrissero nel modo più brutale possibile! Un giusto processo è per chi lo merita, non per chi si pente per convenienza!-
Liara scambiò uno sguardo con Edge, preoccupata per i toni di quella discussione.
Aveva letto metà del rapporto di Shepard ed era rimasta sconvolta dalla minuzia con la quale lei aveva impostato ogni paragrafo e descritto razionalmente quel susseguirsi di fatti, in una sinfonia di raccapricciante lucidità. Poteva scommettere la sua mano destra che Garrus avesse letto fino alla fine quell'insieme inquietante di coerenza tattica... e poteva scommettere anche il suo cuore che lui ci si rispecchiava dal più profondo. Su Omega, lui aveva lottato per un mondo migliore, aveva dato l'anima per i suoi obiettivi e aveva perso la sua squadra intera per il tradimento di un suo compagno... si era ritrovato da solo a fronteggiare un esercito di mercenari e se ne era uscito per il rotto della cuffia, dedicando anima e corpo in una missione che non aveva speranze a prescindere solo perché pensava che Shepard fosse nel giusto.
La missione era andata bene, i Collettori erano stati distrutti... e lui e Lenore ne erano usciti inevitabilmente legati l'uno all'altra.
Liara si sentì come svuotata da quella certezza, mentre i singhiozzi di Cole riempivano la stanza... sentiva che quel pianto rispecchiava il suo stato d'animo attuale. Lei non si era mai arresa all'evidenza e avrebbe continuato a lottare per la sua storia d'amore se solo non si fosse decisa a visitare quel prigioniero, a cercare di estrapolare informazioni che le fossero utili per riconquistare Lenore...
-Tenente- Garrus sospirò sommessamente -È tempo di chiudere questa storia e di concentrarsi sul futuro della Galassia... Shepard è l'unica in grado di farlo perché sa qual'è la posta in gioco e non si darà pace finché i Razziatori non saranno completamente distrutti. Abbiamo bisogno di uomini di fiducia, coesione e solidarietà reciproca; non sapremmo che farcene di dubbi e incertezze... alla fine di tutto, dovremo tutti fare i conti con i fantasmi del passato, io per primo. Ma ora bisogna combattere e dare il massimo per completare la missione e portare il culo a casa per festeggiare la vittoria... sei d'accordo?-
Cole sbuffò una risata, passandosi una mano sul viso, poi lanciò a Garrus un'occhiata umida -Mi sembri il mio sergente istruttore, skullface... non vedo l'ora di uscire da questa dannata nave-
-Dovrei sentirmi offeso solo per il fatto che mi hai degradato a sergente- scherzò Garrus, perdendo definitivamente la maschera d'ira che aveva fino a pochi secondi prima. Quell'uomo era una causa persa...
-T'Soni, se vuoi delle delucidazioni...- proseguì, voltandosi verso la porta -...parlane con lei. Evita di spillare informazioni ai detenuti.-
Liara strinse la mascella, infastidita per quell'affermazione. Gli lanciò uno sguardo severo mentre lui usciva dalla porta per tornare alle consuete occupazioni.
E si chiese se Lenore avesse preferito sfogarsi con lui, piuttosto di confidare a lei quello che le passava per la testa. Lo sfogo di Garrus era stato una perdita di tempo, lui ne era ben consapevole. E allora? Cosa l'aveva spinto a reagire in quel modo? E perché l'aveva rimproverata in quel modo se anche lui stava agendo nell'interesse di Shepard?
Bah... Liara si portò le mani sul viso, tormentata da quelle domande. Perché ogni volta che si aveva a che fare con Len l'unica conseguenza delle sue azioni erano domande?
Eccone un'altra.
Liara ruggì d'impazienza, lasciando definitivamente quella stanza.

 

 

Lenore aveva resistito due ore in cabina, poi, in preda ai sensi di colpa, era tornata in Sala Tattica a terminare le sue disposizioni per la giornata, chiedendo rapporti dettagliati e visitando ogni ala della Normandy per ottenere informazioni. Lavorare intensamente l'aiutava a pensare e quel giorno era arrivata alla triste conclusione che stava arrivando al limite della sopportazione...
Dopo una giornata intera passata a progettare il prossimo attracco alla Cittadella, decise che era venuto il momento di fare una cosa che andava assolutamente fatta il prima possibile per prevenire la sua stanchezza mentale e il suo opprimente senso di colpa.
Si recò nella sua cabina e si sedette sul letto, in attesa. Controllò l'orologio sulla sveglia. Erano le dieci di sera passate... di solito, a quell'ora era in palestra ad allenarsi assieme a James e ai soldati, ma quel giorno era decisivo. E avrebbe cambiato molte cose nell'armonia generale della Normandy.
La porta della cabina si aprì, facendo accelerare il battito del suo cuore nel petto. Non lo aspettava così presto...
Quando incrociò lo sguardo di Garrus, perse definitivamente il coraggio e gli rivolse un sorriso triste.
-Ciao...- disse solo, intrecciando le mani nervosamente.
-Oggi mi sento potente!- principiò lui, aprendo le braccia -Ho ampliato il raggio d'azione del Thanix dello 0,73% e sto lavorando a delle modifiche per installare un giunto... Len?-
Shepard continuava a fissarlo con quel sorriso triste, le cicatrici che brillavano intensamente -Devo dirti una cosa...-
Garrus inclinò leggermente la testa, perplesso. Poi si avvicinò a lei, sedendosi al suo fianco -C'è qualcosa che ti turba?-
-Sì- lei si voltò verso di lui, le labbra tremanti -Ho... ho preso una decisione...-
Lui aspettò in silenzio, osservando i movimenti nervosi che compiva il suo volto martoriato, le labbra semiaperte. Si prospettava un discorso interessante...
-Shepard?-
-Sono... stanca.- replicò lei, alzando le mani e battendole lievemente sulle cosce, il sorriso che andava pian piano scemando -Ho davanti a me il destino della Galassia, molte persone si fidano di me, altre mi disprezzano... e non sono attualmente capace di ragionare in maniera lucida per andare nuovamente in missione.- distolse definitivamente lo sguardo, gli occhi stretti a fessura dal dolore che quelle parole le stavano causando -Mi siete cari e io non voglio perdervi... ma è ora di darci un taglio davvero e pensare unicamente alla missione.-
Garrus spalancò gli occhi, rizzandosi a sedere -Lenore, vieni al punto- gemette, prospettandosi una soluzione drastica al problema -Ti prego-
Shepard lo guardò dritto negli occhi, pronta a sostenere il suo sguardo. Rimase a bocca aperta, cercando di sillabare la frase in modo che fosse chiara, che non gli facesse male... ma venne tradita dal tremolio della sua voce e fu costretta a respirare profondamente per sciogliere quel dannato nodo alla gola.
Il Turian le passò una mano sul viso, cercando di calmarla, ma lei si ritrasse, confermando ogni sospetto.
-Non voglio continuare questa relazione, Garrus...- disse lei, cercando di mantenere una voce neutra -Non me la sento-
Garrus serrò le palpebre e respirò profondamente, cercando di assimilare quella notizia nel modo migliore possibile. Si alzò in piedi lentamente, cercando di mantenere la calma, poi lanciò uno sguardo triste a Lenore e sorrise, a modo suo -Va bene...-
-Mi... mi dispiace...-
-È normale- replicò lui, passandosi una mano sulla testa -Ma è necessario, no?- ridacchiò nervosamente -E sì, puoi stare tranquilla, questo non comprometterà la missione in nessun modo...-
-Ne sono lieta- fece lei, corrugando la fronte, poco convinta. Dal suo piedistallo di ghiaccio, poteva sentire il cuore dell'uomo che amava incrinarsi, lo sentiva lottare contro il buonsenso di quella decisione... e poteva sentirlo arrabbiarsi per non averla contraddetta.
Mosse nervosamente gli angoli della bocca, cercando nuovamente il suo sguardo -Una volta finita questa storia potremmo...-
-No, Shepard.- la interruppe lui, portando le mani davanti a sé -No.- e uscì velocemente dalla stanza, lasciando Lenore da sola, ad affrontare una notte di incubi e rimorsi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nottola (ore 01:19)

Una cosa: plot twist! Era da un po' che desideravo dare uno scossone sul finale e finalmente (perdonate la cacofonia) ho avuto modo di inserirlo!

Un'altra cosa: sono parecchio scossa dal nuovo DLC per ME3 e devo ancora riprendermi per l'ennesima delusione immane <___<' tra le cose, odio profondamente il buonismo stereotipatissimo di Nyreen (non me ne vogliate).

Ultima cosa (la più importante): un ringraziamento ad andromedahawke e a MrMurkrow per il sostegno e per i consigli preziosi :3 e a Queen95 per i complimentoni. Spero di non aver deluso nessuno o.o'

 

J.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** La Tortue ***


Image and video hosting by TinyPic

9. La Tortue

 

 

Prologue:

 

 

Il pavimento della Normandy vibrò violentemente e le pareti tremarono, conseguenza del consueto attraversamento di un Portale Galattico; Shepard ricontrollava per l'ennesima volta armi e munizioni, prima di dirigersi verso il Kodiak, pronta a partire per una nuova missione.
Poggiò sul tavolo da lavoro il suo M-300 Claymore, procedendo all'installazione di una mod che permettesse l'utilizzo di munizioni incendiarie. Grazie alle nuove spedizioni e all'esperienza accumulata dal Comandante, ora il fucile di Shepard poteva non solo recare un danno ingente all'avversario ma permetteva di creare un'esplosione devastante in un raggio d'azione limitato, ottimo per un soldato d'assalto come lei, abituato a falciare i nemici all'istante per poi passare immediatamente alla mossa successiva.
Hackett l'aveva contattata subito dopo aver saputo che Shepard stava pattugliando la Fascia d'Attica alla ricerca di risorse essenziali per il Crucibolo e lei era accorsa a sentire quale missione le avrebbe proposto, contenta di distrarsi dalle preoccupazioni che l'affliggevano in quei giorni.

-I Razziatori si stanno accanendo su una colonia di fuorilegge. Ho provveduto a inviarti le coordinate del posto e ad allegarti un dossier.-
-Hackett, non pensa che a volte sarebbe meglio evacuare una colonia di civili piuttosto che imbarcarsi in situazioni limite con mercenari e strozzini? L'Alleanza è in una posizione difficile e...-
-Shepard, sarò diretto: quegli uomini ci servono.- la interruppe -E tu sei l'unica a saper trattare con gente simile, senza che ti freghino in qualche modo... non mi posso fidare di nessun altro.- l'Ammiraglio si portò una mano sul volto, facendo tremolare la luce azzurrina dell'oloproiettore -Non piace nemmeno a me, ma in periodi come questo non possiamo permetterci di fare gli schizzinosi... l'hai detto anche tu.-
-Pare strano che i Razziatori attachino in massa su una singola colonia, a meno ché non ci sia qualcosa di decisamente importante al suo interno: scienziati, personaggi illustri...-
-Shepard, hai mai sentito parlare di La Tortue?-
-Abbiamo letto tutti i romanzi di Salgari da bambini, Signore, ma non capisco cosa c'entri questo con l'evacuazione di una colonia...- replicò Shepard, con un'espressione scettica sul viso.
-La Tortue è sita su un asteroide, come Omega, ma non è segnata sulle mappe galattiche; questa colonia di sbandati e di fuorilegge si trova tra la Fascia d'Attica e i Sistemi Terminus, Shepard, in una zona franca, fuori dallo Spazio del Consiglio e della giurisdizione dell'Alleanza. Abbiamo sempre chiuso un occhio su quello che succedeva laggiù, anche perché ogni volta che tentavamo di abbordarli, loro ci rispondevano con delle tattiche particolarmente audaci che ci infliggevano molti danni prima che potessimo anche solo rispondere al fuoco. Hanno delle difese eccezionali e alcune fonti interne parlano di ricchezze e risorse inimmaginabili... per non parlare dei soldati volti al tutto per tutto-
-Non ho ben capito lo scopo finale di questa missione: devo evacuare dei delinquenti o sottrarre le loro risorse?-
-Il piano è questo: tu e la tua squadra dovete aiutarli a respingere i Razziatori, anche solo momentaneamente, poi trasferirete loro e le risorse in loro possesso in una base dell'Alleanza appositamente disposta-
-E loro accetteranno il mio aiuto? Sia sincero, Hackett, stiamo andando incontro al nulla-
-Non più del solito, Shepard.- ammise l'Ammiraglio, intrecciando le braccia -Si tratta di una mossa politica, non ci hanno chiesto aiuto ma noi glielo daremo comunque, e probabilmente ricambieranno il favore...-
-Mai fidarsi dei criminali,- replicò il Comandante, passandosi una mano tra i capelli. Stette in silenzio per un po', cercando di riflettere, poi sollevò lo sguardo verso la proiezione dell'Ammiraglio, rivolgendogli un sorriso maligno -Ma vale la pena tentare.-
Hackett annuì, un sorriso soddisfatto -Buona caccia, Shepard-

Entrarono nel Sistema con difficoltà, i Razziatori pattugliavano il Portale Galattico e, per un attimo, Shepard temette che fossero riusciti a individuare la Normandy.
Dal dossier che Hackett le aveva spedito, si poteva evincere che non esistevano scansioni di quell'asteroide, anche perché quei pochi che lo conoscevano ne possedevano solamente le coordinate e gli occupanti de La Tortue si erano premurati di diffondere un virus di disturbo per chiunque avesse provato ad infiltrarsi, quindi Shepard non sapeva assolutamente dove sbattere la testa. Sclese di portarsi James e, a malincuore, Garrus, dato che era la sua squadra migliore per le incursioni silenziose e, quando ce n'era l'occasione, sapevano essere letali e affidabili. Un motivo secondario, ma sostanziale, era che entrambi conoscevano a menadito ogni segnale militare e Shepard avrebbe potuto benissimo evitare di usare la radio e comunicare gli ordini con semplici cenni della mano.
La Normandy virò pesantemente, facendo cadere una serie di casse metalliche a terra e facendo perdere l'equilibrio a James che imprecò sonoramente.
Shepard si appigliò alla maniglia del portellone della navetta, reggendo per un braccio Cortez -Dobbiamo andarcene da qui, Tenente!- gridò -Portaci su quel dannato asteroide! Vega, Vakarian, dentro!-
-Agli ordini!- Cortez si infilò nell'abitacolo, dando l'ok a IDA per aprire il portellone a tenuta stagna dell'hangar. I tre si infilarono i caschi e si tennero ancorati sulle maniglie in alto, pronti allo sbarco.
-Ci sono delle torrette, dannazione! Perché diavolo IDA non me le ha segnalate?!- urlò il pilota, virando pericolosamente a sinistra e facendo finire i passeggeri sulla parete del Kodiak con un tonfo sordo. Garrus urlò di dolore quando James gli rifilò una gomitata sul collo e Shepard, schiacciata da entrambi, maledisse il suo odio per le cinture di sicurezza. IDA gracchiava qualcosa di sconnesso di sottofondo, la linea era disturbata, Cortez avrebbe dovuto pilotare manualmente fino al punto di sbarco.
La navetta decellerò bruscamente, facendo fare ai tre soldati un balzo in avanti. Il Comandante si aggrappò istintivamente a una colonnina, reggendo per un braccio Garrus e traendolo a sé, prima che potesse schiacciare la testa di James con un piede.
-Cortez, maledizione! Raddrizza questa cazzo di navetta!- berciò lei, cercando di stare in equilibrio.
-Abbiamo un Razziatore di classe Sovereign a ore sei e un Mietitore a ore quindici, Comandante! E l'antiaerea di quell'asteroide è invalicabile! L'atterraggio sarà un po' duro...- Cortez armeggiava velocemente con i comandi. Un segno d'allerta ricopriva tutta la superficie dell'hub, lampeggiando ed emettendo un suono sordo a intermittenza -Tenetevi forte là dietro, farò di tutto per attutire lo schianto!-
Shepard raggiunse velocemente il monitor che mostrava la situazione all'esterno, fece una veloce analisi e si voltò verso i suoi uomini -Qualunque cosa succeda: Garrus dietro di me, coprimi le spalle, James fa in modo di essere l'ultima cosa che i Razziatori vedranno prima di andare in mille pezzi.-
-Comandante! Trenta secondi all'impatto, cercherò di attenuare l'urto ma... ARGH- una raffica di colpi squarciò il portellone a nemmeno un metro da Shepard, colpendo di striscio James.
Accompagnata dalle imprecazioni di Cortez e da un grido divertito di Vega, i comandi andarono offline, la navetta fece un avvitamento, poi cadde a strapiombo, attirata dalla forza di gravità dell'asteroide. Shepard sentì chiaramente il suo baricentro spostarsi in alto, poi la navetta si schiantò sul suolo dell'asteroide, facendole battere violentemente la testa sul portellone.
Con un dolore lancinante al capo, si ritrovò circondata dalle lamiere del Kodiak, intrappolata. Diede un respiro, poi si costrinse ad orientarsi per uscire da quell'inferno, recuperare la sua squadra e completare la missione.
In situazioni simili non era concepibile riposare, né stare ad aspettare che qualcuno ti venisse a salvare. Un marine N7 è costretto ad agire, a muoversi e a trovare una via di fuga anche se non c'è. In ogni modo, in ogni luogo c'è sempre una soluzione logica a cui appigliarsi per risolvere un problema, Shepard doveva solo trovarla.
E così il Comandante trasse un respiro, poi fece uno sforzo per capire dove diavolo si era cacciata. Si trovava a pancia in giù, fortunatamente non aveva ferite gravi, a parte un danno rilevante al generatore di scudi dell'armatura... poco male, almeno non ci aveva rimesso qualche arto.
Mise le mani sotto di sé, mentre il suolo vibrava a causa del rinculo delle torrette, poi Shepard fece un altro respiro per concentrarsi e spinse in alto la schiena con quanta più forza avesse nelle braccia.
Non appena fu in grado di muovere liberamente le gambe, fece perno sul ginocchio destro e spinse indietro la lastra di lamiera, liberandosi completamente. Inginocchiata, si passò una mano sul viso, respirando sommessamente, poi si diede un'occhiata in giro per riprendere la concezione dello spazio attorno a sé.

Garrus!

Si gettò a capofitto sulle lamiere, controllandone sistematicamente una alla volta, cercando un modo di sollevarle e, nel frattempo, di mantenere la calma.
Poco distante da lei, trovò James, il quale aveva una gamba intrappolata, ma era incolume, riusciva comunque a muoversi e a respirare. Gli diede una mano a liberarsi, poi tornò alla carica nella sua ricerca, in maniera frenetica. Purtroppo, nessuna traccia di Garrus, né di Steve...
Il Comandante si infilò le mani tra i capelli -Merda...- poi si voltò, cercando di focalizzare l'attenzione sull'ambiente attorno a sé. Garrus di sicuro era vivo, magari era stato sbalzato fuori dalla navetta o... no, non doveva pensare al peggio. Era coriaceo, quell'idiota! Pur di non lasciarla da sola sarebbe stato persino capace di tornare dal mondo dei morti!
Si trovavano esattamente alle pendici di una delle numerose torrette antiaeree, posta sopra un altopiano roccioso, sotto di loro, le truppe dei Razziatori assediavano una città scura, dal sapore pre-coloniale e con ancora il rimando a una certa morfologia tipica delle infrastrutture terrestri: le strade principali che si incrociavano, a croce greca e attorno una raggiera di vie secondarie, in una griglia regolare.
Shepard fece un cenno a James, recuperando dalla fondina il fucile a pompa, unica arma integra rimastale. La Paladin e il Vindicator erano rimasti sotto le lamiere, distrutti in maniera irreversibile.
Con un sospiro, Lenore cercò di recuperare la concentrazione necessaria per poter darsi delle priorità. Aveva preso una bella botta in testa, era vero, ma non doveva perdere la lucidità: con l'aiuto di James sollevò i resti del Kodiak, alla ricerca di segni vitali di Steve o di Garrus, purtroppo con scarso successo.
Lenore gemette. Eppure erano vicini, aveva sentito distintamente la sua voce chiamarla mentre si scontravano con il terreno... aveva incrociato il suo sguardo...
Dannazione!
Quando le parve di sentire un gemito, subito bloccò James con un braccio e si diresse verso la fonte di quel rumore, poco distante da loro. Vide chiaramente del movimento, in quella che una volta era la parte anteriore del Kodiak, poggiò immediatamente il fucile a un passo da lei e afferrò un lato di quel pezzo metallico che si muoveva. Quando intravide con la coda dell'occhio il braccio di Garrus che cercava a tentoni il fucile, diede un profondo sospiro di sollievo. Era vivo!
Shepard ricorse a tutta la forza che aveva per sollevare la lastra metallica mentre James lo trascinava verso di lui.
Quando furono tutti e tre in piedi, l'uno davanti all'altro, il fiatone per lo sforzo, Lenore diede un pugno sul braccio a Garrus, facendolo sbilanciare, poi gli puntò un dito sul pettorale, in segno di monito -Non lo fare mai più!- fece, la voce ridotta a un sussurro.
Garrus annuì, lievemente in imbarazzo, poi puntò lo sguardo verso la cabina di pilotaggio e diede un cenno con la testa -Tiriamo fuori Steve, di sicuro non ha utilizzato il sistema d'espulsione. Con queste torrette era la cosa meno intelligente da fare...- gridò, cercando di sovrastare il rumore degli spari.
-D'accordo- replicò Shepard, lieta che la mente di Garrus fosse concentrata sulla missione, poi scavalcò quello che era una volta il divisorio della cabina di pilotaggio.
Riuscirono a trovare Steve, intontito ma vivo, e lo trassero in salvo, portandolo poco distante da lì, mentre le torrette continuavano a far fuoco verso l'alto.
Velocemente, Shepard fece un'analisi della situazione mentre James cercava una fiala di adrenalina da iniettare al pilota per evitare che svenisse, aveva preso una bella botta.
Vide un sentiero ripido, poco distante da lì, che portava verso il basso, poi notò che si trovavano esattamente su una strada serrata che correva in parallelo alle torrette. Si aspettava di vedere almeno un ingegnere o un tecnico nei dintorni e si stupì per non aver trovato nessuno ad accoglierli. Lo schianto di una navetta dell'Alleanza in un territorio di fuorilegge non sarebbe dovuto passare insosservato.
Diede voce al suo cruccio, cercando una conferma. Garrus le si affiancò, guardandosi attorno -Se i sensori termici non ingannano, e dopo la botta che hanno preso non mi stupirei che siano andati in tilt, la cabina di comando di queste torrette è a cento metri buoni da noi, direzione est- indicò sommariamente un ammasso di rocce buie alla sua sinistra -Leggo segnali vitali, probabilmente con tutto quello che si è schiantato attualmente nei paraggi, siamo passati inosservati per davvero. Forse ci hanno segnalati come Razziatori...-
-Ipotizzi troppo, per i miei gusti- interloquì Shepard, imbracciando di nuovo il Claymore, dubbiosa -Cerchiamo di metterci in comunicazione con questi malandrini, prima che ci sparino addosso come se fossimo dei Predatori qualsiasi-
-Comandante, c'è un'interferenza piuttosto invasiva che sta mettendo a dura prova la funzionalità del factotum- annunciò Steve, sollevandosi in piedi, finalmente in forze -Le comunicazioni sono impossibili anche fra di noi...-. James scosse la testa -Mi sarei stupito del contrario- gracchiò, controllando contemporaneamente che il suo Graal non avesse subito danni -Quindi?-
-Quindi muoviamo il culo e rechiamoci dove ha detto Garrus. Coraggio, in formazione: Garrus, in coda, Steve, fatti dare un'arma e resta dietro di me, James, avanguardia. Stiamo vicini. Sensi all'erta.- e, velocemente, si mossero per mettersi in formazione, proseguendo velocemente verso l'obiettivo con la consapevolezza di essere allo scoperto, ma pronti per un'eventuale imboscata.
Steve diede un respiro profondo, stringendo a sé il Phaestom di Garrus. Il Turian gli posò una mano sulla spalla, stringendo brevemente -Andrà bene, Tenente, sei con i migliori...-
-Non ho dubbi, Ufficiale- replicò Cortez -Ma preferirei essere in un altro posto, senza offesa-
-Meno chiacchiere, là dietro- li interruppe Shepard -Non sacrificherò il mio pilota migliore, almeno, non oggi, quindi rilassati e in caso di scontro a fuoco riparati il prima possibile-
-Ricevuto, Comandante- rispose Steve, lievemente confuso da quell'esternazione.
Raggiunsero un punto morto, la strada si torceva sulla destra e si incuneava dentro una barriera rocciosa. Shepard mandò James in avanscoperta per individuare eventuali nemici, poi diede segno alle retrovie di fermarsi sul posto, in attesa...
Di sicuro, quella non era una barriera naturale ma un vero e proprio posto di blocco, per evitare che eventuali nemici si avvicinassero troppo alla cabina delle torrette. Vide alcuni Mutanti a terra, attorno a sé ed ebbe un'orribile sensazione. Quando vide il classico puntatore laser correre sul suo braccio, alzò immediatamente la testa verso la fonte.
-Mettete giù le armi- urlò qualcuno davanti a loro. James diede un'occhiata nervosa a Shepard, in attesa di ordini mentre Garrus si portava a protezione di Steve.
Shepard imprecò -La nostra navetta si è schiantata poco distante da qui- disse, facendo una stima parziale dei nemici disposti attorno a sé.
-Raccontane meno!- replicò la voce -Sei sotto tiro, metti giù il fucile, Soldatino-
Shepard serrò la mascella, stringendo a sé il Claymore, poi scosse la testa -Siamo qui per aiutarvi-
-E io ti ripeto di mettere giù quella dannata arma!- gracchiò la voce, con un tono divertito -Poggiala a terra e mani bene in vista-. Shepard, a malincuore, fece come ordinato e i suoi compagni seguirono il suo esempio.
Di lì a poco, una ventina di uomini li circondarono, alcuni rimasero nascosti tra le rocce con fucili a medio raggio e altri, armati di pistole e fucili a pompa, si fecero vicini.
Un uomo, l'armatura leggera e un casco integrale indosso, si avvicinò velocemente a Shepard e calciò lontano il Claymore -Perché l'Alleanza manda qualcuno in nostro soccorso anche se non è stata inviata alcuna richiesta d'aiuto?- chiese, puntandole il fucile dritto in faccia -Vedi di non fare scherzi o i miei uomini vi asfalteranno senza che voi possiate muovere un muscolo-
-Siamo qui per darvi una mano contro i Razziatori- replicò Shepard, tenendo in alto le mani.
-Siete un gruppo d'elite, ben armati e solo in pochi nell'Alleanza conoscono queste coordinate- l'uomo si fece più vicino, squadrandola attentamente -siete stati mandati per un motivo... e non sono sicuro di volerlo sapere.-
-Guardala come vuoi...- replicò Shepard, gli occhi sul fucile puntato su di lei -Ma senza il nostro aiuto morirete tutti-
-Sempre catastrofisti, voi soldatini di piombo- sbottò l'uomo, evitando di abbassare la guardia, nonostante Shepard fosse rimasta immobile -Con le torrette siamo riusciti a respingere più di un'ondata di Mietitori, non vedo come l'Alleanza potrebbe darci una mano, dato che è in difficoltà più di quanto non lo siamo noi-
-Siete talmente stupidi da credere di essere al sicuro così? Prima o poi cadrete e i Razziatori si impossesseranno di questo fottuto avamposto, che tu lo voglia o no- Shepard fece spallucce -L'Alleanza è la vostra unica speranza-
-L'Alleanza è un ammasso di imbecilli- replicò lui, a tono -Ci hanno sempre snobbato perché avevano paura di noi e ora ci prestano una misera truppa d'assalto per porre fine all'avanzata dei Razziatori a casa nostra? Lo ripeto: sono degli imbecilli...-
-Ehi- James intrecciò le braccia, seccato mentre Shepard rispondeva con una risata sommessa.
-Devo parlare con il vostro capo- disse lei -Potrebbe pensarla diversamente-
-Puoi parlare con me, sono il suo braccio destro-
-Allora modera i termini- replicò Shepard, tornando seria -Sono il Comandante Shepard, marine dell'Alleanza e Spettro del Consiglio, abbiamo poco tempo quindi ti consiglierei di stare a sentire prima di scatenare un incidente diplomatico di livello galattico: abbiamo una proposta per il tuo capo, noi vi aiuteremo a liberarvi momentaneamente dei Razziatori e voi, da bravi bambini prenderete il culo e inizierete un'evacuazione dei vostri uomini e delle vostre risorse per aiutarci in questa guerra. Non è una trattativa. Siamo tutti nella stessa barca e voi avete bisogno di noi per sopravvivere. L'Alleanza ti sta dando l'occasione di uscire da questo buco con le mani pulite e con un'alleanza tra le mani, capo, siete una risorsa preziosa e, quando ne usciremo potrete tornare ai vostri affari come se nulla fosse successo. Ho tralasciato nulla?- intrecciò le braccia -Ah, siete fottuti già sul nascere quindi vi conviene accettare-
L'uomo la squadrò attentamente, poi scoppiò a ridere, accompagnato dalla sua truppa. Si allontanò di un passo e si tolse il casco, mettendoselo sottobraccio. Era un essere umano, la mascella pronunciata e i capelli di un rosso vivo, la barba incolta e le basette folte, il viso segnato da profonde rughe d'espressione.
La risata si attenuò e lui scosse la testa -Credi davvero che ce ne importi di chi sei o di cosa pretendi? Non aiuteremo l'Alleanza e non ci lasceremo aiutare dai suoi soldati. Questo dannato asteroide è l'unico posto al mondo dove questa gente può tirare il fiato dopo aver combinato qualsiasi tipo di casino... e tu pretendi che lo lascino per dare una mano a quelli che gli danno la caccia?- rise ancora una volta -Siamo motivati a difendere La Tortue, capo, e siamo pronti a morire sui nostri tesori, non ci lasceremo corrompere in cambio di un contentino. Non ci fidiamo e non ci fideremo mai dell'Alleanza, menchemeno dei loro galoppini-
-Che lo vogliate o no, io da qui non me ne andrò a mani vuote- ribatté tranquillamente Shepard -Come ho già detto: non è una trattativa. La Normandy è la nave dell'Alleanza con la potenza di fuoco maggiore... dare una mano ai Razziatori a distruggervi non sarà un problema e con i nostri nuovi alleati possiamo tranquillamente radere al suolo lo spazio da qui a Tuchanka, se mi costringerete a dare l'ordine.-
-Sono io ad avere il coltello dalla parte del manico, Shepard, e un fucile puntato sulla tua bocca. L'interferenza che abbiamo immesso nel sistema di comunicazione ha isolato i vostri factotum... non puoi dare nessun ordine e nemmeno ricevere notizie della tua nave. Siete soli e nostri prigionieri... possiamo tranquillamente usarvi come moneta di scambio, oppure uccidervi all'istante-
-Nessuna delle due opzioni vi converrebbe, attualmente. In molti sarebbero ben lieti di vedere la mia testa su una picca e non sono l'unico soldato d'assalto di cui dispone l'Alleanza, ergo, sono una pedina sacrificabile. Fattene una ragione, anche voi siete isolati.-
-Per non parlare del fatto che morireste comunque, dato che, a parte l'Alleanza, nessuno conosce la vostra posizione sulle mappe galattiche- intervenne Garrus, facendo sorridere Shepard sotto l'elmo -L'unica soluzione che si prospetta è quella di collaborare, ma dubito che voi testoni accettiate anche solo un misero consiglio...-
-Fattostà che sarete costretti a darcelo- ribatté il fuorilegge, dando una rapida occhiata al Turian -E ve ne andrete quando io vorrò permetterlo, dato che la vostra navetta è distrutta-
-Siamo entrati in un punto di stallo, capo, o sbaglio?- domandò Shepard, inviperita -Resteremo e otterremo entrambi quello che vogliamo: io avrò la mia nuova task force, tu avrai un vantaggio utile sui Razziatori. Naturalmente, quando morirete, perché andrà in questo modo e tu lo sai bene, nessuno mi vieterà di saccheggiare i vostri magazzini...-
-Non molli, eh?- il criminale ridacchiò -Seguimi. Ti porterò dal nostro capo.-
Shepard annuì e diede una rapida occhiata al Claymore, a terra poco distante da lei; fece un cenno col capo -Quello lo rivoglio indietro-
-A cose finite.- replicò lui, mentre un suo soldato lo raccoglieva -È un gran bel fucile... potrebbe tornarmi utile-
Shepard strinse la mascella, indispettita, poi si portò davanti alla colonna assieme ai suoi uomini e si lasciò condurre lungo un sentiero laterale, fino alla città vera e propria.
Attorno a lei, i criminali stanziati lungo le coperture osservavano con curiosità quel quartetto, lanciandogli sguardi nervosi o malevoli. Evidentemente, Shepard era piuttosto famosa tra la feccia.
Ma non era Shepard l'oggetto dei mormorii. Un uomo, un serramanico arrugginito in mano, si fece vicino al capo e gli sussurrò qualcosa all'orecchio, facendo un cenno con il capo verso Garrus.
La colonna si fermò mentre il capo chiedeva al Turian di togliersi il casco. Garrus diede un'occhiata a Shepard, la quale, perplessa annuì.
Con un gesto lento, Garrus fece come richiesto e scoprì il volto, l'espressione scettica. L'uomo dal coltello arrugginito imprecò sonoramente, puntando la lama verso di lui -Bastardo!- gridò -È lui, ha ucciso mio fratello su Omega! Riconoscerei quel visore tra mille!-
Shepard trasalì, era vero, Archangel risultava morto, ucciso da una cannoniera dei Sole Blu, ma nessuno aveva mai trovato il suo corpo e la taglia sulla sua testa non era mai stata riscattata.
Non si sarebbe mai aspettata un risvolto del genere in quella situazione così delicata.
Il capo dei criminali rise sommessamente -Archangel, eh? Ha ucciso una mia squadra di ricognizione a Omega e ha compromesso molti affari a gente con cui collaboravo... dovrei ucciderlo all'istante-
-Non lo farei, fossi in te- intervenne Shepard, portandosi al fianco di Garrus -Fallo e scordati del mio aiuto. Non si guardano in faccia gli alleati, quando in ballo c'è qualcosa di più grosso di una semplice ripicca-
-Vero- replicò il suo interlocutore -Ma quei quarantamila crediti di ricompensa mi farebbero davvero comodo...-
-Sono settantamila- lo corresse Garrus, intrecciando le braccia -Settantamila vivo, quarantamila morto. Attualmente non sono una buona moneta di scambio... penso che Shepard valga maggiormente, in scala di ricompense-
-Così non mi aiuti, deficiente- ringhiò Shepard, esasperata -Fattostà che è nella mia squadra ed è un valido elemento. In più, vi sta aiutando, quindi dovrete rimandare la vostra faida e collaborare-
-Qui gli ordini li detto io, capo- puntualizzò l'altro, puntando il dito -Non abbiamo tempo per queste stronzate, camminate!-
Proseguirono la loro marcia; Shepard, affiancata a Garrus, osservò il paesaggio attorno a sé farsi sempre più definito. Scorse una cinta muraria abbastanza alta e delle guardiole al vertice. Molti vennero incontro al fuorilegge, alcuni lo salutarono con un cenno, altri con un grido d'approvazione o con un semplice saluto in...
Lenore inarcò un sopracciglio. Era gaelico, quello? Si voltò verso di lui, togliendosi il casco per poterlo osservare meglio. Eppure non aveva un accento scozzese... che fosse di un'altra regione?
-Avanti, cammina!- le intimò una delle sue guardie, puntandole il fucile dritto sulla schiena.
A Shepard per poco non scivolò a terra il casco. Perché si era distratta per quell'inezia? Riprese a camminare, tenendo d'occhio la schiena di Garrus, improvvisamente rigido. Poche cose lo turbavano... e di sicuro quella era stata una di quelle rare volte in cui aveva sudato freddo. Lenore ci avrebbe messo la mano sul fuoco! Se non fosse intervenuta, di sicuro qualche testa calda avrebbe aperto il fuoco.
Arrivarono ai cancelli, il rumore delle cariche esplosive e delle armi automatiche attutito dalla distanza, le grida dei Mutanti che cadevano uno dopo l'altro in quell'assedio.
Il capofila diede un cenno alla guardia e gli vennero aperti i cancelli. Shepard sollevò lo sguardo verso l'alto cercando di fare una stima, anche se sommaria, degli uomini posti alla difesa di quell'ala della città.
Pensò a una veloce strategia di difesa se lei fosse stata al loro posto e giunse alla conclusione che, sicuramente, avrebbe compiuto le stesse scelte, mettendo degli uomini in cima alla barricata e altri a sorvegliare gli accessi secondari per prevenire ogni imboscata. Purtroppo i Razziatori disponevano di un numero illimitato di Mutanti e le loro truppe di terra non rispettavano alcuna strategia convenzionale... erano lì per distruggere, non per conquistare e avrebbero usato ogni mezzo per i loro scopi.
Le porte si spalancarono come una quinta di teatro, esponendo il cuore della città agli occhi dei quattro soldati. C'era gente che correva da una parte all'altra, uomini, donne e ragazzini che impugnavano le armi e trasportavano feriti. Le strade erano sporche, sterrate e fangose, evidentemente le condizioni igieniche del luogo rispecchiavano quello status di abbandono... dei posticci cartelli metallici segnalavano i vari punti strategici della città, un bar, una stazione medica e un deposito d'armi. La compagnia attraversò la strada principale, diretta nella direzione del deposito d'armi. Shepard scosse la testa, mentre ripensava al suo Claymore nelle mani di un criminale qualunque...
-Mutanti sulle barricate ovest!- gridò una voce femminile, mentre una truppa sparuta tagliava loro la strada -Si sono arrampicati lungo la muraglia!-
Il capo si affiancò a Shepard -è l'ennesimo tentativo che fanno di oltrepassare il muro...- ammise, abbassando leggermente la guardia -Li falciamo ogni volta e loro sciamano nella direzione opposta applicando la medesima strategia...-
-Non hanno il nostro stesso istinto di autoconservazione, boss, se non l'hai ancora capito.- gracchiò Shepard, lanciandogli un'occhiata severa -Non sono qui per conquistarvi, ma per distruggervi. Ne manderanno ancora e ancora, finché non cadrete. I sopravvissuti, se ce ne saranno, andranno a riempire le loro fila, i morti verranno usati per i loro esperimenti... e la vostra città verrà rasa al suolo-
L'uomo si passò nervosamente una mano sul collo, seccato da quell'atteggiamento. Li dava per spacciati, Shepard... come aveva detto prima, lei era lì per aiutarli. Ma se loro avessero rifiutato, lei li avrebbe lasciati al loro destino e avrebbe depredato La Tortue per conto dell'Alleanza, sempre se fosse sopravvissuta anche lei. Lui era una persona testarda, come Shepard, non avrebbe demorso per niente al mondo -E il tuo aiuto come ci gioverebbe, nel caso accettassimo in parte la tua proposta?-
-Potrei darvi un diversivo utile per fuggire. In una struttura segreta dell'Alleanza potreste mettere al riparo i più deboli e investire le vostre forze e risorse più consistenti nella guerra contro i Razziatori. Aria T'Loak ha già disposto le sue truppe migliori per questa guerra, diciamo che mettersi contro i Razziatori non giova ai suoi traffici e nemmeno ai tuoi... e l'Alleanza chiuderà un occhio di sicuro se voi l'aiuterete in questa guerra-
-Non se ne parla. Tortuga resisterà e tu ci darai una mano a proteggerla, se non vuoi finire spiaccicata a terra da una fucilata-
-Mi minacci, ora?- Shepard, esasperata, afferrò la canna del suo fucile, spingendola in alto -Detterai pure gli ordini, ma sei nella merda, come tutti noi nella Galassia. Sei fortunato che io debba per forza seguire gli ordini perché, se fosse stato per me, ci sarebbero stati almeno un paio di incrociatori della Quinta Flotta ad aiutare i Razziatori a sterminarvi.- e lasciò andare il fucile, indietreggiando lievemente verso Steve -Non vuoi lasciare questo posto? Bene, non lo lascerai, ma mi darai qualcosa in cambio per usufruire del mio aiuto. Do ut des, come nelle migliori famiglie inglesi-
-Peccato che noi non siamo una famiglia e non siamo di certo inglesi, highlander- ribatté lui -Non hai un trasporto, le tue comunicazioni sono bloccate e in più hai più di un fucile puntato su di te. Sei costretta a demordere, Shepard, se vuoi uscire indenne da questa situazione-
-Siamo in due, a quanto pare, maledetto mangiapatate- intervenne lei, puntandogli un dito sullo sterno, noncurante del fucile puntato sul suo viso -Ora portami dal tuo dannato capo-
-Era da anni che qualcuno non mi chiamava “mangiapatate”... l'ultimo che ci ha solo provato è finito a decorare le pareti in tanti piccoli pezzettini- il capo diede l'ordine di abbassare i fucili. Tanto non sarebbero serviti comunque, contro quella furia, e lui non l'avrebbe di certo uccisa, almeno per ora.
-Raggiungiamo il capo...- disse, facendo strada.
Shepard scambiò un'occhiata soddisfatta con Garrus, poi seguì l'irlandese. Alla fine, qualcuno aveva ceduto...
-Non mi piace questa situazione, Tenente...- sussurrò Steve, accostandosi a James.
-Shepard sa il fatto suo, Esteban- aveva risposto Vega, dandogli una pacca sulla spalla -Abbiamo vissuto situazioni peggiori, qui ci sarà da divertirsi, me lo sento!-
-Speriamo bene...- Cortez si passò una mano sul viso, preoccupato, poi si costrinse a tenere il passo di James, per ogni evenienza.
Il comando provvisorio era situato al centro esatto della città, in un vecchio edificio in pietra, abbastanza alto da dominare l'orizzonte ma non troppo per essere un facile bersaglio dei Mietitori. In cima, infatti, c'erano quattro cannoni antiaerei di grosso calibro e molti uomini di vedetta.
A dispetto dell'imponente facciata, l'interno era piuttosto scarno, suddiviso in piccole stanze strette, di classica progettazione inglese.
Il gruppo si divise e il capo decise di lasciare la scorta all'esterno, preferendo entrare da solo con Shepard e la sua squadra.
Passarono un paio di stanze prima di trovarsi dentro una sala adibita a comando, diversi alieni e alcuni umani, davanti a un tavolo con disposta una cartina, dicevano la propria opinione sulla strategia da applicare mentre un Turian sprofondava letteralmente dentro una poltrona piuttosto comoda, nell'ombra.
Shepard intuì che quello fosse uno dei capi, perché non appena l'irlandese entrò nella stanza, tutti si premurarono di salutarlo, tranne quel Turian.
-Abbiamo degli ospiti... direttamente dal canile dell'Alleanza- fece il capo, facendo entrare Shepard per prima -Ospiti illustri, ragazzi...-
-Quella zona è scoperta- mormorò Garrus, indicando a Shepard un punto preciso sulla cartina, dopo un'occhiata di striscio -I Predatori bersaglieranno proprio quel punto se non la copriranno immediatamente...- le rivolse uno sguardo preoccupato. Quella strategia di difesa faceva acqua da tutte le parti, presto le truppe pesanti dei Razziatori avrebbero fatto breccia, era solo questione di tempo.
Shepard intrecciò le braccia, affiancandosi a lui -A cosa servono dei mezzi corazzati se poi non li usano nemmeno... dannato Liffey worm! Altro che difese impenetrabili... se solo potessi contattare IDA...-
-Liffey... Worm?- l'irlandese si voltò verso di lei, corrucciato -Questa mi è nuova...-
-Ho molta fantasia, Liffey- sbottò Shepard, inacidita -Dunque, ho un paio di idee per rinforzare le tue difese, ma non te le dirò finché non avremo siglato un accordo dove tu mi concederai...-
-Wohoho, frena!- il Turian seduto sulla poltrona si sollevò in piedi e fece per raggiungerli. Era... diverso. Shepard strizzò gli occhi per metterlo meglio a fuoco prima che uscisse dalla penombra del suo angolo.
-Adrienne è il nostro capo, ha...-
-Ho le palle che a te mancano, imbecille- intervenne la Turian, perché di una lei si trattava, poggiando entrambe le mani sul tavolo -Ti piace farti comandare dalle femmine, Sheamus, questo l'ho capito...- lo redarguì -Ma gli ospiti, soprattutto se indesiderati, devono mantenere un profilo basso. Comandante Shepard, cosa ti porta qui alla Tortue? Se sei qui per una vacanza, questo è il posto sbagliato- poi si voltò verso gli altri occupanti della stanza e gli fece cenno di uscire mentre Sheamus, le si affiancava al di là del tavolo e intimava a un suo uomo di chiudere la porta nell'uscire.
-Sono qui per mettere il vostro culo al sicuro- replicò Shepard, contenta di poter finalmente parlare con qualcuno che avesse la sua stessa faccia tosta -L'Alleanza vi offre un posto sicuro lontano da qui e l'impiego delle vostre forze sul campo.-
-E dove sarebbe la fregatura?- chiese lei, interrompendo sul nascere un'esternazione di Sheamus.
-Dovete lasciare La Tortue e seguirmi, io vi aiuterò con le difese di questo buco per evitare che venga distrutto completamente con voi ancora dentro-
-Adrienne, è fuori discussione- intervenne l'irlandese, voltandosi verso di lei -Tortuga è la nostra casa, abbiamo impiegato anni per rimetterla in piedi e ora l'Alleanza vuole metterci mano...-
Adrienne gli rivolse uno sguardo torvo -Non fare l'idiota, Sheamus, è una proposta allettante. Basta solo che, a guerra finita, ritorni tutto com'era prima. Da quello che mi ricordo, i documenti sono fottutamente importanti per l'Alleanza... e siglarne uno in presenza di qualche soldato ci parerà il culo in caso di ripicche. Se hanno mandato il loro uomo migliore ad aiutarci, un motivo ci sarà. Ci vogliono vivi e operativi... in più, hanno con loro un Ufficiale dell'Esercito Turian, un motivo in più per accettare la proposta. No, non fare quella faccia, sai bene che li odio anch'io, ma per salvare i nostri beni farei questo e altro-
-Adrienne, stai sragionando! Ci fregheranno!-
-Ci fregheranno anche i fottuti Razziatori, se non collaboreremo, razza di stupido!- ribatté lei, dando un pugno sul tavolo -E loro non ci risparmieranno la vita e non ci faranno il piacere di darci un giusto processo nel caso insorgessimo-
-Mi ricorda qualcuno a caso...- sussurrò Vega all'orecchio di Cortez, che ridacchiò sommessamente.
-Finalmente qualcuno che ha la testa al suo posto...- esalò Shepard, ignorando il commento del Tenente -Ora volete cortesemente stilare quel dannato documento e darmi le redini di questa baracca?-
-Non hai capito un cazzo, a quanto pare- Adrienne scoppiò a ridere, intrecciando le braccia e osservandola con un'aria di superiorità -Non hai autorità qui, e i miei uomini non si fidano dell'Alleanza. Devi stare al tuo posto, soldatino, non siamo sulla tua nave dove puoi spadroneggiare liberamente, qui devi stare al nostro gioco, poi potrai vantarti con i tuoi amichetti soldati una volta che tutto sarà al suo posto, magari ti daranno una bella medaglia lucente in tinta con la tua pochette, che dici?-
Shepard sgranò gli occhi, serrando di scatto la mascella.
Inspirò lentamente e poi esalò con il naso, furiosa. No, doveva calmarsi... calma. Lenore Shepard, calma!
Cuccioli. Cuccioli di gatto. Gattini che giocano con gomitoli di lana. Gomitoli incendiari. Gattini morti.
No, la rabbia non si placava. Shepard avanzò lentamente, raggiungendo un angolo del tavolo, poi improvvisamente lo rovesciò lateralmente, facendo rimanere sbigottiti i presenti.
-Senti, puttana- ringhiò, puntando il dito -Io non piaccio a te e tu non piaci a me, ma sono la tua unica speranza per uscire indenne da questo casino. Tu mi darai quello che voglio, sennò spera di raggiungere una morte rapida, una volta che i Razziatori ti avranno catturato e avranno rapito il tuo uomo per trasformarlo in un dannato Mutante! O collabori stando alle mie regole o sparami ora un colpo in testa e falla finita!- si fece vicina, portandosi a pochi centimetri dal suo viso -Hai capito, rincoglionita? Sei morta, e con te lo sono anche i tuoi amici criminali. Sto sacrificando la vita di persone decisamente più meritevoli per venire a salvare il culo a voi dementi e voi ci dovete pure riflettere sopra?! Andate affanculo e prendete una decisione. O si fa a modo mio, o ce ne andiamo, vivi o morti che siamo, capito?-
Adrienne la squadrò da capo a piedi, impassibile mentre gli altri se ne stavano a bocca aperta, sconvolti da quel colpo di scena. Con una mossa degna di un teatrante esperto, Shepard le diede la schiena con un giro di tacco, per poi raggiungere i suoi uomini -Non c'è niente da fare, lasciamoli al loro destino... spero solo che non facciano resistenza, odio uccidere la gente a mani nude-
-Aspetta, soldatino- la Turian intrecciò le mani dietro la schiena e divaricò appena le gambe, una posa decisamente militare da assumere per un semplice criminale.
Shepard si bloccò, voltando appena la testa.
-Hai il mio appoggio.- proseguì Adrienne, mantenendo lo sguardo fisso su Shepard -Sheamus, tu sei d'accordo?-
L'irlandese scosse la testa -Se anche lo fossi, cambierebbe qualcosa?-
Adrienne ridacchiò -Bene, Comandante, se non ti dispiace, porta il tuo culo qui e aiutaci. Ne abbiamo bisogno...-
Shepard sorrise, lieta che il suo sproloquio avesse smosso le cose in maniera così efficace. Si voltò completamente e diede una pacca amichevole sul braccio di Garrus -Aiutami a risistemare il tavolo, abbiamo una battaglia da vincere, Generale!-

 









Nottola a sangue freddo:

 

Adrienne nasce molto prima di Nyreen Kandros, ve l'assicuro! È una tosta, un npc di una cronaca che sta giocando un'amica e di cui io ho fatto il design :3 la sua storia all'interno dell'Universo Mass Effect è abbastanza travagliata e per questo è un personaggio che mi premeva di introdurre. Sheamus, beh... Sheamus è un altro npc, il braccio destro di Adrienne nelle sue scorribande di pirata spaziale! Sì, sono pirati spaziali e imperversano nella Attican Traverse da anni ormai, tra Hawking Eta e Attican Beta (sì, proprio dove c'è Feros!). Più avanti approfondirò molti aspetti del loro rapporto (e no, non stanno insieme, anche se così può sembrare) e del loro background.
La parentesi “Tortuga” è divisa in 3 capitoli, quindi ne avremo per molto all'interno di questo asteroide e Shepard dovrà vedersela con una realtà ben diversa da quella di Omega. Una missione secondaria che non tratta di drammi shepardiani mi ci voleva! Spero di aver calcolato tutto alla perfezione per creare un prologo con la P maiuscola a una vicenda che mi preme di condividere con voi.
[Cortez è impacciato come non mai, fuori dall'abitacolo, nonostante l'addestramento militare. Ma presto si riscatterà, lo prometto!]

 

Un abbraccio.
Ahrr

 

J.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** La Tortue: Something Behind ***


Image and video hosting by TinyPic

10. La Tortue: Something Behind

 

 

 

Shepard si morse un labbro, pensierosa. Stava in piedi, le mani appoggiate al tavolo e, davanti a lei una cartina spiegazzata della superficie tattica di La Tortue.
C'erano vari problemi nella strategia difensiva, non tanto per la disposizione delle truppe, quanto perché la città era esattamente al centro dell'asteroide, senza coperture tattiche per poter evitare un accerchiamento.
Adrienne la osservava, impensierita -Come vedi, è difficile tirare fuori il coniglio dal cilindro... le torrette ci hanno dato un buon vantaggio ma le loro forze sono nettamente superiori alle nostre e...- si passò una mano sul viso -Disposte a distruggere ogni cosa che si trovi sul loro cammino-
Shepard afferrò una penna e se la portò alle labbra, corrucciata -Odio le tattiche difensive... dunque- indicò un punto sulla cartina, battendo il tappo della penna su di esso, come a segnalarne l'importanza -Hai armi pesanti e dei tank inutilizzati... potremmo affrontare il nemico in campo aperto grazie alla fanteria pesante, crearvi un diversivo per prendere tempo, insomma. Ci saranno molte perdite, ma diminuirà la pressione sulla muraglia e, se quel Razziatore mangerà la foglia, permetterai ai tuoi tecnici di occuparsi della riparazione delle torrette antiaeree sul lato sud per aprire un varco tattico tra i Mietitori che permetta alle navette di andarsene senza problemi-
Steve indicò un punto in cima all'asperità rocciosa dove si era schiantato il Kodiak -Questo è un buon terreno per l'atterraggio, se le comunicazioni ripartissero e l'interferenza scemasse, potrei chiedere a IDA di mandare un'altra navetta-
-Ottimo, Cortez!- Shepard gli rivolse un'occhiata decisa, poi si voltò verso Adrienne -Dovete eliminare quell'interferenza-
-Zì, badrone- la Turian ridacchiò -Non se ne parla, Shepard. Per quanto riguarda le comunicazioni, potete benissimo usare il terminale di controllo al primo piano e trasmettere un messaggio. Di più non posso darti, l'interferenza è l'unica cosa che impedisce a quei maledetti di installare delle olobarricate...-
-Ti detesto, Skullface, sappilo!- esclamò Shepard con un sorriso malizioso dipinto sul viso -Cortez, dì a Joker che stiamo bene, di tenersi a distanza dall'interferenza e che torneremo presto, con qualche ospite in più-
-Sheamus, va con lui- Adrienne diede un cenno col capo al suo secondo -Tanto qui sei inutile-
Shepard strizzò le palpebre, indispettita -Se è un profondo gesto di fiducia, capo, allora correrò anch'io ai ripari. James, scorta il tenente e tieni d'occhio Liffey.-
-Cosa?- il soldato le rifilò uno sguardo di totale disappunto.
Adrienne scoppiò a ridere -Shepard, è una gara a chi ce l'ha più grosso? Senza una guida il tuo pilota potrebbe perdersi...-
-Se la guida è il tuo secondo, allora un motivo ci sarà... James, voglio un rapporto a comunicazione conclusa- sorrise maliziosamente -Vediamo di concludere questa pagliacciata in fretta, ho una guerra da gestire, al contrario tuo-
-Len,- Garrus attirò la sua attenzione, puntando un dito sul tavolo e distogliendo le due da quell'esibizione di arroganza -Questa sarebbe un'ottima posizione per dei cecchini. Disponiamo di cecchini o di fucili a lungo raggio?-
Shepard si affiancò a lui e sollevò le sopracciglia -Ottimo. Ci garantirà del fuoco di copertura e ci faciliterà le manovre, così... Skullface, come sei a cecchini?-
-Bof, pochi- il capo dei fuorilegge fece spallucce -Ma dovrei avere qualche arma a lunga gittata, sempre che qualcuno non le abbia smontate per costruirsi un fucile d'assalto-
-Mi chiedo come abbiate fatto a resistere finora senza dei cecchini...- esalò Garrus, appoggiando una mano sulla spalla di Shepard -Vuoi che vada a controllare in armeria?- le chiese.
Il Comandante gli rivolse uno sguardo accigliato, indugiando sul suo visore, colto da brevi interferenze -Non ancora, ho bisogno di te per un'ultima cosa- disse, voltando immediatamente lo sguardo sulla cartina -Disporrai la truppa che gentilmente Adrienne ti affiderà qui, qui e qui... ci garantirai un incessante fuoco di copertura e, se sarà necessario, coprirai un'eventuale ritirata...-
Garrus annuì -Farò il possibile. C'è altro?-
-Sì, la camera da letto è al piano di sopra- sbottò Adrienne, stringendo le palpebre -Disgustoso...-
-Fatti gli affaracci tuoi, Skullface- replicò Shepard, sorridendo -Prepariamoci, ora. Disponiamo gli ordini ai tuoi sottoposti e andiamo a prendere a randellate quella dannata seppia sintetica!-
Adrienne batté una mano sul tavolo, divertita -Finalmente! Vedi di non mancare alla tua promessa, Shepard, facciamoli neri!-


Shepard uscì dal riparo e corse incontro a un Mutante, polverizzandolo con un potente colpo incendiario, poi rotolò dietro una trincea composta da massi abbastanza grossi mentre un Predatore si accaniva contro di lei a suon di fucilate.
La strategia dell'attacco diretto stava funzionando, almeno metà delle torrette antiaeree erano state riparate e il gruppetto di Garrus stava tenendo impegnati due Mietitori che si erano avvicinati troppo alla muraglia. James era stato incaricato di coprire il fianco destro del campo di battaglia assieme al secondo di Adrienne mentre Shepard copriva l'ala sinistra, la zona più fragile. La fanteria pesante era sul centro, guidata dalla Turian. Nonostante le truppe dei Razziatori fossero superiori, Shepard sapeva che un attacco simile le avrebbe di sicuro messe in difficoltà.
Il Comandante ricaricò velocemente il fucile e si spostò velocemente per cogliere sul fianco il suo nuovo avversario. Sparò, poi si trovò un nuovo riparo, scegliendo l'avversario successivo.
Peccato non avessero dei caccia... sarebbero stati dannatamente utili contro quel Razziatore...
Ecco una cosa che non le quadrava. Perché quella dannata seppia sintetica non muoveva un muscolo e se ne stava appollaiata ad almeno un paio di chilometri di distanza? Con la potenza distruttiva del suo raggio avrebbe potuto benissimo polverizzare Tortuga in un batter d'occhio...
Ebbe la sua risposta quando scorse un paio di Predatori che trascinavano un soldato ancora vivo verso il Razziatore. Era lì per sorvegliare un raccolto, non per distruggere possibili nuove truppe.
-Merda!- Shepard schivò l'abbraccio di un Mutante e gli diede una gomitata in pieno volto, facendolo cadere. Con un colpo di tacco ben assestato, gli fracassò l'osso del collo, poi corse verso la sua truppa, dando ordine di mirare ai Predatori che minacciavano i mezzi corazzati.
Diede un cenno a Garrus, che la teneva d'occhio con il mirino del Mantis, poi gli indicò ciò che aveva visto poco distante. Il Generale imprecò sonoramente, distogliendo lo sguardo.
Ecco perché quel Razziatore se ne stava immobile...
Diede un cenno all'addetto alle comunicazioni e gli riferì quanto visto, chiedendo di mandare un messaggio urgente ad Adrienne, impegnata sul fronte centrale.
Con un gesto maestoso, il Razziatore caricò lo slancio per un salto e si librò in aria, allontanandosi e richiamando a sé i Mietitori rimasti con un grido intenso.
I Mutanti e i Predatori rimasero scoperti, permettendo alle truppe di finirli mentre Shepard fissava a bocca aperta quell'immensa creatura sintetica andarsene con un movimento assurdamente fluido.
Perché? Perché stava tagliando la corda?
Un grido soddisfatto annunciò l'uccisione dell'ultimo Predatore sul campo. Adrienne uscì dal trasporto, ridendo e dichiarando la vittoria ai suoi uomini.
Shepard guardò in direzione di Garrus, accigliata, poi si affrettò a raggiungere il capo.
-Adrienne, non si sono ritirati, hanno in mente qualcosa!- esclamò, rinfoderando il Claymore.
-Li abbiamo fottuti!- la Turian l'abbracciò -Siamo state grandi, Shepard!-
-Agh- il Comandante si irrigidì a quella dimostrazione d'affetto -Ascoltami! Erano qui per un raccolto e hanno fallito, torneranno ancora più incazzati per distruggervi definitivamente! Dobbiamo approfittarne per andarcene!-
-Approfittarne per bere!- gridò Adrienne, scatenando un urlo d'approvazione globale.
-Adrienne, porca miseria, prestami orecchio! Dobbiamo andarcene!- Shepard le mise le mani sulle spalle, scuotendola -Non hanno avuto quello che volevano, ora non si faranno più scrupoli nel distruggervi!-
-Sei stata chiara- la Turian le prese la testa fra le mani -Dacci il tempo di riorganizzarci, d'accordo? Le navette sono già state caricate! Siamo sotto assedio da giorni, l'Alleanza ce lo deve!-
-Razza di idiota irresponsabile!- berciò Shepard, divincolandosi.
-Una battaglia vinta va festeggiata a dovere, a casa mia- ribatté Adrienne, facendole cenno di salire sul trasporto -Voglio brindare a te, Lee Shepard, e al nostro accordo! Poi salirò su quella navetta assieme a te e mi consegnerò all'Alleanza, come stabilito.-
Il Comandante si passò una mano sul volto e scosse la testa -Solo un goccio... d'accordo?- disse, rivolgendole un'occhiata severa.
Adrienne la prese per un braccio e la trascinò dentro l'abitacolo, ridendo di gioia -Il primo brindisi lo dedicherò alla tua faccia da culo, contenta?-

 

James scontrò il bicchiere contro quello di Steve, versando buona parte della birra sulla sua divisa -Al Comandante!- gridò, sollevando il braccio.
Shepard alzò gli occhi al cielo, imbarazzata, mentre Garrus sbuffava, al suo fianco -Dovremo trascinarli uno a uno nelle navette, lo sai questo?-
-Cosa ti devo dire, Vakarian, sono degli idioti! Fosse per me saremmo già tutti sulla Normandy- sbottò lei, appoggiando la schiena sul copertone di un mako e intrecciando le braccia -Tu non brindi alla vittoria?-
-Non è una vittoria, Len, è la quiete prima della tempesta- Garrus seguì il suo esempio e si appoggiò al veicolo, entrambe le mani sul viso -Detesto fare il guastafeste in questi momenti di follia collettiva...-
-Ah, davvero?- Shepard gli rivolse uno sguardo poco convinto, condito da un sorriso malizioso -Agente, ho smarrito quel gufo in armatura che mi porto sempre in missione, potrebbe aiutarmi a ritrovarlo? Sa, ora si crede un usignolo...-
-Spiritosa- il Turian la spinse lievemente, ridacchiando -Mi stai dando dell'amuleto attira-sfortuna, se fossi in una situazione diversa ti avrei già ricoperta d'insulti. Tzè, paragonarmi a un gufo... sei incorreggibile!-
Lenore replicò la spinta, divertita -Rilassati, se davvero portassi sfiga non ti terrei nemmeno a un miglio di distanza dalla Normandy!-
-Oh, che magra consolazione!- schivò il colpo e le afferrò le braccia -Sul serio, togliamo quel dannato bicchiere dalle mani di James e facciamo in modo di essere preparati almeno noi...-
Shepard annuì, facendosi più vicina -Riferisci la mia decisione alla demente che li comanda, fammi questo favore...- a un cenno d'assenso del Turian, Lenore gli strinse un braccio a sua volta, soddisfatta -Cosa farei senza di te?-
Garrus sospirò, guardandola dritta negli occhi -Forse saresti più serena...- mormorò.
Shepard sentì quella frase come una profonda pugnalata al petto... davvero pensava questo del loro rapporto? Davvero si sentiva una delle cause della sua infelicità?
-Rimangiati immediatamente questa stronzata e fa il tuo dovere, Vakarian.- sbottò, liberandosi -Straparlare è il mio campo, le uscite ad effetto tu non le sai proprio fare...-
Garrus scosse la testa, sconsolato -Agli ordini, Comandante...- e si diresse alla ricerca di Adrienne, odiandosi per aver reso drammatica una situazione che non abbisognava assolutamente di altre perle pessimistiche...
-Ehi, Vakarian!- Shepard aspettò che si girasse per rivolgergli un sorriso triste -Se sono ancora viva è solo per merito tuo... sono fiera dell'uomo che sei diventato e sono felice che tu non mi abbia ancora mandato a quel paese, perché non so davvero cosa sarebbe Shepard senza Vakarian al suo fianco...-
Garrus le rivolse uno sguardo dolce -Sei l'unica alla quale affiderei la mia vita, Lenore. Anche se non fossi innamorato di te, rifarei sempre le stesse scelte...-

Shepard tentennò.

Purtroppo, la vita non è come uno di quei film ridondanti che propongono alle ragazze disperate alla vigilia di San Valentino dove lui dichiara il suo amore alla sua amata e lotta per difendere la loro storia anche se il mondo rema loro contro. Servono i mezzi, serve un futuro. I soli sentimenti non bastano, se non c'è la certezza che una relazione possa proseguire. Era dannatamente logico che quei due volessero passare ogni istante del loro tempo l'uno al fianco dell'altra e che quella relazione sarebbe stata l'unica nota positiva in quella sinfonia distruttiva che pareva uscita dalle mani di Wagner!
Ma ciò che è palese non è detto che sia la scelta più facile.
Si può amare anche sostenendo saldamente le scelte della donna che ami, tendendole la mano quando è sull'orlo di un baratro o facendola sorridere quando non c'è assolutamente niente che possa consolarla se non la tua sola presenza.
Quello era il loro rapporto, caratterizzato da pesi, contrappesi e leve. Lei era la porta, lui i cardini che le permettevano di resistere all'ariete.
Garrus sorrise mentalmente a quella metafora che sembrava uscita da un manuale tattico, mentre sentiva lo sguardo di Shepard sondargli la schiena, alla ricerca di un modo per replicare.
Oh, lui era certo che anche lei provasse qualcosa di profondo per lui, anzi: ne era dannatamente sicuro.
Le situazioni non si risolvono da un giorno all'altro. C'è bisogno di una profonda riflessione prima di compiere un passo verso i rischi. Shepard era una donna decisa, ma abituata a soffrire delle proprie decisioni... non si sarebbe sciolta come un ghiacciolo a quella semplice confessione. E lui, dannazione, aveva ancora una volta parlato a sproposito, quando avrebbe dovuto semplicemente lasciare le cose come stavano senza forzare i tempi.
Stupido.
Per davvero.

