Heirs Chronicles

di BokyR
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Fulmini e cattivi presagi ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Deserto e rapimenti ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Luna e famiglia ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Fulmini e cattivi presagi ***


Sole.
A Cloudsdale è sempre stato molto forte, il cielo è cosparso di puntini, pegasi al lavoro sugli agenti atmosferici.
È brutto pensare che io non potrò mai volare.
Mi chiamo Cloudy Dash e sono il discendente di una famiglia di pony pegaso votati alla velocità.
Purtroppo io sono nato unicorno, con una capacità incredibile per la mia razza, sono in grado di camminare sulle nuvole.
Forse è da considerarsi una vera fortuna, così almeno non rischio di morire cadendo.
Comunque io non la trovo una grande abilità, per colpa sua sono costretto a rimanere in questa città non adatta a me.
A causa della mia "particolarità" non sono mai riuscito a socializzare con gli altri pegasi, non sono neanche riuscito ad andare in una vera scuola, ho avuto solo insegnanti privati.
Così, dopo le lezioni, vado alla alla nuvola del confinale, a guardare le evoluzioni dei pegasi al lavoro, aspettando che Flutterbolt finisca le sue lezioni di volo pomeridiane.
Flutterbolt è il mio unico amico, non sembra che gli importi della mia diversità. certo, non è il pony più normale del mondo. Da piccolo fu colpito da un fulmine che lo cambiò totalmente.
Acquisì velocità e abilità pari a quelle del fulmine a costo di avere occhi spiritati, capelli rosa
elettrostatici e un ghigno persistente stampato sul volto.
Stavo guardando una particolare azione di volo veramente difficile quando sentii la sua voce gracchiante chiamarmi da lontano:
"Wingless! Wingless!"

Wingless. Questo è da sempre stato il mio soprannome, nato come presa in giro è diventato un normale soprannome, perfino usato dai miei parenti.

"OGGI INFINITY LOOP HA TENTATO DI PICCHIARMI, CON LA SCUSA CHE, DURANTE LA LEZIONE, TUTTI GLI OCCHI ERANO RIVOLTI SU DI ME!"
Infinity Loop. Diciamo che è il classico bullo della scuola, noto anche per la sua scarsa acutezza mentale
"COSI', QUANDO MI HA SFIORATO LUI HA PRESO LA SCOSSA ED E' SVENUTO! GHIAHAHAAHAHA!"
“Ecco, appunto. Tutta Cloudsdale sa, che se sfiori Flutterbolt, ti becchi una carica elettrica pari a quella che si è preso lui da piccolo. Una volta gli solo inciampato addosso e sono rimasto in coma per tre giorni.
"Ma cosa hai fatto per attirare così tanta attenzione?" Gli risposi, cercando di capirne di più riguardo alla situazione.
"BEH, DURANTE LA MOSSA PICCO DEL FALCO MI SA CHE HO FATTO L'ELETTRIC VOLEE."
Strabuzzai gli occhi.
"Tu consideri più importante che Infinity Loop ti abbia colpito al fatto che oggi hai fatto l'Elettric Volee?!"
"SI', E' STATA FIGHISSIMA L'ESPRESSIONE CHE HA FATTO QUANDO E' CADUTO, MOSSO DALLE CONVULSIONI!"
Sospirai, con Flutterbolt non si ragiona.

Se consideriamo il Sonic Rainboom una leggenda, l'Elettric Volee è a un livello superiore. Il segreto sta nel corpo che si trasforma in elettricità pura e si teletrasporta in un posto differente. Lo spazio fra l'inizio e la fine del teletrasporto vengono poi invasi da una tempesta di fulmini azzurri, uno spettacolo semplicemente fantastico.
"Lo sai almeno che ora sei a un livello di volo superiore a quello degli Wonderbolts?"
"SI SI, CERTO.... HAI VISTO?! AL CINE-TEATRO HANNO MESSO UN NUOVO FILM HORROR?! SI CHIAMA CUPCAKES! DAI TI PREGO ANDIAMOCI!"
"Bello! Ok, va bene. Ma mia mamma non lo deve sapere!" Risposi eccitato.

Benedetto da Celestia sia il giorno in cui inventarono il Cine-Teatro, non riesco a immaginare in che modo si divertivano i pony quando a Cloudsdale c'erano ancora gli anfiteatri.
Il film poi fu un B-movie talmente pessimo da risultare grandioso, abbiamo riso per un'intera ora e mezza.
Poi arrivarono le guardie in cotta di maglia per buttarci fuori dal teatro:
"Dannazione Wingless, sempre a far casino!"
La guardia più grossa mi prese per i capelli color arcobaleno e mi trascino fuori con la forza, mentre quella più piccola sembrava avere qualche
difficoltà con Flutterbolt, visto che non lo poteva toccare.
"Dannato pony giallo e rosa! In nome di Celestia, esci subito da qui!"
Probabilmente Flutterbolt resistette cinque minuti in più, ma poi fu costretto a uscire dalla porta principale e ricongiungersi a me.
Appena usciti ci accorgemmo che stava iniziando il cambio della guardia serale, iniziava ad esser tardi perciò ci salutammo.
"DOMANI ANDIAMO ALLO SKATE PARK." Propose Fluterbolt.
"Certo, a domani"
Entrai in casa e incontrai subito mia mamma, intenta a stendere il bucato in bagno:
"Ciao mamma."
"Ciao Wingy, cosa hai fatto oggi?"
"Sono andato al cine-teatro con Flutterbolt."
"Non avrai visto un di quei brutti film horror spero..."
La faccia di mia madre era diventata seria, segno che una risposta sbagliata avrebbe fatto cambiare i toni del discorso.
"Uhm...No, siamo andati a vedere... Daring Do 6 - La morte di Daring Do"
La mamma sembro allora rilassarsi
"Ok vai a lavarti e scendi, che la cena è quasi pronta."
"Cosa c'è stasera?"
"Carote al vapore con zucchine ripiene"
"Mhh, buone." Detto questo iniziai a salire le scale per dirigermi al bagno superiore, munito di doccia. A metà delle scale sentii la voce di mia mamma riprendere il discorso.
"Ah, Wingy un'altra cosa. Domani il tuo tutore ha un impegno, perciò avrai il giorno libero"
"Wow, credo che allora mi andrò ad allenare con la magia al solito posto."
Dopo aver fatto il bagno e mangiato decisi di andare in camera mia e finire di leggere il nuovo numero del fumetto di Mare Do Well.
Quando riemersi dalla lettura notai che si era fatto molto tardi, perciò decisi di andare a letto. Dal mio letto, guardando fuori dalla finestra ,
notai una tempesta di fulmini blu che non emettevano alcun rumore.
"Strano." pensai, "Le previsioni dicevano che non avrebbe piovuto fino a dopodomani."
Così mi sdraiai e iniziai subito a dormire.




Mi svegliai di soprassalto appena sentii qualcosa cadere sopra di me.
Non potevo muovermi, la cosa mi teneva fermo per le zampe. Ci fu un lampo e allora vidi che la cosa era una creatura, un pegaso grigio con gli occhi storti.
Lanciai un urlo: "Ti prego, non mi uccidere, non vivo a Ponyville perciò non ho il numero, NON HO IL NUMERO!!" gridai.
"Amico, cosa stai dicendo?" Mi rispose la pony, apparentemente più smarrita di me.
Quando riacquistai lucidità mi vergognai in una maniera smisurata per aver reagito in quel modo. “Quello stupido film mi aveva influenzato più di quanto credevo.” Pensai.

Con la luce del comodino accesa, riuscii a inquadrare meglio la pony che era con me.
Era una pegaso femmina, bionda con gli occhi storti e gialli.
Superata la confusione iniziale generata dai suoi occhi gli chiesi:
"Insomma, tu chi saresti?"
"Derpy. Derpy Hooves." Mi rispose, puntando per un attimo tutte e due gli occhi verso di me.
"Io mi chiamo Cloudy Rainbow. Cosa ci fai in camera mia? Di notte?”
Per un attimo vidi un'ombra di incertezza coprire il suo volto, come se stesse valutando se poteva dirmi qualcosa.
"Beh insomma è difficile da spiegare. Eravamo dentro il TARDIS io e il Dottore, dopo essere andati nel passato a vedere la prima Festa del Sole d'Estate. Durante il viaggio nel tunnel temporale, il Dottore iniziò a guardare gli schermi del TARDIS e a preoccuparsi:..."
Detto ciò si spettinò e cambiò voce, probabilmente il suo obiettivo era imitare il "Dottore".
"... <>. Così decisi di aprire la porta della cabina e di guardare fuori, per vedere cosa sta succedendo. Solo che il TARDIS ebbe una forte scossa e caddi
nel tunnel temporale. Appena entrai nei nuvoloni neri venni lanciata nella tua stanza."
"Ecco spiegato il buco nelle nuvole del muro." pensai. Era una storia assurda, non riuscivo a crederci. Però decisi di non controbattere:
"Ascolta, puoi dormire nella mia stanza. Di certo non ti caccio fuori alle 2 di notte. Però evita di far rumore, i miei genitori non devono sapere che tu sei qui dentro." Mi rispose con un grazie sorridente.

