Ciò che non ci indebolisce ci fortifica

di Hoper12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.Non provare pietà per i morti, prova pietà per i vivi, e soprattutto per coloro che vivono senza amore. ***
Capitolo 2: *** 2.Paura di dimenticare ***
Capitolo 3: *** 3.Debolezze ***
Capitolo 4: *** Ciò che non ci indebolisce ci fortifica ***
Capitolo 5: *** 5.il mio angelo ***



Capitolo 1
*** 1.Non provare pietà per i morti, prova pietà per i vivi, e soprattutto per coloro che vivono senza amore. ***


 

Sono le scelte che facciamo che dimostrano quel che veramente valiamo

1.Non provare pietà per i morti, prova pietà per i vivi, e soprattutto per coloro che vivono senza amore

A volte quando una persona importante viene a mancare pensi di non potercela fare ad andare avanti, senti il pavimento mancare sotto i piedi e il mondo cascarti addosso, è come se ti sentissi in colpa per non aver donato a questa persona un ultimo abbraccio, un ultimo bacio o anche un ultimo sorriso.
Ti chiedi perchè è successo proprio a te ed è come se una parte del tuo cuore e della tua vita se ne fossero andati e di loro ti è rimasto solo un triste ricordo.

Questo è quello che provava Cathleen, una diciannovenne distrutta dalla morte del nonno, la figura più importante della sua vita, in assoluto. La madre si era data all'alcool cadendo nella depressione per la fuga del marito, lasciandola a nove anni completamente sola; Cathleen rischiò di essere affidata ai servizi sociali poichè la donna venne ricoverata in un ospedale psichiatrico ma per fortuna intervenne il nonno materno, la accolse sotto il suo tetto e si occupò di lei facendole sia da padre che da madre.
Tutte le mattine lui le faceva trovare la colazione pronta e la aspettava a pranzo per farsi raccontare quello che accadeva a scuola, lui le faceva tornare il sorriso in una giornata "no", le dava consigli su cosa indossare, come comportarsi e come affrontare qualsiasi problema.
Lui c'era stato al suo primo ciclo, al suo primo giorno di scuola, al suo primo bacio e a tutti i momenti importanti per un' adolescente. Le comprò il gatto tanto desiderato e che chiamarono Chuck, in onore di Chuck Norris. Il sabato sera la aspettava sveglio e se non usciva le lasciava scegliere il film da vedere. Non le aveva fatto mancare nulla, le diceva sempre di credere nei propri sogni e di lottare per realizzarli perchè la vita è piena di ostacoli e non sai mai cosa ti aspetta. Incredibile quanto fossero vere queste parole, incredibile come le cose possano cambiare da un giorno all'altro per colpa di un infarto.
 
 
In quel momento Cathleen camminava velocemente verso le scale della metropolitana londinese, pronta ad affrontare uno di quegli ostacoli di cui parlava suo nonno. Il cielo era scuro, reduce di un brutto temporale, e rispecchiava perfettamente l'umore della ragazza.
Scese velocemente le scale attenta a non scivolare sui gradini bagnati e poco dopo raggiunse la fermata della metro. Sperava che quest'ultima non arrivasse mai, non voleva affrontare quell'ostacolo forse troppo difficile per lei, ma doveva.
Il treno arrivò a tutta velocità annunciato dalla voce metallica femminile; non appena le porte scorrevoli si aprirono Cathleen si piombò all'interno del veicolo e si sedette sul primo seggiolino vuoto, beccandosi occhiatacce delle solite vecchiette dalla borsa ingombrante cariche di spesa.
Le ignorò, si infilò le cuffie nelle orecchie e si isolo dal mondo. Mise i piedi sul sediolino e cercò di scaricare la tensione che si accumulava sempre di più man mano che si avvicinava la destinazione.
Vide il suo riflesso sul finestrino dalla parte opposta: il cappuccio della felpa tirato su copriva la chioma castana; si sentiva gli occhi pesanti , probabilmente per tutte le notti insonni di quegli ultimi cinque giorni. La fronte era ricoperta da un leggero strato di brufoli, anche quelli provocati dallo stress, ma non si era minimamente preoccupata di coprirli con un po' di fondotinta. I pantaloni e la felpa erano umidi e le scarpe ,ormai troppo usate, erano fradice.
Somigliava ad una di quei barboni che prendevano la metro e andavano da una parte all'altra di Londra, alla ricerca di un po' di fortuna, senza una meta precisa.
Decise di distogliere lo sguardo dal suo riflesso e solo in quel momento si accorse di essere osservata. Guardò a sinistra ma c'era solo un vecchietto mezzo addormentato e un signorotto in giacca e cravatta che parlava animatamente al telefono. Si girò a sinistra e vide due ragazze con diverse borse da shopping in mano, una giovane donna di colore con a fianco una bambina con un orsacchiotto in braccio e infine un'anziana signora che parlava con un ragazzo biondo. Quel ragazzo aveva su per giù la stessa età di Cathleen e la stava fissando come incantato, senza badare a cosa gli diceva la vecchietta. Proprio quando il biondo attraente stava per accennare un sorriso la metro si fermò e l'agitazione nello stomaco della ragazza si fece sentire.
Scese rivolgendo un ultimo sguardo al biondo che ancora la fissava dall’interno della metropolitana e corse verso l’uscita della stazione. Decise di non preoccuparsi del perché quel ragazzo la osservava così rapito, in quel momento aveva ben altro a cui pensare.
Attraversata una lunga via affollata si trovò di fronte al grande edificio, era uguale a come se lo ricordava.
Entrò e raggiunse la segreteria. Mise l’Ipod in tasca e si rivolse alla donna dietro al bancone intenta a scrivere qualcosa al computer:
-Scusi mi sa dire dove posso trovare Mary Lennox? La segretaria le rivolse lo sguardo per un minuto, poi tornò a muovere le dita velocemente sulla tastiera.
-Terzo piano, stanza 365.- Disse con voce fredda e distaccata.
Senza neanche ringraziare, Cathleen si avviò verso le scale. L’ultima cosa che voleva fare era concedere un ‘grazie’ ad una persona che non avrebbe neanche risposto, ne aveva già sprecati troppi.