 

 

 

Adrienne si infilò una sigaretta tra le labbra, l'aria pensierosa mentre i suoi uomini festeggiavano.
Aveva deciso di dar loro un momento di tregua, molti iniziavano a risentire della stanchezza, altri iniziavano a diventare pericolosi... alla fine, di criminali si trattava. Il capo sapeva che tenerli in riga alla vecchia maniera non sarebbe valso a nulla, tanto valeva dargli un contentino e poi fare come le era stato detto da Shepard e salire tutti sulle navette dell'Alleanza.
Shepard era una testa di cazzo. Ma in senso buono, sia chiaro!
Di militari, la Turian ne aveva visti fin troppi, durante i suoi 35 anni di vita, ed era sempre riuscita a conviverci. La sua stirpe vantava nomi importanti nella Gerarchia Turian, ad esempio... ma sono inezie, vacuità! Un background simile ce l'ha un qualsiasi Turian che sia nato su Palaven da genitori militari, figli di militari.
L'affascinava, il Comandante. L'affascinava la sua audacia, il suo voler affrontare i problemi di petto, la sua poca considerazione della proprietà altrui, secondaria alla necessità di vincere questa dannata guerra contro le seppie sintetiche. Era una persona particolarmente intrigante, chiusa nel debole corpo di un umano. Un po' come il suo Sheamus, solo che lei era dotata dei cosiddetti cojones.
Sentì il classico suono di un fiammifero che sfrega sulla cerata e si voltò verso la fonte di luce, trovandosi davanti quel Turian che accompagnava Shepard. Dopo un attimo d'esitazione, coprì con una mano la fiamma viva e aspirò una boccata di tabacco, gli occhi fissi sul bagliore azzurrino del vecchio visore militare che portava il nuovo venuto.
Garrus spense a terra il cerino, non aspettandosi di certo un ringraziamento. Poi si volse verso di lei e le parlò nella loro lingua madre -Ero anch'io nell'SSC, Adrienne Nastz, mi chiamo Garrus Vakarian-
-Oh, Spiriti- il capo dei criminali sbottò una risata -Sei il figlio di quell'idiota? Cosa diamine ci fai con Shepard?-
-E tu cosa diamine ci fai a capo di questi criminali?- ribatté lui, ridacchiando -Eri un agente promettente, ho letto il tuo dossier.-
-E io so quello che hai fatto su Omega, Archangel- la sigaretta ballava sulle sue labbra, mentre lei parlava, formando dei circoli di fumo irregolari -Non temi che possa ordinare a qualcuno di ucciderti?-
-Sono già morto, non cambieresti niente- Garrus fece un passo in avanti, dandole la schiena -Non hai esitato un attimo quando lei ti ha proposto di fuggire di qui, al contrario del tuo secondo... perché? Non hai legami con questo posto?-
Adrienne sbottò una nuvola di fumo, volgendo la testa altrove -Sheamus è un idealista, non capisce che se restiamo, Tortue morirà con noi... sia chiaro, amo la mia immondizia, ma non sono quella fregna asari di Aria, so quand'è il momento di mollare la presa.-
Garrus le lanciò un'occhiata perplessa -Quindi combatterai al nostro fianco?-
-Piuttosto, tuo padre come sta?- Adrienne interruppe drasticamente il discorso, poi buttò la sigaretta e la spense piantando il piede a terra, nervosamente -Non ci siamo lasciati troppo bene, l'ultima volta...-
-Gli hai sparato a una gamba- replicò Garrus, intrecciando le braccia -Lista dei dispersi, comunque. Non ho sue notizie da settimane...-
-Oh, è una zecca tenace- sbottò la Turian, affiancandosi a lui -Di sicuro starà organizzando la Resistenza su Palaven, non hai di che temere-
-Stai cercando di consolarmi Nastz?-
-Oh, no, per quello c'è già l'umana- gli diede una lieve spinta -Archangel... il vecchio è a conoscenza delle tue peripezie su Omega?-
Garrus si passò una mano sulla testa -Posso dire di non averlo sorpreso, il mio lavoro su Omega non è valso a niente...-
-Oh, nemmeno io ho avuto successo, qui... però è stata un'esperienza folgorante. Sono diventata addirittura il loro capo!- gli rivolse uno sguardo divertito -Chissà che anche tu, un giorno, non diventi un fuorilegge... saresti il benvenuto nella mia squadra!-
Garrus scosse la testa, puntando lo sguardo altrove, pensieroso, poi trasse un sospiro e diede un'occhiata sommaria ad Adrienne, reprimendo la curiosità.
-Una volta finita la guerra, ti verrò a cercare, Adrienne- annunciò, facendo un passo indietro -Vedi di non combinar cazzate e di farti trovare pronta-
Adrienne batté le palpebre, chinando leggermente la testa. Ecco il motivo di quella chiacchierata... ed ecco perché si era presentato con nome e cognome. Non voleva essere una conversazione amichevole, voleva essere il lancio di una sfida intergalattica, com'era stato in passato con Vakarian, il vecchio. Si passò una mano sul viso, cercando di riorganizzarsi, poi gli lanciò un'occhiata torva -Non sei diverso da tuo padre, a quanto vedo-
-Sei ricercata da mezzo mondo, Adrienne- replicò lui, ridacchiando -E dopo questa missione, è diventata una faccenda personale...-
La Turian sbuffò. Se fosse stato qualcun altro a minacciarla, di sicuro avrebbe trovato il modo di farlo sparire immediatamente... ma quel cognome le era caro. Il vecchio le aveva dato la caccia per anni, prima di ricevere l'ordine di smettere di seguirla.
Era stato il suo mentore, quand'era nell'SSC, il suo capitano, la sua guida.
Al tempo, Adrienne era solo una ragazzina, appena uscita dalla leva obbligatoria, una testa calda con un grande bisogno di dimostrare ai suoi genitori di essere all'altezza del suo clan. Aveva mille progetti, mille aspirazioni... ma si ritrovò ben presto davanti a un ambiente di corrotti che le avrebbero tarpato le ali finché avesse campato.
Allora intraprese un'indagine per portare alla luce la merda che ancora giaceva sulle scrivanie dell'SSC e delle ambasciate. Poco da dire, nello scoprire quel giro di corruzione perse tutto, anche la stima di Vakarian. Adrienne non tentò nemmeno di spiegarsi, fece il suo sacco e rubò una navetta, cercando il modo migliore di vendicarsi di quella feccia. Non le importava della figura che avrebbe fatto con la sua famiglia, non voleva altro che la vendetta, il modo corretto per avere giustizia, per cambiare le cose.
E radunò un gruppo di rinnegati, prese d'assalto il quartier generale dell'SSC e uccise uno per uno chi le aveva messo i bastoni tra le ruote.
-Già, personale...- mormorò lei, lo sguardo perso nel vuoto, la mano ad accarezzare il vecchio revolver della Hahne-Kedar d'ordinanza nella fondina. Non le sarebbe dispiaciuto morire per mano sua... aveva giurato a sé stessa di non farsi mai catturare e non avrebbe di certo fatto un'eccezione per quel Garrus.
-Voglio puntualizzare una cosa, Archangel, solo perché sei suo figlio e perché oggi hai guardato la schiena ai miei uomini- fece, fronteggiandolo -Non mi sono mai pentita di quello che ho fatto, quegli uomini meritavano la morte.-
-Lo so- Garrus volse lo sguardo altrove -Per quello voglio essere io a catturarti.-
Adrienne ammiccò, aprendo leggermente le labbra, confusa.
-Conosco la tua storia, sei l'unica che è riuscita a mettere ordine alle cose, là dentro, anche se con metodi discutibili. Ti vorrei al mio fianco per ricostruire Palaven, dopo la Guerra.- diede un sospiro -Detesto ammetterlo ma c'è bisogno di gente coraggiosa e tenace... di gente che non si arrende davanti a un muro di mattoni ma che lo sfonda a testate pur di riuscire nel suo intento-
-Io ricostruire Palaven assieme a te?- Adrienne si portò una mano sulla fronte, sbigottita da quel colpo di scena -Sono un criminale, Archangel, non un architetto!-
-Le ultime derrate alimentari per i nostri profughi alla Cittadella le hai inviate tu, sono riuscito a risalire a uno dei tuoi galoppini, qualcosa significherà. Fai quello che fai perché non hai avuto altra scelta, ti hanno messo una pistola in mano e tu non hai potuto fare altro che sparare. Non è giustificabile ma è comprensibile...-
Adrienne sbuffò -Metterai una pezza sulla mia fedina penale, Garrus?- chiese, rivolgendogli un'occhiata sorniona
-Certo che no, ma avrai l'occasione di rimediare ai tuoi errori.-
-Lo apprezzo...-
Adrienne aveva frainteso. Aveva preso una proposta d'aiuto per una minaccia. Sentì il peso della sua storia scivolarle lungo la schiena e cadere a terra con un tonfo sonoro.
-MIETITORI!-
Una palla di fuoco si schiantò a qualche metro dai due, vomitando una sequela infinita di Mutanti. Garrus afferrò Adrienne per un braccio e recuperò velocemente il fucile d'assalto per coprire la loro fuga.
All'altezza del muro principale, si udirono dei boati tremendi, poi un susseguirsi di grida e suoni raccapriccianti.
Un Mietitore atterrò a pochi passi da Adrienne e Garrus, facendo tremare il terreno sotto i loro piedi. Li individuò immediatamente, sporgendosi per fare fuoco.
Adrienne si portò istintivamente le mani sopra la testa mentre la bestia caricava il colpo.
Ma la situazione ebbe un risvolto inaspettato. Il Mietitore venne colpito in pieno petto dal colpo di un'arma pesante e barcollò, prima di librarsi in aria e di implodere in maniera spettacolare.
Garrus sollevò lo sguardo, ridendo. Shepard era sopra la plancia di uno dei mako, una M-920 Cain puntata davanti a sé e l'espressione furibonda -Hai attaccato le persone sbagliate, uccellino- esclamò, lasciando cadere a terra l'arma pesante e recuperando il fucile a pompa dalla fondina -Vakarian, smetti di cazzeggiare e raggiungiamo le navette, forza! Forza!-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nottola:

 

Immersa fino al collo da fogli di carta e punte di tavoletta grafica, mi appresto ad aggiuornare u.u
Ebbene, ho tante (troppe) cose da dire a proposito di questo capitolo, a proposito del fatto che per scriverlo ci abbia messo un'eternità e che per decidermi come tagliarlo ci abbia messo altrettanto.
Ma sono decisamente troppe per una nota, dovrei creare un capitolo secondario solo per le mie delucidazioni!!
Adrienne mi ha dato del filo da torcere, la sua creatrice pure, insomma... comunque, lei è questa: http://4.bp.blogspot.com/-J1gzka3ECn0/UMU36Kw3RxI/AAAAAAAAARY/-MQ3U_d5KV4/s1600/2.jpg
(è tratta dal mio blog, quindi niente rubaccherie o simili, don't worry)
Spero davvero di essere stata all'altezza delle aspettative e che il capitolo sia stato abbastanza scorrevole.
Garrus mi ha un po' lasciata perplessa... ogni tanto si lascia scappare delle esternazioni idiote.

A presto!

J.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** La Tortue: No Light ***


Image and video hosting by TinyPic

 

11.

 

La Tortue: No Light

 

 

Adrienne sparò un colpo di pistola dritto in fronte a un Cannibale mentre in tre correvano attraverso il centro della città per raggiungere le navette, dall'altro capo della muraglia.
All'orizzonte, due Distruttori scagliavano il loro raggio particellare contro le ultime torrette rimaste per permettere ai Mietitori di scaricare nuove truppe di fanteria lungo il campo di battaglia e, come se non bastasse, direttamente all'interno delle mura.
-Ho inviato gli ultimi dati sul tuo factotum, Shepard!- gridò Adrienne, riparandosi dietro un muretto, il revolver tra le mani -L'interferenza è andata a farsi fottere-
Shepard imprecò mentre lei e Garrus si posizionavano al suo fianco, le truppe dei Razziatori stavano distruggendo tutto ciò che si trovava nella loro strada, uomini, abitazioni, mezzi... se non si fossero mossi alla svelta, di sicuro non ci sarebbe stata più alcuna speranza nemmeno per loro.
James trascinò Cortez dentro il loro stesso riparo, spingendolo addosso alla minuscola parete di mattoni -Comandante! Meno male siete vivi!-
-Dov'è Sheamus?- Adrienne lo afferrò per la gorgiera, traendolo a sé -Era con voi qualche minuto fa'!-
-Ci sta coprendo la fuga, boss- replicò il soldato, divincolandosi -Dobbiamo raggiungere quelle...-
Venne interrotto da una forte detonazione, proveniente dalla zona adibita a deposito momentaneo delle navette. L'esplosione alzò una nuvola di detriti che li raggiunse, investendoli in pieno.
-NO!- Adrienne si sporse dal riparo, appoggiando le mani sulla sommità del muretto, sconvolta. Shepard superò l'ostacolo con un balzo, James fu subito al suo fianco e insieme distrassero dei Mutanti che correvano verso di loro, dopo aver sentito quel grido disperato.
Garrus afferrò una spalla ad Adrienne, guardandola dritta negli occhi -Dobbiamo andarcene da qui, c'è un altro modo per fuggire?-
-Avevate promesso di aiutarci, maledizione! Ci stanno distruggendo!- berciò Adrienne, divincolandosi.
Garrus sbuffò un insulto, guardando in direzione di Shepard, poi rivolse una breve occhiata ad Adrienne -Eri stata avvertita! Ora accetta le conseguenze! Allora: c'è un altro modo?-
La Turian si passò una mano sul viso -C'è... un caccia. È malridotto ma...-
-Posso provare a farlo volare, Ufficiale!- esclamò Cortez, inserendo una clip di riserva nella pistola.
Garrus diede un respiro di sollievo e scavalcò anche lui il muretto, dando supporto a Shepard e a James -Cortez, va! Fuoco di copertura, Comandante, abbiamo un biglietto di sola andata per la Normandy!-
Adrienne diede un'occhiata veloce a Steve, portandosi a nemmeno un metro da lui -Sai quanti posti ci sono in quel caccia, soldato? È un fottuto Mantis!-
-Meglio stretti che morti, capo!- replicò Cortez, puntando la pistola verso un Mutante e facendo fuoco -Andiamo!-
Adrienne imprecò sonoramente mentre attorno a lei tutto bruciava e i suoi uomini morivano, uno dietro l'altro, sopraffatti dalla violenza di quell'attacco. Scavalcò il muretto e sparò, permettendo a Steve di uscire dal suo riparo.
I due corsero con quanto più fiato avessero in corpo mentre il Comandante e la sua squadra coprivano loro la fuga; Shepard imprecò, odiandosi per aver distrutto il fucile d'assalto e la pistola nell'impatto di qualche ora prima.
La piazza centrale, appena poco distante dal quartier generale, era ricoperta dalle macerie, gli edifici tutt'attorno avevano subìto in maniera tremenda dell'attacco, accartocciati su sé stessi, o addirittura sventrati e pullulanti di Mutanti. Pochi criminali ancora resistevano, gli altri, sconvolti, fuggivano in maniera scomposta dalle proprie case, diventando un bersaglio facile di Predatori e Cannibali.
Adrienne rimase imbambolata ad osservare mentre un Bruto sfondava una parete metallica come se si trattasse di pastafrolla... i suoi uomini erano impreparati, dispersi e, per giunta, la maggior parte di loro non riusciva nemmeno a reggersi in piedi dall'assalto precedente.
E cosa diavolo poteva fare lei se non farsi afferrare da Shepard per la collottola e seguirla? Maledizione...
Quando Adrienne incrociò lo sguardo di Sheamus, stipato con alcuni uomini dietro una trincea sommaria in un vicolo, fu la Turian più sollevata dell'intero universo -Credevo fossi morto!- gridò, battendogli una mano sul fianco mentre lo affiancava assieme a Cortez.
-Non basta qualche Mutante ad uccidermi, dovresti saperlo.- replicò quello, sorridendo maliziosamente -Qual'è il piano, boss?-
Shepard si gettò dietro la trincea, seguita immediatamente da Garrus e James.
Il capo dei fuorilegge diede un sospiro nervoso, afferrando un braccio al Comandante -Sopravvivere, e coprire la fuga a questi tre. I dati che gli servono sono già in loro possesso.-
Sheamus corrugò la fronte, perplesso, gli occhi fissi sulle pupille di Adrienne, in attesa di delucidazioni.
-Le navette sono andate, ci rimane solo un caccia e noi siamo in troppi per poterci salire- replicò lei, scrollando le spalle -Dovremo... restare-
Shepard le afferrò una spalla, sporgendosi in avanti -Ne sei sicura, Adrienne?-
-Idiota, non farti problemi per una come me!- sbottò quella -L'hai detto anche tu, noi non valiamo un cazzo, fuori da Tortuga, l'unica cosa che conta, per te, sono le fottute risorse da impiegare in questa guerra! Siamo rimasti solo noi e da soli uccideremo quanti più nemici possibili prima di crepare a nostra volta!- Adrienne caricò la pistola, poi si voltò verso il suo secondo -Il caccia è in quel deposito, devono ripararlo e metterlo in funzione. Cerchiamo di tenerli al sicuro dai Mutanti e garantiamogli una fuga sicura. Non lascerò soli i miei uomini!-
-Va con loro, Adrienne!- gridò Sheamus, voltandosi verso di lei -Ci penso io a...-
Di nuovo un boato sulle mura. Stavolta, oltre ai soliti Mutanti, apparvero anche cinque Bruti.
Shepard trasalì, caricando velocemente il Claymore -Cortez, porca miseria, ripara quel coso in fretta!-
Ma Steve era immobile, la bocca spalancata e la pistola tremante fra le dita... di certo, l'idea di un incontro ravvicinato con quelle creature lo allettava ben poco; Adrienne esitò un attimo, poi, imprecando, trascinò per un braccio il pilota e lo condusse al deposito mentre i Bruti iniziavano l'assalto.
Shepard e James si scambiarono uno sguardo d'intesa, poi uscirono allo scoperto, correndo contro la fanteria corazzata dei Razziatori come se fossero inseguiti da un Divoratore, una buona tattica per diminuire la paura ma anche un modo comune per poter anticipare il nemico.
Garrus, nella frazione di un secondo, cambiò velocemente il Phaeston con il Mantis; prese velocemente la mira, dando quanto più copertura possibile prima che i Bruti avessero il tempo di reagire e si gettassero in massa contro i suoi due compagni. Sheamus, di conseguenza, ordinò con quanto più fiato avesse in corpo di abbattere ogni singolo mutante che gli si parasse davanti e di lasciare i nemici corazzati alla squadra di Shepard
-Non lasciate che nessuno di quei cosi passi! Non lasciate che raggiungano Adrienne, o vi faccio il culo a strisce!-

 

Adrienne tirò il telo di copertura del vecchio Mantis verso di sé, sollevando una nuvola di polvere spessa e densa.
Cortez si mise le mani tra i capelli -Questo trabiccolo avrà come minimo una ventina d'anni!-
-Lo aggiusterai?-
-Non ho altra scelta!- il Tenente si issò sull'ala e aperse il vetro che copriva la cabina di pilotaggio, entrando immediatamente dentro l'abitacolo e aggeggiando con le varie strumentazioni. Adrienne lo osservava, colpita dalla lucidità di quell'uomo e anche in ansia perché il tempo scorreva veloce ma quella macchina non accennava ad accendersi. Dannazione, lei era lì, ad assicurarsi che Cortez mettesse in moto mentre i suoi uomini erano fuori, alle prese con dei nemici più forti di loro... sarebbe dovuta essere al loro fianco e fregarsene.
Si passò una mano sul viso. Andiamo, diamine, andiamo!

 

Shepard scivolò di lato, schivando la corsa travolgente di uno dei tre Bruti rimasti ed esponendolo al fuoco diretto di James, sul suo fianco.
Erano passati almeno dieci minuti da quando Steve e Adrienne erano spariti dentro quel deposito e le braccia di Shepard iniziavano a risentire del rinculo pesante del Claymore, facendole tremare lievemente i polsi. James sembrava passarsela meglio, apparentemente, perché caricava e schivava con l'agilità di un ghepardo; eppure, dopo un po' anche lui stava diventando prevedibile. Avere nemici da ogni parte senza poter sfruttare delle coperture per prendere fiato era sconvolgente anche per due soldati esperti come loro.
Un colpo stordente intontì un Cannibale, poco distante da lì, permettendo a Shepard di attivare l'omniblade e staccargli di netto la testa. Purtroppo, questa mossa diede modo a uno dei Bruti di mandare a segno una carica e travolgere il Comandante, che ebbe solo modo di parare il colpo intrecciando le braccia a croce davanti al volto e protendendo la schiena in avanti.
Venne scagliata poco distante e scontrò la schiena su un muro, dando un lungo gemito. Poco da dire, il Claymore venne sbalzato altrove.
Shepard ebbe solo un istante per riprendersi, quindi armò nuovamente l'omniblade e fece un passo in avanti verso il suo avversario, in sottofondo, Garrus che le gridava di trovarsi un riparo.
No, Vakarian, ora era diventata una faccenda personale...
Con un grido, si gettò tra le braccia del Bruto, il quale sferzò l'aria con il suo massiccio braccio. Shepard schivò il colpo, fece una cavazione e spinse l'omniblade fino al collo tubolare della creatura, infilzandolo e ritraendo il braccio per portarsi ancora a distanza.
La testa del Bruto cadde tra le sue gambe e il corpo si afflosciò come se fosse fatto di plastilina mentre il Comandante correva a recuperare il suo fucile a pompa che rischiava di venire calpestato malamente da una di quelle creature.
-Lenore! James!- il richiamo di Garrus li fece voltare momentaneamente. Non appena videro Adrienne saltellare al suo fianco subito accorsero, approfittando del fuoco di copertura degli uomini di Sheamus.
La cannoniera era attiva e fluttuava poco distante da loro, l'abitacolo spalancato con un Cortez corrucciato a gestire i comandi -Abbiamo dovuto ripristinare dei vecchi sistemi di circolazione dell'energia, il campo a effetto massa è instabile, potrebbe incepparsi da un momento all'altro, muovetevi a salire!-
James salì per primo, cercando di fare spazio agli altri dietro il sedile di Steve, appiattendosi alla parete. Garrus salì subito dopo, imprecando. Anche se breve, quel viaggio l'avrebbe ricordato per il resto dei suoi giorni...
Shepard diede un cenno ad Adrienne, mentre si stringeva contro Garrus -Buona fortuna, donnaccia- disse, sospirando -Mi dispiace...-
-Ti aspetterò all'inferno, stronza umana!- ribatté Adrienne ridendo -Vedi di distruggere quegli stronzi anche per noi, Lenore Shepard, me lo devi-
-Attenta!-
Senza che nessuno potesse prevedere una mossa simile, Sheamus colpì Adrienne in testa con il calcio del fucile, facendola cadere a terra, intontita. Poi, con dolcezza, la sollevò e la porse a Shepard, noncurante della debole difesa che la Turian si premurava di fare, ancora inebetita dalla botta -Te lo chiedo come favore personale, Shepard. L'Alleanza deve rispettare la promessa e qualcuno deve assicurarsene personalmente-
Shepard afferrò Adrienne da sotto le braccia e la trascinò dentro l'abitacolo, stringendola a sé -Liffey, sei un bravo soldato-
Sheamus scoppiò a ridere -Tra Gaels ci si comprende sempre, teuchter! Vattene finché sei in tempo! E dille di portare presto il suo culo sulla Tortue... la aspetterò-
Shepard strinse la mascella e, dopo un istante, fece cenno a Steve di abbassare l'abitacolo, mentre Adrienne riprendeva conoscenza e si rendeva conto di quello che stava succedendo, troppo tardi per poter reagire. Mise le mani sul vetro dell'abitacolo, rivolgendo uno sguardo disperato al suo secondo che le sorrideva, la mano stretta a pugno sul cuore.
-Maledetto! Non posso lasciarti qui! Non puoi chiedermi di andarmene, razza di idiota! Apri questa merda! Aprila, ti ho detto! Là fuori ci sono i miei uomini!-
Lenore distolse lo sguardo e posò la testa sulla spalla di Adrienne, stringendola lievemente a sé per farle forza mentre lei scoppiava in lacrime e continuava a battere il vetro, implorando di farla scendere. Cortez diede una brusca acellerata ai motori, spingendo il caccia appena fuori dell'atmosfera dell'asteroide, verso la Normandy.
Allora Adrienne fece finalmente silenzio, la bocca semiaperta e lo sguardo fisso ancora sui suoi uomini, a difesa di quel piccolo riparo, mentre La Tortue ardeva come una fiaccola sotto il gioco distruttivo dei Razziaori.
Shepard lanciò un'occhiata furibonda a Garrus, il viso a pochi centimetri dal suo, mentre James poggiava il mento sullo schienale del sedile di Steve. Un'altro fallimento catastrofico da annoverare nel giornale di bordo non ci voleva proprio.
E tutto per un bicchiere di whiskey! Shepard non avrebbe più bevuto un solo sorso di quella maledetta bevanda per il resto dei suoi giorni.
Entrarono nell'hangar giusto in tempo per permettere a Joker di attraversare il Portale Galattico, in rotta per la Cittadella.
-Non posso salvarvi tutti, Adrienne...- disse Shepard, aiutandola a scendere -Ringrazia i tuoi Spiriti per avere un secondo così fedele a te e...-
-Vaffanculo! Sarebbe andata così comunque!- sbottò l'altra, spingendola lontano da sé, ancora intontita dalla botta subita -Avrei dovuto ascoltarti! Avrei dovuto... prepararmi invece di... oh, Spiriti!- si portò le mani sul volto, disperata.
Shepard, d'impulso, le afferrò una spalla, poi non seppe trattenere un'imprecazione, profondamente irritata da com'erano andate a finire le cose.
La Turian si aggrappò alle sue braccia, trascinando Shepard a terra e affondando il viso sul suo petto, cercando di calmarsi.
Aveva perso tutto... Tortuga, i suoi uomini, i suoi tesori. Tutto ciò che aveva costruito era andato in macerie per colpa di una mezzora di svago...
Se per Adrienne era difficile accettare una cosa simile, a Lenore non andava di certo meglio, arrabbiata in maniera pessima per aver fallito di nuovo e per aver mancato a una promessa, anche se fatta a una criminale...
A dispetto di tutto, i dati per il Crucibolo erano tutti sul suo factotum, lì, a ricordare qual'era stato il prezzo di quella missione.
Ed eccole lì, due donne forti, due donne capaci di sovvertire l'ordine degli eventi, di distruggere e di plasmare le situazioni a loro vantaggio e svantaggio, inginocchiate a terra dalla frustrazione...
Si aggrapparono l'un l'altra, ferite nell'orgoglio e assaporando ogni istante di quell'abbraccio dal sapore amaro. Shepard sospirò sommessamente, incredula di poter provare una tale amarezza per una persona che aveva conosciuto da poco e profondamente arrabbiata per non essere riuscita a mantenere ciò che le aveva promesso. Ci si riflesse... anche lei rischiava in ogni secondo di perdere tutto e tutti per una decisione idiota, ma lei di certo non avrebbe potuto permettersi il lusso di fare una scena simile davanti a nessuno.
Rimasero tutti in silenzio, i singhiozzi di Adrienne che risuonavano nell'hangar della Normandy come gemiti di un animale sofferente.
La Turian sollevò appena la testa e lanciò uno sguardo disperato verso Garrus, in piedi a pochi passi da loro, le mani strette a pugno.
E ora? Ora cosa le restava da fare? Come l'avrebbe aiutato a ricostruire Palaven? Era sola... Sheamus era morto, Tortuga rasa al suolo e tutti la credevano morta, perché era così che si sentiva: morta. Morta e inutile, senza un esercito, senza nessuno che le coprisse le spalle... ancora una volta.
Shepard le prese il viso tra le mani, lo sguardo fermo, con la giusta componente di rabbia -Resta...- sussurrò.
Adrienne aprì leggermente le labbra, stringendo le palpebre. Era inutile, un pirata spaziale con delle doti nella norma... che cos'avrebbe potuto fare tra i migliori specialisti della Galassia, lei? Avrebbe deluso Shepard e avrebbe fatto sicuramente casino un'altra volta, portandosi dietro un mare di frustrazione e di risentimento.
No, Adrienne. Questa è la tua occasione di riscattarti, di dimostrare il tuo valore come soldato e come donna! Non mollare proprio ora... non rifiutare questa proposta!
-Devo pensarci, Shepard...- fece, distogliendo lo sguardo -Resterò a bordo, per ora... devo valutare bene la tua proposta-
Shepard serrò le palpebre, sospirando sommessamente -Volente o nolente, c'è un posto vacante in armeria...-
Adrienne sbuffò una risata, sorpresa da quel gesto di fiducia piuttosto rischioso -L'armeria? Davvero, Shepard? Sai che potrei distruggere la tua fottuta nave per ripicca?-
-Ah, ho detto armeria? Intendevo l'armadietto delle scope vicino all'armeria!-
-Chiedimi direttamente di sposarti, allora...- Adrienne la spinse lievemente -Grazie, Shepard... davvero, ci penserò...-
James diede un grido di approvazione mentre Steve rivolgeva un sorriso a Garrus che scrollava le spalle, rassegnato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

***

 

 

Shepard uscì dalla doccia gemendo. Aveva qualche ferita aperta, ma di certo non avrebbe sprecato del medigel per dei graffietti o rotto le scatole alla Chakwas per un'inezia simile...
La porta del bagno si richiuse dietro di lei con un suono grattato. Shepard si strinse nelle spalle, infastidita da quel rumore. Ma che cazzo! Un dannato tecnico per oliarla non c'era?
Prese tra le mani un datapad e scorse le notizie che le erano arrivate da Hackett, dopo la lettura dei dati che lei gli aveva consegnato dopo la missione su Tortuga. Fortunatamente, erano risorse alquanto utili... giacimenti di eezo, locazioni di raffinerie per elementi importanti come il Palladio o l'Iridio e codici d'accesso di navi adibite al trasporto merci per La Tortue.
Si voltò verso la porta, dove qualcuno berciava contro IDA per farsela aprire, lamentandosi della spocchia dell'Alleanza e della filodiffusione a scatti nell'ascensore.
-La smetti o devo farti arrestare, Skullface?- chiese Shepard, dopo aver aperto.
Adrienne le lanciò uno sguardo torvo, una sigaretta tra le labbra e una felpa N7 buttata sul collo a mo di sciarpa -Fallo e ti dimezzo l'equipaggio. Cos'ha il riscaldamento, in questa nave? Si gela, porca puttana!-
-Sei qui per lamentarti o hai qualcosa da dirmi, razza di ingrata?-
-Beh- Adrienne si accese la sigaretta con un gesto fluido del braccio, poi entrò nella cabina senza essere stata minimamente invitata -Qui sono tutti fin troppo disponibili... un soldato del cazzo mi ha persino regalato un pacchetto di sigarette e un accendino... il tuo pilota crede che io sia una spogliarellista, sai? Parlava di un certo palo infilato nel culo di Scars... sì, James mi ha permesso di dare dei nomignoli alla cazzo un po' a tutti. Lola, eh? Lola mi fa schiantare, lo sai che è il nome terrestre di un animale domestico? Quel James è un figo, ti sei passata anche lui, CO? Woah, che cazzo!- aprì le braccia, dopo aver dato un'occhiata in giro e buttato la cenere un po' ovunque -Hai una fotttuta cabina enorme, porca miseria!-
Shepard scrollò le spalle -Se hai finito con questa diarrea verbale vorrei buttarmi a letto, ho solo due ore di sonno da espletare e tu non mi stai aiutando!-
-Ma che me ne frega a me del tuo sonno. Perché il tuo pilota si chiama come l'acerrimo nemico di Batman?-
-Adrienne, santo cielo, cosa vuoi?!- sbottò Shepard, poi inarcò un sopracciglio -E tu come conosci Batman?-
-Stare a stretto contatto con degli umani ti fa scoprire delle cose inusuali. Lo sapevi che è tutt'ora comune come lettura nello spazio dell'Alleanza?- Adrienne si accomodò sul bordo del letto di Shepard -In realtà, volevo chiederti il perché della tua proposta, andiamo, sono effettivamente inutile! Posso uccidere un Mutante solo con uno sguardo ma per il resto... diamine, odio dirlo ma sono solo chiacchiere-
Shepard ridacchiò alla notizia che certe persone diffondevano ancora quei vecchi fumetti, poi trasse un sospiro, scuotendo la testa -Garrus sembra fidarsi di te, il suo intuito sbaglia raramente-
-Ah- Adrienne distolse lo sguardo, appoggiando la schiena sul materasso e puntellandosi sui gomiti, la sigaretta consumata a metà tra le labbra -Lo vuoi un consiglio spassionato? No, ma te lo darò comunque... non fidarti mai dei sentimenti, Shepard, ti porteranno sempre in svantaggio.- le rivolse uno sguardo perplesso -Vakarian è troppo giovane e idealista anche se ha una bella maschera colorata di grigio cinismo. In più, ho notato che quando tu gli stai addosso scatena una sequela infinita di ormoni che...-
-Oh, porca miseria, non farmi la predica e non parlarmi degli ormoni di Vakarian, è un'immagine orribile!- Shepard si sedette al suo fianco, le mani appoggiate alle ginocchia -Senza di lui non sarei dove sono ora... è un buon sottoposto, schietto quanto basta e con idee molto simili alle mie...-
-Ne sei innamorata, questo basta per crearsi dei preconcetti. E non hai risposto alla mia domanda, la scusante del tuo amichetto è alquanto sterile, lasciatelo dire-
Shepard trasse un sospiro, odiava le persone che parlavano troppo, così come odiava chi riusciva a leggere dentro il suo animo in quel modo, dandole poco spazio per rigettare ogni sorta di contatto. Adrienne la sconfortava e la esasperava, ma Lenore non riusciva proprio a lasciarla per strada... forse perché era l'unica che riusciva a risponderle a tono e ad averla vinta, o forse perché provava compassione per lei. Fattostà che la Turian era intenzionata ad estorcerglielo.
-Lenore- Adrienne si portò a sedere, lanciandole un'occhiata severa -Se non sai cosa fare di me e agisci in questo modo perché ti faccio pena, allora non andiamo d'accordo. Sono un peso, non un alleato, lo sai meglio di me-
-Che tu sia un peso nessuno lo mette in dubbio- fece Shepard con un sorriso, chinando leggermente la testa -Ma sei anche stata in grado di difendere un misero asteroide per settimane e a nasconderlo dalla vista dei più per anni e anni... hai una buona manualità con la pistola e sai affrontare in modo deciso le situazioni limite. Hai seguito un addestramento militare specifico? Un programma speciale? Certe strategie che hai applicato sul campo, prima del mio arrivo erano piuttosto inconsuete per un semplice militare...-
-Stai continuando a non rispondermi-
-Adrienne, qui comando io, ricordi?-
La Turian spense la sigaretta sotto lo stivale, sbuffando l'ultima nuvoletta di fumo, poi scosse la testa -Il tuo compagno non ti ha detto proprio nulla, insomma...- e le raccontò la sua storia, senza omettere alcun particolare, forse per convincere Shepard a lasciarla andare, forse per dimostrarle che poteva fidarsi, o forse solo perché in quel momento le andava così. E Lenore l'ascoltò, registrando mentalmente le informazioni, senza proferire parola.
La Turian, mentre parlava, agitava il pacchetto di sigarette in maniera nervosa, l'altra mano che sollevava la felpa/sciarpa a coprirle le labbra, attutendo lievemente il tono della sua voce. Erano gesti molto contrastanti, notò Shepard... un gesto di nervosismo molto maschile, come agitare le sigarette tra le dita e poi un gesto dannatamente femminile, come coprirsi le labbra, diretta connessione con il cuore. Evidentemente, non era a suo agio nel raccontarsi, proprio come Lenore.
Non seppe trattenere un sorriso quando sentì la proposta che le aveva fatto Garrus... tipico di lui, quell'istinto classico da sbirro, che lo portava a sospettare immediatamente di una persona e che gliela faceva stare simpatica in altrettante tempistiche.
-Tutto qui, niente di eccezionale- concluse Adrienne, aprendo il pacchetto e tirando fuori due sigarette. Una di quelle la porse a Shepard che l'accettò senza riflettere.
-Sei una fallita, insomma- replicò il Comandante, un sorriso dolce tra le labbra -Come la maggior parte delle persone di cui mi circondo. Non ci troviamo bene con le regole, sai? Siamo dei rinnegati, eppure i nostri popoli ci hanno eletto come unica speranza per la sopravvivenza della Galassia... ironico, no?-
Adrienne sbottò una risata, poi si accese la sigaretta e porse l'accendino a Shepard. Il Comandante stette a fissarlo per qualche secondo, poi lo prese tra le dita, incerta.
-Lo sai che è un brutto vizio, questo?-
-Fumo da anni e non sono ancora morta. Problemi?- Adrienne alzò gli occhi al cielo, seccata -Sei noiosa, Lenore...-
-Sono un militare- replicò Shepard, infilandosi la sigaretta tra le labbra -Non potrei nemmeno bere, a dire il vero...-
Adrienne le lanciò un'occhiata di sottecchi -Che razza di idiota incoerente-
Shepard scoppiò a ridere e le circondò le spalle con un braccio, stringendola brevemente a sé -Benvenuta a bordo, stronzetta-
E si accese la sigaretta, come per siglare quell'accordo, o tregua...
Dopo quella notte, Shepard fu dannatamente sicura che non avrebbe più toccato del tabacco per il resto dei suoi giorni, se non per fumarlo assieme alla sua nuova compagna. Perché ora era ufficiale, Shepard si era trovata una nuova alleata, e non l'avrebbe lasciata andare per niente al mondo. Nemmeno una dannata invasione di Razziatori...
Sì, quest'idea le piaceva.
Le piaceva enormemente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Noticiona (perdonate la lunghezza e la dispersività di questa povera vecchietta che non dorme da giorni perché gliel'ha ordinato il suo editor):

 

Ebbene, sto ancora ridendo come una deficiente/piangendo come una disperata per aver preso questa strada irta di pericoli. Ma ne è valsa la pena... oh, voi non sapete, ma sto archittettando dei pezzi che... AH! Che grulla, se vi spiego le cose ora poi con che gusto le scoprirete, in futuro? (continuate a leggere miei prodi, ahrr)
Tre cosine veloci: La prima è stupida, riguarda i Mutanti. Ebbene, odio la traduzione italiana di Husks, ma non ci può far nulla... “Aiuto, arrivano dei Gusci!” oppure “Ehi, andiamo a uccidere qualche Buccia”. È esilarante, non trovate? Meglio continuare a chiamarli Mutanti... lol
La seconda riguarda il dannato A-61 Mantis, la classica cannoniera delle Eclipse che Donovan Hock usa nella Loyalty Mission per Kasumi (no, non dirò mai fuori dalle parentesi che Garrus è stato quasi ucciso da un Mantis, perché la cosa continua a farmi cadere dalla sedia dal ridere. Ragazzacci della Bioware, siete anche ironici! LOL).
L'A-61 Mantis è una cosa particolarmente stretta. Trovare la mezza via tra la classica cannoniera e una navetta è stato drammatico... a questo punto ho scelto il fedele e inossidabile Mantis, dato che è stato usato a sproposito un po' da chiunque.
La terza e non meno importante riguarda la stesura dei capitoli e l'editing. Ebbene, ho diversi problemi ad editare in maniera corretta i pezzi, per via del programma di scrittura che uso... devo perderci una mezzora ogni volta per correggere le varie parti ed editarle, quindi perdonate se magari mi lascio sfuggire qualche erroraccio squallido, anzi, fatemelo notare che rivedo il tutto un'ulteriore volta.
Oh, no, ho un'altra cosa da dire, vi prego, pazientate. Questo capitolo mi ha fatta molto soffrire, principalmente perché volevo dare un ruolo molto più importante al caro Esteban, cercando di dettagliare la sua competenza in modo specifico.
Ecco, c'è un problemuccio... io sono una frana in ambito di fisica e non mi sono ancora fatta entrare bene in testa la teoria dell'Effetto Massa, più me la spiegano, più mi impappino e mi confondo. Karpyshyn l'ha introdotta in maniera brillante su ME: Revelation, ero riuscita a comporre i vari tasselli... ma PUM! Ecco che, nel disporli, ho fatto ancora più macello. Va bene, lasciamo questo lavoro a chi è lievemente più competente... sob

Da appassionata di letteratura francese, vi smollo con questa frase: “tout se termine par des chansons”
e con questa: [http://www.youtube.com/watch?v=HvLhvRGbks4]
Perché, vi chiederete...
Beh, perché introduce alla perfezione il prossimo capitolo. 

 

Un abbraccio e buone feste  

 

J.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Desert Snow ***


Image and video hosting by TinyPic


12. Desert snow

 

 

 

Dopo il colpo di stato di Udina alla Cittadella, Shepard aveva indugiato per una buona mezzora nell'ufficio del Comandante Bailey.
Era ancora vestita con la sua nuova armatura: sembrava un antico paladino del basso medioevo, con un drago color del sangue verniciato all'altezza del cuore. Le cicatrici brillavano di luce arancio nella penombra e gli occhi avevano una particolare sfumatura cremisi... Bailey indugiò non poco tempo su quello sguardo vacuo, lievemente in pensiero.
Aveva sempre avuto un'aria spaventevole, Shepard, ma Armando Bailey non se n'era mai curato. Concordavano su molti argomenti, loro due, e avevano raggiunto una buona intesa sul piano personale, quindi lui tendeva a non curarsi dell'aspetto del Comandante, in virtù del suo carattere duro e pragmatico, molto simile al suo.
Avevano parlato a lungo, dopo l'attacco alla Cittadella, perché lei non aveva assolutamente avuto il coraggio di prendere la via dell'uscita per raggiungere Thane, in fin di vita nella zona dell'Huerta Memorial Hospital relativa alla terapia intensiva.
-Non credo gli rimanga molto...- aveva sentenziato Bailey, distogliendo lo sguardo. Con la coda dell'occhio, notò il corpo di Shepard irrigidirsi.
A quelle sue parole, infatti, Lenore aveva stretto i pugni e divaricato leggermente le gambe.
-Lo so...- disse poi, a denti stretti.
-E allora cosa aspetti ad andare?- l'uomo si rizzò a sedere, a fatica -Dopotutto, è stato un tuo compagno...-
Shepard lo guardò dritto negli occhi e scosse la testa.
Non doveva delle spiegazioni a Bailey, le sue azioni riguardavano lei e basta. E non se la sentiva di vedere Thane in quelle condizioni... soprattutto perché era colpa sua se versava in uno stato pietoso, disteso in un misero letto ospedaliero.
Thane si era sacrificato per permetterle di concludere una missione importante, come Mordin... Shepard era dannatamente stanca di soffrire per delle decisioni non sue e per quell'attaccamento morboso dei suoi compagni nei confronti della morte. Sembrava che lo facessero apposta a crepare davanti ai suoi occhi!
No, che stupidaggine! Si sentì un'odiosa egoista: Thane era stato un suo fedele alleato, gli doveva almeno un saluto. O meglio, una bella lavata di capo!
Rivolse uno sguardo deciso a Bailey, poi, senza dire niente prese la via dell'uscita. Raggiunse velocemente Liara, in piedi davanti all'ascensore delle Ambasciate.

 

Il viaggio fu di una lentezza esasperante...
Liara, complice la penombra, abbracciò d'impulso Lenore, senza aspettarsi alcuna risposta.
Shepard, infatti, chiusa nella sua armatura, rimase rigida e impettita, lo sguardo truce, perso nel vuoto; i suoi occhi brillarono di una tenue luce rossastra.
Ben presto, l'Asari la sciolse dalla stretta e indietreggiò, sconfitta da quell'atteggiamento -Thane era malato, Len...- disse, dopo un po', evitando accuratamente di incrociare il suo sguardo -La decisione di combattere per un'ultima volta è stata sua-
-Non cercare giustificazioni razionali per il mio fallimento, Liara... la morte è una pessima compagna che mi sono portata dietro per anni- replicò freddamente Shepard -Non possiamo fermarci, non possiamo esitare nemmeno di fronte alla cruda verità che prima o poi qualcun altro morirà. Potrei essere io, potresti essere tu... ma la missione ha la priorità e una volta finita questa follia potremo vivere in pace grazie al sacrificio dei più validi-
Liara strinse i pugni, bisbigliando una preghiera affinché le porte dell'ascensore si aprissero il prima possibile. Shepard serrò la mascella, trattenendosi dal prendere a pugni una parete... ormai si era dimenticata che volto avesse Liara quando sorrideva. Si era persino rassegnata all'evidenza che, prima o dopo, sarebbero effettivamente morti tutti, lasciandola lì, barricata dietro il suo muro del pianto, a bordo di una nave vuota. E questo memorandum la fece sospirare nervosamente.
Le porte dell'ascensore si aprirono, interrompendo i suoi pensieri.
L'intero equipaggio sedeva in sala d'aspetto, James camminava avanti e indietro, impaziente mentre Garrus discuteva animatamente con un medico.
-Ecco Shepard- Joker, aiutato da IDA, si sollevò in piedi e raggiunse le due -Non ci danno il permesso di entrare...-
Liara sbuffò, passandosi una mano sul viso -Sarà ancora in sala urgenze...-
Gli occhi di IDA brillarono, facendo trasalire Shepard -No, è stabile, ma suo figlio ha proibito l'ingresso a chiunque non fosse Shepard. Nel corso della sua carriera, Thane Krios si è procurato innumerevoli nemici, l'atteggiamento del figlio è logico-
-Sì, sì, IDA- la interruppe Joker -Dicci qualcosa che non sappiamo...-
-Ti riferisci a qualcosa di specifico o preferisci scandagliare illegalmente ogni singola cartella medica presente nel database dell'ospedale?- replicò IDA con una punta di presunzione nella sua voce metallica.
-Smettetela, dannazione- Shepard li sorpassò, indispettita -Non riuscite proprio a restare seri, voi due?- e si diresse verso Garrus, il quale, litigava a voce alta con un medico a proposito di rispetto nei confronti dei pazienti.
-Sono il Comandante Shepard- disse lei, interrompendo il monologo furioso del Turian -Dov'è?-
Garrus la squadrò, la bocca semiaperta. Non l'aveva vista arrivare...
Il medico annuì, facendo un cenno con il braccio -Mi segua-
Shepard trasse un sospiro nervoso, poi rivolse uno sguardo amaro al compagno -Garrus,- fece -aspettatemi qui... vedrò cosa posso fare-
Il Turian le posò una mano sul braccio, stringendo la presa -Len, non puoi andarci da sola!-
A quel gesto, seguì uno sguardo torvo di Shepard.
-Thane è un amico- riprese Garrus
-Thane si è sacrificato per permettermi di continuare la missione- ringhiò lei, lanciandogli uno sguardo raggelante -La sua situazione attuale dipende solo ed esclusivamente da me.-
Garrus si zittì, liberandola dalla presa. Come poteva replicare ad un'affermazione simile?
Osservò Shepard scomparire attraverso il corridoio e la porta venne sigillata. Si voltò verso Jack, che manteneva lo sguardo fisso a terra.
Quando Garrus aveva avvertito i componenti del vecchio equipaggio che Thane stava morendo, in molti erano accorsi, presentandosi all'ospedale, preoccupati per le sue condizioni. Il restante, impossibilitato a venire, aveva chiesto espressamente aggiornamenti regolari sulla situazione. Jack era stata una sorpresa a tutti gli effetti, entrando nell'edificio per prima e spaventando a morte Garrus e Joker per via dell'aura bluastra che l'avvolgeva.
Garrus appoggiò la schiena al bancone dell'accettazione, la testa fra le mani.
Cos'avrebbe fatto ora Lenore? Era sola, dannazione! Ed era la sua donna. Avrebbe dovuto insistere. Forzarla a portarlo con sé... perché Shepard non riusciva a capire che non tutte le battaglie vanno affrontate in solitudine?
Gli rispose appunto Jack, tendendogli la mano -Idiota, riprenditi immediatamente!-
Garrus ringhiò un insulto.
La donna lo squadrò dall'alto in basso, l'espressione severa -Shepard ha bisogno di qualcuno che faccia le sue veci... che li consoli.- si voltò verso i suoi amici, indicandoli con un gesto del braccio -Guardali, Garrus... senza qualcuno che gli dica come sentirsi sono perduti. Devi prendere le redini della situazione e tranquillizzarli- il suo sguardo si fece triste -Sei il suo braccio destro, ci hai guidati una volta e ora abbiamo ancora bisogno di te... non puoi arrenderti così...-
Garrus assorbì quelle parole, poi batté le palpebre, sconcertato e si volse verso Jack, osservandola come se fosse la prima volta che la vedesse, ammirandola e biasimandola per quello squallido compito che le era stato assegnato.
Afferrò la mano che lei gli stava porgendo, cercando di riprendere il contegno perduto. Una volta resosi conto che era l'unico a poter fare veramente qualcosa per consolare i suoi amici e compagni strinse maggiormente la presa -Grazie, Jack...-
-Metti tutto sul conto di Shepard...- replicò lei, divincolandosi e facendo un passo indietro -dovrò tirarle un altro pugno...-
Ed ecco la squadra di diversione di nuovo pronta all'opera, di sicuro il Comandante non sarebbe rimasto deluso.

 

 

 

Le porte scorrevoli del corridoio della terapia intensiva, che dividevano l'atrio dalla guardiola del Pronto Soccorso dell'Huerta, si aprirono lentamente, dando un'ultima possibilità a Shepard di ricomporsi prima di affrontare a viso aperto i suoi uomini.
Per la prima volta, si era concessa di pregare per un amico che stava morendo, di consolare il figlio con un abbraccio... si era sentita sola e impotente di fronte a quella scena struggente e non aveva potuto fare altro che darsi coraggio, per instillare una scintilla di speranza a Kolyat, solo davanti a una situazione più grande di lui. Non si riconosceva, Shepard... nemmeno nello specchiarsi sulla superficie riflettente della porta. Una volta sarebbe andata avanti, avrebbe ributtato nello stomaco quel nodo che le attanagliava la gola e si sarebbe gettata a capofitto su un'altra missione, sfogandosi e liberando la testa da ogni cattivo pensiero. Ma le grida dei feriti e dei medici che correvano da una parte all'altra della sala la misero in seria difficoltà... e dovette passarsi una mano sul viso per poter ricacciare indietro la paura di ritrovarsi ancora una volta in quella sala.
Quando scorse Garrus e Jack seduti in sala d'attesa, da soli, trasse un sospiro di sollievo... non se la sarebbe sentita di affrontare la morte di Thane con l'intero equipaggio, non ora che si sentiva un animale braccato.
Jack diede una spinta leggera a Garrus e si alzò per correre incontro a Lenore -Oh, Lee! Sei stata un sacco là dentro...-
Shepard serrò la mascella e lanciò un'occhiata truce a Garrus. Poi voltò la testa altrove e, sempre a denti stretti disse: -Kai Leng morirà. Morirà di una morte lenta e dolorosa. E quando avrò finito, gli taglierò la testa con la sua stessa katana e la infilerò in una picca...-
Jack esibì un sorriso tirato -Una scena che non vorrei assolutamente perdermi...-
Garrus afferrò una spalla di Lenore, costringendola a voltarsi verso di lui, l'espressione accigliata -Possiamo vederlo?-
Shepard corrugò la fronte, portandosi una mano sulle labbra. Non ora. No, Lenore, devi essere forte! Devi resistere all'istinto di frignare come una dannata bambina!
-Non potevano fare più nulla...- gemette, coprendosi il viso, imbarazzata per la lacrima che era riuscita a sfuggire al suo controllo -Mi è morto tra le braccia...-
Garrus, la bocca semiaperta, lanciò un'occhiata di paura a Jack. Evidentemente, entrambi conoscevano l'esito di quel colloquio, ma non si aspettavano una reazione simile da Shepard, ormai abituata a prendere a testate i muri, piuttosto che affrontare il dolore.
Con un gesto delicato, Jack si allontanò di un passo, permettendo a Garrus di stringerla a sé. Lenore accettò l'abbraccio, non sapendo cos'altro fare. Nascose il viso tra le mani, piantandosi i polpastrelli sulle palpebre per frenare quel gesto di estrema debolezza...
Quando si fu calmata un minimo, sollevò appena la testa -Ha rivolto una preghiera a me, affinché affrontassi con la giusta serenità la missione... per farmi capire che veglierà sempre sulla Normandy...- si coprì di nuovo il viso con una mano -Non merito tutto questo, dannazione!-
-Sì, Lee, tu ne hai bisogno- affermò Jack -Hai bisogno di tutto l'aiuto possibile e Thane te l'ha dato, nonostante sapesse che la sua vita era quasi finita. Non avrebbe fatto un ultimo gesto d'eroismo se non fosse stato spinto dall'amicizia o dal rispetto.-
Shepard nascose il viso dietro il pettorale dell'armatura di Garrus, dando un respiro profondo -Ho la netta sensazione che dovrò rivivere questa scena all'infinito...- mormorò, ammiccando per scrollarsi le lacrime dalle ciglia.
-Non lo permetterò- mormorò lui, spostando lo sguardo altrove.
Le due donne gli rivolsero un'occhiata perplessa.
Garrus passò una mano tra i capelli di Lenore, ancora macchiati di polvere e arruffati per lo scontro, poi mosse lievemente le mandibole -Mi metterò subito al lavoro e potenzierò gli scudi della Normandy, aumenterò la resistenza delle barriere cinetiche delle armature...- trasse un respiro -Len, sono stanco di vederti soffrire, sono dannatamente stanco di non poter far nulla mentre i nostri amici muoiono...- sollevò appena un braccio, indicando il corridoio di terapia intensiva -Non... non riesco a rassegnarmi...- sbottò un altro sospiro nervoso, distogliendo lo sguardo.
Jack sorrise tristemente, mentre Lenore, in tutta risposta, scoppiava a piangere nervosamente.
Nessuno si ricorda di aver mai visto il Comandante in quello stato. Finalmente, sfogava in modo naturale il proprio dolore, in modo istintivo e puro, manifestando la sua frustrazione per non aver ingaggiato lei stessa un combattimento con Kai Leng per permettere a Thane di mettersi in salvo, il rammarico per aver lasciato che morisse senza applicarsi per trovare una cura... infine, si sentì immeritevole di avere davanti a sé la possibilità tangibile di risolvere uno dei più grandi errori commessi nella sua inutile e breve esistenza. Rivedere una decisione non era cosa che capitava spesso a Shepard.
-Oh, misericordia!- mormorò Jack, ridacchiando sommessamente -Garrus, fai l'uomo per una volta e falle capire che è stata un'idiota a mollarti... io vi aspetterò fuori, fate con calma, ma non prendeteci troppo la mano: è un ambiente pubblico-
Lenore si premette le mani sul viso, cercando di placare i singulti mentre Garrus scuoteva la testa. Come avesse fatto a sapere Jack della loro rottura era un mistero...
Appoggiò il mento sulla nuca del Comandante, permettendole di abbracciarlo a sua volta e di frenare così quel pianto... poi la cullò dolcemente, in un gesto ancestrale di protezione.
-Gliel'ho detto io...- mormorò Shepard -Scusami...-
-Non ha importanza...- replicò lui -Presto si presenteranno tutti all'appello, ricomponiti, Comandante...-
Shepard non seppe trattenere una risata, tra le lacrime -Ufficiale, mi stai rimproverando, forse?-
-Lo faccio per il tuo bene...- rispose lui, spostando le mani di Shepard dal suo viso e sollevandole il mento con un dito per poterla guardare negli occhi.
-Come sempre...- aggiunse Lenore, sorridendo tristemente -Sei sempre stato al mio fianco, anche se ti ho fatto del male...-
-E sempre lo sarò, Lenore, non puoi farci niente- le passò un pollice sulla guancia, afferrandole il viso -Ma ora non è il momento per questo: devo portarti il più lontano possibile da questo posto infernale. Ti ho prenotato una stanza ai Mercati del Presidium, stare qualche ora da sola ti farà bene...-
Shepard corrugò la fronte: era tanto faticoso chiedergli scusa e fare in modo che tornasse nella sua vita? Perché rimanere nell'egoismo delle proprie scelte quando è logico che in una simile circostanza bisogna aggrapparsi ad ogni situazione positiva? Mettere da parte l'orgoglio, insomma...
Nel ragionare su quelle cose, Lenore vide tutte le intenzioni preposte andare in fumo.
Interiormente, sperava che lui si sarebbe rassegnato all'idea di allontanarsi da lei, che l'avrebbe odiata, come il resto dell'equipaggio già faceva... ma sapeva che ogni volta che avrebbe incrociato il suo sguardo a bordo si sarebbe di nuovo sentita a casa.
E così fu, in quel momento: si sentì compresa, accettata a prescindere dalle scelte che aveva dovuto compiere. E appoggiò le labbra sulle sue, mormorandogli che era stata stupida, che aveva paura di perderlo... e che lo amava così tanto da temere ogni istante che gli succedesse qualcosa, figurandosi mentalmente di dover appoggiare la targhetta con inciso il suo nome sul muro dei caduti, distrutta dal dolore.
E lui fece una leggera pressione, restituendo a modo suo quel gesto d'affetto, ridendo, rassicurandola che provava anche lui lo stesso e che ogni volta che erano in combattimento la controllava da distante, pronto a correre in suo aiuto nelle situazioni più critiche e pronto a farle sentire che non era da sola.
Risero entrambi per quell'attimo di défaillance dove, nonostante le armature, si sentivano estremamente scoperti e vulnerabili. Shepard corse ai ripari battendogli una mano sulla fronte -Cercare ogni volta di non entrare nello stereotipo della coppietta innamorata è un dramma, vero?-
-Non siamo abituati a situazioni di questo tipo, Len, è normale cadere nelle frasi fatte...-
-Tu più di me, Vakarian- replicò lei, prendendolo sottobraccio e allontanandosi quanto più lontano possibile da quella sala d'aspetto -La stanza che ci hai prenotato ha il minibar? Perché vorrei fare un brindisi a Thane, prima di arricciarmi su me stessa come un pangolino...-
-Shepard... è una singola, non mi aspettavo ritornassi sulla tua decisione- replicò lui, tenendole aperta la porta d'ingresso -E sì, penso sia provvista di minibar, anche se ignoro tutt'ora cosa sia un pangolino...-
Lenore uscì dalla porta, sorridendo -Una cosa che somiglia pericolosamente a un armadillo... ehm... è un animale terrestre- disse, passandosi una mano sullo stomaco -Pensi che Thane ci stia guardando in questo momento?-
-Penso che stia camminando verso la vostra cosiddetta Luce Bianca... sempre che la sua religione non preveda l'infestazione di posti precisi o la reincarnazione. Ormai le ho sentite davvero tutte... e non ho ancora capito come si possa anche solo credere a delle stronzate simili...- rivolse lo sguardo in alto, le mani in segno di resa -Scusa, Krios, se ci stai guardando dall'alto dei cieli o se sei presente sotto forma di apparizione eterea e invisibile! Ormai dovresti averlo capito che siamo due idioti...-
Shepard scoppiò a ridere, fermandosi sul posto -Parla per te, io credo davvero che ci sia qualcosa oltre alla morte-
-Siamo esseri organici, Shepard... tutto di noi viene riciclato, persino l'anima. È un ciclo continuo, fatto di disgregazione e assimilazione, dubito fermamente che il soffio vitale (come lo chiamava qualche libero pensatore) non venga utilizzato dalla natura per i suoi scopi meccanici...-
Il Comandante sollevò la testa, alzando le braccia in segno di preghiera -Spiriti, qualunque cosa voi decidiate quando questo buzzurro verrà a rompervi l'anima, sappiate che è un bravo ragazzo e che non sa assolutamente quello che dice, quindi accoglietelo comunque tra le vostre spire... ehm... braccia e fategli posto in un antro buio e desolato con un angolino per la lettierina e un tappetino di compensato per farsi le unghiette. Vostra: Comandante Lenore Shepard- fece un gesto con le dita, come se siglasse un documento, poi rivolse un'occhiata divertita a Garrus che si nascondeva il viso con una mano per la vergogna. Giustamente, Shepard aveva esclamato tutto questo a voce altissima, noncurante che, attorno a loro, c'erano dei Turian abbastanza sconvolti che li fissavano a bocca spalancata.
-Davvero, Shepard, ogni tanto temo il momento in cui sarò costretto a presentarti mio padre...- gemette lui, mentre proseguivano verso l'uscita -Penso che ti prenderebbe a morsi e poi ti getterebbe in pezzi da un dirupo, stracciandoti come un foglio di carta...-
-Non gli converrebbe, potrei organizzare una missione ricognitiva assieme a Pressly, Alenko, Mordin e Thane per perseguitarlo a vita con schiamazzi notturni e... uhm...- fece una pausa cercando di trovare un'azione ultraterrena idiota da compiere per molestare il fantomatico padre squartatore di Garrus, poi, rassegnata aggiunse -I film di fantasmi che vedo sono tutti sulla linea di Ghostbusters, non saprei come altro perseguitarlo se non trasformandomi in una poltiglia verde e bulimica...-
Garrus le circondò le spalle con un braccio e la strinse a sé, sorridendo -Ti amo da impazzire, Lenore Shepard...-
-Grazie altrettanto- replicò lei, scherzosamente, facendo un cenno con il braccio a Jack che li aspettava poco più avanti.
Forse, l'unico modo per Shepard di far veramente fronte alle tragedie era quello di spingerla reagire in maniera stupida. Queste erano le conclusioni che Garrus aveva tratto da quella vicenda. E anche Shepard stava iniziando davvero a pensarla in questo modo...
Entrambi stimavano Kaidan, Mordin e Thane... ed entrambi stavano tutt'ora soffrendo della loro perdita. Ma si va avanti, in Guerra e nella vita è necessario, così come è necessario prendere un respiro e scoppiare a ridere di fronte a una scemenza, trattando temi delicati come quello religioso come se fossero scherzi da proporre in uno spettacolo di cabaret.
Morale della favola, Shepard si ritrovava a dover partire di nuovo da zero, con la certezza di avere una persona al suo fianco disposta a vederla piangere, una spalla in più su cui contare per sparare clamorose cazzate in loop e per condividere il suo dolore senza chiedere spiegazioni.
E mentre si dirigeva verso il Purgatory assieme alle due persone più care su cui contare, si sentì davvero di poter sconfiggere i Razziatori per permettere ad altre persone di sentirsi a casa, com'era lei in quel momento. E ringraziò i suoi amici che si erano sacrificati in nome di quell'obiettivo comune che era la libertà, combattendo al suo fianco e sacrificandosi per l'amore che provavano nei confronti del libero arbitrio.
Circondò le spalle di entrambi i suoi compagni e li strinse brevemente a sé, sorridendo tristemente per quel pensiero che si era appena proiettata mentalmente, poi li guardò uno per uno e rise lievemente.

-Tesoro, sono a casa...-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota randomica a pié pagina:

 

Aggiornamento rapido, proprio perché vi amo-in realtà perché durante le feste non potrò essere costante. Spero vivamente che sia all'altezza del resto. Però vi amo lo stesso! :D
Mi sembrava un'idea utile. Lenore è un personaggio dannatamente problematico, che ha sempre affrontato il dolore in maniera distruttiva. Per una volta si trova in un ambiente dove la sofferenza è reale e dannatamente umiliante, un mondo simile ma opposto a ciò che si vede sui campi di battaglia che deve giornalmente affrontare.
Vi lascio con un augurio di buone feste e un buon proseguimento. Questo 2012 è stato un anno dannatamente stressante, chissà come sarà il 2013.

