All for a bet.

di Desty
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1. ***
Capitolo 2: *** Chapter 2. ***
Capitolo 3: *** Chapter 3. ***
Capitolo 4: *** Chapter 4. ***
Capitolo 5: *** Chapter 5. ***
Capitolo 6: *** Chapter 6. ***
Capitolo 7: *** Chapter 7. ***
Capitolo 8: *** Chapter 8. ***
Capitolo 9: *** Chapter 9. ***
Capitolo 10: *** Chapter 10. ***
Capitolo 11: *** Chapter 11. ***
Capitolo 12: *** Chapter 12. ***
Capitolo 13: *** Chapter 13. ***
Capitolo 14: *** Chapter 14 ***
Capitolo 15: *** Chapter 15. ***
Capitolo 16: *** Chapter 16. ***
Capitolo 17: *** Chapter 17. ***
Capitolo 18: *** Chapter 18. ***
Capitolo 19: *** Chapter 19. ***
Capitolo 20: *** Chapter 20. ***
Capitolo 21: *** Chapter 21. ***
Capitolo 22: *** Chapter 22. ***
Capitolo 23: *** Chapter 23. ***
Capitolo 24: *** Chapter 24. ***
Capitolo 25: *** Chapter 25. ***
Capitolo 26: *** Chapter 26. ***
Capitolo 27: *** Chapter 27. ***
Capitolo 28: *** Chapter 28. ***
Capitolo 29: *** Chapter 29. ***
Capitolo 30: *** Chapter 30. ***
Capitolo 31: *** Chapter 31. ***
Capitolo 32: *** Chapter 32. ***
Capitolo 33: *** Chapter 33. ***
Capitolo 34: *** Chapter 34. ***
Capitolo 35: *** Chapter 35. ***



Capitolo 1
*** Chapter 1. ***


 

All for a bet.

 

Chapter 1.

Harry Styles e Louis Tomlinson sorridevano beffardi, continuando ad osservare attentamente ogni singola ragazza che passava davanti alla parete sulla quale le loro schiene erano appoggiate. Pronti per un nuovo anno scolastico, i ragazzi stavano già adocchiando le future “prede” femminili per il loro ultimo anno di Liceo.

La cosa positiva di essere due dei ragazzi più fighi della scuola, era che nessuno dei due aveva mai avuto problemi nel conquistare una delle ragazze da loro scelte.

“Allora, Lou, elenca le tue prossime” disse Harry lanciando un’occhiata penetrante all’amico vicino a lui, che dopo una breve scrollata di capelli, ricambiò l’occhiata

“Possiamo già spuntare la Calder. Le ho dato un piccolo assaggio appena arrivato questa mattina, nel parcheggio della scuola” rispose il castano, sorridendo beffardamente al riccio che rimase letteralmente spaesato da quella dichiarazione.

“E io dove diavolo ero?!” domandò, permettendosi di pensare che Calder non gli sarebbe per niente dispiaciuta. Louis si limitò a scrollare le spalle facendo un’espressione menefreghista

“E che ne so. Molto probabilmente nel cortile a fumare con Malik, Horan e Payne” rispose poi ragionandoci leggermente. Harry sospirò e tornò ad osservare le ragazze che gli passavano davanti che, non appena intercettavano lo sguardo del riccio, scoppiavano in una risatina isterica e scappavano con le loro amichette tenute saldamente sotto braccio.

“Comunque, cacchio amico, la Calder era uno dei miei bersagli” ammise d’un tratto il moro puntando i suoi occhi verdi su quelli azzurro celestiale dell’amico che sprizzavano allegria e gioia.

“Che vuoi che ti dica Harold. Io ho il dono” rispose Louis ridendo sonoramente, provocando così anche una risata sonora anche da parte di Harry.

“Tomlinson, la droga ti provoca parecchi problemi” annunciò nuovamente Harry abbassando la testa per scompigliarsi sempre di più i ricci, costantemente spettinati ma perfettamente pettinati.

“No Styles, seriamente. Ammettiamolo, le conquisto tutte prima di te. Io so corteggiarle e sedurle, tu invece passi direttamente alla scopata. Ed è per questo che io posso vantare di aver avuto almeno qualche relazione”

“Che poi sono finite tutte a puttane, se non erro” rispose Harry sorridendo sornione a Louis, che dopo aver attutito il leggero colpo, sorrise allegramente al suo migliore amico.

“Scommetto che però, tu non riusciresti mai a corteggiare e sedurre una ragazza” e questa volta era il turno di Louis, per sorridere in modo sornione.

Louis Tomlinson conosceva perfettamente il suo migliore amico, e sapeva che Harry era quel tipo di ragazzo che pur di dimostrare che aveva ragione, avrebbe fatto di tutto. Questo stava a significare, che se Harry avesse accettato la scommessa che Louis gli aveva appena lanciato, quell’anno scolastico sarebbe stato uno dei migliori che Louis avesse mai passato in quella scuola.

“E io invece scommetto che potrei essere un ottimo corteggiatore e seduttore” rispose Harry leggermente offeso dalla confessione dell’amico. Harry effettivamente non era mai stato quel tipo che amava corteggiare e sedurre le ragazze, non era mai stato quel tipo che amava impegnarsi in qualche cosa; molto probabilmente perché l’unica volta che si era azzardato a fare il passo più lungo della gamba, aveva rischiato di cadere nel fosso e farsi davvero molto male. Harry Styles si era innamorato davvero solo una volta, e quell’unica volta gli era bastata per fargli capire che l’amore, non era proprio cosa adatta a lui.

“Saresti veramente disposto a scommettere, avec moi?” domandò Louis, sbattendo velocemente le palpebre e ingrandendo gli occhi proprio come avrebbe fatto un cerbiatto; Harry roteò gli occhi lasciandosi scappare una veloce risata

“Sai perfettamente che adoro smerdarti” rispose il riccio pregustando già la dolce vittoria da lui tanto adorata.

“Bene. Allora adesso scelgo una ragazza che dovrai corteggiare, sedurre e conquistare. Che ne dici?” domandò Louis con tono di sfida, iniziando a scrutare attentamente ogni singolo angolo del corridoio della scuola, Harry annuì e si mise in attesa che l’amico prendesse parola, indicandogli la fortunata che avrebbe avuto l’onore di essere corteggiata e conquistata da Harold Edward Styles.

Louis, nel frattempo, faceva spostare velocemente lo sguardo, alla ricerca di una ragazza perfetta per il suo migliore amico, quando la vide.

Era una ragazza non troppo alta e minuta, i lunghi capelli neri le ricadevano ondulati fino al seno e alla schiena. Gli occhi erano di un azzurro tendente al verde ed erano truccati perfettamente di nero. Indossava un paio di jeans neri stretti in fondo con una maglietta rossa con le maniche a tre quarti che le fasciava perfettamente il corpo minuto; ai piedi delle converse bianche.

All’apparenza poteva sembrare una ragazza normale, tremendamente comune e banale, ma Louis sapeva perfettamente chi era.

Giuliett Jenson frequentava anche lei l’ultimo anno di liceo e Louis sapeva benissimo che per la prima volta, Harry Styles avrebbe avuto pane per i suoi denti.


 

Destiny's Corner.
Bene, eccomi qui con l'ennesima cavolata che la mia mente ritardata ha deciso di sfornare :3
Beh, che dire? Devo ammettere che questa FF non mi dispiace affatto perchè con l'avanzare dei capitoli, spero possa appasionarvi come ha appassionato me e Sara *-* (la ragazza che mi sta aiutando in questa FF, nonchè mia migliore amica <3)
Ok, in questa FF il protagonista è quella testa riccia di Harry Styles e... beh, non voglio accennarvi più di tanto ;D (Si ok, sono crudele mhuahahah).
In questo primo capitolo, la scommessa viene lanciata e già dal secondo la storia prende "vita" (?)
However,
spero davvero che anche questa mia ennesima storia vi piaccia e se avete voglia di recensire, sappiate che non mi offendo, prometto u.u
Beh, direi che ora posso anche andarmene lasciandovi con una Gif di Larry *-*
Un bacione, Destiny


 

 

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Capitolo 2
*** Chapter 2. ***


Chapter 2.

“Sai, penso che lei sia perfetta” esordì Louis indicandola in mezzo alla folla. Harry fu costretto a staccarsi dalla parete per avere una visuale migliore della ragazza appena indicata dal migliore amico e, se proprio vogliamo essere sinceri, quel ragazzo riccio rimase leggermente stupito dalla bellezza e dalla semplicità di quella ragazza.

“Sai, penso anche io che sia perfetta” rispose portandosi nuovamente le braccia al petto, sorridendo beffardo senza distogliere i suoi occhi verdi dal viso della ragazza che lentamente si stava avvicinando sempre di più a loro.

“Quindi? Spara i termini Tomlinson”

“Beh, non mi sembra tanto complicato. Devi corteggiare e riuscire a conquistare quella ragazza. E se non ce la fai… - Louis si grattò lentamente il mento con l’indice e il pollice, procurandosi un leggero solletico alle dita per via della barba- sarai il mio schiavo per un mese. Ci stai?” concluse poi dopo un’attenta e accurata riflessione. Harry annuì deciso

“Certo che ci sto. E se invece riesco nell’intento, il che è l’opzione più favorevole, sarai TU ad essere il mio schiavo per un mese” disse il riccio sempre più deciso e entusiasta di quella decisione. Louis sorrise e strinse la mano che l’amico gli stava porgendo

“Hai tempo fino all’ultimo di Dicembre Harold. Se non ce la fai…”

“Smettila di dirlo Lou, io ce la farò. Ora, se non ti dispiace, vado a far scattare la trappola” disse Harry sorridendo beffardo e iniziando a camminare diretto verso la sua nuova preda. Louis scosse lentamente la testa

“Io non ne sarei poi così tanto sicuro” sussurrò Louis trattenendo un sorrisino.

Harry si avvicinò con passo deciso verso quella ragazza troppo impegnata ad ascoltare la musica per accorgersi che Harry Styles nella sua mente stava già programmando tutto un piano contorto. Lentamente i due ragazzi si stavano avvicinando e quando furono abbastanza vicini, Harry partì all’attacco dandole una leggera spallata, ma perfetta per fare cadere i libri che la ragazza teneva ben saldi contro il petto.

“Oh scusa, io… non ti ho vista” disse immediatamente Harry chinandosi per raccogliere i libri della ragazza, che nel frattempo si era tolta le cuffie dalle orecchie e fissava Harry con sguardo leggermente colpito.

“Non… tranquillo non… insomma non c’è problema” rispose lei cercando di trattenersi dallo svenire. Giuliett non poteva quasi credere che Harold Edward Styles le avesse chiesto scusa e le avesse raccolto i libri.

“No davvero sono mortificato. Io sono Harry Styles, tu sei…?” chiese Harry porgendole affettuosamente una mano, mettendosi i libri della ragazza sottobraccio. Giuliett sorrise leggermente

“So perfettamente chi sei” rispose scostandosi una ciocca di capelli da davanti agli occhi. Harry rimase quasi spiazzato da quella risposta. Iniziò a chiedersi come fosse possibile che quella ragazza potesse conoscerlo, visto che lui non aveva la più pallida idea di chi fosse lei, e che fino a qualche secondo fa pensava fosse una nuova studentessa della Braighton High School.

“Ma comunque, sono Giuliett Jenson” proseguì stringendo saldamente la mano del riccio davanti a lei. A quel lieve contatto, Harry sussultò leggermente. Ma no, Harry sapeva che non era nulla di importante, quella ragazza sarebbe stata solo oggetto di una scommessa con Louis.

* Resta concentrato Harry. Pensa a Louis che ogni sabato mattina taglierà il prato al posto tuo * il riccio sorrise lievemente a quel pensiero.

“Beh, Giuliett, posso avere l’onore di accompagnarti in classe? Da quel che deduco, anche tu hai inglese, proprio come il sottoscritto” disse Harry senza staccare gli occhi da quelli verde/azzurro di Giuliett che, sorpresa, corrugò la fronte e si morse nervosamente il labbro inferiore.

“Mi dispiace ma, prima della lezione ho un impegno. Ma grazie per l’offerta” disse la mora allungando un braccio cercando di prendere i suoi libri da sotto il braccio di Harry ma, il riccio, è leggermente più atletico. Si scostò velocemente impedendole così di riuscire nel suo intento.

“Allora permettimi di accompagnarti a quell’impegno” propose nuovamente il riccio, sorridendo beffardo.

Giuliett non sapeva veramente cosa pensare. Per cinque anni Harry Styles non era neanche a conoscenza della sua esistenza, e quel 12 settembre 2012 alle 7.40 aveva deciso di diventare così attento e premuroso nei suoi confronti. Ma era pronta per dare una seconda occasione a Harold Styles? Quella domanda l’avrebbe tormentata per troppo tempo.

“Ehi piccola, ti stavo aspettando da più di 10 minuti nel cortile della scuola. Va tutto bene?” domandò un ragazzo cingendo dolcemente la vita di Giuliett. Era molto più alto di lei, per lo meno lui e Harry potevano vantare di essere alti allo stesso modo, il ragazzo aveva dei capelli neri né troppo lunghi né troppo corti molto spettinati, gli occhi erano di un azzurro magnetico.

Harry rimase leggermente sconvolto sia dalle parole pronunciate da quel ragazzo, sia dal gesto fatto. Subito i due ragazzi si scambiarono uno sguardo non particolarmente gradevole

“Oh no Trevor, va tutto bene. Ho solo avuto un problema con i libri” disse nervosamente Giuliett, cercando di rompere quel “silenzio” che si era venuto a formare tra quelle tre persone. “Comunque lui è Harry…” riprese Giuliett sentendo l’ansia che lentamente cresceva dentro di lei. Non aveva mai raccontato a Trevor di quanto Harry fosse stato importante per lei, e di come lui l’aveva trattata e fatta sentire, eppure in quel momento sentiva come se il suo ragazzo fosse a conoscenza di tutto.

“So perfettamente chi è. Harry Styles” disse Trevor lanciando un’occhiataccia al riccio, che senza timore contraccambiò

“Trevor Phelps” rispose con tono secco Harry, scoccando una veloce occhiata a Giuliett e sorridendole dolcemente. Lei si morse nervosamente il labbro inferiore e abbassò immediatamente lo sguardo, trovando particolarmente interessanti le sue converse bianche, che ormai tanto bianche non erano.

“Bene. Giul piccola, andiamo?” domandò Trevor scrollandola leggermente e riportandola alla realtà. Lei annuì distrattamente sorridendo nervosamente prima a Trevor e poi ad Harry che, con modo molto cortese le porse i libri.

“Allora ci vediamo ad inglese. È stato un piacere, Giuliett” disse con la sua voce roca, le lanciò una veloce e dolce occhiata soddisfatto per lo meno del piccolo risultato che aveva ottenuto. Era riuscito perfettamente a captare quei piccoli segnali che gli avevano fatto capire di non essere del tutto indifferente a Giuliett e, onestamente per il riccio, Trevor era un problema superficiale.

 

“Ehi Lou, come mai tutto solo?” domandò Liam apparendo dal nulla, con in mano un cornetto al cioccolato, ammirato con amore e desidero da Niall comparso insieme a Payne.

“Che me ne dai un pezzo?” chiese Niall per l’ennesima volta, trattenendo l’impulso di addentare quel pezzo di brioches ripiena di cioccolato caldo; Zayn rise di gusto

“Niall ne hai appena divorati 6! E sono appena le 7.55 del mattino!” disse il pakistano fingendo di asciugarsi una lacrima per il troppo ridere. Louis gli fece segno di stare in silenzio e i tre nuovi arrivati lo fissarono leggermente offesi

“Sto cercando di capire cosa sta facendo Harry” si giustificò notando gli sguardi dei suoi amici che annuirono e iniziarono ad osservare a loro volta l’amico riccio. Nessuno dei tre aveva la più pallida idea di cosa stesse facendo, ma per lo meno avevano trovato qualche cosa da fare prima di dover rintanarsi in una delle mille classi per seguire una delle mille noiosissime lezioni. Niall, approfittò di quel momento in cui Liam era completamente distratto e gli rubò un morso di cornetto. In breve tempo, gliel’aveva finito.


 

Destiny's Corner
bene :D Visto che questa mattina ho avuto la fortuna di non andare a scuola (feel like a boss u.u)
ho deciso di postare il secondo capitolo di questa FF :3 Spero davvero vi piaccia *-*
Beh, che dire? Harry non l'avrà proprio facile con Giuliett perchè
1° è fidanzata, la signorina
2°... c'è qualche cosa di passato che le impedisce di lasciarsi andare con Harry, e tutto si scoprirà con l'avanzare dei capitoli :3
Mhuahahah si, io e Sara siamo crudeli D:
However,
ringrazio già le prime 2 recensioni del primo capitolo ^-^
e vorrei ringraziare anche gli eventuali ricordate/seguite/preferite *-*
Beh, vorrei aggiungere che Giuliett Jenson ha il volto di Lucy Hale:


Mentre Trevor ha il volto di Logan Lerman:


Beh, vi lascio con un mega bacio! Destiny

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Capitolo 3
*** Chapter 3. ***


Chapter 3.

“No aspettate un secondo -esordì Liam fermandosi di colpo e mettendo le mani in segno di resa- tu e questo coglione di Tomlinson avete scommesso su una cosa del genere?!” domandò leggermente sbalordito e confuso. Liam era quel tipo di ragazzo che detestava prendere in giro le ragazze, anzi, era quel tipo di ragazzo che le considerava la cosa migliore che potesse mai esistere e che amava trattarle come delle vere e proprie principesse.

Zayn sbuffò sonoramente “Andiamo Payne. Solo perché sembri uno di quei ragazzi usciti da un romanzo di quella scrittrice inglese… ah si Jane Austen, questo non significa che la cosa sia così grave. Io la considero una buona idea” ammise Zayn battendo il cinque sia a Louis che Harry, entrambi sorrisero soddisfatti.

“Per l’appunto, sei un coglione anche tu, Malik” rispose di rimando Liam, portandosi le braccia al petto e fissando i suoi tre amici con sguardo accusatorio.

“Effettivamente ragazzi, Liam ha ragione” ammise Niall scrollando le spalle, pensandola allo stesso modo di Payne.

“Ed ecco l’altro protagonista di un romanzo della Austen, prendere la parola” scherzò Louis, aggrappandosi alla battuta precedente di Zayn. Tutti e 5 scoppiarono a ridere per la battuta mentre si dirigevano verso la mensa per la pausa pranzo.

“Comunque, parlando di cose serie. Da quanto tempo è in questa scuola?” domandò Harry ancora tormentato dal fatto che lei potesse conoscerlo, mentre lui fino a quella mattina non aveva la più pallida idea di chi fosse quella ragazza. Tutti e 4 i ragazzi del gruppo lo fissarono sbalorditi e lui iniziò a sentirsi leggermente uno stupido per aver posto quella domanda

“Mi stai prendendo per il culo, vero Harold?” domandò per primo Liam, spalancando leggermente la bocca. Harry, timidamente, scosse la testa provocando ancora più stupore nei suoi amici.

“Harry, Giuliett è in questa scuola da 5 anni” rispose poi Niall, trattenendo una risata smerdante per il suo amico. Harry restò leggermente stupefatto da quella risposta “Seriamente?!” chiese fermandosi di colpo. Conosceva ogni singola ragazza di quella scuola, possibile che però di lei non avesse neanche un vago ricordo?

“Molto probabilmente perché fino a qualche anno fa faceva di tutto pur di non farsi vedere da noi” rispose nuovamente Niall, ricordando che quando l’aveva incontrata davanti al suo armadietto, un paio di anni precedenti, lei si era quasi rotta il naso per nascondersi.

“Ah” rispose Harry, leggermente stupito e iniziò a chiedersi il motivo di tale timidezza.

“Ma scusate, la Jenson, non è fidanzata?” chiese di punto in bianco Zayn infilandosi tra Liam e Louis, che stavano intrattenendo una breve lite su come fosse giusto trattare una ragazza. Harry annuì ricordando la breve fitta d’odio che aveva provato quella mattina vedendo Trevor Phelps, capitano della squadra di Hockey della scuola, cingerle la vita.

“Ma Phelps non è un problema” rispose Harry sorridendo beffardamente e facendo il suo ingresso in sala mensa.

 

Giuliett si sedette al solito tavolo insieme ad Hanna, la sua migliore amica. Nonostante le ore precedenti, non aveva ancora avuto il coraggio di raccontarle quello che l’era successo quella mattina prima che le lezioni iniziassero. Non era riuscita ancora a togliersi dalla mente quel breve episodio con Harry Styles. Il pensiero che proprio lui, le avesse finalmente rivolto la parola; il pensiero che proprio lui, le avesse stretto la mano nella sua; il pensiero che proprio lui, si fosse finalmente accorto di lei dopo 5 anni in quell’istituto.

“Giul? Mi stai per lo meno considerando superficialmente?” domandò Hanna sventolandole vivacemente una mano davanti agli occhi. Giuliett sussultò leggermente ritornando a concentrarsi sulle parole della sua migliore amica.

“Scusa, stavi dicendo?” domandò passandosi timidamente una mano tra i capelli; Hanna scosse lentamente la testa ormai rassegnata al fatto che la sua migliore amica passasse più tempo a sognare con gli occhi aperti che con i piedi per terra. Aveva notato che da quella mattina, non appena aveva messo piede nella classe d’inglese, era più strana del solito, eppure non le aveva ancora detto una parola nel caso fosse successo qualche cosa di grave.

“Avanti, sputa il rospo” disse fissando Giuliett con i suoi occhi accusatori color verde smeraldo, simili a quelli di Styles ma meno intensi e meno significativi per la mora.

“Vuoi veramente saperlo?” domandò Giulie leggermente titubante, non per il fatto di raccontarle l’accaduto, ma preoccupata delle varie reazione che potrebbe avere la sua migliore amica. Hanna annuì esasperata e Giuliett sospirò pronta per raccontarle tutto.

“Allora?” chiese la mora mordendosi nervosamente il labbro, in attesa che la bionda di fianco a lei potesse avere qualche reazione riguardante l’argomento appena concluso da Giuliett.

“Oh mio Dio! Giulie è una cosa splendida!” urlò Hanna attirando leggermente gli sguardi dei tavoli circostanti. Giulie tappò immediatamente la bocca ad Hanna e la fissò corrugando la fronte; sicuramente quella reazione non le era nemmeno passata per la mente. Credeva che la sua migliore amica avrebbe iniziato a sbraitare urlando che sarebbe corsa ad uccidere quel coglione di Harry Styles, proprio come aveva fatto un paio di anni precedenti quando tutto era successo.

“Ma mi stai prendendo per il culo? Tu odi Harry, l’hai sempre odiato anche quando…” ma non concluse la frase, dopo tutto il ricordo le faceva ancora male, nonostante la presenza di Trevor nella sua vita aveva leggermente attenuato il dolore. Hanna scosse la testa

“Hai ragione, lo odio, ma so cosa lui significhi per te, Giul” ammise la bionda stringendo forte una mano della ragazza di fronte a lei, che sgranò gli occhi nel sentir pronunciare quelle parole proprio da Hanna Walker.

“Ormai non significa più nulla, adesso c’è Trevor, Hanna” la canzonò, mordendosi nervosamente il labbro inferiore.

“Quindi tu, vorresti negare il fatto, che quando questa mattina ti sei resa conto che quel bradipo assopito, ha finalmente deciso di uscire dal letargo e accorgersi di te, tu sei rimasta impassibile?” domandò scettica Hanna portandosi le braccia al petto, e fissando con aria superiore Giuliett, che ormai si era resa conto del fatto che la bionda, aveva perfettamente ragione, per lei Harry significava ancora qualche cosa.

“No ok, non lo nego ma… Hanna, sono stata troppo male e, con Trevor sto bene. Fine della storia” concluse Giulie alzandosi dal tavolo e voltandosi di scatto, andando a sbattere contro qualcuno che “accidentalmente” stava passando lì vicino. I vassoi di entrambi caddero a terra.

“Oh mamma mia scusa!” urlò la mora passandosi nervosamente una mano tra i capelli; Harry alzò lo sguardo e sorrise dolcemente alla mora che, stava per avere un attacco di panico immediato.

“No scusami tu, sono io che mi sono avvicinato troppo a te” disse il riccio tornando in posizione eretta, con il suo vassoio in mano. Giuliett sorrise dolcemente e si chinò per raccogliere anche il suo di vassoio

“Spero ti non averti fatto male” proseguì Harry, notando che la ragazza non proferiva parola. Con irritazione notò le risatine bastarde da parte dei suoi 4 migliori amici e mentalmente si annotò di menarli non appena ne avrebbe avuto l’occasione.

“Tranquillo, mi hai appena sfiorata. Beh, ci vediamo” disse la mora tornando in posizione eretta e incamminandosi verso i bidoni della spazzatura così velocemente da non permettere ad Harry di proferir qualche cosa d’altro.



 

Destiny's Corner.
Va bene, va bene, va bene. Lo so, questo è già il secondo capitolo che pubblico oggi ma...
io e Sara ci sentiamo ispirate così scriviamo capitoli su capitoli e visto che siamo anche 2 brave ragazze, decidiamo di postarli subito *-*
(giusto per questo, potremmo ricevere qualche recensione? :3)
Beh, già da questo capitolo si capisce abbastanza quello che è successo in passato tra Harry e Giuliett ed entra in scena il personaggio di Hanna, la migliore amica di Giuliett.
However,
vorrei ringraziare tutti quelli che hanno recensito la storia (insomma, 5 recensioni e solo 2 capitoli :'D)
e poi vorrei ringraziare anche tutti quelli che hanno messo la storia tra le ricordate/seguite/preferite.
Beh, vi informo che Hanna è interpretata da Ashley Benson:


e poi volevo lasciarvi con una Gif delle due ragazze *-*

Un bacione, Destiny  

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Capitolo 4
*** Chapter 4. ***


Chapter 4.

 

Capitolo scritto da quella pazza di Sara, sotto la mia supervisione.
Che ogni volta ci tiene a ricordarmi di non essere Directioner,
ma che adora ogni singola storia che scrivo :')
Ti amo migliore amica.
p.s. non insultatela solo perchè non è una directioner.

Harry iniziò a correre verso il suo condominio che aveva affittato solo quell‘estate, coprendosi i capelli con la giacca che indossava. Non appena aveva messo piede fuori da scuola, il clima aveva pensato bene di mutare e diventare da sereno a orribile, con le nuvole grigie e le gocce d’acqua che scendevano velocemente dal cielo, bagnandolo tutto.

Si sentiva un completo idiota per non essere andato a scuola in macchina, e si sentiva ancora più idiota per non aver accettato il passaggio di Louis.

“Complimenti Styles, potrebbero farti un monumento per la tua furbizia” borbottò rifugiandosi sotto il tettuccio di una fermata d’autobus.

“Concordo” sussurrò a sua volta una voce proveniente dalla destra del ragazzo che immediatamente si voltò curioso di scoprire chi fosse. Sorrise come un cretino quando si rese conto che di fianco a lui, completamente bagnata, c’era Giuliett Jenson. Immediatamente, nel cervello del ragazzo, iniziarono a formularsi mille tecniche d’approccio che il riccio riteneva singolarmente perfette.

“Beh, potresti farmelo tu, quel monumento” disse sorridendo beffardamente, avvicinandosi alla mora che iniziò a mordersi velocemente il labbro inferiore

“Desolata ma, sicuramente non sarei in grado di cogliere a pieno la tua ipotetica furbizia” rispose scrollando leggermente le spalle. Harry aprì leggermente la bocca e sorrise, leggermente spiazzato da quella risposta.

“Secondo me, saresti in grado di fare qualsiasi cosa. E poi… potrei anche aiutarti” propose, chinandosi leggermente in avanti, per far si che i loro volti fossero perfettamente alla stessa altezza. Giuliett per qualche secondo trattenne il respiro e cercò di nascondere il più possibile l’agitazione che le si era formata alla bocca dello stomaco. Quegli occhi verde smeraldo di Harry Styles erano perfettamente incastrati nei suoi e, quasi non ci poteva credere.

“Preferisco lavorare da sola” disse indietreggiando di un passo, facendo attenzione a non cadere o picchiare le gambe contro la panchina posta a qualche passo di distanza da lei.

“Ma in compagnia, è più divertente” rispose Harry avanzando nuovamente di un passo, rischiando quasi di andare a sbattere la fronte contro quella della ragazza. Harry, in quel momento, si stava divertendo più di quanto potesse immaginarsi; trovava divertente il modo di fare di Giuliett, e trovava interessante il fatto che per la prima volta stava lottando per ottenere qualche cosa, ovvero aver Louis come schiavo per un mese.

“Deduco quindi, che abbiamo ideali completamente diversi. È stato un piacere conversare con te, Harry. Ci vediamo domani mattina a scuola” disse Giuliett ringraziando il fatto che la pioggia fosse cessata. Sorrise educatamente ad Harry e scivolò lentamente fuori dal tetto della fermata e cominciò a camminare velocemente verso casa.

“Sai, mi piacerebbe discutere dei nostri ideali, magari davanti ad una tazza di caffè, che ne dici?” domandò Harry raggiungendola velocemente. Giuliett sussultò leggermente quando si ritrovò d’improvviso di fianco il corpo di Harry Styles.

“Mi spiace ma non ho tempo, devo correre a casa per studiare” rispose lei continuando a camminare. Harry, che in vita sua non aveva mai accettato un rifiuto, bloccò Giuliett per un polso e la costrinse a girarsi verso di lui, cogliendo l’occasione per farla avvicinare a lui.

“Andiamo, puoi pur sempre studiare dopo. Prometto che ti tratterrò solo un’ora” disse puntando i suoi occhi color verde smeraldo, in quelli verde/azzurri di Giuliett, provocando così una forte scarica d’adrenalina nel corpo della povera ragazza.

“Non bevo caffè” rispose onestamente, sperando così di scrollarsi di dosso quel ragazzo.

“Non c’è problema, berremmo del tè” propose nuovamente Harry cingendole le spalle con un braccio, iniziando a camminare verso un bar con Giuliett che rimase letteralmente senza parole da quel gesto.

“Ma…”

“No Giul, non voglio ma. Andiamo, solo per un’ora” concluse Harry sorridendole dolcemente, stringendola sempre di più notando che le braccia della ragazza erano leggermente fredde a causa del’aria fresca che aleggiava.

 

“Allora, cosa desideri?” domandò Harry, scostando la sedia per far si che Giuliett potesse sedersi, continuando a sorridere alla mora che si sentiva completamente spaesata. Dopo cinque anni, finalmente era in un bar insieme ad Harry Styles ma lei oltre a sentirsi leggermente felice, si sentiva anche tremendamente in colpa e tremendamente incazzata.

Insomma, era stata follemente innamorata di Harold Edward Styles per 3 anni, si era anche confessata e lui l’aveva completamente snobbata. Per un anno si era sentita completamente isolata e distrutta, quando poi era finalmente riuscita a trovare la felicità con Trevor; e ora, Harry Styles, si era veramente accorto di lei? Ci stava veramente provando con lei? Era veramente in un bar insieme a lei? Giuliett quasi non ci poteva credere. Non sapeva cosa pensare e non sapeva come sentirsi. In fin dei conti, quella ragazza non poteva negare il fatto che Harry continuasse a piacergli, non poteva opprimere quel sentimento da lei considerato amore nei confronti di Styles. Ma no, non poteva prendere in giro Trevor e non poteva darla così vinta ad Harry. Si alzò di scatto dalla sedia fissando Harry

“Mi spiace ma non posso davvero. Ci vediamo domani Harry, e grazie” disse uscendo di corsa dal bar e iniziando nuovamente a correre verso casa sua. Harry rimase letteralmente spiazzato da quel gesto, e decise di non correrle dietro, nonostante ogni muscolo corporeo gli stesse chiedendo di farlo. Ma no, certamente non poteva costringerla; sicuramente avrebbe trovato un altro modo.


 

Destiny's Corner.
Ok, allora, comincio col dire che dovreste proprio fare un monumento sia a me che a Sara,
insomma il terzo capitolo postato solo in un giorno *-*
Ahahahah ma come possiamo essere adorabili? :3
Beh, come potete aver letto, questo capitolo è stato scritto da Sara (che ovviamente ringrazia davvero tanto per i complimenti ricevuti nelle recensioni :'D <3) e sotto il mio sguardo fugace u.u
E ripeto di NON GIUDICARLA O INSULTARLA SOLO PERCHè NON è UNA DIRECTIONER.
However,
vorremmo ringraziare entrambe tutte le persone che hanno recensito i primi tre capitoli
e speriamo vivamente che anche questo capitolo vi piaccia
e ci teniamo a ringraziare anche tutti quelli che hanno messo la storia tra le ricordate/seguite/preferite.
Vi lasciamo con una Gif  Harry/Giuliett che non è nostra ma l'abbiamo trovata su Internet.
Complimenti a chi l'ha fatta ^^
Un bacione, Destiny e Sara.

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Capitolo 5
*** Chapter 5. ***


Chapter 5.

“Amico, come procede?” domandò Louis spuntando improvvisamente al fianco destro di Harry, che passeggiava distrattamente per il corridoio completamente vuoto della scuola. Il riccio alzò lo sguardo sull’amico e sorrise allegramente

“Procede alla grande, fratello” rispose gonfiando vanitosamente il petto. Louis sorrise a sua volta dando una veloce spallata a Harry che rispose di rimando; in breve tempo quei due ragazzi avevano iniziato a prendersi a spallate nel corridoio della scuola. Erano le 10 del mattino e teoricamente avrebbero dovuto essere in classe ad ascoltare la lezione di Fisica ma, nessuno dei due era particolarmente dotato per quella materia.

“Ne dubito ma… adesso meglio non parlarne” disse Louis aprendo con forza la porta dell’uscita di sicurezza che portava sul cortile della scuola, dove ad aspettarli c’erano già Liam e Niall, all’appello mancava solo Zayn che sicuramente era ancora chiuso nella sua adorata aula d’arte.

“Che ne dite se questo sabato si organizza una festa a casa mia?” domandò Niall porgendo una sigaretta a Harry, che annuì favorevole a quell’idea e accese la sua sigaretta, per poi porgere l’accendino a Louis.

“Direi che ci sta davvero. Ho bisogno di divertirmi un po’” ammise Liam sedendosi sul muretto di fianco a lui. Il resto dei ragazzi si posizionarono sotto di lui, poggiando la schiena a quella parete.

“Payne, che succede?” domandarono in coro i ragazzi, sorpresi dall’affermazione dell’amico che si limitò a sospirare scrollando le spalle.

“Con Danielle è finita. Proprio ieri” rispose Payne tenendo lo sguardo fisso sulle sue converse rosse, ripensando alla litigata con Danielle.

“E perché?!” domandò Niall preoccupato, sapeva perfettamente quanto Liam tenesse alla sua ex ragazza. Payne scrollò le spalle

“Diciamo che non apprezzava la compagnia che frequento - lanciò un’occhiata veloce a Louis e Harry che sorrisero sornioni mentre dentro si sentivano leggermente in colpa- ma io vi voglio bene ragazzi, quindi se lei non accetta le mie decisioni, tanto vale stare insieme” rispose Liam cercando di sorridere a pieno davanti ai suoi amici. Tomlinson e Styles sorrisero al loro amico

“Tranquillo Payne, ci penseremo noi ad aiutarti” dissero all’unisono, provocando una forte risata da parte di Niall che in breve tempo contagiò anche il resto del gruppo. Quando Malik riuscì finalmente a raggiungere i suoi quattro amici, trovò Liam disteso sul muretto intento a ridere come un demente mentre Niall, Louis e Harry erano coricati sul prato che formava il cortile della scuola, intenti a scalciare e piangere dalle risate.

“Frequento un branco di idioti” disse scuotendo la testa e chiudendo immediatamente la porta, ritornando nella sua amata aula d’arte.

 

Giuliett camminava velocemente per il corridoio ancora adirata per la richiesta della professoressa di Fisica. Perché tra tutte le persone presenti nella classe, proprio lei doveva chiamare per andare a recuperare Styles e Tomlinson che si erano cacciati chissà dove? Naturalmente non potevano essere in bagno, come avevano detto alla professoressa; non potevano neanche essere sul tetto della scuola, perché l’avevano chiuso; restava solo il cortile della scuola.

“Ehi Jenson, che ci fai qui?” domandò Zayn, docchiando quella che dovrebbe essere la futura breve ragazza di Harry. Giuliett sussultò leggermente voltandosi verso Zayn, che le sorrise allegramente avvicinandosi a lei.

“La prof mi ha mandato a raccattare i tuoi due amichetti. Tomlinson e Styles” rispose portando le braccia al petto, non riuscendo ancora a capire il motivo per cui quella donna avesse chiamato proprio lei, che era perfettamente impegnata a ritrarre il paesaggio che si intravedeva dalla finestra, nonostante la materia in questione fosse Fisica.

“Sono nel cortile, intenti a ridere come dei coglioni” rispose Zayn indicando con un dito la porta color azzurro spento che portava al cortile. Giuliett gli sorrise riconoscente

“Beh, che siano coglioni, non è una novità” rispose tranquillamente, dimenticandosi per un secondo che stava veramente parlando con Zayn Malik e che avesse appena “insultato” due dei suoi migliori amici. Però, Malik, rise leggermente

“Concordo a pieno, Giuliett. Beh, ci vediamo” le sorrise facendole un veloce occhiolino, pronto per tornare nell’aula d’arte. Giuliett sorrise e aprì velocemente la porta e proprio come l’aveva avvisata Zayn, trovò Tomlinson, Payne, Horan e Styles in preda alle convulsioni per le risate. La mora si lasciò scappare un colpo di tosse abbastanza forte per richiamare l’attenzione dei quattro ragazzi che risposero immediatamente all’appello.

“Louis, Harry, la prof vi rivuole immediatamente in classe” disse lei evitando gli sguardi di quei quattro ragazzi, che la fissavano attentamente mentre le sue guancie prendevano lentamente colore, sentendosi molto osservata. Harry, specialmente, non riusciva a toglierle gli occhi di dosso.

“Beh, sbrigatevi” continuò Giuliett notando che nessuno osava dire qualche cosa. Si voltò velocemente e si richiuse la porta alle spalle. In breve tempo si trovò affiancata sia da Louis che da Harry che le circondò le spalle con un braccio e la strinse forte a sé. Giulie sospirò profondamente e si scansò velocemente da lui, reprimendo l’impulso di prenderlo a sberle.

Harry rise divertito da quel gesto e Louis lo seguì a ruota

“Vi ringrazio infinitamente per farmi sentire una persona ridicola” disse acida Giuliett provocando così un leggero senso di colpa in Harry.

“Scusa, non volevamo offenderti” rispose il riccio cercando di avvicinarsi nuovamente alla ragazza che però, si allontanò nuovamente.

Giuliett avrebbe fatto di tutto per non ricadere nella trappola di Harry, stava bene con Trevor e nonostante Hanna continuasse a dirle che secondo lei avrebbe dovuto stare con Harold invece che con Trevor, non si sarebbe innamorata nuovamente di Styles.


 

Destiny's Corner.
Eccomiii quiii, con un nuovo capitolooo :D
Ok, vi informo che Latino, all'ultima ora, mi ammazza completamente e fa nascere in me un certo senso di rincoglionimento D: (ma penso, e spero, sia normale u.u)
va bienn, che dire? Questo capitolo non ci è venuto particolarmente bene, e siamo d'accordo entrambe su questo ma... sapete, non è facile scrivere un capitolo mentre la prof di storia ti parla costantemente della Seconda Guerra Mondiale, distraendoti così dal tuo impegno. Quindi, incolpate la nostra prof di storia, se questo capitolo non piace neanche a voi u.u
However,
io vi ingrazio infinitamente per le bellissime recensioni che lasciare per questa storia, e Sara è davvero commossa per tutti i complimenti che riceve (ovviamente commuovete anche me :'D)
davvero vi ringraziamo infinitamente, anche perchè questa è la prima FF che scriviamo insieme e lei è anche molto timida, quindi non potete neanche immaginare che fatica ho fatto per convincerla. E leggere tutte le belle parole che ci dite nelle recensioni, ci riempie davvero il cuore di gioia *-*
Poi, un ringraziamento anche a tutti quelli che hanno messo la storia tra le ricordate/seguite/preferite :)
Beh, vi lascio con una Gif di Harold:

E con una di Giuliett:

Un bacione, Destiny e Sara.
p.s. Ok, ho una piccola proposta da farvi :3 Se siete curiose di vedere sia me che Sara, che ne direste se nel prossimo capitolo vi postassi anche una nostra foto? Se siete interessate, scrivetelo nelle recensioni ;)
 

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Capitolo 6
*** Chapter 6. ***


Chapter 6.

Il suono della campanella segnalò la fine della lezione di Algebra. Giuliett si sentiva soddisfatta per le risposte corrette che aveva fornito alla professoressa, al contrario di Harry che come suo solito aveva preferito fare scena muta procurandosi così una nota sul registro. La prima di tante.

Entrambi i ragazzi infilarono i libri nella borsa pronti per lasciare in fretta quell’istituto scolastico così da poter dar vita ai loro programmi pomeridiani: Giuliett sarebbe uscita con Hanna mentre Harry avrebbe pensato ad un modo per come conquistare quella ragazza che lo stava facendo letteralmente dannare nonostante fosse passato solo un giorno da quando aveva provato a conquistarla.

Harry non era proprio abituato a dover fare così tanti sforzi per ottenere una ragazza; solitamente gli bastava sorriderle dolcemente e sparare giusto due o tre frasi che leggeva nei bigliettini dei baci perugina e quella cadeva prontamente ai suoi piedi. Ma questa volta, era diverso. Giuliett per la prima volta stava facendo veramente lottare Harold Edward Styles.

“Styles, Jenson. Fermatevi un secondo” disse Miss Parker facendo un leggero gesto della mano, facendo così capire ai due richiamati che dovevano avvicinarsi alla cattedra, dove lei stava comodamente seduta.

“Mi dica, Miss Parker” disse Giuliett cercando di nascondere il lieve nervosismo che aveva preso possesso di lei nel dover stare con Harry. Ma naturalmente, Harry al contrario si sentiva allegro.

“Sa, signorina Jenson, ho notato che nonostante sia il secondo giorno di scuola, ci ha già dato dentro con lo studio. Al contrario di Styles che, come al solito, ha deciso di bloccare i suoi neuroni a quest’estate” disse la professoressa sorridendo dolcemente a Giuliett e lanciando un’occhiataccia a Harry che sorrise beffardo

“Si sbaglia professoressa, non è che blocco i miei neuroni. È che, essendo io un bravo ragazzo, non voglio sprecare la carta prendendo dei libri” rispose Harry portandosi le braccia al petto. Giuliett si fece scappare un leggero sorriso superficiale mentre la prof si permise di roteare gli occhi.

“E scommetto che per far si che si rendano utili, li usa magari per evitare che la gamba del tavolo traballi, non è così?” domandò sarcastica Miss Parker trattenendo l’impulso di spedire direttamente Harry dal preside.

“Cavoli prof, devo ammettere che è molto perspicace” rispose nuovamente Harry sorridendo sornione, notando con piacere che anche Giuliett stava trattenendo una leggera risata. Anche se, non sapeva bene se lo stava facendo perché trovava divertente quello scambio di battute, oppure stava ridendo di lui; per lo meno la faceva ridere e quello era un punto favorevole per lui.

“Certo Styles. Comunque, vi ho trattenuti perché, Giuliett, vorrei aiutassi Harry a prepararsi per il compito in classe che abbiamo fissato per questo sabato” disse la prof sorridendo compassionevolmente a Giuliett, facendole capire che in fondo le dispiaceva per lei, che avrebbe dovuto sopportare Harry.

“No! Cioè, perché?! Insomma io non posso!” protestò la mora sgranando sempre di più gli occhi, mandando completamente a puttane i suoi tentativi nello stare il più lontano possibile da Harry, per evitare di innamorarsene nuovamente.

“Andiamo Jenson, non sono poi così male” disse Harry fingendosi offeso, mettendo pure un finto broncio per far affiorare un leggero senso di colpa in Giulie per quella sua reazione leggermente “esagerata”.

“So perfettamente che Styles ha la capacità mentale di un bradipo assopito - e Giuliett sorrise leggermente ricordando lo stesso paragone che aveva fatto Hanna il giorno precedente in sala pranzo- ma onestamente, signorina Jenson, non voglio bocciarlo e ritrovarmelo per un sesto anno in questa scuola” ammise la professoressa, lanciando un’occhiata supplichevole a Giulie.

“Ehi, mi scusi ma… ho anche io dei sentimenti!” protestò Harry sentendosi leggermente offeso da quella dichiarazione da parte della professoressa di algebra. Giuliett lo fulminò con lo sguardo ricordando come l’aveva trattata due anni precedenti, snobbandola completamente e facendole capire che lui non era proprio il tipo che si interessa dei sentimenti altrui.

“Ma davvero? Io non credo” si lasciò scappare la mora acida, mostrando così tutto il suo “odio” nei confronti del ragazzo di fianco a lei che la fissò leggermente stranito.

“Ok, ragazzi, tornando alla mia richiesta -esordì Miss Parker notando la nota acida da parte della sua studentessa- Giuliett, aiuterai Harry con Algebra?” chiese quasi pregando la ragazza di accettare.

Giuliett non poteva di certo rifiutare una proposta da parte di un docente scolastico, sicuramente non avrebbe dato una buona impressione e questo non poteva permetterselo; e poi, magari, con questo leggero aiuto dato ad Harry, la professoressa le avrebbe fornito crediti extra da presentare alla domanda d’ammissione all’università.

“Va bene, Miss Parker” rispose Giuliett sorridendo educatamente alla professoressa

“Grazie mille, Giuliett. Ora potete pure andare” li congedò la professoressa alzandosi dalla cattedra e uscendo dalla classe. I due ragazzi restarono per qualche secondo immobili e in silenzio, quando Giulie si decise a camminare diretta fuori dalla scuola; era già in ritardo sulla sua tabella di marcia mentale e se voleva riuscire ad essere puntuale per l’appuntamento con Hanna al centro commerciale, avrebbe dovuto fare i compiti giornalieri alla velocità della luce.

Harry la seguì fuori da scuola, assaporando finalmente i raggi del sole sul suo viso, e apprezzando a pieno la leggera brezza che gli scompigliava i capelli.

“Allora, oggi pomeriggio per che ora ci vediamo?” domandò Harry infilandosi le mani in tasca, camminando passo a passo con Giuliett

“Chi ti ha detto che dobbiamo vederci proprio oggi pomeriggio?” domandò Giuliett scoccandogli un’occhiataccia con gli occhi leggermente socchiusi a causa dei raggi solari, che le impedivano di avere una perfetta visuale su Harry.

“Beh, credevo fosse scontato” rispose onestamente il riccio scostandosi i ricci da davanti gli occhi con un movimento elegante della testa. Giulie rimase leggermente estasiata da quel gesto che l’aveva fatta uscire di testa sin dalla prima volta che aveva adocchiato Harry nei corridoio della scuola.

“Mi spiace, ma sono già impegnata” rispose poi Giulie, riprendendosi momentaneamente dallo stupore di quel gesto fatto precedentemente da Harry.

“Cos’è, devi uscire con Phelps?” domandò leggermente scorbutico Harry, cercando di sorriderle dolcemente

“Penso non siano affari tuoi” rispose di rimando Giuliett, sorridendogli acidamente. Harry rimase leggermente spaesato ed estasiato nel vedere quelle labbra piccole e carnose, dipinte di rosa, incurvarsi in quel sorriso, nonostante fosse un sorriso acido.

“Va bene, scusa, non voglio insistere” rispose mettendo le mani in segno di resa. Giulie sorrise nuovamente

“Vado al centro commerciale con Hanna, la mia migliore amica” ammise Giulie, apprezzando il fatto che Harry avesse lasciato perdere quasi subito.

*Perfetto Styles, un punto per te* pensò Harry congratulandosi con se stesso per quella saggia ed ottima decisione.

“Oh, cose da ragazze presumo. Beh, allora ci vediamo domani, Giuliett” e si chinò leggermente per posare lentamente le sue labbra sulle guancie della ragazza che, a quel contatto rabbrividì e le sue guancie iniziarono a prendere violentemente colore.

