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di Yaoist_Kitsune
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue- ***
Capitolo 2: *** Cap. 1: Thunder ***
Capitolo 3: *** Nice to meet you ***



Capitolo 1
*** Prologue- ***


Prologue

Cominciava a calare il sole nel cielo terso di quella giornata autunnale.
Le ombre create dalle foglie si allungavano nell'ambiente rendendolo via via sempre meno luminoso.
In breve il giorno aveva lasciato lo spazio alla notte con una luna prossima al diventare nuova che illuminava abbastanza da rendere il cammino visibile.

Così ringraziando chissà quale buona stella, il ragazzo riusciva a camminare senza inciampare e addentrandosi sempre più nella foresta non si rendeva conto di perdersi in mezzo a quel labirinto d'alberi sempreverde.
Dopo diverse ore, stanco, posò una mano contro un tronco dal colorito scuro, lo osservò attentamente riconoscendone la specie. Vi poggia anche la spalla e si guarda attorno mentre cercava di regolarizzare il respiro: si, ora lo capiva, si era smarrito.
Il sentiero che aveva preso ore prima si era ristretto durante il tragitto fino a divenire una breve linea di sassi; da li si era affidato all'orientamento che quella notte gli aveva fatto un bruttissimo scherzo. Nega sconsolato chiedendosi ora quale divinità lo stava odiando date le nuvole che ora cominciavano a nascondere il cielo notturno, nuvole cariche di pioggia e prossime ad un bell'acquazzone.

"Diamine.."

Borbottò con forte accento russo: doveva trovare assolutamente un posto dove stare.
E così ricomincia a incamminarsi alla ricerca di un possibile rifugio per ripararsi dal temporale oramai imminente.






Angolo della scrittrice:

Bene... E con questo avvio la mia prima fan fiction...
L'ho scritta circa due anni fa, ed era incompleta quindi con calma la riprendo e la correggo riportandola passo passo.

Se non piace potete benissimo infischiarvi di attendere i capitoli futuri, se vi piace o avete qualche suggerimento il commentino non fa mai male. Se siete timidi e non ne avete il coraggio, infischiatevene e ditemi tutto ciò che volete... Ovviamente entro i limiti della gentilezza... Sapete sono molto sensibile... Sniff sob...
Ma andiamo ho solo sparato una delle mie immense cavolate, magari evitando gli insulti, che quelli non sono bene accetti da nessuno, potete scrivere ciò che volete.

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Capitolo 2
*** Cap. 1: Thunder ***


Ecco qua il primo capitolo della mia storiella. Chiedo perdono a chi mai stava attendendo il seguito ma cause maggiori vogliono avermi senza computer>>, senza fare nomi... Si tratta di mia madre, ma sssh, acqua in bocca.
Rispondendo invece a chi ha già ha avuto la voglia di spendere il suo tempo a fare la recensione del prologo e ringraziando per la recensione positiva ç:ç.

Per
_AmorePsiche97_: Grazie mille per aver già posto la tua attenzione sulla mia storia, le me è davvero commossa! E spero di riuscire a non deludere le tue aspettative!

 







Thunder

Un fulmine, rapido e imprevedibile scarica sulla terra la propria energia squarciando il cielo notturno coperto da nuvole cariche di pioggia; il lampo, accecante, illumina a giorno il paesaggio, per pochi attimi, come il flash di una macchina fotografica. Poi, diversi secondi dopo, ecco che si ode il tuono, assordante, e fu proprio questo che fece sobbalzare il ragazzo dentro la caverna. Si rannicchia su se stesso, poggiando la schiena contro una delle pareti rocciose e fredde che costituivano l'antro cavernoso. Nasconde il proprio viso dietro le ginocchia, portate al petto nel vano tentativo di sentir meno la paura.
 

Odio i temporali..

Piagnucola facendosi ancora più piccolo all'ennesimo tuono che riecheggia, amplificato, nel rifugio del ragazzo: i rumori spacca-timpani che riuscivano a farlo saltare dallo spavento, la luce accecante che rendeva lugubre, più di quanto già non fosse, la caverna proiettando lunghe e tetre ombre sulle pareti.

