As a family

di Ellie96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La lettera -Parte I- ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


-Prologo-








La ragazza guardava la grande foto sulla prima pagina del giornale con le lacrime che premevano per uscire, il cuore distrutto.
Ma a soffrire si era abituata da ormai dodici anni, quando, la notte del 31 Ottobre 1981, la sua vita era andata in frantumi in pochi minuti.
Tutto quello che era riuscita a costruirsi in anni, era stato distrutto in un attimo e ciò per cui lottava, era andato perso.
James ucciso.
Lily uccisa.
Peter morto.
Sirius ad Azkban.
E poi c’era Remus.
Remus che, come lei, si era ritrovato da solo.
Per non parlare del piccolo Harry che, senza genitori, era dovuto crescere in una famiglia che lo odiava.
E tutto per colpa di chi? Di Voldemort. Di Voldemort e dei suoi seguaci.
Già, perché Isabel Black non credeva assolutamente che Sirius avesse potuto tradire i suoi migliori amici. Tutte le prove erano contro di lui, ma il suo cuore le diceva che era innocente. Dopotutto era suo fratello, lo conosceva da una vita e sapeva che non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere!
Una lacrima riuscì a sfuggirle dagli occhi, ma non se ne curò.
Prese “La Gazzetta del Profeta”, con la foto di Sirius e l’articolo che diceva che era fuggito da Azkaban, e la strinse forte al petto.
- Fratellone - sussurrò e in un secondo si ritrovò a pensare a quando lei, Lily e i quattro Malandrini erano ancora ad Hogwarts, insieme e, soprattutto, felici.




















Angolo Autrice*:
Eccomi qua! Questa è la mia primissima long-fiction, per cui siate clementi x)!
“E se Sirius avesse avuto una sorella più piccola?”. Questo è stato il pensiero che un giorno mi è balenato in testa. Così, dopo averci fantasticato sopra, ho deciso di provare a scrivere questa ff. La storia non è conclusa e infatti la sto scrivendo un po’ alla volta. Nel prossimo capitolo (che pubblicherò tra poco) vi darò più dettagli. Le vostre recensioni mi saranno sicuramente di grande aiuto, sia se saranno positive, sia se saranno negative. Scusatemi per qualche eventuale errore, voi fatemelo pure notare che io lo correggerò subito!
Spero davvero di non deludervi!
Baci,
helly96 

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Capitolo 2
*** La lettera -Parte I- ***


      

                                                                Capitolo 1

                                                       
                                                         "La lettera -Parte I-"