Decisi che potevo condividere parte del mio letto con lei, quando mai, russava come una locomotiva e scalciava come una puledra indemoniata.
Mi risvegliai, all'alba, con il muso sul pavimento.
"Ascolta" gli dissi, svegliandola "Ora non puoi scendere a fare colazione con me e la mia famiglia. Scendi dalla finestra e aspettami fuori, ok?".
Lei annuì, raggiunse la finestra e balzò fuori. Scesi perciò a far colazione, frullato alla fragola e 2 brioches con la marmellata delle zap apples.
Nascosi una delle due brioches in modo da portarla poi a Derpy. Finita la colazione mi preparai e uscii per andare ad allenarmi con la magia.
Derpy era fuori dalla porta ad aspettarmi, gli diedi la brioches e la salutai, sperando che quella fosse l'ultima volta che avevo a che fare con lei.
"Beh, allora ci vediamo." Gli dissi. Ma evidentemente non mi stava ascoltando, forse perchè quando parlavo era più concentrata sulla brioches.
"Buona, anche se preferisco i muffin." Mi rispose.
Cercai di allontanarmi velocemente: "Gli ho dato un letto su cui dormire, una brioches con cui sfamarsi. Il mio compito di aiutarla finisce qui, d'altronde neanche la conosco" pensai.

Arrivato alla nuvola del confinale iniziai ad allenarmi, come esercizio avevo deciso di prendere le nuvole e di modellarle in forme precise. Utile per aumentare la concentrazione e la precisione della magia lanciata.
Come modello scelsi di creare una copia di Rainbow Dash, mia antenata, faceva parte degli Wonderbolts ed era l'unica in grado di fare il Sonic Rainbow.
Il mio corno si illuminò dei colori dell'arcobaleno e iniziai a modellare la nuvola.

Quando stavo dando i ritocchi finali una voce mi urlò alle spalle: "Uao! Ma quella è Dashie!".
Sobbalzai in avanti lanciando un lampo arcobaleno contro Rainbow Dash, decapitandola e facendo sparire la testa. Probabilmente l'avevo teletrasporta in un'altra dimensione.
Mi girai di scatto, chiaramente adirato, per ritrovarmi davanti due occhi storti che mi fissavano sorpresi.
"Tu... sia usare la magia?"
"S... Sì, sono un unicorno." Risposi, dopo essermi ripreso dallo stato di confusione generato dai suoi occhi.
"Un unicorno?! E come fai a rimanere sulle nuvole senza cadere?"
"Non lo so. Questa abilita ce l'ho dalla nascita."
"E quindi hai un cutiemark che ha a che fare con la magia?"
"No, sono ancora un blank flank." Dissi cercando di mascherare il mio abbattimento con un tono atono.
"Ohhh..." Rispose dispiaciuta. "Faccio schifo come attore." pensai.
"E tu invece? Hai un cutiemark?" Dissi, cercando di riavviare la conversazione
"Oh sì, guarda!" Mi mostrò il fianco con delle bolle azzurre.
"E cosa dovrebbe significare?"
"Non ne ho idea."
Ero senza parole, era la prima volta che incontravo una puledra del genere.
"EHI WINGLESS, WINGLESS!"
Era Flutterbolt. Si poteva vedere che stava volando a tutta velocità verso di noi, era ora dell'appuntamento per andare allo skate park.
"E QUESTA CHI SAREBBE?" Chiese Flutterbolt, chiaramente sorpreso dalla vista di un pegaso, per giunta femmina che stava parlando con me.
"Questa è Derpy, ci siamo conosciuti... emh... per caso." Non volevo mentirgli, ma avrei preferito non rivelargli il fatto che l'ho vista per la prima volta urlando e pregandola di non uccidermi.
"Ciao, tu come ti chiami?" Chiese Derpy.
Flutterbolt per un momento sembrò confuso, anche lui era caduto nella trappola degli occhi di Derpy. Ritornò comunque fra noi rapidamente.
"FLUTTERBOLT. NON MI SEMBRA DI AVERTI MAI VISTO QUI A CLOUDSDALE, DA DOVE VIENI?."
Qui Derpy ricominciò a raccontare del TARDIS, del Dottore, di viaggi del tempo ed altre cose folli. Poi, fulmineo, un pensiero mi passo per la testa: "Quando Derpy guardava la mia scultura di nuvole ha subito capito che era Rainbow Dash, anzi, l'ha chiamata con un diminutivo, come se fosse una sua amica." Ma subito accantonai questo ragionamento. "Impossibile." pensai "I viaggi nel tempo non esistono, inoltre chiunque potrebbe conosce la mia antenata, era famosa."
Flutterbolt invece la pensava diversamente: "UOH! VIAGGI NEL TEMPO? CABINE TELEFONICHE? VORTICI TEMPORALI? AMICA MA E' FORTISSIMO! NON E' VERO WINGLESS?"
Annuii evitando di ridergli in faccia.
"Ma scusate che giorno è oggi?" chiese Derpy.
"Martedì." risposi.
"Non intendevo quello, quanto tempo è passato dalla caduta di Nightmare Moon?"
"Umh, quasi tre generazioni."
"Uao, sono nel futuro!" Rispose Derpy gongolando "Devo assolutamente vedere come è fatta Ponyville!"
"PONYVILLE?! TU VIVEVI A PONYVILLE?!" Gridò stupito Flutterbolt.
In effetti nessuno di noi due aveva mai visto Ponyville, io perchè non sapevo volare e Flutterbolt perchè era considerato pericoloso a causa della sua elettricità.
"E come ci si arriva?" Chiesi
"Guardate. Così" disse Derpy. Prese la rincorsa e mi diede un ruzzolone.


Impiegai qualche secondo per capire cosa stava succedendo, il vento mi sfregava la faccia e la terra sotto di me si stava avvicinando a una velocità mostruosa.
"Razza di puledra ritardata" pensai " E te l'avevo anche detto che ero un unicorno."
Parli del minotauro ed ecco che spuntano le corna, Derpy planò dolcemente di fianco a me, mantenendo la mia stessa altezza in modo da parlarmi.
"Scusami se ti ho fatto cadere, non mi ricordavo che eri un unicorno," gridò.
"Figurati!" Urlai sarcasticamente "Ora ti dispiacerebbe prendermi? Così magari evitiamo la mia morte per caduta!"
"Giusto! mi sembra una buona idea!" Detto questo Derpy riprese quota per prendermi per la coda.
Intanto Flutterbolt stava volando giù in picchiata per cercare di aiutare Derpy. La sua velocità fù tale da permettergli di riuscire a fare l'Elettric Volee. Purtroppo calcolò male i tempi del teletrasporto e si schiantò contro me e Derpy, folgorandoci.
"Sono una calamita per gli idioti." pensai, prima di perdere i sensi.



La luna splendeva alta nel cielo di Canterlot e Celestia si stava preparando per riposare nelle sue stanze private.
Luna entrò di corsa, spalancando sonoramente la porta. Era visibilmente agitata.
"Luna, che succede? Mi hai spaventata"
"Sorella, è terribile!" Luna non era agitata, era terrorizzata.
"Dimmi, che succede?" anche Celestia stava iniziando a preoccuparsi.
"Stanotte, durante il turno di guardia, ho consultato le stelle per vedere il futuro, come faccio di solito e..."
"E?" ripete Celestia, chiaramente sulle spine.
"Non ho visto niente." disse Luna con un filo di voce. "Il nulla, solo buio."
"Magari la tua visione è semplicemente errata." Osservò la principessa del sole.
"Le mie visioni non sbagliano mai! Non hanno sbagliato quando si riferivano al mio esilio e non hanno sbagliato riguardo alle resurrezione di Discord!"
"Allora è meglio indagare più a fondo, è probabile che qualcuno stia cospirando contro tutta Equestria.".

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Deserto e rapimenti ***


Mi svegliai dopo un colpo di tosse.
Tutto appariva confuso ed eccessivamente brillante.
Impiegai un bel po' per riprendere completamente conoscenza.
Ero immerso dentro una vasca di pietre nere, carbone probabilmente.
Non lontano da me vedevo uno zoccolo e una coda gialli emergere in posti differenti. Erano Flutterbolt e Derpy.
Riuscii a ricostruire il nostro percorso di caduta: “Dopo essere svenuti probabilmente siamo caduti in questa cisterna evitando così di ferirci.” pensai.
Capii che eravamo caduti su un treno, ma non sapevo nemmeno dov'era diretto. Il paesaggio oltre i binari era desertico. Cactus, sabbia e desolazione.
Passò un tempo incalcolabile fino a quando sentii il ritmo del treno rallentare, fino a fermarsi.
Partì un forte fischio dalla locomotiva che svegliò Flutterbolt e Derpy. Il primo mugugnando - per la prima volta a bassa voce - "Ah, la mia testa.", la seconda continuando a sputare pepite di carbone sempre più grandi.
“MA DOVE SIAMO FINITI?” Chiese infine Flutterbolt.
“Non ne ho idea.” risposi. “Sicuramente siamo in un treno fermo, non riesco a riconoscere neanche il paesaggio.”
“Io lo so dove siamo.” Disse Derpy, dopo aver tolto tutte le pietre dalla bocca. “Siamo a...”
Non riuscì a completare la frase che una voce metallica iniziò a parlare: “Benvenuti alla stazione di Appleloosa, il prossimo treno diretto per Manehattan partirà alle 23:00”.
Derpy mi guardò stupita. “Come mai hai detto che non sapevi dove eravamo? Hai pure detto quando parte il prossimo treno.”
“Ma... non sono stato io a dirlo.” Pronunciai questa frase con molta insicurezza, non capendo se stesse scherzando o meno.
“E allora di chi sarebbe la voce? Del capotreno? Non fare lo sciocchino che io non ci casco.” Mi rispose Derpy serissima.
Alzai gli occhi al cielo mormorando: “Sì, buonanotte!”
“MA SE E' ANCORA GIORNO.” mi fece notare Flutterbolt.
Feci finta di non aver sentito e cambiai argomento: “Ascoltate, è meglio se scendiamo dal treno e andiamo a cercare un posto dove ci sia qualcosa da mangiare. Poi penseremo a come ritornare a Cloudsdale.”.
Evidentemente anche gli altri avevano fame, visto che annuirono energicamente.
“GIÀ'!” ripose Fluterbolt. “POTREMMO USARE I SOLDI PER L'ENTRATA DELLO SKATE-PARK!”
“Esattamente.”

