Welcome to my life

di Ary Shine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno strano incontro ***
Capitolo 2: *** Do you remember me? ***



Capitolo 1
*** Uno strano incontro ***





Un incontro casuale...

Oggi ho finito l’allenamento di basket un po’ prima. 
Esco dalla palestra con i capelli ancora legati in una coda di cavallo, i pantalocini da allenamento, la canottiera sotto la felpa e il borsone penzolante su una spalla. Accanto alla palestra c’è un negozio di musica. Ci passo davanti ogni giorno e ci entro ogni volta che posso. E’ un posto abbastanza grande, su due piani, e ci puo

i trovare di tutto: CD, vecchie cassette, poster, DVD di live. Anche quando non ho i soldi per comprare niente, mi piace andarci per sentire le novità del momento nelle grosse cuffie appese alla parete. Quando sono lì dentro sto bene, ascolto la musica, non sento più la fretta e la frenesia che contraddistinguono le mie giornate. Ho tutto il tempo che voglio, o almeno la sensazione è questa. 

 

Oggi non c’è molta gente.
David, il proprietario, mi saluta da dietro il bancone. Sembra un gigante, un gigante buono nel suo castello fortificato da torri di CD e schiere di album. Ne sa un sacco di musica. E per questo mi piace parlare con lui. Ha sempre qualche buon consiglio da darmi, qualche dritta su nuovi gruppi musicali o su gruppi estinti chissà quanto tempo fa ma secondo lui sono il massimo. 
Scivolo tra i corridoi e mi fermo davanti al cartello delle “occasioni”: roba vintage, dischi degli anni Settanta, singoli dimenticati. Dopo un po’ mi ritrovo in mano un album dei Guns n’ Roses, uno dei miei gruppi hard rock preferiti. Non amo l’hard rock, ma i loro assoli di chitarra mi fanno impazzire. 
Mi dirigo verso la postazione di David decisa a comprarlo, ma proprio quando sono davanti alla cassa, mi cade l’occhio sull’espositore delle novità.
C’è un album nuovo. Cinque pile di CD ben in vista, e un poster che ritrae cinque ragazzi. Osservo bene i ragazzi, li avevo gia visti da qualche parte, dopo pochi secondi che fisso il poster mi viene in mente Xfactor, ma certo! Quei cinque erano i ragazzi che si erano presentati come solisti e si erano ritrovati a formare i One Direction, non erano arrivati primi a Xfactor, ma comunque avevano avuto un contratto con la Sony e Sico Music. 
-E’ uscito un po’ di giorni fa il loro album!- esclamò David prendendone una copia in mano.
-Si, li avevo gia visti a Xfactor, ho sentito alcune loro cover, non sapevo fosse uscito il loro album!-
-Non sono male- dice David guardando i titoli delle canzoni.
-Gia, mi piacciono le loro voci, sono bravi!- 
-Li adorano tutti, specie le ragazze. Ma forse non sono esattamente il tuo genere…-
-E perché?-
I suoi occhi scorrono sul mio fisico, sui pantaloncini da basket, sulla felpa enorme e sui capelli biondi legati disordinatamente. Sorride.
Il rumore della porta del negozio che si apre bruscamente mi riporta alla realtà.
-Arianna!- urla una voce irritata.
Mi giro di scatto. Mia madre.
-Ci ho messo un’ora a trovare parcheggio qui fuori!-
-Signora, è sempre un piacere!- esclama David con il suo tono affabile.
Lei lo guarda. 
-Salve, David- dice fredda e distaccata. E poi rivolta a me: -Possiamo andare ora?-
-Aspetta compro un CD e arrivo, ti prego!- 
Senza mettersi a discutere mi prende il borsone e seccata esce dal negozio. Vedo che David ha gia imbustato il CD dei Guns, lo fermo e prendo l’album dei One Direction. 
-Prendo questo!- dico decisa tirando fuori i soldi. 
Uscita dal negozio entro in macchina. Mia madre guarda il CD.
-E chi sono questi cinque?-
-I One Direction!- dico contenta guardando i volti sorridenti dei cinque cantanti sulla copertina del CD.
-Oddio, ci mancava un’altra banda di ragazzini!- dice seccata mettendo in moto la macchina.
Arrivata a casa masterizzo il CD e carico le canzoi sull’Ipod, le canzoni di Up All Night mi accompagnano mentre mi addormento. Ascolto bene le loro voci, sono bellissime. 
Stamattina mi sono svegliata felice. Ancora immersa nella penombra ovattata dell’alba, ripenso al sogno che ho fatto, ma non riesco a ricordare niente se non una bellissima voce. 
Mia madre entra nella stanza e apre tutte le serrande, infilo la testa sotto al cuscino e impugno forte il piumino, come ogni mattina mia madre tenta di farmi morire di freddo togliendomi il piumino, non cedo e alla fine lei si arrende, ho vinto, come al solito.
Dopo il tiro alla fune, o meglio, al piumino, sono sveglia. Mi alzo e mi preparo per andare a scuola. 
Appena esco di casa infilo le cuffiette dell’Ipod e mi dirigo verso la scuola per dare inizio ad una nuova giornata uguale a tutte le altre. Scuola, compiti, basket e casa, non ne potevo più della solita routine. Cammino per le stradine della mia cittadina. La neve copre i bordi delle strade. 
Con la testa tra le nuvole continuo a camminare. Guardo il cielo nuvoloso, come se mi aspettassi che un angelo scendesse giu da un momento all’altro e mi portasse con se.
Quella cittadina a sud di Londra non faceva altro che ricordarmi quanto la mia vita fosse monotona: sempre le stesse strade, la stessa gente. 
Abbasso lo sguardo e mi guardo i piedi. Continuo a camminare così per un po’ e quel po’ basta per rischiare di essere investita. 
-Ahi!- urlo insieme al claxon della macchina. Ma che succede? 
Guardo la macchina che mi ha colpito la gamba e divento rossa. Mannaggia a me e ai miei viaggi mentali.
-Ti ho fatto male?- chiede un ragazzo scendendo di fretta dalla macchina. 
-No, tanquillo…- dico a testa bassa. –Scusa, non stavo attenta…-
-Gia, menomale che ho frenato in tempo!- dice il ragazzo. 
-Gia…- dico timida. Quella voce mi è famigliare, come se l’avessi gia sentita, si! E’ la voce del ragazzo nel mio sogno! Alzo lo sguardo…