“Si ehm… domani allora vediamo a ci scuola -disse in preda all’ansia e all’agitazione- no scusa, allora ci vediamo domani a scuola. Si beh, ciao Harry” e così dicendo iniziò a correre verso la sua vespa e, dopo esserci salita sopra, partì in quarta verso casa. Harry sorrise sornione eccitato per il fatto che anche solo con un leggero bacio, l’aveva completamente mandata in paradiso. Attese che la vespa crema svoltò l’angolo fuori dalla scuola ed estrasse il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans e compose velocemente il numero di Liam.

Dopo quello che aveva scoperto quella mattina, sapeva che Liam era il ragazzo perfetto per quello che aveva in mente. Sapeva che uno dei suoi migliori amici aveva bisogno di distrarsi e visto che, in parte si sentiva in colpa per l’accaduto, avrebbe fatto di tutto per aiutarlo a tornare il Liam che conosceva da ormai 5 anni. Neanche un paio di squilli e la voce di Payne comparve dall’altro capo del telefono

“Pronto?” domandò serio

“Ehi Liam, sono Harry. Ascolta, hai impegni per oggi pomeriggio?” domandò Harry speranzoso del fatto che il suo amico potesse accettare la sua offerta.

“Sto facendo i compiti, scusa Harry”

“Andiamooo, ti pregooo, hai bisogno di uscire, divertirti, distrarti e… io voglio aiutarti Liam, davvero” ed era sincero, non voleva solo raccattare un amico per riuscire a vincere la scommessa con Louis, voleva seriamente aiutare Liam a distrarsi, scommessa o non scommessa. Harry, per gli amici, avrebbe fatto di tutto.

“E va bene, grazie Harry” disse Liam con un sospiro

“Perfetto. Passo a prenderti io per le cinque. A dopo amico e… fatti bello!” riattaccò il telefono e sorrise soddisfatto.

 

Destiny's Corner.
Buoooon pomeriggiooooo :D Come va?
Bene, che posso dire? Posso dire che io e Sara ci siamo sguarate un casino scrivendo questo capitolo, troviamo molto esilarante la scena tra Harold, Giuliett e la prof di Algebra :')
Anche perchè la si può definire "tratta da una storia vera" u.u
Ok, proseguiamo; vi posso informare che il prossimo capitolo è già in fase di scrittura e... ci sarà una breve e piccola sorpresina per Liam James Payne *-*
Ma non vi dico cos'è :P (ora mi odiate, me ne rendo conto ç___ç ma andiamo, un pò di suspance ci sta ;D)
However,
vorrei ringraziare di cuore le splendide recensioni che lasciate in questa FF,
insomma ci riempite un casino di complimenti e... WOW! Ogni volta che leggiamo una vostra recensione, il cuore ci fa le capriole (parlo anche a nome di Sara perchè le legge anche lei)
perciò grazie davvero, e speriamo di vero cuore che la storia continui a piacervi :'3
poi ovviamente, un ringraziamento anche a tutti quelli che hanno messo la storia tra
le ricordate/seguite/preferite :)
Bene, non so se vi ricordate il p.s. che vi ho postato nel mio angolino del capitolo precedente.
Beh qui c'è il sito nel quale potete vedere la foto mia e di Sara.
Devo ammettere che è abbastanza recente anche perchè l'abbiamo fatta quest'anno, e devo dire che è un pò una delle mie preferite perchè siamo struccate, completamente esauste a causa della piscina e con i capelli alla cazzo ma... mi piace appunto per questi motivi, perchè siamo NOI senza trucco nè parrucco (e poi è una delle poche foto che abbiamo in cui non facciamo le mongole D:) ahahah vi lascio il sito:
http://tinypic.com/view.php?pic=2433vhf&s=6
Io sono la ragazza con il costume nero, mentre Sara è quella con il costume rosa :D
Bene, ora posso lasciarvi con una Gif di Harold:

E una di Giulie:

Un bacione, Destiny e Sara  

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Capitolo 7
*** Chapter 7. ***


Chapter 7.

“E quindi, dovrai fare da tutor ad Harry?” domandò Hanna come conferma a Giulie, non nascondendo un sorriso malizioso mentre si portava il bicchierone di Starbucks pieno di caffè aromatizzato al caramello. Giuliett annuì scocciatamente portandosi alla bocca la cannuccia e bevendo un sorso di frappuccino al cocco e cioccolato.

Hanna non poteva non nascondere l’emozione di quella notizia, sapeva perfettamente che la sua migliore amica era ancora innamorata di Harry e sapeva che Trevor era solo una copertura per nascondere ancora la sua cotta per Styles. Sapeva anche che alla fine quella ragazza avrebbe ceduto e si sarebbe innamorata nuovamente di quel ragazzo. Conosceva ormai Giuliett da ben 18 anni, erano praticamente cresciute insieme e ormai aveva imparato a riconoscere ogni singolo movimento corporeo di quella ragazza; quindi, per lei, era una cosa scontata sapere che Giuliett era ancora innamorata di Harry.

“Sì, ma sarà solo una cosa didattica. Non succederà nulla, anche perché inviterò anche Trevor ogni volta che dovrà venire anche Harry” ammise la mora sorridendo allegramente alla bionda di fianco a lei; per poco ad Hanna non andò di traverso il caffè

“Ma stai scherzando, spero?!” urlò attirando l’attenzione di gran parte dei presenti nel centro commerciale; Giulie si sentì avvampare a causa di tutte quelle occhiate e tirò una gomitata ad Hanna

“No, non sto scherzando. Non voglio cascarci un’altra volta Hanna. Direi di esserci stata male abbastanza, non credi?” domandò con una nota d’amarezza nella voce, Giuliett.

Hanna annuì comprensivamente, ricordando quante volte era rimasta chiusa in camera sua insieme a Giuliett che piangeva perché Harry non la considerava e quando per di più l’aveva direttamente rifiutata, quello era stato un duro colpo da smaltire per la mora. Ma questa volta Hanna si sentiva positiva, e poi sapeva che Giuliett sarebbe stata veramente felice solo con Harry, e non con Trevor (che per di più, non le andava particolarmente a genio).

“Ok ma… se devo essere sincera, non la considero una buona idea” ammise Hanna, iniziando così la sua complicata tecnica per far cambiare idea alla sua migliore amica.

“E ti pareva” disse Giuliett sorridendole e roteando gli occhi. Hanna sorrise divertita

“Andiamo Giuliett, tu come ti sentiresti se accadesse lo stesso a te?” domandò la bionda, arricciando leggermente le labbra mentre mentalmente sentiva il rumore della trappola che scatta

“Hai ragione… che novità? Va bene, non inviterò Trevor” disse ormai Giuliett rassegnata al fatto che la sua migliore amica avesse ragione.

“Perfetto, hai preso la decisione esatta. Adesso, che ne dici di andare a rifarci un po’ gli occhi da Abercrombie?” domandò Hanna battendo le mani entusiasta, Giuliett non se lo fece ripetere due volte e, dopo aver preso sotto braccio la sua migliore amica, iniziò a correre insieme a lei verso quel paradiso terrestre.

 

Harry e Liam passeggiavano tranquillamente in quel contorto labirinto chiamato Centro Commerciale. Stavano tranquillamente bevendo uno dei deliziosi frappuccini di Starbucks quando entrambi decisero di permettersi qualche acquisto da Abercrombie.

“Che ne dici, una nuova felpa potrebbe farti tornare il sorriso?” domandò Harry dando una leggera spallata all’amico che sorrise divertito

“Non sono mica una ragazza, Harry. Non ho bisogno dello shopping per dimenticare qualcuno” rispose Liam dando a sua volta una spallata ad Harry.

“Te la regalo io” disse il riccio sorridendogli dolcemente, Liam a quelle parole scattò sull’attenti

“Se proprio insisti” disse prendendo per un braccio l’amico e trascinandolo dentro Abercrombie. Fin’ora non aveva ancora visto Giuliett, ma la cosa la riteneva abbastanza secondaria, in principio voleva solo far divertire Liam.

“Allora, amico, datti alla pazza gioia, ma ricorda che il mio budget non è molto dotato” disse Harry aprendo le braccia davanti a tutte quelle felpe, maglie e jeans. Nonostante fosse un ragazzo, amava particolarmente vestirsi in ben modo, un po’ come il resto del gruppo e nonostante tutti e 5 avessero stili diversi, si vestivano in modo molto elegante e alla moda.

Liam non se lo fece ripetere due volte e iniziò a camminare per i vari reparti maschili di quel negozio, seguito da Harry con qualche passo di distanza.

Harry iniziò a spostare velocemente lo sguardo a destra e sinistra alla ricerca di qualche felpa carina da comparsi, quando riconobbe un viso e un corpo notevolmente familiare.

“Ehi amico, tu continua qui se vuoi, io vado a dare un’occhiata ai jeans” disse il riccio posando velocemente la felpa che aveva in mano e iniziando a correre verso quella ragazza ormai riconosciuta. Sentì giusto la risposta di Liam e con fare teatrale si posizionò a qualche passo di distanza da Giuliett, intenta ad osservare attentamente un paio di jeans tenuti ben saldamente in mano. Non appena con la coda dell’occhio la vedeva avanzare verso di lui, lui faceva un passo per far si che le distanze continuassero ad accorciarsi; quando ormai erano praticamente l’uno vicino all’altra, allungò una mano per prendere un paio di jeans che però, si scontrò con quella di Giuliett.

“Oh scusa, non me n’ero accorto” mentì Harry sorridendole dolcemente.

Giuliett sospirò leggermente cercando di trattenere un leggero sorriso di piacere, anche se dentro di lei oltre al piacere si mescolava anche l’ira; solo coincidenza o, Harry Styles era al centro commerciale per via di quello che era venuto a sapere quel pomeriggio?

“Figurati. Comunque prendili pure tu, vado a vedere là in fondo” disse Giuliett gli sorrise amaramente e si diresse verso il reparto delle felpe, seguita a ruota da Harry.

“Sai, vorrei fare un regalo a mia sorella Gemma ma… non sono molto pratico in cose femminili” s’inventò Harry, pensando che sicuramente alla fine non avrebbe preso nulla a sua sorella. Giuliett rimase leggermente perplessa: Abercrombie era per lo più un negozio che vendeva felpe, cosa c’era di complicato?

“Non penso sia così complicato, sei da Abercrombie, prendile una felpa” rispose lei scrollando le spalle, ignorando il continuo vibrare del cellulare posto nella tasca posteriore dei suoi Jeans. Sapeva perfettamente che quelle chiamate provenivano da Trevor ma… stranamente non sentiva l’esigenza di rispondere. La causa era per caso la presenza di Harry Styles? Molto probabilmente.

“Beh, tecnicamente hai ragione ma… vorrei mi dessi una mano, per favore” disse il riccio stringendole dolcemente le mani, e fissandola con quei suoi occhi simili a due smeraldi posti sotto la luce del sole. Come avrebbe potuto dire di no ad una visione del genere? Non lo fece. Giuliett annuì lentamente porgendogli una felpa bianca e blu, semplice ma carina

“Penso possa piacerle, per lo meno piace a me. Poi non conosco i gusti di tua sorella” rispose lei sorridendogli leggermente.

Harry, per la prima volta, decise prontamente di usare il cervello e, l’idea che gli venne in mente era a dir poco stupenda, per lo meno per lui. Sicuramente, gli avrebbe fatto guadagnare un punto con la così detta “preda”.

 

Liam camminava velocemente verso i camerini con l’ennesima felpa in mano. Ne aveva almeno provate venti da quando Harry era sparito verso i jeans e, per la prima volta, si stava davvero divertendo e non stava pensando a Danielle. Il suo unico pensiero era pensare quale felpa sarebbe stata perfetta per lui; ora capiva come mai le ragazze ricorrevano allo shopping per distrarsi e non pensare a qualche cosa di negativo. Sorrise raggiungendo finalmente il camerino ma accidentalmente, andò a scontrarsi con qualcuno che, a quanto pare, aveva la sua stessa fretta.

Quando il ragazzo riuscì finalmente a riprendere “conoscenza” di dove fosse, rimase completamente sbalordito dalla visione che gli si presentò davanti: una ragazza non troppo alta, magra, i capelli non erano né particolarmente lunghi né particolarmente corti, il naso piccolo e alla francese mentre gli occhi erano di un verde magnetico. Si ricordava di averla già vista per i corridoi della scuola ma, non aveva mai avuto l’occasione di parlarle, molto probabilmente accecato dal fatto di essere fidanzato con Danielle.

“Scusami tanto, non volevo davvero. Solo… è difficile trovare un camerino libero qui, no?” disse lei sorridendogli amorevolmente e Liam, si perse in quello splendido sorriso.

“Concordo. Io sono Liam Payne” disse porgendole una mano, lei gliela strinse saldamente

“Hanna Walker” rispose lei sorridendo, stringendo saldamente la mano di Liam, al quale sembrò di sentire una leggera scossa sulle dita che sfioravano delicatamente le mani bianche e morbide di Hanna. Nessuno dei due però, riusciva a staccare gli occhi di dosso all'altro. Era come se ci fossero due calamite che li attiravano.
Liam si perse nei meravigliosi occhi verdi di Hanna, e lei si perse in quelli color caramello di Liam.



 

Destiny's Corner.
Buoooona domenicaaaa :D
Wooooo ieri sera sono andata a vedere Step up 4 ed è... una cosa splendida *-* No davvero devo ancora smettere di ballare da ieri sera. E poi, cacchio alla fine quando finalmente si vede Muso (o come si scrive) è una cosa splendida :') Me ne sono follemente innamorata da Step up 2 e... andiamo è un figo pazzesco! :D
Bene, ora possiamo concentrarci sul capitolo u.u
Devo ammettere che scrivendo questo capitolo ci siamo concentrate poco su Harliett
ma il nostro intento era la futura ipotetica coppia Lanna :')
Che, non voglio anticiparvi nulla ma, torveremo tra un paio di capitoli :3
Ma il prossimo sarà tutto Harliett, promesso u.u
However
vorremo fare un meraviglioso ringraziamento alle splendide recensioni che ci lasciate, davvero sono una cosa splendida e ci riempiono di autostima e fiducia :')
GRAZIE MILLE!
e poi ovviamente un ringraziamento a tutti quelli che l'hanno messa
tra le ricordate/seguite/preferite :)
Vi lascio con una Gif di Giuliett:

E una Gif di Harry:


Un bacione, Destiny e Sara  

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Capitolo 8
*** Chapter 8. ***


Chapter 8.

Quella mattina le lezioni scolastiche passarono alla velocità della luce; quasi nessuno si accorse di essere stato rinchiuso in quell’istituto per quasi cinque ore. Giuliett, quando uscì da scuola, si diresse velocemente verso la sua vespa crema e infilò velocemente i libri nell’apposito spazio, salendo in sella pronta per tornare a casa.

“Ehi Giulie aspetta! Oggi pomeriggio che ne dici di dare inizio alle ripetizioni?” domandò Harry catapultandosi immediatamente vicino a lei, prendendola per un braccio prima che potesse partire. Lei si tolse il casco per poter rispondere meglio e sentire eventuale protesta o richiesta.

“Per le tre e mezza a casa mia, sii puntuale e… beh per favore porta il cervello, neuroni compresi” disse sorridendogli leggermente e attendendo una risposta da parte del riccio.

“Perfetto e… cercherò di portare tutto il necessario” rispose lui tornando da Louis e Niall che lo stavano aspettando vicino alla sua Range Rover.

“Allora?” domandò prontamente l’irlandese, non appena Harry raggiunse entrambi.

“Allora alle 3.30 a casa sua” rispose facendogli l’occhiolino. Louis sorrise beffardo salendo in macchina insieme ai due ragazzi che si trovavano in sua compagnia.

Sinceramente, Louis, iniziava ad essere leggermente preoccupato per quella scommessa; credeva che la Jenson fosse più forte e che odiasse Harry per quello che le aveva fatto e invece, nonostante fosse fidanzata e nonostante il suo passato trattava Harry come se nulla fosse. Per lo meno, si notava lontano un miglio che quella ragazza era ancora follemente innamorata del suo migliore amico, anche se lui troppo stupido per ricordarsi tutto quello che era successo e anche troppo stupido per accorgersi di qualche cosa.

Louis ricordava come se fosse ieri il ballo di fine anno di due anni fa, quando Giuliett aveva finalmente deciso di dichiararsi ad Harry e lui l’aveva letteralmente snobbata e ignorata. Deve ammettere che anche lui ci era rimasto male per quel gesto.

“Terra chiama Louis” disse Niall sventolandogli una mano davanti agli occhi. Louis trasalì ritornando con i piedi per terra. Fissò con sguardo perplesso Niall che lo stava fissando con un’enorme sorriso sul volto

“Che c’è?” domandò Louis gesticolando con le mani. Odiava particolarmente quando qualcuno interrompeva i suoi pensieri o viaggi mentali.

“Beh, io niente. È Harry quello che ti sta parlando” rispose l’irlandese offeso dal tono di voce usato dal suo amico. Louis si sporse in avanti per sentire meglio il discorso del riccio ma prima, rivolse un sorriso gentile a Niall per fargli capire il dispiacere per avergli risposto in malo modo; Niall ricambiò dandogli anche una leggera spallata.

“Quindi stavo pensando di invitarla al ballo di Natale, che ne dite?” domandò Harry cambiando marcia e svoltando verso destra, così da imboccare la via per la casa di Louis che, a quella domanda, trattenne interiormente una fragorosa risata e si limitò a fare espressioni veramente buffe e tremendamente strane.

“Allora?” chiese il riccio confuso del motivo per cui nessuno dei due suoi amici avesse risposto ancora alla domanda posta da lui. Molto probabilmente Harry era l’unico a non sapere che per 3 anni Giuliett aveva avuto una cotta esagerata per lui e di come lui l’avesse trattata. Il resto del gruppo lo ricordava benissimo e per questo sapevano che i balli, per Giuliett, non erano cosa gradita.

“Non saprei, ricordati che è fidanzata” esordì Niall scrollando le spalle, cercando così di far cambiare idea al suo amico, anche se cercare di far cambiare idea a Harry Styles era come cercare di rompere una noce di cocco a mani nude: una cosa impossibile.

“Vi ho già detto che Phelps non è un problema. Riuscirò a farli lasciare presto” rispose Harry fermando la macchina di colpo, arrivato a destinazione: casa Tomlinson.

 

Giuliett se ne stava comodamente seduta sul divano, con la coperta comodamente stesa sul suo corpo infreddolito. Nella mano destra stringeva saldamente il manico della sua tazza preferita piena di tè caldo mentre sul cuscino posizionato sulle sue gambe era poggiato delicatamente Uno studio in rosso tratto dai romanzi gialli di Sherlock Holmes. Adorava i romanzi gialli e Sherlock Holmes era perfettamente il suo preferito. Molto probabilmente lo amava perché era l’ultima cosa che sua madre le aveva regalato prima di morire, e questo stava a significare che era il suo ultimo ricordo.

Cambiò la pagina e bevve un sorso di tè quando sentì suonare il campanello di casa sua. Controllò l’ora: 15.00. Chiuse il libro e poggiò la tazza piena di tè sul tavolino posto davanti al divano e si tolse la coperta di dosso. Andò ad aprire e si trovò davanti la figura di Harry con in mano i libri. Indossava un paio di pantaloni creme con una maglietta scollo a V e una giacca blu; ai piedi le solite converse bianche. era semplicemente perfetto al contrario di Giuliett che indossava un semplice paio di jeans blu scuro con un maglione verde largo il doppio di lei e ai piedi un paio di ciabatte.

“Sei in anticipo” disse leggermente sorpresa di trovarselo davanti, perfetto come sempre.

“Spero non sia un problema. Ma la voglia di vederti era tanta” rispose sorridendole dolcemente, scuotendo elegantemente la testa per sistemarsi i ricci che gli ricadevano sulla fronte.

“Nessun problema. Entra pure” Giuliett cercò di ignorare l’ultima frase detta da Harry e si scostò da davanti alla porta per far si che il ragazzo entrasse, e così fece.

“Scusa il disordine. Stavo leggendo e…”

“Bevendo una tazza di tè” aggiunse Harry notando la tazza con la bandiera dell’Inghilterra poggiata sul tavolino di vetro posto davanti al divano. Giuliett annuì prendendo la tazza e bevendo l’ultimo sorso di tè al suo interno

“Posso offrirti qualche cosa?” domandò andando in cucina, seguita sempre da Harry.

“Magari un caffè” rispose lui poggiando i libri sull’enorme tavolo di legno posto al centro della cucina. La casa di Giuliett non era né troppo grande né troppo piccola, ma era comunque accogliente e bella. Perfettamente ordinata e nonostante ci fosse poca luce all’infuori di essa, sembrava emanare una grande luminosità.

“Desolata ma, non si beve caffè in questa casa. Al massimo una cioccolata calda o una tazza di tè” rispose lei, nascondendo una nota di imbarazzo. Ma sua nonna era fatta così, non voleva che Giuliett bevesse caffè e a sua volta non ne beveva lei.

“Va bene del tè, grazie” rispose Harry sedendosi in una delle tante sedie poste attorno al tavolo rettangolare. Dopo una decina di minuti Giuliett gli servì una tazza piena di tè fumante e lui ne bevve subito un sorso, rischiando così di ustionarsi lingua, papille gustative e tonsille in un solo colpo. Iniziò a tossire violentemente e Giulie non poté fare a meno di ridere allegramente divertita da quella scena.

“Certo che tu e la furbizia andate a braccetto, non è così?” domandò sarcastica sedendosi accanto a lui.

“Effettivamente posso dire con certezza che non è la mia migliore amica” rispose sorridendole dolcemente, quando l’attacco di ustionamento gli passò del tutto.

“Ho notato. Allora, cominciamo?”

“Dobbiamo proprio?”

“Dobbiamo proprio” rispose Giuliett aprendo il libro di Algebra e iniziando a spiegare le cose primarie a Harry.


 

Destiny's Corner.
Bene, ho aggiornato *___*
onestamente, questo capitolo è abbastanza smorto ma sapete, quando la prof d'inglese ti richiama 20 volte, accusandoti di essere distratta, non è che i capitoli vengano molto bene. Quindi, sia io che Sara chiediamo umilmente perdono se questo capitolo vi fa schifo :(
Beh, non è che ci sia molto da dire, tranne per il fatto che il prossimo capitolo sarà decisamente molto più figo e completamente concentrato sulla coppia Harliett (owww adoro chiamarli così <3)
However,
vorremo ringraziare tutti quelli che hanno recensito la storia fino ad ora. Le vostrerecensioni sono davvero splendide :')
e poi tutti quelli che l'hanno messa tra le ricordate/seguite/preferite :)
Vi lascio con una Gif di Giuliett:

E una di Harry:

Un bacione, Destiny e Sara  ♥

 



 

De 

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Capitolo 9
*** Chapter 9. ***


Chapter 9.

I due ragazzi terminarono di studiare esattamente alle 18.00 del pomeriggio, proprio nel momento in cui la nonna di Giuliett rincasò dal corso di cucito che si teneva a casa della vicina.

“Tesoro, sono a casa” disse la nonna con voce amorevole chiudendosi la porta alle spalle e andando direttamente in cucina.

“Oh tesoro, non mi avevi detto che avremmo avuto ospiti” proseguì la nonna leggermente stupita ma contenta del fatto che finalmente sua nipote si fosse decisa a portare a casa il suo ragazzo. Harry scattò in piedi e sorrise dolcemente alla signora davanti a lui

“Salve. Sono Harry Styles e sono…”

“Lo so chi sei caro, sei il ragazzo della mia Giuliett. Anche se ero convinta ti chiamassi Trevor” rispose la signora stringendo dolcemente la mano del giovanotto davanti a lei. Harry sorrise goffamente mentre Giuliett si batté una mano in fronte sospirando sonoramente

“Nonna lui non è il mio ragazzo. È solo… un compagno di classe” rispose alzandosi e dirigendosi vicino alla nonna, cingendole le spalle con un braccio e abbracciandola forte, voleva un bene immenso a sua nonna anche perché era l’unico membro della sua famiglia che l’era rimasto, a parte suo padre ma… era meglio non toccare quell’argomento per lei.

“Oh giovanotto scusami tanto. Credevo fossi il fidanzato della mia Giulie” si scusò immediatamente la nonna poggiando lo scialle sulla sedia, Harry sorrise

“Non può immaginare quanto mi piacerebbe esserlo” rispose, sapendo che dentro di sé stava mentendo ad una signora anziana. Non voleva essere il ragazzo di Giuliett, voleva solo dimostrare a Louis che poteva conquistare una ragazza e voleva vincere la scommessa.

Giuliett gli tirò un calcio nello stinco facendo urlare leggermente Harry dal dolore.

* Oltre ad essere strana è pure manesca, grazie mille Louis *

Pensò Harry massaggiandosi velocemente lo stinco, costretto a sedersi dal dolore

“Giuliett! Non permetterti mai più di picchiare un ragazzino così carino ed educato! Caro mi dispiace, possiamo invitarti a cena?” domandò la nonna avvicinandosi ad Harry e massaggiandogli dolcemente lo stinco, proprio come avrebbe fatto anche sua nonna, se solo ci fosse ancora stata.

“La ringrazio infinitamente signora e…”

“…E gli dispiace ma non può fermarsi!” rispose immediatamente Giuliett al posto di Harry, trattenendosi dal tirargli una gomitata sulle costole. Harry la fulminò leggermente con lo sguardo, offeso dal fatto che quella ragazza non lo volesse a cena.

“E accetto volentieri il suo invito, signora” rispose Harry fingendo di ignorare il commento di Giuliett, che prontamente lo fulminò con lo sguardo, quasi a volerlo incenerire.

“Oh caro, chiamami pure Allison” rispose la nonna sorridendo timidamente. Giuliett sbarrò la bocca orribilità da quella scena, possibile che anche sua nonna non riuscisse a resistere al fascino di Harry Styles?! E possibile che lui potesse essere così lecchino?!

“Non abbiamo nulla da mangiare” esordì Giuliett cercando di far capire a sua nonna che proprio non voleva Harry a cena quella sera; sua nonna però sembrava proprio farlo apposta

“Non è vero cara, ho preso il necessario per fare le lasagne, il tuo piatto preferito” rispose la signora accarezzando dolcemente un braccio della nipote.

* Perfetto, direi che proprio non è la mia serata * pensò Giuliett scuotendo lentamente la testa, ormai rassegnata al fatto che per quella sera avrebbe avuto come ospite a cena Harry Styles.

“Oh, adoro le lasagne!” sorrise Harry balzando in piedi non riuscendo a trattenere l’entusiasmo.

 

Finita la cena, la nonna di Giuliett decise di andare a stendersi in camera da letto leggermente stanca per la bellissima cena passata in compagnia di Harry. Naturalmente, prima di salire al piano superiore, salutò per bene il ragazzo e lo invitò a tornare ogni volta che ne aveva voglia, ovviamente in disaccordo con la nipote che avrebbe preferito non riavere più a casa sua Harry.

Al contrario della signora, i due ragazzi restarono in cucina; Giuliett iniziò a spreparare la tavola mentre Harry la fissava intenta a lavorare. In fin dei conti non era poi una ragazza così brutta: non era particolarmente alta e aveva un fisico invidiabile; il viso era grazioso, la bocca piccola e carnosa, il naso era piccolo e leggermente all’insù mentre gli occhi erano di un leggero azzurro tendente al verde costantemente truccati con una matita nera e del mascara; i capelli neri erano ondulati e quella sera legati in una coda disfatta.

“Leva il braccio” il suono della voce di Giuliett lo riportò alla realtà, facendolo sussultare leggermente; non era sua abitudine osservare una ragazza per così tanto tempo e per di più rimanerci incantato; ma la cosa più preoccupate era che sentiva un forte movimento sotto la cintura che teneva i pantaloni.

* Oh cazzo * pensò sgranando leggermente gli occhi.

“Sei sordo? Ti ho chiesto di levare il braccio” ripeté Giuliett dandogli leggeri colpetti al braccio, facendogli capire di levarlo da sopra la tovaglia, così che potesse toglierla e ripiegarla nel cassetto. Harry capì e scostò immediatamente il braccio permettendo così a Giuliett di finire di sistemare la cucina. Fortunatamente avevano una lavastoviglie così non avrebbe dovuto lavare anche i piatti.

“Beh, ti ringrazio ancora per la cena” disse Harry d’un tratto, sentendosi leggermente in imbarazzo, cosa mai successa a quel ragazzo.

“Figurati. Posso offrirti una tazza di tè?” domandò Giuliett mettendo dell’acqua calda nel pentolino poggiandola sul fuoco, Harry annuì ricordando quanto fosse stato buono il tè che gli aveva offerto quel pomeriggio.

“Tua nonna da quanto tempo vive con te e i tuoi genitori?” domandò Harry bevendo un sorso di tè al gelsomino. Giuliett sussultò leggermente a quella domanda. Non amava parlare della sua vita famigliare, figuriamoci poi parlarne con Harry Styles.

“Veramente questa casa è sua” rispose a bassa voce, sperando davvero che quel ragazzo non la sentisse bene. Però, a quanto pareva, Harry aveva un udito perfetto e rimase leggermente incuriosito da quella risposta

“E quindi vivi con tua nonna?” domandò sempre più curioso di scoprire qualche cosa della vita di Giuliett, non riuscendo però a spiegarsi il motivo di come mai così tanta curiosità.

“Esatto” rispose lei nascondendo la bocca dietro la tazza di tè.

“E come mai?” domandò nuovamente Harry continuando ad essere curioso.

“Non mi va di parlarne”

“Per favore, lascia che ti conosca bene. Ho voglia di conoscerti, veramente” disse Harry sinceramente. Il ragazzo iniziò a preoccuparsi leggermente di come mai quel suo strano comportamento nei confronti di Giuliett.

* Ho provato per 3 anni a farti conoscere la vera me, Harry. Eri tu a non volerlo * pensò Giuliett con una nota d’amarezza e tristezza

“Non voglio che la gente mi conosca veramente”

“Perché?”

“Molto probabilmente per il loro giudizio” rispose la mora alzando lo sguardo su Harry e rendendosi conto che la stava letteralmente fissando.

“Dovresti fregartene del giudizio delle altre persone”

“Non è così facile”

“Non ne sono convinto”

“Vedi? Confermo il fatto che io e te non abbiamo gli stessi ideali” disse Giuliett sorridendogli leggermente

“Si ma per lo meno ne stiamo discutendo davanti ad una tazza di tè. Mi hai ripagato per quella volta in cui sei scappata” rispose Harry sorridendole nuovamente. Giuliett arrossì leggermente

“Vedo che però non ti sfugge nulla, Styles”

“Ebbene è così” rispose Harry avvicinandosi leggermente con la sedia a quella di Giuliett, che per la prima volta non si mosse e lasciò che le distanze tra i due si accorciassero.

 

I due restarono a chiacchierare del più e del meno fino alle 23 di sera, quando Harry si accorse dell’ora tarda e decise di andarsene. Per la prima volta era stato a casa di una ragazza e… avevano semplicemente parlato, cosa fin troppo strana per lui. Giuliett, da brava padrona di casa, accompagnò l’ospite davanti alla porta.

“Ehm… grazie per la cena e per il tè” disse Harry voltandosi verso Giuliett che se ne stava appoggiata allo stipite della porta, stretta nel suo maglione a causa del vento freddo che soffiava per Londra.

“Figurati, è stato un piacere… stranamente” disse la ragazza lasciandosi scappare un sorriso, facendo sorridere così anche Harry.

“Sai, se solo me lo permettessi, potrei far si che tu riesca a conoscermi meglio. In fondo, non sono poi così male” ammise il riccio scrollando le spalle. Giuliett cercò di non arrossire per quella frase; il suo desiderio più grande era poter stare con Harry e conoscerlo nel migliore dei modi, ma la cosa negativa era che in quel momento e con quelle circostanze, per lei era impossibile far si che Harry si facesse conoscere meglio. Era già stata innamorata di quel ragazzo e ci aveva sofferto tanto, non voleva cascarci un’altra volta e poi… non voleva far del male a Trevor, che l’aveva aiutata parecchio a dimenticarlo.

“Non ne dubito, ma non è nel mio stile conoscere meglio le persone. Mi fido delle apparenze” rispose mentendo spudoratamente. Harry sorrise maliziosamente

“E che impressione ti ho fatto, la prima volta che mi hai visto?” domandò avvicinando leggermente il volto a quello della ragazza, che rimase per qualche secondo a perdersi in quegli smeraldi che Harry aveva come occhi.

* La prima impressione che ho avuto su di te? Semplice, è stato amore a prima vista, Harry * pensò Giuliett mordendosi nervosamente il labbro

“Non saprei, non mi hai fatto nessuna impressione” mentì nuovamente la mora scrollando le spalle. Harry sorrise abbassando la testa facendo così in modo che anche i ricci si abbassassero insieme a lui.

“Se può interessarti, la prima volta che ti ho visto in quel corridoio, con i libri stretti al petto, ti ho trovato subito una ragazza carina” disse abbassando sempre di più la voce. Giuliett trattenne il respiro per qualche secondo sorpresa dall’affermazione appena fatta dal riccio. Stava scherzando o era serio? Giuliett non sapeva più cosa pensare. Gli era corsa dietro per tre anni, lui l’aveva trattata da schifo, lei era riuscita a dimenticarlo insieme a Trevor e lui, doveva farsi vivo proprio ora, proprio ora che la sua vita stava andando per il verso giusto? Decise di ignorarlo e rispose con un colpo secco di tosse. Harry alzò immediatamente la testa tornando a fissarla.

“Comunque, se ti interessa, sabato a casa di Niall c’è una festa. E tu sei personalmente invitata. È alle 20 e io passerò a prenderti per le 19.30. Va bene?” domandò Harry, pensando che la festa potrebbe essere un’occasione perfetta per migliorare ancora di più le cose.

“Va bene. Potrebbe venire anche Hanna? La mia migliore amica.” chiese lei pensando che se ci fosse stata anche lei, le cose non sarebbero sicuramente finite a puttane proprio come sospettava lei. Harry annuì sorridente

“Può venire chiunque vuoi. Basta che non inviti Phelps” e le fece un occhiolino veloce.

“Grazie e… ti sarei grata se evitassi di pronunciare in quel modo il cognome del MIO ragazzo” rispose puntualizzando bene la parola MIO. Harry scrollò le spalle

“Scusa. Comunque tu e Hanna tenetevi pronte per le 19.30” disse nuovamente, come per farle capire che sarebbe passata a prenderla nonostante ci fosse stata una sua amica. Giuliett fece per ribattere ma lo sguardo di Harry le fece capire che non accettava obiezioni.

“Grazie Harry. Allora ci vediamo domani” disse sorridendogli dolcemente, anche lui ricambiò il sorriso e prima che la ragazza potesse chiudere la porta d’ingresso, avvicinò le labbra alla guancia fredda di Giuliett che immediatamente prese colore.

“A domani. Sogni d’oro” sussurrò al suo orecchio, sorridendo beffardamente. Si voltò e raggiunse in breve tempo la macchina. Giuliett, non distolse lo sguardo dalla sua figura finché non la vide salire in macchina. Alla fine, lentamente, si portò una mano sulla guancia ancora calda nel punto in cui le labbra di Harry si erano posate. Non poté fare a meno di sorridere.


 

Destiny's Corner.
Tadaaaaa :D Eccovi qui un nuovo capitolo sfornato perfettamente durante le ore di Italiano e Latino u.u Si, c'è da dire che io e Sara stiamo molto attente D: Ma vi possiamo assicurare che siamo 2 ragazze studiose tanto che oggi abbiamo preso 7 1/2 e 8 in Inglese *___*
(non ve ne frega un cazzo, ma volevamo informarvi u.u) ahahah.
Ok, a chi interessa, Sara è qui con me e vi saluta tantissimo *fa ciao con la manina e sorride*
e onestamente, adoriamo questo capitolo :') Insomma, si capisce poco la storia famigliare di Giuliett, ma l'argomento verrà toccato anche più avanti ;D
Vaaa bene, che dire d'altro? Ah sì! Profonda stima per la nonna Jenson, che è puntualmente un misto tra la mia adorata nonnina e la splendida nonnina di Sara :3
However,
un grandissimo ringraziamento a tutti quelli che hanno recensito fino ad ora, le vostre recensioni sono sempre splendide, davvero :')
un ringraziamento anche a chi ha messo la storia tra le ricordate/seguite/preferite.
Vi lasciamo con una Gif di Hazza:

E una di Giulie:

Un bacione, Destiny e Sara

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Capitolo 10
*** Chapter 10. ***


Chapter 10.

Capitolo dedicato ad Hanna e Liam

Liam passeggiava distrattamente per il corridoio deserto della scuola. Aveva bisogno di silenzio, pace e tranquillità. L’unico luogo nel quale sarebbe potuto andare senza il rischio di essere beccato da qualche professore, era il tetto della scuola. Si diceva in giro che l’avessero chiuso al suo secondo anno ma, ovviamente con i ragazzi, Liam aveva scoperto che non era vero; i prof se l’erano inventato per far si che gli studenti evitassero di salirci.

Il moro raggiunse le scale che portavano al tetto e in breve tempo raggiunse il luogo da lui desiderato. Immediatamente una forte ventata gli sbatté sul viso, facendogli chiudere leggermente gli occhi. Si strinse anche di più nella felpa che indossava e come da tradizione raggiunse la sua solita panchina posta a poca distanza dalle scale, vi ci sedette sopra e dopo essersi infilato il cappuccio e allacciato la felpa fino al collo, iniziò ad ascoltare il rumore del vento che leggermente gli soffiava nelle orecchie.

Chiuse completamente gli occhi e immediatamente la figura di Danielle gli si presentò davanti: alta e snella, i lunghi capelli ricci color cioccolato fondente che le ricadevano morbidi sulle spalle, il viso grazioso e il naso a patata che lei tanto odiava, gli occhi piccoli e scuri proprio come la sua pelle. La sua risata, la sua voce, il suo tocco, i suoi baci e le sue carezze. Tutte le cose che Liam amava di lei.

Poi le litigate. Stavano insieme da due anni e ormai le litigate erano diventate sempre più frequenti, sempre più pesanti ma soprattutto, sempre più dolorose. Liam non ce la faceva più. Voleva smetterla. Anche perché, la maggior parte delle volte, la causa era solo una: i suoi amici.

Danielle non li aveva mai potuti vedere, e lui questo lo sapeva perfettamente. E questo gli dava fastidio, parecchio fastidio. Liam non ce la faceva più, non sopportava più tutto quel dolore; una relazione deve farti star bene, allora perché lui non stava più bene come all’inizio? Parecchie cose erano cambiate col tempo, e così anche Liam. Lui si sentiva diverso e per la prima volta aveva preso la decisione, l’impulso, di lasciarla. Si sentiva bene, ma come mai ogni volta che chiudeva gli occhi, le veniva in mente lei?

L’unico momento in cui era finalmente riuscito a non pensare alla sua ex ragazza, era quando due pomeriggi precedenti, aveva incontrato quella ragazza da Abercrombie.

Hanna Walker. Frequentavano la stessa scuola, ma allora come mai non l’aveva ancora incontrata, dopo quel pomeriggio? Dentro di sé, voleva vederla, anche perché, solo con lei era riuscito a non pensare a Danielle.

Quel flusso di pensieri però, fu bloccato dallo sbattere della porta alla quale Liam era quasi vicino. Sussultò e aprì di scatto gli occhi facendo scorrere velocemente lo sguardo, alla ricerca di quel qualcuno che avesse fatto sbattere la porta. Quasi subito però, il suo sguardo si posò su una figura femminile.

Liam la riconobbe immediatamente, Hanna.

Iniziò a fissarla inebetito dalla sua presenza. Possibile che nonostante non la conoscesse, l’attirasse così tanto?

“Ehi” iniziò lei alzando una mano in segno di saluto, Liam rispose con un sorriso imbarazzato. Si sentiva un bambino delle elementari davanti alla ragazza che gli piace.

“Ciao” rispose dopo qualche secondo di sorriso. Hanna, dopo quella risposta avanzò di qualche passo fino a raggiungere la panchina sulla quale era seduto anche il moro e, dopo un breve scambio di sguardi, si sedette accanto a lui, sentendosi leggermente imbarazzata.

“Non credevo ci venisse qualcun altro, qui” ammise poi, alzando lo sguardo verso il cielo nuvoloso, cercando di ignorare gli occhi di Liam puntati su di lei.

“Effettivamente, neanche io” rispose Liam, continuando a fissarla. Era così diversa da Danielle.

Hanna era bassina ma magrolina; Danielle alta e con le curve nei punti giusti.

Hanna era bionda, con i capelli ondulati e gli occhi di un verde magnifico; Danielle mora, con i capelli ricci e gli occhi scuri. Hanna aveva la pelle di un bianco candido; Danielle aveva la carnagione scura.

Così diverse, eppure Liam sentiva che Hanna, con un solo sguardo o solo con la sua presenza, gli faceva provare tutto quello che gli faceva provare Danielle.

Si sentiva così stupido, perché non poteva paragonare una ragazza che neanche conosce, alla sua storica ex ragazza. Ma… Liam si sentiva positivo nei confronti di Hanna e… non appena gli occhi di lei si erano posati su di lui, si era sentito al settimo cielo senza un motivo preciso.

“Sai, ci vengo qui per riflettere” disse d’un tratto, senza neanche programmarlo. Immediatamente si morse la lingua. Hanna sorrise dolcemente chiudendo gli occhi

“Allora siamo in due. È rilassante” rispose lei lasciando che la brezza le scompigliasse i lunghi capelli biondi.

“Infatti” Liam non sapeva bene cosa dire, anche perché poteva affermare di non conoscere a pieno Hanna Walker.

I due ragazzi restarono lì sulla panchina del tetto per non si sa quanto tempo. La maggior parte del tempo restarono in silenzio, a scambiarsi sguardi imbarazzati e di tanto in tanto qualche parola. Sia Hanna che Liam non sapevano bene come comportarsi l’uno con l’altra anche perché lui sapeva perfettamente che lei era la migliore amica di Giuliett, oggetto di scommessa tra Harry e Louis nonché suoi migliori amici (anche se non apprezzava a pieno l’idea della scommessa); lei invece sapeva che lui era il migliore amico di Harry, il ragazzo del quale la sua migliore amica era realmente innamorata ma che fingeva di odiare per tutto quello che era successo.

Il suono della campanella che segnalava il pranzo suonò, facendoli tornare alla vita reale. Hanna si alzò dalla panchina sistemandosi i jeans bianchi e il maglione crema che indossava. Liam non poteva fare a meno di osservarla; la considerava di una perfezione unica.

“Beh, mi conviene andare a raccattare Giuliett. Ci… vediamo Liam” disse sorridendogli e avvicinandosi alla porta che riportava dentro l’istituto. Liam fece tutto in un secondo; scattò in piedi e corse verso Hanna, prendendola per un polso e facendola volta verso di lui, con così tanta forza da tirarla verso di sé. A quel contatto, Liam sussultò e lo stesso fece la ragazza notevolmente sorpresa da quel gesto.

“Potresti pranzare con me” propose Liam abbassando lo sguardo e fissando Hanna negli occhi. La ragazza, in preda all’imbarazzo più totale annuì lentamente cercando di ricordarsi di respirare e pensare contemporaneamente.

“Potrei mangiare con te. Sì” disse poi, respirando profondamente e provocando così un sorriso dolce sul viso di Liam.

 

Entrarono nella sala mensa insieme, sorridenti e imbarazzati allo stesso tempo. Hanna si sentiva gli sguardi di tutti gli alunni presenti nella mensa addosso, ma se ne fregava altamente. Hanna era abbastanza diversa dalla sua migliore amica, lei non era per niente timida e se ne fregava de giudizio altrui.

Presero due vassoi e li riempirono di quel cibo abbastanza commestibile della mensa e si diressero verso un tavolo libero nell’angolo destro della sala, a poca distanza dalla grande finestra che dava sull’immenso cortile ben tenuto della Braighton High School.

“Allora… da quanto tempo sei amico di Harry?” domandò all’improvviso Hanna. Liam rimase un po’ spaesato da quella domanda, ma poi si ricordò che era pur sempre insieme alla migliore amica di Giuliett Jenson, la quale aveva avuto una cotta per Harold per 3 anni di fila.

Il moro sorrise “L’ho conosciuto il primo giorno di scuola, al primo anno. È un bravo ragazzo, anche se non sembra” rispose scrollando le spalle. Ma non aveva voglia di parlare di Harry, non aveva voglia di parlare né di Louis o di Niall e nemmeno di Zayn. Voleva solo parlare con Hanna di Hanna.

“Verrai alla festa di Niall, sabato?” domandò Liam speranzoso. Hanna sorrise timidamente

“Mi ha accennato qualche cosa Giuliett” rispose cercando di fare la vaga. Dentro di sé sperava che Liam la invitasse ad andare con lui. Sinceramente quella ragazza non aveva mai avuto occasione di avvicinarsi a Liam Payne, molto probabilmente per via della relazione di lui con una certa Danielle, a lei sconosciuta. L’aveva sempre trovato un ragazzo carino e sicuramente meno idiota rispetto ai ragazzi che frequentava (un po’ come Niall Horan).

“Beh, ti andrebbe di venirci, con me?” domandò Liam passandosi nervosamente una mano tra i capelli. Hanna sorrise entusiasta

“Mi farebbe veramente piacere” rispose aggiustandosi un ciuffo ribelle dietro del orecchie. Liam nel sentire quelle parole non poté fare a meno di sorridere.

“Oh Hanna eccoti! Ti ho cercato dappertutto - disse Giuliett sedendosi accanto alla sua migliore amica, senza neanche accorgersi della presenza di Liam - tu non puoi neanche immaginare cos’ha fatto quel coglione di Sty…” Giulie si bloccò sentendo un colpo di tosse proveniente da davanti a lei.

“Oh. Ciao Liam” disse sorridendo imbarazzata. Sapeva perfettamente di aver interrotto qualche cosa. Si alzò imbarazzata dal tavolo

“Scusate non volevo disturbarvi” ammise sorridendo nuovamente imbarazzata. Stava per andarsene quando sue mani sulle sue spalle la fecero sedere nuovamente.

“Ehi Liam eccoti qui!” urlò Harry continuando a tenere le mani sulle spalle di Giuliett, che aveva iniziato a respirare a fatica.

“Scusa Hanna, che ne diresti di sederti vicino a Liam, così ci sto anche io qui?” domandò Harry sorridendo dolcemente sia a Liam che ad Hanna che annuì sorridente e si alzò immediatamente posizionandosi accanto a Liam, che a sua volta sorrise dolcemente alla bionda al suo lato.

Anche Harry sorrise dolcemente a Giuliett, ma la mora rispose con uno sbuffo.

“Potremmo anche lasciarli soli” propose sempre Giuliett, capendo che Hanna avrebbe sicuramente preferito stare sola con Liam. Harry sorrise sornione

“Idea perfetta. Andiamo Giuliett” la prese per mano prima che lei potesse protestare e, dopo aver fatto un veloce occhiolino a Liam, portò la mora fuori dalla mensa. Giuliett sperò dentro di sé che né Trevor né qualche suo compagno di squadra l’avesse vista.

Liam rise leggermente per via della leggera battuta fatta da Hanna. Dopo il pranzo l’aveva accompagnata al suo armadietto per prendere il libro di Francese. Il suono della campanella segnalò la fine del pranzo e si dovettero separare; Liam aveva Inglese mentre Hanna Francese. Però, prima che si separassero del tutto, Liam la prese per mano bloccandola leggermente

“Allora sabato verrai con me alla festa?” domandò per voler ottenere una conferma del tutto. Hanna annuì

“Certamente” rispose lei stringendo la presa sulla mano di Liam, come per fargli capire che se fosse stato per lei, non l’avrebbe lasciato per andare a lezione. Liam sorrise

“Perfetto” rispose avvicinandosi ad Hanna. Voleva fare qualche cosa d’impulsivo ma aveva timore, paura. Ma ci pensò Hanna che, velocemente, si mise in punta dei piedi e diede un veloce e piccolo bacio a stampo sulle labbra di Liam che rimase completamente spiazzato da quel gesto ma letteralmente entusiasta.

“Grazie mille per il pranzo e… ci vediamo” disse Hanna sorridendogli per poi correre verso l’aula di Francese.

Liam per un bel quarto d’ora rimase immobile per il corridoio ancora incredulo di quello che fosse successo. Sentiva ancora il profumo di vaniglia sulle labbra lasciato dal lip gloss di Hanna, sorrideva come un’ebete e non poteva quasi credere al fatto che ormai Danielle era solo un ricordo.