Tornando ai capitoli, vi lascio con la canzone (rassegnatevi, andrà a finire così ogni volta) che sarà la colonna portante del prossimo capitolo, un capitolo dannatamente importante (ma anche no, ma anche forse).

http://www.youtube.com/watch?v=jhdFe3evXpk

 

Un abbraccio

 

J.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Brothers in Arms ***


Image and video hosting by TinyPic

 

13. Brothers in Arms

 

 

 

 

"These Mist covered Mountains
Are a home now for me
But my home is the lowlands
And always will be
Some day you'll return to
Your valleys and your farms
And you'll no longer burn
To be brothers in arms”

 

 

 

 

 

 

Quella sera, Lenore si addormentò all'improvviso, mentre Galaxy News annunciava le ultime notizie attraverso un grazioso oggetto vintage terrestre, sito sopra un comodino della piccola stanza d'albergo che le aveva prenotato Garrus.
Sognò i verdi prati di Scozia, visti nelle pubblicità delle riviste che leggeva quando era prigioniera dell'Alleanza, e sognò di camminare a piedi nudi su una distesa immensa di erba scura, assieme a Pressly.
Non sapeva perché proprio Pressly. L'aveva sempre rimproverato per delle inezie, ma come gli altri, era sempre stato al suo posto, davanti alla Mappa Galattica, pronto a sostenere il suo Comandante.
Idem per il terreno accidentato delle Highlands, dove aveva passato un anno di addestramento assieme alle reclute del programma N7, suoi compagni; avevano sputato sangue assieme, con solo una bussola e uno zaino con dentro l'indispensabile per la sopravvivenza.
E camminarono a lungo in quel limbo, alla ricerca di qualcosa, o qualcuno. Pressly parlava, diceva qualcosa a proposito del vecchio equipaggio, della prossima rotta della Normandy ma Shepard non riusciva a sentirlo...
Poi tutto si fermò e Lenore aprì gli occhi, ritrovandosi distesa a pancia ingiù su un letto diverso dal solito, un respiro profondo sul collo e due braccia che la cingevano all'altezza dei fianchi.
Sorrise, accoccolandosi maggiormente tra le braccia del suo compagno, facendogli emettere un mugugnìo di disappunto. Le era mancato... le era mancato tremendamente...
Anche quel mugolio di disapprovazione!
Chiuse di nuovo gli occhi, inspirando profondamente e passando una mano sull'avambraccio destro di Garrus, percorrendo con i polpastrelli il ruvido tessuto che lo ricopriva.
Quando succedeva di giacere insieme, lei provava dolore al contatto, era indubbio. Alla fine dei giochi lei si ritrovava a fare i conti con graffi e abrasioni sul petto e sulla schiena, le gambe le dolevano.
Fare l'amore con qualcuno che rischia di ucciderti ogni volta è decisamente una mossa idiota, soprattutto per Shepard, che aveva tra le mani il destino della Galassia. Era egoistico, sì, ma anche bellissimo... tanto bello da meritare un simile scontrino alla fine del giro turistico.
E poi... lui valeva ogni rischio.
Lenore era dannatamente certa che prima o poi si sarebbe stufata di soffrire a quel modo e si sarebbe, di conseguenza, limitata alle semplici effusioni, ma era più facile a dirsi che a farsi. Nelle immediate circostanze, lei era troppo felice di sapere che lui era disposto ad amarla ancora, a continuare a rischiare pur di renderla virtualmente felice, anche se per un breve spiraglio di tempo.
Gentilmente, attenta a non svegliarlo, si rigirò nel letto per poterlo osservare mentre dormiva in un impeto di tenerezza. Purtroppo, Shepard non è conosciuta per la sua delicatezza e diede una sonora testata al Turian, svegliandolo di colpo.
Si ressero entrambi la testa, gemendo dal dolore, poi si scambiarono uno sguardo a mezza via tra il confuso e l'assonnato. Lenore scoppiò immediatamente a ridere -Mi dispiace...-
-Dillo che mi vuoi assassinare nel sonno...- biascicò lui, passandosi la mano libera sul viso.
-Come hai fatto a scoprirmi...?- Lenore si voltò completamente, tirando su il lenzuolo a coprirsi il petto e sollevandosi appena per permettergli di liberare il braccio, poi gli rivolse un sorriso soddisfatto -Ho sognato Pressly, sai? Pressly e le highlands...-
-Per la scenata di gelosia dovrai attendere... sono un po' intontito...- replicò lui, chiudendo di nuovo gli occhi -Cosa sono le Highlands?-
Lenore gli sfiorò la punta del naso con un dito, divertita -Le Highlands? Oh, è una distesa di nulla, aspra e tetra, con un clima rigido e con pochi ripari... metà del mio addestramento N7 si è svolto in quelle pianure. L'esercito americano, cent'anni fa' faceva lì le esercitazioni, proprio perché chi resisteva poteva dirsi in grado di affrontare qualsiasi nemico! E io e Pressly camminavamo a piedi nudi in quel nulla desolante...-
-Bel posticino...- rispose lui, ridacchiando -Perché Pressly, poi? Lo odiavi...-
-Non lo odiavo, era un ottimo XO, faceva pesare spesso la sua opinione, ma era valido.-
-Mi ricordo la sua faccia quando ha saputo che tu e Liara andavate a letto insieme-
-Oh, questa non me la ricordo-
-Ha strabuzzato gli occhi e serrato la mascella, come al suo solito.-
-Oh, Pressly! Ecco perché me lo sono sognato! Lui era contrario alle relazioni interspecie!- Shepard scoppiò a ridere ricordandosi di quando Nihlus era salito a bordo per la prima volta sulla Normandy, mettendolo a disagio.
Vabbè, chiunque era a disagio con Nihlus nei paraggi... e Pressly era ancora fermamente legato alla Guerra del Primo Contatto. Un Turian a bordo della sua nave lo aveva fatto arrabbiare non poco.
-Mi manca la SR-1, sai Shepard? Mi mancano gli screzi con Williams, le chiacchierate che facevamo nella Stiva...- Garrus trasse un sospiro sommesso -Mi avevi motivato a provare l'addestramento a Spettro, eravamo affiatati... non mi sto lamentando, sia chiaro-
-Vakarian, sono le circostanze ad essere diverse, non l'ambiente.- gli carezzò il viso, amorevolmente -Ora sono cambiate molte cose, noi siamo cresciuti, abbiamo vissuto situazioni alle quali nessun altro può dire di aver assistito... oddio, ci siamo pure alleati con Cerberus!-
-Era l'unico modo, l'Alleanza era sorda, il Consiglio non voleva reintegrarti a Spettro... perché poi? Ah, la Destiny Ascension...-
-Desideri ancora diventare uno Spettro?-
Garrus parve rifletterci, perché rimase un buon periodo in silenzio -Non saprei, Shepard- disse poi, muovendo leggermente le mandibole -La Gerarchia Turian sembra soddisfatta di come sto operando... ho trovato il mio posto, infine-
Lenore corrugò la fronte -Devo confidarti una cosa, ma devi tenerla per te, è di vitale importanza.- sussurrò, stringendo la presa sul bordo del lenzuolo e spostandosi per poterlo guardare negli occhi.
Il Turian batté le palpebre più volte, poi annuì -Sai che puoi fidarti...-
-James sta valutando di sottoporsi all'addestramento per diventare un soldato N7- fece quindi lei, puntellandosi sui gomiti -Pensavo... una volta finita la Guerra, se mai finirà... di radunare una squadra d'assalto. È un ottimo elemento, e con un addestramento di quella portata potrebbe addirittura raggiungermi, se non superarmi, lo stesso varrebbe per te se decidessi di proporti come Spettro... non m'interrompere, lo so che è una scelta che spetta solo a te- si interruppe per concedersi un respiro profondo, poi proseguì, scuotendo un paio di volte la testa -Ne abbiamo passate tante. Dopo Torfan, io mi sono ritrovata da sola, a dover contare solo su soldati che non conoscevo... l'unica costante è stata Anderson, mi ha guidata come mentore e come amico. Voglio essere questo, per voi, qualcuno su cui fare affidamento semmai le cose finissero bene. Continueremmo con la vita militare, a sporcarci le mani per qualcuno, con il pieno potere decisionale sulle missioni da portare a termine...- rise nervosamente -Funzioniamo piuttosto bene come squadra, ho notato...Magari avevi dei progetti diversi e sto parlando a vanvera-
Garrus si sollevò a sedere, corrucciato -Una squadra, dici?-
-Siamo gli unici tre ad essere portati per continuare effettivamente questa vita, Garrus, lo sai bene. Ci piace, ecco tutto. E poi, cosa vuoi che ci capiti di peggiore rispetto ai Razziatori? Uno scienziato pazzo che crea feticci a nostra immagine e somiglianza solo che più cazzuti? Sul serio, cosa ne pensi?-
Il Turian rituffò la testa sul cuscino, chiudendo gli occhi -Penso che la mia idea di prendermi una lunga vacanza ai Tropici sia da buttare a questo punto... prometto che ci penserò, Shepard-
-Ai tropici? Davvero?-
-Oh, sì... non voglio vedere mentre la nostra storia viene trasformata in un musical-
-Perché proprio un musical, porca miseria! Con i passi da gigante che ha compiuto la cinematografia galattica nello sviluppo degli effetti digitali e prostetici, mi aspetto almeno un kolossal! E io verrò interpretata da quell'attrice che ha recitato la parte dell'ammiraglio dell'Alleanza sanguinario in Flotta e Flottiglia... è stereotipato al punto giusto e ha pure i capelli di una bella tonalità di rosso-
-Shepard, ma è nera... e poi, Flotta e Flottiglia? Davvero? Da quando guardi quella roba?-
-Tu e Tali mi avete fatto una testa tanta e io mi sono incuriosita, ecco tutto. Ha una buona resa, anche se la trama è estrememente noiosa, e stiamo ancora una volta divagando, lo sai?- gli afferrò un braccio e lo scosse, disorientandolo maggiormente.
-Voi umani non capite un cazzo di cinema!- esclamò lui, ridendo. La trasse a sé e l'abbracciò, posandole il mento sul capo, infine, sospirò sommessamente, cercando di articolare mentalmente una frase adatta al mood impostato da Lenore per quella situazione.
Shepard serrò le palpebre, allietata dal contatto, la proposta che gli aveva fatto circolava nella sua testa come un richiamo lontano, quasi fosse un flashback. Sperava, il Comandante, che Garrus accettasse e l'affiancasse in quell'idea, scegliendo di combattere assieme a lei anziché fare il galoppino per la Gerarchia. Sì, perché ora era un Consigliere fidato e aveva il sostegno dell'attuale Primarca. Finita la Guerra sarebbe stato rivalutato e le sue azioni sarebbero finite sui trattati degli storici, ma Shepard sapeva com'era fatto, sapeva che sarebbe durato poco dietro una scrivania; perché è questo che succede ai militari che fanno carriera: li mettono dietro una scrivania, anche se cari a un qualche Colonnello o Capitano. Avere qualcuno di fidato per coordinare le azioni dall'esterno è essenziale, in caso di azione militare. Ma Garrus stava bene sul campo, era un ottimo soldato e un buon motivatore, come lei. Avrebbe potuto benissimo comandare una compagnia, capitanare un suo vascello... Shepard era indecisa se il destino di Garrus fosse obbligato o se la Gerarchia coinvolgesse maggiormente i suoi Ufficiali nei combattimenti in prima linea. Però, un ruolo “in alto” era principalmente esterno all'azione vera e propria, volto all'analisi strategica delle azioni.
Lei era il Capitano di Fregata Lenore Shepard, Commander. Un ruolo di tutto rispetto, ma di organizzazione esterna, in effetti.
Fortunatamente, aveva due punti di salvezza, il primo era dato dal suo background all'interno del Programma N7, il secondo era dato dalla sua affiliazione al ruolo di Spettro. Poteva gestire l'organizzazione delle missioni direttamente sul campo e affidare a un suo diretto sottoposto le analisi esterne. Era un caso più unico che raro, a dirla tutta. Persino Anderson, negli ultimi anni d'azione nell'Alleanza, prima di essere designato come Consigliere Umano, si occupava della gestione tattica e strategica dal Cic dell'Alleanza. Spesso si lamentava della mancanza di “azione” data dalla sua promozione a Capitano.
No, Garrus avrebbe sofferto. Era troppo giovane, diamine! E non aveva nessuna via di fuga, al contrario di Lenore.
Il Comandante si chiese se stesse pensando anche lui alla stessa cosa, traendo un respiro nervoso e corrugando la fronte, allarmata da quel ragionamento.
-Sei preoccupata- mormorò lui, interrompendo il flusso di pensieri di Lenore e facendole sollevare leggermente lo sguardo.
-A volte mi dimentico chi ho di fronte...- replicò lei, sorridendo lievemente -Perdevo tempo a riflettere, tutto qui.-
Garrus la strinse maggiormente a sé, passandole una mano sulla schiena -Sai come mi chiamavano certi soldati, prima di vedermi sul campo, su Menae?-
Shepard scosse la testa, incuriosita da quel cambio di rotta -Come ti chiamavano?-
-Diciamo che è il corrispettivo turian di “zerbino”- replicò Garrus, ridacchiando -Oh, se si sono ricreduti quando ho freddato il primo Predatore! Dritto in mezzo agli occhi, Shepard! Dovevi vedere le loro facce...-
Ma Shepard se ne stava ferma, trattenendo il respiro, gli occhi sgranati.
Zerbino.
Un perfetto tappetino da soglia dove pulirsi le scarpe dal fango e indugiare prima di entrare in un'abitazione. Già il sostantivo è di per sé umiliante, se poi viene utilizzato come appellativo è ancora peggiore. Questo era stato il prezzo che Garrus aveva dovuto pagare per averla sostenuta così a lungo... e le venne il dubbio che la proposta che gli aveva formulato poco prima fosse stata altrettanto umiliante.
Allora lo strinse forte, arrabbiata per quella mancanza di rispetto ma anche grata perché, per una volta, le aveva fatto notare che stare con lei comportava dei rischi, delle seccature e continue umiliazioni. Aveva sofferto, diamine, ed era comunque tornato al suo fianco, ancora una volta. E l'amore non c'entrava un cazzo! O forse sì, ma in parte... e Shepard non ebbe il coraggio di chiederglielo perché conosceva già la risposta.
-Non ti ho confidato questa cosa per farti soffrire, Shepard, ma per darti delle conferme. Certo che vorrei unirmi a te, in futuro, sentimentalmente e lavorativamente! Ma devo fare un'accurata valutazione delle conseguenze della mia scelta. Se rimanessi nell'esercito e mi promuovessero di grado, potrei davvero cercare di cambiare le cose in meglio, farei la differenza... non sono mai salito così in alto. Per giunta, il Primarca si fida del mio giudizio!- parlava concitato, quasi gli mancasse il fiato e Shepard sorrise a quelle parole, sollevata. Era entusiasta, lo si poteva sentire a pelle.
Entusiasta come quando discutevano animatamente davanti al mako, sulla vecchia Normandy.
E anche Len lo era di rimando, perché è atroce veder soffrire la persona che ami per tanto tempo, essere partecipi del lento deperimento della sua anima e dell'allontanamento dei suoi scopi giorno dopo giorno; quando finalmente la luce aveva avvolto Garrus, Shepard non aveva potuto far altro che sorridere di gioia.
Ma era una gioia momentanea, perché l'essere umano è per natura egoista.
E Lenore non era di certo l'eccezione che conferma la regola. Le venne un'improvvisa voglia di zittirlo, poi di trascinarlo di nuovo al lavoro, sulla Normandy, chiundendo lì quell'unico momento di pace che si erano dedicati dopo giorni.
Il motivo di questo improvviso cambio di rotta era chiaro, ma non esplicito: se la Guerra fosse finita, lei cos'avrebbe fatto?
Beh, avrebbe continuato a combattere. Come al solito, d'altronde...
Tutti avevano la speranza di finire quella parentesi per potersi dedicare al futuro. Ma lei? Avrebbe aiutato nella ricostruzione di Vancouver o di altre città terrestri? No, non era portata per queste cose...
Sarebbe, logicamente, rimasta a percorrere la Galassia a comando della Normandy... con Joker? James? Loro sarebbero davvero rimasti con lei?
Perché era quello il problema. Dopo anni aveva trovato un manipolo di uomini affidabili, leali e li aveva trasformati in amici, plasmati dalle vicissitudini che avevano trascorso insieme.
Nessuno sarebbe uscito da quella Guerra sano di mente per affrontare il futuro, ma lei sapeva che ognuno avrebbe percorso la propria strada, lasciandola sola.
Sola.
Ecco il baricentro di quella questione. Lei era esattamente dove doveva stare: sul campo di battaglia. Nessuno l'avrebbe smossa di lì.
Ma gli altri no, e presto il giorno dell'addio sarebbe giunto per tutti, il giorno in cui tutti avrebbero lasciato uno per uno la Normandy, spinti dal desiderio di recuperare la pace per la quale stavano lottando.
E Lenore Shepard si sarebbe trovata in cabina di pilotaggio con un pilota diverso, meno abile, più giovane di Jeff. Con uno specialista alle comunicazioni diverso da Traynor...
Avrebbe dovuto lasciare Garrus... perché l'idea di stare distante da lui sarebbe stata straziante, impensabile.
Ed ecco Lenore a camminare di nuovo sul terreno accidentato delle Highlands, assieme a Pressly. Avrebbe affrontato un cammino difficile, irto di ostacoli naturali, a cadere a ogni passo, com'era stato durante il suo addestramento; si sarebbe rialzata, dolorante, e avrebbe seguito il cammino del soldato, perdendo pezzi dell'armatura per strada e recuperandone di nuovi a ogni checkpoint, con Pressly sempre al suo fianco a ricordarle qual'era stato il prezzo della sua scelta, simbolo dei soldati che aveva sacrificato per le numerose missioni alle quali aveva preso parte, simbolo di ogni ordine erroneo dato per terminarle, simbolo di chi stava lasciando indietro per continuare a fare quello che faceva.
E se prima Shepard aveva paura di ucciderli, ora aveva il terrore di sopravvivere lei stessa a quella missione.
Il sole scomparve tra le nubi, ricoprendo il cielo di Scozia di un grigio plumbeo, irrigidendo quel clima già di per sé freddo e inospitale.

 

***

"Through these fields of destruction
Baptism of fire
I've watched your suffering
As the battles raged higher
And through they hurt me so bad
In the fear and alarm
You did not desert me
My brothers in arms”

 

 

La Normandy era stranamente silenziosa.
Solo James sembrava udire spesso un sordo ronzio, tormentando chiunque fosse nel suo campo visivo come se fosse urgente esternare una cosa che non gli tornava, eppure era talmente sciocca che avrebbe potuto benissimo risparmiarsi la fatica di parlare.
Lenore si ritrovò da sola, davanti al Muro dei Caduti, a stringere una targhetta metallica tra le dita, lo sguardo a terra.
Era il suo primo gesto di forza dopo mesi di esitazione. Per la prima volta, voleva leggere una per una quelle targhette, anche se conosceva a menadito ogni nome e riusciva tranquillamente ad associarlo al corrispettivo fantasma.
Era tempo di smetterla di tentennare. I morti non tornano in vita, il sacrificio di un singolo non cambia il corso dell'esistenza.
Qualche anno prima, un certo filosofo greco parlava di Panta Rei, il tutto che muta, in perenne trasformazione... e Lavoisier ha concretizzato questa teoria nella sua Legge di Conservazione della Massa, ammettendo che la materia non si crea, né si distrugge, ma si trasforma.
E così il ciclo continuerà, con ceneri che diventeranno cibo per i fiori e fiori che diventeranno cibo per gli erbivori che sfameranno i carnivori.
"È la natura... e la natura possiede una logica talmente razionale da apparire malvagia nella sua completezza, la natura è perfetta nella sua grandezza.”
Anche la morte ha una sua utilità, una magra consolazione, ma pur sempre ottimistica.
Shepard scosse la testa. Scosse la testa perché il nome dell'unica persona con cui avrebbe voluto parlare di quegli argomenti era tra le sue dita...
E presto sarebbe stato appeso su un muro, assieme ad altri resti virtuali, ad altre ceneri inconsistenti, ad altri residui inorganici di vetro dipinto... per poter ricondurre un semplice nome a degli esseri una volta senzienti, dare un'identità al dolore.
Lenore aveva versato trentamila crediti sul conto di Kolyat Krios per gestire una cerimonia funebre in onore di suo padre. Un contentino... un piccolo assegno per potersi mettere temporaneamente l'animo in pace.
Passò i polpastrelli su ogni singola lettera cercando di non avvilirsi davanti a quel senso tangibile frustrazione che figurava come una sagoma ben distinta, grattando sovente sulla sua corteccia cerebrale...
Era finito il tempo del cordoglio. Ora era il momento di affrontare il demone.
Un demone che si innalzava davanti a lei, sovrastandola.
E lei lo fronteggiò, lentamente, come per onorare un nemico talmente potente da suscitare un profondo rispetto.
Beh, in un certo senso, la Morte era un nemico per lei.
Un nemico da affrontare a viso aperto, non da fuggire.
E Lenore era già fuggita abbastanza, a dire il vero...
Trasse un respiro e pronunciò a voce alta, uno ad uno, i nomi dei caduti, come se recitasse un mantra, conscia che quel rituale l'avrebbe aiutata a combattere con maggior vigore, con la consapevolezza che ogni singolo granello di quelle ceneri impalpabili sarebbe penetrato nelle sue carni, dandole la forza necessaria per accettare ogni situazione con la giusta lucidità.
E appese finalmente la targhetta, combattendo a viso aperto con quel Cavaliere che la perseguitava, sorridendo sprezzante per essere riuscita nell'intento di scontrarsi con lui a viso aperto, sperando prima o poi di conoscere il volto di quel destino intangibile dal quale tutti fuggivano e di potergli mostrare il dito medio, o la canna del suo fucile a pompa.

 

 

***

"There's so many different worlds
So many different suns
And we have just one world
But we live in different ones”

 

A Lenore premeva di parlare con Jeff.
Eppure non riusciva a trovare il coraggio per porgli la fatidica domanda:
"Almeno tu rimarrai al mio fianco quando gli altri se ne saranno andati per la loro strada?”.
No, non era una risposta scontata... anche Garrus era scontato che restasse, eppure aveva declinato l'offerta. Cioè, non l'aveva ancora espresso ma era chiaro che avesse a cuore il suo posto all'interno della Gerarchia.
Era un momento d'incertezza, per Shepard. Di quei momenti in cui sai di essere stabile su un piedistallo in zona sismica.
Ed era così per tutti. Certi del loro ruolo sulla Normandy, ma pronti ad abbandonarla il prima possibile non appena la faccenda “Razziatori” fosse finita.
Garrus si bloccò di colpo, nel bel mezzo dei suoi calcoli, turbato da questo esatto pensiero.
Oh, Spiriti, che sciocco era stato! Aveva capito finalmente che Lenore gli aveva formulato una richiesta d'aiuto, mascherandola come una proposta. E lui era stato così cieco da non vederla, pur di vantarsi del suo nuovo compito, non si era applicato nel cercare una soluzione al problema!
Quale problema? L'unico problema che avevano, al momento, erano i Razziatori, poi per il “dopo” avrebbero potuto benissimo pensarci in seguito... sempre se ci sarebbe stato, un “dopo”.
Batté un pugno sul tavolo, portandosi immediatamente quella mano sulla fronte, gli occhi chiusi. Ora era distratto definitivamente e non c'era modo di ritornare a calcolare la variabile nell'equazione che stava cercando di risolvere.
E decise di contattare il Primarca per avere notizie, per distrarsi da quei pensieri e mettere definitivamente i piedi a terra.
"Non farmi elencare le perdite... solo nella Gerarchia ci sono state decine di dispersi, ieri hanno persino assassinato il mio segretario, dannazione!” fece la voce ruvida di Victus attraverso l'interfono.
-Mi dispiace- aveva replicato Garrus, muovendo leggermente le mandibole -Come se la stanno cavando i Krogan sul campo?-
"
Vuoi un parere sincero, Vakarian? Ecco, li odio dal primo all'ultimo, se non fosse che ci stanno facendo lentamente riguadagnare terreno. Su Palaven siamo riusciti a contenere le perdite, per qualche tempo... ma i Krogan non sono così numerosi, presto o tardi anche loro diventeranno dei bersagli facili. Come procede la vostra raccolta fondi?”
Garrus si lasciò sfuggire una risata, sapeva che Victus l'avrebbe tirato su di morale, gli avrebbe dato un misero contentino nel farlo sentire utile
-Shepard sta dando il massimo, come al solito... purtroppo siamo ancora all'inizio, anche se stiamo battendo a tappeto l'intera Galassia. Le missioni sono estenuanti, Primarca, e i risultati positivi scarseggiano...- trasse un respiro -Siamo diretti alla Flotta Migrante per reclutare i Quarian.-
"
Per amore degli Spiriti, l'Alleanza che cerca l'aiuto dei Quarian?!” il Primarca esternò un'imprecazione a metà, poi sbuffò “Potrebbe funzionare, Garrus, se non ci fossero di mezzo i dannati Geth. A proposito, si sa nulla dei Geth?”
-Signore, le prometto un rapporto dettagliato a tal proposito ma, ora come ora, non ne so assolutamente nulla...-
Passò qualche secondo prima che la voce di Victus si facesse sentire di nuovo, stavolta con un accenno di stanchezza “Resisti, Vakarian, siete la nostra unica salvezza...”
Garrus deglutì, passandosi stancamente una mano sul viso -Si fidi di me, Primarca, sarà Shepard a mettere un punto a questa follia... e io resisterò fin quando non smetterò di respirare-
"
Allora vedi di continuare a farlo, Vakarian, non desistere!” esclamò Victus con risolutezza “Ho sentito che avete un nuovo acquisto Turian, a proposito. Qualcuno ha messo in giro la voce che sia un elemento instabile”
-Si tratta di un alleato valido, Signore, il suo passato non conta-
"
Oh, Spiriti! Guardati le spalle, figliolo, d'accordo?”
-"Quando un uomo con la pistola incontra un uomo con il fucile, l'uomo con la pistola è un uomo morto”- recitò Garrus, ridacchiando -So con chi ho a che fare... dimentica che sono avvezzo a certe situazioni, Primarca, il soggetto è già sotto il mio controllo-
Il Primarca gemette “Un altro motto che dovrò segnarmi... sono orgoglioso di come stai rappresentando la nostra gente, Vakarian, vedi di portare il culo a casa il prima possibile”
-Ricevuto, Signore... anche se... no, è un'inezia. Io... le auguro buona fortuna, Primarca-
"
Parla chiaro, Garrus. C'è qualcosa che vorresti dirmi?”
-A dire il vero... volevo sapere se... se in futuro potrò svolgere il mio lavoro anche dalla Normandy- si passò una mano sulla testa -Shepard mi ha proposto di affrontare l'addestramento da Spettro, una volta finita questa storia e, ad essere sinceri, io sono indeciso-
"
La tua fedeltà ora va alla Gerarchia, Garrus, sei un tassello fondamentale in questa scacchiera, vedi di non deconcentrarti, al tuo futuro penseremo poi” trasse un sospiro “Cerca di pensare solo ed esclusivamente al tuo popolo ora, abbiamo bisogno di te”
-Signorsì, Signore. Mi scusi-
"
Non scusarti, preoccuparsi è lecito, ma non è il tempo né il luogo. Ne parleremo personalmente quando avremo cacciato quei maledetti dalla nostra Galassia! Ora devo chiudere, figliolo, aggiornami regolarmente”
-Ricevuto. Grazie, Signore-
La comunicazione si chiuse, lasciando Garrus con l'amaro in bocca. Se prima si sentiva in colpa con Shepard, ora si sentiva in colpa per aver lasciato che i suoi sentimenti interferissero con la missione attuale.
Eppure non riusciva a togliersi dalla testa le cicatrici che martoriavano la schiena e il viso di Lenore, specchio di come si sentiva in realtà interiormente. La rivide sollevare il lenzuolo a coprirle, a nascondere il marchio della sua rinascita... perché se per il viso non aveva problemi a mostrarle, per il corpo era tutta un'altra questione.
Garrus si sfiorò il viso all'altezza del suo, di marchio. E trasalì.
Entrare nel circolo vizioso della Gerarchia l'avrebbe aiutato finalmente a mettere ordine, a “fare giustizia” (ciò che gli premeva maggiormente). Ma lui voleva davvero una simile responsabilità? Ne sarebbe stato in grado?
Qualcosa stava cambiando, i suoi simili gli stavano finalmente dando ascolto, gli avevano appioppato quel ruolo perché nessun altro era in grado di farlo, era vero... ma alla fine della Guerra sarebbe davvero cambiato qualcosa? Gli avrebbero permesso di dire la sua? Lui non amava la politica, di conseguenza, odiava anteporre la trattativa al buon senso.
Troppi interrogativi sfociano solo in un mal di testa lancinante...
E l'assioma si era trasformato in un calcolo probabilistico.

 

***

"Now the sun's gone to hell
And the moon's riding high
Let me bid you farewell
Every man has to die”

 

-Aspetta, aspetta, ne conosco altre!- Adrienne agitò le braccia in avanti, smuovendo leggermente la cassa metallica sulla quale era seduta -L'Alleanza si presta troppo alle barzellette, di questi tempi!-
Garrus si batté una mano sulla fronte, scuotendo la testa -Mi arrendo, quella sugli Incursori mi ha messo una tristezza, diamine!-
-Guastafeste, ti facevo più combattivo, non puoi concedermi una vittoria a tavolino!- protestò lei, avvolgendosi maggiormente la felpa/sciarpa sul collo -Sei maledettamente giù di tono, oggi...-
Adrienne era perennemente a giro sulla Normandy, era una dannata chiacchierona, distraeva chi lavorava e faceva minuziosi interrogatori ai membri dell'equipaggio, facendo leva sulla loro curiosità nei suoi confronti. Era abituata a stare a stretto contatto con gli umani già dai tempi del suo impiego in una C-Sec poco incline a dare fiducia a quella “razza morbida”; la incuriosivano, poco da dire, in più, lei amava studiare l'ambiente dove si trovava prima di trarre le giuste conclusioni: una misura di sicurezza più che semplice interessamento.
Con fermezza, aveva accuratamente evitato di indugiare troppo davanti alla cabina dell'Executive Officer, ora ospitante l'Asari Liara T'Soni.
Odiava fermamente le Asari, diamine, erano... blu. In più, sembravano catalizzare, in maniera stregonesca, l'attenzione delle altre razze (anzi, degli ormoni delle altre razze). Ma cos'avevano di buono le Asari? Erano melliflue, troppo diplomatiche e con una dannata propensione a intrallazzare con chiunque. Ultima cosa, erano biotiche.
No, non era una cosa naturale, Adrienne odiava i biotici, sembravano degli esseri mitici usciti da un'ipotetica versione 3.5 di Galaxy of Fantasy, sì, il primo, quello cartaceo, dove si giocava attorno a un tavolo interpretando verbalmente un personaggio durante i test attitudinali. Per questi motivi odiava circondarsi di Asari quando era a capo dei fuorilegge di Tortuga e rifiutava di andare a bussare alla porta di T'Soni.
Tornando al resto dell'equipaggio, il medico Chakwas le aveva fatto subito simpatia, così come quella sintetica di Cerberus che stava sempre appiccicata al pilota... ecco, loro erano degli elementi che avrebbe voluto assolutamente al suo fianco.
Donnelly invece le era parso troppo curioso, Adams troppo vulnerabile alle opinioni altrui e Traynor, beh, Traynor era dannatamente iperattiva. Ecco, iperattivo era l'aggettivo giusto per i membri del gentil sesso sulla Normandy! I maschi erano molto più rilassati, a livello mentale. Riusciva tranquillamente a gestire una conversazione senza che divagassero. Molto meno pragmatici del maschio medio Turian, gli umani rispecchiavano completamente l'ideale dell'uomo perfetto per Adrienne! Per quello il suo secondo era un dannato irlandese purosangue che rispecchiava completamente lo stereotipo del guerrigliero. La comunicazione con quella specie le riusciva in pieno. Erano creativi, dannatamente creativi! E solleticavano la sua curiosità.
Adrienne aveva lasciato Garrus appositamente per ultimo, non sapendo come comportarsi con lui. Le aveva fatto simpatia, era vero, ma era il perfetto Turian che rispettava le regole, anche se seguiva un suo codice personale. Propensione al duro lavoro, al sacrificio e una completa fiducia per il proprio superiore. L'unico fattore anomalo in quel maledetto idiota era l'ego. Un ego grande come la fottuta Cittadella! Vakarian sapeva chi era, era perfettamente conscio delle proprie capacità ma tendeva a raccontarsi troppo.
Adrienne rise tra sé e sé, ricordandosi che le persone di questo tipo sono le più facili da manovrare, i fili sono più visibili.
E allora gli aveva chiesto di raccontarsi, di rivelarle come aveva fatto uno specialista come lui a finire tra dei semplici umani, in una fregata dell'Alleanza. Ed ecco che erano magicamente apparsi il codice etico, il suo senso di cameratismo e il classico senso di fiducia nei confronti dell'autorità, Shepard, in quel caso.
Tre fili su cinque.
Oh, che essere scontato che sei, Garrus! Basta applicare alla lettera il manualetto d'istruzioni e già sei leggibile quanto la scheda del personaggio di un Power Player sedicenne.
No, aspetta...
E quel sesto filo? Sì, quello che si scorgeva a malapena e che Adrienne non era ancora riuscita ad afferrare...
-Cosa ti turba?-
Garrus le rivolse un'occhiata perplessa, passandosi una mano sul mento -Stanchezza.-
Oh, no, non incuriosire Adrienne, Garrus, mai incuriosire il Master, mai uscire dalla programmazione quando qualcuno sta cercando proprio di portarti su quella strada per leggerti appieno nella testa.
-Non me la racconti giusta, Vakarian, stai tentennando-
E lui ridacchiò, voltandosi verso la consolle del Cannone Primario -La pausa è finita, Ennie, devo tornare al lavoro-
-Oh, nonononono! Che diavolo ti prende?- Adrienne scivolò dal suo piedistallo e si accostò a lui -Non dovresti essere felice? Ti sei appena riconciliato con Len, sventato un colpo di stato a colpi di fucile e dato una lezione a quei cazzoni di Cerberus...-
Garrus divenne serio per un istante -Un'analisi piuttosto ottimistica se non calcoli che è morto un caro amico, Kai Leng e le nuove cicatrici di Shepard-
Il filo! Grande Adrienne, hai colto il punto!
-Parli di quelle ferite traslucide?- gli posò una mano sul braccio, cercando di non dare troppo a vedere la propria curiosità, mimetizzandola con uno sguardo falsamente preoccupato -Chakwas mi ha detto che ne appaiono di nuove ogni volta che lo stress si fa sentire... è turbata per qualcosa?-
-Ah, hai già parlato con il dottore? Ti ho sottovalutata, allora...-
Adrienne imprecò interiormente, conscia di aver appena tirato un fumble -Siamo compagni di squadra, ora, devo sapere chi ha la mia vita tra le mani, no?-
-Oh, certo, spero che ti tornino utili le informazioni che hai raccolto.- replicò lui, aprendo una nuova schermata di calcolo -è esilarante vederti in azione. Eri una dei migliori detective mai visti nell'SSC, secondo l'Esecutore Pallin... sei fuori allenamento, Adrienne, qui c'è gente molto più pericolosa rispetto ai tuoi mercenari, non sempre la prima lettura è quella ufficiale.-
Adrienne, sorpresa, scoppiò a ridere -Sei il fottuto figlio di tuo padre! Il fottuto figlio di tuo padre!-
-Chi credi che mi abbia insegnato a fare bene il mio lavoro? Odio che l'ultima ruota del carro mi prenda palesemente in giro...-
-Ma io non ti stavo prendendo in giro, voglio solo sapere con chi ho a che fare. È sbagliato?-
Garrus scosse la testa, rassegnato.
Adrienne serrò la mascella, aveva sbagliato a sottovalutarlo, in più, ora si sentiva dannatamente in colpa per aver buttato del sale su una ferita ancora troppo fresca. Raggiunse la sciarpa con gli artigli, sistemandola nervosamente, poi sollevò lo sguardo verso Garrus, alla ricerca di un appiglio per tirare ancora la conversazione a proprio vantaggio -Sei indispettito?-
-No-
-E allora? Dimmi che cosa ti passa per la testa-
-Mi passa per la testa che Daniels ficchi il naso nei miei rilevamenti mandandomi continui promemoria, ecco cosa mi passa! Ora devo rifare i calcoli, dannazione...-
-Garrus!- Adrienne batté un piede a terra -Parlami delle cicatrici di Shepard!-
-Daniels- Garrus attivò il canale di comunicazione, ignorandola -Mandami la tua griglia di valutazione, i conti non tornano-
Adrienne ringhiò un insulto, alzando le mani al cielo -Ti odio! Oh, quanto ti odio!-
-Grazie del memorandum, ora sloggia, Nastz, ho da fare-
Bene, la carta dei capricci non stava dando i suoi frutti. Era il momento di passare alle maniere forti.
-Vorrà dire che farò il terzo grado a Shepard, l'ho vista in mensa poco fa', magari ha smaltito almeno metà di quella vetta di datapad su cui stava lavorando...-
-Che gli Spiriti m'assistano!- esalò -Ma non hai altro da fare?- Garrus spostò la griglia di valutazione di Daniels sulla sinistra dell'HUB -è appena tornata al lavoro, non la stressare. Odia essere disturbata mentre si documenta, tienilo a mente...-
-Oh, io stresso chi mi pare e piace, Vakarian- replicò lei, dirigendosi alla porta -Se sei preoccupato puoi compromettere l'esito della missione e Shepard deve saperlo-
-Sei tu che mi preoccupi con queste domande inopportune, sto lavorando, Shepard pure-
-Installare un giunto energetico è una cazzata che saprebbe gestire chiunque in una decina di minuti, stai lavorando a delle cazzatine con una lentezza esasperante, in più sbagli addirittura i calcoli! Qualcosa ti turba, non vuoi ammetterlo e la logica conseguenza è che stai facendo danni... dovresti ricevere una lavata di capo, altroché-
-Allora vai, avvertila, dalle altre preoccupazioni!- berciò lui, voltandosi completamente verso di lei -Non se lo merita e lo sai bene, perché devi infierire per avere dei dettagli su cose che non ti riguardano?-
-Nemmeno tu meriti di soffrire, porca miseria! Ti sei mai sfogato con qualcuno? Hai mai espresso le tue VERE preoccupazioni a Shepard? No, perché lei soffre, lei ha bisogno di te, non di qualcuno che ammetta che sta patendo le pene dell'inferno pur di rispettare il suo equilibrio mentale! Pensi di meritare questo tuo inutile masochismo? Perché a me sembra dannatamente patetico, soprattutto in una relazione come la vostra, che tutti invidiano, qui dentro e che è la colonna portante della maggior parte dei pettegolezzi che ho ascoltato dove tu sei il martire e lei il carnefice!-
Garrus si morse la lingua, Adrienne stava giocando sporco, usando un'arma decisamente diversa da quella finora ostentata. Era vero, a bordo della Normandy e tra i suoi soldati aveva sentito le peggio esternazioni a proposito del suo legame affettivo con Shepard.
Se il rispetto è il punteggio massimo, l'invidia è l'altra faccia della medaglia, causa attrito, pettegolezzi e maldicenze...
Zerbino.
Ecco la cifra da pagare in cima al bollettino, il tiro di destrezza che fallisce.
-Vakarian, non sto battendo a tappeto l'intera Normandy pur di avere informazioni solo per il gusto di farlo- proseguì Adrienne, avvicinandosi -Mi avete aiutata e accolta tra di voi senza farvi problemi, mi hai addirittura proposto di aiutarti a ricostruire Palaven, ricordi? E Lenore ha intenzione di portarmi in missione con lei, me l'ha già detto... sono stanca di non potervi dare nulla in cambio! Non è così che vanno le cose- si portò la sciarpa a coprirsi le labbra, chinando la testa.
Fumble.
Adrienne si costrinse a non scoppiare a ridere. Era una cosa alla quale pensava da quando era salita a bordo di quella fregata; le aveva tolto il sonno sapere che aveva un debito di riconoscenza verso Lenore e altrettanto verso Garrus e James, la costringeva a pensare al suo passato, dove non doveva lottare per guadagnarsi la fiducia di qualcuno...
Garrus sbottò una risata -Detective fallita... mai mostrare la carta dell'obiettivo al master!-
-La mia classe preferita era il ladro-
-Immaginavo, anche la mia- Garrus ridacchiò, afferrandola per le spalle -Lenore è affranta perché teme di fallire, io sono affranto perché non so come risolvere il problema, tu lo sei perché sei stata costretta a lasciarti alle spalle il tuo passato... non so chi tra di noi stia soffrendo maggiormente, ma dobbiamo fare gioco di squadra con regole diverse dalle solite, evitare di guardarci le spalle ogni due per tre per paura che qualcuno ci dia una pugnalata. Ennie, sei dei nostri, puoi fare comunella quanto vuoi con l'equipaggio ma se vuoi davvero avere delle risposte, allora esplica direttamente le tue intenzioni, senza tendere inutili tranelli. Il tuo punteggio in scheda non arriva a questi livelli, devi cambiare personaggio, scegliere accuratamente la classe e poi discuterne con il nuovo master.-
-Oh, andiamo, sei anche un nerd, adesso?- scherzò lei, giocherellando con la sciarpa -E in questo ipotetico gioco di ruolo qual'è la tua classe?-
-Non lo so nemmeno io, diamine, forse il Paladino, forse il Ladro, forse il mostro di turno nel dungeon...-
-Dovremmo giocare, Garrus, davvero-
-Oh, no, basta giochi di ruolo. Vuoi mettere la grafica del nuovo Galaxy of Fantasy? A che numero siamo arrivati, poi?-
Adrienne scosse la testa, ridendo -Non intendevo questo, idiota!-
-Ho una paura fottuta che Shepard si stia facendo troppe domande sul futuro- mormorò lui, riprendendo la sua solita espressione -Hai mai amato qualcuno in maniera talmente intensa da dover forzatamente sentire il bisogno di preoccupartene per ogni istante e, allo stesso tempo, maledicendoti perché ci sono cose ben più gravi alle quali pensare?- questo discorso lo sbottò improvvisamente, come se trattenesse lo trattenesse da fin troppo tempo. E Adrienne, deglutendo la sorpresa iniziale, ci pensò su davvero, mordicchiando nervosamente il polsino della sciarpa/felpa. La situazione era delicata, sì, ma niente di sconosciuto, per lei.
-Ho amato e mi sono lasciata amare, se proprio t'interessa... lei ha deciso di allontanarti proprio per il tuo stesso motivo, immagino-
-Tu dici?-
-Sai qual'è l'unica soluzione per questa stronzata? Vivere alla giornata, e voi siete già proiettati nel futuro... è sbagliatissimo! Il futuro è la morte, Vakarian, non ricordi l'addestramento? I soldati muoiono ancor prima di entrare nel campo di battaglia. Il prima non esiste, il dopo è ininfluente, c'è solo l'attimo, e voi non lo state capendo, ecco qual'è il vostro errore.-
Garrus imprecò -Come posso pensare a far sopravvivere una relazione se non ne posso valutare le conseguenze, Adrienne?-
-Ragiona a metafore, allora, se ti torna più comodo, lei è il caffè: se non lo bevi la mattina sei spento, ma la tua giornata non si basa solo sulla preparazione della macchinetta e sull'attimo di relax che ti provoca... bere un caffè non ha conseguenze, se non a lungo termine, nel frattempo ti aiuta a mettere in chiaro le cose.-
-Non è assolutamente calzante come metafora-
-No, io odio le metafore- replicò lei, ridendo -Ma tu la ami, lei ti ama, perché dovete già pensare a un futuro dove probabilmente non ci sarete nemmeno? Non è coerente, state diventando dei civili e non potete assolutamente permettervelo! Dovete uscire dai vostri schemi di coppietta comune e cogliere l'attimo, fare di tutto pur di diventare una distrazione non un problema. Se volete amarvi in mezzo a un corridoio, allora amatevi, non struggetevi per questo.- fece spallucce, divertita -Siete troppo seriosi. Vi nascondete le cose a vicenda mentre dovreste essere l'uno il confidente dell'altro, i classici cardini che reggono la porta dalla furia dell'ariete!-
Garrus sospirò sommessamente, poi le rivolse un'occhiata triste -La tua storia. Com'è andata poi?-
Adrienne schioccò la lingua, prendendosi qualche attimo per poter formulare una risposta neutra -Oh, è arrivato ad odiarmi per la scelta che ho fatto, di conseguenza ho dovuto lasciar perdere-
-Mi dispiace-
-Stronzate, è una storia vecchia-
-Vecchia quanto quelle dogtag che nascondi nella tasca dello spolverino?-
-Esattamente- Adrienne gli diede una pacca sulla spalla, poi si voltò e s'incamminò verso l'uscita, dando un lieve cenno con il braccio -Braccala nei corridoi qualche volta, a loro fa piacere...-
-Loro?-
-Sì, loro... se qualcuno lo facesse a me si ritroverebbe con il naso al posto dello stomaco-
Garrus ridacchiò, osservandola mentre si allontanava velocemente dalla Batteria Primaria mordendo ancora il polsino della felpa, indispettita. Forse non era un male avere una simile seccatura a bordo, pensò, voltandosi verso la consolle.

 

 

***

"Every man has to die
But it's written in the starlight
And every line on your palm
We're fools to make war
On our brothers in arms”

 

Shepard appoggiò l'ultimo datapad sulla scrivania del suo alloggio emettendo un sonoro gemito, come se si fosse allentato il cappio che da qualche ora le costringeva il collo.
La valigetta che aveva recuperato qualche ora prima dall'hangar delle navette era in bella vista sopra il letto, lo stemma della divisione Spettri in rilievo sulla superficie, colorato di un giallino stinto.
Le porte della sua cabina si aprirono, facendole voltare la testa, sorridente -Alla buon ora!- esclamò, sollevandosi in piedi.
Garrus sventolò una bottiglia di vino davanti ai suoi occhi. Per una volta, era in tenuta informale, notò Lenore. Una novità, insomma... una piacevole novità, dato che era un vestito piuttosto elegante.
-Se lo fissi troppo si sgualcisce, Len- scherzò lui, attirandola a sé dopo essersi avvicinato -Dato che non posso portarti “fuori a cena” come direste voi umani, allora ho optato per un appuntamento discreto, nei tuoi alloggi... non ho i fiori, non ho i cioccolatini, ma ho un bianco vivace e una buona propensione alla chiacchiera. Può bastarti?-
Lenore scoppiò a ridere, buttandogli le braccia al collo -Oh, non devo raccontarti la mia giornata, vero?-
-E invece sì, minuto per minuto-
-Prima devo mostrarti una cosa-
-Non è leale passare subito al sodo, donna!-
Shepard rise sommessamente, sciogliendosi dalla stretta -Toglitelo dalla testa per un istante e seguimi-
-Guastafeste- protestò lui, seguendola con lo sguardo mentre Lenore recuperava la valigetta dal letto e gliela porgeva, raggiante.
-Per me?-
-Esattamente-
-E che cos'è?-
-Se non lo apri non lo scoprirai mai-
-Mi hai detto la stessa cosa quando armeggiai per la prima volta con l'apertura del tuo reggiseno-
-Fanculo. Apri-
E Garrus afferrò la valigetta, divertito, posandola sul piano da lavoro di Shepard. Carezzò lo stemma sulla superficie metallica del contenitore, cercando di intuire cosa nascondesse. Poi si arrese e l'aperse.
Spalancò gli occhi dalla sorpresa, trattenendo a stento un'imprecazione.
-Arrivati giusto ieri in armeria-
-Merda! Merda! Merda!- Garrus estrasse pezzo per pezzo quella meraviglia, esclamando un “merda” ogni santa volta che scopriva un nuovo pezzo dentro la valigetta. Nera, semiautomatica, pesante quanto un macigno, letale quanto il morso di un serpente a sonagli -La Vedova, è la Vedova Nera, Shepard! Ne ho vista una in esposizione temporanea... pensavo fosse un prototipo-
-Oh, lo è, a detta di Jondum Bau.-
-Quanto ti è costata, si può sapere?-
-No, non si può- Shepard ridacchiò -Si tratta di un regalo...-
-Un regalo... oh, quanto sei bella!-
-Grazie-
-Ah, non tu... cioè, sì anche tu... ma lei... oh!- e si dedicò a osservare ogni singolo pezzo prima di montarli assieme in un'unica sinfonia di metallo lucido e completamente nero.
Shepard ridacchiava, assorta. Vederlo così felice di fronte al suo nuovo fucile le aveva messo finalmente il buonumore dopo una giornata infernale che aveva trascorso.
-Tre colpi... oh, tre colpi tre Mutanti in meno! One shoot one kill, Shepard, fucile antimateria... li sbriciola... ed è oh, è pesantissima! Peserà quanto un Varren, no ma lei è dannatamente più... oh, quanto sei bella!-
-Le dicessi anche a me queste cose... sento minacciata la mia figura di femmina alfa nella tua scala di valori...-
-Devo... devo installare un mirino termico, una mod per la concentrazione e... Len, tu vieni sempre per prima, che idiozia! Spiriti, quanto è... quanto è bella!-
-Vedi?-
Garrus sbuffò -Eviterò di ricordarti quanto hai strepitato quando l'Alleanza ti ha requisito il Claymore – poi ripose il fucile sul piano di lavoro, cingendo le spalle di Lenore, lo sguardo soddisfatto -Quando posso giocarci mamma?-
-Dopo la nostra chiacchierata, a quanto pare...-
-Posso sempre giocarci mentre parlo, sai? Non sono una femmina, posso concentrare la mia attenzione su più cose-
-E se evitassimo di parlare e...-
Garrus divenne serio tutto d'un tratto, sciogliendola dalla presa e fronteggiandola -Shepard, ne abbiamo bisogno-
-E perché? Stiamo di nuovo insieme, io ho una caterva di lavoro da fare e tu hai un nuovo bellissimo fucile di precisione con cui passare il tempo...-
-Spiriti! Ho deciso di passare il mio tempo libero con te, Len, non con le nostre frustrazioni-
-E parlare non ne crea?-
-Penso proprio di no, se decidessi finalmente di dirmi apertamente che ti preoccupi che io mi preoccupi delle tue preoccupazioni-
Lenore sospirò sommessamente -Per te è un problema?-
-Si tratta di un enorme problema. Soprattutto perché è un'ulteriore arma per colpevolizzarti.-
-E cosa dovrei fare?-
-Confidarti, cosicché possiamo trovare insieme una soluzione, sono stanco marcio di vederti imbarazzata quando individuo una nuova cicatrice sul tuo corpo-
-Mi imbarazzo eccome, diamine!- gridò in risposta lei, aprendo le braccia, gli occhi spalancati -Ogni volta sembra sempre che sia colpa tua, mi fai lo sguardo da cane bastonato!-
-Perché è anche colpa mia se trattieni in questo modo le tue ansie!-
-Oh, non iniziare a fare la vittima!-
-La vittima? Io sono sempre stato al tuo fianco in questi anni, Shepard, e dimmi se ti ho mai fatto pressioni! No, avanti, fammelo pesare, andiamo!-
-Mi pesa il tuo giudizio, Garrus, e mi pesa il fatto che un giorno dovrò davvero dirti addio, volente o nolente-
-Questa è la volta buona che mi arrabbio, Lenore, perché diavolo dobbiamo tornare sempre sullo stesso discorso!? Sì, succederà, ma non è un buon motivo per lasciarsi andare. Stai ragionando da bamboccia, non da militare! Diavolo, se questa cosa sta turbando anche te come preoccupa me, allora in tempo breve possiamo dire addio alla missione da semplici civili, buttando la mostrina nel cesso!- Garrus sollevò momentaneamente lo sguardo, rielaborando velocemente ciò che aveva appena detto -No, non lo faremo, ma dobbiamo smetterla di usare il lavoro come distrazione dalla nostra relazione-
-Sei qui per rimproverarmi? Dillo: sei qui per rimproverarmi?-
-Sì, a questo punto! Non mi stai minimamente ascoltando perché temi che possa dirti esattamente quello che ti passa per la testa, soldato!- sbraitò lui, puntando il dito.
Lenore tacque per un istante, distogliendo lo sguardo -Oh, cazzo, è così che si litiga, allora...-
-Esattamente!- ribatté lui con lo stesso tono di voce.
-Sei... spaventevole, diamine- mugolò Shepard, inarcando un sopracciglio.
-E lo sarò maggiormente se continuerai su quest'andazzo! Hai paura? Esternalo! Hai dei dubbi sul nostro futuro? Non puoi, perché devi vivere al presente, soldato! E voglio vedere ogni singola cicatrice, perché mi dimostrano ogni giorno che la mia donna compie delle scelte importanti e che accetta, suo malgrado, le conseguenze. Sono stato abbastanza chiaro, soldato?-
-Signorsì, Signore!- esclamò Shepard, dopo un attimo di esitazione
-Non ho ben chiaro quello che intendi, comandante!-
-Basta insicurezze, Signore. Basta silenzi, Signore...- replicò Shepard, mettendosi sull'attenti. Poi si sciolse in un sorriso -Grazie, Signore...-
Garrus la strinse a sé, posando il mento sulla sua testa -Può bastare...-
Lenore annuì, avvolgendolo in un abbraccio, le lacrime che sgorgavano liberamente sulle sue guance, stavolta senza alcun riserbo.
E singhiozzò pure, affondando le dita, noncurante di rovinare quel vestito esordiente, presa com'era da quello sfogo.
Vedi che parlare serve ogni tanto, Shepard? Era la domanda che le passava per la testa. E pensò al presente, ritenendosi fortunata di essere lì, in quell'istante, e di non aver usato qualche oggetto contundente per frenare quel rimprovero.
Lo guardò dritto negli occhi, scostandosi di poco, sorridendo. Lui le carezzò una guancia, frenando una lacrima con il pollice, l'espressione assente.
-Prendi il fucile, io prendo i bicchieri- fece lei, interrompendo il silenzio. Poi gli scoccò un bacio sulle labbra ritraendo immediatamente la testa -Sarà una lunga nottata...-
Garrus annuì, divertito -Puoi scommetterci-

 

 

 

Credits: “Brothers in Arms”-Dire Straits

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Noticina (breve e concisa):

 

Non ho la minima idea di quello che è uscito, anche se l'ho revisionato più volte. Con questo capitolo si conclude definitivamente il periodo “paranoico” di Lenore e, a partire dal prossimo, mi concentrerò su un argomento diverso, spero vivamente che apprezziate.
Ah, il carattere volubile di Adrienne mi si sta ritorcendo contro. Yuppi!
Vi lovvo di bene. (“Esci da questo corpo” *Adrienne la scuote. Qualche monetina e un pacchetto di filtri scivolano a terra*)

 

J.

 

P.S.: Non credete di sfuggirmi, bestiacce! Ecco il mood per il prossimo capitolo.

http://www.youtube.com/watch?v=xyvFhrDzLfY

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Walking the Demon ***


Image and video hosting by TinyPic

-Scansione provvisoria numero 001-Archivio dell'Ombra.
Adrienne Nastz, corrispondenza strettamente riservata.

-Giorno terzo, dormitorio, fregata dell'Alleanza Normandy SR-2-

 

Riesci ancora a capire la mia scrittura, capo?

Ho rubato un blocchetto di carta a un vecchio collezionista, ormai è diventata parecchio costosa... mi è sempre piaciuta, ricordi? È affascinante sentire il rumore della matita che scorre sopra le righe di un foglio bianco, non trovi? Ho sempre pensato che le esperienze sensoriali fossero decisamente più affidabili delle parole di una persona, non offenderti.
Perché tra tutte le persone che conosco o di cui ho ricordo sto scrivendo proprio a te? Che sciocca sono ad essere ancora così legata al mio passato...
Non so nemmeno se sei ancora vivo, davvero, dovrei smetterla... dovrei smetterla di provare ancora dei riguardi nei tuoi confronti, di pensare che forse ti ricordi ancora di me...
Forse lo faccio solo per me, per sfogarmi in qualche modo. Mi manchi. Mi manca la C-Sec, mi mancano le nostre partite, le tue raccomandazioni, i rimproveri e gli sbuffi che facevo ogni santa volta che mi riprendevi davanti agli altri... o forse mi manchi semplicemente tu e non lo voglio ammettere direttamente.
Ora sono in un dormitorio comune, un dormitorio misto, su una fregata dell'Alleanza, ospite del Comandante Shepard. Partecipo a una missione importante, sai? Una missione insicura e rischiosa, di sicuro ne hai già sentito parlare.
L'ultima volta che ti ho scritto ero nel buco che io e Sheamus chiamavamo “casa”, una stanza misera e inutile su Illium, con un paio di giacigli e una credenza per mangiare, prima di scoprire l'esistenza di Tortuga... ero depressa, volubile ma sapevo che quella strada che stavo percorrendo era giusta.
Ora Sheamus è morto, i miei uomini e tutto ciò che avevo raccolto nel corso degli anni si sono dissipati nel gioco distruttivo dei Razziatori, e io mi ritrovo ancora una volta di fronte a un bivio: continuare a camminare o voltarmi e cambiare direzione?
Tu mi diresti di continuare, capo? No, forse mi daresti una pacca sulla collottola e scoppieresti a ridere, già me lo immagino...
Forse questo è il mio punto di svolta, la mia unica via di redenzione.
Redenzione...
Perché questa parola mi frulla in testa ogni volta che incrocio il tuo sguardo nei meandri dei ricordi? Eppure so per certo di aver percorso una strada giusta, essenziale. Al diavolo te e il tuo dannato codice! Sono nel giusto, è tutto!
A dispetto delle apparenze, Shepard è una donna estremamente fragile, sai? Non segue un suo codice, come noi, ma ha un modus operandi degno di stima. Fredda, lucida e imparziale, nonostante risenta parecchio delle proprie azioni.
Non so ancora la vera motivazione per la quale mi abbia voluta al suo fianco e sono dannatamente curiosa di capire perché una come me abbia le potenzialità adatte per una missione di questo tipo... sono insicura, ma positiva. Sono lieta anche solo il fatto di poter... dare una mano... sì, dare una mano, non ridere ti prego, ho sempre amato fare parte di qualcosa di importante e tu lo sai bene.
Dove diavolo sei, mi chiedo. A.”

 

 

 

 

 

 

 

 

14. Walking the Demon



Liara T'Soni si riebbe dopo tre ore esatte, la conseguenza di una brutta botta in testa.
Finalmente, era riuscita a trascinare Shepard fuori dalla Normandy, per riprendere il discorso che avevano abbandonato a proposito della loro relazione. Si era vestita normalmente, per ribadire il concetto che non era nelle sue intenzioni dare privilegio a quel discorso vecchio di secoli, poi aveva inforcato la via per il CIC, a testa alta, per trasportare Shepard lontano dalla Guerra, almeno per una mezzora.
Si erano dirette all'Apollo, unico bar ancora aperto dopo la cruenta battaglia che si era svolta nei Mercati del Presidium, Liara aveva addirittura fatto riservare un tavolo nella terrazza panoramica, sotto un albero di ciliegio, uno dei regali dell'ambasciata terrestre per consolidare la cooperazione con le altre specie del Consiglio e non.
Fattostà che non ci erano mai arrivate, a quel tavolo. Shepard doveva terminare una commissione e Liara aveva accolto di buon grado la cosa, seguendola attraverso la strada che collegava i moli d'attracco delle navi in difficoltà e i container dei rifugiati di guerra.
L'ultima cosa che aveva visto era un Batarian che puntava una pistola alla testa di Shepard. Poi il buio e il suo successivo risveglio, nascosta dietro una pila di casse, il factotum che vibrava per segnalare una chiamata in entrata.
-Per la Dea...- aveva biascicato, passandosi una mano sul bernoccolo, la vista ancora annebbiata. Nell'immediato, aveva successivamente compreso la gravità della situazione. Doveva capire dov'era Shepard, di sicuro non avrebbe lasciato una risorsa indispensabile quanto lei in balia di sé stessa, doveva esserle successo qualcosa di brutto. Attivò il factotum e inoltrò la chiamata, aspettando che qualcuno parlasse.
-Dove diavolo siete?-
Era Jeff. Liara sospirò sommessamente, guardandosi attorno. Joker ripeté la domanda.
-Siamo all'Hangar... no, sono al Cargo Hold: A, Jeff, ho avuto dei problemi, Shepard non è con me-
-Che tipo di problemi, T'Soni? Sono passate tre ore, demoni, dobbiamo partire per Rannoch il prima possibile, ordine di Shepard-
-Te l'ho detto, lei non è con me, abbiamo avuto dei problemi-
-Liara, che problemi?-
-Non ne ho idea, Jeff... l'hanno portata via, forse...- Liara si carezzò una guancia, mettendosi sommariamente in piedi. Il suo aggressore ci era andato pesante con lei...
-Merda. Dobbiamo trovarla, se qualcuno la interrogasse potrebbe arrivare persino ad ucciderla-
-Non hai paura che riveli i nostri piani?-
Jeff diede una risata nervosa -Piuttosto si lascerebbe morire, Liara, la conosci-
-Allora vediamo di trovarla prima che succeda.- sbottò l'Asari con una vena di preoccupazione nella voce decisa -IDA, ho bisogno che tu t'immetta nelle telecamere di sorveglianza di questo posto, batti a tappeto l'intera zona...-
-Ho trovato i volti dei vostri aggressori, Liara, Shepard è stata portata via attraverso l'hangar di carico, poi infilata in una navetta. Potrebbe essere ovunque.-
Liara si spostò rapidamente al centro della strada divisoria, guardandosi attorno -Almeno abbiamo un indizio, mandami gli identificativi, vedrò di ricavarci qualcosa-
L'Asari si sedette sopra uno scatolone, vagliò tutti i suoi contatti prima di scoprire che quei quattro, perché quello era il numero dei loro aggressori, erano stati segnalati alle autorità per essere dei probabili elementi di disturbo, nativi di Khar'shan e possibili componenti di una cellula terroristica. Dopo l'attacco alla Cittadella, non si sono più avute notizie di questi individui, almeno, prima che decidessero di far incazzare l'Ombra e mettere sotto chiave Shepard.
Liara osservò attentamente i video di registrazione che le aveva appena inoltrato IDA e seguì la vettura finché possibile, prima che si disperdesse nel traffico. I sistemi GPS di identificazione standard erano stati arbitrariamente messi fuori uso, per dare ai quattro la possibilità di uscire dal controllo della C-Sec e agire indisturbati, quindi, attualmente, Liara si trovava di fronte ad un punto cieco. I suoi informatori alla Cittadella non erano troppi e, dopo il colpo di stato, si ritrovavano a dover agire in modo discreto per non attirare l'attenzione degli sbirri... insomma, Liara doveva per forza agire da sola, laonde evitare che qualcun altro mettesse il naso in quella faccenda poco chiara.
Dei suoi compagni di squadra, solo due elementi conoscevano a menadito ogni meandro della Cittadella e, tra tutti, erano di sicuro quelli più affezionati allo stato di salute di Shepard.
Liara diede un sospiro nervoso, digitando il codice del factotum di Garrus. Lo avvisò immediatamente di quello che era successo, stando attenta a non attirare troppo l'attenzione di chi le stava accanto grazie all'auricolare che aveva appena infilato nell'orecchio.
Il Turian aveva imprecato sonoramente prima di lasciare la Normandy con un “Sapevo che c'era qualcosa che non andava”.
Oh, per la Dea, sono diventati anche empatici ora?
-Ho bisogno che tu sleghi i tuoi segugi e mi aiuti nella ricerca, ho paura che se passasse ancora troppo tempo dovremmo raccogliere i suoi pezzi in giro per gli agglomerati-
-Quindi si trova negli Agglomerati- aveva aggiunto Garrus, seguito da un sonoro “clic”, segno di immissione di una clip termica in una pistola pesante.
-Non ne ho idea, sono andata per esclusione-
-Spiriti, Liara, sei un'Ombra un po' maldestra-
-Farò finta di non aver sentito, signor Perfezione. Raggiungimi alle coordinate che ti invio presso il tuo factotum, cerca di fare presto-
-Conta cinque minuti massimo e sono da te-

 

 

 

 

La stanza era nel sottosuolo, Shepard poteva percepirne il tasso di umidità sotto il sacco che i suoi rapitori le avevano infilato in testa.
Come l'addestramento le aveva insegnato, aveva contato ogni singolo secondo dal suo rapimento fino a quando era stata messa in quel pertugio dimenticato dal mondo per farsi un'idea di dove si trovasse. Aveva registrato ogni movimento, angolazione e variazione del terreno, e tutto per darsi un'idea di come reagire una volta toltasi quel dannato sacco e tolti i lacci che le stringevano gli arti.
Perché quei dannati idioti sapevano fare bene il proprio mestiere di rapitori e sapevano perfettamente con chi avevano a che fare, di conseguenza, le avevano legato non solo mani e piedi a una sedia che sembrava dannatamente solida, ma anche le cosce l'un l'altra, il petto alle braccia e gli avambracci.
Che fottuta perdita di tempo, si ritrovò a pensare, seccata. No, non era per nulla impaurita.
Dall'accento, quegli stupidi erano di sicuro tre Batarian nativi di Khar'Shan e un colono di un qualche pianeta nelle vicinanze di Elysium, di sicuro non erano indottrinati e questo giocava a suo vantaggio per cui aveva qualche speranza di manovrarli per permettergli di combinare qualche cazzata e dar modo a T'Soni di ritrovarla.
Era dannatamente certa che Liara fosse sulle sue tracce ed era altrettanto sicura che quella botta in testa che le avevano rifilato non avesse fatto altro che farla incazzare maggiormente. Un motivo in più per non preoccuparsi.
Sentì dei passi rimbombare lungo le pareti, dei passi incerti, un paio di persone probabilmente trasportavano qualcosa di pesante.
Ripassò mentalmente le nozioni imparate nel corso degli anni a proposito degli interrogatori, sottoponendo rapidamente a sé stessa ciò che si sarebbe fatta nel caso avesse dovuto interrogarsi. Ridacchiò sommessamente mentre qualcuno apriva la porta metallica della sua cella. Niente tecnologia, quella porta era stata costruita con un vecchio sistema di cardini e maniglia metallica. Ottimo. Si complimentò con i suoi rapitori per l'ingegno.
-Buongiorno, Comandante- aveva detto uno di questi, probabilmente quello che l'aveva legata, dalla quantità di ossigeno che inalava prima di pronunciare una frase -Dormito bene?-
Shepard rise, scuotendo la testa lentamente -Sì, mamma, mi chiedevo quando saresti venuta a rimboccarmi le coperte-
Il Batarian le strappò il cappuccio dalla testa e le prese rudemente le guance fra le dita, portando il viso a pochi centimetri dal suo -Hai poco da scherzare, umana, ora ci dirai per filo e per segno come hai distrutto quel portale, in più ci darai la locazione esatta delle risorse che hai recuperato impropriamente dalle nostre colonie- batté le palpebre una volta, per umettare le pupille, poi deglutì -Starai salvando la Galassia, per alcuni, ma per me non sei altro che un criminale-
-Lo stesso potrei dire di voi quattro idioti- replicò Shepard con un ghigno divertito sul volto -Puoi anche tagliarmi a pezzettini, ma non ti dirò nulla- aggiunse, lanciandogli uno sguardo malizioso -I miei sono già sulle vostre tracce, vedi di sbrigarti o di te non rimarranno che le dita dei piedi, accuratamente infilate dentro quel tuo cu...OUCH!-
Shepard si morse la lingua dal dolore. Il secondo Batarian le aveva rifilato un colpo secco sul petto, tra le clavicole e il seno.
-Vedi di non fare l'idiota, Comandante, o sarò io a infilare le ossa che ti estrarrò personalmente in quel tuo dannato culo. Sono stato chiaro?-
-Cristallino- replicò Shepard, sorridendo a fatica -Iniziamo le danze? Non vedo l'ora di scoprire quali sublimi supplizi hai preparato per l'occasione, ragazzino-
Il secondo Batarian rovesciò la sedia con un calcio, facendole battere la spalla con violenza e avvicinandosi immediatamente con un coltello serramanico. Le afferrò i capelli a pugno chiuso, spostandole la testa giusto in direzione di un secchio d'acqua -Ecco l'antipasto- berciò, a pochi centimetri dal suo orecchio -Spero tu abbia la gola secca, Shepard-

 

 

 