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Capitolo 2
*** Do you remember me? ***




Do you remember me?


I miei occhi incrociano i suoi, occhi bellissimi. Un sorriso affiora sulla mia faccia. Guardo il suo viso, i lineamenti, le fossette che gli si erano formate mentre sorrideva, i ricci che uscivano dal berretto.
Vorrei dirgli –Grazie! E’ il secondo giorno consecutivo che mi salvi dalla mia routine!- ma no, la bocca è secca, il fiato si blocca e forse anche il cuore. Sbatto le palpebre.
 
Mi avrà scambiata per una pazza! 
-H-Harry, Harry Styles?- chiedo, pronunciando finalmente il suo nome.
Lui sorride e annuisce. Sembra felice di essere stato riconosciuto.
-mmm, si, sono io!- dice abbassando il tono della voce. 
I miei occhi sono spalancati, la mia voce incerta, continuo a prendere profondi respiri. Quel ragazzo era bellissimo, molto più che in foto, non sapevo che dire, sembravo come paralizzata.
Scuoto la testa per sbloccare i miei pensieri. 
Dei claxon iniziano a suonare riportandomi alla realtà. Una coda si era formata dietro la macchina ferma di Harry. 
-Sali in macchina, andiamo in un posto più isolato!- dice poggiandomi una mano sulla spalla e facendomi il gesto di dirigermi verso lo sportello del passegero, come faceva mia madre quando da piccola mi diceva di andare a giocare con i bambini sulla spiaggia. 
Salgo in macchina ancora sotto shok senza riuscire a parlare. 
-Non sei una di molte parole!- dice ridendo fra se.
-mmm…di solito parlo di più, ma sai sono un po’ sotto shok!- dico cercando di sembrare il più decisa possibile. 
-Ok. Senti, andiamo a prendere qualcosa in un bar?- 
Spalanco gli occhi incredula.
-O-o-ok!- dico balbettando.
-Da quanto sei una Directioner?-
-mmm, veramente non mi posso definire tale! C’è ieri e oggi ho sentito le prime volte il vostro album…-
-Ti piace?-
-Sii, tanto!- dico con gli occhi sognanti.
Arrivati nel bar prendo un cappuccino e un muffin al cioccolato. 
-Come sei finito in questa cittadina sperduta?- chiedo mentre mangio. 
-Ero andato a trovare dei miei amici e ora mi stavo dirigendo a Londra- dice addentando una ciambella.
Appena usciamo dal bar si infila il berretto e un paio d occhiali da sole per nascondersi. 
Guardo l’orologio. Mia madre mi ammazzerà per aver saltato scuola!
-Che succede?- mi chiede vedendomi agitata.
-Dovevo andare a scuola, credo che mia madre mi ucciderà!-
-Scusa...- dice con aria dispiaciuta.
-Non importa, mi inventerò qualcosa...- dico sorridendogli.
La nostra conversazione viene interrotta dalla suoneria del mio cellulare. E’ Hope, la mia migliore amica.
-Dove cavolo sei?- dice urlando. Allontano il telefono dall’orecchio. 
Harry sentendo la voce inizia a ridacchiare. 
-Sto in macchina con un mio amico- dico non nominando Harry.
-Ah si? E con chi?- 
Guardo Harry con aria interrogativa. Lui mi fa un cenno di stare tranquilla.
-Con Harry Styles- dico incerta.
-Si, certo!- dice sarcastica –Dai dimmi la verità!-
-E’ la verità!- 
-Ary, sai che io sono una Directioner, so che a te di loro non te ne frega una mazza...-