Arrivata alla terza rampa di scale sentiva il peso allo stomaco e il battito cardiaco aumentare sempre di più.
355. Era un anno che non la vedeva, non sapeva cosa aspettarsi.
357. Il cuore poteva scoppiarle e l’intento di andarsene era sempre più forte.
359. Non ce l’avrebbe fatta, non sapeva come affrontare la situazione.
361.“la vita è piena di ostacoli, non sai mai cosa ti aspetta, quindi affrontali a testa alta e senza timore”.
363. La voce di suo nonno le risuonava forte e chiara nella sua mente, dandole il coraggio di fare un altro passo.
365. Eccola qua.

La porta era già aperta così Cathleen non esitò ad entrare: le pareti erano spoglie, un’enorme portafinestra di fronte alla porta si affacciava su una grigia Londra, affiancata da un armadio non molto grande e da un attaccapanni con una vestaglia attaccata. Avanzando vide il letto e il televisore acceso sintonizzato su un canale meteo. Un’infermiera sistemava alcuni medicinali su un carrello e la donna sul materasso li prendeva controvoglia, con una smorfia da bambina capricciosa stampata in viso. I capelli castani erano fermati da una fascia nera, il corpo era scheletrico e quel pigiama largo che indossava la faceva ancora più magra. Era invecchiata dall’ultima volta, e forse anche peggiorata.
Si schiarì la voce ma venne notata solo dalla giovane infermiera.
-Buongiorno signorina, lei è qui per parlare con la signora Lennox? Chiese cordiale.
-Si. Rispose semplicemente Cathleen leggermente agitata.
Mary si voltò e incontrò gli occhi della figlia.
-Chiami se ha bisogno.
Cathleen annuì di nuovo senza distogliere lo sguardo dalla madre.
-Non me l’aspettavo proprio sai? Disse Mary.
-Nonno è morto.
Le parole risuonarono nella stanza , chiare, forti e reali. Ancora non ci credeva.
La madre parve stupita e Cathleen pensò per un momento di essere stata troppo diretta nel dirlo ma si ricredette subito dopo la risposta di Mary.
-Mi dispiace.
E per la seconda volta in cinque giorni Cathleen si sentì il mondo cadere sulle spalle.
-Riesci a dire solo questo? Era tuo padre dopotutto.
Chiese con un fil di voce Cathleen. Mary invece non proferì parola, abbassò lo sguardo forse pentita per quello che aveva detto.
La ragazza non riuscì a dire più niente, girò i tacchi e uscì da quel posto. Era sempre stata delusa di sua madre, di come si era lasciata andare alla droga fregandosi di avere una figlia di cui occuparsi ma in quel momento non l’avrebbe sopportata un minuto di più. Come poteva essere così disinteressata per la morte di suo padre?L’uomo che aveva cresciuto sua nipote come una figlia adesso non c’era più e l’unica cosa che riusciva a dire era un misero “mi dispiace” ?
Si ricordò del parco lì vicino dove suo nonno la portava dopo essere stati a trovare la madre e le faceva tornare il sorriso. Non era mai una festa andare a trovare Mary e suo nonno lo sapeva benissimo ma voleva comunque bene a sua figlia e almeno una volta l’anno le concedeva una visita di Cathleen.
Raggiunse la solita panchina e senza badare agli sguardi dei passanti lasciò libere le lacrime che iniziarono a scorre sul suo volto, dando sfogo a tutta la tensione, la rabbia, la delusione e la tristezza accumulate. Quando riprese a piovere e si costrinse a tornare in quello che era il suo rifugio, pieno di bei ricordi, con il profumo di suo nonno che ancora riempiva le stanze e dove Chuck la aspettava pronto a consolarla con le sue dolci fusa.

 
 
 
 
 
 
Salve a tutti!
Questa è la mia prima storia e spero di avervi incuriositi abbastanza da iniziare a seguirla C:
Penso abbiate capito chi sia il biondo misterioso che fissava rapito Cathleen, no?
Nei prossimi capitoli ho intenzione di mettere la foto di chi interpreterà Cathleen, ma non ve lo assicuro visto che devo vedere se la storia è cagata da qualche buon’anima e inoltre non ho idea di chi scegliere lol
Mi piacerebbe sapere un vostro parere, oh yeeeees!
#Aurevoir <3 xx
P.S. il titolo della storia e del capitolo sono ispirati a frasi di Harry Potter<3
 
                                                                

 

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Capitolo 2
*** 2.Paura di dimenticare ***


Sono le scelte che facciamo che dimostrano quel che veramente valiamo

2.Paura di dimenticare 

 