Liara mise in moto la vettura, seccata. Sul sedile accanto al suo sedeva Adrienne, a braccia conserte, apparentemente tranquilla mentre, sul sedile posteriore, Garrus lucidava la pistola con uno straccio.
-Mi chiedo perché tu abbia lasciato che si unisse a noi nella ricerca- fece Liara, dando una rapida occhiata allo specchietto retrovisore.
-Forse perché tra i tre sono l'unica a mantenere contatti stabili tra i miei informatori negli agglomerati, Asari- aveva replicato tranquillamente la diretta interessata -Vi sono più utile di quanto crediate-
-Figuriamoci- sbottò Liara, roteando gli occhi -Una criminale ricercata non fa altro che attirare maggiormente l'attenzione della C-Sec-
-Vorrei ricordarti che sia tu che l'omaccione qua dietro vantate di un profilo dettagliato negli archivi degli sbirri sin da quando avete sacrificato il precedente Consiglio e siete costantemente sotto osservazione, quindi taci e guida fino al porto d'attracco di Zakera, donna-
-Perché proprio a Zakera?- Garrus si sporse tra i sedili anteriori, lanciandole un'occhiata perplessa.
-Oh, andiamo, che razza di sbirro fallito!- Adrienne si voltò completamente verso di lui, un'espressione sconvolta poteva trapelare tranquillamente dal suo sguardo accigliato -“Tutto inizia da Zakera”, è il cardine di tutta la malavita conosciuta e non. Chiediti perché le ronde siano principalmente concentrate nella zona dei mercati e fa una stima di tutti i criminali che hai arrestato in quelle zone nel corso della tua inutile carriera, poi rimangia immediatamente la stupida domanda che mi hai posto e dì alla tua amica Schtroumpf di andare a tavoletta. È passato troppo tempo e non abbiamo ricevuto ancora nessuna richiesta di riscatto, probabilmente dopo averla interrogata opteranno per metterle il silenziatore.-
Garrus sospirò nervosamente, notando che Liara aveva iniziato davvero a spingere il piede sull'acceleratore -Una volta lì da dove partiremo con le indagini?-
Adrienne si strinse nello spolverino, sollevando il colletto sopra la sciarpa -Fidati e goditi lo spettacolo-
Parcheggiarono in un piazzale fuori mano, Adrienne digitò qualcosa sul suo factotum e si recò immediatamente verso un Essere Umano a pochi metri di distanza da loro, passandogli una mazzetta.
-Eviterà che succeda qualcosa di sconveniente alla tua bella macchina- aggiunse, rivolta all'espressione perplessa di Liara -Qui funziona così, se ancora non l'hai capito-
Si inoltrarono nelle stradine affollate dell'Agglomerato, gli odori del cibo multietnico e della spazzatura li avevano colpiti come una ginocchiata nello stomaco mentre lo stato di decadimento degli edifici metteva a dura prova l'esperienza visiva. Adrienne si muoveva sicura in quella zona, quasi come se ci vivesse dall'infanzia, schivava la gente e si imbucava nei vicoli, seguita a ruota dai due compagni, impacciati come non mai.
-Quello che non sapete- aveva annunciato, con un ghigno -è che Shepard ha fatto un accordo con Bailey. La mia immagine verrà candidamente ignorata dai vigilantes alle prese con le registrazioni delle telecamere, in quanto aiutante nella Guerra contro i Razziatori. Essere un fottuto Spettro ha i suoi vantaggi, nevvero?-
-Indubbiamente- aveva replicato Garrus, affiancandola -Hai ancora degli amici alla C-Sec?-
-Ho ancora chi mi vuole morta, ma mantengo una buona schiera di alleati- aveva replicato Adrienne, rivolgendo uno sguardo curioso a Liara -Non preoccuparti troppo, Schtroumpf, conosco questa zona come le mie tasche-
-Allora avrai sicuramente notato i due individui che ci stanno seguendo- mormorò lei di rimando, osservando il riflesso di due esseri umani attraverso la superficie riflettente di una porta blindata.
-Oh, già, penso vogliano rapinarci...- annunciò Adrienne, annuendo -Oppure sono i tirapiedi di qualche capo mafioso... sai, questa è zona di bande criminali-
-E ce lo dici ora?- Garrus le afferrò un braccio, costringendola a fermarsi -Ci hai portati dritti dritti nella tana del lupo!-
Adrienne scrollò le spalle, esausta -E va bene, parlerò loro...-
-Cosa?!- Liara sgranò gli occhi, frapponendosi a loro -Ti sei bevuta il cervello? In questo genere di situazioni si fugge, non si contratta!-
-Siamo in tre e armati fino ai denti, Schtroumpf, non vedo dove sia il problema-
-Purtroppo ha ragione- Garrus estrasse la pistola dalla fondina, dando un cenno d'assenso con la testa -Adrienne, vedi di non combinar casino, Liara, prepara una Singolarità nel caso di guai. Andiamo.-

 

 

 

Shepard ansimò brevemente prima che la testa le venisse violentemente tuffata di nuovo sulla bacinella d'acqua.
Trattenne il fiato per poco, sott'acqua, poi esalò. Sentì l'ossigeno espulso tramutarsi in bolle d'aria e risalire sulle sue guance, gli occhi le bruciavano e i polmoni spingevano sulle pareti del torace.
Focalizzò mentalmente l'addestramento N7, quando, durante le prove iniziali, veniva sottoposta a pratiche simili per aumentare la soglia del dolore. Era un modo per capire quali candidati avesse il fegato per continuare, nonché la forza d'animo necessaria per resistere agli interrogatori più cruenti e preservare le informazioni.
Il Comandante, allora semplice sergente, era uscita da quell'addestramento con il punteggio massimo, mantenendo la lucidità necessaria anche nel periodo successivo, dove le menti più fragili avevano un'alta probabilità di subire un tracollo.
Attualmente, riportò l'attenzione sulla mano del suo carnefice, stretta a pugno sui suoi capelli. Egli tremava, forse per l'impazienza, o più semplicemente perché aspettava quel momento da mesi, forse da anni.
Shepard era certa che non si sarebbero limitati a quella pratica, anzi, avrebbero continuato finché non si sarebbe decisa a parlare. Oh, ma lei non avrebbe aperto bocca, se non per ridere di gusto davanti alle loro richieste inutili.
Con uno strattone deciso, il Batarian le tirò la testa fuori dalla bacinella, facendole emettere un gemito di dolore.
-Sei più loquace ora?- le gridò, rabbioso.
Shepard tossì sonoramente, cercando di recuperare una buona quantità d'aria prima di esprimersi.
-Dimmi quello che voglio sapere e tutto questo avrà fine nel modo più indolore possibile- riprese l'individuo, ponendole una mano sulla gola.
-Fanculo- 

 

 

Adrienne sfiorò il calcio della Hahne-Kedar dentro la tasca dello spolverino mentre si avvicinava ai due. Garrus era subito dietro di lei, mentre Liara si teneva a qualche passo di distanza.
-Non abbiamo fatto le dovute presentazioni- esclamò la Turian, avvicinandosi a loro -anche se immagino sappiate benissimo con chi avete a che fare-
Uno dei due si fece avanti, l'aria divertita -Adrienne Nastz, passavi più tempo qui che tra gli sbirri, qualche anno fa'... sei nel territorio di Kheter senza permesso, armata e accompagnata da due persone che non vorrei vedere nemmeno in foto. Hai una spiegazione?-
-Ne ho svariate, a dire il vero- replicò lei, calma, un ghigno strano dipinto sul volto -Insomma... il piccolo Kheter è diventato un boss! Ho sentito che le avete suonate agli scagnozzi dell'Uomo Misterioso durante il colpo di stato!-
-E in modo clamorosamente epico, Nastz!- puntualizzò l'interlocutore, un sorriso soddisfatto sulle labbra -Ora però necessito di una risposta-
Adrienne si voltò brevemente verso Garrus, poi tornò a fissare l'umano, infilando maggiormente le mani sulle tasche -Siamo alla ricerca di indizi su quattro criminali. Batarian. Hanno una cosa che a noi interessa parecchio...-
-Feccia- aggiunse l'altro, strofinandosi il naso -Quelli portano guai più che risorse... e come intendi trovarli?-
-Approfittando dell'aiuto di vecchi amici-
-Non in questa zona, mi auguro...-
Garrus strinse maggiormente l'impugnatura in fibra di carbonio della Paladin di Shepard, serrando i denti, impaziente, mentre Adrienne teneva testa a quei due. Ricordò di quando suo padre gli raccontava che lei era una di quei poliziotti che estraeva la pistola solo quando ce ne fosse urgente bisogno, spesso se la cavava con una battuta; il fatto non consisteva che lei non sapesse sparare o combattere, piuttosto si divertiva a portare anche i criminali più difficili dalla sua parte.
-E se per caso un mio vecchio contatto si trovasse nei paraggi? Dico, è possibile, amico, niente di irrispettoso per il tuo boss, gli appartamenti qui costano poco. Sappiamo benissimo entrambi qual'è la giusta punizione per tre idioti del nostro livello nel caso sgarrassimo e sai benissimo qual'è la punizione per voi nel caso a noi tre succedesse qualcosa. Siamo importanti e averci dalla vostra parte una volta finita questa stronzata dei Razziatori non vi porterà altro che beneficio. Ragionaci, siamo la cricca di Shepard! E ti assicuro che questi due faranno i bravi-
-Non saprei, potreste spararmi non appena volterò le spalle, Nastz, è già successo con un tuo rookie-
-Qui non c'è nessun rookie, solo uomini d'onore- lo incalzò Adrienne -Parliamone, evitiamo di sporcare di sangue questa bella strada. Oh, perché Vakarian, qui presente, non si farà scrupoli a premere il grilletto nel caso di risposta negativa. E Vakarian ha un debole per i picciotti, soprattutto se gli tappano la via verso una risorsa preziosa che possa aiutare il suo popolo a sopravvivere! Vero Vakarian?- Adrienne si voltò verso di lui brevemente, tanto per acquisire una sorta di contatto visivo -Vedete? È già concentrato. Che gli Spiriti mi assistano!-
L'essere umano scosse la testa, sospirando nervosamente, poi si voltò verso il compagno che si teneva la mano all'orecchio a registrare l'intera conversazione. Quest'ultimo annuì, togliendo le mani dalla guancia, poi attivò il factotum, aprendo una schermata di comunicazione. Un'immagine nitida si proiettò sullo schermo. Il viso di un umano sfregiato lanciò un'occhiata poco convinta ad Adrienne.
-Chi mi assicura che non state mentendo? Che non avete allertato il fottuto C-Sec, Adrienne Nastz?-
-Puoi controllare- replicò lei, scrollando le spalle -Ci siamo solo noi tre in zona, come avrai già notato, Kheter... mi ricordo quanto avevi a cuore le tue dannate telecamere. In più, io ho il dovere di non combinar cazzate in quanto ancora ricercata in metà Galassia. No, non sono una buona moneta di scambio, attualmente; Shepard è stata chiara: io collaboro senza problemi, lei mi para il culo nel caso di impicci. Questa Asari e il Turian non sono altro che le mie guardie del corpo, Kheter, sono sotto scorta costante, secondo te posso sparare liberamente o violare la pace che voi bande avete instaurato ultimamente? No, e lo sai.-
Kheter soffocò una risata -Adrienne Nastz, e io cosa ricevo in cambio?-
Adrienne fece spallucce -Beh, attualmente posso solo assicurarti che Shepard non verrà a conoscenza del nostro accordo, idem per la C-Sec. Non possiedo niente se non un vecchio distintivo e qualche decina di informatori nel raggio di dieci chilometri.-
Garrus scambiò un'occhiata d'intesa con Liara. Erano rimasti passivi, in attesa di una svolta, ma il tempo stava scorrendo e loro erano dannatamente preoccupati per le sorti di Shepard. L'Asari si morse un labbro, impaziente, mentre Adrienne sosteneva lo sguardo di quello stupido boss mafioso da quattro soldi.
Perché, solitamente, un capobanda non si fa vedere se non in quelle rare occasioni dove il guadagno è certo o se una situazione non è favorevole. 
Adrienne ne era a conoscenza, sì, ma stava temporeggiando, il suo discorso iniziava a rivelare informazioni che non era necessario esporre... e allora Liara si fece avanti, affiancandosi a lei -Signori,- fece, rompendo le dinamiche del dialogo -Prenderemo le informazioni che ci servono e ce ne andremo, ignorando la vostra presenza. Volete qualcosa in cambio? Tutto quello che abbiamo da offrire è il silenzio, semmai la cosa non vi andasse bene, dovremmo allertare le autorità di questa nostra piccola discussione. Nel caso voi abbiate già un accordo con la C-Sec, allora saremo costretti a passare questa notizia a Shepard. Shepard ha contatti con l'Ombra, sapete? E l'Ombra non tollera che qualcuno le metta i bastoni tra le ruote, soprattutto se ha le proporzioni di una formica che temporeggia in un abisso di demoni- allargò le braccia, mantenendo un'espressione seriosa -Stiamo solo perdendo tempo, su entrambi i fronti, e non è costruttivo di questi tempi-
Adrienne si morse la lingua. Da maniaca egocentrica che era, si vedeva rubare la scena da uno degli esseri più odiosi che avesse mai conosciuto! Di certo quell'Asari non le sarebbe mai entrata in simpatia... soprattutto se nominava invano quell'entità gigantesca che da anni vegliava silenziosa sulla Galassia, occupandosi di affari talmente sordidi che solo nominarla era fonte di ribrezzo.
No, lei non sapeva assolutamente che Liara fosse l'Ombra, Shepard non si fidava a tal punto e solo pochi e fidati erano a conoscenza di quel fatto.
Il piccolo boss sospirò sommessamente: T'Soni aveva colto nel segno.
-Va bene, dottoressa, posso concedervi un paio d'ore, dopodiché dovrò prendere provvedimenti. Nastz, ti circondi di gente pericolosa...-
-Senti chi parla- la Turian strinse le palpebre, indispettita -I miei più sentiti saluti, Kheldar-
-Sì, sì... ora vattene-
La comunicazione si chiuse immediatamente, mentre i due galoppini se ne tornavano da dove erano venuti, lanciando sguardi circospetti ai tre che rimanevano fermi in mezzo a quel vicolo. Adrienne stringeva i pugni mentre Garrus continuava a tenere d'occhio i due che se ne stavano andando.
-Senti un po', Schtroumpf- sbottò Adrienne, portandosi a pochi centimetri dall'Asari -Me la sarei cavata benissimo anche senza tirare in ballo l'Ombra, perché sei intervenuta?-
Liara sospirò nervosamente, corrugando la fronte -Sei un'ingrata, ho solo velocizzato la discussione-
-Per amore degli Spiriti, vogliamo proseguire?- intervenne Garrus, frapponendosi a loro -Non è il momento per questo, siamo a corto di tempo e informazioni e Shepard si fida di noi-
-Prima dobbiamo mettere in chiaro una cosa.- replicò Adrienne, senza togliere gli occhi di dosso a Liara -Caso mio, comando io. Ho una reputazione quaggiù ed è importante che mantenga la mia autorità, siamo intesi?-
-Autorità? Reputazione? Oh, andiamo, sei fallita, nemmeno la C-Sec ha più la forza per perseguire la tua cattura!-
-Che cazzo vuol dire, Schtroumpf? Non ti permettere di formulare questo genere di insinuazioni!-
-Liara T'Soni! Adrienne Nastz!- sbottò Garrus, indispettito -Ora siamo una squadra, dobbiamo cooperare. Davvero, non c'è tempo... e se qualcuno osa torcere un capello a Shepard, non potrò mai perdonarvelo!-
-Lei non si fida di me, Garrus!- protestò Liara, indicando la Turian con un gesto sommario del braccio.
-E io sono stremato da questi piagnucolii. Ora, cortesemente, Adrienne, muovi il culo e togliamoci da questo posto alla svelta!-
Adrienne sospirò nervosamente, puntando lo sguardo verso il basso, indispettita. Fosse stato in un altro frangente, avrebbe zittito Garrus e tirato una ginocchiata sulle gengive a quell'idiota Asari. Ma teneva a Shepard più di quanto non osasse ammettere, quindi contò fino a dieci, poi si mosse in direzione del loro prossimo obiettivo.

 

 

Nel frattempo, Shepard si ritrovava a subire la stessa tortura, stavolta formulata in maniera più attuale. L'avevano stesa e fatto in modo che il ripiano dove fosse sdraiata fosse lievemente inclinato.
-Ancora acqua?- aveva esclamato lei, ironicamente -Senza offesa, pensavo che voi idioti aveste un pizzico in più di fantasia...-
E allora uno di quelli le aveva infilato un imbuto dritto in gola e puntato un getto d'acqua intenso, iniziando quella pratica molto casalinga di Waterboarding.
I polmoni di Shepard iniziavano davvero a protestare, nonostante lei fosse ancora all'inizio di quella sessione d'interrogatorio.
Le avevano fatto due domande precise. La prima: Come e perché era riuscita a raggiungere Khar'Shan nonostante il Portale fosse danneggiato. La seconda: Locazione precisa delle risorse “sottratte” impropriamente alla popolazione batarian e la spiegazione specifica del loro attuale utilizzo.
Shepard avrebbe potuto tranquillamente rivelare una parte d'informazioni per sbrigarsi da quella faccenda, ma anche lì i fattori di incertezza erano tali che le avevano cucito le informazioni nei meandri della corteccia cerebrale, proteggendoli dalla stupida intenzione di portare a casa la pellaccia.
Innanzitutto, Shepard non era tenuta a rivelare informazioni relative alle funzioni della Normandy. Già l'Alleanza non ne era a conoscenza, figuriamoci se avesse dato una spiegazione a quattro Batarian con la passione per l'apnea!
In secondo luogo, il Comandante non era tenuto a rivelare l'esatta motivazione della missione, ciò che aveva da dire al pubblico lo aveva rivelato a Diana Allers e quello sarebbe dovuto bastare a quei terroristi idioti.
Ultimo punto, forse il più importante, Shepard sapeva che non avrebbero esitato ad ucciderla, non appena ottenuto ciò che chiedevano.
Visualizzò mentalmente il viso di Anderson, ricordandosi il suo sguardo gentile, afferrando virtualmente le sue mani per farsi forza. E ripensò a tutte le peripezie che aveva affrontato per arrivare a quel punto... e si vergognò per il fatto che la sua volontà avesse pensato di cedere, anche solo per un istante.

 

 

Garrus diede un sospiro nervoso mentre Adrienne si appiattiva lungo la parete di un vecchio edificio diroccato.
Il rifugio dell'informatore dell'ex Sergente Nastz si trovava esattamente all'interno di un vecchio laboratorio di ricerca abbandonato che sorgeva nel bel mezzo di un piazzale alberato una volta adibito a parco pubblico. L'aria spettrale di quel posto aveva messo Garrus e Liara nella condizione istintiva di allarme. Non c'era un filo di vento, eppure i giocattoli di quell'insolito polmone verde parevano muoversi e l'erba spontanea sfiorava i loro polpacci, in una carezza melliflua. Persino l'atmosfera forzata della Cittadella sembrava essersi adattata a quella circostanza, dando una saturazione eccessiva all'ambiente, amplificando i contrasti.
C'erano molti ripari, troppi, pensò Garrus. Non era mai stato in quell'angolo della Cittadella, e una situazione del genere l'aveva vista solo ed esclusivamente in uno di quei vecchi film di zombies che Shepard gli aveva prestato prima del suo arresto, dove i filtri e le luci erano scelti appositamente per suscitare tensione e coinvolgere lo spettatore in un gioco di suspance.
Osservò attentamente Adrienne muoversi circospetta lungo la parete di quel rudere, pistola alla mano. Se non c'era niente da temere, allora perché lei era sul chi vive? Si abbassava quando una finestra le intralciava il cammino ed evitava di incrociare lo sguardo del compagno, conscia che lui stesse soppesando ogni sua mossa.
Adrienne arrivò finalmente alla porta principale e appoggiò la schiena sullo stipite, serrando momentaneamente gli occhi e traendo un respiro profondo. Con una mossa fulminea spalancò l'ingresso e per poco non venne colpita in pieno dai pallini di uno shotgun.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Noticina dell'autrice:

 

Letture che scarseggiano ma due recensioni meravigliose per il capitolo precedente. Grazie MrMurkrow, grazie andromedahawke! E grazie ai 36 lettori invisibili :D palesatevi, anche se doveste scrivere due righe per farlo!
Ho deciso di aggiungere due capitoli in più prima che la vicenda volga al termine. Ebbene, manca pochissimo e io non riesco ancora a mettere una fine a questa storia... cerco di ritardare i tempi anche perché è doloroso sapere che dovremo aspettare fino a Natale 2014 per avere una soluzione all'Enigma Shepard. Essì, avete letto anche voi i rumors, da buoni fanz... saprete quindi meglio di me che ad Edmonton stanno già lavorando alle concept art del quarto capitolo della saga.
La domanda che ha posto il dannato Boss ai fan è stata crudele, però... e sappiate che se uscirà un prequel mi rifiuterò di spendere una sessantina di euro per comprare un gioco di cui conosco le conclusioni nella storyline. Facessero un DLC sarebbe figo, ma addirittura un gioco completo basato su avvenimenti passati... uff, sono scettica a mille!
Sarebbe bello sapere se voi optate per un prequel o per un sequel in ME:4. 

 

Non ho parlato del capitolo. GAH! Gli toccherà parlare da solo, evidentemente... meglio così!

 

Buona lettura!

 

J.

 

http://www.youtube.com/watch?v=esEdC0c3YI4

E, ancora una volta, ecco il mood per il prossimo chapter.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Happy When it Rains ***


  1. Happy when it Rains

 

 

Winchester 1300 Defender.
Un fucile a corto raggio d'impatto, canna liscia, categoria shotguns. Adattato a garantire una buona velocità di ricarica nel caso di uno scontro a fuoco ravvicinato, venne utilizzato per un breve periodo dall'esercito americano e successivamente ritirato dal mercato. Risultava attualmente una specie rara, quasi unica.
Dee “Egg” Worcester, come la salsa, era uno di quei pochi dixies a sopravvivere al fascino delle vecchie armi da fuoco senza alcun ausilio del fottuto Effetto Massa. Era un figlio di puttana, quel Winchester, perché resisteva al tempo come una statua greca e subiva giorno per giorno un restyling degno di una conduttrice di Galaxy News, mantenendo intatte le sue letali bellezza ed efficacia; anche se letteralmente inferiore rispetto alle armi più moderne, se per caso ti trovavi nella traiettoria di un colpo esploso da questa bestiola potevi rimetterci minimo un braccio e le scheggie che si sparpagliavano lungo il tuo corpo... beh, ci siamo capiti.
Adrienne, fortunatamente sapeva con chi e con cosa aveva a che fare. Difatti, non appena aveva spalancato la porta si era immediatamente gettata di lato, evitando di diventare uno scolapasta.
Garrus puntò la pistola e fece fuoco, colpendo in pieno lo stipite della porta; un tiro d'avvertimento: Garrus Vakarian non manca mai un bersaglio.
-Egg! Stronzo!- berciò Adrienne, puntando il revolver verso il loro aggressore -Sono io! Nastz! Per l'amor del cielo, metti giù quel rottame!-
Liara, le mani cariche di energia biotica, lanciò uno sguardo veloce a Garrus, poi focalizzò l'attenzione verso la porta, dove un essere umano, alto quanto lei e “grosso quanto il fottuto gemello magro di Jabba the Hutt” (descrizione formale di Adrienne ai suoi due compagni), reggeva soddisfatto un fucile d'antiquariato. Sembrava uscito da una di quelle vecchie proiezioni di olofilm che descrivevano l'Umanità in maniera ironica alle specie del Consiglio: calvo, camicia di flanella senza maniche, maglietta omaggio ai Lynyrd Skynyrd e jeans sdrulciti, il tutto coronato da un paio di pantofole in spugna bianca.
Garrus trattenne a stento un'imprecazione. L'unico aggettivo che gli balenava in testa era: “surreale”. Forse il modo più adatto per descrivere una situazione del genere era “grottesco”, ma non era il momento per sfogliare un dizionario di sinonimi, Lenore era ancora nelle mani di quei Batarian.
-Volevo darti il benvenuto che meriti- gracchiò l'uomo rivolto a Adrienne, trasse a sé l'impugnatura con un sonoro “clack” per poi riaccompagnarla, il bossolo del proiettile cadde a un metro di distanza, ancora fumante -Mi devi 50 testoni, brutto scorfano!-
Adrienne si rialzò, ancora la pistola puntata davanti a sé -Ingrato, ti ho trovato io questa baracca, quei soldi li ho vinti regolarmente al tuo dannato gioco umano! Cos'era poi? Hold'em?-
Egg sbuffò una risata -Alieni! Mai fidarsi di voi skullfaces! Cosa vuoi, Nastz? Non si tratta di una visita di piacere, visto che quell'armadio per poco non mi scompigliava la piega- con un ghigno si passò una mano sulla testa lucida, ammiccando in maniera grottesca (ecco).
Garrus ebbe un momento d'esitazione, poi abbassò l'arma, facendosi avanti -Cerchiamo quattro Batarian, mi auguro che tu sappia come aiutarci...-
-Ah, non lo tieni per bellezza, sa pure parlare!- interloquì l'umano, ficcandosi il calcio del Winchester sotto l'ascella -Ha un viso che ho già visto da qualche parte, Ennie- indicò sommariamente Garrus, dando un'occhiata alla Turian che, nel frattempo, aveva posto la pistola nella fondina sotto lo spolverino, ormai tranquillizzata.
-Stirpe Vakarian, non chiedermi altro- replicò Adrienne, con nonchalanche, facendosi strada dentro l'edificio vociando un: -Permeeesssoooo....-
Egg scrollò le spalle, dando un cenno a Garrus e Liara, ancora sul chi vive -La solita Ennie... coraggio, entrate, vi aspettavo-

Il vecchio stabile dove viveva Egg era malconcio anche all'interno. Uno spesso strato di polvere ricopriva i mobili e il pavimento, mentre il sole filtrava tra le finestre e sollevava una fitta grana di pulviscolo, dando un'aura spettrale a quel luogo. La stanza d'ingresso era un vecchio atrio, con ancora un bancone per l'accettazione e diverse sedie pieghevoli sparse lungo l'area. Adrienne voltò sicura per una porta laterale, lasciandola aperta al passaggio.
Le impronte erano varie, a terra, notò Garrus mentre seguiva Adrienne attraverso la seconda porta, identificando diverse suole di scarpe appartenenti a un piede umano sul pavimento lurido... Ciò che più li sorprese fu la parete sinistra di quella stanza nuova, composta interamente da vecchi televisori di sorveglianza, quelli a tubo catodico. Una vecchia poltrona in pelle e un vecchio computer della Apple con tastiera, case e mouse compresi stavano esattamente là davanti, con una serie di cavi multicolore intrecciati tra loro che convergevano in numerose ciabatte sparse in giro per la stanza.
-Attenti a dove mettete i piedi, non vorrei che mi scollegaste dalla rete- berciò Egg, riponendo il fucile su una credenza -Ennie, metti su un thé e spiegami cosa diavolo vuoi-
Liara rimase in piedi, a bocca aperta, cercando le parole più adatte per esprimere un commento in virtù di quello spettacolo a mezza via tra il patetico e il ragguardevole. Garrus, ridacchiando, le posò una mano sulla spalla -Nostalgia di casa, T'Soni?-
Adrienne saltellò fino a un fornelletto dall'altro capo della stanza mentre Egg si accomodava pesantemente sulla sua poltrona, accompagnato da un sospiro di sollievo -Vakarian Junior, Smurfette e Scorfano. Che trio esilarante...- fece, accavallando faticosamente le gambe -Scene del genere varrebbero un abbonamento gold alla tivù via cavo...-
-Dobbiamo cercare quattro delinquenti Batarian- fece Liara, armeggiando con il factotum -hanno preso in ostaggio una nostra compagna e dobbiamo assolutamente trovarla prima che succeda il peggio...-
-Storia già sentita. Ennie, quante ore sono passate?-
-Poche, a dire il vero...- replicò Adrienne, versando l'acqua calda su una malconcia teiera di porcellana -Ma io muoverei il culo, fossi in te-
Garrus si appoggiò a una parete, vicino all'angolo dove Adrienne armeggiava con delle tazzine, cercando di capire in che modo quell'uomo potesse aiutarli nell'effettivo. Avere Liara dalla loro parte era già di per sé una buona carta da poter giocare... era l'Ombra, diamine! In quanto a raccolta di dati e informazioni, lei era il top. Ultimamente, però, stava perdendo colpi anche nel suo stesso campo. Garrus si chiese come fosse stato possibile che Liara non avesse identificato i rapitori di Shepard a tempo di record, com'era solita fare... gli aghi nel pagliaio, per l'Ombra erano la norma, ma quell'ago evidentemente si era mimetizzato fin troppo bene per venire subito all'occhio.
-Dunque...- Egg smanettò con la tastiera, mentre un'equazione appariva mano a mano nel monitor di riferimento -Attualmente sulla Cittadella ci sono 130 Batarian, ho bisogno di più informazioni. Un identikit farebbe al caso mio-
-Ho un video di sorveglianza- replicò Adrienne, porgendo una tazzina a Garrus mentre si dirigeva verso Egg, a passo veloce -Schtroumpf, è fidato, puoi mostrarglielo tranquillamente-
Liara esitò per qualche istante mentre l'Umano la squadrava, incuriosito, poi aprì la schermata e rivelò l'indizio accompagnando la visione con un sospiro sommesso.
-La cosa si fa maledettamente interessante, Ennie!- esclamò Egg a visione terminata, ritornando a fissare il monitor -Conosco quei quattro. Sono sulla Cittadella da poco ma posso comunque risalire all'ultimo alloggio di almeno due di loro... cinque minuti massimo.-
-Ottimo. Abbiamo un punto di partenza, inchinatevi al cospetto di Jabba!- Adrienne fece partire un applauso mentre Egg lanciava insulti random verso mamma Nastz.
Garrus lanciò un'occhiata incerta a Liara mentre questa si posizionava dietro Egg, incuriosita dal suo modus operandi.
-Ombra, eh?- mormorò quello con un ghigno dipinto in volto, non appena Adrienne fu distante. L'Asari sorrise lievemente -Ora ho capito perché i miei occhi non possono scrutare Zakera... è un programma di disturbo o uno speciale software per mostrare solo determinati soggetti inquadrati dalle videocamere?-
Egg, divertito, scosse la testa mentre Adrienne si toglieva lo spolverino e lo appoggiava allo schienale di una sedia nei paraggi, iniziando una conversazione con Garrus.
-Beccato... Si tratta di un hobby come un altro- riprese l'Umano, continuando a filtrare informazioni nel battere pesantemente le mani sulla tastiera -Non è stato difficile capire che la vecchia Ombra è stata spodestata da una certa informatrice Asari... ho dei buoni contatti. Mi sembra strano che la piccola Ennie non sia ancora venuta a conoscenza della cosa- ridacchiò sommessamente -Già, lei odia le Asari... deve averti tenuta a distanza-
-Lo sospettavo- Liara si accucciò al suo fianco, osservando attentamente il meccanismo di ricerca di quell'uomo, cercando mentalmente una risposta all'odio razziale che Adrienne provava nei confronti delle Asari. Si ritrovò a sfiorarsi le labbra con il pollice, impensierita, l'attenzione che altalenava dal monitor all'espressione furibonda di Adrienne, qualche ora prima. Indecisa, Liara decise di focalizzarsi su Lenore, attualmente in pericolo e sola, alla mercé di quattro criminali di cui il trio non sapeva altro se non che, probabilmente, possedevano un discreto odio nei suoi confronti.


Adrienne appoggiò lo spolverino su una sedia poco distante, lanciando un'occhiata raggiante a Garrus, ancora sul chi vive.
-Ci siamo vicini, compare!- esclamò, allungando il pugno verso di lui, in attesa del classico fist-bump. Lui la squadrò attentamente, soffermando lo sguardo sul braccio, parzialmente scoperto dalla maglietta a maniche corte che indossava -Quello è un tatuaggio?- chiese, mentre Adrienne abbassava il pugno, rassegnata nel non ottenere una risposta.
-No, è un incisione- replicò la Turian, sfregandosi nervosamente l'interno del braccio, come se volesse liberarsi di quel marchio -Che ne diresti di provare un nuovo gioco? Si chiama: fatti gli affari tuoi!-
-Aspettare senza far nulla è estenuante, e questo thé è orribile. È dolorosa un'incisione di quel tipo?- la incalzò lui, appoggiando finalmente la tazzina su un ripiano vicino.
Adrienne rimase qualche istante in silenzio, poi si avvicinò maggiormente a lui, togliendo la mano dal braccio e mostrandogli finalmente l'oggetto della sua curiosità. Uno sguardo poco attento poteva notare dei ghirigori, anziché una scritta nel dialetto della città natale di Adrienne... Garrus le rivolse uno sguardo curioso, pronunciando ad alta voce la frase: -“Segui l'istinto e prendi alle spalle il problema”... perché sottoporsi a una pratica così dolorosa per esprimere un concetto altrettanto semplice?-
Adrienne rise sommessamente, sistemandosi la manica, poi gli rivolse uno sguardo triste -Forse è proprio quello il motivo. Più un concetto è semplice, meno viene preso sul serio...-
Garrus sostenne quello sguardo, cercando di andare a fondo di quell'affermazione. Abituato alle mezze verità di Lenore, non ci mise molto a capire che, per Adrienne, quella vecchia incisione avesse acquistato significato di anno in anno, diventando un appiglio per non crollare di fronte alle avversità. Invece di replicare direttamente, si sfiorò la mandibola, all'altezza dello sfregio, muovendo appena le labbra in quello che avrebbe dovuto essere un sorriso, dimostrando con un semplice gesto di essere pienamente a conoscenza che ogni problema comportava una soluzione e, non sempre, quella soluzione traeva delle conclusioni ottimali per chi doveva sostenere il peso di una scelta.
Adrienne comprese perfettamente il messaggio e nascose metà del viso dentro la sciarpa, cullata dal tepore che il suo fiato propagava sulle fibre del tessuto, osservando Garrus timidamente da quello che per lei era un evidente riparo dall'imbarazzo.
-La troveremo- disse poi, sistemandosi la sciarpa sotto il mento per uscire dall'imbarazzo -Risolveremo il caso. Siamo una buona squadra, anche se ho i miei seri dubbi su Sctroumpfette...-
Garrus rise di rimando -Cerca di non mancarle di rispetto, si sente in colpa per aver lasciato che tutto questo accadesse e farà di tutto per rimediare all'errore-
-ENNIE! Trovato!- berciò Egg, battendo una mano sul ripiano della tastiera. Adrienne e Garrus furono subito al suo fianco, Liara aveva un sorriso a trentadue denti.
Il computer principale aveva una schermata nera, con numerose cifre in verde che apparivano sul monitor. In cima alla pila di terminali, i cinque volti dei Batarian coinvolti campeggiavano a grandi dimensioni, seppur sfocati mentre più in basso, appariva l'immagine sgranata di un'abitazione, indicata da una fotografia satellitare.
-Merda, ce n'è uno in più? Fortunatamente, la casa indicata è nel quartiere popolare di Zakera- fece Adrienne, passandosi una mano sul viso -Siamo vicini... Le telecamere di sorveglianza mostrano qualcosa di sospetto?-
Egg scosse la testa -La loro macchina ha parcheggiato tre ore fa' sul tetto dell'edificio nella foto aerea... di sicuro saranno nei paraggi. Girare con un ostaggio in bella vista può destare sospetti...-
-Bene!- Liara si rivolse verso Adrienne, sempre sorridendo -Cos'aspettiamo ad andare?-
-Non così in fretta...- l'interruppe Egg, voltandosi verso Adrienne, un ghigno malizioso dipinto sul viso -Anche se ci ho messo poco, di questi tempi fare favori mi sta risultando complesso...-
-Vieni al punto- esalò Adrienne scrollando le spalle mentre un segnale luminoso lampeggiava a intermittenza su uno dei monitor.
Egg fece spallucce, sempre con quel sorriso enigmatico -Non disdegnerei una fetta del bottino di Tortuga, sai... la bolletta della luce è salita alle stelle da quando siamo in Guerra...-
Garrus imprecò sonoramente, voltandosi dall'altra parte mentre Liara assumeva un'espressione accigliata. Adrienne, invece, non si scompose, anzi, si fece ancora più vicina all'uomo -Tortuga è caduta due settimane fa', non è rimasto più niente- disse semplicemente, appoggiando una mano allo schienale della poltrona -I Razziatori sono arrivati e non hanno lasciato altro che polvere e macerie...-
-E allora io cosa ottengo in cambio? Di certo non mi accontento di un ringraziamento, Ennie...-
Liara sospirò sommessamente, aprendo la schermata del suo factotum nel mentre scuoteva la testa, seccata -Di che cifra stiamo parlando?-
-Aggiungi quattro zeri a un numero a caso e io sarò felice come una pasqua- replicò Egg, tranquillamente con la conseguenza di ricevere tre paia di occhiate sconvolte -Ve l'ho detto, questi esserini puppano elettricità come dei neonati Krogan!- replicò, facendo un ampio gesto con le braccia.
Liara lanciò un'occhiata carica d'ira ad Adrienne - “Fidati!”- la scimmiottò -Mai fatto scelta peggiore! Sei un'inaffidabile, Adrienne, ecco perché non sei mai venuta a capo della tua famosa indagine sulle bustarelle e hai dovuto usare metodi alternativi! È logico che, una volta saputo di Shepard, questo tuo amico avrebbe alzato la posta!-
-Ragazze...-
-Senti un po',- Adrienne le si fece più vicina, digrignando i denti, ignorando Garrus che stava di nuovo per frapporsi tra le due -Tu non hai la minima idea di quanto abbia sofferto per via di quell'indagine... non hai la minima idea di cosa voglia dire essere esclusi nel proprio ambiente lavorativo ed essere messi a tacere. Ho agito nel modo migliore e non ti devo alcuna spiegazione al riguardo!-
-Mi spiace interrompervi ma...-
-Lenore è in pericolo e tu stai incasinando ancora di più la faccenda!- Liara portò le braccia in avanti, per enfatizzare il discorso -No che non mi devi una spiegazione, perché le tue azioni hanno parlato per te fin troppo! E io non voglio che crei ulteriori problemi a noi tutti! D'ora in poi eviterò direttamente di...-
-Eviterai di mettere il becco nei miei affari frugando tra i miei oggetti, Liara T'Soni?- la interruppe bruscamente Adrienne, portandosi a pochi centimetri da lei -Non ti posso reggere quando ti atteggi a superiore! Tu non sbagli mai? Sei perfetta? Allora perché Lee non è qui con noi?- spalancò gli occhi, muovendo le mandibole lievemente -Oh, no, non è stata colpa tua, tu sei perfetta! Sai che ti dico: vai a farti fottere!-
E fu lì che Garrus afferrò Adrienne per una spalla, costringendola a voltarsi verso di lui. Aveva un'espressione allarmata, Egg era in piedi al suo fianco, intento a caricare il suo fucile.
-Cosa...?- Adrienne li squadrò entrambi, perplessa, poi fece caso al puntino lampeggiante segnalato da uno dei monitor e impugnò velocemente la pistola. Si voltò verso Liara che li osservava corrucciata, anche lei armata -Io e te finiremo più tardi...- ringhiò, tornando immediatamente a osservare Egg -Di che tipo di intrusi stiamo parlando?-
L'uomo batté più volte le dita sulla tastiera proiettando la loro immagine sullo schermo -Sono in due, da quanto risulta... probabilmente degli scout! Uscite dalla porta sul retro, se solo osano avvicinarsi, riceveranno un benvenuto al salgemma!-
Adrienne sospirò sommessamente mentre Garrus e Liara si lanciavano un'occhiata decisa -Li conosco... quelli cercano me...-
-Cosa?- Garrus mosse appena le mandibole, avvicinandosi a lei, la Paladin di Shepard tra le dita -Ma non avevi un visto?-
Adrienne si passò nervosamente una mano sul viso mentre, sullo schermo, i due ricognitori proseguivano attraverso il parco -Ufficialmente sì, ma non tutti devono averlo capito... la notizia della mia presenza qui deve averli invogliati a una rimpatriata...- rigirò il revolver della Hahne-Kedar tra le dita, l'aria di chi aveva appena preso una ginocchiata nello stomaco -Andate. Qui ci pensiamo noi...-
-Adrienne, no!- Garrus le posò una mano sulla spalla, stringendo la presa -Non puoi, siamo una squadra! Ce ne libereremo e poi andremo ad aiutare Len, insieme!-
La Turian si liberò dalla stretta, indispettita -Dimentichi le nostre priorità! Sono in due, me la caverò anche da sola, voi andate, il tempo scorre!- poi, tolse la sicura al revolver, mettendo un colpo in canna.
Entrambi annuirono, scambiandosi uno sguardo preoccupato, ognuno carico delle aspettative dell'altro, poi si voltarono verso i rispettivi compagni, allontanandosi in due direzioni diverse.

Adrienne raggiunse la porta che i terminali si chiusero improvvisamente, come se qualcuno avesse staccato di netto la spina della corrente. Egg era al suo fianco, il Defender tra le braccia e un'espressione divertita in viso.
I due nemici si acquattarono dietro a un cespuglio per avere più chiara la situazione davanti ai nostri mentre Adrienne li sorvegliava attraverso una finestrella opaca alla sinistra dell'ingresso principale. Si chiese se Garrus e Liara avessero raggiunto l'uscita in tempo e si augurò che a quel dannato Turian non fosse saltato il grillo di ritornare sui suoi passi per fare l'eroe della situazione.
Deglutì quel pensiero assieme alla paura di aver sottovalutato quei due nemici, poi di scatto spalancò la porta, mantenendosi davanti a Egg, a sua protezione.
-Adrienne Nastz, sei in arresto- gridò uno di quelli, la voce attutita dalla lontananza -Hai il diritto di...-
-Di tacere finché non mi procurate un avvocato d'ufficio? Armando non vi ha detto per caso che ho un visto? Posso circolare finché... Merda!-
Uno sparò squarciò l'aria, facendo abbassare di scatto Adrienne.
No, non erano solo in due, erano almeno una decina, a quanto pare! Fortuna volle che lo sparo sfiorò la mandibola di Adrienne, andandosi a conficcare dritto sulla parete. Lei ed Egg cercarono riparo mentre il C-Sec li circondava, occupando ripari dietro i tronchi degli alberi o dietro vecchie rovine piantate nel terreno.
Egg capriolò dietro a un muretto mentre la Turian, da dietro una colonna, attivava il factotum per armare il teaser da mischia da applicare alla pistola. Di certo non poteva permettersi di sparare a un poliziotto, giacché era in una situazione già di per sé complicata...
Si buttò di lato, evitando un proiettile sparato da un fucile di precisione mentre il rumore degli spari si propagava nei dintorni, rompendo il silenzio spettrale che caratterizzava quel luogo.
Cosa voleva da Adrienne il C-Sec? O, almeno, cosa volevano da lei quegli agenti? Era una vera e propria squadra, probabilmente suoi vecchi colleghi che non si erano rassegnati alla sua fuga dopo il casino che aveva combinato... Adrienne odiava questo genere poco raffinato di resa dei conti, abituata com'era a dettare lei le regole del gioco. Da buona detective, le sfide che l'appassionavano erano i duelli, la caccia... di certo mai e poi mai avrebbe approvato un regolamento di conti così esplicito.
Ma se costretta, Adrienne poteva benissimo dare il massimo anche in questi spiacevoli casi. Difatti, individuò uno dei suoi aggressori nelle vicinanze e, subito, si buttò sul suo riparo, stordendolo con il calcio della pistola; poi si mosse velocemente al riparo successivo, mettendo a segno altri tre colpi del genere nel giro di qualche minuto, imprecando alla stregua di uno scaricatore di porto da quanto era indispettita.
Egg, dal canto suo, restava riparato, in osservazione. Aveva sempre ammirato i modi di fare di Adrienne, sempre capace nelle situazioni avverse. Si affacciò brevemente dal cespuglio dove si era rintanato, giusto il tempo per calcolare i tempi di ricarica di uno di quei poliziotti, poi diede uno sparo a vuoto per attirare l'attenzione affinché la Turian potesse cogliere di sprovvista chi si fosse distratto.
Purtroppo, l'inferiorità numerica giocava in vantaggio del nemico e Adrienne si ritrovò presto con le spalle al muro. Sola, al riparo dietro un masso, diede una breve preghiera agli Spiriti affinché facessero smettere le sue mani di tremare e la aiutassero ad uscire indenne anche da quella situazione...
Come se la sua preghiera fosse stata ascoltata, un alone blu illuminò le sue immediate vicinanze, facendole sgranare gli occhi.
Una Singolarità sollevò almeno tre poliziotti mentre Garrus occupava il suo fianco sinistro per permetterle di prendere fiato. Ma Adrienne non volle sprecare quell'occasione e addocchiò la sua prossima preda, prima che uno di quei due venisse accidentalmente ferito a causa della sua imbranataggine.
Dal suo riparo, Egg osservava la scena compiaciuto. Quei tre funzionavano insieme, nonostante in precedenza gli fossero sembrati poco affiatati. Liara e i suoi lanci biotici erano un buon espediente per permettere a Garrus e Adrienne di tentare un corpo a corpo e, ben presto quella tattica ebbe come conseguenza di far ritirare gli agenti rimasti e di lasciare ai tre un attimo per riprendere le forze, prima di ritornare alla missione principale.
Adrienne, furiosa, si avvicinò a Garrus, dandogli immediatamente una spinta -Vi avevo detto di andarvene! Cos'è, sei sordo, forse?-
Il Turian rinfoderò la pistola, ridacchiando, poi intrecciò le braccia, l'aria soddisfatta -Non si lascia indietro nessuno-
Liara sbuffò, nelle loro vicinanze, scavalcando un cespuglio -Egg sta bene... e tu mi devi un favore!- esclamò, infilando la pistola nella fondina.
Garrus si scostò dalla Turian, lanciando a Liara uno sguardo soddisfatto -Ora possiamo andare a prendere Len-
-Siete due deficienti! Potevo cavarmela benissimo da sola!- sbottò Adrienne, rizzando la schiena, l'aria decisa.
-Oh, si è visto...- commentò Liara, avvicinandosi a lei -Siamo una squadra, detective, e tu sei dei nostri che mi piaccia o pure no.- diede un breve colpo di tosse, scostando lo sguardo -E poi, non ce l'avremmo mai fatta ad arrivare a questo punto se non fosse stato per te... te lo dovevo-
Adrienne la squadrò con una vena di disgusto nello sguardo, concretizzata dalla bocca semiaperta e dalle palpebre strette a fessura -Era ora che lo capissi, Liara T'Soni! Ma ciò non mi mette in debito con una come te!-
Liara le rivolse un sorriso compiaciuto, poi si voltò verso Garrus che osservava sconsolato l'erba ingiallita sotto i suoi piedi. E dopo essersi assicurati che Egg avesse ancora la testa attaccata alla colonna vertebrale si diressero a pié veloce verso la casa dov'era tenuto prigioniero il Comandante, battibeccando su chi dovesse portare alta la bandiera di quello strano team e chi invece fosse designato come semplice roadie.

 

 

La casa era sorvegliata.
Il quartiere popolare di Zakera giaceva su una conca naturale, probabilmente un cedimento strutturale dettato dalla grande quantità di condotti sottostanti. Non era raro che la pavimentazione cedesse, dato che le gallerie dei Custodi percorrevano il sottosuolo con una coerenza disarmante intricandosi in un arazzo delicato e pragmatico lungo tutta la zona sottostante gli Agglomerati. Adrienne spiegò questa realtà a Liara, tutt'ora ignorante su molti aspetti logistici e pratici della Cittadella. Era affascinante vedere come la Turian riuscisse ad esplicare perfettamente ogni caratteristica di quella Stazione Spaziale, così come era curioso vedere i suoi occhi brillare mentre rendeva partecipi i suoi compagni della sua breve ma intensa esperienza al C-Sec. Mentre camminavano lungo un corridoio laterale alla Main Street, Adrienne rivelò di non essere mai stata attratta dalla vita del Detective, preferendo di gran lunga l'addestramento per entrare nelle Special Response, arma di difesa principale della Cittadella. Allorché Garrus le aveva chiesto il perché di quel cambio di direzione, ottenendo come risposta una risata sommessa.
Ma torniamo alla vicenda principale, la casa era sorvegliata. C'erano almeno una decina di intoppi tra videocamere di sorveglianza e trappole, disseminate lungo il perimetro dell'edificio, facente parte di una serie di case a schiera dal sapore Kharshaniano, solide, funzionali ma esteticamente curate per sembrare delle gemme parallelepipoidee.
Liara propose di violare le telecamere mentre Garrus si sarebbe occupato delle trappole; Adrienne si oppose all'idea, proponendo di trovare una via alternativa, passando per i tetti, spaziosi per poter consentire il passaggio di più persone ma anche poco controllati, se non dai sistemi satellitari.
Riuscirono a corrompere una famiglia di Volus a farli salire sul tetto in cambio di una lauta ricompensa e subito raggiunsero l'obbiettivo, pistole alla mano e sensi in allerta.
Il tetto, che fungeva pure da parcheggio per le vetture, era una semplice distesa di piastrelle in cotto consunte dalle intemperie e dal motore delle auto; al centro del piano c'era una grata in ferro mentre dall'altro lato c'era una porta scorrevole, addossata al pavimento.
Adrienne rivolse un cenno a Liara, facendola andare per prima, mentre Garrus rimaneva alle loro spalle, la forza dell'abitudine.
Con il factotum attivo, l'Asari identificò una serie di trappole a reazione che erano collegate alla serratura, bypassandole una ad una facilmente, permettendo così ad Adrienne e Garrus di passare in avanguardia.
Con passo felino, Adrienne scese una rampa di scale e si ritrovò di fronte a una scena inconsueta. Un salotto accogliente, composto da due divani piuttosto comodi e da un tavolino per il thé al centro con ancora delle tazze vuote appoggiate su un centrino in tessuto sintetico, un acquario... insomma, l'ordine. Rabbrividì cercando la presenza di telecamere, allarmata da quella normalità. Ne trovò giusto una a fissarla bellamente negli occhi.
-Cazzo!-
Un Batarian, apparso dritto di fronte a lei, sparò un colpo di shotgun, giusto poco dopo che lei si era riparata dietro un divano. Garrus, subito dietro, lo ricambiò con un colpo dritto sulle corde vocali, unica parte scoperta dall'armatura.
Liara scavalcò uno dei divani e si mosse per cercare ulteriori trappole nei dintorni. Non trovandone, spalancò una porta dietro l'altra con Adrienne a coprirle le spalle e Garrus a sorvegliare l'ingresso.
Due Batarian armati con dei fucili d'assalto, fuoriuscirono da un'ingresso laterale e ridussero a un colabrodo tutto ciò che circondava i nostri tre eccetto lo scudo di Liara che aveva appena fatto in tempo ad erigere, coprendo i nostri tre dall'offensiva. Portando le braccia in avanti, trasformò lo scudo in un'onda d'urto, scagliando i nemici alla parete come fossero fuscelli, attirandosi un breve applauso da Adrienne, colpita da quella mossa inaspettata.
-Ne mancano due all'appello, di sicuro ci staranno aspettando per darci un'accoglienza calorosa- arguì quest'ultima, precipitandosi a tenere aperta la porta.

 

 

Adrienne spalancò la porta con una pedata, furibonda.

Ormai quella era l'unica stanza che non avevano controllato e lei era maledettamente sicura che Len fosse là dentro. Voleva entrare per prima e così fece, tenendosi a distanza da Garrus e da Liara, per potersi assicurare personalmente che lei stesse bene... o che Garrus non vedesse immediatamente quello che era ovvio stessero pensando tutti e tre. Cioè, il peggio.
Avevano freddato gli ultimi due Batarian poco prima, grazie a una Singolarità di Liara che li aveva spinti goffamente contro il soffitto, facendogli perdere i sensi.
Come da copione, il Comandante era legato a una sedia, la testa coperta da un cappuccio. Piedi nudi e braccia ricoperte di graffi e lividi, nonché un'ingente macchia nera sul petto. Bagnata, ustionata, ma viva.
Adrienne corse verso di lei e la liberò velocemente dai lacci che le comprimevano gli arti mentre Garrus si gettava letteralmente ai suoi piedi per toglierle il cappuccio dal viso. Fortunatamente era sveglia e, non appena fu libera dalle corde e dalla copertura, rivolse un sorriso amaro al compagno, prendendogli la testa fra le dita.
Liara scrollò le spalle, sollevata mentre Adrienne si toglieva lo spolverino per posarlo sulle spalle di Shepard.
-La prossima volta che decidi di fare questo genere di festini invitaci, razza di incosciente!- aveva detto Adrienne, una volta scostatasi da lei. Shepard le aveva rivolto un ghigno di sfida, sollevandosi in piedi a fatica, sotto l'occhio vigile di Garrus -L'invito era per pranzo, Ennie, avresti dovuto guardare l'orario prima di lamentarti-
-Cosa volevano da te, Shepard?- chiese Garrus, rialzandosi.
Il Comandante sospirò sommessamente, infilando le maniche nel soprabito di Adrienne, la sua espressione era lievemente triste -Una resa dei conti... d'altronde, ho quasi sterminato la loro razza...-
-Quello che hai fatto era necessario, Shepard- ribatté Liara, avvicinandosi -Se non avessi distrutto il Portale Alfa, ora i Razziatori avrebbero sterminato le nostre culture, a partire dai Batarian!-
-Ti piacerebbe se qualcuno usasse questa scusa per giustificare un eccidio di massa contro il tuo popolo, Liara?- sbottò Shepard, sorprendendo i presenti -Se qualcuno avesse preso una decisione del genere senza consultarti prima, di sicuro ora nutriresti un odio spropositato nei suoi confronti, vorresti fargli quello che quei Batarian stavano facendo a me...- si aggrappò a un braccio di Garrus -I Batarian sono sempre stati un nemico dell'Umanità, ma sono pur sempre degli individui, con una loro cultura e una radicata identità. Non finirò mai di ringraziarvi per avermi trovata ma... sappiate che un giorno o l'altro il colpo di pistola che molti di questi Batarian conservano in canna mi raggiungerà e io non potrò farci nulla per evitarlo.-
-Ma vaffanculo, va'!-
Shepard diede un'occhiata perplessa verso Adrienne che, nel frattempo, si era accesa una sigaretta. La Turian appoggiò la schiena alla parete, esalando una boccata di fumo, poi parlò.
-Non dico che non potrebbe succedere, Shepard, dico solo che stai prendendo tutta questa faccenda in maniera davvero pesante... pesante per te e per i tuoi alleati. È vero, sei sotto continua pressione, devi saldare i conti degli altri e, in più, hai una Galassia sul groppone... ma ciò non toglie che nessuno ti ha chiesto di farlo se non te stessa. Hai scelto tu la vita del militare, hai scelto tu di accollarti le responsabilità degli altri... se non ci fossi, sicuramente ci sarebbe qualcun altro a fare da balia alla Galassia.-
Shepard rilassò le spalle, scuotendo la testa -Ecco un altro dei motivi per i quali ti ho voluta a bordo, Adrienne... non sai mai quando stare zitta-

 

Un tintinnio.
Len sedette a fatica sul sedile posteriore della vettura, rifiutando qualsiasi aiuto da parte di Garrus. Si sistemò migliormente lo spolverino sulle spalle mentre Liara metteva in moto e Adrienne giocherellava con i pomelli della radio alla ricerca di una qualche stazione che non parlasse della Guerra, almeno per quel breve viaggio verso i Moli d'Attracco.
Un tintinnio.
Quando Adrienne ebbe trovato una canzone di suo gusto diede subito un buffetto a Liara, sua nuova compagna di viaggio e la costrinse a cantare con lei almeno il ritornello a squarciagola. Shepard le osservava con un sorriso stampato in volto, felice di vederle legare. Quando però l'ossigeno andò a scontrarsi sulle pareti della gola di Shepard, grattò in maniera talmente rude da farla tossire convulsamente. Garrus le fu subito accanto, aiutandola a mantenere la schiena diritta.
Un tintinnio.
La tosse lentamente diminuì, permettendo a Shepard di capire quali rumori la circondavano. Infilò una mano nella tasca interna di quel soprabito, estraendo un paio di dogtag arrugginite a forma di prisma. Sgranò letteralmente gli occhi, mentre Adrienne stonava una strofa assieme a Liara.
Di certo, Shepard si aspettava di trovare il nome della Turian scritto su quelle targhette, un ricordo del suo passato da militare conservato vicino al cuore come una vecchia fotografia...
Su quelle dogtag c'erano due nomi che di certo non appartenevano ad Adrienne e Shepard dovette ricorrere a tutto il suo autocontrollo pur di non scagliare un pugno contro il vetro: conosceva entrambi i possessori di quelle targhette.
Un tintinnio.
Durante le famose chiacchierate davanti al Mako, sulla vecchia Normandy, Garrus le aveva raccontato dell'importanza di scambiarsi le piastrine tra due militari coinvolti sentimentalmente: Quando un soldato muore con le piastrine del suo amante al collo, è come se portasse parte dello Spirito dell'amore con sé, a vegliare sul suo cammino verso l'Ispirazione... poco da dire, quella descrizione così romantica aveva molto colpito Shepard, permettendole di ricordarla a distanza di anni.
Attualmente, Lenore si morse un labbro, cercando negli occhi di Garrus la risposta al significato di quelle misteriose dogtag ma lui le rispose con un sospiro sommesso, altrettanto indeciso.
Turbata, Lenore infilò immediatamente le due piastrine in tasca, giusto in tempo per vedere Liara scoppiare a ridere di gusto di fronte alle critiche del suo nuovo giudice che la tormentava per cantare di nuovo sulla base della canzone successiva.
Un tintinnio.
Shepard scambiò un'occhiata preoccupata con Garrus, che aveva tutta l'aria di qualcuno che si era preso una manata nello sterno. Quando Adrienne era salita a bordo della Normandy, aveva rivelato ogni dettaglio della sua vita professionale e del suo successivo background da mercenaria, esibendoli come un trofeo... ma non aveva fatto menzione di quelle targhette, in bella vista, proprio lì dove i segreti vanno nascosti.
Quei due nomi pesarono sul petto di Lenore e di Garrus come macigni, come il peggiore dei mali... e il volto sorridente di Adrienne fu come una pugnalata al cuore. La Turian si sporse verso di loro, allungando una mano per stringere l'avambraccio di ciascuno, in una stretta amichevole.
Shepard si sporse verso di lei e le carezzò la testa, l'aria sconvolta.
Un tintinnio.
E la voce di Bon Jovi che sfumava dalle casse dello stereo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Scansione Provvisoria #002- Archivio dell'Ombra.
Adrienne Nastz, corrispondenza strettamente riservata.

 

-Giorno quinto, Osservatorio, fregata dell'Alleanza Normandy SR-2-

 

Sono di nuovo io,
Non c'è niente da fare, devo parlare con te, devo vederti.
Ma non posso... non posso mollare tutto per venire a cercarti dopo quello che è successo tra noi, dopo il casino che ho fatto. Non ho mai cercato di contattarti perché immaginavo la tua reazione nel vedermi ancora una volta bussare alla tua porta, in difficoltà.
Ho saputo di tua moglie ma non ho avuto il coraggio di inviarti nemmeno una margherita da conservare tra le pagine di un libro... in compenso, ho pregato, ho invocato gli Spiriti affinché tu non ti sentissi in colpa per la sua morte. Il dovere viene prima, capo, lo sai, siamo soldati e ci sarà sempre il sacrificio, nella nostra vita. Quando soffri, io sento distintamente le goccie di pioggia che si infrangono sui vetri delle finestre e sono felice. Sono felice perché riesco finalmente a scorgere un uomo, tra le crepe di una statua di ghiaccio.
Lee è salva. Malconcia, ma salva, pronta ad affrontare con coraggio la missione... le siamo vicini, io cerco di distrarla facendo la stupida, come al mio solito. Più la stresso, più è costretta a perdere tempo... facevo così anche con te, ricordi? Sono una stupida a volerla vedere serena, me lo ripeto spesso. Lei è morta dentro...
La dottoressa Chakwas mi ha raccontato una storia interessante, riguardo a una leggenda umana...
Un alchimista celebre [nota: un alchimista è il corrispettivo dei nostri sciamani dei Secoli Oscuri] Paracelso, mi pare si chiamasse, è riuscito a creare un surrogato di essere umano partendo da elementi già esistenti in natura. Ed ecco, un migliaio di anni dopo l'Uomo Misterioso calca le sue orme, finanziando il Progetto Lazarus. Ho paura di questo, capo, ho dannatamente paura che Shepard sia un Homunculus. Una creatura portata in vita dalla terra, spinta a credere di poter essere sé stessa mentre non è altro che un guscio di carne contenente organi e tessuti contraffatti ad arte per sembrare reali... non mi sono confidata con nessuno riguardo a questa mia preoccupazione, sia chiaro, ma quando sono vicino a lei sento puzza di cadavere.
Non fraintendermi, Lee ha un ottimo profumo, ma è morta. Non è giusto forzare in questo modo le dinamiche della vita, non è naturale far ripartire il battito cardiaco quando l'aorta è marcia o spingere del plasma sintetico dentro il sistema circolatorio quando... no, non posso proseguire oltre, sono schifata. Amo Lenore e ammiro la sua forza d'animo, ma ogni volta che la vedo chiusa nella sua armatura non posso non pensare che potrebbe benissimo essere uno di quei Mutanti che combattiamo.
Per gli Spiriti, capo, vorrei solo poterti avere al mio fianco per il puro e semplice egoismo di potermi confidare con qualcuno... è tanto chiedere di poter di nuovo appoggiare la mia fronte sulla tua? Sì, è davvero troppo... ma ne ho bisogno. Ho bisogno di sapere dove sei. Ho bisogno di sapere se il tuo corpo si trova ancora in questa vita o se stai osservando silenziosamente il mio dormiveglia come gli Spiriti dei miei antenati... Ti prego, dagli tue notizie. Contattaci.
A.”

 

[Nota di Liara: Ricercare il fascicolo di Adrienne Nastz negli archivi del C-Sec. Ricercare Paracelsus e leggenda sugli Homunculus. Soldati di grado superiore a Sergente con famiglia, C-Sec dal 2181 al 2186. Ricezione dei dati in corso... Oh, Per la Dea...]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota:

Poco da dire, ho trovato questo capitolo di una difficoltà impressionante. Troppe cose da dire, poche pagine da riempire... revisionarlo mi è costato almeno qualche neurone (sì, qualcosa lassù è rimasto :P).
Vi ringrazio per le recensioni e ringrazio per i feedback. Spero di ritrovarvi nel prossimo capitolo-finalmente: Rannoch! Here we come!
Ah, piccola cosa: di sicuro avrete capito a chi si rivolge Adrienne nelle sue lettere, no? ... no? Ah...
Vabbé, se l'avete capito vi prego di non spoilerarlo xD gli indizi sono palesi e disseminati un po' in giro. Buona caccia, aquilotti!

 

 

La canzone che stavano ascoltando in macchina i quattro balordi è questa:

http://www.youtube.com/watch?v=SRvCvsRp5ho

...e, purtroppo per voialtri sarà la colonna sonora inevitabile per il prossimo chappy 

 

 

J.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Rumor Has It ***


Image and video hosting by TinyPic

 

16. Rumor Has It

 

 

 

"Se ti fermi ora, non sarai più in grado di portare avanti nulla nella vita

 

 

 

"Love sometimes leaves you
As dead as yesterday
Hoping to hold a handful of sunshine
Like a child told it cannot play
Never ever figured Lord love would leave me feeling
As dead as yesterday”
(Black Label Society- “Dead As Yesterday”)

 

 

 

Adrienne si infilò velocemente la vecchia armatura che aveva trovato qualche giorno prima nel suo appartamento alla Cittadella. Un'armatura media con lo stemma della C-Sec sul braccio e sul pettorale, ottima per gli scontri ravvicinati, permetteva una buona mobilità, in compenso la resistenza degli scudi nelle battaglie più impegnative era minima, se non inesistente.
Il blu era sempre stato uno di quei colori che valorizzavano il viso di Adrienne, nonostante cozzasse irrimediabilmente con il verde acido dei marchi facciali... si sentì una freak nostalgica nell'indossare quella divisa che presto avrebbe riadattato secondo le sue nuove esigenze, così come aveva fatto con gli anfibi e la pistola. Aveva parlato con James a tal proposito, giù in armeria, e sia lui che il pilota Cortez le avevano assicurato l'aiuto in un lavoro con i fiocchi, assieme a un fucile a pompa della H-K, modello Storm. Le opinioni dei due soldati dell'Alleanza erano contrastanti, riguardo al rapporto accuratezza/danni di quel fucile ma Adrienne restava della sua opinione: lo Storm era stato il suo primo shotgun e lei era in grado di apporre le dovute modifiche per sopperire ad ogni problema di stabilità e controllo (anche se l'idea di portarsi dietro un prototipo Chakram Launcer in sostituzione l'aveva tentata non poco).
"Serg. Adrienne Nastz-Detective” recitava l'uniforme, recante ancora i gradi sulle spalle, sbiaditi come una cicatrice cauterizzata.
Si osservò nello specchio dello spogliatoio, sfiorandosi il petto più volte, come per farsela calzare migliormente.
Erano anni che non la indossava e le stava oltremodo larga...
Sorrise mentre le dita raggiunsero il logo in rilievo del C-Sec, facendole tornare in mente con amarezza gli anni di permanenza nella Cittadella...
Quando Shepard entrò dalla porta, assieme a quella nuova Quarian, Adrienne rivolse loro un'occhiata curiosa -Com'è andata?- chiese, avvicinandosi, mentre il Comandante si sfilava pezzo per pezzo la parte superiore dell'armatura.
Shepard, dopo averle dato un'occhiata sommaria, le rivolse un ghigno divertito -Detective, huh?- indicò il nominativo ai bordi del collare con la testa -Sei uno schianto, Ennie, lasciatelo dire... quando tutta questa storia sarà finita e rientrerai nei ranghi di Bailey vedi di non tormentarmi con le solite cazzatine burocratiche da sbirro molesto!- al tentativo della Turian di replicare, Shepard indicò Tali con il pollice -Hai già fatto conoscenza con Tali, razza di maleducata?-
La Quarian ridacchiò, tendendo la mano verso Adrienne -Sono Tali'Zorah vas... huh... Normandy- recitò, il tono di voce leggermente impacciato.
Adrienne le afferrò un avambraccio, stringendo la presa -Nastz. Ho letto il tuo dossier. Com'è là fuori?-
Tali rimase come interdetta, osservando quella strano modo per salutare una persona, poi cercò di divincolarsi dalla stretta, mentre Shepard le osservava con un'aria decisamente divertita.
-Là... fuori? Intendi con i Geth?-
-Diamine, rilassati- Adrienne la liberò, aprendo le braccia, contrariata -Certo che intendo i Geth, a meno che non stiate combattendo contro i Siloni e io non me ne sono minimamente accorta... dannazione, ho assistito al tutto con James e Steve attraverso la camera che Shepard ha nel casco... a proposito Lee, hai fatto bene a picchiare quell'idiota di un Ammiraglio, avrei fatto lo stesso! Non si bombarda chi ti ha appena salvato le chiappe!-
-Ah, stai parlando della missione!- gemette Tali, sollevata -In realtà, non è nemmeno la prima volta che affrontiamo un nemico simile... Garrus ha fatto un buon lavoro nel mandare all'aria gli scudi di quei Cacciatori Geth, vero Shepard?-
-Era dai tempi del Progetto Overlord che non vedevo un'insieme di Geth così alto, Tali, siamo sempre stati un'ottima squadra contro i sintetici, noi tre!- esclamò Shepard mentre provvedeva a infilarsi la divisa ufficiale.
Tali intrecciò le mani, annuendo, poi diede un “Keelah” impercettibile, rivolgendosi al Comandante: -Shepard... non te l'ho più chiesto... hai più avuto notizie di quel ragazzino... David?-
-Sta bene- tagliò corto Lenore, rivolgendole un sorriso stentato -Piuttosto, abbiamo un ospite inconsueto, Adrienne... vorrei proprio presentartelo-
-Odio i Geth, Lee, li odio con tutta me stessa, se non fosse un vostro amico mi sarei già premurata di riempirlo di esplosivo...- eruppe Adrienne, facendo un passo indietro e sollevando le mani in segno di resa -Meno mi sta attorno, meno c'è il rischio per voi di spendere soldi per il carro attrezzi...-
-Oh, andiamo!- Shepard la prese sottobraccio, rivolgendole un'occhiata sorniona -Non avrai paura, forse...-
-Paura? Chi, io? Oh, nonononono!- Adrienne scosse la testa violentemente -Ho avuto a che fare con dei Geth, mentre veleggiavo presso i Sistemi Terminus... per poco non ci rimanevo secca!-
-Legion è un cecchino, come Garrus- interloquì Tali, portandosi a pochi passi da loro -Ed è un buon amico, puoi starne certa...-
-Non mettere quei due sullo stesso piano- replicò Adrienne, cercando con lo sguardo la sciarpa, lasciata assieme ai vestiti sopra una panca -A proposito, Shepard, quando avrai finito con la missione, vorrei parlarti... tanto immagino di non essere assolutamente utile in questo frangente del metaplot...-
Lenore la squadrò attentamente -È forse successo qualcosa di grave?-
Adrienne diede un sospiro sommesso, divincolandosi per recuperare la sua sciarpa -Sono questioni riservate, non relative alla Guerra... ne avrei parlato con Garrus, se non fosse che da qualche giorno tende ad evitarmi...-
Shepard si morse un labbro mentre Adrienne si copriva il collo, l'espressione turbata.
Se Lenore non aveva preso bene la faccenda delle dogtag, Garrus ne era uscito decisamente arrabbiato. Seppure con un alto tasso di curiosità, il Comandante era riuscito ad evitare il discorso, complice la presenza di Tali sulla Normandy, sua vecchia amica e alleata... idem per il Generale, la concentrazione che altalenava dalla calibratura del Thanix alle numerose missioni contro i Geth che avevano dato sfogo alla sua impazienza di testare la Vedova Nera sul campo.
-Ne parleremo una volta esaurite le missioni assieme alla Flotta Quarian- replicò Shepard mentre si dava da fare per risistemarsi la coda di cavallo in maniera ordinata, Tali che la fissava con un'espressione impaziente da dietro la visiera del casco.
Adrienne si bloccò un attimo sul posto, perdendosi nell'idea che forse Shepard fosse a conoscenza dell'argomento e che non volesse assolutamente parlarne in presenza di altri... meglio così. D'altronde, il discorso verteva su una questione delicata, relativa al modo di fare un po' troppo “invadente” di Liara.
-Immaginavo...- fece quindi la Turian, appallottolando i vestiti dentro una sacca -In ogni caso, semmai avessi bisogno di me, sarò nell'Hangar Navette, a modificare l'equipaggiamento assieme a Brave, al solito...-
Shepard sbuffò una risata a quel nomignolo, scoperto sul campo qualche giorno prima, in risposta a “Biscocho”, ormai diventato soprannome ufficiale di Adrienne, costato giorni e giorni di stress e fatica nelle operazioni di ricerca di James.
Shepard diede un sospiro di sollievo, dopo che Adrienne uscì dalla porta, gli occhi fissi sul casco di Tali.