Così uscimmo dal nostro nascondiglio per poi entrare nella stazione. Era decisamente povera di particolari e non molto pulita, erano 4 mura con qualche seggiola e molta, molta polvere sul pavimento.
Non che la città fosse più allegra, era un vialone di polvere con ai lati case di legno a due piani. Alla fine del vialone si poteva vedere una casa più grande, con un'insegna con scritto Breaburn's Inn.
Sembrava l'unico posto dove poter mangiare e magari affittare una camera, perciò mi diressi a passo sicuro in mezzo ai pony, con abiti degni di Appleloosa, indaffarati nelle loro faccende.
I pony fuori in strada non era nemmeno la metà di quelli nella locanda.
L'aria all'interno era irrespirabile, in fondo al locale c'era un pony che suonava al pianoforte. Tutti i tavoli erano occupati da pony che mangiavano, bevevano cidro oppure giocavano a carte.
Il barista, un pony coi baffi biondi, si accorse della nostra entrata e ci disse ad alta voce: “Mi dispiace ragazzi! Ma ci sono troppe persone nel locale, vi prego di uscire.”
“MA NON SI PREOCCUPI! NOI ABBIAMO I SOLDI PER PAGARE IL PRANZO!” gli gridò Fluterbolt.
“Soldi o non soldi, i posti sono finiti! Tornate più tardi!”

Sconsolati e affamati, uscimmo dal locale.
Il sole era ancora alto nel cielo e faceva molto caldo. “E' meglio trovare un posto dove stare tranquilli finché il locale non si svuota un po'.” pensai ad alta voce.
“Mphphphhhpphh” mi rispose una voce che sembrava quella di Derpy.
“Come?” chiesi senza voltarmi.
“Mphpphhpppph”
“Senti Derpy, riesci ad essere seria almeno una volta?!” Spazientito, mi girai verso di lei.

Derpy era stata presa in ostaggio da due pony vestiti con completo nero e Mitra Magici in bocca. Uno gli teneva la canna del M.M. puntata poco sotto le orecchie, l'altro gli teneva la bocca chiusa.
Flutterbolt, che era di fianco a me, gridò: “MALEDETTI! LASCIATELA SUBITO!”
Sghignazzando, gli rispose il gangster disarmato: “ Eh no bello, noi non la lasciamo finché non ci date tutti i vostri soldi.”
“Ma noi non abbiamo neanche una moneta.” provai a replicare.
Sghignazzò ancora più forte, per poi mutare la propria voce in una fredda e atona: “Risparmiaci questa patetica scena Cornobaleno...” da quel momento cambiai opinione riguardo al mio soprannome Wingless “ ... il mio socio non ha molta pazienza. Quindi, se non ci date subito i soldi, lui provvederà a fermare quelle pupille roteanti.”
Negli occhi di Derpy iniziò a leggersi una crescente preoccupazione.
“Eccoti i soldi!” gli gridai.
“Ehi, piano!” mi rispose il gangster “Da bravo. Infilali nelle mie tasche cornobaleno.”
Decisi di ascoltarlo per l'incolumità di Derpy.
Un aura color arcobaleno circondò i nostri soldi, che fluttuarono dolcemente nelle tasche del rapinatore.
Subito dopo aver contato i soldi spinsero Derpy fra le nostre zampe e si allontanarono di corsa, non prima di avermi assestato una mitragliata in pieno petto.

"Dannazione!" pensai, mentre mi accasciavo a terra, tossendo ripetutamente "Era un bluff! Quei mitra erano caricati a incantesimi stordenti!"
Derpy intanto urlava il mio nome, ormai realmente preoccupata.
"MALEDETTI CANI SCAVATORI!" li insultò Flutterbolt, mentre l'elettricità aumentava nel suo corpo, pronto a iniziare l'inseguimento.
"È inutile ragazzo" disse una voce da puledro alle nostre spalle " Avranno anche sparato incantesimi stordenti al tuo amico, ma ti assicuro che hanno anche quelli mortali fra le munizioni."
"E TU COME LO SAI?!" gridò Flutterbolt caricando ancora più elettricità in corpo
"La conosco molto bene quella famiglia di gangster. Stai calmo, non ne vale la pena." concluse il pony di terra con due occhialoni e papillon. Poi si rivolse a me.
"Tranquillo. Ora ti do uno zampa."
Detto ciò mi porse il suo zoccolo, notai che era coperto da una pesante bardatura in metallo, così come gli altri 4 zoccoli.

Felice dell'aiuto, mi rialzai, ormai mi ero ripreso completamente dall'incantesimo. Gli chiesi:
"Grazie, come ti chiami?"
"Timoty Steal, piacere, e tu cornobaleno?"
Iniziavo ad odiare Appleloosa e tutti i suoi abitanti.
"Wingless!" gridai sofferente "Per Celestia, chiamai Wingless!"
"Ok Wingless. E gli altri?"
"FLUTTERBOLT."
"Derpy Hooves. Scusa ma prima dicevi che li conoscevi di già quei gangster, come mai?"
La faccia di Timoty si fece cupa. "È una lunga storia..." poi si rifece allegro di colpo "ma insomma fa caldo qua fuori, andiamo alla mia officina, c'è anche da mangiare."
Felici di poter mangiare e stare all'ombra, accettammo l'invito e lo seguimmo fino alla sua officina.
"Ma tu di lavoro cosa fai?" chiese Derpy "non hai un cutiemark."
Effettivamente sul manto beige del pony non vi era nessun simbolo
"Già, per qualche strano motivo non ne ho ancora nessuno." disse scuotendo la sua chioma marrone scuro.
"Mi piace da matti fare l'inventore ed è questo che faccio di lavoro. Eccoci arrivati."
Davanti a noi prendeva posto una struttura a un tre piani con una saracinesca chiusa.
Mentre ci avvicinavamo il papillon di Timoty emise un suono e la saracinesca si alzò da sola.
“Comunicazione magica, il mio papillon emette una costante onda magica su una particolare frequenza. Questa onda, quando viene ricevuta dal meccanismo posto dentro l'officina, alza la saracinesca.” rispose alle nostre facce stupite.

Dentro l'officina vi era un sacco di materiale, scarti, pezzi di ricambio, prototipi. E mentre stavo guardando un mucchio di progetti in disordine su un tavolo da lavoro chiesi a Timoty:
“Quindi cosa inventi di preciso?”
“Beh, diciamo che invento cose utili solo a me stesso. Anche se il mio sogno sarebbe quello di portare i pony a una condizione di uguaglianza. Per esempio, ho costruito delle ali di ferro per planare.” detto questo con uno scatto spiegò le sue ali di ferro, collegate a un'imbracatura posta sulla sua schiena. “Con queste si può planare per 10 minuti.” proseguì “Mentre, invece, per prender quota, uso le mie coperture per gli zoccoli. Infatti possono fungere da propulsori e da scarpe magnetiche. Poi ho le mie lenti, con le quali posso vedere i parametri vitali e fonti di calore. Infine c'è il mio papillon, che posso usare per inviare onde magiche e ascoltare la radio.”
Come dimostrazione accese la radio e nella stanza si diffuse la sinfonia 18 della compositrice Octavia.
Dall'altra parte dell'officina, invece, mentre stavo spiegando la mia storia a Timoty e gli dicevo che sostenevo la sua causa, si poteva assister allo spettacolo raccapricciante di Derpy e Fluterbolt che provavano i prototipi.
Derpy si mise delle coperture per zoccoli simili a quelle di Timoty. Vedendo che non succedeva niente, la puledra iniziò a saltare sulle zampe. Le coperture si aprirono di colpo, catapultando Derpy fuori dalla finestra.
Flutterbolt invece stava osservando un contenitore rettangolare con un pedale.
Mise la testa nel contenitore e premette il pedale, il prototipo si rivelò essere una macchina incendia- rifiuti. Flutterbolt balzò all'indietro, senza impedire il bruciare della sua criniera rosa. Nella confusione inserì gli zoccoli anteriori in due oggetti che assomigliavano a zampe di drago, solo che avevano un dito opponibile agli altri. Evidentemente non sapeva controllare le zampe, visto che queste si aggrapparono alla sua faccia. Disperato, Flutterbolt cercò di liberarsi dalla presa dei prototipi. Con la criniera rosa in fiamme e due zampe metalliche che gli bloccavano il muso, iniziò a roteare in aria su se stesso, cadendo miseramente a terra.
All'impatto col terreno le coperture per gli zoccoli si aprirono e rotolarono fino ai piedi di Timoty.
“Ecco, questo è interessante.” disse prendendo nello zoccolo la zampa meccanica “Studiando l'anatomia draghesca ho scoperto che se si aggiunge un dito opponibile alla zampa si ottiene un mezzo efficace per afferrare qualsiasi cosa.” Detto questo mi diede una dimostrazione afferrando un cacciavite magico.
Ma la mia attenzione fu richiamata dalla voce femminile che entrava nella stanza.
“Tesoro? C'è una puledra con la testa ficcata nel terreno qui fuori. Oh cielo!”
All'entrata dell'edificio era  apparsa una pony di terra color rosa pesca e la criniera bionda raccolta in un’acconciatura elegante.
“Uhm... salve.” dissi senza riuscire a contenere il mio disagio nel vedere una pony così carina.
“Timoty, non sapevo che avevi ospiti.” disse la pony, stupita.
“Tranquilla Dorothy, gli ho conosciuti poco fa per strada.” Rispose il pony inventore, concentrato su un meccanismo particolarmente complicato.
Dorothy sembrò incantarsi con occhi sognanti mentre guardava la faccia concentrata di Timoty, poi all'improvviso si riscosse, ricordandosi della mia presenza.
"Oh, che maleducata" disse, arrossendo, aumentando il mio disagio, ero sicuro che ero arrossito anch'io.
"Sono Dorothy Rope e sono la fidanzata di Timoty, ci sposeremo quest'autunno."
"Altro che Derpy e Flutterbolt, sono io il vero idiota." pensai, vergognandomi a morte. "Non riesco a credere che volevo provarci."
"Uhm... Io mi chiamo Cloudy Rainbow, mentre loro sono Flutterbolt e Derpy."
Timoty riemerse dai suoi prototipi.
"Ah, tesoro. Fra poco vado dalla tribù dei bisonti. Tornerò per cena."
"Di nuovo da quei bisonti per il tuo esperimento." ripeté Dorothy preoccupata.
"Sì, e probabilmente oggi finirò il progetto di una vita. Non ti preoccupare mi accompagneranno loro. Vero ragazzi?"
"Siamo in debito con te." risposi.
Anche Flutterbolt e Derpy risposero.
"SÌ, NON HO MAI VISTO DEI BISONTI"
"Già, devono essere fortissimi."
Dorothy sembrò rilassarsi un po' di più. "Vi ringrazio, ma ho comunque paura che un fulmine lo colpisca. Con tutta quella ferraglia che ha addosso."
"NON PREOCCUPARTI! ANCHE IO SONO STATO COLPITO DA UN FULMINE E GUARDA ORA COME SONO!" rispose Flutterbolt, piegando il collo in modo innaturale e facendo una smorfia.
Dorothy non sembrò sollevata da quella affermazione.
“Bene, allora partiamo.” Disse Timoty dopo aver abbracciato Dorothy.