Dopo quella mattinata orribile Cathleen arrivò a casa esausta di tutto quello che le stava accadendo.
Aprì la porta e trovò Chuck appollaiato sulla poltrona di suo nonno. Si chiuse la porta alle spalle e si avvicinò al dolce gattino che dormiva beatamente. Lo prese in braccio e iniziò a coccolarlo osservando il piccolo salotto e lasciando altre lacrime inondarle il volto. Chiuse gli occhi e fece un lungo respiro: il profumo di suo nonno intriso nella poltrona le entrò nelle narici e come un film le passarono davanti agli occhi tutti i momenti importanti da quando era in quella casa.
Si costrinse a riaprire le palpebre per evitare di cadere in un lungo pianto e osservò ciò che la circondava. Un sorriso le si formò in volto alla vista di tutti quegli oggetti pieni di ricordi.
La credenza in legno che avevano appena comprato ospitava cornici grandi e piccole. Si soffermò sulla foto di suo nonno e Chuck: era il primo giorno che quella palla di pelo rossa era in casa e impiegarono ben una settimana prima di scegliere il nome quando una sera videro insieme una puntata di “Waker, Texas Ranger” e il gatto iniziava a miagolare insistentemente ogni volta che l’attore compariva in scena.
Spostò lo sguardo verso il televisore e si ricordò quando Cathleen nascondeva il telecomando e il nonno impazziva per la sua ricerca. Oppure quando lanciavano una monetina per scegliere il film da vedere, anche se alla fine sceglieva sempre Cathleen.
Quanti ricordi, troppi.
La paura di dimenticarli era tanta quanto la paura di perdere una persona, o quasi.
Stava per scoppiare in un nuovo e incessante pianto ma si trattenne: suo nonno non avrebbe voluto vederla piangere, doveva affrontare questo maledetto ostacolo a testa alta. Era una persona troppo importante per essere dimenticato, ne era sicura.
Sollevò cautamente il gatto da sopra le sue ginocchia per poi alzarsi e riposarlo sulla poltrona attenta a non svegliarlo. Si avviò in cucina per prepararsi qualcosa per pranzo e quando notò il calendario attaccato vicino al frigo si ricordò che doveva andare a ritirare la borsa di studio nella sua vecchia scuola visto che nei giorni precedenti tra funerale e cose varie non c’era stato tempo.
Solo in quel momento si accorse che era passata già una lunga settimana da quando ricevette l’avviso dell’offerta di quella borsa di studio. Brava piccola, sono fiero di te. Le rimbombarono in testa le parole di suo nonno quando aprì la lettera e la abbracciò entusiasta. In una settimana tutta quella felicità era stata portata via da un infarto.
Liberò la testa da quei pensieri e si concentrò sul suo pranzo.
Dopo essersi riempita con una pasta scotta condita da una scatoletta di sugo che sembrava pure andato a male si andò a preparare per il ritiro della borsa di studio. Si fece una doccia, indossò una camicia bianca , un paio di jeans puliti e degli stivaletti estivi; dopo vari tentativi di acconciature cedette alla comoda coda di cavallo, si passò un filo di fondotinta per togliere almeno una parte di quelle brutte occhiaie e uscì.
Arrivò nel cortile davanti all’entrata della scuola e prima di avviarsi verso la segreteria si fermò ad osservare ragazzi e ragazzi che tornavano a casa, chi con il fidanzato o la fidanzata, chi con il gruppetto di amici e chi da solo. Riconobbe qualche volto conosciuto tra alunni e professori ma decise di non fermarsi a parlare, tanto tutti le avrebbero detto la solita cantilena di ‘mi dispiace’ , ‘ ti capisco’ e bla bla bla, cose che non aiutavano per niente Cathleen, anzi la facevano stare peggio.
Percorse il vialetto cercando di passare inosservata e raggiunse la segreteria dove le chiesero di attendere il preside.
-Cathleen! Una voce conosciuta la chiamò da dietro, seguita da dei passi che man mano si avvicinavano. La ragazza si voltò e riconobbe un suo vecchio amico, Josh Devine. Le era sempre stato simpatico quel ragazzo, era disponibile, gentile e frequentavano su per giù la stessa compagnia di amici.
-Josh!
Sorrise e la salutò con un bacio sulla guancia.
-Come stai? Ho saputo di tuo nonno.. mi dispiace non essere venuto al funerale ma ero all’estero e sono tornato ieri sera.
-Non ti preoccupare.
Rispose lei con un sorriso cercando di non sembrare cupa.
-Sei anche tu qui per la borsa di studio?
Chiese cercando di cambiare discorso.
Cathleen non ebbe tempo di rispondere che arrivò il preside Wilkins.
-Salve, voi dovreste essere i signori Devine e Watson?
Chiese con la sua solita voce profonda e potente che lo faceva sembrare una sorta di Zeus sceso in Terra.
I ragazzi annuirono e lui fece un sorriso, mascherato da quella barba scura e ben curata.
-Congratulazioni ragazzi, la nostra scuola è fiera di offrire al mondo del lavoro ragazzi ben istruiti come voi!
Sorrisero e ringraziarono il preside che, dopo averli trattenuti con altre congratulazioni e con discorsi su come la generazione di oggi andava peggiorando, li lasciò andare.
-Allora, cosa farai adesso? Chiese Josh a Cathleen mentre uscivano dalla scuola.
-Bhè non so… Penso proprio che mi dovrò trasferire visto che l’università è dalla parte opposta della mia casa, infatti dovrò cercarmene una probabilmente in affitto e non so proprio come fare! Tu?
-Io andrò a vivere con mio fratello visto che frequenteremo entrambi meccanica… Comunque conosco un paio di persone che farebbero a caso tuo!
-Davvero?
-Si! Sono due ragazzi e frequenteranno biologia da quest’ anno, se vuoi posso metterti in contatto con loro!
-Mi farebbe molto piacere!
-Allora li chiamo e ti faccio sapere, adesso devo andare!
-Grazie mille Josh, non sai quanto mi sei d’aiuto.
Si salutarono con un bacio sulla guancia e si avviò verso il supermercato, dove doveva comprare la cena per la sera e anche il cibo per Chuck.
Josh era stato come un’ancora di salvezza, anche se l’idea di convivere con due maschi la impauriva un pochino. Inoltre c’era un altro problema: come avrebbe fatto a pagare l’affitto della nuova casa?
Un po’ di soldi ce li aveva da parte grazie all’eredità del nonno ma prima o poi sarebbero finiti. Di vendere la casa non ne voleva sapere, era troppo piena di ricordi, quindi l’unica possibilità era di trovarsi un lavoro.
Lo squillo del cellulare la riportò sulla terra.
-Pronto?
-Ehi Cathleen, sono Josh.
-Ciao Josh!
- Domani mattina ti andrebbe di incontrarci? Potresti conoscere gli amici di cui ti parlavo oggi.
-Ehm.. ok va bene.. a che ora?
-Alle dieci a casa mia, la strada la sai giusto?
-Si certo, a domani. Grazie di nuovo!
-Dovere! A domani!
Ripose il cellulare nella borsa e proseguì a fare la spesa di nuovo immersa nei suoi pensieri.
Raggiunse il reparto animali e nuovi ricordi le attraversarono la mente: due settimane fa esatte suo nonno stava freddando con lo sguardo il commesso che ci stava provando spudoratamente con Cathleen. Anche se le aveva posato solo una mano sulla spalla sembrava che a suo nonno uscisse fumo dal naso e dalle orecchie e per poco non iniziava a prenderlo a calci.
Incedibile come fosse passato veloce il tempo, quell’infarto aveva travolto anche Cathleen.
E adesso chi mi proteggerà ? Sono sola, non ho neanche una madre su cui contare. Si ritrovò a pensare la ragazza che ormai stava per scoppiare a piangere, di nuovo.
Lasciò cadere a terra le poche cose che aveva in mano e corse fuori dal supermercato sotto gli occhi di tutti. Intanto fuori era iniziato a piovere per la seconda volta in quella triste giornata ,così corse verso la fermata della metropolitana ma per colpa delle pozzanghere già formate tanto era forte la pioggia scivolò e picchiò la testa.
Le uniche cose che si ricordava furono una dolce voce preoccupata, due stupendi occhi celesti e una chioma bionda. Si sentì sollevare dall’asfalto sporco e bagnato e improvvisamente la pioggia violenta sul suo corpo cessò. Pensò di essere tra le braccia di un angelo che la volesse portare in paradiso, poi non capì più niente.
                                                                                 