 

-Ti sta bene la divisa da sbirro, Biscocho!-
James stava sistemando alcuni scatoloni assieme a Steve Cortez quando la Turian aveva fatto il suo ingresso nell'armeria, posta all'inizio dell'hangar navette.
-Dovresti vedermi senza- aveva replicato Adrienne, inespressiva, appoggiando il borsone su uno dei numerosi piani da lavoro dell'hangar.
Steve aveva riso sommessamente alla battuta, scuotendo la testa mentre James trascinava una valigetta verso di lei, appoggiandola poi sul tavolo, l'espressione divertita -Ecco la tua schifezza, spero davvero che tu riesca a farci un buon restyling... ora come ora sembra un ferrovecchio-
Se c'era una persona con cui Adrienne non riusciva assolutamente a fare il doppio gioco, in quella fregata, quello era James: non perché non ci riuscisse, è che non c'era gusto. Un po' come sparare sulla croce rossa.
Di una sincerità disarmante, le permetteva una lettura limpida, senza che la Turian dovesse sforzarsi a scavare nel suo passato per comprendere ogni giustificazione al suo comportamento.
Adrienne aveva quindi deciso di non perdere troppo tempo ad erigere una muraglia di difesa con lui (al contrario degli altri occupanti della Normandy) avendo trovato facilmente una chiave di lettura per interagire nel modo migliore.
-Gallina vecchia fa buon brodo- fece in risposta Adrienne, aprendo la valigetta e controllando pezzo per pezzo lo Storm, valutandone bene le proporzioni -Mi servono un trapano e un saldatore per risistemare l'impugnatura... questo modello è troppo attuale per i miei gusti... il sistema a Thermal Clips mi da letteralmente la nausea...-
James ridacchiò, facendo cenno ad Adrienne di seguirlo -Non ho mai sentito nessuno lamentarsi dei progressi dell'industria bellica a questo proposito, sono curioso di capire come hai intenzione di muoverti...-
La Turian raccolse velocemente le proprie cose, portandosi al suo fianco e raggiungendo il suo piano da lavoro, sorpresa dall'ordine con cui teneva le varie modifiche per le armi, in contrasto con lo stato di degrado del suo alloggio, un paio di metri avanti.
-Qualsiasi cosa provenga dai Sintetici è il Male Assoluto, James- principiò Adrienne, appoggiando la valigetta sul tavolo e la borsa in terra accanto a lei -Su Palaven ce la siamo sempre cavati anche senza quei cazzo di biotici e senza proiettare il nostro desiderio di onnipotenza in macchine senzienti... sono intransigente sul modificare la Natura, sappilo-
James le porse varie punte con cui utilizzare il trapano, annuendo -Senza offesa, Biscocho... hai il tuo ciclo? Sei dannatamente nervosa, oggi...-
Adrienne ignorò la provocazione, posando le varie componenti dell'arma davanti a sé, in ordine decrescente. Impugnò il trapano e provvedette a smontare le saldature che univano il caricatore alla canna, l'espressione dura sul volto.
-Ehi...- James si sporse in avanti, appoggiando le mani sul tavolo e inclinando la testa per poter osservare meglio il lavoro -Sul serio, qué pasa contigo?-
La Turian sbuffò sonoramente, continuando nel lavoro minuzioso di smontaggio parziale dello Storm. I suoi occhi scorrevano dalla componente che aveva tra le dita al trapano -Vorrei avere cinque dita...-
-Se è per questo, io ne ho dieci- interloquì Vega, spingendosi con le braccia per fare un passo indietro, poi le si affiancò, prendendole dalle mani il caricatore e tuffandoci dentro due dita -L'evoluzione ci ha resi superiori in manualità, Biscochillo-
-Solo in quello, oserei dire...- puntualizzò Adrienne, lasciandosi scappare una risata.
-E lasciati aiutare, allora! Dato che Shepard mi ha cortesemente fatto notare che sono inutile contro i Geth, sono attualmente disoccupato...- le rivolse un sorriso malizioso, mentre armeggiava con le condutture per il rilascio dei Mass Fields, giusto ai lati della canna del fucile.
-Non sei il solo...- sospirò Adrienne, stufa di non poter partecipare a una missione. Quando sentì il classico rumore di accensione del veicolo Kodiak, diede un'occhiata sommaria alle sue spalle, ritornando brevemente su James per rivolgergli uno sguardo stanco -Sembra che quei tre se la intendano in maniera preoccupante- principiò, voltandosi direttamente verso l'ascensore, dove Shepard, Garrus e Tali si raggruppavano per il consueto briefing prima di una missione -Tu non hai una strana sensazione al riguardo? Come se quella Quarian tenesse un po' troppo le mani in tasca...- fece Adrienne, ricordandosi uno degli insegnamenti che aveva imparato durante il suo apprendistato nella C-Sec (“Non giudicare un libro dalla copertina ma osservala attentamente prima di sfogliare le pagine”). Tali sembrava la classica persona che potrebbe facilmente nascondersi tra la folla, eppure aveva qualcosa che la spingeva a pensare che il suo ruolo fosse fondamentale all'interno della Normandy. No, non come una mascotte, bensì come la carta vincente in una mano di briscola.
James scosse la testa -Sparkle è apposto, ho parlato con Steve a tal proposito... lui è un mago in queste cose... uhm empatiche...-
-Empatiche?-
James le rivolse uno sguardo sornione -L'istinto femminile, sai...-
Adrienne sgranò gli occhi, trattenendo a stento una risata, mentre i tre passavano al loro fianco per salire sul Kodiak. Garrus evitò accuratamente i loro sguardi mentre James si metteva sull'attenti al passaggio di Shepard.
-Vedi?- mormorò Adrienne, indicando sommariamente il Generale a James -Non mi calcola!-
-Avete discusso?-
-No!- sbottò lei, prendendo il calcio dello shotgun tra le dita -Fa così da almeno cinque giorni...-
-Sarà troppo preso dal suo ego per rivolgerti la parola, con un manichino come quello potresti pulirci un camino... tu parlagliene, magari in quel momento potrebbe decidere di non ascoltare i suoi pensieri e rivolgerti addirittura uno sguardo interessato-
Adrienne gli rivolse un'occhiata perplessa, poi scoppiò a ridere -Non importa...-
-Sul serio- replicò James ridacchiando; poi recuperò il saldatore, sventolandolo davanti ai suoi occhi -È per lui che sei agitata?-
-Non esattamente...- replicò lei, accomodandosi sul tavolo, le gambe penzoloni. Sul suo viso si dipinse un'espressione accigliata, le mani andarono ad ancorarsi ai bordi del ripiano.
James seguì i suoi movimenti con lo sguardo, incuriosito; appoggiò il restante delle componenti sul tavolo, issandosi quindi al suo fianco e appoggiando i gomiti sulle ginocchia, mentre il rumore del Kodiak lentamente sfumava nell'abbandonare l'hangar.
-Non sono bravo in queste cose sentimentali, Adrienne- iniziò il soldato, accompagnando la frase con un sospiro -Io assemblo fucili, non incastro i pezzi dei cuori infranti... posso solo cercare di ascoltare quello che ti turba o darti, chessò, una sensazionale esperienza interspecie!- ridacchiò, rivolgendole un'occhiata maliziosa -Siamo l'elite della Galassia, specialisti nei nostri campi e siamo coinvolti in una missione che probabilmente sarà senza ritorno... dobbiamo mettere ordine nella nostra vita prima di affidare la nostra vita alla sorte e restare turbati non è il modo giusto per affrontare un Mietitore...-
-Questo lo so, Brave, non rimproverarmi!- sbottò Adrienne, lanciandogli uno sguardo allarmato -Aspetta...- con un gesto repentino, raggiunse la sciarpa con le dita, afferrandone un lembo vicino alle labbra -Sensazionale... esperienza interspecie? Spiriti, Brave, mi stai implicitamente proponendo di scopare?-
James scoppiò a ridere in maniera violenta, facendo vibrare il tavolo -Non divagare, Biscocho, hai capito benissimo cosa intendo dirti...- fece poi, puntando il dito.
-James è innamoraaaaaato, James mi vuole sposaaaaaare-
-Madre de Dios...-
Adrienne scosse la testa, ridacchiando -No, non è per questioni sentimentali che sono turbata, diciamo che qualcuno ha frugato nei miei effetti personali e io non riesco a mettermi nell'ordine delle idee che avrei dovuto prendere delle precauzioni a tal proposito...- poi Adrienne si sporse verso di lui, ridacchiando -Sei carino, sai? Shepard mi ha insegnato un detto calzante per l'occasione: “sei come un elefante in un negozio di cristalli”!- gli circondò le spalle con un braccio, divertita -Grazie James, se non fossi così giovane verrei a letto con te subito... a proposito, a cosa ti riferivi con “incastrare i pezzi di un cuore infranto”?-
James le rivolse uno sguardo sornione -Garrus...-
-Oh, per gli Spiriti!- Adrienne si scostò da lui, agitando le braccia -Come ti è saltato in testa, questo?-
-Beh, è normale... scorrazzi sempre nelle sue circostanze, lo punzecchi sempre... l'equipaggio mormora, e lui è la notizia dell'anno, da quanto pare...- sospirò -Saresti la vittima numero tre-
-Io non sono nessuna vittima, diamine, è un ragazzino!- sbottò lei, allibita -Lo punzecchio perché è l'unico Turian con un minimo di cervello con cui ho la possibilità di parlare dopo anni!- allargò le braccia ad enfatizzare l'ovvietà di quel suo comportamento -Spiriti, James, chi ha sparso questa voce? Se lo venisse a sapere Lenore sarebbero guai...-
James inarcò un sopracciglio, stranito -Te la stai prendendo troppo per un pettegolezzo...-
-Sai come li trattavo i pettegolezzi su Tortuga?- Adrienne si sfiorò le labbra con un lembo della sciarpa -No, non lo vuoi sapere... un momento, chi è la terza?-
-“La terza”, cosa?-
-La terza, Brave, la terza deficiente oggetto dei pettegolezzi-
-Prima che Garrus e il Comandante si mettessero insieme c'era Tali-
Adrienne imprecò sonoramente, battendo un pugno sul palmo aperto -Lo sapevo! E Lenore lo sa che gira questa voce su Garrus?-
-Non ti piacciono le chiacchiere eppure ti stai comportando proprio come una pettegola-
-Andiamo, James...-
-Non lo so!- esclamò lui, divertito da quell'atteggiamento così incoerente -Prova a chiederlo a Liara...-
-Liara...- Adrienne scrollò le spalle teatralmente, a dimostrare sconsolatezza, d'altronde, era la malsana abitudine dell'Asari a mettere gli occhi ovunque che la stava facendo imbestialire da qualche giorno a questa parte -Quella sa i cazzi del mondo intero...-
-Per forza! È l'Ombra- ammise semplicemente il soldato, facendo spallucce.
Gli occhi di Adrienne scorsero il viso di James come se fosse il primo essere umano a rivolgerle la parola dopo la Guerra del Primo Contatto, le mani aggrappate alla sciarpa. I battiti del suo cuore acellerarono, mentre cercava una scusa utile per evitare di darsi dell'idiota di fronte a quest'evidenza.
Liara era l'Ombra. L'Ombra era probabilmente a conoscenza di uno dei segreti più profondi di Adrienne. L'equipaggio pensava che lei avesse una tresca con Vakarian. Vakarian aveva una tresca con Tali. Tali era attualmente in missione con lui e Lenore. Lenore probabilmente non sapeva nulla della presunta relazione tra Garrus e Tali.
Adrienne rizzò la schiena, cercando le parole adatte per esprimere quello che stava succedendo in maniera corretta, eppure non riuscì minimamente a formulare un pensiero che avesse un filo logico. 

-É il fottuto Beautiful!-

 

 

Premere il grilletto e accettarne le conseguenze”


Stepping out, I'm leaving here,
No use crying, crying in my beer,
Enough's enough, believe it's true,
Bite The Bullet, I'm leaving you
Said goodbye, I left a note,
But I don't remember, just what I wrote,
The same old words, to say we're through,
Bite The Bullet, I'm leaving you”

(Motörhead- “Bite the Bullet”)

 

 

Se c'era una cosa che Adrienne non riusciva a togliersi dalla testa, quella era l'elemento più importante di quella soap opera.
Di solito, in una trama televisiva alla Beautiful, la componente meno invasiva riesce a interessare largamente il telespettatore medio che si convince a seguire una completa bestialità convinto che al di là delle scene romantiche da copione ci sia volutamente il bisogno di uno scrittore di eludere momentaneamente il patetico e di rischiare la propria carriera con qualche perla di competenza.
L'elemento di rischio in quel copione era Liara. Sì, proprio Liara: l'Asari riservata con la mania di ficcare il naso! Adrienne era certa che Shepard le avesse tenuto nascosto la presenza dell'Ombra sulla Normandy non solo per mancanza di fiducia ma anche per prevenire ogni sorta di interferenza nel lavoro dell'Asari, coinvolta in più punti nella scacchiera galattica.
Certo che Adrienne conosceva l'Ombra! Le aveva messo i bastoni tra le ruote più e più volte, soprattutto negli ultimi anni, quando un agente era riuscito a infiltrarsi a La Tortue, mettendo a rischio dei piani importanti sulla difesa e sulla compravendita di beni e risorse.
Ora però non si trattava più di difendere una città segreta, ma di una vera e propria invasione dello spazio personale della Turian. E questo Adrienne non era disposta ad accettarlo!
Decise quindi di saltare il passaggio “lo dico alla mamma” e andare direttamente al vertice del problema, correndo spedita attraverso la sala comune per dirigersi alla cabina del Primo Ufficiale.
Bussò un paio di volte prima che qualcuno decidesse di uscire. Difatti, Liara uscì, chiudendosi la porta alle spalle mentre Glifo roteava sopra una pedana che fungeva da caricabatterie.
-So chi sei e mi sta sul cazzo che tu possegga importanti informazioni sul mio conto, Schtroumpfette!- esclamò Adrienne, le mani incrociate dietro la schiena dritta.
Liara la squadrò da capo a piedi con uno sguardo divertito, notando la divisa della C-Sec che aveva dimenticato di togliere -Deformazione professionale, mi dispiace...-
-Non hai l'aria di qualcuno che si sta scusando- la rimproverò Adrienne, muovendo nervosamente le mandibole -Esigo di sapere cosa sai, T'Soni, perché si tratta di questioni estremamente complesse, nonché private...-
Liara sospirò sommessamente, guardandosi attorno, poi parlò, in un modo che la Turian non poteva assolutamente immaginare: -Punto primo, hai mentito sin dal primo giorno che hai messo piede su questa nave quindi se c'è qualcuno che deve pretendere qualcosa, qui dentro, quella sono io in quanto gestisco le informazioni in entrata e in uscita dalla Normandy- intrecciò le braccia, un'espressione seria sul volto -Punto secondo, è inaccettabile questa tua mancanza di rispetto nei miei confronti, sei stata accolta da Shepard perché non avevi altri posti dove andare, senza chiedere il permesso, quindi sei in debito ancora una volta... e i debiti vanno saldati non solo impegnandosi nel combattimento.- Liara inarcò un sopracciglio -Ultimo, ma non meno importante, davvero credevi che scrivere delle lettere su un blocchetto avrebbe impedito alla sottoscritta di venire a conoscenza della tua corrispondenza? Ebbene, se vuoi discutere di questi punti...- fermò l'interruzione di Adrienne sollevando il palmo aperto -...allora portami immediatamente un caffè e porgimi le tue scuse, ne ho abbastanza dei nomignoli e della tua strafottenza!-
La Turian era letteralmente sconvolta, tanto da permettere a Liara di lasciarla a bocca aperta mentre ritornava nella sua cabina, chiudendosi la porta alle spalle.
Le opzioni per Adrienne erano due: o fare come l'Asari le aveva ordinato o prendere la pistola e sforacchiare Liara per bene in virtù di quell'affronto. Intrecciando le braccia rivolse un pensiero al Capo, chiedendosi cosa le avrebbe consigliato di fare in quel frangente... di sicuro l'avrebbe rimproverata per il suo essere così infantile e l'avrebbe gettata tra le braccia di Liara per tentare di siglare un accordo che impedisse all'Asari di divulgare le informazioni e, al contempo, di buttare una secchiata d'acqua sul fuoco, spegnendo le loro incomprensioni con una tazza di quella brodaglia beige che il cuoco osava chiamare caffè.
Poco da dire, la voce di rimprovero che sentiva come un'eco distante tra le pareti del cervello, costrinse Adrienne a dirigersi al bancone della mensa e a ordinare una brocca intera di caffè che andasse bene per entrambe.
-Badroncina Scarlett- strepitò quindi, battendo un pugno sulla porta della cabina di Liara, gli ingegneri della Batteria Primaria che si voltavano allibiti -Badroncina, Mammy ha il suo gaffè-
Liara, allarmata, la trascinò dentro la cabina per poi guardarsi attorno con un'espressione inquieta.
Se Adrienne avesse avuto le labbra per fischiare, di sicuro avrebbe evitato di imprecare sonoramente mentre l'immagine dei molteplici schermi parietali con vista sulla Via Lattea la turbava e, allo stesso tempo l'affascinava.
Fece un giro su sé stessa mentre cercava di imprimersi ogni singolo dettaglio di quella cabina con ancora la brocca di caffè tra le mani.
Liara le sfiorò un braccio, protendendosi verso di lei -Non farmi pentire di averti permesso l'accesso a quest'area, Adrienne...-
-E io che pensavo che non uscissi spesso da qui per timidezza...- mormorò la Turian, raccogliendo informazioni visive muovendo freneticamente le pupille. Dentro uno di quei terminali c'erano sicuramente le informazioni che le interessavano. Se si fosse lavorato Liara nel senso giusto, magari le avrebbe addirittura dato qualcosina in più...
-Timidezza?- Liara intrecciò le braccia, l'espressione divertita -Una cosa in più per la quale scusarti...-
Adrienne sospirò sommessamente, versando il caffè in due tazze, poi gliene porse una, mentre aspettava un brindisi.
Dopo aver tintinnato i bordi metallici dei rispettivi caffè, Adrienne ridacchiò -Hai definito tre punti interessanti, dottoressa... ma non basta la logica per definire una situazione.- improvvisamente, il volto della Turian si fece serio, gli occhi sbarrati e le placche del viso che si irrigidirono maggiormente. Quando parlò, lo fece nel dialetto tipico della regione di Thessia dov'era nata Liara -Io sono Adrienne Nastz, nata in una piccola città d'arte poco distante da Cipritine nel 2161 e ho sempre avuto le idee chiare su quello che volevo essere: una persona d'onore. Ho sempre espresso chiaramente i miei intenti di fronte a Shepard e lei è l'unica a cui devo la mia fedeltà; sì, sono profondamente convinta che con lei riuscirò a vendicare la mia gente e i miei compagni caduti in guerra e non ho dubbi sul fatto che ancora non si fidi completamente della sottoscritta, così come io non mi fido assolutamente di ogni singolo elemento del suo equipaggio, te compresa- Adrienne, senza distogliere lo sguardo dagli occhi di Liara, prese un sorso di caffè, poi si umettò le labbra per dar voce migliormente al suo punto di vista -Ho stilato io stessa una descrizione minuziosa di quelli che sono i miei precedenti, dottoressa, in più, con i tuoi contatti e con i nominativi che ho affidato a Shepard, potete tranquillamente fare chiarezza sui miei trascorsi. Sono stata corretta sin dall'inizio e tutti voi ne siete al corrente, perché appropriarsi della mia corrispondenza, allora? Perché soffermarsi su dettagli della mia vita privata che non voglio condividere e che sono attualmente ininfluenti?-
Liara appoggiò la tazza su un ripiano, spostando successivamente il peso su una gamba. Adrienne sapeva di aver colto nel segno, portando l'Asari a porre una domanda diretta, anziché soffermarsi a rispondere punto per punto alla provocazione della Turian.
Difatti, la domanda che Liara le pose, fece vibrare le pareti della stanza attorno a lei, destabilizzando l'equilibrio che la mente di Adrienne aveva faticosamente cercato di mantenere per molti anni.
-Chi è l'uomo al quale stai chiedendo aiuto?- chiese l'Asari, mentre Adrienne faceva di tutto per mantenere lo sguardo fisso su di lei.
Era chiaro che l'Ombra fosse a conoscenza dell'identità di quell'uomo, anzi, di quel Turian e Adrienne era sicura che girare attorno all'argomento avrebbe portato solamente a ulteriori domande e pettegolezzi. Decise di premere il grilletto e accettare le conseguenze, affrontare il problema anziché “prenderlo alle spalle” come recitava la sua incisione.
-Ho avuto i miei buoni motivi per non sbandierare al mondo le mie faccende private, T'Soni, e non voglio entrare nei dettagli. L'uomo a cui sto chiedendo aiuto è stato il mio mentore e capo alla C-Sec, il Detective A. Vakarian.- fece una pausa per aiutare la respirazione a regolarizzarsi -Sì, è suo padre-
Liara trattenne a stento una risata, colpita, cercando di mascherare la cosa passandosi una mano sulle labbra -E... e stavate insieme?-
Adrienne scrollò le spalle -No, no...- rispose, distogliendo finalmente lo sguardo -La nostra era una relazione puramente professionale...-
-Questo non spiega perché tu possegga la sua targhetta-
-Non ho intenzione di dirti altro, T'Soni, la tua curiosità dovrà spegnersi. Se solo Garrus lo sapesse... se Lee venisse a conoscenza che ho intenzione di riprendere i contatti con il passato- si passò una mano sul viso -Cerca di capirmi, ai loro occhi apparirei incoerente, debole. E io non sono quel tipo di Turian, io sono pronta a prendermi le responsabilità di ogni scelta che compio, positiva o negativa che sia. E non voglio tornare indietro, voglio continuare il mio percorso, magari al loro fianco...- mosse le mandibole lievemente verso l'esterno, in quello che poteva essere tranquillamente scambiato per un sorriso -Ho trovato il mio posto, Liara, ed è qui che voglio stare...-
L'Asari assunse un'espressione dolce, avvicinandosi maggiormente -Indossi un'armatura della C-Sec e dici di non voler tornare indietro... tu vivi nel passato, Adrienne, se non risolverai le faccende in sospeso non potrai mai fare un passo in avanti. Continuerai a mentire ai tuoi compagni per la vergogna e non sarai mai in grado di accettare completamente le tue stesse decisioni. Accetta un consiglio, Adrienne: fa chiarezza, e nessuno si farà male-
La Turian serrò la mascella, muovendo appena le mandibole -Ma che ne vuoi sapere tu...- mormorò, con voce roca. Poi le rivolse uno sguardo deciso -Hai avuto quello che volevi, Ombra, ora spetta a me farti una domanda...-
Liara perse definitivamente il sorriso, squadrando con una punta di perplessità il suo interlocutore, poi intrecciò le braccia, protendendosi in avanti -Di cosa si tratta?-
Adrienne puntò il dito, corrucciata -Mi dovrai rispondere sinceramente, T'Soni, così come sono stata sincera io-
Liara annuì, mordendosi un labbro mentre Adrienne si apprestava a premere di nuovo il grilletto.
-Lenore è a conoscenza che Garrus e Tali hanno avuto una relazione?-

 

 

 

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

 

 

 

 

Come along with the whispering cold and fall
They left you nothing more to seek from here
So roll the feast in flames unforgettable
Take a bow to end, reload your remorse
Every line is thorn bite through your eyes”

(Charon-“Colder”)

 

 

 

-Hai fatto la cosa giusta- Garrus si voltò verso Shepard, gli occhi appannati dalla stanchezza, mentre poggiava il Black Widow su un sostegno per poterlo pulire correttamente -Se non l'avessi visto con i miei occhi e se non ti conoscessi, sarei davvero incredulo. Diamine, hai fronteggiato un Razziatore-
-Ho semplicemente puntato un mirino laser, Vakarian, avresti potuto farlo benissimo anche tu-
-No, io mi sarei cagato in mano!-
-Quelle finesse...- Shepard scoppiò a ridere, consolata di poter contare su una risposta schietta -In realtà, avevo una paura fottuta... soprattutto quando me lo sono trovato a meno di un metro di distanza...- intrecciò le braccia, appoggiandosi alla ringhiera di divisione del caricatore del Thanix -Il tuo “bambino” è stato meraviglioso...-
Garrus sfiorò dolcemente con la punta delle dita la canna del Black Widow -Dopo tutto il lavoro che ho fatto per installare quel Thanix e per potenziarlo, mi sembra ovvio... e la mia signora, qui presente, ha trapassato quei Nuclei Geth come se fossero stati di burro...-
Shepard sbuffò, divertita -La tua signora, eh?-
-Sai, Len, ho sempre amato il nero... la corazza Phantom che vedevo addosso a Nihlus era semplicemente...- alzò lo sguardo verso il cielo, la mano stretta a pugno -Dovrei trovare un aggettivo che surclassi il “superbo” e il “meraviglioso”, ma mi riesce solo di sbavare ed emettere suoni gutturali quando ci ripenso...-
-Nihlus...- Shepard scosse la testa, divertita da quell'entusiasmo di fronte a un'armatura -Un lupo solitario. Anderson mi ha raccontato che era il più carismatico tra gli Spettri Turian...-
-Oh, diamine, sì!- Garrus la squadrò, indispettito -Lui e Saren sono sempre stati l'idolo di molte ragazze... mia sorella aveva una cotta pazzesca per lui...- reclinò la testa -Quando ero in servizio sulla Cittadella, ero riuscito a procurarmi una dedica e gliel'avevo spedita su Palaven...- lo sguardo di Garrus si fece sognante, perso nei ricordi -Penso sia stata la prima volta in assoluto che mi abbia guardato con orgoglio, quasi avessi salvato la Galassia intera...- rise dolcemente -I suoi occhi brillavano di gioia... eppure era una cosa così stupida... quasi superflua...-
-Ma che tenero- ammise Shepard, sorridendo maliziosamente -E poi?-
-Poi niente- replicò lui, perdendo ogni traccia di entusiasmo -Mio padre mi diede dell'imbecille e mi disse di tornare ai miei doveri piuttosto di disturbare la gente che lavora sul serio...- sospirò sommessamente.
Il Comandante gli si affiancò, carezzandogli un braccio -Lo ritroverai...-
Garrus la squadrò da capo a piedi, una vena di nervosismo nel tono di voce -Hai mai avuto dei sentimenti contrastanti per un tuo famigliare?-
Shepard ci pensò un attimo -Se ti riferisci a quello che abbiamo appena scoperto: no, non a questi livelli. A dire il vero, ho sempre vissuto sulle navi, i miei famigliari cambiavano di volta in volta...- sorrise, passandosi una mano tra i capelli -Ammiravo i miei genitori per quello che facevano, li invidiavo, perché volevo essere come loro... quando entrai nel programma N7, mio padre era davvero orgoglioso... mi ha persino regalato un...-
Si voltarono entrambi verso la porta, dove Tali armeggiava con il suo factotum e procedeva verso di loro -Garr, devi aiutarmi con la temperatura interna della tuta, temo si sia usurato un componente...- la Quarian alzò lo sguardo, bloccandosi poi sul posto -Oh, ciao Shepard! Ho interrotto qualcosa?-
Il Comandante scosse la testa, un sorriso misto di delusione e malinconia sulle labbra; Garrus mosse nervosamente le mandibole e distolse lo sguardo dal viso di Shepard. Davvero era stato così stupido da non chiudere la porta a chiave? Finalmente, dopo giorni di incessanti combattimenti su Rannoch, Lenore aveva deciso finalmente di seguire il suo consiglio di parlare a cuore aperto... e lui era stato capace di commettere un errore grossolano e rovinare tutto.

 

L'ultima battaglia su Rannoch aveva visto la completa distruzione dei Geth.
Garrus aveva visto Legion attaccare Shepard e lei, di contro, svuotargli addosso il caricatore della Paladin pur di far cessare le sue suppliche; lui le continuava a chiedere di tentare, almeno, l'upload del Codice dei Razziatori al Consenso Geth, ma Shepard era fermamente convinta che i Razziatori sarebbero riusciti a controllarli di nuovo. Fanculo la fiducia, Legion le aveva dimostrato di essere un inaffidabile in diverse occasioni e la sua missione era quella di preservare la vita organica, non di supportare le idee rischiose di un Geth in possesso di tecnologia dei Razziatori; il Comandante pensò che probabilmente quelle teorie sul libero arbitrio gli si sarebbero rivoltate contro, così come era successo nella Base degli Eretici, l'anno prima.
Shepard era arrivata al limite della sopportazione, non poteva sopportare l'idea di compiere un altro sbaglio e Garrus si era espresso in favore di quella scelta, aiutandola ad appendere la targhetta di Legion sul Muro dei Caduti e a sostenerla mentre IDA esponeva il suo punto di vista su quella questione, decidendo di affrontare il Comandante a viso aperto.
I figli non hanno chiesto di essere creati, diceva l'IA della Normandy.
Ma i presenti non potevano nemmeno soffrire delle colpe che avevano commesso altre persone, replicava Lenore in testa sua mentre IDA faceva pesare la sua opinione.
Ormai, quella di Legion, era diventata una questione che divideva l'intero equipaggio e Shepard ne aveva decisamente abbastanza di tutto quell'accanimento su una tematica simile mentre i Razziatori sconquassavano l'equilibrio Galattico.
Con la scusa di visionare dei rapporti urgenti, Garrus l'aveva richiamata in Batteria Primaria, giusto per farle prendere fiato prima della prossima sfida.

 

Garrus squadrò Tali, poi sospirò -IDA era impegnata?-
-IDA è chiusa in cabina di pilotaggio con Joker...- ammise debolmente la Quarian, grattandosi nervosamente la testa da sopra il cappuccio -Avevo... ehm... paura di quello che avrei trovato-
Shepard ridacchiò tristemente -Capisco...- e si rizzò sulla schiena, intrecciando le braccia. Garrus mosse di nuovo le mandibole, poi azionò il factotum, digitando qualcosa -La temperatura interna è nella norma, Tali...- disse, la voce che sembrava un sospiro seccato.
-Puoi cortesemente slacciare la clip che ho in mezzo alle scapole?- Tali si girò di spalle.
Shepard batté più volte le palpebre mentre Garrus spalancava la bocca, sorpreso -Tali, mi stai chiedendo di aprire la tua tuta...?-
-Non sarebbe la prima volta, che ti prende?- Tali voltò la testa, stranita.
Shepard ritrasse la testa, lo sguardo che era una mezza via tra il perplesso e l'indispettito -Ah, no?-
-Shepard, IDA non era ancora provvista di mani...- si giustificò velocemente lui, armeggiando con il factotum per isolare il problema -Posso risolverlo anche dalla postazione, Tali, non serve che tu mi mostri la schiena...-
-Credi che non ci abbia provato?- replicò la Quarian, innervosita -In quanto a queste cose ho una competenza più alta della tua, Garrus... ma ho bisogno che tu rimuova quel rivetto metallico che ho sul fianco e lo sostituisca con questo- e gli mostrò un aggeggino circolare della dimensione di un pollice -Oppure mi prenderò un fungo, morirò e tu mi avrai sulla coscienza!-
-Se aprirò la tuta sarà peggio, Tali... sarai completamente esposta agli agenti batterici esterni-
-Meglio stare a letto per un paio d'ore che per un paio di giorni- replicò Tali, allargando le braccia -Hai la memoria corta? Ti ricordi cos'è successo dopo il Relitto del Razziatore?-
-Cos'è successo dopo la missione nel Relitto del Razziatore?- fece eco Shepard, l'espressione scettica.
Tali voltò la testa verso di lei -Oh, la tuta era apposto, ma i filtri riscontravano un malfunzionamento, io ho sottovalutato il problema e sono stata sul punto di prendermi un'infezione per colpa di un semplice starnuto...- scrollò le spalle.
-L'ho aiutata a risolvere il problema, insomma- tagliò corto lui, in difficoltà.
-Ha risolto il problema in men che non si dica!- riprese Tali, credendo ingenuamente che un'ulteriore delucidazione potesse rilassare Shepard, attualmente sul chi vive -Poi mi ha portato un brodino caldo e mi ha fatto compagnia finché non mi è passato. Prima di allora, pensavo mi odiasse...-
-Non ti ho mai odiato, Tali...- gemette Garrus -Ora, per favore, risolviamo questo problema... Shepard, ti andrebbe di aiutarmi?-
-Preferisco sentire cos'è successo dopo- rispose il Comandante, gli occhi stretti a fessura.
Tali osservò entrambi, curiosa, mentre sembrava che in mezzo a loro si stesse scatenando una tempesta di dimensioni stellari -Ho detto qualcosa di male?- gemette, intrecciando le dita.
-No- replicarono all'unisono quei due, lei con un tono nervoso, lui sfiancato.
Tali sospirò sommessamente, esasperata da quell'atmosfera pressante -Allora risolviamo questo problema prima di compromettere l'intera missione...- disse, mettendosi di schiena e attivando il factotum -Ti sto inviando i dati... devi togliere il filtro dal fianco sinistro della tuta e rimpiazzarlo, quando hai fatto avvertimi che inizio l'installazione...-
Garrus deglutì, le mani a mezz'aria, poi, deciso, slacciò la clip, armeggiando con le chiusure e infilò una mano nella tuta, cercando a tentoni la valvola, sul fianco. Si bloccò di colpo -Cos'ho toccato?
-Non vuoi saperlo...- replicò Tali, ridacchiando -Dai, ci sei quasi... No, quella è una cerniera...-
Shepard stringeva la mascella, indispettita, lo sguardo fisso sul visore di Garrus.
-Trovato- il Turian sostituì il pezzo e richiuse velocemente la tuta, un sospiro di sollievo.
Tali starnutì sonoramente -...gheelah...sniff- e digitò qualcosa sul factotum mentre Garrus sosteneva lo sguardo accusatorio di Shepard, seccato da quel comportamento così infantile -Tutto sistemato...- riprese Tali, sospirando di sollievo -Sai, al contrario di IDA, le tue mani sono caldissime-
-Questo è troppo- sbottò Shepard, stufa di quel siparietto, per poi prendere la via dell'uscio.
-Oh, dannazione,- Garrus sorpassò Tali e si buttò all'inseguimento -Lenore! Che ti prende?-
Shepard l'ignorò, continuando a camminare attraverso il corridoio.
-Ti stai comportando in maniera infantile!- la superò e le si parò davanti -Non è successo niente di male, là dentro, non vedo perché devi metterci per forza della malizia!-
Il Comandante si bloccò, irrigidita. Gli lanciò uno sguardo furibondo -Le voci circolano e io non sono così stupida, tra te e Tali c'è stato evidentemente qualcosa...-
-Oh, Spiriti!- sbottò lui, allargando le braccia -Allora è questo il problema! Ho aiutato un'amica in difficoltà un paio di volte, ce c'è di male?-
-C'è di male che non mi hai detto niente di tutto ciò e io ho dovuto scoprirlo da me!-
-Forse perché pensavo che avresti agito esattamente in questo modo?- le posò le mani sulle spalle -Ascoltami... siamo entrambi stanchi e non ho intenzione di alzare la voce con te davanti a nessuno-
-Tranquillo- Shepard si divincolò -Il discorso è chiuso... torna a verificare di non aver sostituito il componente sbagliato... io vado a salvare il culo alla Galassia...- e lo spinse di lato, liberandosi il percorso.
Garrus si passò una mano sul volto, esausto -Len, torna qui, per favore...-
Ma Shepard era intenzionata a raggiungere l'ascensore il prima possibile e quella supplica fu ignorata.
Le scenate di gelosia non appartenevano al suo carattere, ma l'atteggiamento di Garrus non le era assolutamente piaciuto. Sentiva il cuore batterle a mille e la gola torcersi mentre tutta la stanchezza accumulata nei giorni precedenti si trasformava in cieca rabbia. Premette più volte il pulsante di chiamata, inveendo contro la lentezza delle cinghie trasportatrici di quello stupido ascensore.
Una mano sulla spalla la costrinse a voltarsi. Si stupì di vedere Tali guardarla male attraverso la visiera del casco -Ho fatto qualcosa di male, Shepard?-
Lenore ringhiò un'imprecazione -No- replicò poi, secca.
La Quarian inclinò la testa, l'espressione scettica -Liquidare Garrus in quel modo, puntando sulla sua paura di deluderti è sintomatico... dev'essere successo qualcosa, sennò non mi spiego il tuo atteggiamento-
Il Comandante strinse la mascella, reprimendo l'istinto di strozzarla.
-Shepard...- Tali le agitò una mano davanti alla faccia -Vuoi spiegarmi?-
-Avete avuto una storia, vero?- mugugnò Shepard distogliendo lo sguardo.
Tali tacque per qualche istante, poi si grattò la testa -L'eroina della Galassia che si perde in un bicchier d'acqua...- sospirò -Spero vivamente che tu stia scherzando, Shepard...-
-No, non sto scherzando-
L'ascensore si aprì con un lento suono metallico mentre le due continuavano a guardare lo stesso punto nel pavimento.
-Chiaritevi tra voi...- Tali allargò le braccia, seccata da quell'accusa ingiusta -Non devo dare spiegazioni a nessuno riguardo alle mie azioni... siamo tutti stanchi e mi dispiace, Shepard, che tu abbia già preso delle conclusioni senza consultarmi-
Il Comandante le lanciò uno sguardo furente.
"Evita di fare la gatta morta con il mio uomo!” era l'unica frase, infantile, che Shepard riusciva a formulare in quel momento. Se solo l'avesse espressa ad alta voce, questa avrebbe compromesso un'amicizia e probabilmente avrebbe mandato all'aria buona parte della missione; ultima cosa, e forse la più importante, avrebbe definitivamente perso di credibilità.
Shepard annuì sommariamente, entrando nell'ascensore e premendo un bottone a caso, Tali che restava ferma a fissare il pavimento.
Le porte si chiusero lentamente, lasciando Shepard libera di respirare.

 

(x)

 

 

Il Comandante, il gomito poggiato sullo schienale del sedile in pelle di Joker, tamburellava le dita nervosamente.
La consuetudine, prima di un atterraggio, era di scaricare l'energia in eccesso accumulata a causa del viaggio attraverso i Portali Galattici, sostando in prossimità di un campo elettromagnetico o in una stazione apposita. La Normandy era ferma immobile sopra una postazione adatta a quello scopo, come se fosse in stand by; Shepard, ormai abituata a quella procedura, non faceva più nemmeno caso alle luci tremolanti e alle strane vibrazioni che una nave poteva emettere quando succedeva. Purtroppo, era una procedura abbastanza lenta e più una nave era grande, più l'energia da scaricare era tanta, quindi, il tempo di stazionamento aumentava.
Joker sollevò leggermente lo sguardo, seccato, mentre Shepard continuava nel suo gesto nervoso. Con un sospiro rassegnato disse -Comandante, c'è forse qualcosa che ti preoccupa?-
-Che cosa te lo fa pensare?-
-Oh, una semplice intuizione- replicò Joker inarcando un sopracciglio -E il fatto che tu stia consumando le dita sul mio schienale a forza di tamburellarle...-
Shepard bloccò immediatamente quel gesto di nervosismo e strinse le mani a pugno -Non sono affari che ti riguardano...- disse, secca, mentre IDA si alzava dalla sua postazione e le si avvicinava.
Con la sua solita aria curiosa, l'IA si fermò a un passo dal Comandante e la squadrò -La privazione forzata del sonno ha un'alta probabilità di compromettere una missione, Shepard, con tutto il rispetto...-
-E intromettersi negli affari degli altri no?- il Comandante sbuffò sonoramente, poi rivolse a IDA uno sguardo corrucciato -A volte mi sorprendo di quanto io sia imbranata nei rapporti umani, ho valutato in maniera irrazionale una situazione e ne sto subendo le conseguenze...-
Joker voltò completamente la testa verso di loro, stupefatto -Shepard, ti stai confidando? Ti stai confidando con IDA? C'è un mutaforma a bordo, devo chiamare immediatamente dei Ghostfacers...-
Shepard si passò una mano sulla testa, imbarazzata -Non è da me, è vero...-
-Si tratta di un comportamento poco coerente con il tuo modo di fare, Shepard.- esplicò l'IA, inclinando leggermente la testa -È anche vero che stai agendo in maniera imprevista... anche questo è un dato interessante, già presente sulla tua scheda.- IDA fece una pausa, poi raddrizzò la schiena, colta da un flash -È una prova per testare ciò che ho appreso durante le missioni, Shepard?-
Il Comandante alzò gli occhi al cielo, battendosi il palmo della mano sulla fronte -Non era una prova, IDA...-
-Significa che ora lo è diventata?-
Joker scoppiò a ridere -IDA, sei meglio dell'Amleto Elcor di Kitt, puoi giurarci!-
-Non so se ritenerlo un complimento.- replicò IDA, voltando la testa verso di lui -Tu che ne pensi, Shepard?-
-Penso seriamente che Joker debba fare minimo un paio d'ore in più di straordinario- mugugnò il Comandante, lanciandogli uno sguardo torvo -O lavare le navette a torso nudo su Noveria... insomma, ti lascio un margine di scelta, Jeff-
-Quanto sei permissiva... suvvia, Comandante- il pilota fece scorrere la poltrona e la volse in direzione di Shepard -le voci circolano in fretta, sulla Normandy e io sono dannatamente curioso... è successo qualcosa con Tali? Ti ha frustato con qualche strana tecnologia geth? Le hai strappato la tuta di dosso? Qualcuno ha delle foto? No, per puro interesse scientifico...-
-Frena, tenente! Ora ti stai facendo un po' troppo indiscreto- Shepard sbarrò gli occhi a quelle strane fantasie -Non c'è niente che ti possa interessare...-
-Certo che mi interessa!- ribatté Jeff, aggrappandosi ai braccioli della sedia -A quanto pare IDA è affascinata dalla natura umana, e a me incuriosiscono le motivazioni...- intrecciò le braccia mentre la Normandy continuava automaticamente nella procedura -Tali è molto socievole e voi due non avete mai litigato sul piano personale... sempre che tu ti sia mai esposta, prima d'ora.-
IDA batté le palpebre sintetiche e cercò lo sguardo di Shepard con un movimento della testa mentre il Comandante si passava una mano sul viso, esasperata. Un tempo si sarebbe avventata su di lui come una belva feroce, dicendogli di farsi i cavoli suoi e di non intromettersi in faccende che non dovevano minimamente interessagli... ma lei sapeva che Jeff era un buon pilota e un'ottima persona con cui discutere, anche se si trattava di fesserie.
Dopo la Suicide Mission attraverso il Portale di Omega 4, Shepard aveva mantenuto la parola e l'aveva costretto ad offrirle una birra all'Afterlife; lì aveva scoperto che la pensavano allo stesso modo su molte cose ed era stato uno dei primi a sapere (anche se per vie traverse) di lei e Garrus.
-La situazione è tesa- ammise Shepard -e, in un momento di nervosismo, ho agito in maniera irrazionale, condannandola per cose che probabilmente non sono nemmeno successe- si sfiorò le labbra, imbarazzata -Ho dato peso a delle voci-
-Siamo tutti nervosi, Comandante, non preoccuparti, lei capirà- Joker girò la poltrona verso i comandi, armeggiando con l'indicatore dell'energia rilasciata -Così come capirà Garrus...-
Shepard inarcò un sopracciglio, sollevando appena la testa -Cosa c'entra Garrus?-
-Oh- il viso di Jeff si contrasse in un ghigno divertito -Quel cacciavite c'entra sempre, in qualche modo...-
Il Comandante mise le mani sui fianchi -Tu sai anche troppo rispetto a quello che vorresti farmi credere...-
-Non ti si può nascondere nulla, eh?-
-Sono uno Spettro per qualche motivo e tu hai deliberatamente detto fin troppo. Volevi essere scoperto, insomma...-
-Scaricamento completato- annunciò Joker, riprendendo le redini della Normandy -Prossimo obiettivo: Hangar d'attracco D26, Cittadella, arrivo previsto ore: 15, 23, ciclo terrestre-
Shepard trasse un sospiro, osservando IDA mentre comunicava le azioni di Joker attraverso l'interfono.
-Comandante,- Jeff voltò la testa di lato, fermandosi momentaneamente -nessuno vuole tradirti, Garrus primo tra tutti... perdonerà tutto ciò che c'è da perdonare e accantonerà la discussione non appena gli spiegherai perché hai agito in quel modo.-
-Grazie, Joker- il volto di Shepard si distese quel tanto da permetterle un sorriso.
-Non c'è di che, Lee...- replicò lui, rispondendo con qualcosa di simile a un ghigno.
IDA registrò quello scambio di battute e lo classificò, con difficoltà, nel fascicolo di Shepard. Nonostante il suo circuito neuronale e ormonale fossero degli eventi simulati, IDA provò una sensazione strana di sollievo, e ciò la incuriosì parecchio, facendole sgranare gli occhi per la sorpresa. Ecco, accadeva di nuovo! Era sorpresa!
Shepard posò una mano sulla sua spalla -Tutto apposto?-
IDA inclinò leggermente la testa, roteandola piano nella sua direzione. La fissò per un po', mentre dentro di lei si affaccendavano migliaia di algoritmi ed equazioni probabilistiche per spiegare quella strana situazione. E per la prima volta, fu lenta...
Joker l'osservò con la coda dell'occhio, sorridendo mentre Shepard le agitava una mano davanti al viso.
IDA scosse la testa -Perdonami Shepard...- fece una breve pausa -Sono... lieta-
Entrambi gli esseri umani si scambiarono un'occhiata confusa, poi Shepard inarcò un sopracciglio e si rivolse a IDA -Sei... lieta? Puoi provare gioia o letizia, ora?-
-Le reazioni di questa unità si fanno sempre più accurate- IDA sollevò le mani, osservandone i palmi con un pizzico di soddisfazione nella voce.
Il Comandante strinse le labbra. Anche le reazioni simulate si stavano pian piano perfezionando... IDA stava assumendo delle caratteristiche “personali”, stava reagendo ai problemi secondo un SUO protocollo, e ciò preoccupava leggermente Shepard, nonostante ne fosse sorpresa. Pensò immediatamente di parlarne con Daniels e Tali, giù nel nucleo del motore... poi vide l'espressione di Jeff riflessa nel HUB e si lasciò sfuggire un sorriso. Non l'aveva mai visto così felice... il suo viso, seppure corrucciato, era ora visibilmente soddisfatto. E si sentì lieta anche lei di aver partecipato a una conversazione così semplice, eppure così importante per tutti e tre.

 

 

"The saddest thing that I’d ever seen
Were smokers outside the hospital doors”

(The Editors, “Smokers Outside the Hospital Doors”)

 

Garrus osservò il suo riflesso nello specchio.
Era appena uscito dalla doccia, la boccetta d'inchiostro blu aperta davanti a lui e le mani a descrivere i marchi colonici che contraddistinguevano la sua identità culturale.
I suoi parenti erano dispersi, da qualche parte nella Cresta di Apien, forse erano in pericolo... e lui continuava a perdersi in frivolezze, turbato da mille pensieri.
Qualche mese prima, su Palaven, suo padre si era dimostrato fiero di lui, l'aveva abbracciato per la prima volta dopo anni e lo aveva ringraziato per avergli permesso di vederlo e sentire le sue ragioni. Sua sorella era stata decisamente meno comprensiva... aveva riso della sua cicatrice e l'aveva trattato in maniera fredda e distaccata, preferendo tornare ai suoi doveri anziché trattenersi con il suo poco stimato fratello. Dopo la morte di sua madre, il gap tra loro si era allargato, dividendoli profondamente e pregiudicando ogni tentativo di ricucire il loro rapporto. A dirla tutta, Garrus non aveva fatto troppa fatica nel rimediare, nonostante sentisse il dovere di dare a Solana delle spiegazioni sulla sua lontananza. Il Genarale era stato parecchio distante da Palaven durante la degenza della madre, impegnato com'era nella missione contro i Collettori. Non si era mai perdonato l'errore di averla lasciata sola di fronte alla sua malattia... e sua sorella era costantemente seduta al capezzale di una donna che chiedeva in continuazione di lui, elogiandolo e mostrando compassione per il suo attaccamento in una Causa in cui nessuno poneva lo sguardo.
Garrus era venuto a conoscenza della morte di sua madre poco prima che Shepard chiedesse il suo supporto dentro la Nave dei Collettori. Aveva ingoiato le lacrime che avrebbe voluto (e dovuto) piangere e aveva imbracciato il Mantis, chiudendosi in un muro di silenzio.
Il flusso di pensieri si bloccò non appena le dita di Garrus finirono la loro corsa sul suo viso. Il Turian batté più volte le palpebre, mettendo meglio a fuoco la sua immagine nella penombra. Sì, andava fin troppo bene...
Si diresse velocemente verso il letto dove l'armatura, pulita e lucidata, giaceva silenziosamente, in attesa di essere indossata.
Garrus sospirò sommessamente. Nonostante avessero “litigato”, Shepard gli aveva messo a disposizione la sua cabina permettendogli di stare un po' da solo con i suoi pensieri, lontano da un equipaggio curioso e dalle lunghe docce che era costretto a fare nel cuore della notte per evitare di trovare qualcuno nei bagni comuni. E lui era così sollevato che Len gli rivolgesse ancora la parola che non aveva fatto altro che accettare, nella speranza di poter stare assieme a lei qualche momento prima dello sbarco alla Cittadella... l'opzione di un confronto diretto con il bollettino dai Sistemi della Gerarchia lo innervosiva. Un confronto con Adrienne lo innervosiva. Non aveva affrontato il discorso nemmeno con Shepard da quanto era arrabbiato...
Finì di vestirsi e aprì la cabina armadio, osservando la sua figura riflettersi nello specchio. Trattenne il fiato. Non aveva mai fatto caso alle fotografie cartacee attaccate sul vetro... ne sfiorò una, raffigurante il vecchio equipaggio della Normandy SR-1, poi gli occhi caddero su una foto bidimensionale, in bianco e nero di Mordin, sorridente come non l'aveva mai visto e intento a tintinnare un becher con il calice di una dottoressa Chakwas particolarmente alticcia.
Garrus si sporse, controllando che Len non entrasse improvvisamente dalla porta, poi osservò meglio dentro l'armadio, alla ricerca di qualcosa che potesse dargli degli indizi concreti su Lenore... scoprire che amava fotografare le persone in bianco e nero con una vecchia macchina fotografica aveva fatto scattare in lui una scintilla di curiosità. Quanto ancora non sapeva di lei?
Si bloccò, imbarazzato, e la sua coscienza prese la voce e le sembianze del suo sergente istruttore, quando ancora era in servizio su una nave da guerra Turian “Vakarian, è così che ti comporti con un tuo superiore? Stai deliberatamente insubordinando!” berciò la voce, facendo sì che Garrus ritraesse le mani, chiudendo l'armadio di scatto.
La foto di Mordin tra le dita, Garrus si passò una mano sulla testa, il cuore che gli batteva a mille. Mentre elucubrava sulle sue possibili azioni, la porta si aprì e Shepard si materializzò giusto a pochi passi da lui.
-Sei già pronto, vedo- disse lei impacciata, tenendo le distanze.
Garrus annuì, ancora appoggiato all'armadio -Grazie per avermi fatto usare il tuo bagno... cioè- fece un cenno ampio con la mano -Per aver messo a mia disposizione la tua cabina-
Shepard si avvicinò lentamente a lui, sempre con il sorriso tra le labbra -Speravo di poterti parlare lontano da orecchie indiscrete...- le cadde lo sguardo sulla fotografia -E quella?-
Il Turian spalancò gli occhi, dandosi mentalmente del cretino. Stava per rovinare, di nuovo, il debole equilibrio che si stava finalmente instaurando tra di loro -Mi ricordavo di uno specchio nell'armadio- si giustificò -Volevo controllare che tutto fosse in ordine prima di lasciare la stanza... non ho potuto non notarla!-
Shepard strinse le labbra, distogliendo lo sguardo mentre nella testa di Garrus succedeva il finimondo.
-Non era mia intenzione violare la tua privacy, Len, te l'assicuro...- proseguì lui, porgendole la foto, la voce leggermente incrinata da una nota di dispiacere.
-Scusami, Garrus- lei, con somma sorpresa del suo interlocutore, l'aveva abbracciato, aggrappandosi a lui come se non ci fosse altro modo per dar voce al suo tormento. E stette lì, mentre lui ricambiava la stretta, appoggiando il mento sui suoi capelli, gli occhi serrati.
-Scusa se mi sono comportata come una dannata ragazzina e scusa se ti ho accusato ingiustamente di avermi tradita- Shepard inspirò profondamente, alzando lo sguardo -Ho agito in maniera irrazionale, preferendo ascoltare una voce piuttosto che la tua versione dei fatti-
Garrus inspirò profondamente, sentendo tutta l'amarezza di Shepard fuoriuscire dal suo corpo come il profumo di un fiore delicato. Le carezzò la schiena e la strinse maggiormente, preferendo dimostrarle a livello tattile le sue emozioni, piuttosto che a parole.
Il contatto fisico era una componente essenziale nella natura di un Turian innamorato. L'unione dei corpi riempiva le barriere del silenzio e dimostrava deliberatamente l'affezione di un uomo verso la sua compagna, e viceversa.
Shepard aveva letto un file piuttosto esplicito, al riguardo, e Garrus le aveva spiegato i vari rituali per filo e per segno, dicendole che il legame che intercorreva tra un Turian e la sua compagna non era semplicemente un legame affettivo, bensì godeva di una buona componente spirituale... non si trattava di una vera e propria connessione neurale (come accadeva nelle Asari), ma di un collegamento puramente sensoriale, caratterizzato dall'implicazione del tatto e dell'olfatto. L'unione fisica per gli Umani era diversa, legata principalmente alla necessità fisica della riproduzione, mentre un vero Turian poteva ricercare la propria compagna per anni e anni, senza cadere nei propri bassi istinti. La “gita” su Omega aveva dimostrato a Garrus come le relazioni interspecie o delle situazioni “estreme” potessero influire in maniera invasiva in quella tradizione a cui molti Turian giovani si opponevano, preferendo il contatto fisico al contatto spirituale. A lui stesso era successo di anteporre il bisogno fisico della riproduzione alle tradizioni che gli erano state tramandate dal padre... in quell'occasione di dialogo e di scambio culturale, Shepard gli aveva chiesto scusa per averlo traviato dalla “retta via”, davvero mortificata. Lui aveva riso e l'aveva stretta a sé, ammettendo che ciò che provava, quando era con lei, lo faceva sentire un Turian migliore, un Turian innamorato veramente...
E così, quei due rimasero aggrappati l'uno all'altra, scambiandosi informazioni sensoriali senza esplicare assolutamente nulla. Almeno finché lui non sbuffò sonoramente, distaccandosi.
Shepard gli rivolse un'occhiata di sottecchi -Cosa?-
Garrus le diede le spalle, fissando la fotografia -Adrienne mi ha chiesto un passaggio per i giardini del Presidium, ha delle commissioni da fare e la sua patente è scaduta da millenni...-
Lenore intecciò le braccia, l'espressione scettica -Non vi siete ancora chiariti?-. Non sentendo alcuna risposta, il Comandante diede un leggero tocco con il piede sul fianco del suo Generale, sbilanciandosi leggermente -Ti ho chiesto una cosa, Gattus-
-No, non ci siamo ancora chiariti- tagliò corto lui, agitando lievemente le mandibole -Non penso di volere un chiarimento.-
Shepard sorrise maliziosamente -Mi emuli ora? Ti stai comportando esattamente come me qualche ora fa'-
-Lenore Shepard, ti rendi conto della gravità della situazione?-
-Non rivolgerti a me con questo tono- lo rimproverò lei, facendosi più vicina -Certo che me ne rendo conto, ma è un problema che devi risolvere prima di farlo diventare un peso insopportabile. Vuoi sentire la mia opinione al riguardo?-
Garrus si sedette pesantemente sul letto, incrociando le mani sulle ginocchia -Sentiamo cosa ne pensa il Comandante...-
-Penso che dovresti darle l'occasione di spiegarsi e poi prendere definitivamente le distanze dalla cosa. Adrienne è un elemento destabilizzante, volubile... non devi darle la possibilità di deluderti.- Shepard fece un ampio gesto con le braccia, poi gli posò una mano sul viso, carezzandolo -Sembri un cucciolo di foca quando sei indeciso su qualcosa-
Il Turian sospirò sommessamente, chiudendo gli occhi -Devi dar voce ai tuoi pensieri incondizionatamente ogni maledetta volta che dobbiamo affrontare una discussione importante, Len?- scosse la testa, sconsolato -Mi chiedo se riusciremo mai a stare seri per un attimo durante la nostra relazione...-
Shepard rise sommessamente -Temo che non sia nelle nostre rispettive nature... tu interrompi sempre i miei baci per dirmi qualcosa di stupido e io fermerò sempre un contatto dei tuoi per fare dei paragoni imbarazzanti... è la legge del contrappasso-
Fu la volta di Garrus di perdere la maschera di serietà. Rise, traendola a sé -La legge del contrappasso?-
Shepard si aggrappò a lui, ridacchiando -Una maniera aulica per descrivere il destino di una persona, basandosi sulle sue azioni passate... io e te siamo sempre stati seri nelle nostre decisioni e ciò che ci riserva la nostra relazione è la conseguenza di anni dove abbiamo imparato a reprimere ogni sorta di sentimento-
-Insomma, ci aspetta un destino ridicolo?-
-Esattamente!- Shepard si divincolò, scivolando a sedersi al suo fianco.
Garrus rifletté per qualche istante, l'aria assorta, poi le rivolse uno sguardo divertito -Secondo questa tua legge empirica, anche i Razziatori dovrebbero essere distrutti, prima o poi...-
-Dopo millenni di distruzione, anche loro potrebbero subire ciò che hanno sempre protratto- esplicò lei, passandosi una mano tra i capelli -Vedo che hai colto il mio punto di vista sull'andamento globale delle cose-
-Certo...- Garrus annuì -Ma è anche vero che il tuo ragionamento ti si ritorce contro...-
Shepard inarcò un sopracciglio, curiosa, mentre l'altro ridacchiava sommessamente.
-Una mucca un giorno potrebbe risvegliarsi con uno strano appetito per il genere umano. Sai che ridere una rivolta delle mucche?-
-Spiriti, quanto sei scemo!-

 

 

 

 

***

 

 

 

 

"It's all the same, only the name will change
Every day it seems we're wasting away
Another place where the faces are so cold
I'd drive all night just to back home”

(Bon Jovi-“Wanted Dead or Alive”)

 

 

 

-Estenuanti! Siete estenuanti! Estenuanti per davvero!-

Adrienne si sporse dal sedile posteriore, inframezzandosi tra Garrus e Lenore, rispettivamente pilota e navigatore di un veicolo diretto ai Giardini del Presidium -Che vi prende, vi ho forse fatto un torto? Prometto che non appena atterreremo vi lascerò ai vostri cinguettii, ma vi prego, non protraete questo silenzio noiosissimo!-
Scontenta di non avere alcuna risposta indietro, sbuffò sonoramente, alzando gli occhi al cielo -L'autoradio funziona, almeno?-
Garrus accese nervosamente la radio, ritornando ad armeggiare sui comandi della vettura, indispettito dalla sola presenza di Adrienne a bordo.
La Turian appoggiò pesantemente la schiena sul seggiolino, intrecciando le braccia -Odio gli Expel 10...-
-Adrienne: taci!- sbottò Garrus, battendo una mano sul cruscotto e attraversando le oloproiezioni con un'artigliata violenta, come se le volesse scacciare -Stai zitta! Fammi questo enorme favore... non è il momento-
Shepard intrecciò le braccia, posando lo sguardo fuori dal finestrino mentre Adrienne si sporgeva di nuovo tra gli schienali anteriori -Come, scusa? Mi vuoi spiegare? Non ti sei mai comportato così con me, vorrei...-
-Anch'io vorrei delle spiegazioni, Adrienne, anch'io, davvero!- replicò lui, con un tono di voce lievemente alterato; difatti, era passato a parlare in turian -Ma ora come ora, l'unica cosa che vorrei fare è prenderti a pugni, quindi taci-
La Turian sgranò gli occhi, dando un'occhiata stranita a Shepard. Ma il Comandante continuava a fissare fuori dal finestrino, cercando di evitare ogni contatto con quel diverbio.
Adrienne sospirò sommessamente -Hai parlato con Liara, vero? Beh... mi sembra un po' infantile trarre delle conclusioni senza avermi prima consultato...-
-Adrienne, ti ho chiesto di...-
-Taccio, va bene, ma dopo essermi spiegata! E cambia questa cazzo di stazione radio perché mi da sui nervi!- sbottò, spazientita -Non so cosa ti abbia detto Liara a tal proposito ma, davvero, avete frainteso tutto. Vi state appoggiando a dei pettegolezzi, a dei fatti che non conoscete! Cresci, Garrus, perché se ti soffermi su queste stronzate non combinerai mai un cazzo nella vita!-
-Parli come Lui, adesso?-
-Ho sempre parlato come Lui! Perché è stato importante, come lo è stato per te, senza malizia!- esclamò lei, battendo un pugno sullo schienale di Shepard, facendola sobbalzare -Non vedere il marcio dove il marcio non c'è!-
-E cosa dovrei pensare? La sua dogtag era nella tasca del tuo spolverino, Adrienne, quello è un segno inequivocabile di una relazione!-
La Turian sospirò sommessamente, passandosi una mano sul viso -Non gira tutto intorno all'amore reciproco, Garrus... può anche essere unidirezionale, a volte... e io ho ancora la mia targhetta attaccata al collo, se proprio lo vuoi sapere...- detto questo, tornò a sedersi compostamente nel suo sedile, facendo cadere direttamente il discorso.
E se prima Garrus non aveva assolutamente alcuna voglia di discutere, ora si ritrovava a porsi un sacco di domande mentre Galaxy News recitava il bollettino di Guerra e Shepard gli rivolgeva uno sguardo accigliato.
Atterrarono poco dopo in un parcheggio abbastanza ampio da poter sistemare il Kodiak tranquillamente. Adrienne fu la prima a scendere, lasciando i due da soli e facendo in modo di sbattere la portiera posteriore con quanta più violenza possibile.
Shepard continuava a fissare Garrus in maniera insistente mentre lui osservava la Turian allontanarsi da loro, l'espressione carica di apprensione.
-Non lo potevi sapere- fece il Comandante, dopo almeno una decina di minuti di silenzio, sostenendosi sul poggiatesta e ignorando il factotum che si illuminava a intermittenza, segnale di chiamata urgente.
Garrus diede un sospiro, allargando le braccia -No, ma ha ragione... sembra quasi che la missione su Rannoch ci abbia resi tutti più nervosi... siamo regrediti allo stadio infantile-
-Parla per te, Ufficiale- lo redarguì Shepard con un sorrisetto -Vedrai che con un buon caffè si sistemerà tutto. L'Apollo è a un tiro di sputo da qui e io non vedo l'ora di farmi un Irish doppio-
-Non rispondi alle chiamate, signora Scaricatrice di Porto?- replicò lui, sporgendosi verso di lei.
-Garrus... non giocare col fuoco- cantilenò lei, attivando il vivavoce mentre Garrus alzava le mani in segno di resa.