Scosse il capo: no, doveva farsi forza. Il temporale sarebbe passato a breve e il silenzio della foresta avrebbe di nuovo inghiottito tutto quanto.
Ma sotto sotto, lo sapeva, non era la paura che lo rendeva sempre più piccolo, ma la vergogna di essere visto così, in quelle condizioni, con le lacrime pronte a sbucare dagli occhi, il corpo che tremava come una foglia.
Di cosa doveva vergognarsi poi? Era solo in quell'immenso e intrinsecato labirinto verde, solo con gli animali che di certo non lo biasimavano.
Sorrise appena prima di tentare di nascondersi ancora di più: se li vedeva, stretti l'uno contro l'altro nelle loro piccole tane, al caldo e al riparo mentre temevano che quella tempesta potesse spazzare via tutto. Povere piccole creature. Gli facevano tenerezza. E dire che non era molto meglio lui: per quanto sapesse che quella in fin dei conti era solo fastidiosa acqua che insistente batteva contro le superfici di ciò che intralciava il suo cammino producendo una miriade di note differenti, eccolo li, con il comportamento di un bambino chiuso nel corpo di un adolescente a pregare che finisse presto.

Non ci fece nemmeno caso: alzò lo sguardo, d'improvviso, e assieme ad un tuono, sulla parete davanti ai suoi occhi, un'ombra troppo grande e troppo dettagliata per essere quella di una roccia attirò la sua attenzione.
Di colpo il temporale passò in secondo piano.
Si alzò silenziosamente, rimanendo nascosto nell'ombra del fondo della grotta, cominciando a scivolare come un'ombra verso l'entrata, rimanendo ben nascosto dietro alle rocce, che qua e la, creavano nascondigli tra di esse e le pareti. E poi un altro tuono, e di nuovo quella figura, ora fattasi più nitida contro la parete. Il ragazzo cominciò a produrre un suono roco, proveniente dal petto: non che sapesse ringhiare, ci mancherebbe altro, ma aveva imparato ad imitare i versi degli animali, con cui oramai comunicava.
Sentì perfettamente l'estraneo sobbalzare, i sassi a terra che si spostavano sotto il movimento improvviso. Trattenne il respiro, pronto ad attaccare e quando lo sconosciuto, mosso da chissà quale coraggio, cominciò ad addentrarsi nella caverna, al biondo non restò che attendere. Ancora pochi metri, sempre meno, alcuni passi, e scattò in avanti mostrandosi e puntando a immobilizzare chiunque fosse entrato nel suo territorio, nella sua foresta.







Angolo della scrittrice:

Bene... E con questo avvio la mia prima fan fiction...
L'ho scritta circa due anni fa, ed era incompleta quindi con calma la riprendo e la correggo riportandola passo passo.

Se non piace potete benissimo infischiarvi di attendere i capitoli futuri, se vi piace o avete qualche suggerimento il commentino non fa mai male. Se siete timidi e non ne avete il coraggio, fregatevene e ditemi tutto ciò che volete... Ovviamente entro i limiti della gentilezza... Sapete sono molto sensibile... Sniff sob...
Ma andiamo ho solo sparato una delle mie immense cavolate, magari evitando gli insulti, che quelli non sono bene accetti da nessuno, potete scrivere ciò che volete.

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Capitolo 3
*** Nice to meet you ***


Eccomi qua con un altro noioso e d emozionante capitolo di questa storia vecchia quasi più di me>>
No beh sto scherzando non sono messa così male! xD
Chiedo scusa per l'attesa ma non sono stata molto ispirata a mettere il secondo capitolo, causa la mia immensa pigrizia!
Passiamo subito ai ringraziamenti!
_AmorePsiche97_: ma grazie ancora per la recensione e non ti preoccupare vale molto anche il semplice fatto che dici di esserci!ç.ç Sono commossa sempre più per la tua costanza e le tue parole sono incoraggianti per me! Te l'assicuro! Quindi grazie per la pazienza che stai avendo e per la voglia che hai di scrivere di essermi.
Per tutti coloro invece che hanno anche semplicemente guardato il capitolo: beh grazie di cuore, mi fa molto piacere poter aver acceso la vostra attenzione!