Il percorso per arrivare al villaggio dei bisonti era veramente accidentato, la prima parte del sentiero era bloccata da massi franati, che dovetti spostare con la mia magia. La seconda parte invece era vera e propria scalata, più volte caddi giù e Derpy mi salvò per il rotto della cuffia, afferrandomi per la coda.
Dopo un'ora dii cammino arrivammo al villaggio. I bisonti si erano stanziati in uno spiazzo dove a sinistra continuava la montagna e a destra vi era un canyon.
Le guardie della tribù, due bisonti giganteschi, ci avvistarono subito, ma non reagirono, anzi, salutarono cordialmente Timoty.
“Buongiorno signor Steal.” disse una guardia.
“Avvisiamo subito il capo del suo arrivo.” riferì l'altra.
“Grazie ragazzi.” rispose cordialmente l'inventore.

L'udienza con il grande capo ci fu data immediatamente, come se Timoty fosse una persona importante. Purtroppo noi non potevamo entrare nella tenda del capo in quanto “nuovi esterni”.
Non passò molto tempo prima che Timoty uscì per ricongiungersi a noi.
“Bene” disse “Ora noi dobbiamo entrare dentro quella montagna per prendere una pietra  temporale.”
“Pietra temporale?!” Chiesi io, mentre incominciavamo a incamminarci.
“Sì, una pietra particolare, le leggende dicono che se viene toccata da una scarica elettrica abbastanza potente, questa è in grado di aprire portali temporali.”
“Fortuna che Derpy non ha sentito.” pensai “Altrimenti avrebbe iniziato a raccontare di nuovo quella storia sul TARDIS.”

Il paesaggio all'interno della grotta era spettacolare. All'interno non c'era nessun tipo di illuminazione artificiale, tutta la grotta era illuminata da una debole luce verde, proveniente da un gigantesco cristallo alla fine della grotta.
Arrivati nelle vicinanze del cristallo Timoty disse seriamente: “Ora dovrò fare una preghiera per chiedere il permesso di entrare in possesso di un pezzo del cristallo, fate silenzio e non interrompetemi.”
Subito si inchinò davanti alla pietra, in silenzio. Noi lo emulammo meccanicamente.

Timoty iniziò la preghiera: “Grande principessa Templex, che controlli lo scorrere del tempo. Permetti a me, comune pony di terra, di poter entrare in possesso di una delle tue lacrime, spese per la dipartita del tuo amato mortale, in modo da completare un importante scoperta e far evolvere la tecnologia dei pony.”
Il cristallo reagì a quelle parole, illuminandosi di verde più intenso. Una goccia di liquido fluorescente cadde a terra, per poi solidificarsi e diventare una pietra color verde intenso.
Un urlo agghiacciante, proveniente dall'ingresso della grotta, ci distolse dall'adorazione del sassolino.
“Rimanete qua!” urlò Timoty. “Io vado a controllare.”
“Ti seguo!” Rispose Derpy, correndo dietro al pony inventore, già partito.
Eravamo solo io e Flutterbolt in quella grotta.
“INCREDIBILE QUESTO CRISTALLO! VERO WINGLESS?” disse Flutterbolt, volando attorno all'oggetto della preghiera di poco fa.
“Già, credo che abbia veramente un potere speciale.”
In quel momento Flutterbolt toccò la pietra con uno zoccolo, non sapevo di preciso quanta elettricità aveva in corpo quel momento, ma pensando che si era caricato in presenza dei Gangster e poi non si era più scaricato, capì che era molta.
Il cristallo venne invaso da fulmini blu e il verde divenne talmente brillante che a guardarlo faceva male agli occhi. Dal cristallo venne catapultato fuori un pegaso grigio scuro con criniera e papillon neri.
L'unica cosa che gridò fu: “Mi vendicherò e ti arresterò definitivamente, maledetto.” prima di volare fuori dalla grotta a velocità impressionante.
Tutto ritornò normale, il cristallo ritornò alla sua flebile luce come se niente fosse successo.
Eravamo entrambi confusi, “Non diremo a nessuno di quello che è successo qui.” ordinai a Flutterbolt.
“Sì mi sembra una buona idea.” disse con un filo di voce.

Timoty e Derpy ritornarono rapidamente indietro.
“Ragazzi, dovete venire ad aiutarmi. Dal villaggio provengono grida.” disse Timoty, mentre metteva la pietra temporale in una borsa .
Mentre galoppavamo verso l'uscita della caverna Timoty ci disse: “Derpy mi ha raccontato tutto, incredibile che lei sia una viaggiatrice del tempo.”
Arrivammo al villaggio, in tempo per vedere un gruppo di 5 gangster portare via una bisonte, ancora bambina, su un carro.
“Hanno rapito la figlia del capo del villaggio.” urlarono alcuni bisonti.
“Dannazione, dobbiamo seguirli! Forza! Prendiamo un carro” Disse Timoty.
Salimmo tutti sul carro, tranne Flutterbolt, che doveva trainarlo, e partimmo velocemente all'inseguimento del carro fuorilegge.
I gangster ci videro quasi subito e altrettanto rapidamente iniziarono a crivellarci di colpi di MM. Neanche noi però volevamo essere da meno, io lanciavo incantesimi stordenti a raffica, mentre Flutterbolt continua a dare ruzzoloni al carro nemico. Le manovre di attacco erano difficoltose, alla nostra destra c'era un canyon e a sinistra un carro nemico che ci sparava.
Dopo tre spinte, dal carro nemico cadde la figlia del capotribù.
Purtroppo un gangster colpì Flutterbolt, il quale cadde a terra esanime. Il nostro carro perse l'equilibrio e volò giù dal canyon, l'ultima cosa che riuscì a vedere fu il carro dei gangster cadere più avanti, in un burrone ancora più profondo.

Venni svegliato da Derpy, tutti gli altri erano già  rinvenuti. Ci trovavamo in uno punto in cui il canyon si fermava e si formava uno spazio piano.
“Siamo rimasti incoscienti per un po' di tempo.” disse Timoty, controllando il sole.
“Ma almeno gli abbiamo sconfitti?” chiese Derpy
“Più che sconfitti, sono caduti giù da un burrone. Non saranno morti, ma di certo non si faranno vivi per un bel po'.”
“E LA PICCOLA? STA BENE LA PICCOLA?”
“E' la figlia del capo tribù, state tranquilli. Conosce bene questo posto...”
“Perché hanno attaccato quel villaggio?” Lo interruppi io.
Rimase in silenzio per qualche secondo per poi rispondere.
“Ecco.. non saprei, forse volevano le loro ricchezze.”
“Non me la sta contando giusta, la sua reazione quando hanno rapito il cucciolo di bisonte è stata eccessiva.” pensai.
“Ma su, è meglio ritornare a casa. Mi dispiace di avervi coinvolti in tutto questo, potete dormire da noi se volete. Non credo che Dorothy sia contraria.”
“ORA CHE CI PENSO NON ABBIAMO ANCORA MANGIATO! VERO WINGLESS?”
“Sì.”
Ero diventato più freddo verso Timoty, era solo una mia sensazione, ma credevo che avesse qualcosa a che fare con quella famiglia di Gangster.