 

     I'm back!
Ok, questo capitolo fa schifo.. lo so..scusate çwç

Ho deciso di descrivere meglio i sentimenti di Cathlee così che possiate capire meglio il suo atteggiamento in seguito :)
Del biondo misterioso abbiamo solo un piccolo assaggio alla fine *sorry* ma dal prossimo capitolo in poi farà mooolte più apparizioni #promise
Un nuovo personaggio però ha fatto il suo ingresso, il nostro meraviglioso e figherrimo Josh Devine *applauso*. Sarà un po' come un migliore amico per Cathleen, la consolerà, l'aiuterà e ... va bhè poi lo scoprirete ;)

Sono un po' triste però.. non ha avuto molto successo la storia, ahimè(?)... :(
Anyway, volevo ringraziare quelle meraviglie che l'hanno recensita e messa tra le seguite, e anche i 'lettori silenziosi' !!! Grazie davvero :)) se non fosse stato per voi avrei già eliminato il capitolo #autostimaamille
Infine, per chi sia arrivato a leggere fino a questo punto e non è scappato o non si è addormentato lol, vi consiglio di passare da queste faigone :D :


http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1244620
 "
My missing puzzle piece"


http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1211125 "Un amore senza fine"

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1289833 "Felice,per la prima volta"

 

Lei è Cathleen :) spero vi piaccia!!! E' Kaylie Cruz di 'Giovani Campionesse' lol 
And now vi lascio riposare in pace, che le meravigliose voci dei One Direction siano con voi :') #peaceandlove
xxHop.

P.S. al prossimo vi metto i miei account Twitter e Facebook :) e spero di aggiornare il prima possibile, vi chiedo solo di lasciare qualche commentino (anche "scivi da schifo, vai a spalare merda" mi va bene) :33 
P.P.S. leggo e recensisco tutte le vostre storie quindi mandatemi anche per messaggio i link :))
P.P.S. Chi ha visto ICarly?? Erano asdfghjjkl <3

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Capitolo 3
*** 3.Debolezze ***


Sono le scelte che facciamo che dimostrano quel che veramente valiamo.