 

 

Shepard, sono Adrienne, ho appena avuto una notizia... strana da parte di un mio contatto nelle Forze Speciali Turian. Vorrei chiederti di prenderla in considerazione... una colonia su Digeris ha appena mandato dei segnali di soccorso ma nessuna nave è ancora riuscita a raggiungere il posto senza incappare in una quantità ingente di nemici... Spiriti, Garrus, se mi stai ascoltando, guarda l'ultima lista redatta dei coloni, è importante. Passo e chiudo, ci vediamo sulla Normandy... Shepard, basta con le missioni N7 del cazzo, stavolta si fa sul serio: collaboriamo con i Blackwatch”

 

 

Dopo che la comunicazione si interruppe, Garrus e Shepard si scambiarono un'occhiata d'intesa, allacciandosi velocemente le cinture e partendo a tavoletta per tornare alla Normandy quanto più velocemente possibile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Noticiuola graziosa:

 

Principio dicendo che ho apprezzato un sacco le recensioni di Beatrix, mi hanno aiutato un sacco a mettere l'accento su dei problemi di stesura che ho riscontrato recentemente e che rivedrò non appena avrò un minuto di libertà. Grazie woman *-*
Spero che l'inserimento dei testi delle canzoni non abbiano appesantito il tutto, ma è stata una ricerca interessante nella libreria di Itunes. Altra novità (che spero che abbiate notato) è data dai disegnacci in capo ai capitoli! Spero di averci preso in stilistica e in contenuto (adoro lavorare a sagome).
Adrienne è sfuggita definitivamente al mio controllo.

 

Il prossimo capitolo mi vedrà all'opera in qualcosa che non ho mai provato a fare.
Il titolo è: Blackwatch
Il sountrack è gentilmente offerto dai The Real McKenzies
E l'autrice è nervosa più che mai perché ha paura di rovinare un reparto dell'esercito Turian che per lei è sacro come il Graal.

 

"In a kilt with a claymore at my side” vi auguro una buona lettura!

 

J.

P.S.: Dopo aver ascoltato "Ain't No Rest for the Wicked", Adrienne ha amabilmente deciso di metterla in loop durante tutto il santo giorno. Sì, questa frase è rivolta a te, corvaccio XD 
*canticchia*

 

 

 

 

 

 


 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Blackwatch ***


Image and video hosting by TinyPic

17. Blackwatch

 

We carry on the burden
and we hide our grimance well
for the day will come for us to mutiny
But as long as we survive
Our hope and pride they can't deprive
And we'll carry on our melody
To sing in harmony”

(The Real McKenzies- “The Tempest”)

Ottobre 2186,

 

 

Settore 786, Sistema Castellus, Cresta di Apien.
Ore 21:37 

 

Dal vetro panoramico della cabina di pilotaggio della fregata dell'Alleanza SSV Normandy SR-2, il Comandante Shepard osservava con ammirazione la sagoma di un incrociatore militare Turian a lei ben noto: la Crixus.
Costruita esattamente vent'anni prima, la Crixus era la nave da guerra con la potenza di fuoco maggiore di tutta la Flotta Turian, motivo per il quale il Primarca Victus aveva richiesto il suo allontanamento da Palaven per intraprendere missioni della massima importanza nello Spazio della Gerarchia. Nella permanenza sulla linea di battaglia, l'incrociatore si poteva distinguere facilmente tra le altre navi per via del suo colore scuro, solcato da linee geometriche rosse; un segno particolare che la faceva spiccare tra le altre navi era dato dalle numerose creste irregolari che fiancheggiavano le costole, percorrenti in linea decrescente da prora e che terminavano in un ala propendente verso l'opera viva. La poppa era caratterizzata da delle placche simili ad aculei che circondavano il fasciale a raggiera e troncavano diagonalmente la coda, proteggendo i relay di passaggio dell'energia che andava a rinforzare i potenti scudi cinetici. La prua, in coerenza con il progetto stilistico, era composta da un castello rigorosamente acuminato, terminante in due arpioni incuneati che sembravano due corna d'ariete.
La potente batteria missilistica era distribuita lungo l'ala e sulla chiglia, dando alla composizione di quella potente nave un'aria ancora più maestosa.
Al comando di quella nave c'era un Turian altrettanto conosciuto: Thrace “Scevola” Actius.
Scevola per via della mano.
Durante la Guerra del Primo Contatto, Actius portava con orgoglio il grado di Tenente ed era noto per le sue doti di leadership e il suo spirito di gruppo. Durante un'incursione, Thrace Actius si ritrovò in un'imboscata e, piuttosto di riferire al nemico importanti informazioni, si era sparato ad una mano, non mostrando alcuna emozione nel farlo, per convincere maggiormente i suoi aguzzini del fatto che non avrebbe parlato nemmeno sotto le più ardue torture. Nonostante questo, oltre a finire mutilato, gli umani avevano praticato su di lui diverse torture prima che venisse tratto in salvo dalla sua stessa squadra: ora aveva a ricordo della disavventura una lunga cicatrice che gli percorreva la parte destra del volto e parte del collare era stata sostituita da un impianto in fibra di carbonio e tessuti sintetici.
La sua squadra d'Incursori, capitanata dal figlio, il maggiore Castor Actius, vantava i sette elementi più letali tra tutti i soldati delle Forze Speciali Turian: i Blackwatch. Indomabili sul campo di battaglia, quei soldati sfruttavano le tecnologie più recenti sul mercato bellico per incursioni silenziose e si occupavano di missioni che gli altri reparti dell'Esercito non avevano le capacità strategiche per affrontare. Shepard avrebbe presto fatto la loro conoscenza.
Difatti, il Comandante era impaziente, chiuso nella sua armatura N7 (più per orgoglio che per praticità) e restava sull'attenti dietro a Joker, le mani intrecciate dietro la schiena.
La missione era semplice, nonostante tutto; il classico: raggiungi l'obiettivo, aziona le torrette per le difese antiaeree e permetti ai civili di raggiungere le navette. Fattostà che i nemici erano davvero parecchi e la colonia era situata su un altopiano strategicamente ottimo per gestire una resistenza, quindi l'evacuazione e la conquista di quel posto da parte della forza bellica Turian erano necessarie.
La Normandy sfrecciò parallelamente alla linea di battaglia, nelle retrovie, mentre gli incrociatori e i vascelli sostenevano il fuoco incessante dei Razziatori, vomitando dai ponti di deposito numerosi caccia.
La Crixus evitò con una virata a 90° il raggio particellare di un Razziatore che sembrava averla individuata come bersaglio. Il pilota dell'Incrociatore diede improvvisamente motore all'elica, facendo alzare il muso della nave in un'azione potenzialmente pericolosa se eseguita troppo in anticipo rispetto alla contromossa. Difatti il nemico, calcolando le tempistiche di reazione dell'Incrociatore, caricò un altro colpo, spalancando l'ingresso di raccolta.
Sfortunatamente per il Razziatore, il pilota Turian attuò un'imbardata e raddrizzò il velivolo, sparando un potente colpo particellare dritto nell'alloggio di caricamento e infliggendogli un danno potenzialmente mortale.
Questa manovrà mandò in brodo di giuggiole Joker che esultò con un grido e un'alzata di pugno. Shepard sorrise lievemente a quella scena: evidentemente, nella Galassia, c'era davvero un altro pilota con i contro-cazzi che poteva tranquillamente vedersela con il suo tenente timoniere in quanto a manovre belliche.
Mentre la Normandy si portava a distanza dal conflitto a fuoco, la Crixus si apprestava a dare il colpo di grazia alla nave nemica, posizionando velocemente il cannone primario nella sua direzione e non dandogli tregua grazie alle batterie sull'ala che continuavano a fare fuoco. Un fascio di luce azzurra fuoriuscì dalla maestosa chiglia dell'Incrociatore, spezzando definitivamente la corazza del Razziatore e trapassandolo da parte a parte, assicurandogli una lenta agonia prima che andasse in offline.
Shepard si aggrappò allo schienale di Joker mentre la Crixus effettuava un beccheggio per raddrizzare la linea di volo e arretrare dietro la formazione delle navi Turian.
"
Normandy. Qui è il Pilota dell'Incrociatore Pesante Crixus, Tenente Valen, siamo pronti all'abbordaggio” recitò una voce attraverso le casse dell'interfono. Joker diede un'occhiata supplichevole a Shepard, mentre lei gli rivolgeva un sorriso malizioso sfociante poi in un cenno con la testa.
"
Jeff si mise a sedere migliormente, aggrappandosi ai braccioli della poltrona -Qui Normandy, inizio delle manovre standard di abbordaggio- replicò, con una nota di impazienza nella voce -Ottimo lavoro con quel tostapane, Tenente- aggiunse poi, accompagnando l'esternazione con un sorriso sornione.
Shepard non seppe trattenere una risata, poi diede una pacca sulla collottola al suo pilota, retrocedendo fino al Ponte di Comando per controllare che tutto fosse pronto. Garrus era sulla pedana di comando, a controllare una scansione dettagliata delle navi disposte sulla linea di volo in contrapposizione ai Razziatori, in collegamento vivavoce con il Primarca mentre Liara lo osservava dal terminale di Shepard, le braccia intrecciate e il piede che batteva ritmicamente a terra.
-Siete pronti?- chiese il Comandante, a qualche passo di distanza.
Il Generale annuì, arretrando lievemente mentre toglieva gli artigli dalla ringhiera, Liara si portò al fianco di Shepard, in attesa di ordini.
-Il Comandante e il Maggiore Actius ci aspettano nel CiC della Crixus, questa è la prima azione ufficiale dove l'Alleanza e la Gerarchia collaborano ufficialmente e io pretendo che il confronto vada per il verso giusto, siamo intesi?- chiese Shepard, tornando al suo ruolo ufficiale ed esponendo chiaramente le direttive secondo etichetta militare -Ci esporranno l'operazione non appena saremo dentro la nave. Gli ordini dell'Ammiraglio Hackett sono semplici, noi appogeremo la squadra di Actius mantenendo la nostra consueta linea di formazione. Traynor- Shepard si voltò verso la specialista, intenta a ricalcolare le variabili di abbordaggio -Voglio Nastz e Vega a rapporto sul Ponte di Comando non appena torneremo alla Normandy per ultimare i preparativi. La squadra dev'essere pronta all'azione.-
-Ricevuto, Comandante-
Non appena Shepard ebbe finito il suo discorso, Garrus e Liara la seguirono fino al portellone principale, pronto al congiungimento con quello dell'Incrociatore Turian. L'attesa fu breve poiché con piloti del calibro di Joker e del TenenteValen, coadiuvati dalla professionalità dei tecnici di entrambe le navi e di IDA, l'abbordaggio fu disposto in pochi minuti.
La scena che si presento davanti agli occhi di Shepard una volta che ebbe varcato il portellone a tenuta stagna le fece aprire lievemente le labbra dalla sorpresa.
Se la Normandy poteva definirsi una nave funzionale, la Crixus era l'esatta estremizzazione di questo aggettivo.
Shepard e i suoi compagni erano appena entrati in un lungo corridoio di collegamento. Le paratie in un materiale simile al vetroresina, leggermente inclinate verso l'interno, si riflettevano sul pavimento metallico, dando l'impressione di stare camminando lungo una retta infinita; in più, un tubo di luce, che correva nella convergenza superiore delle pareti affacciate, illuminava di luce rossa il passaggio dei nostri, emanando una discreta quantità di calore.
Non appena si lasciarono alle spalle il corridoio, scesero una rampa di scale metalliche e si ritrovarono in un'ampia stanza esagonale, dove le postazioni degli specialisti erano disposte lungo le sei pareti erano suddivise secondo la loro occupazione in un sistema decrescente. Il paragone che saltò alla mente di Shepard fu scontato ma doveroso: sembrava di trovarsi in un anfiteatro. Dall'alto, scendeva un groviglio armonioso di cavi e interfacce olografiche, terminante in una pedana centrale della stessa forma della stanza.
In piedi davanti a lei, un Turian rimaneva sull'attenti, in attesa del contrordine.
Shepard salutò alla maniera dell'Alleanza, poi ordinò il riposo e aspettò di sentire cosa il soldato aveva da proporle, restando con la schiena dritta e lo sguardo fisso su di lui.
-Il Comandante Actius l'aspetta alla Sala Briefing, Comandante Shepard. Vakarian, Signore, è un onore averla a bordo-
-L'onore è mio, Generale- replicò Garrus, gonfiando il petto e salutando.
Shepard alzò le sopracciglia in un'espressione di sufficienza, poi seguì il militare attraverso il Centro Tattico fino a una porta dello stesso materiale riflettente delle pareti, il caldo soffocante che la faceva pentire di aver indossato l'armatura.
Al di là della porta si trovava una sala rigorosamente in linea con il CiC, la struttura esagonale, la pedana con in mezzo le varie scansioni della battaglia in corso e alcuni tecnici che si affaccendavano a distribuire in maniera logica le varie proiezioni sotto la guida vigile di un Turian dai marchi argentati e le placche nere del viso.
-Comandante- si affrettò a dire quello, non appena Shepard varcò la soglia, accogliendola con un breve inchino della testa -Benvenuta a bordo della Crixus-
-A quanto pare mi sono imbucata alla festa giusta, Maggiore Actius- fece Shepard, tendendo la mano verso di lui, un ghigno divertito sulle labbra -Qual'è la situazione sulla pista da ballo?-
Il Maggiore le afferrò l'avambraccio, stringendolo brevemente, poi mollò la presa e rizzò la schiena, ridacchiando -La solita situazione di merda, Shepard- affermò con nonchalance, come se la conoscesse da sempre, poi si voltò verso la pedana e con un gesto della mano spostò un'interfaccia olografica, spostandola davanti a sé e stendendola orizzontalmente. Improvvisamente il piano si dilatò, mentre dei frammenti olografici si organizzarono a creare l'ambientazione specifica del campo di battaglia antistante la colonia principale di Digeris.
La proiezione olografica, notò Shepard, evidenziava tramite colori sgargianti i vari livelli d'altezza delle coordinate prese in considerazione sopra il livello del mare, quasi fosse un'analisi geomorfologica anziché una semplice scansione.
La morfologia del terreno si presentava irta di detriti, numerose trincee circondavano l'altopiano della colonia la quale svettava come un artiglio conficcato in un terreno pianeggiante. Diversi segnalatori lampeggianti stavano ad indicare le truppe Turian mentre delle semplici forme geometriche individuavano la posizione del nemico che si muoveva grazie a una sagoma compatta di truppe terrestri.
Il Maggiore Actius indicò a Shepard la base dell'altopiano, presidiata dalle truppe dei Razziatori -La fanteria pesante sta cercando di liberarci la strada da ore, invano- fece, rivolgendo uno sguardo di sfuggita a Garrus, in piedi vicino al Comandante -La squadra Cabals è stata già allertata e stanno provvedendo ad organizzarsi per darci un diversivo abbastanza sostanzioso per permetterci di infiltrarci dietro le linee nemiche e accerchiarle. Ci muoveremo assieme a loro-
Garrus annuì, portandosi avanti -Comandante, oggi vedrai in azione due tra le truppe più potenti dell'intero esercito Turian- fece, rivolgendo un ghigno divertito al Maggiore che annuì, muovendo le mandibole con soddisfazione.

-Sono informazioni riservate, a dire il vero- esordì una voce flessuosa alle loro spalle.

Il Retroammiraglio Thrace Actius catalizzò l'attenzione, facendo il suo ingresso nella stanza, illuminato alle spalle dalle luci rosse d'allerta del CiC. Il Turian, il volto completamente nero solcato dalla profonda cicatrice a saetta sulla parte destra del viso, si mosse solennemente verso i quattro, le braccia rigide lungo i fianchi, l'armatura Phantom che avvolgeva di un nero lucido la sua figura imponente. Si avvicinò a Shepard, tendendole la mano sinistra e fissandola duramente da due pupille color rosso fuoco. Il Comandante sollevò il viso, divenuto improvvisamente serio mentre le cicatrici brillavano di un arancione vivo sotto il tessuto cutaneo. Le stava porgendo la mano che gli umani lo avevano costretto a strapparsi più di vent'anni prima, forse per lanciarle una sfida, forse per vedere come Shepard avrebbe reagito.
Ma il Comandante non si fece intimidire.
-Lenore Shepard, Commander, Ufficiale Superiore della Fregata SSV Normandy SR-2, Marina dell'Alleanza- recitò lei, mantenendo un tono di voce autoritario e stringendo la mano del Turian in una morsa.
Il Retroammiraglio mosse appena le mandibole -Thrace Actius, qui comando io.- disse solo, passando lo sguardo penetrante lungo il volto del Comandante e stringendo maggiormente la presa.
-Vakarian, signore- fece poi, ignorando completamente Shepard per voltarsi completamente in direzione di Garrus a cui rivolse il saluto -È un onore averla tra di noi in questa battaglia decisiva-
Il nostro Turian annuì, impettito (poco da dire, quella presenza autorevole metteva in soggezione anche lui), poi mosse le mandibole nervosamente mentre Shepard e il Retroammiraglio lasciavano la presa.
-Il Maggiore Actius ci stava esponendo la situazione difensiva della colonia- fece, mentre il soggetto della frase si avvicinava a Shepard e le sussurrava qualcosa all'orecchio.
Il Retroammiraglio mosse entrambe le mandibole in avanti, poi diede un respiro nervoso -Perfetto. Sono contento ci sia un Turian a guidare la squadra di supporto dell'Alleanza, il Primarca mi ha assicurato personalmente il vostro completo appoggio-
Garrus batté le palpebre, ritraendo leggermente la testa -L'appoggio del Comandante Shepard, vorrà dire. Non siete stato messo al corrente che io sono attualmente un suo sottoposto?-
Thrace Actius reagì irrigidendosi, bloccando ogni movimento del viso e del corpo e protraendo il silenzio per alcuni minuti, poi inspirò rumorosamente con il naso mentre Shepard si fissava le unghie delle dita, l'espressione pensierosa.
-Ebbene, Maggiore- fece il Retroammiraglio, principiando una camminata veloce attraverso la stanza -illustra la situazione al Comandante, sempre che sia in grado di capire chi sono gli alleati e quali sono i nemici da abbattere...- e se ne uscì, lasciando i presenti a bocca aperta. Tutti tranne Shepard, che manteneva un ghigno soddisfatto.
-Senza indugi- il Maggiore diede un colpo di tosse, malcelando la sua reazione divertita di fronte a quella scena -La squadra Cabals ci darà un diversivo per penetrare le linee nemiche ed entrare nella colonia, da lì dovremo dividerci, la vostra squadra si occuperà dell'attivazione delle Torrette antiaeree sul lato ovest- allargò la scena sulla mappa olografica e mostrò la pianta dettagliata della colonia -i miei uomini ed io ci dirigeremo al lato est. Una volta sconfitti i nemici all'interno potremmo occuparci dell'evacuazione e della successiva occupazione. Qualche domanda?-
Shepard scosse la testa -Quindi parteciperete anche voi alla missione, Maggiore...-
-Dammi del tu, Shepard, e chiamami Castor. Se questa fosse l'ultima missione a cui partecipassi, vorrei al mio fianco un compagno, non un soldato.-
Il Comandante diede una breve risata, scuotendo la testa -Ecco perché Adrienne mi ha detto di rivolgermi esclusivamente a te, Maggiore...- poi gli rivolse un sorriso -Quanti elementi conta la vostra squadra?-
-Sette, me compreso.- replicò Castor con una punta d'orgoglio nella voce -Ho sentito che la tua squadra è composta da otto elementi, ma che per ogni missione ne scegli sempre due...-
-Questione di praticità.-
-Ebbene- il Turian intrecciò le mani dietro la schiena -Stavolta ti chiederei di puntare su un numero più alto, se la cosa non ti crea problemi. Abbiamo bisogno di quanta più velocità e accuratezza possibile e ho sentito che a bordo hai l'elite della Galassia in quanto a discipline particolari...- diede un'occhiata compiaciuta a Garrus che si era affiancato a Shepard.
-È contro i miei standard ma... è accettabile, vista la situazione. Non possiamo assolutamente perdere, Maggiore, ne sono consapevole.- Shepard lanciò un'occhiata di sfuggita alla scansione, gonfiando il petto -Vorrei chiarire una cosa, prima di iniziare le danze...-
-D'accordo.-
Il Comandante si fece avanti, fronteggiandolo -Non amo le persone nostalgiche di Guerre antecedenti alla mia nascita, Maggiore e sono molto gelosa della mia squadra. Non vorrei che il Retroammiraglio credesse di poter trascendere ai suoi ordini e permettersi di mettere quel suo becco sfregiato nella mia strategia una volta raggiunta l'area stabilita. La mia fedeltà va all'Ammiraglio Hackett, ma ho deciso comunque di collaborare con voi per onorare la nostra alleanza. Semmai qualcuno osasse anche solo decidere di darmi degli ordini che vadano contro il mio codice militare e la mia autorità, sarò costretta a lasciare il campo di battaglia in seduta stante, ed è una cosa che non vorrei fare.- fece una pausa, aspettando una qualsiasi reazione, poi, soddisfatta, si decise a concludere con un: -Sono stata abbastanza chiara?-
Il Maggiore scoppiò a ridere, agitando una mano davanti a sé -Il vecchio è intransigente su certe questioni, sì, ma riconosce quando è l'ora di mettere da parte i suoi vecchi dissapori per il Genere Umano e concentrarsi sulla strategia. Io, d'altra parte, ammiro quello che avete fatto per il nostro popolo quindi mai e poi mai oserei metterti i bastoni tra le ruote, Shepard.- inclinò la testa, ancora più divertito -Raduna la tua squadra, Comandante, io e i miei uomini saremo all'hangar navette, qui sulla Crixus. Partiremo insieme-
 

 

[x]

 

 

 

Hangar della Crixus
Ore 22:45

 

Blackwatch.

Sette Turian in riga, le corazze completamente nere, aspettavano che il Maggiore Actius finisse di parlare nell'esplicargli la missione. Non si mossero e assimilarono tutto senza nemmeno porsi la domanda di quanto fosse complessa anche solo l'idea di quel caso rischioso.
La Prima Regola di un Blackwatch è il silenzio. Il silenzio ti para il culo più di un compagno durante la teoria, il silenzio ti predispone a comprendere i gesti di una persona mentre sta parlando e, ultima cosa, il silenzio acuisce l'errore di chi non lo mantiene in battaglia.
La Seconda Regola di un Blackwatch è la coesione. Il tuo compagno è tuo fratello, il gruppo è il tuo sostegno nel momento del bisogno; l'apporto strategico di ogni elemento singolo dev'essere indispensabile come lo sono gli alveoli in un polmone, ognuno ha una sua utilità e combinati insieme formano un organismo perfetto, dove l'uno diventa componente del tutto.
La Terza Regola di un Blackwatch è la particolarità. Ogni singolo ha una qualità specifica che compensa le mancanze del gruppo, mette a disposizione la sua esperienza per la perfetta esecuzione di una missione e le qualità dell'unità singola vengono sviluppate secondo addestramenti particolari, individuali, per diventare un'arma potente nelle situazioni limite. Il singolo aiuta a collimare il gruppo.
La Quarta Regola di un Blackwatch è la consapevolezza. La consapevolezza che la missione ha la massima importanza, che il nemico potrebbe essere l'ultimo volto che un Blackwatch vede prima di spirare, che i compagni sono l'ossigeno e che ti copriranno le spalle nel caso farai un errore, ma l'evenienza dello sbaglio scopre il gruppo all'avversità. L'errore è possibile, causa una morte certa, e un Blackwatch è addestrato a fare errori.
La Quinta, e più importante, Regola di un Blackwatch è il rispetto. Un nemico, chiunque esso sia, ha uno scopo specifico, ucciderti. E chiunque voglia uccidere un Blackwatch è da ritenersi particolarmente scemo o particolarmente dotato... in entrambi i casi, vanno elogiate le sue qualità e messe a confronto con quelle della squadra, per compensare le debolezze e affondarle definitivamente con la competenza. Il compagno è la tua armatura, la tua copertura, ma ha un nome e delle qualità che, se prese in singolo, sono letali ma se combinate sono indistruttibili e perciò vanno rispettate. Il caposquadra è disposto a valorizzare la competenza della squadra durante missioni limite e tutte le decisioni che si ritrova a prendere sono della massima importanza, atte a preservare il gruppo e a fomentare il gioco di squadra.
Il rispetto è fondamentale per coedere una macchina da guerra di quella maestosità, anche se composta da sette elementi tra i più validi militari della Gerarchia.
L'addestramento per diventare un Blackwatch è ciò per cui ogni officiale di grado superiore al soldato semplice ambisce. Chi intraprende l'addestramento per diventare un membro di quell'elite deve avere le potenzialità giuste per affrontare una vita di privazioni e di sacrifici, offrendo la sua esperienza sul campo di battaglia in cambio della certezza di saper maneggiare situazioni limite che nessun altro può affrontare.
Ultima cosa da dire, i Blackwatch non esistono.
Nessuno può dire di averli mai visti all'opera e chi è a conoscenza della loro esistenza non può dire cosa effettivamente hanno visto i suoi occhi in quel momento date la velocità di esecuzione, la coesione e la letalità di quella legione particolare.
L'ambizione del Tenente Comandante Adrienne Nastz, prima di intraprendere l'addestramento per le Special Response del Citadel Security Service, era quella di diventare parte di quell'elite.
Nel 2177, Nastz intraprese l'addestramento per diventare parte integrante dei Blackwatch, finendo la sua strada qualche mese dopo per aver picchiato a morte un suo superiore che aveva palesemente preso una decisione sbagliata, scatenando un “presunto incidente diplomatico” (prova attitudinale per testare la Quinta Regola).
Il suo sottoposto e amico, l'allora Tenente Actius, aveva invece superato brillantemente le prove, diventando un membro integrante della legione Blackwatch ancor prima di concludere l'addestramento, rendendo suo padre fiero e la testa della Gerarchia orgogliosa di vantare un nome simile in una squadra di tale prestigio.

Shepard entrò nell'hangar accompagnata dai suoi compagni, Ashley Williams in testa, fiera della sua nuova nomina a Spettro della Cittadella (e pronta a far pesare la sua presenza a quegli alieni di cui sapeva ben poco se non che erano parte intangibile del sistema militare della Gerarchia).
L'armatura Onyx N7 -potenziata con un sistema di scudi pesantemente installato sul pettorale, sui cosciali e sugli spallacci- rendeva il Comandante una presenza magnetica, quasi indispensabile all'osservazione.
Per quella missione, le sembro utile, nonché doveroso, indossare l'equipaggiamento dell'elite dell'Alleanza. Fatta esclusione per l'M-300 Claymore, suo fedele compagno, Shepard aveva con sé una N7 Eagle, ottima per gli scontri diretti e dall'accuratezza superiore in più, dalla sua schiena si poteva intravedere lo stabile fucile d'assalto Valkirye, nuovo gioiellino in dotazione standard delle Shock Troops dell'Alleanza.
Il Comandante catalizzò l'attenzione del Maggiore Actius, il quale distolse momentaneamente l'attenzione dalla sua squadra per rivolgersi direttamente a lei, mettendosi sull'attenti e gridando -Guardianera, Attenti!-
Dall'organismo compatto qual'era, la legione batté i tacchi e salutò i nuovi arrivati alla maniera dell'Alleanza, facendo trasalire Williams e instillando una scintilla d'orgoglio negli occhi di Garrus che fu l'unico a replicare il saluto oltre al Comandante. Adrienne ridacchiò dietro di lui, facendo gomitino a James -Te l'avevo detto che sembrano delle majorette-.
-Riposo, Blackwatch- ordinò il maggiore, mentre i suoi uomini, con grande sorpresa di Shepard, sembrarono sgonfiarsi dell'ego profuso poco prima in formazione, correndo immediatamente a salutare e a complimentarsi con la sua squadra della Normandy.
Actius le si fece vicino e le posò una mano sulla spalla, sorridendo -Seguiamo la tua Unità dall'impresa su Virmire, Comandante. È inutile dire quanto ci stia a cuore questa collaborazione. Nessuno di noi si aspettava il tradimento di Arterius, in più la Gerarchia era cieca ai tuoi avvertimenti... almeno finché la nostra squadra non ha avuto i primi contatti con le forze dei Razziatori su Palaven.-
-Maggiore,- uno dei Blackwatch che prima stava osservando con tanto d'occhi IDA gli rivolse uno sguardo malizioso -hai poco da fare il leccaculo, non te la darà a missione finita-
Williams si impettì maggiormente mentre l'intera squadra dei guardianera scoppiava a ridere in sincrono. Adrienne diede un colpo di tosse per poi muovere le mandibole di scatto.
La risata scemò, mentre Actius sorpassava Shepard e si dirigeva lentamente verso la Turian che non sapeva più da che parte guardare. Si fermò giusto davanti a lei mentre la sua legione lo osservava con curiosità, idem per i compagni di Shepard.
Il Maggiore intrecciò di nuovo le mani dietro la schiena, dando un colpo di caviglie per raddrizzarsi meglio.
Adrienne, dal canto suo, strinse la mascella, facendo sobbalzare lievemente le mandibole mentre rivolgeva uno sguardo poco convinto al Turian.
-Non si saluta?- fece quello, inclinando la testa in avanti.
Adrienne sollevò il mento, stringendo le palpebre -Potrei dirti lo stesso, Tenente... ah, no,- ridacchiò -ora sei un Maggiore-
-Corretto- replicò lui, passando a setaccio la nuova armatura del suo vecchio superiore con uno sguardo -Pensavo fossi morta, lo sai?-
Adrienne scosse la testa, ridendo -Ce ne vuole prima che qualcuno decida anche solo di pensarmi tre metri sotto terra, Castor- poi si avvicinò maggiormente, uno sguardo sornione -È un modo per dirmi che ti sono mancata?-
Castor Actius diede un colpo di tosse, stringendo la mano a pugno davanti alla bocca, poi distolse lo sguardo, posandolo su un punto imprecisato dell'hangar -Mi dispiace per La Tortue... siamo arrivati troppo tardi-
-Avete trovato quello che cercavate tra le macerie della mia stanzetta?- fece lei, esalando un sospiro sommesso.
-Non tutto-
-Uh...- Adrienne batté le palpebre, tornando a fissare un punto del pavimento mentre un Blackwatch, al suo fianco intrecciava le braccia, l'aria divertita. Adrienne proseguì -Eppure mi sembrava di aver dato istruzioni precise ai miei uomini sulla conservazione della tecnologia che mi avevate cortesemente prestato...-
-Prestato non è il termine giusto, sergente...- la rimproverò Actius, tornando a fissarla -Senza il benestare della Gerarchia, Tortuga sarebbe ancora un asteroide anonimo.-
Adrienne spalancò gli occhi -Al contrario vostro, l'Alleanza ha mandato una squadra a pararmi il culo!- esclamò, sferzando l'aria con un braccio -Abbiamo resistito una settimana prima di cadere, mi rifiuto di credere che la Gerarchia tenesse alla nostra sopravvivenza, dato che nessuno si è fatto vivo nonostante il messaggio criptato a cui tu non hai minimamente replicato!-
-Ecco perché sei stata così permissiva nell'accettare il nostro aiuto- constatò Shepard, lanciandole un'occhiata perplessa -Ed ecco da chi l'Alleanza ha avuto l'imbeccata per Tortuga-
Adrienne distolse lo sguardo, muovendo nervosamente le mandibole. Ora la verità veniva a galla in tutte le sue sfaccettature. Castor sospirò tristemente, osservando la Turian con disappunto -Ho girato il tuo messaggio a un mio contatto nell'Alleanza, Ennie... la Gerarchia era sorda alle mie richieste, era l'unico modo...-
-Grazie al cazzo, Cass!-
-Tu ne sapevi niente?- chiese Shepard, rivolgendo uno sguardo allarmato in direzione di Garrus il quale, evitò di incrociare il suo sguardo, ridacchiando sotto i baffi.
Lenore spalancò occhi e bocca, sconvolta -Brutta merda!-
-Informazioni classificate, Shepard, ci sono cose che non si possono assolutamente rivelare, nonostante i nostri... ehm... trascorsi-
A un sospiro sommesso di Adrienne, subito l'attenzione si divise e un ufficiale Blackwatch dai marchi rossi e bianchi sovrapposti scoppiò immediatamente a ridere, scuotendo la testa e alzando le mani in segno di resa -Altarini. Mi spiace ragazzi ma c'è troppo zucchero nell'aria, non ce la posso fare...-
-Armstrong, tu sei un duro senza cuore, che ne vuoi capire!- sbottò un'altra guardianera dandogli una pacca sulla spalla mentre Castor si avvicinava maggiormente ad Adrienne, sferzandole amichevolmente la base del naso con una rapida ditata.
A quel gesto corrispose un -Ohi!- della Turian che indietreggiò, intrecciando le braccia -Potrei pensare di forgiare dei proiettili con quel tuo esoscheletro di metallo arrugginito, ricordalo!-
Il Maggiore ridacchiò mentre si allontanava, sempre tenendola d'occhio.
E la missione iniziava ufficialmente, mentre la voce del pilota annunciava l'arrivo della nave che conteneva la Shock Troop dei Cabals.

 

 

"Now I have you with me under my power 
Our love grows stronger now with every hours
Look into my eyes you'll se who I am
My name is Lucifer, please take my hand"


(Black Sabbath -“Nativity In Black”-cover by Primus)

 

 

C77 Tyrus, Adoption of Turian Infantry-Fighting Vehicle #797.
Ore 23:30 

 

 

L'atterraggio con il Tyrus fu rude. Quattro di questi aggeggi correvano in fila lungo una strada sterrata che avrebbe portato Shepard e la legione dei Blackwatch dritti nel teatro del conflitto contro i Razziatori.
In testa correva il veicolo del Maggiore Actius, in collegamento diretto con gli altri tre.
Avevano deciso di dividersi in quattro squadre bilanciate, ognuna contenente unicamente individui della stessa “legione”, termine adottato da Shepard a descrivere anche la sua stessa squadra per garantire una copertura più vasta in relazione al territorio battuto.
E così, mentre Garrus si era doverosamente offerto di guidare il Tyrus dove viaggiava Shepard per ovvi motivi, un'orgogliosa Ashley Williams comandava la sua seconda squadra, composta da IDA, Javik e James.
Adrienne stava seduta nel veicolo di Shepard, rigorosamente con le mani in tasca, in mezzo all'Asari e a una Tali piuttosto nervosa.
-Ripetimi quello che devo fare, Shepard- aveva chiesto la Quarian, una volta aggrappatasi al sedile anteriore, lo shotgun adagiato in grembo.
-Saremo in formazione serrata, Tali- aveva replicato Shepard, osservandola attraverso il riflesso sull'HUB che ricopriva il cruscotto -Tu viaggerai in coppia con Liara mentre io e Adrienne staremo in avanscoperta, naturalmente le retrovie saranno coperte da Garrus. In sostanza, dovrai riparare le torrette mentre noi ti assicureremo un serrato fuoco di copertura, motivo per il quale IDA è stata assegnata alla squadra del Tenente Comandante Williams: siete i migliori tecnici dei quali dispongo.-
"
Rompiti una gamba, Miss Tali” ecco quello che aveva sentenziato attraverso l'interfono uno degli ingegneri della squadra #3, Blackwatch, facendo scompisciare Garrus dalle risate e lasciando visibilmente perplessa la Quarian.
-Si tratta di un modo di dire dell'Alleanza, un modo per augurarti buona fortuna senza incorrere nella malasorte- le aveva spiegato Garrus, voltandosi brevemente verso di lei -Evidentemente pensano che anche tu ne faccia parte-
"
Ah, no?”
"
No, Havoc” aveva replicato il Maggiore Actius “Una Quarian che fa parte dell'Alleanza? Sei rincoglionito forse? Concentrati e sistema quel maledetto ronzio nelle casse dello stereo, i bassi sono qualcosa di inaccettabile!”
"
Sì, Signore!”
-Usare gli ingegneri per lavoretti di bricolage...- commentò Adrienne, divertita -Non sei cambiato, dopotutto...-
"
Per una volta che comando un'operazione sul campo di quest'entità, mi aspetto che tutto sia perfetto” Castor diede una breve risata “Cosa senti, Nastz?”
Adrienne scosse la testa, mentre Liara le rivolgeva uno sguardo curioso -Sento rumore di pioggia, Actius...-
Con uno sguardo perplesso, gli occupanti delle vetture osservarono il cielo notturno limpido dallo schermo di registrazione.
Il Maggiore rise sommessamente attraverso l'interfono, restando qualche istante in silenzio; poi diede un sospiro “Bene, Tenente, prendi la pistola e porta dentro il gatto”
Adrienne chinò lo sguardo, muovendo nervosamente le mandibole -Ricevuto, Maggiore...-
-Oh, Spiriti...- gemette Shepard, passandosi una mano sul volto mentre Williams, dall'altro capo imprecava sonoramente, caduto l'alone di preoccupazione per il tempo atmosferico.
Ma Adrienne non se ne curò, preferendo sfiorare le targhette che portava al collo da sopra la corazza ora tinta completamente di nero, se non per la striscia rossa cinta da fasce bianche che le attraversava il pettorale. Buttò fuori un sospiro nervoso, mentre il rumore dei bombardamenti e dell'arrivo in massa delle Truppe dei Razziatori sconquassavano l'intera area del campo di battaglia.

 


[x]

 

Ore 0.00
Talon Plaza, Battlefield

 

La situazione dall'alto era quasi apocalittica.
Il Battlefield era la conca ad anfiteatro che abbracciava l'ampio corridoio naturale inclinato d'accesso all'altopiano della colonia di Cretia, la quale, tinta del rosso e del grigio cenere dei bombardamenti, svettava fiera e ferita verso l'alto grazie alle sue antiche torri iridescenti.
Le truppe dei Razziatori la proteggevano gelosamente:
In visione panoramica si poteva notare un massiccio impiego di Predatori sui fianchi mentre al centro, l'uso dei Bruti e dei Devastatori permetteva una pesante risposta ai celebri mezzi corazzati Turian, dando la giusta libertà d'azione ai Mutanti e ai Cannibali che sciamavano tutt'intorno alla fanteria semplice della Gerarchia, impostando un ritmo serrato alle azioni.
In controcampo, l'offensiva Turian era disposta in maniera compatta: appena in successiva alle prime linee, le shock troops della 43esima Divisione Marine si occupavano di dare un solido fuoco di copertura al celebre Corpo Ingegneri, impegnato a installare piccole torrette e a sostenere l'attacco dei mezzi corazzati contro la fanteria pesante dei Razziatori; gli Infiltrators del progetto Ghost si occupavano invece di sostenere l'assalto sui fianchi, garantendo una potenza di fuoco e una precisione invidiabili, mandando a segno con una sistematicità straordinaria ogni colpo sparato dai loro fucili a lunga gittata.
Spostando lo sguardo in cielo, le solide cannoniere A-61 Mantis e i caccia della 79a Flotta volavano a velocità impressionante contro i numerosi Mietitori, contrastandoli con una formazione compatta e un potente fuoco serrato.
Vi chiederete il perché di questo discreto impiego di forze per riconquistare una semplice colonia o perché sul campo di battaglia non si sia ancora vista l'ombra di un Krogan... ebbene, Cretia è sempre stata una base strategica durante i numerosi conflitti che hanno coinvolto la razza Turian e il solo fatto di riappropriarsene avrebbe non solo garantito una posizione logisticamente ottima, ma avrebbe altresì dato forza all'esercito che avrebbe affrontato la Guerra con uno Spirito rinnovato.
La battaglia andava vinta, insomma, e il Primarca, sebbene impegnato in cielo a gestire le informazioni strategiche dalla Flotta, era vigile e combattivo, pronto a prendere lui stesso in mano il fucile, se necessario.
I quattro Tyrus uscirono dal sentiero sterrato, trovandosi di fronte a questo scenario distruttivo, la colonia che bruciava in background e di quinta i generali Turian che gli facevano cenno di recarsi sul fianco est, a sostegno dell'ala che stava iniziando a cedere.
Adrienne imprecò, protendendosi verso lo schermo che mostrava la situazione esterna, una scintilla di eccitazione negli occhi mentre Shepard estraeva il Claymore e lo caricava con una clip termica di riserva, sogghignando -Questa sì che è una festa col botto!- fece, mentre Garrus aumentava costantemente la velocità e armeggiava fluido con i comandi.
Vista la situazione all'esterno, il Comandante poggiò il Claymore si appropriò dei comandi della mitragliatrice pesante del mezzo mentre Garrus sterzava rumorosamente.
Una raffica di proiettili falciò una serie di Mutanti che si stava pericolosamente avvicinando al cordone di difesa Turian, atto a coprire l'avanzamento dei mezzi corazzati dietro le linee alleate.
Le grandi ruote blindate dei quattro Tyrus non ebbero alcuna pietà nello schiacciare i nemici, avanzando a zig-zag per evitare i solchi delle trincee e i buchi delle esplosioni mentre la battaglia imperversava sul fianco sinistro della piazza.
Al punto d'arrivo, la squadra comandanta direttamente da Actius discese immediatamente dal suo veicolo e iniziò ad operare per dare una mano alle truppe a piedi, almeno fino all'arrivo dei Cabals.
E così decise anche Shepard, odiando con tutta sé stessa di rimanere chiusa in un abitacolo quando la battaglia la chiamava in modo così suadente.
Il Comandante uscì per prima dall'abitacolo mentre il Maggiore la superava per prendere riparo assieme ai suoi uomini e gestire così la formazione.
-Williams, copri loro il fianco destro!- urlò il Comandante mentre caricava un colpo in canna all'M-300 Claymore con un gesto teatrale -Io coprirò la sinistra!-
-Ricevuto Shepard!- gracchiò Ashley buttandosi immediatamente nell'organizzazione della squadra a lei assegnata.
Adrienne fu subito al fianco di Lenore, armando lo Storm, un ghigno divertito sul viso -Ci buttiamo nella mischia?-
-E mischia sia!- replicò il Comandante, con un sorriso d'intesa, poi si voltò per controllare che tutti fossero pronti -Garrus, sostieni la mia retrovia! Tali, Liara, occupatevi delle olobarricate, a liberarvi la pista dai Mutanti e dai Cannibali ci pensiamo io e Nastz!- gridò, dando una pacca sulla spalla ad Adrienne che attivava una mod specifica al fucile.
Dopo essersi scambiate un cenno d'intesa ed essersi voltate verso il nemico, le due si buttarono al di là del riparo di Actius, coperte dal fuoco incessante dei Blackwatch.
Il classico rumore sordo che emetteva il Black Widow nell'esplodere un colpo attirò l'attenzione di alcuni Mutanti che non ebbero nemmeno l'occasione di voltarsi completamente. Il proiettile di antimateria sparato da Garrus ne fece esplodere uno e andò a conficcarsi sul petto di un Cannibale mentre Shepard evitava entrambi per mandare a segno un colpo incendiario sull'avversario successivo.
Adrienne, dal canto suo, si spostava quanto più velocemente possibile alla sinistra del Comandante, mantenendosi bassa; la Turian schivò il potente colpo di fucile di un Cannibale, a ore dodici; si fermò sul posto, puntò velocemente lo Storm e sparò, tingendo il terreno della materia grigia del nemico.
Mentre Shepard si avventava su un gruppetto di Mutanti, la lama factotum che brillava sul dorso della sua mano, un veicolo da trasporto fece il suo rumoroso ingresso nel mezzo del campo di battaglia, vomitando una sequela di Turian in armatura rossa:
Il primo che ne uscì spalancò le braccia facendo brillare i suoi artigli di energia oscura, quasi risucchiasse la polvere che si alzava dal terreno e la facesse convergere sui palmi delle mani. Saltò giù dal mezzo, avvolto da scariche azzurre e spinse un globo di energia contro un Cannibale, disgregandolo completamente.
La seconda a scendere fu una Turian particolarmente alta che atterrò teatralmente nel bel mezzo dell'orda di Mutanti di cui si stava occupando Shepard. Con una mossa rapida, la Cabal attivò due lame factotum sul dorso delle mani e le roteò fino a fare piazza pulita di qualsiasi nemico fosse nelle vicinanze.
-Eccoli!- tuonò Actius uscendo dal riparo e facendosi largo a suon di raffiche di fucile d'assalto -Andiamo! Andiamo! Andiamo!- incitò i suoi uomini a reagire in formazione compatta, dando un cenno nervoso con il braccio.
Shepard reagì alla chiamata dando un cenno a Garrus, poi ad Adrienne che la stava affiancando velocemente, mentre Tali lanciava il suo drone da difesa e Liara liberava la strada davanti a loro con un lancio biotico.
D'un tratto, un lampo azzurro squarciò le vicinanze del Comandante, facendo apparire al suo fianco un Turian completamente avvolto da scintille bluastre. Un Mutante, sfuggito alla loro attenzione ,stava per afferrare Shepard alle spalle e fortunatamente quel Turian l'aveva appena sbalzato ad almeno tre metri di distanza, facendolo schiantare su un masso appuntito.
Garrus puntò il mirino verso di lui, riconoscendolo quasi immediatamente: l'unico Turian nell'arco di secoli a manifestare un potenziale biotico esponenzialmente alto, il Kabalim dell'unica legione di biotici Turian, il lampo che squarcia le linee nemiche con le mani cariche di energia oscura.
"
L'intangibile è inarrestabile” recitava lo stemma sul quel suo braccio completamente avvolto da piastre e relé, installati per mantenere stabile la circolazione dell'elemento zero lungo il suo corpo, in modo da renderlo la macchina di morte più letale tra i Cabals, suoi sottoposti.
Si trattava di Charon “Maroon” Achaton, l'Avanguardia Inarrestabile.
-É qui la festa?- chiese semplicemente, dando un cenno ad Actius, poco distante da loro.
Il Maggiore gli fu subito accanto dandogli un'occhiata sommaria, abbastanza alterato -Achaton, lei è in ritardo!-
-Un Kabalim non è mai in ritardo- replicò quello, impugnando una M-358 Talon con disegnato un tribale nero dipinto a vernice -Arriva sempre quando deve arrivare-
-Vaffanculo Charon, liberaci il percorso piuttosto!- strepitò Adrienne, impegnata a fronteggiare un Cannibale.
-Sempre gentile, Nastz!- ribatté il Kabalim, voltandosi verso Shepard -Sono il capo della legione Cabals, Comandante, il mio nome è Maroon Achaton la situazione non aiuta ma sono onorato di fare la vostra conoscenza- e diede un rapido saluto alla maniera dell'Alleanza, voltandosi immediatamente a ore quindici dove la larga salita che portava alla colonia attendeva di essere sgombrata. 

 

 

 

 

Ore 1:30
Cretia, ingresso alla Colonia principale di Digeris.

 

 

Charon “Maroon” Achaton fu di parola e con una carica biotica si proiettò contro un Devastatore, finendolo con un colpo incendiario sul serbatoio dell'acido.
La sua truppa si muoveva lentamente ma contrapponendosi pesantemente ai nemici, alzando Singolarità e sabotando gli scudi dei Predatori. Quel soldato Turian, che era sceso per primo dal Kodiak, tenne clamorosamente testa a un Bruto, incenerendo la sua corazza con un colpo preciso mentre la Cacciatrice che lavorava unicamente con le lame del factotum falciava come un letale mietitore i Mutanti che si avvicinavano troppo alla sua squadra.
-Turian biotici, Shepard!- aveva esclamato Liara con una vena d'entusiasmo nella voce, dopo che un Cabal aveva accettato la sua candida richiesta di unirsi a loro nello sgombrare il percorso -Pensavo che non reagissero all'esposizione dell'Elemento Zero!-
-Ricordi la Turian di cui ti parlavo?- fece Shepard, mentre ricaricava velocemente il fucile -Nyreen Kandros, il boss dei Talon su Omega, era una biotica. Fa valere il buon nome delle Asari, Liara! Fagli vedere di che pasta è fatta l'Ombra!-
-Ricevuto, Shepard!- gridò Liara, correndo verso i suoi nuovi compagni ricoperta di scintille blu. L'Asari si fermò a pochi passi da un Cannibale, aprendo le braccia e spingendo un globo di Energia Oscura davanti a sé, gli occhi diventati improvvisamente neri.
Shepard diede un'occhiata carica di orgoglio in direzione di Adrienne la quale scuoteva la testa, poco convinta.
Le squadre erano così disposte: la legione Cabals apriva il percorso, liberando la strada dai nemici, subito dopo, la squadra di Shepard gli copriva i fianchi; le due squadre di Actius coprivano il centro mentre la squadra di Ashley si occupava delle retrovie garantendo l'incolumità parziale delle legioni subito davanti.
Il nemico parve intuire la tattica di incursione e presto gruppi sempre più numerosi di Mutanti e di truppe corazzate si fecero notare da entrambi i lati, portando avanti una classica strategia d'assedio dove i difensori erano costretti in combattimenti su più fronti.
Tali schizzò in avanti, buttando giù un Mutante con un'esplosione del suo shotgun, il Drone da Combattimento che friggeva i nemici nell'immediata distanza.
Garrus, dal canto suo, si spostava di riparo in riparo, occupandosi dei Predatori con precisi colpi alla testa e facendo cadere ogni olobarricata che gli capitava di vedere attraverso il mirino.
Actius, a pochi metri da lui diede fuoco di copertura al suo ingegnere mentre piazzava una torretta dietro la truppa Cabal, in difesa della loro retroguardia.
IDA si muoveva tra i Mutanti come un fulmine, proiettando immagini fittizie davanti a sé mentre James le copriva l'unico fianco scoperto, dando un buon diversivo per permettere ad Ashley di impiegare il suo fucile di precisione alla massima potenza.
Come se la situazione non fosse abbastanza sfavorevole, il rumore straziante del grido di una Banshee squarciò il muro del suono.
Apparve in cima alla salita, avvolta da un'aura traslucida, e compì uno scatto biotico, portandosi dietro la truppa Cabals, impegnata su più fronti con Cannibali e Devastatori.
Adrienne rimase come inebetita, avendocela lei a pochi metri di distanza; fortunatamente, l'istinto la fece reagire quasi subito, facendole compiere un balzo di lato mentre un globo di energia oscura le passava a pochi centimetri di distanza dal fianco e andava a scontrarsi dritta contro il riparo di Garrus.
Con un gesto fluido, la Turian armò una granata adesiva e la lanciò nella direzione avversaria, combinando un attacco involontario con Shepard che aveva appena colpito l'Asari Mutata con una Strage. Un lampo rosso e poi un'esplosione fecero indietreggiare la Banshee, facendo in modo che Garrus prendesse la mira nel modo migliore possibile e facesse fuoco dritto sul suo petto. Eppure il nemico non si scompose più di tanto, flettendosi in avanti e lanciando un altro grido tremendo.
Adrienne cambiò il fucile a pompa con la pistola e sparò quanti più colpi possibili verso la Banshee, camminando impassibile verso di lei. Fattostà che la corazza biotica assorbì ogni singolo colpo, facendo arrabbiare ancora di più la Turian, ora a solo tre metri di distanza da quel colosso inquietante.
Il Maggiore Actius sudò freddo per un istante nell'osservare la scena da distante. Impugnò il fucile di precisione, attivando la Tactical Cloak e sparendo dalla vista dei nemici per mirare assieme a Garrus la testa di quel maledetto mostro.
Shepard imprecò sonoramente, muovendosi velocemente di riparo in riparo, il Valkirye che aveva sostituito al Claymore. Scavalcò un masso e si gettò in una corsa a perdifiato verso Adrienne, evitando un nemico dietro l'altro e armando velocemente un tipo diverso di munizioni per il fucile, optando per le disgregatrici.
Con un colpo stordente lanciato direttamente dal factotum di Actius, la Banshee venne investita in pieno, permettendo ad Adrienne di lasciare la pistola, attivare le lame factotum e piombare sul nemico con una sferzata potente, distruggendo quasi completamente la sua corazza. La Turian balzò di nuovo, dandosi la spinta sul petto della Banshee per darsi il giusto slancio, quindi atterrò pesantemente poco distante.
Shepard fu subito al suo fianco e crivellò di colpi l'Asari Mutata, facendola gridare di dolore. Un bagliore bianco investì le due, accecandole momentaneamente mentre l'urlo straziante che successe alla disgregazione del mostro lasciò il posto a un'orda di Mutanti. Si riarmarono entrambe di fucile a pompa e proseguirono con sicurezza, dando man forte alla truppa Cabals, complice il fuoco incrociato protratto da Garrus e dai sottoposti di Actius appena dietro di loro.
Presto, anche James le affiancò, lamentandosi di essere stato trattenuto da un Bruto bisognoso attenzioni.
In tre fecero piazza pulita dei nemici lungo il largo corridoio in salita e arrivarono presto in cima, seguiti dal restante degli uomini. La squadra Cabals gli cedette il passo, una volta sgombrata l'area del portale d'accesso alla colonia dai nemici.
Garrus fu l'ultimo a presentarsi all'appello, un'espressione di raccapriccio e l'armatura completamente imbrattata di sangue -Il Maggiore ha pensato bene di far esplodere un Predatore vicino al mio riparo, Shepard, evita di fare quella faccia!-
-La prossima volta aspetterò che ti venga in collo, Vakarian- aveva replicato Actius, mentre bersagliava un paio di Mutanti che rischiavano di rompere le righe dei Cabals, ora passati a chiudere le retrovie per permettere alle quattro squadre di procedere alla pulizia della colonia -Coraggio, manca poco! Fra un po' potremo chiuderci i cancelli della colonia alle spalle!-
-E i biotici?- Adrienne gli lanciò uno sguardo preoccupato, caricando un colpo in canna -Saranno con le spalle al muro!-
-Da quando ti preoccupi per loro, Nastz? Se la caveranno! Achaton non creperà di certo per qualche Mutante!-
Liara si frappose ai due, dirigendo un grido a Shepard -IDA ha violato la serratura del portone principale, possiamo procedere!-
-Bene!- replicò il Comandante, dando il segnale al Kabalim il quale non fece altro che annuire, l'energia biotica che iniziava ad avvolgerlo, come una guaina.
E mentre i nostri correvano a perdifiato in direzione del portone mantenuto aperto da IDA, i Cabals di Achaton unirono le forze, creando un reticolo azzurro, prodigandosi così a mantenere eretto uno scudo in difesa delle squadre.
Quando anche Actius fu entrato nel portale, gli angoli dello scudo biotico andarono a convergere nel fulcro del piano energetico, come se un vortice li attirasse. Si formò una sfera di proporzioni considerevoli che, con uno scatto, venne scaraventata contro i nemici, rotolando come un masso fino in fondo al corridoio e disgregandosi in migliaia di scintille energetiche non appena esaurì il suo potenziale.
Achaton, ansimando, espulse meccanicamente una clip termica dalla Talon, l'aria soddisfatta -L'intangibile è innarrestabile!- tuonò, alzando un braccio e puntando un artiglio in direzione del campo di battaglia.
E i suoi, una volta passati alle armi, si buttarono alla carica contro le truppe dei Razziatori, pronti a difendere la porta anche a costo della loro stessa vita.

 

 

 

[x]

 

Ore 2:15

Cretia, Atrio e Guardiola.
Punto di Raccolta alfa.

 

IDA sigillò la porta con perizia mentre le squadre prendevano fiato un istante, prima di intraprendere la missione.
Actius contò i suoi uomini, poggiando una mano sulla spalla al suo secondo caposquadra; dato che c'erano tutti, poté concedersi un sospiro di sollievo, lanciando uno sguardo compiaciuto a Shepard che alzava il pollice, un ghigno soddisfatto tra le labbra.
Fecero una stima delle munizioni e ripassarono le azioni da compiere prima di decidere di raggrupparsi come stabilito e battere quattro zone diverse della colonia. 

-Ehi, Nastz- prima che la Turian si allontanasse in direzione di Shepard, Actius la prese per un braccio, riponendo il Krysae sulla schiena.
Adrienne gli rivolse uno sguardo malizioso -Sei forse preoccupato? Abbiamo davvero visto di peggio, Tenente-
-Perché continui a chiamarmi Tenente?- ridacchiò lui, risalendo il braccio della Turian fino a poggiarle la mano sullo spallaccio -Vorrei che fossimo fianco a fianco, ma il tuo Comandante ti reclama...- sospirò, rivolgendole uno sguardo dolce -Semmai ne uscissimo con successo, vorrei che prendessi parte alle operazioni Blackwatch. Chiedo troppo?-
-Per lasciare a Lee qualcosa in meno di cui preoccuparsi? Sei pazzo?- Adrienne scosse la testa, muovendo le mandibole in avanti -No, Castor, non sarebbe giusto. E poi...- diede un'occhiata a Garrus e Lenore, dietro di sé che ripassavano velocemente una strategia con il gruppo di Ashley -...ho trovato finalmente dove stare. Shepard è un'idiota, ha bisogno di qualcuno che glielo ricordi, ogni tanto... faccio parte della sua squadra ora e andarmene sarebbe come tradirla quando ha bisogno di tutto l'aiuto che la Galassia possa darle.- sorrise di gioia -Spiriti, la seguirei tra le fiamme del suo inferno se me lo ordinasse...-
Il Maggiore ridacchiò, distogliendo lo sguardo, poi strinse la mascella; le sue mandibole fremettero, mentre assumeva uno sguardo accigliato -Che gli Spiriti di questa colonia veglino sulla tua missione, Adrienne- mormorò -Sono fiero di essere al tuo fianco in questa battaglia, dopo così tanto tempo...-
-E io sono fiera che questo mio tenente tanto indisciplinato quanto spericolato sia diventato un maggiore così capace, Actius- fece lei, prendendogli la testa fra le mani e voltandola verso di sé -Buona caccia, Cass. E vedi di tornare al nido prima che faccia buio-
Il Maggiore le strinse una mano, strofinandoci il muso, gli occhi serrati, poi le rivolse uno sguardo divertito, avvicinandosi e poggiando la fronte sulla sua. Adrienne ridacchiò, lanciandogli un'occhiata di rimprovero -Maggiore, che esempio vuoi dare ai tuoi uomini...?-
-L'esempio di un Turian che ha a cuore le sorti della sua femmina- replicò l'altro, poggiandosi la mano di Adrienne sul petto -anche se la femmina in questione sembra essere interessata ad altri...- sospirò -No, non me ne importa, almeno per ora... combattere al tuo fianco mi basta-
L'espressione di Adrienne si fece seria -Castor, io...-
-Non devi spiegarmi niente. Non ora.- ribatté lui, distanziandosi e carezzandole pesantemente il viso -Sai quello che devi fare. Buona caccia anche a te, Adrienne,- poi chiuse gli occhi, concentrandosi in una preghiera
-“Che lo Spirito vegli sul tuo percorso, durante e dopo la missione”- formulò, con voce solenne.

-“Lo Spirito vegli su di te, ti infonda il coraggio e la fierezza per guidare i tuoi uomini”-
-“Mano ferma e orgoglio”-
-“Giudizio e fermezza”-
Si guardarono negli occhi, posando la mano destra sulla spalla sinistra dell'altro, poi ripeterono insieme -“E vedrai la mia schiena solo quando sarò morto”-

 

 

 

 

-Fine Prima Parte-

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** As All We Say ***


18. As all we say
 
 
 
 

[x]

 
 
Cretia-Cinta Muraria Ovest
Ore 2:30
 
Cretia era un antico gioiello sopravvissuto ai Secoli Bui della Civiltà Turian.
Chiamata anche “Il grande Artiglio”, per via delle sue torri traslucide dalla forma particolare, quella Colonia aveva visto la diffusione del Culto degli Spiriti, dando i natali a moltissime figure importanti dell'attuale Gerarchia Turian. L'unica strada, in salita, che attraversava quella cittadella era circondata da alti edifici, in una spirale di crescita che convergeva al fulcro di Cretia, corrispettivo della concezione romana del foro, centro della politica e della vita sociale.
Ora però lungo quella strada imperversava una quantità indefinita di Mutanti, che attaccavano qualsiasi cosa si muovesse, e di Cannibali che distruggevano le barriere architettoniche una ad una per togliere ogni ausilio di copertura ai cittadini. I pochi soldati che erano riusciti a resistere erano arroccati sulla muraglia di difesa della Colonia, oppure aiutavano i civili a mettersi in salvo, dandogli un buon diversivo per sopravvivere quanto più a lungo possibile.
Shepard avanzò lentamente tra le macerie mentre Adrienne camminava al suo fianco, in silenzio. 
-Sei religiosa, Nastz?- chiese a mezza voce il Comandante, assicurandosi di essere a una buona distanza da Liara e Tali.
Adrienne alzò gli occhi al cielo, indispettita da quella domanda inopportuna -Credo, ecco tutto. Piuttosto, hai sentito quello che ti ho detto? Devo assicurarmi che Vakarian sia vivo... è qui da qualche parte, lo sento nelle ossa-
Shepard si morse un labbro, calcolando mentalmente la distanza che intercorreva tra loro e la prima torretta, poi rivolse uno sguardo dubbioso ad Adrienne, sospirando nervosamente -C'era una bella tensione fra te e Actius... voglio dire...-
-Lee, non sono affari che ti riguardano!- tagliò corto la Turian -E poi sono io quella che deve mantenere la concentrazione...- commentò.
L'oggetto del loro interesse era in cima alla muraglia difensiva sita alla loro destra, a cui si poteva accedere direttamente grazie a una rampa di scale in pietra viva. Shepard notò, stancamente, che il cordone difensivo della Torretta era abbastanza solido: dei Predatori erano disposti a semicerchio davanti alla torretta mentre una manciata Mutanti era appena sotto la scalinata. Delle sentinelle di riguardo, insomma.
Il percorso era abbastanza impervio, la possibilità di cavarsela in una situazione simile senza produrre alcun rumore era insperata, anzi, impossibile, se Liara avesse alzato una Singolarità, di sicuro avrebbe dovuto premurarsi di finire i nemici a distanza con un'arma dotata di silenziatore. Ma la fortuna, si sa, non gira mai nel quartiere del Comandante Shepard e un equipaggiamento simile non era stato considerato.
Shepard si appiattì dietro a una colonna, dando cenno a Garrus di occuparsi dei nemici in alto e di coprire la salita di Tali e Liara mentre lei e Adrienne si sarebbero occupate delle sentinelle.
Il Turian si posizionò in un punto che lo aiutasse nel prendere la mira mentre Liara e Tali si preparavano alla corsa finale.
Adrienne attivò le lame factotum sul dorso delle mani, imitata da Shepard mentre Garrus esplodeva il primo colpo. Non appena i Mutanti si resero conto del pericolo, ricevettero una ferrea batosta dalle due, cadendo a terra senza vita.
Tali e Liara combinarono una serie di attacchi, distruggendo gli ultimi Predatori rimasti e facendosi velocemente strada verso la Torretta per avviare la riparazione.
-Actius, mi senti?- fece Shepard, riprendendo il fucile a pompa, mentre Garrus la sorpassava per unirsi alla Quarian e all'Asari -Stiamo provvedendo ad armare la prima Torretta-
"Alla buon'ora. Williams e Havoc sono già al lavoro sui bersagli successivi. La mia squadra anche. Siamo incappati in un gruppetto... ahem... puoi scusarmi?” prima si sentì il rumore di una granata che esplodeva nelle vicinanze, poi Actius riprese la comunicazione “Cannibali. Sono ovunque e si mimetizzano tra i cadaveri, Shepard, state attente...”
-Ricevuto, Maggiore- Shepard armò un colpo al fucile a pompa, voltando brevemente la testa verso Adrienne -Siamo a tre Torrette attive, Adrienne, mancano la nostra e altre quattro, poi possiamo dare il via allo sterminio delle truppe rimanenti-
-Perfetto!- la Turian impugnò il revolver, dando un'occhiata nervosa nelle vicinanze -Era una granata adesiva, quella...?-chiese, con un ghigno malizioso.
-Dal rumore oserei dire di sì- replicò Shepard, facendole un cenno verso un gruppetto di nemici che si stavano avvicinando -Lui sta bene, se era questo il vero significato della domanda. Pensa a te stessa ora, hai una missione da compiere, no?-
-Sei tu quella che mi rivolge la parola!- protestò Adrienne, mentre iniziava una corsa in direzione di un Cannibale.
Lenore ridacchiò, portandosi al suo fianco ed esplodendo un colpo dritto tra le costole di un Mutante.
Tali contattò IDA tramite il factotum, avvertendola che la Torretta era stata attivata; Garrus, al suo fianco, osservava la situazione dall'alto grazie al mirino termico del Black Widow, per dare una rapida somma dei nemici a Shepard, impegnata a schivare i colpi dei Cannibali nelle immediate vicinanze.
Naturalmente, il rumore della battaglia attirò l'attenzione nemica e, presto, diverse unità dei Razziatori li individuarono, dando una serrata resistenza contro i nuovi arrivati.
"Hai il prossimo obiettivo in vista?” chiese Lenore al suo cecchino con una nota d'impazienza nella voce.
-Negativo, la visuale è coperta da un edificio. Ma non è distante da qui. Ah, Shepard...- Garrus mirò un Mutante troppo vicino al fianco scoperto di Adrienne e fece fuoco, poi continuò nel discorso, mentre si apprestava a ricaricare -Il salto tra un tetto e l'altro è minimo, potrei sorvegliarvi dall'alto. Guadagneremmo del tempo prezioso.-
"Garrus, c'è l'evenienza che i Mietitori scoprano il nostro piano, saresti più a rischio sopra che qui tra noi.”
Il Turian diede una breve risata -Sono un tecnico anch'io, Shepard... e osservando Tali quassù ho notato che l'attivazione è piuttosto semplice... attiverò la torretta e vi raggiungerò al checkpoint ancor prima che possiate notare la mia assenza-
Attraverso il mirino della Vedova Nera, Shepard rivolse al Generale un sorriso malizioso “Vedi di non arrivare in ritardo, Ufficiale, o potrei pensare di metterti ai lavori forzati”
Il Turian ridacchiò, poi distolse lo sguardo, abbassando la canna del fucile. Prese una breve rincorsa e atterrò su un tetto là vicino, tenendosi basso.
-Che cazzo sta facendo quell'idiota?- Adrienne si voltò verso Shepard, l'espressione truce, poi finì di occuparsi di un Cannibale con un'imprecazione.
-Attiverà lui la torretta. Actius, mi senti? Passo.-
"Ho appena visto Vakarian. Che diavolo sta succedendo, Shepard?” berciò lui, mentre attorno a loro le strade iniziavano a riempirsi di nemici.
-Calmo, Maggiore, la missione non è cambiata-
"Shepard, spero che tu sappia quello che stai facendo! Havoc è già al checkpoint. Com'è la situazione dalle vostre parti? Passo”
Shepard diede un colpo di fucile a un Mutante troppo vicino, abbassandosi velocemente per permettere a Liara di scavalcarla con un lancio biotico in direzione di un Cannibale -La loro intenzione sarebbe quella di accerchiarci, Actius, ma non hanno fatto i conti con l'appetito della Hahne Kedar di Adrienne- quest'ultima frase la disse a voce piuttosto alta, facendo ridacchiare Tali nelle vicinanze mentre configurava il suo Drone d'Attacco.
Il Maggiore diede una breve risata attraverso il comunicatore “Non raccolgo, Shepard. Qui Actius. Chiudo.”
Liara diede un grido d'avvertimento, poi indicò il cielo in direzione di un Mietitore che si dirigeva esattamente in direzione del gruppo di Williams. Shepard schivò l'abbraccio di un Mutante e gli rifilò una ginocchiata nello sterno.
-Bene, Adrienne, con me, Liara copri il fianco destro; Tali, a sinistra- gridò, mentre cercava di contattare Ash via interfono -Dobbiamo andare verso il checkpoint quanto più velocemente possibile!-
"Shepard!” gridò il Tenente dal commlink “Stiamo subendo danni, non so quanto ancora potremo resistere! Pare che ci trovino gusto a ricevere un proiettile in fronte!”
-Spiriti!- Lenore si buttò di lato mentre un Predatore sparava una raffica di colpi nella sua direzione -Non cedete, non cedete! Dirigetevi al checkpoint!-
"Manca una sola torretta!” gridò Javik, poco distante da Ashley, accompagnato dal classico rumore del suo fucile particellare “Non molleremo per così poco, Comandante!”
Tali coprì le spalle ad Adrienne mentre lei si spostava velocemente dietro una roccia voluminosa.
-Andiamo!- Shepard, poco più avanti, fece fuoco su un Cannibale, proseguendo verso il checkpoint, sito nel livello più alto della colonia, esattamente accanto al generatore d'emergenza. Corse attraverso la strada maestra… un colpo, ricarica, un colpo, ricarica.
Adrienne era subito dietro di lei, cercando di mirare e schivare i colpi dei Predatori nella maniera più veloce possibile.
"Torretta attivata Shepard, vi vedo” annunciò Garrus dall'interfono “A una decina di metri da voi troverete Marble Plaza. C'è un Bruto che sta cercando di sfondare una porta blindata poco più avanti della vostra posizione, in più conto almeno una decina di Cannibali, sette Predatori e... una ventina, sì... una ventina di Mutanti. Actius e la sua squadra sono bloccati proprio dall'altro capo della piazza.”
Il Comandante imprecò, voltandosi verso Adrienne -Dobbiamo muoverci!- fece, mentre la Turian finiva l'ultimo Mutante nei paraggi con un colpo in testa; Liara e Tali si affiancarono a loro, ricaricando rispettivamente la mitragliatrice e il fucile a pompa.
Si mossero velocemente, almeno finché non arrivarono alla piazza segnalata da Garrus. 
Se non fossero stati nel bel mezzo di una battaglia di così vasta importanza, i nostri compagni si sarebbero deliziati alla vista di una meravigliosa piazza trapezoidale, pefetta nei ricami geometrici del pavé che solcava il pavimento. La fontana, che giustamente dava il nome alla piazza, era stata progettata in modo semplice, con tre artigli che si incurvavano a reggere un globo lucente; probabilmente, lo scultore a cui era stato affidato il progetto aveva deciso di optare per la combinazione di forme semplici, che dessero all'osservatore un'impressione tanto decisa quanto raffinata dell'insieme.
Shepard frenò la sua corsa proprio nel punto di convergenza tra la strada principale e il portale d'accesso alla piazza, appiattendosi contro il muro per osservare la situazione senza il rischio di essere notata dal nemico. 
Adrienne, accanto a lei, appoggiò un ginocchio a terra, sporgendosi oltre la parete -Vedo i Cannibali- annunciò, indicando un punto specifico davanti a sé con la canna del revolver -Ed ecco il nostro omaccione! Shepard, passami la comunicazione con Actius. Bene, Cass, mi senti? Qui Nastz. Passo.-
"Forte e chiaro, Soldato.” replicò a mezza voce lui.
-Lo vedi quel Bruto, Actius? Bene, perché intendo buttarlo giù-
Tali si fece più vicina, accucciandosi al suo fianco, poi si protese verso Adrienne, rischiando di cadere per via della pesantezza dello shotgun -Intendi davvero occupartene da sola?-
-Siete abbastanza grandi per gestire una quantità simile di nemici senza l'aiuto della mamma...- replicò la Turian, lanciandole uno sguardo severo -Se non libereremo la piazza non potremo mai proseguire per salvare il culo all'umana stronza. Shepard... sei d'accordo?-
Il Comandante si passò una mano tra i capelli, sbuffando -Vuoi prenderti tutte le glorie anche stavolta, Nastz?- chiese, mentre i colpi secchi del Bruto sulla porta blindata scandivano l'attesa -E va bene... ma sappi che non verrò a salvarti le chiappe come prima con quella Banshee, dovrai cavartela da sola mentre noi ci occuperemo dei Mutanti e dei Cannibali-
Adrienne mosse nervosamente le mandibole, distogliendo lo sguardo da lei per posarlo sull'oggetto di quella strategia -Actius... ci sei ancora?-
Il Maggiore diede un sospiro rassegnato “Cos'hai in mente, scapestrata?”
-Ho... ho bisogno di un Colpo Stordente per disorientarlo temporaneamente.- fece, rinfoderando la pistola per passare allo shotgun, un ghigno malizioso che compariva in maniera velata sul suo viso -Poi mi arrangerò io... sai, ho sempre avuto un debole per le cose grosse...- 
Actius diede una risata sommessa mentre Shepard lanciava alla compagna un'occhiata disgustata.
"Aspetto un tuo segnale, Nastz. Non mostrargli la schiena, Soldato.”
 