A casa di Timoty ci arrivammo alle 10 di sera.
Quello che trovammo in casa fu il disordine più totale. Tavoli e sedie rovesciati, libri sparsi dappertutto e finestre rotte. Vi era solo una cosa ancora in ordine, uno strano oggetto metallico, posto su una mensola. L'oggetto emetteva una luce verde a intermittenza,
“E' un registratore magico” spiego l'inventore, molto nervoso “Registra l'immagine e la voce, di solito lo usiamo io e Dorothy per comunicarci dei messaggi. Come per esempio se uno ha necessità di uscire e l'altro non è in casa. E la luce lampeggiante significa he c'è un nuovo messaggio.” Detto ciò il pony accese il registratore.
Apparve sullo schermo una puledra vestita con giacca e cappello nero, aveva gli occhi verdi e i capelli biondi.
“Ciao fratellino.” disse la pony. Aveva una parlata da perfetta cittadina si sentiva appena l'accento tipico di Appleloosa.
“Da quanto tempo non ci si sente, eh?
Da tre anni, quando hai attaccato per l'ultima volta la mia base.
Mi è giunta voce che presto ti sposerai. Congratulazioni! Che ne dici di venire qui a Manehattan per festeggiare con tua sorella e la sposa? Ah! Già.”
L'espressione della sorella di Timoty divenne cattiva.

“La tua fidanzata è già qui.”

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Luna e famiglia ***


Il vento notturno continuava a scompigliarmi la criniera color arcobaleno.
L'adrenalina, che aveva generato la nostra corsa furibonda e la conseguente salita clandestina sul tetto del treno per Manehattan, stava lentamente sparendo.
Alcune domande iniziavano a farsi persistenti nella mia mente: “Cosa stai facendo?!
“Sei caduto da Cloudsdale, poi sei andato ad Appleloosa e ora sei su un treno diretto al covo di una famiglia di gangster!” pensai.
Tutto continuava a diventare sempre più confuso.
“Chissà cosa pensano i miei genitori in questo momento. Morto. Penseranno che sono morto! Ormai nessuno ci può trovare, in poche ore ci siamo spostati troppo rapidamente. E stiamo continuando a correre per tutta Equestria!”
La testa mi stava scoppiando, quando un urto violento mi fece risorgere nella realtà.
“Maledizione!”
Era Timoty, che stava tirando zampate al tetto di ferro della carrozza.
Si capiva che l'inventore era furente, sembrava che le sue lenti si sarebbero piegate da un momento all'altro, per via dell'eccessivo corrugamento della fronte.
“Maledizione!” ripeté più forte “Sono stato uno stupido a mettermi in mostra vicino a casa mia. Vicino a Dorothy.”
Iniziò a colpire il tetto del treno sempre più forte, tant’è che delle voci preoccupate iniziarono a salire dalla carrozza.
Sarebbe stato imbarazzante spiegare perchè eravamo sul tetto di un treno, perciò decisi di fermarlo.

“Ora basta Timoty! Vuoi che qualche controllore venga qui?!” gli dissi fermando le sue zampe con la magia.
“Spiegami meglio questa storia della famiglia di gangster, quali legami hai con loro?”
Timoty sembrò calmarsi e incominciò a parlare.
“Il nome Steal l'ho inventato io. In realtà io appartengo alla Apple Family. Inizialmente l'impiego di famiglia era quello di coltivare le mele, le mele più buone di tutta Equestria.
Poi però qualcosa andò storto, gli affari divennero sempre più illegali, e la Apple Family divenne un'organizzazione di gangster che contrabbandava le zap apples. Io mi allontanai dalla mia stessa famiglia, capendo che quello che facevano era sbagliato. Più volte cercai di fermarli, assaltai per 4 volte le loro basi, senza mai riuscire a distruggerne veramente una.”

Volevo sapere di più a riguardo, ma Flutterbolt ci interruppe. Stava volando verso di noi e continuava ad urlare, l'avevamo mandato in avanti per una perlustrazione.
“C'E' UNA GALLERIA! C’E’ UNA GALLERIA QUI VICINO.”
Davanti a noi si avvicinava ad una velocità spaventosa un muro veramente alto, con una galleria dove passava il treno, era una galleria troppo stretta per permetterci di passare dentro.
Rapidamente tutto il gruppo cadde nel panico, tranne Derpy. Evidentemente non aveva capito la gravità della situazione.
Non avevamo idea di cosa fare, il muro davanti a noi era troppo grande per essere saltato, stavo per mettermi ad urlare quando Derpy disse tranquillamente:
“Ma perché siete così agitati? Basta saltare dal treno!”
Guardando giù dal tetto del treno si poteva capire che eravamo già entrati a Manehattan, i binari erano su un ponte rialzato che attraversava la città.
“Ma sei pazza?! Saranno dieci metri di caduta!” Provai a ribattere io. Ma il muro della stazione continuava ad avvicinarsi sempre di più, pensai che era meglio morire in seguito a una caduta che sfracellarsi contro un muro.
Ormai, decisi, ci avvicinammo al bordo del treno.

Chiusi gli occhi e saltai nel vuoto.

La mia sorpresa, fu quella di cadere in un posto morbido con un sonoro scoppio.
Ma l'odore schifoso dei rifiuti che mi circondavano mi fece capire subito che ero atterrato dentro un cassonetto dei rifiuti. Dalla spazzatura di fianco a me emerse Derpy che, con i suoi soliti occhi storti, cercava di inquadrare la situazione.
“Ma perché non hai usato le ali?” le chiesi, con aria di sufficienza.
Ma prima che potesse rispondermi, qualcuno urlò nelle mie orecchie: “Siete impazzito?! Non solo avete rischiato di farmi male, ma avete distrutto anche il mio sassofono!”
Davanti a me stava una puledra dal manto grigio, capelli neri e occhi viola scuro. L'oggetto che lei chiamava sassofono era steso sul marciapiede.
Molti pezzetti dorati erano sparsi vicino allo strumento, potevo capirlo pure io che ormai era inutilizzabile.
Guardai la pony arrabbiata con aria di indifferenza. Consideratemi insensibile, ma credo che il mio volo di dieci metri sia più importante di un sassofono.
Però lei continuava la sua ramanzina: “ E ora?! Il concerto di stasera era molto importante per il locale! Tu verrai con me e spiegherai a Mister Nessbui quello che hai fatto!”
E conclusa la frase, mi prese per un orecchio e, iniziò a trascinarmi fuori dal cassonetto.
Derpy provò a difendermi “Ma scusi, signorina. Noi siamo caduti qua dentro, quindi è impossibile che noi abbiamo rotto il suo sassoforo.”
“Sassofono!” ripeté lei “E poi, sarà anche vero che non l'avete rotto voi, ma comunque mi avete spaventato, saltando dentro quel cassonetto, e perciò mi è caduto dagli zoccoli.”

Come immaginavo, non sospettava del nostro salto da un treno in corsa. Provai quindi a fare un'osservazione, pensando che così, mi avrebbe lasciato l'orecchio: “Però hai strumenti di pessima resistenza per essere una musicista.”
Appena finii la frase, il mio orecchio fu di nuovo libero. La musicista però prese con la bocca il sassofono mi colpì la testa
Mi sbagliavo sulla resistenza dello strumento.
Una grossa risata arrivò dall'alto e, guardando verso il punto da dove proveniva, si potevano vedere Flutterbolt e Timoty, sospesi a cinque metri di altezza, che continuavano a ridere.
“Razza di mentecatti.” Sussurrai, mentre la mia sequestratrice riprendeva di nuovo il mio orecchio.
Dopo aver percorso un piccolo vicolo, ci ritrovammo nella via principale.

Strabuzzai gli occhi, in tutta la mia vita non avevo mai visto una cosa così fantastica.
I palazzi si ergevano fino al cielo, ognuno con le sue file di finestre ben illuminate, sembrava un bellissimo mosaico luminoso. Poi riportai gli occhi al livello della strada, completamente illuminata e perfettamente ricoperta di cemento. Un percorso fatto ad arte per le ponymobili che sfrecciavano allegramente. Sul marciapiede vedevo tutte le razze che popolavano Equestria: draghi, salamandre, pony, minotauri, grifoni e cani scavatori. Di tutte le classi sociali e ognuno con i suoi amici.
E non per forza della stessa razza!
Dai locali ai lati del marciapiede proveniva Jazz e Blues, inoltre un forte odore di cidro entrava nelle narici.
“Molti dicono che sia buonissimo, ma non ho l’età adatta  per provarlo.” pensai.

I miei pensieri furono interrotti dalla musicista, che si fermò davanti un locale chiamato “Downstair of Manehattan”.
“Siamo arrivati.” Disse a me e Derpy.
Così entrammo nel locale.

Appena entrati, un’ondata di jazz ci penetrò nell'anima, alla mia sinistra si trovava un lunghissimo bancone che seguiva l'intera profondità del locale. Alla mia destra, invece, prendevano posto una ventina di tavoli. In fondo alla sala vidi un piccolo palco, dal quale una band di tre grifoni suonava quella toccante musica che si espandeva per il locale.