3. Debolezze

Aprì gli occhi e vide tutto sfocato.
Dovette sbattere più volte le palpebre per mettere a fuoco ciò che aveva davanti.
-Ha aperto gli occhi!
Annunciò una voce calda e maschile vicina al suo orecchio.
Cathleen sentì un improvviso caldo addosso e capì di essere stata coperta.
L'uomo che aveva parlato doveva avere sui quarant' anni, aveva due lenti spesse davanti agli occhi, era calvo e dalla mole della faccia doveva essere anche ben piazzato.
-Dove sono?
Chiese debolmente la ragazza cercando di alzarsi, invano.
-Sei scivolata, hai battuto la testa e così ti ho portata al riparo..
Disse una voce dolce e preoccupata allo stesso tempo. Si voltò e vide un ragazzo alto, biondo e con gli occhi blu, che riconobbe subito.
-Sei tu quello di prima?
Chiese subito Cathleen non ascoltando le precedenti parole del ragazzo che annuì.
-Penso che sia un po' scossa.. Possiamo chiamare qualcuno? Un familiare, un amico ..?
Domandò il signore panciuto.
-No, non importa.
Non ho nessuno completò la frase nella mente. Guardò il grande orologio digitale appeso al muro con gli orari della metropolitana: le 18.20.
-Adesso è meglio che vada.
Affermò la ragazza ricordandosi del povero Chuck a casa che la aspettava.
-Aspetta! Dottore sarà il caso di lasciarla andare nelle sue condizioni? In fondo ha picchiato una bella botta!
Disse il biondo preoccupato prima rivolgendosi a Cathleen e poi all' uomo panciuto, il dottore.
-Ha ragione il ragazzo, forse dovrebbe farsi accompagnare!
Concordò il signore.
-No davvero non importa!
Ribattè Cathleen che aveva solo bisogno di stare da sola.
-Insisto! Sei debole e rischieresti di cadere di nuovo, è meglio che ti accompagni almeno in metro.
Il ragazzo biondo a quanto pareva non voleva sentir ragioni così Cathleen fu costretta ad accettare. Si alzò di scatto dalla panchina sulla quale era seduta ma delle forti fitte le attraversarono il cranio costringendola a sedersi di nuovo.
-Tutto bene?
Chiese subito il ragazzo piombandole accanto.
-Si.. mi fa solo un po' male la testa...
-E' normale, non si preoccupi, dovrà solo stare a riposo e lasciare che il gonfiore se ne vada!
La rassicurò l’uomo panciuto.
-Grazie mille dottore.
Sorrise Cathleen alzandosi, stavolta più lentamente.
-Dovere! Adesso è meglio che vada, arrivederci signorina!
Salutò il dottore alzando la mano e sorridendo cordiale per poi avviarsi verso le scale della stazione.
-Ti gira ancora la testa?
Chiese premuroso il biondo. Cathleen cercò di non incrociare il suo sguardo e sussurrò un "no".
Non sapeva il motivo ma ogni volta che incrociava quegli occhi era come se ci sprofondasse dentro e  si sentiva sempre a disagio.
Senza pronunciar parola i due entrarono nella metropolitana non molto piena e occuparono due seggiolini vicini.
-Sai che è come se ti avessi già visto?
Chiese il biondo con un sorriso divertito. La ragazza ricambiò il sorriso senza dire nulla. In quel momento l'ultima cosa che voleva fare era parlare: sentiva solo bisogno di sfogarsi, di piangere.
Alla sua fermata Cathleen fece si alzò e puntualmente il ragazzo la affiancò e senza dire nulla la accompagnò all’uscita della stazione.
-Ho capito!
Disse illuminato.
-Ti ho vista stamattina in metro, io stavo parlando con mia nonna, ti ricordi?
Chiese con un sorriso splendido.
Cathleen fece mente locale e si ricordò del biondo che la fissava mentre usciva ,diretta all'ospedale psichiatrico.
-Ehm... si ora ricordo.
Rispose con un leggero sorriso.
Continuarono a camminare fianco a fianco per le vie della periferia di Londra, attraversate solo da qualche macchina e passante in bicicletta.
-Non importa che mi riaccompagni, casa mia è solo a qualche passo da qui.
Disse Cathleen indicando una stradina alla sua destra.
-Non ti preoccupare tanto non ho niente da fare dopo e poi non voglio lasciarti sola... potresti rischiare di scivolare di nuovo.
Disse tranquillo per poi riprendersi sul finale. Cathleen si accorse dell'imbarazzo del biondo ma non riuscì a dire nulla. Non voglio lasciarti sola.
Quella frase le aveva riscaldato il cuore, per un momento si era sentita protetta con quel ragazzo di cui non sapeva neanche il nome al suo fianco e non si era sentita abbandonata.
-Siamo arrivati.
Annunciò un po' a malincuore Cathleen raggiunta una delle tante casette a schiera che caratterizzavano il quartiere in cui abitava prendendo le chiavi di casa nella borsa.
-Grazie mille…
Quel ragazzo l'aveva fatta sentire bene per un momento e l'aveva anche aiutata, quel “grazie” era più che sincero.
-E’ stato un piacere e poi l’avrebbe fatto chiunque!
Rispose il biondo sorridente.
-Ah comunque io mi chiamo Niall e ..quella che hai sulle spalle è la mia maglia!
Disse poi scoppiando in una fragorosa, divertente e incantevole risata.
-Oh scusa Niall, non me ne ero accorta..
Disse Cathleen arrossendo. Fece per togliersi la felpa ma la fermò.
-Tienila pure, io non ne ho bisogno.
-Grazie mille Niall, ti devo un piacere enorme!
Il ragazzo rise, inconsapevole di quanto gli fosse davvero grata Cathleen.
-Mi basta sapere il tuo nome!
-Oh scusa! Mi chiamo Cathleen..
Sorrise di nuovo imbarazzata cercando di evitare quei due cristalli blu che cercavano il suo sguardo.
-E’ stato un piacere, Cathleen, ci vediamo!
Niall le rivolse un ultimo splendido sorriso, alzò la mano in segno di saluto e si incamminò di nuovo verso la stazione.
La ragazza infilò le chiavi nella serratura ed entrò in casa accolta dalle fusa di Chuck. Prese la borsa di studio, si sedette in cucina e la iniziò a leggere. Offriva davvero molto ed era veramente importante per la sua carriera; avrebbe voluto avere suo nonno accanto in quel momento che le dicesse “sono fiero di te”, ma non c’era.
Quella giornata le passò improvvisamente davanti agli occhi: sua madre, Josh, la caduta e Niall. Forse era un nuovo inizio, ma era abbastanza pronta? Cosa le avrebbe detto suo nonno in quel momento?
Le sarebbe tanto piaciuto saperlo ma purtroppo era impossibile.
Il poco conforto che uno sconosciuto le aveva donato era svanito; tutti i ricordi, la malinconia e le parole di sua madre le piombarono in mente e un forte bisogno di non pensare a nulla la invase. Prese in mano la prima cosa che vide e dopo pochi minuti dei rigoli rossi le correvano sulla pelle.
Le lacrime le rigavano il volto come il sangue le rigava il braccio sinistro; esercitò più pressione con il taglierino trovato nel portapenne e quando sembrava che non volesse più fermarsi Chuck iniziò a miagolare, come se capisse cosa stesse accadendo.
Cathleen si bloccò lasciando cadere a terra il taglierino ormai sporco di sangue, afferrò uno strofinaccio, pulì la ferita e si lasciò cadere a terra in un bagno di lacrime. Si sentiva smarrita, persa e aveva paura di perdere di nuovo qualcuno di importante.









Weeeeeeeeilààà C:
Non so voi ma io più sento questa canzone e più me ne innamoro :') .. Ieri poi ho visto la pubblicità della Pepsi ed ero tipo sclerata! (per chi non l'ha vista
cliccate qui) Sono troppo asdfghjkl :3 poi Harry che all'inizio fa tutto il figo fa morire dal ridere jajajajajaja(?)
e inoltre si dice che sabato sapremo finalmente se i nostri boys torneranno in Italia *-* SPERIAMO BENE.
Passando alla storia... che ne pensate? Finalmente dopo due noiosissimi capitoli di agonia e malinconia entra in scena il nostro  angelo Niall <3 ... Non che questo capitolo  sia tanto diverso eh! Infatti, soprattutto alla fine, quando sembra che Cathleen si stia un po' tirando su si fa travolgere dalle proprie debolezze D: #poorgirl
Pooi in questo capitolo vi sono presenti molti più dialoghi, cosa che mi ha messa un po' in difficoltà, ma dovevo far conoscere Cathleen al mondo .-. 
"E' stata dura ma ce l'abbiamo fatta" come dicono nella pubblicità dell'Amaro Montenegro #scleroooo 
Che ne dite di lasciarmi una recencioncina (?) per farmi sapere cosa ne pensate??? *occhi dolci* PLIIIIIIIIIIIIIIIIIIIS 
A proposito,
grazie a tutti quelli che l'hanno recensita/letta/seguita ecc. <3 <3<3
Se volete che passi da una vostra storia basta che me lo dite e lo farò il prima possibile ;) e se ricevo abbastanza visite e recensioni (5/6 ce la facciamo???) nel prossimo capitolo pubblicizzò qualche storia C:


Vi lascio il mio Twitter (Grazie 1D_Giulia per il consiglio, ti lovvo idola scrittrice (?) ) 
xxHop.