“Ehi Liam, ci sei o che roba?” domandò Zayn passandogli una mano velocemente davanti agli occhi. Ma Liam rimase ancora immobile a fissare il punto in cui Hanna era sparita, con un sorriso dipinto sul volto e l’espressione inebetita per il delizioso profumo lasciato dalle labbra della ragazza.

“Per me è andato in coma” ammise Niall preoccupato, tirando costantemente un braccio all’amico; ma questo ancora non rispose.

“Non dire cazzate Niall. Per me si è fatto di Marijuana” ammise Louis sorridendo beffardamente picchiettando una mano sulla guancia di Liam; ma questo ancora niente.

“Lou spara meno minchiate. Liam è così perché si è innamorato” rispose Harry sorridendo beffardamente, poggiando un gomito sulla spalla del moro; questo non rispose.

“E di chi?!” domandarono all’unisono Louis, Niall e Zayn, curiosi di sapere l’ultima novità. Harry scrollò le spalle

“Hanna Walker” rispose il riccio sorridendo sornione. Nel sentire quel nome Liam si riprese

“Smettetela. Tutti e 4. Siamo solo amici” rispose Liam uscendo dal cerchio che i ragazzi avevano formato attorno a lui, sempre col sorriso sul viso e si diresse verso l’aula di Inglese, era in completo ritardo.


 

Destiny's Corner.
Waaaaa ok AMO decisamente questo capitolo *___*
So che abbiamo aggiornato oggi, ma io e Sara abbiamo terminato questo capitolo da breve e morivamo dalla voglia di postarlo e sapere che ne pensate della coppia Lanna :3
Ok, onestamente inizialmente Hanna pensavamo dovesse avere un flirt con Louis ma... poi quando siamo venute a sapere della rottura di Liam e Danielle... insomma inutle negare che ci siamo rimaste entrambe di cacca, nonostante Sara non sia una directioner ç___ç
*LiamStayStrongWeLoveYou*
Bene... che dire? Questo capitolo è completamente dedicato alla coppia Lanna (ma questo l'ho già detto) e...boh, non so bene cosa dire D:
Lascio a voi i commenti ;D
However,
un ringraziamento speciale a tutti quelli che hanno recensito la storia
e tutti quelli che l'hanno messa tra le ricordate/seguite/preferite
Volevamo lasciarvi con una Gif di Liam e una di Hanna ma... Tinypic questa sera non funge °-°
Un bacione, Destiny ∞ e Sara ♥ 

 

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Capitolo 11
*** Chapter 11. ***





 

Chapter 11.

Harry si passò stancamente una mano tra i capelli ricci, scompigliandoseli leggermente. Aveva la testa che scoppiava e non ce la faceva più. Erano ormai quattro ore che studiava Algebra insieme a Giuliett e se non era crollato o non aveva sclerato prima di allora, era solo per il suono melodioso e dolce della voce di Giuliett.

Quel suono incantava Harry proprio come un canto di una sirena, era come una droga per lui; più l’ascoltava e più sarebbe rimasto ad ascoltarla. Quel ragazzo non riusciva a spiegarsi il motivo di quello, ma se ne fregava altamente. Era convinto del fatto che lui non si sarebbe innamorato di Giuliett e quindi se magari sentiva qualche movimento sotto la cintura dei pantaloni, se si imbambolava a fissarla o se rimaneva incantato dal suono della sua voce, la considerava solo attrazione sessuale o qualche cosa di simile. Naturalmente quel ragazzo non poteva negare il fatto che se la sarebbe volentieri portata al letto, anche perché Giuliett non era una brutta ragazza. L’unica cosa che preoccupava Harry, era il fatto che oltre ad apprezzarla fisicamente, l’apprezzava caratterialmente. Ma anche quello, riusciva a trasformarla solo in attrazione sessuale con strani e contorti pensieri.

“Harry, mi stai ascoltando?” domandò la mora, notando che lo sguardo di Harry era perso. Il riccio scosse la testa

“Onestamente? No” rispose schietto, poggiando la fronte sul tavolo di legno freddo. Giuliett rise leggermente e chiuse il libro di Algebra

“Comunque direi che può bastare, per lo meno nel compito di domani riuscirai per lo meno ad arrivare al 6” disse lei sorridendogli dolcemente, osservandolo. La testa poggiata sul tavolo, il volto rivolto verso di lei ma leggermente ricoperto dai ricci che gli ricadevano; il sorriso di Harry era leggermente sforzato ma splendido come sempre, gli occhi semi chiusi lasciavano intravedere leggermente il colore verde acceso. Era splendido comunque e Giuliett moriva dalla voglia di scostargli dolcemente i capelli dalla fronte. In quel caso l’istinto vinse la ragione e la mora si sorprese quando vide la sua mano poggiarsi delicatamente sui capelli di Harry e scostarglieli dalla fronte. Erano morbidi e setosi.

Harry, immediatamente prese la mano di lei nella sua e gliela strinse, fissandola ardentemente negli occhi

“Esci con me” e quella non sembrava una domanda, ma quasi una richiesta, un ordine. Giuliett rimase leggermente imbarazzata, sentendo lentamente il calore della mano di Harry che scaldava la sua, completamente gelata.

“No. Ti ricordo il fatto, che ho un ragazzo” rispose lei, cercando il più possibile di non incontrare gli occhi di Harry, che la fissavano continuamente, pronti a cogliere ogni singolo gesto da parte della mora.

“Quindi, se non fossi fidanzata, usciresti con me?” domandò lui, iniziando a giocare dolcemente con le piccole dita fredde e sottili di Giuliett, che con quel lieve massaggiare, si perse un secondo.

“Harry io…” iniziò non sapendo bene cosa dire; si era cacciata nei guai con le sue stesse parole. Sinceramente? Se non fosse stato per Trevor sarebbe sicuramente uscita con Harry, nonostante tutto e nonostante il “brutto” passato che aveva avuto con Harry; ma non poteva prendere il giro Trevor, lui l’aveva aiutata davvero tanto.

“Hai fame?” domandò cercando di cambiare letteralmente discorso, sentendosi davvero tanto imbarazzata. Harry annuì

“Ovviamente. Sono le 19 e sto morendo di fame. Che si fa per cena questa sera?” domandò alzando la testa dal tavolo e avviandosi verso il frigo. Giuliett sorrise divertita. Era incredibile con quanta sfacciataggine e cordialità Harry si era ambientato a casa di Giuliett nonostante fossero passati solo tre giorni dalle loro ripetizioni pomeridiane. E come biasimarlo? La nonna di Giuliett lo riempiva di attenzioni e amore, proprio come solo una nonna sa fare e, onestamente, anche la mora non poteva fare a meno di trattarlo come un amico che viene a casa sua ogni singolo giorno e che quindi viene trattato come un membro della famiglia.

“Che ne diresti se ordinassimo una pizza?” propose lei afferrando al volo il telefono e componendo velocemente il numero della pizzeria di fiducia. Harry annuì entusiasta

“Per me salsiccia e peperoni” mimò con le labbra mentre Giuliett rispondeva al telefono. Ordinò le due pizze e due coche, poi con Harry si buttò sul divano in salotto e iniziarono a guardare attentamente cosa potrebbe esserci stato di interessante in televisione.

Onestamente Giuliett, in quella situazione, si sentiva particolarmente a disagio. Per lei era strano ritrovarsi a casa il ragazzo al quale era corsa dietro per 3 anni, e ora trattarlo come se nulla fosse successo. Ma era più forte di lei, non riusciva a trattare male Harry. Un po’ come non sarebbe mai riuscita a smettere di amarlo.

 

Il campanello suonò furiosamente e immediatamente sia Harry che Giuliett scattarono in piedi affamati ed entusiasti che le loro pizze fossero arrivate.

“Harry va a prendere i soldi, sono nella credenza, io prendo le pizze” comandò Giuliett avvicinandosi alla porta e aprendola, mentre Harry spariva in cucina. Quando si voltò per prendere le pizze, rimase a bocca aperta e per poco non cacciò un urlo isterico. Trevor, il suo ragazzo, era davanti a lei.

“Ehi piccola, come…” ma non gli fece terminare la frase perché gli sbatté la porta in faccia e per sicurezza poggiò una mano sulla maniglia, girando le spalle alla porta d’ingresso.

Harry, nello sentire lo sbattere, corse in cucina preoccupato, e quando vide l’espressione di Giuliett, lo divenne ancora di più.

“Va tutto bene?” domandò avvicinandosi a lei, che si posò un indice sulla mano facendogli così capire che doveva stare zitto. Il riccio la guardò confuso, alzando leggermente un sopracciglio e portandosi le mani al petto.

“Trevor” mimò la mora con le labbra, ma Harry non capì. Piegò leggermente la testa da un lato e continuò a fissarla corrugando la fronte.

“Trevor” mimò nuovamente Giuliett, sperando che questa volta Harry capisse, ma questo non capì nuovamente. Giulie roteò gli occhi incredula del fatto che Harry potesse essere così imbranato.

“Piccola, va tutto bene?” domandò la voce di Trevor, leggermente preoccupato, Harry nel sentir quella voce e quelle parole capì subito, accigliandosi leggermente.

“Ehm… si Trev va tutto bene” rispose lei, completamente agitata e imbarazzata per quella scena. Se Trevor avesse visto lì Harry, sarebbe sicuramente andato su tutte le furie, anche perché i due ragazzi non si sopportavano a vicenda.

“Allora perché non mi apri?” domandò nuovamente Trevor.

“Perché non… non sono abbastanza presentabile!” rispose Giuliett, dicendo la prima cosa che le passò per la mente. Harry, nel frattempo si era avvicinato alla ragazza e la fissava divertito, con le braccia conserte.

“Andiamo amore, sai che per me sei sempre bellissima” rispose il fidanzato di Giulie, ridendo leggermente.

“Effettivamente, non ha tutti i torti” le sussurrò Harry all’orecchio. Giuliett, dopo essersi morsa il labbro imbarazzata, lo fulminò con lo sguardo, Harry ridacchiò divertito.

“Non dire cavolate!” urlò Giuliett rivolta ad Harry

“Sai che non mi permetterei mai” rispose però Trevor, convinto che la sua ragazza stesse parlando con lui.

“Ascolta Trev, aspetta 5 minuti qui fuori, io torno subito” disse la mora, allontanandosi dalla porta, prese Harry per un polso e lo trascinò in cucina, chiudendo la porta.

“Tu. Devi sparire da qui. Ora!” urlò passandosi nervosamente una mano tra i capelli, Harry invece sorrise divertito per l’imbarazzo che Giulie mostrava.

“E se non volessi andarmene?” domandò provocandola leggermente, avvicinando sempre di più il viso a quello della ragazza di fronte a lui.

“Devi. O te ne vai con le buone, o ti caccio con le cattive” rispose lei, convinta però del fatto che non sarebbe mai riuscita a cacciare Harry con le cattive.

“Oh, non ti conviene. Ricordati che potrei sempre parlare con Phelps e dirgli tutto” disse il riccio, sorridendo beffardo. Giuliett roteò gli occhi

“Per favore Harry” lo supplicò la mora, cercando di fare un’espressione abbastanza commovente. Harry, sentì una stretta alla bocca dello stomaco e quel movimento sotto la cintura che lo tormentava ogni volta che stava con lei. Si trattenne dal non prenderla e sbatterla contro il muro dando vita ai pensieri più perversi che gli passavano per la mente. In fin dei conti, era pur sempre un diciottenne in piena fase ormonale, e poi era da troppo tempo che non andava a letto con una ragazza.

“Esci con me” disse poi, quando finalmente riuscì a tornare calmo.

“Ti ho già detto di no” rispose lei mordendosi il labbro.

* Cazzo, quanto vorrei farlo io * pensò Harry mordendosi a sua volta il labbro inferiore. Scosse la testa e tornò alla realtà

“Se esci con me, io me ne vado di qua e non dico nulla al tuo adorato fidanzato. Ci stai?”

“Mi staresti ricattando, Styles?” domandò stizzita Giuliett, portandosi le braccia al petto.

“Onestamente? Sì” rispose il riccio sorridendo. “Allora, ci stai?” chiese poi, sorridendo continuamente. Giuliett tirò un profondo sospiro

“E va bene. Ora però vattene” disse facendolo girare e trascinandolo fino alla porta che dava al giardino sul retro. Da lì sarebbe riuscito a scappare senza farsi vedere da Trevor.

“Che ne dici di domenica pomeriggio? Passo da te alle 3, così hai anche tempo di riprenderti dalla festa di domani sera. Te la ricordi, vero?” disse lui facendole un veloce occhiolino e uscendo di casa.

“Ok va benissimo. Si me la ricordo. Ciao Harry, ciao” disse dandogli una spinta veloce facendolo uscire del tutto.

“E il bacio della buona notte? E la mia pizza?” domandò Harry voltandosi verso di lei sorridendo sornione

“Harold, accontentati dell’appuntamento. A domani” Giuliett richiuse velocemente la porta e corse in salotto, aprendo la porta a Trevor che in mano reggeva due cartoni di pizza.

“Alla buon ora. Ciao piccola, sei splendida, come sempre” disse lui entrando in casa e dando un bacio a Giuliett, che rispose dopo un po’ di tempo, ancora esterrefatta del fatto che avesse veramente accettato di uscire con Harry.

“Ehi Trev” rispose lei dopo che si staccarono dal bacio.

“Non sapevo avessi ordinato due pizze. Mangiamo?” domandò il ragazzo andando in cucina.

“Si, mangiamo” rispose lei chiudendo la porta. Però, prima che la chiudesse del tutto, vide Harry appoggiato alla sua Range Rover intento a maneggiare il suo costosissimo cellulare. Dopo neanche un secondo, Giuliett sentì il telefono vibrarle in tasca, lo estrasse e lesse il messaggio:

- Sai, non vedo l’ora che sia domani sera per la festa. Muoio dalla voglia di ricevere il bacio della buona notte che, questa sera, non mi hai dato. Domenica passerai una delle giornate più belle della tua vita. Buona notte piccola. Con affetto, Harry xx-

Giuliett fu costretta a rileggere quel messaggio più di una volta, completamente incredula che Harry Styles le avesse veramente scritto un messaggio del genere. Deglutì e sospirò leggermente.

La festa, il bacio della buona notte, domenica un appuntamento con Harry… Giuliett sapeva sicuramente che alla fine, sarebbe sicuramente successo tutto quello che non voleva che accadesse. Ma era più forte di lei, non poteva fare a meno di stare lontana da Harry. Dal suo corpo, dal suo viso, dal suo sorriso, dai suoi capelli, dai suoi occhi… era come se la sola presenza di Harry fosse indispensabile per lei.

“Ehi Giul, ci sei?” domandò Trevor preoccupato, affacciandosi dalla porta della cucina, Giuliett sussultò leggermente voltandosi verso di lui

“Ehm… si, arrivo” gli sorrise e prima di infilare nuovamente il cellulare in tasca, e raggiungere il suo ragazzo, rilesse nuovamente il messaggio, non potendo fare a meno di sorridere.


 

Destiny and Sara's Corner.
Holaaaaaa chi vi parla sono Destiny e Sara in contemporaneaaaa
(preparatevi per le minchiate perchè, saranno tante u.u ahahahah)
Bene, cominciamo subito col dire che, ADORIAMO questo capitolo per come ci è venuto e per l'idea. Abbiamo deciso di introdurre Trevor che, onestamente, in 11 capitoli lo si è visto solo una volta e... nonostante stia sul culo a un pò di gente (visto che, è uno dei motivi per cui Giulie non è ancora tra le braccia di Harry) lo consideriamo un figo pazzesco. Andiamo gente, ha il volto di Logan Lerman :Q____ Che a proposito, sarà il protagonista di Perks *___* Inseme ad Emma Watson (amata splecialmente da Destiny, che è una fanatica di Harry Potter :'3).
Cooomunque, tornando alle cose serie u.u
questo capitolo ci piace anche perchè è un misto tra romantico ed ilarico, quindi speriamo davvero possa piacere anche a voi ^-^
However,
vorremo ringraziare tutti quelli che hanno recensito la storia fino ad ora e, chiedere scusa se non abbiamo risposto alle recensioni lasciate nel capitolo 9 ma... il pc di Des è mongolo quindi, portate TANTA pazienza °-°
Ma sappiate che sono splendide e vi ringraziamo infinitamente :')
E naturalmente un ringraziamento a chi mette le storie tra le ricordate/seguite/preferite :D
Vi lasciamo con una Gif di Harold:

E una di Giuliett:

Un bacione, Destiny e Sara  

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Capitolo 12
*** Chapter 12. ***





 

Chapter 12.
 

Questo capitolo sarà breve. Ma volevamo interamente dedicarlo ad Harry
e spiegare brevemente la sua vita famigliare.
Introdurre brevemente un argomento che varrà toccato anche più avanti.
Ci sarà anche uno splendido momento di Harliett *-*
Speriamo comunque possa piacervi :')
Un bacione, Destiny e Sara  ♥

 

 

Harry scese dalla macchina. Barcollava leggermente e la testa gli girava. Ancora non riusciva a spiegarsi il motivo per cui, dopo essersene andato da casa di Giuliett, aveva sentito l’esigenza di andare a bere qualche cosa. Così, dopo essere partito, aveva chiamato Louis e insieme erano andati in un locale in centro Londra e, come al solito, ne erano usciti completamente ubriachi.

Dopo che aveva visto Trevor entrare in casa di Giuliett, un forte peso aveva preso possesso del suo stomaco e il pensiero che quella sera, Trevor avrebbe sicuramente fatto qualche cosa con Giuliett, lo tormentava. Il solo pensiero che Trevor avrebbe potuto farlo con lei, mentre lui no, era una cosa che proprio non riusciva a sopportare. Naturalmente, Styles non lo prese come un atto di gelosia, ma lo fece passare per un atto di possesso. Voleva fare lui sesso con Giuliett, non voleva che altri potessero farlo al posto suo.

Raggiunse a fatica la porta della costosissima villa Styles e, dopo svariati tentativi, riuscì a centrare la serratura con la chiave, aprendo così la porta d’ingresso. Naturalmente, la casa era vuota e regnava il silenzio più totale. Almeno così credeva Harry. Si incamminò tranquillamente verso l’enorme scalinata che l’avrebbe portato al piano superiore e così, in camera sua. Ma una leggera luce proveniente da una abat-jour posta in una parte indistinta dello splendido salotto, attirò la sua attenzione, facendolo voltare.

Immediatamente riconobbe suo padre, lo sguardo severo e burbero come suo solito. Gli occhi verdi ridotti a fessure e i ricci ormai bianchi gli ricadevano leggeri sulla fronte; era incredibile il modo in cui Harry assomigliasse così tanto a suo padre.

“Che ci fai qui?” domandò Harry, sorpreso di trovarlo per una buona volta a casa, invece che a trombarsi qualche sua segretaria sexy o intento a creare qualche nuovo oggetto super tecnologico che sicuramente l’avrebbe arricchito più di quanto lo è già.

“Ti sembra l’ora di tornare a casa, Harold?” domandò invece suo padre, ignorando la domanda posta dal figlio, ancora leggermente ubriaco.

“Ti è mai importato a che ora rincaso?” Harry sorrise amaramente, contento del fatto che per una buona volta fosse stato ubriaco, così da dire in faccia a suo padre tutto quello che pensava su di lui. Fin dalla tenera età, il padre di Harry non c’era mai stato per lui; per non parlare poi di sua madre che c’era un giorno no e un giorno no, sempre impegnata a spendere tutti i soldi che avevano, Harry era perfettamente a conoscenza che sua madre non aveva ancora divorziato solo per il fatto che suo padre era pieno di soldi. Sua sorella Gemma invece, mancava ormai da 3 anni, aveva deciso di trasferirsi in America con il suo ragazzo. Harry sapeva anche che lui non era previsto in quella famiglia, era arrivato per un errore; il preservativo non doveva rompersi, eppure lui era lì. Non si era mai sentito accettato o apprezzato in quella casa. L’unica persona che gli voleva bene, che lo considerava, che da piccolo gli cambiava i pannolini o lo andava a prendere all’asilo o alle elementari era la domestica, Miss Holmes. Quella donna era una specie di madre, un po’ troppo vecchia però.

“Harold… ascolta… so quello che provi ma… non dovresti bere, così ti rovini” disse suo padre, alzandosi dalla poltrona sulla quale era seduto, avvicinandosi lentamente al figlio, che immediatamente si scansò dal padre.

“Primo, non chiamarmi Harold, lo odio. Secondo, ripeto, ti è mai importato qualche cosa?!” domandò nuovamente Harry, sentendo la rabbia che lentamente cresceva dentro di lui. Odiava tutto di quella casa. Se avesse potuto scegliere, avrebbe preferito vivere in una casetta piccola ma accogliente, con i genitori che uscivano la mattina tardi e rincasavano prima di cena per poi passare la serata sul divano a guardare un film e raccontarsi la giornata. Invece a lui era toccato vivere in una villa lussuosa, circondato dai soldi ma con i genitori sempre assenti che si tradivano a vicenda. Lui odiava quella vita.

“Harold, sei mio figlio e ho il diritto di chiamarti come voglio. Sono tuo padre, ricordatelo” lo rimproverò suo padre, serrando forte la mascella e trattenendo l’impulso di trargli una sberla per l’arroganza con la quale gli aveva risposto.

“Ah, ma davvero? Che bella merda di padre che sei!” gli urlò contro Harry, serrando velocemente le mani a pugno, con la rabbia che prendeva sempre di più possesso di lui. Odiava suo padre. Odiava sua madre. Odiava quella casa e quella vita. Odiava addirittura se stesso.

Nel sentire quelle parole, Robert alzò una mano e tirò una sonora e potente sberla ad Harry, che rischiò veramente di cadere per la forza usata da suo padre nella sberla.

“Harold! Non osare mai più rivolgerti così a TUO padre!” urlò a sua volta il signor Styles, fissando con sguardo infuocato il figlio, che si massaggiava velocemente la testa ricoperta di ricci, trattenendo le lacrime. Lacrime di dolore, di tristezza e frustrazione.

“Sarai anche mio padre anagraficamente, ma non lo sarai MAI emotivamente. Non ci sei mai stato e mai ci sarai! Ho passato un’infanzia di merda per colpa tua e di quella donna che dovrebbe essere mia madre! Sai che c’è? Mi fate schifo, mi fai schifo!” urlò Harry con voce tremante, fissando con immenso odio suo padre, che prontamente gli tirò una nuova sberla e questa volta Harry cadde, facendo così rimbombare un tonfo per tutta la casa.

Harry rimase immobile a terra, con la mano sulla testa e lo sguardo fisso sul pavimento. Suo padre respirava affannosamente mentre fissava con cattiveria il figlio. Entrambi rimasero in silenzio e immobili, l’unico rumore che si sentiva era il rumore delle ciabatte di Miss Holmes scendere velocemente per l’enorme scalinata, sulla quale negli ultimi scalini giaceva Harry.

“Signor Styles, signorino Styles, cosa succede?” domandò Miss Holmes preoccupata, accucciandosi accanto ad Harry, che non appena la vide, si sentì molto più sollevato.

“Ne stia fuori Miss Holmes. Lei non centra nulla!” urlò Robert, con lo sguardo infuocato, alla domestica che però rimase immobile vicino ad Harry, che non appena sentì quelle parole, scattò nuovamente in piedi

“Non ti rivolgere a lei così! Sai chi è lei?! Non è solo una domestica, è quella che mi ha cresciuto! È la mia famiglia! Lei è tutto mentre tu… e Anne… non siete niente!” rispose Harry prendendo le difese della vecchia domestica, che nascose un sorriso riconoscente.

Robert Styles sgranò gli occhi nel sentire quelle parole “Figlio ingrato! Ti ho preso di tutto! Ho cercato di regalarti ogni singola cosa che fosse di moda, e ogni singola cosa costosa e tu? Mi ripaghi così?!” urlò alzando nuovamente una mano pronto per tirare la terza sberla a suo figlio, ma questa volta Harry rispose allontanandosi velocemente

“Peccato che tu non mi abbia mai dato quello che volevo! Un padre che sia presente nella mia vita!” Harry non ce la faceva più. Doveva andarsene da quella casa, non sarebbe più riuscito a sopportare altro.

“Miss Holmes, la prego, torni a dormire. Buona notte” disse Harry sorridendo al’anziana domestica, accarezzandole dolcemente una guancia e baciandole i capelli bianchi e corti. La domestica annuì e dopo aver fatto un leggero inchino al signor Styles e aver lasciato un veloce bacio sulla guancia di Harry, salì nuovamente al piano superiore chiudendosi in camera sua.

“Harold. Mi dispiace…” iniziò il padre, ma Harry lo fermò posandogli una mano davanti al viso

“Non sprecare fiato con me, in fondo, non mi hai mai voluto, no? Bene, me ne vado” disse Harry prendendo le chiavi della sua macchina e uscendo di casa prima che suo padre potesse contrattaccare, ricordandosi bene di sbattere la porta prima di uscire.

Di corsa raggiunse la sua Range Rover e ci salì, iniziando a guidare. Dove sarebbe potuto andare, alle 3 del mattino? Proprio non lo sapeva.

Da Louis? No, nonostante fosse il suo migliore amico in assoluto, non ne aveva voglia. Zayn? Sicuramente era impegnato in altro. Liam? Si, beh, poteva anche essere il ragazzo più gentile che avesse mai conosciuto e sicuramente l’avrebbe accolto a braccia aperte, ma no. Niall? Stessa storia di Liam, l’avrebbe sicuramente accolto ma Harry non se la sentiva.

Il riccio chiuse leggermente gli occhi brucianti e vogliosi di piangere, immediatamente il volto di Giuliett gli si parò davanti. Sarebbe rimasto ad occhi chiusi con il suo volto davanti per sempre, ma il suono di un clacson lo riportò alla realtà, riuscendo ad evitare di fare un frontale giusto in tempo.

 

Giuliett si rigirò nel letto disturbata da un rumore molesto che l’aveva svegliata di colpo. Non aveva la più pallida idea da dove provenisse, quando però si rese conto che stavano bussando alla porta di casa sua, scese immediatamente e si affacciò allo spioncino per vedere chi fosse il rincoglionito che alle 3 del mattino andava a bussare a casa sua.

Quando vide il volto di Harry, per poco non si fece scappare un urlo di sorpresa e il fiato le si bloccò in gola.

Lentamente aprì la porta, mordendosi nervosamente il labbro inferiore e guardando leggermente Harry, illuminato solamente dalla fioca luce del lampione sotto il quale lui stava. Non appena la vide Harry si voltò verso di lei. Aveva gli occhi rossi e lucidi mentre il volto era rigato dalle lacrime.

“Harry?” domandò titubante Giuliett, con la voce leggermente roca per via del sonno precedente. Harry aprì la bocca poi la richiuse mentre lentamente una lacrima scivolava lungo la sua guancia leggermente arrossata e già umida per le lacrime precedenti.

Giuliett d’istinto si avvicinò a lui e con il polpastrello del pollice gliel’asciugò, rabbrividendo al contatto con la sua guancia fredda e bagnata. Harry lentamente prese la mano della ragazza nella sua, stringendola leggermente e, con molta calma, tirò il corpo di lei verso il suo, stringendola in un abbraccio dolce e pieno d’affetto.

“Harry, va tutto bene?” domandò lei totalmente imbarazzata da quel gesto, e dal fatto che Harry fosse lì a casa sua, in lacrime. Il riccio scosse lentamente la testa e lei gli mise le braccia attorno al collo e con molta delicatezza iniziò ad accarezzargli i ricci.

“Vuoi raccontarmi cosa ti è successo? Magari davanti ad una tazza di tè?” domandò Giuliett, ricordando che ogni singola volta che piangeva, sua nonna le preparava una tazza di tè e le faceva raccontare tutto quello che sentiva o provava. Harry annuì, lentamente e contro voglia, sciolse quell’abbraccio dolce con Giuliett e la seguì in cucina. Lei mise una pentola sul fuoco e dopo una ventina di minuti il tè al gelsomino era pronto. Ne porse una tazza ad Harry che nel frattempo aveva placato il suo pianto, si sedette accanto a lui e attese che iniziasse a parlare.

“Grazie” disse lui con voce roca e tremante, fissando dolcemente Giuliett con i suoi occhioni verdi, ancora arrossati dal pianto. Giulie gli sorrise dolcemente

“Harry, cos’è successo?” domandò preoccupata. Non aveva mai visto Harry Styles piangere, anzi, non l’aveva mai visto aprirsi con lei; effettivamente, non aveva mai avuto un vero e proprio e contatto con lui fino al primo giorno di scuola di quell’anno. Harry sorrise amaramente

“Ci vorrebbe troppo tempo. Meglio un’altra volta” rispose lui scrollando leggermente le spalle. “Comunque… posso chiederti un favore?” domandò bevendo successivamente un sorso di tè. Naturalmente, Giulie annuì.

“Questa sera, posso dormire qui, da te?” domandò passandosi stancamente una mano tra i ricci neri. A Giuliett per poco non andò di traverso il tè, nel sentire quella richiesta. Il primo pensiero fu quello di urlargli un enorme si, ma poi si disse di darsi un contegno; poi pensò a quello che aveva fatto lui a lei, sicuramente a quest’ora lui l’avrebbe già mandata a quel paese, se la cosa fosse avvenuta solo 2 anni fa; poi pensò che lei, era decisamente molto più superiore a lui, ed era decisamente più brava e gentile e poi, non poteva nascondere l’affetto che provava per Harry.

“Certamente. Finiamo il tè e poi andiamo. Domani, abbiamo un compito in classe, non dimenticarlo” gli fece un veloce occhiolino e Harry sorrise davvero, contento del fatto di essere andato da Giuliett.


 

Destiny and Sara's Corner.
Woooow ok, è inutile negare che AMIAMO questo capitolo :'3
e naturalmente speriamo possiate amarlo anche voi. Davvero, ci siamo messe d'impegno per scriverlo anche perchè è pieno di emozione e sentimento.
Volevamo anche dedicarlo anche ad una nostra compagna che, anche se ora è passato tutto, aveva una storia famigliare identica a quella di Harry.
Le vogliamo un mondo di bene e siamo davvero felici che ora si trovi bene con la sua nuova famiglia :3
Cooomunque, tornando al capitolo.
Non c'è molto da dire, solo che si parla della vita famigliare di Harry e ci introduce il motivo per cui comunque Harry si comporta in quel modo. Beh, inutile negare che questo capitolo è splendido (per lo meno per noi u.u)
However,
vorremo ringraziare ogni singola persona che recensisce questa storia e per le splendide recensioni che ci lasciate :')
Naturalmente anche quelli che l'hanno messa tra le ricordate/seguite/preferite.
Vi lasciamo con una Gif di Harold:

E una di Giuliett:
 
Un bacione, Destiny e Sara  

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Capitolo 13
*** Chapter 13. ***





 

Chapter 13.

Il dolce suono della sveglia, fece aprire immediatamente gli occhi ad Harry, che si stiracchiò lentamente nel letto, convinto di trovare Giuliett di fianco a lui. Quasi non ci poteva credere, per la prima volta aveva dormito con una ragazza e, stranamente, non ci aveva fatto nulla. Aveva dormito benissimo però anche se per convincere Giuliett a farlo dormire con lei, aveva dovuto lottare parecchio. Si stropicciò delicatamente gli occhi e lentamente li aprì, facendo così in modo di osservare a pieno la camera di quella ragazza. Nel letto accanto a lui non c’era. Si mise a sedere e scrutò velocemente ma con occhio attento la camera. Non era grande, c’era solo un letto singolo, un armadio a quattro ante e una scrivania con un laptop poggiato sopra ma completamente ricoperto da fogli. Harry, curioso si alzò dal letto e con cautela si avvicinò alla scrivania, osservando i fogli. Sopra c’erano ritratti diversi paesaggi londinesi, in altri c’erano dei ritratti di sua nonna o di Hanna, in altri persone che non conosceva e poi… ce n’era uno nel quale si riconobbe subito. Era davvero bello, tutti erano davvero belli. Un colpo di tosse lo fece sussultare e si voltò di scatto; Giulie se ne stava appoggiata contro il muro, perfettamente vestita e con appesi al braccio un paio di pantaloni creme e una maglione blu.

“Buon giorno, Harry. Va tutto bene?” domandò sorridendogli dolcemente, avvicinandosi alla scrivania e prendendogli dalle mani i vari ritratti, infilandoli velocemente in un cassetto a caso della scrivania, con le guancie leggermente arrossate.

“Tutto benissimo, grazie, tu?” domandò Harry sorridendole dolcemente e accorgendosi solo in quel momento di indossare solamente i boxer.

“Bene. Ora però corri in bagno a lavarti e vestirti che dobbiamo correre a scuola. Questi sono dei vestiti che ho trovato nelle vecchie cose di mio padre, spero e penso possano andarti bene” sorrise porgendogli i vestiti che teneva appesi al braccio, Harry rispose al sorriso e prese i vestiti. Si fece spiegare dove fosse il bagno e dopo una quarantina di minuti ci uscì pronto, pulito e lindo. Scese direttamente in cucina dove trovò Giuliett e sua nonna intente a bere una tazza di tè con dei biscotti.

“Oh Harry, giovanotto caro. Prego, favorisci pure” disse la signora sorridendo dolcemente ad Harry, che oltre a sentirsi stranamente imbarazzato si sentiva anche accolto e accettato, per una volta.

“Grazie mille signora” rispose sedendosi in mezzo alle due padrone di casa e facendo colazione insieme a loro.

 

Finita la colazione, Harry si offrì di accompagnare Giuliett a scuola in macchina. Lei accettò con un po’ di titubanza. Arrivarono giusto in tempo per il suono della campanella, perché furono costretti a fermarsi a casa di Harry per prendere i libri, che fortunatamente Miss Holmes gli aveva già preparato. Ovviamente, Giuliett non entrò con Harry, ma lo attese in macchina. Nonostante quello però rimase molto colpita dall’aspetto esteriore della casa del riccio.

Raggiunsero di corsa l’aula di Algebra e iniziarono entrambi il loro compito. Harry, stranamente, non lo trovò nemmeno troppo difficile, anzi, le risposte gli venivano spontanee. Finì il compito giusto in tempo per la fine dell’ora e sicuro di sé consegnò il compito in classe alla professoressa.

“Allora, com’è andata?” domandò Giuliett affiancandolo, lui sorrise

“Spero bene. Le domande non erano così complicate” rispose onestamente facendo così sorridere anche Giulie.

“Sicuramente è andata bene, Harry” lo incoraggiò lei facendo spallucce. Era incredibile di come in sola una settimana di scuola, lei si fosse nuovamente affezionata a lui e lui, stesse iniziando ad affezionarsi a lei.

“Harold!” urlò alle sue spalle la voce di Zayn, che non appena raggiunse l’amico gli passò un braccio attorno alle spalle

“Questa sera alle 8 a casa di Niall, ci sei vero?” domandò lui sorridendogli ampiamente. Harry lanciò uno sguardo a Giuliett che annuì timidamente

“Certo che ci sono, Malik” rispose allora Harry, sorridendo sia all’amico che alla ragazza.

“Beh, vi lascio soli” disse Giuliett sorridendo educatamente ai due ragazzi e dirigendosi verso Hanna che aveva adocchiato vicino al suo armadietto.

 

Il suono della campanella segnalò la fine delle lezioni. Giuliett e Hanna furono due delle prime ad uscire da scuola. Nessuna delle due ce la faceva più e non vedevano l’ora di uscire da quell’istituto e godersi la rara giornata di sole che si presentava quel sabato.

“E quindi, questa sera andrai alla festa con Liam?” domandò la mora, sorridendo sorniona e picchiettando leggermente il braccio della bionda di fianco a lei. Hanna sorrise imbarazzata con le gote che si arrossivano leggermente

“Ebbene sì. Oh Giulie sono così emozionata!” rispose lei sorridendo dolcemente all’amica che, non poté fare a meno di sorridere anche lei. Giuliett era davvero felice per Hanna, anche perché sapeva che comunque Liam era un bravo ragazzo e non l’avrebbe fatta sicuramente soffrire.

“Ma raccontami di te. Come mai questa mattina sei arrivata nella stessa macchina di Harry?” domandò la bionda, portandosi le braccia al petto e fissando curiosamente la mora che istintivamente si morse nervosamente il labbro inferiore. Cazzo! Sperava con tutta se stessa che per lo meno Hanna non se ne fosse accorta ma, a quella ragazza non sfugge proprio nulla.

“Beh… perché questa mattina quando è passato davanti a casa mia, mentre stava venendo a scuola, ha visto che la mia vespa non partiva e allora… si è offerto di accompagnarmi” rispose lei, congratulandosi mentalmente con se stessa per l’ottima scusa inventata. Si sentiva uno schifo nel dover mentire alla propria migliore amica, ma… proprio non se la sentiva di dire ad Hanna tutto quello che era successo. Ancora non riusciva a rendersene conto lei. Quasi non poteva credere che Harold Edward Styles si era presentato a casa sua in lacrime, l’aveva abbracciata e aveva dormito con lei, nello stesso letto e per di più senza farci nulla. Giuliett rabbrividì al ricordo di aver avuto Harry nel letto. Sorrise imbarazzata senza farsi vedere da Hanna.

“Ah beh, è stato carino da parte sua” rispose la bionda sorridendole, Giulie annuì e si sistemò la cartella sulle spalle.

“Giuliett! Ehi Giulie aspetta!” urlò una voce bassa e roca alle sue spalle. Un brivido d’emozione percorse la colonna vertebrale di Giuliett, si voltò e vide una testa riccioluta che le correva incontro sventolando un foglio. Di fianco ad Harry c’era anche Liam che correva insieme al riccio; in breve tempo raggiunsero le due ragazze. Hanna sorrise imbarazzata a Liam che fece lo stesso, mentre Harry non la smetteva un secondo di ridere come un idiota stringendo saldamente tra le mani un foglio a quadretti.

“La prof. Mi ha corretto il compito. Ho preso 8 Giuliett, 8! Ti rendi conto?!” urlò Harry non appena riuscì a riprendere fiato. La mora entusiasta per l’ottimo risultato ottenuto da Harry, gli gettò le braccia al collo e lo abbracciò dolcemente

“Oh Harry complimenti! Visto? Sapevo ce l’avresti fatta!” gli urlò nelle orecchie, ridendo felice. Anche Harry non poté fare a meno di ridere entusiasta. Per la prima volta il riccio si sentiva tranquillo e apprezzato per le sue capacità. Solamente grazie a Giuliett era finalmente riuscito a dare il meglio di sé in una cosa banale come un compito in classe, figuriamoci nella vita di tutti i giorni.

Giuliett, tra le braccia di Harry, si sentiva protetta e sicura mentre lui, con lei tra le sue braccia, era come se la stesse proteggendo. Entrambi era come se si sentissero… a casa.

Quando finalmente si staccarono dall’abbraccio, nessuno dei due potevano fare a meno di sorridere un po’ come Liam e Hanna.

“Allora, questa sera, si festeggia?” domandò Hanna azzardandosi, i due ragazzi annuirono

“Certo che si!” rispose Liam lasciando scappare tutto il suo entusiasmo, le due ragazze e Harry sorrisero allegramente.

“Per che ora?” chiese nuovamente Hanna

“Alle 19.30 sono davanti a casa tua” rispose immediatamente Liam. Giuliett e Harry si scambiarono un’occhiata complice. La mora non si era ancora azzardata a chiedere come mai la sera precedente Harry fosse piombato a casa sua in lacrime, preferiva fosse lui a parlarne.

“Che ne dici se ti accompagno a casa?” domandò d’improvviso Harry, sorridendo dolcemente a Giuliett. Lei annuì nervosamente e dopo aver salutato Hanna e Liam, salì in macchina con Harry.

 

******

Harry spense la macchina davanti alla casa di Giuliett. Per tutto il viaggio erano rimasti quasi del tutto in silenzio, se non per qualche veloce domanda o scambio di battute leggere.

“Allora… vuoi entrare?” domandò la mora pensando che Harry volesse stare ancora da lei. Il riccio le sorrise ed estrasse il telefono dalla tasca dei jeans, facendole segno di aspettare con una mano. Compose velocemente un numero sullo schermo del telefono portandoselo all’orecchio.

“Buon giorno. Si sto bene, lui c’è?” domandò sorridendo leggermente, con una nota di tristezza nella voce. Gli occhi verdi di Harry, quel giorno erano di un grigio spento e Giuliett non poteva fare a meno di fissarli ardentemente.

“Perfetto, grazie mille. A dopo. Un bacio” riattaccò velocemente e rinfilò il telefono in tasca. “Grazie mille Giulie ma torno a casa. Ti ringrazio infinitamente per l’ospitalità e… ci vediamo questa sera, allora?” domandò Harry speranzoso, la mora annuì all’istante e il riccio sorrise radioso.

“Allora passo alle 19.30. Ci vediamo questa sera piccola” Harry si allungò verso la mora, posando dolcemente le sue labbra calde sulla guancia fredda di Giuliett. Lei sorrise dolcemente al ragazzo e scese velocemente dalla macchina, correndo verso casa sua. Non appena fu dentro, scivolò lungo la porta poggiando le dita tremanti sulla guancia. Era completamente fottuta.


 

Destiny and Sara's Corner.
Eccociiii :D Molto rincoglionite ma felici :D
Ieri sera siamo andate a ballare insieme e poi la Saretta si è fermata a dormire da me :3
Voi invece che avete fatto di bello ieri sera? ;D
Cooomunque, questo capitolo non ci piace per niente ç___ç è smorto e schifoso
ma possiamo giustificarci dicendo che è un intro del prossimo capitolo, il quale sarà davvero ashegatkehj *-*
However,
vorremo ringraziare tutti quelli che hanno recensito questa FF per ora, con le loro splendide recensioni che ci rassicurano e ci tirano su il morale sempre <3
Un ringraziamento anche a chi ha messo la storia tra le
ricordate/seguite/preferite :)
Vi lasciamo con una Gif di Harry:

E una di Giulie:

Un bacione, Destiny e Sara

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Capitolo 14
*** Chapter 14 ***





 

Chapter 14.

Erano le 19.29 e Giuliett aprì velocemente la porta di casa dopo aver salutato caldamente sua nonna. Rimase stupita del fatto che Harry fosse già lì, appoggiato alla portiera della sua Range Rover. Aveva la testa china e le mani in tasca, ma non appena sentì la porta chiudersi, alzò la testa e puntò i suoi occhi penetranti su Giuliett. Era splendida nei suoi jeans neri attillati e in una maglia bianca senza spalline molto attillata anch’essa, i capelli erano più ricci del solito e ai piedi portava un paio di sandali neri con tacco. Harry a sua volta indossava un paio di jeans normali, una camicia bianca con sopra un maglione grigio. Entrambi non poterono fare a meno di fissarsi imbambolati.

“Stai benissimo, come sempre del resto” esordì Harry non appena Giuliett gli si avvicinò. La mora sorrise imbarazzata portandosi un riccio dietro l’orecchio.

“Anche tu” rispose lei mordendosi nervosamente il labbro inferiore

* Jenson, non farlo cazzo!* pensò Harry sentendo prontamente il solito movimento sotto la cintura dei pantaloni. Restarono per una ventina di minuti a fissarsi imbarazzati, si risvegliarono solo quando il suono di un clacson non li fece sussultare. Una mini blu si affiancò alla Range Rover di Harry strombazzando sonoramente. Il finestrino della mini si abbassò lasciando così vedere bene il viso di Zayn e quello di Louis che sorridevano entrambi sornioni

“Ma buona sera!! Allora, venite alla festa o state qui a scrutarvi attentamente a vicenda e finite col farlo?” domandò Louis suonando nuovamente il clacson. A Giuliett si spezzò il respiro mentre Harry si passò nervosamente una mano tra i capelli fulminando Louis con uno sguardo. Tomlinson gli fece veloce un occhiolino e dopo aver strombazzato l’ennesima volta partì in quarta diretto verso la casa di Niall, con le risate di Zayn in sottofondo.

“Scusali… penso siano già ubriachi” si giustificò Harry sorridendo leggermente alla mora che, scrollò le spalle e trattenne una risata amara.

“Tranquillo. Andiamo?” domandò poi cercando di cambiare completamente discorso. Aveva paura, davvero tanta paura. Ma non per il fatto che sarebbe stata ad una festa con Harry e neanche per quello che sarebbe potuto succedere a quella festa. Aveva solo paura di ricordare, di ricordare troppo e lei non voleva.

Harry annuì e da vero gentiluomo le aprì la portiera della macchina facendola salire. Dopo una mezz’ora arrivarono alla festa.

La casa di Niall era di media grandezza, isolata dal resto delle case. Era di un bianco acceso con le tapparelle color azzurro cielo, proprio come gli occhi del proprietario. Il tetto e la porta di un color marroncino chiaro e davanti all’ingresso si estendeva un vialetto pieno di ghiaia. Sicuramente sul retro di sarebbe stato un giardino enorme con tanto di piscina che ne occupava più di metà.

All’esterno si sentiva già la musica che veniva sparata dalle casse dello stereo e Giulie giurò di sentire anche qualche urlo di gioia. Sicuramente più di metà dei presenti in quella casa erano già ubriachi e anche drogati. A quel pensiero un brivido percorse la schiena della mora.

Si riprese solo quando Harry la prese per mano e le sorrise

“Sei pronta?” domandò facendole cenno col capo di seguirlo in casa. Era pronta? Sarebbe riuscita a sopportare 16 anni di ricordi? Non ne era del tutto sicura.

Annuì e sorrise amaramente ad Harry. Il riccio sapeva perfettamente che qualche cosa non andava. Sentiva Giuliett tesa e preoccupata e, non riusciva a spiegarsi il motivo per cui lentamente lo stava diventando anche lui. Strinse più saldamente la mano di Giuliett e cercò di stringerla sempre più a sé, quando ci riuscì le circondò le spalle con un braccio e cercò di abbracciarla, trasmettendole tutta la calma possibile. Giuliett non poté fare a meno di arrossire ma apprezzò il gesto di Harry.

Quando entrarono però, la leggera calma che si era instaurata in Giuliett, svanì nuovamente. Una massa di ubriachi le si affiancò immediatamente offrendole subito alcolici super potenti, oppure pasticche piccole e bianche. Alla mora mancò il respiro. Odiava le feste con tutta se stessa, odiava il suo passato da quando era morta sua madre, odiava essere lì con tutta quella gente ubriaca e drogata. Harry subito notando il suo sconforto la trasportò vicino allo stereo dove aveva adocchiato Liam e Hanna intenti a parlare molto intimamente.

“Ehi amico!” salutò Liam sorridendo ad Harry e battendogli velocemente un cinque. Le due ragazze si scambiarono un sorrisino complice, ma Hanna fissava preoccupata Giuliett, sapeva perfettamente del suo odio per le feste.

“Va tutto bene?” domandò la bionda, avvicinando la bocca all’orecchio della ragazza di fianco a lei. Giuliett sorrise dolcemente e annuì

“Tu non ti preoccupare. Pensa a divertirti con Liam” rispose lei rimproverando Hanna che per l’ennesima volta pensava di più alla sua migliore amica piuttosto che a se stessa. Se Hanna aveva anche un solo difetto, era quello; non riusciva mai a pensare per un secondo a se stessa, era costantemente preoccupata per Giuliett. Era iperprotettiva nei confronti della mora, molto probabilmente per i vari suoi problemi passati.

Hanna sorrise “E va bene, mamma. Ma promettimi che se stai male o qualche altra cosa, non indugerai un secondo sul chiamarmi, ok?!” disse Hanna con tono di rimprovero. La mora roteò gli occhi e sbuffò leggermente

“Va bene mamma. Ti voglio bene, Hanna” disse poi sbilanciandosi leggermente e abbracciando la bionda, che non esitò un secondo a rispondere all’abbraccio.

Nel frattempo Liam e Harry si erano leggermente allontanati dalle due ragazze.

“Amico, credo di essere preso bene, davvero!” disse Liam passandosi emozionatamente una mano tra i capelli mentre Harry sorrise radioso notando la luce negli occhi dell’amico, proprio quella luce che aveva anche quando stava con Danielle.

“Però… non potremmo stare insieme” sussurrò Liam abbassando lo sguardo. Era consapevole del fatto che anche con Hanna non sarebbe andata a buon fine e perché? Per colpa della stupida scommessa tra Harry e Louis! Il moro provava abbastanza irritazione per quella cosa ma, non poteva farci nulla e sicuramente non si sarebbe messo a litigare con due dei suoi migliori amici per una ragazza. Respirò profondamente e cercò di scacciare tutti i pensieri negativi, godendosi i pochi positivi che aveva avuto con Hanna.