 
Cretia-Marble Plaza
Ore 3:00
 
 
-Liara: ORA!-
Un globo di luce azzurra andò a proiettarsi in centro alla piazza, sollevando chiunque si trovasse nelle vicinanze. I colpi potenti del Black Widow di Garrus sferzarono l'aria e colpirono i nemici sollevati a distanza di qualche secondo mentre Tali e Shepard caricavano a suon di shotgun chiunque si trovasse nei loro paraggi.
Il Krysae non si fece attendere e fece esplodere immediatamente i nemici che affiancavano il Bruto, permettendo ad Adrienne di avvicinarsi con facilità al suo obiettivo.
La Turian, infatti, attraversò di corsa la piazza brandendo lo Storm, facendosi largo con colpi precisi poi, decisa, si portò a pochi metri dal Bruto e sparò in aria un colpo d'avvertimento, attirando così la sua attenzione.
Il nemico si voltò verso di lei, sbuffando sonoramente e sbriciolando i frammenti di pavé della pavimentazione con i grandi artigli.
Adrienne caricò di nuovo il fucile a pompa mentre quel colosso si rizzava su due zampe, gridando all'offesa per poi passare direttamente alla carica. La Turian schivò all'ultimo la corsa del Bruto, colpendolo al fianco con uno sparo.
Questa operazione di attacco del nemico e schivata di Adrienne durò una decina di minuti buoni. 
Sembrava un gioco, più che un duello, dove il Torero si diverte a stuzzicare il toro prima di infliggergli un affondo; in questo caso, però, chi reggeva il gioco non era assolutamente certo di stare divertendosi.
Non appena il Bruto iniziò un'ultima carica, sferzando l'aria con il braccio, la Turian gridò: -Adesso, Cass!-
Il Colpo Stordente, già pronto ad essere lanciato, investì il nemico direttamente sul volto, facendolo caracollare per qualche istante. 
Istante nel quale Adrienne abbandonò il fucile; immediatamente, la Turian impugnò una delle granate che conservava nel cosciale, armandola per poi correre verso il nemico con quanto più fiato avesse in corpo. Mentre il Bruto scuoteva la testa, Adrienne gli cacciò la granata alla base della corolla ossea, incastrandola giusto tra il terminare del collo e il congiungimento delle clavicole. Si abbassò di scatto e fece una capriola fino alla fontana gridando un -TUTTI GIU!-
Un'esplosione sorda, poi frammenti ossei andarono a conficcarsi nel terreno come schegge.
Adrienne, la testa coperta da un braccio, diede una risata nervosa, mentre Shepard si avvicinava per proteggerla da un Predatore fattosi troppo vicino.
La Turian estrasse la pistola, dato che aveva lasciato cadere lo Storm nel punto dove era avvenuta la detonazione, poi rivolse un'occhiata al riparo di Actius dove, dalla trasparenza della Tactical Cloak, si potevano notare i classici sbarluginii che identificavano i relay dell'armatura.
-Pronti a proseguire?- fece Shepard, dando cenno a Garrus di scendere.
"Aspetta” il Turian fece un respiro nervoso “Dentro quell'edificio c'è qualcuno, Shepard”
-Non abbiamo tempo, Garrus...-
"Shepard, fammi controllare”
-Che succede?- Actius si fece vicino a Shepard, apparendo improvvisamente dal nulla. Adrienne si alzò in piedi di scatto e gli corse incontro, stringendogli un braccio -C'è qualcuno dentro quell'edificio- indicò con un pollice dietro di sé.
Il Maggiore rinfoderò il Krysae, muovendo nervosamente le mandibole -Noi dobbiamo proseguire Shepard. Non possiamo lasciare la squadra di Havoc scoperta troppo a lungo-
-Andrò io- Adrienne si voltò verso il Comandante -Andrò...-
Un grido femminile e uno sparo. Poi tutto tacque.
Adrienne trasalì -Revolver della Hahne-Kedar... Shepard!- sibilò, mentre correva in direzione della porta trascinando Tali per un braccio affinché violasse la serratura.
Garrus osservò la scena dall'alto, cercando il modo più rapido per scendere. Quando si voltò per raggiungere le scale, per poco il fucile non gli scivolò di mano. 
Balzò di lato, attivando immediatamente le lame factotum, deviando così gli artigli di una Banshee che gli strapparono a forza il visore.
La creatura si prodigò a far notare la propria presenza con un grido disumano. 
Il Generale, il cuore che gli batteva a mille, rinfoderò velocemente il Black Widow e recuperò il fucile d'assalto. Dannazione, era troppo vicina!
Mirò alla testa, poi sparò. La barriera biotica dell'Asari Mutata respinse il colpo, gli artigli che si preparavano a formulare un lancio di energia oscura. Garrus si gettò di lato, evitando il colpo, poi sparò nuovamente, stavolta mirando alle gambe.
Di nuovo, la barriera respinse il colpo.
Il Generale balzò all'indietro, raggiungendo il comignolo del tetto affianco per recuperare qualche secondo prezioso, l'ultima clip termica fra le dita. 
Valutò le tempistiche correttamente, poi, in un nanosecondo: infilò la clip facendo scattare l'ingresso del caricatore con un suono secco, attivò la mod per le munizioni perforanti, si mosse lateralmente e si ritrovò a dover affrontare quel mostro a pochi metri di distanza, appena apparso di fronte a lui grazie a una carica biotica.
Poco da dire, premette veementemente il dito sul grilletto del Phaeston finché non furono finiti i colpi, ottenendo come risultato che la Banshee venne trapassata di parte in parte e la sua barriera biotica venne letteralmente abbattuta. Purtroppo il mostro, spinto dalla una furia cieca, si avventò su di lui, caricandolo come un tank. Garrus indietreggiò di un passo, lasciando cadere a terra il fucile.
E quando la Banshee gli fu letteralmente addosso, il Generale attivò l'Omni-blade su una mano e, con un gesto fluido sferzò l'aria staccandole di netto la testa. Il corpo della Banshee si afflosciò a terra, gli artigli piantati per metà sul fianco della corazza di Garrus... fortunatamente, era solo un graffio.
Il Turian diede un sospiro nervoso, poi scavalcò la creatura e si riposizionò dietro il suo riparo, riprendendo il Black Widow tra le mani tremanti. Se l'era vista proprio brutta!
Il visore brillava a terra, vicino alla sua postazione. Lo indossò velocemente mentre Shepard, dall'altra parte, imprecava come un'ossessa.
-Scusa, ho avuto un imprevi...-
"Cretino senza misura! Cosa stavi cercando di fare? Volevi farle un'intervista? Scenda immediatamente, Ufficiale!” 
Garrus inclinò la testa, infastidito, abbassando nervosamente il volume della comunicazione -Oh, andiamo...-
"Ha una predilezione per le femmine carismatiche” puntualizzò il Blackwatch Armstrong, ridacchiando “Generale, hai fatto colpo, ho visto”
"È caduta ai suoi piedi” infierì Actius, scatenando una risata da parte dei suoi uomini.
Il Generale trattenne a stento una risata mentre Shepard ringhiava un insulto pesante verso una madre a caso “Punta quel cazzo di fucile nella mia direzione e scendi, idiota!”
Garrus fece come detto senza battere ciglio, mentre più in basso Adrienne, dopo aver tirato un sospiro di sollievo entrava dalla porta appena sfondata, puntando la Hahne-Kedar davanti a sé.
Si portò subito la mano davanti alla bocca, disgustata. L'aria era irrespirabile.
La stanza d'ingresso era stata messa completamente a soqquadro, perdendo ogni sorta di caratteristica civile. Le finestre erano sbarrate da spesse lastre di metallo e il sangue imbrattava le pareti. Alcuni Mutanti giacevano a terra smembrati assieme ad alcuni Turian, resi completamente irriconoscibili.
Adrienne mosse qualche passo all'interno, cercando di non fare rumore, purtroppo qualcosa scricchiolò sotto i suoi piedi, mettendola sul chi vive. Chinò lo sguardo, mentre Shepard le si affiancava, e si costrinse a non vomitare.
Oggetti di uso comune e materiale organico erano sparsi lungo tutta l'area, disegnando dei macabri tratti di un inquietante blu acceso, alcune creste giacevano sparse per terra, risultato dell'efferatezza del nemico.
La Turian abbassò la pistola, poggiandosi a terra con un ginocchio, infine afferrò un orologio da polso, dando un'occhiata allarmata a Shepard -A volte mi dimentico con chi abbiamo a che fare...- mormorò, lanciandolo in là.
Il Comandante l'afferrò brevemente per una spalla, poi lasciò che Actius la sorpassasse per parlare con -Nastz... non possiamo fermarci-
-Andate, Cass, qui ci penso io-
-Non se ne parla- il Maggiore si chinò su di lei, poggiando entrambe le mani sulle cosce -La Seconda Regola di un Blackwatch è la Coesione, non l'individualismo! Sigilleremo la porta e torneremo quando avremo sistemato le cose, insieme.-
-Devo farlo ora, Cass, o davvero non riuscirò mai a perdonarmelo- gemette Adrienne, dando un'occhiata dietro di sé, mentre gli uomini si mettevano alla guardia della porta -Lui è qui dentro,- mormorò sommessa -saprei riconoscere il suono della sua pistola a distanze ben maggiori. Devo portarlo via da qui e dirgli tutto...-
-Ennie, non posso lasciarti, lo capisci?- le posò entrambe le mani sulle spalle, osservandola con un'aria accigliata -Entrerò con te mentre gli altri andranno al checkpoint, è deciso-
-Shepard- Adrienne si voltò verso il Comandante, un'espressione indecifrabile che Lenore ipotizzò essere una richiesta d'aiuto.
Difatti, trasse un respiro sommesso, raccattando doverosamente la patata bollente. Quella Turian aveva dimostrato più volte, durante la missione, di meritare il suo posto a bordo della Normandy, portandosi al livello degli altri membri del suo equipaggio; prima di affrontare quella battaglia al fianco dell'Esercito Turian, Shepard aveva valutato in maniera razionale e completa le vere intenzioni di Adrienne, leggendo il nome di Aetius* e Solana Vakarian nella lista dei profughi registrati dopo l'attacco dei Razziatori su Palaven. È impossibile agire a mente lucida se tormentati dai fantasmi del passato, Shepard lo sapeva bene, quindi decise di assecondare Adrienne in quella follia, consapevole che, dopo aver finalmente affrontato i suoi demoni, avrebbe dato il massimo sotto il suo comando.
-Maggiore, quanti anni hai? Tredici?- fece Lenore, assumendo una voce autoritaria -Hai una missione da compiere, io non posso farlo al posto tuo. Io, Nastz e Vakarian dobbiamo mettere fine a questa storia. Liara e Tali sono due validi elementi, prendile con te.-
-No, non se ne parla!- Actius spostava lo sguardo dall'una all'altra, indispettito -Adrienne...-
-Cass, Cass, Cass- la Turian gli raccolse il viso tra le mani, portandogli lo sguardo a scontrarsi inevitabilmente con il suo -Non sto salendo sul patibolo, e tu hai una fottuta missione da compiere!- posò la fronte sulla sua -La Quarta Regola è la Consapevolezza, Castor Actius, e tu non sei più una recluta da anni... devi portare a termine il tuo compito-
Il Maggiore le prese la testa fra le mani, sospirando sommessamente. Dopo qualche attimo di silenzio, mosse di scatto le mandibole -Non mostrargli le spalle, Ennie...- mormorò, inclinando lievemente la testa, poi si distanziò, continuando a fissarla negli occhi, la mascella serrata.
Si alzarono entrambi, mentre Garrus faceva la sua comparsa all'interno della stanza, guardandosi attorno con aria rassegnata -Mai un negozio di liquori... sembra che abbiamo fatto l'abbonamento alla rete televisiva sbagliata, Shepard-.
Il Comandante ridacchiò, lieto che quell'intervento idiota spezzasse quell'insopportabile tensione sentimentale -Sai bene che mi piacciono le ambientazioni post-apocalittiche, Generale-
Adrienne strinse un braccio ad Actius, annuendo mentre lui usciva chiudendosi la porta alle spalle.
Shepard trasse un sospiro -Mi chiedo perché abbia deciso di seguirti in questa follia, Nastz...-
-La Prima regola di un Blackwatch è il Silenzio- recitò lei, accigliata -Iniziamo a salire le scale che sono sulla destra, poi ci occuperemo del resto-
 
 
[x]
 
Cretia-City Hall
Ore 3:35
 
 
 
Garrus cambiò velocemente arma, passando al Phaeston, poi raggiunse l'apertura che dava sulla scalinata, dando cenno a Shepard che la via era libera. Indicò un quattro, muovendo un paio di volte la stessa mano, segnale che in alto c'era la presenza di quattro nemici distinti.
Il Comandante schivò un paio di corpi, muovendosi rapidamente verso la scalinata, poi si apprestò a salire, rasentando la parete di sinistra.
Davanti a Shepard si apriva una lunga stanza stretta, parzialmente illuminata da una posticcia lampada al neon che dava delle brevi interferenze, lasciando ogni tanto oscurata la visuale, accompagnando le interruzioni con il classico rumore del malfunzionamento di un circuito elettrico.
Si trattava di un perimetro quadrangolare, stessa situazione del pianterreno, corpi, sangue e nemici di vario genere con la sola particolarità di un silenzio opprimente, scandito a tratti da quel rumore insopportabile. Ormai Adrienne aveva abituato la vista e l'olfatto, quindi si preoccupò lievemente nel trovarsi davanti ulteriori vittime dei Razziatori. 
Insomma, si mosse per prima, raggiungendo l'altro capo della stanza dove era visibile la chiusura luminescente di un ingresso. Con un gesto secco, Adrienne diede un buffetto alla serratura automatica della porta, facendola spalancare.
Un Mutante le si buttò al collo, cercando di affondarle le unghie sul viso. Adrienne attivò la lama factotum sul braccio sinistro e, dopo avergli assestato una pedata scomposta, diede un affondo sul torace del nemico, estraendo immediatamente la lama.
Sospirò nervosamente mentre scuoteva la testa -Mai che ti dicano buongiorno.-
Shepard, nel frattempo, era passata avanti, sporgendo la testa attraverso la porta per controllare la presenza di altri nemici nella stanza successiva. Dopo aver constatato che erano solo loro tre, diede un cenno ad Adrienne, la quale schizzò in avanti, raggiungendo la porta successiva.
-Nastz, non ti sembra questa una situazione analoga all'esplorazione di un Dungeon?- ironizzò Garrus, mentre si muovevano stanza per stanza, esplorandole a fondo -Galaxy of Fantasy, Shepard... mai sentito? Perché mi sorprendo ancora per queste tue mancanze...?-
Un altro sparo. 
La Turian imprecò sonoramente mentre cercava di aprire l'ultima porta. No, stavolta c'era bisogno di una violazione e Garrus lo intuì velocemente, dimenticandosi i Dungeon per portarsi con il factotum a cercare i codici d'accesso nel sistema centrale. In poco tempo riuscì a craccarla, permettendo ad Adrienne e poi a Shepard di passare avanti.
Un altro sparo, stavolta più vicino. 
Fu la volta di Shepard di imprecare. C'era una fottuta Banshee davanti a lei, e sembrava particolarmente interessata a una femmina Turian, appiattita a una parete, la pistola che si era appena inceppata e che stava sistemando a suon di botte sul calcio.
-SOL!- 
Garrus schizzò in avanti, cercando di attirare l'attenzione dell'Asari Mutata con una raffica di colpi ad altezza uomo.
Shepard puntò la Eagle alla testa della Banshee, cercando di buttare giù la resistenza della corazza di quel mostro con una serie di raffiche a tamburo. Il Comandante constatò con sollievo che, a differenza della Paladin, la N7 Eagle permetteva un fuoco continuo, arrivando alla conclusione che, in futuro, l'avrebbe adottata più spesso per missioni di quel genere.
Quel demone parve gradire tutti quei riguardi e presto si voltò verso di loro, l'espressione divertita sul viso deformato. Compì una carica biotica, portandosi a nemmeno un metro da Shepard, il braccio a mezz'aria, pronto a colpire.
Adrienne mirò alla mano e fece fuoco giusto in tempo per permettere al Comandante di rotolare di lato e acquisire una linea di tiro più pulita mentre Garrus attivava la mod specifica per le Munizioni Perforanti.
Con un pressante fuoco incrociato, lui e Shepard riuscirono a trapassare la corazza del nemico mentre Adrienne attivava le lame e correva verso il demone, caricando un fendente dritto sulle gambe con quanta più forza aveva nelle braccia.
Shepard espulse l'ultima clip termica ed estrasse il Claymore mentre Adrienne teneva impegnata la Banshee con attacchi ravvicinati. In un istante si fece vicina e puntò il fucile alla testa del nemico, emettendo un fischio di richiamo.
Il mostro si girò, mentre Shepard le sparava il colpo dritto in mezzo agli occhi.
-Ora sappiamo che fine fanno le ballerine Asari che falliscono il provino all'Afterlife- ironizzò con un ghigno, mentre la creatura si accasciava a terra e Garrus la sorpassava con un balzo, diretto alla Turian che se ne stava sbigottita ad osservarli. 
-Sarà, ma un'isteria di questo genere mi sembra un po' eccessiva- ammise Adrienne, riponendo la pistola nella fondina. 
-Sol! Solana!- Garrus posò le mani sulle spalle della ragazza -Cosa credevi di fare?-
Lei fremette, gli occhi fissi sul corpo della Banshee che si disgregava con un gemito sordo -Per amore degli Spiriti... non...- rivolse un'occhiata al Generale, riconoscendo la sua voce -Garrus?-
Quello rise di gioia, stringendola a sé e permettendole a sua volta di abbracciarlo -Sì, Sol, sono io-
Adrienne scrollò le spalle, alzando gli occhi al cielo mentre Shepard la osservava con curiosità -La sorella?- chiese, lievemente in difficoltà.
Adrienne annuì, lanciandole uno sguardo accondiscendente -I marchi sono quelli, Shepard.- poi diede un cenno sommario davanti a sé -In più, sono brutti uguali...-
Lenore schiuse le labbra, voltandosi di nuovo verso Garrus che aiutava la sorella a rialzarsi. 
Una femmina completamente diversa da Nastz e da Kandros. Tanto per cominciare, era slanciata, il fisico asciutto e il collare che non sbilanciava affatto la silhouette, come nel caso degli esempi sopra riportati. Shepard formulò mentalmente che, per esperienza, aveva avuto contatti solo con femmine abituate alla vita militare, segnate da una vita di privazioni e di sacrificio. Solana era diversa, oltre che nell'aspetto fisico, anche nel portamento... era molto più imbranata, difatti.
-Shepard, so che non è il momento...- Garrus strinse un braccio a Solana, attirandola a sé e distogliendo così Shepard dalle sue fantasie -Ma vorrei comunque fare le dovute presentazioni...-
Il Comandante annuì, impacciata, tendendo la mano -Comandante Shepard, Marina dell'Alleanza...-
La Turian la squadrò attentamente, poi distolse lo sguardo, posandolo su Adrienne. Quello che disse, lo pronunciò nella sua lingua madre, come a ribadire che del Comandante non gliene importava un granché -Lei che ci fa qui?-
-Acida come i miei succhi gastrici.- commentò rudemente Nastz, poi fece un ampio gesto col braccio -Ecco a voi Solana Vakarian, colei che non trova doveroso ringraziare chi le ha appena salvato il culo! Muoviamoci Lee, qui stiamo solo perdendo tempo...-
Garrus ringhiò un'offesa -Non posso lasciarla da...-
-Se posso permettermi di esprimere la mia opinione- eruppe Solana, divincolandosi dalla stretta del fratello -Non voglio essere un peso per nessuno, io e mio padre siamo entrati in questo edificio consapevoli che avrebbero potuto esserci dei nemici e...-
-Padre?- Adrienne la interruppe, facendosi più vicina -Solana, dov'è ora?-
Garrus posò una mano sulla spalla della sorella, cercando di nuovo il contatto -Sol, vi porteremo in salvo, lontani da qui, ma ora è urgente trovare anche papà.-
-Mi lasciaste finire il discorso, per gli Spiriti!- sbottò lei, intrecciando le braccia, indispettita -Papà è al piano superiore con i suoi uomini, li stavo raggiungendo prima di incappare in quella...- indicò con la testa i residui cinerei della Banshee, frenando un moto di stizza -...non ho idea di come sia riuscita ad entrare. Forse era già qui quando abbiamo occupato l'edificio. Sto cercando di fuggirle da ore...-
-Vi siete chiusi dentro?- Garrus protese la testa verso di lei, cercando di immettere una variabile con una parvenza di logica in quel discorso -Non avete sentito la battaglia?-
-Stiamo organizzando una resistenza, sciocco di un fratello!- sbottò lei, altezzosa, evitando di nuovo il contatto per voltarsi verso la porta alle sue spalle e immettere un codice d'accesso -Non c'è tempo per le distrazioni, qui-
-Distrazioni? La senti?- Adrienne scrollò le spalle in un movimento rapido, allibita -Spiriti! È sempre stata una spocchiosa della peggior specie!- eruppe quindi, battendo un piede a terra -Almeno io ho la decenza di ringraziare quando mi salvano le chiappe!-
Solana le rivolse un'occhiata sommaria mentre la porta si spalancava davanti a lei -Non hai idea di quello che abbiamo passato in questi giorni, Nastz, non puoi assolutamente capire...- fece, muovendo lievemente le mandibole, poi imboccò l'ingresso, dando cenno di seguirla.
Shepard si affiancò a Garrus, il quale osservava con aria triste la sorella scomparire attraverso la porta. 
Gli carezzò il collo pesantemente, distogliendolo dai suoi pensieri -Tutto bene?- chiese, mentre Adrienne gettava maledizioni alla rinfusa nel seguire l'altra Turian.
-A volte preferirei nettamente essere imparentato con l'Araldo...- replicò lui, dando una risata sommessa.
Lenore corrugò la fronte, turbata da quell'affermazione. 
Perché sentiva l'insano desiderio di premere il tasto rewind?
 
 
Cretia- City Hall
Ore 3:50
 
Una sala quadrangolare immersa nella penombra, le finestre sbarrate e un tavolo nell'esatto centro dell'area.
Sopra il tavolo era spiegata una proiezione olografica dell'intera colonia di Cretia, unica fonte di luce della stanza. Quattro Turian armati di tutto punto si affaccendavano a discutere una strategia quando il classico rumore di un fucile d'assalto Phaeston risuonò nella stanza.
-Sol!- 
Uno di quei Turian, quello dai marchi colonici blu, indugiò nel fissare la porta sita nell'altro capo della stanza, l'espressione preoccupata.
-Aetius, dobbiamo disporre un piano di fuga- sbottò un altro di quei Turian, afferrando il compagno per il braccio -Tua figlia se l'è cavata in situazioni peggiori-
Aetius diede un'imprecazione in tutta risposta, divincolandosi con decisione dalla presa, poi fece per dirigersi verso la porta, giusto in tempo per sentire una conversazione svolgersi nei piani inferiori. 
Si ibernò, gli occhi che percorrevano la superficie metallica dell'ingresso alla ricerca di qualcosa, poi si voltò di nuovo, diretto al tavolo centrale per appigliarsi ai suoi bordi.
Aveva visto la sua espressione prendere una sfumatura diversa, nel riflesso di sé stesso, e mostrare debolezza. Aetius Vakarian non era un Turian debole che si affidava ai sentimenti, Aetius Vakarian era l'incarnazione terrena dello Spirito dell'Integrità. E le persone integerrime non temono altro che la propria debolezza.
Mentre i quattro Turian continuavano a discutere, la porta della stanza si spalancò, facendo entrare Solana, la quale corse a stringere il padre che rispose circondandole le spalle con un braccio.
Aetius mosse nervosamente le mandibole quando, dietro di lei, apparve una Turian a lui nota.
-Cosa ci fai tu qui?- chiese stancamente, evitando di incrociare lo sguardo della sua vecchia allieva.
Adrienne fece un passo in avanti -Stanno evacuando la zona, Signore- disse, semplicemente -Dovete venire con noi-
Dietro di lei, Garrus trattenne il fiato mentre il padre sollevava il viso nella sua direzione. Dopo essersi fissati a bocca aperta per qualche istante, si ricomposero entrambi, in sincrono.
-Garrus...- lo chiamò Aetius debolmente, con una vena d'eccitazione nella voce, mentre riprendeva una postura orgogliosa, la sua classica postura orgogliosa.
Il Generale superò Adrienne e si mise di fronte al padre tendendogli la mano, permettendogli di afferrargli l'avambraccio e di dargli un forte scossone prima di slegarsi.
Lenore, dopo aver varcato la soglia ed essersi resa conto della situazione che andava profilandosi, inclinò la testa, colta da un profondo senso di smarrimento di fronte a quella scena così composta. Nella sua testa sentì il suono di una cornamusa che salutava la bara di un ufficiale caduto in battaglia mentre, davanti a sé, vedeva l'impossibilità per due persone di darsi un caloroso abbraccio a causa dell'imposizione di una rigida etichetta.
-Adrienne ha ragione- disse Garrus, assumendo un tono di voce impostato -Stiamo provvedendo a sistemare le Torrette antiaeree, quanti sopravvissuti conta la colonia?-
-Ci siamo dispersi... Signore.- replicò il padre, muovendo appena le mandibole, con una mimica che Lenore poté tradurre facilmente come orgogliosa -Ora come ora, noi cinque siamo gli unici a non esserci fatti prendere dal panico. Eravate voi a combattere qui fuori?-
-Il Maggiore Actius sta distruggendo le forze dei Razziatori sul campo assieme alla squadra di Shepard- Garrus si voltò immediatamente verso Lenore che, nel frattempo, si era affiancata a una Adrienne piuttosto scossa -Dovete seguirci.- proseguì il Generale -Le armi di cui disponete sono valide?-
Uno di quei Turian gli fece un cenno, mentre Solana li raggiungeva per dare una mano.
Solo allora Aetius Vakarian incontrò lo sguardo di Shepard. E serrò immediatamente la mascella, incrociando le mani dietro la schiena.
-Comandante- fece, dopo un attimo di smarrimento -è un piacere fare la vostra conoscenza-
-Si tratta di un piacere reciproco, Signore- replicò Shepard, sorridendo lievemente, impacciata per quella situazione insolita. Se avesse potuto, avrebbe trascinato lei stessa Adrienne fuori da quella stanza! E non c'era dubbio che con Adrienne intendesse anche lei stessa e Garrus...
La nostra Turian, a dispetto delle apparenze, non si perse d'animo -Devo parlarti- fece improvvisamente, avanzando di un passo verso il suo mentore -è importante...-
-Nastz, hai già fatto abbastanza- replicò immediatamente Vakarian, mantenendo lo sguardo nella direzione di Shepard.
-No, non ho fatto nulla, invece- ammise Adrienne, aprendo le braccia -Ascoltami, ti prego...-
-So tutti i retroscena, Nastz, ho delle valide fonti all'interno della Gerarchia... e con La Tortue fuori dalla scacchiera del Primarca, ora possono finalmente liberarsi della tua fastidiosa presenza.-
Shepard rizzò le antenne. Sapeva che Adrienne collaborava con la Gerarchia, l'aveva ammesso qualche ora prima, ma i tasselli di quel mosaico faticavano ad attecchire sul mastice della base. 
Adrienne schioccò la lingua, distogliendo lo sguardo -Ero nel giusto, Capo...-
-Sei solo un Varren che suona maldestramente un pianoforte che la Gerarchia gli ha fatto cadere sulla schiena!-
-Sono un Varren consapevole, Signore- 
-Ti credevo intelligente, capace di intraprendere delle scelte giudiziose.- principiò lui, perdendo momentaneamente la pazienza nel disincrociare le dita. Poi si riebbe con un sospiro, e distolse definitivamente lo sguardo -Lascia in pace la mia famiglia Nastz, è l'ultimo avvertimento-
Adrienne tacque improvvisamente, alla ricerca di una risposta sagace, come era solita fare di fronte agli argomenti che avrebbero messo in difficoltà chiunque. È un dato di fatto che di fronte a un demone l'unica cosa che l'istinto comanda è di prendere in mano una penna e siglare un contratto a sangue per evitare che la sofferenza prosegua.
E quella volta l'eccezione non avrebbe confermato la regola.
Quel silenzio attirò l'attenzione di Garrus che si voltò verso la fonte di quell'attrito, cercando una spiegazione nell'atteggiamento passivo di Adrienne, poi nello sguardo rassegnato di Shepard.
Il Comandante, cercando di focalizzare l'attenzione della Turian sulla missione, le posò una mano sulla spalla, stringendo la presa -Hai avuto le risposte che cercavi...?- mormorò.
Adrienne sollevò appena la testa -Che domanda del cazzo...- replicò, con mestizia.
"Shepard? Qui Actius. Passo.”
-Dimmi che avete attivato le torrette e che i Razziatori sono stati quasi completamente distrutti, Actius, e suonerò il clarinetto al tuo matrimonio!- fece il Comandante, sollevato da quell'interruzione -Sì, qui Shepard, passo.-
"Abbiamo appena recuperato la squadra di Williams e gli ingegneri stanno bypassando il codice d'accesso all'edificio delle comunicazioni. Non abbiamo trovato nessun civile, in compenso, le truppe dei Razziatori si stanno riorganizzando più in fretta di quanto sospettassimo. Come va dalle vostre parti?”
Shepard trasse un sospiro mentre Garrus e l'ultimo baluardo della resistenza si organizzavano per uscire dall'edificio -Non come me lo sarei aspettato, sono in cinque, civili perlopiù, armati discretamente e pronti a combattere. Notizie dal mondo esterno?-
"Achaton mi ha appena contattato. La situazione è pessima, dovete raggiungerci alla svelta così da permettere all'esercito di acquisire il completo controllo della colonia.”
-Ricevuto, Maggiore, saremo da voi il prima possibile. Shepard, chiudo- il Comandante diede un altro sospiro, poi diresse uno sguardo accigliato in direzione di Garrus -Dobbiamo andarcene da qui alla svelta-
-Sìssignora- il Turian diede una rapida scorsa alla scansione, poi stette ad osservare pazientemente mentre tutti afferravano un'arma, il Phaeston tra le mani.
Adrienne rivolse a Shepard un'espressione di profondo rammarico. Il Comandante scosse la testa in tutta risposta, poi impugnò di nuovo il Claymore, voltandosi per uscire.
Si maledisse, Adrienne Nastz, si maledisse perché nonostante avesse tutte le intenzioni di spiegarsi, aveva risposto con il più completo silenzio. 
Aveva mancato alla parola data, mostrando le spalle al suo personale fantasma.
E nel voltare le spalle aveva dimostrato a Lenore che forse aveva scelto di aiutare una persona inaffidabile. Il classico Varren che batte le zampe su un pianoforte.
 
 
Cretia, Main Street
Ore 4:00
 
 
Non appena furono usciti dall'edificio, Shepard diede una rapida occhiata attorno a sé, controllando brevemente che la pista fosse sgombra, poi fece cenno di via libera alle retrovie, proseguendo velocemente verso nord.
Adrienne era subito dietro di lei, Solana al suo fianco, mentre Garrus chiudeva la fila dei superstiti assieme al padre.
Riuscirono ad arrivare a buon punto dal checkpoint prima di incontrare almeno una decina di Mutanti. 
Shepard fece cenno di fermarsi, appiattendosi a un muro. Chiamò a sé il suo party, dando il solito ordine: lei e Adrienne in prima linea, Garrus di copertura.
Entrambe si mossero velocemente in avanti, Adrienne attivò le lame del factotum ai polsi mentre Shepard caricava un colpo in canna al Claymore, sparando al primo Mutante che le capitava a tiro. 
La Turian si mosse di lato, schivando l'abbraccio di un nemico e menando un fendente all'altezza del collo. 
Di nuovo, si maledì mentalmente di non essere stata abbastanza veloce quando il momento lo richiedeva, facendosi forza di proseguire nonostante fosse stata psicologicamente messa a dura prova dagli avvenimenti. 
Un colpo stordente allontanò un Mutante che si stava avvicinando troppo a lei, facendole riprendere possesso dei suoi pensieri. Ringraziò Garrus per il diversivo e recuperò la pistola, dando copertura a Shepard e aiutandola a sgomberare la pista per permettere agli altri di proseguire. 
-Poi devi farmi un riassunto delle puntate precedenti, Nastz- sbottò Shepard, dando una spallata a un nemico mentre Adrienne le si avvicinava -In soldoni, dietro alla faccenda de La Tortue c'era la Gerarchia, Actius era il tuo tramite. Rinfrescami la memoria... Vakarian non ti stava dando la caccia?-
Il Mutante, dopo essere stato scaraventato a terra, venne colpito da Adrienne con un colpo di pistola alla tempia.
Dopo essersi assicurate che la via fosse di nuovo sicura, la Turian si fece di nuovo vicina a Shepard e iniziò con le spiegazioni:
-La Tortue era un pretesto della Gerarchia per controllare una zona franca, Shepard, senza che l'Alleanza o l'Egemonia si insospettissero. I criminali erano una buona facciata e io ho fatto presto ad entrare nel giro... sai, a parole sono sempre stata un asso- caricò un colpo in canna alla pistola -La piccola confusione alla sede del C-Sec è stato un mio tocco da maestro. Ho fatto fuori uno ad uno i nemici, risparmiando gli altri... si è trattato di un atto di terrorismo, sulla carta, per cui, il mio nome è finito sulla lista dei ricercati...- 
-Mi hai tenuta all'oscuro per tutto questo tempo perché eri ancora sotto copertura?-
-La prima Regola è il Silenzio, Shepard, la Quarta è la Consapevolezza che la missione ha la precedenza su tutto...- si volse brevemente, poi tornò a fissare il Comandante -Sì, Lee, ti ho mentito-
Il Comandante serrò la mascella, indispettito. Con un cenno della testa, indicò le retrovie, umettandosi le labbra -Lui, Vakarian senior, lui lo sa?- disse poi, sorvolando sull'intera faccenda.
-Sa che dietro l'attacco al quartier generale del C-Sec c'erano le forze speciali della Gerarchia e non dei semplici poliziotti rinnegati, se è questo che intendi...- replicò Adrienne, poi si bloccò sul posto, afferrandole un braccio -Lee... l'ultima cosa che voglio fare ora è perdere anche te. Far sì che tu mi creda una bugiarda per interesse quando in realtà ho sempre giocato dalla tua parte... mi hai dato la speranza di affrontare un nuovo percorso e io voglio accettare quest'occasione e buttarmi alle spalle il passato.-
Lenore la guardò dritta negli occhi, stringendo la mascella, poi le passò un braccio intorno alle spalle, stringendola brevemente -Deficiente scapestrata, certo che ti voglio al mio fianco! Una volta finita questa missione però, è tuo dovere dirmi tutto, dall'inizio alla fine...-
Adrienne sbuffò sonoramente, distogliendo lo sguardo -Lo diceva Garrus che quando ti affezioni diventi troppo accondiscendente...- e si divincolò, avanzando lungo la strada maestra con un’espressione compiaciuta.
 
 
 
Cretia, Checkpoint Plaza
Ore 4:07
 
Il Maggiore Castor Actius e il Tenente Comandante Ashley Williams avevano assunto una posizione sopraelevata per poter facilmente individuare il gruppo di Shepard attraverso la cortina di nemici.
Il checkpoint si trovava in un edificio, al cui interno c'era il generatore d'emergenza della colonia. Si trattava di una costruzione isolata dal complesso abitativo, dalla facciata anonima, fronteggiato da un piazzale abbastanza ampio per il passaggio di veicoli di grossa taglia. Le truppe dei Razziatori presidiavano le immediate circostanze, non tanto a protezione dell'edificio, quanto per eliminare ogni sorta di contatto che la colonia avrebbe potuto stabilire con il mondo esterno.
Un Predatore si muoveva con aria circospetta lungo il perimetro del piazzale mentre i Mutanti e i Cannibali sciamavano d'intorno meccanicamente. La creatura si fermò improvvisamente sul posto, allertata da un rumore improvviso, poi si voltò verso la fonte, trovandosi la canna del Lanciadardi Graal del Tenente James Vega a pochi centimetri dal muso.
Tutto ciò stava succedendo sul lato est dello spiazzo.
Il soldato fece fuoco, attirando l'attenzione su di sé mentre Tali faceva scivolare il suo Drone d'Attacco nel centro. Alcuni Mutanti caddero fulminati a terra mentre un globo di energia oscura si componeva improvvisamente nei pressi di un Predatore, facendolo lievitare.
Un colpo preciso andò a trapassare un'olobarricata mentre tre soldati Blackwatch apparivano improvvisamente in controcampo, erigendo una fitta barriera di fuoco contro chiunque gli capitava a tiro.
Actius, dal suo riparo, ricaricò un colpo mentre osservava la scena dall'alto, cercando di ricapitolare la situazione:
Gli accessi al piazzale dell'edificio erano attualmente due ed entrambi arrivavano dalla congiunzione di due arterie della strada maestra; aveva deciso di dividere le squadre in due gruppi, posizionandosi in alto assieme ad Ashley per avere un'ampia visuale della strategia.
Il primo gruppo, quello che aveva attaccato per primo, era composto dagli elementi della squadra di Shepard, che avrebbe catalizzato momentaneamente l'attenzione sul lato est.
Dall'altra parte, l'ingegnere della legione Blackwatch avrebbe piazzato una torretta per permettere un inevitabile fuoco incrociato che, non solo avrebbe sterminato il nemico ma avrebbe anche permesso ad IDA di penetrare nell'edificio assieme all'altro suo tecnico per valutare lo status del generatore d'emergenza.
"Tenente, rapporto!” aveva urlato Shepard dall'altra parte dell'interfono di Ashley, mentre il Maggiore sparava in direzione di un Predatore fattosi troppo vicino alla torretta del suo ingegnere.
-Stiamo sgombrando la strada, Shepard- replicò Williams con voce neutra, poi si applicò nel farle una precisa stima della situazione, mandandole le coordinate della loro posizione.
Quando Adrienne si affiancò ad Actius, il Maggiore mosse nervosamente le mandibole, dando un'occhiata dietro di sé, verso i nuovi compagni -Si tratta della Resistenza di Cretia?-
La Turian annuì mentre Garrus si portava sul fianco di Williams facendo sporgere il Black Widow davanti a sé. 
-La tua missione personale?- chiese di nuovo il Maggiore, stavolta mantenendo un tono di voce flebile, tornando a fissare il mirino del Krysae.
Adrienne sbuffò, ricaricando la pistola con un gesto nervoso -Come possiamo aiutare?-
Actius le rivolse un'occhiata curiosa -Questo non mi piace, Adrienne... vi abbiamo lasciato indietro per una missione-
-Missione compiuta, Maggiore, non indagare- intervenne Shepard in sua difesa, accovacciandosi al suo fianco -Ora, se non ti dispiace, andrei a spalleggiare Jimmy e il Prothean che, da soli, sembrano un duo di cabaret- ammise, dando un'occhiata di rimprovero ai due che saltellavano di nemico in nemico con grazia inusitata.
Adrienne si sollevò, ringraziando mentalmente Shepard, poi si voltò verso Vakarian, porgendogli il calcio della pistola. Lui la osservò, dubbioso.
-Renditi utile, Detective. La tua ce l'ha la ragazzina.-
-Va a clip?-
-Scordati il lusso delle clip, questa si surriscalda dopo nove colpi.-
Aetius mosse lievemente le mandibole, poi afferrò il manico della pistola, saggiandone le proporzioni con un'occhiata soddisfatta -Conosci i miei gusti, purtroppo...-
Adrienne fece schioccare la lingua, seccata, poi si riunì a Shepard che scalpitava per raggiungere i suoi uomini -Trattamela bene, Detective-
 
 

[x]

 
Cretia, Checkpoint
Ore 4,20
 
L'interno dell'edificio era spoglio e sembrava abbandonato da mesi, seppure avesse subito l'ultima manutenzione da pochissimo tempo. Era composto da più piani e le squadre si distribuirono principalmente tra il primo e il secondo, lasciando la possibilità a IDA e ai tecnici di Actius di avere quanta più tranquillità possibile nell'applicarsi in un lavoro di ripristino della corrente.
La Hahne-Kedar di Adrienne aveva sparato un colpo in un'azione memorabile:
Prima di entrare nell'edificio dopo IDA, Liara non aveva ricordato una delle regole fondamentali di chi si appresta ad abbattere completamente un nemico che non è dotato di istinto di autoconservazione. Un Mutante, privato del corpo dalla vita in giù, aveva afferrato la caviglia dell'Asari, traendola a sé con violenza. 
Senza che ci fosse il bisogno di mirare o di addocchiare il bersaglio, Aetius Vakarian, che passava di lì per caso, aveva premuto il grilletto e ficcato un colpo di pistola dritto in mezzo agli occhi del nemico; il tutto, senza l'ausilio di mirare o di velocizzare le cose. Passava di lì, insomma.
E Liara, a terra, con un espressione allibita aveva proferito: -Quando non sei certo che i non-morti siano morti-morti, non risparmiare munizioni: spara un colpo in testa per sicurezza, sempre!- facendo ridacchiare Tali, che l'aiutava gentilmente a rialzarsi.
Entrarono nell'edificio per metà, lasciando come sentinelle James e un Blackwatch a presidiare l'esterno, e Javik e il suo corrispettivo Turian, tale Armstrong, a controllare gli accessi laterali.
-L'hai tenuta bene- aveva pronunciato Vakarian senior, porgendo la calibro .357 ad Adrienne, affiancata, come al solito, a Shepard -mi sorprende-
-Per una volta, potresti tagliare la coda a un complimento? È spiazzante- aveva borbottato lei, controllando lo stato del suo revolver. Il Comandante osservò con attenzione la scena, corrugando la fronte, poi si decise a parlare, rivolgendosi direttamente al padre di Garrus -Non ho potuto fare a meno di constatare lo stato d'abbandono dell'edificio in cui vi trovavate. Come avete fatto a resistere?-
Il Turian mosse in avanti le mandibole -Prima dell'attacco dei Razziatori, Cretia era un posto sicuro, seppure Digeris fosse sotto attacco. Abbiamo avuto il tempo per organizzare una difesa sommaria, contando sulle scorte che la polizia locale aveva lasciato nella guarnigione e sugli approvvigionamenti extra che la Gerarchia aveva stanziato per i rifugiati. Dopo l'attacco ci siamo barricati in alcuni edifici stanziati in zone limitrofe all'interno della stessa colonia, mantenendoci in contatto radio.-
-Mi faccia capire, voi siete riusciti a tenere testa alle truppe dei Razziatori prima che i militari arrivassero?-
-Una settimana. Gliel'ho detto, Comandante, abbiamo avuto un'organizzazione sommaria...- ammise il Turian con una punta di tristezza nella voce -...eppure siamo rimasti presto da soli. Le donne e i bambini erano con l'altro gruppo...-
Shepard sospirò sommessamente -Vi siete salvati, questo è il punto fondamentale. Non esistono gli eroi in guerra.-
-Detto dalla paladina della Galassia suona bizzarro- 
-Suonerebbe meno bizzarro se le elencassi tutte le imprese che ho compiuto in cui ho lasciato una scia di sangue innocente- ammise lei, sostenendo il suo sguardo -Ma non è questo il momento, presto arriveranno le navette a portarvi in salvo. A proposito...- si voltò verso Actius che, nel frattempo, aveva occupato un tavolo e dispiegato una scansione con il factotum -Notizie dal battlefield?-
Il Maggiore le diede un'occhiata di sfuggita -Altalenanti. Achaton è riuscito a creare un perimetro, ma ha perso degli uomini. Le truppe aeree sono state dimezzate, ora contiamo solo una decina di Mantis. La buona notizia è che la flotta sta tenendo testa ai Razziatori e che presto rinfoltiranno le linee di caccia, lasciando uno spiraglio al tuo pilota di navette che potrà raggiungerci al punto stabilito- aumentò lo zoom sulla scansione -Non ci resta che aspettare il verdetto della tua... ahem... sottoposta e dei miei tecnici.-
Shepard annuì, poi raggiunse le scale per accedere al piano superiore dove IDA proseguiva a lavorare al generatore.
Adrienne seguì con lo sguardo Vakarian mentre si sedeva a terra per trovare un punto d'appoggio per pulire il fucile d'assalto che avrebbe utilizzato da lì in avanti.
-Senti, io... non ce la posso fare.- Adrienne lo raggiunse e si sedette davanti a lui, afferrandogli le gambe -Ti ho spiegato le mie ragioni e perché non ho potuto avvisarti... ti ho deluso, sì... ma le mie scuse te le ho fatte!-
Aetius scosse la testa mentre incrociava le braccia -Nastz, non so cosa farmene delle tue scuse...-
-Allora stammi bene a sentire, testa di cazzo!- eruppe lei, facendo voltare un Predatore che si girava i pollici su Thessia -Io ho fatto una scelta, mi sono esposta, ho agito come mi hai sempre detto di fare: ragionando sulle conseguenze! Ho valutato le situazioni che mi venivano presentate e ho accettato le conseguenze delle mie scelte, senza mai voltarmi! È troppo chiedere della comprensione? Sono estremamente consapevole che tu mi ritieni una venduta, ma è diverso da stare agli ordini di persone che perpetrano crimini ben peggiori ogni singolo giorno? No, davvero Vakarian, aiutami a capire, siamo così diversi, alla fine?-
Il Turian chinò lo sguardo sul fucile, continuando la sua opera di pulizia, impassibile, lo sguardo duro -Sì, Adrienne, siamo profondamente diversi, e abbiamo scelto di affrontare due vie completamente opposte. Io ho deciso di onorare il mio popolo standogli accanto, tu hai deciso di perpetrare l'immagine che la Galassia ha dei Turian, affidabili solo militarmente, capaci di ragionare solo con il pugno di ferro. Ogni fazione ha da sottomettersi a dei suoi compromessi, nessuno è migliore. Io non sono migliore di te, ma ho deciso di esserlo, per il bene dei miei fratelli e sorelle Turian.-
Adrienne gli rivolse uno sguardo accigliato -Non vuoi accettare che io abbia preso una scelta diversa dalla tua e non vuoi accettare le mie scuse per avertene tenuto all'oscuro... questo mi è chiaro. Ma ora sono qui, davanti a te, a spiegarti le mie ragioni... perché questo non vuoi accettarlo?-
-Perché non ti rispetto, Nastz!- sbottò lui, al limite della pazienza -Nella C-Sec avresti potuto davvero dare un contributo! Sei scaltra, sei entusiasta, hai passione! Ma sei come una bandiera che si gira a seconda del vento che tira... e io non ho intenzione di perdermi in chiacchiere con un Turian con questo atteggiamento!-
Adrienne chinò lo sguardo, schiudendo leggermente le labbra, cercando di articolare una risposta.
No, era una causa ormai persa... lo era fin dall'inizio. 
Sollevò lo sguardo verso le travi dismesse del soffitto dove poteva intravedere Lenore, in piedi vicino a una IDA intenta a violare il terminale principale per avviare la detonazione. La osservò come per chiedere aiuto, per avere sostegno, ma la replica che ricevette fu quella di una donna stanca degli avvenimenti della giornata, che forse stava per partecipare all'unica battaglia vittoriosa dopo mesi.
-Quando si dice: avere i prosciutti al posto delle palpebre...- commentò Actius, dalla sua postazione.
-Signore?- 
-Vakarian, lei è a conoscenza che la qui presente Adrienne Nastz ha dovuto passare gli ultimi dieci anni della sua vita a salvaguardare le undici colonie Turian che Cerberus e gruppi terroristici Batarian volevano radere al suolo per costruirci dei laboratori di ricerca per lo sviluppo dell'Intelligenza Artificiale? Risponda, la prego.- il Maggiore si fece avanti, aprendo le braccia -Allora?-
-Non ne ero a conoscenza, Maggiore- replicò -Non vedo dove vuole arrivare con questo-
-Adrienne si è presa sulle spalle un rischio che nessun altro nell'esercito avrebbe accettato di fare, accettandone le conseguenze.- sbottò Actius, guardandolo dall'alto -Non trovo giusto questo accanimento nei suoi confronti, soprattutto in virtù del rapporto che vi legava. Ha sempre guardato a Lei con rispetto, Vakarian, non vedo perché non debba essere ricambiata. Controllava una zona franca per permettere un paio d'occhi in più alla Gerarchia, sì, ma ora quel posto non esiste più, Adrienne non esiste più... ora è un sottoposto del Comandante Shepard, dove le sue abilità sono valorizzate giorno dopo giorno lasciando che sia lei a guidare sé stessa. Ed era anche il momento che si accorgesse che non è una guida a plasmare un destino di una donna- prese un respiro -Ma è la stessa donna a diventare l'unica fautrice del suo destino.-
-Il mio lavoro con lei è finito nel momento in cui è diventata una Detective, Maggiore. Non ho mai preteso di essere la sua guida, è lei che mi ha dato questo potere... nonostante il Suo accanimento, io non ho intenzione di valorizzare una scelta che non condivido, attuata da una persona che non ho più intenzione di aiutare!-
-E allora andatevene affanculo entrambi e pace fatta!- eruppe Adrienne, sollevandosi in piedi. Poi aprì le braccia, lanciando uno sguardo carico d'ira verso entrambi -Non sono disposta a tollerare che mi si offenda e mi si difenda altrimenti quando io non ho bisogno né della prima né della seconda cosa! Sono un sottoposto del Comandante Shepard, prima di tutto, e continuerò a servire lei coerentemente. Hai detto bene, Actius, sono io a guidare me stessa, quindi decido che questo discorso dev’essere definitivamente chiuso. Sono esausta!- 
Si passò una mano sulla testa, sospirando nervosamente -Esausta- ripeté, prima di raggiungere una porta dall'altro capo della stanza e chiudersela alle spalle.
Si accasciò a terra, la testa fra le mani, puntellandosi sulla parete più lontana dalla porta. L'ambiente era buio, di sicuro niente o nessuno avrebbe potuto notare l'espressione indecisa sul suo viso. Indecisa. La cosa sorprende?
Sì? Beh, Adrienne soffriva, ma si sentiva al contempo sollevata per aver messo un punto esclamativo in un discorso che andava avanti nella sua testa da ben dieci anni. Per quello sentiva delle emozioni contrastanti: se da una parte nutriva il desiderio di prendere la testa di Aetius Vakarian e di sbatterla ripetutamente su una colonna, dall'altra le veniva naturale il desiderio di riderci sopra davanti a una bottiglia di whyskey. 
-Mi dispiace, Ennie...- 
la voce di Castor Actius le giunse inaspettata alle orecchie, facendole prendere un colpo.
La Turian si alzò di scatto in piedi, cercando di riprendere il contegno perduto, poi si passò una mano sul collo parzialmente scoperto, battendo un colpo di tosse.
-Tutto bene?- chiese lui, chiudendosi la porta alle spalle.
-Oh, sì... sì- gracchiò Adrienne, muovendo nervosamente le mandibole -Non hai da fare Cass? Sei un capoccia irresponsabile-
-Sai, prima cercavo di darti man forte, non di fare il paladino delle cause perse- puntualizzò il Maggiore, facendosi avanti -Ti ha dato noia?-
La Turian diede un profondo respiro con il naso, inclinando la testa in avanti -Abbastanza-
Castor si grattò la fronte, poi distolse lo sguardo -Cazzi tuoi. Lo rifarei.-
-Oh, Spiriti!- gemette Adrienne -Vuoi capirlo che non sono un tuo sottoposto, Cass? Non puoi proteggere il mio operato come se fosse il tuo prezioso uovo, quello ora è compito di Shepard e di certo lei non ha...-
-Adrienne, si è visto come è corsa in tuo soccorso quando hai avuto bisogno di una mano!- la interruppe lui, portando le mani in avanti.
-Shepard è stata al mio fianco più di quanto tu immagini. Era con me quando Tortuga è finita nelle mani dei Razziatori e... oh...- la Turian spalancò gli occhi, portando la testa all'indietro -Cass, sei forse geloso di Shepard?-
Il Maggiore sbuffò, scacciando con una mano quell'esternazione.
-Cass, andiamo! È da quando è iniziata questa missione che mi urli “guardami mamma guardami guardami!”- lo scimmiottò, saltellando e agitando le mani in maniera comica, per poi scoppiare direttamente a ridere e afferrargli un braccio, divertita -Oh, Spiriti, Spiriti miei, quanto sei sciocco!-
-Sarò costretto a dividermi di nuovo da te, Adrienne, e questo mi fa godere dell'unica occasione che abbiamo per stare insieme- ammise lui, ritraendosi appena -A quanto pare, tu rimarrai sulla Normandy ancora a lungo, se non per sempre...-
-Non ho intenzione di lasciare Lenore, se è questo che vuoi sapere.-
-Sembra che tu ci goda a trovare degli incarichi ogni volta più distanti da me...- le posò le mani sulle spalle, l'espressione lievemente rattristata -A dire il vero, la nostra non è mai nemmeno stata una relazione-
-E che cos'è, Actius?- 
Il Maggiore fece spallucce -Un “meet and greet”?-
-Hai uno strano modo di concepire i meet and greet, lasciatelo dire...-
-Cosa dovrei fare? Tu sei fatta in questo modo, ti poni degli obiettivi difficili ogni volta e io non sono da meno. Per fortuna ti ho lasciato la mia dogtag, così almeno ti ricordi come mi chiamo ogni volta che mi vedi!-
Adrienne si rabbuiò. Poi distolse lo sguardo, posando una mano sul suo petto -Dicevi sul serio... prima?-
Castor batté più volte le palpebre -Prima quando?- chiese.
La Turian sbuffò una risata -Che hai a cuore... insomma... hai capito.-
-No, non ho capito, Adrienne, sii chiara-
Di nuovo una risata, poi uno sguardo dolce e le loro fronti si toccarono -Actius... davvero pensi che potrebbe funzionare?-
Il Maggiore chiuse gli occhi, poggiando le mani sul collo di Adrienne. Poi rise debolmente, traendo il suo viso maggiormente a sé.
-Ho deciso di stare dalla tua parte, Adrienne, e intendo mantenere la parola...- 
-Allora finiamola, Actius, finiamo questa Guerra... e ritroviamoci di nuovo su quel piccolo bar di Cipritine, quello con le stanze con vista panoramica...- la Turian sospirò di sollievo, chiudendo gli occhi -Così decideremo finalmente da che parte stare... insieme-
-E vedrò la tua schiena solo quando sarò morto-
-E vedrò la tua schiena solo quando sarò morta-

[x]

 
 
Cretia, Checkpoint
Ore 4,50
 
-Brutte notizie, Shepard- annunciò IDA, dopo aver portato in funzione il generatore.
-Che genere di brutte notizie?- esalò Shepard, portandosi immediatamente al suo fianco.
-Il generatore ha riacquisito la sua massima potenza, le torrette sono attualmente in funzione, ma questo non basterà a fermare i nemici già presenti dentro le mura di Cretia- replicò l'IA, flettendosi in piedi.
-Già lo sapevamo IDA, qual'è la soluzione?-
-La soluzione sarebbe un attacco aereo, ma le cannoniere sono già impegnate contro i Mietitori e noi siamo troppo pochi rispetto ai nemici presenti sul campo. Ci sono però diversi relé di stazionamento energetico lungo il perimetro delle mura, potremmo attuare un surriscaldamento.-
-Intendi dire... far saltare tutto in aria?-
-Solo le zone con un'alta concentrazione di nemici, Shepard, i Turian si occuperanno del restante, che sarà un numero decisamente inferiore rispetto alla quantità attuale- IDA attivò una proiezione olografica, mostrando il dispiegamento delle forze nemiche prima e dopo il surriscaldamento.
Shepard osservò attentamente entrambe le risultanti, poi scrollò le spalle -E va bene IDA, avverto immediatamente Actius della tua idea-
-Non serve- fece lui, apparendo improvvisamente in cima alla rampa di scale -Datemi il tempo di avvisare i miei superiori e possiamo formulare velocemente un piano d'azione. Abbiamo perso fin troppo tempo in questa maledetta colonia. Notizie dei veicoli Kodiak?-
-Il mio pilota sta cercando un atterraggio sul tetto dell'edificio, Maggiore- annunciò Shepard, lanciando un'occhiata ai rifugiati attraverso le travi smosse del pavimento -Ha ipotizzato di metterci almeno una decina di minuti.-
-Troppi- sbottò il Maggiore, attivando il factotum per fare una chiamata rapida -Vedete di non sprecarli-
Osservare il proprio demone salire su una vettura dell'Alleanza, finalmente in salvo, mise Adrienne nell'ottica delle idee di potersi permettere un sospiro di sollievo. Quando però si girò per salutarla e la chiamò a sé, la Turian dovette trattenere il fiato.
-Non mi piace come ti sei comportata, Nastz, ma...- diede un sospiro -Testa alta. È tutto...-
Adrienne sbuffò una risata -L'avrei tenuta alta anche nel caso in cui tu non me l'avessi consigliato, vecchio-
-Vedi che non hai bisogno di una guida, Nastz?- replicò lui, battendole una mano dietro la collottola. Poi diede un cenno con la testa a Garrus, subito dietro di lei e si sporse per abbracciarlo, cogliendolo di sorpresa.
-Finisci il tuo esercizio di tiro al bersaglio e porta le chiappe a casa, Garrus, ti aspetteremo lì-
Shepard dovette distogliere lo sguardo, colta da un'improvvisa folata di polvere. Poi il kodiak si sollevò in aria, lasciando quei tre in balia di loro stessi.
-Abbiamo finito qui, Nastz?- chiese Shepard, riprendendo il Claymore dalla schiena.
-Sì, Shepard, ho finalmente saldato i conti in sospeso con il passato... ora sono pronta- ammise Adrienne, muovendo le mandibole, soddisfatta. Poi si sporse verso di lei e l'abbracciò di slancio, lasciandola interdetta.
La missione andava a concludersi:
IDA avrebbe lanciato un impulso che avrebbe distribuito lungo la rete energetica della colonia, facendo esplodere uno ad uno i relé secondari e lasciando integri quelli che sarebbero andati riutilizzati in un secondo momento. Il fattore tempistico in quel piano era fondamentale, dato che, per riuscire a rimanere incolumi, i nostri avrebbero dovuto attraversare di volata la colonia per la strada principale e uscire direttamente dalla porta d'ingresso, incontrando sulla loro via l'intera occupazione nemica. 
Shepard si appropriò della prima linea assieme a James e a Liara, armando il Claymore con le nuove modifiche per ottenere delle munizioni incendiarie. L'ultima fila la tenevano Adrienne, Javik e alcuni soldati Blackwatch, per garantire la sicurezza di Williams, Garrus e Actius che si sarebbero occupati dei Predatori e dei Cannibali inarrivabili a Shepard.
Quando il Comandante diede il segnale, erano già fuori dall'edificio e pronti allo scatto finale. I minuti antecedenti alla prima detonazione, causante l'effetto a catena, sarebbero scorsi fin troppo rapidamente, quindi le granate di cui disponeva Shepard in dotazione furono eccellenti per liberare le prime fila di nemici.
-IDA, ORA!-
Attraversarono di gran carriera la prima curva, affrontando una popolazione intera di Mutanti. Shepard schivò un abbraccio, lasciando che Javik prendesse quell'avversario, poi scivolò con le ginocchia sotto un Cannibale, sparandogli una salva dritta sullo stomaco, si rialzò e corresse il percorso, passando al nemico successivo.
Dietro di lei, James usò la baionetta del fucile a pompa per colpire alla testa un Mutante, poi diresse un colpo su un Predatore, disarmandolo e lasciandolo alle cure di Tali che lo finì direttamente con un colpo disgregante.
Liara svettava così in prima linea con un lancio biotico, liberando il percorso a chi arrivava subito dietro.
Garrus diede una rapida occhiata ad Adrienne e lasciò che lei distraesse un Predatore con il revolver per poterlo poi affrontare con una raffica del suo fucile d'assalto.
Actius restava occultato, concentrato nella strategia e pronto nel caso l'occasione rendesse indispensabile il suo Krysae.
La prima esplosione non tardò a farsi sentire mentre i nostri erano praticamente riusciti a raggiungere il penultimo livello.
Con un salto, Shepard evitò la carica di un Bruto che aveva sbriciolato la parete di un edificio, proiettandosi proprio davanti a lei. James gli fu subito addosso, bersagliandolo con un dardo dritto in mezzo alla corolla ossea.
Ed ecco l'occasione perfetta per Actius. Con un tiro pulito, colpì il nemico sul tubo che congiungeva la testa al resto del corpo, facendogli schizzare metà muso proprio mentre tentava un'altra carica. Il Bruto si accasciò a terra, facendosi scavalcare di volata da Adrienne.
-Muoviti Maggiore, o ti lasceranno indietro!- gridò quella, facendo passare avanti Actius, che continuò la sua corsa accanto a Williams.
Ed ecco che finalmente la porta d'accesso si stagliava all'orizzonte, con Shepard che aumentava la velocità e, al contempo, controllava che tutti fossero presenti all'appello.
-Andiamo andiamo andiamo!- berciava, il cuore che le batteva a mille nel petto. Freddò uno, due, tre, quattro Mutanti prima che IDA si facesse notare al suo fianco e aumentasse la velocità per aprire il portone d'ingresso il prima possibile.
Altre due detonazioni.
Dai, c'erano quasi, solo pochi metri, e l'IA della Normandy che finalmente spalancava con una spallata le porte, facendo letteralmente vedere loro la luce dell'alba.
Uscirono di gran carriera, Shepard in primis, mentre l'ultima esplosione faceva letteralmente collassare l'architrave dell'antica porta, sollevando un gran numero di macerie e di detriti.
Vennero sbalzati in avanti, cadendo dritti tra le braccia di Achaton, ancora in difesa del perimetro. Non appena tutto fu calmo, Actius si sollevò in piedi, tossendo convulsamente -Ce l'abbiamo fatta!- gridò, in direzione di Garrus, al suo fianco. Il nostro Turian, disteso a terra a stella marina annuì, poco coinvolto da quell'entusiasmo. Il Maggiore sollevò il Krysae mentre i suoi uomini e Achaton stesso lo applaudivano.
-Ennie!- chiamò, cercando Adrienne con lo sguardo per poter condividere la sua esultanza. Non ebbe risposta. -Ennie?-
Si guardò intorno, perdendo lentamente il sorriso, poi incrociò lo sguardo di Shepard, che lo fissava come se avesse appena invocato un fantasma.
Allora Actius spalancò la bocca e rimase immobile, fissando le macerie con un'espressione allarmata.
Diede una spallata a Shepard mentre correva verso la porta crollata, facendo sì che si voltasse di fronte alla spiacevole certezza che, ancora una volta, si era lasciata alle spalle un compagno.
-ADRIENNE!-
Scivolando varie volte lungo il sentiero dissestato, il Comandante seguì il Maggiore lungo la strada più lunga che i suoi piedi avrebbero percorso. Non sentiva altro che il rimbombo delle esplosioni a catena che perforavano ancora i suoi timpani tramite un fischio assordante. 
I pilastri che reggevano l'immensa struttura a volta del portale si erano ripiegati su sé stessi, una cascata di macerie ricopriva completamente l'ingresso, ancora grondante di polvere.
Il Maggiore scivolò sulle ginocchia fino al punto più basso dell'ammasso di detriti e puntò il calcio del Krysae, cercando di rimuovere il possibile per poter aprire uno spiraglio e assicurarsi che lei stesse bene.
Shepard però restava ferma, sbigottita.
Sapeva benissimo che da un crollo simile, solo un organismo unicellulare avrebbe potuto salvarsi tanto era fitta la distribuzione delle scorie cementifere.
Actius continuava a chiamarla, chiedendo un segno, supplicando che la sua sola faccia tosta le permettesse di levitare sopra quel macello per controbattere con una battuta a quella scena patetica. 
La mano di Lenore si appoggiò decisa sulla spalla di Castor, tirando lievemente, ad imporgli di smetterla; ma lui no, non poteva fermarsi, doveva tirarla fuori da lì a costo di spezzare l'impugnatura del suo fucile in fibra di carbonio, a costo di rimetterci le unghie e le dita delle mani.
-Castor...- il Comandante si inginocchiò al suo fianco -Non...-
-Posso sentirla, Shepard, posso...- si fermò di colpo, poi lanciò il fucile di lato, prendendo a scavare convulsamente con le dita mentre Lenore osservava rapita il punto dove lui aveva preso a togliere i frammenti dei detriti.
Ebbe solo il tempo di nutrire una leggera speranza quando IDA, dietro di lei, la riportò con i piedi per terra -Non rilevo segnali vitali dal suo corpo, Shepard, è...- prese una pausa -è morta.-
Actius si fermò momentaneamente, giusto per lanciare uno sguardo truce all'IA, poi riprese a scavare con ancora più decisione.
Shepard gemette quando vide spuntare dalla polvere un paio di dita, rivolte verso l'alto. Le afferrò istantaneamente, chiamandola. Poi si rese conto che IDA aveva effettivamente ragione... da un crollo simile si salvano solo gli organismi unicellulari. E allora ritrasse la mano, dandosi dell'imbecille a voler davvero aggrapparsi all'irrazionalità.
Castor sembrava non averlo capito e preferì continuare la sua opera, scoprendole la mano intera, poi il polso. Allora la strinse, per darsi coraggio mentre continuava l'opera...
E fu lì che si accorse che ormai non c'era davvero più niente da fare per aiutarla. Il Maggiore si ritrovò a stringere quella mano, digrignando i denti e sporgendosi in avanti, nel tentativo di spingere da solo quel muro di macerie per trarla a sé. Diede un grido di fatica, appoggiando la fronte all'ammasso di detriti, gli occhi appannati e stretti a fessura mentre le mandibole vibravano convulsamente.
-Ennie...- gemette, avvicinando il viso a quella mano e accasciandosi definitivamente a terra. Le lacrime sgorgavano silenziosamente sul suo viso mentre cercava di capire come diavolo si potesse affrontare un dolore simile.
Da dove si inizia ad affrontare il dolore? Dalla comprensione che è appena avvenuta una tragedia? Dal fatto che alla donna che ami non scorra più calore tra le dita?
Castor gemette di nuovo, mostrando i denti e stringendo maggiormente la presa, ormai rannicchiato contro quel muro senza avere la possibilità di farci niente.
-Cass- dietro di lui, Maroon Achaton scrollava le spalle -Dobbiamo...-
-VATTENE!- fu l'unico ordine che il Maggiore riuscì a formulare, con una voce che sembrava non appartenergli. E Shepard dovette forzatamente distogliere lo sguardo per non cadere di nuovo nel baratro che l'aveva così coinvolta durante la veglia di Thane all'Huerta Memorial Hospital; dovette sollevarsi in piedi e appoggiare la schiena, perché i suoi muscoli si stavano facendo fardello di quella nuova stanchezza mentale.
-Maggiore,- fece, rivolgendo lo sguardo all'orizzonte, lontana da quell'immagine straziante -devi sforzarti a prendere una decisione...-
Il Turian, il volto distrutto e la schiena inarcata, scosse lievemente la testa mentre le mandibole si sforzavano in un lieve tremolio; con un sospiro stanco, Castor Actius raggiunse la pistola con dita tremanti, poi ne afferrò l'impugnatura e la trasse debolmente a sé.
Shepard gli rivolse uno sguardo dubbioso mentre il Maggiore prendeva un altro respiro, chiudendo gli occhi. 
-Decido di stare dalla sua parte.- disse, prima di puntarsi la pistola alla tempia.
 