 

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Capitolo 4
*** Ciò che non ci indebolisce ci fortifica ***


 

                                                          Ciò che non ci indebolisce ci fortifica
Cap.4                                                                  Ciò che non ci indebolisce ci fortifica


L'orologio segnava le nove e cinque. Il ticchettio delle lancette appariva più forte nel silenzio della casa vuota e il miagolio di Chuck rimbombava insistente.
Il cellulare sul tavolo segnava cinque chiamate perse e tre messaggi e ormai in casa era tutto buio. I lamenti del gatto aumentarono tanto da svegliare la ragazza, pesantemente addormentata sul divano. Gli occhi di Cathleen si aprirono lentamente e iniziò a rendersi conto di cosa fosse successo.
Il taglierino nel portapenne sul tavolo luccicava, sembrava che un riflettore avesse puntato la propria luce su di esso, la lama solcava leggermente la pelle, dei rigoli di sangue scivolavano sul braccio e delle leggere fitte che le attraversavano il corpo erano sempre più forti e frequenti.
Chuck iniziò a graffiarle le gambe e solo in quel momento si ricordò che non avevano ancora cenato entrambi.
-Scusami cucciolo!
Disse alzandosi di fretta dal divano e tornando subito a sedersi. Le girava tutto, era troppo debole.
Aspettò qualche minuto, poi si rialzò lentamente e andò nel ripostiglio a prendere una delle scatolette di tonno, la aprì e la svuotò nella ciotola di Chuck.
Aprì il frigo ma lo richiuse schifata; non aveva fame, anzi aveva solo un forte senso di nausea. In quel momento squillò il cellulare, per la sesta volta in quella serata: Josh.
-Pronto?
Rispose cercando di farsi sentire nel modo migliore possibile.
-Hei Cathleen! E' da un sacco che provo a chiamarti! Tutto bene?
Chiese preoccupato il ragazzo.
-Certo, va tutto benissimo.. Che mi volevi dire?
-Domani i miei hanno ospiti a pranzo quindi ti passo a prendere e andiamo a pranzo fuori così potrai conoscere lo stesso i miei amici.. Ci ritroviamo a mezzogiorno nel ristorante dove festeggiai il mio ultimo compleanno, quello in Britton Street, ricordi?
-Ehm si ho capito quale, non importa che passi, posso benissimo raggiungerlo in metro ,non ti preoccupare!
-Sicura? Guarda che per me non c’è nessun probl..
-Josh, tranquillo! Ci vediamo domani!
-Non insisto bellezza, a domani!
Chiuse la telefonata velocemente, mise dell’acqua per il tè sul fuoco e tornò sul divano.
Per farsi compagnia accese la televisione e iniziò a guardare un programma su MTV. Stavano trasmettendo “Sixtheen and pergnant” , ragazzine che rimanevano incinte e non avevano soldi per mantenere il nascituro… bella roba vero?
Cathleen odiava questo genere di programma ma non si preoccupò di cambiare neanche canale, la sua mente era tutta da un’altra parte. Stava pensando alla decisione del trasloco, non sapeva ancora se quella era la strada giusta da intraprendere ma da una parte doveva dare una svolta alla sua vita, dimenticare i ricordi peggiori e provare ad andare avanti, anche se la cosa sembrava abbastanza difficile.
Sentì la teiera fischiare, spense il televisore, andò in cucina e si versò il tè in una tazza. Il gatto iniziò a farle le fusa strusciandosi alle sue gambe così lo prese in braccio e iniziò ad accarezzarlo.
-Fortuna che ho ancora te…
Sussurrò muovendo la mano delicatamente sul pelo soffice del persiano che si accucciò ancora di più sulle sue ginocchia pretendendo ancora più coccole. In quel momento capì che doveva darsi una mossa, doveva abbattere ,prima che fosse troppo tardi, il guscio che si stava creando attorno a lei e iniziare a programmare il suo futuro.
Finì di bere il tè e andò a farsi una doccia veloce per poi coricarsi subito dopo. Quella sera forse stava per nascere una nuova Cathleen, più sicura e coraggiosa.
Ciò che non ci indebolisce ci fortifica
Era questo forse l’ ultimo insegnamento che le aveva dato suo nonno, inconsapevolmente?
Stava facendo la scelta giusta?
Sarebbe stata in grado di superare futuri ostacoli forse peggiori della morte del nonno? Beh per Cathleen non ci poteva essere di peggio ma doveva fare un piccolo sforzo.
 