Harry però nel sentire quel sussurro prodotto da Liam, sgranò gli occhi, aprì bocca per ribattere ma fu preceduto da Hanna.

“Liam, avresti voglia di accompagnarmi a prendere da bere?” domandò la bionda avvicinandosi ai due ragazzi, con Giuliett di fianco. Il riccio sorrise alla mora, che però aveva lo sguardo perso e pauroso, sembrava quasi stesse tremando. Liam annuì ad Hanna e insieme andarono verso la cucina per prendersi qualche cocktail mentre Harry e Giuliett rimasero immobili vicino allo stereo.

“Va tutto bene?” domandò d’un tratto Harry, avvicinandosi sempre di più a lei che sussultò nel sentire la mano di Harry posarsi sul suo braccio caldo. Annuì distrattamente e sorrise dolcemente. Sapeva perfettamente però che non andava tutto bene e non sapeva per quanto tempo sarebbe riuscita a resistere.

 

******

Erano ormai passate un paio d’ore dall’arrivo dei due ragazzi alla festa e Giuliett stava resistendo a fatica. Harry si era trattenuto dal bere o dal fumare qualsiasi cosa solo per Giuliett, e questa cosa lo preoccupava parecchio.

In mezzo alla pista stavano ballando We found love anche se lei si sentiva parecchio imbarazzata nell’avere le mani di Harry poggiate sui fianchi. Le mani di lei invece erano poggiate tremanti sulle spalle larghe del ragazzo.

“Ti stai divertendo?” domandò lui avvicinando pericolosamente il suo viso a quello di Giuliett, annuì lentamente continuando a mantenere il contatto visivo con Harry. Le labbra del ragazzo si socchiusero leggermente

“Stai benissimo. Stai sempre benissimo. Sei splendida, dico davvero” disse stringendola leggermente più a sé facendo sì che i loro corpi non si sfiorassero solo.

“Grazie, anche tu” rispose mordendosi il labbro inferiore. Sapeva perfettamente cosa stava per succedere, ma perché non faceva nulla per bloccare Harry? Perché se ne stava lì imbambolata come una demente ad arrossire e a mordersi il labbro? Si sentiva così stupida.

“Adoro tutto di te” ammise Harry ormai perso negli occhi della ragazza stretta a lui. Come cavolo? Harry si sentiva un’idiota. Come poteva dire cose del genere, ad una ragazza che era solo oggetto di scommessa? Beh, in teoria la scommessa era sedurre e lui lo stava facendo, fin lì nessun problema; la cosa che preoccupava Styles, era il fatto che comunque quelle cose, molto probabilmente, le pensava davvero.

“Oh… Harry io…” iniziò la mora ma una mano le si posò sulla schiena e la fece voltare.

“Ciao piccola! La vuoi una pasticca? O un bicchierino? Andiamo fatti sotto!” urlò un ragazzo porgendo a Giuliett una pillola bianca e un bicchiere di vetro, la mora rabbrividì e sgranò gli occhi. Immediatamente il volto di lui le si presentò davanti riportando alla mente mille ricordi negativi e orribili che l’avevano accompagnata per 16 anni.

“Non vuole nulla, ciao” lo liquidò Harry dandogli una leggera pacca sulla spalla. Il ragazzo scosse le spalle e sussurrò qualche cosa di incomprensibile. Si voltò verso il riccio che le sorrideva dolcemente.

“Scusa. Non ce la faccio” disse lei con ormai le lacrime agli occhi. Sorrise amaramente ad Harry e corse verso l’uscita della casa di Niall, andando a sbattere però contro un paio di persone. Quando finalmente riuscì a trovare l’uscita, iniziò a correre verso non sapeva bene dove; dopo però un paio di passi fu costretta a togliersi le scarpe. Aveva bisogno di allontanarsi da tutto quello. Si dava anche della stupida per essere così debole, ma per lei non era un piacere, anzi, era una cosa orribile e terrificante. Quando finalmente riuscì a sentire solo il silenzio invece dell’eco della musica prodotta dalla festa, si fermò leggermente affaticata. Era in mezzo alla strada, non sapeva bene dove. Si mise sul bordo e si appoggiò lentamente alla ringhiera del cancello di una casa vicina a lei. Respirava a fatica e l’aria fredda le faceva bruciare la gola ad ogni respiro; gli occhi lucidi e gonfi con le lacrime ormai sulle sue guancie.

Harry salì immediatamente sulla macchina e iniziò a guidare velocemente finché, con la coda dell’occhio, non scorse una figura femminile splendida. Era rannicchiata su se stessa con la testa tra le gambe. Accostò e spense il motore dell’auto, catapultandosi fuori da essa e correndo verso la ragazza. La sentì singhiozzare e la vide tremare sicuramente dal freddo. Il riccio si tolse il maglione grigio e lentamente lo posò sulle spalle nude della mora. Lei alzò lentamente lo sguardo e quando vide il volto di Harry, si sentì morire ma allo stesso tempo sollevato. Perché lui era lì? Perché non era rimasto alla festa? Magari seriamente gli importava qualche cosa di lei?

“Ehi” sussurrò lui sedendosi accanto a lei, dandole una leggera spallata. La mora si asciugò una lacrima

“Ehi” rispose con la voce roca per via del pianto. In quel momento Giuliett si odiava, odiava piangere e per di più davanti ad Harry.

Rimasero in silenzio per un bel po’, finché la mora non si calmò e smise di piangere, a quel punto Harry si azzardò a parlare “Allora, spiegami” disse serio puntando quei suoi smeraldi su Giuliett, che ne rimase letteralmente incantata.

“Non voglio. Odio parlare del mio passato” rispose dura. Harry scosse la testa e le circondò le spalle con in braccio, stringendola a sé.

“Giuliett, voglio aiutarti, davvero. Ti prego, permettimelo” disse, e per la prima volta lo pensava davvero. Voleva davvero aiutare Giuliett, anche se non riusciva a spiegarsi il perché. Nel vederla lì, rannicchiata su se stessa con gli occhi ancora lucidi e gonfi, gli faceva così tanta tenerezza.

La mora tirò un profondo respiro, voleva veramente parlarne con Harry? Dentro di sé voleva liberarsi di quel peso e non sapeva perché, sentiva che Harry era sincero. Sospirò nuovamente e poggiò la testa sul petto di Harry, pronta per raccontargli tutto.



 

Destiny and Sara's Corner.
Ok, basta con gli applausi gente, lo sappiamo di essere adorabili ;D
effettivamente, siamo state davvero clementi nel postare anche questo capitolo oggi :3
Anche perchè siamo due fancazziste che se ne stanno costantemente sedute sul divano a scrivere capitoli per questa FF con in mano una tazza di cioccolata calda con cannella e panna, le coperte addosso e le canzoni dei Simple Plan e degli One Direction in sottofondo mentre guardano cazzate alla tele :D (si beh, siamo sempre insieme anche perchè siamo vicine di casa ahahah)
Ok, ma parliamo del capitolo u.u
questo ci piace un casino! Davvero, ci sentiamo molto proud :') Anche se, sappiamo perfettamente che ci odierete per questo finale bloccato ma... sì siamo stronze e non ci sono giustificazioni D:
However,
vorremo ringraziare davvero tanto le 50 recensioni ottenute *-* Insomma, 13 capitoli e 50 recensioni :'D naturalmente tutte e 50 splendide e adorabili :3
E naturalmente un ringraziamento anche a chi l'ha messa tra le ricordate/seguite/preferite :)
Vi lasciamo con una Gif di Styzza:

E Giuliett:


Un bacione, Destiny e Sara  ♥ 

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Capitolo 15
*** Chapter 15. ***





 

Chapter 15.

Harry aspettava impaziente di capire il perché Giuliett fosse in quel modo. La mora, nel frattempo cercava di tranquillizzarsi nuovamente, il solo pensiero di poter parlare nuovamente a qualcuno del suo passato, la terrorizzava.

“Mio padre è in prigione. Dopo la morte di mia madre, ha iniziato a drogarsi e bere, ripetutamente. La sera, arrivava a casa sempre impasticcato e ubriaco… mi picchiava. Ho vissuto in quel modo fino a 2 anni fa, quando ormai stufa di tutto ho chiamato la polizia e l‘hanno portato via. Adesso vivo con mia nonna ma… oh Harry io…” non riuscì a terminare perché scoppiò nuovamente in un pianto sofferente. Harry rimase completamente senza parole, stupito da come una ragazza così perfetta potesse aver avuto un futuro così orribile e triste. Lui, in confronto a lei, si sentiva il ragazzo più fortunato di quella terra. La strinse forte a sé e accarezzandole dolcemente i capelli, iniziò a sussurrarle di star tranquilla.

“Mi dispiace, davvero. Giuliett, potevi dirmelo che non amavi le feste, non ti ci avrei portata” disse Harry sentendosi un completo idiota, era agitato, emozionato, triste e arrabbiato. Non riusciva a sopportare il fatto che anche solo un uomo, che fosse suo padre o meno, avesse potuto picchiarla e chissà che altro. Giuliett però gli sorrise e si strinse nelle spalle

“Tranquillo” rispose solamente, fissandolo negli occhi. Anche lei però, moriva dalla voglia di sapere perché Harry la sera precedente era piombato a casa sua in lacrime e la risposta non si fece attendere più di tanto.

“Sai… anche mio padre mi aveva picchiato, ieri sera. Insomma, lui non c’è mai a casa ma le poche volte che c’è, finiamo sempre col litigare e io finisco sempre col prendermele. Mia madre, o meglio, quella che dovrebbe essere mia madre, non c’è mai. Mia sorella vive ormai in America e… insomma, non ho mai avuto una vera e propria famiglia, anche perché lì in mezzo sono sempre stato l’indesiderato. Il preservativo non doveva rompersi. Eppure eccomi qui, che bello schifo, vero?” domandò sarcastico il riccio, sorridendo amaramente. Giulie trattenne un respiro. Non avrebbe mai potuto credere che il perfetto Harold Edward Styles si potesse sentire indesiderato.

“I miei ormai non si amano neanche più. Ma Anne, sta insieme a Robert solo per i suoi soldi, nonostante entrambi si scopino mille persone diverse al giorno. Io sono stato cresciuto dalla domestica, Miss Holmes” proseguì Harry strofinandosi gli occhi velocemente. Non voleva piangere per far sentire peggio Giulie, che lo fissava con aria sconvolta. Non aveva la più pallida idea di cosa dire a quel ragazzo che all’apparenza sembrava perfetto e invece, aveva una famiglia imperfetta. Per la prima volta, si sentiva al settimo cielo, finalmente Harry Styles le aveva aperto il suo cuore. Sorrise leggermente e gli posò il polpastrello del pollice sulla guancia, strofinandogliela leggermente. Il riccio sussultò e sorrise a sua volta.

“Mi dispiace, Harry. Sappi che sei il benvenuto ogni volta che ne avrai bisogno” disse lei, poggiando la testa sulla sua spalla respirando a pieno il buonissimo profumo emanato da Harry: profumava di mela. Si lasciò scappare un sorriso.

“Che ne dici se ti accompagno a casa? Sarai stanca” propose Harry amaramente, non voleva separarsi da Giuliett, ma il pensiero che l’avrebbe vista anche il giorno dopo, lo tranquillizzava. Era agitato, e per la prima volta il pensiero che Giuliett non fosse solo oggetto di scommessa, gli attraversò la mente, facendolo quasi rabbrividire. La mora annuì lentamente permettendosi di sbadigliare.

“Te ne sarei grata” rispose mettendosi a sedere e infilandosi meglio il maglione di Harry addosso, il riccio sorrise nel vedere il suo maglione arrivarle al ginocchio mentre le maniche superavano anche le mani.

Entrambi salirono in macchina e dopo neanche un paio di minuti, la ragazza si addormentò profondamente, era davvero esausta. Quando raggiunse la casa di Giuliett, Harry non la svegliò immediatamente, ma rimase a guardarla leggermente. La testa piegata di lato con alcuni riccioli neri che le ricadevano sul viso, gli occhi chiusi con le palpebre truccate con un ombretto bianco e un Eye-liner nero mentre le ciglia ricoperte di mascara, le labbra socchiuse e ricoperte di lip gloss rosa, le guancie rosee che facevano contrasto con la pelle di un bianco candido; il torace si alzava e si abbassava lentamente, questo stava a significare che si era tranquillizzata del tutto.

Il riccio sorrise e posò nuovamente su quelle labbra socchiuse, piccole e carnose ricoperte dal lip gloss. Deglutì velocemente sentendo il solito movimento sotto la cintura dei pantaloni. Moriva dalla voglia di baciarla, e se non fosse stato per il fatto che non riusciva a capire bene perché i suoi pensieri fossero così strani nei suoi confronti, l’avrebbe sicuramente fatto. Per svegliarla si limitò a darle un lento e lungo bacio sulla guancia, facendola svegliare dolcemente.

“Bella addormentata” disse lui sorridendole, anche lei sorrise

“Adoro quel cartone” rispose lei stiracchiandosi leggermente mentre si stringeva sempre di più nel maglione grigio. Entrambi scesero dalla macchina e il riccio la accompagnò fino all’ingresso dove rimasero a fissarsi per un lungo tempo, imbarazzati e senza sapere bene cosa dire.

“Il maglione” esordì Giuliett facendo per toglierselo ma Harry la bloccò

“Oh no, tienilo pure, me lo ridai domani. Ecco, a proposito di domani, Giul, non sei più costretta ad uscire con me per quel… ricatto” ammise il riccio non riuscendo a bloccare la lingua, immediatamente si diede del coglione. Ma la mora sorrise

“A domani Harry” sorrise appoggiandosi alla porta. Harry sorrise imbarazzato e non sa perché, gli tornarono in mente quei ritratti posti sulla scrivania di Giuliett e la lampadina immaginaria gli si illuminò sulla testa. Il ragazzo si batté il cinque mentalmente; dalla tasca posteriore estrasse il cellulare e mandò un messaggio a Giuliett, che a sua volta estrasse il cellulare

-High Street, N 15. Fatti trovare a questo indirizzo alle 16.00. Harry xx-

La mora sorrise e alzò lo sguardo su Harry che stava sorridendo a sua volta, passandosi velocemente una mano tra i capelli.

“Grazie mille per tutto, Harry. Buona notte” disse mettendosi in punta dei piedi e posando le labbra sulla guancia di Harry che sorrise come un’ebete.

“Ehm… buona… notte” balbettò Harry prima che Giuliett entrasse in casa chiudendo la porta in faccia ad Harry, ancora mezzo rincoglionito.


 

Destiny and Sara's Corner.
Eccociiii :D Chiediamo subito scusa per non aver aggiornato ieri ma...
era il compleanno di Desty e allora, l'abbiamo festeggiata un pò, anche se la vera festa arriva Sabato ;D
Cooomunque, chi vi scrive oggi è Sara perchè Desty è "impegnata" a parlare al telefono con il suo ragazzo :3 eheheh sputtaniamola per bene u.u
Bene, finalmente, in questo capitolo si scopre il passato di Harry e Giuliett *-* Oddio, adoro questo capitolo, davvero <3 <3
Anyway (Des scrive However, io scrivo Anyway u.u)
vorremo ringraziare TUTTE LE SPLENDIDE ragazze che hanno recensito la storia fino ad ora
sono splendide, davvero :') Che poi... oddio non mi aspettavo di ricevere così tanti complimenti :'3 Vi adoro <3 (naturalmente anche Des vi ama)
e un ringraziamento a tutti quelli che hanno messo la FF tra le ricordate/seguite/preferite :)
Vi lascio con una Gif di Giul:

E una di Harold:

Un bacione, Sara and Destiny

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Capitolo 16
*** Chapter 16. ***





 

Chapter 16.

“Allora, ci sono tutti?” domandò lui per l’ennesima volta mentre il moro annuiva ripetutamente, ormai gli veniva spontaneo; Harry gliel’avrà chiesto almeno un centinaio di volte. Ma lui voleva esserne sicuro.

“Sicuro? Insomma, li hai controllati?” chiese nuovamente il riccio facendosi rigirare la busta marrone tra le mani, leggermente agitato. Liam sbuffò spazientito

“Ascolta Harry, Hanna mi ha detto che li ha presi tutti e quindi mi fido e non ho neanche il bisogno di controllare” sbottò Payne agitando leggermente le braccia mentre Harry sorrideva.

“Ok, ok, mi fido” rispose Harry mettendo le mani in segno di resa, sorridendo maliziosamente a Liam.

“Ma… potresti spiegarmi a cosa ti servono?” chiese poi il moro curioso di scoprire il perché della strana richiesta dell’amico, il riccio scosse la testa velocemente, facendo così svolazzare i ricci neri.

“Spiacente amico ma… è abbastanza complicato da spiegare e poi… devo scappare se voglio organizzare tutto per bene!” urlò Harry mentre iniziava a correre verso la macchina. La raggiunse e ci salì sopra mettendo immediatamente in moto e raggiungendo in breve tempo il luogo da lui desiderato.

Entrò e si diresse immediatamente alla reception sorridendo cordialmente alla signorina che stava dietro il bancone.

“Posso aiutarla?” domandò lei gentilmente, sorridendo imbarazzata alla vista di Harry. Il riccio annuì e poggiò la busta marrone sul bancone

“Sono Harold Edward Styles, figlio di Robert Styles, dobbiamo parlare” disse in modo autoritario Harry sistemandosi la cravatta allentata che portava attorno al collo. La rossa davanti a lui arrossì violentemente

“Oh si… mi dica pure” rispose lei balbettando velocemente, senza riuscire a guardare Harry negli occhi.

Il riccio sapeva perfettamente che quella rossa sarebbe tranquillamente riuscita a portarsela a letto ma… c’era un qualche cosa, da qualche parte dentro di lui, che gli impediva di provarci spudoratamente con lei. Si passò una mano tra i ricci spettinandoseli leggermente e spingendo sempre di più la busta verso la rossa che, non appena capì quello che intendeva Harry, la prese e l’aprì immediatamente, estraendone il contenuto.

Si fece passare velocemente i fogli tra le mani osservandoli attentamente uno per uno, sorridendo ogni volta.

“Cosa vuole che faccia, Signor Styles?” chiese alzando lo sguardo e arrossendo nuovamente alla vista di Harry che la fissava serio; no, fissava serio ciò che la rossa teneva in mano.

“Per le 16.00 deve fare in modo che tutta la sala bianca sia piena di questi, ce la fa?” chiese il riccio passandosi lentamente l’indice e il pollice sul mento liscio; la rossa rimase in silenzio per qualche secondo come se stesse ragionando poi annuì d’improvviso facendosi passare nuovamente tra le mani il contenuto della busta.

“Certo Signor Styles, per le quattro sarà tutto pronto” rispose sistemandosi un ciuffo rosso dietro le orecchie, Harry sorrise e annuì

“Perfetto, arrivederci” disse poi girando i tacchi e dirigendosi velocemente verso la porta di vetro che segnava l’uscita.

“Arrivederla Signor Styles” si affrettò a dire la rossa prima che Harry potesse uscire, il riccio alzò una mano in segno di saluto e uscì completamente dal palazzo dirigendosi nuovamente verso la sua Range Rover. Controllò l’ora e vide che comunque era in perfetto orario e sarebbe riuscito a passare anche tranquillamente da casa per sistemarsi nuovamente.

 

 

Giuliett rientrò di fretta in casa posando velocemente le buste della spesa sul tavolo. Possibile che sua nonna doveva proprio mandarla al supermercato la domenica? E proprio quando aveva bisogno di prepararsi psicologicamente per l’appuntamento con Harry.

“Giulie cara, sei tu?” domandò la voce della nonna dal sottoscala, Giuliett si passò nervosamente una mano tra i capelli sospirando

“Certo nonna chi vuoi che sia?” urlò per far si che sua nonna riuscisse a sentirla.

“Oh cara, ci hai messo tanto!” rispose la nonna sbucando in cucina,

“C’era tantissima gente” si giustificò la mora iniziando velocemente a sistemare l’enorme spesa che aveva fatto. Controllò l’ora e quando vide che erano già le 3, si fece quasi venire un colpo. Era letteralmente in ritardo tenendo conto che non aveva la più pallida idea di cosa avrebbe potuto mettersi e doveva anche farsi la doccia, asciugarsi i capelli e truccarsi decentemente. La nonna, notando il suo sconforto, le fece segno di catapultarsi in camera sua e prepararsi per bene e Giuliett, non se lo fece ripetere due volte. Corse in camera e si fiondò letteralmente nell’armadio alla ricerca di qualche cosa di carino da mettere; alla fine optò per un vestitino bianco con una leggera scollatura sulla schiena e un cinturino nero sotto il seno; troppo? Giuliett non aveva neanche il tempo di pensare se fosse stato troppo esagerato o meno. Si precipitò in bagno e si infilò velocemente sotto la doccia lavandosi per bene.

Quando ebbe terminato di asciugarsi i capelli erano le 15.30 precise e la mora tirò un sospiro di sollievo; si vestì e si truccò in fretta. Scese in salotto trovando sua nonna comodamente spaparanzata sul divano che era intenta a guardare quelle telenovele tipo Beautiful o Vivere. La ragazza si lasciò scappare un’espressione disgustata che fece scomparire non appena sua nonna si voltò verso di lei.

“Stai benissimo piccola mia” esclamò la signora sospirando, Giuliett sorrise dolcemente

“Grazie mille nonna. Ascolta non è che mi presteresti la macchina?” chiese lei speranzosa, e sorrise dolcemente quando vide sua nonna annuire lentamente e porgerle le chiavi della sua vecchia panda italiana. La ragazza diede un veloce ma affettuoso bacio sulla guancia alla nonna e corse in macchina sperando di non essere fin troppo in ritardo.

Le ci vollero 20 minuti per raggiungere il luogo dettatole da Harry e 10 per trovare parcheggio; arrivò davanti al palazzo che segnava il numero 15 giusto in tempo. Si guardò più volte in torno notando l’assenza di Harry e sussultò leggermente quando si sentì toccare la spalla destra. Si voltò speranzosa ma invece di trovare la testa riccia di Harry ne trovò una rossa e con capelli lunghi.

“Ehm… salve” disse sorridendo alla ragazza davanti a lei; avrà avuto più o meno vent’un anni se non meno. La rossa le fece un sorriso tirato

“Lei è Miss Jenson?” chiese la rossa con una nota di dispiacere nel tono vocale, Giuliett annuì lentamente leggermente preoccupata. Non aveva la più pallida idea di chi fosse quella ragazza dai capelli rossi completamente vestita di nero.

“Bene, mi segua” aggiunse dopo la risposta di Giuliett, che la seguì dentro il palazzo. Era completamente enorme e con le pareti di un leggero blu sulle quali erano appesi diversi quadri di artisti che, stranamente, non conosceva. Al centro di quella sala c’era una specie di bancone dietro il quale c’erano altre due ragazze e un ragazzo (Giuliett sospettò fosse gay per via dei suoi modi).

“Desidera da bere?” chiese la rossa voltandosi di scatto verso la ragazza che sussultò leggermente.

“Ehm… va bene un tè freddo al limone, grazie” rispose poi continuando a voltarsi a destra e a sinistra alla ricerca di Harry, il quale però sembrava non volersi presentare all’appuntamento. La rossa porse un bicchiere pieno di tè freddo poi andò verso il bancone, iniziando a parlottare con il ragazzo biondo vestito di nero. Dopo neanche un paio di secondi entrambi raggiunsero Giuliett che iniziava a sentirsi leggermente imbarazzata in quella situazione; per lo meno il vestito che aveva scelto non era del tutto inappropriato.

“Miss Jenson, lui è Marco e le farà da guida in questa mostra” disse la rossa fulminando velocemente Giuliett con lo sguardo mentre Marco le sorrise radioso. Anche Giuliett rispose al sorriso

“Se mi concede…” si azzardò il biondo e Giuliett annuì seguendo Marco per le varie sale di quel palazzo. Ognuna di essa presentava vari quadri di artisti sconosciuti al mondo ma di una bellezza straordinaria che lasciavano quasi sempre Giuliett senza parole. La cosa che però le dava davvero fastidio era che comunque Harry non si era presentato, e la cosa che la faceva preoccupare abbastanza era che comunque lì i “commessi” conoscessero lei mentre lei non conosceva nessuno di loro.

“Bene, questa è la sala azzurra e…” iniziò Marco ma venne subito interrotto da una voce bassa e roca, tremendamente sexy.

“…E da qui in avanti ci penso io”

Giuliett si voltò e non appena vide Harry sorridere, la rabbia che provava verso di lui svanì completamente; possibile che quel ragazzo avesse quell’effetto su di lei? Marco annuì e sparì ritornando nella sala principale color blu. Finalmente soli Harry si avvicinò alla ragazza e le diede un leggero bacio sulla tempia, Giuliett non poté fare a meno di sorridere.

“Sai, credevo che questo appuntamento fosse tra me e te, non tra me e Marco” si lasciò scappare sorridendo, Harry rise leggermente posando una mano sul fianco di Giuliett. Lei sussultò leggermente e iniziò a passeggiare lentamente con Harry per un lungo corridoio. Quando ne arrivarono alla fine, si trovarono davanti una porta bianca.

“Come avrai ben notato, questa è una mostra privata che svela i nuovi talenti. Questo palazzo lo possiede mio padre. Comunque, questa artista è la mia preferita, spero piaccia anche a te” disse Harry sorridendo dolcemente alla mora che sorrise a sua volta. Il riccio aprì la porta che presentava una sala completamente bianca se non fosse stato per qualche striscia nera che si intravedeva. Quando Giuliett riuscì a riprendere bene la visuale, per poco non urlò. Tutti i suoi ritratti completamente segreti erano lì, appesi su quelle pareti bianche che facevano venire un terribile mal di testa. La riccia guardò stupefatta Harry che sorrideva soddisfatto.

“Allora?” chiese stringendola a sé.

“Come… oh mio Dio come diavolo hai… com’è…?” a Giuliett mancavano davvero le parole; era stupita, arrabbiata, felice e sconvolta. Mille domande le frullavano per la testa mischiate al nulla più totale.

“Hanna e Liam. Secondo te perché tua nonna ti ha mandata a fare la spesa? Comunque, spero non ti dispiaccia ma sono troppo belli per rimanere nascosti” si giustificò il riccio stringendosi nelle spalle. La mora iniziò a ridere nervosamente

“Non mi dispiace… solo che… mi sembra ancora strano” rispose

“E se può interessarti, due offerenti ne hanno già comprati 10 mentre uno ne ha comprato solo uno”

“E chi sarebbero? E quali sarebbero?” chiese curiosa e stupita. Harry sorrise

“Esiste la privacy, ma posso dire che il ritratto numero 10 l’ho comprato io” disse Harry indicando il suo ritratto appeso alla parete. Giuliett arrossì violentemente; presa dall’impulso gettò le braccia attorno al collo di Harry stringendolo forte in un dolce abbraccio

“Grazie mille Harry” sussurrò all’orecchio del riccio per poi poggiare dolcemente le sue labbra sulla guancia del ragazzo. Harry sorrise e la strinse forte a sé. Possibile che si stesse veramente affezionando a Giuliett?


 

Destiny and Sara's Corner.
Perdonateciiiii vi prego. Sembra una vita che non aggiorniamo :'(
Ma questa settimana è stata davvero impegnativa per entrambe sia a scuola che a casa.
Poi oggi io e Sara abbiamo festeggiato 16 anni di amicizia e quindi siamo state fuori tutto il pomeriggio :3 Però troviamo lo stesso del tempo per questa FF e per voi <3
Beh, direi che questo capitolo è quello un pò più atteso da tutte e dobbiamo ammettere che non ci dispiace.
Ho letto, nello scorso Corner, che Sara mi ha sputtanata per bene quindi, ho deciso che la sputtanerò anche io: Sara è fidanzata e indovinate come si chiama il suo ragazzo? Louis!! Andiamo che culo ha?! (Il mio si chiama Mauro, visto che ormai sapete ;D)
However,
scusate se non abbiamo risposto alle recensioni del capitolo precedenti ma, come abbiamo già detto siamo state davvero TANTO impegnate ç___ç sappiate che comunque le abbiamo lette tutte e vi ringraziamo infinitamente per le splendide parole che ci dite
*per chi si stesse domandando che fine ha fatto Trevor, state tranquille che rientrerà presto in scena*
E naturalmente un grazie a tutti quelli che hanno messo la storia tra le ricordate/seguite/preferite.
Vi lasciamo con una gif di Harry:

E una di Giuliett:

Un bacione, Destiny e Sara

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Capitolo 17
*** Chapter 17. ***






 

Chapter 17.

“Sai Harry… ancora non mi capacito del fatto che tu possa aver fatto realmente una cosa del genere” disse Louis scuotendo lentamente la testa, buttando fuori dalla bocca una nuvola di fumo, che fece finire apposta in faccia al riccio di fronte a lui. Harry sbuffò rumorosamente, perché diavolo aveva raccontato a Louis ciò che aveva fatto?! Molto probabilmente le nove tequila lo avevano fatto parlare un po’ troppo.

“Andiamo amico, non dovevo corteggiarla e sedurla? Mi è sembrato un buon modo” rispose il riccio facendo spallucce; Louis rise leggermente. Stava iniziando seriamente a temere che la scommessa sarebbe stata vinta da Harry e non poteva permetterlo, doveva escogitare un modo per far sì che fosse lui il vincitore.

“Si ma… metti caso che, nelle peggiori delle ipotesi, tu possa innamorarti di lei? A meno che non sia già successo” sogghignò Louis sfregandosi lentamente il mento ricoperto da una leggera barba. Harry sgranò gli occhi deglutendo velocemente. Possibile che ogni volta che si ritrovava a parlare con Louis, questo finiva sempre col spedirlo nella merda? Il riccio finse una risata appoggiandosi lentamente sul muro del locale, scuotendo velocemente i ricci

“Tommo, le tequila e il fumo ti fanno male. Non scherzo” improvvisò Harry cercando di far perdere così quell’ipotesi all’amico ma, Louis, era nettamente più sveglio di Harry nonostante fosse sotto effetto di alcool e fumo.

“Orsù Harold, non è un peccato innamorarsi” disse Tomlinson sorridendo sornione, inspirando anche l’ultimo fiato della sua Camel per poi gettarla a terra e spegnerla con una delle sue converse blu. Harry s’irrigidì immediatamente nel sentire quelle parole.

“Peccato che io non mi innamori” rispose cupo il riccio, abbassando lo sguardo. Louis in quel momento si sentiva uno stronzo patentato; sapeva perfettamente che Harry non era tipo da innamorarsi ma… voleva vincere la scommessa e l’unico modo era beccar Harry nel suo punto debole. Naturalmente Louis voleva un mondo di bene all’amico, tanto da considerarlo un fratello adottivo, e stava morendo nel comportarsi in quel modo però entrambi erano fatti così, volevano vincere a tutti i costi.

“Hazza, amico mio, Giuliett è una bella ragazza e poi…”

“Louis! Smettila, io non mi innamoro. E sicuramente Giuliett non mi cambierà, ok? Adesso andiamo. Ho bisogno di bere” disse Harry aprendo furiosamente la porta del locale ed infilandosi in quella massa di persone sudate e ubriache, seguito a ruota da Louis che sorrideva soddisfatto. Sapeva che sicuramente dopo quella “discussione” il suo migliore amico sarebbe cambiato con Giuliett e lei, delusa nuovamente, si sarebbe ricordata di quello che lui le aveva fatto e l’odio che l’aveva perseguitata per un paio d’anni, sarebbe tornato.

 

 

Quella mattina Giuliett aprì gli occhi lentamente, sorridendo entusiasta ancora incredula del fatto che il giorno precedente fosse realmente uscita con Harry Styles e che LUI avesse potuto fare una cosa del genere per lei. Che fosse cambiato? La mora non sapeva bene cosa pensare anche perché tutti i suoi pensieri erano offuscati da un solo pensiero: Harold Edward Styles.

Si tolse velocemente le coperte di dosso e dopo aver preso un paio di jeans rossi e un maglione bianco dall’armadio, si diresse in bagno per lavarsi e vestirsi. Quando tornò in camera notò che lo schermo del suo telefono si stava illuminando. Speranzosa corse a vedere chi fosse ma le sue aspettative positive svanirono quando si rese conto che le era arrivato un messaggio da Trevor. Già, Trevor, il suo ragazzo. Da quando Harry era entrato nella sua vita, passava ancora meno tempo con lui e in quel momento si sentì una completa stronza. Come poteva fare una cosa del genere a Trevor? In fin dei conti lui l’aveva aiutata a rimettersi in piedi dopo la caduta che le aveva provocato, per l’appunto, Harry. Sospirò e lesse il messaggio:

-Sono fuori casa tua, questa mattina ti porto io a scuola piccola. Ti amo, Trevor xx-

Rilesse nuovamente il messaggio e con un sospiro prese la tracolla scendendo in cucina dove salutò sua nonna intenta a leggere il giornale mattutino. Quando uscì di casa trovò L’Audi sportiva di Trevor parcheggiata davanti al suo vialetto e sorrise ripensando che due sere precedenti invece, c’era la Range Rover di Harry con lui ad attenderla per andare alla festa di Niall.

“Ciao piccola, oggi sei splendida, come sempre” disse il moro stampandole un affettuoso bacio sulle labbra rosse. La mora rispose ma in modo distaccato ma, fortunatamente, Trevor non se ne accorse. Salirono in macchina e per gran parte del tragitto Giuliett rimase in silenzio attenta a fissare il paesaggio offuscato per via della nebbia che le si presentava davanti.

Improvvisamente però Trevor le prese la mano stringendogliela forte, facendola sussultare leggermente

Va tutto bene, piccola?” chiese preoccupato distraendosi momentaneamente dalla guida e lanciando uno sguardo penetrante e dolce alla propria ragazza che, con un sorriso finto stampato in viso, annuì.

Quando finalmente arrivarono nel parcheggio della scuola, Giuliett si sentì sollevata. Era come se quel viaggio non volesse mai finire e la ragazza si sentiva anche mancare il fiato. Quando però riconobbe il volto di Hanna di fianco a Liam, si sentì meglio. Aveva bisogno di parlare con la sua migliore amica quindi, non appena scese dall’auto salutò abbastanza affettuosamente Trevor che, fortunatamente doveva scappare anche lui per via di una riunione con la squadra di Hockey quindi la ragazza non si sentì particolarmente in colpa (per lo meno più di quanto non se ne sentisse già) e corse da Hanna che, non appena la vide, le corse in contro abbracciandola fortemente.

Si avvicinarono lentamente verso il resto del gruppo composto da Liam, Niall e Zayn; all’appello mancavano solo Harry e Louis che non tardarono ad arrivare. Non appena Giuliett vide Harry avvicinarsi a lei, non poté fare a meno di sorridergli dolcemente ma lui, si limitò a fissarla distaccato. Il riccio non sapeva bene che fare, perché lui la scommessa la voleva vincere, ma la paura di potersi innamorare della mora, cresceva di minuto in minuto dentro di lui. Cosa avrebbe potuto fare?



 

Destiny and Sara's Corner.
ç_______ç Salve ragazzuole belle! Vi chiediamo umilmente perdono per non aver aggiornato spesso la settimana precedente ma, tra il compleanno di Des e i vari impegni scolastici... siamo parecchio prese anche perchè le insufficenze preferiamo non averle D:
Beh, che dire? ah si, che oltre al fatto che non abbiamo aggiornato spesso, questo capitolo fa anche schifo ç____ç Oh cavolo ci dispiace!
Speriamo comunque a voi possa piacere :)
However,
vorremo ringraziare infinitamente tutte le splendide recensioni che abbiamo ricevuto nel capitolo precedente, sono splendide e piene di complimenti, grazie mille :') E vi chiediamo scusa se non rispondiamo ma... abbiamo pochissimo tempo, giusto il tempo di leggerle...
E naturalmente anche chi ha messo la storia tra le ricordate/seguite/preferite.
Se vi interessa, sempre noi due, abbiamo abbozzato una nuova FF "One band, Five Girls, The end" però siamo un pò indecise se pubblicarla o no... voi sareste disposte a leggerla? :3
Ahhhh poi cosa abbastanza figa ma poco importante: Domani, Des, va a fare il tatuaggio "I CAN'T CHANGE" *-* e Sara la accompagna <3 (non chiedeteci perchè parliamo in terza persona D:)
Cooomunque, non appena è sistemato vi postiamo immediatamente la foto ;D
Vi lasciamo con una gif di Harold e Louis:

Un bacione, Destiny e Sara

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Capitolo 18
*** Chapter 18. ***






 

Chapter 18.

Harry passeggiava tranquillo per le vie di Londra completamente affollate di gente che ogni due per tre gli tirava qualche spallata violenta facendolo barcollare. Il cielo era coperto di nuvole grigie e il freddo lo costringeva a stringersi costantemente nel cappotto e nella sciarpa; le cuffiette nelle orecchie gli trasmettevano nella testa Use Somebody dei Kings of Lions, ma nonostante il volume a mille i pensieri continuavano a far fiore nella sua mente, preoccupandolo sempre di più.

E se Louis avesse ragione? E se si fosse veramente innamorato di Giuliett? Harry scosse la testa maledicendosi brutalmente per aver solo pensato una cosa del genere. Lui non si innamorava; si era innamorato solo una volta e quella volta gli era bastata. Da quel giorno aveva capito che non avrebbe più sofferto per amore; già i suoi genitori gli avevano inculcato l’idea che l’amore non esistesse ma dopo di lei, le sue ipotesi si erano consolidate del tutto facendogli così capire che lui in primis non voleva soffrire più di quanto non avesse già sofferto per i suoi genitori e poi, non voleva più legarsi così tanto ad una persona per poi vederla sparire dalla sua vita.

E se invece Giuliett fosse diversa? E se Giuliett non fosse come lei? E se Giuliett non si comportasse nello stesso modo? Harry sentiva il bisogno di una seduta dal suo psicologo di fiducia.

Il riccio sospirò leggermente ricevendo l’ennesima spallata da qualcuno, ormai esausto e con la spalla ormai dolorante si voltò scocciato

“La prossima volta sta più attento!” sbraitò leggermente innervosito; però la sua rabbia si placò quando riconobbe il viso di Giulie nascosto da un berretto di lana viola e una sciarpa di lana bianca. I suoi occhi di un colore misto tra l’azzurro e il verde lo fissavano e un leggero scintillio li facevano brillare splendidamente.

“Ehm… scusa io… oh mi dispiace” rispose lei mortificata, ancora leggermente delusa dal comportamento freddo e distaccato che aveva avuto Harry quella mattina a scuola. Il riccio le sorrise leggermente

“No scusami tu, non volevo essere brusco” disse mordendosi leggermente il labbro inferiore mentre i suoi occhi non riuscivano a staccarsi da quelli della ragazza. Improvvisamente per Harry era come se la folla Londinese che prima riempiva la via nella quale stava camminando, sembrava essere sparita e che le uniche persone sulla faccia della terra fossero solo lui e lei.

“Presumo sia una giornata no” presuppose lei arricciando leggermente le labbra, lui annuì lentamente e si tolse le cuffie dalle orecchie, restando in silenzio senza saper bene che dire.

“Che stavi ascoltando?” domandò la mora dopo un paio di minuti di silenzio, Harry scosse lentamente la testa non capendo bene; era tornato ad immergersi nei suoi pensieri. Giuliett, per fargli capire gli indicò le cuffiette che teneva ancora in mano e lui annuì lentamente

“Iris dei Goo Goo Dolls” rispose lui lasciandosi scappare un sorriso; adorava quella canzone perché in fin dei conti, anche lui avrebbe preferito che il mondo non lo vedesse per paura che non riuscisse a capirlo. Giuliett gli sorrise

“Amo quella canzone” disse schiarendosi leggermente la gola che iniziava a bruciarle per via del freddo pungente. Harry le sorrise nuovamente

“Che ne diresti di un tè?” chiese la mora indicando con un cenno del capo uno dei tanti bar che erano presenti nella via londinese. Il riccio la guardò per qualche secondo leggermente indeciso. Voleva andare a bere un caffè con Giuliett? Naturalmente sì; Lo voleva fare per la scommessa? …No.

“Ehm… io… cioè non… si beh io… a me…” iniziò a balbettare giusto per non rimanere in silenzio; Giuliett sorrise leggermente scrollando le spalle

“Beh riccio, io sto gelando quindi, vado a prendermi un caffè, se hai voglia di farmi compagnia sai dove sono” disse la mora facendogli un veloce occhiolino e dirigendosi verso il bar che stava alla sua destra.

Harry la guardò allontanarsi finché non la vide sparire dentro quel bar tanto accogliente e sicuramente molto più caldo. I suoi piedi quasi gli imponevano di seguirla e chiudersi con lei in quel bar bevendo una tazza di tè con lei per ridere e scherzare ma… sapeva che se lo avrebbe fatto tutto sarebbe andato a puttane.

Harry doveva assolutamente allontanarsi da Giuliett se non voleva innamorarsi di lei; avrebbe fatto di tutto per non cascarci nuovamente e se quello significava perdere la scommessa con Louis, per una volta avrebbe messo il suo orgoglio da parte e avrebbe fatto ciò che sarebbe stato meglio per lui, allontanarsi da Giuliett per non rischiare di innamorarsi e soffrire nuovamente.

Si morse il labbro e con la tristezza che lentamente prendeva possesso di lui, riprese a camminare senza una meta con le cuffie alle orecchie continuando a riceve spallata dai passanti affrettati e nervosi.


 

Des and Sara's Corner.
Buooona sera bellezze :)
Finalmente abbiamo aggiornato, quasi non ci possiamo credere :')
Ok, vi chiediamo umilmente scusa per la brevità di questo capitolo ma non neghiamo il fatto che lo troviamo molto intenso e... finalmente le cose si fanno super interessanti *-* E finalmente i pensieri di Harry vengono a galla, vi informiamo che nel prossimo ci sarà una Giuliett molto triste e un Trevor molto dolce u.u
Ooook, vi informiamo che oggi la nostra Des è andata a farsi tatuare il polso con la scritta
I can't change e che le foto sono ancora in programmazione, non appena sarà scoperto ve lo mostreremo (sempre se vi va u.u)
However and Anyway
vogliamo fare un super ringraziamento alle splendide recensioni che riceviamo ad ogni capitolo
e un ringraziamento a tutti quelli che hanno messo la storia tra le ricordate/seguite/preferite
:)
Vi lasciamo con una gif di Harold:

E una Gif di Giuliett:

Un bacione, Des and Sara

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Capitolo 19
*** Chapter 19. ***





 

Chapter 19.

Trevor continuava a parlare ma Giuliett non lo ascoltava. Le sue parole gli sembravano solamente suoni non ben definiti e lontani; i pensieri della ragazza erano tutti concentrati su Harry. Non riusciva proprio a comprendere il suo comportamento. Era passato un mese da quando le aveva rivolto la parola, l’ultima volta che si erano parlati era quando si erano incontrati in quella vietta di Londra e lei lo aveva invitato a bere un tè, ma lui non l’aveva seguita.

Dopo quel giorno il riccio si era completamente allontanato da lei evitandola ogni volta che si incrociavano per i corridoi della scuola, sparendo furtivamente. Persino le ripetizioni di Algebra erano terminate e il suo secondo voto in quella materia non era nettamente positivo come il primo; la professoressa aveva chiesto di proseguire ma lui aveva nettamente rifiutato andandosene di corsa dalla classe lasciando la mora completamente senza parole. La ragazza si passò stancamente una mano tra i capelli continuando a camminare senza sapere bene dove stesse andando con la mano stretta in quella di Trevor.

Come se non bastasse, si sentiva incredibilmente in colpa per quello che aveva fatto, e che stava ancora facendo, a Trevor perché in fin dei conti era il suo ragazzo. Come poteva permettersi di pensare ad Harry mentre era con lui? Ma in fondo, era più forte di lei. Ormai i vecchi pensieri che aveva su Harry erano lentamente riaffiorati facendole capire che quel ragazzo per lei era indispensabile come l’aria. Nonostante fosse stato uno stronzo con lei, non poteva fare a meno di trovarlo irresistibile e poi… in quelle settimane di settembre, l’aveva conosciuto e aveva scoperto piccoli ma importanti frammenti del suo passato e del suo carattere.

“Ehi? Piccola mi stai ascoltando?” domandò Trevor sventolandole una mano davanti agli occhi, facendola sussultare notevolmente e riportandola con la mente alla realtà. Il ragazzo sorrise notando la sua strana reazione e la mora tirò un sospiro

“Scusa Trev ma… ero un po’ distratta. Stavi dicendo?” chiese leggermente imbarazzata e mortificata. Chissà che le stava dicendo da più di due ore e lei non aveva ascoltato il nulla più totale e non aveva neanche spiaccicato parola.

“Tranquilla piccola. Ti stavo chiedendo se ti andrebbe di mangiare un boccone” rispose tranquillo il ragazzo cingendole le spalle con il braccio e stringendola forte a sé e indicando il ristorante davanti a loro. Giuliett annuì sentendo il suo stomaco brontolare. Trevor la trascinò fino al ristorante dove entrarono e cenarono anche se, per tutta la cena, Giuliett non poté fare a meno di continuare a pensare ad Harry.

Finita la cena i due ragazzi decisero di fare una passeggiata e camminarono fino ad arrivare al London Eye, davanti al quale si fermarono e si sedettero su una delle mille panchine davanti alla ruota panoramica. Trevor, ormai stanco di vedere la sua ragazza così distratta, si decise a parlarle. La prese per le mani e la fece girare verso di lui, facendo così in modo che i loro occhi fossero perfettamente incastrati.

“Piccola, ascolta, che ti succede? Sei strana… insomma è da un po’ che sei strana… a dir la verità lo sei da quando quel Styles ti ha parlato il primo giorno di scuola” disse Trevor abbassando leggermente lo sguardo. Nel sentire quelle parole Giuliett non poté fare a meno di arrossire e mordersi fortemente il labbro inferiore. Il senso di colpa cresceva sempre di più dentro di lei tormentandola irrefrenabilmente. Si sentiva uno schifo.

“Trevor io…” iniziò ma il ragazzo di fronte a lei le fece segno di non parlare.

“Giul, piccola, ascolta… ormai l’ho capito. Credo di non essere proprio tanto stupido. Quindi, voglio farti un favore dicendoti che ti lascio, tra noi due è finita” proseguì sorridendole dolcemente. La mora sorrise a sua volta

“Davvero?” domandò quasi incredula che Trevor le stesse facendo una cosa del genere; in quel momento lo considerava il ragazzo migliore di quella terra.

“Si, davvero. Ora però promettimi una cosa” disse stringendole sempre di più le mani, Giuliett annuì decisa

“Promettimi che sarai felice e se solo Harry provasse a farti soffrire verrai da me. Promettimi che continueremo ad essere amici e che continuerai a volermi bene” proseguì Trevor con l’espressione abbastanza triste. Giuliett si lasciò scappare una piccola risata e d’impulso gli saltò addosso abbracciandolo e dandogli un veloce bacio sulla guancia

“Sappi che se uno dei ragazzi più dolci e premurosi che abbia mai incontrato. Ti voglio bene Trevor e ti ringrazio per ogni singola cosa” gli sussurrò all’orecchio, Trevor riuscì a trattenere a stento le lacrime. Voleva un bene bestiale a quella ragazza ma ormai era consapevole del fatto che tra di loro c’era solo una splendida amicizia destinata a durare nel tempo.

“Piccola, ti voglio bene anche io. Adesso, che ne dici se torniamo a casa?” domandò allontanandola leggermente da lui e facendole segno con la testa, Giuliett annuì e si alzò dalla panchina prendendo Trevor per mano e camminando con lui verso casa sua. Quasi non poteva ancora credere che quel ragazzo fosse stato in grado di renderla così felice.