Nice to meet you


Stupore, confusione, smarrimento: questi furono i primi pensieri di Alfred quando si ritrovò steso a terra, bloccato sotto colui che avrebbe dovuto immobilizzare.
Che diamine ci faceva lui steso a terra? Inerme come una preda inesperta avrebbe potuto fare?!
Sbuffò infastidito incontrando solo allora gli occhi color ametista del ragazzo sopra di sè, inghiottì aria mentre nella sua mente altri sentimenti si mescolavano a quel turbinio già presente e già disarmante che lo turbava: paura, rabbia e poi... Cos'altro? Compassione? Oh no, quella era... Comprensione. Comprensione verso un perfetto sconosciuto che, in pochi istanti e con un semplice sguardo non l'aveva fatto sentire solo. Che gli dava la sensazione di essere molto più simili di quanto si potesse immaginare. Probabilmente si sbagliava, sicuramente quel ragazzo sopra di sè si stava domandando chi diamine fosse o quant'altro, ma era certo che quella strana sintonia che c'era con lui non fosse per caso.

Oh Alfred, non sai quanto questo sia vero.

Scosse il capo strizzando gli occhi per scacciare quei pensieri e provò a liberare, inutilmente, le mani. La presa si fece più salda e gemette di dolore. Sospirò rumorosamente e lasciò perdere, per quanto gli scocciasse farlo, ora doveva essere remissivo se voleva ottenere la libertà.

"Chi sei?"

Domandò l'altro, i capelli biondi che si muovevano lievemente sulla fronte a causa del vento che freddo ora soffiava nella caverna.
Il ragazzo socchiuse gli occhi, lo sguardo duro, come l'espressione che portava la mascella a contrarsi.

"Chi.. Sei?"

Soffiò di nuovo, spazientito, l'accento mai udito dal poveretto che steso a terra non voleva accennare a muoversi: ma come stava parlando? Storpiava tutte le pronunce! Già erano anni che non parlava con qualcuno! Figuriamoci capire cosa stava dicendo quello li.
L'espressione di Alfred si fece solamente confusa: davvero, si sforzava, ma non lo capiva! Gli occhi azzurri erano accesi di una luce curiosa mal celata: ora, superata lo smarrimento iniziale, il ragazzo si chiedeva solo chi fosse quell'avventuriero e perchè si fosse perso nonostante i cartelli che vietassero l'accesso nella foresta: di quelli ne sapeva l'esistenza perchè aveva visto, anni fa, degli uomini piantarli e leggere a gran voce cosa c'era scritto.

Lo sconosciuto sospirò e decise di liberare il mal capitato che come sentì uno spiraglio di libertà sgusciò veloce lontano fino a nascondersi dietro una roccia. Ora veniva il divertente dell'incontrare un nuovo essere vivente: non sapeva se essere curioso o mettersi sull'allerta! E così mentre la sua posizione si faceva di difesa i suoi occhi lo tradivano continuando ad essere curiosi e allegri.
Inclinò il capo come vide lo straniero allungare una mano nella sua direzione e l'unica cosa che capì fu il suo nome.

"Piacere, mi chiamo Ivan."

Angolo della scrittrice:

Bene... E con questo avvio la mia prima fan fiction...
L'ho scritta circa due anni fa, ed era incompleta quindi con calma la riprendo e la correggo riportandola passo passo.

Se non piace potete benissimo infischiarvi di attendere i capitoli futuri, se vi piace o avete qualche suggerimento il commentino non fa mai male. Se siete timidi e non ne avete il coraggio, fregatevene e ditemi tutto ciò che volete... Ovviamente entro i limiti della gentilezza... Sapete sono molto sensibile... Sniff sob...
Ma andiamo ho solo sparato una delle mie immense cavolate, magari evitando gli insulti, che quelli non sono bene accetti da nessuno, potete scrivere ciò che volete.

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