Una bambina correva silenziosamente lungo un corridoio buio e tetro.
Quel corridoio le aveva sempre fatto paura quando era più piccola, proprio come il resto della casa, ma ormai ci aveva fatto l’abitudine e ora non si spaventava più. Finalmente si fermò, appoggiò un attimo le mani sulle ginocchia per riprendere fiato, e poi alzò la testa.
Di fronte a lei c’era una porta scura, sulla quale c’era scritto elegantemente “Sirius”.
L’aprì velocemente, senza nemmeno bussare, ed entrò.
Si voltò verso il letto e sospirò: era possibile che suo fratello dovesse dormire fino a tardi ogni giorno?
-Sirius- lo chiamò, avvicinandosi.
Da sotto le lenzuola non arrivò nessuna risposta.
-Sirius!- questa volta dovette alzare la voce, ma l’unica cosa che ottenne fu un grugnito.
-Sirius, svegliati ti prego!- esclamò scuotendolo.
-Vattene, nana!-brontolò Sirius con voce assonnata.
Isabel strinse le labbra; suo fratello lo aveva fatto apposta a chiamarla in quel modo, sapeva perfettamente che detestava quel nomignolo e lui voleva che se ne andasse. Ma di certo la bambina non si sarebbe arresa: Sirius doveva svegliarsi assolutamente.
-E va bene!- sbottò lei; si avvicinò alla finestra e aprì di scatto le tende.
La luce del sole entrò dentro la stanza, illuminando ogni cosa.
Il lamento di Sirius le arrivò alle orecchie, ma la bambina non aveva finito.
Tornò dal fratello e gli tolse le lenzuola di dosso.
-Che diavolo vuoi, rompipluffe?- ringhiò Sirius, arrabbiato per essere stato svegliato in quel modo.
In realtà, anche se in quel momento non sembrava, date le occhiatacce che il ragazzino lanciava alla sorella, i due si volevano un bene infinito.
Entrambi non capivano l’odio insensato della loro famiglia verso i Babbani e nemmeno la loro crudeltà. Si erano sempre considerati l’uno la famiglia dell’altra e viceversa. Erano soli, gli unici normali in una famiglia di pazzi.
In verità, con loro all’inizio, c’era stato anche Regulus.
Quando erano ancora piccoli e non potevano comprendere l’odio dei loro genitori, passavano il tempo insieme. Poi erano cresciuti e Regulus aveva iniziato a pensarla come i genitori e a preferire la loro benevolenza a quella dei fratelli.
Sirius aveva cominciato a disprezzarlo e gli insulti erano diventati un modo per mascherare il dolore che gli aveva procurato.
Anche Isabel nascondeva i suoi veri sentimenti. Quando si toccava l’argomento rimaneva zitta o cercava di mostrarsi forte per Sirius, ma anche lei soffriva.
Non capiva, non riusciva a comprendere come il fratello potesse pensarla come il resto della loro “famiglia”.
Nel frattempo Sirius aveva notato lo sguardo serio e preoccupato della sorella e, allarmato, si era messo a sedere.
-Cosa è successo, Isabel?- domandò.
La bambina sospirò e si sedette di fronte a lui.
-E’ arrivata la tua lettera da Hogwarts stamattina- iniziò.
Gli occhi di Sirius si spalancarono per la sorpresa e un sorriso gli si dipinse sul volto.
-Aspetta fratellone, non vorrei frenare la tua felicità, però…ecco…la lettera l’ha presa nostra madre-
La gioia sparì dagli occhi di Sirius e si sostituì alla rabbia, sapevano perfettamente tutti e due che cosa significava questo.
-Io non ho una madre- rispose freddo.
Il cuore di Isabel sprofondò. Era triste per il fratello e poi…e poi era triste perché entrambi avevano una mamma, ma non la riconoscevano come tale.
Non era normale che la donna che ti metteva al mondo potesse essere così crudele e odiarti tanto!
Sotto lo sguardo della sorella, Sirius si vestì e quando ebbe finito la guardò.
-Forza, andiamo a fare colazione- disse con voce atona.
-Ma Sirius che intenzioni hai?- gli chiese Isabel, decisa a voler sapere tutto.
Il fratello le voltò le spalle e scosse la testa, a quanto pareva non voleva parlargliene.
Sirius uscì dalla stanza e la bambina sentì la rabbia salire: non sopportava quando faceva così! Con uno sbuffo, però, si costrinse a seguirlo: con il fratello in quelle condizioni, non osava immaginare cosa sarebbe potuto succedere.
 
*
 
In cucina si respirava un’atmosfera più tesa del solito.
Isabel continuava a lanciare occhiate preoccupate dal fratello alla madre e viceversa.
Sirius teneva lo sguardo cupo fisso sul piatto, mentre Walburga aveva dipinto sulle labbra un sorrisetto compiaciuto che a Isabel non piaceva per niente.
Gli unici che sembravano indifferenti a tutto erano Regulus e loro padre, ma non c’era da stupirsi se si conosceva il loro carattere.
Poi, all’improvviso, Sirius appoggiò la forchetta nel piatto ormai vuoto e alzò lo sguardo verso la donna di fronte a lui.
-Madre…- iniziò.
-Ho saputo che è arrivata la mia lettera per Hogwarts e che ce l’avete voi. Potreste darmela, per favore?- domandò.
Isabel lo guardò stupita, non si era mai rivolto così educatamente alla loro madre, si vedeva che per lui era difficile, ma la bambina sapeva che ci teneva a quella lettera e che avrebbe fatto di tutto pur di riaverla.
In risposta il sorriso maligno di Walburga si allargò ancora di più.
-Certo, Sirius- gli rispose lei.
Isabel e Sirius la guardarono sorpresi e persino Regulus lanciò, di nascosto, uno sguardo perplesso alla madre.
L’unico che continuò a mangiare la colazione, come se nulla fosse, fu Orion.
-Solo ad una condizione, però- aggiunse.
Regulus tornò a dedicarsi alla sua colazione e, se si osservava attentamente, si poteva scorgere un sorrisetto divertito sulle sue labbra.
Anche a Sirius e Isabel l’espressione stupita sparì e si sostituì ad una guardinga.
-Quale?- sussurrò il ragazzo, tra i denti.
All’improvviso Walburga si fece seria.
-Che tu la smetta- disse secca.
-Che la smetta di tirarci stupidi scherzi e di risponderci. Dovrai obbedirci, senza lamentarti, e, soprattutto, dovrai appoggiare i nostri ideali- concluse.
Sirius sbiancò visibilmente, poi si alzò di scatto.
-Mai!- esclamò furente.
Avrebbe anche potuto accettare di smetterla di fare scherzi e iniziare a comportarsi bene, ma mai e poi mai avrebbe accettato, o finto di accettare, i loro disgustosi ideali.
Il sorriso ritornò sulle labbra di Walburga, ma questa volta era glaciale.
-Bene, allora potrai scordarti la lettera e Hogwarts- disse.
Infuriato, Sirius scalciò via la sedia e uscì dalla cucina, sbattendo la porta.
Isabel fece per alzarsi e seguirlo, ma Walburga la fermò.
-Tu! Finisci di mangiare!- le ordinò fredda.
Isabel fissò ancora per qualche secondo la porta chiusa della cucina, preoccupata, poi, con un silenzioso sospiro, tornò a finire la sua colazione: non sarebbe stata di certo lei a peggiorare la situazione del fratello.
 