Da un piccolo corridoio vidi venirci incontro una salamandra blu vestita in frac.
“Nina!” esclamò il rettile “Penzavo che non zarezti arrivata in tempo per il concerto! Ormai manca poco, vai a prepararti!”
In quel momento Nina tentennò per qualche secondo, evidentemente aveva paura di dirgli che il suo strumento era rotto.

Prima che Nina aprisse bocca, prese parola Timoty:
“Nessbui! Non ti sarai cacciato in nessun guaio durante la mia assenza, vero?”
La salamandra sembrò riconoscere il nostro compagno, sorrise e gli corse incontro, abbracciandolo.

“Zteal! Figlio di puledra! Come mai sei ritornato a Manehattan?” Gridò Nessbui.
“E’ una lunga storia, è meglio se ci sediamo.” rispose, indicando con lo sguardo un tavolo libero.
“Certo, certo. Avrai un zacco di coze da raccontarmi. Faccio ztrada.”
Detto questo il proprietario si incamminò verso il tavolo e ,mentre lo seguivamo, sussurrai a Timoty: “Come fai a conoscere una salamandra?”
Ridacchio. “Si vede che hai vissuto sempre a Cloudsdale.  Manehattan è il melting pot più grande di tutta Equestria. In questa città puoi tranquillamente trovare ogni razza civile conosciuta al mondo. Tempo fa, Nessbui, era un barista che entrò nel giro di gangster gestito dalla mia famiglia. Lo aiutai a nascondersi ed a iniziare una nuova vita.”

Appena seduti al tavolo, Timoty avvisò Nessbui del disguido del sassofono:
“Mi dispiace Nessbui, ma per sbaglio abbiamo rotto il sassofono della tua musicista. Non è un problema, vero?”
Il proprietario mosse la zampa, come per mandare via l’argomento: “Nezzun problema, zuoniamo tutte le zere. Anche ze una volta zaltiamo non è un problema.”
Sorrisi verso Nina, che in quel momento era di fianco a me. Lei si accigliò e mi diede una zoccolata sulle costole, lasciandomi boccheggiare di nascosto. Intanto Flutterbolt iniziò a ridere per la scena. Io lo fulminai con lo sguardo, facendogli capire che non c’era niente di divertente. Così, visto che non riusciva a smettere di ridere, si nascose sotto il tavolo, anche se le risate sommesse si sentivano comunque.

Timoty, senza prestare attenzione alle nostre buffonate, spiegava per filo e per segno il motivo che ci spinse a raggiungere Manehattan.
“Mi dizpiace. E zcuza ze mi permetto, ma era inevitabile che prima o poi zarebbe zucceza una coza del genere."
"Non preoccuparti, é colpa mia che sono stato disattento. Ora l'unica cosa da fare è assaltare la base di Rosemary e riprenderci Dorothy. "
"A proposito di tua zorella, Rozemary. I miei informatori dicono che zi zta muovendo per qualcoza di grosso.  In poche parole non uzano più la finezza."
"Preferisco mettere queste faccende in secondo piano,  prima di tutto preferisco liberare la mia futura sposa. Sai se il Vecchio è in città?"
La salamandra blu sorrise, come preso da un'attacco di nostalgia.
"Certo. Non zi è mai mozzo dalla zua baracca. Ehi! Ma coza diavolo?!"
Nessbui sgranó gli occhi in direzione della vetrata che dava in strada.
Incuriositi ci girammo verso la vetrata, in tempo per vedere una quindicina di gangster che puntavano i loro Mitra Magici verso il locale.
Qualcuno alzó un tavolo in verticale davanti a noi, probabilmente Timoty, poi i gangster aprirono il fuoco.

Eravamo tutti sdraiati dietro il tavolo.
Spari, grida, rumori di vetri infranti. Intorno a me riuscivo a vedere solo minotauri che scappavano, pony a terra e grifoni che si guardavano confusi.
Tutto quello che vedevo non mi sembrava reale, come se il mio cervello avesse bisogno di qualche secondo per elaborare il cambiamento così repentino di situazione.
Solo quando riprese a parlare Nessbui, riemersi nella realtà.
"Dannazione, il mio locale! Timoty! Zul retro ci zono due ponymobili. Prendine una e vai dal Vecchio. Io mi metterò in zalvo con Nina."
"Ok grazie. Su ragazzi, andiamo!"
Rimanemmo acquattati contro il tavolo per un altro po'. Poi, quando sentimmo che i gangster stavano ricaricando l'arma, uscimmo dal nostro nascondiglio per galoppare verso la porta che  dava sul retro.
Purtroppo gli aggressori erano preparati a una tattica del genere, tant'è che appena ricaricarono le armi iniziarono a sparare verso di noi.
La nostra corsa si trasformó in una fuga per non essere colpiti. Un proiettile mi sfioró la criniera.
Fortunatamente, riuscimmo a uscire dal locale senza che nessuno venisse colpito.
A poca distanza dalla porta del retro c'erano parcheggiate due ponymobili.
Salimmo sul mezzo di trasporto, Timoty alla guida, io di fianco a lui e Derpy e Flutterbolt nei posti dietro.
"Sai guidare queste cose vero?" chiesi all'inventore.
"Certo, in fondo è facile." rispose, spingendo con uno degli zoccoli posteriori un pedale.
Forse non era il pedale giusto, visto che il bolide balzò in avanti, andandosi a scontrare contro il muro.
"E tu sapresti guidare questa macchina infernale?!" gridai io.
"Beh." disse il presunto pilota, mentre faceva rapide manovre per uscire dal parcheggio. "Diciamo che non guido da un po'."
"Quanto?"
"5 anni."
Ricaddì indietro nel sedile per lo sconforto. "Sarà già un miracolo se riusciremo ad arrivare dentro la base nemica."
L'obiettivo dei gangster era fermarci, infatti appena entrammo nella strada principale, ci ritrovammo alle calcagna due macchine nere con dei mitra magici che ci sparavano.
I vetri della nostra ponymobile si infransero. Timoty iniziò, allora, a procedere a zig-zag per la strada.
" Se bucano le ruote è finita." si giustificò.

Continuavamo a proseguire a tutta velocità, ma ad ogni incrocio spuntavano nuove macchine nere, pronte a inseguirci.
Tentarono anche di bloccarci con un posto di blocco, ma Timoty sterzò violentemente verso sinistra svoltando in un vicolo.

“Ormai ci stanno seguendo troppe macchine! Non riusciremo a resistere per molto!” gridai.
“Tranquillo, ho un piano per far perdere le nostre traccie.”
Il vicolo si aprì in una strada più grande, attraversata orizzontalmente da dei binari.
Le sbarre erano già abbassate e si sentiva il fischio del treno.
“Sei pazzo!” gridai. “Come pensi che riusciremo a sopravvivere senza schiantarci contro il treno?!”
“Sempre meglio che morire per mano dei gangster.” disse Timoty.
A quel punto premette a fondo il pedale dell’acceleratore. Il vento, che entrava dal parabrezza rotto, mi rendeva difficile il tenere aperti gli occhi. Un senso di nausea saliva man mano che il treno si avvicinava da destra.
Ero completamente sudato.

La macchina distrusse le barriere in legno e riuscì a passare i binari, mancando il treno per un soffio.
Appena mi accorsi di essere ancora vivo, sospirai.
Non avevo mai avuto le gambe molli come in quel momento.

Timoty guidò la macchina in una rete fittissima di vicoli, svoltando molte volte.
“Ormai è impossibile che ci ritrovino” Disse l’inventore, leggermente soddisfatto.
Allora iniziò a parlare Derpy:
"É incredibile che, nel futuro, ad Equestria, ci saranno le salamandre. É la prima volta che ne vedo una!"
"Derpy, se posso chiedere, tu da che epoca vieni?" chiesi, incuriosito dal fatto che non aveva mai visto una salamandra. Nel nostro tempo era normale vederle girare per le città.
"Beh, poco tempo fa c'è stato il matrimonio fra l'alicorno, Mi Amore Cadenzia, e il capo delle guardie reali, Shining Armour."
Iniziò a discorrere anche Timoty.
"Ah, quindi siete vicini alla fondazione del Crystal Empire."
Derpy lo guardò curiosa, evidentemente non sapeva cos'era.
"E cosa sarebbe questo Crystal Empire?"
"Credo che sia meglio non rivelartelo." rispose Timoty "Ti  basta sapere che ora non è più raggiungibile."
"È UN PUNTO MOLTO IMPORTANTE PER LA STORIA DI EQUESTRIA, LO FANNO STUDIARE PERSINO A SCUOLA!" concluse Flutterbolt.

La macchina si fermò.
“Potete scendere.” disse Timoty. “Siamo arrivati a destinazione.”
Appena scesi dalla ponymobile ci trovammo davanti a una costruzione malridotta, le finestre erano tutte rotte e le assi delle pareti erano deteriorate dalla muffa.

L’unica entrata possibile era una massiccia porta, tutta arrugginita. Timoty bussò un ritmo particolare e si aprì uno spiraglio. Sentii un gemito di sorpresa provenire da dentro la baracca e un rumore di serrature che si sbloccavano.
La porta si aprì, mostrando un pony di terra che sembrava la copia sputata di Timoty, invecchiata di 30 anni.
“Ragazzo, cosa ci fai qui?!” chiese il vecchio, chiaramente sorpreso.
“Ti spiegherò tutto. Ora facci entrare, fa freddo qua fuori.”