Il dolce miagolio di Chuck la fece alzare di buon umore quella mattina. Si preparò un caffè ,fece colazione con qualche biscotto, si vestì e verso le undici e quaranta uscì di casa diretta alla metro, che arrivò subito.
-Cathleen!
La ragazza si voltò appena si mise a sedere, sentendosi chiamare da una dolce voce maschile: una testa bionda si faceva spazio tra la gente che popolava il corridoio del treno. Incontrò due occhi color cielo e un sorriso magnifico.
-Ciao Niall!
Salutò cordiale rivolgendogli un sorriso.
-Il destino sembra essere a nostro favore!
Scherzò lui facendola ridere.
-Dove vai?
Chiese poi il biondo sedendosi accanto a lei.
-A Britton Street per incontrare degli amici.
Rispose cercando di scansare lo sguardo di Niall alla ricerca del suo.
-Beh io devo scendere alla fermata dopo, faremo il tragitto insieme !
Disse lui sorridente. La ragazza annuì entusiasta non sapendo che dire e continuando a sorridere ma evitando ancora lo sguardo del ragazzo.
Un imbarazzante silenzio stava per cadere tra i due, poi per fortuna una vecchietta chiamò Niall a gran voce facendolo voltare.
-Niall, dove sei sparito?!
Chiese la signora raggiungendolo a malapena a causa delle scosse della metro.
-Nonna, sono qui!
Avvertì Niall andandole incontro e cedendole il posto accanto a Cathleen, che assisteva alla scena in silenzio.
-Cathleen lei è mia nonna Candice, nonna ti presento Cathleen, un’amica.
-Piacere signora..
Disse Cathleen imbarazzata.
-Ma tesoro, chiamami Candice! Niall è lei la ragazza che hai riaccompagnato ieri sera per quella brutta caduta di cui mi hai parlato?
Chiese rivolgendosi al nipote con voce squillante. Ormai Cathleen era rossa come un pomodoro e Niall non era da meno.
-Si nonna.. è lei..
Rispose imbarazzato il biondo.
-Che bravo ragazzo che è il mio nipotino!
Disse pizzicando poco delicatamente una guancia al nipote imbarazzato mentre Cathleen sorrideva annuendo come per confermare l’affermazione di Candice.
-Dove abiti cara?
Chiese poi rivolgendosi alla ragazza che venne preceduta da Niall che rimproverava la nonna.
-Nonna, non la interrogare per favore!
-Non la stavo interrogando!
Ribattè decisa la nonna.
-Scusate, ma adesso dovrei scendere!
Si intromise timidamente Cathleen alzandosi dal sedile.
-E’ stato un piacere conoscerla, sign.. ehm Candice!
-Anche per me cara! Che ne dici di venire a prendere un tè a casa nostra un giorno? Forza Niall dillo anche te, non far fare tutto a me!
Incitò il nipote rosso come un peperone.
-Si nonna.. ehm.. Senti che ne dici di.. ehm.. di darmi il tuo numero di cellulare? O io posso darti il mio!
Chiese Niall nervosamente mentre la voce metallica annunciava l’avvicinamento della fermata.
Le porse il cellulare e lei digitò il suo numero, poi le porte si aprirono, salutò velocemente i due e uscì dalla metro.
Forse anche quello era un nuovo inizio, forse Niall poteva aiutarla a riniziare.. e forse anche sua nonna!
 

 
 

Hei pipooooooooooooool!
Zalveee!
Sorratemi (?) per questa merdina di capitolo!!! Non mi piace per niente e avevo poca ispirazione çwç
Anyway quest’oggi (?) abbiamo capito qualche indizio in più su Cathleen e forse si è decisa finalmente a cambiare e a lasciarsi il passato alle spalle… fooorse è.è ok sto dicendo troppo
Abbiamo anche un nuovo personaggio: la nonna Horan!
Ci tengo a spiegarvi che lei sarà un personaggio fondamentale per lo sviluppo della storia; è la classica vecchietta sprint e un po’ impicciona, come avete avuto modo di capire lol ma no problem non è cattiva, il suo atteggiamento è solo dovuto alla preoccupazione per il nipote… poi capirete ;)
Ah già! ho cambiato il titolo, che ve ne pare ? aksjdcaò
La mia aspettativa di recensioni era un po’ troppo alta forse nel capitolo precedente sooo… boh non so.. se vi va recensite and make me happy, altrimenti peace, love and rock ‘n roll!! (?)
YEAAAAAH BUDDIE
xxHop.
 P.S. scusate per il ritardo nel recensire le vostre fanfiction ho un casino di compiti e robaccia varia çwç non preoccupatevi, anche se con millenni di ritardo CI PASSERO’ , it’s a promise <3 ;)
P.P.S. lunedì esce Little Things e giovedì i ragazzi saranno ad X Factoooor :’) .. Piccoli One Direction crescono lol #sooooooproud <3
P.P.P.S. (?) followatemi su Twittahh , ricambioo ;) 

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Capitolo 5
*** 5.il mio angelo ***


Ciò che non ci indebolisce ci fortifica

5.il mio angelo




-Cathleen!
Appena arrivata al punto di ritrovo vide due ragazzi mori dall’aspetto simpatico e gentile e Josh che le venivano incontro.
-Ciao Josh!
Lo salutò sorridendo.
-Loro sono i miei amici, Louis e Liam. Ragazzi vi presento Cathleen, la ragazza di cui vi parlavo!
-Piacere!
Disse Liam porgendole la mano. Louis lo imitò e dopo aver fatto due chiacchiere si recarono dentro al locale e si sedettero a un tavolo libero.  
Iniziarono a parlare riguardo all’alloggio, alle spese che esso comportava e ai vari dettagli inerenti.
Le preoccupazioni di Cathleen di andare a vivere con due ragazzi, fortunatamente,  svanirono subito quando scoprì che questi erano molto innocui  e simpatici, come Josh insomma.
-Ma allora siete sicuri che il gatto può stare in casa?
Chiese per la millesima volta.
-Non ti preoccupare, adoriamo i gatti e per noi non è nessun problema!
Disse Liam sorridente.
-Bene, allora quando verrò a trovare i ragazzi troverò anche te?
Chiese Josh a Cathleen. La somma che doveva pagare per la casa e il resto delle spese non era molto alta e non ci sarebbe stato neanche il bisogno di trovarsi un lavoro subito. Inoltre anche Chuck era ben voluto. Dopo un attimo di riflessioni sorrise.
-Mi sa proprio di si!
-Perfetto! Ti faremo conoscere le nostre fidanzate e i nostri amici, vedrai che ti troverai benissimo!
Disse Liam contento.
-Non ho dubbi ragazzi! Non vi ringrazierò mai abbastanza! Grazie anche a te Josh!
-Tranquilla, avresti fatto lo stesso per me!
-Allora quando ti trasferisci?
Chiese Louis sorridente.
-Beh il prima possibile visto che le lezioni iniziano lunedì..
-Allora scambiamoci i numeri e domani mattina passiamo a prenderti così avrai questi due giorni per ambientarti meglio!
Fece Liam tirando fuori il cellulare. Scambiati i numeri e salutati tutti Cathleen si avviò verso casa e a suo dispiacere nella metro non incontrò nessun ragazzo biondo dagli occhi celesti. Le piaceva stare in compagnia di Niall, si sentiva quasi protetta e riusciva sempre a sorridere con lui.
La valigia era pronta per essere chiusa, ma Cathleen aveva la sensazione di aver dimenticato qualcosa. Si guardò intorno, rilesse più volte la lista delle cose da prendere ma questa sensazione non le voleva andare via. Si diresse in cucina, preparò la cena per il gatto e si guardò intorno di nuovo, anche lì aveva preso tutto. Andò in bagno e fece la stessa cosa, ma niente.
Carica batterie, ipod, computer, spazzolino, asciugamani, vestiti, scarpe… C’era tutto.
Alla fine si arrese, mise l’acqua per la pasta e andò in salotto. Accese la televisione e si buttò sul divano: eccola lì. La fotografia di suo nonno e Chuck, quella a cui teneva di più. La prese e accarezzò la cornice come se suo nonno potesse percepire quel tocco leggero e pieno d’amore. Una lacrima le scivolò sulla guancia e cadde sul vetro. Lo asciugò velocemente e infilò la foto nella borsa poi tornò in cucina e cenò.
La mattina dopo la sveglia suonò alle 8 in punto. Chiuse gli occhi per un attimo: quella sera si sarebbe addormentata su un altro letto, un altro cuscino, un’altra stanza. Assaporò quel dolce momento e si alzò velocemente. Dopo aver fatto colazione, lavato le stoviglie e preparato la roba di Chuck andò a vestirsi e a lavarsi.
Alle 9 passate arrivarono Liam e Louis a prenderla entrambi entusiasti dell’arrivo di una nuova coinquilina.
Sulla soglia della porta lanciò un ultimo sguardo alla casa, i ricordi le passarono davanti agli occhi fino ad arrivare a quel momento; prima di lasciarsi portar via dalla tristezza chiuse la porta e si avviò verso l’auto dove i due ragazzi la attendevano sorridenti.
-Pronta per un nuovo inizio?
Chiese Louis alla guida.
-Prontissima!
Rispose mentre l’auto prendeva velocità e si lasciava alle spalle la casa. Quello non era un addio, era un arrivederci.
 