*
 
Isabel si fermò qualche secondo davanti alla stanza di Sirius, poi, lentamente, aprì la porta.
Trovò il fratello, sdraiato sul letto e intento a fissare il soffitto, ancora visibilmente arrabbiato.
-Posso?- domandò, avvicinandosi.
Il ragazzo annuì e si fece un po’ da parte, in modo che anche la sorella si sarebbe potuta sedere.
La bambina si accomodò e fissò il viso del fratello che, purtroppo, si ostinava a voler evitare il suo sguardo.
-Io devo andare ad Hogwarts!- sussurrò, rompendo il silenzio.
E, sebbene cercasse di nasconderlo, Isabel notò i suoi occhi lucidi.
Il suo cuore perse qualche battito, non aveva mai visto Sirius vicino al pianto e per lei era una tortura.
Aveva sempre considerato suo fratello come la sua guida, come quello più forte tra i due e, vederlo in quello stato, l’aveva fatta sentire persa, come se tutte le sue certezze fossero crollate all’improvviso.
-Sì, però la lettera ce l’ha Walburga- gli ricordò, fissandosi le mani appoggiate in grembo. Non riusciva a vedere il fratello così e, per di più, si sentiva
un’ incapace perché avrebbe dovuto trovare un modo per risollevargli il morale; lui lo faceva sempre quando era lei quella ad essere triste, ma in quel momento non sapeva proprio cosa fare.
Incapace e anche inutile.
Sirius storse le labbra e strinse i pugni quando sentì pronunciare il nome della madre: la detestava, la detestava con tutto il cuore e doveva riprendersi quella benedetta lettera!
Si alzò di scatto, facendo sobbalzare Isabel, che lo guardò sorpresa.
Il ragazzo cominciò a camminare avanti e indietro attraverso la stanza, riflettendo attentamente: doveva trovare un modo per avere la lettera, solo così sarebbe potuto andare ad Hogwarts.
Isabel osservò il fratello: era chiaro che stesse pensando a qualcosa, faceva sempre così, anche quando organizzavano degli scherzi; purtroppo quella volta la questione era molto più importante.
All’improvviso Sirius si fermò, in viso una nuova espressione che a Isabel non piacque per niente, non prometteva nulla di buono.
-Ho trovato- le disse, con un ghigno sulle labbra.
-Cosa dobbiamo fare, Sir?- gli chiese la bambina, temendo già la risposta.
Il sorriso del ragazzo si allargò ancora di più.
-Rubarla!- esclamò.

















*Angolo Autrice*:
Ed eccomi qui con il primo vero e proprio capitolo, come vi avevo promesso :)!
Ho iniziato a descrivere il rapporto tra Isabel e Sirius. Forse non si nota ancora molto, ma quest'ultimo è davvero iperprotettivo nei confronti della sorella. Come avrete letto, in questa ff ho raccontato che Regulus all'inizio era affezionato sia a Sirius che a Isabel. Non so se sia successo veramente, ma per me potrebbe benissimo essere andata così. In fondo erano tutti e tre ancora troppo piccoli per capire il significato degli ideali dei genitori, ma crescendo se ne sono fatti un'idea e un'opinione e Regulus (forse anche per paura) ha deciso di seguire le loro orme. E' evidente però che poi se n'è pentito, visto quello che ha fatto.
Che cosa succederà nel prossimo capitolo? Continuate a seguirmi e lo scoprirete ;)!
Alla prossima,
helly96

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