L’interno della costruzione non era molto diverso dall’esterno, era tutto molto sporco, tutto molto ammuffito e l’aria era impregnata di uno stagnante odore di salsedine.
Dopo esserci seduti e aver raccontato il nostro viaggio, il vecchio concluse:
“Tim sei un pony fortunato, perché qualche giorno fa sono riuscito a reperire le piante della nuova base di Rosemary. La struttura non ha niente di particolare, è solo un vecchio magazzino a due piani. L’unica cosa che posso dirti è che in tutti e due i piani troverai molti, molti gangster. Ma vedo che questa volta hai dei compagni. Magari questa volta riuscirai veramente a distruggere la base.” Disse il vecchio. Poi, rivolgendosi verso di noi, chiese.
“Ma ditemi, che poteri avete?”
“Oh, nessuno in particolare. Non sappiamo combattere noi.” risposi.
Il nostro informatore mi guardò per qualche secondo, come se cercasse di capire se stavo mentendo o meno, il che mi sembrava strano, visto che la domanda doveva essere solo una curiosità.
Timoty si alzò e, dopo aver ringraziato il vecchio per le preziose informazioni, disse: “Bene, vorrei concludere questa cosa prima dell’alba. Andiamo.”

Dopo un quarto d’ora di ponymobile per le vie industriali di Manehattan, ci trovammo davanti all’entrata di quella che doveva essere la base dei gangster.
“Vi consiglio di portare con voi un’arma.” esordì Timoty. “Non sappiamo quanto siano armati i nostri nemici.” E poi, portando lo zoccolo vicino al viso, fece uscire una fiammata. “Mi sa che qualche gangster verrà carbonizzato.”
Il tono di quella frase mi fece rabbrividire, sembrava che volesse fare una strage.
“No!” Urlò Derpy, allineando per la prima volta gli occhi. “Non si uccide nessuno!”
Era chiaro che aveva preso Timoty in contropiede, tant’è che rimase interdetto.
“I-in che senso scusa?”
“Nel senso che non si deve mai uccidere qualcuno! Il Dottore lo dice sempre!”
“Ma queste persone hanno tentato di ucciderci! Non è vero Wingless?!”
“Sinceramente, preferirei non uccidere i gangster.” Risposi, quasi sottovoce, visto che non mi era mai piaciuto esporre la mia opinione.
“GIA’, NEANCHE A ME PIACE L’IDEA.” Aggiunse Flutterbolt.

L’inventore sospirò e, con la bocca, girò una manopola sulla sua copertura dello zoccolo. Una voce metallica disse: “Steam mode.”
Timoty sparò un colpo di vapore, come per dimostrarci che quell’attacco non avrebbe ucciso nessuno.
“Al massimo si risveglieranno con un forte mal di testa.” affermò.
Poco prima di irrompere nel magazzino, con la mia magia, creai una spada energetica color arcobaleno. Con la sola forza del pensiero, potevo cambiare la densità della mia arma, in modo da renderla da spada normale a una spada in grado di trapassare gli oggetti senza tagliarli. Nel caso dei corpi organici si avverte lo stesso shock come se ti avessero tagliato veramente.
Un’arma in grado di infliggere dolore senza uccidere.

Dopo esserci preparati, buttammo giù la porta di ingresso e galoppammo verso il centro della sala. Come aveva detto il vecchio, il magazzino aveva un unica stanza al piano terra. Dentro c’erano vari scatoloni di metallo con sopra il simbolo delle Zap apples e venti gangster a sorvegliarle.
Dopo la confusione generale, creata dalla nostra entrata in scena, tutti i pony gangster presero le armi, pronti a combattere.

Lo ammetto, durante la battaglia non capii molto riguardo quello che stava succedendo. Io menavo fendenti a caso, mentre evitavo di farmi colpire dai proiettili.
Timoty era quello che combatteva meglio del gruppo, non usava il vapore solo per attaccare i gangster, ma anche per spiccare il volo e poi planare per la sala, lanciando attacchi aerei. Flutterbolt si caricò di elettricità e iniziò a rimbalzare per tutto il magazzino come una pallina del flipper, fulminando ogni pony che toccava. Giuro anche, di aver visto Derpy prendere a testate un nemico.
Quando il rumore di spari fu sparito, mi accorsi che avevamo sconfitto tutti i nemici di quel piano.

Dopo una veloce ricerca, capimmo che Dorothy era tenuta prigioniera al piano superiore.
Dopo esser saliti sul montacarichi arrivammo al primo piano.
La sala era completamente spoglia, ad eccezione della parte centrale, dove c’era una sedia che fungeva da trono. Seduta su di essa c’era una pony, vestita di nero e con un cappello calato sulla testa.
“Bene.” esordì, mentre scendeva dal trono e si avvicinava verso di noi.
“E’ la prima volta che riesci a farti strada fra le guardie per arrivare qui al mio cospetto, fratellino.”
“D’altronde, vi avevo giurato che ci sarei riuscito.” rispose Timoty
“Già, poi ci hai tradito e sei scappato di casa.”
“Le vostre azioni sono sbagliate! Non voglio diventare uno di voi!” replicò l’inventore, alzando la voce.
“Anche se le nostre azioni non sono corrette, dovresti comunque rispettare la tua famiglia!”
Ormai, fratello e sorella, erano arrivati a urlarsi in faccia. Non sapevo se fermarli attaccando Rosemary. Provai a guardare Flutterbolt e Derpy, in cerca di un segnale, ma anche loro non sapevano cosa fare.
“Siete voi che avete mancato di rispetto ai nostri antenati, non solo contrabbandate le zap apples, ora arrivate anche a rapire e uccidere pony! Ucciderli!”
“Però non ti fai scrupoli a fare del male ad altri pony, quando si tratta della tua Dorothy, eh?”
“Non sono venuto qui per parlare di questo. Dov’è lei?”
“Oh, lei è al sicuro. Sul tetto.” Disse sorridendo malignamente.
“Però per arrivarci dovrete prima farmi fuori.”
Detto questo, tirò con la bocca una cordicina che pendeva dal soffitto.
Iniziò a sentirsi un rumore di meccanismi in movimento, mentre il pavimento tremava leggermente.
Rosemary si tolse il cappelo nero, rivelando i suoi capelli biondi e gli occhi verdi smeraldo.
Il suo muso era deformato da un’espressione di scherno.
“Sai Tim, durante la “visita” a casa tua abbiamo potuto mettere le mani su dei progetti interessanti.”
La puledra salì su un’abitacolo spuntato dal pavimento, il quale continuò a salire senza sosta fino ad arrivare a tre metri di altezza. Dal lato anteriore di quella macchina, spuntava una protuberanza cilindrica, formata da tanti tubi, puntata verso di noi.
“Visto che questo progetto non l’avevi ancora battezzato.” proseguì Rosemary “Lo farò io!
Ragazzi, dite ciao a Gatling!”
Il cilindro iniziò a girare su se stesso e, in quel momento, sentii una potenza magica mostruosa pronta a essere lanciata contro di noi.
“A terra!” gridai.
Creai una bolla scudo attorno al gruppo, prima che una pioggia di colpi si scaricasse su di noi con tutta la sua potenza.
La sensazione che provai, appena i proiettili toccarono lo scudo, fu come se uno stallone mi avesse tirato una zoccolata nello stomaco. Non ero abbastanza potente per resistere a una forza magica di quel tipo. Tutta la pressione dei colpi veniva scaricata sul mio corno, sembrava che un drago adulto stesse dormendo in equilibrio su di esso.
Riuscii a rimanere lucido per pochi secondi, poi iniziarono i giramenti di testa e attacchi di nausea fortissimi, tant’è che mi sdraiai per terra senza rendermene conto.

I colori della bolla scudo iniziarono a farsi sempre più deboli. Pensai a quanto fosse duro quello sforzo e a quanto avrei voluto addormentarmi, lasciare tutto da parte e riposare.

Quando ero sul punto di svenire, sotto la risata isterica di Dorothy, sentii la voce di Flutterbolt che mi incoraggiava a non svenire.
“Cosa sto facendo?!” pensai. “Loro rischiano di morire e io penso a riposare?!”
Una nuova scarica di adrenalina mi fece rinvenire completamente, ormai era chiaro che non sarei riuscito a resistere per molto sotto la potenza di quei colpi. Ed allora mi venne in mente un’idea.
A fatica mi rialzai, tutti i muscoli del mio corpo erano doloranti, e con uno sforzo incredibile, ridussi lo scudo al raggio di azione dei proiettili.
Poi, cambiai l’incantesimo di protezione in uno di assorbimento, il disco liscio che fungeva da scudo mutò in una sfera luminosa, che aumentava ad ogni colpo subito.
“Cosa credi, di salvarti con quella pallina?” Rise Rosemary.
Quando la sfera raggiunse una potenza sufficiente, la lanciai contro la canna del Gatling.

La mitragliatrice gigante si distrusse in piccoli pezzi di metallo. L’abitacolo schizzò in alto, sbattendo contro il soffitto e ricadendo a terra.
“UAO! SEI STATO GRANDE!” Gridò Flutterbolt.
Dopo esserci accertati che Rosemary fosse fuorigioco, Timoty le legò le zampe con la stessa corda usata per attivare il Gatling.
Iniziammo allora a cercare il montacarichi che portava al tetto quando, invece, trovai una gigantesca macchina da due cerchi perpendicolari, con al centro un piedistallo.
Timoty risultò molto sorpreso dal fatto che questa macchina fosse lì.