 
 
 
 

 
***
[x]
 

 
 
La battaglia era stata vinta.
Così recitava il bollettino di Guerra dell'Incrociatore Crixus, gli specialisti che si stringevano calorosamente la mano alla vista dei Razziatori che attuavano una ritirata strategica. In quel giorno, i Turian avevano vinto.
Ma Thrace Scevola Actius non sembrava della stessa idea mentre, attraverso il vetro della sala briefing apprendeva della morte del figlio, portandosi le mani davanti a un viso distrutto dal dolore. Perché era stata una morte a conflitto finito, quando in realtà la flotta nemica si stava già ritirando, lasciando alle truppe di terra il pieno controllo della strage di ogni forma di vita sintetica nel raggio di miglia e miglia di strada.
E si accasciò al pavimento, sorretto dall'Ammiraglio stesso, suo commilitone durante la Guerra del Primo Contatto e davanti al Comandante Shepard, che stringeva in mano una piastrina non sua.
Le iniziali erano A. Nastz, difatti. Ultima tragica sorpresa di quella giornata. 
E il Retroammiraglio aveva gridato di tenersele, quelle piastrine infauste, le aveva gridato che il suo nome sarebbe stato associato a un suicidio, non a una collaborazione vitale per entrambe le alleanze.
Ma Shepard aveva comunque mantenuto il ruolo affidatole e aveva esplicato direttamente al Primarca, lì presente, ciò che era successo alla sua squadra, per filo e per segno.
Si lasciarono con una stretta di mano, dopo essersi scambiati un augurio di pace.
Ma che gliene importava a Shepard della pace, che gliene importava del Primarca...
Perché era lì, si chiese. Perché stava ancora in quel posto che odorava di una battaglia vinta quando in realtà era stata un'altra sua sconfitta?
Stavolta il prezzo che aveva dovuto pagare era stato troppo alto... e così era stato per Garrus che, per una volta, non era nemmeno riuscito a consolarla nel modo migliore, preferendo evitare di partecipare ai giusti festeggiamenti che la sua gente gli offriva. Preferì il ronzio della Batteria Primaria, lui, così come lei preferì aprire il rubinetto della doccia, ancora vestita dell'armatura, e accasciarsi alla parete del bagno, la testa tuffata fra le ginocchia.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Adrienne socchiuse appena le palpebre, intontita dall'intensa luce del sole che entrava dalla piccola finestra della camera da letto. Era avvolta ancora da una spessa coperta termica, le mani intrecciate alla base del collo.
Tutto intorno a lei riluceva di un bianco luminoso, compreso il viso scuro di Castor al suo fianco che la osservava con curiosità, il gomito poggiato sul cuscino e il polso a reggergli il mento.
-Ehi...- Adrienne sorrise appena, stringendo le palpebre per metterlo bene a fuoco.
-Buongiorno...- il Turian le sfiorò il collo con un dito, percorrendone la lunghezza e posandolo in mezzo alle clavicole -Pensavo non ti saresti svegliata mai più...-
-Non dire cazzate- lo rimproverò lei, sistemandosi meglio il cuscino sotto la testa -Dopo l'indagine che ho appena concluso, avevo davvero bisogno di dormire...-
Castor le sfiorò la mandibola con il naso, divertito mentre gli artigli si chiudevano sulla catenella che Adrienne portava al collo -Noto con piacere che hai ancora la mia dogtag...-
Adrienne sbuffò una risata -Sarebbe un peccato buttarla, Maggiore...-
-Hai saputo, quindi- replicò lui, protraendo quel contatto dolce -Vorrei che accettassi la missione che ti ho appena proposto, Ennie...-
La Turian gemette piano, poi gli afferrò il viso tra le mani, spingendolo in alto. Con un'espressione accigliata diede un sospiro profondo -Non posso...-
Il Maggiore imprecò -E io non posso sopportare di doverti dividere con qualcuno-
Adrienne mollò la presa, passandosi una mano sul viso -Cass...-
-Io ti amo-
-No, non...-
-Adrienne, sono solo due parole, andiamo!- protestò lui, appoggiando la fronte sulla sua -Siamo sempre stati insieme, abbiamo diviso le buone e le cattive cose, siamo Ennie e Cass, Nastz e Actius... e io voglio dividere con te ogni minuto del mio tempo, sapere che posso contare sulla mia femmina anche quando le situazioni sono drastiche... come lo è stato ieri-
Adrienne ridacchiò -Ho un lavoro importante ora, Cass, posso fare la differenza senza obbligatoriamente mettere le mani su una pistola... e mi piace.-
-Sergente Nastz, Detective!- recitò lui, distanziandosi e rotolando di peso fino al suo lato del letto -Sei sprecata qui...-
-È il periodo più bello di tutta la mia vita, non puoi minimizzarlo a questo modo- replicò lei, alzandosi sui gomiti -Lavoro da sola, senza l'aiuto di nessuno e senza nessuno che mi dica quello che devo o non devo fare. Sì, devo seguire un regolamento ma è il minimo per garantirmi una linea d'azione corretta, Cass! Io... io amo questo posto!-
-Tu ami lui- la corresse Castor, lanciandole un'occhiata di sufficienza -Eppure appena ti faccio visita cadi sempre tra le mie braccia... Spiriti, quanto sei volubile!-
Adrienne chinò lo sguardo sulla dogtag, prendendola tra le dita, poi diede un sospiro nervoso, sollevando il mento. 
Il Maggiore volse la testa verso di lei, muovendo appena le mandibole. Rimasero in silenzio per un po' mentre la luce si faceva sempre più intensa.
-Tu sei stato il primo a dirmi che sono unica... mi hai sostenuta- sbuffò -Ma mentre tu me l'hai sempre detto, lui mi ha costretto a dimostrarlo, e gliene sono grata. Ma non potrà mai esserci che un'amicizia, sempre che mi consenta di essergli amica... sono un cucciolo di piccione che strilla mentre rompe il guscio del suo uovo e lui non è che un'ombra, un'ombra fatta di ideali... c'è qualcosa di sbagliato in questo- 
Castor si mise a sedere, ridacchiando -Sì, è completamente sbagliato. Dovrebbe permetterti di entrare nella sua vita, darti il valore che meriti.- le rivolse uno sguardo sognante -Perché sei la Turian più bella e capace della Galassia, Adrienne ed era ora che anche tu ti rendessi conto di questo-
Adrienne si ridistese, l'aria afflitta -Cass...- si passò i polpastrelli sulle palpebre, cercando di togliere i residui di sonno dalla retina -Non darmi la possibilità di ferirti... io... non sono innamorata di te così quanto tu lo sei di me-
Il Turian le fu subito accanto, prendendole il viso tra le dita e rivolgendolo verso di lui -In me c'è tanto amore quanto basta per sostenere entrambi, Adrienne. Non mi potresti mai ferire, anche se mi dicessi che sono l'ultima persona che vorresti vedere... ai miei occhi sei un diadema prezioso, non una corona di spine.- sospirò piano -Sarò sciocco e irrazionale, ma rincorrere me è sempre meglio di affannarsi a calpestare un'ombra, non trovi?-
Adrienne diede una risata sommessa, liberando le mandibole dagli artigli del Turian 
-Sì, Cass... forse hai ragione...- si sfilò la catenina, passando le dita sulla sua dogtag e porgendogliela -Ti affido il soldato e la sua sorte, Castor Actius-
-Non c'è onore più grande per me, Adrienne Nastz- recitò in risposta lui, mettendosi al collo la dogtag di Adrienne -La conserverò come se il tuo cuore fosse al suo interno, come il bene più prezioso...-
-E io conserverò la tua in attesa che la mia mente sia libera da ogni ombra- replicò Adrienne, trascinandolo in un abbraccio.
-Scelgo di stare dalla tua parte, Adrienne...-
E la luce si fece faro e avvolse i due nella bellezza eterea dell'oro, assorbendoli nel suo candore.
Adrienne chiuse gli occhi, mentre le ombre si dissipavano e quel nuovo calore la faceva sorridere.
 







 
*: naturalmente, Aetius Vakarian non è l'effettivo nome del padre di Garrus. Mi sono permessa di inventarne uno partendo dalla consapevolezza che non avrei potuto dargli come soprannome l'Innominato. Pardon.
nota: perdonate l'attaccamento che questa povera idiota ha nei confronti di BSG, ma, davvero... McCreary ha fatto un lavoro sublime con la soundtrack.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** When Johnny Comes Marching Home ***


Image and video hosting by TinyPic

19. When Johnny Comes Marching Home

 

 

 

 

"E ciascuno faccia la sua parte
Per riempire di gioia il corpo del guerriero
E sarà una gioia per tutti quando Johnny marcerà verso casa”
(“When Johnny Comes Marching Home”)

[x]

 

 

 

19.1: Casa

 

Casa.
Cos'è effettivamente?
Si tratta forse di un elemento fisico? Una costruzione logica dettata dal bisogno di appartenenza? No, in realtà è tutto molto più semplice. Casa significa sollievo:
Sollievo nel sapere che un ambiente non ti è ostile, che gli elementi che lo costituiscono non sono maldisposti nei tuoi confronti e, infine, un posto dove sentirti libera di infilare un paio di pantofole e di alzare i piedi su una sedia dopo una giornata estenuante.
Casa significa anche rimpianti:
Rimpianto nel vedere che le pareti fisiche e metafisiche prima o poi iniziano a sgretolarsi, che le persone non riescono a sopravvivere al passaggio del tempo, o dove le più belle vicende quotidiane si mescolano alle tragedie.
E allora cos'è una casa se non un costrutto di chi la crea? Non è forse una semplice medaglia forgiata da chi vive per chi verrà dopo?
Lenore stava combattendo per questo e, dopo anni di lotta, era riuscita finalmente a capirlo. C'era voluta una dannata invasione di Razziatori per comprendere. Purtroppo le tragedie ci mettono di fronte alla verità con una disarmante naturalezza e a noi non resta altro che cogliere il pensiero e metterlo in pratica.
E mentre passava la macchinetta tra i capelli, guardando attraverso lo specchio i suoi occhi brillare del consueto bagliore rosso, constatò finalmente che non aveva più la forza di lamentarsi, sostituita completamente da un profondo senso di appartenenza al luogo del dolore.
Un luogo dove Anderson l'aveva costretta a scontrarsi con i suoi limiti, restituendole le sue dogtag, l'espressione fiduciosa di un padre e l'orgoglio di un mentore appagato.
Il luogo dove Kaidan Alenko era stato dimenticato, tra le ceneri del paradiso di Virmire, al riparo dalla malizia di un mondo troppo impegnato a farsi la guerra, dimenticandosi che i cuori semplici hanno bisogno di uno spazio.
Un luogo dove Mordin Solus riposava finalmente, dopo aver guardato in faccia il demone che lo perseguitava e le vite alle quali aveva impedito di prendere forma.
Il luogo dove Thane Krios era stato relegato per i suoi crimini e per le sue mancanze, nonostante avesse sacrificato i suoi ultimi istanti di vita per difendere Shepard dalla lama acuminata di un nemico ancora troppo potente.
Un luogo che Legion non poteva assolutamente ragionare in termini quantistici.
Il luogo dove Adrienne Nastz aveva posato lo sguardo innumerevoli volte prima di decidere di comprare una bottiglia di rhum e bere alla sua salute.
Un luogo dove Miranda Lawson riposava dopo aver messo l'amata sorella in salvo da un padre così legato alla sua linea dinastica da perdere di vista la completa realtà dei fatti.
Ebbene, il dolore è un luogo di luce e di ombre, di contrasti pieni; non è possibile definirlo, né pensarlo, eppure esiste. Esiste nella mente di chi resta e nello spirito di chi se ne va. Lenore era sicura di poterlo sentire attraverso le vibrazioni del rasoio che scorreva implacabile sulla sua testa.
Ciocche di capelli rossi che scivolano sul lavandino. Ciocche che sembrano aghi disposti casualmente su un raccoglitore di memorie.
Cos'è, di nuovo, una casa?
Una casa è l'ormeggio dove una bella nave aspetta pazientemente che la bottiglia si scontri sul suo rivestimento in legno raffinato; una casa è il tratto di mare che deve percorrere tra una destinazione e l'altra, ma non è mai e poi mai e poi mai un punto di attracco.
Perché una nave può subire indefinibili peripezie, oppure affrontarle, prima di colare a picco mentre i suoi uomini la sostituiscono con un'altra più affidabile. E Lenore, alla fine dei giochi, si sentiva come quella nave: un contenitore di vite e di fantasmi pronti a lottare assieme a lei per delle fondamenta stabili.
Le fondamenta di una vita che non fosse impostata secondo un calcolo probabilistico o come un grande esperimento di convivenza fra esseri umani e sintetici.
Ciocche di capelli rossi che cadono a terra, rivelando la loro leggerezza nel volteggiare come piume attraverso l'atmosfera impostata di un luogo fisico. Il rumore e le vibrazioni cessano e una mano si accarezza la testa ormai nuda.
Lenore si guardò allo specchio, deglutendo. Le cicatrici formavano un denso reticolo arancione lungo tutta la superficie del suo viso, a perenne ricordo della sua rinascita. O della sua morte.
Si buttò di nuovo sotto una doccia calda, chiudendo gli occhi per accogliere il sollievo sul suo corpo martoriato dalle battaglie che aveva vissuto, schiudendo le labbra per permettere all'acqua di raccogliersi sulla sua bocca e poi venire soffiata via da un gemito a denti stretti.
Quel giorno, Lenore Shepard, figlia e sorella del dolore, portava in battaglia il suo desiderio di casa.

 

 

19.2: La Normalità;

 

"This feeling that I get
This one last cigarette
As I lay awake and wait
For you to come through that door”
(Foo Fighters- “Stranger Things Have Happened”)

 

 

Il silenzio è una di quelle poche cose che uniscono i tanti nel definirlo insopportabile.
Quando una conversazione cessa, la mente corre libera e l'istinto si affanna a trovare una soluzione per riprendere i frammenti del dialogo e riunirli goffamente in un'opera di restauro. Il silenzio è la manifestazione più viva del dolore, il suo massimo apice, e le persone riescono a riempirlo solamente con il pianto, o con una risata per sdrammatizzarlo.
Infine, protrarre il silenzio è anche un sinonimo di arresa all'inevitabile momento in cui non riusciremo più ad aprir bocca.
James Vega e Garrus Vakarian protraevano un lungo silenzio necessario, quel giorno prima della Grande Tempesta.
Nonostante fossero tutto fuorché due persone silenziose (soprattutto se in presenza l'uno dell'altro), non riuscivano assolutamente a rivolgersi la parola.
Smontavano meccanicamente le loro armi per controllare il loro status prima del conflitto finale. Perché Shepard li aveva voluti entrambi al suo fianco per quell'ultima volta, a consolidare quella triade come la più letale in tutta la faccia della Galassia. Un umano e un Turian, nemici in passato, che si stringono la mano dopo essersi azzannati il collo. Una chimera e un arcangelo, un organismo razionale e un vortice di passioni umane.
-Mi servirebbero cinque dita...- aveva mormorato il Generale, gettando pesantemente sul tavolo un cacciavite a stella.
James sorrise tristemente, rivolgendogli un'occhiata fugace, immerso in un ricordo che ancora lo addolorava. Deglutì, stringendo la mascella; poi sollevò le mani dal suo lavoro, sbottando una risata -La natura mi ha provvisto di dieci dita- disse, sfarfallando le appendici digitali -L'evoluzione ci ha resi superiori in manualità, Scars...-
Garrus scosse la testa, divertito -Solo in quello, a quanto pare- scherzò, appoggiando le mani sul tavolo.
-Sono sollevato di poter fare squadra con te ancora una volta, Scars, almeno non avrò distrazioni una volta atterrati su Londra- ammise il Tenente, trasformando il sorriso triste in un ghigno divertito -Il culo di T'Soni avrebbe catalizzato immediatamente la mia attenzione, distogliendomi dagli ordini-
-Il mio culo ringrazia il paragone- sbottò Garrus, riprendendo tra le dita il cacciavite e porgendolo a James dalla parte del manico.
L'altro afferrò l'oggetto, agitandolo in segno di rimprovero; presto ricadde il silenzio, e James si ritrovò ad agitare nervosamente quel cacciavite, puntandolo in direzioni diverse e rigirandoselo abilmente tra le dita.
-Senti, Garrus...-
Il Generale sollevò di nuovo la testa dal suo lavoro, battendo un paio di volte le palpebre in un'espressione curiosa.
-Questa cosa mi frulla in testa da qualche giorno e... tu sei l'unico Turian di cui dispongo, al momento-
-Se è un modo per dirmi che mi vuoi bene, James, allora scordati le parole.- si voltò brevemente dietro di sé, poi tornò a guardarlo, protendendosi lievemente in avanti, la mano a coprire lateralmente la bocca -Parlare di sentimenti è una cosa da donne, sai?-
-O da checche, lo so lo so...-
-Ecco un'esternazione che avrei volentieri evitato...- esalò Garrus, scrollando le spalle -Andiamo, cosa mi vuoi dire?-
James esitò, poggiando le mani sui fianchi e gonfiando il petto; quindi, con un sospiro nervoso buttò fuori l'aria trattenuta, muovendo nervosamente le braccia come a scioglierle dalla tensione.
-Esiste un... un Paradiso Turian?-
Garrus inclinò la testa, sporgendola poi in avanti. Una sequela di imprecazioni trattenute si formularono tra le sue labbra appena dischiuse mentre la lingua si contraeva sul palato. Decise di chiudere la bocca di scatto, muovendo le mandibole in avanti. Non era arrabbiato tanto per la domanda in sé, dato che era innocua, quanto per il significato che James gli voleva attribuire. Con Shepard aveva toccato quel tasto dolente solo una volta, iniziandolo e chiudendolo tra le pareti della sua cabina in un modo che molti definirebbero violento ma che solo una coppia bizzarra come la loro avrebbe definito dolce e sentito.
Delle persone che si erano lasciati alle spalle in quella missione, James aveva conosciuto profondamente solo Adrienne. E, di fronte alla perdita, il Tenente aveva deciso di sdrammatizzare, prendendo il silenzio di sorpresa con un atteggiamento che poteva dirsi frivolo... ma il dolore coglie all'improvviso, smascherando anche le più nobili intenzioni.
Garrus si scrollò di dosso quel silenzio, strofinandosi la parte incava tra la parete del naso e la guancia -Il luogo metafisico che voi chiamate Paradiso per noi non esiste, James...- ammise, appoggiando lievemente le dita sul tavolo da lavoro e facendo una pausa per raccogliere le idee, attivando il meccanismo delicato del silenzio.
Il Tenente diede uno sbuffo con il naso spingendo la testa all'indietro -Merda...- esalò quindi, portandosi una mano alla bocca.
-Non ti scaldare, è un discorso molto complesso per essere sintetizzato- replicò Garrus, ponendo le mani in avanti. Poi proseguì -Di sicuro avrai sentito un Turian invocare gli Spiriti... ebbene, uno Spirito è l'idea di un posto preciso, che esula dalla natura fisica della realtà. La giustizia, ad esempio, ha un suo Spirito, ma anche i bellissimi Giardini del Presidium hanno un loro Spirito. Insomma, con Spirito puoi definire sia un oggetto ideale che un luogo materiale.- fece una pausa per cercare di recuperare il bandolo della matassa, poi proseguì -Tu mi stai chiedendo se c'è un'idea di “vita oltre la morte” per il nostro culto primario, vero? Dunque... nel diventare adulti siamo cresciuti secondo una certa linea comportamentale, servendo una precisa causa o, più semplicemente, un luogo specifico... almeno una di queste certezze rispecchierà lo Spirito che noi andremo a raggiungere una volta che la vita avrà abbandonato il nostro corpo. Perché il tutto scorre, e il tutto è grande grazie all'insieme degli elementi che lo compongono, siano essi materiali o spirituali.- diede un sospiro profondo -Lei è lì, a contribuire a quello Spirito che l'ha sempre caratterizzata, diventandone una parte e mescolandosi nella sua grandezza... ecco, questo è il nostro paradiso.-
James chinò lo sguardo, corrucciato, abbastanza confuso da quel discorso. Portò le mani in avanti, aprendo i palmi verso l'alto -Non si può descrivere una persona secondo una linea retta- fece, con un'espressione indecifrabile sul viso -Siamo diversi anche se guardiamo dentro di noi... non saprei come spiegartelo, ma secondo me Adrienne era più Spiriti in uno, ecco!-
Garrus rise sommessamente, inclinando la testa, una nota di dolcezza nello sguardo -E allora vorrà dire che ritroverai il suo Spirito d'appartenenza in diverse cose-
Gli occhi di James si spalancarono, come se fosse stato improvvisamente colpito da un raggio di sole -La normalità, ecco cosa!- esclamò a voce alta, agitando un dito, sorpreso da quell'illuminazione improvvisa. E si rimise al lavoro, le mani che scorrevano sul Graal velocemente, a seguire quell'idea che tanto lo aveva coinvolto -Lo Spirito della Quotidianità-
E anche Garrus si ritrovò a prendere le sue conclusioni, seguendo quella disarmante creatura nel suo personale vortice di semplicità dove le rette sono un insieme di punti e corrono seguendo un tragitto infinito ma lineare, senza mai affrontare il silenzio.

 

 

19.3: La Forza;

 

"Singled out for who you are
it takes all types to judge a man
feel, that's all you can
filthy suits with bigot ears
hide behind their own worst fears
live, that's all you can
it's all you can do”
(Flogging Molly - “Float”)

 

 

Jeff “Joker” Moreau si alzò dalla sua postazione.
Si alzò perché era stanco di doversi appoggiare a un supporto per vivere le semplici consuetudini, come quella di prendere un caffè. Zoppicò fino all'ascensore mentre gli specialisti concordavano la rotta per la Terra, ultima tappa prima dell'abisso, o prima della vittoria. Ecco cosa lo turbava: la vittoria.
Perché era logico che almeno una delle due parti avrebbe vinto e, in entrambi i casi lui avrebbe accantonato la vita militare per dedicarsi alla coltivazione, come i suoi parenti. I migliori, quando hanno compiuto il proprio destino, sono destinati ad essere accantonati in virtù di qualcuno che li superi, soprattutto in ambito tecnico e scientifico.
Ma un'opera d'arte senza un artista che la completi è sterile, perché dietro alla mano c'è la testa e, dopo un po', il processo di imitazione viene meno per dare forma a qualcosa di sublime, di impensabile, che solo la caduca natura umana può concretizzare.
E il volo, per Jeff, era un'opera d'arte inimitabile. I processi standard venivano accompagnati dall'abilità, dal pensiero creativo, ciò che distingue un fisico da un matematico, ciò che divide l'artista dal letterato: L'Arte.
L'arte del volo, l'arte di saper dare ai meccanismi standard una forma particolare, personale. E a Jeff quest'impresa era riuscita: aveva trasmesso la natura umana della personalizzazione a un meccanismo automatico... purtroppo, però, non si dava pace.
Come avrebbe potuto continuare dopo aver assunto questa consapevolezza? Dopo aver raggiunto l'umano limite della perfezione? Dove avrebbe piantato il seme del nuovo inizio in un terreno già battuto?
Shepard l'aveva messo di fronte ai suoi limiti e lui li aveva superati con brillante versatilità. Ma come può un pilota del suo calibro limitarsi a guidare meccanicamente una fregata dell'Alleanza in assenza di una missione di quel tipo?
Beh, c'era pur sempre l'insegnamento...
...ma come si può insegnare la perfezione?
Come si può solo pensare di spiegarla a parole? La perfezione si dimostra, non si spiega.
Se solo avesse potuto urlare, Joker, l'avrebbe fatto, ma si trovava seduto al tavolo dell'Osservatorio con in mano una brodaglia di caffé che fumava in una tazza dell'Alleanza.
-Trova un nuovo scopo... sì, è come dire a un salmone di nuotare in uno stagno!- borbottò, rivolto al vetro panoramico della stanza dove le stelle restavano ferme, nonostante la Normandy sfrecciasse alla massima velocità attraverso la Galassia per raggiungere la Quinta Flotta dell'Alleanza.
Si ritrovò ad incrociare lo sguardo di Shepard, della nuova Shepard: quella dimagrita all'inverosimile, dalla testa rasata e dalle le cicatrici che le martoriavano il viso e le braccia. Un'ombra del Comandante, un'ombra di dolore e di incompletezza.
-Comandante- Joker si sollevò in piedi, supportandosi al tavolo. Shepard gli rivolse un sorriso tirato, raggiungendolo e sedendosi davanti a lui.
Due titani al confronto, eppure talmente fragili da fare invidia a un cristallo di ghiaccio. Come due stalattiti che pendono dal soffitto di una grotta gelata che all'apparenza sembrano essere letali e indistruttibili, ma quando cadono si sbriciolano in mille pezzi.
-Come procedono i preparativi, Tenente?- aveva chiesto lei, incrociando le braccia sul tavolo, in maniera informale.
Jeff aveva fatto spallucce -La Normandy non è mai stata così pronta. Tutto è alla piena potenza e l'equipaggio sembra essere un gruppo di podisti prima della maratona di New York!- sbuffò -IDA sta provando le funzionalità della nuova Scatola nera, sai, semmai un Razziatore decidesse di usare la Normandy come una bambola gonfiabile...-
Shepard ridacchiò, chinando la testa sulle braccia, poi sollevò lo sguardo, sconvolto dal rosso degli impianti sintetici applicati da Cerberus -Abbiamo tirato su una gran bella bambola, non trovi?-
-Apprezzo il fatto che tu ti sia calata le braghe maggiormente per questa cicca piuttosto che per assecondare i desideri dei politicanti- ammise Jeff, abbandonandosi sullo schienale -Senza di lei, io non sarei che un guscio vuoto...-
-Saresti un genio anche se non avessi la Normandy sotto il culo, Jeff, lo sai benissimo-
-Avere delle ali così belle è stato... un sogno- il pilota voltò la testa verso la vetrata, ad osservare di nuovo le stelle -Finirà, Shepard... e io sarò costretto a vederla pilotare da un estraneo-
Il Comandante lo fissò attentamente, poi si lasciò andare in un sorriso -Credo di capirti... io non posso proprio immaginare come poter affrontare una nuova vita dopo quello che abbiamo costruito. A partire dai semplici upgrade fino all'equipaggio, il migliore fottuto equipaggio che tutta la Galassia ci invidia. E oggi, questa realtà si spezzerà...-
-Come puoi accettarlo?- eruppe lui, sporgendosi in avanti -Come puoi anche solo pensare a un futuro senza...- indicò a piene braccia ciò che lo circondava -...senza di lei, Comandante?-
Shepard allora trasse un respiro profondo, mentre lui rimaneva in attesa, lo sguardo spiritato.
-Ebbene, mi farò forza- ammise lei, semplicemente, battendo le mani sul tavolo -Mi spingerò a trovare una nuova ragione di vita. Ho sempre il mio addestramento e il mio grado di Spettro, Jeff... e dopo questa guerra di certo ci saranno molte teste calde da raffreddare. Non temere, il divertimento non finirà solo perché i Razziatori creperanno-
-Sarà diverso, Lee, lo sai meglio di me!-
-Sì che lo sarà, ma cosa dovrei farci?- lo interruppe lei, lanciandogli uno sguardo severo -Non è di certo piangendomi addosso che risolverò i problemi. Piuttosto distruggo un acquario, mi rado i fottuti capelli a zero!- si indicò con un gesto complessivo -Sono Lenore Shepard, il soldato perfetto, e tu sei il pilota perfetto del soldato perfetto che ha radunato l'equipaggio perfetto! Ma come ben sappiamo, la perfezione non esiste, esiste il sacrificio per superare l'ostacolo e raggiungere un grado ancora superiore! Ho paura anch'io del futuro, quello stronzo... ma lo affronto a testa alta!- rizzò la schiena, assumendo una posa fiera -Opponiamoci, Jeff, opponiamoci al fato, al destino, alla sorte o come cazzo vuoi chiamarlo... la missione non è ancora finita e noi dobbiamo ancora mettere la firma al quadro.-
Joker parve come afflosciarsi durante quel discorso. Sentiva come se qualcuno stesse soffiando su una fiamma e, al contempo, vedeva quella stessa fiamma colpita da un'altra forza contrapposta che l'alimentava.
Si passò una mano sul viso, spostando lievemente in alto la visiera del cappellino, mentre Shepard, dall'altro capo del tavolo seguitava a fissarlo.
-E mettiamola, questa dannata firma...- disse solo, sospirando sommessamente -Così ci togliamo direttamente il pensiero-

 

 

19.4: La Gabbia;

 

"Chi muore in silenzio, si vendica della curiosità altrui”
(A. Merini)
[x]

 

 

-Cosa diavolo...-
A Tali cadde il datapad dalle mani mentre osservava, con quella che avrebbe dovuto essere un'espressione allibita, il Muro dei Caduti.
Tutte le targhette erano state rimosse con perizia e poste dentro una cassa davanti al monumento. Tali si guardò intorno, facendo un giro su sé stessa -Keelah...- sospirò, dopo essersi passata una mano dietro al collo. Chi mai poteva aver fatto un gesto simile? Con che coraggio!
E se nel frattempo Tali si scervellava nello scoprire chi era stato l'artefice di quella bricconata, Garrus fronteggiava la cabina di Shepard fissando minacciosamente la porta a braccia conserte.
Era dall'assalto al Quartier Generale di Cerberus che non la vedeva e avrebbe voluto parlarle in privato prima che la situazione non lo permettesse più. Alzò un pugno per bussare, tenendolo a mezz'aria. E così rimase per quelli che potevano benissimo essere dieci, quindici minuti. Poi il braccio iniziò a pesare e lui tornò alla posizione iniziale.
Era così difficile dire addio a qualcuno che ti ha accompagnato per così tanto tempo?
Shepard lo aveva reclutato tre anni prima, trascinandolo via a forza da un ambiente che svalutava e vanificava i suoi sforzi. L'aveva coinvolto nelle peggio missioni e lo aveva fatto entrare nella sua vita, permettendogli di smussare il suo carattere rigido e imparziale. Ma ora tutto questo stava per finire.
"
O vittoria, o morte” aveva detto Lenore mentre elargiva gli ultimi consigli ai suoi uomini, dopo la battaglia alla Cronos Station e dopo la scoperta che le braccia della Cittadella si erano chiuse ed era stata trasportata sopra la Terra.
E lì qualcosa si era rotto inesorabilmente, perché se tutti volevano che quella guerra finisse il più presto possibile in un modo o nell'altro, alcuni volevano ricostruire da zero la propria esistenza dopo il conflitto. E Shepard aveva imposto di vivere all'istante per dare il massimo della potenzialità di cui la sua squadra disponesse, senza una certezza di uscire vivi da quella missione decisiva.
-Apriti improvvisamente, porta del cazzo, non lasciarmi qui come un cretino a domandarmi se sono sano di mente a preoccuparmi di queste stronzate- eruppe Garrus, aprendo le braccia per poi batterle stancamente sui fianchi.
Ma la porta non gli rispose, essendo essa un oggetto inanimato.
E lui continuò a fissarla, intensificando la minacciosità del suo sguardo, protendendo la testa in avanti come per ribadire il concetto.
E la porta gli rimandò il suo riflesso contro, facendolo imbestialire maggiormente, tanto da fare un giro su sé stesso e darle così le spalle. Attese pazientemente altri minuti, poi si voltò di scatto, osservando le reazioni del suo interlocutore.
Giustamente, la porta non si mosse. Rimase ferma nel suo classico status di porta, una barriera silenziosa che divide due stanze.
-Non vuoi collaborare, eh?- sussurrò, appoggiando la fronte contro lo stipite e carezzando la superficie della porta, come a scusarsi del suo atteggiamento ostico.
Dopo la morte di Adrienne, Garrus aveva lasciato Lenore in balia di sé stessa, sconvolto dalla piega che aveva preso la missione su Cretia. Si era buttato sul lavoro, aveva aggiornato quanto più possibile le varie componenti del Thanix e si era rifiutato di andare in missione assieme a lei e Liara su Thessia, sostenendo la scusa che in Batteria Primaria le cose stessero andando di male in peggio.
E lì, sul pianeta delle Asari, era davvero successo il finimondo.
Appena dopo aver ricevuto la notizia del fallimento di quella missione, Garrus si era recato nell'hangar delle navette assieme a Tali, James e Ashley, mentre Cortez posteggiava la navetta e faceva scendere la squadra che si era occupata del recupero dei dati Prothean su Thessia. Shepard era ferita, i generatori degli scudi emettevano, a scatti, delle scintille bluastre, un taglio piuttosto profondo sul mento. Ma lo sguardo di Liara batteva ogni taglio, danno o malfunzionamento... i suoi occhi erano vuoti, i suoi gesti lenti e sembrava che stesse trattenendo il respiro. A passo spedito, Shepard le era passata accanto cingendole le spalle con un braccio e conducendola all'ascensore.
Javik, al contrario di ogni loro aspettativa, si era fermato davanti a Garrus e lo aveva informato minuziosamente dei fatti, ammettendo la bruciante sconfitta che Cerberus aveva inflitto loro...
Dopo aver ascoltato con attenzione il resoconto, Garrus aveva ripreso il controllo della situazione con la sua solita verve, avvertendo IDA, tramite interfono, degli sviluppi riferiti da Javik e dell'intenzione di uscire dal Sistema il prima possibile. A passo spedito poi si era recato presso la cabina di Shepard e si era buttato letteralmente ai suoi piedi, affermando che era pronto a fare qualsiasi cosa pur di mettere fine all'esistenza di Cerberus e dello stesso Kai Leng.
Lei aveva reagito sommariamente, come al solito, e aveva finito per consolarlo di ogni cosa successa, costringendolo ad alzare la testa e a continuare il suo lavoro con professionalità, fianco a fianco.
Insomma, Garrus si sentiva in colpa: Shepard aveva di nuovo colto la sua debolezza e l'aveva assorbita, prendendosene la colpa ancora una volta.
Con un sospiro, il Turian si apprestò finalmente ad aprire la porta.

Shepard si voltò appena dalla sua postazione davanti al terminale, mentre il monitor subiva delle interferenze tipiche del segnale di disturbo inserito nella rete extranet dai Razziatori.
Un segnale bluastro recitava “Incoming Call” mentre dei puntini di sospensione si susseguivano in una finestra laterale.
Improvvisamente, la schermata si aprì sul viso noto di un Turian dai marchi rossi con la testa poggiata sul polso, evidentemente anche lui in attesa da qualche tempo.
"
Oh” fece quello, riprendendo una posa composta “Buongiorno Comandante. Che sollievo vederla”
-Buongiorno a lei, Kabalim Achaton- replicò Shepard, protendendosi in avanti -Ho letto il contrassegno sul suo messaggio e ho deciso di chiamarla immediatamente. È forse successo qualcosa di grave?-
Il Turian esitò qualche istante poi, guardandosi attorno circospetto, diede un sospiro nervoso, accentuato dal rumore stridente del microfono “Nel messaggio che le ho inviato, Shepard, dicevo che siamo riusciti ad estrarre il corpo del Tenente Comandante Nastz dalle macerie, dopo aver occupato la città di Cretia... immagino che voglia avere dei chiarimenti al riguardo...”
-Tenente Comandante...- ripeté Shepard, passandosi stancamente una mano sul viso -La Gerarchia ha reintegrato il suo grado?-
Achaton mosse le mandibole, un'aria compiaciuta “Da quando Nastz è entrata in servizio sulla Normandy, il Primarca ha deciso di premiare in questo modo i suoi sforzi per gestire 'L'Affare Tortuga'... strano davvero che lei non ne fosse venuta a conoscenza, Comandante”
-Erano dati classificati, Kabalim, non vorrei dimenticarglielo- puntualizzò lei, appoggiandosi comodamente allo schienale della sedia -Tornando a noi: sì, vorrei sapere quanto più possibile su di lei prima di...- si bloccò un istante, prima di riprendere il discorso, il tempo per deglutire -Achaton, sarò sincera, questa storia mi ha turbata non poco e lei è l'unico disposto a fornirmi delle risposte chiare e sincere. Lei conosceva bene sia Actius che Ennie... cioè, Nastz. Io penso di meritare almeno una spiegazione riguardo alla sua missione, dato che l'ho avuta nel mio equipaggio per più di un mese... so che durante il servizio sotto il mio comando lavorava anche per la Gerarchia sotto copertura, ma non conosco le sue vere intenzioni, se non relative a quello che mi ha sempre detto... cioè che voleva continuare a servire sotto di me in futuro.-
"
Erano effettivamente le sue reali intenzioni.” confermò Achaton, appoggiando i gomiti sui braccioli della sua sedia e protendendosi in avanti “Aveva chiesto al Maggiore Actius di inoltrare per lei la richiesta di collaborazione ufficiale con l'Alleanza, ma i suoi superiori hanno aspettato ad approvarla per valutare se effettivamente lei fosse sicura di ciò che chiedesse. Nastz è sempre stata molto volubile, anche se ha svolto un lavoro eccellente per la Gerarchia. Quando è entrata di ruolo come Detective ha deluso le aspettative dei suoi superiori, eppure alla chiamata di un ruolo non ufficiale nelle Forze Speciali di Infiltrazione non ha esitato.” si passò una mano sul collo, volgendo lo sguardo altrove “Se quel Vakarian non si fosse messo in mezzo, lei ora sarebbe ufficialmente nelle Forze Speciali della Cittadella con un ruolo di tutto rispetto di mediazione tra le Forze della Gerarchia e il Consiglio”
-Ecco una cosa che non mi è riuscito di capire, Kabalim- intervenne Shepard, rizzando immediatamente la schiena -Nastz era una detective molto dotata, sostiene Garrus, eppure voleva entrare a far parte delle Forze Speciali della Cittadella, da principio-
"
Una scelta imposta dai superiori, Shepard, per quello ho tirato in ballo il suo essere volubile. All'ultimo minuto ha disubbidito agli ordini e ha scelto di intraprendere il ruolo di Detective. Se la Gerarchia non le avesse dato l'occasione per rimediare con l'Affare Tortuga, lei sarebbe stata congedata con disonore assieme a Vakarian per reati contro l'autorità. Per quello ha mantenuto la sua copertura fino alla morte, per non creare ancora più problemi a lei e al suo equipaggio.”
-Mi spieghi una cosa, Achaton. Adrienne era molto dotata per il ruolo di Detective, sulla Cittadella aveva maturato un'esperienza invidiabile...- prese una pausa per raccogliere le idee, poi scosse la testa -Avrebbe davvero potuto cambiare le cose, eppure si è lasciata trascinare dentro i giochi di potere della Gerarchia. Perché? Da quello che ho sempre visto, Nastz era una Turian con una solida determinazione, avrebbe potuto benissimo restare nel suo ruolo da Detective e svolgere comunque un impiego di connessione tra la Gerarchia e il Consiglio, magari in campo diplomatico anziché militare-
"
Lei è un soldato N7, Shepard, dovrebbe sapere cosa comporta disobbedire agli ordini diretti dei superiori. Nastz aveva una missione e non l'ha portata a termine. Ciò comporta al minimo l'intervento della corte marziale... mi sorprende che lei abbia tirato in ballo un ragionamento simile”
-Ha ragione, Achaton, mi scusi per l'intervento poco intelligente.- Shepard si passò una mano sul viso -Avete recuperato il suo corpo, quindi...-
"
Già... la dogtag di Adrienne è attualmente in vostro possesso, Shepard, ma siamo riusciti a recuperare almeno quelle di Castor e a rendere la sua a Vakarian.” il Kabalim fece una pausa, chinando lievemente la testa “Non ci voleva, Shepard, non ci voleva proprio...”
Il Comandante prese un respiro profondo. E ora cos'avrebbe dovuto dirgli?
Se da una parte provava dolore e un senso di fragilità insostenibili, dall'altra si sentiva presa in giro da tutto quell'enorme discorso.
-Achaton... io, davvero, sono spiacente per quello che è successo... avrei dovuto intuire...-
"
Lenore” fece lui, interrompendola “Posso chiamarla per nome?”
Il Comandante annuì, completamente spiazzata da quell'indecisione che ancora una volta la stava assalendo.
"
Ebbene, Lenore, lei è stata fondamentale per la riuscita della presa di Cretia, la Gerarchia è in debito con lei e io sono fiero di aver combattuto al suo fianco.” prese un respiro “Il suo intervento ha permesso a molti uomini di tornare dalle proprie famiglie e ora l'esercito Turian è in grado di controllare una zona fondamentale sulla mappa di guerra. La mia squadra ha perso degli elementi validi, ma se non aveste liberato Cretia in tempo, ora anch'io sarei morto. Non può controllare l'inevitabile, Lenore, è impossibile per chiunque... l'unica cosa che possiamo fare è prendere a schiaffi quella che voi umani chiamate morte quando verrà a cercarci, oppure liberare definitivamente la Galassia dai Razziatori, prima che sterminino anche la morte stessa”
Diedero entrambi una breve risata, poi Achaton proseguì “Non si scusi assolutamente, non faccia vedere la schiena al nemico, li prenda a calci e poi ci aiuti a ricostruire quello che abbiamo perso e a migliorare ciò che è ingiusto, lo deve ai suoi compagni caduti sotto la sua responsabilità, come io lo devo agli amici che ho perso... 'l'Intangibile è Inarrestabile', ma è anche vero che se permettiamo ai nostri nemici di vedere un frammento di fragilità nel nostro comportamento, gli scudi si rompono e il proiettile perfora le carni. Sia forte, Lenore, non renda vano ciò che ha perso, perché è quello che farò anch'io sostenendo le prime linee di Hammer, al suo fianco”
-Lo apprezzo molto, Achaton.- replicò Shepard, sorridendo mestamente.
"
Spero che dopo questa conversazione le cose per lei siano più facili da accettare, Lenore. Conteremo le tacche sull'elsa a guerra finita”
-Kabalim, un'ultima cosa...- intervenne Shepard.
"
Prego”
Il Comandante prese un respiro, sempre sorridendo -Vakarian non era a conoscenza che Adrienne aveva la sua dogtag, non è vero?-
Achaton ridacchiò sommessamente “Questo dovrebbe chiederlo a lui direttamente... a me non ha voluto dare spiegazioni.” poi appoggiò la testa sul polso, lanciandole un'occhiata dolce “Io ho una mia teoria, al riguardo, ma non vorrei darle un'interpretazione troppo... sdolcinata.”
Shepard intecciò le braccia, il sorriso che si trasformava in un ghigno -Sentiamo-
"
Penso che Adrienne se ne sia impossessata con l'inganno, per avere un ricordo tangibile del turian che le ha fatto aprire gli occhi... lei ha sempre dovuto prendere delle scelte obbligate e quando ha avuto la possibilità di essere libera, lui le ha indicato la strada. Per quello restava indecisa se restare legata a Castor, che faceva parte del suo passato, o legarsi a un uomo, che effettivamente non l'avrebbe ricambiata, ma l'avrebbe svincolata dalla presa della Gerarchia...”
Shepard diede una breve risata, poi si protese in avanti, un'espressione dolce sul viso martoriato -Mi piace molto come idea, Achaton, e la ringrazio per averla condivisa con me... tenevo molto a quella scapestrata...-
"
L'avevo intuito, Comandante. Che gli Spiriti veglino sulla sua missione”
Shepard trasse un sospiro sommesso, poi rispose direttamente nel dialetto di Cipritine -“Lo Spirito vegli su di te, ti infonda il coraggio per guidare i tuoi uomini con fierezza”-
Achaton batté più volte le palpebre, poi si grattò la punta del naso “Shepard... lei trova sempre il modo per sorprendermi...” poi le rivolse uno sguardo sornione “Sa, questa è una gaffe molto comune per chi non è avvezzo alle nostre usanze”
-Una gaffe?- Shepard sorrise, inarcando un sopracciglio.
"
Le lascio il beneficio del dubbio” replicò Achaton, chinando la testa, divertito “Buona caccia, Shepard, non vedo l'ora di vederla di nuovo in azione.”
Shepard annuì, mentre chiudeva definitivamente la comunicazione. Con un sorriso compiaciuto si abbandonò sullo schienale della sedia, passandosi entrambe le mani sulla testa.
Aveva riscoperto cosa significa avere un sorriso tra le labbra, e tutto grazie alla tranquillità con cui quel Turian aveva affrontato un discorso che l'aveva tormentata durante quei giorni. Bastava semplicemente fare come lei e Garrus avevano sempre fatto.
Prendere le cose come venivano, ciò che le aveva ribadito più volte la stessa Adrienne.
E rivolse uno sguardo divertito verso il suo ospite, che ridacchiava sommessamente appoggiato allo stipite della porta.
-Qual'era la gaffe?-
Garrus diede un colpo di tosse, coprendosi la bocca con un pugno, poi distolse lo sguardo -Si tratta di una formula molto vecchia, in uso solo ed esclusivamente per le missioni senza ritorno...-
Shepard corrugò la fronte, allungando il collo in avanti -Non capisco dove sia l'errore, Garrus...-
-L'errore sta nel fatto che tu non credi negli Spiriti, e porre un giuramento simile implica una fede completa e indissolubile nel culto- il Turian si avvicinò maggiormente, incrociando le braccia -Nemmeno io sarei in grado di pronunciare una formula così sacra per un credente-
Shepard assunse un'espressione sbigottita -Oh...-
Garrus scoppiò a ridere, carezzandole la testa, mentre Lenore sprofondava la testa fra le mani. 

 

 

 

 

 

19.5: La Vita, la Morte.

 

"But they never will take our sons again,
No, they never will take our sons again,
Johnny I swearing to ye”
(“Johnny I hardly knew ye”)
[x]

 

 

Qui è il Comandante Shepard. L'equipaggio è pregato di riunirsi in sala comune alle ore 15 GMT, divisa cerimoniale. Non ammetto ritardi o assenze, pena un richiamo ufficiale.

 

L'Ammiraglio Hackett sorrise alla sua sottoposta mentre pronunciava il messaggio attraverso il comunicatore della sala riunioni nei pressi del CiC. La osservò attentamente prima di posarle entrambe le mani sulle spalle e voltarla così verso di lui.
Lo sguardo cremisi del Comandante incrociò quegli occhi di ghiaccio, leggermente stretti da un'espressione orgogliosa. Entrambi indossavano con fierezza le divise che contraddistringuevano il loro ruolo all'interno dell'esercito dell'Alleanza, tranne per il fatto che Shepard aveva apportato alcune modifiche, date dal suo background culturale e dalle sue nuove esperienze sul campo militare.
Appuntate sul petto di Shepard le medaglie scivolavano con grazia sul lato sinistro, sotto gli stemmi in rilievo dell'Alleanza e della sezione Spettri del Consiglio.
Una Claidheamh cuil pendeva obliqua dietro alla sua schiena, avvolta dal tartan Blackwatch, caratteristica tramandata dal ramo militare paterno; la cinta che sosteneva la spada era direttamente collegata, sopra il bacino, a una catenella trattenuta dai passanti dei pantaloni in tessuto inamidato dell'Alleanza. All'altezza della regione inguinale, uno sporran in pelle nera ornato di placche argentate, mentre il pomo intarsiato dello Sgian Dubh fuoriusciva dallo stivale.
Una libera interpretazione, approvata da Hackett stesso, che l'aveva aiutata nel rituale di vestizione, affascinato dalle usanze del libero popolo di Scozia e delle modifiche apportate coerentemente a una tradizione millenaria puramente maschile.
Shepard aveva voluto omaggiare in questo modo inconsueto le sue origini.
-E il kilt, Shepard?- le aveva chiesto giustamente l'Ammiraglio, mentre sistemava la fibbia posteriore dello sporren.
-Quella è una mia scelta, Ammiraglio, non indosserò un kilt solo perché è qualcosa di antico e definito nella mia realtà culturale... Con la definizione di Alleanza, questa tradizione è tutt'ora in uso solamente in certi reparti di fanteria che una volta appartenevano alla divisione scozzese dell'esercito britannico. È raro vedere parate del reparto di fanteria leggera se non in piccoli agglomerati urbani entro i vecchi confini scozzesi. Ormai l'Alleanza impone una certa etichetta, e molti eserciti che una volta avevano una solida identità culturale ora sono semplicemente conglomerati in un sistema ben più ampio e uniforme. Non c'è spazio per le parate di Aberdeen quando a Edimburgo l'Alleanza convoca un summit mondiale... non è un'accusa, ma semplice nostalgia, Ammiraglio, cerchi di capire, sono fiera delle mie origini e altrettanto fiera del ruolo che ricopro nell'Alleanza. Per quello ho voluto unire le due cose e integrarle nella mia uniforme ufficiale... mio padre non approverebbe, ma chi se ne importa!-
L'Ammiraglio sbuffò una risata -La tua idea di cerimoniale è molto bizzarra, Shepard, ma sarà un onore parteciparvi, per me...-
-Manca solo un ultimo dettaglio, Hackett, le prometto che non sarà una perdita di tempo, anche se si tratta di un rituale... piuttosto inconsueto per un essere umano-
In risposta a quell'affermazione, l'uomo scosse la testa, ridacchiando -Sono una persona aperta, Shepard, sennò non mi sarei nemmeno soffermato a chiederti una spiegazione. Prima di un assalto di questo tipo è bene risolvere le faccende in sospeso, e se questo rituale può permetterti di tranquillizzare te stessa e il tuo equipaggio, allora ti sosterrò nella tua bizzarra impresa.-
-La ringrazio, Ammiraglio, è un'onore ricevere un simile appoggio-
E si squadrarono per qualche istante, prima di stringersi la mano in una stretta decisa.

 

Nel ponte dov'era sita la sala comune, Tali si torceva le mani impaziente, affiancata da un Garrus piuttosto disorientato, impettito nella sua divisa da ufficiale blu scuro e argentata.
La sala era gremita di soldati dell'Alleanza, dal grado più misero al più alto, spalla a spalla, bellissimi nelle loro uniformi mai utilizzate finora sulla Normandy, i gradi appuntati e l'aria curiosa di fronte a quella convocazione inaspettata durante il preludio di una battaglia così importante.
L'ascensore si aprì davanti a loro, frenando ogni chiacchiericcio.
Shepard fece il suo ingresso, avvolta da un'aura decisa, nonostante la magrezza accumulata in quelle poche settimane. Al suo fianco, Hackett le fece cenno di passare mentre Joker, dietro di loro, si torturava il colletto della divisa con fare piuttosto imbarazzato.
Garrus trattenne il fiato alla vista di Lenore, che sul viso aveva dipinto i suoi marchi colonici, colorati dello stesso verde di quelli di Adrienne. Pregò affinché i loro sguardi si intrecciassero, ma dovette aspettare dei minuti interi prima che lei si voltasse verso di lui...
Shepard squadrò uno ad uno i suoi compagni prima di urlare -Ufficiale sul ponte-
Tutti si misero sull'attenti, finché Hackett non ordinò il riposo, allora il Comandante li radunò attorno a sé, davanti allo spoglio Muro dei Caduti.
Lenore incrociò finalmente lo sguardo di Garrus, sorridendo lievemente di fronte alla sua espressione sorpresa. Poi intrecciò le mani dietro la schiena, prendendo un respiro profondo.
-Soldati- principiò, gonfiando il petto.
-Vi chiederete il motivo della vostra convocazione. Ebbene, durante questi pochi mesi non ho mai avuto il coraggio di esprimere ciò che realmente penso di voi.- si mosse in avanti, l'espressione improvvisamente indurita sopra le cicatrici brillanti -Avete intrapreso al mio fianco numerose missioni all'apice della pericolosità, molti di voi hanno perso almeno un amico e altrettanti hanno visto la morte in prima persona in diverse occasioni. Non è stato facile, non è stato bello, eppure ognuno di voi ha retto il colpo, con la speranza che prima o poi questa guerra finisse.
Oggi è un giorno diverso, e abbiamo realmente l'occasione per scrivere un finale e mettere i titoli di coda a questa pellicola macabra e costosa.- fronteggiò Tali e le sciolse le mani, allungandogliele sui fianchi -Non abbiate timore, non abbiate paura, oggi è il giorno del giudizio per i Razziatori, perché li cacceremo dalla Galassia una volta per tutte-
Tali sollevò appena la testa, incontrando gli occhi di Shepard, tramite la proiezione biancastra dell'iride sul vetro del casco. Il Comandante diede un breve sorriso, stringendole brevemente la spalla, poi indietreggiò di nuovo per poterli guardare tutti.
-Sono stata io a togliere le targhette da questa parete- ammise, aprendo le braccia -Perché ogni singolo istante in questo dannato viaggio la vista di questo monumento non ha fatto altro che turbarmi, ricordandomi quali sono le persone che hanno reso grande il mio operato attraverso il loro sacrificio. La loro morte mi ha costretta a soffermarmi più su quanto ho perso, piuttosto che su quanto ho accumulato nel corso del tempo... e non è più mia intenzione perdermi dietro ai morti quando davanti a me ho settanta validi elementi che ora meritano che le mie forze si concentrino solo ed esclusivamente su di loro.
Non me ne frega se queste frasi possano essere considerate come troppo rudi o inappropriate. Ma oggi, soldati...- prese un respiro -Oggi le elegie non sono nella scaletta delle cose da fare, c'è solo la battaglia. E la battaglia chiama il sacrificio dei vivi, non l'esaltazione dei morti. Oggi combatteremo per una casa a cui fare ritorno, combatteremo per riprenderci la quotidianità che vi è stata strappata a forza dalle vostre esistenze di uomini e donne della Galassia. Combatteremo con uno spirito diverso, per garantire un futuro alle generazioni che verranno, sia esso di pace o di conflitti, ma dove saremo noi a scegliere il nostro destino, non delle macchine venute da chissà dove!- il tono di voce di Shepard era un crescendo deciso, mentre camminava avanti e indietro lungo il breve spazio che le era concesso; il vociare dei soldati si fece sommesso, in risposta a quelle parole, sostenendo la validità di quel discorso.
-Combatteremo con fierezza al fianco dei nostri compagni, vivendo minuto per minuto questa battaglia, perché oggi, comunque vada, sarà una vittoria!- e qui si scatenò un applauso -Noi della Normandy siamo riusciti a forgiare l'impossibile, unendo ogni razza, individuo e clan sotto la nostra bandiera; e saremo noi oggi ad innalzare quel vessillo mentre le cornamuse suoneranno il loro lamento disperato! Perché oggi la speranza di un futuro dipende da noi, dalle azioni che compiremo da questo momento in avanti!- si portò di fronte a Liara e intrecciò le mani tra le sue per un istante, prima di ritornare al suo posto nel mezzo della scena, accompagnata dagli applausi dei suoi soldati e dalle grida scomposte di Donnelly -Sono dannatamente fiera di voi, dal primo all'ultimo, soldati, voglio che sappiate che ogni minuto trascorso in vostra presenza non è stato un minuto perso. Abbiamo dovuto raccogliere le briciole della quotidianità che quei bastardi ci hanno tolto, ma abbiamo trascorso qualcosa di unico e inimitabile, che io stessa serberò nel mio cuore come un ricordo preziosissimo. Sì, sono completamente fiera di voi, uomini, donne, turian, quarian, asari, prothean e dannatissima IA.-
A quell'ultima, molti eruppero in una risata necessaria a stemperare la tensione epica di quel discorso.
-Posso chiedere il permesso di parlare, Comandante?- Garrus interruppe quel soliloquio, muovendo un passo in avanti dopo essersi schiarito la voce.
L'attenzione si catalizzò su di lui, immobile in prima fila al fianco di James e Tali, l'espressione apparentemente calma smascherata dalle mandibole che ebbero un lieve scatto in avanti.
I loro sguardi si incrociarono per un istante, poi Shepard annuì, deglutendo.
-Innanzitutto- fece lui, intrecciando le dita dietro la schiena -Penso di parlare anche per il Tenente Vega, dicendo che siamo onorati di prendere posto al tuo fianco nella tua personale impresa, Shepard. In secondo luogo... diamine... sono lieto di essere stato al tuo fianco sin dall'inizio... abbiamo preso a calci Saren, siamo entrati e usciti indenni dalla Base dei Collettori. Ogni volta ti ripresenti per compiere un'impresa al limite del possibile e ogni volta la spunti... con la tua forza e le tue fragilità. Sono io, anzi... siamo noi ad essere fieri di essere al tuo fianco in questo giorno decisivo, Lenore Shepard.- le si fece più vicino, poi chinò lo sguardo, mentre lei sorrideva tristemente di fronte a quelle parole, -Sono onorato che tu abbia deciso di portare il mio nome sul tuo viso, Lenore... e vorrei... vorrei...- diede una breve risata, sciogliendo le mani e andando a cercare qualcosa sul collo, estraendone una catenella che poi le porse.
-Vorrei affidarti il mio futuro, Len, perché non posso contemplare un'esistenza che non sia al tuo fianco... oh, Spiriti, è imbarazzante farlo in questo modo solenne, ma non ce n'è stata mai occasione...-
Lenore prese tra le mani la dogtag, osservandola con un'aria divertita -Sei un dannato sentimentale Vakarian, sappilo... dovrò ripagarti con la tua stessa moneta.- e, dopo essersi girata la catenella al polso, estrasse la sua, indossandogliela lei stessa -Perché se tu non sei bravo a parole, allora lascia che la mia competenza compensi la tua mancanza. Perché non voglio affidare il mio nome ad altri in questa stanza eccetto te, mi hai permesso di aprire gli occhi sul mio passato, difendendolo davanti a chi osava infangarlo. Hai protetto il mio presente, restando perennemente al mio fianco, facendomi ridere, sostenendomi e permettendomi di appoggiare la testa sulla sua spalla...- prese un respiro per evitare di scoppiare a ridere di fronte a quel Turian così impacciato che si era fatto avanti per supportarla anche in quell'ultima evenienza -E sono certa che salvaguarderai il mio futuro esibendoti in queste figure del cazzo mille e più volte-
Chiunque fosse in prima fila (eccetto Hackett che scuoteva la testa, sconsolato) diede almeno un sorriso, divertito da quell'improvviso siparietto.
-Oh, dannazione- Garrus si grattò la testa, voltandosi altrove -Perché non me ne sono stato zitto...-
-Perché sei fatto così- ammise semplicemente lei, passandogli una mano sul viso -E io sono fottutamente innamorata di te, idiota di un Turian... della tua voglia di metterti in gioco ogni volta, rendendomi talmente fiera di quello che sei che quasi non riesco a credere che, tra tutti, tu sia capitato a me.- ridacchiò, mentre si allontanava di nuovo, indossando la dogtag. Poi si voltò finalmente verso il muro dei caduti e diede un sospiro
-Finalmente soli...- mormorò.
Poi ne carezzò la superficie al centro, passando i polpastrelli dolcemente dov'era sito il posto che le spettava, mentre qualcuno batteva i tacchi per onorare la sua persona con un saluto.

 

 

 

 

 

Fine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota:

 

Ebbene, siamo giunti al termine del nostro viaggio tra le pareti della Sala Comune di questa nave a noi ben nota.
Un viaggio che è costato parecchie diottrie all'autrice e parecchi sospiri sconsolati ai suoi lettori.
Ho scritto e riscritto questo capitolo, convinta fermamente che avrei dovuto concludere questa storia in maniera epica o tragica. Ebbene... non mi riesce.
Non mi riesce perché la malinconia o la gioia arrivano sempre tramite i discorsi più semplici, i gesti quotidiani e le considerazioni di chi affronta la vita con obiettivi altalenanti, che si sviluppano di giorno in giorno.
E allora perché non lasciarvi con un sorriso? Perché non lasciare che Shepard combatta a mente serena le sue battaglie?
E qui concludo, tra lacrime e festeggiamenti.

 

Un ringraziamento speciale alla persona che più di tutte, qui dentro, mi è stata vicina, mi ha sostenuto nel bene e nel male e che manterrà sempre un posto speciale nel mio cuore:
grazie di tutto Andromeda.
Se c'è qualcuno che più di tutti meriterebbe almeno una statua nel bel mezzo dei Giardini del Presidium (della serie: busti chilometrici), ecco, quella sei tu. 

 

In secondo luogo, un ringraziamento sentitissimo al sostegno imparziale e ai consigli di MrMurkrow. Odio dovermi ripetere, ma ogni singola parola/complimento/citazione mi ha continuamente ispirata.

E a coloro che hanno contribuito a farmi andare avanti tramite una recensione: Beatrix, lubitina, Queen95, Eillena, Ravexyle, nini superga e Chary.

E grazie a te, lettore invisibile, che hai contribuito a farmi raggiungere le 300 e passa visite al primo capitolo.

 

Così diciamo tutti.

 

J.

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1283895