Storia di un cuore.

di StupidaIdeaFattizia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'ostacolo della paura. ***
Capitolo 2: *** Il primo ricordo. ***
Capitolo 3: *** Riflessi di me. ***



Capitolo 1
*** L'ostacolo della paura. ***


Avrebbe voluto avere un figlio maschio. Ora lo aveva capito. I fatti parlavano chiaro; o forse confondevano bene. Sì, magari avessero confuso. Passava il suo tempo sul divano ormai. Ogni cosa la annoiava, ogni cosa sembrava inutile, soprattutto ora che la sua vita era diventata tutto “un aspettare”. Aspettare di sapere qualcosa dall’università, aspettare che il lavoro la chiamasse, aspettare di prendere una decisione, aspettare di dire la verità. Non ne era mai stata capace. Non voleva, non poteva far soffrire le persone a cui voleva bene. Non per un suo capriccio od un suo dolore. La cosa ormai continuava da un pezzo, lei faceva finta di sbagliarsi. In verità, lei ignorava la realtà. O almeno ci provava.  Era più facile non pensarle certe cose. Era più facile tenersi tutto dentro. Quello che voleva dire avrebbe fatto sentire in colpa la maggior parte delle persone che aveva vicino. Aveva persino paura di scrivere. Adorava farlo. Sapeva però che per poter iniziare una storia, di qualsiasi cosa essa parli, bisogna mettere in ordine le idee, scegliere le parole esatte e poi vedere come stanno sulla parte bianca del foglio. Ma l’ordine non faceva parte di lei. Era cosciente del fatto che per mettere ordine bisognava prima prendere ogni singolo pensiero, ogni singola parola, ogni singola emozione, esaminare il tutto e trovare il posto adatto in cui collocarlo. Lei semplicemente, non era pronta ad affrontare il suo passato. Non era pronta ad affrontare le emozioni ed i sentimenti che, consapevole del male che avrebbero fatto, aveva riposto con cura nell’angolo più remoto del cuore..o del cervello. Già, perché le emozioni, i sentimenti dove si trovano? Se lo chiedeva spesso. Il ragionamento era sempre lo stesso, filava bene. Quanti trapianti di cuore si sono fatti in tutto il mondo? Anche se fossero solo mille, quante persone hanno riscontrato di essersi ritrovati ad amare persone a loro sconosciute? Nessuno.  Facile dedurre che i sentimenti non fanno parte del cuore. Gli organi fondamenti nella vita sono il cuore ed il cervello. La cosa fondamentale nella vita è provare emozioni. E allora esse dove si trovano, se non nel cuore? Nel cervello? E allora se le ricerche mediche portassero alla riuscita dei trapianti di cervello, l’uomo potrebbe iniziare a vivere di ricordi altrui. Sapeva che la medicina non avrebbe mai fatto parte dei suoi studi, però le piaceva immaginare cose di questo tipo. I ricordi sono l’unica cosa capace di legare, ma legare veramente, due persone. Non c’è modo più efficace che condividere un ricordo per rimanere ben impresso nella memoria di qualcuno. Per capire questo ci aveva impiegato del tempo, ed ancora non ne era del tutto convinta.  
 
 

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Capitolo 2
*** Il primo ricordo. ***


Vorrei ricordarti di noi, in una frase..che mi parli un po’ di te. “Non ho saputo scegliere” te, quando avevo la possibilità. Ricoprivo il bene che ti volevo della paura di negarmi qualcos’altro. Altro che a te non assomiglia. Cerco il tuo sguardo ovunque ce ne sia uno. In un gatto che non ci vede, in un cane che guarda il mondo con aria di sfida. In un bambino che piange. Chiedo di te alle canzoni, alle stelle, al mio cuore. Parlo di te in continuazione, senza nominarti mai, mai davvero. Non ti ho mai identificato, mai etichettato. Credevo di allontanarti così. Invece ti legavo sempre più al mio cuore, che non sapeva. Non eri la mia migliore amica, eri TU. Un aggettivo non bastava, non significava nulla, non parlava di te, di me, di noi. Siamo sempre state nel limbo, nel posto delle “non scelte”. Per scegliere devi essere sicura. Ed io, di me, non lo sono mai stata. Tu eri il mio punto di riferimento. La forze che mi ha sempre spinto avanti. Trascinandomi per strada, come fanno le mamma con i loro bambini.
 
 

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Capitolo 3
*** Riflessi di me. ***


“Perché?”
Eh si, brava chieditelo il perché..
“Come se tu mi aiutassi a capirlo”
Tu non mi ascolti e questo lo sai.
“Sono sbagliata, e questo lo so prima di te”
Non sei sbagliata, hai commesso passi farli, come tutti.
“Eppure quando li guardo non mi sembrano tristi”
Loro non si piangono addosso, come te.
“Non mi piango addosso, mi sento inutile”
Questo continuo affermarlo credi non sia piangersi addosso?
“Ma se mi manca una persona, una cosa, che devo fare?”
Stai cambiando argomento per arrivare al solito punto.
“Ci sto male, lo capisci?”
Lo vedo, ma non lo capisco. Lei non vuole più esserti amica, punto.
“Come faccio?”
Vai avanti, come fanno tutti.
“Io non sono tutti”
Tu non vuoi esserlo, perché vuoi essere speciale.
“Ne ho bisogno”
Lei non ti ci fa sentire, allora perché continui a cercarla?
“Il nostro rapporto era unico”
E tale resterà se non darai la possibilità ad altri di esserti amici.
“Io voglio lei”
Si anche io voglio il mondo, tutto per me.
“Vedi..e allora come facciamo?”
Io faccio già. Ti stavo prendendo in giro.
“Come tutti, come sempre”
Cosa stai facendo ora?
“Dico la verità”
No, eviti la verità.
..
Asciugati le lacrime. Delle per l’ultima volta cosa provi e lasciala stare. Sorridi come sai fare. Fregatene dell’unicità ed impara a bastarti.
“E’ difficile”
Ci sono qui io. Ti aiuterò.

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