 

Des and Sara's Corner.
Goooood afternoon people :D
Ebbene sì, siamo ancora vive u.u anche se la scuola ci tenta al suicidio, decidiamo di combatterla ;)
Ok... parliamo un pò del capitolo, abbiamo solo tre parole: ci fa schifo.
Diciamo che abbiamo avuto qualche difficoltà nello scriverlo perchè non sapevamo bene come cercare di far lasciare i due senza procurare pianti o robe simili
e quindi l'unica idea decente che ci è venuta è questa; speriamo davvero vi possa piacere ç___ç
Per chi non l'avesse capito, il mese è ottobre e quindi ancora due mesi prima della fine della storia ma... state tranquille, questa sarà una vera vera vera Looooong fic.
(speriamo abbiate un bel pò di pazienza nel continuare a leggerla)
However and Anyway
non neghiamo il fatto di esserci rimaste un pò male per le sole 3 recensioni del capitolo precedente; però le recensioni che abbiamo ricevuto erano splendide e vi ringraziamo infinitamente *-*
Un ringraziamento anche a chi ha messo la storia tra le ricordate/seguite/preferite :)
Vi lasciamo con una gif di Trevor:

E una di Giuliett:


E per chi fosse interessato, vi lasciamo il sito con la foto del tatuaggio di Des *-*
http://i50.tinypic.com/2jb02n9.jpg

Un bacione, Des   and Sara

 

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Capitolo 20
*** Chapter 20. ***





 

Chapter 20.

Harry si alzò di scatto dal letto e d’impulso lanciò il cuscino bianco contro l’armadio, facendogli fare un leggero rumore. Era stufo, stanco ed esausto, ormai al limite della sopportazione. Non riusciva più a sopportare il rumore delle urla dei suoi genitori, che ormai si urlavano contro da un’ora se non di più. La domanda che però sorgeva più spontanea ad Harry era: “Come diavolo fanno a resistere così tanto?!” Ormai sapeva che le litigate tra di loro erano frequenti come la pioggia a Londra e il che non lo urtava più di tanto, visto che ci aveva vissuto per 18 anni con le loro litigate; ma più che altro lo infastidiva sentirli urlare la mattina presto prima che lui andasse a scuola.

Chiuse gli occhi e il volto di Giuliett gli si parò davanti inebriandolo di una tranquillità inimmaginabile e le urla delle litigate, in quel momento, gli sembravano solo un rumore in sottofondo molto superficiale. Si sentiva uno schifo, non poteva negarlo. La voglia di passare del tempo con lei lo tormentava costantemente ma non poteva, non doveva. Harry non voleva innamorarsi, ormai lo aveva deciso. Ma nonostante tutto il suo pensiero a Giuliett era costante ed era diventato ancora più fitto da quando aveva saputo da Louis che la relazione con Trevor era finita.

Si lasciò scappare un sorrisino, ma in quel momento avrebbe preferito che Giuliett stesse ancora con Trevor perché comunque, con lui, sarebbe stata felice e magari, col tempo, la cotta che lei aveva per lui sarebbe svanita. Si perché Harry sospettava di non essere particolarmente indifferente alla ragazza; era papale.

Un leggero bussare però, lo riportò alla realtà. Sospirò e si alzò dal letto lasciando che il lenzuolo di flanella bianco cadesse a terra e raggiunse la porta aprendola lentamente. Una leggera luce proveniente dal corridoio illuminò vagamente un quarto della camera ancora buia a causa delle tapparelle serrate delle finestre. Il volto di Miss.Holmes si presentò umile come sempre; il volto da brava donna anziana leggermente coperto di rughe mentre gli occhi di un azzurro candido, le labbra piccole e rosee mentre i capelli corti e bianchi leggermente ricci.

“Salve Miss Holmes, posso aiutarla?” domandò Harry spalancando completamente la porta e facendo entrare la vecchietta nella camera. Solo in quel momento si accorse che le urla erano svanite il silenzio regnava in casa. Sorrise leggermente e si voltò per vedere Miss Holmes che con calma si avvicinava alle finestre e ne apriva le tapparelle illuminando così la stanza.

“Signorino Styles, buon giorno. La vasca è già pronta e anche la colazione. I suoi genitori sono usciti per lavoro e… al piano di sotto la sta aspettando il Signorino Payne” disse la vecchietta avvicinandosi al ragazzo e accarezzandogli dolcemente una guancia, Harry sorrise e le diede un affettuoso bacio sulla fronte aiutandola ad uscire dalla camera.

Il riccio scese di corsa le scale ancora in boxer e raggiunse Liam in cucina; il moro lo stava aspettando seduto al tavolo mentre fissava dolcemente e famelicamente il ben di Dio che era preparato sul tavolo.

“Ehi amico, che ci fai qui?” domandò Harry stupito di trovare Liam lì

“Vestiti che ti porto io a scuola questa mattina, dobbiamo parlare” rispose l’amico serio voltandosi verso il riccio che, a quelle parole, rimase leggermente stranito. Annuì e prima di salire nuovamente di sopra per prepararsi invitò l’amico a favorire per la colazione. Si vestì con un paio di jeans bianchi e una polo nera con sopra una semplice felpa, ai piedi le clarck marroni e scese di corsa al piano inferiore dall’amico. Prima di uscire prese giusto un cornetto caldo e bevve un sorso di succo d’arancia poi, dopo aver salutato Miss Holmes uscì di casa con Liam che quella mattina sembrava anche più serio del normale.

Quando salirono in macchina, Liam partì immediatamente e, dopo neanche un secondo iniziò a parlare

“Ascolta amico, apprezzo a pieno il fatto che tu abbia lasciato perdere l’idea della scommessa con Louis e che non voglia più far soffrire Giuliett ma… Hanna mi ha detto che oggi è il suo compleanno e quindi, volevo chiederti se… magari… potresti evitare di ignorarla almeno oggi” disse Liam abbassando leggermente lo sguardo imbarazzato da quella richiesta ma… sapeva che Hanna ci teneva infinitamente alla sua migliore amica e che avrebbe fatto di tutto per vedere la sua migliore amica felice; quindi, se vedere Giuliett felice rendeva lo stesso Hanna, Liam avrebbe fatto di tutto.

Harry, nel frattempo, era rimasto abbastanza sconvolto da quella richiesta; sarebbe riuscito a sopportare un intero giorno con Giuliett, reprimendo ogni singolo impulso che gli si presentava ogni volta che stava con la ragazza? Sicuramente no. Ma Harry moriva dalla voglia di vedere Giuliett felice e il giorno del suo compleanno doveva per forza essere felice quindi, visto che per lo meno voleva vederla felice, avrebbe fatto di tutto anche stare con lei e rischiando così di mandare tutto a puttane.

 

Quella mattina Giuliett venne svegliata dal cantare lieve e soave di sua nonna che, per festeggiarla, entrò in camera sua canticchiando “Tanti auguri a te” e con in mano una fetta di torta fornita di candelina e una tazza di thé.

Giulie si mise a sedere

“Grazie mille nonna” disse con la voce ancora abbastanza rauca e gli occhi semichiusi; sua nonna si sedette ai piedi del letto e le porse il tutto. La torta era al cioccolato aromatizzata alla cannella e quella era proprio la preferita della mora che, sorrise come una bambina di otto anni. Bevve un sorso di thé e si alzò in piedi raggiungendo sua nonna e abbracciandola dolcemente. Ancora non ci poteva credere, aveva finalmente compiuto diciotto anni.

“Ti voglio bene piccola mia” disse sua nonna con voce tremante, la ragazza rise dolcemente e le stampò un lungo bacio sulla guancia

“Ti voglio un bene immenso nonna e non immagini quanto io ti sia grata per tutto quello che hai fatto per me in questi anni” disse Giulie mordendosi il labbro inferiore che aveva iniziato a tremare leggermente. La signora si alò e dopo aver abbracciato la nipote e averle fatto ancora gli auguri scese al piano inferiore così che la ragazza potesse prepararsi in pace.

Quando scese le scale per raggiungere il salotto, Giuliett, trovò Hanna che parlava dolcemente con la nonna e non appena la bionda si accorse di lei, non le fece nemmeno scendere anche l’ultimo scalino che le corse incontro e l’abbracciò affettuosamente facendola quasi cadere a terra.

“Tantiiiiiiiissssiiiiimi auguri piccola!” urlò Hanna sballonzolandola a destra e a sinistra rischiando costantemente di farla cadere a terra visto la scarsa stabilità di Giuliett.

“Grazie, Hanna” rispose lei riuscendo a sciogliere l’abbraccio saldo e affettuoso; l’amica le sorrise e le porse un pacchettino azzurro che la mora riconobbe subito provenire da Tiffany.

“Hanna ma… avevo detto niente regali!” la rimproverò Giuliett però sorridendo, Hanna le diede una leggera pacca e la incitò ad aprire il regalo; la mora non se lo fece ripetere due volte e non appena vide l’anello con il segno dell’infinito che aveva sempre desiderato da quando l’aveva visto esposto alla vetrina del negozio, rischiò quasi di mettersi a piangere. Abbracciò dolcemente l’amica e si infilò immediatamente l’anello al dito. Salutò velocemente sua nonna e con la sua migliore amica uscì di casa pronte per dirigersi a scuola.

Quando raggiunsero l’istituto scolastico, Giuliett vide Trevor che l’aspettava davanti all’entrata; nonostante si fossero lasciati da una settimana erano comunque rimasti in ottimi rapporti, quasi fosse il suo migliore amico.

“Ehi piccola! Tantissimi auguri! Ecco, questo è per te” disse il moro avvicinandosi a lei e stampandole un bacio sulla guancia porgendole un pacchetto nero. La ragazzo storse leggermente la bocca e Trevor rise leggermente

“Grazie mille Trev ma… non dovevi” lo rimproverò Giuliett

“Andiamo risparmiami le solite solfe. Spero ti piaccia” rispose Trevor cingendole le spalle con un braccio. La ragazza fece come il ragazzo le aveva detto e aprì il pacchetto ritrovandosi davanti una catenina di acciaio con un ciondolo a forma di G.

Sorrise e se la mise subito al collo ringraziando il ragazzo con un abbraccio e un bacio sulla guancia che Trevor ricambiò affettuosamente e, dopo, seguì il resto della squadra dentro scuola. La mora si voltò verso la bionda che non appena vide Liam gli corse in contro lasciando Giuliett lì da sola. Sorrise leggermente senza prendersela; sapeva che ormai la relazione di Hanna con Liam era diventata una cosa seria anche se loro non lo ammettevano e lei, non aveva mai visto la sua migliore amica così felice. Si sistemò meglio la tracolla sulle spalle e si diresse verso l’aula di inglese quando improvvisamente si sentì afferrare per un polso e venne trascinata in un angolo isolato della scuola. Quando lei e la persona che l’aveva afferrata si bloccarono, finalmente Giuliett riuscì a mettere a fuoco la persona; rimase sorpresa quando riconobbe Harry che, ansimante, le stava davanti a la fissava ardentemente.

Cosa voleva? Perché? Insomma per quasi un mese non l’aveva considerata, ignorandola completamente. Mentre prima sembrava quasi lui potesse provare qualche cosa per lei. Ora, cosa voleva da lei? Anche se Giuliett non potesse negare il fatto di essere al settimo cielo, in quel momento lo avrebbe preso volentieri a schiaffi.

“Prima che tu possa insultarmi o menarmi, lascia che ti faccia almeno gli auguri di compleanno” si azzardò a dire Harry passandosi velocemente una mano tra i ricci; Giuliett d’istinto gli tirò uno schiaffo che in quel momento prevaleva di più dall’istinto di baciarlo. Il riccio sorrise amaramente.

“Sai… onestamente non ti capisco Harry. Dimmi, provi piacere nel vedermi soffrire? Ti diverte così tanto? Spiegami perché, dimmi perché di punto in bianco hai smesso di considerarmi mentre prima… non so… sembrava che io potessi interessarti” disse Giuliett abbassando lo sguardo, Harry le prese il mento con due dita costringendola a fissarlo

“Giuliett, tu mi interessi e non puoi immaginare quanto ma… avevo paura. Ho paura” si lasciò scappare Harry accarezzandole dolcemente la guancia fredda con il pollice

“Paura di cosa?” domandò la mora avvicinandosi leggermente a Harry, il riccio fece lo stesso

“Di innamorarmi di te” rispose Harry sorpreso di riuscire a poterlo ammettere alla ragazza che, nel sentire quelle parole sorrise istintivamente.

“Harry, lasciati andare” sussurrò Giuliett mettendosi in punta dei piedi e accarezzandogli dolcemente i capelli; il riccio abbassò leggermente lo sguardo e con un movimento veloce ma leggiadro le cinse la vita con le braccia e la strinse a sé, portandole dolcemente le labbra sulle sue. In breve tempo le loro labbra si stavano muovendo ritmicamente mentre le loro lingue si cercavano e iniziavano a roteare prima lentamente poi molto più velocemente. Harry stringeva Giuliett sempre più saldamente mentre la ragazza infilava sempre di più le dita tra i ricci del ragazzo avvicinando sempre di più il suo viso a quello di Harry. Il ragazzo preso dall’enfasi la spinse contro il muro senza però staccarsi da lei e con velocità fece in modo che le gambe di lei cingessero la vita di lui.

Il bacio più bello che entrambi potessero ricevere ma il suono assordante della campanella ricordò ad entrambi che erano in una scuola. A malincuore si staccarono l’uno dagli altri con respiro affannato e gli occhi che non smettevano un secondo di fissarsi.

“Hai impegni oggi pomeriggio?” domandò Harry con la voce rotta dai respiri affannati, Giuliett scosse velocemente la testa

“Perfetto, allora ti va di vederci? Magari a casa mia per le quattro?”

“Se vuoi possiamo fare anche prima” propose Giuliett speranzosa, Harry sorrise maliziosamente

“Facciamo che vieni a pranzo da me. Ora ci conviene correre” disse il riccio stampandole dolcemente un bacio fugace sulle labbra per poi correre verso l’aula di biologia; Giuliett si diresse verso quella d’inglese.


 

Des and Sara's Corner.
:''''') Ok, molto probabilmente ci odierete perchè è una vita che non aggiorniamo ma...
avete visto come siamo state brave?! Abbiamo scritto un capitolo abbastanza lungo e...
cavolo Harry e Giuliett si baciano!
Insomma, si B A C I A N O!! :''')
Onestamente siamo abbastanza agitate per la scena del bacio e speriamo possa piacervi, davvero anche perchè ci abbiamo messo tutto il nostro imepgno nel scriverla.
Beh, che dire?
Non lo sappiamo bene, lasciamo i commenti a voi nelle recensioni ;)
A proposito, il capitolo precedente 9 capitoli?! Oh cacchio ragazze volete vederci morte :'3
However and Anyway
un ringraziamento infinito alle splendide persone che ci lasciano sempre splendide recensioni <3
e naturalmente a tutti quelli che hanno messo la storia tra le ricordate/seguite/preferite :)
Vi lasciamo con una gif di Harry:

E una gif di Giuliett:

Un bacione, Des and Sara

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Capitolo 21
*** Chapter 21. ***





 

Chapter 21.

La campanella suonò facendo così terminare anche l’ultima lezione della giornata. Giuliett scattò in piedi e, dando un veloce saluto ad Hanna, uscì dalla classe di corsa andando però a sbattere contro qualcuno. Quando si riprese velocemente riconobbe il volto di Louis che le stava sorridendo e le mani di lui che le cingevano lievemente la vita. La ragazza sorrise a sua volta al ragazzo che, stava tramando qualche cosa.

“Ehi Jenson, di fretta né?” domandò Tomlinson continuando a cingerle la vita dolcemente, Giuliett arrossì lievemente e non poté fare a meno di sorridere;

“Beh… effettivamente sì” rispose iniziando a guardarsi intorno nel caso vedesse Harry passare. La ragazza iniziò anche a domandarsi se Louis potesse sapere di quello che era successo tra lei e il suo migliore amico quella mattina; decise di non dire nulla finché non fosse stato lui a dire qualche cosa. Naturalmente Louis sapeva tutto, ma non era stato Harry a parlargliene, aveva visto tutto lui quella mattina. Il ragazzo sorrise maliziosamente

“Devi vederti con Harold, non è così?” chiese nuovamente il moro facendo nuovamente arrossire la ragazza. Lei annuì lievemente e Louis si passò lentamente la lingua sulle labbra per inumidirle leggermente

“Quindi… si può dire che ti ha conquistata?” domandò nuovamente Tomlinson facendo abbastanza incuriosire Giuliett che, non riusciva a capire il perché di così tante domande da parte sua.

“Oh… ehm… sì beh, si può dire di sì” rispose agitata la mora. Louis abbassò lo sguardo sbuffando; Tomlinson era ancora convinto del fatto che la scommessa con Harry fosse ancora valida, non era a conoscenza del fatto che il riccio ormai aveva lasciato tutto perdere perché, in fondo, si era veramente innamorato di Giuliett. A dire il vero Harry non l’aveva detto a nessuno, molto probabilmente l’unico ad accorgersene era stato Liam che, tra tutti, era il più serio e maturo.

“Ah… bene. Beh, Jenson, ricorda che non è sempre oro quel che luccica” disse Louis sperando così di metterle una leggera pulce nell’orecchio e l’intento del ragazzo riuscì a pieno perché la mora iniziò a chiedersi il perché di quell’affermazione. Giuliett stava per replicare ma Harry comparve all’improvviso mettendosi in mezzo tra i due, facendo così in modo che le mani di Louis non fossero più sui fianchi della ragazza.

“Ehi Tommo, qualche problema?” chiese Harry sorridendo amaramente all’amico che, notando l’espressione tirata del riccio, gli tirò una leggera pacca e gli fece un veloce occhiolino

“Assolutamente no, Hazza. Beh, vi lascio, ho una ragazza che mi aspetta. Buona giornata piccioncini” disse il moro sorridendo dolcemente a Giuliett che, nel frattempo continuava a tormentarsi sul perché di quell’affermazione fatta in precedenza da Louis. Harry tirò una pacca al ragazzo e invitò la mora ad uscire dalla scuola con lui ma, prima che potesse uscire, Louis gli si avvicinò

“Devo dire che sei astuto Styles, ma sappi che il tempo non è ancora scaduto; può succedere di tutto” gli sussurrò all’orecchio

“Ne riparliamo, Tomlinson” ringhiò Harry fulminando Louis con lo sguardo. Si fissarono per qualche secondo in cagnesco ma alla fine entrambi si lasciarono scappare un sorrisino; nessuno dei due poteva tenere il muso all’altro per più di un minuto.

 

Arrivati a casa Styles, Harry invitò Giuliett ad entrare ma nessuno dei due poteva prevedere che a casa ci fossero anche i genitori di Harry che, come al solito, stavano litigando. La causa questa volta era appunto l’educazione di Harry e il suo rendimento scolastico; entrambi si incolpavano a vicenda dello strano comportamento da parte del figlio.

“Oh no Robert sei tu! Tu te ne stai tutto il giorno chiuso in quell’ufficio del cazzo! Sei tu che ti inventi viaggi di lavoro per poi trombarti invece le tue segretarie bionde e rifatte!” urlò Anne senza neanche accorgersi che nel frattempo in casa erano entrati il figlio e Giuliett che, nel sentire quelle parole sbarrò leggermente la bocca. Harry istintivamente le prese la mano e gliela strinse forte abbassando completamente il capo facendo così in modo che la ragazza non potesse vedere che le lacrime stavano già prendendo possesso degli occhi del riccio.

“Intanto se non me ne stessi in quel cazzo di ufficio, mia cara, non porterei i soldi in questa casa e non riuscirei a mantenere mio figlio e tutte le tue spese! Credi che non me ne sia accorto che stai con me solo per i miei soldi?! Di Harry non te ne frega una beata minchia!” urlò Robert agitando furiosamente le braccia rischiando di colpire un vaso di ceramica che gli stava dietro. Anne sbarrò gli occhi

“Non ti azzardare…”

“Oh ma la volete smettere!? Siete entrambi dei pessimi genitori! Non ve n’è mai importato nulla di me! Niente! E ora vi mettete a litigare per chi sbaglia sulla mia educazione?! Sbagliate entrambi! È impossibile definirvi genitori!” urlò Harry alzando velocemente la testa e fissando con disgusto sua madre e suo padre che, nel sentire quelle parole rimasero sbalorditi. Gli occhi di Harry erano gonfi e lucidi; Giuliett non aveva la più pallida idea di cosa fare o cosa dire, si limitava a stare in silenzio molto imbarazzata e a stringere saldamente la mano ad Harry per cercare di fargli capire che comunque lei c’era, era lì con lui in quel momento.

“Cosa diavolo hai detto, figlio ingrato?!” ringhiò Robert allargando le narici con fare leggermente pauroso; Giuliett non poté fare a meno di sussultare e quello Harry lo notò. Le strinse forte la mano e si avvicinò molto di più a lei

“Se non lo aveste notato abbiamo un ospite, possiamo rimandare i soliti teatrini quando se ne va?” domandò Harry riprendendo la calma che lo aveva posseduto fino a quando non era entrato in quella casa. Anne serrò la bocca e si mise quasi in posizione d’attenti mentre Robert continuò a fissare il figlio in malo modo.

“Avresti potuto avvisare” disse poi cercando di dare una parvenza di tranquillità e calma che proprio non gli si addiceva; Harry sorrise amaramente

“Ho avvisato Miss Holmes; non credevo di trovarvi a casa. Non ci siete mai” rispose il riccio scrollando le spalle. Anne si avvicinò lentamente alla ragazza

“Piacere cara, io sono Anne Cox, la madre di Harry. Tu sei?” domandò la donna con i capelli neri sorridendo leggermente alla ragazza che, in quel momento, si sentiva abbastanza disgustata da quella scenetta finta e anche imbarazzata.

“Sono Giuliett, Giuliett Jenson” rispose lei allungando leggermente la mano per stringere quella che Anne le stava porgendo. Robert si limitò a sorriderle falsamente poi si diresse in cucina; Anne invitò sia Giuliett che Harry a seguirli e dopo un secondo di esitazione la seguirono.

 

Per tutto il pranzo tutti restarono in silenzio, solo Harry e Giuliett si lanciavano scambi di sguardi; quelli di Harry mandavano segnali di scuse alla ragazza mentre lei, gli faceva capire che non c’era nessun problema ma voleva sperare che lui per lo meno stesse bene. Finito il pranzo i signori Styles uscirono di casa mentre Harry salì in camera sua con Giuliett.

La mora esaminò per filo e per segno la camera del ragazzo; era semplicemente perfetta. Era grande e bianca, con un grande letto matrimoniale posto contro il muro davanti al quale c’era un armadio con tante ante bianche. La cosa che però colpì maggiormente la mora fu un ritratto, no il ritratto, che Harry aveva appeso alla parete proprio sopra il letto: era il ritratto di Giuliett che aveva comprato. La mora sorrise dolcemente e poi si voltò a guardare il ragazzo che la fissava silenziosamente con sguardo triste e desolato.

“Harry…”

“Scusa. Non pensavo fossero a casa. Onestamente avrei preferito che tu non assistessi ad una scena del genere” disse il ragazzo avvicinandosi a lei lentamente; lei fece lo stesso e quando si trovarono l’uno di fronte all’altra, lei gli prese la mano e gliela strinse forte mentre lui abbassò il capo per non far notare che ormai era sull’orlo di un pianto. La mora gli accarezzò dolcemente una guancia e lo costrinse a guardarla negli occhi. Quegli occhi che a Harry esprimevano tranquillità e calma, amore e sentimento, gioia e passione, purezza e sincerità; sarebbe rimasto a fissare quegli occhi per sempre.

“Harry, sono qui con te e… onestamente non mi interessa aver assistito ad una scena del genere. Mi interessa di più sapere che tu stai bene” ammise la mora mordendosi leggermente il labbro inferiore. Nel vederla così e nel sentire quelle parole da parte sua, Harry non poté più negare a se stesso che la scommessa ormai era svanita del tutto e il riccio era completamente cotto di Giuliett.

“Giulie, con te io sto sempre bene” disse per poi cingerle la vita e baciarla dolcemente e lentamente; le loro labbra si muovevano lentamente e di tanto in tanto lui le regalava piccoli morsi al labbro inferiore; le lingue si toccavano a malapena fino a quando quel bacio che era iniziato come dolce si trasformò in qualche cosa di più passionale e le loro lingue ormai si intrecciavano perfettamente mentre i loro corpi aderivano l’uno all’altro come se fossero uno solo. In breve tempo si ritrovarono sul letto con Harry sopra e Giuliett sotto. Ormai era ovvio che sarebbero finiti col fare qualche cosa ma… il cellulare di Harry decise di suonare in contemporanea con quello di Giuliett.

“Oh scusa è Louis”

“Oh scusa è Hanna” dissero all’unisono estraendo il telefono dalla tasca. Annuirono entrambi leggermente imbarazzati; Harry uscì dalla camera e si diresse in bagno mentre Giuliett rimase seduta sul letto ancora incredula che qualche secondo prima il corpo di Harry era sopra il suo.


 

Des and Sara's Corner.
Awwwww *-* eccoci!
Siamo superipermega contente perchè... insomma questo capitolo ci piace parecchio :'3
e poi... cacchio con 20 capitoli siamo arrivate ad ottenere 105 capitoli e... cacchiolo non ci possiamo quasi credere, siete davvero fantastiche <3
Ok, che dire? Insomma in questo capitolo compare un Louis un pò stronzetto ma... tranquille che con l'avanzare dei capitoli vi ricrederete su di lui ;D
Poooi, si vede un Harry indifeso e una Giuliett dolce; insomma questo è uno dei momenti Harliett che adoriamo particolarmente :')
Beh... ragazzuole non sappiamo bene quando riusciremo ad aggiornare perchè domani abbiamo in programma una serata a casa con la compagnia a vedere film dell'orrore e mangiare cazzate *-* voi avete qualche programma per Halloween?
However and Anyway,
ringraziamo le splendide persone che recensiscono ogni capitolo della storia, ci riempite davvero il cuore di gioia :'''')
e naturalmente tutti quelli che hanno messo la storia tra le ricordate/seguite/preferite :)
Questa sera non possiamo lasciarvi Gif perchè Tinypic ci fa girare le ovaie ç___ç
Un bacione, Des and Sara


 

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Capitolo 22
*** Chapter 22. ***





 

Chapter 22.

“E quindi… non è stato un buon momento chiamarti?” chiese Hanna sentendosi terribilmente in colpa per aver interrotto quello che stava succedendo alla sua migliore amica; la mora scosse la testa velocemente come se l’amica potesse vederla, poi si ricordò che invece stavano parlando al telefono e quindi le doveva almeno una risposta vocale

“Direi proprio di no tesoro… ma vabbè anche perché anche Harry è stato interrotto da Louis” aggiunse Giuliett leggermente sollevata del fatto che per lo meno la cosa non si era interrotta solo per colpa sua. Hanna tirò un sospiro di sollievo

“Ma quindi… racconta nuovamente tutto! Senza tralasciare ogni singolo dettaglio!” urlò emozionata la bionda talmente forte che Giuliett fu costretta ad allontanare lievemente il telefono dall’orecchio se non voleva perdere qualche colpo all’apparato uditivo. La mora tirò un leggero sospiro stanco ormai stanca di raccontare per l’ennesima volta quello che era quasi successo con Harry alla migliore amica, ma visto che comunque il riccio sembrava non voler tornare, si decise a raccontarglielo nuovamente.

“Allora… siamo arrivati a casa e… si beh diciamo che si è rotto un tubo in casa Styles e il padre stava leggermente litigando con l’idraulico perché comunque lo aveva pagato profumatamente e quindi..”

“No aspetta un secondo, la prima volta non mi avevi detto che stava litigando col muratore?” chiese Hanna confusa, la mora sgranò gli occhi maledicendosi mentalmente e tirandosi una manata sulla fronte; si era completamente dimenticata della scusa che si era inventata in precedenza. Rise leggermente imbarazzata

“Ah già! Mi sono confusa… andiamo comunque muratore, idraulico, imbianchino. Tutti centrano con la casa no?” sviò la mora. Si sentiva leggermente in colpa ma non voleva che qualcun altro sapesse la situazione famigliare di Harry.

“Si ok, ok… va avanti su!” tagliò corto la bionda agitata; ancora non poteva credere al fatto che la sua migliore amica si fosse veramente messa con Harry Styles, il ragazzo da lei tanto desiderato.

“Ok, chiedo perdono signora padrona -aggiunse Giuliett sorridendo e facendo così ridere leggermente Hanna- comunque niente, Harry si è un po’ alterato sentendo suo padre che rimproverava il muratore e così dopo pranzo il riccio era abbastanza abbattuto e dopo un po’ di consolazione lui mi ha baciata, nuovamente, e… niente siamo finiti sul letto e stavamo per farlo. Almeno credo. Comunque sta di fatto che siamo stati interrotti da te e Louis e non abbiamo concluso nulla”

“Scusa dolcezza” aggiunse Hanna mortificata e la mora di tutta risposta le disse di tranquillizzarsi e che, in fondo, le aveva comunque fatto un favore perché Giuliett, non si sentiva ancora abbastanza pronta a farlo proprio con Harry. Era già stata sverginata da Trevor, e di quello non ne se pentiva per niente ma comunque, con Harry aveva anche abbastanza paura, anche perché le parole di Louis le frullavano ancora per la mente - Non è tutto oro ciò che luccica -.

“E quindi, ora tu e Styles… insomma siete una coppia ufficiale?” chiese la bionda impaziente e la mora rimase leggermente disorientata anche perché non sapeva proprio rispondere a quella domanda. Lei e Harry non ne avevano ancora parlato anche perché, non ne avevano avuto ancora occasione visto che il poco tempo che avevano passato insieme lo avevano passato a fare “altro”. Tossì leggermente e boccheggiò a scatti non sapendo proprio cosa poter rispondere alla ragazza

“Beh… ecco io non saprei… insomma non ne abbiamo ancora parlato. Onestamente io… boh cioè non lo so”

“Ok Giulie ho capito. State insieme. Beh, ora attacco bambola e… usate il preservativo che a 18 anni non voglio diventare già zia!” urlò Hanna ridendo sonoramente; Giulie sorrise lievemente

“Hanna Walker questo non è un linguaggio appropriato ad una ragazza fine ed educata come te!” la rimproverò Giuliett ridendo leggermente

“Se ok, ok… un bacione piccola”

“A dopo bebe” rispose Giuliett terminando la telefonata e coricandosi sul letto sbuffando leggermente; dove diavolo era Harry?!

 

 

“Oh porco cazzo Louis! Ne parliamo domani! Se permetti ho una faccenda da sbrigare. Ed è abbastanza urgente… no è molto urgente!” urlò per la centesima volta Harry passandosi una mano tra i ricci e osservandosi allo specchio; Louis dall’altro capo del telefono rise di gusto

“Oh andiamo riccio perché non me lo dici una buona volta? C’è la Jenson con te, non è così?” chiese sornione Louis, provocando una leggera tensione per Harry che, nel sentire quelle parole sbuffò sonoramente e appoggiò la mano che non teneva il telefono sul lavandino e abbassò il capo.

“Louis William Tomlinson, per la millesima volta, Giuliett non è qui con me. Non sono innamorato di lei e sì, la scommessa è ancora valida” mentì Harry sentendosi uno schifo dentro; ancora non riusciva a comprendere il fatto del perché non volesse dire ai ragazzi che si era innamorato di Giuliett e che della scommessa non gliene fregava più un cazzo. Perché con Giulie era quasi riuscito ad esternare i suoi sentimenti? Molto probabilmente con i ragazzi aveva paura che lo giudicassero? Che comunque volesse continuare a passare per il ragazzo che non si innamora mai in mezzo al gruppo? Harry si sentiva uno schifo e se solo avrebbe potuto si sarebbe preso a mazzate da solo.

“Mah, vabbè Styles, finché non ti guardo negli occhi, non credo. Com’è che si dice? Ah si, vedere per credere Harold, vedere per credere. Ora ti lascio con la tua questione urgente e vado a vedere se c’è qualche cosa di interessante da fare. Un bacio mon amour” disse Louis mandandogli un bacio per telefono ed Harry lo prese al volo portandoselo al cuore

“Ti amo vita mia!” urlò il riccio ridendo insieme al migliore amico. La maggior parte delle volte avrebbe tanto voluto prendere Louis a mazzate ma, in fondo, gli voleva un bene immenso perché comunque, c’era sempre per lui e sapeva che quel ragazzo, per quanto potesse essere stronzo, in fondo era un tenerone col cuore d’oro e, Harold, poteva vantare il fatto di aver conosciuto il vero Louis: quello dolce e tenero, piccolo e indifeso.

Il riccio sorrise lievemente e, dopo essersi osservato leggermente allo specchio, uscì dal bagno e ritornò in camera sua dove, distesa sul letto c’era una Giuliett assopita. Harry rimase quasi senza parole nell’osservare quella scena tremendamente normale che però gli donava mille emozioni. Era incredibile con quanta tranquillità quella ragazza dormisse rannicchiata su se stessa e, con lentezza, alzava e abbassava il torace mentre formava tanti piccoli respiri. La bocca semichiusa e le palpebre serrate, le guancie leggermente rosse davano una nota da colore al suo volto di un bianco candido e alcune ciocche di capelli neri le uscivano dalla leggera coda che si era fatta e le ricadevano dolcemente sul viso.

Il riccio sorrise dolcemente e, lentamente, si avvicinò al letto e, scostandole leggermente una ciocca da davanti gli occhi posò le sue labbra sulla fronte della ragazza che, a quel tocco, sorrise dolcemente. Harry la baciò nuovamente, prima sul naso; poi toccò alla guancia destra e a seguire quella sinistra. Le baciò dolcemente il mento e, nel momento in cui stava per baciarla dolcemente sulle labbra, la mora lo precedette aprendo gli occhi lentamente e gettandogli le braccia attorno al collo. Posò le sue labbra su quelle di Harold che immediatamente iniziò a far muovere la sua lingua insieme a quella della ragazza che, con fare un po’ impacciato, si mise sulle ginocchia nel letto mentre Harry lentamente poggiò le sue grandi mani sui glutei della ragazza e, senza neanche far riuscire a comprendere ciò che voleva fare alla mora, la prese in braccio facendo in modo che le gambe di lei stringessero la vita di lui.

Giuliett si aggrappò al riccio passandogli dolcemente le sue mani tra i capelli; Harry sentiva un misto di adrenalina e passione nel suo corpo e non poteva negare che un movimento sotto la cintura dei pantaloni lo faceva eccitare abbastanza. Con la mano destra cercò di alzare la maglietta alla ragazza che, nel frattempo era stata comodamente appoggiata sulla scrivania da Harry.

Nel sentire la mano calda di Harry sulla sua pancia, la mora sussultò leggermente e pose fine a quel bacio appassionato fissando Harry che, aveva preso ad ansimare completamente rosso in viso.

“Scusa io… mi sono lasciato trasportare. Se non te la senti ti capisco” disse il riccio ansimando costantemente. Giuliett sorrise imbarazzata

“Harry io… cosa siamo io e te?” domandò ricordando la domanda di Hanna, alzò i suoi occhi in quelli di Harry che rimase senza parole sia per la splendida visione che per la domanda postagli. Si passò nervosamente una mano tra i capelli

“Ehm…”

“No scusa. Non avrei dovuto chiedertelo” disse la mora scendendo dalla scrivania e sistemandosi leggermente; aveva notato l’imbarazzo da parte del ragazzo. Harry la prese per un polso e la fece sedere nuovamente sulla scrivania e la bloccò, incollando la sua fronte leggermente sudata a quella della ragazza, in modo che i loro occhi fossero quasi incastrati tra di loro.

“Non sono quel tipo di ragazzo che ama le relazioni serie. Non mi innamoro e per ora mi sono sempre e solo portato a letto le ragazze senza sentimento”

“Ok Harry. Non c’è bisogno di farmi sentire uno schifo” disse Giuliett delusa da quello che il ragazzo le aveva appena detto. Fece per scendere nuovamente ma il riccio la bloccò

“Ma… con te è diverso. Non riesco a capire il perché ma quando sto con te, non penso solamente a quanto tu sia sexy, ma penso anche a come sei caratterialmente. Per spiegarmi meglio posso dire che non mi attrai solo fisicamente ma anche caratterialmente. Quando sto con te non penso che vorrei solo scoparti, ma penso che vorrei coccolarti e stringerti a me per non farti scappare. Ti voglio solo per me e non voglio che nessun altro ti tocchi, ti guardi o ti parli. Sono geloso e possessivo nei tuoi confronti. Mi incanto quando ti guardo e ogni volta che sono con te non posso fare a meno di sorridere; quando sono con te sono tranquillo e rilassato e per una volta tanto non penso alla mia situazione famigliare. Non so di preciso cosa tu mi abbia fatto Giuliett ma… credo di essermi innamorato” disse Harry senza smettere un secondo di fissarla negli occhi. La mora rimase senza parole e si limitò a sorridere come una scema ancora incredula di quello che le sue orecchie avevano appena sentito.

“Non so cosa dire Harry…”

“Dimmi solo che sarai mia. Che mi ami, che vuoi stare con me e… che vuoi essere la mia ragazza” disse il riccio avvicinandosi lentamente alla ragazza che annuì violentemente per poi concludere il tutto con un dolce e amorevole bacio.

Si amavano, ormai era chiaro come il sole. Peccato che il sole non brilli sempre e che, di tanto in tanto, qualche tempesta copra la sua luminosità.


 

Des and Sara's Corner.
Eccoccci :D
Ok, dobbiamo ammettere che siamo super emozionate per questo capitolo e che, lo adoriamo un casino! Specialmente la parte finale *-*
Dobbiamo svelarvi un segreto: Quelle sono le identiche parole con cui Mauro (il ragazzo di Des eheheh) si è dichiarato alla nostra ricciolina :3 (si ok, sono Sara e ho preso il possesso del pc mentre Des è al telefono con quel demente del suo ragazzo. Muahahaha. Sono crudele u.u)
Beh, che dire? Oltre che questo capitolo è splendido (secondo noi) non abbiamo molto da dire
tranne che, oggi Des mi ha costretta ad ascoltare e guardare il video della nuova canzone degli One Direction e che... devo ammettere che è davvero molto bello e neanche la canzone scherza
*-*
Citando Des: è... oddio è... asheradnekaheodkabehaoemndhau!!! (ok, la mia migliore amica è malata -.-)
Ma va beneeeee. Anyway
ringraziamo infinitamente le splendide recensioni che ci lasciate e... cacchio siamo arrivate ad averne 114 o 115 (ora non ricordo bene) con soli 21 capitoli. Insomma ragazze siete adorabili :')
e naturalmente un ringraziamento anche a chi l'ha messa tra le ricordate/seguite/preferite :)
Vi lascio con una Gif di Herreeeh:

E una di Giulieee:


Vi lasciamo anche il link di un disegno che ha fatto oggi Des nell'ora di Chimica (si direi che stiamo molto attente durante le lezioni u.u ahahah)
http://i50.tinypic.com/2vcgroh.jpg 

Un bacione, Des and Sara.

 

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Capitolo 23
*** Chapter 23. ***





 

Chapter 23.

Giuliett si alzò lentamente dal letto dopo aver dato un leggero bacio ad Harry che, al contrario della ragazza, rimase disteso sul letto a fissarla attentamente. Le sue gambe nude erano leggermente corte ma magroline e ben dritte, le mutande coprivano abbastanza bene il suo lato B ma lasciava ben intravedere una leggera parte di glutei semplicemente perfetti per Harry; la canotta nera che indossava le fasciava perfettamente la vita e risaltava particolarmente il seno abbastanza prospero (anche grazie all’aiuto di un push-up). I capelli le ricadevano morbidi e lisci sulle spalle scoperte e bianche. Ormai la loro relazione durava da una settimana, anche se Harry aveva insistito per tenerla abbastanza segreta, le uniche due persone a conoscenza della storia erano appunto Liam e Hanna che, a loro volta, procedevano con una relazione non molto aperta al resto delle altre persone. Il ricco sorrise lievemente abbastanza abbattuto del fatto che comunque, nonostante una settimana di relazione, non l’avessero ancora fatto; anche se per la prima volta non ne sentiva così tanto l’esigenza. Gli bastava coccolarla, baciarla, toccarla e accarezzarla per essere felice. Il riccio vide Giuliett avvicinarsi alla scrivania ed estrarne un blocco da disegno con matita e gomma per poi, sedersi sulla poltrona davanti al letto.

“Cosa intendi fare?” chiese curioso Harry conoscendo già la risposta; la mora sorrise lievemente e iniziò a muovere velocemente la matita sul foglio di carta bianco

“Credo sia abbastanza elementare, Watson” rispose imitando leggermente Sherlock Holmes e facendo ridere Harry che, con calma, fece per alzarsi dal letto ma Giuliett lo bloccò facendogli gesti a caso con le mani.

“Andiamo piccola, sono in pigiama! Non voglio essere ritratto in boxer” disse il riccio sorridendo e scompigliandosi i ricci

“A me piaci” rispose lei arrossendo lievemente senza però togliere gli occhi dal foglio di carta. Harry rise e rimase coricato sul letto a fissare la ragazza che, impegnata nel suo ritratto, non si accorse nemmeno che nel frattempo, il ragazzo aveva iniziato a scattarle qualche foto con la reflex che aveva trovato in un cassetto del comodino.

“Sei splendida” disse d’un tratto Harry osservando attentamente le foto che aveva appena scattato alla sua ragazza che, nel sentire quelle parole, alzò immediatamente lo sguardo e non appena vide la sua macchina fotografica in mano al riccio, appoggiò velocemente il blocco sulla poltrona e saltò sul letto cercando di rubargliela di mano. Il moro però, era nettamente più scattante della ragazza e balzò in piedi correndo fino alla porta e ponendosi la macchina fotografica dietro la schiena.

“Sei lenta, ragazzina” la stuzzicò Harry sorridendole maliziosamente mentre con la mano libera cercava la maniglia della porta, pronto per uscire non appena la ragazza l’avrebbe raggiunto.

“Oh Styles, mi sottovaluti” disse lei scrollandosi leggermente i capelli e mettendosi a gattoni sul letto cercando di accentuare il suo seno; arricciò leggermente le labbra e gattonando raggiunse i piedi del letto e fissò ardentemente Styles che, in quel momento, era come se si fosse imbambolato.

Giuliett con calma e sensualità scese dal letto e con passi lenti raggiunse il ragazzo e dolcemente gli accarezzò una guancia; fece scivolare lentamente un dito contro il petto nudo del ragazzo fino ad arrivare all’elastico dei boxer di Kelvin Klein. Harry deglutì velocemente iniziando a sentire un calore corporeo elevato.

“Sai Harry… - iniziò avvicinando le sue labbra all’orecchio del ragazzo, la sua voce era calda e sensuale, il che fece rabbrividire Harold- come ho già detto, mi sottovaluti” sussurrò per poi allungare una mano dietro la schiena del ragazzo e rubargli velocemente l’aggeggio che teneva in mano iniziando ad osservare le foto che il riccio le aveva fatto.

Non appena Harry si riprese, scosse velocemente la testa come per rendersi conto che quella ragazza l’aveva appena fatto uscire di testa senza neanche togliersi i vestiti. La raggiunse e amorevolmente le cinse la vita con le braccia, cingendola da dietro e poggiando il mento sulla sua spalla destra.

“Hai visto? Sei splendida” disse soffiandole lievemente nell’orecchio, un brivido d’eccitazione le percorse la schiena e un sorrisino imbarazzato prese possesso del suo viso

“Forse per una volta hai ragione, Edward. ” disse poggiando la macchina fotografica sul letto per poi voltarsi verso Harry, iniziando a tracciare linee immaginarie sul petto nudo e scolpito del riccio.

“Io ho sempre ragione, ragazzina” rispose tirandola sempre più a sé

“Smettila di chiamarmi ragazzina”

“Non ti piace, ragazzina?” chiese strofinandole dolcemente il naso sulla guancia inalando a pieno il dolce profumo di more che riempiva i capelli e la pelle della sua ragazza.

“Lo detesto” rispose lei piegando leggermente la testa per far si che il ragazzo riuscisse a lasciarle dolci e veloci baci sul collo fine.

Harry sorrise morsicandole leggermente il collo, Giuliett sussultò allontanandosi velocemente e lasciandosi scappare una risata

Non ci provare mai più!” urlò lei puntandogli l’indice contro, Harry scosse la testa avvicinandosi lentamente alla mora che indietreggiò finendo sul letto, il riccio con calma si coricò sopra di lei

“Sennò che mi fai?” chiese sussurrandole all’orecchio; Giuliett sorrise e con tutta la forza che aveva riuscì a far si che fosse lui a stare sotto mentre lei sopra.

“Però… sì, ammetto di averti sottovalutata Jenson” disse Harry mettendosi sui gomiti e avvicinando il volto a quello della ragazza che stava ricurva su di lui; Giuliett si avvicinò ancora di più e gli scoccò un bacio sulle labbra. Fece per allontanarsi ma Harry le cinse la schiena con le braccia facendola finire del tutto sopra di lui e iniziò a baciarla dolcemente. Quando si staccarono la mora lanciò un veloce sguardo alla sveglia poggiata sul comodino: 23.45

“Sai, dovremo andare a dormire” disse lei scendendo da sopra il suo ragazzo che mugugnò offeso mettendosi a sedere

“Ma andiamo! È sabato sera e quindi domani mattina potremo dormire” si lamentò Harry incrociando le braccia la petto e facendo labbruccio. Giuliett rise sonoramente osservando il modo incredibile in cui Harry somigliasse ad un tenero bambino

“Harold Edward Styles non costringermi a metterti a dormire con la forza” lo rimproverò lei sentendosi una mamma;

“Oh mammina non sono un po’ troppo grande?”

“Da come ti comporti, no” rispose lei portando le braccia al petto e battendo il piedi sul pavimento, Harry rise e si alzò in piedi

“Scusa” rispose abbassando lo sguardo e passandosi una mano tra i capelli. Giuliett sorrise scrollando le spalle e coricandosi sul letto; il riccio fece lo stesso e le passò un braccio attorno le spalle stringendola a sé.

Buona notte Harry” disse lei accoccolandosi a lui e sfiorando lentamente il petto nudo del ragazzo con un dito

“Giulie, ti amo” disse lui serio fissandola ardentemente negli occhi, Giuliett sorrise imbarazzata

“Ti amo, Harry” rispose di rimando lei allungandosi verso di lui e baciandolo lentamente.


 

Des and Sara's Corner :D
Oh mio Dio quasi non ci possiamo credere, siamo riuscite ad aggiornare subito :')
Chiediamo scusa se questo capitolo è molto, MA MOLTO, smorto e non succede nulla di emozionante ma... nel prossimo vi promettiamo ci sarà un colpo di scena u.u
Allora, come avete capito ormai Harry e Giuliett stanno insieme da una settimana e questo capitolo si svolge a casa di Giulie :3
Beh, che dire? Lasciamo i commenti a voi ragazzuole ;D
However and Anyway,
vi ringraziamo infinitamente per le splendide recensioni che ci lasciate,
sono splendide e piene di complimenti che ci aumentano spesso l'autostima *sappiate che se continuamo ad aggiornare è solo per voi :')*
E naturalmente un ringraziamento a chi l'ha messa tra le ricordate/seguite/preferite :)
Vi lasciamo con il ritratto che avrebbe fatto Giulie al riccio (naturalmente anche questo fatto da Des nell'ora di arte *stiamo facendo i ritratti e Sara è negata, al contrario di Des :3*) ahahahah.
Ok ecco a voi:

Un bacione Des and Sara.

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Capitolo 24
*** Chapter 24. ***





 

Chapter 24.

Giuliett si rigirò nel letto mugugnando qualche cosa che Harry non riuscì a comprendere a pieno. Il riccio sorrise e si sistemò meglio a sedere sul letto e la osservò attentamente. Era semplicemente perfetta per lui, era splendida ma lei non lo capiva. Harry sorrise soddisfatto dell’idea che aveva appena avuto; senza fare rumore si alzò dal letto e si mise a cercare nella scrivania un foglio di carta e una biro. Dopo aver trovato il necessario si mise nuovamente a letto e iniziò a scrivere quello che gli frullava per la mente. Giuliett era splendida per lui; adorava le sue piccole e quasi invisibili lentiggini sotto il naso, ma che lei odiava; amava le sue cosce e il suo fisico, ma a lei non piaceva anzi quasi se ne vergognava; per non parlare poi delle fossette di venere che aveva alla fine della schiena; sapeva che non poteva andare a dormire senza una tazza di thé e molto probabilmente era quello il motivo per cui parlava nel sonno e lui… adorava sentirla parlare mentre dormiva, erano piccole conversazioni che però lei non conosceva; sapeva che lei odiava la sua voce specialmente se era registrata o al telefono, e sorrideva quando la vedeva infilarsi i jeans, quasi tratteneva il respiro; sapeva che lei non si sarebbe mai amata quanto lui l’amava e sperava che magari, se lei avesse saputo che lui c’era e che l’amava, magari anche lei si sarebbe amata allo stesso modo. Quelle erano tutte piccole cose che Harry amava di Giuliett e non se le sarebbe lasciate sfuggire di bocca. Lui amava quelle piccole cose ma specialmente amava lei.