Appena entrata nel nuovo appartamento, dopo quattro faticosi piani di scale, un dolce profumo la accolse e i colori delle pareti le saltarono subito all’occhio.
-Benvenuta nella nuova casa! Seguimi che ti faccio fare un giro!
La esortò Liam con un gesto della mano.
L’appartamento era abbastanza spazioso e molto colorato: c’erano quattro stanze da letto tutte con le pareti dipinte da colori diversi, due bagni sulle tonalità del rosa , la cucina sulle tonalità del verde si affacciava su una piccola terrazza, nel salotto c’erano due divani rossi e accanto al televisore una libreria di legno. Dopotutto questi colori non erano tanto male, anzi le mettevano allegria e la facevano quasi rilassare.
-E’ perfetta, grazie di nuovo!
Disse rivolgendosi ai due ragazzi intenti a giocherellare con Chuck con i quali aveva già fatto amicizia.
-Ho portato la tua roba nella tua stanza e il bagno accanto è tuo.. mi dispiace però che dovremo condividere la doccia visto che nel nostro non c’è..
Disse Louis.
-Non vi preoccupate ragazzi, è tutto davvero perfetto! Adesso se non vi dispiace andrei a sistemare le mie cose, poi mi offro per prepararvi qualc…
-No oggi non cucina nessuno, abbiamo ordinato cinese per festeggiare!
La interruppe Liam.
-Non finirò mai di dirvi grazie!
Disse Cathleen sorridendogli per poi andare in camera sua e iniziare a disfare le valige. Il letto era a una piazza e mezzo, l’armadio era di legno ed era molto simile a quello che aveva a casa; inoltre c’erano una scrivania e delle mensole per i libri. Le pareti di un rosso quasi accecante le adorava, poi il rosso era il colore preferito di suo nonno e la facevano sorridere.
Dopo aver pranzato si fece accompagnare dai ragazzi a fare un giro del college, le parlarono dei professori e dei loro amici che presto avrebbe conosciuto; dicevano che erano simpaticissimi e avrebbero legato subito.  Passarono anche dalla biblioteca dove decise di fermarsi per rilassarsi e leggere uno dei suoi libri preferiti: “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare. Salutò i ragazzi e si sedette su una poltroncina intenta a immergersi nelle parole di quello scrittore che aveva praticamente fatto la storia della letteratura inglese.
Mentre leggeva le parole iniziarono a muoversi, sbattè le palpebre più volte ma non funzionò. Si alzò intenta ad andare in bagno per sciacquarsi il viso ma poco dopo cadde a terra.
-Cathleen!
Si sentì chiamare da una dolce voce, si voltò lentamente e incrociò due occhi celesti meravigliosi: il suo angelo.



                                                                                                 

 
ZAAAAALVEEEE !!
Come butta fratelle e sorelli? :')
Intanto grazie a chi ha cagato l'altro capitolo :) siete adorabili
Questo mese sarà bellissimo per noi directioners :DD 
Li avete visti a X Factor?? PERFETTI kndnfciusn peccato che sembravano un po' stanchi.. e proprio per questo sono ancora più fiera di loro!
Pooi l'avete sentita Little Things?!?!?!? IO LA AMO, IO LI AMO jkdnfliuwnmdcdqolkjdjp e il videoo?!?!?!?!?!?!? I'M IN LOVE WITH THEM <3
Passando alla storia, questo capitolo non mi piace tanto.... boh non so... mi sembra che sia andata un po' fuori dai piani...
Hanno fatto ingresso due ragazzuoli Liiiiiiiiiam e Looooouis :D all'inizio non avevo intenzione di mettere gli altri nella storia ma come ho scritto prima sono andata un po fuooooooooori dagli schemi ... spero vi piaccia, dico solo questo :)
Se vi va lasciatemi qualche recensione, mi fanno davvero piacere , anche negative :)
Crazie a tutti coloro che hanno messo la storia tra preferite/seguite/ricordate e l'hanno recensita o solo letta <3
Adesso vi lascio al video di Little Things
xxHop.
P.S. se volete che passi da qualche vostra storia basta che me lo dite e ci passerò ;) 
P.P.S. se mi seguite su twitter ricambio :) @_Puccioendsapp_ 
P.P.S. scusate se non vi ho messo i link di LT, Twitter e X Factor ma sto coputer è un cesso :/

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