“Questa è la mia macchina del tempo.” Affermò. “Era nel mio magazzino ad Appleloosa. Non riesco a credere che l’hanno portata fin qui.”
L’inventore si avvicinò alla macchina e mise sul piedistallo la pietra temporale recuperata nella grotta del tempo.
“Non vorrai provare la tua macchina ora, spero.” gli dissi. “Dobbiamo ancora liberare Dorothy.”
“Certo, lo so.” rispose Timoty, guardando la pietra. “Però dopo averla liberata mi piacerebbe accenderla.”

Flutterbolt in quel momento stava volando attorno al grande macchinario e, forse per provare la resistenza del materiale, la toccò.
La macchina assorbì l’elettricità di Flutterbolt e la trasferì nella pietra. La quale iniziò a mandare fortissimi bagliori verde smeraldo.

Davanti a noi apparve un pony di terra di colore beige e criniera marrone scuro, cravatta nera e una clessidra come Cutie Mark.
Il nuovo pony era confuso quanto noi.
“Dottore!” Urlò Derpy, correndo per abbracciarlo.

Derpy però, passò attraverso al pony, cadendo di faccia poco dietro di lui.
“Un ologramma.” Mormorò Timoty. “Forse la scarica elettrica che Flutterbolt ha infuso nella pietra non era abbastanza per attuare un trasferimento, ma sufficiente per creare delle immagini.”

“Cosa?!” Risposi io. “Tu saresti il Dottore?! Cioè, esiti veramente?!”
Il Dottore mi guardò a lungo, poi rispose sorridendo: “Certo, in carne e ossa. Anche se sarebbe meglio dire in pixel elettrostatici e vapore temporale. Cavolo, questo deve essere il giorno in cui i pony comuni scoprono i viaggi nel tempo, peccato che me lo sono perso.”

Poi divenne improvvisamente serio: “Ma no, dannazione! Sto perdendo tempo. Derpy, e anche voi pony, dovete ascoltarmi e fare quello che dico, lettera per lettera. E’ chiaro?”
Stavo per rispondere, ma lui riprese a parlare. Evidentemente non gli interessava il nostro parere.
“Il futuro è sparito. Il nulla ha preso il suo posto, forze misteriose e molto potenti sono in gioco.
Solo coloro che discendono dall’armonia hanno speranza di fermare tutto, prima che sia troppo tardi. Viaggiate per tutta Equestria e trovate i discendenti di coloro che controllavano gli elementi.
La vostra missione è molto importante: se fallirete, non sparirà solo Equestria, ma tutta la realtà che conosciamo.”
L’immagine del Dottore iniziò a indebolirsi, allora guardò tristemente Derpy.
“Mi dispiace che non possa venire con voi in questo momento, ma prima devo accertarmi di una cosa importante. Stai tranquilla, tornerò!”

L’immagine sparì del tutto.

Derpy rimase a fissare il vuoto.
Flutterbolt gli si avvicinò e gli chiese: “EHI! TUTTO BENE?"
Derpy annuì con la testa, un attimo prima di sentire un urlo di puledra arrivare dal piano superiore, seguito da una scossa dell'edificio.
"Dorothy!" urló Timoty.
Ci fiondammo su per le scale, vicine alla macchina del tempo.
Alla fine delle scale ritornammo all’esterno.
La luna stava calando.



A Luna, ritornare nella prigione che era stata casa sua per 1000 anni, dava sensazioni contrastanti. Ritornava a ribollire l’odio verso sua sorella maggiore, ma allo stesso tempo compariva un moto di accettazione verso quella punizione che, seppur brutale, aveva permesso a Equestria di vivere in pace.
Dopo un viaggio nello spazio profondo durato mezz’ora, l’alicorno della notte tocco la superficie lunare.

Luna stava cercando qualcosa, un pony per la precisione.
“Non molti sanno che l’esilio sulla Luna non è stato afflitto solo a Nightmare Moon.” pensò Luna. “Anzi, in passato questa punizione era più diffusa.”

Il pony che cercava era fermo, seduto, a guardare verso Equestria.
“E’ da un po’ che non ci si vede, Nightmare Moon.” Esordì il pony, senza nemmeno guardarla in faccia.
“Non sono più Nightmare Moon, ora sono Luna.” Precisò la principessa della notte.
“Tu sarai sempre Nightmare Moon. Cancella questa parte di te e Luna non esisterà più.”
Ribatté il pony, questa volta guardandola negli occhi.
Luna si sentì a disagio e abbassò lo sguardo.
“Non sono venuta per questo Bonei.”
Il prigioniero ridacchiò.
“Bonei, il pony completo. Un generale alicorno mi chiamò con quel nome. Poi mi esiliò sulla luna.”
“Io e mia sorella siamo dispiaciute ma...”
“No, non lo siete. O almeno, voi credete di esserlo solo perché non avete l’emozione del disinteressamento. Ma comunque, sei venuta qua per sapere se la mia profezia, quella che pronunciai dopo la mia condanna, si sta avverando?”
“Sì. Parlavi del nulla incombente. C’è qualcosa che si può fare per impedirlo?”

Bonei si alzò, per la prima volta dopo il suo esilio, e guardò lo spazio, verso l’unico punto senza stelle.

“Il nulla arriverà. Non oggi. E voi non potrete fare niente.” rispose con voce atona.
La principessa si irritò e usando, senza volerlo, la voce reale dei regnati di Canterlot, disse:
“E’ inconcepibile che nessuno possa fare niente per fermarlo!”
“Nightmare Moon, credo che tu stia fraintendendo. Tu e Celestia non potrete fare niente. Le forze che cercheranno di portare l’equilibrio si stanno già muovendo.”




La testa sembrava che dovesse scoppiare. Ero per terra, dietro a un container usato come barricata. Il mio corpo non rispondeva più al mio volere.
Quando cercai di fermare l’elicottero che ci stava sparando addosso, usando la magia, il mio mana si oppose e mi tolse ogni energia.
Avevo esagerato con la magia, certo, ma in quel momento la sensazione era quella di un’entità superiore che mi impediva di usare i miei poteri al massimo.
Flutterbolt fu messo facilmente fuorigioco, dopo aver alimentato la macchina del tempo, anche lui era rimasto senza energie. Derpy, invece, era insieme a Dorothy.
Il suo compito era quello di proteggerla.

L’unico a fronteggiare quel mostro meccanico in grado di volare era Timoty.
L’elicottero era munito di un Gatling, che continuava a vomitare proiettili magici.
Ad un certo punto dello scontro, Timoty urlò:
“Che razza di pony sei, tu, che hai costruito un’arma progettata nel mio studio? Quel veivolo non è un giocattolo. Potresti far del male a qualcuno.”
Dall’elicottero uscì una voce che mi sembrava familiare.

“Mi dispiace Tim, ma ti sei spinto troppo oltre. Arrivare a distruggere una base e a far svenire tua sorella... In famiglia non ci dovrebbero essere questi dissapori.”
Timoty iniziava ad essere chiaramente confuso.
“Tu chi saresti ?”
L’abitacolo dell’elicottero si schiarì, mostrando lo stesso pony che ci aveva dato le planimetrie della base.
“Io sono tuo padre.”
L’inventore rimase a bocca aperta, iniziò lentamente a indiettreggiare.

“Ma com’è possibile.” farfuglio. “Tutti dicevano che eri andato via.”
Il padre sorrise compiaciuto. “Andato via, non morto.”
“Ma perché darmi tutte quelle informazioni sulle tue basi ?! Perché permettermi di fare così tanti danni ?!”
Il pilota dell’elicottero iniziò a ridere.
“Non ti sei mai accorto di tutte quelle imprecisioni e dati mancanti sulle mie planimetrie?! Il mio obiettivo era quello di continuare a tenerti d’occhio. E quello era l’unico modo.”
Il Gatling puntò verso Timoty e iniziò a caricarsi.

“Ora, se non ti spiace, è ora di essere punito!” gridò il padre.
Provai a fare qualcosa con la mia magia, ma il mio tentativo non fece che aumentare il dolore che provavo nel punto in cui spuntava il corno.

Il Gatling però continuava a caricare, non stava sparando un singolo proiettile.
Il padre si accorse di quella anomalia e iniziò a preoccuparsi:
“Ma come, cosa sta succedendo.”
Timoty iniziò a sghignazzare.
“Padre. Credi che non abbia dotato i miei veicoli un sistema di controllo remoto?
Vedi questo papillon?” Chiese, indicando il suo fiocco.
“Con questo posso controllare i miei veicoli con il solo pensiero, e credo che quella mitragliatrice abbia un limite riguardo alla carica magica.”
L’arma collegata all’elicottero ormai emanava un bagliore violastro. Non ci voleva un genio per capire che sarebbe saltata in aria da un momento all’altro.

Il padre provò ad uscire dal veivolo e, vedendo che questo era bloccato, cercò di appellarsi al buonsenso del figlio.
“Ascolta Timoty!” Gridò. “Non vorrai uccidere tuo padre spero! Non puoi farmi questo!”
Il pony inventore lo zitti: “Io non ti ucciderò. Quell’elicottero non si aprirà finché non ci saranno le forze di polizia per arrestarti. Intanto riceverai qualche scossone.” Disse con un largo sorriso sulle labbra.”

Il padre non fece in tempo a controbattere, che il Gantling esplose in una nube viola, facendo precipitare l’elicottero.

“E’ finita.” Pensai.
Finalmente potevo dormire.

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