Finito il tutto sorrise soddisfatto e infilò il foglio di carta ripiegato nella tasca dei suoi pantaloni creme. Dopo un paio di minuti finalmente riuscì ad addormentarsi.

 

 

Quel lunedì mattina Harry arrivò a scuola insieme a Giuliett. Nonostante non si stessero tenendo per mano, l’amore tra i due si riusciva a percepire altamente; gli scambi di sguardi e i sorrisi dolci bastavano ai due ragazzi.

“Allora, che hai alla prima ora oggi?” chiese Harry alla ragazza appoggiandosi contro la parete di armadietti mentre Giulie estrasse il libro di anatomia dall’armadietto e lo sventolò davanti agli occhi del riccio che sorrise maliziosamente

“Mhh, la mia materia preferita” disse facendo così ridere la ragazza che chiuse lentamente l’armadietto.

“Ehi Harry, che ne dici se vado a prendere un caffè per te e un thé per me?” propose la mora sorridendo al ragazzo che annuì prontamente nel sentire quella richiesta

“Va bene, ti raggiungo nell’aula di anatomia allora” disse Giuliett mettendosi in punta dei piedi e scoccando un dolce bacio sulla guancia del riccio che immediatamente prese colore. La osservò allontanarsi finché non la vide svoltare l’angolo e poi, un battito di mani lo fece distrarre. Louis era proprio a qualche passo da lui e sorrideva sornione

“Wow, mio caro e piccolo Harold, la scommessa direi che l’hai proprio vinta” disse il moro alzando una mano per farsi battere il cinque ma il riccio, gli ringhiò quasi contro e lo afferrò per il polso portandolo proprio nell’aula di anatomia.

“Ehi amico, che hai?” chiese Louis sedendosi su uno dei vari banchi presenti nell’aula deserta. Harry sospirò pensando che era finalmente arrivato il momento di dire la verità a Louis: per lui la scommessa non era più valida e che era innamorato di Giuliett.

“Ascolta Lou... Ti devo parlare” iniziò il riccio appoggiandosi contro la cattedra per far sì di essere proprio davanti al suo migliore amico.

“Sono tutte orecchie Hazza” rispose Tomlinson scendendo dal banco e posizionandosi ancora più vicino al riccio.

“Senti, credo davvero di essermi innamorato di Giuliett e… credo ormai che la scommessa non serva più a nulla” disse tutto d’un fiato Harry, abbassando lo sguardo e allontanandosi dalla cattedra e mettendosi con le spalle verso la porta; Louis si posizionò proprio di fronte a lui con lo sguardo verso la porta.

Harry era innamorato di Giuliett. Lui e lei. Insieme. Il moro sgranò leggermente gli occhi incredulo; e se le cose tra lui e il suo migliore amico sarebbero cambiate? E se Harry avesse smesso di stare con lui solo per stare con Giuliett? Non poteva sicuramente permetterlo. Doveva escogitare qualche cosa. E le cose andarono per il verso giusto, almeno per Louis.

“E quindi… che mi dici della scommessa? L’hai conquistata ed ora è tua. Bene, ora sarò il tuo schiavo. Sei riuscito a conquistare Giuliett Jenson prima del ballo di natale e quindi la scommessa l’hai vinta” disse Louis sorridendo sornione osservando la faccia sconvolta di Harry che, nel momento in cui stava per parlare sentì il rumore di un tonfo che lo fece voltare immediatamente. Vide due bicchieri per terra e il volto di Giuliett stravolto e ormai pronto alle lacrime. Il riccio boccheggiò velocemente avvicinandosi velocemente alla mora che però si allontanò di scatto

“Stammi lontano!” urlò attirando così l’attenzione di qualche studente che passava davanti all’aula ma che, fortunatamente non si concentrava altamente su quello che stava succedendo.

“Giulie ascolta io… posso spiegarti!” rispose Harry cercando di afferrarle il polso ma Giuliett non voleva farsi toccare da lui; possibile che quel ragazzo riuscisse a farla sempre soffrire? Perché provava così tanta gioia nel vederla triste, distrutta e amareggiata?

“Non mi interessano le tue spiegazioni Harry!” urlò di rimando lei con gli occhi pieni di lacrime e la voce rotta dai singhiozzi. Harry sentì una fitta allo stomaco nel vederla così; desiderava con tutto se stesso abbracciarla e stringerla, spiegarle tutto e dirle che l’amava, l’amava davvero.

“Giulie ti prego, io ti amo” disse Harry abbassando lo sguardo sentendo gli occhi pungergli lievemente; la mora continuò a piangere

“Sei solo un insensibile! Tu non sei in grado di amare! Tu non sei in grado di provare nessun sentimento. Ti odio. Possibile che tu mi abbia solo mentito?! Mi hai usata, per una scommessa del cazzo!” urlò lei appoggiandosi contro il muro e portandosi un braccio sugli occhi singhiozzando.

“Giulie ti prego…”

“Ti prego un cazzo! Fottiti Harry, fottiti!” urlò andandosene di corsa e uscendo dall’istituto scolastico ignorando gli sguardi di tutti e cercando di non pensare al fatto che comunque, anche Harry la stesse osservando.

“Amico… mi dispiace” disse Louis avvicinandosi all’amico che, alzò lo sguardo e lo fulminò, quasi incenerendolo.

“Amico?! Non osare chiamarmi mai più in quel modo Louis William Tomlinson! Lo hai fatto apposta vero? Oh cazzo Louis per una volta che ero riuscito ad aprirmi! Fottiti Tomlinson!” urlò Harry allontanandosi da lui e fissandolo con disgusto

“Non capisci che l’ho fatto per noi?! Sicuramente ci avrebbe allontanati!” urlò Louis; ormai era come se il corridoio della scuola fosse diventato un palcoscenico. Fortunatamente però solo i primini si fermavano ad assistere a quello spettacolo.

Harry rise amaramente “Davvero mi credi capace di una cosa del genere?! Louis, hai fatto tutto tu! Non è colpa di Giuliett se ci siamo allontanati, è stata solo colpa tua” disse lui abbassando la voce e scuotendo lentamente la testa; non diede neanche il tempo a Louis di rispondere perché si allontanò dal moro e uscì a sua volta dall’istituto scolastico, non sarebbe riuscito a seguire neanche una lezione.

Louis rimase senza parole e osservò l’amico andarsene. Aveva rovinato tutto, era solo colpa sua.

“Che cazzo ho fatto?” sussurrò abbassando lo sguardo per poi ringhiare contro i primini che lo fissavano e sorridevano sotto i baffi; non appena però Louis li incenerì con lo sguardo rizzarono subito in piedi e se ne corsero lontano.

“Ehi Tommo! Dov’è Hazza?” chiese Niall affiancandolo insieme a Zayn e Liam,

“Non rompermi le palle, Horan!” urlò il moro andandosene nel cortile. Il biondo e Zayn lo fissarono delusi mentre Liam, scosse la testa sospettando quello che era successo.



 

Des and Sara's corner.
Kawabongaaa :D Eccoci qui con questo capitolo molto... beh molto... ok non abbiamo le parole D:
Insomma, ci piace perchè comunque crediamo ci sia venuto bene ma non ci piace perchè... insomma si scopre tutto :(
Beh, vabbè lasciamo i commenti a voi bella gente!
Comunque, siamo contente che vi sia piaciuto il disegnino di Des *-* E la nostra carissima Des ha seguito un corso professionista di pittura e arte sin da quando aveva 12 anni e per chi interessasse entrambe sappiamo suonare il piano e la chitarra (anche se Des vuole imparare a suonare anche il Kazoo dopo che ha visto uno di quei video diary sugli One Direction) ahahah
E poi... ragazze! Chi di voi ha preso i biglietti per il concerto qui in italia?! Des li haaa *non odiatela* e ne ha 2 :') Ahahah
However and Anyway,
ringraziamo tutte voi per le splendide recensioni che abbiamo ricevuto,
sono splendide :')
e ringraziamo anche tutti quelli che hanno messo la storia tra le ricordate/seguite/preferite.
Vi lasciamo con una Gif di Giulie:

E una di Harry:

Un bacione, Des and Sara.
 

 



 

Des 

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Capitolo 25
*** Chapter 25. ***


Chapter 25.

Capitolo dedicato a Liam e Hanna.

Liam iniziò a correre verso il cortile, pronto a parlare con Louis e chiedere meglio quello che fosse successo. Sapeva perfettamente che Harry e Louis erano letteralmente inseparabili e che sicuramente uno dei due doveva averla fatta grossa e, visto che era stato Styles ad andarsene, la colpa era di Tomlinson. Fortunatamente la campanella non aveva ancora segnato l’inizio delle lezioni e mancavano 20 minuti prima che potesse suonare e richiamare gli studenti nelle aule per le lezioni, e 20 minuti erano necessari per farsi spiegare, a meno che Louis non fosse stato talmente incazzato e la sua vena testarda non fosse presente.

Sospirò e svoltò l’angolo andando però a sbattere verso un’altra persona che stava correndo nella direzione opposta alla sua. Stava per rispondergli male ma quando riconobbe la chioma bionda e mossa di Hanna, il suo cuore sembrò sciogliersi e un sorriso da demente gli comparve in volto.

“Ehi piccola perché stavi correndo?” chiese Liam accarezzandole dolcemente una spalla nuda; quel giorno era splendida con addosso una maglia grigia a frange che le scopriva leggermente una spalla e un paio di jeans gialli con ai piedi delle semplice Tom’s grigie. Hanna sorrise dolcemente a Liam e gli posò un veloce bacio a stampo

“Ehi Lì stavo correndo verso l’atrio per saperne di più riguardo ad una specie di rissa. Credo, onestamente non ho capito molto bene. Tu ne sai qualche cosa?” chiese la bionda avvicinandosi al suo ragazzo e cingendogli la vita con le braccia esili, Liam circondò le spalle della bionda con un braccio e deglutì sonoramente. Cosa avrebbe potuto dirle? “Ehi sai due dei miei migliori amici hanno fatto una scommessa, Harry avrebbe dovuto conquistare Giuliett e quindi prenderla in giro. Ehi ma adesso si è veramente innamorato di lei solo che questa mattina credo che Louis abbia combinato un casino e quindi Giulie è venuta a sapere della scommessa mentre i due ragazzi hanno litigato”

Liam arricciò le labbra, in fin dei conti era la verità ma Hanna, come l’avrebbe presa? Sicuramente si sarebbe incazzata e specialmente con lui. Ed ecco che la sua paura più grande si era avverata.

“Liam? Ehi Lì ti sei addormentato?” chiese la bionda sventolandogli una mano davanti agli occhi per farlo riprendere. Hanna si mise in punta dei piedi e scoccò un bacio sulla guancia del ragazzo

“Comunque, hai visto Giulie?” chiese lei accarezzando dolcemente i capelli del moro, lui scosse la testa.

“Hanna. Ti… ti devo dire una cosa” disse lui quando finalmente si decise a raccogliere tutto il coraggio che aveva per parlare con la sua ragazza; sciolse l’abbraccio che li stava legando e posò le mani sulle spalle della bionda.

“Ehm… va bene Lì. Stai bene?” domandò Hanna preoccupata dall’espressione del ragazzo davanti a lei. Liam sorrise leggermente limitandosi ad alzare l’angolo destro della bocca; i suoi occhi erano diventati all’improvviso tristi e la sua espressione non era delle migliori. Hanna non sapeva il motivo ma Liam sì; aveva paura di perdere la migliore ragazza che avesse mai potuto avere ma voleva essere del tutto sincero con lei e quello significava anche dirle della scommessa e confessarle che anche lui ne era a conoscenza.

“Per ora va bene, anche se credo che dopo la nostra conversazione, mi sentirò a pezzi” ammise il moro stringendo sempre di più le mani sulle spalle di Hanna

“Così mi spaventi Lì” ammise lei

“Lasciami parlare, ti prego -la bionda annuì e Liam sospirò tristemente- ascolta, non sono stato del tutto sincero con te. Ti ho… ti ho nascosto un piccolo particolare. Sai quando all’inizio dell’anno Harry si è avvicinato a Giuliett? - Hanna annuì nuovamente con espressione confusa- ecco, c’è un motivo. Il primo giorno di scuola Louis e Harry hanno fatto una scommessa, Styles avrebbe dovuto conquistare Giulie prima di Natale. Io, fin dal principio non ero per niente d’accordo e ti posso giurare, Hanna, che se mi sono avvicinato a te per mio volere, per sentimento e non ho fatto nessuna scommessa. E… visto che sono del tutto sincero con te, piccola, voglio anche spiegarti perché non ti ho detto questo dettaglio: avevo paura; paura che tu non volessi vedermi e poi… onestamente sospettavo che alla fine Harry si sarebbe veramente innamorato di lei e quindi, magari se te lo avessi detto tu l’avresti detto a Giulie impedendo così a loro due di conoscersi meglio e farli innamorare. Mi dispiace Hanna ma sappi che ti amo, ti amo davvero” Liam concluse il discorso fissando ardentemente negli occhi la bionda che però, non aveva un’espressione rassicurante.

Restarono in silenzio per qualche minuti osservandosi attentamente negli occhi: Liam voleva sapere cosa ne pensava Hanna mentre lei cercava di apprendere a pieno il tutto e scoprire se il ragazzo era davvero sincero.

Quegli occhi così marroni e lucidi, quell’espressione da cane bastonato, quelle labbra morbide e sottili poste rigidamente e la fronte leggermente corrugata.

“Tu mi giuri, che ti sei avvicinato a me per sentimento e non per una scommessa?” chiese poi la bionda seriamente e Liam prontamente annuì

“E mi giuri che mi ami?” chiese lei nuovamente, e Liam ripeté prontamente il gesto fatto in precedenza

“E mi giuri che d’ora in poi sarai sincero al 100% con me?” domandò ancora la bionda rimanendo però completamente seria e Liam ripeté per la terza volta il gesto aggiungendo un sì sottovoce.

“Abbracciami e baciami, dimmi che mi ami e che d’ora in poi sarai sempre sincero” gli ordinò quasi Hanna fissandolo negli occhi e Liam non esitò neanche un secondo; la strinse forte a sé e le posò delicatamente le labbra sulle sue iniziando a baciarla dolcemente facendo penetrare lentamente la lingua nella bocca della ragazza iniziando a farle roteare entrambe. La bionda si mise in punta dei piedi e circondò il collo del ragazzo con le sue braccia mentre Liam le strinse delicatamente la vita. Quando si staccarono si fissarono dolcemente negli occhi

“Ti amo Hanna, e ti giuro che d’ora in poi sarò sempre sincero con te. Ma… non sei arrabbiata?” chiese Liam leggermente curioso mentre la bionda scosse lentamente la testa facendo incontrare a tratti i loro nasi

“Ti capisco Liam, anche io avrei fatto lo stesso. So che Harry è innamorato veramente di Giulie. Onestamente non avrei mai pensato che fosse nato tutto per una scommessa ma non dubito che lui ne sia davvero innamorato, insomma è impossibile non amare Giuliett. Le parlerò io” disse la bionda baciando nuovamente il ragazzo che sorrise dolcemente sulle labbra della ragazza mentre si baciavano. Il suono della campanella segnalò l’inizio delle lezioni e Liam, insieme ad Hanna, si diressero verso l’aula di inglese. Sicuramente il ragazzo avrebbe trovato un altro momento per parlare con Louis; ora gli importava solo di Hanna e di quanto fosse stupenda quella ragazza e quanto fosse fortunato a stare con lei.




 

Des and Sara's Corner.
Bonsoir :3 (ok no. Il francese non fa proprio per noi -.-") ahahahah
Beh, che dire? Eccoci qui con il 25° capitolo di questa FF che sarà più lunga dell'iliade, dell'odissea e dell'eneide messe insieme D: ahahahah ebbene sì, abbiamo iniziato la filosofia greca a scuola e... no facciamo cose da elementari, lo sappiamo -.-
Oook, cerchiamo di trovare una sanità mentale u.u
Abbiamo deciso di dedicare questo capitoluccio ai Lanna visto che era da un pò che non scrivevamo su di loro e poi volevamo far vedere i due tipi diversi di relazioni :3
However and Anyway
ma... no quanto possiamo amarvi?! Insomma 11 recensioni nel capitolo precedente e 142 recensioni in totale e... tutte splendide :') Grazie, davvero un infinito grazie!
Un ringraziamento anche a chi ha messo la storia tra le seguite/ricordate/preferite :)
Un bacione, Des and Sara.

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Capitolo 26
*** Chapter 26. ***





 

Chapter 26.

Giuliett camminò fino a casa, le lacrime agli occhi e il silenzio che regnava intorno tranne per i suoi singhiozzi. Il freddo le aveva completamente congelato la faccia e le mani erano più fredde del solito. Il suo volto era completamente pallido mentre le guancie e il naso arrossati per l’aria gelata che le soffiava contro; quel giorno di ottobre, improvvisamente era diventato più freddo, il cielo grigio con una nebbia fitta che quasi le impediva di vedere bene, anche se un aiuto a peggiorarle la vita erano anche le lacrime che rimanevano incastrate tra le sue ciglia ricoperte di mascara che sicuramente le si era sparso sotto gli occhi a causa delle sue sfregate continue per levarsi le lacrime. Si sentiva la testa scoppiare per il troppo pianto e un forte senso di nausea le si era presentato nello stomaco. Stava male, e tanto; Harry l’aveva presa in giro avvicinandola per una stupida scommessa fatta con quel coglione di Tomlinson, anche se lui, si ricordò la mora, aveva cercato di avvisarla. Un altro suo singhiozzo ruppe il silenzio che regnava nella via isolata della sua casa. Aveva bisogno di stendersi e dormire, non pensare a nulla e non vedere o parlare con nessuno; non voleva vedere Hanna, non voleva vedere sua nonna, non voleva vedere Trevor e specialmente non voleva vedere Harry. Anche solo pensare il nome di quel ragazzo le faceva tornare il magone; avrebbe tanto voluto prenderlo a schiaffi e insultarlo in qualsiasi maniera. Lo detestava profondamente, si sentiva come quella sera durante il ballo di fine anno quando lui l’aveva rifiutata. Ecco, Harry non era in grado di amarla, voleva solo vederla soffrire e la cosa che non riusciva a spiegarsi era il motivo per cui quel ragazzo le faceva quello. Si dava anche della stupida da sola, si era lasciata abbindolare nuovamente da quel bel faccino e ci era cascata nuovamente a causa del suo perfetto modo di recitare; Harry l’aveva illusa comportandosi in un modo perfetto con lei, le era sembrato addirittura sincero ogni volta che le diceva di amarla e i loro baci sembravano così veri.

Singhiozzò un’altra volta e un’altra lacrima le rigò il volto; quella lacrima era calda e a contatto con la guancia fredda della ragazza, le provocò uno strano contrasto sul viso, le era quasi sembrato di sentire le dita di Harry accarezzarle dolcemente il volto proprio come faceva sempre. Erano stati insieme solo una settimana e in quella settimana la ragazza si era sentita la più fortunata di quella terra.

Sorrise amaramente e aprì la porta di casa, ritrovando sua nonna seduta sul divano intenta a guardare una delle sue solite telenovele; la mora iniziò a sperare che sua nonna non si fosse accorta del suo arrivo ma non appena chiuse la porta, l’anziana si voltò verso la nipote e le sorrise dolcemente.

“Tesoro come mai già a casa? Non ti senti bene?” chiese la nonna mettendosi in piedi e raggiungendo con calma la nipote che rimase immobile sulla soglia d’entrata. Possibile che anche casa sua la facesse stare male? Ormai ogni singola cosa anche lì dentro le ricordava Harry: il divano dove sedevano sempre a guardare la tele e a mangiare pizza e dove si addormentavano con la tele accesa che puntualmente trasmetteva film dell’orrore che la facevano svegliare spaventandola e lui che per tranquillizzarla la stringeva tra le sue braccia; il tavolo e le sedie della cucina le ricordava quando si sedevano a bere del thé con il latte e puntualmente si ricordò di quella sera quando Harry si era presentato a casa sua in lacrime per via del litigio con suo padre e per tranquillizzarlo lo aveva fatto stare da lei. Anche le piccole cose le riportavano in mente qualche momento passato con Harry.

“Nonna, non mi va di parlarne” rispose lei con la voce roca per via del pianto e finalmente, riuscì a compiere qualche passo fino a raggiungere quel divano

“Oh tesoro hai pianto? Andiamo sai che con me puoi parlarne” insistette sua nonna poggiandole dolcemente una mano sulla spalla, Giulie se la scrollò di dosso con fare brusco e non guardò neanche in faccia sua nonna; non voleva parlare, non voleva stare con nessuno, voleva solo stare con se stessa.

“Non mi va di parlarne, nonna” ripeté lei serrando la mascella, possibile che sua nonna non riuscisse a capire che non voleva parlarne?

“Oh piccola mia, io sono qui con te, ci sono sempre, sfogati un po’, magari davanti ad una tazza di thé” propose di nuovo l’anziana cercando di essere il più dolce possibile ma Giulie scosse la testa

“Non mi va” rispose Giulie seccata

“Capisco, tesoro vuoi che ti presto la macchina per andare a parlarne con Harry? Magari con lui ne vuoi parlare. Oppure puoi sempre parlarne con me cara. Qualche cosa ti turba?” al sentire quel nome Giulie si voltò di scatto verso sua nonna fissandola in malo modo e digrignando lievemente i denti

“Nonna! Non voglio parlarne con te! E specialmente non ne voglio parlare con quel coglione di Harry! Non voglio parlarne fine della storia! Sei dura di comprendonio?! NON VOGLIO PARLARNE! Adesso lasciami stare e continua a guardare quella stupida cosa che stavi guardando in tele oppure fa qualsiasi altra cosa basta che non mi stressi l’anima!” urlò Giuliett agitando velocemente le braccia facendosi scivolare la borsa sul gomito; l’anziana abbassò lentamente lo sguardo leggermente offesa mentre la nipote corse in camera sua sbattendosi la porta alle spalle. Di corsa si tolse il cappotto e lo gettò sulla scrivania insieme alla sciarpa e al cappello facendo però cadere alcuni fogli poggiatici sopra per terra. Si avvicinò con calma ai fogli sul pavimento e quando vide che erano i ritratti che aveva fatto ad Harry, li raccolse con rabbia stracciandoli e buttandoli fuori dalla finestra creando l’effetto di piccoli pezzi di carta che cadevano lentamente spostati dal vento che soffiava bruscamente; sicuramente a breve avrebbe piovuto.

Si avvicinò nuovamente alla scrivania ed estrasse le foto che erano nel primo cassetto; la prima ritraeva Harry comodamente seduto sulla poltrona presente nella camera della ragazza che faceva una faccia buffa: la mora sorrise amaramente al pensiero di quella sera ma poi strappò anche quella foto e la buttò nuovamente fuori dalla finestra. Ne osservò un’altra che ritraeva lui e lei abbracciati che gonfiavano leggermente le guancie, un’altra dove lui le baciava dolcemente la guancia e l’altra dove era lei a baciargliela; le altre ritraevano o lei o lui con facce assurde oppure foto rubate. L’ultima, che fu quella che le fece contorcere la pancia e le fece nascere nuovamente il magone, era quella dove lui e lei si baciavano dolcemente e sorridevano ognuno sulle labbra dell’altro.

Singhiozzò nuovamente e strappò con rabbia anche quelle foto gettandole fuori dalla finestra per poi buttarsi a peso morto sul letto e urlare fortemente nel cuscino, sfogandosi finalmente. Dopo di che, quando per lo meno si era tranquillizzata abbastanza, prese un’aspirina e dopo neanche un paio di minuti si addormentò.

 

Harry raggiunse la casa di Giuliett e con la tentazione di bussare si avvicinò alla porta, ma quando si trovò sulla soglia, un groppo al cuore glielo impedì. Il ricordo di lei in lacrime che lo insultava e che gli urlava contro lo uccideva ma non poteva fare a meno di pensarci. Ma doveva aspettarselo, sapeva che prima poi sarebbe venuta a saperlo ma avrebbe preferito dirglielo lei, spiegarle tutto e dirle che sì, tutto era iniziato per una scommessa ma alla fine si era veramente innamorato di lei, e l’amava con tutto se stesso. Sorrise amaramente e ripercorse il vialetto uscendo dalla stradina privata camminando fino alla finestra della camera della ragazza. Si sedette contro il muro ed estrasse il pacchetto di sigarette dal cappotto e ne accese una; quando inspirò il fumo però gli venne quasi da tossire, non era più abituato perché da quando aveva iniziato a frequentarsi con la mora non sentiva neanche più l’esigenza di fumare. Iniziò a scalciare con le scarpe dei sassolini di fronte a lui quando all’improvviso un pezzo di carta attirò la sua attenzione; si alzò lentamente maledicendo il fatto che l’asfalto fosse terribilmente scomodo per il suo posteriore, prese il pezzo di carta e trattenne un respiro, riconobbe immediatamente quel sorriso, era di Giuliett. Sospirò amaramente mordendosi il labbro inferiore e passandosi una mano tra i ricci.

La suoneria del suo telefono lo fece sussultare e quando vide il nome di Zayn sullo schermo, decise di rispondere.

“Styles. Dimmi Zayn” disse con voce roca e Zayn sospirò leggermente

“Ehi Harold, hai voglia di raggiungermi al pub? Tranquillo siamo solo io e te”

“Perché?” chiese il riccio strofinandosi velocemente gli occhi quasi impedendosi di piangere, Malik sospirò lentamente

“Voglio starti vicino Harry, voglio che tu ne parli con qualcuno e mi piacerebbe essere quel qualcuno” rispose Zayn stando male per l’amico. Sapeva che per lui non era facile innamorarsi di qualcuna, e ormai era palese che quel ragazzo si fosse innamorato di Giuliett. Peccato che anche per la seconda volta, al riccio non era andata bene.

“Grazie Zayn. Ti raggiungo. Magari… non so se vuoi chiedere anche all’irlandese” propose Harry riferendosi a Niall e sapendo che comunque anche a quel finto biondino avrebbe fatto piacere esserci. Zayn rise dolcemente

“Oh va benissimo Styzza! Ci vediamo qui!” disse entusiasta Malik riattaccando il telefono. Harry sospirò amaramente, come al solito si sarebbe ubriacato, sarebbe tornato a casa piegato e magari avrebbe trovato suo padre che sicuramente gli avrebbe urlato contro e gli avrebbe tirato qualche sberla ma… a lui andava bene così.

 

 

Un vibrare terribilmente fastidioso fece sussultare la mora che dormiva supina nel suo letto che le sembrava particolarmente vuoto. In quella settimana si era abituata a dormire insieme ad Harry che la stringeva dolcemente e con i suoi respiri caldi che le soffiavano in faccia o nell’orecchio. Ancora triste e mezza rincoglionita cercò a tastoni il cellulare sul comodino e quando lo afferrò cercò di visualizzare al meglio chi potesse essere. Quando vide il nome di Hanna si morse il labbro indecisa se rispondere o meno.

“Dimmi” disse poi rispondendo abbastanza fredda e fortunatamente Hanna non se la prese neanche più di tanto sapendo come potesse sentirsi la sua migliore amica.

“Vuoi parlarne?” domandò la bionda con fare apprensivo e Giulie sbuffò sonoramente

“Come lo sai?” chiese Giulie mettendosi a sedere sul letto e coprendosi di più col piumone, Hanna sospirò dall’altro capo del telefono

“Liam” disse quasi con un sussurro

“Capisco. Anche lui è come gli altri”

“No… lui è diverso” ribatté Hanna con voce bassa e smorta, proprio come quella di Giuliett

“Va bene. Comunque, non voglio parlarne Hanna. E non perdere tempo ad insistere, quando sarò pronta ne parlerò. Almeno tu divertiti con Liam e tienitelo stresso. Ti voglio bene, ciao” rispose la mora che riattaccò non appena la sua migliore amica la salutò dicendole che le voleva un bene immenso. Giulie si mise in piedi e controllò l’ora: 20.30 e in quel momento il suo stomacò iniziò a brontolare. Si sentiva anche in colpa per come aveva risposto a sua nonna e doveva assolutamente chiederle scusa.

Si infilò un paio di pantaloni della tuta neri e una felpa gialla, raccolse i capelli in uno chignon disordinato e aprì la porta della camera rischiando di inciampare in un vassoio contenente una tazza di thé con latte ormai freddo e dei biscotti al burro con dei tramezzini e delle focaccine. Davanti ad esso c’era un bigliettino ripiegato, la mora sorrise chinandosi e raccogliendolo, immediatamente riconobbe la calligrafia tremante e quasi incomprensibile di sua nonna:

Tesoro scusa, non volevo essere insistente.

Sai che ti voglio bene e quando ne vorrai parlarne,

La mia porta sarà sempre aperta.

Mangia, starai morendo di fame.

Nonna.

 

La mora sorrise e raccolse il vassoio scendendo dalle scale; come al solito trovò sua nonna sul divano assopita con la tele accesa.

“Ehi nonnina! Scusa per oggi, non volevo trattarti male. Ti voglio bene anche io e… allora con che cosa vuoi cenare?” chiese Giulie scendendo anche l’ultimo scalino e raggiungendo l’anziana vicino al divano che però, non si sveglio nonostante la nipote avesse usato un tono vocale abbastanza elevato.

“Oh nonna andiamo, mi dispiace davvero” disse nuovamente lei alzando nuovamente la voce e fissando l’anziana che però, non si muoveva per niente. Giuliett la osservò attentamente e vide che comunque era pallida e il suo torace non si alzava e abbassava come succedeva ogni volta che sua nonna si addormentava. Presa dallo spavento fece cadere il vassoio per terra e si avvicinò a sua nonna controllandole subito le pulsazioni che però, mancavano. Immediatamente le si spezzò il respiro e si mise alla ricerca del telefono e quando finalmente lo trovò, compose il numero.

“Pronto? Ambulanza? vi prego aiutatemi! Mia… mia nonna non respira e non ci sono pulsazioni! Sono al numero 9 di Wisperton Street. Arrivate il prima possibile vi prego!”

“Saremo lì in 10 minuti, lei stia tranquilla e cerchi di farla rinvenire magari con un massaggio cardiaco o con la respirazione bocca a bocca. Lei deve solo stare calma ok?!” urlò l’infermiera dall’altro capo del telefono notando l’agitazione nella voce della ragazza che annuì

“Ok” rispose lei per poi riattaccare e fare quello che le aveva consigliato l’infermiera. Ma nulla, sua nonna sembrava non reagire. Dopo una decina di minuti l’ambulanza arrivò e portarono entrambe al pronto soccorso. Giuliett rimase in sala d’attesa.

“Trevor, ti prego raggiungimi in ospedale” disse la ragazza parlando al telefono con l’ex ragazzo che, nel sentire quelle parole la raggiunse quasi di corsa. Quando se lo trovò davanti la mora gli corse in contro iniziando a piangere.


 

Des and Sara's corner.
:''''( Ok, questo capitolo ci mette una tristezza assurda ma... boh insomma, abbiamo deciso di scriverlo. Insomma, un colpo di scena di voleva, vi prego non odiateci :(
Onestamente non abbiamo molto da dire su questo capitolo, speriamo solo possa comunque piacervi per il contenuto e per com'è scritto D: Comunque, siamo pronte anche a recensioni negative u.u (siate però clementi e trattenete gli insulti)
Beh, comunque vorremo avvisarsi che nei prossimi due capitoli ci saranno davvero dei grandissimi colpi di scena, con i fuochi d'artificio BOOM BOOM D:
Bene, stiamo male, è ufficiale.
However and Anyway,
un ringraziamento alle splendide persone che ci lasciano splendide recensioni *-*
Davvero grazie.
Naturalmente ringraziamo anche chi ha messo la storia tra le ricordate/seguite/preferite.
Vi lasciamo con una Gif di Harry:

E una di Giulie:

Un bacione, Des and Sara.
p.s. per chi non avesse nulla da fare, e per chi si stesse annoiando... Non è che magari avete voglia di fare un salto nell'altra nostra FF? One band, five girls, the end. :)

 

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Capitolo 27
*** Chapter 27. ***





 

Chapter 27.

Una settimana, una settimana da quando sua nonna era in ospedale a causa di un coma, una settimana da quando non vedeva più Harry, una settimana che non metteva piede a scuola, una settimana che tornava a casa solo per lavarsi e cambiarsi, una settimana che non mangiava, una settimana che non dormiva e una settimana che non viveva quasi più.

Giulie si sistemò meglio su quella scomodissima sedia e prese nuovamente la mano di sua nonna nella sua stringendogliela lievemente. Le mancava sentirla parlare, le mancava stare con lei a guardare la tele e ridere cercando di farle capire cosa avessero appena detto gli attori. Le mancava cucinare per lei e le mancavano i suoi abbracci e le sue carezze. Sorrise amaramente avvicinandosi al letto e posandoci sopra le braccia con il mento sopra le mani.

“Ehi nonna, come va? Dio che domanda stupida. Io sto uno schifo; mi manchi davvero tanto e… non so cosa dire. Mi manchi troppo e non so davvero cosa potrei e come potrei fare senza di te, senza di te accanto. Ti voglio bene e non mi potrei mai perdonare il fatto di averti urlato contro durante le nostre ultime parole” disse Giuliett baciando dolcemente la mano della nonna.

“Sai che Hanna e Trevor vengono sempre a trovarti? Ti parlano anche loro e non vedono l’ora che tu possa riprenderti. Ad Hanna mancano un casino le tue torte di mele e cannella quindi, quando ti riprendi avresti voglia di prepararcene una? Magari con due buonissime tazze thé con latte?” riprese sorridendo lievemente

“E magari potresti aggiungerci anche la panna montata? Però quella magari la metto io visto che l’ultima volta che hai provato ad usare il tubo a momenti prende fuoco la casa. E, onestamente devo ancora capire come possa essere possibile” disse lei lasciandosi scappare una risatina. La stanza che ospitava nonna Jenson era la numero 115 e in quella stanza regnava il silenzio se non fosse stato per la macchinetta che segnava i battiti cardiaci della nonna. Fortunatamente erano regolari ma l’anziana sembrava non volersi svegliare.

“Ehi Giul eccoti un caffè” disse Trevor irrompendo nella camera con in mano due bicchieri pieni di caffè caldo, la mora però scosse la testa e fece una faccia disgustata alla visione di quel liquido nero mezzo giallognolo. Trevor arricciò le labbra e socchiuse gli occhi

“Non dormi da una settimana esatta, per lo meno bevi un caffè” la riprese il moro porgendole nuovamente il bicchiere di caffè; la mora fece un’espressione disgustata però prese il caffè e lo bevve molto lentamente e con molta malavoglia.

“Hai mangiato oggi a pranzo?” chiese Trevor appoggiandosi alla porta della stanza e fissando con insistenza la ragazza che annuì mentendo all’amico; Trevor sbuffò leggermente pronto per farle la ramanzina ma la ragazza lo ammonì immediatamente con un gesto della mano.

“Trev, sei qui da oggi pomeriggio. Va a casa e sta tranquillo, se dovesse succedere qualche cosa ti chiamerò immediatamente” lo rassicurò Giulie alzandosi dalla sedia e salutando Trevor con un bacio sulla guancia

“Riguardati anche tu” le sussurrò all’orecchio per poi baciarle la guancia e uscire dalla camera dopo aver dato un veloce saluto a nonna Jenson.

La mora sospirò e tornò a sedersi su quella scomodissima sedia di fianco al letto di sua nonna.

La stanza 115 era di un azzurrino pallido e spento che faceva venire un terribile mal di testa a Giuliett ogni volta che si metteva a fissare le pareti; oltre ad un crocifisso appeso sulla parete dietro il letto, le altre erano completamente spoglie e deprimenti; c’era solo un tavolino con due sedie una delle quali era sempre occupata dalla ragazza e posta di fianco al letto.

Dopo neanche un paio di minuti dalla partenza di Trevor un’infermiera fece capolino nella camera bussando attentamente alla porta, Giuliett alzò lo sguardo come invitarla a parlare

“Miss Jenson, c’è nuovamente quell’Harry Styles che chiede di entrare per far visita a sua nonna. È molto insistente e preoccupato, mi dispiacerebbe cacciarlo fuori un’altra volta” ammise l’infermiera ricordando lo sguardo da cucciolo bastonato che aveva quel povero ragazzo; Giuliett s’irrigidì immediatamente

“Lo butta fuori da tutta la settimana, non le costerà farlo nuovamente” rispose lei seria, fissando impassibile l’infermiera

“Ne è sicura?” chiese come per conferma la donna davanti alla ragazza che, proprio nel momento in cui stava per rispondere sì, sentì la mano di sua nonna muoversi leggermente. Quasi sussultò, poi il suo sguardo si posò sulla mano. Sicuramente a sua nonna avrebbe fatto piacere riceve una visita da parte di Harry quindi, la mora alzò nuovamente lo sguardo verso la donna

“Lo lasci entrare” disse seccamente e alzandosi in piedi pronta per uscire proprio nel momento in cui Harry sarebbe entrato. Due minuti dopo il riccio mise piede nella camera dell’anziana e non appena vide Giuliett gli si bloccò il respiro; era dimagrita parecchio, il suo viso era pallido e sciupato con due grosse occhiaie sotto gli occhi. Ma nonostante tutto per lui era splendide come sempre.

Giuliett lo fissò impassibile e sorrise amaramente “Ehi. Tu fa quello che devi fare, io sono qui fuori” disse uscendo velocemente dalla camera senza neanche lasciar che Harry rispondesse. Le lacrime uscirono dai suoi occhi e la ragazza uscì dall’ospedale per fumare una sigaretta. Sì, da una settimana aveva iniziato a fumare e si odiava per quello ma… sembrava quasi la tranquillizzasse quel momento di solitudine assoluta con il solo pensiero di portarsi la sigaretta alle labbra, inspirare il fumo ed espirarlo.

 

Dopo quasi un’ora Harry uscì dalla camera e trovò Giuliett seduta su una delle sedie di fronte alla camera che fissava con lo sguardo perso l’orologio posto sopra la porta della stanza. Deglutì velocemente e si avvicinò alla mora che fece per alzarsi ma, non riuscendo a capire neanche lei il motivo, rimase davanti a lui quasi aspettasse che potesse succedere qualche cosa.

“Ehi. Come stai?” chiese lui fissandola ardentemente negli occhi spenti, la mora scosse le spalle

“Come vuoi che stia? Tu piuttosto, come stai?” domandò lei maledicendosi per il fatto che anche dopo tutto quello che le aveva fatto, lei continuasse a voler stare con lui. Per la prima volta in una settimana si sentiva più viva e gli bastava solo guardare Harry negli occhi

“Uno schifo. Hai mangiato?” chiese preoccupato il riccio fissando la cintura ben stretta attorno ai jeans neri

“Questa sera no” rispose lei abbassando lo sguardo, Harry le posò due dita sotto il mento e le fece alzare lo sguardo

“Veramente intendevo in questa settimana” disse lui aggrotando la fronte, lei imbarazzata scosse la testa lentamente. Harry alzò gli occhi al cielo e tornò un secondo nella camera 115 per poi uscirne due secondi dopo con sotto braccio la giacca e la borsa della ragazza, iniziando a camminare verso il parcheggio. La mora naturalmente lo seguì e quando finalmente lo raggiunse erano ormai davanti alla Range Rover del ragazzo

“Si può sapere che diavolo vuoi fare?!” urlò Giulie sentendo la rabbia crescerle dentro, Harry aprì la portiera del passeggero

“Ti porto a mangiare qualche cosa. E non accetto un no.”

“No”

“Conto fino a tre. Se non sali tu, ti ci metto io con la forza”

“No”

“Uno”

“No”

“Due”

“Harry ho detto” ma la mora non fece in tempo a finire che Harry la prese in braccio e la posizionò in macchina bloccandola con la cintura di sicurezza e chiudendo in fretta la portiera; salì al posto del conducente e prima che la ragazza riuscisse a mettere piede fuori dalla macchina, mise in moto partendo alla velocità della luce, cosa che se la polizia l’avesse visto o fermato gli avrebbe sicuramente ritirato sia la macchina che la patente.

“Harold Edward Styles! Ferma la macchina, ora!” urlò Giuliett quasi fosse una bambina capricciosa che vuole una caramella, Harry scosse la testa scoccando la lingua

“Non fare la bambina viziata. Giulie, sei dimagrita troppo e mi fa male vederti così, quindi ti faccio mangiare qualche cosa e poi giuro che ti riporto all’ospedale” disse lui continuando a fissare la strada, voltandosi di tanto in tanto e notando con piacere che comunque anche lei lo stava fissando. Quando la macchina si fermò davanti casa Styles, Harry scese dalla macchina e aprì la portiera anche a Giuliett che però sembrasse non voler scendere.

“Scendi” la rimproverò Harry roteando gli occhi al cielo

“No”

“Dobbiamo fare nuovamente la scenata?”

“Per lo meno adesso non puoi lamentarti del fatto che non voglio stare in macchina” disse lei facendogli una linguaccia; Harry sorrise di nascosto poi finse di tornare serio

“Uno”

“No”

“Due”

“Harry ho detto” ma anche questa volta non riuscì a terminare la frase perché si ritrovò sulla spalla destra del ragazzo posta proprio come un sacco di patate. Harry chiuse la portiera e si avviò verso casa sua con Giuliett che sbuffava ogni due per tre; il riccio si lasciò scappare un altro sorriso nascosto, nonostante Giuliett stesse male, lui non poteva fare a meno di essere felice per essere in sua compagnia (anche se più o meno la stava quasi costringendo, ma lo faceva solo per lei e la sua salute).

Arrivati in cucina la mise a sedere su una sedia e si mise davanti al frigo alla ricerca di qualche cosa

“Allora, qui abbiamo cotolette da scaldare e posso farti delle patatine, oppure preferisci una bistecca? Posso farti anche della pasta, una minestra o della zuppa. Pesce al forno o fritto. Un panino, hot dog, hamburger? Dimmi tu Giuliett” disse Harry voltandosi verso la ragazza che se ne stava seduta sulla sedia con gambe e braccia incrociate

“Non ho fame” disse lei arricciando le labbra e corrugando la fronte. Il ragazzo roteò nuovamente gli occhi e si avvicinò alla ragazza con sguardo severo, posò le mani sulle spalle della ragazza e avvicinò il viso al suo con i loro nasi che quasi si sfioravano

“Ascolta. So che mi odi, e non immagini quanto mi odi anche io ma tralasciamo. Sei dimagrita tantissimo e non mangi da una settimana! Fumi anche e la cosa non è delle migliori. Mi sto solo preoccupando per te e quindi ti chiedo di mettere da parte l’orgoglio e per lo meno cercare di avere una conversazione civile con me? Mangiando qualche cosa? Poi da domani potrai pure continuare ad odiarmi ma per lo meno, questa sera cerchiamo di collaborare, per favore” disse Harry fissandola ardentemente negli occhi; le guancie di Giulie presero leggermente colore e la ragazza abbassò lo sguardo

“Va bene una cotoletta con delle patatine” rispose lei quasi sussurrando. Il riccio sorrise soddisfatto e si mise ai fornelli per preparare la cena a lei e a lui mentre Giuliett si mise a preparare la tavola.

 

 

“Come mai Miss Holmes non c’è?” chiese Giuliett dopo aver ingoiato una patatina ricoperta di ketchup, rompendo così il silenzio che si era creato tra i due da quando avevano iniziato a mangiare

“Oggi è il suo giorno libero” rispose Harry tagliando un pezzo di cotoletta, la mora annuì lentamente e si versò un bicchiere di coca

“Ne vuoi?” chiese poi alzando la bottiglia verso Harry che annuì e porse il bicchiere alla ragazza, la quale versò proprio un goccio misero di coca nel bicchiere del ragazzo. Il riccio alzò un sopracciglio

“Mi prendi per il culo?” chiese lui serio e Giuliett per la prima volta scoppiò a ridere mostrando così un perfetto sorriso al ragazzo e una risata cristallina; anche Harry rise leggermente prendendole di mano la bottiglia e versandosene un vero sorso nel bicchiere.

“Sai, dovrei fartela pagare, Jenson” disse lui socchiudendo gli occhi e alzandosi in piedi. La mora sgranò gli occhi

“Che intendi fare?” chiese preoccupata nel vedere la bottiglia di coca cola che pian piano si chinava sopra di lei; si alzò di scatto urtando però il gomito di Harry, il quale le rovesciò accidentalmente della coca sulla maglietta.

“Ok Styles, questa me la paghi!” disse lei puntandogli un dito contro e rubandogli di mano la bottiglia

“Ti conviene correre e non scherzo” ammise la ragazza minacciandolo, Harry scrollò le spalle

“Non ho paura di una ragazzina” rispose lui fissandola con aria di sfida, la mora sorrise perfidamente e mosse la bottiglia come per fargli prendere paura e, Harry si allontanò di qualche passo da lei

“E invece dovresti averne. La ragazzina è tosta” disse muovendo nuovamente la bottiglia e Harry iniziò a correre per la casa seguito a ruota da Giuliett. Entrambi ridevano mentre si rincorrevano e tutto era tornato come prima di quel lunedì mattina.

Ad un certo punto però, quando Giuliett si ritrovò al piano superiore notò che Harry era sparito e sussultò quando si sentì due mani sui fianchi. Si voltò di scatto e il suo viso era quasi incollato a quello di Harry; la bottiglia di coca cadde sul pavimento facendo un leggero tonfo. I due continuavano a fissarsi negli occhi ardentemente, entrambi morivano dalla voglia di baciarsi ma Giuliett era bloccata dall’idea della scommessa, mentre Harry aveva paura.

“Perché?” chiese d’un tratto lei facendo rimanere abbastanza confuso il riccio a quella domanda, “Perché ti preoccupi per me” aggiunse poi notando la sorpresa nel ragazzo. Harry sospirò abbassando lo sguardo per poi rialzarlo in quello della ragazza davanti a lui

“Ascolta, so che molto probabilmente non mi crederai ma… sappi che ero sincero quando ti dicevo di amarti, e ti amo ancora Giuliett” disse Harry sentendosi abbastanza in imbarazzo, Giuliett si morse il labbro inferiore e presa d’istinto lo baciò a stampo staccandosi immediatamente e sorridendo imbarazzata.

“Perché? Quel bacio?” domandò il riccio scosso ma felice come una pasqua, Giulie sorrise imbarazzata

“Per una sera metterò da parte l’orgoglio, Styles” rispose sibilando quelle parole. Harry sorrise maliziosamente.


 

Des and Sara's Corner.
Waaaaa questo capitolo ci piace un casino!!
Insomma è romantico, triste e travolgenete allo stesso tempo *____* Siamo emozionatissime per questo capitolo e, onestamente, speriamo davvero vi possa piacere proprio come piace a noi :'3
Che dire? Beh, dopo ore e ore passate sul libro di diritto e greco a studiare per le due, DUE, verifiche di domani, abbiamo deciso di onorarvi (u.u) con questo splendido capitolo
ahahahah no stiamo davvero male D:
Poooi, proviamo un odio profondo per quelle due materie e, dopo aver passato tre ore a fare le serie chinate sui libri, dobbiamo pur sempre sclerare un pò ;P
However and Anyway,
grazie mille per le splendide recensione che ci lasciate ad ogni capitolo :') Insomma ci commovete ogni volta con le splendide parole di incoraggiamento e i complimenti che ci scrivete. Per chi volesse sapere per la nonnina, tranquille si riprenderà ma non troppo in fretta ç__ç
Un ringraziamento anche a chi ha messo la storia tra le ricordate/seguite/prefetire :)
Vi lasciamo con una Gif di Harold:

E una di Giulie:

Nel caso vi andasse, potreste fare anche un salto nell'altra nostra FF: One band, five girls, the end :3
Un bacione, Des and Sara.

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Capitolo 28
*** Chapter 28. ***





 

Chapter 28.

La porta della camera di Harry si aprì di scatto andando a sbattere contro il muro. Ma a nessuno dei due importava, erano troppo impegnati a baciarsi dolcemente. Giulie chiuse la porta con un calcio e salì in braccio ad Harry continuando a baciarlo appassionatamente. Il riccio la fece cadere sul letto per poi salire sopra di lei lentamente iniziando a baciarle lentamente il collo facendola sorridere ogni volta che si staccava e gli ci soffiava sopra facendole sentire un lieve freddo. Giulie nel frattempo non poteva fare a meno di passare le sue dita tra i capelli del ragazzo.