-Tu sei una directioner?- chiedo incredula.
-Ma tu mi ascolti quando parlo? C’è è da 4 mesi che non faccio che parlare di loro!-
-Davvero?- continuo a chiedere incredula. Nel frattempo Harry non trattiene le risate ed è costretto a mettersi una mano davanti alla bocca per non farsi sentire.
-Siii!! Ora se tu stai in macchina con lui...passamelo!- 
Passo il telefono ad Harry che risponde con un –Hello?!- Poi dopo pochi secondi mi ripassa il telefono –Non risponde!- dice sorridendo.
-Pronto?- 
-Perchè stai in macchina con Harry?- chiede, a sentirla sembrava sotto shock.
-Mi ha quasi investita stamattina-
Hope continua a farmi domande a raffica. Appena attacco Harry mette in moto la macchina.
-Dove andiamo?-
-Boo, tu che fai dopo scuola di solito?-
-Gioco a basket-
-Davvero? Ti va se andiamo a fare due tiri?-
-Va bene!- dico contenta.
Lo indirizzo verso la palestra.
Appena arriviamo entro e saluto Jane, la ragazza della segreteria.
-In anticipo oggi?- chiede sorridendomi.
-Si, volevamo fare qualche tiro...-
Prendo le chiavi per il cesto dei palloni.
-Ti avviso, gioco a basket da otto anni!- 
Lui mi guarda incredulo. –Non credo di poter competere!- dice arrendendosi prima del previsto.
-Non permettere che la paura di perdere ti impedisca di partecipare!- dico citando Cindarella Story, quella frase mi aiutava sempre in ogni situazione.
-Hai ragione!- dice fiondandosi sul pallone.
A fine “partita” avevo vinto io, ma Harry si era imegnato facendomi sudare la vittoria. 
Appena davanti casa, parliamo un po’.
-Ci si vede!- mi dice convinto dandomi un bacio sulla guancia. 
-Non ci scommetterei troppo!- dico sconsolata.
-Vedrai che ci rivedremo!- 
Gli sorrido e esco dalla macchina. Sulla soglia di casa mi giro e lo saluto.
Passano i giorni, le settimane e i mesi. Niente. Ogni volta che attraverso la strada controllo se lui c’è, ma niente. Hope ogni volta mi continua a chiedere come è dal vivo e altre migliaia di cose.
A Londra ci sarà un loro concerto e io ovviamente ho gia i biglietti.
Io e Hope non vediamo l’ora che arrivi quel giorno.
Passano i due mesi e finalmente arriviamo a Londra. Loro ormai fanno parte della mia vita, credo di potermi definire una Directioner.
Arriviamo al posto del concerto. E’ grande, ospiterà qualche migliaio di fan. 
Ho paura che Harry si sia dimenticato di me. Lo scoprirò tra qualche minuto.
Ecco che arrivano. Sono riuscita a guadagnarmi i posti davanti ale transenne, le ragazze non fanno che spingere. Non riesco a respirare. 
-Ary, ti senti bene?- Mi chiede Hope vedendo che sono difentata fuxia. 
Sento che sto per svenire, in quel momento però i ragazzi passano davanti a noi. Harry sorride e saluta tutti, Niall e Louis si fanno le foto con i fan facendo faccie assurde. Liam e Zayn abbracciano i fan. 
Sento le urla, mani che si agitano davanti a me. Cerco d concentrarmi sulla respirazione, ma è inutile. L’unica cosa che mi salva è che un secondo prima di svenire incrocio i suoi occhi, mi sorride, pronuncia il mio nome e si avvicina. 
Poi buio totale...

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