“Giulie” sussurrò lui baciandole il collo per poi scendere fino al seno coperto però dalla maglietta e dal reggiseno, la ragazza gemette leggermente nel sentire le dolci labbra del ragazzo sul petto. Stava sbagliando? Per lei sì, ma quella sera non aveva voglia di pensare, voleva solo lasciarsi andare.

Presa dall’istinto prese i lembi della maglietta del ragazzo e gliela tolse velocemente facendo bloccare Harry

“Ne se sicura?” domandò titubante lui guardandola intensamente negli occhi, lei di tutta risposta si alzò leggermente con i gomiti e riattaccò le sua labbra a quelle del ragazzo riprendendo così un bacio appassionato. Harry, preso dall’eccitazione le tolse la maglia slacciandole anche il reggiseno mentre lei si mise a cercare il bottone dei pantaloni del ragazzo liberandolo immediatamente; lo stesso fece il riccio facendole scivolare via anche le mutande. In breve tempo si ritrovarono nudi uno sopra l’altra; di tanto in tanto le labbra di Harry scendevano fino ad arrivare all’ombelico di Giulie mentre la ragazza gli lasciava piccole e dolci baci sul collo soffiandogli leggermente nell’orecchio ricordando quanto a lui piacesse.

“Preservativo?” domandò d’un tratto Harry con il respiro leggermente affannato, preso dall’eccitazione, Giulie annuì violentemente

“Muoviti” disse porgendone uno a Harry che in breve tempo se lo infilò.

Con calma e dolcezza entrò il Giulie iniziando ad andare avanti e indietro mentre si lasciavano piccoli baci a fior di labbra fino a quando non vennero entrambi con un sospiro.

Restarono in silenzio per qualche secondo a fissare il soffitto

“Giulie io…” iniziò Harry ma la mora gli posò un indice sulle labbra

“Non dire nulla, o finiresti col rovinare tutto” lo bloccò per poi voltarsi di lato e iniziare a dormire. Il riccio sospirò leggermente per poi mettersi a dormire a sua volta.

 

 

Giulie aprì gli occhi lentamente a causa di una leggera luce che la beccava proprio il faccia. Si stiracchiò e voltando leggermente la testa, vide la schiena di Harry proprio di fianco a lei. In quel momento si pentì veramente di essere lì e di aver fatto quello che aveva fatto, ma quel ragazzo proprio non poteva fare a meno di attrarla, nonostante tutto, doveva cercare di allontanarsi il più possibile da lui e quella volta per sempre. Senza pensarci due volte si alzò dal letto rivestendosi il più in fretta possibile; si avvicinò alla scrivania e ne estrasse un foglio e una penna, iniziando a scrivere qualche cosa per poi poggiarlo sul cuscino di fianco a quello di Harry. Uscì di corsa da quella camera e da quella casa, pronta per non rimetterci più piede.

 

Harry venne svegliato dal suono assordante della sveglia. Si stiracchiò dolcemente per poi voltarsi e vedere il corpo di Giuliett, peccato che quello non c’era; non c’erano i suoi vestiti, non c’era nulla. C’erano solo lui e un foglio di carta ripiegato sul cuscino. Scattando immediatamente a sedere lo afferrò e prese a leggere ciò che c’era scritto

 

Dimenticami. Ho fatto un errore,

Ma per lo meno hai ottenuto quello che volevi, no?

Portarmi a letto e aggiungermi alla tua lunga lista.

Ti odio Harry. E onestamente, non mi perdonerò mai per quello che ho fatto

Questa sera, e non perdonerò mai te.

Addio.

 

Harry fu costretto a leggere più volte il biglietto per comprendere a pieno quello che ci fosse scritto. Ora capiva come si erano sentite tutte quelle ragazze con le quali era andato a letto; ora si sentiva nuovamente proprio come la prima e l’ultima volta che si era innamorato, ma quella volta non era colpa di lei se si sentiva malissimo, era solo colpa sua e questo lo faceva stare ancora più male. Avrebbe dovuto rinunciare a Giuliett e ritornare alla sua vita precedente? Molto probabilmente sì, e l’avrebbe fatto. Giuliett non avrebbe più fatto parte della sua vita.

 

Des and Sara's Corner.
Ok... sappiamo perfettamente che ci starete odiando ma... insomma non disperate che la storia non è ancora finita, oh nostre care lettrici.
Bene, che dire? Questo capitolo è abbstanza Hot ma essendo una storia con rating arancione e non rosso, ci siamo molto trattenute u.u
Comunque, la fine non ci piace abbastanza ma ci voleva un piccolo "colpo di scena" (?)
However and Anyway,
vi ringraziamo infinitamente per le splendide recensioni lasciate anche se,
vorremo chiedervi una cosa:
Nel capitolo precedente abbiamo ricevuto la nostra prima critica che ci consigliava di scrivere la storia in prima persona e non in terza; quindi chiediamo a voi lettrici appasionate (?)
Come la preferireste? Insomma preferireste che la storia continui con questa narrazione, oppure preferireste che la modificassimo?
Naturalmente ringraziamo anche le persone che l'hanno messa tra le ricordate/seguite/preferite :)
Vi lasciamo con una splendida Gif:

p.s. non disperate, il ragazzo non è veramente Harry ;D
Un bacione, Des and Sara.

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Capitolo 29
*** Chapter 29. ***





 

Chapter 29.

Possibile che ormai, la vita di Harry si fosse ridotta a casa e pub? Non riusciva più nemmeno a mettere piede fuori casa per andare a svagarsi in qualche centro commerciale, oppure andare a casa di uno dei ragazzi; da quasi un mese non gli andava nemmeno più di andare a scuola visto che la mattina si svegliava sempre con un terribile mal di testa post sbornia della serata precedente passata nel pub? Per di più i suoi occhi continuavano a contornarsi sempre di più di un viola tendente al nero a causa delle notti passate insonnie un po’ a causa dei costanti sogni su Giuliett e un po’ perché doveva continuare a stare con la testa quasi infilata nel water. Si sentiva uno schifo dalla mattina alla sera ma… per lo meno quando beveva non pensava a Giulie e quando riusciva finalmente ad addormentarsi era talmente stanco che il suo subconscio gli permetteva di non sognarla.

Non parlava con nessuno, nemmeno con Miss Holmes e con i ragazzi; ormai la sua vita si limitava, veramente, a starsene chiuso o in camera sua o in bagno e starsene lì dentro fino alle 23 di sera dove poi, si dirigeva verso il pub per bere. Di tanto in tanto raccattava qualche ragazza fuori dal pub anche lei ubriaca, lei se lo portava a casa per una botta e via, finita la prestazione (se la si poteva definire tale) lui se ne andava e tornava a casa.

Quella sera, come ormai da tradizione, se ne stava seduto su uno sgabello umido del pub leggermente umido per via dei cocktail che qualcuno aveva rovesciato in precedenza, con la musica a palla che gli rimbombava tra le orecchie e con davanti a sé un bicchiere pieno di Gin e Vodka. Si rigirò il bicchiere tra le mani e ne bevve un lungo sorso fino a finirlo del tutto; la gola sembrò quasi andargli a fuoco, scosse la testa e batté una mano sul bancone per far capire al barista che ne ordinava un altro, il quale arrivò in breve tempo. Harry riconobbe alcune note di Take my hand dei Simple Plan che rimbombavano nel locale, sorrise amaramente ricordando che comunque quella canzone l’aveva scoperta solo grazie a Giulie; cercò di reprimere quel pensiero bevendo tutto d’un fiato il suo bicchiere sbattendolo con forza sul ripiano del bar. Schioccò le dita e il barista capì subito che ne voleva un altro. Glielo passò velocemente e lui lo terminò con altrettanta velocità. Stava per ordinarne un altro ma qualcosa, meglio qualcuno lo prese per un braccio trascinandolo a forza fuori dal pub. Il riccio grugnì e con molta calma strattonò il braccio cercando di liberarsi dalla presa ma, visto la poca stabilità, cadde a terra.

“Styles, sei il solito coglione” disse Louis facendolo alzare e aiutandolo a sedersi s’una panchina vicino ai due. Harry sussultò nel sentire la sua voce; non parlava con Lou da una vita e, in fondo, gli mancava un casino.

“Che cazzo vuoi, Tomlinson?” domandò abbassando lo sguardo per non osservare quello deluso e triste dell’amico

“Voglio in primis chiederti scusa Harry, non avrei dovuto fare quello che ho fatto e poi… voglio aiutarti e parlarti” disse Tomlinson sedendosi accanto a lui ed estraendo una sigaretta dalla tasca del cappotto; Harry gliene prese una e l’accese immediatamente tirando un fiato ispirando a pieni polmoni.

“E di cosa vorresti parlarmi, sentiamo” disse il riccio appoggiando i gomiti sulle cosce e puntando lo sguardo sull’amico che, dopo un leggero sospiro, gli sorrise leggermente. Louis era tremendamente preoccupato per il suo migliore amico, si stava letteralmente rovinando e in parte si sentiva in colpa perché se a quest’ora Giuliett non fosse venuta a conoscenza della scommessa, i due starebbero ancora insieme.

“Harry, sei costantemente ubriaco; non ti si vede a scuola da quasi un mese e… sono preoccupato, siamo tutti preoccupati. Harry, mi sento un coglione per quello che ho fatto, ma sono più che convinto del fatto che se tu dimostrassi a Giulie il fatto che sei realmente innamorato di lei; non esiterebbe un secondo a tornare con te” disse d’un fiato Lou abbracciando poi l’amico il quale, senza problemi rispose all’abbraccio stringendolo forte.

“Mi odia, non vuole più vedermi, mi ha detto di dimenticarla. Leggi!” disse Harry estraendo dalla tasca del cappotto il biglietto che Giulie un mese fa aveva lasciato sul cuscino di camera sua. Louis titubante lo prese e lo lesse velocemente.

“Ha fatto un errore, non voleva venire a letto con me. Mi detesta, l’ho presa in giro, l’ho fatta soffrire. Non so che fare Lou mi sento perso, perso come un bambino in un centro commerciale senza la mamma e il papà” le lacrime scendevano veloci lungo il volto di Harry; finalmente aveva trovato qualcuno con cui parlarne; finalmente si sentiva libero, libero davvero. Aveva capito che l’alcol, le serate passate al pub e le notti passate con qualche ragazza non serviva a nulla, a lui serviva solamente parlarne con un amico e l’amico di cui aveva bisogno era proprio Louis.

“Harry, ascoltami. Questo, non sei tu! Tu non puoi arrenderti così, non puoi permettere che un mio errore ti rovini completamente la vita, ok? Prometto che ti aiuterò, farò tutto il possibile per far si che tu possa tornare con Giuliett ok?”

“Non la amo” disse Harry amaramente alzando lo sguardo verso l’amico che, al sentire quelle parole rise sarcasticamente

“Ma non prendermi per il culo Styles! Tu sei pazzo di lei! Quindi, sai ora che facciamo? Vieni a casa mia, ti fai una doccia e dormi. Domani mattina andiamo a scuola proprio come abbiamo sempre fatto, va bene? Tu Harry, sarai felice con Giuliett, te lo prometto!” urlò Louis facendosi trasportare dal discorso; Harry lo fissò per qualche secondo indeciso se accettare la proposta dell’amico oppure tornarsene dentro al pub e riprendere a bere. Chiuse gli occhi facendosi trasportare da una leggera brezza gelida di novembre ormai inoltrato, sospirò e a fatica si alzò dalla panchina abbracciando d’impulso Louis che rispose immediatamente.

“Grazie Lou, grazie di tutto e davvero” sussurrò Harry con la voce leggermente rotta dal pianto. Louis sentì una morsa allo stomaco; si sentiva morire. Aveva permesso che il suo migliore amico si riducesse in quelle condizioni, ma avrebbe fatto veramente di tutto pur di vederlo nuovamente sorridere, per rivedere l’Harry che conosceva da sempre; l’Harry spensierato e allegro che rideva costantemente. Gli sarebbe stato sempre vicino e l’avrebbe aiutato e riconquistare Giuliett senza fare l’errore fatto in precedenza. Sapeva che Harry non l’avrebbe mai abbandonato nonostante la presenza di Giuliett, e neanche lui avrebbe mai abbandonato il suo riccio.

“Andiamo a casa Harry” disse Lou liberando Harry dall’abbraccio e tirandogli una leggera spallata rischiando di fallo quasi cadere a causa della leggera sbornia; entrambi risero nel vedere il riccio barcollare e agitare le braccia a caso per non cadere. Finalmente i due ragazzi erano tornati ad essere gli amici di un tempo.

 

 

Giuliett prese il bicchiere pieno di Vodka Lemon e se lo portò lentamente alla bocca bevendone un sorso. Si trovava in un bar vicino all’ospedale nel quale, sfortunatamente, sua nonna era ancora ricoverata a causa di un coma dal quale non si era ancora ripresa. Un mese; un mese che non sentiva più la voce di sua nonna, un mese che non la vedeva muoversi e un mese che non parlava faccia a faccia con lei. Un mese che non metteva più piede a scuola e se ne stava sempre chiusa in quell’ospedale che ormai quasi la nauseava; un mese che parlava a stento con Hanna o Trevor, un mese… un mese che non vedeva, sentiva o, a stento, pensava ad Harry. Il suo pensiero principale era diventato solamente la salute di sua nonna, pregava giorno e notte che potesse risvegliarsi, pregava di poterla riabbracciare nuovamente, sperava di poterla vedere nuovamente ridere. Voleva solamente che sua nonna ritornasse da lei, che la stringesse tra le sue braccia per tranquillizzarla.

Sospirò portandosi una mano tra i capelli e bevve nuovamente un sorso dal suo bicchiere quasi lurido. Il bar nel quale si trovava era talmente piccolo da farle mancare l’aria; era pieno di uomini dalla brutta faccia e completamente ubriachi, l’odore che aleggiava nell’aria era un misto di tabacco e alcool tremendamente forte, per non parlare poi della musica pessima che il proprietario del bar aveva scelto: un misto tra Heavy Metal e Rock, che Giulie detestava. Bevve anche l’ultimo sorso dell’alcolico da lei ordinato e ne chiese subito un altro al barista che, dopo averle sorriso maliziosamente e fatto un occhiolino, si mise al lavoro per preparare l’ordine da lei richiesto. La ragazza fece una faccia disgustata e si mise ad osservare la parete di legno di fronte a lei piena di foto assurde che ritraevano persone a lei sconosciute, se non per il barista che compariva in ogni foto.

Sapeva che si stava solo rovinando stando in quel luogo considerato da lei obbrobrioso, a fumare e a bere; ma quasi ne sentiva la necessità, solo quando fumava o quando beveva i suoi pensieri su sua nonna diventavano meno forti e preoccupanti, per quel breve momento non sentiva quasi la necessità di pensarci. Il barista le porse davanti il bicchiere e schioccò la lingua soddisfatto, la mora lo fissò in cagnesco e bevve un sorso del bicchiere.

“Cosa ci fa, una bella ragazza come te, qui?” domandò lui appoggiando i gomiti sul bancone e portandosi un panno sulla spalla, lei sbuffò

“Bevo, non vedi?” rispose seccata senza neanche guardarlo in faccia, lo sentì ridere

“Acida la ragazzina” e nel sentire quel sostantivo, Giulie alzò immediatamente lo sguardo incenerendolo

“Primo, non azzardarti a chiamarmi in quel modo e, secondo, lasciami in pace o non mi ci vuole né due né tre a prenderti a calci nelle palle talmente forte da fartele staccare, sono stata chiara?” disse con la mascella serrata e lo sguardo quasi indemoniato. Quell’aggettivo lo utilizzava sempre Harry con lei e, sentirti chiamare in quel modo da un perfetto sconosciuto non poteva sopportarlo. Il barista mise le mani in segno di resa allontanandosi lentamente dalla ragazza che tornò a fissare distrattamente il suo bicchiere di vetro pieno di liquido bianco e pieno di ghiaccio. Bevve anche l’ennesimo sorso e sospirò.

“Non dovresti né bere, né essere qui” disse una voce proprio vicino a lei; era una voce calda e tranquillizzante che le procurò un leggero brivido lungo la schiena. La mora si voltò di scatto ritrovandosi Liam davanti che la fissava con un misto di preoccupazione e delusione.

“Ah, sei tu Payne. Che vuoi?” domandò scocciata e bevendo un altro sorso del suo alcolico; Liam le prese il bicchiere dalle mani e lo gettò sul pavimento dietro il bancone fulminando subito con lo sguardo il barista che stava sicuramente per rimproverarlo.

“Prima di tutto, portarti fuori di qui. Poi, parlarti” ammise il ragazzo prendendola per un polso e trascinandola fuori da quel bar puzzolente e pieno di gente orribile; quando Giulie si ritrovò all’aria aperta, si sentì quasi libera e il nodo che aveva alla gola svanì immediatamente. Liam la porto abbastanza lontano stando in silenzio e farle prendere più aria possibile per far si che potesse riprendersi dal poco alcool bevuto.

“Ascolta Giulie, sono preoccupato per te. Hanna è preoccupata per te e lo è anche Trevor, siamo tutti preoccupati per te -iniziò Liam fermandosi di colpo, quando realizzò il fatto che la ragazza non stesse più barcollando- anche se non te lo dimostro, mi sono affezionato a te e… non voglio vederti così. Sei magra, troppo magra; sei costantemente pallida, hai delle occhiaie che fanno paura e fumi troppo, per non parlare del bene. Giuliett, ti prego, parlami, sfogati” disse tutto d’un fiato il ragazzo prendendole le spalle tra le mani e stringendogliele forte.

“Che vuoi che ti dica?! Mia nonna, l’unico componente della mia famiglia, è in coma! Il ragazzo che, tre anni fa mi ha spezzato il cuore umiliandomi davanti a tutti, me lo ha spezzato nuovamente seducendomi e facendomi credere che mi amasse! Mi ha solo presa in giro e… Liam ho paura che mia nonna possa veramente andarsene” ammise Giulie abbassando lo sguardo sentendo gli occhi inumidirsi leggermente; Liam deglutì velocemente e dopo averla tirata a se la strinse in un forte abbraccio

“Giul, sappi che sono più che convinto del fatto che tua nonna si riprenderà al più presto. Sai perché? Perché anche se non la conosco so che è una donna forte, proprio come te. Come pensi che stia lei, nel vedere che ti stai riducendo in questo stato? Ti stai comportando come una debole e tu non lo sei, sei forte! Mentre, per quanto riguarda ad Harry, sappi che ti ama veramente” sussurrò Liam baciandole dolcemente la fronte. Giulie non si sarebbe mai aspettata un gesto simile da quel ragazzo anche perché, lo conosceva a malapena ma sapeva che era un ragazzo adorabile. Gli sorrise lievemente abbracciandolo nuovamente

“Grazie mille Liam, ti prometto che sarò forte. Per quanto riguarda Harry, non è il mio pensiero principale” rispose sospirando leggermente e sorridendo ancora, questa volta per davvero. Sarebbe stata forte, avrebbe smesso di bere e fumare, avrebbe ripreso a dormire e a mangiare; i pensieri negativi che aleggiavano da tempo nella sua mente sarebbero svaniti e avrebbe pensato solo al meglio. Avrebbe pensato che sua nonna sarebbe riuscita a svegliarsi e che non l’avrebbe mai abbandonata.

“Ho detto solo la verità, piccola Giul. Ti voglio bene” sussurrò il ragazzo cingendole le spalle con un braccio e camminando con lei verso la sua macchina, l’avrebbe accompagnata a casa vista l’ora tarda.

“Te ne voglio anche io. Hanna è veramente fortunata” gli sorrise e salì in macchina con lui.

 

 

Il silenzio regnava nella camera di Giuliett, solo i suoi respiri regolari sembravano interromperlo lievemente. Per la prima volta, dopo un mese, aveva cenato in un modo decente e dopo una veloce doccia si era messa a dormire riuscendo ad addormentarsi. Stava dormendo tranquillamente quando un leggero vibrare la fece sussultare. Si alzò di scatto e afferrò al volo il cellulare osservando attentamente il numero che compariva sul display; non era salvato nella rubrica. Decise comunque di rispondere

“Lei è la signorina Giuliett Jenson?” domandò una voce maschile dall’altro capo del telefono, Giulie rispose affermativo

“Vorremo informarla che sua nonna si è svegliata dal coma e la cerca” disse tranquillamente l’uomo mentre Giul si portò una mano alla bocca tirando un sospiro sorpreso, gli occhi le si riempirono immediatamente di lacrime

“D-davvero?” chiese incredula

“Certo” rispose il medico riattaccando immediatamente. La ragazza scese immediatamente dal letto catapultandosi al piano inferiore, afferrò le chiavi della macchina di sua nonna e dopo aver chiuso la porta di casa si infilò letteralmente in macchina mentre velocemente componeva il numero di Hanna con cellulare; la bionda non tardò a rispondere

“Hanna! Hanna si è svegliata! Mia nonna si è svegliata dal coma!” urlò agitata svoltando verso destra e fermandosi a causa del semaforo rosso, imprecò mentalmente mentre Hanna le urlò letteralmente nell’orecchio.

“Oh mio Dio Giul! Due secondi e sono in ospedale! Avviso io Trevor!” urlò a sua volta la bionda riattaccando; Giul ripartì in quarta entrando nel parcheggio dell’ospedale e correndo verso la camera di sua nonna. Quando ci mise dentro piede vide sua nonna che sorrideva allegramente e se ne stava seduta al tavolo a parlare con un’infermiera che la stava riempiendo di domando ed esami. La ragazza iniziò a piangere dalla gioia correndo ad abbracciarla

“Nonna! Scusami, ti prego scusami per le orribili parole che ti ho detto. Ti voglio bene, sono stata in pensiero per te e… ti prego non lasciarmi mai!” urlo Giulie in preda ad un pianto di gioia, la nonna rise allegramente

“Non ti lascerò mai piccola mia. Non ti preoccupare, è come se non fosse successo nulla. Io sono qui per te” sussurrò la nonna accarezzandole i capelli dolcemente.

“Ti voglio bene” dissero poi all’unisono sottovoce, in modo che potessero sentirsi solo loro due. Ora, Giulie, poteva essere nuovamente felice.


 

Des and Sara's Corner.
Eccoci :3 Beh dai, possiamo dire che questa volta siamo riuscite ad aggiornare presto u.u
ok, diciamo che questo capitolo ci piace abbastanza nonostate all'inizio potesse sembrare deprimente come quelli che abbiamo pubblicato ultimamente, finalmente la nonna si sveglia dal coma! :D E poi... cavolo Lou e Harry hanno fatto pace e, Tomlinson, ha convinto Styles a lottare per Giuliett *-* Quindi, nei prossimi capitoli ci saranno delle svolte ma... ci dispiace informarvi che però, per tutti i capitoli che saranno ambientati nel mese di novembre, non accadranno cose interessantissime nella coppia ma... con l'arrivo di dicembre avverrano cose molto ashegaraue *-*
Ok, vi abbiamo detto anche fin troppo u.u
However and Anyway,
vi ringraziamo davvero tanto per le splendide e incoraggianti recensioni che ci avete lasciato nel capitolo precedente e, naturalmente, in tutta la storia. Insomma ci fate sempre spuntare un sorriso e non sappiamo proprio come ringraziarvi :') Vi adoriamo, davvero.
Naturalmente un grazie anche a chi, l'ha messa tra le ricordate/seguite/preferite :)
Bene, lasciamo a voi i commenti su questo capitolo mentre noi vi lasciamo con una
Gif di Hazza e Tommo:

E una di Giulie:

p.s. Se vi va, passereste anche nelle nostre altre due FF?
-One band, five girls, the end.
-Come farli lasciare in 10 giorni.
CI farebbe veramente piacere nel sapere che ne pensate :3
Un bacione, Des and Sara.

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Capitolo 30
*** Chapter 30. ***





 

Chapter 30.

Giuliett sospirò chiudendosi la porta alle spalle e iniziando a camminare con passo veloce e deciso verso la scuola. Già, finalmente stava tornando a scuola dopo un mese e una settimana che non ci metteva piede. Fortunatamente i professori e la preside sapevano della sua situazione e, sempre fortunatamente, avevano compreso perfettamente. La mora si sentiva quasi agitata, e l’unico motivo per cui si sentiva in quel modo era solo uno: Harry Styles. Da quando sua nonna si era ripresa, il pensiero principale di quella ragazza era sempre stato Harry; si era ripromessa di non pensare più a lui, di dimenticarlo. L’aveva presa in giro, l’aveva fatta soffrire. Eppure, per lei era quasi indispensabile avere tra i suoi pensieri gli occhi color verde acceso di Harry, che nei giorni di pioggia o quando era triste diventavano grigi, oppure quando era felice diventavano di un verde smeraldo che le facevano girare la testa; il suo sorriso con le sue adorabili fossette che rompevano la sua aria da finto duro; i suoi capelli ricci costantemente spettinati e il suo modo di spettinarseli; la sua voce così roca e profonda, che lasciava trapelare ogni suo singolo sentimento, oppure era lui che voleva farglielo credere; le sue mani così grandi e morbide che con delicatezza le accarezzavano le guancie fredde.

Giulie scosse la testa e riprese a camminare, ma si ricordò di una cosa fondamentale: era il 27 Novembre e quel giorno non poteva essere felice per la mora. Un brivido le percorse la schiena e, decisa fino al midollo, cambiò strada e invece di dirigersi verso la scuola, si diresse verso la City per trovare un negozio di fiori aperto. Non appena ne trovò uno prese un bel mazzo di orchidee bianche e con passo spedito si diresse verso il cimitero.

Fortunatamente era completamente deserto, tranne per un ragazzo che se ne stava accucciato davanti ad una tomba; Giulie cercò di capire chi potesse essere ma, a causa della nebbia e gli indumenti scuri del ragazzo, la mora non riuscì a capire bene chi fosse. Si lasciò alle spalle quel ragazzo e si diresse verso la tomba di sua madre. Non appena la trovò non poté fare a meno di lasciarsi scappare qualche lacrima. Si sedette sull’erba ancora fresca di rugiada e posizionò proprio davanti alla splendida foto della madre le orchidee prese in precedenza al negozio di fiori.

Restò in silenzio per una buona ventina di minuti fino a quando non si decise a parlare. “Sai mamma, mi manchi e tanto. La nonna mi sta accanto ma non immagini neanche quanto darei per poter ricevere un tuo abbraccio, sentire la tua risata o anche solo farmi sgridare da te. Voglio solo chiederti aiuto. Aiutami a capire se Harry è il ragazzo giusto per me, se mi ama davvero o aiutami a capire perché vuole vedermi soffrire costantemente. Perché mi ha presa in giro? Cosa gli ho fatto di male? … è perché mi sono innamorata di lui? Mamma io non lo so… dammi un segno. Ti voglio bene mamma” sussurrò quelle parole e finito il tutto, diede un veloce bacio alla foto della madre e si alzò, diretta verso la scuola.

 

Harry si pulì i pantaloni leggermente sporchi di terra e leggermente umidi di rugiada. Si scompigliò i capelli e dopo aver accarezzato dolcemente la foto di sua nonna, si avviò verso l’uscita di quel cimitero deserto e quasi inquietante. Era rimasto per quasi un’ora davanti alla tomba di sua nonna a parlarle del più e del meno, ma specialmente le aveva parlato di Giuliett. Dopo la sua chiacchierata con Louis, non aveva ancora avuto occasione di parlare o vedere la ragazza da lui sognata. L’unica cosa che era riuscito a sapere da Liam era che comunque, sua nonna, fortunatamente si era ripresa.

Si infilò le mani in tasca e chinò il capo camminando, fino a quando non andò a sbattere contro qualche cosa che però, gemette leggermente.

“Scusi, non l’avevo vista” disse una voce femminile da lui perfettamente conosciuta; immediatamente alzò lo sguardo e non appena i suoi occhi incontrarono quelli dolci e grandi di Giuliett, il suo cuore fece una doppia capriola.

“Ah… Harold sei tu” aggiunse poi secca la ragazza riprendendo a camminare. Ci vollero una decina di secondi prima che Harry potesse riprendersi, iniziò a correrle dietro e quando finalmente la raggiunse, l’afferrò per un polso costringendola a voltarla verso di lui. Prima che Giulie potesse controbattere o scappare da lui, la tirò sempre di più verso di lui fino a quando le loro labbra non si sfiorarono. Harry, notando che comunque la ragazza non si stava divincolando più di tanto, azzerò le distanze e quando sentì le labbra morbide e fresche della ragazza sulle sue, iniziò a baciarla velocemente ma allo stesso tempo in modo dolce. Le loro lingue iniziarono a roteare in sintonia fino a quando Giulie non si staccò di colpo tirandogli uno schiaffo.

“Harry basta! Ti prego basta! Non voglio più soffrire a causa tua va bene? Mi son bastate due volte per farmi capire che sei solo un insensibile e che di me non te ne frega un cazzo, va bene?! Ti prego lasciami stare!” urlò la ragazza non riuscendo a trattenere le lacrime. Si morse il labbro inferiore e notando che comunque Harry non diceva né faceva nulla, riprese a camminare con passo veloce verso la scuola. Il riccio, nel frattempo si domandava quando fosse stata la prima volta in cui l’aveva fatta soffrire. Possibile che si fosse dimenticato qualche particolare per il quale Giulie lo detestava così tanto sia ora, che quando si era avvicinato a lei la prima volta?

 

Des and Sara's Corner.
Ebbene sì, siamo ancora vive (più o meno, la scuola ci sta uccidendo)
comunque, siamo abbastanza di corsa quindi non abbiamo molto da dire, tranne che questo capitolo ci fa abbastanza caccare -.- ma lasciamo a voi i commenti :3
However and Anway,
vi ringraziamo per le splendide recensioni che ci avete lasciato,
e naturalmente a tutti quelli che hanno messo la FF tra le ricordate/seguite/preferite :)
Poi, vi andrebbe di passare anche nelle altre nostre due FF? "One band, five girls, the end"
"Come farli lasciare in 10 giorni"
Vi mandiamo un bacione, Des and Sara.

 

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Capitolo 31
*** Chapter 31. ***





 

Chapter 31.

Harry si chiuse la porta alle spalle completamente esausto; le ore a scuola per lui erano decisamente troppe. Per di più se si pensa anche che in quelle cinque ore non era nemmeno riuscito a parlare o chiarire con Giuliett, lo stava uccidendo del tutto. Naturalmente non aveva fatto altro che pensare a cosa avesse potuto fare a Giulie in precedenza. Salì in camera sua dopo aver salutato calorosamente Miss Holmes e un cenno di saluto a suo padre, salì in camera sua e si distese sul letto pronto per riflettere ma, Morfeo decise di intromettersi e farlo addormentare profondamente.

Le luci illuminavano perfettamente la palestra dov’era tenuto il ballo di fine anno. Harry e Louis stavano parlottando tra di loro mentre, come copione, scrutavano attentamente le loro prossime prede con le quali divertirsi. Harry si portò un bicchiere di punch (corretto da loro in precedenza) alle labbra e ne bevve un lungo sorso sorridendo ad una ragazza di quinta che gli stava passando davanti. Di punto in bianco Louis gli tirò una gomitata facendolo sobbalzare leggermente; il riccio non poté fare a meno di guardarlo in malo modo ma comunque curioso.

“Guarda lì, quella ti sta fissando da almeno una quarantina di minuti” disse Louis indicando con un cenno del capo una morettina bassa a pochi passi di distanza da loro che, effettivamente, lo stava fissando sorridente mentre parlava con la bionda di fronte a lei. Per quanto potesse essere guardabile, Harry non la considerava abbastanza per lui e quindi, non rientrava nelle sue prede.

“Mi stai prendendo per il culo, Tomlinson? Insomma ha occhiali e apparecchio!” disse Harry scoppiando a ridere seguito dall’amico il quale però, continuava ad osservare con la coda dell’occhio la mora. Notò con piacere che si stava avvicinando proprio verso di loro leggermente imbarazzata.

“Ehm… ciao” sussurrò lei scostandosi una ciocca di capelli dietro le orecchie e sorridendo leggermente mostrando così una fila di denti bianchi coperti da un apparecchio di ferro.

“Ehi denti di metallo. Che c’è?” chiese Harry incrociando le braccia al petto e sorridendo leggermente alla ragazza che, con dispiacere, tolse subito il sorriso dal suo volto

“Ehm… Harry, ti andrebbe di ballare?” domandò la ragazza iniziando a torturarsi le dita delle mani nettamente agitata; Louis nel frattempo osservava curioso la scena, ma allo stesso tempo rimase comunque colpito dalla reazione molto scortese dell’amico. Non a caso Harry aveva iniziato a ridere come un coglione proprio in faccia alla mora molto imbarazzata.

“Ma starai scherzando, spero! Io decisamente non ballo con delle ragazze come te!” urlò Harry mentre gli occhi della sventurata iniziavano a riempirsi di lacrime. Lei corse via immediatamente mentre Harry continuava a ridere tranquillamente.

Harry aprì di colpo gli occhi con un peso sullo stomaco immenso; aveva già visto quegli occhi, quel sorriso gli era terribilmente famigliare per non parlare della voce e dei capelli. Si alzò dal letto e dopo aver messo alla rinfusa ogni singolo cassetto della scrivania, riuscì a trovare un vecchio annuario e con velocità incredibile si mise a sfogliarlo fino a quando il suo sguardo non cadde su una foto in particolare, la quale ritraeva proprio la ragazza del suo sogno. Non appena vide il nome posto sotto di essa, si diede del coglione da solo. Era lei, era la sua Giuliett… ora capiva il motivo per cui quella ragazza lo odiava; era stato un superficiale e arrogante completo, per non appellargli altri aggettivi molto scortesi. Si passò una mano tra i ricci indeciso su cosa potesse fare; naturalmente oltre a farsi perdonare per la cazzata fatta con la scommessa, doveva rimediare anche al suo comportamento terribilmente infantile. Harry si alzò dal pavimento e afferrò di corsa le chiavi della macchina uscendo da casa sua ignorando i suoi che stavano litigando per la milionesima volta, salì in macchina e dopo averla messa in moto si diresse verso casa di Louis.

Quando vide la villa dei Tomlinson ci parcheggiò davanti e scese dall’auto avviandosi verso la porta e suonando il campanello sperando che alla porta venisse ad aprire Louis, ma si ritrovò davanti la sorella minore, Lottie.

“Ehi Harry, hai bisogno di qualche cosa?” chiese la piccola Tomlinson sorridendo radiosa al riccio, il quale rispose al sorriso

“C’è Louis?” chiese ansioso; doveva assolutamente parlare con il suo migliore amico, sicuramente lui gli avrebbe dato una spiegazione riguardo al motivo per cui il primo giorno di scuola, Louis avesse proprio scelto Giuliett come ragazza da conquistare e sedurre. Sfortunatamente Lottie scosse la testa negativamente

“Veramente Harry, mio fratello è uscito pochi minuti fa per venire proprio da te. Era abbastanza agitato e ricordo che passeggiava a grandi passi per tutta camera sua dicendo che doveva proprio parlarti urgentemente” rispose Lottie scrollando le spalle; Harry non poté fare a meno di lasciarsi scappare un sorriso e dopo aver ringraziato la piccola Tomlinson, ritornò nella sua macchina e si diresse nuovamente verso casa sua. Riconobbe subito la mini blu di Louis. Aprì la porta di casa e trovò il suo migliore amico in cucina che chiacchierava allegramente con Miss Holmes mentre beveva una tazza di caffè alle nocciole.

“Tommo” disse Harry serio entrando in cucina, accettò con piacere la tazza di caffè alle nocciole che la domestica gli stava porgendo e con un ringraziamento e cenno del capo fece uscire dalla cucina l’anziana Miss Holmes.

“Hazza” rispose a sua volta Louis sorridendo al riccio che si sedette di fronte a lui, bevendo un sorso di caffè.

“Perché? Perché proprio lei?” domandò Harry seriamente e Tomlinson sorrise leggermente.

“Molto probabilmente mi starai odiando per tutto quello che ti ho fatto ma… volevo darti una piccola lezione; insomma secondo me quella ragazza non si meritava di essere trattata in quel modo da te e… spero tu ora possa capire il tutto” ammise Louis abbassando lo sguardo; Harry sorrise dolcemente e sfiorò con le dita la mano dell’amico

“Louis… grazie. Insomma, grazie a te e grazie a Giuliett, sono cambiato. Mi sento diverso e finalmente ho capito cose che prima ignoravo del tutto” disse il riccio facendo sorridere il moro

“Quindi non mi odi?”

“No. Per niente, anzi ti sono riconoscente! Ora… hai voglia di aiutarmi a riconquistare Giuliett?” domandò Harry bevendo anche l’ultimo sorso del caffè, Louis rise leggermente e annuì dando conferma al riccio.

 

Des and Sara's Corner.
Bene, siamo riuscite ad aggiornare questa pappardella di FF :')
Abbiamo appena finito di studiare biologia per domani e, fortunatamente, possiamo permetterci di non pensarci fino a domani mattina alle 10.00 e concentrarci su queste nostre "FanFiction" (sempre se le possiamo definire tali) aggiornando e scrivento il seguito :3
Beh, che dire? Questo capitolo non ci dispiace poi tanto anche perchè finalmente Harry si ricorda di quello che ha fatto a Giuliett e, finalmente, riesce a capire quanto sia stato infantile e menefreghista in passato. Tutto merito del nostr amato, figo, sexy, dolce, altruista e chi più ne ha più ne metta di Louis William TheTommo Tomlinson! (APPLAUSI, PLEASE. ahahahah)
However and Anyway,
vi ringraziamo davvero tanto per le mille recensioni che ci lasciate ogni volta, che sono semplicemente splendide e che ci fanno spuntare un sorriso ogni volta :'). Anche se, onestamente, ci siamo rimaste un pò male nel vedere che i due capitoli precedenti abbiano avuto solo 5 recensioni ciascuno (ç__ç) ma... speriamo comunque che la storia continui a piacervi e non stia iniziando ad annoiarvi D:
E un ringraziamento anche a chi ha messo la storia tra le ricordate/seguite/preferite :)
Vi lasciamo con una Gif di Hazza:

E una di Louis:

Un bacione, Des and Sara.

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Capitolo 32
*** Chapter 32. ***





 

Chapter 32.

Giuliett e Hanna passeggiavano tranquille per le vie di Londra alla ricerca di qualche negozio decente che vendesse vestiti decenti ma allo stesso tempo non troppo costosi. Naturalmente Hanna si era già messa alla ricerca del vestito perfetto per il ballo di natale che, a breve, si sarebbe svolto; al contrario Giuliett cercava una nuova tuta da ginnastica che avrebbe svolto la funzione di tenuta casalinga proprio la sera del ballo. Si era categoricamente rifiutata di anche solamente immaginare di andare a quel ballo, che fosse accompagnata o no. Sapeva solamente che la sera del ballo se ne sarebbe stata chiusa in casa, con la sua tuta addosso, una ciotola piena di gelato al cioccolato con una tripla dose di panna montata, distesa sul divano a guardare commedie natalizie che, per lo meno, le avrebbero permesso di non deprimersi. La casa sarebbe stata solo sua visto che sua nonna, costretta dalla vicina, era stata invitata ad una cena e prima di tarda notte non sarebbe rientrata. Quindi, la serata del ballo per Giulie sarebbe stata perfetta.

“Ehi Giul! Che ne dici se andiamo a dare un’occhiata da Harrods?” domandò speranzosa Hanna afferrando l’amica per un braccio e scollandoglielo con foga; la mora corrugò la fronte

“Ma non stavamo cercando qualche cosa di conveniente?” chiese sarcastica sapendo che non c’era negozio più caro di quello proposto dalla bionda che, al sentire quelle parole, rise imbarazzata

“E andiamo! Non fare la scassa palle! Ci divertiamo un po’!” rispose Hanna iniziando a correre con dietro Giuliett verso quel centro commerciale. Appena entrate le due ragazze iniziarono ad osservare attentamente ogni singolo scomparto alla ricerca di un vestito elegante e di una tuta. Naturalmente, Hanna fu quella con maggiore fortuna visto che comunque, Harrods vendeva maggiormente vestiti eleganti e non tute sciatte ma comode. La bionda afferrò un vestito lungo ed elegante color blu notte con uno splendido spacco a metà coscia monospalla che segnava perfettamente il giro vita.

“Che ne pensi?” domandò voltandosi verso Giuliett e urlando leggermente per attirare la sua attenzione, la mora sorrise entusiasta e annuì decisa inviando l’amica a provarselo immediatamente. Come previsto quel vestito era semplicemente perfetto per Hanna; il blu notte stava benissimo sia con la carnagione della ragazza sia col colore biondo dei suoi capelli e, le faceva addirittura risaltare gli occhi color verde.

“Se non lo compri, ti spezzo in due!” affermò la mora osservandola minacciosamente puntandole l’indice contro socchiudendo gli occhi; Hanna rise leggermente lanciando una veloce occhiata al cartellino che segnava il prezzo; per poco non le andò di traverso la saliva a causa del numero esagerato di zeri vicino al 6 iniziale. Non disse nulla e cercò di darsi un minimo di contegno, doveva concentrarsi sul vestito per Giuliett visto che il suo, l’aveva più o meno già trovato

“Comunque, adesso tu vieni con me, hai capito?!” ordinò Hanna uscendo dal camerino di colpo già cambiata, afferrò la mora per un polso e la trascinò nello scomparto dei vestiti da sera. Immediatamente il suo occhio cadde su un vestito bianco lungo con il corpetto a cuore e due spalline abbastanza spesse ma non troppo, segnate a metà da due blocchi color argento e proprio sotto al seno una fascia anch’essa di quel colore. Era semplicemente perfetto per Giuliett visto che il bianco, contrastava benissimo con il nero corvino dei suoi capelli. Hanna lo afferrò al volo e con le maniere forti costrinse l’amica a provarselo, ma solo a condizione che anche lei si sarebbe dovuta provare nuovamente quello splendido vestito color blu notte.

 

Louis si aggiustò il nodo alla cravatta e uscì con molta non chalance dal camerino attirando sguardi ammaliati dalle ragazzine che gli passavano dietro. Effettivamente, vedere Louis Tomlinson in smoking era una cosa spettacolare visto che i pantaloni neri segnavano a pennello il suo perfetto fondoschiena, la camicia gli ricadeva morbida sul petto scolpito e la giacca gli segnava le spalle ben messe; la cravatta leggermente allentata gli donava un’aria sbarazzina ma comunque la camicia veniva abbottonata fino all’ultimo bottone.

“Sapete, odio dover indossare questi stupidi pantaloni, queste stupide camicie, queste stupide giacche e questi stupidi papillon! Per non parlare poi delle scarpe lucide, sembrano da vecchio!” si lamentò Zayn mandando a quel paese il suo farfallino e rinunciando a farci un nodo perfetto; si sbottonò qualche bottone della camicia e si sistemò al meglio i suoi perfetti capelli sorridendo maliziosamente a una ragazzina che lo osservava attentamente.

“Andiamo Zayn, sai che le ragazze muoiono nel vederci così” rispose Niall uscendo dal camerino perfettamente vestito con la giacca abbottonata e con la cravatta allentata leggermente, si infilò le mani nelle tasche e si osservò soddisfatto allo specchio insieme a Louis.

“Che poi, c’è da ammettere che amo gli smoking” proseguì Liam uscendo anche lui dal camerino con la cravatta perfettamente annodata e la camicia allacciata, la giacca sbottonata color grigio topo gli donavano perfettamente, anche lui si posizionò allo specchio mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni abbinati alla giacca e spostandosela indietro.

Quei quattro ragazzi erano semplicemente perfetti, mancava solo Harry all’appello;

“Styles! E muoviti cazzo” rise Zayn tirando una manata alla tenda rossa del camerino di Harry il quale però rispose con un grugnito infastidito e non uscì;

“Su Hazza sono certo che sarai figo almeno quanto me” scherzò Louis appoggiando la schiena contro l’asta di metallo che reggeva il camerino portandosi le braccia al petto;

“E poi Harold, c’è una schiera di ragazzine in calore che ci fissa costantemente” sussurrò Niall sorridendo beffardo, per poi alzare con disinvoltura lo sguardo e ammagliare con quegli occhi color del cielo le ragazzine proprio davanti a loro; per poco una non andò in iperventilazione. Liam gli tirò una pacca sul braccio guardandolo in modo severo; l’irlandese gli sorrise dolcemente

“Scusa paparino” scherzò per poi ridere allegramente procurando così anche le risate degli altri. Finalmente, Harry, si decise ad uscire. Indossava anche lui dei semplici pantaloni neri, una camicia bianca, una giacca nera e un papillon perfettamente annodato. Zayn sbuffò

“Ma come cazzo fai?” chiese esasperato mostrandogli l’obbrobrio che invece aveva combinato lui col suo farfallino, Harry rise

“Ho il dono io, Malik” lo prese in giro Styles scrollando le spalle.

“Ma vai a raccogliere le siringhe và!” lo prese in giro Zayn facendogli un veloce occhiolino, Harry stava per controbattere ma una risata in particolare attirò la sua attenzione. Era una risata fresca, pura e innocente, una risata che avrebbe riconosciuto sempre e ovunque. Era la sua risata; era la risata allegra di Giuliett. Il riccio lanciò un’occhiata d’intesa a Louis in quale si voltò verso il resto del gruppo. Naturalmente anche Liam, Niall e Zayn erano stati informati della situazione che stava passando Harry e si erano proposti, naturalmente, di aiutarlo a riconquistare quella ragazza che lo aveva completamente stregato.

“C’è Giuliett, non è così?” domandò Niall spostandosi un ciuffo biondo dagli occhi, il riccio annuì velocemente e iniziò a girovagare per gli scomparti di quel negozio finché non arrivò al reparto dei camerini femminili. Con fare molto silenzioso anche i ragazzi lo seguirono e quando lo trovarono si appostarono insieme a lui per osservare attentamente la scena.

Non appena lo sguardo di Harry si posò sul corpo perfetto di Giuliett, sentì il sangue gelarsi nelle vene e il cuore bloccarsi di colpo; in quel vestito bianco era semplicemente perfetta e immediatamente la scena di lui e lei, abbracciati, che ballavano nella pista da ballo gli si presentò davanti. Liam, invece, sembrava essersi incantato alla vista di Hanna nel suo splendido vestito. La guardava sorridere insieme all’amica e osservarsi allo specchio; la voglia di correre da lei e stringerla tra le sue braccia era forte, ma sapeva che se fosse uscito allo scoperto Giuliett avrebbe saputo anche della presenza di Harry e sarebbe corsa via in lacrime.

“Allora? Che si fa?” si azzardò a dire Zayn visto che nessuno osava proferir parola; Louis e Niall fecero spallucce in contemporanea mentre Liam e Harry non sembravano neanche aver ascoltato quelle parole. Il pakistano stava per riformulare il quesito ma la suoneria di un cellulare lo bloccò all’istante. La mora di fronte a loro estrasse il cellulare dalla borsetta

“Scusa Hanna, è mia nonna” le sentì dire Harry rivolta all’amica, la quale annuì e si zittì all’istante permettendo così all’amica di poter parlare con la nonna. Hanna iniziò a far spostare lo sguardo a destra e sinistra fino a quando i suoi occhi non finirono su una massa di capelli ricci nascosta da dei manichini; la bionda sorrise divertita per poi fare segno all’amica verso le scarpe. Giuliett annuì e si diresse verso quella direzione mentre Hanna, raggiunse brevemente tutti e cinque i ragazzi.

“C’è da dire che siete proprio anti sgamo. Ciao Liam” disse la bionda sorridendo dolcemente al proprio ragazzo, il quale la raggiunse stringendola poi tra le sue braccia e le stampò un bacio sulla fronte.

“Sei splendida” sussurrò Payne osservando nuovamente lo splendido vestito della ragazza la quale, sorrise imbarazzata.

Louis e Niall iniziarono a farsi gli occhioni dolci e a mandarsi bacini volanti

“Oh sei splendido amore mio” disse Louis sospirando

“Oh tesoruccio pucci ucci, ti amo tantissimo” rispose Niall poggiando la testa sulla spalla di Louis che, a stento, riusciva a trattenere le risate. I due si beccarono una gomitata nelle costole da parte di Liam e Hanna contemporaneamente. Zayn non poté fare a meno di ridere animatamente.

“Quel vestito le sta benissimo” se ne uscì Harry, il quale stava ancora fissando il punto in cui prima Giuliett sostava; Hanna sorrise dolcemente

“Peccato che non potrà mai indossarlo. Costano troppo” sospirò pensando che con quelle parole avrebbe preso due piccioni con una fava. Naturalmente Harry avrebbe comprato il vestito a Giuliett, la quale sentendosi riconoscente sarebbe andata al ballo così da permettere ad Harry di scusarsi per bene e riconquistarla. Gli occhi del riccio s’illuminarono di colpo e sorrise riconoscente ad Hanna.

“Hanna!? Dove cavolo sei?!” urlò Giuliett e immediatamente la bionda s’irrigidì insieme al resto dei ragazzi; Liam tornò a nascondersi dietro i manichini dopo aver stampato un veloce bacio sulle labbra della ragazza la quale corse velocemente verso la mora.

“Scusa ma avevo visto degli orecchini splendidi. Adesso ho un po’ di fame, andiamo a mangiare?” chiese Hanna entrando nel suo camerino per cambiarsi; Giuliett annuì e anche lei si cambiò velocemente dovendo appendere a malincuore quell’abito splendido.

 

Il campanello suonò un paio di volte e quando finalmente Giuliett riuscì ad arrivare alla porta, non vi trovò nessuno. Abbassò lo sguardo e l’immagine di uno splendido pacco color argento attirò la sua attenzione.

“Chi è?” chiese Hanna affiancando l’amica, Giuliett si abbassò e raccolse quel pacco chiudendosi la porta alle spalle

“Nessuno. Ho solo trovato questo” rispose la mora poggiando il pacco sul tavolo della cucina; Hanna non poté fare a meno di sorridere di nascosto sapendo perfettamente chi era il mittente e cosa conteneva quel pacco.

“Sai chi te lo manda?” chiese fingendosi ingenua riguardo la faccenda, mentre dentro di se moriva dalla voglia di vedere la reazione dell’amica.

“No -rispose scuotendo la testa- però c’è un bigliettino” aggiunse notando un pezzo di carta attaccato ad uno dei nastri argentei;

“E che aspetti? Leggilo!” la incoraggiò Hanna, Giulie annuì afferrando il bigliettino

-Spero di vedertelo addosso la sera del ballo. Sei splendida xx-

Le guancie della ragazza presero un colorito rosso e il suo pensiero si precipitò su Harry; che fosse stato lui? No, Hanna le aveva assicurato che quel pomeriggio Liam e il riccio sarebbero andati a giocare a golf.

La mora aprì il pacchetto e l’abito bianco che aveva provato quel pomeriggio le si presentò davanti.

“Allora è ufficiale Giul, verrai al ballo!” disse Hanna sorridendo gioiosa mentre la mora osservava esterrefatta quel vestito; Giuliett annuì leggermente

“Penso non morirà nessuno se cambio i miei piani” ammise la mora sorridendo per poi lanciare un grido eccitato insieme alla bionda e finendo con l’abbracciarsi.

 

Des and Sara's Corner.
Ciao bella gente Des and Sara è qui presente! O.O No, assolutamente no.
Vi chiediamo scusa ma, ieri entrambe abbiamo fatto un vaccino e siamo ancora più rincoglionite del solito ç__ç Ci sarà una cura per noi? Beh, chiunque sappia qualche cosa, ce lo faccia sapere, grazie :3
Ora parliamo dell'argomento principale, la storia u.u no, il capitolo; ma siccome il capitolo fa parte della storia, si parla anche della storia u.u ok? OK :D
Ahahahahah, no -.-"
Beh, che dire? Questo capitolo non ci dispiace abbastanza e, nel prossimo capitolo, inizierà dicembre e come promesso con dicembre gli Harliett potrebbero tornare nuovamente anche perchè non nel prossimo, ma quello dopo ancora, ci sarà il ballo di Natale (che per informazione, non si svolge il giorno di Natale ma l'8 dicembre u.u) Però non disperate, la storia non finirà col ballo ma andrà avanti ancora di qualche capitolo ;D
However and Anyway,
ringraziamo tutte le splendide persone che ci lasciano ogni volta una splendida recensione,
grazie mille davvero :')
e naturalmente anche a chi ha messo la storia tra le ricordate/seguite/preferite :)
Vi lasciamo con una foto molto ahgatqreie dei ragazzi:

e i Link per vedere i vestiti delle ragazze.
Hanna:http://i46.tinypic.com/6ycimg.jpg
Giuliett:http://i50.tinypic.com/2saayk1.jpg
Un bacione, Des and Sara.

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Capitolo 33
*** Chapter 33. ***





 

Chapter 33.

Giuliett aprì lentamente gli occhi spegnendo la sveglia posta sul comodino di fianco al letto. Sorrise leggermente alzandosi e spalancando le tende permettendo così alla flebile luce che filtrava dalle troppe nuvole grigie che coprivano il cielo di Londra. Osservò attentamente il paesaggio che le si presentava davanti pieno di case e giardini completamente innevati; sorrise entusiasta, amava la neve e desiderava ardentemente che quella iniziasse a scendere dal cielo per ricoprire la città. Uscì velocemente dalla sua camera correndo di corsa in cucina trovandovi sua nonna che, con cura e attenzione, aveva già preparato la colazione. Quella mattina l’anziana aveva dato il meglio di se preparando frittelle e waffel ricoperti di sciroppo d’acero e da bere un’ottima cioccolata calda con panna montata, cannella e piccoli pezzi di marshmellow imbevuti anche loro di sciroppo d’acero. Niente di meglio per festeggiare la prima domenica di dicembre, il mese preferito di entrambe.

“Buon giorno cara” disse la nonna porgendo a Giuliett la sua tazza preferita, la mora la salutò baciandole la guancia per poi sedersi al tavolo della cucina pronta per rimpinzarsi con tutti quelle prelibatezze che la nonna le aveva preparato.

“Hai deciso di farmi ingrassare, non è così nonna?” chiese scherzosamente ma la nonna non sorrise come la ragazza, anzi, sembrò incupirsi leggermente

“Giulie, ho notato che sei dimagrita parecchio da quando mi sono risvegliata dal coma, quindi qualche chilo in più può solo farti bene” rispose seriamente l’anziana stringendo con mano tremante quella della nipote che, al sentire quelle parole, sorrise amaramente ricordando perfettamente come si era conciata in quel terribile mese. Si sentiva persa e disorientata, triste e afflitta, era precisamente caduta in uno stato di depressione; non mangiava e non dormiva, si limitava a fumare e bere ma, fortunatamente, un’ancora di salvezza era corsa in suo aiuto e l’aveva rimessa in gioco: Liam. La mora sorrise ripensando a quanto fosse stato dolce e sensibile quel ragazzo nel preoccuparsi così esageratamente per lei che, in fin dei conti, era solo la migliore amica della sua fidanzata. Giulie gli sarebbe stata eternamente riconoscente per quel gesto splendido; ma comunque la mora non era a conoscenza di una cosa, non sapeva che Liam era solo un messaggero mandato da un riccio sventurato che, nel vedere quella ragazza distrutta, si sentiva morire lentamente. Ebbene sì, Harry aveva letteralmente implorato Liam di fare qualche cosa per poterla aiutare, per incoraggiarla, per sostenerla, per farla tornare nuovamente come prima e, Payne, nel vedere l’amico così disperato non poté che accettare senza alcun dubbio.

“Nonna, sappi che ho ripreso a mangiare e dormire; da quando ci sei nuovamente tu, mi sento meglio” rispose Giulie sorridendo incoraggiante all’anziana che però notò ancora una volta una nota di malinconia negli occhi sempre meno luminosi della povera nipote che, giorno per giorno, sentiva costantemente la mancanza di Harry nella sua vita, specialmente quando si ritrovava sola nella sua camera da letto; piangeva distrutta e, nonostante si fosse ripromessa di superarla, sapeva che ormai era quasi predestinata a pensare costantemente a quel ragazzo perché, come ben si sa, il primo amore non si scorda mai, rimane sempre nella nostra mente quasi come un francobollo attaccato ad una lettera.

“Ne sono felice, tesoro. Hai qualche programma per oggi?” chiese la nonna passandosi una mano tra i soffici riccioli bianchi, la nipote sembrò pensarci un po’ su cercando di ricordare che programma avesse con Hanna e dopo circa qualche secondo ricordò

“Oh si, io e Hanna andiamo a fare qualche spesa di Natale insieme a Liam e un suo amico. E si, nonnina cara, prenderò anche il tuo regalo di Natale ma sappi che rimarrà una sorpresa fino al 25 Dicembre e niente e nessuno potrà farmi cambiare idea” rispose scherzando Giuliett finendo la sua colazione e correndo di sopra a prepararsi per il pomeriggio che si stava avvicinando, visto l’ora tarda in cui si era svegliata.

 

 

Giuliett spense il motore della macchina e scese da essa, rimpiangendone il fatto visto che così non avrebbe potuto più essere scaldata dal riscaldamento automatico ed essere invasa così dal freddo polare che incombeva sulla City. Nonostante la canotta, la maglietta a maniche lunghe e il maglione di lana blu con il piumino addosso, la sciarpa, il berretto di lana, i guanti e gli stivali imbottiti, la ragazza stava comunque morendo di freddo e si stupì parecchio quando vide la sua migliore amica, indossare un semplice cappotto e delle scarpe leggere. Hanna la stava aspettando davanti ad un piccolo negozietto posto in una stradina privata; non era poi così tanto grande ma comunque, per comprare qualche regalo era sempre stato perfetto per le due ragazze visto che, quella boutique vendeva praticamente di tutto.

“Ehi mora!” la salutò Hanna stringendola in un caloroso abbraccio

“Ciao bionda!” rispose Giuliett dandole un bacio sulla guancia e constatando che, nonostante il gelo polare, l’amica avesse una temperatura corporea abbastanza elevata in confronto alla sua che era del tutto inesistente. Infatti, Hanna, nel sentire il naso ghiacciato del’amica poggiarsi sulla sua guancia, rabbrividì leggermente e si allontanò quasi all’istante.

“Liam e il suo amico?” chiese poi Giulie sperando che arrivassero il prima possibile per due motivi: moriva dalla voglia di entrare nel negozio per riscaldarsi e poi, era curiosa di sapere chi fosse l’amico di Liam che sarebbe venuto con lui visto che, Hanna, aveva taciuto il nome.

La bionda sorrise indicando con l’indice scoperto un punto alle spalle della ragazza che si voltò quasi immediatamente: Liam era in perfetta compagnia di Niall Horan. Giuliett sbuffò leggermente e abbastanza delusa, sperava che oltre a Liam non ci fosse nessun altro amico di Styles e invece, doveva subirsi proprio l’irlandese. Ma, in fin dei conti, avrebbe quasi dovuto sospettarlo, visto che oltre a quei quattro ragazzi, non pensava che Liam potesse avere altri migliori amici.

“Salve bellezze!” salutò Horan con il suo tipico accento irlandese sfoderando un sorriso radioso e una fila di denti perfettamente bianchi ricoperti da un apparecchio trasparente; Liam non salutò nemmeno Giuliett, si catapultò direttamente verso Hanna abbracciandola saldamente e stampandole un sonoro bacio a stampo al quale, la bionda rispose senza alcun problema. Naturalmente la sventurata e il povero Niall si sentivano abbastanza in imbarazzo visto che, quei due non avevano quasi mai avuto nemmeno un contatto visivo mentre Hanna e Liam stavano insieme.

“Comunque, ciao Niall” rispose dopo un po’ la mora sorridendo superficialmente al biondo tinto che rispose con un sorriso vero; in fin dei conti a Niall, Giuliett stava anche simpatica ed era perfettamente certo che quando finalmente, quella ragazza, sarebbe tornata con Styles, sarebbe diventata anche sua ottima amica.

“Bene, possiamo entrare?” chiese dopo un po’ nel notare che, comunque, sia Hanna che Liam continuavano a fissarsi dolcemente negli occhi e lei stava letteralmente congelando e a breve, sarebbe diventata un ghiacciolo se non un’ibernata. La coppietta rise sotto i baffi per poi annuire ed entrare prima di Niall e Giuliett che, imbarazzati entrarono senza neanche guardarsi negli occhi.

“Bene, io e Liam andiamo da questa parte mentre, Giuliett, tu e Niall andrete da quella parte per vedere un po’ cosa può esserci, ok?” disse Hanna per poi evaporare velocemente con Liam verso la direzione da lei indicata mentre parlava. Giulie non ebbe nemmeno il tempo di rispondere, protestare o respirare così, ormai rassegnata all’idea che il pomeriggio l’avrebbe passato solo con Niall, si passò una mano tra i capelli e iniziò a dare un’occhiata in giro per vedere cosa poter regalare a sua nonna e Hanna (che poi si trovò abbastanza indecisa se farglielo o no il regalo, visto quello che la stava costringendo a passare). Niall silenzioso come una mosca, si mise le mani in tasca e iniziò a camminare a qualche passo di distanza da Giuliett osservandola attentamente. Se fosse stato per lui non ci sarebbe neanche andato quel pomeriggio ma, proprio come Liam e Hanna, era lì per conto del riccio che, volendo fare un regalo di Natale alla ragazza da lui amata, aveva mandato Niall come infiltrato per vedere cosa avesse potuto prenderle.

Giuliett nel frattempo riuscì a prendere in considerazione varie cornici per sua nonna visto che, in casa loro, c’erano talmente tante poche foto e che ogni singolo secondo sua nonna si lamentava costantemente che la casa in quelle condizioni sembrava quasi spoglia; così se per Natale le avesse regalato un paio di cornici, sua nonna avrebbe potuto riempirle di foto per poter così illuminare la casa.

Nettamente indecisa su quale prendere, la mora quasi si costrinse a chiedere consiglio al povero irlandese che se ne stava muto e osservava attentamente ogni singolo gesto della ragazza; il biondo, scherzando, pensò quasi di sembrare uno stalker.

“Secondo te, quali sono meglio? Queste due argento, oppure queste due oro? Oppure una argento e una oro?” chiese velocemente voltandosi di scatto verso Niall mostrandogli le quattro cornici che a fatica riusciva a reggere in mano; Horan rise leggermente correndo in aiuto della ragazza e afferrando le due cornici d’oro e, osservandole attentamente constatò che nessuna delle quattro era abbastanza bella per una signora anziana che voleva abbellire la casa.

“Sai, credo che nessuna di queste si addica abbastanza, ma se può interessarti ho notato che là in fondo ce ne sono due argento davvero carine” propose l’irlandese indicandole con l’indice; Giuliett si voltò e sforzando abbastanza la vista riuscì a capire quali cornici stesse indicando il ragazzo di fianco a lei, ed effettivamente quel biondino non aveva tutti i torti, quelle erano perfette.

“Bene, ed ora pensiamo ad Hanna” disse dopo aver afferrato del due cornici prima di un’altra ragazza che, anche lei, le aveva avvistate; Niall arricciò il naso pensando che se, sicuramente, non avrebbe introdotto lui l’argomento “Che regalo vorresti tu per Natale, così che Harry possa prendertelo” lei non ci avrebbe neanche pensato minimamente. Ma, sapeva anche che, se gliel’avesse detto così di punto in bianco, la ragazza avrebbe capito tutto se poi se lo sarebbe trovato sotto l’albero come regalo. Così, mentre Giuliett iniziò a cercare attentamente qualche cosa di carino per la sua migliore amica, il biondo iniziò a pensare attentamente a come avrebbe potuto buttarla giù per poi, non far sospettare nulla alla ragazza.

“Niall, scusa se ti disturbo ma… diresti che questo regalo, per Hanna, potrebbe andare bene?” chiese Giuliett timidamente mostrando a Horan un bracciale molto carino sottile con un segno dell’infinito come ciondolo ricoperto con tanti piccoli Swarovski azzurri e bianchi; il biondo annuì deciso pensando che comunque, era un bel regalo per Natale e da fare alla propria migliore amica.

“Direi che è perfetto” rispose Niall abbastanza entusiasta del fatto che comunque, Giuliett, lo aveva preso in considerazione come consulente; la mora sorrise dolcemente e infilò anch’esso nel cestello nel quale dentro c’erano già le due cornici per sua nonna. Mancava il regalo per Trevor, ma sapeva già che gli avrebbe preso una semplice maglia da Abercrombie; un pensiero per Liam e, pensò che comunque anche a Niall avrebbe potuto farlo peccato che, a quel pensiero gli venne in mente che c’erano anche Zayn e Louis nella loro compagnia e che magari ci sarebbero potuti rimanere male. Poi, quasi immediatamente, il pensiero del regalo per Harry chiuso nel cassetto della sua scrivania, le tornò alla mente e subito il leggero sorriso che le si era formato in volto, svanì all’istante. L’irlandese se ne accorse immediatamente e, leggermente preoccupato, fece per chiederle cosa la stesse rattristando ma poi pensò che magari potesse centrare Harry quindi decise di starsene in silenzio cercando un modo per farla distrarre.

“Ehi Giuliett, sai che anche questa catenina sarebbe perfetta” disse prendendo la prima collana in mano senza neanche guardarla e mostrandola alla ragazza che, nel vederla, scoppiò a ridere all’istante

“Ne sei veramente sicuro?” chiese ridendo sempre di più e quando Niall si accorse che la collana che aveva appena preso non era una collana ma bensì, delle manette pelose rosa, si diede del coglione da solo posandole immediatamente. Ma per lo meno sapeva che, se Harry le avesse preso delle manette pelose rosa, lei sarebbe scoppiata a ridere quindi quelle vennero cancellate dalla lista mentale del biondo.

“Mentre questa?” chiese afferrando due catenine con due pezzi di puzzle che lui trovava semplicemente adorabili; si, Niall era decisamente un tenerone. La mora si avvicinò alle collane e sorrise dolcemente

“Sono davvero carine ma penso che per due migliori amiche non sarebbero poi così perfette; magari per una coppia si” rispose sinceramente la mora per poi mettersi nuovamente in posizione eretta visto che per osservare le due catene si sarebbe dovuta chinare lievemente.

“Oh si, certo. Hai ragione. Ma comunque, sono carine vero?” chiese Niall cercando una conferma migliore, la mora annuì decisa per poi avvisare l’irlandese che lei aveva finito le sue spese e che quindi potevano andare tranquillamente alla cassa per pagare. Terminato il tutto, i due uscirono mentre Liam e Hanna restarono ancora dentro il negozio ancora indecisi sul cosa prendere come regali.

Niall e Giuliett decisero così di rifugiarsi in un bar vicino al negozio visto che se sarebbero stati fuori sarebbero sicuramente congelati; e poi l’irlandese iniziava a sentire un certo languorino e Giuliett moriva dalla voglia di una tazza di thé al gelsomino.

 

 

Louis esaminò attentamente il foglio che aveva davanti agli occhi insieme a Zayn, portandosi la tazza piena di caffè alla bocca e bevendone un lungo sorso; Harry, nel frattempo si torturava le mani continuamente in attesa di una risposta da parte dei due ragazzi che stavano osservando quel foglio da almeno un quarto d’ora. Pensava che sicuramente l’avrebbero preso per il culo a vita per le sdolcinatezze che aveva scritto e dicendogli che loro non l’avrebbero mai fatta una cosa del genere ma, contrariamente, i due si scambiarono uno sguardo complice sorridendo poi al riccio e annuendo decisi

“Io ci sto” disse Louis posando il foglio sul tavolo e bevendo nuovamente un sorso di caffè;

“Segnami presente, Hazza” aggiunse Zayn estraendo il cellulare dalla tasca dei jeans per poi iniziare a specchiarsi facendo smorfie assurde che lui credeva fossero terribilmente sexy. Harry sorrise entusiasta

“Davvero lo fareste?” chiese il riccio con gli occhi leggermente illuminati dalla gioia, Louis gli fece un veloce occhiolino

“Styles, ti ho fatto una promessa -disse Tomlinson per poi ridere leggermente- e poi, per gli amici questo ed altro” aggiunse sistemandosi meglio sulla sedia; Zayn invece si limitò ad annuire distrattamente troppo impegnato a pavoneggiarsi nettamente con la sua immagine riflessa allo specchio.

“Comunque, potete spiegarmi quanto tempo ci sta mettendo Niall?!” sbottò poi d’un tratto Harry notando che l’irlandese e Liam non tornavano e, leggermente preoccupato, Harry moriva dalla voglia di vederlo rientrare.

“Andiamo Harold, tranquillizzati. Che poi, mi spieghi perché hai deciso di mandare lui, al posto mio?” chiese Zayn ritornando a concentrarsi sui suoi amici ma non prima di lanciare ancora un’ultima e veloce occhiata al suo riflesso; Louis scoppiò a ridere mentre il povero pakistano ricevette un’occhiata omicida da parte di Harry

“Perché per lo meno, Niall torna a casa. Tu… no” rispose Louis asciugandosi una lacrima scesa a causa del troppo ridere; la cosa non era poi così tanto divertente per se, più che altro Louis ricordava perfettamente l’esilarante scenata che aveva assistito quella mattina tra Harry, Zayn e il povero Niall.

“Che intendi, Tomlinson?” chiese Malik corrugando la fronte sospetto; Harry sbuffò passandosi una mano tra i ricci per sistemarseli

“Intendo che, Niall è casto e puro e quindi torna a casa mentre tu, Malik, ti saresti fermato seduta stante a casa sua” disse Louis e immediatamente il riccio gli tirò un calcio sul ginocchio facendolo urlare; Malik rise di gusto nel vedere Harry incazzato e Louis che si dimenava dal dolore. Il silenzio calò però quando in casa fecero il loro ingresso Niall e Liam abbastanza esausti e desiderosi di buttarsi sul divano per guardarsi un bel film magari con davanti una pizza con salsiccia e peperoni ma, neanche due secondi, Harry era già piombato addosso a Niall e lo stava quasi implorando con lo sguardo di raccontargli tutti per filo e per segno.

Il povero irlandese riuscì solamente a togliersi la giacca per poi ritrovarsi sul divano con Harry che, attento come un felino, ascoltò tutto per filo e per segno.

 

Des and Sara's Corner.
Yeah! Bene, siamo riuscite anche ad aggiornare quasta FF :')
siamo soddisfatte di noi stesse **
Ahahahah beh, questo angolino sarà molto corto visto che dobbiamo scappare quindi;
ringraziamo davvero tanto le persone che recensiscono questa FF (no, cioè, 199 recensioni? Oh God we're going to cry :'D)
E naturalmente anche chi ha messo questa storia tra le ricordate/seguite/preferite :)
Vi lasciamo con una Gif di Giulie:

E una Gif del dolce, splendido e adorabile Irish boy Niall:

Un bacione, Des and Sara.

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Capitolo 34
*** Chapter 34. ***





 

Chapter 34.

Quella mattina, Harry, si svegliò all’una del pomeriggio, a causa del fastidioso rumore prodotto dall’aspirapolvere che Miss Holmes stava passando in cucina. Era il primo giorno di vacanza nonché la sera del ballo; il riccio si strofinò leggermente gli occhi con le mani chiuse a pugno per poi alzarsi dal letto con molta calma, si scompigliò ancora di più i ricci e, noncurante del fatto di essere in boxer, scese al piano inferiore convinto di trovarvi solo la domestica e la tavola della cucina imbandita di prelibatezze per la sua colazione; invece, vi trovò Zayn che tranquillo accendeva e spegneva l’aspirapolvere a suo piacere, Niall che tranquillamente aveva spolverato tutto il cibo presente sul tavolo lasciando a bocca aperta Liam e Louis che, spaparanzato sul divano continuava a leggere il foglio che il riccio gli aveva fatto leggere il giorno precedente.

Harry grugnì sonoramente fulminando specialmente Zayn, che l’aveva svegliato con quel rumore estremamente fastidioso, e Niall che l’aveva lasciato senza colazione e pranzo. Louis si voltò velocemente e sorrise all’amico che sembrava parecchio adirato, mentre Malik continuò per un paio di volte ad accendere e spegnere quell’aggeggio

“Jawaad, si è svegliato. Adesso smettila!” ruggì Liam inalterato da quel rumore odioso, con un gesto veloce gli prese l’aspirapolvere dalle mani e se la mise dietro la schiena per far si che Zayn, il quale aveva assunto una finta espressione imbronciata, potesse non riprenderla nuovamente.

“Buonforno Farry” disse Niall con la bocca piena di frittelle mescolate al succo d’arancia; Harry socchiuse gli occhi e lo fissò per almeno una decina di minuti, il biondo terrorizzato si nascose sotto il tavolo portandosi con sé una tazza piena di latte e cereali al cioccolato. Il riccio scosse la testa sbuffando

“Che diavolo ci fate voi qui?” chiese scocciato passandosi entrambe le mani sul viso e tirandoselo; Louis rise leggermente ma smise all’istante quando vide lo sguardo omicida del riccio. L’unico che per il momento Harry riusciva a sopportare era Liam, anche se la suoneria del cellulare di Payne lo stava alterando parecchio.

“Ci hai chiesto tu di venire” si azzardò a rispondere Niall sbucando con la testa fuori dal tavolo ritornandoci sotto immediatamente a causa del solito sguardo di Harold. Louis rise nuovamente insieme a Zayn.

“Ascoltatemi bene. Tu, Niall, smettila di mangiare la MIA colazione; se non mangio la mattina divento acido. Liam, metti quel cazzo di silenzioso al cellulare oppure di ad Hanna che vi sentirete dopo. Zayn, ringrazia il cielo che Liam ti abbia tolto l’aspirapolvere dalle mani altrimenti ti saresti ritrovato senza qualcos’altro. E Louis… beh Louis non ridere e limitati a leggere, ok?” disse Harry indicando uno per uno dei ragazzi i quali, letteralmente terrorizzati dall’espressione del riccio, annuirono velocemente e si rannicchiarono tutti sul divano insieme a Tomlinson e si limitarono a leggere il foglio.

Styles sorrise lievemente e si diresse verso il tavolo della cucina pronto per mangiare gli avanzi lasciatogli da Niall; bevve un sorso di cappuccio e mangiò due forchettate di frittelle per poi, andare a cambiarsi e scendere dopo una quarantina di minuti completamente rinato.

“Bene, ragazzi! Allora, cominciamo?” domandò Harold sfregandosi impaziente le mani; i ragazzi lo fissarono ancora abbastanza spaventati ma non appena lo videro sorridere, si tranquillizzarono. Niall si alzò e prese l’occorrente mentre gli altri si sistemarono bene.

 

 

“Giul, Giulie, Giuliett!” urlò Hanna salendo velocemente le scale per raggiungere la camera della mora, la quale, stava ancora beatamente dormendo. La bionda spalancò la porta e raggiunse le tende della camera, aprendole di scatto facendo così in modo che la flebile luce solare raggiunse il volto di Giuliett. La mora scattò in piedi abbastanza infastidita e fulminò immediatamente Hanna con lo sguardo mentre, quella, tranquillamente le sceglieva i vestiti dall’armadio.

“Che vuoi?” domandò Giulie con voce assonnata, Hanna rise leggermente afferrando al volo un paio di jeans bianchi e lanciandoli sulla scrivania, per poi fare lo stesso con una canotta a spalle large color blu intonata ad un maglione di lana abbastanza largo ma non troppo lungo. Prese le Clark blu della ragazza e le posò sul pavimento vicino alla scrivania;

“Buongiorno anche a te, piccola Jenson. Alzati, lavati, vestiti e preparati psicologicamente che oggi pomeriggio saremo parecchio impegnate!” urlò la bionda togliendole di dosso le coperte e il cuscino da sotto la testa. Giuliett la fulminò con lo sguardo e afferrò al volo una canotta dal fondo del letto, la appallottolò e se la mise sotto la testa al posto del cuscino rannicchiata.

“Perché?” domandò con tono lamentoso e Hanna rise leggermente passandosi una mano tra i capelli biondi

“Questa sera c’è il ballo! Abbiamo appuntamento dal parrucchiere, dall’estetista per ceretta, manicure e pedicure, per poi andare dal make-up artist” disse Hanna elencando le varie cose da fare con le dita per poi sbuffare violentemente quando si accorse che l’amica si era profondamente addormentata. Prese un profondo respiro per poi cacciare un urlo talmente acuto da far congelare il sangue nelle vene; la mora, spaventata, scattò cadendo però dal letto. La bionda trattenne una risata mentre la povera Giuliett si mise in piedi abbastanza innervosita ma rassegnata. Prese i vestititi dalla scrivania e, lentamente, si diresse verso il bagno sotto lo sguardo soddisfatto di Hanna.

 

“Giuliett, vuoi uscire dal bagno, si o si?” chiese Hanna ormai completamente vestita, pettinata e truccata alla perfezione, picchiettando con le unghie smaltate di blu contro la porta color creme del bagno. Hanna era splendida, con i lunghi capelli biondi raccolti in uno chignon posto a media altezza con due ciuffi ondulati che le ricadevano sul viso; gli occhi verdi erano leggermente truccati con dell’ombretto color burro e dei lineamenti tracciati da una matita blu;

“Non ci voglio uscire!” urlò la mora da dentro il bagno. Si sentiva abbastanza ridicola con quel vestito addosso, con gli occhi truccati d’argento e i capelli completamente piastrati e lasciati sciolti sulle spalle scoperte. Si osservò le unghie smaltate d’argento e le scarpe col tacco la stavano uccidendo alquanto; si chiese come sarebbe riuscita a sopportarle per tutta la sera.

“Muoviti!” urlò Hanna aprendo di colpo la porta e trovando Giulie davanti allo specchio che si osservava scettica; la bionda sorrise dolcemente avvicinandosi all’amica, le cinse le spalle con le mani e, prendendole gli angoli della bocca con due dita la costrinse a sorridere.

“Sei splendida. Dai, Liam è già arrivato e anche Niall” disse Hanna sorridendo beffarda; Giuliett sbuffò leggermente passandosi una mano tra i capelli, sorrise e insieme ad Hanna uscì dal bagno.

Appena uscirono dalla porta principale, gli occhi di Niall e Liam si illuminarono alla visione delle due ragazze e, anche loro, non poterono fare a meno di non rimanere sbalordite dalla bellezza dei due ragazzi.

“Signore” disse Niall sorridendo alle due, Giuliett gli sorrise e gli si affiancò facendogli i complimenti per lo smoking.

 

Le file di macchine era parcheggiate proprio davanti alla palestra della scuola, totalmente illuminata dalle luci stroboscopiche che ogni secondo cambiavano colore da bianco a blu, da rosso a giallo, da verde ad arancione. Liam parcheggiò l’auto e scese da essa aiutando Hanna a scendervi; lo stesso fece Niall con Giuliett. I due ragazzi però, rimasero vicino all’auto mentre le due ragazze li fissavano abbastanza curiose

“Ehm… ehi Hanna, piccola, perché voi due non entrate? Noi arriviamo subito” disse Liam sorridendo dolcemente alla sua ragazza la quale, avendo capito tutto, trascinò Giuliett dentro la palestra mentre i due ragazzi rimasero fuori attendendo l’arrivo di Styles, Malik e Tomlinson i quali, arrivarono dopo neanche due minuti con tutto l’occorrente.

“Lei è dentro?” chiese Harry osservando attentamente quello che lo circondava come un bambino spaesato, Niall annuì e Liam sorrise afferrando quello che Malik gli stava porgendo. Louis estrasse dalla tasca cinque fogli ripiegati e li porse ad ognuno dei presenti.

“Siete pronti?” chiese Harry curioso, i quattro annuirono e si diressero verso la porta sul retro pronti per il piano.


 

Des and Sara's Corner.
Yeah Buddy! Siamo finalmente riuscite ad aggiornare questa FF :3
anche se, dobbiamo ammettere che questo capitolo fa abbastanza schifo ma è solo l'introduzione al prossimo che sarà veramente ashetanejdg **
ahahah, comunque, speriamo che questo possa piacervi almeno un pochino :')
However and Anyway,
ringraziamo le splendide persone che hanno recensito questa FF che, a breve, terminerà
e naturalmente un ringraziamento anche a chi ha messo la storia tra le ricordate/seguite/preferite :)
Volevamo lasciarvi con delle Gif ma... come sempre Tinypic ci odia -.-"
p.s. vi andrebbe di passare dalla nostra OS We take photographs con protagonista Styles? :') ci farebbe veramente piacere.
Un bacione, Des and Sara.

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Capitolo 35
*** Chapter 35. ***





 

Chapter 35.

La musica era alta, amplificata dalle casse e il dj di tanto in tanto ordinava ai presenti al ballo di alzare le mani in aria e di scatenarsi. Tutti ridevano, scherzavano, ballavano, bevevano e urlavano; qualche coppia appassionata pomiciava o in mezzo alla pista oppure in qualche angolino appartato della pista. Tutti si stavano divertendo un casino. La palestra era addobbata con delle decorazioni rosse, bianche, oro e argento che pendevano dal soffitto insieme a qualche palloncino e al cartellone che augurava buon Natale e felice anno nuovo a tutti i presenti nella sala.

Giuliett e Hanna ballavano come due scatenate in mezzo alla pista, proprio sotto il riflettore principale insieme a Trevor e alla sua nuova ragazza nonché accompagnatrice al ballo; la ragazza si chiamava Shannon e sembrava non provare una certa simpatia né per la bionda né per la mora, ma entrambe sembravano non darci peso. Si stavano divertendo e anche Giuliett si sorprese di quell’evento. L’unica cosa alla quale pensava raramente era dove potesse trovarsi Harry, visto che non l’aveva ancora incontrato in quella minuscola palestra; che non fosse andato? Ogni volta che quella domanda le si formulava nella mente, Hanna le prendeva le mani e la faceva ballare ancora di più facendola girare oppure saltare mentre Trevor abbracciava saldamente Shannon.

“Andiamo a prendere qualche cosa da bere?” domandò Giulie abbastanza esausta dal continuo ballare, Hanna annuì sorridente e insieme si diressero verso il tavolino dove sopra c’erano posti vari stuzzichini e una ciotola piena di punch rosso con della frutta; le due erano pur certe che qualcuno l’avesse corretto già da un bel po’, ma visto che erano maggiorenni entrambe, avrebbero potuto bere tranquillamente senza che i professori gli facessero la solita ramanzina che continuavano a fare ai primini. Ne bevvero bene due bicchieri per poi sedersi, stanche, su due sedie libere proprio vicino ad una coppia che pomiciava animatamente neanche volessero procreare una nuova creatura umana. Le due ragazze si lanciassero un’occhiata d’intesa per poi scoppiare a ridere animatamente.

“Ma Liam e Niall?” chiese Giuliett notando che da quando erano scese dall’auto, quei due ragazzi non si erano ancora visti. La bionda scosse le spalle

“Sono sicura che avranno trovato un contrattempo” mentì Hanna sapendo perfettamente dove fossero e con chi fossero, ma non voleva rovinare la sorpresa all’amica la quale, abbastanza sospettosa, annuì distrattamente. Dopo un paio di minuti le due ragazze, ormai stufe di continuare a vedere la coppia pomiciare, decisero di tornare nuovamente in pista pronte per riprendere a ballare anche se, di tanto in tanto, Hanna controllava l’ora.

 

Dietro il palco, Harry continuava a fissare ogni due per tre l’orologio da polso nell’attesa che arrivasse l’ora. Era tremendamente agitato e non la smetteva un secondo di fare avanti e indietro in quel minuscolo spazio fornitogli. Liam, al contrario, se ne stava seduto tranquillo con le cuffie alle orecchie si stava rilassando; Louis e Zayn si stavano esercitando mentre Niall accordava la sua amata chitarra classica.

“Ma porca vacca quanto manca ancora?! Io sto impazzendo qui dentro!” urlo Harry fermandosi di colpo e prendendosi la testa tra le mani; Niall, Louis e Zayn alzarono lo sguardo fissando preoccupati l’amico pallido in volto, Liam invece a causa della musica troppo alta nelle orecchie non sentì neanche una parola.

“Andiamo Hazza calmati, ancora qualche minuto e poi cominciamo. Alla fine di questa specie di Jingle Bell remixato” disse Louis sorridendo incoraggiante all’amico

“Che per informazione, mi fa veramente schifo” aggiunse Zayn sistemandosi meglio il papillon slacciato; Niall rise leggermente scuotendo la testa tornando a concentrarsi sugli accordi.

“Ragazzi, adesso spegniamo le luci. Quando vi faccio segno, uscite. Ok?” disse il dj sbucando dalla tendina rossa di velluto; Louis, Liam, Niall e Zayn annuirono, tranne Harry che sembrò sbiancare all’istante. Il panico iniziò a prendere possesso di lui e tutta l’agitazione che prima aveva, si era tramutata in terrore e paura. I quattro ragazzi si prepararono dietro la tenda pronti per salire sul palco mentre Louis, raggiunse Harry seduto sul pavimento con le mani tra i capelli e il capo chino sul parquet polveroso.

“Ehi Harold, che ti prende?” domandò Tomlinson accovacciandosi vicino a lui, il riccio alzò lo sguardo terrorizzato

“Insomma Louis, e se non le piace? E se non mi perdona? E se continuerà ad odiarmi in eterno? Morirò solo, non mi sposerò mai e mi ritroverò a vivere con 27 gatti neri che saranno la mia unica famiglia mentre tu e i ragazzi vi sposerete, avrete dei figli che non vorranno mai vedere il loro zio Harry perché penseranno sempre che io sia un pazzo psicopatico che parla con dei gatti e vive nel pelo!” urlò Harold sgranando sempre di più gli occhi, Louis lo fissò preoccupato per qualche secondo pensando che il suo migliore amico avesse sniffato qualche cosa a sua insaputa.

“Harold, veramente sto iniziando a pensarlo anche io -disse Louis facendo così sorridere Harry leggermente- Ma comunque, sono pur certo che questa sera, con tutto quello che hai preparato, e l’amore che ci hai messo nel farlo… insomma non potrà sicuramente odiarti e tornerà subito da te capendo che quello che provi per lei, è vero” terminò Louis schiaffeggiando leggermente il riccio. Harry sorrise amichevolmente a Tomlinson e accettò la sua mano per alzarsi e dirigendosi verso la tendina rossa.

 

Giuliett e Hanna stavano sempre ballando quando improvvisamente, tutte le luci presenti nella palestra si spensero e Hanna, sorrise allegramente trascinando furtivamente Giuliett proprio vicino al palco.

“Bene ragazzi ed ora è il momento di rallentare un po’. Questa sera abbiamo il privilegio di sentire le voci di cinque ragazzi che hanno da poco formato un gruppo. Fate un bell’applauso agli One Direction!” urlò il dj battendo le mani velocemente e lo stesso fecero tutti i presenti nella palestra. Al sentire quelle parole Giuliett sgranò gli occhi; cinque ragazzi… era anche fin troppo comprensibile chi potessero essere. Un’enorme occhio di bue illuminò il palco e cinque ragazzi accompagnati dagli applausi dei presenti, si sistemarono sul palco. La mora trattenne un respiro e s’irrigidì all’istante nel vedere Harry che, lentamente, raggiungeva la sua postazione vicino a Louis. Finiti i vari applausi, Harry afferrò il microfono passatogli da Zayn e iniziò a picchiettarci con le dita un paio di volte, procurando così un rumore abbastanza fastidioso.

“Ehm… si beh, questa sarebbe la nostra prima apparizione come band e… questa è la nostra prima canzone in assoluto. Si intitola Little Things e parla delle piccole cose che una ragazza in particolare odia di se stessa ma che io, a contrario amo. Si beh, amo quella ragazza e le chiedo di perdonarmi. Di perdonare ogni mio singolo errore e ogni mia singola cazzata. Lei è perfetta per me e, le chiedo di credermi. La amo, mi ha stregato, mi ha rubato il cuore con un solo sguardo. Con lei mi sono sempre sentito a casa e, spero davvero che possa capire quanto io sia sincero e quanto l’ami” disse Harry senza distogliere gli occhi da quelli umidi di Giuliett. La mora sentì una ragazza di fianco a lei singhiozzare per le splendide parole dette dal riccio. Anche lei, in tutta onestà, si era commossa parecchio e, nonostante l’orgoglio le stesse imponendo di andarsene, per una volta decise di dare ascolto al suo cuore e rimanere lì, e ascoltare la canzone di Harry.

“E ora, ecco a voi Little Things” aggiunse Louis notando che l’amico si era letteralmente incantato nel fissare Giuliett mentre sorrideva imbarazzata, con gli occhi lucidi. Niall annuì e iniziò a strimpellare gli accordi con la chitarra e dopo qualche secondo, Zayn iniziò a cantare procurando così qualche urlo eccitato dal fondo della palestra.

“Your hand fits in mine, like it’s made just for me”

Giuliett ascoltò con occhi chiusi la strofa di Zayn che, era semplicemente stupenda. Dopo Zayn, toccò a Liam che con sguardo pieno d’amore osservò per tutto il tempo Hanna

“But I love them endlessly”

Finita anche la strofa di Liam, lui insieme a Zayn cantarono quello che Giuliett suppose essere il ritornello

“I won’t let these little things, slip out of my mouth.

But if I do, it’s you.

They add up to. I’m in love with you. And all these little things.

Poi toccò a Louis, che con voce allegra, cantò la sua strofa

“You can’t go to bed, without a cup of tea”

Finalmente, venne il turno di Harry che, con voce roca, alzò il suo sguardo verso Giuliett la quale, aprì immediatamente gli occhi incastrandoli in quelli del riccio.

“I know you’ve never loved the sound of your voice on tape

You never want, to know how much you weigh.

You still have to squeeze into your jeans

But, you’re perfect to me”

Niall e Harry cantarono nuovamente il ritornello e poi, toccò una strofa al biondo.

“If I let you know I’m here, for you, maybe you’ll love yourself,

Like I, love you”

Poi toccò nuovamente ad Harry cantare il ritornello singolarmente, con voce roca e occhi particolarmente lucidi, proprio come quelli della ragazza che, spiazzata e stupita, amava quella canzone proprio come chi l’aveva scritta. Per finire i ragazzi, tutti e cinque insieme, cantarono ancora una volta il ritornello per poi finire con un concerto di applausi. Le ragazze ormai in lacrime avevano sbavato del tutto il trucco mentre i ragazzi, da quali furbi erano, sussurravano parole dolci alle proprie ragazze le quali si scioglievano e rispondevano con dei baci appassionati. Dopo alcuni saluti, i ragazzi scesero dal palco, Liam corse da Hanna abbracciandola saldamente e facendola girare un paio di volte le stampò un lungo e dolce bacio. Niall, timidamente, si avvicinò ad una ragazza che non aveva smesso un secondo di fissarlo; lui la riconobbe subito come la ragazza che aveva visto da Harrods e che aveva quasi mandato in iperventilazione con uno sguardo. Malik, invece, venne d’occhiato da una ragazza con l’espressione tremendamente dolce e allegra; il pakistano si avvicinò lentamente a lei chiedendole di ballare, il suo nome era Perrie e aveva colpito Zayn.

Louis, invece, si diresse lentamente verso il tavolo e si concesse un bel bicchiere di punch, mentre Harry si mise alla ricerca di Giuliett, la quale però era sparita non appena la canzone era terminata.

“Ehi, è uscita. Penso sia nel campo” una mano si posò sulla spalla di Harry, il riccio si voltò e quando vide che era Trevor colui che l’aveva informato, gli sorrise allegramente

“Grazie Phelps” disse per poi correre verso il campo sul retro della scuola. L’unica luce era quella proveniente dalla luna, nonostante fosse dicembre, il cielo era limpido e pieno di stelle, sarebbe stato tutto perfetto se non fosse stato per il terribile freddo quasi polare. Lei era lì, in mezzo al campo con le mani posate sulle braccia, come se quello potesse scaldarla, fissava il prato e di tanto in tanto singhiozzava. Harry si tolse la giacca e la raggiunse, poggiandogliela poi sulle spalle e facendola sussultare.

La mora, si voltò con gli occhi pieni di lacrime; si morse nervosamente il labbro inferiore

“Sai cosa detesto?” chiese, facendo rimanere abbastanza sorpreso il riccio; lui scosse la testa mentre Giuliett sorrise amaramente

“Detesto il fatto che, nonostante tutto quello che mi ha fatto passare, io continui a pensarti, a volerti con me, continui a mancarmi, continuo a sentire la necessità di stare con te. Continuo ad amarti, Harry. E questo, credimi, non lo capisco. E detesto anche il fatto che, per la prima volta, stia iniziando a pensare di poterti interessare davvero” disse la mora fissando Harry negli occhi ancora rossi e gonfi, il mascara le era leggermente colato ma per lui, Giulie era semplicemente perfetta comunque. Il riccio si decise a prenderle le mani e stringergliele saldamente

“Giuliett, quella sera, al ballo, sono stato un coglione. Quel 12 settembre, sono stato un coglione; sono sempre stato un ragazzo superficiale e stronzo, non mi sono mai voluto legare ad una ragazza per paura di soffrire. Mi sono innamorato solo una volta e ho sempre pensato che quella volta sarebbe stata l’unica, ma mi sbagliavo. Non avrei mai pensato di poter incontrare una ragazza splendida, dolce, sensibile, allegra, spensierata e incredibile come te. Mi hai cambiato la vita. Giuliett, credimi se ti dico che se non mi importasse nulla di te, non sarei qui. E invece, sono proprio qui, davanti a te e ti sto giurando che ti amo, che ti amo, che ti amo e che ti amo” disse Harry accarezzandole la guancia togliendole così una lacrima che stava scendendo. La mora, per la prima volta, sentiva che era sincero, ne era più che certa. Rise leggermente e gli gettò le braccia attorno al collo posando le sue labbra su quelle del ragazzo, il quale, le cinse dolcemente la vita stringendola a sé. Gli erano mancate le sue labbra, gli era mancato il corpo di lei contro il suo, gli era mancata lei.

Dopo un tempo che sembrò interminabile, si staccarono e si sorrisero a vicenda

“Ti amo” dissero all’unisono per poi darsi dei piccoli e dolci baci a stampo interrotti solamente dai loro sorrisi pieni di gioia.

“Vuoi ballare?” chiese Harry posandole una mano sulla vita mentre l’altra stringeva bene quella della ragazza; lei annuì e posò la mano libera sulla spalla del riccio. I due iniziarono a muoversi lentamente, Giulie posò la testa sul petto del ragazzo e si lasciò trasportare dai battiti eccitati del suo cuore.

“Harry?” chiese d’un tratto la ragazza, il riccio abbassò lo sguardo su di lei e sorrise

“Dimmi” rispose baciandole la fronte; Giulie arrossì lievemente sorridendo

“Mi canteresti nuovamente la canzone?” chiese imbarazzata e Harry sorrise radioso annuendo. La mora posò nuovamente la testa sul petto del riccio mentre lui, iniziò a cantare lentamente quella splendida canzone. Giuliett sarebbe rimasta in quella posizione per sempre; era tornata felice, felice del tutto. Con Harry.

 

Des and Sara's Corner.
Yeah! Bellezze abbiamo già aggiornato, contente? :'D
si beh, siamo semplicemente adorabili ** ahahahah.
Bene, abbiamo però una brutta notizia da darvi... Questo, sfortunatamente, è l'ultimo capitolo di questa FF che dura ormai da secoli ç____ç Non uccideteci, vi prego!
Speriamo davvero vi sia piaciuta, ci abbiamo messo tutto il nostro impegno :')
However and Anyway,
Vi ringraziamo infinitamente per ogni singola recensione lasciata;
ci piacerebbe davvero tanto scrivire tutti i nomi delle persone che hanno speso del loro tempo per scrivere splendide recensioni che ci hanno supportato costantemente e ci hanno incoraggiato a proseguire con questa storia, capitolo per capitolo. Ci avete incoraggiato sempre, facendoci sorridere con ogni vostra splendida parola :') Vi adoriamo, davvero!
Come dicevano, ci piacerebbe scrivere ogni singolo nome ma, con tutte le persone che hanno recensito, non finiremo più D: Però, sappiate che vi ringraziamo con tutto il nostro cuore :')
Vi ringraziamo per le 217 recensioni, per le 113 preferite, per le 28 ricordate e per le 151 seguite! Grazie, grazie, grazie e ancora mille volte grazie! <3

Vi lasciamo con una Gif di Harold:

E una di Giuliett:

p.s. Se vi va, passereste dalla nostra OS "We take photographs" oppure dalla nostra FF "Come farli lasciare in 10 giorni"? Ci farebbe piacere sapere che ne pensate :3
Un enorme bacione, vi adoriamo davvero, Des and Sara.

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